Black Ink

di Meme06
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Apparizione ***
Capitolo 3: *** Deja vu ***
Capitolo 4: *** L'inizio di un incubo parte 1 ***
Capitolo 5: *** L'inizio di un incubo parte 2 ***
Capitolo 6: *** Meglio la tortura a QUESTO!!! ***
Capitolo 7: *** Niente di vero tranne la vendetta ***
Capitolo 8: *** Allenamento o combattimento? ***
Capitolo 9: *** Che rottura di espada! ***
Capitolo 10: *** Io, tu... e i nostri ideali... per quanto strano, coincidono ***
Capitolo 11: *** Sfogo, finalmente si ragiona! ***
Capitolo 12: *** Pensieri... non mi riconosco più ***
Capitolo 13: *** Il problema di aiutare qualcuno ***
Capitolo 14: *** Epilogo - The end ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Dimmelo tu… io non so più cosa fare…

dimmi cosa devo fare…

come faccio a saperlo io?

Non mi sono mai posta il problema…

… di salvare qualcuno

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Capitolo 2
*** Apparizione ***


Mi sono chiesta molte volte se da viva ero mai stata a scuola, oppure se ero morta prima e non avevo mai provato, la 'piacevole' sensazione di entrare in una classe e sentirsi osservata da una ventina di sguardi curiosi. Lo so, lo so, sono qui per un motivo. Siamo qui per un motivo. Eppure mi chiedo perché sono dovuta venire anch'io, lui bastava e avanzava. Il suo sorriso fa gelare il sangue nelle vene a chiunque, perché si è dovuto portare dietro anche me? Uff, che noia. L'insegnante ci guarda e ci sorride. Avrei voluto ricambiare, ma non sono sicura di esserci riuscita. Bene, cominciamo subito alla grande. Lancio uno sguardo al ragazzo che mi sta accanto. Sorride. Magari lui si diverte, io invece non vedo già l'ora che questa cosa chiamata scuola finisca e alla svelta. Muovo lo sguardo lilla per la classe, osservando compagni e mobilio con occhio quasi critico. Non permettendo neanche ad una mosca di sfuggire al mio sguardo curioso. Fra tutti, una testa arancione spicca. Un ragazzo, il cui sguardo è - a prima vista - tutto fuorché rassicurante. Guardo di nuovo verso lui che mi sta accanto. Annuisce.

Ahh, allora è così. Si tratta di quel ragazzo. È lui il motivo di tanto incomodo. Vorrei sbuffare, ma apparirei scortese e altezzosa davanti a tutti. Mentre l'unica cosa che voglio è essere invisibile per il resto della classe, tranne il nostro obbiettivo.

- Ragazzi da oggi avete due nuovi compagni di classe. - ci annuncia allegra l'insegnante. - Hirako Shinji e Itou Harumi.

Non so perché, ma scriviamo i nostri nomi alla lavagna. Mi volto verso il biondo. Shinji… quando la smetterai di fare l'idiota?

- Ma è al contrario! - esclama la professoressa.

- Fare le cose al contrario è la mia specialità. - risponde lui sorridendo.

Non ho parole. E pensare che è così diverso quando stiamo tutti insieme. Bah, vallo a capire quello lì! Saranno un centinaio di anni che lo conosco e giuro che ancora non riesco a capirlo.

L'insegnante ci manda a sedere. Shinji si siede vicino alla testa arancione e io, di rimando, vicino a lui. Deve aver detto qualcosa a testa-arancione. Ma francamente non m'importa. Come ho già detto, non so neanche perché sono qui. Spero di scoprirlo presto, perché se è qualcosa di diverso dal combattere, io me ne sbatto le palle e me ne vado.

Mentre 'seguo' - si fa per dire ovvio - le lezioni, lancio ogni tanto qualche occhiatina a Shinji che sembra non aver detto più del suo nome a testa-arancione, per il momento almeno. Giocherello un po' con i miei capelli castani, sembrano essere cresciuti troppo. Non appena qui avremo finito, di corsa a tagliarli.

La campanella. Sembra sia quell'aggeggio che segna la fine della tortura. Esatto, una tortura psicologica. Preferisco di gran lunga un bell'allenamento massacrante, almeno lì la penso come mi pare e non devo calcolare l'area di quel posto, né tanto meno sapere chi ci sia stato prima. Devo solo pensare a me e al mio avversario. E a come batterlo.

- Ehi, Haru! - mi chiama Shinji. - Vai già via? Guarda che non sei venuta qui come comparsa.

- Veramente non ho capito proprio perché sono qui. - rispondo io incrociando le braccia e guardandolo.

Lui sorride. Lo ammetto di nuovo, quando sorride fa rizzare i capelli. Ma se non facesse paura non sarebbe mio amico.

Sospiro.

- Ho capito, ho capito. Che noia però… E poi… - non riesco a finire la frase che mi accorgo che qualcuno si sta avvicinando a noi. Mi volto fulminea. Ah, le vecchie abitudini sono dure a morire. - E tu…?

Domando leggermente diffidente. Davanti a noi si trova una ragazza. Più alta di me di minimo dieci centimetri. Capelli arancioni e occhi nocciola. Sorride. Che cosa c'è di tanto allegro da sorridere in quel modo?

Mi porge la mano.

- Piacere Itou-san. Mi chiamo Inoue Orihime. - sorride.

Non ci penso neanche un po' a stringerla. Shinji mi passa avanti e la stringe al posto mio.

- Oh, piacere Orihime-chan! - esclama sorridendo, poi si volta verso di me. Ehm, ehm… perché ho paura che voglia uccidermi? - Harumi è sempre stata timida, sin da piccola!

T-timida?

- Che diavol…

- Eh, già, timida.

Uff, a che scopo fare amicizia? Poi con una tizia che sembra così tonta?

Quei due continuano a parlare. Che rottura, meglio andarsene.

Filo via in un attimo, almeno farò quattro passi. Chissà che non m'imbatterò in un qualche hollow da massacrare…

Però in questo momento sembra tutto abbastanza tranquillo.

Un colpo assordante mi distrae dai miei pensieri. Mi volto di scatto. Non è affatto vicino a me, eppure dall'impatto avrei giurato che fosse avvenuto a solo qualche metro di distanza.

Che diavolo sarà stato? Normalmente non dovrei andare a controllare, almeno non da sola… Eppure è più forte di me. Corro in quella direzione.

Che cavolo è? Un cratere? Mi avvicino per vedere meglio. Ci sono delle persone che guardano in quel buco. Anche io mi avvicinerei, ma dopo aver visto quello che ne esce mi fermo. Già, gli esseri umani a quanto pare non li possono vedere. Continuano a mormorare fra di loro, mentre quel gigante esce definitivamente dal cratere. Lo vedo blaterare qualcosa, poi un vento enorme si alza. Mi nascondo dietro un albero lì vicino, dopotutto siamo in un parco. Sporgo un po' il viso, per vedere che cosa succede. Le anime delle persone presenti sembrano venire risucchiate. Che diavolo sta succedendo?

Non appena sento che il vento si è fermato mi sporgo di più e osservo. Ora quel gigante non è più solo, c'è un altro tizio con lui. Questo… beh, non saprei esattamente come descriverlo, direi… un tipo interessante. Anche se non lo vedo bene, dovrei avvicinarmi di più, ma non conosco la loro forza, non posso buttarmi così a combattere.

Parlano, sembrano discutere un qualcosa come il gusto delle anime. Quindi se le sono mangiate. Ma tu guarda che discorsi…

Il loro sguardo si sposta, o cacchio… si sono accorti di me? No, aspetta, non mi stanno guardando. Poso lo sguardo a terra. C'è una ragazza che si sta facendo forza sulle braccia per alzarsi. Mi sembra di averla già vista, ma la vedo di schiena e non posso dirlo con certezza. L'unica cosa che mi stupisce è che sia sopravvissuta. Guarda davanti a sé, sembra vedere davvero quei due che le si avvicinano. Non posso vederle il viso, ma giurerei che è terrorizzata. Non posso darle torto.

Quel grosso tizio si rivolge d'un tratto all'altro. Gli domanda se è 'quella' che stavano cercando. Non riesco a capire a cosa faccia riferimento. Non sento la risposta ma a considerare dal viso non si tratta di quella ragazza. Sembra alquanto deluso.

Si volta verso di lei e sta per tirarle un calcio.

Velocissima mi paro di fronte alla ragazza, estraggo la zanpakuto e paro il colpo. Cacchio che male! Quel colpo è stato più forte di quanto mi aspettassi.

Il gigante toglie la gamba e mi osserva.

- Chi diavolo sei tu? - chiede.

Abbasso la katana e ricambio lo sguardo.

- Parli proprio tu che mi sembri l'evoluzione mostrificata di un mammut? - domando.

Il suo viso si torce in una smorfia di rabbia.

- Cosa?!? - tuona.

Non mi scompongo affatto, come se non ci fossi abituata a sentire urli di questo genere. Sto per ribattere, quando vedo che il suo sguardo si sposta e guarda dietro di me.

Mi volto anch'io. E quelli? Che ci fanno qui? Aspetta… lei l'ho già vista, è la tonta di prima. L'altro… non mi sembra di averlo visto in classe stamattina. Mamma mia, anche lui come grandezza non scherza!

- Sado-kun… - sento mormorare dalla ragazza.

- Inoue, quella ragazza non è forse Tatsuki? - domandò lui guardando a terra.

Che cosa carina venire ignorata completamente.

Lei sembra annuire e va a soccorrere la ragazza dietro di me. Entrambi poi mi guardano.

- Ma tu sei… - mormora lei. Bene, non mi aveva neanche riconosciuta. - Itou-san?

Che scoperta.

- Che ci fai qui? - e dire che questo dovrei chiederlo io.

- Non sono affari tuoi. Voi che ci fate qui? Stessa domanda poi che sarebbe da porre a questi due tizi qua dietro. - dico, indicando con il pollice il gigante.

- Ulquiorra! È uno di questi qui? - domanda il bestione.

- Yammi, devi affinare i tuoi poteri percettivi in modo da capirlo da solo. Dovresti dirlo con un solo sguardo. Tutti e tre sono immondizia. - risponde il fantasma. Mamma mia quanto è bianco! E poi…

- Immondizia?!? - esplodo. Okay, lo ammetto. Non mi piace essere criticata da nessuno, specialmente poi da chi non mi conosce. - Ti faccio vedere io chi è immondizia brutta copia di Pierrot!

Non si scompone. Mi guarda con sguardo apatico. Mi fa una rabbia… avrei voglia di prenderlo a calci in culo e rispedirlo da dove è arrivato. Sto per attaccarlo, ma il ragazzo alto di prima mi precede, deciso a colpire il bestione. Sfortunatamente per lui il mammut aveva già intercettato il colpo. Gli bastò un gesto e lo spedì via in una pozza di sangue. Accanto a lui arriva qualche minuto dopo - correndo preoccupata - la ragazza dai capelli arancioni di prima.

- Sado-kun! - esclama. Gli occhi le si velano di lacrime. Se inizia a piangere la picchio. Lo giuro.

Il gigante le si avvicina, intenzionato probabilmente a fare fuori anche lei. Alza un dito e sta per colpirla. Sto per agire di nuovo, quando vedo apparire davanti a lei una specie di barriera arancione che para il colpo, frantumandosi poco dopo. Si alza in piedi e fa apparire una specie di scudo sopra il ragazzo, iniziando a curarlo. No, aspetta, quella 'tecnica' l'ho già vista. O meglio, somiglia tantissimo a…

- Ehi! - esclamo verso… si chiama Inoue, vero? - Inoue!

La ragazza si gira e mi guarda confusa. Almeno il nome l'ho beccato. Oppure aveva già capito che mi stavo riferendo a lei e non ha fatto caso a come l'ho chiamata.

- Fatti da parte. - le dico.

- Ma…

- Dammi retta che è meglio! - la reiatsu di quei tipi non la può reggere. Quel potere è molto simile al suo. Ma non è abbastanza potente, non sarebbe mai in grado di tenergli testa. Inoltre è pur sempre umana, sono sicura che non sa usare il kido.

- Itou-san…

Non l'ascolto nemmeno. Parto subito all'attacco. E che cavolo! Ho seguito Shinji e ho fatto la 'brava', ora posso pure combattere!

… Mi sembrava troppo bello per essere vero. Chi è adesso questo qui?

- Ohi! - esclamo verso l'individuo. Ha una divisa da shinigami, che ci fa un dio della morte qui?

Si volta. Eh? Ma… quel ragazzo… Perché diavolo Shinji non mi ha detto niente?!? Uffa!

- Tu sei… ehm… - come si chiamava? - il tizio dai capelli arancioni!

Che inventiva.

- Ah? - è già tanto che non mi ha mandato a quel paese. - E tu… sei?

Perché nessuno si ricorda mai di me al primo colpo?

- Lascia perdere e sconfiggiamo quel coso prima che si decida ad attaccare di sua iniziativa! - rispondo avvicinandomi.

Lui mi guarda in un modo indecifrabile. Il suo sguardo sembra dire: 'Ma chi si crede di essere questa tizia?'

Lo ignoro. O almeno ci provo, visto che non la smette di fissarmi per un secondo.

- La vuoi piantare! - esclamo.

Lui sembra 'riprendersi'. Si volta a guardare la ragazza.

- Inoue, stai indietro. - dice. - sconfiggerò questi tipi e poi sarà la fine.

Quanto se la tira…

Si volta di nuovo, è serio. Poggia la mano sinistra a metà dell'altro braccio.

- Ban…kai.

Sgrano gli occhi. Okay, questo non me lo sarei aspettato. Dopo questa 'esperienza' dovrò farmi spiegare un po' di cosette. Ah e dovrò anche sbranare Shinji, ma credo che a quello ci penserà Hiyori.

Guardo il ragazzo accanto a me. Ha… una spada nera. Piccola e nera. Che razza di Bankai è? Guardo la ragazza dietro di noi. Lo sta guardando con ammirazione. Ma è cretina o ci fa? Sicuramente non ha mai visto un altro Bankai in vita sua. Però… devo ammettere che la sua reiatsu è davvero forte. Rispetto a prima è aumentata.

- Inoue indietreggia. - dice d'un tratto. Non posso dargli torto. Se quella resta qui crepa di sicuro.

- … Va bene. - dice infine, allontanandosi.

Guardo avanti. I due davanti a noi hanno ripreso a parlare della solita storia. E così anche loro cercavano quel tipo. Wow, meglio di un vip, qui si muovono anche i fenomeni da baraccone per vederlo.

Il gigante alza un pugno e sta per colpirlo, ma il ragazzo lo blocca subito, senza neanche bisogno della spada.

- Sei tu quello che ha ridotto in quel modo il braccio di Chado? - gli domanda serio. Onestamente non credevo che lo avesse notato, ma a quanto pare ci tiene davvero quando un suo amico è ferito.

- E allora? - chiede di rimando quello. Ha l'aria da sbruffone, ma non è affatto furbo.

Il ragazzo fa un salto e, con un colpo di spada, il braccio destro del tizio si stacca dal suo corpo e finisce a terra. Lo ammetto, sono sorpresa e assistere a queste scene mi piace, ma se continua così non mi lascerà nessuno contro cui sfogarmi!

Quel babbeo inizia a dimenarsi come un animale per il dolore che gli ha provocato. Poi lo fissa rabbioso. Afferra la spada che ha al fianco e sta per estrarla. Sento un 'incrinarsi' della reiatsu. Guardo il ragazzo. Che diavolo gli prende adesso? Perché si tiene il viso in quel modo? Non capisce che così… ecco, appunto. Lo ha appena mandato a terra con un calcio. La ragazza gli sta correndo incontro, nonostante le proteste di testa-arancione.

Mi metto una mano sul fianco. Bene, idiota, adesso anche tu verrai fatta fuori. Sono una veggente! Con una mano quel gigante la colpisce, facendola rotolare a terra.

Come se non bastasse quel ragazzo sta per alzarsi e andare a vedere come sta. Bene, fatti prendere alle spalle e vieni massacrato! Ahh, il problema è che questo tizio a quanto ho capito ci serve. Beh, non mi piace immischiarmi nei combattimenti degli altri, ma in questo caso credo che farò un'eccezione.

Lo sta per colpire con un pugno, quando mi paro davanti e gli blocco la mossa, utilizzando sempre la mia zanpakuto. Lui sorride maligno e ci riprova. Sarà dura che riesca a resistere a lungo in questo modo.

Un altro pugno, stavolta non lo blocco, lo schivo saltando. Il prossimo però non riesco a scamparlo. Mi colpisce in pieno. Sento il sapore del sangue in bocca e qualcosa di rotto dentro il mio corpo. La cosa peggiora mentre rotolo a terra e le ammaccature aumentano. Mi rialzo, anche se con un po' di fatica. Mi aiuto con la katana puntandola a terra. Un altro colpo in arrivo. Rotolo di lato, riuscendo a evitarlo. Poi mi rialzo e lo attacco. Riesco a ferirlo all'altro braccio. Ma è solo un taglio, abbastanza profondo, ma non gli ho staccato nulla. Mi volto verso testa-arancione. Prima o poi ricorderò il suo nome o me lo farò ridire. Sta ancora in quella posizione strana, come se… stesse lottando contro qualcosa. Apre un occhio e mi guarda, toglie la mano.

Un altro colpo mi colpisce all'improvviso alla schiena. Sputo sangue, cadendo in avanti. Mi porto una mano alla bocca e mi pulisco le labbra, voltandomi a guardarlo. Un altro colpo sta per arrivare. Non vorrei essere pessimista, ma ho proprio paura che mi frantumerà tutte le ossa. Strizzo gli occhi.

Ecco… sta arrivando… sta arrivando dannazione…non arriva. Guardo davanti a me. No, non può essere…

- Scusate il ritardo. - dice con il suo solito tono stranamente allegro. Sono poche le volte che ho visto quel tizio serio.

- Cosa? - esclama il gigante. - Continua a saltare fuori gente che si mette in mezzo!

Se sta parlando di me gli stacco la testa e non m'importa di come sono ridotta. Avrei dovuto usarla…

- Urahara…-san…? - mormoro. Sono davvero stupita. Sono anni che non lo rivedo più e lui sbuca fuori così all'improvviso. In una situazione del genere.

Lui mi guarda un attimo e sorride. Di fianco a lui c'è anche Yoruichi. Santo cielo, mi sembra di essere entrata in un turbine di ricordi. Che sensazione pienamente triste…

Quel coso prova con un altro pugno a colpirlo, ma com'era da aspettarsi Yoruichi gli afferra il braccio e lo scaraventa dall'altra parte.

Lascia Kisuke ad occuparsi di noi, mentre lei si lancia contro l'avversario e inizia a massacrarlo. La guardo ipnotizzata. A quanto pare è rimasta forte come me la ricordavo, anzi forse è pure migliorata. Con pochi colpi fa atterrare quel gigante con la faccia a terra e si dirige verso la ragazza qualche metro più distante da noi. Mi lancia uno sguardo fugace prima di soccorrere l'altra. Sorrido.

Non passa molto prima che il tipo si rialza e prepara un nuovo attacco. Oh diavolo… quello è un cero!

Kisuke si para davanti a Yoruichi e la ragazza e con la zanpakuto lo annulla.

Nonostante questo, quel tipo vuole ancora combattere. Urahara gli lancia un attacco, ma improvvisamente davanti a quello compare anche il fantasma che spazza via l'attacco con una mano. Apatico.

Poi i suoi occhi verdi guardano il gigante dietro di lui e senza pensarci troppo gli da una gomitata allo stomaco che lo fa indietreggiare e inginocchiare.

Non capisco perché lo abbia fatto, comunque sia non m'importa.

- Ci ritiriamo. - annuncia il bianco. Con un dito apre una specie di passaggio dal nulla.

- Cerchi di scappare? - strano che Yoruichi dica una cosa del genere.

- Questa provocazione non è da te. - oh, se n'è accorto persino lui. - Non c'è dubbio su chi sia in vantaggio. Ho semplicemente portato a termine la missione. Vado a riferire tutto ad Aizen-sama.

E spariscono.




Angolo dei desideri


Meme: ^.^ Ahh, come sono feliceee!!!! ^-^


Harumi: -.-'' Per cosa? Per avermi fatto fare la figura della pezzente già dal primo capitolo?


Meme: Esatto! Questo è il primo capitolo *-*


Ichigo: E allora? è.é


Meme: È la prima volta che scrivo su Bleach, sono emozionata *-*


Harumi: Ma se ne hai già scritte altre di storie! =.= Perché dovevi venire a tormentare pure questa sezione? =.=''


Meme: Quanto siete cattivi ç.ç E dire che io ero contentissima di farvi sapere qualcosa in più su di voi e sulla storia. Ma se fate così non vi dico più nulla! >.<


Harumi: Interessante -.-'' … Comunque sia… angolo dei desideri? O.o E poi da quando tu fai gli angoli? O.O Di solito scleravi e basta =.=


Meme: Angolo dei desideri… beh O.o … perché la parola desideri è kawaii ^.^


Tutti(che non si sa chi sono): -.-''


Ichigo: Ma perché mi ritrovo sempre a lavorare con persone mentalmente instabili? =.=


Meme: Quest'insulto non sta in piedi fragolino, considerando la famiglia che ti ritrovi u.u


Ichigo: *vena pulsante sulla fronte* Fr-fragolino? è.é


Harumi: Se vuoi ti chiamo Berry-tan u.u Tanto non sarei l'unica u.u


Ichigo: Sono una persona! E anche il protagonista è.é


Meme: Ed è qui che ti sbagli! ^.^


Ichigo: ē.ê


Meme: Non fare quella faccia u.u Tu sei il protagonista di Bleach, non della mia storia. u.u


Ichigo: Ma se il protagonista non sono io allora chi è? è.é


Harumi: *sbrilluccica*


Ichigo: Tuuu??? è.é


Harumi: *annuisce trionfante*


Ichigo: Ma… allora… *guarda Meme*… *guarda pairing della storia* … *guarda nuovamente Meme*… Posso licenziarmi? è.é


Meme: No u.u


Ichigo: Grrr è.é


Urahara: *sventolando il ventaglio* Meme-san è troppo impegnata a fare la faccina seria, quindi direi che per questo primo capitolo sarò io a ringraziare chi seguirà, recensirà, metterà tra i preferiti (sempre se ci saranno), la storia. Alla prossima!!! ^o^

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Capitolo 3
*** Deja vu ***


Meme: piccola premessa ^.^ come avrete capito gli avvenimenti sono messi un po' a caso. O meglio, a come sono più adatti per lo svolgimento della ff ^.^ Quindi non vi stupite se qualcosa che è successo in un episodio ve lo trovate spostato dopo il seguente o viceversa ^.^ Inoltre molti fatti non corrispondono con l'anime :)


Ichigo: Non ci sto capendo più niente ē.ē


Shinji: Già… Io ricordo di aver fatto qualcos'altro prima di questo… e poi...


Meme: Zitti tutti e due! >.< Se avete Alzheimer non ci posso fare niente! Ho appena avvertito scemi, statemi a sentire una buona volta! >o<


Ichigo & Shinji:


Meme: Ho già detto che odio quei puntini, vero? =.=



Quella stanza bianca, dal colore vuoto, quella stanza dl trono, dove il loro padrone stava seduto, era ora piena di arrancar ed espada. Lo guardavano tutti come se lo dovessero giudicare. Quando in realtà era scontato a chi sarebbe aspettato il giudizio di tutto.

- Bentornati. Ulquiorra, Yammy. Ulquiorra, mostraci che cosa hai visto e percepito nel mondo reale… - disse Aizen-sama. La guancia posata sulla mano stretta a pugno e il solito sorriso indecifrabile sul volto.

- Si, signore. - risponde, poi avvicina la mano al suo occhio e con estrema lentezza e cura lo estrae dalla cavità. - Col suo permesso.

Un po' di pressione e l'occhio si disintegra sotto le sue mani. trasformandosi in piccoli petali blu e verdi. Mostrando agli altri quello che aveva vissuto.

- Capisco. - disse Aizen-sama.

- Per questo ho ragione di credere che non ne valga la pena di ucciderlo. - rispose l'espada.

- Cazzate! - una voce abbastanza arrogante si levò fra gli altri arrancar.

Ulquiorra si voltò lentamente.

- Grimmjow. - disse con il suo solito tono calmo e privo di espressione. - Ho già detto che non ne vale la pena di ucciderlo.

- Ulquiorra, sei una mezza sega! - grida l'espada guardandolo con un sorriso, o un ghigno, dalle sfumature sadiche. - Se ci fossi stato io li avrei fatti fuori in due colpi. Sia il moccioso che la ragazzina!

Ulquiorra chiuse gli occhi e si volse, guardando nuovamente Aizen-sama.

- Chi era quella ragazzina? - domandò lo shinigami. Aveva un tono leggermente incuriosito.

- Non lo so signore. - rispose la cuarta Espada. - Non era una shinigami, ma neppure un'umana. Possedeva una zanpakuto, ma in quanto forza non mi è sembrata alla nostra altezza.

Aizen lo fissò per un po'.

- E l'altra ragazza?

- Ha un potere alquanto particolare. L'ho interpretato come una sorta di inversione temporale. - rispose. - Il braccio di quello strano umano non è stato curato, è stato 'ripristinato'. Come se non fosse successo nulla.

- Interessante. - fece l'altro.

Ulquiorra fissò lo shinigami che si trovava come posizione più in alto, rispetto a lui. Lo sguardo apatico trasmetteva solo indifferenza, nei confronti di chiunque e qualunque cosa guardasse. Ma in realtà, l'espada aveva già capito che Aizen-sama aveva qualcosa da chiedergli.


- Fragola? - domando con un sopracciglio alzato e l'espressione tra il divertito e l'incredulo. Mi ero fatta dire il nome da testa-arancione.

Dopo quell'esperienza molto formativa, ero corsa via, fino a tornare al nostro 'rifugio'. Avevo parlato con Shinji e lui mi aveva guardata come se già avesse immaginato tutto. Ma a quanto pare lo sapeva solo lui. L'ho appurato facilmente, dopo che una ciabatta gialla lo aveva colpito all'improvviso in pieno volto. "Testa d'uovo che non sei altro! Quando avevi intenzione di dircelo?" ah, già, anche questa era un prova evidente. Finalmente, poco dopo, Shinji ci aveva spiegato cos'aveva in mente. E io avevo recepito che testa-arancione non era solo uno shinigami. Era come me e gli altri. Un vizard. Ecco che cos'era quella 'missione' di cui mi aveva parlato! O meglio, di cui non mi aveva parlato. Lo voleva in squadra. Voleva che si unisse a noi. In effetti devo ammettere che è forte. Però anche lui era stato massacrato da quei tizi e non aveva tirato fuori la maschera. Okay, quello non l'avevo fatto neppure io, però perché credevo di potercela riuscire. Invece quel ragazzo… sembrava quasi che non poteva, oppure che non voleva. Dopo quella spiegazione avevo capito. Lui non lo sapeva controllare il suo hollow interiore. Doveva imparare. Quindi, prossimo livello del gioco… farsi amico testa-arancione.

Per diventare amico di qualcuno sarebbe opportuno sapere almeno il suo nome. Per questo gliel'avevo chiesto.

- Fragola? - domando di nuovo trattenendo le risate.

- No! - esclama quello. - Si scrive in kanji diversi!

Annuisco. le labbra mi tremano, ma scoppiare a ridere non sarebbe una cosa carina.

- Ahahahahah!!! - come non detto.

Ichigo ha una faccia truce. Lo sguardo arrabbiato come al solito, più un occhio che sempre preso dalle convulsioni. Sicuramente non gli è piaciuta la mia reazione. Mi calmo e faccio un respiro profondo.

- Scusa, non volevo ridere come un'idiota. - gli dico. Anche perché se continuo così finiamo in modalità: peggiore tessitrice di relazioni sociali.

La sua espressione sembra tornare 'normale'. Ma come diavolo fa a stare sempre con le sopracciglia aggrottate? Oh, beh…

- Fa niente. - risponde. Dal tono direi che non sono la prima. - Comunque tu sei?

Giusto, non gli ho ripetuto il mio nome. Come potevo pretendere che lui si ricordasse il mio, dopo che io non mi ricordavo nemmeno la sua faccia ma solo il colore dei capelli?

- Harumi. Itou Harumi. - rispondo. Credo che questa volta il sorriso sia uscito e anche piuttosto bene.

- Itou.

- Chiamami per nome, Ichigo. - gli dico. Non so perché, ma non sopporto quando mi chiamano per cognome. Lo trovo un modo così distaccato per parlare con qualcuno… - tranne in certi casi - soprattutto se con questo qualcuno ci vuoi fare amicizia. Lo ammetto, mi sembra di parlare come una che è costretta. In un certo senso è così. Ma devo ammettere che inizio a pensare che non sia poi tanto male quel ragazzo. Insomma, appena lo vedi la prima cosa che pensi è: perché mi guarda male? Ma a quanto pare è solo un suo modo di stare.

La porta si apre. Mi volto. Dunque… lei era… Inoue. Si, mi sembra che si chiami così. Volge lo sguardo verso di noi.

- Buongiorno Kurosaki-kun! - esclama alzando il braccio e sorridendo. - Buongiorno Itou-san!

Faccio un cenno con il capo, guardando poi accanto a lei.

- Giorno, Ichigo-kun! - esclama allegro Shinji, sorridendo.

Inoue si volta verso di lui.

- Oh, Buongiorno… ehm… Hirako-kun?

Shinji si volta verso di lei e sorride.

- Ahh ti sei ricordata il mio nome? Buongiorno Orihime-chan! - esclama abbracciandola.

Sgrano gli occhi. Ma perché deve fare sempre così? Non può evitare una santa volta di mettersi in mostra? Mi guardo intorno. Qui fra poco scoppierà una lite. Già vedo occhi sgranati e sguardi omicida.

Sospiro e mi avvicino a lui, che si stacca da Inoue e mi guarda.

- Ehi, Haru-chan… buongior…

- Non chiamarmi così. - dico fermandolo e incrociando le braccia. Lui mi guarda, serio. Fisso la porta dietro di lui. Annuisce e usciamo, mentre Inoue ci guarda confusi.

- Che c'è? - domanda lui.

- Ti diverti tanto a fare lo scemo?

- Ahh, che c'è di male? - domanda, mettendo le mani in tasca e abbassando un poco le palpebre, come se fosse annoiato.

- Pensavo che te n'eri accorto da come ti guardavano in classe. - gli rispondo. Ma meglio non continuare su questo argomento, non è questo di cui gli devo parlare. - Come devo fare?

- Ah?

- Come devo fare a… ehm… per primo glielo devo far capire, no? - domando leggermente, no totalmente, confusa.

- Mmh? - fa guardandomi anche lui senza capire.

- Intendo chi siamo. - gli spiego.

- Ahh, di quello non preoccuparti Haru-chan! - sorride. Come faccio a non preoccuparmi quando mi fa preoccupare il tuo sorriso?

- Quando non devo preoccuparmi significa che tu sai quello che vuoi fare. Dimmelo. - sono seria. Questa volta non si scherza. L'altra volta non sapevo niente e ci ho quasi rimesso le penne. Anche se mi ha fatto non poco piacere incontrare quei due dopo tanto tempo. Ahh, non lasciamoci sopraffare dai sentimentalismi!

- Mmh… proverò a spiegarglielo io. - dice.

Spiegarglielo? Perché ho un brutto presentimento.

- Okay… - dico guardandolo seria. - Ma vengo anch'io.

- Ehh?

- Hai capito bene. - concludo chiudendo un attimo gli occhi, poi li riapro, posando lo sguardo sul pavimento, per poi rialzarlo e guardarlo determinata. - Sennò perché mi hai portata qui?

- Se devo essere sincero non lo so. - mi dice. Ah, come se non… cosa?!?

- Prego?

- Stasera.

- Eh?

- Andremo da lui tardi. E glielo spiegheremo. - io ripeto. Quel sorriso non mi ha mai rassicurato.

Rientriamo in classe. C'è una ragazza che sta parlando con Ichigo. Ah, è quella dell'altra volta. Quella che ho salvato dall'essere spiaccicata dal mammut. Ma che novità… non ricordo il suo nome. Però ricordo che all'apparenza mi era sembrata un tipo simpatico. Mi volto verso Shinji. Perché no, dopotutto? Lui fa lo stupido con Inoue, io potrei sempre provare a farmi un'amica momentanea.

Mi avvicino a loro, la ragazza si volta a guardarmi. Mi guarda interrogativa. Ricambio un attimo lo sguardo, poi mi vado a sedere al mio posto.

È inutile. Lo sapevo prima ancora di formulare quel pensiero. Amici o amiche umane… non me lo posso permettere.

- Ichigo?

- Ah?

- Chi è quella ragazza?

Li sento che parlano di me. La cosa m'infastidisce un poco, ma cerco di non pensarci.

- Ecco, è una nuova studentessa. Si chiama Itou Harumi.

Sento che mi fissa. Beh, immaginavo che con quello sguardo mi ero fatta notare troppo.


Guardo l'ora. Le undici e dieci. Fra poco dovremmo andare. Almeno credo. Chi riesce insomma ad entrare nella sua testa? Siamo tutti qui, a fare ognuno ciò che ci pare. Io pr prima sto distesa sul divano. Mi tolgo la rivista da sopra il volto e passo lo sguardo qua e là. Lisa sta in fondo al divano e legge un manga. Non voglio nemmeno provare a ferire i miei occhi leggendo il titolo. Sembra concentrata. Dico io…

Love e Rose se ne stanno a giocare a scacchi. Si vede che non hanno nulla da fare, eh?

Kensei se ne sta seduto per terra a gambe incrociate, il mento poggiato sulla mano destra, lo sguardo annoiato. Mashiro dorme beatamente accanto a lui. Hachi… mi guardo intorno. non lo vedo. Oh, beh, non che ci sia da preoccuparsi per lui.

- Testa d'uovo, voglio venire anch'io! - ecco che arrivano quei due.

- Ahi! E sta ferma per una buona volta! - la ciabatta killer deve averlo raggiunto.

Mi metto seduta, stiracchiandomi per bene e guardandoli neutra.

- Era ora… - dico alzandomi.

- Tu! - Hiyori mi punta il dito contro. - Di subito a questa testa d'uovo che devo venire anch'io!

Cosa dovrei fare io? Oh, andiamo, lo sappiamo tutte e due che non servirebbe a nulla.

- Hiyori…

- Haru-chan, lascia stare e andiamo. - me lo chiedo anch'io perché non voglia portare lei al posto mio. Però sono contenta, almeno se c'è da combattere… beh, l'ultima volta che ho detto questa frase sono rimasta quasi uccisa. Della serie: pensare positivo.

- Bene, andiamo. - dico semplicemente. Non saprei che rispondere a Hiyori. Le rimane un attimo stupita, poi ecco che lancia la ciabatta. Nello stesso momento, io mi giro, Shinji mi si mette dietro per non essere colpito e io prendo in piena faccia la ciabatta.

- Ah? - fa vedendo il risultato della sua azione. Deve aver preso male la mira. Eppure dev'esserci abituata… In ogni caso, l'unica cosa che riesco a mettere insieme in questo momento è uno sguardo truce e una frase:

- Che cazzo combini?

- Tsk. - risponde lei, incrociando le braccia e voltando la testa di lato.

Ahh, è proprio da lei. Eppure, nonostante tutte le volte che è successa una cosa del genere, non riesco a non considerarla simpatica.

- Mmh? - fa Shinji, 'sbucando' da dietro di me.

Io mi volto e accenno un sorriso.

- Andiamo dai, prima che Ichigo vada a letto. - dico avviandomi verso l'uscita.

Hiyori raccoglie la ciabatta e si getta sul divano, accanto a Lisa. Ha lo sguardo di una che è proprio arrabbiata.

Shinji sospira, voltandosi e raggiungendomi fuori.

Dopo un po' di vagare nel cielo, finalmente lo troviamo. Sta discutendo con un tizio. Un altro shinigami.

- Ehi, Shinji…

- Shh… - fa lui, sorridendo. - Aspetta qui…

Ma gli piace così tanto camminare a testa in giù? Piano piano ritorna al dritto, mentre lentamente sguaina la katana. Lo sta per colpire, quando Ichigo si volta subito, parando il colpo.

- Hirako? - domanda stupito. Che diamine, è più bravo di me a imparare i nomi. - Hai una zanpakuto? Cosa diavolo sei?

Ehi! Qui qualcuno si potrebbe offendere.

- Potrebbero chiederti la stessa cosa! - esclamo io, avvicinandomi.

Ichigo si volta verso di me.

- Itou?

Che rabbia…

- Ohi! Ti ho detto già detto o sbaglio che voglio essere chiamata per nome?

- Ah,… giusto… Harumi.

Sorrido appena.

- Che diavolo…?

- Shh… - fa Shinji, portandosi un dito alle labbra. - non fare così tanto rumore, Kurosaki Ichigo.

- Eh già… - concordo io. Dopo il reiatsu che si ritrova, se grida pure attira una mandria di hollow. - Li attirerai in questo modo.

- Attirare… chi?

- Chi? - fa Shinji, è serio. - Bisogna che te lo dico a chiare note, deficiente?

In quel preciso momento delle grida disumane si avvertono provenire da diversi luoghi. Hollow.

- Visto? Te l'avevamo detto. - dico io, incrociando le braccia. Dal mio tono e dal mio atteggiamento sembrerei scocciata. Ma in realtà è tutt'altro. Non vedevo l'ora. Sono uscita stasera solo per questo si può dire.

- Mi dite chi accidenti siete? - domanda ancora Ichigo.

- Quanto sei insistente… - commenta Shinji. In effetti. Devo ammettere che lo è eccome. Ma anche che non posso dargli torto. Chiunque sarebbe curioso di sapere chi si trova davanti, dopo che si è convinto di avere a che fare con normali compagni di scuola. Magari un po' strani. - Se proprio ci tieni però…

Mi volto verso di lui. E va bene. Entrambi ci passiamo una mano davanti al viso, facendo apparire una maschera fatta d'osso.

Vedo Ichigo che sgrana gli occhi, sembra… terrorizzato.

- Visto? - domanda Shinji, spostandosi lateralmente la maschera. - Guardala attentamente. Che cos'è questa?

- Una maschera hollow? - domanda Ichigo.

Sembra davvero sconvolto.

- Esatto… - risponde Shinji. - Una zanpakuto e una maschera hollow.

Estraggo anch'io la mia zanpakuto. Ancora non ho capito bene se dobbiamo combattere o no. beh, contro gli hollow penso - spero - di si.

- Capisci, vero? - continua a dire.

Ichigo ha la faccia di uno che non riesce a credere a ciò che vede.

- Siamo shinigami che hanno camminato nel territorio degli hollow. - dico io. Shinji mi guarda un attimo. Cosa fa quella faccia? Non può mica giocare all'indovinello.

- Ti avevo detto 'Diventiamo amici', sbaglio? - domanda Shinji.

Ah, ecco cosa gli aveva detto. Non avevo sentito quella volta. Comunque sia, questo che c'entra adesso?

- Ah? - gli faccio io.

Mi ignora. Lo odio quando fa così.

- Noi siamo vizard. - dice. - Siamo tuoi simili.

Okay… perché sapevo che sarebbe finita così?

- Vieni dalla nostra parte, Ichigo. - dice infine Shinji. Lo guardo. Sapevo che sarebbe arrivato a questo, eppure a considerare dallo sguardo del ragazzo davanti a noi, dubito che accetterà.

Ora che ci penso, non sarebbe un'idea tanto male. Quel ragazzo è forte. L'altro giorno, quando ho avvertito la sua reiatsu, era fantastica. L'unica cosa, l'unico problema diciamo, è il suo hollow. Non lo sa controllare e se non viene con noi rischia davvero di impazzire e perdere il controllo. Eppure… ho l'impressione che questo non lo capisce. Anzi, secondo me, l'unica cosa che sta pensando è che siamo nemici. Magari, almeno avrei potuto combattere. Forse hanno ragione quando i miei amici mi dicono che dovrei pensare anche ad altro, a volte. Eppure è più forte di me, quando mi dicono che c'è da combattere, il mio sguardo s'illumina e la mia mente registra solo una cosa: battaglia. Okay, due… sangue.

C'è qualcosa di male? Mi piace combattere, mi piace sentire la spada che affonda nell'avversario. Non nego che la brigata a cui facevo parte nel Gotei 13 mi abbia influenzata parecchio.

- Ehi, dove stai andando?!? - mi volto verso Shinji, accorgendomi appena adesso che Ichigo se ne sta andando. - Non ho ancora finito di parlare!

Il ragazzo si gira verso di noi.

- Qualunque cosa sia, non voglio sentirla. Non ho intenzione di fare amicizia con voi. - il suo sguardo è sicuro, fermo. Determinato. Si porta una mano al petto. - Io sono uno shinigami. Non sono tuo amico.

Entrambi lo guardiamo seri, poi lui se ne va. Ci scambiamo uno sguardo interrogativo. Quello lì non può starci con la testa. Uno shinigami? Ma dove? O meglio… dalla divisa sembrerebbe, ma in realtà non è solo quello. Anzi, è molto di più. Un vizard è più forte di uno shinigami. Beh, ormai è andato. Su questo non c'è dubbio.

D'un tratto il cellulare di Shinji inizia a squillare e contemporaneamente anche il mio. Estraiamo i due cellulari. Rispettivamente verde e bianco.

- Pronto? - domandiamo all'unisono.

- Harumi, sono Lisa.

- Ah, dimmi.

- A che punto siete?

- Ehm… direi che abbiamo concluso… - guardo Shinji in cerca di conferma.

Lo vedo che allontana di un metro il cellulare, il quale sembra continua a gridare da solo. Hiyori, non c'è alcun dubbio. Lui mi guarda con un occhio aperto e uno chiuso, probabilmente a causa delle urla della ragazza. Annuisce. - Si, abbiamo concluso.

