Un'anima di polvere

di VaniaMajor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vanità ***
Capitolo 2: *** Scomodo ricordo ***
Capitolo 3: *** Inconoscibile ***
Capitolo 4: *** Luglio ***
Capitolo 5: *** La Torre ***
Capitolo 6: *** Fuggirò ***
Capitolo 7: *** Silenzio ***
Capitolo 8: *** Splendido amico mio ***
Capitolo 9: *** Ipocrisia ***
Capitolo 10: *** La via è aperta ***
Capitolo 11: *** La soglia nel profondo ***
Capitolo 12: *** Prove d'estate ***
Capitolo 13: *** Non significa vivere ***
Capitolo 14: *** Masquerade ***
Capitolo 15: *** Futile desiderio ***
Capitolo 16: *** Mi rialzo ***
Capitolo 17: *** Distrattamente ***
Capitolo 18: *** Maga di corte ***
Capitolo 19: *** La temperanza ***
Capitolo 20: *** Averti ***
Capitolo 21: *** Luna inutile ***
Capitolo 22: *** Colpa ***
Capitolo 23: *** Quotidiana umanità ***
Capitolo 24: *** Chiudi gli occhi ***
Capitolo 25: *** Pensiero nero ***
Capitolo 26: *** Tempesta ***
Capitolo 27: *** La Danza dell'Inganno ***
Capitolo 28: *** Suite ***
Capitolo 29: *** Infanzia ***
Capitolo 30: *** Dilemma d'autore ***
Capitolo 31: *** Cerco te ***
Capitolo 32: *** Troppe emozioni ***
Capitolo 33: *** Dita di seta ***
Capitolo 34: *** Pomeriggio di luglio ***
Capitolo 35: *** Bugie notturne ***
Capitolo 36: *** Settembre ***
Capitolo 37: *** Nella mia prigione ***
Capitolo 38: *** Incubo (Notte del 23) ***
Capitolo 39: *** La vespa ***
Capitolo 40: *** Profumo ***
Capitolo 41: *** I tuoi occhi ***
Capitolo 42: *** Il viaggio delle stagioni ***
Capitolo 43: *** Antico ***
Capitolo 44: *** Spossata ***
Capitolo 45: *** Occasioni perdute ***
Capitolo 46: *** Furia ***
Capitolo 47: *** Al tramonto ***
Capitolo 48: *** Gelosa bellezza ***
Capitolo 49: *** Niente è per sempre ***
Capitolo 50: *** Sotto il peso di troppo amore ***
Capitolo 51: *** Divenire ***
Capitolo 52: *** Libera? ***
Capitolo 53: *** Rinascita ***
Capitolo 54: *** Immobile ***
Capitolo 55: *** Un sorriso ***
Capitolo 56: *** In caccia ***
Capitolo 57: *** Aceto ***
Capitolo 58: *** Inchiostro secco ***
Capitolo 59: *** Dubbio ***
Capitolo 60: *** Nostalgia ***
Capitolo 61: *** Spirito della notte ***
Capitolo 62: *** Mi riconoscerai ***
Capitolo 63: *** Quattro spose ***
Capitolo 64: *** Un'anima di polvere ***



Capitolo 1
*** Vanità ***


Quante le voci
Che gridano ‘Io!’
Di vanità intinte!
Mi stridono all’orecchio.
Pietà tirata fuori a forza
Per bambini mai cresciuti
Menti semplici che si compiaccion di esser contorte.
Non sanno che chiedere ‘Guardami’,
Non sanno che dire ‘Apprezzami’,
Non sanno che imporre ‘Stupisciti’.
La richiesta sincera
È senza ricerca di prove,
Frutti cresciuti in serra
Che non conservano il calore del sole
Né sapore che non sia di sabbia.
Come si può seguire
Lo specchio offuscato e menzognero
Della Vanità?

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Capitolo 2
*** Scomodo ricordo ***


Forte e amaro
Il sapore tuo,
Permane
Dopo tempo e rancori
Di un esilio imposto.
Vago il tuo volto,
anche in sogno si cela.
Lungi quegli occhi
Di profondità suggerite
E negate,
Ancora racchiusi,
Scomodo ricordo,
Nell’anima.

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Capitolo 3
*** Inconoscibile ***


Seduto, guardi
E non una parola t’uscirà di bocca
Che non sia d’estraniamento
Da luci e oscurità
Che non hai scelto
E non vuoi parlare
Dei tuoi pensieri
Restano sinceri
Solo oltre la tua fronte.
Inconoscibile
Per tua scelta
Sei un muro
Per cui non vale
Parola magica.

