Raim's Fox

di Axia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Raim ***
Capitolo 2: *** Problemi in vista su una moto da corsa ***
Capitolo 3: *** Liceo Shikuda ***
Capitolo 4: *** Il Bacio della Volpe ***
Capitolo 5: *** Al Palaghiaccio ***
Capitolo 6: *** Un Fratello coi Fiocchi ***
Capitolo 7: *** L'Uragano Oni ***
Capitolo 8: *** Lo Shikuda all'Attacco ***
Capitolo 9: *** Una Squadra di Tipe Strane ***
Capitolo 10: *** Una Volpe in Palla ***
Capitolo 11: *** La Resa dei Conti ***
Capitolo 12: *** Quando mi Manca il Do'aho ***
Capitolo 13: *** Le Ali dello Shohoku ***
Capitolo 14: *** Con o Senza di Te ***
Capitolo 15: *** Ma perchè Tutte a Noi?! ***
Capitolo 16: *** Quando Pregare Non Serve ***
Capitolo 17: *** Il Rogo della Vanità ***
Capitolo 18: *** Il Demone del Campo ***
Capitolo 19: *** Come Regolare un Conto in Sospeso ***
Capitolo 20: *** Vecchi Fantasmi ***
Capitolo 21: *** Uno a Zero ***
Capitolo 22: *** Orge e Ritiro ***
Capitolo 23: *** Vince chi Resiste! ***
Capitolo 24: *** Quella Notte, sotto la Luna ***
Capitolo 25: *** Terapia d'Urto ***
Capitolo 26: *** La Volpe di Raim ***
Capitolo 27: *** E Vendetta Sia! ***
Capitolo 28: *** Prima della Finale ***
Capitolo 29: *** Campioni e Destino ***
Capitolo 30: *** Shohoku's 5° Winners ***



Capitolo 1
*** Raim ***


 

 


Salve gente, piccola premessa.
Avendo sempre scritto solo di One Piece, ho considerato questa fic una specie di esperimento che ho finito a gennaio di quest'anno. Inoltre devo avvisare di un'incongruenza col bellissimo manga di Takehiko Inoue: essendo questa fic ambientata al terzo anno di Hanamichi, avrei dovuto perdere quasi tutti i personaggi della storia e aborrendo una cosa del genere, visto che adoro Mitsui, Akagi e il mitico Miyagi, ho completamente scardinato l'ordinamento scolastico giapponese, rendendolo all'occidentale come nel caso di un nostro comunissimo liceo. Quindi, mentre Hanamichi sta al terzo anno, gli altri staranno in un ipotetico quinto anno e tutto questo solo per riaverli tranquilli in squadra, visto che senza di loro non sarebbe stata la stessa cosa.
Dopo di che vi lascio alla lettura. Fatemi sapere!

Axia.

 

 

 

 

  Raim's Fox

 

 


- Che palle...-
Questa era la classica frase che ogni studente sano di mente sparava all'inizio di ogni nuovo anno scolastico.
Uno in particolare, quella mattina calda e abbastanza afosa, era di umore tetro  nonostante dentro di sé nascondesse un insano desiderio di rivedere i rompiscatole che considerava, in fondo, suo amici.
Yohei Mito sogghignò, sollevando appena un'occhiata sul gigante di quasi due metri che gli camminava a fianco borbottando come una teiera. Certo che Hana era sempre il solito, pensò scuotendo il capo.
Arrivati al terzo anno la sua autonomia era ormai giunta al limite. E dire che avrebbero dovuto farsi altri due anni lì dentro a quella scuola di teppisti che era lo Shohoku.
- Eddai, Hana.- sorrise mentre raggiungevano i cancelli con passo tranquillo visto che per una volta in vita loro non erano in ritardo. Più si avvicinavano e più venivano circondati da senpai e matricole, per non parlare di tutte le ammiratrici di cui ora godeva Sakuragi.
La tigre dai capelli rossi, dicevano tutti.
- Non sei contento?- continuò Mito, mentre lo vedeva levarsi gli auricolari dalle orecchie - Vincerete il titolo anche quest'anno, non temere. E poi sarà divertente...ormai tu e Haruko uscite insieme e...-
- ...E il Gori mi uccide visto che prima o poi verrà a saperlo!- sbuffò il rosso, con una smorfia, ripensando orgoglioso alla loro vittoria ai campionati nazionali dell'anno prima, battendo il Kainan e l'Aiwa - Hai visto Noma piuttosto? Ho voglia di un tiro visto che non c'è ancora in giro il capitano.-
- Se ti prende Haruko ti massacra.-
- Non parlare così della mia Harukina!- sbraitò Hanamichi Sakuragi facendo una delle sue solite piazzate in pubblico, spaventando metà degli studenti davanti al cancello - Lei è il mio angelo capito??? Solo lei mi capisce!-
- Hana...-
- Ahahahah! Lei si che ama il Tensai! E dopo due anni finalmente posso dichiararle tutto il mio amore!-
- Hana sta arrivando...-
- E vedrai! Una volta che avrò portato la squadra di nuovo alla vittoria, lei sarà solo...- ma non finì di parlare perché venne letteralmente preso in pieno da una bicicletta, come da tradizione.
- Cazzo che male...- sibilò a terra, con l'osso sacro dolorante - Rukawaaaaa...pezzo di cretino...- aggiunse poi, facendosi pericolosamente minaccioso. Si mise in piedi attorniato da fiamme ma naturalmente insulti e bestemmie andarono sprecate.
Kaede Rukawa, diciassette anni, gli stava di fronte. Un uomo, un perché.
Numero 11 dello Shohoku, sua Boriosità per tutta la scuola, la kitsune per i compagni, Kaede Rukawa con gli anni non era cambiato, se non per chi lo conosceva bene per potersi accorgere dei suoi lievi cambiamenti di umore.
Scese dalla bici con aria pacifica, mollando a terra il borsone del basket e levandosi gli occhiali da sole dalla faccia. Da qualche giorno il sole lo irritava terribilmente e uscendo quella mattina era stato costretto a mettersi le lenti scure, o non avrebbe potuto dormire mentre pedalava verso la scuola.
E come volevasi dimostrare, aveva subito centrato la scimmia rossa, come se avesse avuto un radar.
- Do'aho.- lo salutò assonnato, dopo tutte le vacanze estive che erano stati senza vedersi.
- Vaffanculo Kit! Sei sempre in mezzo!- sbraitò Sakuragi rabbioso, pronto a prenderlo a cazzotti.
- A dire la verità sei tu che sei sempre sulla sua strada.- rise Mito.
- E sta zitto!- ringhiò il rosso, ficcandogli una testata per zittirlo - E' la volpe che lo fa apposta a venirmi addosso! E adesso andate a quel paese tutti e due...perché il Tensai deve andare a trovare la sua quasi ragazza! Voi sfigati state pure qua a farvi le seghe da soli!!- e ghignando come un babbuino se ne andò alla porta, lasciando Yohei e Rukawa a guardarlo con le sopracciglia alzate.
E chi era tanto deficiente da dargliela al do'aho?, si chiese Kaede sconvolto ma non dovette pensarci poi molto.
Poteva essere solo la Babba quella perfetta deficiente. Quella era proprio una Piattola!
- Passato bene l'estate?- gli chiese Mito con un sorriso, poco dopo.
- Hn.- mugugnò l'algida kitsune, mettendo la catena alla sua bici.
Mito era l'unico fra gli amici della scimmia a stargli moderatamente simpatico e a non dargli fastidio con la sua sola presenza, come a differenza faceva il Tensai dei dementi da quasi tre anni.
Quella mattina con l'inizio del nuovo anno si era svegliato con uno strano sentore. Tipo presagio funesto. E guarda caso quando andò a cercare sui tabelloni la sua classe e il suo posto, si sentì quasi morire.
E lo stesso grido apocalittico arrivò quando Sakuragi guardò a sua volta la sua postazione.
- NOOOOOOOOOOOOOOO!!!! CHI CAZZO E' IL DEFICIENTE CHE HA POTUTO CONCEPIRE UNA COSA DEL GENERE????-
Stessa classe, III D, armadietti vicini e bianchi spiaccicati. Sakuragi e Rukawa.
Una garanzia.
- Oddio...-
Hisashi Mitsui si fece largo fra la folla che si aprì come il Mar Rosso al suo passaggio e sogghignò diabolicamente, osservando le loro espressione, praticamente pietrificati sul posto - Ragazzi, la scuola ha retto con le mura intere fino a oggi...- e attaccò a ridere sommessamente - Vedete di non farcela crollare addosso eh?-
- E sta zitto anche tu, cazzo!- ululò Hanamichi riprendendosi - Questo è un segno del destino!-
- Ma che destino mezza sega.- sbuffò il tiratore da tre punti dello Shohoku - Si chiama iella.-
- O rivalsa.- rise Miyagi raggiungendo Mitsui con borsone appoggiato per i manici sulla testa- Akagi ci vuole all'allenamento subito dopo le lezioni, non perdete tempo alla cerimonia di presentazione, capito? E cercate di arrivare tutti interi, senza possibilmente esservi fatti sbattere in punizione.-
- Hn.- sbuffò Rukawa in crisi mistica.
- No...no...no...- piagnucolò Sakuragi per tutto il tempo, strisciando come un lombrico fino in classe. Ma perchè? Quella era un'altra beffa del destino. Ma perché proprio la kitsune? E dire che se non altro una volta arrivati in fondo alla classe lo vide mettersi seduto, sprofondare nella sedia e addormentarsi subito.
Eccolo lì...ma come faceva? Lui non riusciva ad addormentarsi in quel modo.
Mah...comunque avevano ragione quei dementi dei suoi senpai. Quell'anno lui e la kitsune si sarebbero spaccati la faccia anche in classe e il Gori gli avrebbe sfondato la testa a suon di pugni.
Ma bene...s'iniziava alla grande proprio!
Inoltre quella mattina aveva di nuovo incontrato quel carciofo del club di judo per i corridoi. Che barba, quello proprio non lo lasciava in pace. Da quando aveva cominciato poi a uscire con Haruko non c'era stato verso di levarselo di torno. Quella mattina si era anche avvicinato con i suoi scagnozzi, forse con l'intento di attaccare briga ma quando aveva visto anche Rukawa si era trattenuto, visto come già al primo anno la kitsune avesse conciato male quei tre dementi.
Ridacchiò, guardando di striscio il numero 11 dormire con quella sua faccia da volpe.
Sembrava tanto angelico il bastardo e invece menava alla grande. In fondo non se la sarebbero cavata male, pensò Hanamichi calmando i nervi. Certo, era facile che coi loro caratteri s'irritassero a vicenda ma ormai lui aveva quasi raggiunto il suo livello e la kitsune gli aveva insegnato tanto negli anni trascorsi insieme al club...anche quando avevano vinto il titolo nazionale in fondo aveva visto una luce orgogliosa nei suoi occhi.
In fondo il ghiacciolo non era male...se lo si prendeva coi guanti.
Tornò alla realtà, lasciando perdere il volpino, si dette una rapida occhiata in giro. A parte le ragazze che giravano attorno a loro due come mosche, in quella classe c'era un unico buon elemento, visto che Mito era stato spedito della sezione C e quando Sakuragi la vide, non poté fare a meno di sogghignare.
Arrivata in ritardo, la "mezza americana" come la chiamavano tutti, entrò come un tornado anticipando di poco il professore di matematica. Sorrise a tutti, facendo arrossire un po' di studenti timidi e sbavare i play boy della classe ma quando vide Hanamichi il suo sorriso si fece più solare.
- Ciao Hana!- gli disse la ragazza con una notevole confidenza, levandosi dalle mani i guanti e le polsiere di protezione dei pattini che si portava dietro - Tutto bene? Passato una bella estate?-
- Ciao Raim!- la salutò cordiale, visto che si stava sedendo davanti a lui - E così quest'anno avrò una bella ragazza di fronte. Meglio di Mito!-
La ragazza sorrise divertita e...si tolse il caschetto dalla testa, rivelando una nuvola di crini color rame. Aveva i capelli lisci raccolti in una coda di cavallo da cui uscivano due ciocche impossibili da trattenere.
Gli occhi erano verde chiaro e in tutta la scuola era nota come "Faccio-tutto-Kotobuki".
Si chiamava Kirara Kotobuki ma era col nome Raim che tutti gli amici la conoscevano, anche se nessuno che sapeva il motivo o provenienza di tale nomignolo.
Di madre americana, i suoi tratti l'avevano resa popolare ma anche piuttosto ambigua...
Andava e veniva dalla scuola in più club ma non era mai stata vista con nessuna compagnia in particolare.
- Come va Hana?- gli chiese la ragazza, sedendosi e dondolando indietro con la sedia - Puntate di nuovo al titolo anche quest'anno vero?-
- Già. E tu sei di nuovo nel club delle majorette?-
- Quello, ginnastica ritmica e il club di basket femminile.- cinguettò, sbadigliando con fare sornione - Mi sa che quest'anno mi farò quattro ghignate se non mi buttano fuori o non mi sfinisco prima.-
- Ah si? Perché invece non vieni ad aiutare Ayako a farci da manager?- le propose, strizzandole l'occhio.
- Per stare appresso a voi matti? Neanche morta.- rise, tirando fuori i libri - Ho già visto Mitchy stamattina, davanti alla macchinetta del caffè. C'ha provato e gli è andata male. Piuttosto, quando venite a cena?-
- Anche domani se vuoi!- le rispose allegro - Mi mancano i ritrovi alla casa sulla spiaggia.- e poi tacque, quando l'odioso prof di matematica iniziò la sue lezione.
- Notizie da Shiro?- le chiese a bassa voce, a metà dell'ora.
- Se la spassa, niente da dire.- rispose lei con lo stesso tono e un'alzata di spalle.
Fortunatamente l'ora di pranzo arrivò presto e Sakuragi riuscì a far strisciare Rukawa fino in terrazzo come faceva dal secondo anno, per farlo dormire lontano dalle oche del suo fan club.
Svaccati sul terrazzo, Mito e gli altri quasi si strozzarono col bento quando Sakuragi disse loro della novità.
- E così Raim è in classe con te.- disse Yohei sorpreso - E sta bene? Sai...dopo che Shiro è partito...-
- Lei è forte, sta benissimo.- rispose il rosso, sdraiato a terra - Piuttosto...kitsune della malora, sei sveglio? La conosci la Kotobuki?-
- Guarda che ti riempie di botte.- l'avvisò Noma, dandogli una sigaretta e andando alla porta - Ci vediamo Hana, abbiamo lezione fra due minuti.-
- Che barba.- rognò Sakuragi, accendendosi una sigaretta e restando solo con Rukawa che si faceva la pennichella poco più in là. Certo che quel terzo anno si prospettava una mazzata anche sul fronte compiti e doveva impegnarsi se voleva mantenere alta la media per la borsa di studio. Rukawa invece dello studio se ne fregava abbastanza. Era il classico tipo bravino in tutto, specialmente in inglese e storia ma ad Hanamichi non sembrava che apprezzasse qualche materia in particolare, anzi...sclerava alla grande specialmente nell'ora di matematica, dando i numeri e picchiando il prof per niente quando quello, incautamente, cercava di svegliarlo a suon di ventagliate.
Per non parlare poi del fatto che detestava il fumo e che per fargli buttare via la sigaretta quasi gli spezzò la giugulare, svegliatosi a causa dell'odore acre che gli era arrivato al suo sensibilissimo nasino.
Tornarono in classe borbottandosi dietro a vicenda come due vecchiette, poi giunti in palestra prendendosi a calci più o meno a scatti, rimasero impalati sulla soglia.
- Ma porca...- sbottò Rukawa, imprecando.
- Me n'ero dimenticato.- sbuffò anche Sakuragi, vedendo una decina di matricole intente a parlare col capitano Akagi, durante la presentazione. Eccoli lì i nuovi arrivati. Ce n'erano tre sul metro e ottanta, due con delle facce da galera e tutti gli altri fissavano il Gori come se fosse stato il boia, per non parlare delle loro espressioni quando Mitsui era passato loro a fianco per ficcarsi negli spogliatoi, senza degnarli di uno sguardo.
- Oh, era ora!- sentenziò Kogure quando li vide sulla porta - Dov'eravate?-
- A limonare dietro un angolo forse!- urlò Hisashi ridacchiando dagli spogliatoi.
- E sta zitto, demente.- lo rintuzzò Miyagi vedendo subito Hanamichi prendere fuoco. Quei due erano capacissimi di scatenare rissa per niente. Comunque si sorbirono le presentazioni delle nuove reclute che sinceramente né Rukawa né il rossino osservarono con particolare attenzione.
Erano ragazzi tutti abbastanza intimiditi, a parte un paio che sembravano sicuri di loro stessi.
- Nobu Yaoto, prima classe, sezione J. Alto 1.88, peso 77 chili. Nella vecchia squadra giocavo come guardia.-
- Rei Manabe.- saltò su a molla il ragazzino in mezzo e dall'aria per bene che fissava i giocatori dello Shohoku con occhi letteralmente adoranti - Prima classe, sezione A. Alto 1.82, peso 75 chili. Giocavo nel ruolo di ala piccola e faccio parte del giornale dell'istituto.- e via con un casino d'informazioni che ascoltava solo Kogure, perché Akagi era troppo preso dal fare la paternale per l'ennesima volta in tre anni ai soliti quattro imbecilli che erano titolari con lui e poi finalmente ci fu la partitella per tastare "la mercanzia" e...non fu un successo, questo dovette ammetterlo anche Anzai visto che quasi nessuno riuscì a toccare il pallone arancio.
- Volete passare quella cazzo di palla???- sbraitò Mitsui in mezzo al campo sull'orlo di una crisi isterica, un'ora più tardi. Praticamente per tutta l'amichevole quei due animali che altri non erano che la volpe e la scimmia non avevano fatto altro che rubarsi la palla a vicenda, impedendo al resto della squadra di fare qualcosa, tanto che Miyagi era andato anche a sedersi in panchina dalla sua Ayako che continuava a non filarselo.
- E sta zitto, teppista!- urlò il rosso avvolto dalle fiamme - Devo sistemare questa volpe una volta per tutte!-
- Do'aho.- sentenziò Rukawa, placcandolo a uomo - Sei il solito imbranato!- e gli fregò la sfera arancione, scattando verso il canestro ma il suo insulto arrivò al bersaglio e Hanamichi, ormai al limite della sopportazione, invece di sbarrargli normalmente la strada, gli volò proprio addosso e rotolarono a terra prendendosi a pugni.
- ADESSO BASTA IMBECILLI!-
Grazie al cielo arrivò la punizione divina, la classica che da tre anni massacrava il cranio di quei due.
Akagi arrivò a prenderli per la collottola, anche ora che avevano diciassette anni suonati. Li scrollò come micini, rimandandoli a calci da Kogure per continuare la partita.
Takenori rimase piacevolmente soddisfatto comunque da quello che vide, tornato in panchina.
E anche Ayako e Anzai.
Osservarono la partita contro i nuovi arrivati e...bhè, anche se non c'erano teste troppo calde, alcuni dei nuovi arrivati erano bravini...ma anche un po' intimoriti dai titolari.
Quel beota di Mitsui si divertiva a tormentarli e il nanetto non era da meno. Per non parlare di Sakuragi e Rukawa che se le davano senza notare gli altri, come se stessero facendo un one on one in un campo vuoto. Notare poi che giocavano con la maglia dello stesso colore...
Erano da manicomio...
- Ma da quando Hanamichi è diventato così bravo?- bofonchiò Ayako sorridente.
- In tre anni vorrei vedere.- sbottò il capitano, secco ma orgoglioso.
Yasuda e Shiozaki, Kakuta e Ishii stavano quasi sfigurando ma a parte quello il pomeriggio andò avanti come doveva almeno fino a quando non si scatenò la solita rissa anche negli spogliatoi.
- Ahahahah!- ridacchiò Hanamichi uscendo dalla doccia con l'asciugamano legato in vita mentre le matricole continuavano a temere di essere stese da una sua testata - Quest'anno l'ammazzo la Nobu-scimmia in campo! Il tensai ormai è pronto!-
- Si, a buttarsi giù dal terrazzo.- rognò Mitsui passandogli a fianco disgustato - Coglione, dammi d'accendere!-
- Ho scritto "distributore di accendini" in fronte per caso?- sbraitò il rosso furente - Va' a dare il tormento a qualcun altro! E tu muoviti Kit! Non ti addormentare sotto l'acqua!-
- Do'aho.- sbuffò Rukawa come da copione, restando per dispetto sotto il getto della doccia.
- Deficiente! Allora Gori?- andò avanti Sakuragi cambiando discorso quando rimasero solo loro titolari - Che ne pensi dei nuovi arrivi? A me non sembravano male.-
- Li schiaccio sotto le scarpe.- ghignò subito Hisashi - Ma possono reggere.-
- Dici? A me sembrano degli impediti.- rise anche Miyagi, ficcando i vestiti nella borsa.
- Non saprei...quattr'occhi, che ne pensi?-
- Poveretti, gli avete dato il tormento! Sono ancora giovani ma impareranno.- disse Kogure - E poi erano spaventati solo che Hanamichi li prendesse a calci.-
- Appunto cretino.- sbottò Akagi, guardandolo storto - D'ora in avanti vedi di lasciarli in pace ok?-
- Ma se non li guardavo neanche!-
- No, ne hai solo spalmato uno a terra dopo che Rukawa t'ha tirato una pallonata in faccia.- frecciò il playmaker della squadra - Possibile che non te ne sei accorto? Eppure sei atterrato sul morbido.-
- Piuttosto, ci serve una mano ragazzi!- urlò Ayako fuori dagli spogliatoi - Qua mi serve un aiuto sapete?-
- Un'altra manager?- borbottò Akagi - E dove la troviamo?-
- Raim?- propose Mitsui - Stamattina l'ho presa ai cancelli. A momenti investiva Megane-kun coi pattini!-
- Lei sarebbe perfetta.- annuì anche Kogure, che aveva rischiato l'osso del collo - Conosce già le regole e i fondamentali per aiutare le matricole.-
- Ma ha tempo?- chiese di nuovo Takenori - In quanti club è quest'anno quella disgraziata?-
- Tre.- rise Sakuragi - Ma se vuoi possiamo sempre chiedere alla mia Harukina e ...AHI! MI HAI FATTO MALE!- sbraitò, prendendosi l'ennesima cartella sulla testa - Che palle, non si può mai scherzare! Figurati se trascino quel fiorellino di tua sorella in questo covo di porci!-
- Ha parlato.- lo schernì Ryota con un'occhiataccia - Comunque possiamo davvero chiedere a Raim.-
- Si può provare ma è parecchio impegnata. Ehi Rukawa...tu che ne dici?-
La volpe che si stava strofinando i capelli parve cadere dalle nuvole. "Cosa volete? Chi siete voi?" diceva la sua espressione vacua e allora Akagi dovette rispiegargli tutto, per vederlo più in palla di prima.
E chi era quella Raim? Che razza di nome era?, pensò stranito.
- No, non la conosce.- si ricordò poi Kogure - Lui conosce solo Shiro. Ti ricordi quel tizio che ha preso il diploma in anticipo e che veniva sempre qui l'anno scorso a parlare con Takenori? ...Ma si, quello sempre sorridente con l'orecchino all'orecchio sinistro. Shiro Sota.-
Si, vagamente si ricordava di quel tizio. Un tipo strano che lo salutava sempre allegro, che veniva spesso a vederli agli allenamenti e che era molto popolare fra le ragazze. Che c'entrava lui comunque con la nuova manager?
- Cazzo ma stai a pezzi.- si schifò Mitsui - Mamma mia Ru, fatti una cura al fosforo.-
Una padellata di cazzi suoi mai quel teppista, vero?
- Fate quello che vi pare.- riuscì a dire Rukawa, usando già troppo fiato. Una cretina valeva l'altra.
- Ma non è in classe con voi Kotobuki quest'anno?- s'intromise Kogure - Rukawa, dovresti sapere chi è.-
- Come no! Dorme!- frecciò Hanamichi - Dai volpe, muoviti che devo chiudere tutto!-
- Hn.- fu la solita risposta.
Era il tramonto ormai quando il club di basket si svuotò. I ragazzi e le matricole andarono via per lasciare il compito di chiudere tutto ad Hanamichi, che sbraitando dietro alla lentezza della kitsune riuscì finalmente a uscire dalla scuola.
- In tre anni sei sempre più lento.- gli ringhiò, mentre lo vedeva già addormentarsi sulla bicicletta per tornare a casa - Non ci pensare neanche che quest'anno stia ancora ad aspettarti, razza di volpe surgelata.-
Ma che palle...perché quel do'aho non taceva? Stupido essere senza cervello.
- Ammazzati sulla strada del ritorno.- gli augurò Sakuragi ficcandosi le mani in tasca.
- Grazie altrettanto.- sibilò il moro, andando per la sua strada.
- E domani mattina se provi a venirmi addosso ti massacro!-
Se, se...sempre lo stesso. Eppure com'è che nell'estate quelle frasi gli erano mancate? Mah.
Kaede, idiota...riprenditi, si disse.
Senza accorgersene piegò un angolo della bocca, sospirando. E così era iniziato un altro anno. Altre botte, di nuovo il do'aho alle costole anche in classe ma il peggio era che la loro popolarità aumentava. Perfino quel primo giorno all'uscita aveva già trovato nell'armadietto una trentina di lettere. Cestinandole, si era chiesto per quanto quell'idiozia sarebbe andata ancora avanti...fino al quinto anno, da scommetterci le palle in tutti i sensi!
Quanto erano stupide quelle, pensò infastidito mentre ne incrociava qualcuna per la strada. Badavano solo all'aspetto fisico e alla sua fama nel basket. A loro non importava che le disprezzasse per tutta la loro leggerezza.
Erano proprio tutte uguali...la Piattola compresa, che però aveva messo del sale in zucca accettando di uscire con la scimmia. Quella era una scelta che poteva capire decisamente di più. Anche se megalomane e deficiente, il do'aho era sempre stato gentile con le ragazze, a differenza sua che le ignorava sfacciatamente.
Chissà cosa pretendeva la gente da lui. Cosa pretendevano tutti? Che fosse sorridente e sempre allegro.
Il do'aho era l'unico che sembrava aver smesso di chiedersi sempre perché parlasse poco e socializzasse ancora meno.
In fondo avevano quasi imparato ad accettarsi. Forse potevano definirsi amici.
- Amico del do'aho...- ghignò fra sé. Meglio quello che una stupida donna a invadergli la vita, no?
Peccato che Kaede Rukawa quel giorno fece un incontro-scontro con un altro esemplare di testa rossa alquanto turbolento. Forse lui con quel colore proprio non ci andava d'accordo, avrebbe capito in seguito.
Tornando a casa, alla sua villetta solitaria nel centro della città dove non lo aspettava nessuno, trovò dei lavori in corso sulla via che seguiva solitamente. Se ne accorse perché andò a sbattere contro uno dei lavoratori e così dovette prendere un'altra strada che non aveva mai fatto, sbuffando e cercando di rimettersi a dormire.
Facendolo però per una volta rischiò davvero l'osso del collo.
Qualcuno, spuntato da dietro l'angolo, arrivò su di lui a tutta velocità e Kaede se ne accorse tardi.
Riuscì a malapena a vedere una furia rossa schizzare verso di lui, che cadde dalla bicicletta insieme alla persona che aveva i minuti contati. Crollarono a terra a peso morto e il numero 11 della squadra dello Shohoku picchiò leggermente la testa. Quando riaprì gli affilati occhi blu, vide qualcuno sopra di lui.
- Sta fermo.- gli disse una voce di ragazza - Hai preso un colpo alla testa. Quante sono?-
Aveva tre dita davanti, ma non aprì bocca. Una ragazza dagli incredibili occhi verdi dal taglio stranamente occidentale lo fissava intensamente - Allora? Quante sono?-
Lui si mise a sedere, infastidito. Accidenti! Non si era fatto male e lei nemmeno visto che era bardata con le protezioni dei maledetti pattini a rotelle che aveva ai piedi. Ma a quanto andava quella matta?
- Certo che sei proprio un incosciente!-
Restò di sasso, sentendola parlare in quel modo. Cosa?
- Ma si può sapere dove guardavi?- andò avanti la ragazza del suo stesso liceo, vista la divisa - Allora? Che cavolo facevi, dormivi sulla sella? Ringrazia che non sia stata una macchina!-
Dio, ci mancava anche la paternale, pensò irritato. E poi quei capelli rossi...quella era come il do'aho!
- Sto bene.- sibilò irritato.
- Ma tu guarda...- la sentì borbottare, rimettendosi in piedi - Però ti sei fatto male alla mano.-
Rukawa si guardò il polso sinistro, leggermente escoriato. Se lo portò alla bocca per leccare via il sangue ma la ragazza gli prese la mano. Quando lui cercò di tirarla indietro, detestando il contatto con una di quelle che credeva come le oche del suo fan club, però rimase ancora di stucco. Lei sollevò lo sguardo imperioso e non gli permise di sottrarsi alla presa. Gli levò un fazzoletto sul polso e poi fece un nodo.
- Non è necessario.- disse, gelido.
- Lo so.- replicò lei altrettanto indifferente - Ma mi hanno insegnato l'educazione.-
- Hn.- replicò Rukawa, cominciando a infastidirsi sempre di più. Ma chi era quella squinternata? Senza salutarlo poi riprese la sua strada rimettendosi a sfrecciare su quei pattini come un fulmine, neanche chiedendogli chi fosse.
Ma che città d'imbecilli, rognò rimettendosi in sella. Quella poi...a fargli la predica in quel modo...
Era meglio tornare a casa, prima di far altri danni. Almeno lì da solo non avrebbe subito altri assalti.
Arrivato alla sua villetta, oltrepassò il cancello bianco e si chiuse la porta alle spalle, lasciando cadere a terra la cartella e il borsone. Posò le chiavi e gli occhiali sul tavolo d'ingresso e raggiunse la cucina, dove accese subito la radio. C'erano giorni in cui non sopportava proprio quel dannato silenzio.
Nella casa si propagò una vecchia canzone dei Pistols e nonostante fosse un punk sfrenato, Kaede l'ascoltò tranquillo, quasi rilassandosi sdraiato sul divano. Si portò la mano sugli occhi, socchiudendoli...ma poi il fazzoletto bianco annodato al suo polso catturò la sua attenzione.
Che strano...quella ragazza era la prima che non lo aveva guardato con occhi adoranti. Gli aveva fatto quella fasciatura non perché era Rukawa, una delle due stelle dello Shohoku...ma solo perché si era fatto male.
Per gentilezza. Un altro essere umano, a parte Sakuragi che ogni tanto lo picchiava per ricordagli la sua presenza, aveva avuto un gesto gentile nei suoi confronti, nonostante la sue freddezza.
Che strana ragazza...pensò, prima di addormentarsi.

Peccato che la mattina dopo verso un quarto alle otto accadde di nuovo.
Occhiali da sole sul naso e sonno incipiente, Kaede non aveva più pensato all'incidente della sera prima anche se al polso aveva sempre il fazzoletto legato alla perfezione.
Ritrovandosi di nuovo in quella via a causa dei lavori in corso, arrivò all'angolo che gli aveva fatto rischiare il collo e...
- Spostatiiii!-
Stavolta la vide e la sentì, senza quasi crederci, ma non riuscì ad evitarla e lei non riuscì a frenare.
Gli volò di nuovo addosso e quando caddero malamente a terra, Rukawa trattenne a stento una delle fini espressioni di Sakuragi solo perché si ritrovò in una posizione alquanto...morbida.
Col viso affondato fra i seni della ragazza, provò il presentimento che stavolta non se la sarebbe cavata con una paternale. Non ricevette uno schiaffo però, vista la posizione un po' indecente...ma la ragazza lo guardò truce.
- Stai comodo?- gli sibilò rabbiosa.
Il numero 11 si rimise in piedi e prima che il suo cervello potesse pensare di far allungare una mano al suo corpo per aiutarla, la ragazza si era già rialzata da sola.
Aggiustandosi la gonna e la giacca, lo guardò di sottecchi.
- Ma che fai la notte eh?- frecciò a quel punto - Dormi che è meglio!-
Questo era troppo! Rukawa le sibilò fra i denti di pensare agli affari suoi. Dannata ragazzina. Come aveva fatto a finire in quella posizione assurda con quella lì poi? Al diavolo. Raccolse la sua cartella e gli occhiali, ma quando lo fece il suo sguardo gli cadde su uno dei quaderni della ragazza che nella caduta si erano sparsi in giro. III D, Kotobuki. Quella squinternata era nella sua classe...dove l'aveva già sentito il suo nome?
- Bhè, che t'è preso?- gli disse la ragazza, passandogli una mano davanti agli occhi - Stai bene?-
- Hn.-
- Sai dire solo quello?- sbuffò irritata - Un giorno o l'altro investirai qualche bambino!-
Certo, però ora sulla lista c'era solo il Tensai dei deficienti, pensò Kaede sornione. Senza una parola si riprese la bici e ricominciò a pedalare, accorgendosi poi che la ragazza gli si era messa a fianco, pattinando tranquilla.
Era la prima volta che faceva la strada con qualcuno che non fosse un teppista che voleva pestarlo. Ma una ragazza poi...lei però non sembrava sapere chi fosse. Strano...tutta la scuola gli moriva dietro. Che facesse finta?
- Ti do fastidio?- gli chiese all'improvviso.
Rukawa le rivolse un'occhiata vacua. Cosa voleva? Che le dicesse di no per essere gentile?
- Se vuoi andare da solo aumento la velocità.- gli disse semplicemente la rossa con uno sguardo strano.
- Hn.- borbottò, incurante della sua presenza.
- Hn? Che vuol dire? Si o no?-
- Fa come ti pare.- disse allora, sperando che la finisse di parlare.
E infatti lei tacque, cominciando a chiedersi che razza di tipo fosse quello. Ma che ragazzo ombroso.
Cafone e cupo ma alquanto strano. Comunque rimase al suo fianco, tenendo la sua stessa andatura...e cominciando a chiedersi dove l'avesse già visto. Era della sua scuola ma non ricordava di che club fosse membro!
Arrivati nei pressi dello Shohoku, Rukawa si svegliò leggermente dal suo stato catatonico: si sentiva il solito baccano causato dal Tensai e Kaede assunse una vaga espressione perversa che sapeva tanto di diavolo vestito da angelo.
Ok, lo ammetteva. Era un vizio quello. Lo faceva per dispetto...e ci godeva!
Aumentò leggermente la velocità e passati i cancelli....
- STRONZOOOOOO!-
Quell'urlo apocalittico arrivò da Hanamichi quando Rukawa gli arrivò addosso e lo stese a terra.
- Un giorno o l'altro ti disintegro!- ululò il rosso, sbandierando l'oltraggio ai quattro venti - Stavi per ammazzare il grande Genio del basket! Questa non te la perdonerò mai!-
- Do'aho.- disse la volpe, tranquillo.
- Ma questo è proprio un vizio allora.- disse alle loro spalle la voce di quella ragazza.
Per un attimo la scuola di fermò. Rukawa era arrivato...con una ragazza!
Le studentesse quasi svennero tutte e Hanamichi allargò gli occhi.
- Ma...ma...kitsune, era ora. Cominciavo a crederti dell'altra sponda!- e appena detto quello si prese addosso l'intera bicicletta del suo compagno di squadra, sempre sotto lo sguardo angelico della rossa.
- Hana, tutto ok?-
- Kitsune deficiente!- sbraitò rimettendosi in sesto - Che cazzo t'è preso?! E tu Raim...attenta a questo ghiacciolo!-
Naturalmente l'ala piccola già non li ascoltava più perché si era diretto alla porta della scuola, ma qualcosa gli era tornato alla mente quando si era finalmente buttato a dormire sul banco.
Raim?, pensò Rukawa prima di addormentarsi. Raim...anche quel nome l'aveva già sentito.
Lo capì poco più tardi quando sentì suonare la campanella dell'intervallo. Aprì gli occhi svogliatamente, al gracchiare delle sue adoranti compagne di classe, ma ciò che vide non fu lo stuolo delle sue odiate ammiratrici ma...due occhi verdi sorridenti della sua assalitrice. Era seduta alla sua destra, davanti ad Hanamichi.
Parlava, sorrideva...gesticolava. E per un attimo il tempo si fermò.
Non seppe bene dire come ma quando la vide alzarsi per uscire dalla classe, le lancette tornarono a scorrere.
- Kitsune, ben svegliato.- rognò Sakuragi con uno sbuffo - Allora beota? Che fai?-
- Hn.- sentenziò, deciso ad andare in terrazza peccato che sulla porta quasi travolse qualcuno. A volte vista la sua altezza quasi non vedeva chi era più basso ma di lei si accorse perfettamente, visto che aveva già sperimentato due volte quanto...morbido fosse il corpo di quella rossa impertinente.
Quella Raim traballò pericolosamente sulle gambe ma si aggrappò a lui, alle sue mani, e riuscì a tenersi in piedi.
Quando le fece, le fans di Rukawa si lasciarono andare in gridolini.
- Accidenti!- sbraitò la rossa incurante di chi fosse in realtà la volpe, ovvero il ragazzo più desiderato della scuola - Ma tu la gente non la calcoli proprio eh?-
Ecco che s'irritava di nuovo! Quella ragazzina aveva il dono di fargli saltare i nervi con due parole!
- Raim, lascialo perdere.- disse Hana sogghignando, alle loro spalle - Allo zotico ci penso io!-
- Do'aho...che vorresti farmi eh?- insinuò la volpe ironica.
- Stracciarti in campo.-
- Sogni come al solito.-
- In campo?- s'intromise Raim tranquilla - Giochi a basket anche tu?-
A quella frase nella classe ci fu uno scoppio di reazioni contrastanti. Le ragazze la guardarono scandalizzate e imbestialite, Rukawa per una volta in vita sua rimase stupito da tanto candore mentre Sakuragi si mise quasi a piangere, abbracciandola forte.
- Raim...pucci pucci! Tesoro...tu si che sei una brava ragazza! Sta lontano da questa volpaccia, ok?-
- Volpe?- la rossa sembrava non capire - Come volpe?-
- Si, lui è la kitsune.- scandì il Tensai fiero - Non vedi che faccia?-
- Sta zitto do'aho. Guardati la tua da scimmia.- rimbrottò Kaede.
- Aspetta.- Raim parve illuminarsi, come colpita dall'idea geniale per eccellenza - Ma allora sei Rukawa! Ecco perché non ti ho riconosciuto! Io conosco gli altri membri della squadra, mi mancavi solo tu!-
- Visto sfigato?- frecciò il rosso con un ghigno perverso - Per una volta ce n'è una furba che non ti conosce!-
Tutte quelle chiacchiere lo stavano già uccidendo. Subite le presentazioni e capito che quella Raim era quella di cui avevano parlato il giorno prima negli spogliatoi, se ne andò dritto in terrazza senza salutare come al solito.
Pregando di non subire altri incidenti da parte di quel tornado rosso formato femmina, Kaede si mise a dormire beato con solo però un vago pensiero nella testa. Risentiva un profumo insolito...quello di quella peste dagli occhi verdi. Che strano...sapeva di fiori di campo. E adesso come gli era uscita quella?, allibì corrucciando la fronte. Ci mancava anche che si mettesse a pensare a quella squinternata ragazzina dalla lingua lunga!
Eppure stranamente le cose continuarono ad andare in tutti i modi tranne come voleva lui. Quando le lezioni finirono, lui e Hanamichi decisero di andare subito in palestra, per un one on one lontano dai pugni di Akagi così da essere liberi di farsi falli su falli. In anticipo di circa mezz'ora raggiunse la sua meta, tampinato da Sakuragi che faceva palloni con la gomma da masticare tanto grandi da farselo scoppiare in faccia come un bambino di cinque anni, ma fu lì che Kaede capì che forse gli avevano fatto una fattura.
Sulla porta della loro palestra c'era uno spettacolo assai strano.
Un branco di maschi allupati del secondo, terzo, quarto e quinto anno.
- Sono diventati tutti finocchi di colpo?- fece Hana sconvolto.
Si scambiarono un'occhiata stranita, poi facendosi largo capirono cosa stava succedendo.
Le ragazze del club di ginnastica ritmica stavano finendo gli allenamenti nella loro palestra perché quella femminile era stata invasa degli operai della disinfestazione.
E così tutti gli studenti erano andati a godersi le ragazze in body.
Trovarono naturalmente Hisashi che guardava con la sua aria da maniaco, ma anche Akagi, Kogure e Miyagi che però erano stati trascinati a forza, saltando il pranzo. Saputa la faccenda, i due nemici di sempre si misero tranquilli ad aspettare. In fondo erano in netto anticipo e la loro sfida poteva attendere le sei, finiti gli allenamenti.
- Quanto durerà questa pagliacciata?- bofonchiò Akagi seccato, quindici minuti più tardi.
- Pagliacciata?- ghignò Mitsui - Spero il più a lungo possibile!-
- Mollala di fare il porco!- lo zittì Ayako, menandogli il ventaglio in testa - Piuttosto, avete trovato la Kotobuki o no?-
A quel nome Rukawa si sentì male e quasi perse il lettore cd dalle mani, realizzando la dura realtà.
Cosaaa??? Lei??? La testa rossa??? La pazza investitrice? Lei era la nuova manager???
- Non mi ha ancora detto niente.- disse Ryota tranquillo - Ma si sta allenando con le altre. Appena finiscono possiamo entrare per parlarle. Non credo che rifiuterà. Ha mille energie!-
- Si e due gambe di granito.- disse Mitsui spiando dalla porta - Cazzo però se è brava con il nastro.-
- E da quando ci capisci qualcosa di ginnastica ritmica coglione?- le prese in giro Sakuragi.
- Da come se l'attorciglia addosso devo dire che è una gnocca da paura!-
- Lo sapevo che sei un porco.- sbuffò il rosso, gettando però delle occhiate ogni tanto e infatti si prese dell'idiota come suo solito da Rukawa, scatenando l'ennesima lite che finì in rissa.
Chissà perché ma ora gli apprezzamenti di Mitchy lo facevano imbestialire...mah!
- Ehi Ru...- lo bloccò Miyagi - Che hai fatto al polso?-
- Sono caduto.- si limitò a dire. Mi hanno investito, avrebbe voluto aggiungere rabbioso, quando del deficiente del do'aho attaccò una serie di cazzate sul fatto di non dormire sulla sella.
Ben presto tutte quelle chiacchiere cominciarono seriamente a infastidirlo e per sicurezza Akagi, visto che aveva notato la sua aria bellicosa, lo fece spostare da accanto a Sakuragi che sghignazzando si limitò a sedersi accanto al loro tiratore da tre punti che quasi ci stava perdendo gli occhi.
Nel frattempo arrivarono anche le nuove matricole. Uno in particolare fra i nanetti sembrava il più eccitato e il più determinato. Gli brillavano gli occhi ogni qual volta posava lo sguardo su Hanamichi o Kaede e la cosa al volpino non piaceva poi tanto. Un conto erano le donne...ma gli uomini!
- Senpai Sakuragi! Ti trovo in forma, hai passato una buona mattinata?- se ne uscì subito il ragazzo.
Kaede, senza ridere, per un attimo studiò l'espressione del do'aho...e si volse altrove, per permettersi di ghignare leggermente. Forse si erano guadagnati un'altra piattola forma maschile, stavolta...
- Tutto ok...- rispose il rosso dello Shohoku, alzando un sopracciglio - Come hai detto che ti chiami?-
- Rei Manabe! I anno, sezione A! Seguo la vostra squadra da quando andavo alle medie, venivo a tutte le partite e praticamente ho deciso di venire allo Shohoku proprio per giocare con voi!-
- Oddio...- alitò Mitsui, poggiando il capo contro la parete della palestra - Questi poveretti non sanno in che guai si stanno cacciando...ehi no! Un attimo! Stai dicendo che vuoi giocare davvero con Sakuragi??-
- Certo, io lo trovo eccezionale!-
Ecco, era fatta. Ora non ne uscivano più. E cosa fece quell'idiota?
Si alzò in piedi ed eruttò come un vulcano. Attorniato dalle fiamme della vittoria cominciò a strombazzare ai quattro venti la grandezza del Tensai, ridendo come un invasato mentre quella dannata matricola non faceva altro che sobillarlo.
- Siamo davvero nei guai.- ringhiò Akagi a bassa voce, passandosi una mano fra i capelli.
Fortunatamente il provvidenziale evento di Rukawa riuscì a zittire Hanamichi al momento opportuno. La volpe si limitò a fargli lo sgambetto e a mandarlo gambe all'aria proprio quando fortunatamente gli allenamenti della squadra femminile di ginnastica ritmica ebbero fine e Hana fu troppo occupato a guardare le ragazze in body che se ne andavano per prendersela con Kaede che invece senza fare una piega s'infilò in palestra e...rimase immobile sulla soglia.
Non era il body, assolutamente. Era forse il colore...bianco, che contrastava coi suoi capelli rossi e i suoi occhi verdi.
E forse era come muoveva il nastro...non lo sapeva dire, ma per un secondo il tempo si fermò di nuovo.
Della musica classica si stava lentamente spegnendo in sottofondo e quando terminò del tutto, Raim posò l'attrezzo e prese con un sorriso l'asciugamano che Ayako le porse.
- Oh, ragazzi!- cinguettò la loro manager quando li vide - Ben arrivati! Che fate lì fermi eh?-
- Apprezzavamo le doti delle atlete.- si limitò a dire Mitsui con un ghigno, passando a fianco di Rukawa con la sua falcata quasi sprezzante - Ciao Raim!- e stupendo non poco la volpe che non li aveva mai visti insieme, Hisashi le depositò un bacio sulla tempia - Sei sempre bravissima.-
- Si e tu sei il solito maniaco!- replicò Ayako mollandogli una ventagliata - Forza, datevi una mossa a cambiarvi!-
- Un attimo!- s'intromise Kogure - Allora Kotobuki? Hai parlato con Ayako?-
- Oh si...- rispose sorridendo e facendo arrossire il vice capitano - Ho sentito che avete bisogno di una mano.-
- Già.- annuì Akagi - Ho pensato che fossi la più adatta perché sai quali sono i nostri schemi, inoltre facendo parte della squadra di basket femminile potresti allenare le reclute. Cosa dici?-
La ragazza si mise l'asciugamano in spalla, cercando di riprendere fiato - Lo farei davvero volentieri, lo sai Takenori.- e Kaede che non si perdeva una parola si stupì parecchio di come quella ragazza sembrava davvero in confidenza con tutta la squadra - Oggi ho parlato con la senpai Mihazawa e per lei non c'è problema se salto gli allenamenti. In fondo non ero neanche nella squadra delle majorette, mi teneva solo perché è vanitosa...- e sogghignò, insieme a tutti gli altri - Il problema è solo per gli allenamenti di basket.-
- Dio Raim, ma come fai a reggere?- le chiese Ryota - Ti verrà un collasso prima o poi!-
- Figurati.- replicò tranquilla - Ho gli allenamenti di ginnastica ritmica sempre prima che inizino i vostri, quindi faccio in tempo. Devo solo cercare di conciliarli con quelli della mia squadra di basket e poi sarò a cavallo.-
- Sei sicura che non ti stancherai troppo?- le chiese Sakuragi gentilmente.
- Tanto non ho niente altro da fare.- replicò lei con un sorriso birichino - Che c'è Hana? Non mi vuoi?-
- Cosa? Non dirlo neanche per scherzo!- sbottò - Peccato che ormai io non abbia più bisogno d'imparare i fondamentali, accidenti!-
- Un ripasso non ti farebbe male, do'aho.- sibilò Rukawa a bassa voce.
- Ti ho sentito sai!? Ti aspetto in campo!-
- Vedete di non cominciare, vuoi due imbecilli!- sbraitò Akagi ficcando subito un pugno in testa a entrambi per avvisarli - Oggi non voglio sentire volare una mosca! Vedete di far giocare le riserve e di mettere alla prova i nuovi arrivati, grazie! E possibilmente senza frantumare loro nessun osso!-
- E allora il divertimento dov'è?- si mise in mezzo anche Mitsui, filando dritto agli spogliatoi.
- Avanti, avanti...dai, andiamo a cambiarci così intanto Kotobuki tu puoi prendere fiato.- disse Kogure spingendo Miyagi e i nanetti verso la porta - Hanamichi, muoviti anche tu! E lascia in pace Rukawa!-
- Ha cominciato lui!-
- Se, se...è sempre colpa degli altri!-
- Comunque non ti preoccupare Takenori.- finì Raim mentre gli altri sparivano negli spogliatoi - Stasera parlo con la senpai Mihazawa e vedrò di sistemare tutto così da domani potrò darvi una mano a tempo pieno.-
- Grazie, non sai l'aiuto che ci dai Kirara.- sorrise il Gorilla, sciogliendosi finalmente un po' e anche Ayako parve parecchio più sollevata, almeno fino a quando non le tornò in mente una cosa. Se ne ricordò di colpo, proprio mentre i ragazzi stavano facendo alcuni giri di corsa. Raim si era infilata un paio di pantaloni di una tuta nera sopra il body bianco e ora seguiva i giocatori tutta attenta, quando Ayako la riportò alla realtà.
- Scusa un secondo...hai detto Mihazawa?-
- Si, perché?-
- Intendi la stessa psicotica che sta in classe con me e che è la capo gruppo di tutte le ammiratrici di Rukawa?-
La rossa inclinò il capo, facendo mente locale.
- Oh, è vero adesso che ci penso! Ecco chi è il Kaede di cui lei e quelle matte parlano sempre agli allenamenti. Non avevo ricollegato il nome alla persona!- e guardò la volpe sorridendo - Adesso capisco questa fissa.-
- Mamma mia, ma lo sai che rischio corri?- fece la prima manager preoccupata - Harumi Mihazawa è una svitata davvero! L'hanno scorso hanno picchiato una ragazza in dieci che ha parlato con Rukawa per i compiti!-
Raim in risposta agitò la mano svogliatamente, come per scacciare una mosca noiosa. Altro che uomini!
Lei aveva altro da fare ormai. E la sua senpai avrebbe dovuto farsene una ragione, affari suoi!
Non c'era più tempo ormai per nessuno nella sua vita. Aveva detto basta tre mesi prima...e ora non le restava altro in mano che un mucchio di cenere. Avrebbe studiato, preso il diploma e lavorato sodo...avrebbe finalmente preso una boccata d'aria fresca dopo essere uscita da quella scuola che non le portava altro alla mente che Shiro.
Tutto fra quelle mura le ricordava lui. Il primo incontro, il suo sorriso, la sua aria buffa verso qualcosa che non capiva, il suo gesticolare quando si arrabbiava...i suoi occhi così caldi. La sua dolcezza, la sua spontaneità.
Ora lui non c'era più. Se n'era andato...e niente l'avrebbe fatto tornare.
Sua madre era tornata negli Stati Uniti, suo padre si era risposato e la sua matrigna l'aveva detestata cordialmente fin dall'inizio, esattamente come il suo fratellastro acquisito che fin dalla prima volta le aveva fatto intendere chiaramente quale fosse la sua idea del loro "rapporto". Ormai era davvero sola. Doveva contare solo su se stessa.
Non poteva permettere che piccoli incidenti la distogliessero dal suo vero obiettivo.
Ovvero...stordirsi e non pensare.
E lei ora già pensava troppo...guardando una persona che era entrata nella sua vita il giorno prima, travolgendola.
Anche in campo per una volta il numero 11 dello Shohoku aveva la testa un po' fra le nuvole. Il ciarlare dei suoi compagni gli arrivava lontano, compreso il chiacchiericcio delle matricole che erano fastidiose da matti.
Ogni tanto lanciava un'occhiata alla loro nuova manager, chiedendosi come avesse fatto a non notarla gli anni prima. Una testa rossa simile per uno come lui spiccava fra le tante facce incolore...e poi sembrava davvero molto popolare in tutta la squadra, strano...non ne sapeva il motivo ma aveva chiamato per nome tutti quanti, anche il capitano e il teppista, quindi dovevano conoscersi molto bene. Il teppista poi l'aveva anche baciata...
Che tipa strana, continuò a rimuginare fra sé. Una che non sapeva chi era, né il suo nome.
Decisamente un bel cambiamento...e anche in meglio.
Finalmente fu il momento di giocare di nuovo per l'ultima cernita fra i nuovi arrivati. Per cercare di agevolare le cose Akagi mise di nuovo lui e il do'aho insieme e le matricole...bhè, se la cavarono veramente per poco.
L'unico a riuscire a fare un canestro perché Mitsui decise di lasciarlo passare per vedere come se la cavasse su quel Manabe, sul metro e ottantadue. Mingherlino ma abbastanza furbo, pensò Akagi scambiando un'occhiata veloce con gli altri titolari. Terminata la partita e decisi i nuovi acquisti, Kogure fece appena in tempo a mandare Manabe e altri quattro ragazzi a sedersi che Hanamichi e la volpe sua nemica per la pelle erano già schizzati alla lunetta.
- Ragazzi, che resistenza.- disse Raim, stupita.
- Finitela di darvele idioti!- sbraitò Akagi - Questo non è un locale da rissa, capito? Andate fuori!-
- Che rottura di palle, dai!- borbottò Hanamichi lasciando la testa di Rukawa a cui stava per ficcare una testata - Io e la volpaccia ci stiamo solo allenando!-
- Se ti vuoi allenare raccogli tutti i palloni che hai rovesciato!-
Certo, certo...pensò il rosso con uno sfavillio perfido nello sguardo. Non prima di aver ficcato la rete dei palloni in testa alla kitsune però. Facendolo si guadagnarono il turno di pulizia e così dovettero restare di nuovo, per l'ennesima volta, tanto per cambiare, a sistemare il loro campo di battaglia.
- Qua va trovata una soluzione!- sbuffò Hanamichi mentre Rukawa sonnecchiava sotto la doccia - Non si può dover sempre rimettere a posto questo casino! Forse ha ragione il Gori! Dovremmo picchiarci in strada! Ehi Kit! Datti una mossa!- ma poi si zittì, quando un altro paio di braccia lo aiutarono a sistemare quel disastro. Era quel Manabe.
- Tutto bene senpai Sakuragi? Il senpai Rukawa ti ha fatto male?-
La volpe? La volpe gli aveva fatto male? Attaccò a ridere come un forsennato senza neanche accorgersene, ridendo ancora di più poi alla faccia della matricola.
- No, no!- sputacchiò, dando delle pacche al ragazzo sulla schiena - Tranquillo, la kitsune non mi ha fatto niente.-
- Sei sicuro?- gli chiese Manabe - Anche ieri sembravate un po' agguerriti...-
A tutto aveva sempre pensato tranne che qualcuno potesse preoccuparsi che lui e Ru si prendessero a pugni durante le ore di allenamenti. Quel piccoletto ne aveva ancora da imparare!
Gli sorrise, alzando le spalle - Non è il caso che mi aiuti, me la sbrigo da solo.-
- Mi fa piacere senpai.-
- Si, ok...ma Kit ha la sua parte da fare.- rognò il rosso, vedendo l'ala piccola arrivare sulla porta della palestra coi capelli tutti bagnati - Forza volpe della malora! Datti una mossa, ho una ragazza da cui andare io sai?-
- Ah bhè, se la metti così senpai...- Rei Manabe scoccò un'occhiata stranita a Rukawa, poi salutò allegro e se ne andò, lasciando i due a guardarlo leggermente pensosi.
- Ti sei fatto un ammiratore do'aho.- disse il moretto, cominciando a raccattare i palloni.
- E' un tipo un po' strano.- borbottò - Ma se non altro capisce che sono il Tensai!-
In risposta gli arrivò un pallone in faccia e per trattenersi dal ributtare tutto all'aria, Hanamichi dovette contare fino a cento, poi ringhiando si rimise all'opera ed entro quindici minuti poterono finalmente andarsene, chiudendo tutto.
- Secondo te è bravo quel Rei?- mugugnò Sakuragi mentre s'incamminavano ai cancelli - Ha fatto un bel canestro oggi, anche se Mitchy l'ha fatto passare apposta.-
- Si vedrà.- disse Rukawa, alzando le spalle.
E ti pareva. Fare un discorso con qualche parola in più mai eh?
- Vai dall'Akagi?-
- Si. Per che ora domani? Sei e mezza?-
- Hn.- annuì il moro - ...ao do'aho...- e si mise in sella, addormentandosi subito automaticamente. Stavolta però non si fece fregare. Arrivato al vicolo incriminato, si appostò all'angolo e dette una sbirciata ma non era stato l'unico ad avere quell'idea. Si ritrovò davanti alla faccia di quella ragazza e lei, dopo un attimo e a differenza sua che rimase impassibile, scoppiò a ridere. Aveva una risata cristallina, non una di quelle risate sguaiate che sentiva in classe quando le sue compagne facevano delle battute.
- Ciao.- gli disse tranquilla, girandogli attorno sui pattini - Vai a casa?-
- Hn.- rispose.
- E' stata una fortuna non scontrarsi anche stasera. Ti fa male il polso?-
- No.-
- Sono contenta.- replicò, evidentemente senza seccarsi per la sua ennesima dimostrazione di cafonaggine a rispondere a monosillabi - Allora ci vediamo. Attento alle macchine! Ciao!- e sfrecciò via agilissima, lasciando la volpe con l'ennesima vacua sensazione fastidiosa della giornata.
Quella ragazza...lo infastidiva. Ma non come le altre. Lo infastidiva in un altro modo.
Si mise le cuffie del lettore nelle orecchie, deciso a smetterla di pensare ad altro che non fosse il letto e la partita dei Lakers che lo aspettava a casa eppure c'era sempre qualche a dargli il tormento. Lo capì quando arrivato in casa, davanti allo specchio dell'entrata, vide il fazzoletto bianco legato al suo polso.
Se lo tolse e decise di lavarlo, poi finalmente si mise l'animo in pace e riuscì a guardarsi la partita, tranquillo.
Ma la mattina dopo, al suo risveglio e al pensiero di ritrovarsi di nuovo a quell'angolo con la sua bicicletta, si sentì leggermente ansioso.


