A Cinderella Story In London

di Meramadia94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mi Presento ***
Capitolo 2: *** Conosciamoci un po' ***
Capitolo 3: *** Qualcosa che lui non ha ***
Capitolo 4: *** Prendere in mano la propria vita ***
Capitolo 5: *** Gli amici si proteggono ***
Capitolo 6: *** Arriva l'amore ***
Capitolo 7: *** Libertà ***
Capitolo 8: *** Presentazioni ufficiali ***
Capitolo 9: *** Eravamo ad un passo dalla felicità... ***
Capitolo 10: *** Quello che non ho saputo prima ***
Capitolo 11: *** Lieto fine ***



Capitolo 1
*** Mi Presento ***


Ok, è ufficiale ho appena fatto una cazzata, ma dopo aver visto e rivisto tutte le rivisitazioni in chiave moderna di Cenerentola, ho pensato a come sarebbe stato il primo incontro tra John e Sherlock secondo la favola.

Io intanto la posto. Premetto che è solo un esperimento.

Se vi fa schifo non esitate a dirmelo e io la cancello immediatamente o la butto nel dimenticatoio.

 

Mi chiamo John Hamish Watson. Ho diciassette anni e vivo a Londra.

Anche se sembro un adolescente come tanti altri, credetemi non lo sono affatto: di solito i diciassettenni, escono con gli amici o con la fidanzata, studiano e magari spulciano i giornali nel disperato tentativo di trovare un lavoretto per una macchina o qualcosa di simile.

Io, attualmente, ho tempo solo per due cose: lavorare e studiare.

Andiamo con ordine. Mio padre faceva il medico militare, volontario in Afghanistan ed era il mio mito. Mi ha insegnato tutto e a non permettere mai che le umiliazioni che si ricevono nella vita ti possano far perdere la speranza nei tuoi sogni.

Purtroppo quando avevo otto anni, morì.

Tempo prima era morta anche mia madre... non dimenticherò mai quella vigilia di Natale. Mia sorella Harrieth, quattordici anni, mi teneva per mano... io ne avevo solo sette. Eravamo andati all'aereoporto di Heatrow a prendere papà, ritornava da un'altra missione... ma al suo posto c'era un cadavere avvolto in un sacco nero.

Eravamo solo due orfanelli e non avevamo di che vivere.

Il notaio di famiglia, Mike Stamford e amico di nostro padre, ci comunicò che papà aveva lasciato detto che in caso lui fosse morto di morte violenta o comunque deceduto lasciando due ragazzini abbandonati a se stessi saremmo andati a vivere da un suo vecchio amico, un commilitone di fiducia.

Non mi ricordo il suo nome ma ricordo che era un brav'uomo e che ci accolse in casa sua come se fossimo davvero figli suoi.

Peccato che ne avesse davvero uno suo.

Jim Moriarty.

Ha sette anni più di me ed è sempre stato un genio, in qualunque materia: matematica, scienze, chimica, anatomia, letteratura e anche un'altra materia che se fosse scolastica, dargli A con qualche migliaio di +, sarebbe troppo poco.

Rendere la mia vita un inferno.

Dopo che anche il nostro padre adottivo morì, quando avevo appena compiuto gli otto anni e mia sorella iniziò a lavorare e a uscire con la sua ragazza, Klara ( si avete capito bene), Jim ebbe completo campo libero con me, obbligandomi a svolgere tutte le faccende di fatica e spedendomi in soffitta.

Mia sorella, poi, dovette andarsene da quella casa e non poteva certo immaginare quello che mi stava accadendo. Jim non le diceva mai niente e io nemmeno.

Voglio molto bene a mia sorella e non voglio che lasci la vita che si è costruita con la sua ragazza per me, ma quando viene a trovarmi è una fatica incredibile fingere di essere legato a Jim da un affetto incrollabile quando invece mi piacerebbe dargliele di santa ragione.

Con il passare degli anni la faccenda non è cambiata di una virgola: lavoro in casa alle dipendenze del mio fratellastro, poi al bar della scuola ( meno male che almeno quello è retribuito e riesce sempre a farmi ridere) e oltre alle materie del liceo studio per diventare medico.

Voglio seguire le orme di mio padre e alleviare le sofferenze delle persone.

 

''Faccio tardi, pulisci il pavimento e prepara la cena. Torno alle nove in punto.Oh e prima della scuola pulisci la cucina.''- mi ordina Jim dopo aver svuotato la tazza di caffè.

Mi sono alzato alle sei e cinquanta, quattro minuti prima del solito, per cucinare e sono talmente stanco che non ho nemmeno la forza per ribattere. Annuisco debolmente e mi metto al lavoro.

Certe volte mi sembra di aver gia letto la mia vita in un libro simile.

''Cenerentola''

Con la semplice differenza che il principe azzurro o la principessa rosa, nella vita reale, non esistono, ergo, non possono venirti a salvare.

Devo lasciar perdere certe cose come le favole e tenere gli occhi fissi sulla scuola, è l'unica cosa che mi aiuta a sopportare questa specie di... prigionia.

 

''Ciao, John.''- vi presento Gregory Lestrade.

Non è esattamente quello che si definisce, l'amico del cuore, ma è la persona più sincera e leale che conosco. Non fa altro che ripetermi che una volta preso il diploma farà domanda per andare all'accademia militare e diventare un poliziotto.

''Distrutto come al solito. vero?''- annuisco-:'' senti, perchè lasci che ti tratti come se tu fossi lo schiavo?''

Gia.

Perchè?

Perchè il mio caro (?) e adorato (?) fratellastro ha conoscienze importanti ovunque e se mi azzardo a dire una sillaba che a lui non piace, prima mi mette alla porta, perdo il lavoro al bar, mezza Inghilterra è obbligata a non soccorrermi in tale eventualità... ecco perchè.

''Vedrai che sorpresa quando si accorgerà che ha solo fatto accumulare tensione da scaricare tutta in una volta.''- spiego io. Persino io spero di essere lontano almeno quindicimila km da me in quel momento.

''Ci vieni domani sera alla festa di beneficienza organizzata dalla scuola?''- mi domanda.

Faccio cenno di no con la testa-:''Non posso, scommetto dieci a uno che Jim mi scaricherà addosso una valanga di cose da fare, e poi devo studiare per l'esame di chimica.''

''Secondo me, un po' di divertimento non ti farebbe che bene.''- non ho sentito l'ultima frase, è appena arrivata una porche nera dalla quale è appena sceso un ragazzo, che occhio e croce averà la mia età, riccioli neri, pelle diafana e occhi azzurri e profondi come due laghi.

La versione reale e maschile di Biancaneve in parole povere.

Sta parlando con una nostra amica: il suo nome è Molly Hooper e anche lei, come me, vorrebbe diventare medico.

Ma con una semplice differenza: io cerco di impedire che i miei pazienti muoiano, lei invece lavora con gente gia morta.

Vuoi vedere che... è interessata a lui?

''Scusa Molly, chi è il ragazzo con cui stavi parlando?''- chiedo quando ci raggiunge.

''Ma come non lo hai riconosciuto?''- risponde Greg per lei-:'' si chiama Sherlock Holmes ed è un genio assoluto che ha gia aiutato la polizia a risolvere diversi casi di omicidio. Riesce a capire chi sei semplicemente guardandoti. E' un appassionato di chimica, adora le persone intelligenti... e far sentire gli altri dei completi idioti.''

''Oltre ad essere uno schianto assoluto.''- aggiunge Molly. E su questo devo darti ragione amica mia... ehy, ma che sto dicendo?!? John, ricordati che sei etero!!!

''Molly, per l'amor del cielo, non metterti in mente strane idee su quello... gira voce che le ragazze non gli interessino minimamente così come non gli interessa avere degli amici e una vita sociale.''- la avverte Greg.

''Sei ben informato, vedo.''- dico io.

''Suo fratello è un mio amico e ogni tanto vado a trovarlo.''- mi spiega-:'' ho provato a farci amicizia, ma dice che ho un intelligenza mostruosamente nella media.''

Però, che tipo... e come mai tutti lo scostano, quasi avessero paura di lui? E' un essere umano pure lui e non credo che mangi studenti per colazione.

Mi piacerebbe diventare suo amico.

 

''John, per piacere mi porti un succo d'arancia?''- mi chiede una ragazza con lunghi e fluenti capelli castani.

Annuisco con un sorriso. La conosco, è una ragazza molto simpatica e carina, e non sia mai che possa apparire scortese con qualcuno.

Vorrei vedere come se la caverebbe con Jim. Quello farebbe perdere la pazienza anche a un santo, e vi ho detto tutto.

Il ragazzo di stamattina....

è tutto solo a un tavolo immerso nella lettura di chissà quale libro.

E' l'occasione giusta per avvicinarlo. Non ci credo che sia una macchina priva di sentimenti.

'Ciao, che cosa ti porto?''- gli chiedo.

''Come?''- fa lui alzando gli occhi degnandomi della sua attenzione.

''Beh, sai com'è... questa è una caffetteria e a meno che tu non voglia bere o mangiare qualcosa non puoi occupare un tavolo.''- gli faccio notare.

Lui sbuffa borbottando un-:''Noioso''.

Bene, bene, a quanto pare oltre che a casa dovrò sopportare un altro rompi anche qui.

''E va bene... un caffè, due zollette, lungo, macchiato, freddo, in tazza calda.''- si decide lui.

Torno dopo un paio di minuti con l'ordinazione e gliela poggio sul tavolo.

''Strofinato per terra o lavato troppi coltelli?''- mi chiede a bruciapelo. 

Spero solo che non ci avesse gia pensato qualcun'altro, in quel caso chiedo scusa umilmente fin da ora. Solo che se c'è io non l'ho mai letta e ho pensato di scriverne una io.

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Capitolo 2
*** Conosciamoci un po' ***


Non ho capito bene...

''Scusa, che cos'hai detto?''- gli chiedo.

''Ti ho chiesto se ti sei fatto male alle mani strofinando per terra o lavando troppo coltelli.''- ripete lui sorseggiando il caffè.

Mi prende la mano destra.... accidenti, quant'è freddo!!! E dire che siamo in piena primavera. Questo non ha una temperatura corporea.

''Strofinando il pavimento, ma come hai...''

''Hai le mani piene di graffi, ma considerando che qui servono solo cose da bere, gelati e panini non ci sono troppe cose affilate da pulire, e il pavimento viene lucidato con lo spazzolone. La pelle è irritata, come se una cosa bagnata e sporca venisse premuta ripetutamente contro le mani con forza, tipo uno strofinaccio, Inoltre dalle ginocchia perdi delle goccie di sangue, segno che sei stato inginocchiato a lungo, i segni sulle scarpe indicano che anche se sei in ginocchio devi muoverti. E non è l'unico lavoro che fai... le dita punzecchiate dall'ago, pelle ruvida probabilmente per i piatti che lavi ogni giorno, bruciature da ferro da stiro... una storia difficile.''

Sono estasiato: tutte le volte che Molly e Greg notavano le mie ferite riuscivo sempre a cavarmela dicendo che mi ero fatto male giocando a pallone o a pallavolo, questo qui mi ha conosciuto da trenta secondi e ha gia capito tutto.

''Sai, le mani di una persona dicono tutta la loro storia... compreso che i tuoi genitori sono morti quando eri piccolo. L'orologio che porti al polso sinistro viene pulito con regolarità ogni giorno, ma ha almeno dieci anni. Sul quadrante c'è scritto ''To John Watson From Lionel'', tuo padre ne deduco.''

Annuisco tristemente: quest'orologio è l'unica cosa che è veramente mia. A volte mi dimentico di essere stato un ragazzo come tutti gli altri, ci provo con tutte le mie forze... poi lo guardo e mi ricordo di tutto quello che avevo in passato e che altri hanno deciso di togliermi.

''Mettiti questo sulle mani: ti faranno meno male.''- dice porgendomi due sterline e una crema. Ha ragione: mano a mano che la metto è sempre più piacevole e non le sento più così indolenzite come prima.

Riprendo la tazza e vado di nuovo al bancone.

''Caro, è l'ora della tua pausa.''- fa la barista. E' la signora Marie Hudson, vedova da tre anni. Suo marito è stato giustiziato in Florida per omicidio, eppure lei è rimasta sempre quella donna allegra e premurosa di sempre. E' anche grazie a lei che sono felice di venire a scuola ogni mattina: primo, per cinque o sei ore non vedo Jim, secondo, mi considera il figlio che lei e suo marito non hanno mai avuto e grazie a lei riesco sempre a riprendere fiato almeno mezz'ora.

Mi faccio un caffè e vado a sedermi.

''Hai molti libri da consultare vedo... vuoi che vada altrove?''- chiedo a Sherlock avvicinandomi a lui con la mia tazza. Mi guarda e mi fa cenno di accomodarmi.

Finalmente un po' di tregua...

''Dev'essere dura per te, vero?''- fa Sherlock chiudendo il libro.

Sembra quasi che abbia intuito cio che stavo pensando...

''Non lo immagini nemmeno.''- rispondo prontamente. Dovreste provare ad alzare all'alba come un gallo, cucinare, fare le pulizie prima della scuola e arrivare distrutto alle lezioni, lavorare alla caffetteria della scuola, tornare a casa e finire addormentato ogni sera sui libri.

Ormai faccio tre lavori e non ho neanche vent'anni. L'unica via d'uscita da questo mondo crudele è venire qui a scuola, i miei unici due amici e la signora Hudson.

''Vuoi venire a casa mia?''- mi propone.

''Sherlock...''- tentenno-:'' non è che non voglio venire, ma dopo il lavoro devo tornare subito a casa per studiare e preparare la cena, Jim diventa isterico se non...''

''Vieni adesso allora. Per oggi le lezioni sono finite, e mi pare che entrambi non seguiamo nessuna attività del doposcuola.''- questo tizio non ha ancora incontrato qualcuno che gli ha fatto imparare che non sempre si ottiene tutto quello che si vuole.

''Non posso davvero. Ho solo mezz'ora di pausa e dopo ho un triplo turno.''- questo lavoro è la mia unica speranza. Sto racimolando abbastanza soldi per pagarmi da solo l'università e magari anche un appartamento, così dopo sarò libero di lasciare... non la chiamo casa perchè di solito la parola casa, implica un senso di sicurezza e affetto.

Bene, quella non è mai stata una casa per me, ma un carcere. Mi sembra sempre di stare per cadere, e non c'è nessuno pronto a prendermi prima che cada nel baratro, nessuno.

''Ascolta il tuo amico, caro.''- mi suggerisce la signora Hudson-:'' per oggi puoi prenderti la giornata libera, è venerdi in fin dei conti: esci con i tuoi amici, distraiti per una volta. Sei sempre a lavorare o a sgobbare sui libri.''

C'è una congiura allora.

Alla fine cedo... in fin dei conti ho proprio voglia di uscire senza dover fare spese o passare in tintoria per conto di quello.

 

 

''Wow... è bellissima.''- faccio senza parole dopo aver visto l'arredamento della casa del mio nuovo amico... sapevo tramite Greg che la casa di quel suo amico era molto bella e che erano messi abbastanza bene a soldi, ma non pensavo che assomigliasse a un palazzo reale.

''Si, diciamo che non è male.''- fa Sherlock con no chalance.

''Sherlock, allora com'è andata a scuola? Oggi non mi ha chiamato nessun insegnante...''- un ragazzo leggermente più alto di lui, capelli marrone chiaro, impomatati, pantaloni neri, scarpe lucide nemmeno fossero due specchietti retrovisori, camicia bianca... avrà circa ventiquattro anni, l'età di Jim... ma perchè ovunque vada tutto me lo ricorda nonostante io voglia buttarlo nel dimenticatoio del mio cervello per almeno qualche ora?

Se scopre che sono a divertirmi invece che al lavoro come minimo mi fa fuori. Chi cerca di farlo passare per fesso non se la vede brutta, se la vede orribile!!!

''Mycroft, fammi il piacere di farti gli affari tuoi. John, lui sfortunatamente è mio fratello, Mycroft.''- ringrazia che almeno tu c'è l'hai un fratello che ti vuole bene, idiota... quanto mi manca Harrieth. Vorrei dirle la verità in ogni momento e dopo averle scritto mi vergogno di me stesso per tutte le bugie che scrivo alla donna più importante della mia vita, ma se lo faccio lei è capace di portarmi via e nonostante la vita che ho, non voglio lasciare i miei amici e le persone a cui voglio bene.

