A Family to Complete

di Klaineinlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Titolo: A Family to Complete

Rating: verde, ma forse potrebbe cambiare in Giallo. Niente Angst questa volta, forse una spolveratina appena.

Numero capitoli: Cosa ancora da definire.

Aggiornamenti: spero in due aggiornamenti a settimana.

Note: Per questa storia mi sono ispirata a delle gif su tumbrl che però adesso non trovo più ma tempo fa feci uno “stamp” che è questo: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=305464086190339&set=a.292006787536069.63232.243771392359609&type=3&theater

 

Alice Hummel: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=337625652974182&set=a.292006787536069.63232.243771392359609&type=3&theater

 

Disclaimer: (ci tenevo troppo a scrivere una cosa del genere) Glee e i suoi personaggi non mi appartengono anche perchè se fossero stati miei sicuramente Kurt sarebbe partito per la Nyada insieme a Blaine che si sarebbe diplomato con lui e Ryan Murphy sarebbe finito sotto al treno con cui Rachel Berry è partita.

 

 

 

 

Kurt Hummel si riteneva soddisfatto della sua vita. Dopo essersi diplomato a Lima e aver frequentato l’università in Columbia, era riuscito trovare lavoro a New York come assistente personale dell’editore capo di uno dei più importanti giornali di moda della città. Il Mode.

Aveva solo venticinque anni, ma aveva già una vita completa.

 

A diciannove anni, partito verso la grande mela, aveva trovato l’amore, Josh.

Josh aveva già ventisei anni quando conobbe Kurt, ancora un principiante di quella grande città, così il ragazzo non ci mise molto a conquistarlo.

D’altro canto, Kurt era ancora un po’ un ingenuo, e non era mai stato effettivamente innamorato, quindi si lasciò condizionare dalle belle parole e dalle carezze del ragazzo.

La relazione tra i due nei primi mesi procedeva al meglio: Kurt credeva di essere andato seriamente in paradiso dal momento che aveva un lavoro, un fidanzato e una casa tutta sua pagata a spese dell'altro.

Quanto Kurt compì ventun anni, Josh chiese la sua mano e Kurt, che credeva a quell’amore che dura per sempre, non ci pensò due volte a dire Si.

Non fu un matrimonio in grande anche se vennero tutte le persone più care ai due ragazzi.

Suo padre, Burt, nonostante gli avesse ripetuto fino allo sfinimento che era troppo presto per sposarsi, decise comunque di andare al matrimonio di suo figlio continuando comunque a sostenere che non fosse una buona idea.

Quanto Kurt compì ventidue anni, la sua vita cambiò ancor di più.

Josh gli chiese qualcosa che lui non aveva ancora programmato. Aveva pensato che sarebbe stato troppo difficile da ottenere, ma suo marito, con tutta tranquillità, mentre erano seduti sul divano, gli disse di voler un figlio.

Josh aveva circa ventinove anni e sentiva il bisogno di completare quel circolo familiare che aveva cominciato con Kurt.

Quest’ultimo ci pensò continuamente, notte e giorno, e, alla fine, decise che avere un figlio sarebbe stata un'esperienza stupenda.

Ancora una volta dovette combattere contro i suggerimenti del padre e questa volta anche i suoi amici si opposero dicendogli che doveva aspettare. Perché avere un bambino porta tante responsabilità, tanti sacrifici. E quando Kurt cominciò a pensare che forse fosse il caso aspettare ancora un po’ ecco che arrivava Josh e gli faceva cambiare idea.

Ottenere un bambino non fu una cosa semplice, ma Josh, grazie alle sue conoscenze, riuscì ad abbreviare i tempi. Così, grazie ad una madre surrogata e con i geni di Kurt (fu Josh a scegliere di voler che fosse figlio di Kurt) nacque la piccola Alice.

L’arrivo di una bambina in una famiglia composta da due uomini fu una gioia immensa, portò allegria e, forse, un po’ d’amore in più.

Purtroppo però, da qualche parte, deve esserci scritto che tutte le cose belle devono finire.

Le pappe, i cambi e le nottate sveglie forse erano troppe per un ragazzo come Josh, nonostante la sua età.

Per Kurt invece era sempre una sfida.

Se la piccola Alice piangeva, lui accorreva e la coccolava fin quando non si addormentava. Kurt tornava nel suo letto solo quando era certo che il suo piccolo angelo stesse bene.

Certo, i primi giorni furono difficilissimi sopratutto quando la bambina dormiva troppo o piangeva veramente tanto e Kurt entrava in panico non sapendo bene cosa fare e ogni qualvolta decideva di portarla dal medico che però gli assicurava che la bambina era sana e che era tutto normale per i neonati.

A differenza sua, Josh non era in grado di fare le stesse cose che faceva Kurt; ci provava, amava la sua bambina, ma si sentiva sempre più oppresso da tutte quelle responsabilità che doveva addossarsi.

Fu un giorno in cui il marito tornò a casa ubriaco, che Kurt prese una drastica decisione.

Aveva appena finito di dare da mangiare alla sua bambina quando Josh entrò in casa ubriaco. Aveva passato la notte fuori, lasciando Kurt e la piccola da soli in casa.

Poi Josh confessò di averlo tradito ma che se ne era pentito all'istante.

Continuava a dire che aveva bisogno di uscire, cambiare aria e non sopportava ogni volta che Kurt gli diceva di “no”.

Il momento subito dopo la confessione, Kurt prese la sua bambina e uscì di casa lasciando suo marito tra le lacrime.

 

Il divorzio non fu affatto facile. Kurt cadde in una sorta di depressione: in pochi mesi aveva visto il suo piccolo mondo perfetto sgretolarsi. L’unica cosa che lo faceva andare avanti, era la sua piccola. Gli bastava un suo sorriso per trovare la forza di continuare ad essere un buon padre.

Con il processo Alice venne affidata a Kurt, non c'era stato bisogno nemmeno di affidarsi ad un buon avvocato, era palese che con il tradimento e con la scarsa presenza, Josh avrebbe avuto poche speranze.

Ad aiutare Kurt ci pensarono suo fratello e Rachel che restavano con la piccola Alice quando suo padre doveva andare a lavoro. Ma anche i suoi familiari avevano i loro impegni.

Così, all’età di venticinque anni, Kurt era solo con una bambina di tre anni da accudire.

L’asilo che la piccola Alice frequentava chiudeva intorno alle 13.00 e Kurt usava la sua pausa pranzo per correre a prenderla e poi portarla a casa di suo fratello.

Kurt odiava arrivare in ritardo a scuola, una sola volta gli era capitato e aveva trovato sua figlia sola in classe in lacrime credendo che anche l'altro suo papà l’avesse abbandonata. A Kurt si spezzò il cuore vedendo il suo gioiello piangere in quel modo e stringerlo forte pregando di non lasciarlo più.

 

Ogni volta che Kurt lasciava sua figlia da Finn a causa del traffico gli capitava di tornare al lavoro in ritardo.

Anche questa volta arrivò con dieci minuti di ritardo. Al suo arrivo, il suo capo, Mike, lo riprese. Si ritrovò a dover cercare un paio di modelle che avevano disdetto un appuntamento per un servizio fotografico pochi minuti prima dell’incontro.

Kurt sospirò accasciandosi sulla sedia annoiato mentre mandava un paio di e.mail e contemporaneamente rispondeva al telefono.

A volte si chiedeva se questo fosse realmente quello che voleva, ma subito trovava la risposta: sì. Perché Kurt sapeva che, se si fosse impegnato abbastanza, un giorno sarebbe riuscito ad aprire una rivista tutta sua.

Certo, il suo ruolo adesso era fondamentale, in più veniva pagato bene, ma non gli bastava.

Kurt Hummel non aveva limiti e non era il tipo da arrendersi facilmente.

Con l’aiuto di una vecchia amicizia, riuscì a risolvere la crisi e salvare il culo al suo capo: le modelle si erano rifiutate di collaborare solo perché Mike le aveva trattate in un modo decisamente poco garbato. Era in quei momenti che Mike andava in panico e Kurt riusciva a risolvergli la situazione in breve tempo.

Ovviamente, alla fine il suo capo lo ringraziava e, mentre Mike si prendeva tutto il merito, Kurt era costretto a rimanere in disparte, dietro le quinte, senza il diritto di lamentarsi.

Se l’era guadagnato con il sangue questo lavoro e, di certo, non avrebbe lasciato che le sue labbra e la sua voce, troppo squillante per obbiettare, lo mettessero nei guai.

 

Il momento della giornata che Kurt preferiva era la sera.

Dopo essere passato a riprendere Alice dagli zii tornavano insieme a casa.

La piccola solitamente cenava con Finn e Rachel, mentre Kurt acquistava qualcosa di già pronto lungo il ritorno, troppo stremato per mettersi ai fornelli.

Dopo il bagno, entrambi si mettevano sul lettone con la Tv accesa mentre Kurt le pettinava i lunghi capelli chiari e lei gli raccontava la sua giornata.

Oggi abbiamo imparato l’alfameto”

Alfabeto tesoro” la corresse teneramente Kurt mentre sistemava i capelli di sua figlia in due lunghe trecce. “Fammi sentire, su” la incoraggiò.

A-B-D-G-E-” la piccola Alice si interruppe non appena sentì il suo papà scoppiare in una fragorosa risata. In risposta lei si voltò indispettita e gli fece la linguaccia.

Scusa, scusa non rido più.” Le disse baciandole la fronte.

Che ne dici se andiamo a nanna?”propose Kurt spegnendo la Tv. La piccola Alice così scattò velocemente infilandosi sotto le coperte del lettone di suo padre.

Eh, no. No signorina! Hai un tuo letto e una tua camera” la richiamò Kurt ma la piccola si era già sistemata sul grande cuscino del padre.

Okay, solo per questa notte!” l’avvisò Kurt prima di infilarsi anche lui sotto le coperte e abbracciarla forte.

In realtà non voleva ammetterlo nemmeno a se stesso, ma amava quando la sua piccola dormiva con lui. Odiava sentirsi così solo in un letto così grande. Ma non voleva nemmeno che sua figlia diventasse viziata e prendesse quest’abitudine, perché chissà, magari un giorno qualcuno avrebbe potuto occupare quel posto vuoto lasciato da Josh.

Daddy?”

Dimmi Alice” Kurt l’accarezzò lentamente.

Perché papà non vive qui?”domandò la piccola senza voltarsi ma adagiando meglio la testa sul cuscino. Sentì la presa di suo padre farsi più forte intorno a lei.

Alice, ne abbiamo già parlato, ricordi? Perché me lo chiedi? Vuoi stare con lui?”

La piccola scosse la testa “Voglio stare sempre con te. Ma papà non c'è mai”

Kurt non aveva voglia di rispiegare alla sua bambina che lui e Josh non potevano essere come Finn e Rachel, non più. Non poteva spiegarlo perché questo avrebbe portato ad altre domande che portavano a risposte sofferenti.

Che ne dici se ti canto una ninna nanna?”

La cosa parve funzionare perché la piccola acconsentì e si lasciò cullare da suo padre.

 

La domenica era il giorno in cui Kurt poteva dormire un po’ di più.

 

Durante la settimana la sveglia suonava alle 5.30: Kurt puliva casa come meglio poteva e mentre la piccola dormiva , preparava la colazione poi, mentre Alice mangiava, lui le preparava il pranzo, i vestiti puliti, le faceva un bagnetto veloce, si lavavano i denti insieme e poi andavano dritti verso la scuola.

 

La domenica invece, Kurt poteva permettersi di dormire qualche ora in più fino a quando Alice non alzava al massimo il volume della televisione per farlo svegliare, dal momento che calci e morsi sul braccio non portavano a nessun risultato.

 

Parco!” esclamò la piccola cominciando a saltare sul letto facendo cadere le lenzuola sul pavimento. Kurt si grattò la testa osservando la sveglia: era effettivamente ancora presto per andare al parco ma sapeva che se solo avesse provato a mettere di nuovo la testa sul cuscino, sua figlia gliel'avrebbe fatta pagare cara. In fondo aveva preso tutto da lui.

E parco sia.”

 

Kurt era seduto su una panchina ad osservare come sua figlia continuava a correre cercando di afferrare inutilmente suo zio Finn. Alzò gli occhiali da sole intrecciandoli tra i capelli ordinati e rivolse lo sguardo al cielo facendo riflettere il sole sulla sua pelle nivea.

E’ difficile distinguere chi è il bambino tra i due” constatò Rachel sedendosi accanto al suo migliore amico “Finn ritorna a casa sempre con i pantaloni sporchi di terra quando gioca con tua figlia”

Kurt ghignò ascoltando i lamenti della ragazza per poi lasciarsi andare in un sospiro.

Sei troppo silenzioso Kurt, che succede?”

Sto solo cercando di godermi questa giornata. E’ diventata una cosa rara per me. Mi sento così vecchio!”

Ma cosa dici? Hai venticinque anni Kurt e ne dimostri diciotto! Io credo che dovresti uscire un po’. Magari andare in qualche locale, conoscere nuova gente, qualche ragazzo. Da quant’è che non hai un rapporto Kurt?”

L’amico sbuffò “Rachel è inutile. Ho già provato ad uscire qualche sera da solo, quando Josh teneva la bambina. Il risultato è stato che continuavo solo a pensare a pappe e pannolini o al lavoro o al fatto che io ero in un locale e mi mancava terribilmente la mia bambina.”

Rachel istintivamente gli accarezzò la schiena.

Con Josh non è cambiato nulla?”

Kurt scosse la testa “Non ho intenzione di tornare con lui, devo pensare ad Alice e lei non ha bisogno di vedere due genitori che litigano tutto il giorno, soprattutto se è lei la causa” Lo sguardo di Kurt si spostò sulla figlia che stava praticamente schiacciando suo zio saltandogli addosso.

Kurt devi uscire maledizione! Ti stai rovinando la vita così. Questa sera, uscite tu e Finn, potrei tenerti io la bambina” gli propose Rachel.

Forse potrei uscire con i miei colleghi. Mi avevano invitato a bere qualcosa in un locale. Tornerei per mezzanotte per riprendere Alice”

Rachel squittì “No, la piccola resta con noi, l’accompagneremo domani mattina a scuola senza che tu ti debba preoccupare di una sbronza. Divertiti e lasciati andare. Hai troppi impegni!”

Forse dovrei trovare una babysitter per Alice” concluse pensieroso Kurt.

 

 

 


 

 

Ho bisogno di un lavoro” urlò frustato Blaine lasciando cadere la sua borsa sul tavolo del salotto, si avvicinò al suo amico stravaccato sul divano, gli strappò la birra di mano e ne bevve un lungo sorso.

Si che hai bisogno di un lavoro e questa è mia” asserì Sebastian riappropriandosi della birra. “Anche perchè gli ultimi due affitti li ho pagati io e non voglio passare per quello bisognoso di soldi, biscottino mio, ma mio padre mi taglia i viveri se non supero il prossimo esame, come se fossi ancora alle superiori. E sappi che Sebastian Smythe non ha alcuna intenzione di andare a vivere sotto ai ponti”concluse il ragazzo osservando la bottiglia vuota.

Beh non è colpa mia se la caffetteria ha chiuso e il supermarket non assume!” disse frustrato Blaine guardandosi intorno

Ma cos'è questo disordine? Sebastian! questa casa fa schifo!” Blaine si alzò e prese un sacchetto infilando le cartacce che il suo coinquilino aveva lasciato in giro.

Vivere con il suo amico d'infanzia era stata una gran cosa per Blaine. Era vero, c'erano alti e bassi tra di loro, ma alla fine si ritrovavano sempre a fare pace. Loro due, in un certo senso, si completavano: Sebastian era la parte da ribelle, quando avevano bisogno di svago o di non pensare troppo agli esami, Smythe dava il meglio di sé organizzando delle serate perfette con sbronze colossali, mentre Blaine era la parte più tranquilla e ragionevole. Lui era quello che metteva ordine alle cose e sapeva quando c'era il bisogno di fermarsi quando superavano certi limiti.

Da lunedì mi rimetto in ricerca di un lavoro e ti pagherò la mia parte dell'appartamento”

Sebastian si alzò e avvolse un braccio intorno alle spalle di Blaine.

Oppure, potresti trovare un altro modo per ricompensarmi...” lo sguardo del biondino si spinse verso il basso.

No Seb!”
“Andiamo schizzo, non esco con un ragazzo da un...oh andiamo non farmelo dire, mi vergogno!”

Da una settimana?”

Sette giorni e quindici ore! E non è che io le stia contando, ma questi esami mi stanno mandando al manicomio! Ti rendi conto che l'ultima volta che stavo chiacchierando con un ragazzo mi disse che sua madre era un avvocato ed io mi sono ritrovato a pensare a tutte le leggi che studio e tutti i casini che avevo in testa. Questo è assurdo!”

Blaine rise, adorava vedere il suo amico in panico, era raro avere una visione del genere.

Facciamo così Seb. Sarò io quello che stasera propone di uscire, ti va?”

E le leggi, i libri?”

No, no niente di tutto questo! Stasera io e te usciamo”

 

 

 

 

 

Note: Eccomi qui con una nuova storia!

Questo capitolo ovviamente è un'introduzione della storia, Blaine cerca lavoro e Kurt cerca qualcuno per far badare la propria bambina.

Sebastian è presente nella fic, ma non preoccupatevi niente storie amorose con Blaine, solo un pizzico di divertimento con lui =)

Che altro dirti, aggiornerò il prima possibile e spero che questo assaggino di questa nuova long vi piaccia. Ps: dimenticavo: il lavoro che fa Kurt in pratica è quello di Ugly Betty (il telefilm) così vi è più chiaro di cosa si occupa.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


“La principessa Jiselle?”

“Eccola!”

“Il ciuccio con il sonaglio?”

“Qui!”

“La crema del dopo-bagno?”

“Kurt ci hai dato già tutto, vai via, staremo benissimo!”

Kurt si avvicinò al divano di casa Hudson-Berry, sua figlia sembrava troppo presa da un cartone animato in Tv per per notare che il suo papà le si stava avvicinando.

“Tesoro io sto per uscire, domani mattina zia Rachel ti accompagnerà a scuola ed io verrò a prenderti, va bene?”

Alice annuì distrattamente, troppo presa da un episodio delle Powerpuff Girls .

“Ricordatele i denti per favore” fece Kurt mentre si infilava il cappotto.

“Tranquillo, ora vai e divertiti”

Kurt aprì la porta di casa quando sentì sua figlia chiamarlo.

“Tornerai vero daddy?”

Kurt si inginocchiò stringendola forte “Io sono sempre qui tranquilla e se non hai sonno, e mi vuoi, basta che dici a zio Finn di telefonarmi ed io corro da te”

Padre e figlia si scambiarono un abbraccio poi Kurt uscì chiudendosi la porta alle sue spalle.

Sospirò cercando di non pensare troppo alla bambina per almeno dieci minuti e dedicarsi per un momento a se stesso. Arrivò in auto e inviò un sms ai suoi colleghi per avvisali del suo arrivo e poi si mise alla guida. Si sistemò la cintura e lo specchietto notando il seggiolino vuoto della sua piccola con il sonaglino con cui si intratteneva durante un viaggio. Per un momento pensò di salire di nuovo e portarglielo ma scacciò quell'ennesimo pensiero e mise in moto dirigendosi verso il locale.

 

Quando arrivò i suoi amici erano già lì ad attenderlo con i drink alla mano.

“Hummel prendi posto accanto a me. E' l'ora di una grande bevuta in tuo onore. Non sei mai venuto a queste serate quindi siamo obbligati a farti divertire”

Kurt sorrise accomodandosi accanto a Megan, la ragazza che passava con il carrello dei dolciumi per chi non poteva permettersi una pausa durante il lavoro. Kurt non aveva mai detto a nessuno dei suoi colleghi di avere una figlia. Era certo che molti avrebbero fatto tante domande, avrebbero chiesto dove fosse il marito e sicuramente avrebbero criticato la sua scelta di vita; ecco perchè non si era mai presentato agli inviti ricevuti dai suoi colleghi. Non gli importava di essere giudicato dagli altri, insomma era sempre stato giudicato da ragazzino, solo che odiava dare troppe spiegazioni, ecco. Quindi, mentre rifiutava inviti nei locali a bere come ogni giovane ragazzo della sua età, lui preferiva restare a casa con del latte caldo e sua figlia che gli raccontava della sua giornata. .

“A Kurt Hummel, che è in lista per una nuova promozione!” i ragazzi cominciarono a brindare tra di loro e per un po' di tempo Kurt riuscì a rilassarsi.

 

 

“Perchè siamo qui? Sei davvero convinto che troverai qualcuno da scoparti questa notte?”

“Sebastian non mi pare che io sia uscito la sera per cercarmi qualcuno da portarmi a letto. Ho bisogno solo di liberarmi dallo stress degli esami universitari, così anche tu.”

Sebastian prese un lungo sorso del suo drink “Beh allora liberati dallo stress prendendo altri due drink, questi sono finiti!” il ragazzo fece notare il bicchiere vuoto e l'amico si alzò per andare al bancone e ordinare.

Dopo aver fatto la sua richiesta al barman rimase in attesa dando un'occhiata al locale. Vide che il suo amico aveva fatto già amicizia con qualcuno, sperava solo che durante la notte non urlassero troppo perché Blaine già sapeva come andavano a finire le serate in cui Sebastian conosceva qualcuno nei locali. A volte si chiedeva cosa ci fosse di sbagliato in lui. Insomma, aveva un fisico niente male, faceva sport e negli studi era grandioso ma per quanto provasse a dialogare con qualcuno, Sebastian gli faceva sempre notare quanto fossero noiosi i suoi discorsi.

Ma Blaine non voleva solo un ragazzo con cui passare una serata, Blaine voleva un ragazzo da amare e al quale svegliarsi accanto ogni giorno.

“Mi scusi? I nostri drink non sono ancora arrivati!”

Blaine si voltò alla sua destra per trovarsi un ragazzo dalla pelle chiara che si mordeva un labbro nervosamente cercando di attirare l'attenzione del barman con uno schiocco nervoso di dita.

Blaine sospirò un po' trattenendo il fiato e provò a salutare quel ragazzo. A Sebastian bastava un'occhiata e cominciava conversazioni con chiunque mentre quando Blaine provò a fare qualche battutina sui drink e i barman, dalla sua bocca non uscì alcun suono.

Il ragazzo intanto non si voltò nella sua direzione nonostante Blaine lo supplicasse con lo sguardo: voltati, guardami e sorridimi. Sei meraviglioso.

Ma niente, il ragazzo sbruffò e tornò al suo posto insieme ai suoi amici che continuarono a brindare alla sua salute. Blaine lo osservò mentre udiva la sua risata. Osservò i suoi movimenti: come gli occhi si strizzavano mentre rideva, le gambe accavallate elegantemente l'una sull'altra, il collo bene in mostra e una sua mano che stringeva i fianchi di una ragazza.

Perfetto, era etero. Il suo gay-radar lo aveva illuso troppo presto.

Arreso, Blaine tornò amareggiato con i suoi drink e ne passò uno al suo amico che gli mostrava orgogliosamente su un fazzoletto il numero di cellulare del ragazzo con cui stava parlando poco prima.

Non fate rumore” concluse arrabbiato Blaine.

 

 

Il giorno seguente Kurt si alzò come al solito alle 5.30 nonostante la testa gli facesse veramente male. Avevano alzato un po' il gomito, ma per fortuna non si era ubriacato. Mise la capsula nella macchinetta del caffè e mentre aspettava che fosse pronto, iniziò a riordinare casa sistemando i vestiti nel cesto dei panni sporchi, rimise in ordine i fogli da disegno di sua figlia prendendo il più carino e fissandolo al frigorifero con una calamita. Una volta che il caffè fu pronto, fece in tempo a prenderne un lungo sorso quando il telefono iniziò a squillare.

Kurt Hummel, chi parla?”

Kurt sono Rachel” fece la ragazza con voce seria. Kurt entrò in panico.

Cosa è successo? Alice sta bene?”

Ehm ecco Kurt lei dice che ha mal di pancia e non vuole andare a scuola”

A Kurt non servì altro che già si stava infilando i pantaloni e la maglia contemporaneamente.

Dieci minuti e sono da voi”

 

Zio Finn! Colpa sua” urlò la piccola mentre erano in macchina diretti verso l'edificio in cui Kurt lavorava. Ormai doveva mostrarla, non poteva lasciarla a scuola e Finn e Rachel erano alle prese con il loro matrimonio imminente.

Ti ha dato troppi dolci, vero?”

La piccola annuì toccandosi il pancino con le mani paffute mentre faceva dondolare i piedi contro il sedile di Kurt.

Allora tesoro ti dirò una cosa: adesso verrai a lavoro con me, ma dovrai fare la brava okay? Lo prometti al tuo papà? Il papà ha bisogno di questo lavoro ma ti prometto che ti divertirai. Ci sono tanti vestiti e tante scarpe, tantissime! Ti farò provare le migliori se mi prometti di essere buona”

Prometto” squittì la piccola intenta a giocare con il suo sonaglio e Kurt pregò che la cosa funzionasse.

Appena entrarono nell'edificio, Kurt prese la piccola tra le braccia e lei delicatamente poggiò la testa sulla spalla del padre mantenendosi al colletto della sua camicia.

Buongiorno Kurt, oh ma chi è quest'adorabile bambina?”

Lei-lei è mia figlia” disse Kurt ritirando i fogli con sopra scritto i suoi impegni per poi lasciare la segretaria di sasso con la bocca spalancata.

Camminò lungo i corridoi con molta fretta sperando di arrivare presto nel suo ufficio per chiudervi dentro ma tutti continuavano a fermarlo e a chiedergli dell'adorabile bambina che portava tra le braccia.

Chiuso nel suo ufficio Kurt tirò un sospiro di sollievo.

Bene tesoro, siediti qui e fai la brava che papà deve fare alcune telefonate”

Daddy ho fame!”

Ma non hai detto che ti fa male la pancia?”

Si, ma io ho fame”

Kurt sospirò. “Facciamo così: adesso telefono anche alla tua dottoressa e vediamo cosa mi consiglia e poi ti porto a fare colazione”

Kurt non riuscì nemmeno a comporre il numero che una collega entrò nel suo ufficio.

Hummel ti cerca il capo.”

Kurt staccò la chiamata “Puoi restare qualche minuto con lei?” domandò all'amica.

Scusami ma non posso, ho tre chiamate in attesa e due clienti che mi aspettano”

La ragazza chiuse la porta e Kurt sbruffò di nuovo. “Okay, vieni con me Alice”

 

Kurt arrivò nell'ufficio del suo capo tenendo per mano la piccola, bussò un paio di volte e poi entrò sedendosi al lato opposto della scrivania sollevando sua figlia e sistemandosela sulle gambe.

Hummel, perchè non mi hai detto prima di questa situazione?” fece Mike indicando la bambina che sentendosi chiamata in causa si ritrovò a stringersi di più al suo papà.

Non vedo come mia figlia possa influenzare il mio lavoro” fece Kurt cercando di mantenere un tono tranquillo.

Influenza, eccome!” disse Mike alzandosi dal suo posto. “In tutto questo tempo ti ho chiamato ad orari assurdi e ti ho fatto fare degli extra perchè ero convinto che tu vivessi da solo, invece vengo a sapere che hai una bambina. Se solo l'avessi saputo prima mi sarei limitato. Inoltre, quando ti ho chiesto se fossi impegnato con qualcuno mi hai detto di no, quindi accudisci da solo tua figlia.”

La ringrazio signore, ma mi pare che comunque non ho mai mostrato problemi a presentarmi da lei. Certo, ho fatto qualche ritardo ma sono sempre impeccabile nel mio lavoro. Io sono il migliore tra i suoi dipendenti, e lei lo sa!” disse Kurt cercando di tenere sotto controllo le mani della figlia che cercava di afferrare qualsiasi cosa fosse presente sulla scrivania.

Lo so, lo so, tranquillo. Hummel non metto in dubbio che tu sia il migliore, ma la famiglia viene prima di tutto. Non vorrei che in un giorno critico tu non possa venire a lavoro a causa di una febbre.”

Kurt scosse la testa incredulo. “Cosa intende fare?”

Magari affiancarti un'assistente? Puoi insegnargli le cose che sai fare tu e nel caso in cui dovessi assentarti lui/lei ti sostituirà. Lo faccio per la rivista Kurt.....e per te ovviamente”

Ovviamente.” ripeté acido Kurt

Daddy ho fame!” mormorò la piccola nell'orecchio del papà.

Non si preoccupi. Sono già alla ricerca di una babysitter per mia figlia, in tal caso non ci saranno problemi”

Lo spero Hummel”

 

 

Secondo me la storia della pancia è una bugia. E' vero?” Domandò Kurt pulendo il volto di sua figlia con un tovagliolo

No no, ora è passata” rispose la piccola addentando un toast per poi accompagnarlo con del succo d'arancia.

Intanto Kurt prese dalla sua borsa dei fogli. Aveva usato la fotocopiatrice dell'ufficio per stampare un annuncio per un lavoro da babysitter. Ormai era ufficiale, aveva bisogno di aiuto.

Controllò che il numero di telefono fosse corretto e che l'annuncio fosse abbastanza chiaro.

 

Cercasi babysitter per una bambina di tre anni. Che sia maschio o femmina ma che non superi i quarant'anni.

Si richiede molta disponibilità e pazienza. Ottima paga. Chiamare al numero sottostante.

Terrò colloqui dalle ore 15,00 alle 18,00. Mi raccomando la puntualità.

Kurt Hummel

 

Dylan ti dispiace se attacco questo annuncio vicino alla tua porta d'ingresso?” domandò Kurt al gestore della tavola calda.

Certo fai pure!”

Dylan conosceva Kurt da anni. Aveva dato alcuni consigli al ragazzo quando si era trasferito a New York e tra di loro era nata una bella amicizia. Era stato invitato anche al matrimonio con Josh e adorava la piccola Alice.

Cos'è?” domandò poi avvicinandosi a Kurt.

Cerco una babysitter. Il mio capo ha paura che la mia vita personale influenzi il mio lavoro.” Kurt sospirò “Allora, quanto ti devo?”

Dylan diede una pacca sulla spalla all'amico “Offre la casa. Ah, Sophia ti vuole a cena la prossima settimana, se riesci a trovare una serata libera fammelo sapere.”

Kurt annuì e fece un cenno a sua figlia di raggiungerlo.

Ringrazia zio Dylan per la colazione” fece Kurt prendendo la bimba tra le braccia

Grazie!” squittì la piccola ricevendo una carezza di rimando.

 

 

Dieci minuti dopo Dylan tornò al suo lavoro tra spremute d'arancia e caffè mattutini.

Te l'ho detto Seb, avete fatto più rumore del solito. Lo sai che io studio di notte. Ciao Dylan!”

Blaine e Sebastian si sedettero al bancone e Dylan si apprestò a preparargli il solito caffè.

Smettila, sei troppo pignolo, ammettilo che ti ha fatto piacere ascoltare”

Certo come no! Adoro sentire che te la spassi con un altro. E' il mio hobby”

Dylan ascoltò i due ragazzi così intervenne “Hey è mattina, non si litiga. Possibile che vi svegliate sempre con il piede sbagliato?”

Dillo a Blaine, ha bisogno di una sana notte di passione!”
“No, ho bisogno di un lavoro così che possa pagare la metà del mio affitto e fare in modo di riavere un ruolo principale in quell'appartamento”

Fu in quel momento che a Dylan passò un'idea per la testa.

Ti piacciono i bambini Blaine?”

I due ragazzi si voltarono entrambi straniti da quella domanda.

Questa si che è una proposta indecente” scherzò Sebastian

Perché?” domandò Blaine fregandosene delle parole dell'amico.

C'è un mio amico che cerca una babysitter ma l'annuncio dice che anche un maschio può presentarsi”

A quel punto intervenne Sebastian “Senti Dylan, capisco il tuo impegno nell'aiutare lo sfortunato qui presente. Ma è gay. Gli facciamo fare pure il gay con la vagina? Andiamo!”

Dov'è l'annuncio?” chiese Blaine ignorando ancora una volta le parole di Sebastian. Dylan strappò il foglio dall'entrata e lo passò al ragazzo.

Non dirmi che ci stai pensando davvero Blaine. Io ho una sorella più piccola, so cosa significa badare a dei bambini. Disastro! Fidati di zio Seb e lascia perdere!”

Sebastian non trovo lavoro e mi piacciono i bambini. Ho bisogno di soldi”

Io non te lo lascerò fare.”

Io invece andrò a parlarci oggi stesso”

 

 

 

 

 

 

 

Note: Le powerpuff girl sono le nostre “Superchicche”

Nel prossimo capitolo Kurt e Blaine si conosceranno ufficialmente durante il colloquio di quest'ultimo che cercherà di ottenere il lavoro.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Nota: Il capitolo non è betato ma devo pubblicarlo ora o nemmeno entro stasera ci sarei riuscita. Poi lo sistemerò. Quindi mi scuso per gli eventuali errori che ci saranno.

 

 

 

Dopo che Kurt aveva messo l'annuncio nella tavola calda dell'amico Dylan, ricevette un certo numero di chiamate. Così decise di organizzare un incontro durante il pomeriggio prendendosi il giorno libero a lavoro (dopo aver spiegato al suo capo che stava cercando una babysitter per sua figlia così da non avere intralci).

Kurt sistemò casa e fece indossare alla piccola Alice il suo miglior vestitino. La pettinò con due lunghe trecce accompagnate da un cappellino di paglia.

“Allora ricordi cosa stiamo facendo?” domandò Kurt a sua figlia impegnata a disegnare.

“Cerchiamo una babysitter per me” rispose la bambina senza distogliere lo sguardo da sopra al foglio.

“Perfetto! Mi raccomando fai la brava” fece Kurt accarezzandole la schiena. Alice lo guardò e scrollò le spalle e annuì per poi tornare al suo disegno.

 

I colloqui per cercare una babysitter non furono facili e alle 18.20 Kurt aveva chiuso la porta di casa dichiarando ufficialmente conclusa la ricerca di una balia per sua figlia.

Osservò attentamente i curriculum di tutte le persone che si erano presentate durante la giornata.

C'era stata la signora Karson: trentadue anni, lavorava solo di mattina e aveva due bambini. Quindi aveva esperienza. Ma se i suoi figli si fossero ammalati? Chi avrebbe assistito ad Alice?

Poi c'era stata anche la diciassettenne, Tania: beh lei sarebbe potuta andare bene perchè insomma sembrava andar d'accordo con sua figlia solo che a Kurt non convincevano troppo gli adolescenti.

Se si fosse portato qualche ragazzo nel suo appartamento?

“Ho bisogno di un caffè” concluse Kurt dopo aver rimuginato su quei fogli ancora indeciso su cosa fare. Aprì il frigorifero e passò un succo di frutta alla sua piccola ancora impegnata a colorare e lui si concesse di sorseggiare un caffè caldo fatto in casa e non dalla macchinetta del suo ufficio.

Fece un primo sorso quando sentì la porta bussare. Posò la tazza sul bancone e si allontanò avvicinandosi alla porta di casa non dimenticandosi di dare un'ultima occhiata alla bambina per vedere se stava bevendo il suo succo.

Quando aprì la porta si ritrovò un ragazzo dai capelli scuri, poco più basso di lui, con due enormi occhi color miele.

“Posso esserti d'aiuto?” fece Kurt osservandolo attentamente.

 

 

 

Blaine non poteva credere ai suoi occhi. Il ragazzo che aveva visto la sera prima nel locale era lo stesso dell'annuncio per babysitter. Rimase a boccheggiare qualche istante non trovando le parole giuste.

“I-i-io mi chiamo Blaine e ho letto l'annuncio” disse prendendo il foglio dalla borsa.

“Io avevo detto fino alle 18.00 e sono passate da un pò” fece notare Kurt mostrandogli l'orologio sul polso.

“Si lo so, solo che la metropolitana ha fatto ritardo e il mio stupido amico non mi impediva di uscire di casa ma se mi concedi solo cinque minuti magari possiamo ottenere qualcosa entrambi” fece Blaine sorridendo.

Kurt ci pensò qualche istante e poi aprì di più la porta per farlo passare. Blaine lo seguì fino a sedersi sul divano di fronte a quello dove si era seduto Kurt. La piccola Alice era poggiata a terra accanto a loro con i colori tra le mani. Alzò lo sguardo e fissò Blaine e poi fissò il suo papà.

“Chi è?”

“Alice è un ultimo colloquio tranquilla” Kurt gli accarezzò i capelli e poi si dedicò a Blaine.

“Il tuo curriculum?”

“Ehm...io...” Blaine si grattò nervosamente il collo. “A dire il vero andavo così di fretta che l'ho dimenticato.”

