There's no place like London di icevee (/viewuser.php?uid=138952)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It all begins ***
Capitolo 2: *** The first meeting ***
Capitolo 3: *** You have no choice ***
Capitolo 4: *** Party Hard ***
Capitolo 5: *** Nobody tell me something ***
Capitolo 6: *** Are you ready? ***
Capitolo 7: *** That's a problem ***
Capitolo 8: *** Vas Happenin' ? ***
Capitolo 9: *** I'm here by your side ***
Capitolo 10: *** We're making all the same mistakes ***
Capitolo 11: *** Bad luck, sometimes it find you ***
Capitolo 12: *** I cannot hide this even though I try ***
Capitolo 13: *** Girl I see it in your eyes you're disappointed ***
Capitolo 14: *** Look how they shine for you ***
Capitolo 15: *** Tell me you don't want my kiss ***
Capitolo 16: *** I wanna stay up all night... ***
Capitolo 17: *** ... And do it all with you ***
Capitolo 18: *** It's time to understand ***
Capitolo 19: *** What's wrong with you?! ***
Capitolo 20: *** - You're so stupid. - ***
Capitolo 1 *** It all begins ***
- It all
begins -
Otto giugno, finalmente era la fine.
Ebbene sì da lì a pochi
minuti il caldo soffocante di quell’aula l’avrei
abbandonata per tre mesi e
finalmente il mio primo anno in quella scuola che per me era stata una
scoperta
sensazionale era finito.
Mancavano cinque minuti, chiusi gli occhi ripensando a tutto quello che
era
successo e alle nuove amicizie che avevo fatto in quella classe.
Riaprì gli
occhi e sorrisi sentendo il mio vicino che faceva un conto alla
rovescia alzando
sempre di più la voce: - dieci, nove, otto,
sei….-. Ancora
poco e…DRIN! Finalmente era finita!
L’estate era cominciata e io concludevo il mio primo anno di
università con dei
buoni voti e avevo raggiunto il mio scopo di fare un maledettissimo
esame di
inglese per poter studiare all’estero in seconda. Era stato
da sempre un mio
piccolo sogno, una mia piccola previsione. Ho sempre voluto viaggiare
fino a
sentire la nostalgia di casa mia o ancora meglio andarmene, fuggire
nell’unico
posto che mi aveva sempre rubato il cuore fin da piccola: Londra.
Corsi fuori finendo inzuppata da vari gavettoni con tanto di schiuma.
Finalmente raggiunsi la mia macchina: una mediocre Panda che
però soddisfaceva
molto le mie necessità.
Guidai fino sotto casa mia dopo un’oretta di viaggio;
nonostante i vent’anni suonati
vivevo ancora con mia madre perché non potevo permettermi di
studiare e
lavorare contemporaneamente. Adoravo mia madre, era da sempre la mia
migliore
amica. Un po’ meno mio padre con cui non avevo mai avuto
grandissimi rapporti.
I miei genitori erano separati da quando avevo sedici anni e se prima
con mio
padre ci parlavamo solo per insultarci dopo quel giorno lo vedevo solo
a
qualche pranzo e cena e lui non mi rivolgeva la parola. I miei avevano
mantenuto buoni rapporti e tutte le sue cose, tutte le sue ragazze, le
venivo a
scoprire da mia madre con mio grande rammarico perché avevo
sempre voluto che
fosse stato lui a dirmele e invece non avevo mai conosciuto nessuna
delle sue
fiamme.
Entrai nel portone e corsi su per le scale verso il terzo piano. Mia
madre
doveva avermi sentito perché aveva aperto la porta ai miei
due barboncini che
mi vennero incontro tutti felici perché ero tornata a casa,
li accarezzai
ridendo mentre entravo in casa trovandomi davanti mio padre seduto al
tavolo
della cucina e mia madre che si stava sedendo davanti a lui. Li guardai
interrogativa per poi sentirmi dire da lui: - Siediti Alice.-
Lo guardai male per il tono che aveva usato con me, odiavo che mi desse
degli
ordini così per come lo consideravo veramente un genitore ma
lo sguardo di mia
madre mi ammonì dal rispondergli male e andai a sedermi a
capotavola.
- Ali devo dirti una cosa.- Iniziò mia madre con un sorriso
dolce prendendomi
la mano. Io la guardai serissima pronta a tirare su delle difese. Non
sapevo
cosa aspettarmi, cosa poteva dirmi?! Insomma andavo bene a scuola, non
bevevo
tantissimo, non mi drogavo, ero la copia della figlia perfetta!
- Nell’ultimo mese sono andata da uno psicologo
perché ho paura che nella tua
crescita e ora che stai diventando sempre più adulta tu
abbia avuto nella tua
vita troppo la mia presenza e poco quella di tuo padre. Secondo la
dottoressa
ho ragione e che forse dovresti avere per un certo periodo la
possibilità di
conoscere anche l’altra figura della tua famiglia.-
Alzai un sopracciglio come ancora più confusa di prima: - E
quindi?-. Esclamai
guardandola negli occhi.
- E quindi.. sai che papà è tornato la settimana
scorsa da un viaggio..- Iniziò
mia madre, io ruotai gli occhi. Lo
avevo odiato tanto perché lui era andato a Londra per i
fatti suoi, così diceva
ma in realtà era per conoscere una donna che aveva
conosciuto tramite internet.
- E lui vorrebbe tornare a Londra per tutta l’estate e
abbiamo pensato che
potrebbe portarti con se.-
Sgranai gli occhi a quell’idea. Io? A Londra? Da una parte
saltavo di gioia
dall’altra pensai ai miei amici, a quegli amici che nelle
settimane degli esami
avevo considerato poco, a quegli amici di spiaggia che mi aspettavano.
- Ma non
posso.. e Michi? Vero? Fede mi ucciderà!- Iniziai quasi
balbettando ma lei mi
sorrise mentre mio padre era rimasto in un fastidioso silenzio.
- Saranno sempre qua e potrai chiamarle con il computer.-
Sospirai lasciandomi cadere sullo schienale della sedia. Guardai mio
padre come
per dirgli: “Sei pronto a sopportarmi?” Lui mi
rispose come se mi avesse letto
nel pensiero: - Saranno solo tre mesi, non è così
terribile.- Mi sorrise
dolcemente cosa che non presi con grande felicità.
Sospirai ancora mordendomi il labbro nervosa da
quell’aspettativa. Dovevo
pensare e da sola. Non potevo decidere così su due piedi.
Mi alzai di scatto dalla sedia: -Ti farò sapere domani, ho
bisogno di
pensarci.- Dissi sorridendo prima di correre in camera e rifugiarmi nel
mio
angolo. Mi raggomitolai sul letto stringendo al petto il mio peluches
preferito,
era una scimmia di nome Lilli, e guardando come incantata i poster che
avevo
appeso alle pareti. Foto mie, foto di Londra, delle stelle, dei miei
film
preferiti. Guardai la mia macchina fotografica pensando al desiderio
che avevo
sempre provato nel voler fotografare il Big Ben all’alba
cosa che avrei potuto
fare ora.
Presi il cellulare digitando il numero della mia migliore amica per una
chiamata veloce, solo lei poteva aiutarmi a decidere.
All’inizio era rimasta sconvolta dalla notizia e poi aveva
iniziato a insistere
sul fatto che dovevo andarci approfittando della cosa non tanto per
stare con
mio padre ma per vivere tre mesi a Londra. A quel punto avevo deciso e
in un
pomeriggio feci le valigie insieme a mia madre tralasciando i pianti al
giorno
dopo.
Ci alzammo presto per ritrovare sotto casa le mie amiche che per farmi
una
sorpresa erano venute a salutarmi e a raccogliere le mie lacrime,
sapevo che
non stavo andando in guerra e che sarei tornata però era la
prima volta che
andavo via per così tanto senza di loro.
Nel giro di qualche ora eravamo già arrivati
all’aeroporto ed eravamo
sull’aereo diretto a Heathrow.
Durante
il
viaggio mi addormentai con la musica nelle orecchie mentre mio padre mi
parlava
di questa donna che da lì a poco avrei conosciuto. Quando mi
svegliai, stavamo
atterrando e anche lui si era addormentato alla fine.
Scesi dall’aereo prendemmo le valigie con mio grande rischio
di ammazzarmi sul
nastro e facemmo un pranzo veloce per poi prendere un taxi con
abbastanza
velocità. Non ascoltai la via in cui stavamo per andare, non
sapevo nemmeno
dove saremmo stati, lui non mi aveva detto niente.
Nel
viaggio mi
persi a guardare le case di periferia con un infantile stupore
nell’associare
quelle case a quella di Wendy di Peter Pan, una delle mie storie
preferite.
Dopo tre quarti d’ora arrivammo davanti ad una casa che aveva
poco a che fare
con quella della storia con mia grande delusione: era grossa, per i
miei
canoni, come una piccola villetta e aveva un giardino che circondava
l’edificio.
Da una delle finestre si poteva vedere un gatto che sembrava guardarci
dall’alto, sorrisi immaginando già di coccolare
quell’animale nonostante
preferissi i cani di gran lunga.
Tempo di oltre passare il cancello del giardino che la porta si
aprì mostrando
una donna dai capelli scuri e lunghi e un sorriso che sciolse la
tensione che
avevo accumulato nell’attesa di incontrarla.
Mio padre la salutò con un bacio parlandole poi con un buon
inglese, cosa che
mi stupì poiché in casa fino allora ero stata io
quella più brava nella seconda
lingua. Dal mio canto sbiascicai imbarazzata un saluto prima di entrare
al suo
invito.
-
Lasciate pure
le valigie qui e andiamo in salotto. Avete fame? Siete arrivati prima
del
previsto.- Ci chiese lei mentre io mi lasciavo guidare verso quella
stanza e
mio padre rispondeva: - Tranquilla, abbiamo mangiato in aeroporto-.
Mi guardai intorno mentre sprofondavo in un divano a L che dava su una
TV al
plasma, i mobili di tutto il salotto e probabilmente anche quelli del
resto
della casa erano molto moderni. Il mio sguardo cadde dalla TV ai due
piccioncini che si erano seduti sul divano accanto al mio, mio padre
aveva un
braccio intorno alle sue spalle che mi sorrideva ancora e la cosa
iniziava a
mettermi in soggezione.
Iniziò a farmi domande sul viaggio e su come mi sembrava
Londra, all’inizio
aveva risposto mio padre al posto mio ma lei lo zittì
appoggiandogli una mano
sulla gamba. Sorrisi pensando che era un gesto tenero, voleva
conoscermi e
forse potevo darle una possibilità.
Ad un certo punto sentimmo la porta aprirsi e una voce che subito
etichettai
dal tono come dolce che chiamò: - Mamma? Sono qui ho finito
prima
l’intervista.-
Qualcosa nel mio istinto mi disse che avevo già sentito
quella voce ma non
ricordavo dove al momento.
- Oggi siete tutti in anticipo? Sono qui anche loro.- Rispose la
fidanzata di
papà mentre io mi voltavo verso l’entrata della
stanza curiosa di vedere il
nuovo arrivato e, se avevo intuito bene, colui che avrei sopportato per
tre
mesi. Sentì la donna dietro di me dire a mio padre:-
E’ il piccolo voleva
rivederti e conoscere lei.-
Tempo qualche minuto e fece il suo ingresso un ragazzo che doveva avere
la mia
età con in braccio il gatto che era alla finestra. La prima
cosa che attirò il
mio sguardo furono i foltissimi ricci che mi fecero venire
l’istinto di
toccarli e poi incontrai i suoi occhi smeraldini e il sorriso sornione
come
quello della madre incorniciato da delle tenere fossette. Quando
guardai
nell’insieme il ragazzo che indossava dei pantaloni bianchi e
un maglioncino
grigio sgranai gli occhi visto che ora avevo riconosciuto chi
effettivamente
era quel ragazzo.
Alcune delle mie amiche più care, tra cui Vero e Fede, erano
fan di un gruppo
che avevo conosciuto e sì mi piaceva nonostante non mi
considerassi una vera e
propria fan. Il gruppo si chiamava: One Direction e davanti a me avevo
Harry
Styles.
- Ehi ma io ti conosco!- Esclamai guardandolo stupita avanzare e
sedersi
accanto a me guardandomi con una faccia curiosa dalla mia reazione.
- Quindi non servono presentazioni? Meno male, tu sei Alice vero?-
Disse lui
usando la pronuncia inglese del mio nome e lasciando che il gatto si
raggomitolasse sulle sue gambe.
- Sarebbe Alice, ma fa niente chiamami pure nell’altro modo.
– Risposi usando la
pronuncia giusta per me guardando il gatto con un sorriso dolce.
Passarono
i
minuti mentre i genitori avevano preso a parlarsi ignorando per quel
tempo noi
due. Io abbassai lo sguardo, volevo ritirarmi e stare con i miei
pensieri,
avevo accumulato troppe cose in un giorno. Harry sembrò
leggermi nel pensiero
perché fece un colpo di tosse per interrompere i
fidanzatini:- Allora le faccio
vedere la camera di Gemma?- Disse a sua madre che annuì, a
quel punto mi alzai
veloce mormorando un:- Grazie.- Lui mi rispose con un sorriso,
evidentemente
neanche a lui piaceva tanto l’ambiente che si era creato
prima.
Mi aiutò a portare una delle mie valigie, cosa che apprezzai
molto visto che me
l’ero immaginato come uno di quelli viziati dal successo. Mi
guidò in una camera
al piano superiore molto grande rispetto alla camera che mi aspettava
in
Italia. La camera di Gemma aveva le pareti color violetto e
c’era un letto ad
una piazza e mezza al centro con la testiera attaccata al muro.
All’angolo
opposto alla porta c’era un armadio colo crema e vicino una
porta-finestra che
dava su un terrazzino. Tra il letto e la finestra c’era una
porta che
probabilmente dava su un bagno comunicante.
Entrai guardandomi intorno a bocca aperta sentendo un forte odore di
lavanda.
Mia madre adorava la lavanda e quell’odore mi fece pensare a
lei e venire la
nostalgia, feci per voltarmi verso la finestra dopo aver posato la
valigia
vicino al letto sentendo un groppo in gola. Come sempre avevo
l’ansia del nuovo
e mi sentivo terribilmente sola.
Harry sembrò notarlo perché mi arrivò
davanti e mi prese per i fianchi
stringendomi in un abbraccio. Il suo profumo mi investì e
sentì i suoi ricci
solleticarmi il viso. Rimasi rigida stupida dal gesto ma poi il calore
del suo
corpo mi rilassò e ricambiai l’abbraccio.
Rimanemmo qualche minuto così in silenzio finchè
non lo allontanai per prima
guardandolo con un mezzo sorriso.
- Sembravi bisognosa di un abbraccio.- Mi disse con un sorrisetto molto
dolce
stampato in viso.
- Non aspettarti questa dolcezza da parte mia in futuro.- Risposi io
abbassando
lo sguardo. Ero imbarazzata?! La cosa accadeva raramente, solitamente
ero
quella che se ne fregava abbastanza.
- Sì? Scommetto il contrario, so sciogliere chiunque.- Disse
ancora lui
abbassando di un tono la voce facendola sembrare quasi roca.
Ruotai gli occhi prima di spingerlo sul letto e aprire la valigia
prendendo il
necessario per una doccia.:- Ho bisogno di una doccia. A dopo!- Scappai
in
bagno evitando il suo sguardo. – Ecco di chi era questa
puzza!- Mi urlò dietro
scoppiando a ridere, io in risposta dal bagno gli lanciai contro la
maglia che
mi stavo togliendo riuscendo ad evitare di essere vista mezza nuda.
Quando mi
guardai allo specchio avevo le guance ancora rosse e mi sentivo addosso
il suo
profumo.
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Salve a tutti! Sono la scrittrice,
chiamatemi Nyota. Bè cosa dovrei dire? Ho scritto questo
primo capitolo perchè mi sono lasciata convincere da
un'amica ed è da molto che non scrivo e spero di riuscire a
trovare una fine almeno con questa storia. So che questo capitolo fa
schifo e sono sincera, preferisco il secondo che ho già
pronto. Se avete consigli fatemi sapere ovviamente!
Nyota
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Capitolo 2 *** The first meeting ***
-
The first meeting -
Finita la doccia era ormai sera
così mi vestì con dei
semplici jeans scuri e una maglia aderente dei Paramore, dopo di che
scesi al
piano di sotto sentendo subito la risata di Harry provenire dal
salotto.
Sbirciai trovandolo al telefono e sdraiato sul divano,
sembrò notarmi perché mi
fece segno di entrare mentre chiudeva la chiamata:- Sta sera non hai in
programma una serata solitaria vero? I piccioncini sono fuori e non mi
fido a
lasciare il gatto nelle tue mani-.
Lo guardai male sedendomi a gambe incrociate sul suo stesso divano in
fondo
rispetto a dove era lui:- Fico, ora ho bisogno anche della tata?-
Commentai
mentre lui appoggiava i piedi sulle mie gambe con assoluta
tranquillità. –
Dobbiamo sopravvivere tre mesi, ti tocca- Alzò ancora le
spalle mentre io
guardavo ancora più male i suoi calzini.
- Quindi qual è il programma della serata?- Chiesi mentre
lui mi mostrava sullo
schermo del cellulare il nome dell’ultima persona chiamata:
“Lou”:- Vanno a
prendere delle pizze e poi arrivano tutti qui quindi non andare in
iperventilazione-.
Sbuffai, addio serata su skype con
Fede.
- Non avrai bisogno di presentazioni,
delle mie amiche sono
vostre fans quindi vi conosco grazie a loro-.
Lui sorrise come orgoglioso della cosa per poi iniziare a fare zapping
alla TV
fermandosi su MTV mentre passava il video di “It’s
Gotta be you”. Io in un
gesto automatico canticchiai a bassa voce seguendo la canzone e lui
stirò le
braccia dietro la testa senza guardare lo schermo ma me sempre con il
suo
sorrisetto stampato in viso:- E tu? Non sei una nostra fan?- Mi chiese
e io
scossi la testa:- Non siete male ma preferisco altri generi-.
Stava
per
ribattere ma il suono del campanello lo fece alzare per andare ad
aprire la
porta mentre io rimanevo lì in attesa.
La prima cosa che sentì fu la voce squillante di Louis che
poi si mischiò a
quelle degli altri evidentemente felici di fare una serata tutti
insieme.
Sentivo l’odore di pizza dal salotto e ad un certo punto vidi
volare attraverso
la porta una Nike rossa che per poco non colpì la TV ancora
accesa. Sentì un
urlo:- Niall la mia scarpa!- Allora scoppiai a ridere forte e
sentì il
frastuono causato dai ragazzi interrompersi, forse si erano accorti di
me solo
ora. Spuntarono dalla porta con la testa e allora io mi interruppi
nonostante
mi scappasse ancora qualche risata.
- E’ vero che c’è la nuova arrivata-
Esclamò Liam facendosi avanti per primo
insieme agli altri mentre Harry riprendeva il posto che aveva prima sul
divano
con tanto di piedi sulle mie gambe, Liam e Zayn si buttarono
sull’altro e Niall
e Louis per terra, il primo davanti a me con le pizze e
l’altro con la schiena
appoggiata al divano mio e di Harry.
-
Harry ci ha
detto che ci conosci, sei una nostra fan?- Chiese Zayn indicando anche
il video
che era concluso poco fa alla TV. Harry si schiarì la voce
per rispondere al
mio posto:- Non siete male ma preferisco altri generi- Parlò
in falsetto per
imitare la mia voce, così io gli sfilai un calzino e glielo
tirai in faccia
scatenando le risate di tutti.
- E’ vero, il mio cuore appartiene ad altri- Dissi indicando
la mia maglia.
Tempo di finire di parlare che il mio cellulare suono per un messaggio
con
“Save you tonight”, avvampai diventando bordeaux
mentre aprivo veloce il
messaggio per cercare di limitare la figura appena fatta.
Quando
finalmente riuscì a spegnere la suoneria li guardai uno per
uno con un sorriso
innocente.
- Dicevi?- Ridacchiò Louis che aveva preso a giocare con il
calzino di Harry
che avevo lanciato.
- Ehm.. mangiamo la pizza vi va?- Continuai sorridente mentre Zayn si
alzava
per prendere le birre dalla cucina e un coltello.
Durante la cena i ragazzi presero a parlare di loro vecchi episodi
facendomi
ridere di tanto in tanto mentre le birre vuote si moltiplicavano e non
per
miracolo divino. A fine serata arrivarono i fidanzatini e Anne rimase a
fissarci un attimo, il salotto era tutt’altro che in ordine:-
Pensate di
fermarvi a dormire qui vero?-
- Io ho portato lo spazzolino- Ci uscì Liam sorridendo, la
donna sospirò prima
di augurarci la buona notte e sentire nel mentre mio padre uscirci in
inglese
con un:- Alice, occhio a ciò che fai- Riferendosi alle birre
e al fatto che
fossi in mezzo a cinque ragazzi. – Papà!- Mi
lamentai sentendo poi Zayn
ridacchiare per poi farsi sentire da mio padre che saliva al piano di
sopra
con:- Ma sì! Lei è brava, soprattutto innocente
dopo quello che abbiamo fatto
prima-
A
quel punto mi
alzai e cercai di picchiarlo:- Malik! Ora vedi al brava ragazza!-.
Mentre io e
lui ci picchiavamo per gioco sentivo gli altri quattro che
scommettevano su chi
avrebbe vinto ma nel giro di qualche minuto mi ritrovai schiacciata sul
divano
con Zayn sulla mia pancia e Niall e Louis che esultavano
perché avevano appena
vinto la scommessa.
Andammo
a
dormire e nonostante Louis mi avesse proposto di dormire con loro
declinai
pensando che li conoscevo da manco un giorno e inoltre volevo stare da
sola per
una notte almeno.
Quando sentì Harry dirmi:- Vuoi un altro abbraccio?- eravamo
in bagno a lavarci
tutti i denti e io per spegnere il suo sorriso
gli schizzai l’acqua in faccia per poi fuggire
in camera ridendo e
addormentarmi in pochi minuti.
Al mattino mi svegliai quasi tranquilla, le risate che venivano dalla
stanza di
Harry mi avevano disturbato insieme al sole che picchiava sul mio viso,
avevo
dimenticato la serranda alzata.
Non
li andai a
salutare subito ma accesi il computer per mandare una mail a mia madre
dicendole che stavo bene nonostante vedessi poco papà e
trovai con grande
fortuna Fede online su skype così aprì una
videochiamata con lei.
-Brava! Non farti sentire!- Squillò senza salutarmi la mia
amica, io risi:-
Buongiorno anche a te, donna.-
-
E non ti sei
ancora vestita!-
Sbuffai, effettivamente con i miei pantaloncini corti blu, la maglia
con un
ranocchio fatto a cartone animato che usavo come pigiama e i capelli
gonfi e
rossi di tinta non ero un grande spettacolo.
Le
raccontai
del mio arrivo, della ragazza di papà e le feci vedere la
stanza ma evitai
ancora di dirle che stavo in casa con il suo gruppo preferito.
Ero
sdraiata a
pancia in giù con il computer sul cuscino a parlare ancora
con lei quando
irruppe Louis in boxer lasciando che la mia mente pensasse che non
potevo avere
certi spettacoli di prima mattina, sarei impazzita.
- Buongiorno piccoletta- Mi salutò. Fico, manco un giorno e
avevo già un
soprannome?!
Fede
tentò di
attirare la mia attenzione dalla telecamera visto che aveva sentito la
sua
voce:- Ali chi è?-
-
Fede devo
dir…!-
Non
riuscì a
concludere la frase che venni schiacciata dal dolce peso morto di Louis
che si
era letteralmente buttato su di me.
-
Stronza dimmi
che non è chi penso!- Esclamò urlando quasi in
italiano ancora mentre io
cercavo di liberarmi per risponderle ma lui mi abbracciò
bloccandomi le
braccia.
-
Louis?!-
Disse Fede alquanto sconvolta dalla scena inaspettata.
Louis
alzò lo
sguardo su di lei notandola forse solo ora:- Ehi! Ti dispiace se la
soffoco?-
Chiese ridendo mentre Fede tirava un sospiro quasi sognante:- Fai pure
visto
che qualcuno non mi racconta niente!- rispose calcando sul
“qualcuno”
evidentemente arrabbiata dalla cosa.
-
Te la dico in
parole povere, la fidanzatina di papà è la madre
di Harry- Bofonchiai.
-
Chi mi nomina
invano?- Spuntò Harry dalla porta però non nel
campo visivo della telecamera.
-
Harry mettiti
i boxer solo io posso vederti così!- Ci uscì
Louis guardando prima l’amico e
poi me che avevo affondato il viso nelle mani per non vedere le
nudità del
riccio che rispose:- Non li trovo più-
Louis sbuffò e si alzò trascinando
via Harry nudo mentre io ricominciavo
a respirare.
-
Fede?- L a
chiamai quando fui sicura di essere da sola. La vidi riemergere dalla
scrivania
con le lacrime agli occhi per le risate, a quel punto le raccontai
tutto
cercando di deviare il le sue domande quando le raccontai del mio
abbraccio con
Harry cosa che non riuscì a fare visto che lei urlava le sue
domande in inglese
forse apposta per farsi sentire dall’interessato che
parlavamo di lui.
Ed
ecco il
secondo capitolo, spero sia piaciuto. Fatemi sapere se avete delle
critiche o
altro nelle recensioni che prendo volentieri qualsiasi consiglio.
Ringrazio
Fede che mi ha permesso di “usarla” come
personaggio e per avermi dato il
consiglio di mettere la foto e per avermi aiutato a correggere anche
alcuni
errori. Buon fine scuola e auguri per chi ha gli esami
e…bho… al prossimo
capitolo!
Nyota
|
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Capitolo 3 *** You have no choice ***
- You have no choice -
Avevamo iniziato a parlare da tipo
mezz’ora quando arrivò
Niall, almeno lui vestito completamente, tutto sorridente che si
sedette
accanto a me:- Ho sentito che sei in cam- Io annuì
mostrandogli lo schermo e
una Fede entusiasta che salutava.
- Ali lo sai che ti amo?- Mi disse lei rigorosamente in inglese mentre
Niall
rispondeva ai suoi saluti.
Lo guardai con un sorriso, Niall mi
trasmetteva tanta
dolcezza con la sola presenza e inoltre notai un segno rosso sul suo
collo:-
Niall, hai un succhiotto?- Esclamai ridacchiando.
- E’ stato Zayn-
Mugugnò lui in risposta abbassando lo
sguardo mentre io scoppiavo a ridere insieme a Fede rischiando di
cadere per
terra.
Uscì
dalla
stanza lasciando che i due parlassero, almeno ero sicura di essermi
fatta
perdonare dalla mia amica con quella cosa.
Andai in bagno e mi cambiai mettendo dei jeans stretti con degli
strappi e una
maglia rossa che lasciava una spalla scoperta e una stella gigante sul
davanti.
Cercai anche di pettinarmi e di darmi un minimo di trucco giusto da non
sembrare troppo sconvolta.
Uscì
dal bagno
in sovrappensiero e
non mi accorsi che
c’era qualcun altro che passava in quel momento.
C’entrai in pieno Louis che
per non farmi cadere mi prese per la vita mentre io diventavo rossa
dall’imbarazzo.
- Non era Harry quello degli abbracci?- La prese sul ridere il che mi
tranquillizzò del fatto che al figura appena fatta forse non
era così grave.
Cercai comunque di giustificarmi ma lui si avvicinò col viso
per darmi un bacio
sulla guancia interrompendomi.
- Sì, sì e io voglio dei biscotti quindi andiamo-
Mise il braccio intorno alla
mia vita quasi per trascinarmi a forza giù di sotto.
Arrivati
in
cucina trovai un tavolo pieno di biscotti e merendine varie ma
l’unica cosa che
attirò veramente la mia attenzione fu catturata da un
barattolo di nutella. -
Mio!- Esclamai sciogliendo l’abbraccio da Louis per prendere
il barattolo e
sedermi a gambe incrociate su una sedia con quest’ultimo in
mezzo e un
cucchiaino in bocca.