E poi ho paura che Jim possa vendicarsi di me attraverso mia sorella.

Sherlock mi indica le scale e mi invita a seguirlo in camera sua. E' davvero magnifica, sembra la camera di un principe: scaffali pieni di libri di qualunque genere, perlopiù di chimica, anatomia e biologia, un violino, sulla scrivania un computer di ultima generazione e un altro tavolo con attrezzatura da laboratorio di chimica.

Non c'è niente che un adolesciente abbia in camera sua come poster di attori o attrici preferiti, cantanti o qualunque altra cosa simile.

Mi accomodo sul suo letto... erano secoli che non mi sentivo veramente a casa.

''Fai come se fossi a casa tua... scusa, non volevo.''- suo fratello ci ha portato del tè e anche una torta fatta in casa, ma il mio amico non ne ha toccata nemmeno una fetta invece Mycroft ne ha fatte fuori due.

Lo posso capire, è la migliore torta di mele che io abbia mai assaggiato.

''Raccontami qualcosa di te.''- chiede il mio nuovo amico. Cosa vuoi che ti dica? Sai che sono orfano di entrambi i genitori e che lavoro dalla mattina alla sera come l'ultimo degli stallieri, e quando non lavoro studio.

''Beh, non c'è molto da dire...''- inizio-:'' hai presente la favolo di Cenerentola?''

''Intendi quella ridicola quanto inverosimile storia di quel damerino che non trovava una signora che indossava scarpe composte di atomi, molecole o ioni una disposizione geometricamente regolare che si ripete all'infinito?''

Dimenticavo che è appassionato di scienze...-:''Bingo. La storia della mia vita è pressapoco quella. Solo che nella vita reale non esistono principi o principesse azzurre o rosa che vengono a salvarti, o fate con una pessima memoria che riescono a renderti le cose più facili.''

Se è solo per questo, un'altra differenza è che io ho solo un fratellastro che mi comanda a bacchetta nemmeno fossimo nell'esercito.

E meno male!!! Se avessi avuto una matrigna e un'altro fratellastro come Jim, non sarei riuscito ad arrivare nemmeno ai dieci anni di età.

Sherlock sorride... ha davvero degli occhi meravigliosi quando sorride. Il suo volto sembra più dolce: come mai hanno tutti una paura incredibile di lui?

''Ora tocca a te.''- faccio io sorridendogli.

''Tocca a me cosa?''- ma mi prende in giro o non capisce veramente?

''Raccontami qualcosa di te.''- insisto.

''C'è poco da dire... ho diciassette anni, frequento la tua stessa scuola, famiglia abbastanza benestante...''- ma dai? Non me ne ero accorto.

''E la tua famiglia?''

''Vivo con mia madre e mio fratello. Quando avevo pochi giorni mio padre è morto in un incidente aereo, e mia madre ha preso in mano le rendini dell'azienda di famiglia, anche se non so di che cosa tratti. Mio fratello aveva sette anni ed è stato lui a crescermi e educarmi, visto che mia madre non è mai in casa.''

Abbiamo entrambi la vita segnata dalle sofferenze, ma almeno lui ha avuto qualcuno che gli voleva bene e che farebbe l'impossibile per difenderlo. A me tutto questo è mancato.

Chi lo sa, magari riusciremo a curare le nostre ferite a vicenda.

''Ma allora perchè non sopporti Mycroft?''- gli domando curioso come non mai.

''Non sopporto che mi stia dietro come se avessi cinque anni e fossi incapace di badare a me stesso.''

''Lavora?''

''Studia giurisprudenza alla London University, ma ha buone probabilità di diventare l'uomo più potente di questo paese un giorno o l'altro, se non il governo stesso.''- allora in quel caso puoi chiedergli da parte mia di imballare Jim in una scatola e spedirlo al polo Nord? Ripensandoci... anche se lo spedissimo su Marte ancora non sarebbe lontano abbastanza.

''Io da grande farò il medico... e tu invece dove te ne vai dopo il diploma?''- gli chiedo. Di solito non sono così chiaccherone, ma parlare con questo ragazzo è un toccasana.

''Io lavoro gia, come consulente investigativo. Aiuto la polizia quando non sa dove sbattere la testa.''- mi risponde con orgoglio.

''Si, me lo ha detto un amico... oddio, di solito a quest'ora finisco il turno, devo correre a casa a fare le pulizie.''- dico allarmato guardando l'orologio.

Sherlock mi accompagna alla porta e di conseguenza alla fermata che mi porterà a casa. Fortunatamente Jim starà fuori casa fino a sera tardi, ora che mi ricordo e non si accorgerà che ho fatto un po' più tardi.

''E' stato bello conoscierti, sai?''- gli dico arrossendo.

''Altrettanto.''- in quel momento arriva l'autobus.

''Ci vediamo domani a scuola?''- gli domando. Ecco, ora penserà che sono stupido per l'ovvietà della domanda.

Bel lavoro John Watson.

''Ho un'idea migliore...''- fa lui dopo averci pensato su-:''Ci vediamo domani sera alle dieci e un quarto al centro della pista da ballo.''

Non posso crederci.... mi sta invitando alla festa di domani sera. 

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Capitolo 3
*** Qualcosa che lui non ha ***


 

 

Ho solo una domanda...

Jim, con la sua incredibile intelligenza che è pari solo alla sua capacità di farmi desiderare di saltare fuori dalla finestra, è a conoscienza del fatto che di solito, per pulire il pavimento si usa lo spazzolone?

Evidentemente no, visto e considerato che in questa casa non c'è nulla del genere, aspirapolvere incluso e mi tocca consumarmi braccia e gambe con secchio e strofinaccio.

Comunque sono troppo contento di aver conosciuto Sherlock... anche se non è come tutti i ragazzi che conosco bisogna ammettere che ha un suo perchè.

Tutti a scuola lo schivano come se avesse qualche malattia rara, contagiosa e incurabile, ma a me è sembrato molto simpatico.

E' intelligente come Jim... ma non è uno schiavista per lo meno.

La porta si apre... oddio, rieccolo.

''Ciao.''- lo saluto correndogli incontro per prendergli il cappotto-:'' giornata proficua?''

''Niente che ti debba interessare. E' pronta la cena?''- ora come ora vorrei dirti che anch'io sono contento di vederti, ma sarebbe una bugia grossa come la sede dell'ONU.

''Si, è sul tavolo... salmone norvegiese, contorno insalata di pomodori e vino bianco, secco.''- rispondo pronto.

''Bene... quando hai finito di lustrare il pavimento, metti a fare la lavatrice e mi raccomando... il westwood si lava solo a secco.''

Annuisco-:''Come vuoi.''- mi rimetto al lavoro, ma Jim non ha ancora finito con me.

''Portami una tazza di tè tra nove minuti. E cerca di azzeccarla stavolta: l'infusione deve durare sei minuti e trenta secondi precisi, non sei. Chiaro?''

''Certamente...''- finalmente se ne va. Metterei lui in infusione al posto della bustina di tè.... ma nella lava di un vulcano molto arrabbiato.

Spero che il tè gli vada di traverso...

Alla fine finisco e finalmente posso cenare anch'io. Chiamala cena... una scatoletta di spaghetti in scatola divorata in piedi.

''Dopo che ho lavato i piatti hai altri ordini per me?''- domando quando Jim lascia la sala da pranzo.

''No.''- senza nemmeno guardarmi in faccia-:'' dopo puoi andartene a studiare. Non ti pago gli studi in uno dei migliori licei di Londra perchè tu batta la fiacca.''

Se ti riferisci al fatto che arrivo sempre alle lezioni con un ritardo di quasi tre minuti e ho sempre un aspetto esausto, è perchè la sera faccio nottata sui libri per tenermi in pari con lo studio, la mattina mi alzo prima di te per prepararti la colazione e prima di andare a scuola devo rimettere in ordine la cucina, vorrei ribattere.

Tutto sommato questa stanzetta non è male, per essere una soffitta: ho un letto abbastanza comodo, una scrivania per studiare e anche per scrivere qualcosa.

Oltre la medicina, la scrittura è la mia grande passione: infatti, senza dirlo a nessuno ho scritto diversi racconti che sono finiti sul giornale della scuola. Nessuno sa che sono io il misterioso scrittore, ma sapere che molti apprezzano quello che scrivo è una soddisfazione incredibile.

 

 

''No, no, ti prego dimmi che non è vero...''- imploro Greg-:'' il tema del ballo di stasera è Omicidio sull'orient-express di Aghata Christie?''- a dispetto delle mie speranze il mio amico annuisce.

''Amico, cosa ci vuoi fare? Sally Donovan e il suo fidanzatino organizzano tutto e hanno deciso questo per il ballo.''- sbuffa Molly appallottolando un cartone di succo di frutta.

''Quindi, festa danzante fino a un certo punto, uno tirerà le cuoia per davvero e qualcuno dovrà risolvere il caso... una serata diversa.''- spiega Greg-:''Perchè non ci andiamo tutti e tre insieme? Voi non andate con nessuno, io non vado con nessuno...''

''Scusa, ma tu non avevi invitato Caren?''- gli faccio notare.

Caren è la fidanzata di Greg, stanno insieme da quando avevano nove anni.

Inutile che vi dica che da quando è iniziata la scuola superiore lo ha tradito talmente tante volte, che ho perso il conto. Ma Greg è troppo buono oltre ad essere follemente innamorato di lei, e nonostante il comportamento deplorevole della sua ragazza la perdona sempre anche se dice che non vuole vederla più.

Anche se mi piacerebbe che la lasciasse perdere e si guardasse intorno.

''No, io e lei abbiamo chiuso. Per sempre.''- fa Greg deciso.

''Figuriamoci, quella ti fa la faccia da cucciolo pentito...''- aggiunge Molly

''Ti dice che sei speciale, che nessun'altro uomo può ambire a prendersi il suo cuore se non tu...''- ti rimane fedele per due massimo tre giorni.... e si ricomincia da capo.

''No, dovrà svuotare una miniera di carbone con cucchiaio e tazzina da caffè se me la riprendo un'altra volta.''- sembra deciso.

''Allora andiamo insieme. Ci divertiremo un mondo.''- Molly è allegra, solare e sempre genitle con tutti. Sarebbe lei la persona ideale per Greg, altro che quella.

''John, tu vieni?''- mi chiede Greg.

''Non so se sarò della partita.''-rispondo.

Molly alza gli occhi al cielo-:''Quello ti sta ancora vessando di faccende? Ma perchè non lo mandi al diavolo?''

Lo faccio ogni giorno, a tutte le ore... mentalmente-:''E' semplice: quello è capace di ritirarmi dalla scuola e di mettermi alla porta. Ergo, niente lavoro alla caffeteria, niente soldi per l'università e andarmene da li.''

Greg ha un'espressione nauseata-:''Accidenti, che schifo...''

Amico, e lo dici a me?

''E comunque non volevo dire che non vengo... forse ci vengo, ma...''- tentenno.

''Ah, così ci vai con una persona che ti piace.''- prova Molly. Annuisco, devo essere più rosso della peperonata.

''Sai che ora ti tormenteremo per farci dire il nome, vero?''- mi avverte Greg dandomi un'amichevole gomitata-:''La conosciamo?''

''Si, la conosciete.''- confermo.

''Sono sicuro che tu e Sarah vi divertirete un mondo insieme...''- la ragazza del succo d'arancia-:'' è pazza di te. Come se non sapessi che l'unico motivo per cui svuota il portafoglio alla caffetteria in succhi di frutta è solo per poterti vedere.''

A dire il vero non me ne sono mai accorto...-:''Non è lei.''

''Allora, dev'essere Mary. Sai quella ragazza, figlia di un uomo d'affari indiano che l'ha lasciata erede di tuttala sua fortuna...''

''Ragazzi, potete dire tutti i nomi delle ragazze che frequentano la scuola, ma la risposta sarà sempre no.''- Dio, mi vergogno tantissimo, ma se sono davvero miei amici capiranno-:'' ci vado con ragazzo... con Sherlock.''

''Cosa, ci prendi in giro?!?''- Molly ha quasi gridato,Greg mi guarda con la bocca spalancata.

''No. E' tutto vero.''- mi sento davvero malissimo...-:'' sentite ragazzi, mi dispiace tantissimo...''

''Ti dispiace? E di che cosa?''- mi corregge Molly-:'' Non c'è nulla di cui vergognarsi.''

Sono incredulo e riesco solo a boccheggiare come un pesce rosso. Alla fine posso parlare...-:''Allora, non ce l'avete con me... non vi vergognate di essere miei amici?''

Greg mi da uno scapellotto-:''John, non devi dirlo nemmeno per scherzo... puoi essere etero o gay o qualunque altra cosa tu voglia.Ma sei sempre un ragazzo che nonostante quello che ha passato e passa ogni santo giorno non smette mai di combattere per quello in cui crede. Non sono mai stato orgoglioso di essere amico di qualcuno, come in questo momento.''- Greg mi abbraccia.

All'abbraccio si unisce anche Molly.

Vi amo, ragazzi. Siete tutta la mia vita e la mia famiglia.

Adesso mi sento il ragazzo più felice del mondo, perchè anche se devo lavorare da mattina a sera senza ricevere nemmeno un grazie da quello che dovrebbe essere mio fratello, ho qualcosa che Jim non ha.

Degli amici che mi vogliono bene e che sono sempre pronti a sostenermi qualunque scielta io faccio.

 

''Sono tornato.''- faccio portando in cucina le buste della spesa. Spero solo di aver preso tutto... non ringrazierò mai abbastanza Mrs Hudson per avermi regalato le uova e le arancie. Con quei soldi sono riuscito a mangiare un panino, era da stamattina che tiravo avanti con un cappuccino.

''Finalmente era ora che arrivassi. Si può sapere dov'eri finito?''

''Scusa il ritardo, ma alla casa c'era una fila pazzesca, è gia tanto se sono riuscito a tornare adesso...''- noto che ha il westwood migliore del guardaroba-:''vai da qualche parte?''

''Si, ho una riunione di lavoro e torno a mezzanotte.''- qui sento puzza di bruciato... e non è il gas-:'' è probabile che dopo io e i miei colleghi veniamo qui per discutere degli ultimi dettagli, quindi per quando torno devi aver spazzato i pavimenti, rifatto i letti, estirpato le erbaccie, battuto i tappeti, dato la cera al tavolo e lucidato l'argenteria. Oh e gia che ci sei, lava e stira i miei abiti.''

Bingo.

La sera della festa e io sono bloccato qui a lavorare.

''Senti Jim...''

''Cosa?''- quando fa il sorriso da pazzo è davvero terrificante-:''Hai per caso da lamentarti? Ti ricordo che vivi in casa mia, ti pago gli studi e provvedo al tuo mantenimento, ma non ti mantengo perchè tu non faccia niente.Queste sono le regole, se non ti stanno bene quella è la porta.''

Questa poi!!! Lavoro in casa sua da mattina a sera, lavoro alla caffetteria della scuola e nel tempo libero studio e ha pure il coraggio di dire che non faccio nulla?

Dov'è il lanciafiamme quando ti serve?

Perdonami Sherlock... ma temo proprio che non potrò venire con te al ballo, stasera. Certo che se avessimo l'uno il numero dell'altro potrei avvertirti di non starmi ad aspettare e di divertirti.

Voglio piangere... ma non posso perchè credo di aver esaurito le lacrime anni fa. 

Se ora qualche John-fan vuole fare a pezzi Jim, si accomodi pure, ma... lasciatene un pezzettino anche a me.

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Capitolo 4
*** Prendere in mano la propria vita ***


Sono le nove e Jim è uscito da almeno venti minuti. Ed è da venti minuti che sono seduto a tavola a lucidare le posate.

Tutto sommato, forse restare a casa non è male. Devo lavorare e alla fine sarò così stanco che non riuscirò nemmeno a reggermi in piedi...

Eppure è rilassante non avere Jim intorno per qualche ora.

Suona il campanello... oddio, ti prego fa che non sia lui...

''Chi è?''- chiedo schiacciandomi contro la porta.

''Apri pure, siamo noi.''- è la voce di Greg. Apro la porta tirando un sospiro di sollievo.

''Entrate, il serpente velenoso starà fuori fino a mezzanotte.''

Greg indossa l'abito della festa con tanto di fiore all'occhiello, mentre Molly indossa un meraviglioso abito blu slacciato davanti, i capelli lunghi sono sciolti stavolta e sono lisci fino alle orecchie e da li sono ricci, truccata benissimo... stasera solo un ragazzo con il cervello delle dimensioni di una formica non cascherebbe ai suoi piedi.

