° Le parole che non abbiamo mai ascoltato °

di Petit Usagi
(/viewuser.php?uid=134520)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. USAGI TSUKINO ***
Capitolo 2: *** 2. Hotaru Tomoe ***
Capitolo 3: *** 3. REI HINO ***
Capitolo 4: *** 4. Makoto Kino ***
Capitolo 5: *** 5. Seiya Kou ***
Capitolo 6: *** 6. Haruka Tenou ***
Capitolo 7: *** 7. Ami Mizuno ***
Capitolo 8: *** 8. Minako Aino ***



Capitolo 1
*** 1. USAGI TSUKINO ***


 Image and video hosting by TinyPic                                                                                               

1
USAGI TSUKINO

 

XXX Sec.
Poco tempo prima della nascita di Chibiusa

 
A quel tempo eri arrivata come un uragano nella mia vita; quel giorno non avrei mai immaginato che una piccola bambina coi codini rosa, avrebbe regalato un altro sapore alle mie giornate.
Ero uscita con Mamo-chan per una passeggiata romantica al parco; dopo la battaglia contro il Dark Kingdom e la sua perdita momentanea della memoria, da poco avevamo iniziato a goderci il nostro amore come tutte le coppie normali.
Sembrava che tutto stesse iniziando ad andare per il verso giusto, che stesse tornando tutto alla normalità. Tu… non eri prevista…
Il nostro primo incontro non può sicuramente dirsi normale. E’ stato qualcosa fuori dal comune; caduta a terra, mi ritrovai una pistola puntata dritta in faccia. Il viso di Mamo contorto in una smorfia di terrore… il tuo indice sul grilletto… hai premuto e… sono svenuta!
Sei scomparsa e poi, poco dopo, eri lì in casa mia, che mi guardavi con quei tuoi occhi rossi dall’aria arrabbiata. Usagi… il mio stesso nome. Com’era possibile? Come potevi conoscermi e per di più avere il mio stesso nome? Avevi ipnotizzato tutta la famiglia che ti considerava una mia lontana cugina…
Chibiusa… la piccola Usagi, così eri stata ribattezzata. Eri la bambina del mistero; nemmeno Luna era riuscita ad ottenere informazioni sul tuo conto.
Molto tempo dopo, quando un’altra minaccia era stata sconfitta, ho scoperto la verità. Tu eri Small Lady… la mia bambina. Il frutto dell’amore tra me e Mamo; in me si intrecciarono una miriade di sentimenti. Da un lato ero felice di aver fatto questa meravigliosa scoperta perché confermava l’amore eterno tra me Mamoru, ma più il tempo passava, più questa felicità si trasformava in gelosia.
Ero gelosa, sì…
Gelosa del rapporto che legava te e Mamo. Insomma, era tuo padre in fondo; eppure a me sembrava che per te quello non contasse. Lo volevi per te, volevi portarmelo via. Non potrò mai dimenticare quel bacio tra lui e te. E non sono riuscita a prendere per buona la giustificazione che tu eri soggiogata dal male, che eri Black Lady. Non potevo nemmeno pensare che quella fosse solo una visione creata dal Cristallo Corvino.
E’ vero che in fondo, in quel tempo, ovvero nel XX secolo, Mamoru non è ancora tuo padre, ma quei tuoi comportamenti proprio non li sopportavo. Quando ero la principessa Serenity non ho potuto vivere il mio amore per Endymion, e anche come Usagi, non riuscivo a coltivare il mio tenero sentimento per lui.
Arrivò anche quel maledetto circo e, come se non bastasse, i nemici decisero di giocarmi un brutto scherzo. Proprio quando il mio corpo iniziava ad assumere morbide forme femminili e finalmente potevo vivere la mia intimità con il mio amato Mamo-chan, sentirmi donna, le mie sembianze tornarono ad essere quelle di una bimba. Le tue forme invece sbocciarono, piene di femminilità e prosperosità. So che quella volta Mamo ti guardò con occhi diversi, anche se per un istante, prima di rendersi conto chi fossi. Ma fu anche in quel momento che ti accorgesti che lui non poteva essere tuo e che dovevi aspettare il tuo principe azzurro.
Che non tardò ad arrivare. Helios.
La situazione si invertì; fu Mamoru ad essere geloso, come ogni padre lo è della propria bambina…
E io finalmente mi rasserenai.
Lo ammetto Chibiusa. Ti ho sempre invidiata. Per le attenzioni che aveva Mamoru nei tuoi confronti. Per le attenzioni che avevi dalle mie amiche, per la tua libertà e spensieratezza. Per le attenzioni che ti dava la mamma… io che la vera mamma l’avevo persa.
Io che dopo aver conosciuto il mio passato ho cercato di crearmi un presente felice; io che ho sempre dovuto lottare per le amicizie, per l’amore, per l’umanità. Tu, tutto questo, non sapevi cosa volesse dire.
Eppure, nonostante le nostre litigate, i nostri buffi teatrini, ho imparato presto a volerti bene come se fossi già la mia bambina. E ero disposta a dare la vita per proteggerti, come il giorno in cui Nehellenia ti gettò nel vuoto… e quando tempo dopo, per mano sua, ti vidi svanire tra le mie braccia.
Mi accorsi di quanto eri importante, di quanto tu fossi parte di me. Di quanto era la somma di me e Mamo. Quella stupida gelosia ed invidia… si dissipò!
 
“Quando sarai sulla Terra del XX secolo, Small Lady, cerca di fare tante amicizie. L’amicizia è una cosa importante!”
 