- Hiyori sta gridando come una matta, che è successo?

- A quanto ho capito niente.


- Se questa è una vostra richiesta, sarà fatto, Aizen-sama. - disse Ulquiorra, per poi portare una mano a pugno sul petto, mentre l'altra sulla schiena, inchinandosi.

A quanto pare, aveva un'altra importante missione da compiere.



Angolo dei desideri 2 - la vendetta


Meme: ^.^ Okay, devo ammetterlo, non vedo l'ora di arrivare alla svolta di questa storia ^ ^ Il problema è che ci vuole un po' di introduzione, per addentrarsi bene nel racconto ^.^ Quindi accontentatevi di questo capitolo, che dal prossimo le cose diventeranno più movimentate, è una promessa :D


Harumi: Ma perché deve succedere proprio a me? =.=


Meme: Perché sei la protagonista u.u


Harumi: … fatto sta che i miei pensieri non sono normali ù.ù


Meme: Certo che non lo sono, tu sei complessata O.O


Harumi: Mi ha creata tu, non lo sapevi? u.u


Meme: Me ne sono accorta solo adesso u.u Comunque… con questo capitolo mi è sorta una domanda… ma perché i vizard sono vestiti normalmente e Ichigo è ancora vestito come uno shinigami? O.O


Ichigo: E tu passi il pomeriggio a porti certe domande? è.é


Meme: Su cosa lo dovrei passare? O.o


Ichigo:


Harumi:


Meme: smettetela con quegli odiosi puntini ç.ç … Ulqui-chaaaaaannn!!!! ç.ç


Ulquiorra: Si? *apatico*


*meme si getta su di lui*


Meme: Ulqui-chan! Mi trattano male ç.ç


Ulquiorra: Basterà difendersi u.u


Meme: *-* Oh Ulqui-chan… tu si che mi capisci! >.<


Ulquiorra: u-u *soddisfatto*


Ichigo: Perché dovrebbe esserlo? ē.ê


Ulquiorra:


Ichigo: Ora capisco perché odi tanto quei puntini è.é


Urahara: *sventolando il ventaglio* Meme-san è troppo impegnata a stare con ulquiorra-san, quindi direi che anche per questo primo capitolo sarò io a ringraziare chi seguirà, recensirà, metterà tra i preferiti (sempre se ci saranno), la storia. Alla prossima!!! ^o^


Ichigo: Ho una sensazione di deja vu ē.ê

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Capitolo 4
*** L'inizio di un incubo parte 1 ***


Ah, ecco, dopo essere stato messo con il culo per terra è venuto qui. Oddio, perché io non ci posso essere? Eppure lo sapevano quanto ci tenevo a combattere!

- Ehi! Shinji! Guarda che non sono una baby sitter! - sbraito al telefono.

Mi sembra quasi di vederlo annuire con sguardo stanco, come fa sempre quando gli parlo io, oppure Hiyori.

- Lo so, ma durante la sua assenza Ichigo vuole che la sicurezza dei suoi compagni sia assicurata… - spiega stancamente.

- Me ne frego! Non potevate mandare qualcun altro! Lisa sarebbe più che soddisfatta di poter leggere hentai tutto il giorno!

- Ehi! - come fa Lisa ad aver sentito?

- Sei in viva voce idiota. - mi comunica sorriso-simpatico.

Credo di stare ringhiando. Sempre a me! Okay, se non sapessi tenere una spada in mano capirei… ma a combattere sono sempre stata brava. Con le armi in generale, me la sono sempre cavata. Okay, sono una schiappa col kido. Visto che ho potenzialità dieci su cento. Ma non c'entra! Dobbiamo combattere contro un hollow adesso! Anche io voglio aiutare Ichigo. Preferisco di gran lunga aiutare Ichigo che… che.. che questo!

Okay, stop, piccolo riassunto. Di recente siamo stati attaccati da altri arrancar. Un tizio con dei strani capelli color blu puffo, che emanava un reiatsu spaventoso, era l'artefice di tutto. Ichigo si era ritrovato a combattere contro di lui e per poco non era stato fatto fuori. Poco dopo ha compreso che senza di noi, o meglio, senza saper controllare il suo hollow, non sarebbe durato più di tre minuti contro quei tizi. Per questo è venuto da noi… come cazzo ha fatto a trovarci?… e ci ha 'chiesto', per quanto si possa definire una richiesta il suo modo di parlarci, di insegnargli a tenere a bada il suo hollow. Dopo il picchiarsi e lo sbraitare contro Hiyori e le sue continue e fastidiose proteste, siamo riusciti ad accordarci e a decidere di aiutarlo. Un metodo abbastanza confortevole direi, visto il fatto che dobbiamo picchiarlo a morte. No, aspetta… loro avranno il piacere di picchiarlo a morte! A me toccherà starmene qui a fare da balia a una babbea. Solo perché il caro Ichigo si preoccupa troppo per i suoi amici! E ovviamente a chi poteva toccare questo compito rognoso se non a me?

Fisso la ragazza che mi sta vicino. Forse Ichigo fa bene a dire che ha bisogno di protezione, ha l'aria così tonta questa qui. Però uffa!

- Itou-san, mi dispiace che tu sia costretta a stare qui con me. - mi dice, sorridendo, quasi dispiaciuta. - Lo so che sono un peso per Kurosaki-kun e ora anche per te…

Vienilo a dire a me! A te dispiace che io sto qui? A me dispiace stare qui! ma sentila come si autocommisera. Se vuole le coccole sappia che non gliele farò. Tanto meno le dirò 'Ma no Inoue, non è vero…' . Figuriamoci… è un peso per me che neanche la conosco bene!

- Già, si è capito… - oh, cavolo, mi è scappato.

La guardo. Sta sorridendo. Possibile che non sappia far valere le sue idee o difendersi? Che rottura… se non sa ribattere quando uno le risponde che se ne stia zitta.

- Hai fame Itou-san? - mi domanda. - Dopotutto è quasi ora di cena.

- Oh, in effetti sembra che il gigai abbia bisogno di mangiare. - constato, mentre sento un rumore alquanto sgradevole provenire dal mio stomaco. Arrossisco leggermente e mi porto entrambe le braccia a coprire lo stomaco.

Inoue mi guarda leggermente stupita. Poi sorride e si dirige in cucina.

- Avevo giusto preparato qualcosa da mangiare. - dice, mentre entra con un vassoio con sopra due piatti e due bicchieri.

Okay… io non sono mai stata schizzinosa… ma che diavolo è quella cosa che sta sul mio piatto? Parlo di quella cosa sopra il panino, o quello che dovrebbe essere. Vediamo… è marmellata? Perché ci sto sperando? Do una sbirciatina all'interno del panino. Ehm… quello è pesce vero? Non sono budella di capra… aiuto!

- Sai, ultimamente, ehm… il mio gigai soffre di stomaco. - cazzata buttata lì dalla disperazione.

- Davvero? Oh, mi dispiace, aspetta che ti prendo qualcosa di più leggero! - che credulona, ma mi è andata bene.

Ecco. Sta rientrando con qualcos'altro.

- Fortunatamente ho l'insalata. - dice sorridendo e porgendomi il piatto.

Ripeto… aiuto!


Alla fine ho mandato giù solo qualche foglia, cosa identica a rimanere a stomaco vuoto. Il mio stomaco avrebbe protestato di più se gli avessi dato da mangiare qualcosa del genere.

Il problema è che si sta lamentando lo stesso, anche se più a bassa voce. Inoue infatti non lo sente. Come io d'altronde non sento cosa mi sta dicendo. Ad un certo punto ha iniziato a parlare a manetta, sparando una trentina di Kurosaki-kun al minuto, parlando ovviamente di Kurosaki-kun. Non ha ancora capito che l'unica cosa che m'interessa di Ichigo è la sua reiatsu? Non m'interessa se è figo come si veste, se è forte la sua pettinatura, se… un momento, a lei piace Ichigo? Certo, che sono perspicace, eh?

Probabilmente l'ascoltavo a tratti e non me ne sono neanche accorta.

Beh, comunque sia è tardi. Forse è meglio che fermi che sue chiacchiere e la mandi a letto.

- Ehm… Inoue?

Mi guarda stupita.

- Dimmi, Itou-san.

- Forse è meglio se andiamo a dormire.

- Oh?

- Si, beh, insomma, devo pur sempre fare la guardia a te. - calma, non devi usare un tono scocciato. - Quindi ho bisogno di concentrazione.

Un modo carino per dirle di tappare quel buco che da vita a un fiume di parole. In parole povere, stare zitta.

- Va bene. - sorride, coricandosi. - Allora buonanotte.

Si tira le coperte fino al mento, mi da la schiena.

Mi volto verso la finestra del terrazzo, esco. Ahh, che bella l'aria fresca. Se dimenticassi il fatto che sono a stomaco vuoto, non posso combattere contro l'hollow di Ichigo e devo fare da baby sitter a una stupida, non è poi tanto male come giornata… Mi fa una rabbia però!

Mentre guardo fuori non posso non pensare a quanto vorrei essere là. Cavoli, è impossibile distrarre la mente in questo modo. Dopo che sai cosa ti stai perdendo almeno.

Poi oggi a scuola sono arrivati dei tipi abbastanza singolari. Uno era di sicuro un ananas rossa. Un altro, sembrava un bambino dai capelli bianchissimi e con un aria seria e da adulto. Uno, beh… avete mai visto la sfera magica della Sibilla? Uguale. Okay, era cattiva, anche perché nonostante tutto mi sta simpatico, come gli altri del resto. Anche quello strano tipo dai capelli a caschetto e due strane ciglia… una rossa e una gialla mi sembra. Beh, anche la ragazza mi stava simpatica. Anche se devo ammetterlo, nonostante sia una ragazza, la prima cosa che noti è l'eccessiva quantità di seno che possiede. Ma non ha caldo? Beh, considerando quanto si scolla si, … Okay, la smetto…

A quanto ho sentito sono shinigami. Non ho capito bene la loro presenza qui, ma suppongo si tratti di aiutare Ichigo o, comunque sia, di sconfiggere quei tipi.

Mi chiedo se potrò essere anch'io di qualche aiuto. Mi sto sentendo sempre più inutile dopo quello che sta succedendo. Prima vengo quasi uccisa da un gigante, poi mi sottraggono il mio più bel divertimento, combattere.

Mi volto. Poi questo! Ditelo che mi odiate, almeno facciamo prima.

Insomma, parlando seriamente, quanto si può considerare divertente stare con una comune umana senza fare niente? Io ho bisogno di muovermi, non posso poltrire in una stanza. Anche saltare la corda va bene, basta che mi fate fare qualcosa.

Guardo in basso, affacciandomi dal terrazzo. C'è un tale silenzio…

Ma tipo, se io adesso me ne vado per dieci minuti… quella è capace di mettersi nei guai?

Mi volto di nuovo a guardarla. La mia idea è stata prontamente annullata dal mio cervellino al solo guardare quella ragazza. Uff…


Di fronte all'imponenza di Aizen-sama non aveva mai tremato. Nemmeno in quel preciso istante, quando ne aveva combinata una delle sue. Certo, andare nel mondo terreno con le sue fraccìon per combattere contro quel Kurosaki, non era stata un'idea grandiosa, soprattutto dopo che il loro carissimo Aizen-sama aveva detto loro di lasciar perdere. Nonostante questo, a Grimmjow non fregava un cazzo di niente. Parliamoci chiaro. Quando c'era da combattere, quando aveva l'opportunità di mostrare quanto fosse forte, Grimmjow Jeagerjaques non si tirava certo indietro. Tuttavia, non avevano torto, quel moccioso che si spacciava per shinigami, non era niente di speciale.

- Beh? - gli domandò quel cagnolino di Tosen. - Non hai niente da dire, Grimmjow?

Tenne lo sguardo fisso sullo stesso punto. Fermo. Senza timore.

- No davvero. - rispose tranquillo.

Il cieco si voltò verso di lui, incrinando leggermente la fronte.

- Come osi? - domandò. Oh, già, dimenticava che davanti a lui se non si faceva un monologo che presentava almeno cento volte le parole 'imploro il vostro perdono', non andava bene.

- Va bene così, Kaname. - disse Aizen-sama. Il solito sorriso indecifrabile a ospitargli il volto. - Non sono arrabbiato.

- Aizen-sama! - disse con tono sorpreso e allo stesso tempo ammirevole, Tosen.

- Credo che il gesto di Grimmjow sia stato un tentativo di compiacermi sfuggito di mano. - disse, guardandolo.

L'espada lo guardava serio. Mani in tasca e menefreghismo stampato in fronte.

- Giusto, Grimmjow? - domandò, cambiando per un secondo espressione.

Grimmjow restò in silenzio per alcuni minuti. Era il caso di rispondere 'col cazzo' oppure di decidere di fare il bravo per questa volta e annuire?

- Esatto. - rispose infine. Subito sentì il braccio di Tosen prenderlo per il colletto. - Che diamine ti prende, Tosen?

Domandò, calmo, per nulla preoccupato.

- Aizen-sama! - gridò quello con devozione. - Mi dia il permesso di giustiziarlo!

Lo Shinigami lo guardò serio, senza rispondergli. Con uno strattone Grimmjow si liberò del fastidioso braccio e, con un'espressione che esprimeva sicurezza e ironia, fece:

- Te lo sogni. Non mi sopporti proprio, vero?

- Io credo che coloro che disturbano la pace debbano essere puniti. - discorso da bambina di cinque anni che ha appena guardato un cartone animato. - Ecco tutto.

- Per il bene del nostro gruppo?

- Per Aizen-sama.

Grimmjow accennò una risata, la quale sembrava esprimere tutto fuorché rispetto nei confronti di Aizen-sama.

- Pensi sempre alla morale tu, eh?

- Esatto, io agisco in base alla mia morale. - rispose con voce ferma Tosen. - Di cui le tue azioni mancano completamente.

Disse, iniziando a sfoderare la katana.

- Io credo nella giustizia. - disse infine.

Fulmineo, alzò la katana e la calò sull'espada. In un attimo, il sangue sporco il pavimento e il braccio sinistro di Grimmjow, era stato tagliato ed era caduto a terra.

L'arrancar urlò di dolore e di orrore per quello che era appena successo. Intendiamoci, urlare quando ti staccano un braccio è abbastanza normale.

- Hado #54: haien! - esclamò Tosen e in un attimo del braccio dell'espada non c'era rimasta neanche la cenere.

Grimmjow guardò lo shinigami minaccioso, tenendosi il braccio ferito che continuava a perdere sangue.

- Bastardo! Il mio braccio!- sfoderò la katana e stava per attaccare quel pezzo di merda che aveva osato fargli quello.

- Grimmjow! - la voce di Aizen-sama fermò l'espada, che rivolse il suo sguardo arrabbiato verso di lui. - Temo che non sarò in grado di perdonarti se attacchi Kaname.

Grimmjow digrignò i denti. Rinfoderò la katana e si volse, andandosene.


- Volevo esserci anch'io! Siete stati veramente cattivi! Volevo combattere! Non è una malattia, è una passione! - sto protestando come una matta, mentre parlo al telefono. Shinji mi ha appena comunicato quanto è successo con Ichigo. Mi sta ribollendo il sangue nelle vene. Dannati!

Come hanno potuto farmi questo? Volevo esserci… Dovevo esserci per la miseria!

Adesso obbligo Ichigo a tirare fuori il suo hollow, almeno mi divertirò un po'!

- Itou-san? Dobbiamo andare a scuola.

Mi volto verso Inoue.

- A-ah, adesso arrivo, precedimi pure.

La ragazza annuisce ed esce di casa.

- Hai un tono talmente scocciato Haru-chan, successo qualcosa?

- Sta' zitto che se sono in questa situazione non è certo colpa mia!

- Abbi pazienza, Haru-chan.

- Devo andare, prima che quella lì si cacci davvero in qualche guaio e poi la colpa ricadi su di me. - dico, riattaccando poco dopo.

Vado alla porta con l'intenzione di aprirla. Non ci posso credere…

- L'ha chiusa a chiave?!? - mi guardo intorno. beh, fortuna che c'è il terrazzo. Apro la porta-finestra e mi getto dal balcone, atterrando in piedi e raggiungendo Inoue sul marciapiede, mi stava aspettando. La parola 'precedi' non è presente nel suo vocabolario, a quanto pare.

- Oh, eccoti Itou-san. - sorride.

Non ci provo neanche a ricambiare, tanto non servirà.

- Già, senti, la prossima volta ricordati che ci sono anch'io in casa. - le dico.

Lei inclina di lato la testa, pensierosa.

- Che intendi dire Itou-san?

- Che mi hai chiuso a chiave dentro casa. - rispondo guardandola seria. va bene che io non ho problemi a saltare giù dal terrazzo, ma ciò non conta.

- Oh, cielo! Scusami tanto Itou-san. - ma ha per caso paura di dimenticare il mio nome? Lo ripete in ogni dannata frase!

- Fa niente, dai andiamo.

Percorriamo la solita strada, mi accorgo che è più breve dalla casa di Inoue. Vive più vicino alla scuola.

Non appena entriamo in classe la ragazza dai capelli neri di ieri si avvicina ad Orihime.

- 'Giorno Orihime! - esclama. Poi mi guarda. Sorride leggermente. - 'Giorno!

Faccio un cenno col capo e mi vado a sedere al mio banco.

Mi chiedo ancora perché… ma capisco che è inutile continuare a insistere. Accanto a me, poco dopo, vedo sedere Ichigo.

- Ohi! Ciao! - esclamò io.

Lui si volta verso di me.

- 'Giorno… - risponde.

- Allora? Com'è andata? - perché sento disperazione nella mia voce?

- Ehm.. bene. Tu, tutto okay? Non vi ha attaccato nessuno, vero?

Dio, Ichigo, ma a chi vuoi che interessi una persona così inutile?

- No, nessuno.

Fa un'espressione strana, sembra come se l'avessi tranquillizzato. Per così poco?

- Senti, Ichigo? - indico i strani individui di fronte a noi. - Ma… quelli sono amici tuoi?

La strana combriccola si volta a guardarci, ognuno con il suo sguardo. Non so perché, ma provo una strana simpatia per loro. Perché non potevo stare con uno di quei tipi piuttosto che con quella lì? Insomma, se proprio non mi volevano fra i piedi… So che questo non è vero, ma mi rompe un casino questa cosa.

Li guardo uno ad uno e più li guardo, più mi rendo conto di quanto sia meglio di Inoue.

Sospiro, che rottura…

- Diciamo di si. - risponde Ichigo.

Lo guardo un attimo strana. Avevo dimenticato che gli avevo posto una domanda.

- Capisco… comunque… quella tua amica ha proprio bisogno di tutta questa protezione?

- Ah? Che amica? - intuitivo il ragazzo.

- La tonta.. ehm, cioè, Inoue. - me ne esco sempre con queste frasi ricche di complimenti…

- Ah… - il suo sguardo è pensieroso, come se dovesse valutare bene la cosa prima di rispondermi. E non poteva valutarla prima, scusa?!? - …Si. Ne ha davvero bisogno.

Uffa! E che cacchio! Ma io sono un vizard, mica una baby sitter!

- Se le cose si mettessero male e io non riuscissi a proteggere i miei amici, voglio avere la certezza che sono al sicuro. - dice ancora Ichigo.

Va bene… non posso negare che sia un buon amico, ma perché questo compito tocca proprio a me lo devo ancora capire. Siamo otto vizard, possibile che proprio io devo non avere 'nulla da fare' secondo loro?

Annuisco distaccata a quello che mi ha detto. Anche perché, questo si potrebbe interpretare sia come grande amicizia nei confronti di quei ragazzi, oppure come mancanza di fiducia nelle loro capacità. A considerare dallo sguardo che ha fatto, quando gli ho rivolto la prima domanda, è come se sapesse che Inoue non sarebbe abbastanza forte, per difendersi da sola. Beh, su questo punto cara la mia fragolina, siamo decisamente d'accordo.

Ora però, sono davvero curiosa di vedere come combatte.


- Itou-san! - mi sta chiamando, di nuovo. Dio santo, mannaggia a me e a quando le ho detto come mi chiamo.

- Arrivo! - rispondo, camminando verso di lei. Lentamente. La scuola è finita. Non che questo non mi faccia piacere, ma passare un altro giorno in sua compagnia non mi entusiasma affatto.

- Oggi devo andare a fare la spesa, se vuoi tu puoi tornare a casa intanto…

- No, no, vengo. - se devo farlo, tanto vale farlo bene.

- Ah, bene allora. - sorride. - Prima però dobbiamo passare a casa, devo prendere il portafoglio.

- Okay. - camminiamo fino ad arrivare a casa sua. Non appena entra il suo sorriso si allarga.

- Ahh, che bello essere a casa! - fa contenta. - Torno subito!

Dice, dirigendosi verso la camera. Bene, visto che la divisa scolastica non la sopporto, sarà meglio cambiarsi. Prendo la borsa che sta in un angolo della stanza e ne tiro fuori i vestiti.

Ottimo. Metto le mani in tasca e mi poggio alla parete. In attesa.

Capisco che è sbadata, ma ci vuole davvero così tanto per trovare un portafoglio?

Vado verso la sua camera e mi poggio alla porta. Sento una voce…

- Vieni con me, femmina. - prego? Che cacchio… - Silenzio. 'Si' sarà la prossima parola che dirai. Dire qualunque altra cosa porterà ad una morte veloce. Non per te… ma per i tuoi amici.

Sgrano gli occhi e di colpo apro la porta della stanza.


L'espada era davanti a lui. Lo sguardo deciso su ciò che deve fare.

- Ehi! - fece. - Ti stavo cercando, shinigami.

Ichigo lo guardò serio, mentre la spada intanto si stava liberando delle bende, pronta al combattimento.

- Pure io. - rispose. Il suo sguardo mutò da serio a sicuro e soddisfatto. - Ti mostrerò… quanto sono cambiato in questo ultimo mese.

Grimmjow continuava a fissarlo. Aggrottò leggermente le sopracciglia a quella frase, quasi curioso di vedere cosa aveva da mostrargli di così stupefacente.

- Bankai! - esclamò il sostituto shinigami, sprigionando fiamme nere e rosse. Mentre l'espada lo guardava, in attesa.

- Di nuovo il bankai? - domandò. - E allora? Ti sei dimenticato che il tuo inutile bankai non mi abbia fatto un cazzo?

Chiese, l'espressione ora era leggermente annoiava.

- E tu? - domandò di rimando Ichigo. - Ti sei dimenticato che con il mio bankai ti ho procurato quella cicatrice?

L'arrancar non rispose.

- Un'altra cosa, Grimmjow. - continuò Ichigo. - Cos'è successo al tuo braccio?

Un'espressione mista a ovvietà e superiorità si fece largo nel volto dell'espada.

- Me lo sono tagliato. - disse. - Non ho bisogno di entrambe le braccia per prenderti a calci in culo.

- Ah, sì? - lo shinigami si portò la mano al volto, facendo apparire la maschera.

Grimmjow sgranò gli occhi.

- Co-cosa hai fatto? - domandò.

- Spiacente. Non ho tempo per spiegartelo. - rispose, partendo subito all'attacco.




Angolo dei desideri 3 - il ritorno


Meme: *-*


Ichigo: Che hai? ē.ê


Meme: ho ricevuto 4 recensioni *-* ci sono quattro persone che seguono la storia *-* e in più l'ho pubblicata il 4 *-* *se n'è accorta adesso* e ora… *-* ci sono pure 4 faccine coccolose. Ah, dimenticavo, questo è il 4 capitolo! :3 Che ho dovuto spezzare a metà (seguendo il consiglio di LullabyMylla :D) perché altrimenti sarebbe stato decisamente lungo >.<


Ichigo: ē.ē


Harumi: Fra poco sarai anche divisa in 4 pezzi! ù.ú *vena pulsante sulla fronte*


Meme: *suda freddo* ehm, ehm… andiamo, ti ho fatta portare via da Ulqui-chan ^o^


Harumi: E questo cosa mi dovrebbe dire? *sguardo omicida*


Renji: Non ha tutti i torti lillipuziana di un'autrice.


Meme: O.O Lillipuziana??? Silenzio Pineapple! >.<


Renji: O.O P-pineapple? Ti faccio vedere io chi…


*entra Ulquiorra*


Meme: *gettandosi su di lui* Ulqui-chaaaan!!! >.<


Ulquiorra: u.u


Meme: ç.ç Ulqui-chan, mi maltrattano e prendono in giro la mia adorazione per il numero 4


Ulquiorra: Chi non ama il 4 è privo di qualunque speranza u.u basta pensarla così u.u


Meme: *-* Oh, ulqui-chan…


Ichigo: Possibile che quella lì non sa fare altro? ē.ē


Meme: *linguaccia verso Ichigo*


Harumi: Ci sono proprio dei bambini qui -.-''


Meme: Tu sei di sicuro la più piccola, sei nata da sole due settimane u.u


Harumi: O.O Cosaaa??? Ma se sono più grande di te!


Meme: Ciò non conta u.u … *guarda Ulqui-chan, mentre è ancora appiccicata a lui*… Ulqui-chan a te è piaciuto il capitolo? *-*


Ulquiorra: Passabile u.u


Meme: *-*


Urahara: *sventolando il ventaglio* Meme-san è troppo impegnata a fare la faccina coccolosa, quindi direi che anche per questo capitolo sarò io a ringraziare chi seguirà, recensirà e ci farà sapere la sua opinione (per favore *-* nda), metterà tra i preferiti (sempre se ci saranno), la storia. Alla prossima!!! ^o^

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Capitolo 5
*** L'inizio di un incubo parte 2 ***


Apro la porta di scatto.

Davanti ad Inoue c'è… un momento… ma quello lì era lo stesso di quella volta! Guardo la ragazza che si è voltata verso di me, è terrorizzata. Sta tremando.

Guardo bene quell'individuo. Ora so cosa sono, me lo hanno spiegato. L'arrancar mi fissa apatico. Allora è proprio il suo modo di guardare.

- Questo non era previsto. - dice, fissandomi con i suoi occhi profondi e ipnotici. Di un verde scuro. Hanno un non so che di mistico… ah, ma che vado a pensare così all'improvviso?

- Che diavolo ci fai qui? - poco prima avevo avvertito dei reiatsu potenti. Probabilmente fuori c'è in corso qualcosa. Un diversivo per venire qui? Ma a che scopo? Non credo per una visita di cortesia.

Inoue stringe i pugni e indietreggia verso di me. Se questa è una dimostrazione del suo coraggio buono a sapersi!

- I-Itou-san… v-vattene… - mormora.

Okay, è cretina. E dire che prima lo pensavo solo, ora ne ho la conferma.

L'arrancar si avvicina, sta guardando Inoue. Quindi è lei che gl'interessa. Ma che diavolo…

- Ehi, aspetta, mi dici che diavol…

- Non fare domande. - mi interrompe lui. I suoi occhi sono davvero penetranti. Ci sprofondi dentro senza accorgertene. Forse è per questo che Inoue è così spaventata. Eppure, io ne rimango affascinata… sono capaci di attrarti. Come una calamita.

Mi riprendo. Non fare domande? Io le faccio eccome! Per quanto mi rompi, la responsabilità di questa qui è sulle mie spalle! E pesa parecchio, perché se le succede qualcosa mi sentirò un'idiota.

Mi paro davanti a lei e sguaino la katana. Questa volta non sarò così stupida.

- Ran no Kaze (il vento dell'orchidea)! - esclamo. Subito la mia zanpakuto si illumina di lilla, dividendosi in due e acquisendo un'altra forma. Due ventagli in argento mi appaiono in mano. Attaccate al cerchietto dell'impugnatura sono appese tre orchidee, grazie a tre catenine fatte con perline lilla e verde chiaro.

- Interessante. - dice l'arrancar. Non chiedetemi il suo nome, faccio già fatica con quelli normali. - Femmina, sei sicura di voler combattere contro di me?

- Non fare tanto lo sbruffone! Non sono poi così debole come credi! - esclamo. Mi metto in posizione d'attacco. I ventagli ben stretti nelle mani e lo sguardo perla fisso nei suoi occhi terribilmente magnetici.

Lui mi guarda nello stesso identico modo di prima. Cacchio, ma le emozioni non le ha? Ma che vado a pensare adesso.

Parto all'attacco e provo a colpirlo con uno dei miei ventagli taglienti. Senza neanche muoversi di un millimetro, lo ferma con il dorso della mano, senza sforzo alcuno.

Sgrano gli occhi. Com'è possibile che non si sia neanche ferito?

Un colpo con il braccio e mi ritrovo spiaccicata contro la parete del muro. L'impatto non è affatto piacevole. Sento il sangue arrivarmi in bocca e le ossa che scricchiolano. Ma è possibile che un tizio del genere sia così forte?

- Ha no sensu… (ventaglio di lame) - sussurro, e dietro ad ogni ventaglio si formano quattro lame. Mentre sul dorso appare l'immagine di un'orchidea lilla.

Mi avvicino di poco. Tendo le braccia verso di lui e inizio a lanciargli addosso le lame, mirando in punti ben precisi. Sono velocissime, non riuscirà a schivarle o deviarle tutte.

Sgrano di nuovo gli occhi. Otto lame, otto lame velocissime. Una di loro lo ha raggiunto sulla guancia e lo ha solo graffiato. Ma non mi tirerò mai indietro.

- Kaeru! (ritorno) - le lame si posizionano nuovamente dietro i ventagli, scomparendo dal loro posto di arrivo e riapparendo nel loro posto di partenza. Corro verso di lui e tento di nuovo di colpirlo. Para il colpo e mi manda a terra.

Mi rialzo e tento di nuovo, mirando al fianco. Lo blocca ancora. Mi guarda fisso, apatico… non riesco a capire che cosa prova mentre combatte.

Mi spedisce di lato, contro il tavolino di vetro. Ci cado sopra e lo frantumo.

Con fatica mi rialzo, mettendomi in ginocchio. Ho vetri dappertutto. Sulla pancia, sulle gambe, sulle braccia, qualcuno pure sulla facci, insieme a qualche graffio e qualche ammaccatura fatta prima. Digrigno i denti, tentando di trattenere le smorfie di dolore che mi vengono da fare ad ogni movimento del mio corpo.

Inoue mi guarda con gli occhi sgranati. Paura e preoccupazione si mescolano in quegli occhi grandi e grigi. Per la miseria allora! Non posso farmi battere di nuovo!

- Vuoi ancora continuare a combattere? - domanda passivo. Mi volto verso di lui, guardandolo con rabbia.- Ci tieni davvero così tanto a essere ridotta in fin di vita? Perché è così che finirà se continuerai ad attaccarmi. Non ho motivo di ucciderti, ma neanche di lasciarti in vita. Se continuerai ad attaccarmi, io continuerò a difendermi, fino a che non ti rialzerai più da terra.

Dio Santo quanto parla! Logorroico il tipo…

Attacco di nuovo, spostandomi veloce e arrivandogli alle spalle, riuscendo a colpirlo alla schiena. Quando si volta sembra leggermente sorpreso, poi il suo sguardo ritorna apatico come prima. Provo a colpirlo di nuovo, ma lo blocca. Di nuovo, lanciandomi contro la parete alle mie spalle.

- Dannazione, adesso ti…

- Hai già dimenticato quello che ho detto poco fa? - le mie braccia sono bloccate dietro la schiena. Sento il sangue scendere lentamente dalle ferite che ho sul corpo. Mi volto, guardandolo. Si è mosso velocissimo, non ho avvertito neanche lo spostamento d'aria. Come diavolo ha fatto? Neanche lo shunpo più veloce arriverebbe a far muovere uno shinigami in questo modo. - 'Non ho motivo di ucciderti, ma neanche di lasciarti in vita'. Non erano parole gettate al vento.

Lo guardo male, strizzando un attimo gli occhi dalla collera.

- Se stai aspettando che ti dica 'allora uccidimi' puoi scordartelo! - ribatto io, guardandolo.

Lui mi guarda passivo. In effetti, non sono certo nella posizione di poter fare dello spirito. Ma al contrario degli eroini del cacchio, io non ho paura di ammettere che non voglio morire.

- Beh, mi lasci? - domando. Lui mi guarda un attimo, poi sposta lo sguardo verso Inoue che ha la stessa espressione di prima. Cosa sta pensando?

Il suo sguardo penetra di nuovo i miei occhi. Mi lascia andare. Okay, credo proprio sia il caso di andare a chiamare i rinforzi, per quanto abbiano da fare, ci sarà qualcuno che mi darà una mano, no? Ho capito che ha intenzione di rapirla, se li avverto subito, magari mentre mi rincorre possono fare in tempo e sconfiggerlo anche, riuscendo a… salvarla? Non che la cosa mi vada a genio, sia chiaro. Ma pensando nei termini di Ichigo, questo è quello che farebbe comunque. Quindi tanto vale non perdere tempo.

- Se stai pensando di andartene sappi che non te lo permetterò. - m'informa con il suo tono incolore.

- Non hai appena detto che non hai nessun interesse su di me? Cosa… - ho capito.

- Aizen-sama vuole lei, ma nessuno deve sapere che è stata portata via con la forza o con minacce. - dice. Allora era come pensavo. La vogliono far passare come una traditrice. Ma io che c'entro? Non mi frega niente di quella lì! Non voglio essere messa in mezzo pure nel suo rapimento! Già è abbastanza noioso passare tutti i giorni con lei! - Quindi tu non puoi restare qui, in quanto conoscente di Kurosaki Ichigo.

- E se non volessi venire? - guardo Inoue che mi fissa terrorizzata. La tranquillizzo con lo sguardo. So cosa sta pensando. Ma non deve preoccuparsi, se la vogliono portare via non la uccideranno.

- In pochi secondi tutti i tuoi compagni moriranno.

Inoue sobbalza leggermente. Io la fisso un attimo, poi torno a guardare l'arrancar.

- Come se sapessi che i miei amici non se la saprebbero cavare… e poi se morissero sarebbe un motivo in più per non seguirti, ti pare? - ecco, in questi momenti mi sento forte e intelligente.

È il momento.

Guardo la finestra - forse ci posso ancora riuscire ad avvertire Ichigo, se faccio veloce - e tento di andare verso di essa.

Una lama alla gola m'impedisce di fare più di un passo, è dietro di me.

- Allora quella a morire sarai tu. - la sua voce è ferma, come la lama che sento premuta leggermente contro il collo. Okay… ricordate il discorso sul fatto di non voler morire? Deglutisco. - Le armi.

I miei ventagli si uniscono e la spada katana ritorna a farmi compagnia. La metto sul fianco.

Mi afferra le mani e le porta dietro la schiena, come prima. Gli piace così tanto questa posizione?

Sento qualcosa che mi si infila nel polso. Cosa fa? Mi mette le manette?

Mi lascia improvvisamente. Confusa mi guardo i polsi. Sopra la maglietta bianca c'è una specie di braccialetto.

L'espada si volta verso Inoue e ne lancia uno uguale anche a lei.

- Cos'è? - domando provando a toglierlo.

Lui mi blocca la mano.

- Non toglierlo. - poi si volta verso Inoue. - Mettilo.

- Va bene. - dice la ragazza obbedendo, indossandolo. Si volta di nuovo verso di me.

- Mentre lo indosserete sarete circondate da un kekkai speciale. Solo noi arrancar saremo conci della vostra presenza. Allo stesso tempo sarete in grado di passare attraverso gli oggetti fisici a vostro piacimento.

Lo guardo arrabbiata, confusa e incuriosita. A che gli serve una cosa simile?

- Avete dodici ore.

- Ah? - faccio alle sue parole.

- Avete il permesso di dire addio ad una sola persona durante questo tempo. - dice, mentre io non riesco a staccare lo sguardo da i suoi occhi vuoti e allo stesso tempo profondi che mi fissano. - Tuttavia se la persona realizzerà ciò che sta accadendo, avrete disobbedito ai miei ordini.

- Aspetta un secondo! - esclamo. Lui mi fissa, in attesa. - Che senso ha tutto questo?

Insomma, quello che mi sto chiedendo è perché non ci porta via adesso, subito! Sarebbe più logico cavolo!

- Non voglio troppe lacrime durante la vostra permanenza. - risponde. - C'incontreremo a mezzanotte.

Sparisce. Ho l'impressione che sia stato il suo capo a dirgli di fare così, non sembra un tipo a cui importi di qualcosa.

- A mezzanotte? Cos'è, un appuntamento? - dico, facendo un mezzo sorriso e voltandomi verso Inoue. Ha uno sguardo triste e guarda a terra.

Perché dev'essere triste? Perché non può essere arrabbiata per quello che sta succedendo? Oppure, perché non può pensare che riusciremo a cavarcela. Okay, sono piena di ferite in questo momento e probabilmente contro quell'arrancar non avrei speranze, ma… sto pensando in modo decisamente negativo. Beh pazienza.

Mi siedo atterra, sono leggermente ammaccata. Un secondo, ma lei non sapeva curare le ferite?

- Inoue? - la chiamo. Lei alza lo sguardo da terra, verso di me. - Non è che mi faresti il favore di curarmi queste ferite?

Sembra riprendersi dalla sua momentanea depressione, avvicinandosi a me e facendo apparire uno scudo arancione che mi avvolge completamente. Poco a poco le ferite si richiudono e i pezzi di vetri nel mio corpo scompaiono.

Che sia per questo che la vogliono rapire? Per questa sua inversione temporale? Perché dovrebbe essere questo il suo potere.

Non appena ha fatto mi alzo in piedi, stiracchiandomi per bene.

- Ahh… beh, ti ringrazio. - le dico, mettendo le mani sui fianchi e guardandola, mentre si rialza.

Mi guarda tristemente.

- Adesso che facciamo?

- Ah?


Era da un po' che stava combattendo contro quell'imitazione di hollow, che gli si era presentata davanti. Quando era a poco così dall'uccidere quella shinigami che lo aveva congelato, con il suo cero.

Si era messo in mezzo alla battaglia, tutti si stavano mettendo in mezzo. La battaglia era tra lui e Kurosaki. Quello che doveva succedere era la morte del sostituto shinigami, non il salvataggio da parte di chiunque appaia. Questa cosa lo stava facendo arrabbiare. La sua voglia di sangue e di uccidere non riusciva a placarsi. I corpi da annientare stavano aumentando e non riuscire a metterli K.O. con un colpo solo lo mandava in bestia.

In più quella dannata maschera hollow! Di cui lui non capiva l'origine, era un'altra fonte di rabbia per lui.

Ora perfino un cero che lo aveva mandato a terra, non sconfitto però… Infatti, lui non era mai sconfitto, lui poteva sempre, in qualunque momento, continuare a combattere.

Se era sopravvissuto come hollow ed era arrivato lì ci doveva pur essere un motivo. Lui non poteva essere sconfitto. Lui non sarebbe mai stato sconfitto.

E nel momento più bello, proprio quando stava per riattaccare, per mostrargli che quello che aveva visto non era neanche lontanamente la sua forza. La quale superava limiti che neanche gli espada conoscevano. Si, questo lo sapeva! Per questo combatteva! Per poter far vedere quanto la sua forza fosse illimitata. Non ammetteva la sconfitta, perché nelle sue battaglie non esisteva!

E ce la stava facendo, lo stava per colpire… quando il suo colpo venne bloccato da una mano nivea.

Si voltò verso di lui, un ghigno di rabbia stampato in faccia.

- Ulquiorra… - disse. Scocciato ma anche sorpreso dalla sua presenza lì.

- La missione è stata completata. - rispose quello. - Torniamo indietro.

Mentre già un passaggio si stava aprendo nel cielo, investendoli con un fascio di luce e riportandoli indietro. E con loro, tutti gli altri arrancar che stavano combattendo.

L'espada al viso candido fissò lo shinigami, mentre se ne andava. Ormai, non solo era al limite. Ma non c'era più niente che potesse fare. Ora che quelle ragazze erano in mano sua, automaticamente anche lui lo era.


- Che intendi dire con 'adesso che facciamo'? - le domando confusa. Aggrottando le sopracciglia e rivolgendole uno sguardo incuriosito.

- Ecco… tutto quello che è successo poco fa, mi sembra impossibile… - dice, un sorriso tirato, come se volesse tranquillizzarmi.

- Dovrai crederci… - anche perché non è certo me che vogliono! Se sono in questo casino è tutta colpa sua.

- Dare l'addio ad una sola persona è una cosa triste, soprattutto perché non saprei a chi darlo… ho tante persone a cui vorrei dire addio, a cui vorrei… - non finisce la frase, rivolgendomi uno sguardo triste.

La guardo anch'io, ma con sguardo fermo. Io non sono triste. So che in qualche modo riuscirò a fare qualcosa per salvarmi. Almeno io si. Lo so, sono decisamente egoista. Ma tanto so già che non appena si accorgeranno dell'assenza di Inoue partiranno per venirla a salvare, quindi io posso anche pensare a me stessa in pace. C'è già chi pensa a lei.

- Itou-san? - mi chiama.

Dovevo avere lo sguardo assente in quel momento.

- Si?

Lei abbassa un attimo lo sguardo, serrando le labbra in modo triste, come se si dovesse trattenere dal piangere. E fa bene a trattenersi.

- Tu… anche tu sei indecisa, a chi dire…

- Io non dico addio. - la fermo. Il suo sguardo si fa curioso e sorpreso. Mi siedo sul divano, dove poco dopo si siede anche lei. - Non ha senso dire addio, riuscirò sicuramente a liberarmi da questa situazione.

Inoue mi guarda, sorride tristemente.

- Sei così sicura di te, Itou-san… - mormora.

Beh, è vero. Sono sicura di quello che faccio. Perché so che se voglio ci posso riuscire.

- Certo, se non si è sicuri quando si fa qualcosa, tanto vale non farla! - esclamo io.

Lei non smette di sorridere.

