There's no place like London

di icevee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It all begins ***
Capitolo 2: *** The first meeting ***
Capitolo 3: *** You have no choice ***
Capitolo 4: *** Party Hard ***
Capitolo 5: *** Nobody tell me something ***
Capitolo 6: *** Are you ready? ***
Capitolo 7: *** That's a problem ***
Capitolo 8: *** Vas Happenin' ? ***
Capitolo 9: *** I'm here by your side ***
Capitolo 10: *** We're making all the same mistakes ***
Capitolo 11: *** Bad luck, sometimes it find you ***
Capitolo 12: *** I cannot hide this even though I try ***
Capitolo 13: *** Girl I see it in your eyes you're disappointed ***
Capitolo 14: *** Look how they shine for you ***
Capitolo 15: *** Tell me you don't want my kiss ***
Capitolo 16: *** I wanna stay up all night... ***
Capitolo 17: *** ... And do it all with you ***
Capitolo 18: *** It's time to understand ***
Capitolo 19: *** What's wrong with you?! ***
Capitolo 20: *** - You're so stupid. - ***



Capitolo 1
*** It all begins ***


- It all begins -

Otto giugno, finalmente era la fine. Ebbene sì da lì a pochi minuti il caldo soffocante di quell’aula l’avrei abbandonata per tre mesi e finalmente il mio primo anno in quella scuola che per me era stata una scoperta sensazionale era finito.
Mancavano cinque minuti, chiusi gli occhi ripensando a tutto quello che era successo e alle nuove amicizie che avevo fatto in quella classe. Riaprì gli occhi e sorrisi sentendo il mio vicino che faceva un conto alla rovescia alzando sempre di più la voce: - dieci, nove, otto, sei….-.  Ancora poco e…DRIN! Finalmente era finita! L’estate era cominciata e io concludevo il mio primo anno di università con dei buoni voti e avevo raggiunto il mio scopo di fare un maledettissimo esame di inglese per poter studiare all’estero in seconda. Era stato da sempre un mio piccolo sogno, una mia piccola previsione. Ho sempre voluto viaggiare fino a sentire la nostalgia di casa mia o ancora meglio andarmene, fuggire nell’unico posto che mi aveva sempre rubato il cuore fin da piccola: Londra.
Corsi fuori finendo inzuppata da vari gavettoni con tanto di schiuma. Finalmente raggiunsi la mia macchina: una mediocre Panda che però soddisfaceva molto le mie necessità.
Guidai fino sotto casa mia dopo un’oretta di viaggio; nonostante i vent’anni suonati vivevo ancora con mia madre perché non potevo permettermi di studiare e lavorare contemporaneamente. Adoravo mia madre, era da sempre la mia migliore amica. Un po’ meno mio padre con cui non avevo mai avuto grandissimi rapporti.
I miei genitori erano separati da quando avevo sedici anni e se prima con mio padre ci parlavamo solo per insultarci dopo quel giorno lo vedevo solo a qualche pranzo e cena e lui non mi rivolgeva la parola. I miei avevano mantenuto buoni rapporti e tutte le sue cose, tutte le sue ragazze, le venivo a scoprire da mia madre con mio grande rammarico perché avevo sempre voluto che fosse stato lui a dirmele e invece non avevo mai conosciuto nessuna delle sue fiamme.
Entrai nel portone e corsi su per le scale verso il terzo piano. Mia madre doveva avermi sentito perché aveva aperto la porta ai miei due barboncini che mi vennero incontro tutti felici perché ero tornata a casa, li accarezzai ridendo mentre entravo in casa trovandomi davanti mio padre seduto al tavolo della cucina e mia madre che si stava sedendo davanti a lui. Li guardai interrogativa per poi sentirmi dire da lui: - Siediti Alice.-
Lo guardai male per il tono che aveva usato con me, odiavo che mi desse degli ordini così per come lo consideravo veramente un genitore ma lo sguardo di mia madre mi ammonì dal rispondergli male e andai a sedermi a capotavola.
- Ali devo dirti una cosa.- Iniziò mia madre con un sorriso dolce prendendomi la mano. Io la guardai serissima pronta a tirare su delle difese. Non sapevo cosa aspettarmi, cosa poteva dirmi?! Insomma andavo bene a scuola, non bevevo tantissimo, non mi drogavo, ero la copia della figlia perfetta!
- Nell’ultimo mese sono andata da uno psicologo perché ho paura che nella tua crescita e ora che stai diventando sempre più adulta tu abbia avuto nella tua vita troppo la mia presenza e poco quella di tuo padre. Secondo la dottoressa ho ragione e che forse dovresti avere per un certo periodo la possibilità di conoscere anche l’altra figura della tua famiglia.-
Alzai un sopracciglio come ancora più confusa di prima: - E quindi?-. Esclamai guardandola negli occhi.
- E quindi.. sai che papà è tornato la settimana scorsa da un viaggio..-  Iniziò mia madre, io ruotai gli occhi. Lo avevo odiato tanto perché lui era andato a Londra per i fatti suoi, così diceva ma in realtà era per conoscere una donna che aveva conosciuto tramite internet.  
- E lui vorrebbe tornare a Londra per tutta l’estate e abbiamo pensato che potrebbe portarti con se.-
Sgranai gli occhi a quell’idea. Io? A Londra? Da una parte saltavo di gioia dall’altra pensai ai miei amici, a quegli amici che nelle settimane degli esami avevo considerato poco, a quegli amici di spiaggia che mi aspettavano. - Ma non posso.. e Michi? Vero? Fede mi ucciderà!- Iniziai quasi balbettando ma lei mi sorrise mentre mio padre era rimasto in un fastidioso silenzio.
- Saranno sempre qua e potrai chiamarle con il computer.- 
Sospirai lasciandomi cadere sullo schienale della sedia. Guardai mio padre come per dirgli: “Sei pronto a sopportarmi?” Lui mi rispose come se mi avesse letto nel pensiero: - Saranno solo tre mesi, non è così terribile.- Mi sorrise dolcemente cosa che non presi con grande felicità.
Sospirai ancora mordendomi il labbro nervosa da quell’aspettativa. Dovevo pensare e da sola. Non potevo decidere così su due piedi.
Mi alzai di scatto dalla sedia: -Ti farò sapere domani, ho bisogno di pensarci.- Dissi sorridendo prima di correre in camera e rifugiarmi nel mio angolo. Mi raggomitolai sul letto stringendo al petto il mio peluches preferito, era una scimmia di nome Lilli, e guardando come incantata i poster che avevo appeso alle pareti. Foto mie, foto di Londra, delle stelle, dei miei film preferiti. Guardai la mia macchina fotografica pensando al desiderio che avevo sempre provato nel voler fotografare il Big Ben all’alba cosa che avrei potuto fare ora.
Presi il cellulare digitando il numero della mia migliore amica per una chiamata veloce, solo lei poteva aiutarmi a decidere.

All’inizio era rimasta sconvolta dalla notizia e poi aveva iniziato a insistere sul fatto che dovevo andarci approfittando della cosa non tanto per stare con mio padre ma per vivere tre mesi a Londra. A quel punto avevo deciso e in un pomeriggio feci le valigie insieme a mia madre tralasciando i pianti al giorno dopo.
Ci alzammo presto per ritrovare sotto casa le mie amiche che per farmi una sorpresa erano venute a salutarmi e a raccogliere le mie lacrime, sapevo che non stavo andando in guerra e che sarei tornata però era la prima volta che andavo via per così tanto senza di loro.
Nel giro di qualche ora eravamo già arrivati all’aeroporto ed eravamo sull’aereo diretto a Heathrow.

Durante il viaggio mi addormentai con la musica nelle orecchie mentre mio padre mi parlava di questa donna che da lì a poco avrei conosciuto. Quando mi svegliai, stavamo atterrando e anche lui si era addormentato alla fine.
Scesi dall’aereo prendemmo le valigie con mio grande rischio di ammazzarmi sul nastro e facemmo un pranzo veloce per poi prendere un taxi con abbastanza velocità. Non ascoltai la via in cui stavamo per andare, non sapevo nemmeno dove saremmo stati, lui non mi aveva detto niente.

Nel viaggio mi persi a guardare le case di periferia con un infantile stupore nell’associare quelle case a quella di Wendy di Peter Pan, una delle mie storie preferite. Dopo tre quarti d’ora arrivammo davanti ad una casa che aveva poco a che fare con quella della storia con mia grande delusione: era grossa, per i miei canoni, come una piccola villetta e aveva un giardino che circondava l’edificio. Da una delle finestre si poteva vedere un gatto che sembrava guardarci dall’alto, sorrisi immaginando già di coccolare quell’animale nonostante preferissi i cani di gran lunga.
Tempo di oltre passare il cancello del giardino che la porta si aprì mostrando una donna dai capelli scuri e lunghi e un sorriso che sciolse la tensione che avevo accumulato nell’attesa di incontrarla.
Mio padre la salutò con un bacio parlandole poi con un buon inglese, cosa che mi stupì poiché in casa fino allora ero stata io quella più brava nella seconda lingua. Dal mio canto sbiascicai imbarazzata un saluto prima di entrare al suo invito.

 

- Lasciate pure le valigie qui e andiamo in salotto. Avete fame? Siete arrivati prima del previsto.- Ci chiese lei mentre io mi lasciavo guidare verso quella stanza e mio padre rispondeva: - Tranquilla, abbiamo mangiato in aeroporto-.  
Mi guardai intorno mentre sprofondavo in un divano a L che dava su una TV al plasma, i mobili di tutto il salotto e probabilmente anche quelli del resto della casa erano molto moderni. Il mio sguardo cadde dalla TV ai due piccioncini che si erano seduti sul divano accanto al mio, mio padre aveva un braccio intorno alle sue spalle che mi sorrideva ancora e la cosa iniziava a mettermi in soggezione.
Iniziò a farmi domande sul viaggio e su come mi sembrava Londra, all’inizio aveva risposto mio padre al posto mio ma lei lo zittì appoggiandogli una mano sulla gamba. Sorrisi pensando che era un gesto tenero, voleva conoscermi e forse potevo darle una possibilità.
Ad un certo punto sentimmo la porta aprirsi e una voce che subito etichettai dal tono come dolce che chiamò: - Mamma? Sono qui ho finito prima l’intervista.-
Qualcosa nel mio istinto mi disse che avevo già sentito quella voce ma non ricordavo dove al momento.
- Oggi siete tutti in anticipo? Sono qui anche loro.- Rispose la fidanzata di papà mentre io mi voltavo verso l’entrata della stanza curiosa di vedere il nuovo arrivato e, se avevo intuito bene, colui che avrei sopportato per tre mesi. Sentì la donna dietro di me dire a mio padre:- E’ il piccolo voleva rivederti e conoscere lei.-


Tempo qualche minuto e fece il suo ingresso un ragazzo che doveva avere la mia età con in braccio il gatto che era alla finestra. La prima cosa che attirò il mio sguardo furono i foltissimi ricci che mi fecero venire l’istinto di toccarli e poi incontrai i suoi occhi smeraldini e il sorriso sornione come quello della madre incorniciato da delle tenere fossette. Quando guardai nell’insieme il ragazzo che indossava dei pantaloni bianchi e un maglioncino grigio sgranai gli occhi visto che ora avevo riconosciuto chi effettivamente era quel ragazzo.
Alcune delle mie amiche più care, tra cui Vero e Fede, erano fan di un gruppo che avevo conosciuto e sì mi piaceva nonostante non mi considerassi una vera e propria fan. Il gruppo si chiamava: One Direction e davanti a me avevo Harry Styles.
- Ehi ma io ti conosco!- Esclamai guardandolo stupita avanzare e sedersi accanto a me guardandomi con una faccia curiosa dalla mia reazione.
- Quindi non servono presentazioni? Meno male, tu sei Alice vero?- Disse lui usando la pronuncia inglese del mio nome e lasciando che il gatto si raggomitolasse sulle sue gambe.
- Sarebbe Alice, ma fa niente chiamami pure nell’altro modo. – Risposi usando la pronuncia giusta per me guardando il gatto con un sorriso dolce.

 

Passarono i minuti mentre i genitori avevano preso a parlarsi ignorando per quel tempo noi due. Io abbassai lo sguardo, volevo ritirarmi e stare con i miei pensieri, avevo accumulato troppe cose in un giorno. Harry sembrò leggermi nel pensiero perché fece un colpo di tosse per interrompere i fidanzatini:- Allora le faccio vedere la camera di Gemma?- Disse a sua madre che annuì, a quel punto mi alzai veloce mormorando un:- Grazie.- Lui mi rispose con un sorriso, evidentemente neanche a lui piaceva tanto l’ambiente che si era creato prima.
Mi aiutò a portare una delle mie valigie, cosa che apprezzai molto visto che me l’ero immaginato come uno di quelli viziati dal successo. Mi guidò in una camera al piano superiore molto grande rispetto alla camera che mi aspettava in Italia. La camera di Gemma aveva le pareti color violetto e c’era un letto ad una piazza e mezza al centro con la testiera attaccata al muro. All’angolo opposto alla porta c’era un armadio colo crema e vicino una porta-finestra che dava su un terrazzino. Tra il letto e la finestra c’era una porta che probabilmente dava su un bagno comunicante.
Entrai guardandomi intorno a bocca aperta sentendo un forte odore di lavanda. Mia madre adorava la lavanda e quell’odore mi fece pensare a lei e venire la nostalgia, feci per voltarmi verso la finestra dopo aver posato la valigia vicino al letto sentendo un groppo in gola. Come sempre avevo l’ansia del nuovo e mi sentivo terribilmente sola.
Harry sembrò notarlo perché mi arrivò davanti e mi prese per i fianchi stringendomi in un abbraccio. Il suo profumo mi investì e sentì i suoi ricci solleticarmi il viso. Rimasi rigida stupida dal gesto ma poi il calore del suo corpo mi rilassò e ricambiai l’abbraccio.
Rimanemmo qualche minuto così in silenzio finchè non lo allontanai per prima guardandolo con un mezzo sorriso.
- Sembravi bisognosa di un abbraccio.- Mi disse con un sorrisetto molto dolce stampato in viso.
- Non aspettarti questa dolcezza da parte mia in futuro.- Risposi io abbassando lo sguardo. Ero imbarazzata?! La cosa accadeva raramente, solitamente ero quella che se ne fregava abbastanza.
- Sì? Scommetto il contrario, so sciogliere chiunque.- Disse ancora lui abbassando di un tono la voce facendola sembrare quasi roca.
Ruotai gli occhi prima di spingerlo sul letto e aprire la valigia prendendo il necessario per una doccia.:- Ho bisogno di una doccia. A dopo!- Scappai in bagno evitando il suo sguardo. – Ecco di chi era questa puzza!- Mi urlò dietro scoppiando a ridere, io in risposta dal bagno gli lanciai contro la maglia che mi stavo togliendo riuscendo ad evitare di essere vista mezza nuda. Quando mi guardai allo specchio avevo le guance ancora rosse e mi sentivo addosso il suo profumo.

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Salve a tutti! Sono la scrittrice, chiamatemi Nyota. Bè cosa dovrei dire? Ho scritto questo primo capitolo perchè mi sono lasciata convincere da un'amica ed è da molto che non scrivo e spero di riuscire a trovare una fine almeno con questa storia. So che questo capitolo fa schifo e sono sincera, preferisco il secondo che ho già pronto. Se avete consigli fatemi sapere ovviamente!

Nyota

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Capitolo 2
*** The first meeting ***


- The first meeting -

 

Finita la doccia era ormai sera così mi vestì con dei semplici jeans scuri e una maglia aderente dei Paramore, dopo di che scesi al piano di sotto sentendo subito la risata di Harry provenire dal salotto. Sbirciai trovandolo al telefono e sdraiato sul divano, sembrò notarmi perché mi fece segno di entrare mentre chiudeva la chiamata:- Sta sera non hai in programma una serata solitaria vero? I piccioncini sono fuori e non mi fido a lasciare il gatto nelle tue mani-.
Lo guardai male sedendomi a gambe incrociate sul suo stesso divano in fondo rispetto a dove era lui:- Fico, ora ho bisogno anche della tata?- Commentai mentre lui appoggiava i piedi sulle mie gambe con assoluta tranquillità. – Dobbiamo sopravvivere tre mesi, ti tocca- Alzò ancora le spalle mentre io guardavo ancora più male i suoi calzini.
- Quindi qual è il programma della serata?- Chiesi mentre lui mi mostrava sullo schermo del cellulare il nome dell’ultima persona chiamata: “Lou”:- Vanno a prendere delle pizze e poi arrivano tutti qui quindi non andare in iperventilazione-.

Sbuffai, addio serata su skype con Fede.

- Non avrai bisogno di presentazioni, delle mie amiche sono vostre fans quindi vi conosco grazie a loro-.
Lui sorrise come orgoglioso della cosa per poi iniziare a fare zapping alla TV fermandosi su MTV mentre passava il video di “It’s Gotta be you”. Io in un gesto automatico canticchiai a bassa voce seguendo la canzone e lui stirò le braccia dietro la testa senza guardare lo schermo ma me sempre con il suo sorrisetto stampato in viso:- E tu? Non sei una nostra fan?- Mi chiese e io scossi la testa:- Non siete male ma preferisco altri generi-.

Stava per ribattere ma il suono del campanello lo fece alzare per andare ad aprire la porta mentre io rimanevo lì in attesa.

La prima cosa che sentì fu la voce squillante di Louis che poi si mischiò a quelle degli altri evidentemente felici di fare una serata tutti insieme.
Sentivo l’odore di pizza dal salotto e ad un certo punto vidi volare attraverso la porta una Nike rossa che per poco non colpì la TV ancora accesa. Sentì un urlo:- Niall la mia scarpa!- Allora scoppiai a ridere forte e sentì il frastuono causato dai ragazzi interrompersi, forse si erano accorti di me solo ora. Spuntarono dalla porta con la testa e allora io mi interruppi nonostante mi scappasse ancora qualche risata.
- E’ vero che c’è la nuova arrivata- Esclamò Liam facendosi avanti per primo insieme agli altri mentre Harry riprendeva il posto che aveva prima sul divano con tanto di piedi sulle mie gambe, Liam e Zayn si buttarono sull’altro e Niall e Louis per terra, il primo davanti a me con le pizze e l’altro con la schiena appoggiata al divano mio e di Harry.

- Harry ci ha detto che ci conosci, sei una nostra fan?- Chiese Zayn indicando anche il video che era concluso poco fa alla TV. Harry si schiarì la voce per rispondere al mio posto:- Non siete male ma preferisco altri generi- Parlò in falsetto per imitare la mia voce, così io gli sfilai un calzino e glielo tirai in faccia scatenando le risate di tutti.
- E’ vero, il mio cuore appartiene ad altri- Dissi indicando la mia maglia. Tempo di finire di parlare che il mio cellulare suono per un messaggio con “Save you tonight”, avvampai diventando bordeaux mentre aprivo veloce il messaggio per cercare di limitare la figura appena fatta.

Quando finalmente riuscì a spegnere la suoneria li guardai uno per uno con un sorriso innocente.
- Dicevi?- Ridacchiò Louis che aveva preso a giocare con il calzino di Harry che avevo lanciato.
- Ehm.. mangiamo la pizza vi va?- Continuai sorridente mentre Zayn si alzava per prendere le birre dalla cucina e un coltello.
Durante la cena i ragazzi presero a parlare di loro vecchi episodi facendomi ridere di tanto in tanto mentre le birre vuote si moltiplicavano e non per miracolo divino. A fine serata arrivarono i fidanzatini e Anne rimase a fissarci un attimo, il salotto era tutt’altro che in ordine:- Pensate di fermarvi a dormire qui vero?-
- Io ho portato lo spazzolino- Ci uscì Liam sorridendo, la donna sospirò prima di augurarci la buona notte e sentire nel mentre mio padre uscirci in inglese con un:- Alice, occhio a ciò che fai- Riferendosi alle birre e al fatto che fossi in mezzo a cinque ragazzi. – Papà!- Mi lamentai sentendo poi Zayn ridacchiare per poi farsi sentire da mio padre che saliva al piano di sopra con:- Ma sì! Lei è brava, soprattutto innocente dopo quello che abbiamo fatto prima-

A quel punto mi alzai e cercai di picchiarlo:- Malik! Ora vedi al brava ragazza!-. Mentre io e lui ci picchiavamo per gioco sentivo gli altri quattro che scommettevano su chi avrebbe vinto ma nel giro di qualche minuto mi ritrovai schiacciata sul divano con Zayn sulla mia pancia e Niall e Louis che esultavano perché avevano appena vinto la scommessa.

 

Andammo a dormire e nonostante Louis mi avesse proposto di dormire con loro declinai pensando che li conoscevo da manco un giorno e inoltre volevo stare da sola per una notte almeno.
Quando sentì Harry dirmi:- Vuoi un altro abbraccio?- eravamo in bagno a lavarci tutti i denti e io per spegnere il suo sorriso  gli schizzai l’acqua in faccia per poi fuggire in camera ridendo e addormentarmi in pochi minuti.
Al mattino mi svegliai quasi tranquilla, le risate che venivano dalla stanza di Harry mi avevano disturbato insieme al sole che picchiava sul mio viso, avevo dimenticato la serranda alzata.

Non li andai a salutare subito ma accesi il computer per mandare una mail a mia madre dicendole che stavo bene nonostante vedessi poco papà e trovai con grande fortuna Fede online su skype così aprì una videochiamata con lei.
-Brava! Non farti sentire!- Squillò senza salutarmi la mia amica, io risi:- Buongiorno anche a te, donna.- 

- E non ti sei ancora vestita!-
Sbuffai, effettivamente con i miei pantaloncini corti blu, la maglia con un ranocchio fatto a cartone animato che usavo come pigiama e i capelli gonfi e rossi di tinta non ero un grande spettacolo.

Le raccontai del mio arrivo, della ragazza di papà e le feci vedere la stanza ma evitai ancora di dirle che stavo in casa con il suo gruppo preferito.

 

Ero sdraiata a pancia in giù con il computer sul cuscino a parlare ancora con lei quando irruppe Louis in boxer lasciando che la mia mente pensasse che non potevo avere certi spettacoli di prima mattina, sarei impazzita.
- Buongiorno piccoletta- Mi salutò. Fico, manco un giorno e avevo già un soprannome?!

Fede tentò di attirare la mia attenzione dalla telecamera visto che aveva sentito la sua voce:- Ali chi è?-

- Fede devo dir…!-

Non riuscì a concludere la frase che venni schiacciata dal dolce peso morto di Louis che si era letteralmente buttato su di me.

- Stronza dimmi che non è chi penso!- Esclamò urlando quasi in italiano ancora mentre io cercavo di liberarmi per risponderle ma lui mi abbracciò bloccandomi le braccia.

- Louis?!- Disse Fede alquanto sconvolta dalla scena inaspettata.

Louis alzò lo sguardo su di lei notandola forse solo ora:- Ehi! Ti dispiace se la soffoco?- Chiese ridendo mentre Fede tirava un sospiro quasi sognante:- Fai pure visto che qualcuno non mi racconta niente!- rispose calcando sul “qualcuno” evidentemente arrabbiata dalla cosa.

- Te la dico in parole povere, la fidanzatina di papà è la madre di Harry- Bofonchiai.

- Chi mi nomina invano?- Spuntò Harry dalla porta però non nel campo visivo della telecamera.

- Harry mettiti i boxer solo io posso vederti così!- Ci uscì Louis guardando prima l’amico e poi me che avevo affondato il viso nelle mani per non vedere le nudità del riccio che rispose:- Non li trovo più-  Louis sbuffò e si alzò trascinando via Harry nudo mentre io ricominciavo a respirare.

 

- Fede?- L a chiamai quando fui sicura di essere da sola. La vidi riemergere dalla scrivania con le lacrime agli occhi per le risate, a quel punto le raccontai tutto cercando di deviare il le sue domande quando le raccontai del mio abbraccio con Harry cosa che non riuscì a fare visto che lei urlava le sue domande in inglese forse apposta per farsi sentire dall’interessato che parlavamo di lui.

 

 

Ed ecco il secondo capitolo, spero sia piaciuto. Fatemi sapere se avete delle critiche o altro nelle recensioni che prendo volentieri qualsiasi consiglio. Ringrazio Fede che mi ha permesso di “usarla” come personaggio e per avermi dato il consiglio di mettere la foto e per avermi aiutato a correggere anche alcuni errori. Buon fine scuola e auguri per chi ha gli esami e…bho… al prossimo capitolo!

Nyota

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Capitolo 3
*** You have no choice ***


- You have no choice -

 

Avevamo iniziato a parlare da tipo mezz’ora quando arrivò Niall, almeno lui vestito completamente, tutto sorridente che si sedette accanto a me:- Ho sentito che sei in cam- Io annuì mostrandogli lo schermo e una Fede entusiasta che salutava.
- Ali lo sai che ti amo?- Mi disse lei rigorosamente in inglese mentre Niall rispondeva ai suoi saluti.

Lo guardai con un sorriso, Niall mi trasmetteva tanta dolcezza con la sola presenza e inoltre notai un segno rosso sul suo collo:- Niall, hai un succhiotto?- Esclamai ridacchiando.

- E’ stato Zayn- Mugugnò lui in risposta abbassando lo sguardo mentre io scoppiavo a ridere insieme a Fede rischiando di cadere per terra.

Uscì dalla stanza lasciando che i due parlassero, almeno ero sicura di essermi fatta perdonare dalla mia amica con quella cosa.
Andai in bagno e mi cambiai mettendo dei jeans stretti con degli strappi e una maglia rossa che lasciava una spalla scoperta e una stella gigante sul davanti. Cercai anche di pettinarmi e di darmi un minimo di trucco giusto da non sembrare troppo sconvolta.

Uscì dal bagno in sovrappensiero  e non mi accorsi che c’era qualcun altro che passava in quel momento. C’entrai in pieno Louis che per non farmi cadere mi prese per la vita mentre io diventavo rossa dall’imbarazzo.
- Non era Harry quello degli abbracci?- La prese sul ridere il che mi tranquillizzò del fatto che al figura appena fatta forse non era così grave. Cercai comunque di giustificarmi ma lui si avvicinò col viso per darmi un bacio sulla guancia interrompendomi.
- Sì, sì e io voglio dei biscotti quindi andiamo- Mise il braccio intorno alla mia vita quasi per trascinarmi a forza giù di sotto.

 

Arrivati in cucina trovai un tavolo pieno di biscotti e merendine varie ma l’unica cosa che attirò veramente la mia attenzione fu catturata da un barattolo di nutella. - Mio!- Esclamai sciogliendo l’abbraccio da Louis per prendere il barattolo e sedermi a gambe incrociate su una sedia con quest’ultimo in mezzo e un cucchiaino in bocca.