''Ragazzi, siete bellissimi ma... che cosa ci fate qui?''- domando. Dovrebbero gia essere a scuola per il ballo, non a perdere tempo con me.

''Che domande, abbiamo pensato di passarti a prendere per andare al ballo...''- non si è ancora accorto di niente-:'' ma perchè sei ancora in queste condizioni? Guarda che la festa inizia tra mezz'ora.''- ora se ne è accorto.

Molly m'incita-:''Dai, fatti una doccia e cambiati, ti aspettiamo.''

''Ragazzi... non ci posso venire, Jim mi ha caricato di cose da fare. Andate voi.''- non merito che i miei amici si perdano la festa più attesa della scuola per stare con me.

''Jim ha espresso il suo dissenso?''- chiede Molly-:'' guarda che me ne infischio di quello che dice quello, tu stasera vieni.''

''E chi ha avuto il coraggio di chiederglielo?''- faccio io con una faccia che dev'essere terrorizzata.

''Permesso? Non c'è bisogno del suo permesso!!!''- sbraita Greg-:'' ti prendi una serata di libertà, non può pretendere di controllarti la vita ogni secondo.''

''Ma sei matto? Se lo viene a sapere mi spara!!!''- oppure chiede al suo migliore amico, Sebastian Moran, capitano della squadra di tiro con l'arco e tiro al piattello di farlo al posto suo, dal momento che non ama sporcarsi le mani... in tutti i sensi.

''Nessuno glielo dirà.''- è evidente che non sei a conoscienza del fatto che nessuno, e dico nessuno, può andare in bagno senza che Jim lo sappia.

''Ragazzi, vi ho detto che non posso. Anche se decidessi di andare e riuscissi a rincasare prima di lui, non riuscirei mai a finire le faccende prima del suo rientro. Non ci metterà più di un secondo a capire cos'ho fatto mentre lui non c'era.''

''E scusate, ma io cosa ci sto a fare?''

''Signora Hudson, cosa ci fa lei qui?''- chiedo dopo essermi ripreso dalla mai faccia a pesce lesso.

Lei in risposta scrolla le spalle-:'' Ho saputo che il mio dipendente preferito era nei pasticci e così ho pensato di venir qui a dare una mano. Dammi la lista di quello che devi fare, mi occuperò io di tutto. Tu va a divertirti.''

''Oh, no, signora Hudson, la ringrazio ma non posso accettare...''

''Scherzi? Devi.''- fa lei con fare minaccioso-:'' fai due lavori e non hai nemmeno diciotto anni. E' ora che pensi anche a te stesso''

''Ma...''- tento io.

''Niente ma.''- che fine ha fatto la duttile, remissiva e dolce Molly Hooper che conosco?-:'' John, se non andrai a questa festa darai a Jim la prova definitiva di quello che pensa da dieci anni a questa parte: che potrà sempre fare di te quello che vuole, persino peggio di come ti sta trattando attualmente, perchè tu non ti ribellerai mai.''

''Ha ragione lei''- fa Greg. Ma ce l'hanno tutti con me stasera?!?-:'' Senti, è tanto che sopporto di vederti così ma ora basta. E' arrivata l'ora di dimostrare a quel pallone gonfiato qualcosa che molti avrebbero dovuto fare apertamente parecchio tempo fa: dimostrargli che non è infallibile.''

In altre parole mi state dicendo che devo provare a farlo passare per fesso... se non implicasse che sto per firmare la mia condanna a morte, sarebbe quasi una buona idea.

Ma sapete che vi dico? Hanno ragione loro, io faccio molto per lui, senza mai aspettarmi niente in cambio, e ricevo sempre e solo umiliazioni.

Per una volta voglio essere egoista: stasera penso solo a me stesso.

''E va bene, ci vado.''- dico sorridendo. I miei amici mi abbracciano, felici che il miracolo si sia compiuto. Ora che ci penso però c'è ancora un problema-:''Gia, ma che cosa mi metto?''

Greg ci pensa un po' su e poi suggerisce-:''Perchè non prendi in prestito un completo dall'armadio di Jim?''

Oh, adesso ne ho la certezza... amico mio, tu vuoi la mia morte.

''Scusa, hai ragione... pessima idea.''- come se avesse letto i miei pensieri.

La signora Hudson si precipita fuori di casa e ritorna dopo un nanosecondo con una scatola bianca tra le braccia-:''Credo di avere quello che fa per te, caro...''- dice poggiandola sul tavolo della cucina e aprendola-:'' era l'abito da sposo di mio marito, credo proprio che abbiate la stessa taglia.''

Faccio la lista per la signora Hudson e filo di sopra a farmi una doccia e a vestirmi.

Ripensandoci io sono messo meglio di Cenerentola... lei aveva solo una fata madrina, io ne ho a disposizione ben tre!!!

 

 

''Se Jim si accorge che ho provato a farlo passare per scemo mi riduce in segatura...''- ripeto per la terza volta mentre andiamo verso la scuola con la macchina di Greg.

Il mio amico guida, Molly è seduta accanto a lui e io sono seduto sul sedile posteriore.

Molly sbuffa-:''John, rilassati, lo sappiamo solo in tre che sei andato e ti posso assicurare che nessuno vuoterà il sacco, nemmeno sotto le peggiori torture.''

Di questo ne ero sicuro al cento per cento.

Oddio... ecco un'altra cosa a cui non avevo pensato...

''E se Jim s'insospettisce, torna prima e non mi trova?''- non mi preoccupo tanto per me, ma se scopre che Molly, Greg e la signora Hudson mi hanno coperto nel tentativo di ingannarlo, ci sono buone probabilità che li uccida, e non parlo metaforicamente.

Devo tornare indietro immediatamente, una serata come tutti i diciassettenni della Terra non vale l'incolumità delle persone a cui voglio bene.

''Ehh, ma sei paranoico allora...''- mi rimprovera Greg-:'' stai tranquillo. Mentre ti preparavi ho mandato un messaggio a Mycroft, il fratello di Sherlock.

Fortunatamente il tuo futuro cognato ha delle conoscienze importanti all'interpool: ha messo una squadra alle calcagna dell'amico nostro. Appena Jim prova a muovere un passo per tornare a casa, mi manderà un messaggio per avvertirmi, te lo inoltrerò subito e lo manderò anche alla signora Hudson in modo che possa scappare in tempo.

Appena lo ricevi, precipitati al parcheggio, io e Molly ti aspetteremo li con il motore acceso e ti riportiamo a casa a velocità della luce.''

Ora finalmente posso davvero rilassarmi...

 

Manca un quarto alle dieci e siamo nella palestra, al centro della pista da ballo... chissà se Sherlock verrà davvero o lo aveva detto tanto per prendermi in giro.

In fin dei conti, è il ragazzo più intelligente della scuola.

E' arrivato un messaggio...

Come fa ad avere il mio numero?

 

Troppa confusione di sotto.

Ti aspetto tra un quarto d'ora in laboratorio di chimica

SH

Poco male... tanto non sono un granchè come ballerino, anzi se proprio devo essere onesto sono proprio negato.

Mi avvio verso il laboratorio... di solito la scuola è ghermita di studenti e fa uno strano effetto vederla completamente vuota.

Sherlock indossa una camicia bianca, pantaloni neri e giacca abbinata, strettamente abbottonata.

''Ciao...''- lo saluto.

''Credevo non saresti venuto.''- questo a casa tua equivale a un ''Ciao, anch'io sono contento di vederti''?

''Dovevo sistemare delle cose a casa... come hai avuto il mio numero?''

''L'ho capito quando sei venuto a casa mia e hai appoggiato il telefono sulla mia scrivania. C'erano diverse traccie di sale e unto su diversi tasti del telefonino. Considerando che non hai molti amici, eccezion fatta per Lestrade e Hooper, il numero composto poteva essere solo uno dei loro.

Ricordo bene i loro numeri, visto che anch'io li conosco, e non era nessuno dei due. Sono sicuro che hai memorizzato il tuo numero quindi, e mentre lo scrivevi non avevi ancora pulite accuratamente i polpastrelli dall'unto delle patatine fritte che stavi mangiando.

L'ultima cosa che non era chiara è... perchè memorizzare il proprio numero nel proprio telefono? Facile: da quello che mi hai raccontato hai un fratellastro che ti rende la vita impossibile, ti senti solo, ma non vuoi che i tuoi più cari amici si preoccupino per te e quindi fai delle lunghe chiamate al tuo numero per sfogarti. Mi ci è voluto meno di un secondo a capire quale fosse il giusto ordine dei numeri.''

Se pensavo che Jim fosse l'essere più sadico e intelligente di questo pianeta... beh, ha trovato un degno concorrente.

''Fantastico... sono senza parole.''

Sherlock mi guarda come se avessi appena detto che uno più uno è uguale a undici-:''Sei la prima persona che me lo dice.''

''Davvero? Cosa ti dicono di solito quando metti su questo... show di deduzioni?''

Ci pensa un momento e poi risponde con un sorriso-:''Che sono un ficcanaso e che devo levarmi dalle scatole.''

Sorrido. Effettivamente se mi avesse detto queste cose in altre circostanze, non so come avrei reagito...

''E' un regalo da parte di una persona a cui tieni molto, una ragazza se non sbaglio...''- continua lui.

''E questo come fai a saperlo?''- chiedo io.

''Oh, questa era molto facile...''- questo sembra il fratello di Jim: ha sempre una risposta pronta per tutto-:'' la cover. Non è molto maschile, ma nemmeno da femmina... ma ci sono dei segni di adesivi che sono stati staccati, con un pizzico d'immaginazione si ottengono dei fiori, rose per la precisione, quindi non poteva appartenere che a una ragazza con un carattere forte per scegliere una cover così, e magari gli adesivi glieli aveva attaccati qualcuno sentimentalmente legato a lei, il suo ragazzo probabilmente.

Non credo che tu abbia una ragazza, quindi escluderei che sia stata una fidanzata a regalartelo, se fossi fidanzato non avresti accettato di venire al ballo con me e ci saresti andato con la tua ragazza.

Quindi dev'essere il regalo di una sorella dalla quale ora sei lontano, ma alla quale tieni molto e che immagino non sappia nulla di come passi le tue giornate o sarebbe tornata di corsa a prenderti e ora vivresti con lei da qualche parte.''

''Hai azzeccato tutte le tue deduzioni, eccetto che per un piccolo particolare...''- faccio io-:'' gli adesivi che ho tolto erano un regalo di Clara, la compagna di mai sorella.''

Sembra sconvolto...-:''Accidenti, avrei dovuto capirlo!!!''- è sconvolto, ma non per il fatto che a mia sorella piacciano le donne, ma per non aver capito della sua omosessualità.

''E di me cosa sai dire?''- gli chiedo a bruciapelo.

Lui mi prende le mani-:'' Palmi induriti, polpastrelli punzecchiati dall'ago, diversi graffi... si, hanno tutta l'aria di essere le mani di una persona che lavora a tempo pieno e che non ha molto tempo per riposarsi''- qualcosa che gli altri non sanno?-:'' Hai le occhiaie e delle borse, anzi direi che sono proprio valige, sotto gli occhi, questo significa che la notte dormi si e no due ore perchè dal momento che il giorno devi lavorare prima alla caffeteria e poi in casa non hai tempo per studiare. Ma sei considerato uno dei migliori della classe, quindi è escluso che tu vada a scuola senza prima aver fatto i compiti. Quindi deduco che studi la notte.

Ci sono delle callosità su entrambe le mani, ma di più sull'indice e il pollice della mano destra come se tenessi abitualmente un oggetto tra queste dita, tipo una penna... Mr1015814.''

Pure questo ha scoperto?!?

''Come hai fatto a capire che sono io?''- domando estasiato.

''Non è stato difficile, intuivo che era un messaggio in codice e che il misterioso scrittore non poteva aver usato dei numeri a caso, per i ragazzi un nickname è scielto con una precisa logica. Infatti, ad ogni numero corrisponde una lettera di cui è composto il tuo nome. Si leggono in coppie, eccetto l'otto.''

''Quindi hai letto i miei racconti... ti sono piaciuti?''- chiedo titubante. Ora che c'è una persona che sa di me, tengo molto al suo parere personale, proprio perchè mi conosce poco.

Se chiedessi a Molly o Greg mi direbbero che sono bellissimi anche se in realtà sono un obbrobrio.

''Ti dirò, penso che tu abbia un discreto potenziale, ma ti soffermi troppo a descrivere i particolari meno importanti e sembra che tu sia sempre troppo coinvolto nelle vicende dei personaggi.''

Va bene, seguirò il suo consiglio, intelligentone....

''Allora... siamo a una festa... ti va di ballare?''- mi domanda.

E' solo una mia impressione o qui fa caldo?

''Non è una buona idea... non so ballare. Anzi direi che sono proprio una frana''- e non sono troppo duro con me stesso. Alla lezione di ballo del mese scorso ho pestato i piedi all'istruttrice tante volte che ho perso il conto.

''E io odio le feste dove c'è troppa gente, ma eccoci qua.''

''Ma tu non dovresti cimentarti nel gioco di questa specie di... ballo con delitto?''

''Oh, ma per l'amor del cielo...''- m'implora lui-:'' tanto per cominciare la vittima non muore davvero, e la dinamica del delitto è stata ideata da Anderson e Donovan, che insieme hanno un solo neurone funzionante... si fa per dire. Non mi piacciono le cose scontate.''

Dal piano di sotto si sente la musica, e non è un granchè ma abbastanza per ballarla.

Sherlock mi tira a se e mi mette un braccio attorno alla vita.

Io mi abbandono a lui... adoro il battito del suo cuore, sembra che parli... sembra dire ''Sta tranquillo, ci sono io qua con te''.

Finalmente lascio andare tutti i miei nervi, e per la prima volta dopo tanto tempo mi sento davvero rilassato, protetto e al sicuro... potrei rimanere tra queste braccia, su questo petto, e morirci, almeno morirei dalla felicità.

E' intelligente come Jim, ma non è come lui... lui è un angelo, l'angelo più bello del paradiso.

''Sherlock...''- gli chiedo-:'' ti posso fare una domanda?''

''Perchè mi hai invitato alla festa visto che mi hai conosciuto da così poco?''- oh, ma tu sei un mostro!!!-:'' non lo so nemmeno io, sempliciemente mi andava di conoscerti meglio, e credo di esserci riuscito piuttosto bene.''

Altrochè, hai letto della mia vita come se stessi leggendo un articolo del Times.

E ora che ci penso... credo di avergli detto di si per la stessa ragione.

Il telefono squilla, il dispaly segna le undici e mezzo...

''Il rompiscatole sta tornando... corri!!!'', recita il messaggio.

''Oddio.. Sherlock ho passato una serata fantastica, ma ora devo proprio scappare!!!''- vorrei rimanere qui con tutto il cuore, ma se non vado subito succederà un casino che farà sembrare la terza guerra mondiale una bravata tra ragazzini.

Faccio per andarmene ma lui mi blocca.

''Dopodomani sera ci sarà una specie di ricevimento per la laurea di mio fratello a casa mia... ci sarai?''

Se non gli rispondo non mi lascierà mai e succederà un guaio enorme... annuisco tremando.

La presa attorno al mio polso si allenta fino a sparire.

Corro fuori sperando che il cielo mi aiuti a farcela in fretta.

Dio, ti prego... fammi arrivare prima di lui!!!- prego con tutto il cuore.

 

 

 

  

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Capitolo 5
*** Gli amici si proteggono ***


Questo capitolo è dedicato a tutte le ragazze e i ragazzi del fandom che odiano Anderson.

 

 

 

''Alla fine sei riuscito a tornare in tempo ieri sera?''- mi domanda Greg.

Subito dopo la mia fuga di ieri sera Greg mi ha lasciato sulla soglia della porta di servizio e se n'è andato per riaccompagnare Molly.

Arrivammo a casa un quarto a mezzanotte, quindici minuti prima che Jim rincasasse... appena in tempo per farmi una doccia veloce, rendere a Mrs Hudson il vestito e fingere di essere profondamente addormentato.

Se proprio volete saperlo, per un attimo ho avuto paura che mi si fermasse il cuore.

''E' ovvio, altrimenti non sarei ancora vivo...''- dico mentre porto ai ragazzi quello che volevano: un succo di ananas per Molly e una pepsi per Greg.