Kurt si lasciò andare in una risata sarcastica “Quindi: non hai il curriculum e sei in ritardo. Qual'è il motivo per cui devo assumerti?”

Blaine ci rifletté qualche istante. Se ci fosse stato Sebastian al suo posto sicuramente se ne sarebbe uscito con frasi ad effetto che avrebbe di certo conquistato Kurt Hummel, ma Blaine non era quel tipo.

“Mi piacciono i bambini, ho molto tempo libero. Frequento l'università ma studio di notte”

Kurt ci pensò qualche istante “Quanti anni hai?”

“Ventiquattro”

Kurt sgranò gli occhi “Hai quasi la mia stessa età! Mi sono laureato da poco e ho avuto l'occasione di trovare subito lavoro. Purtroppo non posso lasciare Alice sempre da mio fratello. Lui e la sua ragazza sono impegnati ad organizzare il loro matrimonio e in più io sono uno degli organizzatori, per non parlare del mio lavoro personale...è tutto un casino” Kurt si rilassò un pochino. Non gli capitava mai di sfogarsi con qualcuno ma notò come Blaine lo stesse ascoltando attentamente.

“Immagino che avere una bambina a quest'età comporti dei problemi”

“Infatti. Ma non è una cosa di cui mi pento” fece Kurt guardando Alice che in quel momento si era alzata per correre nella sua stanzetta.

“Ti va un caffè Blaine?” Domandò Kurt alzandosi già con l'intenzione di preparargli una tazza. Blaine annuì rimanendo seduto al suo posto.

“Posso chiederti una cosa Kurt?” fece Blaine in tono un po' più confidenziale. L'altro annuì.

“T-tu sei sposato? Tua moglie o fidanzata intendo, dov'è?”

A quella domanda Kurt rimase pietrificato. Insomma nessuno delle persone venute durante il colloquio si erano preoccupati di sapere qualcosa sulla sua vita. Le cose che contavano erano state la paga e la speranza che la bambina fosse una tipa tranquilla.

“In realtà” fece Kurt sedendosi di nuovo al suo posto “Siamo divorziati. Ma era un uomo. Un marito.”

Blaine batté incredulo le palpebre degli occhi e Kurt sorrise “Si, più o meno è questa la reazione che hanno tutti quando lo dico.”

“Io non ti giudico” fece Blaine riprendendosi immediatamente “sei giovane e ognuno fa della vita ciò che vuole e non mi turba che sei gay. Sempre se non ti turba che lo sia anche io”

Kurt fece la stessa espressione che Blaine aveva fatto poco prima. Poi si guardarono e scoppiarono in un'allegra risata.

“Ho rovinato il colloquio?” fece Blaine sorseggiando dalla sua tazza. Kurt si sedette di nuovo.

“No, assolutamente no. Insomma non cambia nulla non ti pare?”

“Infatti”

Rimasero qualche istante in silenzio poi sentirono dei passettini veloci correre nella loro direzione.

“Daddy non funciona. Bau non funciona!” La piccola mostrò il suo cagnolino giocattolo a Kurt.

“Si dice funziona. Tesoro aspetta qualche minuto e lo ripariamo va bene?”

“Sono le pile” fece Blaine allungando la mano aspettando che la bambina gli porgesse il giocattolo.

“Ecco vedi, le pile sono messe in malo modo”

Il moro sistemò le batterie nella giusta posizione e il gioco tornò a funzionare facendo saltare Alice di gioia. La piccola tornò in camera sua canticchiando la musichetta che produceva il suo giocattolo mentre Kurt fissava Blaine intensamente.

“Qualcosa non va?” domandò il ragazzo sentendosi osservato.

“Niente.” si affrettò a rispondere Kurt “Il colloquio è finito qui, lasciami il tuo numero di telefono e ti farò sapere”

Kurt passò un foglio e una penna a Blaine che scrisse il numero del suo cellulare e poi glielo restituì.

“Allora, magari...ci risentiamo” disse Blaine un po' imbarazzato avvicinandosi alla porta.

“Forse.” rispose Kurt aprendogli la porta. Si salutarono con un cenno e poi Blaine sparì.

 

 

 

“Fiori. Tanti fiori Kurt!”

“Rachel sono già sulla lista”

“La chiesa? Hai avuto notizie? Odio non sapere nulla sul mio matrimonio”

“Domani dopo aver portato Alice a scuola passerò per la chiesa. Ho preso appuntamento con il parroco, mi concederà una manciata di minuti, poi dovrò correre a lavoro.”

Era sera e Finn e Rachel erano andati a cena da Kurt. Mancava ancora un po' di tempo per il matrimonio di suo fratello, ma Kurt si stava impegnando duramente per renderlo perfetto.

Kurt non era un Weeding Planner, ma aveva esperienza. All'età di diciassette anni aveva organizzato il matrimonio di suo padre e Carole e adesso lavorando come assistente in una grande rivista di moda aveva fatto esperienza.

Finn e Rachel dopo essersi trasferiti a New York e aver entrambi trovato lavoro avevano deciso di fare il grande passo. Kurt odiava ammettere che lui aveva commesso uno sbaglio. Insomma si era sposato così presto contro il parere di tutti mentre suo fratello, Finn, aveva fatto tutto passo per passo rendendo tutto perfetto.

Kurt era felice di organizzare questo matrimonio anche se provava un po' d'invidia. Lui e Josh si erano sposati con una piccola e veloce cerimonia e avevano organizzato tutto in poco tempo. Kurt in quel periodo non aveva potuto scegliere i fiori che preferiva o le luci da addobbare nella villetta in cui si erano sposati. Mentre con Rachel, lui aveva un sacco di tempo per far scegliere alla sua migliore amica tutti i particolari che desiderava, proprio per rendere quel fatidico giorno: speciale, così come dovrebbe essere per tutti.

“Siamo sicuri vero che Alice farà la mia damina?” domandò la ragazza osservando la nipotina che si sporcava le mani nella sua cena.

“Certo. Le sto facendo preparare un vestito che attirerà l'attenzione di tutti!” fece soddisfatto Kurt.

“Mi sa che sarà l'unica volta in cui non sarò gelosa che lo sguardo degli altri non è su di me. Anzi forse un po' gelosa lo sono, insomma io sono la sposa!”

Tutti si ritrovarono a ridere compresa Alice contagiata dalle risate ma non comprendendo la causa di esse.

Il telefono squillò e Kurt si alzò da tavola. Tornò poco dopo con aria stufata mentre si affrettava a pulire il mento sporco di sugo di sua figlia.

“Qualcosa non va?” domandò Finn vedendo suo fratello amareggiato.

“No, niente di che. Era la segretaria del Mode. Mi ha detto di andare a parlare con le modelle del servizio fotografico dei nuovi vestiti del prossimo articolo. Niente caffè delle 10.30” Kurt sospirò. Bere un caffè al bar a quell'ora era l'unico momento in cui poteva rilassarsi un pochino.

“Come è andato il colloquio per la babysitter? Si è presentato qualcuno?” domandò Rachel.

“Si, ma non so, non mi convince quasi nessuno. Forse uno”

“Chi?”

“C'è questo ragazzo....”

“Aspetta!” lo interruppe subito Finn “Non lascerai che un ragazzo si prendi cura della mia nipotina”

Kurt sorrise scuotendo la testa “lasciami prima parlare. Tutti quelli che si sono presentati, erano interessati alla paga e volevano assicurarsi che Alice fosse una bambina tranquilla. Questo ragazzo-”

Kurt prese un foglio dove si era appuntato tutto “-si chiama Blaine ed è gay. Mi ha chiesto se fossi sposato e ha aiutato Alice a sistemare il suo giocattolo”

“Bau funciona!” si intromise Alice mentre Finn la faceva sedere sulle sue gambe.

“Kurt sai che questi non sono dei requisiti giusti per fare il babysitter, giusto?” fece Rachel accarezzandogli una spalla.

“Si certo! Ma è l'unico che mi ha colpito di più. Anche se inizialmente non mi convinceva per niente. Si è presentato in ritardo e senza curriculum. Non so, forse dovrei continuare a cercare ancora”

“Non hai molto tempo Kurt, con un capo che ti tiene il fiato sul collo e il mio matrimonio di tempo io non ne vedo”

Kurt annuì consapevole “Magari gli faccio fare una settimana di prova, giusto per vedere come va” disse il ragazzo più a se stesso che ai suoi familiari.

 

 

Erano circa le 23.00 e Kurt continuava a rigirarsi il telefono tra le mani. Era ancora indeciso se chiamare quel ragazzo ma dall'altro lato il giorno successivo aveva un'agenda strapiena di impegni e non poteva permettersi permessi speciali.

Con un sospiro compose il numero aspettando due squilli prima di sentire una voce dall'altro lato del telefono.

“Ciao sono Blaine Anderson e se sei in cerca di passione hai chiamato il numer-Sebastian maledizione cosa stai dicendo!”

A quella conversazione Kurt sgranò gli occhi e decise di staccare quando poi la voce di Blaine fece prima di lui.

“Ciao, scusami non badare alla voce precedente. E' solo una stupida persona che cerca di ridicolizzarmi in ogni modo”

“oh beh ecco, io sono Kurt Hummel e volevo sapere se eri ancora disponibile per il lavoro”

“Sul serio? Certo che sono disponibile! A che ora dobbiamo vederci?”

“Possiamo incontrarci alle 12.40 al Central Park? Vorrei portarti a scuola di Alice per farti conoscere la sua insegnante così quando andrai tu a prenderla a scuola, la maestra te la lascerà portare”

Blaine annuì togliendosi Sebastian dalle spalle che cercava di ascoltare la chiamata.

“Allora alle 12.40 al Central Park perfetto!”

“A domani” rispose Kurt prima di attaccare.

 

“Allora? Non dirmi che hai accettato!” esclamò Sebastian tornando a sedersi al suo posto.

“La chiamata era piuttosto chiara Seb. Mi serve quel lavoro, non trovo niente in giro e pagherò i miei conti. Fine della storia”

Sebastian sghignazzò “scommetto che non significhi nulla il fatto che quel ragazzo è giovane ed è gay vero?”

A quel punto Blaine si alzò dal divano per avviarsi in cucina e cercare delle pentole con cui prepararsi da mangiare. Avevano studiato per tutto il giorno da dimenticarsi addirittura la cena.

“Andiamo Schizzo non dirmi che corteggi ancora come i tempi della preistoria. Ma non impari nulla da me?”

“Sebastian io non voglio corteggiare nessuno. Ma diamine invece di ringraziarmi del fatto che ti restituirò i soldi, continui a dirmi che non è una buona idea”

Sebastian si alzò e raggiunse l'amico in cucina. “Non dico che non sia una buona idea, insomma rivoglio i miei soldi ma comprendi il fatto che sei un imbranato nelle storie d'amore? La cotta per Malcom? Non te la ricordi? Ah no, aspetta, aspetta: Thomas Junior, il ragazzo della caffetteria. Quando hai scoperto della sua poco omosessualità sei stato chiuso in camera per due giorni consecutivi ascoltando Celin Dion ti rendi conto come sono stato male io?”

Blaine rise “e tu che c'entri?”

“Celin Dion, Blaine! Celin.” ripeté l'amico passando a Blaine una passata di pomodoro.

“Comunque io non vado a corteggiare nessuno, anzi non lo vedrò nemmeno questo Kurt. Lui dovrà pagarmi ed io guarderò sua figlia mentre il padre è al lavoro, tutto qui”

“Se lo dici tu! Ne riparleremo tra un paio di settimane” concluse Sebastian prendendosi una birra dal frigo per poi tornare sul suo amato divano.

 

 

 

Kurt riattaccò il telefono rigirandoselo tra le mani. Non sapeva se fidarsi di quel ragazzo, ma non si azzardava a giudicare ancora le sue capacità. Insomma probabilmente era uno in gamba, gli aveva accennato di aver già lavorato con i bambini.

Si voltò verso il divano trovando Alice distesa e con un braccio che penzolava mentre con le dita cercava di tener stretto il peluche che le stava scivolando via. Dormiva beatamente.

Kurt fu grato di averla già lavata precedentemente e di averle fatto indossare il pigiamino, così la prese delicatamente tra le braccia e la portò nella sua cameretta tra bambole e peluche che le coprivano il letto.

L'adagiò tra le coperte prima di sistemarle un pupazzo sotto al braccio, scostarle i capelli dagli occhi e lasciarle un bacio sulla fronte. Gli lasciò la piccola luce accesa sul comodino e poi se ne uscì lasciandola dormire.

Kurt tornò in cucina fissando distrattamente il calendario e notò che nel week-end le date erano cerchiate in rosso.

Josh avrebbe dovuto passare il fine settimana con Alice.

Kurt voleva ancora bene al suo ex marito, era inutile negarlo, ed era un bugiardo patentato quando cercava di nasconderlo ai suoi familiari. C'erano giorni in cui Kurt si perdeva nei ricordi di quando credeva che la sua vita fosse perfetta.

Ricordava i giorni passati con Josh, i loro primi appuntamenti, il loro primo bacio e il matrimonio.

Quest'ultimo era il ricordo più ricorrente, certo non era passato molto tempo ma nonostante il ricordo fosse vivido sembrava esser passata un'eternità.

Il giorno del suo matrimonio Kurt non era felice. Sapeva che stava andando contro ad ogni pensiero e ragionamento da lui fatto in passato. Suo padre si mostrava sereno quando palesemente non lo era e i suoi amici lo guardavano con l'espressione da Stai sbagliando tutto. Non ci aspettavamo niente di tutto questo da te.

Kurt li aveva delusi. Li aveva delusi tutti e mentre si scambiava quella promessa non mantenuta con Josh, Kurt guardò suo padre e si sentì uno schifo. Il sorriso appena accennato di Burt gli fece venire i brividi alle ossa e un magone alla gola.

Con l'arrivo di Alice le cose erano cambiate. Nonostante anche questa volta molti avevano cercato di fermarlo, all'arrivo della bambina tutti la trovarono una cosa giusta.

Burt in quella bambina ci vedeva Kurt ma sopratutto la sua moglie defunta. L'amò dal primo momento che la vide e fu lì che Kurt vide un sorriso sincero da parte di suo padre.

 

Prima di mettersi a letto, Kurt mandò un sms a Josh per ricordargli dell'appuntamento. Sapeva che avrebbe dovuto mandare ogni giorno un messaggio o fare una chiamata al suo ex marito, era così sbadato in queste cose che non voleva illudere Alice per l'ennesima volta.

Kurt si rigirò tra le coperte e chiuse beatamente gli occhi ma fu costretto ad aprirli quando sentì il letto abbassarsi leggermente sotto di sé: Alice si era svegliata e lo aveva raggiunto nel letto. Si sentì abbracciare dalla sua bambina e lui la strinse forte a se.

Kurt aveva commesso tanti errori, si era messo contro di tutti ma Alice era la cosa più perfetta che gli era capitata.

Prima di addormentarsi Kurt promise a se stesso di completare quel cerchio familiare che lui e la sua figlia stavano provando a ricostruire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note: nel prossimo capitolo Blaine dovrà fare i conti con Alice Hummel.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Come d'accordo Kurt e Blaine si incontrarono al luogo predefinito. Si scambiarono una stretta di mano e iniziarono a camminare verso la scuola di Alice dove Kurt aveva intenzione di presentare Blaine alle maestre di sua figlia.

“Farai un paio di giorni di prova. Non che non mi fidi delle tue qualità, è solo una prassi. Ti avverto che in casa ho telecamere nascoste in luoghi immaginabili e che la mia vicina di casa ti busserà di tanto in tanto per assicurarsi che tu stia facendo a dovere il tuo lavoro. Ripeto, non prenderla come una mancanza di fiducia, sono io che sono paranoico: è la prima volta che affido mia figlia nelle mani di una persona che non sia un familiare e quindi cerco di assicurarmi il meglio”

Kurt spiegò a Blaine le sue condizioni. Quest'ultimo capì la preoccupazione del ragazzo ma si limitò ad annuire cercando di sembrare sicuro di sé.

Bugia.

Blaine era in paranoia. Non aveva mai avuto a che fare con i bambini. Era sempre stato lui il piccolo di famiglia, quello che veniva coccolato e un po' viziato. Durante il colloquio aveva detto a Kurt di aver già fatto da babysitter ad una bambina, la sorella del suo amico, ma in realtà Blaine l'aveva tenuta circa quindici minuti aspettando che Sebastian finisse di lavarsi prima di uscire insieme agli amici della Dalton. Aveva solo sedici anni.

“Tutto chiaro” rispose Blaine mostrando un sorriso quasi perfetto.

Arrivarono nella scuola elementare frequentata da Alice ed arrivarono davanti all’aula dove la piccola Hummel era concentrata a creare una scultura con la plastilina insieme ad un amichetto.

“Signor Hummel, ben arrivato” disse Shanine, la maestra di turno. Fece segno a Kurt e Blaine di entrare in aula.

“Shanine, volevo presentarti Blaine Anderson. Lui è il babysitter di mia figlia quindi sarà lui a venirla a prendere d'ora in poi.” disse Kurt mentre Blaine e la maestra si scambiavano una stretta di mano.

“Ha fatto molto bene a presentarmelo, signor Hummel, sono certa che non avremmo lasciato facilmente Alice nelle mani di qualche sconosciuto.”

A quel punto sentendosi nominare la bambina alzò la testa e i suoi occhi si illuminarono quando vide suo padre.

“Daddy!” esclamò correndo verso di lui e buttandosi tra le sue braccia. Kurt la prese e le schioccò un bacio sulla guancia.

“Sei pronta ad andare tesoro? Prendi le tue cose che torniamo a casa”

Alice guardò suo padre e annuì poi i suoi occhi si soffermarono su Blaine ma non disse nulla, si limitò a prendere il suo zainetto e andare via con il suo papà.

 

Durante il tragitto verso casa, Kurt spiegò ad Alice che Blaine era il suo babysitter e purtroppo il ragazzo dovette assistere ad una scenata inusuale per una bambina di tre anni, troppo piccola per comportarsi in quel modo. Lo zampino di zia Rachel era sempre in agguato.

Fatto sta che appena varcarono la soglia di casa, Alice si chiuse in camera facendo sbattere la porta e facendo rimanere Kurt e Blaine imbambolati sulla soglia di casa.

“Beh, direi che come inizio non è male, almeno non mi ha aggredito” provò a sdrammatizzare Blaine ma in realtà il ragazzo era spaventato.

Spaventato a morte.

Di una bambina di tre anni.

“Mi dispiace ma ora devo tornare subito a lavoro. Sul frigorifero ci sono attaccati i tuoi impegni, il mio numero di telefono, di mio fratello e della futura moglie, quello della polizia, dell’ospedale e dei vigili del fuoco”

“Vigili del fuoco?” ripeté un po' sconvolto Blaine, ma Kurt non badò alle sue parole

“Sono sicuro che diventerete grandi amici” gli disse prima di lasciare l'appartamento lasciando solo Blaine, confuso e spaventato.

 

Ci vollero circa cinque minuti di coraggio e autostima per Blaine prima di bussare alla porta bianca di legno dietro la quale Alice si era chiusa.

Picchiettò con le nocche prima di aprirla per poi trovarci dentro la bambina distesa sul letto con un libro con delle immagini disegnate sopra.

“Ciao” provò a salutarla Blaine senza però riceve risposta.

Il ragazzo osservò attentamente la bambina: era identica a suo padre. Gli occhi celesti e quei capelli lunghi di un castano chiaro e aveva un broncio adorabile sulle labbra.

“Io sono Blaine, sono sicuro che ci divertiremo insieme. Cosa ti va di fare?”

A quella domanda Blaine attirò l'attenzione della bambina che però dopo aver chiuso il suo libro, scese dal letto e fuggì in salotto mettendosi sul divano con le braccia incrociate al petto.

Blaine sbruffò e la raggiunse, poi decise di dare un'occhiata alla lista che Kurt gli aveva lasciato attaccata al frigo. No, ma sul serio c'era il numero dei pompieri? Di certo non avrebbe incendiato la casa!

Staccò la calamita a forma di cavalluccio marino dalla lista e poi l'aprì. Okay il foglio era più grande di quando Blaine avesse immaginato e le cose scritte sopra erano tante!

Strizzò un po' gli occhi leggendo accuratamente l'elenco di cose da fare. Sul serio poteva fare tutte quelle cose in circa sette ore?

Blaine cercò di non abbattersi e lesse che la piccola doveva farsi il bagno e dopo mangiare il suo frullato.

Il ragazzo si infilò la lista in tasca e si sedette di fronte alla bambina.

“Allora, adesso facciamo un bagnetto e poi mangiamo il frullato ti va? Sei appena tornata da scuola e sono certo che le tue mani sono appiccicaticce” Blaine cercò di usare un tono cordiale, amichevole quasi da bambino.

“No!”

“Oh andiamo, non vorrai che papà Kurt si arrabbi giusto?”

“Daddy non si abbia!” disse decisa Alice.

“Beh ma hai bisogno di un bagno, è sulla lista.”

“No” ripeté la piccola e Blaine sospirò passandosi una mano sul volto.

Venne distratto però dal suono del suo cellulare. Con l'indice fece segno ad Alice di aspettare e rispose alla chiamata.

“Sebastian dimmi”

“Allora mia piccola Cheerleader in calore, come vanno le cose?”

“Come mi hai chiamato?” domandò sconcertato Blaine.

“Andiamo è un cliché! Sai come nei film, le ragazzine che sono Cheerleader fanno da babysitter e poi arriva il loro quarterback mentre lei sta lavorando e poi finiscono per fare sesso sul divano mentre il piccolo bambino riposa, incosciente di quello che sta accadendo in casa sua.”

Blaine ci mise qualche istante a rispondere “Sebastian, hai fumato?”

“No, idiota! Volevo sapere come va il primo giorno di lavoro”

“Uno schifo, la bambina non collabora, è arrabbiata e ho paura che da un momento all'altro cacci del fuoco dagli occhi per come mi guarda” fece Blaine osservando Alice che lo guardava con uno sguardo accigliato.

“Andiamo Blaine, ha tre anni, quanto potrà essere terribile?”

 

 

 

“Questa bambina è terribile!” urlò Sebastian uscendo dal bagno di casa Hummel.

Preoccupato per il suo amico, il biondino si era fatto indicare la strada di casa dove Blaine stava lavorando per cercare di aiutarlo. Sebastian aveva una sorellina più piccola e doveva saperci fare con i bambini.

“Le ho preparato la vasca da bagno ma non trovo la principessa del cavolo!” urlò il ragazzo con i vestiti bagnati addosso.

Alice, che si era decisa a fare il bagno, non ci aveva pensato due volte e non trovando la principessa Jiselle si era incavolata con Sebastian gettandogli l'acqua addosso.

“Chiama suo padre e chiedi dove sta quella maledetta bambola”

“Non posso chiamarlo a lavoro per una cosa così stupida, da come è paranoico me lo ritrovo in casa entro due minuti. Sebastian, devo tenermi stretto questo lavoro” e con queste parole Blaine tornò in bagno dove Alice era seduta a terra piangendo

“Hey piccola, ascoltami. Facciamo in questo modo: adesso facciamo il bagno e mangiamo il frullato poi insieme cerchiamo la principessa Jiselle e le faremo un super bagnetto, le laveremo i capelli e la truccheremo così diventerà ancora più bella”

Alice alzò la testa asciugandosi le lacrime e poi annuì allungando le braccia per far in modo che Blaine la prendesse in braccio.

Finalmente dopo una buon'ora Alice era lavata, con i capelli a posto e con solo le labbra sporche di frullato che Blaine attentamente le aveva dato da mangiare mentre Sebastian la intratteneva con una storia.

“...Così il principe fichissimo Sebastian divenne Re del mondo e tutti lo amavano e veneravano perché, insomma, lui era bellissimo e tutti volevano essere come lui. Così Sebastian -il fico Re- visse felice e contento”

“Questa storia fa schifo!” esclamò Blaine facendo ridere sonoramente Alice. Allora il biondo si voltò verso la bambina

“Fa schifo davvero?”

La piccola annuì portandosi le mani sulla bocca per trattenere una risata.

“Oh perfetto, nessuno apprezza la qualità delle mie storie, me ne vado”

Blaine e Alice continuarono a ridere e Sebastian decise che era veramente arrivato per lui il momento di andare via.

Quando arrivò il momento di cenare, Alice non fece storie e mangiò tutto quello che Blaine le aveva preparato, sotto indicazione di Kurt, che intanto aveva chiamato circa quindici volte in quarantacinque minuti.

Dopo aver pulito il piatto, Blaine si accoccolò con Alice nel suo lettino e le lesse una storia dove non c'era nessun principe fico ma soltanto una graziosa principessa e i suoi animali parlanti.

Alice si addormentò tra le braccia di Blaine con un dito in bocca e il ragazzo la sistemò sotto le coperte.

Uscì di nuovo in cucina notando che sulla sua T-shirt c'era una macchia del frullato della bambina; così rovistò tra i mobili alla ricerca di uno smacchiatore.

Appena Blaine si tolse la maglia, Kurt rientrò in casa. Guardò Blaine stranito e il ragazzo impaurito si affrettò a spiegare la situazione.

“Non è come pensi!”

“Beh, io pensavo che Alice ti avesse sporcato in qualche modo” fece Kurt osservandolo mentre poggiava una busta sul ripiano della cucina.

“Oh, okay allora è proprio come pensi. Scusami se ho preso il tuo smacchiatore”

Kurt sorrise e prese la maglia di Blaine dalle sue mani.

“Tranquillo ci penso io”

In pochi minuti Kurt riuscì a smacchiare la maglia di Blaine che lo ringraziò sorridendo.

“Come è andata con Alice?”

“Oh direi, benone, cioè insomma abbiamo avuto qualche difficoltà con la principessa Jiselle ma poi l'ha dimenticata”

A quel punto Kurt tirò dalla borsa la bambola “L'aveva lasciata da mio fratello, sono passato a riprenderla” fece Kurt mostrandola e facendo ridere Blaine.

Kurt cominciò a cacciare dalla busta la sua cena mentre Blaine lo osservava infilandosi il giubbotto.

“Cibo da asporto?”

Kurt sbruffò “Non è salutare lo so, ma sono così stanco quando torno che non ho la forza di mettermi ai fornelli”

Blaine annuì consapevole “Scommetto che il tuo lavoro è complicato”

“Parecchio” disse Kurt sorridendo e alzando la testa verso Blaine.

In quel momento i loro occhi si incrociarono e Kurt non poté far a meno di osservare il colore degli occhi di Blaine, difficile da descrivere. Una fusione di colori caldi.

“Cosa c'è?” domandò Blaine sentendosi osservato e Kurt abbassò la testa ridendo con imbarazzo.

“Niente, niente....hai dei begl’occhi, tutto qui”

Anche Blaine si ritrovò imbarazzato da quel commento e riuscì a balbettare un “G-grazie”

Ci fu un silenzio imbarazzante e Blaine si affrettò a romperlo.

“Allora io vado, domani pomeriggio vado a scuola e prendo Alice”

Kurt annuì e accompagnò Blaine alla porta. Dopo averlo salutato si diresse nel bagno per una doccia veloce e notò come tutte le cose fossero state sistemate in modo ordinato: sicuramente Blaine doveva essere un ragazzo molto servizievole anche perché fare il bagno ad Alice era un'impresa, era come lavare un barboncino che schizza acqua ovunque rifiutandosi di lavarsi.

Kurt sorrise beato e si infilò un paio di pantaloni e una vecchia t-shirt, controllò Alice e le diede un bacio sulla fronte e con una marea di riviste si sistemò sul letto leggendone una per una.

Era stanco e i suoi occhi si chiudevano ma doveva finire di organizzare il matrimonio di suo fratello perché, nonostante mancasse ancora un po' di tempo, Kurt non era proprio a buon punto come era solito dire.

Organizzare il matrimonio di suo padre quando Kurt era solo un adolescente era stato facile. Non c'erano impegni di lavoro o il bucato da fare, di certo non c'era una bambina da crescere e una casa da portare avanti.

Prese il portatile e mandò una e-mail al fioraio che avrebbe decorato la chiesa dei due futuri sposi e controllò la posta per vedere se qualcuno avesse aderito all'invito.

Tutti. Tutti i suoi amici del glee-club, la squadra di Football e qualche ragazzo di uno dei mille corsi frequentati da Rachel avevano accettato l'invito per il matrimonio.

C'era un messaggio di Mercedes che gli diceva che non vedeva l'ora di conoscere dal vivo la sua figlioletta, anche Sugar, che ormai non sentiva da un bel po', si ricordò della bambina.

Improvvisamente Kurt venne distratto dal suono del telefono, si affrettò a rispondere per poi scoprire che era suo padre.

“Ti ho svegliato Kurt?”

“No, papà. Tutto bene?”

“Certo! Volevo dirti che abbiamo preso i biglietti per l'aereo diretto a New York, il mio abito è quasi pronto e Carole ha comprato un vestito che le sta magnificamente. Ci siamo messi a dieta per essere perfetti per il matrimonio di Finn. LeRoy e Hiram partiranno con noi, hai sempre un posto per ospitarci o andiamo in hotel?”

“Ma papà che dici?” si affrettò a dire Kurt “cedo la mia camera da letto a te e Carole ed io apro il divano-letto, non avremo problemi tranquillo”

“E con il tuo nuovo ragazzo?”

Fu in quel momento che a Kurt si mozzò il fiato in gola.

“N-non...non c'è problema”

“Ma come?” domandò sorpreso Burt

“Lui non vive ufficialmente qui papà te l'ho detto” Kurt deglutì sperando di non aver urlato troppo nel dirlo. Ogni volta che mentiva la sua voce si alzava sempre di un'ottava.

Infine Kurt salutò frettolosamente suo padre scusandosi di dover fare alcune telefonate importanti.

Sbruffò gettando il telefono sul letto. Odiava mentire a suo padre.

Da quando suo figlio aveva divorziato da Josh, Burt era cambiato. Vedere Kurt depresso, che si rifugiava nella sua vecchia camera di Lima per allontanarsi da tutto quello che gli stava capitando, lo distrusse.

Erano stati circa tre giorni, in cui Kurt era volato in Ohio con sua figlia per poi isolarsi da tutti e ripetendosi quanto fosse stupido, infantile e che non sarebbe mai stato un buon padre da solo. In tutto questo Carole passava notti insonni insieme a Rachel ad accudire Alice che piangeva andando alla ricerca dei suoi papà.

Dopo una lunga chiacchierata padre e figlio, Kurt era andato nel salone e aveva stretto sua figlia tra le braccia porgendo scuse che la bambina non era in grado di capire.

Ora però Kurt aveva mentito a suo padre. Gli aveva detto di aver una relazione con un ragazzo ma che procedeva tutto molto lentamente.

Bugia.

Kurt non voleva che suo padre tornasse ad essere deluso di lui e della vita che aveva scelto. Sapeva che Burt voleva vederlo felice e al sicuro, ecco perché aveva finto di avere una relazione con un ragazzo del tutto immaginario e che sperava di non dover mai presentare.

Solo la distanza era a suo favore ma, questa volta, a causa del matrimonio di Rachel, suo padre aveva accennato più volte di voler conoscere questo nuovo ragazzo.

Kurt doveva trovare una soluzione. Al più presto.

 



Note: Nel prossimo capitolo Kurt e Blaine cominciano a conoscersi meglio.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Con il passare dei giorni Blaine era convinto che le cose con Alice sarebbero cambiate, che magari tra di loro sarebbe nata una sorta d'amicizia. Purtroppo non fu così.

Già quando Blaine si presentò in classe la piccola sbruffò sonoramente mentre riponeva i suoi giocattoli nello zainetto e quando Blaine la salutò lei non si degnò nemmeno di rispondere.

 

“Sei davvero dura per essere una bambina di tre anni” le disse Blaine quando provò a farle mangiare lo yogurt. Non ci fu niente da fare, Alice rifiutò di farsi imboccare.

 

“Voglio Daddy!” urlò la piccola gettando all'aria tutti i peluche che stava tirando fuori dalla cesta dei giocattoli e che, non a caso, stavano colpendo il volto di Blaine che era seduto per terra con le gambe incrociate.

“Lui sarà qui tra poco, che ne dici se lo aspettiamo mentre guardiamo un dvd?” e Blaine ci provò veramente a mantenere un sorriso sul volto e ad usare un tono adeguato e paziente per la bambina.

“No!”

Ovviamente non poteva aspettarsi risposta diversa. Poi però Blaine la vide avvicinarsi ad un piccolo tavolino mentre sistemava delle bambole sulle sedie.

“A cosa stai giocando?” le domandò Blaine camminando a gattoni verso di lei

“A prendere il thè. Ci gioco sempre con Daddy”

“Oh, e dici che potremmo giocare insieme?”

A quel punto Alice fissò Blaine negli occhi e poi annuì passandogli una tazzina.

Alice cominciò il gioco raccontando di essere una principessa in un regno fatato fatto di bellissimi principi e magici animali.

“E' il tuo papà che ti racconta queste storie?” domandò Blaine incantato dalle parole di Alice. Quest'ultima annuì “Daddy dice sempre che io sono la sua principessa e lui è il mio principe”

Blaine sorrise “Hai un principe davvero bello lo sai?”

Alice rise e annuì “bellissimo” aggiunse prima di fingere di bere un sorso del tè che Blaine aveva preparato.

Quando finalmente Alice si addormentò mancava circa mezz'ora al rientro di Kurt. Blaine controllò di aver svolto tutti i suoi doveri e poi si avvicinò al frigo per prendersi da bere.

In quel momento pensò a Kurt e al fatto che sarebbe tornato di nuovo sfinito a casa con del cibo comprato al ristorante all'angolo.

Così, in pochi minuti mise su una pentola con dell'acqua e cercò tra i mobili qualcosa da preparare. Riuscì a trovare tutti gli ingredienti notando quanto fosse piena la dispensa degli Hummel e in quel momento si ricordò che sarebbe toccato a lui fare la spesa per sé e il suo amico il giorno seguente.

Quando la pasta fu pronta, Blaine la sistemò in tavola e sentì la porta di casa aprirsi.

Gli occhi di Kurt si allargarono leggermente alla vista di quella cena preparata con cura sul tavolo della sua cucina.

C'era una tovaglia con sopra le posate, un bicchiere e una bottiglia d'acqua e un piatto invitante sia alla vista che all'odore.

“Cosa succede?” domandò curioso mentre Blaine sorrideva rimettendo la pentola sui fornelli ormai spenti.

“Ho semplicemente pensato che il cibo da sporto non fa sempre bene.” disse il moro indicando la busta che Kurt teneva tra le mani.

“Wow, nessuno mi preparava la cena da, beh credo dalla mia adolescenza. Ci pensava la mia matrigna”

Blaine sogghignò nonostante avesse riflettuto che la vita di Kurt con il suo ex marito non era stata per niente facile.

“Spero ti piaccia, l'ho preparata in poco tempo ma è ben cotta, Alice dorme ed io me ne torno a casa” detto questo Blaine prese le sue cose e si avviò alla porta quando però si senti chiamare da Kurt.

“Aspetta! Da questa pentola esce sicuramente un altro piatto, puoi aggregarti a me se vuoi”

Blaine rimase bloccato con la mano sulla maniglia della porta non sapendo cosa dire.

“Oddio scusami magari hai da fare. Mi dimentico che io sono il tipo asociale, vecchio già all'et-”

“Resto volentieri” si affrettò a rispondere Blaine rimettendo a posto il giubbotto.

Kurt a quel punto sorrise e preparò un altro piatto mentre Blaine si sedette all'altro lato della tavola.

Rimasero per un po' in silenzio ascoltando solo il rumore delle posate che si scontravano con i piatti poi Kurt decise di parlare

“Di cosa ti occupi Blaine? Voglio dire, oltre a lavorare per me”

Blaine masticò accuratamente e poi bevve un po' “Studio giurisprudenza, manca poco alla laurea”

“Oh” disse semplicemente Kurt

“Cosa vuol dire quel Oh” chiese Blaine sorridendo

“È che non ti facevo un tipo da ufficio, ma si sa che l'apparenza inganna” scherzò Kurt facendo l'occhiolino e Blaine dovette stabilizzarsi un momento prima di tornare a parlare.

“Infatti non sono quel tipo. In realtà amo scrivere. Mi piace immergermi nel mondo della fantasia e creare storie, purtroppo però rimane solo un passatempo. Ho deluso mio padre quando gli ho confessato che sono gay almeno facendo giurisprudenza seguo i suoi passi e ammetto che quando ha saputo di questa mia scelta ho riacquistato un po' della sua stima”

“Ti capisco. Deludere la propria famiglia è....” Kurt sospirò “ è terribile”

Blaine annuì “Sai, oggi Alice mi ha raccontato una delle storie che inventi per lei. E' una bambina in gamba. Non so come funziona con il tuo ex ma nonostante siete separati lei cresce forte”

“Grazie” riuscì a malapena a dire Kurt cercando di trattenere le lacrime, ma Blaine lo notò

“Ho detto qualcosa che non va?”

