Don't Forget To Dream

di bianca_louis
(/viewuser.php?uid=178018)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Introduzione. ***


È strano come siano cambiate le cose in così poco tempo, ogni volta che ripenso a quanto odiavo quel dannato schermo del mio PC che ci divideva mi chiedo se quello che sia accaduto nel frattempo sia tutto vero. E se fosse solo un dannato sogno? Se fosse un sogno penso che i miei occhi rimarrebbero chiusi per sempre, non riuscirei più a tornare alla realtà tanta è la forza con cui le mie mani si aggrappano ad esso.
Prima era più dura sognare. Ci riuscivo giusto prendendo il portatile di mio padre, che ormai consideravo mio, attaccandoci le cuffie e facendo partire la loro musica.
Intanto osservavo milioni di foto e leggevo attentamente ogni news.
E se in questi momenti colmi di dubbi tornassi indietro con la mente ai giorni in cui, durante il tragitto che dalla mia scuola mi portava verso casa, piangevo come una bimba pensandoli, cerco di rielaborare ogni istante del presente per assicurarmi che il sogno sia stretto con presa abbastanza potente, in modo che non mi sfugga in qualche istante di distrazione.

Una voce mi risvegliò dai miei pensieri: « Alexia! Corri, non puoi immaginare chi…! »

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Erano davvero i miei idoli?
Non potevo crederci, era tutto surreale.
E mentre una folla di ragazzine ossessionate li travolgeva, non riuscii ad andare verso di loro, pensavo solo a come si potessero sentire in mezzo a tutte quelle ragazze che non stavano facendo alla mia vita –si, perché loro erano la mia vita in tutto e per tutto - altro che del male.
Così decisi di trovare un modo per liberarli da quella stretta di fans inferocite.
Dopo qualche minuto arrivò la soluzione.
Così mi misi a urlare a squarciagola qualcosa che non ricordo precisamente, ma so per certo che essi furono insulti, molto pesanti, da cui poi derivò nient’altro che senso di colpa. In questo modo però l’attenzione della folla venne attirata su di me e subito venni travolta.
Speravo con tutto il cuore che i ragazzi avessero capito. Capito che l’avevo fatto per il loro bene, non pensavo nessuna delle parole uscite dalla mia bocca.
Rachel mi venne incontro disperata, almeno lei aveva capito cosa stavo cercando di fare. Quando riuscì a tirarmi fuori da quella mandria di bambine, ed il che fu un miracolo, corsi dai ragazzi, non volevo far altro che spiegarmi.
Ma loro avevano compreso già tutto, lo si capiva dalla dolcezza che traspariva dai loro occhi, dai loro sorrisi.
Ecco, era un sogno, tutto un dannato sogno, lo sapevo.
Osservai gli occhi di quei cinque ragazzi con attenzione, poi vidi ogni cosa diventare nera, cupa come i giorni prima di questo.
Il che però durò qualche secondo, poi mi ripresi e rimasi per qualche minuto a osservarli.
Erano magnifici, perfetti.
Le prime parole che uscirono dalla mia bocca si unirono formando un’assurda richiesta: gli chiesi se potevano cantare. Alla fine però non mi pentirò mai di quelle parole, visto che dopo la divertita reazione che ebbero, esaudirono la mia richiesta.
Ad ogni nota il mio cuore batteva più forte: ormai l’avevo capito, le loro anime erano angeli, inutile negarlo. E il destino era stato davvero benevolo con me, se mi aveva provvisto di ben cinque angeli custodi.