So cosa voleva dire con quelle parole tua madre, cioè la me stessa del futuro. Quando ero Serenity, a Silver Millenium ero sola. Avevo le mie guardiane e Venus era una cara amica, ma invidiavo la vita che conducevano le giovani della Terra. Io mi sentivo sola…
Quando sono rinata sulla Terra, ho conosciuto le mie guardiane come semplici ragazze. Abbiamo imparato a conoscerci e abbiamo condiviso mille avventure che ci hanno unite più che mai e ci siamo sempre date forza l’una con l’altra per superare le difficoltà e poter crescere insieme.
La timida e studiosa Ami… che mi riprendeva sempre quando studiavo poco.
La saggia Rei… con la quale litigavo sempre, ma era la mia più grande amica.
La forte Makoto… che mi difendeva sempre.
La bella Minako… compagna di videogame.
Poi Michiru, Haruka, Setsuna, Hotaru…
Non sono mai stata lasciata sola… e spero che tu non proverai mai la brutta sensazione di essere messa da parte da tutti, chiusa in una gabbia dorata con l’unico destino di diventare regina. Spero tu possa scegliere liberamente come vivere la tua vita.
 
Ora sono qui; sono regina di un magnifico regno. Ovunque c’è la pace e la serenità. So che tra poco arriverai tra di noi. Ho scelto di regnare… un’altra volta mi sono  sacrificata e ho rinunciato a una vita normale. Le mie battaglie del passato faranno si che il regno della Luna Nera non distruggerà Crystal Tokyo e tu potrai crescere serena.
Sai Chibiusa, se ci penso adesso, con il senno di poi e con un po’ più di esperienza, rimpiango i tempi passati insieme perché mi rendo conto che poter vedere la mia bimba dal futuro è stato un dono che non è concesso a tutte le mamme… ma è stato un privilegio solo mio.
Sei arrivata come un uragano, ma mi hai fatto un grande dono. Ti ho conosciuta e per te, sono migliorata.
Grazie piccola mia, e ti prego, sbrigati ad arrivare tra le mie braccia… siamo state separate già da troppo tempo!

 
 
 
 






 
˙·٠•●♥ Ed ecco qui il mio nuovo lavoro. Darò vita ai pensieri delle nostre amate paladine. Pensieri di momenti particolare, dopo le battaglie, riflessioni . Qui ho voluto dar vita ai pensieri di Usagi, ormai regina. Mi sono sempre chiesta cosa realmente pensasse del rapporto che legava Mamoru e Chibiusa. Come vivesse quella situazione... e cosa alla fine l'abbia fatta diventare una madre amorevole. Quello che ho scritto qui, è quello che penso io...ma voi? Secondo voi è questo che Usagi pensava? Fatemi sapere la vostra opinione!♥●•٠·˙
                                                       

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Hotaru Tomoe ***


Image and video hosting by TinyPic

                2
HOTARU TOMOE

 

 
Ultimi pensieri di Hotaru durante la lotta contro
Faraone90, prima di rinascere a nuova vita

 
Chibiusa, grazie.
Se non ci fossi stata tu, forse non avrei mai scoperto il significato profondo della parola AMICIZIA. Sarei  sempre rimasta sola, allontanata da tutti, emarginata. Qual giorno al parco, il destino ci ha fatte incontrare e quando ci siamo strette la mano, ho capito che non eri certo tipo da arrendersi e hai lottato affinchè anch’io potessi scoprire il piacere di vivere una vita insieme a tanti amici.
Anche se il tempo insieme è stato breve, abbiamo vissuto insieme delle esperienze bellissime.
Se ero combatto, se ho la forza di sacrificare la mia vita, è perché voglio proteggere te. Ora sta a me farti un dono… permetterti di continuare a vivere su questo meraviglioso pianeta.
Il male non prenderà il sopravvento. Non lascerò che distrugga tutto quello in cui credete, quello che amate. Tu, Usagi, Ami, Rei, Makoto, Minako… sarete salve. Anche Setsuna, Michiru e Haruka saranno salve, anche se hanno più volte tentato di eliminarmi, so che le loro intenzioni erano le stesse che ho io, ora.
So che là fuori, Sailor Moon sta tentando di farsi largo per entrare nel nucleo di Faraone90, ma non voglio che i suoi occhi dolce e pieni d’amore vedano la vera essenza del male. Non voglio che conosca il vero volto di Chaos.
Io sono la guerriera della morte e della distruzione e questo immane compito spetta solo e soltanto a me. Le vostre vite sono più importanti della mia esistenza. La mia stella rinascerà sicuramente. Ci sarà una nuova Sailor Saturn… che interverrà quando tutto sarà perduto. Non avere timore Chibiusa, perché il mio sacrificio non sarà vano.
Amica mia, è stato un piacere conoscerti. Avrei voluto passare molto più tempo con te, ma il destino aveva già scelto per noi due strade separate. Ma è meglio così… è meglio che i tuoi dolci occhi non vedano mail il vero volto del male. Voglio ricompensare la tua infinita dolcezza, la tua amicizia… permettendoti di continuare a vivere felice e spensierata.
Chissà… ti ricorderai di me alla fine di tutto questo?
Chissà… avrò sempre un posto riservato in fondo al tuo cuore?
 
Non devo lasciarmi andare, non ora. Anche se le forze mi stanno abbandonando, non posso posso permettere al male di avere la meglio.
 
Ma, quella figura…
La vista si appanna… le palpebre diventano pesanti…
 
Un dolce tepore mi avvolge; mi sembra quasi di essere tra le braccia della mia adorata mamma. Il dolore fisico è svanito e sento il mio corpo fluttuare. Ma è come se il mio corpo fisico non esistesse. Non riesco a muovermi. Una voce dolcissima e materna mi sussurra qualcosa “Non devi più combattere ora. Hai fatto tutto il possibile… sei stata brava. Ora mi prenderò cura di te”.
 