Kurt scosse la testa e sorrise “Ho deluso mio padre e....odio non essere più quel ragazzo che lui ha cresciuto”

Istintivamente Blaine allungò una mano poggiandola su quella di Kurt.

“Forse nella vita non facciamo le scelte giuste, ma pensa che magari, nonostante tu abbia sbagliato la via, è arrivato qualcun altro per portarti nella direzione giusta.”

E Kurt capì che Blaine si stava riferendo a sua figlia, perché, se Kurt non avesse commesso tutti quegli errori, probabilmente Alice non sarebbe mai arrivata e Kurt odiava il pensiero di non averla con sé”

“Hai ragione” concluse sorridendo fissando le loro mani.

 

 

 

“Avevi una cotta per il tuo fratellastro?”

“Smettila di ripeterlo. E' imbarazzante! Pensa a te e alla tua cotta per Di Caprio”

Dopo qualche chiacchiera Kurt e Blaine si erano seduti sul divano davanti alla Tv con del caffè alla mano. Erano appena le 22.00 e Blaine il giorno seguente non aveva corsi in università quindi quando Kurt gli aveva proposto un caffè non aveva saputo dire di no.

Lasciarono quelle tristi conversazioni per dedicarsi a qualcosa di più divertente. Si raccontarono aneddoti imbarazzanti e vecchie cotte.

Blaine confessò la sua cotta per Di Caprio e la gelosia che provava verso quelle donne che lo baciavano in ogni film.

Kurt raccontò della sua cotta per Finn e il suo piano di manipolazione per conquistarlo.

Tra una risata e l'altra non sentirono dei passi di piccoli piedi nudi che arrivarono nel salotto.

“Daddy?”

Entrambi i ragazzi si voltarono e Kurt allargò le braccia così che la piccola si aggrappasse a lui.

“Mi sei mancato Daddy” disse Alice strofinando la sua guancia con quella di suo padre.

“Ti abbiamo svegliata?” domandò Kurt stringendola mentre le toglieva i capelli dal volto

“No. Ho fatto un brutto sogno”

Kurt si morse il labbro “Ancora? Vuoi raccontarlo?” domandò preoccupato

“No” rispose la piccola “Ho paura”

“Hey, non devi aver paura degli incubi” si intromise Blaine accarezzandole un braccio “Loro non possono farti nulla e poi hai un papà fortissimo che ti protegge da ogni male”

Kurt sorrise a Blaine sibilando un “Grazie” con le labbra.

“Mi sa che è arrivata l'ora di andare” Blaine provò ad alzarsi ma Alice con la sua manina gli afferrò le dita.

“Vuoi vedere un film con noi?”

Kurt istintivamente scoppiò in una risata “Questa piccola famiglia questa sera non ha intenzione di farti andar via”

Blaine rise compiaciuto “Posso mai dire di no a questa principessa? Resto solo se domani mi prepari dell'ottimo tè”

Alice batté le mani contenta prima di avvicinarsi al lettore dvd

“Tesoro un cartone che duri poco, domani mattina dobbiamo uscire presto”

Tutti e tre si accomodarono sul divano, Alice al centro tra i due e fece partire una fiaba in dvd che avevano acquistato dal giornalaio.

Rimasero per un bel po' di tempo e Kurt chiuse gli occhi per la troppa stanchezza ma quando li aprì si voltò subito alla sua destra trovando Alice e Blaine dormienti e i titoli di coda che scorrevano sullo schermo.

Senza far rumore prese sua figlia e la riportò nel letto poi diede una piccola scossa sulla spalla di Blaine ma il ragazzo non sembrava intenzionato a svegliarsi. Così Kurt gli alzò le gambe e lo fece distendere sul divano, poi prese una coperta e gliela sistemò addosso, spense la luce e se ne andò a dormire.

 

Il mattino seguente Blaine si svegliò con l'odore del caffè e con la vibrazione del cellulare nella sua tasca.

“Pronto” borbottò grattandosi la testa mentre tentava di aprire gli occhi

“Complimenti, ci sei riuscito!”

“C-come?”

“Non sei tornato a casa, hai dormito fuori, presumo che tu ti sia dato alla pazza gioia stanotte”

Blaine sbruffò “Sei il solito idiota Sebastian, ci sentiamo dopo” e con questa frase riattaccò senza aspettare risposta, poi si voltò vedendo Kurt già vestito, con i capelli in ordine e un sorriso sul volto.

“M-mi dispiace tantissimo, avresti dovuto svegliarmi”

“Ci ho provato, ma a quanto pare hai il sonno molto profondo” Kurt si avvicinò a Blaine e gli passò una tazza con del latte macchiato.

“Sono fortunato, stamattina non ho corsi, praticamente non avevo nulla da fare, ma il lavoro? Alice a scuola?”

“Entra a scuola più tardi, devo portarla dal medico per la vaccinazione. Lei non lo sa”

L'espressione preoccupata di Kurt fece sorridere Blaine.

“E' la prima volta che la fa?”

“No, seconda. La prima volta è scappata via. Insomma, la saletta è colorata ci sono personaggi Disney ovunque, la dottoressa ha cercato di trattenerla ma quando la vedo piangere così forte prende il panico anche a me. Odio essere solo in queste situazioni”

A quel punto Kurt si spostò e si avviò nella piccola lavanderia di casa per fare del bucato prima di uscire. Blaine si alzò e lo seguì in silenzio dando un'occhiata ad Alice che era quasi pronta mentre da sola provava ad infilarsi un calzino. Sorrise di fronte a quella scena e si avvicinò a lei.

“Vieni, ti aiuto” se la mise sulle gambe e le infilò i calzini e le scarpe non notando che Kurt li stava osservando

“Mi sa che ho scelto bene la mia babysitter” disse avvicinandosi ai due che lo stavano osservando.

“Dove andiamo Daddy?”

Kurt balbettò qualche istante “Da-dal dottore tesoro, ma stai tranquilla non devi fare nulla”

Purtroppo quelle parole non parvero tranquillizzare la piccola che scese dalle gambe di Blaine e scappò via.

“Vuoi che vi accompagni? Ma devi permettermi di farmi una doccia” gli propose Blaine

“D-davvero verresti?”

“Certo!”

 

Dopo circa quaranta minuti Kurt, Blaine e un'incavolata Alice erano dal medico e quest'ultimo stava preparando la siringa per la puntura.

“No, Daddy, no! Ho paura portami a casa” Alice si sbracciava in ogni modo per arrampicarsi addosso a Kurt e farsi portare via, ma anche Blaine era intervenuto cercando di tenerla ferma sulla poltroncina.

“Allora, ascolta cosa faremo: io devo andare a lavoro più tardi, ti faccio saltare la scuola e dopo andiamo al parco ti va?” Kurt le accarezzò la guancia dandole un leggero bacio.

“Ma non voglio la siringa”

“Okay, niente siringa, ma adesso guarda con me queste foto”

A quel punto Kurt cacciò il cellulare dalla tasca per distrarre sua figlia mentre il medico si preparava per vaccinarla appena un po' più in basso della spalla.

Alice non sentì dolore ma un lieve pizzico. Ma quando si voltò e vide l'ago infilato nella sua pelle scoppiò a piangere.

Non era un pianto per il dolore ma perché le avevano detto che non le avrebbero fatto la puntura.

Pianse forte e istintivamente Kurt e Blaine l'abbracciarono insieme consolandola.

Ci volle un gelato e delle super-coccole per calmare la bambina, ma una volta arrivata al parco aveva dimenticato della puntura e della bugia che le era stata raccontata.

“Daddy prendimi, Daddy!!”

“Sono qui, ti prendo!”

Alice si lasciò cadere sullo scivolo sotto gli applausi di Blaine “Bravissima!” le urlò il moro scambiandosi occhiate piuttosto frequenti con Kurt.

 

La giornata che Blaine aveva passato con Kurt e Alice lo fece sentire bene. E Blaine non si sentiva così da tempo.

Era entrato in quella famiglia da pochissimo ma sapeva che quella bambina aveva già conquistato il suo cuore e forse non solo lei.

Quando la sera rientrò in casa non pensava certo di doversi incontrare con una mamma isterica.

“Dove sei stato? Con chi eri? Perché non mi hai fatto una dannata chiamata? Era carino? No perché se era carino dovevi chiamarmi per una cosa a tre. E' nel patto dei coinquilini lo sai!”

“Sebastian calmati” fece Blaine rimettendo a posto la spesa. “Ho passato tutto il giorno con Kurt e la figlia”

“Oh quindi hai fatto lo straordinario”

“No. Niente lavoro aggiunto. L'ho fatto perché volevo farlo io”

“Il solito idiota” Sebastian controllò nelle busta “La cioccolata? L'hai presa vero?”

“Seb, calmati. Okay scommetto che domani hai un esame”

“Esattamente” mormorò il biondo fiondandosi sulla tavoletta di cioccolata.

“Dimmi un po', come mai hai passato tutto questo tempo con loro? Non dirmi che ti piace il padre della bambina”

Blaine scrollò le spalle fingendo indifferenza. Odiava il fatto che il suo amico riuscisse a capire tutto di lui.

“Dal tuo silenzio mi pare di capire di aver fatto centro. L'importante é che tu non gli abbia raccontato della tua cotta per Di Caprio e sono certo che te lo porterai a letto”

In quel momento Blaine si lasciò scappare un rumore, un piccolo gemito con la bocca e Sebastian capì.

“Lo hai già fatto! Ma che ti passa per la mente Blaine? Sei gay ma sei uomo, usa quelle palle che tieni e non solo per infilarle in un buc-”

“Grazie per i tuoi consigli Seb, ma la cosa non è semplice, evitiamo di parlarne adesso”

E Blaine seriamente non voleva parlare, anche perché odiava dar ragione a Sebastian Smythe.

 

 







Note:Nel prossimo capitolo: Incontro più ravvicinato tra Kurt e Blaine e apparirà anche Josh ex marito di Kurt


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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Le cose tra Blaine e la piccola famiglia Hummel erano decisamente cambiate.

Alice non faceva più tante storie o sbruffava quando vedeva Blaine sulla soglia della sua classe, anzi, se era di buon umore e nessun bambino le aveva rubato i suoi colori, correva verso di lui per abbracciarlo. Poi, ovviamente, c'erano anche i giorni “no” e, in quei giorni, Blaine era costretto ad indossare coroncine da principessa o ali da fata solo per far ridere la bambina.

Anche con Kurt le cose erano cambiate. Quasi ogni sera Blaine restava a cena e poi lui e Kurt si sistemavano sul divano e il più piccolo lo aiutava, come poteva, con la questione del matrimonio che si faceva sempre più vicino.

Un sabato sera Alice era ancora sveglia e Kurt era in piedi vicino al divano battendo violentemente il piede a terra.

“Andiamo esci”

“Non ho mai messo lo smoking”

“Starai benissimo Blaine”

“Benissimissimo” aggiunse Alice che batteva le mani impazientemente di vedere Blaine uscire dal bagno.

“Mi servono per fare solo delle pieghe, te l'ho detto hai più o meno le stesse misure di Artie Abrams che mi ha chiesto di pensarci io per lui, quindi...”

A quel punto Blaine fu costretto ad uscire sotto le risate trattenute di Alice e lo sguardo di Kurt che lo squadrava dalla testa ai piedi.

“Mi sa che devo accorciare ancora”

Kurt si abbassò sistemando le pieghe dei pantaloni con delle spille mentre Blaine roteava gli occhi.

Ma la sua era tutta scena. Adorava questi piccoli momenti, si sentiva così a casa.

“Blaine tu sei bello” disse Alice aggrappandosi sullo schienale del divano

“Hey potrei essere geloso!” scherzò Kurt facendo la linguaccia a sua figlia. E intanto Blaine stava a guardare. Osservava come quel padre si gettò sulla figlia per solleticarla fingendosi offeso e questo era troppo. Dannazione, era stato assunto da poco e presto la bambina sarebbe cresciuta e Kurt aveva una storia vissuta alle spalle!

Allora perché ogni volta che Blaine guardava questa piccola famiglia e poi provava ad immaginarne una tutta sua, i volti di suo marito e di sua figlia erano fin troppo simili a quelli di Kurt e Alice?

Scacciò quei pensieri dalla testa quando sentì un cellulare suonare, così, mentre Kurt era al telefono, lui decise di andarsi a cambiare per tornare a casa.

“Qualcosa non va?” disse Blaine una volta uscito dal bagno e vedendo il broncio sulle labbra di Kurt.

“E' Josh, il mio ex. Sta venendo per prendere Alice” sbruffò Kurt mentre rimetteva in ordine gli attrezzi da cucito.

“Blaine, Blaine guarda ti piace?”

Alice corse dal ragazzo per mostrargli un disegno. La piccola aveva ritratto lui con la coroncina da principessa in testa.

“Wow! direi che ho bisogno di un principe in questo disegno” scherzò Blaine osservandolo

“Ma è qui, scemo.” La piccola indicò un altra persona disegnata. “Vedi c'è Daddy qui”

Entrambi i volti dei due adulti si tinsero di rosa, Kurt stava per dire qualcosa quando qualcuno bussò alla porta bussò.

Sulla soglia c'era Josh, il quale strinse Kurt in un abbraccio e gli posò un bacio sulla fronte. Il ragazzo roteò gli occhi ma non disse nulla.

“Oh...papà” Il tono di voce di Alice non era per niente allegro o eccitato, anzi era ricco di delusione.

“Hey tesoro e così che mi saluti? Vieni a darmi un bacio”

Ed Alice, senza dire nulla con la testa rivolta verso il basso, si avvicinò al padre per farsi abbracciare.

“Corri a prendere le tue cose” le disse Josh dopo averle dato un bacio.

“Josh lui è Blaine. Blaine lui è Josh”

I due uomini si guardarono un po' infastiditi e si strinsero la mano con poca voglia.

“Perché Alice è arrabbiata?” fece l'ex marito non dando già più importanza a Blaine.

“Beh, ne ha tutto il diritto dal momento che dovevi venire la settimana scorsa. In più le avevi promesso di portarla a quel nuovo Luna Park, invece non ti sei nemmeno presentato”

“Ho avuto da fare” provò a giustificarsi Josh.

“Le avevi detto di aver già acquistato i biglietti!” urlò Kurt arrabbiato. Era stato orribile dover dire a sua figlia che suo padre non l'avrebbe portata a quel Luna Park e la cosa peggiore è che non seppe darle nemmeno una spiegazione decente.

“Quella bambina ti ha aspettato una settimana intera, diceva a tutti i bambini quanto fosse felice di andare a quel parco divertimenti. Le avevo comprato anche un vestitino nuovo, e tu? Niente. Sei scomparso senza degnarti di telefonarmi.”

E mentre Josh rispondeva urlando ancora di più contro Kurt, Blaine si intrufolò nella camera di Alice.

La camera però era vuota. Apparentemente vuota. Blaine sentì un piccolo singhiozzo provenire da sotto al letto e quando spostò le coperte trovò Alice con le mani premute sulle sue orecchie.

“Scricciolo, vieni qui” Blaine la tirò con un po' di forza e la strinse tra le braccia. “Non ti piace quando i papà litigano vero?”

La piccola fece segno di no con la testa e all'ennesimo urlò provò a tapparsi ancora di più le orecchie fino a farsi male. Blaine la strinse e le lasciò un bacio sulla testa.

“Adesso ci penso io aspetta”

Sistemò la bambina sul letto e tornò nel piccolo salotto.

“..ovvio passi le tue serate a sbronzarti nei locali, quanti te ne sei fatti questa settimana dimenticandoti di tua figlia?”

“Smettila Kurt di rinfacciarmi questo tradimento, io credo-”

“Io credo che dovreste smetterla!” li interruppe Blaine “Vostra figlia è spaventata. Provate a non litigare in sua presenza. Lo so che non sono nessuno per dire queste cose, ma non posso sopportare di vederla così”

Kurt sospirò “Hai ragione.” e detto questo si allontanò per andare da sua figlia.

“Amore vieni qui” la prese tra le braccia mentre lei continuava a piangere “Prometto che non litigheremo più, va bene?”

“Sei abbiato daddy?”

“Arrabbiato. E no, non lo sono” Kurt restò a consolarla per un po' mentre fuori Blaine e Josh erano immobili aspettando che padre e figlia tornassero.

“Preferirei che non intervenissi più nei nostri affari di famiglia” disse Josh rompendo il silenzio mentre apriva il frigo per prendersi da bere.

“Controllare Alice ora è anche compito mio, quindi se vedo che sta male mi sembra giusto intervenire.” disse rigido Blaine.

“Ah. quindi non sei il nuovo ragazzo di Kurt?” domandò Josh sorseggiando la sua bevanda

“No” si affrettò a rispondere Blaine

“Bene. Meglio così.”

Blaine non riuscì a capire cosa intendesse Josh ma capì che ormai era tardi e doveva andare via.

“Io devo andare. Salutami Kurt”

 

 

Blaine tornò a casa cercando di fare silenzio. Probabilmente Sebastian era chiuso in camera con chissà chi, insomma era sabato sera. Ma stranamente lo trovò seduto sul divano con un gelato tra le mani e un vassoio con dei dolciumi mentre alla Tv mandavano il film “Il curioso caso di Benjamin Button”

“Che stai facendo?” domandò sorpreso Blaine facendo sobbalzare Sebastian che spense subito la televisione. “Allora? Confessa!” scherzò il moro sedendosi accanto a lui e rubandogli il secchiello con il gelato.

“Sono depresso” confessò il biondino sgranocchiando una patatina. “L'esame l'ho passato ma sono così impegnato che non riesco a flirtare con nessuno. In più tu stai giocando anche alla famigliola felice ed io sono sempre solo”

Blaine lo guardò stupito “Mi stai dicendo che senti la mia mancanza?”

“Oh, oh! Calma eh. Non provo sentimenti del genere”

E Blaine a quel punto non riuscì a trattenere una risata e prese il suo amico e lo strinse in un forte abbraccio.

 

 

“Sei sicuro che non ci scopriranno?”

“No Rachel, e anche se ci scoprissero io lavoro qui, ho le chiavi e non stiamo facendo nulla di male anche perché in questo preciso momento mentre tu continui a fissare i vestiti io li devo catalogare”

“Ma oggi è domenica. Possibile che tu non prenda un momento di pausa?”

Rachel e Kurt erano entrati nell'edificio dove lavorava il ragazzo. Lì, nella stanza dove i sarti si occupavano dei vestiti, Kurt aveva sistemato gli abiti delle damigelle per il matrimonio di Rachel e quest'ultima era venuta per dargli l'occhiata finale.

“Il colore dona molto direi”

“Sta bene sulla carnagione di tutte” disse Kurt mentre continuava a catalogare vestiti per il suo capo.

“Allora Kurt, l'altro giorno mi hai detto che stai passando molto tempo con quel Blaine. Blaine mi aiuta, Blaine è un ottimo babysitter, Blaine è adorabile con Alice. Mi pare di capire che è anche gay”

Kurt capì perfettamente dove voleva andare a parare la sua amica. “Si è gay, no non sono interessato. Sono solo felice che mi aiuti; ogni tanto resta a cena a casa e scambiamo due chiacchiere”

“Ogni tanto?” incalzò Rachel, e Kurt sbruffò

“Okay quasi ogni sera, ma no, Rachel, non ho tempo di pensare ad un uomo che entri nella mia vita.” Kurt tornò a catalogare sentendo gli occhi dell'amica su di lui ma cercò di evitare il suo sguardo, perché sapeva che l'amica avrebbe capito che stava mentendo.

Rachel si guardò un po' intorno finché non trovò quello che cercava. Fece un sorrisino compiaciuto e poi nascose la borsa di Kurt dietro le sue spalle.

“Kurt mi avevi detto di avere alcune riviste o sbaglio?”

“Quelle sulle spose?” domandò il ragazzo contento che la sua amica avesse cambiato argomento

“Già, si proprio quelle”

“Te le prendo subito”

E quando Kurt si allontanò, Rachel mise in atto il suo piano.

 

Due ore dopo, rimasto solo, Kurt sospirò sedendosi su una poltroncina per riposarsi. Non si era preoccupato del pranzo per quanto era stato occupato con il lavoro e non aveva voglia di tornare a casa.

Senza Alice che combinava pasticci o lo chiamava per farsi aiutare in qualcosa non era lo stesso.

Riprese a catalogare l'ultima serie di vestiti autunnali quando sentì una voce alle sue spalle.

“Quindi è questo il covo di Kurt Hummel”

Quando si voltò si ritrovò Blaine con in mano dei sacchetti del ristorante e un lieve odore che proveniva dall'interno.

“Ho portato il pranzo. Come mi hai chiesto tu. Ammetto che le indicazioni per arrivare e per entrare qui sono state scritte un po' frettolosamente ma apprezzo il pensiero” Blaine sorrise e Kurt ci mise qualche secondo a capire che ci fosse lo zampino di Rachel Berry.

Kurt sorrise fingendo di essere consapevole delle cose che Blaine gli stava dicendo mentre nella sua testa stava maledicendo quella donnaccia della sua amica in tutte le lingue che conosceva.

“Hai fame?”

 

In poco tempo si erano sistemati su un tavolino basso di vetro e si erano seduti su dei cuscini sicuramente più comodi del pavimento.

“...quindi sono andato lì e gli ho detto le cose come stavano. Sono gay, mi piacciono gli uomini e non mi fidanzerò mai con la figlia del tuo collega”

“Immagino che tuo padre sia rimasto impietrito”

“Letteralmente. Un coming-out entrato nella storia del country club degli Anderson.”

Blaine sorrise rubando una patatina dalla porzione di Kurt.

“Hai poi chiarito con il tuo ex, Josh?”

Kurt roteò gli occhi “È un completo idiota. Ma lo sono anche io. Insomma, mi sono fatto abbindolare così facilmente dal primo ragazzo newyorchese e ho finito per sposarlo. Prima peròera diverso, poi, quando ho saputo del tradimento, non ci ho pensato due volte a lasciarlo.”

Il tono con cui parlò Kurt era triste, stava raccontando un'altra delle sue delusioni e facevano ancora male.

“Sono scappato da New York e mi sono rifugiato a casa da mio padre. Non riuscivo a guardare mia figlia in faccia. Ancora così piccola e già con mille problemi che non sapeva e non sa di avere. Odio litigare davanti a lei ma quando Josh si comporta in quel modo non posso trattenermi”

Blaine annuì comprendendo le parole di Kurt.

“Ma ho notato che comunque provi ancora un certo affetto nei suoi confronti” disse Blaine sperando di non essere stato troppo indiscreto.

“Dici quando mi ha salutato ieri? È-che-” Kurt cominciò a balbettare “...nonostante tutto mi rende impotente quando lo vedo, non sono abbastanza forte”

A quel punto Blaine si alzò e fece il giro del tavolo per poi sedersi sullo stesso cuscino di Kurt.

“Lo sei invece. Lo sei eccome! Kurt, hai venticinque anni e cresci una bambina di tre. Alice è così intelligente, educata, socievole ma anche capricciosa come devono essere tutti i bimbi. E' una bambina che cresce sana e forte e deve ringraziare solo te”

Kurt ascoltò attentamente le parole di Blaine perdendosi nei suoi occhi dorati e senza pensarci con una mano gli sfiorò leggermente la guancia.

Non sapeva cosa esattamente stava facendo ma, proprio quando le sue labbra si stavano avvicinando a quelle di Blaine, il suo telefono squillò.

Kurt scosse la testa arrossendo violentemente e prese il cellulare dal tavolo.

“Josh dimmi”

“Kurt, ascoltami e mantieni la calma, va bene? Non c'è niente di cui preoccuparsi ma-”

“Che diamine è successo Josh?” urlò Kurt dal telefono.

“Sono in ospedale. Per Alice”

 







Note: Nel prossimo capitolo: la corsa da Alice (tranquilli sta bene) e Kurt scoprirà qualcosa che lo renderà triste.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


“Kurt lascia guidare me. Fermati, aspetta!”

“Ti prego Blaine, lasciami andare”

“Sei troppo agitato. Guido io”

Blaine prese dalle mani di Kurt le chiavi e si diresse alla sua auto. Intanto Kurt continuava a chiamare Josh che però non rispondeva, probabilmente a causa di un problema di rete all’interno dell'ospedale, e lui non riusciva a stare tranquillo.

Arrivarono davanti all’edifico e Kurt non diede a Blaine nemmeno il tempo di fermarsi che si era già gettato fuori dall'auto. Blaine parcheggiò in seconda fila fregandosene di una probabile multa e seguì il ragazzo.

Quando arrivò alla reception Kurt aveva già ricevuto tutte le informazioni necessarie.

Entrarono nell'ascensore che doveva portarli al terzo piano. Blaine osservò Kurt che continuava freneticamente a mordersi le dita dalla paura, dalla rabbia e dai mille pensieri che gli stavano offuscando la mente. Istintivamente Blaine lo prese per mano e gli strinse le dita delicatamente. Kurt lo guardò rilassandosi appena un po'.

“Andrà tutto bene, non è nulla di grave”

Kurt provò a sorridere e strinse forte la mano di Blaine. Quando l'ascensore si aprì si lasciarono e corsero in cerca della stanza.

Videro Josh, di spalle che parlava con un dottore e il pianto forte di Alice.

“Cosa è successo?” disse Kurt entrando nella sala. Il medico si mise davanti alla bambina.

“Lei chi è?”

“Sono suo padre!”

Il dottore sembrava confuso “No suo padre...oh coppia gay? Okay signore stia calmo non è niente”

A quel punto Kurt spostò con una manata poco gentile il dottore e si avvicinò alla bambina.

Alice aveva un fazzoletto sulla mano ricoperto di sangue e continuava a piangere.

“Tesoro, sono qui”

“Daddy fa male” urlò la piccola tra le lacrime

“Cosa le hai fatto?” urlò Kurt voltandosi verso l’ex marito.

“Ma niente! Stavamo ritagliando alcune immagini da un giornale. Poi ha squillato il telefono e mi sono allontanato e lei ha fatto tutto da sola” provò a giustificarsi Josh.

“E tu l'hai lasciata sola con le forbici? Ma sei un completo idiota!” lo insultò Kurt tornando a guardare la mano insanguinata della sua bambina.

Il medico arrivò con un infermiere per mettere dei punti di sutura ad Alice.

“Mi serve uno dei papà che mi segua nell'altra sala” informò il medico e non c'era bisogno di decidere quale padre avrebbe accompagnato la figlia.

Kurt entrò nella stanza tenendo sua figlia stretta tra le braccia cercando di consolarla. Quando il medico spostò il pezzo di stoffa ormai di colore rosso, il taglio che videro apparve decisamente profondo.

“Procediamo con i punti di sutura” comunicò il medico all’infermiere e Kurt continuava ad asciugare le lacrime della piccola cercando di darle tante parole di conforto che però Alice nemmeno ascoltava per il dolore.

Le fu fatta un'anestesia e poi procedettero mettendole cinque punti sul palmo della mano. Fasciarono quest'ultima con delle bende e poi il dottore le mise sopra un cerotto colorato sperando di poter sollevare un pochino l'umore della bambina.

Quando uscirono dalla sala Alice era in braccio al suo papà con la testa poggiata nell'incavo del collo, la manica della maglia in bocca e con la mano stringeva l'altra ferita. Singhiozzava silenziosamente e gli occhi erano rossi e stanchi.

“La riporto a casa!” fece Kurt senza guardare in faccia il suo ex. Non era una domanda. Non stava chiedendo il permesso. Lui la stava riportando al sicuro dove l'avrebbe consolata come si deve.

“Aspetta Kurt non puoi, io già non riesco a vederla sempre, lascial-” quando Josh provò a parlare seguendo Kurt, Blaine gli si piazzò davanti bloccandolo con una mano sul petto.

“Non ti conviene metterti contro di lui in questo momento” gli suggerì il moro e poi senza aggiungere altro si voltò per seguire Kurt.

“Sei stata una brava bambina hai visto? Il dottore mi ha dato tantissime caramelle per te”

Alice annuì debolmente continuando a piangere ogni volta che i suoi occhi si posavano sulla ferita.

Non faceva male, era ancora sotto anestesia ma quando guardava la mano ricordava il momento in cui si era tagliata, il sangue e lei che urlava dal dolore.

Intanto Blaine guidava tenendo gli occhi sulla strada; si fermò sotto casa di Kurt e si offrì di dargli una mano in caso avesse avuto bisogno d'aiuto. E Kurt ne aveva bisogno. Le sue gambe tremavano leggermente ancora per lo spavento e, nonostante si stesse comportando in modo coraggioso di fronte a sua figlia, lui aveva solo voglia di piangere.

Entrarono in casa e Kurt si affrettò a recarsi in bagno.

“Puoi prendermi il suo pigiama?” chiese a Blaine che eseguì subito. Quando Kurt provò a togliere il vestitino macchiato di sangue ad Alice lei ricominciò a piangere per paura che la sua mano venisse ferita di nuovo.

“Tesoro non ti farei mai male, lo sai”

A quel punto intervenne anche Blaine che dovette tener ferma la bambina che cominciava a calciare furiosamente. Infine Kurt le riuscì ad infilare il pigiama e la portò direttamente sul suo letto.
 

“Guarda, stasera dormirai con me e non farò i capricci va bene?”

“Daddy bua. Fa male Daddy” disse la piccola sul punto di ricominciare a piangere.

“Lo so tesoro ma credimi passerà tutto presto. Domani restiamo a casa che dici?”

Alice annuì sistemandosi sul cuscino e chiudendo gli occhi.
“Daddy non toccare la mano” cercò di assicurarsi la bambina.

 

“Certo non la toccherò”

Blaine si rigirò in cucina non sapendo esattamente cosa fare, così si avviò verso la camera da letto dove sentì la voce di Kurt canticchiare qualcosa per la sua bambina.

Quando arrivò sulla soglia Blaine riconobbe la canzone.

 

Like the little school mate in the school yard 
We'll play jacks and uno cards 
I'll be your best friend and you'll be my Valentine 

Kurt ed Alice si girarono quando improvvisamente sentirono la voce di Blaine

 

Yes you can hold my hand if you want to 
'Cause I want to hold yours too 
We'll be playmates and lovers and share our secret worlds


Continuarono a cantare insieme con voce soffusa mentre gli occhi di Alice si chiudevano beatamente stringendosi alla sua copertina preferita.

 

Quando Alice si addormentò, Kurt uscì dalla camera da letto e si diresse in cucina trovando ancora Blaine in piedi con del caffè in mano.

“Tieni.” Blaine gli offrì una tazza

“Grazie. Scusami per il trambusto. Diamine sembra che lavori per me ventiquattro ore al giorno”

“Lascia perdere, non dire nemmeno una cosa del genere.”

Rimasero un po' in silenzio fin quando poi Kurt fissò l'orario. “Senti Blaine, domani puoi anche evitare di venire. Resterò a casa con Alice”
“E con il lavoro?”

“Il mio capo è a Miami per qualche giorno quindi il lavoro che devo fare posso farlo anche al computer, ho già catalogato i vestiti questa mattina quindi non c'è bisogno che vada lì”

Blaine annuì “Come vuoi, ci sentiamo” e quando Blaine era pronto per uscire Kurt lo chiamò

“Blaine volevo dirti....” fece un respiro profondo. “...grazie. Di tutto”

 

 

 

Durante la notte Kurt dormì poco. Sua figlia si lamentò più volte nel sonno e lui dovette consolarla canticchiandole qualche ninna nanna che le facesse chiudere gli occhi e riprendere sonno. Alle sette del mattino era già in piedi dopo il secondo caffè mentre spiegava al telefono a suo padre cos’era successo la sera precedente. Dopo aver tranquillizzato Burt, Kurt dovette mettersi al computer sbrigando alcune cose per il lavoro: prima finiva e prima si sarebbe dedicato a sua figlia.

Evitò volontariamente le chiamate di Josh e i messaggi che aveva ricevuto durante la notte: non poteva parlare con lui, se solo avesse sentito la voce del suo ex marito probabilmente avrebbe mozzato a lui una mano.

Al quarto caffè decise di fermarsi con il lavoro e sistemare un po' la casa. Controllò che Alice stesse ancora dormendo e cominciò a lavare le tazze sporche nel lavandino della cucina, poco dopo si dedicò a dare una ripulita al bagno e spolverò tutto il salotto. Si fermò solo quando sentì un pianto provenire dalla sua camera da letto.

“Daddy, Daddy”

“Alice eccomi! Ti fa male?”

La piccola annuì sedendosi tra le braccia di suo padre per farsi coccolare.

“Vuoi un po' di latte e biscotti? Così ci mettiamo in forze”

“Ma esce il sangue?” domandò Alice controllandosi la mano

“No, niente sangue. I dottori ti hanno curata ben bene e così tra qualche giorno sarà sparito tutto e toglieremo anche questa brutta fascia”

Dopo aver rassicurato ancora una volta Alice, Kurt la portò in cucina e la fece sedere sulla sedia accanto al tavolo, le mise due cuscinetti sotto al sedere per rialzarla un po' e poi le mise il bavaglino alla gola. Si avvicinò ai fornelli e cominciò a riscaldare il latte e aprì un pacco di biscotti e li sistemò sul tavolo rubandone uno da sgranocchiare, poi accese la Tv mettendo uno dei canali che mandano cartoni animati ventiquattro ore al giorno, si sedette accanto ad Alice e l'aiutò a mangiare. Per fortuna questo parve distrarre la bambina che mangiò in silenzio osservando il programma in televisione. Entrambi sobbalzarono quando sentirono bussare alla porta.

Era lunedì mattina e quindi non avevano idea di chi fosse e Kurt sperò con tutto il cuore che non si trattasse di Josh.

“Ciao! So che mi hai detto di aver la giornata libera e in effetti tra un'ora dovrei essere all'università ma ho pensato che un piccolo regalino per Alice e un cornetto per colazione per te vi avrebbero rallegrato la giornata”

E quando Kurt si ritrovò Blaine con le mani occupate e un sorriso raggiante sul volto sapeva di certo che la sua giornata sarebbe migliorata.

Nessuno dei due aveva provato ad accennare a quel quasi bacio che si erano scambiati, ma, sapendo che niente tra i due era cambiato, li faceva stare sereni rimandando un'eventuale conversazione a chissà quando.

 

 

Quando Kurt si presentò a casa di Rachel e raccontò l'accaduto, lui e la ragazza dovettero trattenere Finn che voleva uscire per dare una lezione a Josh.

“Il taglio è profondo” disse Kurt dopo che la situazione si era calmata, parlando con Rachel.

“Mi sono spaventato tantissimo”

“Questa non ci voleva. Ma quindi quel Blaine è stato tutto il tempo con te?”

“Ogni istante, sarei impazzito se non ci fosse stato lui, ne sono certo”

Rachel sorrise “Ti piace vero?”

“C-cos-...si” e a quel punto Kurt si arrese perché era inutile nasconderlo. Glielo si leggeva in faccia che Blaine Anderson non gli fosse indifferente.

“Ho paura Rachel, ho paura di fare qualcosa di sbagliato ma lui è così incredibile e quando è presente in casa o lo vedo scherzare con Alice sembriamo una vera famiglia. Solo che, prima che arrivasse la telefonata, noi stavamo per… ci siamo quasi baciati. Ma probabilmente mi sto solo illudendo, insomma non tutti a ventiquattro anni vogliono già mettere su famiglia”

“Kurt, ma tu non sai cosa passa nella mente di quel ragazzo quindi non- Finn che diamine stai facendo?”

I due ragazzi si voltarono quando videro Finn e Alice ingozzarsi di biscotti.

“Finn maledizione dopo non vorrà mangiare la sua cena” sbruffò Kurt, ma poi sorrise.

“Rachel, mi sa che siamo in due ad avere un figlio a cui badare”

“Comunque, tornando al discorso di prima, dai una possibilità a quel ragazzo. Ha tutte le carte in regola”

Kurt semplicemente sorrise e non provò a menzionare di saper che era stata lei a mandare l'sms a Blaine per farli pranzare insieme. L'amica si vantava già troppo quindi era meglio continuare a fingere.

 

 

Kurt e Alice stavano ritornando a casa. La piccola era seduta nel carrozzino mentre Kurt la trasportava.

“Maccina blu, maccina rossa daddy, maccina gialla. Ci sono tantissime maccine gialle!”

Kurt rise divertito. “Sono i taxi tesoro, qui a New York c'è ne sono tantissimi. Che ne dici di salutare zio Dylan?”

Kurt si fermò di fronte alla tavola calda ed entrò portando Alice con sé.