Hanamichi Sakuragi palleggiò seccamente, al limite della lunetta di tiro...sollevò le braccia, poi lanciò la palla e cercò perfettamente il canestro senza toccare nemmeno il ferro. Sorrise, riprendendo il rimbalzo e facendo poi una schiacciata altrettanto spettacolare.
Si passò una mano sulla fronte, dove ora spiccava una bandana con su scritto "BANZAI" che gli teneva indietro i capelli rossi come il sole dell'alba. Guardò l'orologio che indicava le sei e venticinque.
Si sedette su una panca, sbadigliando e portandosi una bottiglietta d'acqua alle labbra.
Ed eccolo che arrivava...lo sentì frenare e schivare per un pelo un cassonetto dell'immondizia, poi mettere la sua testa bacata nel campo deserto. Con la sua faccia assonnata faceva davvero ridere! Ed era strano, la kitsune non era il tipo di persona che scatenava chissà che ilarità nella gente.
La loro idea comunque avrebbe potuto rivelarsi utile, pensò Hanamichi soddisfatto. Allenandosi insieme anche al di fuori della scuola, considerato il livello di rivalità e antagonismo che ancora li univa, avrebbero potuto migliorarsi a vicenda. Ormai erano quasi allora stesso livello, anche se Rukawa era sempre una garanzia, mentre lui, così impulsivo, non sempre dimostrava tutta la sua abilità. Comunque migliorava giorno dopo giorno...e maturava.
Questo era l'importante.
Dopo tanto tempo dalla morte di suo padre cominciava veramente a sentirsi un po' più sereno. Il basket l'aveva aiutato a concentrare la sua rabbia in qualcosa che non fossero le risse. Akagi era stato il suo maestro...e la volpe un nemico, poi un valido esempio. Allenarsi con lui non avrebbe potuto fargli altro che bene.
- Kitsune.- disse, alzando la mano in saluto.
- Do'aho.- disse Rukawa con voce impastata andando a sedersi al suo fianco. Prese la bottiglietta al volo e dette un sorso, poi si misero in piedi e iniziarono ad allenarsi. Lì in quel campo si passavano normalmente la palla, senza rubarsela a o pestandosi come pallida imitazione di un placcaggio.
Quando uno andava a canestro, era l'altro a servirgli il tiro e viceversa. Niente botte, niente insulti.
Solo qualche commento per migliorare la loro azione.
Dopo circa un'ora, alle sette e mezza, tornarono a riposarsi abbastanza soddisfatti.
- E' andata bene.- disse il rossino, stiracchiandosi - Non sei male come playmaker volpaccia.-
Rukawa fece un gesto annoiato con la mano, continuando a bere avidamente e rovesciandosi l'acqua anche sui capelli.
Dopo una bella scrollata, trovò finalmente la voglia e la forza per affrontare un discorso.
- Do'aho...-
- E basta darmi dell'idiota!- rimbrottò Sakuragi, ficcandogli un leggero calcio nella gamba.
Kaede sollevò lo sguardo, appoggiandosi indietro, contro il muro - Che mi dici della Kotobuki?-
- Raim?- fece Hana stranito - Che vuoi sapere?-
- Sembra che la conosciate tutti bene.-
Il rosso sogghignò, levandosi la bandana divertito - Fossi stato meno asociale l'anno scorso forse ora la conosceresti anche tu. Ti ricordi di Shiro Sota? Bhè, lei era la sua ragazza. Lui era il migliore amico del Gori ma non poteva giocare a basket, aveva problemi al cuore. Così ci ha sempre dato una mano nelle trasferte e nelle tattiche. Possibile che non ti ricordi? È venuto con noi l'anno scorso al mare, rintronato!-
Ah, era vero...quindi il tizio con l'orecchino era il migliore amico del capitano.
- Quest'anno è partito per l'America. I problemi al cuore si erano fatti troppo complessi e così ha colto l'occasione di fare un anno a Los Angeles. Quando vincevamo le partite poi, ti ricordi cosa facevi?-
- Andavo a casa a dormire.-
- Ecco...noi invece andavano a casa sua a festeggiare kitsune.- gli spiegò paziente il rosso - Lì c'era anche Raim. Ora lei abita nella sua casa sulla spiaggia tutta da sola e siamo diventati amici, per questo siamo in confidenza. Capito?-
- Hn.- Ecco spiegato il mistero.
- Perché me l'hai chiesto volpe?- chiese a quel punto Hanamichi faticando a non alzare un sopracciglio con aria maliziosa.
L'altro alzò le spalle, senza guardarlo o dargli la soddisfazione di una risposta, anche perché come minimo non ne sarebbero più usciti se si fossero messi a discutere. Guardando l'ora, si cambiarono velocemente e partirono a razzo verso la scuola sulla bicicletta della volpe.
Hana si rifiutò categoricamente di sedersi dietro di lui, visto che dormiva ancora prima di mettersi in sella e così fu il rosso a stare al manubrio, mentre finalmente Rukawa poté concedersi il lusso di farsi una pennichella in santa pace.
Peccato che arrivando allo Shohoku, qualcuno ebbe qualche dubbio di essere ancora in una dimensione di sani di mente.
Mito per primo quasi dovette tenersi la mascella, prima che gli cadesse mentre Mitsui e Miyagi si limitarono a sogghignare.
- Vai che la mezza sega ha trovato il modo per non farsi investire!- ghignò Hisashi quando li raggiunsero.
- Attento a come parli al Tensai del basket!- sbraitò il rosso.
- Com'è che siete arrivati insieme?- chiese Ryota stranito.
- L'ho pescato per la strada.- si limitò a dire Sakuragi, deciso a tenere nascosto il suo allenamento con la volpe - E poi rischiava di ammazzare qualcuno, così mi sono fatto dare uno strappo. Harukina mia!- cinguettò poi, vedendo oltre spalle dei compagni l'Akagi che lo salutava allegra. Quasi saltando in testa al loro playmaker, Hanamichi veleggiò verso di lei a un metro da terra, lasciando gli altri tre con un'aria totalmente disgustata.
- Povero idiota.- rognò Mitsui.
- E' proprio un do'aho, ha ragione Rukawa.- rise Miyagi - Dai, andiamo in classe!-
Fu l'ennesima mattina pallosa, su tutti i fronti, tranne che per l'ora di inglese.
Quell'anno il professore di madre lingua era addirittura americano. Un biondino abbronzato con l'aria del surfista. Uno che probabilmente era venuto allo Shohoku con l'intenzione di farsi qualche studentessa.
A parere di Hanamichi, che sfogliava annoiato il libro troppo teorico, quello sarebbe durato poco.
Ciarlò con fare giulivo a tutti gli studenti, poi attaccò a parlare del programma...infine si mise a parlare in inglese, cercando di dialogare un po' con tutti quanti.
Arrivato a Raim però, rimase molto sorpreso...piacevolmente sorpreso.
E quando lei iniziò a parlare a ruota libera, con lo stesso spiccato accento americano del prof, Rukawa si destò leggermente dal suo sonno, riconoscendo quella voce dal tono solare.
Quando focalizzò il professore così vicino a lui s'irritò. Quello parlava e gesticolava troppo per i suoi gusti.
Comunque la loro seconda manager sembrava davvero un'ottima linguista.
- Che fortuna che hai, Kirara!-
Sentì quel verso gracchiante quando suonò la fine dell'ora. Era stata una loro compagnia a usare quel tono melenso.
- Sei piaciuta al prof, visto?-
Hn. Piacere a uno come quello non era un'impresa. Era il classico maniaco.
- Solo perché sono di madre lingua come lui.- la sentì rispondere quasi incurante.
Allora era mezza americana! Ecco perché aveva quell'accento perfetto.
Non sentì il resto della conversazione perché purtroppo accadde ciò che accadeva di solito a turbare il suo riposo.
- SAKURAGI!-
Qualcuno tuonò quel nome incriminante e Kaede aprì appena gli occhi, osservando prima l'espressione apatica del do'aho, poi il demente sulla porta. Aoka. Di nuovo. Maledetto judoka! Che cazzo voleva quella volta?
- Vieni fuori! Ti voglio in terrazza adesso!- e se ne andò sbattendo la porta, con la bella pretesa che il rossino lo seguisse. Perfino Raim alzò un sopracciglio senza capire, mentre Hana usciva con aria depressa.
- Ma che succede?- fece, stranita.
- Tranquilla.-
Si volse verso la volpe, sentendolo parlare.
- Ma qual è il problema?-
- L'Akagi.-
- Ah.- la rossa sorrise - Non gli dai una mano?-
Rukawa la guardò un attimo, impassibile, poi tornò a chiudere le palpebre.
- Se avesse avuto bisogno mi l'avrebbe chiesto.-
Raim non replicò, quasi rasserenata da quella risposta un po' ambigua e dopo averlo salutato prese la sua borsa e se ne andò agli allenamenti del club di ginnastica ritmica, ciondolando sui pattini anche in mezzo al corridoio, facendosi urlare dietro dai professori. Accidenti se era chiassosa anche lei!
E quel cretino di una scimmia che fine aveva fatto? Di certo avrebbe rotto la testa a quei dementi in pochi minuti però.
E infatti tornò indietro poco prima che uscisse dall'aula per gli allenamenti, però con il Gorilla che lo teneva per la collottola.
- Insomma, ma come te lo devo dire!?- piagnucolava sgambettando - E' stato quello yankee ad attaccare briga!-
- Fa silenzio, imbecille! Rukawa, sveglia! È ora di andare!-
Una volta in palestra poterono di nuovo assistere alla fine degli esercizi delle ginnaste. La loro allenatrice aveva chiuso fuori parecchi guardoni ma non poté impedire a quelli basket di appostarsi sulla porta.
E lì, di nuovo, la volpe dello Shohoku vide qualcosa che non aveva mai neanche preso in considerazione.
La vedeva muoversi, quasi danzare, avvolta in un nastro bianco...la musica era ipnotica, come i suoi movimenti.
La cosa che più lo impressionò fu l'agitare sinuoso delle sue dita, passando fra la seta del nastro.
Lo lanciò in aria, mentre la sua allenatrice le girava attorno dandole consigli, incoraggiandola...e con una piroetta, lei si volse verso di loro. Per un attimo incrociò i suoi occhi e...il manico del nastro le finì sulla testa, con un tonfo sordo.
- Ahi...- la sentì piagnucolare, dopo cinque secondi di silenzio.
Subito dopo tutte le sue compagne attaccarono a ridere divertite, mentre la manager sembrava molto meno propensa ad unirsi alle spiritosaggini. Imbestialita, sembrò quasi di vedere Akagi sbraitare contro Sakuragi.
Ad allenamento terminato, Raim aveva ancora un bernoccolo in mezzo alla zucca.
- Accidenti a quella vipera!- borbottò, infilandosi un paio di pantaloncini - E che diamine, ho solo mancato la presa!-
- E' la prima volta che ti vedo sbagliare.- ridacchiò Miyagi - Ma a che pensavi?-
Rukawa non sentì la risposta ma sentì distintamente gli occhi verdi di quella peste su di lui.
Accidenti. Avvertì un brivido e ne fu parecchio infastidito, quindi infilò lo spogliatoio come un treno.
Che diavolo gli stava succedendo eh?
Durante la partita e l'allenamento corse come un pazzo da una parte del campo all'altra, soffiando numerose volte la palla a tutti i membri della squadra, senza andare per il sottile con le matricole e usando il do'aho come una specie di cuscinetto per scaricare i nervi senza però stavolta ottenere alcuna risposta in botte o insulti.
La cosa strabiliò un po' tutti ma quando Kogure cercò di chiedere cosa diavolo stesse succedendo, Mitsui gli fece un cenno negativo con la testa. Era meglio lasciar perdere. Se la sarebbero sbrigata da soli.
Ma quando Sakuragi finì a terra, dopo un fallo un po' troppo forte, finalmente Rukawa si fermò.
- Senpai!- Rei Manabe apparve al fianco di Hanamichi, preoccupato - Tutto ok? Ti sei fatto male?-
Il rosso non rispose nemmeno. Rimase a fissare il viso affilato del numero 11 che dopo aver inspirato a fondo fece qualcosa che non aveva mai fatto prima. Allungò la mano...e Hanamichi la prese, senza dire nulla ma premurandosi di rompergli tutti gli ossicini e la volpe accettò la penitenza con una lieve smorfia.
- Avanti, riprendiamo!- sbraitò poi il rosso - Miyagi, passa la palla avanti!-
- Ehi mezza sega, non è che hai battuto la testa?- frecciò Hisashi.
- Non stare in pena, tesoro. Il Tensai è a prova di volpe!- replicò sarcastico.
- Do'aho.- borbottò Rukawa, asciugandosi la fronte con la sua fascetta.
La cosa si concluse lì ma alle sei Hana spedì di nuovo a casa tutti, dicendo che avrebbe sistemato lui la palestra, anche se era il turino di Ryota e Hisashi. I due presero la cosa come una manna e se ne andarono non molto convinti.
- Qui gatta ci cova.- disse il playmaker davanti ai cancelli - Ma che aveva oggi Rukawa?-
- Non saprei.- disse Mitsui - Se ha qualche problema comunque non è tipo da esporlo, non credi?-
Però c'era qualcuno che aveva tutta l'intenzione di fargli sputare l'osso...e poi anche il fegato, visto come l'aveva buttato gambe all'aria. Hanamichi Sakuragi aveva un'aria assolutamente troppo pacifica mentre ripuliva il pavimento quella sera. L'aveva fatto apposta. La kitsune ci metteva degli anni e in quel modo avrebbe potuto sistemare la questione...almeno fino a quando una voce un po' brusca non lo colse alle spalle.
- Senpai Sakuragi...-
- Rei.- disse Hana stranito - Che fai ancora qua? Non dirmi che mi vuoi aiutare di nuovo!-
- Io...ecco io...- il ragazzo sembrò tentennare - Io non riesco a credere a quello che ho visto!- sbottò allora, con voce un po' alterata con occhi ingenui - Sapevo che Rukawa aveva un gioco abbastanza solitario e prevaricatore ma non credevo che anticipasse il suo ego ai bisogni delle squadra!-
La goccia sulla testa di Sakuragi lasciò la matricola ancora più fremente - Nel senso...anche tu hai un gioco prevaricatore ma lui sembra giocare solo per se stesso! A volte sembra non vedere i compagni, non passa la palla...è altero e troppo sicuro di sé!-
A quell'uscita Hanamichi rise sul serio, lasciandosi andare seduto a terra.
- Posso parlare in tutta sincerità?-
- Ma certo senpai.- rispose Manabe confuso.
- E' troppo sicuro di sé perché può permetterselo, prima cosa.- disse il rosso con tono inflessibile che fece tremolare il suo kohai - Seconda cosa, quand'è stata ora di passare la palla ti assicuro che l'ha fatto. E per terzo...- Hana sollevò gli occhi nocciola e li piantò in quelli della matricola tanto da trapassarlo -...e per terzo la kitsune ama davvero questo sport. Io ero e sono tuttora troppo sicuro di me, quindi questa ramanzina avresti dovuta farla a me e non a lui, Rei.-
- Ma...ma senpai...-
- No, tappati la boccaccia.- gli disse scoccandogli la classica occhiata che precede una testata colossale - Rukawa è fatto a modo suo ma non c'è critica che tu possa muovergli in campo. Questo non lo accetto.-
- E il fallo di prima?- Manabe deglutì - Quello come lo spieghi?-
- Non devo spiegarlo.- rispose Hanamichi quasi sorridendo - Fossi in te mi scioglierei sai? Il volpino può insegnarti molto, credimi, quindi passa sul suo carattere altero, come dici tu, e concentrati solo su come gioca. Vedrai che lo vedrai sotto un'altra luce. E adesso fila a casa, avanti!- scandì, cambiando tono - E' un ordine del Tensai!-
- D'accordo, d'accordo!- disse il ragazzo, riuscendo a sorridere - Farò come dici...in fondo lo conosci meglio di me! Ciao, a domani senpai!-
- Ma tu guarda che ragazzino pestifero...- fischiò, restando seduto a terra - Tu che dici Kit?-
Kaede uscì dalla porta dello spogliatoio, restando però appoggiato al muro. Aveva sentito tutto e quel rosso demente se n'era anche accorto. Incredibile, il do'aho che prendeva le sue parti...roba da matti.
Il mondo stava proprio girando al contrario quel giorno.
- Ehi volpe, vieni qua un attimo.- disse il rosso all'improvviso, piegando il dito indice più volte.
Quel tono gli piaceva poco ma sapeva anche di sfida, quindi il moro non poteva rifiutare. Sapeva a cosa andava incontro ma non era un vigliacco e gli andò a un passo dal naso...poi si fece prendere il capo fra le mani e subì in silenzio una serie di testate che avrebbero sistemato anche un pachiderma.
Intontito e pronto a rendergli gli interessi, caricò un pugno ma andò a vuoto perché Hana gli afferrò il polso, fissandolo incazzoso - E allora???- sbraitò, quasi assordandolo - Che cavolo avevi eh???-
- Affari miei, do'aho.- sentenziò il moro.
- Deficiente...- ringhiò l'altro, attorniato da fiamme - Quando mi fai un fallo e mi butti a terra come un sacco di patate facendomi fare la figura del cretino sono affari miei!-
Tagliando corto non gliene fregava un cazzo del motivo per cui gli aveva fatto fallo ma solo della figura in sé, pensò Rukawa con un sospiro. Ecco, ora tutto tornava. Ma tu guarda che imbecille!
Non fece in tempo a mandarlo al diavolo che si ritrovò sotto la rete dei palloni, con quell'imbecille testa rossa seduto sopra la sua testa per impedirgli di uscire.
- Che cazzo fai?! Scendi da lì, do'aho!-
- Sta zitta volpe, questa è la vendetta del Tensai!- ghignò il rosso.
Dio, quando usciva da lì lo massacrava! Gli stava facendo perdere ore preziose di sonno quel demente! E dire che prima non aveva fatto altro che difenderlo con quella seccante matricola. Mah, forse si era fatto un cicchetto a pranzo...
- Avevi un'aria strana prima.-
Kaede rialzò appena il capo, vedendo Sakuragi restare seduto a gambe incrociate sulla rete.
- Strana in che senso?- bofonchiò, esausto.
- Strana e basta.- replicò il numero 10 - Allora? Mi dici cos'è successo all'improvviso? T'è venuto un calo di zuccheri di colpo razza di volpaccia inappetente?-
Inappetente...Kaede sperò vivamente che quell'imbecille parlasse di cibo e non di altre amministrazioni.
- Pensa agli affari tuoi.- gli disse ancora ma non finì di parlare che Hanamichi infilò una mano nelle rete e gli tirò un pugno in testa, con una vena pulsante sulla fronte - Giuro che ti tengo lì dentro fino a domani! Chi cavolo me l'ha fatto fare di difendere una volpe come te da Manabe!-
- Non te l'ha chiesto nessuno, do'aho!-
- Bhè, era solo la verità.- rispose il rosso a tono - In fondo si parlava solo di basket. Per il resto saresti da prendere a cartelle tutto il giorno!-
Dio...era snervante sul serio. Si sentiva la testa fumare...tutte quelle chiacchiere gli avevano fatto venire il mal di gola.
Al diavolo il do'aho testa rossa, al diavolo la matricola piattola e al diavolo anche...
Gelò, pensando a lei. E adesso perché la pestifera ragazzina dei pattini gli era venuta in mente?
Kaede, non fare il vigliacco almeno con te stesso...ti ha fatto venire la pelle d'oca con uno sguardo! Questa come la spieghi eh? Spiegala al do'aho! Diglielo che l'hai buttato gambe all'aria per una donna!
L'avrebbe tenuto alla fame sotto quella rete per una settimana!
- Ebbene? Hai trovato un motivo per cui hai rovinato la reputazione al Tensai del basket o no?-
L'unica cosa che gli avrebbe rovinato era la faccia e la schiena non appena si fosse liberato da quella rete, ringhiò Rukawa minaccioso e a quel punto non li tenne più nessuno. Scalciando e sbraitando alla fine la trappola venne rovesciata e scattò la caccia alla scimmia, tanto che per qualche giorno quei due imbecilli dovettero presentarsi agli allenamenti pieni di cerotti.
Ma se non altro ora Akagi si sentiva meglio. Quella mano in campo era stato solo uno sprazzo di follia...
Altro che migliorare...quei due cretini andavano in peggiorando! Adesso anche Rukawa ci si metteva a dare i numeri poi...e Takenori non capiva bene da che cosa dipendesse. Restava il fatto però che da quando era iniziato l'anno la sua ala piccola aveva cominciato a dare strani segni di sclero...e chissà che non fosse tutta colpa di quell'idiota di un Tensai! Alla fine era riuscito a tarare anche Rukawa, dannazione!
Quell'anno se ne sarebbero viste delle belle, ne era sicuro.

 

 

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Capitolo 2
*** Problemi in vista su una moto da corsa ***


 

 

Era una bella mattina di sole, decisamente troppo bella per correre come dei pazzi scatenati per le strade di Kanagawa pensando che tanto non sarebbe servito a nulla, visto lo spaventoso ritardo che Hanamichi Sakuragi aveva accumulato aiutando una vecchietta parecchio mattiniera con la sua spesa.
Erano le sette e un quarto…tre quarti d’ora di ritardo! Lo ammazzava! Si, Rukawa lo uccideva!
Quando entrò al campetto, pronto a una trafila di do’aho che gli sarebbero bastati per tutto l’anno, rimase abbastanza basito nel vedere la volpe seduta sulla panca, ancora ansante per l’allenamento che doveva aver fatto da solo, ma con le cuffie nelle orecchie e…meraviglia, un giornale in mano!
Sembrava piuttosto concentrato ed era strano per Hanamichi che non l’aveva mai visto a leggere riviste che non fossero esclusivamente di basket. Invece arrivandogli alle spalle si accorse che era un settimanale di moto.
Era la pagina delle vendite e Rukawa scrutava attento delle moto di grossa cilindrata almeno fino a quando non sentì la presenza di quel deficiente alle spalle. Non si volse nemmeno, tanto sapeva benissimo che era lui e si limitò a dargli dell’idiota, levandosi gli auricolari.
- Che t’è successo? Non mi dirai che ti sei addormento.- lo prese in giro, sarcastico.
- Ti piacerebbe kitsune.- rispose Hana sogghignando, restando sempre alle sue spalle e spiando le inserzioni di vendita – Ma ho aiutato una signora del mio condominio con la spesa, poi ho preso la strada sbagliata, dei teppisti mi hanno rincorso e ho rischiato il collo a causa di una cretina in macchina.-
- Hn…- Kaede alzò le spalle, del tutto incurante dei suoi guai, fino a quando il rosso non puntò l’indice sul suo giornale, su una Honda, più precisamente su una Honda VRF 800 blu petrolio – Questa è buona volpino. Da quando t’interessi di moto eh?-
Il moro fece una leggera smorfia che l’altro non vide – Ogni anno ricordo a quell’ipocrita di mio zio che esisto sputtanandogli il conto in banca che ha messo a disposizione per l’università e quest’anno mi è sembrato d’obbligo ricordarglielo in maniera un pelo più pesante.-
Mamma mia, che discorso lungo…Hanamichi si sedette sulla spalliera della panca, restando a gufare sopra il numero 11 dello Shohoku, leggermente incuriosito. E così Rukawa anche se viveva da solo aveva dei parenti, in questo caso degli zii. Sembrava non andare particolarmente d’accordo con suo zio però…ipocrita…gli aveva dato dell’ipocrita.
Chissà perché. La kitsune non era tipo da sprecare insulti per chi disprezzava cordialmente, quindi quell’uomo doveva essere un vero stronzo per attirarsi la sua rabbia.
Comunque non voleva essere inopportuno e farsi dare di nuovo del do’aho, così rimando le domande personali a un altro momento, tornando a ciarlare di moto.
- Quindi la compri?-
- Cosa?-
- La figa seduta sulla Honda. La moto no?-
- Hn.- Rukawa sbuffò – Non potrei anche volendo. Costa decisamente troppo e poi il mio è solo un capriccio. La userei solo ogni tanto, non mi muovo mai fuori da Kanagawa.-
Hana tacque per un secondo, ponderando un’idea abbastanza balzana…poi però non poté impedirsi di parlare.
- Kit…quanto hai?-
- Cosa?-
- Quanto hai per la moto?-
Kaede stavolta alzò un sopracciglio, poi rovesciò la testa all’indietro per vedere Sakuragi seduto sopra di lui.
- Metà della cifra.- bofonchiò, sentendo le rotelle del do’aho che giravano vorticose.
- L’altra metà la metto io.-
Dopo un attimo di silenzio, il moro lo fissò con uno strano lampo negli occhi – Doppie chiavi. Io i giorni pari.-
- Io i dispari.-
- Fatto.- sentenziò la volpe, evidentemente soddisfatta.
- Evvai.- Hanamichi fu decisamente più plateale nel dimostrare la sua gioia. Afferrò la palla della volpe e anche da quella posizione lanciò a canestro, centrandolo perfettamente. Da lì a mettersi a ridacchiare come un deficiente, proclamando la grandezza del Tensai, fu cosa da poco.
- Ehi! Quando andiamo a comprarla eh?- cinguettò Sakuragi tutto allegro, mentre pedalava sulla bici della volpe verso lo Shohoku – Rintronato, sei sveglio? Dai, quando andiamo a comprarla?-
- Hn…che ne so…- biascicò il moro con voce impastata, che sonnecchiava beato contro la sua schiena.
- Come sarebbe che ne so?! Eddai, dovresti essere contento…ehi ma…non ti azzardare a sbavarmi sulla divisa!-
Fiato sprecato, Rukawa già dormiva e svegliarlo avrebbe significato prendersi un pugno in faccia, quindi tanto valeva continuare a insultarlo fra i denti fino ai cancelli e poi in classe.
Le lezioni si protrassero tutta la mattina in un clima di noia di mortale. A quanto pareva il tempo che si stava leggermente incupendo aveva ridotto il morale sotto i tacchi anche ai professori e al tirocinante di fisica. A tutti, tranne al gigolò americano. La sua voce squillante salutò tutta la III D e le ragazze subito tornarono a sorridere, tutte tranne Raim che, come notò Hana, sonnecchiava sul banco.
Accidenti, era circondato da ghiri. La kitsune da una parte e Raim davanti. Da uscirci pazzi.
Comunque la loro manager si risvegliò quando venne interpellata dal loro prof d’inglese. Sembrava parecchio stanca e praticamente gli sbadigliò quasi in faccia, ma subito ripresero a parlare col loro accento che faceva sempre sospirare tutte le studentesse. Hana ghignò, pensando a quanto avrebbero voluto buttasi tra le braccia di quel surfista.
E poi, sfidando il suicidio, quell’imbecille del professor Hansen andò a piazzarsi proprio davanti a Rukawa.
Hana incrociò le dita, sperando non lo prendesse a pugni ma il numero 11 doveva essere sveglio già da prima, più o meno da quando il prof aveva iniziato a chiacchierare con Raim e stupendo non poco il rossino, la volpe rispose con calma e cortesia alle domande in inglese del prof, anche se sinceramente Sakuragi si sarebbe aspettato solo tre parole da parte del suo compagno di squadra, ovvero "Fuck you teacher!"
Finita la lezione col surfista, Hana si trovò a non dover svegliare Rukawa.
Accidenti, era rimasto sveglio! Da non credersi!
- Ecco perché c’è questo tempo infame.- frecciò il rosso, sarcastico.
- Hn.-
Sakuragi lo lasciò perdere e mentre riordinava i libri per buttarli alla rinfusa nella tracolla, si volse verso la Kotobuki.
- Raim, noi andiamo a cercare i ragazzi per mangiare in santa pace! Vieni con noi?-
La bella rossa era ancora sotto l’assedio dell’insegnante che si era fermato a scambiare due parole con lei, praticamente bloccandola al banco e la ragazza rivolse al giocatore dello Shohoku un sorriso di ringraziamento.
- Certo, vengo volentieri.- e tornò a girarsi verso Hansen, facendogli un cenno e terminando la loro conversazione in inglese. Quando finalmente il casanova se ne fu andato, la ragazza tirò un sospiro di sollievo.
- Mamma mia, che polipo!- ghignò Hana divertito – E dire che pensavo che gente come lui fosse interessata a ragazzine sceme che non capiscono un tubo della lingua! Ehi Raim…l’hai fatto innamorare!-
- Cosa??-
Perfino Rukawa parve spiazzato quando la ragazza sbottò in quel modo.
- Un corno!- si calmò Raim – Non ci pensare neanche Hana! È assurdo!-
Essendosi accorta di aver esagerato, la bella rossa riprese subito il suo buon umore e riuscì a trascinarli fuori entrambi per mano dalla loro aula. Visto il messaggio di Mitsui, si ritrovarono tutti dietro alla scuola, sotto il padiglione che dava sul campetto di pallavolo all’aperto. C’erano già tutti: Mitsui, Miyagi, Akagi, Kogure, Ayako e Haruko su cui Hana si fiondò a pesce, Mito che parlava con Hisashi e Ryota delle matricole e infine proprio loro, Rei Manabe e Nobu Yaoto, due dei più bravi quattro reclutati.
Ma perché si era fatto trascinare lì?, pensò Kaede svaccandosi subito su una panchina intera e mettendosi a nanna. Accidenti a quella giornataccia. Le lezioni non erano state neanche tanto pesanti ma l’ultima ora gli aveva fatto perdere la calma: quel demente dell’Hansen proprio non aveva pudore.
Ogni volta che parlava con la loro seconda manager ne uscivano sempre dei numeri indecenti!
- Ti è arrivato il calendario, Takenori?- sentì cinguettare quella Babbuina della sorella del capitano.
Il calendario delle partite…bhè, era ora arrivasse! A parte le amichevoli, erano rimasti tutti con i punti interrogativi sulla testa quando il segretario nazionale aveva detto che le date non erano ancora state stabilite. E che cazzo aspettava?
Lui già aveva voglia di tornare in campo, altro che allenamenti con matricole troppo sollecite!
- Si, è arrivato.- disse Akagi poco dopo, finendo il suo bento.
- Allora Gori?- attaccò subito il do’aho, facendo sogghignare mentalmente Rukawa – Quando e con chi si comincia?-
- Fra due settimane.- disse Akagi – Venerdì 13, partita col Fujen ma Anzai ha tutto il nostro girone nel suo studio. Ce lo darà oggi agli allenamenti. Piuttosto, prima di preoccuparti del campionato comincia a giocare bene l’amichevole contro il Ryonan!-
- Quando mai ho giocato male contro il porcospino eh?- sbraitò Sakuragi rabbioso – Pensa al tuo amico gorilla tu!-
- Porcospino, gorilla, scimmia, volpe…- Raim mandò giù una sorsata di una strana lattina energetica che Rukawa aveva visto bere una volta a un suo conoscente delle medie appena rientrato da una convalescenza – Per voi tutto il mondo è uno zoo ragazzi?-
- Questo qua dovrebbe stare allo zoo!- sbraitò Akagi ficcando un pugno in testa al numero 10 che stava già sbandierando di nuovo le prodezze del Tensai alle matricole – Dunque, l’amichevole stavolta la giochiamo da noi. Anzai s’è già messo d’accordo con Taoka.-
Taoka. Al solo pensiero le facce di Miyagi, Mitsui, Hana e Rukawa divennero delle maschere d’incazzatura.
Quello stupido essere arboricolo!
- E vediamo di non far più figure di merda come gli scorsi anni, ok?- continuò Akagi ad alta voce – Basta scherzi alle spalle, basta botte e basta righe sulla sua macchina, hai capito Hisashi?-
Mitsui si sentì gli occhi della squadra puntati addosso ma fece finta di nulla, incurante delle loro fecce sconvolte.
- Bene ragazzi.- disse Raim alzandosi dopo una ventina di minuti – Scusate ma devo andare agli allenamenti.-
- Possiamo venire a vedere?- chiese Miyagi – O la tua mister s’incazza?-
- Oggi li salto quelli di ginnastica ritmica.- spiegò la rossa con un sorrisino malizioso – Sto andando dalla senpai Mihazawa, devo ancora sistemare alcune faccende con lei.-
- Allora forse può venire a vedere la kitsune.- malignò Hana ghignando – Chissà che al suo club possa finalmente vedere qualcosa d’interessante! Vero baka?- e appena finito di dirlo si prese un calcio in faccia, scatenando l’ennesima lite che il Gorilla placò solo a suon di altre botte.
Mamma mia quanto erano rissosi quei ragazzi, pensò divertita Raim, rientrando nell’edificio della scuola.
Li aveva conosciuti l’anno precedente e le erano subito piaciuti tutti quanti, a partire dal calmo Kogure che arrossiva sempre quando la vedeva, al povero Ryota che era sempre e perennemente innamorato della sua Ayako.
Un rapporto più confidenziale l’aveva intrecciato con Hisashi che sotto la sua aria dura con lei era sempre stato protettivo e affettuoso, anche molto sensibile…esattamente come con Hanamichi che in coppia con lei aveva sempre fatto scintille. Caratteri come quello del do’aho, come lo chiamava Rukawa, era un vero dono del cielo.
Essendo molto simili insieme avevano sempre fatto impazzire la compagnia l’anno precedente e Shiro aveva sempre detto che Hana era la sua copia al maschile.
Shiro…
Raim si bloccò nel corridoio, guardando fuori dalla finestra.
Puntò i suoi occhi verdi sul gruppo…per poi scivolare senza che lei neanche se ne accorgesse sulla persona che da qualche tempo aveva occupato i suoi pensieri. Non sapeva capacitarsene ma c’erano volte in cui Raim si scopriva a pensarlo, a rivederlo…addormentato in aula, a saltare a canestro con quella sua grazia e quella sua tecnica micidiali, a borbottare dietro ad Hanamichi…
Quel pensiero sarebbe diventato un’ossessione?, si chiese, continuando a guardarlo dormire sulla panca. Ammirò i suoi capelli neri lucidi, lisci come ali di un corvo. La sua pelle bianca…quella bocca tremendamente sensuale e invitante.
Ogni tanto lo prendeva a dormire con le labbra dischiuse e …si sentiva come invasa da lava bollente.
Inspirò a fondo, ridendo amaramente di se stessa.
Dio. Da una trappola in un’altra.
Kaede Rukawa, pensò andandosene. Accidenti a te!
Il club delle majorette che non comprendeva solo (e fortunatamente) il Rukawa’s Shinetai, ma anche tutte le majorette dello Shohoku che avevano il compito di sostenerlo in ogni avvenimento sportivo, si trovava al secondo piano dell’istituto ed era guardato da tutte le studentesse della scuola un po’ come la terra promessa. Direttore indiscusso era Harumi Mihazawa, quarto anno, yankee nascosta dalle sue buone maniere e dalla sua infatuazione per Rukawa.
Considerata una delle più belle e più facili ragazze dello Shohoku, la signorina era una che sapeva quando parlare e …quando alzare le mani. E quel giorno, quando Raim andò a presentarsi da lei mentre sbraitava alle sue compagne come agitare i pon-pon, non sembrava di ottimo umore.
- Senpai che succede?- le chiese la rossa – Tutto bene?-
- Ah, sei tu.- borbottò la ragazza, agitando la massa di capelli scuri che le arrivava poco sopra la vita – Non va bene per niente, non vedi? Matricole! Guardale! Non sanno far girare neanche i bastoni!-
Raim in effetti notò che le timide ragazzine del primo anno messe a confronto con quelle del secondo o del quarto erano parecchio impedite…forse però con un po’ più di dolcezza e sicurezza avrebbero potuto diventare brave, no?
- Volevi qualcosa Kotobuki?-
Raim alzò un sopracciglio, stranita. Chissà che non le fossero arrivate voci…la sua senpai l’aveva sempre chiamata per nome o con il suo nomignolo. Comunque se ne fregò, chiedendole se aveva un attimo per lei. Subito la Mihazawa acconsentì, lasciando la squadra di venti majorette nelle mani della sua leccapiedi, Yukino Takei, quarto anno rimandata, una stanga di un metro e ottanta che aveva mandato all’ospedale più di una ragazza che aveva cercato di lisciarsi gli artigli sul bel fondoschiena di Rukawa.
Bhè, in effetti bastava avere gli occhi per accorgersi di quanto fosse bello, no?
Con quel corpo poi…
Raim si morse la lingua, mentre salivano sul terrazzo. Eccola! Stava di nuovo pensando a Rukawa!
Una volta all’aria aperta, la Mihazawa si accese una sigaretta e ne offrì una alla rossa che, pensando a cosa stava per dirle, capì che forse doveva armarsi. Se la fece accendere, poi dette un rapido tiro.
- Ho sentito che anche voi del terzo anno avete Hansen.- disse all’improvviso la ragazza del quarto.
- Già.- disse Raim senza interesse.
- Mi dicono che gli sei piaciuta.- continuò l’altra, fissandola attentamente.
- Solo perché sono nata a Los Angels come lui.- disse Raim con aria pacifica, decisa a trattenere il sangue freddo.
- Può darsi.-
La sua senpai continuò a scrutarla, poi ciccò a terra appoggiandosi al muro – Fossi in te ci starei attenta a quello. Yukino ha sentito gl’insegnanti dire che è stato cacciato dalle due scuole in cui ha insegnato. Ha messo incinta una studentessa di quattordici anni. Pare le sia saltato addosso.-
- Oh, mi so difendere senpai.- l’assicurò la rossa senza un filo di paura nelle vene.
- Questo lo so.- ghignò la Mihazawa – Ma prima che metta le grinfie su di te, vorrei provarci io.-
Raim stavolta tacque, senza alcun commento in proposito. Facesse quello che voleva.
- Allora…immagino sarai tornata per parlarmi del tuo lavoro di manager alla squadra di basket.- disse finalmente la ragazza – Quasi rimpiango di non averti presa a tempo pieno nel gruppo. In fondo dopo di me sei la migliore.-
- Sai che puoi chiamarmi quando vuoi. Ma Akagi me l’ha chiesto come un favore personale.-
- Per Sota immagino.- disse l’altra, andando dritta al punto.
- Già.- disse Raim, stavolta con un notevole sforzo pensando di nuovo alla figura labile di Shiro che sembrava sparire dalla sua memoria senza che lei potesse fare nulla per trattenere i ricordi felici che li avevano accomunati – Ti crea problemi quindi che non venga ad allenarmi? Ho tutto il programma delle partite dell’istituto e se mai avrai bisogno di una sostituta sarò pronta.-
- Se, certo…- la Mihazawa scosse il capo, incurante – Non c’è problema. Se vuoi finire di nuovo all’ospedale sono cazzi tuoi, Kirara. Lo sai bene. Ti ho coperta l’anno scorso ma quest’anno ho altro da fare.-
- Lo so e ti ringrazio. Non ti avrei mai chiesto di farlo una seconda volta.- replicò la rossa digrignando i denti – E poi è stato solo un caso sporadico. Non mi è più successo di svenire.-
- Buon per te. Comunque ho un’ultima cosa da chiarire allora.-
- E di che cosa si tratta?-
- L’anno scorso Rukawa non è mai stato presente alle riunioni del gruppo, vero?-
Eccola. Raim se l’era aspettato. Era ora di fingere.
- Esatto.-
- Spero che anche quest’anno tu faccia la scelta di tenertene alla larga.-
- Senpai, faccio solo la manager. E sai perfettamente bene che per ora gli uomini sono l’ultima cosa che m’interessa.-
- E fai bene.- replicò la Mihazawa spegnendo la sigaretta con rabbia – Anche perché se fosse il contrario ti ritroveresti in un bel po’ di guai.- andò alla porta, per poi voltarsi un attimo a fissarla – Lo sai che ho sempre fatto di tutto per te, Kirara. Stabilito che non avevamo nulla a che spartire, ci siamo date una mano in zona neutra…ma non farmi pentire di averti salvato dalle autorità l’anno scorso.-
Raim tacque per un secondo, per poi parlare con voce gelida.
- Come te lo devo dire che non assumevo droghe eh?- sibilò rabbiosa – Era stanchezza fisica!-
- Perdonami ma ti sfinivi anche l’anno scorso con quattro club e se volevi vincere le gare forse hai dovuto prendere degli steroidi o delle anfetamine. Non guardarmi così…credi che io non l’abbia mai fatto per caso?-
- Non m’importa. Puoi fare quello che vuoi senpai…ma io sono svenuta solo per un calo di zuccheri, perché avevo chiesto troppo a me stessa, non per aver mescolato delle droghe di troppo, chiaro?-
- D’accordo, fa come vuoi!- sbottò l’altra già annoiata – Ci vediamo in giro ma ricorda le mie parole. Sta lontana da lui…o avrai solo un mare di guai, te l’assicuro e non ci sarà la Kanzaki come l’anno scorso a tenermi ferma! Ti saluto!-
Una volta sola, la sigaretta le cadde di mano…e si lasciò andare a sedere, stanca, stanca, stanca…
La Kanzaki. Raim sorrise, ricordando le parole di quell’importante persona che un anno prima guardandola con disprezzo e gelo le aveva fatto capire quanto in realtà fosse debole.
Junko Kanzaki, la sua senpai. La nemica giurata di Harumi Mihazawa.
Era da tempo che non andava a trovarla…forse sarebbe stato tempo di parlare di nuovo con lei.


- Avanti passa quella palla!-
- Più gioco di gambe! Corri, non hai le ginocchia di cemento!-
- Insomma quello era fallo!-
Quando Raim rientrò in palestra dove i ragazzi già si allenavano, a nessuno sfuggì la sua espressione cupa, tantomeno ad Ayako che la guardò di sottecchi, fino a chiederle se l’incontro con quella svitata della Mihazawa, con cui Ayako era stata sfortunatamente in classe al secondo anno, era andato bene.
- Si, alla grande.- disse serafica – Allora, come se la cavano i ragazzi?-
- Ah? Oh, bene direi…- disse l’altra, guardandola un po’ scettica – Ma tu sei sicura di stare bene?-
- Si, benissimo.- Raim afferrò un pallone e cominciò a palleggiare da seduta, coi pensieri che vagavano – Ti spiace se faccio anch’io i passaggi con le reclute? Ho bisogno di sgranchirmi le gambe.-
- Certo, certo.- Ayako annuì, richiamando le matricole – Avanti ragazzi! Venite qua!-
Il gruppo si fermò e finalmente i titolari si presero una paura, mentre le matricole rimasero in campo.
- Ehi!- borbottò Mitsui prima di andare a bere qualcosa – Andateci piano!-
- Tranquillo senpai!- disse accorato Yaoto – Sono ragazze, staremo attenti!-
Per tutta risposta sia Hisashi che Hana risero divertiti.
- Veramente parlavo con Raim.- ghignò il tiratore da tre punti – Comunque d’accordo. Lei è una ragazza…se le fate un graffio vi appendo dal terrazzo per il collo, sono stato chiaro?-
Deglutendo per la minaccia, le matricole guardarono verso Akagi, speranzosi, ma il Gori aveva altro a cui pensare, ovvero impedire che Sakuragi continuasse a dare il tormento a Rukawa ma Kaede appena seduto in panchina per riprendere fiato, lo perse di nuovo…quando un passaggio che aveva la velocità di un lampo attraversò il campo da basket. Vide un turbine rosso passare veloce fra le matricole e poi…un canestro pulito.
Dio che salto…
Raim era alta sul metro e sessantotto, niente di eccezionale…ma come saltava! E quanto restava in sospensione.
- Porca puttana…- alitò Miyagi un attimo dopo – Fa progressi alla velocità della luce. È incredibile.-
- Non la vedo giocare da tre mesi e guarda…- disse Akagi, veramente ammirato.
- Ah, fosse un uomo.- disse Yasuda.
- Fosse un uomo un cazzo.- ghignò Mitsui, seguito da Hanamichi – Ma li hai gli occhi?-
Kaede lo guardò storto. Ecco che se la prendeva di nuovo…ma perché?
Riportò lo sguardo su quella ragazza…non aveva mai visto una ragazza giocare così! Era talmente veloce che per un attimo desiderò di potersi confrontare con lei. Nella tecnica non sembrava essere al top della forma ma aveva classe, questo era palese.
Messi a canestro la bellezza di dieci tiri, finalmente la loro manager si fermò.
Accaldata e con la canottiera incollata addosso, Rukawa fece un sforzo immane per tornare ad ascoltare Akagi che parlava dell’amichevole. L’avrebbero disputata quel venerdì e il pensiero tornò a dargli la carica.
Ma non era solo…
A quanto pareva anche Mitsui non vedeva l’ora di tornare ad affrontare il porcospino maniaco.
Per non parlare del do’aho…quello già non stava più fermo.
Ripresero ad allenarsi con foga qualche minuto più tardi, riprendendo con le nuove tattiche e se Kogure aveva ragione, cosa di cui anche lui era convinto, quella volta lui e Hana avrebbero lasciato Sendoh con un bello smacco sulla sua immacolata impalcatura che altro non era che i suoi capelli.
- Direi che ve la siete cavata.- disse Akagi, dopo che Rukawa ebbe segnato l’ultimo punto.
- Certo, non ci fossi io la kitsune a quest’ora starebbe a dormire per terra.- frecciò Sakuragi ridacchiando come un demente. Dopo il classico pugno dal Gorilla e anche un calcio in culo della parte insultata, finalmente si fecero le sei…ma non era ancora finita. Stavano andando tutti negli spogliatoi quando una tizia stravolta spalancò la porta della palestra, cercando freneticamente qualcuno.
- Si?- chiese Ayako perplessa – Cerchi qualcuno?-
Raim invece inclinò il capo – Asuka!- esclamò – Che ci fai qua?-
La ragazza del secondo anno per tutta risposta scoppiò a piangere come una fontana e si catapultò ai piedi della rossa, abbracciandola per la vita tanto da romperle le costole – Senpaiiii!- piagnucolò disperata – Senpai, abbiamo un problema! Siamo nei guaiii! Nei guai fino al collo!-
- Si ho capito…ma così non respiro!- alitò Raim cercando di liberarsi. Dovettero intervenire anche Kogure e Ayako per liberarla, poi la studentessa, che portava l’uniforme della squadra di pallavolo dello Shohoku, spiegò tutto in lacrime. Si era fatta male il loro capitano, una tizia di nome Naomi Kurata, una vera sagoma per chi la conosceva, del quinto anno, che si era slogata un polso e nessuna era in grado di prendere il suo posto.
Quel sabato avrebbero dovuto giocare una partita importantissima contro una squadra della loro prefettura e…guardando Raim con insistenza, le fece capire le sue intenzioni.
- Cosa??- sbottò l’altra sconvolta – Asuka, non tocco palla da cinque mesi! Non saprei più alzare per la Kanzaki!-
- Si ma le matricole non possono sostituirti! Solo con te avremo una possibilità!-
- Ma non posso…ho perso il giro ormai Asuka!-
- Ti prego, ti prego! Senza di te verremo sbattute subito fuori dal campionato senpai! La senpai Kanzaki ha detto che se non ti convincevo ci mandava me all’ospedale, insieme al capitano!! È stata categorica!!! O te o niente!! Ti prego!!!- e gracchiò tanto che perfino la gente fuori la sentì. Quindi dovevano trovare il modo di zittirla. Il metodo di Hisashi, che le stava alle spalle con l’asciugamano tirato in modo da strozzarla era un po’ esagerato, anche una delle testate di Hanamichi sarebbe stata un pelino troppo aggressiva come tecnica…perciò non restò che accettare anche perché la senpai Kanzaki, ovvero Junko Kanzaki del quarto anno, era una a cui non bisognava mai pestare i piedi e questo Raim l’aveva imparato a sue spese l’anno prima, giocando insieme a lei.
- D’accordo, d’accordo.- bofonchiò alla fine la rossa, sfinita – Ma non aspettatevi granché!-
Quella Asuka saltò in piedi, senza più una lacrima e un sorriso a trentadue denti – Senpai Kotobuki sei un amore! Ti ringrazio! Se passeremo sarà solo grazie a te! La partita si terrà qui! Sabato pomeriggio dopo le lezioni!-
- Al campetto all’aperto?- chiese Hana di colpo.
- Si!- cinguettò la ragazzina arrossendo.
- Allora verremo a fare il tifo!- ghignò Miyagi.
- Che cosa? Oh, dai ragazzi!- l’implorò Raim viola di vergogna – Non ci pensate neanche!-
- Perché no?- la blandì Ayako – Dai, sarà divertente! Noi abbiamo l’amichevole col Ryonan venerdì sera e così sabato lo dedicheremo tutto a te!-
- Avete bisogno di tifo no?- cinguettò anche Hanamichi, mentre la pressione della loro seconda manager visto il suo pallore stava notevolmente calando, a livelli critici anche – E poi non potrai aver perso tutta la tua abilità nei tre mesi di vacanze più nel quarto dove hai fatto , no? Sono sicuro che troverai un modo. Tu te la cavi sempre in fondo!-
- Grazie ancora senpai! Ci vediamo sabato! E cerca di arrivare puntuale!- trillò quella Asuka, strizzandola di nuovo in un abbraccio e poi scappando via veloce com’era arrivata.
Quel che restava di Raim invece era uno specie di catorcio.
- Ma perché tutte a me…- si disperava più tardi, negli spogliatoi coi ragazzi, mentre Akagi rifaceva l’assegnazione delle maglie. Stava ridistribuendo i numeri ma per il terzo anno di fila riscoppiarono i soliti problemi, chissà con chi poi…
- Ehi, io il mio numero 10 me lo tengo chiaro?- sbraitò Hanamichi per l’ennesima volta, tenendosi stretta la sua maglietta – Un corno! L’ho fregata alla kitsune due anni fa e adesso me la tengo Gori! È un trofeo!-
- Do’aho.- replicò Rukawa – Comunque anche a me l’11 sta sempre bene.-
- E alle matricole allora cosa diamo eh?- sibilò Ayako devastata da quei casini a oltranza.
- Ma che ne so! Mettigli un sacco, ma non avranno mai la mia maglia!- finì Hana perentorio come un deficiente – E adesso se avete finito vado a farmi una doccia!-
- Si, esatto.- disse anche Mitsui – Sta faccenda dei numeri è una stronzata.-
- Fate come vi pare, mi avete rotto le balle.- disse Akagi lasciando perdere e andando a cambiarsi con Kogure e Miyagi.
- Ok, ok…- Ayako alzò gli occhi al cielo – Allora daremo i numeri piccole alle matricole, anche se spetterebbero ai veterani. Ma fate come vi pare! E aspettate un attimo a cambiarvi, maniaci!- sbottò, tirando il ventaglio in testa a Ryota che si stava già spogliando per la gioia dei suoi occhi – Insomma, ma non avete un po’ di decenza?!-
- Ehi Raim!- urlò Hisashi già da sotto il getto dell’acqua – Perché non vieni a farti la doccia con me?-
- Nei tuoi sogni magari.- ironizzò Hana perfido, mentre sotto l’ultima doccia Rukawa si scopriva a toccarsi la vena che stava per scoppiargli sulla fronte. Forse doveva farsi vedere da un dottore…si, decisamente aveva qualche rotella andata ormai. Il do’aho doveva averlo pestato troppo forte di recente!
- Magari un’altra volta.- borbottò la rossa veramente disperata – Ci vediamo domani ragazzi. Me ne torno a casa.-
- Non vuoi che ti accompagni?- le chiese Mitsui, appoggiandosi con le braccia allo sportello della doccia.
- No, no tranquillo.- gli disse la ragazza, per nulla imbarazzata visto che vedeva solo il suo torace.
- Sei sicura senpai Kotobuki?- disse anche Rei Manabe – Si sta facendo buio.-
- E’ vero Raim.- borbottò il Gori, che si era già rivestito – Diventerà sempre più buio e con quei pattini potresti ammazzare qualcuno, senza offesa.-
- Non sono io a stare con la testa fra le nuvole.- le sfuggì e subito dopo la ragazza si accorse di avere due fanali, che altro non erano che gli occhi spocchiosi di Rukawa, puntati addosso. Forse era meglio sorvolare.
- E poi non sono venuta coi pattini oggi, sono a piedi.- andò avanti, tranquilla.
- Ma piove. Finirai per bagnarti tutta.-
- Ehi, cosa sono tutte queste menate eh?- se ne uscì ridendo – Sono capace a usare un ombrello e a tornare a casa mia!-
- Ma con tutti i pericoli che nascondono le strade…- frecciò Miyagi divertito – Potresti trovare Hisashi nascosto dietro un vicolo pronto a saltarti addosso sai?-
- Tappati la bocca, nano!-
- Ok, diamoci un taglio.- disse esasperata – Se mi lascio accompagnare da qualcuno la finirete?-
Tutto il gruppo fece automaticamente si con la testa, manco fossero stati sincronizzati…tranne Rukawa che cominciò a sentire uno strano nodo in gola. Spiò fra tutti, cercando di capire chi sarebbe andato con lei…e l’assurdo quanto incomprensibile desiderio di essere lui stesso a fare la strada accanto a quella rossa lo avvolse in pieno.
Rabbioso, scacciò quell’idea e si chiuse in un forzato mutismo fino a quando Raim e Mitsui non se ne furono andati e tornando a casa con la sua bicicletta sembrava come una scheggia.
Non riuscì a dormire, perché aveva solo una cosa nelle testa…e la cosa non gli piaceva per niente.
Continuò a girarsi nel letto, stropicciando le lenzuola come un forsennato…fino a quando alle due di notte non si mise in piedi, infuriato con se stesso e contro ciò che stava succedendo.
Dannazione, ma quando mai una stupida e insipida ragazzina era mai riuscita a fargli perdere il sonno eh?
Tantopiù una con simili capelli rossi!
Si versò del latte caldo, sedendosi sul divano e accendendo svogliatamente la tv, senza però vedere realmente lo schermo. Le immagini gli scorrevano davanti e niente gli suscitava qualche emozione, solo i pensieri vorticosi che si agitavano nella sua testa.
Che razza di persona poteva essere quella Raim per averlo ridotto a tal punto?
Non sapeva niente di lei, solo che era una stacanovista brava in quasi tutti gli sport e che era mezza americana.
Ah, aveva dimenticato di segnare sul suo taccuino mentale che era anche un’assalitrice in pattini a rotelle…che non aveva mai sentito parlare di lui e che non l’aveva mai giudicato in base alla sua fama.
Era una che non si spaventava a dire le cose in faccia alle persone, a lui specialmente. Non gli era mai morta ai piedi, sbavando come una cretina e nonostante le sue amicizie alquanto strane con esseri meglio identificati come il do’aho e il teppista (che per i suoi gusti se la baciava e la stringeva un po’ troppo), in fondo doveva trattarsi di una ragazza abbastanza fuori dal comune. Infatti, da come conosceva Mitsui, lui le donne le aveva sempre tenute un mese al massimo e poi allontanate e il fatto che avesse un rapporto di amicizia con una ragazza stava a significare due cose: o quella Raim era una che pestava più di lui e si era guadagnata il suo rispetto rompendogli tutte le ossa, o come credeva Kaede, Raim era una di quelle ragazze che non si potevano toccare senza avere un irritante batticuore a ogni tocco.
Di colpo ricordò quella volta che l’aveva vista esercitarsi col nastro. Aveva un fisico veramente incredibile, era un uomo e lo ammise almeno con se stesso. Era bella…si, poteva essere tranquillamente definita bella.
Non l’aveva mai sfiorata ma la sua pelle sembrava liscia e soffice, le labbra erano rosee e sottili mentre quei suoi maledetti capelli rossi in cui avrebbe voluto affondare le mani sembravano seta.
Ok…Kaede, si disse con pazienza, ammettilo. Che ti costa?
Ti piace. Hai schifo ad ammettere che ti piaccia una ragazza della tua età?
E non era solo una cosa del livello "si, mi piace!"
Era…diverso. Tutto il lei emanava qualcosa che lo attirava come una falena con la fiamma. E se n’era accorto quando Raim aveva perso di vista i suoi esercizi, giorni prima. Quando si era fatta cadere il nastro sulla testa, lei aveva incontrato il suo sguardo. Che l’avesse capito? Che avesse intuito qualcosa?

