Sally, you could be mine

di I want a yellow submarine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ho bisogno di te, vieni appena puoi.”

Bastavano poche parole per far muovere l'ossigenato. Prese la sua macchina, se si può definire tale, e si diresse verso un condominio, quel condominio. Salì le scale il più in fretta possibile e bussò alla porta.

Quando lei aprì, lui capì subito che era successo qualcosa di grave: aveva gli occhi rossi dal pianto e non aveva stampato in faccia il suo solito sorriso, ma non la salutò e non le chiese niente. La conosceva e sapeva bene che qualunque domanda non sarebbe servita: quando sarebbe stata pronta gli avrebbe raccontato tutto. Il ragazzo prese una birra dal frigorifero e si sedette sul divano. Lei automaticamente si sdraiò appoggiando la sua testa sulle gambe del bassista e dopo una manciata di secondi di totale silenzio cominciò a parlare:

-Mi ha lasciata, di nuovo.

-Forse dovreste smetterla di continuare così: vi fate solo del male.

-Sono quei dannati occhi blu che mi fregano: tutte le volte che viene a chiedermi scusa mi ci perdo e finisco sempre per perdonarlo! Per non parlare del sorriso: il suo sorriso mi fa stare bene...

E io non ti faccio stare bene?

Lei riprese a piangere e lui, per consolarla, le accarezzò i capelli. Perché non capiva che poteva essere felice con lui? Non l'avrebbe lasciata nemmeno per un secondo e avrebbe fatto qualunque cosa per lei, ma soprattutto non l'avrebbe fatta soffrire.

-Ogni tanto penso che mi piacerebbe trovare un ragazzo che mi capisca, che sia disposto a fare qualunque cosa per me e che non mi lasci mai. Ma poi lui bussa alla mia porta e mi convinco che siamo fatti per restare insieme, che il destino ci lega e che riusciremo ad essere felici, prima o poi...

Il biondo non ne poteva più. Perché era così cieca? Perché si ostinava a non capire? Avrebbe voluto alzarsi, gridare che lui l'amava, che era con lui che era destinata a stare, che lui l'avrebbe resa felice, ma l'unica cosa che fece fu rimanere ad ascoltare la ragazza accarezzandole i capelli.

Faceva così tutte le volte e tutte le volte se ne andava con la stessa domanda: per quanto durerà ancora?

Andando verso la sua macchina decise che qualcosa sarebbe cambiato, non sapeva ancora bene come o quando, ma era convinto che avrebbe ottenuto quello che voleva... Infondo la fortuna avrebbe dovuto accorgersi che esisteva anche lui, prima o poi. Ci pensò tutta la notte e la mattina aveva deciso che avrebbe parlato con Mister occhi blu alle prove. Non sarebbe stato difficile, avevano un buon rapporto e potevano discutere di qualunque cosa.

 

Il pomeriggio seguente arrivò in anticipo al magazzino dove avrebbero provato. Sapeva che avrebbe trovato il batterista lì, era stato dopo l'ennesima litigata con Sally che aveva cominciato ad usare il magazzino come casa.

-Ehy, cosa ci fai qui così presto? Non si provava alle quattro e mezza?

-Si, sono in anticipo...

-Ah, ok. Fai come se fossi a casa tua.

Il batterista si sdraiò sul divano di quel magazzino dimenticato dal mondo e chiuse gli occhi.

-Senti Steven, io sarei venuto in anticipo per parlarti...

Ecco l'ansia. E adesso cosa gli diceva?

-Ah, capisco. Beh, sei qui. Dimmi tutto!

Si alzò a sedere e lo guardò ansioso.

-Beh, ecco, non so come cominciare...

-Amico, dimmi che ti passa per la testa! Comincio a preoccuparmi!

-Ehm, volevo sapere...

-Si??

-Perché ti comporti così?

-Di cosa stai parlando? Non ti seguo...

-Ti diverti a giocare con lei?

Ecco, stava trovando il coraggio. Cosa non avrebbe fatto per la sua amata?

-Ah, stai parlando di lei...

-Spiegami solo perchè lo fai, per favore!

-E a te cosa importa?

-Beh, ci sono dentro più di quanto tu possa immaginare!

-Non ci credo! Te la porti a letto?

Non aveva mai visto Steven così arrabbiato, anzi, non aveva mai visto Steven arrabbiato!

-NO!

-E allora perchè ti interessa tanto?

-Niente, lasciamo perdere. Non capiresti comunque. Pensaci solo su un po' e cerca di smettere di farle del male. Ti chiedo solo questo.

Il biondo stava per uscire dal magazzino per fumarsi una sigaretta, ma la voce del batterista lo fermò:

-Ehy, non sono un insensibile e non è sempre tutta colpa mia! Certo, non sarò un santo, ma non sono nemmeno peggio di certe persone... Detesto vederla stare male e detesto litigare con uno dei miei pochi amici!

-E allora perchè ti comporti così?

-Perché io SONO così! Non posso fare altrimenti.

-Sai, le presone possono cambiare, se lo vogliono.

Quella frase fece riflettere il biondo. Le persone possono cambiare, se lo vogliono. Era esattamente quello che doveva fare lui, ma come poteva smettere di stare zitto e dichiarare i suoi sentimenti a Sally quando aveva in pratica convinto l'amico a recuperare il rapporto con la ragazza e comportarsi bene con lei?

-Ci proverò, davvero... Io ci tengo a lei, non voglio che mi lasci per sempre!

La conversazione finì in quel preciso istante, il resto della band era arrivato e si stava preparando a provare.

Durante le prove Steven pensò alle parole dell'amico e decise che avrebbe risolto la questione una volta per tutte.

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Salve! E' la mia prima FF quindi sarei molto felice di sapere cosa ne pensate! Accetto molto volentieri critiche e consigli! :D
Al prossimo capitolo (si spera XD).

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La sera stessa, prima di andare da Sally, passò dal fiorista: sapeva che le ragazze adoravano i fiori e era convinto che lo avrebbero sicuramente aiutato ad addolcirla. Entrò convinto, ma appena vide la grande varietà di fiori che c'erano entrò nel panico. Alla fine decise di scegliere quelli più belli, sicuramente sarebbe stato impeccabile. Uscì dal negozio con un mazzo di crisantemi di svariati colori pensando questi fiori sono spettacolari e perfetti per Sally, li adorerà di sicuro!

Fece il resto della strada di corsa con un sorriso stampato in faccia. Era felice e sicuro di quello che stava facendo: amava davvero quella ragazza e avrebbe fatto qualunque cosa per lei!

Bussò alla porta dell'amata. Appena Sally aprì, si trovò davanti Steven con il suo solito meraviglioso sorriso e in mano un mazzo di crisantemi. Il ragazzo non le diede il tempo di dire niente, la baciò velocemente ed esclamò:

-Questi sono per te, spero mi perdonerai.

-Entra Steven...

Prese i fiori e li mise in un vaso, non voleva deluderlo dicendogli che i crisantemi erano fiori da morto, e poi nessuno le aveva mai regalato dei fiori e infondo era contenta che il primo fosse stato proprio lui.

-Allora Sally, come stai?

-Secondo te?

-Scusami!

-Certo, come sempre...

-No! Questa volta è diverso. Dobbiamo prendere una decisione: io ti amo davvero, ma sai come sono fatto, che tipo di vita conduco!

-Anche io ti amo, con tutta me stessa, ma non sopporto come ti comporti certe volte: forse non te ne rendi conto, ma ogni tanto è davvero difficile perdonarti! Ci sono delle volte in cui vorrei ucciderti...

-Ne hai l'occasione adesso, cara!

-Lasciami finire! Ci sono delle volte in cui vorrei ucciderti, ma ogni volta mi fermo a pensare e realizzo che senza di te non riuscirei a vivere: tu sei la mia vita...Quando lo capirai?

Lui rimase senza parole e si limitò ad abbracciare quella ragazza che amava così tanto. Dopo poco si sciolsero dall'abbraccio e si guardarono, sorrisero e si scambiarono uno di quei baci così dolci e sinceri.

-Che ne dici, mi concedi un'ultima opportunità?

Chiese lui guardandola negli occhi. Lei sorrise:

-Perché no?

Si baciarono un'altra volta e quando si salutarono erano felici come poche volte lo erano stati.

Tornando a casa Steven era davvero contento e in quel momento prese la decisione forse più importante della sua vita: non l'avrebbe affatto buttata via quell'ultima opportunità! Avrebbe fatto qualunque cosa pur di non perderla.

Sally era al settimo cielo, sembrava che le cose avessero preso finalmente il verso giusto.

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Ciao a tutti! :D Rieccomi con il secondo capitolo (è un po' corto, lo so)! 
Colgo l'occasione per ringraziare Redbass che ha recensito e tutti quelli che seguono! Grazie! :)
Alla prossima! ^^

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La mattina seguente Sally fu svegliata dal bussare insistente alla sua porta. Aprendo si trovò di fronte Steven con due caffè in mano:

-Buon giorno amore mio, ti ho portato la colazione!

-Buon giorno a te Steven! Grazie mille per la colazione, entra pure. Dammi un attimo, mi cambio e sono tutta tua!

Il ragazzo entrò e dopo poco Sally lo raggiunse sul divano. I due fecero colazione poi Steven le sorrise e dopo un bacio le disse:

-Preparati!! Oggi ti aspetta una lunga giornata: conoscerai i miei amici!

-Che onore! Ma non ti sembra un po' esagerato?

-Affatto! Vedrai, ti piaceranno...

-E poi Duff lo conosci già...

Aggiunse a bassa voce, con un pizzico di gelosia.

-Steven... Non sarai mica geloso di Duff?!

-Io?! Geloso io?! Stai scherzando spero! Perché io non devo essere geloso... giusto?

-Certo che no!

Sally sorrise. Sì, lo amava!

-Allora, ti va o no di conoscere i miei amici?

-Non vedo l'ora!

-Bene, muoviti! Ho le prove fra mezz'ora.

Sally prese la borsa e i due uscirono dall'appartamento, salirono in macchina e giunsero al magazzino: mancava solo Axl, stranamente.

Prima di lasciar entrare la ragazza, Steven tossì per attirare l'attenzione degli amici e, con fare da presentatore televisivo, annunciò:

-Oggi, ragazzi miei, vi presenterò la mia ragazza. Vedete di comportarvi bene e essere gentili!

Il bassista non fece caso alle parole del biondo, anzi non si accorse nemmeno della sua presenza e abbandonò il suo strumento solo quando entrò Sally.

-Cosa ci fai qui?

-Mi ha convinta Steven...

-Ora stiamo insieme!

Aggiunse il batterista sorridendo. Duff non ci poteva credere: stavano già di nuovo insieme. E per di più questa volta sembravano fare sul serio.

-Scusate se vi interrompo cari, ma qui c'è una bella ragazza e io non so ancora come si chiama!

Poi rivolto alla ragazza:

-Piacere, io sono Slash.

-E io sono Izzy.

Aggiunse sorridendo il ragazzo che fino a quel momento era rimasto in disparte.

-Io sono Sally, è un piacere conoscervi!

-Ehy ragazzi, buongiorno! Cosa succede qui? E chi è questa? Possibile che non mi chiamate mai quando ci sono belle ragazze nei paraggi?

-Ciao ritardatario!

Lo salutarono i ragazzi in coro.

-Ehy! Io non sono un ritardatario... Siete voi che siete sempre in anticipo! Ma me lo volete dire o no chi è questa ragazza?

-Questa ragazza è la mia ragazza.

Spiegò Steven stingendola in uno dei suoi abbracci tenerosissimi. E continuò:

-Sally, questo è Axl, il nostro cantante. Axl, questa è Sally.

-E' un piacere conoscerti Sally! Cioè no, dovrebbe essere un piacere per te conoscere un uomo come me: così meravigliosamente bello, bravo in tutto, pieno di risorse...

-E anche molto modesto, aggiungerei.

Disse Izzy sorridendo alla ragazza.

-E anche molto modes... Ehy, Jeffrey Dean Isbell, come ti permetti??

E così Axl cominciò una delle sue solite sclerate. Sally rise, non avrebbe avuto problemi a stare con loro: le piacevano nonostante fossero molto strani.

Quando il cantante fece finalmente pace con l'amico, Slash, che fino a quel si era dedicato alla sua (meravigliosa) chitarra, esclamò:

-Beh, visto che stai con Steven, e sinceramente non so come tu faccia, con te c'è poco da fare. Quindi, ragazzi, diamoci dentro e cominciamo con le prove!

Sally si sedette e li ascoltò: erano davvero bravi e la loro musica era fantastica. Aspettò la fine delle prove: doveva congratularsi con Steven e con il resto del gruppo, ma soprattutto voleva parlare con Duff, le era sembrato strano e voleva capire cosa diavolo avesse.

I ragazzi smisero di suonare solo quando i loro stomaci cominciarono a brontolare. La ragazza applaudì e diede un bacio enorme a Steven.

-Sally, noi andiamo a mangiare al ristorante qui vicino, che ne dici di venire con noi?

Propose sorridente Slash.

-Si, ottima idea! Così ci conosciamo un po'!

Aggiunse Izzy.

-Beh, a dire il vero io dovrei andare a casa, ho un sacco di cose da fare...

-Dai amore! Vieni! Ti scongiuro!

La pregò Steven con gli occhioni dolci: la ragazza non poté resistere e alla fine accettò.

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Ed ecco anche il terzo capitolo: finalmente i Guns al completo! :D 
Avete qualche consiglio o qualche critica? Fatemi sapere cosa ne pensate!
Ringrazio Redbass che ha recensito e chiunque segue!
Al prossimo capitolo, ciaooooo! :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 

Il gruppo arrivò ad un ristorante apparentemente senza nome in cui i ragazzi erano clienti fissi. Si sedettero ad un tavolo accanto alla finestra e aspettarono la cameriera: nonostante si trovasse isolato dalla città, il locale era pieno.

Quando finalmente arrivò la cameriera, era oramai troppo tardi. Axl si era già spazientito:

-Era ora! Volevi forse farci morire di fame?

-Mi scusi, ma può vedere anche lei che non siete i soli qua dentro.

-Non siamo soli ma siamo di certo i più importanti! Sai almeno con chi stai parlando?

La ragazza scosse la testa imbarazzata. Davvero fantastico per essere il suo primo giorno di lavoro.

-Mi scusi di nuovo, non capiterà più! Cosa vi porto?

-Augurati che non capiti più! Comunque io voglio qualunque cosa abbiate di piccante.

Cominciò il cantante. Poi venne il turno di Salsh, che fino a quel momento aveva osservato il menù:

-Io prendo il solito!

-Scusi, ma sono nuova. Non ho la più pallida idea di cosa prende lei di solito.

Il ragazzo le fece la “radiografia”: era davvero nuova, non aveva mai visto una cameriera così bella.

-Eh si, sei veramente nuova! Non me ne ero accorto. Beh, portami una bistecca, dolcezza.

Le disse facendole l'occhiolino. Izzy ordinò una semplice insalata di polpo, e Steven chiese per lui e per la ragazza un piatto di spaghetti (tipo quello di Lilli e il vagabondo). Mancava solo Duff, ma sembrava non rendersene conto.

-Mi scusi signore, vuole qualcosa?

Duff finalmente si accorse che toccava a lui e ordinò, tra lo stupore di tutti, solamente una birra e per giustificarsi disse semplicemente che non stava molto bene.

Intanto che aspettavano il loro cibo riempirono la ragazza di domande: cominciò Slash con la classica domanda che si fa a una persona che conosci da poco:

-Allora cara, preparati ad un interrogatorio degno della signora Fletcher. Cominciamo con una domanda semplice: cosa fai nella vita?

-Sto studiando medicina e la sera lavoro in un locale come cameriera.

-Uhm, interessante. E sentiamo, ti piacciono i serpenti?