- Allora qual è il programma di oggi?- Chiesi con la bocca impastata dalla nutella prima che Niall arrivasse e mi rubasse il barattolo da sotto il naso ignorando i miei lamenti.
Sentì delle mani appoggiarsi sulle mie spalle e io così alzai lo sguardo, era Liam:- Abbiamo ancora un giorno libero quindi ti portiamo in giro per la città. E no non hai possibilità di dire no- Sorrise prima che io mi alzassi e andassi a prendere la borsa.
Girammo tutto il pomeriggio e mi fecero visitare ogni angolo del centro cittadino lasciandomi giusto cinque minuti per scattare qualche foto. A fine giornata arrivai a casa stanca morta e mi addormentai subito.

 

Passarono un paio di settimane in cui iniziai a prendere l’abitudine di studiare al mattino mentre i ragazzi avevano delle interviste, vedevo poco Anne e papà sia perché stavano sempre insieme e sia perché io giravo molto con il gruppo, e finalmente Harry aveva capito che con me in casa non poteva girare completamente nudo se non voleva essere preso a pugni nonostante fra i due fosse lui quello più forte. Avevo legato molto con Niall e Liam a cui avevo iniziato a dare lezioni di cucina italiana e il nostro piatto forte era la pasta al pesto. Sì anche a Londra ero riuscita a trovare un verduriere che vendeva del basilico e io ne avevo approfittato per fare quel sugo che era proprio della mia regione. Con Harry avevo stretto un legame più forte e spesso ci perdevamo alla sera a parlare stesi sul letto di uno dei due fino ad addormentarci quando non passavamo le serate con gli altri quattro.

Una mattina i ragazzi avevano da lavorare nel pomeriggio ma io, ormai di abitudine,  avevo iniziato a fare i compiti di matematica mentre Harry era in bagno a farsi una doccia e io venni interrotta dal suono del campanello. Papà e la madre di Harry erano fuori a far la spesa così mi alzai e andai di sotto ad aprire trovandomi davanti Louis che si avvicinò per darmi un bacio sulla guancia.
- Giorno piccoletta- Mi salutò mentre io ricambiavo il suo bacio prima di voltarmi e salire al piano di sopra
- E’ a farsi la doccia- Gli comunicai immaginando che fosse lì per Harry mentre mi sedevo sul letto tornando a fare quelle equazioni.
- Ok lo aspetto- Mi rispose.
Tra me è la testiera del letto c’era uno spazio abbastanza grande che Louis occupò silenziosamente mentre io facevo finta di niente e lo sentì cingermi i fianchi e appoggiare il mento sulla mia spalla per guardare gli esercizi.
- Questo è un meno- Mi corresse mormorano. Poco dopo arrivò Harry che si sedette davanti a me, solo quando alzai lo sguardo per salutarlo mi accorsi che aveva addosso solo l’asciugamano legato in vita e i capelli ancora umidi.
- E’ successo di nuovo- Disse semplicemente Louis.
- Ancora?!- Esclamò l’altro mentre io aggrottavo la fronte confusa e distratta dalla situazione e borbottavo in italiano:- Quanto fa 2+2?- No non mi sentivo a disagio lì in mezzo, no.
Sentì Louis stringere la presa intorno alla mia vita mentre alzava le spalle in risposta ad Harry.
- Domani sera andiamo a quella festa ok? Ti serve- Dichiarò il riccio, l’altro nascose il viso dietro la mia spalla come per pensare e sentì attraverso la canotta le sue labbra sfiorare la mia pelle. Alla fine sospirò e annuì ad Harry accettando l’invito.
- Quindi Alice preparati a ballare domani!- Concluse con un sorriso il ragazzo incontrando il mio sguardo stupito che si alzava dai compiti.
- Scusa?! No Harry non ne ho voglia e non ho neanche vestiti da mettermi- Prima che lui potesse rispondere sentimmo la porta di casa aprirsi per poi vedere Anne spuntare dalla porta della camera con un sorriso per salutarci.
- Mamma Alice ha un problema vestiti per una festa di domani sera- Sorrise sornione il ragazzo guardandomi vittorioso visto che mi aveva appena incastrata e non avevo possibilità di dire di no.

- Ali vai con Anne a fare shopping domani pomeriggio- Propose mio padre spuntato solo in quel momento.
- Grazie papà!- Esclamai con un falso sorriso, Anne ridacchiò.

- Dai troveremo qualcosa che ti piace vedrai- Il suo sorriso dolce mi spinse ad annuire con un sospiro accettando l’invito prima che lei si dileguasse con papà per mettere a posto la spesa.

- Ti odio riccio- Affermai subito dopo guardandolo male mentre Louis tornava a stringere l’abbraccio intorno alla mia vita fino a farmi cadere con la schiena contro il suo petto e il suo viso spuntò da sopra la mia spalla.
- Dai su, ci divertiremo vedrai- Mi sorrise e quel gesto mi sciolse.

- Va bene, verrò dolente o nolente. Non ho molte possibilità giusto?-

 

Il pomeriggio per un errore la loro intervista era stata rimandata così ne approfittai per farmi portare al  parco dai ragazzi e per fare qualche altra foto. Con mio grande terrore andammo con la macchina di Harry che nonostante le aspettative che mi aveva dato sulla sua guida il viaggio fu tranquillo.

Arrivati i ragazzi si misero a giocare a pallone mentre io e Niall andammo a sdraiarci sotto un albero iniziando a parlare e a scherzare. Lo adoravo per tutta la dolcezza che trasmetteva con il semplice sguardo. Mentre discutevamo mi interrompevo di tanto in tanto per scattare una foto cosa che dopo un po’ stufò il biondo visto che ogni volta che mi distraevo doveva ripetermi ciò che aveva appena detto.
- Non puoi distrarti così però!- Esclamò alla centesima volta ridendo.
- E scus..ih!- Saltai ridendo visto che mi aveva puntato un dito contro il fianco facendomi il solletico e io lo soffrivo terribilmente.

- uhuh! Soffri il solletico- Sul viso di lui spuntò un sorriso maligno.

- Niall non ci pensare….- Troppo tardi. Venni bloccata a terra dal suo peso e le sue mani presero a farmi il solletico facendomi ridere come una matta.

Quando iniziò a calare il sole tornammo ognuno a casa propria e Harry ed io finalmente riuscimmo a cenare con Anne e papà per poi andare a dormire stanchi morti per la giornata ancora movimentata.

 

 

Salve a tutti! Ringrazio le recensioni che mi sono arrivate, mi hanno fatto molto piacere davvero e sono felice che questa pazzia che la mia mente perversa sta creando in qualche modo venga apprezzata. Chiedo scusa se sono tornata a scrivere capitoli lunghi ma questo non sono proprio riuscita a dividerlo il prossimo sarà più fattibile.

Recensite in tanti, voglio anche delle critiche costruttive per migliorare magari!

Grazie ancora a chi mi segue e chi mi ha recensito.

 
Nyota

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Capitolo 4
*** Party Hard ***


- Party Hard -

 

Il giorno seguente feci i compiti al mattino come d’abitudine e subito dopo pranzo Anne mi trascinò per negozi. Ero agitata, era la prima volta che uscivo con lei e avremmo parlato e la cosa mi preoccupava visto che non la conoscevo ancora. Harry doveva aver detto anche agli altri del mio pomeriggio, e di come quella mattina avessi passato mezz’ora per vestirmi perché ero indecisa su tutto neanche dovessi andare ad una cerimonia, infatti mi arrivò un sms di Liam: “Rilassati piccoletta, devi essere al meglio sta sera c’è da divertirsi! Un bacio da tutti e una leccata sulla guancia da Lou”. Risi per il messaggio sentendomi più solare pensando al fatto che comunque un minimo ci tenevano a come stavo.
“Grazie, anche per la leccata. Dì alla carota che poi glielo ridò questo suo ‘bacio’. A sta sera e sì sono carica!”.
Girammo per molti negozi osservando varie combinazione e quando rivelai ad Anne che non volevo andare perché mi sentivo a disagio con un vestito mi aiutò a trovare una via di mezzo che piacesse ad entrambe e riprendesse il mio stile ideale.

Alla sera mi aiutò a truccarmi e ad acconciarmi i capelli nonostante mi fossi lamentata dicendo che tanto entro mezz’ora i capelli sarebbero tornati nella loro forma. Quando salì sui tacchi parecchio alti per la mia solita altezza delle scarpe da ginnastica pensai di cadere da un momento all’altro.
Anne uscì dalla mia stanza e quando arrivò dalle scale si trovò davanti tutti e cinque i ragazzi che mi aspettavano, io uscì anche ma rimasi nascosta dietro al muro in modo che loro non mi vedessero.
- Ali scendi dai che vogliamo vederti- Iniziò Liam sicuro come gli altri che Anne avesse fatto un ottimo lavoro.
- Non.. non posso! Non riesco a camminare su sti tacchi!- Mi lamentai facendo sbuffare Anne.
-  Alice non fare la timida, hai provato a camminarci e ci sai andare quindi vai.- Mi ordinò la donna mentre Louis esclamava ridendo:- Wow, persino le prove!-
- Louis non sfottere!- Esclamai mentre uscivo dal mio nascondiglio guardando i ragazzi agitata, non mi sentivo molto a mio agio perché quando mi ero vista allo specchio mi ero sembrata molto più grande e la cosa mi metteva a disagio.
I ragazzi rimasero tutti letteralmente a bocca aperta davanti al mio completo: Short neri molto aderenti e short con delle borchie su un lato, canotta con scollatura a V e uno spacco sulla schiena anch’essa nera che con gli short sembrava fare un vestito unico e infine tacchi argentati per “illuminare” la mia figura, come aveva detto Anne. I capelli sembravano più gonfi e mossi del solito e il trucco scuro contornava i miei occhi.

Scesi piano per poi guardare i ragazzi ancora a bocca aperta.

- Smettetela ora o torno di sopra.- Esclamai guardando lo sguardo divertito di Harry che evidentemente era felice di vedermi così e del fatto che non avrei mai ammesso che se non era per lui non avrei mai messo una cosa del genere.

Uscimmo di casa facendo i vari saluti e per arrivare fino alla macchina vedendomi in difficoltà arrivò Louis che mi prese sotto braccio. Per un attimo mi chiesi perché lo facesse, non temeva che i paparazzi lo fotografassero e che la sua ragazza la prendesse male?
- Sei bellissima così sai? Hai fatto bene a fidarti- Mi rivolse quel sorriso dolce che sapeva sciogliere chiunque e io annuì concordando con lui.
- Hai ragione, ha fatto un buon lavoro. Ah Lou, una cosa!- Eravamo vicinissimi alla macchina che i ragazzi usavano per viaggiare tutti insieme così mi allungai leccando con la punta della lingua la sua guancia prima di scappare via ridendo in macchina ma per mia sfortuna lui riuscì a sedersi vicino a me.
- Ora tocca a me!- Esclamò iniziando a farmi il solletico, ormai lo sapevano tutti che era il mio punto debole, e dopo un po’ mentre eravamo in viaggio riuscì a bloccarmi i polsi fino ad arrivare a leccarmi una guancia. Io mi lamentai pulendomela con la manica di una giacchetta che avevo portato dietro.

 

Arrivammo al locale, fuori c’erano delle coppiette o gente che era già ubriaca e la musica era così alta che si sentiva bene da fuori. Il nome del locale era “White Lion” e la luce dell’insegna al neon attirava bene l’attenzione.

Entrammo tutti insieme, i ragazzi avevano prenotato un tavolo privato e così ci sedemmo subito lì iniziando ad ordinare i primi drink, non ero una grande esperta di alcolici così mi feci consigliare tutto da loro. Dopo mezz’ora che eravamo entrati arrivò una ragazza con una testata di ricci che ci salutò tutti e si presentò a me come Danielle, incredibile che riuscissi a capirla nel frastuono, allora la riconobbi come la ragazza di Liam. Non ci pensai due volte prima di molestare il povero ragazzo continuando a dirgli di portarla a ballare cosa che dopo un po’ fece quando anche Louis e Niall vennero a darmi man forte.

Continuavo a bere, ero arrivata a tre bicchieri di drink e ancora reggevo senza sentire la testa girare; al quarto e quinto però iniziai a sentire la testa girare appena e a perdere un po’ di lucidità. Mi sentì tirare per la mano e incontrai lo sguardo di Zayn che mi urlò all’orecchio:- Vieni.- Una frase semplice ma che dal tono mi lasciava in tendere che era come un ordine.

 

Mi alzai sorridente ed euforica seguendolo fino al centro della pista da ballo dove iniziammo a ballare insieme e da lì riuscivo ancora a scorgere i visi di Niall, Louis ed Harry. Solo il riccio era rimasto a guardarmi andare via mentre gli altri due avevano iniziato ad ordinare dell’altro da bere.

Sapevo muovermi bene, cinque anni di danza hip hop erano serviti pure a qualcosa e forse c’era anche l’alcool ad aiutare la situazione. Essendo nel centro del ciclone eravamo molto stretti e gli occhi di Zayn non smettevano di incontrare i miei. Lo sentì prendermi per i fianchi avvicinandomi di più a se con calma sempre a ritmo di musica finchè non dovetti appoggiare le mani sulle sue spalle. Il suo profumo insieme all’odore di alcool e sudore del locale mi investirono inebriandomi completamente e sentì le sue mani incontrare l’orlo della mia maglia soffermandosi un attimo prima che i suoi pollici si facessero strada sotto di essa per arrivare ad accarezzare i miei fianchi nudi prendendomi con forza.

Non riuscivo a dire di no, mi sentivo la bocca impastata e il mio buon senso in quel momento era sostituito da una vocina che mi martellava in testa: “cos’hai da perderci?”. Non ragionavo lucidamente, era chiaro che fossi ubriaca quel giusto per fare cazzate ma non abbastanza da dimenticare ciò che avrei fatto. 
Gli accarezzai il collo mentre il suo viso si chinava verso il mio collo baciandolo come se fosse una sua proprietà, anche lì non riuscì a fare nulla per fermarlo. Sentivo il suo corpo, il suo bacino contro il mio come una forza e le sue mani che mi accarezzavano ancora i fianchi guidandomi in un ballo di cui non riuscivo ad avere il controllo.

Sentì le sue labbra languide salire sempre di più verso le mie labbra ma qualcosa lo interruppe: era Harry che ci urlò – Dobbiamo andare, domani ci vogliono svegli presto. Ci hanno chiamati ora.- La sua voce era severa e secca cosa che mi stupì visto che ero abituata ad un tono dolce da parte sua.

Uscimmo dal locale, subito non vedendo Liam venire verso l’uscita immaginai che fosse già andato ma, invece, lo notai fuori dal locale che baciava Danielle confondendosi tra le varie coppie.
In macchina eravamo tutti silenziosi, Louis guardava fuori dalla finestra e Harry anche. Niall invece si guardava intorno e quando incontrò il mio sguardo confuso mi sorrise dolcemente, Zayn in definitiva guardava per terra come se fosse confuso anche lui dall’aria che c’era in macchina.
Tornammo ognuno a casa propria e io mi cambiai in fretta salutando svelta Harry per non svegliare i nostri genitori.

Dopo poco sentì la porta aprirsi e una voce roca sussurrare nel buio:- Alice dormi? Devo parlarti, posso venire?- Qualche parola era sbiascicata, evidentemente era anche lui nella mia stessa situazione.
- Sì vieni.- Mi spostai per fargli posto nel letto e poi lo sentì insinuarsi sotto le coperte vicino a me per poi attirarmi a se in un abbraccio stringendomi la vita. Le mie mani incontrarono il suo petto nudo ma la gamba sfiorò un tessuto, segno che aveva i boxer e non era completamente nudo.

- Ora ti spiegherò una cosa e devi stare molto attenta- La sua voce roca arrivò al mio orecchio mentre mi stringeva di più, io affondai il viso nel suo petto rilassandomi nel sentire il suo cuore e attesi con ansia ciò che voleva dirmi.

 

 

Ed eccoci con un altro capitolo, ora che ho più tempo libero riesco a scrivere di più e sono molto entusiasta per le recensioni. Spero che questo capitolo vi piaccia. Lo so che spesso mi dimentico di qualcuno dei ragazzi ma accade perché incentro i capitoli su alcuni in particolare ma potete stare certe che ognuno, nessuno escluso, avrà un capitolo che lo dedicherà.

Alla prossima!

 

Nyota

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Capitolo 5
*** Nobody tell me something ***


- Nobody tell me something -

 

 

Eravamo lì, stesi nel buio e abbracciati. Sentivo il battito del suo cuore e il vago odore di alcool e il suo respiro accarezzarmi il viso, inoltre le mani dai miei fianchi mezzi nudi per la canotta non si erano tolte ma avevano stretto la presa in modo da avvicinarmi per sentirlo meglio.

- Quando Zayn beve tanto non capisce più cosa fa molto più di noi- Iniziò sussurrando mentre la presa delle sue mani sui miei fianchi si allentava fino a diventare una carezza. – E sta sera avrà bevuto quasi il doppio di noi, non te ne sei accorta forse ma ha bevuto tanto-

Sospirai, avevo ancora le mani appoggiate sul suo petto così mossi appena il pollice accarezzando la sua pelle in modo da fargli capire che stavo ascoltando. Sentì le sue mani salire piano alzandomi la canotta e accarezzando la mia pelle facendomi venire qualche brivido, quando arrivò vicino al petto le sue mani si alzarono prendendomi delicatamente i polsi.

- Louis ultimamente litiga spesso con la sua ragazza e sta sera l’ho voluto portare lì per farlo divertire, non mi piace vederlo così ed è stata una buona idea per buona parte della serata.-

Staccò le mie mani dal suo petto e si mosse spostandosi sopra di me in modo da bloccare i miei polsi ai lati della mia testa.

- Harry..- Mormorai come in un sospiro nel buio ma lui continuò a parlare con la voce ancora roca:- E sta sera hai rischiato di vedere una rissa tra Zayn e Lou e..- Si interruppe un attimo osservandomi, nonostante il buio riuscivo quasi a scorgere il bagliore dei suoi occhi anche se il suo corpo mi schiacciava contro il letto. Affondò il viso nell’incavo del mio collo solleticandomi la pelle con i capelli.

- .. e me. Ti voglio bene, Alice, ci teniamo a te- Concluse in un roco sussurro sentendo il suo respiro accarezzarmi ancora la pelle. Le sue labbra sfiorarono il mio collo in un bacio, poi così come era arrivato si spostò dal mio corpo. Lo sentì alzare la coperta ma io gli presi la mano fermandolo:- Resta, domani non riuscirò ad alzarmi da questo letto- Mormorai e lui tornò dove era inizialmente ma senza alcun abbraccio e solo quando senti il suo respiro diventare regolare capì che stava dormendo, io ci misi un po’ di più ad addormentarmi perché le sue parole mi giravano nella mente in modo confuso e non riuscivo a capire perché me le avesse dette. Potrei giurare di essermi addormentata quando le primi luci dell’alba avevano iniziato a penetrare dalla finestra.

 

Quando mi svegliai più tardi la prima cosa che notai in me era il mal di testa che picchiava forte. Tentai di tirarmi su a sedere e quando ci riuscì il mal di testa sembrò aumentare. Mi guardai intorno notando Harry a pancia in giù che dormiva ancora beato così rimasi seduta ancora un attimo passandomi una mano sul viso per risvegliarmi. Mi lasciai cadere sul materasso rimbalzando un poco e a quel punto non notai che il riccio accanto a me si era svegliato finchè non rotolò vicino a me stringendomi in un abbraccio dolce.

- Giorno- Mi disse dandomi un bacio sulla guancia. – Ti ricordi qualcosa di quello che è successo ieri sera?-

- Sì mi ricordo tutto.- Risposi a mia volta sorridendo per il bacio.

- Bene così non devo ripeterlo..-  Si alzò con calma uscendo dalla stanza già illuminata per poi tornare dopo qualche minuto con il cellulare in mano.

- Sta arrivando Louis- Sbadigliò passandosi una mano sul viso per poi soffermarsi a guardarmi un attimo e poi scappare verso il bagno chiudendosi la porta alle spalle.

Ridacchiai appena quando sentì i suoi versi provenire dal bagno, il post sbornia era una schifezza mostruosa e ogni singolo movimento che faceva mi rimbalzava dolorosamente nella testa.

Quando suonò il campanello mi colpì come un trapano e a fatica mi trascinai al piano di sotto per aprire la porta trovandomi davanti Louis. –Giorno- Mormorai in quello stato pietoso e rimasi un attimo a guardare il suo viso divertito dal mio stato, in quel momento sentì lo stomaco fare una capriola e non ci pensai due volte prima di correre al piano di sopra occupando il bagno mentre Harry usciva da  lì.

 

Uscì dal bagno e mi ritirai in camera mia, Harry era sparito e al suo posto sdraiato lì c’era Lou che mi fece segno di venire e così caddi sul letto lasciandomi accogliere dal suo abbraccio. In quell’attimo ringraziai  di essermi un minimo lavata il viso per avere un minimo di decenza.

- Perché tu non stai da schifo?- Chiesi mormorando con la testa appoggiata al suo braccio.

- Perché mi sono controllato- Sorrise semplice – A differenza tua- Continuò, il suo tono aveva preso una nota severa e io abbassai lo sguardo come se fossi mortificata.

- Direi che lo stomaco rivoltato come un calzino basta come punizione..-

- Oh no, non basta- Mi sussurrò all’orecchio con un sorriso divertito.- E l’abbiamo già pronta-

- Come l’avete già pronta?! Chi c’è anche in mezzo?- Mi sollevai col busto per guardarlo in viso confusa ma lui mi ritirò giù.

- Il gruppo, è una cosa che abbiamo pensato io e Liam e Niall ha approvato. Poi lo abbiamo detto ad Harry e ci manca Zayn ma è praticamente deciso- Mi spiegò mentre spostava di poco il braccio in modo da farmi posare la testa sul suo petto.

- Ora sono curiosa.- Dissi alzando lo sguardo su di lui e lui si allungo per baciarmi la fronte.

- Lo scoprirai con calma.- Sorrise ancora stringendomi in quell’abbraccio – Vuoi un aspirina?-

Io scossi la testa, in quel momento la sola idea di ingerire qualcosa mi faceva solo tornare il voltastomaco.

Harry riapparse poco dopo vestito di tutto punto, per un attimo mi guardai imbarazzata ancora in pigiama.

- Allora glielo hai detto?- Chiese il riccio sdraiandosi sul letto dalla parte opposta a Louis lasciando così me in mezzo

- No, glielo diremo tutti insieme.- Rispose lui guardando l’amico.

- Sì però così mi tenete sulle spine.- Mi lamentai mentre guardavo l’orologio e facevo segno ad Harry di passarmi il computer che era sul comodino.

- Ogni cosa a sua tempo.- Rispose il riccio con un tono da vecchio saggio passandomi l’oggetto e scompigliandomi i capelli ancora gonfi.

- Sì,sì e io ho organizzato una video chiamata con Veronica, le ho raccontato tutto e quindi…preparatevi a sentir gridare.- Sorrisi mentre accendevo il computer, mi mettevo più comoda appoggiando la schiena alla testiera del letto e  aprivo skype trovandola online come previsto.

 

Mi chiamò lei in pochi secondi e aprì la chiamata con un sorriso stanco stampato in viso.

- ALICE!- Sentì urlare dalla mia amica e io scoppiai a ridere immaginando gli insulti che mi sarebbero arrivati da lì a poco.

- Buongiorno anche a te, Vero- Mugugnai passandomi una mano sul viso mentre lei ridacchiava.

- Sapessi cosa vorrei dirti…- Iniziò lei ma io la interruppi dicendo:- Dimmelo in inglese che non siamo sole, ho una sorpresa- Sorrisi ancora allontanando di poco il computer in modo da far entrare nel campo del video anche Lou e Harry e a quel punto sentimmo un altro grido seguito dalla mia risata che riecheggiò nella stanza.

- Allora sono perdonata?- Chiesi quando finalmente la mia amica che era una fan accanita dei ragazzi si fu calmata.

- Sì, forse.. vediamo!- Risposi lei ancora con un sorriso a trentadue denti.

Eravamo vicini all’ora di pranzo così i due poi mi lasciarono da sola con Vero per andare a comprare qualcosa da mangiare visto che Anne e Papà erano di nuovo fuori a pranzo.

Parlammo per un bel po’ e io le raccontai tutto comprendendo anche ciò che era successo con Harry e della dolcezza di Louis di quella mattina. Lei alla fine mi guardò un attimo con un sorrisetto divertito:- Ali? Lo sai che prevedo tempi duri per te?-

- In che senso?- Chiesi confusa aggrottando la fronte.

- Vedremo se ho ragione per quello che penso. Non ti dirò nulla.- Mi sorrise dolce e io a quel punto sbuffai:- Che cavolo! Oggi fra te e loro non mi dice niente nessuno.-

 

 

 

Ed eccoci al nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto e chiedo scusa se ho scritto meno del solito ma forse in realtà è meglio. Comunque fatemi sapere che ne pensate, grazie mille a chi recensisce e…al prossimo capitolo!

 

Nyota

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Capitolo 6
*** Are you ready? ***


- Are you ready? -

 

 

Io e Vero ci perdemmo a parlare di altre cose: le chiesi come andassero le cose a casa e come stessero gli altri e per poco non scoppiai a piangere quando mi disse che mancavo da matti a tutti, che ai miei amici mancasse la mia presenza. Mi mancavano tanto anche loro ma se in quel momento mi avessero detto di andarmene e tornare non so se l’avrei fatto, mi stavo legando sempre di più a quel posto e l’idea di lasciarlo ora che mi sentivo all’inizio di tutto mi sembrava impossibile.

Quando Harry e Louis arrivarono notai che qualcosa non andava: Lou si muoveva in modo molto brusco e la solita vitalità che notavi in lui sembra essere sostituita dalla fretta e dalla rabbia. Guardai Harry interrogativa ma lui alzò le spalle prima che iniziassimo a preparare una pasta silenziosamente.  Anche il pranzo fu così, senza molte parole, cose che mi diede abbastanza il nervoso fino a farmi sbottare con:- E’ morto il gatto o cosa?- Alzai lo sguardo su Harry che sospirò.

- Ho litigato con Eleanor, di nuovo- Mi rispose Louis guardandomi come per chiedermi “sei contenta?”. A quel punto lo guardai sentendomi in colpa, quasi, per averlo fatto parlare così e lui sembrò accorgersene perché fece un sorriso tirato per rassicurarmi. – E’ quasi una quotidianità, non importa avremo tempo per pensarci- A questo punto lui guardo Harry che fece un mezzo sorriso annuendo e io, nonostante la curiosità, non feci altre domande.