Naturalmente non riuscì più a chiudere occhio e quando fu ora di andare all’appuntamento col do’aho per la prima volta dopo tre anni gli fu un po’ grato. Sakuragi era una di quelle persone che impegnavano totalmente chi li attorniava, quindi per almeno due non avrebbe pensato a quella rossa molesta.
Arrivato al campetto, lo trovò intento a parlare al cellulare e quando si avvicinò sentì il suo tono. Sembrava parecchio infastidito. Ma con chi parlava? La Babbuina gli dava buca per un’uscita forse?
- Cazzo!-
Chiusa la comunicazione, Hana si volse verso la kitsune con la solita bandana con sopra scritto BANZAI e la sua aria bellicosa non preannunciava nulla di buono.
- Chi era?- bofonchiò il moro, non molto interessato.
- Aida.-
Aida? Il Coso Prendiappunti del Ryonan? E che voleva?
- Bella notizia in arrivo.- disse Hanamichi con un sospiro, lasciandosi andare a sedere sulla panca – Oggi vengono a parlare col Gori Uozumi e il nostro amico porcospino.-
Il maniaco! Ci mancava anche Sendoh!
Hana fece una smorfia, già distrutto dalla notizia. Non che in quei tre anni non fosse diventato amico di Aki, come lo chiamava ora per sfotterlo, ma sapeva anche bene che la kitsune proprio non riusciva a mandarlo giù quello lì.
Chissà perché poi…ma in fondo Rukawa non mandava giù un sacco di gente, Sendoh non centrava.
- Aida ti ha detto perché vengono?- sibilò infatti Kaede, sedendosi al suo fianco.
- Ha detto che Aki deve parlarci ci una faccenda importante. Dice che ci sono problemi con una sua vecchia conoscenza.-
- Aki?- lo sfidò Rukawa fissandolo da dietro le lenti scure.
- Si, Aki.- ghignò Hanamichi alzandosi e afferrando la palla – Sei geloso Kit? Vuoi che ti chiami Kacchan per caso?-
Naturalmente gli arrivò una scarpata sulla testa e la rissa finì in un one on one che però non seguiva alcuna regola in caso di falli. Giocando si bestemmiavano dietro, si saltavano in spalla per fermarsi sotto canestro e a momenti si ficcavano anche le dita negli occhi, quindi la cosa non fu considerata regolare.
Erano tanto presi da quello scontro corpo a corpo poi, che non si accorsero che qualcuno li stava fissando da oltre la rete. Hana colse la sua presenza solo con la coda dell’occhio e quando si volse completamente verso l’uscita, non c’era più nessuno. Che strano…eppure non se l’era immaginato…
Aveva sentito distintamente due fastidiosissimi paia di sguardi puntati addosso.
- Ehi Ru…che facciamo con la moto?- pedalando verso lo Shohoku, Sakuragi aveva dimenticato gli spettatori di poco prima, anche perché la kitsune addormentata gli sbavava sulla divisa e qualsiasi tentativo di attirare la sua boriosa attenzione andava quasi sempre a vuoto. Sperava però che quella Honda lo svegliasse un poco.
- Hn.- bofonchiò infatti, continuando a sonnecchiare sulla sua schiena.
- Non cominciare a rispondere con questi versi!- sbraitò furibondo il rosso – Allora, oggi abbiamo subito gli allenamenti alle due! Le ragazze della ritmica passano dopo di noi, così alle cinque partiamo e andiamo in banca a prendere i soldi, capito? Non farmi parlare come se fossi tua moglie, Dio santo! Hai sentito o no? Con noi viene anche Mitchy, ci porta da un suo amico a farle la revisione.-
Ci mancava anche il teppista!
- Se viene lui ci verrà anche Miyagi.- sbuffò, distrutto dal sonno.
- Infatti ci facciamo scarrozzare in macchina.- ghignò Hanamichi perfido.
Però, comoda così. Infatti appena arrivati davanti a scuola videro l’inconfondibile parcheggio di Hisashi Mitsui. Solo lui poteva mettere la macchina ad occupare per orizzontale tre posti degli insegnanti.
- Roba da matti,- rise Kogure raggiungendoli – come mai Hisashi è venuto in macchina?-
- Oh, deve accompagnarci in un posto stasera.- ghignò Hana – Piuttosto, l’hai visto in giro?-
- E’ venuto in macchina con Kotobuki.- disse il loro vice capitano, arrossendo come suo solito – Sono già dentro.-
In macchina con Raim. Rukawa non finì di sentire quello che l’occhialuto stava dicendo. Le palle erano tornate a girargli in maniera vorticosa e la situazione andò in peggiorando per tutta la giornata, prima nell’ora di matematica in cui venne svegliato e poi messo in punizione e infine prima di pranzo, quando pescò il surfista a parlare con la "sua" rossa in mezzo al corridoio.
Sua…e adesso che novità era quella? Ci mancava solo che pensasse che Raim era proprietà privata!
La giornata andò definitivamente a puttane quando entrò in palestra verso le due e un quarto. Aveva ritardato apposta, restando seduto in bagno ad ascoltare i Metallica che aveva nel lettore, sperando così di scampare a Sendoh e il re delle scimmie ma quella non era proprio la sua giornata fortunata.
Varcata la soglia, mentre le matricole e le riserve facevano esercizio in campo, trovò il Porcky e Uozumi intenti a parlare con Akagi. Accanto all’hentai c’era anche Hana.
Gli fece appena un cenno e filò dritto negli spogliatoi, dove trovò Mitsui intento a sonnecchiare su una panchina.
Ne rimase un po’ stupito, visto che il teppista era sempre stato uno pieno di energie…ma si bloccò di colpo, quando vide che a terra aveva il borsone aperto. Dentro c’era una maglietta da ragazza.
La sera prima era tornato a casa con Raim e quella mattina Kogure aveva detto che erano arrivati insieme…e nella tracolla aveva una maglietta femminile e forse l’aveva già vista addosso a Raim. Era una di quelle in dotazione alle ragazze della squadra di ginnastica ritmica.
Lo uccideva…com’è che aveva voglia di mettergli le mani al collo e strozzarlo?
- Volpe.-
Rialzò lo sguardo sul teppista quando Mitsui, sbadigliando, si mise a sedere.
- Ciao. Non ti avevo sentito.- gli disse tranquillo, passandosi una mano fra i capelli – Sendoh è ancora in giro?-
- Hn.- si limitò a sibilare.
- Che palle…non mi va di vederlo.-
E già. Aveva ancora il dente avvelenato per caso?, pensò acido Rukawa.
Miseria. Ma che cazzo gli prendeva? E tutto per colpa di quella…
- Ehi ve la date una mossa o no?- Raim apparve sulla soglia tutta allegra, scoccando un sorriso solare a tutti e due – Perché siete chiusi qui ragazzi?-
…maledetta rossa, finì mentalmente Kaede infilandosi una maglietta visto che quella non faceva una piega a vederlo a torso nudo. Che tipa strana…un’altra si sarebbe disidrata sbavandogli addosso!
- Non hai visto fuori? Ci sono due tizi del Ryonan.- disse Mitsui seccato.
- Oh, quel tipo alto più di Takenori e l’altro bel ragazzo.- disse Raim tranquilla.
Bello???? Gli occhi dei due divennero fanali e la manager li guardò preoccupata.
- Che c’è?-
- Bello Sendoh?- si schifò il tiratore da tre punti – Sono molto più bello io!-
Seee…Kaede lasciò perdere, sentendosi però addosso gli occhi verdi di Raim e s’impuntò anche lui a guardarla, fino a quando lei non sorrise, scuotendo le spalle – Hisa, ti ho detto mille volte che la bellezza è soggettiva.-
- Certo, come essere delle mezze seghe a letto. Anche quello è soggettivo, no?- replicò l’altro sarcastico.
- Dai, non fare il bambino! Vai a salutarli.-
- Piuttosto li avveleno.- disse, andando alla porta e uscendo in campo.
Rimasti soli, Rukawa tornò alle sue faccende giusto per non dare la soddisfazione alla ragazzina di darle troppa corda. Lei comunque non se ne curò minimamente. Andò alla panchina dov’era stato sdraiato Mitsui e si mise a trafficare nella sua borsa. Ne estrasse il suo cellulare…e Kaede se ne accorse. Allora quella maglietta era davvero la sua!
Digrignò i denti ma quando parlò la sua voce uscì pacifica e piatta come sempre.
- Non dovresti lasciare gl’indumenti del club di ritmica in giro.- le disse, chiudendo l’armadietto.
- Cosa?-
Raim sbatté gli occhioni, senza capire, poi seguì in linea d’aria lo sguardo della volpe e vide una maglietta della squadra di ginnastica ritmica dentro al borsone di Mitsui. Ma, lasciando Rukawa perplesso, lei non batté ciglio.
- Non è mia.- disse, sfacciatamente.
- Non è tua?- riecheggiò il moro, senza volerlo.
- Già.- Raim alzò lo sguardo dal suo cellulare – Perché dovrebbe esserlo?-
Rukawa tacque, non trovando una risposta. La vide alzarsi, rimettere il cellulare nella tracolla abbandonata sulla panchina e guardarlo storto. Ora sembrava leggermente irritata.
- Dovresti smetterla di giudicare la gente troppo in fretta.-
Lui in risposta s’infilò la fascetta al braccio, senza guardarla – Io non giudico proprio nessuno.-
- Però lo fai con me.- disse Raim gelida.
- Può darsi.-
- Perché?- gli chiese, andandogli a un passo dal naso.
Eccola, era troppo vicina. Accidenti, a guardarla così sembrava fragile e indifesa. In effetti era molto slanciata e molto magra. Forse erano stati tanti anni di esercizio a renderla tanto gracile.
- Kitsune, ti ho fatto una domanda!-
Ehi, calma! Come sarebbe kitsune? Ma era approvato che tutta la gente coi capelli rossi avesse quel neurone in meno che li portava a chiamarlo in quella maniera deficiente???
- D’accordo, fa come ti pare.- sentenziò Raim con un sospiro – Non posso certo obbligarti…ma non iniziare discorsi che non vuoi finire, Rukawa.-
- Cos’è, un avvertimento?- bofonchiò.
- Dio, sei insopportabile!- s’infuriò la bella rossa allungando una mano per chiuderlo inconsciamente contro l’armadietto – Ma fai così con chiunque o solo con me?-
Bella domanda. Perché si divertiva tanto a provocare quella peste? Perché se ne stava fermo fra lei e l’armadietto, senza fare un passo? Perché adesso aveva voglia di sbattere lei contro la parete e inchiodarla al muro per tre giorni di fila?
- Hai dormito nel tuo letto?- le chiese finalmente, senza cambiare tono.
- Cosa?- allibì Raim, senza capire.
- Hai dormito nel tuo letto?- replicò di nuovo la volpe, spazientendosi.
- Bhè, certo.- balbettò la ragazza, senza capire – Come ti salta in mente di fare domande del genere? Ehi!- sbraitò, quando Kaede fu già alla porta, soddisfatto dalla sua risposta – Sto parlando con te, accidenti! Rukawa!-
Fu come parlare al muro. Tornati in palestra andarono per forza di cose a sentire cosa stava succedendo, vista l’espressione fosca che aveva Akagi in viso. Sembrava particolarmente nervoso…e anche Hana, almeno a quanto vide Rukawa, non sembrava dell’ottimo umore della mattina.
Forse il porcospino aveva portato cattive notizie.
- Allora?- bofonchiò, quando Sakuragi lo raggiunse seguito a poca distanza da Sendoh.
- Allora quest’anno c’è in gara anche il liceo Shikuda.- s’intromise Akira Sendoh col suo solito fare gentile e svagato – E se fossi in voi mi blinderei in casa. Ciao Rukawa, ti trovo bene.-
- Hn.- rispose la volpe da copione, guardandolo di sottecchi – Shikuda?-
- Già o come lo chiamo io "la Oni’s School".- rise il porcospino ma in un modo però diverso dal solito. Sembrava…leggermente preoccupato. E molto cosciente della situazione.
- Qual è il problema di questo Shikuda?- sibilò la volpe, incrociando le braccia al petto.
- Quando ero matricola io finii all’ospedale per due settimane. Un braccio rotto.- disse Sendoh, pacato – Quando siete arrivati tu e Hana la squadra dello Shikuda è finita in questura. Uno dei componenti spacciava grazie ai suoi compagni e l’anno scorso hanno pestato un arbitro in un vicolo, quindi li hanno sbattuti fuori di nuovo. Ora hanno passato i test ed è caduta la denuncia. Li vedremo al torneo nazionale.-
Però. Rukawa e Sakuragi si scambiarono una veloce occhiata.
- Chi è che ti ha mandato all’ospedale Aki?- chiese Hana di colpo.
- Aspetta…com’è che lo chiamavano le infermiere? …Mi pare Eikichi Takeru, esterno.-
- Le infermiere?-
- Si, gli avevo rotto il naso, era sulla barella vicino alla mia.- rispose il porcospino con aria angelica – Comunque ho già ricevuto una visita stamattina davanti casa, per questo volevo parlarvi. Quelli sono dei bastardi. Arriverebbero a spedirvi nel reparto rianimazione dell’ospedale o a darvi fuoco dentro alla vostra stessa macchina.-
- Calma, ma sono teppisti o giocatori?- sbottò Hanamichi mezzo sconvolto.
- Mai visti con dei teppisti. Ma sembrano più quello che altro.- rise l’altro alzando le spalle, mandando Rukawa in bestia. Ma come poteva ridere così quando stavano per farsi bruciare flambé da quei deficienti dello Shikuda??
Ad un tratto però gli occhi di quel maniaco si puntarono oltre le spalle di Rukawa…e quando Kaede si volse, vide che stava puntando Raim come un cane da caccia. Altro che flambé, praticamente la volpe si dette fuoco da sola, cominciando ad ardere rabbiosa quando al gruppo si unirono appunto Mitsui e la loro seconda manager.
- E così siamo attorniati dalla Yakuza, eh?- sibilò il tiratore da tre punti dello Shohoku.
- A quanto pare. Davvero non ti ricordi di Takeru, Mitsui?- ghignò Sendoh, senza guardare però Hisashi ma Raim.
- No. Non posso certo conoscere tutti i tagliagola di Kanagawa amico.-
- Ma davvero?- s'intromise Hana, perfido.
- Sta zitto mezza sega!-
Mentre quelli litigavano fra loro però, c’era il marpione che si stava dando da fare…e Kaede se ne accorse.
Vide Sendoh sorridere illuminando tutta la palestra ed allungare la mano verso la "sua" rossa.
- Non ci hanno presentati ma ho la vaga impressione di averti già visto. Io sono Akira Sendoh.-
Raim senza fare una piega allungò la mano a sua volta e gliela strinse, mentre il porcospino intrecciava un po’ troppo le dita e gli sguardi – Kirara Kotobuki.-
- Kotobuki?- Akira la fissò per un attimo, poi parve riprendersi – Ah si! Ecco dove ti ho già visto. Tu sei la ragazza di Shiro! L’anno scorso sei venuta con lui alla festa del Ryonan a casa di Koshino.-
Raim sorrise a sua volta ma qualcosa in lei parve incresparsi e Kaede colse di nuovo quello strano particolare. Ma da quando era diventato così suscettibile al suo umore?
- Si, so che eravate amici.- rispose Raim, a mezza voce.
- Shiro era un grande amico.- le disse Sendoh – So che è partito.-
- Si. È andato a Los Angels per l’ultimo anno.-
- Sta bene immagino.-
- Non lo so.- disse Raim, annaspando – L’ultima sua lettera mi è arrivata un mese fa ma a quanto mi ha detto sua madre per telefono sta benissimo.-
Calò un leggero silenzio e oltre gli sguardi quasi compassionevole dei ragazzi, che la rossa non poteva sopportare, sentì di colpo una mano sulla spalla e sollevò gli occhi verdi su Akira che dopo un attimo le sorrise di nuovo.
- E’ un bene che sia andato a curarsi.-
Raim lo guardò a lungo…poi gli sorrise di rimando.
- E meglio per me visto che ha lasciato una così bella ragazza a Kanagawa, no?- aggiunse, cinguettando e facendo calare una goccia spropositata sulla testa di tutti quanti – Senti, ti va di uscire con me? Eh?-
E poi accadde una cosa che lasciò Hisashi e Hana senza fiato.
- E’ lesbica.- scandì Rukawa di punto in bianco, con fare minaccioso.
Dopo quella sparata a Raim vennero i capelli bianchi e Sendoh inclinò il capo.
- Cosa? Ma se stava con Shiro!-
- E’ lesbica lo stesso.-
Akira guardò stranito la volpe, un po’ perplesso – Rukawa ma stai bene oggi?-
- Benissimo.- sentenziò l’altro con fare incazzoso – Do’aho in campo!-
- Come sarebbe do’aho in campo?! Cosa sono, la tua fottuta schiava personale?-
- FILA CAZZO!-
- Vabbè…- Sendoh sorrise di nuovo, incrociando le braccia dietro alla testa mentre la kitsune e la scimmia tornavano ad allenarsi prendendosi a calci – Allora io e Uozumi togliamo le tende. Mi raccomando, state attenti ok? Specialmente tu Mitsui.-
- La tua preoccupazione per me mi scalda il cuore.- frecciò il tiratore da tre, sarcastico – Ci vediamo venerdì Sendoh.-
- Contaci.- rispose la stella del Ryonan, per poi abbassarsi su Raim – Nel caso tu abbia voglia di uscire devi solo chiamare ok? Per te ci sono sempre!- e tirando fuori una penna dalla tasca le scrisse il suo numero sulla mano, facendola ridacchiare divertita – Ciao Kotobuki, spero di rivederti venerdì!- e se ne andò strizzandole l’occhio ma anche prendendosi una pallonata sulla testa che "accidentalmente" era sfuggita di mano a una delle due belve in campo.
Un’oretta più tardi, quattro ritardati stavano in macchina a blaterare uno sull’altro della novità dell’anno.
- Ci mancavano anche quel Takeru!- bofonchiò Miyagi, svaccato nel sedile davanti mentre Mitsui guidava come un pazzo per le vie del centro di Kanagawa – Ehi Mitchy, ma davvero non ti viene in mente chi sia?-
- Ma che cazzo ne so io. Perché dovrei sapere chi è eh?- borbottò il numero 14, aprendo i finestrini – Comunque Sendoh non è mai stato uno da preoccuparsi per stronzate, quindi bisognerà tenere gli occhi aperti.-
- Chi è l’arbitro che hanno pestato poi?- chiese Hana, stravaccato dietro con la kitsune imbronciata.
- Hugami.- ghignò Mitsui.
- Sai che perdita.- disse Ryota – Ma se sono andati a prendere il porcospino davanti a casa allora sarà una cosa seria. Sarà il caso d’informarsi su questi deficienti.-
- Chiederò a Mito.- disse Hana – Ma se me ne capita uno a tiro lo disintegro.-
- Che ci provino a buttarci fuori dal torneo.- ringhiò Hisashi, fermandosi finalmente davanti alla concessionaria – Gente ci siamo. Dai scendere! Rukawa sei sveglio?-
- Hn.- sibilò, scendendo dalla macchina con aria lugubre.
Ma che giornata di merda…si, era stata proprio una vera giornata di merda sotto tutti i punti di vista. Ed erano solo le cinque di pomeriggio. Che palle…sembrava non finire mai quella tortura! Prima era stato sul punto di saltare addosso alla loro manager in bagno, strappandole i vestiti a morsi, poi Sendoh che ci provava con la "sua" rossa…
Se non altro l’acquisto della moto gli avrebbe risollevato l’umore. E poi entro un’ora suo zio gli avrebbe telefonato in preda a una crisi isterica, dopo l’avviso della banca del prelievo che la kitsune aveva fatto poco prima.
Chissà che finalmente l’avesse preso un infarto!
Comunque l’acquisto alla fine si dimostrò davvero un toccasana. A parte la catastrofe economica e le battute di Miyagi sul fatto che ora Hanamichi la mattina sarebbe stato stirato da una moto e non da una bici, i due nemici per la pelle si ritrovarono a essere piuttosto soddisfatti della loro Honda.
Sdoppiate le chiavi e pagata la moto con un doppio assegno, il gruppo si ritrovò nella piazzola della concessionaria per permettere ai due di sistemare le ultime cose prima di partire verso il meccanico amico di Mitsui.
- Come andrà a finire questa storia secondo te?- borbottò Hisashi, vedendo volpe e scimmia accapigliarsi su chi doveva guidare la prima volta. Miyagi in effetti aveva le sue perplessità: non avrebbe mai immaginato che quei due, che conosceva da quando avevano 15 anni, sarebbero mai arrivati a comprarsi una moto ma in fondo le vie del signore erano infinite no? Sperava solo che non finissero per ammazzarsi…prima del torneo!
Alla fine Hana, magnanimo, lasciò che guidasse Kaede e si misero dietro di lui borbottando mentre la kitsune metteva in modo. Accidenti, sembrava ruggisse! Era fantastica, se ne erano già innamorati tutti e due.
- Ci siete?- chiese Mitsui già in macchina – Avanti, veniteci dietro!-
- Ok.- disse Sakuragi, mettendosi il casco – Dai Kit, fammi vedere che sai fare.-
- Do’aho.- ghignò Rukawa sinistramente, nascosto dal casco. Adesso avrebbe fatto una bella sorpresa al Tensai. Il giro migliore della sua vita. E lo fu in tutti i sensi. Stretto alla maglia della tuta della kitsune, Hanamichi dovette stupirsi alla grande della sua guida: filava nel traffico come un professionista, era sciolto, come se non avesse fatto altro che guidare moto da quando era piccolo. Così la volpe sapeva anche guidare le moto…però!
L’importante era che non si addormentasse sotto i semafori, no?
- Miseria schifa!-
Kaede nascose un sorrisino arrogante quando si levò il casco, mentre la scimmia dietro di lui lo fissava tutto stupito.
Erano arrivati dal meccanico, in un’officina imboscata vicino alla casa di Mitsui.
Il tipo dava venticinque anni, un ragazzo dall’aria stranamente troppo gentile e calorosa per essere amico del teppista e li accolse sorridendo, complimentandosi per la loro nuova moto.
Poco più tardi stavano fuori, nell’entrata, al sole del tramonto e mentre il meccanico che si chiamava Tatsuya stava seduto a terra a controllare la trasmissione della Honda e magari sistemava in sordina il motore con qualche pezzo non proprio legale, gli altri se ne stavano svaccati lì attorno, seduti su barili di benzina o vecchie gomme.
- Così sta per iniziare di nuovo il campionato eh?- ghignò il meccanico – Ehi Hisa, non vorrai scatenare di nuovo rissa in campo come l’anno scorso spero. Cazzo, l’unica partita che vengo a vedere e ti trovo a strozzare quel ragazzino.-
- La Nobu-scimmia.- rise anche Hana, accendendosi una sigaretta in santa pace – Quello merita questo e altro.-
- Do’aho.- sibilò Rukawa – Vai lontano da me a fumare.-
- Che palle! Piuttosto gente…dopo la partita di Raim, sabato…ce ne andiamo a cena da qualche parte?-
Al nome della ragazza Kaede avvertì di nuovo un brivido. Cazzo…così era come spingere un uomo all’alcolismo!
- Si, non sarebbe una cattiva idea!- rise Ryota contento – Così riprendiamo le sane vecchie abitudini!-
- Dove andiamo? A casa di Raim?-
- Ma sarà stanca morta, poveretta.- disse Mitsui.
E già. Se stramazzava per la strada ci sarebbe stato il teppista a metterla a letto…mamma mia, Rukawa si passò una mano fra i capelli. Stava dando i numeri! Ma da quando era diventato così deficiente eh?
Lì ci voleva qualcosa per svegliarsi, così accettò una delle birre che passò loro Tatsuya e quasi la mandò giù tutta in due sorsi, continuando a pensare alla "sua" rossa. Chissà…forse un giorno avrebbe potuto portarla a fare un giro sulla moto…e quella da dove gli era uscita??? Accidenti! Merda, merda e di nuovo merda!
Ma non fece in tempo a chiedere a Sakuragi di prenderlo a testate che gli squillò il cellulare.
Guardò sul display e sogghignò perfidamente, cosa che non aveva mai fatto…e gli altri ci rimasero secchi.
- Pronto?- fece, tranquillo rispondendo alla chiamata.
- Ma chi è?- bofonchiò Miyagi in sottofondo.
- E che ne so…- disse Hana – Aspetta…dev’essere suo zio…- e infatti. Un attimo dopo sentirono una voce gracchiante perfino a qualche metro di distanza ma Rukawa non faceva una piega. Sembrava del tutto indifferente al cazziatone che lo stronzo fratello di suo padre gli stava menando e non bastando appoggiò anche il cellulare a terra, tornando ad ascoltare i discorsi del meccanico, senza notare gli sguardi stralunati degli altri.
Solo quando la voce di suo zio parve placarsi, parecchi minuti più tardi, riprese il cellulare e lo salutò beato, chiudendogli la comunicazione in faccia.
- Altra birra?- chiese Tatsuya, divertito.
- No, grazie.- rispose la volpe – Come siamo messi?-
- Bene direi.- rise l’altro – Qua è tutto più che in regola e se alla concessionaria vi hanno già registrato la targa e tutto il resto siete a posto. Vi ho fatto il pieno e se avrete mai problemi tornate a qualsiasi ora!-
- Fatti una vita Tatsuya!- ghignò Mitsui, mettendosi in piedi – Ti fa male toccare solo il metallo.-
- E a te fa male trattare da bastardo le ragazzine.- lo prese in giro l’altro – Metti la testa a posto, Hisa.-
- Contaci.- rispose il tiratore da tre punti – Allora se siamo a posto io me ne torno a casa.-
- Dammi un passaggio prima.- borbottò Ryota, sbadigliando – Sono davvero a pezzi. Noi ci vediamo domani gente. E vedete di non uccidervi con quella moto, ok?-
- Tranquillo nano, al massimo la kitsune si ammazzerà da solo addormentandosi alla guida.-
- Do’aho…ti piacerebbe.- rispose Rukawa, rimettendosi il casco – Riportami a scuola. Ho lasciato là la bici. Per stanotte te la prendi tu.-
- Oh, ma come siamo magnanimi.- cinguettò il Tensai con aria libidinosa – Bene Kit, è ora che ti scompigli tutti i capelli. Tieniti forte! E grazie amico, ci hai fatto un favore!-
- Figurati!- rise Tatsuya salutandoli – Ci si vede!-
In effetti neanche il do’aho se la cavava male, pensò Rukawa mentre sfrecciavano verso lo Shohoku. Ma in fondo non poteva aspettarsi altro. A un tipo del genere, la velocità doveva sembrare un modo per mettere le ali.
Passati i cancelli dello Shohoku, la volpe scese dalla Honda e si levò il casco, guardandosi attorno. Bene, non c’era nessuno…e lui aveva le chiavi della palestra. Che goduria, poteva stare a farsi due tiri in santa pace!
- Ci si vede al campetto.- gli disse Hana, facendo retromarcia – Anzi no…vengo a prenderti a casa.-
- Perché?- bofonchiò Kaede, spiazzato dalla cosa.
- Così non vieni in bici e poi ti riprendi la moto per tornare domani sera, rintronato.-
Hn. Il do’aho pensava. Però…che sorpresa!
- Fa come ti pare.- disse il moro, agitando una mano con noia e rimettendosi il borsone in spalla – Ma non suonare il campanello, non ho voglia di sentire baccano di prima mattina do’aho.-
- Anche io non avrei voglia di vedere la tua faccia di prima mattina ma ci sono costretto kitsune! Attento in bici quando torni a casa!- cincischiò il rosso, cacciandogli la lingua e sparandosi fuori dallo Shohoku.
Ma porca miseria. Aveva fatto bene a mollare a un demente metà di una moto? Mah…
Diretto alla palestra con la prospettiva di rilassarsi finalmente, vide le luci accese…e imprecò contro quelle cretine del club di ginnastica ritmica. Possibile che non erano capaci di chiudere tutto spegnendo dei semplici interruttori?
Che manica di deficienti!
Arrivato alla porta però rimase immobile…sentendo delle voci. Spiò dallo spiraglio fra una porta e l’altra e rimase di ghiaccio, sentendo l’inconfondibile voce di Raim. Stava parlando in inglese col suo accento americano…e poi finalmente inquadrò il suo interlocutore. Hansen! Il surfista!
Erano in mezzo al campo, lei in body con degli attrezzi in mano, Hansen le stava davanti e le teneva un polso.
Parlava concitato, quasi non capiva cosa diceva ma sembrava piuttosto suadente…ma la sua rossa invece sembrava come pietrificata. Stava ferma ad ascoltarlo, eppure i suoi occhi erano come infuocati.
Kaede si sentì male quando quel bastardo le prese il mento fra le mani…se l’avesse baciata e Raim gliel’avesse permesso probabilmente sarebbe entrato e avrebbe spaccato tutto…ma poi la vide alzare il braccio che teneva in mano una clavetta. Stava per colpirlo! Decise in pochi secondi.
Facendo più chiasso possibile, entrò in palestra e quel bastardo di Hansen sobbalzò, mollando la ragazza di scatto.
Quando Raim lo vide, quasi gli sorrise con gioia.
- Kirara.- disse Rukawa, improvvisando – Amore, quanto ci metti ancora? Si sta facendo buio.-
- Rukawa.- disse il loro professore arrossendo mentre a Raim quasi scendeva una spallina del body, sentendo l’artica volpe dello Shohoku rivolgersi a lei in quel modo – Non sapevo fossi qua.-
Il numero 11 lo fissò appena…ma facendolo quel tizio si sentì gelare il sangue nelle vene.
- Aspettavo la mia ragazza, prof.- si limitò a dire tranquillo, trattenendo la voglia di massacrarlo.
- Oh…oh, bene!- farfugliò il surfista, scoccando alla "sua" rossa un’occhiata lasciva – Bene, ora che so che Kotobuki non è sola sono più tranquillo. Buona serata allora, ragazzi.- e dicendo quello scappò via con la coda fra le gambe, guardandosi bene dall’alzare gli occhi su Kaede che l’avrebbe preso a pugni, se solo avesse osato farlo.
Con lontano il maniaco, Rukawa chiuse la porta e tornò a guardare Raim che si era portata le mani sui fianchi.
- Grazie.- disse pacata, per nulla impaurita da ciò che era successo.
- Che ci fai qua a quest’ora?- le sibilò fissandola storto.
Lei in risposta sollevò le clavette – Mi allenavo.-
- Che volevi fare prima? Colpirlo?- mollò il borsone e la raggiunse – Avresti passato dei guai.-
- Meglio che farsi mettere incinta da quello no?- rispose acida, disincantata – Hansen è un porco.-
- Se lo sai non stare sola di sera in palestra.- le rispose, brusco – Poteva non andarti così bene.-
- Mi so difendere.-
- Ah si?- Rukawa levò un sopracciglio.
- Si.- lo assicurò la ragazza, senza scomporsi – Ma scusa…eri venuto qua per allenarti da solo vero? Se mi dai un attimo levo le tende…-
- No…-
Raim si bloccò, fissandolo incuriosita – No?-
Cazzo. E adesso? Kaede Rukawa sei un deficiente di prima categoria!
- No…finisci. Tanto ho tempo. Sono appena le sei.- bofonchiò, desiderando restare a guardarla.
- Ok…- la rossa parve tentennare ad allenarsi di fronte a lui – Allora rimetto la musica.-
- Ti da fastidio se resto?-
Lei scosse il capo e alla volpe parve quasi di vederla arrossire ma forse se l’era solo immaginato perché quando la sua manager rimise un cd da capo di musica classica, parve dimenticare tutto.
Seduto in panchina, ascoltò solo vagamente la sinfonia della Morte del Cigno per ascoltare la musica più intensa che produceva il corpo fantastico di Raim, muovendosi dolcemente a tratti, con passione in altri.
Sembrava danzasse…e lo ammagliava, muovendo le mani e le braccia quasi verso di lui.
Si, sembrava danzasse solo per lui. Dolcemente, il nastro le scivolava sulla pelle, l’accarezzava…sembrava un’appendice stessa di Raim, che lo comandava con un silente imperativo.
Ogni singolo movimento sembrava studiato per incantarlo…per renderlo schiavo. L’agilità dei suoi salti, la curva sinuosa dei suoi fianchi, quella piccola e perfetta del suo seno…
Il suo viso poi…dannazione, sembrava tanto concentrata nella musica che pareva essere in punto di piangere. Come addolorata, volava da una parte all’altra del campetto…e volava, volava sempre più in alto.
Dannazione. Avvertì un brivido lungo la schiena quando lei posò gli occhi lucidi su di lui.
Un altro brivido, poi un altro ancora…e se solo non avesse sentito il corpo tanto pesante, si sarebbe alzato sul serio, le avrebbe strappato quel nastro di mano e l’avrebbe baciata fino a farle mancare il fiato.
L’avrebbe rovesciata a terra, baciato quel collo meraviglioso…morso le labbra…la pelle soffice…
Quasi non si accorse quando terminò la sinfonia. Vide solo Raim con espressione che poteva sembrare soddisfatta, con le guance arrossate e madida di sudore.
Se solo avesse capito qualcosa di più di ginnastica ritmica le avrebbe battuto le mani…ma non era da lui.
E poi aveva apprezzato l’esecuzione solo perché desiderava la sua rossa.
- Ho finito per stasera.- gli sorrise la ragazza, raggiungendolo e passandosi un asciugamano sulle spalle nude – Certo che per te dev’essere stato noioso starmi a vedere…- aggiunse, come per scusarsi.
Noioso? Non era il termine adatto. Libidinoso forse.
- Senti, visto che stai ad allenarti ti spiace se faccio una doccia?- gli chiese poi, dandogli la mazzata finale – Così quando finisci possiamo chiudere, ok?-
- Hn.- si limitò a dire, mettendosi in piedi e andando a prendere il pallone, mentre lei scappava negli spogliatoi. Cavolo. Lei sotto la doccia era l’ultima mazzata sulle palle che si era mai immaginato. Qualcuno in cielo doveva odiarlo davvero. O volergli bene perché il pensiero dell’acqua su Raim nuda lo stese definitivamente.
Per sfinirsi e quindi non correre il rischio di entrare nella doccia e sbatterla al muro, corse come pazzo e fece un canestro dietro l’altro ma forse aveva solo bisogno di un esorcista. Ma perché tante storie per una ragazza eh?, si chiese. Dai Kaede, non fare il coglione. Non fare come il do’aho…tu non sei il tipo da sbavare davanti alla Piattola, non sei né gentile né solare con le donne come il Tensai dei mentecatti, anzi…probabilmente dopo essertela fatta magari poi non la vedresti più neanche di striscio.
Si. Forse era quello. Forse andandoci a letto finalmente se la sarebbe tolta dalla mente.
Ma il solo pensiero di fare sesso con Raim prendeva una dimensione diversa. Non sarebbe stato sesso…
Si ritrovò così seduto davanti alla porta della palestra, a guardare le stelle e a bere avidamente dalla bottiglietta quando lei lo raggiunse alle spalle, buttandogli dolcemente un asciugamano sulla testa.
Si sedette accanto a lui, con la camicia dell’uniforme annodata sotto il seno e un paio di pantaloni di una tuta nera.
Era bellissima…e per la prima volta la vide coi capelli sciolti. Le arrivavano poco sotto le spalle.
- Hana mi ha detto che oggi sareste andati a comprare una moto, vero?- gli chiese, trafficando nella sua tracolla.
- Hn.- rispose.
- Ho visto la foto sul giornale. Quella Honda è molto bella.- ed estrasse un paio di pastiglie più una bottiglietta d’acqua ma quando fece per portarle alla bocca, Rukawa le afferrò il polso saldamente. Non per farle male…ma le aprì la mano e scrutò quelle pastiglie.
- Sono integratori.- gli disse la rossa, tranquilla – Vitamine e sali minerali.-
- Hn.- borbottò di nuovo la volpe, mollandole la mano che ora sembrava bruciargli la pelle. Così la domanda gli sorse spontanea – Perché ti riduci a prendere quelle schifezze?-
- Cosa?-
- Non basterebbe stancarsi di meno?-
Raim sorrise con aria malinconica e Kaede se ne accorse, vedendola piegare le ginocchia al petto e cingerle con le braccia, appoggiando il mento sulle rotule – A te piace solo il basket vero? Non ti stancheresti mai di giocare.-
Il moro si limitò ad annuire e la rossa sogghignò – Siete tutti così. Guardarvi mi fa stare bene. V’invidio.-
Che strano. Si stava aprendo con un’estranea…in fondo sapeva poco di lei, ma parlarle non lo metteva a disagio come di solito invece accadeva con il resto dell’umanità.
- Specialmente te e Hana invidio.- aggiunse Raim, ridendo – Amate così tanto il basket da non vedere altro. Purtroppo io non sono così…- guardò le stelle, sospirando – Non ho ancora trovato qualcosa che non mi faccia pensare a nient’altro al di fuori di questa passione. Ma la sto cercando questa cosa…-
- Ti piace la ginnastica ritmica?- le chiese finalmente.
- Non più del resto.-
- E allora perché lo fai?-
- Bella domanda.- rispose, alzando le spalle – Per ora lo faccio perché è un modo per tornare a casa alla sera e cadere a letto già addormentati. Ma mi sono ripromessa di salire sul palco, quest’anno. Ho i numeri per farlo. Sono brava con gli attrezzi e potrei vincere…per ora…si, per ora desidero solo salire sul palco e sentire il fiato sospeso. Per ora mi farò bastare questo.- concluse, abbassando sempre di più la voce.
Il fiato sospeso. Rukawa la fissò a lungo, stentando a credere ciò che aveva sentito.
Era l’adrenalina che cercava quella ragazza. Cercava…un battito del cuore che ti faceva sentire vivo. Come lui. Come lui quando andava a canestro e segnava, come quando si sentiva addosso gli occhi di tutti.
Si, la capiva.
- Secondo te esagero?- gli domandò la rossa di colpo.
- Si.- disse, senza esitare. Portò lo sguardo su di lei e vide che sembrava più magra, dentro ai pantaloni larghi della tuta. Forse toccandola avrebbe anche potuto sentirle le costole. Quello non era puro allenamento.
Quella era la fatica vera e propria che la debilitava. Perché lo faceva? Perché si stremava tanto?
Per non pensare…aveva detto così. Per arrivare a casa e assopirsi subito, in un sonno senza sogni.
- A proposito!-
Si risvegliò, sentendola cambiare tono di punto in bianco – Ehi, mi spieghi perché hai detto a Sendoh che sono lesbica?- sbraitò, assomigliando per un attimo a Sakuragi – Ma sei matto?! Non sono lesbica per niente!-
E parlando di Sendoh! Spiò sul palmo della sua mano se era rimasto il numero ma era andato via, cancellato dalla doccia. Hn, bene o avrebbe avuto un porcospino maniaco in più da uccidere.
- Ehi Rukawa! Mi ascolti o no?-
- No.-
- Dio, che cosa impossibile!- sospirò Raim mettendosi in piedi – Bene, si è fatto tardi.-
In effetti erano le sette e mezza. Era meglio andare, prima che il custode arrivasse a metterli nei casini. Sbaraccarono tutto chiacchierando, anche se parlava solo la rossa mentre il volpino rispondeva a monosillabi e finalmente uscirono dai cancelli. Mentre lui trafficava con le chiavi che Mitsui aveva rubato l’anno prima e che poi aveva regalato alla squadra, Raim s’infilò i pattini e le protezioni, sbadigliando allegramente.
- Un giorno o l’altro ucciderai qualcuno con quei cosi.- gli scappò detto, raggiungendola con la bici in mano.
- Senti chi parla.- frecciò la rossa in risposta, andandogli sotto il naso – Com’è che ci siamo conosciuti eh? La prima volta che ti sono venuta addosso non guardavi neanche dove andavi.-
Già. Si erano conosciuti e scontrati…e lei si era portata via il suo cervello. E adesso la guardava dall’alto in basso. Sarebbe bastato poco. Bastava prenderla fra le braccia, schiacciarsela addosso e baciarla, senza ascoltare proteste.
Ma poi? Cosa sarebbe successo dopo?
Il suo silenzio dovette farle intuire qualcosa perché dopo qualche istante vide i suoi occhi verdi incendiarsi.
Di nuovo…era già accaduto quella volta, quando lei non aveva preso l’attrezzo perché era rimasta imbambolata a fissarlo. Forse anche lei…si, lo riconosceva quel lampo nei suoi occhi.
Fece per abbassarsi e Raim parve quasi posargli una mano sul torace ma davanti allo Shohoku passò una macchina, che l’illuminò coi suoi fari e all’improvviso la ragazza si svegliò, rabbrividendo.
Si fece indietro e Kaede ebbe la netta sensazione che si fosse come…spaventata.
- E’ meglio andare ora!- disse con voce fintamente allegra – Ci vediamo Ru! Ciao!- e senza aspettare una risposta girò sui pattini e scappò letteralmente via, lasciandolo in mezzo alla via…con l’assurda sensazione di non poter più tornare indietro.

 

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Capitolo 3
*** Liceo Shikuda ***


 

 

Liceo Shikuda, ore ventitré della notte di giovedì.
Sala proiezioni.
- Quanto tempo abbiamo prima che rientri il custode?- bofonchiò una voce annoiata.
- Che cazzo ne so...se ti arriva a tiro stendilo. Ne ho basta di pagarlo per levarcelo di torno.- sibilò Eikichi Takeru, quinto anno, play della squadra di basket dello Shikuda. Il ragazzo si lasciò andare a sedere accanto all'impianto di proiezione e al video, accendendosi una sigaretta. Si volse verso la porta, dove la guardia del club, quinto anno Soichiro Shoji, faceva da palo.
- Dove cazzo stanno Takeshi e Yuto?-
- Con Kikuji giù al primo piano. Adesso arrivano, non dare di testa.-
Il play sollevò gli occhi scuri, scoccandogli un'occhiata storta ma il suo migliore amico Shoji, "il muro biondo platino" visti i suoi lunghi capelli tinti, si limitò a ghignargli in faccia.
- Che ti prende Eikichi?- gli chiese la guardia, svaccandosi su una sedia e allungando le gambe sul banco che gli stava davanti - Non mi darai che ti preoccupano davvero quei due deficienti che mi hai mandato a spiare.-
- Ehi, coglione!- sbottò Takeru ciccando a terra - I deficienti dello Shohoku l'anno scorso hanno vinto il campionato e quattro di loro sono stati chiamati in nazionale juniores, quindi finiscila di dire stronzate e vedi di rimetterti in carreggiata. Se non ci starai tu appresso a quelli saremo nella merda.-
- Secondo me ti preoccupi troppo, senpai.- ridacchiò Yuya Takeshi arrivando sulla porta, ala piccola secondo anno, capelli rasati sulla nuca e un teschio tatuato sul collo - Basterà avvisarli.-
- Certo, si vede. Sendoh infatti se l'è fatta sotto.- ironizzò Takeru sarcastico - A quanto mi hanno detto non sono tizi che si spaventano facilmente.-
- Te l'ho detto mille volte, Eikichi.- ghignò ancora Shoji, perfidamente - Basta essere chiari nello spiegarsi.-
- Come sempre vedi tutto facile tu.- aggiunse Ken Yuto, ala grande quarto anno con una leggera cicatrice sul sopracciglio - Io aspetto di sentire ciò che ha da dire Takeru. Lo Shohoku m'interessa.-
- E poi hanno messo in un angolo il Ryonan l'anno scorso...- considerò l'ultimo arrivato chiudendo la porta, Kyosuke Kikuji, centro dello Shikuda, quinto anno -...dai Take, datti una mossa con le informazioni.-
- D'accordo.- Takeru spense la sigaretta sulla cattedra, mettendo delle foto sotto la macchina dei lucidi - Allora gente, il quintetto base è formato da Akagi Takenori n°4, Miyagi Ryota n°7, Sakuragi Hanamichi n°10, Rukawa Kaede n°11, Mitsui Hisashi n°14. Partiamo dall'inizio.- e dicendolo indicò la prima foto, quella che mostrava Akagi.
- È il pilastro dello Shohoku, capitano dal terzo anno. Takenori Akagi è un fuori classe. Alla base del buon centro c'è un grande carisma, e in quello Akagi non è secondo a nessuno. Riesce infatti a tenere sotto controllo la squadra che a quanto dicono sia alquanto prevaricativa. Tutti quelli con cui ho parlato me l'hanno descritto come il miglior centro della prefettura. E' molto potente e con un'ottima elevazione. Ha anche una grande predisposizione naturale nel segnare da sotto canestro ma questo è anche il suo più grande difetto. La sua area di tiro è limitata ma questo non gl'impedisce di piazzare dei dunk spettacolari. Quinto anno, alto 1.97.-
- Bello grosso.- sibilò Shoji con aria sprezzante.
- Un muro.- lo corresse Takeru gelido - Non lo passi sotto canestro a meno che non gli spezzi la spina dorsale.-
- Provvederemo allora.- ridacchiò Yuya Takeshi, per nulla intimorito.
- Cazzo quanto sei idiota ragazzino.- sentenziò Ken Yuto, sbuffando - Va avanti Takeru.-
- Ok...ma se vi sembra particolare quel gorilla, guardate qua.- e la foto di Akagi venne sostituita con quella di Miyagi - Questo è il playmaker. È alto 1.70.-
- Cosa?- sbottò Shoji, sbarrando gli occhi - Cos'è, uno scherzo?-
- Te la tappi quella cazzo di bocca?- rognò Kikuji - Soichiro, aspetta! Io l'ho già visto giocare quello!-
- Ah si?-
- Si.- andò avanti Takeru - Il playmaker dello Shohoku si chiama Ryota Miyagi, quarto anno. Ti posso giurare che è la personificazione del fulmine, se vuoi vedere uno veloce, tenta di vedere quello. È il faro da cui partono l'80% degli attacchi, possiede un ottima visione di gioco ed è il secondo centro della prefettura, superato solo da Maki del Kainan. Inoltre il fatto di essere indiscutibilmente un nano lo ha abituato alla pressione psicologica in maniera molto dura, infatti a meno che non sia provocato, non sente mai il peso di una partita. Mentre tutti gli altri danno di testa questo bastardo riesce a creare dei contropiedi impressionanti. Se ci passa sotto il naso è finita, capito?-
- Ok.- disse la guardia alzando le mani - Ok, ho capito. Dovremo starci attenti.-
- Parecchio attenti.- disse di nuovo Kikuji con aria minacciosa - Miyagi è tanto veloce che batte anche Take.-
- Stai scherzando spero!- rognò Ken Yuto, seccato.
- No se non torno a giocare come prima.- ghignò Takeru tranquillo - Ma andiamo avanti. Adesso c'è quello che io chiamo il Cecchino: Hisashi Mitsui, quinto anno, guardia. È il secondo realizzatore dello Shohoku dopo il nano e saprebbe infilare una tripla anche da un canestro all'altro, se gli girasse. Il suo è un dono di natura, inoltre ha una tenacia impressionante. Era un teppista, quindi sappiatevi regolare.-
- Ha avuto problemi al ginocchio, no?- l'anticipò Kikuji, interessato - Come sta adesso?-
- La lesione che si è procurato al primo anno non è mai guarita del tutto ma gioca sempre tutta la durata delle partite. A volte basta una piccola spinta...non preoccupatevi sul piano fisico. Lì potremo farlo cedere.-
- Ma non dobbiamo sottovalutarlo, no?- disse Shoji, poggiandosi su un gomito - Se infila triple in questo modo quel bastardo è un vero osso duro.-
- Per adesso questi tre sembrano davvero tosti.- bofonchiò Yuya Takeshi, leggermente meno baldanzoso di prima.
- Adesso viene il bello.- e Takeru mise sotto il proiettore due foto. Quella di Sakuragi e quella di Rukawa.
- Il moro l'ho già visto.- borbottò Shoji.
- Ci credo Soichiro. Kaede Rukawa, diciassette anni, ala piccola dello Shohoku, richiamato agli juniores dell'anno scorso. Che possa morire qui, sembra tanto tranquillo ma in campo è un tornado. Sa fare tutto, in qualsiasi posizione. La sua media punti è la più alta dello Shohoku, e la seconda di Kanagawa. Lo chiamavano il super rookie quando era matricola. Ho studiato le partite dell'anno scorso e sono giunto alla conclusione che il suo unico obiettivo è vincere, lui gioca solo per vincere. Non ci sono altre scappatoie. È sicuro di sé e del suo talento, anche peggio di Sendoh e punta sempre allo one on one col suo diretto marcatore, riuscendo sempre a spuntarla, anche con quel bastardo dai capelli a punta. Se escludiamo la sua incapacità totale nei passaggi perché gioca solo per se stesso, ha un gioco talmente pulito che lo definirei imbattibile.-
- Infortuni?- chiese Yuto.
- Nessuno.-
- Ok...- ridacchiò Shoji - Che mi dici della testa rossa invece?-
- Oh, il numero 10.- disse Takeru, accendendosi un'altra sigaretta come innervosito - Hanamichi Sakuragi, ala grande, terzo anno. Si autoproclama il Genio del Basket e ha un record di espulsioni che supera il tuo, Soichiro.-
- Visto senpai?- frecciò Yuya Takeshi - T'hanno fregato.-
- Sta zitto, seghetta.- rispose il muro biondo mostrandogli il dito medio - Genio del Basket eh? Secondo me è un coglione.-
- Si, ne ha la faccia.- gli andò dietro Yuto, fregando una sigaretta al suo capitano.
- Finitela di cazzeggiare, porca vacca!- li zittì Kikuji - Dai Eikichi, finisci.-
Takeru dette un lungo tiro, sedendosi svogliatamente sulla cattedra - Sakuragi gioca da ala grande sfruttando le sue enormi potenzialità nel salto e nella velocità, creando non pochi disagi ai centri avversari. La sua cifra di rimbalzi per partita è pari a quella di Akagi, se non superiore. Ha inoltre una predisposizione naturale per i dunk, dovuta alle sue caratteristiche fisiche, non dimentichiamoci le due schiacciate finali contro Shoyo e Ryonan al suo primo anno. Fra i cinque comunque, è il punto forte e il punto debole.-
- Cosa? Che cazzo vuol dire Eikichi?- sbuffò Shoji annoiato.
- Voglio dire che è il più debole perché pianta casino in campo, perché dà retta solo all'istinto e non segue tattiche. È un fottuto casinista. Inoltre si impegna solo se l'avversario che lo marca è forte, se no non lo considera nemmeno.-
- L'aveva detto io che era un coglione.- ribadì la guardia bionda dello Shikuda.
- Hai detto anche che è un punto forte però.- disse Kikuji acuto.
- Già...il fatto che non segua tattiche o schemi lo rende del tutto imprevedibile. Sa prendere qualsiasi rimbalzo, si ammazzerebbe per fottere la palla all'avversario. Non gli si può leggere niente in faccia fino a quando non va a canestro e non piazza un dunk che sfonda anche il ferro, come nella partita dell'anno scorso contro il Kainan, che ha fruttato allo Shohoku la vittoria. Ha spaccato il quadrante e piegato l'anello.-
Finita la descrizione dello Shohoku, Takeru spense il video e il proiettore, mentre gli altri si rilassavano...almeno per modo di dire.
- Ok, senpai.- disse Yuya Takeshi, seriamente impensierito - Dimmi un solo punto debole.-
- Non credo ne basterà uno.- abbozzò Ken Yuto, alzando un sopracciglio.
- Non importa.- disse testardamente l'ala piccola, massaggiandosi il collo tatuato - Se trovo un punto nella loro difesa io la sfondo.-
- Basterebbe sfondare le ossa a quei deficienti.- ghignò Shoji.
- Si, si potrebbe.- borbottò Kikuji - Ma prima bisogna vederli in azione.-
- E fare tutto discretamente anche.- ringhiò Takeru - All'ennesima denuncia finiremo fuori anche quest'anno. Comunque ho io il punto debole di questi cinque. Anzi, hanno due punti deboli. Il primo è che non sanno fare gioco di squadra. Sono talmente egocentrici che non sanno fare passaggi, a meno che non ci siano matricole o reclute in campo.-
- E l'altro punto debole?-
- Rukawa e Sakuragi.- disse allora Shoji, ridendo - Li ho spiati. Si pestano dalla mattina alla sera.-
- Si certo.- disse Takeshi, senza crederci.
- Ehi, guarda che è vero.- lo rassicurò Yuto - In campo quei due non riescono a fare neanche un passo senza scatenare rissa. Lo fanno da quando erano matricole, mi hanno detto.-
- In ogni caso è una squadra dal potenziale altissimo.- li zittì Takeru, mentre si scatenavano le risa fra il gruppo - Lo Shohoku punta tutto sulla velocità e sulle caratteristiche dei suoi giocatori. Spesso a salvarli dalle grane saranno le triple di Mitsui o il gioco del loro dannatissimo playmaker, quindi occhio. E tenete sotto controllo il rosso e Rukawa.-
- Ad Akagi ci penso io.- bofonchiò Kikuji, che era alto 1.99.
- Perfetto, siamo d'accordo.- sibilò Takeru - Allora ci si vede domani allo Shohoku alle tre.- e dicendolo scese dalla cattedra, per infilarsi la giacca - E vedete di non far casino in presenza del mister. E poi i loro avversari sono quelli del Ryonan.-
- Ah, Sendoh.- rise Soichiro Shoji mentre se ne andavano tranquilli e beati - T'ha rotto il naso se non sbaglio, vero?-
- Si e gli devo gl'interessi.-
- E parlando d'interessi Eikichi...- ridacchiò il biondo, legandosi i capelli in un codino mentre uscivano sotto il cielo stellato della loro scuola - ...Fossi in te mi terrei lontano dalla mia sorellastra.-
- E da quando è diventata tua eh Soichiro?- il play lo scrutò attento, leccandosi le labbra con aria libidinosa - Non dirmi che alla fine sei riuscito a mettere le mani addosso alla mia Kirara.-
- Vaffanculo.- rise l'altro, senza il minimo sentimento in viso - Quella graffia. Stai attento, capito?-
- Capito...ma vedremo domani, no? Io sono convinto che sarà istruttivo, non credi?-
- Si. Sono sicuro che lo sarà per tutti...-


