La ladra di sangue

di mrmorrigan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La caccia - parte 1 ***
Capitolo 2: *** La caccia - parte 2 ***



Capitolo 1
*** La caccia - parte 1 ***


Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di L. Troisi. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


La caccia - parte uno


Con il naso all'aria fiutava il vento disgraziato: sangue fresco. Si stava avvicinando. Affrettò il passo avidamente e si diresse verso le prime tracce umane che trovò, alcune orme sbiadite e poche gocce rosse. Peccato che fosse ferita, la voleva intera. 
La lingua schioccava furiosamente contro il palato e le labbra carnose tremavano già di rosso piacere, mentre gli occhi fendevano il buio come fossero la lama del suo pugnale, attentamente nascosto nell'interno coscia. 
Pochi chilometri prima di uscire dalla foresta sentì alcune voci rauche. Si erano già accampati quando i primi filamenti dorati erano ancora lungi dal sorgere? 
"Dilettanti." - pensò mentre un orrendo ghigno le deformava le labbra. 

Uno dei tre aiutanti azzardò timidamente guardando di sottecchi la prigioniera - "Capo, non credi che dovremmo svegliarla e farle mangiare qualcosa?" 
Nessuna risposta. Sennar era più preoccupato per il fuoco; nonostante mancassero poche ore al risveglio del sole, il freddo mordeva ancora le carni e non permetteva al bandito di pensare lucidamente. Era lui che doveva mangiare e poi decidere il piano per i giorni seguenti. -"Vai a cercare della legna", ordinò con appena un filo di voce che il crescente vento aveva già disperso prima che l'ordine potesse arrivare a qualcuno dei tre ladri. Gli costò girarsi e con un'occhiata trapassare tutti e tre i corpi -"Legna!!"- latrò. Poi spostò lo sguardo sulla ragazza. Aveva accennato una mossa con la testa. Se si fosse svegliata sarebbe stato un problema. -"Portami le erbe e la pozione, sono nel suo fagotto", - ordinò a uno dei due ragazzi rimasti. Doveva preparare l'impacco prima che ritrovasse i sensi e la bestia in lei si destasse di nuovo. Era stata una faticaccia la sua cattura e anche abbastanza dolorosa. Doveva evitare un altro incidente del genere o non sarebbero arrivati dal mago in tempo. 

Si era mossa. Aveva appena fatto una smorfia, ma si stava risvegliando, e con lei anche il gemello rinnegato. L'agitazione saliva nel corpo di Dubhe e il sangue ribolliva sempre più rimescolandosi come in un torrente. La furia addormentata nel corpo di Fahren stava già stuzzicando i sensi della cacciatrice, i cui muscoli iniziavano a guizzare impazienti di mettere in moto la macchina da guerra che spiava tra le foglie. 

Nella mente addormentata di Fahren regnava il caos più totale. Si sentiva soffocare da una nebbia così lattiginosa da sembrare reale, sulla schiena sentiva ardere un fuoco maledetto e altre piccole ferite pizzicavano sul resto del corpo. Ora ricordava. Uno scontro. Aveva fallito. Era prigioniera? Tentò di muovere le mani, ma non capì se fu impossibilitata da qualche fune che cingeva i polsi o dalla droga che rendeva ancora pesante ogni singola fibra di carne. 
Ad un tratto qualcosa di gelido le bagnò la spalla bruciante di dolore. La differenza di calore fu così rapida che i suoi muscoli si contrassero e riuscì a socchiudere gli occhi senza farsi notare. Alcuni fasci di luna le proiettarono sul terreno di fronte l'ombra di una figura china sulla sua schiena. Era indaffarata a coprire il marchio con qualche strano impacco. Per un secondo una speranza balenò nei profondi occhi della ragazza.. -"Tehn..?" 

"Ti ci porteremo appena sorge il sole. Abbiamo bisogno di riposarci."- parlò la figura che aveva appena finito di fasciarle la spalla. Doveva pur arrivare intera e innocua a destinazione. Appena aprì meglio gli occhi, Fahren notò un altro uomo seduto su un tronco tagliato, più giovane di quello che aveva parlato. Mentre l'ombra riponeva una sacca vicino ad un gruppo di cavalli, fino ad allora rimasti nascosti poco più lontano dal fuoco che il giovane Kenaar stava alimentando, la ragazza notò che il suo curatore le dava le spalle, così che lei non potè vedergli i tratti del volto. 

Era finalmente sveglia e in grado di muoversi, il bastardo non era attento, due erano partiti per cercare legna e l'altro sembrava troppo stanco per poter svegliare i sensi in tempo. Era il momento perfetto. La luna, appena sparita dietro un banco di dense nuvole, sembrò invitarla ad agire il più in fretta possibile. Il desiderio di possedere la giovane assassina ebbe il sopravvento su qualsiasi altro sentimento. Un attimo di distrazione e fu l'inferno.





[Note dell'autrice]

Si prega di notare che i personaggi non hanno sempre (anzi, quasi mai) gli stessi ruoli che hanno nella storia originale, per cui se vi trovate un Sennar morto, per dire, non allarmatevi. Il vero Sennar, il mago, ha nome diverso.