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Capitolo 4
*** Luglio ***


Bruciata dal sole
Di un inizio estate,
Canicola di una dormiente domenica
Che languida lambisce
La pelle.
Acqua tiepida che scivola,
I miei pensieri
Nel torpido pomeriggio
Si soffermano su antichi miraggi
Fate morgana
Del cuore.

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Capitolo 5
*** La Torre ***


Contro il petto
un battito che lotta,
percussioni dell'ansia
che la bocca prosciuga
e azzanna le viscere.
Un’improvvisa mancanza
che non si può spiegare,
tutto va in rovina
nelle stanze della mente
senza che mano colpisca.
Vedo nel tuo sorriso
condanna all'oblio
nell'incubo che si dipana
e non mi lascia requie.
Babele bianca e folle
si allunga, giganteggia
sotto lo sguardo mio,
tarocco di rovina,
simbolo dell'arduo cammino
che temo.
Tradirò?
Mi sveglio nell'angoscia
di chi teme il silenzio.
Una tua parola, amore,
una parola sola...
la distanza tra salvezza e dannazione.

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Capitolo 6
*** Fuggirò ***


Io so solo serrare le porte.
Chiedi e mi pentirò
Di ogni parola detta,
Pretenderò di non aver condiviso
Il mio cuore spezzato.
Domanderò perdono
Per aver chiesto l’ovvio
E ottenuto pietà
A cui sdegnosa volterò
Le spalle.
Odio le lacrime,
non mi guardare.
Non ti soffermeresti
Se il forzato sorriso mostrassi
Ogni sera uguale,
Luna rossa che cala e cresce.
S’alza il muro, impenetrabile
Mi protegge ed esclude
Cosicché nessuno possa assistere
Al pianto mio.
Fuggirò e già so
Che non allungherai la mano
Per trattenermi.

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Capitolo 7
*** Silenzio ***


In un cielo senza ali,
nel silenzio improvviso
di una città lasciata al tempo,
cerco il Volto dai mille nomi.
Un grano di luce disperso,
la mia anima riposa
senza affetto né odio residuo,
senza più ego.

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Capitolo 8
*** Splendido amico mio ***


Mille colori, su cui
Sfolgora
Il giallo del sole,
Astro nella mia vita passata.
Estranei vedono il tuo sorriso
E so che sarà gioia
Per gli occhi fortunati,
Perché sei speciale
Ben oltre la vista o la comprensione
delle parole pronunciate a mezza voce
E la pozza d’incertezza che si intravede
Dentro ai tuoi occhi.
Mani nervose e mente acuta
Fin troppo intimorita di conoscersi,
Musica di molte vite
Nella tua voce.
Puro e pulito procedi,
Altra parte di me,
Specchio di notti troppo oscure
E di gioie condivise.
Splendido amico mio,
Anima dolce,
Tu solo
Hai compreso il mio nome.

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Capitolo 9
*** Ipocrisia ***


Serro le labbra.
Trattengo a fatica il grido
di un pazzo
Che vorrebbe
Frantumare il tetto del cielo
E discernere gli arcani
Per sbugiardarli
E coprirli di ridicolo
E ridere di ciò che è più sacro
Perché tutti si inchinano a quelle regole
Che poi calpestano
E allora che conta cercare compagni
Che vorrei soltanto sbranare
Nel momento in cui non li riconosco?
Mentre s’inchinano
Ridono,
E io non credo che il loro sangue
Sia rosso come il mio.

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Capitolo 10
*** La via è aperta ***


E’ un suono
Che sgorga dal profondo
Di questa terra
Che si sgrana tra i miei palmi,
Nella luce forte di questo sole,
Astro che promette
Decise passioni e sogni
Ed incubi e tenerezze
E devastazione dell’anima mai sazia
Di farsi male
Perché quando è primavera
Non si rinuncia alle allettanti promesse
Che scintillano,
Gemme per quella gazza che è il cuore
Che tutto raccoglie
Salvo poi dover gettare il falso
Tanto brillante.
Accoglierò ancora una volta
Questa via che profuma di fiori
Forse per nascondere
Il sentore del disfacimento.
Camminerò e mi beerò
Del male che sceglierò di farmi.
Sii buono con me,
O tu che m’hai indicato la via.
Sii buono, che di cocci sparsi
Ce n’è già abbastanza.

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Capitolo 11
*** La soglia nel profondo ***


Le parole non bastano.
Non ne usciranno, da questa bocca.
Guarda in fondo, laggiù nel buio.
Tutte le porte sono aperte.