Kaede Rukawa si svegliò di umore stranamente svagato quella mattina. Cosa che non succedeva mai quando doveva disputare anche una semplice amichevole come quella che toccava quel giorno allo Shohoku.
Mah, forse era tutta colpa del tempo, si disse mentre si lavava i denti.
Con la faccia del vampiro sull'orlo del collasso si vestì e si mise le cuffie nelle orecchie. Prese le chiavi della Honda che coccolava come non avrebbe fatto neanche con una sua futura fidanzata e andò in garage, sempre sbadigliando.
Accidenti, doveva restare sveglio...che barba il venerdì mattina. Il giorno più schifoso della settimana! E dire che quando si trattava di giocare contro il Porcky lui era sempre scattante e lucido!
Mise in moto e finalmente partì verso il centro di Kanagawa, per andare a prendere un deficiente.
Ma tu guarda...chi avrebbe mai pensato che alla fine, dopo i loro inizi, si sarebbe mai ritrovato un giorno a passare a prendere il do'aho nella sua tana. In cinque minuti raggiunse il condominio di Sakuragi che a differenza di casa sua aveva un'aria estremamente più calorosa. I vicini si conoscevano tutti e si salutavano allegri anche a quell'ora infame di mattina, quando lui invece ancora non riconosceva la famiglia che abitava nella villa al fianco della sua.
Scese dalla Honda e si levò il casco, pronto ad andare a citofonare per far muovere quel mentecatto quando vide sopraggiungere una donna sulla quarantina dall'aria insolitamente famigliare.
Sbadigliava a più non posso e dalla borsetta Kaede vide spuntare un camice bianco.
La tizia si fermò avanti alla porta e cominciò a trafficare sbadatamente, cercando forse le chiavi...ma poi si accorse di lui e con due occhi nocciola inconfondibili lo scrutò attenta.
Senza fare una piega lo guardò dai capelli alle scarpe...poi citofonò sul nome Sakuragi.
Il do'aho rispose subito.
- Dammi tempo Kit, cazzo!- disse subito il rossino, senza tante storie.
- Hana...scemo sono io! E lavati la bocca!- replicò la donna seccamente.
- Oh ciao ma'...- Rukawa sentì il do'aho impappinarsi imbarazzato, cosa mai successa fra l'altro - Mamma...hai dimenticato di nuovo le chiavi?-
- No. Volevo solo dirti che qui sotto c'è un tipo alto come te. Se devi fare a botte vai da un'altra parte, capito?-
Si, era sua madre senz'altro. Ma tu guarda che tipa tosta.
- Un tipo alto come me? Dì mamma...- ridacchiò il deficiente - Ha la faccia da volpe?-
- Non saprei.- rispose la donna sorridendo - Però è più carino di te!-
Oh, la baciava! Quella si che aveva capito tutto dalla vita!
- COSAAA????- sbraitò Sakuragi attaccato al citofono come un forsennato - E LA VOLPE SAREBBE MEGLIO DI ME? NEANCHE IN CAMPO LO SARÀ MAI!! CHE RAZZA DI MADRE SEI EH?!-
- Do'aho.- si lasciò scappare la kitsune divertita, levandosi gli occhiali da sole.
Un secondo più tardi e il tornado rosso dello Shohoku si era precipitato a rotta di collo giù dalle scale fin dal terzo piano, dove lui e sua madre avevano l'appartamento. Fra imprecazioni e altro Hanamichi fece le presentazioni e Rukawa fu insolitamente un po' più loquace del solito mentre la signora Kana lo trattava nello stesso modo allegro e solare con cui la scimmia solitamente trattava tutti...bhè, tranne la volpe ovviamente.
- Allora non torni a cena, vero?- chiese alla fine la madre del do'aho - Ci vediamo domani sera allora. Ho di nuovo il turno di notte e il mattino. Se vinci mandami un messaggio ok?-
- Tranquilla, vinceremo!- le disse, gongolando.
- Sarà meglio.- rispose serissima - Altrimenti non tornare più a casa!-
- Ah, grazie tante!- ghignò Hanamichi - Comunque domani sto a scuola fino a tardi. C'è la partita di Raim.-
- Mi raccomando, falle gli auguri da parte mia.- disse la signora Kana, cominciando a salire i gradini - E dì anche a Yohei che mi deve riportare i coltelli che si è fregato all'ultima vostra uscita, chiaro testa vuota?-
Testa vuota. A Rukawa scappò un leggerissimo gemito divertito che però a Sakuragi non sfuggì. Si limitò a ficcargli in sordina un calcio in un posto preciso ma sua madre se ne accorse e gli tirò per punizione una borsata sulla testa.
- Insomma, razza di zotico!- sentenziò agitando la borsetta come una professionista - Finiscila di picchiarti sempre con la gente, capito? E lascialo in pace, già ti deve sopportare tutto il giorno!-
- Semmai è il contrario!- piagnucolò il rosso - Sono io che lo devo sopportare!-
Ma la donna non lo ascoltava più. Gli sventolò la mano sotto la faccia, poi la ristrinse a Kaede che la sentì piacevolmente calda e forte - Non dare troppo retta ad Hana. Ha l'acqua nel cervello...-
- Si e la volpe il ghiaccio.- ringhiò Sakuragi tetro.
- Perché domani sera non vieni a cena anche tu Kaede, con Yohei e gli altri?- sbottò di colpo la signora Kana, lasciando allibiti tutti e due i ragazzi - Se non altro avrò a tavola qualcuno che non sembra un teppista.-
- Ohhh....- riecheggiò Hanamichi veramente oltraggiato, ficcandosi in testa il casco con stizza - Questa è veramente fortissima mamma! Parli con uno che se lo prendo a testate non casca comunque!-
- Vorrà dire che hai trovato qualcuno che ti ha dato pane per i tuoi denti.- sentenziò lei, sogghignando - E adesso scusate ragazzi ma me ne vado a letto, sono stanchissima! Ciao Kaede, è stato un piacere.-
- Il piacere è stato mio, signora.- disse Rukawa, facendole un cenno.
- E attenti con quella moto! Non voglio vedervi in ospedale stanotte sono stata chiara?-
- Chiarissima.-
Ridacchiando fra sé, il numero 11 dello Shohoku tornò alla moto sentendo Sakuragi borbottare come una teiera. Accidenti, che mamma però! Quella si che era una madre coi fiocchi per il do'aho. Secondo il modesto parere di Rukawa comunque quella era stata una yankee...ne aveva conservato lo sguardo e gli occhi ardenti di sfida.
Però aveva anche...uno sguardo da mamma. Uno sguardo che lui aveva dimenticato da un pezzo.
Al campetto l'orologio segnava appena le sei e mezza quando la Honda si fermò davanti all'ingresso.
- Pronto a prenderle kitsune?- ridacchiò il Tensai, scroccandosi le nocche - Stavolta ti straccio.-
- Neanche fra un milione di anni.- si limitò a bofonchiare il moro, levando la palla dalla sacca... e un secondo dopo già correvano in campo come dei fulmini, schivandosi e rincorrendosi, infilando canestri, carichi e pronti.
Hanamichi seguiva il gioco ormai con occhi attenti. In tre anni, aveva imparato che osservare la kitsune era il modo quanto più duro ma efficace per allenarsi contro gli avversari più pericolosi. E poi...si e poi Rukawa era veramente impressionante. Mai un cedimento, mai una sbavatura.
Un one on one col volpino era quanto di più esaltante Hana avesse mai provato. Anche perché ormai l'aveva quasi raggiunto. E giocare alla pari era esaltante anche per il ghiacciolo, anche se non l'avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura.
Finirono diciannove a venti per la volpe ma Sakuragi per una volta non mise il broncio. Anzi...sogghignò come un maniaco, facendo presagire a Rukawa un'altra pallosa tirata sulla forza del Tensai ma il deficiente non disse una sola parola, andando a svaccarsi in panchina per bere.
Porcaccia...il do'aho si era fatto davvero forte. E sveglio anche, cosa in cui Kaede non aveva mai sperato troppo.
Quando lo raggiunse alla panchina cercò di riprendere fiato, bevendo avidamente mentre il rossino trafficava col suo lettore per vedere cosa ascoltava.
- Non mi dirai che gli Aerosmith ti danno la carica.- rise il rosso, lasciandosi andare contro lo schienale.
- Hn.- replicò tirando un sospiro - Ascoltavo Rag Doll.-
- E chi l'avrebbe mai detto che la volpe avesse buon gusto.- ironizzò ancora il numero 10 - Dai, che ne pensi della partita di oggi?-
Quel suo saltare di palo in frasca ogni tanto gli faceva dare i numeri. Era proprio vero che il do'aho non aveva un minimo filo logico in quella zucca piena di acqua, cazzate, la Babba e aria fritta.
- Ci sarà da tenere fermo Sendoh come al solito.-
- Ci sarà da sputare sangue per tenerlo buono,- lo corresse Hana - ma si può fare.-
- Io lo farò.- scandì secca la volpe - Tu sei buono solo a scombinargli le idee al porcospino!-
- E sta zitto baka! Anche tu fai fatica a stargli dietro! Non tirartela tanto!-
- Tsk.-
- Al diavolo kitsune. Metti lì la testa e fatti una dormita!- si stufò Hana, riprendendo la palla.
- Ecco bravo, allenati nei tiri liberi.- frecciò il moro, perfido.
- Fra poco vedrai invece un pugno libero!- e stavano davvero per attaccare briga di nuovo quando squillò il cellulare di Sakuragi che salvò entrambi dalla solita dose di lividi.
Era la sua dolce Harukina e naturalmente la cosa degenerò in maniera tale che Rukawa quasi si ficcò due dita in gola, sentendo un tale fiume di smancerie. Accidenti, ma come si faceva ad essere così rintronati?
Stronzate romantiche a parte, rimase stupito a un certo punto quando il tono di Hana divenne più dolce e meno megalomane. Era proprio andato per la Piattola...ma in fondo essere innamorati era quello no? Perdere totalmente la testa e non vedere altro che la persona amata.
Ci pensava ancora mentre, risaliti in moto, correvano veloci verso lo Shohoku.
Non vedere altro che lei...non pensare a nient'altro che a lei...
Raim...
Sorpassarono i cancelli scatenando i gridolini generali di tutte le oche della scuola, per non parlare dello stupore che non si attenuava neanche dopo tutte le volte che lui e il do'aho erano già arrivati insieme. Ok che la loro fama era quella di nemici per la pelle ma fissarli come due alieni era davvero esagerato!
- Diamoci un mossa, kitsune.- sbuffò Sakuragi levandosi il casco - C'è il test scritto di matematica.-
- Hn.- bofonchiò lugubre e schifato. Che odiosa materia!
- Ehi, voi due!-
Si girarono, richiamati da Akagi che avanzava con la sua solita falcata sicura.
- Ciao Gori.- disse Hana - Tutto a posto?-
- Si, tutto ok. Vedete di arrivare puntuali alla palestra. Non fatevi inseguire come Miyagi come ogni volta.-
- Tranquillo, il Tensai salverà la situazione come ogni volta!-
- Che imbecille...-
- Do'aho.-
- Se, se...ridete, ma tanto in campo sono il migliore!-
Si prese un pugno, come al solito, poi Akagi ricordò a entrambi le due regole fondamentali per sopravvivere.
- Niente risse Sakuragi, ok? E tu Rukawa vedi di non addormentarti in bagno!-
- D'accordo.- sbuffarono i due in coro.
- Bene e adesso filate!-
- Gorilla tiranno.- sibilò il rosso andandosene incazzoso, seguito dalla volpe assonnata e poi come due condannati s'infilarono in classe, pronti a quel test di matematica che sarebbe stato un vero massacro.
E in effetti lo fu su tutti i fronti. Su ventisette ragazzi, in tre presero la sufficienza fra cui Hana che ci arrivò al pelo. Aveva studiato la notte come un pazzo per tenere alta la media e dette un sospiro, quando l'odioso professore nano corresse il test a crocette in cinque minuti.
Per Raim e Rukawa invece fu una specie di campo di battaglia ma per motivi del tutto differenti. Per la volpe era stata solo una ripicca, visto che dal primo anno aveva deciso puntualmente di ignorare quell'essere dispotico del loro prof che tra l'altro era anche il vice direttore, mentre la rossa...la rossa quella mattina aveva delle profonde occhiaie ed era entrata in classe bevendo caffè come una spugna.
Fu durante l'intervallo che Raim filò in bagno, decisa a farsi un impacco alle borse e lì trovò un bel po' di artiste del settore, fra cui la Mihazawa che fumava seduta sulla finestra, alcune del quinto anno che stavano andando in palla per gli esami finali, delle matricole che cinguettavano come delle cretine, e Haruko Akagi con le sue amiche rintronate.
- Salve a tutte.- disse, entrando.
- Kotobuki.- la salutò Haruko sorridente - Ciao! È vero che domani hai la partita di pallavolo col liceo Masuda?-
- Già.- si limitò a dire la rossa, cominciando a sciacquarsi la faccia con l'acqua gelida.
- Giornata pesante Raim?- le chiese invece la Mihazawa, con uno strano sorriso - La Kanzaki ci va giù duro?-
- Non ho dormito molto, senpai.- si limitò a dirle, mentre Haruko gentilmente le prestava del correttore - Domani ci sarete voi a fare il tifo per la squadra?-
- Si.- annuì la capo banda del Rukawa's Shinetai - Siete pronte? Mi hanno detto che Naomi Kurata s'è rotta addirittura il polso ma non hanno trovato una sostituta.-
- E' vero.- annuì la seconda manager dello Shohoku - Per questo me l'hanno chiesto all'ultimo momento.-
- Vedi di non strapazzarti troppo, eh?- le disse Harumi Mihazawa, gettando la sigaretta nella tazza del bagno - Comunque ci vediamo oggi alle tre in palestra. Verrò a vedere come se la cava la squadra di basket.-
- Certo, ci vediamo senpai.-
- Ciao Raim.- e appena la studentessa del quarto se ne fu andata, le amiche di Haruko attaccarono a bisbigliarne di tutti i colori, mentre la sorella del Gori si avvicinò un po' preoccupata alla rossa.
- Kotobuki senti...-
- Dimmi Akagi...ah, tieni e grazie per il correttore!- le disse Raim tranquilla - Mi serviva davvero.-
- Di niente, figurati...senti...volevo dirti di stare attenta alla Mihazawa.-
Raim tornò a sistemarsi le occhiaie allo specchio, annuendo - Si, lo so. La conosco bene.-
- E' pericolosa davvero, credimi.- continuò Haruko accorata, rimettendo lo stick del correttore dentro alla tasca della divisa - L'hanno scorso lei e le sue amiche hanno picchiato una mia compagna di classe all'uscita degli allenamenti. Era maggio e ha finito l'anno a casa. Ha avuto troppa paura di tornare.-
- Era quella che ha passato i compiti a Rukawa vero?-
- Si.-
- Ti ringrazio molto Akagi. Ma non c'è davvero bisogno che ti preoccupi.- Raim le sorrise tranquilla, cercando di farle capire che non c'era assolutamente niente per cui farsi pensieri - Ah, senti...vuoi che ti tenga un posto in panchina? So che tuo fratello se ne dimentica sempre!-
- Cosa? Lo faresti davvero?- cinguettò Haruko quasi abbracciandola - Sarebbe fantastico! Ti ringrazio molto Kotobuki! Avrei tanto voluto chiederlo anche ad Ayako ma lei è sempre impegnata a tenere buoni Hana-chan e Rukawa così...- arrossì, parlando del suo quasi ragazzo - Non vedo l'ora di stare seduta con voi!-
- E' un piacere. A Takenori non dispiacerà.- Raim uscì insieme a lei, mentre quelle due sceme dietro di loro ciarlavano come galline - Il Ryonan arriva per le due e mezza, noi saremo lì da mezz'ora prima.-
- Davvero, non so come ringraziarti!- Haruko Akagi le camminava a fianco quasi a un metro da terra, e sprizzava gioia da tutti i pori. A quanto pareva a quella bastava poco per farla felice. Anche a lei il basket doveva piacere molto.
Oppure vedere Hanamichi giocare.
Chissà...pensò continuando a sentirla chiacchierare come solo una ragazza innamorata poteva fare. Chissà se anche lei quando guardava giocare la volpe in campo aveva quegli occhi lucenti.
Scosse il capo, dandosi della sciocca. Accidenti, ma perché metteva sempre Kaede Rukawa in mezzo eh?
In fondo Haruko Akagi e Hanamichi stavano insieme! Lei e il volpino invece si erano solo andati addosso due volte, avevano mezzo litigato negli spogliatoi, parlato civilmente sotto le stelle per un'oretta e...si erano quasi baciati.
Avvertì un brivido, ricordando i suoi occhi blu quando si erano avvicinati col preciso intento di non separarsi più se non per prendere aria e ricominciare da capo. No...no, doveva essersi sbagliata. In fondo Rukawa non aveva mai prestato interesse a nessuna, perché mai a lei? Non facevano altro che punzecchiarsi...e poi l'aveva tranquillamente accusata di andare a letto con Hisashi, vista la maglietta, non sua tra l'altro, che quel demente di Mitchy aveva dimenticato di ridare alla sua legittima proprietaria e si era tenuto nel borsone.
- Questa è la mia classe!- La sorella del capitano all'improvviso la risvegliò dai suoi pensieri, fermandosi davanti alla sezione F del terzo anno - Allora vengo nella vostra classe per le due, va bene?-
- Certo benissimo Akagi.- sorrise la rossa, pronta ad andarsene.
- Ah, ancora una cosa...ormai penso sia il caso di chiamarmi per nome.- tubò la Babba giuliva.
- D'accordo...Haruko. Lo stesso vale per me allora.- disse Raim, sforzandosi di lasciar perdere il pensiero di Rukawa e concentrarsi su chi le stava attorno.
- Sono felicissima sai? Era da un pezzo che volevo scambiare quattro chiacchiere con te ma quando ci trovavamo c'era sempre Ayako con te o il tuo ragazzo. Poi sembravi molto in confidenza con gli altri quindi ho sempre lasciato perdere...-
- No, ma cosa dici!- si schernì la rossa - Mi fa piacere!-
- Allora posso chiamarti Raim? O preferisci Kirara?-
- Fai tu.- le concesse la ragazza scherzosa - Adesso scusa ma devo proprio andare. Ho un test di inglese!-
- Buona fortuna! Ci vediamo oggi!- e senza indugiare oltre Haruko sparì oltre la porta mentre Raim inspirando a fondo tornò al secondo piano, salendo le scale di malavoglia e con la testa per aria.
E chi aveva più voglia di vedere Hansen-Il-Porco?-
Forse aveva ragione Hana. Quella scuola era uno zoo...
E parlando di Hanamichi...
- KITSUNEEEEE!!!! BASTARDO QUANDO PARLO CON TE ASCOLTAMIIII!-
Raim alzò gli occhi, spaventata da quel grido feroce ma come una sorta di dejà vu molto frequente ormai, si ritrovò con Kaede Rukawa a pochi centimetri dalla faccia. Forse aveva accelerato scendendo le scale e scappando da Sakuragi che sbraitava al vento come se fosse stato il giorno del giudizio, non si era accorto di lei.
Si scontrarono...e agli occhi sgranati della volpe, Raim riuscì a malapena a tenersi in piedi.
Traballò e sarebbe caduta all'indietro, rischiando di farsi davvero male se Kaede, prontamente, non l'avesse afferrata per la vita con un braccio e non se la fosse riportata contro, tenendosi alla ringhiera delle scale con la mano libera.
- Porca miseria...-
Raim lo sentì sussurrare quell'imprecazione con voce bassa e roca, letteralmente spalmata contro il suo ampio torace e per un attimo si sentì le gambe tremare. Cavolo...quella voce! C'era da liquefarsi a sentirlo parlare.
Rukawa poi non stava messo meglio. Tenendola per la vita e dopo aver rischiato di farla cadere, quasi non riusciva a lasciarla andare...e ad ammettere che sentirla contro di lui era talmente invitante da fargli dimenticare tutto.
Non l'aveva mai sentita così tremante però...abbassò lo sguardo, ben sapendo che non avrebbe dovuto farlo...e incontrando i suoi occhi verdi, ebbe di nuovo la folle idea di baciarla lì, in mezzo alla scuola.
Si riscossero entrambi da quello stato ipnotico quando sentirono delle voci femminili avvicinarsi. Raim fu di nuovo la prima a farsi indietro, di nuovo con quell'espressione spaventata che cominciava a dargli pensiero ma arrivò Hana a salvarli entrambi dall'imbarazzo. Li riportò in classe a suon di pedate per la kitsune e a smancerie per la rossa che dopo quell'ennesimo scontro non riuscì a concentrarsi granché sul test del maniaco surfista anche se, fortunatamente per lei, un test in inglese era quanto di più facile al mondo.
Rukawa da parte sua passò l'ora del test a rispondere velocemente ma in maniera pulita, per poi potersi dedicare a qualcosa che negli ultimi gli lasciava un piacevole calore. Fu uno dei primi a consegnare il test e quando lo fece, Hansen fece in modo di non guardarlo. Bene. Non doveva neanche provarci quel porco!
Tornato a sedere si mise a nanna, facendo ridacchiare Sakuragi che gli stava a fianco anche se in verità...bhè, Rukawa faceva altro. Portò lo sguardo alla persona seduta davanti al do'aho...e rimase in contemplazione.
Ne seguì il profilo, la linea delicata del collo che avrebbe voluto baciare, quella dolce della mascella su cui avrebbe voluto passare le dita, la guancia rosea, le labbra che quando si schiudevano potevano fargli venire la pelle d'oca.
Si, ammise. Purtroppo si era preso addosso uno di quegli inaffidabili quanto odiosi colpi di fulmine.
Prima, quando l'aveva trattenuta prima che cadesse, aveva quasi colto sul suo viso una sensazione di attesa. Come se anche lei non avesse voluto altro che potergli stare vicino.
Ma c'era un problema che lui purtroppo, possessivo com'era con ciò che era suo, non poteva ignorare.
Prima di tutto le parole del do'aho che l'avevano avvisato sul fatto che la loro seconda manager fosse probabilmente ancora innamorata del suo ex ragazzo e poi quella maglietta del club di ritmica nella borsa di Mitsui.
Quella cosa andava approfondita e anche se gli occhi di Raim erano stati sinceri quando lei gli aveva detto chiaramente che non era roba sua, Rukawa era uno che non si accontentava facilmente.
Andava fatta luce su quel casino di storia...e poi bisognava far capire a Mitsui, Miyagi, al do'aho e a tutti quanti che era ora la finissero di stare sempre ad abbracciarla, portarla a casa e usare tanta confidenza. D'ora in avanti andava messo un bel cartello sulla schiena della "sua" rossa.
Di quello se ne sarebbe occupato più tardi però. In quel momento suonò la campanella della fine delle lezioni e lui e Sakuragi si scambiarono una veloce occhiata. Aveva un'ora per mangiare qualcosa...poi un'altra prima dell'inizio della partita amichevole col Ryonan e da come avevano perso l'anno prima, dovevano essere più agguerriti che mai.
E sul più bello, mentre tirava fuori una mela che era l'unica cosa che gli andava giù prima di una partita, arrivò la Piattola e naturalmente quel cretino che altro non era che il Tensai dei Mentecatti si mise a ululare verso la sua Harukina adorata, facendogli quasi passare la poca fame che aveva.
- Do'aho.- sibilò, allungando le gambe sul banco.
- Ciao Haruko!- disse invece Raim - Hai già mangiato?-
- No, non ancora.- disse l'Akagi - Allora ragazzi? Siete pronti?-
- Discretamente.- mugugnò la volpe, cercando di non essere scortese come suo solito.
- Tranquilla!- cinguettò invece Hana, gasatissimo - Vedrai che oggi sistemerò tutto io come al solito! Fidati di me!-
Seee...le ultime parole famose. Mangiarono fra starnazzi e proclamazioni di vittoria, riuscendo a non farsi cacciare fuori dai bidelli, poi finalmente si fecero le due...e il gruppetto si avviò alla palestra.
Stranamente però trovarono Miyagi già sulla porta, seduto sull'ingresso in tuta e dalla faccia che aveva non sembrava molto allegro. Al suo fianco c'era Mitsui che ascoltava il walkman serratissimo, a tutto volume.
- Ohi, tappo! Che succede?- chiese Sakuragi, sentendo la voce di Ayako strillare per tutta la palestra.
- Succede che le matricole ieri sera hanno dato la cera rinforzata sul parquet.- disse il play...e dopo un attimo a tutti e quattro schizzarono gli occhi fuori dalle orbite.
- Cera rinforzata?- alitò Rukawa, mentre a Sakuragi quasi cadevano i pantaloni.
- Ma si scivolerà da matti!- disse ingenuamente Haruko.
- Si, direi anche io.- frecciò Miyagi - Ayakuccia se n'è accorta nell'intervallo. Li ha prelevati dalle classi con una scusa e li ha messi sotto a passare tutto il campo con l'acqua. Adesso va un po' meglio.-
- Un po' meglio?- ringhiò Akagi, apparendo sulla porta visto che per tutto il tempo era stato dentro, in piedi attaccato al muro per non uccidersi - Un po' meglio Ryota? Ci ammezzeremo!-
- E Anzai che dice?- chiese Raim, dando una sbirciatina dentro.
- Oh...il Buddha non dice niente. Ride.- disse Miyagi sarcastico.
- L'ho sempre detto che Anzai non ha tutte le rotelle che girano.- sbuffò Hana - Comunque in un'ora lo rimetteremo a posto!- e detto quello cominciò a togliersi la giacca della divisa, poi a arrotolarsi le maniche della camicia.
- Come sarebbe?- lo bloccò Akagi - Che vuoi fare?-
- Dare una mano a quei dementi.- rognò il rossino - Da soli non ce la faranno mai e poi è anche colpa nostra. Avremmo dovuto istruirli meglio su cosa usare per lucidare la palestra.-
- Si può fare.- disse anche il playmaker dello Shohoku - Così non dovremmo riscaldarci.-
- Già.- concluse Hana con un ghigno - Allora Gori? Che ne dici?-
- Hanno ragione Takenori.- sorrise Kogure, che stava sempre dentro alla palestra al suo fianco - In fondo se ci mettiamo tutti quanti finiremo in mezz'ora e non dovremo neanche fare esercizi di riscaldamento.-
- D'accordo, mi arrendo!- sbottò il capitano - Attenti solo a non rompervi un dito! Ryota, stacca quel demente dalla musica e venite dentro, forza! E attenti a non scivolare perché se vi rompere l'osso sacro poi io vi romperò la testa.- concluse minaccioso, cercando di muoversi il più delicatamente possibile sulla scivolosità del parquet.
In effetti arrivare agli spogliatoi e agli sgabuzzini mentre Ayako strillava come un'aquila sull'orlo di una crisi isterica quasi frustando le matricole, fu una vera impresa. Quasi si attaccarono tutti in fila indiana, con Mitsui in testa che temeva per il suo ginocchio, mentre Rukawa e Sakuragi bestemmiavano a tutto spiano.
Presi stracci e acqua, spazzoloni e pazienza, tutto lo Shohoku si mise sotto, Raim per prima, con olio di gomito.
- Io li ammazzo quei dementi!- sibilò Miyagi, andando su e giù per tutta la lunetta con il panno sotto le mani, piegato a terra - Io li uccido! Come si farà a passare un doppio strato di cera su un campo da basket mi piacerebbe saperlo!-
- Lascia perdere e muovi il culo!- sbuffò Mitsui, che invece ci dava dentro con gli spazzoloni sulla linee di campo.
- Sono veramente mortificato senpai!- continuavano poi a ripetere Rei Manabe, Nobu Yaoto e gli altri due rintronati del primo anno che venivano presi continuamente a ventagliate da Ayako.
- Da quando sei diventato così magnanimo?- lo prese in giro Hana, passandogli a fianco.
- Che ne sai mezza sega...ci sono parecchi modi per regolare i conti, no?- ghignò il numero 14, perverso.
- Sei sempre il solito Hisa.- rognò Miyagi - Passami l'acqua!-
- Dai che ci siamo quasi!- li richiamò Raim dall'altro canestro con Kogure, Rukawa e le matricole - Manca solo sotto canestro e ce l'abbiamo fatta!-
- Vedete di pulirci bene lì sotto!- tuonò Akagi - Non voglio sentire lamentele da Taoka!-
- Ehi Mitchy...- ghignò Sakuragi a bassa voce - Davvero non ti sei inventato niente stavolta?-
- Per ora no.- rise il tiratore da tre - Comunque se la testa di cazzo tira su obiezioni non potremmo disputarla nel campetto all'aperto gente?-
- Tira troppa aria oggi.- disse Ayako, tutta spettinata per il nervoso - E poi se cadete lì come fate di solito vi fareste male davvero. Fossi in te curerei di più il tuo bel ginocchio tesoro!-
- Divertente, molto divertente!-
- Ayakuccia, ma cos'è sta storia? Perché a me non mi chiami mai tesoro?- piagnucolò Miyagi.
Alle due e mezza era fatta. Caldi e pronti a correre e a vincere, lo Shohoku fece una prova. Hana e Rukawa si offrirono per fare uno scatto in corsa e ne uscirono integri. Bene, ora era sparita ogni traccia di cera!
Nel frattempo era entrato Mito, seguito dall'Armata e da metà liceo, compreso tutto il Rukawa's Shinetai e la squadra delle majorette, più naturalmente i soliti curiosi. Cominciarono a sparpagliarsi sugli spalti, provocando un fracasso infernale ma a Mito, che era sempre stato di occhio lungo e attento, non sfuggì lo strano gruppo di persone che era rimasto verso l'uscita di sicurezza, imboscato fra gli studenti dello Shohoku e gli arrivi del Ryonan.
C'erano un tizio biondo tinto, coi capelli raccolti in un codino che spiccava molto, un ragazzino probabilmente del secondo anno, con sul collo tatuato un teschio, un colosso di quasi due metri buoni coi capelli rasta, uno dall'aria pacifica e un taglietto che gli spezzava un sopracciglio...e poi forse il capo gruppo.
Un tizio con una maglia del liceo Shikuda, capelli scarmigliati a regola d'arte e catena d'argento al collo. Un fighetto.
Raggiunto Hana non ebbe il tempo di indicarglieli perché si limitò a fargli gli auguri, a lui e a tutti gli altri, poi entrò il Ryonan e non ci fu più tempo per gingillarsi. Sendoh e Uozumi aprivano la fila dopo Taoka che andò subito a stringere la mano ad Anzai, ben attento però ad evitare Hana e Hisashi, che ridacchiavano in sordina come due deficienti.
Mentre i due Gorilla in campo si salutavano stritolandosi la mano, Fukuda andava a dare il tormento a Mitsui per il gusto di prenderle e Aida si lanciava a chiedere informazioni sulle matricole, Sakuragi scoccò uno sguardo intenso a Sendoh che lo raggiunse con un sorriso. - Ciao Hana. Carico?-
- Abbastanza Aki.- rispose stringendogli la mano e ghignando.
- Giochi dall'inizio?-
- Anzai non ci ha ancora dato le disposizioni.- disse il rosso col fuoco negli occhi - Gli spogliatoi sono di là.-
- Grazie, torno fra un attimo...e Rukawa?-
- Farà l'asociale in panchina...e infatti.- rise Sakuragi - Attento Aki...è più volitivo del solito oggi.-
- Non è da te fargli i complimenti, sai?-
- Non era un complimento. Era un avviso.-
Sendoh scoppiò a ridere, senza arroganza o altro. Si limitò a dargli una pacca sulla spalla e a dirigersi coi compagni di squadra a cambiarsi negli spogliatoi dello Shohoku, mentre quelli di casa lo facevano in panchina.
E fu lì che Rei Manabe prese al volo la maglia numero 8 che Ayako gli lanciò con un sorriso.
- In campo abbiamo Akagi,- iniziò Anzai facendo venire ad Hana un brutto presentimento - Miyagi, Mitsui, Rukawa e Manabe, ala piccola.-
- Io in campo mister?- alitò la matricola - Ma è sicuro?-
- Un attimo Babbo Natale, ma perché me ne devo stare sempre fuori eh?- sbottò Hana seccato.
- Calma ragazzi, calma...- rise il coach, tranquillo e beato come al solito - Adesso statemi a sentire. Come ben sapete Taoka predilige un'ottima difesa, lasciando l'intero attacco in mano Sendoh. Già due anni fa ci hanno fatto faticare parecchio, inoltre Fukuda e Ikegami faranno perno su di te, Hisashi, e non voglio che ti affatichi troppo. L'anno scorso ha rischiato grosso con il loro numero 11.-
- Ma...coach...- borbottò Mitsui - Ormai il ginocchio è guarito.-
- Si ma preferisco non rischiare mai.- disse il mister, pacifico - Sei troppo importante.-
- Mi raccomando.- intervenne Ayako - La loro difesa è fortissima ma in attacco c'è solo Sendoh che serve Uozumi, quindi Rukawa...se fermi lui, fermi tutto il resto! Rei, tu cerca di stare tranquillo e imparare il più possibile ok? Gioca come hai sempre fatto, negli allenamenti eri molto bravo.-
- Si, Ayako ha ragione.- gli disse anche Kogure - Stai calmo e non perdere la concentrazione.-
- Si senpai!- disse secco - Ce la metterò tutta per non deludervi.-
- Oh poveri noi.- bofonchiarono Mitsui e Rukawa in coro, a bassa voce.
- A un'altra cosa, Kaede.- lo bloccò Anzai - Sbizzarrisciti pure per tutto il primo tempo, non risparmiare energie perché al secondo al tuo posto faccio entrare Sakuragi.-
La volpe non disse nulla, limitandosi a scoccare una strana occhiata al coach...a cui luccicò una lente.
- Non vi farò giocare insieme. Non voglio che vedano cos'avete imparato tu e Hanamichi durante gli allenamenti.-
- Ah...- rise Ayako dopo un attimo - Parla della tecnica sublime e inaccessibile del passare la palla l'uno all'altro vero? Si, in effetti è stata difficile insegnare una tale strategia a quei due!- e dopo quella sparata tutto lo Shohoku si sganasciò alla faccia dei due nemici giurati che in compenso si mandarono al diavolo con un sottofondo di ringhi.
- Buona fortuna ragazzi!- urlarono poi Ayako, Raim e Mito quando le due squadre entrarono in campo.
Rukawa naturalmente non si filò Sendoh neanche per sbaglio ma quando vide quel demente salutare Raim in panchina con quel sorriso da dentifricio avrebbe avuto voglia di passare la riga e andare a prenderlo sul serio a calci.
Mentre Uozumi e Akagi si posizionavo, ebbe modo di scrutare il viso di Anzai ma come sempre il loro mister aveva piena fiducia in loro e in lui specialmente, visto il cenno d'assenso che gli aveva fatto. Portò poi casualmente lo sguardo sul Tensai in panchina e Hana, svaccato con le braccia dietro allo schienale e la testa rovesciata indietro contro la pancia di Mito che stava in piedi dietro di lui, gli fece una smorfia bella e buona, più il classico dito medio che si riprese indietro insieme al solito do'aho, neanche detto poi a voce tanto bassa.
Fu quando però Kaede guardò Raim per l'ultima volta prima di concentrarsi solo sulla partita che le vide in faccia una strana espressione. La sua rossa stava guardando, anzi puntando qualcuno fra la folla alla sua sinistra, verso l'uscita di servizio. Lì c'era tanta gente e non riconobbe nessuno...ma Sendoh, che gli stava davanti senza smettere di guardarlo negli occhi gli venne in soccorso.
- Li hai visti?- gli chiese, a bassa voce.
- Chi?- sibilò la volpe.
- I cinque dello Shikuda. Porta di servizio, la guardia è quello biondo tinto, Soichiro Shoji.-
Hn. Però...sembrava più un modello o un gangster che un giocatore.
- L'altro, quello vicino a lui sul metro e ottantacinque con l'aria da santarellino è quello che mi ha rotto il braccio. Il capitano e il playmaker Eikichi Takeru.-
- In effetti ha un naso spaventoso.- replicò Rukawa acido, finendo di spiare quei bastardi.
Sendoh rise divertito, aspettando l'inizio della gara.
- Come mai Hana non gioca?-
- Non potevi farle a lui queste domande?-
- Non cambi proprio mai, eh kitsune?-
Perché invece di rompergli il braccio a quello lì da matricola non gli avevano rotto l'atlante? Sendoh dopo il do'aho era l'unico che riusciva veramente a irritarlo.
Finalmente ci fu il fischio d'inizio e la palla finì allo Shohoku, dritta nelle fide mani di Miyagi...e per il Ryonan fu subito una serie di guai. Nel primo minuto vennero infilati un canestro dietro l'altro, tutto grazie a Ryota che zigzagava fra gli avversari senza che nessuno riuscisse a fermarlo, Sendoh meno che mai perché era tampinato da un'agguerritissima volpe di pessimo umore.
Scattò presto il contrattacco comunque e Uozumi come sempre si ritrovò ad affrontare Akagi. I due colossi non si lasciavano spazio per passaggi e l'unico modo che il Gori trovò per liberare la palla fu passarla a Manabe.
Quando la matricola ebbe fra le mani il pallone passò un secondo d'immobilità...poi lo scatto.
- Non sei male davvero, sai seghetta?- ridacchiò Mitsui correndogli a fianco.
Rei in risposta gli sorrise tutto orgoglioso del commento di Mitchy per poi trovandosi di fronte a Koshino e incredibilmente, anche se quello non era tanto forte, riuscì a smarcarsi, passandogli fra la palla fra le gambe. Fermo alla lunetta però si trovò di fronte a Fukuda che come sempre, facendo sollevare a Sendoh gli occhi al cielo, quasi fece fallo.
- Ehi arbitro!- tuonò Hana con tutta l'Armata dalla panchina dello Shohoku - Ma non lo vede cosa fa il labbrone?!-
- Insomma Hanamichi, basta!- lo zittì Ayako - Non ha toccato Rei!-
- Ci mancava poco però.- disse Kogure, tranquillo - Vediamo come se la cava Manabe contro di lui.-
Nonostante la tensione psicologica che Fukuda metteva sugli avversari, visto il suo insopportabile carattere irrequieto, Manabe parve tenere la giusta concentrazione. Hana e Raim, seduti vicini, osservarono attenti ogni sua mossa...e anche il suo cedimento, quando capì che con Fukuda non si passava. Si guardò rapidamente attorno...e poi il passaggio. Rapido, veloce, pulito.
Mitsui infilò tre punti e la tifoseria esultò.
- Mica male.- disse Akagi indietro, con Ryota.
- Si, hai ragione.- rispose il play - Te ne piazzo una sotto canestro, ti va bene?-
- Non vedo l'ora.- rise il Gorilla.
Passarono altri minuti e dopo una rimonta del Ryonan dovuta a Sendoh e ai suoi passaggi, Hana cominciò lievemente a spazientirsi. Che cazzo faceva la volpe?
- Che ha in mente quel demonio?- borbottò a bassa voce, fissando gli stranamente lenti movimenti del loro n 11.
- Forse ho un'idea.- sussurrò Raim al suo fianco - Ma è solo un'idea. Non so se hai notato ma sta facendo stancare parecchio Sendoh. Lo pressa ma poi lo lascia libero, dopo avergli fatto fare degli scatti dispendiosi in energie.-
- Ma Sendoh è furbo gente.- disse Mito - Se ne accorgerà presto.-
- Si ma quando lo farà la volpe andrà a segno. Brutto bastardo...- ghignò allora Hana, ridendo. Poi senza fare una piega saltò sulla sedia e con un giornale arrotolato a megafono, si decise a stuzzicare la vanità del suo nemico.
- Ehi volpe!- gracchiò in mezzo al campo, facendo quasi perdere la palla ad Akagi per lo spavento.
Rukawa e Sendoh stavano sotto canestro, con il Gori pronto a passare ed entrambi sentirono la presa in giro di Sakuragi, che urlava ai quattro venti al moro suo compagno di darsi una mossa, altrimenti il suo buon nome sarebbe andato letteralmente a quel paese.
- Ha ragione sai...- gli disse Akira, mentre sgomitavano per prendere il passaggio - E dire che mi aveva detto che eri molto agguerrito oggi!-
- Sta zitto!- gli sibilò, riuscendo a sgusciare via al momento opportuno e poi, conservate le energie, fece ciò che adorava di più fare. Prese il passaggio di Akagi e partì il one on one con Sendoh...lo superò come aveva già fatto in passato, godendo finalmente nel dimostrarli il migliore e andò a canestro. Un dunk perfetto.
Nel boato generale di applausi, Rukawa fece una cosa che in tre anni si era sempre ben guardato dal fare.
Si volse verso Sakuragi, che un po' ribolliva e un po' era gasato a causa della volpaccia, e gli fece il segno della vittoria.
- Che stronzo.- rise il rossino mentre lui, Raim, Kogure ed Ayako si sgolavano col tifo.
E lo stesso più o meno stavano pensando sia quelli dello Shikuda, che non si erano aspettati una cosa del genere, sia Sendoh che però più la volpe era combattiva e bellicosa, più lui si divertiva e s'impegnava.
Dopo quel one on one e il relativo dunk, la tifoseria dello Shohoku sembrava essere partita del tutto. Dalla panchina le reclute capeggiate da Hana e Mito stavano facendo un tifo da stadio, mentre da parte del Ryonan si era sollevato un polverone. Taoka sbraitava come un pazzo contro Akira che quasi si nascondeva dietro a Kaede, per evitare gli strilli del suo coach a mala pena trattenuto da Aida.
Da quel momento in poi allora fu guerra aperta. Fra Akagi e Uozumi era corpo a corpo, Miyagi era l'unico che ancora riusciva a sgusciare fra le maglie di Sendoh che era sempre e costantemente placcato da Rukawa.
Il risultato a nove minuti dalla fine del primo tempo era di 53 a 49 per lo Shohoku.
- Ehi seghetta, tutto ok?- cincischiò Hisashi, mentre Koshino attaccava col contropiede.
- Si, certo senpai!- annaspò Rei Manabe, seguendolo come un'ombra.
- Perfetto...allora devi provare ad andare a canestro, capito? È la tua prima partita e devi farne almeno uno!-
- Hisa, qua!-
Mitsui si voltò in tempo per stoppare la palla ma si ritrovò addosso Ikegami e la sua difesa fortissima.
Palleggiando e rigirandosi, cercando uno spiraglio d'uscita, vide Rukawa troppo lontano, Akagi coperto dal re delle scimmie...e il tappo era già stato coperto. Quindi, ghignando, capì che era arrivato il momento buono.
In fondo Anzai aveva detto di non strafare...e di tentare, tentare sempre. Questa era la prima cosa che il coach gli aveva insegnato.
- Rei!- e rilanciò la palla all'ala piccola, che stoppò con prontezza...e guardò il canestro.
Era bravo nei tiri liberi ma ora gli tremavano le gambe.
- Avanti Rei!- tuonò Hana dalla panchina, saltando in testa a Mito - TIRA!-
La palla filò a un centimetro dalla mano alta di Sendoh che sfortunatamente la deviò. Toccò il ferro, poi Akagi fu sotto per prendere il rimbalzo. Ripassata a Mitsui, fu un tiro da tre a filare liscio nella rete.
- Bravo Hisa.- ghignò Miyagi - Dai Rei, ci possiamo riprovare più tardi ma quel tiro sarebbe entrato se il porcospino non ci avesse messo mano, sai?-
- Forza, forza gente!- rognò Uozumi, incazzato a morte con Akagi - Datevi una mossa! Koshino, ferma quella maledetta ala piccola! Sendoh, se ne fai passare un'altra ti spacco le ossa, chiaro?-
- Povero Aki.- cinguettò Hana, dalla sedia.
- Poveretto davvero...a parte l'amico di Takenori e quel tizio con le labbra grosse gli altri non fanno altro che farsi trascinare. Però avevate ragione,- disse Raim - la loro difesa è impressionante. Ci passa solo Hisa con le triple.-
- Se la volpe si muovesse magari...- borbottò Sakuragi.
- Tranquillo, ha ancora parecchie pallottole in canna.- ghignò Ayako - Dagli tempo.-
A tre minuti dalla fine del primo tempo, fu una lotta corpo a corpo fra Rukawa e Sendoh. Kaede, ben deciso a giocarsi alla grande gli ultimi minuti concessi dal mister, sembrava un vero tornado. Trattenute le energie fino a quel momento, divenne una specie di secondo Sakuragi. S'infilava in ogni passaggio, creava scompiglio, sfondava le file, infilava uno slam dunk dietro l'altro. E poi gli one on one con Akira...
- Se la gioca alla grande.- rise Anzai, soddisfatto.
- E' sempre il migliore, non c'è che dire.- scandì Ayako serafica -...ma naturalmente con te Hana!- aggiunse poi, sentendo il rosso avvolgersi di fiamme e fulmini.
Intanto in campo il ciclone Rukawa aveva quasi finito ed era quasi arrivato alla soddisfazione più totale.
Fermi a 67 su 60, Kaede fece l'ultimo numero della giornata, per poi andare a svaccarsi pacioso in panchina.
Arrivato alla lunetta si preparò al tiro in sospensione, ma con Sendoh davanti si trattava di una cosa praticamente impossibile...però tanto valeva cominciare a lasciare al porcospino maniaco un accenno di ciò che aveva imparato. Riabbassò il braccio, lasciò scivolare la palla e...arrivata fra le mani di Akagi, ci fu la schiacciata che concluse il set.
Al fischio dell'arbitro, le due squadre tornarono dai rispettivi mister anche se Sendoh venne ripetutamente bacchettato e fustigato da Taoka che rischiava una crisi di nervi.
In panchina dallo Shohoku Anzai invece se ne stava beatamente sprofondato sulla sedia, complimentandosi con Rukawa e anche con Rei, che aveva saputo costruire delle buone azioni sia con Ryota che con Hisashi.
- Bene, perfetto Kaede.- disse ancora il Buddha, dandogli una pacca sulle spalle - Ora Sendoh si metterà a fare sul serio. Tu gli hai fatto tirare fuori le unghie...-
- Già e ora se le affilerà sul sedere della mezza sega!- sghignazzò Mitsui, scatenando l'ilarità generale mentre Hana continua a borbottare come una teiera verso il volpino.
- A te sempre la parte più facile!- gli sibilava, incazzoso.
- Do'aho. Vedi di non farci perdere punti.- sentenziò il moro, passandosi l'asciugamano sulla faccia e bevendo avidamente dalla bottiglietta.
- Se, se!- sbuffò Sakuragi, agitando la mano con aria annoiata - Tanto qua tocca sempre fare tutto al Tensai.-
- Dai Hana-chan, fatti onore!- cinguettò Haruko.
- Già sfigato, dacci dentro!- urlò l'Armata.
- Tu siediti pure Rukawa, sei stato grande.- gli disse Ayako - Ehi...ma che hai al braccio? Crampo?-
- Hn, mi sa di si.- borbottò, massaggiandosi dal gomito sinistro in su.
- Mitchy a te come va il ginocchio?-
- Bene, è tutto a posto.- s'intromise Raim, che stava controllando la situazione generale. I muscoli non si erano irrigiditi, rilassandosi, quindi tutto era sotto controllo. Decisamente il loro numero 14 aveva ormai recuperato alla grande.
Peccato che quel ginocchio ora gliel'avrebbe frantumato Rukawa.
Furibondo il volpino si lasciò andare a sedere nella sedia occupata prima di Sakuragi, con un diavolo per capello e una pippa lunghissima. Al diavolo, adesso quel crampo era anche aumentato. Il formicolio era tanto fastidioso che le sue dita si artigliavano.
- Ehi, tutto a posto Ru? Che è successo?-
Alzò appena gli occhi incendiati e si trovò davanti alla "sua" rossa.
- Crampo.- rognò a bassa voce.
- Davvero?- sorrise lei, sedendosi al suo fianco - Bhè, dopo come ti ho visto giocare non mi stupisco più di niente.-
La guardò di sottecchi, nervoso come un serpente, ma conosceva quell'occhiata ormai. Quanto era testarda...
Sbuffando allungò il braccio verso di lei e Raim fece un sorrisone zuccheroso, da vera ruffiana.
- Vedo che capisci tutto.- ironizzò, cominciando a passargli i polpastrelli dal gomito sui tendini. Poi arrivò al palmo e con delicatezza riuscì a fargli aprire le dita, frizionando con forza e dolcezza al tempo stesso.
Cavolo...adesso la trascinava nei bagni con una scusa e le faceva vedere come fosse passato bene il crampo.
- Forza, dai ragazzi in piedi!- tuonò Akagi cinque minuti dopo mentre Hana finiva di bisbigliare qualcosa con Anzai - Si riprende!-
- Avanti gente, mettetecela tutta!- urlarono i tifosi dello Shohoku dalla prima curva.
- Ehi do'aho...-
Hana si bloccò, prima di entrare in campo e si voltò verso la volpe.
- Che c'è?- borbottò, minaccioso.
- Non fare puttanate.- l'avvisò solo il moretto.
- Pensa a non farti venire il gomito del tennista, segaiolo.-
- Hn...cazzone.-
- Forza, spacchiamoli ragazzi!- urlò Mitsui, tirandosi dietro il numero 10.
Dal Ryonan, anche Sendoh tornava in campo ma rimase un attimo confuso, come Taoka e gli altri, quando videro Rukawa seduto in panchina. Al suo posto ora c'era Sakuragi.
- Che avranno in mente?- sibilò Fukuda, stizzoso.
- Chissene frega.- disse Uozumi - Tenete a freno quel deficiente!-
- Ad Hana ci penso, stai tranquillo.- l'assicurò Sendoh pacato - E per favore non fare quella faccia, dai.-
Messi di fronte, la scimmia e il porcospino si scambiarono un risolino baldanzoso.
- Allora Tensai...che hai in mente?- frecciò la stella del Ryonan.
- Tranquillo Aki, lo vedrai. Ma tu invece? Non sembri in forma...-
- Te lo sarai immaginato.-
Il secondo tempo ricominciò in pieno fulgore grazie come sempre allo scompiglio che l'ala grande dello Shohoku creava con ogni sua mossa.
Quando c'era lui in campo, Miyagi faceva il doppio della fatica per coordinare un solo stronzissimo attacco e quando il nanetto s'arrabbiava erano guai. Attaccarono come matti e su tutti i fronti ma Sendoh sembrava essersi svegliato e creava azioni per Fukuda che rasentavano la velocità del fulmine.
- Quel coglione io lo ammazzo.- sibilò Rukawa velenoso, fissando Hana correre in campo senza una tattica precisa. Non capiva cosa stesse facendo, esattamente come prima Sakuragi non aveva capito cos'avesse avuto in mente lui.
Quando si allenavano insieme al campo di mattina quel do'aho aveva più gioco e tecnica...ora sembrava che...li stessi studiando. No!, pensò sgranando gli occhi. Quel demente aveva imparato ad osservare la griglia della squadra avversaria per poi muovercisi dentro agilmente come da loro sapeva fare solo Miyagi.
Fukuda infilò un canestro dietro l'altro nei minuti che seguirono, facilitato dalla pressione che faceva a Manabe, ancora troppo inesperto per battersi con quello zotico, ma anche Mitsui e Akagi in postazioni diverse riuscivano a imbroccare numerosi punti. Il secondo tempo andò avanti per un pezzo con come unici protagonisti per lo Shohoku il numero 4 e il 14, mentre dal Ryonan Sendoh e Uozumi...quando Raim notò degli strani sguardi fra Ryota e Hana.
Quei due se ne inventavano sempre qualcuna...
E in effetti la studiarono bene. Mandarono avanti Manabe che superò con facilità Koshino, poi passarono avanti a Mitsui che stoppato malamente da Ikegami lanciò male. Akagi si buttò sul rimbalzo insieme a Uozumi e ci fu fallo da parte del capitano del Ryonan. Due tiri liberi e due canestri perfetti, tornarono a lottare sotto il canestro.
- Rei a me!- urlò Sakuragi, in posizione perfetta.
- Non passerai facilmente, mettiti l'animo in pace!- ridacchiò Sendoh, pressandolo a forza.
- E sta fermo Aki...dai, dai Rei!-
Manabe era totalmente in palla. C'erano muri ovunque, Miyagi era rimasto indietro con quella pulce di Koshino e il suo senpai Mitsui era tartassato da Ikegami. Restava Fukuda...e si avvicinava velocissimo.
Non ci pensò su due volte. Lanciò a tutta velocità la palla arancione verso Hana che saltando insieme ad Akira la prese al volo, portandosela contro il petto per proteggerla...ma quando si rimise ritto per lanciare...i suoi piedi scivolarono letteralmente sul parquet. Si sbilanciò e volò addosso a Sendoh, che non potendo supporre una caduta, se lo ritrovò addosso e franarono a terra insieme come due sacchi di patate.
- DEFICIENTE!!!- tuonò Akagi quando l'arbitro fischiò la contesa - Non sei più capace neanche a stare in piedi adesso??? Cos'è, sei ubriaco per caso?!-
- Deficiente a me?- sbraitò Hana di rimando, con un bernoccolo pulsante sul cranio seduto in braccio al porcospino - Non è colpa mia! È colpa di quella testa di cazzo là!- e dicendolo lanciò la palla come un missile verso Rukawa, che si limitò a scostare appena la testa per evitare il bolide - Era lui che puliva in questo punto! L'ha fatto apposta! Si scivola!-
- E non dare sempre la colpa a lui, razza di stupido essere caprino!- riecheggiò di nuovo il Gori, per tutta la palestra - Hai quasi ammazzato Sendoh, deficiente!-
- Oh, che palle!- sbuffò Hana, tirando in piedi Sendoh che non ci aveva capito niente - Dai Aki...ti sei fatto male?-
- No, no...- borbottò, allucinato - Ma sei scivolato?-
- Seee...ed è tutta colpa sua!- sibilò il rosso di nuovo, puntando i fari che aveva al posto degli occhi verso la volpe.
- Insomma, è contesa!- sbuffò alla fine Miyagi - Dai scemo, falla finita!-
- E già, tanto il culo me lo sono rotto io!-
- Dammi retta mezza sega!- ridacchiò Mitsui dal fondo campo - Non tirare mai in ballo il tuo culo, è meglio!-
- Oh, ma quanto siamo spiritosi oggi...giuro che ti stiro con la moto un giorno o l'altro!- rognò, andando a rimettere la palla in campo - Branco di bastarde da combattimento, non capiscono la bravura del Tensai!-
Alla rimessa, la palla passò nelle mani di Uozumi. Dal corpo a corpo col Gori ne uscì un rapido contropiede diretto a Fukuda. Manabe non riuscì a stargli dietro e quello infilò l'ennesimo canestro da due.
- Mi spiace!- alitò Rei, contrito.
- Tranquillo, non è niente.- gli disse Miyagi per nulla preoccupato, passandogli a fianco e dandogli una pacca - Ci pensa Hisa a risolvere queste cose.-
- Si ma bisogna passare la palla alla seghetta. Voglio vederlo all'opera.- borbottò Mitsui con un ghigno perfido.
- Ehi tappo!- strillò invece Hana - Passa la palla a me, intesi?!-
- Allora, porca vacca...il play sono io e faccio quel cazzo che mi pare, chiaro?-
- Mamma mia!- ridacchiarono Mitsui e Sakuragi, attaccando con i loro numeri da circo - Ecco il tappo che si mette a ruggire! Dai leone, facci vedere, dai!-
- Imbecilli!- gracchiò Akagi, che intercettò la palla.
La partita continuò con alti e bassi per un altro quarto d'ora. Infine ci fu l'ultimo e decisivo minuto.
Erano arrivati pari. 88 a 88. Mai successo.
E Taoka sclerava mentre Kaede, dalla panchina, cominciava ad aspettare impaziente di vedere uno dei numeri di quel do'aho. Se lo conosceva bene ne avrebbe fatta una delle sue.
E la fece proprio quando Sendoh tirò fuori gli artigli. Il bastardo scattò come un forsennato sotto gli occhi di metà Shohoku e a trentaquattro secondi dalla fine segnò un tiro da due, facendo incazzare Hana...anzi, provocandolo. E il do'aho, come Rukawa sapeva bene, adorava le provocazioni.
Recuperata la palla Hana si ritrovò ad affrontare Akira faccia a faccia.
Continuarono a fissarsi negli occhi fra palleggi e finte ma sembrava che Sakuragi volesse proprio lo scontro diretto.
Al ventesimo, riuscì a fare una cosa che aveva dell'incredibile. Si girò la palla oltre la schiena e la lasciò verso Rei che, preso dalle grida di Miyagi e dagli altri, sfrecciò come un fulmine a centro campo. Hana lo seguiva a poca distanza, tampinato dalla stella del Ryonan che però non fece in tempo a fare nulla.
Con una forza e una velocità ancora maggiore di quelle che Sendoh ricordava, Hanamichi riprese la palla lanciata dalla matricola dello Shohoku ed evitati Fukuda e Uozumi, con la stessa tecnica di Rukawa, saltò...saltò altissimo.
- AVANTI! METTILA DENTRO!- urlò Rukawa, alzandosi letteralmente dalla panchina con Raim, Ayako, Kogure e gli altri. E fu uno slam dunk da manuale. Un bolide, una cannonata.
Dopo aver fatto canestro rimase appeso al ferro solo per un secondo, fra urla e ovazioni generali della palestra, ricordando bene che quell'essere diabolico di Akira Sendoh era famoso per non mollare mai.
A dieci secondi era riscattato il contro piede. Erano di nuovo pari...e questo a Miyagi non era andato giù perché soffiò facilmente la palla a Koshino, deciso a mettere fine a quella partita una volta per tutte. Dovevano batterli ormai.
- Ultimo tentativo, forza!- urlò, passando la palla avanti...e finì dritta da Mitsui.
Era alla linea dei tre punti. Era fatta...ma sotto lo sguardo sconvolto di metà Shohoku il loro tiratore da tre si limitò ad avanzare ancora, anche se avrebbe potuto infilare facilmente la tripla.
- Rei!-
- Dannazione! Attenti al numero 8!- tuonò Sendoh, bloccato magistralmente da Hana ma era tardi.
Il Ryonan non se l'era aspettato. Uozumi meno che mai. Infatti non si accorse del ragazzino che gli era sgusciato a fianco. Manabe prese la palla e fece un tiro in sospensione.
Canestro.
E l'arbitro fischiò.
92 a 90.
- EVVAI!!!!!! Abbiamo vinto!- urlò l'intera Armata Sakuragi, anticipando il boato colossale che invase la palestra dello Shohoku a quella vittoria. Fra abbracci e baci fu una specie di orgia generale perché Rukawa si trovò incollato addosso delle matricole, metà dei dementi amici di Sakuragi e pure la Babbuina.
Ayako quasi gli ruppe delle costole ma in effetti festeggiare era d'obbligo, anche se non era mai stato il tipo. Accidenti a quel do'aho, a Mitsui che faceva perdere vent'anni di vita e anche a quella matricola!
Dette un sospiro, passandosi le mani fra i capelli. Evvai...era fatta.
- AHA HAHA AHAHAH! CHI SONO IO?? SONO IL TENSAI DEL BASKET!-
Gli passò la gioia quando sentì quella ghignata demenziale. Eccolo lì, il cretino. In mezzo al campo come una scimmia, con Manabe attaccato al braccio che sprizzava gioia da tutti i pori e a momenti piangeva per la commozione.
- Poveri noi.- disse ancora.
Sentì Anzai ridere al suo fianco, battendo le mani. Ma si, il do'aho era stato bravo. Un dunk eccezionale.
- Avanti gente! Adesso venite qua e baciatemi i piedi! Sono il Genio io!-
- Sei un coglione, se non c'era Manabe a passarti la palla eri fottuto!- ghignò Mitsui passandogli a fianco.
- Senpai, grazie mille per il passaggio!- cinguettò subito Rei, tutto rispettoso - Non fosse stato per te non ce l'avrei mai fatta. Grazie per la possibilità che mi hai dato!-
- Mamma mia che fraseggio.- disse Ryota serafico - Un paio di mesi con te Hisa e sarà tutta un'altra cosa.-
- Ehi lava scale, aspettate un attimo!- continuò a strombazzare Hana strepitando come una ragazzina - Qua dovete fare le congratulazioni a me, non alla seghetta, chiaro?-
- E insomma, basta!- Akagi concluse la giornata stendendo definitivamente con un pugno lui, Mitsui e pure Ryota che per una volta non centrava nulla - Avanti, filate a salutare gli avversari! E attento dove metti i piedi, intesi Sakuragi?!-
- Razza di Gorilla...- sibilò, andando da Akira massaggiandosi la testa - Quello è un tiranno!-
Sendoh rise seriamente divertito, intento a massaggiarsi il fondoschiena che aveva battuto quando Hana gli era caduto addosso - Davvero Hana, mi hai stupito sai? Era da un po' che non giocavamo contro e ho notato in te...non so, degli strani atteggiamenti che prima aveva visto solo in Rukawa.-
- Come scusa?-
- Ma si...anche lui aveva qualcosa di diverso.-
- Mah...se non altro non si è addormentato in panchina. Vero kitsune?-
- Do'aho.- rognò Kaede, che salutava Uozumi vicino a loro con Akagi.
- Veramente un'amichevole eccezionale.- disse Sendoh ad entrambi - Non so cos'abbiate fatto quest'estate ma è stata davvero dura. Vorrà dire che nelle partite vere dovrò impegnarmi sul serio.-
- Non fare il figo, razza di bestia!- sentenziò il rossino fissandolo storto - Piuttosto...che mi dicevi prima riguardo a domani? Se vuoi che ci vediamo devi aspettare la sera. Domani Raim ha la partita e...AHI! Cazzo! Ma che ti prende deficiente di una volpe!?- sbraitò, dopo che Rukawa era scattato a molla a ficcargli un calcio nel fondo schiena.
- Oh, Kotobuki ha una partita?- cinguettò infatti subito Akira accendendosi come una lampadina, conquistandosi mille maledizioni da parte del volpino - E la fa qua? Cosa gioca?-
- Pallavolo. Non è della squadra, fa da sostituta.- lo informò il rosso, non sapendo che Rukawa l'avrebbe aspettato fuori per cambiargli i connotati una volta per tutte - Se vuoi ci vediamo dopo.-
- Ehi, di che parlate?-
Ed eccola che arrivava. Kaede aveva capito subito che Raim aveva il brutto vizio di apparire sempre quando era meno necessaria. Miseria e adesso come ne usciva?
- Kotobuki ho sentito che domani hai una partita!- disse Sendoh con la sua faccia migliore.
- Si, è vero.- gli sorrise lei, tranquilla - Ma non sono più parte del club di pallavolo.-
- Sono sicuro che sei bravissima comunque!- continuò il porcospino, facendo svenare Rukawa. Mamma mia, non metteva in dubbio che ci sapesse fare con le donne ma Raim era la "sua" rossa, poche storie!
Ci stava deliberatamente provando! Era incredibile la sua faccia tosta!
- Stavo dicendo che noi veniamo qua domani a vederla giocare.- s'intromise Hana, dopo aver scoccato una strana occhiata a Kaede che ribolliva silenziosamente - Perché non vieni? Poi potremo parlare tranquilli in un bar o a cena.-
- Perfetto. Ammesso che a Kotobuki non dia fastidio.- tubò Akira e naturalmente la loro seconda manager disse che non era assolutamente un problema e che le avrebbe fatto piacere. Ma porca miseria! Prima strozzava lei e poi l'hentai!
- Noi veniamo tutti per l'una.- lo informò Sakuragi, mentre il numero sette del Ryonan si rivestiva rapidamente e tutto libidinoso - Se vuoi ti vengo ad aspettare fuori. Ti confesso che mi hai incuriosito.-
- Bene, l'importante è che ci siate comunque tutti.- replicò Akira serio - E' importante.-
- Per Raim questo ed altro.- rise Hana - Bhè...tutti tranne la volpe che se ne sta a casa a dormire.-
- No.-
Il gruppetto si zittì, Raim compresa.
- No?- riecheggiò Hana - Domani è sabato. Tu dormi fino alle due di pomeriggio di solito.-
Col cazzo! Dormire e lasciare la sua merce nelle mani del maniaco? Neanche per sogno! Piuttosto si sarebbe sorbito una maledetta partita di pallavolo ma la sua Raim non l'avrebbe lasciata nelle grinfie di Akira Sendoh, tantomeno poi in quelle di Mitsui. Le palle! Ormai era guerra!
- Sendoh ha detto che ci deve parlare no?- continuò, strascicando le parole - Mi interessa.-
- Ti interessa?- Hana era sempre più sconvolto - Che c'era nell'acqua che hai bevuto kitsune?-
- La stricnina che metterò nella tua se non taci.- gli soffiò addosso il moro, irritato - E adesso scusate ma vado a farmi una doccia. Ci si vede.- e senza aggiungere altro se la squagliò prima di mettere in piazza altro davanti a Raim che cominciava a non capire più niente di quel suo strano modo di fare.
Mah...che fonte di sorprese che era la volpe.
Un sorriso le curvò le labbra ma subito si spense quando colse su di sé un'occhiata minacciosa.
Sapeva chi era. Ma non si volse. Non fiatò.
Li lasciò andare via esattamente com'erano arrivati...ma avrebbe dovuto stare attenta a tornare a casa quella notte.
Non doveva farsi seguire...o per lei sarebbe finita male.
Continuò a sentirsi gli occhi puntati addosso per tutto il tempo in cui Anzai e Taoka si salutarono, poi quando si svuotò la palestra cercò di calmarsi...ma non ci riuscì. Sapeva che erano lì fuori.
Erano solo in due ma Soichiro era tre volte lei e Eikichi non aveva mai accettato un no come risposta.
Presa seriamente dal panico, perché sapeva esattamente di cosa erano capaci il suo fratellastro e il suo migliore amico, Raim si fiondò negli spogliatoi dei vittoriosi festanti, incurante di ciò che non avrebbe dovuto vedere.
- Ragazzi, ho bisogno di un passaggio a casa!- disse subito, andando dritta al punto - Qualcuno di voi è in macchina?-
I ragazzi la guardarono straniti. Sembrava preoccupata.
- E' successo qualcosa Raim?- le chiese Ryota dal box della doccia.
- No, no...- si affrettò a tranquillizzarli - Ma fuori fa più buio del solito.-
- Tranquilla Kotobuki, ti porto io se vuoi.- le disse Kogure, che si era già rivestito.
- Oh, grazie senpai!- sorrise, sollevata - Allora ti aspetto fuori e scusa tanto il disturbo.-
- Ma figurati, è un piacere!- rispose l'altro, arrossendo come al solito.
- Ehi, marpione...- lo stuzzicò Ryota una volta che fu uscita - Non allungare le mani sai?-
- Oh, ma finitela una buona volta, razza di maniaci!-
Mentre il fracasso e la gioia della vittoria invadevano lo spogliatoio, c'era però qualcuno che non si era bevuto l'aria strana della loro tostissima manager. Rukawa si stava asciugando i capelli, ripensando alla sua espressione.
Sembrava...spaventata. In ansia.
E Raim non era ragazza che stesse in ansia per nulla.
Certamente nascondeva qualcosa...e ora stava solo a lui capire cosa.

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Salve ragazzi, piccola specificazione: la descrizione dei personaggi, in termini tecnici fatta da Takeru, arriva dal sito slamdunk.it, The Genie of Basket. Un bacio.
 

 

 

 

 

  

 

 

 

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Capitolo 4
*** Il Bacio della Volpe ***


 

 

Grazie a Dio finalmente il Ryonan se n'era andato.
Erano le sei e mezza e cominciava a fare buio ormai quando Rukawa uscì dagli spogliatoi con il do'aho, il tappo, il teppista, il Gori e la matricola "sollecita" attaccati alle costole.
Era abbastanza stanco ma niente gl'impediva di continuare a pensare alla loro vittoria e a Raim, che se n'era andata con Kogure in macchina con uno sguardo che non le aveva mai visto.
Chissà che passava per la testa di quella stramaledetta peste dai capelli rossi?
Si fece scappare uno sbuffo, cosa che non sfuggì a Mitsui mentre aspettavano che Akagi fosse andato al parcheggio a prendere la macchina.
- Da qualche tempo sei un po' strano Rukawa.- gli disse la guardia serafica, accendendosi una sigaretta.
Evitando ti prendergliela e romperla in due, cosa che avrebbe scatenato una rissa che Kaede non sapeva bene come sarebbe andata a finire, ascoltò stranito le sue parole.
- In che senso?- chiese, con la sua parlata roca e assonnata.
Mitsui alzò le spalle, divertito - Non so spiegartelo bene...ma la tua mimica facciale è diversa.-
Voleva litigare o cosa?, pensò incazzoso.
Chissà se riusciva ad irritarlo a sua volta, per vendicarsi delle sue frecciate filosofiche!
- Con chi è che te la fai?-
Hisashi, che non si era aspettato una risposta e tantomeno una tale domanda, rischiò di strozzarsi col fumo. Dopo aver dato un paio di colpi di tosse, rialzò lo sguardo sinceramente confuso.
- Come scusa?-
- Hn...- Rukawa lo guardò di traverso - Con chi te la fai del club di ginnastica ritmica?- gli richiese, già seccato di dover sprecare troppo fiato per quel teppista che tanto aveva capito benissimo di cosa parlava. E infatti vide il loro numero 14 allargare gli occhi, sconvolto.
- Chi ha cantato?- gli sibilò.
- Nessuno.- sbuffò Rukawa.
- Allora mi hai visto...-
- No.-
- E allora come cazzo fai a saperlo kitsune?- sbottò di nuovo Mitsui, cominciando ad alterarsi.
- Ho visto una maglietta di quelle del loro club fuori dal tuo borsone.-
- Ah.- Mitsui continuò a guardarlo di sottecchi - Potrei anche dirtelo ma la cosa che non mi è chiara è come mai a uno come te è saltato in testa di farmi questa domanda.-
Ci mancava anche che pensasse che era gay!, pensò esasperato. Però si era fregato da solo, cazzarola! E adesso che gli diceva? Forse, in maniera contorta, poteva farsi dire cosa c'era fra lui e Raim! Kaede Rukawa, il do'aho non ti deve chiamare volpe al vento, cerchiamo di cimentare il tuo soprannome, forza!
Peccato che fra tutti i suoi compagni, Hisashi Mitsui fosse quello più sveglio di tutti, specialmente il più sensibile ai cambiamenti d'umore altrui e soprattutto alle espressioni degli amici. Incastrarlo non sarebbe stato facile.
- Vorrei solo che la mania di farsi le manager non si allargasse anche a te.- bofonchiò apatico, deciso a giocarsi le sue carte da attore e indicando Ryota che camminava alle loro spalle attaccato ad Ayako.
Hisashi lo ascoltava tranquillo ma chissà perché il volpino non gli sembrava come al solito. Fare domande simili, allusioni...no, non era da lui. Non è che...voleva sapere se andava a letto con Raim?
Si, in effetti l'aveva visto molto sciolto con lei, cosa assurda visto che in tre anni che lo conosceva il ghiacciolo non aveva mai dato confidenza a nessuna ragazza di quella scuola. Con Raim invece...si faceva massaggiare il braccio col crampo, la guarda agli allenamenti, quando lei parlava l'ascoltava quasi...
- Ci ho provato con Raim quest'estate.- cincischiò, deciso a tenerlo un po' sulla corda e a valutare per bene se la sua idea fosse vera - Ma fra noi l'intesa era solo su un piano.-
Un attimo e vide la mascella di Rukawa contrarsi, così scoppiò a ridere ma si fermò prima di farlo arrabbiare sul serio.
- Non vado a letto con Raim.-
Bene, primo punto. Non erano ancora andati a letto insieme.
- Non m'interessa quello.- mentì, falso come Giuda.
- E non ci andremo mai. Non è lei del club di ginnastica ritmica che mi sono fatto e comunque con quella è stata solo un'avventura.- continuò Mitsui, abbassando il tono di voce come se si sentisse spiato. Kaede ne rimase un po' stupito. Mamma mia...non è che quel cretino si faceva una minorenne con qualche minaccia??
Da Mitsui ormai si aspettava di tutto.
- Perché me l'hai chiesto? Non è da te.- gli disse l'ex teppista, scrutandolo sornione.
- Te l'ho detto. Era per non avere altri idioti che sbavano in palestra.- replicò la kitsune gelida.
- Ok...- concesse Hisashi, per nulla convinto - E tu Ru? Quando ti decidi a trovarti la ragazza eh?-
- Però...da uno come te mi sarei aspettato inviti a trovarmi più ragazze.- considerò con sarcasmo.
- Si...ma non mi sembri il tipo da orge. Ma l'apparenza inganna.-
- Hn.-
- Ehi di che parlate lì davanti? Sconcezze?- ridacchiò Ryota dalle retrovie.
- Come no...Rukawa non è mica come Mitsui!- sbottò Ayako.
- Che ne sai...magari sotto quella faccia da angelo c'è tutt'altro!-
- Cosa sarebbe la kitsune?- s'intromise come al solito Hana - Ma per favore...è un teppista!-
- Aspetta che me la segno questa.- ghignò Miyagi sarcastico - Ha parlato quello che ha cominciato la sua onorata carriera alle medie! L'unico che ti tiene a freno è Mito!-
- Eh, ci va una pazienza...- sbuffò Sakuragi con aria teatrale - Avanti ragazzi...per che ora ci troviamo domani?-
- Ma che ne so...- Mitsui dette un tiro, passandogli la sigaretta - Guarda te se quei cretini degli arbitri di pallavolo devono dare il tormento per la loro disponibilità anche al sabato. Io arrivo per l'una e mezza.-
- Perfetto. Kit, riaccompagnami a casa.-
- Come sarebbe?- rognò Rukawa - Tocca a te oggi.-
- Nel mio condominio stanno risistemando i box.- lo corresse il rossino - Quindi devi tenerti la mia adorata Hondina per tutto il fine settimana! Capito? Trattamela bene!-
- Hondina?- fece Rei Manabe sconvolto - Hai un dato un nome a una moto senpai?-
- Quello dà il nome a qualsiasi cosa.- rise Ayako - Allora ci vediamo qua domani per il tifo gente. Vedete di non arrivare in ritardo come al solito capito?-
- Ma come? Non vieni in macchina col Gori?- si stupì Hisashi.
- No, faccio due passi.- rispose la loro manager.
- E io l'accompagno!- cinguettò Ryota con aria libidinosa mentre la povera Ayako roteava gli occhi al cielo.
- Tanto non te la molla, cerca di ficcartelo in testa!- gli cantilenarono dietro Hana e Mitsui, mentre i due se ne andavano per la loro strada - Continuerai ad andare in bianco fino all'università!-
Prendendosi dietro bestemmie a tutto spiano finalmente tornò il Gorilla con la macchina che caricò Mitsui e Manabe.
- Voi due vedete di non uccidervi con quella moto, intesi?- sbraitò il capitano prima di sgommare via a tutto gas. La cosa detta da lui faceva davvero ridere visto che perfino Hisashi guidava meglio di Akagi.
Rimasti soli, volpe e scimmia s'incamminarono al parcheggio dei mezzi piccoli, stremati dalla partita.
Necessitava una bella dormita...dopo una bella mangiata, questo era chiaro!
- Questa me la devi proprio spiegare Kit.-
Rukawa, che si stava infilando il casco, portò lo sguardo minaccioso sul do'aho.
- Che cosa?- sibilò, già sapendo dove voleva andare a parare.
- Domani avresti passato la giornata a dormire. Mi spieghi perché vuoi venire con noi?- disse Hana, salendo dietro di lui e infilandosi il casco a sua volta - Non è da te essere tanto socievole, sai?-
- Hn.-
- Hn cosa?- riecheggiò il rosso - Allora? Cos'è sta smania di sentire quello che dice Aki?-
Andasse al diavolo Sendoh, sai a lui che gliene fregava di vederlo! Il problema era che allungava troppo gli occhi sulla sua proprietà, anche se non ancora dichiarata, che altri non era che Raim.
- Mi hai anche preso a calci quando l'ho invitato! Possibile che proprio tu non riesca a essere gentile con la gente?-
E possibile che quel maledetto do'aho non fosse capace a tacere?
Per tutta risposta Rukawa mise fine alla conversazione mettendo in moto e partendo a razzo, rischiando di far volare via Hana che si aggrappò a lui per un soffio. Lo sentì sbraitare per tutto il tragitto cose che assolutamente non gli passò neanche per l'anticamera del cervello di stare a sentire e arrivato sotto a casa sua quasi lo buttò giù a calci di nuovo.
- Ehi, voi due non vi smentite mai eh?- ridacchiò una voce alle loro spalle.
Si voltarono, trovando Mito e Okuso sulla porta dell'edificio.
- Ragazzi...oh no! Non ditemi che siete a cena anche stasera!- ringhiò Sakuragi distrutto.
- Pare di si!- rise Okuso - Hai la casa libera no?-
- Razza di parassiti!-
- Bella partita, complimenti.- aggiunse Mito, rivolto anche a Rukawa - Siete stati bravissimi.-
- E certo...il Tensai è una garanzia, cosa credi!?-
- Ma quanto cazzo sei deficiente.- gli disse Okuso, sbuffando.
- Do'aho.- rincarò anche Kaede, rimettendosi in sella.
- E sta zitto kitsune polare! Domani vedi di non arrivare davanti ai cancelli sparato per uccidere Aki, capito? O è la volta buona che ci sbattono in galera tutti quanti! Capito Kit?...E non ignorarmi quando ti parlo!-
Rukawa non si sprecò neanche a salutarlo, anche se fece un breve cenno a Mito che lo ricambiò con un sorriso.
Sfrecciando per le strade di Kanagawa per un attimo Kaede ripensò alla madre e agli amici del do'aho.
Gli stavano sempre vicino, anche quando era solo aveva la casa invasa da gente...certo, lui non l'avrebbe sopportato ma...l'idea di tornare alla sua villetta solitaria e fredda quella sera non gli piaceva per niente.
Era buio e correre a tutta velocità sotto i lampioni della sua via non l'aiutò a sentirsi meglio. Non sapeva perché...ma sembrava che la strada si stesse chiudendo su di lui. Gli sembrava di non riuscire a respirare.
Si sentiva in gabbia...e pensò che ora Hana era a casa sua, attorniato da risate.
Appena arrivato accese tutte le luci della villetta, sparando la radio a palla. Non poteva sopportare il silenzio ora come ora. Non riusciva a resistere.
Mangiò svogliatamente e verso le nove si mise davanti alla finestra, mentre dal suo stereo la voce fantastica di Bon Jovi gli riportava le parole di una canzone che ora gli calzava a pennello.
You give love a bad name .
Anche lui se n'era sempre tenuto alla larga...dall'amore. Lo considerava un impiccio, un dolore.
Almeno da quando i suoi erano morti e l'avevano lasciato da solo.
L'amore. L'amicizia. Niente, cenere e fumo. Una pia illusione.
Da qualche anno però non era più solo. Il basket l'aveva tirato fuori dalla tana.
Il do'aho, a suon di botte e testate, gli aveva riportato il suono delle risate.
E Raim?
Quella domanda gli fece abbassare lo sguardo dalle stelle di un cielo che si stava velocemente coprendo.
Chissà dov'era Raim? Chissà com'era stato per lei amare quel tizio che se n'era andato.
Chissà come sarebbe stato farsi avvolgere da quel sorriso bellissimo, da quelle sue braccia esili.
Com'era strana la vita. Uno scontro e una rossa dispotica gli aveva fatto perdere la testa...e forse anche il cuore.
In preda al soffocamento e all'orribile silenzio che aleggiava intorno a lui andò in camera sua. Prese un paio di jeans, s'infilò una maglietta dalle maniche lunghe, sopra una dalle maniche corte, prese il bomber e uscì da casa.
Risalì sulla Honda e senza una meta precisa cominciò a girovagare come un'anima in pena, ma non gl'importava. Non quella notte. Voleva solo sentire l'aria sul viso e sentirsi libero di andare dove voleva.
La città era piena di vita, vedeva gente per le strade che chiacchierava, sorrideva, ragazzini che urlavano, teppisti che si nascondevano nei vicoli bui, luci al neon...
Il tempo passava veloce...mentre lui era rimasto fermo, immobile come un oggetto per troppo a lungo.
E totalmente preso dai suoi pensieri, come se fosse stato il suo cuore a condurlo in quel luogo, passò davanti all'angolo in cui per ben due volte si era scontrato con Raim. E il caso volle che accadesse di nuovo...
Sfrecciando come un forsennato sulla Honda quasi rischiò di ucciderla. Se la vide spuntare a fianco all'improvviso e la scartò per un soffio, facendo stridere i freni della moto. Si fermò imprecando e si levò il casco.
- Cazzo! Ma cosa accidenti credevi di...- la sua rabbia si smorzò quando la vide pallida come un cencio. Ansante, doveva aver corso al buio...perché lo guardò come se fosse stato la sua unica salvezza. Rapidamente registrò il fatto che aveva una mano dalle nocche arrossate e la camicia bianca, sotto uno scalda cuore rosa, con alcuni bottoni saltati.
In quel momento delle voci giunsero dal vicolo in cui aveva corso a perdifiato la ragazza e lei si girò, tremando. Qualcuno la inseguiva.
Si volse di nuovo verso di lui e Kaede non ci pensò su neanche un secondo.
- Sali!- le ordinò e un attimo dopo Raim fu da lui. Cavalcò la moto, gli strinse alla vita con tutta la forza che aveva e Rukawa rimise in moto, vedendo appena i due tizi che erano comparsi alla luce dei lampioni. Un tizio coi rasta, l'altro con una catenella argentata al collo.
Sebbene avesse voluto fermarsi per prendere quei due bastardi a pugni capì che non poteva. Raim, dietro di lui, probabilmente non gliel'avrebbe permesso. Appiccicata alla sua schiena poteva quasi sentire il suo cuore scoppiarle nel petto. Doveva essersi veramente spaventata.
Fu sotto un semaforo rosso, lontano dall'angolo dei loro scontri, che la sentì tirare il fiato senza però smettere di stringerlo forte per la vita.
E Kaede fece una cosa che desiderava fare da un pezzo, anche se non l'avrebbe mai ammesso. Levò la mano dalla frizione e la portò a quelle di Raim, che lo abbracciavano in vita. Tentennante, gliele strinse e lei fece lo stesso.
- Dove vuoi che ti porti?- le sussurrò, mentre il semaforo tornava verde.
- Dove vuoi...ma andiamo via.- alitò sulla sua spalla.
E così fece, con uno strano stato di eccitazione e ansia che gli chiudeva la bocca dello stomaco.


Verso le undici di quella stessa sera Mito e Okuso uscirono dalla casa di Hana dopo aver fatto un macello in cucina e averlo lasciato solo a rimettere a posto quella baraonda, bestemmiando come un dannato.
Dopo essersi separati però visto che Okuso abitava lontano, Yohei si accorse che qualcosa non andava.
Si guardò attorno: il condominio dove abitava Hanamichi era a fianco quello dove abitava lui. Era circondato da altri stabili famigliari dove tutti si conoscevano e lì davanti c'era un piccolo parco di alberi alti che...nascondevano alla perfezione chi non voleva essere visto. Si accorse perfettamente che qualcuno lo fissava e che fissava la casa di Sakuragi ma fece finta di non essersi accorto di nulla, per aver qualche minuto per pensare.
Nessuno lo seguì, quindi questo significava che chiunque fosse nascosto e appartato negli angoli dello stabile stava controllando Hana. Doveva allontanarsi e dargli un colpo di telefono ma una volta nelle vie del centro gli capitò un'altra grana. Era davanti a uno dei classici negozietti mobili di yakisoba e ramen col cellulare all'orecchio quando, dall'altra parte del corso centrale di Kanagawa, vide una faccia conosciuta.
Hisashi Mitsui era davanti a un distributore di sigarette e con aria vaga stava ascoltando quello che un tizio dai capelli biondo platino, tinti alla grande e raccolti in una coda, gli stava dicendo.
Per un attimo gli occhi di Mitsui incontrarono quelli di Mito e non ci fu espressione che Yohei avesse potuto intendere più di quella. Li vide imboscarsi in una via, dopo che il biondo ebbe acceso la sigaretta al tiratore da tre punti dello Shohoku. Gesto strano, che poteva essere inteso in più modi.
Attese qualche secondo, poi li seguì.
Intanto Hisashi fumava tranquillo, in piedi in mezzo a un vicolo fra un Love Hotel e un pub dall'aria fatiscente.
Accidenti, pensava annoiato. Ci mancava incontrare quello a quell'ora infame. Aveva una fretta pazzesca e una persona speciale che l'aspettava a letto. Era uscito per comprare le sigarette e invece ora si ritrovava invischiato con quel platinato.
- Mi stai ascoltando bello?-
Mitsui risollevò lo sguardo troppo limpido sul fatto che si stava rompendo le palle ma il suo interlocutore, alto qualche centimetro più di lui, continuava a sorridere sicuro di sé.
- Si.- bofonchiò Mitsui - Ti ascolto.-
- Non fare il figo.- lo avvertì Soichiro Shoji, avvicinandosi appena - Questo era solo un avvertimento.-
- Ho capito.-
Ma perché tutti a lui? Quegli idioti dello Shikuda, perché quello era palesemente uno dello Shikuda visto la faccia da galera che aveva, non potevano dare il tormento a Rukawa o ad Hanamichi che tanto il sabato sera si facevano le seghe da soli? Mah...forse Hana no, perché ora stava con quella piattola della sorella del capitano. E probabilmente neanche Rukawa, visto che faceva domande strane di recente...
- Pensaci e avvisa gli altri, mezza sega.- continuò Shoji con tono di chi ti fa un favore - Non vorremmo dover arrivare alla partita con voi che ancora non avete capito come stanno le cose.-
- Ti posso assicurare che sei stato chiaro.- sbottò Mitsui, guardando l'orologio. Merda! Se non si sbrigava Jun l'avrebbe lasciato in bianco! - Hai finito? Avrei altro da fare.- ma non finì di dirlo che Shoji scattò contro di lui con un ghigno perverso sulla faccia. Se l'era aspettato e così quando ricevette una ginocchiata nello stomaco fu abbastanza forte da non piegarsi a terra anche se non aveva previsto una tale forza.
- Adesso ti è entrato in testa?- gli sibilò Shoji all'orecchio - Dillo agli altri coglioni che stanno con te... o a partire dal tuo ginocchio verremo a spezzarvi le ossa uno a uno.-
Si scostò da lui e sputando a terra fece per andarsene ma sull'entrata del vicolo trovò Mito.
Gli ghignò in faccia, gli dette una spallata senza ricevere risposta e finalmente sparì.
Yohei non lo degnò di una seconda occhiata, portando lo sguardo su Mitsui che si teneva lo stomaco.
Passò qualche minuto, il fiato del numero 14 tornò e quando sollevò il viso, vide Mito ridere.
- Ma che vergogna...- soffiò Yohei sagace - Te le sei fatte dare Mitchy!-
- E già.- Mitsui si rimise tranquillamente eretto, massaggiandosi appena lo stomaco - Sai, anni fa ho deciso di fare a botte con una sola persona. Un tizio che m'ha gonfiato a suon di pugni. Una fottuta matricola.-
- Era forte quello!- ridacchiò il migliore amico di Hanamichi, andando a dargli una mano - Dai, andiamo via da qua.-
Di nuovo in mezzo al corso illuminato di negozio e colmo del baccano che procurava la gente, si fermarono a una macchinetta a prendere del caffè istantaneo, tanto ormai l'appuntamento della guardia dello Shohoku era sicuramente saltato ma quando sentì da Mito che c'era qualcuno appostato sotto alla casa del Tensai cominciò a presagire il peggio.
- Conoscendo quel demente, se l'attaccano credo che non starà fermo senza replicare.- sbuffò Mitsui, portandosi la lattina calda alle labbra.
- Mi stupisci sai? Sei stato tanto controllato da non reagire. Incredibile.- rise Mito, camminandogli a fianco - Non sei più quello di due anni fa.-
- Te l'ho detto. Ho cambiato idea su certe cose a suon di pugni.- ammise, divertito - Ma il fatto che lo Shikuda si sia permesso di venirmi ad avvisare non mi piace per niente.-
Già, pensò Yohei mentre si fermavano in una piazzetta. Né Hana, né Miyagi e tantomeno Rukawa come Mitsui non erano mai stati tipi da subire passivamente. E stavolta rischiavano davvero.
Lo vedeva dagli occhi di Hisashi che vibravano, incendiati.
Quel tizio l'aveva fatto incazzare davvero, insieme alla rete che stavano tessendo attorno allo Shohoku.
- Li ho visti in palestra oggi. C'erano tutti e cinque allora. Sono dello Shikuda.- disse, cominciando a capire dopo ciò che gli raccontò il tiratore da tre - E Hana a cena mi ha detto che hanno rotto un braccio a Sendoh.-
- Si, ma quello ha rotto il naso a Takeru.- sbuffò l'altro, accendendosi un'altra sigaretta dopo aver perso la prima nel vicolo dopo il calcio di Shoji - Non so tu ma di quel cretino di Hanamichi non mi fido molto.-
- Infatti, volevo tornare a casa sua a controllare.- gli disse Mito.
- Ok, allora vengo con te visto che attorno a casa sua ne hai contati più di uno. Ma prima facciamo un paio di telefonate, per vedere come stanno gli altri.-
- Perfetto.- e intanto s'incamminarono di nuovo verso la tana del Tensai.