- Io… vorrei tanto poter salutare tutti i miei amici e le persone che mi hanno fatta sentire bene, a volte perfino speciale… - wow, c'è gente che adora il volontariato. - Tatsuki, le mie amiche a scuola, Sado-kun, Ishida-kun e… Kurosaki-kun.

Chiudo un attimo gli occhi e sospiro. Mi sembra abbastanza chiaro chi ha davvero intenzione di andare a salutare. Ichigo sicuramente. Da come ne pronuncia il nome si possono avvertire sulla pelle, tutti i suoi sentimenti verso quel ragazzo. Tutti quelli a cui io non ho mai pensato. Non ho mai pensato che vuol dire provare determinate cose. Non ne avevo necessità e non l'ho fatto. Ho sempre considerato le persone come amici e basta, come qualcuno che può aiutarmi a migliorare. Qualcuno con cui potermi anche confidare, ma non di cose segrete. Di dubbi.

Con il mio gruppo, normalmente parlo molto con Shinji e Hiyori. Sono le prime persone che al Gotei 13 mi hanno fatta sentire come tutti gli altri. Mi hanno messa sul loro stesso piano, anche quando ancora ero solo un'apprendista shinigami si può dire. Quando stavo ancora a scuola insomma.

- Sarebbe discriminatorio. - dico d'un tratto.

Inoue si volta a guardarmi, un punto interrogativo gigante le prende tutta la faccia.

- A cosa ti riferisci Itou-san? - domanda.

- Al fatto di salutare una sola persona. Io non ne ho solo una a cui tengo. - rispondo guardandola. Dopotutto è vero. Come posso fare a scegliere chi salutare fra Shinji e Hiyori? I miei migliori amici? Ma in generale fra tutti gli altri!

Inoue abbassa lo sguardo sulle sua mani. Fissa il braccialetto.

- Forse hai ragione Itou-san… - dice tristemente. Ma dal suo tono di voce si capisce che sceglierà qualcuno da salutare. Ma tanto non me lo dirà, ha troppa paura di far valere le sue idee. - Però, io…

- Vai.

- Oh?

- Se devi salutare qualcuno, tanto vale che vai, invece di crogiolarti qui senza far niente. Se non lo fai te ne pentirai… - le dico.

Lei mi guarda stupita, poi sorride e annuisce.

- Allora a dopo… - dice. - Grazie Itou-san.

La guardo, mentre esce. Non volevo mica aiutarla, era un modo per togliermela di torno per cinque minuti.

Guardo l'ora. Ormai siamo pomeriggio inoltrato, quasi sera. Considerando l'ora in cui siamo uscite da scuola e la 'chiacchierata' con quell'arrancar, direi che è normale.

Salutare qualcuno. Dire addio ad una sola persona.

Che modo egoistico di agire. Non riesco a credere che lei riesca davvero a fare una cosa così assurda.

Beh, sicuramente voleva salutare Ichigo, vederlo per un ultima volta.

Beh, io quello che farò sarà starmene qui, buona buona ad aspettare il suo ritorno. Mi guardo intorno. Col cavolo che riesco a stare ferma qui!

Mi alzo improvvisamente. Fortuna che non sono nel gigai, altrimenti in questo momento credo proprio avrei fame. L'ho appena constatato visto che con Inoue sono stata a digiuno per due giorni. Cosa anche abbastanza normale. Ho scroccato qualcosa da Ichigo a merenda, finendogli praticamente tutto il pranzo. Lui ha borbottato qualcosa. Ma se sapesse cosa si prova quando hai fame e il tuo unico istinto, dopo aver visto cosa c'è da mangiare, è vomitare mi capirebbe.

Mancano ancora due ore. Inoue sicuramente ci metterà un bel po' prima di arrivare a casa di Ichigo, sono sicura che andrà in giro prima.

Beh, chi dice che io non possa fare lo stesso?

Esco, dalla finestra di nuovo. Ormai è quella la porta di casa per me.

Mentre cammino sul marciapiede mi viene da pensare. Qualcosa dentro di me si sta agitando.

Si, io sono sempre stata una persona sicura. Insomma, se non lo fossi non sarei qui a quest'ora. Sono una ragazza che quando si pone degli obbiettivi li raggiunge a qualunque costo. Anche se a volte può portare a grandi sacrifici. Soprattutto se penso a quando ho combattuto contro il mio hollow interiore, come tutti hanno fatto. Credo che quella volta sia stata l'unica per cui ho provato davvero paura. Per questo anche io volevo aiutare Ichigo. Per questo mi sono arrabbiata così tanto. Non era solo una questione di combattere, anche se per tutti poteva sembrare questo.

D'un tratto mi viene in mente quell'arrancar. Quel suo sguardo apatico qualunque cosa faccia. Quando combatte sembra non provare nulla. Neanche una piccola esaltazione. Ora che ci penso però non ce lo vedrei affatto uno così a gridare 'Evvai ti ho colpito!'. Eppure, anche se è passivo, incute paura e mistero. Una cosa abbastanza strana a pensarci.

Mi guardo la maglietta, dove sono ancora presenti i leggeri strappi provocati dai pezzi di vetro. Quella battaglia che abbiamo combattuto prima, io e quel tipo, mi ha veramente fatto pensare. Stavo per morire. no, sarei potuta morire, senza neanche accorgermene probabilmente. Quell'arrancar è forte. Si è trattenuto notevolmente. Quando abbiamo combattuto, tutta la fiducia e la sicurezza che riponevo in me stessa se n'è andata in un secondo. Parare un colpo così potente con il dorso della mano non è da tutti. Mi ha fatta sentire così inutile, così debole. Come se mi avesse tra il pollice e l'indice della mano e potesse schiacciarmi se solo lo volesse. Solo che si limita a tenermi lì, facendomi crescere dentro il dubbio di quando chiuderà le dita e mi spiaccicherà.

Rabbrividisco. Non voglio ritrovarmi mai più in una situazione del genere. Beh, sarà dura però vista la situazione. Insomma, sono stata 'rapita' da un arrancar e i miei amici non possono nemmeno avvertire la mia presenza. Tanto meno sapere che fine ho fatto. E se… no, non mi conviene? Se lo venisse a sapere… ma in fondo, come potrebbe venire a saperlo? Tiro fuori il cellulare e guardo sul display per vedere l'ora. Ho ancora quaranta minuti per fare quello che ho appena pensato. Insomma, minimo che faranno sarà uccidermi per questo… cosa che devo ancora capire perché non fanno. Tanto se lo sognano che vada dalla loro parte.

Torno a casa e prendo un foglio pulito e una penna. Inizio a scrivere. Non voglio passare da traditrice anch'io. Non ne ho affatto voglia e non m'interessa se metterò nei guai Inoue. Scrivo ai miei amici, solo a loro due, m'interessa che loro lo sappiano e basta. Poche righe, giusto per fargli capire cosa sta succedendo.


A Shinji e Hiyori


Non me ne sono andata, sono sempre con voi.

Quello che è successo non ha cambiato niente.

Non cercatemi e non dite agli altri cosa mi è

successo. Ce la metterò tutta per tornare…


Harumi


Loro capiranno perfettamente cosa voglio dire, non ho bisogno di dilungarmi e non ne ho neanche voglia.

Chiudo il biglietto piegandolo in quattro. Manca pochissimo, fra poco tornerà. Bene, devo essere veloce. Uso lo shunpo e arrivo davanti alla porta del nostro rifugio. Entro dall'altra apertura, quella che solo noi conosciamo. Dormono tutti, ma è anche normale. Stavo pensando di lasciare il biglietto e andarmene subito. Poi ricordo che nessuno può avvertire la mia presenza. Fisso il braccialetto. In questo caso è una cosa buona. Cammino per un po', guardandomi intorno. Come se fosse la prima volta che lo vedo. Ebbene sì, in questo momento sono molto insicura di me stessa. Non so se ce la farò davvero a tornare. Se in quel posto dove ci porterà sono tutti forti come lui mi ci vorrebbe un miracolo per uscirne viva da lì. Per tornare qui…

Questa è la seconda volta che provo una cosa del genere. Mi ero promessa che non sarebbe più successo. Che sarebbe stata l'ultima volta che provavo un tale vuoto e una tale rabbia insieme. Stringo i pugni, stritolando anche il biglietto che avevo tra le mani.

Basta, è ora che la faccia finita di fare la depressa e che mi muova piuttosto.

Veloce raggiungo il posto dove dorme Shinji. Gli lascio il biglietto sopra il comodino e me ne vado.

Torno appena in tempo. Mancano solo cinque minuti quando guardo l'orologio.

Inoue è già tornata. Mi fissa. Ha gli occhi arrossati. Deve aver pianto. Non mi stupisco, è proprio il tipo da versare qualche lacrima in queste circostanze.

A volte mi chiedo se non sia stata tutta questa mia freddezza a far allontanare le persone da me.

- Andiamo? - le domando aprendo la finestra e uscendo fuori, sul balcone. - Fra poco arriverà.

Inoue mi raggiunge, annuendo. Mi guarda di sottecchi.

- Che c'è?

Sobbalza leggermente, sorpresa.

- N-niente, Itou-san. - dice, fissando a terra.

Ha paura. Si può vedere lontano un miglio. Lo so che dovrei, ma non la biasimo. Anche io ho paura. L'unica differenza è che non la mostro affatto. Dopotutto è un piacere per il nemico vedere la paura nel tuo sguardo.

Fisso il cielo, si sta aprendo. Sta arrivando.



Angolo dei desideri 4 - sbrilluccicamento in corso


Meme: Finalmente siamo arrivati a questo capitolo! *-* Come sono felice! *-*


Harumi: *attaccando autrice alle spalle, gettandola a terra e puntandogli ran no kaze contro*


Meme: Ehm… qualcosa non va con la tua katana? *suda freddo*


Harumi: Ultimamente non taglia molto bene e volevo vedere se aveva qualche problema. *avvicinando la lama al collo dell'autrice*


Meme: *deglutisce*


*Entra Ichigo*


Ichigo: ē.ê Che state facendo?


Harumi: *si volta con ghigno stampato in faccia*


Meme: *guarda Ichigo supplichevole*


Ichigo: Ce l'hai con l'autrice per quello che è successo nel capitolo? è.è


Harumi: Indovinato *guarda autrice maligna*


Meme: Sai… con quel sorrisetto rassicurante credo che tu e Grimmjow andreste moolto d'accordo! ^o^


Harumi: *lama che si avvicina* Poco spirito…


Meme: *guardando Ichigo* Ehm… fragolino?


Ichigo: è.é


Meme: Aiuuutooo!!!! ç.ç


Ichigo: Non mi hai fatto quasi apparire in questo capitolo e dovrei aiutarti? è.é *incrociando le braccia al petto*


Meme: Ti prego ç.ç guarda che avrai una parte importante anche tu ç.ç *parla manovrata dalla disperazione*


*Entra Ulquiorra*


Meme: Ulqui-tan? ç.ç Aiutami!!! ç.ç


Ulquiorra: *guarda meme* … *regista l'"Ulqui-tan" che gli è stato rivolto* … *si volta e continua a camminare tranquillo*


Meme: Sono finita ç.ç


Urahara: *sventolando il ventaglio* Meme-san è troppo impegnata a cercare di non farsi uccidere da Harumi-san, quindi sarò nuovamente io a ringraziare chi seguirà, recensirà, metterà tra i preferiti, la storia. Alla prossima!!! ^o^

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Capitolo 6
*** Meglio la tortura a QUESTO!!! ***


La stanza era totalmente immersa nel buio. Appunto. Era. In un secondo, le tende vennero aperte e la luce del sole entrò nella stanza, accecando il ragazzo, che nel girare le coperte cadde dal letto.

- Ohi! Shinji! - esclamò Hiyori, mettendoglisi davanti, mani sui fianchi e la solita espressione dura.

Lui alzò la testa dal pavimento. Guardandola con i soliti occhi annoiati.

- Ah? Che diavolo vuoi di prima mattina? - domandò, alzandosi e sedendosi sul letto, sbadigliando. Solo per poco la ciabatta gialla lo colpì in un occhio e non in bocca.

- Testa d'uovo che non sei altro! - lo sgridò lei. - Sei davvero senza speranze!

Shinji la guardò stranito, prendendo la ciabatta e porgendogliela. Hiyori la prese poco dopo sbrigativa, rimettendosela al piede.

- Ma che hai… è successo qualcosa? - domandò.

L'espressione della ragazza diventò ancora più rabbiosa. Afferrò Shinji per il colletto della maglia e lo guardò dritto in faccia.

- Testa d'uovo! Non hai avvertito nulla di strano? - gridò. - Se ti fossi alzato prima avresti visto anche quello!

Concluse poi, lasciandolo e indicando un foglietto bianco sopra il comodino. Il

quale, se la memoria non l'ingannava, prima non c'era.

Allungò il braccio e lo prese, aprendolo e leggendolo stancamente. Era ancora un po' assonnato, nonostante la brillante sveglia-vizard che aveva avuto.

- Ahh, capisco. - disse poco dopo.

- Tutto qui quello che hai da dire? - domandò Hiyori incrociando le braccia al petto.

- Cosa ti aspetti che dica?

- Ah? Che domanda è? Non sei preoccupato testa d'uovo che non sei altro?

- Certo che lo sono, ma questo non cambia niente. È successo qualcosa e Harumi è stata coinvolta. Questo ci dovrebbe bastare...

- E noi cosa dovremmo fare allora? - domandò Hiyori, guardandolo.

- Non ci arrivi da sola? Niente, è ovvio. - rispose lui calmo.

- Ah?

- Lo dice lì. Dobbiamo solo aspettarla. D'altronde… sicuramente Ichigo fra poco verrà a sapere di questo.

- Hai intenzione di dirglielo?

- No, lo scoprirà di certo. Se è successo qualcosa ad Harumi in questi giorni allora è successo automaticamente qualcosa ad Inoue. Tanto erano insieme.

Hiyori non disse nulla, restò un attimo affissarlo, poi distolse lo sguardo, mettendo le mani in tasca e voltandosi.

- Tsk! Probabilmente hai ragione, testa d'uovo… - disse prendendo a camminare. - Non dobbiamo dire nulla agli altri, giusto?

Shinji 'sorrise'.

- Esatto. - disse. Entrambi sapevano che ad Harumi bastava che due persone sapessero dove stava e a lei andava bene così.


Non avrei creduto che ci avremmo messo così poco ad arrivare qui. Questo posto… è davvero triste. A parte il pavimento, il resto è di un bianco malato.

Fa male agli occhi, t'impedisce di pensare.

Mi guardo attorno. Ci sono altri strani individui. Penso siano altri espada, come questo che ci ha portate qui.

Che bella visuale… Inoue tremante al mio fianco, una sfilza di personaggi discutibili che ti fissano con il loro 'dolce sguardo'. Ah, dimenticavo una cosa… ovviamente Aizen che se ne sta in modo molto umile ad una decina di metri d'altezza sopra le nostre teste. Mi viene voglia di estrarre la katana e staccargli la testa dal collo. Cosa che non posso fare in questo momento. Cercherò di reprimere questo mio istinto animalesco.

A proposito di animalesco… chi è quello lì che ci sta fissando in modo così 'carino'? A guardarlo bene sembra una femmina. Ci guarda con aria di superiorità. Che rottura! Ma perché sono capitata qui! Okay, prima ero arrabbiata, ora sono solo scocciata! Decisamente scocciata!

- Benvenute nel nostro castello, Las Noches. - dice con aria solenne Aizen. Tsk. Che non se la tiri più di tanto, a me fa solo infuriare. Inoue sembra piuttosto attenta. Io metto le mani in tasca e lo fisso con sufficienza. - I vostri nomi sono Inoue Orihime e Itou Harumi, giusto?

- Si. - rispose lei.

- A-ah.

- Mi spiace metterti fretta, ma Orihime, potresti mostrarmi il tuo potere? - ma quante confidenze che ci prendiamo! Beh, tanto adesso è il suo turno, sbaglio? E poi… lo fisso… io e lui ci conosciamo già.

Guardo la ragazza accanto a me, sta iniziando a tremare leggermente.

- Alcuni non approvano la vostra presenza qui. - passa lo sguardo da me a lei, per poi guardare l'espada che ci ha fissate prima. - Non è così, Luppi?

Luppi? Chi l'ha chiamato in questo modo? Sembra il nome di una marca di cracker!

- Ovviamente. Tutta la nostra battaglia era solo un diversivo per portare questa ragazza qui. - dice, abbassando leggermente lo sguardo. Ehm… non mi sta considerando per niente o è solo una mia impressione. - E poi perché ce ne sono due?

No, non era una mia impressione.

- Mi dispiace, non avevo previsto che l'avresti presa male.

Sbatto gli occhi più volte, fissandolo sardonica. Sta scherzando, vero? Gli dispiace? Che modo strano di deridere una persona.

- Possiamo fare così. - dice poi Aizen. - Orihime. Guarisci il braccio di Grimmjow come prova del tuo potere.

Inoue sgrana gli occhi. Dietro di noi un arrancar senza il braccio sinistro fa lo stesso. Mi volto verso di lui e lo fisso. Però… se sapevo che in questo posto c'erano tipi del genere non mi sarei fatta massacrare per venirci!

- Impossibile! - grida Lappi, ehm, no Luppi. Ehi, sto migliorando! - Questo è pazzesco Aizen-sama! Il suo braccio era stato ridotto in cenere dal capitano Tosen, non si può guarire qualcosa che non esiste! Lei non è Dio!

Okay, io lo so che il potere di Inoue potrebbe farlo. ma capisco benissimo come fa a dubitarne. Insomma, basta guardarla…

Inoue si avvicina al 'ragazzo'. Mi volto a guardare meglio la scena.

- Souten Kisshun… - mormora. Subito lo schermo arancione che ha curato anche me si forma all'altezza del braccio dell'arrancar. Dunque… come si chiamava? Ah, fa niente! Il mio cervello ne risente a ricordare tutti questi nomi strambi. - Io, rifiuto.

Quel piccoletto continua a sbraitare, mentre il braccio lentamente viene ricostruito. Ossa e pelle che si formano mano a mano che Inoue va avanti con la cura. Forse ho trovato un suo lato positivo. Per le scene macabre è perfetta.

Il braccio è di nuovo al suo posto, sotto lo sguardo stupefatto del piccoletto. Insomma e quello sarebbe un espada?

- Ulquiorra l'ha percepito come un fenomeno di inversione del tempo e una reversione dello spazio.

- Esatto. - concorda l'espada che ci ha portate qui. Ah, ecco qual era il suo nome. Ulquiorra. Tanto lo scorderò sicuro.

- Impossibile! - esclama ancora quello di prima.

- Esattamente. - okay, da che parte stai Aizen? - Entrambe quelle spiegazioni sono sbagliate. Questo è un fenomeno di rifiuto.

Oh, mamma mia com'è interessante… puro sarcasmo ovviamente.

- Ehi, donna? - donna? Qui hanno proprio un'avversione per i nomi propri femminili! Femmina, donna… ma che roba è? - guarisci anche l'altro punto.

Le dice, indicando la schiena. Sotto la maglia sporge una ferita, come se gli avessero strappato via un pezzo di pelle. Inoue si avvicina a lui e sempre con lo stesso scudo lo cura. Poco a poco la pelle ricresce, mostrando il numero sei. E così lui era il sesto espada…

- Cosa credi di fare, Grimmjow? - domanda Luppi, come posizione si trova qualche passo dietro di me, però spostato verso la mia sinistra.

Grimmjow si volta - no un secondo, ho ricordato il suo nome? - verso di lui, un ghigno terrificante stampato in faccia.

In un secondo arriva davanti a Luppi. Mi volto. Appena in tempo per vedere la macabra scena che mi si presenta davanti.

Il braccio dell'espada entra dentro il corpo dell'altro, scavandosi con le mani, la strada verso l'altra parte del suo corpo. Mentre il sangue prende a scendere lungo l'avambraccio, verso il corpo e gocciolando a terra, vedo le dita che piano piano escono dalla schiena, spezzando la carne della schiena e creando crepe sanguigne, indolori in confronto a quello che deve aver sentito. In seguito il polso, poi tutto l'avambraccio. Dalle dita della mano, il sangue inizia la sua discesa verso la schiena appena trapassata. Macchiando la stoffa candida della veste di quello che ormai non è più un espada.

Da quel foro si possono vedere gli organi e le ossa interne spezzate brutalmente. Così come si intravede una parte della spina dorsale. Affacciarsi timida da dietro la carne massacrata, ricoperta di filetti di pelle e di organi.

- Grimmjow, bastardo! - dice, con la voce strozzata. Il troppo sangue che si accumula nella bocca e lentamente ne esce fuori. Facendogli vomitare quel vermiglio liquido, assieme a quelle amare parole forzate.

- Dannatamente giusto. - risponde, sempre ghignando, l'espada. - Addio, ex numero sei!

Spara un cero rosso verso di lui, alquanto potente, visto che non ne rimane neanche la cenere. Giusto qualche granellino nero. Ritira il braccio, ancora coperto di sangue, con pezzetti di carne appiccicati sulla sua pelle e sotto le unghie.

Inizia improvvisamente a ridere in un modo indescrivibile. Isterico. Acuto. Maligno e… folle. Terribilmente folle. Sgrano gli occhi, ma faccio un mezzo sorriso. Stupito, ma non terrorizzato. Più che altro… strano. Non so nemmeno io perché sto sorridendo.

- È tornato! Il mio potere è tornato! Sono io il seis! Il sesto Espada, Grimmjow!

E continua a ridere come un folle, mentre lo sguardo dei presenti è abbastanza inappropriato. Il mammut - non mi ero neanche accorta che era lui e dire che si nota! - lo guarda come per dire 'ma che ha questo tipo'. Uno che non so chi è, ma che sembra abbastanza malato mentalmente, lo guarda con un'espressione vuota, come se non sapesse neanche cosa sta vedendo.

Infine guardo Ulquiorra. Ha un'espressione… profonda. Sta con la testa leggermente inclinata verso il basso. Gli occhi chiusi. Con quelle lacrime verdi sulle guance sembra che stia piangendo. Ha un'aria magica. Indescrivibile con le sole parole.

Guardo Inoue… è terrorizzata. Novità? Nessuna. Bene, andiamo avanti.

- Puoi andare Ulquiorra. - dice d'un tratto Aizen.

L'espada si volta verso di me e si avvicina lentamente, con le mani in tasca.

- Vieni.

Lo guardo un attimo perplessa, poi stringo i pugni e lo seguo. Passiamo accanto ad Inoue. Ulquiorra, sempre con la stessa posizione e gli occhi chiusi le passa accanto. Aprendoli in quel momento.

- Anche tu. - dice gelido.

Inoue mi guarda impaurita, poi si mette vicino a me e mi guarda un attimo. Non ricambio il suo sguardo. Non m'interessa sapere cosa prova. Quello che m'interessa ora è… mi possono rinchiudere anche in una scatola… ma non mi possono mettere di nuovo insieme ad Inoue.

Passiamo varie stanze. Tutte in perfetto accordo con il bianco delle pareti. L'unica differenza è un piccolo numero segnato sul pomello delle porte. Che indica la stanza dell'espada che la ospita. Le passiamo tutte, sino a giungere ad una stanza anonima.

L'espada si volta verso di noi. No, ti prego…

- Questa è la vostra stanza. Resterete qui, pazienti. Qui mangerete, berrete e farete tutto ciò che voi umani abitualmente fate. Tranne uscire da questa porta. - la apre e io mi trovo davanti solo un'altra stanza bianca. - Fra poco vi porteranno i vestiti.

Vestiti?

- Vestiti? - domando.

- Esatto.

Guardo all'interno e nella mia mente tutte le immagini di un'altra futura convivenza con Inoue mi passano davanti. No, non voglio assolutamente passare la prigionia così! Perché mi devono mettere sotto tortura?

- Senti, ma ti do fastidio se vengo nella tua stanza?

- Itou-san… - mormora Inoue con gli occhi sgranati.

Non fraintendetemi, ma una convivenza con Inoue sarebbe alquanto sfinente.

Ulquiorra mi fissa come sempre. Apatico.

- Aizen-sama mi ha ordinato di mettervi nella stessa stanza, non farlo sarebbe disobbedire ai suoi ordini. - mi risponde.

Ma non capisce quanto io sia disperata?

A quanto pare no.

- Entrate. - dice gelido.

Uff… entro, seguita da Inoue. Ora mi chiedo… come facciamo a dormire? C'è solo un divano. E se pensa che dormiremo insieme come due care amiche se lo scorda. Piuttosto dormo davvero con lui! Tanto non sembra il tipo che possa fare qualcosa.

Chiude la porta e ci lascia sole qui. Sbuffo.

- Scusami Itou-san… - inizia Inoue. La guardo. - Per colpa mia sei in questa situazione…

Stringo forte i pugni. Non capisce che dicendo così mi fa solo più arrabbiare? Quando mi arrabbio però, è difficile che riesca a calmarmi...

- Esatto! Allora lo hai capito come stanno le cose! - appunto. Sono esplosa. Non ce la facevo più a trattenermi. Dopotutto devi sfogarti qualche volta, no? E questa era quella buona. Già ero arrabbiata per questa situazione, che è andata brillantemente peggiorando. Ora pure le sue penose scuse no! Non mi va! - Sono qui! Lontana dai miei amici! Lontana da tutto ciò che mi piaceva fare! Per cosa? Per stare dietro ad una che non sa badare a sé stessa! Per fare un dannato favore ad Ichigo!

Sbatto un piede a terra imprecando.

- Ecco che cosa ci ho guadagnato! - esclamo ancora. Okay. In questi casi chi non ci è abituato mi potrebbe prendere per matta. Perché di solito io mi arrabbio dentro di me, senza far vedere niente fuori. Quando la rabbia si accumula troppo, esplodo. Quando capita, i miei amici sanno cosa fare in questi casi. Hiyori mi lancia una ciabatta che io puntualmente schivo. Ovviamente solo per distrarmi dal fatto che Shinji subito dopo mi da una botta in testa addormentandomi. Ecco, questo succede. Mi chiedo ancora come faccio a cascarci tutte le volte visto che lo so già.

Però Inoue non è certo il tipo da farlo, visto come mi guarda. Il suo sguardo esprime proprio: 'Scusami, non volevo'.

Ma lasciamo perdere, tempo perso!

Mi siedo a terra e incrocio le braccia. Proprio in quel momento la porta si apre. Di nuovo lui.

Entra con i mano qualcosa di bianco. Ma guarda un po'! Fantasia…

Mi sto calmando un poco. Inspira, espira, inspira, espira, inspira...

- Prendi. - dice con tono incolore, lanciandomi qualcosa che lì per lì non capisco cos'è. Ne lancia uno anche a Inoue. Okay… so di essere decisamente più bassa io. Ma perché la mia è così più piccola? Ah no, non è più piccola… è decisamente più corta!

- Cosa diavolo è?

- Un indumento. - mi risponde lui.

- Perspicace. Grazie, non ci ero arrivata. - dico acida. Più che altro mi chiedevo dove fosse il sotto, perché io, sinceramente, non lo vedo affatto.

Spiego la maglia, non l'avevo ancora fatto. Qualcosa di informe cade a terra. Lo prendo. Sono… pantaloncini corti… meglio dire mutande. Perché se questi sono pantaloncini allora il reggiseno che sto indossando è una maglia. Sono pantaloncini bianchi a bordo nero. Come in effetti lo è la maglia, una specie di camicia larga, ma non lunga. Brutti bastardi…

Guardo Inoue. Oddio… beh, in confronto al suo direi che il mio è meglio, anche se decisamente attillato. Però, uffa!

Mi volto a guardare l'espada, che continua a fissarci. Fissarmi, per essere precisi. Se si aspetta che mi cambi davanti a lui può anche scordarselo.

- Che stai guardando?

Non mi risponde. Si volta e esce.

Inoue mi guarda. Faccio spallucce. Ora sono decisamente più calma. Probabilmente capisco che stare con un tipo cos' apatico ti toglie la voglia di arrabbiarti.

- Beh, non credo che ci hanno dato questi vestiti come ricordo… - faccio sbuffando. Non ho affatto voglia di cambiarmi.

- Già, dev'essere così…

Non commento, non ne ho la forza. Mi tolgo i miei vestiti e indosso gli altri, non senza un certo rammarico. Insomma, ditemi chi di voi è interessato ad andare in giro per Las Noches - perché lo so che non ci terranno sempre qui dentro - in mutande. Beh, se tra di voi c'è qualcuno, allora si faccia avanti. Cedo il mio posto con piacere! No, eh? Beh, capisco…


Una sensazione abbastanza strana, svegliò Ichigo quella mattina. Come se qualcosa gli avesse lasciato addosso una sensazione quasi sgradevole. Di abbandono, di tristezza… che avesse fatto un incubo e non se lo ricordasse?

Eppure era certo che non si trattasse di questo. Ma di cosa precisamente, non avrebbe saputo dirlo.

S alzò dal letto e scese per la colazione. La casa era come al solito. Confusionaria. Quindi fin qui… niente di strano.

Karin, Yuzu e il vecchio se ne stavano a fare colazione in modo molto 'normale'. Quindi anche qui… niente di strano.

Allora cos'era quella specie di 'stacco' che aveva avvertito? Non era una mancanza. Era qualcosa di diverso… o per lo meno, la mancanza non era per lui.

Sembrava quasi una scia sottilissima di reiatsu. Certo, lo sapeva che era una merda ad avvertire il reiatsu. Per questo era strano che lo avesse avvertito. Doveva essere stato proprio molto vicino a lui.

Uscì subito, senza fare colazione, voleva capire la situazione al più presto.

Non appena uscito di casa, schivò per un pelo il calcio volante che suo padre - pieno d'amore paterno - gli rivolgeva ogni mattina.

- Ohh, mio figlio è sempre in forma! Queste sono le cose che rendono orgoglioso un padre! - mormorò con le lacrime di soddisfazione agli occhi.

Ichigo sbuffò sonoramente, continuando a camminare, ignorando totalmente il padre. - Ohi! Ichigo!!! Perché non presti attenzione al tuo povero padre?!?

Raggiunta la scuola e la sua classe, non poté fare a meno di notare facce tristi e confuse. Non di tutti. Dei suoi amici.

- Successo qualcosa? - domandò.

- Sei davvero un disastro, Kurosaki… - mormorò Ishida, sistemandosi gli occhiali sul naso.

- Eh? Che ho fatto stavolta?

- Ichigo?

- Chado.

- Non hai avvertito niente di strano? - gli domandò l'amico.

Si. Anche lui aveva avvertito qualcosa di strano. Era da stamattina in effetti. Ma pensava fosse solo una sensazione personale. Ora ne aveva la conferma. Se anche i suoi amici avevano avvertito qualcosa, allora voleva dire che davvero qualcosa di spiacevole - con molta probabilità - era accaduto.

- Si, ma non so che cosa sia. - rispose poco dopo.

- Allora ti basti sapere questo… - disse una voce alle sue spalle. Ichigo si voltò di scatto. Trovandosi davanti Shinji e Hiyori.

- Che ci fate voi qui? - domandò stupito.

Shinji sorrise, mentre Hiyori chiuse un attimo gli occhi e piegò le labbra in uno 'Tsk'.

- Come stavo dicendo… - riprese Shinji, continuando il discorso di prima. - Ti basti sapere che la presenza di Haru-chan è sparita.

Ichigo sgranò gli occhi, incredulo. Sparita? Quella parola lo colpì con la stessa intensità di un cero.

- Come sarebbe a dire sparita? - domandò, con gli occhi ancora spalancati.

- Testa d'uovo che non sei altro, non ci arrivi?!? - esclamò Hiyori, furiosa. - Significa che non è più qui!

Ishida e Chado intanto avevano lo sguardo di chi ci stava capendo sempre meno. E visto che Ichigo non sembrava essere intenzionato a spiegare nulla, le cose andavano peggiorando.

Il sostituto shinigami si guardò intorno e una nuova consapevolezza, lo colse all'improvviso.

- Oggi Inoue non è venuta a scuola.

- Oh, qualcuno lo ha illuminato! - esclamò Shinji, accentuando il suo modo di parlare cantilenante.

Ichigo lo guardò male, se era venuto qui era perché sapeva qualcosa.

- Cosa sai? - domandò infatti.

- Solo che Haru-chan non ha problemi, se quella ragazza si fa mettere i piedi sulla testa la Soul Society mi riprende come capitano. - fece sarcastico il ragazzo.

- Infatti. - commentò Hiyori, con la solita espressione corrucciata. - Harumi non ha problema, ma quella che stava sempre con lei?

Già. Non ci aveva pensato. E dire che era stato lui a chiederle di tenerla d'occhio, perché era preoccupato. Ma appunto perché le era sembrata una ragazza forte. Che aveva fegato. Ora loro gli stavano dicendo che era sparita con Inoue?

- Perché mai Inoue se ne dovrebbe essere andata?

- A quanto ci ha 'comunicato' lei non se n'è andata con Orihime-chan.

Okay… Inoue che costringeva qualcuno ad andarsene, ma figuriamoci? Doveva essere successo qualcosa.

Andiamo Ichigo, fai lavorare il cervello!!!

- Vuoi sapere la mia opinione? - domandò Shinji, facendo tornare nuovamente l'attenzione di Ichigo su di lui. - Arrancar.

Ichigo inarcò un sopracciglio.

- Ah?

- Ho pensato o è stata uccisa per chissà quale motivo o è stata rapita per chissà quale motivo. - concluse il ragazzo facendo spallucce. - Haru-chan poi ne è rimasta coinvolta perché stava con lei.

- Uccisa? - domandò Ichigo ad occhi sgranati.

- Si tratta solo di un ipotesi… - mormorò Shinji. Notando che anche gli altri due volti, dietro Ichigo, 'leggermente' sconvolti.

- Come fai a dire che sia stato proprio un arrancar? - domandò Ichigo.

Shinji si scambiò uno sguardo con Hiyori. Quando voleva Ichigo sapeva essere proprio ottuso.

- Chi altri avrebbe interesse a fare una cosa del genere, stupido testa d'uovo?!? - esclamò Hiyori.

Ichigo rimase interdetto, senza sapere più cosa dire. Probabilmente avevano ragione. Ma se era davvero così, l'unica cosa da fare era solo una.




Angolo dei desideri 5 - Meme disperata


Meme: *si guarda intorno circospetta* … *constata che la sua creazione non è presente* … fiuu, ho il sospetto che quella ragazza mi voglia veramente morta ^ ^ eheh!!


Ichigo: Almeno ci sarebbe qualcuno sano di mente qui è.é


Meme: Che cattivo ç.ç Forse ti ho dato una parte troppo intelligente >.<


Ichigo: è.é Che vorresti dire?


Meme: *fischietta* Niente, niente ^o^


Ichigo: Comunque che mortorio, dove sono finiti tutti? è.é *si guarda intorno*


Meme: *continua a fischiettare*


*si odono grida disperate provenienti da angoli remoti della casa*


Ichigo: Che cosa è stato? ē.ē


Meme: *continua ancora a fischiettare* Cosa? Io non ho sentito niente u.u


Urahara: *sventolando ventaglio* Meme-san è troppo impegnata a tenere rinchiusi i suoi personaggi e a non far capire questo a Kurosaki-san, quindi io ringrazio chiunque recensirà (soprattutto) chi metterà tra i preferiti e chi tra i seguiti la storia ^ ^ Alla prossima!!!

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Capitolo 7
*** Niente di vero tranne la vendetta ***


Ora ditemi… perché ho un disperato bisogno di saperlo… Come si può tremare di fronte ad un tizio del genere?

D'accordo. Lei è debole. D'accordo, quello lì è il nostro nemico. Ma che diamine, ci viene solo a portare il cibo, non a minacciarci. Cosa che ogni tanto spererei che facesse, considerando come mi sento nullafacente qui dentro. Invece lui semplicemente entra, ci guarda e ci 'annuncia' con 'molta allegria' che ci è venuto a portare il "nostro pasto". Per usare le sue parole. Parla in maniera abbastanza formale… mi chiedo però perché si rivolga a lui in modo così volgare. Beh, pazienza… non ho affatto voglia di psicanalizzare un mio nemico.

Inoue è sempre più insopportabile. Quei suoi inspiegabili gemiti e 'mmh', come per annuire o affermare qualcosa. Cazzo, di 'si' o 'no'!

Lo ammetto, sono abbastanza nervosa. Ma come si fa a non esserlo, per la miseria?!?

- Itou-san… - e adesso che vuole?

Mi volto, disperata. La fisso con un'espressione che ha mille modi per essere definita. Scocciata, arrabbiata, depressa e, soprattutto, disperata.

- Dimmi…

- Tu… hai qualche piano… per fuggire? - okay… ma che domanda del cavolo è questa?

Cioè, è ovvio che anche ce l'avessi non lo verrei a dire a lei. Sbaglio? Assolutamente no.

- Certo che no. - rispondo, voltando lo sguardo e guardando dritto davanti a me. Sono seduta sul divano, in un angolino. Le gambe strette al petto e le braccia a circondarle. Ho voglia di sparire. Perché gli arrancar possono creare quei passaggi dal nulla e io invece non posso farlo? Non vi sembra discriminazione, per la miseria? No, eh… Uffa però!

- C-credi che… - continua a dire Inoue.

Oh diamine, so già dove vuole andare parare.

- No, non ci uccideranno. - rispondo, precedendola.

Lei sgrana gli occhi e mi guarda. Mi volto verso di lei. Il suo sguardo mostra tutta la sua paura e la sua sorpresa, verso le mie parole.

- Come fai a dirlo, Itou-san?

- Perché non permetterei a nessuno di uccidermi. - rispondo, sicura di me. - Tu puoi morire quando ti pare. Io non ho intenzione di fare nulla se non combattere.

- Itou-san? - mi chiama ancora.

- Eh?

- Non hai paura di perdere? - mi domanda, con un'espressione strana e preoccupata. - Sono molto forti…

- Certo che ho paura. - rispondo, alzandomi e sgranchendomi un po' le gambe. - Ogni secondo che combatto ho paura. Ho paura di morire. Ho paura di provare la sensazione del mio cuore che si ferma, mentre viene trapassato da una katana. Ho paura di sentire il mio sangue che lentamente abbandona il mio corpo. Ma… è normale. Quello che conta veramente è non mollare mai. Combattere. Finché si ha anche solo la forza di reggersi in piedi. Combattere. Quella è la sola cosa che ti mantiene in vita… sempre se hai voglia di vivere.

Lei sgrana gli occhi. Probabilmente i miei paragoni macabri non sono stati dei migliori, ma non m'interessa. Può anche tremare. Può fare quello che le pare. Mi ha chiesto un parere e io le ho risposto.

- Tu, Inoue… - le domando. Anche per riuscire a capire cosa l'ha spinta a farmi quella domanda. - Hai voglia di vivere?

Lei mi guarda. Sorride.

- Non lo so… molto spesso io…

- Niente autocommiserazione prego. - la freno subito. Insomma, se mi ripartiva con la tiritera 'se non fossi nata tutto questo non sarebbe successo', corro fuori, recupero - in un qualunque modo impossibile - la katana e le taglio la testa.

Lei sorride e si mette una mano dietro la testa.

- Forse hai ragione Itou-san… - cazzo se ho ragione! Non sai quanto mi rompi ogni volta che fai così!

- Ovvio che ho ragione. Ti ho fatto solo una domanda. Talmente semplice che ci si può rispondere o 'si' o 'no'. Quale scegli tu? - gli domando, avvicinandomi un poco a lei, mettendo le mani sui fianchi e osservandola.

Lei abbassa lo sguardo grigio. Probabilmente non sa rispondere se non fa un monologo o una premessa di almeno tre quarti d'ora prima. Sospiro.

- Io… - sta per dire, alzando il volto e guardandomi.

Veniamo interrotte dalla porta che si apre, lasciando spazio ad una visione alquanto buffa.

Insomma, ora ditemi chi di voi vede Ulquiorra che porta un carrello con sopra del cibo. Per me Aizen gli ha somministrato qualcosa di strano.

Pensare che, più semplicemente, quello che lo porta di solito oggi non c'è, no, eh? Perché, è forse un problema?

Lo guardo sbalordita, poi piano piano inizio a ridere. Sempre fissandolo, mettendomi una mano davanti alla bocca per non ridere troppo forte.

- Perché ridi, femmina? - mi chiede lui.

Poco a poco mi riprendo, guardandolo. Ora non è più dietro al carrello e questo di certo è un bene per le mie povere guance, che fanno male.

Molto male dopo la bella risata che mi sono fatta.

- Il vostro pasto. - dice.

Io mi avvicino a guardare.

Ma per chi ci ha scambiate, per gli ebrei nei campi di concentramento?

Io quella brodaglia mi rifiuto di mangiarla.

- Se questo si chiama pasto allora quello che cucina Inoue è da grandi chef. - commento.

- Come, Itou-san? - domanda lei, sentendosi presa in causa.

- Lascia stare. - rispondo. Poi mi volto verso di lui. Noto che mi sta fissando, come se aspettasse che dicessi qualcos'altro.

No, ho finito, mi spiace deluderti. Mi torno a sedere sul divano.

- Hai intenzione di non mangiare? - mi domanda, penetrandomi con quei suoi occhi verde petrolio e fissandomi profondamente, quasi mi volesse far annegare in quello sguardo.

- Ma come siamo intuitivi. - rispondo acida.

In meno di un secondo me lo ritrovo davanti, le mani in tasca e lo sguardo sempre più opprimente.

- Credo sia più intelligente mangiare, senza fare storie. - mi dice. Ricambio lo sguardo, anche se vorrei distoglierlo. Mi sta uccidendo…

- Non m'interessa che cos'è più intelligente… - rispondo. - Non ho fame.

