Beyond the borders of true love

di ItalianELF
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Beyond the borders of true love ***
Capitolo 2: *** Ritorno alla vita ***
Capitolo 3: *** Una dichiarazione inaspettata! ***
Capitolo 4: *** Quello che avrei voluto dirti ***
Capitolo 5: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 ***
Capitolo 7: *** cap.7° ***
Capitolo 8: *** cap. 8° ***
Capitolo 9: *** Cap. 9 ***
Capitolo 10: *** Cap. 10° ***
Capitolo 11: *** Cap. 11° ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 parte 1 ***
Capitolo 13: *** Cap.12 parte 2 ***
Capitolo 14: *** Cap. 13° ***
Capitolo 15: *** Cap. 14° ***
Capitolo 16: *** Cap. 15° ***
Capitolo 17: *** Cap. 16° ***
Capitolo 18: *** Cap. 17° ***
Capitolo 19: *** Cap. 18° ***
Capitolo 20: *** Cap. 19° ***



Capitolo 1
*** Beyond the borders of true love ***


Finalmente!’ …questo fu il mio primo pensiero dopo essere riuscita ad aprire gli occhi, dopo essere riuscita a  guardare le persone che erano intorno al mio letto. Quelle persone che ricordavo diversamente, iniziarono a piangere appena i miei occhi si incrociarono con i loro. ‘Quanto tempo sarà passato da quel brutto incidente in auto?’ avrei tanto voluto chiederlo, ma, quasi un anno di coma, aveva  fermato tutte le mie attività motorie, intellettive e psichiche. Le sole mie emozioni erano vive, le mie lacrime hanno comunicato il tutto. Ero felicissima di aver avuto la possibilità di ritornare alla vita normale.
 “Manuela??Manuela….oddio, si è svegliata!!! Dottore!!!!” urlò mia madre con occhi gonfi di lacrime.
Nella stanza, c’erano mia madre e mio fratello. Increduli, iniziarono a farmi domande, a parlarmi. Mia madre si gettò su di me e iniziò a piangere. ‘Finalmente’ pensai. Potevo ancora rivederli. Non fu mai così felice nel vedere la stanza di un ospedale,  ciò che ho sempre odiato di più , in quel momento,  fui felice di rivederla e ringraziai Dio per avermi dato la possibilità di guardare ancora quelle mura bianche e sentire quell’odore nauseante.
Subito dopo, arrivò il dottore che mi visitò, era incredulo, quasi non credeva a ciò che stava vedendo.  Durante il mio stato di coma, sentivo le voci di tutti, soprattutto quella dei medici. Sentii proprio la voce del Dottor Farneti che parlava del mio grado di coma con altri suoi colleghi. “E’ nel grado 5, molto difficile che si risveglierà.  Possiamo chiamarlo ‘coma profondo’”. Quelle parole furono così chiare che me ne ricordai anche al mio risveglio.
 “Manuela mi senti? Chiudi la mano”mi disse e così feci, non riuscivo ancora a parlare.  “E’ molto strano! Incredibile! Manuela, sei una persona molto forte, la tua situazione clinica era grave ma sei riuscita a tornare indietro e riesci già ad avere reazioni”. Lo ascoltai attentamente e piansi per la gioia. Mia madre chiamava al telefono  tutti i parenti per comunicare la bella notizia e lo faceva tra lacrime e singhiozzi.  La osservavo, potevo capire quanto avesse sofferto in tutto questo tempo,quella sofferenza era scritta chiaramente sul volto. Mio fratello mi abbracciò dicendomi: “Bentornata fra noi, rompiscatole! Sei la solita a far preoccupare tutti!”. Ero etichettata come la ‘combina guai ’ della famiglia, ero solita ad andare negli ospedali per curare le ferite che mi procuravo per sbadataggine o per altri problemi legati alla salute.  Dopo ore, quella stanza iniziò a riempirsi di parenti e amici che venivano a salutarmi, qualcuno portandomi regali e buone cose da mangiare.
Ben presto iniziai la mia terapia che durò 3 mesi. Miglioravo molto velocemente e anche i dottori si sorpresero del mio precoce recupero.  Parlavo perfettamente, riacquistando, in fretta, forza nelle gambe. Potevo anche correre. Poi, finalmente, il ritorno alla mia vita. Firmai tutti i documenti per poter uscire dall’ospedale e tornare a casa insieme ai miei genitori. La mia casa, la mia stanza, la mia famiglia, potevo di nuovo incontrare i miei amici, continuare a studiare, ascoltare la musica…. Appena pensai alla musica, ecco un flashback del mio stato di coma: qualcuno metteva una canzone che non ho mai sentito prima. La sentivo molte volte e iniziò a piacermi subito, ‘Chissà quale sarà il titolo di quella canzone’ pensai. ‘Chi l’avrà messa poi nella stanza in cui mi trovavo’. Mi voltai per chiedere a mia madre se ne era a conoscenza e lei rispose che è stata Noemi, veniva spesso a trovarmi. Mi parlava e avviava le canzoni che erano sul suo smartphone, sotto consiglio del dottore e delle tante ricerche effettuate su internet. Aveva letto che la persona in stato di coma può sentire tutto e che le voci e rumori potevano aiutarmi ad uscire dallo stato di coma. Noemi è una delle persone di cui mi fido di più, è stata mia compagna di avventure, è come una sorella per me. Dopo essermi svegliata, mi raccontava di tutto ciò che mi ero persa in quell’anno.  E pensare che stavo perdendo tutto a causa di quell’incidente di cui non ho alcun ricordo ma mi raccontarono che è stato un incidente frontale con un’altra auto che veniva dalla corsia opposta e che il conducente, a causa di un colpo di sonno, ha perso il controllo della  propria vettura.
Entrai finalmente in casa, tutti mi aspettavano lì per festeggiare il mio ritorno. Vedevo le lacrime di commozione di mia nonna, mia madre e di tutti i presenti. Mi accolsero con un abbraccio. Cercavo di trattenere le mie lacrime, ma le emozioni erano troppo forti, così mi lasciai andare in un pianto liberatorio. “Ritorno a vivere”  dissi sorridendo tra le lacrime. Uno ad uno, mi abbracciò.
-“Devi recuperare tutto quello che ti sei persa” mi disse Christian dandomi un forte abbraccio. “Mi sei mancata da morire”. Il suo abbraccio diventava sempre più forte, quasi mi stava soffocando. D’un tratto,sulla mia guancia, ho avvertito una sensazione di bagnato. Erano le sue lacrime.
“Christian, mi soffochi!” mi staccai da quell’abbraccio ’mortale’. “Hey, guarda che sono viva”. Christian è il mio amico d’infanzia, siamo cresciuti insieme e abbiamo frequentato le stesse scuole. Anche ora, è mio collega universitario. Fu lui ad occuparsi di tutti i documenti necessari per l’iscrizione all’università. E’ l’amico che tutti vorrebbero.
“Scema, vedi di non farmi preoccupare più altrimenti prenoto quel viaggio da solo”. Viaggio? Quale viaggio? Non riuscivo a ricordare di cosa stesse parlando. “Non te ne sarai mica dimenticata?” disse Christian, quasi mi avesse letto nel pensiero.
“Manuela, l’abbiamo programmato qualche anno fa. Andare per un periodo in Corea del Sud” suggerì Noemi.
“E’ vero.  Come ho fatto a dimenticarmene. Nonostante tutto, resta forte il mio amore per l’Asia, soprattutto per il Giappone e per la Corea del Sud.”
Mi ero iscritta ad una facoltà di lingue orientali. Le ho sempre reputate affascinanti ed avevo una forte voglia di impararle. Seguivo attentamente il corso di coreano e giapponese, mi documentavo su internet e avevo comprato anche quei dizionari accompagnati da un CD. Lo ascoltavo ogni giorno, ma a causa della mia bruttissima esperienza, la mia conoscenza su queste lingue era diventata arrugginita. Dovevo riprendere a studiarle se avevo intenzione di fare quel viaggio.
“Noemi, durante il mio stato di coma, sentivo delle canzoni, una in particolare mi è piaciuta sin da subito. Mamma ha detto che eri tu a farmele ascoltare. Ma chi le canta?” le dissi ricordandomi di quella bellissima melodia. Volevo riascoltarla ancora.
“Te ne ho fatte ascoltare parecchie. Forse ti riferisci a ‘Angel’ e ‘Endless moment’?Erano quelle che mettevo più spesso. Le cantano un gruppo che proviene dalla Corea del Sud . Il gruppo si chiama Super Junior”. Disse Noemi mentre prendeva il suo smartphone dalla tasca.
“Super Junior? Non li ho mai sentiti”
“Ecco, ascolta!” Avviò la musica. Eccola… quella canzone che riuscivo a sentire mentre ero in ospedale. Era ancora più bella di quanto ricordassi. ‘Endless moment’ questa era il titolo. Una melodia rilassante con quelle voci che sembravano angeliche.
“Sono molto famosi in Asia e sembra che lo siano anche nel resto del mondo” cercava di documentarmi Noemi, parlava di questo gruppo come se fosse il migliore in tutto il mondo. Raccontava di come ha iniziato ad ascoltarli tramite Youtube. Christian sembrava quasi disgustato dall’argomento, forse era solo infastidito dai commenti di Noemi che li descriveva bellissimi, affascinanti, talentuosi.
Beh, un uomo viene ferito nell’orgoglio quando si parla della bellezza di un altro uomo. Non potevo dargli torto.
 Le brillavano gli occhi mentre parlava di loro e mi rendeva sempre più curiosa. Con quella descrizione, avrebbe reso curioso chiunque.
“E smettila adesso! Non sono nulla di speciale, sembrano tutti uguali. Ormai mi stai tormentando ogni giorno con questa storia di questo gruppo coreano”. Sbottò Christian chiaramente irritato
“Ma che ne sai tu di bellezza? E’ tutta invidia!” Replicò Noemi.  Era una scenetta divertente. Per quanto possano essere amici, finiscono sempre per litigare anche sulle banalità. Quanto mi è mancato tutto questo. “OK, basta adesso e cerchiamo di organizzarci, quanto prima, su questo viaggio. Riprenderò a studiare coreano e giapponese all’Università dalla settimana prossima. Devo recuperare!” conclusi con la speranza di mettere pace fra i due.
La serata, finalmente terminò. Gli invitati alla festicciola, pian piano, iniziarono a oltrepassare la porta d’uscita. Anche i miei due più cari amici ritornarono nelle loro case. “Hey, Manuela, ci vediamo sicuramente in questi giorni. Devo parlarti di molte cose” disse Christian con tono dolce, stringendomi in un abbraccio.
“Amica mia, ora che sei tornata, dobbiamo vederci spesso per recuperare il tempo perduto, dormigliona” disse Noemi con un sorriso sul viso.
 “Dormigliona? Che scema!” ribattei. Li salutai e chiusi la porta. La casa ritornò silenziosa.
“Che mal di testa!” Mi massaggiai la testa per alleviare quel fastidioso dolore.
“Che succede? Sei stanca? Vai a riposarti che è stata una giornata piena per te.” Mi madre diventava sempre più premurosa. Dopo quell’incidente, mi sentivo ovattata dai miei genitori, si preoccupavano anche di un semplice raffreddore. Come dargli torto.

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Capitolo 2
*** Ritorno alla vita ***


 Ripresi in mano la mia vita, facendo le cose che facevo prima dell’incidente. Iniziai a seguire i corsi insieme e Noemi, Christian ed altri amici che conobbi qualche anno fa all’Università. La sera uscivo con loro, mi veniva a prendere Christian e mi riaccompagnava lui. Ormai la mia macchina era distrutta e, inoltre, avevo ancora un po’ paura di guidarla. Sapevo che prima o poi dovevo superare quella paura ma ancora non mi sentivo pronta.
Al ritorno da una serata in un discopub , Christian mi riaccompagnò, come sempre, a casa. Aprii la porta per scendere, ma mi trattenne afferrandomi per il polso “Domani abbiamo pensato di rivolgerci in agenzia per organizzare il viaggio. Vieni anche tu?”
 “E’ ovvio che verrò con voi domani”. Risposi senza esitazione. “Chiederò a Noemi se può passare a prendermi. Non ho ancora voglia di guidare…”.
“Non chiederlo a lei, ci sono io”. Mi interruppe e mi guardò fisso negli occhi. Uno sguardo che non avevo mai visto prima e la presa si faceva sempre più forte’Ma che ha?’ pensai.
 “Ok! Dimmi verso che ora passerai!”
“Ci vediamo alle 10.00. Non fare tardi, sai quanto diventa isterica Noemi se arriviamo in ritardo. Al viaggio, si aggiungeranno anche Roberto e Valeria”. 
“Sarò puntuale! Notte” risposi uscendo di corsa dalla sua macchina, liberandomi dalla sua presa. Mi sentivo in imbarazzo dopo quello sguardo e non riuscivo a sostenere l’atmosfera che si stava creando. Salii in camera e mi preparai per la notte. Mi addormentai subito a causa della stanchezza.
 
Nuovo giorno. Era una giornata soleggiata e iniziava a far più caldo rispetto alla settimana scorsa. L’estate si stava avvicinando.
“Aaaah, mare. Ho voglia di mare” dissi guardando il cielo azzurro e stiracchiando le braccia.
“Credo che l’estate la passeremo in Corea. Non vedo l’ora..” disse Christian. Non pensai più alla sera precedente e al suo strano comportamente. Stavamo raggiungendo Noemi in agenzia. Stavolta, come promesso, ero puntuale. Avevo paura della spaventosa trasformazione di Noemi…meglio non farla arrabbiare. Finalmente, giungemmo al posto stabilito. Roberto e Valeria ci stavano aspettando insieme a Noemi. Entrammo in agenzia e prenotammo il biglietto di sola andata per la Corea. Avevamo tutti intenzione di lavorare lì nel periodo estivo per perfezionarci nel lingua coreana e non sapevamo ancora quando ritornare a casa, così decidemmo di acquistare il biglietto aereo di sola andata.
Uscimmo dall’agenzia tutti raggianti ed entusiasti. “Coreaaaa, aspettami!” urlò Valeria. “Potrò incontrare i Super Junior, i Big Bang, i JYJ..”. Noemi sprizzava felicità da tutti i pori. Non vedeva l’ora di incontrare i suoi gruppi preferiti. “Ancora con questa storia? Hai bisogno di cure, amica mia” rispose Christian.
“Non ho ancora visto un video dei Super Junior. Credo che, prima di partire, dovrò guardarne almeno uno, così, se riuscirò a riconoscerli, potrò chiamarti per farteli incontrare….o forse no. Me lo terrei per me” dissi in modo sarcastico. Mi piaceva farla arrabbiare e, infatti, riuscii nell’intento. “CHE COSA?! Non osare farlo! Inoltre, lasciami Leeteuk, Siwon, Taeyang, Junsu, Donghae, Kwon…”
“FRENA! Cosa sono tutte queste parole? Stai per caso recitando un incantesimo?” dissi, interrompendo quella sua lista di nomi strani. Mi sorprendeva il fatto che se li ricordasse tutti.
“Scema, sono i membri che mi piacciono di più” disse Noemi quasi scocciata. “Oggi, guarderò un loro video su youtube così capirò cosa ti piace di loro” Volevo risollevarla in qualche modo. Notavo che aveva desiderio di poter condividere la sua passione con qualcuno ma non trovava complici. “Lo sapevo!!!” sbuffò Christian avviandosi alla macchina.
Ritornai a casa, posai la borsa e accesi il computer.  Desideravo vedere i Super Junior, volevo ascoltare la loro canzone e dare un volto a quelle voci. Avviai internet e inserì il sito di youtube. Nel motore di ricerca, scrissi ‘Super Junior endless moment’. Scorrevo la lunga lista di video e cliccai sul video live. “Ma quanti sono?!” fu il primo pensiero. Non avevo mai visto un gruppo così numeroso. Cantavano sul palco. Il video si vedeva male ma restai a guardare in silenzio. Amavo quella canzone. “Che belle voci” commentai.  Guardai i loro volti, non riuscivo a distinguerli. Passai ad un altro video “Bona..che?” Il titolo di questo video aveva attirato la mia curiosità. “Bonamana”Cliccai su play e il video partì.
Wow, che musica energica”. Sembravano diversi dal video precedente. Non riuscivo a collegare il volto di qualcuno a quello che avevo visto prima. Erano tutti diversi in questo video. Notai anche che ne erano di meno, non capivo il motivo. Ballavano divinamente, la musica mi aveva conquistata.
“Che bei ragazzi”. Capii in quel momento a cosa si riferiva Noemi quando li descriveva ‘gli uomini più belli che avesse mai visto in vita sua’. Avrei voluti indicare il più bello del gruppo se solo fossi riuscita a riconoscerli e se solo ci fosse stato, fra loro, uno più bello degli altri. Tutti coordinati, le voci che si univano senza stonare. Un vero talento. Scaricai le canzoni sul mio Ipod, mi mettevano di buon umore ascoltarli cantare.
Proseguivo le mie giornate tra sport, studio e uscite serali con i miei amici, contando i giorni che mancavano alla partenza.
Arrivò il giorno della tanto attesa partenza per la Corea. Salutai i miei genitori e mio fratello con un forte abbraccio. I miei, erano contrari della mia partenza. Avevano paura di cosa sarebbe successo in una città che non conoscevo. Ma non potevo rinunciarci. Quell’incidente mi aveva fatta capire quanto fosse breve la vita, desideravo viverla”. Ti chiameremo ogni giorno, quindi tieni il cellulare acceso e non farci preoccupare” disse mio padre.
“Tranquilli” risposi. Mi avviai all’aeroporto. Con me, avevo 2 grosse valigie, un beauty case e una borsa. Mi ero portata tutto il necessario. Anzi, mi correggo. Mi ero portata TUTTO.
Raggiunsi il resto del gruppo. Ognuno aveva le proprie valigie ma notai che ero l’unica ad aver esagerato col carico. Christian mi aiutò nel trasportare le mie valigie. Ultimamente, lo vedevo molto più premuroso nei miei riguardi. Mi aiutava in tutto e mi accompagnava ovunque.
Prendemmo posto sull’aereo. Io, Noemi e Valeria ci sedemmo vicine, mentre Christian e Roberto erano dietro di noi. Ero tutta eccitata, quasi non riuscivo a credere che stavo raggiungendo la Corea del Sud. Avevamo preso il volo diretto. Ci volevano 11 ore per arrivare. Parlavamo di quanto eravamo contente di questo viaggio. Neomi e Christian iniziarono con i loro battibecchi che facevano ridere tutti. Valeria raccontava della sua cotta per un ragazzo della facoltà di Medicina. Roberto parlava con Christian di auto e motociclette.
“Ho visto il video dei Super Junior” dissi a Noemi, aprendo un nuovo argomento. Christian ammutolì per un istante Roberto. Cercava di ascoltare.
“DAVVERO?? Allora? Che te ne pare? Chi ti piace? Come ti sembrano?”,avanzò Noemi con le sue domande. ‘E’ un interrogatorio?’ pensai. Era tutta euforica e aspettava che rispondessi alle sue domande. “Sono davvero belli come mi raccontavi e..”. “Smettetela!” sbottò irritato Christian “Mi state annoiando con questa storia da bambine. Sembrate delle depravate”.
“Depra..che??Ma come ti permetti di giudicare in questo modo. Modera il linguaggio e nascondi la tua evidente e stupida gelosia”, ribatté Noemi. Si era arrabbiata parecchio e non le dava torto. Di quel termine, ero anch’io infastidita ma restai in silenzio, non mi andava di dire anche la mia, avrei acceso ancor di più gli animi. Inoltre, ci stavano guardando tutti. Christian si voltò dall’altro lato sbuffando. Calò il silenzio.
Decisi di riposarmi un po’ visto che la sera precedente non ero riuscita a dormir bene perché ero tutta eccitata per questo viaggio.

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Capitolo 3
*** Una dichiarazione inaspettata! ***