***

Cavolo, avevo perso il cellulare in mezzo a quella folla.
Ero certa che i miei genitori mi avrebbero come minimo uccisa, così, mentre tornavo a casa urlando di tanto in tanto per l’emozione provata, iniziai a riflettere su come poterlo ammettere.
« Sono in casa! »
Appena chiusa la porta, corsi fino alla mia camera, accesi il computer ed entrai su Twitter.
Freneticamente guardai se qualcuno mi aveva cercata. Niente, nessuna novità.
Passai la maggior parte della serata a scrivere una lettera a Niall che non avrebbe mai letto.
E se anche l’avesse letta? Non sarebbe cambiato molto, non ero né la prima né l’ultima a scrivergli lettere.
Una delle tante, una sciocca tredicenne che aveva già vissuto il suo sogno.
Appena anche mio padre rientrò in casa ci riunimmo tutti per cena.
Ecco, quella era la mia parte preferita della giornata, si parlava un po’ di tutto e mi sentivo davvero bene!
Era l’aria di casa che mi mancava sempre dopo essere stata fuori tutto il giorno.
« Oggi com’è andato l’incontro con quei cinque ragazzi? »
Mio padre non voleva proprio capire che non erano ‘’cinque ragazzi’’ erano la mia vita.
« È andato benissimo. Ho realizzato il mio sogno».
Non avevo parole per descrivere la giornata di oggi, era il giorno in cui il mio sogno si era avverato, e non l’avrei scordato mai. Era stato per poco, ma non avrei mai dimenticato quel momento. Il momento in cui mi trovai tra le braccia di Niall, il suo odore l’ho ancora impresso nella mente. Il calore che mi trasmesse fu qualcosa di unico.
« Sai papà, loro per me non sono cinque normali ragazzi, sono speciali, forse anche a te e mamma sarà capitato di avere un idolo, uno che amavate. Spero voi capiate questo, non saprei come spiegarvi le emozioni che provo altrimenti »
Avevo gli occhi lucidi, ma non avevano ancora capito quanto quelle cinque meraviglie valessero per me.
Eravamo immersi nel silenzio più assoluto, aspettavo che dicessero qualcosa ma evidentemente non volevano capire.
Poi ci fu la suoneria del telefono di casa a interrompere i miei pensieri, quei monologhi interni di cui nessuno sapeva l’esistenza.
Mi alzai da tavola per andare a rispondere ed appena fuori dalla cucina li sentii parlare, non so esattamente di cosa, ma avevo sentito il mio nome, ed il che non pronunciava niente di buono.
Quando alzai la cornetta rispose una voce roca, ma ancora da bimbo.
« Ciao! Sono Harry Styles, vostra figlia è in casa? »
Il cuore iniziò a battere all’impazzata, era per caso uno scherzo?
« In realtà sono proprio io! »
« Oh, scusa … »
« Alexia! Non mi ero nemmeno presentata scusa, ma in realtà non pensavo vi sareste mai ricordati di me, sono solo una fan come tante in fondo. »
« Una come tante? Ogni directioner per noi è speciale. E tu lo sei ancor di più. Eri lì per noi piccola oggi, ed hai fatto un gesto magnifico! »
Non pensavo che il mio cuore potesse sopportare un battito tanto accelerato.
« Ehm, Harry, grazie. Oggi non ho avuto l’opportunità di dirvi grazie, per tutto quello che avete fatto per me finora. Avete realizzato il mio sogno abbracciandomi anche per un solo istante. Però, potrei sapere per quale motivo ora mi trovo al telefono col mio idolo e perché lui abbia il mio numero di casa? »
« Ecco, questa mattina non hai perso il telefono, ma qua qualcuno ha avuto la bella idea di prenderlo dalla tua tasca ‘’in prestito’’ per poterti rivedere! Così ho cercato il tuo numero di casa nella rubrica per avvisarti.»
« Harry. Sai che io vi amo? Ora devo finire di mangiare, però, ecco… potrei avere il tuo numero? Giusto per poterti risentire, almeno un’altra volta e realizzare che sia tutto reale. »
« Certo »  Mi diede il numero che mi scrissi su un pezzo di carta.
« Bye guy, I love u too much. »
« Di’ a tutti che li amo, e non è una parola qualunque. È un sentimento vero che ora invade il mio cuore, su cui sono tatuati i vostri cinque nomi. »
Così dicendo, interruppi la chiamata e il ‘Biip Biip’ riempì il nulla più assoluto che si venne a creare dopo aver sentito la voce di Harry Styles.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Quando tornai a tavola i miei genitori erano in silenzio, ancora come quando mi alzai le loro labbra erano serrate e i loro occhi mi fissavano in modo che non poteva di certo essere rassicurante.
Fin quando finimmo di mangiare mi ritrovai i loro occhi puntati addosso; dopo aver sparecchiato salii di fretta per le scale e, appena entrata in camera, mi buttai sul letto.
Passai un paio di minuti a cercare il cellulare per inviare un messaggio ad Harry, poi ricordai di averlo ‘’perso’’.
Così corsi da mia madre e le chiesi il suo.
Dopo qualche minuto riuscii a formulare bene il testo del messaggio:
‘Ehi  Mr. Styles, qua muio dalla voglia di rivedere i miei idoli.
Domani se volete potremmo fare colazione insieme.
So di essere un pezzo di troppo, scusatemi.
Dopo aver controllato l’agenda avvisami superstar!
-Alexia
Ps. Il telefono preistorico di mia madre sembra essersi rivelato utile per la prima volta nella storia dell’umanità!’
Lo rilessi un miliardo di volte, poi premetti invio.
Era fatta, o la va o la spacca.