''Oggi tocca a me offrire...''- fa Greg mettendo mano al portafoglio.

''Lascia, per avermi aiutato ieri sera oggi offro io.''

Dopo un aspro conflitto durante il quale Dio solo sa cosa mi trattiene dal prenderlo a schiaffi, cede.

''Allora che hai deciso per domani sera, ci andrai a quel party?''- chiede Molly.

''Non ho altra scielta. Gli ho promesso che ci sarei stato e non posso rimangiarmi la promessa.''- rispondo io. Ammetto di essere stato troppo impulsivo e avventato ma se non gli avessi detto di si sarebbe stato un disastro.

''Anche se so gia che mi sentirò peggio di una spazzola in cucina, in un posto così elegante...''- faccio ripensando alla casa del mio... ora come lo identifico? Migliore amico o fidanzato? Lo amo? Non lo so, ma lo scoprirò presto.

''Non ti sentirai affatto fuori posto.''- mi rassicura Greg-:''Mycroft ha invitato anche me. Ti accompagno io, d'accordo?''

I miei amici sono la mia unica salvezza.

''Ma che succede?''- si domanda Molly. C'è un sacco di gente che corre verso il corriodoio degli armadietti.

Riusciamo a captare le parole Rissa e si picchiano.

Non mi tolgo nemmeno il grembiule e corro insieme ai miei amici a vedere che succede.

''Ripeti quel che hai detto se hai coraggio!!!''

''Perchè dovrei? Almeno le orecchie ti funzionano benissimo, spero.''

Questa voce è... Sherlock!!!

Ma che stai combinando?

''Ma che è successo?''- Molly sta parlando con Sally Donovan, una ragazza del quarto anno.

''Lo Strambo ha praticamente detto ad Anderson di non avere cervello.''- Strambo?!? Ma come si permette questa qui?!? Fino a prova contraria è consono chiamare la gente per nome. Non so cosa mi trattenga dal prenderla a schiaffi a lasciare delle strinature rosse e viola sulla sua pelle color del rame.

Mi faccio strada tra la folla.

E' proprio Sherlock e davanti a lui c'è un damerino con una massa di capelli impomatati. Lo conosco: è Anderson, capitano della squadra di scienze.

''Ti conviene ritirare quel che hai detto se vuoi che il tuo bel faccino rimanga tale.''

''E questa cosa voleva essere, una minaccia?''- no, Sherlock per l'amor del cielo... non farlo arrabbiare, e soprattutto non fare pazzie.

Entrambi si mettono in posizione: Anderson di attacco, il mio amico di difesa e tende le braccia davanti a se come se stesse per dare un pugno.

Devo fare qualcosa!!!

''NON FARLO SHERLOCK!!!''- urlo. La gola mi brucia.

Il mio amico mi sta a sentire, ma dopo un secondo è a terra tenendosi la mascella dolorante: Anderson lo ha colpito in pieno e ora Greg lo sta aiutando a sedersi sul pavimento freddo.

''Ti ha fatto molto male?''

''Se indovini vinci un orsacchiotto.''- risponde secco Sherlock.

''Come cervello non sei niente male, ma per il resto non vali niente, preferisci prenderle piuttosto che darle... ragazzina.''

Oh-uh... questo non doveva dirlo.

Sherlock si asciuga un rivolo di sangue che gli è uscito dalla bocca.

''Ridillo. Ad. Alta. Voce.''- scandisce parola per parola. Si sta infuriando, scosta Greg e si rimette in piedi.

''Sherlock, non dargli retta, sta solo cercando di farti arrabbiare.''- continuo. Ho deciso che non posso permettere che Sherlock si metta nei guai per aver perso tempo a fare a botte con uno che nemmeno merita di essere preso in considerazione.

Sherlock si volta verso di me, dando modo ad Anderson di prenderlo a botte.

''Incredibile, come ti sta dando retta...''- fa Greg estasiato-:'' ma come ci sei riuscito?''

Sherlock mi sta pure troppo a sentire in questo momento, non accenna nemmeno a tentare di difendersi dai pugni che gli sta sferrando.

''Ora basta, smettetela, discutetene in maniera pacifica....''- le mie gambe corrono automaticamente verso Sherlock.

Sono per terra... lo stomaco mi fa un male incredibile.

''John!!! Tutto a posto?''- Molly è molto agitata, Greg non è da meno.

Nonostante il dolore alzo gli occhi verso Sherlock... non riesco a vedere cosa c'è esattamente nei suoi occhi, emozioni miste... rabbia, odio, sconcertamento... lo sguardo di un serial killer che sta per uccidere.

Un momento dopo Anderson crolla a terra, Sherlock deve averlo colpito ma non ho capito se con un calcio o con un pugno.

''Ecco.''- commenta Sherlock-:'' così impari a fare lo sbruffone.''

Non riesco a crederci... lo ha messo K.O con un solo attacco.

Adesso sta venendo verso di me e mi tende una mano.

''Andiamo...''- mi dice dopo avermi aiutato a rilazarmi-:'' ti accompagno in infermieria.''

Che strano.

Possibile che abbia dato un colpo a quel tipo solo perchè... mi ha messo le mani addosso?

 

''Hai fatto bene a non reagire, ma potevi almeno cercare di schivare i colpi.''- dico imbevendo un pezzo di cotone nel disinfettante tenendolo con le pinzette.

Fortunatamente il pugno non era così forte, mi ha solo stordito un po'. L'infermiera è in pausa e quindi mi occupo di medicare le ferite al mio amico.

Nulla di grave, solo un labbro spaccato e qualche livido sulla faccia.

Bisognerebbe dare l'ergastolo a chiunque sfiguri o faccia del male a un viso perfetto come quello di Sherlock.

''Per prima cosa non sono molto bravo in difesa, secondo non riesco a concentrarmi quando qualcuno mi parla. Sia quando penso che quando combatto.''

Lo zittisco appoggiando il tampone sul suo labbro. Sussulta.

Effettivamente brucia un po'.

Non riuscirò mai a capire come può una cosa essere per il tuo bene quando ti fa male.

''Sei davvero un idiota, sai?''- Eremita mostruosamente intelligente, che hai detto?!?-:'' se te ne fossi stato fermo zitto e buono al tuo posto non ti avrebbe preso a pugni.''

Oh beh, scusami tanto se ti ho difeso!!!

''Perchè l'hai fatto?''- mi chiede.

Scherza, vero?

No, è troppo serio.

Risolvi crimini e leggi la vita degli altri nemmeno fossero libri aperti, ma quando si tratta di capire cose che ti riguardano da vicino sei una frana.

''Certe volte mi chiedo come fai ad essere così intelligente e così stupido allo stesso tempo...''- mi guarda con uno strano sguardo. Devo essere il primo ad avergli dato dell'idiota-:'' Non c'è una spiegazione precisa. Mi andava di farlo, tutto qui. Inoltre... gli amici si proteggono a vicenda.''

Lui però non ha mai avuto amici da quel che so e non sa che l'amicizia comprende anche aiutarti quando sei in difficoltà... il fatto che qualcuno si sia preso un pugno per difenderlo deve averlo sorpreso.

Rimedierò io.

Lo proteggerò da tutto e tutti quelli che si riveleranno una minaccia per la sua incolumità.

Dovesse essere Jim, dovesse essere Anderson.... chiunque.

''Scusa John,''- Molly è appena entrata in infermeria-:'' il preside ha detto che vuole vedervi entrambi dopo che hai finito con Sherlock.''

Oh, bene, ci mancava solo questa.

Non farà granchè bene al mio curriculum...

 

''Prego, entrate pure.''- fa la più alta autorità della scuola vedendoci sul ciglio della porta. ( il preside immaginatevelo come il sovrintendente capo a cui John ha mollato un pugno nella 2X03 -nd me)

Seduto su una sedia di fronte alla scrivania c'è anche Mycroft.

''Ciao John.''- mi saluta educatamente-:'' che sorpresa vederti qui.''- poi si rivolge al fratello-:'' tu invece non sei una sorpresa. Anzi, mi stavo preoccupando visto che era quasi ora di pranzo e nessuno mi aveva ancora chiamato.''

Deduco che il mio amico è un cliente fisso della presidenza.

Ci sediamo davanti al preside.

''Holmes, i tuoi compagni mi hanno riferito che hai dato un pugno a un ragazzo, è vero?''

''Il termine pugno è riduttivo... e poi era un uppercut.''- risponde lui incrociando le braccia. E' eccessivamente calmo e tranquillo per essere stato richiamato (nuovamente) dal preside.

Il preside si mette le mani nei capelli-:'' Signor Holmes''- e qui si rivolge a Mycroft-:'' non mi fraintenda, suo fratello dal punto di vista scolastico è un ottimo studente, raramente ho visto studenti con il suo potenziale. Il problema è il suo comportamento: non lega con nessuno, spesso bigia la scuola...''

''Il fatto che ogni tanto marini la scuola non è così strano, il 70% dei ragazzi di quest'istituto lo fa.''- anch'io avrei voluto un fratello che mi difendesse quando mi mettevo nei guai.

''Questi sono i problemi minori.''- riprende il preside-:'' risponde male agli insegnanti, convinto di saperne più di loro, insulta senza distinzione compagni, professori e bidelli, non studia le materie che non catturano il suo interesse...''

''Come se nelle domande di assunzione chiedessero Spieghi intorno a cosa gira la Terra.''- ha una faccia tosta davvero incredibile.

''... e come se non bastasse fa anche a botte a scuola.''- conclude il preside-:'' Holmes, ci vuoi spiegare che cos'hai?''

Lui non risponde.

''Senta, conosco mio fratello, se ha dato un pugno a quel ragazzo avrà avuto le sue buone ragioni. Sherlock, che cos'è successo?''

''Ho quasi diciotto anni e non devo rendere di conto a nessuno, specialmente a te.''

Ho deciso di farmi avanti-:''Signore, con tutto il rispetto... non è stato Sherlock a cominciare.''

Tutti si voltano a fissarmi.

''Spiegati meglio Watson.''- mi ordina.

''Anderson si era offeso per qualcosa che aveva detto Sherlock, e lo ha sfidato a fare a botte. Sherlock però si è rifiutato e ne ha prese. Mi sono parato davanti a lui prendendomi un pugno... lui ne ha sferrato uno solo e per difendermi!!!''- ho il fiatone.

''E' vero?''- chiedono il preside e il fratello quasi all'unisono

Sherlock annuisce sovrappensiero senza smettere di fissarmi.

''Questo cambia molte cose, signore... senza dubbio mio fratello ha commesso un errore ad insultare quel ragazzo, tuttavia ha sbagliato anche lui visto che ha deciso di reagire con la violenza e tra l'altro mettendo in mezzo qualcuno che non c'entrava niente.

Credo che per stavolta potrebbe chiudere un occhio, visto che il pugno è stato per difendere qualcuno.''- fa il fratello di Sherlock.

Il preside ci pensa su per un po', poi mi chiede-:''Watson, hai detto la verità?''

''Certo.''- confermo-:'' c'erano molte persone ad assistere, può chiedere a chi vuole.''

''E va bene, per stavolta passi...''- fa il preside-:'' comunque ti avverto Holmes, che se non ti dai una regolata il tuo nome verrà automaticamente cancellato dalla lista degli studenti che potranno accedere all'esame di ammissione all' università.''

Ha tutta l'aria di una minaccia.

 

 

''Allora, nei sei ancora convinto?''- chiede Sherlock una volta che siamo usciti dalla presidenza.

Certo che Anderson non sarà granchè contento di sapere che grazie a Sherlock si è beccato una settimana di sospensione.

Però ben gli sta.

''Convinto di cosa?''- chiedo io.

''Di voler essere amico del ragazzo più problematico e difficile di questa scuola.''- mi risponde lui-:'' Mi chiamano Lo Strambo, Lo Svitato... non ti costruisci una buona reputazione a farti vedere in giro con me, lo sai?''

Il punto è che... con te mi sento bene. Quando parlo con te, anche se di una sciocchezza, mi pare che tutto il mondo sia perfetto, vorrei che quei momenti che passiamo assieme non finissero mai.

In genere non vedevo l'ora che arrivasse la notte per andare a dormire, per cadere in un sonno profondo e senza sogni e dimenticare almeno per un po' la mia situazione... ora voglio il giorno, perchè è nelle ore illuminate dal sole che vivo il mio sogno più bello .

Ormai sei diventato la ragione per cui vado avanti.

''Che ci vuoi fare... è un lavoraccio, qualcuno deve pur farlo.''

Scoppiamo a ridere all'unisono...

Suona il cellulare.

Jim.

Oddio, cosa vorrà adesso?

 

Passa in tintoria a ritirare il vestito, domani sera ho una riunione di lavoro. E lava la macchina.

 

''Scusa, devo andare.''- di nuovo.

''Domani sera...''- mi ricorda lui.

''Certamente. Ci sarò.''

 

 

 

 

  

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Capitolo 6
*** Arriva l'amore ***


La giornata di oggi sembrava non voler finire mai, ma finalmente è arrivata la sera.

Sono le sette e tra un paio d'ore sarò a casa di Sherlock.

Io, Molly, Greg e la Signora Hudson siamo rimasti d'accordo come l'ultima volta: Mycroft farà pedinare Jim e appena ci saranno notizie del suo rientro a casa mi avvertiranno e io me la darò a gambe.

Certo che mi dispiace vedere Sherlock così.... un ora, due al massimo e poi scappare, ma ora come ora non ho scelta: se Jim sospettasse che lo sto prendendo in giro sarebbero guai più grossi di una casa e sono pronto a scommettere che non esiterebbe a prendersela anche con chi mi ha aiutato.

Non dovrà mai venirlo a sapere, nell'interesse di tutti.

Anche se spero che un giorno tutto questo finisca, chi lo sa magari dopo la fine del liceo potremmo prendere in affitto una casa, vivere insieme e fare l'università... parlo di noi due come se fossimo una coppietta di fidanzatini che fanno castelli in aria.

 

Sono gia le otto e mezzo.

Jim è uscito nuovamente per lavoro un oretta fa e mi ha avvisato di non svegliarlo domattina, perchè farà molto tardi.

Ormai dovrei essere abbastanza la sicuro.

Vado di sopra e mi faccio una doccia veloce, mi cambio... non ringrazierò mai la signora Hudson per avermi riprestato il vestito.

Anzi, non ringrazierò mai abbastanza i miei amici per quello che hanno fatto per me fino ad ora.

Mi metto anche un paio di gocce di acqua di colonia.

Domani pioverà, non la metto mai... ma è ora che cominci una vita nuova, una vera vita.

Greg non ha mentito, infatti è passato a prendermi.

''Certo che è strano essere in due, senza Molly, vero?''- gli faccio notare. Sto cercando di indagare per capire cosa prova davvero per la nostra amica.

Ricordo che allo scorso Natale, Jim è dovuto andare via per lavoro ed è stato via per tutto il periodo natalizio, e per l'occasione avevo deciso di festeggiare invitando a casa gli unici due ragazzi con i quali avevo legato negli anni delle superiori.

Gregory Lestrade e Molly Hooper.

Io e Greg eravamo in classe insieme, ma Molly faceva parte di una V diversa e perciò non si erano mai incontrati.

Si conobbero in quell'occasione. Molly sembrava davvero Cenerentola dopo la trasformazione, e credo di essermi accorto solo io tra tutti e due che Greg non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.

Da allora diventammo inseparabili.

Greg è arrossito... qui gatta ci cova.

 

La casa di Sherlock è ancora più elegante di quanto riuscissi a ricordare, con la semplice differenza che è piena di gente importante e molto benvestita.

Conciato così sembro quasi uno di loro... c'è anche qualche signorina benvestita che vede in me l'erede di qualche importante attività economica, invece non sono niente di tutto cio.

Sono solo un diciassettenne che ha perso entrambi i genitori e che si spacca la schiena tutto il giorno a tenere pulita una casa e a servire cappuccini e succhi di frutta alla caffetteria del liceo e che ogni tanto si scontra con il malumore degli altri.

Insomma, uno che non dovrebbe nemmeno essere qui e che con loro non c'entra niente.

Sono quasi tentato di tornare a casa a piedi e di dire con un e-mail o un SMS a Sherlock che non mi sono sentito troppo bene scusandomi di avergli dato buca.

Ma sarebbe come volerlo prendere in giro, lui capirebbe che ho mentito.... oddio, no!!! Jim è qui!!!