 

Finimmo di mangiare e io subito dopo mi buttai sul divano con la stanchezza da dopo-pranzo.  Ad un certo punto sentì un peso arrivarmi addosso e io mi voltai in qualche modo convinta che fosse Louis e invece una testata di capelli ricci mi guardava con un sorriso sornione, per un attimo mi ricordai quello che aveva il primo giorno in cui ci eravamo incontrati, il primo giorno che avevo iniziato a conoscerlo.

- Harry, pesi non volevo dirtelo- Ridacchiai insieme a lui che mi rispose:- Ah sì? Quindi ti starei soffocando?-

Cercai di togliermi da sotto di lui ma mi prese per la vita bloccandomi sul posto.

- Pronta per la sorpresa?- Mi sussurrò facendomi scappare una risata quando iniziò a solleticarmi i fianchi.

- Se sopravvivo sì- Risposi tra una risata e l’altra prima di riuscire a raggiungere le sue mani e a fermarle. – Dov’è Louis?- Chiesi guardando verso le scale visto che mi era sembrato di sentire salire qualcuno prima.

- E’ a chiamare gli altri per farli venire qua- Mi rispose facendo pressione sul divano per sollevare il busto tirandosi un po’ su prima di lasciarsi cadere di nuovo su di me spezzandomi il fiato.

- Vuoi farmi morire?- Mi lamentai con un sorriso mentre lui mi guardava negli occhi.

- E se volessi darti un bacio? Proprio qui- Le sue dita sfiorarono la mia pelle sul collo mentre in viso gli si apriva un sorriso divertito.

- E se io dicessi di no?- Sorrisi a mia volta mentre sentivo le sue mani salire come in una carezza lungo le mie braccia fino ad arrivare alle mani che ora erano ai lati della mia testa.

- So che non lo diresti davvero- Il suo sorriso divenne più furbo come se conoscesse un segreto che io non potevo conoscere. Lo vidi avvicinare il viso a me arrivando fino al mio orecchio.

- Sai che io sciolgo chiunque- Sussurrò mentre io pensavo ironicamente a quel primo giorno in cui mi aveva abbracciata.

Prima che io potessi ribattere sentì la pressione delle sue mani farsi più forte sulle mie e poi sentì le sue labbra posarsi calde sul mio collo.

 

Il suo bacio mi sciolse davvero inebriando i miei sensi e facendomi perdere anche la cognizione del tempo. Sentì la sua lingua guizzare come ad assaggiarmi e poi le sue labbra presero un lembo di pelle premendolo tra esse. Capì cosa voleva fare e mi risvegliai da quello stato e provai a togliermelo di dosso, quando riuscì a buttarlo per terra mi alzai veloce dal divano correndo al piano di sopra con una mano nel punto in cui mi aveva baciata. Per poco non scontrai Louis che chiudeva una chiamata e che mi guardava interrogativo mentre correvo in bagno.

Arrivata tolsi la mano e guardai il segno rosso molto evidente in mezzo al mio collo.

- HARRY STYLES INIZIA A CORRERE!- Urlai mentre uscivo dalla stanza, Louis mi prese per le spalle guardandomi per vedere cosa avesse fatto l’amico e scoppiò a ridere anche lui mentre anche la risata di Harry risuonava nella casa.

Tempo di iniziare a scendere le scale che il campanello suonò e io feci per tornare indietro verso la mia camera a prendere una sciarpa.

Ne presi una al volo e quando scesi trovai tutti quanti sdraiati sui divani e quando mi videro mi salutarono in coro facendomi scappare un sorriso.

Mi sedetti tra Liam e Louis con lo sguardo basso chiedendomi perché non avessero ancora fatto domande sulla sciarpa e Lou mi prese abbracciandomi perché sapeva bene come mai ero così.

- Perché quella sciarpa?- Mi chiese Niall rompendo la mia apparente tranquillità.

- Ho un po’ di mal di gola- Mentì facendo un mezzo sorriso mentre Harry ridacchiava:- Ma come? Prima non mi sembrava che l’avessi quando mi hai urlato- Lo guardai fulminando con lo sguardo mentre sentivo Louis stringermi.

- Beccata..- Mi mormorò all’orecchio facendomi girare verso di lui cosa che mi fu fatale perché Liam veloce prese un lembo della sciarpa tirandola via dal mio collo. Mi scappò un urletto mentre mi nascondevo nel petto di Louis il quale si spostò lasciando che tutti vedessero il succhiotto che Harry mi aveva fatto.

- Traditore.- Mi lamentai con Lou che mi era sembrato dalla mia parte e invece mi aveva fregata all’ultimo, sentì Zayn fischiare e Niall ridacchiare.

- Però bel lavoro- Disse Liam ridendo.

- Grazie!- Esclamò Harry e a quel punto mi tolsi un calzino che avevo indosso quando mi ero cambiata prima di pranzo e glielo tirai in pieno viso.

- Al posto di parlare vi devo ricordare che dovete dirmi qualcosa?!- Esclamai ridacchiando e cercando di togliere l’attenzione da quel maledetto segno.

 

Louis fece per tornare ad abbracciarmi ma io lo allontanai fingendomi offesa, lui mi prese a forza avvicinandomi a lui per farmi dare un bacio sulla guancia e ciò mi convinse a lasciarmi prendere da lui mentre Liam iniziava a parlare:- Tra poco inizieremo il nuovo tour e tu dovresti rimanere qui da sola.-

- Cosa che ci dispiaceva molto così abbiamo pensato di portarti con noi- Continuò Niall al suo posto con un sorriso dolce.

Io rimasi a guardarli a bocca aperta, mi sembrava impossibile la loro idea:- Ma Anne e papà cosa ne pensano?- Chiesi guardando Harry ancora sconvolta che mi sorrise dolcemente:- Ci ho parlato io a loro va bene, bisogna solo parlare con tua madre- A quel punto feci una smorfia, mi sembrava ardua l’idea di convincerla.

La chiamai subito mettendola in vivavoce, sapevo che ci sarebbe voluto un po’ e non volevo cuocermi un orecchio. Parlammo per molto e all’inizio lei fu inflessibile con un secco no e quando iniziavo a perdere la speranza Louis mi prese la mano stringendola incoraggiandomi a continuare e così per la prima volta di fronte a mia madre mi impuntai su quell’unica cosa che volevo fare, non volevo abbandonare i ragazzi proprio ora. Quando lei sentì che il mio tono era cambiato si ricredette e finalmente mi disse di sì che potevo ma dovevo tornare in tempo per la scuola.

Tirai un sospiro a fine chiamata, forse avevo le lacrime agli occhi per l’emozione: era la prima volta che non accettavo un no da parte di mia madre e mi sentivo come se mi stessi staccando da lei, come se fossi veramente indipendente cosa che non mi sentivo affatto.

I ragazzi lo notarono perché in poco mi ritrovai sommersa dai loro abbracci il che mi fece scoppiare in un pianto nonostante cercassi di sorridere per l’emozione dell’imminente partenza.

Quando riuscì a calmarmi e a spiccicare delle parole sensate chiesi:- Quando si parte?-

- Domani mattina- Mi rispose Liam il che mi fece saltare in piedi presa dall’agitazione.

- Potevate dirmelo prima?! Devo preparare tutto!- Salì di sopra di corsa per tirare fuori le valigie e iniziare a cacciare dentro tutto.

 

Hello! Questo capitolo penso sia un po’ lento sono sincera, a voi la critica.

Ringrazio come sempre chi mi segue e chi recensisce davvero.

Al prossimo!

 

Nyota

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Capitolo 7
*** That's a problem ***


- That’s a problem -

 

 

Buio, c’era solo buio intorno a me e poi una luce accecanti mi colpì in pieno costringendomi a chiudere gli occhi per un attimo. Quando i miei occhi si abituarono all’ambiente mi resi conto di essere sopra un palcoscenico forse di un teatro, non guardai lo sfondo dietro di me ma solo i posti vuoti che avevo davanti interrogativa. Sentì dietro di me un braccio circondarmi la vita e una mano spostarmi i capelli e infine una voce che mi sussurrò:- Sh.- Come un ordine facendomi prima sussultare e poi voltarmi piano, era Harry.

- Harry?- Lo guardavo interrogativa poi così come era arrivato veloce sentì le sue braccia stringermi per la schiena avvicinandomi a lui e lo sentì avvicinare il viso al mio collo proprio come quella mattina. Chiusi gli occhi sentendomi morire la voce in gola e quando lui sollevò di nuovo lo sguardo su di me il suo viso era completamente diverso ed era sostituito da un sorriso dolce che mi sciolse completamente, era Louis. Lui sorrise ancora per poi prendermi il mento fra due dita e avvicinarmi al suo viso mentre io rimanevo immobile in balia di lui. Le nostre labbra si stavano avvicinando sempre di più, ormai eravamo ad un centimetro.

 

- SVEGLIA!- Sentì la voce di Harry arrivarmi alle orecchie e mi alzai di botto per lo spavento, era tutto un sogno. Guardai il riccio ancora assonnata che mi stava scuotendo da un po’ per svegliarmi.

- Che ore sono?- Chiesi con la voce impastata dal sonno.

- Le sei alle sette dobbiamo essere in aeroporto avanti.- Mi trascinò giù dal letto, era agitato di partire quasi quanto me.

Ci vestimmo, io indossai dei leggins e una canotta semplice lasciando i capelli sciolti. Non mi truccai e finì di mettere le ultime cose in valigia

Arrivammo all’aeroporto che mancava ancora un quarto d’ora alla partenza e i ragazzi mi avvisarono che avrei conosciuto Simon quando saremmo atterrati nella loro prossima meta: New York.

Rimasi in disparte per tutta l’attesa del viaggio con le cuffie attaccate alle orecchi e ringraziai che nessuno dei ragazzi mi chiedesse qualcosa perché quel giorno sarei potuta scoppiare. Avevo l’ansia per la partenza, insomma stavo andando a New York una delle città dei sogni, ma quello era il meno confrontato con il pensiero del sogno che avevo fatto, mi stavo scervellando per capire che significato avesse e forse lo avevo trovato ma non volevo ammetterlo. Mi guardavo intorno come incuriosita da ciò che mi si presentava davanti nonostante la mia mente fosse lontana, quando notai che Niall e Harry mi fissavano alquanto interrogativi abbassai lo sguardo facendo finta di niente.

Quando salimmo a bordo finì nel posto vicino al finestrino con accanto Niall che, nonostante avessi ancora le cuffie, mi prese la mano costringendomi così a guardarlo nei suoi occhi azzurri come il cielo.

- Che succede?- Mi chiese dopo avermi tolto una cuffietta con l’altra mano.

- Niente.- Risposi io facendo un sorriso forzato riprendendomi la cuffietta ma lui bloccò l’unica mia mano libera nella sua guardandomi con una faccia da cane bastonato. Sospirai riconoscendo che sapeva come costringere le persone a parlare con poco, così chiesi alla hostess se mi prendesse un foglietto e una penna, accanto a Niall c’era Louis e dietro di me Harry, Liam e Zayn ed ero preoccupata che potessero sentire e non volevo per ora.

 

Quando arrivò il bigliettino iniziai a scrivere: “Ho fatto un casino.”  Poi passai il bigliettino al biondo che mi rispose: “Racconta.”

Gli scrissi del sogno raccontandogli anche di come mi avesse confusa questa cosa e quando gli diedi il biglietto istintivamente sfiorai il collo nel punto dove avevo nascosto la “firma” di Harry con il trucco e Niall mi guardò un attimo notando il gesto prima di rispondermi:”Non conosco il significato dei sogni ma potrei dire che hai un bel nodo da sciogliere e purtroppo non posso aiutarti. Puoi solo aspettare e vedere.”

Lessi quelle parole più volte prima di accartocciare il foglio sorridendo a Niall con dolcezza, rimisi le cuffie all’orecchie e solo quando ci dissero che dovevamo allacciare le cinture per l’atterraggio mi accorsi che avevo stretto la sua mano per tutto il tempo. Gli volevo bene, molto anche e quella semplice cosa mi aveva aiutato un minimo a risollevarmi il morale.

Atterrammo e uscimmo dall’aeroporto prendendo un taxi dirigendoci veloci verso l’Hotel, mentre io guardavo da una parte all’altra urlacchiando agitata quando vedevo una via che conoscevo o un negozio che mi ricordava qualcosa. Harry sembrò notare il risveglio della mia vitalità:- Qualcuno si è svegliato tardi?- Ridacchiò prima che io gli saltassi quasi addosso per raggiungere il finestrino vicino a lui e guardare l’Empire State Building dal basso.

Arrivammo davanti ad un hotel cinque stelle e prima ancora che aprissimo le portiere arrivarono dei facchini a prendere le nostre valigie. Io li guardai un attimo interdetta, non ero abituata a tutto quel lusso.

Sentì delle braccia prendermi per la vita e poi la voce di Louis mi arrivò alle orecchie:- Arriveranno in camera stai tranquilla, goditi il meglio e non preoccuparti.- Sorrisi dolcemente prima di lasciare che lui mi guidasse verso il corridoio interamente prenotato per i ragazzi e i vari addetti ai lavori per il tour. Era enorme quel posto, mi sarei potuta perdere con niente.

 

Arrivai alla mia camera che aprì con una chiave magnetica e mi ritrovai in una stanza che era il doppio di quella che avevo a Londra. Il letto a baldacchino da una piazza e mezza era vicino ad una grande finestra che dava sul paesaggio della metropoli e il suo colore bianco esprimeva tanta morbidezza, il pavimento era in parquet e i muri bianchi con qualche decorazione floreale qua e là. Vicino ad una porta c’era un enorme armadio di legno e oltre la porta c’era un bagno con tanto di vasca idromassaggio e uno specchio che prendeva una parete intera. Notai vicino all’entrata le mie valigie e non ci pensai due volte prima di buttarmi sul letto a peso morto rimbalzando, era fantastico, un sogno!

A rovinare quel momento di tranquillità fu un secco bussare alla mia porta. Mi sollevai col busto per urlare:- Avanti!- E per vedere entrare l’ultima persona che mi aspettavo di vedere venirmi a trovare: Zayn.

 

Dopo l’avventura in discoteca non avevamo parlato tantissimo, sia perché io mi ricordavo tutto sia perché lui sapeva di aver fatto una cazzata ma il sorrisetto che mi fece quando si chiuse la porta alle spalle mi fece salire una strana ansia alla bocca dello stomaco ma comunque lo guardai indifferente con un sopracciglio alzato.

- Zayn, qual buon vento?- Chiesi con un mezzo sorriso mentre lui avanzava fino a lasciarsi cadere sul letto accanto a me.

- Simon arriverà sta sera per cena, sta organizzando le ultime interviste- Mi rispose guardandomi negli occhi mentre iniziava a trafficare nella tasca dei pantaloni.

- Buona così posso dormire un po’, sta notte è stata dura come cosa- Dissi prendendo il cuscino e mettendomelo sotto la testa prima di tornare a guardare lui che teneva fra due dita un bigliettino con un sorriso furbo stampato in viso:-  Lo abbiamo notato e se non stai attenta a ciò che tieni i tuoi piccoli segreti diventeranno pubblici-.

Sgranai gli occhi quando capì che quello era il bigliettino che avevo scritto con Niall, cercai di riprendermelo ma lui allontanò la mano allargando il suo sorriso.

- Malik, patti chiari e amicizia lunga vuoi qualcosa vero?- Lo guardai male, odiavo sapere che qualcuno poteva mettermi alle strette con qualcosa.

- Non voglio nulla anche se potrei usarlo in futuro per dei favori- Il suo sorriso cambiò ma subito non capì in che modo finchè non lo vidi avvicinare il viso al mio. Mi prese il braccio trattenendomi nel posto dov’ero e prima che potessi replicare posò le labbra sulle mie con forza.

 

Tentai di allontanarlo un pelo nonostante una parte del mio istinto mi dicesse di rispondere al bacio ma per fortuna quella volta la mia parte più lucida regnava sovrano e quando riuscì a respirare di nuovo sbottai:- Zayn che diavolo stai facendo!?-

Lo sentì prendermi i polsi bloccandomeli sopra la mia testa e poi rispondermi:- Lo so che ti piacerebbe-

- Il tuo ego è troppo grande e ti fodera gli occhi peggio del prosciutto!- Alzai la voce evidentemente arrabbiata dalla situazione ma le sue labbra mi zittirono ancora una volta.

 

 

 

Buja! Nuovo capitolo! Che ne pensate? Fatemi sapere con una piccola recensione e volevo dire che a chi mi manda le sue FF nei messaggi anche se non rispondo le sto leggendo comunque, grazie per avermele mandate.  E ovviamente un grazie speciale a chi mi recensisce e mi segue! Al prossimo!

 

Nyota

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Capitolo 8
*** Vas Happenin' ? ***


- Vas Happenin’ ? -

 

 

Nella stanza c’era solo il rumore delle coperte che si spostavano mentre mi dimenavo e sulle mie labbra sentivo solo il sapore delle sue che ancora premevano con forza. La sua lingua cercò uno spiraglio fra le mie labbra e a quel punto finsi di rilassarmi dandogli una falsa possibilità ricambiando il bacio, in realtà aspettavo che mi lasciasse i polsi cosa che fece e a quel punto lo staccai da me con una forza che non avevo neanche idea di avere facendolo persino cadere giù dal letto. Rimasi a fissarlo con il fiatone per poi gridare:- Che cazzo stai facendo!?- Ero furiosa e non capivo se era rimbecillito o fatto completamente. Lo guardai mentre si alzava e mi intimava di abbassare la voce:- Zitta! Ti sentiranno se passano qua davanti!-

- Me ne fotto se mi sentono! Sparisci dalla mia vista stronzo!- Gli urlai contro con forza, era la prima volta che mi vedeva così e la cosa sembrò preoccuparlo perché non ci pensò due volte prima di alzarsi e scappare mentre io prendevo una scarpa e gliela tiravo dietro colpendo la porta che si chiudeva al posto di lui.

Quando finalmente mi fui calmata ed ebbi ripreso fiato mi accorsi di un oggetto che vibrava sul pavimento: era il cellulare di Zayn. Lo raccolsi e notai un messaggio che era ancora aperto e il nome di una certa “Perrie” apparve grande in cima al testo, sapevo chi fosse visto che Harry mi aveva raccontato che lui si sentiva con lei e a loro non piaceva molto come storia.

“Davvero credevi che sarei venuta a quell’appuntamento? No. Il mio ragazzo mi ha chiamato all’ultimo e ho preferito lui.”

Rilessi più volte quel messaggio e poi guardai la porta e in quell’attimo capì forse perché lo aveva fatto.

 

Uscì dalla mia stanza e andai dalla sua bussando e quando sentì la sua voce intimarmi di entrare feci capolino con la testa:- Posso?-

- Se non hai scarpe dietro sì- Mi rispose dal letto, era sdraiato a pancia in su e fissava un punto indefinito del soffitto.

- Ti è caduto questo in camera..- Iniziai chiudendomi la porta alle spalle e arrivando vicino a lui dal letto.- E ho letto l’sms che avevi aperto prima, per sbaglio…Sei ferito vero?- Chiesi cercando il suo sguardo color nocciola che arrivò fondendosi nei miei. Mi aveva baciata in cerca di uno sfogo, era ferito e in quel momento il suo sguardo era il più fragile che avessi mai visto.

Si tirò su a sedere voltandosi verso di me e senza dire nulla mi abbracciò la vita nascondendo il viso nel mio ventre mentre io abbassavo il viso guardandolo. Gli accarezzai i capelli sentendo il cuore diventare piccolo nonostante lui mi abbracciasse soltanto.

- Non ci pensare, insomma è una stronza e tu sei Zayn Malik! Fai svenire le ragazze con uno sguardo di sfuggita! Vuoi mettere? Lei il massimo che può fare è mostrare le tette!- Risposi con la mia classica finezza da camionista riuscendo però a fargli scappare un sorriso che mi mostrò alzando il viso su di me.

- Non odiarmi, di nuovo- Mi rispose senza sciogliere l’abbraccio.

- Perché? Quando ti avrei già odiato?- Chiesi alzando un sopracciglio mentre mi spostavo una ciocca di capelli dal viso.

- Alla discoteca, sono stato uno stronzo- Mi disse alzandosi ma senza sciogliere davvero l’abbraccio.

- Pfff, c’è di peggio e poi sono io che ho accettato di venire quindi. Siamo ancora amici, stai tranquillo- Sorrisi dolcemente prima di dargli un bacio sulla guancia ricambiando l’abbraccio.

- Ali, posso dirti una cosa?- Lo sentì dire mentre lo stringevo con il sorriso sulle labbra.

- Certo, ma poi andiamo a molestare Liam? Non lo so oggi ho voglia di molestare lui- Feci una smorfia divertita facendogli scappare una risata.

- Ho bruciato quel foglietto, cerca di non farti scappare quel sogno con Harry- Mi sollevò il viso in modo da guardarlo negli occhi.

- Perché? Poi è un sogno senza significato..- Aggrottai la fronte diventando quasi seria.

- Sì però lui è geloso delle sue cose, a volte.. – Concluse sciogliendo l’abbraccio prima che io potessi fare delle domande mi prese la mano trascinandomi fuori dalla camera diretti verso quella di Liam.

 

All’interno della stanza trovammo il ragazzo interessato attaccato al computer e accanto Niall.

- Sacco sul leprecauno!- Esclamai ridendo prima di buttarmi a peso morto sul biondo che però si era preparato ad prendermi al volo, ma non vide Zayn che si buttò di lato in modo da prendere tutti e tre. Fortuna che il letto era abbastanza grande per tutti.

Con grande felicità per me e Niall, Liam tirò fuori una coppetta di fragole che era riuscito ad avere dalla cucina che in meno di mezz’ora ci mangiammo fra tutti perdendoci a parlare di piani impossibili di cose che potevamo fare lì in America ma sapevamo che non erano possibili perché loro erano pieni di impegni.

- Ragazzi ma sbaglio o manca ancora qualcuno di molto molesto.- Dissi guardandosi intorno visto che l'assenza di Harry e del rumoroso Louis si sentiva.

- Saranno ancora in camera, valli a chiamare così pensiamo dove andare a cena visto che Simon ha detto di scegliere noi un posto- Rispose Liam prima che io mi alzassi zampettando fuori correndo nel corridoio per arrivare dalle stanze dei due, erano una vicino all’altra e rimasi per un attimo indecisa da chi andare per primo e inoltre non sapevo in quale fosse Harry e in quale fosse Louis.

Chiusi gli occhi entrando d’istinto nella prima stanza che mi capitasse e venire avvolta dal buio.

 

Cercai a tentoni l’interruttore ma una voce mi fece trasalire:- Ali? Non accendere non te lo consiglio.- Era Harry, riconobbi la sua voce.

- Perché?- Chiesi alzando un sopracciglio rimanendo immobile capì che si stava muovendo perché sentì il fruscio delle coperte.

- Perché non credo che tu abbia deciso da un giorno all’altro di vedermi nudo.- Dopo un minuto appena senti le sue mani circondarmi la vita attirandomi a se. Era di nuovo a petto nudo ma almeno aveva i boxer che sentivo sfregare contro la gamba. In quell’attimo mi ricordai di quella notte, di come mi aveva toccata per parlarmi e dirmi cosa ne pensava della serata.

Le sue labbra arrivarono a toccare il punto dove il suo segno era ancora evidente mentre mi faceva indietreggiare lentamente fino a toccare con la schiena la parete.

- Harry?- Lo chiamai completamente confusa dal suo gesto.

- Sh.- Lo sentì sussurrare al mio orecchio mentre le sue mani prendevano ad accarezzarmi i fianchi sotto la maglia. Quella semplice sillaba mi bastò a farmi tornare in mente il sogno che avevo fatto come uno schiaffo che mi stordì.

Le sue dita stavano per salire ma si fermò appena sopra la pancia baciandomi il collo ancora una volta prima di allontanarsi di colpo lasciandomi lì contro il muro, al buio e col batticuore.

- Avevo voglia di dolcezza.-  Mi disse semplicemente.

- I ragazzi ti aspettano in camera di Liam- Risposi secca vedendolo aprire la porta e uscire così tranquillamente in mutande andando verso la camera, uscì anche io lasciando che la luce mi investisse e rimasi li attaccata al muro con la schiena chiudendo gli occhi e sospirando per calmarmi. Era uno stupido, giocava sul fatto che era un bel ragazzo e lo sapevo, e sapevo bene anche che per lui ero solo un’amica. E allora perché in quell’attimo avevo desiderato di più? Se lui avesse esagerato lo avrei tirato indietro come con Zayn?

Rinunciai a trovare una risposta a quelle domande e bussai alla camera di Louis aspettando che mi dicesse di entrare.

 

La sua stanza era molto più illuminata e c’era lui vestito e sdraiato sul letto con la pancia in su e il cellulare su di essa. Sembrava sconvolto come se fosse successa una cosa che non aveva previsto.

- Ehi tutto bene?- Chiesi avanzando nella camera, lui mi fece segno di sedermi sul letto.

- E’ successo di nuovo, via telefono. Che merda.- Commentò spostando lo sguardo su di me e tirandomi per un bracciò facendomi così sdraiare accanto a lui.

Ero sdraiata su un fianco con il petto e il viso rivolti verso di lui, Louis si voltò nella mia stessa posizione allungando una mano per accarezzarmi la guancia e io istintivamente mi avvicinai a lui per abbracciarlo. Lo vedevo che stava male e non volevo vederlo così, mi faceva male il solo pensiero che lui perdesse per un attimo quell’allegria che lo accompagnava sempre.

Lo sentì ricambiare l’abbraccio affondando il viso nel mio collo.

- Ha ragione lei, solo che non voglio rovinare tutto.- Mormorò lui, lo allontanai di poco per poterlo guardare in viso accarezzandogli la guancia che pungeva appena per l’accenno di barba che iniziava a segnare il suo viso.

- Cosa ha ragione?- Chiesi io interrogativa notando solo ora che i nostri visi erano a pochi centimetri.

Lui appoggiò la fronte contro la mia chiudendo gli occhi stringendomi più forte al se fino a sentire io stessa i suoi muscoli tesi sotto la maglia.

- Su questo- Lo vidi schiudere le labbra e avvicinarsi ulteriormente, sentivo il cuore esplodermi nel petto stordendomi ma poi a quel battito si aggiunse quello incessante di qualcuno alla porta.

 

 

 

Uhuh negli ultimi tempi scrivo tantissimo! Peggio per voi, vi toccherà leggere di più. A parte questo spero vi piaccia. Visto che Zayn aveva i suoi motivi?

Fatemi sapere che ne pensate e grazie come sempre a chi mi segue e alle recensioni, davvero mi commuovono.