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Capitolo 12
*** Prove d'estate ***


Ci si perde in pigre chiacchiere
Sul velluto rosso,
nella penombra dell’atrio vuoto,
sui violini degli insetti estivi.
Fuori la notte è di un umido calore,
nel degrado del centro città
un cantiere oltre la porta
spalanca bocche vuote
sulla strada.
Levata la maschera
I visi si fanno stanchi,
Morfeo esige il tributo.
Ci si disperde nel buio
Con un saluto.
Sul palco della notte
Lasciamo spazio a Diana.

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Capitolo 13
*** Non significa vivere ***


Aspettando un sole più vivo
Un vento meno
Violento
Attendi guardando gli altri passare.
Oltre il vetro, finestra e prigione
Cerchi segni di vita
Nei contorti rami di chi dorme
Sopportando l’inverno.
Ti brucia la testa,
Va a fuoco il tuo cuore
In fiamme invisibili
Che non danno calore.
Sei l’ultima cenere, le volute
Di fumo bianco allo spegnersi della candela
Il deposito lasciato
Da un’acqua troppo dura
Il pensiero lasciato a metà
L’opera incompiuta,
Un fiore intrappolato dall’ultima gelata
Conservato in un’effimera stasi.
Non morire
Non significa vivere.

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Capitolo 14
*** Masquerade ***


Sembra trascorso.
Di quando in quando salta all'occhio
che è cerone questa carnagione
di puro bianco, pulito.
Passaci il dito.
Sentirai
che sotto la carne è viva
e soffre.
E di rosso si tinge questo perfetto bianco
così triste nel falso,
rosso di un sentire
prigioniero.

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Capitolo 15
*** Futile desiderio ***


Allungate e torpide membra
Nell’umido calore giacciono
Affogate,
Estate del corpo
Che brama salate effusioni
E si torce nell’anelito
Vuoto e cocente.
Sulla pelle
Il sogno di carezze
Come schiuma si frange
E all’aria asciuga
Rapido.

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Capitolo 16
*** Mi rialzo ***


Ho vagato in quelle nebbie
d'incredula follia,
materia di disgusto per me stessa
nel riconoscermi persa
al di là di strazi conosciuti
ma senza meta alcuna,
cieca senza desiderio di vedere,
muta che non vuole parlare
perché non sa
se grido o canto tiene in gola,
se lacrime o niente
le usciran dagli occhi.
Vuoto che si cela oltre il baratro di un 'basta',
oltre il limite di qualcosa già morto
verso una terra di nessuno
che non ha il mio nome,
non ha un sapore che io possa gustare
non sa nemmeno di quel sale
che è il mio pane,
non è il gelo che temo
né il calore che anelo.
Da sola, di nuovo
da sola mi risollevo;
la sconfitta
è un insulto al mio nome.

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Capitolo 17
*** Distrattamente ***


Distrattamente uccidi
Ciò che non reputi d’importanza
Nell’affollarsi di pensieri tuoi
Che ad altrui menti devon risultare chiari
Come visioni sorte da una sola parola.
Distrattamente scivoli
Su gioie e dolori
Fraintendendo i tempi
E con moto d’offesa
Respingendo ogni accusa.
Distrattamente ferisci
Persone che t’amano
Col pugnale spuntato che è
La tua vaghezza di bimbo.
Distrattamente non comprendi
L’ira altrui
E per collera confondi
La vittima e il reo
Finché le parole son vuote.
Distrattamente usi il tempo a tuo consumo
Mentre nelle sue reti abbandoni
Chi attende
E tieni il broncio
Sulle lacrime di chi
Spazientito
Ti allontana.

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Capitolo 18
*** Maga di corte ***


Stando
Sotto l’ombra dell’ala possente
M’ingegno a sottrarre il sapere di ere
Al di là delle ignee fauci.

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Capitolo 19
*** La temperanza ***


Mentre la polvere
Si muta
In nubi dorate
Che mani di fata distratte
Spargono
Nel fuoco rosso della sera
Io, ormai tutt’uno
Con questo vetusto legno,
Ancora attendo
L’ombra che un dì uscirà
Dal sentiero dei ciliegi.

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Capitolo 20
*** Averti ***


Intreccio questo desiderio
Alla ragione padrona
E vorrei
Allungar le dita
Più in là dei miei pensieri
E sfiorare
Quel dolce dono che non è mio
Anelando un possesso
Bramoso ed egoista
Che è solo nel cuore
E non si riflette nei miei occhi.