Che diamine ci fa a casa di Sherlock, aveva una riunione di lavoro.

A proposito, chissà di che cosa si occupa.

Viviamo sotto lo stesso tetto da anni e non ho mai pensato a.... ma che sto pensando?!?

Jim è qui, mi sta braccando e io penso a certe cose... devo andarmene subito da qui o come minimo nascondermi da qualche parte, anche se non è molto dignitoso per un futuro medico militare.

Ma la mia paura non riguarda me: se Jim scopre che sono qui, scoprirà anche la mia fuga da casa di due sere fa, Molly, Greg e la signora Hudson avrebbero dei seri problemi e sarebbe solo colpa mia.

Parandomi dietro ad alcuni invitati riesco a raggiungere le scale e dopo essere riuscito a gattonare fino al piano superiore, inizio a correre come se il diavolo mi stesse inseguendo... tutto sommato non è poi così improbabile e arrivao in fondo al corridoio svolto a destra e m'infilo nella porta alla fine del secondo corridoio.

Mi lascio cadere lungo la porta, respirando affannosamente... devo pensare ad un modo per uscire da qui, possibilmente evitando l'ingresso principale e di conseguenza la terribile possibilità di incontrare quell'essere viscido che si fa passare per mio fratello.

''Mycroft, ti ho gia detto che non devi entrare in camera mia senza prima aver bussato.... ah, sei tu.''- fa Sherloc uscendo dal piccolo bagno privato che ha nella sua stanza... ecco dove sono.

E' vestito in modo molto elegante, camicia bianca, pantaloni e giacca nera che gli mettono in risalto quei pezzi di ghiaccio che ha incastonati nelle orbite.

E' veramente bellissimo, e questo significa che tutte le ragazze della scuola hanno sugli occhi delle fette di prosciutto molto spesse per non accorgersi di lui.

E' più intelligente degli altri e un po' più introverso.

E allora?

Non è ne un animale selvatico ne un alieno, è un essere umano.

''Non che non sia contento di vederti ma... che cosa ci fai in camera mia?''

Cerco di cavarmela con una battuta a tema-:''Cercavo il bagno.''

Non funziona.

''Scommetto che di sotto c'è qualcosa o meglio qualcuno che ti fa letteralmente morire di paura e stai cercando un rifugio.''- ma questo che ha, il potere di jedi che legge nella mente?

''Chi ti dice che ho paura?''- faccio io cercando di controllare il tremore della mia voce.

''Me lo ha detto il tuo viso... sopracciglia che si sollevano e si avvicinano, occhi ben aperti con la palpebra inferiore tesa e le labbra stirate.''- spiega lui-:'' puoi negare l'evidenza finchè vuoi, ma ogni volta che cercherai di far credere di non star provando una certa emozione sarai sempre tradito dal tuo corpo, credimi.''

No, non ha il dono dei Jedi, solo un approfondita conoscienza degli argomenti più disparati.

''Allora, mi vuoi dire di cosa hai paura?''

Sento di potermi fidare completamente di lui... certo mi fido anche di Greg, Molly e Mrs Hudson, ma con lui è diverso.

Questa è una fiducia che si sente solo per una persona speciale, con tutti i suoi difetti e i suoi pregi, per la quale sei disposto a rischiare tutto cio che hai di più caro.

''Non c'è molto da dire... il mio fratellastro schiavista che stasera doveva essere a una riunione d'affari e che ha la pessima abitudine di rompere le ossa a chi lo delude o pensa di farlo passare per fesso, è in casa tua e se mi vede succede un casino.''

''Quindi pensavi di nasconderti qui, giusto?''- fa lui.

''Ho iniziato a correre, non ho visto bene dove andavo... non posso tornare di sotto e devo trovare un modo per uscire di qui.''- dico.

Sherlock ci pensa su per un po' e poi mi aiuta ad alzarmi-:'' So io, come possiamo uscire senza farci vedere.''

Lo guardo stranito-:''Hai detto possiamo? Al plurale?''

''Si''- fa lui aprendo la finestra che da su un enorme banano britannico.

''Guarda che sono io quello che rischia la vita, non tu. E poi tu non hai una festa?''- gli faccio notare.

''Non sono qui per me, ma per Mycroft, non si accorgeranno della mia assenza.''- ah certo... dimenticavo che ho fatto amicizia con uno che ha l'ego grande come Buckingham Palace e la sede dell'ONU messe assieme.

Il mio amico sale sul davanzale e poi salta sul ramo dell'albero che gli apre abbastanza robusto.

Mi avvicino al davanzale e lui mi tende la mano.

''Tira un attimo il freno a mano e spegni il motore, Tarzan delle scimmie... cosa vorresti fare?''- so gia la risposta.

''Fidati di me, non corri alcun pericolo.''- sono un po' riluttante, ma guardo nei suoi occhi blu ghiaccio e vedo che non mi costringerebbe a fare qualcosa che potrebbe nuocermi.

Chiudo gli occhi nel tentativo di avere meno paura, metto il piede destro sul davanzale e stendo un braccio verso l'esterno.

Qualcosa mi afferra il polso con forza... accidenti quant'è freddo!!! Ma nel corpo di Sherlock non scorre sangue come in tutti gli esseri umani?

Spicco un salto e in un secondo sono sul ramo con il mio amico.

In pochi secondi siamo di nuovo a terra... oddio, mai stato tanto felice di sentire la terra sotto i piedi.

Usciamo dal giardino: a quanto pare quella che si presentava come una serata in compagnia di pomposi snob e che sembrava destinata a nascondersi in una villa, si trasforma in una passeggiata per Londra.

Il mio amico armeggia per un po' con il cellulare-:''Avviso Greg che sei con me e che ti avvisi quando il tuo amico fa cenno di voler tornare a casa.''

''Fammi capire...''- faccio io-:'' il trucco di saltare sugli alberi...''

''E' perfetto quando hai un fratello che pensa che per tenerti in punizione mettendoti sottochiave sia sufficiente chiudere la porta dall'esterno.''- non è solo mostruosamente intelligente, un po' eccentrico, e si diverte a far passare tutti per scemi, ma è anche uno spirito libero, non sopporta costrinzioni ne intende abbassare la testa... insomma, l'esatto contrario di me.

Questo ragazzo mi piace di più ogni momento che passa... come amico, si capisce.

Almeno spero...

''Dove stiamo andando?''- domando. Vedo che siamo nel centro di Londra, ed è strano passeggiare per le vie della città senza dover essere a fare qualche commissione e a correre come un forsennato per fare in tempo.

''Ceniamo insieme.''- fortunatamente non è una richiesta, altrimenti avrebbe tutta l'aria di essere un'appuntamento-:'' conosco un ottimo ristorante...''

Entriamo in un locale che ha il numero civico 22, in Northumberland Street.

Incontro ci viene un uomo sui quaranta, barbetta, capelli lunghi legati dietro in un codino, robusto.

''Salve Angelo.''- lo saluta il mio amico.

L'uomo gli stringe la mano amichevolmente-:''Sempre senza prenotare tu, vero?''- dovrebbe essere un rimprovero, ma sorride-:'' ma un tavolo per te, c'è sempre.''

''Stasera sono con un amico.''- fa Sherlock presentandomi.

Il gestore ci fa accomodare a un tavolo vicino alla finestra... e accende una candela al centro del tavolo?!?

E' una bella serata, tutto sommato, non ho voglia di arrabbiarmi.

Poco dopo torna con due piatti di spaghetti ai funghi e del vino.

''Offre la casa.''- sorride lui allontanandosi andando a prendere gli ordini a un tavolo dove ci sono dei ragazzi dell'università.

''E' simpatico... vi conosciete da tanto?''- domando io mettendomi a mangiare.

''Diciamo di si... quando ero bambino e mia madre rincasava tardi, con mio fratello che non aveva troppo tempo per cucinare, Mycroft mi portava sempre qui a cena... questo prima che diventasse un insopportabile mamma chioccia super-iper-protettiva.

Poi tre anni fa, sono riuscito a dimostrare alla polizia la sua innocenza in un omicidio.''

''Hai dimostrato che aveva un alibi inattaccabile?''- domando curioso.

'Certo, mentre quella poveraccia veniva pugnalata alla schiena, lui stava svaligiando una casa dalla parte opposta dalla città.''

Non che tu gli abbia cambiato granchè... o per furto o per omicidio il risultato finale non è cambiato: in galera c'è stato.

''Ma poi si è ravveduto e ha riaperto il locale che nel frattempo aveva chiuso, e devo dire che da quando l'ha riaperto si mangia molto meglio.''- ma intanto lui non ha ancora toccato cibo.

Mi preoccupa: è gia magro come un attaccapanni, se non mette qualcosa di più nello stomaco rischia di ammalarsi.

Se fosse una ragazza sarebbe la tipica reginetta della scuola, fissata con gli alimenti dietetici e ipocalorici, con la bellezza e la forma, pronte a finire in ospedale per anoressia.... una di quelle per cui la bellezza estetica vale più della vita.

''So cosa stai pensando: ma io non mangio perchè credo che mangiare, respirare, dormire siano attività noiose e infruttuose.''- ma tu senti questo...

Comunque riesco a convincierlo a buttare giu qualcosa e passiamo un paio d'ore a chiaccherare del più e del meno.

Quando sto con Sherlock mi sembra di essere in paradiso, è diventato il mio punto di riferimento, il mio porto sicuro, quando sto con lui mi sembra che i miei problemi non siano poi così insuperabili... conoscierlo è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata.

Vorrei che questa serata non finisse mai...

''EHY!!!''- impreco senza accorgermene. Un ubriaco ha barcollato proprio davanti al nostro tavolo e mi ha rovesciato addosso del vino rosso.

''FUORI DAL MIO RISTORANTE!!!''- fa Angelo afferando quel poveraccio e cacciandolo in malo modo dal locale-:'' E STAI LONTANO!!!''

Sherlock si libera del tovagliolo infilato nel colletto della camicia e viene verso di me-:''Vieni, ti aiuto a ripulirti.''

Infatti, nella toilette del ristorante con l'aiuto di Sherlock riesco a far sparire completamente la macchia anche se odoro un po' di vino.

E' la prima volta che sento di essere veramente amato da qualcuno dopo quasi nove anni.

''Aspetta, sei sporco anche sulla faccia... lascia fare a me.''

Quello che accade mi prende talmente di sorpresa che non riesco nemmeno a rendermene conto.

Sherlock mi ha afferrato per la vita, tirandomi a se e ha appoggiato le sue labbra sulle mie mentre la sua lingua s'insinua nella mia bocca, esplorandola centimentro per centimentro.

Inizialmente vorrei allontanarlo e urlargli-:''Ehy, chi ti ha dato il permesso?!?''- ma poi ci rinuncio, sto troppo bene in questo momento.

E' il momento più felice della mia vita.

Mi aggrappo con forza ai suoi riccioli, come se avessi paura che qualcosa o qualcuno cerchi di portarmelo via.

Ora lo so: lo amo.

E' lui la persona che ho cercato per tutta la mia vita e che mi fa sentire completo.

Vieni principessa, ti porto via con me...

Mi sussurra alle orecchie.

Suona il cellulare.

Jim sta tornando a casa. Manca mezz'ora a mezzanotte.

Mi separo da lui, ed entrambi passiamo un minuto buono a respirare affannosamente e a perderci l'uno negli occhi dell'altro.

Un minuto in più non sarà certo la rovina...

''Perdonami... devo scappare.''- dico correndo via come un matto.

Arrivo a casa appena in tempo, di nuovo... credo ci sia qualcuno che mi protegga da Lassù.

Mi scoppia la testa dalla felicità e vorrei urlarlo a tutto il mondo. 

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Capitolo 7
*** Libertà ***


E come dice la fiaba di Cenerentola... dopo la festa danzante la gran dama scompare lasciando il posto alla ragazzina che è comandata a bacchetta dalla matrigna e dalle sorellastre.

Ma oggi mi sento davvero felice, non mi pesa nemmeno il dover essere rinchiuso in casa a fare le faccende.

Tutti i miei pensieri sono rivolti a Sherlock.

Da quando è piombato nella mia vita... è cambiato tutto: mi ha permesso di sentirmi come un ragazzo normale, la cui vita non è fatta solo di lavoro e studio, ma anche di svago.

Per la prima volta sono finito nell'ufficio del preside e per la prima volta... ho capito che cosa si prova ad essere innamorati e desiderare di proteggere a costo di rischiare tutto la persona che si ama.

Ma un giorno sento che anche questo finirà e comincerò una vera vita, una vita mia.

Anzi, una vita nostra.

Qui a Londra o da qualche altra parte non importa. Se c'è lui posso andare ovunque...

Qui al piano di sotto ho finito e ora non mi restano che le camere da letto.

La camera di Jim è ordinata come al solito, l'unica della casa che non mi mai ha dato molto da fare. L'armadio è mezzo aperto.

Non capirò mai perchè Jim spende una barca di soldi, che Dio solo sa dove trova, per vestiti tutti uguali.

A proposito di vestiti, meglio rimettere quello ritirato stamattina a posto... che strano c'è un cassetto suona a vuoto, come se avesse un sottofondo.

Incuriosito lo apro e trovo una di quelle cartelline per i documenti, verde speranza. In pochi minuti vengo divorato dalla curiosità di sapere cosa contiene, certo è violazione della privacy, ma nemmeno lui si è curato granchè dei miei diritti in questi anni.

La apro e subito mi pento di averlo fatto.

E' piena di foto di Sherlock: quando suona al violino, prese per strada come una candid camera, a lezione... c'è n'è per tutti i gusti.

Una è segnata con una x e c'è il segno di un coltello o cumunque di un oggetto contundente.

C'è anche una scritta.... '' O SARAI MIO O DI NESSUN'ALTRO''

A quanto pare qui c'è qualcuno che è innamorato di Sherlock fino alla follia, al punto di volerlo eliminare... e non sono io.

Sherlock è in pericolo, con tutti quelli a cui poteva interessera ha attirato l'attenzione di un pazzo psicopatico pronto ad uccidere pur di ottenere quello che vuole.

Oddio... io, però, ho attirato l'attenzione di Sherlock Holmes quindi non sono in una situazione migliore della sua...

Le gambe mi abbandonano, cado in ginocchio... oddio, sto per vomitare, lo sento, adesso rimetto tutte le schifezze che Jim ha la ''bontà'' di concedermi da mangiare e vomito.

Stavolta l'ho fatta grossa: ho disubbidito per la bellezza di tre volte a Satana in persona e ho purre fatto innamorare di me l'oggetto dei suoi desideri.

Se lo scopre non mi lascerà nemmeno il tempo di una preghiera, anzi ci ucciderà ambedue sul posto.

E Greg, Molly, la Signora Hudson... sarà una vera e propria strage degli innocenti.

Non posso rimanere ancora in questa casa, è troppo pericoloso, per me e per tutte le persone che amo.

Fuggirò stanotte stessa, ho messo da parte abbastanza denaro per permettermi di raggiungere Boston, mia sorella Harrieth. Le dirò la verità su tutte le sofferenze che ho patito negli ultimi nove anni, sono certo che mi acciglierà a casa sua a braccia aperte

So di causarle molti problemi, ma non ho scielta e poi... non posso pensare solo e sempre agli altri.

Rimetto a posto la cartellina esattamente come l'ho trovata, esco in fretta e furia da quella stanza infernale e mi fiondo nella soffitta che da diversi anni è la mia stanza.

In un cassetto del mio armadio c'è la borsa da viaggio che anni prima ho usato per trasferirmi qui. La sparo sul letto dopo averla aperta e lancio con tutte le mie energie e forze brancate di vestiti a caso, non ho tempo per scegliere cosa posso portare con me o lasciare qui.

Solo una foto che mi ritrae con i mie amici... ragazzi, mi dispiace andarmene e lasciarvi qui, conosciervi, essere vostro amico è stato uno dei piaceri più grandi della mia vita, ma non posso più restare qui, lo faccio anche per voi.

Fatta la valigia e dopo avervi cucito all'interno tutto quello che sono riuscito a mettere da parte in questi anni, mi metto a sedere sul letto.

Andarmene mi spezza il cuore... non rivedrò mai più il mio Sherlock... il ragazzo che mi ha sentire per la prima volta il sangue nelle vene, che mi ha fatto battere il cuore... se me ne vado sarà alla completa mercè di Jim.