Dopo mezzora ricevetti la risposta e penso che tutto il palazzo sentì il mio urlo.
‘Va benissimo per domani stella, passiamo a prenderti noi a casa e ti portiamo in un bel posto, spero ti piaccia fare colazione all’italiana! Notte splendore.’

Quella notte fu la più lunga di sempre, ma ciò che sarebbe avvenuto la mattina seguente mi avrebbe ripagata dell’attesa.
***

7:30 di mattina.
Non sapevo quando i ragazzi sarebbero passati a prendermi, così mi svegliai presto e cercai di prepararmi al meglio.
Una doccia veloce avrebbe di certo rinfrescato i miei pensieri, e dopo tutto quello che era accaduto in sole 24 h mi ci voleva proprio. Uscita dalla doccia cercai velocemente di vestirmi.
Una canotta, un maglioncino e pantaloni corti: l’ideale, volevo apparire semplice, così com’ero.
I miei capelli rossi quella mattina erano particolarmente privi di forma, così presi un codino e li raccolsi in un’ordinata treccia che posai sulla mia spalla destra.

Una volta che fui pronta, lanciai un’occhiata veloce all’orologio: 9:57.
Aspettai sul divano, distesa comodamente mentre guardavo la TV.
Dopo una manciata di minuti suonò il campanello: i miei cinque angeli custodi erano fuori dalla porta di casa mia, solo per me.
Mentre andai verso la porta feci un veloce check-in allo specchio, era tutto a posto.
Quando aprii la porta, i loro sguardi posati sul mio esile corpo mi imbarazzarono come non mai.
Ma appena osservai i loro sorrisi così rassicuranti, ogni altra sensazione sparì per far posto alla calma.
« Hi guys! »
« Ciao bellezza! » esclamarono in coro.
« Dove si va? »
« Sorpresa, chiudi gli occhi e aspetta di essere in macchina prima di riaprirli! » Louis fu il primo a rispondere.
Chiusi gli occhi e non appena tutto il mondo divenne buio, due vigorose braccia mi sollevarono da terra, mentre tutti quanti iniziarono a ridere.
Le loro risate erano magnifiche, non mi sarei mai abituata ad esse, avevo i brividi nell’ascoltarle.
Riconobbi la risata più vicina. Era Louis. Appena si accorse che avevo i brividi la sua stretta si fece più forte, la mia testa poggiava sul suo petto, potevo sentire il battito del suo cuore, sembrava andare in sincronia col mio.
Era mai possibile che il suo cuore stesse battendo forte quanto il mio? Era solo un impressione probabilmente.
Arrivammo subito alla macchina, mi aspettavo una Limousine, una macchina lussuosa, ma mi trovai davanti una semplice Mini Couper, probabilmente la loro intenzione era quella di attirare meno attenzione possibile.
Quando entrai e mi lasciarono aprire gli occhi, mi ritrovai in mezzo a loro, al loro caldo abbraccio.
Mi misi a ridere e loro mi seguirono a ruota.
Poi ricordai, avevo un regalo per ognuno di loro. Le sorprese che avevo preparato nella speranza di incontrarli, ma che il giorno precedente non ero riuscita a consegnare.
« Ragazzi, appena arriviamo avrei delle piccole sorprese per voi! »
Vidi gli occhi di Liam brillare come un bambino che aspetta di aprire il proprio pacco a Natale.
Quando scendemmo dall’auto fu una corsa contro il tempo, era come giocare a nascondino.
Entrammo in casa loro. Era uno spettacolo, un po’ come le case che ti immagini abbiano le persone ricche, solo ancora più grande.
Era un mondo nuovo quello che vedevano i miei occhi. Un mondo meraviglioso.
Quando ci sedemmo a tavola Harry portò brioches e cappuccino.
Prima di mangiare li fermai.
Presi la borsa e ne tirai fuori cinque sacchettini.
« Ecco Zayn, questo è per te »
Era uno specchio, qualche tempo fa con i pennarelli per vetro scrissi sopra ‘U are beautiful even if u don’t look at the mirror all the time’
Quando gli altri ragazzi lo guardarono scoppiarono a ridere.
Per secondo aprì il pacchetto Liam, che trovò un enorme Buzz Lightyear con la sua faccia.
Mi guardò e sembrò entusiasta: un bambino col giocattolo nuovo.
Quando Louis aprì il suo trovò un cartellone enorme, c’era scritto ‘U are perfect, to me’
Mi abbracciò all’istante e le mie gambe iniziarono a tremare.
Per Harry avevo ricamato su una giacca la frase
‘I want u in my life’
Mi sentii in enorme imbarazzo in quell’istante. Eppure bastò un suo sorriso per rendermi più sicura di me.
Per ultimo ci fu Niall.
Avevo scritto una lettera per lui prima di averlo mai visto.