Una bimba, avvolta in fasce, apre gli occhi al mondo. Una ragazza, dallo sguardo vitreo, cade a terra in ginocchio prive di forze.
Un’altra volta il male è stato sconfitto. Ancora una volta, la vita ha avuto la meglio… già, ancora una volta, grazie a Sailor Moon, siamo tutti salvi.





˙·٠•●♥ Ed eccomi qui, insieme alla dolce ed evanescente Hotaru. Nelle vesti di Sailor Saturn, nella lotta contro il Faraone90. Cosa pensava mentre combatteva contro il male assoluto? Pensate anche voi che questi possano essere stati gli ultimi suoi pensieri... rivolti unicamente a  Chibiusa? Fatevi sentire ^^ 
Seguitemi su Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄ƷEtErNaL sAiLoR mOoN Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ(dedicata a Sailor Moon e al suo mondo)   
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3. REI HINO ***


Image and video hosting by TinyPic         3
REI HINO
 
 

Seconda serie
Tempio: raccogliendo i ricordi della passata battaglia
 

Una guerriera.
Avevo fatto la mia scelta quel giorno quando, impugnando quella penna magica con impresso il simbolo di marte, decisi di seguirti e di combattere insieme a te, cara Usagi, contro le forze del male.
Mi sembrava tutto così strano a quel tempo; per me è stato difficile lasciarmi andare e accettare la vostra amicizia… io che ero abituata a rimanere sempre sola, allontanata da tutti perchè ritenuta “la strega che vive al tempio”. E poi, devo ammetterlo… proprio non riuscivo a sopportarti.
Una ragazzina stupida, pasticciona, piagnucolona… l’opposto di quello che ero io!
E, ironia della sorte, ora il mio destino è starti accanto per l’eternità e difenderti…
 
Quando ero piccola ho odiato mio padre; lasciò sola mia madre nel momento della malattia. Quando aveva più bisogno dell’appoggio della persona amava, quella non era lì accanto a lei. Provavo odio, profondo, viscerale. Mi lacerava dentro. Quell’uomo, mio padre, non aveva mosso un dito per mia madre; mi aveva strappato via la persona che più amavo…
E tu, Usagi, hai fatto altrettanto!
Mi ero ripromessa che in vita mia non avrei mai amato nessun’altro uomo. Mai. E poi, come un fulmine a ciel sereno ecco piovere dal cielo qualcuno che mi aveva fatto cambiare idea.
Mamoru…
Affascinante, intelligente, colto… responsabile. I suoi occhi erano dolci e sentivo che nascondevano un passato difficile. Come una sciocca, avevo studiato un piano per conoscerlo e ci sono riuscita… in poco tempo mi ritrovai ad un tavolo con lui a sorseggiare un caffè.
Cercai invano di farlo innamorare di me, ma qualcosa… o qualcuno, lo teneva distante.
Era come se la sua mente, il suo spirito, fossero da un’altra parte. Ma mi andava bene così, mi accontentavo di avere il suo corpo; sembrerà stupido e forse tipico di un pensiero maschilista, ma sono sincera. Lo volevo accanto a me, il come non importava.
 
Più il tempo passava e più il rapporto con Mamuro diventava solo un lento trascinarsi di eventi. Qualche incontro al parco, un gelato insieme, un film al cinema… niente di più. Non mi cercava mai, ero sempre io a farlo. Usciva con me perché era troppo dolce ed educato per dirmi di no… e ammettiamolo, io ero così insistente che era impossibile darmi una risposta negativa senza essere sgarbati.
Mi accorgevo che non era me che desiderava. Nei pochi mesi che siamo usciti insieme non ha mai tentato una volta di baciarmi. Mi sarei dovuta rendere conto prima che non ero il suo tipo. Ma abituata com’ero a uomini insensibili e meschini come mio padre, credevo che Mamoru fosse un uomo d’altri tempi e che aspettasse il momento giusto per il primo bacio.
Ero comunque decisa a conquistarlo. Fino a quel maledetto giorno…
 
“Sailor Moon è la principessa che stiamo cercando!”
“E Mamoru è Endymion!”
 
Avevo la vista annebbiata dalle lacrime e la mia mente era tutta un formicolio. Riuscii solo a sentire quelle poco parole, poi il silenzio completo. Ti vidi sospesa in aria, mentre la tua divisa sailor si trasformava in un candido vestito bianco; i tuoi occhi vitrei riprendevano lentmente vita.
Ti adagiasti a terra e portasti sulle tue gambe il capo di Mamoru… anzi, di Endymion.
La vista mi si annebbiò sempre di più fino a quando il tuo vestito bianco e quello scuro di… Endymion, si fusero in un’unica macchia grigia.

LUI SI ERA SACRIFICATO PER TE!
Aveva dato la sua vita per salvare la tua, ancora prima di sapere che tu eri la sua principessa. Quella che cercava da sempre disperatamente. Voi eravate uniti da un amore che andava al di là del tempo; eravate già destinati l’uno all’altra. Cosa potevo fare io? Cosa avevo creduto di poter creare con te? NIENTE… perché il suo cuore era già tuo. Tu che non lo potevi sopportare.
Mi sentii crollare addosso un macigno pesantissimo che mi schiacciava. Non riuscivo a muovermi! Oh Mamo-chan… avevi salvato Usagi ancora prima di sapere che fosse la tua amata principessa. Allora, nel profondo provavi qualcosa per lei? Forse eravate già legati, senza saperlo, dal destino.
 