Rukawa si accostò alla fontanella, tirando fuori dalla tasca il fazzoletto bianco che Raim settimane prima gli aveva legato al polso. Lo mise sotto l'acqua fino a inzupparlo, poi lo strizzò e tornò sui suoi passi.
Erano al campetto dove lui e il do'aho si allenavano tutte le mattine da circa mezz'ora, vicino alla spiaggia.
Raim stava seduta sulla collinetta d'erba alla sinistra del campo, dove c'era il parcheggio.
Le gambe lunghe stese davanti a lei, aveva l'aria persa nei suoi pensieri e non aveva detto una parola da quando erano scesi dalla moto. Quando la raggiunse, sollevò gli occhi verdi e lui si sentì rimescolare tutto ma non lasciò trapelare alcune emozione che non fosse una sorda rabbia.
Guardò la sua mano destra dalle nocche arrossate e gonfie e i bottoni che mancavano dalla sua camicia bianca.
Se prendeva i bastardi che l'avevano seguita per saltarle addosso li ammazzava.
- Dammi la mano.- le ordinò.
La rossa lo fece senza protestare ma sorrise quando vide il suo fazzoletto. Rukawa glielo legò dolcemente sulle nocche, poi fece un nodo e finalmente le si sedette accanto.
Stava solo cercando un modo per iniziare la strigliata che stava per darle senza un insulto ma quando la sentì sogghignare divertita perse tutti i suoi buoni propositi.
Ma come cavolo faceva a stare così tranquilla? Non aveva proprio paura di niente??
- Non c'è niente da ridere.- scandì serio - Sai cosa potevano farti?-
- E io ti ripeto per la millesima volta che mi so difendere.- rispose Raim tranquilla.
- S'è visto. Quando sei salita sulla moto tremavi come una foglia.- le ricordò duro.
- Vorrei vedere te...- Raim lo inchiodò con gli occhi verdi di nuovo tristi - Non è bello non poter girare da sola la notte perché dietro a qualsiasi angolo c'è pronto un manico a violentarti sai? Ma tu non puoi capire. Qualsiasi teppista o maniaco ci penserebbe due volte a metterti un dito addosso alto come sei.-
Si, in effetti non aveva tutti i torti. Non era una ragazza, non poteva capire cosa volesse dire camminare nel buio di un vicolo e sentire dei passi alle spalle, delle risate libidinose e cattive. Non poteva capire l'angoscia che aveva provato.
Comunque se non altro si era difesa a suon di pugno. Quella ragazza non finiva mai di stupirlo.
- Cosa ci facevi in giro a quest'ora?- bofonchiò, deciso a mettere da parte la pigrizia e a chiacchierare un po' con lei, ora che non c'erano i giro scimmie cretine che gli mettevano i bastoni fra le ruote e porcospini bavosi.
- A casa soffocavo.- gli confidò Raim, stupendolo visto che le era parso il tipo che stava bene e serena ovunque - Domani c'è la partita ed ero un po' in agitazione. Ho pensato che fare due passi mi avrebbe disteso i nervi.-
- Hn.- fece, guardandola storto - Non potevi stare in centro?-
- Che barba, è successo ormai Ru!- sbottò esasperata - Non stare a rinfacciarmelo ogni cinque secondi!-
- Ragazzina incosciente!- le sibilò, mettendosi in piedi stizzito.
Raim per tutta risposta tenne un po' il muso ma poi, mentre lo vedeva in piedi contro la luce dei lampioni, si scoprì a pensare che erano soli. E la cosa la rendeva felice. Ed eccitata.
Era la prima volta che lo vedeva in veste normale, senza la divisa scolastica o la tenuta dello Shohoku.
Era bellissimo, non c'era niente da fare. I jeans chiari gli stavano perfetti e gli fasciavano le gambe e...tutto il resto, cosa che Raim aveva subito notato dall'inizio e poi la cosa buffa era che senza le scarpe da basket quasi non sembrava lo stesso. Aveva un paio di All Star blu nere...chissà perché ma aveva sempre creduto che andasse in giro solo con le Nike! Gli guardò la schiena larga, le spalle forti...e il torace che aveva stretto fino a poco prima.
Quando sotto al semaforo Rukawa aveva intrecciato le dita con le sue, come per confortarla, aveva toccato il cielo con un dito. Sorrise con amarezza, abbassando il capo. Quanto sei scema Raim, si disse.
Doveva smetterla di pensare a lui. Doveva farla finita o si sarebbe conclusa male quella storia.
Non si accorgeva però che anche Kaede la fissava in modo del tutto particolare.
Lì, nascosto dai chiaro scuri dei lampioni sembrava più bella del solito.
Saperla in pericolo gli aveva mandato il sangue alla testa e se solo lei avesse saputo a cosa realmente pensava sarebbe scappata a gambe levate. In fondo...si, i maniaci del vicolo erano diversi solo nell'approccio.
Perché anche lui non voleva altro che...
Già, cosa vuoi Kaede?, si chiese. Ti basterebbe davvero una volta sola?
Una notte di sesso per togliertela dalla testa di basterebbe?
Lei non ci starebbe mai.
Lei non era come le altre. Qualsiasi altra ragazza del suo liceo non avrebbe mai sperato in una tale proposta ma non Raim. Ma ora lei nella sua testa era diventata un pensiero fisso. Più le stava accanto, giorno dopo giorno, e più voleva vederla. Stava forse impazzendo?
Si risvegliarono entrambi dai loro pensieri quando sentirono una leggera vibrazione.
La rossa guardò dentro al casco che Rukawa aveva lasciato fra loro due, come per mettersi un muro. Dentro ci aveva lasciato il suo cellulare.
- Ma chi è a quest'ora?- chiese, stranita.
Anche Kaede non ci credeva. Il cellulare lo aveva comprato unicamente per farsi avvisare da Kogure su eventuali cambiamenti degli orari delle partite e l'unico a chiamarlo oltre al quattrocchi era suo zio, per rompere.
- A quest'ora sarà una ragazza.- rise Raim.
- Hn.- bofonchiò, afferrando l'infernale aggeggio. Ma figurarsi! Prima di dare il suo numero a una di quelle deficienti della scuola si sarebbe fatto tagliare le mani ai polsi. Comunque rispose e...
- MA DOVE CAZZOOOOO SEEEEEEEEEEEEIIIIIIIIII?????????-
Investito da una bora e dalla voce tonante che lo perseguitava da anni, Kaede Rukawa scostò il cellulare dall'orecchio mentre Raim, allibita, lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite.
Era Hanamichi.
- Dove cazzo sei, stupida volpe deficiente eh?????- tuonò ancora il rosso dall'altra parte della città - Sono ore che ti telefono a casa ma non risponde nessuno!! Ma lo sai che ore sono???-
Ma cos'era, deficiente sul serio allora!?
- Sei ubriaco?- rispose Rukawa, senza badare alle sue follie.
- NON FARE LO SPIRITOSO!!!- sbraitò di nuovo Hana da casa sua, agitando la cornetta come un forsennato mentre Mito cercava di calmarlo - E allora? E' un pezzo che chiamo!-
- Mi sono fatto un giro in moto, mamma.- rognò a quel punto il volpino, sarcastico - Cosa vuoi do'aho?-
- Sapere se stavi bene!-
Ecco, si, era ubriaco o strafatto.
Sentì in sottofondo un po' di baccano e rimase senza parole quando gli rispose Mitsui.
- Ciao Rukawa!- gli disse Hisashi sbadigliando - Scusa l'ora ma visto che non rispondevi a casa ci siamo fatti dare il tuo numero da Megane-kun. Vedi, è successo un piccolo casino.- e senza indugi gli raccontò che erano assediati nella casa del Tensai, dell'avvertimento di Shoji nel vicolo e del fatto che stavano facendo un giro di chiamate per vedere se andava tutto bene. Visto che non l'aveva trovato in casa si erano un po' preoccupati.
- Sto benissimo.- ribatté di nuovo, mentre Raim gli stava terribilmente vicina per sentire a sua volta.
- Infatti ci preoccupavamo per i poveretti che avresti picchiato a sangue!- urlò Hana in sottofondo.
- Insomma, sta zitto demente!- sbraitò Mitsui, ficcandogli un calcio - Allora se stai bene e non hai visto nessuno attorno a casa tua è tutto a posto. Si vede che non sono riusciti a starti dietro in moto. Adesso avviso Raim, poi chiamiamo anche il tappo e Ayako.-
- Va bene.- sbuffò alla fine.
- Notte. Ci vediamo domani.- e Mitsui chiuse la comunicazione.
- Ti sta per chiamare il teppista.- l'avvisò, ficcandosi il cellulare in tasca.
Tempo qualche secondo di sconvolto da parte della rossa che ci aveva capito poco e niente e squillò anche a lei il telefono. Rispose scambiandosi un'occhiata vaga con la kitsune e Hana, maledicendo Rukawa e raccontandole tutto quando con in sottofondo Mitsui e Mito che sbuffavano per la sua testardaggine, la ragguagliò sugli ultimi fatti.
- Non hai un posto dove andare stasera?- le chiese il rossino - Non mi va di saperti a casa da sola.-
- Hisa non ti ha detto chi era quel tipo?- richiese lei.
- Uno dello Shikuda coi capelli tinti. Del quinto anno credo.-
Rukawa la vide impallidire per un attimo ma fu solo un istante, tanto che credette di esserselo immaginato.
- Allora? Puoi chiedere a un'amica di ospitarti?- la incalzò Sakuragi - Lo so che è tardi Raim ma non mi va davvero di saperti da sola nella casa sulla spiaggia. Se ci sono problemi puoi venire qua.-
Piuttosto l'affogava nel fiume, pensò Kaede, sentendo nitidamente quella proposta visto che la voce del do'aho per telefono era proporzionale a quella che aveva quando strombazzava la grandezza del Tensai ai quattro venti.
Un corno, non ce la mandava a dormire nella casa col demente dai capelli rossi! In più c'era anche Mitsui!
No, no! Neanche a parlarne!
- Tranquillo, adesso chiederò a un'amica.- disse fortunatamente la loro seconda manager - Proverò con Ayako o la senpai Kanzaki. Lei prima della partita è sempre sveglia.-
- Bene, allora noi cerchiamo Ryota.-
- Perfetto. Buona notte Hana. Ciao.-
Chiusa la comunicazione, la ragazza inspirò profondamente. Accidenti...era nei guai sul serio!
Soichiro e Takeru avevano iniziato a tampinare lo Shohoku! E adesso?
- Vai a dormire da Ayako?- le chiese Rukawa, risvegliandola.
- Eh? Ah...si, adesso la chiamo. Spero solo di non svegliarla.- e borbottando sulle rotture di palle del sabato sera Kaede s'infilò nel campetto da basket, per lasciarla comporre il numero e ciarlare con la loro amica in santa pace.
C'era un pallone in un angolo del campo. Lo prese e sentì che era abbastanza gonfio.
Se lo rigirò fra le mani, pensando a quella seccatura che era piombata addosso allo Shohoku fra capo e collo.
Avvisare Hisashi Mitsui, niente meno. Quel tizio dai capelli biondi che Sendoh gli aveva mostrato in palestra quel giorno doveva essere lo stesso suicida che aveva rischiato l'osso del collo quella sera con Mitsui nel vicolo.
Quello proprio era un graziato. Doveva essere un deficiente per attaccarsi con uno come la loro guardia.
La cosa che più lo stupiva però era la pacatezza con cui Mitsui l'aveva avvisato. Mentre Hana come al solito aveva dato in escandescenze, e chi non l'avrebbe fatto con la casa assediata?, Hisashi era stato calmo. Si era preso un calcio e non aveva detto nulla. Però...il teppista era proprio diventato un cucciolo.
Continui a credere a Babbo Natale Kaede? Ma non prenderti per il culo da solo!
Come minimo la prossima volta che Mitsui trovava quel platinato l'avrebbe spedito all'ospedale con gl'interessi di quel calcio. Altro che far finta di niente.
La sola cosa che lo infastidiva era il fatto che quei bastardi dello Shikuda si permettevano di andare a prenderli sotto casa. Allora Sendoh non aveva esagerato, dopotutto.
Si levò il bomber e lo legò in vita. Voleva fare qualche canestro già che c'era ma rimase con le braccia a mezz'aria, con la palla ancora in mano. Raim era entrata nel campetto...col cellulare in mano e l'aria sconvolta.
Si allarmò, credendo che fosse accaduto qualcosa ad Ayako ma quando sentì ciò che era successo capì che forse Ayako era davvero da portare all'ospedale. Ma non in uno qualunque. Al manicomio.
- Ho...ho chiamato Ayako.- alitò Raim, avvicinandosi pallida - E...e mi ha risposto...mi ha risposto Ryota.-
Miyagi?
Rukawa lasciò cadere il pallone. Cosa????
- Era...era un po' assonnato anche.-
- Ma...hai fatto il numero giusto?- le chiese, senza crederci.
- Si, sono sicura.- disse con l'espressione ancora basita - In sottofondo ho anche sentito Ayako che lo insultava ed è caduta la comunicazione.-
Bhè...quand'è che uno sbagliava a rispondere al suo cellulare a quell'ora di notte? Quando una coppia...condivideva un letto e uno si sbagliava a prendere uno dei due cellulari sul comodino.
- Ce l'ha fatta...roba da non credersi...- mormorò Raim, fissando il cellulare.
E bravo il tappo! Finalmente era riuscito a battere chiodo! E dire che neanche cinque ore prima Hana e Mitsui l'avevano sfottuto sul fatto che Ayako era di cemento e che non gliel'avrebbe data neanche se la pregava in arabo!
- Non ci avrei scommesso uno yen.- disse, ficcandosi le mani in tasca.
Raim alzò le spalle, tutta sorridente - Io sono contenta per lui. È innamorato cotto di lei da una vita. Praticamente gioca bene e s'impegna per renderla felice.-
- E' troppo espansivo.- rimbrottò Kaede, guardandola mentre prendeva la palla da basket fra le mani.
- Si. Certe persone non sono capaci di non farti vedere quanto ti vogliono bene.- sindacò, dandogli le spalle per girarsi al canestro - Ringrazio sempre che ci siano persone come Ryota e Hana in giro.-
- Hn?- fece Rukawa alzando un sopracciglio.
- Si.- rise, voltandosi appena sopra la spalla - Non ti fa piacere quando qualcuno ti fa vedere e sentire chiaramente quanto tiene a te?-
- No.- sbottò seccato.
- Dai, non parlo di quelle squinternate.- cinguettò la rossa - Loro ti ammirano. Ma non ti conoscono. Parlo...che so, di Hana per esempio!-
- Di quale droga ti sei fatta?-
Raim infilò il canestro, attirandosi uno sguardo ammirato dalla volpe che però continuava a fissarla come se fosse stata un'aliena. Hanamichi Sakuragi?
- Ti piaceva quando tua madre ti diceva che ti voleva bene?-
Rukawa ascoltò la frase ma era il suono della palla arancione che rotolava a terra che sentì nitidamente.
Sua madre...e suo padre...
Quanto tempo era passato? Quanto tempo da quando era morto con loro, in quell'incidente stradale?
Cinque anni. E da allora era vissuto nel gelo. Però certe notti...si, certe notti di pioggia, quando neanche le coperte riuscivano a scaldarlo, c'era il ricordo di sua madre a tenerlo al sicuro.
Una carezza, un sorriso...i suoi occhi blu e le sue mani lisce e dolci...
E suo padre. Il giorno prima che morissero aveva giocato a basket con lui.
Andò a prendere la palla, senza rispondere, senza fiatare.
Fuori dalla lunetta alzò le braccia e fece canestro...proprio come l'ultimo che aveva fatto suo padre, cinque anni prima.
Sotto al ferro però non c'era lui a riprendere la sfera...ma Raim, che lo guardò dritto.
Negli occhi uno strano miscuglio di dolore, comprensione...e stima.
- I miei hanno divorziato un anno dopo che ci siamo trasferiti in Giappone, da Los Angels.- gli disse la rossa, rigirandosi verso di lui - Sembravano felici...ma poi qua tutto è cominciato ad andare male. Avevo solo tredici anni... e mia madre è tornata in America. Io la sento tutti i giorni...le voglio bene...ma se n'è andata. Mi resta mio padre...- sorrise appena, intenerendosi - E' una brava persona...ma si sentiva solo senza una donna. E fra tutte quelle che poteva scegliere, scelse l'unica che mi rese la vita un inferno a casa nostra. Ho un fratellastro e anche lui ce la mette tutta. Così l'anno scorso ho colto al volo la richiesta di Shiro di andare a vivere con lui...-
- E adesso sei sola.-
- No...- Raim scosse il capo, continuando a sorridere - Cioè...si, in effetti lo sono. A volte mi sento mancare l'aria al pensiero che Shiro se n'è andato, che vivo in una casa vuota. Mi sfinisco con lo studio e con la ginnastica ma non basta sempre. A volte la notte fa freddo.-
- Hn...gli uomini servono a questo no?- frecciò, pensando all'ambiguità del suo rapporto con Mitsui.
- Bhè, non tutti gli uomini sono coperte decenti.- replicò sarcastica, poggiandosi la mano sul fianco - E tu dovresti saperlo bene visto che non fili una ragazza neanche per sbaglio.-
- Hanno l'encefalogramma piatto.-
- Ma guarda...sei anche di gusti difficili col tuo brutto carattere.- e rigirandosi la palla sull'indice, lo sfidò a negare.
Quella sua brutta abitudine di sbattere le cose in faccia alla gente non la perdeva mai vero?
La sentì ridere e non poté arrabbiarsi, non ce la faceva ad arrabbiarsi con quella peste dai capelli rossi.
Gli piaceva...si, gli piaceva stare con lei.
Gli piaceva anche vederla palleggiare, vederla tirare a canestro. Era brava. Forse se fosse stata un ragazzo sarebbe stata un suo avversario. Com'è che invece adesso gli veniva solo voglia di placcarla?
- Senti un po' kitsune...- riattaccò dopo qualche passaggio, andandogli di fronte e calcolando velocemente la sua altezza con un'aria terribilmente ingenua -...c'è una tizia del club di basket femminile della prefettura che è alta come te! Sembra un gorilla però, un vero armadio! Quando ti arriva addosso ti uccide!-
Ci mancava anche che si mettessero a consigliarsi sulle tattiche ora...
- Non riesci a schivarla?- borbottò, guardandola palleggiare velocissima, quasi come Miyagi.
- Ce l'ho fatta una volta. La seconda mi ha fatto fallo e mi sono quasi rotta l'atlante.-
- Ah...-
- Ah? Tutto qui?- lo incalzò la ragazza, passandogli la palla fra le gambe e andando a canestro.
- Perché non molli con tutto e non continui solo con la ritmica, eh?-
- Ma a me il basket piace!-
- Hn. Voi ragazze dovreste essere meno manesche. Comunque non mi hai risposto.-
- Perché avrei troppo tempo libero per pensare.- gli disse allora con una sincerità impressionante.
- Dormi.-
- Certo, sulla bicicletta per investire la gente che passa.-
- O sui pattini per causare un trauma cranico ai disgraziati che ti finiscono sotto le rotelle.- e senza aspettare altro le sfrecciò accanto, le rubò la palla e andò a tirare. Al canestro pulito, Raim lo guardò con gli occhi assottigliati.
Era guerra. Si levò lo scalda cuore, buttandolo sulla panca e si arrotolò le maniche della camicetta.
- Che vuoi fare?- le chiese, scioccando la lingua quasi divertito.
- Che nessuno possa mai dire che io mi tiro indietro.- sentenziò.
Oh, quella si che era una bella serata!, pensava Rukawa qualche minuto più tardi. Non aveva mai giocato contro una ragazza e in effetti non gli era mai passata per la testa neanche l'ipotesi di una cosa simile ma Raim era un'altra cosa. Lei era brava. Era veloce. Sapeva andare all'attacco, sapeva studiarlo, sapeva schivare e fare le finte.
E il suo profumo ogni volta che si avvicinava lo mandava in delirio.
La tortura vera poi era sotto canestro. Trattenerla, anche solo farle da scudo con la schiena era diventata più una lotta corpo a corpo. Ed era inebriante.
Ansante e con le ciocche di capelli che le sfuggivano dalla coda, era incantevole.
Il modo di muoversi, l'essere leggera e agile, l'agitarsi sinuoso dei fianchi, la curva morbida del seno appena intravisto nella scollatura. Stava rasentando la follia ormai e continuare a stopparla e a strusciarsi serviva solo a far comprendere meglio anche a lei a che livello la scarica elettrica e l'attrazione sessuale fra loro due fosse forte.
Quando fu troppo pesante, schiacciati l'uno contro l'altro, Raim dovette per forza staccarsi.
Lo fece in maniera quasi brusca, emettendo un gemito e allontanandosi. Le cadde la palla ma non se ne curò, passandosi le mani sulla faccia. Era chiaro, ormai era palese.
Talmente tanto che per una volta anche gl'impenetrabili occhi di Rukawa le dicevano esattamente quello che anche lei provava. Uno specchio. E nel riflesso dello specchio c'era quello che lei voleva.
Doveva dire qualcosa...e scappare in fretta, prima di fare a pezzi tutto quanto ma non fece in tempo.
Lui non glielo permise.
- Senti...io...noi non...-
- Zitta .-
Una mano sulla sua guancia, una debole carezza...ed ecco l'inizio della fine.
Deciso a commettere la follia più grande della sua vita le passò velocemente una mano dietro alla nuca, un braccio l'avvinghiò per la vita e fu contro di lui. A malapena Kaede riuscì a pensare che non avrebbe potuto fermarsi neanche se il mondo fosse finito in quel preciso istante. Era ipnotizzato letteralmente dai suoi occhi verdi che lo guardavano come se lui fosse stato l'unico uomo sulla faccia della terra...
Un attimo...e le sfiorò velocemente le labbra, assaporandone il gusto. E si sentì perso.
E fu come perdersi davvero perché come entrambi terrorizzati che uno o l'altra fuggissero, si strinsero tanto da fondersi. Raim si sollevò sulle punte, gettandogli le braccia al collo nello stesso istante in cui lui s'impossessò della sua bocca.
Tempo dopo forse Kaede si sarebbe ricordato della sua espressione quasi addolorata, mentre la baciava...ma in quel momento tutto aveva perso di significato.
La sentì gemere sofficemente contro le sue labbra e allora spinse per scivolarle dentro. Mosse la lingua assecondando il proprio istinto che cercava un contatto e che lo lasciò senza fiato mentre il suo cuore, dopo tanto tempo, tornava a battere forte, fortissimo. Lentamente Rukawa prese ad accarezzare la lingua della rossa, esplorando, invadendo, cercando, mentre le mani di Raim gli accarezzavano dolcemente i capelli e il collo, schiacciandosi sempre di più contro di lui. Sentirlo vicino ora era l'unica cosa che le importasse davvero. Non immaginava di poter provare un tale senso di appartenenza...con lui. I loro corpi sembravano essere stati fatti per unirsi.
Si separarono per riprendere a respirare prima di cercarsi di nuovo. Raim sentiva quasi le farfalle nello stomaco. L'aveva dimenticata quella sensazione...i crampi, il batticuore...
- Raim...-
Lei sollevò il capo fissando su di lui due occhi resi incandescenti dalla passione in cui si poteva leggere un desiderio così profondo da essere intossicante. La baciò di nuovo, quasi sollevandola e facendola girare leggermente fra le sue braccia. Era leggera...e fragile.
Nessuno dei due seppe dire per quanto restarono a baciarsi nel campetto, alla sola luce dei lampioni, ma verso l'una erano di nuovo in moto, stretti l'una all'altro verso la villetta di Rukawa.
Mise la moto in garage, poi le prese la mano e la condusse dentro.
Raim si guardò attorno attentamente, studiando la casa della volpe. Non c'era niente che v'indicasse una presenza femminile, c'era solo un po' di caos in soggiorno, giornali sparsi in giro, una lattina di birra aperta sulla finestra.
C'erano solo due foto e stavano su caminetto di quelli nuovi e ultramoderni coperto dal vetro ignifugo.
Una ritraeva Rukawa con suo padre e sua madre. L'altra ritraeva la squadra dello Shohoku dopo una partita.
Sorrise guardandola ma sentì presto lo sguardo blu di Kaede su di sé.
- E' tardi.- le disse.
- Lo so.- annuì - Io dormo sul divano.-
- Non serve.- borbottò facendole cenno di seguirlo - C'è la stanza degli ospiti.-
Lo seguì al piano superiore, continuando a tenere la mano stretta nella sua. Arrivati di sopra le mostrò una stanza con poca mobilia ma accogliente, con un letto da una piazza e mezza, all'occidentale.
- Sta qua.- le disse poi, sparendo in camera sua.
Raim si guardò attorno ma andò subito alla finestra, spalancandola.
Il tempo era peggiorato. Non si vedeva più neanche una stella ed era aumentata l'umidità.
- Pioverà.- mormorò a bassa voce, quando Kaede rientrò.
La raggiunse con in mano un paio di suoi pantaloni e una maglietta, appoggiandosi accanto a lei.
- Giocherete in palestra allora.-
- Già.- inspirò l'aria della notte, faticando a trattenere il cuore che le galoppava nel petto ma sorridendo del pigiama improvvisato che le aveva consegnato il volpino. La sua maglia a lei avrebbe fatto una scollatura indecente...
- Grazie.- gli disse, guardandolo.
Rukawa non disse nulla, restando a scrutarla. Poi si chinò e la baciò di nuovo, tenendole il viso fra le mani.
E scottava. Ogni volta che la toccava si sentiva scottare...la pelle di Raim era incandescente sotto le sue dita.
Ma qualcosa aveva fermato entrambi. Andare a letto insieme...fare l'amore...sarebbe stato fantastico...ma c'erano ancora troppe cose che Kaede ignorava. A partire dall'amore che forse lei nutriva ancora per il suo ex.
E non l'avrebbe toccata, anche se si sentiva impazzire, fino a quando non fosse stata lei a chiederglielo.
- Metto la sveglia per mezzogiorno.- le disse, scostandosi appena e sfregando il naso contro il suo.
- D'accordo.- mormorò Raim sorridendogli a mezze labbra - Buona notte.-
- 'Notte...- e dopo il bacio che gli rubò, insieme a un battito del cuore, si chiuse con estrema fatica la porta alle spalle.
Una volta fuori si appoggiò alla parete...e si passò le mani sulla faccia.
Bravo Kaede, si incitò da solo. Continua così! Se riesci a non entrare nella sua stanza stanotte e a violentarla puoi candidarti come prossimo papa.
E come ben sapeva, una volta a letto sotto le coperte non servì a nulla contare le pecore, le scimmie e i gorilla.
Cazzo, LUI CHE NON DORMIVA!
Hana l'avrebbe preso per il culo per un anno di seguito se mai fosse venuto a sapere quella storia.
Si rigirò come un dannato nelle lenzuola, coprendosi il cuscino con la testa, cercando di mettersi in mille posizioni...ma l'unica che gl'interessava era quella che presentava l'opzione di Raim sotto di lui nuda a gemere come una pazza.
No, no! Non doveva pensarci! Una doccia fredda! Ecco cosa gli serviva!
Detto fatto saltò giù dal letto e si fiondò in bagno, ficcandosi immediatamente sotto il getto ghiacciato...e intanto la bella rossa dalla sua stanza si addormentava ridacchiando, contenta di non essere la sola a non riuscire a dormire.
Ma a parte il desiderio reciproco, la giornata era stata colma di emozioni per entrambi e finirono per addormentarsi di botto e profondamente verso le due, esausti.
La stanchezza portò via ogni pensiero che però puntualmente si ripresentò la mattina dopo al loro risveglio.

Raim aprì gli occhi verdi ancora prima del suo della sveglia, convinta di aver vissuto un sogno...ma quando non riconobbe la stanza, i suoi ricordi tornarono alla notte prima...alle labbra di Rukawa che l'avevano baciata come la cosa più preziosa del mondo.
Si mise a sedere nel letto, mentre una spalla della maglia di Kaede le scivolava via.
Lo sentì già sotto in cucina e si chiese cosa fare. Chissà...chissà se aveva pensato a quello che era successo.
Lei non aveva molta esperienza coi ragazzi. Aveva avuto solo Shiro e lui era una persona molto diversa da Rukawa.
La volpe era quasi impenetrabile e l'idea di essere respinta e trattata con freddezza le attanagliò lo stomaco ma inghiottendo la paura andò il corridoio e scese al piano terra.
Lo trovò di spalle, in cucina, a trafficare con davanti alla tv con in mano una tazza di caffè.
- Ciao.- gli disse.
Rukawa si volse subito e solo la sua incredibile faccia tosta gl'impedì di sbrodolarsi come un ragazzino.
Raim era bellissima coi suoi vestiti addosso. La maglia che le scivolava sulla spalla poi metteva in mostra un lembo di pelle che avrebbe voluto mordere e coprire di baci.
- Ciao.- rispose assonnato - Caffè o latte?-
- Caffè.- la rossa lo guardò timidamente, indecisa sul da farsi.
- Se vuoi farti una doccia ti aspetto.- le propose a bassa voce, mettendole i brividi.
- Va bene. Ah...per gli asciugamani come...-
- C'è il mio accappatoio.- la bloccò, fissandola attento - E' quello bianco.-
Stavolta riuscì a farla sorridere impercettibilmente e ne fu sollevato. Non sapeva come comportarsi e aveva temuto che Raim avesse voluto ritrattare la questione...la questione...si, il fatto che la sera prima avessero perso circa un'ora incollati l'uno all'altro a baciarsi come se fosse stato l'ultimo desiderio di due condannati a morte.
Se ci pensava gli veniva ancora la pelle d'oca.
Ci mise poco e la vide tornare dopo circa dieci minuti, coi capelli umidi e avvolta nel suo accappatoio che profumava di lui. Raim ci aveva annegato la faccia prima di tornare a condividere con lui quella strana parentesi d'intimità che Rukawa non aveva mai diviso con nessuna.
Poco più tardi stavano seduti a tavola, davanti a una colazione piuttosto robusta specialmente per la rossa che mangiò con più appetito di quanto si fosse mai aspettata. Era tempo che non mangiava con tale gusto.
La kitsune si limitò ad osservarla e ad ascoltare il telegiornale locale, spezzando ogni tanto la voce del cronista per chiederle qualcosa sulla partita che doveva disputare quel giorno.
Non sembrava particolarmente eccitata o nervosa, quindi ne dedusse o che fosse sicura di sé o che non gliene fregasse assolutamente una mazza di perdere o vincere.
Uscirono di casa all'una e un quarto dopo che Rukawa fu riuscito nell'intento di convincere Raim a mangiare almeno un tramezzino leggero e delle uova strapazzate ma una volta vicini allo Shohoku, la "sua quasi" rossa gli chiese di lasciarla davanti ai cancelli che stavano sul retro della scuola. Non voleva entrare dai cancelli principali...
Se ne chiese il motivo e il fatto che non volesse farsi vedere con lui gli passò veloce per il cervello...ma lo scacciò.
Forse era il fatto che non era sicura di ciò che era successo fra loro.
Si, sempre la solita vecchia storia con quel Shiro che lui a malapena ricordava.
Scesa dal sellino della Honda, Raim raccattò la tracolla con le sue cose.
- Che seccatura!- borbottò, levandosi il casco e passandolo a Rukawa che se lo infilò nel braccio.
Quello senza dubbio, visto che se non ci fosse stata quella dannata partita forse sarebbero potuti stare ancora a letto. La cosa però ora gli sembrava strana e...inusuale per lui. Raim aveva una partita e lui era andato a vederla.
In fondo, non fosse stato tanto asociale e non ci fosse stato Sendoh, gli piaceva l'idea di essere andato a vederla giocare.
- Allora ci vediamo dopo!- gli disse la ragazza, fermandosi finalmente a guardarlo.
- Hn.- disse solo.
- Se avrai voglia di dormire appoggia la testa e dormi, ok?- lo prese in giro allegra - Non mi offendo! E poi ci sarà poca gente! Tranquillo!- e senza aggiungere altro se ne andò correndo verso l'entrata di servizio dei custodi proprio quando le prime gocce di pioggia cominciarono a cadere. Rimise in moto per fare il giro dell'angolo e trovarsi davanti ai cancelli quando...si, la vecchia mania tornò a galla. Vedeva quei capelli indecentemente impalcati col gel anche da quella distanza e ci scommetteva la sua carriera che c'era anche il do'aho con porcospino. E infatti.
Arrivato di fronte a loro impennò e...si spostarono al pelo, rischiando un infarto.
Inseguito da una trafila di bestemmie, Kaede andò a mettere la moto sotto al pergolato, sospirando.
- Mancati.- bofonchiò, quando Hanamichi lo raggiunse con la Piattola attaccata al braccio e Sendoh alle spalle.
- Oh, sua maestà finalmente si è presentata!- sbraitò il rosso, rovesciandogli addosso una marea d'insulti - Credevo quasi fossi finito contro un cassonetto con la mia moto!-
- Complimenti ragazzi...è davvero bellissima.- cinguettò Akira mentre quei due se le davano e Haruko cercava di fermarli. Parlarono per qualche minuto di motori, giusto perché Rukawa sembrava in vena solo di linciare il giocatore del Ryonan con gli occhi, poi finalmente arrivò il resto del gruppo.
Arrivarono Akagi e Kogure con alcune matricole trovate per strada e Yasuda, poi Mitsui che sembrava aver passato una mattinata alquanto...come dire, alquanto divertente, viste le labbra gonfie e la leggera fragranza femminile che emanava la sua camicia.
- Buon giorno a tutti!- cinguettò, raggiungendoli.
- Ma tu guarda...- ghignò Mito, a fianco di Hana - E dire che ieri sera sembravi tanto nervoso.-
- Basta poco per farsi passare i nervi.- replicò sagace - Allora, chi manca? Ayako e Ryota dove stanno?-
Sentendo quella frase, Rukawa che stava bevendo beato dalla bottiglietta quasi sputò tutta l'acqua in faccia a Sakuragi.
- Cazzo...- tossì, pulendosi la bocca e il mento.
- Ma che t'è preso?- gli chiese Akagi stranito.
- E' da ieri che sei proprio strano sai Rukawa?- continuò testardo Kogure - Ma stai bene?-
- Hn.- rognò seccato da tutte quelle domande. Al diavolo! Era tutta colpa di Raim che aveva scoperto gli altarini di Ayako! E adesso chi lo trovava il coraggio di guardarli?
Non era da lui ma avrebbe riso in faccia a Miyagi! E poi quei cretini sembravano accorgersi fin troppo, di recente, dei suoi cambiamenti espressivi! Porca miseria!
- Hanno deciso dove cazzo fare 'sta partita alla fine?- borbottò Mitsui mentre si riparavano dalla pioggia sotto al pergolato delle moto e delle bici.
- Con tutta probabilità staranno allestendo la rete da noi, senpai.- gli disse Rei Manabe - Una mia compagna di classe gioca nella squadra e mi ha avvisato per messaggio che la loro ultima spiaggia era la nostra palestra.-
- Chissene frega, basta che puliscano poi.- ringhiò Hana, che faceva stava seduto sulla Honda con Sendoh appoggiato a fianco solo col bacino - E che non lo facciano con la cera!-
- Ma dov'è il tappo?- sbuffò di nuovo Hisashi - Ieri ho provato a chiamarlo per tutta la notte e m'ha risposto solo stamattina. E che cavolo, avrà dormito sotto i ponti?-
- Ma lascialo stare, dai!- ridacchiò Kogure, dandogli una pacca - Piuttosto, qualcuno sa qualcosa del liceo Masuda? È una squadra forte? Perché la nostra squadra di pallavolo vince il torneo nazionale da sette anni di fila!-
- Il Masuda è quarto in classica.- se ne uscì Kaede distrattamente, dopo un secondo, ricordando le parole di Raim.
Gli altri si volsero verso di lui, sconvolti e stupiti, ma fortunatamente arrivò Ayako dall'interno della scuola per richiamarli. Lei era arrivata prima di tutti ed era andata a controllare la situazione...e la partita di pallavolo si sarebbe svolta proprio nella loro palestra.

- E meno male che doveva esserci poca gente.- sibilava il volpino circa mezz'ora più tardi, seduto in tribuna niente meno che fra il do'aho e Mitsui. Dall'altro fianco di Sakuragi c'era la Babba, sotto di loro Sendoh che non faceva altro che chiedere continuamente dove fosse Raim, anche se non sapeva che così rischiava lo scalpo, Akagi e Kogure. Sopra di loro Mito e l'armata di Hanamichi. Al fianco libero di Mitsui c'erano Ayako, sorridente e dal tifo sfegatato, e uno stranissimo quanto mai silenzioso Ryota che sembrava avere la testa da tutt'altra parte.
La loro palestra comunque non era mai stata tanto piena. Un casino bestiale aleggiava per aria, seguito dal baccano che la tifoseria stava già facendo ancora prima che le sue squadre entrassero in campo.
Il Masuda aveva la divisa dal colore giallo e blu e tutte le giocatrici erano abbastanza alte e anche parecchio carine.
- Sarà il caso di scendere negli spogliatoi più tardi.- cinguettò Mitsui come al solito, vedendole scaldarsi in campo.
- Sarà il caso davvero, Mitsui.- lo seguì anche quel porcospino maniaco - Ma non vedo la vostra squadra.-
Cavolo, Rukawa ce l'aveva proprio seduto sotto di lui e quel demente ogni tanto si prendeva anche la confidenza di buttargli le braccia sulle ginocchia per stare comodo! Non avesse scatenato rissa e non li avessero di sicuro buttati fuori lo avrebbero strozzato! Fortunatamente lui si sopra aveva Mito, l'unico un po' silenzioso fra quei quattro matti dell'Armata. Perché gli altri due che lo circondavano, Hisashi e Hana, ormai stavano già urlando come aquile.
- Porca miseria...- se ne uscì qualche minuto più tardi Akagi, vedendo una tizia alta più di un metro e ottanta del Masuda che saltava a muro e faceva rapidi passaggi con le compagne - E' un armadio!-
- Ha parlato il Gori!- ridacchiò Hana, prima di prendersi un fantastico pugno in testa che gli fece passare la voglia di fare lo spiritoso. Lì accanto Haruko controllava la tabella di marcia della squadra di pallavolo.
Lo Shohoku era sempre stato forte, con ottime ricevitrici fra cui il capitano infortunato, Naomi Kurata del quinto anno e un'attaccante fantastica, Junko Kanzaki del quarto, ma da quando la Kurata si era rotta il braccio erano andate un po' a rilento.
- In che ruolo giocava Kotobuki l'anno scorso?- chiese Akira di colpo.
- Alzatrice.- gli disse Ayako - Era davvero brava, me ne ricordo bene.-
- Bhè, speriamo che una settimana di allenamenti l'abbiano aiutata almeno un po' a rimettersi in carreggiata.- sospirò Haruko, passando a Mito il calendario - Ma quando entrano?-
- Piuttosto, quand'è la finiranno di far cagnara?- rognò il capitano della squadra di basket stizzito.
- Harumi Mihazawa è sempre la solita.- sospirò Miyagi a quel punto, appoggiato su un gomito, fissando le majorette del loro liceo con aria di compatimento.
- Senpai...ma non è in classe con te?- si stupì Rei - Dev'essere una persona incredibile!-
- Se, un'incredibile manesca con la faccia d'angelo.- replicò il play dello Shohoku, apatico.
- Hai una faccia strana tappo!- s'intromise Hana che della Mihazawa e di quelle cretine del Rukawa's Shinetai che ora però facevano il tifo per la squadra di pallavolo se ne fregava - Tutto ok?-
- Già, sembri un po' sbattuto.- rincarò Mitsui e a quella frase lo videro arrossire leggermente e cambiare poi subito discorso, facendo il finto tonto - Allora? Che è successo ieri sera si può sapere? Mi avete tempestato di telefonate!-
- Hanno assediato la casa di Hanamichi.- gli disse Kogure, aprendosi distrattamente una lattina di aranciata.
L'abilità di Ryota nel fare l'ingenuo era impressionante, pensò Rukawa visto che sapeva benissimo che in realtà era stato con Ayako. Gli raccontarono tutto per la centesima volta, anche dell'incontro della loro guardia col maniaco platinato nel vicolo, però c'era qualcuno che come lui non si era scordato della sera prima.
- Adesso mi dici dove sei stato ieri notte?- lo incalzò Hana, mentre gli altri ciarlavano fra loro.
- Da nessuna parte do'aho.- sbuffò, avaro di parole.
- Dopo una partita crolli a nanna di solito kitsune.-
- Hn.-
- E com'è che ieri non è successo?-
Il volpino lo guardò truce - Pensa agli stramaledetti affaracci tuoi.-
- Ti farò volare in campo prima della fine della partita, ricordatelo.- lo minacciò il rossino seccato.
- Sto già tremando.-
- Voi due vedete di non attaccare briga anche qua eh?- sbottò Akagi seduto sotto Hana e a fianco di Sendoh.
- Oh fermi!- li bloccò Ayako sorridente - Ecco che arrivano le nostre!-
Finalmente. Rukawa già non ne poteva più di tutto quel chiasso quando l'apparizione della squadra dello Shohoku vestita di nero e rosso ne scatenò altro. Tutti i tifosi della loro scuola andarono in delirio vero e proprio, mettendosi a urlare slogan fortissimi. Raim era la seconda in fila col vice capitano col numero 7, l'attaccante Junko Kanzaki che aveva fatto vincere alla squadra quasi tutte le partite. I ragazzi l'avevano già vista a scuola ma lì in campo era tutta un'altra cosa.
La tifoseria le urlava "Bambolina della 1C" nonostante fosse del quarto anno e anche se nessuno di loro sapeva cosa significasse, per lo Shohoku era quasi una tradizione incitare la loro micidiale attaccante in quel modo. Quelli del basket ne avevano sentito solo parlare, perchè trovare quella nei corridoi della scuola era cosa alquanto impossibile ma ora a guardare meglio, le voci erano proprio veritiere: era davvero bella la Kanzaki, dai corti capelli castano chiaro, parecchio affascinante ma con la classica tendenza, come tutti gli spiriti impavidi e infuocati, ad essere un tipetto davvero esplosivo e pericoloso. Introvabile se non in classe, a lezione, solo i compagni sapevano che faccia avesse. Famosa per i suoi occhi e il suo atteggiamento a volte passionale, a volte scostante, era una delle ragazze più ambite della scuola proprio perchè, appunto, quasi irrintracciabile.
- Che sguardo ragazzi.- fischiò Akira - La numero 7 è una bomba!-
- Si...- annuì anche Mitsui fissandola dopo un lungo silenzio - E' bellissima.-
- A Kirara invece hanno dato il numero 0!- rise Haruko.
- Numero 0?- le chiese Hana stupito - Che vuol dire Harukina?-
- Ha sempre avuto quello.- lo informò la sua ragazza sorridendo - Deve aver piantato una grana per farsi ridare quella maglia! Comunque non vedo l'ora di vederla giocare di nuovo con la senpai Kanzaki.-
- E' in classe con me anche lei.- disse Miyagi, aprendo in sordina un pacchetto di salatini - E' una squinternata ma è simpatica a differenza della Mihazawa. È più alla mano.-
- Fammi indovinare, non te l'ha mai data.- ironizzò Hana perfido.
- Macché!- ghignò il play scuotendo il capo - Junko è una persona molto particolare. E' un po' complicata.-
- Kotobuki sta davvero bene con quei colori.- se ne uscì invece Sendoh, facendo venire a Rukawa un pericoloso tic al sopracciglio - Peccato che non l'abbia mai vista ai suoi veri allenamenti di ginnastica ritmica.-
- La finirete mai di fare i porci?- li zittì Ayako, mentre le due squadre si disponevano in campo.
Finalmente la tifoseria cominciò a far meno baccano, in attesa del fischio dell'arbitro...e poi s'iniziò.
Nessuno dello Shohoku era mai stato un patito d'altro sport che non fosse il basket ma vedere quella partita fu comunque parecchio esaltante. Come disse Mito, quella ragazze col loro gioco "prendevano"!
Bastarono pochi minuti per far ricordare subito al liceo Masuda chi fosse davvero lo Shohoku.
I ragazzi del basket non avevano mai visto una cosa simile. Le loro ricevitrici erano fortissime, non se ne perdevano una, si ammazzavano per raccogliere ogni palla e la Kanzaki era una specie di cannone. Andava all'attacco con una forza impressionante nella schiacciata. Quando poi andava al servizio, tutti i tifosi dello Shohoku andavano in un crescendo i grida che facevano ribollire il sangue di eccitazione.
Rukawa, Hana e gli altri poi rimasero sorpresi dalla capacità fisica di Raim. Anche se un po' arrugginita quando le veniva passata la palla per il servizio alla Kanzaki lei aveva già bene in testa una tattica precisa, guardava il punto debole del Masuda che era la difesa e serviva la loro attaccante in maniera perfetta e velocissima.
Il primo set andò a loro vantaggio con uno stacco di ben dieci punti e la tifoseria era in delirio.
Mentre cambiavano campo però, accadde qualcosa che infiammò subito gli animi.
L'armadio del Masuda, la loro attaccante di punta, una tizia di nome Toshigawa, dette una brutta spallata alla Kanzaki quando passarono da sotto la rete e subito la ragazza dello Shohoku si volse a rimetterla al suo posto.
Dalle tribune naturalmente non si sentiva ma dalle loro espressioni sembravano sul piede di guerra.
Raim e quella Asuka che era venuta a cercarla in palestra bloccarono la cagnara sul nascere ma l'armadio a quanto sembrava non era una che mollava.
- Vai che ci scappa la rissa!- ridacchiò Mitsui perverso - Mamma mia che tipetto!-
- Non vorrai andare a picchiarti con le donne spero Hisa.- sbuffò Ryota.
- Poverino, cerca di capirlo...- frecciò Hana - Dopo averle prese ieri sera è normale no?-
Fortunatamente Rukawa che stava seduto fra il numero 10 e il numero 14 riuscì a zittirli in tempo, al secondo fischio dell'arbitro. Riprese la partita e Kaede dovette cominciare ad ammettere con se stesso che non si stava annoiando troppo. Pensava che saremmo morto in catalessi, invece Raim e le sue compagne erano scattanti, veloce e fulminee in ogni attacco, anche in difesa. Sapevano tener viva l'attenzione e poi...bhè, guardare la "sua" rossa era un piacere.
Non che fosse un maniaco come il porcospino che sbavava nel vederla in pantaloncini ma poteva capire la sua libidine.
Era bella...bella e sexy. Quando saltava e richiamava la palla sembrava che volasse, non si perdeva mai d'animo e anche se essendo fuori forma ansava più delle altre, ribatteva colpo su colpo.
Non sapeva come spiegarlo ma essere lì a guardarla proprio come lei guardava lui alle partite gli dava un senso di legame che non aveva mai provato.
Come tutti gli altri però scattò come un serpente quando quella maledetta Toshigawa-l'Armadia, come l'aveva ribattezzata quel cretino di Hana, saltò a schiacciare e sfondò il muro di Raim e dalla Kanzaki prendendo in faccia la sua rossa. E l'aveva fatto apposta, s'era visto benissimo!
Tutto lo Shohoku emise un grido unico di protesta, l'armata di Sakuragi già gridava vendetta a gran voce ed erano abbastanza preoccupati. Raim era caduta a terra e ora stava seduta, con a fianco la Kanzaki, a massaggiarsi la guancia arrossata. Kaede l'ammazzava quella!
Se gli altri notarono che era balzato in piedi a molla con loro insultando l'arbitro che aveva fatto finta di nulla non lo mostrarono. Le majorette dello Shohoku stavano ancora strillando furibonde quando la Kanzaki, dalla rete, alzò il dito medio verso l'avversaria senza farsi vedere.
Di lì scoppiò un altro casino e allora i mister chiesero cinque minuti.
- Maledetto Masuda!- rognò perfino Kogure, agguerrito.
- Mamma mia ragazzi!- rise invece Ayako - Non posso crederci! Non mi sembrate voi! Ci ho messo degli anni per cercare di capire se in testa avevate altro oltre al basket e adesso scopro che bastava portarvi a vedere i pantaloncini del club di pallavolo!-
- Si ma l'hai vista quell'Armadia?- si lagnò Hana - Ti pare giusto?!-
- No. Ma l'arbitro è passato anche sul gestaccio della senpai Kanzaki, Hana-chan.- lo tranquillizzò Haruko.
- Junko è stata anche troppo elegante.- ringhiò Miyagi.
Riprese il gioco e quella maledetta continuava ad attaccare come una forsennata a muro ma ora la Kanzaki doveva averla presa come un fatto personale perché non permise più a Raim di saltare a muro con lei. Non ne fece passare più una e quando toccava a lei attaccare era una scheggia. Era tanto veloce e tanto potente che le ricevitrici del Masuda praticamente si scansavano, terrorizzate a morte ad ogni schiacciata.
Raim poi era così veloce che fare finte era diventato uno spreco di tempo con quelle. Le avversarie erano state totalmente surclassate e il loro umore era troppo calato per potersi riprendere.
La vittoria andò con tre set netti per lo Shohoku, anche se con non più così tanto distacco come nel primo e la scuola esplose in un'ovazione generale.
I ragazzi si unirono al tifo che nelle curve si era fatto veramente sfegatato e una volta usciti anche quella pioggerella fastidiosa non lo sembrava più tanto.
- Stranamente devo dire che mi è piaciuto.- sentenziò Mitsui, appoggiato al muro della palestra per ripararsi dalla pioggia. Miyagi, che gli stava accanto annuì, dicendo che non credeva che la loro squadra di pallavolo fosse poi così forte. Sembrava che non avessero fatto neanche tanta fatica a vincere.
- Indubbiamente sono molto preparate.- disse anche Sendoh, nascosto sotto l'ombrello verde pallido - Anche Kotobuki sembrava molto a suo agio in campo, sebbene non giochi da parecchio.-
- Ha ragione lui.- concordò Ayako - Sapevo che fossero brave dopo sette anni di vittorie ma devo ammettere che non mi ero mai informata molto. E invece, cavolo...sono bravissime! Mi sarebbe piaciuto vedere anche la Kurata ma solo Raim e la Kanzaki bastavano a sfondare ogni muro!-
- Mi sa che verrò a vederne ancora!- cinguettò Hana a quel punto - E a te volpe? Piaciuta la partita?-
Kaede lo guardò di striscio, di pessimo umore. La partita gli era piaciuta, anzi...l'aveva seguita interessato e per la prima volta in vita sua si era ritrovato a fare il tifo anche con uno sport che non fosse il basket ma...perché Akira Sendoh, detto il Porcky, doveva per forza mettere sempre di mezzo Raim in ogni sua frase?
Ormai andava in palla quando lo sentiva parlare di Raim! Il fatto che si fossero baciati la sera prima gli dava quasi il permesso di considerarla proprietà sua e questo, per quanto poco gli piacesse, lo autorizzava ancora di più a incazzarsi!
- Kit? Che fai, dormi?-
- Do'aho. No.- ringhiò fra i denti.
- Allora Rukawa?- gli sorrise Ayako - Ti è piaciuta o no la partita?-
- Hn.-
- Non ci si poteva aspettare altro.- ridacchiò mezza squadra e tutti insieme si diressero all'uscita secondaria degli spogliatoi che era stata aperta per quelle del Masuda ma una volta lì davanti rimasero bloccati davanti a una furia scatenata che altri non era che Junko Kanzaki.
Fissava battagliera le sei della squadra del Masuda che la circondavano e niente sembrava intimorirla, nemmeno la Toshigawa che da come ansimava, doveva aver già provato a colpirla un paio di volte.
- E rissa sia.- disse Mito con pazienza.
- Ah, non mi piacciono gl'incontri fra donne.- disse Miyagi - Andiamo a fermarle prima che ci finisca di mezzo qualche matricola o Raim.- ma non finì di dirlo che un bastone bianco, di quelli delle majorette, finì dritto sulla testa dell'Armadia e che si ritrasse, rabbiosa.
- Chi è stato?- urlò la tizia, isterica.
Junko Kanzaki invece non assunse nessuna espressione, limitandosi a far passare le sue compagne che uscirono dal cerchio di quelle del Masuda, tranne Raim che rimase con lei.
- Sei stata tu stronza?- urlò la Toshigawa, quando Harumi Mihazawa arrivò col suo passo felino.
- Già.- si limitò a dire lei, tranquilla.
- Ma vuoi che ti frantumi le ossa??-
- Fallo...se ci riesci, razza di scherzo della natura.- le rise in faccia, facendola arrossire di rabbia - Ma non riuscirai a far casino nella nostra squadra. In fondo sono solo una supporter.-
- Ehi, guarda che non ho bisogno di una mano.- le disse la Kanzaki gelida, coi corti capelli al vento.
- Sta zitta Junko. Che vuoi fare?- la zittì la capo del Rukawa's Shinetai - Farti sbattere fuori? E poi non ti conviene fare a botte in piazza come una yankee. Coinvolgeresti Kirara che fa parte del club di ritmica.-
- Finitela di parlare fra voi, mi avete stufato!- sibilò la Toshigawa, tornando a fronteggiare la Kanzaki al colmo della collera - E adesso ascoltami bene!- le ringhiò, puntandole il dito addosso - Ci rivediamo in campo! Tu e pel di carota!-
- Come no.- sbuffò l'altra, fissandola storto - In campo servi solo come raccattapalle.-
- Ragazze!- si lanciò Ayako ad alta voce - Basta, dai!-
- E anche tu avrai le tue!- finì la Toshigawa verso la Mihazawa, che sospirava con aria arrogante e ondeggiava i lunghi capelli castani, fissando più Rukawa di sottecchi che l'Armadia che urlava vendetta.
Alla fine comunque il liceo Masuda si levò dalle scatole e quel fine settimana distruttivo giunse finalmente al termine. O almeno così sembrava.
- Junko, sei sempre la solita!- la rimproverò Ayako, quando il club di basket andò a congratularsi con quello di pallavolo - Possibile che non sei capace d'ignorare le provocazioni?-
- No.- scandì lapidaria la Kanzaki - E voi cosa fate qua? Non vi avevo mai visto alle nostre partite.-
- Siamo venuti per Raim, Jun.- le spiegò Miyagi.
- Ah, ecco tutto si spiega.- rise la ragazza che Mitsui, al fianco del playmaker, fissava intensamente. Lei fece finta di nulla, continuando a chiacchierare con loro del più e del meno, poi raggiunse Raim che stava ringraziando la Mihazawa, cosa che Junko trovava del tutto inutile.
- Entrata spettacolare.- le disse, raggiungendola.
- Di cosa parli?- fece la Mihazawa angelica.
- Fammi il favore, Harumi.- le disse la moretta dai capelli corti, glaciale e indifferente - Il tuo candore risparmialo per il pollo che non ti conosce. Da quand'è che ti preoccupati tanto per la salute di Kirara poi?-
- Senpai...- s'intromise leggermente la rossa ma la capo delle majorette non fece una piega, continuando a fissare solamente Rukawa che però la ricambiava con l'occhiata più gelida mai riservata a qualcuno.
- Jun, tesoro, dovresti saperlo. Raim è manager del club di basket ora.-
- E dunque?- riprese la Kanzaki con tono duro - Non ho bisogno di aiuto quando faccio parole con la gente, sono stata chiara? Ed ero capacissima di cavarmela da sola, come sa fare esattamente anche Kirara. Quindi girami allargo. Non impicciarti negli affari miei e continueremo ad andare d'accordo.-
- Tempo fa la pensavi diversamente.- le ricordò, soave.
La schiacciatrice non cedette di un passo, granitica - Anni fa ancora non sapevo com'eri.-
- Tu invece credi di essere diversa?- sibilò la cheerleader - Eh? Tu sei una santa "Bambolina della 1C"?-
- No. Ma non mi spaccio per ciò che non sono.- ringhiò allora, dandole le spalle - Perciò non ti azzardare mai più a rivolgermi la parola, sono stata chiara?-
- D'accordo, d'accordo..- sbuffò la bella majorette, irritata ma senza dare a vederlo - Mamma mia, come sei permalosa. Fa come ti pare Jun. Fatti mandare anche all'ospedale, non sono più affari miei ormai. Ti saluto!- e senza aggiungere altro fece un cenno a Raim e se ne andò com'era arrivata, ovvero ancheggiando provocante.
- Il vostro liceo è decisamente un campo militare.- borbottò Sendoh con una risatina in gola.
- Si, l'hai detto Aki.- disse Hana sbracciandosi - Ehi Raim! Bella partita! Sei grande!-
Finalmente era passata la tempesta, almeno fra le giocatrici, e la loro rossa tornò dal gruppo a farsi fare i complimenti.
Era visibilmente stanca, di questo se ne accorsero tutti e Kaede se ne preoccupò anche, ma lei insistette per stare con loro visto che ora sarebbero andati tutti con Sendoh in un pub del centro per parlare.
Salutò le compagne di squadra che la ringraziarono quasi con le lacrime agli occhi, tranne la Kanzaki naturalmente che le strizzò l'occhio e in si diressero in gruppo al parcheggio, meno Mitsui che a quanto pareva li avrebbe raggiunti dopo: doveva passare un attimo a casa perché credeva di aver lasciato acceso il forno...
- Potrebbe almeno sbattersi a trovare scuse più decenti.- sentenziò Miyagi mentre se ne andavano sulla macchina di Akagi. Lui era col Gorilla, Ayako e Kogure. Visto che Rei se n'era tornato a casa perché il lunedì aveva un test mentre Hana e Rukawa erano in moto, furono costretti a mandare con espressione omicida Haruko, Raim e Mito sulla macchina di Akira cosa che non piacque molto a nessuna delle due ali dello Shohoku.
- Ma tu guarda se Aki deve sempre approfittarne.- brontolava Sakuragi mettendo in moto, per permettere così alla kitsune di fare la nanna sulla sua schiena, anche se pioveva ancora - Quello è proprio il maniaco dei bagni della stazione, ci faccio andare quello che vuoi! Se mi tocca la mia Harukina lo rovino!- e continuando a borbottare sfrecciò dietro alle macchine con la loro Honda che riluceva di pioggia. Ciò che non sapeva però era che quella serata, visto che erano solo le quattro e mezza di pomeriggio, non sarebbe finita con una bella bevuta alla vittoria di Raim e quattro risate. No. Per niente.
E se ne sarebbe accorto tardi, anche se fortunatamente per lui era corazzato su più punti...e da amici che non si facevano fermare da nulla.