Non realizzo neanche che cosa è successo. che mi ritrovo il piatto fumante a un palmo dal naso. Posso sentire il fumo caldo finirmi in faccia e infastidirmi non poco quando mi entra nelle narici. Avverto la sua presa sulla mia nuca, attraverso i miei capelli. Sulle mie braccia, che fanno male per come sono piegate dietro la schiena.

- Io mi deciderei… - dice, spingendomi lentamente verso il piatto bollente. - A meno che tu non voglia finire ustionata.

Tento di opporre resistenza, ma è decisamente difficile. Dannazione, non riesco neanche a far valere le mie idee!

Non voglio mollare, ma non voglio nemmeno farmi così male solo per uno stupido capriccio!

No, questa volta non mollerò. Per quanto doloroso possa essere… non ho nessuna intenzione di mostrarmi debole.

Mi mordo la lingua, non appena sento il liquido bollente carezzarmi la fronte e le guance. Il naso… Chiudo gli occhi e trattengo il respiro.

Non so per quando tempo ha tenuto il mio viso sotto quell'acqua. So solo, che quando mi ha lasciata andare, il volto non lo sentivo più. Gli occhi vedevano sfocato e quello che vidi dopo fu il soffitto… visto che ero caduta a terra, mettendomi successivamente le mani davanti al volto. Rannicchiandomi il più possibile sul pavimento. Mi contorco dal dolore. Ma cerco di non emettere alcun suono. Nonostante sento che sul mio viso c'è poca pelle sana. La sento ruvida e tremendamente dolorosa… calda. Non oso pensare a che aspetto abbia il mio viso adesso. Sono contenta di non aver mai amato gli specchi e di non averne uno qui, ora.

Sento Ulquiorra che mi guarda ancora un po', poi si volta verso Inoue.

- Se non vuoi provare anche tu la sua stessa sensazione ti consiglio di mangiare. - dice.

Gli obbedisce subito. Anche se non vedo lo so. Sento il rumore del cucchiaio sulla ciotola, e il liquido che viene bevuto dalla ragazza.

Poi il carrello che viene trasportato via e la porta che si chiude.

Delle mani agitate e tremolanti mi voltano supina. Agitata.

- Cosa diavolo ti preoccupi? Non è niente. - dico.

Non è niente un cazzo, fa male eccome! Ma è stata colpa mia, quindi non ho intenzione di fare la vittima.

A fatica mi alzo e la guardo. Vedo i suoi occhi sgranarsi dal terrore. Cavolo… devo avere proprio un brutto aspetto.

Mi alzo da terra e mi siedo sul divano. Lei mi guarda e mi si avvicina.

- Se intendi consolarmi sappi che non lo farai. - dico, sdraiandomi e chiudendo gli occhi.

Dopo un po' li apro, trovandomi sotto una barriera arancione di mia conoscenza. Mi volto verso di lei. Ahh… è proprio un suo vizio fare le cose non richieste, ah?

Bah, per questa volta ci passerò sopra. Almeno sta facendo qualcosa di utile.

Una volta finito mi tocco il viso. Avverto nuovamente la pelle liscia, candida e 'viva', del mio volto.

Mi volto a guardarla e accenno un sorriso, un cenno del capo in segno di 'grazie'. Inoue prima mi guarda confusa, poi sorride.

Questa gliela farò pagare a quell'espada del cavolo! La prossima volta che entra vedrà cosa gli faccio!


Era da un po' che correvano in quella specie di tunnel, camminando sulla scia del loro reiatsu. Nonostante i luoghi cambiano, gli atteggiamenti da parte dei suoi compagni non cambiavano mai.

Ishida era sempre il solito, a fingersi suo nemico e poi a combattere al suo fianco. Solo il troppo orgoglio, gl'impedivano di ammettere che ci teneva ad aiutarlo e a sconfiggere i nemici assieme a lui. Prova a farglielo dire. Era un'impresa bella e buona.

Ecco, mancava poco che non inciampasse.

- Dannazione! - esclamò Ichigo.

Detto da Urahara il sentiero creato dalle particelle spirituali era facile da creare. Infatti era così. Era lui a fare schifo in queste operazioni.

Continuò a correre, verso l'entrata dell'Hueco Mundo.

D'un tratto senti qualcosa spezzarsi e dopo essersi voltato, intravide Chado che stava per cadere a terra. Ecco qua, un'altra dimostrazione della sua incapacità in certe situazioni.

Eppure nonostante sapesse quanto era importante per loro, arrivare integri dall'altra parte, non riusciva a fare di meglio.

Shinji aveva detto lui che si sarebbe dovuto occupare solo di salvare Inoue, eppure non riusciva a pensare di salvare solo una persona.

Insomma, quell'altra ragazza, Harumi. D'accordo che era un vizard, che sapeva combattere e che, sicuramente, si sapeva difendere. Ma se era stata portata via anche lei da Ulquiorra, allora voleva dire che non era abbastanza forte per tenere testa a quel tipo.

Iniziava a sospettarlo di non esserlo neanche lui. Di non essere all'altezza di nessuno degli arrancar. O meglio… di nessuno degli Espada.

Bastava pensare a Grimmjow, quel tipo dai capelli blu. Erano tutti così forti? Oppure c'era una qualche graduatoria? Non che gli importasse più di tanto poi. A lui bastava che qualcuno toccava i suoi amici. Poi se erano fortissimi o deboli la cosa non cambiava. Lui si batteva contro di loro e molte volte riusciva a vincere. Perché se la metteva tutta. Non ricordava una battaglia che avesse fatto per sé stesso.

- Stai bene, Chado? - domandò, notando l'amico che risaliva sul suo penoso sentiero.

- Che patetico… - mormorò Ishida mentre volava. Cosa? Volava? - Non riesci a fare un sentiero migliore?

- Non rompere! Ho appena detto che faccio schifo in questo genere di cose! E che diavolo è il tuo?! - esclamò poco dopo, indicandolo.

Ed ecco che iniziavano a litigare. O meglio… Ishida ad insultare le sue scarse capacità di manipolazione del reiatsu. Ichigo a difendersi ed arrabbiarsi per quello.

- Adesso ti uccido! - gridò Ichigo dopo l'ennesimo insulto. Correndogli incontro, ma inciampando sul suo stesso sentiero.

- Va bene, io vado. - rispose Ishida, svolazzando via con quella sua sottospecie di skateboard volante.


Che noia… guardare fuori dalla finestra non è molto diverso dal perdere la cognizione del tempo. Sempre buio… Ora capiva il perché si chiamava Las Noches.

- Tu non ti annoi? - domando d'un tratto ad Inoue. la quale si volta a guardarmi confusa. - Si, insomma! Qui, ferme, a non far niente! Senza nemmeno poter combattere!

Inoue assume un'aria pensierosa, poi sorrise, mettendosi un braccio dietro la testa.

- Tu Itou-san pensi sempre a muoverti, non riesci a stare ferma un mezzo secondo! - esclama sorridendo.

- Esatto! Tu come fai a stare così tranquilla seduta su quel divano del cavolo? - sul quale poi io non ho mai dormito, ho sempre preferito dormire per terra e lasciare il posticino comodo e caldo solo a lei. Si sta decisamente più comodi piuttosto che dormire insieme. Lei si era offerta gentilmente di prendere il mio posto. Ma sicuramente dopo non sarebbe riuscita a dormire.

Dopotutto lei non c'è abituata. Io si. Da piccola, nella mia stanza, adoravo dormire per terra, perché sentivo una base solida e ero sicura del fatto che non sarei caduta, come invece succedeva spesso quando stavo sul letto.

- Io… semplicemente non saprei che fare, quindi aspetto.

- Che cosa?

- Oh?

- Che cosa aspetti? - domando.

- Mmmm… aspetto, non so esattamente cosa. - sorride.

Cos'ha da sorridere se non sa nemmeno quello che vuole? Io sarei arrabbiata con me stessa semmai non lo sapessi. Cosa che però so perfettamente.

- Anche perché… - sta per continuare Inoue.

- Shh! - esclamo avvicinandomi alla porta. Ho sentito dei passi. Molto probabilmente sta arrivando. Bene, sta arrivando l'ora della mi vendetta.

- Itou-san… cosa…?

- Shh!!! - esclamo più forte.

Inoue mi guarda senza capire. Non c'è bisogno che capisca. Quello che serve è che se ne stia zitta.

Dunque… se mi metto qui dovrebbe andare bene. Nonostante non sembri, la reiatsu la so nascondere benissimo. Quindi ci sono buone probabilità che non si accorga di me.

Certo, senza Ran no kaze è molto più dura. Dopotutto quella katana se non è una parte di me poco ci manca. Sarà dura combattere senza, ma questo non vuol dire che non ci proverò.

La porta si apre lentamente, facendo entrare prima l'Espada. Faccio in tempo a chiuderla, prima che entri anche l'altro con il carrello.

Ulquiorra si volta verso di me e io, pronta a vendicarmi per quanto mi ha fatto, gli salto addosso, cercando di colpirlo. Cosa che non funziona nemmeno a pagarla. Mi blocca subito. Le sopracciglia leggermente alzate, come stupito dal mio gesto. Ma non poi tanto impressionato.

Un secondo è bastato, per trovarmi attaccata alla parete, con la sua mano stretta al mio collo. Scalciare non serve a niente, o non lo colpisco o non gli faccio nulla. Questa sensazione di impotenza che sto provando in questo momento… mi da la nausea.

- Attaccarmi alle spalle, abbassando al minimo la tua reiatsu non basta a farmi abbassare la guardia. - mi dice, stringendo di più la presa sul mio collo.

Mi manca l'aria e sento il mio viso riscaldarsi, assieme a una forte sensazione di vertigine. Tento di scacciare via queste sensazioni, guardandolo. Ma i suoi occhi sono anche peggio. Peggio che guardare in faccia la morte e non vedervi nulla. Peggio di sprofondare in un abisso di veleno, che lentamente ti succhia via le energie vitali.

Mi sento sprofondare…

Come se fosse la prima volta che respiro, sento l'aria che mi entra nelle narici e si deposita nei polmoni. Non ricordavo quanto fosse bello respirare, probabilmente è una cosa talmente abitudinaria che te la dimentichi.

Come tutte le cose, quando la perdi ne senti la mancanza, quando ce l'hai sempre non avverti nemmeno che esiste.

Sono a terra. Le mani leggermente tremanti posate sulla gola. Gli occhi sbarrati e il respiro tremendamente irregolare e ansimante.

Sarebbe bastato ancora qualche minuto che sarei morta.

Tento di alzarmi. Ma lo faccio in modo troppo brusco… vedo tutto nero e sono costretta a poggiarmi alla parete dietro, se non voglio rischiare di cadere a terra, e fare la stessa fine di un sacco di patate gettato via. Le unghie graffiano sul muro, mentre piano piano acquisto di nuovo la vista e guardo l'Espada che mi sta di fronte e che mi fissa. Perché non mi guarda con disprezzo? Perché non mi fissa con pietà? Perché non muove un dannato muscolo per farmi capire che cosa prova?!? Come mi giudica. Se mi reputa un'idiota. Se mi reputa una semplice sciocca ingenuotta - questa descrizione si addice a qualcun altro. Perché non mi mostra nulla? Anche nelle battaglie… per quanto possa essere straziante, doloroso e rompiscatole, c'è bisogno di sapere che cosa pensa il nemico di te.

Voglio saperlo! Perché non me lo mostra?!? Perché?!?

- Che hai… - dico, ansimando, anche se meno rispetto a prima. - … da guardarmi… così?

- Vedo che sei stata curata dopo l'ultima volta. - dice. Nonostante la sua voce sia calma e incolore, giunge alle mie orecchie come una presa in giro. Come se volesse ricordarmi di non essere riuscita a fare niente contro di lui. Niente di quello che avevo sperato. Mi sarebbe bastato anche un pugno ben assestato e sarei stata contenta e fiera di me. Ma non sono riuscita neppure a fare questo.

- Fottuto… bastardo… - mormoro. Poi faccio un respiro profondo. Acquistando un po' più d'aria, ansimando sempre meno.

Lui chiude gli occhi, poi li riapre. Si avvicina alla porta e la apre, facendo entrare l'arrancar con il carrello. Quello che c'era sempre stato tranne l'ultima volta.

Fisso sia lui che Ulquiorra con odio. Brutti bastardi che non sono altro…

E dire che hanno rapito me e quest'altra per farla passare da traditrice. Magari agli occhi degli altri, ma Ichigo dubito che ci abbia creduto. Anzi, poco ma sicuro, sta venendo qui per salvarla.

Molte volte devo ammettere che mi sarebbe piaciuto non essere in grado di difendermi. Almeno avrei qualcuno che si preoccupa a tal punto da venirmi ad aiutare. Ma tutti hanno fiducia nelle mie capacità combattive e sanno che non voglio che si mettono in mezzo. Perché io ho detto loro così. Perché… mi sentirei debole se non fosse così. E al ci là del fatto che vorrei che qualcuno si preoccupasse in questo modo per me, devo ammettere che vince la voglia di sentirsi forte e indipendente. Se ho bisogno d'aiuto non sono io a deciderlo. Perché secondo i miei standard non ne ho avuto mai. Ho sempre preferito una katana conficcata nel corpo. Ho sempre lasciato agli altri il momento di decidere se mi dovevano aiutare o meno. Io, a chiedere il loro aiuto, non mi vedo.

- Anche stavolta farai storie? Preferisci davvero che ricorra alle maniere forti? - mi domanda l'Espada, fissandomi.

No, questa volta no… non ho voglia di provare altro dolore inutile.

- Affatto… - dico avvicinandomi al piatto. Sembra ci sia più verdura dell'altra volta. Boh…

Anche Inoue fa lo stesso. Mangiamo in silenzio. Lei rassegnata. Io con la faccia disgustata e abbastanza velocemente. Sento gli occhi dell'Espada fissi sui miei e mi danno un leggero fastidio. Ma tento di non badarci… prima o poi… quegli occhi li rivedrò solo nei miei incubi. Dopo averlo ammazzato.



Angolo dei desideri 6 - Castello girotondo!!!


Meme: Allora!! ^o^ Sapete, dopo tutte queste scene macabre la mia voglia di scrivere sta aumentando a dismisura, mi chiedo se non dovrei mettere 'non per stomaci delicati'… viste le scene future ^.^


Harumi: *nell'angolino a fare cerchietti*


Meme: Che ti prende cara la mia creazione? ^o^


Harumi: *sguardo malefico*


Meme: *inizia a tremare* ^°^" Ehm, ehm… bene… allora vediamo un po'… che posso dir…


Harumi: *attacca Meme al muro con fare minaccioso* Dì un po' autrice della mia katana, io sono un vizard si o no? >.<


Meme: Si, p-perché? O.O


Harumi: Quando diavolo avresti intenzione di farmi tirare fuori la maschera, ah? >o<


Meme: In questo momento no di certo u.u Sarebbe alquanto sciocco farti tirare fuori la maschera solo per un piatto di minestra u.u


Harumi: Grrr…


Meme: Aiuto ç.ç


Urahara: *sventolando due ventagli per via del caldo soffocante* Meme-san è troppo impegnata a tentare di spiegare ad Harumi il perché la maschera non la può usare ancora ^ ^ Quindi…


Meme: Ma che troppo impegnata! L'ho stesa subito! *sguardo eroico*


Urahara: Che metodo losco hai usato stavolta? ^o^


Meme: Sonnifero >.< Muahahahahah!!!! ^o^


Urahara: *gocciolone enorme*


Meme: Bene… :) è la prima volta che ringrazio, uh come sono emozionata! >.< Ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite: AriCastle66, CharliesMakingMeSmile, Cigarettes, deidara_love_artist, fenicex8, Justice_Law, LullabyMylla, orihime02 e Silent_Warrior… che spero mi faranno sapere presto la loro opinione sulla mia prima ff su Bleach ^ ^ In più un grazie speciale a viola97… che anche lei mi farebbe un grandissimo piacere se mi desse la sua opinione ogni tanto :D Alla prossima!!! ^o^

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Capitolo 8
*** Allenamento o combattimento? ***


- Non ho bisogno di 'allenarmi'… - pronunciò quelle parole quasi come le stesse sputando.

L'arrancar si limitò a chiudere un attimo gli occhi, per poi investirla nuovamente con il verde petrolio delle sue iridi.

- Allora combatti… Come se dovessi uccidermi.


Erano un po' di giorni in effetti, che stavo per arrendermi all'evidenza che - con molta, forse pure troppa, probabilità - non sarei riuscita mai a fuggire da lì. Come adesso del resto. Almeno che il caso, tanto gentilmente, non mi volesse aiutare. Magari far apparire qualcuno che potesse distrarli dalla loro sola occupazione in questo momento. Oppure un tizio, arrivato casualmente, che inizi a picchiarli pur di raggiungerci. O magari, qualcuno che non conosco, che casualmente è venuto a salvare una… Okay, lo so che avete capito, voglio Ichigo!!! Per la miseria, se ci tiene così tanto a salvare questa stupida che divide la stanza con me, perché diavolo non si muove?!?

Sbuffo, stendendomi sul divano… mettendo le braccia dietro la testa e accavallando le gambe. In un ragazzo questa posizione farebbe molto figo… a me basta stare comoda e non sentire chiacchiere inutili attorno.

Sento la porta che si apre e capisco all'istante di chi si tratta. Insomma, quel passo così calmo ce lo può avere solo lui. Apro prima un occhio, poi l'altro, scorgendo una figura bianca e dai penetranti occhi verdi, osservarmi.

- Che c'è? Non si può dormire? Non mi pare ci siano altre cose che si possono fare… - dico, guardandolo.

Perché ha quello sguardo così profondo? Perché mi fissa in quel modo? Distolgo lo sguardo, dandomi mentalmente dell'idiota. Io non ho mai distolto lo sguardo in vita mia. Ma uno così intenso… non sono riuscita a reggerlo.

Sento ancora i suoi occhi premuti addosso, mi sento terribilmente a disagio. Probabilmente perché non sono occhi umani… se fossero umani, tornerei a guardali senza problemi.

- Itou-san? - mi domanda Inoue, con tono preoccupato. Mi volto a guardarla e mi guardo anche intorno. Ulquiorra è sparito. Probabilmente mi ha guardata perché ha trovato strano che non gli sia saltata addosso. Questa frase non è assolutamente da fraintendere. Intendevo semplicemente dire vendetta. Vendetta. Solo questo.

- Dimmi. - rispondo, guardando la ragazzo.

Sorride.

- No, nulla, volevo solo chiederti se non avevi fame. - dice, sempre sorridendo.

Guardo il pezzo di pane tra le sue mani. Strano, mi sarei aspettata la solita brodaglia. Probabilmente dovevano risparmiare acqua per il tè. Conosco Aizen. Lo conosco dannatamente bene. Dopotutto, è grazie a lui se mi è successo questo.

- Ah, grazie… - rispondo, assente, prendendo il pezzo dalle sue mani e addentandone una piccola parte. Non sento nemmeno il sapore del cibo, tanto sono persa nei miei pensieri.

Guardo verso Inoue, Ichigo sicuramente starà venendo a salvarla, mentre io aspetto lui come se aspettassi un pretesto per scappare. Mi sento un'idiota. Abbandono il pezzo di pane e mi giro su un lato. Chiudo gli occhi. Mi sento davvero stupida. Stupida ed egoista. Perché, dopotutto, spero che Ichigo non sia da solo… Spero che siano venuti anche i miei amici con lui. Ma io ho chiesto loro di non venire. E loro, come sempre, mi ascolteranno. Mi ascoltano sempre quei dannati! Mai una volta che non mi dessero retta!

Perché non riesco a far conoscere la parte di me che vuole essere protetta?

Sbatto un pugno sul divano. Facendo sobbalzare Inoue. Tanto forte da formare un buco.

La ragazza mi guarda con gli occhi spalancati, non comprende. Oh, ma che novità! Nessuno comprende! Nessuno!

Calmati. Calmati… Devo respirare. Questo non riesco a fare! Questa cosa mi sta facendo impazzire! Starsene qui, senza fare nulla! Tentare di combattere e non riuscirci! Equivale a provare di gridare a squarcia gola, senza riuscire ad emettere un suono. Quando torna quel tipo, lui almeno mi sbatteva nel muro, mi faceva provare dolore!

Ultimamente si limita a bloccarmi! Questa cosa mi da sui nervi! Combatti contro di me! Combatti! Fammi provare qualcosa…

Sgrano gli occhi. Che diavolo mi prende? Cos'è tutta questa voglia di combattere improvvisamente? E poi con quel tipo?

Mi guardo intorno. Sono davvero così disperata, per il fatto che sto dentro a queste quattro mura?

- Inoue? - la chiamo.

Si volta verso di me, perplessa. I miei scatti non le fanno bene.

- S-si, Itou-san?

Mi siedo a gambe incrociate e la fisso.

- Non che m'interessi, ma credi che Ichigo verrà a salvarti? - le chiedo.

Il suo sguardo si fa sfuggente e dalla sua espressione, si capisce quanto sia impacciata a realizzare certe cose. - Non sto chiedendo se credi in lui perché è forte,… o tutte queste cazzate qua… Voglio solo sapere se pensi che da un momento all'altro quella porta non sarà aperta da Ulquiorra, ma da Ichigo!

Mi guarda, poi si porta la mano a posarsi sulle labbra. Non lo sa. O meglio, si vergogna a dirmelo.

Sbuffo.

- Fa niente…

- Itou-san? - mi volto di nuovo verso di lei. - Io, non credo… spero. Ci spero, si.

Sorrido appena.

- Bene, in questo modo non mi sentirò la sola stupida a pensarci. - rispondo, stendendomi a terra e mettendomi a dormire.

Poco dopo sento anche Inoue coricarsi. Chissà se gli espada dormono, oppure se restano svegli per tutto questo tempo. Non si annoiano? Che diavolo fanno per passare il tempo?

Harumi, perché ti vengono in mente sempre certe cose? Però, in effetti… o si scannano a vicenda oppure si… non lo voglio sapere.

- Itou-san?

- Ah? Inoue? Sei sveglia? - domando, stupita.

- Mmm… - risponde. - Non riesco a prendere sonno…

Non rispondo. Aspetto che sia lei a continuare.

- Stavo pensando ad una cosa… p-probabilmente di darai della stupida, eh eh… ma…

Mi volto velocemente.

- Dillo e basta, senza troppi giri di parole, per favore! - esclamo, abbastanza scocciata.

La vedo stringersi nelle spalle, per poi voltare il capo verso di me, a guardarmi titubante. Che diavolo vuole, insomma?

- Volevo sapere come mai hai chiamato quell'espada per nome, visto che a me… beh… hai sempre chiamato per cognome.

Sgrano gli occhi.


Il sorriso enigmatico sul voto di quell'uomo non si sarebbe mai spento, figurarsi in un momento del genere.

- Aizen-sama.

L'uomo si voltò verso la voce incolore dell'espada. Sorridendo.

- Si? Ulquiorra.

- Ho una richiesta da farvi. - disse. Diretto, senza emozioni. Questo era Ulquiorra Schiffer e questo sarebbe rimasto.

Anche quella mattina, quella ragazza non aveva provato ad attaccarlo. Questa cosa lo aveva lasciato abbastanza perplesso. Era convinto di aver capito che, per quella ragazza, reagire era tutto. Per questo continuava ad attaccarlo. Quando poi aveva smesso, si era sentito come… sconfitto. Non aveva capito quello che gli si era posto davanti. Non aveva capito cosa provava quella ragazza quando lo vedeva. Prima lo attaccava sempre e ora non lo attaccava più. Questo comportamento non riusciva a spiegarselo. Dal suo sguardo poteva benissimo vedere che avrebbe voluto vederlo crepare lì, sciogliersi nell'acido in quel preciso momento. E godere di fronte a quello che ne restava, al nulla. Allora perché rinunciava ad attaccarlo? Non si era arresa, no… allora perché?

- Dimmi. - disse Aizen-sama, posando il mento sul dorso della mano e guardandolo. Con il solito sorrisetto.

- Vorrei avere il permesso di testare le capacità di Itou Harumi. - disse.

Aizen-sama non cambiò espressione.

- Permesso accordato.

Nessuna domanda, come se già sapesse quello che frullava in testa all'espada.

- Dove posso portarla?

- Nella stanza accanto. - rispose semplicemente.

Un breve inchino e l'espada si congedò. I discorsi con Aizen-sama erano sempre brevi. A volte si chiedeva se c'era davvero bisogno di andargli a chiedere il permesso di fare qualcosa. O se lui lo sapesse già.


Ora ditemi, che cosa ho fatto per essere premiata in un modo così bello? Perché o mi stanno per uccidere, oppure mi stanno per fare un favore eccezionale!

Ora mi spiego…

All'improvviso entra nella stanza Ulquiorra. Cosa che non mi stupisce, visto che lo fa sempre. Ci porta la 'colazione'. Se così si può dire… Continua a fissarmi. Non ho fame e non mangio. Lo ammetto, ci facevo a posta per trovare un pretesto per combattere. Eppure lui ha continuato a fissarmi, e basta. Poi ha fatto andare via l'arrancar con il carrello.

- Vieni con me, femmina. - mi dice. Okay, chiunque dica una cosa del genere, senza un nesso, senza un motivo, può essere preso per matto. Cosa che ho fatto io.

- Eh? Sei forse ubriaco? - lo guardo. - No, direi di no… sarebbe troppo divertente se fosse così.

Continua a fissarmi.

- Alzati e vieni con me, femmina. - ripete.

- Si può sapere che vuoi? Cosa… Ehi! - non finisco la frase che mi ritrovo in piedi. O meglio… con i piedi che penzolano. Mi sta tenendo su per un braccio, mentre io mi dimeno come una forsennata. - Che diavolo fai?!? Mettimi giù!

- Non avendomi voluto seguire da sola, ho pensato che non ti saresti mossa da lì. - dice.

Vorrei picchiarlo. Sto fremendo dalla rabbia.

- La tua reiatsu in questo momento, anche i vermi la staranno percependo. Trattieni per cinque secondi la tua voglia di uccidermi.

- Va bene, ma lasciami.

Mi lascia andare e io, colta impreparata, cado a terra di sedere. Con un tonfo sordo che mi fa uscire le lacrime.

- Non potevi avvertirmi, troglodita?

Mi lancia uno sguardo indifferente come risposta.

Digrigno i denti, mentre iniziamo a muoverci, uscendo dalla stanza. Ovviamente, sotto lo sguardo sbalordito e confuso di Inoue.

Pochi passi e entriamo in un'altra stanza, completamente vuota e bianca. Bianca… quel colore, che un tempo adoravo, sto iniziando ad odiarlo.

- Che ci facciamo qui? - domando. Poi il mio cervellino inizia a lavorare e a elaborare delle teorie. - No, aspetta! Avete capito che è stato troppo crudele rinchiudermi con Inoue, quindi mi avete cambiato camera! - il suo sguardo apatico è difficile da interpretare. - Dimmi che è così, ti prego…

- Tu parli decisamente troppo, femmina.

Incrocio le braccia e alzo un sopracciglio.

- Da che pulpito…

- Ti ho portata qui con uno scopo ben preciso. - dice d'un tratto.

- Non è che questa frase mi chiarisca le idee… - in un secondo me lo ritrovo vicinissimo, ad un palmo dal naso proprio.

Sento le gote riscaldarsi. Sto… arrossendo? beh, è ovvio! Uno così che ti viene vicino in così poco tempo… io… sto vaneggiando come una micetta in calore. Contegno Harumi, contegno.

- Voglio testare le tue capacità, femmina. - continua a dire, spiegandosi meglio.

No, aspetta… testare le mie capacità? Che vuol dire? Non credevo fossi io il pollo d'oro qui.

- Prego? - dico infatti, sbattendo un poco le palpebre. - A che ti serve?

- La tua reiatsu si alza e si abbassa quando io sono presente. Ciò che voglio capire è perché. - però, di certo non ho mai conosciuto qualcuno che dica la verità in modo così esplicito. Se non può dire una cosa sta in silenzio, ma non mente. Che tipo…

- Ti interessa così tanto?

- Altrimenti non sarei qui. - dice. Tutto questo suona come un maestro che deve allentare un allievo.

- Non ho bisogno di 'allenarmi'… - pronuncio queste parole quasi come le stessi sputando.

L'arrancar si limita a chiudere un attimo gli occhi, per poi investirmi nuovamente con il verde petrolio delle sue iridi.

- Allora combatti… Come se dovessi uccidermi.

Queste parole mi colpiscono al petto con l'a forza di mille katana. Posso sentire il dolore trapassarmi il petto. Davvero posso? Oppure è un trucco?

- Mi prendi per il culo… - mormoro incredula.

Ma non ha l'aria di uno che scherza. Quando mai?

- Colpiscimi. - dice, lanciandomi qualcosa.

- Ma sei scemo? Non si lancia una katana in questo… - la guardo. - …modo.

Ran no kaze è di nuovo tra le mie mani. Non ci posso credere. La mia zanpakuto è di nuovo con me! Vorrei abbracciarla, se questo non equivarrebbe a suicidio sicuro. Taglia.

- Colpiscimi.

Lo guardo un attimo, impugnando la mia katana, felice.

- Non sguaini nemmeno la spada, ah?

- Non è necessario. - risponde, aspettando il mio attacco.

Bene… ora vedrà di cosa sono davvero capace.


Bene, Ichigo, poteva dedurre che dopo aver ricevuto un pugno in faccia - dai suoi cari amici Renji e Rukia - dopo aver incontrato una bambinetta arrancar decisamente schizzata e poco sana di mente, ci mancava solo una altro tizio strano - come quello di fronte a lui - e la sua giornata era completa.

Erano entrati da poco nell'Hueco Mundo e già le cose si stavano facendo esasperanti per il povero shinigami gusto fragola.

- E tu saresti…? - domandò una volta che quel tizio, non ben identificato, si fu voltato verso di loro.

Un ragazzo, abbastanza alto, capelli neri e occhi di un giallo profondo e luminoso. La divisa è identica a quella degli shinigami.

- Yo, ragazzi! - fa sorridendo, come se li conoscesse da tempo.

Renji e Rukia sgranano gli occhi, scambiandosi uno sguardo interrogativo.

- Sei uno shinigami? - domandò Rukia.

- Ma che…? - stava per dire Renji, portandosi una mano sulla testa con fare confuso. - Chi diavolo sei?

- A quale brigata appartieni? - continuò a chiedere Rukia.

- Quante domande in una volta sola… - mormorò il ragazzo, mettendo le mani sui fianchi e avvicinandosi alla combriccola di ragazzi e tizi strani. - Mi chiamo Eichiro e si, sono uno shinigami. Sono il sesto seggio dell'undicesima brigata.

Sgranarono tutti gli occhi, o meglio, tutti quelli che sapessero che cosa fosse l'undicesima brigata.

- Itsigo? - domandò Nel, guardandolo preoccupata.

Ichigo non gli rispose, troppo preoccupato a fissare con occhi sgranati lo shinigami davanti a sé.

- E cosa ci fai qui? - gli domandò infine.


- Ran no kaze! - esclamo. I ventagli tornano padroni delle mie mani. Lo sguardo dell'espada non cambia minimamente. Ma è ovvio, questa mossa l'ha già vista. Sorrido, mentre mi passo una mano davanti al viso, rivelando ciò che finora non gli avevo mai mostrato.

Posso vederlo impercettibilmente sgranare gli occhi. Direi che è un poco stupito. Mi basta, sono riuscita a incuriosirlo ancora di più.

- Una maschera hollow? - mi domanda.

Annuisco. Esatto. Ho una maschera hollow. Un teschio più o meno normale, forse i denti un poco sporgenti, con tre segni neri sul capo e tre - più piccoli - sotto entrambi gli occhi. Sulle guance.

- E ora preparati! - esclamo, incrociando le braccia e posizionando i ventagli di fronte al me. Parto all'attacco. I miei movimenti sono più veloci e i miei sensi più affinati. Mi sento veramente bene in questa forma! Come se mi fosse sempre appartenuta.

Riesco ad arrivargli alle spalle e a sfiorargli il collo.

Aveva detto di attaccarlo con l'intenzione di ucciderlo, giusto? E così sarà…

Continuo a provare a colpirlo con i ventagli, mano dopo mano i mie attacchi vengono tutti parati. Lo sguardo è apatico, sembra che non gl'importi di combattere.

Gliela farò venire io la voglia! Aumento la velocità degli attacchi. Lui continua a parare, mentre avverto le mie braccia che gridano di dolore per lo sforzo.

Non ho alcun interesse di ascoltarle.

- Ha no sensu! - esclamo ed ecco i miei ventagli acquistano le lame e la loro orchidea, scolpita sul dorso.

Le lancio. Questa volta viene colto impreparato e riesco a fargli due graffi, uno sulla spalla, tagliandogli la veste candida, l'altro sul fianco.

Sto per riattaccare, quando me lo ritrovo alle spalle. Mi sferra un colpo alla schiena, velocissimo. Posso avvertire la colonna vertebrale vibrare e le gambe che cedono in un istante, facendomi cadere in ginocchio. Il tempo di due respiri e mi rialzo. Mi volto verso di lui e provo di nuovo a colpirlo. Un colpo al mio polso, il ventaglio mi cade a terra e, prima che riesca a recuperarlo, mi accorgo di un dolore fortissimo alla schiena, dopo essere stata sbattuta contro la parete. La mia maschera si incrina, lo posso avvertire. Non gli do peso e scatto in avanti, riuscendo a colpirlo al fianco, ma senza fargli chissà che.

Continuo ad attaccare.

- Tira fuori quella maledetta zanpakuto! - esclamo. Sono fuori di me dalla rabbia. Non usa neanche un'arma. Non mi considera abbastanza forte, forse?

Ma poi… perché ha voluto combattere contro di me? Formulo questo pensiero e non vedo il colpo che mi colpisce dritto in faccia. Frantumando la mia maschera in quel preciso momento.

Sgrano gli occhi, non ci posso credere… Non sono riuscita neanche una volta a tenergli testa.

Scivolo a terra, ansimando. No, posso ancora combattere se voglio. Si, lo so. Posso ancora. Quanto tempo è passato? Questione di pochi minuti e mi ha messo fuori gioco, nonostante abbia tentato di tutto.

Alzo lo sguardo verso di lui.

- Facciamo i supplementari? - gli domando.

Lo vedo abbassarsi verso di me e fissarmi negli occhi. Cosa vuole ancora? Perché mi guarda così? Perché mi fissa in quel modo? Mi mette… a disagio.

Distolgo lo sguardo e mi alzo, la gamba mi fa male, prima di inciampare su me stessa, mi aggrappo a lui per il petto, strappandogli la divisa - visto che ha un equilibrio da far invidia.

Fisso il petto candido, macchiato da un tatuaggio.

- Quattro? - domando stupita. - Mi prendi in giro? Sei solo la Cuarta espada?

Non ci crederò mai…

Lo fisso stupefatta, lui non sembra affatto toccato dalla cosa.

- Si. Sono solo la Cuarta espada. - dice, ripetendo e confermando le mie parole.

Mi vuole forse far credere che ce ne sono altri tre più forti di lui? Assurdo…

Il rumore della porta che si apre e si richiude mi distrae dai miei pensieri, facendomi voltare. Okay… lo so chi è, giuro di saperlo…

Grimju, è così vero? Perché non mi suona?

- Grimmjow. - dice Ulquiorra.

Ops. L'ho sbagliato alla grande il suo nome. Che bello…

Un momento, ma quel tizio che ci fa qui? Lo fisso curiosa, ma lui mi guarda appena.

- Stavate combattendo, ah? - domanda.

- Mi pare anche ovvio… - rispondo acida.

Sorride, o meglio… ghigna.

- Quindi era tua la reiatsu di prima. - mi dice, continuando a ghignare e a mettermi i brividi.

Deglutisco.

- Che sei venuto a fare qui, Grimmjow? - chiede Ulquiorra.

- Non darti troppe arie, Ulquiorra! Cosa stavate facendo di così eccitante? - domanda, fissandolo da capo a piedi. Okay, capisco che se uno vede un ragazzo con la divisa strappata - in piedi - e una ragazza leggermente ansimante, ancora aggrappata allo strappo - a terra - potrebbe pensare male. Ma… ehi! Siete espada! Gli arrancar pensano male? O meglio… gli arrancar pensano a certe cose?

- Stavo testando le sue capacità. - risponde Ulquiorra, tranquillo.

- Tsk. Scommetto che ci si diverte a combattere contro una come questa! - esclama, guardandomi.

'Una come questa'?

- Ehi, donna! Perché non combatti anche contro di me! Dev'essere una noia mortale affrontare un tizio del genere! - fa, sempre ghignando.

Bene, il moro femmina, lui donna. Se c'è qualcuno che mi vuole chiamare anche 'umana' non mi sorprenderò affatto.

Ehi, un momento, mi ha appena chiesto di combattere? Lui è due numeri inferiore, magari potrei avere un po' di lode contro la Sexta espada.

- In effetti… - ammetto, ma vengo subito fermata.

- Abbiamo già finito. - dice Ulquiorra, avviandosi verso la porta. Mi alzo in piedi e fisso… Grimmjow, giusto? … Non sembra molto contento della risposta dell'espada. Mi fissa serio. Quello sguardo costringerebbe a dire 'Mi dispiace, non volevo. Non ci ho fatto a posta.'

Ma sono troppo orgogliosa, per permettere che parole del genere escano dalla mia bocca.

Lo guardo e faccio spallucce, raggiungendo Ulquiorra e uscendo dalla stanza.

- Ehi! - lo richiamo.

- Che c'è, femmina?

- Quando lo rifacciamo? - domando.

- La tua domanda ha una certa nota di masochismo. Ti piace tanto perdere?

Sto ribollendo di rabbia. La parola 'perdere', usata nelle frasi che si rivolgono a me, mi da sui nervi. Respiro profondamente, riprendendo il controllo di me stessa.

- No, semplicemente non ho voglia di passare tutto il tempo rinchiusa in quella stanza con… - prendo fiato. - con una del genere!

L'arrancar sembra neanche ascoltarmi. Oh, beh…

- C'è chiedere ad Aizen-sama. - risponde poi.

Sgrano gli occhi fissandolo. Ha davvero intenzione di farmi allenare ancora con lui? Vorrei gridare di gioia. Ma mi limito ad un mezzo sorriso e un'aria soddisfatta dipinta sul volto.



Angolo dei desideri 7 - Sono a corto di idee =.O


Meme: Bene! ^o^ *guardando Harumi* Contenta? La tua maschera è stata tirata fuori ^ ^


Harumi: *annuisce* u.u Vedo che le ore di tortura e minacce hanno funzionato u.u


Ichigo: Ti ha torturata? O.O


Meme: *annuisce piangendo* ç.ç Uèèèèèè!!!!!!!! Ulqui-chan!!!! ç.ç *gettandosi tra le sue braccia*


Ulquiorra: *dandole dei colpetti sulla spalla*


Ichigo: Ti sprechi Ulquiorra se la consoli?


Ulquiorra: ù.ù


Grimmjow: *strappando via autrice dalle braccia di Ulquiorra* Era ora che mi facessi apparire di nuovo, non credi?!? Vuoi che ti scateni addosso la furia della mia fan numero uno?


Tutti: *voltandosi 'leggermente scioccati' verso Grimmjow* … *voltandosi successivamente verso Harumi*


Harumi: Non guardate me, non sono io u.u


Tutti: *voltandosi verso meme*


Meme: *scuote il capo*


Tutti: *voltandosi verso nuova arrivata* … Nuova arrivata? O.O


Meme: Che ci fai tu qui?


LullabyMylla: Chi credevate che sia? ^.^ Meme, meme, mi stupisco di te *le da delle pacche sulla spalla*


Meme: Ah, già, dimenticavo che tu lo veneravi =.=


Urahara: *assente*


Meme: O.O Come assente? O.O Oh beh… ringrazio infinite chi ha avuto la voglia di commentare il capitolo precedente ^ ^ sappiate che accetto sempre volentieri le vostre recensioni *-* Quindi, come al solito, ringrazio chi ha tra le seguite e tra le preferite la mia amatissima ff ^o^ Alla prossima!!! *-*


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Capitolo 9
*** Che rottura di espada! ***


- Concentrati. - mi dice.

Vorrei prenderlo a calci quando mi da i consigli con quel tono. Sto ansimando. Non so neanche da quant'è che combattevamo. Ore. Ore e ore passate a spaccarsi le ossa. O meglio, a spaccarmi le ossa! Perché è ovvio che lui non si faccia un cazzo quando lo colpisco.

- Mi sto concentrando! - esclamo, furiosa, brandendo Ran no kaze - che mi sembra improvvisamente pesante.

- Allora combatti con la mente, non con la rabbia. - mi dice. Cosa? Mi sta per caso facendo una lezioncina? Mi vuole insegnare a combattere? Io so benissimo come si combatte! Mi fa solo arrabbiare!

Mi arriva improvvisamente vicino e con un tocco - che sembra quasi leggero - delle dita, manda - per l'ennesima volta - in frantumi, la mia maschera.

- Hai un buon controllo sull'hollow che possiedi dentro di te. - mi dice. Indietreggio di un passo, vista la vicinanza con Ulquiorra. - Ma quando combatti non ti concentri abbastanza, ti fai prendere troppo dalle emozioni e dal piacere di combattere.

Piacere di combattere? Aggrotto le sopracciglia, confusa e irritata.

- Certo che mi faccio prendere dal piacere di combattere! Io adoro combattere! Adoro fare a fette il nemico e migliorare sempre di più! Non ci credo che quando combatti non provi niente! Allora perché combatteresti?

- Perché è mio dovere farlo. - mi risponde, semplicemente. Come se fosse una cosa logica. Una cosa che farebbero tutti.

Sgrano gli occhi.

- Cosa? No, non può essere! Combattere non è un dovere! - esclamo tirandomi i capelli castani all'indietro, mostrando la fronte imperlata di sudore.