-Dire che mi piacciono è poco! Io amo i serpenti! Però non posso averne uno... E a te piacciono i serpenti?

-Certo! E un giorno di questi ti presento Clyde!

-Non vedo l'ora!

Axl detestava i serpenti (in realtà ne aveva paura, ma dato che non lo voleva ammettere diceva semplicemente che li odiava) e decise di mettere fine alla conversazione tra i due.

-Possibile che tu debba mettere i serpenti in ogni conversazione? Sposatene uno, ma ti prego, basta parlarne! Comunque Sally, raccontami come hai conosciuto il nostro Steven!

-L'ho conosciuto nel locale in cui lavoro. Una sera continuava a bere, ancora oggi non capisco come possa essere vivo anche dopo tutti i litri di alcool che ha mandato giù quella volta, e ad un certo punto si sentì male. Semplicemente gli diedi una mano e da quel momento lo vidi quasi tutte le sere. Il resto è storia!

Anche Izzy decise di fare la sua domanda:

-E cosa mi dici della tua famiglia?

-Beh, ecco Izzy, io sono figlia unica e quindi non ho veramente una famiglia dato che i miei genitori non contano, loro non mi hanno mai considerata. Per loro era più importante il lavoro, io ero solo uno stupido errore. Appena ne ho avuto l'occasione me ne sono andata di casa rendendo felice sia me che loro: ho scelto una delle università più lontane da casa mia giusto per non doverli vedere nei week-end o durante le feste...

-Ah, mi dispiace, davvero.

Finalmente la cameriera arrivò, non fece in tempo ad appoggiare i piatti sul tavolo che tutti cominciarono ad abbuffarsi. Sally e Steven sembravano una coppia uscita dai film: erano davvero belli insieme.

 

Avevano finito da poco di mangiare e stavano chiacchierando tranquillamente, quando la voce di Duff, che era stato in silenzio per tutto il tempo, li interruppe:

-Io esco a fumarmi una sigaretta.

Il bassista non ce la faceva più a stare chiuso nella stessa stanza e per di più sedere allo stesso tavolo della coppietta. Lo stavano torturando con tutti quei baci e sorrisi. Doveva uscire prima di impazzire.

-Aspetta, vengo anche io...

Disse Sally raggiungendolo. Steven capì che doveva lasciarli soli, almeno per un momento. Non sapeva esattamente cosa c'era o cosa c'era stato tra di loro, ma sapeva che dovevano parlare, quindi non uscì e con uno sguardo impedì a chiunque di alzarsi dal tavolo.

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Ed ecco anche il quarto capitolo!
Cosa ne pensate? Fatemi sapere: sono curiosa! 
Va beh, diamo spazio ai ringraziamenti: grazie per le meravigliose recensioni e grazie a tutti quelli che seguono!
Alla prossima, baci!! :D

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


-Ne vuoi una?

Chiese il bassista indicando il pacchetto di sigarette. Sally scosse la testa. Duff molto lentamente se ne accese una e tirò la prima boccata di fumo. Entrambi avrebbero voluto dirsi un sacco di cose, ma nessuno aveva il coraggio di aprire bocca, poi la ragazza finalmente si decise a parlargli: infondo gli aveva sempre detto tutto, e non era di certo il momento di aver paura:

-Duff, oggi sei strano... Sicuro di stare bene?

-Si, sto bene Sally...

-A me non sembra...

Rispose la ragazza guardandolo insistentemente. Il bassista strinse i pugni fino a che le nocche non diventarono bianche.

-E allora ti sbagli!

-Duff, siamo amici da anni, ti conosco fin troppo bene! A me puoi dirlo cosa ti succede...

-No Sally! Non posso dirtelo...

E anche se potessi non te lo direi lo stesso, preferisco continuare a sperare che avere un rifiuto sbattuto in faccia...

-Non riesco proprio a capirti.

-Forse è meglio così...

Il bassista buttò la sigaretta per terra e fece per andarsene.

-Duff, aspetta!

-Cosa c'è ancora, Sally?

La ragazza rimase ferma un attimo, ma poi gli si avvicinò e lo abbracciò. Il bassista, all'inizio confuso dalla mossa di lei, rispose stingendola forte.

-Ti voglio bene Duff, e sappi che ci sarò quando avrai bisogno.

Il ragazzo prese un bel respiro: quanto vorrei rimanere stretto a lei per sempre, la stinse più forte e rientrò.

Sally rimase fuori: voleva restare un attimo da sola per cercare di capire cosa stava succedendo, dove aveva sbagliato. Si riscosse dai suoi pensieri solo quando si sentì abbracciare da dietro: era Steven e per fortuna era solo.

-Steven! Mi hai spaventata!

-Scusami amore... Posso sapere a cosa stavi pensando?

-Stavo pensando a Duff... Oggi è strano, non trovi?

-Si, non hai tutti i torti.

-Tu sai per caso cos'ha?

-Avrà cambiato spacciatore o bevuto troppo, non ti devi preoccupare!

-Se lo dici tu...

-Fidati!

In quel preciso istante uscirono anche i ragazzi che pregarono Sally di tornare alle prove con loro. Questa volta però non si lasciò fregare dagli occhioni del suo ragazzo e riuscì a rifiutare l'invito, anche se con dispiacere. Steven le promise che sarebbe passato in serata con qualcosa da mangiare e la salutò con un bacione, gli altri la ringraziarono per la giornata chiedendole di tornare presto. Sally li lasciò sorridendo e si avviò verso casa.

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Eccomi con il quinto capitolo! E' terribilmente corto, mi dispiace! Cercherò di farmi perdonare pubblicando il prima possibile! :)
Come sempre, sarei contenta di sapere cosa ne pensate: fatevi sentire! :D
Ringrazio tutti quellli che seguono e recensiscono, vi adoro! ^-^
A presto, bacioni! 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Finite le prove ognuno prese la sua strada: Slash andò al bar, Axl e Izzy a casa, Duff non si sa bene dove e Steven a cercare qualcosa da mangiare e da bere per la serata. Quando il batterista tornò al magazzino per cambiarsi però si trovò davanti l'ossigenato ubriaco e in lacrime.

-Duff, che c'è?

-Niente!

-Stai piangendo...C'è per forza qualcosa!

-Non sto piangendo!

-Ok, siediti... Per questa sera rimani qui con me, quanto tempo è passato dall'ultima volta che siamo stati un po' insieme?

-Grazie Steven...

I due si sedettero e il batterista, dimenticandosi di Sally, offrì da mangiare e da bere al povero bassista che dopo poco cominciò a parlare:

-Scusami, tu sta sera dovevi andare dalla tua ragazza...

-Non preoccuparti... Capirà.

-Si, hai ragione... Sally capisce sempre quando qualcuno ha bisogno, è così brava in queste cose...

-Già, ed è per questo che la amo!

-E a quanto pare non sei l'unico...

Disse Duff ingoiando l'ennesimo sorso di Jack Daniel's. Steven lo guardò con aria perplessa:

-Che cosa intendi dire?

-Niente, lascia perdere... Fai finta che non abbia detto niente per favore.

-Ok, come vuoi...

Tra i due calò il silenzio totale che venne interrotto da una voce femminile.

-Amore... Sei qui?

Era Sally! Steven si era praticamente dimenticato della promessa che aveva fatto alla ragazza, ed era nei guai.

-Ciao Sally!

La ragazza lo raggiunse, ma non fece in tempo a dire niente che il batterista la baciò... Ecco, i baci erano il modo migliore per tapparle la bocca ed evitarsi la ramanzina! La lasciò in pace solo quando gli mancò il fiato e a quel punto Sally, che non aveva affatto voglia di litigare, disse scherzosamente:

-A che razza di ora mangiate voi batteristi? Sarei morta di fame se ti avessi aspettato!

-Scusami, ma ho avuto un piccolo imprevisto.

Rispose Steven con aria di scusa. Solo allora la ragazza si accorse che non erano soli e salutò Duff sedendosi vicino a lui. Immediatamente il bassista si alzò in piedi e se ne andò dicendo:

-Vi lascio soli, non voglio rovinarvi ancora di più la serata... Grazie Steven, a domani.

-Sicuro di non voler restare?

-No, grazie Steven... Per sta sera hai fatto a basta per me.

-Ok, se lo dici tu. A domani!

Duff se ne andò senza rispondere, non sopportava vederli assieme e prima se ne andava meglio era. Appena uscito, Sally guardò preoccupata il suo ragazzo.

-Cosa ci faceva qui?

-Bella domanda! Sinceramente non ho l'ho capito.

-Sei sempre il solito rimbambito!

-Ehy! E' colpa tua che ci hai interrotti!

-Si certo, dai la colpa agli altri!

I due si guardarono e poi scoppiarono a ridere. Finalmente Steven decise che era arrivata l'ora di cena, e offrì quel che era rimasto alla ragazza. Passarono una serata perfetta: parlarono, risero e si ubriacarono. Poi Steven riaccompagnò a casa Sally e, davanti alla porta, la ragazza pensò che era veramente cambiato e sembrava fare finalmente sul serio. Lo guardò con aria pensierosa facendolo preoccupare.

-Steven, devo farti una proposta...

-Dimmi tutto!

-Vuoi tornare a vivere da me?

Il ragazzo si rasserenò, le sorrise e la abbracciò gridando:

-Se voglio? Non aspettavo altro! Grazie Sally, ti amo!

Quella sera il batterista rimase lì e il giorno dopo traslocò.
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Salve a tutti! ^-^
Devo ammettere che questo capitolo non mi convince molto, ma i prossimi saranno meglio, o almeno spero! :D
Come sempre mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! :)
Ringrazio tutti quelli che leggono, recensiscono, seguono... Davvero, grazie mille!
Beh, alla prossima! Bacioni! ^-^

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


I giorni passavano e il rapporto tra Sally e Steven non faceva altro che migliorare. Ogni tanto la ragazza accompagnava il batterista alle prove e in quelle poche occasioni scambiava un paio di parole con Duff, anche se non erano più di certo le loro chiacchierate di un tempo. Il bassista sembrava assente ogni volta che cominciavano un discorso e la ragazza non riusciva a capire perchè si comportasse così: glielo domandava spesso, ma lui rispondeva che stava bene, che era tutto a posto.

Una sera Sally arrivò a casa più tardi del solito e si ritrovò davanti uno Steven preoccupato:

-Amore... Dimmi... Dove sei stata? Con chi eri? Cosa hai fatto? Perché l'hai fatto? Tu stai bene vero?

La ragazza scoppiò a ridere:

-Stai tranquillo! Sono semplicemente andata dal dottore...

-Oddio! Non stai bene? Che cos'hai?

-Steven! Calmati per favore! Ho fatto delle semplici analisi...

-Ah. Mi avevi fatto preoccupare!

-L'ho notato!

-Tutto ok, vero?

-Certo!

Perché non gliel'ho detto? Era l'occasione perfetta! E quando mi capita un momento migliore? Cavolo! Che casino! Sono proprio supida! Sally gli sorrise.

-Allora amore, dato che non arrivavi, ho provato a cucinare qualcosa... Ora, non per vantarmi, ma mi sa che sono meglio come cuoco che come batterista!

Disse Steven con aria soddisfatta. Quindi spostò una sedia dalla tavola apparecchiata in modo semplice, fece sedere la ragazza e cominciò a portare il primo: lasagne. In fondo erano il piatto preferito di entrambi. Quando arrivarono in tavola Sally le guardò con aria preoccupata, ma dovette ricredersi: il suo ragazzo era davvero bravo in cucina!

Stavano mangiando il dolce quando il telefono squillò. Sally non andò a rispondere e dopo poco il suono ripetitivo finì.

-Perché non sei andata a rispondere?

-Non mi interessava, per ora l'unica cosa che mi interessa sei tu!

Ma il telefono riprese a squillare.

-Dai amore, vai... Per cinque minuti non cambierà di certo la serata!

-Ok...

La ragazza si alzò con poca voglia e sollevò la cornetta.

-Pronto, chi è?

-Sally, ciao tesoro. Sono la mamma. Come stai?

-Adesso non ho tempo.

E riattaccò. Stava tornando al tavolo quando il telefono ricominciò.

-Ti ho detto che non ho tempo, e lo sai che non ho neanche voglia.

Disse questa volta con tono arrabbiato. E chiuse di nuovo la conversazione. Si sedette e il ragazzo la fissò con aria interrogativa.

-Sally, chi era?

-Era mia madre...Lei è l'ultima persona che ho voglia di sentire.

-Capisco.

E il telefono riprese a squillare. Steven guardò dolcemente la ragazza.

-Dai, non dico che devi parlarci, ma almeno prova ad ascoltare quello che ha da dirti...

-Ci proverò.

Sally si avvicinò per l'ennesima volta al telefono e alzò la cornetta.

-Oh, Sally, finalmente! So che non hai voglia di sentirmi e Dio solo sa perchè adesso mi stai ascoltando.

-Ringrazia il mio ragazzo, mamma. Se no non sarei qui!

-Ah, il tuo ragazzo. Magnifico! Quante cose che mi sono persa...

-Non mi hai di certo chiamata per recuperare un'intera vita! Quindi dimmi cosa ti ha spinto a fare il mio numero e finiamola con questa conversazione patetica.

-Tuo padre mi ha spinta a fare il tuo numero.

-Fantastico, andiamo di bene in meglio!

-Ok Sally, ti capisco. Ci detesti e hai tutte le ragioni del mondo per farlo, però sei sempre nostra figlia!

-Certo, solo quando ce n'è bisogno! Comunque, cosa diavolo vuole papà?

-Papà non se la passa bene in questo periodo.

-E allora?

-Vorrebbe averti vicina.

-E tutte le volte che l'avrei voluto avere vicino io e lui non c'era perchè il lavoro era più importante? Mamma, non ti sembra che mi stiate chiedendo un po' troppo?

-Sally, io ti ho chiamata perchè me lo ha chiesto lui. Ci tiene davvero a rivederti e vorrebbe chiederti scusa. Cosa ti costerebbe dargli un'ultima possibilità?

-Abitate sempre nella stessa casa?

-Questo significa che verrai?

-Si, non voglio essere come voi. Allora, abitate sempre nella stessa casa?

-Si.

-Bene, ciao mamma.

Finalmente poté riattaccare e tornare dal suo ragazzo, che non aveva perso tempo e si era mangiato tutto il suo squisito dolce sporcandosi la maglietta. Sally non riuscì a trattenere le risate e riuscì solo a dire:

-Beh, almeno ho l'occasione per fare un po' di pratica!

-Un po' di pratica per cosa?

La ragazza si fece seria e lo guardò negli occhi.

-Ecco, io non sapevo come dirtelo, ma visto che tra poco devo partire...

-Cosa? Devi partire?

-Si, ti spiego dopo! Ora lasciami finire che già non è una cosa semplice da dire, se in più mi interrompi...

-Sally, che cosa sta succedendo? Io non ci capisco più niente!

-Steven, sono incinta.

Il batterista per poco non cadde dalla sedia.

-Cosa?

-Hai capito bene, aspetto un bambino...

-Sally, amore, mi stai prendendo in giro vero?

-Perché dovrei?

-Oddio! Ma è meraviglioso! Sono contentissimo Sally!

-Anche io sono contenta... Ma non sarà semplice, ti avviso Steven...

-E a chi importa! Ne abbiamo passate tante insieme, non sarà certo un bambino a dividerci!

-Davvero pensi questo?

-Certo! Ti amo Sally, e voglio crescere il bambino con te. Voglio passare il resto della vita con te!

-Anche io Steven!

Disse la ragazza e, allacciandosi al collo del batterista, gli diede un bacio. Lui le sorrise, ma poco dopo si fece serio.

-Sally, io questa sera...

-Si, amore?

-Ecco, vedi... Avevo progettato tutto così bene! Tu oggi dovevi sentirti come una principessa perchè poi io...

-Amore, sputa il rospo! Cosa hai combinato?