Ma è anche vero che almeno... non avrà guai a causa mia, questo dovrebbe consolarmi almeno un po' e invece mi fa stare anche peggio.

La consapevolezza di non poter più vedere quegli occhi azzurro ghiaccio, sentire il profumo di fiori di quei riccioli d'ebano, essere stretto da un abbraccio d'amore da quelle braccia magre ma forti, e assaggiare quelle labbra che sembrano state scolpite da uno scultore greco... è peggio di una lacerazione ai polmoni.

Una ferita che fa soffrire in modo lancinante prima che sopraggiunga la morte.Vorrei davvero avere una ferita come una lacerazione ai tessuti polmonari sul piano fisico.

Almeno la mia agonia durerebbe solo un quarto d'ora, invece...

La porta d'ingresso si apre.

Jim dev'essere tornato a casa. Nascondo la valigia sotto il letto nel caso dovesse salire da me.

Certo, lui non si reca mai negli ''alloggi della servitù'', ma conosciendolo è meglio essere prudenti.

''John, vieni qui.''- scendo lentamente le scale cercando di respirare normalmente e di non lasciargli capire di essere terrorizzato.

''Desideri?''- gli domando guardandolo negli occhi. Non so perchè ma non riesco ad essere tranquillo.

Jim infila una mano in tasca... oddio, è il mio orologio!!!

Dev'essersi staccato ieri sera mentre cercavo di non farmi vedere, e lui l'ha trovato!!!

Stavolta non era una scarpetta, ma un orologio, ma anzichè aiutare i due innamorati a ricongiungersi avrebbe distrutto le loro vite.

''Sai dov'era? A casa di una persona che mi interessa e che non c'era...''- sembra un drago sputafuoco. Ho paura.

Che farà adesso? Ci ucciderà tutti e due?

No, ti prego!!!

Torturami, uccidimi, fammi quello che ti pare, ma Sherlock lascialo in pace.

''Oh, tranquillo non ti tocco...''- cosa?-:'' ma non pensare di passarla liscia. Oggi stesso lascierai questa casa e non ci entrerai mai più. Non m'importa cosa farai o dove andrai, ma ti consiglio di stare lontano da Sherlock.''

Dal momento che ti sei lavato le mani di me e della mia vita non sta a te decidere chi posso o non posso frequentare. Meglio che mi affretti a recuperare la mia borsa e andarmene di qui, prima che si renda conto che invece di danneggiarmi mi sta favorendo.

Dopo tre minuti sono fuori da casa, stavolta per sempre.

Da una parte sono ben contento di andarmene, ma dall'altra è sconforto allo stato puro.

Devo trovare un posto dove andare, un modo per continuare ad andare a scuola e mantenere l'impiego in caffetteria.

Un gioco da ragazzi, cosa volete che sia...

''John.''- mi volto e vedo Greg che corre dietro di me, raggiungendomi-:''Che ci fai con quel borsone? Non mi dirai che sei scappato di casa.''

Perchè questa bella idea non mi è venuta qualche anno fa?

''No, Jim mi ha buttato fuori di casa. Ha scoperto che ero con Sherlock, ieri sera.''- rispondo. Il mio amico sembra sdegnato da cio. Poi però si addolcisce e mi chiede-:''Hai un posto dove andare? Potresti venire a stare da me per qualche tempo.''- mi propone.

Rifiuto. Non voglio creargli altri problemi, ha gia fatto molto per me.

''Non temere, troverò un posto dove andare, non sarà facile ma...''

''Senti, se ti interessa la signora Hudson ha aquistato una casa dove c'è un appartamento libero e sta cercando degli inquilini.''- tutto sommato forse la buona sorte ogni tanto si ricorda di me-:'' non so qual'è il prezzo, ma sono sicuro che a te farà un prezzo eccezionale. Ti adora come se fossi suo nipote...''

Sono arrivato all'indirizzo che mi ha dato Greg.

221B di Baker Street, un quartiere di lusso, spero vivamente di potermelo permettere. Anche se mi andava bene anche qualcosa di più umile, mi basta avere che abbia un tetto, qualche finestra e una porta, se è una villa o una stamberga non importa.

Suono al campanello e la signora Hudson mi apre. Prima mi abbraccia e poi trattiene un imprecazione per quello che Jim mi ha fatto passare e continua a farmi passare tuttora.

La seguo fino al piano di sopra dove c'è un salotto abbastanza comodo con un camino, due poltrone, una scrivania e comunica con una cucina.

''La tua camera è al piano superiore, nel caso ti servisse qualcosa io sono di sotto.''

Questa casa è davvero bellissima, meglio di quanto potessi immaginare... forse non sarà necessario lasciare Londra e con lei, tutto quello che ho costruito in questi anni.

E' sera.

Non ricordo quand'è stata l'ultima volta che dopo cena mi sono accoccolato sul divano a fare i compiti con intorno come uniche compagnie la pace e il silenzio.

Ho gia cenato con la signora Hudson e sono solo le nove, di solito non finisco mai prima delle undici.

''Caro...''- la signora Hudson si è affacciata sulla porta-:'' c'è qualcuno per te.''

Sherlock!!!!

''Che ci fai qui?''- gli domando correndogli incontro.

''Ho saputo da mio fratello.''- e lui sarebbe un mostro privo di emozioni e sentimenti? Baggianate. In breve lo metto in guardia su cosa ho trovato in camera di Jim e che deve stare attento.

''... ti prego, sii molto cauto. A sottovalutare Jim c'è il rischio di farsi molto male.''

''Lo so. Ma sono l'unico in grado di tenergli testa, malgrado sia più giovane di lui, non devi preoccuparti per me.''- vorrei avere la sua forza, la sua sicurezza arrogante.

Parla di Jim come se si trattasse di un gioco a chi è più intelligente.

''Hai davvero intenzione di andartene?''- mi guarda come se mi volesse implorare di restare con lui.

Se me ne vado però... è solo per proteggerti. Non voglio che ti capiti qualcosa in ogni caso, ma non potrei vivere con la consapevolezza di essere stato la causa della tua rovina.

''Forse...''

''Non sarà necessario. Se quel tipo vuole la guerra.... che combattimento sia.''- fa lui risoluto-:'' vuoi aiutarmi?''

''Se ti fa piacere...''- parole che non ho nemmeno avuto tempo di pensare che le ho gia pronunciate-:'' e se non ci riuscissimo?''

''Faremo sempre in tempo ad andarcene da qualche parte, dove nessuno ci conoscie e dove nemmeno lui potrà scovarci. Io non ho nessuno d'importante qui a Londra, posso andarmene tranquillamente in qualsiasi momento.''

''E a tua madre e tuo fratello non pensi?''- gli domando.

''Tanto non succederà.''- è sicuro. E se è sicuro lui... sono sicuro anch'io, sento che andrà tutto bene.

E' mezzanotte, di nuovo, ma stavolta Cenerentola non deve scappare per non essere sorpresa dalla matrigna e dalle sorellastre. Io e Sherlock non abbiamo fatto altro che chiaccherare per tutto il tempo del più e del meno.

''E' molto tardi, non per mandarti via...''- vorrei che tu rimanessi qui per sempre, vorrei svegliarmi ogni mattina accanto a te, ogni cosa che tu faccia, anche il gesto più piccolo ed insignificante, vorrei condividerlo con te-:'' ma dovresti tornare a casa. I tuoi saranno in pena per te.''

''Li ho gia avvisati che stanotte avrei dormito a casa di un amico.''- sono così felice che tu prenda le decisioni che contano dopo avermi consultato...

Eppure sono contento.

''Anzi, facciamo una cosa... per una sera dimentichiamo tutto, va bene?''- magari... niente più Jim, niente problemi, preoccupazioni...-:'' dimentichiamoci di tutto. Tu non fai tre lavori a nemmeno diciotto anni, io non faccio il consulente investigativo fratello di uno destinato ad essere il governo inglese... tu frequenti la facoltà di medicina e io affitto barche ai turisti.''

Poi mi tira a se e preme sulle mie labbra le sue.

Come sono finito sdraiato sul divano con lui sopra di me?

Non lo so proprio... so solo che la mattina seguente mi sono svegliato ancora abbracciato a lui. 

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Capitolo 8
*** Presentazioni ufficiali ***


Potrei restare per tutto il tempo che mi rimane da vivere abbracciato a questo busto pallido e magro.

Adoro il suo profumo... sa di borotalco, latte e fiori, come la pelle di un bambino piccolo.

Sento che una delle sue mani mi sta accarezzando i capelli...mi tornano alla mente tanti bei ricordi d'infanzia.

Quando mio padre viveva ancora, la sera si accoccolava con me e mia sorella nel lettone e mentre ci raccontava una fiaba ci accarezzava i capelli.

Poi però è morto, e da allora è stato come se fossi morto anch'io, e non ho mai più provato quel senso di protezione e fiducia, la sensazione di amare e di essere riamato...

Al posto di carezze, sono arrivati solo ordini e umiliazioni. Ma nemmeno Jim ha mai avuto il coraggio di mettermi le mani addosso. Non so perchè, ma sembrava quasi che temesse che qualcuno o qualcosa potesse lo minacciasse nel caso mi avesse picchiato.

Con Sherlock, anzi ormai lo posso dire... con il mio ragazzo è tutto diverso, il mondo sembra diverso... più bello, anche se so che in realtà è un disastro.

''Buongiorno''- mi sussurra Sherlock.

''Buongiorno a te... ma che ore sono?''- chiedo senza rendermi conto che ora non sono più a casa di Jim e che non sono più obbligato ad alzarmi prima del sole per fare le mansioni di casa... adesso sono libero.

''E' ora di iniziare ad alzarci...evviva.''- fa Sherlock liberandosi dal mio abbraccio e rimettendosi la camicia che si era tolto per mettersi a dormire.... non fatevi venire strane idee, abbiamo solo dormito!!!

Vero?

In breve siamo tutti e due vestiti e usciamo di casa.

Londra stamattina sembra nuova e diversa, l'odore del gas di scarico ha un nuovo... profumo, diciamo.

Che gran cosa la libertà.

Dopo la scuola, una macchina nera si è fermata davanti all'istituto, indubbiamente è per Sherlock.

''Allora, ci vediamo domani.''- dico congedandomi.

''Ci vediamo stasera. Alle otto sei a cena a casa mia.''

Non credo di aver capito bene.

''Stasera, miracolosamente, mia madre e mio fratello saranno a casa per la cena, unisciti a noi.''

''Ma la tua famiglia mi conosce gia...''- adesso ho capito-:'' aspetta, in via ufficiale?''

''Ho letto da qualche parte che quando due persone stanno insieme, per una qualche tradizione che non capisco, devono presentarsi l'una a casa dell'altra per conosciere ufficialmente la famiglia.''

Gia... però... e se... la signora Holmes come prenderà l'idea che il suo adorato figlio ha avviato una relazione omosessuale con un diciassettenne che ha dovuto fare due lavori tutta la vita, orfano e senza alcuna famiglia, che rincorre il sogno di diventare un medico?

''E se non dovessi piacergli?''- chiedo per esorcizzare la paura.

Sherlock mi sorride.

Adoro vederlo ridere e quel volto privo da quell'espressione di uno che vuol far pagare al mondo intero chissà quale torto subito.

E mostra al mondo una persona diversa da quella che è in realtà.

Io lo so com'è davvero Sherlock: sensibile, dolce... un cuore pieno di umanità accuratamente nascosto da una corazza fredda come il ghiaccio.

E non è il mostro senza cuore che tutti descrivono.

Mi basta vedere il suo sorriso una volta, o comunque immaginarmelo, per stare bene tutto il giorno.

''Mi risulta che l'importante è che tu piaccia a me. E strano a dirsi... mi vai davvero a genio.''

Parlando di corazze di ghiaccio... a quanto pare sono stato l'unico essere umano che sia mai riuscito a scioglierla. Immagino che questo mi procuri una certa popolarità.

''Ma metti caso che non le piaccia poi così tanto.''- amico, non sei l'unico ad essere irremovibile quando ti metti in testa una cosa, che cosa credevi?

''Scapperemo.''- perbacco, hai sempre una risposta pronta. Poi sale in macchina, e lo portano via.

 

''Ti sei sistemato bene a quanto pare.''- fa Greg.

Oggi è venuto da me con la scusa di fare i compiti. In realtà abbiamo passato il pomeriggio a parlare del più e del meno.

Non ho potuto tacere e non raccontargli di quanto fossi felice per Sherlock, per me, per noi due... e che stasera avrei conosciuto ufficialmente la sua famiglia.

Persino lui sembra incredulo che qualcuno sia riuscito a catturare l'interesse e l'amore di Sherlock Homes.

E che questo qualcuno sia io, poi...

''La prossima volta organizziamo qui: voglio presentarvelo, ufficialmente.''- So gia che probabilmente Sherlock troverà in loro mille e uno difetti, ma Greg e Molly sono stati l'unico conforto in tanti anni di solitudine, sono l'unica vera famiglia che ho avuto, parte della mia vita, e vorrei tanto che facessero parte anche di quella di Sherlock.

''Finalmente sorridi. Non sai quanto mi fa piacere vederti felice. Quel ragazzo e lasciare quella casa è stato un vero toccasana.''- fa Greg.

Ha ragione: da quando Sherlock ha fatto ingresso nella mia vita, è cambiato tutto... sono addirittura finito dal preside. A proposito di Gregson, avrei voluto schiaffeggiarlo e prenderlo a pugni per aver minacciato Sherlock di non ammetterlo all'esame di maturità e successivamente a sostenere quelli di ingresso all'università.

Ma se ci riprova un setto nasale rotto non glielo leva nessuno.

In fin dei conti, il John docile ed obbediente in tutto e per tutto, ligio alle regole e a tutti i salamecchi è andato a farsi benedire.

Greg sorride-:''Cielo, mi sembra ancora un miracolo... anzi due. Prima ti liberi di quel tizio e poi avvìì una relazione sentimentale stabile. Mi sembra ieri che io e Molly ci ammazzavamo di fatica per trovarti una ragazza.''

Ecco perchè ogni tanto, con la regolarità di un compito in classe, c'era qualche ragazza molto carina che s'interessava a me... hai capito, brutti cospiratori...

''Te lo dico proprio perchè siamo amici... non mettete mai su un'agenzia matrimoniale o la bancarotta arriva come minimo dopo tre ore dall'apertura, se siete fortunati.''

Scoppiamo a ridere come due matti.

''Beh, ora ti lascio... dovrai iniziare a prepararti per la serata.''- annuisco. Sono teso come una corda di violino.

Ho davvero il timore di non piacere ai parenti di Sherlock.

In fin dei conti, loro sono una famiglia abbastanza altolocata da quello che ho visto. Ammettendo pure che non rimarranno sconvolti dal fatto che Sherlock abbia scelto un ragazzo piuttosto che una ragazza, come la prenderanno sul fatto che il ragazzo scelto sia uno che lavora dalla mattina alla sera nei lavori più faticosi, in un posto pubblico come la caffetteria di un liceo, studia e che non ha uno straccio di famiglia?

''Senti a proposito di Sherlock... te lo chiedo anche a nome di Molly...''- fa Greg improvvisamente serio.

''Se stai per chiedermi di non dimenticarmi di te e Molly, stai tranquillo. Dovresti conosciermi abbastanza bene per sapere che non abbandonerei mai le persone che mi sono care e che mi hanno aiutato.''- cerco di tranquillizzarlo.

''Questo lo so benissimo. Quello che vorrei è che... se tu e Sherlock decideste di andarvene da qui, prima avverti. Non cercheremo di fermarti in nessun modo, ma dacci almeno la chance di dirti addio come si deve.''

Lo rassicuro. Io e Sherlock non abbiamo intenzione di andarcene.

Qui abbiamo amici, parenti, anche se lui non li sopporta... non voglio rinunciare a tutto cio per colpa di Jim.

 

Sono le sette e mezzo. Tra mezz'ora passerà Sherlock a prendermi per portarmi a casa sua.

Ora non ho più paura. L'importante è che piaccia a lui, quello che pensano gli altri non conta... conta solo lui, vedere il suo viso sorridere e la luce che emanano quei diamanti che ha incastonati nelle orbite.

Un auto suona il clacson.

Mi affaccio alla finestra.

Riconosco la macchina di Sherlock.

E' in anticipo.

Scendo in fretta le scale e saluto la signora Hudson, la quale dopo avermi aiutato a sistemare meglio il colletto, mi augura di passare una buona serata.