{Ma come puoi amare una come lei Mamoru?!
Come?! Me lo chiedo ancora adesso!}
Una ragazzina stupida, pasticciona, piagnucolona e buona a nulla! Solo perché il destino è scritto… non puoi scegliere di amare una come me Mamoru? Usagi, non puoi immaginare quanto ti invidio. Quanto vorrei essere al posto tuo. Sicuramente hai qualcosa di speciale… in fondo, hai sacrificato anche tu la tua vita per salvare la Terra. Chissà, forse col tempo imparerò a conoscerti ed apprezzarti. Per il momento credo di odiarti un po’ meno visto che il mio cuore è di nuovo innamorato. E se è vero che chi disprezza compra, chissà mai che tra noi possa nascere un giorno una grande amicizia.
Ora meglio mi dedichi al tempio e la smetta di farmi questi inutili pensieri… Yuri mi aspetta!






Mi sono sempre chiesta cos'avesse pensato Rei vedendo che il ragazzo che le piaceva era "destinato" ad un'altra. E cosa provasse in quella prima serie per Usagi. E' solo un piccolo stralcio questo capitolo, che sicuramente aprofondirò più avanti. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. Makoto Kino ***


Image and video hosting by TinyPic             4
MAKOTO KINO
 

Riflessioni dopo l’ennesimo colpo di fulmine,
 andato male, per Haruka  (puntata in cui perde la testa per lei)!
 

 
“Innamorata dell’amore”
E’ così che hanno sempre definito i miei innamoramenti, il mio modo di vivere l’amore. E’ stato sempre così fin dalle scuole medie. Eppure questa volta ci speravo davvero. Forte, deciso, sicuro… la persona ideale!
Peccato fosse una… donna. E per di più il suo cuore è già impegnato con qualcuno con cui non oso nemmeno mettermi a paragone.
Mi sono sentita una stupida quando Usagi mi ha fatto notare la cosa; in fondo l’avevo già capito da me. Era troppo bello per essere vero.
Ma ormai sono abituata. Volo da un amore all’altro come una farfalla… e come questo insetto, anche i miei sentimenti sono effimeri. Nascono la mattina con l’alba e muoiono la sera ai primi raggi della luna.
Mi chiedo come mai sia cose? Troverò mai qualcuno da amare per tutta la vita?
 
Dieci. Erano gli anni che avevo quando rimasi senza genitori. I loro volti ormai sono coperti dalla nebbia, nei miei ricordi. Non ho memoria dei momenti felici passati insieme; ricordo solo quel maledetto giorno: “Mako-chan mi raccomando, fa la brava durante la nostra assenza! Sei una bambina giudiziosa e responsabile, so che possiamo contare su di te!” le parole della mamma le ricordo una per una… sillaba per sillaba… lettera per lettera. “Sono solo quattro giorni. Torniamo presto… io e la mamma festeggeremo l’anniversario di matrimonio e quando torneremo, porteremo qualche souvenir per te da Parigi!Mi raccomando, non aprire agli sconosciuti e cerca di fare la brava!”. Oh papà…
Quella stessa sera, la mia infanzia finì. Non ci sarebbero più stati giorni spensierati e felici; dovevo crescere in fretta e badare da sola… a me stessa. Nessuno si preoccupò di me. Non avevamo molti parenti e quei pochi che avevo nemmeno li conoscevo; non volevano prendersi in casa il fardello di un’orfana da crescere e istruire per cui nessuno si preoccupò mai di una bimba che viveva tutta sola.
Piano piano gli anni passavano e una volta passate anche le scuole medie avevo imparato a cavarmela più che bene da sola. E poi, proprio sola non ero. Ormai mi ero fatta delle amiche sincere e leali: Usagi, Ami, Rei, Minako.
Eppure sento che in me qualcosa non è ancora al posto giusto.
 
Mamoru. Ebbene si, anche di lui mi sono innamorata; Usako non lo saprà mai, non ho il coraggio di dirglielo. Ami, Rei, Minako, Usagi… hanno tutte una famiglia. Io no… e chi meglio di Mamoru può capire la mia situazione? Lui che come me si è trovato orfano di entrambi i genitori in tenera età. Lui che è dovuto crescere solo facendo affidamento solo su se stesso.
Ma il destino non ha voluto che noi due, insieme, superassimo le nostre solitudini.
Quanto invidio Usa-chan; sempre felice, solare e protetta dall’amore familiare. Torna a casa e trova sua madre ad attenderla, anche se ogni tanto litigano per i brutti voti e l’andamento scolastico. Trova suo padre cui fare affidamento se ha dei problemi. Trova suo fratello… con cui spesso litiga, ma a cui vuole un bene dell’anima. TROVA. Già trova… qualcuno! Io invece chi trovo?
Quando tornavo a casa con un bel voto, a chi potevo dirlo? Quando era il mio compleanno, chi mi preparava la torta quando tornavo a casa da scuola? Quando ero sola e al buio nella mia stanzetta la notte, chi mi consolava e mi proteggeva in un caldo abbraccio? NESSUNO!
E la cosa più brutta è che non posso incolpare nessuno per tutto questo. Non i miei genitori che sono partiti per festeggiare il loro anniversario. Non il motore di un aereo che ha smesso di funzionare.
 