‘Niall, tu colori i miei giorni con le tue cavolate.
Spesso ti sogno, sai? Sogno di poterti abbracciare almeno una volta nella mia vita; altro che settimo cielo, mi sentirei al decimo tra le tue braccia.
Penso che potrei svenire solo guardandoti negli stessi occhi in cui mi perdo ogni volta davanti allo schermo del mio PC, ormai pieno di tue foto.
Ogni fan sogna di passare una vita intera al tuo fianco, e non nego che accade anche a me di fantasticare in questo modo; ma mi basterebbe un solo abbraccio.
Nient'altro. E se il momento in cui mi troverò tra le tue braccia non arriverà, mi basterà sapere che ci sei, che sei felice.
Sappi che attraverserei l'intero universo per riportare il sorriso sul tuo volto in caso lo perdessi. Perchè meriti ogni cosa buona su questa terra.
Tu riesci a lasciarmi senza fiato.
Sei fantastico, lo giuro.
Nel tuo modo di essere c'è della magia.
Nel tuo sguardo c'è della magia.
IN TE c'è della magia.
Ti donerei la luna se potessi, quella luna che da bambina pensavo fosse fatta di formaggio, come nei cartoni.
Ed è sempre in un cartone che tempo fa trovai il mio sogno: avrei voluto che qualcuno mi dedicasse una stella, una piccola stella che non sempre si vede, una di quelle che si trova al fianco di una con maggiore importanza che illumina tutto il cielo con la sua luce.
Ecco, la stella più grande e brillante saresti tu. La stessa che coi suoi sorrisi illumina i miei giorni.
Tu che sei una stella che risalta in mezzo ad altri milioni di piccoli punti bianchi nel cielo notturno, una stella che brilla di luce propria.

E io ti amo, sai? Forse è scontato, ma è così.
TI AMO NIALL JAMES HORAN.
Ti amo così come sei e lo stesso fanno mille altre ragazze.
Quindi non desiderare mai di cambiarti, MAI, per nulla al mondo.
Rimani così, per sempre.
Forse sto chiedendo troppo con quel ''per sempre'' ma grazie a te piccola grande stella ho scoperto che l'eterno esiste davvero.
Perchè l'amore nei tuoi confronti è PER SEMPRE. Potrò riporlo in un angolo del mio cuore, potrò nasconderlo, potrà sbiadirsi o perdere intensità, ma non svanirà MAI.
E quindi ti amo, ora e sempre.
Anche se non mi ricorderai, anche se non leggerai questa lettera.
IO TI AMO. E TI AMERÒ. PER SEMPRE.’