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Capitolo 21
*** Luna inutile ***


Sotto una luna inutile
Svaniva la musica, troppo presto.
Una brace rossa ammiccava
Come un occhio.
Tu rispondevi a sorrisi
Non miei.

Un gesto moriva nella memoria,
La tua sigaretta giaceva
Ai miei piedi.
Non durano antiche candele,
dalla polvere niente
può risorgere.

Specchio, sei nebuloso
O cieco?
Né futuro né passato
Nei tuoi occhi.
E’ un antico, malato copione
Che vorrei poter bruciare.

Stai pensando a una bugia
Che ti renda libero.
Non una parola:
Ti accompagnerà il silenzio
Su questa via senz’anima,
Sotto una luna inutile.

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Capitolo 22
*** Colpa ***


Mi sono macchiata,
lo ammetto.
Ho operato il delitto,
l’efferata colpa
del nostro tempo.
Confesso, signori:
ho amato.

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Capitolo 23
*** Quotidiana umanità ***


Passano con lentezza d’agonia
A gruppi, alla spicciolata,
Sgranati come legumi dal baccello
E mentre domina il crepuscolo
L’esempio di quotidiana umanità
Si fa ad un tempo familiare
E vacuo.
Attendendo i fuochi notturni
Si aggirano con occhi vuoti
Riflettendo un tramonto
Dello spirito.

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Capitolo 24
*** Chiudi gli occhi ***


L’amara realtà di un arrivederci
In queste stoppie
Lievi, crepitanti, secche
Del giallo opaco del passato.
Come un ricordo marcito
L’acqua stagna nei solchi
E nell’aria che si fredda
I frutti sono perduti.
Scende l’autunno incontro all’inverno
Accompagnando
La morte di una foglia
Arrossata dalla resistenza ultima.
S’ingrassa
Nel verde ventre di spine
Una castagna.
Respiri e pensi
Alla futilità di rimaner desti
Se il mondo s’addormenta.
Chiudi gli occhi, t’adagi;
la nebbia sarà il tuo letto di piume.

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Capitolo 25
*** Pensiero nero ***


So ben indossare la presunzione,
Un’arroganza distinta dietro cui celare
Il misero lamento di chi perde.
Se t’inganna questa maschera
Sei sciocco e vile.
Non vedi che annaspo
Mentre rido fingendo l’innocenza
Di chi non ha un pensiero nero,
Di chi non conosce ostacolo
Alla volontà sua?
Torbido e senza una lacrima
L’animo mio combatte pretendendo,
disprezzando, distruggendo.
Raderò al suolo con il raziocinio
Tutto ciò che fu sentimento,
I fallimenti arrivati alla foce
Di questo mare di umiliazione.

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Capitolo 26
*** Tempesta ***


Martellare di gocce
Che ridono
Dei nostri ripari di stoffa.
In mezzo alla tempesta
Vivo.

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Capitolo 27
*** La Danza dell'Inganno ***


Ridere è un peccato?
Mentre io ti guardo, danzi
Sopra i passi della tua vergogna.
Chiuso in un silenzio
Infantile e cieco,
Fingi
E a tutti mostri il tuo sorriso vuoto…
Ma per chi?
Ti ho visto: stai scappando,
Eviti il mio sguardo
Mentre, dispettosa, seguo
La tua fuga.
Non puoi farmi male, mostrami
Il portento che è la mia rivale
E, giuro, riderò
Ancor di più.

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Capitolo 28
*** Suite ***


Adagio, su note
Di miele intrise
Inizia
Il viaggio dell’anima
Rapita
Su questa corrente che sale
E con arditi accordi
Lega il tuo cuore
A un filo mendace
Di gioia.
Trilla la risata
Di quei flauti lievi
Che ti distolgono
Dal fondo vibrare
Di corda e crine,
Dalla sua polvere di pece
Sul lucore della vernice.
E t’avvertono i violini
Che il canto è un grido,
L’acuto sentire
Conduce pur sempre a un finale.
Oltre l’apice del volo
C’è solo la caduta…
Note leggere che sanno di sale,
Un pianoforte t’accompagna
Nella discesa
Verso la dolce oscurità
Del silenzio.

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Capitolo 29
*** Infanzia ***


Affacciata sul nulla
Rimpiango
Il calore dorato dei giorni
In cui spiegare le braccia bastava
A volare.

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Capitolo 30
*** Dilemma d'autore ***


Sussurrando
Frammenti di vento
S’assiepano sulle pagine mie.
Confuse, le parole
D’un corsivo già assonnato
Cavalcano i moti dell’aria.
Soddisfano
La brama d’un demiurgo malinconico
Che piange la creazione sua
Conoscendone la fine.
Terribile sapienza,
Mie amate creature!
E forse non è
Che del romanzo mio,
Terribile immagine,
L’autor che piange
E’ Dio?