- Allora lascia che ti chieda, perché a te piace combattere?

Abbasso un attimo lo sguardo, non riuscendo più a sostenere il suo smeraldo.

Perché mi piace combattere? Eppure rispondere è così semplice...

- Perché mi fa sentire capace di qualcosa… - dico d'un tratto, guardandolo di nuovo in volto. Fino a pochi minuti fa, questa cosa la sapevano solo Shinji, Hiyori e il mio capitano. O meglio, quello che avevo avuto quando stavo ancora nel Seretei.

Ulquiorra rimane in silenzio, poi chiude un attimo gli occhi, riaprendoli poco dopo. Questa mossa la fa spesso.

- Capisco. - dice semplicemente. So che forse dovrei dubitarne, ma non ci riesco… Probabilmente non mi avrebbe detto che aveva capito se non fosse stato così, infondo di quello che mi dice, che sia bello o brutto… è come se sapessi che non mentirebbe mai. E questa cosa mi fa piacere. Perché almeno ho la conferma di non stare parlando a vuoto.

Avrei voluto dirgli: 'Dubito che mi capisci…' oppure 'Non provarci nemmeno, è inutile…' . Le frasi che di solito rifilo alle persone di cui non mi fido, oppure che non reputo all'altezza. All'altezza di capire quello che provo.

Ma quando quello sguardo smeraldo ha penetrato nelle mie iridi perla, fissandomi con quell'intensità che… Mi fa abbassare lo sguardo.

- Per oggi abbiamo finito. - mi dice. Nonostante la sua voce non sia diversa dal solito, incolore, apatica. Mi sembra quasi che risulti consolatoria.

Consolatoria… Solo una voce un tempo lo era. Solo la tua. Sembrano millenni, non secoli, che non lo vedo. Chissà se alla fine anche lui, ce l'ha fatta a diventare uno shinigami.

Era il mio migliore amico. O meglio, era il classico amico con il quale si cresce insieme, si vive l'infanzia, l'adolescenza, quelle robe lì…

E io gli volevo bene come se fosse stato mio fratello maggiore.

- Vieni? - mi volto di scatto. Dannato sonido. Mi è arrivato alle spalle in un attimo!

- Si, ma non farlo mai più!

- Fare cosa?

- Arrivarmi alle spalle in questo modo! Uno si può anche spaventare! - esclamo, mettendo le mani sui fianchi e fissandolo.

Lui mi fissa, come sempre. Ormai ci sono abituata, non mi fa più rabbia.

- Vieni. - ripete, fermo. Sorpassandomi e uscendo. Prima che mi faccia venire un altro infarto, lo seguo.

- No, aspetta! - esclamo, afferrandolo per la manica. Non appena si volta verso di me lo mollo. - Non riportarmi nella stanza di Inoue, per favore!

- Non posso portarti altrove. - mi risponde.

- Si che puoi! Anche in bagno va benissimo!

- C'è già un bagno nella vostra stanza.

- Insomma! Era un esempio! - esclamo. No, non voglio tornare da Inoue.

Ripeto, è peggio di stare sotto tortura.

- Per favore… - dico. Attivando la faccia da cucciolo.

Si smuovesse di un millimetro! Brutto bastardo…

- Ti riporto nella tua stanza. - come se non mi avesse sentito.

Stronzo…


- Lo dirò di nuovo, tu chi diavolo sei? - domandò ancora Renji, fissando il ragazzo, che sembrava essere uno shinigami, davanti a sé.

- Ve l'ho detto. Mi chiamo Eichiro e…

- Questo lo abbiamo capito! - intervenne Ichigo. - Ma che ci fai qui!?

- Ahh… spiegatevi bene allora. - disse il ragazzo. - Se uno mi chiede chi sono è logico che io risponda con una presentazione.

- Allora rispondi alla domanda di Ichigo! - intervenne Rukia.

Eichiro sospirò.

- Ahh, va bene, va bene. - fece, scuotendo la mano e fissandoli uno ad uno. - Sono qui perché una mia amica ha bisogno del mio aiuto.

Subito, tutti quanti pensarono che stesse bluffando. In quanto la loro missione principale era salvare Orihime. Pensare che quel tizio la potesse conoscere, era del tutto fuori luogo.

- Ma che diavolo… Ci prendi in giro? - domandò Renji.

Eichiro sbuffò di nuovo, scuotendo il capo.

- Certo che no… E voi perché siete qui? Anche voi conoscete Harumi?

- Harumi? - domandò Ichigo confuso. - Lei che c'entra?

Chiese, con la voce quasi minacciosa.

- Come sei lento… Io sono suo amico. Facevamo parte della stessa brigata. - disse, incrociando le braccia al petto.

- Quindi Itou-san faceva parte dell'undicesima brigata… - constatò Ishida, intromettendosi nel discorso, tra tre shinigami e un sostituto.

- Gà. Per precisione era il luogotenente dell'undicesima brigata. - aggiunse Eichiro.

- E come avresti fatto a sapere che Harumi stava qui? - domandò Rukia.

- Mmh… questa è tosta… - mormorò, portandosi una mano sotto il mento. Pensoso. - Ah, si! Conoscenze private.

- Cosa?!? - esclamò Ichigo. - Ehi tu! Come diavolo facciamo a fidarci su quello che ci hai detto?

- Dovreste? In fondo voi non siete venuti per salvare Harumi. - rispose.

Per un attimo, Ichigo realizzò le parole del ragazzo. In effetti aveva ragione. Loro erano lì per salvare Inoue, però anche Harumi era stata rapita.

- Non c'entra! - continuò imperterrito il sostituto shinigami. - Anche Harumi è una mia amica, non sono venuto qui per salvare solo Inoue! Io aiuto chiunque abbia bisogno!

Eichiro lo fissò un attimo, poi chiuse gli occhi e sorrise.

- Certo… è ovvio che sei un amico di Harumi.

- Ah?

- Se non lo fossi non la chiameresti per nome. Lei odia essere chiamata per cognome. - osservò il ragazzo, facendo risplendere nuovamente lo sguardo dorato. - Beh… visto che tutti quanti conosciamo questa ragazza terribilmente impulsiva, andiamo insieme verso Las Noches.

Vedendo gli sguardi che gli venivano rivolti, sbuffò nuovamente, tornando a fissarli.

- Insomma, di che cosa sospettate? Non ne avete il motivo, dopotutto che senso avrebbe andare a fare del male a qualcuno che è già segnato? - detto questo si voltò, continuando il suo cammino.


Quando ero piccola… Me lo ricordo bene… Giocavo tanto insieme a Eichiro. L'unico amico che in quel periodo avessi avuto.

Ovunque. Non importava il luogo. Non importava che ore fossero. La colazione veniva rubata e il nostro gioco era proprio quello. Scappare da chi avevano derubato.

Ma avevamo troppa fame per resistere alla tentazione di prendere qualcosa…

In un negozio, in una casa… In qualunque luogo vi fossero cibo e acqua.

- Ehi! Haru! Da questa parte! - mi chiamava Eichiro, ogni volta che mi vedeva. E ogni volta che scappavamo e non trovavo un nascondiglio.

- Eccomi! - esclamavo io, sedendomi accanto a lui e iniziando a mandargli frecciatine con le parole. Parole che venivano prese, rimodellate e sputate poi fuori, dal ragazzo che mi stava di fronte. In una maniera del tutto diversa, ma comunque offensiva.

Perché questo, era un altro dei nostri giochi.

Una volta solo, ricordo bene, mi fece una specie di complimento. Mi fissava a lungo. Negli occhi. Se ne stava lì, a guardarmi, in silenzio. Dovevamo essere ragazzini. Io ricambiai lo sguardo, chiedendogli con il capo che cosa volesse.

Lui lo scosse piano, poi parlò.

- D'ora in avanti ti chiamerò Giglio. - annunciò, tutto soddisfatto.

- E perché?

- Perché i tuoi occhi sono sfumati come un giglio. Bianchi e lilla… Quindi sei un giglio.

Quelle parole mi avevano resa perplessa. Un Giglio.. Non riuscivo a capire se era un insulto, oppure un complimento. Una cosa carina, positiva da dire.

Anche fosse stato un insulto però, l'avrei preso come un complimento.

Harumi. Giglio. Era un bell'accoppiamento. Stavano bene insieme.

Nonostante tutto, se fosse stato un complimento, probabilmente per l'orgoglio mi sarei rifiutata di accettarlo.

- Queste cose sono smielate e non mi piacciono. - avevo detto.

Ricordo che ci era rimasto molto male, per via di quelle mie parole. Puro orgoglio…. ridicolo. Ora lo so.

Poi, ricordo anche che, poco tempo dopo, avevo deciso di diventare shinigami.

Mi aveva chiesto perché. Non gliel'ho saputo dire. Come potevo? Mi avrebbe detto che era da sciocchi sentirsi inutili. Ma lui, almeno questa parte di me, non l'aveva mai capita. Non poteva. Lui non si era mai sentito inutile a qualcuno. Lui non aveva mai pensato di poter essere inutile.

Non avendoci mai pensato, automaticamente lo ha portato a non pensarci e a non provarlo mai.

Anche se glielo avessi raccontato non avrei risolto niente.

Non avevo voglia di un'altra manciata di 'No che non lo sei' eppure 'Non fare la scema.'

Diventare shinigami l'avevo considerato come un cancello che ti si apre. Poter fare qualcosa con qualcuno. Poter fare qualcosa per qualcuno.

Non appena ero entrata all'accademia, Eichiro disse di volermi seguire. Non appena sarebbe stato pronto.

In quel preciso istante provai dubbio e gioia, messi assieme.

Quel giorno… il giorno in cui si sarebbe sentito pronto… sarebbe mai arrivato? Oppure mi sarebbe toccato sempre aspettare.

Forse diventare vizard, mi ha tolto da tanti dubbi e da tante insicurezze.

Nonostante ciò, continuo a sentirmi inutile.

Quasi incompleta. Come se mi mancasse qualcosa.

Quando un vaso si rompe e i vetri si spargono a terra… Quando lo ricostruisci e vedi che ti manca un pezzo, per quanto non t'importasse, per quanto potrai coprirlo con qualcosa,.. Tu lo saprai sempre che quel vaso è incompleto.

Così ero io. Questo. Un vaso rotto a cui si è perso un pezzo.

Mi ero sempre sentita così.

Per questo amo e voglio combattere! Perché ho la certezza che le mie mani e il mio corpo esistono e posso fare qualcosa per confermarlo.

Uccidere gli hollow, è una cosa che mi provoca gioia. Non so neanche se è giusto. Neanche m'importa.

In fin dei conti, perché dovrebbe?

Per questo quel giorno, quando l'ho salutato non gli ho detto nulla. Se non parole fredde. "Diventerò uno Shinigami". Neanche ci ha pensato di aprire bocca e parlare. Sapeva che sarebbe stato inutile. Solo una frase mi ha detto, prima che me ne andassi via.

"Rispetto ma tua decisione, ma non l'approvo". Ho annuito, perché anche quella volta, la sua voce, era quasi consolatoria. Indipendentemente da quello che mi diceva, tutto ciò che mi trasmetteva era sempre calma e sicurezza.

Poi… Non l'ho più visto.

Mi sono fatta nuovi amici, insieme ai quali sono finita come sono adesso. Mi sono posta nuovi obbiettivi. E nonostante sapessi, che lui avrebbe fatto di tutto per diventare shinigami e per raggiungermi, non mi sono mai curata - neanche a provarci - di avvisarlo che non sono più nel Seretei. Il problema poi sarebbe spiegargli perché e come è possibile che ora dentro di me ci sia un hollow. Ma sarebbe troppo lungo. Non avrei voglia di spiegarlo.

- Siamo arrivati. - la voce dell'espada mi fa riemergere dal baratro di pensieri nel quale ero caduta. - Entra.

- Questa non è la stanza dove c'è anche Inoue. - dico. Nonostante qui sia tutto conforme, ho imparato un po' ad orientarmi e a riconoscere dove sta quell'odiosa stanza che devo condividere con quella ragazza.

- No, qui ci sono i cambi.

- Ah?

- Dopo un allenamento si suda. - spiega in poche parole, dalle quale ho capito che mi avrebbe dato una 'divisa' pulita. Avrei preferito che mi avesse ridato i miei vestiti. La minigonna che indossavo prima era di certo più lunga di questo camice.

- Ah, giusto. - rispondo, meccanicamente, entrando insieme a lui e prendendo quello che - poco dopo - mi porge. Non ci posso credere… è identica a quella di prima.

- Ora puoi tornare nella tua stanza. - mi dice.

Usciamo e mi riporta davanti a quell'odioso vano, dove c'è Inoue.

- Ehm… Inoue non deve testare le sue capacità? - chiedo, sperando che me la potesse togliere dai piedi per altri trenta minuti.

- No.

Sbuffo, entrando nella stanza.

- Oh, Itou-san sei… sei ferita… - mormora, guardandomi preoccupata.

- Tranquilla, sono solo graffi… vado in bagno. - ecco, l'unica cosa che ha di positivo questo luogo. C'è il bagno.

In effetti è vero. Sono piena di ferite. Beh, si rimargineranno, non sono profonde. Basterà sciacquare via il sangue e sono a posto.

- Certo che potrebbe anche andarci piano… - queste parole non sono mie, visto che se ci fosse andato piano mi sarei incazzata. Però ritrovarti con sempre più ammaccature sul corpo non è bello, fidatevi. Soprattutto perché ormai non c'è più spazio sul corpo per ferirmi. Okay, questa era esagerata…

- Itou-san? - mi richiama Inoue dall'altra parte della porta. - Se vuoi… Posso curarti le ferite… sempre se sei d'accordo.

Se sono d'accordo? E me lo chiede? Ottimo. Esco dalla stanza e la guardo.

Distoglie all'istante lo sguardo, mentre si prepara a curarmi. Scusate, siamo pur sempre ragazze e poi ho graffi dappertutto, quindi a che mi sarebbe servito mettermi qualcosa a dosso prima di essere curata?

- Ecco. - fa Inoue, a lavoro finito.

- Ah, grazie, in effetti muoversi senza sentire la pelle tirare non è affatto male! - esclamo.

Lei mi guarda sorridendo, mentre si alza - si era seduta a terra per curarmi - e si mette seduta sul divano.

Improvvisamente la porta si spalanca e ne entra… indovinate? Ulquiorra.

Ah, che novità…

No, aspetta un attimo. Mi fissa, gli occhi leggermente sgranati.

Cos'ha da… oh, cavolo… Sono nuda!



Angolo dei desideri 8 - Il doppio di quattro *-*


Meme: Muahahahahah!!! Vendetta!!!


Harumi: Bastarda! Come hai osato farmi questo?!? *rossa di vergogna e di rabbia*


Meme: Muahahahah!!! Così impari a minacciarmi con la katana! >.<


Harumi: C'era proprio bisogno di farmi rimanere nuda davanti a lui???? *indica Ulquiorra*


Ulquiorra: *per niente toccato dalla cosa*


Harumi: Com'è possibile? O.O Siamo sicure che sei un maschio? O.O


Ulquiorra: Per come vanno vestite qui a Las Noches le arrancar, questa cosa non mi tocca per niente u.u


Meme: Secondo me non lo ha mai toccato O.o


Harumi: O.O


Meme: Bene! ^ ^ Visto che Urahara sta facendo una delle sue solite scomparse ^ ^" *irritata* Ringrazio di nuovo io per chi mi segue, per chi ha messo tra i preferiti la storia! :D Spero mi farete sapere cosa ne pensate! Ci tengo a ricevere consigli e a sapere le opinioni altrui ^ ^

Alla prossima! :D

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Capitolo 10
*** Io, tu... e i nostri ideali... per quanto strano, coincidono ***


- ... Itou...-san... perché? - domandò con gli occhi sgranati. Sorpresa.

La ragazza voltò lo sguardo verso quella che le stava accanto.

- È inutile... non cambierà in questo modo la sua opinione...


Sono paralizzata. Le labbra mi si muovono convulsamente, ma tanto non riesco a parlare. Sento le orecchie diventare bollenti e le gote che pian piano le accompagnano. Non spreco nemmeno il tempo a cercare di coprirmi con le mani, ormai ha visto tutto. E proprio per questo la pagherà. Continua a fissarmi. In questo momento una mia battutina ci starebbe a pennello. 'Trovi così interessante questo spettacolo?' o roba del genere insomma. Ma non riesco neanche a fare un passo. Lo fisso solo e lui di certo non si spreca a voltare il viso da un'altra parte. Oh, no, giustamente perché dovrebbe… Bastardo che non sei altro voltati!

E prima che me ne renda conto, un fiume di oggetti - di cui non sapevo neanche l'esistenza in quella stanza - iniziano a volare contro il sottoscritto. Il quale, se è fortunato non lo prende, altrimenti deve compiere l'enorme sforzo di alzare un braccio per parare l'arnese.

- Brutto idiota! Mai sentito parlare di bussare?!? Ma ti sembrano questi i modi! Ma io non lo so! Secondo me tu sei fuori di… - aiuto. Deglutisco. - … testa?

Mi è arrivato vicinissimo, afferrandomi il polso, per impedirmi di lanciare ulteriori oggetti suppongo.

- C… No, aspetta… allontanati. - dico io. Chiedere 'Che diavolo stai facendo?' non era da persona intelligente.

- Va a vestirti. - mi dice, lapidario. Sgrano gli occhi. Di tutto quello che è successo lui ha solo registrato che sono nuda e che devo vestirmi?!? Non che voglia fare battutine pervertite o che altro, ma siamo sicuri che questo tizio sia un maschio? Non avrò chissà che fisico ma per la miseria, sono una ragazza!!!

- E tu a farti fottere. - rispondo, entrando di nuovo in bagno e chiudendo bruscamente la porta. Afferro all'istante il cambio e lo metto senza neanche prestare attenzione più di tanto. Realizzando infatti di averlo messo al contrario, visto che i bottoni non stanno dietro in una camicia. La tolgo e la rimetto, rabbiosa. Mai una volta che queste cose capitassero a Inoue. Se fosse capitato a lei sicuramente si sarebbe vergognata più di me - visto quello che ha da mostrare - ma per la miseria, almeno avrebbe fatto qualcosa!

Non ho avuto il piacere di voltarmi verso di lei prima, e vedere come mi guardava. Anche se dubito sarebbe stato diverso dalla compassione. Quindi, facendo due più due, ho fatto bene a non guardarla.

Esco.

Mi guardo attorno e, a parte Inoue che conta quanto un soprammobile, non c'è nessuno. E con nessuno intendo sempre lui, Ulquiorra. Non so perché, ero convinta che mi avrebbe aspettato. Che so, magari per testare se mi ero veramente vestita. Che poi che cosa idiota, dopo tutto il casino che ho fatto sarebbe stato assurdo il contrario.

Però… O, andiamo Harumi, non vorrai dirmi che volevi vederlo qua fuori ad aspettarti allegramente?

Un'immagine di Ulquiorra seduto sul divano, ad aspettare pazientemente, con quel suo modo di fare… il capo leggermente inclinato verso il basso e gli occhi chiusi. Oh… Che visione…

- Itou-san? - domanda Inoue, preoccupata. Eh, già, perché lei è la buon samaritana che si preoccupa sempre di tutti e di tutto. Non che questo sia sbagliato, ma è proprio per questo suo 'atteggiamento' che siamo in questo casino.

- Che c'è? - non ho usato un tono brusco, eppure la vedo sobbalzare leggermente. - Stavolta non mi sembra di aver detto niente di strano, perché ti sei spaventata?

- No, niente, è stato solo… lo sguardo con cui lo hai detto, eh eh… - dice, sorridendo.

Ah, ecco, ora capisco perché volevo che Ulquiorra restasse qui. Quando qui c'è lui le cose sono più calme e Inoue non apre bocca. Sembra un progetto di scienze. Dimostrare come far sta zitta Inoue. 'Semplice, è intollerante ad Ulquiorra'. Scoppierei a ridere da sola per la grande stupidaggine che ho detto, ma a che scopo? Già, a che scopo ridere?

No, non partiamo con un altro dei miei discorsetti filosofici per favore.

- Itou-san? - mi richiama.

Mi volto a guardarla, sedendomi per terra.

- Si? - oddio, che tono mieloso che mi è venuto fuori. Beh, almeno non si è spaventata.

- M-mi dispiace per prima… - no, aspetta, di cosa si sta scusando?

- Prego?

- Si, beh, s-se non ti avessi curata fuori… tu…

- Cioè, tu mi stai dicendo che perché sono io che sono uscita, invece che tu sei entrata in bagno, sarebbe colpa tua? Non amo molto discolpare gli altri, a meno che non ce ne sia l'utilità e qui stai pur certa che non c'è. Ma diavolo, sei davvero convinta di quest'assurdità?

- Ecco… io…

- L'unica che qui ha fatto una cazzata sono io. Mi dai meno sui nervi quando chiacchieri che adesso che ti stai scusando per qualcosa che non hai fatto. - dico, senza lasciarla finire. Tanto che discorso avrebbe potuto fare? E in un momento come questo, la frase 'Dio, perché a me?' Ci sta, giusto?

- Ecco, io… io sentito il dovere di scusarmi con te, Itou-san… Quindi… Itou-san? - domanda stupita, quando mi vede alzarmi e dirigermi verso il carrello, lasciato lì.

- Che vuoi ancora? Non hai finito con le tue scuse assurde? - gli chiedo voltandomi e addentando qualunque cosa mi capiti a tiro. Non ho fame, ma sono nervosa. - Tra poco Ulquiorra ripasserà a portarsi via il carrello, quindi se hai fame ti consiglio di muoverti.

Si avvicina e prende un frutto dal cestello. Ultimamente sia la colazione, che il pranzo, che la cena, sono pane e frutta. Non che mi dispiaccia, ma rischio lo svenimento.

Quel bastardo di Aizen però non riuscirà a farmi indebolire.

Due mele… due fottutissime mele… Non posso continuare così…

- Inoue?

- Mm?

- Quanto cacchio mangi? - le domando. Forse non dovevo invitarla ad unirsi a me, nella lotta contro qualunque cosa sia commestibile.

Arrossisce e si porta un braccio dietro la testa, ridendo come fa sempre lei.

- Scusami tanto Itou-san, era da tanto che non mangiavo la gusta quantità di cibo. - ora capisco perché ha le tette così grosse! Con tutto quello che mangia mi stupisco che non sia obesa.

Due mele… dannazione, e dire che ero piena alla prima… ma se non mi danno qualcosa di più sostanzioso non ce la farò a stare in piedi.

Soprattutto per gli 'allenamenti' con Ulquio… aspetta un attimo.

Che sia tutta una strategia?!? Quella di farmi mangiare poco e farmi però combattere. Per indebolirmi. Forse sospettano che voglia fuggire, cosa che prima o poi riuscirò a fare. Prima o poi… Fisso la finestra, è in alto e ci sono le sbarre. Ma è abbastanza grande per passarsi, forse se riuscissi a fare forza sul ferro potrei passare. Però mi servirebbe Ran no Kaze. Dubito che con la mia sola forza riuscirei a fare qualcosa. A parte rompermi le ossa delle braccia intendo.

- Itou-san? - ancora, che vuole?

Mi volto verso di lei, con l'espressione sfinita dipinta in volto.

- Si?

- M-mi stavo chiedendo… a te non mette tristezza questo posto?

- A me trasmette apatia, perché?

- Non so, è tutto così bianco qui e… fuori il cielo è sempre così nero. - dice.

Dunque… Se adesso lanciassi Inoue contro le sbarre, voi dite che si rompono?

Non mi spreco neanche a risponderle, sospiro distrutta e basta. Quand'è che arriva la prossima volta di combattere contro Ulquiorra? Combattere poi… sembra più un allenamento. Un allenamento che però sembra una battaglia… Dio se sono strana.

- Ecco… Itou-san? - ma quante volte ha bisogno di chiamarmi e di ripetere il mio nome? Preferirei che dicesse 'Ehi tu!' piuttosto che chiamarmi in continuazione. - A te, piace davvero tanto combattere, giusto?

Ma è cretina o cosa? Gliel'ho detto chissà quante volte e poi credo che chiunque l'avrebbe capito da solo.

- Si, perché? - sarebbe da stupidi dirglielo, di essere stupida.

- Perché vai sempre via con quell'espada. E mi chiedevo se combattevate. - dice. Aspetta, ha pensato male o cosa? - Oppure semplicemente parlavate.

Adesso. Martello, cacciavite e chiodi. Mi sono smontata. Non ci posso credere…

- Si, infatti parliamo soltanto. Dopotutto chi vorrebbe combattere contro chi ti ha rapita e portata in un luogo del genere, giusto? - domando sarcastica.

Lei sgrana un poco gli occhi. Poi annuisce. Per me non ha capito… Ma dopotutto… uno, come ci speravo, due, chi se ne frega!

- Senti un po'… - le dico io, d'un tratto, fissando la finestra. - Secondo te quanto sono spesse quelle sbarre?

So che chiedere un'opinione ad Inoue è ammazzarsi, ma ho bisogno di un'opinione altrui. Pensa quanto sono disperata per chiederla a lei!

- Non saprei… credo… tanto.

- A-ah… utile. - rispondo, senza badare poi molto alla sua risposta. Visto che non mi aiuta affatto. Ci sarebbe da fare una prova. Prendere di soppiatto Ran no Kaze, o portarla via quando Ulquiorra me la ridà.

Mmh… La seconda è decisamente la migliore.

Bene, visto che qui il tempo non esiste, e visto che io ho sonno, credo proprio che andrò a dormire. Mi stendo a terra e chiudo gli occhi.


Bene, oggi è il giorno di mettere in pratica il mio piano.

E non sono affatto pronta per farlo… Che tristezza. Sono talmente stanca che non riesco neanche a capire quale sia la frutta e quale sia la mia mano.

Io ho il sonno decisamente leggero e il fatto che Inoue, ieri notte, si sia voltata da tutte le prati mentre non riusciva a dormire - perché doveva essere per forza così, le altre notti stava ferma - ha decisamente peggiorato la mia situazione.

- Non hai fame, Itou-san? - mi domanda.

Le lancio la fetta di pane che mi sta davanti.

- Ingozzati. - quando non dormo non sono molto amichevole, anche con tutta la buona volontà non ci riuscirei.

La vedo irrigidirsi e la sua espressione si rattrista un poco.

- Ecco… se vuoi te lo lascio…

- Mangia, mangia… - dico, non mi frega affatto di non mangiare. Vado in bagno e mi sciacquo più volte la faccia. Forse in questo modo riuscirò a svegliarmi un tantino.

Infatti ci riesco un poco. Fino a prova contraria, l'acqua fresca sveglia in una maniera incredibile! Non che adesso sia tutta pimpante rispetto a prima. Ma la mia espressione non è più da moribonda, bensì da ragazza scazzata e stanca di questa situazione. Perfetto.

- Puoi usare il bagno se vuoi… - dico ad Inoue. Nemmeno a farci apposta. Ulquiorra è già arrivato, con l'altro arrancar. Lui che viene a prendere me e l'arrancar il carrello. Improvvisamente mi vengono in mente una serie di cose, per la quale io e quel carrello siamo più simili di quanto possa sembrare. Sicuramente a livello oggettivo. Anche io sono un carrello che viene trasportata di qua e di là in questo periodo. Da un arrancar. E anche io sono così tanto insignificante, ma poter trasportare solo frutta e verdura.

Guardandola dal loro punto di vista, io sono davvero come quel povero carrello.

- Bene, vogliamo andare? - domando ad Ulquiorra.

Okay, il piano è stato elaborato e rielaborato - ieri sera visto che ho avuto fin troppo tempo per farlo.

Il primo era… entriamo nella stanza, prendo la zanpakuto, corro via, lui mi raggiunge e poi mi fa a brandelli.

Il secondo era… entriamo nella stanza, prendo la zanpakuto, lo affronto e lui mi uccide definitivamente.

Il terzo era… non entriamo nella stanza, lo attacco alle spalle - di sorpresa - distraendolo un attimo, prendo la spada, torno indietro, lui mi intercetta e mi uccide.

Insomma, si è capito che non ho un piano, giusto?

Cercherò di elaborarne un quarto mentre andiamo, oppure vedo che cosa posso fare per evitare di essere uccisa, o comunque martoriata.

Ulquiorra annuisce e insieme, usciamo dalla stanza, iniziando a camminare per il corridoio.

Sono un poco dietro di lui. Devo elaborare… elaborare. Vallo a dire a quella rottura di scatole del mio cervello, che non collabora mai quando serve!

Inizio a fissarlo. A osservare come si muove mentre cammina. Non cammina agitato, cammina calmo, eppure l'andatura non è lenta. Lo si può notare dai movimenti che compie la sua divisa, dietro di lui. Le mani sono, come sempre, in tasca. I capelli neri ondeggiano leggermente. Se gli potessi vedere gli occhi, sicuramente direi che sono opachi, dritti verso la loro meta. L'unica cosa che non riesco a vedere in quegli occhi, nonostante sapessi che ci dev'essere, è la sicurezza, la determinazione.

Mi avvicino un poco, camminandogli a fianco. Noto che con la coda dell'occhio mi osserva, quasi come a capire il mio gesto. Semplicemente mi ero stancata di stare dietro. Anche perché, anche quando ero tra i miei amici, ero sempre quella che andava più avanti. Ricordo spesso che Shinji mi afferrava per la testa e mi tirava all'indietro, per non farmi andare troppo avanti. Prima quelle cose m'infastidivano, ora invece mi fa piacere ripensarci. Non per fare la smielata, ma voglio che accadano ancora… E sto facendo di tutto per farle accadere di nuovo.

- Siamo arrivati. - mi dice lui.

Mi volto verso la stanza. Entro. Ran no kaze è li, appoggiata al muro. Avanzo di qualche passo. Poi mi giro fulminea e gli sferro un cazzotto in faccia.

Lo prendo, ma non gli faccio nulla. Non esce nemmeno il sangue.

Ops.

- Vuoi iniziare subito? - mi domanda. La voce è apatica, ma leggermente sorpresa.

- Ehm… No, volevo semplicemente romperti la faccia. - dico, con un'alzata di spalle.

- Ah, capisco. - commenta, incolore, avvicinandosi di qualche passo e fissandomi.

Indietreggio di un passo anche io. Se mi volesse attaccare da così vicino sarebbe morte sicura. Ancora non riesco a tenergli testa.

- Non ci credo. - gli dico.

- A cosa?

- Non ci credo che mi hai portata qui solo per testare le mie capacità. Qual'è il tuo scopo? Ah, non credo nemmeno che tu mi voglia solo far sfogare. - gli dico, incrociando le braccia al petto.

- Ho semplicemente deciso che sei un soggetto interessante. - cosa? Lo ammetto, nonostante ormai abbia capito che questo tizio non si scompone mai, non mi sarei mai e poi mai aspettata una risposta del genere.

- Ah… bene, sono una cavia. - commento, in modo talmente triste che non mi riconosco.

Mi siedo a terra. Lui mi guarda, come ad analizzare il mio gesto. Probabilmente non ha capito perché, tutto d'un tratto, mi sono 'calmata'. Per modo di dire…

- Una cavia? - dice d'un tratto. - Se fossi stata una cavia ti avrei bloccata ad un lettino e attaccato fili al cervello, per seguire costantemente tutti i tuoi pensieri, tutti i tuoi movimenti, tutte le tue emozioni. Il fatto che invece tu stia qui a combattere significa che sei un semplice soggetto interessante, come ne capitano di rari da queste parti.

Sgrano gli occhi. E dire che a prima vista sembrava un tipo taciturno. Mi ha fornito una spiegazione che non mi sarei aspettata.

- Ti interessano le emozioni? - gli domando. Non so perché o che cosa mi abbia spinto a farlo. So solo che, improvvisamente, anche lui è diventato 'un soggetto interessante' per me. Mi alzo e lo fisso. - Perché? - chiedo ancora. Ma forse so già il perché. - Tu non provi emozioni… Non ti piace il fatto che non le comprendi?

Ma che mi prende? Improvvisamente anche a me interessa quello che ha da dire lui?

Per un po' Ulquiorra si limita a fissarmi. La frase 'chi tace acconsente' su di lui non vale purtroppo.

- Tu quali provi? - mi domanda allora lui. - Quante emozioni esistono? Solo gli esseri umani le provano? Sei sicura delle domande che ti poni? E l'insicurezza che cos'è? Una forma di indecisione verso ciò che ti sta intorno o verso te stesso? E tu provi insicurezza? Le emozioni si dimostrano solo o si possono provare, anche senza farlo capire agli altri?

- Mi sono persa. - ammetto. Ma non è il mio solito tono stanco. Sono… come dire… affascinata? No, più stupita. Troppe domande in una volta. Mentre il mio cervello mi dice 'hai la possibilità di scappare, sfruttala' io non lo ascolto. Ora sono troppo presa a capire ciò che lui, mi vuole dire. Ciò che ha da dire più che altro. Perché sono confusa. Mi ha messa in difficoltà. Non avrei mai immaginato che qualcuno che non fosse umano, o comunque shinigami, potesse porsi tante domande. - Credo sia impossibile non provare insicurezza. - dico infine. - Non esiste un momento dove non sei indeciso. Non puoi sempre avere la certezza di star facendo la cosa giusta.

Mi fissa. Non credo la pensi come me. non ha l'aria di qualcuno che sia stato indeciso. Non ha proprio l'aria di qualcuno che si sia posto il problema di fare le cose. Le cose che Aizen gli ha ordinato di fare. Eppure si pone tante domande e pensa di sicuro tantissimo. Devo ammettere che questa cosa è contraddittoria.

- Non dicevo solo in questa vita che stiamo vivendo. - dico poi.

Lo vedo sgranare appena gli occhi, poi tornare normale. Dopotutto anche lui è stato umano una volta, no? Anche lui dev'essere stato insicuro.

- Perché fai quello che ti dice Aizen? - sto parlando solo io. Ma ormai mi ha incuriosito e finché non otterrò quello che voglio insisterò.

- Non trovo il motivo per cui non debba farlo. - risponde.

Mi ha spiazzata.


Alla fine, il piano di fuga è andato bellamente a farsi fottere, come del resto il mio cervellino. Che si è allegramente suicidato. Come la mia convinzione di essere sempre nel giusto. Perché, come tutti, ognuno di noi - anche se inconsciamente - sceglie una parte con cui stare. E io sono sempre stata dalla parte dei vizard. Dalla parte di quelli che per me sono sempre stati i 'buoni'. Con questo non voglio giustificare nessuno. Secondo il mio punto di vista è ovvio che gli espada - che gli arrancar in generale - sbaglino. Eppure qui, l'unico che è nel torto è solo Aizen.

Gli Espada obbediscono perché, effettivamente, non potrebbero fare altro.

Io sarei la prima a sospettare, se uno di loro mi si avvicinasse dicendo 'non voglio combattere' o 'vengo in pace'. Insomma, sono creature create dal nostro nemico. Ed essendo state create dal nostro nemico, automaticamente, pensi che siano nemiche anch'esse.

Ma è sbagliato pensarlo.

E la cosa più ironica è che questo pensiero, si è formato parlando con uno che, teoricamente, dovrebbe essere mio nemico.

Sono almeno venti minuti che non parliamo, eppure siamo ancora in questa stanza. Io mi sono seduta di nuovo, lui invece se ne sta appoggiato al muro. Talvolta osservandomi con la coda dell'occhio. Forse ha paura che possa fare qualcosa di avventato. Ma perché dovrei infondo?

Ormai non ne ho più motivo.

Ho anche pensato che, se riuscissi a fargli capire il mio punto di vista, potrebbe persino aiutarmi a fuggire. O meglio, se riuscissi a dargli la motivazione, del perché non dovrebbe obbedire ad Aizen.

- Non vuoi fare un po' di movimento? - gli domando d'un tratto. Mi rivolge uno sguardo indecifrabile. - Oh, fa niente.

Mi guardo intorno. C'è una corda. La fisso un po'. Spero che quello che vedo sia sangue e sia secco. Dio, ma che vado a pensare? La afferro e inizio a saltare. Come si era già capito, non riesco a stare ferma per troppo tempo. E il fatto che il 'ragazzo' accanto a me non sembra intenzionato a pronunciare parola, non aiuta.

Quindi… salta, salta, salta!

- Cosa stai facendo? - mi domanda, sembra quasi confuso.

- Sto saltando la corta! - rispondo, continuando.

- Perché?

- Perché è… - inciampo e cado. Parlare mentre i salta la corda non è proprio il massimo. - … divertente.

- Divertente. - ripete.

- Si, insomma… qualcosa che ti fa stare bene. - gli dico. Come potrei spiegargli cosa vuol dire divertente? - Come quando stai con gli amici. Stare con loro è divertente.

Ricomincio a saltare, mentre lui continua a fissarmi. Che pizza però...

- Vuoi provare? - gli chiedo.

Scuote il capo. Faccio spallucce e continuo. In effetti non ce lo vedevo a saltare la corda.

Continua a fissarmi.

- Ti sei mai domandato che effetto fa essere fissati? - gli chiedo d'un tratto.

- Essere fissati causa qualcosa alle persone? - mi domanda.

- Si, beh… dipende chi lo fa. Tu mi metti angoscia. Il tuo modo di guardarmi apaaahh!! - cado. Lo guardo. Mi raccomando, non aiutarmi. Sbuffo e mi rialzo. - Apatico. Mi mette l'ansia.

Non mi risponde, si limita a continuare a fissarmi. Sbuffo di nuovo.

- Ma non sempre è così. - riprendo io. - La maggior parte delle volte è fastidioso. Sentire gli sguardi, o lo sguardo di qualcuno su di te. Per alcuni è piacevole, perché, teoricamente, se qualcuno ti fissa è perché gli piaci. Ma secondo me è sciocco. Del fatto che mi fissi penserei tutto meno che l'ultima.

Da quando sono diventata così brava con le parole? Beh, probabilmente da quando è la prima volta che parlo molto. So che non sembra, ma di solito sono un tipo taciturno. Ma stare con qualcuno che non parla, ti porta automaticamente a parlare. Cosa che fai anche senza accorgertene. Mentre quell'altro continua a fissarti, imperterrito. Non ha capito che mi mette a disagio?

- Devo riportarti indietro. - mi dice. Lascio andare la corda e lo seguo. Ritrovandomi per l'ennesima volta sola, in quella stanza con Inoue. - Sto entrando.

Dopo l'ultima volta si annuncia l'arrancar, ah?

Troviamo Inoue di spalle, che fissa la finestra. Sembra sia successo qualcosa.

Inoue si volta, uno sguardo pietoso. No, aspetta, uno sguardo truce.

- E così l'hai notato. - dice Ulquiorra.

Eh?

- Eh? Cosa? - domando io. Cosa dovrebbe aver notato? - Ehm… Ulquiorra?

- Non l'hai percepito? - mi domanda.

- Cosa?!? - chiedo, esasperata. Perché deve sempre essere enigmatico.

- Sado-kun non è morto. - ci interrompe Inoue.

Sado… Ehm…

- Chi è? - domando.

Ulquiorra mi guarda, sguardo incolore. Ma secondo me è sorpreso. Inoue, intanto, non accenna a spiegarsi.

- Non lo è. - questo lo abbiamo capito tutti cara. Ciò che mi preme di più è sapere: uno, chi è Sado, due, che diavolo è successo? Insomma, è morto e lei si rifiuta di crederlo?

Ahh…. Sono peggio di Ichigo ad avvertire le reiatsu.

D'un tratto, il cigolio di ruote, di un carrello ben familiare, è in avvicinamento. Bene, ecco cosa riesco ad avvertire. Il cigolio delle ruote. Ulquiorra anche lo deve aver avvertito.

- Entra. - dice, senza troppi giri di parole.

Questa volta il cibo è diverso. Sembra quasi che Aizen abbia iniziato a capire che abbiamo bisogno di proteine per vivere. Che shinigami intelligente…

Beh, avevo giusto fame. Mi avvicino al mio amico carrello e inizio a mangiare la mia parte. Inoue, non accenna a spostarsi da lì.

Ulquiorra se ne accorge. Devo ancora capire perché gli importa se mangiamo o meno, ma va bene…

- Qui c'è il tuo pasto. - dice, come a insistere. - Mangia.

Inoue si volta di nuovo, verso di lui. Mi lancia uno sguardo breve, quasi disperato. Poi guarda in modo piet… ehm, ehm… con sguardo truce, Ulquiorra.

- Non lo voglio. - dichiara. Che quello che in queste due ore è successo, abbia fatto si che Inoue si svegliasse da sul sonno e imparasse a rispondere? Fa strano…

L'espada non sembra molto contento di questa risposta. Le mani sono sempre in tasca e non accenna nuovi movimenti, se non un movimento del capo, che passa da me a lei.

- Finché Aizen-sama non dice altrimenti, anche rimanere vive è uno dei vostri compiti. - dice. Davvero? Perché ultimamente non sembrava tanto disposto a mantenermi in vita e sana di mente soprattutto. - Mangia.

Ripete, fissandola più intensamente. L'espressione di Inoue muta improvvisamente, facendosi 'leggermente' terrorizzata. Perché lo sto stimando? Non credo dovrei… Che sia frutto del discorso di prima? Oppure semplicemente per il fatto che stia dicendo cose sensate, nonostante io non le approvi?

- Devo forzartelo giù per la gola? - sgrano gli occhi. Giusto, dimenticavo che come qualcuno disobbedisce ad Aizen-sama è punibile in qualunque modo possibile. Ricordate la mia faccia? Già, questo tizio me l'aveva ustionata, solo perché mi ero rifiutata di mangiare la zuppa. Infatti ho imparato. O meglio, non mi voglio più far del male per cose così stupide.