-
Allora qual è
il programma di oggi?- Chiesi con la bocca impastata dalla nutella
prima che
Niall arrivasse e mi rubasse il barattolo da sotto il naso ignorando i
miei
lamenti.
Sentì delle mani appoggiarsi sulle mie spalle e io
così alzai lo sguardo, era
Liam:- Abbiamo ancora un giorno libero quindi ti portiamo in giro per
la città.
E no non hai possibilità di dire no- Sorrise prima che io mi
alzassi e andassi
a prendere la borsa.
Girammo tutto il pomeriggio e mi fecero visitare ogni angolo del centro
cittadino lasciandomi giusto cinque minuti per scattare qualche foto. A
fine
giornata arrivai a casa stanca morta e mi addormentai subito.
Passarono
un
paio di settimane in cui iniziai a prendere l’abitudine di
studiare al mattino
mentre i ragazzi avevano delle interviste, vedevo poco Anne e
papà sia perché
stavano sempre insieme e sia perché io giravo molto con il
gruppo, e finalmente
Harry aveva capito che con me in casa non poteva girare completamente
nudo se
non voleva essere preso a pugni nonostante fra i due fosse lui quello
più
forte. Avevo legato molto con Niall e Liam a cui avevo iniziato a dare
lezioni
di cucina italiana e il nostro piatto forte era la pasta al pesto.
Sì anche a
Londra ero riuscita a trovare un verduriere che vendeva del basilico e
io ne
avevo approfittato per fare quel sugo che era proprio della mia
regione. Con
Harry avevo stretto un legame più forte e spesso ci
perdevamo alla sera a
parlare stesi sul letto di uno dei due fino ad addormentarci quando non
passavamo le serate con gli altri quattro.
Una
mattina i
ragazzi avevano da lavorare nel pomeriggio ma io, ormai di abitudine, avevo iniziato a fare i
compiti di matematica
mentre Harry era in bagno a farsi una doccia e io venni interrotta dal
suono
del campanello. Papà e la madre di Harry erano fuori a far
la spesa così mi
alzai e andai di sotto ad aprire trovandomi davanti Louis che si
avvicinò per
darmi un bacio sulla guancia.
- Giorno piccoletta- Mi salutò mentre io ricambiavo il suo
bacio prima di
voltarmi e salire al piano di sopra
- E’ a farsi la doccia- Gli comunicai immaginando che fosse
lì per Harry mentre
mi sedevo sul letto tornando a fare quelle equazioni.
- Ok lo aspetto- Mi rispose.
Tra me è la testiera del letto c’era uno spazio
abbastanza grande che Louis
occupò silenziosamente mentre io facevo finta di niente e lo
sentì cingermi i
fianchi e appoggiare il mento sulla mia spalla per guardare gli
esercizi.
- Questo è un meno- Mi corresse mormorano. Poco dopo
arrivò Harry che si
sedette davanti a me, solo quando alzai lo sguardo per salutarlo mi
accorsi che
aveva addosso solo l’asciugamano legato in vita e i capelli
ancora umidi.
- E’ successo di nuovo- Disse semplicemente Louis.
- Ancora?!- Esclamò l’altro mentre io aggrottavo
la fronte confusa e distratta
dalla situazione e borbottavo in italiano:- Quanto fa 2+2?- No non mi
sentivo a
disagio lì in mezzo, no.
Sentì Louis stringere la presa intorno alla mia vita mentre
alzava le spalle in
risposta ad Harry.
- Domani sera andiamo a quella festa ok? Ti serve- Dichiarò
il riccio, l’altro
nascose il viso dietro la mia spalla come per pensare e
sentì attraverso la
canotta le sue labbra sfiorare la mia pelle. Alla fine
sospirò e annuì ad Harry
accettando l’invito.
- Quindi Alice preparati a ballare domani!- Concluse con un sorriso il
ragazzo
incontrando il mio sguardo stupito che si alzava dai compiti.
- Scusa?! No Harry non ne ho voglia e non ho neanche vestiti da
mettermi- Prima
che lui potesse rispondere sentimmo la porta di casa aprirsi per poi
vedere
Anne spuntare dalla porta della camera con un sorriso per salutarci.
- Mamma Alice ha un problema vestiti per una festa di domani sera-
Sorrise
sornione il ragazzo guardandomi vittorioso visto che mi aveva appena
incastrata
e non avevo possibilità di dire di no.
-
Ali vai con
Anne a fare shopping domani pomeriggio- Propose mio padre spuntato solo
in quel
momento.
- Grazie papà!- Esclamai con un falso sorriso, Anne
ridacchiò.
-
Dai troveremo
qualcosa che ti piace vedrai- Il suo sorriso dolce mi spinse ad annuire
con un
sospiro accettando l’invito prima che lei si dileguasse con
papà per mettere a
posto la spesa.
-
Ti odio
riccio- Affermai subito dopo guardandolo male mentre Louis tornava a
stringere
l’abbraccio intorno alla mia vita fino a farmi cadere con la
schiena contro il
suo petto e il suo viso spuntò da sopra la mia spalla.
- Dai su, ci divertiremo vedrai- Mi sorrise e quel gesto mi sciolse.
-
Va bene,
verrò dolente o nolente. Non ho molte possibilità
giusto?-
Il
pomeriggio
per un errore la loro intervista era stata rimandata così ne
approfittai per
farmi portare al parco
dai ragazzi e per
fare qualche altra foto. Con mio grande terrore andammo con la macchina
di
Harry che nonostante le aspettative che mi aveva dato sulla sua guida
il
viaggio fu tranquillo.
Arrivati
i
ragazzi si misero a giocare a pallone mentre io e Niall andammo a
sdraiarci
sotto un albero iniziando a parlare e a scherzare. Lo adoravo per tutta
la
dolcezza che trasmetteva con il semplice sguardo. Mentre discutevamo mi
interrompevo di tanto in tanto per scattare una foto cosa che dopo un
po’ stufò
il biondo visto che ogni volta che mi distraevo doveva ripetermi
ciò che aveva
appena detto.
- Non puoi distrarti così però!-
Esclamò alla centesima volta ridendo.
- E scus..ih!- Saltai ridendo visto che mi aveva puntato un dito contro
il
fianco facendomi il solletico e io lo soffrivo terribilmente.
-
uhuh! Soffri
il solletico- Sul viso di lui spuntò un sorriso maligno.
-
Niall non ci
pensare….- Troppo tardi. Venni bloccata a terra dal suo peso
e le sue mani
presero a farmi il solletico facendomi ridere come una matta.
Quando
iniziò a
calare il sole tornammo ognuno a casa propria e Harry ed io finalmente
riuscimmo a cenare con Anne e papà per poi andare a dormire
stanchi morti per
la giornata ancora movimentata.
Salve
a tutti!
Ringrazio le recensioni che mi sono arrivate, mi hanno fatto molto
piacere
davvero e sono felice che questa pazzia che la mia mente perversa sta
creando
in qualche modo venga apprezzata. Chiedo scusa se sono tornata a
scrivere
capitoli lunghi ma questo non sono proprio riuscita a dividerlo il
prossimo
sarà più fattibile.
Recensite
in
tanti, voglio anche delle critiche costruttive per migliorare magari!
Grazie
ancora a
chi mi segue e chi mi ha recensito.
Nyota
|
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Capitolo 4 *** Party Hard ***
- Party Hard -
Il giorno seguente feci i compiti al
mattino come
d’abitudine e subito dopo pranzo Anne mi trascinò
per negozi. Ero agitata, era
la prima volta che uscivo con lei e avremmo parlato e la cosa mi
preoccupava
visto che non la conoscevo ancora. Harry doveva aver detto anche agli
altri del
mio pomeriggio, e di come quella mattina avessi passato
mezz’ora per vestirmi
perché ero indecisa su tutto neanche dovessi andare ad una
cerimonia, infatti
mi arrivò un sms di Liam: “Rilassati piccoletta,
devi essere al meglio sta sera
c’è da divertirsi! Un bacio da tutti e una leccata
sulla guancia da Lou”. Risi
per il messaggio sentendomi più solare pensando al fatto che
comunque un minimo
ci tenevano a come stavo.
“Grazie, anche per la leccata. Dì alla carota che
poi glielo ridò questo suo
‘bacio’. A sta sera e sì sono
carica!”.
Girammo per molti negozi osservando varie combinazione e quando rivelai
ad Anne
che non volevo andare perché mi sentivo a disagio con un
vestito mi aiutò a
trovare una via di mezzo che piacesse ad entrambe e riprendesse il mio
stile
ideale.
Alla sera mi aiutò a
truccarmi e ad acconciarmi i capelli
nonostante mi fossi lamentata dicendo che tanto entro
mezz’ora i capelli
sarebbero tornati nella loro forma. Quando salì sui tacchi
parecchio alti per
la mia solita altezza delle scarpe da ginnastica pensai di cadere da un
momento
all’altro.
Anne uscì dalla mia stanza e quando arrivò dalle
scale si trovò davanti tutti e
cinque i ragazzi che mi aspettavano, io uscì anche ma rimasi
nascosta dietro al
muro in modo che loro non mi vedessero.
- Ali scendi dai che vogliamo vederti- Iniziò Liam sicuro
come gli altri che
Anne avesse fatto un ottimo lavoro.
- Non.. non posso! Non riesco a camminare su sti tacchi!- Mi lamentai
facendo
sbuffare Anne.
- Alice non fare la
timida, hai provato
a camminarci e ci sai andare quindi vai.- Mi ordinò la donna
mentre Louis
esclamava ridendo:- Wow, persino le prove!-
- Louis non sfottere!- Esclamai mentre uscivo dal mio nascondiglio
guardando i
ragazzi agitata, non mi sentivo molto a mio agio perché
quando mi ero vista
allo specchio mi ero sembrata molto più grande e la cosa mi
metteva a disagio.
I ragazzi rimasero tutti letteralmente a bocca aperta davanti al mio
completo:
Short neri molto aderenti e short con delle borchie su un lato, canotta
con
scollatura a V e uno spacco sulla schiena anch’essa nera che
con gli short
sembrava fare un vestito unico e infine tacchi argentati per
“illuminare” la
mia figura, come aveva detto Anne. I capelli sembravano più
gonfi e mossi del
solito e il trucco scuro contornava i miei occhi.
Scesi piano per poi guardare i
ragazzi ancora a bocca
aperta.
- Smettetela ora o torno di sopra.-
Esclamai guardando lo
sguardo divertito di Harry che evidentemente era felice di vedermi
così e del
fatto che non avrei mai ammesso che se non era per lui non avrei mai
messo una
cosa del genere.
Uscimmo
di casa
facendo i vari saluti e per arrivare fino alla macchina vedendomi in
difficoltà
arrivò Louis che mi prese sotto braccio. Per un attimo mi
chiesi perché lo
facesse, non temeva che i paparazzi lo fotografassero e che la sua
ragazza la
prendesse male?
- Sei bellissima così sai? Hai fatto bene a fidarti- Mi
rivolse quel sorriso
dolce che sapeva sciogliere chiunque e io annuì concordando
con lui.
- Hai ragione, ha fatto un buon lavoro. Ah Lou, una cosa!- Eravamo
vicinissimi
alla macchina che i ragazzi usavano per viaggiare tutti insieme
così mi
allungai leccando con la punta della lingua la sua guancia prima di
scappare
via ridendo in macchina ma per mia sfortuna lui riuscì a
sedersi vicino a me.
- Ora tocca a me!- Esclamò iniziando a farmi il solletico,
ormai lo sapevano
tutti che era il mio punto debole, e dopo un po’ mentre
eravamo in viaggio
riuscì a bloccarmi i polsi fino ad arrivare a leccarmi una
guancia. Io mi
lamentai pulendomela con la manica di una giacchetta che avevo portato
dietro.
Arrivammo
al
locale, fuori c’erano delle coppiette o gente che era
già ubriaca e la musica
era così alta che si sentiva bene da fuori. Il nome del
locale era “White Lion”
e la luce dell’insegna al neon attirava bene
l’attenzione.
Entrammo
tutti
insieme, i ragazzi avevano prenotato un tavolo privato e
così ci sedemmo subito
lì iniziando ad ordinare i primi drink, non ero una grande
esperta di alcolici
così mi feci consigliare tutto da loro. Dopo
mezz’ora che eravamo entrati
arrivò una ragazza con una testata di ricci che ci
salutò tutti e si presentò a
me come Danielle, incredibile che riuscissi a capirla nel frastuono,
allora la
riconobbi come la ragazza di Liam. Non ci pensai due volte prima di
molestare
il povero ragazzo continuando a dirgli di portarla a ballare cosa che
dopo un
po’ fece quando anche Louis e Niall vennero a darmi man forte.
Continuavo
a
bere, ero arrivata a tre bicchieri di drink e ancora reggevo senza
sentire la
testa girare; al quarto e quinto però iniziai a sentire la
testa girare appena
e a perdere un po’ di lucidità. Mi
sentì tirare per la mano e incontrai lo
sguardo di Zayn che mi urlò all’orecchio:- Vieni.-
Una frase semplice ma che dal
tono mi lasciava in tendere che era come un ordine.
Mi
alzai
sorridente ed euforica seguendolo fino al centro della pista da ballo
dove
iniziammo a ballare insieme e da lì riuscivo ancora a
scorgere i visi di Niall,
Louis ed Harry. Solo il riccio era rimasto a guardarmi andare via
mentre gli
altri due avevano iniziato ad ordinare dell’altro da bere.
Sapevo
muovermi
bene, cinque anni di danza hip hop erano serviti pure a qualcosa e
forse c’era
anche l’alcool ad aiutare la situazione. Essendo nel centro
del ciclone eravamo
molto stretti e gli occhi di Zayn non smettevano di incontrare i miei.
Lo sentì
prendermi per i fianchi avvicinandomi di più a se con calma
sempre a ritmo di
musica finchè non dovetti appoggiare le mani sulle sue
spalle. Il suo profumo insieme
all’odore di alcool e sudore del locale mi investirono
inebriandomi
completamente e sentì le sue mani incontrare
l’orlo della mia maglia
soffermandosi un attimo prima che i suoi pollici si facessero strada
sotto di
essa per arrivare ad accarezzare i miei fianchi nudi prendendomi con
forza.
Non
riuscivo a
dire di no, mi sentivo la bocca impastata e il mio buon senso in quel
momento
era sostituito da una vocina che mi martellava in testa:
“cos’hai da
perderci?”. Non ragionavo lucidamente, era chiaro che fossi
ubriaca quel giusto
per fare cazzate ma non abbastanza da dimenticare ciò che
avrei fatto.
Gli accarezzai il collo mentre il suo viso si chinava verso il mio
collo
baciandolo come se fosse una sua proprietà, anche
lì non riuscì a fare nulla
per fermarlo. Sentivo il suo corpo, il suo bacino contro il mio come
una forza
e le sue mani che mi accarezzavano ancora i fianchi guidandomi in un
ballo di
cui non riuscivo ad avere il controllo.
Sentì
le sue
labbra languide salire sempre di più verso le mie labbra ma
qualcosa lo
interruppe: era Harry che ci urlò – Dobbiamo
andare, domani ci vogliono svegli
presto. Ci hanno chiamati ora.- La sua voce era severa e secca cosa che
mi
stupì visto che ero abituata ad un tono dolce da parte sua.
Uscimmo
dal
locale, subito non vedendo Liam venire verso l’uscita
immaginai che fosse già
andato ma, invece, lo notai fuori dal locale che baciava Danielle
confondendosi
tra le varie coppie.
In macchina eravamo tutti silenziosi, Louis guardava fuori dalla
finestra e
Harry anche. Niall invece si guardava intorno e quando
incontrò il mio sguardo
confuso mi sorrise dolcemente, Zayn in definitiva guardava per terra
come se
fosse confuso anche lui dall’aria che c’era in
macchina.
Tornammo ognuno a casa propria e io mi cambiai in fretta salutando
svelta Harry
per non svegliare i nostri genitori.
Dopo
poco sentì
la porta aprirsi e una voce roca sussurrare nel buio:- Alice dormi?
Devo
parlarti, posso venire?- Qualche parola era sbiascicata, evidentemente
era
anche lui nella mia stessa situazione.
- Sì vieni.- Mi spostai per fargli posto nel letto e poi lo
sentì insinuarsi
sotto le coperte vicino a me per poi attirarmi a se in un abbraccio
stringendomi la vita. Le mie mani incontrarono il suo petto nudo ma la
gamba
sfiorò un tessuto, segno che aveva i boxer e non era
completamente nudo.
-
Ora ti
spiegherò una cosa e devi stare molto attenta- La sua voce
roca arrivò al mio
orecchio mentre mi stringeva di più, io affondai il viso nel
suo petto
rilassandomi nel sentire il suo cuore e attesi con ansia ciò
che voleva dirmi.
Ed
eccoci con
un altro capitolo, ora che ho più tempo libero riesco a
scrivere di più e sono
molto entusiasta per le recensioni. Spero che questo capitolo vi
piaccia. Lo so
che spesso mi dimentico di qualcuno dei ragazzi ma accade
perché incentro i
capitoli su alcuni in particolare ma potete stare certe che ognuno,
nessuno
escluso, avrà un capitolo che lo dedicherà.
Alla
prossima!
Nyota
|
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Capitolo 5 *** Nobody tell me something ***
- Nobody tell me
something -
Eravamo lì, stesi nel buio
e abbracciati. Sentivo il battito
del suo cuore e il vago odore di alcool e il suo respiro accarezzarmi
il viso,
inoltre le mani dai miei fianchi mezzi nudi per la canotta non si erano
tolte
ma avevano stretto la presa in modo da avvicinarmi per sentirlo meglio.
- Quando Zayn beve tanto non capisce
più cosa fa molto più
di noi- Iniziò sussurrando mentre la presa delle sue mani
sui miei fianchi si
allentava fino a diventare una carezza. – E sta sera
avrà bevuto quasi il
doppio di noi, non te ne sei accorta forse ma ha bevuto tanto-
Sospirai,
avevo
ancora le mani appoggiate sul suo petto così mossi appena il
pollice
accarezzando la sua pelle in modo da fargli capire che stavo
ascoltando. Sentì
le sue mani salire piano alzandomi la canotta e accarezzando la mia
pelle
facendomi venire qualche brivido, quando arrivò vicino al
petto le sue mani si
alzarono prendendomi delicatamente i polsi.
-
Louis
ultimamente litiga spesso con la sua ragazza e sta sera l’ho
voluto portare lì
per farlo divertire, non mi piace vederlo così ed
è stata una buona idea per
buona parte della serata.-
Staccò
le mie
mani dal suo petto e si mosse spostandosi sopra di me in modo da
bloccare i
miei polsi ai lati della mia testa.
-
Harry..-
Mormorai come in un sospiro nel buio ma lui continuò a
parlare con la voce
ancora roca:- E sta sera hai rischiato di vedere una rissa tra Zayn e
Lou e..-
Si interruppe un attimo osservandomi, nonostante il buio riuscivo quasi
a
scorgere il bagliore dei suoi occhi anche se il suo corpo mi
schiacciava contro
il letto. Affondò il viso nell’incavo del mio
collo solleticandomi la pelle con
i capelli.
-
.. e me. Ti
voglio bene, Alice, ci teniamo a te- Concluse in un roco sussurro
sentendo il
suo respiro accarezzarmi ancora la pelle. Le sue labbra sfiorarono il
mio collo
in un bacio, poi così come era arrivato si spostò
dal mio corpo. Lo sentì
alzare la coperta ma io gli presi la mano fermandolo:- Resta, domani
non
riuscirò ad alzarmi da questo letto- Mormorai e lui
tornò dove era inizialmente
ma senza alcun abbraccio e solo quando senti il suo respiro diventare
regolare
capì che stava dormendo, io ci misi un po’ di
più ad addormentarmi perché le
sue parole mi giravano nella mente in modo confuso e non riuscivo a
capire
perché me le avesse dette. Potrei giurare di essermi
addormentata quando le
primi luci dell’alba avevano iniziato a penetrare dalla
finestra.
Quando
mi
svegliai più tardi la prima cosa che notai in me era il mal
di testa che
picchiava forte. Tentai di tirarmi su a sedere e quando ci
riuscì il mal di
testa sembrò aumentare. Mi guardai intorno notando Harry a
pancia in giù che
dormiva ancora beato così rimasi seduta ancora un attimo
passandomi una mano
sul viso per risvegliarmi. Mi lasciai cadere sul materasso rimbalzando
un poco
e a quel punto non notai che il riccio accanto a me si era svegliato
finchè non
rotolò vicino a me stringendomi in un abbraccio dolce.
-
Giorno- Mi
disse dandomi un bacio sulla guancia. – Ti ricordi qualcosa
di quello che è
successo ieri sera?-
-
Sì mi ricordo
tutto.- Risposi a mia volta sorridendo per il bacio.
-
Bene così non
devo ripeterlo..- Si
alzò con calma
uscendo dalla stanza già illuminata per poi tornare dopo
qualche minuto con il
cellulare in mano.
-
Sta arrivando
Louis- Sbadigliò passandosi una mano sul viso per poi
soffermarsi a guardarmi
un attimo e poi scappare verso il bagno chiudendosi la porta alle
spalle.
Ridacchiai
appena quando sentì i suoi versi provenire dal bagno, il
post sbornia era una
schifezza mostruosa e ogni singolo movimento che faceva mi rimbalzava
dolorosamente nella testa.
Quando
suonò il
campanello mi colpì come un trapano e a fatica mi trascinai
al piano di sotto
per aprire la porta trovandomi davanti Louis. –Giorno-
Mormorai in quello stato
pietoso e rimasi un attimo a guardare il suo viso divertito dal mio
stato, in
quel momento sentì lo stomaco fare una capriola e non ci
pensai due volte prima
di correre al piano di sopra occupando il bagno mentre Harry usciva da lì.
Uscì
dal bagno
e mi ritirai in camera mia, Harry era sparito e al suo posto sdraiato
lì c’era
Lou che mi fece segno di venire e così caddi sul letto
lasciandomi accogliere
dal suo abbraccio. In quell’attimo ringraziai
di essermi un minimo lavata il viso per avere un minimo di
decenza.
-
Perché tu non
stai da schifo?- Chiesi mormorando con la testa appoggiata al suo
braccio.
-
Perché mi
sono controllato- Sorrise semplice – A differenza tua-
Continuò, il suo tono
aveva preso una nota severa e io abbassai lo sguardo come se fossi
mortificata.
-
Direi che lo
stomaco rivoltato come un calzino basta come punizione..-
-
Oh no, non
basta- Mi sussurrò all’orecchio con un sorriso
divertito.- E l’abbiamo già
pronta-
-
Come l’avete
già pronta?! Chi c’è anche in mezzo?-
Mi sollevai col busto per guardarlo in
viso confusa ma lui mi ritirò giù.
-
Il gruppo, è
una cosa che abbiamo pensato io e Liam e Niall ha approvato. Poi lo
abbiamo
detto ad Harry e ci manca Zayn ma è praticamente deciso- Mi
spiegò mentre
spostava di poco il braccio in modo da farmi posare la testa sul suo
petto.
-
Ora sono
curiosa.- Dissi alzando lo sguardo su di lui e lui si allungo per
baciarmi la
fronte.
-
Lo scoprirai
con calma.- Sorrise ancora stringendomi in quell’abbraccio
– Vuoi un aspirina?-
Io
scossi la testa,
in quel momento la sola idea di ingerire qualcosa mi faceva solo
tornare il
voltastomaco.
Harry
riapparse
poco dopo vestito di tutto punto, per un attimo mi guardai imbarazzata
ancora
in pigiama.
-
Allora glielo
hai detto?- Chiese il riccio sdraiandosi sul letto dalla parte opposta
a Louis
lasciando così me in mezzo
-
No, glielo
diremo tutti insieme.- Rispose lui guardando l’amico.
-
Sì però così
mi tenete sulle spine.- Mi lamentai mentre guardavo
l’orologio e facevo segno
ad Harry di passarmi il computer che era sul comodino.
-
Ogni cosa a
sua tempo.- Rispose il riccio con un tono da vecchio saggio passandomi
l’oggetto e scompigliandomi i capelli ancora gonfi.
-
Sì,sì e io ho
organizzato una video chiamata con Veronica, le ho raccontato tutto e
quindi…preparatevi
a sentir gridare.- Sorrisi mentre accendevo il computer, mi mettevo
più comoda
appoggiando la schiena alla testiera del letto e
aprivo skype trovandola online come previsto.
Mi
chiamò lei
in pochi secondi e aprì la chiamata con un sorriso stanco
stampato in viso.
-
ALICE!- Sentì
urlare dalla mia amica e io scoppiai a ridere immaginando gli insulti
che mi
sarebbero arrivati da lì a poco.
-
Buongiorno
anche a te, Vero- Mugugnai passandomi una mano sul viso mentre lei
ridacchiava.
-
Sapessi cosa
vorrei dirti…- Iniziò lei ma io la interruppi
dicendo:- Dimmelo in inglese che
non siamo sole, ho una sorpresa- Sorrisi ancora allontanando di poco il
computer in modo da far entrare nel campo del video anche Lou e Harry e
a quel
punto sentimmo un altro grido seguito dalla mia risata che
riecheggiò nella
stanza.
-
Allora sono
perdonata?- Chiesi quando finalmente la mia amica che era una fan
accanita dei
ragazzi si fu calmata.
-
Sì, forse..
vediamo!- Risposi lei ancora con un sorriso a trentadue denti.
Eravamo
vicini
all’ora di pranzo così i due poi mi lasciarono da
sola con Vero per andare a
comprare qualcosa da mangiare visto che Anne e Papà erano di
nuovo fuori a
pranzo.
Parlammo
per un
bel po’ e io le raccontai tutto comprendendo anche
ciò che era successo con
Harry e della dolcezza di Louis di quella mattina. Lei alla fine mi
guardò un
attimo con un sorrisetto divertito:- Ali? Lo sai che prevedo tempi duri
per
te?-
-
In che
senso?- Chiesi confusa aggrottando la fronte.
-
Vedremo se ho
ragione per quello che penso. Non ti dirò nulla.- Mi sorrise
dolce e io a quel
punto sbuffai:- Che cavolo! Oggi fra te e loro non mi dice niente
nessuno.-
Ed
eccoci al
nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto e chiedo scusa se ho scritto meno
del
solito ma forse in realtà è meglio. Comunque
fatemi sapere che ne pensate,
grazie mille a chi recensisce e…al prossimo capitolo!
Nyota
|
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Capitolo 6 *** Are you ready? ***
- Are you ready? -
Io e Vero ci perdemmo a parlare di
altre cose: le chiesi
come andassero le cose a casa e come stessero gli altri e per poco non
scoppiai
a piangere quando mi disse che mancavo da matti a tutti, che ai miei
amici
mancasse la mia presenza. Mi mancavano tanto anche loro ma se in quel
momento
mi avessero detto di andarmene e tornare non so se l’avrei
fatto, mi stavo
legando sempre di più a quel posto e l’idea di
lasciarlo ora che mi sentivo
all’inizio di tutto mi sembrava impossibile.
Quando Harry e Louis arrivarono notai
che qualcosa non
andava: Lou si muoveva in modo molto brusco e la solita
vitalità che notavi in
lui sembra essere sostituita dalla fretta e dalla rabbia. Guardai Harry
interrogativa ma lui alzò le spalle prima che iniziassimo a
preparare una pasta
silenziosamente. Anche
il pranzo fu
così, senza molte parole, cose che mi diede abbastanza il
nervoso fino a farmi
sbottare con:- E’ morto il gatto o cosa?- Alzai lo sguardo su
Harry che
sospirò.
- Ho litigato con Eleanor, di nuovo-
Mi rispose Louis
guardandomi come per chiedermi “sei contenta?”. A
quel punto lo guardai
sentendomi in colpa, quasi, per averlo fatto parlare così e
lui sembrò
accorgersene perché fece un sorriso tirato per rassicurarmi.