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Capitolo 31
*** Cerco te ***


Mi rigiro
In questo soffuso calore
Tiepido
Anelando un contatto
Che non c’è.

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Capitolo 32
*** Troppe emozioni ***


Io non so che attendere
Pur perplessa della vita stessa
E vedo camminar lieve
Chi ha meno domande in cuore.
La mente troppo ripiegata
Sui quesiti di un’anima impura
Che ha rinunciato alla limpidezza
Per quella conoscenza che poi
Conduce alla sofferenza.
Troppo stimolato, il cuore
Infine abbandona l’emozione che lo strazia
E nel vuoto stordito che segue
L’unica traccia rimasta è fredda nozione.

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Capitolo 33
*** Dita di seta ***


Leggere, di seta,
le dita sue scivolano
sulle mie, dalle mie.
La mano protesa
verso l'improvviso vuoto,
voragine che s'allarga.
Ed è notte,
e la notte inghiotte la sagoma sua
come mai esistita,
e quella stessa tenebra mi entra in corpo
con un possesso d'ere.
Legata
a questa lunga pausa di niente,
rimango con la mano tesa.
In ogni terminazione nervosa restano
sorda delusione e anelito,
comunicazione dispersa.
Mi troveranno così:
statua di ghiaccio dagli occhi vuoti,
che ancora ricorda dita
leggere come seta.

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Capitolo 34
*** Pomeriggio di luglio ***


Fruscio, un discorso di spighe.
Farinosa massa generatrice,
Dalla terra sale
Il profumo più antico,
Quell’aroma che scotta,
Corrente che già nutre
Lo spirito.
Il cielo è esploso:
Un oceano di azzurro insensato.
La pace del grembo materno
In un pomeriggio di Luglio.

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Capitolo 35
*** Bugie notturne ***


Nel buio par più facile
Esprimere ciò che il giorno cela
Ma la distorsione s’opera
Sul cuore
Non appena spunta l’alba.
Al risveglio
Il sogno fugace si muta
E tutto pare menzogna.
Due diversi contegni
Sfidano la comprensione,
Una rancida disillusione
Allo schiudersi delle palpebre
Cala sull’anima.
Sotto la luce del sole,
Imprigionati
In una sciocca paura,
Sfuggiremo lo sguardo.
Io non ti credo:
T’amo troppo
Per fidarmi di te.

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Capitolo 36
*** Settembre ***


Sto
Dove il sole non arriva
Nel crepuscolo
Di un autunno eterno.

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Capitolo 37
*** Nella mia prigione ***


Seduta
sul bordo di questo lago, mercurio
su cui la corsa dei nembi non si riflette
ascolto il vento narrarmi
ciò che si cela oltre i colli,
prigione e culla
di questa mia anima inquieta.
Odi la musica?
Narra di me.
…La senti?

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Capitolo 38
*** Incubo (Notte del 23) ***


Fa freddo,
è calato improvviso il gelo.
Corro per non restare indietro,
si svuota la mente nella corsa
insensata, tesa
per raggiungere qualcosa
che non voglio più.
Verde che si chiude su di me,
verde di foglia e di lamiera,
odiosi gas venefici.
Tre è il numero perfetto
e perfettamente mi hai lasciata
sulla strada.
Nei polmoni
solo singhiozzi di polvere,
fazzoletti innumeri
che ti farei ingoiare.
Almeno non parlare, non cercare
il contatto ipocrita,
dimentichi
e poi attingi alla fonte di melassa
delle scuse.
Non mi toccare,
la tua voce mi irrita.
Non mi toccare,
il contatto mi nausea.
Manierato attore,
non mi toccare
mai più.

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Capitolo 39
*** La vespa ***


Indignata e pressante
Una vespa stava
Curva su minuscola terra
Di cortile.
Nel foro misterioso
Scavava
E con sozza violenza affondava
L'acuta arma
Che natura avea donato.
Invisibile
La vittima si celava nel buio
Dell'umido, fresco terreno
E all'ossessivo attacco si ritraeva
In misteriose profondità.
Calai il piede
E violenza a violenza opposi,
Pur provando poi disgusto
Del gesto mio.
Dalla caverna minuta
S’affaccio d’Aracne un figlio
E il carnefice fattosi pasto
Scomparve.

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Capitolo 40
*** Profumo ***


Cade
In stille centellinate
Da uno speziale troppo zelante,
Come essenza stordente
O veleno micidiale
E in snervante attesa
Sto
Ad arrovellarmi invano
Provando ad intenderne
La vera natura.