“Devi essere forte!”
Così mi disse a quel tempo la maestra; furono le uniche parole di conforto che ebbi al tempo. E rinchiusa nella mia solitudini inizia a forgiare il mio carattere. Iniziai ad apparire a tutti come una persona solitaria e cupa; nessuno capiva il mio bisogno d’affetto.
Iniziarono a circolare anche storie su di me per via del mio nome non proprio femminile; si diceva fossi a capo di una banda di teppisti e la mia forza non solo era conosciuta, ma anche temuta da molte bande della città.
Non feci nulla per far tacere queste chiacchere. Mi andava bene anche così.
Chi voleva conoscermi davvero e starmi accanto, sarebbe dovuto andare al di là delle apparenze… e con questa convinzione in mente, rimasi sola per tutti gli anni delle scuole medie. Senza un’amica e senza un ragazzo.
Vedevo tutte le mie compagne dichiararsi ai ragazzi che amavano; portare loro dei cioccolatini fatti con le loro mani e racchiusi in sacchettini ricamati. Io li preparavo, ma non avevo il coraggio di darli a nessuno. Quale ragazzo non sarebbe scappato di fronte a me?
Eppure un giorno decisi di provare ugualmente. In fondo, ero pur sempre una ragazza e anche il mio cuore era nel tumulto dei primi innamoramenti.
 
MALE…
Quella volta andò male. E tutte le volte seguenti. Ragazzo dopo ragazzo fu sempre una delusione dopo l’altra! E anche questa… eppure sono sicura che quello che provo è davvero amore! Quando ho visto Haruka ho perso la testa; quei capelli color del grano coi riflessi del sole… gli occhi limpidi, luminosi… la sua forza, due volte la mia. Per la prima volta pensavo di aver veramente trovato qualcuno che si adattasse perfettamente a me.
Mi sono sbagliata per l’ennesima volta. Ma mi metto il cuore in pace. C’è una sola persona che devo amare e a cui affidare il mio cuore senza riserve. La mia Princess.
Solo a lei darò la mia fedeltà assoluta, senza riserve. A colei che ha dato la vita per me, che mi ha accettata al di la delle apparenze.
 
Eppure… non rinuncerò mai al mio sogno…
 
<< I contorni sembrano un po’ sbiaditi. I rumori ovattati. E poi, eccomi li, nella mia bella cucina mentre preparo i miei manicaretti. Sono una brava cuoca e amo dilettarmi tra i fornelli con sempre nuove ricette. Mi sembra di sentirlo il profumo dell’arrosto che sto sfornando. “Eccomi a casa Mako-chan!” E’ bellissimo, alto, biondo e occhi verdi; abito grigio, cravatta e valigetta alla mano. E’ mio marito! Sì! Torna a casa dopo una dura giornata di lavoro, mi si avvicina, mi bacia e da dietro la schiena fa apparire un bellissimo mazzo di rose! >> il sogno finisce… ma magari un giorno diventerà realtà!

 
˙•٠•●♥ Ed ecco qui un capitolo dedicato alla dolce Makoto cui penso sia l'anime che il manga abbiano dato poco spazio. Il capitolo prende spunto dalla puntata della terza serie in cui Makoto di"innamora" di Haruka. Ma ho voluto mettere tra i suoi innamorati anche Mamoru, visto il loro passato quasi comune... di orfani cresciuti soli e con le loro sole forze. In chiusura il sogno di Makoto, di poter avere un giorno una famiglia... anche se sa che la sua vita è votata a un unico amore. Princess Serenity.
Dai, diamo un po di attenzione alla dolce Makoto, dicendomi cosa ne pensate di queste riflessioni!!Aspetto vostri commenti! ♥●•٠•˙
ღ Venite a trovarmi su Serenitatis _efp_ (dedicata alle mie storie e dove chi non è iscritto ad EFP può darmi il suo parere sui capitoli) o su  Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ EtErNaL sAiLoR mOoN Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ (dedicata a Sailor Moon e al suo mondo)vi aspetto ^^! ღ

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. Seiya Kou ***


Image and video hosting by TinyPic


6

Seyia Kou

 

Dopo la battaglia contro Galaxia

 
Testolina buffa se solo ti avessi conosciuta prima…di lui…
Non faccio altro che pensare a questo. E il pensiero si fa più pressante sapendo che tra poco dovrò ripartire per il mio pianeta natale, ora che ho ritrovato la mia principessa. Forse Yaten e Taiki avevano ragione a tenermi lontano da te, a scoraggiare la nostra amicizia, a non volere che tra noi si creasse un qualche legame… perché ora lasciarti è dura.
Se potessi rimanere su questo pianeta, vorrei poter stare per sempre con te. Non mi importa se il tuo destino è stare con Mamoru, se tutto è già scritto… il destino si può sempre cambiare, ne siamo noi gli artefici!
 
All’inizio pensai di poter far colpo su di te con la mia fama di cantante pensando che, come tutte le altre ragazzine, saresti caduta ai miei piedi. Invece no, il mio fascino ti lasciava indifferente; più cercavo di conquistarti, più capivo quanto mi piacessi e che in realtà, mi stavo innamorando di te.
Non solo eri bella, ma avevi qualcosa in più rispetto alle altre ragazze. Brillavi di una luce unica e intensa. Eri sempre allegra, solare, vivace nonostante il tuo cuore doleva per la mancanza della persona che amavi.
Perché non potevo essere io quella persona? Perché non me ne hai dato la possibilità?
Sono sicuro che io non ti fare mai piangere, non permetterei mai che la tristezza veli il tuo viso. Il tuo corpo possiede la curva che più amo… la curva che creano le tue rosee labbra quando si schiudono in un sorriso! E vorrei che quella curva nasca per me, ogni volta che mi vedi.
Vorrei provare ad essere anche solo per un istante Mamoru, per poter provare cosa vuol dire essere amati da te. Essere riscaldati dal tuo amore. Chissa come trascorreremmo le nostre giornate insieme, io e te…
Pomeriggi al parco, mano nella mano. Passeggiate per le vie del centro. Tu che mi guardi in sala prove mentre canto insieme a Taiki e Yaten; e poi… beh… dolci baci davanti a tramonti infuocati. Piccole attenzioni l’uno per l’altra, piccoli momenti che sanno di noi. Vorrei vedermi riflesso nei tuoi grandi occhi azzurri mentre ti sussurro che “Ti amo” e vedere le tue gote diventare rosse.
E perché no… provare anche quel piacere che hai concesso solo a Mamoru. Il piacere del tuo corpo; vorrei scorrere un dito sulle curve tonde del tuo seno, scendere lungo le onde dei tuoi fianchi. Vorrei sentirti mia e vedere che il tuo corpo si muove al ritmo del mio creando una sinfonia tutta nostra. Sprofondare il viso nei tuoi capelli di seta ed inebriarmi del loro profumo che sa di pesca.
 