– E’ quasi una
quotidianità, non importa avremo tempo per pensarci- A
questo punto lui guardo
Harry che fece un mezzo sorriso annuendo e io, nonostante la
curiosità, non
feci altre domande.
Finimmo di mangiare e io subito dopo
mi buttai sul divano
con la stanchezza da dopo-pranzo.
Ad un
certo punto sentì un peso arrivarmi addosso e io mi voltai
in qualche modo
convinta che fosse Louis e invece una testata di capelli ricci mi
guardava con
un sorriso sornione, per un attimo mi ricordai quello che aveva il
primo giorno
in cui ci eravamo incontrati, il primo giorno che avevo iniziato a
conoscerlo.
- Harry, pesi non volevo dirtelo-
Ridacchiai insieme a lui
che mi rispose:- Ah sì? Quindi ti starei soffocando?-
Cercai di togliermi da sotto di lui
ma mi prese per la vita
bloccandomi sul posto.
- Pronta per la sorpresa?- Mi
sussurrò facendomi scappare
una risata quando iniziò a solleticarmi i fianchi.
- Se sopravvivo sì-
Risposi tra una risata e l’altra prima
di riuscire a raggiungere le sue mani e a fermarle. –
Dov’è Louis?- Chiesi
guardando verso le scale visto che mi era sembrato di sentire salire
qualcuno
prima.
- E’ a chiamare gli altri
per farli venire qua- Mi rispose
facendo pressione sul divano per sollevare il busto tirandosi un
po’ su prima
di lasciarsi cadere di nuovo su di me spezzandomi il fiato.
- Vuoi farmi morire?- Mi lamentai con
un sorriso mentre lui
mi guardava negli occhi.
- E se volessi darti un bacio?
Proprio qui- Le sue dita
sfiorarono la mia pelle sul collo mentre in viso gli si apriva un
sorriso
divertito.
- E se io dicessi di no?- Sorrisi a
mia volta mentre sentivo
le sue mani salire come in una carezza lungo le mie braccia fino ad
arrivare
alle mani che ora erano ai lati della mia testa.
- So che non lo diresti davvero- Il
suo sorriso divenne più
furbo come se conoscesse un segreto che io non potevo conoscere. Lo
vidi
avvicinare il viso a me arrivando fino al mio orecchio.
- Sai che io sciolgo chiunque-
Sussurrò mentre io pensavo
ironicamente a quel primo giorno in cui mi aveva abbracciata.
Prima che io potessi ribattere
sentì la pressione delle sue
mani farsi più forte sulle mie e poi sentì le sue
labbra posarsi calde sul mio
collo.
Il suo bacio mi sciolse davvero
inebriando i miei sensi e
facendomi perdere anche la cognizione del tempo. Sentì la
sua lingua guizzare
come ad assaggiarmi e poi le sue labbra presero un lembo di pelle
premendolo
tra esse. Capì cosa voleva fare e mi risvegliai da quello
stato e provai a
togliermelo di dosso, quando riuscì a buttarlo per terra mi
alzai veloce dal
divano correndo al piano di sopra con una mano nel punto in cui mi
aveva
baciata. Per poco non scontrai Louis che chiudeva una chiamata e che mi
guardava interrogativo mentre correvo in bagno.
Arrivata tolsi la mano e guardai il
segno rosso molto
evidente in mezzo al mio collo.
- HARRY STYLES INIZIA A CORRERE!-
Urlai mentre uscivo dalla
stanza, Louis mi prese per le spalle guardandomi per vedere cosa avesse
fatto
l’amico e scoppiò a ridere anche lui mentre anche
la risata di Harry risuonava
nella casa.
Tempo di iniziare a scendere le scale
che il campanello
suonò e io feci per tornare indietro verso la mia camera a
prendere una
sciarpa.
Ne presi una al volo e quando scesi
trovai tutti quanti
sdraiati sui divani e quando mi videro mi salutarono in coro facendomi
scappare
un sorriso.
Mi sedetti tra Liam e Louis con lo
sguardo basso chiedendomi
perché non avessero ancora fatto domande sulla sciarpa e Lou
mi prese
abbracciandomi perché sapeva bene come mai ero
così.
- Perché quella sciarpa?-
Mi chiese Niall rompendo la mia
apparente tranquillità.
- Ho un po’ di mal di gola-
Mentì facendo un mezzo sorriso
mentre Harry ridacchiava:- Ma come? Prima non mi sembrava che
l’avessi quando
mi hai urlato- Lo guardai fulminando con lo sguardo mentre sentivo
Louis
stringermi.
- Beccata..- Mi mormorò
all’orecchio facendomi girare verso
di lui cosa che mi fu fatale perché Liam veloce prese un
lembo della sciarpa
tirandola via dal mio collo. Mi scappò un urletto mentre mi
nascondevo nel
petto di Louis il quale si spostò lasciando che tutti
vedessero il succhiotto
che Harry mi aveva fatto.
- Traditore.- Mi lamentai con Lou che
mi era sembrato dalla
mia parte e invece mi aveva fregata all’ultimo,
sentì Zayn fischiare e Niall
ridacchiare.
- Però bel lavoro- Disse
Liam ridendo.
- Grazie!- Esclamò Harry e
a quel punto mi tolsi un calzino
che avevo indosso quando mi ero cambiata prima di pranzo e glielo tirai
in
pieno viso.
- Al posto di parlare vi devo
ricordare che dovete dirmi
qualcosa?!- Esclamai ridacchiando e cercando di togliere
l’attenzione da quel
maledetto segno.
Louis fece per tornare ad
abbracciarmi ma io lo allontanai
fingendomi offesa, lui mi prese a forza avvicinandomi a lui per farmi
dare un
bacio sulla guancia e ciò mi convinse a lasciarmi prendere
da lui mentre Liam iniziava
a parlare:- Tra poco inizieremo il nuovo tour e tu dovresti
rimanere qui
da sola.-
- Cosa che ci dispiaceva molto
così abbiamo pensato di
portarti con noi- Continuò Niall al suo posto con un sorriso
dolce.
Io rimasi a guardarli a bocca aperta,
mi sembrava
impossibile la loro idea:- Ma Anne e papà cosa ne pensano?-
Chiesi guardando
Harry ancora sconvolta che mi sorrise dolcemente:- Ci ho parlato io a
loro va
bene, bisogna solo parlare con tua madre- A quel punto feci una
smorfia, mi
sembrava ardua l’idea di convincerla.
La chiamai subito mettendola in
vivavoce, sapevo che ci
sarebbe voluto un po’ e non volevo cuocermi un orecchio.
Parlammo per molto e
all’inizio lei fu inflessibile con un secco no e quando
iniziavo a perdere la
speranza Louis mi prese la mano stringendola incoraggiandomi a
continuare e
così per la prima volta di fronte a mia madre mi impuntai su
quell’unica cosa
che volevo fare, non volevo abbandonare i ragazzi proprio ora. Quando
lei sentì
che il mio tono era cambiato si ricredette e finalmente mi disse di
sì che
potevo ma dovevo tornare in tempo per la scuola.
Tirai un sospiro a fine chiamata,
forse avevo le lacrime
agli occhi per l’emozione: era la prima volta che non
accettavo un no da parte
di mia madre e mi sentivo come se mi stessi staccando da lei, come se
fossi
veramente indipendente cosa che non mi sentivo affatto.
I ragazzi lo notarono
perché in poco mi ritrovai sommersa
dai loro abbracci il che mi fece scoppiare in un pianto nonostante
cercassi di
sorridere per l’emozione dell’imminente partenza.
Quando riuscì a calmarmi e
a spiccicare delle parole sensate
chiesi:- Quando si parte?-
- Domani mattina- Mi rispose Liam il
che mi fece saltare in
piedi presa dall’agitazione.
- Potevate dirmelo prima?! Devo
preparare tutto!- Salì di
sopra di corsa per tirare fuori le valigie e iniziare a cacciare dentro
tutto.
Hello! Questo capitolo penso sia un
po’ lento sono sincera,
a voi la critica.
Ringrazio come sempre chi mi segue e
chi recensisce davvero.
Al prossimo!
Nyota
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Capitolo 7 *** That's a problem ***
- That’s a
problem -
Buio, c’era solo buio
intorno a me e poi una luce accecanti
mi colpì in pieno costringendomi a chiudere gli occhi per un
attimo. Quando i
miei occhi si abituarono all’ambiente mi resi conto di essere
sopra un
palcoscenico forse di un teatro, non guardai lo sfondo dietro di me ma
solo i
posti vuoti che avevo davanti interrogativa. Sentì dietro di
me un braccio
circondarmi la vita e una mano spostarmi i capelli e infine una voce
che mi
sussurrò:- Sh.- Come un ordine facendomi prima sussultare e
poi voltarmi piano,
era Harry.
- Harry?- Lo guardavo interrogativa
poi così come era
arrivato veloce sentì le sue braccia stringermi per la
schiena avvicinandomi a
lui e lo sentì avvicinare il viso al mio collo proprio come
quella mattina.
Chiusi gli occhi sentendomi morire la voce in gola e quando lui
sollevò di
nuovo lo sguardo su di me il suo viso era completamente diverso ed era
sostituito da un sorriso dolce che mi sciolse completamente, era Louis.
Lui
sorrise ancora per poi prendermi il mento fra due dita e avvicinarmi al
suo
viso mentre io rimanevo immobile in balia di lui. Le nostre labbra si
stavano
avvicinando sempre di più, ormai eravamo ad un centimetro.
- SVEGLIA!- Sentì la voce
di Harry arrivarmi alle orecchie e
mi alzai di botto per lo spavento, era tutto un sogno. Guardai il
riccio ancora
assonnata che mi stava scuotendo da un po’ per svegliarmi.
- Che ore sono?- Chiesi con la voce
impastata dal sonno.
- Le sei alle sette dobbiamo essere
in aeroporto avanti.- Mi
trascinò giù dal letto, era agitato di partire
quasi quanto me.
Ci vestimmo, io indossai dei leggins
e una canotta semplice
lasciando i capelli sciolti. Non mi truccai e finì di
mettere le ultime cose in
valigia
Arrivammo all’aeroporto che
mancava ancora un quarto d’ora
alla partenza e i ragazzi mi avvisarono che avrei conosciuto Simon
quando
saremmo atterrati nella loro prossima meta: New York.
Rimasi in disparte per tutta
l’attesa del viaggio con le
cuffie attaccate alle orecchi e ringraziai che nessuno dei ragazzi mi
chiedesse
qualcosa perché quel giorno sarei potuta scoppiare. Avevo
l’ansia per la
partenza, insomma stavo andando a New York una delle città
dei sogni, ma quello
era il meno confrontato con il pensiero del sogno che avevo fatto, mi
stavo
scervellando per capire che significato avesse e forse lo avevo trovato
ma non
volevo ammetterlo. Mi guardavo intorno come incuriosita da
ciò che mi si
presentava davanti nonostante la mia mente fosse lontana, quando notai
che
Niall e Harry mi fissavano alquanto interrogativi abbassai lo sguardo
facendo
finta di niente.
Quando salimmo a bordo
finì nel posto vicino al finestrino
con accanto Niall che, nonostante avessi ancora le cuffie, mi prese la
mano
costringendomi così a guardarlo nei suoi occhi azzurri come
il cielo.
- Che succede?- Mi chiese dopo avermi
tolto una cuffietta
con l’altra mano.
- Niente.- Risposi io facendo un
sorriso forzato
riprendendomi la cuffietta ma lui bloccò l’unica
mia mano libera nella sua
guardandomi con una faccia da cane bastonato. Sospirai riconoscendo che
sapeva
come costringere le persone a parlare con poco, così chiesi
alla hostess se mi
prendesse un foglietto e una penna, accanto a Niall c’era
Louis e dietro di me
Harry, Liam e Zayn ed ero preoccupata che potessero sentire e non
volevo per
ora.
Quando arrivò il
bigliettino iniziai a scrivere: “Ho fatto
un casino.” Poi
passai il bigliettino al
biondo che mi rispose: “Racconta.”
Gli scrissi del sogno raccontandogli
anche di come mi avesse
confusa questa cosa e quando gli diedi il biglietto istintivamente
sfiorai il
collo nel punto dove avevo nascosto la “firma” di
Harry con il trucco e Niall
mi guardò un attimo notando il gesto prima di
rispondermi:”Non conosco il
significato dei sogni ma potrei dire che hai un bel nodo da sciogliere
e
purtroppo non posso aiutarti. Puoi solo aspettare e vedere.”
Lessi quelle parole più
volte prima di accartocciare il
foglio sorridendo a Niall con dolcezza, rimisi le cuffie
all’orecchie e solo
quando ci dissero che dovevamo allacciare le cinture per
l’atterraggio mi
accorsi che avevo stretto la sua mano per tutto il tempo. Gli volevo
bene,
molto anche e quella semplice cosa mi aveva aiutato un minimo a
risollevarmi il
morale.
Atterrammo e uscimmo
dall’aeroporto prendendo un taxi
dirigendoci veloci verso l’Hotel, mentre io guardavo da una
parte all’altra
urlacchiando agitata quando vedevo una via che conoscevo o un negozio
che mi
ricordava qualcosa. Harry sembrò notare il risveglio della
mia vitalità:-
Qualcuno si è svegliato tardi?- Ridacchiò prima
che io gli saltassi quasi
addosso per raggiungere il finestrino vicino a lui e guardare
l’Empire State
Building dal basso.
Arrivammo davanti ad un hotel cinque
stelle e prima ancora
che aprissimo le portiere arrivarono dei facchini a prendere le nostre
valigie.
Io li guardai un attimo interdetta, non ero abituata a tutto quel lusso.
Sentì delle braccia
prendermi per la vita e poi la voce di
Louis mi arrivò alle orecchie:- Arriveranno in camera stai
tranquilla, goditi
il meglio e non preoccuparti.- Sorrisi dolcemente prima di lasciare che
lui mi
guidasse verso il corridoio interamente prenotato per i ragazzi e i
vari
addetti ai lavori per il tour. Era enorme quel posto, mi sarei potuta
perdere
con niente.
Arrivai alla mia camera che
aprì con una chiave magnetica e
mi ritrovai in una stanza che era il doppio di quella che avevo a
Londra. Il
letto a baldacchino da una piazza e mezza era vicino ad una grande
finestra che
dava sul paesaggio della metropoli e il suo colore bianco esprimeva
tanta
morbidezza, il pavimento era in parquet e i muri bianchi con qualche
decorazione floreale qua e là. Vicino ad una porta
c’era un enorme armadio di
legno e oltre la porta c’era un bagno con tanto di vasca
idromassaggio e uno
specchio che prendeva una parete intera. Notai vicino
all’entrata le mie
valigie e non ci pensai due volte prima di buttarmi sul letto a peso
morto
rimbalzando, era fantastico, un sogno!
A rovinare quel momento di
tranquillità fu un secco bussare
alla mia porta. Mi sollevai col busto per urlare:- Avanti!- E per
vedere entrare
l’ultima persona che mi aspettavo di vedere venirmi a
trovare: Zayn.
Dopo l’avventura in
discoteca non avevamo parlato
tantissimo, sia perché io mi ricordavo tutto sia
perché lui sapeva di aver
fatto una cazzata ma il sorrisetto che mi fece quando si chiuse la
porta alle
spalle mi fece salire una strana ansia alla bocca dello stomaco ma
comunque lo
guardai indifferente con un sopracciglio alzato.
- Zayn, qual buon vento?- Chiesi con
un mezzo sorriso mentre
lui avanzava fino a lasciarsi cadere sul letto accanto a me.
- Simon arriverà sta sera
per cena, sta organizzando le
ultime interviste- Mi rispose guardandomi negli occhi mentre iniziava a
trafficare nella tasca dei pantaloni.
- Buona così posso dormire
un po’, sta notte è stata dura
come cosa- Dissi prendendo il cuscino e mettendomelo sotto la testa
prima di
tornare a guardare lui che teneva fra due dita un bigliettino con un
sorriso
furbo stampato in viso:- Lo
abbiamo
notato e se non stai attenta a ciò che tieni i tuoi piccoli
segreti diventeranno
pubblici-.
Sgranai gli occhi quando
capì che quello era il bigliettino
che avevo scritto con Niall, cercai di riprendermelo ma lui
allontanò la mano
allargando il suo sorriso.
- Malik, patti chiari e amicizia
lunga vuoi qualcosa vero?-
Lo guardai male, odiavo sapere che qualcuno poteva mettermi alle
strette con
qualcosa.
- Non voglio nulla anche se potrei
usarlo in futuro per dei
favori- Il suo sorriso cambiò ma subito non capì
in che modo finchè non lo vidi
avvicinare il viso al mio. Mi prese il braccio trattenendomi nel posto
dov’ero
e prima che potessi replicare posò le labbra sulle mie con
forza.
Tentai di allontanarlo un pelo
nonostante una parte del mio
istinto mi dicesse di rispondere al bacio ma per fortuna quella volta
la mia
parte più lucida regnava sovrano e quando riuscì
a respirare di nuovo sbottai:-
Zayn che diavolo stai facendo!?-
Lo sentì prendermi i polsi
bloccandomeli sopra la mia testa
e poi rispondermi:- Lo so che ti piacerebbe-
- Il tuo ego è troppo
grande e ti fodera gli occhi peggio
del prosciutto!- Alzai la voce evidentemente arrabbiata dalla
situazione ma le
sue labbra mi zittirono ancora una volta.
Buja! Nuovo capitolo! Che ne pensate?
Fatemi sapere con una
piccola recensione e volevo dire che a chi mi manda le sue FF nei
messaggi
anche se non rispondo le sto leggendo comunque, grazie per avermele
mandate. E
ovviamente un grazie speciale
a chi mi recensisce e mi segue! Al prossimo!
Nyota
|
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Capitolo 8 *** Vas Happenin' ? ***
- Vas
Happenin’ ? -
Nella stanza c’era solo il
rumore delle coperte che si
spostavano mentre mi dimenavo e sulle mie labbra sentivo solo il sapore
delle
sue che ancora premevano con forza. La sua lingua cercò uno
spiraglio fra le
mie labbra e a quel punto finsi di rilassarmi dandogli una falsa
possibilità
ricambiando il bacio, in realtà aspettavo che mi lasciasse i
polsi cosa che
fece e a quel punto lo staccai da me con una forza che non avevo
neanche idea
di avere facendolo persino cadere giù dal letto. Rimasi a
fissarlo con il
fiatone per poi gridare:- Che cazzo stai facendo!?- Ero furiosa e non
capivo se
era rimbecillito o fatto completamente. Lo guardai mentre si alzava e
mi
intimava di abbassare la voce:- Zitta! Ti sentiranno se passano qua
davanti!-
- Me ne fotto se mi sentono! Sparisci
dalla mia vista
stronzo!- Gli urlai contro con forza, era la prima volta che mi vedeva
così e
la cosa sembrò preoccuparlo perché non ci pensò
due volte prima di alzarsi e
scappare mentre io prendevo una scarpa e gliela tiravo dietro colpendo
la porta
che si chiudeva al posto di lui.
Quando finalmente mi fui calmata ed
ebbi ripreso fiato mi
accorsi di un oggetto che vibrava sul pavimento: era il cellulare di
Zayn. Lo
raccolsi e notai un messaggio che era ancora aperto e il nome di una
certa
“Perrie” apparve grande in cima al testo, sapevo
chi fosse visto che Harry mi
aveva raccontato che lui si sentiva con lei e a loro non piaceva molto
come
storia.
“Davvero credevi che sarei
venuta a quell’appuntamento? No.
Il mio ragazzo mi ha chiamato all’ultimo e ho preferito
lui.”
Rilessi più volte quel
messaggio e poi guardai la porta e in
quell’attimo capì forse perché lo aveva
fatto.
Uscì dalla mia stanza e
andai dalla sua bussando e quando
sentì la sua voce intimarmi di entrare feci capolino con la
testa:- Posso?-
- Se non hai scarpe dietro
sì- Mi rispose dal letto, era
sdraiato a pancia in su e fissava un punto indefinito del soffitto.
- Ti è caduto questo in
camera..- Iniziai chiudendomi la
porta alle spalle e arrivando vicino a lui dal letto.- E ho letto
l’sms che
avevi aperto prima, per sbaglio…Sei ferito vero?- Chiesi
cercando il suo
sguardo color nocciola che arrivò fondendosi nei miei. Mi
aveva baciata in
cerca di uno sfogo, era ferito e in quel momento il suo sguardo era il
più
fragile che avessi mai visto.
Si tirò su a sedere
voltandosi verso di me e senza dire
nulla mi abbracciò la vita nascondendo il viso nel mio
ventre mentre io
abbassavo il viso guardandolo. Gli accarezzai i capelli sentendo il
cuore
diventare piccolo nonostante lui mi abbracciasse soltanto.
- Non ci pensare, insomma
è una stronza e tu sei Zayn Malik!
Fai svenire le ragazze con uno sguardo di sfuggita! Vuoi mettere? Lei
il
massimo che può fare è mostrare le tette!-
Risposi con la mia classica finezza
da camionista riuscendo però a fargli scappare un sorriso
che mi mostrò alzando
il viso su di me.
- Non odiarmi, di nuovo- Mi rispose
senza sciogliere
l’abbraccio.
- Perché? Quando ti avrei
già odiato?- Chiesi alzando un
sopracciglio mentre mi spostavo una ciocca di capelli dal viso.
- Alla discoteca, sono stato uno
stronzo- Mi disse alzandosi
ma senza sciogliere davvero l’abbraccio.
- Pfff, c’è di
peggio e poi sono io che ho accettato di
venire quindi. Siamo ancora amici, stai tranquillo- Sorrisi dolcemente
prima di
dargli un bacio sulla guancia ricambiando l’abbraccio.
- Ali, posso dirti una cosa?- Lo
sentì dire mentre lo
stringevo con il sorriso sulle labbra.
- Certo, ma poi andiamo a molestare
Liam? Non lo so oggi ho
voglia di molestare lui- Feci una smorfia divertita facendogli scappare
una
risata.
- Ho bruciato quel foglietto, cerca
di non farti scappare
quel sogno con Harry- Mi sollevò il viso in modo da
guardarlo negli occhi.
- Perché? Poi è
un sogno senza significato..- Aggrottai la
fronte diventando quasi seria.
- Sì però lui
è geloso delle sue cose, a volte.. – Concluse
sciogliendo l’abbraccio prima che io potessi fare delle
domande mi prese la
mano trascinandomi fuori dalla camera diretti verso quella di Liam.
All’interno della stanza
trovammo il ragazzo interessato
attaccato al computer e accanto Niall.
- Sacco sul leprecauno!- Esclamai
ridendo prima di buttarmi
a peso morto sul biondo che però si era preparato ad
prendermi al volo, ma
non vide Zayn che si buttò di lato in modo da prendere tutti
e tre. Fortuna che
il letto era abbastanza grande per tutti.
Con grande felicità per me
e Niall, Liam tirò fuori una
coppetta di fragole che era riuscito ad avere dalla cucina che in meno
di
mezz’ora ci mangiammo fra tutti perdendoci a parlare di piani
impossibili di
cose che potevamo fare lì in America ma sapevamo che non
erano possibili perché
loro erano pieni di impegni.
- Ragazzi ma sbaglio o manca ancora
qualcuno di molto
molesto.- Dissi guardandosi intorno visto che l'assenza di Harry e del rumoroso Louis si sentiva.
- Saranno ancora in camera, valli a
chiamare così pensiamo
dove andare a cena visto che Simon ha detto di scegliere noi un posto-
Rispose
Liam prima che io mi alzassi zampettando fuori correndo nel corridoio
per
arrivare dalle stanze dei due, erano una vicino all’altra e
rimasi per un
attimo indecisa da chi andare per primo e inoltre non sapevo in quale
fosse
Harry e in quale fosse Louis.
Chiusi gli occhi entrando
d’istinto nella prima stanza che
mi capitasse e venire avvolta dal buio.
Cercai a tentoni
l’interruttore ma una voce mi fece
trasalire:- Ali? Non accendere non te lo consiglio.- Era Harry,
riconobbi la
sua voce.
- Perché?- Chiesi alzando
un sopracciglio rimanendo immobile
capì che si stava muovendo perché
sentì il fruscio delle coperte.
- Perché non credo che tu
abbia deciso da un giorno
all’altro di vedermi nudo.- Dopo un minuto appena senti le
sue mani circondarmi
la vita attirandomi a se. Era di nuovo a petto nudo ma almeno aveva i
boxer che
sentivo sfregare contro la gamba. In quell’attimo mi ricordai
di quella notte,
di come mi aveva toccata per parlarmi e dirmi cosa ne pensava della
serata.
Le sue labbra arrivarono a toccare il
punto dove il suo
segno era ancora evidente mentre mi faceva indietreggiare lentamente
fino a
toccare con la schiena la parete.
- Harry?- Lo chiamai completamente
confusa dal suo gesto.
- Sh.- Lo sentì sussurrare
al mio orecchio mentre le sue
mani prendevano ad accarezzarmi i fianchi sotto la maglia. Quella
semplice
sillaba mi bastò a farmi tornare in mente il sogno che avevo
fatto come uno
schiaffo che mi stordì.
Le sue dita stavano per salire ma si
fermò appena sopra la
pancia baciandomi il collo ancora una volta prima di allontanarsi di
colpo
lasciandomi lì contro il muro, al buio e col batticuore.
- Avevo voglia di dolcezza.-
Mi disse semplicemente.
- I ragazzi ti aspettano in camera di
Liam- Risposi secca
vedendolo aprire la porta e uscire così tranquillamente in
mutande andando
verso la camera, uscì anche io lasciando che la luce mi
investisse e rimasi li
attaccata al muro con la schiena chiudendo gli occhi e sospirando per
calmarmi.
Era uno stupido, giocava sul fatto che era un bel ragazzo e lo sapevo,
e sapevo
bene anche che per lui ero solo un’amica. E allora
perché in quell’attimo avevo
desiderato di più? Se lui avesse esagerato lo avrei tirato
indietro come con
Zayn?
Rinunciai a trovare una risposta a
quelle domande e bussai
alla camera di Louis aspettando che mi dicesse di entrare.
La sua stanza era molto
più illuminata e c’era lui vestito e
sdraiato sul letto con la pancia in su e il cellulare su di essa.
Sembrava
sconvolto come se fosse successa una cosa che non aveva previsto.
- Ehi tutto bene?- Chiesi avanzando
nella camera, lui mi
fece segno di sedermi sul letto.
- E’ successo di nuovo, via
telefono. Che merda.- Commentò
spostando lo sguardo su di me e tirandomi per un bracciò
facendomi così
sdraiare accanto a lui.
Ero sdraiata su un fianco con il
petto e il viso rivolti
verso di lui, Louis si voltò nella mia stessa posizione
allungando una mano per
accarezzarmi la guancia e io istintivamente mi avvicinai a lui per
abbracciarlo. Lo vedevo che stava male e non volevo vederlo
così, mi faceva
male il solo pensiero che lui perdesse per un attimo
quell’allegria che lo
accompagnava sempre.
Lo sentì ricambiare
l’abbraccio affondando il viso nel mio
collo.
- Ha ragione lei, solo che non voglio
rovinare tutto.-
Mormorò lui, lo allontanai di poco per poterlo guardare in
viso accarezzandogli
la guancia che pungeva appena per l’accenno di barba che
iniziava a segnare il
suo viso.
- Cosa ha ragione?- Chiesi io
interrogativa notando solo ora
che i nostri visi erano a pochi centimetri.
Lui appoggiò la fronte
contro la mia chiudendo gli occhi
stringendomi più forte al se fino a sentire io stessa i suoi
muscoli tesi sotto
la maglia.
- Su questo- Lo vidi schiudere le
labbra e avvicinarsi
ulteriormente, sentivo il cuore esplodermi nel petto stordendomi ma poi
a quel
battito si aggiunse quello incessante di qualcuno alla porta.
Uhuh negli ultimi tempi scrivo
tantissimo! Peggio per voi,
vi toccherà leggere di più. A parte questo spero
vi piaccia. Visto che Zayn
aveva i suoi motivi?
Fatemi sapere che ne pensate e grazie
come sempre a chi mi
segue e alle recensioni, davvero mi commuovono.