- O preferiresti essere legata sul letto attaccata a delle IV? - le domanda. Sbaglio o mi stanno ignorando completamente? Non sbaglio…

- Sado-kun non è morto! - e insiste! Sei completamente fuori tema! Ti sta minacciando, sveglia!

- Mi stai infastidendo. - vedi? Ora capisci cosa si prova a stare ventiquattr'ore su ventiquattro con lei!!! - In un caso o nell'altro non ha importanza.

Beh, in effetti, considerando il fatto che non ricordo neanche chi sia…

- Cosa vuoi che ti dica? - il tono è sempre lo stesso, ma ha una leggera nota di sfinimento nella voce. - 'Non preoccuparti. Sono sicuro che è ancora vivo.' Patetico. Non sono qui per coccolarti. - mi lancia uno sguardo fugace. Beh, non si può certo dire che io ho mai mostrato di voler essere coccolata. Guardo Inoue, abbassa sempre di più la testa. Afflitta. Triste. - Non ti capisco. Perché ti importa tanto il fatto che sia vivo o no? - allora è vero che se gli dai un pretesto ti parla un casino! Mi somiglia… - Tra non molto, tutti i vostri amici saranno in ogni caso morti. Cosa importa se uno è stato ucciso un po' prima di quanto pianificato? Avrebbero dovuto rendersi conto fin dall'inizio che sarebbe successo questo.

- Smettila. - fa Inoue. La situazione si sta facendo, come direbbe Ulquiorra, interessante. Chissà come reagirà Inoue alla fine? In fondo. Non mi è mai importato nulla di quello che pensava, quindi perché dovrebbe importarmi adesso?

- E se non l'hanno fatto, sono degli sciocchi. - continua Ulquiorra. La ragazza sussulta, voltandosi a guardarlo. - Se pensate a loro in questi termini riuscirete a scrollarvi di dosso tutto con una risata. - sta parlando al plurale. Quindi di sta rivolgendo anche a me. Che sia per la frase sugli amici che gli abbia detto prima? Si volta un secondo a guardarmi. Poi torna subito a fissare Inoue. Sul mio viso non vedrà mai quell'espressione di paura, che invece ad Inoue risulta molto facile. Probabilmente è per questo che ora le sta parlando. La vuole demoralizzare. Lo appoggio. Forse in questo modo. nei prossimi giorni se ne starà zitta.

- Non potete farlo? - dice d'un tratto, Ulquiorra. Ridere? Io potrei… qui non ci sono i miei amici. - Io sarei arrabbiato per la loro stupidità nell'entrare nel Hueco Mundo senza prima considerare i limiti della loro forza.

Inoue sgrana sempre di più gli occhi, tremando, tremando come una foglia. So che quello che sta dicendo è cattivo, ma non riesco a dargli torto. Qui ci sono dei tipi molto forti.

Vedo Inoue partire e correre verso Ulquiorra. So che cosa vuole fare. Sospiro e in un secondo le sono davanti, la mia mano che tiene stretto il polso di Inoue. Lei che mi guarda. Non comprende.

- … Itou… -san… perché? - mi domanda con gli occhi sgranati. Sorpresa.

Volto lo sguardo verso di lei.

- È inutile... non cambierà in questo modo la sua opinione... - dico, lasciandole andare la mano, che subito stringe al petto. Forse gliel'ho stretta troppo forte. - Schiaffeggiarlo non sarebbe servito a nulla… Inoue.

- Ma, ma… I nostri amici… Lui… - balbetta, le lacrime già pronte a sgorgare sulle guance candide.

- I miei amici non sono qui. - dico. In tono freddo, fermo. Guardo anche Ulquiorra. Come a dirgli che quel suo discorso su di me non ha avuto effetto. Per le parti in cui parlava a tutte e due. - Questo dovresti saperlo.

Guardo Ulquiorra, nonostante mi stessi riferendo ad Inoue. Lui continua a fissarmi per un po', poi si volta.

- Tornerò fra un'ora. - dice. Poi volta il capo, guardandomi. - Cerca di convincerla. Se per allora non avrà mangiato la lego e glielo caccio giù in gola a forza.

Non appena esce, Inoue scoppia in lacrime. Mi volto a guardarla. Lei mi fissa, come in cerca di un conforto che - lei sa - non le darò.

- Sei davvero un'idiota.



Angolo dei desideri 9 - mettere il sei davanti!!! *-*


Ulquiorra: Depravata u.u


Meme: Pervertita caro, pervertita ^ ^ Comunque… Wow, questo capitolo è venuto lunghetto ^ ^ E dire che all'inizio credevo che sarebbe venuto fuori abbastanza corto :D


Harumi: *sguardo malefico puntato verso Inoue* Finalmente qualcuno gliene ha dette quattro a quella lì *sorriso sadico, crocchiando le dita*


Ulquiorra: Stranamente questo cambiamento dell'anime mi ha fatto piacere u.u


Ichigo: Mi raccomando, non ci emozioniamo troppo è.è Ehi, autrice! Perché io non sono apparso in questo capitolo?


Meme: O.O Non ti sembra abbastanza lungo così? O.O


Ichigo: *sbuffa* è.é


Grimmjow: Ohi, autrice?!? Quando cazzo hai intenzione di farmi apparire di nuovo, ah?


Meme: Ehm, ehm… metti via Pantera Grimmi ^ ^" *si dilegua*


LullabyMylla: Giusto! Brutta stronza che non sei altro! Quando lo fai apparire di nuovo, Grimmi? >.<


Meme: Ehm… *non si ricorda* … sarebbe spoiler dirvelo ù.ù


Tutti (compresa LullabyMylla): *si avvicinano con i forconi*


Meme: O.O Ehm… visto che mi resta poco da vivere, ringrazio subito chi segue la storia, chi l'ha messa tra le preferite, chi tra le ricordate e chi recensirà questo capitolo, che comunque sembrava più lungo visto dal mio programma per scrivere u.u *si volta verso folla inferocita* Aiuuuuttoooo!!!! Cioè… Alla prossima!!! >.< … Si spera ç.ç

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Capitolo 11
*** Sfogo, finalmente si ragiona! ***


Mentre camminava per La Noches, i pensieri più strani facevano capolino nella sua mente - pretendendo di essere ascoltati. Come le domande esigevano le risposte.

Quello che era successo poco prima in quella stanza, lo aveva lascialo leggermente perplesso. Certo, per quanta perplessità possa mostrare Ulquiorra Shiffer.

La cosa che lo aveva più che altro 'colpito' e 'incuriosito', era il fatto che stesse - in un qualche modo - deridendo i loro amici e la loro 'entrata in scena'. Eppure, questo all'altra femmina. Quella che di femmina aveva molto poco rispetto alla prima, tutto ciò non contava.

Lo stava per schiaffeggiare. Eppure lei le ha fermato la mano, dicendo che non avrebbe avuto senso.

Aveva ragione.

Cambiare la sua opinione era escluso. O perlomeno, molto difficile da realizzare.

Lui aveva una visione più ampia del mondo.

La sua analisi non era basata su dati, né su fatti, era basata su riflessioni.

Lui vedeva e pensava.

E pensare, lo portava molto spesso a una conclusione più che soddisfacente.

Per questo, stava pensando. Aveva realizzato il motivo del perché? Non lo convinceva.

Non aveva senso, questo era appurato…

Ma molto spesso gli umani fanno cose che non hanno senso. Perché non lasciarli fare, se tanto sono senza senso?

Quella femmina poi, non sembrava essere stupida come gli umani.

Anzi, più ci pensava, più riusciva a trovare solo cose che l'accomunavano con gli hollow e anche con loro. Quindi il fatto di impedire all'altra di schiaffeggiarlo era strano. Perché tutto ciò sarebbe rimasto irrilevante, in qualunque caso.

Credeva davvero che avrebbe sentito quello schiaffo? Lui non avvertiva il dolore, avvertiva l'essenza da cui veniva emanato.

Sapeva perfettamente di essere odiato dalla femmina dai capelli arancioni. Ma tutto ciò era irrisorio.

Non era di alcuna importanza.

Eppure, anche lui era capace di ritenere importante qualcosa. E questo lo sapeva. Non lo mostrava, come tutto il resto…

Ma non mostrarlo non vuol dire non esserne capaci.

E lui lo era.

Infatti, poteva ammettere tranquillamente che Itou Harumi, era un soggetto assai interessante.

Ed era proprio perché era interessante che stava pensando.

I suoi pensieri si interruppero nello stesso momento in cui avvertì un reiatsu familiare.


La guardo. La osservo. E più la osservo più non capisco come cazzo faccio a sopportarla ancora!

Ad un certo punto, il reiatsu di un suo compagno - o compagna, non ho capito bene - è sparito. Io faccio pena ad avvertire i reiatsu, quindi me ne sono stata zitta e l'ho semplicemente guardata, come la guardo sempre.

A questo punto, miss genio, si è gettata contro la porta e ha iniziato a tempestarla di pugni.

- Lasciatemi andare! Fatemi uscire di qui! Per favore fatemi uscire! - ha continuato a gridare, fino a che non si è resa conto che era tutto inutile. - Fatemi uscire…

Ha continuato a mormorarlo come un disco rotto.

- Ti avverto, è inutile.

Si volta verso di me, arrabbiata. O meglio, con la sua fantastica espressione minacciosa.

- Perché? - mi chiede. Alzo un sopracciglio. - Perché continui a dire così? Credi che sia davvero tutto inutile?

Le lacrime cominciano a sgorgare di nuovo dai suoi occhi. La sto per strozzare.

Calma Harumi, calma.

- Io non ci credo, non posso crederci… - dice, singhiozzante. - C'è sempre una speranza. Mi chiedo come fai a non pensarci mai! Perché…

Mmh… bastava così poco per farla stare zitta? La mia mano è stretta intorno al suo collo. E per una volta, quegli occhi grigi - pieni di terrore - sono rivolti a me.

- Mi hai davvero stancato… - mormoro placida. - La speranza è una cosa che ti crei tu da sola, le cose si realizzano anche senza di essa. E le cose inutili, per quanto ti sia difficile ammetterlo, esistono. Credi che tempestare la porta di pugni faccia aumentare la speranza che qualcuno dei tuoi amici sia ancora vivo? Sei davvero ridicola. Ecco… forse in questo momento puoi sperare che non ti frantumi le ossa del collo, perché questa convivenza sta diventando davvero difficile.

Vedo i suoi occhi spalancarsi e la paura divorarli, morso dopo morso. Come delle iene affamate.

Poi, di botto, la lascio andare. Crolla a terra, portandosi le mani tremanti al collo. Ci passa le dita, tremando, poi o prende dolcemente fra le mani. Come per paura che io le abbia davvero spezzando le ossa e toccarlo le incrinerebbe ancor di più.

- Tu non mi conosci affatto. - le dico.

Non ha neanche il coraggio di guardarmi.

- Ringrazia la mia pazienza e la mia intenzione di far stare tranquillo Ichigo, altrimenti la mia zanpakuto ti avrebbe già passato da parte a parte, lasciandoti in una pozza di sangue. Scena cruenta, non trovi?

Finito di dire questo, mi volto e mi getto di peso sul divano.

Era da una vita che volevo dirle certe cose. Neanche un secolo di solitudine era paragonabile - a livello di noia - a… quanto? Oh, beh, qualche tempo con Inoue.

- I… Itou-san? - mi chiama.

Che vuole ancora? Vuole davvero morire?

- Hai intenzione… di tradirci?

Cosa?


- Mi dispiace Nel. Ti ho spaventata un pochino, eh?

- Non puoi morire Itsigo… Itsigo! - piangeva la piccola, dopo che era saltata addosso al sostituto shinigami.

Eichiro li fissava, con un leggero sorriso sulle labbra. Fino a quel momento era sempre stato con Ichigo. Aveva trovato più ragionevole seguire lui, piuttosto che gli altri.

Ad un certo punto, nella loro corsa verso il loro obbiettivo - tutti e due a salvare una ragazza - si era messo in mezzo uno strano individuo. Che a quanto sembrava, era stato lui a rapire le due ragazze.

L'umana e il Giglio. Dal punto di vista di Eichiro.

Ichigo aveva subito iniziato a combattere contro di lui e in quel momento la battaglia sembrava davvero finita.

Eichiro, non che non volesse aiutarlo a quel ragazzo. Ma Ichigo, a considerare dal reiatsu, doveva essere decisamente più forte di lui. Come anche Harumi lo era. E se lui era in difficoltà, che aiuto avrebbe potuto dargli?

Aveva detto prima… quando sembrava davvero finita?

Non lo era affatto. Lo strano individuo, che doveva chiamarsi Ulquiorra - lo aveva sentito prima da Ichigo - si era rialzato.

Un cero verde. Bastò quello per spedire Ichigo decisamente distante da dov'erano prima.

Eichiro non riuscì a tenere il passo, andavano troppo veloce. Però riuscì ad intravedere - nemmeno lui seppe come - dov'era stato gettato Ichigo.

Fece appello a tutta la sua buona volontà, per raggiungerlo. E infine arrivò giusto per vedere l'atroce scena che gli si era presentata.

La mano dell'espada aveva appena trapassato il petto di Ichigo.

Quando l'aveva ritratta poi, grondante di sangue, lo shinigami era caduto a terra.

Morto.

- … Il tuo gruppo non conquisterà mai la vittoria. - dice l'espada.

Eichiro lo fissa.

Paura e tristezza si mischiano nell'oro dei suoi occhi. Non poteva essere vero quello che aveva appena visto.

Ciò che i suoi occhi gli avevano trasmesso.

Era falso! Si, era falso! Ne era sicuro!

Vide l'espada voltarsi verso di lui, fissarlo apatico. Un'improvvisa voglia di picchiarlo si fece sentire in lui, con la stessa intensità del dolore che Ichigo doveva aver patito.

E ora che doveva fare… ?

Quel ragazzo era morto. Lui non sarebbe mai riuscito a combattere contro quel tipo.

E di conseguenza Harumi non sarebbe mai stata salvata.

Gli faceva strano pensare al suo piccolo giglio in quei termini.

Quando mai l'aveva salvata?

Mai, esatto. Non ce n'era mai stato bisogno. Tutt'al più era successo il contrario.

Oh, quello si che era successo!

- Dov'è? - domandò verso il volto pallido dell'espada.

Non riuscendo però a fissarlo negli occhi. Erano troppo intensi, troppo… vuoti.

Ci sprofondavi dentro.

L'espada non mostrò nessuna reazione a quella domanda.

- Di cosa stai parlando? - domandò semplicemente.

Eichiro strinse i pugni e si fece coraggio.

Lo fisso con il suo sguardo solare.

- Sto parlando di Harumi! - esclamò. - Itou Harumi! Tu sai dov'è non è vero?

- Mi sembra ovvio, visto che sono stato io a portarla qui. - rispose.

La rabbia s'intensificò ulteriormente all'interno dello shinigami. Fece appello a tutta la sua buona volontà per non tentare di colpirlo - per non finire anche lui come Ichigo.

- E allora dimmelo! - esclamò. - A voi non serve, sbaglio?

- Aizen-sama non mi ha detto che intenzioni ha con la ragazza, quindi è mio dovere sorvegliarla fino a che non si deciderà cosa fare di lei. - disse pacato. Mettendo le mani in tasca e avvicinandosi di qualche passo.

Eichiro mise la mano sulla zanpakuto e la estrasse all'istante.

- Non ho intenzione di combattere. - disse Ulquiorra. - Non ne ho il motivo.

- Te lo do io il motivo! - esclamò il ragazzo, correndo contro l'espada e provando ad attaccarlo. Tanto non gliel'avrebbe detto! Quindi, perché non provare a combattere?

Ulquiorra parò subito, con il dorso della mano.

- Perché combatti anche se sai quale sarà la tua fine? - gli domandò.

Eichiro sgranò un poco gli occhi, sorpreso da quella domanda.

- Ma è ovvio! Perché ci tengo a salvare Harumi! - esclamò.

- Ah, capisco. - rispose Ulquiorra. - Voi umani e shinigami, tenete sempre a qualcosa. O a qualcuno.

- Certo che ci teniamo! Anche voi espada terrete a qualcuno!

- Tenere ad una persona? Provare qualcosa per una persona?

- Esatto! - esclamò ancora lo shinigami, sempre più convinto. - Voler bene a qualcuno! Mi rifiuto di credere che qualcuno non riesca a provare dei sentimenti! Non riesca a provare qualcosa per qualcuno! Ci deve essere una persona diversa dalle altre! Non siamo mica manichini!

- Ciò di cui mi parli è incomprensibile. - disse l'espada, fissandolo.

Eichiro distolse di nuovo lo sguardo.

- Siete davvero senza cuore voi. - mormorò a sé stesso.

Provò di nuovo a partire all'attacco.

- Aoi Koosen (raggio azzurro)! - esclamò lo shinigami.

In un attimo la sua zanpakuto assunse l'aspetto di due Sodegarami.

Ulquiorra non rimase per nulla impressionato, riuscendo lo stesso a parare i colpi delle sottospecie mazze ferrate.

L'espada non si muoveva quasi. Parava i colpi e affondava i suoi. Ma non era neanche il cinque per cento della sua forza, altrimenti lo avrebbe ucciso all'istante.

Ad un tratto però, lo shinigami prese con ambe due le mani un Sodegarami e colpì con tutta la forza che aveva in corpo, il braccio dell'espada.

Il quale, strano ma vero, ne uscì fuori sanguinante. Con la coda dell'occhio fissò il proprio braccio martoriato. Li chiuse un attimo. Sembrava quasi non gli importasse. Dopotutto non stava combattendo seriamente, era normale che riportasse qualche ferita.

Lo guardò. Poi alzò l'altro braccio e lo puntò verso il ragazzo. Il dito leggermente piegato.

- Mi hai stancato. Non ho bisogno di combattere con una nullità. - mormorò, prima di sparare un cero.


- Cos'avrei intenzione di fare? - domando.

Questa è davvero bella. Tradire io? Ma se sono secoli che sto insieme ai vizard e non mi ha neanche sfiorato la mente quest'idea! E poi… che diavolo di sega mentale si è fatta per giungere a questa conclusione?

- Scusa, potresti ripetere? - domando, lentamente, furiosa, mentre mi avvicino alla cretina che mi ha fatto questa domanda.

Lei sgrana di nuovo gli occhi impaurita. Non sa quanto fa bene ad avere paura in questo momento.

Diavolo, sapevo che era stupida, ma fino a questo punto no!

O meglio, non avrei mai immaginato!

- E-ecco… Mi è sembrato che… Ma è solo una mia impressione, niente di che… insomma… - sul fatto che le sue impressioni non valgano niente sono d'accordo, ma adesso lei parla! Eccome se parla! - Mi è sembrato che tu… stessi dalla parte degli Espada… Insomma, anche prima…

Sgrano gli occhi. Cosa? Solo perché le ho fermato il braccio prima che gli desse uno schiaffo?

- Tu mi vuoi dire che, per quello che ho fatto prima, allora sarei dalla parte degli espada? - le domando.

- Ecco… - abbassa lo sguardo. - Immagino di no.

- Immagini bene allora! E poi, in questo momento, io sto solo dalla mia parte. - le rispondo, incrociando le braccia al petto.

- Dalla tua parte? Ma, ma Kurosaki-kun…

- Ichigo… - okay, lo so di non essere coerente. Ma, nonostante lo consideri un amico, non capisco perché dovrei stare dalla sua parte in un momento come questo. Voglio dire, dopotutto lui è venuto qui con lo scopo di salvare Inoue, e fin qui ci siamo. Quindi, tutta questa faccenda non ha a che vedere con i vizard. A noi dopotutto - a me in special modo - ce importerebbe se Inoue viene salvata o meno? Mi potrei più che altro preoccupare per la faccia che farebbe Ichigo se morisse in questo preciso istante.

Magari per mano mia… devo smetterla di fare questi pensieri, o rischio seriamente di ammazzarla.

So di essere ingiusta. Ma non ho nessuna intenzione di far sapere ad Inoue che m'interessa se capita qualcosa a Ichigo.

- Io, ho paura per Kurosaki-kun… - dice d'un tratto, gli occhi chiusi e le mani chiuse e strette al petto.

- Tsk. - faccio io. - Questa è proprio bella… Ichigo da sempre il massimo di sé. Credi davvero che si lascerebbe sconfiggere tanto…

Sgrano gli occhi. Cos'è questa sensazione di… perdita?

La reiatsu. Guardo Inoue. Sembra accorgersene anche lei.

O anche peggio… ricade pesantemente sul divano.

- No! - esclama. Si alza un poco e mormora qualcosa che non riesco ad afferrare.

Ah, per quanto mi riguarda potrebbe anche aver sparato quattrocento 'Kurosaki-kun'.

Lo fa sempre dopotutto, no?

Mi avvicino a lei.

- Inoue? - la richiamo.

Lei si volta verso di me. Sta per piangere, me lo sento.

- Itou-san? Hai…?

Annuii. Neanche io mi sarei aspettata una cosa del genere. Ma, dopotutto, poteva capitare.

Inizio a sospettare che Ulquiorra avesse ragione. Dovevano considerare meglio le loro capacità prima di venire qui.

Improvvisamente, mi ritrovo appiccicata ad Inoue, la quale, di sua spontanea e fastidiosa iniziativa, si è messa ad abbracciarmi in cerca di consolazione e conforto.

Poso le mani sulle sue spalle e la spingo indietro.

- Affronta per una volta la realtà. - le dico.

- Ci sto provando… - mormora tristemente. - Ma…

Un cigolio della porta ci fa girare contemporaneamente.

Si intravedono due volti femminili. O meglio, uno femminile e uno non ben identificato.

- Oh, guarda… le principessine sono sole. - mormora una voce, con un tono poco rassicurante.

- Ah? - faccio io, alzando un sopracciglio.

- Orihime-chan! - canticchia. - Harumi-chan! Giochiamo!

Ora, avete presente quel film horror dove la bambolina killer canta una 'dolce canzoncina' alquanto inquietante? Il tono era quello. Solo che qui era reale ed era leggermente più spaventoso. Nonostante non sia un tipo facilmente impressionabile.

- Harumi-chan? Tutta questa confidenza da dove salta fuori? - domando io.

Queste due, come se io non avessi detto nulla, entrano nella stanza. Sono due arrancar anche loro. Due 'ragazze'. Una mora e una bionda. Come le veline! Bleah!

Hanno il buco una nell'occhio sinistro e una nel destro. Considerando il loro sguardo omicida, potrei dire che esprimono tutto meno che buone intenzioni.

Inoue le guarda terrorizzata e si avvicina un poco a me. Andiamo bene qui…

- Bene, bene! - esclama una delle due.

- Avete una stanza piuttosto bella, vero? - fa la moretta, superandoci e sedendosi sopra il divano. O meglio, sdraiandosi sul divano.

- Già. - ammette l'altra.

- Una stanza davvero bella. - ripete la mora. Come se non avessimo capito. Il tono che usa trasmette rabbia e gelosia. Nonostante sembri trattenerla un poco. Giusto per inquietare la ragazza accanto a me. - Dovete proprio piacere ad Aizen-sama!

La bionda si limita ad incrociare le braccia al petto.

Che avevo detto io? Sono gelose… Si, ma gelose della nostra prigionia?!?

Andiamo sempre peggio qui…

La mora inizia a carezzare il cuscino, quasi a voler sentire se era morbido abbastanza.

- Beh, non è così? - domanda poi. Inoue è sempre più terrorizzata, mentre io mi limito ad osservare, per nulla impressionata da quello che stanno facendo. Hanno una reiatsu talmente misera che persino io le potrei battere. - Sono tutti presi da voi! Siete super popolari! Stupefacente, vero?

No, affatto.

- Sono persino venute qui sei persone a salvare le loro principesse! - esclama l'altra.

Sei? Wow… Erano davvero in così tanti? Peccato che stiamo sbagliando. Sono venuti solo a salvare Inoue. Ma dirglielo non cambierebbe nulla.

- Loro sono… - inizia a dire Inoue. Ma poi si ferma e, chiudendo gli occhi, abbassa il capo.

- Allora, Orihime-chan, Harumi-chan, pensate di essere le migliori? - domanda ancora la mora.

Inizia a darmi sui nervi. Sta facendo tutto da sola.

- Che scarse. - dice la bionda. Almeno partecipa un po', se non la vedessi mi dimenticherei della sua presenza.

- O semplicemente lo prendete come dovuto? - si alza e inizia a girarci intorno.

Sbuffo. La mora si volta verso di me e mi guarda truce.

- Stai facendo tutto da sola. Nessuno ti ha mai detto come mi sento, perché ringraziando ogni divinità che esiste non ti ho mai incontrata prima di adesso. - le dico. Forse sto rischiando, ma non riesco a farmi sfottere così apertamente senza reagire.

Quella mi si avvicina. Si aspetta forse che indietreggi?

Mi arriva vicinissima con il viso, abbassandosi visto che è più alta di me di una decina di centimetri.

- Ti dirò una cosa… - mormora, afferrandomi per i capelli e sbattendomi a terra. - Non darti troppo arie, donna!*

- Arie? - ripeto io, alzandomi. - Sei fuori o cosa?

- Ah? - fa la moretta.

- Mi fa incazzare. - dice la bionda, affiancando la compagna.

- Vuoi pestarla, Menoly? - le domanda la mora.

Lei annuisce, guardando anche Inoue.

- Pestiamole tutte e due - dice, avvicinandosi ad Inoue e, dopo averla presa per un braccio, la porta vicino a me.

- Ma si! Smetteremo quando inizia a piangere! - esclama eccitata la mora.

- Bene! - esclamo io, iniziando a stiracchiarmi. - Finalmente non mi annoierò. Perché se farete come avrete detto, qui ne avremo per le lunghe… Inoue?

Mi volto verso di lei. Ancora terrorizzata. Mi guarda.

- Tira pure fuori la cipolla dalla tasca e piangi, se non vuoi essere massacrata. - le dico. Nonostante il mio tono e le mie parole, quello che le ho dato è un consiglio.

Non ce la vedo a combattere e non ho alcuna voglia di proteggerla.

- Loly, facciamo tacere questa smorfiosa! Inizia davvero a darmi sui nervi!

- Reciproco tesoro! Diamoci da fare! - concordo io.

- Senza la tua zanpakuto non andrai molto lontano! - esclama la mora, Loly mi pare.

Non posso darle torto in effetti.

- Tsk. - faccio. - Allora buon per voi, non credete?

Le due sorridono sadiche.

- Oh, sicuro… anche perché…

- Insomma, cominciamo a combattere o è solo una stupida battaglia di chi fa la frase più figa? - chiedo, esasperata.

Loly non sembra apprezzare molto il mio umorismo. Infatti mi attacca subito. Senza esitazione. Calci, pugni e tutto il resto del repertorio.

Paro e schivo, colpendola poi con un pugno sotto il mento e facendola indietreggiare di qualche passo.

Inoue approfitta della situazione, provando ad andarsene e iniziando a correre verso la porta.

Un Bala sparato da Loly - dopo che era un poco indietreggiata per via del mio colpo - sfonda la porta, facendo spaventare e cadere a terra Inoue.

- Mi dispiace! - fa con voce cantilenante e insopportabile. - Sembrava che volessi uscire, sai? Così ho cercato di aprirti la porta. Ma credo di aver un pochino esagerato.

- Se sapevo che era così facile sfondare la porta avrei fatto un cero senza pensarci troppo. - dico.

In effetti chiunque crederebbe che sia inutile. Che sicurezza c'è per le prigioniere qui dentro?

Quelle due mi guardano un attimo, ma non danno troppo peso alle mie parole, pensando probabilmente che siano solo ironiche.

Inoue si volta verso di loro e tira fuori il suo mitico sguardo 'truce' ancora una volta.

Loly le si avvicina e con un calcio la spedisce affianco al divano, sbattendocela contro. Eh, no, non mi vorrai mica mollare così solo perché combattere contro Inoue è più facile?

Mi paro davanti a lei, non per proteggerla sia chiaro.

- Continuiamo o preferisci giocare facile? - domando.

La mora fa una faccia 'leggermente' arrabbiata, provando a tirarmi un pugno, ma colpendo la parete, perché io lo schivo all'istante, afferrandole il braccio per poi torcerglielo dietro la schiena. Sorrido. Finalmente un po' di gloria in battaglia. Poso un piede sull'arto e con un colpo secco glielo spezzo.

L'arrancar caccia un urlo di dolore, tenendosi il braccio ormai molle e privo di alcun utilizzo.

Inoue sgrana gli occhi per la paura, portandosi le mani davanti la bocca. Terrorizzata.

Non m'interessa.

- Loly! - esclama la bionda, impaurita, avvicinandosi all'altra e vedendo come stava.

Mi avvicino a lei, guardandola e sorridendo.

- Ma come siete carine, vi preoccupate così tanto l'una per l'altra? - chiedo. Era da tanto che non mi divertivo così. Insomma, facevo pur sempre parte dell'undicesima brigata! Il mio capitano non era certo da meno!

Si alza in piedi e mi guarda arrabbiata.

- Tu… - dice. - La pagherai!

Anche lei con il pugno. Che monotone…

Lo paro e la spedisco lontano. Si rialza. Stranamente anche l'altra lo fa. Nonostante abbia un braccio che non funziona più.

Mi guardano entrambe, sorridendo sadiche e quasi 'contente'.

- A quanto pare tu sei disposta a reagire! - esclama Loly.

Alzo un sopracciglio.

- Non si era capito? - chiedo.

- Allora faremo sul serio… - dice l'altra. Menoly.

Ottimo. Passo una mano davanti alla faccia e mi appare la maschera. Sorrido sotto di essa, notando la loro espressione sorpresa.

- Cosa… - fa Loly. - Cosa diavolo sei tu?

- Scusatemi, non ho alcuna voglia di spiegarvelo. - dico e parto all'attacco.

Le prendo per la testa e le sbatto contro il muro dietro di loro.

Non molto contente di questo mio attacco, si lanciano contro di me tutte e due.

La mora mi tira un calcio, o almeno prova a mirare alla mia faccia, io le prendo la gamba e la sbatto per terra, colpendo il braccio precedentemente martoriato e facendola stridere di dolore.

Grazie alla maschera mi posso divertire di più, intercetto meglio i colpi dei miei avversari.

Menoly riesce a colpirmi al fianco, nonostante ciò non mi fa nulla. Mi volto, la afferro per il collo e la lancio lontano, quasi vicino alla porta.

- Siete noiose, lo sapete? - domando loro. - Possibile che incontro o avversari troppo forti o troppo deboli? Che pizza...

Entrambe si alzano di nuovo. Furiose come lo erano state prima. Peccato che questa loro rabbia non abbia giovato neanche un po'.

Stanno per partire di nuovo all'attacco, quando un'esplosione improvvisa le fa sobbalzare.

Si voltano verso l'entrata. Al di là di tutto quel fumo di dev'essere qualcuno che conoscono.

Ho la strana sensazione - dalla sagoma - che lo conosco anche io.

- Grimmjow! - esclama una delle due.

Non ho visto che è stata.

Giusto, la sexta espada. Me lo ricordo fin troppo bene. Insomma, uno così non si dimentica così facilmente.

Avanza lentamente all'interno della stanza.

Non so cosa me lo dice, ma secondo me non vuole combattere.

- Che succede? - domanda. Le sue labbra prendono una piega strana, tra il ghigno e il sorriso soddisfatto. - Vedo che voi due vi siete infilate dentro mentre Ulquiorra non era in giro. Sembra che ve la stiate spassando un sacco!

Okay, che è venuto a fare qui? Non ci credo che gli importa qualcosa di noi?

- Cosa? - fa Loly. - Come sei entrato qui?

Che domanda idiota. Dimenticato di aver sfondato la porta?

- Come? Attraverso la parete. - risponde. Altro genio. La porta era aperta.

- S-smettila di fare il sapientone!

Sto per scoppiare a ridere.

- Ahh, rilassatevi. - fa lui. Si, perché con quel bel viso tranquillo che si ritrova è facile. - Non so chi sia stato, ma sembra proprio che la porta sia stata buttata giù.

Ah, ma allora se n'era accorto. Inizia ad avanzare verso di loro. Lo guardo. ma lui è troppo concentrato a guardare quelle due per badare a me. Che bello essere sempre ignorate…!

- Stronzo! Non prenderci per i fondelli!

Si avvicina a Loly.

- Aria. - fa e con un calcio la getta dall'altra parte della stanza. Provocandole anche una ferita alla fronte.

- Grimmjow! - lo richiama l'altra, correndogli in contro e provando a lanciargli contro un cero.

L'espada le afferra la mano e le spara contro il suo cero, riducendola in mille pezzettini.

Non che non mi piaccia questa scena, ma avrei voluto farlo io.

- Aizen-sama… non te la farà passare liscia… - mormora d'un tratto Loly. Ha ancora forza per parlare?

- Ah? - fa il tizio dai capelli celesti, avvicinandolesi e afferrandole la gamba, posandoci poi un piede sopra.

L'altra si agita e inizia a gridargli d fermarsi.

Ma lui neanche l'ascolta che le strappa via la gamba.

Okay, non posso fare a men di pensare che sia fantastico. E anche che non vorrei avere a che fare con lui.

Si volta poi verso di me e mi guarda interessato, fissa la mia maschera.

- Tu, hai la stessa capacità di Kurosaki? - mi chiede.

- Diciamo piuttosto che lui ha le mie stesse capacità. - dico, facendo sparire la maschera. Beh, è vero, ci togliamo qualche centinaio.

Lui fa spallucce, poi mi si avvicina, superandomi e afferrando Inoue. Non so che cosa le voglia fare, ma qualunque cosa va bene.

La afferra per la maglia e la solleva.

- Questo era per il mio braccio sinistro. - le sue labbra formano un ghigno e la sua espressione si fa folle. - Ora ho un favore da chiederti, quindi verrai con me.

Cosa? Aspetta.

- Ohi! - esclamo. Lui si volta verso di me, abbastanza scocciato.

- Che vuoi mocciosa? - mi domanda.

Stringo le mani a pugno. Mocciosa è la tua zucca vuota!

- Verrò anch'io. - dico decisa.

Lui mi squadra, dalla testa ai piedi.

- Tu non mi servi. Non sembri una che sappia riparare le cose. - mi risponde.

- Da che pulpito…

- Fa silenzio! - mi fa lui.

- Che diavolo devi riparare? - gli domando. Ho una brutta impressione.

- Questi non sono affari tuoi. - mi risponde.

- Qualcosa mi dice che lo siano! E comunque, se porti via Inoue porti anche me! - esclamo, risoluta. Quando prendo una decisione è difficile farmi cambiare idea.

- Puoi scordartelo! Tu non vieni, punto.

Sta uscendo dalla porta. Con un balzo mi aggrappo al suo braccio.

- Ho detto che verrò con te, e così sarà! - gli dico.

- Cosa diavolo… ? - fa lui, scrollando il braccio. Basta quel gesto per mandarmi a sbattere contro il muro. - Non voglio fastidi, chiaro?

Sbuffo, rialzandomi leggermente dolorante. Insomma, non è molto piacevole venire sbattute contro il muro.

- Io non ti darò fastidio, che cavolo ti costa portarmi con te? - gli chiedo, alzandomi.

Lui mi ignora e inizia a camminare.

Stavolta mi aggrappo alla vita, reggendomi forte.

- Porca troia, la fai finita! - esclama, furioso. Prendendomi per la camicia e strappandomi via, insieme ad un pezzo di camicia che se ne va. Approfittando di quel momento mi aggrappo nuovamente al suo braccio, con più forza di prima. In modo che anche se lo muove non mi lancia via.

Lascia andare Inoue, per tentare di staccarmi di dosso.

No, non sarà così facile, è una promessa.

- E mollami, donna! - esclama.

Sta per staccarmi, quando io mi aggrappo al suo collo - da dietro - attaccandomi alla sua schiena con le gambe. Stile polipo.

- Ti ho detto che mi avresti portata con te, chiaro?

- Che cazzo fai?!? - urla. Poi afferra Inoue, iniziando a camminare. Con me ancora aggrappata. Mi sembra di strozzarlo da quanto stringo per cercare di non cadere, eppure sembra che per lui è come se non avesse niente al collo. - Ora mi hai proprio stancato!

Ci fermiamo davanti a una porta. Affacciandomi da dietro di lui intravedo il numero quattro sul pomello. Che intenzioni ha questo qui?

Con un calcio apre, no mi correggo, sfonda la porta.

Mi afferra per i capelli - riuscendomi a staccare dalla sua schiena - e mi getta all'interno della stanza.

- Torna ad essere un problema di Ulquiorra! - ringhia, prima di afferrare nuovamente Inoue e sparire.

- Fottuto bastardo… - faccio io, posandomi una mano dietro la testa.



Angolo dei desideri 10 - è luuuungoooo!!!! O.O (il capitolo :P)


Harumi: Congratulazioni per chi è arrivato fin qui! Questo è venuto davvero lungo u.u


Grimmjow: Che diavolo ci fai tu qui? Scimmia maledetta!


Harumi: *vena pulsante sulla fronte* Aveva paura che l'avrei uccisa, cosa che farò non appena tornerà… Così ha lasciato a me la gestione dell'angolo dei desideri u.u


Grimmjow: E tutti gli altri? O.o


Harumi: Non hai ancora capito che ci siamo solo io e te qui, idiota? =.=


Grimmjow: *abbastanza incazzato* E adesso a chi toccano i ringraziamenti? è.è


Harumi: *se la fila lasciando foglio*


Grimmjow: Stronza! Torna subito qui!!!! … Questa gliela farò pagare =.= … *si guarda intorno*… *afferra foglio e inizia a leggere* L'autrice ringrazia chi segue la sua storia, chi l'ha messa tra i preferiti, chi tra le ricordate, chi la sta seguendo, chi recensirà questo capitolo e… *si avvicina per vedere meglio* … chi romperà i gioielli a questa rottura di palle che sta leggen… *straccia foglio e se ne va*


Meme (da dietro le quinte): *bisbigliando* Alla prossima!!!! ^.^


Angolo delle note °^°


*Giuro che se ascoltate bene la frase in giapponese, non è 'cagna', ma è 'onna' ovvero 'donna'. Quindi mi sembrava più carino metterlo come nell'originale ^ ^

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Capitolo 12
*** Pensieri... non mi riconosco più ***


Ecco… Provate un secondo ad immaginare la situazione. Io, dentro una stanza - dalla porta sfondata ma vabbè, quelli sono dettagli - di cui la proprietà è di quel particolare Espada. Ulquiorra.

Ora che ci penso, è tutto il giorno che non si fa vivo. Non che m'importi tanto, certo… Sto mentendo dannazione.

Oggi chi ci è venuto a portare il pasto era solo quell'arrancar. Lui non c'era. E poi abbiamo avvertito la reiatsu di Ichigo sparire.

Sospiro. Si, probabilmente è come penso e c'entra lui. Dannazione! Sbatto la mano a terra e mi alzo in piedi. Come diavolo fa la mia camicia a stare in piedi? È piena di strappi, fatti da quel genio di Grimmjow. Ehi! Ho ricordato il suo nome!

Strano ma vero, ricordavo solo quello di Ulquiorra fino adesso… Nessun motivo particolare a questo proposito. Mi guardo intorno.

Giusto… questa è la sua stanza. Però… non sembra molto diversa dalla nostra. Ci sono solo meno colori. O meglio, non ce n'è uno. Tutto bianco. Come fa a pensare in una stanza del genere? Mi sembra di stare in un ospedale.

E dire che Ulquiorra sembra un tipo che sa ragionare. Per me in camera non ci sta mai. Che fortuna. Penso che, non appena uscirò da qui, la prima cosa che farò sarà fare una corsa e una scazzottata. Chi capita, capita, ciò non è importante.

Anche se per il momento, il mio unico pensiero è raggiungere quell'espada dai capelli celesti e picchiarlo. Anche se in questo momento sto pensando negativo, visto che non sembra poco forte e, nonostante tutto, in questo periodo sono fuori allenamento.

Ecco, altro motivo del perché questo rapimento non ha fatto altro che peggiorare le cose.

Rapimento poi non si può chiamare… diciamo… costrizione di andare dietro a qualcuno solo per mantenere una promessa. Un po' lungo, ma è così.

Se devo dire la verità, preferirei andarmene da questa stanza. Ma dove vado? Non so dove sono andati Grimmjow e Inoue. La mia percezione della reiatsu fa schifo. Quindi l'unica cosa che posso fare è aspettare che torni Ulquiorra - sempre se tornerà - e farmi portare lì. Se ho capito il suo ragionamento, lui non avrebbe motivo 'per non portarmi lì'. Quindi mi ci porterebbe. Sto esultando dentro di me come una cretina.

Insomma. Chiunque sarebbe preoccupato nella mia condizione e se seguirebbe il mio ragionamento. La reiatsu di Ichigo era sparita. Perché cavolo un Espada dovrebbe prendersi la briga di venir a prendere Inoue? E perché non dovrebbe dirmi dove la vorrebbe portare? Okay, è Grimmjow. Un po' ho capito quell'arrancar. I cazzi sono suoi e le persone che non ne faranno mai parte non se ne deve immischiare. A volte anche io ragiono così, ed è proprio questo che mi fa arrabbiare!

E poi...

- Che ci fai nella mia stanza, femmina? - una voce molto nota. Pacata e indifferente, mi fa voltare nella sua direzione.

Mi scontro con due grandi occhi verde smeraldo.

Faccio un passo indietro, era vicino. Troppo.

- Mi ci ha gettata Grimmjow, maschio. - rispondo, incrociando le braccia e guardandolo.

- Grimmjow? - domanda. Continua a fissarmi. - Perché Grimmjow ti ha portata qui?

- Perché non ha voluto portarmi con lui. - sbuffo scocciata, incontrando per l'ennesima volta il suo sguardo.