Il ragazzo si allontanò lasciando Sally di stucco. Adesso che cosa avrà in mente?

______________________________________________________________________________________________________________

Adesso cosa avrà in mente?
Davvero una bella domanda!
Fatemi sapere cosa ne pansate di questo "capitolone" (succedono davvero tante cosette), che sono curiosa! :D

Per me ieri sono iniziate le vacanze! :3 Che meraviglia! Ora cercherò di aggiornare un po' più spesso e di scrivere un po' di più! :D

Grazie come sempre a tutti quelli che leggono, recensiscono, seguono... :)
Alla possima! Bacioni a tutti! :D

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


-Dove è finitooooooooo?

Steven stava facendo un casino infernale: aveva cominciato ad aprire tutti gli armadi in cerca di qualcosa, ma che cosa? Sally stava cominciando a preoccuparsi, poteva aspettarsi di tutto dal suo ragazzo e questo di certo non l'aiutava a stare tranquilla. Ma quando provò di avvicinarsi per capire cosa stava cercando si ritrovò in testa i boxer di Steven.

-Adesso ti fermi e mi spieghi cosa stai cercando!

Solo dopo un po' il batterista capì che le parole della ragazza erano rivolte a lui, quindi smise di svuotare l'armadio, si girò, la guardò e scoppiò a ridere.

-Sei sexy con le mie mutande in testa, davvero!

E la baciò. Stavano per andare oltre al semplice bacio, quando un bussare insistente alla porta li interruppe.

-E chi diavolo è a quest'ora di sera?

Steven si stava avvicinando alla porta, ma Sally lo bloccò:

-Vado io, tu devi riordinare tutto il casino che hai fatto!

-Ok, ma queste me le riprendo.

Disse il batterista riprendendosi le sue amate mutande.

 

Quando però la ragazza aprì la porta rimase alquanto perplessa da chi si ritrovò davanti.

-Duff, ma cosa ci fai qui?

-Volevo parlarti.

-Tu, Michael Andrew McKagan, mi vuoi finalmente parlare? Questa non me la perdo per niente al mondo!

Il ragazzo sorrise velocemente, ma poi rispose con tono offeso

-Ehy, preferisci forse che me ne vada?

-Nononono! Per l'amor del santissimo cielo! Dimmi tutto.

Il ragazzo era arrivato a casa di Sally sicuro di dirle ogni singola cosa che pensava, in fondo non avrebbe perso niente se tutto fosse andato male. E poi non ce la faceva più a tenersi tutto dentro. Certo, ora la ragazza stava con uno dei suoi amici, e stavano bene insieme, però se la meritava anche lui un po' di felicità, no? Almeno Sally avrebbe saputo che lui c'era, era lì per lei ed era pronto a tutto. Facile a dirsi. Non era mai stato capace di parlare dei suoi problemi e dei suoi sentimenti.

-Ecco Sally, è da un po' che voglio parlare con te...

-Aspetta un secondo, anche io ti devo dire una cosa! Scusa, non riesco a trattenermi, sono troppo felice. Devo dirtelo: sono incinta! Io e Steven aspettiamo un bambino!

-Ma è grandioso!

Rispose Duff cercando di suonare il più convincente possibile.

-Ma scusami, ti ho interrotto! Tu cosa mi volevi dire?

-Niente, non è importante...

-E sei venuto fino a qui a quest'ora per una cosa non importante?

-Volevo solo vederti e parlare un po' con te.

-Ah, capisco... Dai, entra! C'è anche Steven!

Sono uno stupido! Perché non gliel'ho detto? Duff entrò nell'appartamento. A parte la tavola apparecchiata e un sacco di vestiti per terra non era affatto cambiato. Era uguale alle tante altre volte in cui ci era entrato.

-Ehy amico! L'hai saputo? Diventerò papà!

-Congratulazioni! Sono felice per voi!

-Dobbiamo festeggiare!

Esclamò sorridendo il batterista cercando di stappare la prima bottiglia capitatagli sotto braccio.

-Fermo lì! Tu non bevi niente fino a quando non hai finito di riordinare il casino che hai fatto. Capito?

Così Sally rubò la bottiglia al suo ragazzo e riempì due bicchieri: uno per lei e uno per Duff. Poi si sedette sul divano e invitò il bassista a fare altrettanto. Nel frattempo Steven fu costretto a rimettersi a “fare ordine” : infilò tutto quello che trovava per terra nell'armadio, d'altronde l'alcol lo stava aspettando. E poi non se la sentiva di lasciare i due da soli. Si fidava di Sally, ma Duff era un po' strano in quel periodo.

 

Dopo l'ennesimo bicchiere, finalmente il bassista si decise a parlare:

-Ci sai fare con Steven, eh?

Sally rise ripensando a come era riuscita a “comandare” il suo ragazzo.

-E' stato un caso... Lo conosci anche tu, no?

-In effetti ha la testa dura!

-Però è una brava persona, dai!

-Amoreeeee! Ho finito! Ora voglio il premio!

Il batterista aveva finalmente finito di “riordinare”.

-Mi fido o devo andare a vedere cosa hai combinato?

-Amore, ogni tanto puoi anche fidarti eh! Non sono mica nato solo per combinare casini!

-Dai, sta sera sono buona: prendi pure un bicchiere, però non bere troppo!

-Non esagerare! Sembri mia madre!

-Te l'ho detto che devo cominciare ad esercitarmi!

Duff cominciava a sentirsi il terzo in comodo, e neanche questa volta ce l'aveva fatta a dire tutto a Sally. Visto che non voleva picchiare uno dei suoi amici davanti alla ragazza che gli piaceva si alzò dal divano.

-Ragazzi, io vado.

-Di già? Sicuro di non voler rimanere ancora un po'?

-No, grazie Sally!

-Aspetta, almeno ti accompagno alla porta.

Steven non cagò minimamente i due perchè troppo impegnato con la sua tanto sudata bottiglia.
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Salve a tutti! :D
Io vi devo chiedere immensamente scusa per il ritardo e l'obrobrietà di questo capitolo, ma dovete sapere che sono abbastanza impegnata in questo periodo (certo, perchè un paio di cene e una raccolta firme mi impediscono di scrivere!).
Va beh, fatemi sapere cosa ne pensate! ^-^
Alla prossima! Bacioni! :D

Ah, quasi mi dimenticavo! Grazie a tutti!!!!!!!!!!!! ^-^

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Duff e Sally erano davanti alla porta o ora o mai più pensò il bassista dimenticandosi tutte le paure e tutte le buone ragioni per non farlo. Non aspettò un secondo di più, sapendo che se ci avesse pensato ancora un momento, non l'avrebbe fatto.

La baciò.

La ragazza inizialmente non reagì, ma quando realizzò cosa stava succedendo allontanò l'ossigenato e lo guardò con aria interrogativa.

-Scusa Sally, non avrei dovuto, sono ubriaco...

Complimenti, davvero: sono ubriaco, ottima scusa! Ho bevuto solo due bicchieri! Sono ubriaco... Ma come mi è venuto in mente?

-Duff, tu mi hai appena baciata!

-Sally, scusami, non volevo!

Certo, non volevo! Non dovevo! E' diversa la cosa. Tra poco sarà madre, è felice. Non le servo di certo io a incasinarle la vita!

-Ok, è tutto ok! Facciamo finta che non sia successo niente, va bene?

Il ragazzo annuì e si allontanò. Ecco, ci ero riuscito. E invece? Devo fare finta di niente!

La ragazza rimase ferma a fissare il vuoto fino a quando una voce impastata la chiamò:

-Salyyyyyyyy! Mi viene da vomitare! Non sto bene!

La ragazza rientrò è si diresse in salotto dove trovò Steven seduto sul pavimento con attorno un bel numero di bottiglie vuote. Come ha fatto a bere tutta questa roba in così poco tempo? Ma rinunciò a fargli qualsiasi domanda e si limitò a rimproverarlo scherzosamente.

-Te lo avevo detto di non bere troppo!

-Ma amore, non è mica colpa mia, è l'alcol che vuole essere bevuto da un bel ragazzo come me!

-Ok, non è colpa tua! Forza, ora andiamo a dormire, domani starai benissimo!

Sally accompagnò il ragazzo in camera da letto e aspettò che Steven si sdraiasse, poi fece altrettanto. Il batterista cominciò a russare quasi subito e la ragazza ebbe il tempo di pensare a cosa significasse quel bacio e le venne il sospetto che Duff provasse qualcosa per lei, avrebbe spiegato il suo comportamento, ma poi tentò di convincersi del contrario dicendosi che era colpa dell'alcol. Con questi pensieri finalmente si addormentò.

 

La mattina si svegliò di buon'ora: nonostante tutte le cose successe la sera prima, non si era dimenticata della conversazione avuta con la madre e doveva andare a prenotare un volo per Boston. Il suo ragazzo, che di solito dormiva pesantemente e la mattina non si svegliava neanche con un secchio di acqua fredda in faccia, la prese alla sprovvista mentre si stava alzando dal letto: le afferrò il braccio e la trascinò fino ad averla accanto a lui:

-Amore, cosa ci fai già in piedi a quest'ora? Oggi è sabato, puoi riposarti!

-Steven, devo fare una cosa importante. Lasciami andare!

-E cosa dovrai mai fare di così importante?

Ecco, adesso cosa doveva rispondere? Sapeva che se avesse osato anche solo nominare 'viaggio', Steven l'avrebbe convinta a portarselo dietro. Il punto era che non voleva coinvolgerlo: era già una situazione delicata.

-Adesso che ci penso non è così importante!

-Allora puoi rimanere a casa a dormire con me?

-No! Dai, lasciami andare! Poi sono tutta tua, promesso!

-Ma voglio venire anche io!

-Ma non voglio farti scomodare, davvero! Rimani nel letto. Torno subito!

-Sally, voglio venire anche io! O ti devo per caso seguire?

Sarò anche stupido, ma mi ricordo ogni singola parola che è uscita dalla sua bocca, e mi ricordo bene che ieri ha detto che sarebbe partita, e io non voglio che mi abbandoni, non voglio che parta senza di me!

-E va bene! Tanto in ogni caso vincerai tu, quindi non vale la pena litigare.

-Grazie amore!

Il ragazzo si alzò velocemente dal letto con aria soddisfatta e si chiuse in bagno. Nel frattempo Sally pensò di scappare e lasciarlo a casa, ma poi ci rinunciò: con lui era sempre tutto un caso perso.
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Alloraaaaa! Ecco il nono capitolo! :D
E' orribile, anzi no, più che orribile. Ed è anche corto! Ma perdonatemi, vi prego! *occhioni dolci dolci*
Cercherò di aggiornare domani sperando di riuscire a fare qualcosa di più decente! 
Nel frattempo ringrazio tutti, davvero, vi adoro! :D
Ciao ciao! Bacioni! :*

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Quando furono pronti entrambi uscirono di casa e Steven le offrì la colazione, voleva avere l'occasione per parlarle, dato che la sera prima non avevano avuto il tempo di farlo come si deve.

Entrarono nella prima caffetteria che trovarono, e, dopo l'ordine assurdo di Steven, cominciarono finalmente a parlare.

-Amore, so che probabilmente non ne vuoi parlare, ma cosa voleva ieri tua madre al telefono?

-Oh, Steven, perchè mi fai questa domanda?

Sally abbassò lo sguardo, ma il batterista le prese il volto tra le mani costringendola a guardarlo. Poi sorrise:

-Sally, io sono qui per aiutarti. Puoi parlarmi di qualsiasi problema e ti aiuterò a trovare la soluzione. Io sono qui per te, amore! Ti puoi fidare di me!

-Grazie mille, davvero!

-Dai, forza, dimmi tutto!

-Ecco, mio padre non sta bene e vorrebbe vedermi.

-Ok, ho capito. Allora, facciamo che ti accompagno da lui, ok?

-No, non puoi...

-Perché non posso? Qual è il problema?

-I miei abitano a Boston, dall'altra parte dell'America! E tu hai le prove, i tuoi amici...

-Ricordi quello che ti ho detto prima?

La ragazza annuì. Come fa ad essere così dannatamente dolce?

-Ecco, io voglio aiutarti. E so bene quanto per te sia difficile tornare dai tuoi, quindi voglio esserci anche io.

-Steven...

-Prometto che farò il bravo!

Ed ecco di nuovo quegli occhioni dolci a cui nessuno al mondo sarebbe capace di resistere.

-Ok, hai vinto anche questa volta!

Il batterista sorrise soddisfatto e finì la sua colazione.

Usciti dalla caffetteria si diressero all'agenzia di viaggi per prenotare quel maledetto volo. Entrati vennero salutati da una ragazza molto gentile:

-Buon giorno, posso aiutarvi?

-Dovremmo prenotare due biglietti.

Rispose il ragazzo con tono deciso e calmo.

-Dove vorreste andare?

-Andiamo a...

-Boston, andiamo a Boston.

La ragazza dovette completare la frase lasciata in sospeso dal batterista: era una vera e propria frana a ricordarsi i nomi!

-Ok, lasciatemi controllare un attimo... Ah! Ecco: il primo volo disponibile per Boston è mercoledì, vi va bene?

-Si, grazie mille!

-Grazie a voi!

I due ritirarono i biglietti e tornarono a casa: ora mancava solo affrontare i genitori di Sally. Come se fosse semplice!
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Ed ecco anche il decimo capitolo! WOW! E chi l'avrebbe mai detto che sarei arrivata fino a qui?:D
Ok, questo capitolo non è per niente interessante ed è corto, per questi motivi ho deciso che aggiornerò domani, ve lo prometto! :D
Beh, ditemi cosa ne pensate della storia, sapete che mi fa piacere! :D

Grazie a tutti quelli che leggono e in particolare a coloro che seguono e recensiscono! :)
Ora vi lascio perchè sono già in ritardo (oramai fa parte della mia personalità ù.ù).
A domani! :D

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Mercoledì arrivò presto:

-Steven! Svegliati! E' tardi!

-Ancora dieci minuti...

-Alza il tuo bel sedere, siamo in ritardo! Come abbiamo fatto a non sentire la sveglia? Il nostro volo è tra un'ora e mezza!

Solo a quel punto Steven realizzò che era quel mercoledì e capì perchè la sveglia aveva suonato così presto: oggi non provo e Sally si merita un po' di riposo, aveva pensato mentre zittiva lo strumento di tortura mattutina e si riaddormentava.

Mentre il batterista se la prendeva comoda, la ragazza si vestì con i primi vestiti che le capitarono in mano: una maglietta dei Led Zeppelin, un paio di pantaloni di pelle e le sue solite all-star nere; infine raccolse i capelli in una coda disordinata, non aveva tempo per preoccuparsi del suo aspetto. Poi riempì velocemente una valigia rimproverandosi per non averlo fatto prima. Finalmente erano entrambi pronti.

Sally andò sicura al tavolo su cui il giorno prima aveva preparato i biglietti. Sbiancò completamente e per poco non svenne:

-Steven, amore, ce li hai tu i biglietti... Vero?

-No Sally, perchè?

-Non ci sono più!

-Ma guarda bene, ci devono essere per forza!

Il ragazzo la raggiunse.

-Li avevi messi sul tavolo?

La ragazza annuì:

-Erano accanto ai tuoi appunti!

-Ora pensa: ieri li hai per caso spostati? Magari li hai messi nella borsa...

I due cominciarono a cercare ovunque, quando finalmente lui esclamò qualcosa:

-Ora ricordo!

-Steven! Tira fuori questi biglietti e andiamocene!

-C'è un piccolo problemino...

-No, ti prego! Stai scherzando!

-Tranquilla, ho tutto sotto controllo!

-Cosa è successo ai nostri biglietti?

-Ecco, vedi... Sai quando ieri mi hai chiesto di mettere in ordine le mie cartacce?

La ragazza annuì con lo sguardo sempre più preoccupato.