 

 

“Dylan sbrigati ho fame accidenti! Oh Blaine finalmente sei uscito dal bagno, di’ a quell'incapace di portarmi qualcosa da mangiare sto svenendo!”

“Sebastian faccio da babysitter ad una bambina di tre anni è si lamenta molto meno di te”

Sebastian alzò gli occhi al cielo sbruffando, perché non era la prima volta che Blaine glielo rinfacciava, anzi, ormai i loro argomenti erano tutti basati sulla famiglia Hummel fin quando però Sebastian non si alzava, mandava a quel paese l'amico e si chiudeva in camera urlandogli che un film porno etero era sicuramente più interessante delle sue chiacchiere.

“Comunque ho una bella notizia per te. Guarda cosa ha trovato il tuo amicone” A quel punto Blaine tirò dalla tasca due biglietti per un concerto dei “Panic at the disco”

“Non posso crederci, come hai fatto a trovarli?” domandò Sebastian con gli occhi puntati su quei preziosi biglietti.

“Una ragazza all'università me li ha venduti. Doveva andarci con il suo ragazzo ma si è rotto una gamba quindi sono nostri” rispose soddisfatto Blaine.

“Non posso crederci!” A quel punto come gesto d'affetto, Sebastian poggiò le mani sul volto di Blaine e gli diede un leggero bacio sulle labbra. Era un segno d'affetto che si scambiavano in rare occasioni e che non aveva mai disturbato nessuno dei due.

“Daddy c'è Blaine!” e quando i due ragazzi si staccarono gli occhi di Kurt, erano dritti puntati verso Blaine. Quest'ultimo si sentì fulminato da quello sguardo glaciale che l'altro gli stava puntando. Sembra arrabbiato, ferito e forse un po' deluso ma poi in un attimo lo sguardo cambiò e tornò ad essere sempre lo stesso, o almeno fingeva così.

“Daddy andiamo da Blaine”

Alice continuava a muoversi freneticamente nel carrozzino fin quando Kurt non le tolse il gancio di sicurezza e lei si gettò completamente tra le braccia del ragazzo.

“Oh guarda c'è la principessa-non mi faccio il bagno senza Jiselle-” disse Sebastian ricordandosi il suo incontro con la bambina. Blaine lo accigliò con uno sguardo ma poi si dedicò di nuovo alla piccola

“Cosa fate qui? Come va con la manina?” domandò ad Alice ma Kurt si avvicinò a loro e rispose al posto suo.
“Sono venuto a fare un saluto a Dylan ma adesso dobbiamo scappare. Alice andiamo” Kurt allungò il braccio per far in modo che la piccola lo afferrasse

“No, voglio stare con Blaine” disse aggrappandosi a lui.

Kurt roteò gli occhi sbruffando “Tesoro è tardi, su”

Improvvisamente Blaine sentì un colpo nei fianchi. Una gomitata da parte di Sebastian.

Cosi fece un piccolo colpo di tosse “Kurt lui è Sebastian. Sebastian ecco Kurt”

“Piacere” rispose Kurt allungando la mano verso il biondo

“E' un vero piacere conoscerti Kurt, Blaine parla continuamente di te”

“Io non parl-”

“Certo che si amore mio, tranne quando dorme ovviamente” scherzò Sebastian facendo l'occhiolino a Kurt

“I-io devo veramente andare. Alice senza discutere”

A quel punto Blaine diede un bacio alla piccolina

“Blaine bua guadda!”

Il moro sorrise “Lo so, ma passerà in fretta promesso”

La piccola così si avvicinò a Blaine e gli diede un bacio, poi si spostò verso Sebastian e gliene diede uno anche a lui lasciando il ragazzo spiazzato.

Kurt prese Alice e la sistemò nel carrozzino e poi fece per andarsene

“Ci vediamo domani Kurt” urlò Blaine alle sue spalle.

“Si, certo. A domani”

 

Quando la porta della tavola calda si chiuse, Blaine era spiazzato.

“Ho avuto un bacio da una ragazza. E' stato dolce. Ricordami: sono il tipo che prova dolcezza nelle persone? Comunque capisco tutto il tuo interesse! Insomma, hai visto quel sedere amico? Non capisco come non te lo sia ancora fatto, no sul serio Blaine lo hai visto? Hai per caso qualche foto sul cel-”

“Sebastian piantala e mangia” rispose alterato Blaine.

“Hey che ho detto? Non fare il tipo geloso”

“Ma non capisci? Crede che io e te stiamo insieme solo perché ci siamo dati un bacio”

In risposta Sebastian scoppiò a ridere.

“Cos'hai da ridere?” domandò irritato l'amico.

“È che adoro questi intrecci amorosi. Pensa solo che quando saprà che sei single e che non fai sesso da un bel po' di tempo, ti salterà addosso e farete del sesso selvaggio. Sono disponibile anche a guardare la bambina. Può bere birra?”

Blaine scosse la testa e si alzò dal tavolo

“Dove vai? Blaine?”

“Tranquillo Sebastian voglio prendere una boccata d'aria.” lo rassicurò Blaine.

“Okay, ma verrai con me al concerto giusto?”

“Sicuramente”

 

 

 

 

 

 

 

Note: Quei versi li avete riconosciuti no? Ho odiato tanto che sono stati tagliati in Glee, quindi li ho aggiunti nella mia ff
Spendo un momentino per ringraziare le 107 persone che hanno messo la storia tra le seguite le 31 nelle preferite e le 7 ricordate.

Non credevo che questa storia a solo 7 capitoli portasse tutto questo interesse. Grazie!

E ringrazio anche la mia super-beta!!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Kurt e Alice rientrarono a casa: la piccola corse subito nella sua cameretta mentre Kurt rimetteva in ordine le scarpe che la figlia aveva lasciato sulla soglia. Per fortuna avevano cenato da Rachel e Finn così Kurt ne approfittò per mettersi a lavoro con le ultime faccende per il matrimonio. Purtroppo però la sua mente era troppo presa da quello che era successo alla tavola calda.

Kurt continuava a darsi dell'illuso e anche del patetico. Era ovvio che nella sua vita non c'era spazio per un altro uomo. Lui aveva una vita incasinata, chi avrebbe voluto prendersi un ragazzo petulante con una figlia di tre anni?

Eppure lui e Blaine sembravano avere così tanta chimica, si stavano quasi baciando diamine!

Kurt spostò il PC dalle gambe e si passò le mani sul volto. C'era qualche lacrima che neanche lui aveva il coraggio di vedere. Non voleva essere debole ma non era nemmeno così forte come si mostrava di fronte agli altri. Si mise una mano sulla bocca per trattenere un singhiozzo e ficcò la testa tra le gambe che teneva strette al petto.

Era stanco di doversi immaginare qualcuno accanto a lui per il resto della vita, era stanco di avere l'altro lato del letto vuoto.

Kurt non voleva restare solo, sia per lui che per Alice. Lei non meritava avere una famiglia così incasinata, nessun bambino dovrebbe.

Purtroppo non si accorse che la figlia l'aveva raggiunto sul divano per farsi infilare il pigiama ma aveva fatto scena muta vedendo il suo papà in quelle condizioni. Così era corsa di nuovo nella stanza e aveva preso la principessa Jiselle.

Tornata nel salotto si arrampicò sul divano e spinse le braccia di suo padre per aprirle e gli sistemò la principessa accanto. Kurt alzò lo sguardo e sorrise di fronte a quella scena; era sempre stato lui a dire a sua figlia che quella bambola l'avrebbe consolata nei momenti tristi e lei adesso stava facendo lo stesso per il suo papà.

“ti amo così tanto piccola mia” disse Kurt stringendola a sé.

“Non piangere daddy” gli disse Alice dandogli un bacio sulla guancia. Così Kurt si riprese immediatamente.

“Guardiamo un cartone prima di dormire?” domandò tirando su con il naso

“Nel tuo lettone?” domandò speranzosa la piccola e Kurt annui.

“Yeah! Scelgo io!”

E Kurt osservò sua figlia tutta indaffarata nella scelta del film. Avrebbe sempre avuto un motivo per sorridere.

 

 

Come al solito, Blaine prese da scuola Alice e insieme tornarono a casa. Stranamente la bambina era tornata ad essere nervosa già dal momento in cui aveva visto Blaine.

Il ragazzo entrò in casa e la fece sedere sul mobiletto del bagno e con molta delicatezza le cambiò la fascia che aveva sulla mano.

“Cosa c'è che non va Alice?” domandò il ragazzo mentre le sfilava le scarpe cercando di tenere fermi i piedi che continuavano a penzolare fastidiosamente.

“Voglio daddy!” disse decisa la piccola e aveva proprio l'aria di non cambiare idea.

“Lo sai che tuo padre tornerà questa sera”

Alice sbruffò e alzò gli occhi al cielo proprio come faceva Kurt. Blaine si ritrovò a ridere di fronte a quel gesto.

Insieme poi andarono in cucina per mangiare il frullato e dando un'occhiata Blaine vide che il calendario segnava la data di quel giorno con scritto sopra “Mio Compleanno”.

“Oggi è il compleanno del tuo papà?” domandò alla bambina voltandosi verso di lei, ma Alice scrollò le spalle “Non lo so” rispose con tono innocente.

Così Blaine pensieroso gli venne un'idea. Sul frigo erano attaccati anche i numeri del fratello di Kurt e della sua amica. Kurt gli aveva spiegato che erano tutti molto legati quindi Blaine voleva esser certo che avessero organizzato qualcosa per lui.

Compose il numero con un leggero imbarazzo e poi aspettò una risposta dall'altro lato del telefono.

“Rachel Berry, chi parla?”

“Ciao, sono Blaine, Blaine Anderson il babysitter di Alice”

“Oh...ciao, è successo qualcosa?”

“No niente, scusami se ti ho disturbato ma ho visto sul calendario che oggi è il compleanno di Kurt e mi chiedevo se avessi organizzato qualcosa per lui. Scusami il tono confidenziale ma Kurt mi ha già parlato di te”

“Ti ha parlato di me? Davvero? Cosa ti ha detto-no aspetta, devo concentrarmi su Kurt. No, purtroppo non abbiamo organizzato nulla, sai Kurt è un po' contrario alle feste poi con gli impegni per il mio matrimonio io...”

“Rachel, hai da fare questa sera?”

 

 

 

 

Quando Kurt arrivò nel suo condominio tirò un sospiro di sollievo mentre l'ascensore lo portava al suo piano. Era stremato. Mike gli aveva fatto mettere in ordine tutte le copertine della rivista dai primi giorni della sua creazione fino al 2012. Era stanco e voleva solo mettersi nella vasca da bagno e, per una volta, sperò che Alice stesse dormendo. Aprì la porta di casa trovando l'appartamento completamente buio.

“Blaine?” chiamò muovendo la mano sulla parete per cercare l'interruttore. Quando la luce si accese ci fu uno scoppio di voci che urlarono “Sorpresa!”

C'erano Rachel, Finn, Alice e Blaine. Quest'ultimo teneva in mano una torta con le candeline accese.

“Daddy soffia, soffia!” disse con entusiasmo la piccola mentre Kurt era ancora sorpreso con un gran sorriso sul volto.

“Non posso crederci!” esclamò osservando la sua famiglia.

“Soffia Daddy!” insistette Alice.

“Arrivo, eccomi!”

Kurt si avvicinò ai ragazzi ma venne bloccato prima di soffiare.

“Mi raccomando, esprimi un desiderio” gli suggerì Blaine, con un sorriso che Kurt ricambiò e finalmente soffiò sulle candeline con gli occhi socchiusi, quando li riaprì il suo sguardo si incontrò con quello di Blaine.

“Buon compleanno” sussurrò poggiando la torta sul tavolo.

“Anche io voglio soffiare!”

“Alice hai soffiato così tante volte che con l'età che avresti compiuto saresti già in pensione!” scherzò Finn prendendo la piccola tra le braccia.

“Grazie ragazzi, è un regalo bellissimo” disse Kurt rubando con il dito un po' di panna dalla torta.

“Anche io voglio un regalo” fece Alice tutti risero.

“Quando verrà il tuo compleanno avrai un regalo meraviglioso” le disse Kurt mentre si avvicinava ai mobili per prendere le posate e dei piatti di plastica.

“Voglio un fratellino”

E con quella parola tutti vennero spiazzati.

“C-Cosa?” domandò Kurt

“Daddy ti preeego! Voglio un fratellino. Anche Annabelle ha un fratellino e Lucas ha una sorellina. Io voglio un fratellino”

“Un gattino? Un cane? O un criceto. I criceti sono adorabili” provò a farle cambiare idea Kurt.

“No. Un fratellino!”

E poi Alice mise il broncio e con quell'espressione voleva dire che non avrebbe cambiato idea tanto facilmente.

A quel punto Kurt decise di affettare la torta mentre Finn e Blaine distraevano la piccola.

“A lei piace Bau” disse Blaine a Finn mentre le sistemava il vestitino che le si era scomposto addosso.

“So cosa piace a mia nipote” rispose Finn mentre cercava il giocattolo. Aveva parlato con un pizzico di gelosia, perché Finn era lo zio preferito di Alice ma si stava affezionando parecchio anche a Blaine. In più il ragazzone notava come il moro era attento ad ogni particolare della bambina, proprio come se fosse sua figlia.

“Alice facciamo vedere a zio Finn il giochetto che abbiamo imparato” propose Blaine ad una Alice eccitata dall'idea.

“Zio Finn questo gioco è più bello del tuo”

E a quel punto Finn dovette ammettere a se stesso che era geloso marcio di Blaine Anderson.

 

 

 

 

“Chi vuole fare l'aereo?” propose Blaine prendendo sulle spalle Alice e facendo il giro della casa.

“Io non capisco.” iniziò a parlare Finn “Ha uno zio che può farla volare tra i grattacieli e lei vuole volare giù per il pianerottolo” disse il ragazzo indicando Blaine e la sua altezza.

Rachel rise e gli strinse un braccio “Ma quanto siamo gelosi!”

La serata era proseguita tra abbondanti fette di torta e complimenti a Alice e tutte le cose che mostrava ai suoi zii e a Blaine.

Quando Kurt si alzò per sistemare i piatti sporchi sotto il lavandino, Blaine lo seguì.

“Mi dispiace non aver potuto organizzare niente di più particolare”

“Ma che stai dicendo?” lo interruppe Kurt “Questa serata è stata perfetta e tu non dovevi nemmeno disturbarti,, ma grazie di cuore”

Blaine stava per aggiungere qualcosa quando il suo cellulare suonò.

“Sebastian dimmi”

Dall'altro lato del telefono Blaine non riuscì a comprendere perfettamente cosa l'amico stesse dicendo, riuscì a capire un “addio” e un “è stato bello conoscerti” a quel punto Blaine staccò il telefono e fece un sorriso triste a Kurt.

“Scommetto che devi andare” gli disse Kurt cercando di mantenere un tono non troppo dispiaciuto.

“Si, sai com'è....”

“Tranquillo vai”

A quel punto Blaine salutò tutti e scappò via correndo da quell'idiota del suo amico.

“Perché Blaine è scappato via così?” domandò Rachel mentre Kurt prendeva un sacchetto nero della spazzatura per gettare le carte.

“Ma che ne so!” disse frustrato “credo...credo che il ragazzo lo abbia chiamato per un'emergenza”

“E' fidanzato?” domandò sorpresa Rachel.

“Si, cioè, credo di si. Si chiama Sebastian, l'ho conosciuto alla tavola calda di Dylan”

“Sebastian è il principe fichissimo” disse Alice ricordando la storia raccontata dal ragazzo la prima volta che Blaine aveva cominciato a lavorare dagli Hummel.

“Il principe cosa?” domandò sconvolto. Ma purtroppo non poteva pretendere delle spiegazioni da sua figlia che ora era semplicemente interessata a costruire un castello con i bicchieri di plastica.

 

 

Blaine entrò nel suo appartamento trovandolo buio. Un'unica luce proveniva dalla camera di Sebastian e quando il moro oltrepassò la soglia ci vide un campo di battaglia.

Sul letto di Sebastian erano sparsi pacchi di fazzoletti, medicinali e dvd qua e là. Sotto le coperte, nascosto anche da un cuscino, c'era Sebastian.

“Bas, che succede?”

Sentendosi chiamare il ragazzo cacciò fuori la testa da quell'ammasso informe di coperte e tirò su con il naso.

“Sto morendo. Ricorda ai miei figli che gli ho voluti bene” disse il biondo prima di accasciarsi di nuovo sul cuscino senza forze.

“Tu non hai figli” gli ricordò Blaine.

“Ah giusto. Un gatto? Non abbiamo un gatto?”

“No”

“Maledizione. Ecco perché sono poco affettuoso. Tutti dovrebbero avere un animaletto da curare in casa”

Blaine roteò gli occhi “Mi sa che il mio animaletto sei tu. Cos'hai?”

“La febbre” disse Sebastian accompagnando le parole con uno starnuto. Allungò la mano per farsi passare un pacco di fazzoletti.

Così Blaine prese un termometro e lo ficcò nella bocca dell'amico

“Stai fermo” gli disse sistemandogli le coperte addosso.

“Sei-tornato-tardi” disse a tratti Sebastian a causa del termometro “ancora”

Blaine sospirò “Ero al compleanno di Kurt, gli abbiamo organizzato una festa a sorpresa. Stai fermo!”

Sebastian sbruffò mettendo il broncio e Blaine gli poggiò una mano sulla fronte per sentire la temperatura. Quando i cinque minuti furono passati Blaine tirò via il termometro.

“Sebastian hai appena i decimi!” gli fece notare il moro.

“Lo sapevo, sto morendo. Ho-ho già trovato una soluzione” disse tra un colpo di tosse e l'altro il biondino.

“Spara”

“Mamma. Lei sta venendo qui”

Blaine scattò dal letto sgranando gli occhi “Sei impazzito? Hai solo i decimi di febbre e lei...lei ci ucciderà! Non abbiamo la casa in ordine, un posto dove farla dormire e mi pizzicherà le guance fino a farmi lacrimare!”

Diana Smythe era una donna particolare. Se Sebastian era diventato un ragazzo viziato questo era a causa sua.

La donna aveva sempre agevolato suo figlio in ogni cosa, lasciandogli fare sempre quello che desiderava e se da piccolo Sebastian combinava qualche guaio (e ne combinava parecchi) lei non si preoccupava molto, non si impegnava nemmeno a dargli una punizione come proponeva suo marito.

Suo figlio era troppo prezioso, continuava a dire. A quattordici anni Sebastian fece coming out con sua madre.

Diana era in cucina a tagliare le verdure e Seb entrò di corsa dicendole di essere gay. La donna lo guardò per un po' e poi gli domandò “vuoi l'arrosto per cena?”

Suo figlio era gay, e allora? Adesso anche i gay potevano adottare i bambini e lei comunque avrebbe avuto dei nipotini un giorno o l'altro.

In più Diana adorava Blaine. Lo trattava come il suo secondo figlio. E nonostante avesse sperato che suo figlio e il ragazzo cominciassero una relazione, purtroppo dovette ammettere che tra i due non era scattata la scintilla..

“Quando arriva?” domandò arreso Blaine ma a rispondergli bastò il suono del campanello del loro appartamento.

 

Kurt aveva rimesso tutto in ordine in cucina. Aveva lasciato che Finn portasse metà della sua torta a casa e fece addormentare Alice che era stata sveglia già troppo. Controllò le mail sul suo PC e poi preparò i vestiti di sua figlia per il giorno seguente. Ma quando entrò nella cameretta venne attratto da un quaderno. Di certo non era suo e nemmeno di Alice, così si avvicinò e lo aprì.

Alla ricerca del Principe.

Era il titolo della prima pagina, era una storia scritta a mano con qualche sbavatura qua e là. Kurt si sedette sulla piccola sedia a dondolo di sua figlia per leggere la trama.

In un mondo fatato viveva un grazioso principe. Purtroppo però, diventato adolescente il principe, dovette assumersi le sue responsabilità.

Egli aveva degli enormi occhi azzurri e i capelli chiari, color del sole, era molto buono e tanto bello. Tutto quello che cercava era una persona al suo fianco da amare

Kurt continuò a sfogliare il quaderno e capì che doveva trattarsi di una storia scritta da Blaine, il quale, in precedenza, gli aveva già raccontato della sua passione per la scrittura e il genere fantasy.

Kurt si alzò e preparò i vestiti ma prima, di chiudere la porta della cameretta di sua figlia, portò con sé il quaderno per scoprire il lieto fine che Blaine aveva dato a quel Principe.

 



Note: Nel prossimo capitolo Kurt proverà a risolvere il problema del "fratellino", ci sarà il ritorno di Josh e Blaine regalerà una giornata indimenticabile alla piccola famiglia Hummel.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Questo capitolo è dedicato a Sara e Olimpia






Lunedì mattina quando Blaine arrivò nell'aula di Alice, trovò la bambina piuttosto eccitata. Continuava a saltellare ovunque incurante della sua manina ancora fasciata. Non poteva colorare e quindi si limitava a parlare con gli altri bambini o a guardare le figure sui libri.

Quando vide Blaine però, l'eccitazione fu ancora più forte.

“Non è che le avete dato una dose elevata di zucchero?” bisbigliò il ragazzo all'insegnante che si limitò a ridacchiare

“Blaine, Blaine, Blaine, Blaine!”

“Cosa, Alice,cosa?”

“Corriamo a casa, subito!”

Blaine prese la piccola in braccio, si mise lo zainetto sulle spalle e si avviarono verso casa.

“C'è una sorpresa Blaine. Ti piacerà sicurissimissimo!” esclamò la piccola eccitata non riuscendo a stare immobile nemmeno tra le braccia del ragazzo.

“Cosa c'è di così speciale?” domandò ormai curioso Blaine, ma Alice fece segno di no con la testa e poi strinse le braccia intorno al collo di Blaine “E' una sorpresissima”

Appena arrivarono sul pianerottolo Blaine mise giù Alice per cercare le chiavi di casa ma la piccola prendeva a calci la porta per farla aprire.

“Aspetta, ferma!” cercò di bloccarla Blaine ma Alice continuava a saltare. Quando finalmente aprì la porta la piccola fu un fulmine. Corse dritta nella sua camera mentre Blaine rimetteva a posto lo zaino e il giubbotto. Quando si avviò verso il frigo inciampò in qualcosa sul pavimento. Si abbassò convinto che fosse uno dei tanti giocattoli di Alice ma invece si ritrovò di fronte due ciotole.

In una c'era dell'acqua in un'altra delle crocchette. Lo sguardo di Blaine indugiò verso la piccola veranda e c'era una cuccia. Una cuccia per cani.

Fu in quel momento che Alice arrivò tenendo tra le braccia un piccolo fagotto. Un cagnolino dal pelo bianchissimo che probabilmente era stato svegliato dalla bambina.

“Guarda Blaine è bellissimo, si chiama Sebastian!”

Blaine sgranò gli occhi “No, no, no. Tu non puoi chiamarlo Sebastian tesoro! Questo cane è grazioso, adorabile il nome Sebastian proprio....”

Alice in tutta risposta gli fece una linguaccia. “Lo portiamo a fare una passeggiata? Ti preeego”

“Adesso lo portiamo, lasciami fare una telefonata”

A quel punto Blaine prese il telefono dalla tasca dei pantaloni e compose il numero e al secondo squillò avevano già risposto dall'altro lato.

“Mi aspettavo questa chiamata”

“Sul serio Kurt? Un cane?”

“Blaine sabato notte non mi ha fatto chiudere occhio. Continuava a chiedermi un fratellino ed io non posso! Così l'ho distratta e ieri siamo andati in un canile per prendere un cucciolo e pare che abbia funzionato” spiegò con tono disperato il ragazzo.

“Okay se è servito per distrarla allora va bene. Lo portiamo a fare una passeggiata”

I due si salutarono e Blaine si rivolse alla bambina per dirle di uscire ma il fiato gli si bloccò in gola.

“Vedrai Sebastian quando arriverà il fratellino ti vorrà tantissimissimo bene”

 

 

 

Dopo la passeggiata, Blaine e Alice sistemarono il cagnolino nella cuccia per lasciarlo dormire e poi il ragazzo si occupò di fare il bagno alla piccola.

“Stai schizzando tutto Alice, puoi stare un momento ferma?”

“Io sono un cagnolino! Bau Bau, è bellissimo Blaine vero?”

“Si ma stai ferma o scivolerai”

Fare il bagno fu un'impresa difficile, ma a missione compiuta Blaine riuscì a far mangiare tutta la cena ad una Alice affamata. Poco dopo la lasciò giocare con il cane.

Erano circa le 21.40 e Kurt non era ancora rientrato. Capitava spesso ultimamente.

Addirittura Kurt decise di aumentare la paga a Blaine perché i ritardi stavano accadendo piuttosto spesso.

Questo a Kurt dispiaceva molto. Ogni volta che rientrava il cibo cucinato da Blaine era diventato freddo e Alice già dormiva profondamente. Purtroppo riusciva a parlare con sua figlia giusto un'oretta la mattina prima di accompagnarla a scuola e la sera Kurt era troppo stanco anche solo per spogliarsi e infilarsi a letto.

Spesso Blaine si era ritrovato a parlare da solo: riscaldava il cibo in microonde e quando si voltava per ricevere una risposta da Kurt su uno dei tanti argomenti, il ragazzo già dormiva profondamente sul divano. Così Blaine si limitava a prendergli un plaid e ad andare via.

Quel che Blaine temeva più di tutto era la recita di Alice.

La scuola aveva organizzato una recita scolastica, poche battute a testa per i bambini dell'asilo, e quando l'insegnante l’aveva detto a Blaine, quest'ultimo aveva cercato di aiutare Alice nella sua battuta ogni giorno. Lo aveva anche detto a Kurt e glielo aveva scritto anche sul calendario per essere sicuri.

 

“Verrai daddy, vero?”

“Certo tesoro, non posso perdermi te sul palco per niente al mondo” ed era così, Kurt quel pomeriggio avrebbe lasciato con una scusa il lavoro e sarebbe corso ad ammirare sua figlia che recitava la sua parte a scuola. Ovviamente anche Blaine era stato invitato e anche Josh e nessuno dei due si era tirato indietro.

Kurt lasciò sua figlia in classe promettendole che si sarebbero visti dopo un paio d'ore e corse a lavoro.

 

 

 

Blaine arrivò con un po' d'anticipo a scuola di Alice, sperava di poterla aiutare in qualcosa, ma quando arrivò lì trovò già Josh che teneva sua figlia in braccio.

I due si salutarono con un cenno di testa e Alice corse ad abbracciare Blaine poi però la maestra richiamò tutti i bambini dietro le quinte del palco.

“Dov'è daddy?”

Domandò la bambina a Blaine mentre continuava a guardarsi intorno in cerca del suo papà.

“Sta arrivando, adesso vai dalla maestra”

Alice annuì e Josh, con un cenno della testa, invitò Blaine a sedersi accanto a lui.

“Lui dov'è?” domandò con un po' di stizza guardando verso l'uscita sperando di vedere entrare Kurt da un momento all'altro.

“Credo stia arrivando, ora provo a chiamarlo” disse Blaine componendo il numero di Kurt sperando che il ragazzo fosse sulla via della scuola.

 

 

Kurt stava rimettendo tutti i fogli nella cartellina. Fissò l'orologio sulla parete, mancava ancora mezz'ora allo spettacolo di Alice, sarebbe arrivato in tempo se....

“Hummel è un disastro! Il fotografo che abbiamo scelto per scattare le foto sulle spiagge del Messico ci ha dato buca perché si è beccato la mononucleosi da una delle modelle del servizio. In più tra pochi minuti verrà qui Donatella Versace e ha accettato di farsi fare un'intervista da me. Ho bisogno che mi suggerisca qualche domanda!”

Kurt boccheggiò un istante “veramente io...”

“Hummel, vuoi aprirti una rivista tutta tua giusto? Allora non devi essere vago quando parli al tuo capo perché quest'ultimo, in casi come questi, non ammette un no come risposta, ora seguimi!”

 

 

“Allora? Ti ha risposto?” borbottò Josh a Blaine mentre sul palco c'erano alcuni bambini che si esibivano, per fortuna non era ancora arrivato il turno di Alice.

“Squilla ma non risponde” disse frustrato Blaine lanciando uno sguardo verso l'entrata....

 

 

Kurt arrivò fuori scuola ormai senza un briciolo di fiato in gola. Dovette mantenersi al cancello giusto per riprendersi qualche istante, poi notò che il giardino dell'istituto era completamente vuoto, questo significava che molto probabilmente erano tutti in teatro. Con un sospiro ricominciò a correre scendendo le scale della scuola fino ad arrivare alla porta dove all'interno si stava tenendo lo spettacolo.

Spalancò la porta e quello che vide gli fece venire le lacrime agli occhi: la stanza era completamente vuota. Non c'era più nessuno, a parte il custode che rimetteva a posto gli oggetti di scena.

“Sei in ritardo ragazzo mio” urlò l'uomo che lo aveva visto sulla soglia della porta. Così Kurt fu costretto ad andare via e tornare a casa.

 

 

Quando rientrò trovò Josh e Blaine seduti al tavolo a parlare.

“Cosa ci fai qui?” gli domandò Kurt già con i nervi a fior di pelle.

Josh però rise in modo sarcastico “Mi chiedevo quando saresti tornato. Non posso crederci Kurt, non sei venuto!”

“Sono arrivato a scuola, ma era troppo tardi, il capo mi ha trattenuto”

“Potevi dirgli di no!” urlò arrabbiato Josh sorprendendo parecchio Kurt.

“Sai cos'ha fatto quella povera bambina? E' salita sul palco ti ha chiamato sperando che tu le rispondessi ma niente, ha visto che non c'eri e non ha recitato la sua parte. La maestra ha dovuto trascinarla via in lacrime”

“I-io...”

“Kurt, l'hai fatta grossa. Diamine! Il lavoro è più importante di nostra figlia?”

A quel punto anche Kurt non ci vide più “Non azzardarti a dire che non sono un buon padre o che metto prima il lavoro e poi Alice. Sono io che sto crescendo questa bambina, da solo e sono costretto a portare una casa avanti con solo le mie forze all'età di ventisei anni!” Kurt si passò le mani sul viso frustrato, incapace di ammettere a se stesso che si stava allontanando da sua figlia a causa del lavoro.

“Lei dov'è?”

“L'abbiamo portata a mangiare un gelato, abbiamo portato a spasso Sebastian e ora si è addormentata” rispose Blaine seduto sul braccio del divano.

Kurt annuì non sapendo esattamente cosa fare: una parte di lui voleva correre dalla sua bambina e svegliarla ma poi avrebbe dovuto affrontare gli occhi tristi di sua figlia e su questo era meglio rimandare.

“Perché le hai preso un cane?” continuò Josh “Non mi hai chiesto nemmeno un parere”

“Non chiedo tuoi consigli da quando abbiamo divorziato” rispose prontamente Kurt “Comunque voleva un fratellino. Voleva un fratellino come se fosse un giocattolo. Poi un animale fa sempre bene ad un bambino” concluse Kurt sperando che Josh non cominciasse a replicare.

“Io me ne vado. Ricordati che lunedì deve togliersi i punti alla mano”

“Non c'è bisogno che me lo ricordi Josh, lo so perfettamente!”

Quando Josh uscì di casa calò il silenzio. Blaine non sapeva cosa dire così ne approfittò per allontanarsi qualche istante. Purtroppo quando tornò trovò Kurt quasi in lacrime.

“Kurt?”

“Io sono un buon padre!” sbottò il ragazzo. “Non può dirmi che non sono un buon padre. Faccio tutto per Alice, dedico la mia vita a lei, non è giusto che mi vengano dette queste cose”

Blaine si sedette sul divano accanto a lui.

“Sono solo. Io sono solo e non posso gestire tutto: il capo mi tiene il fiato sul collo, Alice cerca le mie attenzioni e a parte te io non ho nessuno che mi aiuti. Non esco con gli amici, evito feste e compleanni perché Alice ha la febbre o il mal di pancia. Sacrifico tutta la mia vita, e lui non può venirmi a dire che sono un padre cattivo.” Kurt sospirò frustrato “Inoltre ho saputo da sua madre che si sta vedendo con un altro. Lui adesso ricomincia la sua vita e manipolerà un altro idiota ma intanto come al solito otterrà quello che gli serve. Io invece... a parte Alice non ho niente”

Blaine lo osservò e poi si avvicinò ancora di più a lui rinchiudendolo in un abbraccio.

“Lo so che badare ad Alice è il mio lavoro, ma tu puoi contare su di me in qualunque e momento per ogni cosa Kurt, mi sono affezionato a lei ma anche a te, ci tengo a voi e permettimi di aiutarti”

Kurt sorpreso dall'abbraccio, rimase immobile e si lasciò consolare per un po'.

“Grazie Blaine, tu fai tanto per noi”

Restarono ancora un po' così, stretti in quell'abbraccio e Kurt ne approfittò più di quanto avrebbe dovuto fare. Si accoccolò al petto di Blaine e si rilassò chiudendo gli occhi e ispirando l'odore emanato dal ragazzo.

Improvvisamente sentì un bacio sulla testa lasciatogli da Blaine, così alzò la testa per fissarlo negli occhi. E di nuovo Kurt si perse in quei colori caldi e su quelle labbra che aveva immaginato più volte di baciare.

“C-Credo che tu debba andare” gli disse Kurt sciogliendosi con poca voglia dall'abbraccio.

“Ho bisogno di sistemare le mie cose e trovare un modo per parlare con Alice”

Blaine semplicemente annuì e prese la sua giacca. “Ci vediamo Kurt.”

Blaine uscì dall'appartamento lasciando Kurt solo. Quest'ultimo si diresse in camera di sua figlia che dormiva abbracciata al suo peluche. Sapeva che era tardi e che doveva lasciarla dormire ma proprio non riusciva a non aspettare di scusarsi con lei.

“Alice, tesoro svegliati”

Alice mugugnò infastidita e poi provò ad aprire un occhio ma non ci riuscì e lo richiuse.

“Amore voglio parlarti” sussurrò Kurt ma pur scuotendola non c'era niente da fare, così Kurt la prese tra le sue braccia e cullandola la portò dritta nel suo letto. Coprì lui e sua figlia con le coperte e poi le diede un bacio sulla fronte. La strinse forte a se ripensando alle parole di Josh. Si addormentò con un magone alla gola, sperando di poter migliorare sempre di più nel ruolo di genitore.

Domenica mattina Kurt stava dormendo tranquillamente nel suo letto. Alice non si era ancora svegliata e la sveglia era stata disattivata. Purtroppo però il continuo bussare alla porta di casa fece sobbalzare Kurt dallo spavento.

Diede un'occhiata all'orologio notando che erano le 10.20 del mattino. Si alzò e stiracchiò le braccia mentre si avviava verso la porta, curioso di sapere chi fosse ad infastidirlo di domenica mattina senza aver potuto bere neppure il suo primo caffè.

Quando la porta si aprì, si ritrovò Blaine con un sorriso sul volto.

“Blaine che ci fai qui. E' domenica mattina e non è il tuo giorno di lavoro”

“Lo so” rispose allegro il ragazzo “volevo scappare da casa mia perché c'è la madre di Sebastian e credo che se rimango a pranzo con lei mi farà mettere su cinque chili abbondanti.”

In risposta Kurt fece una smorfia

“E poi” continuò Blaine “voglio farti passare una giornata in tutta relax. Vestiti come più ti piace, andremo fuori, faremo divertire Alice e ci divertiremo anche noi. Vai a vestirti sveglio la piccola”

Blaine si allontanò per avviarsi in camera di Alice ma Kurt lo bloccò per il polso.

“Perché? Perché fai tutto questo Blaine. Nessuno ti obbliga. Io ti pago per il tuo lavoro e basta”

A quella frase il moro rimase un po' spiazzato. Era sempre un ragazzo imprevedibile e impulsivo.

“I-Io ci tengo a te. Ad Alice. Mi piace passare il tempo con voi e vedere lei sorridere, mi dispiace, è che” sbruffò “è che mi lascio prendere facilmente da certe situazioni. Sono impulsivo e ragiono poco ma ieri sera, quando ti ho visto ferito dalle parole del tuo ex, ho capito che ho bisogno di vederti sorridere, Kurt.”

E con quelle parole Kurt capì di essere entrato di nuovo in quel vortice. Quel vortice chiamato amore. Le farfalle nello stomaco, l'imbarazzarsi ad ogni complimento, il desiderio di sentire quella persona sempre al tuo fianco con la voglia di abbracciarlo, assaporarlo. Sussurrarsi ti amo e tenersi per mano. Kurt era tornato in quel vortice dal quale è difficile uscirne e che ti fa penare ma anche sognare. Kurt si era innamorato di Blaine.

“Vado a prepararmi.”

Dopo aver preparato Alice, Kurt provò a parlarle spiegandole che a causa di un capo molto cattivo lui non era riuscito a raggiungerla.