“Sveglia, Manuela! Sveglia!!!”. Sentivo scuotere il braccio. “Valeria, siamo arrivati???” spalancai gli occhi e guardai subito dal finestrino. Eravamo nella pista atterraggio dell’aeropoto. L’aereo iniziava a sfollarsi, stavano scendendo tutti. Eravamo arrivati, finalmente. Presi le mie valigie, beauty case e borsa. Pesavano ancora di più rispetto alla partenza, forse la stanchezza mi aveva fatto perdere parte delle mie forse. Sentii strapparmi via dalle mani il manico di una delle due valigie . Mi voltai per capire chi me l’avesse strappata dalle mani . Era Christian. Si capiva benissimo che era ancora arrabbiato per la storia di prima. Aveva lo sguardo basso e serio. “Grazie” dissi, timorosa. “Prego!”, rispose tenendo basso lo sguardo. Ci avviammo all’uscita dell’aeroporto Incheon.  Era fantastico ed immenso quell’aeroporto, potevamo anche perderci. Cercammo di chiamare due taxi che potevano portarci nell’appartamento che trovammo qualche mese fa su internet. L’appartamento si trovava più in periferia. Passammo per il centro, era magnifico. C’era un sole caldo e il cielo era limpido, nessuna nuvola era presente. Noemi e Valeria scattavano foto dal finestrino del taxi. Iniziava una nuova vita per noi in Corea.
 Il nostro appartamento si trovava a pochi chilometri dal centro di Seoul, raggiungibile anche in autobus.
Ci fu consegnata la chiave dell’appartamento. “Benvenuti in Corea!” ci disse il proprietario dell’appartamento, inchinandosi in segno di rispetto. Imitammo il gesto.
“Ma è davvero grande questa casa!”dissi appena aprii la porta. Era arredata in stile occidentale, aveva poco di orientale. Perlustrai ogni metro quadrato della casa. C’era il parquet ed una grande vetrata che portava all’esterno dove c’era la terrazza. Roberto e Christian presero la stanza che si trovava sul lato destro della casa mentre noi ragazze prendemmo quello sul lato sinistro, la più grande. Sistemammo in fretta le valigie, avevamo troppo fame. Roberto uscì per comprare qualcosa da mangiare e ritornò poco dopo con una busta piena di cose da mangiare e dei giornali dove c’erano annunci di lavoro. Dovevamo lavorare se volevamo restare lì. Preparammo il pranzo. Valeria era quella brava in cucina. Io e Noemi avevamo il compito di pulire la cucina. Ci eravamo assegnati dei compiti.
Dopo aver terminato di mangiare e di pulire, guardammo tutti i giornali che Roberto aveva comprato. “Guardiamo insieme” disse Christian avvicinandosi di più con la sedia. Leggeva le inserzioni scritte che riguardavano il lavoro. Scrutai attentamente la sezione delle offerte di lavoro.
Una di queste aveva attirato la mia attenzione: “cercasi cameriera di età compresa tra i 22 e i 30 anni che conosca bene la lingua italiana e inglese. Il ristorante è situato nelle vicinanze dello studio televisivo KBS..”.
“Proverò qui, cercano una persona che sappia parlare in italiano. Devo solo trovare questo studio KBS” dissi continuando a leggere l’inserzione. “Maledetta, che fortuna!” mi disse improvvisamente Noemi. “Cosa?” non riuscivo a capire il senso della sua frase.
“La KBS è una dei canali televisivi più famosi in Corea. Ci partecipano tanti attori e cantanti famosi soprattutto…”.
“…i Super Junior, vero?” disse in senso ironico Roberto. “Ormai ti leggiamo nella mente. Pensa a cercarti il lavoro”.
“Manuela, voglio il tuo lavoro” disse minacciosa Noemi. “VOGLIO QUEL LAVOROOOO!!”
“MAI!! Tu vuoi i Super Junior …altro che lavoro. Scordatelo! Cerca di essere seria” la rimproverai.
“Aish! Ho capito. Cercherò un lavoro nelle tue vicinanze!!!”. Noemi era molto determinata quando voleva ottenere qualcosa. Ero sicura che avrebbe trovato presto ciò che cercava….o quasi
“Forse ho trovato anch’io” disse Christian. Ognuno aveva preso appuntamento per un colloquio per i giorni successivi, tranne Noemi. Aveva puntato a trovare qualcosa nei dintorni della KBS, senza riuscirci molto, però.
Era pomeriggio, avevo proprio bisogno di prendere una bocca d’aria fresca.
“Esco! Chi vuole venire con me?”.
“Io!!!” rispose, senza esitazioni, Noemi.
“No, tu resti a casa a cercare qualche lavoro su questi giornali. E’ impossibile che non riesca a trovare nulla fra tutte queste inserzioni. Cerca di essere un po’ più matura!”. E’ la prima volta che vidi Valeria rimproverare Noemi. Di solito, è un tipo tranquillo e timido che evita ogni discussione. E’ strano vederla prendere posizione contro qualcuno ma…..mi piaceva molto. Inoltre Noemi doveva prendere seriamente la nuova vita che stavamo affrontando.
“Vengo con te! Tuo padre mi ammazzerebbe se sapesse che ti ho lasciata visitare da sola la città. Inoltre, mi scoccia venirti a trovare se dovessi perderti”disse Christian con tono sarcastico alzandosi dalla sedia e camminando verso la porta.
“Vengo anch’io! Ho bisogno di comprare delle cose e ne approfitto anche per vedere questa meravigliosa città”, rispose tutto eccitato Roberto. “Ma non hai nulla da fare oggi???” bisbigliò qualcosa Christian ma non riuscivo a capir bene il motivo per cui parlava a bassa voce. “No! Non ho proprio nulla da fare oggi, per questo vengo con voi” gli rispose Roberto sorpreso dalla domanda di Christian. “IDIOTA!” gli disse Christian chiaramente irritato dalla risposta di Roberto.
Uscimmo di casa e scendemmo le scale. Respiravo un’aria fresca e profumata. C’era ancora il sole ma non faceva troppo caldo, era piacevole quella temperatura. Conoscevo Seoul solo attraverso documentari, fotografie e film pubblicati su internet ma, ai miei occhi, la città che vedevo non aveva nulla a che vedere con quella su internet. Mi rendevo conto che certe foto non rendevano giustizia.
“Chissà dove si trova questo studio della KBS!”, pensai per un istante al colloquio di domani. “Andiamo a vedere dove di trova, così ti sarà più facile domani poterci arrivare senza far tardi” rispose Christian. “Ragazzi, proseguite voi. Devo entrare in questo negozio a comprare delle cose” disse Roberto. Si distaccò da noi ed entrò in quel negozio. “Ma cosa deve comprare???” chiesi curiosa di saperne di più. “Aaaah, lascialo perdere. E’ un maniaco dei videogiochi e ci scommetto quello che vuoi che stasera lo troverai attaccato al suo dannato videogioco” mi rispose Christian avanzando il passo verso la fermata dell’autobus. Notai che la fermata si trovava molto vicino a casa nostra ed era un bene visto che era l’unico mezzo di trasporto a nostra disposizione.  Acquistammo i biglietti e salimmo sull’autobus che ci avrebbe portato al centro….da soli. Mi sentii nervosa quando realizzai che eravamo soli questa volta. Christian si comportava in modo molto strano nell’ultimo periodo, non era più il solito. Guardai fuori dal finestrino dell’autobus evitando di incrociare il suo sguardo, quando il suono di un telefonino interruppe i miei pensieri. Era il mio. Mia madre mi stava telefonando.“Mamma? Tutto bene?” parlammo per pochi minuti, le raccontai della casa e quel poco di città che avevo visto, mentre lei raccontava di come stava passando le sue giornate e di cosa avrebbe fatto nei giorni successivi. Sentivo la sua mancanza. Mi fece la lista delle raccomandazioni, prima di staccare la telefonata.
“Scendiamo qui! Credo che sia questa la fermata giusta che quel tizio mi ha suggerito” Christian aveva chiesto, a dei passanti, informazioni sul luogo in cui si trovasse questo studio ed un uomo gli aveva indicato la fermata giusta e la direzione da percorrere dopo essere scesi dall’autobus. Camminammo per vari metri, cercando questo grande studio della KBS.
“Mi scusi, sa dove posso trovare lo studio della KBS?” chiese Christian ad una signora. “Oh, guardi! 100 metri più avanti e lo trova sulla destra” rispose lei. Christian si inchinò per ringraziarla e proseguimmo per la strada indicata. Notai sulla parte sinistra della strada, un enorme folla di ragazze urlanti davanti ad una caffetteria. Sbirciai, curiosa, verso quella direzione. Volevo capire il motivo di tanto fracasso ma non riuscivo a vedere un granché. “Ma che succede lì?” chiesi a Christian sperando che, con la sua altezza, potesse guardare meglio”. Non lo so. E’ una caffetteria e si chiama…. Handel &Gretel ma non capisco perché sono tutte lì. Forse ci sarà qualcuno di famoso”. Immediatamente, il mio pensiero passò a Noemi. Ero sicura che avrebbe buttato giù quel muro di ragazze per sapere chi c’era in quella caffetteria.  Non si fermava davanti a nulla. L’immagine di Noemi contro quelle ragazze mi aveva così divertita che feci scappare una risata. “Eccolo!” indicò Christian. L’edificio era enorme ed anche lì vedevo una folla di ragazzine che urlavano dei nomi. “Ma cos’ha questa città??” Non ero abituata a vedere quelle cose e speravo di non vederle tutti i giorni. I miei timpani non potevano sopportare quelle urla. “E’ facile arrivarci, quindi. Il ristorante dev’essere quello!” indicai un locale accanto alla KBS. Dall’esterno sembrava lussuoso e grande. Non vedevo l’ora di iniziare a lavorare. “Tu già conosci il posto in cui dovresti dirigerti per lavorare o andiamo insieme a trovarlo?” chiesi a Christian. “Non preoccuparti per me, io sono capace di trovare la strada” disse con un sorriso beffardo. “Cosa vorresti insinuare????Ok, ho poco senso dell’orientamento ma mi sarò persa 2 volte in vita mia……..massimo 3”. Ah, che bugiarda. Sapevo che era molto più alto il numero di volte che mi ero persa. Succedeva soprattutto quando prendevo delle strade per la prima volta. Non so quante volte, in situazione del genere, avevo chiamato mio padre o Christian per venirmi a prendere. Ormai, lui, mi conosceva bene.
“Vuoi un gelato??”si voltò verso di me con uno sguardo dolce.
 “Si ma…..dove si trova la gelateria??” aish, odiavo il fatto di non conoscere le strade. ”Tu segui me! Basta chiedere in giro” e così fece. Riuscimmo a trovare in poco tempo la gelateria. Christian ordinò due gelati di gusti differenti. Conosceva il mio gusto preferito quindi neanche mi chiese quale volessi.  Ci sedemmo su una panchina sotto ad un albero e gustammo i nostri gelati. “Davvero buono!” commentò lui. Aveva ragione. Quel gelato era proprio buono. Lo finimmo in poco tempo e imboccammo la strada del ritorno. Iniziò a farsi buio e l’orario di cena era sempre più vicino. Camminammo vicini in silenzio. Cercavo di stare attenta alla strada che percorrevo per potermene ricordare anche il giorno successivo . Se mi fossi persa, chi avrei potuto chiamare?? Dovevo stare attenta.
Ero così concentrata sulla strada che non mi accorsi che Christian si era fermato pochi metri prima. “Manuela…” mi chiamò lui. Mi voltai e mi accorsi della distanza che ci separava. “Che succede, Christian? Perché non cammini?”.Stavo per raggiungerlo quando….
“Mi piaci!!” disse tutto d’un tratto. Senza troppe esitazioni, aveva avuto il coraggio di formulare quella frase. Spalancai gli occhi e mi bloccai sul posto. Sapevo che c’era qualcosa di diverso in lui ma non immaginavo fosse questo o, almeno, speravo non fosse questo. Non riuscii a parlare. Cosa avrei dovuto dirgli???? Mi aveva presa  alla sprovvista. 

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Capitolo 4
*** Quello che avrei voluto dirti ***


“Mi piaci!!!”
“Ma che dici???Torniamo a casa!” mi rigirai nella direzione verso casa. Lo ammetto, stavo scappando da quella dichiarazione. Sentì improvvisamente tirarmi il braccio con forza. Mi spinse a sé stringendomi fra le braccia.
“Mi piaci, Manuela. Mi sei sempre piaciuta! Non ti chiedo una risposta. So che la mia dichiarazione è stata improvvisa ma avevo bisogno di liberarmi da questo peso che mi porto appresso da anni”
Anni? Da anni lui ha questa cotta per me?! Avevo le braccia distese lungo il corpo. Non riuscivo a reggermi sulle gambe. Stavo perdendo forza. Adesso che succederà???? Non ho mai visto Christian sotto una luce diversa dell’amico fidato. Non riuscivo ad immaginarlo diversamente. Ma ferirlo era l’ultima cosa che volevo. ‘Perché il rapporto si è evoluto in questo modo??’ Mi stava rendendo le cose più complicate.
“Non voglio che nulla cambi fra noi….” interruppe i miei pensieri. “…ti prego, non farmi pentire di essermi dichiarato!” continuò tenendomi fra le braccia. Cercai di sciogliere con forza quell’abbraccio. Avevo lo sguardo rivolto verso il basso, non riuscivo neanche a guardarlo. Ero troppo imbarazzata.
Finalmente ritornammo a casa. Non riuscivo più a sopportare quel silenzio imbarazzante. Aprii la porta e, senza incrociare lo sguardo di nessuno, mi diressi in camera mia. Mi gettai sul mio letto e ripensai ancora alle sue parole. Perché proprio io?? Non provavo le stesse cose, di questo ne ero sicura nonostante la poca esperienza in campo sentimentale. In tutta la mia vita, ho avuto un solo ragazzo. Una storia durata 8 mesi ma non ne ero innamorata. Lo capii solo dopo esserci lasciati: la rottura di quella storia non mi aveva procurato tanta sofferenza. Forse, a causa dei mille litigi, non riuscivo a legarmi a lui sentimentalmente. Mi ero ripromessa di iniziare un’altra solo se avessi avuto quel forte batticuore di cui film e romanzi ne parlano come un’emozione unica e piacevole, un’emozione ancora estranea per me.
[Pensieri di Christian]
Entrammo in casa. Lei si diresse in camera senza guardare nessuno. ‘Se avessi sbagliato nel dichiararmi?’: quel pensiero mi stava uccidendo. Roberto stava giocando al suo nuovo videogioco. Noemi e Valeria preparavano la cena.
“Ma che succede??” mi domandò Noemi. “Avete litigato?” continuò lei.
“No, nulla del genere!” le risposi. Come potevo spiegare cosa stava succedendo? Dovevo evitare le altre loro domande così decisi di dirigermi nella mia stanza. Mi avvicinai al letto per sedermi e iniziai a rimuginare sulle mie stesse parole. Forse non avrei dovuto dirle ancora niente, forse era il momento sbagliato. Forse……
”Aaah, basta! “ iniziavo a confondermi le idee. Lei mi piaceva, ero sicuro solo di questo.
Mi distesi sul letto e guardai il soffitto. Senza accorgemene, mi addormentai poco dopo.
[Pensieri di Manuela]
“Manuela???Che succede??Non ti senti bene???” era Noemi. Entrò nella stanza e si sedette accanto a me.
“Si è dichiarato!!” dissi senza troppi giri di parole. Avevo bisogno di confidarmi ma, soprattutto, avevo bisogno di consigli.
“Si è deciso, finalmente!!” rispose lei accennando un sorriso. “Non prenderla così! Non si è dichiarato perché sperava in una tua risposta positiva. Provava questo sentimento da troppo tempo ed il peso aumentava ogni giorno di più. Si era promesso che, una volta uscita dal coma, avrebbe dichiarato i suoi sentimenti….strano che non l’abbia fatto un po’ prima.” Disse lei mentre mi accarezzava i capelli. Noemi sapeva che, per tranquillizzarmi da qualsiasi problema, accarezzarmi i capelli era l’antidoto. Mi faceva sentire al sicuro.
Ma come potevo ignorare quella dichiarazione??In un istante, ripensai ai momenti passati con lui. Frugai fra i miei ricordi per accertarmi di non esser stata io ad avergli dato qualche possibilità con un mio gesto o con una mia parola. Mi sono comportata con lui pensandolo solo come un amico.
“Che faccio adesso??” chiesi, sperando che la sua risposta potesse aiutarmi in qualche modo.
“Adesso?????Semplice!!!!!Vieni a mangiare…” mi disse ironicamente tirandomi su dal letto. Non era certo la risposta che mi aspettavo ma, in compenso, mi aveva fatta tornare il sorriso per un attimo.
Mi sedetti a tavola, accanto a Valeria e Roberto. Subito dopo, sentii il rumore della porta della stanza di Christian che si apriva. Si sedette accanto a Roberto. Aveva i capelli scompigliati e gli occhi gonfi di sonno. Forse stava dormendo. Decisi di proseguire le mie giornate ignorando, finché potevo, le sue parole di poco fa. Gustai la cena preparata da Noemi e Valeria. Era davvero tutto buono.
Finito la cena, come stabilito, pulii la cucina insieme alle ragazze. Mi ero promessa di andare a letto molto presto visto la giornata che mi attendeva domani. Speravo che la storia con Christian non potesse disturbarmi il sonno.

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Capitolo 5
*** Un incontro inaspettato ***


Un nuovo giorno iniziò. La fidata sveglia suonò all’orario memorizzato. Mi lavai in fretta, mi vestii e scesi correndo verso la fermata. Non volevo far tardi al colloquio. Speravo che tutto andasse bene e che avrei cominciato subito quel lavoro. Inoltre….speravo di non perdermi.
Scesi alla stessa fermata che Christian il giorno precedente mi fece vedere. Percorsi la lunga strada che mi avrebbe portata al ristorante. Notai che la caffetteria vicino al ristorante non aveva più quella folla di ragazzine urlanti che vidi il giorno prima. Entrai nel ristornate. Era immenso, bellissimo, i pilastri al centro delle sale erano ricoperti di specchi. I lampadari erano di cristallo. Le tende e le tovaglie erano dello stesso colore e tessuto. Mi incantai a guardarlo.
Chiesi del proprietario che mi ricevette nel suo ufficio. Iniziò il colloquio, mi fece una serie di domande soprattutto sulla conoscenza delle lingue. Guardò attentamente il curriculum vitae che avevo presentato e rimase sorpreso quando scoprì che era di nazionalità italiana e che frequentavo l’Università di lingue. Si complimentò per il mio coreano. Disse che cercava una cameriera che potesse occuparsi anche delle traduzione qualora ce ne fosse stato bisogno. Il ristorante ospitava persone di successo che venivano anche dall’estero, maggiormente in Italia.  Mi spiegò come si svolgeva il lavoro:
“Lavorerà a turni di 7 ore e dovrà servire i tavoli. Non accetto errori. Sarà immediatamente licenziata se dovesse sbagliare qualcosa in questo lavoro. Inoltre… inizierà da stasera. Ho bisogno di personale.”spiegò il mio nuovo titolare. Avevo finalmente trovato un lavoro e iniziavo da subito. La paga era ottima. Corsi a casa contentissima per l’assunzione. Chiamai Valeria per sapere com’era andato il suo colloquio visto che anche lei ne aveva uno. Urlò al telefono “Ce l’ho fatta!!Ho ottenuto il lavoro” potevo capire la sua eccitazione…provavo la stessa cosa. Roberto aveva il suo colloquio nel pomeriggio quindi l’avrei trovato a casa una volta tornata. Noemi ancora sperava di poter trovare qualcosa nelle vicinanze della KBS. Mi tornò in mente quel gruppo di ragazzine che sventolavano cartelloni. Sicuramente Noemi avrebbe fatto la stessa cosa abbandonando il lavoro e l’avrebbero licenziata dopo pochi minuti dall’assunzione. E Christian??? Aveva anche lui un colloquio. Ero curiosa di sapere qualcosa ma non avevo il coraggio di chiamarlo. Non dopo quello che mi aveva detto il giorno prima. Stavo attenta a non illuderlo troppo…l’avrei ferito di più. Aprii la porta di casa e trovai Roberto che giocava al suo videogioco. Avevano fatto la spesa. Noemi iniziò a preparare qualcosa per il pranzo. Comunicai a tutti la bella notizia.
“Mi ha chiamato poco fa Christian, dicendomi che ha fatto il colloquio ma che avrebbe ricevuto una chiamata in giornata una volta valutato i candidati” disse Roberto soddisfacendo la mia curiosità.
“E di Valeria sapete qualcosa?” chiese Noemi.
“Si l’ho chiamata. Anche lei è stata assunta ma inizierà domani”.
“Yeeeeaaah!!! Sono contenta per lei” urlò Noemi saltellando dalla gioia.
 
Arrivò l’ora per andare a lavoro. Mi legai i capelli, mi truccai leggermente e corsi alla fermata dell’autobus. Decisi di immergermi nel lavoro per non pensare ancora a Christian…anche se mi risultava molto difficile. Percorsi la strada fatta il mattino stesso e giunsi davanti al ristorante. Tirai un respito ed entrai dall’entrata del personale
Finalmente iniziavo il mio lavoro. Ero in parte contenta e in parte preoccupata. Non dovevo commettere errori.
Mi diedero la divisa che indossai in pochi minuti. Servii i tavoli con professionalità, come mi avevano raccomandata. C’era un viavai di persone. Tutti vestiti elegantemente. Ordinavano piatti costosi e pagavano con carte di credito. In pochi pagavano con i contanti.
Una stanza del ristorante mi aveva incuriosita. Aveva la porta chiusa e lì poteva entrarci solo una cameriera. Han Yun Suk  era la veterana del ristornante. Ci lavorava da anni ed era il nostro Capo Sala.
“Non ci sperare di poter entrare lì!” quella voce interruppe i miei pensieri. Era una ragazza che lavorava insieme a me, assunta qualche mese fa. Yurim aveva la mia stessa età, era più bassa di me di qualche centimetro con capelli neri, occhi scuri e una corporatura sottile. Tipica coreana.
“Lì ci possono entrare solo quelle esperte in questo lavoro, cioè Han Yun Suk. Che fortuna!” disse facendo una smorfia di invidia e guardando nella direzione di quella porta chiusa.
“Perché è chiusa quella porta?” chiesi.
“Non sai? Lì si riuniscono gli idoli della Corea del Sud. Cercano di restare tranquilli dalle pazze fans. Il direttore del ristorante ha ordinato a tutte noi di non entrare per nessun motivo, quindi quasi mai sappiamo chi c’è all’interno. Ho saputo da una nostra collega che stasera lì dentro c’è…”
“Hey voi due! Avete finito di chiacchierare???Qui si lavora!!” urlò un ragazzo al bar. Sobbalzammo a causa di quelle urla. In effetti, c’eravamo persi nel discorso e quasi ci stavamo dimenticando di servire i tavoli.
La serata continuò. La cucina emanava un buon odore e le portate, dall’aspetto, sembravano gustose. Arrivò l’orario della fine del mio turno. Ero stanchissima e faceva caldo. Mi tolsi la divisa e mi sedetti su delle scale che portavano al piano superiore. Cercavo di riposare un po’ prima di tornare a casa ma sentivo l’esigenza di prendere aria, così decisi di salire sul tetto del ristorante. Yurim mi aveva parlato della splendida vista che si vedeva dall’alto, ero curiosa di vederla. Salii le scale ed aprii la porta che portava al tetto. Il panorama che stavo osservando era magnifico. Seoul era un incanto di sera e la luna era grande… sembrava stesse a pochi metri da me…
“AISH!!!NON CE LA FACCIO PIUUUUU’!!!Mi sono stancato di tutto questo!” sentii urlare una persona. Mi voltai verso la direzione in cui avevo sentito quella voce. Era di spalle. Non molto alto e biondo. Mi chiedevo se fosse coreano. Guardava verso il basso. Non capivo cosa stesse facendo ma non mi sembrava di certo una buona cosa. Iniziai a pensar male. Stava piangendo, sentivo i suoi singhiozzi. Mi avvicinavo sempre di più, volevo capire cosa stesse succedendo.
“Mi scusi???” chiesi con tono timido e preoccupato. Lui si voltò verso di me, aveva il viso rigato dalle lacrime. Si rigirò nel lato opposto come per nascondersi. Per quel poco che avevo visto potevo confermare che era davvero bello. Un coreano così biondo ma anche così bello non lo avevo mai visto. “Scusa! Non sono in vena di autografi. Lasciami solo!”
“Autografi?? Mi spiace deluderla ma…..non sono di Seoul. Vengo dall’Italia e non sono molto informata sulle celebrità coreane”. Dissi avvicinandomi a lui. Volevo aiutarlo in qualche modo. Non ero tranquilla a lasciarlo così triste sul tetto. E se avesse fatto qualcosa di brutto?? No. Dovevo stare lì per accettarmi che non potesse fare stupidaggini.
 “Che succede??Problemi con la sua ragazza?” chiesi.
Sentii un sorriso beffardo.”Pff!! L’amore???Come se fosse possibile per me!Noi ‘idoli’, non possiamo avere una vita normale. Ci è vietato tutto….anche prendere il sole” continuò lui, arrabbiandosi ogni secondo di più. “Mi sono stancato di essere trattato come un oggetto. MI SONO ROTTO DI TUTTO!!!!”.
Urlò dalla rabbia e, con forza, diede uno spintone contro il muro con un piede. Si sedette a terra con la testa sulle ginocchia e le braccia che gli coprivano il viso. Sentii i suoi singhiozzi, ma erano più forti di prima…stava piangendo senza trattenersi. Non conoscevo quella persona e non capivo il senso delle sue parole ma quelle lacrime mi stavano spezzando il cuore. Avrei voluto trovare un modo per fermarle. Per un istante, mi immedesimai nella sua persona e cercavo qualcosa che poteva alleviare il mio dolore. ‘Cosa mi avrebbe fatta star meglio???’ pensai. Ma solo una cosa mi ha sempre aiutata in momenti come questi, un qualcosa che mi faceva sentire protetta e al sicuro: un abbraccio sincero! Così feci. Lo abbracciai mentre piangeva, accarezzandogli i capelli… cercavo di diffondergli sicurezza. Non si mosse dalla sua posizione.
“Non so cosa ti sia successo ma non preoccuparti. Si sistemerà tutto!!!” gli dissi con tono dolce, cercavo di confortarlo. I suoi capelli erano morbidi e setosi. Emanavano un dolce profumo di lavanda. Aveva le spalle larghe. Sentii sciogliersi dalla sua posizione per stringermi fra le sue braccia. Rimasi sorpresa e …. imbarazzata. Stava piangendo sul mio petto e mi stringeva con non molta forza. Era delicato. Ricordai, improvvisamente, la presa forte di Christian la sera precedente. Notai la differenza.  Christian aveva usato molta forza procurandomi dolore. Non mi piaceva quell’abbraccio e non mi faceva sentire sicura…..a differenza di questo che stavo appena assaporando.
D’un tratto, non sentii più i suoi singhiozzi. Aveva smesso di piangere ma restammo per qualche minuto abbracciati. Ero riuscita a calmare le sue lacrime.
Si scostò lentamente dal mio petto ed alzò la testa. Ci guardammo negli occhi. Era bellissimo: biondo, occhi a mandarla, labbra carnose e pelle liscissima e bianca. Era perfetto. Non avevo mai visto quei lineamenti di viso così belli.
“Grazie!!” mi disse accennando un sorriso. Si alzò in piedi e prese un fazzoletto per asciugarsi il viso. Mi aiutò ad alzarmi. Ero ancora sbalordita per la sua bellezza.
“Ecco…..vorrei che non dicessi a nessuno di avermi visto qui. Non vorrei avere fastidi dalle fans. “ disse preoccupato che potessi fare la spia appena scesa le scale.
“Non preoccuparti e poi….non so neanche come ti chiami, quindi mi sarà difficile farti la spia”, dissi sarcasticamente. Rideva tra i baffi.
“Mi chiamo Lee Hyuk Jae ma puoi chiamarmi anche Eunhyuk” accennò un sorriso. 