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Capitolo 41
*** I tuoi occhi ***


Rapita,
Inghiottita dai tuoi cieli
Che casa più non sono
Pur se d’anni trattengono i ricordi,
Rimpiango il non poter varcare
La soglia
Che il mio passo desidera quant’io le mura
Familiari.
Mia antica prigione, bellissimo antro
Lascia che almeno io poggi le mani,
La fronte esausta, la bocca
Sul tuo cuore perduto,
Che ora mi porgi
A stento
E senza orgoglio prendo.

A me che han strappato i sogni
Fanno ancora male
I tuoi occhi.

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Capitolo 42
*** Il viaggio delle stagioni ***


Primavera, giunge
sulle ali di un vento
che cerca
calore ancora distante
scivolando su un raggio di sole.

Di colpo, subentra
l'estate
e la torrida, placida indolenza
del frutto che ingrassa
tra ali ronzanti.

A passo incerto
l'autunno s'affaccia
la vita tingendo di ruggine
con l'umido pennello
intinto nei sospiri.

Geloso,
l'inverno zittisce
perfino i sussurri
e incatena in un sonno
di ghiaccio.

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Capitolo 43
*** Antico ***


Nel crepuscolo eterno
Delle lapidee mura
Volgevo il capo
E aspettavo.

Assiepavo sulla pagina i pensieri,
Inespressi sogni
Che rabbrividivano nel gelo
Di Dicembre.

Riempiendo di parole
Il via vai
Di indaffarati estranei
La penna scivolava.

Il tempo era in stasi:
Nell’arcigno e intellettuale cadmio
Delle lampade accese
Ogni moto rallentava, si sfilacciava.

Sedevo aspettando senza credere
Un guizzo al cuore
Crogiolandomi nell’intorpidimento dell’anima
E nei tormentosi ricordi.

Malinconia per un’età ormai andata,
Struggente desiderio di un volto dimenticato,
Un tempo che par
Terribilmente antico, trascorso.

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Capitolo 44
*** Spossata ***


I pensieri sfuggono
non c'è speranza
di trattenerli
e di questa stanchezza
son fatta prigioniera.
Cedo, infine,
nel sonno sperando.
Dolce, un sorriso
m'accompagnerà in sogno?

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Capitolo 45
*** Occasioni perdute ***


Volti il capo,
Il bacio rifiuti
Per spregio o imbarazzo
Dell’ansia tua.
Un’anima aggrappata
all’innocenza andata,
già perduta eppure
desiderata.
Perdi le labbra,
gli occhi
che ti dicono ‘son qui, per te’.
Non t’accorgi
E quando ti volti è già perduta
L’occasione.

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Capitolo 46
*** Furia ***


Non c'è perdono
per l'eco di quella notte,
per quell'attingere dal cuore
lasciato poi a marcire.
Assurda marea dell'odio,
brucia la fonte e non la vittima.
A morsi, faccio a brani
la tua immagine in me.
Distruggo cadendo a pezzi,
ruotando sul perno del rancore
come un uragano folle
di violenza cieca.
Possiedo grida
che dell'Uomo farebbero
polvere.

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Capitolo 47
*** Al tramonto ***


Vaghe
le traiettorie delle rondini
sul mio capo
nell'arancio sfumato di un tramonto
che trascina nella notte
innocenti ricordi.

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Capitolo 48
*** Gelosa bellezza ***


Circondatemi di fiori
Carnosi petali fragranti
Che al piacere dei sensi invitano
Con carezze mute.
Inondatemi degli ori barocchi
Di stucchi e specchi
Ove rimirare la Giovinezza
E di me stessa bearmi
Come di un vino dolce
E malato.
Donatemi la perfetta armonia
Degli astri
Tra i cui equilibri si cela
Degli Angeli il canto.
Io rifiuterò l’opulenta beltà
Dei doni soffocanti
Per votarmi martire all’anelito
Di ciò che solo bramo.
Bellezza, mio amore,
Si nasconde nei recessi segreti
Degli occhi tuoi notturni,
Scivola
Sulla pallida pelle che incessante chiama
Il mio tocco,
Sul crine di tenebra,
Le membra perfette
E tanto care.
Ma solo i miei occhi nutre
L’immagine tua
Poiché Bellezza ti è unica amante
E gelosa ti sottrae
A chi delle sue grazie non gode.