 

 

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Capitolo 5
*** Al Palaghiaccio ***


 

 

Erano le sei e mezza e continuava a piovere a dirotto su Kanagawa.
I lampi ogni tanto squarciavano il cielo color piombo ma la squadra dello Shohoku era al sicuro e all’asciutto, dentro a un incasinatissimo pub poco lontano dalla casa di Mitsui.
Se ne stavano tutti seduti a tavola, in fondo al locale, e stavano ancora festeggiando la vittoria di Raim ma tutti sapevano bene che erano andati lì per discutere anche di altro. Sendoh a dimostrarlo.
Fra tutti che erano abbastanza di buon umore, nonostante il tempo infame, c’era Rukawa che se ne stava appoggiato al tavolo col gomito, desideroso, più che di festeggiare, di uccidere la scimmia e il porcospino ma per motivi diversi.
Il do’aho doveva morire per il semplice fatto che da qualche tempo si portava sempre dietro Akira Sendoh a qualsiasi uscita, mentre il porcospino doveva morire per il semplice fatto che esisteva.
Ok, e poi perché ci provava con Raim ma quelle erano un altro paio di maniche.
Lui era seduto al fianco di Hanamichi e cercare di stare tranquilli con a fianco quel cretino era impossibile. Fortunatamente alla sua sinistra c’era Akagi e davanti aveva Raim, altrimenti si sarebbe sparato.
Peccato che incollato alla "sua" rossa ci fosse il giocatore del Ryonan che stava per tirare gli ultimi aliti di vita se non la smetteva di fare battute cretine e di sorridere come se fosse stato il modello del dentifricio.
L’unico che mancava era Mitsui che tanto per cambiare doveva aver rimorchiato la prima che passava e poi essersi dimenticato dell’incontro.
- Tranquillo capitano.- lo rassicurò Ayako, davanti ai salatini, alle tartine che Miyagi e Hana stavano finendo alla velocità della luce e alle loro birre – Mi ha mandato un messaggio adesso. Sta arrivando.-
- Non possiamo aspettarlo a vita, dai! Io sto morendo di curiosità.- fece Sakuragi sarcastico – Anche se ho una vaga idea di quello che tu abbia da dire, Aki, visto che ieri sera il mio condominio è stato letteralmente accerchiato.-
- Cosa?- Sendoh distolse per un attimo lo sguardo da Raim, allibito – Sono davvero venuti sotto casa tua?-
- Si, li ha visti Mito.- sbuffò il rossino – Erano dello Shikuda. Uno di loro ieri sera ha avvisato Mitsui in un vicolo.-
- Oh…- fece Sendoh, mezzo divertito – …e come sta?-
- Mitchy sta benissimo.-
- Parlavo del suicida.- lo corresse Akira ridacchiando.
- Non si sa.- fece Kogure tranquillo – Hisashi non ha risposto alle minacce grazie al cielo.-
- Non so se ve ne siete accorti ma verranno a prendere ognuno di voi, uno alla volta.- iniziò Akira pacato, portandosi la bottiglia di birra alla bocca – Se hanno avvisato solo Mitsui vuol dire che presto verranno anche da voi, comunque. Se li conosco bene stanno prendendo informazioni su di voi.-
- Il capo banda chi è davvero?- s’informò Hana serio.
- Takeru se non sbaglio.- rispose Akagi per Sendoh – Il play dello Shikuda, ha la mia età ed era molto forte. Molto veloce anche e furbo. Ma hanno sempre giocato sporco.-
- Ma Gori…sono venuti anche da te?- si sconvolse Hana.
- No…idiota…- sibilò Akagi trattenendo il pugno che stava già per arrivargli sui denti – Da me non sono mai venuti ma fra una settimana inizia il campionato e se quello che Sendoh ha detto è vero, allora potremmo anche ritrovarceli tutti addosso.-
- Da noi sono già passati ieri pomeriggio, prima che venissimo da voi allo Shohoku. Non ve l’ho detto per non fasciarci la testa prima di essercela rotta.- annuì infatti il porcospino – Hanno attaccato al muro Koshino e parlato con Uozumi ma il capitano li ha spediti fuori quando è arrivato Taoka. Non volevano farsi vedere di nuovo e poi era pieno giorno.-
- Vuoi dire che di solito ti prendono di notte?- Ayako e Haruko quasi non ci credevano.
- Esatto.- annuì Akira – A me è successo mentre tornavo a casa e la cosa è finita lì ma alcuni dello Shoyo hanno avuto avventure peggiori con quelli. Quel Takeru è forte, molto forte e quello biondo che mi avete descritto come quello che ha fermato Mitsui si chiama Shoji, è la guardia della squadra. Lo Shikuda è famoso per gli studenti pericolosi che lo bazzicano, quindi se fossi in voi farei allenamento a porte chiuse d’ora in avanti.-
- Si ma il problema è che vengono sotto casa.- alitò Haruko preoccupata – Takenori, che facciamo?-
- Spero tu non voglia star zitto e subire.- sbuffò Miyagi, apatico.
- Tu vedi di startene buono!- lo zittì Ayako più dolcemente del solito, tornando a fissare Sendoh – Non avete trovato un modo per tenerli alla larga? In fondo non possono entrare in palestra o a scuola indisturbati!-
- Ah no?- ghignò una voce alle loro spalle – Io c’ero entrato quasi in moto in palestra!-
- Ah, ci mancavi solo tu idiota!- sbuffò Akagi, mentre Mitsui si sedeva accanto a Ryota tutto tranquillo.
- Era ora mezza tacca, ma dov’eri?- gli ringhiò Hana.
- Il forno era effettivamente acceso.- rispose vago a malizioso, accendendosi una sigaretta in santa pace – Ho sentito che parlavate dello Shikuda. Non c’è modo di tenerli lontano dalla palestra Ayako.-
- E allora che facciamo? Le prendiamo e stiamo zitti?- rise Hana incrociando le braccia dietro alla testa.
- Qua bisogna trovare una soluzione o ci faremo sbattere fuori dal campionato!- sentenziò Kogure.
- Sinceramente non mi piacerebbe ritrovarmi neanche con un braccio rotto, questo è certo.- piagnucolò Haruko.
- Gli unici consigli che posso darvi sono quelli di riunirvi in un posto isolato tutti insieme qualche giorno prima di ogni partita. Lo so, è folle, ma è l’unico modo per sfuggirgli e poi di fare un lungo ritiro verso maggio, quando ci saranno le finali del campionato. Solitamente lo Shikuda ha sempre agito nello stesso modo: il giorno prima della partita avvisano e minacciano, poi in campo ci vanno giù pesante e se li rincontri una seconda volta…bhè, ti mandano all’ospedale.-
- Allora perché sono venuti da me ieri sera? Non abbiamo fatto neanche un’amichevole con loro.- disse Mitsui, aspirando una boccata di fumo e soffiandola fuori.
- Magari il biondone ti conosceva di fama e voleva scaricarsi i nervi.- frecciò Sakuragi.
- Se cercava la fama doveva venire da te o da Rukawa, mezza sega.- ironizzò la guardia serafico.
- Questa è davvero una bella gatta da pelare, dannazione.- sospirò Akagi poco più tardi, quando un cameriere tornò da solo con altre tartine e altri salatini – Se rispondiamo ci cacciano, se subiamo finiamo all’ospedale…-
- Come cazzo fanno a sapere dove abitiamo poi?- mugugnò Hana, con mezza tartina in bocca.
- Non ci va tanto a sapere dove abiti sai do’aho?- sibilò allora Rukawa a quel punto, ricordando a tutti che era vivo.
- Bhè, la volpe non ha tutti i torti.- ammise per una volta il rossino – Hanno preso me e Mitchy perché chiedendo in giro chiunque ci conosce. Tappo, mi sa che il prossimo sei tu!-
- Ahah…- Ryota guardò Akagi non molto convinto – Mi stai davvero chiedendo di prendere le cartelle e tacere?-
- Ti sto chiedendo di non accendere nessuna miccia.- lo corresse il Gorilla – Capito?-
- Dillo anche agli altri! Perché solo a me scusa?-
- In fondo Mitsui ha già dimostrato di sapersela cavare no?- abbozzò Kogure calmo.
- Cavare?- saltò su Miyagi sdegnato – Ma ci sei o ti fai quattrocchi? E’ stato buono solo perché doveva tornare a casa a scopare, ecco perché!-
- E ti pare poco?- ghignò Hisashi perverso.
- Tu si che hai la tua lista di priorità Hisa.- lo prese in giro Raim, divertita e mezza addormentata.
- La volete finire di dare spettacolo?- gracchiò Akagi mentre Sendoh se la rideva – Comunque è vero! La cosa vale per tutti quanti. Non dico di subire un pestaggio, vi chiedo solo di essere UMILI…- e dicendo quello puntò gli occhi lampeggiando sulle due facce angeliche di Hana e Kaede che se n’erano stati saggiamente zitti.
E così avrebbero dovuto tapparsi tutti quanti da qualche parte due giorni prima delle partite eh? E fare un ritiro per tutte le vacanze di primavera prima degli esami…ma fantastico!
Hana già pensava di passarsi un bell’anno di appuntamenti e week end con la sua Harukina cara e invece avrebbe dovuto passarsi l’esistenza con quei quattro squinternati!
- Kami aiutaci…- sospirò, appoggiandosi contro lo schienale imbottito.
- E dove pensate di andare i giorni prima delle partite? Sui monti con le capre?- frecciò Ayako esasperata.
- Bhè…Raim!- sbottò Mitsui attento – La casa sulla spiaggia!-
- A casa mia?- la rossa riaprì un occhio, visto che stava letteralmente appoggiata alla tavola e dormiva della grossa, o almeno così sembrava – Ecco…mi piacerebbe e c’è anche il posto ma…c’è un problema…-
- Dai Hisa, non possiamo invaderle così la casa scusa!- lo blandì Ryota.
- Ma no, non è per quello!- sbadigliò la rossa, distrutta – Non sarebbe sicuro…-
- Non sarebbe sicuro?- si stupì Haruko – Cosa significa?-
- Hai una casa sulla spiaggia?- cinguettò invece Sendoh come un deficiente – Dev’essere bellissimo vivere sul mare.-
- Si, c’è molta pace.-
- E hai fratelli? Sorelle?-
- No, vivo da sola.-
Rukawa cominciò lentamente a fumare col cervello. Ma perché gli stava raccontando tutte quelle cose?
Ci mancava solo che le chiedesse l’indirizzo e il numero di telefono ed era fatta!
Al diavolo, ma perché doveva stare a sentire quel demente baccagliare eh?
Non poteva andare a flirtare in un bar per rimorchi?
All’improvviso però, mentre vagava con pensieri omicidi, accadde che il loro tavolo si zittisse di colpo.
All’improvviso tutto lo Shohoku sollevò lo sguardo…uno sguardo a dir poco minaccioso, sulla persona che si era presentata accanto a loro. Era apparso dal nulla, mani in tasca…e faccia da schiaffi.
Yuya Takeshi, liceo Shikuda, 2 anno. Ala piccola.
Il tatuaggio che aveva sul collo ora spiccava come un pugno in un occhio.
- Signori, salve.- disse serafico – Una parola con uno di voi.-
Ecco che si cominciava.
- Takeshi.- fece Sendoh guardandolo di sottecchi.
- Non volevo disturbare la vostra riunione, state sciolti.- sibilò il ragazzo guardandoli uno a uno – Ci metto poco.- e senza indugiare oltre girò le spalle al gruppo…e Raim, facendo sgranare gli occhi, si alzò e lo seguì senza una parola. Usciti dal locale, i ragazzi si guardarono nelle orbite, mezzi sconvolti.
- Che storia è?- sibilò Kaede, allucinato.
- Non lo so…- alitò Hana, guardando Hisashi e Miyagi cercando nei loro sguardi una spiegazione ma nemmeno Akagi sapeva assolutamente dire cosa stesse capitando. Nel casino e nell’anarchia generale, si girarono tutti quanti a gufare verso l’entrata d’ingresso del pub.
- Chi è quello?- chiese Ayako interessata.
- Si chiama Yuya Takeshi, è l’ala piccola dello Shikuda. In campo è una vera spina nel fianco. Fra lui e Takeru sono i massimi realizzatori della squadra.-
- Bel tatuaggio…- fischiò Mitsui – Dovrei farmene uno anche io.-
- Se, ti manca giusto anche quello.- frecciò Ryota.
- A me non spiace come idea, sai?- Hana si mise in piedi, tutto divertito, andandosene dritto in bagno con aria annoiata ma tempo due secondi e il cellulare di Kaede si mise a squillare.
- E adesso chi è che rompe?- borbottò.
- Non ti conviene stare qua dentro. Non c’è campo.- gli consigliò Kogure.
Che rottura di palle. Rukawa andò alla porta, sbuffando come una teiera e una volta fuori gettò appena un’occhiata al display. Numero sconosciuto.
- Si?-
- Dov’è? La vedi?-
Il do’aho? Kaede corrucciò la fronte – Ma dove sei?-
- Nel bagno no?- fece Hanamichi tranquillo, mentre si lavava le mani e si sistemava il ciuffo – La vedi Raim?-
Ma tu guarda. Non era poi così pirla come sembrava. Discretamente si buttò un’occhiata in giro e vide Raim e il nano del secondo anno della scuola per teppisti qualche metro alla sua sinistra.
La "sua" rossa stava tranquillamente in piedi, l’altro appoggiato al muro…e sembrava piuttosto sicuro di se stesso. Forse si conoscevano. Aveva un ghigno sulla faccia terribilmente insopportabile.
- Ehi kitsune…non attaccare briga eh?-
La voce pigra di Hanamichi lo risvegliò.
- E perché dovrei?- sibilò secco.
- Perché da qualche giorno sei strano, ecco perché.- concluse il rossino – Che fanno?-
- Parlano.-
- Com’è che si conoscono?-
- Do’aho, come vuoi che faccia a saperlo? Siete voi a conoscerla meglio.- …e io a farmela, aggiunse fra sé ma poi tacque, quando vide Raim tornare verso l’entrata del pub con il bastardello alle spalle. Non fece in tempo a chiudere la conversazione che vide l’idiota afferrarla per un polso e allora non ci fu più nulla che lo tenne fermo.
Marciò dritto verso la "sua" rossa e prima che Raim potesse rifilare un ceffone a quel tizio, l’afferrò per il gomito e se la schiacciò addosso. Takeshi assottigliò gli occhi, fissandolo bellicoso.
- Che cazzo vuoi?- gli sibilò rabbioso.
- Sparisci formica.- gli disse Rukawa e senza aggiungere altro spinse Raim verso l’ingresso ed entrò con lei, lasciandosi alle spalle una specie di vulcano in eruzione.
- Questa poi me la spieghi.- sussurrò alla ragazza in un orecchio prima di tornare a sedersi con gli altri.
A tavola tutti tirarono un sospiro di sollievo quando Raim si rimise al suo posto ma naturalmente fra quelli seduti non ce n’era uno che non volesse sapere come mai si conoscevano.
- Il figlio della seconda moglie di mio padre frequenta lo Shikuda.- si limitò a dire la rossa, tornando a sonnecchiare – Non lasciatevi impressionare dal linguaggio forbito che ha usato per chiedermi di parlare. Sono una manica d’idioti.-
- Quindi hai un fratellastro.- se ne uscì Mitsui, guardandola in modo strano – Ecco, ora i conti tornano…mi sembrava che il platinato avesse una faccia nota. Ti avevo già vista con lui…-
- Cosa? Come? Quando? Dove?- fecero tutti senza capire un accidenti.
- Shoji…il suicida!- si svegliò Sendoh – Il muro biondo dello Shikuda è il tuo fratellastro??-
- Purtroppo si.- sbuffò la rossa.
- E perché non ce l’hai detto prima?- alitò Ayako sconvolta.
- Speravo di restare fuori dalla questione.- sentenziò Raim le cui speranze erano andate miserabilmente infrante – Ma mi hanno visto alla vostra amichevole ieri e…Soichiro naturalmente ha dovuto fare il primo uomo mandandomi uno dei suoi galoppini. Non siamo in buoni rapporti. Anzi, siamo in pessimi rapporti.- e guardò Mitsui con aria abbacchiata – Scusa Hisa.-
- Tranquilla.- disse pacato – Io e te facciamo i conti un’altra volta.-
- Oh, che palle dai lasciala in pace!- Kogure gli dette un paio di pacche sulla spalla – L’unica cosa che ora mi preoccupa è che tu possa finire nei guai! Loro sanno dove abiti!-
- No, non verranno mai da me.-
- Come fai ad esserne sicura?- gli chiese allora Rukawa, spezzando il gelo che era scivolato fra loro.
- Perché lo sono.- asserì Raim fissandolo – Lui sa che non si deve avvicinare a me.-
- E’ per questo che ha mandato il nanetto?- chiese Ryota.
- Esatto.-
Senza indagare oltre visto che non sembrava particolarmente in vena, i ragazzi finirono col cambiare discorso e fecero arrivare le sette e mezza, ora di tornare a casa per cena quando Haruko se ne uscì con l’ultima trovata. Tirò fuori una locandina dalla borsa e la diede a Raim….che saltò su tutta felice, con gli occhioni che brillavano.
- Dio Haruko! Ma dove l’hai trovato?-
- Ti piace vero? Lo sapevo!- sorrise la Akagi mentre tutti gli altri si affollavano alle spalle della loro seconda manager per guardare la locandina. L’apertura di un nuovo palaghiaccio.
E accadde ciò che più Kaede temeva.
- Davvero sai pattinare Kotobuki?- cinguettò Sendoh con la sua solita aria da marpione – Anche io me la cavo! Se vuoi possiamo andarci insieme!-
- Dio, è da un sacco di tempo che non metto i pattini da ghiaccio!- sorrise la rossa – L’ultima volta che ci sono andata sarà stato l’anno scorso! Prima facevo esercizio tre volte al mese! Sarebbe bello andarci!- ma poi, con sommo sollievo della volpe, si rivolse anche agli altri – Ragazzi, voi venite vero?-
- Sui pattini da ghiaccio?- Mitsui la guardò come se avesse detto un’eresia – Meglio morire cocca.-
- Non puoi continuare a trattare quel ginocchio come se fosse di vetro, sai?-
- Forse pensava al suo delicato culo, no?- frecciò Hana.
- Perché mezza sega, tu ci sai andare?- replicò Hisashi secco – Mi piacerebbe vederti!-
- Il Tensai sa fare tutto!-
- Come no, questa è fortissima.- rise tutta la squadra.
- Comunque possiamo andarci lunedì sera. Così cambiamo un po’ aria no?- disse Haruko tranquilla – Allora ragazzi? Venite sul serio?-
- Se è così porto la macchina fotografica!- cinguettò Ayako perfida.
- Che rottura di palle…d’accordo!- rognò Mitsui – Ehi tappo, tu vieni vero?-
- Si, ma non è detto che metta piede sul ghiaccio.- ironizzò Miyagi – Non sono così deficiente! Akagi? Kogure?-
- Se, se!- sbuffò il capitano.
- Ma va? Anche il Gori vai!- ululò Hana rischiando una cartella sui denti – Kit tu vai a nanna vero?-
- No.-
- Di nuovo???- urlò Sakuragi sbiancando. Un attimo dopo era lì a provargli la febbre e si scatenò l’ennesima rissa anche se ormai due cose erano chiare, almeno ad Hana. Rukawa stava andando in palla perché accettare due uscite con Sendoh, trascurando il sonno, era cosa impensabile per lui. A pattinare poi!
Ma che gli prendeva alla kitsune? Dava i numeri!
E la seconda cosa era altrettanto palese: aveva un problema molto serio con la gente dai capelli rossi…
Anche Kaede comunque non faceva altro che maledirsi, mentre se ne andavano al parcheggio a riprendersi macchine e moto. Pattinaggio sul ghiaccio! Niente che lo stomacasse di più! Non si era mai messo quei cosi in vita sua, che idea bislacca quella di seguire il porcospino maniaco al palaghiaccio! Anche perché avrebbe dovuto restare seduto a guardare Sendoh baccagliare e provarci con Raim senza poter fare nulla!
Dio, che frustrazione!
Per il resto del week end si augurarono di non trovare rompi scatole sotto casa, di non attaccare briga, di non finire all’ospedale e di non morire, tanto per essere chiari, poi finalmente si salutarono anche se Raim, invece che andare in macchina col Porcky del Ryonan, andò via con Ayako e avrebbe dormito da lei…ma non prima di avergli fatto un cenno con la mano che ora, dopo quanto accaduto la sera prima, aveva tutto un altro significato.
- Domani verrà giù la tormenta.-
Si girò verso Hana, che stava mettendo in moto. Tormenta?
- Queste uscite secondo me hanno un loro secondo fine.- sentenziò Sakuragi testardo, guardandolo appena sopra la spalla – Allora kitsune? Non vuoi proprio dirmi che ti passa per la zucca vuota che ti ritrovi?-
- Do’aho…sono affari miei.-
- Non se ne stai combinando una delle tue, stupida volpe!- e chiudendo la conversazione, dette un’impennata che quasi rischiò di catapultare indietro Rukawa. Andò a finire che si bestemmiarono dietro per ogni metro fino al condominio di Hana che una volta sotto casa si guardò attorno.
- Niente pagliacci stasera?- sibilò Kaede, levandosi il casco.
- A quanto pare…- il rosso gli lanciò le chiavi e scese, scrollando i capelli rossi quando la porta d’ingresso del condominio si aprì e scese la signora Kana.
- Ciao ma’!- rise Hana – Scusa il ritardo ma abbiamo perso la cognizione del tempo!-
- Oh, ciao ragazzi!- fece la donna di rimando, buttando nella spazzatura alcune bottiglie vuote – Allora? Com’è andata la partita di Raim?-
- Bene, hanno vinto tre set a zero!-
- Perfetto. Ehi, Kaede hai già mangiato?-
Rukawa cascò dalle nuvole e scosse il capo, pensando che doveva andare a comprarsi qualcosa visto che quella mattina con Raim aveva svuotato il frigo ma non aveva fatto i conti con la dispotica madre del do’aho che gli sequestrò le chiavi della moto e lo costrinse a salire di sopra con loro, sotto lo sguardo demoralizzato di Hana che con una madre simile non sapeva più che fare. Comunque per precauzione chiesero al portinaio di poter mettere la moto nel suo box privato e quello accettò volentieri dopo che la signora Kana gli ebbe fatto qualche smanceria.
- Ruffiana di una donna.- borbottò Hana mentre salivano in ascensore al quarto piano.
- Non volevi mica lasciarla fuori al freddo no? Con tutti i nemici che ti fai poi…-
- Puoi non parlare solo con me?- sbottò additando la volpe sconcertata – Guarda che non è mica un santo lui!-
- Si, si…- sua madre agitò nuovamente la mano, come per scacciare una mosca noiosa e poi finalmente si ritrovarono davanti all’appartamento. Rukawa era un po’ perplesso a dire il vero, anzi…diciamo un po’ intimidito, anche se non l’avrebbe mai dato a vedere, perché in tre anni era la prima volta che entrava nella tana della scimmia. Sulla porta però capì che non erano soli. Infatti…
- Oh no! Ancora voi!- gracchiò Hanamichi facendogli strada dentro a uno spazioso salotto, diviso dalla cucina da un grande bancone totalmente invaso da piatti e cibarie, dietro a cui c’era…Mito in grembiule e maglietta a maniche corte!
- Oh, era ora! Ciao Hana! Ciao Rukawa!- aggiunse Yohei, senza fare una piega – Avete fame?-
- Dipende da quello che hai combinato mentre io non c’ero!- rispose serafica la signora Kana, mentre Takamiya, Okuso e Noma apparecchiavano la tavola e spaccavano qualcosa, specialmente dopo aver guardato il volpino come se fosse stato un extraterrestre ma l’unica donna di casa non fece caso alle loro facce e tornò in cucina.
– Com’è la carne Yohei?-
- Ormai è cotta!-
- Hana, porta Kaede a fare un giro eh?- gli ordinò sua madre – Intanto io e Yohei sistemiamo tutto!-
- Ehi, e noi che stiamo facendo eh?- si lamentò Okuso con una smorfia da bambino.
- Per ora rompete solo piatti!- fece la donna con aria fintamente severa.
- Signora, guardi che se lascia andare in giro quei due per casa sua il casino sarà doppio!- ghignò invece Noma, indicando il Tensai e la volpe che ancora non credevano a quel disastro.
- Per portarlo a fare un giro…Hana lo porterà sulla terrazza all’ultimo piano e lo butta giù.- rincarò Takamiya.
- Che palle voi quattro, ma non ce l’avete una casa?!- rognò il rossino afferrando letteralmente Rukawa per il bomber e trascinandolo in camera. Lo mollò in bagno a rinfrescarsi mentre lui si cambiava con un coro in sottofondo dell’Armata che come al solito lo sfotteva a tutto andare e mentre lui replicava imprecando ai quattro venti, Kaede studiava l’habitat della scimmia con occhio attento.
Era proprio diversa da casa sua, proprio come se l’era sempre immaginata.
Calda, caotica ma in ordine, con tante foto…e tanta gente.
Si sentì stranamente bene al pensiero di non dover tornare a casa sua.
La camera del do’aho poi lo rispecchiava in pieno. Un macello di vestiti, fumetti, cd, dvd e libri che non finiva più. Quasi non gli vedeva il letto sotto quella montagna di roba!
Senza una parola accettò una delle magliette del do’aho e si cambiò e poi...bhè, la battaglia a tavola.
Kaede non aveva mai visto in vita sua una tale lotta per il cibo come fra quella di Hana e del suo amico grasso! Un casino! A momenti usavano le bacchette per accecarsi pur di non far prendere la carne all’altro ma a parte la rissa per la sopravvivenza, il cibo era buono. La madre di Sakuragi, lavorando in ospedale, per fortuna cucinava in maniera sana o lui non sarebbe riuscito a mangiare niente visto le salse che il rosso e i suoi amici spalmavano ovunque.
- Andate a pattinare?-
Quella domanda squarciò la conversazione quando arrivarono più o meno alla fine dello yakisoba, e sia la signora Kana che Mito e l’Armata guardavano Hanamichi sull’orlo di una crisi di risate che sarebbe durata una vita.
- Non ci provate!- li avvisò ma era tardi. Seguì una presa in giro dietro l’altra con conseguente incazzatura del do’aho che sbraitò al vento qualcosa sul fatto che il Tensai era un campione di eleganza e altre cazzate che la volpe non aveva nessuna voglia di stare a sentire. Comunque fu piacevole…molto piacevole. Anche perché lì nessuno si lamentava che fosse poco loquace, la madre del do’aho poi era quel tipo di persona che non bada mai alle apparenze e a parte quegli squinternati, Mito riusciva sempre a far sbollire gli animi.
- Allora ragazzi? Quand’è che inizia il campionato?- chiese la signora Sakuragi, andando a fare il caffè.
- La prossima settimana.- disse Hana incrociando le braccia dietro alla testa, sazio.
- Contro chi?- s’informò Okuso.
- Ecco…Kit, contro chi?-
- Do’aho…il Fujen.-
- Il Fujen. L’anno scorso li abbiamo battuti subito. Non sarà difficile.-
- Speriamo.- fece sua madre dalla cucina – L’anno scorso avete vinto per miracolo o sbaglio? Con tutti i canestri che sbagliavi…- e scatenò altre risate a tavola, cosa che invece faceva incavolare da matti il Tensai che stava per strozzare letteralmente Rukawa, l’unico che non fiatava ma che con lo sguardo faceva più o meno lo stesso, quando suonò il cellulare di Hana. Fu Mito a rispondere, visto che il rossino era impegnato nella caccia alla volpe, ma la faccia di Yohei mutò rapidamente quando sentì la voce preoccupata di Sendoh al telefono.
- Gente…basta, fermi un attimo!- li zittì Mito – C’è Sendoh al telefono. Dice di accendere la tv e mettere sul canale 7.-
- Aki?- allibì Hana – Che gli è successo?-
- Zitto e accendi la tele, cazzo!- sbottò Yohei una volta per tutte e dopo un attimo nell’appartamento regnò il silenzio nell’ascoltare sconvolti e senza parole ciò che un telecronista locale di Kanagawa stava raccontando con tanto di immagini.
"..arrestato alle diciassette di oggi pomeriggio giocatore di basket della prefettura, della squadra dello Shoyo. Dopo un’amichevole una soffiata ha avvisato gli agenti della polizia dello spaccio di cocaina che il giocatore, Kenji Fujima, copriva attraverso la rete delle partite. Per ora non c’è ancora nulla di certo e il giocatore nega tutto quanto…"
Hana e Kaede fissarono allibiti la faccia del play dello Shoyo in primo piano, in televisione e credettero di avere le traveggole. Droga? Quello lì?
Nel giro di dieci minuti vennero tempestati da altre telefonate, da Akagi e Ryota. Poi la crisi isterica di Ayako per telefono, con Raim in sottofondo che diceva a tutti di stare attenti e tapparsi in casa…e infine la chicca.
Trovare Mitsui fu un’impresa. Come lo era sempre di sabato sera.

- Hisa…il cellulare…-
Mitsui fece una smorfia, affondando di più il viso nel collo della ragazza che gli dormiva a fianco, facendosi fare il solletico dai suoi corti capelli ma il trillo incessante del suo telefonino alla fine gli tolse il sonno e si appoggiò su un gomito, sbadigliando.
- Ma che cazzo vuole Hana a quest’ora?- sbuffò – Pronto? Mezza sega, è sabato sera che…- si zittì di colpo, strizzando gli occhi e stentando a credere alle sue orecchie. La ragazza che gli stava accanto lo guardava interessata alle sue espressioni buffe, poi fece ciò che la guardia le chiedeva a bassa voce, ovvero di accendere il televisore e…
Anche Mitsui rimase più o meno pietrificato davanti al telegiornale della sera.
- Oh cazzo…- sussurrò, col cellulare all’orecchio e seduto nudo nel letto.
- Droga?- fece la sua compagna, avvolta nel lenzuolo – Quello lì? Con quella faccia da santarellino?-
- Oh merda…- disse ancora Mitsui, afferrando le sigarette sul comodino.
- Ma va???- gli rispose Hana per telefono, strillando isterico – Siamo proprio nella merda e sta arrivando al soffitto, nel caso non te ne fossi accorto! Ho parlato adesso col Gori. Ha detto a tutti quanti di blindarci in casa e di non uscire per nessun motivo. Ryota è a casa sua, Raim è con Ayako e tu vedi di restare dove sei adesso!-
- Restare qua?- Mitsui fissò la ragazza che sogghignò perfida – Ecco…veramente…-
- Senti, non me ne frega di cosa fai ma non tornare a casa stanotte! Trovati un Love Hotel e dormi da solo piuttosto, ma stattene fuori dalle palle fino a quando non fa giorno intesi? Ti saluto!- e senza aggiungere altro gli chiuse la comunicazione in faccia, lasciando la guardia dello Shohoku un attimo spiazzata. E adesso?
- Siete nelle grane o sbaglio?- cinguettò la ragazza, mentre la sola luce del televisore illuminava la stanza e la sua pelle nuda sotto le lenzuola – Che combinate eh? Dai, fammi ridere.-
- C’è poco da ridere Jun.- replicò lui, buttandosi di nuovo contro i cuscini – Ci sono dei tizi che vanno in giro a pestare le ossa agli altri giocatori. Sono dello Shikuda.-
Junko Kanzaki dello Shohoku fece mente locale, mettendosi a pancia in sotto – Shikuda…si, quel liceo per matti. So che l’hanno scorso alcuni ragazzi hanno picchiato quell’arbitro nel parcheggio, no? Ne conosco un paio che vanno a scuola lì.-
- Tutta gente per bene frequenti…- la prese in giro.
- Contando te senz’altro.-
Lui rise divertito – Buona questa…comunque non posso tornare a casa mia.-
- No?-
- No. Hanno assediato la casa di Sakuragi ieri notte.-
- Parli della Tigre Rossa? Ho sentito delle mocciose chiamarlo così per i corridoi.- disse Junko tranquilla, non sapendo quando Mitsui stava lottando per contenere l’ilarità visto che Hana di solito se ne prendeva di tutti i colori – Comunque cos’hai intenzione di fare?-
- Dipende.- rispose, voltandosi verso di lei con aria maliziosa – Posso andarmene o stare qua e guadagnarmi il tuo letto.-
- Come sempre sei molto sicuro di te.- sorrise la ragazza, mentre lui si chinava a baciarle il collo – Vediamo che sai fare…-
- Sono mesi che te lo faccio vedere, mi pare.- le soffiò sulla pelle.
- Si, mi hai anche fatto vedere che te ne andavi con quella matricola del club di ritmica.- rispose irritata.
- Ma se te ne sei andata prima di me col tuo compagno di classe!- rinfacciò con aria stranamente gelosa.
- Chi? Subaru Ito? Ma sei scemo? È gay dichiarato! Lo sanno tutti.-
- Che vuol dire, sempre uomo è!-
- Ma vattene va!- rise allora la schiacciatrice della squadra di pallavolo dello Shohoku, dandogli le spalle e lasciandosi abbracciare – Sono stanca morta. La partita di oggi mi ha stremata.-
- Avete giocato bene.- sindacò la guardia, finendo la sigaretta – Fra te e Raim eravate una buona squadra d’attacco.-
- Già. Quando se n’è andata l’anno scorso mi è dispiaciuto…ma ne andava della sua salute.-
- Salute?-
Junko, sentendo il suo tono preoccupato, si voltò a guardarlo rigirandosi nel suo abbraccio.
- Hisa, non lo sapevi? Credevo foste amici, credevo te l’avesse detto.-
- Detto cosa?-
- Bhè…io sono in classe con la Mihazawa, sai chi è no?- e quando lo vide annuire, proseguì seria – A quanto pare l’anno scorso durante una gara di ginnastica ritmica pare che Raim sia svenuta negli spogliatoi. Le malelingue dicevano che prendeva anfetamine, sai…anche allora praticava molto sport e non sapevano come riuscisse a stare in piedi. E quest’anno continua ancora di più. Alcune matricole della squadra mi hanno detto che l’hanno vista piuttosto debole agli allenamenti di basket con la squadra femminile…è anche dimagrita molto…-
- Si, di questo me ne sono accorto anche io.- disse lui a bassa voce.
- Ma la faccenda delle anfetamine è una puttanata, credimi.- lo assicurò Junko, decisa – Solo che a volte si sfinisce troppo e rischia di finire all’ospedale. Io ho provato a parlarle oggi ma non ha voluto darmi retta.-
- Posso provarci io…ora che me l’hai detto.- Mitsui serrò le mascelle, ora davvero in bestia. Quindi non se l’era inventato lo strano pallore di Raim e la sua fiacchezza recente. Era proprio arrivata al limite.
Si stava stremando troppo. Lo faceva senza neanche accorgersene.
Ma ora d parlare seriamente con lei, una volta per tutte. E già che c’era avrebbe chiarito anche la questione del suo fratellastro. Il fatto che fosse stata troppo evasiva sul suo conto non gli piaceva per niente…
Si, Raim di certo nascondeva qualcosa.


Intanto a casa Sakuragi alle undici di sera si stava scatenando l’ennesima rissa.
- Giuro che ti soffoco nel sonno! È la volta buona che lo faccio cazzo!-
- Do’aho…dovevi solo lasciarmi andare a casa!-
- Se, certo…come no! Così poi se ti capitava qualcosa come sempre la colpa me la sarei presa io e il Gori non me l’avrebbe fatta passare liscia per il resto dei miei giorni! Conoscendoti avresti mandato qualcuno all’ospedale!-
- Oh e lo farò credimi!-
- Ma cosa vuoi fare? Con un pugno ti butto steso lungo per terra!-
- S’è visto. Sono tre anni che lo minacci e ancora sono qua con tutte le ossa intere.-
- Mhhh….- Hana svaccato sul suo letto a gambe incrociate cominciò lentamente a sfrigolare come una noce di burro in padella. Lo uccideva! Uccideva la kitsune, era la volta buona! Reggerlo per così tante ore di fila era impossibile e più o meno doveva pensarlo anche Rukawa visto che si stava tamponando i capelli dopo essersi fatto il bagno come un indemoniato. Ok, lo capiva che avrebbe voluto andare a casa ma non poteva mandarcelo da solo!
Non dopo quello che era successo quel pomeriggio e dopo che Fujima-me-la-tiro-fino-a-Tokyo era stato arrestato per presunto uso e spaccio di droga!
- Io volevo anche uscire con Haruko, accidenti!- sbraitò infine fra sè, tirandogli dietro un cuscino che Rukawa glielo rispedì in faccia con il doppio della forza – Invece devo tenermi la volpe nel letto! Bel salto di qualità!-
- Neanche io faccio i salti di gioia, quindi cuciti la bocca do’aho!- sibilò Kaede incazzoso.
- MALEDIZIONE TI STRANGOLO!!!-
- INSOMMA HANA, SMETTILA!-
I due ragazzi sobbalzarono, quando dalla stanza da letto accanto alla loro si mise a urlare anche la signora Kana che non era riuscita assolutamente a prendere sonno neanche ficcandosi i tappi delle orecchie.
- FINISCILA DI BORBOTTARE E LASCIALO DORMIRE! SARÀ STANCO DOPO TUTTA LA BARAONDA CHE HA DOVUTO SUBIRE!-
- Santa donna…- si lasciò sfuggire Kaede mentre madre e figlio ingaggiavano la sfida a chi urlava di più. Tempo due secondi e tutti i telefoni dell’appartamento si misero a squillare impazziti, probabilmente degli altri condomini che richiedevano un po’ di pace e finalmente dopo un quarto d’ora si misero a letto.
Quello di Sakuragi era largo abbastanza per farci stare comodi entrambi ma probabilmente ognuno dei due aveva delle armi sotto il cuscino per uccidere l’altro a metà nottata.
- Che questa cosa non esca da qua!- sibilò il moretto spegnendo la luce.
- Tranquillo! Non è una cosa che andrei ad attaccare sui manifesti!- frecciò Hana sarcastico – Guarda che roba… quel bastardo di Mitchy ci starà dando dentro come un dannato e io che potevo uscire con Haruko sono infognato nel letto con la volpe…se prendo quei coglioni dello Shikuda li sventro!-
- Ma la finisci di borbottare?-
- Ma se dormi anche in classe col prof che urla!-
- Ma non con mentecatto che fa dondolare il materasso!- sbottò Rukawa, ficcandogli un pugno per l’esasperazione. E lì fu la fine. Decisi a non farsi più sbraitare dietro dalla signora Kana fecero tutto in silenzio, attaccandosi quasi a morsi e quando rotolarono entrambi giù dalle sponde si mandarono al diavolo.
Un secondo ed erano di nuovo sotto le coperte…in un perpetuo e snervante brontolio che però non placò, poco più tardi, il rumore di alcune moto.
Hana era ancora sveglio e anche Kaede riaprì immediatamente gli occhi blu, sollevandosi su un gomito.
Andarono alla finestra guardinghi e videro che nel parco davanti al condominio si erano fermati alcuni scooter e alcune moto di grossa cilindrata.
- Pensano che tu sia uscito.- sussurrò Rukawa.
- Già, aspettano di prendermi al buio quando torno a casa da quella parte e non li vedo.- sorrise Hana con uno strano e pericoloso luccichio negli occhi nocciola – Quanto sono fessi.-
- Questa puttanata non può andare avanti ancora.- la volpe tornò a letto mentre il rossino restava seduto alla finestra coperto dalle provvidenziali tapparelle – Mi stanno stancando.-
- Anche a me e a quanto pare stanno adottando la tattica dello sfinimento.-
- Do’aho…è una cosa seria.-
- Lo so.- rispose Hana fissando attento moto e proprietari – Ma non voglio finire come Fujima. Il Gori ha dato ordine di chiudere a doppia mandata tutti gli armadietti anche a scuola ma penso sia meglio non tenerci più niente lì dentro.-
- Un modo per incastrarti quelli lo trovano.- sussurrò Kaede mezzo addormentato.
- A chi si può chiedere per tenerli d’occhio?-
- Al segretario del torneo nazionale.- Rukawa parve illuminarsi di colpo, di nuovo sveglio e lucido – Ma ci vogliono delle prove.-
- Quali prove? Sono tre anni che si fanno buttare fuori.-
- Hn. Può darsi.-
- D’accordo, perfetto!- cinguettò Hanamichi, buttandosi sul letto a pesce e quasi spaccando le costole alla volpe che lo ringraziò con un bacio-pugno sui denti – Lunedì ne parlo col Gori e poi chiederò a Yohei di darci una mano!-
- Mito non è un’impresa a delinquere, demente.- gli ricordò il moro, ficcando il braccio sotto al cuscino.
- O lui o un ritiro di due settimane e incontro in un Love Hotel due giorni prima di ogni partita! A proposito, quant’è la tariffa per due giorni e due notti? Tu la sai?-
Ma era proprio deficiente allora?
- Faccio sesso a casa mia.- si limitò a dirgli – E adesso chiudi quella bocca!-
- Che palle kitsune…sei seccante! Aspetta…con chi fai sesso?-
- Affari miei.-
- Eddai, dimmelo! La conosco?-
- Crepa.-
- Antipatico! Notte!-
- Hn…- e dopo un attimo tutti e due erano nel mondo dei sogni.

La mattina dopo, che Kami benedica le domeniche, quei due si svegliarono che era l’una del pomeriggio.
Non si sa bene come, non si sa perché, ma erano andati avanti a imprecarsi dietro e pestarsi fino a fare le ore piccole e quindi non avevano sentito neanche la signora Kana andare a lavoro all’ospedale.
A svegliarli però fu la psicotica suoneria del cellulare di Hana che irruppe nella stanza come un tornado.
Con quel casino il rosso si mise a sedere nel letto come una molla, spalancando gli occhi di scatto mentre Rukawa aprì i suoi lentamente…per poi mettersi a sedere altrettanto lentamente nel grande letto del do’aho, guardandosi attorno ancora mezzo rintronato e non capendo dove fosse.
Il cellulare intanto continuava a suonare impazzito e quando Sakuragi ce l’ebbe fra le mani, non riuscì neanche a pensare di arrabbiarsi.
- Pronto?- mugugnò, dondolando leggermente con la testa.
- Oh, mezza sega!-
Era Mitsui che dopo una bella notte di sesso e aver pranzato con Junko, che, udite udite, anche se non voleva ammetterlo era da considerarsi più o meno come la sua ragazza da circa due mesi e mezzo, se ne stava tornando a casa sotto la pioggia scrosciante e un bell’ombrello scuro – Ehi Hanamichi, tutto ok?-
- Hn…- il rossino non capiva niente. Era Mitchy?
- Non metterti a parlare come Rukawa.- rise il teppista al telefono – Dì bello…ma dormivi ancora?-
- Si…- Hana si passò una mano fra i capelli mentre il volpino, dopo avergli scoccato un’occhiata che sapeva tanto di: "Non posso essere nel letto del do’aho, questo dev’essere un sogno perverso! Torno a nanna che è meglio!" si ributtava sotto le lenzuola – Ieri sera abbiamo fatto tardi.-
- Abbiamo?-
- Io e la kitsune.-
Mitsui si bloccò in mezzo alla via, allibito – Come prego? Che avete fatto?-
- Si…la solita cosa…-
Fra sbadigli e tutto il resto Hisashi sperò di aver capito male, così un pochino perplesso chiese ciò che gli serviva.
- Ieri sera mi hai detto che Raim restava da Ayako giusto? Non ho capito male…-
- No, no…dormiva davvero da lei.-
- Bene, perfetto.-
- Perché? Le devi parlare?-
- Si.- annuì il numero 14, fermandosi davanti alla porta di casa e mettendosi ad armeggiare con le chiavi – Ma non voglio andare a rompere a quest’ora, quindi le parlerò domani a scuola. Un’altra cosa…- aggiunse, imprecando fra i denti perché nel suo portachiavi ce n’era circa una ventina e tutte uguali – Le chiavi della palestra le hai tu? Volevo fare due tiri.-
- Non puoi andare al campetto vicino alla spiaggia?-
- No, diluvia demente!-
- Oh…- Hana portò lo sguardo vuoto alla finestra – Non me n’ero accorto.-
- Allora? Le hai tu le chiavi o no?-
- No…- sbadigliò l’altro di rimando – Ce le ha la kitsune…aspetta che te lo passo…Kit... tieni, il teppista.-
- Come sarebbe?- Mitsui intanto spalancava gli occhi, allibito. In sottofondo sentì dei mugugni e…cazzo, Rukawa nel letto di Hanamichi? Oddio, sapeva che sarebbe successo prima o poi ma…ma non così! Dopo un tonfo di un pugno probabilmente, sentì la voce strascicata della volpe al telefono.
- Hn?-
- Rukawa?-
- Si…-
Mitsui fece una smorfia – Scusa…non volevo svegliarti…-
- Hn…-
Dio, fra sveglio e addormentato non c’era differenza a parlare con lui.
- Ecco…le chiavi della palestra. Il duplicato ce l’hai tu?-
- Si…ma Akagi me ne ha fatte nascondere un paio di riserva nell’armadio del custode.- sussurrò assonnata la kitsune che aveva ficcato un cartone ad Hanamichi quando gli aveva passato il cellulare – Nello spazio di quelle della stanza del coro ci sono due chiavi. Quella d’ottone è della stanza degli strumenti. L’altra argentata è della palestra…-
- Ah, grazie!- rise il tiratore da tre, scrollando l’ombrello e salutando suo fratello maggiore che tornava anche lui in quel momento tutto bagnato – Bhè…allora…bhò, divertitevi e tornate a fare quello che facevate prima!-
- Hn…- ovvero dormire visto che non appena si chiuse la comunicazione quei due tornarono in catalessi, lasciando però la guardia dello Shohoku intento a farsi un sacco di domande. Ma che cavolo stava succedendo?
Prima Rukawa che accettava di uscire con loro, poi Raim che aveva le sue grane di salute, Sendoh che ci provava spudoratamente, Ryota che per un giorno aveva la testa ovunque tranne che su Ayako e Ayako stessa che lo guardava adorante…e Rukawa nel letto di Hana! Ma che cazzo stava succedendo? Il mondo andava proprio al contrario!
- Allora piccolo pervertito? Dove sei stato tutta la notte eh?-
Mitsui entrò in cucina dove suo fratello si stava versando del caffè e sorrise, scuotendo il capo.
- Non fare la mamma chioccia, Kay.-
Kay Mitsui che assomigliava moltissimo al fratello minore anche se aveva uno sguardo leggermente più dolce, continuò a scrutarlo attentamente, con un asciugamano sui capelli bagnati – Mi dici chi è questa ragazza o no?-
- E chi ti dice che erano con una ragazza?-
- E’ un uomo allora?- chiese il maggiore tranquillo.
- Ma neanche per idea!- replicò Hisashi, sedendosi davanti a lui – E tu dov’eri piuttosto?-
- Al locale a ripulire. Ieri sera due cretini si sono rotti una mascella per una donna.- sbadigliò Kay, dandogli una pacca sulla spalla – Adesso scusa moccioso ma me ne vado a letto! E quando avrai messo la testa a posto fammi conoscere la tua ragazza eh?-
- Ma mi spieghi perché ti prendono queste fisse?- sbuffò la guardia.
- Come si chiama?- gli urlò suo fratello salendo le scale.
- Se te lo dico poi la smetti?-
- Promesso!-
- Junko Kanzaki.-
- Uno dei miei nomi preferiti. È bella?-
Mitsui fece una smorfia, paziente – Si, è molto carina.-
- Lo sa che sei un porco?- cincischiò Kay dalla porta aperta del bagno - E che ti fai tutte quelle che ti capitano perché non sei capace di tenerti una donna a causa del tuo brutto carattere? E lo sa che è il tuo modo per nutrire il tuo povero ego perverso fratellino?-
- E tu lo sai che sei un grandissimo rompi coglioni?- sbottò Hisashi a tono, afferrando la palla e l’ombrello – Me ne vado, deficiente! Ci vediamo a cena Kay!-
- Vai di nuovo da lei?-
- No!- sbraitò sclerato – Insomma, lo sapevo che non dovevo dirti niente ! Me ne vado, mi hai rotto le palle! Pensa alla tua ti vita sessuale, razza di chiavica e lascia in pace me!- e continuando a smadonnare finì per andarsene via come un treno mentre suo fratello al piano di sopra non faceva altro che prenderlo in giro come solo lui sapeva fare.


Il lunedì fu una mazzata sulle palle per tutti quanti.
Perfino Hana che era sempre pieno di energie strisciò in classe come un lombrico, forse a causa del tempo.
Per tutta la domenica infatti aveva piovuto a dirotto e a parte Mitsui che si era ritrovato Miyagi in palestra con una faccia da sonnambulo, gli altri erano rimasti chiusi nelle loro tane.
Rukawa invece si era svegliato di colpo con l’arrivo di Raim in classe, tutta bagnata e coi capelli incollati al viso e con i fedelissimi pattini in spalla. Solo una matta sarebbe andata coi pattini con un tempo del genere!
Salutò tutti e i loro compagni si complimentarono con lei per come aveva giocato sabato ma quando andò a sedersi al banco sembrava già con la testa altrove.
A mala pena salutò lui e Hanamichi e la cosa, anche se non voleva ammetterlo, lo infastidì leggermente.
Lui non aveva fatto altro che pensare al bacio di quella sera al campetto, sotto i lampioni…non desiderava altro che poterla avere di nuovo fra le grinfie ma la "sua" rossa aveva un’espressione tutt’altro che allegra o sognante.
Doveva esserle successo qualcosa ma l’arrivo di quel bastardo maniaco di Hansen frenò i suoi pensieri.
Il surfista irretitore fece uno dei suoi soliti luminosi sorrisi, a Raim per prima, ma quando posò lo sguardo su Rukawa perse tutta la sua verve e si affrettò a cominciare la lezione.
Chissà se quel maledetto porco l’aveva capito che doveva starle lontano?
Non molto sicuro si rimise a dormire sul banco, non prima di aver riso però perché anche il do’aho sonnecchiava appoggiato su un gomito e dalla posizione precaria, di certo sarebbe presto caduto come una pera.
All’intervallo delle dieci e mezza finalmente il biondo surfista si levò dalle palle e Rukawa, che dopo tre ore di lezione già non ne poteva più perché il desiderio di parlare e chiarirsi con Raim era diventato un’ossessione, rimase nuovamente a bocca asciutta: Mitsui mise la testa nella loro classe e dopo aver fatto scoppiare le oche sue compagne in gridolini lussuriosi, chiese alla rossa se poteva parlarle un attimo, senza tanti giri di parole.
Cosa che avrebbe dovuto fare Kaede già il sabato, dopo la partita…e invece era stato zitto come un cretino.
La vide alzarsi con un bastoncino di dango ancora infilato in bocca e seguire docilmente la loro guardia che però non le sorrise come suo solito. Sembrava come …irritato.
Ma che cavolo stava succedendo eh?
Non riuscì a saperlo comunque, perché Raim stette fuori per tutto l’intervallo e quando tornò aveva una maschera impassibile sulla faccia che rasentava molto la sua.
Alla fine delle lezioni lei salutò frettolosamente e afferrò il suo borsone per andare agli allenamenti di ginnastica.
- Ragazzi, ci vediamo stasera alle cinque allora?- chiese poi, fermandosi alla porta.
- Si, al palaghiaccio.- annuì Hana sorridente – Ci vediamo là o dobbiamo passare a prenderti?-
- Tranquilli, vengo da sola.- replicò con un mezzo sorriso – E portate guanti e sciarpe, mi raccomando! Ciao!- e senza aggiungere altro sfrecciò via, anche se Kaede era sicuro che gli avesse scoccato uno sguardo particolare, prima di andarsene. Loro non avevano gli allenamenti quel giorno e quindi poterono passare a casa tranquilli a pranzare e a prepararsi a quella che si prospettava una gran brutta idea.
Pattinaggio sul ghiaccio! Ma che razza di deficienti erano per farsi convincere a seguire un'idea simile?
Rukawa comunque passò le prime ore a casa a cezzaggiare. Si era guardato qualche partita sul satellite, sbattendosene dei compiti e all'ora della riunione stava ancora trafficando nell’armadio alla ricerca dei guanti e della sciarpa quando sentì squillare il campanello. Stranito e sicuro che non fosse il do’aho visto che Hana gli urlava come un pazzo di muoversi dalla strada svegliando tutto il vicinato, Kaede si sporse dalla finestra e vide solo Miyagi davanti al cancello. In strada la macchina di Mitsui e il teppista al volante, a parlare al cellulare.
- Ciao Ru!- lo salutò Ryota quando scese e chiuse la porta di casa – Siamo venuti a prenderti noi. Sendoh ha rotto così tanto le palle ad Hanamichi che l’ha convinto a portarlo in moto al palaghiaccio.-
Dalla faccia schifata che aveva il play dello Shohoku, i due s’intesero sul fatto che il porcospino doveva morire e senza aggiungere altro s’infilarono in macchina, dove Hisashi artigliava le mani sul volante e imprecava al telefono.
Sbatté giù la conversazione non appena i due ragazzi si sedettero e riprese la sua consueta aria apatica e menefreghista.
Chiacchierarono del più e del meno per tutto il viaggio, poi Miyagi non poté trattenersi.
- Hisa…mi sembri un po’ arrabbiato…-
- Cosa te lo fa credere?- sibilò la guardia, sterzando ad un incrocio – Sono calmissimo non vedi? Merda!- picchiò con forza sul clacson, facendo venire a Kaede i capelli bianchi visto che si era trovato davanti al cruscotto il muso di un camion – Coglione!- tuonò Mitsui – Avevo la precedenza! Deficiente, stattene a casa!-
- Guarda dove vai, idiota!- urlò il proprietario del camion.
- Ma devo scendere dalla macchina?!- ringhiò la guardia pronto con la mano sullo sportello.
- Hisa…perché non ti rilassi e guido io?- propose Ryota, sentendosi il cuore sotto le scarpe dopo averlo dovuto tenere nell’abitacolo quasi a forza.
- E falla finita…sto benissimo!- scandì di nuovo l’altro – Dio, non sopporto questi dementi che guidano come delle lumache! Vanno ai venti quando c’è il limite dei cinquanta!- e detto fatto inchiodò davanti alle strisce, facendo perdere tre righe di vita alle decine di persone che ci stavano passando sopra.
- Sul serio sai? Se sei stanco guido io…- continuò Miyagi, letteralmente attaccato al braccio di Rukawa.
- Non sono stanco. Da dove cazzo ti vengono certe idee eh?-
- Non so…hai quasi ucciso una vecchietta per esempio.- mugugnò Miyagi, tremolando.
- Appunto, era vecchia.-
- Perché non bombardi le case di riposo allora eh?- rise il tappo, blandendolo – E’ successo qualcosa di grave?-
- Niente, sono solo giorni che Kay non mi toglie il fiato dal collo.-
Kay? Rukawa ricordava vagamente che Mitsui avesse un fratello maggiore ma dalle chiacchiere negli spogliatoi sembrava che questo tipo fosse un genere di persona più civile del loro tiratore.
- Per cosa ti fa le paranoie?-
Ecco, adesso s’incazzava, pensò Kaede guardando fuori dal finestrino. Mitsui non era tipo da amare troppe domande ma stupendolo si limitò a borbottare, astioso, che suo fratello gli dava il tormento per una ragazza.
Miyagi si stupì – Se ti dà il tormento da un pezzo vuol dire che ne hai una fissa…-
- Cos’è tutto sto’ interesse per la mia vita sessuale adesso?- rognò Hisashi – E tu nano? Vogliamo parlare di te?-
- Io?- Ryota fece finta di nulla, arrossendo appena – Io cosa?-
- Hai l’aria beata da qualche giorno.- chiarì la guardia ghignando – Non hai niente da dirci?-
- NO.- scandì l’altro seccato.
- A no? E com’è che non fai più il deficiente con Ayako?-
- Non so di cosa parli…-
- Se, come no.-
- A me sembra di comportarmi come al solito.-
- Guarda che gli occhi e le orecchie li abbiamo tutti. A fare i cori allupati durante l’allenamento siete solo tu e Hanamichi e ora la sua voce da sola stona!- concluse la guardia serafica.
- E Rukawa allora?- esclamò Miyagi dirottando l’attenzione sulla volpe che sbatté gli occhioni senza capire.
- Lasciatemi fuori.- sibilò Kaede, minaccioso.
- Mah, le donne rimbambiscono! Meglio starne alla larga.- dopo quella saggia frase Mitsui svoltò l’angolo e finalmente di trovarono di fronte a una rotonda che dava sul grande e nuovissimo edificio fiammante del palaghiaccio. C’erano già parecchie macchine nel parcheggio e numerosi scooter e moto, fra cui la Honda di Hana e Kaede spiccava di più.
Appena entrati, furono investiti da un profondo chiacchiericcio rimbombante, dall’ultima canzone uscita in classica che aleggiava dagli altoparlanti e dai tanti colori delle persone che giravano nell’immensa zona ristoro.
La pista era bella grande e si apriva su una zona bar dove i tavolini davano direttamente sull’area pattinaggio.
- Eccoli! Sono là.- disse Miyagi, indicando Akagi, Kogure e Rei Manabe seduti a un grande tavolino rotondo proprio accanto alle ringhiere dalla pista. Li raggiunsero giusto in tempo per sentire un tonfo colossale e beccarsi lo sfracello di Hana sul ghiaccio. Attorno a lui c’erano Haruko che cercava di tirarlo su per le mani, Ayako che ridacchiava, Sendoh che invece se la cavava benissimo e …naturalmente Raim, su cui Rukawa lasciò gli occhi.
Era bellissima. I jeans scuri le fasciavano le gambe, la felpa azzurra sportiva le dava un tocco delicato e la sciarpa nera le nascondeva il naso e la bocca, ma guardandola negli occhi anche un cieco avrebbe intuito il suo sorriso.
- Quel deficiente finirà per uccidersi.- borbottò Akagi, furibondo.
- Hanamichi proprio non sta in piedi eh?- rise Ryota, sedendosi accanto a Manabe.
- A dire il vero il senpai non è male.- lo salvò la matricola – Ma pretende di andarci sopra come un professionista quando sarà la seconda volta che mette i pattini. Non si attacca neanche alla ringhiera…-
- E’ la storia della sua vita.- ghignò Mitsui serafico – Gente io vado a prendermi qualcosa per scaldarmi.-
- Un caffè.- gli chiese il Gorilla.
- Anche per me.- aggiunse Kaede, che vedeva il suo respiro condensarsi. Se non altro con qualcosa a scaldargli le mani non gli sarebbe venuta la tentazione di spaccare il tavolo visto come Sendoh si aggirava attorno a Raim con quel sorriso da demente e l’aria da conquistatore. Accidenti…ma perché non sapeva andare sui pattini?
Lui adorava il pattinaggio no? Cazzo, cazzo!
Mangiandosi le mani continuava a guardare le prodezze del do’aho che stava in piedi solo perché la Babbuina lo teneva ma specialmente la sua rossa che era elegante sul ghiaccio come quando volava col nastro in mano.
E il porcospino sempre fra i maroni a bloccargli la visuale. Se la prendeva per mano andava in pista e anche senza pattini l’avrebbe raggiunto e preso per il collo.
Ma perché quel porcospino maniaco oltre che in campo doveva essere il suo rivale anche in amore?
- Allora ragazzi?- cinguettò Ayako quando uscì dalla pista e li raggiunse, visto che erano vicinissimi – Voi non provate? Guardate che è divertente!- li assicurò, viste le loro facce – Anche Hanamichi sta imparando!- ma non finì di dirlo che si sfracellò di nuovo e dovette andare Akira a rimetterlo in piedi, visto che il rosso era caduto addirittura addosso ad Haruko.
- Dai!- continuò la manager, andando a prendere la mano Ryota, che arrossì subito, e Akagi – Giuro che non rido!-
- Lo sapevo io che ero meglio stare a casa!- mugugnò Takenori sbuffando come una teiera mentre lui, Kogure, Miyagi che già vedeva solo Ayako e Rei si sistemavano i pattini. Al tavolo rimasero solo Mitsui e Rukawa che saggiamente preferivano continuare a godersi lo spettacolo.
- Tanto riuscirò a tirarvi via da quelle sedie!- li minacciò la loro bella manager, sogghignando – Torno fra poco!-
- Sto’ cazzo…- sibilò Hisashi, sorseggiando il caffè – Non ho voglia di fottermi di nuovo qualche arto.-
- Tesoro…- frecciò la mora – Perché non ti leghi un cuscino al sedere eh?-
Alla fine Ayako riuscì a convincere Ryota a darle una mano e con l’altra ad attaccarsi alla ringhiera. Fu divertente vedere le reazioni di Miyagi, anche perché ormai dalla sua faccia si capiva che era davvero successo qualcosa.
Come gli aveva detto Raim, era bello avere attorno persone limpide come il tappo.
Fra gli altri in pista però, in pochi stavano in piedi. Akagi era letteralmente aggrappato alla sbarra, coi bambini che passavano e gli ridevano dietro, Kogure stava in piedi per chissà quale grazia mentre Rei si era già fatto dall’entrata fino ad Hana e Sendoh, che stavano più o meno in mezzo alla pista, con la faccia.
- Poveri noi.- alitò Mitsui, vedendo cascare anche Miyagi qualche minuto dopo, fortunatamente non troppo male.
Kaede invece ormai era sul piede di guerra. Sendoh aveva la dote della perseveranza, perché continuava a pattinare e a baccagliare con Raim, uscendosene con gesti del tutto casuali…del tipo aggiustarle la sciarpa tutto sorridente e prenderle la mano per raggiungere il do’aho quando cadeva come un pollo…e la cosa cominciava a sfinire la poca pazienza che gli era rimasta. La sua rossa invece non sembrava accorgersi di nulla.
Gli sorrideva ma non sembrava stargli attaccata per nulla. Anzi, spesso si allontanava per pattinare in santa pace tutta da sola, affiancata dagli altri esperti…e poi, bhè, Raim perdeva anche del tempo a guardare lui, una cosa che lo faceva sentire decisamente meglio.
La fissava ancora imbambolato quando una voce irritante lo riscosse dai suoi pensieri.
- Voi non venite ragazzi?-
Rukawa e Mitsui caddero dalle nuvole dei loro affari, entrambi per una volta pensavano alla stessa cosa, per osservare Sendoh, appoggiato alla ringhiera tutto sorridente.
- No.- rognò Kaede gelido.
- Io neanche.- scandì la guardia dello Shohoku.
- Eddai Mitsui!- ghignò Akira in modo che sapeva tanto di angelica sfida – Non dirmi che hai paura!-
- Cosa?- sussurrò Hisashi, infiammandosi subito.
- Che vuoi che ti succeda?- rise ancora il giocatore dei Ryonan – Dai, se non sei capace t’insegno io. Anche tu Rukawa! Non dirmi che hai paura di cadere! Guardate che è facile!-
Che cosa infida e pericolosa che è l’orgoglio, meditava qualche secondo più tardi Kaede Rukawa mentre lui e Mitsui si chiudevano i pattini e sibilavano bestemmie sommesse in sincrono. L’unica cosa a loro discolpa era che Sendoh li aveva provocati, praticamente accusandoli di essere dei fifoni e due come loro non avevano mai promesso a nessuno di insinuare una cosa del genere. Quindi all’inferno!
Misero piede sul ghiaccio e subito il volpino si aggrappò alla sbarra, sentendosi pericolosamente scivolare all’indietro. Quella precarietà non era per niente una bella sensazione…e lo stesso valse per Hisashi che però venne saldamente sostenuto da Akira. Un attimo per orientarsi e cominciarono a mettere un piede davanti all’altro…
- Che idea del cazzo…- ringhiava Mitsui dietro di lui, praticamente spalmato su Sendoh.
- Guarda che ti tengo!- sbuffò Akira divertito.
- Le ultime parole famose…- ringhiò la guardia, ancora piuttosto incerto ma dalla pattinata già sciolta.
La kitsune invece doveva contare solo sulla sbarra e non era facile per niente, anche perché prima di chiedere aiuto a Sendoh si sarebbe fatto surgelare, quando finalmente arrivarono Ayako e Haruko, tutte sorridenti.
Hana invece strisciava più indietro…
- Ehi Mitchy, Akira ce l’ha fatta a convincerti!- rise la loro prima manager.
- Zitta che mi sconcentri!-
- Senpai, sai che hai la postura dei professionisti?- gli sorrise anche Haruko, tanto che Hisashi ebbe la voglia repentina di buttarsi a terra e urlare – Sul serio, non sei rigido come Hana e gli altri!-
- E parlando degli altri…dov’è Akagi?- si stupì Sendoh. Si venne a scoprire che lui e Kogure erano stati investiti in pieno da Sakuragi e che stavano scatenando rissa a fondo pista, per la gioia di tutti quanti.
- Capito Hisa?- ghignò Ryota che incespicando e rigido come una scopa provava a pattinare da solo, al fianco di Ayako che però era sempre vigile – Hai le gambe della pattinatrice, contento?-
- Ma vaffanculo.- sibilò il numero 14 seccato – Che sport per dementi! E poi non sopporto questi bambini odiosi!- aggiunse, quando un altro paio di teppistelli passarono a fianco del gruppo ridacchiando e prendendo in giro a manetta.
- Che pretendi, scusa?- rise Akira – Grande e grosso come sei dovresti almeno stare in piedi da solo!-
- Si e grande e grosso come sono li mando all’ospedale se mi ripassano sotto le grinfie!-
Intanto Rukawa era andato avanti per conto suo, sempre attaccato alla sbarra ma lui a differenza di Mitsui non aveva la pattinata sciolta, come diceva la Piattola e con Hana che gli andava e veniva sotto il naso continuando a cadere, stava quasi per gettare la spugna.
- Ahah…sai Kit, è la prima volta che ti vedo in difficoltà!- borbottò il rossino, con tutta la faccia ridotta a un livido.
- Hn…do’aho!-
- Dì la verità…ti secca che Aki sia più bravo di te!- cinguettò Hana, letteralmente attaccato alla sua cintura, per evitare altri incidenti di percorso ma dopo quella sparata su Sendoh la volpe non gliela fece passare liscia ma sfortunatamente per lui il troppo agitarsi li portò a franare sul ghiaccio insieme, con una voglia matta di tornare a casa.
- Ehi bei fusti…vi serve una mano?-
Volpe e scimmia sollevarono uno sguardo assente sulla biondina che si era presentata davanti a loro, provocante.
- Grazie, ce la facciamo.- l’assicurò Hana aggrappandosi alla sbarra come una scimmia alla liana ma biondina non mollò facilmente – Sul serio…- celiò con un sorriso malizioso – Vi posso aiutare io! Quando sul ghiaccio fa così freddo bisogna stare molto vicini…-
Seee… Kaede le lanciò un’occhiata che avrebbe pietrificato anche l’acqua e mentre Hana tornava faticosamente da Haruko, lui si rimise in testa di fare almeno un giro della pista senza farsi abbordare da una delle tante maniache che bazzicavano lì attorno a lui come api sul miele ma non era facile per niente.
Stava di nuovo per cadere quando un corpo morbido e un profumo che aveva imparato a riconoscere gli si schiacciarono addosso, impedendogli di sbilanciarsi.
La strinse per la vita e Raim immerse il viso nel suo maglione, giusto in tempo per sollevare lo sguardo verde.
Si staccò quasi subito, strappandogli un lieve gemito di diniego quando sfuggì alle sue labbra, ma lei gli sorrise e gli si mise alle spalle anche notando la sua aria cupa.
- Schiena dritta.- e gli pigiò la mano fra le scapole, poi gl’indicò come lasciar scorrere la lama sul ghiaccio, passo dopo passo, e lasciarsi scivolare dolcemente, senza agitarsi.
Sembrò andare meglio e Rukawa tirò un sospiro di sollievo.
- Tutto ok? Ti sei fatto male prima?- gli chiese Raim, che pattinava all’indietro per guardarlo in viso con sorprendente semplicità.
- Hn. Sono caduto sul do’aho.-
- Comoda allora.- sorrise la rossa – Senza offesa Ru…ma non hai l’anima del pattinatore.-
- E Sendoh si?- gli sfuggì pungente.
Raim per tutta risposta piegò il capo di lato, continuando a sogghignare a mezze labbra e trincerandosi dietro a quella sua aria dannatamente sensuale che gli fece venire voglia di riprovare a cadere, per ritrovarsela schiacciata addosso ma erano quasi tornati all’ingresso della pista e gli altri erano vicini.
Senza fare una piega Raim iniziò a tenerlo per il gomito e riuscì a staccarlo dalla sbarra. Qualche passo e rischiò il collo, ma lei era sempre lì pronta a sostenerlo…e alla faccia di Sendoh, ne approfittò.
Stettero in pista per circa un quarto d’ora e quando tornarono al tavolo, Hana era tutto un livido, per non parlare del bozzo che cresceva sulla testa di Miyagi e dell’espressione omicida di Mitsui ogni qual volta Akira si azzardava a menarla sulla sua pattinata sciolta che ormai gli aveva stracciato le palle.
Alle sette la compagnia cominciò a dare segni di fame e così i ragazzi cominciarono ad alzarsi.
- Tieni Kit!- Hana si levò chiavi della Honda dalla tasca e le lanciò alla kitsune che le prese al volo, visto che era il suo turno dopo di che cominciarono a rimettersi a posto per tornare tutti a casa nei posti in macchina e non nel bagagliaio, come quell’estate aveva fatto Ryota visto che la macchina di Mitsui era troppo piena.
- Raim, tu non vieni?- le chiese Ayako.
La rossa scosse il capo, sorseggiando la sua cioccolata – Faccio ancora un paio di piste e tanto sono venuta coi pattini dalla scuola a qua.-
- Sicura che non vuoi un passaggio?- fece Kogure premuroso, mentre Sakuragi si strusciava come un deficiente alla sua Harukina e il Gorilla in sottofondo lo insultava a sangue.
- No, davvero grazie.- sorrise lei – Mangerò qualcosa al bar e poi andrò a casa. Se vi farà sentire meglio posso fare uno squillo ad Ayako appena arrivata. Così da mettervi l’animo in pace.- aggiunse scherzosa.
Finalmente la marmaglia se ne andò ma Rukawa, volpe di nome e di fatto, mandato al diavolo il do’aho e il porcospino, salutati il teppista, l’occhialuto, la matricola, Ayako, la Babba, il tappo e il Gori (il mondo, aveva ragione Hana, era davvero uno zoo!) fece solo finta di mettere in moto e tornarsene a casa. Fece solo il giro dell’isolato e tornò davanti al palaghiaccio. Parcheggiò, sentì le risatine libidinose delle oche che gli erano gironzolate prima attorno sulla pista e filò dentro. Investito dalla solita musica da discoteca del bar, tornò al tavolo e lei non c’era…
Sollevando lo sguardo, la vide girare sulla pista insieme a pochi altri professionisti, qualche bambino con la sua famiglia e delle ragazze delle superiori.
Se rimase stupita nel vederlo non lo dette a vedere, anche se per un attimo rimase immobile a fissarlo. Poi scivolando leggera e veloce gli andò incontro, all’entrata della pista…e quando gli fu vicino gli gettò le braccia al collo, nello stesso istante in cui Kaede le cinse la vita, divorandole la bocca in un lento ed erotico massaggio che toglieva il pensiero e il respiro.
Quando si staccarono, stavolta fu Raim a traballare sulle gambe.
Lui le prese il viso fra le mani, obbligandola a guardarlo, come per avere risposta a ogni sua domanda, a ogni sua incertezza, ma facendolo la rossa si lasciò andare contro di lui, col seno premuto contro il suo torace…e lo stesso spossante spasmo di desiderio che avevano sperimentato pochi giorni prima al campetto, al loro primo bacio, si ripresentò più forte di prima.
Quel desiderio minacciava di togliere loro ogni pudore e si separarono, consci del fatto che le loro labbra erano diventate come tizzoni ardenti.
Kaede la lasciò sedersi e si diresse al bar, pensando che un caffè forte sarebbe servito a calmargli il sangue ma tornato da lei, la stessa sensazione si presentò più forte di prima.
- Dobbiamo parlare.- le disse a bassa voce.
Lei annuì, ora un po’ imbarazzata.
- Come…come la mettiamo?- gli chiese, intimidita e confusa al tempo stesso.
Bella domanda. Come la mettevano? Stava per dirle "ti prego, facciamo l’amore e vieni a stare da me!" ma si scosse prima di aprire la bocca e guadagnarsi da lei quattro ceffoni. Allora la guardò, fino a imparare a memoria ogni cosa di lei, ogni sfumatura delle sue iridi bellissime…e facendole scoppiare il cuore, le prese saldamente il polso e se la fa fece sedere in braccio.
Dolcemente lui tracciò con la propria bocca i contorni di quelle labbra, quelle stesse labbra che solo pochi secondi prima aveva esplorato con le dita, e ora doveva sentirle, voleva sentirle, contro le sue, più forte, sempre di più.
Schiuse la bocca, leccandolo dolcemente, chiedendo quasi il permesso, passandole una mano dietro la vita, per schiacciare le sue deliziose forme a sé, attendendo fra le carezze leggere che stava riservando agli angoli di quella bocca una risposta.
E nel momento in cui quel permesso venne concesso, nel momento in cui ogni altro senso si perse in quel bacio completo, mentre lui affondava la lingua nella sua bocca dapprima con delicatezza e sentimento e poi con una passionalità che sfociava in una brama simile alla sete, Raim gli chiuse le mani sul viso…carezzandogli le gote, ansimando col suo fiato caldo contro il suo viso.
Si strinsero, incuranti di chi li circondava, immersi in un sogno.
Lentamente, proprio come stavano facendo le loro lingue, anche quelle dita cominciarono ad intrecciarsi, trovando sicurezza e il loro vero posto tra gli spazi vuoti delle dita dell’altra.
- Così non risolviamo niente…- alitò Raim, staccandosi appena dalla sua bocca, mentre lui la teneva ferma, per non lasciarla fuggire.
- Chissene frega.- rispose, cercandole ancora le labbra.
Per tutta risposta la sentì ridacchiare e finì che non parlarono per niente. A mala pena respirarono forse.
E poi il resto sarebbe venuto da sé.