“Ma non possiamo eliminarlo con la magia?” propose Alice e Kurt si limitò a ridere pensando che non fosse poi una cattiva idea, seppur impossibile.

Blaine si mise alla guida e si fermarono di fronte al Luna Park al quale Josh in precedenza avrebbe dovuto portare sua figlia. Gli occhi di Alice si illuminarono di fronte a quelle giostre colorate, ai palloncini volanti e ad una marea di bambini che correvano ovunque. Istintivamente si aggrappò a Kurt troppo emozionata e incredula di quello che stava vedendo.

Parcheggiarono e scesero tutti dall'auto e provarono a mettere Alice nel carrozzino ma era troppo agitata per stare ferma. Così Kurt la prese in braccio mentre Blaine metteva il guinzaglio al piccolo Sebastian.

“daddy possiamo andare in tutte queste giostre?” domandò la piccolo osservandosi intorno.

“Tutte quelle che vorrai” risposte il padre baciandole la guancia.

Blaine si avviò verso la cassa esterna e pagò i biglietti e quando Kurt provò a prendere il portafoglio disse “Non ci provare, vi ho invitati io. E poi mi hai dato lo stipendio” scherzò strizzando l'occhio e facendo perdere un battito al cuore di Kurt.

“Allora, abbiamo una bella notizia. In fondo al parco c'è un recinto e li possono badare a Sebastian così può divertirsi anche lui e noi possiamo andare su tutte le giostre”

Alice esultò abbracciando il suo cagnolino e cominciò a saltellare allegramente non riuscendo a trattenere l'entusiasmo.

“Sono felice, felicissima!” continuava a dire tra un salto e l'altro.

Dopo aver lasciato Sebastian al recito i tre si avviarono verso le giostre per i più piccoli: c'erano le barche che galleggiavano sull'acqua, le tazzine che ruotavano e gli elefanti volanti. Alice provò tutte le giostre adatte alla sua età sempre con il sorriso sul volto e senza mai lamentarsi e Blaine continuava ad osservare Kurt e lo vedeva sereno, sorridente, e più sorrideva più si innamorava di lui.

Finalmente i tre si concessero una pausa e Alice e Blaine comprarono due enormi stecche di zucchero filato.

“Kurt assaggia è buonissimo”

“Daddy è dolce!”

“Appunto è dolce e procura carie. Lo lascio mangiare a lei perché i denti le devono cadere ma no, non assaggerò-”

E quando Blaine con un sguardo tenerissimo gli offrì un pezzo del suo zucchero filato Kurt non poté rifiutare. Aprì la bocca e si lasciò imboccare da un Blaine soddisfatto.

“Ok solo questo pezzetto.” disse Kurt imbarazzato cercando di non far incollare lo zucchero sotto al palato.

“Bene ed ora andiamo a scattare le foto nella macchinetta” propose Blaine e quella fu una cosa difficile da fare perché lo sgabello era piccolo, e loro erano in tre. Nelle foto scattate vennero tutti con la faccia buffa, sempre Alice in primo piano che cercava di tenersi in piedi mantenendosi sulle testa di Kurt e Blaine.

E poi c'è n'era una a cui Kurt piaceva particolarmente: Alice gli stava dando un bacio sulla guancia, lui aveva gli occhi chiusi e Blaine li stava fissando con uno sguardo dolcissimo. Quella sicuramente sarebbe stata una foto da cornice. Dopo aver recuperato Sebastian si avviarono verso casa stremati.

Far indossare il pigiama ad Alice fu faticoso perché dormiva profondamente e Kurt aveva bisogno di un buon caffè.

“Non sono nemmeno le dieci di sera e sono distrutto, ma è stata una giornata meravigliosa. Grazie”

“Smettila di ringraziarmi. Sono stato benissimo anche io. Ora però sarà meglio che vada”

Kurt annuì, ovvio che Blaine doveva tornare. Non vivevano insieme, Blaine aveva un altro ragazzo, non era il suo fidanzato, non lo sarebbe stato mai.

Blaine prese la giacca ma il suono del citofono fece insospettire i ragazzi.

“Aspetti qualcuno?”

“Non che io sappia”

Kurt si avviò a rispondere.

“Figliolo sono io, aprimi il portone”

“Papà?”

“Sorpresa!” urlò una voce femminile, sicuramente Carole “tesoro aprici siamo venuti con qualche giorno di anticipo, sbrigati o ci congeleremo”

Kurt si affrettò a premere il pulsante per aprire il portone e richiuse il citofono.


“Allora?” domandò Blaine curioso.

“E' mio padre, sono rovinato”



 

 

Note: ehhh ed è arrivato Burt. Tranquilli i due cercheranno di risolvere questo problema.
Ringrazio la mia super-beta e tutti quelli che seguono la storia. Grazie a chi recensisce perdendo due minuti del suo tempo per darmi un proprio parere :)






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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


“Kurt puoi fermarti? Perché sei rovinato?”

Kurt continuava ad andare avanti e indietro nella sua piccola cucina.

“Scoprirà tutto e lo deluderò ancora una volta” disse il ragazzo mordendosi un'unghia. Blaine però non poté chiedere altre informazioni perché suonarono alla porta e vide Kurt prendere un respiro profondo prima di piazzarsi un finto sorriso sul volto e aprire la porta.

“Papà, che meravigliosa sorpresa!” esclamò allargando le braccia per stringere Burt.

“Carole, ti trovo meravigliosa” disse prima di dare un abbraccio anche alla donna.

“Oh Kurt siamo così felici di vederti. Abbiamo pensato che con tutta la faccenda del matrimonio avremmo potuto darti una mano” disse lei trascinandosi un bagaglio all'interno dell'appartamento.

“Dov'è la mia nipotina eh?” domandò Burt già impaziente.

“Dorme ma possiamo svegliarla, sarà felicissima di vedervi.”

I due arrivati portarono i loro bagagli all’interno e solo dopo notarono la presenza di un altro ragazzo in casa.

“Oh, ma tu sei-sei il nuovo ragazzo di Kurt!” esclamò Carole prima di avvicinarsi a Blaine e stringerlo in un inaspettato abbraccio.

“I-io” Blaine provò a replicare ma la donna lo bloccò.

“Kurt non ci ha detto molto di te, ma non vedo l'ora di conoscerti”.

Dietro di loro Kurt cercava di mandare un segnale a Blaine che però sorpreso e incuriosito non riuscì a notare. Così dovette avvicinarsi a lui.

“E' un piacere conoscerla signor Jack-”
“Burt” mormorò velocemente Kurt dandogli una gomitata nei fianchi.

“Burt! Signor Burt” si corresse immediatamente il moro.
“Blaine tesoro accompagnami a posare i bagagli dei miei genitori.” disse Kurt piazzandogli una valigia più pesante di lui tra le mani.

“Tesoro?”

“Zitto e vieni”

Appena arrivarono in camera da letto, Kurt chiuse la porta a chiave e vi poggiò l’orecchio per assicurarsi che i suoi genitori fossero distratti.

“Mi spieghi che sta succedendo?” mormorò Blaine.

“Perché lo hai chiamato Jack?” domandò sconvolto Kurt.

“Ma non lo so, aveva un volto da Jack” rispose innocentemente l'altro.

“Allora, il fatto è questo: ho detto a mio padre che mi stavo frequentando con un ragazzo. Non gli ho mai raccontato nulla di lui, solo che è un bravo ragazzo e che mi aiuta molto.”

“Beh, allora chiamalo?”

Kurt si passò una mano sul volto “Blaine, ho finto di avere un ragazzo. Non volevo deludere mio padre, lui ci tiene così tanto a sapere che io stia bene e che non frequento più Josh. Ora ti hanno visto qui con me e ti credono il mio ragazzo” Kurt sospirò sedendosi sul bordo del letto, “Non voglio deluderlo”

“Allora ti aiuto io! Dimmi cosa fare e mettiamo in scena questa storia” propose Blaine.

“L-lo faresti?”
“Ma certo! In più Alice ormai è affezionata a me, conosco molte cose di te. Dimmi solo cosa fare”

Kurt si alzò dal letto un po' più sollevato “Io non sono tipo da smancerie con mio padre presente, ma magari una stretta di mano ogni tanto e una carezza, giusto per sembrare reali.”

“Questo sarà imbarazzante” disse Blaine cercando di mantenere un sorriso.

“Lo sarà, eccome. Dovrai venire anche al matrimonio, ti dispiace?”

“Assolutamente no, quant'è la data?”

“Il diciannove”

 

 

 

 

 

“Come si sente il mio tesoro?”

“Oh mamma, sono felice che tu sia venuta. Blaine mi lascia solo tutto il tempo.”

“Mi hai detto che si è trovato un ragazzo.”

“Più o meno.”

Sebastian era appena uscito da una doccia calda. Sua madre lo aveva aiutato ad eliminare il raffreddore con le sue cure e quei decimi di febbre erano già spariti.

“Figliolo quant'è che decidi di mettere la testa a posto?”

In risposta il ragazzo fece una smorfia con la bocca “Non sono il tipo.”

“Ma io voglio dei nipotini!” ribatté la donna

“Fammi laureare, lasciami trovare un lavoro e ne riparliamo” disse il ragazzo avvicinandosi al letto per prendere il cellulare. Notò che c'era un messaggio di Blaine.

“Blaine mi ha chiesto di incontrarlo domani pomeriggio al parco, e stasera non torna. Ah mamma sai una cosa? Ha trovato i biglietti per un concerto, ci andremo insieme il diciannove.”

 

 

 

“Nonna, nonna lei è Jiselle, lui è Bau e poi c'è Sebastian ma sta dormendo adesso.”

Carole teneva in braccio sua nipote, erano sedute sul letto della piccola e quest'ultima stava mostrando i suoi giocattoli. Le raggiunse anche Burt che prese Alice in braccio e le diede un forte bacio.

“Ma lo sai che stai diventando una bambina meravigliosa?”

Alice si limitò a sorridere troppo concentrata ad aprire un regalo che i nonni le avevano portato.

“Papà? Vi preparo la camera da letto” fece Kurt apparendo sulla soglia della camera di Alice.

“Oh no no, apri il divano letto per noi, dammi qualche lenzuola e ci penso io.” fece Carole avvicinandosi al ragazzo.

“No, Carole abbiamo sempre fatto così, io sto bene lì”

“E anche noi. Lascia dormire noi lì, domani mattina mi alzo presto per preparare la colazione e non voglio svegliare te o il tuo ragazzo. E' tardi, non vorrai mica mandarlo via?”

Kurt deglutì sgranando gli occhi. Non aveva messo in conto che Blaine avrebbe dovuto passare la notte con lui, nella sua camera.

“Ti prendo le lenzuola pulite” disse Kurt prima di lasciare la camera.

Poco dopo, nella stanzetta di Alice arrivò Blaine. Sospirò prima di entrare in scena.

“Kurt mi ha detto di dirvi che ha sistemato il divano-letto e che Alice deve andare a dormire perché domani ha scuola.”

Burt fissò il ragazzo attentamente, cosa che fece sentire Blaine molto a disagio, per fortuna Carole diede una leggera pacca sulla spalla al marito per fargli distogliere lo sguardo assassino che si era formato nei suoi occhi.

“Buonanotte tesoro, domani ti preparerò una colazione meravigliosa” disse la donna prima di abbracciare Alice e risistemarla sotto le coperte. Anche Burt la salutò e mentre loro uscivano dalla camera, Blaine si sedette accanto alla piccola e prese un libro.

“Vuoi che ti legga una storia?”

Alice annuì e con la sua piccola mano strinse un dito di Blaine, gli capitava di farlo spesso prima di addormentarsi e il ragazzo glielo lasciava fare.

Carole e Burt osservarono per un po' la scena e poi raggiunsero Kurt che stava mettendo i cuscini sul divano-letto.

“Quel ragazzo è un tesoro” disse Carole mentre recuperava dalla valigia il suo pigiama e lo spazzolino da denti.

“mmm...non saprei” aggiunse Burt.

“Oh Burt piantala. Diamogli una chance.”

Mentre i due battibeccavano Kurt decise che era meglio togliere le tende.

“Io vado a dormire, è stata una lunga giornata e domani devo alzarmi presto, buonanotte.”

Arrivato in camera, Kurt si ritrovò Blaine che gironzolava senza far nulla di particolare.

“Ok, vediamo di far funzionare questa cosa. Blaine, volevo solo dirti che mi dispiace che devi restare qui, non vorrei che litigassi con il tuo ragazzo per causa mia. So come vanno le questioni tra fidanzati. Non vorrei che Sebastian si arrabbiasse e credimi creare altri problemi è fuori questione. In più credo sia un ragazzo adorabile anche se l'ho visto si e no tre minuti ma-”

“ Frena, frena, frena. Il mio che-? Oh no, lui non è il mio ragazzo solo un amico d'infanzia.”

Proprio come aveva temuto Blaine, Kurt era convinto che Sebastian fosse il suo ragazzo ma appena il disguido fu risolto il volto di Kurt parve rilassarsi parecchio.

“Quindi lui..”

“Assolutamente no.” fece Blaine con un sorriso.

Involontariamente Kurt fece un enorme sorriso ma dovette riprendersi quando si accorse che Blaine lo stava fissando.

“Oh, beh siamo entrambi due adulti e nonostante questa cosa sia alquanto imbarazzate... ti crea problemi dormire con me?”

Kurt riuscì a vedere il leggero rossore formato sulle guance di Blaine.

“N-no, nessun problema. P-posso usare il bagno per una doccia?” domandò il moro passandosi le mani tra i capelli, segno di nervosismo.

Kurt annuì e lo lasciò andare.

Quindici minuti dopo entrambi erano distesi nel letto, piuttosto distaccati. L'imbarazzo si sentiva chiaramente tra i due. A far rumore erano solo le gocce di pioggia che battevano sempre più violentemente sui vetri delle finestre.

Kurt si voltò per poi notare Blaine infilarsi la testa sotto al cuscino.

“Hai paura dei temporali?” domandò curioso e un po' divertito da quella reazione.

“No” fu la risposta falsa e affrettata di Blaine. Kurt ghignò.

“Vuoi che ti prenda la principessa Jiselle? Lei ti proteggerà” scherzò Kurt.

“Ah Ah non sei divertente, buonanotte Hummel.”

Quest'ultimo rise di nuovo e poi si voltò dandogli le spalle provando a dormire.

 

La pioggia continuava a battere forte sui vetri, i lampi illuminavano le stanze e i tuoi rimbombavano tra le mura, Kurt aprì un occhio per metà non appena sentì il cigolio della porta. Doveva aspettarselo quel momento, capitava tutte le notti con o senza la pioggia.

Sentì le lenzuola tirarsi pian piano “Daddy?”

Il tono con cui lo chiamò Alice era strano, dubbioso. Kurt si ricordò che Blaine era al suo fianco e la bambina di certo non se lo aspettava. Si affrettò ad alzare la testa dal cuscino per prendere Alice e tirarla a sé.

Trovò la piccola con la manica del pigiama in bocca e la testa inclinata che fissava Blaine.

“Daddy perché Blaine è qui?”

“Shh, vieni tesoro, hai paura della pioggia?”

Alice annuì gattonando tra suo padre e Blaine. Si arrampicò sulla schiena di quest'ultimo e gli infilò un dito nell'orecchio.

“Al-Alice, ferma. Che fai? Lascialo dormire” Kurt la tirò verso di sé ma la piccola continuava ad aggrapparsi al suo baby-sitter.

Alla fine Kurt riuscì a farla distendere al suo fianco e a coprirla con le lenzuola; Blaine aveva dormito tranquillamente per tutto il tempo e Kurt si ricordò del suo sonno profondo.

Un forte tuono riecheggiò nella stanza e la piccola si strinse forte al petto del suo papà. Kurt le accarezzò la schiena ma dovette girare la testa dietro di sé, perché attaccato alla sua schiena c'era Blaine e Kurt si ricordò che, oltre al sonno profondo. il ragazzo aveva paura dei temporali.

“Perfetto” si ritrovò a dire ironicamente mentre veniva schiacciato tra i due corpi.

Si mosse un po' cercando un po' d'aria ma tutto sommato quel modo in cui erano messi non sembravano così male. Così Kurt si arrese all'idea di respirare decentemente cercando di evitare i lunghi capelli di Alice e si addormentò con un sorrisino sul volto.

 

Il giorno seguente Kurt si alzò già sentendo l'odore del caffè caldo provenire dalla cucina.

Trovò Carole alle prese con i fornelli. La donna ormai conosceva dove mettere le mani: dopo il divorzio di Kurt e dopo che quest'ultimo da Lima era ritornato a New York, Carole e Burt con una scusa o l’altra, ne approfittavano facendo dei week-end a casa sua per aiutarlo nelle faccende più futili.

I due si diedero il buongiorno e la donna subito gli passò una tazza con il caffè. Mentre il ragazzo sorseggiava si sentì chiamare da Carole

 

“Kurt, Kurt, vieni un attimo.”

Kurt si voltò in direzione di Carole che era nel corridoio, precisamente sulla soglia della sua camera da letto.

Curioso si avvicinò fin quando lei non gli fece segno di guardare sul letto: c'era Blaine disteso e sul suo stomaco era distesa Alice che dormiva profondamente. I capelli di lei coprivano il volto di Blaine che la teneva stretta a sé. Kurt restò a fissarli ed era meraviglioso. Più guardava Blaine e più vedeva in lui la persona che desiderava avere accanto. Un uomo che si sarebbe preso cura di lui e di Alice.

Cercò di eliminare quel pensiero dalla sua testa e tornò in cucina per posare la tazza sotto al lavandino.

“Ad Alice le preparo il biberon o tazza con latte?” domandò Carole-

“Diamole il biberon, ci provo a farle usare la tazza ma continua a macchiarsi.” rispose Kurt distratto con ancora quel pensiero in mente.

“Tesoro, hai trovato un ragazzo meraviglioso fidati” gli disse Carole cogliendo i pensieri del figliastro.

“Come fai a dirlo? Non lo conosci nemmeno.”

“Tesoro, tutti commettiamo errori ma ci sappiamo anche riprendere; ed è quello che hai fatto tu. E poi avrò tempo per conoscerlo” disse facendogli l'occhiolino e scompigliandogli i capelli.

“Daddy, daddy pipì!”

Alice si era appena alzata stringendo le gambe l'una con l'altra. Kurt la prese e la portò in bagno, poi cercò di lavarla nonostante la piccola avesse preso di nuovo sonno. Era piuttosto presto per svegliarsi ma doveva togliere i punti alla mano e poi doveva portarla a scuola, non poteva far tardi a lavoro.

“Amore, resta sveglia.”

“Daddy, sonno.”

Kurt la portò dritta in cucina mentre lei si addormentava beatamente sulla sua spalla.

“Carole, ci penseresti tu? Vado a vestirmi.”

La donna annuì e il ragazzo si affrettò a prendere i suoi vestiti; cercò di non far rumore e di lasciare Blaine dormire nonostante non sapesse quali fossero i suoi programmi.

Si infilò in bagno e si fece una doccia, passò ad un trattamento veloce di crema sul viso e sistemò i capelli. Tornò in camera e prese la sua valigetta e alzò le lenzuola che si erano appallottolate a terra che probabilmente Blaine aveva spinto via con i piedi. Tornò in cucina e Alice aveva finito di bere il latte ma era ancora mezza addormentata. Kurt la trascinò in bagno e le lavò i denti e le infilò il cappotto.

“Alice prendi lo zainetto” le disse mentre prendeva alcuni fogli sul tavolo della cucina. La piccola trascinò i suoi piedi fino alla sua cameretta ma Kurt non la vide più tornare così si affrettò a raggiungerla per poi trovarla con la testa poggiata sul letto e gli occhi chiusi per il sonno.

Rise di fronte a quella scena, così la prese in braccio e la portò con sé.

“Carole, dovrei riuscire a tornare un po' prima oggi, magari se tu e papà siete liberi possiamo andare al centro commerciale e facciamo un po' di spese.”

“Sembra perfetto” rispose la donna prima di dare un bacio a sua nipote per salutarla.

 

Blaine si alzò dal letto un po' intontito. Si guardò intorno ricordandosi di essere a casa di Kurt ma di quest'ultimo non c'era ombra.

Si infilò i pantaloni lasciati sulla sedia la sera precedente e si diresse in cucina dove trovò Carole e Burt. Stava per fare marcia indietro quando l'uomo lo vide e gli fece segno di sedersi al tavolo con loro.

Blaine deglutì: Kurt gli aveva spiegato durante le loro cene che Burt era un padre straordinario ma molto protettivo e ovviamente ora lui si stava fingendo il nuovo ragazzo di suo figlio, e si sapeva che cosa Burt pensasse di quello precedente.

“Vuoi del caffè?” domandò Carole sempre con quella premura materna e Blaine annuì trovando posto proprio di fronte a Burt.

“Grazie” mormorò non appena la donna gli passò una tazza.

“Allora ragazzo: da quanto tempo esci con mio figlio?” domandò deciso Burt senza preamboli.

“Burt!” lo ammonì la moglie.

“Ehm da un po'” ed eccolo che si trovava nei guai. Lui e Kurt non avevano pianificato nulla della loro vita da 'fidanzati'.

“Cosa fai nella vita?” chiese Burt cercando di moderare il tono di voce.

“Studio giurisprudenza. Diventerò un avvocato. Proprio come desidera mio padre” rispose Blaine con tono poco soddisfacente mentre allungava una mano per pescare dal barattolo, al centro del tavolo, un biscotto.

“Non è quello che desideri” disse Burt, e non era una domanda.

“Mi piace scrivere” cominciò a raccontare Blaine senza pensarci troppo “Adoro inventare storie di ogni genere, ho scritto anche un libro per Alice, ma a mio padre non piace questo genere di cose.”

Finalmente alzò la testa per osservare gli occhi di Burt, identici a quelli di suo figlio, lo stavano fissando. “L'avvocato guadagna bene, giusto? Ora tutto quello che importa sono i soldi.”

Con uno stridente rumore di sedia che strisciava sul pavimento, Blaine si alzò.

“Scusatemi devo prepararmi, ho un corso all'università tra venti minuti. Non preoccupatevi per Alice mi occupo io di andarla a prendere a scuola. Più tardi verrò a prendere il cane e andremo al parco.”

 

 

 

Sebastian si presentò al parco con un borsone che conteneva dei vestiti puliti, come richiesto da Blaine. Vide il ragazzo spingere Alice sull'altalena mentre un cagnolino ronzava loro intorno, così si sedette sulla panchina di fronte a loro aspettando il momento in cui avessero finito di giocare.

Dopo aver notato la presenza dell'amico, Blaine fermò l'altalena e fece scendere Alice. Si sedette accanto a Sebastian e diede alla bambina il suo succo di frutta.

“Ok paparino, spiegami perché sono qui” fece Sebastian facendo cadere gli occhiali sul naso e incrociando le braccia.

“Seb, ho una cosa da dirti. Non credo ti piacerà”

“Sei incinta? Ti ha scopato? Diamine Blaine smettila di guardami con l'aria da cane bastonato.”

“Modera i termini, c'è la piccola!” lo ammonì Blaine.

“Comunque è per il concerto. Io non potrò venire.”

“Stai scherzando spero.”
“No e che è nata una questione a casa di Kurt ed è difficile da spiegare ma devo andare al matrimonio del fratello.”

A quel punto il biondo si alzò dalla panchina per allontanarsi.

“Sebastian aspetta-”

“No Blaine. Avevi detto che saresti venuto con me. Sei mio amico! Non te lo sei portato nemmeno a letto come fai a preferire lui, che conosci da poco, a che me che ci conosciamo da anni.”

Intanto Alice scese dalla panchina e si abbassò per prendere il cucciolo.

“Sebastian!” lo chiamò sotto lo sguardo confuso del ragazzo.

“Hai ragione, ma sono innamorato di lui, e se riesco a stargli più vicino magari-”

“No, lascia perdere Blaine. Dovevamo andarci insieme.”
“Ma troverai sicuramente qualcuno con cui divertirti. Quante volte mi hai lasciato solo per corteggiare un ragazzo? Questo forse è il mio momento.”

I due rimasero in silenzio per un po', poi Sebastian sbruffò.

“E va bene. Troverò qualcuno con cui andare. Ora però mi spieghi perché la bambina continua a ripetere il mio nome?”

Blaine si voltò verso Alice che tentava inutilmente di tenere il cucciolo tra le braccia.
“Non chiama te, chiama Sebastian. Il cane” fece divertito Blaine.

“Ha dato il mio nome ad un cane?” urlò Sebastian facendo spaventare Alice che fissandolo negli occhi e vedendolo arrabbiato scoppiò a piangere.

“Complimenti l'hai spaventata!” gli disse Blaine prendendo la bambina in braccio cercando di consolarla.

“E' stupido Alice, lascialo perdere” le disse Blaine ma lei continuava a piangere.

Sebastian roteò gli occhi, no non era bravo in queste cose ma non era cattivo.

“Ehm mi dispiace, non sono arrabbiato. Vieni” Sebastian la tirò via dalle braccia di Blaine e se la mise sulle spalle.

Alice si calmò e strinse i capelli del biondo per mantenersi.

“Perfetto, la capigliatura è rovinata. Tu e il tuo amico mi rovinerete la vita. Ah Blaine? Confessa al paparino il tuo amore per lui e promettimi che sarò il vostro testimone di nozze!”

E Blaine restò a fissare Sebastian che gironzolava ovunque cercando di far ridere Alice e pensava alle sue parole, e a quanto sarebbe stato bello se tutto quello che aveva detto si fosse avverato.

 





Note: bene ora le cose sono un po' più chiare. Tranne per i sentimenti di Kurt e Blaine, loro si che hanno alti e bassi, vedrete.
Per piccoli spoiler o domande che volete rivolgermi, c'è anche la mia pagina facebook: http://www.facebook.com/#!/pages/Klaineinlove-EFP-fanfiction/243771392359609 

 

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Come promesso Kurt rientrò prima da lavoro. Erano circa le sei di sera, avevano ancora tutto il tempo per fare un salto al centro commerciale e poi preparare la cena.

Rincasando trovò suo padre seduto sul divano a bere una birra mentre Carole era intenta a stirare i vestiti di Alice.
“Carole, l'avrei fatto io stasera” le disse Kurt.

“Tranquillo, non avevo nulla da fare. Siamo andati da Finn questa mattina ed è molto agitato visto che l'evento si avvicina.”

Kurt annuì consapevole ormai delle reazioni del fratello quando andava in panico. Cominciava ad ingozzarsi con tutto quello che trovava in giro e Rachel aveva seriamente pensato di incatenare il frigorifero o il vestito al suo futuro marito non gli sarebbe entrato.

“Alice dov'è?” chiese accarezzando il piccolo Sebastian che gli stava gironzolando tra le gambe.

“E' in camera, con Blaine. Sono tornati poco fa dal parco e lui le subito fatto il bagnetto e si sono chiusi nella stanza”

Kurt si avviò verso la cameretta di Alice trovando il ragazzo e la figlia seduti a terra a prendere del finto tè.

“C'è un po' di tè anche per me?” domandò allegro Kurt avvicinandosi ai due e Alice gli saltò letteralmente addosso dalla felicità nel vederlo stranamente a quell'ora.

“Daddy abbiamo anche i biscotti. Li ha portati nonna”

“Oh i biscotti. Ne mangerò sicuramente uno signorina”

Kurt si sedette accanto a Blaine e quest'ultimo gli sorrise.

“Tutto bene?” domandò il moro

“Certo. Anzi, potresti venire un momento con me? Dovrei darti una cosa”

I due si alzarono, mentre Alice era impegnata a dare il caffè alle sue bambole, e si diressero nella camera da letto.

“L'altro giorno” cominciò Kurt mentre cercava qualcosa nella sua cartellina “ho trovato un quaderno. All'interno c'era una storia. Scritta da te.”

“Oh. Ma quello non era niente. Non sapevo più cosa leggere ad Alice così mi sono inventato una favola.”

Kurt si girò tenendo una busta tra le mani. “Non era niente, Blaine? Era fantastica! Così, tra un lavoro e l'altro, l’ho trascritta al computer. Poi sono andato in tipografia.”

A quel punto Kurt passò la busta a Blaine che l'aprì curioso. Tra le mani si ritrovò la sua storia stampata con il suo nome sotto.

“Io non so se diventerai uno scrittore visto che hai deciso di fare giurisprudenza. Ma c'è chi crede in te e se un giorno dovessi cambiare idea, sappi che io e Alice saremo i fan numero uno dei tuoi libri.”

Blaine fissava il libro tra le mani. Kurt lo aveva riscritto, lo aveva letto. E Blaine, in quell'istante, si chiese se Kurt avesse notato che il libro era dedicato a lui. Lui era il principe di quella fiaba.

“Non so che dire, Kurt. Grazie.”

Si guardarono negli occhi e sorrisero “Andiamo a prendere Alice, ti va di andare al centro commerciale?”

Il ragazzo annuì e insieme tornarono dalla bambina.

“Tesoro vieni che usciamo.”

“Daddy sto leggendo la storia a Macchia” Alice indicò il suo peluche a forma di giraffa.

“Tu stai leggendo?” domandò tra le risate Kurt prendendola in braccio.

“Scommetto che sta imitando me quando le leggo le fiabe” disse divertito Blaine.

“Ti piace quando Blaine racconta le fiabe?” domandò il papà alla figlia. Quest'ultima annuì.

“Blaine fa le voci!”

“Che significa?” chiese Kurt

Blaine rise “Niente, ad ogni personaggio gli do una voce diversa, e lei si diverte.”

Kurt stava per replicare quando Burt apparve sulla soglia della camera

“Allora andiamo?”

 

 

Dopo aver fatto compere nel centro commerciale: Kurt, Carole e Blaine si infilarono in un negozio per cercare un vestito a quest'ultimo, per il matrimonio di Finn. Kurt aveva insistito per pagare lui senza dare la possibilità a Blaine di replicare.

Per fortuna riuscirono a stare tranquilli dal momento che Burt aveva portato Alice a fare un giro per non mettere a soqquadro il negozio.

“Questo, che ne dite?” domandò Blaine voltandosi su se stesso per poi fissarsi allo specchio.

“Sei perfetto” le parole uscirono dalle labbra di Kurt senza pensarci troppo, quando si accorse di star fissando Blaine più del dovuto, si riprese. “Voglio dire. Il vestito è-è perfetto. Sei okay.”

Blaine sorrise e tornò nel camerino per cambiarsi.

“Daddy!” Alice entrò di corsa per poi scivolare sul pavimento liscio. Per fortuna non si fece niente e si rialzò da sola.

“Papà non potevi tenerla occupata ancora per qualche minuto?”

“Hey, questa bambina costa una fortuna. Voleva che le comprassi ogni cosa che c'era nel negozio di fronte.”

Intanto Alice si era già aggrappata ad alcuni vestiti che erano sistemati sulle grucce e fu immediato l'intervento di Carole che impedì di distruggere il negozio.

“Paghiamo e andiamo via!” disse Carole prendendo la bambina e trascinandola fuori.

Quando furono usciti dal centro commerciale, si avviarono verso l'auto ma Blaine, non vedendo Kurt accanto a sé, si voltò e notò lo sguardo del ragazzo, triste e arrabbiato, e che puntava in una direzione precisa. Blaine lo seguì e si ritrovò ad osservare Josh che avvolgeva le spalle di un ragazzo mentre gli lasciava un bacio sulla guancia.

“Kurt, andiamo!” lo incitò Blaine scuotendolo per la spalla. Ma Kurt rimase immobile con gli occhi puntati su quel ragazzo. Era alto e con i capelli neri. Indossava stivali di vernice e un giubbotto di pelle.

“Kurt!” Blaine lo chiamò con più forza da far voltare anche Josh che si gelò di fronte al suo ex marito. Si liberò del ragazzo e si avvicinò a Kurt.

“Dov'è Alice?” chiese come se non fosse successo nulla, come se farsi vedere con un altro ragazzo non fosse niente.

“In macchina. Con mio padre”
“Vorrei farle un saluto.”
“Non ti conviene!” quasi gli ringhiò contro Kurt. Stava per aggiungere qualcosa ma una stretta di mano lo fece improvvisamente rilassare. Si voltò e trovò Blaine che l’osservava preoccupato.

“Andiamo via.” gli disse con tranquillità e Kurt si lasciò portare via stringendogli più forte la mano.

 

 

Tornati a casa, Carole si mise ai fornelli, Burt e Blaine presero piatti e bicchieri per preparare tavola mentre controllavano Alice seduta sul divano a guardare la tv.

“Alice vieni a mangiare” la chiamò Blaine, ma la piccola era troppo occupata a vedere Spongebob per rispondergli. Così Blaine si avvicinò con il piatto, le sistemò il bavaglino e la fece mangiare.
“Kurt è pronto!” urlò Burt già seduto a tavola. Udirono un 'Non ho fame' dalla stanza e Burt si alzò per andare a controllare.

“Signor Hummel non lo faccia. Lo lasci in pace, dopo ci parlo io” disse Blaine tranquillo mentre imboccava la bambina.

“Voi due avete litigato? Perché se avete litigato io-” domandò arrabbiato l'uomo.
“No-Cosa? No assolutamente no. Mi creda ha bisogno di stare un po' da solo.”

Burt non rispose. Sospirò con rabbia ma decise di seguire il consiglio di Blaine

 

 

 

Kurt non uscì dalla sua camera per tutta la durata della cena. Alice si era lamentata più volte ed era anche andata a bussare alla porta del suo papà per farsi aprire ma Kurt non rispose.

Carole decise di occuparsi della nipote e la cullò fino a farla addormentare. Blaine decise che quello fosse il momento adatto per intervenire.

Bussò un paio di volte alla porta della camera da letto senza ottenere risposta e poi entrò chiudendosela alle spalle. Trovò Kurt rannicchiato sul letto: indossava dei pantaloni troppo lunghi e una t-shirt sbiadita. Quando alzò la testa dal cuscino per vedere chi fosse, Blaine notò il volto arrossato e gli occhi gonfi per il pianto.

Si avvicinò e si sedette ai piedi del letto.

“Alice dorme?” domandò Kurt con voce rotta. Blaine annuì.

“Mi dispiace. Mi dispiace che tu debba sopportare queste cose, mi dispiace per il mio comportamento immaturo ma-”

“Fermati e smettila di dire mi dispiace. Capisco che ti ha infastidito vederlo in quel modo ma hai deciso di andare avanti.”

“Mi ha fatto uno strano effetto. Prima ero suo capisci? Ora non sono più niente.”

Blaine fece un sorriso triste e poi si alzò togliendosi le scarpe.

“Forza stenditi!” disse con tono più allegro mentre Kurt lo osservava incuriosito.

“C-Cosa?”

“Shh e ascoltami” Blaine salì sul letto e si distese per poi tirare Kurt per un braccio e farlo stendere accanto a lui. Lo strinse forte tra le braccia accarezzandogli la schiena.

“Ora rilassati e smetti di pensare a lui. C'è chi tiene a te, Kurt!”

Kurt sorrise appoggiando la testa sul petto di Blaine. Riusciva a sentire perfettamente i battiti del suo cuore e sospirò chiudendo gli occhi e stringendosi ancora di più a lui. Blaine lo fissò per un po'. Avrebbe voluto baciarlo. Avrebbe voluto parlare di quel quasi bacio che si erano quasi dati tempo prima, ma Kurt sembrava così fragile e per quanto fosse innamorato di lui, Blaine voleva accettarsi che il capitolo con Josh fosse completamente chiuso. Non voleva ritrovarsi solo per asciugare le lacrime di Kurt. Voleva stare con lui anche per i suoi sorrisi.

“Spiegami un po' com'è la tua storia con Sebastian. Voi non siete fidanzati ma alla tavola calda vi ho visti scambiarvi un bacio.”

Blaine ridacchiò “E' un semplice segno d'affetto. Te l'ho detto, siamo amici da anni. Ti fa così male sapere che Josh sta con un altro?”

Kurt si strinse ancora un po' a Blaine e poi annuì. “Non sono più innamorato di lui, ma sai, abbiamo condiviso così tante cose. Lui è il padre di mia figlia, la mia bambina, ed è così strano vederci separati.”

Blaine gli accarezzò distrattamente i capelli. “Com'è stato? Intendo, l'arrivo di Alice.”

Kurt sgranò gli occhi per la domanda, poi lentamente ricominciò a ricordare quei momenti vissuti tre anni prima.

“E' stato emozionate. Il momento in cui l'ho avuta tra le mie braccia. Posso semplicemente dire che è stata una soddisfazione immensa. Ero padre, capisci? Padre. Quella bambina sa che potrà fare sempre affidamento su di me ed io dovrò proteggerla, educarla e guidarla fino a quando non sarà capace di cavarsela da sola. Ed è il compito più bello che una persona possa avere. Lei era così piccola tra le mie braccia, così fragile che le prime notti le passai semplicemente ad osservarla. Osservavo il suo pancino gonfiarsi per il respiro e poi stringeva il mio indice tra le sue mani.”