 

Nyota

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Capitolo 9
*** I'm here by your side ***


- I’m here, by your side -

 

 

Sussultai quando sentì la voce di Liam chiamarci dall’altra parte della porta. Rimasi un attimo a fissarlo negli occhi prima di sollevarmi col busto.

- Arriviamo Liam.- Risposi alzandomi di fretta come se mi rendessi conto solo ora della situazione che si era creata.

- Meno male, pensavamo foste morti. Harry ha trovato un locale comunque.- Rispose lui dietro la porta mentre io aprivo e incontravo il suo sguardo confuso quanto me.

- Perfetto, ci vediamo dopo nella hall? Vado a farmi un bagno.- Mi dileguai in fretta verso la camera sentendo di sfuggita Liam che mi diceva l’ora del ritrovo.

Arrivata nella mia stanza mi chiusi la porta alle spalle appoggiando la schiena contro di essa e lasciandomi scivolare piano fino a sedermi per terra.

Avevo il fiatone e sentivo il cuore scoppiarmi ancora nel petto, ci stavamo per baciare e non me l’ero immaginata. Forse dovevo ignorare la cosa e fare finta di niente, ma se fosse successo di nuovo? Sarei stata capace di rischiare così?

Mi alzai e andai verso il bagno e mi guardai allo specchio, il rossore del mio viso si confondeva con la tinta dei miei capelli.

Mi buttai sotto l’acqua della doccia ignorando il fatto che fosse fredda e mi facesse venire i brividi, ci misi poco a lavarmi. In qualche modo cercavo di muovermi più velocemente in modo da tenere occupata la mia mente e non pensare all’accaduto. Più ci pensavo e più mi incasinavo senza prendere alcuna scelta.

 

Mi asciugai e stirai anche i miei capelli, da lisci avevano una lunghezza assurda così feci una treccia in modo da legarli un minimo. Mi cambiai mettendo una maglia larga che lasciava una spalla scoperta e dei leggins, poi mi buttai sul letto cercando di distrarmi guardando il paesaggio fuori ma era impossibile non riuscire a perdermi ancora nei miei pensieri.

Erano le sei e avevamo appuntamento alle sette e non avevo idea di che cosa fare così uscì dalla mia camera iniziando a vagare per l’hotel finendo in vari piani, adoravo viaggiare con gli ascensori.

Arrivai sul tetto e l’aria fredda mi investì facendomi venire i brividi e lacrimare gli occhi. Non sentì la porta dietro di me aprirsi e chiudersi ma mi accorsi della presenza di qualcuno quando sentì delle braccia stringermi la vita e una voce risvegliarmi:- Come mai qui da sola? E’ da un po’ che ti inseguo.- Era Harry.

- Avevo bisogno di restare da sola.- Risposi rivolgendogli uno sguardo prima di tornare a guardare il paesaggio mentre lui appoggiava il mento sulla mia spalla.

- Tutto bene?- Mi chiese prima che aprisse la felpa che aveva indossato e mi costringesse ad abbracciarlo sotto di essa visto che doveva aver notato i miei brividi.

- Va fantasticamente, perché dovrebbe andare male?- Non volevo scoppiare, non davanti a lui e non per Louis.

- Non sei capace di mentire- Mi rispose ridacchiando e a quel punto sospirai.

- Sto facendo un casino e non riesco ad evitarlo.- Nascosi ancora il viso nel suo petto mordendomi il labbro inferiore fino a lasciarmi il segno per trattenere tutte le parole che avrei voluto dire ma che non volevo fargli sapere.

- Cosa intendi dire?- Mi spostò quel che bastava per potermi guardare in viso, mi prese il mento fra l’indice e il pollice mentre io scuotevo piano la testa: - Non importa, andiamo che è meglio-

- Alice.- Mi richiamò quasi severo prendendomi il viso tra le mani.

- Ti avevo detto che non mi avresti mai più visto così in futuro e invece lo stai facendo. Quindi, per favore, andiamo.- Quello sembrò convincerlo perché mi lasciò prendendomi la mano e rientrando nell’edificio.

 

Prima di scendere mi andai a cambiare visto che Harry mi aveva avvertito che era un ristorante elegante. Svuotai completamente la mia valigia in cerca di qualcosa ma era ufficiale: io e l’elegante non andavamo d’accordo. Poi un pacco attirò la mia attenzione, sopra c’era un bigliettino con scritto: “Saprai come usarlo, Anne”. Lo scartai e dentro ci trovai l’unica cosa che mi serviva in quel momento.

Scesi nella hall trovandoli tutti lì in smoking e cravatta, quando si voltarono verso di me li vidi sorridere soprattutto Harry:- Finalmente l’hai trovato!- Ridacchiò mentre io mi voltavo a guardare ancora la mia figura in una vetrata che faceva tipo muro. Avevo indossato quell’abito nero che arrivava fino alle ginocchia, era aderente e lasciava un grosso spacco sulla schiena, davanti c’era una scollatura non troppo grande ma quel che bastava per far risaltare le curve del seno. Avevo lasciato i capelli legati nella treccia e compresi nel pacchetto c’erano un paio di scarpe nere col tacco.

- Perché non mi dite nulla?- Mi lamentai facendo però un sorriso guardando Harry.- Devo ringraziare tua madre, iniziavo ad andare in panico.- Lui mi sorrise di rimando porgendomi il braccio per accompagnarmi:- E’ una maga, questa è la seconda volta che non riesco a riconoscerti-

- Evitiamo troppi commenti o torno a prendere una felpa- Sorrisi ancora prendendo il suo braccio e lasciandomi guidare verso l’autista che ci aspettava vicino alla macchina.

 

Arrivammo ad un ristorante dalle grandi vetrate che mostravano una sala all’apparenza immensa e veramente elegante, tipo quelli che si vedono nei film con tanto di quartetto d’archi all’opera. L’insegna in cima presentava il nome: “From Rome with love”, mi si illuminarono gli occhi dalla gioia: eravamo in un ristorante italiano a New York!

- Sul serio? Qui potrei trovare il risotto alla milanese?- Chiesi guardando ancora a bocca aperta l’insegna.

- Sorpresa!- Esultò Louis prendendomi le spalle e guardandomi con un sorriso soddisfatto.- Ditelo che ho avuto una grande idea, anche se Harry ci ha messo la chiamata e la ricerca-

- Era ora che avessi un’altra buona idea- Commentò Liam facendoci scoppiare tutti a ridere.

Sta volta presi il braccio di Louis per aiutarmi ad entrare nel ristorante e dentro in poco trovammo il tavolo dove c’era già seduto un uomo che guardò i ragazzi con un sorriso quasi dolce come quello di un padre, era Simon. Mi aveva sempre messo ansia quell’uomo però vedere come li guardava fece sorridere dolcemente anche me prima che posasse lo sguardo su di me e il suo sorriso divenne duro e distaccato costringendomi a spegnere anche il mio.

- Piacere, Alice- Dissi cercando di non tenere il mio tono di voce troppo basso porgendogli la mano che lui strinse.

- Simon, quindi tu sei la ragazza italiana?- Mi chiese alzando un sopracciglio mantenendo lo stesso sorriso di prima, io annui timidamente.

 

Ci sedemmo al tavolo rotondo e piccolo, io finì tra Harry e Louis con Simon davanti e guardai il menù sorridendo sorniona leggendo tutti quei nomi di piatti italiani. I ragazzi iniziarono a chiedermi consigli sui piatti visto che ero l’esperta fra tutti e persino Simon mi fece delle domande su qualche piatto, io ordinai una pasta al pomodoro e per secondo una milanese con insalata per contorno.

Durante la prima parte della cena Simon iniziò a parlare di lavoro, delle interviste previste e delle varie date. Saremmo partiti tra due giorni con prossima tappa Toronto quindi dovevamo prendere un altro aereo, alcune tappe erano ancora da confermare ma se riuscivano volevano accertarle tutte.

Arrivati al secondo mentre mangiavo l’insalata sentì prima il cellulare vibrare così guardai trovando un sms di Harry:”Hai bisogno di rilassarti? ;)”, aggrottai la fronte prima di sentire qualcosa toccarmi il ginocchio, o meglio qualcuno. Guardai prima Louis che stava ridendo con Zayn e aveva entrambe le mani sopra il tavolo, così guardai Harry che invece aveva una mano con la forchetta in mano per mangiare e l’altra sotto il tavolo. Socchiusi un attimo gli occhi sospirando mentre mollavo il pane che stavo mangiucchiando per fermare la mano di lui, Harry in risposta mi diede un pizzicotto costringendomi così a toglierla. Lo guardai male e lui mi rispose con un sorrisetto divertito prima di tornare a mangiare cosa che feci anche io cercando di ignorarlo. Sentì le sue dita tornare ad accarezzarmi il ginocchio non coperto dal vestito, si soffermò sulla rotula prima di salire di poco verso la coscia. Sospirai ancora mentre mi mettevo in bocca un pezzo di carne abbassando lo sguardo ancora di più, le sue dita salirono ancora andando verso l’interno della gamba e in quel momento maledì la piccola misura di quel tavolo. Stava salendo ancora e i lembi della gonna del vestito non stavano impedendo la sua avanzata anzi, rimase a massaggiare quella parte della mia gamba con il pollice.

A quel punto feci per posare il tovagliolo e alzarmi mormorando un:- Torno subito- mentre me la fuggivo nascondendomi in bagno. Arrivata mi guardai allo specchio ero rossa e avevo il batticuore, di nuovo.

 

 

 

Nuovo capitolo, non so come sia uscito a dire il vero non mi piace manco molto come ho scritto. Spero di non avervi deluso e spero di fare meglio nel prossimo. Ringrazio come sempre chi mi segue e le recensioni, mi fanno molto piacere.

Al prossimo capitolo!

 

Nyota

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Capitolo 10
*** We're making all the same mistakes ***


- We’re making all the same mistakes -

 

 

Aspettai un po’ poi tornai indietro verso il tavolo senza guardare Harry tornando al mio posto con un sorriso e finì in fretta la carne.

Finita la cena salutammo Simon e ci dirigemmo verso l’hotel con l’auto di prima e arrivati trovammo uno dei due ascensori con la scritta: “guasto” così si era creata una piccolo gruppo di persone e dovemmo salire separati finendo così io e Louis per salire da soli.

Mi tolsi i tacchi che iniziavano a farmi male e dondolai sui talloni guardando di sottecchi il ragazzo vicino a me:- Da quando in qua il Tommo sta zitto? Domani piove.- Risi insieme a lui prima che mi rispondesse:- No in realtà pensavo, ti immagini che sfiga se si rompesse anche questo ascensore?-

- Sì del tipo che salto e si ferma?- Alzai un sopracciglio prima di fare un piccolo saltino, detto fatto la luce dell’ascensore tremolò ma non si spense e l’ascensore si bloccò di colpo scricchiolando.

- AhAh, molto divertente Louis, smettila di schiacciare il pulsante per fermarlo e fallo ripartire- Lo guardai preoccupata, non mi piaceva come scherzo.

- Io non ho toccato nulla- Mi guardò serio alzando le mani, a me caddero i tacchi per terra.

- Sei un fottuto mago- Gli tirai addosso la borsetta ma lui la prese al volo ridendo con me, per mia fortuna non soffrivo di claustrofobia.

 

Passarono i minuti e la noia iniziava a farsi sentire, inoltre il cellulare non prendeva quindi dovevamo aspettare che qualcuno si accorgesse di noi. Eravamo seduti per terra uno da una parte e uno dall’altra, schiena contro la parete.

- Ci vorrebbe un po’ di musica, potremmo fare un party privato- Ridacchiò rompendo il silenzio mentre metteva l’mp3 del cellulare su una musica qualsiasi, io gattonai fin da lui sedendo accanto e sospirando.

- Vedo che hai ritrovato la tua allegria da oggi- Sorrisi girandomi per guardarlo in viso vedendo che lui ricambiava il mio sguardo.

- A proposito di oggi, non so cosa mi sia preso..non volevo..hai capito!- Iniziò gesticolando e io ridacchiai interrompendo il suo tentativo di spiegarsi:- Allora non me l’ero sognato, va tutto bene anche se non so cosa ti stia succedendo sai che io ci sono per qualsiasi cosa-

- Sto litigando molto con Eleanor, dice che secondo lei non sono più innamorato- Sospirò abbassando lo sguardo.

- Quello che dice è vero?- Chiesi cercando il suo sguardo.

- Non lo so- Sospirò ancora alzando lo sguardo.- Per capirlo dovrei provare una sola cosa, ma non ne sono sicuro ora- Mi guardò spostando una mano per accarezzarmi un guancia prima che io prendessi il suo braccio e lo abbracciassi appoggiando la testa sulla sua spalla.

- Prova sempre, cos’hai da perderci? Come si dice: YOLO- Mormorai con un sorriso alzando lo sguardo su di lui, lo sentì accarezzarmi di nuovo il viso con l’altra mano sollevandolo un poco di più verso di lui.

- Forse potrei..- Mormorò di rimando avvicinando piano il viso al mio, chiusi gli occhi e sentì il cuore scoppiarmi nel petto. Più sentivo il calore del suo respiro crescere più desideravo quel bacio, ma poi un piccolo pensiero infastidì quella pace: forse mi usava perché ero l’unica ragazza lì? Poteva usare chiunque altra o voleva proprio me?

- Aspetta- sussurrai aprendo gli occhi che avevo socchiuso nel frattempo, eravamo a pochi centimetri e il suo sguardo confuso si fondeva nel mio del suo stesso animo.- Devo capire Lou..- Prima che potessi continuare la frase sentimmo un tremore e l’ascensore sembrò salire di nuovo, mi alzai di colpo sospirando e raccogliendo le scarpe e la borsa. Guardai Louis che si grattava la nuca guardando in basso.- Ho bisogno di capire, mi dispiace- Gli dissi ancora prima che le porte si aprissero e i fischi e gli applausi del gruppo rompessero la tranquillità che c’era all’interno dell’ascensore. Accanto a loro un meccanico si alzò sbadigliando e se ne andò mentre io uscivo e venivo abbracciata da Harry che incredibilmente sembra essere preoccupato:- Non capivamo più dove foste, abbiamo pensato chissà che cosa-

- Tranquillo, scappati non eravamo- Ridacchiai accarezzandogli i capelli con la mano libera dalle scarpe.

 

Rientrai in camera e mi cambiai indossando dei pantaloncini rossi e una canotta a righe blu, sciolsi i capelli che erano più mossi del solito e mi struccai veloce prima di lasciarmi cadere sul letto. Stavo per addormentarmi quando un leggero bussare alla porta attirò la mia attenzione e mi fece alzare sbuffando. Aprì la porta e trovai Harry, in boxer, dall’altra parte che mi sorrise con in mano una sachettata di birre e forse anche una bottiglia di vino:- Bisogno di rilassarti?-

- E’ il tuo nuovo motto?- Sorrisi a mia volta spostandomi, se lui voleva entrare niente gli avrebbe impedito di farlo anche se io non avessi voluto.

- Sta sera mi sembravi bisognosa, eri tesissima con Simon intorno- Rispose chiudendo lui la porta con un piede mentre io mi lasciavo cadere sul letto seduta:- Mi mette ansia quell’uomo, non so perché- Esclamai facendo una smorfia mentre lui prendeva due birre e le apriva con un apribottiglie porgendomene poi una.

- Ci ha chiamati e ha detto che gli sei piaciuta, quindi festeggiamo- Sorrise ancora prima di bere una sorsata di birra seguito a ruota da me.

Iniziammo a parlare di tutto e più il tempo passava e più le birre vuote si moltiplicavano, iniziai a fermarmi dal bere quando mi resi conto che la stanza girava e iniziavo a sentire un po’ ovattato.

- Penso sia meglio fermarci- Dissi interrompendo il discorso di Harry, era rosso in viso ed evidentemente l’alcool aveva fatto effetto anche su di lui.

- Dai ci manca il vino, almeno assaggiamolo- Si lamentò lui stappando anche quella bottiglia, subito tentai di dirgli di no ma alla fine accettai e finimmo anche quella bottiglia.

 

Mi lasciai cadere sdraiata sul letto, i capelli sparsi intorno alla mia testa e Harry che mi guardava ancora seduto.

- Non avrai freddo così?- Mi chiese ridacchiando e indicando il mio pigiama.

- No a dire il vero ora ho anche caldo- Risi a mia volta tenendomi la pancia mentre anche lui si sdraiava a pancia in giù.

- Così sei più nuda che vestita però- Ridacchiò ancora lasciando cadere la fronte sulla mia spalla e io in risposta gli accarezzai i ricci giocando con quelli.

- Pff, disse quello che dorme nudo- Mi lamentai voltando il capo verso di lui e incontrando il suo sguardo. Poi accadde in un attimo: lui si rotolò finendo a cavalcioni su di me e tornò con la fronte contro la mia spalla.

- Cosa sta succedendo con Louis?- Mi chiese sussurrando al mio orecchio.- Lo vedo che qualcosa sta cambiando in lui e solitamente lo noto quando ci sei vicino tu-

- Non so cosa potrebbe accadergli, sei tu quello che lo conosce meglio- Risposi alzando un sopracciglio, le mani di lui incontrarono le mie e si intrecciarono con le dita.

- E se io volessi tenerti qui?- Iniziò sfiorando la mia pelle con le labbra.

- Harry- Lo richiamai, mi sentivo troppo stordita dall’alcool per spostarmi da lì.

- Sh- Mi zittì prima baciarmi il collo come quella volta che mi aveva fatto un succhiotto, scese a baciarmi la clavicola senza lasciare le mie mani.

- Non voglio che le cose cambino- Sussurrò salendo a baciare i lineamenti del mio viso.

- Cosa dovrebbe cambiare?- Chiesi socchiudendo appena gli occhi.

- Tutto, per me- Mi rispose sfiorando le mie labbra con le sue, aprì gli occhi e cercai i suoi notando una luce che non gli avevo mai visto: era forse insicurezza?

Scese alzando di poco la mia canotta e baciandomi il ventre giocando con la lingua sul mio ombelico. Gli accarezzai ancora i capelli sospirando e quando tornò verso il mio viso inclinai io il capo per baciargli il collo assaggiando la sua pelle con la punta della lingua. Le sue braccia mi strinsero al suo corpo e quando tornai a fissarlo lui si avvicinò premendo le sue labbra sulle mie in un bacio a stampo, lo guardai ancora strizzando gli occhi e forse in quel momento mi tornò un minimo di lucidità. Sentivo il suo corpo premere contro il mio e il suo respiro che si univa al mio.

- Forse dovremmo dormire- Sussurrai ma lui mi diede un altro bacio come quello di prima.

- Perché?- Mi chiese sussurrando a fior di labbra.

- Perché non voglio rovinare tutto, Harry-

- Siamo ubriachi, non ricorderemo nulla domani mattina. Ti voglio bene Ali, sei praticamente una sorella per me- Mi rispose accarezzando ancora le mie labbra con le sue e a quel punto mi baciò con forza legando le mie mani alle sue, in qualche modo sapeva che non avrei reagito contro di lui. La sua lingua cercò uno spiraglio fra le mie labbra che trovò non con molta facilità e a quel punto mi sciolsi ricambiando il suo bacio e intrecciando la lingua con la sua assaporando il gusto dell’alcool della sua bocca, liberai le mani e accarezzai i suoi capelli passando le dita fra i ricci mentre lui mi abbracciava rotolando in modo che finissi io sopra di lui. Non so per quanto rimanemmo a baciarci semplicemente ma in quel momento Louis era lontano dalla mia mente.

 

 

 

Non so a quanti di voi piacerà questo capitolo, a dire il vero anche io sono andata contro me stessa perché sto tifando brutalmente per un’altra persona ma devo dire che le mie dita quando scrivono si muovono abbastanza da sole. Spero di non aver deluso troppo le vostre aspettative.

Grazie per le recensioni e chi mi segue, nel capitolo prima quando ho visto che dopo mezz’ora che avevo pubblicato avevo già dieci visualizzazioni stavo per piangere. Davvero mi fate felice e mi fate venir voglia di continuare a scrivere.

Al prossimo capitolo!

 

Nyota

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Capitolo 11
*** Bad luck, sometimes it find you ***


- Bad luck, sometimes it find you -

 

 

Avevo lasciato nuovamente la tapparella alzata e così a svegliarmi fu il raggio del sole che mi colpì in pieno viso in modo molto fastidioso. Mi girai sentendo la testa pulsare dolorosamente, aprì gli occhi e vidi accanto a me Harry. In un attimo mi tornarono alla mente tutti i ricordi della sera prima, il bere, le sue parole, i baci. Cercai di tirarmi su a sedere nonostante sentissi girare la testa e mi venisse da vomitare, istintivamente guardai sotto la coperta per controllare che fossimo vestiti visto che non mi fidavo ciecamente della mia memoria.

Mi guardai intorno ancora e feci per uscire dal letto e in un attimo sentì lo stomaco fare una capriola, mi alzai di colpo e corsi in bagno sbattendo contro le bottiglie che erano per terra ma chiudendo la porta in tempo prima di abbracciare il gabinetto.

Sentì la porta aprirsi mentre mi sedevo per terra tenendomi la fronte che pulsava dolorosamente.

- Ho bisogno di un aspirina, giorno.- Mormorai alzando lo sguardo verso Harry che sembrava messo meglio di me.

Era silenzioso stranamente e senza dirmi nulla si sedette accanto a me per terra guardandomi negli occhi.

- Ti ricordi tutto?- Mi chiese e io annuì rispondendo:- Sì..E sono un po’ confusa devo ammetterlo, ma non dal fatto che ci siamo baciati ma da quello che mi hai detto.-

- Te lo devo proprio spiegare?- Abbassò lo sguardo scrollandosi i capelli che gli cadevano sugli occhi.

- Forse dovresti.- Mi alzai per darmi una sciacquata al lavandino e cercando un minimo di avere un aspetto decente visto che non sembravo sconvolta, di più.

- Ci tengo a te, Ali, ormai lo sai bene. E sai anche quanto io voglio bene a Louis. Vedo che vi state avvicinando e forse io sto facendo l’egoista, tutto qui.- Mi spiegò alzandosi anche lui e guardandomi attraverso lo specchio.

- Quindi sei geloso di me e Louis?- Chiesi alzando un sopracciglio e ricambiando lo sguardo.

- Non direi geloso, insomma..- Iniziò gesticolando come per spiegarsi meglio mentre io lo guardavo come per fargli capire che la sua risposta non mi bastava.

- E quindi mi hai baciata.. e ora?-

- E ora..Credo faremo finta di niente, in fondo eravamo molto ubriachi.- Disse spostandosi per abbracciarmi la vita appoggiando il mento sulla mia spalla.

- E meno male che avevi detto che non ci saremmo ricordati nulla.- Ridacchiai sorridendogli convinta anche io che fosse la cosa migliore nonostante fossi ancora confusa.

 

Ci facemmo portare la colazione in camera mentre una cameriera portava via il sacchetto con le bottiglie vuote della sera prima e io cercavo di mangiare con scarso visto che avevo ancora la nausea nonostante l’aspirina.

I ragazzi ci vennero a trovare in camera e nonostante ridessi e scherzassi tutti notarono che ero un po’ mogia così nel dubbio mi misurai la febbre nonostante fossi sicura di non essere ammalata. E invece mi sbagliavo avevo due linee di febbre bella e buona.

- Perfetto e in tempo per la partenza. Che sfiga!- Mi lamentai facendomi cadere sul materasso tra Liam e Zayn appoggiando la testa sulle gambe di Niall.

- In effetti, questo vuol dire che dovrai stare in hotel.- Mi rispose Louis.

.- Ma io volevo vedere il vostro concerto.- Sospirai inclinando la testa verso Niall sperando che almeno lui ci uscisse con un: “vieni lo stesso” ma invece rispose dicendo:- E’ un peccato, anche perché portavamo come cover una delle tue canzoni preferite-

- Quale?- Alzai un sopracciglio.

- Use somebody dei Kings of Leon.-

Mi sollevai a sedere strizzando gli occhi perché sentivo la testa pulsare.

- E voi mi vorreste tenere chiusa in camera? Non ci pensate neanche voglio sentirvela cantare, vengo solo per quella.- Iniziai guardandoli uno per uno.

- Alice, sarebbe peggio rischi di prolungare la febbre.- Mi disse Liam guardandomi con quel solito sguardo premuroso che lo caratterizzava.

- Per favore, sapete quanto amo quella canzone.- Li pregai cercando di fare uno sguardo da cane bastonato visto che tutti sembravano d’accordo con lui.

- Potremmo chiedere all’autista di portarla poco prima e poi di riportarla in hotel.- Propose Louis dandomi man forte.

- Esatto! Farò la brava lo giuro, quando mi dirà di tornare tornerò indietro, promesso.- Sorrisi angelica e questo sembrò convincerli.

 

Saltai pranzo non riuscendo proprio a buttare giù un boccone e al pomeriggio, nonostante lo avessero libero, fecero dei turni per tenermi compagnia rimanendo in hotel con me.

Il primo a venire fu Zayn che mi portò un videogioco per il computer e anche se rischiavo di addormentarmi dopo un po’ lo vidi leggere un messaggio e lanciare con uno sbuffo il cellulare contro il materasso senza rispondere.

- Qualche problema?- Chiesi, ero sdraiata a pancia in giù come lui ma io abbracciavo il cuscino e lo guardavo giocare.

- No nessuno.- Mi rispose quasi secco.

- E’ di nuovo Perrie?- Chiesi alzando la testa per guardarlo meglio, lui mise in pausa voltandosi a guardarmi.

- Sì, mi ha dato buca di nuovo.- Fece una smorfia come se fosse rassegnato.

- Ti abbraccerei se non rischiassi ancora di più di attaccarti la febbre.- Risposi mordendomi il labbro inferiore senza distogliere lo sguardo. Lui mi abbracciò facendomi cadere sulla schiena.

- Devi sapere che abbiamo già fatto la febbre tutti quest’anno, ce l’ha attaccata Harry senza volerlo quindi dovremmo avere tipo una difesa immunitaria. Credo.- Sorrise stringendomi tra le sue braccia.

- Mi dispiace Zayn, perché ci provi ancora?- Chiesi alzando un sopracciglio.

- Perché mi piace, infondo anche se mi tratta male, anche se non piace agli altri e alle fans e anche se dovrei lasciarla andare per una migliore lei mi piace.-

- Oh, bello e innamorato!- Lo presi in giro ridendo e lui mi guardo con un sorriso furbo prima di farmi il solletico in tutta risposta facendomi ridere come una matta.

 

Quando Zayn se ne andò per dare il cambio a Liam mi sembrava risollevato ed ero felice di vederlo sorridere nonostante l’ennesimo due di picche. Sembrava tanto il ragazzo stronzo che non gliene frega niente ma in fondo era il più dolce e fragile di tutti secondo me.