-Per fare in fretta ho preso tutti i miei fogli dal tavolo e li ho buttati...

-Stai cercando di dirmi che hai buttato anche i biglietti?

Steven si mise una mano dietro la testa e sorrise timidamente.

-Non ci credo! Possibile che tu non sia capace neanche di riordinare i tuoi stupidi fogli?

Ok, forse sto esagerando un pochino, dovremo trovare una soluzione, non posso solo urlare come una pazza isterica!

Steven, che dal canto suo capiva perfettamente che la sua ragazza era molto stressata in quel periodo (stava per incontrare i suoi tanto odiati genitori ed era incinta!), la abbracciò stretta, poi la guardò:

-Amore, stai tranquilla! Ora esco un attimo. Dammi al massimo dieci minuti e ritorno con i biglietti!

 

Steven uscì dall'appartamento di corsa e fu felice di trovare il bidone della spazzatura davanti al condominio ancora pieno: cominciò a frugarci dentro fregandosene dei passanti. Doveva trovare quei biglietti, lo doveva fare per Sally. Quando li vide cominciò ad esultare come un bambino che a Natale riceve il suo giocattolo preferito. Corse da Sally:

-Amore! Ho i biglietti! Ora possiamo partire!

-Steven! Sei fantastico, davvero! Certe volte mi chiedo come tu faccia...

-Basta coi complimenti: hai tutto il tempo dopo. Ora muoviamoci!

La ragazza gli sorrise, prese la valigia e si precipitò nella macchina del batterista. Finalmente partirono. Destinazione: aeroporto.
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Ed ecco, come promesso, l'undicesimo capitolo! :D
Grazie a tutti come sempre! :)

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Steven e Sally, anche se improponibili (uno puzzava di spazzatura, l'altra sembrava essersi preparata al buio), riuscirono a raggiungere l'aeroporto tirando un sospiro si sollievo. Passarono il check-in senza problemi, ma poco prima di salire sull'aereo il batterista si immobilizzò e diventò bianco come un lenzuolo:

-No Sally, io non ci salgo in aereo! Non posso!

-Steven, cos'è questa storia? Perché non puoi?

-Mi è appena venuto in mente che ho una paura tremenda dell'aereo!

-Steven! Come fai ad avere paura se non ci sei mai salito?

-E se cade?

-Non cadrà! Te lo prometto!

-Ma...

*ultima chiamata per i passeggeri del volo diretto a Boston*

-Amore, è il nostro volo! Quindi, o ti fai passare la paura o vado da sola!

Non sarebbe mai andata da sola, infondo aveva bisogno del suo ragazzo, ma doveva pur convincerlo in qualche modo.

-No, ti prego! Aspettami!

Il ragazzo, ancora bianco, si decise a muoversi e finalmente riuscirono a salire sul loro aereo, l'uno accanto all'altra.

*I passeggeri sono pregati di allacciare le cinture*

Steven allacciò la sua e poi cominciò a stritolare il braccio della sua ragazza:

-Amore, calmati! Come farai quando sarai una grande rock star? Dovrai ben pur spostarti in qualche modo!

-Esistono macchine e navi!

Tagliò corto lui. L'aereo si mosse e il batterista strinse ancora di più il povero braccio, chiuse gli occhi e cominciò a pregare, ma, una volta presa quota, si tranquillizzò. Quando Sally capì che il ragazzo si era calmato gli sorrise e gli diede un piccolo bacio.

-Andrà tutto bene, ora rilassati e goditi il viaggio!

Lui fissò un punto indefinito davanti a lui, poi sorrise a sua volta, si girò verso la ragazza.

-Sally...

-Si?

-Andrà tutto bene, con i tuoi intendo, puoi starne certa!

-Grazie Steven.

Poi i due si addormentarono e vennero risvegliati solo una volta arrivati a Boston:

*i passeggeri sono pregati di prepararsi all'atterraggio*

-Steven, siamo arrivati! Visto che non è successo niente?

-Siamo già arrivati? Non è stato poi così terribile, e non siamo caduti!

-Te lo avevo detto!

Una volta scesi dall'aereo i due decisero che prima di andare in albergo dovevano perlomeno passare dai genitori di Sally per avvisare del loro arrivo, quindi chiamarono un taxi e, solo dopo aver guardato negli occhi Steven e aver preso un lungo respiro, la ragazza pronunciò l'indirizzo.

 

 

Quando la Valerie sentì suonare il campanello prese un bel respiro: sapeva benissimo che dall'altra parte della porta c'era sua figlia, ma com'era diventata? Era sempre la solita ragazzina bionda che adorava indossare vestiti color confetto e ascoltava Mozart dalla mattina alla sera? Aveva paura di non riuscire a riconoscere la sua stessa figlia.

Il campanello suonò un'alta volta e la signora si decise ad abbassare la maniglia. Si ritrovò davanti due perfetti sconosciuti: un ragazzo biondo con un sorriso che arrivava fino alle orecchie e una ragazza con i capelli rossi e lunghi, gli occhi verdi e un viso rassegnato.

-Sally, sei tu?

La ragazza annuì.

-E immagino che lui sia il tuo ragazzo.

A quel punto Steven allungò la mano e si presentò. Valerie fece altrettanto non risparmiando al batterista un'occhiata di disappunto.

-Beh, entrate...

-Mamma, siamo passati solo ad avvisare che siamo arrivati. Ora io e Steven andiamo in albergo, ci sistemiamo, andiamo a mangiarci qualcosa poi passeremo a trovare papà.

-Sicura di voler andare in albergo? Abbiamo così tante camere, e questa casa è sempre così vuota...

-Fidati, e meglio così!

Dopo un breve saluto i due cominciarono a camminare per le strade di quel quartiere un po' isolato di Boston in cui era cresciuta la ragazza. All'inizio passeggiarono e basta, uno accanto all'altra, rimanendo in silenzio. Poi Sally non riuscì a trattenere il mare di emozioni che aveva dentro:

-Sai amore, è strano tornare qui. Ho sempre pensato che non sarei tornata per niente al mondo, e invece eccomi di nuovo qua: potrei rincontrare la mia migliore amica da un momento all'altro, ma non saprei come comportarmi. Non sono pronta.

-Amore, stai tranquilla. Ci sono io qui con te.

-Guarda, siamo arrivati.

Disse la ragazza indicando con un cenno del capo una costruzione che sembrava più una casa che un albergo.

-Questo è l'unico posto in cui possono stare i turisti quando vengono qui, non lasciarti ingannare dall'apparenza: non è come sembra!

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E' da un bel po' che non aggiorno, perdonatemi! Sono stata molto impegnata in questo periodo!
Come sempre mi farebbe piacere cosa ne pensate, quindi recensite! ;)
Un grazie enorme a tutti quelli che leggono questa cosa...
A presto, bacioni! :*

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Dopo aver prenotato una camera e aver sistemato le loro poche cose, decisero di fare la doccia, giusto per sistemarsi un pochino, e optarono per farla insieme: non volevano di certo perdere tempo!

Poi la ragazza fece fare il tour della sua piccola città a Steven sperando che nessuno la riconoscesse.

Gli mostrò la chiesa di paese e la scuola che aveva frequentato da bambina, la casa della sua amica e il posto in cui aveva dato il suo primo bacio. Per ogni posto Sally aveva una storia da raccontare e il ragazzo stava attento ad ogni parola che sentiva: lei gli aveva parlato raramente del suo passato, era una cosa che detestava fare e ora finalmente si stava lasciando andare.

Ma il giro finì in fretta e la ragazza si vide costretta a tornare nella casa che tanto odiava.

Suonarono di nuovo il campanello e, come la prima volta, la madre di Sally aprì la porta lasciando entrare i due che rimasero fermi davanti alle scale che portavano al piano superiore dove c'erano le camere da letto.

-Papà è di sopra?

La madre annuì e spiegò brevemente alla figlia che cosa aveva il padre e la avvisò che probabilmente stava dormendo per via della debolezza causatagli dal tumore al pancreas. Sally annuì e, dopo aver preso coraggio, cominciò a salire le scale. Automaticamente Steven la seguì, però la ragazza lo guardò:

-Ti prego Steven, lasciaci soli. Devo affrontarlo da sola, spero tu capisca...

-Certo Sally, tranquilla! Buona fortuna!

-Grazie amore, a dopo!

 

Quando Sally arrivò davanti alla porta della camera dei suoi ebbe voglia di andarsene: non era obbligata a farlo e non ne aveva di certo voglia, ma poi si ricordò di come ci si sente ad essere abbandonati dalle persone a cui si è legati, quindi prese un bel respiro e socchiuse la porta. Quando vide che suo padre era dimagrito tantissimo, faceva fatica a respirare e aveva un'espressione di sofferenza stampata sul viso, non provò dolore, provò solo pena. Raccolse tutta la sua forza di volontà ed entrò per poi sedersi accanto al padre. Non lo voleva svegliare, avrebbe aspettato.

 

 

Nel frattempo, al piano inferiore, la madre di Sally aveva fatto accomodare Steven sul divano e continuava a fissarlo con insistenza, come se non avesse mai visto niente che gli somigliasse. Alla fine si decise a parlargli:

-Che lavoro fai?

Il biondo, che si stava guardando in giro, si riscosse e pensò un po' alla domanda che gli era appena stata fatta, poi rispose sorridendo:

-Io faccio il batterista in una rock band. Diventeremo grandi, riempiremo gli stadi e faremo cantare le nostre canzoni a milioni di ragazzini.

-Quindi fai parte di uno di quei gruppi che diffondono i messaggi di Satana?

Chiese la donna scandalizzata.

-No, assolutamente no! Io non ho niente a che fare con queste cose!

-Ne sei sicuro?

-Sicurissimo signora!

Valerie sembrò trarre un sospiro di sollievo.

-E dimmi, come hai conosciuto la mia cara Sally?

-E' una lunga storia signora... Vede, diciamo che Sally mi è stata vicina in un momento di particolare bisogno: quella sera ero ubriaco e lei mi aiutò molto...

La donna era sempre più nervosa. Quel capellone non le piaceva affatto. Era la classica persona da cui lei stava alla larga.

 

 

Il padre di Sally si svegliò e guardò titubante la ragazza seduta al suo fianco.

-E tu chi sei?

-Sono Sally, papà.

-Sally? La mia Sally?

-Si, sono io!

-Come sei cresciuta! Che bella che sei!

La ragazza non arrossì come faceva di solito di fronte ai complimenti, ma si limitò a mostrare un sorriso forzato. Il padre continuò a parlare a fatica: gli mancava il fiato e la sua voce era ridotta ad un filo:

-Non immagini quanto mi renda felice averti qui, poter passare gli ultimi giorni accanto a te...

Pur non sapendo perchè lo faceva, Sally tentò di consolare il padre. Poco dopo lui sembrò ricordarsi qualcosa di importante.

-Tua madre mi ha detto che hai il ragazzo. Lui com'è?

-Oh, lui è semplicemente fantastico! Lo amo più di qualunque altra cosa al mondo. E' disposto a fare qualunque cosa per me: mi ha anche accompagnata fino a qui...

-Lui è qui?

-Sì, è di sotto con mamma...

-Mi piacerebbe tanto conoscerlo...

Sally non aspettava altro che quel momento: finalmente sarebbe potuta uscire un attimo da quella camera e andare a salvare il suo ragazzo, che con la madre non era di certo in buone mani.

Infatti Valerie aveva continuato a riempirlo di domande per scoprire ad ogni risposta che non sarebbe mai andata d'accordo con il capellone. Quando la ragazza entrò in salotto Steven sembrò ringraziare tutti i santi esistenti per l'arrivo di Sally.

-Amore, verresti un attimo con me?

Il ragazzo si alzò annuendo e finalmente si allontanò dalla strega malefica madre della ragazza.

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Salve a tutti!:D Come state? Io sono alquanto stanca e in questo periodo non ho ispirazione, quindi questo capitolo fa schifo (non l'ho neanche riletto! D: Se trovate errori ditemelo, vi prego!).

Steven non ha fatto colpo su Valerie, nel prossimo capitolo vedremo cosa succederà con il padre di Sally, Phil...

Beh, grazie a tutti! ;) Alla prossima! :)

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Una volta entrati in camera Phil guardò perplesso Sally.

-Figliola, tu mi avevi detto che avevi un fidanzato...

-Ma infatti! Lui è Steven.

-No, mi sa che stiamo parlando di due persone diverse.

-Papà, il ragazzo alla mia destra è Steven ed è il mio fidanzato.

La ragazza pensava che il padre non capisse niente per via della stanchezza e rimase di stucco quando sentì la risposta del padre.

-Ma lei ha i capelli lunghi!

Il ragazzo sembrò imbarazzato, ma si affrettò a spiegare:

-Vede, io porto i capelli lunghi perchè sono una rock star...

-Una rock che cosa?

Allora Steven cominciò a parlare della sua più grande passione: la musica. Raccontò dei suoi gruppi preferiti e della sua band rispondendo a tutte le domande fatte dal signore. I due sembravano vecchi amici che si erano ritrovati al bar. Parlavano con estrema naturalezza e si divertivano. Inizialmente Sally era distaccata, ma poi si lasciò andare anche lei: era lì per dare una seconda possibilità a suo padre e lui ce la stava davvero mettendo tutta.

Ma ad un certo punto arrivò Valerie.

-Phil, è pronta cena.

-Oh Valerie, hai visto quanto è simpatico questo giovinotto?

-Si, ho avuto modo di conoscerlo. Ma adesso alzati che è pronta cena.

Poi rivolse uno sguardo a Sally e Steven. A quel punto la ragazza capì che non erano ben voluti a tavola.

-Bene, noi andiamo. A presto papà!

Quindi uscì dalla camera e cominciò a scendere le scale. Il ragazzo si affrettò a seguirla salutando velocemente il padre di Sally.

-E' stato un piacere conoscerla! A presto!

-A presto figliolo!

 

Una volta usciti Steven non riuscì a trattenere il suo entusiasmo.

-Sally, tuo padre è davvero forte!

La ragazza rispose con tono assente.

-Già...

-Amore..?

-Si?

-Cosa c'è che non va?

-Che non va niente. E' solo che non mi convince il comportamento di mio padre.

-Sally, tu pensi sempre troppo! Lasciati un po' andare! Prova a prendere le cose così come ti capitano!

-Ok, ci proverò. Ma...

-Niente ma, cara! E ora portami a mangiare qualcosa, che io ho fame! Potrei morire da un momento all'altro.

Sally scosse la testa con aria di rassegnazione.

-Sei sempre il solito.

Passarono una bella serata insieme e tornarono in albergo esausti.
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Vi chiedo immensamente scusa, è una più di una settimana che non mi faccio sentire!
Questo capitolo è un po' corto, ma il prossimo sarà più lungo e interessante (o almeno spero!).
Fra dieci minuti parto per un week-end in montagna (:3), ma appena torno prometto che aggiornerò e ricomincerò a recensire!:D
Fatemi sapere cosa ne pensate!;)
A presto! Bacioni!:D

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Tutti i giorni si ripeteva la stessa routine: potevano svegliarsi tardi e, dopo essersi preparati, passavano a salutare il padre di Sally. Poi prendevano il primo pullman che capitava loro e andavano a visitare ogni giorno una parte diversa di Boston o dintorni. Quando tornavano si fermavano a cena dai genitori della ragazza nonostante il mal nascosto disprezzo per il biondo di Valerie. Questa fu la loro giornata tipo fino a quando, una sera, tornati in albergo dopo una giornata abbastanza pesante, il telefono della loro camera squillò. Sally era sotto la doccia e Steven rispose con poca voglia.

-Pronto, qui è Steven. Con chi parlo?

-Dove cazzo eri finito? E' tutto il giorno che ti chiamo!

-Axl? Cosa vuoi?

-Voglio che tu prenda il primo volo per Los Angeles e che porti qui il tuo culo, subito!