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Capitolo 6
*** Cap. 6 ***


“Mi chiamo Lee Hyuk Jae ma puoi chiamarmi anche Eunhyuk”
‘ Come si chiama???’ pensai.
 Avevo già dimenticato il suo nome. Non era facile poter memorizzare i nomi coreani. Riuscivo a chiamare le mie colleghe per il nome solo perché attaccato al taschino della giacca all’altezza del petto avevamo ognuna una targhetta con inciso il proprio nome. Quelle targhette mi aiutavano tantissimo. Era impossibile ricordare subito i nomi di tutto il personale del ristornate.
“Puoi ripetere?” gli chiesi con molto timidezza.
“Cosa??Ma davvero non hai mai sentito parlare di me in tutti questi anni??” quasi non credeva alle mie parole.
[Pensieri di Eunhyuk]
La guardavo incuriosito dalla sua reazione una volta pronunciato il mio nome. La immaginavo esplodere in un urlo di sorpresa….
“Puoi ripetere??” disse arrossendo stringendosi le spalle. ‘Non mi conosceva per davvero?!’ rimasi male dalla sua domanda ma forse in Italia erano in poche che mi conoscevano. La guardai negli occhi. Era molto carina e buffa. Quella ragazza era…...interessante. Sembrava fragile.
“Cosa?Ma davvero non hai mai sentito parlare di me in tutti questi anni?”
“Ehm…..nell’ultimo anno ero…….altrove…..” rispose.
 “Ok. Aspetta un secondo!” Presi il foglio che avevo nel taschino interno della giacca e la penna. Le scrissi il mio nome sul quel foglio e firmai un autografo.
“Qual è il tuo nome?” le chiesi. Ero curioso di conoscerlo.
“Manuela!”
 “Come??” che nome strano. Non sapevo neanche come scriverlo e sicuramente mi sarebbe risultato difficile pronunciarlo.
“Stasera abbiamo problemi con i nomi a quanto pare!” disse lei ridendo. Diventava ancora più carina quando rideva. Si avvicinò di più e prese la penna che era fra le mie mani scrivendo il suo nome su quel foglio.
“Ecco fatto! Questo è il mio nome: Manuela”.
Conclusi ciò che stavo scrivendo sul quel foglio e glielo consegnai. Scrissi le iniziali SJ…forse il mio tentativo era di incuriosirla. ‘Perché mi premeva averla tra le fans???’ pensai.
“Ma cosa stai facendo, hyung??Ti stanno aspettando tutti in sala”. Era il mio manager. Aaaaish, dovevo ritornare in quell’inferno di sala dove si parlava solo di contratti su contratti, di regole da seguire, di more che avrei dovuto pagare se avessi violato una clausola. Ultimamente, ero carico di lavoro. Non avevo più un giorno libero. Non avevo neanche un’ora libera.
“Arrivo subito, hyung” gli dissi. Rivolsi il mio sguardo su quella ragazza che era davanti ai miei occhi. Mi dispiaceva salutarla e chissà se ci saremo rivisti ancora, in futuro. Mi inchinai e la ringrazia ancora una volta. Corsi per le scale e raggiunsi il manager.
[Pensieri di Manuela]
Scese le scale di corsa e non mi diede neanche il tempo di salutarlo.
 Lee Hyuk Jae. A Manuela con affetto Eunhyuk SJ”. Era scritto sul foglio che mi aveva dato. “Eunhyuk! Aaaah, mi sarà difficile ricordarmelo la prossima volta”…SJ??? Cosa significavano quelle due lettere. D’istinto guardai l’orologio. “E’ TARDI!!!” avevo perso troppo tempo. Scesi dal tetto e corsi verso il mio armadietto per raccogliere le mie cose. Dovevo fare in fretta se non volevo impensierire i miei amici.
Arrivai in fretta a casa, mancavano solo pochi metri prima di raggiungere la porta d’ingresso quando vedo una figura nei pressi del mio appartamento. Rallentai per poter focalizzare quella figura. Mi bloccai appena capii che era Christian. “Perché è lì??Cosa stava facendo” in pochi secondi pensai a tutto. Pensavo a come evitarlo. Non ero ancora pronta ad affrontarlo.
“Manuela ma che c… CHE FAI!!!!” urlò quasi avesse perso la pazienza. “Hai visto che ore sono??Ma dove diamine eri finita?! Quel maledetto cellulare, ACCENDILO!!” Si avvicinò sempre di più.
Ero terrorizzata da quelle urla. Era arrabbiatissimo e non aveva torti. Avevo fatto tardi e non avevo avvisato nessuno. In più, mi trovavo in una città ancora sconosciuta per noi.
“Ecco…al lavoro io…”
“Ferma! Scusami ma ero preoccupato” mi abbracciò ancora una volta. Mi distaccai subito dopo, non potevo accettare quell’abbraccio. Avevo paura che potessi illuderlo. Abbassai lo sguardo per evitare di incrociare il suo. Lui restò fermo a fissarmi… ‘Non si aspettava che rifiutassi quell’abbraccio?’
“Scusa. Entriamo!” disse lui entrando in fretta in casa.
Aprii la porta, erano tutti ad aspettarmi. Mi scusai con tutti e raccontai la mia giornata lavorativa. Parlai anche di quel ragazzo ma, come una stupida, lo feci davanti a Christian. Purtroppo avevo l’abitudine di raccontargli tutto, prima della sua dichiarazione. Dovevo cambiare le mie abitudini.
Christian si alzò per chiudersi in camera. Non ascoltò il resto del discorso. Mi sentii profondamente in colpa, dovevo tacere finchè era ancora presente. L’avevo sicuramente ferito.
“E allora????” erano tutti curiosi di conoscere i dettagli di quell’incontro con la celebrità coreana. La tv era accesa e sentivo tante risate di sottofondo. Un’immagine aveva catturato la mia attenzione. Quel ragazzo biondo, Eunhyuk, era in un programma televisivo. Era davvero famoso allora?
“Eccolo!! E’ lui!” dissi indicando col dito il ragazzo biondo.
“MA SCHERZI?????Ma sai chi è lui???”
“Noemi, ti ho appena detto che non sapevo neanche che fosse una celebrità…”
“LUI E’ EUNHYUK!”
“Si, l’ha detto anche lui…” dissi con sarcasmo.
“Lui è uno dei Super Junior”
“Cosa???Ma….non ricordavo di aver visto un ragazzo biondo nei loro video. Ho visto il video Bonamana e qualche altro video ma sono sicura che quel ragazzo biondo non c’era”. Cercavo di ricordare i volti di quei ragazzi ma era impossibile. Li avevo visti una sola volta in un loro video. Non avevo tempo di indagare su di loro visto gli impegni con l’università e la preparazione per la partenza verso la Corea del Sud.
“Stupida, hai visto vecchi video…Se avessi visto il nuovo MV, l’avresti riconosciuto subito”. Noemi era chiaramente invidiosa di quell’incontro. Potevo capirla visto che conoscevo il suo amore per i Super Junior. “Super Junior? SJ!  aaah ecco il significato di quelle due lettere”, pensai. Raccontai ogni minimo dettaglio di quell’incontro. Noemi mi aveva sottoposta ad un severo interrogatorio ed era meglio ‘collaborare’.
Soddisfatta del racconto, Noemi decise di rimettersi al computer. Mi voltai verso la televisione sperando che quel programma non fosse ancora finito e, per mia fortuna, fu così. Non so per quale motivo ma volevo vedere come se la cavasse in tv. ‘Non gli rende giustizia la televisione’ pensai. Era molto più bello dal vivo. Lo osservai attentamente e seguii il suo discorso. Parlava dei primi giorni del debutto e degli altri membri dei Super Junior. ‘Quello lo riconosco’ aveva una corporatura più robusta degli altri. Il suo nome era Shindong. Sembrava simpatico.
Ritornai a fissare Eunhyuk. Il conduttore l’aveva invitato al centro dello studio. La telecamera era puntata solo su di lui poi….la musica partì improvvisamente. Stava ballando…e ballava divinamente. Rimasi di stuccò per la sua bravura, speravo che quella canzone durasse ancora di più per ammirare quel fenomeno. Mi incantai a guardarlo e rimasi estasiata.
Poco dopo, il programma finì. Mi ritornarono in mente le parole di Noemi che parlava di un nuovo video. Corsi in stanza e accesi il computer attivando internet. Cercai su google il titolo del nuovo single dei Super Junior.
“Mr Simple??” senza perdere altro tempo, scrissi quel titolo sul motore di ricerca di Youtube e cliccai su play. La musica partì e….eccolo. Eunhyuk cantava e ballava con gli altri membri. Avevo gli occhi solo su di lui, non era difficile individuarlo visto che era l’unico ad essersi tinto i capelli di biondo platino. Più lo guardavo e più ne restavo affascinata. Mi piaceva anche la musica oltre che la coreografia. Sul lato destro del video, c’era una lista di video correlati. Volevo vederlo ancora ballare così ne avviai altri due. Non commetteva errori, aveva degli assolo in rap e in danza. Non potevo contraddire nessuna parola di Noemi. Aveva ragione a descriverli dei fenomeni.
Iniziai ad avere sonno, gli occhi si stavano quasi chiudendo. Decisi di prepararmi per andare a dormire. Mi chiusi in bagno per farmi una doccia. Poi mi avvicinai al lavandino per lavarmi i denti. Avevo un po’ sete così mi avviai verso la cucina. Christian era lì, seduto vicino al tavolo con pugni chiusi. Pensava a qualcosa, era troppo assolto nei suoi pensieri. Alzò lentamente la testa e…. ‘mi ha vista’. Stavo ritornando in stanza quando la sua voce mi bloccò.
“Ferma! Ho bisogno di parlarti” disse silenziosamente per non svegliare nessuno. “Vieni qui e siediti!” ‘Stava dando degli ordini?’ avevo un forte desiderio di scappare nella mia stanza e chiudermi la porta alle spalle ma sapevo che sarebbe risultato un gesto vigliacco. Non se lo meritava neanche, così feci come mi aveva chiesto. Mi avvicinai al tavolo lentamente, ero preoccupata per cosa mi avrebbe detto. Mi sedetti di fronte a lui, tenendo le spalle attaccate allo schienale della sedia, come se cercassi di distanziarmi.
“Perché ti stai comportando in questo modo? Ti avevo chiesto di non farmi pentire di quella dichiarazione”.
Cosa dovevo rispondergli??Aveva uno sguardo triste e mi faceva male vederlo così, ma dovevo dirgli la verità altrimenti l’avrei ferito ancora di più.
“Christian, sei stato il mio migliore amico per oltre 13 anni. Siamo cresciuti insieme. Con te ho condiviso i momenti belli e brutti della mia vita ma….ti ho sempre e solo visto come un fratello. Non riesco a ricambiare i tuoi sentimenti, non chiedermi di farlo. Inoltre…”
“Credi davvero che ti stia chiedendo questo??” mi interruppe. “Penso di essere stato chiaro quando ti dicevo che non volevo una risposta ma che dovevo liberarmi di quel flagello. Manuela, so benissimo come mi guardi ed è lo stesso identico modo in cui guardi Noemi o Valeria..o Roberto. Però, mi ero stufato di ricoprire il ruolo dell’amico/fratello che ti stava intorno soffocando i sentimenti. Dovevo spazzar via quell’immagine che ti eri fatta di me. Voglio che d’ora in poi tu possa guardami con altri occhi e non importa quanto tempo ci vorrà. Ci riuscirò! Ma non evitarmi. Più mi eviterai e più io ti cercherò”. Aveva uno sguardo serio. Non avevo mai visto questo lato di Christian. Voleva solo che non lo evitassi e che potessi vederlo sotto un altro aspetto.
“Ok, ho capito! Non ti evito ma non dichiararti più. Mi rendi nervosa. Inoltre, per ora, non se ne parla di cambiare la versione di ‘Christian’. Ho bisogno più di un amico che di un fidanzato” quella fu la mia risposta. Iniziammo a parlare del nostro lavoro cercando di stabilire l’equilibrio fra noi. Lui mi raccontava che nel pomeriggio aveva ricevuto la telefonata di lavoro che aspettava. Domani sarà il suo primo giorno. Restammo a parlare per pochi minuti, poi decidemmo di ritornare ognuno nelle sue stanze. Ero davvero stanchissima. Mi gettai sul letto e chiusi gli occhi sperando di poter dormire in fretta.

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Capitolo 7
*** cap.7° ***


La sveglia suonò alle 8.00. Mi voltai verso il letto di Noemi e Valeria. Erano entrambi vuoti. Sapevo che Valeria doveva scendere presto la mattina per incominciare il suo lavoro. Era abbastanza distante, doveva prendere la metropolitana ogni giorno. ‘E Noemi?’ scesi dal letto e mi diressiin cucina. La trovai che cerchiava delle inserzioni sul giornale.
”Buongiorno! Cosa stai facendo?” le chiesi ancora frastornata dal sonno.
“Cerco un lavoro! Mi sono stancata di essere l’unica a restare a casa” disse continuando a guardare il giornale. Finalmente aveva capito che doveva iniziare a trovare qualcosa, lei era l’unica che non aveva trovato ancora un lavoro. Si era fissata di dover trovare un lavoro nei posti frequentati dalle celebrità.
“Devo uscire da questa casa per poter incontrare un idolo…!”
‘Come non detto’ Noemi cercava un lavoro solo per un incontro con un idolo??? E’ pazzesca.
“Ci vediamo stasera!” disse Christian attraversando la cucina per raggiungere la porta d’ingresso. Aveva in bocca un biscotto. Non aveva avuto il tempo di fare colazione perché si era svegliato tardi.
“A che ora termina il tuo turno” mi chiese voltandosi dalla mia parte. ‘Perché vuole sapere a che ora finisco di lavorare?’ pensai.
“Alle 11.30. Perchè vuoi saperlo?” ero curiosa di sapere il motivo della sua domanda ma temevo anche la sua risposta. E’ vero che gli avevo detto che non l’avrei più evitato ma di certo non volevo che mi stesse tutto il tempo attorno.
“Niente!. Torna a casa in orario, stavolta” mi rispose. Aprì la porta e se la chiuse alle spalle. Mi aveva avvertita di non tardare come è successo il giorno precedente. Per un attimo temevo volesse dirmi che sarebbe passato a prendermi al lavoro, invece era solo preoccupato.
Roberto ancora dormiva nella sua stanza ma si sarebbe svegliato presto… anche lui doveva iniziare a lavorare.
La giornata passò in fretta ed arrivò il momento di prepararmi per il lavoro. Pensai di nuovo a quel ragazzo biondo, Eunhyuk. ‘Chissà se anche oggi lo troverò al ristorante’ quasi ci speravo.
Corsi verso la fermata. L’autobus era affollato quel giorno. Scesi alla solita fermata e percorsi la strada che mi avrebbe portata al ristorante. Mi voltai sul lato sinistro incuriosita da quella folla di ragazze fuori alla caffetteria ‘Handel & Gretel’. Erano di più questa volta. Urlavano tutte insieme e non riuscivo a capire chi stessero chiamando. “Anche stasera c’è una celebrità in quella caffetteria??” dissi.
Entrai nel camerino e indossai la divisa. Osservai la porta chiusa della sala VIP dove nessuno doveva e poteva entrarci.  L’unica ad avere la possibilità di entrare era Han Yun Suk. Chissà se dentro c’era lui oggi. Le ore passavano, servivo i tavoli con molta più facilità rispetto al giorno prima. Avevo capito il sistema all’interno del ristorante, conoscevo tutti i posti dei bicchieri, bottiglie, piatti ecc.
Il tempo passò in fretta ed era arrivata l’ora di poter tornare a casa. Ma prima, mi avevano raccomandato di gettare la spazzatura. C’erano dei turni e, stavolta, toccava a me. Il bidone si trovava sul retro del ristorante. Era tutto buio e non si vedeva un granchè.
Sentii improvvisamente delle urla di ragazzine ed un fracasso. Guardai attentamente verso la direzione in cui provenivano quelle urla e vidi, svoltare l’angolo, una mandria di ragazze che si dirigevano verso di me. Davanti a loro c’era un ragazzo che sembrava stesse scappando da loro. Più si avvicinavano e più riuscivo a vedere il volto di quel ragazzo…..era lui.
[Pensieri di Eunhyuk]
“Aish, uscire col manager ha i suoi vantaggi. Devo ricordamene la prossima volta”. Stavo scappando da quella folla di ragazzine pazze. Correvo sempre più velocemente. Non osavo immaginare cosa sarebbe successo se m’avessero preso. Yesung mi aveva avvertito di non passare davanti alla caffetteria perché oggi si sarebbero accalcate tutte attorno all’ingresso, ma come un cretino me n’ero dimenticato. Voltai l’angolo verso il retro del ristorante che si trovava accanto alla caffetteria. Dovevo evitare le strade dove c’era più folla di persone altrimenti qualcuno si sarebbe fatto male. Correndo, vidi una ragazza che stava gettando la spazzatura. Indossava la divisa del ristorante, era sicuramente una loro dipendente. Aveva qualcosa di familiare. Riuscii a focalizzarla: era la ragazza sul tetto, Manuela. Era rimasta lì impalata con occhi sbarrati dalla paura. Dovevo trascinarla con me altrimenti quelle pazze l’avrebbero travolta.
“CORRI!!!” le dissi prendendole la mano. Dovevamo nasconderci in fretta. Ma dove?
“MA COSA STA SUCCEDENDO!!” urlò spaventata da quella situazione. Continuavamo a correre e notai che erano diventate di meno le pazze che mi inseguivano. Una parte di loro si arresero perchè stanche. Dovevo seminare solo quelle 10 che erano le più insistenti. Urlavano qualcosa del tipo Sarai mio, Oppa; Non ti lasceremo scappare questa volta.; Chi stai trascinando con te? Sapevo che domani avrei trovato su tutti i blog la notizia “Eunhyuk scappa con la sua nuova fidanzata?” ma non potevo lasciarla lì.
“Meno male che mi sono allenata in palestra nell’ultimo periodo.”, disse lei. Quella battuta mi aveva divertito molto, anzi…stranamente, trovavo quella situazione molto divertente. Svoltammo a destra e vidi un vicolo strettissimo e buio. Mi infilai lì e la trascinai con me. Speravo non mi avessero visto, quel vicolo non aveva uscite ed eravamo in trappola. Le misi una mano sulla bocca evitando di farci sentire. La toccai delicatamente per paura di farle male. Era tutto buio e stretto. Avevo il corpo poggiato sul suo mentre lei poggiava le spalle al muro. Ci guardammo negli occhi, era ancora impaurita…. Lasciai libera le sue labbra dalla mia mano.
Con le mani, mi aggiustò il cappello della felpa in testa coprendo i capelli. “Quel biondo è un faro di luce anche nel buio” disse bisbigliando. Avrei voluto scoppiare in una risata, ma non potevo finchè il pericolo non fosse scampato, così la soffocai. Aveva ragione, ero facilmente rintracciabile a causa del colore dei miei capelli. Purtroppo però serviva per il contest del nuovo album. Restammo ancora lì a guardarci, il vicolo era così stretto che non permetteva di essere distanti. Restammo in silenzio, chiaramente imbarazzati ma non potevamo dir nulla altrimenti ci avrebbero scoperti e quella posizione non era delle migliori. Avrebbero sicuramente frainteso.
Saranno sicuramente andati di là!” sentii le voce di quelle ragazze che ancora non si erano arrese. Passarono davanti a quel vicoletto diventato il nostro nascondiglio. Per paura di essere scoperto, mi avvicinai ancora di più a lei tenendo le mani al muro. Eravamo troppo vicini, sentivo il suo respiro sulle mie guance e un forte battito cardiaco…forse era il mio. Ero davvero imbarazzato, pregavo che quelle pazze se ne andassero presto per potermi distanziare da lei. Sudavo dal nervosismo e non riuscivo ad incrociare il suo sguardo, non in quella posizione. Non riuscivo a concentrarmi sulle voci di quelle ragazzine…l’unica cosa che sentivo erano i nostri respiri.
“Cre-credo che se ne siano…andate!” disse lei con voce rotta. Notai quel silenzio anch’io. Forse erano davvero andate via. Alzai lentamente la testa e incrociai il suo sguardo per un attimo. Quegli occhi mi stavano stregando, così profondi…dovevo allontanarmi da lei.
“Usciamo da qui!!” cercavo di scappare da quello sguardo. Osservai con cautela la strada. Non c’era nessuno, potevamo uscire da lì….dovevo uscire da lì. Improvvisamente sentii la suoneria del cellulare…non era il mio.
“Christian?!” disse lei guardando sul display del suo cellulare. ‘Chi era quel Christian?Suo fratello o…il suo fidanzato??’ volevo sapere chi fosse questo ragazzo che la stava chiamando. Restai in silenzio per ascoltare la conversazione.
[Pensieri di Manuela]
“Christian?!” dissi sorpresa di quella telefonata. ‘Che cosa vorrà? Poteva scegliere un momento migliore’ pensai fissando il telefono. “Pronto, Christian?”
-“Hai finito il tuo turno?” disse lui dall’altra parte del telefono.
“Si, ora torno a casa” con la coda dell’occhio osservavo l’espressione di Eunhyuk che continuava a stare in silenzio e a guardare davanti con le mani in tasca.
-“Mi trovo fuori al ristorante dove lavori. Ti faccio accompagno a casa. Entro dentro o ti aspetto fuori???”
‘Che cosa?? Perché era lì??E ora cosa faccio??Non mi trovavo dentro al ristorante e, correndo, mi sono allontanata troppo. Cosa gli dico adesso?’ sembravo una fidanzata infedele che cercava di nascondere il tradimento. Maledii, ancora una volta, quella sua dichiarazione. In passato, non avevo problemi nel dirgli che mi trovavo con una persona del sesso opposto. Adesso era tutto diverso.
“Ecco…sono andata a buttare la spazzatura ma, a causa di una situazione, mi sono dovuta allontanare. Adesso sto tornando al ristorante” gli risposi e subito dopo staccai il telefono.
“Il tuo fidanzato?” mi chiese lui appena conclusa la telefonata.
 “No! E’ solo un amico che mi sta aspettando fuori al ristorante. Sai, tendo a perdere l’orientamento molto facilmente e credo che si sia preoccupato di questo mio difetto”  ero chiaramente in difficoltà per la situazione che si stava creando. Pensavo a cosa avrebbe detto Christian una volta incontrato Eunhyuk.
“Ti accompagno al ristorante, altrimenti potresti perderti e, inoltre, è colpa mia se ti sei allontanata così tanto” disse lui accennando un sorriso.
“Grazie ma non è necessario. Rischi di essere di nuovo preda di quelle psicopatiche ragazzine”. Cercavo di evitare di farli incontrare anche se mi dispiaceva allontanarmi da lui. ‘Aaaah!Christian, sei un guastafeste!’ avrei voluto dirgli queste parole una volta incontrato ma sapevo che sarebbe scoppiata in una litigata.
“Nessun problema. Sicuramente ci sarà il mio manager ad aspettarmi lì vicino. Gli ho mandato un messaggio prima di incontrarti”.
“Ok! Allora, va bene”. Ero tesa e preoccupata. Dovevo solo svoltare l’angolo e mi sarei ritrovata davanti al ristornate in cui lavoravo. Pregavo che andasse tutto liscio.
‘Eccolo lì che aspetta!’ avevo subito individuato Christian che si voltò verso di me ma, appena notò Eunhyuk, cambiò espressione. 