Quando entrò Liam in camera feci per rotolare per salutarlo visto che mi ero incastrata nelle coperte.

- Oh ma che cacchio sono queste?!- Mi lamentai mentre cercavo di liberarmi scatenando la sua risata.

Mi aiutò a liberarmi e da lì iniziammo a parlare di tutto e di più fino a parlare dei film che da piccoli adoravamo. Sapevo che lui aveva una passione per Toy Story, Vero me ne aveva parlato tanto, e lui si sorprese nel sapere che i miei cartoni preferiti erano Il Re Leone e Peter Pan.

Così a quel punto mi misi a sedere, avevo una maglia a maniche lunghe sopra i pantaloncini del pigiama così arrotolai la manica per mostrargli un piccolo tatuaggio che avevo sul braccio di due stelline che avevo fatto al mio diciottesimo compleanno appunto per la storia del ragazzo che non voleva crescere.

- Quanto avete bevuto ieri sera?- Mi chiese ad un certo punto.

- Bho credo cinque o sei birre per uno e una bottiglia di vino, perché?-

- Perché sta mattina anche Harry sembrava abbastanza sconvolto ma meno di te.- Mi sorrise porgendomi il termometro per misurare ancora la temperatura.- Tienila d’occhio.- Aggiunse riferendosi alla febbre.

- Non è colpa mia se voleva festeggiare, sono una facile da convincere per alcune cose.- Ridacchiai prima di mettere in bocca quell’aggeggio e aspettare qualche minuto.

- E’ pazzo quel ragazzo..- Sorrise e quando suono il termometro lo tolsi mostrandogli che la linea di febbre era sempre lì.

- Perché voi tutti non lo siete? E’ per questo che piacete tanto alle fans, perché siete pazzi.- Sorrisi ancora prima che lui si alzasse per dare il cambio al prossimo componente e mentre accadeva questo io presi il computer e lo accesi sperando di trovare la mia migliore amica online.

 

 

Hello guys! Spero che questo capitolo non sia troppo lento da leggere e prevedo che il prossimo sia ancora più movimentato, spero mi esca così.

Comunque come sempre ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono, davvero mi fate molto piacere.

Alla prossima!

 

Nyota

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Capitolo 12
*** I cannot hide this even though I try ***


- I cannot hide this even though I try -

 

 

 

- Michi?- La chiamai visto che mi aveva risposto alla videochiamata.

- Ali!- Esultò lei guardandomi con un sorriso, finalmente ci eravamo beccate dopo tanto. – Come stai?-

- Ammalata a New York, non potrò vedere Central Park. Sono una sfigata.- Risi con lei.

Iniziammo a parlare e io le raccontai di tutto ciò che mi stava accadendo con Harry e Louis, le raccontai del bacio con il riccio prima che entrasse Niall dalla porta. Michi rimase tranquilla, non era una vera e propria fans.

- Secondo me Ali sei confusa sai? Tu cosa vuoi veramente?- Rimasi un attimo interdetta pensando alla domanda, cosa volevo veramente? Non mi ero mai posta il problema di fare chiarimento nella mia mente e nel mio cuore.

- Ali, credo che Michi abbia ragione. Non volevo dirtelo ma è dal tuo sogno che lo penso.- Mi disse il biondo guardandomi dopo essersi sdraiato accanto a me.

- I..io non lo..- Iniziai balbettando visto che stavo andando in agitazione, solo ora che me lo facevano notare capivo in quale assurda situazione mi trovavo. Iniziavo a sentirmi come la protagonista di quelle serie TV in cui la ragazza è contesa tra due ragazzi.

- Potremmo parlare di altro?- Chiesi ad un certo punto con un sorrisone e Niall ridacchiò abbracciandomi.

- Ali, lo sai che prima o poi dovrai fare i conti con questa cosa.- Disse lui e Michi annuì dalla telecamera evidentemente d’accordo con Niall.

Continuammo a parlare di altro e io e la mia migliore amica facemmo ridere Niall come un matto mentre raccontavamo di nostri ricordi, dei nostri giochi e delle nostre varie figure che avevamo fatto insieme.

Quando chiusi la chiamata mi presi un momento abbracciata a Niall, quella sua dolcezza mi distruggeva mettendomi davanti tutto quello che non volevo vedere. Mi sfogai per tutto finendo persino a parlargli di mio padre. Piansi come non mai fino a sentire la testa pulsare fino a scoppiare e lui era sempre lì a stringermi, ad accarezzarmi i capelli e soprattutto ad ascoltarmi. Era davvero un amico, uno dei migliori che si potessero avere.

 

Niall se ne andò e diede il cambio a Louis che mi vide ancora con gli occhi rossi e lucidi per il pianto.

- Ehi cos’è successo?- Mi chiese guardandomi con un sopracciglio alzato.

- Niente, ho visto la mia migliore amica in web, mi manca tanto.- Mentì spudoratamente e nonostante il suo sguardo mi facesse capire che non se la beveva lo ringraziai mentalmente per il fatto che non fece domande.

- Allora come va con Eleanor?- Chiesi io guardandolo con un sorriso dolce.

- Un po’ meglio, ieri non abbiamo litigato e oggi non ancora.- Mi rispose con lo stesso sorriso che mi fece venire dei brividi, gli feci segno di sedersi accanto a me.

- Meglio no? Magari è solo un momento di crisi.- Mi morsi il labbro inferiore quasi maledicendo le mie parole mentre mi giravo per prendere una tachipirina per il mal di testa.
- Sì, forse lo è.- Non si era ancora seduto ma un oggetto nero aveva attirato la sua attenzione: la mia macchina fotografica, era da un po’ che non facevo foto così gli feci segno di passarmela. Si lasciò cadere sdraiato sul materasso passando la fotocamera e da lì iniziammo a sclerare: ridevamo e ci facevamo foto facendo facce stupide, poi lui iniziò a parlare in falsetto facendo la voce strana e facendomi ridere fino a sentire male alle guance.

- Peccato che non potrò umiliarti su facebook con queste foto.- Esclamai dopo un momento in cui gli avevo chiesto un po’ di tregua.

- Perché no scusa?- Mi chiese ridacchiando per la mia faccia.

- Perché non voglio poi sentire alcune fans insultarmi, so che lo farebbero e io non sono capace di fregarmene dei giudizi degli altri.- Mi morsi ancora il labbro inferiore abbassando lo sguardo su una nostra foto mentre ridevamo, era venuta bene e sicuramente sarebbe rimasta un bel ricordo.

Louis mi abbracciò la vita circondando poi il mio corpo con le sue gambe, io ero in mezzo ad esse con le gambe incrociate. Lo vidi spuntare col viso per guardare la foto con me.
- Sai quante volte mi hanno detto che ero infantile? A me piace far ridere gli altri, sono un casinista lo ammetto ma io penso ad essere ciò che sono con i miei amici. Mi conta solo del loro giudizio, se gli altri non vogliono accettarmi per come sono pazienza c’è qualcun altro che lo farà al loro posto.- La sua mano accarezzò la mia vicino al tastino per cancellare le foto soffermandosi con la punta delle dita sulle mie unghie. Sospirai sentendo un leggero brivido percorrermi la spina dorsale e pensando che avrei voluto rimanere così per sempre, sentivo il cuore battermi e la sola idea che lui poteva allontanarsi da me mi faceva sentire freddo. Stavo cadendo verso un precipizio da cui non sarei risalita, me ne rendevo conto benissimo ma non riuscivo a fermarmi.

Alzai lo sguardo su di lui stringendo le labbra prima di parlare:- Ieri sera, lo sai che ti avrei baciato?- Incontrai il suo sguardo che non sembrava molto sorpreso dal fatto che tirassi fuori questo argomento.

- Lo sapevo, ma qualche pensiero ti ha bloccato vero?-  Annuì prima di rispondere:- Sì, ho pensato che mi stessi usando per qualche motivo che non so. Che in fondo potresti baciare qualsiasi ragazza e che forse stavi approfittando del fatto che lì ci fossi solo io.- Sputai la verità guardando poi altrove mentre mi insultavo mentalmente, perché avevo parlato? Lui mi prese il mento con una mano rivolgendo il mio sguardo sul suo.

- Sul serio hai pensato questo di me?- Aveva la fronte aggrottata e sembrava quasi arrabbiato per quello che avevo detto.

- Per un attimo l’ho pensato, ma poi mi sono ripensandoci sono arrivata alla conclusione che non mi sembri il tipo che lo farebbe. O per lo meno che non lo farebbe con una sua amica, vero?-

- Appunto. Sai che ti voglio bene. Mi stupisce che ti sia arrivato questo pensiero.- Si lamentò ancora alzando di poco il busto per guardarmi meglio.

- Ma a me giunge spontanea una domanda: Perché volevi baciarmi? Insomma tu stai con Eleanor.-

- Te l’ho detto cosa mi sta dicendo ultimamente e io sto iniziando a crederle.- Abbassò lo sguardo così io mi girai un po’ di più guardandolo.

- Louis tu la ami?- Iniziai parlando decisa come se volessi da lui tutta la verità.

- Sì.- Rispose senza alzare lo sguardo.

- Guardami negli occhi e ripetimelo.- Gli presi il mento come lui aveva fatto con me.- Tu la ami?-

- S…Sì, penso..- Mormorò guardandomi negli occhi.- Sono confuso, ecco la verità.-

- Sei confuso e cerchi di baciarti la quasi sorellastra di Harry. Mi sembra giusto.- Alzai un sopracciglio facendo schioccare la lingua contro il palato.

- Ali, non è così.- Tornò a guardarmi con lo stesso sguardo quasi arrabbiato di prima.

- E com’è allora? No perché mi stai abbastanza confondendo.-

- E’ difficile da spiegare.- Gesticolò e io mollai la macchina fotografica incrociando le braccia al petto:- Provaci.- Esclamai ma lui rimase un attimo zitto come in cerca delle parole giuste.

- Non posso.-

- Perfetto, se ti sembra che mi basti come risposta.- Feci per alzarmi dal mio letto ma lui mi prese per i fianchi rimettendomi giù:- Ali per favore…- Mi pregò guardandomi con gli occhi da cane bastonato.

- Non attacca Louis. Capiscimi sono ieri hai provato a baciarmi due volte e per nostra fortuna siamo stati interrotti tutte le volte. Tu mi dici che non me lo sono sognato e che volevi baciarmi ma ehi! Ti devo ricordare che al di là dell’Oceano c’è una ragazza che ti ha detto che forse sei confuso e tu non sai se darle ragione o torto? Secondo te come mi sento? Perché sì ti avrei baciato e forse anche volentieri anche se avrei rovinato tutto.. e sto parlando troppo.- Sbuffai cercando di spostare le sue mani che fecero una pressione maggiore per non farmi scappare. Lo guardai negli occhi, una luce divertita era tornata ad accendere il suo sguardo:- Davvero ti avrebbe fatto piacere?-
- Non sono io quella che ti deve delle risposte, sei tu che te ne devi dare.- Feci un sorrisetto passandomi una mano tra i capelli.

- Stai cambiando discorso.- Ridacchiò lui senza lasciarmi.

- Perché tu no?- Alzai di nuovo il sopracciglio guardandolo con lo stesso sorrisetto di prima.

- Miss confusa- Sorrise e sentì che le sue mani si spostarono per abbracciarmi la vita di nuovo ma sta volta avevo il petto rivolto verso di lui.

- Perché tu?- Sorrisi guardandolo dritto negli occhi sentendolo sempre più vicino a me. – Devi trovare una risposta Carota, e io non posso dartela.-

 

 

 

 

Gnagnagna eccoci al nuovo capitolo, che ve ne pare? Fatemi sapere come sempre nelle recensioni e grazie chi mi segue sempre con tanta voglia.

Nyota

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Capitolo 13
*** Girl I see it in your eyes you're disappointed ***


- Girl I see it in your eyes you’re disappointed -

 

 

 

Quando Louis uscì dalla stanza mi rigirai nel letto e nel giro di pochi secondi entrai in uno stato di dormiveglia stringendo il cuscino come un peluches. Sentì la porta aprirsi e chiudersi ma non mi mossi rilassata da quel momento. Qualcuno salì sul letto e arrivò vicino a me, potevo sentire vagamente il suo profumo che però non riuscì subito ad identificare. Quella persona si sporse verso di me solleticandomi il viso con il respiro e poi sentì le sue labbra posarsi sulla mia fronte sentendo poi un verso di dissenso.

Aprì gli occhi per voltarmi a vedere chi fosse in camera mia e uno sguardo divertito incontrò il mio, sorrisi appena prima di nascondere uno sbadiglio contro il cuscino.

- Giorno Harry.- Mugugnai mentre lui mi accarezzava i capelli.

- Mi sa che ti è salita la febbre, mi sembri più calda.- Mi rispose facendo una leggera smorfia, effettivamente sentivo il mal di testa più forte.

- Vuol dire che allora domani starò meglio, di solito raggiungo il picco e nel giro di qualche ora poi dovrebbe passare.- Mi alzai dal letto con calma per prendere il termometro e misurare la temperatura e come avevo immaginato era alta.

Lui mi guardo allargando le braccia e invitandomi in un abbraccio che non rifiutai affondando il viso nell’incavo del suo collo. – Mi piace questo profumo.- Mormorai alzando lo sguardo verso di lui.

- Me l’ha regalato Louis.- Rispose accarezzandomi ancora i capelli con una mano.

- Ha buon gusto il ragazzo.- Ridacchiai lasciandomi coccolare da lui.- Sono felice di vedere il vostro concerto domani, a che ora dobbiamo partire?-

- Alle sei di domani mattina abbiamo il volo e due ore di viaggio, appena arrivati dovremmo fare subito il sound-check.- Annuì immaginando già che a fine giornata sarei arrivata stanca morta ma loro sarebbero stati peggio di me, volevo seguirli anche al sound-check però non so quanto mi sarebbe convenuto dirglielo ora.

 

- Louis mi ha detto che sai cosa succede con Eleanor.- Disse di punto in bianco e io annuì ancora, sentivo la gola bruciare un po’ e di parlare non mi passava lontanamente nella testa.- Ali ti piace Louis?- A quel punto lo guardai stranita con un sopracciglio alzato: - No è mio amico, come ti è uscita?-

- Errore mio, era solo una domanda.- Fece un sorrisetto mentre le sue dita dai capelli si erano spostate sul mio viso e mi accarezzava il mento con il pollice tenendo l’indice sotto.

- Comunque no, per me è solo un amico.- Mi morsi il labbro pensando che in quel momento avrei voluto abbassare lo sguardo che invece era puntato sul riccio, stavo forse mentendo?

- Ti posso credere?- Mi chiese ancora mentre io aggrottavo la fronte per la domanda e rispondevo sicura:- Sì che puoi.-

Sentì le sue dita sul mio mento fermarsi per poi fare una leggera pressione e sollevare un poco di più il mio viso, a quel punto sentì le labbra di Harry posarsi sulle mie mentre con un braccio mi circondava la vita spostandomi di più sopra di lui.

Rimasi un attimo bloccata fra le sue braccia sia stordita dal suo bacio sia dal mal di testa ma poi lo allontanai leggermente:- Harry, non possiamo..Insomma non abbiamo nessuna giustificazione sta volta.- Lui riavvicinò il viso al suo prima di sussurrarmi a fior di labbra:- Lo so, ma mi è piaciuto baciarti ieri notte. Ricordo ogni cosa, ogni sensazione.-

Le sue labbra premettero ancora con forza sulle mie prima di muoversi sciogliendomi letteralmente e facendomi provare mille brividi lungo il corpo. Una parte di me sapeva che lui poteva farmi perdere il controllo delle cose e forse volevo che lo facesse ma una piccola idea comunque infastidiva la mia mente e lo allontanai ancora:- Non voglio rovinare tutto-

- Me lo hai già detto.- Rispose lui guardandomi come amareggiato.

- Quindi sai che non posso.- abbassai lo sguardo tornando a mordermi il labbro inferiore.

- Non puoi ma vorresti.- Concluse lui.

- Sì..- Risposi di getto prima di correggermi:- No, insomma tu sei un amico per me. Sei quasi un fratello..-

- Però Louis lo baceresti.-

- Ci hai origliati?- Alzai il viso per riuscire a guardarlo meglio nonostante il suo braccio intorno alla vita mi tenesse attaccata a lui.

- Una parte, stavo andando da Zayn.- Ammise abbassando lo sguardo.

- Bene, ci hai origliati e ora vorresti baciarmi. Inizio a non capirti più Styles.- Feci pressione contro il materasso per alzarmi ma lui mi tenne a terra con forza. – Lasciami Harry.- Lo guardai lasciandogli intendere che non ammettevo contrordini.

Riuscì ad alzarmi e mi allontanai dal letto passandomi una mano fra i capelli e ignorando la testa che girava e pulsava dolorosamente.

Sentì che anche lui si era alzato ma non mi voltai continuando a dargli la schiena.

- Spiegami, per favore.- Mormorai continuando a fissare il muro.

- Non lo so nemmeno io Ali.- Lo sentivo, era dietro di me a un passo ma non mi spostavo, non volevo spostarmi.

- Perfetto e dovremmo continuare così? Senza sapere niente? Continuando a confondermi così? Perché sì, Harry, mi stai confondendo perché inizio a non capire più cosa vuoi.- Esclamai prima di sentire le sue mani posarsi sulle mie spalle:- Pretendi di continuare a fare finta di niente? Non ci riesco, non riesco a vederti come un semplice amico sapendo che ti ho baciato. Per questo non posso.- Continuai voltandomi forse di lui, lo abbracciai affondando il viso nella sua spalla. – Mi piaceva quando mi prendevi in giro, quando ti sdraiavi sul divano posando i piedi sulle mie gambe come se niente fosse, quando non mi dicevi: “ voglio baciarti e so che anche tu lo vuoi.”, quando ci addormentavamo insieme dopo aver parlato di qualsiasi cosa. Rivoglio questo, Harry. Non voglio finire per rovinare tutto, perché so che si rovinerebbe tutto. E so che infondo anche tu non mi vuoi davvero. Mi sbaglio?- Feci un sorriso per dimostrargli che effettivamente non ero arrabbiata con lui. Lui mi strinse sospirando:- Forse hai ragione, ti voglio bene. Sei come una sorellina per me, sono solo un po’ geloso tutto qui.-

- E di cosa?- Sorrisi ancora prendendogli il viso tra le mani:- Harry, sarò sempre tua amica. Anche quando tornerò in Italia non voglio perdervi, ho già organizzato con Niall per vedervi con skype sempre se voi vorrete vedermi ancora.-

- Certo che vorremo, insomma ci mancherà una rompiscatole in più.- Rise e mi scompiglio i capelli facendo ridere anche me.

- Sai mi piace la tua risata, è strana.- Mi disse prima di iniziare a farmi il solletico e farmi ridere come una matta, poi lo sentì sollevarmi da terra stringendomi per i fianchi e farmi cadere sul letto.

- Dai dormi un po’ così domani mattina sarai più carica, ti svegliamo per la cena.- Mi diede un altro bacio sulla fronte prima di allontanarsi dal letto.

- Harold?- Lo chiamai ridacchiando.

- Non chiamarmi così, ti prego.- Mi guardo sorridendo fermandosi in mezzo alla stanza.

- Non ho sonno, vuoi lasciarmi qui ad annoiarmi? Sei pessimo come fratellastro maggiore.- Risi ancora mentre lui si buttava sul letto cercando di centrarmi ma io rotolai via. Riprese a farmi il solletico fino a che non piansi dal ridere. Alla fine mi mise sotto le coperte costringendomi a calmarmi un po’, lo abbracciai come se lui fosse un orsetto e continuammo a parlare finchè grazie alla sua voce che mi stava rilassando sempre di più non mi addormentai.

 

Sognai ancora quel teatro ma sta volta c’era più luce. Come l’ultima volta sentì Harry voltarmi e avvicinarmi a lui e prima che mi baciasse sussurrò facendomi venire dei brividi:- Non mentire a te stessa.- Questo mi confuse nonostante non lo fermassi e come l’ultima volta mi sciolsi tra le sue braccia ricambiando il bacio, intrecciando la lingua con la sua e affondando le dita fra i suoi capelli. Sempre come l’ultima volta il suo viso cambio trasformandosi in quello di Louis ma questo non mi fermò visto che già lo aspettavo e forse fin dall’inizio aspettavo lui. Di diverso sta volta ci fu che il viso di Louis cambiò in quello di Harry per poi tornare quello di prima, questo mi confuse ma non riuscivo a staccarmi da quelle labbra.

Forse avevano ragione Michi e Niall, forse ero veramente confusa nonostante non lo volessi ammettere davvero. Si sbagliavano ne ero certa, loro erano miei amici e non potevo innamorarmi, non potevo e non dovevo.

Quando mi risvegliai era notte, vedevo sul cellulare sul comodino l’ora che segnava le due. Harry era ancora lì sul letto con me ma si era cambiato e ora era in boxer. Socchiusi ancora gli occhi appoggiando la fronte contro il suo petto e ripensando a quel maledetto sogno e al fatto che avevo due nomi nella mia mente in quel momento e non riuscivo a pensare ad altro se non a loro due: Louis e Harry.

 

 

 

Hello! Come state? Iniziata bene l’estate? Chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto dei giorni pienissimi, incredibile ma vero ma sono a tappo anche d’estate!

Ringrazio chi recensisce e chi mi segue con grande voglia perché, davvero, per leggere quello che scrivo ce ne vuole di voglia.

Con questo vi saluto, occhio a non abbrustolirvi troppo al sole!

 

Nyota

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Capitolo 14
*** Look how they shine for you ***


- Look how they shine for you -

 

 

 

Guarì dalla febbre e passarono i giorni. Le cose tra me e Harry migliorarono nonostante il nostro discorso e anzi mi sembrava che il nostro rapporto fosse tornato quello di un tempo anche se a volte insistesse per dormire con me; invece le cose tra Eleanor e Louis andavano peggiorando, sembrava più stressato soprattutto dopo che lui le aveva chiesto di raggiungerlo e lei aveva rifiutato. All’inizio mi diedi la colpa per qualche strano motivo per quello che era accaduto tra i due ma poi mi convinsi che mi sbagliavo, loro due non c’entravano con tutto quello che mi stava intorno.

Durante quel periodo ripresi a fare foto più spesso immortalando i ragazzi mentre provavano oppure iniziavano a scrivere delle canzoni che sarebbero andate nel prossimo album. I concerti erano emozionanti anche dietro le quinte e capivo cosa provassero tutte quelle fan ad essere semplicemente lì a guardarli.

Inoltre feci amicizia con la loro parrucchiera personale e ovviamente con la piccola bimba, adoravo Lux e spesso io e Zayn finivamo per litigarcela per chi dovesse badare a lei.

La cosa che sorprese tutti fu che nonostante fossero già passati quasi due mesi nessuno mi aveva ancora notata intorno ai ragazzi e ringraziando il cielo ero ancora nell’anonimato. Non volevo i riflettori volevo semplicemente vivere quell’avventura che aspettavo forse da tanto e non potevo perdermela.

 

Eravamo intorno alla Louisiana sopra il tour bus in uno di quei giorni più caldi che avessi mai vissuto da quando ero partita dall’Italia e per mia grande fortuna i ragazzi avevano un giorno libero, ci avevo pensato per una mattinata intera e avevo in mente un piano perfetto: volevo trascinarli a spiaggia e magari fermarci in un camping per cenare con schifezze e robe varie e se riuscivo a trovare un telo avremmo potuto dormire sotto le stelle.

- Ragazzi ho una proposta da farvi!- Esultai sedendomi sul divanetto di uno pseudo-soggiorno.

- Aiuto, cos’ha in mente.- Esclamò Louis sedendosi davanti a me con un sorrisetto e io in risposta gli feci una linguaccia.

- E’ un idea geniale, venite tutti.- Aspettai che tutti si sedessero intorno a me e li guardai con un sorriso a trentadue denti.- Rullo di tamburi!- Indicai Niall che iniziò a battere le mani su un mobile.- Ho organizzato un pomeriggio al mare e se riusciamo mi piacerebbe fermarci a cenare in spiaggia con tanto di falò, marshmallow e, per concludere in bellezza, potremmo dormire fuori.-

- Io ci sto!- Esultò subito Niall

- Lo sapevo che se avessi detto marshmallow tu avresti detto sì.- Lo presi in giro ridendo.

Gli altri erano un po’ titubanti così sbuffai guardandoli con uno sguardo da cane bastonato per pregarli:- Dai, ci divertiremo ve lo assicuro. Siamo su delle spiagge fantastiche e ci sono un sacco di camping. Liam lo so che mi dai ragione, vero?- Lo abbracciai sicura che così lo avrei sciolto e con mia grande fortuna lui annuì sospirando:- E va bene, ci sto anche io.-

- Bene siamo tre su sei, non potete lasciarci soli!- Mi lamentai guardando Harry, Louis e Zayn.

- Ma ci saranno le zanzare!- Iniziò Zayn tirando fuori il labbro in una smorfia.

- Porto l’autan.- Risposi con un sorriso mentre mi sedevo tra Liam e Niall.

- Sta notte avremo freddo.- Continuò il moro.

- Porteremo delle coperte.-

- E ci sarà umido sull’erba!-

- Ho trovato un telo di plastica insieme ad uno della security che ci salverà dal bagnato.-

- Sarà troppo buio…- Si lamentò infine abbassando lo sguardo visto che non trovava più scuse.

- Lascerò il cellulare acceso vicino a te così non sarà troppo buio.- Sorrisi dolcemente cercando il suo sguardo sicura che anche con lui fosse fatta:- Dai Zayn, ti volevo sfidare a beach volley insomma sono sicurissima di batterti.-

- Va bene vengo ma ti farò nuova sulla spiaggia, sappilo.- Fece un mezzo sorriso ricambiando il mio sguardo.

- Louis se non vieni ti riempirò un paio di scarpe di panna e Harry, invece, chiamerò papà dicendogli che mi hai abbandonato clamorosamente.- Li guardai con un sorriso vittorioso.

- Non vale usare i nostri genitori!- Si lamentò il riccio guardandomi male e io in risposta alzai le spalle:- A voi la scelta.- I due ragazzi si guardarono un attimo prima di annuire insieme:- Va bene veniamo.-

- Sì!- Esultai.- Dillo che sono un genio leprecauno!- Risposi guardando Niall ridendo.

- No non lo sei in nessun caso.- Mi rispose lui ridendo mentre io abbassavo lo sguardo fingendomi sconfortata.

 

Partimmo subito dopo aver mangiato un panino veloce sul tour bus e in pochi minuti eravamo in una spiaggia completamente vuota ma vicino ad un camping. Non ci pensai due volte prima di lanciarmi di corsa sulla sabbia e spogliarmi, avevamo tutti il costume sotto, mollando la roba lungo il mio cammino per buttarmi in acqua. Dopo qualche minuto arrivarono anche gli altri cercando di affogarmi.