-Ok, arriverò appena posso, ma..

-Non ho detto di venire quando puoi. Tu devi venire subito!

Steven non fece in tempo a chiedere spiegazioni che Axl aveva già messo giù. Quando Sally sentì il suo ragazzo imprecare uscì dalla doccia.

-Chi era amore?

-Era Axl. Vuole che torni subito a Los Angeles e non so neanche perchè!

-E hai provato a sentire gli altri?

-Non ho i numeri.

-Io dovrei avere il numero di Duff segnato sull'agenda. Dammi un attimo.

Steven si immobilizzò.

-Tu... Tu hai il suo numero?

-Ma sei ancora geloso? Tra me e Duff non c'è un bel niente. Ah, ecco. Trovato!

La ragazza porse la sua agenda al batterista che si affrettò a comporre il numero.

-Si, chi parla?

-Ehy amico, sono io, Steven!

-Ah Steven! Devi correre assolutamente qui!

-Questo lo so, ma non so perchè!

-Axl non te lo ha detto?

-No, lo conosci anche tu!

-Hai ragione... Qualche giorno quello lì deve darsi una calmata, non lo sopporto già più, e siamo solo agli inizi!

-Allora, vuoi dirmi perchè devo teletrasportarmi a Los Angeles?

-Ah, si, si, giusto! Beh, ecco, noi abbiamo un concerto!

-Davvero? Abbiamo un concerto?

-Certo! I nostri sforzi verranno finalmente ripagati!

-Non ci credo!

-Credici! Finalmente diventeremo famosi!

-Prenderò il primo volo! A presto!

-A presto!

Messa giù la cornetta Steven cominciò a saltare sul letto ridendo e urlando di gioia. Sally lo guardò sempre più divertita e solo quando il ragazzo si calmò gli chiese cosa era successo.

-Abbiamo un concerto amore! Diventeremo famosi! Oh, che bello! I Guns n' Roses hanno un concerto!

-Congratulazioni! Sono contentissima per voi!

La ragazza abbracciò Steven e lo baciò.

I due cominciarono a fare le valigie, non c'era tempo da perdere. Sarebbero partiti il giorno dopo con il primo volo disponibile.

 

 

La mattina si svegliarono presto e, prima di andare in aeroporto, passarono dai genitori di Sally. Come sempre aprì la porta la madre e come sempre i due la salutarono velocemente e corsero in salotto dove di solito c'era Phil ad aspettarli. Ma quel giorno non fu così. Phil non era seduto sulla poltrona di pelle.

Sally guardò preoccupata la madre.

-Dov'è papà?

-Papà è morto questa notte.

Sul viso della madre non c'era neanche una lacrima, nessun segno di dolore, nessun dispiacere.

Sally invece scoppiò a piangere e Steven la abbracciò cercando di consolarla invano.

La ragazza sapeva che sarebbe successo prima o poi, ma non si aspettava che suo padre la avrebbe lasciata sul più bello, proprio quando avevano imparato a volersi bene.
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Boh, 'sto capitolo non mi convince e non l'ho neanche riletto (se trovate errori ditemelo per favore!), ma, dopo averto riscritto
per 388521994 volte, ho deciso di pubblicarlo lo stesso.
Ora tocca a voi farmi sapere cosa ne pensate!:)

Beh, un grazie gigantesco a tutti, alla prossima!:D

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Quando Sally si tranquillizzò guardò con gli occhi ancora gonfi e arrossati Steven.

-Amore, mi dispiace, non posso tornare a Los Angeles, non ora.

-Ti capisco. Se vuoi posso...

-No Steven!

La ragazza lo interruppe bruscamente, sapeva che cosa le avrebbe detto. Mi dirà che vuole starmi vicino, che non vuole lasciarmi in un momento così difficile, e alla fine mi convincerà a non lasciarlo partire. Ma non voglio rovinare la sua carriera, lui se la merita così tanto.

-Ma io...

-Niente ma! Ora andiamo in aeroporto come avevamo deciso e tu sali sul primo aereo per casa. Io rimarrò qui ancora un paio di giorni e poi ti raggiungerò.

 

Steven era stato richiamato dai suoi amici: avevano finalmente un concerto, e non potevano perdere l'occasione, ma Sally non poteva tornare a Los Angeles con lui, o almeno non in quel momento.

Sarebbe voluta andare al primo spettacolo del suo ragazzo e della sua banda di pazzi, ma il funerale di suo padre sarebbe stato due giorni dopo e le sembrava giusto finire quello che aveva cominciato. Poi sarebbe finalmente stata libera.

Il pomeriggio accompagnò Steven all'aeroporto, ma come spesso accade, il suo volo era in terribile ritardo. Allora il batterista decise di andare un attimo al bar a prendere qualcosa. Comprò un pacchetto di patatine per lui e un succo alla pera per la sua ragazza. Aprendo il suo bottino scoprì che nel sacchetto c'era anche la sorpresa! E la sorpresa era un anello. Uno di quegli anelli sproporzionati per bambini con un enorme pietra rossa. Si fermò, lo guardò e sorrise. Ora sapeva cosa doveva fare, lo sapeva con certezza. Era l'occasione perfetta. Prese un grosso respiro e ritornò sui suoi passi sedendosi poi sorridente accanto a Sally e dandole il suo succo. Poi la sua espressione si fece più preoccupata. Guardo la sua ragazza che gli sorrise teneramente.

-Non devi aver paura dell'aereo, sai che non succederà niente!

-Amore, ho una cosa importante da dirti...

-Steven, cosa c'è?

Il ragazzo le sorrise rigirandosi fra le mani l'anello appena trovato. Fissò i suoi occhi blu in quelli verdi di Sally e cominciò a parlare:

-Amore, ecco, vedi... doveva essere tutto diverso... avevo già preparato tutto, ma sento che questo è il momento giusto. Ora stiamo insieme da un po' e aspettiamo un bambino, ti rendi conto? Tra poco diventeremo genitori! Ne abbiamo passate tante insieme. Ecco, a me piacerebbe passare il resto della vita accanto a te. Insomma, mi sposeresti?

La ragazza lo abbracciò e con la voce spezzata dai singhiozzi e il viso rigato dalle lacrime rispose di sì, sarebbe rimasta tutta la vita al suo fianco, lo avrebbe amato quando sarebbe stato dall'altra parte del mondo, o in qualche bar ubriaco fradicio, o ancora lo avrebbe amato quando sarebbe stato a casa a prendersi cura del suo bambino o quando l'avrebbe portata in qualche ristorante carino. Lo avrebbe amato sempre. Allora Steven le porse l'anello che aveva in mano. Sally pianse ancora e Steven l'abbracciò più stretta.

*I passeggeri del volo diretto a Los Angeles sono pregati di recarsi all'imbarco*

-Amore, ora devi andare...

-Promettimi che arriverai presto.

-Prenderò l'aereo appena avrò finito, te lo prometto.

Si abbracciarono e baciarono ancora una volta, poi il batterista salì sull'aereo lasciando Sally sola con il suo anello.
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Speravate di esservi liberati di me, eh? E invece sono tornata!:D
Dato che questo capitolo è un po brutto e corto, oggi farò il bis...
Fatemi sapere cosa ne pensate!;)

Ah, oggi parto e starò via fino al 20, ma una mia amica (sia lei lodata) (questo è il suo profilo di efp, se volete dare un'occhiata;) -> 
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=184974 ) condividerà il nuovo capitolo verso metà settimana:D

Che altro posso dire? Recensite, che quando torno voglio vedere un po' di recensioni!^.^ E un grazie enorme a tutti!


Alla prossima!:D

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


ATTENZIONE: questo è il secondo capitolo di oggi, se non avete letto quello prima tornate indietro ;) Buona lettura!:D

Sally tornò in albergo, si chiuse in camera e rimase a fissare il vuoto per ore. Steven le aveva chiesto di sposarlo e lei lo amava davvero, ma forse era un po' troppo presto. Era confusa e non sapeva cosa sarebbe successo anche solo il giorno dopo. E questo la spaventava. A quanto pare la mia vita deve essere per forza un casino enorme.

La ragazza quella notte si addormentò tardi e si svegliò di pessimo umore.

Arrivò a casa di sua mamma e quando entrò molte persone si girarono a guardarla. Lei ignorò gli sguardi insistenti, si sedette sul divano e chiuse gli occhi cercando di rilassarsi, cosa che non le riuscì quando sentì qualcuno sedersi accanto a lei. Non voleva sapere chi c'era vicino a lei, poteva essere chiunque e lei non era pronta. Poi però si sforzò e mostrò un sorriso a chi l'aveva disturbata. Il sorriso presto si trasformò in un'espressione stupita.

-Vedo che mi hai riconosciuto, Sally.

-T...Thomas?

-In carne e ossa, mia cara.

Lui è di certo l'ultima persona che avrei voluto incontrare oggi.

-Cosa ci fai qui?

-Sono qui per consolarti e per riprendermi ciò che è mio.

Sally conosceva molto bene, forse troppo, Thomas. Era stato il suo primo ragazzo e inizialmente la loro storia era perfetta: erano invidiati da tutti ed erano felici. Poi la favola si trasformò in un incubo: Thomas diventò ossessivo e cominciò a picchiarla ogni volta che ne aveva l'occasione. Lei provò a lasciarlo, ma lui non ne volle sapere. La rinchiuse in camera sua per due giorni facendole promettere che non gli avrebbe più mancato di rispetto.

Quando Sally poté partire per l'università non gli disse niente. Partì e basta, cercando di lasciarselo alle spalle.

I primi mesi a Los Angeles furono un vero incubo: aveva paura di incontrarlo ovunque e non si sentiva sicura in nessun posto. Poi conobbe Steven e finalmente riuscì a lasciarsi alle spalle quella brutta esperienza. Con lui si sentiva protetta e finalmente non ebbe più paura.

Ora Thomas era lì e aveva intenzione di riprendersela con le buone o con le cattive maniere.

-Sai amore, ti ho cercata a lungo e avevo quasi perso le speranze di rivederti...

-Non chiamarmi così!

-Così come? Amore? Non ci siamo mai lasciati e io ti amo ancora.

-Tu non mi hai mai amata! E noi non stiamo più insieme! Lasciami stare!

Sally si alzò dal divano con l'intenzione di uscire a fumarsi una sigaretta, ma il suo braccio venne fermato dalla mano ossuta di lui.

-Eh no mia cara, non così in fretta. Io e te abbiamo ancora un conto in sospeso.

-Io con te ho chiuso!

Sally forse alzò un po' troppo la voce perchè tutti si girarono verso di lei, ma questo le importava poco. Voleva solo andarsene e non rivedere mai più quel paese.

Quando tutti ripresero a fare quello che stavano facendo Thomas guardò Sally e con voce dolce le chiese di andare a parlare in camera. Non aspettò neanche la conferma della ragazza e la trascinò su per le scale fino alla sua vecchia stanza. Una volta dentro la chiuse a chiave e fissò la ragazza sorridendo malignamente, poi cominciò a strapparle i vestiti di dosso, a insultarla e picchiarla pesantemente. Sally sapeva benissimo cosa le sarebbe successo a breve e sapeva altrettanto bene che non poteva fare niente per fermare tutto. Non cercò neanche di ribellarsi perchè lui era molto più grosso di lei. Si limitò a piangere.

La violentò. Thomas violentò Sally e la lasciò priva di sensi sul letto.
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Ed ecco anche il secondo capitolo di oggi, come promesso!:D Fatemi sapere cosa ne pensate, grazie!:D
Alla prossima!:D

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


  Quando Sally si risvegliò ci mise un attimo a capire cosa era appena successo e il suo primo pensiero andò al bambino. Doveva sapere se stava bene. Si rivestì e cercò di sistemarsi il trucco sbavato con poco successo, poi scese le scale e, senza dare nessuna spiegazione a sua madre, uscì di casa e andò al pronto soccorso. Presto fu il suo turno. Quando entrò nella stanza delle visite un giovane medico la fece accomodare sul lettino per poi cominciare a disinfettarle alcune ferite che aveva sulla faccia.
-Signorina, che cosa le è successo?
-Lasci stare quei graffi, non mi fanno male! La prego, mi dica che il mio bambino sta bene!
Il dottore la guardò con aria interrogativa.
-Sono incinta da circa tre mesi. Non posso perderlo ora...
Sally scoppiò a piangere e il medico cercò di rassicurarla.
-Andrà tutto bene, non si preoccupi.
La ragazza annuì e cercò di asciugarsi le lacrime.
-Mi può dire cosa le è successo?
-Io... lui mi ha picchiata... si è ripreso quello che voleva.
Non riuscì a dirgli altro. Era più forte di lei.
 
Sally venne ricoverata e le vennero fatti una serie di esami. Quando la mattina si svegliò nel letto dell'ospedale tutte le sue paure più grandi riaffiorarono e quando vide entrare in camera sua un medico sulla sessantina ebbe un tuffo al cuore.
-Buongiorno, si sente meglio?
-Si. Il bambino come sta?
-Signorina, si calmi. Così le verrà un infarto.
-Voglio sapere come sta mio figlio!
-Il bambino sta bene, non ci sono problemi, ma lei...
-Oh grazie dottore! Non immagina quanto sono felice! Ora mi tolga tutti questi tubi di dosso, ho un paio di cose da fare!
-Signorina, lei non può andarsene così. E' piena di lividi e tagli...
-Le ho detto che sto bene. Mi lasci andare!
Dopo aver insistito parecchio e aver assicurato a tutti di stare bene, Sally venne dimessa.
Il pomeriggio ci sarebbe stato il funerale di suo padre e oramai gran parte della mattina era passata, allora decise di mangiare un panino veloce e rimettersi un po' in sesto; poi andò in albergo dove si preparò indossando un abito scuro e cercando di coprire con il trucco un grosso livido che le segnava la guancia sinistra e un taglio sopra al sopracciglio.
Andò alla cerimonia funebre, ma rimase distaccata dalla folla riunita intorno alla bara. Continuava a scrutare tutta quella gente che stava ricordando suo padre sperando di non incontrare il suo più grande incubo, pregando con tutta se stessa di non incrociare lo sguardo di Thomas. Dopo un'accurata ricerca tirò un sospiro di sollievo. Del mostro nemmeno traccia. Forse questa volta è veramente finita.
Filò tutto liscio fino alla fine del funerale e non si trattenne a lungo. Fece un ultimo giro per la città fermandosi a lungo al parco che a quell'ora era vuoto, poi rientrò in albergo. Il giorno dopo sarebbe partita.
Sally rimase stupita quando il signore dietro al bancone la chiamò.
-Signorina, un ragazzo mi ha pregato di darle questo numero.
La ragazza fissò sorpresa il pezzetto di carta che il signore dietro al bancone le stava porgendo, poi lo prese e si chiuse in camera. Guardò il telefono e i numeri scritti sul foglio diverse volte. Poteva essere Thomas, o poteva essere qualcuno che aveva bisogno. Alla fine si decise a chiamare. Nessuno le avrebbe potuto fare del male attraverso un telefono.
-Pronto, sono Sally. Con chi parlo?
-Sally, finalmente ti ho trovata.
-Chi sei?
-Sono Izzy...
-Izzy? Quell'Izzy?
-Conosci per caso altri Izzy?
-No...Posso sapere perchè mi hai chiamata?
-Siediti per favore.
E adesso cosa succede?La ragazza non capiva perchè Izzy l'aveva chiamata e dal suo tono di voce non traspariva nessuna emozione. Cominciava a preoccuparsi.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Steven salì sull'aereo. Accanto a lui non c'era più Sally a tranquillizzarlo, ma solo una vecchia signora che puzzava di aglio. Questa volta non si addormentò. Pensò. Inizialmente pensò alla sua band, al concerto che lo aspettava, poi inevitabilmente i suoi pensieri si spostarono a Sally, al bambino che aspettavano e si chiese se era pronto. Se non era troppo presto. Certo che sono pronto. E poi ci sarà Sally al mio fianco. Si, ci sarà lei... Ma che cosa sto dicendo? Io non sono pronto! Non so nemmeno come si cambia un pannolino! Ma Sally lo sa di sicuro. Ok, siamo pronti. O almeno spero.