Conosciendola starà sveglia ad aspettarmi fino a tardi per chiedermi i dettagli della serata.

Salgo in macchina sul sedile del passeggero.

''Allora... dove andiamo di bello... fratellino?''- oddio, no, ti prego dimmi che non è vero...

Invece si.

Jim è seduto in macchina accanto a me, con un sorriso angosciante e irritante allo stesso tempo.

Adesso ho capito... pur avendomi cacciato di casa non mi ha mai perso di vista, a Baker Street, a scuola e quindi sapeva anche che stasera sarei...

La mia mano scatta automaticamente verso la portiera... accidenti, è bloccata.

Dovevo aspettarmelo: Jim ha una faccia da scemo, ma tra l'averla ed esserlo c'è una bella differenza, grande come il cielo e l'oceano Atlantico messi insieme.

Adesso è davvero la fine... moriremo ambedue.

''Ora stai buono, andiamo in un bel posto ad aspettare il tuo fidanzato.''- mi ha puntato una pistola contro la tempia, sto sudando freddo...-:''Voglio proprio conosciere di persona, il principe che ha fatto breccia nel tuo cuore, Cenerentola.''

Poi la pistola svanisce, ma sento un lieve dolore, come di un ago, nell'avambraccio.

All'improvviso sento un piacevole senso di torpore diffondersi nel mio corpo...

l'ultima cosa che riesco a mormorare prima che il buio m'inghiottisca è... Sherlock, te ne prego, sta attento.

 

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Capitolo 9
*** Eravamo ad un passo dalla felicità... ***


Quanto sarà passato?

Un ora o un giorno?

Non lo so, so solo che la testa mi fa un male incredibile, come se volesse scoppiare.

''Bensvegliato.''- riconoscerei quella voce che mi fa fare incubi orrendi sia di giorno che di notte anche se l'avesse falsificata.

E' Jim.

Oddio, ricordo tutto come se me lo avessero stampato a fuoco nel cervello... e ora che farà, mi ucciderà?

''Dormito bene, fratellino?''

Noto che sono sdraiato su una panca... accidenti ho la schiena a pezzi.

E come se non bastasse ho le mani legate dietro alla schiena.

Fantastico...

''Non ti offendere Jim, ma il materasso su cui ho dormito per tanti anni è più comodo!!!''- dico cercando di far trasparire meno paura di quanta ne abbia-:''da quanto avevi capito?''

E' inutile che fingi di non essertene accorto, se c'è una qualità di te che devo riconoscere come tale è l'intelligenza.

''Dall'inzio...ho capito subito che la sera in cui Sherlock ti aveva dato appuntamento a quella festa ti ci eri recato. E' alquanto strano che in una casa dove vivono solo due uomini, aleggi nell'aria l'inconfondibile profumo che solo una donna potrebbe mettere.

E poi, quando sono venuto a vederti in camera tua ho sentito che respiravi affannosamente e tremavi, come se fossi terrorizzato.''- sono stato un autentico idiota a pensare di potergliela fare.

''Avrei potuto risolvere tutto tagliandoti la gola in quel momento... ma ho pensato che tutto sommato farti vivere con la convinzione di avermi fregato per poi vedere nei tuoi occhi a nocciola il terrore di chi sta per morire per mano dalla persona che teme di più fosse uno spettacolo che non avrei voluto perdermi per niente al mondo.''

Addio mondo... è stato bello conoscierti.

''Se avessi seguito il mio consiglio di stare lontano da Sherlock probabilmente avresti avuto qualche chance di salvarti. Ma da quando hai dormito di fianco a lui e hai attirato il suo interesse hai firmato la tua condanna a morte.''

Ah, adesso è colpa mia?!?

''Non mi dire che lo ami perchè non ci credo...''- sento la mia voce pronunciare queste parole con un tono che nemmeno pensavo di avere-:''Tu non sei mai stato bravo ad amare nessuno e io ne sono la prova vivente.''- mi fissa con rabbia, come se vedesse che qualcuno in debito con lui non lo stesse ripagando a dovere-:'' quando sono rimasto solo, darmi un abbraccio, una carezza o una parola di conforto non ti sarebbe costato nulla, se non il fiato per pronunciarla. Invece non hai esitato un secondo a rendere la mia vita peggio dell'inferno. L'unica cosa che mi ha permesso di tenere duro è stata la certezza che un giorno tutto questo sarebbe finito e il sostegno dei miei amici''- non posso fare i loro nomi-:'' Se tu ti fossi comportato meglio con me... avrei anche accettato con dolore di farmi da parte con Sherlock, per gratitudine se non per affetto, ma ormai è troppo tardi.

Sono consapevole del fatto che tu mi odi. La cosa non mi tocca, perchè anch'io ti odio e non credo proprio di riuscire a perdonarti. Vorrei solo sapere cos'ho fatto per meritare tutto il tuo astio.''

''Io lo sapevo che sarebbe accaduto...''- inizia a spiegare-:'' sapevo che prima o poi ti avrebbe notato. C'era qualcosa di strano nei tuoi occhi, e sapevo che lo avrebbe attirato.

Speravo che maltrattandoti diventassi cinico e duro, che sfogassi la tua frustrazione sugli altri e che non fossi più l'altra metà di Sherlock... la parte di lui che ragionava con il cuore. Cercavo di evitare che tu lo rovinassi... ma purtroppo vedo che tutti i miei sforzi per proteggerlo sono stati vani. Adesso è uno come tanti... un umano che ama come tutta la massa di sciocchi e stupidi esseri che si aggrappa alla stupida illusione di essere felice con un essere con un intelligenza spaventosamente nella media.''

Tu sei pazzo....

''Ma anche se non sono riuscito a proteggerlo... non significa che non possa salvarlo.''- eliminando la causa del suo degrado, è così che intendi fargli del bene?

A te non manca solo un venerdì, ma tutta la settimana!!!!

Il mio fratellastro mi afferra per i capelli e mi sbatte fuori dallo stanzino.

Scivolo fino a una specie di bordo e cado a terra, accidenti mi ha quasi rotto una gamba.

Guardo sotto il bordo e vedo che c'è un pavimento dalle mattonelle azzurre e tanta acqua che profuma di cloro.

Ho capito dove siamo, alla piscina pubblica e lo stanzino dov'ero prima una delle cabine dove la gente si cambia.

''JOHN!!!''- è la voce di Sherlock. Corre verso di me con una pistola, ma c'è qualcun'altro che ha avuto la sua stessa idea e quando è a pochi passi da me sparano un paio di colpi.

Fortunatamente erano solo di avvertimento, perchè si sono conficcate nel pavimento.

''Sherlock...''- mi volto e vedo il demonio uscire dal suo nascondiglio, parandosi di fronte a me.

''Jim...''- lo saluta il mio ragazzo tenendo la mano sull'arma che si è portato dietro.

''Che cosa adorabile... sembrerebbe quasi che quando si tratta di John passeresti tra le fiamme e ogni oceano di questa terra.''- diventa serissimo-:'' ma a me non la dai a bere. So benissimo che ha solo voluto divertirti un po' con lui. Tu sei come me, sei del mio sangue e ci apparteniamo.''

''Hai ragione. Tu ed io abbiamo lo stesso sangue, incapaci di provare sentimenti per qualcuno se non per noi stessi, e ammetto di provare qualcosa per te, forse proprio perchè sei come me...''- Sherlock... ma cosa stai dicendo?

Tutto quello che ci siamo detti erano solo bugie?

Non puoi davvero provare sentimenti per Jim... l'unica spiegazione è che tu stia delirando in balia della febbre...

Jim sorride soddisfatto, mentre il mio cuore è distrutto dal dolore.

''Ma hai frainteso. L'unica cosa che riesco a sentire verso di te è l'ammirazione perchè raramente ho incontrato persone con un intelligenza come la tua e che potessi tenermi testa, ma non ho mai provato che questo verso di te.''

''Non puoi parlare sul serio...''- fa Jim con il viso furente.

''E' così. Credici. Anzi, dimenticami da quel punto di vista. Io non ci credo che due persone con lo stesso carattere, QI e attitudini abbiano futuro. Abbiamo una personalità troppo uguale, finiremmo per odiarci tutta la vita.''

Perdonami Sherlock... avrei dovuto capirlo che stavi bluffando. Sei una continua sorpresa.

Jim mi fissa con odio, se gli sguardi potessero uccidere probabilmente a quest'ora sarei morto e risorto almeno una dozzina di volte.

Torna a fissare Sherlock-:''E va bene... prendilo e portatelo via per sempre il tuo bel cucciolo, fanne cio che vuoi, quando ti annoi gli puoi anche sparare, non m'importa. Se vuoi sprecare la tua vita con uno come tanti, sono affari tuoi. Ma ricordati bene che non ti libererai di me tanto facilmente.

Attento a te quindi... perchè non mi darò pace finchè non ti vedrò rovinato.''

''Mi stai sfidando a un duello di intelligenza a tempo indeterminato? Accetto con molto piacere.''- i due geniacci si stringono la mano e poi Jim se ne va.

Stavolta è davvero finita.

Jim ha capito che Sherlock ama solo me e anch'io l'ho capito... adesso potremo cominciare una vita insieme, una tutta nostra, qui a Londra, nel nostro appartamento a Baker Street, assieme a Lestrade, Molly, la signora Hudson e se mai faranno pace... con suo fratello.,

''E' tutto a posto?''- mi chiede armeggiando con le corde che mi immobilizzano le mani.

''Si... solo un po' di paura, ma a parte questo sto bene.''- rispondo io tirandomi su-:'' chi l'avrebbe mai detto che una cena ufficiale potesse essere così pericolosa?''

Scoppiamo a ridere entrambi.

''Dai, andiamo via''- propongo. Ma Sherlock mi blocca e mi stringe a se guardandomi dritto negli occhi-:'' posso sapere cosa mi accadrà o è top secret?''

Lo scopro immediatamente.

In breve le sue labbra premono con forza sulle mie e il suo fiato entra nella mia bocca.

Però è strano... qui non fa così freddo, allora perchè Sherlock trema come una foglia?

Sento un rumore sordo e subito dopo Sherlock si accascia tra le mie braccia, facendomi cadere sulle ginocchia. Ha un espressione sofferente in viso.

''Sherlock...''- balbetto terrorizzato-:'' che cos'hai, non ti senti bene?''

''Il petto...''- guardo la parte destra del petto e vedo che una macchia rossa vermiglia si sta espandendo a macchia d'olio su una camicia bianca come la neve.

Capisco solo adesso che... qualcuno gli ha sparato alla schiena da dietro... Jim.

Hai superato ogni limite...

Cerco di portarlo via dal bordo-piscina per metterlo in un posto più riparato, ma appena faccio per spostarlo lancia un urlo di dolore.

Meglio non muoverlo e cercare di tamponare la ferita come posso.

Gli metto una mano dietro alla schiena e gli tampono la ferita con il mio fazzoletto.

''Mi sento gia molto meglio...''- borbotta.

Perdonami per favore. E' solo colpa mia, appena ho visto quella cosa orribile dovevo andarmene da questa città, lasciarti e non saresti mai...

''No, non è colpa tua.''- mi dici come se avessi letto i miei pensieri-:'' quando ho scielto di fare il consulente investigativo sapevo che presto o tardi sarebbe finita così, ma tu hai reso questa prospettiva meglio di quanto immaginassi.''

''Ma che dici?''- adesso si che delira!!!

''Io non sono mai stato un ragazzo come tutti gli altri John e tu lo sai... mentre gli altri pensavano allo sport, ai programmi televisivi, alla musica e alla fidanzata di turno, io pensavo a come è noiosa la vita senza un assassino da inchiodare e a come sarei stato ucciso... ma immaginavo che sarei morto solo come un cane, senza nessuno a piangere sulla mia tomba...''

Adesso sono io che sto per piangere...

Sento la sirena della polizia e dell'ambulanza che ci raggiungono.

''Tu non stai morendo... lo prometto. Li senti, stanno arrivando, presto starai bene.''

Sherlock sorride nonostante il dolore-:''Ti prego dottore, non mi dire la bugia che dite a tutti quelli che sanno di star per morire ma che vogliono sentirsi dire il contrario per esorcizzare la paura. Sono riuscito ad amare qualcuno nella vita e ho raggiunto tutti i miei obiettivi. Sono pronto.''

Arrivano i medici con la barella e ce lo mettono sopra.

''Solo fammi un favore... dopo che avrò chiuso gli occhi... sia per morte, per svenimento o per anestesia, dammi un bacio.''- in quel momento chiude gli occhi e fregandomene alla grande di quello che pensano gli infermieri lo bacio a stampo.

Raccolgo il suo cellulare e vedo che gli è arrivato un messaggio.

So che non dovrei ma lo leggo.

E' da parte di Jim.

''Preferisco saperti morto che in balia di qualche stupido sentimento. Non volermene te ne prego: è solo per il tuo bene. Quando verrò anch'io all'inferno mi ringrazierai. JM''

Maledetto.... maledetto, ti giuro che me la pagherai se lui dovesse...

Mi siedo in ambulanza al fianco di Sherlock mentre le lacrime mi affogano gli occhi come un torrente in piena. 

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Capitolo 10
*** Quello che non ho saputo prima ***


Non ci fanno aspettare molto.

Appena il lettino con le ruote è fuori dall'ambulanza lo portano immediatamente dentro il pronto soccorso, mentre un infermiere grida a gran voce-:''Ragazzo, diciassette anni, con una ferita da arma da fuoco alla parte destra dell'addome.''

''Com'è la situazione?''- chiede un medico di circa trent'anni, accorso immediatamente.

''La pressione scende molto rapidamente, ha bisogno urgentemente di una trasfusione, o il destino di questo ragazzo è segnato.''- non so quanto dolore abbia provato Sherlock quando il proiettile l'ha preso, ma posso mettere la mano sul fuoco per questa cosa: queste parole fanno infinitamente più male.

Non mi permettono di entrare con lui per assistere almeno alla prima visita.

Non sono un parente e non potrei stargli accanto nemmeno se lo fossi.

Mi abbandono a una delle poltroncine della sala d'attesa nemmeno una sanguisuga mi avesse prosciugato tutte le energie vitali che mi erano rimaste.

Dopo quattro o cinque minuti, che però mi sembrano cinque secoli, vedo arrivarmi incontro Greg e Molly, agitatissimi.

Stavano dormendo, infatti hanno solo la giacca blu dell'uniforme scolastica sopra il pigiama...

''John, che è successo?''- fa Molly sedendosi accanto a me e mettendomi una mano sulla spalla per confortarmi.

Greg la imita.

In breve, gli racconto i reali motivi per cui avevo gia deciso di andarmene da casa anche senza l'intervento di Jim, che Sherlock intendeva presentarmi ai suoi, del mio rapimento e il tentativo di Sherlock di aiutarmi.

''... sembrava che fosse tutto finito, stavamo per andarcene... e poi Sherlock è andato per terra.... mi sono accorto solo dopo che era finito, gli hanno sparato alle spalle.''

Non sento quello che Greg digrigna tra i denti, ma giurerei che ha detto-:''Vigliacchi...''

''E tu non hai visto niente?''- mi domanda Molly. Faccio cenno di no, scuotendo la testa.

Ma Sherlock sapeva, ne sono certo... sono sicuro che aveva visto il cecchino e aveva intuito che gli avrebbe sparato, e nella peggiore delle ipotesi voleva morire stretto a me, ora capisco perchè tremava come se avesse la febbre.

In quel momento esce il chirurgo di poco fa.

Salto giu dalla sedia come un pupazzo a molla-:''Dottore, come sta?''

''Purtroppo la situazione è gravissima: il proiettile ha preso in pieno il polmone causando un'emorragia interna e temo che anche un rene sia messo male. Se vogliamo dargli qualche possibilità di salvarlo dobbiamo operarlo immediatamente.''

L'immagine di Sherlock su un tavolo operatorio con macchine e tubi attaccati, coperto da un telo chirurgico e magari con una cuffietta verde mi colpisce come uno schiaffo.

''E allora cosa diamine state aspettando, che sia gia morto?!?''- quasi urlo, ormai fuori di me.

Il chirurgo scuote la testa-:''Purtroppo, non più tardi di mezz'ora fa abbiamo operato un'altra persona con lo stesso gruppo sanguigno del tuo fidanzato e abbiamo esaurito tutte le scorte. Se chiamassimo la banca del sangue non faremmo comunque in tempo.''