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Capitolo 8
*** cap. 8° ***


[Pensieri di Eunhyuk]
‘Dunque, è lui?! Quale sarà il loro rapporto??’ quanto avrei voluto chiederle più dettagli ma non sarebbe stato cortese e poi, perché mi interessava saperlo? Non dovevano essere fatti miei ma quel ragazzo, senza motivo, iniziava a darmi fastidio. Mi guardava con uno sguardo di sfida. Non mi toglieva gli occhi di dosso e non lo facevo neanch’io. Che cosa voleva da me? Avevo un forte istinto di prenderlo a pugni per quella fastidiosa faccia che aveva ma cercavo di controllarmi.
“Christian, eccomi…è successa una cosa prima che..”
“CHE COSA STAI FACENDO?” disse lui urlandole contro e spezzandole il discorso. Ma che modi ha questo?!
“Che cosa dovrei fare scusa? Ti stavo solo raccontando cos’è successo e… calmati Ti stavo presentando questa persona. Lui è Eunhyuk”. Manuela era irritata e imbarazzata per quella ramanzina che il suo amico le aveva fatto senza motivazioni. Non mi piaceva affatto lui…continuava a guardarmi male e continuavo a ricambiargli lo stesso sguardo.
“Piacere!” disse. Era chiaramente irritato dalla mia presenza…altro che ‘piacere’.
“Piacere mio” gli risposi con un sorriso sfacciato.
“Andiamo a casa!” la prese per il polso trascinandola con se con modi bruschi. COSA CAVOLO VUOLE FARE? COME PUOI TOCCARLA IN QUEL MODO? Ero davvero arrabbiato guardando quella scena. Vedevo Manuela una persona delicata e fragile. Stavo per staccare quella presa quando…
“LASCIAMI!!!!Ma che ti prende??” si liberò dalla sua mano. Che situazione scomoda che si stava creando. Non ero più tranquillo a lasciarla da sola con lui, nonostante fossero amici.
“Manuela, tutto bene?”
“Stanne fuori!” disse il tizio.
“Che problemi hai???” gli chiesi con tono di sfida. Non lo sopportavo.
“BASTA!!! Eunhyuk va a casa! Grazie per oggi!” disse Manuela. Era seriosa. La vidi allontanarsi con quel Christian ma camminava distante da lui.
[Pensieri di Manuela]
‘Che figura, che figura..CHE FIGURA!’ Non riuscivo a crederci di aver fatto quella figuraccia a causa di Christian. Lo odiavo in quel momento e gli avrei urlato tutto il mio odio ma ero così arrabbiata che non volevo neanche guardarlo in faccia.
Proseguimmo in silenzio, l’avrei mangiato se mi avesse rivolto la parola. Entrai in casa e mi chiusi in stanza. Noemi e Valeria già dormivano. Preparai, silenziosamente, l’occorrente per fare la doccia sperando che potesse calmarmi un po’.
Dopo aver finito di lavarmi anche i denti, mi gettai sul letto. Ero davvero stanca, soprattutto dopo quella corsa fatta con Eunhyuk. Neanche in quel momento ho avuto modo di affrontare una conversazione con lui. Desideravo conoscerlo meglio ma le circostanze lo proibivano. Pensai a quando l’avrei rivisto.
Mi svegliai dopo il suono della sveglia che avevo impostato sul cellulare. Mi volta, come d’abitudine, verso i letti di Noemi e Valeria, entrambi vuoti. Valeria era al lavoro. Purtroppo i nostri orari non combaciavano e, a causa di ciò, ci vedevamo poco. In cucina, avrei trovato sicuramente Noemi. Mi alzai dal letto. Stiracchiai le braccia e feci un lungo sbadiglio. Mentre cercavo le mie ciabatte, un qualcosa di bianco aveva attirato la mia attenzione: un foglio era poggiato sul mio letto.
 ‘HO OTTENUTO IL LAVOOOOROOOO! Avrei voluto raccontartelo ieri ma mi sono addormentata presto. Scusami. Fammi le congratulazioni. Baci amica mia. Ci vediamo stasera. Noemi.’
Noemi aveva finalmente trovato lavoro. Ero contenta per lei. Gliel’avrei detto la sera al ritorno dal lavoro. Stavo per aprire la porta della stanza quando un ricordo riaffiorò nella mia mente. La figuraccia che Christian mi aveva fatta fare davanti a Eunhyuk il giorno prima. La rabbia ritornò. Strinsi i pugni e aprii la porta. Avevo intenzione di affrontarlo. Entrai in cucina ma non c’era nessuno. Trovai, sul frigo, un messaggio di Roberto con scritto: Sono al lavoro. Fatemi trovare una buona cena al mio ritorno ;)’. Anche Roberto aveva trovato un lavoro come cameriere ma i suoi orari erano diversi dai miei.
Sbirciai con lo sguardo verso la stanza di Christian e Roberto: aveva la porta aperta. Questo significava che anche Christian era uscito. Bene. Ero da sola in casa.
Per far passare il tempo, decisi di resettare la casa, la pulii da cima a fondo.
Il tempo trascorse veloce tra pulizie di casa e telefonate da parte di mamma e papà. Gli raccontai del mio lavoro, della città, di come proseguivo le mie giornate. Mi raccomandarono di stare sempre attenta e di mangiare sano.
Tornai a lavoro ed indossai la divisa. Ormai conoscevo tutto il personale e l’ambiente non mi risultò più estraneo. Il ristorante era frequentato da persone abituali, aveva clienti fissi che ogni sera si presentavano con la propria famiglia o con colleghi di lavoro. Mi voltai verso la sala riservata alle celebrità...stranamente, quel giorno, era vuota. ‘Neanche oggi è venuto al ristorante’ quel pensiero mi rese triste. Speravo di poterlo vedere ancora ma così non è stato.
Terminai il turno un po’ prima e tornai subito a casa. C’erano tutti, compreso Christian che non mi rivolse lo sguardo. Noemi mi trascinò con se nella nostra stanza per parlarmi del suo lavoro. Era entusiasta e soddisfatta. Come promesso, mi congratulai con lei. Valeria era in cucina a preparare la cena. Sentivo quel buon odore dalla mia stanza. La cosa sicura era che grazie a lei non mi mancava la cucina di mia madre. Roberto e Christian giocavano insieme al videogioco…..avevo bisogno di chiarire con Christian, non mi piaceva l’atmosfera che si era creata.
Mangiammo in fretta e ognuno svolse un compito: io e Noemi lavammo i piatti mentre Christian gettava la spazzatura. Valeria guardava la TV in camera, era evidentemente stanca. Roberto, come al solito, giocava col suo videogioco. Era patito di videogame, addirittura ricercava su internet i nuovi giochi ed era il primo a d acquistarli. Una volta partecipò ad un concorso ed arrivò secondo posto.
Mentre sistemavo i piatti, arrivò un messaggio sul mio cellulare: era di Christian.
Vieni fuori….ho bisogno di parlarti!” . Senza esitazioni, lasciai i piatti e corsi fuori. “Torno tra un po’!” dissi a Noemi. Avevo bisogno anch’io di parlargli e quello era il momento adatto.
Uscii fuori e c’era lui ad aspettarmi appoggiato al muro che si trovava di fronte al nostro appartamento. Mi avvicinai di qualche centimetro ma mantenni comunque le distanze. Restai in silenzio aspettando che iniziasse a parlare.
“Scusami per ieri! Non so cosa mi è preso ma….vedevo te e lui insieme e non ci ho visto più. Non ho giustificazioni per ciò che ho fatto. Accetta le mie scuse!” disse fissandomi negli occhi. Sembrava sincero.
“Christian, penso che sia stata chiara quando ti ho detto che non cercavo un fidanzato ma un amico. Se inizi ad esserne geloso, mi costringerai a tenere le distanze da te” ero convinta delle mie parole. Mi rendeva triste sapere di poter perdere Christian come amico ma non potevo sopportare che quell’episodio potesse capitare di nuovo.
“Lo so! Ma ti ho anche detto che non mi arrenderò. Ho intenzione di corteggiarti, che ti piaccia o no e non ti lascerò facilmente andare fra le braccia di qualcun altro. Che sia chiaro, non assumerò ma più lo stesso atteggiamento di ieri”.
Quelle parole mi bloccarono. Non sapevo cosa rispondergli e sentivo una sensazione strana…non riuscivo a descriverla.
“Posso sapere chi è quel ragazzo di ieri?”
“E’ Eunhyuk…Noemi mi ha detto che è un membro dei Super Junior” risposi con molta sincerità
“Mmh” corrugò le sopracciglia “E perché era con te?”
“Ecco….mi sono ritrovata a fuggire dalle sue fans ma poi mi ha riaccompagnata al ristorante. Nulla di più” cercavo di mettere un punto a quella discussione. Le sue domande mi innervosivano.
 “Manuela, che sia Eunhyuk o chiunque altro, non ti lascerò andare facilmente” Ancora una confessione che mi metteva sempre più in imbarazzato. Sentivo le guance andare a fuoco e il suo sguardo diventava sempre più intenso. Non mi staccava gli occhi di dosso. Si avvicinò lentamente ‘Cosa vuole fare adesso?!’ era sempre più vicino. Indietreggiai a piccoli passi. Allungò le mani verso il volto…erano calde.  Vidi le sue labbra sempre più vicine. ‘No, non farlo’ pensai ma dall’imbarazzo non avevo la forza di far uscire quelle parole dalla mia bocca.
Mi baciò sulla fronte e in quel momento mi sentii rilassata. Avevo pensato che potesse baciarmi e ringraziai che non l’avesse fatto.
“Ci vediamo domani! Và a dormire adesso. Notte!” disse con tono premuroso. Accennò ad un sorriso prima di entrare in casa. Lo seguii ad un metro di distanza. Si era fatto tardi. A turno, ci facemmo la doccia e andammo a dormire.

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Capitolo 9
*** Cap. 9 ***


Si stava avvicinando il fine settimana e le temperature salivano di più. Il cielo era sempre sereno. Arrivavo a lavoro sempre in orario. I giorni passavano ma Eunhyuk non riuscivo ad incontrarlo. Ormai avevo perso le speranze. Con Christian il rapporto era pacifico. Scherzavamo come ai vecchi tempi, mi mancavano le sue battute ma c’erano sempre quei momenti in cui mi sentivo in imbarazzo.
 [Pensieri di Eunhyuk]
Non la vedevo da giorni. Sapevo dove lavorava ma non avevo molto tempo libero a causa dei miei programmi. Inoltre, c’erano sempre quelle ELF che mi perseguitavano.
Sul web, fortunatamente, non uscì nulla di quella ‘fuga notturna’ con Manuela. Nessuno aveva scattato foto. Temevo che lei potesse essere inseguita dai giornalisti per ottenere uno scoop esclusivo.
Avevo provato a cercarla anche sui social network ma non conoscendo il nickname era impossibile rintracciarla. Ero preoccupato dopo quella sera. ‘Cosa sarà successo fra quei due’ era un pensiero che aveva occupato la mente per giorni. Ancora non capivo perché mi preoccupavo così tanto per lei e perché mi premeva vederla.
“Eunhyuk-ssi, dobbiamo andare!” era la voce del leader, Leeteuk. Anche quella sera avevamo la registrazione a Sukira Kiss the Radio. Decisi di accantonare quel pensiero fino alla fine della registrazione, avevo bisogno di concentrazione.
“Vengo!” presi il cellulare e le chiavi dell’auto. Arrivammo allo studio di Sukira e iniziò la registrazione. Io e Leeteuk ci scambiammo battute. Presentammo gli ospiti del giorno, i B1A4. Tra risate, piccole pause, messaggi scambiati con Donghae al cellulare e la telefonata alla radio di Kyuhyun che aveva rallegrato tutti con la sua mania dei videogiochi che cercava di nascondere, la registrazione era quasi terminata. Come da copione aprimmo l’audio verso l’esterno per poter parlare con le nostre fans che, ogni sera, erano lì a sostenerci. Molte erano straniere: qualcuna veniva da Boston, altre dalla Cina. Conversammo con loro e le salutammo in inglese e in cinese.
“Leeteuk oppaaaa, Eunhyuk oppaaaaa. Mi chiamo Noemi e vengo dall’Italia” sentii quella ragazza urlare più delle altre, cercava di far emergere la sua voce.
“Oh! Italia??? I love Italiaaaaaaaaaaa!” Leeteuk come al solito era spavaldo. Mi faceva ridere quel suo scarso inglese. ‘Quindi anche lei è italiana!’ ripensai subito alla ragazza del ristorante, Manuela.
“Noemi, BUONA SERA” avevo deciso di seguire la linea del leader usando termini in italiano, quei pochissimi termini che conoscevano e che di certo non mi avrebbero aiutato in una conversazione con un italiano.
“Oppaaa, vi seguo molto su youtube. Siete i miei preferiti!” continuava ad urlare lei. Era piacevole sapere di avere fan fuori dai confini asiatici.
“Cosa ci fai in Corea del Sud, Noemi?” chiese Leeteuk.
“Sono con degli amici. Abbiamo deciso di perfezionare la nostra conoscenza del coreano lavorando qui per qualche mese. Ho appena finito di lavorare e sono venuta a vedervi” Notai che anche il coreano di questa Noemi non era male. ‘Che ci fosse un legame fra le due?’ iniziai a pensare alla probabilità che Noemi potesse conoscere Manuela. Ma come gliel’avrei chiesto? Di certo non potevo farlo davanti a tutte le fans.
“Aaaaah, che bella cosa!! Faccio il tifo per voi allora!” Leeteuk sapeva come parlare, era di certo il miglior leader che potessimo avere.
“Quanti anni hai, Noemi?” le chiesi ‘Ma cosa c’entra l’età?’ Cercavo un modo per poter sapere di più.
“Fra qualche settimana ne farò 23!” rispose per nulla infastidita dalla mia domanda.
“Aaah, Buon compleanno allora! Fai attenzione quando torni a casa e salutami l’Italia” concluse Leeteuk. La redazione staccò l’audio. Non riuscii a sapere nulla e mi ritrovavo al punto di partenza.
Salutammo tutti via radio e chiudemmo il programma. Io e Leeteuk ci avviamo verso la macchina parcheggiata nel parcheggio dello studio che si trovava sul retro, accessibile solo dallo staff di Sukira. Passammo davanti alla folla di fan. Stupidamente, cercavo quella Noemi fra le ragazze ma era impossibile trovarla quando non conoscevo il viso e di certo non era l’unica occidentale.
‘Ma perché penso ancora a lei?’ rimuginai sui miei pensieri. Cercavo di dare un senso a quella voglia di cercare Manuela.
“Sei strano oggi. Che hai?”
“Niente….è strano, non so spiegarlo ma niente di importante” dissi totalmente confuso.
“Problemi??Parlane!”
“E’ una ragazza”
“Lo sapevooo! Frequenti qualcuna??? Yaaa. Bravo il mio dongsaeng” disse Leeteuk tutto eccitato.
“Ma che hai capito? Fammi concludere quello che cerco di dirti…E’ una ragazza che ho incontrato in circostanze molto strane. La prima volta l’ho vista una settimana fa sul tetto del ristorante che si trova vicino Handel & Gretel. E’ una dei dipendenti. Non mi conosceva e veniva dall’Italia. Poi l’ho rincontrata mentre stavo scappando dalle ELF che mi inseguivano. Ci siamo nascosti per qualche minuto in un vicoletto stretto. L’ho riaccompagnata, dopo un po’,davanti al ristornate. C’era un amico molto sgarbato ad aspettarla.  L’ha trattata male. Poi non l’ho più vista e stasera quella ragazza, Noemi, mi ha fatto pensare di nuovo a lei”. Avevo bisogno di qualche consiglio e Leeteuk si è sempre preso cura di noi come un fratello maggiore.
“Se pensi a lei vuol dire che ti piace….ma non ho capito qual è il tuo vero problema”
“Perché dovrebbe piacermi? Il problema è che….” mi fermai senza continuare. ‘il problema è che…non la vedo da giorni’ detto ad alta voce sembrava avesse un altro significato…o forse, ha davvero un altro significato. No. Non dovevo pensarci.
“Continua…” disse Leeteuk curioso di conoscere cosa mi rendeva pensieroso. “Nulla! Quella ragazza, Noemi, mi ha solo ricordato l’altra. Hyung, siamo conosciuti anche in Italia. Siamo i migliori” cambiai discorso, sperando non se ne accorgesse dell’evidente difficoltà in cui mi trovavo e, per mia fortuna, fu così.
[Pensieri di Manuela]
“Manuela!!! Vieni un attimo in stanza” sentii Noemi chiamarmi. Entrai in stanza. Noemi mi tirò sul letto e ci sedemmo vicine.
“Li ho visti!!! C’era anche Eunhyuk!” ‘Eunhyuk? Ha visto Eunhyuk?’ ero molto sorpresa dalla sua confessione. “Dove l’hai visto?”
“Erano a Sukira, un programma radio. Avevo notato la folla e sono corsa a vedere. Non mi aspettavo di trovare proprio loro. Ero entusiasta, non riuscivo a crederci ed ho anche parlato con loro”. Noemi mi raccontava tutto con euforia. Le brillavano gli occhi. Ha ottenuto ciò che voleva: incontrare i Super Junior!
“Devi venire anche tu domani! Ti passo a prendere a lavoro. So che stacchi prima!” disse ancora tutta eccitata.
“Ma Noemi, che faccio una volta lì?? Inoltre, perché dovrei?”
“Ma andiamo, sono tua amica e ti conosco da anni. So che ti ha fatto piacere incontrarlo ed ho anche visto che su internet cercavi informazioni su di lui”
‘Aish! Beccata’ Dovevo star più attenta a non lasciare tracce. Si, mi sono informata sul suo conto ma perché cercarlo? ‘Raccontane un’altra. Hai passato giorni con la speranza di rivederlo’  la verità era che lo cercavo tutti i giorni.
“Ok! Ma evitiamo di fare figuracce”
“Siiiiiiiiiiiiiiii” soffocò le sue urla, cercava forse di non far ascoltare nulla a Christian?

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Capitolo 10
*** Cap. 10° ***


L’orario di lavoro era quasi terminato e mi sentivo molto agitata e nervosa. Noemi aveva deciso di ritornare allo studio in cui lavorava Eunhyuk e voleva che la seguissi. Che ansia. Pensavo a cosa avrei detto se mi avesse rivista. Temevo di passare per una delle sue fan fuori dalla norma andando lì.
Uscii dal ristorante e Noemi era già lì.”Andiamo! Sta già iniziando” mi prese per un braccio. “Ah…usa la forza una volta arrivate lì”
“Forza? Per cosa?
“Lo scoprirai quando saremo arrivate.”
Arrivammo sul posto in cui c’era lo studio di Sukira e notai la folla di ragazze..erano tantissime. ‘Come farò a vederlo con tutte queste ragazze’ era impossibile poterlo vedere in quel modo. Speravo che qualcuna andasse via ma quella speranza svanì poco dopo. Nessuna era intenzionata ad allontanarsi.
‘Voglio vederlo ancora!” quel desiderio si faceva sempre più forte dentro di me.
“Manuela, ricordi quando ti ho detto di usare la forza?” Le intenzioni di Noemi iniziavano a spaventarmi.
“Si”
“Fai quello che faccio io” Noemi si lanciò tra la folla di ragazze. Le spintonò cercando un passaggio per potersi avvicinare sempre di più.
“Manuela muoviti!!” Dovevo lanciarmi?? pensai. Ma forse quello era l’unico modo per avvicinarmi . Così, feci la stessa cosa: sentii qualcuna imprecare contro di noi. Non avevano tutti i torti, cercavamo di soffiarle il posto.
Riuscimmo ad arrivare vicino al vetro che ci separava dallo studio. Lui era lì insieme ad un altro membro che riconobbi subito. Era Leeteuk. Passai giorni a cercare di memorizzare tutti i loro nomi e i loro aspetti.
Eunhyuk rideva con gli ospiti, non riuscivo a sentir nulla ma quell’immagine di lui che rideva mi aveva provocato una strana ma piacevole sensazione. Ai miei occhi appariva sempre più bello..rimasi incantata.
“Ora apriranno l’audio!” mi spintonò Noemi.
“Salve a tutte! Come state??Anche oggi siete venute numerose” disse Leeteuk allungando il collo verso la nostra direzione. Le ragazze alle mie spalle iniziavano a spingere e ad urlare sempre di più. Che fastidio.
“Eunhyuk oppaaaa…sono Noemi”
“Ah Noemi…come stai?” sentii la sua voce.
“Bene..sono qui con una mia amica, Manuela che lavora al ristorante di fronte la caffetteria Handel e Gretel”
“Ma cosa gli stai dicendo?” sbottai. Presi Noemi per un braccio cercando di fermarla mentre le altre continuavano a spingere. Cosa aveva intenzione di fare Noemi?
“Tranquilla! Deve sapere che sei qui, ormai vi conoscete e poi…..voglio un autografo e questo è l’unico modo” mormorò lei. Stranamente, mi sentivo usata da lei. ‘Aaaah! Me la paghi Noemi!”
[Pensieri di Eunhyuk]
“Bene!sono qui con una mia amica, Manuela che lavora al ristorante di fronte alla caffetteria Handel e Gretel”
‘Manuela? E’ la stessa Manuela che conosco??Ha detto che lavora al ristorante…dev’essere lei’.
Senza pensarci troppo, mi alzai all’in piedi dalla mia postazione e cercai lei tra la folla. ‘Eccola. E’ davvero lei…’ Finalmente, la persona che aveva tormentato i miei pensieri negli ultimi giorni, era lì. Non dovevo farmela scappare questa volta. Dovevo capire cos’è che mi stava tormentando..
“Che hai?” chiese Leeteuk bisbigliando.
“Hyung, è lei! La ragazza di cui ti parlavo ieri è qui!” ero chiaramente nervoso ma dovevo calmarmi se non volevo essere scoperto.
“Manuela, ciao…anche tu vieni dall’Italia?” chiese Leeteuk. Cercava di darmi tempo per calmarmi. Tornai a sedermi e ripresi il controllo delle mie azioni.
“Ehmm…si. Sono qui da poco tempo”….. ‘aaaah, la sua voce’. Quella ragazza aveva uno strano effetto su di me.
“Com’è andata al lavoro?” le chiesi. Volevo iniziare una conversazione con lei.
“Ah! Bene …grazie e ….spero che anche il tuo stia andando bene.”, disse timidamente. ‘Cosa le chiedo adesso?’  Mi voltai verso Teuk come per chiedergli un aiuto per poterle parlare da vicino.
“Bene ragazze, a fine programma, io e Eunhyuk firmeremo un po’ di autografi quindi restate lì” ‘Ma che intenzioni ha? Speravo in un suo aiuto per poterle parlare e non di lavorare extra’ Accennai ad una finta risata dettata dal nervosismo che Leeteuk mi aveva provocato, salutammo e chiudemmo l’audio. Guardai verso l’esterno per assicurarmi che Manuela fosse ancora lì e tirai un sospiro di sollievo vedendola.
Concludemmo il programma e, in fretta, mi diressi verso l’uscita. Leeteuk era dietro di me. Dovevo capire le sue intenzione.
“Cos’hai in mente di fare?” chiesi continuando a camminare.
 “Quando le firmerai l’autografo, lasciale il tuo numero di cellulare ma attento a non farti scoprire” Era un genio il mio leader. Potevo finalmente parlare con lei grazie a lui.
Le fan erano tutte accalcate intorno a noi che urlavano i nostri nomi e …. Lei era lì. Sembrava intimidita e impaurita dalla presenza di quelle fan. Manteneva la mano dell’amica e guardava verso la mia direzione. Le sorrisi e lei ricambiò il mio sorriso.
Una ad una, si avvicinarono con dei fogli o con i nostri album. Chiedevo il loro nome e firmavo l’autografo e così faceva anche Leeteuk. Qualcuna ne approfittava per scattare una foto e darci qualche regalo. Continuamente, controllavo quanto mancasse per il suo turno … era sempre più vicina.
“Per Noermi.” Disse la ragazza che avevo di fronte. ‘Dunque, è lei Noemi?’ Dovevo ricordarmi di ringraziarla per avermi dato la possibilità di incontrarla di nuovo. Le firmai l’autografo e la ringraziai. Lei ricambiò con  un sorriso.
Ed eccola avanzare verso me. Era particolarmente bella quel giorno. Porse un foglio e disse, con sorriso, il suo nome “Manuela”.
Mi ricordai del primo incontro sul tetto quando quel nome mi parve strano tant’è che non sapevo neanche come si scrivesse.
“Puoi ripetere?” dissi ironicamente. Cercavo di intrattenerla quanto più possibile. Lei si riprese il foglio per scrivere il suo nome…proprio come il primo giorno. Quella scena era così buffa che mi scappò una risata.
“Fatto!” mi disse ritornando il foglio. Cautamente, le scrissi il numero di cellulare e firmai l’autografo. Ero attento che nessuno potesse vedere ma notai che in quel momento Leeteuk aveva attirato a sé tutti gli sguardi delle fan proponendosi per delle foto. Capii che era un modo per evitare di essere scoperto. Finii di firmare il foglio e glielo riposi, piegato, fra le mani. Ebbi il tempo di scriverle anche un piccolo messaggio.
“Grazie!”
“Prego e….ci vediamo presto” accennai ad un sorriso. Notai la sua espressione confusa alle mie ultime parole. Ancora non era a conoscenza del numero scritto su quel foglio.
Salutai tutte le fan e, insieme a Leeteuk, ci avviammo verso la nostra macchina. Rivolsi un ultimo sguardo a Manuela e notai che stava leggendo su quel foglio che le avevo firmato. Mi scappò una risata.
“Finalmente ti vedo ridere Eunhyuk-ssi” dsse Leeteuk.
“Grazie Hyung per il tuo aiuto. Ora devo solo attendere una sua mossa!”
“Poi?? Cos’hai intenzione di fare??” mi chiese curioso Leeteuk. Già! Cosa farò dopo? Dovevo scoprire da cosa proveniva quel desiderio di trovarla e vederla ancora una volta. Quella ragazza era diventata un mistero che dovevo svelare.