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


« Ale ora basta però » sentii Niall parlarmi fuori dalla porta.
***

Appena Niall aveva alzato lo sguardo da quei fogli su cui erano scritti nero su bianco i miei pensieri, in preda alla paura del suo giudizio, mi avvicinai ad Harry e gli chiesi dove si trovava il bagno, appena riuscii a capire almeno le prime parole in modo da sapere in quale direzione cercare, corsi di sopra.
Il problema è che a causa della mia sbadataggine caddi per le scale e la mia caviglia non fu molto felice di ciò.
Non riuscivo bene a muoverla, ma comunque mi rialzai e mi infilai in bagno, così chiusi la porta a chiave.
Sentivo i ragazzi che di sotto si chiedevano dove fossi finita, finchè Hazza non disse che probabilmente ero in bagno.
Tutti e cinque corsero su e così ora mi trovo con cinque carote che bussano alla porta del bagno in cui mi sono rifugiata e che mi gridano di uscire: il sogno di ogni Directioner!
Ad un certo punto sentii dei passi, probabilmente stavano scendendo tutti.
Poi sentii qualcuno parlarmi.
« Senti Ale esci di là, non posso sapere cos’hai scritto a Niall ma non possono che essere belle parole.
Pensa a come possa stare lui ora che sembra che tu ti vergogni dei tuoi pensieri.
Buttati e basta, o esci o mi fai entrare, almeno parliamo con calma »
La sua voce era una camomilla per me: Louis era davvero in grado di calmarmi, così aprii la porta.
Quel Kevin formato gigante si buttò tra le mie braccia e giurai a me stessa che non avrei mai interrotto un suo abbraccio.
I suoi abbracci erano come il bacio della buonanotte che ti dà la mamma ogni sera da piccolo, come la storia della buonanotte o il lecca lecca che ricevi dopo essere andato dal dottore.
Era speciale, era magico: tutto qua.
Era come se l’avessi stretto tra le mie braccia altre mille volte prima di questa, come se i miei sogni fossero stati reali.
Non ci volle molto prima che le gambe mi iniziassero a tremate e quando Louis se ne accorse mi fece sedere sul bordo della vasca e andò a chiudere nuovamente la porta a chiave.
E più passava il tempo e meno pensavo alla mia caviglia, che sembrava in realtà non avere nulla di che, così smisi di preoccuparmi.
In seguito iniziammo a parlare.
« Ale, cosa c’era scritto di tanto grave in quella lettera che ti ha costretta a venire fin qui e isolarti da noi? »
« C’erano scritti semplicemente i miei pensieri, ma non so cosa lui possa pensare di essi... »
« Niall non potrà che essere felice, vedrai: ora scendi, io ti starò vicino! »
Così mi convinse e scendemmo.
Appena arrivai al piano di sotto Niall mi venne incontro, e quando mi fu davanti mi persi nei suoi occhi color ghiaccio, lui mi scostò i capelli scuri dal viso e mi diede un bacio sulla guancia, poi mi sussurrò all’orecchio.
« Era bellissima la lettera, ti voglio bene piccola »
Okay, Niall Horan ti ha chiamato piccola. Ale, mantieni la calma.
In realtà non riuscii a resistere dall’abbracciare quell’angelo.
Lui mi strinse talmente forte da togliermi il fiato.
Era un momento perfetto.
Poi Louis passò di fianco a noi e urlò ‘Vas Happenin’ boys?!’
Ma capì subito che non avrebbe dovuto farlo.
« Louis William Tomlinson, come osi rubare le battute ormai da tempo col copyright del qui presente Zayn Jawaad Malik?!
Riceverai ben presto notizie dal mio avvocato! »
Tutti scoppiammo a ridere e così l’attenzione che Niall ed io avevamo l’uno nei confronti dell’altra un momento prima in quell’istante si disperse.
Poi qualcuno da dietro mi poggiò un braccio sulla spalla, era Liam.
Mi girai e gli scoccai un bacio sulla guancia.
Era tutto vero, non più uno di quei sogni che svanivano appena aprivo gli occhi.
Alla fine, quando ci ricordammo della colazione, essa si era già raffreddata e le brioches erano ormai dure.
Così mi proposero di restare per pranzo, anche se desiderai che mi chiedessero di restare anche per cena e poi per sempre.
Perché loro erano la mia felicità, il mio sogno e ora anche la mia realtà, cosa avrei potuto volere di più?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1087063