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Capitolo 49
*** Niente è per sempre ***


Ci affacciavamo
a questa vita, scivolando
su una corrente di note,
linguaggio elitario di chi
attonito
innocente fanciullo
comprende d'un tratto la caducità
e dell'eterno sfiora
il significato.
E crescendo
compagni
nel cuore chiedevamo
fin quando avremmo volato
su quella voce,
che l'anima nostra univa
in un singolo sentire.
L'immortalità
fu impossibile per noi
perché niente è per sempre
se l'amore muore.
Resta quella voce,
vibrante frammento d'eterno
che mi lega a voi lontani
e a quelle spade di immaginazione
che il Tempo infine
infranse.

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Capitolo 50
*** Sotto il peso di troppo amore ***


Stanotte non c'è altra certezza
che la solitudine nei tuoi occhi
e l'effimero trionfo scade
nell'amaro del rimpianto.
Il contatto ottenuto a stento
già delude un desiderio tiepido,
presente stemperato
in un passato tinto di notti,
di cocenti rimpianti.
E mi pare d'essere spersa
tra sentimenti che furono e sono,
veliero nella gola
di un'onda eterna.
Trascinati via dalla corrente
i volti vanno a perdersi
nel grande mare della memoria.
Nel limo immobile di un cuore spezzato
ritraggo l'anima
sotto il peso di troppo amore.

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Capitolo 51
*** Divenire ***


Divenire di un giorno senza cuore
su un incantesimo
che muore, rinascendo
sotto gli auspici di Venere.
Voci di un cielo contrariato
mentre le dita pescano carte
tentando il futuro
a scoprirsi.
Segni di un desiderio
che c'è e non c'è,
corrente di seta
senza il calore di un corpo.
Né rune né angeli,
i numi son parchi di risposte.
Labbra tenere, apritevi
e dite
se fausto è il futuro di questa viandante.

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Capitolo 52
*** Libera? ***


Chi mai incontrerà
quel tuo sguardo di pena?
Usignolo in gabbia,
la porta è aperta
ma non ti regge il cuore.

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Capitolo 53
*** Rinascita ***


La notte cala
su questo anno che scivola
via
richiedendo dimora
in ciò che ormai è passato.
Nuova, rinasco
nel mio stesso corpo
e il cuore s'allarga
quando le voci
acclamano la metamorfosi
e l'occhio accoglie
i dolci sorrisi
di coloro che s'assembrano
nell'attendere l'attimo
del volo.

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Capitolo 54
*** Immobile ***


Sono frammenti di sogni già invecchiati,
Cocci spuntati che non spillano sangue
Né lacrime.

Questa sera si sfalda un anno di speranze,
Si seccano i desideri del cuore,
I prodotti della mente.

Mi guardano Venere e Mercurio
E come Sfingi non si pronunciano,
Scontenti di me.

Mi sono fermata fin troppo e attorno
Macerie; le ombre s’allungano
In un dicembre d’addio.

Su questa piatta calma
Si consuma la morte di una vecchia me
Che danzò fino a crollare.

Sulle labbra, negli occhi staziona
L’odioso saluto
Sempre celatosi nel nome mio.

Seguo il sogno che muore
Nella torbida pece dell’oscurità:
Trasformata, nella notte rinascerò.

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Capitolo 55
*** Un sorriso ***


Assoluto
il desiderio del sorriso
che distenda labbra disseccate
dal silenzio.
L'angolo si torce
dolcemente
chiedendo supporto al labbro
nel manifestare
questo dolce sentire.

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Capitolo 56
*** In caccia ***


Bramosa per natura
Desidero possedere.
Come una belva
Osservo nell’ombra
Celando il mio anelito
Egoista.
Non lancio segnali,
Passa inosservato il pericolo
Che confondo
Nella luce di sorrisi troppo chiari,
Educati
Gesti gentili e misurati
Per celare il rosso e il nero
Del desiderio.
Niente
Del mio sentire in gioco,
Rimesto
Sentimenti ormai torbidi
Che spando come pece
Per catturare
Senza colpo ferire.
Nel mio profondo buio
Il sangue bolle,
Il caldo è soffocante.
Volere senza dare,
A tale depravazione
Sono infine giunta.

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Capitolo 57
*** Aceto ***


Dammi una voce
Che non possa ignorare,
Parole ch’io beva
Con sincero anelito.
Nel mio bicchiere
Il Tempo ha versato
Aceto.