Maledizione... devo trovare una soluzione alternativa e in fretta.

Sherlock mi ha salvato dalla disperazione e dalla certezza che avrei sempre lottato solo contro tutti, in un certo senso prima di conoscerlo era come se fossi morto.. e ora tocca a me.

E forse so anche come fare.

''Io sono donatore universale. Se lei è d'accordo posso donarglielo io.''

Il chirurgo non solleva alcuna obiezione: la situazione è troppo grave per dare peso a procedure come quelle che si fanno prima di fare una donazione.

Si, Sherlock: io donerò il mio sangue per te, dovessi svuotare tutto il mio apparato circolatorio pur di salvarti la vita.

Io non ho la minima intenzione di gettare la spugna, ma anche tu devi tenere duro.

Prima che tu svenissi mi hai fatto fare una promessa e io l'ho mantenuta.

Ora tocca a te: voglio che tu ti aggrappi alla vita con tutte le forze che ti sono rimaste.

 

Greg mi ha portato un cappuccino e una brioche al miele.

Ho donato a Sherlock 400 cl di sangue e i medici mi hanno ordinato di mangiare qualcosa.

Sono passate due ore da quando l'hanno portato dentro ed è da due ore che non faccio che pregare... Signore ti prego, non portarmi via l'uomo che amo, non proprio adesso che potevamo finalmente essere felici...

Non posso crederci, non mi sono nemmeno accorto che l'avevano ferito, era li tra le mie braccia!!!

Ho fallito, non ho mantenuto la promessa che gli avevo fatto: non l'ho protetto.

Quando mi è scivolato, ferito e sanguinante, fra le braccia è stato come se avessero ucciso anche me.

Ti supplico Sherlock, vivi.

Vivi per me, per Mycroft... non è vero che nessuno ti ama.

Se proprio non vorrai vedermi mai più, ti prometto di sparire dalla tua vita, mi accontenterò di guardarti e ammirarti da lontano, ma reagisci, combatti e vivi!!!

''Come sta, Greg?''- riconosco la voce.

Alzo gli occhi.

E' Mycroft. Anche lui ha saputo...

''Lo stanno operando in questo momento.''- è la risposta.

''John...''. si rivolge a me atono, freddo e distaccato-:''Posso parlarti in privato?''

Vorrei dire di no, ma i gesti mi tradiscono.

''Mycroft, lo so cosa stai pensando...hai perfettamente ragione ad odiarmi e mi dispiace.''- gli dico senza osare guardarlo in faccia.

''Non hai nulla di cui scusarti... non dovevo dare retta a Sherlock quando mi ha detto che avrebbe risolto tutto lui con quel tipo. Dovevo difenderlo prima, ora è troppo tardi.''

''Quindi Sherlock e Jim si conoscevano da molto?''- domando.

Mycroft annuisce.

''Si, all'inizio si erano solo incrociati per il corridoio della scuola, senza prestarsi troppe attenzioni... poi poco prima dell'inzio dell'anno successe qualcosa che era fine a farli incontrare.''

Prima che l'anno iniziasse... questa data mi rammenta qualcosa.

''Sherlock aveva stava per compiere diciassette anni, ma nonostante la giovane età possedeva, e possiede tuttora un intelligenza fredda, razionale e fuori dal comune, e come tutte le intelligenze fuori dal comune si annoiava spesso e per sfogare la noia dava una mano al dipartimento di polizia, a volte invece a persone che preferivano non affidarsi alla polizia.''

Si, lo so... mi aveva parlato che avrebbe voluto fare un lavoro un po' strano che consisteva nel dissipare misteri intricati.

''Ad ogni modo, all'inzio di quest'anno venne contattato dai genitori di una ragazza, cantante di cabaret che si era misteriosamente auto-accusata di omicidio di un industriale che l'aveva assunta per cantare al suo matrimonio. Non ci vedevano chiaro e gli avevano chiesto di investigare.

Alla fine, scoprì che si era lasciata accusare perchè il fidanzato, debitore della vittima e reale assassino, l'aveva convinta ad assumersi la colpa raccontandole che visto che era incensurata se la sarebbe cavata con un nonnulla.

Sherlock riuscì a scagionarla da ogni accusa e a far condannare il vero colpevole.''

''Ma tutto questo cosa c'entra con Jim?''- domando curioso come non mai.

''L'assassino, al processo, ammise la sua colpa ma nel tentativo di farsi dare meno anni, iniziò a gridare e strepitare che anche se lui aveva sbagliato c'era qualcuno colpevole quanto lui, se non di più, poichè aveva organizzato il crimine.

Nessuno gli credette.''

''Nessuno tranne Sherlock...''- sussurro.

Oddio, fermi tutti... all'inzio dell'anno c'è stato quell'omicidio che Sherlock crede sia stato organizzato per conto dell'assassino, e in quello stesso periodo Jim è stato fuori casa per tutto il periodo natalizio...

''E' stato Jim che ha...''- Mycroft annuisce.

Adesso ho capito perchè Jim non mi ha mai detto di cosa si occupava per lavoro e non mi ha mai permesso di guardare tra le sue carte... organizza crimini spaventosi per conto di altri!!!

Ha le mani sporche di sangue, un sangue che non andrà mai via...

''Jim non aveva mai incontrato qualcuno che riuscisse a scoprire un suo piano e s'interessò molto a mio fratello, e anche Sherlock ne era attratto, ma lo riteneva pericoloso e quindi lo teneva ad una certa distanza.Più di una volta gli ho offerto aiuto per mandare quello psicopatico dove meritava...''- si, dietro le sbarre di un carcere di massima sicurezza!!!-:'' ma Sherlock ha sempre rifiutato, dicendo che quella era una sua sfida e che l'avrebbe affrontata da solo.

Gli è sempre piaciuto stare da solo e da sempre l'hanno visto come uno da evitare.''

Sherlock non è quel mostro insensibile che credono... è dolce, sensibile, tenero... almeno con me lo è stato e non ci credo che una persona che s'impegna a favore della legge, seppur per soddisfazione personale, sia cattiva.

''E poi sei arrivato tu...''- io?-:'' da quando Sherlock ti conosce, ho visto i suoi occhi illuminarsi di gioia, una cosa che non ho mai visto in lui e non sembra più sempre arrabbiato con il mondo. Sei stato la medicina migliore che potessero perscrivergli.

Ecco perchè so che lui sta lottando per te.''

Le sue parole mi rincuorano.

Forza Sherlock!!!

So che puoi farcela.

''L'operazione è andata bene in se, ma per dire se è fuori pericolo o meno dobbiamo aspettare che si svegli.''- fa il medico.

''E' in coma?''- faccio io tremante.

''Leggero, ha il 99% di probabilità di svegliarsi.''- oddio grazie...

''Hai visto che non c'era da preoccuparsi?''- fa Greg-:'' quello ha più vite di un gatto, chi vuoi che l'ammazzi...''

Mi danno il permesso di vederlo...

dorme come un bambino, sembra così tenero e indifeso, un cucciolo da proteggere.

Gli do un bacio sulla fronte.

''Sogni d'oro... amore mio.''- gli dico. 

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Capitolo 11
*** Lieto fine ***


Sherlock dorme ininterrotamente da quasi tre giorni.

La coperta verde.acqua lo copre solo fino alla vita, ha una flebo in un braccio, le braccia distese lungo i fianchi e una mascherina che gli copre naso e bocca.

Sembra che abbia la malattia del sonno, anche se devo dire che è davvero dolce quando dorme.

Molly e Greg, oggi sono venuti a trovarti sai? E Molly ti ha anche comprato un bel mazzo di margherite per ravvivare la tua stanza. E' così spoglia...

''Come sta oggi?''- mi domanda Greg.

''E' sempre uguale.''- rispondo io-:'' dorme come se fosse la bella addormentata.''

I miei amici non vedono l'ora che tu ti svegli per poterti conoscere... e anch'io non vedo l'ora che tu ti svegli. Jim adesso è latitante, ma continuerà a fare il suo lavoro di consulente criminale... non potrò mai perdonarlo per quello che ti ha fatto.

Mai.

''Perchè non vai in sala d'attesa a riposarti un po'? Rimaniamo noi con lui.''- propone Molly.

Scuoto la testa e mi sento pronunciare-:''No. Voglio esserci quando si sveglierà.''

Mezz'ora dopo rimaniamo di nuovo soli.

Andiamo Sherlock.

Svegliati.

Fammi vedere di nuovo quegli occhi blu ghiaccio e sfoggia il tono più saccente che hai per squadrare il primo che passa di qui dal sotto in su.

Tengo stretta a me la sua mano pallida e fredda come se fosse il gioiello più ambito del mondo-:'' Ho perso il conto delle cose di cui abbiamo parlato da quando ci siamo incontrati, sai? Ma di tutto quello che volevo dirti, di tutto quello che mi sono sfogato, ho totalmente omesso di dirti due parole importantissime, anzi per la verità ne avrei da dirtene tante quante le onde del mare.

Ma credo che te le riassumerò in due parole: Ti amo.

Hai riempito la mia vita di gioia, senza di te affogavo ogni giorno di più...''

La stretta intorno alle mie dita aumenta sempre di più...

Ha aperto gli occhi!!!

Voglio parlargli, dire quanto lo amo, ma riesco solo a boccheggiare nemmeno fossi un pesce rosso...

''Come ti senti?''- riesco alla fine a domandargli, felicissimo che si sia finalmente svegliato-:'' Jim ti ha sparato e sei stato in coma per un po' di tempo... te lo ricordi?''

''Fa male...''- di sicuro si riferisce al foro del proiettile.

''Lo so, che stai soffrendo parecchio ma dovrai averci un po' di pazienza.''

''Dov'è andato a finire Morarty?''- mi domanda lui. Sembra quasi sorpreso di rivedermi ancora vivo, probabilmente credeva che Jim avesse sparato anche a me.

''E' fuggito. Adesso è latitante. Ma se lo conosco bene continuerà a fare il suo... lavoro, chiamiamolo così.''- non m'importa di quella vipera: l'importante è che ora tu stai bene, io sto bene e...

''John... io... penso che sarebbe meglio per tutti e due, in particolare per te, che tu... ti trovi una ragazza. Jim ora non è più un tuo problema, puoi riappropriarti della tua vita.''

Ma stai delirando?!?

Tu sei la mia vita!!!

Come puoi pretendere che io ti dimentichi e riesca a starti lontano?

''Ma che stai dicendo?''- balbetto-:'Jim se n'è andato, io ti amo, tu mi ami... non vedo ostacoli a stare insieme.''

''Lo dico per la tua sicurezza... hai visto cosa è successo, no? E' un avvertimento: cio che è successo a me, potrebbe accadere a te. Oggi, domani, fra due giorni.... decidendo di rimanermi accanto tu rischi la vita.''

Gli stringo le mani-:'' Se questo è il prezzo da pagare per essere felice.... lo pagherò. Io voglio solo te. Ti amerei anche se non fossi così intelligente e se non fosse pericoloso starti accanto. Ti ho aspettato per tutta la mia vita e non ho intenzione di perderti.''

''Nemmeno io voglio che ci separiamo.''- sorride Sherlock-:'' anzi sai che ti dico? Appena mi dimetteranno informerò i miei familiari della mia decisione di andare a vivere per conto mio.

Cominciamo la nostra nuova vita.''

Mi avvicino titubante a lui per stringerlo a me, cercando di essere il più delicato possibile, immagino che la ferita gli faccia male. Mi anticipa ed è lui ad abbracciare me.

Mentre lo bacio non posso fare a meno di domandarmi se sono mai stato così felice e se mai lo risarò.

So che un giorno saremo costretti a fare di nuovo i conti con Moriarty e il passato, ma perchè rovinare un momento tanto perfetto con simili preoccupazioni?

 

E' passata una settimana.

Sherlock è stato dimesso dall'ospedale ed è tornato a scuola. Sembravano tutti delusi, Anderson e Donovan inclusi, che le ferite di Sherlock non fossero poi così gravi.

Tranne Molly e Greg.

Erano troppo felici che finalmente ci siamo liberati della serpe e di vedermi finalmente felice e sereno come un qualunque diciassettenne.

Certo, non si aspettevano certo che io fossi il prescelto che avrebbe sciolto il cuore di ghiaccio di Sherlock, ma per loro importa che sia felice.

Mycroft ha accettato di buon grado che Sherlock lasci la casa paterna per trasferirsi con me a Baker Street.

''So di lasciare mio fratello in ottime mani.''- mi ha detto sorridendo quando siamo andati ad informarlo della nostra decisione. In fondo, anche Mycroft è una brava persona. Eccentrica forse, come pretende il cognome ma sono brave persone.

Anche la signora Hudson è stata felice di avere un nuovo inquilino.

Appena arrivato, ha abbracciato Sherlock come se fosse un nipote che non vedeva da anni.

''Spero che non ti disturbi il violino, mi aiuta a pensare, a volte quando penso sto muto per giorni come se ce l'avessi con te e ogni tanto mi diletto in qualche piccolo esperimento.''- mi ha avvertito mentre iniziavamo a traslocare e a mettere in ordine le nostre cose dopo aver scelto una stanza.

''Messaggio ricevuto... domani sera vengono a cena Molly e Greg. Voglio farteli conoscere.''

''La patologa e l'ispettore Lestrade?''- fa lui sorpreso-:'' pensavo di conoscerli gia o sbaglio?''

Ridacchio divertito-:''Diciamo che io ho conosciuto i tuoi, e ora voglio presentarti ufficialmente la mia famiglia. Greg, Molly e la signora Hudson sono stati il mio unico conforto in tutti questi anni, voglio che facciano parte anche della tua vita.''

Eddai, Sherlock, fallo per me...

Sbuffi e poi ti decidi-:''E va bene...''

Lo abbraccio felice facendolo inspirare bruscamente per via della ferita.

''Scusami!!!''- mi scuso immediatamente per la mia enfasi.

''Fa niente... è un dolore piacevole.''- mi sorride.

 

 

La festa è andata meglio di quanto pensassi. Greg e Molly hanno incontrato Sherlock e subito lui li ha squadrati, ma alla fine ha detto loro-:''Vi sono grato per cio che avete fatto per lui.''

Allora gli hanno sorriso.

Un dottore, una patologa, un ispettore e un consulente investigativo. Chi lo sa, magari un giorno ci troveremo ad indagare allo stesso caso tutti assieme.

Sarebbe magnifico.

A un certo punto, Greg e Molly sono spariti e siamo andati a cercarli.

Volete sapere dov'erano? Li abbiamo trovati a sbaciucchiarsi in cucina.

Beh... era ora che anche loro lo capissero.

Ci hanno lasciati a mezzanotte.

Mentre rimettevo a posto la tavola, Sherlock mi ha cinto la vita con le braccia sussurrandomi-:''Non vedevo l'ora di stare solo con te.''

Non riporterò i dettagli, ma vi posso assicurare che questa è stata la notte più bella e felice della mia vita.

 

 

 

 

EPILOGO:

Sono passati molti anni da quel giorno e posso dire di essere soddisfatto da come si sono evoluti i fatti. Ma questa storia non sarebbe completa se non si sapesse anche la fine degli altri personaggi, dico bene?

Io ho realizzato il mio sogno, laureandomi a pieni voti in medicina e ora lavoro come medico in un ambulatorio londinese. Sherlock lavora per la polizia come consulente investigativo. Viviamo ancora insieme e siamo innamorati come quando eravamo ragazzi. La convivenza ci ha dato modo di conoscerci meglio: Ogni tanto trovo pezzi umani nel frigo e per la casa, spara al muro decorandolo con la vernice spray e suona alle ore più impossibili.

Lestrade ha coronato il suo sogno: è diventato il capo della sezione investigativa della omicidi di Scotland-Yard e ogni tanto chiama Sherlock per farsi aiutare. E dal momento che Sherlock non sopporta Sally Donovan e Anderson ( ora capo della polizia scentifica) lo aiuto nelle indagini.

La cosa non mi secca, però.

Anche Molly ha realizzato le sue ambizioni: adesso è un brillante medico patologo che lavora all'obitorio del S. Barth, l'ospedale più antico di Londra ed è fidanzata con Greg. La vediamo spesso.

Manca solo Jim.

Non lo vediamo ma sappiamo che la maggior parte dei casi da noi risolti, c'è dietro lui. Un giorno lo affronteremo a viso aperto però.

Saremo pronti.

E vinceremo.

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