Nyota
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Capitolo 9 *** I'm here by your side ***
-
I’m here,
by your side -
Sussultai quando sentì la
voce di Liam chiamarci dall’altra
parte della porta. Rimasi un attimo a fissarlo negli occhi prima di
sollevarmi
col busto.
- Arriviamo Liam.- Risposi alzandomi
di fretta come se mi
rendessi conto solo ora della situazione che si era creata.
- Meno male, pensavamo foste morti.
Harry ha trovato un
locale comunque.- Rispose lui dietro la porta mentre io aprivo e
incontravo il
suo sguardo confuso quanto me.
- Perfetto, ci vediamo dopo nella
hall? Vado a farmi un
bagno.- Mi dileguai in fretta verso la camera sentendo di sfuggita Liam
che mi
diceva l’ora del ritrovo.
Arrivata nella mia stanza mi chiusi
la porta alle spalle
appoggiando la schiena contro di essa e lasciandomi scivolare piano
fino a
sedermi per terra.
Avevo il fiatone e sentivo il cuore
scoppiarmi ancora nel
petto, ci stavamo per baciare e non me l’ero immaginata.
Forse dovevo ignorare
la cosa e fare finta di niente, ma se fosse successo di nuovo? Sarei
stata
capace di rischiare così?
Mi alzai e andai verso il bagno e mi
guardai allo specchio,
il rossore del mio viso si confondeva con la tinta dei miei capelli.
Mi buttai sotto l’acqua
della doccia ignorando il fatto che
fosse fredda e mi facesse venire i brividi, ci misi poco a lavarmi. In
qualche
modo cercavo di muovermi più velocemente in modo da tenere
occupata la mia
mente e non pensare all’accaduto. Più ci pensavo e
più mi incasinavo senza
prendere alcuna scelta.
Mi asciugai e stirai anche i miei
capelli, da lisci avevano
una lunghezza assurda così feci una treccia in modo da
legarli un minimo. Mi
cambiai mettendo una maglia larga che lasciava una spalla scoperta e
dei
leggins, poi mi buttai sul letto cercando di distrarmi guardando il
paesaggio
fuori ma era impossibile non riuscire a perdermi ancora nei miei
pensieri.
Erano le sei e avevamo appuntamento
alle sette e non avevo
idea di che cosa fare così uscì dalla mia camera
iniziando a vagare per l’hotel
finendo in vari piani, adoravo viaggiare con gli ascensori.
Arrivai sul tetto e l’aria
fredda mi investì facendomi venire
i brividi e lacrimare gli occhi. Non sentì
la porta dietro di me aprirsi e chiudersi ma mi accorsi della presenza
di
qualcuno quando sentì delle braccia stringermi la vita e una
voce
risvegliarmi:- Come mai qui da sola? E’ da un po’
che ti inseguo.- Era Harry.
- Avevo bisogno di restare da sola.-
Risposi rivolgendogli
uno sguardo prima di tornare a guardare il paesaggio mentre lui
appoggiava il
mento sulla mia spalla.
- Tutto bene?- Mi chiese prima che
aprisse la felpa che
aveva indossato e mi costringesse ad abbracciarlo sotto di essa visto
che
doveva aver notato i miei brividi.
- Va fantasticamente,
perché dovrebbe andare male?- Non
volevo scoppiare, non davanti a lui e non per Louis.
- Non sei capace di mentire- Mi
rispose ridacchiando e a
quel punto sospirai.
- Sto facendo un casino e non riesco
ad evitarlo.- Nascosi
ancora il viso nel suo petto mordendomi il labbro inferiore fino a
lasciarmi il
segno per trattenere tutte le parole che avrei voluto dire ma che non
volevo
fargli sapere.
- Cosa intendi dire?- Mi
spostò quel che bastava per potermi
guardare in viso, mi prese il mento fra l’indice e il pollice
mentre io
scuotevo piano la testa: - Non importa, andiamo che è meglio-
- Alice.- Mi richiamò
quasi severo prendendomi il viso tra
le mani.
- Ti avevo detto che non mi avresti
mai più visto così in
futuro e invece lo stai facendo. Quindi, per favore, andiamo.- Quello
sembrò
convincerlo perché mi lasciò prendendomi la mano
e rientrando nell’edificio.
Prima di scendere mi andai a cambiare
visto che Harry mi
aveva avvertito che era un ristorante elegante. Svuotai completamente
la mia
valigia in cerca di qualcosa ma era ufficiale: io e
l’elegante non andavamo
d’accordo. Poi un pacco attirò la mia attenzione,
sopra c’era un bigliettino
con scritto: “Saprai come usarlo, Anne”. Lo scartai
e dentro ci trovai l’unica
cosa che mi serviva in quel momento.
Scesi nella hall trovandoli tutti
lì in smoking e cravatta,
quando si voltarono verso di me li vidi sorridere soprattutto Harry:-
Finalmente l’hai trovato!- Ridacchiò mentre io mi
voltavo a guardare ancora la
mia figura in una vetrata che faceva tipo muro. Avevo indossato
quell’abito
nero che arrivava fino alle ginocchia, era aderente e lasciava un
grosso spacco
sulla schiena, davanti c’era una scollatura non troppo grande
ma quel che
bastava per far risaltare le curve del seno. Avevo lasciato i capelli
legati
nella treccia e compresi nel pacchetto c’erano un paio di
scarpe nere col tacco.
- Perché non mi dite
nulla?- Mi lamentai facendo però un
sorriso guardando Harry.- Devo ringraziare tua madre, iniziavo ad
andare in
panico.- Lui mi sorrise di rimando porgendomi il braccio per
accompagnarmi:- E’
una maga, questa è la seconda volta che non riesco a
riconoscerti-
- Evitiamo troppi commenti o torno a
prendere una felpa-
Sorrisi ancora prendendo il suo braccio e lasciandomi guidare verso
l’autista
che ci aspettava vicino alla macchina.
Arrivammo ad un ristorante dalle
grandi vetrate che
mostravano una sala all’apparenza immensa e veramente
elegante, tipo quelli che
si vedono nei film con tanto di quartetto d’archi
all’opera. L’insegna in cima
presentava il nome: “From Rome with love”, mi si
illuminarono gli occhi dalla
gioia: eravamo in un ristorante italiano a New York!
- Sul serio? Qui potrei trovare il
risotto alla milanese?-
Chiesi guardando ancora a bocca aperta l’insegna.
- Sorpresa!- Esultò Louis
prendendomi le spalle e
guardandomi con un sorriso soddisfatto.- Ditelo che ho avuto una grande
idea, anche se Harry ci ha messo la chiamata e la ricerca-
- Era ora che avessi
un’altra buona idea- Commentò Liam
facendoci scoppiare tutti a ridere.
Sta volta presi il braccio di Louis
per aiutarmi ad entrare
nel ristorante e dentro in poco trovammo il tavolo dove c’era
già seduto un
uomo che guardò i ragazzi con un sorriso quasi dolce come
quello di un padre,
era Simon. Mi aveva sempre messo ansia quell’uomo
però vedere come li guardava
fece sorridere dolcemente anche me prima che posasse lo sguardo su di
me e il
suo sorriso divenne duro e distaccato costringendomi a spegnere anche
il mio.
- Piacere, Alice- Dissi cercando di
non tenere il mio tono
di voce troppo basso porgendogli la mano che lui strinse.
- Simon, quindi tu sei la ragazza
italiana?- Mi chiese
alzando un sopracciglio mantenendo lo stesso sorriso di prima, io annui
timidamente.
Ci sedemmo al tavolo rotondo e
piccolo, io finì tra Harry e
Louis con Simon davanti e guardai il menù sorridendo
sorniona leggendo tutti
quei nomi di piatti italiani. I ragazzi iniziarono a chiedermi consigli
sui
piatti visto che ero l’esperta fra tutti e persino Simon mi
fece delle domande
su qualche piatto, io ordinai una pasta al pomodoro e per secondo una
milanese
con insalata per contorno.
Durante la prima parte della cena
Simon iniziò a parlare di
lavoro, delle interviste previste e delle varie date. Saremmo partiti
tra due
giorni con prossima tappa Toronto quindi dovevamo prendere un altro
aereo,
alcune tappe erano ancora da confermare ma se riuscivano volevano
accertarle
tutte.
Arrivati al secondo mentre mangiavo
l’insalata sentì prima
il cellulare vibrare così guardai trovando un sms di
Harry:”Hai bisogno di
rilassarti? ;)”, aggrottai la fronte prima di sentire
qualcosa toccarmi il
ginocchio, o meglio qualcuno. Guardai prima Louis che stava ridendo con
Zayn e
aveva entrambe le mani sopra il tavolo, così guardai Harry
che invece aveva una
mano con la forchetta in mano per mangiare e l’altra sotto il
tavolo. Socchiusi
un attimo gli occhi sospirando mentre mollavo il pane che stavo
mangiucchiando
per fermare la mano di lui, Harry in risposta mi diede un pizzicotto
costringendomi così a toglierla. Lo guardai male e lui mi
rispose con un
sorrisetto divertito prima di tornare a mangiare cosa che feci anche io
cercando di ignorarlo. Sentì le sue dita tornare ad
accarezzarmi il ginocchio
non coperto dal vestito, si soffermò sulla rotula prima di
salire di poco verso
la coscia. Sospirai ancora mentre mi mettevo in bocca un pezzo di carne
abbassando lo sguardo ancora di più, le sue dita salirono
ancora andando verso
l’interno della gamba e in quel momento maledì la
piccola misura di quel
tavolo. Stava salendo ancora e i lembi della gonna del vestito non
stavano
impedendo la sua avanzata anzi, rimase a massaggiare quella parte della
mia
gamba con il pollice.
A quel punto feci per posare il
tovagliolo e alzarmi
mormorando un:- Torno subito- mentre me la fuggivo nascondendomi in
bagno.
Arrivata mi guardai allo specchio ero rossa e avevo il batticuore, di
nuovo.
Nuovo capitolo, non so come sia
uscito a dire il vero non mi
piace manco molto come ho scritto. Spero di non avervi deluso e spero
di fare
meglio nel prossimo. Ringrazio come sempre chi mi segue e le
recensioni, mi
fanno molto piacere.
Al prossimo capitolo!
Nyota
|
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Capitolo 10 *** We're making all the same mistakes ***
- We’re
making all the same mistakes -
Aspettai un po’ poi tornai
indietro verso il tavolo senza
guardare Harry tornando al mio posto con un sorriso e finì
in fretta la carne.
Finita la cena salutammo Simon e ci
dirigemmo verso l’hotel
con l’auto di prima e arrivati trovammo uno dei due ascensori
con la scritta:
“guasto” così si era creata una piccolo
gruppo di persone e dovemmo salire
separati finendo così io e Louis per salire da soli.
Mi tolsi i tacchi che iniziavano a
farmi male e dondolai sui
talloni guardando di sottecchi il ragazzo vicino a me:- Da quando in
qua il
Tommo sta zitto? Domani piove.- Risi insieme a lui prima che mi
rispondesse:- No
in realtà pensavo, ti immagini che sfiga se si rompesse
anche questo
ascensore?-
- Sì del tipo che salto e
si ferma?- Alzai un sopracciglio
prima di fare un piccolo saltino, detto fatto la luce
dell’ascensore tremolò ma
non si spense e l’ascensore si bloccò di colpo
scricchiolando.
- AhAh, molto divertente Louis,
smettila di schiacciare il
pulsante per fermarlo e fallo ripartire- Lo guardai preoccupata, non mi
piaceva
come scherzo.
- Io non ho toccato nulla- Mi
guardò serio alzando le mani,
a me caddero i tacchi per terra.
- Sei un fottuto mago- Gli tirai
addosso la borsetta ma lui
la prese al volo ridendo con me, per mia fortuna non soffrivo di
claustrofobia.
Passarono i minuti e la noia iniziava
a farsi sentire,
inoltre il cellulare non prendeva quindi dovevamo aspettare che
qualcuno si
accorgesse di noi. Eravamo seduti per terra uno da una parte e uno
dall’altra,
schiena contro la parete.
- Ci vorrebbe un po’ di
musica, potremmo fare un party
privato- Ridacchiò rompendo il silenzio mentre metteva
l’mp3 del cellulare su
una musica qualsiasi, io gattonai fin da lui sedendo accanto e
sospirando.
- Vedo che hai ritrovato la tua
allegria da oggi- Sorrisi
girandomi per guardarlo in viso vedendo che lui ricambiava il mio
sguardo.
- A proposito di oggi, non so cosa mi
sia preso..non
volevo..hai capito!- Iniziò gesticolando e io ridacchiai
interrompendo il suo
tentativo di spiegarsi:- Allora non me l’ero sognato, va
tutto bene anche se
non so cosa ti stia succedendo sai che io ci sono per qualsiasi cosa-
- Sto litigando molto con Eleanor,
dice che secondo lei non
sono più innamorato- Sospirò abbassando lo
sguardo.
- Quello che dice è vero?-
Chiesi cercando il suo sguardo.
- Non lo so- Sospirò
ancora alzando lo sguardo.- Per capirlo
dovrei provare una sola cosa, ma non ne sono sicuro ora- Mi
guardò spostando
una mano per accarezzarmi un guancia prima che io prendessi il suo
braccio e lo
abbracciassi appoggiando la testa sulla sua spalla.
- Prova sempre, cos’hai da
perderci? Come si dice: YOLO-
Mormorai con un sorriso alzando lo sguardo su di lui, lo
sentì accarezzarmi di
nuovo il viso con l’altra mano sollevandolo un poco di
più verso di lui.
- Forse potrei..- Mormorò
di rimando avvicinando piano il
viso al mio, chiusi gli occhi e sentì il cuore scoppiarmi
nel petto. Più
sentivo il calore del suo respiro crescere più desideravo
quel bacio, ma poi un
piccolo pensiero infastidì quella pace: forse mi usava
perché ero l’unica
ragazza lì? Poteva usare chiunque altra o voleva proprio me?
- Aspetta- sussurrai aprendo gli
occhi che avevo socchiuso
nel frattempo, eravamo a pochi centimetri e il suo sguardo confuso si
fondeva
nel mio del suo stesso animo.- Devo capire Lou..- Prima che potessi
continuare
la frase sentimmo un tremore e l’ascensore sembrò
salire di nuovo, mi alzai di
colpo sospirando e raccogliendo le scarpe e la borsa. Guardai Louis che
si
grattava la nuca guardando in basso.- Ho bisogno di capire, mi
dispiace- Gli
dissi ancora prima che le porte si aprissero e i fischi e gli applausi
del
gruppo rompessero la tranquillità che c’era
all’interno dell’ascensore. Accanto
a loro un meccanico si alzò sbadigliando e se ne
andò mentre io uscivo e venivo
abbracciata da Harry che incredibilmente sembra essere preoccupato:-
Non
capivamo più dove foste, abbiamo pensato chissà
che cosa-
- Tranquillo, scappati non eravamo-
Ridacchiai
accarezzandogli i capelli con la mano libera dalle scarpe.
Rientrai in camera e mi cambiai
indossando dei pantaloncini
rossi e una canotta a righe blu, sciolsi i capelli che erano
più mossi del
solito e mi struccai veloce prima di lasciarmi cadere sul letto. Stavo
per
addormentarmi quando un leggero bussare alla porta attirò la
mia attenzione e
mi fece alzare sbuffando. Aprì la porta e trovai Harry, in
boxer, dall’altra
parte che mi sorrise con in mano una sachettata di birre e forse anche
una
bottiglia di vino:- Bisogno di rilassarti?-
- E’ il tuo nuovo motto?-
Sorrisi a mia volta spostandomi,
se lui voleva entrare niente gli avrebbe impedito di farlo anche se io
non
avessi voluto.
- Sta sera mi sembravi bisognosa, eri
tesissima con Simon
intorno- Rispose chiudendo lui la porta con un piede mentre io mi
lasciavo
cadere sul letto seduta:- Mi mette ansia quell’uomo, non so
perché- Esclamai
facendo una smorfia mentre lui prendeva due birre e le apriva con un
apribottiglie porgendomene poi una.
- Ci ha chiamati e ha detto che gli
sei piaciuta, quindi
festeggiamo- Sorrise ancora prima di bere una sorsata di birra seguito
a ruota
da me.
Iniziammo a parlare di tutto e
più il tempo passava e più le
birre vuote si moltiplicavano, iniziai a fermarmi dal bere quando mi
resi conto
che la stanza girava e iniziavo a sentire un po’ ovattato.
- Penso sia meglio fermarci- Dissi
interrompendo il discorso
di Harry, era rosso in viso ed evidentemente l’alcool aveva
fatto effetto anche
su di lui.
- Dai ci manca il vino, almeno
assaggiamolo- Si lamentò lui
stappando anche quella bottiglia, subito tentai di dirgli di no ma alla
fine
accettai e finimmo anche quella bottiglia.
Mi lasciai cadere sdraiata sul letto,
i capelli sparsi
intorno alla mia testa e Harry che mi guardava ancora seduto.
- Non avrai freddo così?-
Mi chiese ridacchiando e indicando
il mio pigiama.
- No a dire il vero ora ho anche
caldo- Risi a mia volta
tenendomi la pancia mentre anche lui si sdraiava a pancia in
giù.
- Così sei più
nuda che vestita però- Ridacchiò ancora
lasciando cadere la fronte sulla mia spalla e io in risposta gli
accarezzai i
ricci giocando con quelli.
- Pff, disse quello che dorme nudo-
Mi lamentai voltando il
capo verso di lui e incontrando il suo sguardo. Poi accadde in un
attimo: lui
si rotolò finendo a cavalcioni su di me e tornò
con la fronte contro la mia
spalla.
- Cosa sta succedendo con Louis?- Mi
chiese sussurrando al
mio orecchio.- Lo vedo che qualcosa sta cambiando in lui e solitamente
lo noto
quando ci sei vicino tu-
- Non so cosa potrebbe accadergli,
sei tu quello che lo
conosce meglio- Risposi alzando un sopracciglio, le mani di lui
incontrarono le
mie e si intrecciarono con le dita.
- E se io volessi tenerti qui?-
Iniziò sfiorando la mia
pelle con le labbra.
- Harry- Lo richiamai, mi sentivo
troppo stordita dall’alcool
per spostarmi da lì.
- Sh- Mi zittì prima
baciarmi il collo come quella volta che
mi aveva fatto un succhiotto, scese a baciarmi la clavicola senza
lasciare le
mie mani.
- Non voglio che le cose cambino-
Sussurrò salendo a baciare
i lineamenti del mio viso.
- Cosa dovrebbe cambiare?- Chiesi
socchiudendo appena gli
occhi.
- Tutto, per me- Mi rispose sfiorando
le mie labbra con le
sue, aprì gli occhi e cercai i suoi notando una luce che non
gli avevo mai
visto: era forse insicurezza?
Scese alzando di poco la mia canotta
e baciandomi il ventre
giocando con la lingua sul mio ombelico. Gli accarezzai ancora i
capelli
sospirando e quando tornò verso il mio viso inclinai io il
capo per baciargli
il collo assaggiando la sua pelle con la punta della lingua. Le sue
braccia mi
strinsero al suo corpo e quando tornai a fissarlo lui si
avvicinò premendo le
sue labbra sulle mie in un bacio a stampo, lo guardai ancora strizzando
gli
occhi e forse in quel momento mi tornò un minimo di
lucidità. Sentivo il suo
corpo premere contro il mio e il suo respiro che si univa al mio.
- Forse dovremmo dormire- Sussurrai
ma lui mi diede un altro
bacio come quello di prima.
- Perché?- Mi chiese
sussurrando a fior di labbra.
- Perché non voglio
rovinare tutto, Harry-
- Siamo ubriachi, non ricorderemo
nulla domani mattina. Ti
voglio bene Ali, sei praticamente una sorella per me- Mi rispose
accarezzando
ancora le mie labbra con le sue e a quel punto mi baciò con
forza legando le
mie mani alle sue, in qualche modo sapeva che non avrei reagito contro
di lui. La
sua lingua cercò uno spiraglio fra le mie labbra che
trovò non con molta
facilità e a quel punto mi sciolsi ricambiando il suo bacio
e intrecciando la
lingua con la sua assaporando il gusto dell’alcool della sua
bocca, liberai le
mani e accarezzai i suoi capelli passando le dita fra i ricci mentre
lui mi
abbracciava rotolando in modo che finissi io sopra di lui. Non so per
quanto
rimanemmo a baciarci semplicemente ma in quel momento Louis era lontano
dalla
mia mente.
Non so a quanti di voi
piacerà questo capitolo, a dire il
vero anche io sono andata contro me stessa perché sto
tifando brutalmente per
un’altra persona ma devo dire che le mie dita quando scrivono
si muovono
abbastanza da sole. Spero di non aver deluso troppo le vostre
aspettative.
Grazie per le recensioni e chi mi
segue, nel capitolo prima
quando ho visto che dopo mezz’ora che avevo pubblicato avevo
già dieci
visualizzazioni stavo per piangere. Davvero mi fate felice e mi fate
venir
voglia di continuare a scrivere.
Al prossimo capitolo!
Nyota
|
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Capitolo 11 *** Bad luck, sometimes it find you ***
- Bad luck,
sometimes it find you -
Avevo lasciato nuovamente la
tapparella alzata e così a
svegliarmi fu il raggio del sole che mi colpì in pieno viso
in modo molto
fastidioso. Mi girai sentendo la testa pulsare dolorosamente,
aprì gli occhi e
vidi accanto a me Harry. In un attimo mi tornarono alla mente tutti i
ricordi
della sera prima, il bere, le sue parole, i baci. Cercai di tirarmi su
a sedere
nonostante sentissi girare la testa e mi venisse da vomitare,
istintivamente guardai
sotto la coperta per controllare che fossimo vestiti visto che non mi
fidavo
ciecamente della mia memoria.
Mi guardai intorno ancora e feci per
uscire dal letto e in
un attimo sentì lo stomaco fare una capriola, mi alzai di
colpo e corsi in
bagno sbattendo contro le bottiglie che erano per terra ma chiudendo la
porta
in tempo prima di abbracciare il gabinetto.
Sentì la porta aprirsi
mentre mi sedevo per terra tenendomi
la fronte che pulsava dolorosamente.
- Ho bisogno di un aspirina, giorno.-
Mormorai alzando lo
sguardo verso Harry che sembrava messo meglio di me.
Era silenzioso stranamente e senza
dirmi nulla si sedette
accanto a me per terra guardandomi negli occhi.
- Ti ricordi tutto?- Mi chiese e io
annuì rispondendo:-
Sì..E sono un po’ confusa devo ammetterlo, ma non
dal fatto che ci siamo
baciati ma da quello che mi hai detto.-
- Te lo devo proprio spiegare?-
Abbassò lo sguardo
scrollandosi i capelli che gli cadevano sugli occhi.
- Forse dovresti.- Mi alzai per darmi
una sciacquata al
lavandino e cercando un minimo di avere un aspetto decente visto che
non
sembravo sconvolta, di più.
- Ci tengo a te, Ali, ormai lo sai
bene. E sai anche quanto
io voglio bene a Louis. Vedo che vi state avvicinando e forse io sto
facendo l’egoista,
tutto qui.- Mi spiegò alzandosi anche lui e guardandomi
attraverso lo specchio.
- Quindi sei geloso di me e Louis?-
Chiesi alzando un
sopracciglio e ricambiando lo sguardo.
- Non direi geloso, insomma..-
Iniziò gesticolando come per
spiegarsi meglio mentre io lo guardavo come per fargli capire che la
sua
risposta non mi bastava.
- E quindi mi hai baciata.. e ora?-
- E ora..Credo faremo finta di
niente, in fondo eravamo
molto ubriachi.- Disse spostandosi per abbracciarmi la vita appoggiando
il
mento sulla mia spalla.
- E meno male che avevi detto che non
ci saremmo ricordati
nulla.- Ridacchiai sorridendogli convinta anche io che fosse la cosa
migliore
nonostante fossi ancora confusa.
Ci facemmo portare la colazione in
camera mentre una
cameriera portava via il sacchetto con le bottiglie vuote della sera
prima e io
cercavo di mangiare con scarso visto che avevo ancora la nausea
nonostante l’aspirina.
I ragazzi ci vennero a trovare in
camera e nonostante
ridessi e scherzassi tutti notarono che ero un po’ mogia
così nel dubbio mi
misurai la febbre nonostante fossi sicura di non essere ammalata. E
invece mi
sbagliavo avevo due linee di febbre bella e buona.
- Perfetto e in tempo per la
partenza. Che sfiga!- Mi
lamentai facendomi cadere sul materasso tra Liam e Zayn appoggiando la
testa
sulle gambe di Niall.
- In effetti, questo vuol dire che
dovrai stare in hotel.-
Mi rispose Louis.
.- Ma io volevo vedere il vostro
concerto.- Sospirai
inclinando la testa verso Niall sperando che almeno lui ci uscisse con
un: “vieni
lo stesso” ma invece rispose dicendo:- E’ un
peccato, anche perché portavamo
come cover una delle tue canzoni preferite-
- Quale?- Alzai un sopracciglio.
-
Use
somebody dei Kings of Leon.-
Mi sollevai a sedere strizzando gli
occhi perché sentivo la
testa pulsare.
- E voi mi vorreste tenere chiusa in
camera? Non ci pensate
neanche voglio sentirvela cantare, vengo solo per quella.- Iniziai
guardandoli
uno per uno.
- Alice, sarebbe peggio rischi di
prolungare la febbre.- Mi
disse Liam guardandomi con quel solito sguardo premuroso che lo
caratterizzava.
- Per favore, sapete quanto amo
quella canzone.- Li pregai
cercando di fare uno sguardo da cane bastonato visto che tutti
sembravano d’accordo
con lui.
- Potremmo chiedere
all’autista di portarla poco prima e poi
di riportarla in hotel.- Propose Louis dandomi man forte.
- Esatto! Farò la brava lo
giuro, quando mi dirà di tornare
tornerò indietro, promesso.- Sorrisi angelica e questo
sembrò convincerli.
Saltai pranzo non riuscendo proprio a
buttare giù un boccone
e al pomeriggio, nonostante lo avessero libero, fecero dei turni per
tenermi
compagnia rimanendo in hotel con me.
Il primo a venire fu Zayn che mi
portò un videogioco per il
computer e anche se rischiavo di addormentarmi dopo un po’ lo
vidi leggere un
messaggio e lanciare con uno sbuffo il cellulare contro il materasso
senza
rispondere.
- Qualche problema?- Chiesi, ero
sdraiata a pancia in giù
come lui ma io abbracciavo il cuscino e lo guardavo giocare.
- No nessuno.- Mi rispose quasi secco.
- E’ di nuovo Perrie?-
Chiesi alzando la testa per guardarlo
meglio, lui mise in pausa voltandosi a guardarmi.
- Sì, mi ha dato buca di
nuovo.- Fece una smorfia come se
fosse rassegnato.
- Ti abbraccerei se non rischiassi
ancora di più di
attaccarti la febbre.- Risposi mordendomi il labbro inferiore senza
distogliere
lo sguardo. Lui mi abbracciò facendomi cadere sulla schiena.
- Devi sapere che abbiamo
già fatto la febbre tutti quest’anno,
ce l’ha attaccata Harry senza volerlo quindi dovremmo avere
tipo una difesa
immunitaria. Credo.- Sorrise stringendomi tra le sue braccia.
- Mi dispiace Zayn, perché
ci provi ancora?- Chiesi alzando
un sopracciglio.
- Perché mi piace, infondo
anche se mi tratta male, anche se
non piace agli altri e alle fans e anche se dovrei lasciarla andare per
una
migliore lei mi piace.-
- Oh, bello e innamorato!- Lo presi
in giro ridendo e lui mi
guardo con un sorriso furbo prima di farmi il solletico in tutta
risposta
facendomi ridere come una matta.
Quando Zayn se ne andò per
dare il cambio a Liam mi sembrava
risollevato ed ero felice di vederlo sorridere nonostante
l’ennesimo due di
picche. Sembrava tanto il ragazzo stronzo che non gliene frega niente
ma in
fondo era il più dolce e fragile di tutti secondo me.