Mentre ci lanciavamo la palla in acqua tentati di affogare Louis più volte ma fu lui ad affogare me in poche mosse.

Giocammo anche a beach volley vicino alla riva io, Niall e Louis contro Liam, Zayn e Harry e vincemmo noi con grandissimo vantaggio.

Quando calò la sera e iniziò a fare fresco ci andammo a cambiare al camping in modo da poter togliere i costumi bagnati e poi trovammo un falò già pronto, sempre sulla spiaggia, che accendemmo. Mangiammo intorno a quella fonte di calore lasciando abbrustolire wurstel e marshmallow su dei bastoncini proprio come accadeva nei film mentre Niall suonava la chitarra. Scoppiavamo dal troppo cibo e cantammo a squarciagola girando intorno al fuoco, sembravamo pazzi ma infondo non ce ne fregava niente eravamo pur sempre dei ragazzi in piena libertà.

Quando poi iniziavamo ad addormentarci decidemmo di andare al camping e stendere il telone per poi spargere una quantità assurda di coperte e cuscini che usammo per avvolgerci stile sacco a pelo, lì sotto le stelle rimanemmo ancora a parlare io in mezzo tra Harry e Louis con Niall e Zayn vicino a quest’ultimo e Liam dall’altra parte.

- Si sono addormentati tutti?- Chiesi nel silenzio, mi ero alzata per andare in uno pseudo-bagno che c’era nel camping e da un momento all’altro avevano tutti smesso di parlare.

- No io sono ancora sveglio.- Mi rispose Harry alzando il viso da un cuscino mentre io mi sdraiavo di nuovo fra lui e Lou a pancia in su guardando le stelle. Mi commuoveva quello spettacolo, amavo le stelle e raramente potevo vederle così chiaramente e ogni volta che ci riuscivo rimanevo a bocca aperta come una bambina.

- Vedi là? C’è la stella polare, e quella è Venere sembra una stella e gli antichi pensavano che li ci fosse il paradiso perché è il primo punto luminoso che si vede nel cielo.- Iniziai puntando il cielo con l’indice.

- E’ uno spettacolo bellissimo, mi ricorda un po’ il paese dove sono cresciuto lì qualche volta riuscivo a vederle così.- Mi rispose il riccio girandosi in modo da poter guardare anche lui.

- In un libro e un film dicono che ovunque tu sia la luna non sarà mai più grande del tuo pollice.- Misi il mio pollice davanti alla luna chiudendo un occhio per verificare quella cosa. Harry fece lo stesso avvicinando il suo dito al mio e poi aprì la mano per prendere la mia che nel frattempo si era sciolta, intrecciò le nostre dita abbassando poi la mano e portandosela sul petto costringendomi ad avvicinarmi a lui. Aveva messo le nostre mani all’altezza del suo cuore e sentirlo battere mi rilassò. Mi girai su un fianco guardando verso il suo viso e lui girò il suo incontrando il mio sguardo, mi avvicinai ancora abbracciandolo e senza spostare le nostre mani ancora intrecciate dal suo cuore.

- Mi rilassa sentire il tuo cuore.- Gli rivelai mentre affondavo il viso nella sua spalla, lui sorrise dandomi un bacio sulla fronte:- Dovremmo dormire.- Mi disse. Lo guardai ancora in viso, c’era qualcosa di strano nel suo sguardo ma non riuscivo a capire cosa. Annuì comunque prendendo il cuscino con l’altra mano e avvicinarlo a me in modo da non dovermi spostare da quell’abbraccio, nonostante il caldo mi faceva piacere e non volevo farne a meno.

 

 

 

Salve a tutti, tutto bene? Come stanno andando le vacanze? Io mi sto addormentando sotto il sole del terrazzo e rischio di far scoppiare il computer per il caldo ma a parte questo si sta d’incanto da me.

Ringrazio le recensioni che mi sono arrivate, le ultime mi hanno davvero commosso insieme alle altre e davvero mi fate esaltare tanto così.

Detto ciò vi dico che ho già il prossimo capitolo pronto, ho scritto tanto e ho dovuto dividerlo quindi attendete ancora poco e lo avrete tra le mani.

 

Nyota.

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Capitolo 15
*** Tell me you don't want my kiss ***


- Tell me you don't want my kiss -

 

 

 

Quando mi svegliai c’era già il sole e l’aria fresca mattutina ci faceva tutti stringere sotto le coperte, Harry dormiva ancora e teneva la mia mano stretta nella sua. Cercai di girarmi stiracchiando un braccio e vidi accanto a me Louis che strofinava il viso stanco sul cuscino guardando il cellulare, era su twitter e così immaginai che si fosse svegliato presto e non sapeva cosa fare. Quando mi notò mi rivolse un sorriso che io ricambiai dicendogli in labbiale:”Buongiorno”.  Mi salutò anche lui mentre mi passavo la mano libera sul viso e la lasciavo cadere sul cuscino, ero girata a pancia in su di nuovo e iniziavo a sentire l’altro braccio formicolare per la posizione un poco scomoda.

Ad un certo punto lui accarezzò il mio braccio con due dita salendo fino al palmo della mia mano, lì poi sfiorò con la punta delle dita i miei polpastrelli. Rimase un attimo così come incantato poi mi fece segno di seguirlo prima che si alzasse e si stirasse, lo seguì sciogliendo la mano da quella di Harry e andammo insieme sulla spiaggia ancora in pigiama.

Era vuota se non per qualche mattiniero che correva con il cane e a camminare a piedi nudi sulla riva con le onde che ci toccavano i piedi mi risvegliava.

- Come mai sveglio presto?- Gli chiesi guardandolo.

- Non riuscivo a dormire.- Mi rivelò con un sorriso sulle labbra.

- Tu che non riesci a dormire? Oddio oggi piove gente!- Scoppiai a ridere con lui.

- Era duro per terra, capiscimi.-

- Capisco che sei una pippa Tommo.- Questa volta lui mi puntò il fianco facendomi scoppiare a ridere e da lì continuò a solleticarmi mentre io cercavo di scappare, l’unica che faceva casino ero io con le mie risate. Ad un certo punto mi prese per i fianchi con le braccio sollevandomi sulla spalla come un sacco di patate.

- Pensavo fossi più pesante.- Disse lui ridendo.

- Mollami! Lou!- Urlai sempre ridendo mentre gli tiravo un pugnetto contro la schiena, mi posò giù facendomi però cadere sulle sabbia e da lì gli presi una gamba facendo cadere pure lui. Feci per gattonare via ma lui mi prese la caviglia facendomi sdraiare di nuovo e bloccandomi a terra col suo corpo. Rimasi un attimo ferma a guardarlo mentre riprendevo fiato prima di premere una mano contro il suo petto per alzarmi ma lui non si mosse.

- Ferma.- Mi ordinò guardandomi negli occhi, mi persi nel suo sguardo azzurro come il cielo di quel mattino. Lo vidi avvicinare il viso al mio fino a sfiorare le labbra con le mie.

- Lou..non puoi..- Sussurrai trattenendo il respiro e mordendomi il labbro inferiore.

- Perché mi fermi ogni volta?- Mi chiese anche lui sussurrando.

- Perché ogni volta ti devo ricordare che sei fidanzato? Stai giocando con la fiducia di Eleanor e non voglio.- Risposi secca guardandolo.

- Non so come sta andando tra me e lei, so che però va sempre peggio.- Rispose abbassando lo sguardo.

- E perché vorresti baciarmi allora?- Alzai un sopracciglio.

- Perché è l’unica cosa che voglio ora, all’inizio volevo che lei venisse qui ma quando mi ha detto no per un attimo ero sollevato. Capisci?-

- Però devi prendere una decisione precisa, non sono disposta a rischiare di rovinare tutto senza avere una certezza da parte tua almeno.- Gli accarezzai i capelli dolcemente e quando mi accorsi di cosa stavo facendo allontanai la mano ma lui la prese riavvicinandola.

- Capisco ma Harry? Non mi sembra che abbiate avuto molti problemi.- Rispose e a quel punto mi alzai di colpo sollevando pure lui:- Cosa?! Voi sapete che io e..- Esclamai guardandolo.

- No solo io so, avanti è il mio migliore amico e ti aspettavi che non mi dicesse nulla?- Mi guardò con un sorriso divertito mentre io mettevo il broncio.

- In questo momento sto odiando la vostra amicizia.- Risposi mentre lui si spostava mettendosi dietro di me e abbracciandomi fino a far cadere la mia schiena contro il suo petto a quel punto rivolsi il mio sguardo verso il mare senza guardarlo.

- Capisco perché fai così, con me. Ho lo stesso dubbio anche io, è tutto incasinato.- Mi disse appoggiando il mento sulla mia spalla.

- Sì ma non puoi prendermi così quando vuoi. Inizio a sentirmi usata e non capisco le tue intenzioni e la cosa non mi piace. Sei un amico Lou, però…- Mi prese il mento con una mano in modo da voltare il mio sguardo verso il suo viso:- Dimmi che non mi vorresti, dimmi che non vorresti che ti baciassi e che vorresti che rimanessimo solo amici.-

- Non voglio baciarti, voglio che tu risolva con Eleanor e rimaniate insieme e che noi due rimaniamo amici.- Dissi guardandolo negli occhi, lui sorrise lasciando il mio mento per poi dire:- Menti e la cosa non mi dispiace.-

Ignorai la sua risposta e mi toccai le tasche notando solo allora che avevo una penna, della serie cose insolite che spuntano nelle tue tasche. Feci schioccare le labbra prendendogli il braccio e portandolo davanti a me.

- Ti posso disegnare qualcosa? Sì grazie.- Risi mentre iniziavo a scrivere un “Hi! I’m a chicken!” e tentavo di disegnare un pollo con scarso successo. Lui guardava la mia opera tranquilla per poi prendere la penna in mano e scrivermi sul braccio:”Hello! Sarò bagnata fra poco!”, mi lascio qualche secondo per farmi capire le sue intenzioni e quando cercai di alzarmi per scappare lui mi prese per la vita:- Ah no, non scappi!-

- Louis Tomlinson se ci provi sei un uomo morto! Non ci pensare neanche!- Urlai ma lui mi fece il solletico trasformando le mie grida in risate, mi prese in braccio con un braccio sotto le ginocchia e mi guardo un attimo:- Non hai scampo ora.-

- No, Lou per favore!- Lo pregai trattenendo le risate.

Niente da fare, il ragazzo prese la rincorsa e si tuffò con me in braccio in acqua e accidenti se era fredda! Riemersi boccheggiando con i vestiti incollati alla pelle ma di lui non c’era traccia:- Lou? Louis! Se è uno scherzo non mi piace!- Lo chiamai guardandomi intorno e dopo qualche secondo senti delle mani  prendermi le caviglie e trascinarmi sott’acqua, poi delle braccia mi avvolsero prendendomi in braccio come prima e sia io che lui riemergemmo dall’acqua. Tossì perché per la sorpresa avevo bevuto e lo guardai per poi spostargli il ciuffo di capelli che gli si erano incollati sugli occhi:- Oh grazie.- Rise prima di scrollare la testa stile cagnolino.

- Bene e ora che siamo bagnati cosa vorresti fare?- Chiesi visto che non mi sembrava intenzionato a mollarmi.

- Io ti affogherei.- Rise prima di buttarmi sott’acqua ma una voce lo fermò infatti sulla riva c’era Niall che ci stava chiamando.

- Bravo Niall! Vieni a salvarmi in ritardo!- Mi lamentai mentre Louis mi lasciava e io nuotavo verso il biondo uscendo dall’acqua appesantita dai vestiti bagnati.

- Cambiarvi e mettere il costume?- Chiese il biondo guardandoci entrambi bagnati fradici.

- No per il signorino qua dietro era troppa fatica vero?- Lo guardai con un sorriso divertito mentre lui annuiva così io gli poggiai una mano sul petto spingendolo e facendolo cadere di nuovo in acqua prima di scappare lungo la spiaggia con Niall per tornare al camping.

 

Rientrammo sull’autobus e io e Louis ci facemmo la doccia prima di tutti gli altri, incredibile quanto fosse attrezzato quel bus. Giravo lungo la parte delle cuccette con un asciugamano intorno al corpo, avevo appena finito di lavarmi prima dopo Louis e stavo cercando la mia roba per cambiarmi. Trovato ciò che cercavo mi voltai per chiudere la porta e cambiarmi tranquilla ma qualcuno sulla porta mi fece scappare un gridolino e cadere i vestiti per terra:- HARRY!-

- Sì Ali?- Lo sentì ridere.

- Sei nudo! Di nuovo!- Esclamai sentendo dietro di lui Louis che rideva a sua volta.

- Sì sono nudo e allora?-

- Harry vorrei evitare di ammazzarmi perché giro con una mano sugli occhi! Non ti chiedo tanto almeno i boxer!- Mi lamentai sbuffando.

- Ma fa caldo.- Da quello potevo capire che non c’era modo di fargli cambiare idea così aprì gli occhi guardando per terra e cercare una scarpa qualsiasi. Mi coprì di nuovo lanciando la scarpa a caso contro di lui e dal suo lamentò capì che avevo centrato dovevo volevo colpirlo:- Che mira che ho!- Sentì Louis ridere più forte e io ne approfittai per chiudere la porta prima che Harry iniziasse a urlarmi contro.

Mi cambiai svelta e quando uscì  una secchiata d’acqua mi colpì in pieno viso, dalla risata sapevo chi era il colpevole:- HARRY STYLES IO TI AMMAZZO!- Urlai sentendo tutti quanti ridere mentre io prendevo dal frigo la panna spray con un sorriso maligno:- Non hai scampo riccio!- Risi prima di iniziare a inseguirlo nello pseudo-salotto cercando di spruzzargli la panna ma qualcuno mi fermo facendomi cadere sul divano.

- Ti salvi io Harry!- Sentì dire e poi il dolce peso di Louis mi schiacciò contro il divano.

- Non vale due contro una!- Urlai ridendo mentre Zayn mi faceva segno di passargli la panna cosa che feci per poi sentirlo dire:- Ci sono io dalla tua parte.- Rise il ragazzo mentre Harry, in boxer, ricominciava a scappare inseguito da quest’ultimo mentre tutti quanti ridevamo e io cercavo di scollarmi Louis ma con scarsi risultati.

 

 

 

 

Bentornati con un nuovo capitolo, spero vi piaccia come sempre.

Ringrazio tutti quelli che recensiscono e chi mi segue sempre con tanta voglia, davvero grazie!

Al prossimo capitolo!

 

Nyota

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Capitolo 16
*** I wanna stay up all night... ***


- I wanna stay up all night… -

 

 

 

-NO! Mi rifiuto categoricamente!- Esclamai guardando i ragazzi uno per uno.
Erano appena tornati da un’intervista e avevano giusto il tempo di venire in hotel per rilassarsi un attimo prima di una grande festa che avrebbero avuto da lì a qualche ore a cui dovevano partecipare e ovviamente qualche genio aveva proposto di far venire anche me.

- Abbiamo un invito in più, sarebbe una palla senza di te.- Disse Niall guardandomi dolcemente e io alzai l’indice scuotendolo in dissenso:- Ah! Ah! Non attacca, Niall, non verrò.- Incrociai le braccia come per far capire che non avrei cambiato idea.

- Perché non vuoi?- Chiese Liam guardandomi con un sopracciglio alzato.

- Forse perché non voglio essere puntata dalle vostre fans? Se vengo ci saranno i paparazzi.- Risposi mordendomi il labbro inferiore.

- E’ una festa privata non possono entrare.- Mi assicurò Paul che come tutti stava seguendo quella discussione come se fossero al cinema.

- Non cambia, gente io non dovrei essere qui ok? Dovrei essere in Italia, a studiare per l’esame d’inglese per poter fare l’anno di studio all’estero e a sbavar..guardarvi dietro ad uno schermo.- Mi corressi quando mi accorsi di ciò che stavo per dire ma loro dovevano aver capito cosa stavo intendendo perché sorrisero tutti guardandosi a vicenda.- Non montatevi la testa.- Conclusi ridacchiando per la scena.

- Neanche se ti dicessi chi potresti incontrare?- Sta volta a parlare fu Louis che aveva uno sguardo molto divertito.

- Puoi dirmi che c’è Obama in persona ma non verrò lo stesso.- Lo guardai con lo stesso sorriso come per sfidarlo a convincermi.

- Ho letto la lista degli invitati, potrebbero esserci i Paramore..- Lì iniziai a tentennare alzando lo sguardo come per pensarci.- e anche Pink.- Quando pronunciò quel nome ebbi un sussultò e sgranai gli occhi.
Io amavo Pink con tutta me stessa, era un esempio per me ed era stata la prima cantante in assoluto che mi aveva fatto emozionare e c’era sempre lei con le sue canzoni nei miei momenti più difficili.

Rimasi a guardare Louis senza notare che gli altri si guardavano interrogativi per la mia reazione.

- Tu come fai a sapere che amo quella donna?- Sussurrai guardandolo stupita dalla sua mossa.

- Quando Niall ha parlato con Fede le ha chiesto un po’ di cose su di te visto che volevamo conoscerti..- Spiegò con un sorriso vittorioso stampato in viso, quella faccia in quello momento l’avrei presa a schiaffi..se non ad altro.

- Menti, non ci sarà davvero a quella festa.- Tentati ancora in modo da capire se quello che diceva era vero oppure era solo un trucco e lui in tutta risposta tirò fuori un bigliettino d’invito su cui c’erano stampati i nomi degli invitati e il nome di lei spiccava fra tutti.

Sospirai alla ricerca di un ultima carta:- Verrei ma non un vestito..- Feci un sorriso innocente ma Harry ridacchiò indicando dietro di me Lou, la madre di Lux, che mi sorrise guardando poi il riccio quasi complice che disse:- Tutto organizzato, lei ne ha quanti ne vuoi e avete le stesse taglie.-  Sbuffai guardandola per poi guardare tutti i ragazzi uno per uno e dire:- Voi non sapete quanto vi sto odiando ora.-

 

Arrivò l’ora di partire e io ero di nuovo intestardita per non uscire dalla mia stanza e dall’interno si sentivano le minacce e gli urli che Lou mi lanciava per convincermi ad uscire, alla fine venni lanciata fuori davanti a tutti.

Il mio vestito era rosso, aderente e arrivava quasi a metà coscia e per i miei gusti era troppo corto. In alto aveva una specie di corpetto con le spalline molto piccole e dovevo dire sembrava farmi più seno, la schiena era completamente nuda se non per una specie di mini giacchetta di eco pelle nera con qualche borchia che mi copriva le spalle. Le scarpe erano nere e nonostante avessi tentato di convincerla a darmi un tacco basso lei mi aveva dato un tacco 10 che mi slanciava tanto. I capelli erano mossi veramente bene grazie alle sue magiche mani che mi aveva “convinto” con parole tenere a pettinarmi e a truccarmi quel che bastava per sembrare acqua e sapone ma far risaltare i miei occhi.
Guardai tutti che mi fissavano strabiliati e io alzai l’indice:- Non una parola, ok? E’ l’ultima volta che mi faccio convincere.- Li guardai male prima di fare un sorriso e seguirli nell’auto di lusso che li aspettava sotto all’hotel.

 

Arrivata verso quella villa enorme, in vero e proprio stile americano con tanto di piscina, iniziai a notare dei cartelloni fuori con scritte completamente diverse dal biglietto che Louis mi aveva mostrato e quando sentì la musica in stile party iniziai a farmi due domande.

- Non è come mi aspettavo.- Iniziai guardandoli interrogativa e notai che tutti guardavano per terra o da un’altra parte. – Dovete dirmi qualcosa?- Alzai un sopracciglio guardandoli e Liam si tradì alzano un attimo lo sguardo su di me e io lo guardai fisso:- Liam Payne..- Dissi decisa guardandolo molto seria.

- Chiedi a Louis!- Esclamò lui facendo scappare una risata a Niall mentre il ragazzo nominato si girava guardandolo mentre rideva pure lui:- Traditore.- Rispose prima di guardarmi con un sorriso angelico.

- Louis.- Lo richiamai incrociando le braccia.

- Photoshop fa miracoli..- Disse e in quel momento capì che avevano falsificato un biglietto per convincermi a venire a quella festa che doveva essere di chissà quale ventenne famosa che li voleva al suo party per farsi figa.

- Io ti…- Non finì la frase che l’auto si fermo e dei maggiordomi ci aprirono le portiere e io dovetti scendere e trascinata dai ragazzi persi l’unico a cui stavo rivolgendo il mio odio in quel momento.

 

Dopo i primi minuti di riluttanza Harry mi parlò convincendomi che non aveva senso avercela con Louis perché aveva mentito e che tanto ormai ero lì e dovevo divertirmi, in poco entrai nell’anima della festa arrivando al centro della pista da ballo mentre rubavo quando riuscivo dei drink di diverso genere che erano su dei vassoi che i maggiordomi portavano di qua e di là.

Persi la cognizione del tempo e alla fine lanciai anche il mio giacchetto su un divanetto riservato al gruppo e prima che potessi rientrare in pista da sola Louis mi prese la mano al volo dicendomi in labiale: “balliamo”. Non rifiutai l’offerta e insieme tornammo al centro della pista dove, per colpa della quantità di gente, dovevamo stare vicinissimi.

Sapevo di iniziare a perdere la lucidità ma riuscivo ancora a capirci qualcosa nonostante io e lui stessimo ballando praticamente avvinghiati.

Lui mi prese per i fianchi avvicinandomi finchè non dovetti abbracciarlo all’altezza del collo per riuscire a stare in piedi.

- Allora ti stai divertendo?- Mi urlò per farsi sentire e io annuì prima che una mi arrivasse addosso costringendomi a stringerlo di più per non cadere, sentivo il suoi muscoli contro il mio corpo e le sue mani sui miei fianchi farsi più forti con la presa.

Louis prese a baciarmi l’orecchio e si soffermò a torturarmi il lobo facendomi venire mille brividi, presi al volo un altro drink pensando che dovevo rilassarmi e che quello era l’unico modo che mi venisse in mente al momento. Mossa sbagliata, nel giro di qualche drink sentì la stanza girare un poco e capì che ormai stavo quasi perdendo il controllo nonostante fossi quasi lucida.

Le sue labbra calde nel frattempo si erano spostate sul mio collo lasciandomi una scia di baci mentre io gli accarezzavo piano i capelli quasi ad invogliarlo a continuare, perché non ne facevo una giusta?

Sentivo di avere sempre più caldo e pensavo di scoppiare da un momento all’altro così gli urlai per farmi sentire:- Usciamo? Non respiro!- Lui annui prendendomi per mano e trascinandomi su un enorme terrazza praticamente vuota se non per qualche coppia che dava sulla piscina. Arrivammo fino a quest’ultima e ci sedemmo su una sdraio grande per due persone mentre io mi passavo una mano sul viso, sapevo di essere rossa ma non sapevo se era per l’aria viziata che c’era all’interno del locale o per colpa di Louis accanto a me che ancora mi fissava.

Lui si avvicino di nuovo al mio collo silenzioso senza dire niente mentre le sue mani tornarono a prendermi per i fianchi, socchiusi gli occhi lasciando cadere indietro la testa e lasciandogli via libera sulla mia pelle. Non ce la facevo, davvero, non riuscivo a staccarmi da lui. Mi spostò di peso e quando riaprì gli occhi ero sdraiata a pancia in su col viso rivolto verso il cielo che iniziava ad illuminarsi di stelle e poi il suo viso che mi guardava, sentivo il suo cuore battere contro il mio petto visto che era attaccato a me e in quel momento mi resi conto che il mio batteva forte esattamente come il suo.

 

 

 

Dadadadada! Ecco il capitolo, devo dire che mi è uscito in pochi minuti quindi non so bene com’è e dico solo che mentre lo scrivevo mi ascoltavo le cover che Mr Tommo ha fatto quando ancora non era andato ad X Factor. Se vi interessano vi dico che su youtube ci sono perché lui aveva il canale lì dove ci sono anche dei filmati di lui durante il musical di Grease (Danny Zuko, e ho detto tutto (?) ).

Comunque recensite in tanti che mi fate molto piacere e mi dispiace di non riuscire a rispondere a tutti e grazie a chi mi segue sempre con tanta voglia.

Il titolo ha quei tre puntini perché è legato molto al prossimo perché avevo scritto troppo e ho dovuto dividerlo.

Al prossimo, spero vi piaccia.

 

Nyota

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Capitolo 17
*** ... And do it all with you ***


-…And do it all with you -

 

 

 

Ero lì, ferma a fissarlo da qualche minuto incapace di muovermi in qualsiasi modo e lui sembrò capirlo perché fece il primo passo avvicinandosi al mio viso senza staccarmi gli occhi di dosso, poi sentì le sue labbra sfiorare le mie e sospirai piano, quel semplice contatto mi stava sciogliendo impedendomi di fermarlo in qualsiasi modo.

Alla fine mi baciò e io chiusi gli occhi godendomi e assaporando le sue labbra morbide che si muovevano dolcemente sulle mie, ricambiai lasciandomi scappare un leggero verso di piacere per quel contatto che solo ora mi rendevo conto di desiderare tanto.

Le mie mani si intrecciarono nei suoi capelli mentre lui appoggiava i gomiti ai lati del mio viso per non schiacciarmi completamente ma rimanendo comunque attaccato al mio corpo.

Quando le sue labbra si schiusero e la sua lingua sfiorò le mie labbra pensai che tutto quello che avevo detto stava crollando clamorosamente in una sola serata, dovevo farmi i complimenti forse.

Le mie mani scivolarono ad accarezzare la sua schiena, quella sera aveva indossato una camicia bianca e molto aderente e i suoi pantaloni rosso acceso non potevano mancare.

- P..perchè…?- Sussurrai ad un certo punto sulle sue labbra prima ancora che ricambiassi a pieno il suo bacio.

- Non farlo, non anche sta volta.- Mi sussurrò di rimando.

- Stavo per dire perché non riesco a resisterti.- Buttai di getto, stavo perdendo il controllo sempre di più.

Lui sollevò appena i lembi del mio vestito mettendosi comodo fra le mie gambe per poi segnare con la lingua le mie labbra.

- Sono adorabile, lo so che è difficile.- Sussurrò con un sorriso divertito stampato in volto e io in tutta risposta lo presi per il colletto della camicia riprendendo il bacio da dove lo avevamo lasciato e questa volta fui io ad accarezzare la sua bocca con la lingua. Ok, avevo perso il controllo.