Il ragazzo ringraziò il cielo quando un'hostes dichiarò l'atterraggio. Stava pensando troppo e sarebbe caduto in depressione a momenti. Fu uno dei primi a scendere e si precipitò nella sala d'attesa dove ci sarebbe stato Slash ad aspettarlo. Non gli ci volle molto per vederlo, non ne esistevano molti come lui. Gli si avvicinò salutandolo.

-Ehy amico!

-Finalmente! Credevo non saresti più arrivato! Dobbiamo aspettare Sally?

-No, Sally non è venuta. E' rimasta a Boston per il funerale di suo padre.

-Ah, capisco.

Poi il riccio scrutò il batterista, aveva una brutta cera: era bianco e i suoi occhi erano contornati da delle orribili occhiaie.

-Ma che c'è, hai visto un fantasma?

-Sally è incinta e le ho chiesto di sposarmi.

Steven pronunciò quelle parole senza pensarci sopra nemmeno un secondo. L'unico che sapeva della gravidanza era Duff, e lui di certo non era andato a dirlo a tutti. Slash rimase sorpreso dalle parole del biondo, ma si riprese.

-Ma questo è più peggio di un fantasma! Ho bisogno di una birra. Ne hai voglia?

-E me lo chiedi anche?

I due andarono al bar e Steven confessò le sue paure al riccio. Slash si limitava a sorridere e annuire, ma il batterista gliene fu infinitamente grato.

 

Quando uscirono dal bar i due si diressero di corsa al magazzino. Dopo tutti i saluti al batterista, il gruppo cominciò a provare in previsione del concerto.
Furono due giorni di prove durissime e i nervi di ogni singolo membro della band furono messi a dura prova da Axl che non si accontentava di niente e urlava per tutto quello che non andava esattamente come aveva previsto. Voleva che tutto fosse perfetto, voleva farcela e riuscire a ottenere ciò che voleva. Doveva dimostrare a se stesso che ce la poteva fare, e allora avrebbe potuto lasciarsi il passato alle spalle e provare cambiare.

 

Due ora prima del concerto Izzy aveva pensato di lasciare la band e Duff era alla ricerca di qualcosa di forte per sopportare il cantante, quindi decisero di prendersi una pausa e uscire dal magazzino per la prima volta da quando Steven era arrivato. Bevvero una birra insieme, definirono gli ultimi dettagli dello spettacolo e poi ognuno andò a prepararsi. Appuntamento al locale dove avrebbero suonato mezz'ora prima del loro concerto.

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In questo e nel prossimo capitolo vedremo un po' cosa succede a Steven nel periodo in cui Sally non c'è e magari verrà anche svelato il mistero della telefonata di Izzy a Sally...

Beh, questo capitolo credo si possa definire un capitolo di passaggio, non è niente di che, però se avete voglia lasciate una recensione... Mi fanno sempre così tanto piacere!:D

Ah, e poi volevo dirvi che nei prossimi capitoli succederanno un bel po' di cosette e quindi saranno abbastanza brevi, giusto per non esagerare... Cercherò di pubblicare spesso :D

Ora vi lascio, alla prossima!:D Baci!
Ah, ovviamente ringrazio tutti!:)

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Si rincontrarono tutti al locale che avrebbe ospitato il loro primo concerto, non era niente di serio: nessuno aveva pagato il biglietto per vederli, erano solo stati chiamati per riempire un misero buco di quarantacinque minuti. Prima di salire sul piccolo palco allestito per gli ospiti della serata, i cinque ragazzi ordinarono qualcosa di forte per cercare di attenuare la tensione accumulata.

Quando toccò a loro, ognuno cominciò a dare il meglio di sé. Axl dava carattere alle canzoni con la sua voce così diversa dalle solite; Slash si impegnava al massimo cercando di non sbagliare nessuna nota; Izzy teneva tutto insieme e svolgeva un ruolo importantissimo anche se restava nell'ombra; al contrario Duff cercava il più possibile di attirare l'attenzione; Steven si concentrava solo sulla batteria, non poteva permettersi nessun errore.

Avevano solo quarantacinque minuti per dimostrare quel che erano e, anche se il pubblico inizialmente sembrò non notarli, alla fine li apprezzò.

Visto l'impegno e il successo dei ragazzi, il proprietario del locale offrì loro da bere e li invitò nuovamente a suonare. Festeggiarono alla grande e, dopo un'oretta di alcol e chiacchiere, decisero di andare a casa dandosi appuntamento la mattina seguente alla sala prove: dovevano lavorare duro se volevano essere sempre meglio.

Axl e Izzy si incamminarono verso l'appartamento che condividevano e Duff, l'unico in macchina quella sera, offrì un passaggio a Steven e Slash, che non rifiutarono.

Il bassista fece il giro lungo: voleva lasciare il chitarrista e rimanere un po' solo con Steven per chiedergli di Sally. Era da un po' che non la vedeva e aveva bisogno di sentirne parlare.

-Grazie del passaggio.

-Figurati! A domani Slash!

-A domani amico!

La macchina ripartì. Dopo un primo momento di silenzio assoluto, Duff ruppe il ghiaccio.

-Allora Steven, com'è andata a Boston?

-Benone! Il padre di Sally è davvero una brava persona. Avresti dovuto conoscerlo!

Hai detto bene! Avrei dovuto conoscerlo! Dovevo esserci io al tuo posto, Sally doveva innamorarsi di me e aspettare un bambino da me. Sally doveva amare me come ama te.

Forse per i troppi pensieri che gli affollavano la mente, forse per l'alcol che aveva ingerito quella sera, forse per il buio, Duff non vide una curva e la macchina finì fuori strada. L'auto continuò ad acquistare velocità per alcuni secondi. Abbastanza tempo per rendersi conto di quello che stava succedendo, troppo poco per cambiare qualcosa.

La macchina finì contro una pianta accartocciandosi.

I due passeggeri persero conoscenza.
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Vi prego, non uccidetemi!D: Fatemi solo sapere cosa ne pensate!:D

Beh, a presto!:D
Grazie a tutti!:D

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Duff si svegliò in una stanza dalle pareti dipinte di bianco e grigio. Si ricordava di stanze simili. Quando sua nonna era malata, andava spesso a trovarla in ospedale, e la sua camera assomigliava a quella in cui andava tutti i giorni per trovare quella simpatica vecchietta che con uno sguardo gli trasmetteva calore e coraggio.

Si guardò in giro. Sicuramente era in un ospedale, ma non ne capiva il motivo. Era solo, nessuno a cui chiedere informazioni, nessuno con cui passare il tempo.

Quando la porta della sua camera si aprì fu contentissimo. Entrò un'infermiera giovane e molto carina, ma lui non se ne curò: voleva solo sapere cosa gli era successo.

-Sai dirmi perchè mi trovo qui?

-Un signore vi ha trovati a bordo strada e ha subito chiamato l'ambulanza, è stato un brutto incidente, ma lei sta bene. La dimetteremo presto.

Incidente. Quella parola lo riportò sulla strada la sera prima. Si ricordava che stava parlando con Steven, e poi una grande paura, la ricerca della salvezza, e infine buio. Steven.

-Steven come sta?

La ragazza immaginò che Steven fosse il ragazzo che era in macchina con Duff e sul suo viso si dipinse un'espressione dispiaciuta.

Il bassista cominciò a sentirsi male. Qualcosa lo opprimeva. Aveva voglia di urlare.

-Ti prego! Dimmi che al mio amico non è successo niente! Non me lo potrei mai perdonare!

-Le sue condizioni sono stabili, ma non si è ancora risvegliato.

L'ossigenato scoppiò a piangere. Si teneva la testa fra le mani e continuava a ripetere è tutta colpa mia, non volevo. L'infermiera cercò di consolarlo posandogli una mano sulla spalla.


-Posso chiamare qualcuno?

-Le uniche persone che ho sono la mia band: Axl, Slash e Izzy.

La ragazza prese il telefono del bassista, cercò i numeri in rubrica e avvisò i tre dell'accaduto.

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Ecco un altro di qei capitoli odiosi e corti! E per di più non è venuto come volevo!D: In ogni caso spero che a voi piaccia!:D
Grazie mille come sempre, a domani!:D

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Axl, Izzy e Slash arrivarono il prima possibile. Entrarono nella stanza di Duff con il fiatone e i capelli appiccicati alla faccia per via del sudore. Cercarono di consolare il bassista in diversi modi, tra cui improvvisare un balletto per farlo ridere. Ma proprio intanto che ballavano, Slash si fermò di colpo facendo cadere a terra Axl che cominciò ad urlare in tutte le lingue del mondo insulti al riccio. Quando il rosso venne zittito da un infermiere che era stato chiamato dal vicino di stanza, Izzy riuscì a chiedere al chitarrista perchè si era fermato così, di punto in bianco.

Slash si affrettò a spiegarsi.

-Sally! Dobbiamo avvisare Sally! Lei e Steven si devono sposare al suo ritorno e lei non sa ancora niente di quello...

-Sposare? E chi ha mai parlato di matrimonio?

Duff interruppe il riccio, che rispose prontamente.

-Mio caro, Steven ha fatto la proposta a Sally prima di tornare a Los Angeles... Sai, per la storia del bambino...

-Fanculo!

-Ehy! Cosa ho detto di sbagliato?

-Niente, è che ho distrutto una bellissima coppia...

Il bassista aveva appena capito che con Sally non avrebbe mai più avuto speranze e stette ancora più male pensando che la ragazza lo avrebbe odiato quando sarebbe venuta a sapere dell'incidente.

Tirò indietro le lacrime e chiese agli amici di chiamare la ragazza e raccontarle tutto.

I tre si guardarono e discussero parecchio.

Alla fine il compito capitò a Izzy, l'unico con i nervi saldi anche in quelle situazioni. Sempre, tutte a me capitano! Mica ho la faccia da quello che da brutte notizie, dai! E poi io non la conosco neanche! Ci ho parlato mezza volta! Non la posso mica chiamare e dire: “II tuo migliore amico e il tuo futuro hanno avuto un incidente.” Ah, per me possono andare tutti in quel bel posticino.

Sally non rispondeva all'unico numero a cui era rintracciabile, quello dell'albergo, quindi Izzy pregò il signore che rispose di dire alla ragazza di richiamare.

 

Nella stanza di Steven, in tanto un medico stava parlando con un infermiere. Entrambi avevano un'espressione mista tra spaventata e rassegnata.

-Non so se riuscirà a passare la notte.

Il dottore osservava il biondo sdraiato nel letto con aria pensierosa: era fasciato per metà corpo ed era collegato a diversi macchinari che lo tenevano in vita.

-E' messo davvero male. Non ci resta che aspettare. Il destino farà il suo lavoro. Io non posso più fare niente.
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E a "grande richiesta" arriva anche il capitolo 22. Mi sa che mi devo nascondere se non voglio essere centrata da qualche oggetto che potrebbe uccidermi. D:
Beh, grazie a tutti come sempre e mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!:D

Cercherò di pubblicare anche domani!^.^

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


*-Pronto, sono Sally. Con chi parlo?

-Sally, finalmente ti ho trovata.

-Chi sei?

-Sono Izzy...

-Izzy? Quell'Izzy?

-Conosci per caso altri Izzy?

-No...Posso sapere perchè mi hai chiamata?

-Siediti per favore. *

-Allora, posso sapere cosa succede?

-Beh, ecco... Ah, è inutile che ci giro intorno: Steven e Duff hanno avuto un'incidente.

A Sally mancò il respiro, non ebbe neanche la forza di fare qualche domanda.

Izzy proseguì:

-Duff sta bene, Steven non si è ancora svegliato. Mi dispiace.

La ragazza cominciò a piangere. Riuscì solo a dire un misero vengo subito e poi mise giù la cornetta.

Continuava a piangere, era disorientata e non sapeva cosa fare. Era di nuovo sola.

Ecco, a me piacerebbe passare il resto della vita accanto a te.” Ce la farà, ne sono sicura! Ce la farà per me, per il bambino in arrivo, per il suo sogno di diventare un grande batterista. Ce la deve fare!

Sally cercò di farsi forza e prese la sua valigia, lasciò l'albergo e in aeroporto dovette aspettare per ben un giorno intero prima di riuscire a prendere il primo volo disponibile per Los Angeles.

L'attesa fu snervante: la ragazza non sopportava di non essere vicino all'amore della sua vita in un momento così importante. E se non ce la fa? E se è già troppo tardi? Izzy non le aveva detto molto, non sapeva cosa fosse successo la sera del concerto e non sapeva in che condizioni era Steven. Aveva paura di non potergli più parlare, di non vederlo più sorridere. Aveva paura.

Il volo, se è possibile, fu anche peggio. Cosa troverò una volta a Los Angeles?

 

Sally pianse, pianse parecchio. Niente riuscì a consolarla.

 

 

Arrivata a Los Angeles chiamò Duff, l'unico di cui aveva il numero.

-Ciao Duff!

-Ciao Sally...

La voce non era quella di Duff, ma le era famigliare. Vuoi vedere che...?

-Sono Izzy, Duff adesso non può rispondere...

Ecco, esattamente come che sospettavo.

-Beh, ecco, ciao Izzy.

-Ciao Sally.

-Io sono arrivata, sono in aeroporto... Avrei bisogno di un passaggio...

-Ti mando subito qualcuno.

-Grazie...

 

Quando una macchina si fermò esattamente davanti a lei, Sally non sapeva proprio chi si sarebbe trovata davanti. Slash? Non credo che sappia guidare. Axl? Boh, non sembra il tipo che fa cose per gli altri.

Aprì la portiera, pronta a chiunque ci fosse dall'altra parte. O forse era pronta a tutti tranne che a colui che si trovò davanti.

Con tono stupito esclamò il nome del conducente.
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Miracolo, sono riuscita a condividere anche oggi!:D
Beh, ora sono aperte le scommesse! LOL

Come sempre grazie a tutti!:)
A presto!

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


-Izzy?

-In carne ed ossa!

Il chitarrista le sorrise come solo lui poteva fare e lei ricambiò timidamente. Sperò che il fondotinta coprisse il rossore che le stava colorando le sue guance. Cosa mi sta succedendo?

-Ma mi avevi detto che avresti mandato qualcuno e io...

-Lo so, scusami, ma nessuno voleva venire e hanno scaricato il barile, di nuovo. Ti dispiace?

-Affatto!

-Allora sali in macchina!

Izzy le sorrise di nuovo mentre lei saliva.

Il resto del viaggio in macchina passò del tutto in silenzio. Dopo quel breve momento di distrazione dovuto alla sorpresa di ritrovarsi Izzy davanti, i pensieri di Sally ebbero di nuovo l'occasione per tornare inesorabilmente a galla.

La ragazza faticò a trattenere le lacrime e, una volta arrivata all'ospedale, era ormai scossa dai singhiozzi. Ringraziò Izzy, lui le sorrise e poi si offrì di accompagnarla dal batterista. Lei accettò lasciandosi guidare dalla figura del chitarrista che, una volta arrivata davanti alla porta di una camera in fondo al corridoio, si girò aspettando un cenno della ragazza.

 

Quando Sally vide Steven il suo pianto si intensificò: non poteva essere possibile che l'amore della sua vita in quel momento non stesse sorridendo o ne stesse combinando una delle sue. Quello non era lo Steven che lei conosceva.

-Ce la farà. Ce l'ha sempre fatta e ce la farà anche questa volta.

Izzy cercò di consolare la ragazza abbracciandola. Sally sapeva che il chitarrista stava spesso e volentieri sulle sue e gli era infinitamente grata per quel che stava facendo per lei in quel momento.