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Capitolo 11
*** Cap. 11° ***


Aprii quel foglio che Eunhyuk aveva lasciato fra le mani. C’erano dei numeri e un messaggio:
Chiamami a questo numero e ringrazia la tua amica…” Mi invitava a chiamarlo sul cellulare. Feci leggere il messaggio anche a Noemi e fu felice del ringraziamento.
“Sbrigati a chiamarlo”
“Si…dovrei ma….cosa gli dico?” Era agitata solo al pensiero di doverlo telefonare.
“Ti verrai in mente quando lo sentirai!” Noemi continuava a guardarsi gli autografi che era riuscita ad avere. Era il suo desiderio sin dal primo giorno che mettemmo piede in Corea ed era riuscita ad ottenere ciò che voleva.
Ci incamminammo verso casa e presi il cellulare. Composi il numero ma iniziava a tremarmi la mano. Il telefono squillava e, ad ogni squillo, diventavo sempre più nervosa.
“Pronto?!” Finalmente rispose…il mio cuore iniziava a battere forte.
“Ciao…ehm…sono Manuela” dissi completamente impacciata. La mia mano non smetteva di tremare.
“Credevo non mi avresti più chiamato” lo sentii accennare ad una risata. “Dove ti trovi?” chiese.
“Sto tornando ora a casa” risposi. La sua voce era bellissima e dolce. Era davvero piacevole parlare con lui. Iniziammo a parlare con molta facilità e il mio nervosismo iniziò a scemare.
“Chiedigli di uscire” mormorò Noemi. Si aggrappò al mio braccio sperando di sentire la conversazione ma cercavo di liberarmi dalla sua presa.“Smettila!” bofonchiai. Mi rifiutai di fargli quella proposta. Come avrei potuto chiedergli di uscire? No. Mai.
“Domani … lavori?Cioè, sei libera?” chiese lui. Sembrava imbarazzato nel formulare quella domanda.
“Si. E’ domenica e non dovrei lavorare.”
“Io sono libero la sera! Ti và se ci incontriamo per parlare??” ‘Mi stava chiedendo di uscire??’. Quell’invito mi rese improvvisamente felice. Non sapevo se considerarlo un appuntamento o un semplice modo per chiacchierare ma non badai tanto al significato di quella proposta. C’eravamo incontrati due volte e l’unica cosa che sapevamo l’uno dell’altro era il nome e il tipo di lavoro che svolgevamo.
“Ok! Va bene” risposi.
“Ti chiamerò domani per farti sapere il luogo e l’ora. Sta attenta tornando a casa e…buonanotte per dopo!” disse prima di staccare la chiamata. Mi sentivo strana, le mie emozioni erano confuse e non riuscivo a definirle. Immaginavo il momento in cui ci saremmo rivisti, cosa avrei indossato e di cosa avremmo parlato.
“Ohooo! Hai un appuntamento, vero?” disse Noemi curiosa di conoscere i dettagli della telefonata.
“Nessun appuntamento…è solo….per…parlare!” risposi molto confusa  pensando su cosa  dovevamo parlare. ‘Forse anche lui vorrebbe conoscere qualcosa di me?’  pensai. Decisi di non pensarci più e concentrarmi solo sulla giornata che stava iniziando.
“Se lo dici tu..” mormorò lei.
Aprii la porta dell’appartamento e  trovai Christian seduto sulla poltrona, come se stesse aspettando il nostro ritorno. “Ciao Christian” lo salutammo entrambe e ci dirigemmo verso la nostra stanza.
“Manuela, puoi rimanere?” mi chiese lui. Noemi entrò in stanza e chiuse la porta. Eravamo soli in cucina.
[Pensieri di Christian]
Avevo intenzione di chiederglielo, avevo atteso il suo ritorno tutta la serata e nel frattempo mi preparavo il discorso.
“Manuela, puoi rimanere?” le chiesi. Lei si fermò nei pressi della sua stanza e si voltò verso la mia direzione. Noemi entrò nella sua camera e si chiuse la porta alle spalle. Non c’era più nessuno in cucina. Roberto e Valeria dormivano già da un pezzo. Ero libero di poterle parlare.
“Domani sera sei libera?” le domandai. Ero in attesa di una sua risposta. Volevo uscire con lei il giorno seguente sapendo che entrambi eravamo liberi dagli impegni lavorativi. Avevo programmato anche la giornata: la mattina restavamo tutti in casa e la sera l’avrei portata in giro per Seoul. Notai la sua strana espressione una volta conclusa la domanda.
“Domani sera ho un impegno” disse lei stringendosi le spalle.
“Che tipo di impegno?” la sua risposta mi aveva incuriosito molto. Aveva altro da fare: ma cosa?
“Ehm… ti ricordi di Eunhyuk? Beh domani…”
“Non dirmi che ti vedrai con lui?!” la rabbia stava iniziando a salire. Eunhyuk? Quel tizio ha davvero chiesto di uscire con lei?
Si ma..non è come credi.” Si fermò un istante a riflettere sulle sue stesse parole prima di continuare il discorso. “Non è nessun appuntamento…è solo per parlare”
“Parlare di cosa? Ma non avevi detto che ti serviva un amico e non un fidanzato?” Non riuscivo a digerire quella notizia, stavo diventando sempre più furioso ma sapevo che così non avrei ricavato nulla oltre al suo disprezzo…dovevo calmarmi.
“Si che l’ho detto e continuo a pensarla in questo modo. Ma, Christian, sono sempre libera di fare le mie scelte”.
Mi sentivo ferito dalle sue parole, la gelosia stava iniziando ad accecarmi.. non potevo lasciare che quell’Eunhyuk potesse fare quello che voleva. Ma cosa avrei potuto fare per evitare che si incontrassero. Non potevo mica sequestrarla?
“Ora vado..notte Christian!” si era voltata dandomi le spalle, voleva concludere così quel discorso. ‘No. Non stavolta’. La presi per il polso sinistro e con forza la girai verso il mio lato. Lei era chiaramente impaurita dalla mia reazione, aveva gli occhi sbarrati e cercava di liberarsi senza riuscirci.
“Lasciami!!!!” disse cercando di sfuggire. Le bloccai entrambi le mani e la tirai verso di me, baciandola. Anche se lo feci senza il suo permesso, pur sapendo quanto fosse contrariata, decisi di rubarle quel bacio. Sbarrò le labbra come se mi stesse rifiutando.  ‘Ma che cavolo sto facendo?’ pensai al mio gesto nei suoi confronti. Decisi di liberarla dalle mie labbra e dalle mie mani e, proprio in quel momento, mi diede uno schiaffo.
 
“Sei uno stronzo!!!” mi urlò contro Manuela. Corse in stanza sbattendo con forza la porta della camera. Meritavo quel trattamento. Non capivo perché mi stessi comportando in quel modo, neanche mi riconoscevo in quell’atteggiamento. Sapevo che il giorno seguente non avrei avuto il coraggio di rivolgerle lo sguardo..
Mi sedetti sul divano portandomi le mani al volto come se avessi voluto nascondere quel viso per la vergogna. Non mi avrebbe mai perdonato quel gesto… sentivo che la stavo perdendo…

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Capitolo 12
*** Cap. 12 parte 1 ***


Aprii gli occhi e mi voltai verso la finestra: era finalmente mattina. Non avevo dormito bene la sera precedente anzi…non avevo dormito per niente. Avevo trascorso la notte a rimuginare sul bacio di Christian. Non riuscivo a capire perché l’avesse fatto ma non gliel’avrei perdonato molto facilmente. Ormai quella situazione stava diventando scomoda e stretta.
Mi voltai verso i letti in cui ancora dormivano Noemi e Valeria, controllai l’ora e mi accorsi che era ancora presto per alzarsi e fare colazione. ‘Cosa farò quando incontrerò Christian?’ quel pensiero mi stava chiudendo lo stomaco. Non avevo voglia di vederlo e tantomeno di fare colazione così decisi di restare ancora nel letto, ma sapevo che prima o poi dovevo affrontarlo di nuovo.
Il tempo passava: Neomi fu la prima ad alzarsi per iniziare la giornata. Cercai di udire le voci in cucina ma sembrava di cogliere solo quella di Roberto e Noemi.
Subito dopo, la seguì Valeria..”Non ti alzi ancora?” disse con voce arrochita, sgranando gli occhi.
“Si. Vengo tra un po!” cercavo in quei pochi minuti di raccogliere coraggio per poterlo affrontare. Mi avvicinai alla porta e origliai le voci che provenivano dalla cucina: sentii Christian parlare con Noemi.
Mi avviai verso la cucina, erano tutti seduti intorno alla tavola…compreso lui che alzò lo sguardo per incrociare il mio. Cercai di evitarlo, non avevo nessuna voglia di farmi rovinare quel giorno del mio riposo…’Riposo?Ma oggi è Domenica!!’ realizzai per un attimo che quello era il giorno dell’incontro con Eunhyuk..quei pensieri mi stavano distraendo da quell’appuntamento, se così vogliamo definirlo.
Mi alzai e lavai le ciotole usate per fare colazione mentre Noemi e Valeria pulivano casa. Roberto e Christian si chiusero nella loro camera per sistemarla, vedevo che anche lui non aveva il coraggio di affrontare la situazione che si creò il giorno prima.
Sentii la suoneria del mio cellulare, corsi a prenderlo in camera ed immaginavo che fosse mia madre che, come d’abitudine, mi chiamava sempre al mattino.
“Eunhyuk??” quel nome apparve sul mio display. Restai a fissare quel nome che lampeggiava sul mio cellulare, come se non riuscissi ancora a realizzare che fosse lui, mentre ancora squillava. Chiusi la porta della mia camera per evitare che gli altri sentissero…per evitare che LUI sentisse.
“Pronto?”
“Buongiorno! Come stai oggi?” quella voce aveva di nuovo acceso delle forti emozioni dentro di me. Stava addolcendo il mio risveglio.
“Buongiorno anche a te! Oggi tutto bene grazie… a te co-come va?” dissi con voce rotta. ‘Aaaaah ma che fai Manuela?resta calma’.
“Bene grazie! Ieri, ti accennai che t’avrei chiamata per stabilire il luogo e l’ora del nostro incontro ma…ricordo che …ti perdi molto facilmente, giusto?” sentii accennargli una risata. Ricordo quando gli dissi di avere questo ‘piccolo’ problema con l’orientamento…mi sentii in imbarazzo stavolta a doverglielo confermare.
“Purtroppo si..ma non preoccuparti, stavolta non mi perderò” ‘Oh si certo! Dovrò preparare il numero da chiamare in caso non riuscissi a mantenere quella promessa’ “Mi scriverò l’indirizzo e chiederò in giro….forse tarderò nel cercare il posto ma..non mi perderò!” cercai di essere convincente ma sapevo che stavo convincendo me stessa.
Lo sentii ridere per telefono “Questo è divertente!Aaah lascia stare..dimmi dove abiti, ti verrò a prendere io sperando che nessuno mi veda”.
“No. Non correre rischi inutili”
“Non preoccuparti. Dammi l’indirizzo” insistette lui. Restai sorpresa dalla sua preoccupazione nei miei confronti. Gli dettai l’indirizzo di casa e fissammo l’orario: ore 19.00 davanti alla fermata dell’autobus. Avrei voluto che fossero subito le 19.00, desideravo trascorrere il tempo con lui per poterlo conoscere. Mi stava interessando.
[Pensieri di Eunhyuk]
Staccai la telefonata, salutandola. La sua voce mi aveva messo di buon umore. Avevo deciso di andarla a prendere sotto casa, non ero tranquillo a lasciarla camminare nelle strade che non aveva mai visto.
“Hyung! Chi era al telefono? Cosa devi fare stasera?” chiese Donghae che aveva origliato la conversazione. Non avevo problemi nel confidarmi con i miei membri così decisi di raccontargli tutto.
“Ya!!! Esci con una ragazza quindi?” disse urlante lui.
“Che problemi hai?” gli chiesi sorpreso della sua reazione.
“Dovrai farmela conoscere. Non voglio che ferisca il mio hyung!”
“Ma smettila!! Non è la mia ragazza, quindi non ti farò conoscere nessuno” Quella sua risposta mi aveva divertito…se una delle nostre fan avesse sentito quella conversazione, il giorno seguente avrei trovato una fan fiction scritta su internet sulla coppia EunHae. La nostra era la coppia più parlata del gruppo. Iniziai a ridere a quel pensiero.
 Poco dopo, tutti i membri avanzano domande: qualcuno dandomi dei consigli, altri consigliandomi di non intensificare troppo i rapporti con Manuela.  Conoscevo le clausole del contratto a cui ero legato: non uscire con nessuna ragazza e non annunciare il fidanzamento se non sarà consentito! Ma quello doveva essere solo un semplice incontro e di certo non stavo pensando a far nascere nessuna storia.
Si avvicinò l’ora dell’incontro. Stranamente, mi sentivo in ansia, come se avessi dovuto gestire un programma  nuovo per la prima volta. Scelsi accuratamente l’abbigliamento, dovevo cercare di essere meno appariscente per evitare di essere notato dalle fan ma quel colore biondo dei miei capelli mi tradiva in continuazione. Scelsi il miglior profumo..’Ma cos’è tutta questa preparazione?’ mi accorsi che stavo curando troppi dettagli del mio aspetto per un semplice incontro.
“Eunhyuk-ssi! Sei pronto??” domandò Ryeowook entrando in stanza. Si avvicinò per sistemarmi la maglia che avevo indossato. Ryeowook era molto maniacale quando si trattava di abbigliamento, cercava di raggiungere sempre la perfezione.
“Perché non indossi la maglia che ti sei comprato l’ultima volta?”
“Ya! Ma perché tutta questa premura anche per la maglia che indosso. E’ solo un incontro e non un appuntamento. Ci siamo incontrati solo due volte, quindi inutile correre così. Non provo nulla per lei..”
“Me lo dirai stasera al tuo ritorno” accennò ad un sorriso prima di uscire dalla stanza.
Presi le chiavi dell’auto del manager, decisi di lasciare la mia auto in dormitorio visto che ormai tutta la Corea la conosceva. Indossai gli occhiali scuri e misi in moto la macchina. Presi il foglio su cui mi segnai l’indirizzo che Manuela mi aveva dettato al telefono e imboccai la direzione che mi avrebbe portato verso la fermata dell’autobus vicino casa sua.
 
Dividerò questo capitolo in due parti perché risulterebbe troppo lungo. >___< non so come stia andando questa storia ma spero di non annoiarvi troppo

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Capitolo 13
*** Cap.12 parte 2 ***


Noemi e Valeria avevano deciso di scegliere loro l’abbigliamento ma, avendo gusti differenti, non riuscivano mai ad accordarsi.
“Preferisco che indossi questo vestito nero” disse Noemi mentre frugava nell’armadio.
“Niente nero…troppo elegante per un semplice incontro” ribadì Valeria. Ero d’accordo con lei. Non preferivo l’eleganza proprio quella sera.
Dopo infiniti tentativi che mi stavano rendendo ancora più nervosa, decidemmo di indossare un leggins lungo nero e una maglia un po’ lunga grigia. Indossai le scarpe con i tacchi ma, abituata alla comodità delle scarpe sportive, quelle sembravano torturarmi i piedi. Valeria mi curò anche il trucco, era davvero molto brava quando si trattava di make-up.
“Sei bellissima!!!” dissero in coro entrambe. Chissà come mi avrebbe vista lui una volta incontrati.
Uscii dalla camera per dirigermi verso l’uscita ma lo sguardo ghiacciato di Christian fece rallentare i miei passi. Sapeva che stavo incontrando Eunhyuk ma sapeva che non doveva ostacolarmi ulteriormente. Non avemmo modo di affrontare la situazione perché lo evitai per tutta la giornata.
“Sta attenta!!!” disse lui mentre aprivo la porta dell’appartamento. Ignorai quella sua raccomandazione e mi avviai verso la fermata dell’autobus. Ero impaziente di vederlo.
 
[Pensieri di Eunhyuk]
In pochi minuti, arrivai nei pressi della fermata dell’autobus. Lei era già lì ad aspettarmi ma non si accorse ancora che ero arrivato anch’io. La osservai attentamente, era bellissima. Indossava dei tacchi ed era vestita molto bene, abbinando i colori. I capelli non erano legati e notai la loro lunghezza: le arrivavano fino a metà schiena..ho sempre amato i capelli lunghi delle ragazze.
Presi il cellulare e composi il suo numero.
“Eunhyuk??” rispose lei.
“Sono qui!!!”
“Qui dove? Non ti vedo!” disse lei girandosi intorno senza trovarmi.
“Voltati!!” La vidi girarsi lentamente verso la mia direzione. Sorrise appena incrociò il mio sguardo. Avanzava molto timidamente, sembrava imbarazzata. Avvertii una piacevole sensazione man mano che lei si avvicinava sempre di più. Scesi dall’auto e mi avvicinai a salutarla. Le aprii la portiera dell’auto aiutandola ad accomodarsi, per poi tornare a sedermi sul lato guida. Mi voltai verso di lei…notai ancor di più quanto fosse bella.
“Cosa hai fatto oggi?” le chiesi cercando di rompere quel silenzio.
“Oggi nessuno doveva lavorare quindi abbiamo deciso di resettare casa tutti insieme. E’ comodo quando ci sono tutti che aiutano…riesci a pulirla in pochi minuti”.
“Perché? Quanti siete in casa?” le chiesi curioso di conoscerla di più.
“Siamo un gruppo di 5 amici. Abbiamo deciso di venire in Corea tutti insieme per un periodo ancora non stabilito, per poi ritornare in Italia”‘Ritornare in Italia?’ quel pensiero mi rese improvvisamente triste. Sarebbe ritornata dunque in Italia?!
“Non hai pensato di restare qui?”
“Ehm…non è certo questo il nostro obiettivo. Ho sempre la mia famiglia lì. Inoltre, senza Noemi, Christian e gli altri, non potrei riuscire a sostenere le spese di casa” ‘Christian??E’ lo stesso Christian di quella sera?’ ricordai l’episodio in cui quel tizio si rivolse con tono rude e atteggiamenti violenti.
“Christian abita nella stessa casa?” le chiesi ma conoscevo già la risposta.
“Si!!” disse stringendosi le spalle. Divenni sempre più nervoso. Stringevo la presa delle mani sul volante e sentii i denti stringersi. Odiavo il pensiero di quel Christian che viveva sotto il suo stesso tetto. ‘Perché sono così furioso?’ iniziai a riflettere sulle mie reazioni. Se avessi visto uno dei membri avere quella stessa reazione, gli avrei sicuramente detto che la sua era gelosia. ‘Dunque ero geloso? Questa ragazza suscitava questo sentimento?’
Perché reagì in quel modo quella sera?”
[Pensieri di Manuela]
Perché reagì in quel modo quella sera?” sapevo che mi avrebbe chiesto il motivo di quella eccessiva reazione ma …cosa avrei dovuto dirgli? Non volevo di certo risultare patetica raccontando che il mio amico aveva deciso di essere qualcosa in più per me.
“Siamo amici da tantissimi anni, siamo cresciuti insieme come fratelli quindi quella sera era preoccupato che fosse successo qualcosa.” Cercai di recitare al meglio la parte.
“Non è una motivazione per prenderti in quel modo!!!” restai in silenzio, non potevo obiettare a quelle parole…aveva ragione. “Scusa! Colpa mia che sono insistente. Non ti chiederò altro.” Ero troppo imbarazzata per rispondergli “Da quella sera non ti ho più vista ed ero solo preoccupato per te. Così ho deciso di trovarti su internet ma, non conoscendo il tuo nickname, era impossibile trovarti. Devo ringraziare Noemi” si voltò verso di me. Aveva un’espressione dolce e bellissima. Fissai quelle sue labbra perfette e carnose dove spuntò un sorriso subito dopo..
Allungò un dito verso lo stereo dell’auto e partì una canzone…riconoscevo la musica, era la stessa canzone che Noemi mi faceva ascoltare mentre ero in coma: ‘Endless moment’. ‘Che bizzarra coincidenza’ pensai. Mi trovavo nell’auto della persona che cantava quella canzone che avevo conosciuto nel periodo dell’incidente.
“Che hai? Non ti piace?” chiese lui. Si accorse forse che ero sovrappensiero?
“Questa canzone…conosco questa canzone!”
“Beh!E’ la nostra canzone. Quindi, in realtà, tu ci conoscevi già prima!” disse corrugando le sopracciglia “Il primo giorno, dicesti che non sapevi neanche chi fossi….”. Aveva frainteso le mie parole credendo che lo stessi prendendo in giro quel giorno.
“No. Non è così. Davvero non sapevo chi fossi. Questa canzone l’ho ascoltata per la prima volta quando ero in….coma” pronunciai l’ultima parola flebilmente. Osservavo la sue espressione confusa.
“Che ti è successo?” era come se fosse preoccupato da quella notizia. Gli raccontai la dinamica di quell’incidente e del mio periodo post-coma. Lui restò in silenzio ad ascoltare il racconto e delle volte formulava qualche domanda.
“…Noemi mi fece ascoltare questa canzone. Me ne ricordai una volta svegliata e mi piacque tantissimo così le chiesi il nome di chi la cantasse. Lei mi documentò molto su di voi ma, quando ti vidi, non ti collegavo al quel gruppo…”.
Lo sentii ridere “E’ ora ti trovi qui in auto con me... se questo non è destino…” si voltò di nuovo verso la mia direzione ma stavolta il suo sguardo divenne sempre più intenso. Stavo iniziando ad amare ogni sua espressione.