Oh testolina buffa… come faccio ad andarmene? Davvero non ti importa di me? Davvero vuoi solo essermi amica? Io proprio non ce la faccio. Non posso pensare che nel momento in cui mi vedrai sparire nel cielo, il tuo cuore non avrà il minimo sussulto.
Sarai lì col tuo ragazzo, mi vedrai andare via… e non allungherai la mano per prendere la mia nel vano tentativo di fermarmi. Non sentirò la tua dolce voce dire “Ti prego Seyia, non andartente… io ti amo”, pretenderei troppo, ma sarebbe l’unica cosa che potrebbe trattenermi qui, sulla Terra.
Maledetto destino. Io voglio cambiarti, voglio dare una seconda possibilità a tutti, vorrei poter scegliere diversamente per te e per me.
Voglio che tu, Usagi, sia la mia principessa da proteggere. Ti prego…
 
Ora basta, meglio che la smetta di illudermi. Non potrà mai succedere nulla tra noi. Tu devi pensare a diventare una grande regina, amata da tutti. Dovrai dar vita al frutto del tuo amore con Mamoru.
Dovrai proteggere la galassia dalle forze del male per sempre.
 
Dolce testolina buffa, sappi che sarai per sempre nel mio cuore. Il tempo sul mio pianeta scorre diversamente che sulla Terra, ma in fondo l’eternità è sempre la stessa ovunque… ed è per l’eternità che io ti amerò. Pensare ai tuoi occhi, al tuo sorriso, alla tua allegria, mi darà la forza per andare avanti…
 
Per sempre tuo… 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6. Haruka Tenou ***


Image and video hosting by TinyPic

               6
HARUKA TENOU

 
Pensando al proprio passato e alla sua storia con Michiru
 

Fin da piccola, ero considerata da tutti un maschiaccio. Le bambine non mi chiamavano mai a giocare con loro, se non per farmi interpretare il ruolo del papà o del bambino; accettavo quasi sempre, in fondo, mi piaceva vederle felici. Al contrario loro però, a me piaceva correre in bici, fare a pugni coi ragazzi… passavo ore nelle sale giochi a provare i videogame di corse di macchine. Sapevo che la velocità era nel mio destino.
Passò così il tempo delle elementari; senza pensare molto a cosa davvero volessi assomigliare… ad un ragazzo o ad una ragazza. Mi ritrovai catapultata alle medie e fu proprio in quegli anni che mi accorsi che si accentuavano le mie maniere mascoline. Disprezzavo le gonne, i tacchi e tutti gli accessori da donna. Sia chiaro… sapevo di essere una ragazza, semplicemente non amavo i modi civettuoli, i fronzoli e tutte quelle chiacchere tipiche delle fanciulle.
Capelli biondi, corti. Nemmeno un filo di trucco.  Jeans, magliette,  giacche di pelle, stivali da motociclista o scarpe da ginnastica. Così mi sentivo me stessa e non me ne sono mai pentita.
 
Ricordo quel giorno di S. Valentino in terza media. Ero nel corridoio della scuola, fuori dalla mia aula. Ero appoggiata con le spalle al muro, sola. Riflettevo.
Si avvicinò una ragazza del primo anno visibilmente imbarazzata; da dietro la schiena fece apparire una scatola di cioccolatini. Piccola, impacchettata con della carta azzurra e un grande fiocco giallo al centro; abbassò la testa e mi allungò il pacchettino. Con voce tremate “Senpai, ti prego di accettare questo regalo… io… io sono innam…”
Non le lasciai terminare la parola. Con la mano le alzai il viso e, non so nemmeno io perché lo feci, le mie labbra erano sulle sue. Un bacio casto, “a stampo” come si dice; forse lo feci per curiosità o forse perché non volevo sentire quello che aveva da dirmi.
Quando mi ritrassi, lei si toccò le labbra con le dita, mi guardò… sorrise e corse via.
Non lo so… non lo so davvero, ancora adesso, perché mi lasciai andare a tanto; magari non volevo deluderla. Pensava fossi un ragazzo, era S. Valentino, era del primo anno… come potevo rifiutarla. E poi… era carina.
Nei giorni successivi, riflettei su quello che era successo. Mi veniva in mente quel viso dolce e non so perché, ma mi piaceva pensare a quella ragazza. Mi piaceva immaginarmi con lei, mentre passeggiavamo sotto un viale di ciliegi in fiore, mano nella mano… mentre ci scambiavamo baci… mentre mi imboccava dolcemente con del cibo da lei cucinato, durante l’intervallo.
Era strano… ma cominciai a capire che pur essendo una ragazza che odiava i modi di fare tipici delle giovani, e si vestiva come i ragazzi… amava tremendamente essere corteggiata da una di loro.
 