 

 

 

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Capitolo 6
*** Un Fratello coi Fiocchi ***


 

 

C'erano poche cose di cui Hana era assolutamente sicuro nella sua vita, pochi pilastri fondamentali per spiegarla meglio, sicurezze che non sarebbero mai cambiate, ovvero che il Gorilla era un tiranno, che Miyagi era cotto di Ayako, che la sua Harukina era la donna della sua vita e che Yohei Mito era il suo migliore amico...ma l'ultima cosa di cui credeva essere sicuro al cento per cento, da qualche giorno stava un po' vacillando.
Kaede Rukawa, detto Kit, la kitsune, volpino malefico, il ghiacciolo, il super rookie, Sua Boriosità...da qualche tempo sembrava del tutto fuori di testa. Hanamichi lo conosceva da tre anni ormai e credeva, modestamente, di conoscerlo anche abbastanza bene tralasciando i loro piccoli diverbi, eppure nonostante questo il Tensai del basket si era accorto che la kitsune aveva cominciato a stare leggermente più sulle nuvole del solito.
Insomma, sapeva bene che per la volpe il basket era tutto. Al secondo posto il pisolino e al terzo forse la loro Honda ma... il problema si poneva quando, agli allenamenti per esempio, Rukawa mancava una palla, oppure ne riceveva una faccia perché pensava ad altro. Il problema si poneva anche quando Rukawa in classe non dormiva più.
Il problema si poneva quando si accodava alla squadra in ogni uscita.
E questo cambiamento si stava ripercuotendo su Hana a macchia d'olio.
Quel giovedì, entrato in palestra un pochino titubante, sperando di non trovare la kitsune che camminava posseduta al contrario, trovò il solito gruppo di matricole intente a far capannello da una parte con Ayako, Akagi che parlava con Miyagi e Mitsui che allenava Kogure in difesa.
Quel giorno, giovedì 12, iniziava il campionato e si erano messi d'accordo per andare a vedere tutti insieme, quella sera, la partita del Meiho contro il Miuradai. A parere di parecchi era uno spreco di tempo, ma Akagi aveva minacciato tutti di morte cruenta se solo avessero osato far sega e poi avrebbero potuto incontrare di nuovo un po' di gente, del tipo quelli del Kainan che essendo stati battuti l'anno prima avevano il dente avvelenato.
E poi c'era anche la possibilità di incontrare quelli dello Shikuda che Hana non vedeva l'ora di guardare bene in faccia.
- Ciao a tutti.- disse una volta messo piede sul famoso parquet, chiudendosi la porta alle spalle.
- Era ora.- sbuffò il capitano - Datti una mossa, cominciamo fra cinque minuti...e Rukawa dov'è?-
Il rossino sbatté le palpebre - Perché? Non è qua?-
- No che non è qua!- sibilò il Gorilla, cominciando a sprizzare fiamme da tutti i pori - Già ieri, mentre tu brutto imbecille eri in presidenza per quello scherzo nei bagni, non è venuto!-
- Cosa??- Hana si bloccò sulla porta degli spogliatoi, sconvolto - La kitsune non è venuta agli allenamenti??-
- Cosa sei, sordo?- rimbrottò Ayako - C'era a lezione?-
- Certo che c'era! Chiedilo a Raim!-
- Non c'è.- lo informò Mitsui, infilando un canestro - E' agli allenamenti di pallavolo anche oggi. A quanto pare l'hanno praticamente costretta a sostituire la Kurata fino a quando non si sarà ripresa.-
- Finirà all'ospedale prima a poi.- mugugnò Ryota mesto.
- Ok, ok!- Hana mollò a terra la borsa - Adesso vado a cercarlo e lo porto qua a suon di calci!-
- Deficiente, non attaccare briga!- urlò il Gorilla ma non fu necessario scatenare rissa, infatti la gelida volpe apparve sulla porta della palestra già in tuta. Guardò i presenti con aria un po' svagata, poi si scusò per il ritardo.
Che strano. Akagi e gli altri rimasero un pochino basiti da tutta quella sottomissione.
- Stai bene?- gli chiese infatti Kogure - Ieri non sei venuto.-
- Prelievo del sangue.- si limitò a dire, levandosi la maglia della tuta e gettando il resto in panchina - Volevo avvisare qualcuno ma il do'aho era in punizione e non ho visto la Kotobuki.-
Gli altri non dissero assolutamente nulla, anche se ormai Akagi cominciava a chiedersi se Hanamichi non avesse ragione a dire che era cambiato di colpo, di punto in bianco.
- Forza!- ordinò, deciso a spiare la sua ala piccola durante tutto l'allenamento per cercare di carpire qualcosa dalla sua impassibile espressione - Dai ragazzi, diamoci una mossa! Domani abbiamo la partita col Fujen e non voglio vedere gente che va fuori di testa, chiaro? Dopo il riscaldamento faremo una partita mista e matricole si alleneranno di nuovo nei fondamentali appena ritorna Raim. Intanto trenta giri di campo! Muoversi!-
E così fecero. Cominciarono a correre tutti in fila, con Ryota davanti, dietro Mitsui che continuava a pungolarlo per sapere come mai non facesse più il deficiente con la sua Ayakuccia, in mezzo il Gori che incitava tutti a darsi una mossa, poi Hana affiancato a Rukawa.
Più il rossino lo guardava però, e più capiva che stava di nuovo pensando ad altro.
Infatti Kaede pensava ad altro sul serio. Correva a testa bassa, non rispondeva alle battute delle matricole e quasi non sentiva gli schiamazzi all'inizio della fila. Non era lui, se n'era reso conto quando il giorno prima aveva tagliato gli allenamenti per andare a fare un lungo giro in moto da solo, ma non sapeva cosa farci.
Il basket per lui restava l'unica ragione di vita ma non poteva fare a meno di pensare a Raim. All'ultimo bacio che si erano scambiati al palaghiaccio e quella era stata anche l'ultima volta che avevano parlato visto che in classe lei non gli si rivolgeva mai direttamente e subito dopo le lezioni correva agli allenamenti.
Si era accorto che quasi non riusciva a vederla, se non per la scusa del basket e nell'edificio scolastico si teneva a debita distanza, trattandolo quasi come se fosse trasparente. Ci aveva pensato sopra a lungo, arrivando a pensare che volesse tenere tutto nascosto ma poi gli era venuta in aiuto la sorella del Gorilla.
L'anno prima una sua compagna di classe era stata picchiata per avergli passato dei compiti e la cosa, oltre ad averlo sconvolto, l'aveva anche disgustato oltre ogni limite, rendendolo ancora più schifo e gelido con le ragazze dello Shohoku, e anche se dubitava che Raim avesse avuto paura delle cretine che facevano parte del Rukawa's Shinetai, poteva capire che volesse vivere con un minimo di tranquillità.
Casini a parte, aveva comunque bisogno di uno sfogo e la partita contro il Fujen era l'occasione adatta anche se non avrebbe avuto davanti dei degni avversari. Durante l'ultima settimana, in allenamento, aveva preso in faccia troppi palloni per il suo continuo pensare a Raim. Il giorno prima poi aveva anche perso gli allenamenti e Akagi stava per sclerare, lo sentiva. Quindi doveva rimettersi in quadro, e alla svelta anche.
- Ok, fermi!- disse Takenori, fermando i compagni dopo i trenta giri - Avanti, riprendete fiato...- ma sfortunatamente per lui, ad avvallare le sue preoccupazioni, non tutti avevano sentito. Infatti Rukawa, concentrato nelle sue elucubrazioni, non aveva sentito niente di niente...e continuò a correre.
Facendolo però, innescò una pericolosa reazione a catena che coinvolse tutti i titolari e il povero Kogure. Cosa fece? Sorpassando le matricole che colsero i suoi movimenti con la coda dell'occhio, continuò a correre a capo chino fino a quando...non andò a sbattere contro Hana che blaterava al vento col Gorilla sul fatto che avrebbe spaccato quelli del Fujen con un dito solo. Essendo a testa bassa, Kaede lo colpì sulla nuca con una bella testata...e Sakuragi, imprecando per il colpo, venne sospinto verso Akagi. Lo colpì al mento con la fronte.
Come una serie dei pezzi del domino, Akagi scivolò all'indietro vedendo le stelle per il male e col testone colpì la testa di Mitsui, che gli stava subito dietro. Hisashi, che non si aspettava un bombardamento simile, traballò sulle gambe e finì addosso a Miyagi, scavandogli un buco in fronte. Di seguito, tutti e cinque volarono ai piedi di Kogure e...
- COGLIONIIIIIIIIIII!!!!!-
Ammonticchiati uno sull'altro come una montagna e ognuno con un bernoccolo in un posto ben preciso, i titolari dello Shohoku cominciarono ad accapigliarsi con chi l'aveva colpito e visto che nessuno invece ascoltava il compagno che aveva ferito di rimando, si scatenò subito un'accesa lite. Miyagi saltò in testa a Mitsui che invece sbraitava contro Akagi e si misero a darsele di santa ragione, coinvolgendo il Gorilla che ci trascinò in mezzo Hana, quasi strozzandolo mentre Rukawa ne rimase miracolosamente fuori, limitandosi a massaggiarsi la zucca dolente.
In quel pestaggio vennero coinvolte anche le matricole che poverini, essendo quasi tutti ragazzi abbastanza innocenti e per bene, vennero legnati da tutte le parti e Ayako c'impiegò quasi mezz'ora per separarli e mettere fine a quella cagnara.
Quando arrivò Raim alle quattro di pomeriggio, dopo un bell'allenamento già abbastanza sfiaccante con la squadra di pallavolo, li trovò tutti pesti e coi musi anche abbastanza lunghi. Insieme a lei però c'era qualcuno.
Non era sola.
- E' il club di basket o di box?- bofonchiò Junko Kanzaki, appoggiata alla porta. Si era fatta convincere da Raim a seguirla per vedere gli allenamenti, "quei" famosi allenamenti, come li chiamavano tutti a scuola e dove, si diceva, accadessero cose che nessuno aveva mai osato vedere. E ora la Kanzaki veniva a sapere che tutto quello che si diceva di quei dementi era vero.
- Oh, ragazze meno male!- alitò Ayako che stava ficcando cerotti in faccia a Rei Manabe a tutto spiano - Raim, è successo un problemino! Questi deficienti si sono pestati!-
- Ho notato...- la rossa si fece avanti, stranita - Ragazzi ma che è successo?-
- E' colpa di Mitchy, tanto per cambiare!- sbraitò Miyagi furente.
- E' colpa del Gorilla!- disse invece Mitsui, sarcastico.
- Va a quel paese Mitsui. E' colpa di questo deficiente di Sakuragi!- tuonò Akagi che fumava come un vulcano.
- Un cazzo, è colpa della kitsune Raim!- ululò Hana avvolto dalle fiamme.
Rukawa la guardò appena, con la sua solita aria di sufficienza...e alzò le spalle, col bernoccolo che gli pulsava fra i capelli neri.
- Oh Jun ciao!- Ayako sorrise alla Kanzaki, mentre Mitsui la guardava stranito della sua presenza - Meno male che ci sei anche tu! Senti, sai disinfettare e mettere bende e cerotti vero?-
- Perché parti dal presupposto che lo sappia fare?- rise l'altra suo malgrado - Ok, ok. Che ti serve?-
- Perfetto!- la manager sospirò di sollievo - Raim, sistema Hanamichi e Rukawa per favore. Io rimetto in quadro il capitano e Miyagi.-
- E a Junko lasci questo porco?- sibilò Ryota verso Mitsui, avendo ancora il suo ricordino in fronte.
- Porco a chi, nano?-
- E sta zitto, scopatutto.-
- Oh, basta insomma!- sbraitò Ayako, menando ad entrambi l'ennesima ventaglia - Jun, vieni. Tranquilla, Mitchy non muoverà un dito per provarci vero?-
- Sentite, non sono mica un animale!- sbottò la guardia, mentre quella che era la sua ragazza praticamente si avvicinava a lui, gli faceva la testa e faceva anche finta di non conoscerlo, ridendo a mezze labbra.
- Come sono andati gli allenamenti, Raim?- le chiese Hana poco più tardi, mentre la ragazza si occupava dolcemente della testa bacata di Rukawa, che se ne stava muto e gongolante a farsi accarezzare.
- Bene. La senpai Kurata è stata dimessa stamattina ma ne avrà per un mese intero.-
- Quindi dovrai giocare tu al suo posto?- si stupì Ryota - Raim, non dirmi che hai accettato davvero!-
- Non potevo rifiutarmi.- si difese.
- Junko!- il play allora si rivolse alla sua compagna di classe, che finiva la fasciatura a Mitsui - Insomma, non puoi cercarti qualcun altro? Lo sai che è già piena d'impegni.-
- Guarda che se fosse per me le avrei già rifilato due schiaffi.- disse la bella moretta, stupendo tutti e facendo sogghignare Hisashi - Ovviamente sono contenta che sia in campo con me ma l'ho avvisata che al primo cedimento la butto fuori. In fondo per due mesi il capo sono io.-
- Bella goduria eh?- frecciò Raim.
- Non sai quanto.- rispose la Kanzaki - Comunque stai tranquillo Ryo-chan!- aggiunse con tono melenso, prendendolo in giro - Appena strafa infrangerò la mia promessa alla senpai Kurata.-
- E sarebbe?- chiese Ayako curiosa.
- Niente risse.-
- Non so bene perché ma questa storia mi sembra di averla già sentita.- ironizzò la manager - Avanti idioti! Adesso andate in campo e vedete di fare questa benedetta partita! Ehi capitano!- allibì, vedendo Akagi andarsene dritto alla porta della palestra - Ma dove vai?-
- A cercarmi del ghiaccio per la testa in infermeria!- rognò il Gorilla con un'emicrania pazzesca.
- E allora come facciamo con la partita scusa?- mugugnò Mitsui con aria da cucciolo - Siamo dispari!-
- Arrangiatevi!- sbraitò come un forsennato chiudendosi i battenti alle spalle - Fate giocare Raim!-
Raim? Rukawa si svegliò improvvisamente dal coma, pensando alla bella partita che sarebbe stata se fosse stato suo avversario. Se non altro avrebbe potuto strusciarsela un po'...
Kaede, pezzo d'idiota!, si disse mentre Ayako li divideva per squadre, come fai a essere così imbecille?
Andò a finire che la rossa giocò davvero e ci fu da ridere un sacco! Nella squadra rossa Ayako mise, onde evitare altre risse, Rukawa e Sakuragi, Rei Manabe che doveva starsene un po' lontano dalle gambe di Mitsui, Yasuda e Shiozaki. Nella squadra blu invece mise Ryota, Mitsui, Kogure, Nobu Yaoto che stava diventando davvero bravo sotto canestro e Raim...e quando diede il via con fischietto, si scatenò la partita più divertente che avesse mai visto.
Come aveva immaginato, in fondo i giocatori dello Shohoku nel profondo e nonostante l'aria dei teppisti, con le donne erano tutti dal cuore tenero e quando si trattava di placcare Raim ci andavano leggerissimi. Quasi avevano paura di toccarla, visto il suo fisico dall'aspetto fragile e Rukawa soprattutto non cercava, miracolo!, quasi mai il one on one anche se come aveva già sperimentato era molto difficile tenere ferma una come Raim in campo.
Era molto veloce e giocando da ala piccola nella sua squadra s'intendeva alla perfezione con Miyagi.
- No...non c'è proprio storia.- disse Hana alla fine del primo tempo, scuotendo il campo davanti al disastroso risultato, ovvero 55 per i blu e loro solo 29.
- Do'aho. Ecco perché ci sono le squadre miste.- sentenziò Rukawa, passandogli a fianco.
- Ma guarda un po'! Non potrei mai spintonare Raim come se fosse lo scimmione di turno!-
- Peccato che sono in squadra con lei.- ghignò invece Mitsui, prendendosi addosso un'occhiata al veleno dalla volpe.
- E secondo te perché l'ho fatto eh?- frecciò Ayako sarcastica, seduta tranquillamente in panchina con Junko Kanzaki - Perché sapevo che ne avresti approfittato per allungare i tentacoli!-
La cosa strana è che stavolta Mitsui parve leggermente arrossire, infastidito.
- Non è vero che salto addosso a tutte.- borbottò secco.
- No ma sei un maniaco lo stesso.-
Raim sorrise, bevendo avidamente dalla bottiglia - Dai Ayako...gli stai rovinando l'immagine.-
- Ma che immagine?- rise sottovoce tutta la squadra.
Fra un casino e l'altro finalmente tornò il Gorilla con del ghiaccio per tutti e quando vide il risultato cominciò seriamente a preoccuparsi. Rukawa e Hanamichi che si facevano dare un tale stacco?
Non era normale. Non era per niente normale.
- Non voglio sapere cosa diavolo sta succedendo qua.- sibilò quando raggiunse la squadra rossa - Specialmente da voi due...- aggiunse, trucidando con un'occhiataccia la volpe e la scimmia - Me se non vi rimettete in quadro per domani mattina giuro che vi spacco tutte le ossa! Chiaro?-
- Che palle, domani è anche venerdì tredici...- sbuffò Miyagi, mentre si cambiavano negli spogliatoio.
- Dai, non essere superstizioso.- lo blandì Kogure - Il Fujen ha degli elementi validi ma sono poco esperti.-
- Si, i nostri elementi validi invece dormono!- rognò Akagi scazzato.
- Che palle!- sbuffò Hana infilandosi la maglietta - Eddai Gori! Che potevo fare scusa? Investire Raim?-
- Ehi, la squadra blu non era composto da un plotone di ragazze sai??-
- Si ma quell'infame del nano la passava sempre a lei.- si difese il rossino.
- E certo. Mica sono ritardato come te!- ridacchiò il play ancora sotto la doccia.
- Andate tutti a quel paese, mi avete rotto le palle!- scandì alla fine il capitano - Ci troviamo al palazzo dello sport fra un'ora. Vedete di non arrivare in ritardo, capito?-
- Certo, stai tranquillo Takenori.- lo assicurò Kogure - Senti, un'altra cosa...come facciamo con quelli dello Shikuda?-
- Se ci saranno evitateli.- ordinò il numero 4, ficcandosi il giubbotto in spalla - Intesi?-
- Ok, tranquillo.- annuì Ryota, uscendo dalla doccia con un asciugamano attorno ai fianchi.
- Si, in fondo non possono scatenare rissa là dentro.- annuì anche Hana.
- Tutto a posto allora...ma...dov'è Mitsui?- chiese il Gori guardandosi attorno.
- E' già uscito capitano.- l'avvisò Rei Manabe - Ha detto che aveva una cosa da sbrigare ma che si sarebbe trovato puntuale per la partita del Miuradai.-
- Seee...quello s'è fatto dare un calcio una volta, figurati cosa sta meditando! Porca miseria!-
E in effetti Hisashi aveva davvero una cosa da fare, una cosa che praticamente non aveva mai fatto in vita sua.
Junko Kanzaki lo guardò come un alieno per quasi tutto il tragitto verso casa sua. Inutile dire che era rimasta parecchio stupita quando si era offerto di accompagnarla a casa, ancora di più quando le aveva chiesto se il giorno dopo sarebbe andata a vederli giocare contro il Fujen.
- Senti un po' Mitchy...- gli chiese, a pochi isolati da casa sua.
- Oddio, non chiamarmi anche tu in quel modo deficiente!- sbuffò demoralizzato.
Camminavano fianco a fianco e la cosa, uscendo dalla scuola, aveva attirato un po' tutta l'attenzione degli studenti dello Shohoku ma la Kanzaki non era tipo da alzare gli occhi sulle persone che non conosceva, quindi se n'era infischiata dei commenti di tutte le oche che sbavavano dietro a Mitsui, ma ora una cosa le frullava per la testa.
- ...non è che ti sei offerto di accompagnarmi perché ti senti in colpa?- continuò, sogghignando.
Hisashi alzò un sopracciglio, centrato in pieno - In colpa per cosa?-
- Hn, non saprei...forse perché tutta la tua squadra mi ha fatto capire che sei il puttaniere che pensavo e che ho conosciuto rovesciandogli in faccia un bicchiere di tequila. No?-
Per tutta risposta Mitsui scoppiò a ridere come un matto, divertito da quella ragazza eccezionale.
Ricordava la prima volta che le aveva parlato. Due mesi e mezzo prima, in estate.
La conosceva di nome e di fama, non era facile incontrare qualcuno nel loro liceo se non lo si cercava e lui, anche se tutti spesso gli avevano nominato quella certa Junko Kanzaki, non aveva mai provato il desiderio di andare a vedere se fosse davvero bella e con due occhi pericolosi come tutti dicevano. Almeno fino a quando, in una notte d'estate in un pub del centro non l'aveva trovata a un tavolo con la sua squadra, a festeggiare un compleanno.
Un suo amico gliel'aveva indicata e...bhè, Hisashi non era più riuscito a staccarle gli occhi di dosso. L'aveva vista palesemente annoiata per tutta la festa, buttando giù un cocktail dietro l'altro e quando uno del gruppo con cui era uscito era riuscito ad attaccare bottone con la festeggiata, si era unito alle ragazze.
Se solo avesse saputo di più sul suo carattere ci sarebbe andato più piano ma lui non era mai stato bravo a frenare la sua lingua sferzante. Quando trovava qualcuno d'interessante doveva provocarlo e Junko, col suo sguardo fiero e il suo animo infuocato l'aveva subito rimesso a suo posto. La notte era stata lunga e una parola tira l'altra, la ragazza esasperata gli aveva rovesciato in faccia il suo bicchiere, andandosene via ma lui l'aveva seguita fino all'uscita del pub. Era sorto il sole da poco e senza pensarci due volte l'aveva baciata.
In risposta aveva ottenuto un ceffone...e poi un altro bacio.
Così era iniziata con Junko. In quei due mesi e mezzo non erano mai usciti in luoghi molto frequentati. Solitamente stavano in casa di lui e o di lei e passavano il tempo a letto ma ora...ora le parole di suo fratello forse, o il discorso che Raim gli aveva fatto quando era andato a chiederle spiegazioni sulla sua salute, gli avevano fatto aprire gli occhi.
- Allora?- le chiese, cambiando argomento - Domani vieni a vedermi giocare?-
La Kanzaki si fermò, fissandolo attentamente.
- Hisa...cosa dici di mettere subito le cose in chiaro?-
Lui le rimase impalato davanti, mani in tasca, in attesa di sentire le sue condizioni.
- La pallavolo per me è importante come il basket lo è per te.- disse sincera e diretta, come di sua natura - E come ben sai non abbiamo bisogno di distrazioni.-
- Pensi di essere una distrazione?- replicò a bassa voce.
- No. Ma se devo dirla tutta non mi va neanche di essere presa in giro.-
- Secondo te con una qualunque mi sarei comportato così?- obiettò, un po' imbarazzato.
Lei parve ponderare la cosa, poi la sua espressione si schiarì leggermente.
- D'accordo. Possiamo provare.-
- Si?- Mitsui sorrise, quasi illuminandosi.
- Si.- accettò, sorridendo in maniera poco sicura - Ma una cosa sola ti chiedo. Quando sarai stufo dimmelo subito. Non voglio venire a sapere da terzi che vai in giro a sbatterti le matricole, sono stata chiara?-
- Potrei dire lo stesso a te.- sottolineò avvicinandosi a lei fino a sfiorarle le labbra - Io sono geloso e possessivo con le mie cose.- e senza darle tempo di replicare le infilò una mano fra i corti capelli per spingerle contro di lui. Si baciarono a lungo per la strada, incuranti nel dare spettacolo e quando si staccarono, la Kanzaki acconsentì ad andare a vedere quella benedetta partita.


Alle sette e mezza di sera, il palazzo dello sport era stato preso d'assedio da un po' di giornalisti curiosi e dalle squadre di tutta la prefettura che erano andate a buttare in occhio in giro.
Nelle tribune c'era un brusio snervante di attesa ma Shinichi Maki non badava a nessuno. Si limitava a starsene seduto il poltrona, attorniato dai suoi compagni e a tenere gli occhi puntati sulle entrate.
Naturalmente aspettava chi l'anno scorso gli aveva soffiato il titolo ma era anche parecchio interessato a una squadra che aveva incontrato in campo quasi quattro anni prima, lo Shikuda.
- Dici che verrà?-
Soichiro Jin, seduto al suo fianco, stava in attesa esattamente con lui ma a differenza degli altri la sua espressione non mutava la sua reale trepidazione.
- Parli di Eikichi Takeru?- fece Maki, guardandolo con la coda dell'occhio.
- Si.- annuì la guardia pacata - Ti confesso che non vedo l'ora di vederlo giocare di nuovo. Se quello che mi hai detto poi è vero...- lo guardò con un blando sorriso -...allora dev'essere stato una bomba per metterti in secondo piano.-
- Parli del numero 3 dello Shikuda, vero?- s'intromise Takasago.
- Già.- Maki riportò lo sguardo sul campo, dove arbitri e giudici confabulavano fra loro - Quando era la primo anno Eikichi Takeru era il migliore playmaker che avessi mai visto.-
- Ma che dici capo?- rise il solito megalomane che tutti conoscevano bene - Nessuno è meglio di te! Forse solo io!- e Kyota Nobunaga attaccò a ridere come un deficiente, facendo calare la classica goccia in testa a tutti i compagni di squadra. Si sfregò le mani, svaccandosi meglio in poltrona e allungando le gambe su quella davanti - Ah, non vedo l'ora che s'inizi quest'anno! Quella maledetta testa rossa me la pagherà cara!-
- Vediamo di non ricominciare.- soffiò Miyamasu, detto il pigmeo, aggiustandosi gli occhialetti sul naso.
- E sta zitto, ragazza di lillipuziano!- ridacchiò di nuovo la scimmia - Gliela farò vedere io!-
Lo lasciarono dare i numeri e blaterare al vento, tanto nessuno l'ascoltava più quando Maki vide entrare un bel po' di facce note. - Ecco il Ryonan.- disse a bassa voce, vedendo la squadra capitanata da Uozumi entrare nella curva opposta alla loro. Mancava Sendoh però...non vide la sua testa acuminata fra le file dei suoi compagni.
- Non vedo il maniaco.- ironizzò infatti Kyota, rivolgendosi proprio ad Akira.
- Sarà in ritardo come al solito.- sorrise Jin tranquillo - Là c'è il Sannoh.-
- Alla nostra sinistra invece sta arrivando il Fujen e guarda guarda...lo Shoyo. Allora le accuse su Fujima sono cadute.-
- Erano un cumulo di assurdità.- Maki non degnò la forte squadra bianco verde nemmeno di un'occhiata - Era prevedibile che sarebbe accaduta una cosa del genere. Questi sono vecchi trucchi che lo Shikuda usa da anni ormai. Fujima è stato uno stupido.-
- Stupido o meno dovremmo essere liberi di respirare, non credi capitano?- lo blandì Jin col suo fare cortese.
- Siamo tutti sotto pressione, questo ricordatelo.-
- Certo.- continuò la guardia - Ma questo non significa che debba starmene zitto quando quei tizi cercano di affondarmi la carriera. Dico bene?-
- Benissimo!- ululò la scimmietta esasperando di nuovo gli animi.
- Comunque, pericolosità dello Shikuda a parte, sono interessato a vedere cosa s'inventerà il Fujen.- aggiunse Miyamasu - Non avranno vita facile domani.-
- A quanto pare siete tutti ansiosi di rivedere quella squadra di dementi eh?- frecciò Nobunaga sarcastico, mettendosi a giocare con una pallina antistress - Dio, che rottura di palle! Il solo pensiero di trovarmi di fronte a Rukawa mi fa ribollire il sangue!-
- Tanto ti batterà di nuovo.- fece Takasago serafico.
- Che hai detto???-
- Fermi, aspettate.- li bloccò Jin, mentre la scimmia del Kainan stava quasi per balzare in testa al suo compagno più anziano. La guardia indicò al gruppo qualcuno col dito...e Maki sogghignò appena.
Da uno degli ingressi alle tribune, appoggiato a una ringhiera, c'era qualcuno di molto interessante.
- Mitsui.- sibilò Kyota, ricordando bene quanto il Cecchino l'anno scorso avesse contribuito a farli perdere.
In molti riconobbero il giocatore dello Shohoku, specialmente i giornalisti ma un decreto dei giudici aveva loro praticamente impedito di andare a disturbare i giocatori seduti in tribuna, quindi dovettero stargli lontano e scattargli qualche foto. Hisashi comunque se ne accorse appena.
Buttò l'occhio in giro, vedendo un po' di vecchi avversari fino a quando non lo raggiunsero gli altri.
Akagi uscì per primo e fra gli altri giocatori e spettatori cadde un silenzio ammirato. Entravano i campioni.
Di seguito al Gori arrivarono Ayako, Miyagi e Kogure, le matricole e infine Hana e Kaede.
- Ma tu guarda che bel ritrovo di imbecilli.- bofonchiò Hanamichi, buttandosi a sedere in poltrona e beccandosi occhiate d'odio puro da Nobunaga, Uozumi dall'altra parte della curva, quelli dello Shoyo e pure quelli del Fujen.
- Vedi di non far casino, ok?- scandì subito Akagi facendo sedere tutte le matricole.
- Ok, ok...- e mentre tutti i ragazzini del primo anno, diligenti e angelici, si mettevano in postazione a guardare ogni singolo istante di gioco mentre il Meiho e il Miuradai entravano in campo, quattro tizi a caso si misero in posizione di combattimento: Hana e Kaede si divisero gli auricolari del lettore cd sparando a palla i Metallica, Miyagi tirò fuori il game-boy e Mitsui si mise a giocare col cellulare, facendo imbestialire il Gorilla che venne a malapena trattenuto da Ayako e Kogure, prima di fare una strage.
Calmatosi dopo che Ayako gli ebbe fatto annusare un po' di cloroformio, si rimise tranquillo e si guardò attorno mentre l'arbitro fischiava l'inizio della partita. C'erano davvero tutti quanti. Ryonan, Kainan, Shoyo, Fujen...
Tutti combattivi e velenosi. Accidenti, non avrebbero avuto vita facile quell'anno. Per vincere di nuovo ai campionati nazionali avrebbero dovuto sputare sangue.
- Hai notato Takenori?- bisbigliò Kogure suo orecchio, mentre il Miuradai andava a canestro - Con lo Shoyo c'è anche Fujima. L'hanno rilasciato.-
- Si saranno accorti che la faccenda degli steroidi era una puttanata.- sbottò irritato - Al solo pensiero che possa succederci una cosa simile mi viene voglia di rompere la testa a quei bastardi dello Shikuda!-
- Allora sei umano!- rise l'occhialuto.
- Già...ma ho l'impressione che questa faccenda non finirà qua.- disse il Gorilla meditabondo - I giudici di gara si saranno fatti più attenti. Forse richiederanno esami del sangue ed ispezioni d'ora in avanti.-
- Oh...e allora dove metterò la mia fiaschetta di whisky io?- si lagnò Mitsui sarcastico.
- Non fa ridere, sai?- rimbrottò Ayako - Domani mi occuperò personalmente di chiudere a doppia mandata il nostro spogliatoio e prima di entrare in campo controllerete tre volte in ogni angolo, intesi?-
- Si mamma.- acconsentì la guardia.
- Io mi sono rotto.- disse colpo Rukawa, alzandosi in piedi e lasciando di nuovo tutti perplessi - Vado a prendermi qualcosa da bere.-
- Qualcuno di voi tre imbecilli sa dirmi che gli prende?- rognò Akagi quando la volpe sparì all'interno del palazzo dello sport. I tre imbecilli però, offesi da tale insulto come se non ne avessero mai presi di peggio, misero il muso e tacquero spingendo sempre di più il loro capitano sull'orlo di una crisi isterica.
Intanto la volpe passava nei corridoi dove c'erano giocatori e inservienti. Alcune squadre che si erano classificate per il torneo prefetturale che lo vedevano per la prima volta lo guardavano con tanto d'occhi, ma lui a dire il vero se ne infischiava di tutti, tanto per cambiare. Arrivato nella zona delle macchinette si mise a frugare nelle tasche della tuta, per cercare delle monete. Gli serviva un caffè bello forte o rischiava di addormentarsi come una pera.
La macchinetta stava borbottando i suoi rumorini da preparazione quando il cellulare gli vibrò in tasca.
Lo estrasse e non poté impedirsi di sperare. Bhè, alla fine Raim ce l'aveva fatta dove solo il do'aho era riuscito.
Era riuscito a farlo rilassare.
Il messaggio era suo.
"Non dormire troppo e guarda un pezzo della partita kitsune. Ci vediamo domani in metropolitana. Buona notte, R."
Certo, avrebbe preferito qualcosa di più romantico ma erano ancora in rodaggio e anche lui si muoveva un po' goffamente in quello strambo rapporto. Le rispose con un semplice "Hn" a cui Raim seguì con "Ci avrei giurato !"
Rimise il cellulare in tasca e si mise a centellinare il caffè, pensando alla sua bella rossa che in quel momento probabilmente era già andata a letto per recuperare le energie perdute...quando delle grida lo fecero sobbalzare.
Ma chi era che sbraitava in quel modo?
Un uomo maturo e...una voce altrettanto conosciuta.
- Non te lo permetterò mai capito?- tuonava l'uomo che Rukawa riconobbe come Taoka, il mister del Ryonan - Non ti permetterò di buttare tutto al vento per un capriccio!-
E poi Kaede, sconvolto, sentì per la prima volta in vita sua Sendoh urlare...e dal suo tono sembrava quasi sul piede di guerra. - Possibile che non capisce? Eh? Non mi sembra di averle chiesto la luna!-
- Al diavolo ragazzo! Mi ringrazierai un giorno!-
- L'unica cosa di cui ringrazio è di non essere ancora finito al manicomio!-
- Per l'amor del cielo! Passerà, non farti prendere dall'isterismo!-
La volpe sentì una porta sbattere e poi vide Sendoh nel corridoio a fianco - Sa che cosa le dico? Vorrei tanto che fosse successo a lei! Vorrei vederla al mio posto! Vada all'inferno!- e si richiuse il battente alle spalle, fuori di sé.
Senza aggiungere altro marciò al passo di carica verso le macchinette, quando si accorse di Rukawa.
Si bloccò, sbiancando.
- Rukawa...-
Kaede lo guardò a lungo, con aria truce, stentando a credere ciò che aveva sentito.
- Vuoi mollare?- gli chiese gelido.
Akira perse ancora altro colore dal viso ma indurì le mascelle e assunse la stessa espressione decisamente inquietante.
Strinse il pugno e...scattò veloce come il vento contro la volpe, ma non colpì lui. Sbatté con pugno contro la parete al fianco del volpino, ferendosi le nocche...e restando immobile, iracondo, pieno di odio.
Con gli occhi inchiodati in quelli di Rukawa, Sendoh ribolliva, faticava quasi a respirare.
Però. Allora la perla del Ryonan era di carne e peccati come tutti gli altri, pensò Kaede, senza muovere un passo. Ora però si chiedeva davvero cosa stesse accadendo. Voleva davvero mollare? Voleva abbandonare il basket? Se n'era accorto nell'amichevole che non aveva giocato come suo solito, ma stentava a credere che un tipo come il porcospino avesse gettato la spugna. Lui era uno dei suoi più acerrimi nemici.
- Non ti azzardare a farmi la predica.- gli ringhiò Akira a bassa voce, come un sibilo.
- Hn...quindi molli davvero.-
- Sta zitto!- e il giocatore del Ryonan fece per caricare un altro pugno, stavolta per colpirlo davvero quando qualcuno alle sue spalle l'afferrò saldamente per il collo della maglia, tirandolo indietro.
- Ehi Aki...te l'ho detto mille volte. Kit è proprietà privata.-
Rukawa roteò gli occhi, vedendo Hana dare una leggera scrollata a Sendoh.
- Sono forse il tuo giocattolo do'aho?-
Il rossino lo ignorò, tirando via il fantasista del Ryonan che si era come placato, e controllò velocemente la mano al ferito. Senza fare una piega lo spinse lontano da Rukawa, andò alla macchinetta, gli prese un caffè e poi lo costrinse a seguirlo fuori all'aperto, su un terrazzo per i fumatori.
Così il do'aho sapeva qualcosa, pensò Kaede tornandosene alle tribune. Chissà che cavolo stava succedendo al Porcky? Non l'aveva mai sentito urlare contro nessuno, figurarsi contro il suo mister. Era assurdo.
Tornato a sedersi, trovò il Miuradai in netto vantaggio.
- Usano di nuovo il pelatino.- gli disse Miyagi, svaccato addosso ad Ayako che stranamente non faceva una grinza.
- Senpai scusa...- Rei sembrava un pelino sconvolto davanti a quel mostro di Naito - Ma è regolare fare dei placcaggi del genere?-
- Veramente no.- disse il play grattandosi la testa - Ma dipende da arbitro ad arbitro.-
- Si ma se quello mi prende in pieno mi uccide!- continuò Yaoto, terrorizzato.
- E capirai...- sbuffò Mitsui.
- Senpai scusa...ma se prendesse in pieno te?- gli chiese Rei con aria angelica - Non ti farebbe male al ginocchio?-
- Mamma mia, ma questi proprio vivono nel mondo delle favole.- rise Ryota - Rei, tranquillo. Hisa è una roccia.-
- Come no.- Kogure dette una leggera pacca sulla schiena alla loro guardia - Comunque hanno ragione le matricole, sai Mitsui? Il problema si porrà anche contro quelli dello Shikuda. Dovremo trattarti coi guanti d'ora in avanti.-
- Seee...- il numero 14 si rimise comodo, incrociando le braccia dietro alla testa - Ha ragione il tappo. Questi qua proprio sono cresciuti nella bambagia. Ehi seghetta,- così si rivolgeva sempre molto affettuosamente a Rei - hai mai fatto a botte in vita tua?-
- Deficiente!- tuonò Akagi ficcandogli un pugno in testa - Non metterli sulla cattiva strada!-
- Ma che cattiva strada...è di tradizione per entrare allo Shohoku, no?- cinguettò Ryota divertito, evitando a sua volta una cartella in mezzo agli occhi.
- Davvero senpai?- chiese Nobu Yaoto - Che intendi?-
- Dunque...come spiegarla...- Ayako cercò di farla più semplice possibile - Allora, tutti i titolari hanno praticamente iniziato a giocare in squadra litigando con un altro compagno. Ma di brutto intendo.-
- Come?- Rei sbatté gli occhioni - Come sarebbe?-
- Semplice.- rise Ryota - Io e Mitsui ci siamo mandati all'ospedale per esempio.-
Le matricole allargarono le bocche a palla.
- All'ospedale?- riecheggiò Manabe - Ma...ma...perché?-
Mitsui e Miyagi sollevarono le spalle. - Così.- fu la spettacolare risposta.
- Già.- rise Kogure - Poi il capitano e Hanamichi si sono sfidati al primo anno di Sakuragi, mentre...- il quattrocchi guardò la volpe di striscio -...mentre, bhè...Hanamichi e Rukawa se le danno da una vita.-
- Si ma pensate anche che Rei e gli altri sono ragazzi per bene.- li zittì Ayako - Non sono mica esemplari di una non ancora specificata specie di testa di cazzo come voi.-
- Dio...quando usi le parolacce sei ancora più arrapante.- ironizzò Mitsui, prendendosi una ventagliata.
- Piuttosto, dov'è quel cretino?- s'intromise Akagi - Rukawa...dov'è Sakuragi?-
- Sta parlando col porcospino.- si limitò a dire il volpino, imbronciato.
- Sendoh?- fece Kogure stranito - Ma parlano o lo sta picchiando?-
- Figurati, sono amici.- lo placò Miyagi, sbadigliando dalla noia, mentre il Miuradai si portava in vantaggio.
- Si, due animali e una capanna.- frecciò acidamente Rukawa.
Era finito il primo tempo quando alcuni dello Shohoku, i soliti a caso, si alzarono per sgranchirsi le gambe. Tornati davanti alle macchinette, trovarono solo Hanamichi sul balcone, intento a fumarsi una sigaretta e a parlare al cellulare. Vista la sua faccia allupata parlava di sicuro con Haruko ma di Sendoh neanche l'ombra.
- Ma tu guarda che faccia da deficiente.- disse Ayako, scuotendo il capo alla faccia bavosa di Hana.
- Ma lascialo perdere.- rise Miyagi, sorseggiando una lattina di limonata seduto in poltrona - Dio, che razza di perdita di tempo. Potevamo starcene a casa a nanna. Non per peccare di arroganza ma domani col Fujen non ci sarà da faticare troppo. Si, alcuni sono bravi ma hanno poca esperienza.-
- Vedremo.- rise Mitsui, mandando giù un sorso di aranciata - Ehi Gori...hai visto Uozumi?-
- Mamma mia, t'ha lanciato un'occhiata che t'avrebbe ucciso!- ridacchiò il playmaker, mentre il capitano sbuffava e agitava la mano, incurante della cosa. Più che altro il Gori si preoccupava di quella cerebrolesa di sua sorella che fra tutti quanti era andata a scegliere il peggior rintronato sulla faccia della terra. Quando ritornò dentro, Hana era ormai in completa beatitudine visto che era riuscito a strappare alla sua Harukina un appuntamento per sabato.
Era tanto tranquilli che quando qualcuno aprì la porta del corridoio per raggiungere le tribune quasi non degnarono i nuovi arrivati di nessuna occhiata...ma Eikichi Takeru e Ken Yuto li avevano visti benissimo.
Il primo a notarli fu Akagi che indurì la mascella e di rimando, tutto lo Shohoku vide quei due.
Con la tuta grigia e nera dello Shikuda, Eikichi Takeru posò gli occhi affilati sul gruppo...e appena sogghignò.
La cosa non piacque a nessuno dei diavoli rossi ma ricordando le parole del Gori cercarono di tornare a pensare agli affari loro, almeno fino a quando Takeru non dimostrò di essere più tosto di quello che avevano loro detto.
- E' da un pezzo che non ci vediamo, Akagi.- soffiò soave.
- Si, qualche anno.- rispose il Gorilla senza nascondere una punta di sarcasmo nella voce - Ti vedo bene.-
- Sto da favola infatti.- Takeru venne avanti, mani in tasca, affiancato da Ken Yuto che con gli occhiali dalle lenti colorate sembrava fuori posto, ma spavaldo anche con quella cicatrice che gli spezzava il sopracciglio - E così da quando non ci vediamo hai messo su un'ottima marmaglia, eh?-
- Marmaglia?- il Gorilla sollevò la mano dietro alla schiena, per bloccare Miyagi che si stava già alzando in piedi, deciso a non stare a sentire le puttanate di un verme come quello - Si, direi di si.-
- Già. Me l'hanno detto che i tuoi hanno il sangue caldo.-
- Ti consiglio di andartene.- s'intromise Hana, che aveva trattenuto la lingua anche troppo.
- Perché? Mi mandi via senza una dimostrazione Sakuragi?-
Hana alzò un sopracciglio - Oh, non sapevo di essere famoso.-
- Dai Take.- Yuto posò una mano sulla spalla al suo capitano - Sono pagliacci.-
- Pagliacci?- sibilò Miyagi, mettendosi in piedi - Ehi, coglione...prendi il volo.-
- Ohhh, ma guarda..- il capitano dello Shikuda vide Akagi fermare i suoi amici, un po' dispiaciuto - A quanto pare sei sempre lo stesso Akagi. Quando è ora di fare sul serio ti tiri sempre indietro.-
- Faremo sul serio in campo, Takeru.- gli promise il Gorilla - E adesso vattene.-
- Eikichi...da quando lasci che le mosche ti rispondano così eh?- ringhiò una voce alle loro spalle. Tutti si voltarono, tranne Takeru e Yuto che godettero nel vedere anche Hanamichi allargarono gli occhi, strabiliato. Un tizio alto due metri e che probabilmente ne pesava centotrenta stava sulla porta. Un colosso, un muro, un bulldozer.
- Arai, ben arrivato.- sghignazzò Takeru gelido - Lascia che ti presenti i campioni nazionali dell'anno scorso. Signori, questo è Hideki Arai, la mia ala grande in sostituzione.-
- Campioni nazionali eh?- gongolò il bestione, raggiungendo lo Shohoku e facendo quasi tremare il pavimento sotto i suoi passi. Li scrutò tutti, uno per uno, fissando Ayako un momento di troppo e Ryota non al prese bene ma fortunatamente Mitsui e Akagi lo trattennero, facendo ridere di nuovo in maniera odiosa i tre dello Shikuda.
- Vi aspetto in campo, campioni...ma non ne uscirete con le vostre gambe.- ironizzò Arai, andandosene dopo averli guardati come formiche. Rimasti Takeru e Yuto, il primo tornò a fronteggiare Akagi che vibrava per la collera.
- Tranquillo...per ora non ho voglia di sporcarmi le mani.- ghignò, avvisandolo - E a quanto pare il divertimento è assicurato. E tu saresti il famoso Mitsui eh?- aggiunse, girandosi verso la guardia - Come va lo stomaco?-
- A guardarti va molto meglio.- l'assicurò Hisashi, continuando a mantenere una calma storica.
- Divertente. Sta attento al tuo bel ginocchio, eh Mitsui?- l'avvisò quel bastardo, andandosene dritto all'entrata per le tribune dove l'aspettava quel mostro di due metri - Non si sa mai. A volte gl'incidenti capitano.-
Quando furono soli e il silenzio aleggiava su di loro come un macigno, Ayako aveva ancora la bocca a palla.
- Ditemi che non ha detto quello che ho sentito!- sbottò sconvolta.
- Credevi che esagerassi quando te li ho descritti?- sibilò Akagi coi pugni serrati, furibondo - E ancora non hai visto niente!-
- Ma...ha minacciato apertamente Mitchy!- ringhiò Hana - E che cazzo, l'avete visto quell'armadio?!-
- Porca puttana...- Hisashi contava le ore che lo separavano dalla rottura della rotula - Quello ci massacra se ci prende in pieno. È quello che fanno fallo sul giocatore migliore di turno e si fanno sbattere fuori soddisfatti!-
- Il cervello del gruppo è Takeru.- ricordò loro Akagi - Stateci attenti. È un playmaker eccezionale.-
- A quello qualcuno dovrebbe spaccare la faccia.- sibilò Ryota rabbioso.
- Bhè, Aki gli ha spaccato il naso.- bofonchiò il rossino.
- La finite di dire cazzate?- sbraitò Ayako - Qua la faccenda è seria, porco cane!-
- Che rottura di balle.- si schifò Rukawa, di sottofondo.
Proprio mentre stavano per mettersi allegramente a litigare, com'era d'uso comune nella squadra dei diavoli rossi, il cellulare di Mitsui si mise a squillare e la guardia osservò il numero di un vecchio amico sul display.
- Pronto?- Era Tetsuo e informò Hisashi di qualcosa che lo fece sbiancare.
Non era mai successo e sia Akagi che gli altri si preoccuparono.
- Quando li hai visti?- alitò al telefono - Ed erano davanti a casa mia???- urlò poi, alzando la voce - Dannazione, ma che cazzo aspettavi a dirmelo?!- e senza aggiungere altro afferrò letteralmente Hana per il collo, strattonandolo - Hana, portami a casa! Subito!-
- Cosa? Insomma si può sapere che succede Mitchy?- si sconvolse Sakuragi.
- Lascia perdere, devi portarmi a casa mia! Il tizio dello Shikuda col tatuaggio sul collo era davanti a casa mia!-
- Insomma Hisa, calmati!- cercò di blandirlo Miyagi ma il numero 14 scostò la sua mano bruscamente, fuori di sé - Non dirmi di calmarmi! Kay è a casa in questo momento!-
- Kay?- Akagi alzò le sopracciglia...e vedendolo in quello stato capì che anche se fosse stata una trappola, la preoccupazione per suo fratello era troppo grande. Così dette ad Hanamichi il permesso per portarlo subito in moto, mandò Ayako ad avvisare gli altri mentre lui, Rukawa e Miyagi correvano a razzo in macchina.
Facendosi quasi rincorrere dalla polizia, moto e macchina guidate dai ragazzi dello Shohoku attraversarono Kanagawa con limiti che avrebbe causato il sequestro della patente e del mezzo, ma Mitsui non era in vena di badare a simili piccolezze. Dietro a Sakuragi stava letteralmente tremando per la collera. Se solo avessero fatto qualcosa a suo fratello li avrebbe ammazzati tutti! E fu peggio quando, facendo un testa coda nella via della guardia, si ritrovarono davanti alla casa di Mitsui e trovarono il cancello aperto, alcuni vasi che ornavano l'ingresso rovesciati, terra e orme sparse.
- Cazzo!- alitò Hisashi, fiondandosi dentro seguito dagli altri quattro dopo aver visto a terra delle macchie di sangue - Kay!- urlò entrando di volata, quasi sfondando la porta di casa - Kay! Kay dove sei?-
- Mitchy aspetta!- Hana l'afferrò per la spalle e allibito, come Rukawa e Miyagi del resto, gl'indicò una cosa strana sulla scala che portava al secondo piano, davanti a loro nell'ingresso.
Sui gradini c'erano...due tizi ridotti molto male, sui diciotto e vent'anni, pieni di lividi in faccia, senza parecchi denti e con l'aria di chi sta chiedendo pietà. Erano legati dentro un futon, stretti in una corda per scalate.
- Ma che cazzo è successo?- disse Akagi, senza parole.
- Kay!- tornò a urlare Mitsui, facendo di corsa il giro della casa - Kay!- ed entrò in cucina. Lì quasi il cuore gli balzò in gola per il sollievo. Eccolo suo fratello.
Kay Mitsui sollevò gli occhioni angelici dalla televisione, con un asciugamano sulla testa e un cerotto sulla fronte.
- Fratellino.- gli sorrise - Che faccia hai! È successo qualcosa?-
- Kay!- Hisashi stentava a crederci - ...Ci sono...ci sono due tizi sulle scale...li hai visti?-
- Si.- rispose l'altro ironico, continuando a mangiare cereali a quell'ora indegna - Avevano scavalcato il cancello e stavano dietro il muretto, armati di spranghe e credo cercassero te perché hanno mirato basso...alle ginocchia. E loro sono i tuoi compagni di squadra vero?- sorrise, vedendolo lo Shohoku alle spalle del fratellino - Ciao ragazzi.-
- Salve...- cinguettarono gli altri in sottofondo, un pelino intimiditi. Stentavano a credere che due persone di aspetto così somigliante fossero tanto diverse. Il fratello maggiore della loro guardia era parecchio più grande, sui ventisei anni ma avevano stessi occhi, stessi capelli e stessi lineamenti, anche se l'espressione del maggiore era decisamente più dolce e meno truce di quella di Hisashi. Era vestito di tutto punto e forse doveva andare a lavoro...
- Ma chissene frega di loro!- tuonò il numero 14, quando si fu ripreso dallo spavento - Mi hanno venire un colpo quando mi hanno avvisato che c'erano questi cretini in giro per la via! Poi ho visto tutto quel casino e...ma chi è?- si bloccò quando vide qualcuno steso per terra...sotto la sedia di suo fratello, col collo quasi serrato sotto l'appoggia piedi. Era Yuya Takeshi, il bastardo col tatuaggio sul collo. Ansimava per respirare e con la faccia pesta, ne aveva prese parecchie.
- Porca di quella miseria!- fece Miyagi - E' quello dello Shikuda!-
- Kay ma si può sapere che succede?-
- Niente fratellino.- il maggiore agitò la mano, con uno sguardo particolare che Hana sapeva riconoscere - Io e il moccioso stavamo chiacchierando vero?- abbassò lo sguardo sull'ala piccola che era al colmo dell'umiliazione, anche se i suoi occhi impauriti tradivano il suo nervosismo - Mi stava giusto dicendo che non sarebbe mai più tornato.-
- Kay...- alitò Mitsui.
- Vero?- continuò l'altro tranquillo, con il capo basso rivolto al prigioniero - Vero che non verrai mai più qui e che starai alla larga da mio fratello?-
Fu di nuovo un lungo silenzio e tutto lo Shohoku rimase spiazzato quando videro il tizio del secondo anno mordersi le labbra e annuire vigorosamente. Dalla sua faccia, di certo non stava mentendo.
Kay Mitsui dopo un'ultima occhiata penetrante che per un attimo fece venire un po' di brividi anche ad Hana e Kaede, si alzò dalla sedia e gliela tolse dal collo. Takeshi iniziò a tossire, riprendendo il fiato perso ma in quel momento fu il turno di Hisashi che senza sentire le parole di Akagi afferrò il bastardello per la nuca e lo strascinò fuori dalla cucina.
Una volta al cancello lo buttò a terra, colpendolo con un forte calcio alla stomaco.
- Hisa, adesso basta.- gli disse Kay sulla porta, appoggiato allo stipite - L'ho già sistemata io la faccenda.-
- Non me ne frega niente!- sibilò la guardia, colpendo di nuovo quello del secondo anno e poi inginocchiandosi di fronte a lui. L'afferrò per la gola e si fece guardare bene in faccia.
- Adesso ascoltami bene, stupida testa di cazzo.- ringhiò - L'avvertimento ora lo mando io al tuo amico Takeru. Se solo vi azzardate di nuovo ad avvicinarvi a casa mia o a mio fratello giuro che vi ammazzo! Mi hai sentito? Vi ammazzo!-
- Mitsui basta!- tuonò alla Akagi.
- Basta un accidenti!- continuò il numero 14, senza staccare gli occhi da quelli di Takeshi, che piegato e ferito era stato surclassato su tutti i fronti - Mi hai sentito bene? Fuori il fiato!-
- Si!- balbettò il giocatore dello Shikuda.
- Ottimo. E dillo ai tuoi amici.- concluse, mollandolo di colpo e facendogli sbattere la testa sul cemento della strada - Se provate di nuovo a venirci a disturbare non ne uscirete puliti come le altre volte. E adesso vattene e portati via la tua spazzatura.- ringhiò, mentre Kay gli parcheggiava davanti al naso il futon in cui erano legati i suoi due scagnozzi.
Scapparono a gambe levate e furono tanto veloci che sparirono presto nel buio della via ma una volta tornati dentro Mitsui non sembrava dell'umore adatto per rilassarsi.
Seduti tutti e cinque in cucina, i giocatori dello Shohoku non sapevano più dove sbattere la testa.
- Ti serve un caffè Hisa.- gli disse Miyagi - Dove stanno i bicchieri? Te ne verso un po'.-
- Al diavolo. Non mi calmerebbe neanche una bottiglia di gin.- sibilò velenoso.
- Comunque se avete notato stanno venendo a prenderci tutti a casa ormai.- ponderò Akagi paziente, appoggiato col gomito al bracciolo della sedia, mentre sulla tavola cominciavano ad affastellarsi posacenere e accendini del numero 10 e 14 - Da me ancora non sono venuti e Takeru sa dove abito. Il prossimo potresti anche essere tu Miyagi.-
- Vedrò di organizzarmi.- scandì Ryota pacato - Eviterò di tornare troppo tardi.-
- Tanto quelli stanno lì tutta la notte.- l'assicurò Hana, dando un rapido tiro da una delle Malboro di Mitsui - Te lo dico perché Mito li ha visti a casa mia ancora alle sei della domenica mattina, quando la volpe è stata da me.-
- E' probabile che invece da te Rukawa non vengano.- disse il Gorilla - A parte noi nessuno sa dove abiti.-
- Basta che lo seguano.- fece Hana.
- Do'aho. Se ci seguissero, cosa che dubito visto che siamo in moto tutti i giorni, ce ne accorgeremmo.- Rukawa stava cominciando a provare il desiderio di mettersi a fumare. Era nervoso non per la paura di ritrovarsi quei bastardi davanti a casa, visto che solo ci avessero provato avrebbe fatto passare loro la voglia, ma per il fatto che non potevano difendersi. Impegolati nella promessa ad Anzai Sensei, era impensabile gustarsi una meritata rissa con quelli dello Shikuda.
Mitsui all'improvviso sollevò lo sguardo sulla porta della cucina, che dava sul corridoio.
- Ehi, dove pensi di andare Kay?- sbraitò, vedendolo scendere con un giubbotto di pelle addosso.
- A lavorare?- rispose angelico il maggiore - Dai moccioso, che vuoi che mi capiti?-
- Non puoi inventare una scusa col tuo capo?- gli richiese la guardia irritata.
- Sono io il mio capo.- gli ricordò Kay - E se non vado a controllare il locale prima dell'apertura mi perdo una festa privata che m'è costata una rottura di palle di un mese. Piuttosto, vattene tu di casa per stasera.-
- E dove vado!?-
- E che ne so, vai sotto i ponti.- rise il fratello di Mitsui, ricordando tanto ai ragazzi la loro dispotica guardia - Cercati un albergo a ore. O vai dalla tua ragazza.-
- Senti non ricominciare!- abbaiò il più piccolo dei due vulcanici fratelli ma Kay se ne stava già fregando delle sue preoccupazioni, visto che erano le dieci e doveva proprio andare ma non prima di aver conosciuto i compagni di squadra del suo fratellino, ridendo come un matto quando capì che Miyagi era quello che gli aveva spaccato la dentiera.
Con quello lì proprio non c'era niente da fare, pensò Hisashi quando se ne andò di casa giulivo come pochi, dopo avergli dato un paio di pacche sulla testa e dopo aver conciato per le feste tre teppisti di prima categoria.
- Tuo fratello è più simpatico di te, Mitchy.- sentì infatti Sakuragi in sottofondo. Si scatenò così la vendetta del teppista offeso ma alla fine fu Miyagi ad aggiudicarsi la presenza di Mitsui a casa sua. Tornati all'auto di Akagi, i cinque telefonarono ad Ayako per rassicurare lei e Kogure, poi il Gori ordinò praticamente a tutti di tenere il cellulare vicino, a portata di mano e a chiamare in qualsiasi caso di bisogno e a qualsiasi ora, ma specialmente di stare attenti fino alle dieci della mattina dopo, quando avrebbero avuto la partita col Fujen.
- Ci vediamo alla stazione centrale della metro.- ricordò infine - Domani c'è lo sciopero ecologico.-
- Bella stronzata.- rognò Hana, salendo a cavallo della moto con Rukawa che già cadeva dal sonno - Porto la kitsune alla sua tana e quando torno a casa mia ti chiamo Gori, così potrai dormire tranquillo e assicurarti che non abbia ammazzato nessuno. A parte la volpe...-
- Lo stesso vale per voi due.- concluse Akagi, facendo salire in macchina il teppista imbronciato e il nano - Adesso andate! Vedete di farvi trovare puntuali, intesi? Capito Rukawa??-
- Hn...-
- Ma perché spreco il fiato con dei deficienti?-
- Oh vaffanculo Gori! Guarda è stata una notte traumatica!- fu l'ultima cosa che Hana e Kaede sentirono sbraitare da Mitsui e Miyagi in coro, prima di sgommare via a tutta velocità con la loro Honda. Durante il tragitto in moto, sia il rossino che la volpe però pensavano a come levarsi di torno una grana del genere. Quelli non erano tipi che mollavano...e per quanto Sakuragi fosse sicuro che, dopo l'intervento di Kay, quelli dello Shikuda non si sarebbero più azzardati ad andare a infastidire i fratelli Mitsui sotto casa, lo era altrettanto sul fatto che sarebbero andati avanti ancora per molto tempo, fino a quando una delle due fazioni non avesse ceduto.
Akira quella sera gli aveva detto dei fatti avvenuti quando lui era stato matricola e aveva sentito cose assurde, al limite dell'immaginabile. Incidenti palesemente non accidentali, risse, violenze agli arbitri e ai giudici di gara, droga...
Un macello. Quello Shikuda sembrava la scuola di lottatori d'Inferno e Paradiso! E che cazzo!
Mollata la volpe sulla porta di casa visto che dovette trascinarla dentro alla villetta, considerato che gli si era addormentata sulla schiena, Hana tornò alla Honda ma prima di rimettere in moto chiamò Mito.
Lui e Yohei abitavano vicini e il suo migliore amico il giorno prima, perché credeva nella regola del prevenire, aveva grattato a scuola uno dei telescopi dal laboratorio di fisica e astronomia, un nuovo ritrovato del loro preside megalomane. Col telescopio ora Mito controllava perfettamente la situazione, tanto da poter dire ad Hana quanti mentecatti fossero davanti al suo condominio...ma quella sera non c'erano gufi, per fortuna.
Così poté tornare a casa in santa pace...e dormire, visto che la mattina dopo avrebbe dovuto svegliarsi alle otto, per la partita contro il Fujen.