Concluso il 12° capitolo..continuerò a scrivere sperando vi possa piacere. Infinitamente grazie per il tempo speso nel leggere i miei capitoli *si inchina*

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Capitolo 14
*** Cap. 13° ***


Dopo quasi un’ora da quando abbiamo lasciato la fermata dell’autobus, ci fermammo in un viale alberato. Parcheggiò l’auto lungo la strada, scese per raggiungere il mio lato e aprirmi la portiera. Eunhyuk fu il primo ragazzo che usò galanteria con me, era davvero una brava persona.
 La temperatura era molto piacevole. Ci incamminiamo verso questo viale, incorniciato dagli alberi. C’erano molte luci accese e rendevano rilassante l’atmosfera. Eunhyuk indossò un capello e degli occhiali cercando di non farsi riconoscere dai passanti.
Scendemmo per le scale che si trovavano sul lato destro della strada: c’erano molte panchine e quel posto non era molto affollato dalle persone. Ci sedemmo su una di queste, molto lontano dalle altre panchine occupate da coppiette.
“Vuoi qualcosa?” chiese lui voltandosi dalla mia direzione. Un lampione illuminava il suo bellissimo volto, distorsi lo sguardo timidamente “No, grazie. Sto bene così?” risposi
[Pensieri di Eunhyuk]
Continuavo a guardarla, come se fossi rimasto incantato. In quel momento, un leggere vento soffiò spostando i suoi lunghi capelli e scoprendo il collo. Per un attimo, persi lucidità. Decisi di guardare altrove e pensare ad altro. Mi sentivo molto nervoso a stare accanto a lei, era una sensazione che non avevo mai provato quando uscivo con le altre ragazze.
“Cosa ti era successo quel giorno sul tetto??” chiese lei interrompendo i miei pensieri.
“Aaah ti riferisci al nostro primo incontro?” ricordai che mi vide piangere come un bambino e ne fui imbarazzato. “Scusa per quel giorno! Era un brutto periodo” dissi cercando di giustificare quelle lacrime.
“Non scusarti, capita a tutti di avere brutte giornate. Non ti nascondo che mi avevi fatta preoccupare e non poco. Pensavo potessi commettere un  brutto gesto”
“Quale brutto gesto?” lei rimase in silenzio ma capii subito a cosa si riferisse. “Oh no!!! Non l’avrei mai fatto..per nulla al mondo. Aish! Ti sarò risultato patetico!!!” risposi ancor più imbarazzato. ‘Le sarò risultato sicuramente un pazzo depresso. Che vergogna!!!’
“Non preoccuparti. Colpa mia che fraintendo presto le situazioni. Ma, perché quelle lacrime??” chiese con tono premuroso.
“Qualcuno pensa che la vita di una celebrità è tutta fatta di soldi e divertimento ma, non è così. Sono pieno d’impegni, non so neanche cosa sia il riposo. Stasera avrei dovuto essere presente ad una riunione in agenzia ma ho finto di avere programmi diversi altrimenti, neanche oggi avrei preso un po’ d’aria. Non riusciamo mai a trascorrere una normale vacanza estiva e vedo molto raramente i miei genitori. Delle volte, a causa della troppa stanchezza, rischio di perdere conoscenza” notai che restò in silenzio ad ascoltarmi con un’espressione preoccupata. “Per non parlare dei vincoli del contratto…Tutto questo ha iniziato a starmi stretto, mi sentivo soffocare quella sera perché si parlava ancora di altri programmi in cui dovevo presenziare. Così sono esploso. Se sapevo che, in quel momento, qualcuno mi stava guardando, non mi sarei sfogato in quel modo”
“Sbagli invece!! Credo che far uscire le lacrime sia la soluzione per alleggerire il peso che portiamo dentro” … aveva ragione ma, non poteva sapere che ero pentito di quelle lacrime solo perché c’era lei lì a guardarmi e non perché non dovevo sfogarmi.
“Quel tuo abbraccio mi ha aiutato molto a calmarmi” vidi spuntare sul suo viso un sorriso mentre si stringeva nelle spalle in segno di timidezza.
“Beh… sentivo che dovevo aiutarti e così, molto sfacciatamente, ti ho abbracciato”
Continuammo a parlare ancora di noi, mi piaceva sapere sempre di più di lei e mi piaceva guardarla mentre parlava. I suoi piccoli occhi erano molto espressivi e gesticolava molto con le mani. Aveva un viso dolcissimo ma i suoi movimenti la rendevano buffa, era davvero graziosa.
Il tempo passò molto velocemente, avevamo iniziato ad essere al nostro agio scambiandoci battute e ridendo insieme. Mi aveva fatto dimenticare la stanchezza accumulata, era rilassante parlare con lei. Purtroppo però, si fece molto tardi e sapevo che il giorno seguente aveva il turno di mattina al ristorante.
Decisi di riaccompagnarla fin sotto casa, era troppo buio per lasciarla sulla fermata.
Scesi dall’auto e le aprii il suo sportello.
“Sono stata davvero bene con te” disse sorridendo.
“Anch’io” le risposi.
Mi sentii all’improvviso triste per quel saluto, non mi andava ancora di tornare al dormitorio, volevo restare ancora con lei. Si stava voltando per salire le scale ed entrare in casa ma desideravo fermarla.
“Manuela?”
“Si?” si voltò verso di me…era sempre più bella ai miei occhi.
“Grazie per quel giorno sul tetto”
“Per cosa mi ringrazi??” si avvicinò di più a me.
“Per avermi trovato” e proprio in quel momento, un vento sfiorò di nuovo i suo capelli scoprendole ancora il collo. Sentivo un forte desiderio nascere dentro di me. Di solito, nei film romantici quello era il momento del bacio della buonanotte. A quel pensiero, il desiderio di assaporare le sue labbra divenne sempre più forte. Mi avvicinai a lei molto lentamente, poggiai delicatamente la mia mano sul suo collo. Aveva una pelle liscissima e morbida. Sentii battere forte il mio cuore. Ormai non riuscivo a controllare nessuna parte di me … era come se la mia mente e il mio corpo si fossero bruscamente staccate una dall’altra.Lei restò ferma a guardarmi fisso. Quei suoi occhi scuri mi penetravano senza troppi sforzi nell’anima. Mi avvicinai sempre più mentre lei non fece cenno di rifiutarsi. Aveva la bocca leggermente aperta e le labbra carnose erano davvero bellissime, desideravo baciarle. Le poggiai dolcemente sulle sue che ricambiava il mio bacio. Aveva un sapore dolce e, mentre giocavano armoniosamente, sentivo battere il mio cuore ancora più forte. ‘E’ questo l’amore??’ quel bacio aveva dato risposta alla mia domanda.
Ci staccammo poco dopo, aveva gli occhi ancora chiusi ma li aprì lentamente. Era rimasta sorpresa da quel bacio.
“Buonanotte” le sussurrai baciandole la mano.
“Buonanotte” rispose lei ancora incredula del mio gesto.
Entrai in auto e la osservai mentre entrava in casa. Mi avviai verso il dormitorio ma quella giornata l’avrei conservata per sempre nel mio cuore…realizzai di essermi innamorato. Posai l’auto in garage ed entrai in casa: dormivano tutti.
D’improvviso, un sentimento nostalgico mi travolse: desideravo avere Manuela accanto a me. Mi lasciai cadere sul letto continuando a pensarla per tutta la notte.
“Aaah” gemetti “Quella ragazza mi sta facendo uscir pazzo” risi di quella mia affermazione. Quella sera, niente mi avrebbe portato via quel sorriso sulla mia faccia…tranne un messaggio lasciato sul mio cellulare dal mio manager avvisandomi degli impegni che avrei avuto nel pomeriggio del giorno successivo.


Anche questo capitolo è concluso….mmm…ho bisogno di sapere da voi come sta andando questa mia prima ‘fanfiction’ >___< anche se temo di ricevere molti commenti negativi 

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Capitolo 15
*** Cap. 14° ***


 
Inizia così una nuova giornata per me: la sera precedente avevo dormito bene. Non riuscivo a non pensare a quel bacio. Quelle sue labbra erano un’immagine che non riuscivo a togliere dalla mia testa. Avevo voglia di vederlo ma non sapevo cosa stesse facendo e se era libero per poterci incontrare. Controllavo continuamente il cellulare con la speranza qualche suo messaggio o chiamata potesse arrivarmi.
Mi preparai in fretta per iniziare il mio turno al ristorante. Come previsto, ogni settimana c’era la rotazione dei turni. Fui l’unica ad essersi alzata presto quella mattina e, mentre tutti dormivano, uscii da casa e mi avviai verso il ristorante.
Cosa succederà ora tra me e lui?? In che rapporti siamo?’ quelle domande iniziavano a farsi sempre più persistenti..ero curiosa di sapere come definire il nostro rapporto ma ero ancor più curiosa di conoscere il suo punto di vista ma,presto, avrei dovuto affrontare un problema ancora più grosso: Christian!
Arrivai al ristorante, indossai l’uniforme e mi incamminai verso la sala per iniziare il mio lavoro. Pian piano, il locale iniziò a riempirsi di persone e, all’orario di pranzo, quasi non c’erano più tavoli disponibili.
Mi voltai verso la sala riservata alle celebrità e notai che era chiusa anche quel giorno. Ero curiosa di sapere chi c’era al suo interno. Chiesi  informazioni a Yurim ma neanche lei sapeva nulla. Continuai a lavorare cercando di distogliere il mio pensiero da quella sala.
Servii i tavoli attenta a non sbagliare mai nulla ed essere sempre veloce. Arrivò la fine del turno: mi avviai verso il camerino per togliere la divisa ma qualcosa o qualcuno mi prese per il polso trascinandomi dentro al ripostiglio che si trovava accanto al camerino, chiudendosi la porta alle spalle. Era abbastanza buio ed avevo una mano sulla bocca come per evitare che potessi parlare. Iniziai ad agitarmi.
“Shhhhhh! Non agitarti…sono io” riconobbi subito quella voce, accesi la luce del ripostiglio e il suo volto apparve dinanzi a me: era Eunhyuk. In un attimo, mi calmai e presi controllo delle mie azioni. Tolse lentamente la mano liberando la mia bocca.
“Ma che ci fai qui?” dissi sommessamente. Ero ancora incredula della sua presenza ma fui contenta di poterlo vedere.
“Sono qui con il mio manager e uno dei membri.  Volevo vederti, ti ho vista ed ora eccoci qui”, disse accennando un sorriso. Iniziai a sentirmi in imbarazzo e sentivo le guance andare a fuoco. Avevamo lo stesso desiderio di vederci.
Restammo in silenzio a fissarci l’un l’altro, il suo sguardo era intenso.
[Pensieri di Eunhyuk]
Perché mi piace così tanto questa ragazza?’ mi accorsi che ne ero stregato. Stavamo lì a guardarci. Mi perdevo nei suoi occhi e fissavo le sue dolci labbra. La tirai verso il mio petto e appoggiai le mani sui suoi fianchi. Chinai il capo per raggiungere quelle labbra, desideravo baciarla ancora una volta. Il bacio durò molto di più del giorno prima ed era molto più intenso e passionale. Lei appoggiò le sue mani intorno al mio collo e con una di essa giocava con i miei capelli. Con le mani, stringevo sempre più i suoi fianchi ma sempre attendo a non farle del male.
Sentivo ardere un fortissimo desiderio di andare oltre ma, non potevo, non lì e non subito.
“Basta! Dobbiamo uscire di qui prima che venga licenziata” disse lei staccandosi dì improvviso dalle mie labbra. Notai l’imbarazzo sul suo volto. Cercai di nascondere una risata. Effettivamente, dovevamo uscire di lì, il manager e Donghae mi stavano sicuramente cercando.
Furtivamente, uscimmo dal rispostiglio promettendole di chiamarla una volta liberato dagli impegni. Lei si diresse verso il camerino per togliersi l’uniforme e concludere il suo turno. Io entrai in sala per continuare il pranzo col manager e Donghae.
“Dove sei stato?” mi chiese il manager con tono sospettoso. ‘Che mi avesse visto?’ cercai di mantenere la calma per non far trasparire la verità.
“Ero andato in bagno ma i quadri hanno attirato la mia attenzioni così ho perso tempo ad ammirarli” volevo ridere per quella assurda scusa che avevo trovato. Altro che quadri che ammiravo..
“Sai cosa c’è scritto sul tuo contratto, vero?Non dimenticartelo!” rispose lui con tono fermo. Intuì che il manager aveva visto o capito qualcosa. Sapevo a cosa stavo andando incontro ma non potevo perdere tanto facilmente ciò che avevo trovato, non potevo perdere le emozioni che Manuela mi stava facendo vivere.
“Aaah, hyung!” interruppe Donghae “Non preoccuparti. Eunhyuk hyung non è mica stupido!” Donghae è stato sempre il mio migliore amico, cercava di coprire la mia storia con Mnauela.
“Speriamo!” rispose il manager riprendendo a mangiare. Feci segno a Donghae che, per ringraziarlo, gli avrei offerto la cena.
[Pensieri di Manuela]
Corsi verso casa, pensando ancora all’incontro con Eunhyuk nel ripostiglio. Quel bacio era diverso dal giorno precedente, era..molto più intenso.
Continuavo a controllare il cellulare perché non volevo rischiare di perdere la sua telefonata. Svoltai l’angolo della strada dove si trovava l’appartamento quando vidi da lontano Christian appoggiato al muro con le mani in tasca che stava attendendo il mio ritorno. Era giunto il momento di affrontarlo e dirgli di Eunhyuk..ma avevo paura di una sua reazione eccessiva.
 
Ci vediamo al prossimo capitolo ;)

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Capitolo 16
*** Cap. 15° ***


Continuavo a controllare il cellulare perché non volevo rischiare di perdere la sua telefonata. Svoltai l’angolo della strada dove si trovava l’appartamento quando vidi da lontano Christian appoggiato al muro con le mani in tasca che stava attendendo il mio ritorno. Era giunto il momento di affrontarlo e dirgli di Eunhyuk..ma avevo paura di una sua reazione eccessiva.
Mi avvicinavo lentamente e lo guardai con sguardo preoccupato. Non sapevo cosa volesse dirmi e non sapevo neanche come potergli dire del mio rapporto con Eunhyuk. Dovevo stare attenta a formulare il discorso…
[Pensieri di Christian]
‘Finalmente è arrivata’, pensai. La osservavo mentre si avvicinava, sembrava avesse cambiato espressione dopo avermi visto. Mi faceva male poter leggere quella sua preoccupazione sul suo volto, non era mai successo prima di quel momento e mi sentii in colpa. Era cambiato davvero tutto fra noi.
Si fermò e restò a guardami, come se stesse aspettando una mia reazione.
“Dobbiamo parlare!” le dissi flebilmente.
“Lo so! Sono qui per parlarti anch’io.” Restava ferma cercando di tenere le distanze da me, come se avesse paura di un mio gesto.
“Non abbiamo avuto molto modo di poter affrontare il discorso ma… scusami per quel bacio…non dovevo” abbassai lo sguardo..non avevo il coraggio di incrociare il suo. “Non so cosa mi sia preso ma sento che ti sto perdendo sempre più e mi fa male…Sono arrabbiato ma allo stesso tempo spaventato” . Al pensiero di perderla, mi sentii stringere in gola, quasi stessi soffocando.
“Perché tutto è cambiato???Come siamo finiti in questo modo? Rivoglio il Christian che conoscevo un tempo, rivoglio il mio amico…rivoglio quella persona con la quale potevo confidarmi e sapevo di poter contare sempre su di lui. Voglio ritornare a fidarmi an-ancora di te” mi accorsi che pian piano la sua voce iniziava a tremare, alzai lo sguardo e vidi una lacrima scendere dai suoi occhi. Mi sentii morire all’interno, stava piangendo a causa mia.
“NON FARLO!!” urlai. Non riuscivo a reggere quell’immagine, non ho mai sopportato vederla piangere. Mi avvicinai a lei stringendola tra le braccia. Sapevo che le piaceva sentirsi al sicuro quando piangeva ed era ciò che cercavo di fare in quel momento ma…sentii le sue braccia spingermi sul petto cercando di liberarsi…ero stato rifiutato anche stavolta…
“No, Christian…non ora.. ho da dirti delle cose e so già come finirà” cercava di asciugarsi le lacrime, la sua voce non tremava più. Cosa voleva dirmi? “Penso di essermi innamorata di un altro!!” disse senza troppi giri di parole. Mi sentii fermare il cuore a quella confessione. Non riuscivo ancora a crederci e cercavo di arrampicarmi alla speranza di aver sentito male.
“Co-cosa???” non riuscivo neanche a formulare la domanda.
“Hai sentito bene…non posso mentirti e non voglio neanche farlo per questo te lo sto dicendo.”
“chi è?”
“Eunhyuk!!!!” rispose lei.
“Eunhyuk??Il tizio di quella volta??il cantante???Tu sei pazza!!!” iniziai ad infuriarmi, non accettavo quell’assurda verità. “Sai che non sarà mai una vita facile se non sei anche tu una celebrità” cercavo di farla ragionare ma senza riuscirci per mia sfortuna.
“Lo so ma ci voglio provare lo stesso. Per favore non rendere le cose più difficili” disse con tono preoccupato.
“Per favore??” accennai un sorriso beffardo. “L’hai anche……baciato?” sapevo che saperlo non mi sarebbe servito a nulla e mi pentii di averglielo chiesto, mi avrebbe ucciso ancor di più la sua risposta.
 “Non credo che possa interessarti”
“Hai già risposto!” la fulminai con lo sguardo. In quel momento, riuscii ad odiarla ..anche se per qualche minuto soltanto. Desideravo allontanarmi da lei così decisi di entrare senza rivolgerle la parola. Mi diressi verso casa ma mi sentii bloccare per un braccio.
“Christian?!” i suoi occhi erano pieni di tristezza e preoccupazione. Mi girai dal lato opposto, non riuscivo a reggere quello sguardo.
“Non mi arrendo! Lui ti farà soffrire e, proprio in quei momenti, io sarò lì accanto a te finchè non capirai che hai fatto la scelta sbagliata” mi liberai dalla presa delle sue mani ed entrai in casa senza voltarmi per guardarla. Avevo il cuore in mille pezzi..era una situazione frustrante e insostenibile. Mi chiusi in camera e cercai di riposarmi per poter, almeno in quei pochi minuti di riposo, allontanarmi da quel pensiero di Manuela e Eunhyuk insieme.
 
[Pensieri di Manuela]
Le lacrime iniziarono a scendere con molta facilità. Mi sentii male per averlo ferito e impotente perché sapevo che non potevo far nulla per alleviare il suo dolore. Odiavo come si era sviluppato il rapporto fra noi, avrei voluto tornare indietro nel tempo per evitare che potesse fare quella dichiarazione…forse le cose sarebbero cambiate…o forse no. Iniziavo a disperarmi, rivolevo il mio amico Christian ma sapevo che non sarebbe più ritornato.
Mi asciugai le lacrime ed entrai in casa, Noemi e Valeria erano a lavoro ma sarebbero tornate presto. Roberto riposava sul divano. Notai la porta chiusa della camera di Christian… aveva deciso di restare da solo. Mi diressi in camera gettandomi sul letto. Avevo dormito poco e lavorato molto, ero stanca così decisi di chiudere gli occhi e non pensare più a niente.
Una suoneria del cellulare mi risvegliò dal mondo dei sogni riportandomi alla realtà. Corsi verso il cellulare: era un messaggio di Eunhyuk.
Sono nella sala prove con i membri. Cosa stai facendo, donna dei misteri? Ti chiamo dopo per poter parlare un po’ con te’
Sorrisi leggendo quel messaggio, ero contenta che stesse pensando a me anche durante le prove. Fui curiosa all’immagine di lui mentre si esercitava, avrei voluto vederlo. Pensai a cosa rispondergli ma cancellavo continuamente il testo, sembrava banale ogni cosa che scrivevo.
Mi sono svegliata da poco..‘Aish! Neanche questo mi piace’. Non avevo mai trovato difficoltà nel rispondere al messaggio di qualcuno prima di quel momento, sembravo un’imbranata. Dopo mille tentativi, trovai cosa scrivergli.
[Pensieri di Eunhyuk]
Le inviai un messaggio mentre avevamo deciso di fare una paussa…erano passati parecchi minuti dal mio invio, non avevo ancora ricevuto risposta. Rimasi seduto sul pavimento aspettando che mi arrivasse la sua risposta. Anche gli altri membri continuavano a riposarsi: Siwon aveva la fissazione del curare il suo fisico così ne approfittò per allenarsi agli attrezzi; Leeteuk era al telefono, penso con i suoi genitori; Shindong e Kyuhyun quel giorno erano assenti, avevano altri programmi. Yesung, Sungmin e Ryeowook scherzavano fra loro. Vidi Donghae dirigersi verso la mia direzione per poi sedersi accanto a me.
“Che pensi?” chiese lui.
“Aspetto un messaggio di Manuela ma….ancora non è arrivato nulla”
“Hyung, perché non me la presenti? Ha qualche amica? Aaaah non pensi mai a me” disse Donghae invidioso del mio rapporto. Era divertente vederlo fare ammoine come un bambino. Sentii la suonerai dei messaggi del mio cellulare e, con molta fretta, cercai di estrarlo dalla tasca dei pantaloni della tuta. C’era un suo messaggio:
‘Mi sono appena svegliata ma adesso vado a farmi una doccia… qualche volta, posso guardarti mentre ti eserciti? Aspetto la tua chiamata!’ mi scappò una risata. Temevo che non mi avrebbe risposto ed invece finalmente la sua risposta mi arrivò ...anche se con molto ritardo.
“Chi è??” chiese Donghae curioso di sapere cosa mi facesse divertire.
“E’ un messaggio di Manuela …ma perché t’impicci?”
“Ricordi cosa ha detto il manager riguardo al contratto? Sai che non sono contrario ma sta attento” rispose Donghae prima di alzarsi per ritornare ad esercitarsi. Aveva ragione, quel contratto firmato mi proibiva molte cose, tra cui non rivelare mai a nessuno di avere una relazione con attrici, cantanti o persone comuni, ancor meno farsi scoprire da giornalisti, dovevo evitare qualsiasi scandalo. Sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare questo problema.
Le ore passarono e si fece buio. Ci avviammo tutti verso le docce per poter uscire da quella sala. Io e Leeteuk, come da contratto, dovevamo dirigersi verso Sukira per poter registrare, ma prima passammo per il dormitorio per poterci vestire e prepararci. Sentivo un forte desiderio di sentire Manuela così presi il cellulare e composi il suo numero.
“Pronto, Eunhyuk?” rispose lei
“Si..sono io” accennai una risata. “Cosa fai stasera?”
“Ehmm…non ho programmi. Perché??”
“Cosa ne pensi di venire fuori allo studio di Sukira?Puoi portare anche la tua amica Noemi, se vuoi” desideravo vederla quella sera così colsi l’occasione di poterla vedere durante la trasmissione. In mezzo ad altre fan, nessuno avrebbe dubitato di qualcosa.
“Posso??Cioè…non è un problema??” chiese lei tutta euforica per il mio invito. Ci accordammo per l’orario e le consigliai di venire davanti agli studi un po’ prima. Contavo i minuti che mancavano prima di vederla.
 