“L'ho fa anche con me adesso!” esclamò divertito Blaine facendo ridacchiare anche Kurt.

“Ha preso molto da te Kurt e credo che lei capisca perfettamente quando tu stai male. Stasera ha fatto i capricci durante la cena, non voleva farsi il bagno ed è venuta a bussare alla tua porta. E' piccola ma capisce le tue emozioni.”

A quelle parole Kurt alzò la testa dal petto di Blaine e lo guardò dritto negli occhi.

“Sarai un grande papà Blaine. Intendo, se tu un giorno volessi diventare padre. Saresti meraviglioso. Con Alice sei adorabile e-”
“E non ho mai fatto il babysitter in vita mia” confessò Blaine con un pizzico di timore.

“C-Cosa?”

“Quando sono venuto da te, avevo detto che mi ero già occupato di badare a dei bambini. Era una bugia.”
“Mi hai mentito!” urlò con tono scherzoso Kurt dandogli un leggero schiaffo sul braccio.

“A mia difesa posso solo dirti che avevo bisogno di un lavoro e Dylan della tavola calda mi ha dato il tuo volantino e dovevo pagare l'affitto a Sebastian” Confessò tutto Blaine.

Kurt scosse la testa. “Questa è bella.”

“Andiamo, vuoi mangiare qualcosa? Ho lasciato la cena nel microonde” lo incitò Blaine.

“No” rispose tranquillamente, “voglio restare qui. In questo modo e per favore Blaine, tienimi stretto.”

Così Kurt si accoccolò di nuovo sul petto di Blaine e lentamente si addormentò.

 

 

La mattina seguente, Kurt stava allacciando le scarpe ad Alice mentre lei continuava a scompigliare i capelli del suo papà.

“Alice la smetti? Ci metto ore per fare questa capigliatura”

Ma Alice non lo ascoltava perché continuò a rovinarglieli.

“Signorina!” la richiamò con tono più duro e alzando finalmente la testa portando i capelli fuori la portata della bambina.

“Daddy, Blaine è il mio papà?” domandò improvvisamente la piccola osservandosi i lacci delle scarpe che Kurt le aveva sistemato.

“Cos-No Alice! Lui non è il tuo papà. I tuoi papà siamo io e Josh. Blaine è solo un ragazzo che ti vuole tanto tanto bene, ok?”

“E' il mio fidanzato?” domandò curiosa lei.

Kurt scoppiò in una risata mentre le legava i capelli. La piccola però si innervosì e incrociò le braccia al petto.

“Cosa? Perché fai questo labbro?” chiese Kurt tra le risa “Alice c'è il piccolo Benjamin in classe tua. Quello sarebbe carino come fidanzato. Anche il suo papà e molto bello, la mamma un po' meno.”

Finita di sistemare Alice, Kurt le infilò lo zainetto sulle spalle. “Perché mi hai chiesto questa cosa Alice?” domandò Kurt inginocchiandosi alla sua altezza.

La piccola scrollò le spalle non sapendo dare una vera risposta. Ma Kurt poteva rispondersi da solo. Insomma, Blaine era ormai una presenza costante nella vita di Alice, in più lo aveva beccato a dormire nel suo letto. Ovviamente non era abituata a tutto questo.

“Che ne dici se stasera quando torno da lavoro ci mettiamo sul divano e facciamo i pop-corn? Oggi compro anche un nuovo cartone animato.”

“Blaine, Macchia e la principessa Jiselle possono restare con noi?”

“Certamente”

 

 

 

Quando Kurt lasciò Alice a scuola, passò da Starbuks per prendere un caffè per lui e per il suo capo, entrò nell'edificio fermandosi per prendere i fogli da Meredith e poi si avviò in ufficio con i due caffè alla mano e degli enormi fascicoli sotto al braccio.

Quando entrò trovò Rachel seduta alla sua scrivania che fissava annoiata il computer.

“Kurt!” urlò alzandosi appena vide il suo migliore amico.

“Rachel. Non urlare e spiegami perché sei qui. Non hai i corsi di yoga pre-matrimonio? Manca pochissimo ormai.”

“Kurt Elizabeth Hummel. Io e te abbiamo alcune cose da chiarire.” disse decisa la ragazza alzandosi dalla sedia per cederla a Kurt. Il ragazzo sorseggiò ancora un po' del suo caffè e poi si sedette aprendo un raccoglitore e tirando fuori alcuni fogli.

“Ti ascolto.” le disse con poca attenzione.

“Bene perché si tratta di Blaine.” Rachel pensò di andare dritto al punto senza tanti giri di parole.

Kurt alzò la sua testa dedicando tutta l'attenzione all'amica.

“L'altro giorno Carole è venuta da noi dicendoci quant'era felice che avessi trovato un bel ragazzo e che Blaine era veramente adorabile. Io ho semplicemente annuito ma in realtà non so niente di questa storia. Tu e Blaine state insieme?”

“Si. Cioè voglio dire no. Stiamo insieme secondo i miei genitori ma stiamo fingendo. Anche se sinceramente non so più se fingiamo o se sia realtà.”

“Spiegati meglio” disse Rachel confusa.

“Ci siamo avvicinati molto ultimamente. Stiamo dormendo nel letto insieme e non abbiamo fatto nulla, prima che tu lanci uno dei tuoi urletti isterici.

“Ma non era fidanzato?”

“Pare di no. Il ragazzo con cui l’ho visto alla tavola calda è un suo vecchio amico. Comunque c'è qualcosa tra di noi e non è una cosa che sento solo io. Me lo ha fatto capire più volte e se voglio che questa cosa vada avanti devo esserne sicuro Rachel. Non voglio commettere altri sbagli e tornare ad essere il ragazzino impulsivo che sono stato.”

Rachel annuì comprensiva. “Sei innamorato?”

Kurt non dovette soffermarsi a riflettere, “Tanto” rispose finendo per poi ridere insieme all'amica.

 

 

Prima di tornare a casa, come promesso a sua figlia, Kurt passò in videoteca per acquistare qualche dvd da vedere insieme. Rientrò a casa ma l'unico che corse incontro per poi scodinzolare intorno a lui era stato Sebastian.

“In cucina!”

Kurt sentì la voce di Blaine. Probabilmente il ragazzo aveva sentito la porta di casa chiudersi.

Kurt lo raggiunse e si ritrovò di fronte Blaine con il grembiule da cucina e Alice con un bavaglio alla gola e le mani sporche di farina.

“Prometto che puliremo tutto!” disse Blaine senza guardare nemmeno Kurt, troppo impegnato a controllare il forno.

“Che succede? E' di nuovo il mio compleanno?” domandò divertito Kurt prendendo la piccola tra le braccia e pulendole il naso sporco di farina.

“Kurt” Blaine si voltò a guardarlo. “Ho capito che tra di noi le cose stanno cambiando. E' impossibile negarlo. Quindi ne ho approfittato che i tuoi genitori questa sera sono andati da tuo fratello e volevo chiederti se avessi voglia di cenare con me.”

Kurt rise “Blaine noi ceniamo sempre insieme!” disse come cosa ovvia.

“Come un appuntamento” specificò Blaine.

“Come un appuntamento?” ripeté Kurt e Blaine annuì.

“La tavola è già sistemata e ho chiesto ai tuoi di lasciare Alice qui con noi. Lei è tua figlia e nonostante vorrei un momento per parlarti da solo in privato, so che c'è sempre prima lei ed io lo accetto. Voglio prendere tutto il pacchetto” scherzò infine Blaine ridendo imbarazzato.

“Ma-ma io non sono vestito decentemente e i miei capelli sono un disastro e-e-”
“E prova solo a calmarti. Lavati le mani e siediti a tavola” gli disse Blaine poggiando le mani sulle spalle per farlo rilassare.

‘Un appuntamento’ pensò Kurt, ‘ho un appuntamento. Oddio, e adesso che faccio?’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note: Ok sono veloce come la luce, non posso soffermarmi molto perché il mio ragazzo è in macchina credendo che mi sto cambiando le scarpe XD

Come sempre un grazie grandissimo alla mia beta, e volevo farvi vedere la mia espressione quando ricevo un vostro mp,recensione o commento su facebook. (Ovviamente la sua faccia è più bella della mia) http://media.tumblr.com/tumblr_m6uxn3dKIa1qi7wf7.gif

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Kurt si prese qualche istante per chiudersi in bagno e riflettere.

Stava avendo ufficialmente un appuntamento con Blaine. Non si sbagliava, Blaine provava qualcosa per lui ed era pronto ad andare avanti con questa storia. Di finzione probabilmente a fine serata sarebbe rimasto poco o niente.

Si guardò nello specchio notando le palesi borse sotto gli occhi. Frugò velocemente nel suo bauletto per poi pescare la sua crema. Ne spalmò un po' sotto agli occhi ma si sentì stupido.

Insomma, Blaine lo aveva visto in pigiama, lo aveva visto dormire e con i capelli spettinati, quello che stava facendo non aveva senso. Ma era anche vero che Kurt stava avendo un appuntamento e cavolo, aveva solo ventisei anni era normale avere quell'adrenalina in corpo.

Dopo un grosso sospiro uscì dal bagno per poi tornare in cucina e trovare Blaine che serviva i piatti in tavola. Alice stava giocando con le posate ed un bicchiere di plastica e sembrava così concentrata nel suo intento da non badare ai due che continuavano a scambiarsi occhiate ogni due secondi, incapaci di distaccare i loro sguardi.

“Pollo con le verdure va bene?” domandò Blaine appena Kurt si sedette.

“C-certo”
“Kurt. Stai tranquillo. Credimi, sono agitato quanto te, ma siamo sempre noi due, giusto?”

Kurt provò a sorridere ma non ci riuscì perché si lasciò andare quasi in un gemito frustrato. Era un appuntamento, ma Kurt voleva solo avvicinarsi a Blaine e baciarlo fino a consumargli le labbra.

Doveva provare a trattenersi. Almeno fin dopo aver messo Alice a letto.

Blaine si sedette accanto a lui e le loro gambe si sfiorarono. Impossibile spiegare quell'elettricità che si formò nel contatto. Entrambi erano tesi come una corda di violino e i loro cuori battevano, forti.

“Alice apri la bocca” Kurt allungò un braccio verso la piccola che ancora giocava e si lasciò imboccare senza fare capricci.

“Di solito la lascio cenare prima” spiegò Blaine mentre si versava da bere nel bicchiere “ma volevo cenare tutti e tre insieme, così le ho lasciato prendere il frullato un po' più tardi.”

Kurt semplicemente annuì mentre continuava ad imboccare la figlia e, tra un boccone e l’altro, mangiava anche lui. Quando Alice finì di cenare si sedette a terra con le costruzioni e i due rimasero soli a tavola.

“E' strano Blaine” confessò Kurt mentre l'altro si era alzato per mettere i piatti nella lavastoviglie.

“Lo so, non è un appuntamento come si deve. Ci sarebbe voluta una cena a lume di candela, il cinem-”
“No Blaine.” lo interruppe Kurt “e' tutto perfetto davvero. Ma ti confesso che ho paura.”

Blaine sorrise, era un sorriso triste però. “Hai paura che io possa deluderti? Che possa lasciarti come ha fatto Josh? Perché Kurt se tu davvero davvero mi dici che non conta più nulla per te, io posso prometterti di non deluderti. Sempre se sei pronto a credermi.”

A quelle parole Kurt strinse le labbra mordicchiandole appena. Adorava Blaine, e si era innamorato davvero di lui.

“Forse è meglio se guardiamo il film con Alice” mormorò Blaine non ricevendo una risposta dall'altro.

 

 

 

Il film era iniziato da poco e Alice si era quasi già addormentata. Aveva passato tutto il giorno a truccare Blaine e poi lui e Burt avevano dovuto lavare Sebastian perché, in un momento di distrazione di Blaine per rispondere al telefono, la bambina aveva truccato anche il cane ricoprendogli il pelo di cipria.

Kurt teneva sua figlia appoggiata sul suo petto e lui stesso era appoggiato a quello di Blaine.

“Adoro questo momento. Pochaontas è una delle mie preferite.” fece Kurt accarezzando distrattamente i capelli di sua figlia. Non sentì nessuna risposta da Blaine così voltò la testa per guardalo. Blaine lo stava fissando. Lo fissava intensamente e Kurt non riuscì più a resistere. Si avvicinò alle sue labbra e lo baciò.

Le loro labbra si scontrarono lentamente, accarezzandosi, assaporandosi. Blaine sospirò nel bacio e allungò una mano dietro la nuca di Kurt, per stringerlo più a sé, per vedere se quello che stava succedendo fosse reale e non volesse farselo sfuggire.

Kurt gli accarezzò le labbra con la lingua prima di approfondire ancora di più il bacio assaporando Blaine.

“Ti stai mettendo in una cosa più grande di te Blaine Anderson” sussurrò Kurt con fiato corto.

“Non m’importa” rispose prontamente Blaine prima di riavvicinarsi alle labbra dell'altro.

 

Dopo aver sistemato Alice nella sua stanzetta, i due si infilarono nel letto continuando a baciarsi e a mormorarsi parole incomprensibili e sconnesse troppo impegnati a far combaciare le loro labbra.

 

 

 

Quella notte Kurt non riusciva a prendere sonno. C'era Blaine accanto a lui che dormiva con una mano sotto al cuscino e a pancia in giù. Kurt continuava ad osservare la schiena nuda che si muoveva lentamente con i suoi respiri. L'accarezzò lentamente mentre ascoltava il leggero russare di Blaine. Gli diede un bacio dietro la testa e poi si allontanò. Prese il computer e incapace di prendere sonno si mise a lavoro.

Non passò molto tempo prima di sentire dei passettini correre verso la sua stanza. Prima che la porta si potesse aprire, Kurt coprì Blaine con un lenzuolo e poi vide Alice entrare di corsa buttandosi addosso al suo papà, gesto che per poco non gli cadde il computer dalle mani.
“Alice che succede?”
“C'è il mostro daddy. Il mostro!” mormorò la piccola con la voce rotta dal pianto.

Sapeva che Alice di notte era solita fare incubi. Ne aveva parlato anche con un medico, pensando magari di rivolgersi ad una psicologa, ma quest’ultimo gli aveva detto che, probabilmente anche a causa del divorzio, era naturale che la bambina fosse soggetta a brutti sogni.

Kurt la cullò cercando di farle riprendere sonno, ma la piccola continuava a tremare spaventata mentre si aggrappava alla t-shirt di Kurt.

Quest'ultimo si voltò quando vide che anche Blaine si era svegliato.

“Che succede?” borbottò ancora con gli occhi chiusi.

“E' tutto apposto, non preoccuparti”

“Blaine?”

Quando il ragazzo si sentì chiamare da Alice scattò con la testa e si decise ad aprire gli occhi.

“Incubi?” domandò.

“Incubi.”

“Vieni Alice, adesso ci mettiamo sotto questa coperta magica che ti farà fare solo bei sogni, che ne dici?”

La piccola guardò pensierosa il ragazzo, poi annuì e si distese in mezzo ai due e Blaine le sistemò le coperte addosso. Poi con un braccio la strinse un po' a sé.

“La coperta ci protegge dal mostro?”

“Certo. E' la coperta più magica che esista. Chiudi gli occhi e sogna.”

Kurt restò a guardare come entrambi cercavano di prendere di nuovo sonno.

“Dovresti dormire anche tu” borbottò Blaine con gli occhi chiusi.

“Tra poco” lo rassicurò Kurt tornando al suo lavoro.

 

 

 

 

 

Il mattino illuminò il volto di Kurt. Il sole freddo spuntato dopo la pioggia rifletteva sul suo viso. Ma non fu quello a svegliarlo.

Una serie di umidi baci che partivano dalla mandibola e fin sotto l'orecchio, mentre due mani gli toglievano quegli occhiali da vista con cui si era addormentato.

“Buongiorno” farfugliò passandosi una mano sugli occhi. Sentì il naso di Blaine sfiorargli il collo come se stesse facendo le fusa.

“Buongiorno a te.”

“Alice dov'è?”

“Qui. Dorme.”

“Come mai sei già sveglio?” domandò Kurt aprendo finalmente gli occhi per poi sostenersi con i gomiti.

“Volevo darti il buongiorno” si giustificò con tono di ovvietà Blaine.

Kurt scosse la testa ridendo prima di alzarsi dal letto e infilarsi le ciabatte.
“Dormi ancora un po'. Io faccio colazione e accompagno Alice a scuola.”

“Possiamo uscire insieme. Devo andare all'università e magari possiamo pranzare insieme. Dovrei finire intorno all'una. Devo dare un ultimo esame prima della tesi.”

“E non dovresti studiare?” domandò Kurt infilando la testa nell'armadio per prendere i vestiti puliti.

“Io studio lì. Apprendo velocemente” Blaine si alzò e gli cinse la vita prima di provargli a baciare una guancia. Ma Kurt si scansò e si diresse verso il comodino per prendere i calzini. Blaine alzò un sopracciglio perplesso ma non disse nulla.

“Allora ci stai per il pranzo?” domandò speranzoso. Sentì Kurt sbruffare.

“Blaine. Non lo so! Scusami, non trovo i calzini e non posso fare tardi. Puoi dire a Carole di preparare il latte per Alice?”

E Kurt non aspettò nemmeno la risposta che uscì fuori per poi infilarsi in bagno.

Blaine scrollò le spalle e uscì. Diede il buongiorno a Carole che sembrava più indaffarata del solito. Mancavano due giorni al matrimonio ed erano tutti tremendamente presi in ogni faccenda.

Blaine fece colazione senza Kurt, quando quest'ultimo arrivò si sedette e diede il latte ad un’Alice ancora mezza addormentata.

Quando Carole si offrì per vestirla, Kurt accettò volentieri così da potersi tostare un po' di pane e spalmarci della marmellata.

Blaine allungò la mano sul bancone per prendere quella di Kurt e con il pollice gli sfiorò il palmo. Kurt si limitò a sorridergli per poi alzarsi e posare la tazza con il latte.

“C'è qualcosa che non va, Kurt?” domandò preoccupato.

“Assolutamente nulla. Vado solo di fretta”

Calò il silenzio. No, non era solo la fretta a rendere Kurt così distaccato. Blaine non aggiunse altro, perché dovette occuparsi del cane che richiamava la sua attenzione per avere del cibo.

Alice arrivò mano nella mano con la nonna, ancora palesemente addormentata e guardandola Blaine ebbe dei dubbi sull'essere genitore. Quella piccola non voleva fare altro che dormire mentre Kurt le infilava il giubbotto e le sistemava le trecce. Come minimo Blaine l'avrebbe riportata nel letto e l'avrebbe lasciata dormire tutto il tempo. Sorrise al pensiero di essere un genitore.

“Ci sentiamo per telefono, Blaine” disse Kurt distrattamente mentre si controllava nello specchio vicino la porta.

“Mi chiami tu?” domandò e Kurt annuì.

Uscì lasciando Blaine sempre più perplesso. Cosa aveva fatto di male? Non era successo assolutamente nulla, si erano più o meno chiariti durante la sezione di baci notturna.

Eppure, quella nottata passata a lavorare, aveva fatto riflettere Kurt.

 

 

 

 

Blaine studiò sbadatamente nella biblioteca dell'università. Sapeva di non potersi permettere distrazioni, non ora che stava per laurearsi, ma la freddezza di Kurt lo aveva lasciato di sasso. Aveva persino messo la suoneria nonostante sapesse che in quel luogo fosse vietato, ma sperava così tanto in una sua telefonata che purtroppo non arrivava.

“Blaine, andiamo a prenderci il pranzo, vieni con noi?”

“No, andate pure. Io vado a pranzo con...”

“Con chi ti stai frequentando Blaine Anderson?” Katy, la compagna di studi di Blaine, si sedette accanto a lui.

“Il ragazzo per cui lavoro” confessò Blaine .

“Il papà? Wow pezzo grosso!”

“Ha la nostra stessa età Katy” specificò infastidito Blaine.

“Calma gli spiriti ragazzino. Immagino quanto sia felice tua madre. Ti auguro una buona giornata. A te e al paparino.”

Blaine sbruffò lanciando la matita contro il muro e ricevendo occhiatacce dai ragazzi che erano seduti nella biblioteca.

Doveva andare da Kurt.

 

 

 

Blaine comprò dei panini e un paio bibite da portare nell'ufficio di Kurt. Salutò la ragazza alla reception e si fece dire cortesemente dove fosse Kurt. La ragazza gli disse di scendere in sala costumi e di controllare se fosse lì.

Blaine percorse tutto il corridoio e poi si infilò nell'ascensore. Arrivato all'ultimo piano trovò facilmente la sala costumi. Era già stato lì precedentemente. Picchiettò un paio di volte con le nocche della mano e poi entrò nonostante non ebbe ricevuto nessuna risposta.

Trovò Kurt che fissava degli spillini ad una gonna.

“Ciao!” squittì allegro Blaine “ho portato il pranzo.”

Kurt non rispose immediatamente troppo concentrato sulla gonna.

“Non posso credere che debba sistemare io queste cose. Non sono il sarto. Che fine hanno fatto i sarti di questa rivista di moda, eh?”

Blaine storse il labbro e si dondolò su se stesso aspettando che Kurt lo notasse.

“Blaine, scusami sono veramente impegnato mi dispiace ma dovre-”
“Qual'è il tuo problema Kurt? Ieri sera sembrava fosse tutto okay. Ci siamo baciati e abbiamo dormito tranquillamente e stamattina ti sei svegliato in questo modo” sbottò Blaine gettando il pranzo sul tavolo di vetro.

Kurt sospirò “Hai ragione. Scusami. Ho sbagliato a comportarmi in questo modo. Blaine, stanotte… ieri sera… è stato tutto troppo perfetto. Questo mi spaventa. Aver di nuovo fiducia nelle persone che mi stanno accanto, mi spaventa. Non voglio un'altra delusione”
“Quindi non sei pronto per una nuova storia?”

Kurt si avvicinò a Blaine e gli sistemò il colletto della camicia “Sono innamorato di te Blaine, sul serio ma io ho paura e devo pensare ad Alice e lei non può riceve un'altra delusione” spiegò amareggiato Kurt.

“Ma-ma ieri sera. Noi ci stavamo provando ed io ti amo veramente Kurt, non voglio deluderti. Voglio stare accanto ad Alice e accanto a te. Tra poco mi laureo, mio padre mi troverà lavoro nel suo impiego e-”

“Ecco. Io non so niente dei tuoi genitori, me ne hai parlato così vagamente. Per me è importante e hai ragione se pensi che è troppo presto ma io Blaine devo stare con un uomo stabile, mi capisci?”

Blaine si passò una mano sulla fronte con evidente nervosismo.

“Vuoi conoscere la mia famiglia quindi? Okay, troverò il modo per parlarci e incontrarci se è questo che ti rende felice” disse Blaine dal tono esasperato.

“Magari non ora. Dopo il matrimonio, forse. Ma se non te la senti per me possiamo lasciar perdere tutto e rimaniamo amici come prima. Sono anche disposto a dire a mio padre che la nostra storia è una farsa.”

Rimasero in silenzio per un po'. Il pranzo ancora poggiato sul tavolo e loro due che non riuscivano a guardarsi negli occhi.

“Forse sarà meglio che mi avvii verso scuola. Non vorrei trovare traffico”

 

 

 

 

“E' pazzo. Perché vorrebbe conoscere la tua famiglia? Sono anni che li conosco e nemmeno io ho voglia di vederli e nemmeno tu!”

“Sebastian, Kurt ha ragione. Ha una figlia. E se io non fossi in grado di gestire questa faccenda?” domandò preoccupato il ragazzo. Sebastian alzò gli occhi al cielo.

“Senti, ti ho visto giocare e prenderti cura di quell'adorabile mostriciattolo e dubito che tu non sia pronto per questo genere di cose.”

Blaine sbruffò pensieroso e entrò nella classe di Alice. La piccola stava disegnando insieme ad un amico e si scambiavano i colori. Blaine sorrise di fronte a quella scena: Alice era una bambina molto socievole e Blaine adorava osservarla mentre era impegnata in qualcosa.

“Blaine prendi la bambina e andiamo!” Sebastian lo tirò per la manica mentre il moro era impegnato a parlare con l'insegnante.

“Blaine!”

“Seb smettila e non fare il maleducato” borbottò Blaine prima di tornare a parlare con la maestra.

“Blaine quel bambino ci sta provando con Alice!”

A quel punto il moro e la maestra si voltarono verso Sebastian e poi guardarono i due bambini che si scambiavano un tenero abbraccio.

“Prendi la bambina o finisce male!” lo minacciò il biondo.

Blaine lo fissò incredulo, poi fece un sorriso “Oddio sei geloso! Sei geloso!”

Sebastian fece una smorfia.

“Io non sono gel-ALICE!”

Blaine spaventato dall'urlo di Sebastian si voltò e vide la piccola dare un bacio sulla guancia all'amichetto. Quando però si sentì chiamare i suoi occhi si illuminarono.

“Sebastian!” urlò prima di correre verso di lui e aggrapparsi alla gamba. Sebastian la prese in braccio e la strinse forse.

“Il principe fichissimo ti ha fatto una sorpresa” disse lui scompigliandole i capelli.

 

 

I tre si avviarono verso casa che la trovarono vuota. Carole e Burt erano probabilmente a casa dei futuri sposi e i ragazzi trovarono solo il cucciolo Sebastian che scodinzolava girando tra le loro gambe. Sebastian lo guardò infastidito “Hai di bello solo il nome, lo sai?” fece rivolgendosi al cane che continuava a saltellare.

“Su Alice, andiamo a farci il bagno. Hai inchiostro e acquarelli ovunque” Blaine cercò di toglierla dalle braccia di Sebastian ma la piccola si aggrappò al biondo.

“No” urlò contro Blaine che la guardò scioccato.

“Alice. Bagno. Subito”

“NO!”

Blaine sbatté le palpebre sempre più confuso. I capricci erano ormai finiti da tempo. Poi ci pensò su.

“E se venisse Sebastian con noi?”

A quel punto Alice annuì tenendosi forte alla maglia del ragazzo.

“Ecco. Hai fatto innamorare una bambina di tre anni, ma come diamine fai?” urlò Blaine frustrato mentre si avviava nel bagno seguito a ruota dall'amico.

“Blaine è il mio fascino. Non capisco come fai a restarne sorpreso dopo tanti anni. Comunque toglimela di dosso. Ho già fatto troppo.”

“Bugiardo. Adori quest'attenzione su di te.”

Sebastian ridacchiò perché era vero.

 

 

Erano circa le 21.40 quando Kurt rientrò in casa. Trovò Blaine che rimetteva a posto i piatti di Alice.

“Ciao” lo salutò Kurt per attirare la sua attenzione. Blaine smorzò un sorriso.

“I tuoi rimangono da Finn e, senti, in camera c'è Sebastian. Scusami, ho cercato di mandarlo via ma Alice non ha voluto. In realtà mi ha cacciato dalla cameretta per giocare da sola con lui e quando Sebastian ha provato ad andare via ha iniziato a piangere e quindi... C'è la cena ancora calda-”

“No, non ho fame e non preoccuparti per il tuo amico” Kurt si slacciò la cravatta e si liberò i primi bottoni della camicia. Si avvicinò al frigo e si prese da bere.

“Direi che i tuoi genitori non sono stati un gran problema con la finta storia del fidanzamento.”

Kurt chiuse il frigo con violenza sospirando. “Blaine non dire così”

“Andiamo Kurt!” il moro si avvicinò a lui e gli prese il viso tra le mani.

“Perché non capisci semplicemente quanto ti desidero?” gli diede un bacio sulle labbra e Kurt ricambiò.

“Hai paura e hai ragione. Ma se non proviamo come fai a capire che non potremmo mai funzionare?”

Kurt lo fissò per qualche istante prima di prendere le mani di Blaine dal suo volto e portarsele alle labbra dandogli un leggero bacio.

“Voglio che informi la tua famiglia. Voglio che gli dici che noi stiamo insieme e che io ho una bambina. Non tutte le famiglie accettano ragazzi padri Blaine! Non voglio che un giorno futuro andremmo a trovare la tua famiglia e loro guarderanno con disprezzo la mia bambina. E tu mi hai detto dei problemi con tuo padre, ma che ti ha accettato più o meno e-” sospirò “-e voglio crearmi di nuovo una famiglia. Una famiglia completa Blaine”

Blaine sfiorò il suo naso con quello di Kurt baciandolo di nuovo.

“Parlerò con loro. Promesso.”

“Ora posso andare a vedere cosa sta facendo mia figlia? Sono sicuro che mi abbia sentito e non è venuta nemmeno a salutarmi” scherzò Kurt e la tensione che si era creata poco prima per fortuna era sparita.

“Non si è lasciata fare niente. Sebastian ha giocato tutto il giorno con lei. Credimi è da ore. Nemmeno con un ragazzo ha passato così tanto tempo.”

Kurt si avviò nel corridoio seguito da Blaine. Aprirono lentamente la porta e osservarono Alice che pendeva dalle labbra di Sebastian.

“...la principessa aveva lunghi capelli castani. Proprio come i tuoi”

“Come i miei?” ripeté incantata la bambina.

Erano sul letto. Sebastian era a gambe incrociate e la piccola ci stava in mezzo.

“E tu sai chi era la principessa?” domandò Sebastian.

“Io. Sono io!” si esaltò Alice alzandosi e cominciando a saltellare sul letto.

Kurt scoppiò in una risata e solo in quel momento Sebastian ed Alice li notarono.

“Daddy!” urlò la piccola allungando le mani per farsi prendere dal suo papà.

“Ciao Kurt” lo salutò Sebastian con tono seducente ricevendo un'occhiataccia da Blaine.

“Sebastian” lo chiamò Kurt a mo' di saluto.

“Bene, puoi togliermi il tuo mostriciattolo di dosso così posso finalmente tornare a casa? Oggi ho saltato pure un appuntamento”

Ed era vero che aveva perso un appuntamento, ma a differenza di come la dava a vedere, non era dispiaciuto.

“Se ti fa piacere, puoi restare per una tazza di tè, ma devo far addormentare Alice, è già tardi. Sono sicuro che in un paio di minuti riuscirò a farla dormire.”

Sebastian sorrise “Accetto il tuo invito, Kurt. Ti aspetto in cucina” gli fece l'occhiolino prima di uscire dalla stanza. Blaine lo seguì.

“Sebastian, la pianti di flirtare?” disse irritato Blaine. In risposta Sebastian gli diede una gomitata nei fianchi.

“Salutami Kurt!”

“Cosa? Non rimani?”

Sebastian si voltò per fissare l'amico. “Sei così idiota Blaine! Diamine la bambina dorme, approfittane. Ci sentiamo domani dolcezza”

 

 

 

Kurt non ci mise troppo a far addormentare sua figlia. Aveva avuto una giornata faticosa con Sebastian ed era crollata in pochi istanti. Quando il ragazzo uscì trovò Blaine seduto sul divano con una montagna di libri.

“Da dove sono usciti?” domandò Kurt spostandone alcuni per poi sedersi accanto a Blaine.

“Me li ha portati oggi Sebastian. Il giorno dopo del matrimonio ho l'ultimo esame prima della tesi.”

Kurt sorrise ma poi sbadigliò e Blaine gli accarezzò il volto.

“Vai a dormire”

“E tu?”

“Arrivo tra pochissimo. Promesso”

 

Kurt tornò nella sua stanza e si spogliò velocemente, entrò in bagno per lavarsi ma non ebbe la forza di idratarsi la pelle. Tornò in camera e si infilò nel letto e provò ad aspettare Blaine ma il sonno ebbe la meglio su di lui.

Qualche ora dopo però, Kurt si svegliò e accanto a lui non ci trovò né Blaine né Alice. Si alzò inciampando nelle lenzuola e a piedi nudi si avviò nel salotto. Blaine era ancora seduto lì con i libri tra le mani e una penna poggiata sopra all'orecchio. Ma stava dormendo, ed era bellissimo.

Kurt notò le tre tazze che si trovavano sul tavolino accanto al divano e i capelli di Blaine sembravano un cespuglio increspato.

“Blaine” Kurt lo scosse facendolo sobbalzare.

“Sono sveglio. Sono sveglio” disse con ancora gli occhi chiusi. E Kurt di fronte a quella scena si sciolse, perché Blaine era così adorabile ed era così innamorato di lui che lo trovava bellissimo anche in quelle condizioni patetiche.

“Andiamo a letto. E' freddo il letto senza te” Kurt gli accarezzò una guancia e si sedette sulle sue gambe.

Blaine stava quasi per chiudere gli occhi ma un bacio di Kurt lo fece svegliare appena un po'.

“Giuro arrivo. Ho bisogno di leggere un altro capitolo e poi vengo a letto.”

Kurt alzò gli occhi al cielo e si alzò allontanandosi da Blaine. Quest'ultimo, credendo che il ragazzo si fosse offeso, raccolse tutti i fogli che aveva in giro e li riordinò. Aprì il libro per leggere velocemente ma si bloccò quando vide Kurt con una tazza di caffè in mano.

“Questa è per me!” disse sedendosi di nuovo sul divano. “tu ne hai bevuti troppi.”

“Ma che fai?”

“Stupido, rimango qui con te fin quando non finisci. Non è così che si aiutano le coppie?”

E Blaine sorrise. Si, il loro rapporto poteva funzionare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note: lo ammetto: non volevo che finisse bene in questo capitolo tra i due. Però sono stati loro stessi a riappacificarsi, ehh l'amore Klaine xD

Grazie ancora alla mia super-beta e a tutti voi che leggete e recensite.

Ultima cosa: mi sono creata un account personale di facebook e se vi va, mi farebbe piacere ricevere la vostra amicizia.

http://www.facebook.com/hanna.klaineinlove.5

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Il giorno del matrimonio era arrivato. Kurt aveva passato ben tre ore della sua serata a tranquillizzare Rachel mentre si occupava di uno speciale trattamento facciale.

Blaine si era occupato di Alice: le aveva fatto il bagno e asciugato i capelli. Era diventato bravo in questo genere di cose. Bastava distrarre la bambina con un giocattolo o raccontarle qualche storiella e lei si lasciava sistemare a dovere.

Si era anche divertito molto a prenderla in giro dicendole “Oh c'è Sebastian!” e lo sguardo di Alice guizzava ovunque in cerca del suo principe fichissimo. Per fortuna si addormentò presto così Blaine, dopo aver dato una controllata al suo abito, poté mettersi a studiare per l'ultimo esame. Non voleva darlo a vedere a Kurt, ma era davvero teso.

Non solo per lo studio, ma anche perché avrebbe conosciuto tante persone che avevano fatto parte della vita di Kurt, che quest'ultimo definiva come la sua seconda famiglia, mentre lui non aveva avuto il coraggio di chiamare la sua.

Sbruffò e prese i libri per studiare. Kurt non sarebbe andato a tenergli compagnia. Ma aveva le sue ragioni: aveva spiegato che aveva bisogno di dormire almeno sette ore per far in modo che la sua pelle fosse liscia per il giorno seguente. E Blaine, a questa spiegazione, era scoppiato a ridere e Kurt se n'era andato irritato in camera da letto.

 

 

 

 

 

 

La sveglia per Kurt suonò alle cinque in punto. Il ragazzo si alzò togliendosi la fascia dai capelli e guardandosi immediatamente allo specchio. Sulle ante dell'armadio erano agganciati il suo vestito e quello di Blaine. Due smoking uno con cravatta e fazzoletto di seta, l'altro invece aveva un semplice papillon.

Kurt si avviò in cucina, passando per il salotto dove Blaine stava dormendo, di certo scomodamente, sul divano. In cucina trovò Burt.

“Cosa ci fai qui?” domandò sorpreso Kurt.

“I vestiti miei e di Carole.” spiegò l'uomo sorseggiando il caffè “Devo ritirarli e torniamo da Rachel. In casa c'è il panico totale, ne ho approfittato per venirmi a prendere un caffè. Perché il tuo ragazzo dorme sul divano? Avete litigato?”

Kurt alzò gli occhi al cielo “Papà smettila di credere che litighiamo ogni volta. Non abbiamo litigato, ha studiato tutta la notte. Domani ha l'ultimo esame prima della laurea.”

Burt annuì comprensivo. “Okay hai bisogno di aiuto qui?”

“C'è la caveremo!” gli sorrise Kurt.

“Allora ci vediamo tra un paio d'ore. Io e Carole veniamo in auto con voi. Gli sposi in limousine e LeRoy e Hiram prenderanno l'auto di Finn.”