Quel bacio era dolce e desideroso, mi rendevo conto di quanto per me quelle labbra erano state una tentazione così grande. La musica mi sembrava lontana ma poi un vociare sempre più vicino di un gruppetto mi risvegliò e mi allontanai un attimo per guardare quei ragazzi e poi di nuovo lui, i miei occhi caddero sulle sue labbra arrossate leggermente per il bacio e notai che il suo respiro era accelerato.

- Vieni.- Mi ordinò prendendomi la mano e alzandosi veloce da divanetto e guidandomi verso un giardino che era proprio lì vicino alla piscina. Ci allontanammo sempre di più finchè la musica non divenne un leggero brusio, in quel giardino c’erano molte panchine in pietra e lui si sedette su una di queste facendo sedere me sulle sue gambe.

Mi prese il mento fra due dita avvicinando il mio viso al suo e io non opposi resistenza, le nostre labbra si unirono ancora e prima di approfondire il bacio lui sussurrò:- Sono felice.- e io sussurrai con il respiro un po’ più forte:- Anche io.-

Il bacio questa volta fu più spinto del primo, le nostre lingue si intrecciavano come un fiume in piena mentre lui con una mano mi accarezzava la schiena nuda e con le punta dell’altra il collo scendendo piano verso il mio petto. Sospirai quando lo sentì accarezzarmi piano il seno sopra il vestito e a quel punto io staccai le mie labbra per scendere a baciare il suo collo mordicchiando piano la pelle per poi tornare al suo labbro inferiore che mordicchiai ancora finchè lui non si allontanò di poco per baciarmi a sua volta il collo assaggiando però la mia pelle con la lingua.

 

Qualcosa però, un suono molto vicino mi fece sussultare all’improvviso. Lo guardai confusa incontrando il suo sguardo simile al mio e a quel punto lui iniziò a tastarsi i pantaloni finchè non trovo in una tasca il cellulare. Vidi chiaramente di chi era la chiamata e quel nome mi rimbombò nella testa facendomi capire dell’enorme cazzata che avevo appena fatto: Eleanor.

- El? Ehi ciao, come stai?- Rispose Louis guardandomi un attimo mentre il suo fiato iniziava a tornare regolare come il mio.

Mi passai una mano sul viso e poi fra i capelli scuotendo la testa e lui sembrò capire i miei pensieri perché avvicinò le labbra alla mia spalla nuda posandoci un delicato bacio e prendendo con la mano libera la mia e intrecciando le nostre dita.

Rimase a parlare con lei per qualche minuto come se niente fosse mentre io mi coprivo il viso con una mano continuando a pensare a quanto fossi stupida, al fatto che stavo facendo ciò che avevo sempre detestato e che mi dispiaceva tanto per Eleanor. Quando chiuse la chiamata feci per alzarmi ma la mano legata ancora a lui mi bloccò in piedi e girai il viso per guardarlo.

- Louis, ho fatto una cazzata.- Iniziai sospirando.

- Non l’abbiamo fatta, lo volevamo.- Tentò di farmi tornare sulle sue gambe tirandomi per il braccio ma io lo strattonai liberandolo dalla sua presa.

- Va bene, volevamo ma non avremmo dovuto..- Risposi passandomi le mani fra i capelli iniziando a fare avanti indietro davanti a lui.

- Ci siamo baciati, Ali, e non possiamo cancellarlo e non dire che non ti è piaciuto.- Mi seguiva con lo sguardo senza osare toccarmi ancora, sapeva che sarei scoppiata da lì a poco.

- Sì ma non avremmo dovuto! Non mi sarebbe dovuto piacere così tanto! Perchè sei fidanzato, cazzo, sei fottutamente fidanzato e non avresti dovuto!- Gli urlai contro bloccandomi davanti a lui, Louis si alzò in silenzio arrivando davanti a me per poi mormorarmi un:- Continua.-

- E tu avresti dovuto fermarmi e invece no! Hai fatto lo stronzo! Hai tradito la fiducia della tua ragazza! E l’unica che sembra farci conto sono io!- A quel punto gli tirai un ceffone contro il braccio e lui mi prese per i fianchi abbracciandomi mentre il mio nervosismo e la mia rabbia scoppiava in un pianto.

- Lasciami! Smettila di fare così!- Urlai ancora tirandogli dei pugni contro il petto ma alla fine mi rilassai affondando il viso nel suo petto e sfogando quel sentimento con le lacrime. Ormai era fatta e il muro che avevo costruito era crollato miseramente.

 

Quando riuscì a ricompormi ci facemmo portare in hotel mentre lui avvertiva Harry dicendogli che non stavo molto bene, al che protestai. Non volevo mi usasse come scusa soprattutto perché sapevo che poi il riccio sarebbe venuto a cercarmi e non me la sentivo di affrontarlo.

Rientrai in camera spogliandomi di quel vestito maledetto quasi strappandolo e solo ora mi accorgevo che avevo dimenticato il giacchetto. Mi buttai in pigiama sul letto cercando di ragionare a tutto nel buio della stanza, l’unica fonte di luce era il cellulare che ad un certo punto prese a suonare facendomi sobbalzare.

“..I wanna save your heart tonight..” Mandai a quell paese il cellulare mentalmente mentre guardavo di chi fosse la chiamata o il messaggio, si avevo la stessa suoneria per entrambe le cose. Era Harry che tentava di chiamarmi. Ignorai la musica finchè dopo la quinta chiamata non lo misi in silenzioso, non lo spegnevo mai perché qualcuno dall’Italia avrebbe potuto chiamarmi e poi avevo un po’ paura del buio e volevo avere una fonte di luce vicina.

Dopo un po’ sentì qualcuno bussare alla porta e ignorai anche quel richiamo fingendo di dormire, quando senti la voce di Harry chiamarmi e chiedermi se ci fossi ancora strinsi il cuscino al viso, volevo urlare con tutta la forza che avevo ma non potevo ora.

Quando lo sentì andarsene tirai un sospiro di sollievo e tentai di addormentarmi rigirandomi nel letto ma poi la vibrazione del cellulare riuscì a distrarmi ancora dal mio intento, guardai chi fosse e sta volta la chiamata era di Louis.

Alla prima non risposi e passò un po’ di tempo, quando di nuovo vibrò risposi rimanendo in silenzio. Sentivo il suo respiro e questo mi rilasso tanto che pensavo di essermi addormentata.

- Sono da solo, Alice, Harry è preoccupato.- Mormorò il ragazzo dall’altra parte.

Rimasi un attimo in silenzio prima di rispondergli con un:- Vaffanculo.- Gli buttai il telefono sulla faccia nascondendo di nuovo il viso nel cuscino, sta volta urlai fino a che non sentì la gola farmi male. Era colpa sua se ero così, era colpa sua se Harry era preoccupato, era tutta colpa sua.

 

Passai la notte insonne e al mattino scesi prima di tutti a bere un mega caffè senza macchiarlo, mi sentivo uno zombie, ringraziai il cielo per il fatto che ero da sola e per poco non mi addormentai sul tavolino ma una voce mi risvegliò facendomi sussultare per poi sentire una risata avvolgere la sala praticamente vuota:- Brioches?- Alzai lo sguardo incontrando quello nocciola di un Liam tutto sorridente che si sedette accanto a me, aveva due brioche fumanti in mano e io accettai volentieri una delle due:- Come mai già sveglio?- Chiesi prima di addentare il dolce accorgendomi solo ora di quanta fame avessi.

- Di solito mi sveglio presto di mio, te?- Mi chiese mentre ordinava un cappuccino da un cameriere.

- Non riuscivo a dormire.- Mi passai una mano sul viso come per risvegliarmi.

- Ce l’ha detto Harry che tu e Louis siete tornati in hotel perché non stavi bene, che avevi?- Il ragazzo corrugò la fronte guardandomi come preoccupato.

Rimasi un attimo in silenzio cercando una scusa plausibile per poi sparare:- Calo di zuccheri, mi girava la testa dentro al locale e quando sono uscita mi girava ancora però poi sono stata meglio.- Sorridemmo entrambi, lui felice perché stavo meglio e io perché ci era cascato clamorosamente.

Tornammo in camera entrambi e io mi sentivo più rilassata.

Speravo di trovare del conforto in Niall credendo che avrebbe capito che avevo bisogno di parlare con qualcuno ma lui sembrò non accorgersi mai del mio stato d’animo.

Persino Zayn un giorno venne a chiedermi se mi stessi drogando visto che facevo di tutto per evitare Harry e passavo la maggior parte del mio tempo con Liam, la solarità di quel ragazzo sembrava una medicina stupefacente a quell’enorme problema che avevo creato.

 

Passò una settimana e un giorno mentre eravamo nel tour-bus Harry mi beccò da sola nello pseudo-salotto e quando vidi il suo mezzo sorriso mentre si avvicinava a me capì che non avevo scampo.

- Avresti la grazia di dirmi che ti sta succedendo?-

 Bene, già uno che mi diceva così partiva male. Cos’è gli dovevo dire anche quando andavo in bagno!?

- Possono essere cavoli miei?- Risposi alzando un sopracciglio forse con un tono un po’ acido ma il ragazzo era partito male in partenza.

- Scusa se cerco di capire che hai.- Disse a sua volta lui guardandomi in viso.

- Grazie per il pensiero ma sta volta non c’è n’è bisogno.- Feci un sorrisetto facendo per alzarmi, sapevo che se rimanevo lì gli avrei mangiato la faccia.

- Certo, vattene, scappa pure..- Disse lui seguendomi con lo sguardo al che io mi bloccai sul posto.

- Scusa se non ti racconto tutto ciò che mi accade!- Alzai la voce voltandomi verso di lui.- Sai non sei mia madre.-

- Così noi dovremmo sopportarti così quando sai che ti basterebbe parlare per stare meglio?- Si alzò anche lui arrivandomi davanti.

- E chi l’ha detto che io devo parlare per forza con te?! Non sei il centro del mondo, Harry. Scendi dal piedistallo.- Incrociai le braccia al petto.

Lui rimase un attimo interdetto per poi rispondermi piano:- Smettila di fare la bambina e affronta meglio le cose.-

Dietro al ragazzo c’erano gli altri che ci guardavano abbastanza sconvolti, Liam e Louis guardavano per terra mentre Zayn e Niall ci guardavano ad occhi sgranati visto che era la prima volta che litigavamo sul serio.

- Disse il bambinone egocentrico.- Risposi facendo una smorfia sapendo che da lì in poi c’era solo una lunga discesa che ci avrebbe portati a non parlarci per qualche giorno.

Iniziammo a insultarci anche pesantemente lanciandoci pure delle frecciatine su quello che era accaduto a noi due in passato e dallo sguardo confuso di Zayn e Liam capì che solo Louis e Niall sapevano di cosa stessimo parlando. Ero stanca di lui, ero stanca di tutto e alla fine gli tirai un urlo in faccia per zittirlo e me ne andai nel corridoio delle cuccette chiudendomi la porta alle spalle. Lì corsi dalla e mi lasciai cadere lì, avevo così tanto nervoso addosso che scoppiai in un leggero pianto.

Sentì la porta aprirsi e poi una testata bionda farsi avanti piano, finalmente aveva capito che avevo bisogno di lui.

 

 

 

Hello!! Ecco un mega capitolo. Sì ho scritto tanto ma avevo veramente troppe cose da raccontare, spero non vi dispiaccia.

Fatemi sapere sempre cosa ne pensate e se potete darmi dei consigli li accetto volentieri.

Ringrazio con un sorrisone chi mi seuge e chi ha sempre la voglia di leggere e fare una piccola recensione, le leggo tutte davvero!
Questo è tutto vi do appuntamento al prossimo capitolo.

Nyota

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Capitolo 18
*** It's time to understand ***


- It’s time to understand -

 

 

 

Alzai lo sguardo sul biondo ancora lucido e lui silenziosamente si inginocchiò davanti a me prima di abbracciarmi, un vago odore di vaniglia mi investì mentre nascondevo il viso nell’incavo del suo collo chiudendo gli occhi. Rimasi ferma respirando piano concentrandomi per sentire i nostri cuori che battevano, di colpo mi rilassai e quando sospirai lui mi strinse più forte lasciandomi intendere che lui c’era se volevo parlare e cavolo se ne avevo bisogno.

- Sto impazzendo Niall.- Sussurrai piano mentre lui mi rispondeva con un:- Che succede?-

- Non posso raccontartelo qui ora.- Mi scappò un singhiozzo visto che le lacrime ancora mi rigavano il viso.- Potrebbero sentire.- Spiegai e lui sembrò capire perché sciolse l’abbraccio per entrare nella cuccetta con me e chiudere la tendina, quella specie di letto era abbastanza grosso perché riuscissi a starci a gambe incrociate e anche lui si sedette come me mettendo fra noi il cellulare per fare un pochino di luce. Quando mi guardò i suoi occhi color oceano brillarono per la luce soffusa facendomi sorridere appena, quanto volevo bene a quel ragazzo.

- Ho fatto una cazzata, una di quelle che non volevo fare.- Sussurrai prendendo a torturarmi le mani con le unghie e lui me le prese per farmi smettere. Mi guardò ancora capendo forse che cosa avevo fatto:- Chi era?- Chiese piano sicuro che nessuno ci sentisse.

- L’unico che non dovrei nemmeno toccare per ovvi motivi.- Risposi passandomi una mano sul viso asciugandomi le lacrime.

Lui mi guardò un attimo confuso prima di dire in labiale: ‘ Louis?’ e io annuì a quel punto lui sospirò.

- Non dire nulla so già di aver sbagliato.- Dissi io subito abbassando lo sguardo.

- Quindi mi dici che non lo rifaresti più?- Sussurrò ancora avvicinandosi di poco a me.

- No, non lo rifarei.- Risposi subito senza alzare lo sguardo. Lui mi accarezzò una guancia costringendomi a guardarlo, sorrideva dolcemente e scuoteva piano la testa prima di sussurrarmi:- Non mentire anche a te stessa.- Detto ciò si alzò facendo per uscire, io lo seguì per fermarlo. Volevo una spiegazione, volevo sentirmi dire che avevo sbagliato e perché non avevo ottenuto ciò?
Quando riuscì a districarmi dalla tenda lui ormai era già uscito e davanti alla porta chiusa c’era un’altra persona, cos’è si stavano dando il cambio?

- Tomlinson, desidera?- Ci scherzai facendo un sorrisetto mentre lui si staccava dalla porta a cui si era appoggiato avvicinandosi a me.

- Non dovrebbe essere ‘ti desidero’?- Sorrideva ironico finchè non me lo trovai davanti e io indietreggiai di un passo rispondendo:- Non sono molto in vena di ironia.-

- Va bene, volevo solo chiederti come mai tutto questo nervoso.- Alzò le mani girandomi intorno per poi sedersi nella sua cuccetta che per di più era davanti alla mia.

- Oh me lo chiedi pure? Sai non ho ancora ricevuto chiamate da Eleanor del tipo:”sei una stronza.”. Non glielo hai detto ancora?- Lui mi guardo un attimo prima di ridacchiare esclamando:- Stai scherzando!?-
- No sono seria, Tommo.- Risposi sorridendo mentre gli passavo davanti per prendere il cellulare di Niall con l’intenzione di portarglielo ma lui mi prese per i fianchi costringendomi a sedermi di lato sulle sue gambe.

- Ho detto ad Harry che sarei venuto a parlarti di quello che è successo.- Mi disse mentre con le braccia mi circondava la vita bloccandomi sul posto.

- Cos’è ora difendi le sue battaglie?- Lo guardai alzando un sopracciglio.

- Ali non se la meritava quella sfuriata anche perché lui non c’entra niente.-

- E io non meritavo di sentirmi dare della bambina.- Risposi secca voltando lo sguardo verso il corridoio della stanza per non guardarlo.

- Ti devi rilassare.- Mi sussurrò prima che io sentissi le sue labbra sul mio collo, sussultai appena per il contatto e le sue braccia mi strinsero più forte mentre la sua bocca vagava libera sulla mia pelle.

- Lou.- Lo richiamai tentando di fermarlo inutilmente perché lui continuò salendo verso il mio viso.

- Dillo che ti è piaciuto il bacio ieri.- Sussurrò ancora mentre si soffermava a baciare ogni centimetro della mia guancia.

- No, perché non mi è piaciuto.- Risposi sicura sospirando appena e lui si fermò un attimo per sorridere e arrivare a baciarmi vicinissimo alle labbra:- Sei un libro aperto.- Sussurrò ancora  e io chiusi gli occhi maledicendo quel mio difetto.
Prima che riaprissi gli occhi sentì le sue labbra sfiorare le mie come una carezza mentre con un mano mi accarezzava i lineamenti di una guancia.

- Non aprirli.- Mi sussurrò a fior di labbra facendomi venire i brividi. Poi la pressione si fece più forte sulle mie labbra e quando sentì le sue muoversi piano mi alzai di colpo facendo sussultare lui mentre io indietreggiavo fino a sbattere contro la parete opposta.

- Basta mandarmi a quel paese il cervello.- Risposi secca prima di girarmi e uscire dalla stanza sentivo che lì c’era tensione, i ragazzi sembravano quasi imbarazzati e Harry stava in silenzio e da solo seduto sul divano. Andai da lui sedendomi accanto e quando lo vidi non degnarmi di uno sguardo sospirai:- Mi dispiace, okay? Non avrei dovuto.-
A questo punto lui mi guardò e io feci un mezzo sorriso:- Non farmi domande per favore.. Fratellastri come prima?- Allargai le braccia, sì io e Harry a volte ci chiamavamo così per via della relazione tra i nostri genitori nonostante non lo fossimo davvero.

Il riccio rimase un attimo a fissarmi per poi abbracciarmi stringendomi forte al che stavo per commuovermi ma poi lo senti mormorare:- che fai piangi? Mammoletta!- Scoppiai a ridere e gli scompigliai i capelli e in risposta lui prese a farmi il solletico facendomi ridere più forte mentre sentivo Liam dire:- Finisce bene quel che finisce bene.- Mentre io e Harry bisticciavamo.

Non la smetteva di farmi il solletico e io per fermarlo gli morsi una spalla e lui urlò per la sorpresa lamentandosi:- Mi ha morso!-

Scoppiarono tutti a ridere anche Louis che nel frattempo era tornato dagli altri e io sorridevo angelica:- Mi hai provocato? Io mordo!-

 

Alla sera festeggiammo la pace che si era ricreata nel gruppo e ciò significava fare after nella stanza di uno di noi e casualmente uscì fuori la mia. Harry aveva portato il gelato mentre Niall aveva pensato alle patatine e agli stuzzichini mentre Zayn aveva pensato alle birre per tutti.

Musica di sottofondo e via alle risate, parlammo del più e del meno passandoci la mia macchina fotografica per scattarci delle foto.

Verso le ore più tarde Liam e Niall se ne andarono per dormire e quando anche uno Zayn barcollante ci abbandonò io sbadigliai mentre spostavo la coppa vuota di gelato per farci spazio.

- Ragazzi ho sonno.- Mi lamentai guardandoli visto che non sembravano intenzionati ad alzarsi.

- E se ci fermassimo a dormire qui?- Mormorò un Hazza sconvolto dal sonno e dall’alcool.

- Deciso ci fermiamo qui.- Dichiarò Louis prendendo uno dei tanti cuscini e abbracciandoselo.
Io ruotai gli occhi per poi rispondere a loro:- Se mi svegliate giuro che vi uccido.- Mi lasciai cadere fra loro, avevo troppo sonno per ribattere a qualsiasi cosa e in un attimo mi addormentai.

Quando al mattino mi svegliai mi sentivo un peso morto su un lato del corpo, girando la testa vidi che quell’essere era Louis che mi abbracciava stile cuscino. Sorrisi appena mentre osservavo il suo viso rilassato nel sonno, era tenero.

Girai lo sguardo per vedere che Harry era a pancia in su che guardava il soffitto e un braccio dietro la testa, una mano era sul cuscino e io accarezzai quella attirando la sua attenzione.

- Giorno- Mormorò mentre io strofinavo il viso sul cuscino per svegliarmi meglio, quando tornai a guardarlo vedevo che mi fissava finchè sul suo viso non spuntò un sorriso. Mi fece segno di seguirlo e io con tutta calma scivolai giù dal letto cercando di non svegliare Louis e seguì il riccio in bagno.

- Facciamogli uno scherzo.- Dichiarò il ragazzo girando per la stanza alla ricerca di qualcosa, io rimasi un attimo a pensarci per poi avere un lampo di genio.

Trafficai in una borsetta per poi tirare fuori uno di quei pacchettini di strisce per la ceretta, guardai Harry con un sorriso maligno stampato in viso.

- Io la riscaldo e tu la metti.- Lui ridacchiò mentre strofinavo la striscia aspettando che la cera si riscaldasse abbastanza e quando fu tiepida tornammo in camera trovando Louis che dormiva ancora a pancia in su e una gamba aperta.

Ci avvicinammo facendo il massimo silenzio mentre toglievo la pellicola e lasciavo la striscia nelle mani di Harry che si avvicinò piano all’amico lasciando me poco lontano con una mano sulla bocca per trattenere le risate. Per nostra grandissima fortuna Louis aveva dei pantaloncini corti che quindi gli scoprivano la gamba ma visto che Harry gli voleva così bene glieli sollevò ancora attaccando la striscia praticamente vicino all’inguine del ragazzo addormentato. Era incredibile come l’altro avesse un sonno così profondo da non accorgersi di nulla.

Harry mi guardò per poi contare con le dita da tre mentre teneva con due dita un lembo della striscia, all’uno tirò velocemente per poi scappare mentre il silenzio della stanza veniva rotto dall’urlo di sorpresa di Louis che si svegliò per il dolore.

Io e Harry invece eravamo piegati in due dalle risate a differenza dell’altro che guardava la striscia depilata della sua gamba abbastanza sconvolto.

- Io vi ammazzo!- Urlò lui.

- E’ stato Harry!- Esclamai scappando sul letto mentre Louis si alzava pronto a picchiare l’amico.

- Traditrice!- Mi urlò Harry prima di aprire la porta e scappare in corridoio seguito da Louis che lo seguiva, uscì anche io per vedere la scena incontrando affacciati dalle porte accanto Zayn, Niall e Liam che poi guardarono me interrogativi e io in risposta mostrai la striscia depilatoria facendoli scoppiare a ridere tutti e tre.

 

Passarono le settimane e ormai l’estate iniziava a volgere al termine con mio grande rammarico. Tornai a Londra una settimana prima della fine per passare un po’ di tempo con mio padre visto che, dopo tutto, se ero lì era solo grazie a lui.
Se evitavamo molti litigi era solo grazie ad Anne che sembrava più interessata di tutte e due a farci relazionare un po’ e miracolosamente arrivammo a fine settimana senza urli.

Quando poi mi disse che Anne gli aveva proposto di andare a vivere con lei e lui aveva accettato scoppiai a piangere, lui passò un pomeriggio con me a consolarmi nonostante non riuscissi a spiegargli perché reagivo così. Era un bel colpo per me visto che non lo avevo mai visto come uno da impegni seri e forse ero più preoccupata di lui per quel passo.

I ragazzi li sentì tramite Skype e cellulare e tornarono a casa l’ultimo giorno di vacanza prima che io dovessi partire per tornarmene a casa. Avevo l’ansia del ritorno a scuola e noi già organizzavamo il mio ritorno durante le vacanze invernali! Sì loro mi chiesero di tornare perché gli sarebbe dispiaciuto perdermi completamente.

Passammo un ultima sera tutti insieme con pizza, videogiochi e tante risate. Io e Zayn ci picchiammo un ultima volta e a vincere fui io anche se ero sicura mi avesse lasciato prendere la meglio.

Durante la notte non dormì per niente visto che più ripensavo ai bellissimi momenti passati con loro e più piangevo dalla gioia di averli conosciuti. Non ci credevo che quella vacanza fosse già finita.

Al mattino della mia partenza scoprì che Louis si era fermato a dormire lì perché fu lui a venirmi a svegliare dicendomi che Harry era fuori a prendere delle brioches per noi.

Lo lasciai salire sul letto mentre io mi svegliavo incrociando le gambe come al mio solito, lo lasciai fare anche quando lo senti prendermi le mani e giocarci.

- Sai è qui la prima in cui ho conosciuto Harry più come amico. Ero appena arrivata e..non so ero scoppiata in lacrime e lui mi aveva abbracciata, così senza dirmi niente. Penso che sia stato l’inizio della nostra amicizia.- Mentre parlavo mi ero alzata ed mi ero messa in piedi davanti alla finestra per mostrargli esattamente il punto dove quella prima volta Harry mi aveva consolata.

Lui si alzò anche arrivando davanti a me guardandomi:- Sei triste di partire?-

- Un po’ sì. Mi mancherete tantissimo, non vedo già l’ora di tornare.- Feci un mezzo sorriso prima che lui mi prendesse stringendomi in un abbraccio.

- E se sta volta fossi io a consolarti a modo mio?- Mormorò mentre io alzavo lo sguardo su di lui. Accadde in un attimo: le sue mani salirono ad accarezzarmi la schiena e le sue labbra si unirono alle mie. Chiusi gli occhi sentendo il battito del mio cuore accelerare confondendosi con il suo. C’era un'unica voce nella mia mente che mi diceva:”Basta resistere.”. E così fui la prima ad approfondire il bacio accarezzando piano le sue labbra con la lingua per poi incontrare la sua guizzandoci contro.

Affondai le dita fra i suoi capelli ma prima che entrambi perdessimo il controllo di noi stessi la porta di casa si aprì e la voce di Harry che ci diceva che era tornato ci fece staccare. Ci guardammo entrambi confusi da quel bacio che sembrava averci emozionato ancora tanto come l’ultima volta, anche lui aveva il fiatone e le sue guance erano un poco rosse. Possibile che fosse imbarazzato?

Lo superai senza dire niente scendendo al piano di sotto trovando Harry che mi abbracciò stringendomi forte, fin dal giorno prima era diventato molto coccoloso come se non volesse lasciarmi andare.

Facemmo colazione e Louis ci fece ridere di gusto facendo lo scemo come al suo solito e quando finimmo Harry mi accompagnò all’aeroporto.

 

- Allora, ci vediamo quest’inverno vero?- Chiese e dietro ai rayban che aveva indossato potevo giurare di scorgerci uno sguardo un po’ triste.

- Assolutamente sì. Stai tranquillo che non avrò problemi a tornare.- Gli sorrisi per poi accoglierlo in un ultimo abbraccio visto che arrivavano i primi avvisi del mio volo.

- Ali un ultima cosa.- Disse mentre stavo sciogliendo l’abbraccio.

In un attimo mi attirò a sé e le sue labbra si posarono dolcemente sulle mie, rimasi un attimo di stucco per poi staccarmi sentendo il penultimo richiamo ma mi presi ancora cinque minuti per guardarlo negli occhi assaporando ancora un attimo quel bacio:- Posso essere sincera?- Alzai un sopracciglio mentre parlavo.