Quella dopo la terza media, fu un’estate di decisioni importanti…
 
Arrivò anche il tempo delle superiori. Decisi che ormai era giunto il momento di fare una scelta. Essere un ragazzo e comportarmi come tale, o essere una ragazza, quale ero? L’estate aveva portato consiglio.
Il giorno della festa per le matricole, misi in pratica quella che ritenevo la scelta giusta per me. La forza per mettere in pratica quella scelta me la diede lei… mi bastò vederla, Michiru.
Non servirono molte spiegazioni; imparò ad accettarmi per quello che ero. Forse all’inizio ci fu un po’ i imbarazzo tra noi, ma passò velocemente. Imparò ad amarmi… o almeno lo credevo…
Fino a quel maledetto giorno, quando la invitai a casa mia; volevo che tra noi ci fosse qualcosa più di una semplice amicizia, ed ero intenzionata a mostrargli i miei sentimenti non solo con le parole. Sembrava che tutto andasse bene… accettò i miei baci e li ricambiò con altrettanta passione, ma quando le mie mani si fecero avide sul suo corpo, iniziò a ritrarsi. Pensai fosse un modo per farsi desiderare e cominciai a insistere, a essere più decisa nella presa. Poi un colore sulla guancia e un forte dolore. Mi diede uno schiaffo “Sei una stupida Haruka!” e se ne andò lasciandomi sola e confusa. Volevo vivere con lei quell’esperienza… sarei stata io la prima per lei e viceversa, invece mi aveva scaricata così… senza darmi una spiegazione.
 
Ho insistito… mi sono impegnata per conquistarla. Ho voluto fare le cose per bene e non me la lascerò certo scappare. Dora in poi farò in modo che le cose seguano il loro corso e seguirò il ritmo di Michiru. Non le imporrò di fare mai nulla che vada contro la sua volontà. Sì, mi impegnerò e questa volta la conquisterò!
Questa volta so cosa serve… a me, a lei… amore. Quello vero. Niente ci dividerà; combatteremo per sempre insieme contro il male.

  

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7. Ami Mizuno ***


Image and video hosting by TinyPic            7
AMI MIZUNO
 

Riflettendo sulla sua vita prima di conoscere Usagi

 

Sola. Da sempre mi sono sentita sola. Senza nessuno.
Mio papà non c’era mai, era sempre in viaggio per il suo lavoro. Se essere un pittore, può essere definito tale. Mi spediva sempre tante cartoline con le bellissime immagini dei paesi che visitava; pensava in questo modo di non farmi sentire la sua mancanza. Illuso.
Mia mamma… troppo presa dalla carriera medica, passava intere giornate al lavoro. Rientrava a tarda sera, cenavamo insieme e discutevamo. Come se una bambina di cinque anni potesse capire le parole difficili usate da un medico.
Ma fu proprio quando notai che mia mamma iniziava a rendermi sempre meno partecipe di quello che le accadeva al lavoro che capii che forse, per essere alla sua altezza, per sentirmi coinvolta ancora di più… dovevo studiare. Arrivare a lei. Di modo da essere sua pari.
Mi dissi: “Se studio, divento molto brava, forse potrei riuscire a parlare di più con lei. Potrei sostenere i suoi discorsi e lei passerebbe molto più tempo con lei… forese, le piacerei di più!”
E’ così che una bambina di prima elementare, iniziò presto a imparare a leggere benissimo, meglio dei suoi coetanei. Nessuno sapeva che la sera, rimanevo sveglia fino a tardi per allenarmi. Nessuno sapeva che andavo in biblioteca e prendevo libri di medicina mentre i miei compagni leggevano libri di fiabe.
All’inizio non capivo molto di quello che leggevo. Parole troppo difficili… piano piano però, iniziavo a memorizzare quegli strani nomi. Ci vollero parecchi mesi di studio, ma quando la sera mia mamma mi parlava, riuscivo sempre più a capire quello che diceva.
Una sera a tavola, mentre parlava di una difficile operazione chirurgica che aveva sostenuto durante la mattinata, feci un intervento. Mi parvero solo parole banali, le mie. Lei rivolse lo sguardo verso di me stupita.
Pensai subito di aver detto qualcosa di errato.
“Ami, come fai a sapere queste cose?” non sapevo cosa rispondere. Mi avrebbe sgridata se le avessi detto che andavo ogni giorno in biblioteca a prendere libri di medicina? In fondo il mio reddito scolastico non ne aveva risentito, per cui non avrebbe potuto dirmi nulla!
Non sapevo mentire; le dissi la verità. Posò le posate sul tavolo, si alzò dalla sedia senza dire nulla e si avvicinò a me. Chiusi d’istinto gli occhi pensando che mi avrebbe dato uno schiaffo. Invece sentii la sua mano poggiarsi sulla testa.
“Sei una bambina molto giudiziosa Ami. Sei davvero molto intelligente!”
Sentii il cuore colmarsi di gioia per quelle parole. Capii che mia madre si era resa conto al tempo stesso che mi stava trascurando per il suo lavoro e che io mi ero impegnata così tanto solo per poter stare cin lei.
Da quel giorno però, vi fu anche un rovescio della medaglia. Il troppo studio mi aveva elevata al di sopra dei compagni della mia età: troppo intelligente per i miei compagni, troppo piccola per stare con i ragazzi delle scuole medie. Rimasi così da SOLA. Additata da tutti come la secchiona, la diversa, la solitaria. Ero quella strana.
Mi rifugiai nello studio, mia unica consolazione. In fondo così avevo raggiunto l’obbiettivo che mi ero prefissata… stare con mia mamma. Non mi dispiaceva rimanere sola a scuola. Ormai mi stavo abituando. L’estate, mentre gli altri andavano al mare e si divertivano, io studiavo. Sbrigavo in fretta i compiti assegnati per le vacanze, diventati ormai troppo facili per me… ma il tempo che avanzavo prima del rientro a scuola, lo passavo leggendo libri di filosofia occidentale: Hegel, Hobbes…
Quando arrivava a San Valentino, le bambine si davano un gran da fare coi cioccolatini; io non me ne preoccupavo. Nessuno avrebbe voluto un cuore di cioccolato da una secchiona.
Entrata alle scuole medie, la mia vita non è cambiata affatto; ero rimasta sempre per tutti la strana secchiona, da evitare come la peste.
Ormai ero chiusa in me stessa; unica consolazione era lo studio… come sempre. Trovavo gratificazione nelle lodi degli insegnanti sulla mia bravura e le mie capacità. “Prendete esempio da Ami” era la frase tipica… e vedevo gli occhi invidiosi e maligni dei miei compagni su di me.
Adoravo vedere che nelle classifiche degli esami ero sempre la prima della lista, la N. 1.
Lodata… intelligente… gentile, educata… ma SOLA.
 