“Quinn è arrivata?”

“Si. Sta aiutando Rachel con il vestito e cerca di non farla andare in crisi, ma è difficile”

Kurt sospirò. Poteva stare tranquillo. Quinn era arrivata e sicuramente avrebbe trovato il modo per calmare Rachel, anche prendendola a sberle se fosse stato necessario.

 

Finito il suo caffè, Kurt accese la macchinetta per prepararne uno anche per Blaine. Entrò nel salotto trovandolo con la testa sul cuscino e un libro sul volto. Si sedette accanto a lui spostò il libro e gli accarezzò il viso caldo. Gli diede un leggero bacio sulle labbra che però non fece svegliare il moro, così Kurt gli baciò la guancia bollente dove c'erano le righe della federa del cuscino.

“Blaine. Svegliati” provò a chiamarlo lasciandogli anche un bacio sull'orecchio, ma Blaine dormiva così beatamente che si ritrovò a sorridere nel sonno.

Kurt scosse la testa divertito. “Blaine svegliati, andiamo” gli diede un pizzicotto sul fianco. Blaine si appallottolò di scatto facendo ridere ancora una volta Kurt. Poi aprì lentamente gli occhi.

“Che ore sono?”

“Lo dico, ma non spaventarti: le 5:35”

“No!” si lamentò Blaine ficcando la testa nel cuscino.

“Dai tesoro dobbiamo fare presto. Rachel è già nel panico.”

Blaine si voltò a guardalo. “Mi piace come dici tesoro.”

“Oh. sai com'è, è l'unico modo per convincere Alice ad alzarsi” lo burlò Kurt.

“Quindi mi stai considerando un bambino?”

“Si. Il mio bambino. Andiamo alzati, ho seriamente bisogno del tuo aiuto.”

Blaine si puntò sui gomiti e alzò il volto per incontrare la bocca di Kurt in un dolce bacio.

“Buongiorno” sussurrò sulle sue labbra. Kurt socchiuse gli occhi e sospirò prima di incontrare di nuovo quelle morbide labbra.

“Buongiorno a te”

“Prendo un caffè e vado a vestirmi” Blaine si alzò sistemandosi i pantaloni della tuta e la T-shirt.

“Il caffè te lo concedo ma non puoi vestirti, dobbiamo preparare Alice.”

“E quindi?”

Kurt si alzò per avviarsi fuori “Vuoi andare al matrimonio in mutande Blaine?”

 

 

Blaine non ci mise molto a capire cosa intendesse Kurt poco prima. Alice aveva deciso di voler fare colazione con il latte in tazza. Era una bimba grande, così si era messa a fare i capricci. Ovviamente aveva fatto rovesciare il latte. Latte che finì per lo più sui pantaloni di Blaine. Mordicchiò i suoi biscotti mentre con le mani bagnate continuava a giocare sul tavolo.

“Non l'ho mai vista così agiata” disse Blaine mentre provava a pulirle il labbro e Kurt le pettinava i capelli.

“Oh, ha un sesto senso questa bambina. Quando sa che c'è qualcosa di grosso in ballo, fa di tutto per rovinarlo.”

Blaine rise e Alice lo accigliò con lo sguardo. Il sorriso sul volto di Blaine sparì all'istante.

 

 

 

Due ore dopo, Alice era perfettamente vestita e pettinata a dovere. Blaine rimase incantato dalla sua bellezza e da come Kurt l'aveva preparata. Tanto che le scattò una foto e la mise come sfondo sul suo cellulare.

I due ragazzi si erano preparati in camere separate e quando Kurt uscì Blaine rimase senza fiato. Era meraviglioso in quel vestito elegante e i capelli perfettamente ordinati. Blaine non resistette all'impulso di avvicinarsi a lui e baciarlo.

Kurt sorpreso si tirò indietro ma poi avvolse il collo di Blaine con le sue braccia e ricambiò il bacio.

“Sei bellissimo” disse Blaine senza fiato. Kurt sorrise e gli sistemò il papillon per poi dargli un altro bacio.

“Anche tu.”

“Sei pronto a rivedere i tuoi vecchi amici?”

“In realtà mi preoccupa dargli mille spiegazioni. Sai, adesso mi vedranno con te invece che con Josh, non tutti sanno che mi sono separato.”

Blaine annuì comprensivo e poi notò che Alice li stava fissando. I due le sorrisero ma non dissero nulla.

 

 

Caricato in macchina il carrozzino per la bambina, la famiglia era pronta per partire.

Kurt era seduto al posto di guida, accanto a lui c'era Burt e nei sedili posteriori c'erano Carole, Blaine e, nel seggiolino, Alice.

“Daddy dove andiamo?”

“Ad una festa” fece Kurt azionando il motore.

“Andiamo da Sebastian?” chiese lei poco interessata a quello che il padre le aveva detto. Blaine scoppiò in una risata e Kurt guardò dallo specchio retrovisore sua figlia.

“No”

“Andiamo da Sebastian, daddy. Ti preeeego!”

“No Alice, dobbiamo andare al matrimonio di zia Rachel e zio Finn”

“Voglio Sebastian!” urlò lei.

Kurt scosse la testa e decise di non risponderle più.

“Daddy ho fame!” ricominciò poco dopo la bambina. Suo padre roteò gli occhi.

“Blaine fermo!”

Il moro saltò dallo spavento togliendo la testa dalla borsa preparata per Alice.

“Non azzardarti a darle il succo di frutta. Ha fatto una colazione abbondante un'ora e mezzo fa, siamo in auto. Potrebbe vomitare. Il vestito Blaine! Non immagini quanto abbia speso per questo completo.”

Il moro roteò gli occhi e guardò con una faccia dispiaciuta Alice che però non aveva capito bene la discussione.

“Beh, ma se le mettessimo un bavaglio” provò ad intervenire Burt

“Papà, non ci provare” disse serio Kurt.

 

Quando arrivarono la chiesa era già affollata. Giusto il tempo di parcheggiare che Kurt aveva già riconosciuto delle vecchie facce.

Noah Puckerman era fuori dalla chiesa senza la sua cresta e vestito in modo elegante. Indossava gli occhiali da sole e stava apparentemente ascoltando quello che diceva Sugar. La ragazza indossava un vestitino e come sempre portava una delle sue fasce per capelli molto vistosa. Kurt sorrise. Con il passare degli anni certe cose rimanevano sempre le stesse.

Usciti dall'auto Burt e Carole si affrettarono ad entrare in chiesa per controllare che Finn non fosse svenuto sull'altare mentre Kurt si fermò all'uscita per salutare gli amici.

“Ti trovo bene Hummel. Tua figlia è magnifica” gli disse Puck stringendolo in un abbraccio.

Dalla chiesa spuntarono Tina e Mike che sfoggiavano due meravigliosi anelli di fidanzamento: sarebbero stati presto sposi anche loro.

Mike era diventato un gran ballerino mentre Tina aveva abbandonato la carriera da cantante per indirizzarsi verso la medicina. Aveva scoperto il piacere di aiutare le persone e quindi era riuscita a trovare lavoro nell'ospedale di Lima. Purtroppo lei e Mike vivevano lunghi periodi di separazione ma il loro amore, così come si era visto durante gli anni scolastici, era vero e forte.

Troppo preso dai suoi amici, Kurt non aveva notato che Blaine era rimasto in disparte strofinandosi nervosamente il retro del collo e tenendo la giacca in braccio.

“Blaine, vieni qui”

A quel nome poco familiare alle orecchie dei ragazzi, tutti si voltarono a guardarlo. Kurt allungò una mano e Blaine lo raggiunse e provò a sorridere ma era nervoso, era evidente.

“Ragazzi lui è Blaine, il mio compagno”

Kurt non lo definì il suo fidanzato o nuovo amico, ma compagno. Perché voleva che Blaine fosse il suo compagno di vita.

“Ma- non è quello con cui ti sei sposato. Lo ricordo bene, non ero ubriaco. Mi sembra..” disse confuso Noah e Kurt rise.

“No Noah, non è lui. Vi racconterò tutto ma ci conviene entrare, la sposa sta arrivando.”

 

 

 

Quando Rachel arrivò in chiesa, tutti si alzarono per accoglierla. Il posto era stato curato al meglio, c'erano fiori, luci e un lungo tappeto che l’avrebbe condotta all'altare.

Dal momento che Rachel aveva due papà, decise di andare da sola all'altare mentre i due l'aspettavano lì, insieme allo sposo. Ai lati c'erano Kurt e Quinn che facevano da testimoni mentre Blaine era rimasto seduto in prima fila con Alice tra le braccia.

Il sorriso di Rachel era raggiante mentre un Finn impacciato balbettò parecchio durante le promesse nuziali.

La messa fu un successo, a parte quando, nel momento in cui Rachel cominciò a fare la sua promessa, Alice urlò “daddy ho fame” facendo scoppiare tutti in una risata, compreso il parroco.

All'uscita della chiesa cominciarono i festeggiamenti e Kurt ne approfittò per salutare Sam, Artie e la fidanzata, Brittany e Santana e li aveva raggiunti addirittura Joe che continuava a mantenere una relazione particolare con Quinn.

Finalmente si ritrovò a salutare la sua amica Mercedes che era l'unica, a parte Rachel, a conoscere tutto della vita di Kurt e quando la ragazza notò Blaine, fece a Kurt un occhiolino d'approvazione.

 

Quando arrivarono al ristorante, c'era tutta la vecchia squadra di Football di Finn. Kurt rimase piuttosto sorpreso nel vedere anche Dave. Dopo che quest'ultimo aveva tentato il suicidio, Kurt gli era stato vicino, ma dopo il diploma non si erano più sentiti.

Kurt non l'aveva invitato al suo matrimonio con Josh per diverse ragioni.

Per quanto avesse perdonato Karofsky, Kurt non poteva comunque dimenticare ciò che gli era stato fatto, come gli era stata rovinata l'adolescenza dagli stupidi scherzi di quel giocatore di football e dai suoi amici. Inoltre quel periodo in cui Dave cercava di riprendersi da ciò che aveva provato a fare, stava comunque male. E invitarlo al matrimonio di un ragazzo gay che finalmente aveva trovato la sua serenità, sarebbe stato un brutto colpo.

Tutta via non appena Dave lo vide, si avvicinò a lui con un sorriso e si scambiarono un abbraccio.

“Come stai Kurt? Non posso credere che sei riuscito dopo tanti anni a ricavare la mia e-mail per invitarmi al matrimonio di Hudson”

Kurt sorrise “Sono estremamente bravo a cercare le cose. Tu come stai?”

Dave esitò qualche istante “Sto bene. Direi che sto bene. E' strano vederci tutti qui, sembra quasi una riunione del Mckinley. Ho visto anche i nostri professori”

“Daddyyyy”

Alice arrivò di corsa per poi aggrapparsi alla gamba di Kurt.

“Alice hai le mani bagnate, aspetta!” Blaine le corse dietro prendendola in braccio e le asciugò le mani.

Kurt roteò gli occhi, prese Alice e la rimise a terra, poi sistemò il papillon di Blaine.

“Ti prego, rilassati. Non stai facendo il babysitter qui, okay? Sei il mio uomo e sei al matrimonio di mio fratello.”

Blaine abbozzò un sorriso e rilassò le spalle.

“Daddy c'è il lago con le paperelle, andiamo a vederle?”

“Andiamo subito.”

“E' tua figlia, Kurt?” domandò Dave attirando l'attenzione di Kurt e di Blaine.

“Si, ha tre anni, si chiama Alice.”

“T-tua figlia?” domandò di nuovo incredulo David.

“Già” fece Kurt ridendo per l'espressione del suo amico e prendendo sua figlia in braccio.

“Saluta Dave, Alice”

“Ciao”

David sorrise e poi guardò Kurt “Ti somiglia. È bellissima.” guardò un ultima volta la bambina e poi se ne andò.

“Chi è quello?” domandò Blaine.

“Oh, lunga storia, te la racconterò in una notte di depressione totale. Vieni, ti faccio conoscere le altre persone”

Mentre aspettavano l'arrivo degli sposi, Kurt presentò a Blaine tutti i suoi amici e poi si sedettero al tavolo insieme ad alcuni membri del vecchio Glee.

Kurt fece portare un seggiolone per Alice che, senza volerlo, riusciva ad attirare l'attenzione di chiunque. Era una bambina bellissima e socievole e tutti facevano a gara per tenerla in braccio. E Kurt aveva notato come Blaine squadrava la situazione. Con gli occhi leggermente socchiusi, scrutava attentamente le persone che giravano intorno ad Alice, come se le stesse analizzando e valutando se fossero in grado di tenerla in braccio e non farla piangere.

Kurt scosse la testa e sorrise poi si avvicinò all'orecchio dell'altro mettendogli una mano sulla gamba “Blaine rilassati! Quante volte te lo devo ripetere?”

Blaine roteò gli occhi e prese un pezzo di pane dal cesto posto al centro del tavolo.

 

I festeggiamenti iniziarono alla grande. La sposa non poté fare a meno di cantare, così come gli altri membri del vecchio Glee Club.

Quando anche Kurt cantò una canzone sua figlia rimase a fissarlo tutto il tempo, al centro della sala, con gli occhi aperti e la bocca spalancata. Quando la canzone finì lei si buttò fra le sue braccia sorridendo felice.

Padre e figlia poi ballarono insieme per un po' sulla pista insieme agli altri invitati, poi quando Alice si allontanò per raggiungere il nonno, Kurt si sentì chiamare.

“Puoi concedermi un ballo?” mormorò silenziosamente nell'orecchio Blaine. Kurt si voltò e sorrise poi gli cinse le mani dietro al collo e cominciarono a muoversi lentamente.

“Kurt devo dirti una cosa” fece Blaine dandogli un bacio appena sopra il mento.

“Non farmi preoccupare Blaine o sono capace di fare una scenata qui di fronte a tutti”

Blaine ridacchiò poi gli fece fare una giravolta e lo strinse forte a sé.

“Niente di preoccupante, credo. Devo confessarti una cosa.”

“Parla!” rispose Kurt spazientito ma con il sorriso sul volto.

“Prima di venire al colloquio di lavoro, io ti avevo già visto. Eri in un locale e cercavi di farti portare i drink dal barman. Io ero proprio accanto a te e ti trovai meraviglioso e speravo con tutto me stesso che tu ti girassi.” sospirò “Ma niente”

Kurt aprì la bocca per parlare ma poi appoggiò la testa sulla spalla di Blaine mentre continuavano a muoversi pigramente sulla pista.

“Non ti ho notato” si ritrovò a dire a mo' di scuse.

“Lo so” disse Blaine sorridendo “ma non importa adesso, l'importante è che siamo qui non credi?”

Kurt si spostò per guardalo in faccia. “Possiamo farcela.” e senza aggiungere altro avvicinarono le loro labbra per scambiarsi un tenero bacio.

 

La serata finì tardi e Kurt non voleva ammetterlo ma voleva tornare a casa per fare in modo che Blaine riposasse qualche ora prima del suo ultimo esame.

Il ragazzo continuava a scusarsi ma Blaine lo rassicurava anche se, sotto sotto, era in ansia. Tornarono tutti in macchina e Alice era crollata già da qualche ora: nemmeno la musica e la voce stridula di Sugar, durante un assolo, l'avevano svegliata.

Appena rientrarono in casa, Kurt si occupò di mettere Alice a dormire, Burt e Carole si infilarono subito nel loro letto e Blaine, in camera di Kurt, si spogliava lentamente dando un'occhiata ai libri indeciso se prenderli e ripetere o no.

“No Blaine, non lo farai!” lo ammonì Kurt che lo stava osservando da qualche minuto senza che l'altro lo notasse.

“Sai adesso cosa succederà? Che io e te ci infileremo sotto queste coperte e faremo l'amore, anche perché il matrimonio di questa sera era così perfetto che mi ha fatto odiare il mio. Quindi io ho bisogno di amore e tu di rilassarti.” gli disse Kurt mentre gli sfilava la camicia dai pantaloni.

“Mi sembra una proposta allettante signor Hummel.”

 

 

 

 

Erano le 3.40 quando il cellulare di Blaine suonò per la terza volta. Il ragazzo, convinto che fosse la sveglia, l'aveva spento più volte fino a quando riuscì a focalizzare la situazione e capire che Sebastian lo stava chiamando alle 3.40 del mattino. Si mise a sedere poggiando la schiena contro il muro dietro al letto e spostò Kurt un po' da sé per potersi muovere meglio.

“Sebastian, che succede?”

“Ciao, non sono Sebastian, lui è qui con me ma è completamente ubriaco che-”

Blaine sentì un rumore dall'altro lato del telefono

I'm the new cancer, never looked better, you can't stand it. Blaaaaaine non sai cosa ti sei perso!” urlò Sebastian mentre continuava a cantare stonando le canzoni del gruppo del concerto a cui aveva partecipato.

“Senti, io non so Sebastian dove abita, e non voglio lasciarlo qui, quindi non potresti venirlo a prendere?” domandò lo sconosciuto.

Blaine si morse un labbro. Aveva davvero bisogno di riposare. Aveva un esame in giornata, maledizione.

“Sto arrivando!”

Staccò la chiamata e si girò tra le lenzuola alla ricerca della sua T-shirt. Sentì Kurt mugugnare qualcosa mentre con le mani cercava di aggrapparsi ai pantaloncini di Blaine.

“Shh, dormi. Devo andare da Sebastian, non so in che casino si sia cacciato”

In pochi secondi Blaine si era già infilato i pantaloni, aveva preso quelli del matrimonio visto che erano a portata di mano. Si infilò pure la giacca ma un momento prima di uscire dalla camera, Kurt lo bloccò.

“Blaine hai un esame tra poche ore. Torna a letto!”

“Kurt, ha bisogno di me”

Blaine non riuscì a vedere Kurt che roteava gli occhi, lo vide solo togliersi le lenzuola prima di afferrare anche lui i pantaloni indossati poco prima.

“Andiamo insieme!”

 

 

 

I due raggiunsero il parcheggio, ormai quasi vuoto, dello stadio dove si era tenuto il concerto. Blaine appena spense il motore sentì la voce di Sebastian. Scese dall'auto seguito da Kurt e trovarono l'amico seduto a terra con un ragazzo che aveva tutta l'aria di aver un forte mal di testa. Era alto biondo e con un accenno di barba.

“Sebastian che hai combinato?”

Blaine si inginocchiò di fronte a lui per poi prendergli il viso tra le mani.

“BLAIIIINE COSA TI SEI PERSO!” Urlò il ragazzo “Hanno fatto quella canzone che piace a te, quella che fa la-la-la-no aspetta era la o ba?”

Kurt si avvicinò a Sebastian e lo prese per un braccio “tiriamolo su” suggerì a Blaine che si alzò e prese l'altro braccio. Poi si voltò verso il ragazzo “Sei stato gentilissimo a restare qui con lui, ti ringrazio.”

“Ringrazio un cavolo! Sebastian mi ha promesso che potevo passare la notte a casa sua dal momento che non posso tornare momentaneamente alla mia”

“Guarda io non credo che-” Blaine provò a parlare ma Kurt lo interruppe.

“Blaine fallo salire in auto. Lo ha aiutato non possiamo lasciarlo qui. Biondo sali!” disse Kurt con un po' d'irritazione.

Il ragazzo sorrise con gratitudine “Mi chiamo Kyle” disse salendo in macchina e lanciando un'occhiata d'apprezzamento a Kurt. Occhiata che non sfuggì a Blaine.

“Smettila o ti lancio dal cavalcavia con l'auto in corsa!”

 

 

Quando arrivarono a casa, Blaine e Kurt aiutarono Sebastian in bagno che stava vomitando anche l'anima.

“Non ha mai bevuto così tanto” disse pensieroso Blaine.

“E' andato ad un concerto, che pretendi? Senti Blaine, perché non vai in camera e ti riposi mentre io e il biondino ci prendiamo cura di Sebastian? Non voglio che ti vada male l'esame”

Blaine sospirò “Non mi va di lasciarti solo con quello sconosciuto”

“Non è uno sconosciuto” si intromise Sebastian alzando la testa dal water. “Io lo conosco. In questo preciso momento non ricordo né il nome né il volto. Ma lo conosco!”

Blaine sbruffò ancora una volta. “Non credo di riuscire a dormire”

“Blaine vai! Muoviti!”

Alla fine Blaine seguì il consiglio di Kurt e si mise sul letto cercando di prendere sonno per almeno un paio d'ore.

Intanto, nella piccola cucina, Kurt si guardava intorno. Effettivamente si trovava in casa di Blaine e non aveva avuto modo di osservarla. Diede un'occhiata ai due ragazzi seduti sul divano. Quel biondo, Kyle, stava mettendo uno strofinaccio bagnato sulla fronte di Sebastian e quest'ultimo faceva discorsi insensati.

Kurt si girò intorno osservando tutte quelle cose che facevano parte della vita di Blaine. Attaccate al frigorifero c'erano delle fotografie. Blaine e Sebastian in divisa scolastica e poi un'altra con i loro diplomi. In un'altra foto Blaine era abbracciato con un ragazzo e Kurt capì che effettivamente aveva messo Blaine alle strette.

Si conoscevano abbastanza per i loro caratteri e le cose che li accomunavano, ma per quanto Blaine conoscesse il passato di Kurt, quest'ultimo si rese conto di non sapere molto del passato dell’altro.

Blaine preferiva ascoltare, consolare, ma quanto era il momento di parlare si limitava a dire che in famiglia si era sentito sempre un po' a disagio. E ora Kurt gli aveva chiesto di conoscerli e di farsi accettare come coppia con una bambina.

“Hey!Rispondi a quel maledetto telefono?” urlò Kyle forse per la seconda volta. Kurt era troppo preso a pensare e a fissare quelle foto che non aveva sentito squillare il cellulare nella tasca.

“Kurt dove sei?” urlò suo padre.

“Papà scusa non ho voluto svegliarti. L'amico di Blaine ha avuto un problema e-”

“Ho Alice che piange come una disperata. Non ti ha visto nel letto e si è spaventata”

“C-cosa? Credevo che fosse troppo stanca per alzarsi e-e”

“Kurt, tu stai bene?” domandò Burt con quel suo tono fin troppo protettivo.

“Si papà. Ma lei? Ora si è calmata? Mi dispiace, avrei dovuto chiamarti, ma è stata un'emergenza e Blaine tra poco ha un esame e-mi dispiace”

Burt sospirò “Carole le ha preparato il biberon con il latte. Ma ti cerca, vuole vederti. Ha paura che tu te ne sia andato via”

Kurt si sentì pungere gli occhi dalle lacrime “Arrivo. Calmala ti prego, prendo l'auto e arrivo.”

Terminata la chiamata, si diede una veloce occhiata in giro “Voi due avete bisogno di qualcosa?” domandò ai ragazzi seduti sul divano.

“Tranquillo, con lui ci penso io” lo rassicurò Kyle e Kurt entrò in camera da letto. Blaine dormiva e aveva ancora i vestiti addosso. Kurt gli tolse le scarpe e gli lasciò un bacio sulla fronte. Cercò tra le cianfrusaglie nella stanza un foglio e una penna. Non si fidava a lasciare messaggi a quei due sul divano. Dopo un altra carezza al suo uomo, Kurt lasciò il biglietto sul comodino e andò via.

 

 

Rientrò a casa e non fu stupito di trovare tutte le luci accese. Burt era in cucina con uno sguardo nervoso e lo sentì chiamare Carole.

La donna uscì dalla camera da letto di Kurt con Alice in braccio che quando vide il suo papà cominciò a piangere più forte. Kurt la prese tra le sue braccia cullandola stretta a sé.

“Io ti capisco” cominciò Burt “capisco che hai solamente ventisei anni e a quest'età tutti i ragazzi a quest'ora sono in giro nei locali a divertirsi. Ma hai una responsabilità più grande di te, Kurt.”

“No. Vi prego. Smettetela tutti di dirmi che ho delle responsabilità come se non lo sapessi. Non venire a criticare il mio modo di fare il padre come ha già fatto abbondantemente Josh. So cosa fare per mia figlia. C'è stata un'emergenza, voi eravate qui e ho pensato di aiutare il mio compagno.”

“O il tuo finto compagno Kurt?” domandò Burt con un sorriso amaro.

“C-che cosa?”

“Tuo fratello non sa tenere la bocca chiusa in questo genere di discorsi. Al matrimonio è girata la voce che è partita da Rachel. Da quanto tempo mi mentivi? Chi è quel ragazzo che ha dormito in casa tua?”

“Dio, non credevo di ricevere una predica alle cinque del mattino!” urlò Kurt e sua figlia si strinse ancora di più a lui spaventata.

“Dal momento che questa sera prenderò l'aereo per tornare a Lima, credo che si, questo sia il momento per parlarne” rispose Burt mentre si avviava nel salotto per sedersi sul divano in attesa di spiegazioni.

“Blaine ha cominciato a lavorare per me qualche mese fa. E' il babysitter di Alice. Ne avevo bisogno di uno dal momento che il mio lavoro mi tiene occupato tutto il giorno. Blaine è un ragazzo adorabile e gentile e quando voi siete arrivati lo avete scambiato per il ragazzo che mi frequentavo-”

“Ragazzo che in realtà non esiste” specificò con irritazione Burt.

“Già. Quindi lui mi ha aiutato ma le cose sono cambiate. Stiamo insieme adesso, per davvero.”

“E tu vuoi che io ci creda? E lui è sicuro di volerti con una bambina a carico o di notte va girandosene per le strade così come se niente fosse incurante che tu-”

“E' STATA UN'EMERGENZA!” Urlò Kurt; poi calò il tono “Blaine ha detto che vuole prendersi cura di me e di Alice, vuole presentarmi ai suoi genitori e, per favore papà, so che sei preoccupato per me e cercherò di andare con calma senza fretta.”

“Kurt sembra che tu stia ripetendo gli stessi passi sbagliati che hai fatto con Josh.”

“Ma magari era Josh era sbagliato, non credi?” poi roteò gli occhi “Non- papà, sono maturato, ho capito i miei errori e io-ti prometto che ci starò attento.”

Burt sospirò e Carole fece un sorriso, sapeva che facendo così il marito si era arreso.

“Sei mio figlio, Kurt” disse quasi in un sussurro “e lei è mia nipote.”

“E noi staremo attenti” gli rispose Kurt accarezzando il volto della figlia per asciugarle le lacrime.

“Quindi siamo-dico, è tutto okay?” domandò con un filo di preoccupazione Kurt.

“Tutto okay.”

“Oh bene, perché ho bisogno di una dormita e sono fortunato che oggi non devo lavorare. Ora lasciatemi parlare con mia figlia.”

Carole si avvicinò e diede un bacio ad Alice e accarezzò Kurt e poi si trascinò suo marito per andare finalmente a dormire.

“Signorina” fece Kurt guardandola negli occhi “credevi davvero che ti avessi abbandonata?” le chiese pizzicandole una guancia.

Alice tirò su con il naso e si aggrappò alla maglia di Kurt senza però dire nulla

“Ascoltami tesoro: io non ti lascerò mai. Devi fidarti del tuo papà. Tu sei la cosa più bella di questo mondo ed io sono così felice di averti. Quindi il tuo papà è stato disattento e merito una punizione.”

Alice sorrise “Solletico!”

“C-Cosa? Vuoi fare il solletico a me?”

Alice rise e provò a solleticare la pancia del suo papà e Kurt interpretò un morente di solletico facendo ridere fortemente sua figlia. Poi insieme, sorridendo, si chiusero in camera per dormire.



Note: Il ragazzo "Biondo" è Alex Pettyfer. Ecco svelato il suo ruolo quando ho pubblicato la foto su Facebook. Lo vedremo anche nel prossimo capitolo.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Quando Blaine si svegliò la mattina, capì di non essere a casa di Kurt, e si ritrovò a fare mente locale su tutto quello che era successo durante le ore precedenti.

Il matrimonio, Sebastian ubriaco e uno sconosciuto in casa loro. Si alzò inciampando nelle lenzuola e si avviò in cucina. Seduti al tavolo c'era Sebastian, sorridente e apparentemente sano, mentre il 'biondo' gli macchiava il naso con la cioccolata.

“Piantala o ti faccio male!” disse Sebastian sporcando a sua volta il naso dell'altro.

Blaine batté più volte le palpebre: Sebastian stava flirtando con un ragazzo che aveva conosciuto la sera prima? Quindi si frequentava per due giorni consecutivi con qualcuno?

Blaine era convinto di aver battuto la testa durante la notte. Eppure la sua mente gli voleva dire qualcosa, ma non riusciva a ricordare cosa.

“Avete finito di flirtare nella mia cucina?” domandò Blaine allungando la mano sul tavolo per poi prendere la tazza di Sebastian e bere il suo caffè.

“Blaine, ti ricordi di Kyle?” fece Sebastian indicando il ragazzo accanto a lui.

“Si. Perché sei ancora qui? Insomma, ti serviva un posto dove dormire, non fare anche colazione”

“Quanto siamo acidi, Blaine. È perché sei in ansia per l'esame?”

Nel momento in cui Sebastian pronunciò quelle parole a Blaine si accese in testa una lampadina.

“Ho l'esame!” urlò, scattando dalla sedia e correndo in camera alla ricerca delle scarpe.

“Non ti lavi?” domandò Kyle. Non ricevendo risposta lo chiese a Sebastian “non si lava?”

“Senti tesoro, smettiamola di chiacchierare e veniamo al dunque: io e te abbiamo fatto sesso questa notte?”

“Ehm, no.”

Sebastian sorrise malizioso “Bene, dobbiamo recuperare”

 

 

Kurt era in macchina con Alice, avevano appena salutato Burt e Carole all'aeroporto, aveva sperato che suo padre rimanesse ancora qualche giorno, ma Burt aveva un'officina da mandare avanti, e si erano comunque ripromessi di rivedersi al più presto.

Alice e Kurt si erano fermati da Dylan per gli ultimi pettegolezzi e poi si erano fermati al parco.

Kurt non passava più tanto tempo con Alice e quindi aveva approfittato del suo giorno libero per dire a Blaine di non preoccuparsi e di pensare solo all'esame mentre padre e figlia se la spassavano per conto loro.

A fine giornata, Kurt non aveva avuto notizie di Blaine e non aveva provato a disturbarlo, ma era effettivamente preoccupato.

“Daddy, perché ti dai i baci con Blaine?” domandò Alice mentre Kurt la spingeva sull'altalena.

“Beh mhm perché, ci piace? Ci vogliamo bene.” disse Kurt fermando il dondolio.

“E a papà non vuoi bene?” domandò lei scendendo dalla sedia del dondolo e prendendo la mano di suo padre.

“Certo.”

“Allora perché a lui non gli dai i baci?” chiese Alice cercando di tenere il passo di suo papà.

“Alice, perché sei sempre così curiosa? Comunque tesoro io voglio bene a tuo padre, ma ne voglio di più a Blaine. A te dispiace che io baci Blaine?” domandò Kurt fissandola.

Alice scosse la testa “No” disse allegra mentre provava ad infilarsi in auto. Kurt la prese in braccio e le sistemò le cinture di sicurezza.

“Tu vuoi bene a Blaine?” domandò lui.

“Si, si. Blaine legge tante storie belle e mi da tante caramelle”

Kurt la guardò stranito “Caramelle?”

“Prima della nanna” specificò lei.

“Oh, dovrò fare un discorso a Mr baby-sitter!”

 

 

 

Quando tornarono a casa, Kurt provò a chiamare Blaine ma trovò la segreteria telefonica, così gli lasciò un messaggio dicendogli che era preoccupato per lui e voleva sapere come fosse andato l'esame.

Rimase fino all'ora di cena ad aspettare: giocò con le costruzioni con Alice, preparò da mangiare e ripulì casa, gettando sempre un'occhiata al telefono, ma non arrivarono chiamate.

Appena Alice si addormentò, il campanello della porta suonò. Kurt si affrettò ad aprire e si ritrovò davanti Blaine.

“Che diamine di fine hai fatto?” urlò Kurt. Poi abbassò il tono di voce ricordandosi che sua figlia dormiva, “Ti ho cercato tutto il giorno e sono stato in pensiero per te. Non mi hai fatto sapere nulla”

“Hai ragione, scusami” disse Blaine dispiaciuto.

“È successo qualcosa Blaine?” domandò Kurt tirandolo all'interno dell'appartamento.

“Niente di grave. Questa mattina ho fatto tardi all'esame ed ero sul punto di non farlo, ho dovuto litigare con un professore, però c'è l'ho fatta. Non sono uscito con il massimo dei voti, ma credo perché mi abbia preso in antipatia.”

Kurt gli accarezzò il volto “Mi dispiace. È colpa mia. Ti ho portato al matrimonio e non ti ho lasciato studiare.”

“Sta tranquillo” lo rassicurò Blaine “C'è altro che devo dirti”

I due si sistemarono sul divano e Blaine ne approfittò per baciarlo, si sedette e prese le gambe di Kurt appoggiandole sulle sue per poi accarezzarle.

“Ho chiamato i miei genitori. Ho detto di aver dato l'ultimo esame e che devo laurearmi. Ci credi che stavo per dirgli che volevo mollare tutto e fare lo scrittore? Ma mio padre sembrava così fiero di me che sono stato zitto. L'avvocato non è un lavoro tanto male no?”

“No che non lo è, Blaine. Ma non è quello che vuoi” gli disse Kurt stringendosi di più a lui.

“Comunque” continuò Blaine “ovviamente mio padre vuole fare una festa per me e per mostrare a tutti quanto suo figlio stia seguendo le sue orme e io ne ho approfittato per parlargli di te.”

“Oh”

“Già. Ammetto che il suo tono di voce è cambiato, ma mi ha detto che non c'erano problemi. Ne ho parlato con mia madre e anche lei apparentemente è felice di conoscerti” sorrise Blaine.

“E perché lo dici con questo tono?” domandò Kurt.

“Perché voglio che tutto vada bene Kurt, voglio che loro ti amino come io amo te. Sarà impossibile, ma voglio che ti apprezzino perché io ti ammiro. Sei straordinario, hai talento, non ti lasci abbattere dalle delusioni e-”
“Ti amo” lo interruppe Kurt.

I due si guardarono negli occhi sorridendo “Ti amo anche io”
“Permettimi di aiutarti con la tua tesi. Mi hai aiutato tantissimo in questo periodo e voglio ricambiare.”

Blaine sorrise e cominciò a baciarlo “Potresti ricambiarmi in altri modi” gli disse mentre le sue labbra scendevano verso il collo “tutte le volte che Alice dorme.”

“Credo di essere piuttosto bravo in questo” confermò Kurt sorridendo mentre tornava a baciare le labbra di Blaine.

“Camera da letto?” suggerì Blaine mordendo il lobo dell'orecchio di Kurt. Quest'ultimo emise un gemito come risposta. Fecero per alzarsi quando il campanello suonò.

“Aspetti qualcuno?” domandò Blaine.

“No. Sarà qualche vicino.”

Kurt aprì la porta ritrovandosi Sebastian e Kyle che gli sorridevano.

“Voi che ci fate qui?”

Sebastian sorrise “Eravamo in giro da queste parti e avevamo fame. Abbiamo speso tutti i soldi in ehm, cose che non ti riguardano, e abbiamo pensato di venire a cena qui da te”

“Sebastian, tu sai che con me non hai nessun rapporto d'amicizia? Sei solo l'amico di Blaine” fece Kurt chiudendo la porta mentre i due si accomodavano all'interno.

“Si, ma tua figlia dov'è?” domandò prima urlare “Alice?!”
“Zitto sta-”

“Sebastian!” urlò Alice dalla camera.

“Vado a prenderla, vieni a vederla Kyle” i due si spostarono nell'altra camera mentre Kurt e Blaine si fissarono.

“Beh, almeno con voi adesso la mia vita non è tutta pappe e pannolini” disse Kurt cercando il lato positivo della situazione, “metti la pentola sul fuoco, vado a salvare mia figlia da quei due individui.”

 

 

Poco dopo, Alice si era riaddormentata nel carrozzino con accanto Sebastian che le stringeva la mano, mentre quest’ultimo e gli altri finivano di mangiare seduti al tavolo.

“Quindi voi due state uscendo insieme?” domandò Kurt mentre da sotto al tavolo afferrava la mano di Blaine. Gli piaceva sentirsi sempre a contatto con lui, gli venne naturale.

I due scrollarono le spalle.

“Io non sono mai uscito con un ragazzo più di due volte” fece Sebastian.

“Ed io non sono mai uscito con un ragazzo che facesse ehm...muovesse bene la bocca.” aggiunse Kyle,“Quindi, diciamo di si”

“Wow, Sebastian che ha una relazione” disse stupito Blaine ricevendo una gomitata dall'amico.

Kyle guardò l'orologio “Sarà meglio che vada.”