Sento le guance farsi calde. Ma non riesco a staccare gli occhi. Questa volta… i suoi occhi non mi sembrano così vuoti e opachi. E per la prima volta in vita mia, non mi chiedo il perché. Mi basta solo quello sguardo.

Come sono diventata strana… dannato bianco.

- Portarti dove? - domanda. Bene, ritorno alla realtà.

- Se lo sapessi a quest'ora non sarei qui. - sospiro. Poi mi viene in mente una cosa. Potrei sempre chiederglielo. Probabilmente mi arrabbierei, ma voglio sapere. - Lo hai ucciso tu?

- Di chi stai parlando? - mi domanda.

- Di Ichigo. - rispondo, aspettando che mi dica qualcosa.

- Si. Sono stato io. - lo sapevo. Tipo sincero. Anche troppo, per ammettere cose così con una facilità impressionante.

Lo vorrei prendere a pugni. Mi avvicino un poco, stringendo i pugni. Lui si limita a fissarmi e a interpretare le mie intenzioni.

Alzo il volto e lo guardo. Eppure… so che sarebbe inutile provarci o comunque picchiarlo. Ormai ho capito.

Fare quello di cui non hai motivo per non farlo.

Il suo punto di vista. Riesco a capirlo. Mi chiedo solo se anche lui riesce a capire il mio. O se almeno ci prova ad interpretarlo.

- Ma guarda… dopotutto hai davvero un buco nel cuore. - gli dico. Sgrano subito dopo gli occhi. Pensando a come ho fatto a dire una frase tanto profonda. O meglio, a parlare seriamente in modo così… serio!

Percepisco il suo dannato e intenso sguardo posarsi su di me. Quegli occhi verdi, così profondi, così belli… che mi fissano.

Credo proprio che essere fissati ed essere considerati… interessanti, come direbbe lui, non è poi così male.

Mmh… Credo che stiamo andando fuori tema.

- Come tutti gli hollow.

Ah? E allora perché testa celeste lo ha nella pancia? Ha il cuore al posto dello stomaco? Oppure a lui faceva male la pancia quando provava qualcosa? Cose strane…

- Ora devo andare, torna nella tua stanza e… - si blocca. L'ho afferrato per la maglia.

Mi fissa, prima con la coda dell'occhio, poi si volta totalmente. Mi guarda e credo che sia uno sguardo interrogativo.

- Portami con te. - precisiamo. Non è una frase da film 'via col vento'. Ma una semplice richiesta che mi è stata rifiutata prima da Grimmjow.

Per un po' mi guarda, poi semplicemente mi toglie la mano dalla sua divisa. Mi avvicino un po' e mi aggrappo al suo braccio.

Mi guarda.

- Non è un tele-trasporto. - mi dice.

- Ah?

Per tutta risposta mi ritrovo sollevata da terra, tenuta da lui a mo' di sedia. Avete presente come si sta seduti su una sedia, no? Beh, io sto seduta così sui suoi bracci che mi sorreggono.

- Guarda che non sono una schiappa con lo shunpo. - gli faccio presente. Per quanto la situazione non mi dispiaccia totalmente - non fate domande - è pur sempre imbarazzante essere presi in braccio. Ci si sente dei bambini. O meglio. Io mi sento una bambina.

- Il sonido è più veloce e se vuoi venire è più conveniente in questo modo. - mi dice. Perché i suoi ragionamenti non fanno mai una piega?

Si va.

Neanche cinque secondi. No aspetta, neanche uno! Siamo già arrivati.

Davanti a noi si trovano Grimmjow, Inoue con addosso una bambina che non ho mai visto ma che sembra essere un arrancar, più… Ichigo. A terra, avvolto dalla cupola arancione di Inoue. Sembra… moribondo. Ma comunque vivo.

Ulquiorra non dice nulla, guarda solo fisso, verso Grimmjow.

- Itou-san? - domandò Inoue, stupita.

- Alla fine te la sei portata dietro tu la mocciosa, Ulquiorra! - fa Grimmjow, non ottenendo una risposta.

Anche Ichigo si volta a guardare.

- Harumi?

Lo guardo e con un mezzo sorriso annuisco. Nel frattempo, Grimmjow e Ulquiorra continuano a sfidarsi con lo sguardo.

- Che stai facendo, Grimmjow? - domanda poi l'apatico.

Mi volto verso di lui.

- Perché, non si vede? - gli chiedo. Seppur con la coda dell'occhio lo sento fissarmi in modo gelido. Poi, lentamente, inizia ad avanzare. La veste con lui, a tempo del vento.

- Ti ho fatto una domanda. - riprende Ulquiorra. - Perché stai intenzionalmente guarendo un nemico che ho sconfitto?

La bocca di Grimmjow si piega in un sorrisetto che sembra tanto sfotterlo.

La cuarta espada si ferma.

- Nessuna risposta? - domanda.

Sposto lo sguardo da lui a Grimmjow e da Grimmjow ad Inoue. Non ci posso credere, ha paura anche quando non c'entra niente. Sta tremando.

- Fa come ti pare. - dice infine. - In ogni caso, Aizen-sama ha affidato anche quella donna alle mie cure. Restituiscimela.

- Col cazzo. - risponde.

So che non dovrei parteggiare per nessuno. E specialmente quando si parla di Espada… ma in questo momento la risposta di testa-celeste mi piace.

- Cos'hai detto? - chiede Ulquiorra.

- Ehi! - faccio io. Entrambi si girano verso di me. - Se non ti restituisce Inoue ti fa solo un favore, sbaglio? Insomma, una rottura di scatole in meno.

- Itou-san? - domanda, con a voce rotta Inoue.

- Appunto… - faccio.

I due mi fissano. Grimmjow d'un tratto ghigna, come fa spesso del resto.

- Però, ora capisco perché Aizen non l'ha uccisa a questa mocciosa! - esclama. - Ohi! Sicura di rimanere dalla parte di Kurosaki?

- La parte di Ichigo non è la parte di Inoue. - rispondo, incrociando le braccia. - E comunque non sono una mocciosa.

Preciso.

- Si che lo sei… e sei anche una testarda! - questa voce, io la conosco… ne sono convinta.

- Ero convinto di averti ucciso… - mormora Ulquiorra.

Cosa? Ha combattuto contro…

Non faccio in tempo a voltarmi che due mani mi coprono gli occhi. Non può essere che lui. L'unico che mi possa rompere le scatole in questo modo. Gli prendo le mani e lo catapulto in avanti. Facendogli sbattere la schiena per terra.

- Ahi! - si lamenta alzandosi.

Non resisto, appena in piedi mi getto su di lui - che puntualmente barcolla.

- Cosa? Perché non cadi?

- Mi sono allenato, sotto il tuo peso non cadrò più. - mi dice, soddisfatto.

- Stronzo! - sbotto, scendendo ed incrociando le braccia.

Grimmjow, Inoue, Ichigo moribondo e Ulquiorra ci guardano. Stupiti. Ehm cioè… Ulquiorra con gli occhi leggermente sgranati e basta.

- Dai, Giglio!

- Ancora con quel soprannome, Eichiro? Lo sai che non mi piacciono queste cose! Sono smielate! - ribatto io. - E comunque… di che brigata sei?

- Oh, l'hai notato eh? Sono nell'undicesima, proprio come te.

- Tu a combattere? Come hai fatto ad imbrogliare per entrare nell'undicesima?

- Non ho imbrogliato! Ho mostrato bene la mia determinazione!

- Si, come no…- rispondo.

Fa come parte di un copione. Appena io e lui ci incontriamo dobbiamo per forza sfotterci a vicenda. Sempre sotto lo sguardo stupito di quelli intorno.

- Ohi! - fa, una voce arrabbiata. - Vedete di sloggiare che devo combattere contro questa testa di cazzo!

Ringhiò Grimmjow, indicando Ulquiorra.

- Oh, allora fate pure, noi continueremo a sfotterci in pace… ma sei fuori?!? - faccio io. Perfetta coerenza.

Senza che faccia in tempo a fare nulla, Grimmjow si lancia contro Ulquiorra, il quale para subito senza problemi. La mani di Grimmjow aperta è stata parata dal dorso della mano di Ulquiorra. Li fisso, presa. O meglio, fisso Ulquiorra. La posizione che ha. È così…

- Non credere che non lo sappia Ulquiorra. - fa Grimmjow. maleducato! Interrompere in questo modo i miei monologhi! - Tu hai paura di batterti con me.

Ehm… cosa? No, da, davvero, stiamo scherzando? Ulquiorra non ha l'aria di uno che ha paura… non ha l'aria proprio di qualcuno che provi qualcosa.

- Hai paura che io possa schiacciarti! - grida ancora testa celeste, sparando un cero rosso.

Ulquiorra si lancia all'indietro. Non è per dire, solo una domanda… Ma quello è davvero la sexta espada? Insomma, la sexta espada è così forte da riuscire - anche se non per molto - a tener testa alla cuarta?

- L'hai deviato eh? - fa Grimmjow. - Presumo di non poterti abbattere con un colpo solo…

Si blocca, spalancando gli occhi e guardando in alto. Si è spostato in una maniera velocissima. Mi sorprendo che sia riuscita a seguirlo.

Ha il dito rivolto verso Grimmjow, pronto a sparare un cero verde. La sexta espada alza la mano e la posa sul dito, riuscendo a non essere colpito.

L'esplosione crea un fumo bianco abbastanza fastidioso. Ma con un po' di buona volontà riuscirò a vedere.

Grimmjow gli arriva alle spalle e lo prende per una spalla. Gli sposta un po' la divisa, mostrando il buco sul petto e posandoci sopra la mano. O almeno è quello che mi sembra di vedere. Subito, delle fasce di luce bianca e viola si espandono… che diavolo è successo? E che diavolo sta succedendo?

Improvvisamente quei fasci si chiudono attorno ad Ulquiorra, come in un gabbia.

- Dannazione… - mormora, prima di esserne totalmente inghiottito.

- Che diavolo hai fatto?!? - chiedo, guardandomi poi intorno e constatando che l'esplosione ha distrutto il luogo in cui stavamo. Guardo in alto. Non farò domande, perché è ovvio che non sia vero, ma fa veramente strano vedere il cielo sopra la testa.

Lentamente Grimmjow torna a terra e mi risponde.

- Aizen ha dato ad ogni Espada un 'Caja Negación' da usare per punire i nostri subordinati. io ho usato il mio. - mi spiega.

- Caja Negación? - domanda Inoue, confusa.

Grimmjow si volta un secondo verso di lei.

- È un potente strumento che può sigillare definitivamente i semplici hollow in un'altra dimensione. Ma non è fatto per essere usato contro gli Espada. Considerata la sua reiatsu, abbiamo probabilmente due o tre ore al massimo prima che si liberi.

E ti sembrano poche? In due o tre ore puoi uccidere Ichigo… di nuovo.

- Ora sbrigati a guarirlo! - fa, rivolgendosi ad Inoue.

- Non voglio. - risponde lei.

Oh, brava, vedi che se vuoi… Cosa?!?

- Sei cretina o cosa? Ohi! Inoue?

Un secondo e per la seconda volta, quella ragazza si ritrova ad essere presa per il collo. Da Grimmjow però, che non credo sarà così dolce da non volerla uccidere per non far dispiacere Kurosaki.

- Non ti stavo chiedendo se volevi o no! - mmh… il discorso fila. - Guariscilo!

- No! - fa ancora Inoue. Sospiro.

- Inoue? Se vuoi morire a me non fa né caldo né freddo, ma che diavolo ti passa in quella testa me lo puoi dire? - le domando io.

Si volta un poco verso di me.

- Se lo guarisco, lui gli farà ancora più male! - dice.

- Ehi! Analizziamo la cosa da un punto di vista più maturo? Lo hai appena resuscitato! Anche se combatte contro Grimmjow, puoi guarirlo di nuovo! - le dico.

- Sentito la mocciosa? - fa Grimmjow. - Ora guariscilo!

- No… Non lo farò! - insiste.

- Tu… - dice, minaccioso, stringendo di più la presa sul suo collo. Ci sta andando sicuramente piano. Non è possibile che il suo collo sia ancora intatto.

D'un tratto, una mano si posa sul braccio di Grimmjow. Oh, finalmente si ragiona.

Toglie il braccio di Grimmjow dal collo di Inoue. Poteva anche lasciarcelo…

- Inoue. - dice. - Guarisci le mie ferite e anche la sua.

La sua? Oh… mi sono accorta adesso che ha un braccio totalmente ustionato. Regalino di Ulquiorra probabilmente.

- Smettila… - fa Grimmjow. - Non ho bisogno della tua pietà.

- Non è pietà. Vuoi che combattiamo alla pari, giusto? - risponde Ichigo. - Oppure vuoi tenerti quella bruciatura come scusa per quando perderai?

Certo Ichigo che te la tiri di niente...

Grimmjow sgrana gli occhi, furioso. Con il braccio ustionato sfodera la katana e attacca lo shinigami, che para subito con la sua.

- Ottima argomentazione! Va bene, facciamo un combattimento equo! - fa poi la sexta Espada.

- Ci sto! - acconsente Ichigo.

Attendo paziente mentre Inoue cura le ferite ad entrambi. Ripensando a quanto è successo ad Ulquiorra. Due o tre ore… ma lì dentro non gli può succedere niente, giusto? Mi chiedo perché mi stia preoccupando per lui, dopotutto… no, non m'importa più se è quello che mi ha rapita. Ed è questo che non capisco. Questa cosa è veramente strana, finora ho conosciuto - 'bene' - solo due Espada. L'apatico e lo schizzato. Non c'è bisogno di specificare i loro nomi. Eppure, nessuno dei due mi stanno antipatici.

- Spostiamoci da un'altra parte, Grimmjow. - dice d'un tratto Ichigo.

- Certo. - risponde l'altro.

E con un polverone si spostano da un'altra parte.

Se fossimo stati in un mondo diverso… Senza queste cose dico. Un mondo dove esistono solo gli umani. Chissà se esiste un universo parallelo fatto così. Io lo sconvolgerei con la mia presenza. Eppure, incontrarli sotto un'altra forma, non mi sarebbe dispiaciuto.

In un altro mondo… guardo Ichigo e Grimmjow… quei due sarebbero persino potuti essere amici. Sempre se Grimmjow fosse nato più o meno nello stesso anno di Ichigo, anche se a considerare gli anni dell'Espada ne dubito un poco.

Non capisco neanche io il perché, ma molto spesso mi capita di fare questi pensieri. Molto spesso mi capita di essere stanca di tutto questo… Vorrei ogni tanto avere un po' di pace. Si, proprio io. Quella che freme dalla voglia di combattere appena qualcuno la informa su un nuovo nemico.

Beh, questa dopotutto è la mia vita e sono abituata a fare così. Questo non vuol dire per forza che, qualche volta, non mi piacerebbe provare qualcosa di diverso.

- Harumi? - mi chiama Eichiro, mi volto un attiro e scuoto leggermente il capo.

Non è il momento e lui lo capisce.

- Ohi! Inoue? - la richiamo. Non prendetemi per matta. Lei si volta verso di me con un'espressione interrogativa dipinta in volto.

- Cosa c'è, Itou-san?

- Chi è quella bambina? - le domando, indicandola.

- Oh, beh, lei…

- Nel è venuta qui con Itsigo! - esclama la piccola, precedendo Inoue e avvicinandosi a me.

Mi abbasso alla sua altezza e faccio un mezzo sorriso. Che carina. Fisso l'osso che ha sulla testa. Deve essere per forza un arrancar.

D'un tratto, un esplosione nera e rossa attira la nostra attenzione. Grimmjow ne esce tutto soddisfatto. Gridando qualcosa che ha a che fare con lo schiacciare Ichigo. Come sempre del resto.

Ichigo dice qualcosa che non riesco a sentire. Ma deve aver parlato, perché subito dopo, Grimmjow risponde:

- Non prendermi per il culo! Dillo! Dì che vuoi ammazzarmi per aver fatto un buco in quella tua amica!

Buco? Chi ha bucato? Cos'è, una bucatrice?

- Chi ha bucato quell'espada? - domando, rivolta sempre ad Inoue.

Lei assume un'aria triste.

- Kuchiki-san… - mi dice. Beh, questo nome non mi fa niente. Ma credo che sia quella shinigami che credono morta. Ma che sicuramente è viva. Non per essere troppo positiva, ma chi viaggia al fianco di Ichigo non muore mai, massimo resuscita.

- Vuoi farmi a pezzi, no? - continua quello. - Io non ti ho perdonato…

Hanno avuto problemi in amore questi due? L'ultima frase era leggermente ambigua. Oh, cielo, io bisogna che smetto di stare troppo in compagnia di Liza. Rischio di diventare una pervertita anch'io.

- Mi assicurerò che tu capisca perché non ho fatto sistemare questa cicatrice! - continua Grimmjow indicandosi il petto.

Beh, il motivo è ovvio… e comunque, caro mio, le cicatrici sono fighe. Cosa vuoi di più? Su di te poi non stanno mica male…

Ma che sto dicendo? Certo… che sfortuna! Dovevo essere rapita e portata a Las Noches per vedere due ragazzi veramente da sbavo.

Mi volto verso Ichigo. Beh, no, neanche Ichigo è male. Poi per come è messo adesso, qualche pensierino su di lui lo farei…

- Ti strapperò la vita e proverò una volta per tutte chi di noi due è il più forte! -esclama Grimmjow.

Giusto. Mi ero quasi dimenticata che, invece di sbavare per i 'ragazzi', dovrei seguire meglio lo scontro.

E comunque… devo dire che non vedo l'ora che passino almeno due ore.

- Se fosse vero perché non hai afferrato la strega e te la sei data a gambe nel momento in cui mi hai visto? - cosa? Ecco. Come al solito ero immersa nei miei pensieri.

Strega? Spero si stesse riferendo ad Inoue, altrimenti faccio a cambio con Ichigo e gli spacco l'osso!

Continuo a seguire il combattimento, presa. Ichigo non sembra essere molto partecipe, non sta tirando fuori la sua vera forza e non capisco cosa aspetti a farlo. Sto fremendo dalla voglia di partecipare. Se potessi…

Inoue e la piccoletta, insieme ad Eichiro, sono bloccate sulla colonna ed è meglio che non facciano cose avventate. Ma io no. Io potrei combattere. Sono in forma e… cazzo! Ran no kaze! È rimasta a Las Noches! Non ho pensato di andarla a prendere prima di seguire Ulquiorra. Buffo che non abbia pensato alla mia zanpakuto… Beh, sicuramente era perché credevo che non mi avrebbe aspettata - faccio proprio schifo a mentire. Beh, ho sempre la maschera, però senza spada…

Una luce blu a sfumature celesti m'illumina il viso. Mi volto, vedendo un cero sparato da Grimmjow venire verso di noi.

- Gran Rey Cero! - sento che grida, mentre Ichigo sta precipitando a terra.

Oh diavolo, è grande… quel cero…

- Eichiro! - grido. Sembra proprio diretto verso di noi. Mi avvicino al mio amico e lo butto a terra. So che il mio è un atto egoistico, ma in un momento del genere non ho pensato altro.

Eppure, il cero non colpisce. So che probabilmente avrei dovuto, ma mentre arrivava non ho chiuso gli occhi - nonostante l'intensità della luce. Se avessi trovato il modo di deviarlo non potevo saperlo, quindi era meglio stare pronti.

Ma d'un tratto Ichigo si para davanti a noi, deviando il cero con la spada.

- Kurosaki-kun… - mormora Inoue.

- Itsigo… - fa Nel.

- Ehm… Ichigo? - mi sentivo esclusa.

- Era dannatamente ora. - dice Grimmjow, più che soddisfatto. In effetti, ha dovuto attaccare noi per far svegliare il fragolino.

Mi volto verso Inoue, è stato per lei che… no, non me lo dire, ditemi che non è vero… quella cretina sta tremando? Si porta le mani tremanti al petto e quando Ichigo si volta - con la maschera - lei trema ancora di più, sgranando gli occhi.

- Ehi ichigo! Finalmente ti sei svegliato! - esclamo io.

Lui fa un cenno del capo, poi si volta di nuovo.

- Mi dispiace. - dice.

- Ah? E di cosa?

- Hai paura? - ahh, sta parlando con Inoue. - Presumo che dirti di rilassarti non sia di grande aiuto quando ho questo aspetto.

- No, no, aspetta un attimo! - faccio io. - Tu mi stai dicendo che il tuo aspetto fa paura? Inoue? Ichigo ti mette paura? Andiamo, è il solito fesso! Senza offesa…

Grimmjow inizia a ridere come un pazzo. Come dargli torto… questa situazione è più comica che altro. La tizia che Ichigo è venuto a salvare ha paura di lui. Una vizard in via di fallimento sta cercando di capire, sfottendo in primo luogo il suo compagno e proteggendo il suo amico d'infanzia - che non sa tenere in mano neanche una spada. Ora, Ichigo che promette pure di mette fine a tutto presto, solo per far rilassare questa cretina.

- Si! Questo è quello che stavo aspettando! - esclama. Ah? Che diavolo fa?

mette le mani sulla spada e per come posiziona e muove le dita, sembra quasi volerla graffiare, dilaniare. La zanpakuto si illumina di azzurro.

- Kishire, Pantera! - esclama, compiendo quel movimento con le dita, sembra davvero graffiare la sua spada.

Si alza improvvisamente un polverone. Ichigo davanti a noi rimane calmo.

- Usa il tuo Santen Kesshun per proteggervi. Non abbassarlo mai, neppure per un secondo! - si raccomanda.

- Ichigo? - lo richiamo. Si gira un poco verso di me. - Sai che basta che la piccola qui ci va a sbattere che quel coso si rompe, vero?

Lui si volta di nuovo. Chi tace acconsente. Inoue è debole e per di più ha anche paura di Ichigo. Nonostante ciò crea lo scudo.

Con una ferocia tipica del suo carattere, la figura della sexta Espada, riemerge dalla polvere e… Oddio!

Non credo riuscirò a distogliere lo sguardo tanto facilmente. Devo ammetterlo, è davvero fantastico…

Un'immagine mi passa nella mente. Ma perché mi è venuto in mente? In questo momento dovrei solo concentrarmi su questa battaglia e sperare, malgrado per i miei occhi, che Ichigo vinca.

E la battaglia riprende. Il modo di muoversi di Grimmjow è veramente sinuoso. Ora capisco perché è una pantera.

Tuttavia, Ichigo in questo momento sta dando davvero il massimo… Non appena finita tutta questa storia e lasciato Las Noches gli chiederò se vorrà combattere con me per allenarci.

Lasciare Las Noches. Sgrano leggermente gli occhi. Impossibile che un pensiero del genere mi abbia messa addosso una tristezza mai provata. Di cui non so l'origine.

- Harumi? - mi volto verso il mio amico. - Qualcosa non va?

- Come?

- Hai un'espressione… strana.

Chiudo un attimo gli occhi e incrocio le braccia, per poi tornare ad osservare la battaglia.

- Certo no. Va tutto bene. Sono solo molto concentrata sulla battaglia. - mento.

Eichiro mi fissa ancora e mi sorride.

- Non sei mai stata brava a mentire.

Decido di ignorarlo per un po'. Pensando a quanto abbia ragione. A quanto nonostante tutto, questi giorni mi abbiano fatta pensare e che, per quanto odiassi stare insieme ad Inoue e vivere in questo modo e per quanto non sentirò nostalgia di certo per quella situazione… è come se sentissi, che qualcosa - o qualcuno - probabilmente mi mancherà. E dire, che mi fa più strano dire questo che riuscire a mangiare un piatto cucinato da Inoue.

- Lo so. - rispondo infine, tornando a guardare il combattimento fra quei due.

La reiatsu di Ichigo è così potente che persino io riesco ad avvertirla.

Credo che ce la possa fare. Basterà solo continuare in questo modo. Anche perché il suo avversario anche non scherza e ha tutta l'intenzione di ucciderlo. Avverto più intenso il suo odio che la sua reiatsu, quasi. E le sue risate malefiche, insieme ai commenti che delineano la superiorità che vuole dimostrare a tutti i costi, non aiutano certo.

- Mangia questo! - grida d'un tratto, lanciando cinque strani aggeggi contro Ichigo. Il quale, con mossa molto figa - ovvero piegando la testa di lato - li schiva.

Quei cosi volando verso Inoue, oh beh, tanto lei ha lo scudo no? E anche se non tiene un cazzo che problema eh, giusto?

No, Ichigo si para davanti a lei e si becca tutti quei cinque sassi verdi e strani - non ben identificati insomma - sulla schiena. Sputando sangue.

- I-Itsigo! - fa Nel.

- Kurosaki-kun… - mormora Inoue, nonostante, io ne sono sicura, è ancora terrorizzata.

- Ichigo, sei forse pazzo? Che cose le hai fatto mettere lo scudo a fare?!? - esclamo, con gli occhi sgranati.

Guarda cosa va a combinare quest'idiota altruista.

- Sto bene. - risponde pel di carota.

- Ah, beh lo spero per te. - faccio incrociando le braccia. Esatto, questo è il mio modo di mostrarmi preoccupata. Indifferenza mista ad arrabbiatura.

- Questo non è niente. - fa, alzando il capo, finora tenuto basso.

Inoue sgrana di più gli occhi, terrorizzata. A ichigo sembra dispiacere questa cosa. Poi però si volta e torna alla battaglia.

Mentre Inoue ancora trema. Fermatemi, perché fra poco la uccido. Anche Nel se n'è accorta. Si volta verso Inoue. La quale è rannicchiata su sé stessa, impaurita, tremante.

La piccola si volta di nuovo verso il luogo dello scontro.

- F-forza Itsigo! - inizia a gridare. Mi volto a guardarla e anche Inoue. - Avanti, che ti prende?

Fa la bambina, voltandosi verso la ragazza.

- Dovresti fare il tifo per lui anche tu! - sorrido. Non ha affatto torto. - Itsigo è la fuori a combattere per te! Perché ti comporti come se avessi paura di Itsigo?!

Sto stimando questa piccoletta.

- Ha ragione. - dico. - Io non avrei paura della persona che è venuta a salvarmi, anzi, fare di tutto per ringraziarla.

- Ah? Dici davvero?! - esclama Eichiro, contento. Avvicinandosi. - Beh, allora…

- Dimmi quand'è stato che tu mi hai salvato e non il contrario… - gli dico, con gli occhi assottigliati. - Allora forse ti ringrazierò.

- Eh, eh…

Mi volto di nuovo verso i due combattenti e sorrido. Non è cambiato infondo è sempre…

- Non morire, Kurosaki-kun! - ma le sembra il modo di interrompere il mio pensiero tanto profondo? Mi volto verso di lei.

Dio, le cascate nel Niagara buttano meno acqua dei suoi occhi.

Ichigo si volta verso di lei.

- Non è necessario che tu vinca… - inizia a dire. - Non è necessario che continui a provarci. Non farti più del male, ti prego!

Okay, ora, analizziamo la cosa con calma e razionalità… Se lui non vince muore. Quindi, vedi un po' tu come mettere le cose…

Grimmjow riparte all'attacco, ignorando intenzionalmente. quello che è appena successo. Sta per colpirlo con una mano, quando Ichigo la blocca, afferrandogliela.

Sgrano gli occhi, che stia…

- Torno subito. - faccio.

- Cos… Harumi!! - esclama preoccupato Eichiro.

No, se questa è la fine della battaglia io devo vederla. Un balzo e mi ritrovo a terra, poco lontano da lì. Alle spalle di Grimmjow. Starò attenta, ma voglio vedere bene come finisce.

Ichigo si volta verso Grimmjow, un'espressione che definir coinvolgente è un eufemismo.

- Mi dispiace, Grimmjow. - almeno mi sembra di capire quello. - Non posso permettermi di subire ulteriori ferite.

Un colpo di katana e il sangue rosso che esce dal petto dell'Espada.

Avrei giurato che fosse finita, ma Grimmjow afferra la zanpakuto di Ichigo e dal il via ad un'altra parte dello scontro.

- Distruggerò chiunque mi guardi dall'alto in basso! - esclama l'Espada, così forte che lo sento benissimo, come se mi stesse vicino.

Continuano a combattere, mentre io mi sto godendo la battaglia da uno dei posti migliori, sul campo stesso. Di quanto sono presi neanche si accorgono che sono scesa da lassù. Ma Grimmjow non attaccherà più là, lo so. Ora è troppo preso ad uccidere Ichigo per poter anche solo sfiorargli un'idea simile.

La maschera del sostituto shinigami è sempre più piccola, visto che sta per venire distrutta completamente. Grimmjow intanto sta combattendo con una furia ancora più marcata. Tecniche nuove… Si stanno accanendo l'uno contro l'altro con una ferocia che non avevo mai visto. Che probabilmente nemmeno io ho quando combatto.

- Non posso permettermi di perdere contro di te, Grimmjow! - esclama d'un tratto Ichigo. Della maschera ne è rimasto solo un pezzetto. Corre verso di lui e lo infilza sulla costola.

L'Espada mormora qualcosa che non capisco, prima di chiudere gli occhi. Stava precipitando, quando Ichigo lo afferra e lo porta a terra con qualcosa simile alla delicatezza.

Il rispetto per un nemico battuto.

Sorrido. Eh, già… Ichigo non cambierà mai.

Cammino verso di lui - il quale si accorge della mia presenza qui.

- Ah? Harumi? Che ci fai qui?

- Sono sempre stata qui fino alla fine dello scontro. - rispondo.

- Cosa? Poteva essere pericoloso!

- Ehi! Ricordati che stai parlando con l'ex luogotenente dell'undicesima brigata. - faccio io sorridendo e fingendo di vantarmi.

- Si, si… - fa un mezzo sorriso anche lui, poi si volta e va verso Inoue. Lo seguo.

- Vedo che stai bene Inoue. - fa Ichigo, fissandola.

- Beh, anche io ho la pelle dura, sai? - domanda. Si, come no…

Mi avvicino a loro. Non appena mi fermo accanto ad Ichigo, lo vedo mettersi sulle spalle Inoue, la quale imbarazzare gli chiede se non è troppo pesante.

- No, anzi, sei meno pesante di quanto immaginassi. - sei un fottuto mito Ichigo. Non faccio in tempo a pensarlo che Nel lo colpisce con la testa, con il suo osso insomma. - Maledetta… Non si parla così alle signore! Cè modo e modo, di parlare alle signore! Anche se è pesante, dovresti comunque dire che è leggera come una piuma. Anche se è pesante come un macigno!

Non mi suona tanto come un complimento questa cosa.

- Basta, Nel-chan, così mi deprimi…

Afferra anche la bambina e scende.

Mi sento improvvisamente presa per la vita, ma prima che possa sollevarmi gli afferro le mani e gliele stritolo.

- Ahio! - si lamenta Eichiro.

- Prova a rifarlo e giuro che ti uccido. - lo avverto.

Lui deglutisce.

- Ohi! Avete bisogno d'aiuto per scendere? - ci chiede Ichigo, tornato su.

Gli rifilo un'occhiataccia.

- Figurati. - dico e scendo. Seguita poco dopo dagli altri due.

Non appena siamo scesi, una cosa inaspettata… l'Espada si rialza. Un po' malconcio e ansimante, ma si rialza. Sta venendo verso di noi. Ma la sua trasformazione sparisce, o non so che cavolo era.

Corre verso Ichigo.

- Non mi farò mai battere da uno come te!

Ichigo lancia via la katana e ferma il colpo di Grimmjow.

- Ora basta, Grimmjow. Hai perso… - continua poi a fargli un discorso molto riflessivo. Ma ti pare che un tipo così ti ascol…

Mi blocco. Occhi spalancati. Una specie di arma a otto gigante, ha spazzato via Grimmjow, colpendolo alle spalle.

Mi volto. Chi è quel tipo? Okay, la prima cosa che mi viene in mente è… alto. Troppo alto.

Sta per colpire di nuovo Grimmjow, ma Ichigo gli si para davanti e para il colpo. Difendendolo.

Ho paura che qui ne avremo per le lunghe.


Angolo dei desideri 11 - Meme dispersa


Harumi: *incazzata nera*


Grimmjow: *furioso*


Ulquiorra: *cartellino con su scritto assente*


Ichigo: *abbastanza soddisfatto*


Grimmjow: Quell'idiota dell'autrice dov'è? è.é


Harumi: Sparita per non farsi picchiare dalla sottoscritta *sorriso sadico*


Grimmjow: Posso unirmi a te?


Harumi: Con piacere…


Harumi e Grimmjow: *vanno a cercare meme*


Ulquiorra: Aspettate un attimo u.u


Grimmjow: Tu non eri nella caja negacion? O.o


Harumi: u//u Fa niente, dimmi…


Grimmjow: *fissando Harumi sconvolto* Che cazzo…


Ulquiorra: L'autrice ha lasciato qualche foglio da leggere? u.u


Harumi: *imbambolata* … *si riprende* Ehm, si, si, ecco a te! ^ ^


Meme(da dietro le quinte): Ci voleva Ulqui-chan per farla sorridere…


Ulquiorra: *prende foglio e inizia a leggere* Dunque u.u … L'autrice annuncia che se desiderate seguire fino alla fine la sua ff allora non la vedrete fino al penultimo capitolo per paura di essere uccisa u.u Inoltre, ringrazia chi ha tra le seguite/preferite/ricordate la sua ff e chi recensirà questo capitolo u.u E poi dichiara che se Itou Harumi metterà le mani addosso a suddetto malcapitato che sta leggendo straccerà il foglio dov'è stata creata per farla sparire… p.s. Ulqui-tan è mio u.u


Grimmjow:O.O


Ichigo: O.O


Harumi: O.O


Grimmjow: Ha letto tutto in modo così impassibile O.O


Harumi: Minacciandomi anche indirettamente di morte O.O


Ichigo: A volte quell'arrancar mi fa paura O.O


Meme(da dietro le quinte): Alla prossima!!!! ^ ^

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Capitolo 13
*** Il problema di aiutare qualcuno ***


Ichigo era veramente messo male. Le stava prendendo da quel biondino… mi sembra si chiamasse Tesla… in una maniera incredibile. Il fatto che non fosse morto rimane tutt'ora un mistero. Comunque… non che non fissi dalla parte di Ichigo mentre combatteva, ma tuttavia, per quell'arrancar dai buffi capelli celesti, mi dispiaceva.

Mi sono avvicinata a lui. Teneva gli occhi chiusi, ma ero sicura che non fosse morto.

- Ohi! - ho esclamato, piano, dandogli un leggero colpo sul braccio, con il piede. Me lo ha afferrato subito, facendomi sbilanciare e cadere, riaprendo gli occhi. Feci un mezzo sorriso. - Mi sembrava strano che uno come te fosse morto in questo modo…

Mi ha guardato male a quelle parole. Che in effetti, mi sono accorta dopo, suonavano come 'mi sembrava strano che, anche se avevi perso, fossi morto'.

- Stai attenta a come parli, ragazzina. - mi ha detto.

- Riesci ad alzarti?

- Tsk! Un paio di minuti e sarò di nuovo in piedi. - aveva detto, chiudendo per un secondo gli occhi.

- Bene allora. - avevo risposto, sedendomi meglio lì vicino e osservando la battaglia. All'improvviso poi, mi era venuta in mente una cosa. Molto probabilmente sarei stata fraintesa, ma chi se ne importa. - Ulquiorra?

Avevo domandato.

- Cosa?

- Tra quanto dovrebbe uscire da quell'affare?

Grimmjow aveva ghignato e io avevo fatto finta di non vederlo.

- Ti preoccupi per lui, mocciosa?

- Non sono una mocciosa e non mi preoccupo per lui. Era per sapere quanto tempo avevamo.

- Tsk! Di' quello che ti pare… - aveva detto, poi era riuscito ad alzarsi e a mettersi seduto. Aveva una brutta ferita, questo era sicuro. Eppure la sua voglia di vivere doveva essere davvero grande. Si era alzato alla fine e io lo avevo guardato. Barcollava un po', ma era anche normale.

- Te ne vai? Non vuoi pareggiare i conti con 'Kurosaki'? - avevo domandato, ridacchiando.

Grimmjow mi aveva rivolto uno sguardo di fuoco.

- Non rompere mocciosa… Non posso certo combattere con uno che è in quelle condizioni! - aveva detto, poi se n'era andato.

Non aveva risposto alla mia domanda e aveva capito quello che stavo pensando. Che testa calda che era quell'arrancar… all'apparenza. Era solo impulsivo, a parole e a gesti. Ma le cose le capiva, anche troppo…

Avevo continuato a seguire lo scontro, accanto a Eichiro, quando ad un certo punto era comparso… non riuscivo a crederci… il mio secondo capitano. Zaraki Kenpachi. Avevo sgranato gli occhi appena lo avevo visto. E anche lui era stato sorpreso di vedermi… si ricordava di me? Non l'avrei detto. Ero stata pochissimo con lui.

- Capitano? - aveva esclamato Eichiro, stupefatto, correndo incontro al proprio capitano.

- Esatto. - aveva risposto, voltandosi verso di lui.

- Che… - non aveva fatto in tempo a parlare che io mi ero avvicinata a lui.

- Ahh? - aveva fatto guardandomi. - Itou?

Avevo annuito, ancora con gli occhi sgranati.

- Capitano Zaraki. - avevo risposto. Non ci potevo credere. - Cosa ci fate qui?

- Che domanda è? Sono venuto a fa il culo a questo qui, non vedi? - aveva risposto, indicando l'Espada formato gigante. Il quale aveva assottigliato lo sguardo, come a dire: 'Questo è quello che credi tu'.

Io avevo sorriso, quel capitano lo avevo avuto per poco. Visto che poi c'era stato il così detto 'incidente' e una parte di me è diventata per metà Hollow.

Però in quei pochi mesi avevo capito com'era fatto e che non avrebbe mai perso. O meglio, che avrebbe fatto il possibile per vincere… che amava la battaglia quanto l'amavo io.

- Giusto. - avevo detto in fine, annuendo. - Suppongo che anche questa volta mi toccherà farmi da parte… Oh?

- Esatto! Ken-chan ce la farà come sempre! - aveva esclamato d'un tratto. Quella bambina lo aveva affiancato fin dal suo arrivo. Avevo immaginato che dopo che me n'ero andata sarebbe stata lei a diventare luogotenente.

E così… anche quella volta ero stata in disparte… si, mi sono annoiata. Ma il mio ex capitano non aveva davvero bisogno di aiuto.

- Una cosa… - avevo chiesto d'un tratto. Eichiro si era voltato verso di me, quasi timoroso. Come se già avesse capito la mia domanda. - Non è stato il capitano Zaraki a darti il permesso di venire qui e non è stato lui a mandartici… non è così, Carbone?

- Carbone? Ohh… anche tu hai inventato un soprannome per me? Ma che… Ahio! - gli avevo dato un pugno in testa.

- Rispondi!

- Lo ammetto.

- E allora chi?

- Non posso dirlo.

- Uff… vuoi essere torturato?

Il suo sguardo si era fatto terrorizzato. Ma in fondo, a me che fregava? Poteva benissimo essere solo una sua idea. Anche se qualcosa non portava. Innanzi tutto come aveva fatto a passare qua e poi come sapeva che io ero qui.

- Chi ti ha detto che ero qui?

- Nessuno.

- Hai un segno senso infallibile?

- Ho promesso di non dire niente, dai Giglio… Ahi!

Altro pugno in testa. Era vero che volevo sapere. Ma in quel momento volevo anche godermi lo scontro e potevo sempre torturare Eichiro dopo. Non sarebbe durato a lungo.

In breve… dopo aver assistito alla 'quasi uccisione di Ichigo per mano di Tesla', allo scontro tra Nnoitra e quella piccoletta di nome Nel, versione 'figa assurda' - non so perché improvvisamente era diventata grande e poi si era rimpiccolita appena fatta la Resurrección - e infine, al secondo fottutissimo rapimento di Inoue… posso dire che siamo nella merda più totale. Ichigo, e di questo ne sono certa, correrà di nuovo da quel pesce lesso.


- Che cazzo facciamo? - so che probabilmente non è un bel modo per iniziare una conversazione. Ma ritrovarmi in quella situazione non era affatto piacevole. Con un Ichigo incredulo e deluso da tutte le sue azioni. Un Kenpachi che se ne stava abbastanza tranquillo. Una Yachiru soddisfatta della vittoria del suo Ken-chan. Un' Inoue sparita, nonostante nessuno capisca la positività della cosa. Un Eichiro che mi guarda confuso e terrorizzato. Una me che non sa che deve fare in questa situazione, e che non ha nessuna voglia di accontentare Ichigo nella sua impresa 'riprendiamo la tettona'.

E poi…

- Potete sentirmi, miei cari intrusi?

- Aizen?!? - ho esclamato, attirando l'attenzione dei presenti su di me. Ecco, solo questa ci mancava. Che diavolo vuole Aizen? Dev'essere qualcosa d'importante, per aver usato il

- Vi applaudo per aver sconfitto così tanti dei miei Espada e vi premierò parlandovi dei nostri piani.

Allora… okay… l'applauso io non l'ho sentito, ma fa lo stesso, giusto?

- Stiamo per entrare nel mondo reale.

Cosa?!? Che diavolo… anzi, come diavolo…?

- Lascerò Inoue Orihime nella Torre n.5

Ahh, ora si che sono presa dal discorso!

- Siete invitati a riprenderla se lo desiderate.

Ah, libera scelta. Chi vota per no? Perché io sono negativa a questa cosa. Oh, andiamo… è come se avete cento patate e una cade in un burrone. Voi vi gettate per riprenderla? Se lo fareste siete pazzi.

- Ho finito con lei.

Sono sono io che penso che questa frase ha un non so che di malizioso? Insomma, 'ho finito con lei'. Della serie, ora sono soddisfatto e posso andarmene.

- Le sue capacità sono davvero meravigliose.