Quando entrò Liam in
camera feci per rotolare per salutarlo
visto che mi ero incastrata nelle coperte.
- Oh ma che cacchio sono queste?!- Mi
lamentai mentre
cercavo di liberarmi scatenando la sua risata.
Mi aiutò a liberarmi e da
lì iniziammo a parlare di tutto e
di più fino a parlare dei film che da piccoli adoravamo.
Sapevo che lui aveva
una passione per Toy Story, Vero me ne aveva parlato tanto, e lui si
sorprese
nel sapere che i miei cartoni preferiti erano Il Re Leone e Peter Pan.
Così a quel punto mi misi
a sedere, avevo una maglia a
maniche lunghe sopra i pantaloncini del pigiama così
arrotolai la manica per
mostrargli un piccolo tatuaggio che avevo sul braccio di due stelline
che avevo
fatto al mio diciottesimo compleanno appunto per la storia del ragazzo
che non
voleva crescere.
- Quanto avete bevuto ieri sera?- Mi
chiese ad un certo
punto.
- Bho credo cinque o sei birre per
uno e una bottiglia di
vino, perché?-
- Perché sta mattina anche
Harry sembrava abbastanza
sconvolto ma meno di te.- Mi sorrise porgendomi il termometro per
misurare
ancora la temperatura.- Tienila d’occhio.- Aggiunse
riferendosi alla febbre.
- Non è colpa mia se
voleva festeggiare, sono una facile da
convincere per alcune cose.- Ridacchiai prima di mettere in bocca
quell’aggeggio
e aspettare qualche minuto.
- E’ pazzo quel ragazzo..-
Sorrise e quando suono il
termometro lo tolsi mostrandogli che la linea di febbre era sempre
lì.
- Perché voi tutti non lo
siete? E’ per questo che piacete
tanto alle fans, perché siete pazzi.- Sorrisi ancora prima
che lui si alzasse
per dare il cambio al prossimo componente e mentre accadeva questo io
presi il
computer e lo accesi sperando di trovare la mia migliore amica online.
Hello guys! Spero che questo capitolo
non sia troppo lento
da leggere e prevedo che il prossimo sia ancora più
movimentato, spero mi esca
così.
Comunque come sempre ringrazio tutti
quelli che leggono e
recensiscono, davvero mi fate molto piacere.
Alla prossima!
Nyota
|
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Capitolo 12 *** I cannot hide this even though I try ***
- I cannot
hide this even though I try -
- Michi?- La chiamai visto che mi
aveva risposto alla
videochiamata.
- Ali!- Esultò lei
guardandomi con un sorriso, finalmente ci
eravamo beccate dopo tanto. – Come stai?-
- Ammalata a New York, non
potrò vedere Central Park. Sono
una sfigata.- Risi con lei.
Iniziammo a parlare e io le raccontai
di tutto ciò che mi
stava accadendo con Harry e Louis, le raccontai del bacio con il riccio
prima
che entrasse Niall dalla porta. Michi rimase tranquilla, non era una
vera e propria
fans.
- Secondo me Ali sei confusa sai? Tu
cosa vuoi veramente?-
Rimasi un attimo interdetta pensando alla domanda, cosa volevo
veramente? Non
mi ero mai posta il problema di fare chiarimento nella mia mente e nel
mio
cuore.
- Ali, credo che Michi abbia ragione.
Non volevo dirtelo ma
è dal tuo sogno che lo penso.- Mi disse il biondo
guardandomi dopo essersi
sdraiato accanto a me.
- I..io non lo..- Iniziai balbettando
visto che stavo
andando in agitazione, solo ora che me lo facevano notare capivo in
quale
assurda situazione mi trovavo. Iniziavo a sentirmi come la protagonista
di
quelle serie TV in cui la ragazza è contesa tra due ragazzi.
- Potremmo parlare di altro?- Chiesi
ad un certo punto con
un sorrisone e Niall ridacchiò abbracciandomi.
- Ali, lo sai che prima o poi dovrai
fare i conti con questa
cosa.- Disse lui e Michi annuì dalla telecamera evidentemente
d’accordo con Niall.
Continuammo a parlare di altro e io e
la mia migliore amica
facemmo ridere Niall come un matto mentre raccontavamo di nostri
ricordi, dei
nostri giochi e delle nostre varie figure che avevamo fatto insieme.
Quando chiusi la chiamata mi presi un
momento abbracciata a
Niall, quella sua dolcezza mi distruggeva mettendomi davanti tutto
quello che
non volevo vedere. Mi sfogai per tutto finendo persino a parlargli di
mio
padre. Piansi come non mai fino a sentire la testa pulsare fino a
scoppiare e
lui era sempre lì a stringermi, ad accarezzarmi i capelli e
soprattutto ad
ascoltarmi. Era davvero un amico, uno dei migliori che si potessero
avere.
Niall se ne andò e diede il
cambio a Louis che mi vide ancora
con gli occhi rossi e lucidi per il pianto.
- Ehi cos’è
successo?- Mi chiese guardandomi con un
sopracciglio alzato.
- Niente, ho visto la mia migliore
amica in web, mi manca
tanto.- Mentì spudoratamente e nonostante il suo sguardo mi
facesse capire che
non se la beveva lo ringraziai mentalmente per il fatto che non fece
domande.
- Allora come va con Eleanor?- Chiesi
io guardandolo con un
sorriso dolce.
- Un po’ meglio, ieri non
abbiamo litigato e oggi non
ancora.- Mi rispose con lo stesso sorriso che mi fece venire dei
brividi, gli
feci segno di sedersi accanto a me.
- Meglio no? Magari è solo
un momento di crisi.- Mi morsi il
labbro inferiore quasi maledicendo le mie parole mentre mi giravo per
prendere
una tachipirina per il mal di testa.
- Sì, forse lo è.- Non si era ancora seduto ma un
oggetto nero aveva attirato
la sua attenzione: la mia macchina fotografica, era da un po’
che non facevo
foto così gli feci segno di passarmela. Si lasciò
cadere sdraiato sul materasso
passando la fotocamera e da lì iniziammo a sclerare:
ridevamo e ci facevamo
foto facendo facce stupide, poi lui iniziò a parlare in
falsetto facendo la
voce strana e facendomi ridere fino a sentire male alle guance.
- Peccato che non potrò
umiliarti su facebook con queste
foto.- Esclamai dopo un momento in cui gli avevo chiesto un
po’ di tregua.
- Perché no scusa?- Mi
chiese ridacchiando per la mia
faccia.
- Perché non voglio poi
sentire alcune fans insultarmi, so
che lo farebbero e io non sono capace di fregarmene dei giudizi degli
altri.-
Mi morsi ancora il labbro inferiore abbassando lo sguardo su una nostra
foto
mentre ridevamo, era venuta bene e sicuramente sarebbe rimasta un bel
ricordo.
Louis mi abbracciò la vita
circondando poi il mio corpo con
le sue gambe, io ero in mezzo ad esse con le gambe incrociate. Lo vidi
spuntare
col viso per guardare la foto con me.
- Sai quante volte mi hanno detto che ero infantile? A me piace far
ridere gli
altri, sono un casinista lo ammetto ma io penso ad essere
ciò che sono con i
miei amici. Mi conta solo del loro giudizio, se gli altri non vogliono
accettarmi per come sono pazienza c’è qualcun
altro che lo farà al loro posto.-
La sua mano accarezzò la mia vicino al tastino per
cancellare le foto
soffermandosi con la punta delle dita sulle mie unghie. Sospirai
sentendo un
leggero brivido percorrermi la spina dorsale e pensando che avrei
voluto rimanere
così per sempre, sentivo il cuore battermi e la sola idea
che lui poteva
allontanarsi da me mi faceva sentire freddo. Stavo cadendo verso un
precipizio
da cui non sarei risalita, me ne rendevo conto benissimo ma non
riuscivo a
fermarmi.
Alzai lo sguardo su di lui stringendo
le labbra prima di
parlare:- Ieri sera, lo sai che ti avrei baciato?- Incontrai il suo
sguardo che
non sembrava molto sorpreso dal fatto che tirassi fuori questo
argomento.
- Lo sapevo, ma qualche pensiero ti
ha bloccato vero?- Annuì
prima di rispondere:- Sì, ho pensato
che mi stessi usando per qualche motivo che non so. Che in fondo
potresti
baciare qualsiasi ragazza e che forse stavi approfittando del fatto che
lì ci
fossi solo io.- Sputai la verità guardando poi altrove
mentre mi insultavo
mentalmente, perché avevo parlato? Lui mi prese il mento con
una mano
rivolgendo il mio sguardo sul suo.
- Sul serio hai pensato questo di
me?- Aveva la fronte
aggrottata e sembrava quasi arrabbiato per quello che avevo detto.
- Per un attimo l’ho
pensato, ma poi mi sono ripensandoci
sono arrivata alla conclusione che non mi sembri il tipo che lo
farebbe. O per
lo meno che non lo farebbe con una sua amica, vero?-
- Appunto. Sai che ti voglio bene. Mi
stupisce che ti sia
arrivato questo pensiero.- Si lamentò ancora alzando di poco
il busto per
guardarmi meglio.
- Ma a me giunge spontanea una
domanda: Perché volevi
baciarmi? Insomma tu stai con Eleanor.-
- Te l’ho detto cosa mi sta
dicendo ultimamente e io sto
iniziando a crederle.- Abbassò lo sguardo così io
mi girai un po’ di più
guardandolo.
- Louis tu la ami?- Iniziai parlando
decisa come se volessi
da lui tutta la verità.
- Sì.- Rispose senza
alzare lo sguardo.
- Guardami negli occhi e ripetimelo.-
Gli presi il mento
come lui aveva fatto con me.- Tu la ami?-
- S…Sì,
penso..- Mormorò guardandomi negli occhi.- Sono
confuso, ecco la verità.-
- Sei confuso e cerchi di baciarti la
quasi sorellastra di
Harry. Mi sembra giusto.- Alzai un sopracciglio facendo schioccare la
lingua
contro il palato.
- Ali, non è
così.- Tornò a guardarmi con lo stesso sguardo
quasi arrabbiato di prima.
- E com’è
allora? No perché mi stai abbastanza confondendo.-
- E’ difficile da
spiegare.- Gesticolò e io mollai la
macchina fotografica incrociando le braccia al petto:- Provaci.-
Esclamai ma
lui rimase un attimo zitto come in cerca delle parole giuste.
- Non posso.-
- Perfetto, se ti sembra che mi basti
come risposta.- Feci
per alzarmi dal mio letto ma lui mi prese per i fianchi rimettendomi
giù:- Ali
per favore…- Mi pregò guardandomi con gli occhi
da cane bastonato.
- Non attacca Louis. Capiscimi sono
ieri hai provato a
baciarmi due volte e per nostra fortuna siamo stati interrotti tutte le
volte.
Tu mi dici che non me lo sono sognato e che volevi baciarmi ma ehi! Ti
devo
ricordare che al di là dell’Oceano
c’è una ragazza che ti ha detto che forse
sei confuso e tu non sai se darle ragione o torto? Secondo te come mi
sento?
Perché sì ti avrei baciato e forse anche
volentieri anche se avrei rovinato
tutto.. e sto parlando troppo.- Sbuffai cercando di spostare le sue
mani che
fecero una pressione maggiore per non farmi scappare. Lo guardai negli
occhi,
una luce divertita era tornata ad accendere il suo sguardo:- Davvero ti
avrebbe
fatto piacere?-
- Non sono io quella che ti deve delle risposte, sei tu che te ne devi
dare.-
Feci un sorrisetto passandomi una mano tra i capelli.
- Stai cambiando discorso.-
Ridacchiò lui senza lasciarmi.
- Perché tu no?- Alzai di
nuovo il sopracciglio guardandolo
con lo stesso sorrisetto di prima.
- Miss confusa- Sorrise e
sentì che le sue mani si
spostarono per abbracciarmi la vita di nuovo ma sta volta avevo il
petto
rivolto verso di lui.
- Perché tu?- Sorrisi
guardandolo dritto negli occhi
sentendolo sempre più vicino a me. – Devi trovare
una risposta Carota, e io non
posso dartela.-
Gnagnagna eccoci al nuovo capitolo,
che ve ne pare? Fatemi
sapere come sempre nelle recensioni e grazie chi mi segue sempre con
tanta
voglia.
Nyota
|
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Capitolo 13 *** Girl I see it in your eyes you're disappointed ***
-
Girl I
see it in your eyes you’re disappointed -
Quando Louis uscì dalla
stanza mi rigirai nel letto e nel
giro di pochi secondi entrai in uno stato di dormiveglia stringendo il
cuscino
come un peluches. Sentì la porta aprirsi e chiudersi ma non
mi mossi rilassata
da quel momento. Qualcuno salì sul letto e arrivò vicino a
me, potevo sentire
vagamente il suo profumo che però non riuscì
subito ad identificare. Quella
persona si sporse verso di me solleticandomi il viso con il respiro e
poi sentì
le sue labbra posarsi sulla mia fronte sentendo poi un verso di
dissenso.
Aprì gli occhi per
voltarmi a vedere chi fosse in camera mia
e uno sguardo divertito incontrò il mio, sorrisi appena
prima di nascondere uno
sbadiglio contro il cuscino.
- Giorno Harry.- Mugugnai mentre lui
mi accarezzava i
capelli.
- Mi sa che ti è salita la
febbre, mi sembri più calda.- Mi
rispose facendo una leggera smorfia, effettivamente sentivo il mal di
testa più
forte.
- Vuol dire che allora domani
starò meglio, di solito
raggiungo il picco e nel giro di qualche ora poi dovrebbe passare.- Mi
alzai
dal letto con calma per prendere il termometro e misurare la
temperatura e come
avevo immaginato era alta.
Lui mi guardo allargando le braccia e
invitandomi in un
abbraccio che non rifiutai affondando il viso nell’incavo del
suo collo. – Mi piace
questo profumo.- Mormorai alzando lo sguardo verso di lui.
- Me l’ha regalato Louis.-
Rispose accarezzandomi ancora i
capelli con una mano.
- Ha buon gusto il ragazzo.-
Ridacchiai lasciandomi
coccolare da lui.- Sono felice di vedere il vostro concerto domani, a
che ora
dobbiamo partire?-
- Alle sei di domani mattina abbiamo
il volo e due ore di
viaggio, appena arrivati dovremmo fare subito il sound-check.-
Annuì
immaginando già che a fine giornata sarei arrivata stanca
morta ma loro
sarebbero stati peggio di me, volevo seguirli anche al sound-check
però non so
quanto mi sarebbe convenuto dirglielo ora.
- Louis mi ha detto che sai cosa
succede con Eleanor.- Disse
di punto in bianco e io annuì ancora, sentivo la gola
bruciare un po’ e di
parlare non mi passava lontanamente nella testa.- Ali ti piace Louis?-
A quel
punto lo guardai stranita con un sopracciglio alzato: - No è
mio amico, come ti
è uscita?-
- Errore mio, era solo una domanda.-
Fece un sorrisetto
mentre le sue dita dai capelli si erano spostate sul mio viso e mi
accarezzava
il mento con il pollice tenendo l’indice sotto.
- Comunque no, per me è
solo un amico.- Mi morsi il labbro
pensando che in quel momento avrei voluto abbassare lo sguardo che
invece era
puntato sul riccio, stavo forse mentendo?
- Ti posso credere?- Mi chiese ancora
mentre io aggrottavo
la fronte per la domanda e rispondevo sicura:- Sì che puoi.-
Sentì le sue dita sul mio
mento fermarsi per poi fare una
leggera pressione e sollevare un poco di più il mio viso, a
quel punto sentì le
labbra di Harry posarsi sulle mie mentre con un braccio mi circondava
la vita
spostandomi di più sopra di lui.
Rimasi un attimo bloccata fra le sue
braccia sia stordita
dal suo bacio sia dal mal di testa ma poi lo allontanai leggermente:-
Harry,
non possiamo..Insomma non abbiamo nessuna giustificazione sta volta.-
Lui
riavvicinò il viso al suo prima di sussurrarmi a fior di
labbra:- Lo so, ma mi
è piaciuto baciarti ieri notte. Ricordo ogni cosa, ogni
sensazione.-
Le sue labbra premettero ancora con
forza sulle mie prima di
muoversi sciogliendomi letteralmente e facendomi provare mille brividi
lungo il
corpo. Una parte di me sapeva che lui poteva farmi perdere il controllo
delle
cose e forse volevo che lo facesse ma una piccola idea comunque
infastidiva la
mia mente e lo allontanai ancora:- Non voglio rovinare tutto-
- Me lo hai già detto.-
Rispose lui guardandomi come
amareggiato.
- Quindi sai che non posso.- abbassai
lo sguardo tornando a
mordermi il labbro inferiore.
- Non puoi ma vorresti.- Concluse lui.
- Sì..- Risposi di getto
prima di correggermi:- No, insomma
tu sei un amico per me. Sei quasi un fratello..-
- Però Louis lo
baceresti.-
- Ci hai origliati?- Alzai il viso
per riuscire a guardarlo
meglio nonostante il suo braccio intorno alla vita mi tenesse attaccata
a lui.
- Una parte, stavo andando da Zayn.-
Ammise abbassando lo
sguardo.
- Bene, ci hai origliati e ora
vorresti baciarmi. Inizio a
non capirti più Styles.- Feci pressione contro il materasso
per alzarmi ma lui
mi tenne a terra con forza. – Lasciami Harry.- Lo guardai
lasciandogli
intendere che non ammettevo contrordini.
Riuscì ad alzarmi e mi
allontanai dal letto passandomi una
mano fra i capelli e ignorando la testa che girava e pulsava
dolorosamente.
Sentì che anche lui si era
alzato ma non mi voltai
continuando a dargli la schiena.
- Spiegami, per favore.- Mormorai
continuando a fissare il
muro.
- Non lo so nemmeno io Ali.- Lo
sentivo, era dietro di me a
un passo ma non mi spostavo, non volevo spostarmi.
- Perfetto e dovremmo continuare
così? Senza sapere niente?
Continuando a confondermi così? Perché
sì, Harry, mi stai confondendo perché inizio
a non capire più cosa vuoi.- Esclamai prima di sentire le
sue mani posarsi
sulle mie spalle:- Pretendi di continuare a fare finta di niente? Non
ci
riesco, non riesco a vederti come un semplice amico sapendo che ti ho
baciato. Per
questo non posso.- Continuai voltandomi forse di lui, lo abbracciai
affondando
il viso nella sua spalla. – Mi piaceva quando mi prendevi in
giro, quando ti
sdraiavi sul divano posando i piedi sulle mie gambe come se niente
fosse,
quando non mi dicevi: “ voglio baciarti e so che anche tu lo
vuoi.”, quando ci
addormentavamo insieme dopo aver parlato di qualsiasi cosa. Rivoglio
questo,
Harry. Non voglio finire per rovinare tutto, perché so che
si rovinerebbe
tutto. E so che infondo anche tu non mi vuoi davvero. Mi sbaglio?- Feci
un
sorriso per dimostrargli che effettivamente non ero arrabbiata con lui.
Lui mi
strinse sospirando:- Forse hai ragione, ti voglio bene. Sei come una
sorellina
per me, sono solo un po’ geloso tutto qui.-
- E di cosa?- Sorrisi ancora
prendendogli il viso tra le
mani:- Harry, sarò sempre tua amica. Anche quando
tornerò in Italia non voglio
perdervi, ho già organizzato con Niall per vedervi con skype
sempre se voi
vorrete vedermi ancora.-
- Certo che vorremo, insomma ci
mancherà una rompiscatole in
più.- Rise e mi scompiglio i capelli facendo ridere anche
me.
- Sai mi piace la tua risata,
è strana.- Mi disse prima di
iniziare a farmi il solletico e farmi ridere come una matta, poi lo
sentì
sollevarmi da terra stringendomi per i fianchi e farmi cadere sul letto.
- Dai dormi un po’
così domani mattina sarai più carica, ti
svegliamo per la cena.- Mi diede un altro bacio sulla fronte prima di
allontanarsi dal letto.
- Harold?- Lo chiamai ridacchiando.
- Non chiamarmi così, ti
prego.- Mi guardo sorridendo
fermandosi in mezzo alla stanza.
- Non ho sonno, vuoi lasciarmi qui ad
annoiarmi? Sei pessimo
come fratellastro maggiore.- Risi ancora mentre lui si buttava sul letto
cercando
di centrarmi ma io rotolai via. Riprese a farmi il solletico fino a che
non
piansi dal ridere. Alla fine mi mise sotto le coperte costringendomi a
calmarmi
un po’, lo abbracciai come se lui fosse un orsetto e
continuammo a parlare
finchè grazie alla sua voce che mi stava rilassando sempre
di più non mi
addormentai.
Sognai ancora quel teatro ma sta
volta c’era più luce. Come
l’ultima volta sentì Harry voltarmi e avvicinarmi
a lui e prima che mi baciasse
sussurrò facendomi venire dei brividi:- Non mentire a te
stessa.- Questo mi
confuse nonostante non lo fermassi e come l’ultima volta mi
sciolsi tra le sue
braccia ricambiando il bacio, intrecciando la lingua con la sua e
affondando le
dita fra i suoi capelli. Sempre come l’ultima volta il suo
viso cambio
trasformandosi in quello di Louis ma questo non mi fermò
visto che già lo
aspettavo e forse fin dall’inizio aspettavo lui. Di diverso
sta volta ci fu che
il viso di Louis cambiò in quello di Harry per poi tornare
quello di prima,
questo mi confuse ma non riuscivo a staccarmi da quelle labbra.
Forse avevano ragione Michi e Niall,
forse ero veramente
confusa nonostante non lo volessi ammettere davvero. Si sbagliavano ne
ero
certa, loro erano miei amici e non potevo innamorarmi, non potevo e non
dovevo.
Quando mi risvegliai era notte,
vedevo sul cellulare sul
comodino l’ora che segnava le due. Harry era ancora
lì sul letto con me ma si
era cambiato e ora era in boxer. Socchiusi ancora gli occhi appoggiando
la
fronte contro il suo petto e ripensando a quel maledetto sogno e al
fatto che
avevo due nomi nella mia mente in quel momento e non riuscivo a pensare
ad
altro se non a loro due: Louis e Harry.
Hello! Come state? Iniziata bene
l’estate? Chiedo scusa per il
ritardo ma ho avuto dei giorni pienissimi, incredibile ma vero ma sono
a tappo
anche d’estate!
Ringrazio chi recensisce e chi mi
segue con grande voglia perché,
davvero, per leggere quello che scrivo ce ne vuole di voglia.
Con questo vi saluto, occhio a non
abbrustolirvi troppo al
sole!
Nyota
|
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Capitolo 14 *** Look how they shine for you ***
- Look how
they shine for you -
Guarì dalla febbre e
passarono i giorni. Le cose tra me e
Harry migliorarono nonostante il nostro discorso e anzi mi sembrava che
il
nostro rapporto fosse tornato quello di un tempo anche se a volte
insistesse
per dormire con me; invece le cose tra Eleanor e Louis andavano
peggiorando,
sembrava più stressato soprattutto dopo che lui le aveva
chiesto di
raggiungerlo e lei aveva rifiutato. All’inizio mi diedi la
colpa per qualche
strano motivo per quello che era accaduto tra i due ma poi mi convinsi
che mi
sbagliavo, loro due non c’entravano con tutto quello che mi
stava intorno.
Durante quel periodo ripresi a fare
foto più spesso
immortalando i ragazzi mentre provavano oppure iniziavano a scrivere
delle
canzoni che sarebbero andate nel prossimo album. I concerti erano
emozionanti
anche dietro le quinte e capivo cosa provassero tutte quelle fan ad
essere
semplicemente lì a guardarli.
Inoltre feci amicizia con la loro
parrucchiera personale e
ovviamente con la piccola bimba, adoravo Lux e spesso io e Zayn
finivamo per
litigarcela per chi dovesse badare a lei.
La cosa che sorprese tutti fu che
nonostante fossero già
passati quasi due mesi nessuno mi aveva ancora notata intorno ai
ragazzi e
ringraziando il cielo ero ancora nell’anonimato. Non volevo i
riflettori volevo
semplicemente vivere quell’avventura che aspettavo forse da
tanto e non potevo
perdermela.
Eravamo intorno alla Louisiana sopra
il tour bus in uno di
quei giorni più caldi che avessi mai vissuto da quando ero
partita dall’Italia
e per mia grande fortuna i ragazzi avevano un giorno libero, ci avevo
pensato
per una mattinata intera e avevo in mente un piano perfetto: volevo
trascinarli
a spiaggia e magari fermarci in un camping per cenare con schifezze e
robe
varie e se riuscivo a trovare un telo avremmo potuto dormire sotto le
stelle.
- Ragazzi ho una proposta da farvi!-
Esultai sedendomi sul
divanetto di uno pseudo-soggiorno.
- Aiuto, cos’ha in mente.-
Esclamò Louis sedendosi davanti a
me con un sorrisetto e io in risposta gli feci una linguaccia.
- E’ un idea geniale,
venite tutti.- Aspettai che tutti si
sedessero intorno a me e li guardai con un sorriso a trentadue denti.-
Rullo di
tamburi!- Indicai Niall che iniziò a battere le mani su un
mobile.- Ho
organizzato un pomeriggio al mare e se riusciamo mi piacerebbe fermarci
a
cenare in spiaggia con tanto di falò, marshmallow e, per
concludere in
bellezza, potremmo dormire fuori.-
- Io ci sto!- Esultò
subito Niall
- Lo sapevo che se avessi detto
marshmallow tu avresti detto
sì.- Lo presi in giro ridendo.
Gli altri erano un po’
titubanti così sbuffai guardandoli
con uno sguardo da cane bastonato per pregarli:- Dai, ci divertiremo ve
lo
assicuro. Siamo su delle spiagge fantastiche e ci sono un sacco di
camping.
Liam lo so che mi dai ragione, vero?- Lo abbracciai sicura che
così lo avrei
sciolto e con mia grande fortuna lui annuì sospirando:- E va
bene, ci sto anche
io.-
- Bene siamo tre su sei, non potete
lasciarci soli!- Mi
lamentai guardando Harry, Louis e Zayn.
- Ma ci saranno le zanzare!-
Iniziò Zayn tirando fuori il
labbro in una smorfia.
- Porto l’autan.- Risposi
con un sorriso mentre mi sedevo
tra Liam e Niall.
- Sta notte avremo freddo.-
Continuò il moro.
- Porteremo delle coperte.-
- E ci sarà umido
sull’erba!-
- Ho trovato un telo di plastica
insieme ad uno della
security che ci salverà dal bagnato.-
- Sarà troppo
buio…- Si lamentò infine abbassando lo sguardo
visto che non trovava più scuse.
- Lascerò il cellulare
acceso vicino a te così non sarà
troppo buio.- Sorrisi dolcemente cercando il suo sguardo sicura che
anche con
lui fosse fatta:- Dai Zayn, ti volevo sfidare a beach volley insomma
sono
sicurissima di batterti.-
- Va bene vengo ma ti farò
nuova sulla spiaggia, sappilo.-
Fece un mezzo sorriso ricambiando il mio sguardo.
- Louis se non vieni ti
riempirò un paio di scarpe di panna
e Harry, invece, chiamerò papà dicendogli che mi
hai abbandonato
clamorosamente.- Li guardai con un sorriso vittorioso.
- Non vale usare i nostri genitori!-
Si lamentò il riccio
guardandomi male e io in risposta alzai le spalle:- A voi la scelta.- I
due
ragazzi si guardarono un attimo prima di annuire insieme:- Va bene
veniamo.-
- Sì!- Esultai.- Dillo che
sono un genio leprecauno!-
Risposi guardando Niall ridendo.
- No non lo sei in nessun caso.- Mi
rispose lui ridendo
mentre io abbassavo lo sguardo fingendomi sconfortata.