 
Scusate il ritardo!! Cercherò di aggiornare i capitoli con lo stesso ritmo di prima ^^

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Capitolo 17
*** Cap. 16° ***


 
Finalmente mi ritrovavo di nuovo davanti allo studio Sukira Kiss the Radio e, come consigliato da Eunhyuk, mi avviai un po’ prima. Noemi desiderava poterci ritornare ma quella sera si aggregò anche Valeria. Era curiosa di conoscere la persona che, dopo molto tempo, aveva dato modo al mio cuore di tornare a battere…o forse era curiosa dalla descrizione fatta da Noemi sui membri dei Super Junior?
Come si prevedeva, anche quella sera c’erano molte ragazze che aspettavano Leeteuk e Eunhyuk. Molte sventolavano cartelloni con scritto i loro nomi e un breve messaggio di incoraggiamento, altre alzavano i loro album. In quel momento, mi resi conto che non avevo nessun album dei Super Junior. Desideravo poter conoscere tutta la loro discografia così mi promisi che il giorno dopo sarei andata in qualche negozio a comprarli.
Mi girai verso Valeria, avevo la stessa identica mia espressione di quando venni qui il primo giorno. Ero sbalordita vedendo quante ragazze, anche a tarda ora, supportavano i loro cantanti preferiti. Noemi ormai sembrava essersi aggregata al gruppo delle ragazze ‘urlanti’, ma era prevedibile che sarebbe finita così.  
Poco dopo, sentivo le ragazze sbraitare ancora di più e, da lontano, vidi delle persone camminare verso la nostra direzione. Lo riconobbi subito fra tutti. Lui era lì, accanto al suo amico Leeteuk, sempre sorridente ma un po’ impacciato. Indossava una maglia bianca, un jeans scuro e un berretto nero. Era vestito molto semplice ma anche in quel modo lo vedevo sempre più bello. Entrambi avevano, fra le mani, degli scatoloni. Più si avvicinavano a noi e più sentivo urlare le ragazze, compresa Noemi…Valeria restava accanto a me ancora con l’espressione di chi non credeva a ciò che stesse vedendo.
“Ma sono loro?”chiese lei incredula.
“Si…sono loro”
“Ma sono davvero belli!!! Sono umani???” risi a quell’assurda domanda. Fu la stessa mia reazione quando vidi il video dei Super Junior su youtube per la prima volta ma pensavo che fosse tutto grazie agli effetti del video e che dal vivo non fossero così belli…peccato che mi sbagliavo: dal vivo lo erano ancora di più.
“Non spingete e restate calme al vostro posto. Oggi fa davvero caldo quindi abbiamo pensato di portare bevande fresche per tutti come ringraziamento per il vostro continuo supporto” disse Leeteuk distribuendo delle lattine di bevanda.
Notai che dopo la sua raccomandazione, le fan rimasero tranquille aspettando che uno dei due si avvicinasse per offrire una bevanda. Leeteuk si occupava delle ragazze sulla sua sinistra mentre Eunhyuk di quelle sulla sua destra, dove ci trovavamo io, Noemi e Valeria. Speravo potesse vedermi, speravo potesse accorgersi che c’ero anch’io lì per lui ma non mi rivolse nessun sguardo. Nonostante mi trovassi in prima fila, lui non mi guardò neanche una volta…’forse non se ne sarà accorto?’ pensai. Non potevo nascondere che ne ero rimasto delusa. Continuava a sorridere alle fan mentre passava le bevande, qualcuna lo ringraziava. Notavo che i loro gesti resero felici quelle ragazze che accorsero lì quella sera.
Passò una bevanda a Valeria che lo guardò incantata …aveva gli occhi sbarrati e ringraziò balbettando. Ridacchiai per quella scena.
Improvvisamente, fui urtata da due fan che cercavano di rubarmi il posto per avvicinarsi a lui sempre di più. Cercai di aggrapparmi a qualcosa per evitare di cadere ma persi l’equilibrio.
Sentii un braccio cingermi la vita. Eunhyuk era accorso per evitare che potessi cadere e farmi male. Il suo viso era a pochi centimetri dal mio, potevo leggere chiaramente la sua espressione di preoccupazione. Sentivo il cuore esplodermi nel petto. Quella sua bellezza era disarmante.
Lentamente mi tirò su, lasciando la presa. “Vi abbiamo detto di restare al vostro posto, poco alla volta tutte sarete accontentate quindi non spingete e non fatevi male” disse voltandosi verso la folla di fan. Erano rimaste tutte ammutolite e sorprese per quella scena.
Eunhyuk continuò ad offrire bevande, non vedevo più quel sorriso sul suo volto. Era diventato serio. Arriverò il mio turno, mi appoggiò la bevanda fra le mani senza incrociare il mio sguardo e passò alla ragazza che si trovava al mio fianco. Notai quel distacco e iniziai a domandarmi il perché.
Terminarono il loro incontro con le fan e tornarono nella sala interna di Sukira per iniziare il loro programma. Ci accalcammo tutte davanti al vetro per vederli.
“Ma  è davvero bello Eunhyuk…anche l’altro ragazzo…” disse Valeria
“E non hai visto nulla…i membri ne sono tanti e belli” rispose Noemi. Le due iniziarono a fare commenti sui membri dei Super Junior, nominando anche altri gruppi come i Big Bang, Beast e TVXQ. Io continuavo a tenere gli occhi fissi su Eunhyuk che rideva per le battute di Leeteuk.
Lanciarono la pubblicità: Leeteuk si alzò per prendere un po’ d’acqua mentre Eunhyuk prese il cellulare dalla tasca del jeans e rimase seduto alla sua postazione DJ. Stava forse scrivendo un messaggio…ero curiosa di sapere a chi lo stesse inviando. Alzò lo sguardo e ripose il cellulare in tasca. Sentii in quel momento la suoneria del mio cellulare: trovai un suo messaggio.
“Stai bene? Ti sei fatta male? Non farmi preoccupare ancora di più e cerca di stare attenta”. Fui contenta di quel messaggio, quella freddezza aveva fatto nascere molti dubbi dentro di me. Decisi di rispondergli e dovevo fare in fretta prima che terminasse la pubblicità. Ero attenta che nessuno potesse capire qualcosa.
Sto bene…grazie per prima. Non essere preoccupato e cerca di sorridermi. Sono o no una tua fan?” Notai che sorrise leggendo il messaggio, ero riuscita nel mio scopo. Mi mandò un ultimo messaggio per poi riprendere con il programma radio “Ci vediamo alla fine della programmazione vicino al fiume Han. Verrò appena possibile”
Le due ore passarono in fretta. Prima della chiusura, i due si cimentarono in un ballo divertente per poi aprire l’audio verso l’esterno e parlare con le fan. Stavolta, lasciai spazio alle altre ragazze di poter parlare.  Molte venivano da Singapore e Taiwan. Dopodiché, i due DJ salutarono per dirigersi verso l’uscita. Poco alla volta, le ragazze si allontanarono per ritornare a casa.
“Andiamo Manuela!”
“Ehm…andate voi…….devo incontrarmi con Eunhyuk”
“OK!!!!!!!!!! Resto con te, voglio vederli anch’io!!!!!” Noemi insisteva nel restare per poter aver l’occasione di parlare con uno di loro. Fortuna che Valeria l’aveva convinta che quello non era di certo il momento ideale. Tirandosela per la mano, tornarono entrambe a casa mentre io mi dirigevo verso il fiume Han. Controllai l’ora, era mezzanotte passata. In giro c’erano poche persone. Mi sedetti su una panchina di fronte al fiume ammirando la bellezza di quel posto. Seul riusciva a farmi sbalordire ogni giorno di più.
Delle mani, d’un tratto, coprirono i miei occhi. Era finalmente arrivato, potevo stare con lui lontano dagli occhi delle sue fan. Le toccai: erano calde e morbide. Fuggii da quelle mani, mi alzai e mi voltai verso di lui per poter guardare il suo viso….ma non era lui. Cambiai espressione quando realizzai che, la persona che stava all’in piedi davanti ai miei occhi, era Christian.
“Che cosa ci fai qui???” chiesi confusa.
“A casa mi annoiavo. Non ho nemmeno sonno così sono venuto qui a fare un giro finchè non ti ho vista. Tu che ci fai qui?” disse corrugando le sopracciglia. Cosa potevo raccontargli???Eunhyuk stava per arrivare e, farli incontrare, non era di certo una buona idea.
“Nu-nulla!Facevo solo…un giro” continuavo ad agitarmi. “Sentivo caldo e mi sono fermata qui per respirare aria fresca ma tra un po’ torno a casa. Non preoccuparti per me e torna a casa” stavo sudando per l’agitazione.
“Ti faccio compagnia così torniamo insieme..” - “NO!!” interruppi. Avevo ormai fatto capire che qualcosa non andava nel perché ero seduta su quella panchina. Mi voltai dall’altro lato e tirai un forte respiro. Mi incamminai verso la strada del ritorno ma fui fermata per il polso.
“Che hai??Mi spieghi per quale motivo sei qui???” aveva capito che nascondevo qualcosa. Continuava a tenermi per il polso
“Christian, sono qui perché devo incontrare una persona…”cambiò espressione, sembrava  arrabbiato e anche la sua presa divenne più forte. Mi stava facendo male ma non riuscivo a liberarmene.
“Ancora lui?”
“Christian….lasciami andare per favore.” Cercavo di fuggire alla sua presa ma lui era molto più forte.
“Cosa le stai facendo??????” sentii una voce provenire sul lato destro. Mi voltai dove avevo sentito quella voce: Eunhyuk era lì ed aveva un’espressione sorpresa e irritata. Con la mano, cercò di liberare il mio polso, posizionandosi poi in mezzo tra me e Christian. “Cosa vuoi da lei??”
Christian accennò un sorriso beffardo. “Non credo che sia una cosa che ti riguarda”
“Quando si tratta di lei, mi riguarda sempre!”

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Capitolo 18
*** Cap. 17° ***


[Eunhyuk]
Per la seconda volta, mi ritrovavo, dinanzi a me, quel Christian e, per la seconda volta, con lo stesso atteggiamento verso Manuela. Odiavo quando le sue mani la toccavano in quel modo.
“Allora? Mi dici cosa vuoi da lei?” insistetti. Volevo conoscere il rapporto fra i due, non me l’avrei bevuta la storia dell’amico d’infanzia.
“Sai che tornerà in Italia vero? Sai perfettamente che non potrai renderla felice con il tuo lavoro e l’unica a soffrirne sarà lei”. Quelle parole mi avevano ferito peggio di una lama conficcata nel petto. In un attimo, realizzai come il mio mondo potesse far soffrire un giorno Manuela.
“Smettila Christian!!!” sbottò lei arrabbiata da quelle parole. “Non sono affari tuoi questi!”
“Devi capire che non avrai futuro con lui. Non durerà e a starci male sarai solo tu!!”
“In che rapporti siete???” interruppi quel fastidio battibecco. Aspettai che arrivasse la risposta da uno dei due. Manuela aveva gli occhi fissi su Christian, come se gli stesse suggerendo qualcosa.
“Perché ti interessa saperlo?” iniziai ad irritarmi da quelle sue risposte che non conducevano a nulla. “Vuoi davvero sapere tutto??” continuò lui. “Ho intenzione di prendermi Manuela!” concluse accennando un sorriso beffardo. Finalmente la verità era uscita fuori. Una verità che anche lei conosceva ma che continuava a coprire con delle bugie. Strinsi i pugni dalla rabbia pensandola nella stessa casa con Christian. Non potevo accettare ancora per molto quella situazione.
“Mi hai mentito!” dissi flebilmente senza guardarla negli occhi, osservando ogni movimento di lui.
“Il problema è che sono stata fin troppo chiara con Christian a riguardo. Per me è solo un amico” rispose lei con tono fermo.
“Lui non è dello stesso parere a quanto pare” dissi. Christian accennò un sorriso e avanzò verso la mia direzione. Si fermò a pochi centimetri. “Non mi arrendo. Aspetterò quel giorno!” disse lui sussurrando nell’orecchio. Sono sempre stato un tipo che non ricorre mai alla violenza se non in casi estremi ma, quella sera, avrei voluto spaccargli la faccia. Si allontanò dirigendosi verso casa. Lo seguii con lo sguardo finchè non si dileguò completamente.  Aveva creato un’atmosfera tesissima fra noi, non sapevo cos’altro dirle. Ero stanco e dubbioso, mi sedetti sulla panchina che si trovava a distanza di pochi centimetri da noi. Lei era rimasta lì ferma, a guardami con un’espressione triste. La osservavo. Quella maledetta luce che la Luna sprigionava la rendeva maledettamente affascinante. Di due cose ero certo: ero attratto da lei ed ero geloso.
“Sei arrabbiato?” chiese lei restando ferma al suo posto. Aveva uno sguardo dolce, il cuore iniziò a battere forte.
“Siediti qui, vicino a me!” le dissi indicandole lo spazio libero della panchina. Fece un cenno con la testa e si avvicinò molto lentamente. Si sedette accanto a me stringendosi nelle spalle. Era così tenera che non riuscivo neanche ad arrabbiarmi con lei. Notai la distanza che ci teneva separati. La ridussi avvicinandomi sempre di più.
“Cosa dovrei fare adesso che so cosa vuole Christian da te? Come posso essere tranquillo sapendo che vivete insieme?” la guardai.
“Non succederà nulla!!!!” rispose lei agitandosi. “Da oggi non succederà…” si fermò improvvisamente, portandosi le mani sulla bocca.
“Da oggi??’ le ripassai. “Cosa significa??” Lei restava in silenzio pensando a cosa dirmi. Cosa stava nascondendo?  “Cos’è successo fra voi?” capii che ciò che nascondeva era qualche episodio avvenuto fra lei e Christian. Chiusi la mano sinistra in un pugno, quell’attesa mi stava facendo perdere la pazienza.
“Un –un bacio” balbettò lei. Quella risposta mi gelò il cuore. Quel maledetto era riuscito ad avvicinarsi così tanto? La rabbia stava iniziando a prendere di nuovo il sopravvento. Mi chinai in avanti appoggiando i gomiti sulle gambe e riportando le mani sotto al mento. Cercai di calmarmi ma fu inutile, avevo voglia di trovarlo per spaccargli la faccia. Lei restò in silenzio ad aspettare una mia risposta.
“Quando?” dissi con tono arrogante. Speravo non fosse successo durante il nostro periodo di frequentazione.
“La sera prima del nostro primo appuntamento” disse senza esitazione. Tirai un sospiro di sollievo. Potevo stare tranquillo almeno su questo.
“Come posso lasciarti vivere ancora con lui??” dissi sciogliendomi da quella posizione. Mi voltai verso di lei con il viso contratto.  Era ancora triste. Non rispose, forse non sapeva cosa dire. Non aveva colpe perché l’ha rifiutato più volte e lo avevo notato quella sera stessa ma dovevo far qualcosa. “Cambia casa!” azzardai con una proposta. Sbarrò gli occhi, rimase sorpresa da quella proposta.
“Non potrei riuscire a mantenermi da sola…è assurdo!!” rispose agitandosi. Non potevo darle torto, mantenersi le spese di casa da sola in una città che conosceva poco era davvero difficile. “Fidati di me” continuò lei. “Non darò modo che possa succedere qualcosa”. Non potevo fare altro che fidarmi di lei come mi aveva chiesto. Non c’era altra soluzione.
Guardai l’ora e mi accorsi che era davvero troppo tardi. Decisi di accompagnarla a casa, ma restammo in silenzio in auto. Quel Christian aveva rovinato tutto, desideravo restare da solo con lei ma quell’episodio non aveva fatto altro che tenerci lontani.
Arrivammo sotto casa sua. “Domani mattina ho un incontro con i giornalisti e nel pomeriggio ho un fan meeting con gli altri membri .” Le elencai tutti i miei programmi del giorno successivo. ”Non so se riusciremo a vederci domani” ero amareggiato. Avrei voluto saltare tutte le attività per stare con lei tutto il giorno ma non potevo. Notai che anche sul suo volto c’era la mia stessa espressione. Solo in quel momento, capii cosa stesse pensando.
“Ok!” disse abbassando lo sguardo e afferrando la maniglia della portiera dell’auto. Restai a guardarla mentre scendeva dalla macchina. Mi rivolse un ultimo sguardo prima di rientrare in casa. Rimisi in moto e mi allontanai, sfrecciando, da quel posto. Avevo bisogno di scaricare tutta la rabbia accumulata quella sera. In pochissimi minuti, arrivai al dormitorio. Entrai silenziosamente in casa per non svegliare gli altri membri e mi diressi in camera. Christian mi aveva messo il cattivo umore, sapevo che non sarei rimasto più tranquillo conoscendo ormai le sue intenzioni. Odiavo il pensiero di lui che potesse toccarla o…baciarla ancora. Rabbrividii a quel pensiero. Decisi di non pensarci più e chiusi gli occhi addormentandomi poco dopo.

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Capitolo 19
*** Cap. 18° ***


[Eunhyuk]
“Eunhyuk!!Eunhyuk!!!!! Svegliati!”, una voce acuta mi aveva fatto sobbalzare nel sonno. Mi svegliai di soprassalto e mi affrettai a guardare l’ora temendo di aver fatto tardi per l’appuntamento con i giornalisti ma notai che mancavano 2 ore all’incontro. Rivolsi lo sguardo verso chi aveva disturbato il mio sonno senza motivo: era Leeteuk.
“Hyung, è presto! Cosa vuoi?” mi lasciai cadere di nuovo sul letto chiudendo gli occhi con la speranza di poter riprendere il sonno perso. “Ho preparato la colazione per tutti. Sbrigati a mangiarla” rispose lui mentre si avviava verso la cucina. ‘Colazione?Hyung l’ha preparata per tutti??’ riaprii di scatto gli occhi e mi alzai dal letto. Avevo fame e Leeteuk era riuscito in pochi secondi a convincermi nel seguirlo. Uscii dalla stanza e vidi i miei compagni accerchiati intorno al tavolo che gustavano la colazione preparata dal nostro leader. Molti mancavano perché avevano i propri impegni di lavoro. Quasi mai ci ritrovavamo tutti insieme.
“Buongiorno!” li salutai mentre mi dirigevo in bagno. Avevo bisogno di rinfrescarmi la faccia sperando che l’acqua fredda potesse rendermi più sveglio. La sera precedente non avevo affatto riposato bene a causa dei pensieri che mi affliggevano rendendomi troppo nervoso per poter dormire. Quel Christian era riuscito a distruggermi anche il sonno. Non facevo altro che pensare alle sue parole, al fatto che Manuela sarebbe tornata in Italia e che le nostre vite erano totalmente diverse. Christian aveva ragione su tutto ed era questo che mi faceva imbestialire di più. Ma cosa dovevo fare??Avevo bisogno dei miei hyung, avevo bisogno di qualche consiglio, così mi diressi in cucina e presi posto.
“Allora?Com’è andata ieri?” disse Leeteuk stuzzicandomi. Aveva suscitato la curiosità di tutti che, impazienti, attendevano la mia risposta.
“L’ho incontrata …ed ho incontrato anche il suo ‘amico del cuore’” dissi con tono sarcastico, mentre mangiavo con foga il piatto preparato dal nostro leader. Mi innervosivo ogni volta che parlavo di ‘lui’.  Mi accorsi che la mia risposta li aveva lasciati confusi. Ripresi il discorso: “Si chiama Christian” strinsi i pugni quando feci uscire il suo nome dalla mia bocca, ridestando la rabbia accumulata dalla sera precedente. “E’ l’amico d’infanzia di Manuela ma pare che di recente abbia deciso di rivedere il suo rapporto con lei..così si è dichiarato” aggiunsi.
“Guai in vista!!” interruppe Kyuhyun che se ne stava appoggiato alla parete con le braccia incrociate. Quella fu la prima volta che ebbi l’occasione di ascoltare il parere dei miei compagni e fui contento di essermeli ritrovati nel mio appartamento, quella mattina.
“Cosa vuoi dire?” gli chiesi curioso di conoscere il suo pensiero sulla faccenda.
“Sono amici da tanto tempo, quindi lui conosce tutto di lei…inoltre, sono entrambi italiani. Tu, invece, quanto conosci Manuela? Quanto potresti competere contro di lui?Inoltre, quanto sei disposto a rischiare per lei?”. Kyuhyun fu diretto. La sua ultima domanda mi ghiacciò: quanto sono disposto a rischiare per lei? Non sapevo darmi una risposta. Io e Manuela eravamo diversi. Quel pensiero non faceva altro che distruggermi, come potevo lasciarla nelle mani di Christian?NO! Non potevo! Strinsi i denti e corrugai le sopracciglia.
“Manuela cosa ti ha detto di lui?Cos’ha risposto alla sua dichiarazione” domandò Donghae.
“Dice che per lei non significa nulla, che è solo un amico. Ma non è lei a preoccuparmi…” dissi sbuffando. Mi alzai dalla sedia per dirigermi sul divano. Quella conversazione mi aveva fatto passare l’appetito. Aish! Quante cose dovrà pagarmi quel Christian”
“Spiegati meglio” disse Leeteuk.
“E’ proprio come ha detto Kyuhyun. Loro sono italiani e prima o poi torneranno nel loro Paese. E io cosa farò?? Non posso di certo seguirla e neanche chiederle di restare qui in Corea..”
“Perché no?!” interruppe il discorso Ryeowook che se ne stava tranquillo ad ascoltare tutta la storia.
“Ryeowook, non dimentichiamoci che abbiamo delle clausole da rispettare” gli spiegò Leeteuk con tono alquanto scocciato. “Eunhyuk non può farsi vedere in giro con Manuela finchè non sarà l’agenzia a consentirlo, oltre al fatto che le fan non li lasceranno mai tranquilli. Fino a quel momento, non vivranno una normale vita di coppia. Questo porterà pian piano a distruggere il loro rapporto” sentenziò Leeteuk. Non aveva tutti i torti, era ciò che pensavo anch’io.  Ma quindi cosa dovevo fare?Non avevo il coraggio di ammettere che l’unica soluzione era quello di doverla lasciare andare ma al tempo stesso mi ero stufato di proibirmi di vivere la mia vita solo a causa di stupide clausole. Avevo bisogno delle emozioni che Manuela mi stava facendo vivere, avevo un forte bisogno di continuare a vederla.
“Senti hyung, non partirà domani per l’Italia. Vivi questa relazione giorno dopo giorno. Magari vi accorgerete che non siete fatti per stare insieme e tutto finisce nel migliore dei modi per entrambi” Kyuhyun mi diede una pacca sulla spalla e accennò un sorriso. Cercava di confortarmi perché forse aveva capito quanto stessi soffrendo per questa  situazione.
“Cerca di non ferirla” aggiunse Donghae. “Non incastrarla in qualcosa che potrebbe farla soffrire” disse con tono preoccupato. Conoscevo il lato premuroso di Donghae, si preoccupava sempre dei sentimenti delle ragazze.  Sono sempre stato convinto che la donna che avrà l’onore di stargli accanto per tutta la vita, sarà la donna più fortunata del mondo.
 ‘Ferirla?Non è di certo nei miei piani!’ quel pensiero non mi sfiorava affatto.Non lo farò!” mi alzai dal divano e mi diressi nel bagno. Avevo bisogno di gettarmi in doccia per spazzare via ogni pensiero sulla mia relazione. Dovevo ritrovare la tranquillità prima di affrontare i giornalisti.
 