- Già è stato diverso..- Rispose Harry interpretando i miei pensieri.

- Peg…- Iniziai temendo di finire quella frase per deluderlo ma lui la concluse al posto mio con un sorriso:- Sì peggiore.-

- Forse è destino che rimaniamo fratellastri.- Dissi con un sorriso dolce sulle labbra.

- Già lo credo anche io piccoletta.- Il suo sorriso si allargò aumentando la mia allegria.

- Bè, ci vediamo tra qualche mese gattaro!- Esclamai abbracciandolo ancora prima di voltarmi verso il check in pronta per tornare in Italia.

 

 

 

 

DADADADADADA! Lo so sono in ritardo, enorme ritardo, e non ho giustificazioni. Chiedo veramente scusa ma sto anche riorganizzando le idee perché penso di arrivare a concludere questa ff tra qualche capitolo e ne ho già pronto un prossimo che sto ideando insieme ad una mia amica e la scriverò insieme a lei.

Grazie per le recensioni e per le visualizzazioni che mi esaltano parecchio.

Al prossimo!

 

Nyota

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Capitolo 19
*** What's wrong with you?! ***


- What’s wrong with you?! -

 

 

 

Passarono i mesi e la scuola andava a gonfie vele, anche le cose con mio padre sembrarono migliorare visto che mi mandava molte mail e spesso chiedeva ad Harry se mi avesse sentito e come stavo. 

Sì continuavo a tenermi in contatto con i ragazzi o attraverso face book o comunque li vedevo in videochiamata alla sera su skype. Parlavo tantissimo con Niall che appena mi vedeva on faceva partire la videochiamata anche solo per salutarmi un attimo e spesso uno dei ragazzi mi mandava un sms firmato da tutti con un saluto o un augurio per una verifica.

C’era una sola persona che però si faceva sentire raramente, anzi mai e cioè Louis. Mi sentivo una stupida perché chiedevo sempre a Niall come stesse e dopo un paio di volte che mi aveva visto come delusa dal fatto che non mi cercasse mi aveva detto che nemmeno lui sapeva perché facesse così e che era strano.

Quando si avvicinarono le vacanze di natale mi misi d’accordo con una videochiamata con tutti e quattro, sì anche lì Louis non aveva partecipato, per venire su da loro. Questa volta sarei andata a stare nell’appartamento che avevano comprato per loro cinque e inoltre mi dissero che volevano farmi un regalo di natale in anticipo: mi chiesero se volevo far venire su due amiche. Scoppiai in un urlo di felicità e loro scoppiarono a ridere felici perché mi piacesse l’idea.

Non ci credevo, il viaggio dei miei sogni: avevo sempre desiderato andare a Londra con le mie amiche più care e finalmente avevo questa possibilità.

Arrivò il giorno della partenza e io, Fede e Vero eravamo pronte a partire. Durante il viaggio facemmo casino come al nostro solito fino a zittirci ad un ammonimento di una hostess.

 

Arrivate in aeroporto uscimmo dall’edificio urlando, sembravano delle ragazzine in un parco giochi e nonostante per me non fosse la prima volta essere lì con loro mi rendeva felice come una pasqua. Mi guardai intorno, Harry mi aveva detto che ci sarebbe stato qualcuno a prenderci e alla fine notai un tipo con dei ray ban neri e un cappello a cilindro con la bandiera irlandese che teneva un cartello con scritto:”AAA. Cercasi scema italiana.”.

- Trovato lo scemo del villaggio.- Dissi a voce alta per farmi sentire da quel ragazzo mentre mi avvicinavo con le altre due.

- Ho preso dalla sorellastra.- Puntualizzò Harry togliendosi gli occhiali con un sorriso a trentadue denti allargando le braccia per stritolarmi nel vero senso della parola.

- Harry mi soffochi!- Mi lamentai e quando finalmente mi mollò notai lo sguardo sconvolto di Vero, amava i ragazzi ma il suo cuore batteva molto di più quando si trattava di Harry.

- Ma come è il tuo preferito e non lo riconosci?- Esclamai ridendo per poi nascondermi dietro Harry mentre lei alzava la voce con un:- Stronza!-

 

Arrivammo a casa dei ragazzi. Era la prima volta che vedevo il loro appartamento e cavolo! Devo dire che non avevano badato a spese!

Era una villa poco lontana da Londra ma quel che bastava per non sentire più il frastuono del centro. Giardino sul retro molto grande munito di piscina con tanto di idromassaggio. Le camere erano tutte al secondo piano mentre al prima c’era di tutto e di più! Due bagni, due salotti uno con qualsiasi tipo di playstation e videogioco e l’altro con una tv molto grande rigorosamente al plasma.

Non c’era un mobile in quella casa che non fosse moderno anche dalle forme più strane. C’erano molte vetrate che davano sul giardino come collegamento e i ragazzi avevano liberato la stanza che avevano riservato per i loro premi solo per noi tre e avevano messo dentro tre letti singoli e due armadi. Anche se si riduceva un po’ lo spazio la stanza era rimasta comunque molto grande.

Dopo questo mini tour della casa scendemmo senza le valigie e tornammo al salotto quello senza videogiochi.

- Un momento, c’è troppo silenzio qua.- Mormorai ad un certo punto per poi sentire un urlò provenire dalle mie spalle:- ALICE!-

Mi voltai trovandomi davanti un Liam tutto sorridente e in costume, scavalcai il divano correndogli incontro per abbracciarlo.

- Ragazzi è arrivata!- Urlò ancora il ragazzo e poco dopo vidi apparire Zayn, anche lui in costume, che mi abbracciò così forte da sollevarmi da terra.

- E io che pensavo di non esserti mancata Malik!- Esclamai stritolando a mia volta il ragazzo, poi per ultimo ma non meno importante arrivò Niall bagnato fradicio, si stavano facendo un  bagno senza aspettarci. Carini.

- Niall posso abbracciarti dopo?- Chiesi guardandolo gocciolare sul pavimento.

- No te lo becchi ora se no che gusto c’è?- Rispose venendomi incontro e nonostante avessi cercato di fuggire finì nel suo abbraccio, bagnato.

 

Ci sedemmo tutti sul divano a parlare del nostro viaggio in aereo e io con le ragazze raccontammo di come la hostess ci avesse sgridate per il casino che avevamo fatto. Era bello vedere come i ragazzi avessero subito accettato le mie amiche

- Scusate ma..Tommo?- Chiesi all’improvviso visto che avevo notato che mancava uno nel gruppo.

Parlando del diavolo..spunta il sedere! Perché proprio in quel momento entrò in casa Louis che fece notare la sua presenza sbattendo la porta per chiuderla.

I ragazzi si guardarono un attimo negli occhi ma io non ci feci caso subito, aspettavo un po’ con ansia di rivederlo visto che alla fine non ci eravamo più detti nulla dopo il bacio che ci eravamo dati prima che io partissi.

Quando arrivò dalla porta del primo salotto guardò i presenti per poi soffermarsi su di me.

- Buongiorno Louis.- Gli dissi mantenendo lo sguardo su di lui.

- Oh siete già arrivate? Bene.- Rispose secco facendo un sorriso tirato per poi guardare Harry - E’ successo.- Detto ciò corse su per le scale verso le camere sbattendo di nuovo la porta della sua stanza.

Io rimasi un attimo perplessa a guardare il punto dove un attimo fa c’era lui. Era strano, molto strano e la cosa non mi rilassava.

- Si sta drogando?- Chiesi voltandomi verso i ragazzi che avevano la mia stessa faccia sconvolta tranne Harry che invece guardava per terra. Sapeva qualcosa.

- Harry?- Lo chiamai quasi ad invogliarlo a rivelarmi cosa stesse succedendo ma lui mi guardò negli occhi e mi bastò per capire che non avrebbe parlato.

- Va bene, vado a scoprirlo da sola. Gente torno subito.- Dissi facendo un mezzo sorriso mentre mi alzavo dal divano e salivo le scale, sentì anche Harry chiamarmi ma non mi fermai.

 

I ragazzi precedentemente ci avevano detto dove avrebbero dormito loro e io ricordavo ancora quale fosse la porta di Louis. Bussai a questa e dopo aver sentito la sua voce intimarmi ad entrare l’aprì piano facendo capolino prima di entrare e richiudermela alle spalle.

La stanza era molto semplice: Pareti color panna, parquet, un armadio da un lato del muro e un letto al centro della stanza. Era spoglia come stanza rispetto alle altre e cosa ancora più strana era ordinata. Louis e l’ordine non andavano d’accordo solitamente.

- Ciao Louis.- Iniziai guardandolo, era sdraiato a pancia in su sul letto e lo sguardo era rivolto verso il soffitto.

- Ciao.- Rispose secco.- Se sei qui per salutarmi ti ricordo che me lo hai già detto.-

- In realtà ero qui a chiederti dove fossi sparito visto che sono mesi che non ti sento.- Incrociai le braccia al petto appoggiandomi con la schiena alla parete dietro di me.

- Ero qui, dove avrei dovuto essere?- Alzò le spalle usando un tono che di per se mi diede molto fastidio.

- Grazie al cavolo. Però, sai com’è, mi aspettavo almeno una mail visto come ci siamo salutati.-

Lui a quel punto mi guardò un attimo per poi scoppiare a ridere di gusto:- Te lo ricordi ancora?-

Dicendo ciò mi aveva distrutta, mi prendeva in giro? O meglio, mi aveva presa solo in giro?

- Stai scherzando!?- Esclamai guardandolo male.

- Assolutamente no.- Rispose fermando le sue risate e guardandomi con un sorriso.

- No aspetta tu mi avresti baciata più di una volta per poi dimenticarti di me? Persino come amico?- Ci uscì alzando la voce e avvicinandomi a lui. Voleva farmi arrabbiare? Ci era riuscito.

- Ehm.. se vuoi vederla così.- Alzò ancora le spalle.

No, non ci volevo credere. Non volevo credere che Louis mi avesse fatto una cosa del genere in quei mesi.

- Non te ne frega un cazzo di me.- Sputai stringendo le mani in pugni.

- No, insomma mi fa piacere che tu sia qui a fare un bello spettacolino per gli altri ma si sa: il passato è passato.-

Rimasi un attimo ancora zitta per poi voltarmi e uscire dalla stanza sbattendo la porta abbastanza violentemente  da sentire scricchiolare il legno. Scesi le scale di fretta e furia, mi sentivo scoppiare. Sentivo che quella casa iniziava a diventarmi stretta.

- Ali? Dove vai?- Chiese Niall vedendomi passare in salotto per prendere la giacca, tirava vento fuori e prendersi una polmonite ora non era il massimo.

- Fuori.- Risposi veloce prendendo anche la borsa senza guardare negli occhi nessuno.

- Fuori dove?- Chiese Fede guardandomi preoccupata.

- E’ un interrogatorio!? Non siete mia madre!- Esclamai prima di uscire fuori di casa stringendomi nel cappotto.

Harry uscì fuori cercando di seguirmi ma Vero lo fermò e potei giurare di sentirle dire:- E’ successo qualcosa ha bisogno di sfogarsi.-

 

Arrivata in strada controllai la via della casa in modo da poter prendere un taxi per il ritorno, o al massimo avrei chiamato Harry.

Camminai a lungo senza una meta cercando di lasciare che quei pensieri si perdessero nella leggera nebbia che avvolgeva la città.

Quelle parole, i suoi sorrisi, erano una pugnalata al cuore. Non era lo stesso ragazzo che avevo conosciuto precedentemente. Quello era una persona completamente diversa.

Louis, Louis, Louis..Perchè continuavo a pensare a lui se poi mi aveva trattata così? E pensare che in quei mesi avevo iniziato a pensare che quei baci non erano del tutto sbagliato ma ora come ora per me erano solo cazzate. Sbagliato, sapevo bene che pensavo così per rabbia ma che in realtà erano uno dei ricordi più belli che avevo dei mesi precedenti. Quella volta in ascensore, poi la spiaggia, la festa, la camera a casa di Harry.

Mi passai una mano sul viso e solo allora mi resi conto che avevo iniziato a piangere piano. Mi fermai a guardarmi intorno per capire dove fossi ma l’unica cosa che notai subito era l’insegna di un tabacchino. Avevo una mezza idea di quello che stavo per fare e sapevo che lo facevo solo perché mi sembrava il modo migliore per non pensarci ora.

 

- Un pacchetto di Camel, azzurre.- Chiesi al tabaccaio mentre tiravo fuori i soldi per pagare quello e un accendino. Avevo iniziato a fumare da giovane quando avevo sedici anni ma poi avevo voluto smettere dopo che i miei si erano separati. Ricominciare ora sarebbe stata una cazzata, ma ero brava in quello no?

Entrai in un porco praticamente vuoto se non per qualche famigliola che camminava tranquilla in quella mattinata nuvolosa. Mi sedetti ad una panchina attaccandomi l’mp3 alle orecchie e accendendo una sigaretta. Inspirai quel fumo acre, era una sensazione familiare ma dopo tanto tempo mi sembrava un pelino strana però, in quel momento, mi fece molto piacere.

Chiusi gli occhi cercando di concentrarmi solo su quell’odore e sui rumori che avvolgevano il parco.

Prima o poi sarei dovuta tornare a casa no? Insomma, non potevo imparare l’arte del barbone in poche mosse vero?

Guardai il cellulare per curiosità, avevo molte chiamate perse dei ragazzi e alcune di Fede e Vero, proprio in quel momento ricominciò a vibrare il cellulare: era Liam.

- Ehi Liam.- Risposi alla chiamata tranquilla come se niente fosse mentre dall’altra parte lo sentivo fare un sospiro.

- Ali! Cacchio solo ora rispondi?! Dove sei?- Chiese subito, agitato il ragazzo.

- Ad un parco.- Risposi mentre lasciavo cadere per terra la cenere della sigaretta.

Dall’altra parte della cornetta sentì vari rumori e poi di nuovo:- Ali sono Vero, ascolta dimmi dove sei che ti raggiungiamo.-

- Vero voglio stare da sola.-

- No ok? Siamo preoccupati e ora ci dici dove sei ok?- Dal suo tono di voce capì che era capace di chiamare la polizia se le avessi detto ancora di no.

Tornai sui miei passi per arrivare al cancello del parco e leggerle il nome, chiuse la chiamata e dopo qualche minuto vidi la macchina di Harry parcheggiare proprio li davanti mentre io mi ero seduta sull’erba al limitare del cancello.

Rimasi a fissare la vettura fumando tranquilla un’altra sigaretta che mi ero accesa nell’attesa, dall’auto scesero Fede e Vero che mi vennero incontro. Erano preoccupate, lo vedevo dalla faccia ma non sarei scoppiata ora davanti a loro.

Fece mi guardo un attimo per poi farmi saltare la sigaretta dalle mani ed esclamare:- Ti senti figa?-

Io non risposi nemmeno e mi voltai camminando lungo la ghiaia che creava un sentiero ma Vero mi fermò per un braccio:- Ali aspetta, non puoi stare fuori per sempre.-

- Non ho voglia di tornare a casa ora!- Esclamai fermandomi e voltandomi verso di lei.

- Harry e Louis hanno discusso.- Continuò Fede guardandomi negli occhi.

 

Tornai a casa e al pomeriggio rimasi con i ragazzi e le mie amiche e non vidi Louis per tutta la giornata anche se dovetti farmi perdonare da loro che si erano preoccupati molto. Facemmo il bagno nella piscina e in men che non si dica arrivò l’ora di cena.

E così la prima settimana in quella casa da incubo passò tra me e Louis che continuavamo a litigare anche per i motivi più futili e Harry che tentava di stare nel mezzo senza prendere più posizioni per l’uno o per l’altro.

Non capivo perché così da un periodo all’altro avesse iniziato a detestarmi, trovava anche il motivo più futile per attaccarmi.

- Stiamo passando agli insulti?- Esclamai incrociando le braccia al petto. Eravamo seduti intorno al tavolo in sala da pranzo con un piatto di pasta fumante che io, Fede e Vero avevamo cucinato e ovviamente non mancavano i commenti di Louis che in quel momento era partito con un monologo che avevo smesso di seguire. Peggio di un professore.

- Bene, come al solito non ascolti mai.- Disse lui guardandomi.

- Preferisco risentire le lezioni del mio prof di biologia sai?- Risposi con un sorrisetto.

- Che bambina.- Sbuffò lui al che io alzai lo sguardo omicida. Liam prese il coltello vicino al mio piatto e lo allontanò da me per poi guardare gli altri preoccupato.

- Ali..- Mormorò Fede immaginando che sarei scoppiata da lì a poco.

- Io sarei la bambina?- Dissi con calma facendo un sorrisetto.

Ecco un altro monologo che iniziava solo che questa volta la cosa si faceva pesante, paragonarmi ad una bambina era una mossa sbagliata.

Tornai a mangiare la pasta mentre lui parlava alzando di tanto in tanto lo sguardo, aspettai che finisse per poi versarmi un bicchiere d’acqua e bere un solo sorso.

- Hai finito?- Chiesi con lo stesso tono pacato di prima.

Lui annuì e io mi alzai in piedi con il bicchiere in mano per poi lanciargli l’acqua in pieno viso.

- Sarò anche una bambina ma io non ti facevo così falso.- Risposi secca posando il bicchiere per poi uscire dalla sala e salire in camera sentendo Harry urlare a Louis:- Si può sapere che cazzo ti succede!?-

 

Bentornati a tutti! Spero di esservi mancata.
Chiedo un enorme scusa per il ritardo ma ho avuto da fare con l’altra FF che vi invito a leggere: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1161892&i=1

 

Ringrazio per chi ha sempre voglia di seguirmi e chiedo scusa se questo capitolo è noioso ma l’ho scritto di fretta. Manca poco alla fine e spero rimarrete sorpresi.

Ringrazio le 1215 persone che hanno letto il primo capitolo, è commovente davvero!

Detto ciò vi do appuntamento al prossimo capitolo. Adios!

 

Nyota

 

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Capitolo 20
*** - You're so stupid. - ***


- You’re so stupid -

 

 

 

Passarono i mesi da quando ero lì e i miei tentativi di ignorare Louis funzionavano nonostante fingessi tutto il tempo che non mi importasse ma le mie amiche lo sapevano che era solo una maschera.
Ormai si era capito che ero innamorata di lui, innamorata di quel maledettissimo stronzo che aveva solo giocato con me. Dormivo con degli incubi, se così li potevo chiamare: rivivevo nella mia mente quei momenti in cui eravamo stati così vicini, in cui credevo che a lui importasse di me. Ma mi sbagliavo.
Un giorno successe che ero uscita da sola per andare a fare un giro nel parco che avevo scoperto vicino a quell’appartamento dove vivevamo, gli altri erano usciti per andare in centro.
Oltrepassai i cancelli del parco arrivando fino al lago che faceva da cuore del posto, mi strinsi nel cappotto visto che era autunno e il vento londinese ti penetrava fino alle ossa, misi le cuffie alle orecchie sedendomi poi sulla riva del laghetto prendendo a giocare con le pietre. Chiusi gli occhi lasciandomi tranquillizzare dalle note del mio mp3 mentre con le dita ero arrivata a sfiorare il profilo dell’acqua. I miei pensieri iniziarono a viaggiare arrivando ad incontrare uno sguardo limpido, come una piccola luce nel buio. Sapevo già che occhi fossero ma non trovavo al momento la voglia di aprire gli occhi e fermarmi, mi rifugiavo in quei pensieri e in quei sogni sapendo che così mi sarei fatta solo del male e iniziavo a pensare di essere masochista.
Qualcosa di umido che mi colpì il naso mi fece aprire gli occhi e sussultare, mi guardai un attimo intorno e poi verso l’alto. Tempo di alzare lo sguardo che il cielo si aprì e iniziò a piovere fortissimo, lanciai un grido di sorpresa per poi correre al primo riparo che trovai. Era una casetta di legno vicino al parco giochi che era a pochi passi da dove mi ero fermata io.
Rimasi lì forse per mezz’ora aspettando che si calmasse un minimo ma la forza dell’acqua non sembrava rallentare. Presi il cellulare, era gelato e anche io iniziavo a sentire il freddo per colpa dell’umido. Digitai il numero di Harry e a rispondermi ci fu la segreteria; provai con Fede, non prendeva, Vero lo stesso, Zayn con la segreteria come Liam e Niall. Possibile che fossero tutti spariti!?
Mi rimaneva una sola persona da chiamare oppure avrei rischiato di annegare, cercai Louis nella rubrica e poi aprì la chiamata. Dopo tre bip sentì dall’altra parte la sua voce rispondermi:- Ali?-
- Louis, sentì sono al parco e nessuno mi risponde. Sta piovendo tantissimo e sarebbe un enorme favore se venissi a prendermi con la macchina- Mi morsi il labbro quando mi accorsi che forse il mio tono di voce era troppo acido. -..Per favore, sono sotto la casetta dei bambini.- Chiesi infine usando tutta la gentilezza che avessi.

- Sono già in macchina, ho iniziato ad uscire quando hai detto ‘Louis’, ma grazie per il ‘per favore’.- Lo sentì ridacchiare e scappò un sorriso anche, possibile che fosse così gentile?
Dopo circa un quarto d’ora vidi uno con addosso dei pantaloni di una tuta e una specie di felpone grigio correre dentro al parco con un ombrello che sembrava fosse  ancora intero per miracolo. Quando vidi il tipo venire verso di me capì che quel pazzo era Louis.
- Non mi dirai che te la sei fatta di corsa!- Gli urlai quando fu abbastanza vicino prima che si bloccasse per tentare di rimettere a posto l’ombrello ormai distrutto, dopo pochi minuti lo lasciò cadere e si lanciò dentro la casetta.
- Fammi spazio che non mi sento più i piedi dal freddo.- Disse mentre io mi spostavo un poco scontrando con la schiena contro la parete di legno.
- Ero convinta saresti venuto in macchina.- Lo guardai alzando un sopracciglio.

- Liam ha le chiavi della mia macchina, ringrazia che sia venuto con un…- Indicò con un cenno quello che un tempo era un ombrello.- Ringrazia che sia venuto.- Si corresse facendo un sorriso.

- E ora?- Chiesi io incrociando le braccia al petto e incontrando il suo sguardo.

- Aspettiamo.- Rispose appoggiando le mani sopra la mia testa e rimanendo quindi sostenuto solo da queste.

Abbassai lo sguardo sentendomi quasi in imbarazzo, lo sentivo molto vicino e la situazione era abbastanza confusionaria nella mia mente.
- Hai freddo?- Mi chiese dopo qualche minuto, sussultai come se fossi uscita da un sogno ad occhi aperti e mi resi conto che effettivamente tremavo per colpa dell’umido che riusciva a penetrare fin dentro il maglione che avevo indosso e mi faceva rabbrividire.
Lui non aspettò una mia risposta che si avvicinò di più a me aprendo la felpa della tuta e invitandomi ad ‘entrarci’. Lo abbracciai sentendo poi la zip chiudersi appena dietro di me, anche lui era un po’ freddo ma dopo poco il calore del suo corpo mi scaldò facendomi sorridere piano per quella beatitudine.
Alzai lo sguardo su di lui mantenendo quel sorriso notando che anche lui mi fissava con un sorriso.
- Perché sei cambiato?- Gli chiesi con calma.
- Non sono cambiato.- Rispose lui e lo sentì alzare un poco le spalle.
- Sarà ma io avevo conosciuto un Louis diverso, anche prima che arrivassi qui.- Mormorai sperando che non mi sentisse ma non fu così.
- In che senso?- Chiese lui spostandomi un poco per potermi guardare un minimo il viso.
- Io ho conosciuto un Louis che mi sapeva far ridere, che quando ho conosciuto è stato combattuto       sul se baciarmi o no per El…- Quando stavo per pronunciare il nome di Eleanor vidi sul suo viso formarsi una leggera smorfia al che mi zittì guardandolo interrogativo.

Il ragazzo davanti a me sospirò prima di riprendere a parlare:- Devo dirti una cosa Alice. Ero convinto che l’avrebbe fatto Harry ma mi sono sbagliato.- Mi fissò per un momento negli occhi per vedere se sarei stata attenta al suo discorso.- Al nostro ritorno dall’America, quando te ne sei andata, lo stesso giorno ho detto ad Eleanor tutta la verità. Lei mi disse che se lo aspettava, che aveva ragione sul fatto che pochi mesi prima avevamo discusso perché la mia mente non era più con lei, ma con te. Abbiamo provato a continuare ma quando ho sentito che stavi per tornare non ce l’ho fatta e il giorno in cui sei atterrata qui io ero con Eleanor per dirle che non ne valeva la pena di andare avanti così, la mia mente e il mio cuore erano con te..e io..non ero sicuro che mi avresti voluto ancora e ho preferito allontanarti per..soffrirci di meno io.- Mente parlava il suo sguardo era caduto verso i suoi piedi mentre io continuavo a fissare la sua testa con il fiato sospeso, avevo smesso di respirare quando aveva detto che la sua mente era con me. – Sei uno stupido Tomlinson.- Pronunciai io.

Quando rialzò lo sguardo per vedere la ma reazione mi allungai verso di lui raggiungendo le sue labbra per baciarlo, lui non oppose resistenza e sentì mille brividi percorrermi il corpo a quel contatto di cui avevo sentito la nostalgia. Il nostro bacio si approfondì, le nostre lingue si incrociavano in una danza e fuori la pioggia smetteva di battere dando spazio al sole che si apriva anche nel mio cuore.

 

I giorni passarono e l’aria nella casa dei ragazzi era cambiata in meglio: eravamo sdraiati sui divani e io e Louis avevamo finalmente deciso di rinunciare ad ogni tentativo malsano di allontanarci e ora stavamo insieme per il grande sollievo di tutti che ci avevano accolti con un: ‘Halleluja era l’ora.’ Simpaticoni.

Le cose andavano veramente bene, mio padre era felice con Anne, le mie amiche erano affezionate ai ragazzi e io avevo trovato la mia felicità con Louis, ero felice che questo capitolo della mia vita si chiudesse con lui e ricominciasse con un noi.

 

Salve a tutti, sono sparita lo so e non ho scusanti. La scuola mi ha impegnato e avevo anche perso abbastanza l’ispirazione per scrivere. Questo dovrebbe essere la fine, anche se non era così che me l’ero immaginata. Magari in futuro pubblicherò la vera fine di tutto, mi dispiace di chiudere questa storia così da schifo ma mi sentivo peggio a non mantenere la promessa di concluderlo. Spero mi perdoniate.

 

Nyota.

 

Ah dimenticavo, se volete parlare con me potete trovarmi qui: https://twitter.com/__thanksmusic .

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