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Capitolo 58
*** Inchiostro secco ***


Cercavo rime d’alfabeto
Per far replica
E bevevo alla fonte delle rime
Ridendo del grazioso diletto
Che me ne veniva
Quand’ecco la pochezza altrui investirmi
E d’improvviso distogliermi dal gioco
Per tornare a volgere lo sguardo
Alla landa desolata.
Ed esposta alla furia di venti aridi
Si seccò la fonte per giorni
Come la gola che trattenne
Fin troppe grida.
L’ignoranza
Secca ogni inchiostro.

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Capitolo 59
*** Dubbio ***


L'orecchio
teso e attento
a ricercar sussurri
vorrebbe zittire
il vento
ché copre il timido esprimersi
di un cuore forse nascosto
oltre il velo
di una torpida tenebra.
Ma l'orecchio è ingannato
e frustrato si chiede
ancora
se le parole son vere
o celia di Eolo.

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Capitolo 60
*** Nostalgia ***


Stai in silenzio, chiedi
Ai fumi dell’alcol parole
Che sappiano del cuore tuo dipanare
I fondi dubbi.
Cerchi in un bicchiere la verità
Che non sai dire,
Le scuse di un passato
Che ti possiede, imprigiona
Di te la miglior fattura.
Cosa cerchi in me non sai,
Non ricordi, temi
Il mio sorriso e il biasimo
Parimenti.
E’ una notte di sofferenza mutua
Mentre non trovi le parole
Ed io lo sguardo tuo,
Entrambi insoddisfatti,
Avvinti dalla rete di lacrime
Della nostra nostalgia.

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Capitolo 61
*** Spirito della notte ***


Vaghe carezze di vento
Su cui troneggiava una luna
Bianco osso,
Splendida di luce vivida
Come artificiale.
Il cerchio perfetto incombeva,
Occhio spalancato
Che avido cercava iridi pervase
Da una diversa luce.
L’odore di notte
Si insinuava voluttuoso sulla lingua
Con un sapore d’inconfondibile andar del tempo
Verso l’immobilità
Delle ore precedenti l’alba, che sostano
In punta di piedi su minuti eterni.
Il decadente sapore blu
Appesantiva le membra
Ma acuto faceva il pensiero,
Ed il pungente sentire perforava
Silenzio e tenebra.
Mentre sapevo discernere lo spirito della notte
Con sorda indifferenza mi veniva celato
Il tuo.

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Capitolo 62
*** Mi riconoscerai ***


Mi riconoscerai,
ti riconoscerò fosse anche
tra milioni di anni.
Quando ci incontreremo
smetterò
di morire.

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Capitolo 63
*** Quattro spose ***


Cercava, tra gli strumenti abbandonati
e i festoni strappati, i fiori
schiacciati distrattamente, calpestati,
il motivo, cosa stava agli albori
dello sposalizio avvenuto,
di un amore cercato, voluto.

Sedute come a voler scordare
la gozzoviglia, la caotica festa,
stavano in cicaleccio sottile a chiacchierare
quattro dame senza velo a coprir la bella testa
ma vestite come spose fossero state
e dalla sua domanda parvero destate.

Bianca la prima, disse:
"Amare, quale poesia del pensiero!
Mai vi fu poeta che non scrisse
i dolci moti dell'anima, il fiero
piglio di chi la mano allunga
nell'anelito dell'altro, che attesa prolunga!"

Vermiglia la seconda, replicò:
"Ingenua versione di sentimenti impuri,
non fu tardi che il cuore mio imparò
a domar desii che la vita insegna non duraturi.
Sol di vero v'è la passione della carne
le sensuali carezze. Dell'amore non so che farne."

Grigia la terza, sedeva a capo chino:
"Ah, rammento bene la gioventù innamorata!
Quanta vita mi donava stare a lui vicino,
cercavo in ogni sguardo la prova d'essere amata.
Ma il tempo è passato, giorni su giorni sommando;
sola, nell'attesa ormai sto invecchiando."

Nera era l'ultima, e si volgeva altrove:
"Vera è la cenere, altro che amore!
Il fuoco si spegne, miete vittime il Tempo laddove
il sentimento è caduco, resta solo livore
e rimpianto. Più sentimenti non so provare,
nel vuoto cuore infranto non resta niente da salvare."

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Capitolo 64
*** Un'anima di polvere ***


Non comprendo l'essere
e barcollo
in un presente sfatto.
Rivedo
accecanti pomeriggi, tinti
d'un azzurro violento
contro le cime all'orizzonte.
A guardarle ci s'impigliavano i pensieri,
i nomi, i confusi 'vorrei'.
Nell'odore dei solventi,
della carta polverosa,
legavo il ricordo di noi.
Ora più nessuno accanto,
più niente.
Nell'arido cuore
scavo, senza sperare,
un'anima di polvere.

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