Partimmo subito dopo aver mangiato un
panino veloce sul tour
bus e in pochi minuti eravamo in una spiaggia completamente vuota ma
vicino ad un
camping. Non ci pensai due volte prima di lanciarmi di corsa sulla
sabbia e
spogliarmi, avevamo tutti il costume sotto, mollando la roba lungo il
mio
cammino per buttarmi in acqua. Dopo qualche minuto arrivarono anche gli
altri
cercando di affogarmi.
Mentre ci lanciavamo la palla in
acqua tentati di affogare
Louis più volte ma fu lui ad affogare me in poche mosse.
Giocammo anche a beach volley vicino
alla riva io, Niall e
Louis contro Liam, Zayn e Harry e vincemmo noi con grandissimo
vantaggio.
Quando calò la
sera e iniziò a fare fresco ci
andammo a cambiare al camping in modo da poter togliere i costumi
bagnati e poi
trovammo un falò già pronto, sempre sulla
spiaggia, che accendemmo. Mangiammo
intorno a quella fonte di calore lasciando abbrustolire wurstel e
marshmallow
su dei bastoncini proprio come accadeva nei film mentre Niall suonava
la
chitarra. Scoppiavamo dal troppo cibo e cantammo a squarciagola girando
intorno
al fuoco, sembravamo pazzi ma infondo non ce ne fregava niente eravamo
pur
sempre dei ragazzi in piena libertà.
Quando poi iniziavamo ad
addormentarci decidemmo di andare
al camping e stendere il telone per poi spargere una
quantità assurda di
coperte e cuscini che usammo per avvolgerci stile sacco a pelo,
lì sotto le
stelle rimanemmo ancora a parlare io in mezzo tra Harry e Louis con
Niall e
Zayn vicino a quest’ultimo e Liam dall’altra parte.
- Si sono addormentati tutti?- Chiesi
nel silenzio, mi ero
alzata per andare in uno pseudo-bagno che c’era nel camping e
da un momento all’altro
avevano tutti smesso di parlare.
- No io sono ancora sveglio.- Mi
rispose Harry alzando il
viso da un cuscino mentre io mi sdraiavo di nuovo fra lui e Lou a
pancia in su
guardando le stelle. Mi commuoveva quello spettacolo, amavo le stelle e
raramente potevo vederle così chiaramente e ogni volta che
ci riuscivo rimanevo
a bocca aperta come una bambina.
- Vedi là?
C’è la stella polare, e quella è Venere
sembra
una stella e gli antichi pensavano che li ci fosse il paradiso
perché è il
primo punto luminoso che si vede nel cielo.- Iniziai puntando il cielo
con l’indice.
- E’ uno spettacolo
bellissimo, mi ricorda un po’ il paese
dove sono cresciuto lì qualche volta riuscivo a vederle
così.- Mi rispose il
riccio girandosi in modo da poter guardare anche lui.
- In un libro e un film dicono che
ovunque tu sia la luna
non sarà mai più grande del tuo pollice.- Misi il
mio pollice davanti alla luna
chiudendo un occhio per verificare quella cosa. Harry fece lo stesso
avvicinando il suo dito al mio e poi aprì la mano per
prendere la mia che nel
frattempo si era sciolta, intrecciò le nostre dita
abbassando poi la mano e
portandosela sul petto costringendomi ad avvicinarmi a lui. Aveva messo
le
nostre mani all’altezza del suo cuore e sentirlo battere mi
rilassò. Mi girai
su un fianco guardando verso il suo viso e lui girò il suo
incontrando il mio
sguardo, mi avvicinai ancora abbracciandolo e senza spostare le nostre
mani
ancora intrecciate dal suo cuore.
- Mi rilassa sentire il tuo cuore.-
Gli rivelai mentre affondavo
il viso nella sua spalla, lui sorrise dandomi un bacio sulla fronte:-
Dovremmo
dormire.- Mi disse. Lo guardai ancora in viso, c’era qualcosa
di strano nel suo
sguardo ma non riuscivo a capire cosa. Annuì comunque
prendendo il cuscino con
l’altra mano e avvicinarlo a me in modo da non dovermi
spostare da quell’abbraccio,
nonostante il caldo mi faceva piacere e non volevo farne a meno.
Salve a tutti, tutto bene? Come
stanno andando le vacanze? Io
mi sto addormentando sotto il sole del terrazzo e rischio di far
scoppiare il
computer per il caldo ma a parte questo si sta d’incanto da
me.
Ringrazio le recensioni che mi sono
arrivate, le ultime mi
hanno davvero commosso insieme alle altre e davvero mi fate esaltare
tanto
così.
Detto ciò vi dico che ho
già il prossimo capitolo pronto, ho
scritto tanto e ho dovuto dividerlo quindi attendete ancora poco e lo
avrete
tra le mani.
Nyota.
|
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Capitolo 15 *** Tell me you don't want my kiss ***
-
Tell me you don't want my kiss -
Quando mi svegliai c’era
già il sole e l’aria fresca
mattutina ci faceva tutti stringere sotto le coperte, Harry dormiva
ancora e
teneva la mia mano stretta nella sua. Cercai di girarmi stiracchiando
un
braccio e vidi accanto a me Louis che strofinava il viso stanco sul
cuscino
guardando il cellulare, era su twitter e così immaginai che
si fosse svegliato
presto e non sapeva cosa fare. Quando mi notò mi rivolse un
sorriso che io
ricambiai dicendogli in labbiale:”Buongiorno”.
Mi salutò anche lui mentre mi passavo la mano
libera sul viso e la
lasciavo cadere sul cuscino, ero girata a pancia in su di nuovo e
iniziavo a
sentire l’altro braccio formicolare per la posizione un poco
scomoda.
Ad un certo punto lui
accarezzò il mio braccio con due dita
salendo fino al palmo della mia mano, lì poi
sfiorò con la punta delle dita i
miei polpastrelli. Rimase un attimo così come incantato poi
mi fece segno di
seguirlo prima che si alzasse e si stirasse, lo seguì
sciogliendo la mano da
quella di Harry e andammo insieme sulla spiaggia ancora in pigiama.
Era vuota se non per qualche
mattiniero che correva con il
cane e a camminare a piedi nudi sulla riva con le onde che ci toccavano
i piedi
mi risvegliava.
- Come mai sveglio presto?- Gli
chiesi guardandolo.
- Non riuscivo a dormire.- Mi
rivelò con un sorriso sulle
labbra.
- Tu che non riesci a dormire? Oddio
oggi piove gente!-
Scoppiai a ridere con lui.
- Era duro per terra, capiscimi.-
- Capisco che sei una pippa Tommo.-
Questa volta lui mi
puntò il fianco facendomi scoppiare a ridere e da
lì continuò a solleticarmi
mentre io cercavo di scappare, l’unica che faceva casino ero
io con le mie
risate. Ad un certo punto mi prese per i fianchi con le braccio
sollevandomi
sulla spalla come un sacco di patate.
- Pensavo fossi più
pesante.- Disse lui ridendo.
- Mollami! Lou!- Urlai sempre ridendo
mentre gli tiravo un
pugnetto contro la schiena, mi posò giù facendomi
però cadere sulle sabbia e da
lì gli presi una gamba facendo cadere pure lui. Feci per
gattonare via ma lui
mi prese la caviglia facendomi sdraiare di nuovo e bloccandomi a terra
col suo
corpo. Rimasi un attimo ferma a guardarlo mentre riprendevo fiato prima
di
premere una mano contro il suo petto per alzarmi ma lui non si mosse.
- Ferma.- Mi ordinò
guardandomi negli occhi, mi persi nel suo sguardo azzurro come il cielo di quel mattino. Lo vidi avvicinare il
viso al
mio fino a sfiorare le labbra con le mie.
- Lou..non puoi..- Sussurrai
trattenendo il respiro e
mordendomi il labbro inferiore.
- Perché mi fermi ogni
volta?- Mi chiese anche lui sussurrando.
- Perché ogni volta ti
devo ricordare che sei fidanzato?
Stai giocando con la fiducia di Eleanor e non voglio.- Risposi secca
guardandolo.
- Non so come sta andando tra me e
lei, so che però va
sempre peggio.- Rispose abbassando lo sguardo.
- E perché vorresti
baciarmi allora?- Alzai un sopracciglio.
- Perché è
l’unica cosa che voglio ora, all’inizio volevo
che lei venisse qui ma quando mi ha detto no per un attimo ero
sollevato.
Capisci?-
- Però devi prendere una
decisione precisa, non sono disposta
a rischiare di rovinare tutto senza avere una certezza da parte tua
almeno.-
Gli accarezzai i capelli dolcemente e quando mi accorsi di cosa stavo
facendo
allontanai la mano ma lui la prese riavvicinandola.
- Capisco ma Harry? Non mi sembra che
abbiate avuto molti
problemi.- Rispose e a quel punto mi alzai di colpo sollevando pure
lui:-
Cosa?! Voi sapete che io e..- Esclamai guardandolo.
- No solo io so, avanti è
il mio migliore amico e ti
aspettavi che non mi dicesse nulla?- Mi guardò con un
sorriso divertito mentre
io mettevo il broncio.
- In questo momento sto odiando la
vostra amicizia.- Risposi
mentre lui si spostava mettendosi dietro di me e abbracciandomi fino a
far
cadere la mia schiena contro il suo petto a quel punto rivolsi il mio
sguardo verso
il mare senza guardarlo.
- Capisco perché fai
così, con me. Ho lo stesso dubbio anche
io, è tutto incasinato.- Mi disse appoggiando il mento sulla
mia spalla.
- Sì ma non puoi prendermi
così quando vuoi. Inizio a
sentirmi usata e non capisco le tue intenzioni e la cosa non mi piace.
Sei un
amico Lou, però…- Mi prese il mento con una mano
in modo da voltare il mio
sguardo verso il suo viso:- Dimmi che non mi vorresti, dimmi che non
vorresti
che ti baciassi e che vorresti che rimanessimo solo amici.-
- Non voglio baciarti, voglio che tu
risolva con Eleanor e
rimaniate insieme e che noi due rimaniamo amici.- Dissi guardandolo
negli
occhi, lui sorrise lasciando il mio mento per poi dire:- Menti e la
cosa non mi
dispiace.-
Ignorai la sua risposta e mi toccai
le tasche notando solo
allora che avevo una penna, della serie cose insolite che spuntano
nelle tue
tasche. Feci schioccare le labbra prendendogli il braccio e portandolo
davanti
a me.
- Ti posso disegnare qualcosa?
Sì grazie.- Risi mentre
iniziavo a scrivere un “Hi! I’m a
chicken!” e tentavo di disegnare un pollo con
scarso successo. Lui guardava la mia opera tranquilla per poi prendere
la penna
in mano e scrivermi sul braccio:”Hello! Sarò
bagnata fra poco!”, mi lascio
qualche secondo per farmi capire le sue intenzioni e quando cercai di
alzarmi
per scappare lui mi prese per la vita:- Ah no, non scappi!-
- Louis Tomlinson se ci provi sei un
uomo morto! Non ci
pensare neanche!- Urlai ma lui mi fece il solletico trasformando le mie
grida
in risate, mi prese in braccio con un braccio sotto le ginocchia e mi
guardo un
attimo:- Non hai scampo ora.-
- No, Lou per favore!- Lo pregai
trattenendo le risate.
Niente da fare, il ragazzo prese la
rincorsa e si tuffò con
me in braccio in acqua e accidenti se era fredda! Riemersi
boccheggiando con i
vestiti incollati alla pelle ma di lui non c’era traccia:-
Lou? Louis! Se è uno
scherzo non mi piace!- Lo chiamai guardandomi intorno e dopo qualche
secondo
senti delle mani prendermi
le caviglie e
trascinarmi sott’acqua, poi delle braccia mi avvolsero
prendendomi in braccio
come prima e sia io che lui riemergemmo dall’acqua.
Tossì perché per la
sorpresa avevo bevuto e lo guardai per poi spostargli il ciuffo di
capelli che
gli si erano incollati sugli occhi:- Oh grazie.- Rise prima di
scrollare la
testa stile cagnolino.
- Bene e ora che siamo bagnati cosa
vorresti fare?- Chiesi
visto che non mi sembrava intenzionato a mollarmi.
- Io ti affogherei.- Rise prima di
buttarmi sott’acqua ma
una voce lo fermò infatti sulla riva c’era Niall
che ci stava chiamando.
- Bravo Niall! Vieni a salvarmi in
ritardo!- Mi lamentai
mentre Louis mi lasciava e io nuotavo verso il biondo uscendo
dall’acqua
appesantita dai vestiti bagnati.
- Cambiarvi e mettere il costume?-
Chiese il biondo
guardandoci entrambi bagnati fradici.
- No per il signorino qua dietro era
troppa fatica vero?- Lo
guardai con un sorriso divertito mentre lui annuiva così io
gli poggiai una
mano sul petto spingendolo e facendolo cadere di nuovo in acqua prima
di
scappare lungo la spiaggia con Niall per tornare al camping.
Rientrammo sull’autobus e
io e Louis ci facemmo la doccia
prima di tutti gli altri, incredibile quanto fosse attrezzato quel bus.
Giravo
lungo la parte delle cuccette con un asciugamano intorno al corpo,
avevo appena
finito di lavarmi prima dopo Louis e stavo cercando la mia roba per
cambiarmi. Trovato
ciò che cercavo mi voltai per chiudere la porta e cambiarmi
tranquilla ma
qualcuno sulla porta mi fece scappare un gridolino e cadere i vestiti
per
terra:- HARRY!-
- Sì Ali?- Lo
sentì ridere.
- Sei nudo! Di nuovo!- Esclamai
sentendo dietro di lui Louis
che rideva a sua volta.
- Sì sono nudo e allora?-
- Harry vorrei evitare di ammazzarmi
perché giro con una
mano sugli occhi! Non ti chiedo tanto almeno i boxer!- Mi lamentai
sbuffando.
- Ma fa caldo.- Da quello potevo
capire che non c’era modo
di fargli cambiare idea così aprì gli occhi
guardando per terra e cercare una
scarpa qualsiasi. Mi coprì di nuovo lanciando la scarpa a
caso contro di lui e
dal suo lamentò capì che avevo centrato dovevo
volevo colpirlo:- Che mira che
ho!- Sentì Louis ridere più forte e io ne
approfittai per chiudere la porta
prima che Harry iniziasse a urlarmi contro.
Mi cambiai svelta e quando
uscì una
secchiata d’acqua mi colpì in pieno viso,
dalla risata sapevo chi era il colpevole:- HARRY STYLES IO TI AMMAZZO!-
Urlai
sentendo tutti quanti ridere mentre io prendevo dal frigo la panna
spray con un
sorriso maligno:- Non hai scampo riccio!- Risi prima di iniziare a
inseguirlo
nello pseudo-salotto cercando di spruzzargli la panna ma qualcuno mi
fermo
facendomi cadere sul divano.
- Ti salvi io Harry!-
Sentì dire e poi il dolce peso di
Louis mi schiacciò contro il divano.
- Non vale due contro una!- Urlai
ridendo mentre Zayn mi
faceva segno di passargli la panna cosa che feci per poi sentirlo
dire:- Ci
sono io dalla tua parte.- Rise il ragazzo mentre Harry, in boxer,
ricominciava
a scappare inseguito da quest’ultimo mentre tutti quanti
ridevamo e io cercavo
di scollarmi Louis ma con scarsi risultati.
Bentornati con un nuovo capitolo,
spero vi piaccia come
sempre.
Ringrazio tutti quelli che
recensiscono e chi mi segue
sempre con tanta voglia, davvero grazie!
Al prossimo capitolo!
Nyota
|
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Capitolo 16 *** I wanna stay up all night... ***
-
I wanna
stay up all night… -
-NO! Mi rifiuto categoricamente!-
Esclamai guardando i
ragazzi uno per uno.
Erano appena tornati da un’intervista e avevano giusto il
tempo di venire in
hotel per rilassarsi un attimo prima di una grande festa che avrebbero
avuto da
lì a qualche ore a cui dovevano partecipare e ovviamente
qualche genio aveva
proposto di far venire anche me.
- Abbiamo un invito in
più, sarebbe una palla senza di te.-
Disse Niall guardandomi dolcemente e io alzai l’indice
scuotendolo in dissenso:-
Ah! Ah! Non attacca, Niall, non verrò.- Incrociai le braccia
come per far
capire che non avrei cambiato idea.
- Perché non vuoi?- Chiese
Liam guardandomi con un
sopracciglio alzato.
- Forse perché non voglio
essere puntata dalle vostre fans?
Se vengo ci saranno i paparazzi.- Risposi mordendomi il labbro
inferiore.
- E’ una festa privata non
possono entrare.- Mi assicurò
Paul che come tutti stava seguendo quella discussione come se fossero
al
cinema.
- Non cambia, gente io non dovrei
essere qui ok? Dovrei
essere in Italia, a studiare per l’esame d’inglese
per poter fare l’anno di
studio all’estero e a sbavar..guardarvi dietro ad uno
schermo.- Mi corressi
quando mi accorsi di ciò che stavo per dire ma loro dovevano
aver capito cosa
stavo intendendo perché sorrisero tutti guardandosi a
vicenda.- Non montatevi
la testa.- Conclusi ridacchiando per la scena.
- Neanche se ti dicessi chi potresti
incontrare?- Sta volta
a parlare fu Louis che aveva uno sguardo molto divertito.
- Puoi dirmi che
c’è Obama in persona ma non verrò lo
stesso.- Lo guardai con lo stesso sorriso come per sfidarlo a
convincermi.
- Ho letto la lista degli invitati,
potrebbero esserci i
Paramore..- Lì iniziai a tentennare alzando lo sguardo come
per pensarci.- e
anche Pink.- Quando pronunciò quel nome ebbi un
sussultò e sgranai gli occhi.
Io amavo Pink con tutta me stessa, era un esempio per me ed era stata
la prima
cantante in assoluto che mi aveva fatto emozionare e c’era
sempre lei con le
sue canzoni nei miei momenti più difficili.
Rimasi a guardare Louis senza notare
che gli altri si
guardavano interrogativi per la mia reazione.
- Tu come fai a sapere che amo quella
donna?- Sussurrai
guardandolo stupita dalla sua mossa.
- Quando Niall ha parlato con Fede le
ha chiesto un po’ di
cose su di te visto che volevamo conoscerti..- Spiegò con un
sorriso vittorioso
stampato in viso, quella faccia in quello momento l’avrei
presa a schiaffi..se
non ad altro.
- Menti, non ci sarà
davvero a quella festa.- Tentati ancora
in modo da capire se quello che diceva era vero oppure era solo un
trucco e lui
in tutta risposta tirò fuori un bigliettino
d’invito su cui c’erano stampati i
nomi degli invitati e il nome di lei spiccava fra tutti.
Sospirai alla ricerca di un ultima
carta:- Verrei ma non un
vestito..- Feci un sorriso innocente ma Harry ridacchiò
indicando dietro di me
Lou, la madre di Lux, che mi sorrise guardando poi il riccio quasi
complice che
disse:- Tutto organizzato, lei ne ha quanti ne vuoi e avete le stesse
taglie.- Sbuffai
guardandola per poi guardare tutti i
ragazzi uno per uno e dire:- Voi non sapete quanto vi sto odiando ora.-
Arrivò l’ora di
partire e io ero di nuovo intestardita per
non uscire dalla mia stanza e dall’interno si sentivano le
minacce e gli urli
che Lou mi lanciava per convincermi ad uscire, alla fine venni lanciata
fuori
davanti a tutti.
Il mio vestito era rosso, aderente e
arrivava quasi a metà
coscia e per i miei gusti era troppo corto. In alto aveva una specie di
corpetto con le spalline molto piccole e dovevo dire sembrava farmi
più seno,
la schiena era completamente nuda se non per una specie di mini
giacchetta di
eco pelle nera con qualche borchia che mi copriva le spalle. Le scarpe
erano
nere e nonostante avessi tentato di convincerla a darmi un tacco basso
lei mi
aveva dato un tacco 10 che mi slanciava tanto. I capelli erano mossi
veramente
bene grazie alle sue magiche mani che mi aveva
“convinto” con parole tenere a
pettinarmi e a truccarmi quel che bastava per sembrare acqua e sapone
ma far
risaltare i miei occhi.
Guardai tutti che mi fissavano strabiliati e io alzai
l’indice:- Non una
parola, ok? E’ l’ultima volta che mi faccio
convincere.- Li guardai male prima
di fare un sorriso e seguirli nell’auto di lusso che li
aspettava sotto
all’hotel.
Arrivata verso quella villa enorme,
in vero e proprio stile
americano con tanto di piscina, iniziai a notare dei cartelloni fuori
con
scritte completamente diverse dal biglietto che Louis mi aveva mostrato
e
quando sentì la musica in stile party iniziai a farmi due
domande.
- Non è come mi
aspettavo.- Iniziai guardandoli
interrogativa e notai che tutti guardavano per terra o da
un’altra parte. –
Dovete dirmi qualcosa?- Alzai un sopracciglio guardandoli e Liam si
tradì
alzano un attimo lo sguardo su di me e io lo guardai fisso:- Liam
Payne..-
Dissi decisa guardandolo molto seria.
- Chiedi a Louis!- Esclamò
lui facendo scappare una risata a
Niall mentre il ragazzo nominato si girava guardandolo mentre rideva
pure
lui:- Traditore.- Rispose prima di guardarmi con un sorriso angelico.
- Louis.- Lo richiamai incrociando le
braccia.
- Photoshop fa miracoli..- Disse e in
quel momento capì che
avevano falsificato un biglietto per convincermi a venire a quella
festa che
doveva essere di chissà quale ventenne famosa che li voleva
al suo party per
farsi figa.
- Io ti…- Non
finì la frase che l’auto si fermo e dei
maggiordomi ci aprirono le portiere e io dovetti scendere e trascinata
dai
ragazzi persi l’unico a cui stavo rivolgendo il mio odio in
quel momento.
Dopo i primi minuti di riluttanza
Harry mi parlò
convincendomi che non aveva senso avercela con Louis perché
aveva mentito e che
tanto ormai ero lì e dovevo divertirmi, in poco entrai
nell’anima della festa
arrivando al centro della pista da ballo mentre rubavo quando riuscivo
dei
drink di diverso genere che erano su dei vassoi che i maggiordomi
portavano di
qua e di là.
Persi la cognizione del tempo e alla
fine lanciai anche il
mio giacchetto su un divanetto riservato al gruppo e prima che potessi
rientrare in pista da sola Louis mi prese la mano al volo dicendomi in
labiale:
“balliamo”. Non rifiutai l’offerta e
insieme tornammo al centro della pista
dove, per colpa della quantità di gente, dovevamo stare
vicinissimi.
Sapevo di iniziare a perdere la
lucidità ma riuscivo ancora a
capirci qualcosa nonostante io e lui stessimo ballando praticamente
avvinghiati.
Lui mi prese per i fianchi
avvicinandomi finchè non dovetti
abbracciarlo all’altezza del collo per riuscire a stare in
piedi.
- Allora ti stai divertendo?- Mi
urlò per farsi sentire e io
annuì prima che una mi arrivasse addosso costringendomi a
stringerlo di più per
non cadere, sentivo il suoi muscoli contro il mio corpo e le sue mani
sui miei
fianchi farsi più forti con la presa.
Louis prese a baciarmi
l’orecchio e si soffermò a torturarmi
il lobo facendomi venire mille brividi, presi al volo un altro drink
pensando
che dovevo rilassarmi e che quello era l’unico modo che mi
venisse in mente al
momento. Mossa sbagliata, nel giro di qualche drink sentì la
stanza girare un poco
e capì che ormai stavo quasi perdendo il controllo
nonostante fossi quasi
lucida.
Le sue labbra calde nel frattempo si
erano spostate sul mio
collo lasciandomi una scia di baci mentre io gli accarezzavo piano i
capelli
quasi ad invogliarlo a continuare, perché non ne facevo una
giusta?
Sentivo di avere sempre
più caldo e pensavo di scoppiare da
un momento all’altro così gli urlai per farmi
sentire:- Usciamo? Non respiro!-
Lui annui prendendomi per mano e trascinandomi su un enorme terrazza
praticamente vuota se non per qualche coppia che dava sulla piscina.
Arrivammo
fino a quest’ultima e ci sedemmo su una sdraio grande per due
persone mentre io
mi passavo una mano sul viso, sapevo di essere rossa ma non sapevo se
era per
l’aria viziata che c’era all’interno del
locale o per colpa di Louis accanto a
me che ancora mi fissava.
Lui si avvicino di nuovo al mio collo
silenzioso senza dire
niente mentre le sue mani tornarono a prendermi per i fianchi,
socchiusi gli
occhi lasciando cadere indietro la testa e lasciandogli via libera
sulla mia
pelle. Non ce la facevo, davvero, non riuscivo a staccarmi da lui. Mi
spostò di
peso e quando riaprì gli occhi ero sdraiata a pancia in su
col viso rivolto
verso il cielo che iniziava ad illuminarsi di stelle e poi il suo viso
che mi
guardava, sentivo il suo cuore battere contro il mio petto visto che
era
attaccato a me e in quel momento mi resi conto che il mio batteva forte
esattamente come il suo.
Dadadadada! Ecco il capitolo, devo
dire che mi è uscito in
pochi minuti quindi non so bene com’è e dico solo
che mentre lo scrivevo mi
ascoltavo le cover che Mr Tommo ha fatto quando ancora non era andato
ad X
Factor. Se vi interessano vi dico che su youtube ci sono
perché lui aveva il
canale lì dove ci sono anche dei filmati di lui durante il
musical di Grease
(Danny Zuko, e ho detto tutto (?) ).
Comunque recensite in tanti che mi
fate molto piacere e mi
dispiace di non riuscire a rispondere a tutti e grazie a chi mi segue
sempre
con tanta voglia.
Il titolo ha quei tre puntini
perché è legato molto al
prossimo perché avevo scritto troppo e ho dovuto dividerlo.
Al prossimo, spero vi piaccia.
Nyota
|
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Capitolo 17 *** ... And do it all with you ***
-…And
do it
all with you -
Ero lì, ferma a fissarlo
da qualche minuto incapace di
muovermi in qualsiasi modo e lui sembrò capirlo
perché fece il primo passo
avvicinandosi al mio viso senza staccarmi gli occhi di dosso, poi
sentì le sue
labbra sfiorare le mie e sospirai piano, quel semplice contatto mi
stava
sciogliendo impedendomi di fermarlo in qualsiasi modo.
Alla fine mi baciò e io
chiusi gli occhi godendomi e
assaporando le sue labbra morbide che si muovevano dolcemente sulle
mie,
ricambiai lasciandomi scappare un leggero verso di piacere per quel
contatto
che solo ora mi rendevo conto di desiderare tanto.
Le mie mani si intrecciarono nei suoi
capelli mentre lui
appoggiava i gomiti ai lati del mio viso per non schiacciarmi
completamente ma
rimanendo comunque attaccato al mio corpo.
Quando le sue labbra si schiusero e
la sua lingua sfiorò le
mie labbra pensai che tutto quello che avevo detto stava crollando
clamorosamente in una sola serata, dovevo farmi i complimenti forse.
Le mie mani scivolarono ad
accarezzare la sua schiena,
quella sera aveva indossato una camicia bianca e molto aderente e i
suoi
pantaloni rosso acceso non potevano mancare.
- P..perchè…?-
Sussurrai ad un certo punto sulle sue labbra
prima ancora che ricambiassi a pieno il suo bacio.
- Non farlo, non anche sta volta.- Mi
sussurrò di rimando.
- Stavo per dire perché
non riesco a resisterti.- Buttai di
getto, stavo perdendo il controllo sempre di più.
Lui sollevò appena i lembi
del mio vestito mettendosi comodo
fra le mie gambe per poi segnare con la lingua le mie labbra.
- Sono adorabile, lo so che
è difficile.- Sussurrò con un
sorriso divertito stampato in volto e io in tutta risposta lo presi per
il
colletto della camicia riprendendo il bacio da dove lo avevamo lasciato
e
questa volta fui io ad accarezzare la sua bocca con la lingua. Ok,
avevo perso
il controllo.