“Ti accompagno” aggiunse Sebastian liberandosi dolcemente dalla stretta di Alice. Blaine fece per alzarsi e seguirli.

“T-ti va di restare qui stanotte?” sussurrò Kurt.

“Certo”

“Ma se-se hai da fare-”

“Kurt, posso restare” lo rassicurò Blaine con un sorriso. Era strano per Kurt, doveva capire che Blaine non viveva con lui e che condivideva l'appartamento con un amico, ma i giorni prima del matrimonio erano stati così belli che Kurt non voleva liberarsi di lui.

Blaine si addormentò tra le sue braccia, stremato per la sua intensa giornata e Kurt rimase lì a fissarlo e pensava ‘Quest'uomo è mio. Mi ama, ama Alice e mi illumina le giornate’

Non riuscendo a fermarsi, Kurt si avvicinò alle labbra di Blaine e cominciò a baciarle.

“Ti amo. Ti amo tanto” sussurrò tra un bacio e l'altro.

 

 

 

Era pomeriggio, Blaine aveva appena finito di fare il bagno ad Alice e insieme erano seduti sul divano mentre il ragazzo le leggeva una nuova storia inventata da lui.

Kurt era tornato a lavoro ed aveva avuto poche occasioni per sentirsi con Blaine.

“...allora Sandy salì lungo la grande montagna alla ricerc-”

Il racconto venne interrotto dalla suoneria del cellulare di Blaine, il quale fece una smorfia quando vide il nome sul display.

“Mamma, dimmi.”

“Figliolo, ti ho disturbato? Volevo parlarti della tua festa per la laurea.”

Blaine roteò gli occhi “Mamma, una cena io, tu, papà e Kurt andrà più che bene”

“Assolutamente no. Voglio una cosa in grande. Ormai i nostri familiari sanno che sei gay quindi non dobbiamo preoccuparci di questo” disse la donna.

Il moro fece una smorfia. Alice si alzò e si sedette tra le sue braccia cercando di prendere il telefono dalle mani di Blaine.

“Piccola! Fer-ferma. Alice!” fece Blaine.

“Con chi sei Blaine?” domandò la madre dall'altro lato del telefono.

“Nessuno, continua mamma.”

“Ecco dicevo: ho mandato degli inviti e ho prenotato una bella villetta con piscina per l'evento.”

Blaine grugnì. Odiava quando sua madre organizzava eventi del genere, lui non era il tipo e odiava stare al centro dell'attenzione.

“Ci sei Blaine?”
“Si ci sono”

“La grande notizia è che anche Cooper sarà dei nostri”
“Fantastico” fece Blaine con poco entusiasmo. A quel punto Alice cominciò a tirare il telefono e Blaine la scostò senza farci caso e si alzò per allontanarsi da lei. La piccola di fronte a quel gesto cominciò a far tremare il labbro e ficcò la testa nel cuscino per piangere.

“Allora verrete tu e questo Kurt?” domandò la madre per confermare.

“Si. Siamo...solo noi” confermò Blaine.

Non aveva detto ai suoi che Kurt aveva una figlia. Aveva pensato che era meglio farli incontrare direttamente in modo che i suoi non potessero replicare.

Quando finalmente Blaine staccò, tornò da Alice che ancora piangeva.

“Alice perché piangi?” domandò preoccupato prendendola tra le sue braccia. Lei continuò a singhiozzare allontanandosi da Blaine sentendosi offesa. Blaine poi lo capì. “Piccola mi dispiace tantissimo, vieni, facciamo pace? Dai, mi faccio leccare la faccia da Sebastian.”

E Blaine ringraziò mentalmente che Sebastian, il suo amico, non fosse presente o i doppi sensi non sarebbero mancati.

“Mi dispiace, davvero.”

Ma Alice pareva non essere interessata alle parole di Blaine. Continuò a piangere senza sosta fino a quando Blaine non la mise nel lettino per farla dormire e, anche lì, non la smise di piangere.

Così Blaine la prese tra le braccia e si sedette sulla sedia a dondolo. Si addormentarono entrambi.

 

 

 

Quando Kurt ritornò, sentì uno strano silenzio. Raggiunse subito la camera per poi trovarsi Blaine sulla sedia a dondolo e la piccola raggomitolata sul suo stomaco e Sebastian il cucciolo, seduto ai loro piedi.

Kurt prese in braccio Alice e, dopo averle dato un bacio sulla fronte, la mise nella culla, poi svegliò Blaine.

“Dormiglione!” gli disse Kurt non appena l'altro aprì gli occhi.

“E' stata una giornataccia. Alice non la smetteva di piangere.”

Kurt lo guardò preoccupato. “E' stata male?”
“No, credo fosse offesa perché parlavo a telefono, credo mi abbia perdonato, mi ha dato un bacino sulla guancia prima di addormentarsi.”

Kurt scosse la testa divertito. Poi Blaine continuò “Mi ha chiamato mia madre. Sta organizzando la mia festa di laurea, un party in piscina credo, ci sarà anche mio fratello”

“E' fantastico! Hai confermato la presenza mia e di Alice vero?”

“C-Certo!” fece Blaine cercando di essere credibile.

“Bene, allora mi faccio una doccia e lavoriamo sulla sua tesi, porta il tuo bel culetto nel salotto e aspettami”

Kurt gli diede un bacio e si allontanò e Blaine sapeva che stava per mettersi nei guai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note: Salve!Sono tornata. Chiedo scusa per aver aggiornato solo una volta la settimana scorsa ma dovevo partire per il Giffoni e non sono riuscita a collegarmi. Bene volevo avvisarvi che mancano esattamente altri 2 capitoli alla fine di questa storia.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Con il passare dei giorni, Blaine passava il suo tempo a guardare Alice e a lavorare alla sua tesi. Quando Kurt tornava a casa, tra un bacio e qualche coccola, si mettevano insieme al computer per completare il lavoro.

Blaine ormai era diventato parte integrante di casa Hummel: erano rari i momenti in cui tornava a casa sua dove beccava sempre Sebastian insieme a quel Kyle. La cosa bella era che non li beccava a fare sesso, ma a cucinare insieme, o ripetere insieme le lezioni e Sebastian, per la prima volta. sfoggiava un sorriso sincero ogni volta che guardava Kyle e Blaine negli occhi del suo amico ci vide l'amore.

Conosceva bene quegli sguardi, erano uguali ai suoi ogni volta che guardava Kurt. Era uno sguardo che gridava Ti amo.

Il giorno prima della sua laurea sua madre gli telefonò per confermargli i preparativi e Blaine cominciò a temere. Non aveva detto ai suoi genitori che il suo ragazzo avesse una figlia e allo stesso tempo aveva mentito a Kurt dicendogli che i genitori sapevano tutto.

Aveva cercato più volte di dire la verità a Kurt ma c'era sempre qualcosa ad interromperli oppure non uscivano parole dalla sua bocca.

E adesso, in quel momento, fissava Kurt nel letto, accanto a lui, di domenica pomeriggio dopo aver fatto l'amore e non aveva il coraggio di dirgli che non aveva informato ai genitori di Alice.

Ma non l'aveva fatto per nascondere la bambina, aveva semplicemente pensato che presentandosi lì con Alice in braccio avrebbe specificato chi fosse e la madre ci teneva troppo alle apparenze per permettersi di fare una scenata di fronte ad amici e parenti.

Tutto sommato però, adesso Blaine non la vedeva più un'idea tanto buona.

Sentì qualcuno bussare alla porta di casa e subito il cane iniziò ad abbaiare. Si stiracchiò nel letto e vide l'orario sulla sveglia. Erano le 18.00. Lui e Kurt avevano passato tutto il giorno avvinghiati mentre Sebastian aveva preso Alice e insieme a Kyle l'avevano portata al parco giochi. Convincere Kurt non era stato per niente semplice e solo il pianto disperato di Alice l'aveva convinto.

Blaine si alzò e si infilò i pantaloni della tuta e la t-shirt e poi si passò le mani nei capelli per sistemarli al meglio. Sbadigliò e con il piede allontanò il cane dalla porta che non la smetteva di saltellare nell'attesa di vedere la sua piccola padroncina.

Non appena Blaine aprì la porta si ritrovò i due ragazzi e Alice sulle spalle di Kyle. I due avevano una faccia stravolta mentre Alice sembrava divertita.

“Non so come tu faccia a fare da babysitter a questa vipera” disse Kyle entrando e mettendo giù la piccola che corse ad abbracciare il suo cane.

Intanto Sebastian entrò in casa con parecchie buste che gettò in malo modo sul tavolo e si sedette sul divano poggiando i piedi sul tavolino di fronte.

“Sebastian non sei a casa tua!” lo ammonì Blaine sedendosi accanto a lui e facendogli togliere i piedi dal tavolo.

“Hey, ho bisogno di riposare per circa....tutto il resto della mia vita, dopo una giornata intera con Alice”

“Quelle buste cosa sono?” disse Blaine avvicinandosi alla tavola per osservare il contenuto.

“Ehm...tutto il parco giochi? Si è comprata di tutto: girandole, collanine, una coroncina, una bambola e ha mangiato di tutto: zucchero filato, pizza, pop-corn e quando le abbiamo comprato gli M&M ha cominciato a scartare quelli marroni dicendo che il colore era brutto e cattivo e non voleva mangiarlo. Ha fatto vincere a Kyle quattro peluche ad una pesca di paperelle e si è comprata un orso gigante che è ancora in macchina perché eravamo troppo stanchi per portarlo su.”

Blaine scosse la testa “Kurt ti ammazzerà per averle fatto mangiare tutte quelle cose”

“Il tuo ragazzo mi deve un assegno” ribatté Sebastian facendo spazio sul divano per far posto a Kyle.

Quest'ultimo aveva trovato subito una grande affinità con Sebastian. Forse perché si somigliavano e nessuno riusciva a mettere i piedi in testa all'altro ma allo stesso tempo quando si chiudevano nella camera da letto dopo il sesso, ad piaceva entrambi stare distesi ad abbracciarsi. Si erano trovati in questo modo così semplice anche se facevano ancora fatica entrambi ammettere di avere una relazione.

“Il paparino dov'è?” fece Sebastian poggiando la testa sulla spalla di Kyle. Quest'ultimo loaccarezzò i capelli e socchiuse gli occhi.

“Dorme, siamo stati parecchio indaffarati in questo periodo. Inoltre domani ho finalmente la tesi e poi la sera ci sarà la festa. Ah, Kyle sei invitato anche tu, non so se Sebastian tra una sezione di sesso e l'altra te l'ha detto.”

Kyler sorrise e pizzicò il fianco di Sebastian. “No, l'idiota lo ha dimenticato. Verrò molto volentieri, grazie.”

Dal corridoio i ragazzi sentirono dei passi e Kurt fece il suo ingresso con i capelli scomposti e l'aria sconvolta.

“Oddio. siete già qui!” borbottò prima di vedere sua figlia che correva verso di lui per farsi abbracciare.

“Ti sei divertita, amore? Ti hanno trattato bene?” domandò Kurt dando un sonoro bacio sulla guancia di Alice. Lei annuì stringendo il suo papà.

“Ci credo che si è divertita. Il mio portafoglio sta piangendo” borbottò Sebastian.

“Sei stato tu a chiederla di portarla al parco con te” ribatté Kurt.

“Volevo fare la parte del papà fico, direi che mi è venuta piuttosto bene”

Kurt roteò gli occhi. “Va bene, ora ho bisogno di fare un bagno a questa peste perché puzza di dolciumi. Grazie comunque per averla tenuta con voi”

 

Quando Kurt si infilò nel bagno, Sebastian si alzò per andarsene “Ci vediamo alla tesi” disse rivolgendosi a Blaine “e alla tua festa. Cosa pensa tua madre di Alice e Kurt?”

Blaine si grattò il collo nervosamente.

“Non le hai detto nulla.” sentenziò l'amico “dolcezza, sei idiota. Il paparino questa non te la perdonerà.”

“Ho semplicemente pensato di presentarli al momento. Magari mamma eviterà scenate, non credi?” chiese speranzoso il moro.

“Non saprei, magari hai ragione ma a Kurt non piacerà.” Sebastian si avvicinò a Blaine e gli pizzicò la guancia “Ci vediamo”

 

 

 

 

 

Il giorno della laurea di Blaine arrivò, così come il party. Kurt non era presente al momento della laurea a causa del lavoro e i genitori di Blaine continuavano a mostrare quel viso ricco di soddisfazione sui loro volti mentre parlavano con i propri parenti che si congratulavano con il figlio.

“Verrà a lavorare nel mio ufficio il prima possibile, vorrei provvedere a dargli una stanza tutta sua, sono certo che non mi deluderà” stava raccontando il padre di Blaine ad uno dei vecchi amici di famiglia. Blaine era accanto a lui mentre teneva un bicchiere di champagne in una mano mentre con l'altra fissava il cellulare per vedere dove si trovasse Kurt. Lo aveva già informato che era in viaggio verso il party ma Blaine temeva che non conoscesse la strada. Evitò di chiamarlo per distrarlo dalla guida e tornò a sorridere alle persone intorno a lui cercando di riagganciare all'argomento di cui stavano discutendo.

Poco dopo la madre lo chiamò perché era arrivata un'altra zia che ci teneva a complimentarsi con lui. Blaine lanciò un'occhiata di disperazione a Sebastian che insieme a Kyle erano seduti ad un tavolo a parlare con una vecchietta.

Finalmente, il cellulare di Blaine vibrò: era un messaggio di Kurt che lo avvisava di aver appena parcheggiato l'auto. Le mani di Blaine cominciarono a sudare.

“Mamma, è arrivato Kurt. Non è solo” disse in modo frettoloso Blaine. La donna sorrise “Bene, finalmente lo conosceremo”

“Si mamma, ma hai sentito cosa ti ho detto? Non è solo.”

“Okay, calma Blaine. Una persona in più non guasterà il party” disse con tranquillità la donna.

“Si ma io-” Blaine dovette interrompersi al suono della voce di Alice.

“Blaaaaaaaine!” urlò la piccola correndo dopo che Kurt l'aveva messa a terra. Blaine allargò le braccia e prese la bambina in braccio.

“Sei stupenda” le disse accarezzandole i capelli.

“Che bambina adorabile” disse la donna osservando Alice. Kurt li raggiunse.

“Buonasera” disse stringendo la mano di Melanie.

“Quindi tu sei Kurt. È un piacere fare la tua conoscenza” poi lo sguardo di Melanie si rivolse a Alice “Lei chi è? La tua sorellina?”

A quella domanda sia Kurt che Blaine sbiancarono, seppur per diversi motivi.

“No mam-mamma lei”

“E' mia figlia!” disse con tono deciso Kurt lanciando un'occhiataccia a Blaine. Quest'ultimo si allargò il colletto della camicia.

“Figlia? Ha una figlia?” disse Melanie rivolgendosi a suo figlio.

“Hai due minuti per spiegarmi questa situazione” aggiunse Kurt borbottando.

“Mi dispiace” fece Blaine. “Ho pensato che presentendola così, sarebbe stato meglio” poi il suo sguardo si rivolse verso Kurt “perdonami.”

Kurt deglutì e alzò il mento, prese sua figlia e le strinse la mano. “E' stato un piacere conoscerla signora Anderson. Meglio che vada a salutare Sebastian e Kyle” Kurt si diresse verso il tavolo senza guardare Blaine che lo fissava disperato.

“Blaine, ti sei messo con un ragazzo padre. Cosa diamine ti è saltato in mente? Ti rendi conto le responsabilità che ti devi assumere?” quasi gridò la donna “A tuo padre questa storia non piacerà!”

Blaine roteò gli occhi “Non deve piacere a lui. Ecco perché non ti ho detto di Alice. Sapevo che avresti fatto una scenata e ti stai trattenendo perché ci sono gli ospiti.”

Melanie si avvicinò all'orecchio del figlio “Ne riparleremo” disse in tono deciso. Poi fece un falso sorriso e si allontanò. Blaine ne approfittò per avvicinarsi a Kurt che stava aiutando Alice a sedersi su un seggiolone che si era fatto portare dal cameriere.

“Kurt, possiamo parlare?” gli domandò Blaine con tono speranzoso.

“Io non ho nulla da dire Blaine. La faccia sconvolta di tua madre era piuttosto esplicita.” Kurt sospirò “Ti avevo espressamente chiesto di dire ai tuoi genitori di Alice e tu mi hai mentito Blaine quando ti ho chiesto la conferma. Non sto lasciando la festa semplicemente perché non mi va di fare scenate. Ma Blaine, mi hai deluso.”

Blaine lo guardò e prese la sua mano “Scusami. Volevo evitare scenate da parte di mia madre oppure che mi dicesse di non farti venire”

“Beh non sarei venuto allora”

“Ma io ti voglio. Qui con me. Tu ed Alice siete importanti”

“Hai omesso l'esistenza di mia figlia Blaine. Lei viene prima di tutto”

“Lo so” disse convinto Blaine “Lo so credimi. Vieni a sederti al tavolo con la mia famiglia ti prego.”

Kurt sospirò osservando lo sguardo dispiaciuto di Blaine “Non è finita qui” gli disse prima di riprendere Alice e spostarsi all'altro tavolo.

 

 

Poco dopo tutti stavano cenando seduti a tavola. Più volte il padre di Blaine aveva lanciato qualche occhiata ad Alice che era stranamente tranquilla. Ovviamente anche lui era stato informato che quella bambina era la figlia del ragazzo di Blaine e nemmeno a lui la cosa era andata tanto giù. Ma poi Alice si sporse verso Blaine e gli diede un bacio sulla guancia, così senza motivo, spontaneo come qualsiasi gesto di un bambino e Blaine sorrise con gli occhi dolci e sereni e quell'uomo non aveva mai visto suo figlio così bene da tempo ormai.

“...quindi sei un segretario”

“Assistente personale, preferirei” rispose Kurt a Melanie quando quest'ultima provò a capire il lavoro di Kurt.

“Immagino che essere un ragazzo padre sia una situazione difficile da gestire, inoltre per essere gay immagino che tu sia stato sposato. Dimmi a che età? Che fine ha fatto tuo marito? Scusa l’impertinenza, sto solamente cercando di conoscere il ragazzo di mio figlio” fece lei in tono acido.

Kurt serrò la mascella prima di girarsi verso sua figlia e imboccarla, poi si voltò nuovamente verso la donna.

“La mia vita priv-”

“Kurt, non devi parlarne con lei. Mamma, il passato di Kurt non conta. Kurt è il mio presente e voglio che sia il mio futuro” Blaine strinse la mano a Kurt che però non cambiò la presa. Era ancora troppo arrabbiato per il fatto che Blaine gli avesse mentito.

Blaine ritirò la mano dispiaciuto e tornò al suo piatto. Kurt invece si sentì tirare la giacca. Si voltò e si ritrovò una bambina un po' più grande di Alice.

“Può venire a giocare con me?” domandò la piccola fissando Alice.

“I-Io non” Kurt si guardò intorno alla ricerca di nemmeno lui sapeva cosa.

“Lasciala andare, Carla è la figlia di mia sorella, è molto attenta” disse Melanie rivolgendosi a Kurt.

Quest'ultimo, poco convinto, lasciò che la figlia giocasse nel prato “Non avvicinatevi alla piscina” disse rivolgendosi alle due bambine. Poi tornò con lo sguardo verso il tavolo, e cercò di capire l'argomento di cui stava parlando il padre di Blaine.

“...Nel mio ufficio. Ovviamente sarai solo in prova ma è una formalità, sei mio figlio quindi la tua strada sarà agevolata.”

“Non crede che debba essere suo figlio a decidere cosa fare della sua vita? E' grande abbastanza per fare le sue scelte” si intromise Kurt “Se lui volesse diventare uno scrittore? Blaine ama scrivere, lo rende felice, sicuramente molto più della giurisprudenza”

“Kurt non preoccu-” provò ad intromettersi Blaine ma Kurt continuò.

“Siamo tutti grandi per fare le nostre scelte e non seguire quello cosa dicono i nostri genitori”

“Parli tu che alla tua età hai già una figlia” ribatté l'uomo.

“Nessuno può giudicarmi per avere una bambina a quest'età. Lei non conosce il mio passato e, pur di avere Alice, ricommetterei ogni singolo errore che ho fatto se mi dessero la possibilità di cambiare la mia vita. Il mio lavoro, Alice e...Blaine, sono tutte le cose che mi servono per rendermi felice e sa una cosa? Sono felice. Suo figlio invece non lo è. Ha mai provato a leggere qualcosa scritto da lui? E' praticamente uno scrittore nato!”

“Mio figlio vuole essere un avvocato!”

“Ne sei davvero convinto, papà?” finalmente rispose Blaine. “Sei veramente convinto che fare l'avvocato, restare tutto il giorno in un ufficio, sia quello che io desideri per la mia vita? Tornare tardi la sera, non riuscire a parlare con il mio compagno perché sono troppo stanco, stare sempre con quella maledetta cravatta al collo? Non hai mai voluto ascoltarmi su quello che avrei voluto fare nella vita.” Dette quelle parole, Blaine si sentì molto più libero e nonostante lo sguardo contrariato del padre, sul volto di Blaine apparve un sorriso.

“Quindi cosa vuoi fare? Scrivere un libro e occuparti di una bambina a venticinque anni?”

“Non c'è niente di male ad avere una famiglia papà!”

La discussione si stava parecchio accendendo ma tutti dovettero interrompersi quando sentirono Sebastian urlare il nome di Kurt. Quest'ultimo si voltò spaventato per poi vedere Alice completamente bagnata in braccio a Sebastian che piangeva disperatamente.

Kurt la prese subito tra le sue braccia e Blaine si tolse la giacca per coprire la bambina.

“Cos'è successo?” domandò Kurt spaventato.

“Eravamo a bordo piscina a fumare quando Alice e l'altra bambina stavano correndo. Lei è scivolata ed è caduta. Ma Kyle l'ha presa subito, non credo abbia bevuto molto.”

“Shh Alice, va tutto bene” la consolò Kurt mentre la piccola continuava a piangere mentre si aggrappava disperata al suo papà.

“Te l'avevo detto io, Blaine, avere una figlia a quest'età comporta-”

“Sta’ zitta mamma!” urlò Blaine facendo sorprendere la donna.

“Io vado a casa!” disse Kurt senza guardare nessuno “Sa signora Anderson, potrò anche passare notti intere a casa con mia figlia perché ha la febbre invece di uscire con gli amici, potrò anche restare a casa colorando stupidi disegni invece che bere champagne ad un party, ma almeno io farò in modo che mia figlia segua i suoi sogni. Se un giorno vorrà fare la ballerina, la parrucchiera o il meccanico, io l'aiuterò e non le bloccherò il cammino” detto questo si diresse direttamente verso la sua auto.

“Vengo con te!” urlò Blaine ma Kurt si voltò “No Blaine, non ti voglio adesso con me!”

Kyle fece segno a Sebastian e i due si avviarono con Kurt “Lascia che veniamo noi con te, guidiamo noi”

Kurt annuì e abbassò lo sguardo infilandosi in auto e lasciando Blaine a fissarli mentre andavano via.

 

 

 

Erano le tre di notte quando Kurt sentì dei rumori provenire dall'esterno del suo appartamento. Osservò Alice dormire accanto a lui e si alzò per vedere chi fosse, anche se, aveva già un'idea molto chiara a riguardo.

“Kurt, ti prego aprimi, mi fanno male le mani per aver bussato troppo”

“Mi hai mentito Blaine. Non avresti dovuto farlo” disse Kurt appoggiandosi alla porta.

“Lo so, volevo evitare solo che mia madre facesse delle scenate. Come faccio a farti capire che ci tengo troppo a te e ad Alice?”

Kurt scosse la testa, “Blaine io-”

“Sposami!” urlò Blaine dall'altro lato della porta. A quel punto Kurt la spalancò facendo cadere Blaine che si era poggiato sopra.

“Cosa hai detto?” domandò incredulo.

“Sposami. Se non credi che io voglio bene ad Alice, allora sposami. Lei ormai per me è come....una figlia” ammise Blaine. A quella confessione a Kurt si illuminarono gli occhi. Allungò una mano e lo aiutò ad alzarsi.

“No Blaine. Non posso sposarti, non ora almeno. Lo sai”

“Ma io non sono come Josh”

“Anche questo è vero. E' presto Blaine, anche Josh era una persona fantastica inizialmente, non che non mi fidi di te, ma non posso commettere gli stessi errori. L'ho promesso ad Alice, a mio padre e a me stesso.”

Blaine si avvicinò e gli baciò le labbra.

“Però” aggiunse Kurt “al momento potresti accettare tutto l'amore che io ed Alice abbiamo da offrirti”

Blaine sorrise “Certo che posso. Voi siete tutto per me. Saremo una famiglia”







Note: ed eccoci anche con quest'altro capitolo. Il prossimo è il capitolo finale, sarà anche più breve degli altri perché è giusto per dare un tocco finale alla storia, non mi andava di aggiungere tutto in un solo capitolo.
Non disperiamoci perché sicuramente dopo questa storia tornerò con qualcosa,magari le vacanze e il mare mi daranno l'ispirazione.
Ci si vede per il capitolo finale!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


“Daddy, sveglia. Blaine, sveglia!!”

“Mmm”

“Su svegliaaaa”

Un altro mugolio da parte dei ragazzi. Alice sbruffò sonoramente. “Vi preeego!”

“Alice io e il tuo papà abbiamo dormito veramente poco, torna tra un'ora o tra...un'altra vita”

Blaine sentì la risata di Kurt provenire da sotto al cuscino.

“Che ridi?” mugugnò Blaine ancora con gli occhi chiusi cercando una buona posizione per tornare a dormire.

Abbiamo dormito poco, Blaine? Io ho dormito poco, tu ti sei limitato a dire 'si sono sveglio' ma eri in catalessi” disse Kurt senza tirare la testa da sotto al cuscino.

“Bugiardo, io mi sono alzato per circa...oh non lo so, sono solo stanco”

“Ma sai che dobbiamo alzarci. L'ultima volta Alice ci ha buttato la brocca d'acqua addosso e adesso qui non c'è, credo la stia prendendo” constatò Kurt.

“Bene, allora mi alzo” Blaine spostò le lenzuola e fece per alzarsi, ma Kurt lo bloccò prendendolo per il polso.

“Stai dimenticando qualcosa” disse in tono di rimprovero. Blaine sorrise e finalmente gli tolse il cuscino dal volto, poi gli si avvicinò e gli diede un caldo bacio sulle labbra.

“Buongiorno”

“Buongiorno a te” sorrise finalmente soddisfatto Kurt.

“Preparo la colazione e blocco Alice con la brocca.”

Blaine si alzò e camminò lungo il corridoio, diede un'occhiata nella stanza accanto alla sua e poi si diresse in cucina dove trovò Alice in piedi su una sedia mentre riempiva un bicchiere d'acqua.
“Siamo svegli. Molla qui!” Blaine asciugò le mani bagnate della bambina e la mise a sedere.

“Buona qui. Cosa vuoi mangiare?”

“Pane tostato e cioccolata”

“Ok, facciamo presto prima che si alzi Kurt o comincerà i suoi sproloqui sulla cioccolata”

Alice rise divertita e si sistemò per mangiare la sua colazione. Una volta preparata, Blaine prese del caffè e tornò in camera da letto dove trovò Kurt ancora raggomitolato sul letto.

Il moro scosse la testa e poggiò la tazza sul comodino accanto. Si sedette e prese il volto di Kurt appoggiandolo sulle sue gambe.

“Sei bellissimo lo sai? Così, con i capelli sparsi ovunque, il segno del cuscino sulla guancia e la maglia sporca del caffè delle tre di notte”

Kurt mugugnò divertito “Wow...cosa vuoi Blaine? E' ovvio che faccio pena così, quindi dimmi cosa ti serve”

Blaine rise “Idiota, sono serio. Sei bellissimo e ti amo e se non ti alzi faccio venire Alice. È un piccolo sforzo, ci rilasseremo sotto gli alberi.”

Finalmente Kurt aprì gli occhi e fissò Blaine “Ti amo” gli disse fissandolo per poi avvicinarsi e dargli un bacio, poi finalmente prese il suo caffè.

“Aiuto Alice a lavare pensaci tu con-”

“No, io aiuto Alice”

“Kurt, ti prego. Sei più bravo in queste cose”
“E tu devi imparare. Non si discute.”

Blaine sbruffò e si alzò “Questa me la paghi!” disse a Kurt prima di uscire dalla camera.

 

 

 

Due ore dopo, la piccola famiglia si era sistemata nel parco dove andavano ogni domenica per il loro solito pic-nic.

Alice stava rincorrendo Blaine che allo stesso tempo cercava di non farsi acchiappare, Kurt invece era seduto sotto ad un albero con un libro che reggeva con una mano, mentre sulle gambe, che si manteneva debolmente al suo petto, c'era Ethan, suo figlio.

 

La decisione questa volta era stata presa da Kurt. Dopo il matrimonio (a seguito di un fidanzamento durato cinque anni) e la luna di miele, chiese di avere un figlio suo e di Blaine. La notizia fece impazzire quest'ultimo. Non si sentiva pronto, non si sentiva adatto ad essere padre di un bambino piccolo che ha bisogno di attenzioni e cure. Ma poi guardava Kurt e Alice e vedeva come questa bambina fosse educata e in salute. E tutto questo solo grazie a Kurt.

Il matrimonio invece fu il frutto di una decisione presa da entrambi. Erano adulti e tutti e due avevano capito che non avrebbero mai voluto separarsi. Blaine questa volta regalò a Kurt un matrimonio con i suoi fiori preferiti, il luogo che desiderava e tutte le decorazioni che amava. Fecero tutto con tranquillità, risparmiarono su tutto per regalarsi un matrimonio perfetto e questa volta, quando Kurt disse “lo voglio”, sul volto di Burt apparve un sorriso sincero, soddisfatto e questo rese Kurt fiero di sé.

Josh non era comunque uscito dalla sua vita: era pur sempre il padre di Alice e continuava a vedere sua figlia durante la settimana, ma anche lui riuscì ad ammettere che Kurt, con Blaine, era felice.

 

 

Il momento in cui arrivò Ethan fu divertente e preoccupante allo stesso tempo. Blaine prese il bambino tra le sue braccia e l'osservò dicendo “E' mio figlio” poi chiese subito a Kurt di prendere il piccolo tra le braccia, perché un istante dopo svenne sul pavimento dell'ospedale.

 

 

Blaine non si comportò come Josh, non trascurò i suoi doveri e non lasciò mai che Kurt facesse tutto da solo.

Aveva imparato a mettersi una sveglia ogni ora per controllare che il bambino stesse bene. Lui e Kurt si alternavano con i loro turni di lavoro e le notti insonni.

 

 

Con il lavoro era una faticaccia. Blaine lavorava nel suo ufficio la mattina e portava con sé Ethan: era uno dei capi e di conseguenza non aveva bisogno di giustificare a nessuno la presenza di un biberon che gli fuoriusciva dalla borsa. Per fortuna, il suo secondo impiego non lo teneva impegnato così tanto da non dedicarsi ai figli.

Blaine lavorava fino alle 13.00 in modo da poter andare a prendere Alice a scuola e portare i bambini a casa.

Kurt invece aveva trovato un accordo col suo capo in modo da farsi assegnare un orario di lavoro che gli concedesse l’occasione di rincasare ad un’ora decente.

Intorno alle 18.00 Kurt tornava a casa e così finalmente la famiglia era completamente unita e, mentre Blaine si preoccupava di resettare il salottino e le camere da letto, Kurt pensava a cucinare e a sistemare i loro figli.

Lavare Ethan era un'impresa che Blaine si rifiutava di fare, ma semplicemente perché si sentiva troppo incapace e aveva il terrore che gli scivolasse dalle mani.

Kurt gli aveva sempre assicurato che si stava comportando come un ottimo padre e che non doveva preoccuparsi. Così, insieme, lavavano Ethan: Blaine con le mani tremanti e Kurt con un sorriso rassicurante.

 

Alice amava Ethan. Continuava a dire in giro che lei era il suo protettore e che l'avrebbe protetto da tutti perché lei era la sorella maggiore e le sorelle maggiori si prendono cura dei fratelli più piccoli.

Era capitato più volte che la notte si fosse svegliata per i pianti di Ethan e quando entrava nella sua cameretta trovava Kurt o Blaine che cercavano di farlo dormire e lei si sedeva a terra e canticchiava sperando che il suo fratellino si addormentasse.

 

 

 

 

“La smetti di leggergli il mio libro?” domandò Blaine sedendosi accanto a Kurt e gettandolo sulla tovaglia da pranzo.

“Mio marito ha pubblicato un libro su due meravigliosi principi ed io non posso leggerlo a mio figlio? Che storia è questa!?” fece con ironia Kurt.

Blaine alla fine ci era riuscito. Aveva pubblicato un solo libro così da realizzare il suo sogno. Aveva avuto una vendita piuttosto discreta e lui era soddisfatto di questo.

“Dai lo prendo un po' io” Blaine prese Ethan e se lo mise in braccio “Avanti di’ papà. Pa-pàààà”

Anche Alice li raggiunse sedendosi in mezzo a loro.

“Ed eccola la famigliola felice.”

Tutti si voltarono mentre Sebastian si avvicinava a loro seguito da Kyle.

 

I due avevano avuto una relazione piuttosto incasinata: si erano amati, avevano litigato ed entrambi si erano traditi per poi ritrovarsi ancora una volta. Non avevano intenzione di sposarsi, e non volevano mettere su famiglia come avevano fatto Kurt e Blaine, però, quando si univano a loro, erano come una grande famiglia.

 

“Ragazzi! Cosa ci fate qui?”

“E' domenica” fece notare Kyle, “Quindi significa che voi siete qui e che noi possiamo scroccarvi del cibo gratis. Abbiamo il frigo vuoto”

Blaine sorrise e fece spazio ai ragazzi in modo che potessero sedersi tutti insieme.

Alice si alzò per sedersi in braccio a Sebastian che l'accolse senza più fingere irritazione e fastidio.

“Cosa avete portato di buono? C'è l'anguria! Sapete che ne vado matto!”

“Sebastian, mangerai tutto quello che c'è qui dentro o puoi anche digiunare” lo informò Kurt divertito.

 

“Fate spazio anche a noi?” Finn si avvicinò ai ragazzi aiutando Rachel a sedersi.

“Hey Rachel, a che mese sei?” domandò Kyle osservando il pancione della ragazza.

“Settimo, non mi lascia riposare, si rilassa solo quando canto” disse la ragazza accarezzandosi la pancia.

“Come fa a riposare? Tu starnazzi quando canti” la provocò Sebastian.
“Cos-Finn! Fa qualcosa!”

 

Tutti iniziarono una discussione sovrastando le loro voci e Kurt e Blaine stavano lì a fissarli.

Blaine fissò Kurt che sorrideva beato.

“Siamo una famiglia incasinata vero?”

Kurt si voltò verso suo marito, accarezzò la testa di suo figlio e poggiò la testa sulla spalla di Blaine.

“Siamo una meravigliosa famiglia. Una famiglia completa”

 

FINE.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Prima di tutto voglio fare un ringraziamento speciale alla mia Beta che mi consiglia e mi aiuta tantissimo, grazie di cuore.

Voglio ringraziare le 155 persone che hanno messo questa storia tra le “seguite. Le 71 che l'hanno messa nelle preferite e le 13 nelle ricordate. Siete tantissimi grazie!!

Un grazie speciale va a chi ha recensito dandomi un parere e ha sclerato per la mia storia, vi adoro, tantissimo!!

 

Ora voglio un momento della vostra attenzione: da come ho capito molti di voi non vogliono che questa storia finisca, avere un seguito per me sarebbe difficile perché ho già un'altra storia da gestire(vi parlerò anche di questo) quindi io stavo pensando di fare una serie di OS legate a “A family to complete” possiamo raccontare dell'arrivo di Ethan, di un momento divertente tra Seb e Alice, qualcosa su Seb e Kyle, suggeritemi qualcosa voi, cosa desiderate leggere? Tutto quello che volete.

Quindi vi chiedo se ci tenete ad averle, di farmelo sapere con una piccola recensione, se c'è interesse io le scriverò però è una cosa difficile dal momento che sto scrivendo un'altra storia ma potrei fare uno sforzo per voi. Quindi: sono nelle vostre mani!

 

Nuova storia: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=364229186980495&set=a.292006787536069.63232.243771392359609&type=1&theater

Qui c'è la copertina per il momento non dico altro. La storia comincerà dopo il 20 agosto sicuramente, perché sono in vacanza a Viareggio da sabato.

The life before his eyes sarà una storia complessa da scrivere ma una trama piuttosto interessante.

Si torna nel mondo dell'angst ma anche del romanticismo.

 

Vi saluto e vi auguro buone vacanze, grazie ancora. Baci da Hanna.

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