Quando si calmò un po', riuscì a parlare anche se la voce era ancora interrotta dai singhiozzi.

-Andiamo per favore, vorrei vedere anche Duff.

Izzy annuì, porse la sua mano alla ragazza che la strinse volentieri e la accompagnò fino alla stanza del bassista.

Axl e Slash non c'erano, erano andati a mettere sotto i denti qualcosa, e Izzy li raggiunse lasciando così Sally e Duff da soli.
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E dopo averci pensato per ore sono giunta alla conclusione che il conducente doveva essere Izzy, giusto perchè in questo periodo ho la fissa con lui e mi sembrava giusto dargli un po' più di spazio. Non so in quanti apprezzeranno la mia scelta!D:
Comunque, giusto per avvisarvi, questo dovrebbe essere il penultimo dei capitoli corti e pubblicherò l'ultimo domani!:D
Come sempre grazie a tutti!:D
A domani;)

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


 

Sally aveva cercato di rendersi presentabile durante il breve tragitto da una camera all'altra, ma era difficile nascondere ore e ora di pianto. Quando rimase sola con Duff cercò di non pensare a Steven per non scoppiare a piangere. Doveva essere forte. Abbracciò l'amico chiedendogli come stava. Il bassista non se lo aspettava e ci mise un attimo a rispondere.

-Bene, mi dimetteranno domani.

-Che bella notizia!

-Già...

-Senti, domani verrai a casa mia!

-Non posso...

-Hai ragione, non puoi. Tu devi venire a casa mia. Ci sei sempre stato per me. Appena avevo bisogno tu arrivavi, qualunque cosa stessi facendo. Ora voglio fare anche io qualcosa per te.

Duff alzò lo sguardo e Sally notò che stava piangendo. Non ne capiva il motivo. Commozione? Felicità? Tristezza?

-E' tutta colpa mia Sally! Mi dispiace, non volevo!

Sensi di colpa.

-Non dire così, Duff. Sai benissimo che...

-No Sally. Ascoltami. Ti meriti la verità. Quella sera ero ubriaco e ne ero consapevole, ma nonostante questo ho proposto a Steven un passaggio. Potevo pensarci prima o perlomeno essere più attento. Non mi sono quasi accorto di niente. Stavo guidando, poi ho provato una grande paura e poi niente, il buoi pi totale.

Il bassista aveva fato fatica a pronunciare quelle parole, sia per via del pianto che non riusciva a bloccare sia perchè aveva la certezza che dopo quella confessione Sally lo avrebbe detestato.

Invece la ragazza lo abbracciò cercando di consolarlo.

-Ehy Duff, tranquillo. Poteva capitare a chiunque.

-Se solo fossi stato più attento...

-Si chiama destino. Sarebbe successo lo stesso. Non devi sentirti in colpa.

-E invece si! E sai perchè? Perchè avevo pensato di ucciderlo pur di averti, perchè quando vi eravate rimessi insieme non avevo più il coraggio per starti vicino e aiutarti...

La ragazza fece finta di non aver capito, in fondo potevano essere tutte stupidaggini, il senso di colpa a volte fa dire cose che non pensi veramente. Prese un bel respiro e gli sorrise:

-In ogni caso tu verrai con me. Tutto andrà a posto. Dovremo solo avere un po' di pazienza.

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Miracolo! Sono riuscita ad aggiornare dopo 4794083839 problemi!:D
Spero che non mi volgiate morta o qualcosa del genere anche se ci ho messo una vita a aggiornare!
Ora ho già qualcosa di pronto e, se tutto va bene, riesco a pubblicare qualcosa anche domani!
Beh, che altro dire? Un grazie enorme a tutti! A presto!:D

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Il giorno seguente Sally si svegliò presto nonostante tutto il suo corpo le chiedesse riposo, andò in ospedale a trovare Steven e augurargli buongiorno. Stette con lui fino a quando non arrivò il medico che seguiva il suo ragazzo.

-Buongiorno signorina.

-Sally, mi chiami Sally.

-Immagino che lei sia la sua ragazza...

Sally annuì.

-Può dirmi qualcosa?

-Se ha passato la notte è un buon segno, ma non so dirle con certezza quando si risveglierà.

-Quindi si risveglierà?

-Non sappiamo neanche questo.

Il lampo di gioia che era apparso sul viso di Sally scomparve con la stessa velocità con la quale era apparso e il dottore la lasciò sola con il batterista.

La ragazza rimase a lungo a fissare il ragazzo. Lo fissò e basta. Non sapeva come comportarsi. Devo dirgli qualcosa? Devo tenergli la mano? Dopo due ore, che a lei sembrarono interminabili, si costrinse ad allontanarsi dal suo ragazzo, a lasciarlo solo di nuovo. Si detestò per quello che stava facendo, ma Duff sarebbe stato dimesso a momenti e lei doveva aiutarlo.

Si appostò davanti alla porta della camera del bassista e non dovette aspettare molto. Duff uscì quasi subito e lei si affrettò a prenderlo a braccetto.

-Allora, preferisci caffè o gelato?

L'ossigenato ci mise una manciata di secondi a realizzare che la ragazza che l'aveva preso a braccetto stava parlando con lui ed era Sally.

-Sally?! Cosa ci fai qui?

-Ti porto a fare colazione e poi ti porto a casa mia, mi sembra logico.

-Ma...

-Niente ma, mio caro. Voglio aiutarti, non puoi obbligarmi a non farlo!

-Sally, io non mi merito tutto questo, io...

-Senti Duff, se credi che io si arrabbiata con te per la confessione di ieri, ti sbagli di grosso. Ti ho già perdonato...

-Ma Sally, tu...

-Non osare interrompermi! Senti, visto che non lo vuoi fare per te stesso, fallo almeno per me. Con te che mi farai compagnia non sarò costretta a pensare a Steven o a quello che succederà. Ti prego. E ora dimmi, gelato o caffè?

La ragazza gli sorrise aspettando una risposta.

Ma come diavolo fa? Le ho quasi ucciso il ragazzo e lei mi vuole aiutare?

-E va bene, verrò da te, ma a una condizione.

Sally lo guardò interrogativa. E ora cosa diavolo vuole?

-Mi lascerai offrire la colazione.

-E va bene, ma ti avviso, io devo mangiare per due! Preparati!

I due uscirono dall'ospedale ridendo.

 

Duff portò Sally in un posticino vicino a casa di lei: un piccolo bar gestito da un italiano che il bassista conosceva molto bene.

-Chi non muore si rivede!

-Ehy Giovanni! Come va?

-Tutto bene, e te? Chi è questa bella ragazza?

-Lei è Sally, una mia amica.

Il barista gli sorrise e cambiò argomento.

-Cosa vi posso portare?

-Due cappuccini e due brioche al gelato, grazie.

L'ossigenato prese l'ordine per entrambi e Giovanni fu velocissimo a servire la colazione davanti alla quale Sally e Duff dimenticarono per un po' le loro preoccupazioni: parlarono, risero, scherzarono per molto, fino a quando non divenne troppo tardi e decisero di andare a casa.

Una volta arrivati la ragazza costrinse il bassista a disfare la piccola valigia che aveva all'ospedale.
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Ecco, è apena ricominciata la scuola e già devo studiare e ho tutti i pomeriggi pieni, ma spero di riuscire a ricavarmi qualche oretta per continuare a scrivere e condividere!:)
Beh, questo capitolo finalmente non è più lungo cinque righe come gli altri, ma secondo me non è interessante. E poi non l'ho riletto, quindi se trovate errori fatemelo sapere per favore!:D
Come sempre grazie a tutti! A presto, baci!

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Duff dovette offrire a Sally molte colazioni perchè la ragazza non voleva proprio lasciarlo andare.

Ogni giorno, dopo essere stati dai Giovanni, i due andavano a trovare Steven. Tutte le volte a Sally veniva da piangere e cercava di nasconderlo all'amico che però tutte le volte se ne rendeva conto e ci stava malissimo. Dopo la mezzora in ospedale, per entrambi straziante, i due andavano al lavoro, si rincontravano per pranzo e poi tornavano a casa insieme. Spesso la sera Sally doveva lavorare e allora Duff usciva a bere con gli amici.

 

Passando molto tempo insieme, per il bassista era sempre più difficile nascondere quello che provava per la ragazza con cui viveva.

Dal canto suo, Sally sospettava qualcosa: si ricordava ancora di quel bacio, e tutte le piccole attenzioni che le dedicava il suo amico non facevano altro che darle ragione di pensare che l'ossigenato provasse qualcosa per lei. Ma lei amava ancora Steven: aspettavano un bambino e dovevano sposarsi! Non poteva di certo mandare tutto all'aria per uno stupido presentimento e poi pentirsene.

Comunque, nonostante il suo ottimismo e la sua forza di volontà, per Sally era sempre più difficile pensare ad un futuro con il suo amato batterista. Per lei era una tortura vederlo sempre addormentato e non poter fare niente.

 

Un giorno tutte le sue più grandi paure ebbero conferma.

 

Era andata ad un controllo della gravidanza come faceva ogni inizio del mese: oramai mancavano solo tre mesi al grande evento. Da quando era tornata a Los Angeles, quella era la prima visita a cui Duff non la accompagnava. Non sapeva se essere triste o felice. Voleva qualcuno al suo fianco nel caso qualcosa fosse andato storto. Voleva qualcuno al suo fianco perchè sapeva che non ce l'avrebbe fatta da sola se fosse successo qualcosa. Era così da quando aveva saputo dell'incidente. Aveva il terrore di rimanere sola perchè sentiva che c'erano altre disgrazie in agguato, che aspettavano solo un suo momento di debolezza.

Quando il medico le disse che andava tutto bene e suo figlio era forte e sano, Sally trasse un sospiro di sollievo e andò subito da Steven, l'unico con cui aveva veramente voglia di parlare in quel momento.

Raggiunse la sua stanza, avvicinò una sedia al letto, gli prese una mano e cominciò a parlare.

-Ciao amore! Mi, ci manchi tantissimo, sai? Oggi ho fatto un'altra di quelle visite e mi hanno detto che il nostro piccolo tesoro sta benissimo, è forte e sano! Non immagini che sollievo sentire quelle parole! Come sai non ho voluto sapere se era maschio o femmina, voglio che sia una sorpresa, proprio come è stato l'incontrarti o la gravidanza. Non immagini quanto vorrei che tu fossi qui! Potremmo discutere dei nomi del bambino o cercare di montare la cameretta. Se ne vedrebbero delle belle!

Sally ricacciò indietro le lacrime che le stavano inumidendo gli occhi.

-Steven, è così difficile senza di te! Mi sento così sola e in pericolo. Nessuno può sostituirti. Ti prego, svegliati! Fallo per me, fallo per noi!

A quel punto la ragazza si alzò in piedi, diede un bacio veloce al batterista e andò. Aveva appuntamento con Duff per pranzare ed era già in ritardo. Quando uscì dall'ospedale però si accorse che qualcosa in lei era cambiato. Si sentiva in colpa. Non ne sapeva il motivo, ma un terribile senso di colpa si stava impossessando di lei quasi soffocandola.

 

Quando il bassista la vide arrivare le andò in contro e la abbracciò.

-Allora, come è andata la visita?

-Tutto ok, il bambino sta benone.

-E allora perchè questa faccia?

-Non è niente Duff. Oggi mi sono svegliata così.

I due pranzarono velocemente e parlarono poco e niente. Sally non era dell'umore giusto e il bassista non voleva peggiorare la situazione.
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Ebbene sì, sono riuscita a scrivere anche il 27° capitolo. Non so come sia, non riesco a giudicarlo, quindi lascio a voi questo duro compito! :D Avvisatemi se trovate errori o cose del genere per favore!:D

Beh, spero di riuscire ad andare un po' avanti e magari non lasciar trascorrere così tanto tempo fra una pubblicazione e l'altra.
A presto, grazie a tutti!:D

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Per parecchi giorni la situazione non migliorò. Sally passava la maggior parte delle giornate in ospedale e aveva smesso di andare al lavoro. Duff non sapeva che fare e allora non diceva niente.

 

Era giovedì quando Sally incontrò Izzy in ospedale. L'incontro fu inaspettato per entrambi, ma dopo il primo momento di imbarazzo la ragazza cominciò a parlare.

-Non parlo con nessuno se non è Steven da una settimana. Sto malissimo. Non ce la faccio più! Non so cosa fare, come comportarmi. Sto facendo del male a me stessa e alle persone che mi stanno accanto, sopratutto a Duff. Non riesco a farmi aiutare anche se ne ho veramente bisogno. Ho paura di quello che può succedermi fra dieci minuti. Non vivo più Izzy. Cosa dovrei fare?

Il ragazzo rimase sconvolto dalla confessione di Sally, ma si affrettò a rispondere.

-Sally, vai da Duff, parla con lui dei tuoi problemi. Non avere paura di quello che può pensare, lui ti rimarrà sempre accanto, puoi starne certa. So che è difficile, ma ce la puoi fare. Sei una ragazza forte.

A quel punto la ragazza fece una domanda che la tormentava da molto, troppo tempo.

-Izzy, cosa prova Duff per me?

-Questo io non lo so, ma so per certo che ti vuole bene, farebbe di tutto per renderti felice. Sally, fidati di lui, e prova a pensare un po' di meno a Steven, ti fai solo del male.

-Ma è difficile, troppo.

-Lo so Sally, lo so. Ma provaci.

-Non immagini quante cose orribili mi sono successe da quando lui non è più al mio fianco.

-Non pensare a queste cose orribili. Tu stai per avere un bambino! E' una delle cose più belle del mondo. Pensa a questo. Ora dai, vai da Duff e parlagli. Starai di sicuro meglio.

-Grazie Izzy, davvero.

Sally si diresse con passo veloce al suo appartamento sperando di trovarci Duff.

Quel giorno la fortuna sembrava essere dalla sua parte: il bassista era sul divano e stava suonando. Cercò di fare il minor rumore possibile per non interromperlo. Adorava il suono del basso: così profondo e viscerale, così forte. Era un suono che la calmava. Rimase per un bel po' ad ascoltarlo, ma poi si decise: doveva parlargli. Si sedette accanto a lui e lo guardò negli occhi. Lui smise di suonare e ricambiò lo sguardo, poi le sorrise.

-Ciao Sally.

-Ciao Duff... Posso parlarti?

Duff la guardò aspettando che andasse avanti. Sally fissò i suoi occhioni verdi in quelli del bassista e cercò di raccogliere i pensieri, di preparare un discorso sensato, ma più fissava l'ossigenato più le mancavano le parole.

Quando riuscì ad aprire la bocca uscirono solo delle scuse balbettate seguite a ruota dalle lacrime. Duff le sorrise dolcemente cercando di tranquillizzarla e la abbracciò; a quel punto Sally si lasciò andare. Nonostante il pianto, riuscì a dire quasi tutto quello che doveva dire.

-Ecco, vedi, io non ho la minima idea di cosa mi stia succedendo, è che tutta questa situazione mi sta uccidendo. L'altro giorno, dopo la visita, sono stata da Steven. Dio mio, quanto mi manca! Non puoi nemmeno immaginare. Lui era, è tutto per me: è un amico su cui posso contare ad ogni ora, è qualcuno che mi mette sempre il sorriso, è stato il primo raggio di sole nella mia vita. Con lui mi sento qualcosa. Per lui sono davvero importante. Per me lui è veramente importante. Mi sento in colpa per quello che è successo. So che non dovrei, ma non passa giorno in cui non mi rimproveri per non esserci stata. Io non ero lì per aiutarlo, capisci? Dovevo badare solo a lui e ho fallito. Come farò con il bambino? Sarò una pessima madre! Non sono in grado di andare avanti, me lo sento, e non sono nemmeno capace di accettare l'aiuto degli amici. Cosa devo fare, Duff?