Io lo dicevo! Continua così e tutti penseranno prima o poi che le hai fatto qualcosa! No, aspetta… deve parlare per forza di qualcos'altro… dubito che quella lì sappia fare qualcosa oltre lamentarsi.

- Il suo potere di rifiutare totalmente un fenomeno oltrepassa enormemente i limiti di cosa un semplice umano dovrebbe essere in grado di fare.

Infatti lei è una rottura di scatole formato umano.

- Gli alti livelli della Soul Society avevano compreso quanto sia magnifico il suo potere.

A-ah…

- Pertanto rapirla avrebbe fatto sentire minacciata la Soul Society.

Certo… come no… perché solo un'idiota del genere riuscirebbe a farsi rapire in quella maniera. Io ero lì sotto costrizione. Non sono certa andata dietro ad Ulquiorra di mia spontanea volontà! Sono quasi morta!

- Piuttosto che focalizzarsi sul mondo reale, la Soul Society ha rafforzato la sua stessa sicurezza.

Okay… ma perché questo tizio non la fa breve?

- Poi lei è diventata l'esca che avrebbe attirato sia i Ryoka che il Sostituto Shinigami…

Visto?!? L'avevo detto io che era un pesce lesso!

- … Qui nell'Hueco Mundo, lasciandoli incapaci di soccorrere la Soul Society. Soprattutto ho avuto successo nell'attirare quattro capitani nell'Hueco Mundo per aiutarli…

Questo stronzo ha fottutamente ragione! Anche se non sapevo che avevano mandato quattro capitani. Ho visto solo Kenpachi. Però… non so come sono messi adesso, ma ci sono altri… sei capitani ancora pronti a combattere!

- E nel chiuderceli dentro.

Ah… cosa?!?

- Che diavolo sta dicendo? Non vorrà farci rimanere qui?!? - esclamò, guardando gli altri. I Garanta che hanno aperto per entrare, se sigillati… - E ora che diavolo facciamo?!?

Ichigo ha lo sguardo di uno che si sente inutile, altro che il tirarsela di poco fa!

Inizia a dire che non ce la farà a stare fermo qui senza fare niente. E Kenpachi gli risponde che è tutto sotto controllo, perché il 'vecchio scoreggione' - sue testuali parole - aveva già pensato a tutto.

- Beh, se non altro Ichigo ora capisci come mi sono sentita inutile io, fino adesso! - esclamo, facendo voltare il sostituto Shinigami verso di me. - Ti assicuro che stare troppo vicino ad Inoue è decisamente più stancante di dirle 'ciao' tutte le dannate mattine.

- Cos'hai contro Inoue? - mi domanda d'un tratto.

- Non la sopporto e basta. E questi giorni insieme non hanno fatto altro che alimentare il mio odio, già abbastanza grande. - gli rispondo.

- Ti ha fatto urlare? - domandò Eichiro, ridendo. Lui mi conosce abbastanza da sapere che se uno mi fa urlare, lo odio davvero.

- Affermativo. - rispondo.

Lui continua a ridere.

Ichigo sgrana gli occhi. Gli sembra così impossibile andare d'accordo con la sua amica? Ritorna normale, ma non smette di guardarmi.

- Ho capito, ho capito… - faccio sospirando. - Ti aiuterò a salvare Inoue per l'ultima volta… e tu mi farai tornare con voi, non appena troverete un modo per uscire da qui. So che lo troverete.

Ichigo continua a guardarmi, poi annuisce.

- Per me va bene.

- Ottimo… allora, ti precedo! - esclamo, usando lo shunpo e correndo verso l'interno di Las Noches.

So che fa strano, ma con lo shunpo mi ritengo abbastanza brava. Infatti arrivo davanti ad Inoue - seguendo la sua poca reiatsu - in pochi secondi.

- Itou-san? - domanda stupita, voltandosi a guardarmi.

- Inoue. - rispondo. - Sono venuta di nuovo per colpa di Ichigo, dopo ringrazialo, ora vieni con me che cerchiamo di trovare il modo di uscire da…

Una specie di rumore di vetri che s'infrange e il braccio candido, fin troppo conosciuto, della cuarta Espada esce fuori da dietro un trono, posto alla fine del corridoio. Quante ore sono passate da quando lo ha rinchiuso là dentro? Due, tre ore?

Con la calma che tanto lo caratterizza, si volta verso di noi.

- …qui. - finisco la frase, imbambolata.

Quello sguardo. Quegli occhi verde smeraldo… sono più magnetici delle calamite. Il suo modo di muoversi è… fluido. Si, credo che questa parola gli si addica perfettamente. Mentre quei capelli così neri che assorbono la luce, ma comunque luminosi. Dev'essere bello passarci la mano attraverso… Oddio, ho passato troppo tempo con Inoue.

- Cosa ci fai qui anche tu, femmina? - domanda, venendo verso di me. So che Ichigo sta arrivando, tuttavia non m'importa.

So che lui non ha un cuore, come so che probabilmente se volesse uccidermi morirei senza neanche accorgermene, per poi realizzarlo alla fine. Eppure, anche se si sta avvicinando, nonostante la paura… ahh, basta! Non ne posso più! Perché non riesco a catalogare la situazione come facevo prima? Lui è un nemico. Ho paura ed è normale. Io anche sono sua nemica. Lui non prova niente quando uccide, questo l'ho capito. Affronta tutto con calma, freddezza e razionalità. Voglio fare anch'io lo stesso…

- Hai paura? - mi è arrivato davanti e mi sta guardando. Mi sento… persa. Persa in un mare formato da onde calme e verdi. Ma sto tremando, perché è un mare freddo e troppo calmo per essere normale.

- Si. - rispondo.

- Itou-san? - fa Inoue, stupita.

Senza staccare lo sguardo da Ulquiorra le rispondo - sarebbe un delitto abbandonare anche per un solo istante due gemme che ti dedicano attenzione.

- Cosa c'è? Credevi davvero che avrei risposto di no? In questa situazione, solo uno che si arrende non avrebbe paura… - è incredibile che io abbia detto tutto fissandolo. - Oppure uno che si vuole auto-convincere di non averne…

- Itou-san…

Si, dillo ancora una volta il mio nome, forse capirai meglio quello che voglio dire.

Continuo a guardarlo. Non parla. Perché non mi dice che fra poco morirò? Perché non cerca di annientare la mia voglia di vivere? Non è quello che normalmente farebbe lui? Non credevo che sarei mai riuscita a capirlo davvero…

- Perché continui a metterti in mezzo, femmina? - mi domanda d'un tratto.

- Perché l'ho promesso ad un amico.

- Amico? E non hai paura che possa fallire?

- Ovvio che ne..

- No! - esclama Inoue. Mi volto verso di lei, mentre sento lo sguardo di Ulquiorra ancora posato su di me.

- No cosa?

- Sono venuti qui per salvarci… - dice. - I nostri cuori… sono vicini ai loro.

Alzo un sopracciglio.

- Ah, carina come frase devo ammetterlo. - dico, ridendo. - Semmai sono venuti a salvare te… Povera Inoue, tu si che hai bisogno di essere salvata. Tu si che sei l'unica che, non appena senti il nome di uno che conosci, pensi subito positivo. Mi scuserai se non sono così… il mio cuore è saldo nel mio petto e non si è mai avvicinato a quello di nessuno.

Non so se quello che ho detto è vero al cento per cento. Ma sicuramente quel discorso le ha fatto sgranare gli occhi e le ha fatto capire che quello che ha detto non lo pensa. Che lei ha paura quanto - se non più - me.

- Ma… Itou-san… Kurosaki-kun…

- Ichigo sta arrivando e combatterà per te, questo è sicuro. Quella testa di fragola immatura non la fermi così semplicemente.

- 'Combatterà per te'. - ripete Ulquiorra. Mi volto verso di lui. - Significa che per te lui non combatte?

- Esatto. - rispondo, incrociando le braccia. - Io non ho bisogno di essere salvata.

- Cosa ti spinge a parlare in questo modo? - mi domanda.

- Come?

- Il cuore che prima hai nominato, è quello che ti spinge a parlare così? - mi chiede ancora.

Che cosa vuole sapere esattamente? Cosa si sta chiedendo? Se quello che dico è vero? Se lo penso?

- Cosa mi stai chiedendo?

- Che cos'è il cuore? - cosa… non so spiegarglielo. - Si può vedere? Si può toccare? Possiede una sostanza?

Sgrano gli occhi e indietreggio lentamente, mentre lui si avvicina.

- Sono domande a cui mi puoi rispondere? - chiede infine, fermandosi. Si avvicina, ma questa volta non mi muovo. Sento lo sguardo terrorizzato di Inoue che mi fissa. Non m'interessa. I miei diamanti sono solo per lui in questo momento. Alza un braccio e con due dita mi sfiora una guancia, rabbrividisco al breve contatto con la sua pelle gelida. - Tu riusciresti a mostrarmelo?

- Si, se mi apro in due. - rispondo, senza pensarci. - Ma questo non vuol dire che tu debba farlo.

Non dice né fa niente. Mi guarda e basta. Devo essere leggermente arrossita, perché sento il viso in fiamme. Insomma, glielo avevo già detto che non mi piace essere fissata.

- Se ti aprissi in due? Perché? Dove si trova? - mi domanda ancora. Mi sfiora la fronte. - Si trova qui? - mi sfiora il collo. Brividi. - Oppure qui? - Scende, sfiorandomi infine il petto. - O ancora qui?

Non riesco neanche a rispondere. So che se volesse potrebbe spaccarmi in due adesso. Cosa mi fa dire che non lo farebbe? Sono comunque agitata… ma non ho più paura come prima. Perché dannazione?

- A cosa pensi, femmina?

- Come?

- Hai lo sguardo perso nel vuoto, non stai guardando nulla. Voi quando pensate fissate tutti il vuoto. - mi dice, poi si avvicina ancora, di un passo.

D'un tratto, come se avvertissi un peso gravare su di te.

- Ichigo… - la sua reiatsu è presente ovunque.

Entra dal pavimento. Dal pavimento?!? Sia Ulquiorra che Inoue guardano nella mia stessa direzione.

Ichigo lo fissa serio.

- Kurosaki-kun! - esclama Inoue.

Dai? Non si era capito chi era…

Ci fissa, entrambe.

- Allontanati da loro.

Sospiro. Quando la smetterà di tirarsela. Ulquiorra è davvero forte, non deve sottovalutarlo.

- Era mia intenzione. Il mio compito è proteggere Las Noches fino al ritorno di Aizen-sama. Non ho ricevuto l'ordine di uccidere le ragazze. - ah, bene. Fa piacere sentire che se glielo avessero ordinato mi avrebbe uccisa a sangue freddo. - Finché non mi verrà ordinato altrimenti, le lascerò in vita.

- Grazie, luce della mia vita, ti voglio bene anch'io. - lo sfotto, incrociando le braccia a assumendo una posizione abbastanza incazzata.

Ulquiorra mi guarda un attimo, poi i suoi occhi verdi si spostano verso Ichigo.

- Ma per te il discorso è diverso. Ucciderti fa parte dell'incarico di proteggere Las Noches. - Sgrano gli occhi. L'Espada estrae la katana e la punta contro Ichigo. - Tu morirai per mano della mia spada.

- Mi sorprendi. - fa Ichigo. - Non pensavo avresti sfoderato la spada fin dall'inizio. Credevo che la mia prima fatica sarebbe stata fartela tirare fuori. Allora, posso pensare che mi consideri un avversario tuo pari?

- Ti sembra il momento per certe osservazioni? - gli domando. Lui sorride appena. Mentre per Ulquiorra è come se non avessi parlato.

- Se non altro… - dice il moro. - un bersaglio da distruggere.

Ichigo sorride ancora, quanto fa strano con quell'espressione corrucciata.

- Basta e avanza.

Vanno l'uno contro l'altro, dando inizio allo scontro. Inoue crea subito quella stupida barriera distruttibile davanti a lei.

- Kurosaki-kun… - mormora.

- Hanno appena iniziato, dagli il tempo di ferirsi gravemente. - le dico.

Lei mi guarda sbalordita, poi abbassa il capo. Ormai ha capito che con me può solo stare zitta.

Bene… stanno distruggendo tutto quei due… Spero che non abbiano intenzione di distruggere anche me.


Correva. Era stanco, ma non poteva fermarsi se voleva arrivare lì in tempo. I rumori della battaglia già iniziata si sentivano anche da così lontano. Il suo piccolo giglio poteva essere in pericolo e lo avrebbe portato in salvo.

Era lì e aveva fatto quella promessa. Di riuscire a riportare Harumi intera.

Per questo il fiato ora lo stava abbandonando quasi del tutto, a forza di correre. Per questo si stava dando da fare e per questo aveva accettato quel compito.

Il suo capitano era rimasto indietro con il luogotenente Yachiru.

Lui doveva assolutamente raggiungere Ichigo, l'Espada, Harumi e l'altra ragazza. Certo che, se magari lo avessero aspettato non si sarebbe mica offeso. Va bene che lui con lo shunpo non era granché, ma possibile che quella ragazza valesse così tanto e fosse così tanto in pericolo? Dopotutto quell'Aizen aveva detto loro che potevano andare a riprenderla. Non l'avrebbe uccisa quindi.

E comunque… una cosa che non capiva c'era. Ad Harumi stava sul cacchio quella ragazza. Perché cavolo era corsa da lei? Dopotutto Ichigo era accorso subito dopo?

No, il motivo per cui Harumi era corsa da Inoue doveva essere per forza un altro. E la cosa strana era che quello che aveva pensato, neanche lui era capace di crederlo.

Non avrebbe saputo dire il perché. Ma, nonostante ci avesse sperato tante volte, non aveva mai considerato Harumi una ragazza a cui poteva piacere un ragazzo. Era talmente mascolina, che gli restava difficile immaginarla cotta di qualcuno. Nonostante la speranza ricadeva sempre su di lui. Eppure… quell'Espada che era stato rinchiuso in quell'affare… sembrava quasi preoccupata per lui. Una cosa era certa. Quella lì non gliela raccontava giusta. E poi era lui quello che aveva i segreti.

Aumentò il passo, ormai era quasi arrivato. Un ultimo sforzo e sarebbe stato dentro. Si fermò di colpo, quando vide un buco sopra la sua testa, come se il cielo fosse stato spaccato e Ichigo e l'Espada volare dentro.

- Che sta…? - non finì la frase. Spiccò un balzo e si ritrovò poco distante da Harumi, la ragazza e un occhialuto che non aveva mai visto prima e che non sapeva neanche chi era.


- Come sei arrivato qui? - domando, vedendo Eichiro davanti a me, spompato per una corsa probabilmente all'infuori delle sue possibilità. Siamo tutti e quattro affacciati al buco nella parete, guardiamo in alto, verso il buco nel cielo.

- Correndo. - risponde, avvicinandosi a me e riprendendo fiato.

Inoue lo guarda con desiderio e tristezza. Vorrebbe essere lassù, lo so. Per una volta la capisco. Anche io vorrei essere là.

Mi volto a guardare il ragazzo con gli occhiali accanto a me. Non ricordo il suo nome.

Forse lui mi potrebbe portare là.

- Ohi! - lo richiamo. Fino adesso aveva parlato con Inoue di non so che cosa. Onestamente neanche m'interessa. Si volta a guardarmi. - Hai un modo per portarmi lassù?

Sgrana appena gli occhi, poi si sistema gli occhiali sul naso e scuote il capo.

- Sarebbe una pazzia.

- Non lo decidi tu… - un'ondata di reiatsu improvvisa ci colpisce.

- Che diavolo sta succedendo lassù? - domanda il ragazzo. In effetti vorrei saperlo anch'io.

D'un tratto poi, mi viene in mente una cosa.

- Aspettatemi qui! - esclamo, correndo verso la stanza che mi aveva ospitato per tutto quel tempo.

- Cosa… ? - fa Eichiro.

- Itou-san! - non c'è bisogno di dire a chi appartiene questa voce, giusto?

Uso lo shunpo e raggiungo la stanza. Mi guardo intorno.

- Là! - corro verso la stanza dove mi sono allenata con Ulquiorra. Eccola! Ran no kaze! La mia zanpakuto!

Non appena la prendo di nuovo tra le mani sorrido. Mi sembra impossibile essere riuscita a stare così tanto tempo senza lei al mio fianco. Sorrido, soddisfatta, tornando indietro verso loro.

- Dove sei stata? - mi domanda Eichiro.

Senza dire altro gli mostro la katana.

- Oh…

- Itou-san…

Li guardo tutti e sorrido di nuovo. Ora mi sento meglio. Ho di nuovo la possibilità di fare a fette qualcuno o perlomeno di provarci! Guardiamo di nuovo in alto, almeno fino a che Inoue non si gira, con sguardo supplichevole verso l'occhialuto.

- Ishida-kun. - lo richiama, ecco come si chiamava. Lui si volta verso di lei. - Puoi usare i tuoi poteri per portarmi sopra al palazzo?

Allora poteva farlo davvero! Bastardo, perché non me lo ha detto? Dai, di' di sì…

Annuisce. E vai! Vedi, il viso di Inoue da ' se non lo fai scoppio a piangere' funziona. Il problema sarebbe che io non ci riuscirei, quindi non potrei applicare questa tecnica. Mannaggia!

Una specie di skateboard volante celeste ospita l'occhialuto - di cui mi sono di nuovo scordata il nome - e la rompiballe.

- Ehi! Fate salire anche me!

- Non credo ci sia spazio… - fa signor 'mi tiro su sempre gli occhiali'. Stanno per alzarsi.

- Eh no! - esclamo, prima di spiccare un balzo e aggrapparmi alla sua gamba.

- Che stai facendo, Itou-san?

- Mi aggrappo, non vedi? - però, lui se l'è ricordato il mio nome. Sono davvero pessima…

Una reiatsu potentissima, dai colori nero e verde, si fa strada verso di noi, investendoci mentre andiamo sopra il tetto di Las Noches.

Eccoci!

Scendo di corsa, Inoue fa lo stesso, correndo con me verso la torre, dove si vedono Ulquiorra e Ichigo.

L'Espada sta tenendo Ichigo con la coda… Ha una coda?!? Che cosa… si è trasformato. Ichigo non sembra in buone condizioni.

Ulquiorra si volta a guardarci. No, sta guardando me. Le sue sottili linee verdi sono mutate in lacrime disperate nere come l'inchiostro. Un inchiostro triste che cola, che scende lento lungo le gote.

Gli occhi anche sono diversi… la congiuntiva è verde e la cornea è gialla. Ora sono più… inquietanti e decisi.

- Siete venute davvero, femmine…

Lo fisso, truce. Sposta lo sguardo da me a Inoue.

- Ora, osserva attentamente… - dice, allungando la mano verso il petto di Ichigo, indicandolo con l'indice leggermente ricurvo. - … la morte dell'uomo in cui hai riposto tutte le tue speranze.

Parlava con Inoue. Che a quella parole sgrana gli occhi incredula e impaurita.

Un cero. Nero dai bordi verdi.

Il viso di Inoue si contorce in un'espressione di pura disperazione.

Io mi limito a guardarlo, nonostante dentro di me stia sperando che in un qualche modo si liberi. Lo sapevo che Ichigo non doveva sottovalutarlo. E ora… costringo i miei occhi a guardare, stringendo i pugni.

- Fermo! - grida Inoue.

Io la guardo. Forse… Ahh, che mi costa provare. Corro verso il pilastro e salto, tentando di gettarmi su Ulquiorra. Ichigo non deve morire. Ma non faccio in tempo. Il cero viene sparato e un gigantesco buco si forma sul petto di Ichigo. Atterro sul pilastro incredula fissando con occhi sgranati, quanto si vede bene l'altra parte fissando il petto di Ichigo. Gli occhi del ragazzo sono opachi, un nocciola spento e triste.

Ulquiorra lo lascia andare e lui cade giù a peso morto, dal pilastro.

No, no! Mi affaccio per vederlo cadere e atterrare su una barriera di Inoue. Qualche volta si rende utile. Prova a correre verso Ichigo. L'Espada stava per pararglisi davanti, quando - non so come diavolo ho fatto - riesco ad afferrarlo per un braccio prima che faccia qualunque altro movimento.

- Tu ora ti batti con me. - dico, decisa. Il mio sguardo è fermo, sicuro. Ora ho di nuovo la mia zanpakuto. So che probabilmente per lui è la stessa cosa, ma io mi sento meglio quando la impugno. pIù sicura di me. Certo, potrei morire lo stesso, ma almeno posso dire di averci provato, a vendicare la morte del mio amico.

Lui mi guarda.

- Non dire stupidaggini. - mi dice. - Ricordi cosa ti è successo l'ultima volta che abbiamo combattuto. Anche se mi guardi così una katana non ti da la forza necessaria per potermi battere. Il compito che mi è stato affidato implicava la morte di Kurosaki Ichigo. Neanche quella femmina con i suoi miseri poteri potrebbe cambiare il destino di quella sciocca copia di un hollow.

Stringo più forte la presa sul suo braccio, ma mi rendo conto che non serve a niente. Cado sulle ginocchia. Portando comunque la mano alla spada. Non riesco ad estrarla...

- Tu… - sospiro. Non riesco a dire niente.

Il rumore di qualcosa che cozza contro una superficie dura. Alzo lo sguardo, trovando l'occhialuto a lanciare frecce contro Ulquiorra.

Non c'è riuscito Ichigo, è comico il fatto che ci stia provando lui ad andare contro la cuarta Espada.

Prendono a combattere. Ma il ragazzo dai capelli blu è decisamente in svantaggio. Come reiatsu non è pari neanche alla mia. Quindi figuriamoci…

Guardo di nuovo in basso, spicco un balzo e scendo.

Inoue ha gli occhi sgranati mentre cerca di curare Ichigo.

Mi avvicino e lo guardo. Non ci posso credere… Ichigo vincerà sicuramente. Certo, tutti lo pensavano, ci avevo creduto anche io.

Vorrei riuscire anche io ad avvicinarmi a lui e a mostrare la mia tristezza. Ma credo che Inoue basti e avanzi per tutte e due. E poi, più che sgranare gli occhi e fissarlo incredula, non posso fare altro…

- Non puoi fare niente, vero? - le domando.

Si volta verso di me. Terrorizzata, ha il viso ridotto uno straccio.

- I-io… Itou-san… - si volta di nuovo verso Ichigo. - Kurosaki-kun… Kurosaki-kun…

- Smettila! Così non lo riporterai in vita! - esclamo. Vedo altre lacrime scendere dai suoi occhi. - Ormai è inutile… - si volta. - Ishida-kun…

Ishida, me lo devo ricordare. Sta continuando a combattere contro Ulquiorra, ma ormai è allo stremo… Faccio qualche passo verso di loro. Altri due calci da parte della sua coda e Ishida cade a terra. Corro verso di lui.

- Sei forse idiota?!? Che ti salta in mente?!? Vuoi spargere ancora un po' del tuo sangue? - gli domando. Ormai è Ulquiorra che ha vinto… Ichigo è morto. Loro vogliono vivere, giusto?

- Ma… - prova a dire.

- Se non sei disposto a morire allora fatti da parte! - lo interrompo, alzandomi.

Lui mi guarda con gli occhi sgranati.

- Cosa hai intenzione di fare? Neanche tu puoi sconfiggerlo…

- Le volte precedenti che avevo combattuto non ci avevo messo tutta me stessa… questa volta darò il massimo! - sono decisa. Per quanto possa risultare insensibile la morte di Ichigo ha fatto male anche a me. - Tu resta qui con Inoue! Almeno avrà qualcuno a cui rivolgere le sue domande su cosa potrebbe fare. Mi avvicino ad Ulquiorra, che mi fissa e sembra leggermente sorpreso.

- E così hai deciso di morire. - mi dice. - Cosa ti spinge a combattere per una persona morta?

- La vendetta. - rispondo.

- Vendetta? Non ha senso. - continua a dire. - Quando una persona è morta, chi la conosce di dovrebbe accertare del fatto che non respiri più e basta. Chi l'ha uccisa prima o poi se la dimenticherebbe. Quindi automaticamente uccideresti un innocente senza saperlo.

- Cosa? - mi ha confusa. Devo ammetterlo, a confondere le persone gli ci vuole poco. - Non m'interessa niente di questo! Ora combatti contro di me e se dovessi morire pazienza! Almeno ci avrei provato e non dovrei rimpiangere di non averlo fatto.

Chiude un attimo gli occhi. Poi li riapre.

- Allora? Attaccami! - gli dico, sfoderando Ran no kaze.

- Ti consiglio di sfoderare al più presto le tue armi segrete.

Beh, credo che questa volta gli darò ragione.

Passo una mano davanti al volto ed ecco la maschera che appare.

- Ran no kaze! - esclamo e i ventagli appaiono nelle mie mani. Sorrido da sotto l'armatura d'osso.

Parto all'attacco, cercando di colpirlo al braccio, mi ritrovo a colpire il vuoto. Dietro di me! Mi volto, giusto il tempo per schivare il suo cero. Mi sfiora la spalla. Un taglio così profondo ed esteso che per poco non si vedeva l'osso. Sangue. Mi ricopre lentamente il braccio, che pian piano diventa rosso.

Tento di pulirmi un poco sulla camicia, la quale inizia a sorbire il colorito cremisi del sangue.

Neanche due secondi e già sono piena di sangue. Si comincia bene.

Mi getto di nuovo su di lui, schivo la coda e provo a colpirlo. Mi ferma la spada e mi getta all'indietro di qualche metro. Gli piace proprio lanciarmi!

Mi alzo. Controllo il braccio sinistro, fa male ma posso ancora muoverlo. La ferita brucia solo un po'…

- Ha no sensu… - mormoro e corro verso di lui. Mi sento improvvisamente come se avessi già perso. In un secondo, l'idiozia che sto facendo mi si presenta davvero come una cosa stupida e inutile. Eppure, ero convinta che se avessi dato il massimo ce l'avrei fatta. Ma come fa ad essere la cuarta espada? È troppo forte… Lancio i miei coltelli, neanche lo sfiorano. - Kaeru!

Li lanciò di nuovo. Li schiva tutti e me lo ritrovo davanti. Mi afferra con la coda, bloccandomi anche le braccia e stringendo forte. Sto soffocando.

- Ciò che pensavo non era errato. - mi dice. Lo guardo, quello sguardo così vuoto… mette sofferenza. Tristezza. - Non ha senso combattere sapendo di morire.

- Se ti da tanto fastidio quello che faccio… - dico. - Perché non mi uccidi subito… invece… invece di farmi la predica?

Non ho più fiato. Lo fisso negli occhi. Non mi risponde. Che novità…

Ora che ci penso, non avevo pensato a come sarebbero potute andare le cose. Avevo pensato che Ichigo avrebbe vinto, senza pensare che se fosse successo Ulquiorra sarebbe morto, senza neanche pensare però… che se l'Espada avesse vinto sarebbe stato Ichigo quello a perdere la vita. Che cosa pensavo? Che Ichigo non l'avrebbe ucciso se gli si fosse presentata l'occasione? Che solo perché lo avrei voluto così disperatamente, Ulquiorra avrebbe lasciato il sostituto Shinigami in vita?

La maschera finisce in mille pezzi, Ran no kaze mi cade di mano.

Ma come ho fatto ad essere così stupita… Oh, ma questo è niente. Come ho fatto… a desiderare di volere entrambe le cose? Quando la parola nemico so benissimo cosa significhi.

Quando sapevo benissimo che Ulquiorra era un nemico… che uno dei due sarebbe morto comunque….

Ho paura. Guardo di nuovo Ulquiorra, mentre sento lo sguardo di Inoue posato su di me. D'un tratto sento la sua voce disperata giungermi alle orecchie:

- Salvaci! Kurosaki-kun!!

Che diavolo grida quella lì? Non lo vedi che è morto? Non lo riporterai in vita chiamandolo…

Okay… allora perché si sta alzando? Cosa diavolo? Ulquiorra mi lascia andare improvvisamente. Sembra sorpreso anche lui.

- Ichigo? - domando incredula, mentre lo vedo sotto una nuova luce e una nuova forma…

In un attimo la spada torna in suo possesso e prima che me ne renda conto, lui e l'Espada cominciano nuovamente a combattere.

Ichigo non è mai stato così… agguerrito direi. O meglio… deciso a farlo a pezzi. Così quello è il suo hollow… Interno. E dire che ero interessata a vederlo. Ora non sono neanche così sicura di riuscire a fermarlo. Perché va fermato, altrimenti rischia di ucciderci tutti.

- Ichigo! - esclamo. Non si volta. Quello non è Ichigo… - Ichigo! Cos…

Il braccio di Ulquiorra… non è più attaccato al suo corpo. Ichigo… che stai facendo?

Un esplosione… Un cero potentissimo sparato da quello che sarebbe dovuto essere un vizard.

Come diavolo ha fatto Ulquiorra a sopravvivere? E poi… è ridotto in una maniera pietosa.

- Per la miseria, torna in te! - esclamo, correndo verso di lui e provando a fermarlo. Neanche per sogno, mi ritrovo spinta via con una violenza incredibile.

Sono tutta un dolore di nuovo. Guardo di nuovo verso di lui, giusto per vedere anche Ishida che tenta di bloccare l'amico.

Devo dire che a me è andata bene. Lui è stato addirittura infilzato con la spada.

Un altro cero. Sempre sparato da Ichigo. Rosso come la rabbia che in questo momento lo sta invadendo. Non riesce a colpire Ulquiorra.

Sospiro.

Fa in tempo a sparare quel raggio potentissimo che la sua maschera si rompe e lui cade a terra. Se il viso non fosse identico - oltre che il colore dei capelli - non l'avrei riconosciuto. La pelle è pallidissima e i capelli lunghi.

- Kurosaki-kun! - esclama Inoue, correndogli incontro. E inginocchiandoglisi accanto. - Kurosaki-kun…

Mi avvicino anche io e lo guardo. Ulquiorra è poco lontano da noi. Sento il suo sguardo su di me. Ha quasi ucciso Ichigo! No, l'ha ucciso… Perché non riesco ad odiarlo? Forse perché… no, no, no!

Mi volto a guardarlo. I nostri sguardi, così diversi… si scontrano.

- La tua gamba… - gli dico, guardandolo. Non è nemmeno più un arto. Sembra restare attaccato lì per pietà.

Qualcosa di strano… non so cos'è successo, ma Ichigo improvvisamente è tornato normale, anche il buco si è chiuso.

Mi volto a guardare Ulquiorra. Ora Ichigo sta bene, potrebbe tornare a combattere e finirlo.


Per la prima volta, mi sento come se volessi salvare qualcuno. Ma stavolta non so davvero come potrei fare…



Angolo dei desideri 12 - Tristezza ç.ç


Harumi: *stato catatonico*


Ulquiorra: T.T


Grimmjow: *soddisfatto per il modo in cui è scomparso* cazzo piangi tu?


Ulquiorra: Questa è la faccina che interpreta la mia Resurrección T.T


Ichigo: *stato catatonico* è.è


Meme: Ehm… visto che tutti sono così depressi, compresa io *si soffia il naso* oggi posso comparire… Questo capitolo è tristissimo!!!! ç.ç Non che lunghissimo!!!! ç.ç Non che il penultimo capitolo!!!! ç.ç Manca solo l'epilogo ç.ç E poi… *piange a fontana*


Grimmjow: Ohi! Donna? Io comparirò nell'epilogo?


Meme: Ovvio che no u.u


Grimmjow: Cosa?!? Me ne sono andato così?


Meme: *terrorizzata* Mylla!!!! >.<


LullabyMylla: Si?


Meme: Tieni a bada questa pantera!!!! >.< Mi vuole uccidere ç.ç


LullabyMylla: Per forza, non lo fai comparire nell'epilogo ù.ù


Meme: Tu dovresti capirmi e assecondarmi, non andarmi contro!!!! >.<


LullabyMylla: *occhi dolci a Grimmjow* … *si riprende* … Ehm, cosa?


Meme: *disperata*


Ulquiorra: Temo che anche questa volta tocchi a me u.u Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno tra le preferite/seguite/ricordate questa storia e chi ci farà sapere che cosa ne pensa di questo capitolo chilometrico u.u Alla prossima. u.u


Meme: Oh Ulqui-chan *-* Tu si che ci sai fare con i nostri lettori *-*









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Capitolo 14
*** Epilogo - The end ***


Avete mai la sensazione di sentirvi così utili a qualcuno, da non sapere che cosa fare?

In questo momento, io mi sento proprio così.

Ichigo grida che non voleva vincere così. Che questo non era il suo intento… Eppure Ichigo, è successo… Inutile dirlo.

Ulquiorra non sembra preoccuparsene. Dopotutto… perché dovrebbe? Lui è fatto così. Ha combattuto e ha perso. Quindi, non ha rimpianti.

- Se vuoi farla finita, non sarebbe leale a meno che non fossimo nella stessa condizione! - esclama Ichigo d'un tratto.

Ah, beh, logico… Cosa?!?

- Ichigo?! Che diavolo vai blaterando? - esclamo guardandolo.

Conosco quello sguardo, ha davvero intenzione di fare quello che ha detto. Ma…

- Va bene… Se è questo ciò che vuoi.

- No! Ulquiorra non… - corro verso di lui e allungo, il braccio, tentando di fermarlo, era già pronto a fare la sua mossa. Il mio braccio passa attraverso la polvere. La polvere della sua ala che si sta… - Sta sparendo… ?

Ulquiorra sgrana gli occhi. non l'ho mai visto così. Ichigo fa lo stesso. Io anche, non sono certo da meno.

- Ulquiorra? - lo chiamo incredula.

Si volta verso di me. Le spalle leggermente curvate in avanti e lo sguardo solito. Sta morendo… non ha paura?

- Presumo che sia la mia fine. - dice semplicemente guardandomi.

Sgrano di più gli occhi. Come fai? Dannazione a te… io non ce la farei. Rendermi conto in modo così tranquillo di stare morendo. Di stare… sparendo. Polvere al vento.

Mi guarda ancora. Perché? Perché provo questo?

Fitte. Nonostante tutto… è come se mi dispiacesse. Qui ho rischiato di morire… faccio un mezzo sorriso, triste… Buffo, se penso se in questo momento... Vorrei davvero trovare un modo per aiutarlo.

Il mio discorso, le mie stupide pretese di essere 'salvata'. Non ho mai pensato ad aiutare qualcuno. Non ho mai pensato a salvare una persona.

Perché mi sono sempre detta che se io non sarò salvata, non avrei motivo di salvare qualcuno.

Ma il fatto di pensare… se Shinji, se Hiyori, se Liza, se i miei amici… venissero rapiti, io li andrei a salvare?

Non l'ho mai fatto. Non voglio essere salvata. Menzogna. Io aiuterei i miei amici. Menzogna. No, semplicemente... Come posso dirlo?

Se non sono neanche capace di trovare il modo di salvare una persona verso cui provo qualcosa. Verso cui, fra poco, sarà provavo qualcosa.

Mi volto a guardare Ichigo, non può aiutarmi. Fissò per un secondo Inoue, come potrebbe?

Ishida… mezzo morto, e non solo per miracolo.

Sono davvero sola adesso. Sola, di fronte a questi due occhi che mi guardano.

Si volta completamente verso di me.

- Uccidimi.

Cosa?

- C-cosa? Ma che… ? No. - non potrei. Continuo a fissare quegli occhi, che tornano i due smeraldi di prima. I primi che ho visto, che ho conosciuto. Di cui…

- Anche adesso, non mi obbedisci senza replicare. - mi dice, abbassa il capo.

Sento qualcosa di umido scendermi lungo la guancia.

Mi porto la mano sul viso. Sorrido amaramente. Sembra un vita che non sento qualcosa del genere sulla mia pelle.

Sto davvero piangendo.

Qualche lacrima. Silenziosa.

Rifiutare qualcosa è stupido. Lo penso io e lo pensa anche lui, lo so. Ormai l'ho capito.

Dovrei accettare questo, vero? Ma come posso, diavolo…

Lacrime.

Stupide lacrime mi scendono lungo le guance. Gocciolano sulla camicia. La bagnano. Sento il peso che traspare sulla mia pelle. Pesante come la tristezza che in questo momento provo.

Come avevo detto?

Il mio cuore è saldo nel mio petto e non si è mai avvicinato a nessuno...

Non avrei mai creduto che questa frase sarebbe stata più vera. Lui non ha un cuore. Anche se volessi, non lo ha.

Vuoto. Completamente.

Continuo a specchiarmi nei suoi occhi.

- Avevo iniziati ad interessarmi alla tua persona da molto tempo.

Lo fisso incredula. Cosa? Sorrido un poco. Già… interesse. Ecco come lo chiama lui.

Allunga il braccio verso di me. Mi sfiora la guancia e qualche lacrima scende sulle sue dita.

- Non hai paura di me, femmina? - mi chiede.

Alzo la mano anch'io e sfioro la sua.

- Tsk! Ovvio che no! - faccio, cercando di recuperare il mio solito tono strafottente. Non vorrei neanche. Fingere. Anche se dubito che non capirebbe ugualmente.

Non si stupisce delle mie parole.

- Capisco… - dice semplicemente.

Sta per allontanare la mano. Vorrei trattenergliela, ma come la tocco muta in cenere. Inizia anche lei a sparire. Un'altra parte.

Il braccio piano piano, segue lo stesso esempio.

Fisso ancora i suoi occhi, che non sembrano intenzionati a staccarsi dai miei.

Come se lo volessi…

Piano piano, vedo anche la testa sparire. Tutto di fronte ai miei occhi.

E sto piangendo di fronte a lui.

Sa che cosa sto provando?

Sa che cosa sono le lacrime? Perché scendono. Perché solo a me?

Se sapesse che a quest'ultima domanda neanche io ho risposta…

Guardo il suo viso. Quelle due lacrime, dovrebbe saperlo. Eppure, le sue sono finte, disegnate… Le mie, più vere di così non potrebbero essere.

Scendo sul suo volto, fino a fissare le sue labbra.

Così sottili. Il labbro superiore scuro, quello inferiore chiaro. Un pensiero, abbastanza banale e comune. Che però, non avevo mai sperimentato su me stessa.

Sta sparendo. Non lo rivedrò, perché non farlo?

Mi avvicino a lui, abbastanza veloce. Mi guarda, leggermente sorpreso. Ma non si muove. Faccio in tempo a raggiungerle che il suo capo scompare. Dandomi solo un leggero assaggio del suo corpo mutato in polvere.

Ultimi attimi, solo per vedere il resto del busto, delle gambe. Sparire, per sempre…

Neanche il corpo è rimasto. Se n'è andato tutto.

Gocce cristalline continuano a scendere lungo le mie guance. Ininterrottamente.

Mi volto verso Ichigo. Sgrana gli occhi. Ti sembra così tanto impossibile che una come me possa piangere?


- Io lo sapevo! - esclamo, incrociando e braccia, apparentemente arrabbiata. - Ma fra tutti proprio Eichiro dovevate mandare?

- Ehi! - fa il ragazzo accanto a me.

Shinji mi guarda e 'sorride'.

- Ahh, ma dai, Haru-chan! Eravamo preoccupati!

Lo guardo seria. Sembra già pronto per la mia sfuriata. Faccio un mezzo sorriso che stupisce tanto lui quanto Hiyori che gli stava accanto.

- Beh, bentornata, Harumi-chan! - canticchia ancora lui.

- Grazie, Shin-chan! - gli rispondo, con un sorriso sadico-divertito. Per poi voltarmi.

Siamo tutti qui. Di nuovo. E dobbiamo vincere.

Non è finita. Lo so. Dopo quello che è successo, la battaglia contro Aizen. Dopo la battaglia, chissà quant'altro…

Ma pensare in questi termini non è affatto utile. Bisogna sempre passare gli eventi.

Racchiuderli in uno spazio della propria mente, che poi si riaprirà solo quando davvero sarebbe stata la fine. Anche se so già che in ogni momento, rimpiangerò quello che ho perso. Quello che non ho saputo reputare abbastanza interessante… per riuscire a non farlo morire, prima che non ci fosse più possibilità di aiutarlo.

So già che non piangerò mai più. So già che continuerò, come ho fatto fino adesso...

Combatterò. Combatterò perché ho sempre combattuto. Andrò avanti. Con il mio solito comportamento scontroso. Con tutti i miei amici. Con i mie dubbi, con i miei torti e le mie ragioni. Con la mia vita così diversa eppure così identica a prima.

Nella speranza, di ritrovare quei capelli neri e quegli occhi verdi.





L'angolo dei ringraziamenti e degli addii - Fine


Meme: *piange* Allora… inizierò subito col dire… VI PREGO NON UCCIDETEMI!!!!


Harumi: guarda che non sbaglierebbero affatto *piange anche lei*


Ulquiorra: u.u Alla fine non hai cambiato poi molto l'anime u.u


Harumi: *si volta lentamente*…*lo fissa*…*tenta di saltargli in braccio*


Meme: *si mette in mezzo e la spedisce via, appiccicandosi poi addosso ad Ulquiorra* Mio Ulqui-chan! >.<


Ulquiorra: u-u


Meme: Ah, giusto! Volevo ringraziare veramente tanto chi ha seguito questa storia, chi l'ha recensita, chi ce l'ha tra le ricordate e chi tra le preferite. E ovviamente chi mi dirò che ne pensa della fine e se mi vuole morta o meno u.u Il programma era di pubblicarlo un po' più tardi… ma ho voluto fare un regalo ad una persona che non vedeva l'ora di leggerlo :P Quindi un grazie speciale a LullabyMylla :)

Per finire in bellezza - e prima che Ichigo e compagnia bella mi uccidano O.O - Un bacione grande, grande e spero di ritrovarvi presto a leggere altre mie ff ^ ^ (non voglio obbligare nessuno, sia chiaro :D)

Alla prossima!!!! >.<



Il suo cuore era nelle mie mani… Disse la polvere prima di essere trasportata in un altro luogo, che fra poco avrebbe scoperto...




The End

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