Quel bacio era dolce e desideroso, mi
rendevo conto di
quanto per me quelle labbra erano state una tentazione così
grande. La musica
mi sembrava lontana ma poi un vociare sempre più vicino di
un gruppetto mi
risvegliò e mi allontanai un attimo per guardare quei
ragazzi e poi di nuovo
lui, i miei occhi caddero sulle sue labbra arrossate leggermente per il
bacio e
notai che il suo respiro era accelerato.
- Vieni.- Mi ordinò
prendendomi la mano e alzandosi veloce
da divanetto e guidandomi verso un giardino che era proprio
lì vicino alla
piscina. Ci allontanammo sempre di più finchè la
musica non divenne un leggero
brusio, in quel giardino c’erano molte panchine in pietra e
lui si sedette su
una di queste facendo sedere me sulle sue gambe.
Mi prese il mento fra due dita
avvicinando il mio viso al
suo e io non opposi resistenza, le nostre labbra si unirono ancora e
prima di
approfondire il bacio lui sussurrò:- Sono felice.- e io
sussurrai con il
respiro un po’ più forte:- Anche io.-
Il bacio questa volta fu
più spinto del primo, le nostre
lingue si intrecciavano come un fiume in piena mentre lui con una mano
mi
accarezzava la schiena nuda e con le punta dell’altra il
collo scendendo piano
verso il mio petto. Sospirai quando lo sentì accarezzarmi
piano il seno sopra
il vestito e a quel punto io staccai le mie labbra per scendere a
baciare il
suo collo mordicchiando piano la pelle per poi tornare al suo labbro
inferiore
che mordicchiai ancora finchè lui non si
allontanò di poco per baciarmi a sua
volta il collo assaggiando però la mia pelle con la lingua.
Qualcosa però, un suono
molto vicino mi fece sussultare
all’improvviso. Lo guardai confusa incontrando il suo sguardo
simile al mio e a
quel punto lui iniziò a tastarsi i pantaloni
finchè non trovo in una tasca il
cellulare. Vidi chiaramente di chi era la chiamata e quel nome mi
rimbombò
nella testa facendomi capire dell’enorme cazzata che avevo
appena fatto:
Eleanor.
- El? Ehi ciao, come stai?- Rispose
Louis guardandomi un
attimo mentre il suo fiato iniziava a tornare regolare come il mio.
Mi passai una mano sul viso e poi fra
i capelli scuotendo la
testa e lui sembrò capire i miei pensieri perché
avvicinò le labbra alla mia
spalla nuda posandoci un delicato bacio e prendendo con la mano libera
la mia e
intrecciando le nostre dita.
Rimase a parlare con lei per qualche
minuto come se niente
fosse mentre io mi coprivo il viso con una mano continuando a pensare a
quanto
fossi stupida, al fatto che stavo facendo ciò che avevo
sempre detestato e che
mi dispiaceva tanto per Eleanor. Quando chiuse la chiamata feci per
alzarmi ma
la mano legata ancora a lui mi bloccò in piedi e girai il
viso per guardarlo.
- Louis, ho fatto una cazzata.-
Iniziai sospirando.
- Non l’abbiamo fatta, lo
volevamo.- Tentò di farmi tornare
sulle sue gambe tirandomi per il braccio ma io lo strattonai
liberandolo dalla
sua presa.
- Va bene, volevamo ma non avremmo
dovuto..- Risposi
passandomi le mani fra i capelli iniziando a fare avanti indietro
davanti a
lui.
- Ci siamo baciati, Ali, e non
possiamo cancellarlo e non
dire che non ti è piaciuto.- Mi seguiva con lo sguardo senza
osare toccarmi
ancora, sapeva che sarei scoppiata da lì a poco.
- Sì ma non avremmo
dovuto! Non mi sarebbe dovuto piacere
così tanto! Perchè sei fidanzato, cazzo, sei
fottutamente fidanzato e non
avresti dovuto!- Gli urlai contro bloccandomi davanti a lui, Louis si
alzò in
silenzio arrivando davanti a me per poi mormorarmi un:- Continua.-
- E tu avresti dovuto fermarmi e
invece no! Hai fatto lo
stronzo! Hai tradito la fiducia della tua ragazza! E l’unica
che sembra farci
conto sono io!- A quel punto gli tirai un ceffone contro il braccio e
lui mi
prese per i fianchi abbracciandomi mentre il mio nervosismo e la mia
rabbia
scoppiava in un pianto.
- Lasciami! Smettila di fare
così!- Urlai ancora tirandogli
dei pugni contro il petto ma alla fine mi rilassai affondando il viso
nel suo
petto e sfogando quel sentimento con le lacrime. Ormai era fatta e il
muro che
avevo costruito era crollato miseramente.
Quando riuscì a ricompormi
ci facemmo portare in hotel
mentre lui avvertiva Harry dicendogli che non stavo molto bene, al che
protestai. Non volevo mi usasse come scusa soprattutto
perché sapevo che poi il
riccio sarebbe venuto a cercarmi e non me la sentivo di affrontarlo.
Rientrai in camera spogliandomi di
quel vestito maledetto
quasi strappandolo e solo ora mi accorgevo che avevo dimenticato il
giacchetto.
Mi buttai in pigiama sul letto cercando di ragionare a tutto nel buio
della
stanza, l’unica fonte di luce era il cellulare che ad un
certo punto prese a
suonare facendomi sobbalzare.
“..I
wanna
save your heart tonight..” Mandai a quell paese
il cellulare mentalmente
mentre guardavo di chi fosse la chiamata o il messaggio, si avevo la
stessa
suoneria per entrambe le cose. Era Harry che tentava di chiamarmi.
Ignorai la
musica finchè dopo la quinta chiamata non lo misi in
silenzioso, non lo
spegnevo mai perché qualcuno dall’Italia avrebbe
potuto chiamarmi e poi avevo
un po’ paura del buio e volevo avere una fonte di luce
vicina.
Dopo un po’
sentì qualcuno bussare alla porta e ignorai
anche quel richiamo fingendo di dormire, quando senti la voce di Harry
chiamarmi e chiedermi se ci fossi ancora strinsi il cuscino al viso,
volevo
urlare con tutta la forza che avevo ma non potevo ora.
Quando lo sentì andarsene
tirai un sospiro di sollievo e
tentai di addormentarmi rigirandomi nel letto ma poi la vibrazione del
cellulare riuscì a distrarmi ancora dal mio intento, guardai
chi fosse e sta
volta la chiamata era di Louis.
Alla prima non risposi e
passò un po’ di tempo, quando di
nuovo vibrò risposi rimanendo in silenzio. Sentivo il suo
respiro e questo mi
rilasso tanto che pensavo di essermi addormentata.
- Sono da solo, Alice, Harry
è preoccupato.- Mormorò il
ragazzo dall’altra parte.
Rimasi un attimo in silenzio prima di
rispondergli con un:-
Vaffanculo.- Gli buttai il telefono sulla faccia nascondendo di nuovo
il viso
nel cuscino, sta volta urlai fino a che non sentì la gola
farmi male. Era colpa
sua se ero così, era colpa sua se Harry era preoccupato, era
tutta colpa sua.
Passai la notte insonne e al mattino
scesi prima di tutti a
bere un mega caffè senza macchiarlo, mi sentivo uno zombie,
ringraziai il cielo
per il fatto che ero da sola e per poco non mi addormentai sul tavolino
ma una
voce mi risvegliò facendomi sussultare per poi sentire una
risata avvolgere la
sala praticamente vuota:- Brioches?- Alzai lo sguardo incontrando
quello
nocciola di un Liam tutto sorridente che si sedette accanto a me, aveva
due
brioche fumanti in mano e io accettai volentieri una delle due:- Come
mai già
sveglio?- Chiesi prima di addentare il dolce accorgendomi solo ora di
quanta
fame avessi.
- Di solito mi sveglio presto di mio,
te?- Mi chiese mentre
ordinava un cappuccino da un cameriere.
- Non riuscivo a dormire.- Mi passai
una mano sul viso come
per risvegliarmi.
- Ce l’ha detto Harry che
tu e Louis siete tornati in hotel
perché non stavi bene, che avevi?- Il ragazzo
corrugò la fronte guardandomi
come preoccupato.
Rimasi un attimo in silenzio cercando
una scusa plausibile
per poi sparare:- Calo di zuccheri, mi girava la testa dentro al locale
e
quando sono uscita mi girava ancora però poi sono stata
meglio.- Sorridemmo
entrambi, lui felice perché stavo meglio e io
perché ci era cascato
clamorosamente.
Tornammo in camera entrambi e io mi
sentivo più rilassata.
Speravo di trovare del conforto in
Niall credendo che
avrebbe capito che avevo bisogno di parlare con qualcuno ma lui
sembrò non
accorgersi mai del mio stato d’animo.
Persino Zayn un giorno venne a
chiedermi se mi stessi
drogando visto che facevo di tutto per evitare Harry e passavo la
maggior parte
del mio tempo con Liam, la solarità di quel ragazzo sembrava
una medicina
stupefacente a quell’enorme problema che avevo creato.
Passò una settimana e un
giorno mentre eravamo nel tour-bus
Harry mi beccò da sola nello pseudo-salotto e quando vidi il
suo mezzo sorriso
mentre si avvicinava a me capì che non avevo scampo.
- Avresti la grazia di dirmi che ti
sta succedendo?-
Bene,
già uno che mi
diceva così partiva male. Cos’è gli
dovevo dire anche quando andavo in bagno!?
- Possono essere cavoli miei?-
Risposi alzando un
sopracciglio forse con un tono un po’ acido ma il ragazzo era
partito male in
partenza.
- Scusa se cerco di capire che hai.-
Disse a sua volta lui
guardandomi in viso.
- Grazie per il pensiero ma sta volta
non c’è n’è bisogno.-
Feci un sorrisetto facendo per alzarmi, sapevo che se rimanevo
lì gli avrei
mangiato la faccia.
- Certo, vattene, scappa pure..-
Disse lui seguendomi con lo
sguardo al che io mi bloccai sul posto.
- Scusa se non ti racconto tutto
ciò che mi accade!- Alzai
la voce voltandomi verso di lui.- Sai non sei mia madre.-
- Così noi dovremmo
sopportarti così quando sai che ti
basterebbe parlare per stare meglio?- Si alzò anche lui
arrivandomi davanti.
- E chi l’ha detto che io
devo parlare per forza con te?!
Non sei il centro del mondo, Harry. Scendi dal piedistallo.- Incrociai
le
braccia al petto.
Lui rimase un attimo interdetto per
poi rispondermi piano:-
Smettila di fare la bambina e affronta meglio le cose.-
Dietro al ragazzo c’erano
gli altri che ci guardavano
abbastanza sconvolti, Liam e Louis guardavano per terra mentre Zayn e
Niall ci
guardavano ad occhi sgranati visto che era la prima volta che
litigavamo sul
serio.
- Disse il bambinone egocentrico.-
Risposi facendo una
smorfia sapendo che da lì in poi c’era solo una
lunga discesa che ci avrebbe
portati a non parlarci per qualche giorno.
Iniziammo a insultarci anche
pesantemente lanciandoci pure
delle frecciatine su quello che era accaduto a noi due in passato e
dallo
sguardo confuso di Zayn e Liam capì che solo Louis e Niall
sapevano di cosa
stessimo parlando. Ero stanca di lui, ero stanca di tutto e alla fine
gli tirai
un urlo in faccia per zittirlo e me ne andai nel corridoio delle
cuccette
chiudendomi la porta alle spalle. Lì corsi dalla e mi
lasciai cadere lì, avevo
così tanto nervoso addosso che scoppiai in un leggero
pianto.
Sentì la porta aprirsi e
poi una testata bionda farsi avanti
piano, finalmente aveva capito che avevo bisogno di lui.
Hello!! Ecco un mega capitolo.
Sì ho scritto tanto ma avevo
veramente troppe cose da raccontare, spero non vi dispiaccia.
Fatemi sapere sempre cosa ne pensate
e se potete darmi dei
consigli li accetto volentieri.
Ringrazio con un sorrisone chi mi
seuge e chi ha sempre la
voglia di leggere e fare una piccola recensione, le leggo tutte
davvero!
Questo è tutto vi do appuntamento al prossimo capitolo.
Nyota
|
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Capitolo 18 *** It's time to understand ***
-
It’s time
to understand -
Alzai lo sguardo sul biondo ancora
lucido e lui
silenziosamente si inginocchiò davanti a me prima di
abbracciarmi, un vago
odore di vaniglia mi investì mentre nascondevo il viso
nell’incavo del suo
collo chiudendo gli occhi. Rimasi ferma respirando piano concentrandomi
per
sentire i nostri cuori che battevano, di colpo mi rilassai e quando
sospirai
lui mi strinse più forte lasciandomi intendere che lui
c’era se volevo parlare
e cavolo se ne avevo bisogno.
- Sto impazzendo Niall.- Sussurrai
piano mentre lui mi
rispondeva con un:- Che succede?-
- Non posso raccontartelo qui ora.-
Mi scappò un singhiozzo
visto che le lacrime ancora mi rigavano il viso.- Potrebbero sentire.-
Spiegai
e lui sembrò capire perché sciolse
l’abbraccio per entrare nella cuccetta con
me e chiudere la tendina, quella specie di letto era abbastanza grosso
perché
riuscissi a starci a gambe incrociate e anche lui si sedette come me
mettendo
fra noi il cellulare per fare un pochino di luce. Quando mi
guardò i suoi occhi
color oceano brillarono per la luce soffusa facendomi sorridere appena,
quanto
volevo bene a quel ragazzo.
- Ho fatto una cazzata, una di quelle
che non volevo fare.-
Sussurrai prendendo a torturarmi le mani con le unghie e lui me le
prese per
farmi smettere. Mi guardò ancora capendo forse che cosa
avevo fatto:- Chi era?-
Chiese piano sicuro che nessuno ci sentisse.
- L’unico che non dovrei
nemmeno toccare per ovvi motivi.-
Risposi passandomi una mano sul viso asciugandomi le lacrime.
Lui mi guardò un attimo
confuso prima di dire in labiale: ‘
Louis?’ e io annuì a quel punto lui
sospirò.
- Non dire nulla so già di
aver sbagliato.- Dissi io subito
abbassando lo sguardo.
- Quindi mi dici che non lo rifaresti
più?- Sussurrò ancora
avvicinandosi di poco a me.
- No, non lo rifarei.- Risposi subito
senza alzare lo
sguardo. Lui mi accarezzò una guancia costringendomi a
guardarlo, sorrideva
dolcemente e scuoteva piano la testa prima di sussurrarmi:- Non mentire
anche a
te stessa.- Detto ciò si alzò facendo per uscire,
io lo seguì per fermarlo.
Volevo una spiegazione, volevo sentirmi dire che avevo sbagliato e
perché non
avevo ottenuto ciò?
Quando riuscì a districarmi dalla tenda lui ormai era
già uscito e davanti alla
porta chiusa c’era un’altra persona,
cos’è si stavano dando il cambio?
- Tomlinson, desidera?- Ci scherzai
facendo un sorrisetto
mentre lui si staccava dalla porta a cui si era appoggiato
avvicinandosi a me.
- Non dovrebbe essere ‘ti
desidero’?- Sorrideva ironico
finchè non me lo trovai davanti e io indietreggiai di un
passo rispondendo:-
Non sono molto in vena di ironia.-
- Va bene, volevo solo chiederti come
mai tutto questo
nervoso.- Alzò le mani girandomi intorno per poi sedersi
nella sua cuccetta che
per di più era davanti alla mia.
- Oh me lo chiedi pure? Sai non ho
ancora ricevuto chiamate
da Eleanor del tipo:”sei una stronza.”. Non glielo
hai detto ancora?- Lui mi
guardo un attimo prima di ridacchiare esclamando:- Stai scherzando!?-
- No sono seria, Tommo.- Risposi sorridendo mentre gli passavo davanti
per
prendere il cellulare di Niall con l’intenzione di
portarglielo ma lui mi prese
per i fianchi costringendomi a sedermi di lato sulle sue gambe.
- Ho detto ad Harry che sarei venuto
a parlarti di quello
che è successo.- Mi disse mentre con le braccia mi
circondava la vita
bloccandomi sul posto.
- Cos’è ora
difendi le sue battaglie?- Lo guardai alzando un
sopracciglio.
- Ali non se la meritava quella
sfuriata anche perché lui
non c’entra niente.-
- E io non meritavo di sentirmi dare
della bambina.- Risposi
secca voltando lo sguardo verso il corridoio della stanza per non
guardarlo.
- Ti devi rilassare.- Mi
sussurrò prima che io sentissi le
sue labbra sul mio collo, sussultai appena per il contatto e le sue
braccia mi
strinsero più forte mentre la sua bocca vagava libera sulla
mia pelle.
- Lou.- Lo richiamai tentando di
fermarlo inutilmente perché
lui continuò salendo verso il mio viso.
- Dillo che ti è piaciuto
il bacio ieri.- Sussurrò ancora
mentre si soffermava a baciare ogni centimetro della mia guancia.
- No, perché non mi
è piaciuto.- Risposi sicura sospirando
appena e lui si fermò un attimo per sorridere e arrivare a
baciarmi vicinissimo
alle labbra:- Sei un libro aperto.- Sussurrò ancora e io chiusi gli occhi
maledicendo quel mio
difetto.
Prima che riaprissi gli occhi sentì le sue labbra sfiorare
le mie come una
carezza mentre con un mano mi accarezzava i lineamenti di una guancia.
- Non aprirli.- Mi
sussurrò a fior di labbra facendomi
venire i brividi. Poi la pressione si fece più forte sulle
mie labbra e quando
sentì le sue muoversi piano mi alzai di colpo facendo
sussultare lui mentre io
indietreggiavo fino a sbattere contro la parete opposta.
- Basta mandarmi a quel paese il
cervello.- Risposi secca
prima di girarmi e uscire dalla stanza sentivo che lì
c’era tensione, i ragazzi
sembravano quasi imbarazzati e Harry stava in silenzio e da solo seduto
sul
divano. Andai da lui sedendomi accanto e quando lo vidi non degnarmi di
uno
sguardo sospirai:- Mi dispiace, okay? Non avrei dovuto.-
A questo punto lui mi guardò e io feci un mezzo sorriso:-
Non farmi domande per
favore.. Fratellastri come prima?- Allargai le braccia, sì
io e Harry a volte
ci chiamavamo così per via della relazione tra i nostri
genitori nonostante non
lo fossimo davvero.
Il riccio rimase un attimo a fissarmi
per poi abbracciarmi
stringendomi forte al che stavo per commuovermi ma poi lo senti
mormorare:- che
fai piangi? Mammoletta!- Scoppiai a ridere e gli scompigliai i capelli
e in
risposta lui prese a farmi il solletico facendomi ridere più
forte mentre
sentivo Liam dire:- Finisce bene quel che finisce bene.- Mentre io e
Harry
bisticciavamo.
Non la smetteva di farmi il solletico
e io per fermarlo gli
morsi una spalla e lui urlò per la sorpresa lamentandosi:-
Mi ha morso!-
Scoppiarono tutti a ridere anche
Louis che nel frattempo era
tornato dagli altri e io sorridevo angelica:- Mi hai provocato? Io
mordo!-
Alla sera festeggiammo la pace che si
era ricreata nel
gruppo e ciò significava fare after nella stanza di uno di
noi e casualmente
uscì fuori la mia. Harry aveva portato il gelato mentre
Niall aveva pensato
alle patatine e agli stuzzichini mentre Zayn aveva pensato alle birre
per
tutti.
Musica di sottofondo e via alle
risate, parlammo del più e
del meno passandoci la mia macchina fotografica per scattarci delle
foto.
Verso le ore più tarde
Liam e Niall se ne andarono per
dormire e quando anche uno Zayn barcollante ci abbandonò io
sbadigliai mentre
spostavo la coppa vuota di gelato per farci spazio.
- Ragazzi ho sonno.- Mi lamentai
guardandoli visto che non
sembravano intenzionati ad alzarsi.
- E se ci fermassimo a dormire qui?-
Mormorò un Hazza
sconvolto dal sonno e dall’alcool.
- Deciso ci fermiamo qui.-
Dichiarò Louis prendendo uno dei
tanti cuscini e abbracciandoselo.
Io ruotai gli occhi per poi rispondere a loro:- Se mi svegliate giuro
che vi
uccido.- Mi lasciai cadere fra loro, avevo troppo sonno per ribattere a
qualsiasi cosa e in un attimo mi addormentai.
Quando al mattino mi svegliai mi
sentivo un peso morto su un
lato del corpo, girando la testa vidi che quell’essere era
Louis che mi
abbracciava stile cuscino. Sorrisi appena mentre osservavo il suo viso
rilassato nel sonno, era tenero.
Girai lo sguardo per vedere che Harry
era a pancia in su che
guardava il soffitto e un braccio dietro la testa, una mano era sul
cuscino e
io accarezzai quella attirando la sua attenzione.
- Giorno- Mormorò mentre
io strofinavo il viso sul cuscino
per svegliarmi meglio, quando tornai a guardarlo vedevo che mi fissava
finchè
sul suo viso non spuntò un sorriso. Mi fece segno di
seguirlo e io con tutta
calma scivolai giù dal letto cercando di non svegliare Louis
e seguì il riccio
in bagno.
- Facciamogli uno scherzo.-
Dichiarò il ragazzo girando per
la stanza alla ricerca di qualcosa, io rimasi un attimo a pensarci per
poi
avere un lampo di genio.
Trafficai in una borsetta per poi
tirare fuori uno di quei
pacchettini di strisce per la ceretta, guardai Harry con un sorriso
maligno
stampato in viso.
- Io la riscaldo e tu la metti.- Lui
ridacchiò mentre
strofinavo la striscia aspettando che la cera si riscaldasse abbastanza
e
quando fu tiepida tornammo in camera trovando Louis che dormiva ancora
a pancia
in su e una gamba aperta.
Ci avvicinammo facendo il massimo
silenzio mentre toglievo
la pellicola e lasciavo la striscia nelle mani di Harry che si
avvicinò piano
all’amico lasciando me poco lontano con una mano sulla bocca
per trattenere le
risate. Per nostra grandissima fortuna Louis aveva dei pantaloncini
corti che
quindi gli scoprivano la gamba ma visto che Harry gli voleva
così bene glieli
sollevò ancora attaccando la striscia praticamente vicino
all’inguine del
ragazzo addormentato. Era incredibile come l’altro avesse un
sonno così
profondo da non accorgersi di nulla.
Harry mi guardò per poi
contare con le dita da tre mentre
teneva con due dita un lembo della striscia, all’uno
tirò velocemente per poi
scappare mentre il silenzio della stanza veniva rotto
dall’urlo di sorpresa di
Louis che si svegliò per il dolore.
Io e Harry invece eravamo piegati in
due dalle risate a
differenza dell’altro che guardava la striscia depilata della
sua gamba
abbastanza sconvolto.
- Io vi ammazzo!- Urlò lui.
- E’ stato Harry!- Esclamai
scappando sul letto mentre Louis
si alzava pronto a picchiare l’amico.
- Traditrice!- Mi urlò
Harry prima di aprire la porta e
scappare in corridoio seguito da Louis che lo seguiva, uscì
anche io per vedere
la scena incontrando affacciati dalle porte accanto Zayn, Niall e Liam
che poi
guardarono me interrogativi e io in risposta mostrai la striscia
depilatoria
facendoli scoppiare a ridere tutti e tre.
Passarono le settimane e ormai
l’estate iniziava a volgere
al termine con mio grande rammarico. Tornai a Londra una settimana
prima della
fine per passare un po’ di tempo con mio padre visto che,
dopo tutto, se ero lì
era solo grazie a lui.
Se evitavamo molti litigi era solo grazie ad Anne che sembrava
più interessata
di tutte e due a farci relazionare un po’ e miracolosamente
arrivammo a fine
settimana senza urli.
Quando poi mi disse che Anne gli
aveva proposto di andare a
vivere con lei e lui aveva accettato scoppiai a piangere, lui
passò un
pomeriggio con me a consolarmi nonostante non riuscissi a spiegargli
perché
reagivo così. Era un bel colpo per me visto che non lo avevo
mai visto come uno
da impegni seri e forse ero più preoccupata di lui per quel
passo.
I ragazzi li sentì tramite
Skype e cellulare e tornarono a
casa l’ultimo giorno di vacanza prima che io dovessi partire
per tornarmene a
casa. Avevo l’ansia del ritorno a scuola e noi già
organizzavamo il mio ritorno
durante le vacanze invernali! Sì loro mi chiesero di tornare
perché gli sarebbe
dispiaciuto perdermi completamente.
Passammo un ultima sera tutti insieme
con pizza, videogiochi
e tante risate. Io e Zayn ci picchiammo un ultima volta e a vincere fui
io
anche se ero sicura mi avesse lasciato prendere la meglio.
Durante la notte non dormì
per niente visto che più
ripensavo ai bellissimi momenti passati con loro e più
piangevo dalla gioia di
averli conosciuti. Non ci credevo che quella vacanza fosse
già finita.
Al mattino della mia partenza
scoprì che Louis si era
fermato a dormire lì perché fu lui a venirmi a
svegliare dicendomi che Harry
era fuori a prendere delle brioches per noi.
Lo lasciai salire sul letto mentre io
mi svegliavo
incrociando le gambe come al mio solito, lo lasciai fare anche quando
lo senti
prendermi le mani e giocarci.
- Sai è qui la prima in
cui ho conosciuto Harry più come
amico. Ero appena arrivata e..non so ero scoppiata in lacrime e lui mi
aveva
abbracciata, così senza dirmi niente. Penso che sia stato
l’inizio della nostra
amicizia.- Mentre parlavo mi ero alzata ed mi ero messa in piedi
davanti alla
finestra per mostrargli esattamente il punto dove quella prima volta
Harry mi
aveva consolata.
Lui si alzò anche
arrivando davanti a me guardandomi:- Sei
triste di partire?-
- Un po’ sì. Mi
mancherete tantissimo, non vedo già l’ora di
tornare.- Feci un mezzo sorriso prima che lui mi prendesse stringendomi
in un
abbraccio.
- E se sta volta fossi io a
consolarti a modo mio?- Mormorò
mentre io alzavo lo sguardo su di lui. Accadde in un attimo: le sue
mani
salirono ad accarezzarmi la schiena e le sue labbra si unirono alle
mie. Chiusi
gli occhi sentendo il battito del mio cuore accelerare confondendosi
con il
suo. C’era un'unica voce nella mia mente che mi
diceva:”Basta resistere.”. E
così fui la prima ad approfondire il bacio accarezzando
piano le sue labbra con
la lingua per poi incontrare la sua guizzandoci contro.
Affondai le dita fra i suoi capelli
ma prima che entrambi
perdessimo il controllo di noi stessi la porta di casa si
aprì e la voce di
Harry che ci diceva che era tornato ci fece staccare. Ci guardammo
entrambi
confusi da quel bacio che sembrava averci emozionato ancora tanto come
l’ultima
volta, anche lui aveva il fiatone e le sue guance erano un poco rosse.
Possibile che fosse imbarazzato?
Lo superai senza dire niente
scendendo al piano di sotto
trovando Harry che mi abbracciò stringendomi forte, fin dal
giorno prima era
diventato molto coccoloso come se non volesse lasciarmi andare.
Facemmo colazione e Louis ci fece
ridere di gusto facendo lo
scemo come al suo solito e quando finimmo Harry mi
accompagnò all’aeroporto.
- Allora, ci vediamo
quest’inverno vero?- Chiese e dietro ai
rayban che aveva indossato potevo giurare di scorgerci uno sguardo un
po’
triste.
- Assolutamente sì. Stai
tranquillo che non avrò problemi a
tornare.- Gli sorrisi per poi accoglierlo in un ultimo abbraccio visto
che
arrivavano i primi avvisi del mio volo.
- Ali un ultima cosa.- Disse mentre
stavo sciogliendo
l’abbraccio.