Poi… ho incontrato LEI! 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8. Minako Aino ***


Image and video hosting by TinyPic           8
Minako Aino

Ultima Serie
Dopo la battaglia con Galaxia

 

E pensare che tu eri lì, quel giorno, davanti a quella vetrina… con la tua cara amica.
E pensare che vivevamo nella stessa città e più volte era capitato di incontrarci.
Non ci conoscevamo ancora, ma molto presto, avremmo combattuto insieme.
 
Ricordo ancora il giorno in cui incontrai Artemis; prima ero soltanto una ragazzina che pensava ai ragazzi, al cibo, ai manga e ai videogiochi. E’ stata dura accettare la mia nuova condizione di guerriera, ma in fondo, mi divertivo. Era come essere in un videogioco reale. Con un maestro come lui al mio fianco, divenne semplice imparare gli attacchi, riconoscere i nemici e capire quale era la mia missione.
A quel tempo, ancora non sapevo chi tu fossi, cara Usagi, eppure ricordo che quando ti incrociavo per la città sentivo qualcosa di strano, dentro me.
Era come si ti conoscessi da sempre. Quando finalmente i miei ricordi della vita passata riaffiorarono, fui felice di scoprire che tu eri… la mia tanto amata Princess! Anche se ci volle ancora del tempo per capire (per tutte le sailor) che la Princess che tanto amavo eri proprio tu. Non ti avevamo persa; anche tu, come tutte noi, avevi avuto il meraviglioso dono di rinascere sulla Terra, il luogo che tanto amavi, pianeta natio del tuo adorato principe Endymion.
Ora che ti avevo ritrovata, sapevo che ti avrei difesa ad ogni costo e non avrei mai permesso che ti succedesse qualcosa di brutto. Non sarebbe mai accaduto nuovamente quello che era avvenuto ai tempi di Silver Millenium. Mai.
 
E mentre il tempo passava, mentre si avvicendavano numerose battaglia, mi sono resa conto che non ero io a difendere te. Ma eri tu che lottavi per noi. Hai dato più volte la vita per salvarci tutte. Contro la regina Mettalia, ti sei sacrificata e ci hai dato nuova vita; contro i malvagi della Luna Nera, contro Nehellenia… anche questa volta, contro Galaxia.
Mom sei più la delicata principessa che dovevo proteggere; sei una guerriera valorosa, pronta a sacrificare se stessa per le persone che ami.
 
Ai tempi del Regno della Luna ero la tua guardiana favorita. Solo io conoscevo delle tue fughe sulla Terra per vedere il bel principe Endymion; e tu conoscevi il mio amore per il generale Kunzite. Ma qui, sulla Terra, la tua preferita è Sailor Mars.
Come ragazze terrestri, il vostro rapporto è divenuto speciale e molto forte; avrei voluto incontrarti, qui, prima di lei, per poter ricreare con te il meraviglioso rapporto che ci legava sulla Luna. Vedervi insieme, lo ammetto, mi rende gelosa. Anche se spesso litigate, i vostri non sono batibecchi tra due persone che non si vogliono bene, anzi, è vero il contrario.
Bionde, golose di dolci, appassionate lettrici di manga, guidate entrambe da un gatto che ci fa da maestro… ma tutto questo forse non basta. Qualcosa di speciale ti lega alla bella Rei. E non la sopporto per questo. L’ho seguita nella sua scuola, una volta. E’ amata da tutti, è regale, elegante, intelligente, bella… forse, anche tu, come molte sue compagne, ti sei innamorata di lei.
No, non può essere. Non posso crederci. Sono sicura che tu ami tutte noi allo stesso modo!
O forse c’è davvero qualcosa che non conosco. Qualcosa che è successo e che vi ha unite.
 
Non importa. Ora non è il momento di pensare al passato. Io e Rei ci siamo promesse che non avremmo mai amato nessuno oltre a te; non posso dimenticare la promessa di quel giorno, sul terrazzo della scuola. Ho sotterrato lascia di guerra perché la cosa che conta è il nostro amore incondizionato per te… Princess! Ora che anche l’ultima battaglia si è finalmente conclusa, mi impegnerò per tornare ad essere la vera Leader del gruppo. Dedicherò solo a te la mia esistenza e sono sicura che tornerai ad amarmi come ai tempi di Silver Millenium. Tornerò ad essere io la tua guardiana preferita.

Veglierò su di te, sul re e sulla piccola Chibiuca. Vedrai Usagi… anzi, Princess, sarai orgogliosa di me!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1090577