[Manuela]
Staccai la sveglia prima che suonasse, ero sveglia da un pezzo. Non avevo chiuso occhio pensando alla serata precedente che fu distrutta da un Christian infantile ed egoista. Ormai chiarirsi con lui non portava a nulla, Christian aveva deciso di non arrendersi in alcun modo. Mi alzai dal letto per dirigermi nel bagno ma quando aprii la porta, qualcosa di piccolo, poggiato sul pavimento, aveva attirato la mia attenzione: era una rosa. La raccolsi e con essa c’era un piccolo biglietto:
Non ti chiedo scusa per ciò che è successo ieri perché lo rifarei per altre mille volte. Ho solo deciso di conquistarti e si inizia da oggi! Buongiorno. Christian”
Quel messaggio di Christian non fece altro che peggiorare il mio umore. Nonostante l’abbia respinto più volte, lui non si arrendeva. Poggiai il biglietto sul comodino e mi affrettai a raggiungere il bagno. Dovevo andare al lavoro e si stava facendo tardi. Feci in fretta a fare la doccia, non riuscii neanche ad asciugare bene i capelli e mi diressi in cucina. La tavola era apparecchiata, qualcuno aveva preparato la colazione per tutti. Ma chi? Noemi stava dormendo, era sempre l’ultima ad alzarsi quando non lavorava e non era certo il tipo da preparare la colazione per tutti di primo mattino. Valeria  era andata al lavoro da un bel po’ e sarebbe tornata all’ora di pranzo. Roberto, invece, era davvero un incapace davanti ai fornelli. Che sia stato Christian? Mi avvicinai al tavolo, curiosa di sapere cosa avesse preparato. Notai che ad ognuno aveva preparato qualcosa di diverso. Al mio solito posto, la ciotola era coperta da un’altra ciotola, come per evitare che si raffreddasse. L’alzai lentamente, era ancora caldo. Aveva preparato la mia colazione preferita. Rimasi sorpresa dal quel gesto. Poggiato sul tavolo, vidi un altro biglietto:
“Mangia prima di andare al lavoro, ultimamente ti vedo sciupata.  Guai a te se rifiuti anche questo …buon lavoro!”
Decisi di sedermi per mangiare quella colazione che Christian aveva preparato. Lo stomaco brontolava e non potevo, o meglio, non volevo rifiutarla. Era da un po’ che non mangiavo la mia colazione preferita. Mia madre era solita a prepararla e ammisi che in quel periodo mi mancava non averla tra i fornelli. Conosceva tutti i miei piatti preferiti e ogni giorno non mancava mai a prepararmeli.
 Mangiai tutto di fretta per non arrivare in ritardo al ristorante. Corsi a lavarmi i denti e sgattaiolai fuori. A che ora si sarà svegliato per preparare quella colazione? Mentre raggiungevo di corsa la fermata, quei pensieri iniziarono a farsi presenti nella mia testa. Christian ce la stava mettendo tutta per potermi conquistare. Ma come potevo vederlo diversamente? E poi, c’è Eunhyuk. Quel nome, appena pensai al suo nome, il mio cuore iniziava a battere sempre più forte. Provavo per lui sentimenti nuovi e forti. Non sapevo quanto sarebbe durata ma decisi di vivere quelle emozioni.
Quel giorno, il tempo a Seul era nuvoloso. Le temperature erano calate tanto e il vento era gelido. Mi pentii di non essermi asciugata bene i capelli. Scesi alla solita fermata e, proprio mentre raggiungevo il ristorante, la pioggia iniziò a cadere. Dimenticai l’ombrello a casa, quei pensieri mi avevano distratta da tutto. Corsi più velocemente possibile ma ormai la pioggia m’aveva bagnata totalmente i capelli.
Finalmente entrai nel ristorante e corsi in camerino per indossare la divisa. Asciugai con un asciugamano i capelli e li raccolsi in una coda di cavallo e sperai di non beccarmi l’influenza. Ebbe così inizio la mia giornata lavorativa. Ricordai cosa mi disse Eunhyuk sui suoi impegni lavorativi e sapevo che quel giorno non l’avrei visto al ristorante. Cercai di immergermi nel lavoro per togliermi dalla testa ogni preoccupazione. Yurim quel giorno era assente e mi fu chiesto di coprire anche il suo posto, dunque doppio lavoro.
 Arrivai a fine giornata lavorativa ma ero totalmente esausta e stanca. La testa iniziava a girarmi. Mi accinsi verso l’uscita quando una figura femminile bloccò il mio passaggio.
“Eccoti, finalmente!Sono venuta a prenderti” era Noemi. Sembrava sprizzare felicità da tutti i pori.
“Che ci fai qui?” le chiesi meravigliata dalla sua presenza
“Sono venuta a prenderti per portarti in un posto” prese la mia mano e mi trascinò fuori dal ristorante. Ad aspettarci fuori c’era anche Valeria. Non capivo il motivo di questa improvvisa riunione.
“Ma ..dove andiamo?”
“Al fan meeting dei Super Junior! L’ho scoperto ieri sera mentre ero su internet. Valeria ha subito accettato di venire con me ma non sono riuscita a dirtelo prima perché non ti ho vista neanche stamattina quando mi sono svegliata” disse Noemi con espressione estasiata.
“COSA? DOVE? Ma non ho nulla… non credo sia una buona idea farmi vedere lì!” iniziai ad agitarmi al pensiero di poterlo rivedere, ma la mia agitazione era dovuta al fatto di non sapere come affrontarlo dopo la serata precedente. Non si era fatto neanche sentire quel giorno. Cosa gli avrei detto?
“Nessun problema! Ho comprato l’ultimo album anche per te..” disse Noemi mentre estraeva l’album dalla borsa appoggiandomelo fra le mani. Il CD era enorme, osservai la copertina…era Eunhyuk. Noemi aveva sicuramente scelto con molta cura quale album prendermi. Ormai aveva deciso ed organizzato tutto. Contraddirla era inutile. Ma come mai anche Valeria aveva deciso di seguirla? Ricordai la sua reazione quando vide Leeteuk e Eunhyuk la sera precedente. Risi al ricordo della sua buffa espressione. L’avranno conquistata?
Mi feci trascinare da Noemi senza troppe esitazioni, non avevo forze per poter discutere sulla probabilità che quello sarebbe stato un errore. Sentivo pesanti le mie gambe e dei fitti dolori di testa diventavano sempre più persistenti. Sarà dovuto dalla stanchezza di oggi? Lo speravo…
Arrivammo sul posto dove si sarebbe svolto l’evento tra dei Super Junior. Era stracolmo di ragazze, ognuno aveva in mano i loro album o DVD. Qualcuno aveva fatto qualche striscione e urlavano come pazze i loro nomi.
Ci mettemmo in fila e pian piano entrammo tutti. La sala era molto grande ma, allo stesso tempo, anche troppo piccola per ospitare quell’alto numero di fan che si erano presentati quel giorno. Mi meraviglia di quante persone amavano quel gruppo di cantanti.
Prendemmo posto, ero seduta nelle file più alte della sala. Noemi cercava di dialogare con le ragazze che erano sedute accanto a lei, era particolarmente felice quel giorno. Stava finalmente realizzando un suo desiderio: vedere tutti i membri dal vivo.
Su un lato, c’era un lungo tavolo preparato con 9 posti a sedere. In ogni angolo della sala, c’era il personale addetto a mantenere la tranquillità e l’ordine. I giornalisti avevano occupato le prime file, pronti a strappargli qualche foto o qualche intervista.
I minuti passarono, fin quando un uomo di media statura afferrò il microfono per presentare i membri dei Super Junior che, uno per volta, da un lato della sala, entravano per sedersi il fila a quel lungo tavolo.  Le fan urlavano dalla gioia, comprese Noemi e Valeria. Non avevo mai conosciuto questo lato di Valeria. Noemi era capace di trasformare il carattere delle persone. Io, invece, ero in trepidazione, il cuore sembrava scoppiarmi dal petto quando vidi entra lui, Eunhyuk, che si era seduto sul lato destro del tavolo. Cosa penserà una volta che mi farò vedere davanti a lui? Sentii un sentimento di pentimento per essere andata lì quel giorno, non gli avrebbe fatto sicuramente piacere vedermi davanti al pubblico e ai giornalisti. Che stupida sono stata, dovevo rifiutare l’invito di Noemi senza troppi giri di parole.
“Voglio l’autografo di tutti sul mio album, voglio soprattutto quello di Siwon” Noemi sembrava impazzire. Ripeteva continuamente il nome di Siwon, sventolando l’album.  Per curiosità, sbirciai la copertina dell’album che aveva fra le mani, era diversa dalla mia. Era raffigurato un ragazzo con l’intimo verde, mostrando la bellezza del suo fisico. ‘Ma, è seminudo?!Sarebbe quello Siwon??’.  In un attimo, avevo intuito il motivo del perchè Noemi impazziva per lui.
Fra i membri, cercai di riconoscere quel ragazzo. Era seduto al primo posto ed aveva un’eleganza fuori dal comune. Il suo viso era particolarmente bello e non potevo dar torto a Noemi in quel caso…ma i miei occhi erano puntati esclusivamente su lui, Eunhyuk.
Le ragazze, in fila, si avvicinavano ad ogni membro per farsi firmare un album, una maglia, un DVD…qualsiasi cosa che avevano portato. Qualcuno lasciava qualche regalo. I membri sembravano davvero gentili, sempre sorridenti. Notai che Eunhyuk e Shindong si divertivano a lanciarsi delle battute per poi scoppiare a ridere come bambini. Quella scena era davvero divertente.
Era quasi arrivato il nostro turno. Prima di noi, c’erano altre due ragazze.  Noemi sarebbe andata per prima, non stava più nella pelle. Dopo di lei, l’avrebbe seguita Valeria che sembrava simpatizzare per Donghae.
Improvvisamente, la mia vista iniziò ad abbagliarsi, le gambe cominciarono a tremare, tutto il mio corpo tremava, sentivo freddo. Erano sintomi di una forte influenza. Maledii quel tempaccio che sembrava volesse rovinarmi la giornata. Cercai di resistere e non feci accorgere nulla alle mie amiche.
 Fu in quel momento che i suoi occhi erano puntati su di me, Eunhyuk si era accorto della mia presenza ed aveva un’espressione sorpresa e un po’ confusa. Era rimasto deluso?

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Capitolo 20
*** Cap. 19° ***


Fu in quel momento che i suoi occhi erano puntati su di me, Eunhyuk si era accorto della mia presenza ed aveva un’espressione sorpresa e un po’ confusa. Era rimasto deluso?
I ripensamenti erano inutili, dovevo recitare il ruolo della ‘classica’ fan che era andata lì solo per un loro autografo…ed ecco il mio turno.
Avanzavo molto lentamente, non avevo forza nelle gambe, mi sentivo collassare da un momento all’altro, ma non potevo svenire lì.
Raccolsi tutte le forze che mi rimanevano e mi avvicinai a quel ragazzo, Siwon. Ero sicura che non sapeva chi fossi e, di certo, non sapeva che ero legata in qualche modo al suo amico. Ero completamente in imbarazzo, qualche minuto prima l’avevo visto in intimo su quella copertina ed ora ero davanti ai suoi occhi. La sua bellezza mi metteva a disagio.
“Ciao! Come ti chiami?” mi chiese con voce delicata. I suoi toni erano davvero gentili. Stavo per dirgli il mio nome quando improvvisamente mi sentii svenire, feci in tempo ad appoggiare le mani sul tavolo per evitare di cadere e di fare una figuraccia in pubblico. Siwon si precipitò ad aiutarmi, cingendomi i fianchi con un braccio e, con l’altra mano, mi aiutava a rialzarmi.
“Ti senti bene?” chiese preoccupato. Avevo tutti gli occhi dei membri puntati su di me, Kyuhyun che era seduto accanto a Siwon, si allungò per aiutarmi. Rivolsi lo sguardo dall’altro lato del tavolo. Eunhyuk si era alzato, sembrava si stesse avvicinando ma non potevo fargli correre dei rischi, così decisi di interpretare la scena dell’imbranata.
“AH! Scusami…sono scivolata!”
[Eunhyuk]
La fissavo, aveva un aspetto strano. Era pallida di viso e i suoi movimenti erano alquanto ambigui. Era forse stanca?
Con gli occhi, la seguivo di continuo. Poi improvvisamente si piegò sul tavolo, come se stesse svenendo. Mi alzai di scatto senza badare alle fan che avevo di fronte, senza curarmi dei giornalisti. Manuela non stava bene ed era evidente. Mi rivolse uno sguardo che bloccò i miei passi. La sua espressione sembrava volesse comunicarmi che non dovevo avvicinarmi a lei.
Restai in attesa mentre lei cercava di riprendersi. Siwon la stava aiutando, le sue mani la reggevano e, con un braccio, la stringeva per non farla cadere. Aish, che fastidio! Sapevo che lo stava facendo solo per aiutarla ma era fastidioso vedere che era lui a farlo e non io.
“AH! Scusami…sono scivolata!” disse mentre rivolgeva uno sguardo a Siwon. Erano troppo vicini…quello scambio di sguardi stava iniziando ad irritarmi e a preoccuparmi. Riconoscevo il fascino di Siwon e, forse, a preoccuparmi di più era proprio la mia mancanza di sicurezza. Era quello più popolare nel gruppo e temevo che anche Manuela potesse essere catturata dal suo fascino.
Mi sentii tirare la giacca, mi voltai…era Shindong.  Mi invitava a sedermi e così feci. Firmai gli autografi ma, avevo gli occhi puntati su di lei, era ancora davanti a Siwon. ‘Ma cosa sta facendo ancora lì?!” dovevo distogliere i miei pensieri su di lei e ripresi a firmare freneticamente gli autografi.
Fu il turno dell’amica di Manuela, Noemi, che chiedeva di essere firmata sulla copertina dell’album…ovviamente era fan di Siwon. Sorrisi a quella assurda coincidenza.
“Nome?” le chiesi. Sapevo chi fosse ma non potevo manifestarlo pubblicamente.
“Noemi” mi rispose con euforia. Osservai la sua espressione felice. Era sicuramente una nostra fan da tanto tempo. L’avevo vista più volte davanti al nostro studio di Sukira ed era grazie a lei se riuscii a incontrare la sua amica dopo i nostri incontri ‘furtivi’.
Rivolsi di nuovo lo sguardo verso Manuela, si avvicinava sempre di più e notai che non aveva una bella cera. Iniziava a preoccuparmi il suo stato di salute.
Dopo pochi minuti, eccola davanti ai miei occhi. Dovevo trattenerla finchè potevo. Mi era mancata particolarmente quel giorno. Allungò il suo album e notai che aveva acquistato quello con la mia copertina. Fui particolarmente contento.
“Sei una mia fan, dunque?” le dissi facendomi sfuggire una risata .
“A quanto pare…” rispose ricambiando il sorriso.
“Come ti senti?” volevo informarmi sulla sua salute, di sicuro quello era un modo per non destare i sospetti. Non potevano di certo affermare che c’era qualcosa fra noi con delle semplici domande.
“Ehm..bene….tu?” mi rispose corrugando le sopracciglia. Non aveva capito il motivo della domanda?
Sei pallida, mi stai facendo preoccupare” dissi bisbigliando, sperando che nessuno avesse sentito.
“Pare che abbia beccato l’influenza, ma nulla di grave. Basta un po’ di riposo e mi riprenderò in un attimo” mi rispose accennando un sorriso. Come se la sarà presa questa influenza? Aish, stavo rosicando perché non riuscivo ad avere un normale dialogo con lei. In quel momento avrei voluto prendermene cura.
Mi accorsi che avevo creato la fila di ragazze che attendevano che finissi con Manuela, dovevo sbrigarmi. Firmai l’autografo, la ringraziai e la salutai. Lei copiò il mio gesto.
Mi promisi di chiamarla appena fosse finito quell’evento, dovevo conoscere le sue condizioni di salute. ‘Quella ragazza mi fa sempre preoccupare’,pensai.
Avevo bisogno di comunicarle anche che sarei mancato dalla Corea per una settimana a causa dei concerti in Giappone.
[Manuela]
Tornai al mio posto, non riuscivo più a stare più all’in piedi e pensai alla lunga strada che dovevo percorrere per ritornare a casa. Sbuffai a quel pensiero.
“Che hai Manuela?” mi chiese preoccupata Valeria.
“Non mi sento bene” le dissi con voce rauca. Ero senza forze.
 Noemi mi toccò la fronte. “Ma tu scotti tantissimo!” disse con espressione meravigliata. Non avevo dubbi che si trattasse di influenza ed avevo un sospetto che mi fosse salita anche la febbre, sospetto che Noemi aveva confermato.
“Andiamocene subito a casa!” dissero in coro entrambe. Mi aiutarono ad alzarmi ma cercai di farcela con le mie forze. Non volevo che Eunhyuk si accorgesse del mio stato pietoso. Stava lavorando e doveva farlo senza che gli causassi alcuna preoccupazione.
Riuscimmo ad uscire da quella sala e ci dirigemmo alla fermata dell’autobus. Valeria mi teneva sotto il braccio cercando di aiutarmi a camminare mentre Noemi mi teneva la borsa, come se volesse alleggerirmi il peso.
In poco tempo, scendemmo alla fermata vicino casa, mancavano solo pochi metri e mi sarei gettata sul letto.
“Non abbiamo niente a casa contro l’influenza. C’è bisogno di comprare qualcosa in farmacia” disse Noemi agitata e preoccupata del mio stato di salute. “Valeria, portala a casa. Io vado in farmacia. Torno subito” lasciò il mio braccio e corse nella direzione opposta a cercare una farmacia. Le avevo sicuramente rovinato la giornata. Dovevo ricordarmi di scusarmi e di ringraziarla per le attenzioni che mi stava rivolgendo.
“Forza Manuela, manca poco…”. La vista si abbagliò di nuovo, stavo perdendo i sensi. Valeria non riuscì a reggere il mio peso e caddi a terra, sfinita.
[Christian]
Uscii da casa, Manuela tardava molto quel giorno e decisi di aspettarla fuori. Che stesse ancora con quel Eunhyuk?? Quel pensiero mi rese nervoso ma dovevo calmarmi. Sapevo della loro relazione ed avevo deciso di intromettermi fra loro. Manuela stava chiaramente commettendo un errore stando accanto a lui. Non potevo vederla soffrire…
“CHRISTIAN!!!! CHRISTIAN!!!!CORRI!!!!” delle urla avevano catturato la mia attenzione. Rivolsi lo sguardo verso quella voce, era Valeria che mi indicava di correre da lei. Distesa a terra, vidi una figura femminile, la riconobbi subito. Era Manuela.
“CAVOLO!!” sbottai correndo verso la sua direzione.  Corsi più che potevo e mi inginocchiai per sollevarla fra le mie braccia. Era svenuta. “Cosa cavolo è successo??!!” urlai preoccupato contro Valeria.
“Ha la febbre ed è svenuta. Fa presto a portarla dentro. Noemi è andata in farmacia” disse lei chiaramente spaventata.
Corsi dentro casa e mi diressi nella sua stanza appoggiandola delicatamente sul letto. Le toccai la fronte: era caldissima e stava sudando.
“Porta qualcosa di freddo da metterle sulla fronte, presto!” ordinai a Valeria. La stavo sicuramente spaventando di più con quei modi, ma io ero ancora più spaventato di lei. Quella scena…stavo rivivendo di nuovo l’ incubo di vedere quella ragazza distesa sul letto senza sensi. Quella situazione mi stava riportando alla mente i ricordi del suo tragico incidente che la trascinò in un coma profondo.
Le mie mani tremavano dalla paura. Trattenni le lacrime, non potevo farmi vedere in quello stato. Decisi di essere più coraggioso, Manuela aveva bisogno di me. Subito dopo, Valeria portò un fazzoletto bagnato con acqua fredda. Lo appoggiai sulla sua fronte.
“Valeria, in quel cassetto c’è un termometro. Misurale tu la febbre” le indicai il cassetto dove avrebbe trovato il termometro ed uscii dalla stanza per darle la possibilità di poterle misurare la temperatura.
Ero agitato, nervoso, impaurito. Speravo che Noemi arrivasse in fretta con il medicinale adatto.
“Fatto..puoi entrare” disse Valeria. Entrai e presi il termometro per controllare la temperatura segnata: 40°
Era troppo alta. Valeria bagnava continuamente quel fazzoletto con acqua fredda. Io ero rimasto seduto accanto al suo letto tenendole la mano.
Ricordai quando da piccola si beccava spesso l’influenza, io e Noemi eravamo soliti a prendercene cura ogni volta che stava male. Nonostante siano passati degli anni, io le ero rimasto sempre accanto. Per anni, continuai ad amarla segretamente. Continuai a fingermi il suo amico d’infanzia mentre lei non si accorgeva della mia presenza. Una volta decisi di dichiararmi ma seppi che stava frequentando un tizio. Quella notizia mi aveva ferito tantissimo, avevo concesso ad un altro di prendere il mio posto. Manuela non ebbe mai il mio consenso quando mi chiedeva i consigli e, per mia fortuna, quella storia durò poco.
Non potevo accettare che, anche questa volta, qualcuno, che non sia io, potesse starle accanto.
Sentii una vibrazione provenire dalla tasca dei pantaloni, era il suo cellulare. Lentamente lo estrassi dalla tasca, non volevo che quella telefonata potesse svegliarla. Guardai sul display del suo cellulare e lessi ‘quel nome’ e, senza alcuna esitazione, rifiutai la chiamata. Per evitare che le sue chiamate continuassero ad infastidirmi, decisi di spegnerlo. L’avevo avvisato che mi sarei ripreso Manuela, non gli avrei concesso più nulla, questa volta.
Valeria teneva sotto controllo la sua temperatura, misurandole la febbre che per fortuna era scesa a 38°.
Improvvisamente, sentii la mano di Manuela muoversi. Aprì lentamente gli occhi, stava riprendendo conoscenza.
“Manuela!!! Manuela, mi senti?” dissi sporgendomi su di lei. Valeria accorse in stanza, aveva sentito la mia voce e voleva costatare se davvero si fosse svegliata. In quel momento, entrò anche Noemi con una busta piena di medicinali di ogni genere.
“Cos….cos’è successo?” chiese Manuela facendo forza sulla braccia per cercare di alzarsi. Era frastornata e confusa.
“Sei svenuta! Avevi la febbre alta ma Christian è riuscito a portarti in casa. Mi hai fatto prendere un bello spavento” riassunse Valeria. Mi accorsi solo dopo che continuavo a stringerle la mano e se ne accorse anche lei. Per mia sfortuna, la ritirò subito dopo. 

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