In un attimo mi attirò a
sé e le sue labbra si posarono
dolcemente sulle mie, rimasi un attimo di stucco per poi staccarmi
sentendo il
penultimo richiamo ma mi presi ancora cinque minuti per guardarlo negli
occhi
assaporando ancora un attimo quel bacio:- Posso essere sincera?- Alzai
un
sopracciglio mentre parlavo.
- Già è stato
diverso..- Rispose Harry interpretando i miei
pensieri.
- Peg…- Iniziai temendo di
finire quella frase per deluderlo
ma lui la concluse al posto mio con un sorriso:- Sì
peggiore.-
- Forse è destino che
rimaniamo fratellastri.- Dissi con un
sorriso dolce sulle labbra.
- Già lo credo anche io
piccoletta.- Il suo sorriso si
allargò aumentando la mia allegria.
- Bè, ci vediamo tra
qualche mese gattaro!- Esclamai
abbracciandolo ancora prima di voltarmi verso il check in pronta per
tornare in
Italia.
DADADADADADA! Lo so sono in ritardo,
enorme ritardo, e non
ho giustificazioni. Chiedo veramente scusa ma sto anche riorganizzando
le idee perché
penso di arrivare a concludere questa ff tra qualche capitolo e ne ho
già
pronto un prossimo che sto ideando insieme ad una mia amica e la
scriverò
insieme a lei.
Grazie per le recensioni e per le
visualizzazioni che mi
esaltano parecchio.
Al prossimo!
Nyota
|
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Capitolo 19 *** What's wrong with you?! ***
-
What’s wrong with you?! -
Passarono i mesi e la scuola andava a
gonfie vele, anche le
cose con mio padre sembrarono migliorare visto che mi mandava molte
mail e
spesso chiedeva ad Harry se mi avesse sentito e come stavo.
Sì continuavo a tenermi in
contatto con i ragazzi o
attraverso face book o comunque li vedevo in videochiamata alla sera su
skype.
Parlavo tantissimo con Niall che appena mi vedeva on faceva partire la
videochiamata anche solo per salutarmi un attimo e spesso uno dei
ragazzi mi
mandava un sms firmato da tutti con un saluto o un augurio per una
verifica.
C’era una sola persona che
però si faceva sentire raramente,
anzi mai e cioè Louis. Mi sentivo una stupida
perché chiedevo sempre a Niall
come stesse e dopo un paio di volte che mi aveva visto come delusa dal
fatto
che non mi cercasse mi aveva detto che nemmeno lui sapeva
perché facesse così e
che era strano.
Quando si avvicinarono le vacanze di
natale mi misi
d’accordo con una videochiamata con tutti e quattro,
sì anche lì Louis non aveva
partecipato, per venire su da loro. Questa volta sarei andata a stare
nell’appartamento che avevano comprato per loro cinque e
inoltre mi dissero che
volevano farmi un regalo di natale in anticipo: mi chiesero se volevo
far
venire su due amiche. Scoppiai in un urlo di felicità e loro
scoppiarono a
ridere felici perché mi piacesse l’idea.
Non ci credevo, il viaggio dei miei
sogni: avevo sempre
desiderato andare a Londra con le mie amiche più care e
finalmente avevo questa
possibilità.
Arrivò il giorno della
partenza e io, Fede e Vero eravamo
pronte a partire. Durante il viaggio facemmo casino come al nostro
solito fino
a zittirci ad un ammonimento di una hostess.
Arrivate in aeroporto uscimmo
dall’edificio urlando,
sembravano delle ragazzine in un parco giochi e nonostante per me non
fosse la
prima volta essere lì con loro mi rendeva felice come una
pasqua. Mi guardai
intorno, Harry mi aveva detto che ci sarebbe stato qualcuno a prenderci
e alla
fine notai un tipo con dei ray ban neri e un cappello a cilindro con la
bandiera irlandese che teneva un cartello con scritto:”AAA.
Cercasi scema
italiana.”.
- Trovato lo scemo del villaggio.-
Dissi a voce alta per
farmi sentire da quel ragazzo mentre mi avvicinavo con le altre due.
- Ho preso dalla sorellastra.-
Puntualizzò Harry togliendosi
gli occhiali con un sorriso a trentadue denti allargando le braccia per
stritolarmi nel vero senso della parola.
- Harry mi soffochi!- Mi lamentai e
quando finalmente mi
mollò notai lo sguardo sconvolto di Vero, amava i ragazzi ma
il suo cuore
batteva molto di più quando si trattava di Harry.
- Ma come è il tuo
preferito e non lo riconosci?- Esclamai
ridendo per poi nascondermi dietro Harry mentre lei alzava la voce con
un:-
Stronza!-
Arrivammo a casa dei ragazzi. Era la
prima volta che vedevo
il loro appartamento e cavolo! Devo dire che non avevano badato a spese!
Era una villa poco lontana da Londra
ma quel che bastava per
non sentire più il frastuono del centro. Giardino sul retro
molto grande munito
di piscina con tanto di idromassaggio. Le camere erano tutte al secondo
piano
mentre al prima c’era di tutto e di più! Due
bagni, due salotti uno con
qualsiasi tipo di playstation e videogioco e l’altro con una
tv molto grande
rigorosamente al plasma.
Non c’era un mobile in
quella casa che non fosse moderno
anche dalle forme più strane. C’erano molte
vetrate che davano sul giardino
come collegamento e i ragazzi avevano liberato la stanza che avevano
riservato
per i loro premi solo per noi tre e avevano messo dentro tre letti
singoli e
due armadi. Anche se si riduceva un po’ lo spazio la stanza
era rimasta
comunque molto grande.
Dopo questo mini tour della casa
scendemmo senza le valigie
e tornammo al salotto quello senza videogiochi.
- Un momento,
c’è troppo silenzio qua.- Mormorai ad un certo
punto per poi sentire un urlò provenire dalle mie spalle:-
ALICE!-
Mi voltai trovandomi davanti un Liam
tutto sorridente e in
costume, scavalcai il divano correndogli incontro per abbracciarlo.
- Ragazzi è arrivata!-
Urlò ancora il ragazzo e poco dopo
vidi apparire Zayn, anche lui in costume, che mi abbracciò
così forte da
sollevarmi da terra.
- E io che pensavo di non esserti
mancata Malik!- Esclamai
stritolando a mia volta il ragazzo, poi per ultimo ma non meno
importante
arrivò Niall bagnato fradicio, si stavano facendo un bagno senza aspettarci.
Carini.
- Niall posso abbracciarti dopo?-
Chiesi guardandolo
gocciolare sul pavimento.
- No te lo becchi ora se no che gusto
c’è?- Rispose
venendomi incontro e nonostante avessi cercato di fuggire
finì nel suo
abbraccio, bagnato.
Ci sedemmo tutti sul divano a parlare
del nostro viaggio in
aereo e io con le ragazze raccontammo di come la hostess ci avesse
sgridate per
il casino che avevamo fatto. Era bello vedere come i ragazzi avessero
subito accettato
le mie amiche
- Scusate ma..Tommo?- Chiesi
all’improvviso visto che avevo
notato che mancava uno nel gruppo.
Parlando del diavolo..spunta il
sedere! Perché proprio in
quel momento entrò in casa Louis che fece notare la sua
presenza sbattendo la porta
per chiuderla.
I ragazzi si guardarono un attimo
negli occhi ma io non ci
feci caso subito, aspettavo un po’ con ansia di rivederlo
visto che alla fine
non ci eravamo più detti nulla dopo il bacio che ci eravamo
dati prima che io
partissi.
Quando arrivò dalla porta
del primo salotto guardò i
presenti per poi soffermarsi su di me.
- Buongiorno Louis.- Gli dissi
mantenendo lo sguardo su di
lui.
- Oh siete già arrivate?
Bene.- Rispose secco facendo un
sorriso tirato per poi guardare Harry - E’ successo.- Detto
ciò corse su per le
scale verso le camere sbattendo di nuovo la porta della sua stanza.
Io rimasi un attimo perplessa a
guardare il punto dove un
attimo fa c’era lui. Era strano, molto strano e la cosa non
mi rilassava.
- Si sta drogando?- Chiesi voltandomi
verso i ragazzi che
avevano la mia stessa faccia sconvolta tranne Harry che invece guardava
per
terra. Sapeva qualcosa.
- Harry?- Lo chiamai quasi ad
invogliarlo a rivelarmi cosa
stesse succedendo ma lui mi guardò negli occhi e mi
bastò per capire che non
avrebbe parlato.
- Va bene, vado a scoprirlo da sola.
Gente torno subito.-
Dissi facendo un mezzo sorriso mentre mi alzavo dal divano e salivo le
scale,
sentì anche Harry chiamarmi ma non mi fermai.
I ragazzi precedentemente ci avevano
detto dove avrebbero
dormito loro e io ricordavo ancora quale fosse la porta di Louis.
Bussai a
questa e dopo aver sentito la sua voce intimarmi ad entrare
l’aprì piano
facendo capolino prima di entrare e richiudermela alle spalle.
La stanza era molto semplice: Pareti
color panna, parquet,
un armadio da un lato del muro e un letto al centro della stanza. Era
spoglia
come stanza rispetto alle altre e cosa ancora più strana era
ordinata. Louis e
l’ordine non andavano d’accordo solitamente.
- Ciao Louis.- Iniziai guardandolo,
era sdraiato a pancia in
su sul letto e lo sguardo era rivolto verso il soffitto.
- Ciao.- Rispose secco.- Se sei qui
per salutarmi ti ricordo
che me lo hai già detto.-
- In realtà ero qui a
chiederti dove fossi sparito visto che
sono mesi che non ti sento.- Incrociai le braccia al petto
appoggiandomi con la
schiena alla parete dietro di me.
- Ero qui, dove avrei dovuto essere?-
Alzò le spalle usando
un tono che di per se mi diede molto fastidio.
- Grazie al cavolo. Però,
sai com’è, mi aspettavo almeno una
mail visto come ci siamo salutati.-
Lui a quel punto mi guardò
un attimo per poi scoppiare a
ridere di gusto:- Te lo ricordi ancora?-
Dicendo ciò mi aveva
distrutta, mi prendeva in giro? O
meglio, mi aveva presa solo in giro?
- Stai scherzando!?- Esclamai
guardandolo male.
- Assolutamente no.- Rispose fermando
le sue risate e
guardandomi con un sorriso.
- No aspetta tu mi avresti baciata
più di una volta per poi
dimenticarti di me? Persino come amico?- Ci uscì alzando la
voce e
avvicinandomi a lui. Voleva farmi arrabbiare? Ci era riuscito.
- Ehm.. se vuoi vederla
così.- Alzò ancora le spalle.
No, non ci volevo credere. Non volevo
credere che Louis mi
avesse fatto una cosa del genere in quei mesi.
- Non te ne frega un cazzo di me.-
Sputai stringendo le mani
in pugni.
- No, insomma mi fa piacere che tu
sia qui a fare un bello
spettacolino per gli altri ma si sa: il passato è passato.-
Rimasi un attimo ancora zitta per poi
voltarmi e uscire
dalla stanza sbattendo la porta abbastanza violentemente da sentire scricchiolare
il legno. Scesi le
scale di fretta e furia, mi sentivo scoppiare. Sentivo che quella casa
iniziava
a diventarmi stretta.
- Ali? Dove vai?- Chiese Niall
vedendomi passare in salotto
per prendere la giacca, tirava vento fuori e prendersi una polmonite
ora non
era il massimo.
- Fuori.- Risposi veloce prendendo
anche la borsa senza
guardare negli occhi nessuno.
- Fuori dove?- Chiese Fede
guardandomi preoccupata.
- E’ un interrogatorio!?
Non siete mia madre!- Esclamai
prima di uscire fuori di casa stringendomi nel cappotto.
Harry uscì fuori cercando
di seguirmi ma Vero lo fermò e
potei giurare di sentirle dire:- E’ successo qualcosa ha
bisogno di sfogarsi.-
Arrivata in strada controllai la via
della casa in modo da
poter prendere un taxi per il ritorno, o al massimo avrei chiamato
Harry.
Camminai a lungo senza una meta
cercando di lasciare che
quei pensieri si perdessero nella leggera nebbia che avvolgeva la
città.
Quelle parole, i suoi sorrisi, erano
una pugnalata al cuore.
Non era lo stesso ragazzo che avevo conosciuto precedentemente. Quello
era una
persona completamente diversa.
Louis, Louis,
Louis..Perchè continuavo a pensare a lui se
poi mi aveva trattata così? E pensare che in quei mesi avevo
iniziato a pensare
che quei baci non erano del tutto sbagliato ma ora come ora per me
erano solo
cazzate. Sbagliato, sapevo bene che pensavo così per rabbia
ma che in realtà
erano uno dei ricordi più belli che avevo dei mesi
precedenti. Quella volta in
ascensore, poi la spiaggia, la festa, la camera a casa di Harry.
Mi passai una mano sul viso e solo
allora mi resi conto che
avevo iniziato a piangere piano. Mi fermai a guardarmi intorno per
capire dove
fossi ma l’unica cosa che notai subito era
l’insegna di un tabacchino. Avevo
una mezza idea di quello che stavo per fare e sapevo che lo facevo solo
perché
mi sembrava il modo migliore per non pensarci ora.
- Un pacchetto di Camel, azzurre.-
Chiesi al tabaccaio
mentre tiravo fuori i soldi per pagare quello e un accendino. Avevo
iniziato a
fumare da giovane quando avevo sedici anni ma poi avevo voluto smettere
dopo
che i miei si erano separati. Ricominciare ora sarebbe stata una
cazzata, ma
ero brava in quello no?
Entrai in un porco praticamente vuoto
se non per qualche
famigliola che camminava tranquilla in quella mattinata nuvolosa. Mi
sedetti ad
una panchina attaccandomi l’mp3 alle orecchie e accendendo
una sigaretta.
Inspirai quel fumo acre, era una sensazione familiare ma dopo tanto
tempo mi
sembrava un pelino strana però, in quel momento, mi fece
molto piacere.
Chiusi gli occhi cercando di
concentrarmi solo su
quell’odore e sui rumori che avvolgevano il parco.
Prima o poi sarei dovuta tornare a
casa no? Insomma, non
potevo imparare l’arte del barbone in poche mosse vero?
Guardai il cellulare per
curiosità, avevo molte chiamate
perse dei ragazzi e alcune di Fede e Vero, proprio in quel momento
ricominciò a
vibrare il cellulare: era Liam.
- Ehi Liam.- Risposi alla chiamata
tranquilla come se niente
fosse mentre dall’altra parte lo sentivo fare un sospiro.
- Ali! Cacchio solo ora rispondi?!
Dove sei?- Chiese subito,
agitato il ragazzo.
- Ad un parco.- Risposi mentre
lasciavo cadere per terra la
cenere della sigaretta.
Dall’altra parte della
cornetta sentì vari rumori e poi di
nuovo:- Ali sono Vero, ascolta dimmi dove sei che ti raggiungiamo.-
- Vero voglio stare da sola.-
- No ok? Siamo preoccupati e ora ci
dici dove sei ok?- Dal
suo tono di voce capì che era capace di chiamare la polizia
se le avessi detto
ancora di no.
Tornai sui miei passi per arrivare al
cancello del parco e
leggerle il nome, chiuse la chiamata e dopo qualche minuto vidi la
macchina di
Harry parcheggiare proprio li davanti mentre io mi ero seduta
sull’erba al
limitare del cancello.
Rimasi a fissare la vettura fumando
tranquilla un’altra
sigaretta che mi ero accesa nell’attesa, dall’auto
scesero Fede e Vero che mi
vennero incontro. Erano preoccupate, lo vedevo dalla faccia ma non
sarei
scoppiata ora davanti a loro.
Fece mi guardo un attimo per poi
farmi saltare la sigaretta
dalle mani ed esclamare:- Ti senti figa?-
Io non risposi nemmeno e mi voltai
camminando lungo la
ghiaia che creava un sentiero ma Vero mi fermò per un
braccio:- Ali aspetta,
non puoi stare fuori per sempre.-
- Non ho voglia di tornare a casa
ora!- Esclamai fermandomi
e voltandomi verso di lei.
- Harry e Louis hanno discusso.-
Continuò Fede guardandomi
negli occhi.
Tornai a casa e al pomeriggio rimasi
con i ragazzi e le mie
amiche e non vidi Louis per tutta la giornata anche se dovetti farmi
perdonare
da loro che si erano preoccupati molto. Facemmo il bagno nella piscina
e in men
che non si dica arrivò l’ora di cena.
E così la prima settimana
in quella casa da incubo passò tra
me e Louis che continuavamo a litigare anche per i motivi
più futili e Harry
che tentava di stare nel mezzo senza prendere più posizioni
per l’uno o per
l’altro.
Non capivo perché
così da un periodo all’altro avesse
iniziato a detestarmi, trovava anche il motivo più futile
per attaccarmi.
- Stiamo passando agli insulti?-
Esclamai incrociando le
braccia al petto. Eravamo seduti intorno al tavolo in sala da pranzo
con un
piatto di pasta fumante che io, Fede e Vero avevamo cucinato e
ovviamente non
mancavano i commenti di Louis che in quel momento era partito con un
monologo
che avevo smesso di seguire. Peggio di un professore.
- Bene, come al solito non ascolti
mai.- Disse lui
guardandomi.
- Preferisco risentire le lezioni del
mio prof di biologia
sai?- Risposi con un sorrisetto.
- Che bambina.- Sbuffò lui
al che io alzai lo sguardo
omicida. Liam prese il coltello vicino al mio piatto e lo
allontanò da me per
poi guardare gli altri preoccupato.
- Ali..- Mormorò Fede
immaginando che sarei scoppiata da lì
a poco.
- Io sarei la bambina?- Dissi con
calma facendo un
sorrisetto.
Ecco un altro monologo che iniziava
solo che questa volta la
cosa si faceva pesante, paragonarmi ad una bambina era una mossa
sbagliata.
Tornai a mangiare la pasta mentre lui
parlava alzando di
tanto in tanto lo sguardo, aspettai che finisse per poi versarmi un
bicchiere
d’acqua e bere un solo sorso.
- Hai finito?- Chiesi con lo stesso
tono pacato di prima.
Lui annuì e io mi alzai in
piedi con il bicchiere in mano
per poi lanciargli l’acqua in pieno viso.
-
Sarò anche una bambina ma io
non ti facevo così falso.- Risposi secca posando il
bicchiere per poi uscire
dalla sala e salire in camera sentendo Harry urlare a Louis:- Si
può sapere che
cazzo ti succede!?-
Bentornati a tutti! Spero di esservi
mancata.
Chiedo un enorme scusa per il ritardo ma ho avuto da fare con
l’altra FF che vi
invito a leggere: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1161892&i=1
Ringrazio per chi ha sempre voglia di
seguirmi e chiedo
scusa se questo capitolo è noioso ma l’ho scritto
di fretta. Manca poco alla
fine e spero rimarrete sorpresi.
Ringrazio le 1215 persone che hanno
letto il primo capitolo,
è commovente davvero!
Detto ciò vi do
appuntamento al prossimo capitolo. Adios!
Nyota
|
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Capitolo 20 *** - You're so stupid. - ***
- You’re
so stupid -
Passarono i mesi
da quando ero
lì e i miei tentativi di ignorare Louis funzionavano
nonostante fingessi tutto
il tempo che non mi importasse ma le mie amiche lo sapevano che era
solo una
maschera.
Ormai si era capito che ero innamorata di lui, innamorata di quel
maledettissimo stronzo che aveva solo giocato con me. Dormivo con degli
incubi,
se così li potevo chiamare: rivivevo nella mia mente quei
momenti in cui
eravamo stati così vicini, in cui credevo che a lui
importasse di me. Ma mi
sbagliavo.
Un giorno successe che ero uscita da sola per andare a fare un giro nel
parco
che avevo scoperto vicino a quell’appartamento dove vivevamo,
gli altri erano
usciti per andare in centro.
Oltrepassai i cancelli del parco arrivando fino al lago che faceva da
cuore del
posto, mi strinsi nel cappotto visto che era autunno e il vento
londinese ti
penetrava fino alle ossa, misi le cuffie alle orecchie sedendomi poi
sulla riva
del laghetto prendendo a giocare con le pietre. Chiusi gli occhi
lasciandomi
tranquillizzare dalle note del mio mp3 mentre con le dita ero arrivata
a
sfiorare il profilo dell’acqua. I miei pensieri iniziarono a
viaggiare
arrivando ad incontrare uno sguardo limpido, come una piccola luce nel
buio.
Sapevo già che occhi fossero ma non trovavo al momento la
voglia di aprire gli
occhi e fermarmi, mi rifugiavo in quei pensieri e in quei sogni sapendo
che
così mi sarei fatta solo del male e iniziavo a pensare di
essere masochista.
Qualcosa di umido che mi colpì il naso mi fece aprire gli
occhi e sussultare,
mi guardai un attimo intorno e poi verso l’alto. Tempo di
alzare lo sguardo che
il cielo si aprì e iniziò a piovere fortissimo,
lanciai un grido di sorpresa
per poi correre al primo riparo che trovai. Era una casetta di legno
vicino al
parco giochi che era a pochi passi da dove mi ero fermata io.
Rimasi lì forse per mezz’ora aspettando che si
calmasse un minimo ma la forza
dell’acqua non sembrava rallentare. Presi il cellulare, era
gelato e anche io
iniziavo a sentire il freddo per colpa dell’umido. Digitai il
numero di Harry e
a rispondermi ci fu la segreteria; provai con Fede, non prendeva, Vero
lo
stesso, Zayn con la segreteria come Liam e Niall. Possibile che fossero
tutti
spariti!?
Mi rimaneva una sola persona da chiamare oppure avrei rischiato di
annegare,
cercai Louis nella rubrica e poi aprì la chiamata. Dopo tre
bip sentì
dall’altra parte la sua voce rispondermi:- Ali?-
- Louis, sentì sono al parco e nessuno mi risponde. Sta
piovendo tantissimo e
sarebbe un enorme favore se venissi a prendermi con la macchina- Mi
morsi il
labbro quando mi accorsi che forse il mio tono di voce era troppo
acido. -..Per
favore, sono sotto la casetta dei bambini.- Chiesi infine usando tutta
la
gentilezza che avessi.
- Sono
già in macchina, ho iniziato
ad uscire quando hai detto ‘Louis’, ma grazie per
il ‘per favore’.- Lo sentì
ridacchiare e scappò un sorriso anche, possibile che fosse
così gentile?
Dopo circa un quarto d’ora vidi uno con addosso dei pantaloni
di una tuta e una
specie di felpone grigio correre dentro al parco con un ombrello che
sembrava
fosse ancora intero
per miracolo. Quando
vidi il tipo venire verso di me capì che quel pazzo era
Louis.
- Non mi dirai che te la sei fatta di corsa!- Gli urlai quando fu
abbastanza
vicino prima che si bloccasse per tentare di rimettere a posto
l’ombrello ormai
distrutto, dopo pochi minuti lo lasciò cadere e si
lanciò dentro la casetta.
- Fammi spazio che non mi sento più i piedi dal freddo.-
Disse mentre io mi
spostavo un poco scontrando con la schiena contro la parete di legno.
- Ero convinta saresti venuto in macchina.- Lo guardai alzando un
sopracciglio.
- Liam ha le
chiavi della mia
macchina, ringrazia che sia venuto con un…-
Indicò con un cenno quello che un
tempo era un ombrello.- Ringrazia che sia venuto.- Si corresse facendo
un
sorriso.
- E ora?- Chiesi
io incrociando
le braccia al petto e incontrando il suo sguardo.
- Aspettiamo.-
Rispose
appoggiando le mani sopra la mia testa e rimanendo quindi sostenuto
solo da
queste.
Abbassai lo
sguardo sentendomi
quasi in imbarazzo, lo sentivo molto vicino e la situazione era
abbastanza
confusionaria nella mia mente.
- Hai freddo?- Mi chiese dopo qualche minuto, sussultai come se fossi
uscita da
un sogno ad occhi aperti e mi resi conto che effettivamente tremavo per
colpa
dell’umido che riusciva a penetrare fin dentro il maglione
che avevo indosso e
mi faceva rabbrividire.
Lui non aspettò una mia risposta che si avvicinò
di più a me aprendo la felpa
della tuta e invitandomi ad ‘entrarci’. Lo
abbracciai sentendo poi la zip
chiudersi appena dietro di me, anche lui era un po’ freddo ma
dopo poco il
calore del suo corpo mi scaldò facendomi sorridere piano per
quella
beatitudine.
Alzai lo sguardo su di lui mantenendo quel sorriso notando che anche
lui mi
fissava con un sorriso.
- Perché sei cambiato?- Gli chiesi con calma.
- Non sono cambiato.- Rispose lui e lo sentì alzare un poco
le spalle.
- Sarà ma io avevo conosciuto un Louis diverso, anche prima
che arrivassi qui.-
Mormorai sperando che non mi sentisse ma non fu così.
- In che senso?- Chiese lui spostandomi un poco per potermi guardare un
minimo
il viso.
- Io ho conosciuto un Louis che mi sapeva far ridere, che quando ho
conosciuto
è stato combattuto
sul se baciarmi
o no per El…- Quando stavo per pronunciare il nome di
Eleanor vidi sul suo viso
formarsi una leggera smorfia al che mi zittì guardandolo
interrogativo.
Il ragazzo
davanti a me sospirò
prima di riprendere a parlare:- Devo dirti una cosa Alice. Ero convinto
che
l’avrebbe fatto Harry ma mi sono sbagliato.- Mi
fissò per un momento negli
occhi per vedere se sarei stata attenta al suo discorso.- Al nostro
ritorno
dall’America, quando te ne sei andata, lo stesso giorno ho
detto ad Eleanor
tutta la verità. Lei mi disse che se lo aspettava, che aveva
ragione sul fatto
che pochi mesi prima avevamo discusso perché la mia mente
non era più con lei,
ma con te. Abbiamo provato a continuare ma quando ho sentito che stavi
per
tornare non ce l’ho fatta e il giorno in cui sei atterrata
qui io ero con
Eleanor per dirle che non ne valeva la pena di andare avanti
così, la mia mente
e il mio cuore erano con te..e io..non ero sicuro che mi avresti voluto
ancora
e ho preferito allontanarti per..soffrirci di meno io.- Mente parlava
il suo
sguardo era caduto verso i suoi piedi mentre io continuavo a fissare la
sua
testa con il fiato sospeso, avevo smesso di respirare quando aveva
detto che la
sua mente era con me. – Sei uno stupido Tomlinson.-
Pronunciai io.
Quando
rialzò lo sguardo per
vedere la ma reazione mi allungai verso di lui raggiungendo le sue
labbra per
baciarlo, lui non oppose resistenza e sentì mille brividi
percorrermi il corpo
a quel contatto di cui avevo sentito la nostalgia. Il nostro bacio si
approfondì, le nostre lingue si incrociavano in una danza e
fuori la pioggia
smetteva di battere dando spazio al sole che si apriva anche nel mio
cuore.
I giorni
passarono e l’aria
nella casa dei ragazzi era cambiata in meglio: eravamo sdraiati sui
divani e io
e Louis avevamo finalmente deciso di rinunciare ad ogni tentativo
malsano di
allontanarci e ora stavamo insieme per il grande sollievo di tutti che
ci
avevano accolti con un: ‘Halleluja era
l’ora.’ Simpaticoni.
Le cose andavano
veramente bene,
mio padre era felice con Anne, le mie amiche erano affezionate ai
ragazzi e io
avevo trovato la mia felicità con Louis, ero felice che
questo capitolo della
mia vita si chiudesse con lui e ricominciasse con un noi.
Salve a tutti, sono sparita lo so e
non ho scusanti. La
scuola mi ha impegnato e avevo anche perso abbastanza
l’ispirazione per
scrivere. Questo dovrebbe essere la fine, anche se non era
così che me l’ero
immaginata. Magari in futuro pubblicherò la vera fine di
tutto, mi dispiace di
chiudere questa storia così da schifo ma mi sentivo peggio a
non mantenere la promessa
di concluderlo. Spero mi perdoniate.
Nyota.
Ah dimenticavo, se volete parlare con
me potete trovarmi
qui: https://twitter.com/__thanksmusic
.
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