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Capitolo 2
*** La caccia - parte 2 ***


La caccia - parte due


Estrasse il pugnale dall'interno coscia ancora prima di uscire da dietro i cespugli che l'avevano nascosta per tutto quel tempo. Con tagli netti e decisi vennero tracciate rosse linee curve che disegnavano nell'aria un oscuro labirinto di morte. Il corpo danzava con i primi raggi del sole che l'accompagnavano nei movimenti. La prima testa cadde. Fu quella di Kenaar. Come previsto, il ragazzo non fu abbastanza sveglio da poter reagire in tempo; ora giaceva contorto sopra le prime braci del fuoco. Il rapitore si girò non appena sentì il tonfo della testa mozzata su un tappeto d'erba ai suoi piedi. Mano allo spadone e fu pronto, appena in tempo, per parare un pericoloso affondo di un pugnale affilato e lucido come la luna piena. Parò altri due, tre, quattro rapidi attacchi ininterrotti. Il panico e la rabbia gli iniziavano già a annebbiare la vista. 
- "Sai che hai battuto strada inutilmente, vero, Morderin?" - Sennar scandì l'ultima parola sillabando pesantemente, quasi con la speranza che quell'insulto ferisse la nemica più di un'arma. Pessima scelta. Dubhe digrignò i denti e velocizzò le mosse. In pochi minuti la lama sottile come un filo stava premendo sulla vena giugulare pulsante di terrore. Gli occhi sbarrati per la sorpresa e la bocca spalancata si trasformarono in un'espressione di piacevole angoscia. 
- "Morire per mano di una delle migliori Soldner è quasi un onore, Morderin Dubhe" - sussurrò come meglio potè sotto la pressione del pugnale - "Mi spiace solamente di non essere stato alla tua altezza, così da poter godere di questo duello più a lungo." 
L'assassina lo guardò con furia da dietro la leggera tenda di capelli che si erano scomposti e le ricadevano ora in piccole ciocche confuse davanti agli occhi. I riflessi smeraldini guizzavano dai suoi occhi ai capelli e attraverso i fili ancora ai grandi iridi, subito ridotti a due fessure appena capì che lui la stava osservando con improvvisa calma. Fu allora che si spinse lentamente in avanti al punto di sfiorare con le labbra l'orecchio sinistro del ladro, e sussurrò: "Ma io non ho finito con te, verme. 
- "Nemmeno io" - fu l'inattesa risposta del ragazzo. Gli occhi di Dubhe si sbarrarono quando percepì un sibilo di metallo fendere l'aria lì dove era appena prima di saltare via. Fortunatamente fu abbastanza agile da schivare il colpo di uno dei due ragazzi che erano rimasti al campo, inizialmente troppo paralizzati dalla scena. Subito accorse anche quello partito per cercare la legna; probabilmente aveva sentito troppa agitazione e aveva deciso di tornare. Dubhe fu costretta a mollare la presa su Sennar e indietreggiare di alcuni passi. Ora erano tre contro una e la situazione era un piacevole solletico sotto i piedi per lei. 

Con le mani ancora legate, Fahren era spettatrice del combattimento scatenato di fronte ai suoi occhi. Osservò ammagliata l'agilità e la forza con cui quella ragazza si muoveva e colpiva mortalmente. Due ladri erano già a terra, uno si divincolava ancora negli ultimi spasmi di vita. Un terzo si stava difendendo, ma un invisibile pugnale lo aveva colpito al fianco prima che si rendesse conto. Un ragazzino sui 16 anni corse a perdifiato verso la foresta, ma la stessa arma che aveva ferito il suo compagno lo raggiunse in volo e gli si conficcò sotto la scapola sinistra. Inciampò e cadde con la faccia a terra. Era rimasta solo la misteriosa ombra che le aveva dato le spalle fino ad allora. 
Il sole stava sorgendo freddo e illuminò la piccola chiazza di verde piano dove si erano appostati. Finalmente riconobbe la figura femminile e mise a fuoco anche l'ultimo uomo: la Morderin e uno degli ospiti della locanda "Tre spade", che si era gentilmente offerto per portarla da Lheaar, catturandola poi mentre erano in viaggio. Un fulmine colpì mentalmente Fahren e la risvegliò dall'inconscio in cui era stata fino ad allora. 
- "Di certo non posso concedermi nè a uno nè all'altra. O finirò ancora preda dei satanici riti di quella indemoniata, o prigioniera di quel mercenario da quattro soldi." - riflettè la ragazza. Approfittò della distrazione dei due per slegarsi e poi scappare. Sciolse il nodo della fune che le stringeva i polsi e le caviglie e sbirciò il momento migliore per sparire dietro un masso e poi via, oltre gli alberi. 

Il vigile occhio di Dubhe catturò l'immagine della sua bestiola qualche secondo prima che sparisse nel sottobosco. La furia aumentò nel suo sangue, il cuore pompò più adrenalina e lei riuscì a colpire definitivamente l'avversario. Il suo pugnale Fen morse la carne morbida nel collo di Sennar, girò un paio di volte tra l'intrico di tendini, fasci di muscoli e vene e finalmente lasciò la presa, staccandosi avidamente e facendo schizzare il sangue vivo con un getto che le bagnò i seni mezzi scoperti e parte delle braccia. 
- "Sei delizioso come sempre." - concluse l'assassina con piacere. 
Leccò qualche ferita superficiale, più per rifocillarsi di energia che per curarle, e partì subito all'inseguimento della preda. - "Piccola peste, sei mia!" - e si lasciò l'alba rossastra alle spalle.

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