Ora che la ragazza aveva tirato fuori una piccola parte di tutto quello che doveva portarsi dentro tutti i giorni si sentiva un pochino meglio. Era contenta di essersi sfogata ed era contenta di averlo fatto con il bassista.

Duff lasciò da parte il senso di colpa, perchè in fondo l'incidente è solo colpa mia, che lo stava divorando e l gelosia. Pensò solo a cercare di aiutare la ragazza.

-Sally, ci sono io. Insieme ce la faremo, non preoccuparti.

Il bassista le prese il viso tra le mani, le asciugò le lacrime e la fissò negli occhi. Un mare di pensieri gli affollarono la mente: era difficile tenerli a bada e prenderli in considerazioni tutti. Ad un certo punto la sua mente però si riempì di una sola immagine: il suo futuro accanto a Sally. Ci teneva davvero tanto, era uno dei suoi desideri più profondi. Non ce la posso fare, non posso resistere un giorno di più. Il suo istinto ebbe la meglio. Duff avvicinò il suo viso a quello della ragazza che aveva di fronte fino a quando le loro labbra si incontrarono. Sally sussultò: non sapeva come comportarsi e non riusciva a pensare. Non capiva se quello che stava succedendo era giusto o sbagliato e allora, per una volta nella sua vita, si limitò a non fare niente. Semplicemente non reagì. Tra tutte le possibili soluzioni che aveva quella le sembrava la migliore.

Solo quando il bassista cercò di rendere il bacio meno casto la ragazza reagì. E rimase stupita dalla sua reazione: stava ricambiando l'ossigenato, stava lasciando che le loro lingue si incontrassero e si conoscessero.

Le dava una sensazione strana, quel bacio.

La faceva sentire bene. Tutti i suoi problemi erano scomparsi, finalmente la sua mente era libera.

Anche Duff era sorpreso, ma in quel momento si sentiva veramente felice. Quindi, a quel punto, vista la complicità della ragazza, cercò di andare oltre al bacio. Era l'occasione perfetta per lui e non poteva lasciarsela sfuggire. L'avrebbe rimpianta per tutta la vita.

Infilò la mano sotto la maglietta di Sally, ma la reazione della ragazza fu l'esatto opposto di quello che si aspettava.

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PERDONATEMI! 
Io ci metto davvero troppo a condividere i nuovi capitoli, ma capitemi: ho la scuola e l'ispirazione in vacanza in questo periodo!D:
Comunqueeee, so di avervi lasciati sul più bello (?), ma credo che si possa tranquillamente immaginare cosa accadrà, oppure no. Muahahahaahha!
Spero di non avervi delusi con questo capitolo!
Cercherò di aggiornare presto! :)

Beh, un grazie enorme a tutti!:D A presto!

Aaaaaah: segnalatemi gli errori e fatemi sapere cosa ne pensate, grazie! :3

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***



*Quindi, a quel punto, vista la complicità della ragazza, cercò di andare oltre al bacio. Era l'occasione perfetta per lui e non poteva lasciarsela sfuggire. L'avrebbe rimpianta per tutta la vita.

Infilò la mano sotto la maglietta di Sally, ma la reazione della ragazza fu l'esatto opposto di quello che si aspettava. *


Sally si alzò di colpo dal divano e cominciò a tremare. Si poteva leggere il terrore nei suoi occhi.

L'ultima persona che l'aveva toccata in quel modo stata Thomas, e il suo ricordo le aveva prepotentemente occupato la mente. Era ancora tutto troppo vivido.

Duff la scrutò con aria interrogativa. Non riusciva a capire. Non poteva capire. Cosa ho sbagliato questa volta?

Sally era immobile se non per l'evidente tremore che la scuoteva. Gli occhi erano sbarrati e fissavano il vuoto. Le lacrime le rigavano il viso.

Il bassista si alzò e si avvicinò cautamente alla ragazza, le appoggiò una mano sulla spalla e la guardò dolcemente.

-Sally... Cosa c'è che non va?

Lei si limitò a scuotere la testa. Non poteva dirgli tutto. Non in quel momento.

-E' per Steven?

Scosse di nuovo la testa.

-E allora cosa è successo? Cosa ho sbagliato?

-Duff... a... a Boston...

-A Boston cosa Sally? Cosa è successo a Boston?

-Lui-lui...

-Lui chi? Lui chi, Sally?

Forse l'ossigenato stava perdendo un po' troppo la pazienza, ma voleva sapere, voleva capire e soprattutto voleva aiutare la ragazza.

-Io-io non ne posso parlare... Non posso...

-Con me ne puoi parlare Sally, non preoccuparti! Dai, sediamoci. Vuoi che ti prepari qualcosa?

-No, grazie...

Sally si sedette e fu seguita dal bassista che cominciò a fissarla negli occhi.

-Mi prometti che non farai niente?

-Cosa dovrei fare?

Duff era stupito da quell'insolita richiesta. Non sapeva cosa aspettarsi.

-Tu promettimelo e basta.

-Ok Sally, te lo prometto.

-Grazie. Beh, ecco, vedi, è difficile raccontarlo... Lui-lui ha aspettato un mio momento di debolezza e ha sferrato il suo attacco. Mi ha chiusa in camera, mi ha buttata sul letto e mi ha picchiata. Poi si è preso quello che voleva. Mi ha fatto sua, di nuovo.

Il bassista strinse i pugni mosso dalla rabbia, ma non disse niente. La ragazza prese un bel respiro.

-Thomas.

Dire quel nome le costava davvero tanto.

-Lui era il mio incubo quotidiano. Non vivevo più per colpa sua: ero solo sua. Non potevo avere contatti con altre persone e se provavo a ribellarmi finiva male, molto male. Nessuno mi ha mai aiutata. Per questo quando incontrai Steven mi legai in un modo incredibile a lui. Mi avrebbe protetta. E' bastato un giorno senza di lui perchè il mondo mi crollasse addosso. Senza di lui i guai non prendono le misure da me, senza di lui sono debole.

Duff sapeva che doveva mettere le gelosie da parte, aveva detto che l'avrebbe aiutata, e così avrebbe fatto.

La abbracciò e la tenne stretta fino a quando i singhiozzi non cessarono, poi la guardò negli occhi.

-Andrà tutto bene, Sally. Andrà tutto bene. Te lo prometto.

Alle orecchie di qualsiasi altra persona, quelle parole sarebbero risultate banali, ma per Sally erano veramente importanti. Talmente importanti da far nascere in lei il bisogno di suggellare la promessa appena ricevuta.

Fu un attimo.

Si avvicinò irrimediabilmente al viso del bassista e permise alle loro labbra di incontrarsi di nuovo. Un bacio, non chiedeva niente di più: aveva solo bisogno di rendere tutto reale, aveva bisogno di una conferma.

Quando realizzò quello che era successo le sue guance si imporporirono e distolse lo sguardo da quello del bassista mossa dall'imbarazzo. Che cosa ho fatto? Sono davvero pronta a provare a lasciarmi alle spalle Steven?

Dal canto suo, Duff era ancora più confuso. E ora cosa succederà? Questo bacio è tutto o niente?

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*Si prepara a ricevere oggetti contundenti addosso e insulti*
Mi rendo conto che purtroppo ci metto sempre di più, e i capitoli sono sempre più orribili, e per questo vi chiedo di perdonarmi.

Ho già cominciato a lavorare al prossimo e spero di averlo pronto a breve.

Un grazie di cuore a tutti coloro che leggono e a chi recensisce.

Alla prossima :)

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Nelle giornate successive il rapporto tra Duff e Sally non fece altro che intensificarsi. Lei, che era finalmente in maternità, stava a casa tutto il giorno e il bassista non aveva altro da fare che accontentare le sue improvvise voglie.
-Duuuuuuuuuuuuuuuff! Mi porteresti del gelato alla liquirizia?
E io dove lo trovo adesso un gelato alla liquirizia?
-Certo, tesoro! Arriva subito!
-Facci mettere sopra le noccioline e la panna, mi raccomando!
-Contaci!
E allora l'ossigenato usciva di casa e vagava per l'immensa Los Angeles pregando di non tornare a casa a mani vuote.
Però non gli dispiaceva farlo. Lo rendeva felice e lo faceva stare bene con sé stesso. E poi Sally ricambiava sempre.
 
Cominciarono a parlare di qualsiasi cosa passasse loro per la testa a comportarsi come quei giovani innamorati che si aggirano per i corridoi della scuola, quelli che si tengono per mano e che continuano a sussurrarsi frasi dolci nelle orecchie. Il clima era sereno: nell'appartamento si poteva respirare la felicità, e i sorrisi ostentati orgogliosamente dalla ragazza, rendevano il bassista la persona più contenta del mondo.
 
In ogni caso non si erano dimenticati di Steven: ci pensavano spesso ed erano ottimisti, in fondo. Anche se nessuno dei due aveva seriamente pensato a come si sarebbero comportati se davvero fosse migliorato.
Stavano bene così, in quel momento. Nessuno dei due se la sentiva di rompere quell’equilibrio che si era creato e che tanto avevano desiderato.
 
Gli ultimi tre mesi di gravidanza volarono.
La pancia di Sally crebbe a dismisura e presto Duff si trovò sommerso dai regali per il futuro bambino e da libri sulla cura dei neonati.
Aveva promesso a Sally che sarebbe rimasto con lei e che le avrebbe dato una mano. Voleva essere un buon padre per un bambino che nemmeno era suo, e questo significava molto per la ragazza.
 
Sally aveva accettato l’amore del bassista, non lo respingeva e provava a ricambiarlo, ma le risultava molto difficile visto che, fin da quando aveva conosciuto Duff, l’aveva visto come un buon amico, ma niente di più.
E comunque per lei era praticamente impossibile dimenticare Steven.
 
 
Una sera, dopo aver cenato, il bassista si era seduto sul divano e Sally gli si era sdraiata accanto appoggiando la testa su quelle gambe esili strette nei pantaloni di pelle nera.
Dopo aver cambiato più volte canale con scarso successo, il bassista cominciò ad accarezzare i capelli rossi della ragazza e prese un bel respiro.
-Ti amo Sally. Ti ho amata fin dalla prima volta che ti ho vista.
Era la prima volta che glielo diceva chiaramente. Aveva optato per parole semplici, che arrivassero dritte al bersaglio.
Sally gli sorrise dolcemente.
-Sei sempre stato importante per me.
-E difficile, sai? Io non so cosa vuoi da me; non so se posso sperare in qualcosa o se non devo aspettarmi niente…
-Ho cominciato solo ora a vederti sotto un’altra luce. Sto imparando molto e scoprendo nuovi sentimenti, ma soprattutto sto apprezzando molto tutto quello che stai facendo per me.
-Quindi?
-Diamo tempo al tempo, abbiamo solo bisogno di un po’ di pazienza…
Duff le posò un bacio sulla fronte e riaccese la televisione per cercare di spegnere l’imbarazzante silenzio che era calato nella stanza. Fortunatamente incappò in un servizio dedicato ai Beatles che tenne loro compagnia fino a quando non si addormentarono.
 
Da quella sera il loro rapportò cambiò ulteriormente: i loro baci si fecero più frequenti, i loro abbracci più dolci.
 
Sally sembrava aver ceduto.
Forse erano state le parole della famosa canzone Beatlesiana All you need is love, love is all you need sentite nei giorni precedenti.
O forse la dolcezza del bassista.
Sta di fatto che qualcosa in lei si stava smuovendo, e lui ne era consapevole.
 
Andrà tutto bene.

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Sono scomparsa, lo so, ma ho avuto diversi problemi e ho dovuto riscrivere questo capitolo per ben TRE volte: tutte le volte che lo avevo pronto il mio compuer
decideva di morire senza salvare niente ><
E mi sono anche messa alla disperata ricerca di un fidanzato ed è una cosa complicatissima (ok, a voi non interessa)
E per di più la mia ispirazione si è messa a giocare a nascondino D:

Beh, spero che non faccia proprio schifo...

Come sempre grazie a tutti 

(Se vi va, lasciate una recensione :3)

A presto, si spera 

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


[In questo capitolo ho fatto una cosa che non avevo mai fatto prima: ho dato molto spazio ai pensieri dei personaggi coinvolti.
Spero non vi dia fastidio e spero di non aver fatto la cavolata del secolo ><
Beh, buona lettura, miei cari!]

-AAAAAAAAAAAAAAH!
Un grido di dolore squarciò il silenzio della notte.
Il bassista si alzò di scatto e rivolse uno sguardo preoccupato alla ragazza che giaceva al suo fianco.
Era sudata, pallida, teneva i denti stretti e le braccia attorno alla vita. Si stava contorcendo dal dolore.
 
Era giunto il momento.
 
Duff le prese la mano e la strinse.
-Sally, tranquilla! Respira, andrà tutto bene.
Lei lo guardò terrorizzata, lui le diede un lieve bacio, le strinse la mano e fissandola negli occhi annuì.
-Ora dobbiamo andare in ospedale; ti devi alzare…
-Non ce la faccio, Duff!
-Sally, ascolta, ce la fai, ce la devi fare!
-NO! Non posso farcela!
Duff la prese per le spalle e la guardò seriamente.
-Ce la farai, ce la faremo. Te lo prometto.
Ricevuto un cenno d’assenso della ragazza, il bassista la aiutò ad alzarsi e a raggiungere la macchina.
Il viaggio verso l’ospedale fu breve.
Sally cercò di trattenere i gemiti di dolore: l’ultima cosa di cui il bassista aveva bisogno era distrazione.
 
Che cazzo sto facendo? Era tutto così bello, credevo di essere pronto! E ora questo bambino mi fa una paura immensa.
Io non c’entro niente con lui e non potrò fingere per il resto della mia vita.
E se avrà gli occhi azzurri come il padre? Sally penserà a lui tutte le volte che lo guarderà e io non ci potrò fare niente.
Presto tornerò nella nebbia; i bei ricordi saranno solo ricordi e non avrò nessuno con cui condividerli. O perlomeno nessuno come lei.
Ho sbagliato. Ho sbagliato a farla innamorare di me. Per cosa poi? Per far soffrire me e lei?
Forse sono stato un egoista. O forse avido di piacere, di cose belle.
Mi sono lasciato prendere, non rendendomi conto di star attraversando il punto di non ritorno.
Ora posso solo starle vicino fino a quando me lo permetterà.
 
 
Eccolo. Ecco quel momento che ho tanto aspettato. E ora? Sto male, e non sono le contrazioni che mi prendono alla sprovvista.
Questo bambino sarà comunque qualcosa mio e di Steven, e non lo potremo condividere.
E’ giusto? E’ giusto che io abbia scelto Duff?
Fino a quando se ne stava nella pancia andava tutto bene: farmi coccolare, convincermi che era tutto bello e giusto. Ma ora?
Domani molto probabilmente stringerò tra le braccia un bambino. Come farò?
Sarò una pessima madre.
E se considerassi l’adozione come una possibile soluzione? Per il bambino sarebbe la cosa migliore, visto che non posso nemmeno garantirgli un futuro.
far finta di niente e riprendere la mia vita come se niente fosse successo non è giusto.
Devo affrontare questa situazione, cazzo!
Abbandonarlo non sarà la strada che sceglierò. Per una volta sarò forte.
 
-AAAAAAAAAAAH!
 
L’urlo interruppe il filo dei loro pensieri.
Sally stava ansimando, faceva sempre più fatica a respirare e il suo viso era tirato.
Il bassista cominciò a preoccuparsi: Sally era una ragazza forte e aveva sempre mascherato bene il suo dolore. Non l’aveva mai vista così.
Ora cominciava a sudare freddo anche lui.
Doveva muoversi.


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Eccoci al gran giorno! E ora?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo (che è già pronto :3)

A presto 

(vi prego, ditemi che non avete odiato tutto quel mattone in corsivo, ne ho bisogno ç.ç)

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