La mattina dopo per Kanagawa brillava un sole molto caldo per essere ormai metà ottobre.
Tutti i mezzi erano fermi, tranne quelli elettrici e parecchia gente immusonita se ne andava nevrotica per i marciapiedi, bestemmiando contro le iniziative ecologiche.
Fra questi c'erano anche i giocatori dello Shohoku che avevano dovuto alzarsi alle otto, quando per arrivare al palazzo dello sport in macchina sarebbero bastati venti minuti. Con la metro ci andavano invece tre quarti d'ora...e con quel caldo, a quell'ora di punta, il tragitto si pregustava un inferno.
Kaede era perfino in maglietta bianca della Nike dalle maniche corte e bestemmiava fra sé, contro tutti i fottuti buchi dell'ozono nel mondo. Se pensava di aver perso quasi un'ora di sonno gli veniva una crisi isterica.
Seduto su una panchina ad aspettare alla maledetta linea verde, sorseggiava assetato una lattina di aranciata mentre al suo fianco un devastato Mitsui che l'unica cosa che proprio non reggeva era il caldo se ne stava a farsi aria con un giornale, coi pantaloni della tuta arrotolati sulle ginocchia e un cappellino con la visiera calato sugli occhi.
Dalla sera prima però aveva mantenuto l'umore nero e sinceramente Rukawa non poteva biasimarlo.
Attorno a loro invece gli altri sembravano tranquilli e su di giri, nonostante le matricole fossero quasi uscite di casa in costume da bagno e che quel maledetto di Manabe non riuscisse a stare cinque minuti senza proclamare la grandezza dello Shohoku, cosa ovvia per la kitsune ma il fatto di avere un altro megalomane alle costole non gli piaceva per nulla.
Fra i più docili, Miyagi faceva lo stoccafisso con Ayako, tanto per cambiare, essendo più carina del solito con una mini di jeans e una felpa rossa legata in vita. Il Gorilla invece stava istruendo i pochi che l'ascoltavano, ovvero Kogure e le matricole, sulle tattiche del Fujen, mentre il do'aho...bhè, il do'aho leggeva seduto alla sua sinistra un libro pesantissimo di letteratura giapponese.
- Ma come fai a leggere quel mattone a quest'ora?- borbottò Mitsui, appoggiato con la testa indietro, sullo schienale.
- Già, non te la tirare.- rise Miyagi, dandogli una pacca sulla spalla.
- Ma chi se la tira...è per un test.- spiegò il rosso, rimettendosi gli occhiali da sole sul naso visto che gli dava un fastidio pazzesco - Quello stronzo di Yoshikawa quest'anno ci va giù pesante da matti.-
- Yoshikawa? Il pelato con un solo capello in testa?- chiese Mitsui ghignando.
- Si, quello.- annuì Hana - Come lo conosci? Ha sempre insegnato solo nelle sezioni dispari.-
- Una volta infatti c'era anche lui.- raccontò Kogure, appoggiandosi alla loro panca - Solo che s'è fatto buttare fuori perché ha litigato col prof di matematica e fisica. Gli ha fatto esplodere un laboratorio.-
- E ho fregato a Yoshikawa i test sempre uguali che propina al terzo anno.- aggiunse la guardia serafica, facendo quasi sputare tutta l'aranciata a Rukawa e facendo cascare la mascella al rossino a terra.
Dopo quella sparata naturalmente Hana stava facendo la hola al suo adoratissimo senpai Mitsui, arrufianandoselo in ogni modo, ma Kaede che era superiore a quelle manifestazioni, meditava di fare qualcosa di meno plateale...del tipo entrargli in casa di notte, soffocarlo e fregargli quei test. Troppo accaldato e seccato da quelle chiacchiere, tornò ai distributori, facendo lo slalom fra un gruppetto di cretine delle medie che gli sbavarono dietro, delle vecchiette arcigne e alcuni uomini d'affari che sbraitavano al cellulare.
Infilando un paio di monete, dette un'occhiata all'orologio. Le 8.30.
Anzai abitava vicino al palazzo dello sport, quindi si sarebbe presentato lì da solo ma...dov'era lei???
Come se fosse stata chiamata, dalla galleria che portava alla metro, sentì urlare un bel po' di persone...e poi udì l'inconfondibile rumore delle terribili rotelle assassine di un paio di pattini che gli avevano causato un trauma cranico non da poco. Si volse col cuore in gola e vide Raim saltare di volata i gradini della prima gradinata, incurante della gente che la sgridava.
Era una dea, una vera dea, pensò tenendo forte la lattina fra le mani.
Indossava una tuta rosa di ciniglia, dell'adidas, con le strisce bianche che le fasciava quel fondoschiena da porto d'armi. Un top che le scopriva il ventre piatto, bianco. Sopra la giacca aperta della tuta. Capelli raccolti in una coda e occhiali da sole sugli occhi.
Era tanto bella che avrebbe scatenato la libidine anche in un prete morente. E il sorriso che regalava solo a lui lo riempiva di gioia, anche se non riusciva a dirglielo a parole.
Lo raggiunse allegra e sorridente, togliendosi le polsiere. - Ciao Ru! Come va? Sonno?-
Che faceva? Lo prendeva per il culo?
- Hn.- rognò incazzoso, facendola ridere come una matta.
- Dai, oggi cominciano le eliminatorie. Dovresti essere contento. Hana mi ha detto che è il periodo dell'anno in cui ti vede di umore migliore, vero?-
Chissà perché quel demente del do'aho non si faceva i fattacci suoi. Comunque l'osservava parecchio per sapere che in effetti quello era davvero un buon momento per una volpe come lui.
- Ucciso qualcuno?- replicò sarcastico, gettando via la lattina vuota con un canestro perfetto nel cestino.
- No. Ancora no.- Raim si tolse gli occhiali, cominciando a seguirlo verso il gruppo che la salutava sbracciandosi - Ma sto cominciando a pensare di farlo come lavoro stabile, sai?-
- Spostata.- si limitò a mugugnare, quando le voci irritanti degli altri si frapposero fra lui e la "sua" rossa.
Salutata e abbracciata da tutti, Kaede avrebbe fatto una strage ma, placando i bollori, si lasciò andare seduto al suo posto con do'aho che continuava a fare l'intellettuale (che in fondo era visto che leggeva come un matto!) e Hisashi che si liquefaceva come un gelato sul fuoco e probabilmente avrebbe tentato di suicidarsi se il treno in quel momento non si fosse fermato davanti a loro.
Salirono in massa e il vagone era ancora abbastanza vuoto, tanto che Akagi, Kogure e Hanamichi riuscirono a sedersi. Ryota, stranamente visto che da giorno faceva il pudico e il timido, si prese Ayako in mezzo alle gambe, facendole abbastanza posto. Le matricole erano sparse in giro, Rukawa invece era appiccicato in piedi alla grata che separava la porta dai sedili, così se non altro non sarebbe caduto ad ogni sobbalzo di quella maledettissima metro.
- Siete carichi ragazzi?- chiese Kogure alle matricole.
- Si!- cinguettarono in coro, facendo venire i nervi a Mitsui che continuava a tenersi il cappellino sugli occhi e Rukawa che cercava di andare in coma come suo solito. Ora il brusio era diventato ancora più forte.
Le prime due fermate furono tranquille, anche la terza...ma alla quarta accadde il disastro.
Una fiumana di gente si riversò nel loro scompartimento, sgomitando e costringendo i presenti a schiacciarsi gli uni contro gli altri. Era pieno di studenti delle medie, alcuni dei licei che facevano taglia, famiglie e lavoratori.
Tutti desiderosi di farsi pressare come in una scatola di sardine.
- Ma che cazz...- alitò Miyagi, quando una vecchia gli spalmò letteralmente addosso Ayako. Non che facesse storie, anzi, ma così davanti a tutti continuava a sentirsi di un imbarazzo cronico anche perché Mitsui cominciò subito a sfotterlo, seguito da Hana che dovette lasciar perdere lo studio.
In quella bolgia, Kaede riusciva a malapena a respirare...e perso del tutto il fiato quando spintoni e gomitate portarono Raim da lui. Che Dio benedica la metro!
- Ma perché questi rompiscatole non se ne stanno a casa loro?- sbuffò la rossa, che come per il perverso desiderio della kitsune si ritrovava sempre di più vicina a lui. Un tizio in giacca e cravatta in quel momento ricevette una spinta e per riflesso si fece indietro, andando a colpire la rossa...e un attimo dopo arrivò letteralmente addosso a Rukawa.
"Qualcuno lassù mi vuole bene..." pensò, sentendo tutte le dolci forme di Raim contro di lui.
Dolci... dolci mica tanto...le contava le costole!
- Se non la pianti di allenarti in questo modo dovrò legarti al letto.- le sibilò all'orecchio, mentre le passava le mani sui fianchi e se la schiacciava ancora di più addosso. Era incurante degli altri, per una volta si lasciò andare e non fece nulla per scostarsi da lei. Era palese che fossero molto in intimità ma gli altri dello Shohoku, allibiti perché non avevano mai visto Rukawa in tre anni accanto a una ragazza, non osarono fiatare.
In fondo...stavano appiccicati per causa avversa.
- Non posso mollare i club.- gli rispose, appoggiando appena le mani sul torace del numero 11.
Quella vicinanza era intossicante: il suo profumo gli stuzzicava le narici, il calore del suo corpo perfetto trapassava i vestiti bruciandogli la pelle.
- Hn...- mugugnò, serrando un po' la mascella per tanta ostinazione, continuando a stringerla per la vita - Siete proprio uguali...- la metro curvò improvvisamente sballottandolo contro la ragazza -...diavolo...- concluse contro il collo profumato di Raim. Sapeva piacevolmente di fiori e gli fece girare la testa. Si scostò dal suo collo e la guardò appena, tornando a farsi indietro contro la grata.
Porco miseria. Stava per morderle il collo e la gola! Ma che cavolo si era messo in testa? Erano in metro!
- Siamo uguali?- gli chiese Raim stranita - Io e chi?-
Lei e un cretino dai capelli rossi che non ascoltava consigli e al primo anno si era distrutto la schiena per fare canestro!
Lentamente, senza fretta, risalì con la mano sulla schiena della sua manager, cominciando a carezzarla con tocco insolitamente dolce che fece la fece sorridere a mezze labbra. Per Raim era insolito pensarlo ma si stupiva sempre, da quando si erano baciati la prima volta, di come una persona che apparisse tanto gelida fosse in realtà capace di gesti tanto teneri.
A malincuore di staccarono quando scesero alla loro fermata, alle nove e un quarto.
Raggiunsero il palazzo dello sport dove già c'erano cronisti e fotografi ma fortunatamente Anzai con la sua fama attirava più sguardi, cosa che dette ai ragazzi il tempo per chiudersi negli spogliatoi.
- Ok, guardiamo ovunque intesi?- ordinò Ayako - In ogni angolo, anche nelle grate sul soffitto. Quando avete finito datemi le chiavi. Io intanto blindo la finestra.-
- Si può sapere cosa cerchiamo?- borbottò Miyagi cercando sotto le panche.
- Coca, anfetamine, steroidi...- scandì Kogure.
- E noi che ne sappiamo come sono fatte?- ghignò Hana - Potrei prendere delle pillole anti concezionali per caramelle!-
- Cosa da non dire mai davanti al fratello della tua ragazza!- frecciò Mitsui mentre il Gori prendeva fuoco e distruggeva la testa di Sakuragi con una scarica di pugni.
- Io ho guardato in bagno.- disse Kogure poco dopo, tornando dall'ispezione - Niente di niente.-
- Niente neanche negli armadietti.- fece Rei tutto eccitato per la partita.
- Allora basta chiudere a chiave, spero.- rognò Hana, massaggiandosi la testa - Non possono mica scardinare la porta, ficcarci delle pasticche di ecstasy nel borsone e andarsene tranquilli e beati.-
- Do'aho.- bofonchiò Rukawa, mentre Mitsui in sottofondo blaterava ridacchiando che se trovavano del crack era roba sua - Credi non troveranno un altro dannato modo per ficcarci nei guai? Usa quella testa di cazzo.-
- Testa di cazzo??? Testa di cazzo a chi mezza sega?-
- A te, mentecatto.-
- Per favore vedete di non cominciare.- sbuffò Raim - Avanti, cambiatevi che poi chiudiamo tutto.-
E Ayako chiuse tutto a doppia mandata, controllando più volte in giro e poi incrociò le dita.
In campo, quando entrò lo Shohoku si scatenò subito il tifo del pubblico. Nonostante fossero ancora alle eliminatorie, le tribune erano quasi piene e numerose squadre fissavano bramose i diavolo bianco rossi.
Per non parlare poi di come Nobunaga, aggrappato alla testa di Jin, stesse ululando al vento vendetta, insultando Hana e sfidando Rukawa, gridando come se in gola avesse avuto un megafono.
- Deficiente di fama mondiale!- tuonò Sakuragi furibondo, mentre Akagi lo trascinava viva per la collottola.
- Dio che chiasso.- bofonchiò Raim, guardando divertita sugli spalti - Là c'è il Ryonan!-
Kaede alzò appena il viso e sbirciando fra le file, tra il Re dei Gorilla e Fukuda il Labbrone, non trovò Sendoh.
- Do'aho.-
Hana lo linciò con un'occhiataccia, visto che Anzai aveva appena sbattuto in panchina lui e Mitsui, essendosi accorto che la guardia era ancora terribilmente nervosa, nonostante la sua aria noncurante - Che vuoi baka?-
- Dov'è il Porcky?-
- Chi?- Sakuragi sbatté gli occhi, non avendo mai sentito la volpaccia parlare in quel modo.
- Sendoh. Dove sta?-
- Ti do un consiglio, Rukawa.- disse Hanamichi serafico, dandogli le spalle per andare a sedersi accanto a Hisashi e alle matricole - Prova a pensare alle persone perché sono esseri umani, non perché sono giocatori di basket.-
Se gli avesse dato un pugno, l'avrebbe infastidito di meno. Erano solo parole, le stesse che gli ripeteva da anni ma allora perché in quel momento gli sembrava di essere stato colpito in pieno?
Hana gli aveva sempre detto che era un essere rigido, freddo, altero e disinteressato agli altri e a qualsiasi cosa che non fosse se stesso ma ora in riferimento a Sendoh, con qualcuno di reale, la cosa gli sembrava sotto una prospettiva diversa.
Entrò in campo col solito coro di cretine del Rukawa's Shinetai che l'avrebbero seguito anche all'inferno. Una volta in posizione con Rei Manabe che tremava, Kogure, l'inimitabile Miyagi e il Gorilla, scoccò rapidamente un'occhiata in giro. Aveva ragione Raim: c'erano tutti. Dal Kainan, allo Shoyo.
E lo Shikuda. Eccoli, in sette, con la tuta verde e arancione proprio sopra la loro panchina.
Brutti bastardi...mancava solo il coglione che si era fatto pestare da Kay Mitsui.
Dimenticò tutto e tutti però, quando il fischio dell'arbitro segnò l'inizio della partita.
Kainan, Ryonan e Shoyo, i più grandi avversari dello Shohoku poterono ammirare di nuovo uno spettacolo che non si vedeva tutti i giorni. Rukawa e Miyagi in attacco, veloci come fulmini, rapidi e astuti.
Le schiacciate del gorilla, i tiri di Kogure e a quanto pareva anche una matricola piuttosto promettente.
Colpo su colpo, canestro dietro canestro, lo Shohoku passò a 49 punti, contro i 17 del Fujen.
Dagli spalti qualcuno si metteva le mani nei capelli.
- Cazzo, li massacrano.- rise Jin accanto a Maki.
- Già.- sibilò Nobunaga - Rukawa sembra arrabbiato.-
- Hanamichi l'avrà fatto arrabbiare.- rise la guardia del Kainan.
- Non li fanno giocare insieme.- sentenziò Takasago - Anche nell'amichevole del Ryonan Rukawa e Sakuragi non hanno giocato nello stesso set. Anzai ha in mente qualcosa.-
- Lo credo anche io.- disse Maki, tranquillo e attento come una falco - Ne vedremo delle belle.-
- Già. Contando i coglioni seduti là a sinistra.- ringhiò Kyota, bellicoso, fissando quello dello Shikuda.
Anche Uozumi si era accorto di loro e la faccenda non gli piaceva per nulla, contando anche Hideki Arai, il Bulldozer, che se solo avesse preso in pieno qualcuno dei giocatori che gli sarebbero passati sotto tiro, li avrebbe mandati all'ospedale in coma a vita.
Alla fine del primo tempo, Rukawa aveva sistemato la sua percentuale di punti e se ne tornò in panchina abbastanza soddisfatto anche se la partita non era stata molto esaltante.
- Potevamo farla giocare alla matricole.- bofonchiò Mitsui, mezzo addormentato.
- Sempre il solito sfaticato.- lo zittì Akagi - Dai, scaldati. Entri tu.-
- Io?- Hisashi sollevò lo sguardo ironico - Non hai paura che possa esplodere in campo come una bomba?-
- Tutti e quattro siete bombe a orologeria!- sentenziò il Gorilla - E adesso fila a scaldarti, se non vuoi che ti spacchi la dentiera cazzo!-
- Razza di negriero dalla faccia di Gorilla.- borbottò la guardia cominciando a stiracchiarsi.
Hanamichi stranamente non aveva fatto una piega alla possibilità di non giocare. Sembrava più tranquillo del solito, a malapena aveva fatto il tifo e la cosa puzzava, specialmente alla kitsune ma il rosso non rivolse la parola a nessuno durante la pausa e a un certo punto pure sparì. Ritornò al fischio dell'arbitro, per il secondo tempo.
- Do'aho. Dove sei stato?-
- A controllare gli spogliatoi.- disse roco, risedendosi al suo fianco - Mister, tutto a posto.-
- Molto bene.- fece Anzai pacato - Adesso rilassatevi e godetevi la partita.-
Godersi la partita...una parola. Mitsui si mise a infilare una tripla dietro l'altra, mandando in palla i poveretti del Fujen.
Sembrava una furia e stava scaricando i nervi che aveva accumulato la notte prima. Miyagi non riusciva a creare un'azione che Hisashi era già a canestro.
- Ehi...- bofonchiò Akagi - Lo lasciamo in campo e andiamo a sederci?-
- Potrebbe essere un'idea.- disse Kogure, grattandosi il capo.
- Ah, il senpai Mitsui è veramente un genio!- cinguettava invece Manabe, che lo seguiva docile come un cucciolo.
Bhè, genio era un'esagerazione e un marchio di fabbrica Sakuragi ma...c'era qualcuno, in tribuna, che comunque la pensava più o meno in questo modo.
Junko Kanzaki stava appoggiata alla ringhiera della seconda curva, con un sopracciglio alzato e un'espressione divertiva e serafica sul volto. Ma allora non faceva il gradasso al vento. Tutta la scuola aveva ragione a dire che era un cecchino! Che megalomane...
Vinse lo Shohoku, con uno stacco di duecento punti netti ma naturalmente nessuno se ne stupì troppo.
Kainan, Ryonan, Shoyo e Shikuda si alzarono ancora prima che la partita fosse finita. Tanto ormai ognuno di loro aveva visto ciò che gl'interessava, specialmente quelli dello Shikuda.
Tornati negli spogliatoi tutti era normale. Se non altro non avevano intenzione di fregarli davanti ai giornalisti.
Eppure tutti quanti sentivano che presto quei bastardi avrebbero dato la loro prima stoccata.
Se non altro due giorni dopo sarebbe toccata la prima partita dello Shikuda e avrebbero potuto vederli all'opera...ma per ora dovevano blindarsi in casa o in palestra...e aspettare un primo accenno di guerra.

 

 

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Capitolo 7
*** L'Uragano Oni ***


 

 

Accidenti a tutte le domeniche della terra, pensava Kaede Rukawa correndo veloce sulla Honda, lunga la strada della litoranea. Il sole quel pomeriggio era fortissimo come lo era stato per quasi tutta la settimana. Sembrava di essere tornati in piena estate e il riverbero lo infastidiva agli occhi.
Aveva lui la moto quel giorno, il do’aho gliel’aveva lasciata, anima buona, perché a quanto pareva doveva andare a trovare una persona.
Ora, Kaede credeva fermamente che fosse uscito con la Babbuina ma Hana non aveva fatto alcun libidinoso accenno a una sua uscita con la Piattola, quindi l’unica soluzione possibile era che fosse andato da Sendoh.
La cosa che gli faceva girare le palle poi non era il fatto che scimmia e porcospino andassero in giro fuori dallo zoo senza catene e collare, no.
Era il fatto che Sendoh avrebbe potuto mollare la squadra a dargli in testa.
Non ne capiva il motivo e le parole di Hanamichi alla partita del Fujen quando gli aveva detto chiaramente di essere un bastardo perché vedeva Sendoh solo come una macchina del basket gli erano rimaste scolpite in testa.
E la sua irritazione cresceva, cresceva a dismisura.
Quella sferzata gli era crollata addosso…ricordando a Kaede che in fondo Hana aveva ragione.
Aveva spento il cellulare quella mattina e staccato anche il telefono, si era anche sfinito nel suo giardino tirando a canestro quando il troppo silenzio l’aveva di nuovo spinto a uscire di casa, correndo in moto come un pazzo lungo le strade di Kanagawa.
Si era ritrovato a pensare al mare e inconsciamente si era spinto fino alla litoranea.
Le spiagge erano deserte, tranne qualche bambino coi genitori. Si fermò sulla piazzola di sosta, scendendo dalla Honda e infilandosi gli occhiali scuri sugli occhi.
La luce a volte per lui era accecante. Lui viveva troppo al buio.
Scese i gradini fino a toccare la sabbia con la suola delle All Star e cominciò a camminare fino a raggiungere il bagnasciuga, con le mani in tasca e lo sguardo perso.
Non capiva cosa gli stesse accadendo ma da quando era iniziata la scuola, da due mesi quindi, si sentiva profondamente confuso, tranne quando giocava, questo era chiaro. Si sentiva come se le fondamenta su cui aveva basato la sua vita da quando i suoi erano morti si stessero come sgretolando.
Aveva imparato a vivere solo, a dormire solo in una casa piena di silenzi. Aveva imparato a non sorridere, a non parlare con gli altri ragazzi. Aveva imparato a lasciarsi vivere…ma ora tutto andava in polvere.
Ora aveva imparato a sopportare le risate di coloro che gli stavano attorno. Aveva imparato ad apprezzare l’ironia dei suoi compagni di squadra, a uscire con loro, a stare insieme a quei matti senza il desiderio di fuggire.
Hanamichi l’aveva tirato fuori a forza dal suo guscio. L’aveva riempito di botte per tre anni e alla fine l’aveva riportato alla realtà. E poi era arrivata Raim.
Aveva avuto qualche esperienza estiva, in vacanza e lontano da Kanagawa, ma non aveva mai saputo stare con le ragazze che lo fissavano adoranti, chiedendogli il mondo o solo il suo cuore.
Lei invece sembrava non chiedergli nulla…e per questo voleva darle tutto .
Inspirò a fondo l’aria salmastra, continuando a camminare a testa china. Cosa gli stava succedendo? Cosa? E perché?
A volte, la notte, si scopriva a pensare che forse Hana e Raim avevano operato un miracolo su uno che non meritava una tale grazia. Forse avrebbe dovuto restare per sempre l’essere gelido che era.
Solo, abbandonato.
Ma in quella solitudine lui si sentiva avvolto in un bozzolo caldo, che lo proteggeva dal resto del mondo.
Ma proteggere da cosa?, pensò amaro. Voleva davvero difendersi da Raim?
Se con Raim fosse andata male…di certo non l’avrebbe presa bene. Anzi.
Per lui sarebbe stato il colpo letale. Se avesse perso anche lei…
Si bloccò, dopo aver visto con la coda dell’occhio qualcosa di rosso rame…e voltandosi con gli occhi quasi sgranati, vide qualcuno sdraiato comodamente su una sdraia. Era una ragazza. In pantaloncini di jeans stracciati che facevano risaltare due gambe da gazzella, un top verde smeraldo striminzito, un lettore mp3 nelle orecchie e un grande cappello di paglia dalla tesa larga sul viso…ma intravedeva dei capelli rossi che non poteva confondere.
Si avvicinò cauto, poi si piegò leggermente e come se lei avesse sentito la sua presenza, Raim sollevò lo sguardo.
Fu in quell’attimo, quando gli regalò un sorriso sorpreso e radioso, che Kaede si sentì perduto.
Senza neanche salutarlo Raim gli passò le braccia al collo, per farlo chinare e potergli sfiorare la bocca con la sua.
Era quello il paradiso? Se non lo era, Rukawa sperava ci assomigliasse.
- Come mai sei qui?-
Poco più tardi camminavano sul bagnasciuga e la tiepida mano di Kaede stretta alla sua fece sentire Raim al settimo cielo. Era tanto che non si sentiva così.
Lui si limitò ad alzare le spalle. La domenica di solito andava al campetto a giocare ma si era già sfinito quella mattina.
- Te l’hanno detto gli altri che ero in questa spiaggia?- continuò la rossa sorridendo.
Lui levò un sopracciglio, senza capire, e allora lei gli spiegò – Io sono sempre qui.- e si fermò, avvicinandosi a lui e puntando il dito verso le villette a schiera che davano sul mare – La vedi quella casetta bianca? Quella con la mansarda sporgente? Coi fiori rossi sul balcone?-
- Si. È casa tua?-
- Ahah.- sorrise lei.
Era una bella casa, pensò Rukawa. Svegliarsi col suono del mare nelle orecchie doveva essere rilassante.
In quel momento passarono al loro fianco dei bambini in costume da bagno, con braccioli e salvagente.
- L’acqua dev’essere calda.- bofonchiò, osservando i mocciosi intenti a schizzarsi – Non fai il bagno?-
La vide scuotere il capo vigorosamente, stranito e confuso.
- Io e l’acqua non abbiamo un buon rapporto.- scandì perentoria.
No eh?
- Non sai nuotare.- se ne uscì lapidario.
Raim gli scoccò un’occhiataccia e non rispose, ma era chiaro che la signorina Faccio-tutto-Kotobuki non era in grado di stare a galla. Mah…la cosa si faceva interessante. Avrebbe potuto tornargli utile una simile informazione.
- Che stai macchinando?- gli sibilò acuta.
- Hn…niente.-
- Sicuro?- la rossa lo guardò scettica – Non è che con quel tuo cervellino perverso te ne stai inventando qualcuna kitsune? Ha ragione Hana, sei diabolico.-
Ma perché il do’aho lo chiamava Hana tutta confidente e lui lo chiamava kitsune? Che storia era?
- E’ il do’aho che ha l’intelligenza di una capra.-
- E allora non andargli dietro.- replicò sbuffando – La verità è che ti piace punzecchiarlo.-
- Il livello spropositato d’intelligenza che ci separa è evidente.-
- In compenso avete l’umiltà che vi scorre nelle vene insieme al sangue e al basket.- frecciò di rimando, riprendendogli la mano per trascinarlo via – Piuttosto, vuoi un caffè, qualcosa?-
Bene, si entrava nella tana della rossa stavolta! Molto beneeee…
La villetta era veramente impressionante. C’erano molte superfici in vetro che davano una luminosità tutta particolare alla casa. Una grande porta finestra nel soggiorno piccolo e colorato dava sulla spiaggia, mentre un mazzo di girasoli spiccava nel vaso sul basso tavolino fra i divani.
In cucina non l’aveva seguita perché aveva trovato di meglio da fare. Seduto sul divano guardava le varie foto sparse ovunque e rimase stupito, anche se ormai gli era entrato bene in testa, quante foto raffigurassero la sua rossa con gli altri dello Shohoku. In un paio c’era solo Raim con il do’aho, Mitsui e Miyagi. Sembravano in spiaggia, tutti in costume da bagno. Altre erano state scattate alle partite di pallavolo, con la squadra di ginnastica ritmica, altre di sera, a qualche festa. Una anche al compleanno del Gorilla.
Ma quella che più attirò la sua attenzione era quella più nascosta nel mucchio.
Raim coi capelli sciolti, abbracciata a un ragazzo. Shiro Sota.
Lui l’abbracciava teneramente e le baciava la tempia, guardando verso l’obbiettivo.
Così era lui. Ora si faceva un’idea di com’erano state insieme. Sembravano molto affiatati.
- Ecco.-
La ragazza riapparve in quel momento, posandogli una birra ghiacciata davanti al naso e non disse nulla quando vide la foto di Shiro, l’unica che aveva conservato. Si accoccolò sulla poltrona alla destra di Rukawa, incrociando le gambe…e poi sorridendo amaramente. Vi lesse del rimpianto nei suoi occhi.
- Ti manca?- le chiese, deciso a sapere la verità.
Raim lo fissò a lungo, poi gli prese la foto e guardò se stessa, di un tempo passato. Anche Shiro…
Socchiuse le palpebre, chinando il capo contro l’imbottitura della poltrona di pelle bianca.
- Se mi manca non lo sento troppo. La cosa è attutita dal fatto che se n’è andato avvisandomi il giorno prima della sua partenza.- e sogghignò, vedendo l’aria allibita della volpe – Non ha avuto il coraggio e la forza di prendere la decisione coinvolgendomi. Ha fatto tutto da solo. Non mi ha dato possibilità di discuterne.-
Già, pensò Kaede. Ma come avrebbe potuto lasciare una ragazza come lei a cuor leggero?
Forse l’aveva fatto per un semplice motivo. Non voleva andarsene e aveva cercato di convincersi del contrario.
Bevve un sorso di birra, tornando a guardarla.
- Vuoi sapere se lo amo ancora?- l’anticipò, sollevandolo da un peso – No.-
A quel punto trattenne a stento un sospiro ma l’espressione di Raim era ancora amara e malinconica – Ma una storia di un anno e mezzo non si dimentica facilmente. Forse più che mancarmi, sono molto arrabbiata.-
- Mi spieghi perché vivi qua da sola?-
Raim sollevò un sopracciglio, stranita da quel tono.
- Te l’ho detto quella sera in palestra. La nuova donna di mio padre non mi vuole in casa.-
- E tuo padre?- proseguì senza staccarle gli occhi di dosso.
- Mio padre cosa?-
- Scommetto che viene a trovarti tutti i giorni.-
- Bhè…si…-
- Non voleva che te ne andassi forse.-
- Non potevo certo stare in quella casa con quella donna orribile e quell’idiota di Soichiro.- replicò rabbiosa.
- Se avessi insistito di più tuo padre non l’avrebbe sposata.- Kaede finì la birra, abbassando lo sguardo – Da come lo descrivi sembra una persona intelligente che tiene molto a te. Non è che invece eri tu a volertene andare?-
Ma bene. La rossa sorrise mestamente, passandosi una mano fra i capelli. Possibile che proprio lui avesse dovuto arrivarci? Possibile che dopo tanto tempo passato a negare anche a se stessa, doveva arrivare una volpe che viveva nel suo mondo senza fare entrare nessuno a darle il colpo di grazia?
Dopo la partenza di sua madre per tornare in America, Raim era rimasta in Giappone…provando una collera che spesso la notte rasentava il delirio. Tutto era andato a pezzi, tutto quanto…la sua famiglia, sua madre l’aveva abbandonata.
E suo padre, l’uomo migliore del mondo, che seppur quanti sforzi facesse, doveva avere una presenza a fianco e aveva trovato nella madre dispotica, arida e gretta di Soichiro la donna perfetta.
Ormai sola, Raim aveva deciso di fare a pezzi anche gli ultimi ricordi della sua famiglia felice…e aveva scelto la solitudine.
- Osservi le persone più di quanto vuoi far credere, Ru.- gli disse, ostentando un tono tranquillo.
Lui in risposta alzò le spalle, poggiandosi su un gomito col mento – Ti basterebbe poco per riprenderti tuo padre.-
- Si ma…ora sto bene qui da sola.-
- E’ la cazzata più grande che abbia sentito.- bofonchiò – Dopo il fatto che Sakuragi sia in grado di battermi.-
Lei ridacchiò, rannicchiando le gambe al petto – Ti avevo detto di non addentrarti in discorsi che non vuoi finire.-
- Ma io voglio finirlo.-
Si guardarono per un attimo e Kaede capì di essere finito su un campo minato.
- Tu stai bene da solo?- gli sussurrò, fissandolo attentamente.
Tacque e allora Raim si sporse dalla poltrona, afferrandogli una mano – Non tutte le storie sono uguali.-
- Si ma tu puoi riavere tuo padre.- sibilò, quasi astioso.
- E’ vero. Ma non puoi paragonarmi a te.-
- No.- ammise - Quindi preferisci stare qua a fare l’eremita?-
- Ma che eremita.- borbottò alzandosi, prendendo le birre vuote e andando in cucina, seguita dalla volpe che la tampinava. Kaede vide a malapena un grande acquario pieno di pesci piccoli e colorati, mentre la sua rossa buttava via le bottigliette e ne tirava fuori un’altra dal frigo – Io non faccio l’eremita.-
- No, hai ragione. Fai la stacanovista e rischi di finire all’ospedale.-
- Sai che hai una faccia tosta impressionante?- lo zittì con un ghigno perfido – Tu passi metà della tua giornata a giocare a basket, un trenta per cento a dormire, un dieci per cento a picchiarti con Hana e l’altro dieci a dare il tormento a me. Sei davvero forte kitsune! Maledetto tappo!- aggiunse, cercando di stappare dalla birra.
- E tu invece che fai eh?- la rimbeccò, prendendole la bottiglietta e aprendogliela facilmente – Metà della giornata sui pattini e l’altra metà in palestra e fai finta che niente ti urti.-
- Mi urti tu per esempio.- soffiò, con un’occhiataccia – Tu e la tua lingua tagliente.-
Sentendosi addosso i suoi occhi blu, Raim inspirò a fondo e cercò di riprendere la calma. Accidenti!
Non ne aveva mai parlato con nessuno e la sua rabbia era esplosa subito.
Tempo un altro mese a disquisirne con Rukawa e sarebbe finita al manicomio.
Non si sorprese però, né lo cacciò via, quando sentì la mano tiepida della volpe intenta ad accarezzargli la nuca.
- Ruffiano.- sentenziò, a bassa voce passandogli dolcemente le braccia attorno ai fianchi.
- Hn…- e si chinò a baciarle la fronte, continuando a carezzarle i capelli ma appena cercò di approfondire il contatto quella piccola vipera sgusciò via, cacciandogli la lingua e dicendogli chiaramente che doveva tornare nelle sue grazie, visto che l’aveva fatta arrabbiare. Donne psicopatiche!
Nel complesso comunque il non saltarle addosso servì a calmare i bollori ad entrambi.
Dopo che si fece seguire in giardino, attraverso la portafinestra, lo scaricò praticamente su una sdraia, gli si mise accanto e questo placò la marea in tempesta di sentimenti che si erano scatenati, dopo un discorso tanto pesante per entrambi. Il sole accarezzava la pelle, ora che si era fatto un po’ più tardi, e Raim era sempre bellissima…sdraiata accanto a lui, con la testa sulla sua spalla e le dita intrecciate nella sua mano.
- Lo sai dell’avviso di uragano della prossima settimana?- bisbigliò poco dopo.
Kaede sollevò appena il capo, guardandola con la coda dell’occhio – Si, avevo sentito.-
- I ragazzi verranno qua ad aiutarmi a proteggere i muri della casa, coi sacchi di sabbia. Si tratta di una tempesta poco violenta, quindi non c’è bisogno che torni da mio padre.- la rossa poggiò il viso contro il suo collo, stringendoglisi un poco di più – Verrai con gli altri?-
Domanda stupida. – Hn.- mugugnò, facendo un cenno affermativo.
La sentì sorridere e capì non poté più trattenersi. Si chinò e la baciò, passandole un braccio attorno ai fianchi ma proprio quando furono sul più bello, il campanello di casa squillò frenetico.
Imprecando fra sé, Rukawa la lasciò andare mentre Raim, stranita, si chiedeva chi potesse essere.
- Hisa!-
Dal giardino, la volpe quasi si sfracellò giù dalla poltrona quando sentì Raim cinguettare allegra quel nome.
Merda! E adesso che faceva!?
Si mise in piedi e cominciò a cercare fra gli alberi del giardino che comunicavano con quello dei vicini un buon posto per imbucarsi ma mentre cercava e mentre sentiva la voce di Mitsui sempre più vicina, si bloccò sul ciglio della gradinata che portava i residenti lungo un piccolo sentiero in spiaggia.
C’era una ragazza sulla battigia e Rukawa l’avrebbe riconosciuta fra mille.
Capelli corti neri e un corpo da infarto avvolto in un insolito vestitino rosso corto, su un paio di jeans stracciati qua e là, per non parlare del suo focoso carattere. Junko Kanzaki.
Cosa ci faceva lì? Anche lei lo notò e sgranò letteralmente gli occhi.
Forse lei sapeva che quella era casa di Raim…cazzo!
La ragazza comunque, dopo un attimo di sbalordimento, gli fece un gesto appena accennato con la mano, che lui rispose con un movimento leggero del capo, quando accadde il disastro.
- Rukawa?-
Si volse e sulla porta finestra del soggiorno trovò Mitsui. Sembrava così allibito che per un attimo anche la volpe credette di non poter dire nulla per mentire…quando Raim, giuliva e falsa come solo una donna poteva essere, se ne uscì con la sparata.
- A Ru s’è fermata la moto cinque minuti fa.- spiegò con un sorrisone – Mi ha vista in spiaggia ed è venuto a chiedermi una mano. Fortunatamente in garage avevo ancora delle taniche di benzina della moto di Shiro e così gliele ho date.-
- Oh…- Mitsui, che non aveva sentito una parola perché sapeva riconoscere le situazioni equivoche ancora prima di vederle, fece un sorriso stentato – Bel casino quando ti si ferma la moto in mezzo alla strada. Comunque…- e tornò a girarsi verso la padrona di casa, evitando alla kitsune una svenevole messa in scena - …parliamo domani per l’attrezzatura che ci servirà con l’arrivo dell’uragano. Ero solo passato per vedere se ti serviva qualcosa ma ora che ci penso devo aver di nuovo lasciato il forno acceso…-
Ma era una mania! Kaede gli scoccò un’occhiata serafica, che Hisashi interpretò come un invito a schiodarsi e così se ne andò tranquillo e beato com’era venuto, anche se Raim non aveva capito i motivi dell’improvvisata.
- Dici che l’ha bevuta?- gli urlò, mentre andava in cucina a prendersi qualcosa da piluccare.
Seee…era Mitsui la volpe, altro che lui! Porcaccia e adesso come la sistemava quella faccenda? Come minimo il teppista avrebbe chiesto un risarcimento in denaro o roba simile! Curioso com’era poi si sarebbe tenuto davvero la cosa per sé ma avrebbe cominciato un via vai d’informazioni e pettegolezzi che gli sarebbe costata la vita.
Stava progettando di strangolarlo sul serio negli spogliatoi, magari sotto la doccia alla Psyco, quando il destino per una volta gli dette una carta da giocare.
- Ma tu guarda che porco…- bofonchiò fra sé, a bassa voce, quando lo vide tornarsene sulla litoranea, dove aveva lasciato la macchina, appiccicato alla Kanzaki. Da non credersi! Era riuscito a farsi pure lei!
Quello non era un uomo, era un trapano!
- Non lo sapevi?- si stupì Raim poco dopo, tornata sulla portafinestra con un tramezzino diviso in due – Dura da tre mesi questa storia.-
- Tre mesi?- si sconvolse. Mitsui...tre mesi...e la stessa tizia? Ma dai!
- Già. La senpai Kanzaki deve piacergli molto.-
- Oppure è la tigre del ribaltabile.- frecciò sarcastico.
- La senpai è una persona molto particolare.- gli spiegò, sedendosi in braccio a lui – E’ una persona un po’ complicata, ma come lui del resto. Non si capisce bene quando dice davvero ciò che pensa oppure no ma da che la conosco ho sempre visto in lei un’amica. È molto leale, anche se evita di farsi mettere in mezzo ai problemi degli altri. Se sta con lui e ha accettato di uscire in pieno giorno, vuol dire che la cosa si fa seria.-
- Uscire di giorno?-
Raim ridacchiò – Di solito passavano la serata in casa.-
E bravo Mitsui. Lui si che capiva tutto! Adesso però la volpe doveva trovare un modo per sistemare la linguaccia serpentina del loro cecchino o lui e Raim non sarebbero più stati liberi di fare un tubo…
Urgeva una soluzione! E in fretta anche!


Lunedì mattina lo Shohoku si riempì di nuovo di studenti vocianti ma il tempo cominciava già a raffreddarsi leggermente. Hana e Kaede avevano fatto la loro oretta di allenamenti con le felpe addosso ma quell’idiota del rosso se n’era inventata un’altra, anche se Rukawa ci aveva trovato lo zampino di qualcun altro.
Sulla bandana che Sakuragi portava legata sui capelli durante l’allenamento, c’era sempre stato scritto BANZAI. Ora invece le prime quattro lettere erano state cancellate e soppiantate con "TENS"…quindi Tensai.
Già sentirglielo urlare era una tortura sufficiente, ma anche leggerlo era il colmo della bestialità.
Arrivati a scuola in moto però, si accorsero che qualcosa non andava.
Una folla bestiale e vociante stava metà fuori e metà dentro ai cancelli. Sul muretto di cinta, una scritta fantasmagorica in blu scuro e verde che diceva "Vita e Morte, oggi Shohoku avrai la seconda! "
L’intero ingresso era un’unica pozzanghera, ma non pioveva da giorni e i professori sembravano al limite di una crisi isterica…quindi qualcuno l’aveva allagato con le pompe.
Scesi dalla Honda, Rukawa si mise gli auricolari e andò dritto in aula, sconvolgendo Hanamichi che si chiese come poteva sbattersene dopo un putiferio del genere, così si fermò a chiedere informazioni ai presenti. Fra questi c’era Rei Manabe che dopo averlo salutato giulivo e cinguettante come suo solito, gli spiegò la situazione.
- E’ una sicura opera dell’Oni dello Shohoku!-
- Ma che ti sei fumato stamattina?- fece Sakuragi, guardandolo scettico.
- Ma no senpai!- Rei scosse le mani, trascinandolo via dalla bolgia – L’Oni! Io faccio parte del giornale scolastico, ti ricordi? Bhè, io e i miei compagni stiamo investigando su di lui. È dall’inizio dell’anno che accadono cose strane, c’è questo tizio che fa pesanti scherzi ai prof e ai rappresentanti di classe. Il redattore pensa sia un inserviente, io invece penso sia una matricola. Yase Tomigaoka, I anno, sezione G.-
Oddio. Hana se ne tornò in classe piantando lì un Rei piagnucolante senza neanche voler sentire il resto. Oni eh? Lui aveva altro a cui pensare, altro che Oni! Quando salì al secondo piano però si accorse che la situazione nelle aule peggiorava. Alcune erano totalmente zuppe d’acqua, altre d’olio per motori, altre imbrattate di terra e vernice.
- Certo che questo demente se l’è studiata bene.- sentenziò Miyagi, arrivandogli a fianco.
- Oh, tappo ciao.- lo salutò il rosso – Hai ragione. Deve averci messo un sacco per fare questo disastro. Strano che i custodi non se ne siano accorti. Ma forse ha fatto tutto di domenica, anche se stento a crederci. Sembra ci sia passato un tornado…bhè, se non altro prima che rimettano a posto questo casino ci vorranno giorni.-
- Sai che bello.- rognò il play – Poteva almeno mettere i manifesti, almeno non mi sarei alzato dal letto. Odio il lunedì mattina. Vado a cercare il Gorilla e Kogure e poi facciamo una scappata in palestra, per verificare i danni, tanto qua stamattina non si farà un bel niente.-
- A quanto pare…- Hana si ficcò le mani in tasca – Io vado a prendere la volpe e Raim. Ci vediamo dopo!-
Davanti alla terza classe si erano raccolti tutti i suoi compagni e tutti, nonostante lo schifo a cui era stato ridotto lo Shohoku, sembravano contenti di essersi guadagnati tre o quattro giorni di vacanza per ripulire il liceo.
Le ragazze facevano gruppetti sparsi, i compagni maschi progettavano di scoprire chi fosse quel maledetto Oni, mentre Rukawa si era trovato un angolo, si era seduto…aveva appoggiato la testa al muro e si era addormentato.
- Ehi! Ehi Kit!- gli dette un calcio leggero nel fianco, pronto a scattare indietro per evitare un pugno.
- Hn…che c’è?-
- Ho trovato Ryo-chan per strada. Qua non si farà niente per giorni. Andiamo in palestra a controllare.-
- Hn…- fece di nuovo e si mise in piedi, ciondolando.
- Kaori, scusa!- prima di andarsene Sakuragi si rivolse alla loro capo classe – Se arrivano i prof e dicono qualcosa riguardo ai giorni che ci toccherà stare a casa, potresti venire in palestra ad avvisarci?-
La ragazza, in gridolini di sottofondo delle altre, arrossì come una cretina – Ma certo Hana-chan!-
Dio che sesso stupido quello delle donne, pensò Rukawa furibondo mentre cercava di riprendersi dal sonno. Chissà perché quel fottuto cretino a cui era venuta in mente quella pagliacciata non l’aveva avvisato? Almeno avrebbe poltrito a letto! Che nervi! Si era sbattuto per niente!
S’imbatterono in Mito al primo piano. Stava ascoltando il presidente del consiglio studentesco che ululava vendetta ma poi li seguì in palestra, divertito da quel casino. – Pare che abbia fatto altri danni, non solo alle aule. Noma mi ha detto che ha spaccato i vetri in sala professori, ha distrutto la presidenza e rotto un po’ di attrezzature.-
- Psicotico il moccioso eh?- frecciò il rossino – Non è che invece sono quelli dello Shikuda?-
- Do’aho. Sto’ casino l’avrebbero fatto a casa tua o sulla tua faccia. Non qua.-
- E sta zitto, kitsune!- lo rimbeccò il Tensai del basket – Nessuno da solo potrebbe fare un macello simile!-
- Tu si, Hana.- rise Mito.
- Io un corno! Ieri sono stato tutto il giorno con te e Haruko!-
- Solo il pomeriggio.- lo corresse l’altro.
- La mattina avevo da fare.- si limitò a dire il rossino.
Rukawa gli scoccò una breve occhiata di striscio, tornando poi a fissare la strada davanti a sé.
E così andava davvero da Sendoh. Chissà se era riuscito a rimettere la testa del Porcky a posto.
Davanti alla palestra però, capirono che era tempo perso.
A venti metri, la terra sotto i loro piedi cominciò a tremare e poi una tirata storica del Gorilla, simile a una scarica di tuoni, invase tutto il liceo facendogli tremare le fondamenta.
- Akagi è arrabbiato…- fece Mito placido, mentre Hana e Kaede cominciavano a sentirsi male.
Nel polverone sollevato davanti alle porte della loro palestra, Akagi stava scatenando il giorno del giudizio, a malapena trattenuto da Kogure e dalle matricole. I professori erano sconvolti dal casino provocato: il parquet era pieno di terra, il legno graffiato e scritte ovunque. Insomma, gli giravano che era un piacere.
Coi professori e i custodi, c’erano anche la squadra di pallavolo e quella di ginnastica ritmica.
Haruko fu la prima a raggiungerli con Miyagi e Ayako.
- Ragazzi, mio fratello è imbestialito!- disse la Babba, preoccupata – La palestra è un vero disastro!-
- Niente che non possa essere sistemato in una settimana.- aggiunse Ayako scazzata – Meno male che la prossima partita è contro quelle seghe del liceo Hoto.-
- Si ma dove cazzo andiamo ad allenarci adesso?- rognò Mitsui, dopo che si era rotto le balle nel tentativo di fermare la furia omicida del capitano – Sotto i ponti? Sapete quanto costa affittare una palestra tre ore al giorno?-
- Se ci mettiamo anche noi a pulire senpai?- gli chiese una matricola – Non ce la sbrigheremo in meno tempo?-
- Inutile.- disse Kogure – Il lavoro è davvero troppo. Ci metteranno di meno le imprese che chiamerà la scuola!-
- E ancora non avete sentito il casino che hanno piantato le compagne di Raim.- sospirò Haruko.
- Già…e non ho visto Junko.- fece Miyagi stranito – Dov’è andata? A bestemmiare dal preside?-
- Conoscendola gli starà piantando una grana tremenda insieme alla senpai Kurata!- sorrise Raim, arrivando con la borsa delle pallavoliste in spalla – Ciao gente! Come facciamo per gli allenamenti?-
- Prima di tutto cerchiamo di tenerci vivo il Gorilla.- grugnì Hana, mentre Rukawa si era già rimesso a dormire appoggiato alla sua spalla – E poi vedremo di ficcarci in un bar e cercare di trovare una soluzione. Ma porca puttana, la sfiga non viene mai sola!-
- E tra un po’ si metterà a piovere anche.- bofonchiò Rei Manabe, sollevando il capo al cielo.
- Oggi dava solo nuvolo credo.- lo seguì Yaoto, altra matricola.
Tempo a parte, ci misero degli anni per riuscire a calmare i nervi ad Akagi che sembrava diventato King Kong, anche nel formato. Urlando e sbraitando, menando pugni anche ai professori, aveva minacciato gl’inservienti di morte cruenta se entro venerdì non avessero messo tutto a posto visto che gli studenti da quel momento in poi non avrebbero più potuto avere accesso. In coppia con lui c’erano la mister della squadra di ritmica, mentre le ragazze della pallavolo se ne stavano abbastanza in disparte. Non c’erano né la Kurata, ovvero il loro capitano infortunato, né la Kanzaki, quindi gli elementi focosi erano lontani per il momento.
Per limitare i danni fisici si erano spostati sotto al padiglione dell’ala esterne della scuola, proprio davanti alla palestra, dove potevano osservare il casino che provocava il Gorilla.
- Se continua così gli verrà un collasso.- disse Mitsui, seduto a terra contro il muro, insieme a Rukawa che dormiva, Ayako, Miyagi, le matricole e alcune della squadra di pallavolo.
- Povero fratellone.- mugugnò anche Haruko, in piedi accanto ad Hanamichi.
- Povero fratellone sul serio…- Mito annuì serio – Mi sa che per giorni sarà intrattabile.-
Al diavolo il Gori, pensò Rukawa visto che continuava a sentirlo strillare come un’aquila. Non riusciva a farsi la pennichella in santa pace, era una fottuta tortura. Ma perché non potevano tornarsene a casa e fare un giro di messaggi poi per avvisarsi sulla nuova ubicazione degli allenamenti?
Inoltre il numero 14, che se ne stava seduto tranquillo accanto a lui, non aveva ancora fatto parola di ciò che aveva visto il giorno prima. Ovvero lui e casa di Raim. Forse con gli occhi gli aveva fatto tacitamente capire che se lui stava zitto sulla Kanzaki, allora Mitsui sarebbe stato zitto sulla sua rossa. Mah. Certo che era bello strano quello lì.
In fondo che lui uscisse con una ragazza era un pettegolezzo bello succulento no?
Stava ancora bestemmiando fra sé, pensando ai vari motivi per cui quello spostato non avrebbe dovuto fargli domande e mettersi a punzecchiarlo quando qualcosa di ovattato, una strana sensazione labile e soffice, gli sfiorò il viso. Si volse sulla sua spalla sinistra e vi vide della polvere bianca…polvere calcarea. Sembrava vernice sbriciolata…poi dei piccoli pezzi di vetro e mattone. Alzò il capo e…sbiancò.
- Do’aho!-
Hanamichi non riuscì neanche a capire cosa stesse succedendo che si ritrovò addosso la kitsune. Fra urla e stupore volarono in terra prima uno sull’altro che un grosso vaso si schiantasse addosso a entrambi.
Il vaso andò in pezzi a terra e le ragazze delle varie squadre di misero a strillare isteriche, pensando che Rukawa potesse essersi fatto male ma non ci fu tempo per gracchiare troppo. Infatti Hana e Kaede, rigirandosi un attimo per guardare che diavolo fosse successo videro qualcosa di ancora più pericoloso.
- Oddio!- alitò Ayako portandosi le mani alla bocca – Guardate! Al secondo piano!-
A cinque metri su di loro, dalla stessa finestra da cui era caduto il vaso, stava pendendo ora qualcuno che era attaccato alla mensola esterna della finestra di un’aula solo per una mano.
Col cuore in gola, in parecchi videro Junko Kanzaki ballonzolare in aria. Qualcuno doveva averla spinta fuori, era impossibile che fosse caduta e si fosse ritrovata in quella posizione. Guardava in basso e cercava di farsi forza, per aggrapparsi con l’altra mano mentre quelle urla indisponenti non facevano altro che innervosirla.
Mitsui poi sembrava quasi un lenzuolo tanto era pallido.
- Presto!- ordinò a tutti quanti – Correte in palestra e prendete i materassini! Muovetevi!-
- Junko!- urlò Miyagi – Tieniti forte! Hai capito? Non mollare!-
- Senpai Kanzaki! Stai attenta!- strillarono tutte le sue compagne.
- Ma come cazzo c’è finita in quella posizione eh?- ringhiò Hana, mentre lui e gli altri sistemavano una decina di materassini uno sull’altro, per attutirle la caduta. Erano passati pochi secondi e lei continuava a rischiare di cadere. La mensola traballava, era stata spezzata e anche se i ragazzi avessero cercato di salire fino al primo piano sarebbe stato inutile. I bidelli avevano già chiuso le porte interne. I professori stavano per mettersi le mani nei capelli…
E là sopra, la Kanzaki non faceva altro che imprecare.
- Cazzo…- sibilò, quando arrancando col piede sulla parete ricadde malamente, spelandosi un fianco.
Qualcuno rise sopra di lei e la ragazza serrò i denti.
- Spera che non ti prenda mai fra le mani, bastardo!- ringhiò.
- Junko!-
Si bloccò di colpo e abbassò il viso.
- Hisashi…- sussurrò.
Mitsui stava là sotto, a cinque metri da lei ed era terreo per lo spavento come gli altri.
- Junko non possiamo salire! E quella mensola sta cedendo! Devi lasciarti andare!-
- Cosa??- tuonò la ragazza, sconvolta – Ma sei impazzito? Mai e poi mai!-
- Devi farlo! Tanto cadrai comunque! Ci sono i materassini!-
- Non ci penso neanche! Mi romperò qualcosa!-
- Insomma, meglio un braccio che l’osso del collo!- sbraitò Mitsui furibondo.
- Tu ti sei bevuto il cervello, mai e poi mai!-
Cominciando a ringhiare come un cane che deve lottare per l’osso, la guardia stava letteralmente sfrigolando.
- Inventatevi qualcos’altro no?- urlò la ragazza, dal secondo piano – Che vuoi fare? Prendermi al volo?!-
- Ma ci sono i materassini senpai!- le disse Raim.
- E se li manco???-
- Allora ti prenderò al volo!- concluse Mitsui isterico – Datti una mossa o tutta la scuola ti guarderà sotto la gonna, cosa che vorrei evitare!-
- Al diavolo!- sibilò la ragazza. Accidenti a lui e a quella divisa che si sollevava a ogni alito di vento.
- Mhhh…e così hai il ragazzo, senpai.- ghignò la stessa voce di prima.
- E sta zitto! Fammi salire!- ringhiò la Kanzaki, risollevando il viso – Fammi salire immediatamente o giuro che…ehi, ma cosa fai!?- e cacciò un grido che rimase a lungo nelle orecchie di Mitsui. Qualcuno, dalla finestra, stava usando un idrante. Aprì l’acqua e dalla lunga pompa che puntava dritta su Junko, uscì una cascata d’acqua che la soffocò.
Perse la presa e cadde a peso morto. Di nuovo tutti quanti gridarono. Gridarono fortissimo perché il getto dell’acqua aveva spinto la ragazza a deviare leggermente dalla traiettoria dei materassini.
Prenderla per Mitsui non fu facile. Da una tale altezza, il contraccolpo fu molto forte ma con dietro Miyagi e Hana riuscirono a cadere indietro tutti e quattro sui materassini senza farsi nulla.
- Merda…- ringhiò Hisashi, piegato sulla sua ragazza – Ehi, Jun…tutto ok?-
- Senpai Kanzaki!- Raim le dette un paio di colpi sulla schiena, per farlo tossire e farle espellere l’acqua ingoiata ma appena le dettero un attimo di spazio lei buttò gambe all’aria Mitsui, Ryota e anche la rossa, mettendosi a correre bagnata fradicia verso l’entrata della scuola.
- Junko! Ma dove vai?- urlò Ayako.
- Fermati!- sbraitò Mitsui, mettendosi in piedi e scattandole dietro – Che diavolo hai in mente?!-
Lei neanche si sprecò a rispondere. Veloce come una gazzella e inseguita da metà istituto, la Kanzaki si bloccò davanti alla porta d’ingresso, presidiata dai bidelli. Sbarellando tutti, sfondò la porta come una mandria di animali e volò lungo le scale per raggiungere il primo piano. Guardandosi attorno non trovò quel maledetto, quindi corse al secondo piano…niente nemmeno lì.
- Ma dov’è?- sibilò, guardandosi attorno. Dov’era andato? Non poteva essere uscito!
Corse fino al terzo piano e lì, all’uscita delle scale, venne presa in pieno da qualcuno che le corse a fianco. Prese una dura spallata, si trattenne per un soffio alla ringhiera, mentre un tipo in passamontagna si lanciava giù dalle scale su uno skate-board. Quasi ammazzò gli altri che salivano, ma alla fine riuscì a scappare.

Un’ora dopo, in infermeria…
- Maledetta deficiente! Testarda di una donna…-
Junko Kanzaki, aria apatica, un cerotto sul fianco e del tutto incurante della brutta avventura, stava seduta a gambe incrociate sul letto e fissava Mitsui fare su e giù davanti a lei, tutta la squadra di pallavolo, quella di basket e pure l’infermiera che aveva appena minacciato di morte quando le aveva proposto di mandarla all’ospedale per un controllo.
- La molli?- bofonchiò, guardando il numero 14 – Mi stai facendo venire mal di testa.-
- E sta zitta! Potevi morire!-
- E invece sono ancora qua.- replicò seccata – Non darmi il tormento!-
- Scusate un attimo…- s’intromise Ryota con uno strano sguardo – Non per farmi gli affari vostri ma vi conoscete?-
- Già…- fece anche Ayako – Jun, ma che gente frequenti eh?-
- Me lo chiedo anche io.- sibilò la ragazza, sbuffando.
Mitsui per tutta risposta le rifilò l’ultima occhiataccia al veleno, per poi mettersi a sedere sbuffando.
- Glielo dico io o glielo dici tu?-
- Dirci cosa?- cinguettò Hana trattenendo a stento l’impulso di sfregarsi le mani.
- Ma tuo fratello non ti rompeva su una certa ragazza?- rincarò Miyagi – Nooo…non ci credo!-
- Dai!- pigolò una delle ragazze della squadra di pallavolo – Senpai hai il ragazzo! Ma perché non ce l’hai detto?-
La Kanzaki sospirò snervata. Doveva andarsene a casa…e subito anche!
- Volete lasciar perdere?- s’intromise Hisashi dopo aver defenestrato Miyagi e Sakuragi che come due deficienti si erano messi a spettegolare, così tornò a rivolgersi alla sua ragazza – Mi spieghi che cazzo ci facevi là sopra?-
- Semplice tesoro. Mi hanno spinta giù.- rispose – E’ colpa di quel bastardello!-
- Senpai…- s’intromise Raim – Parli del tipo in passamontagna?-
- Già. Ero in classe a prendere i dizionari quando l’ho pescato a finire il suo lavoro nel locale delle caldaie. Stava alzando la pressione per far esplodere il piano e…-
- COSA?????- la interruppe Mitsui rimettendosi a urlare – E tu stavi lì tranquilla e beata quando potevi volare in orbita??? Ma allora sei completamente cretina!-
- Mitchy…trattale meglio le donne dai…- risero in sottofondo Hana e Ryota, risaliti dalla finestra. Si presero un cazzotto a testa, poi la Kanzaki continuò col racconto – L’ho pescato, mi è saltato addosso…poi gli ho spaccato in testa il dizionario ed è scappato in corridoio. Solo che è tornato indietro e mi ha spinta fuori dalla finestra insieme a tutto quello che c’era sopra…chi s’è preso il vaso in testa?-
- Sfortunatamente nessuno.- rognò Akagi.
- Ahah…divertente Gori.- bofonchiò Hana, scoccando un’occhiata stranita alla volpe, che sembrava dormire.
- Aspettate un attimo!- Rei Manabe fece venire un colpo a tutti, saltando letteralmente in testa a Mitsui e sporgendosi con gli occhioni scintillanti verso la Kanzaki – Senpai, molto piacere! Io sono Rei Manabe, del giornale della scuola!-
- Incantata.- sibilò la ragazza.
- Non è che per caso puoi dirmi qualcosa di più su quel tipo?-
- Era coperto dal passamontagna. Ho sentito solo la sua voce. Sembrava giovane e mi ha chiamata senpai.-
- Matricola.- sentenziò Kogure.
- Fottute teste calde.- rognò Hana.
- Matricola per forza. Sta nella prima classe, sezione G.- concluse angelica la Kanzaki.
- Cosa?- Mitsui alzò un sopracciglio, senza levarsi Rei dal capo – E come fai a saperlo?-
- Quando mi ha spinta mi sono aggrappata al suo maglione…e gli ho staccato questo.- sporse la mano e sopra vi stava un’etichetta delle divise scolastiche. Il nome non si vedeva, era stato cancellato, ma c’era la classe di appartenenza.
- SIIIIII!- urlò Rei di punto in bianco, facendo di nuovo venire un colpo a tutti – Lo sapevo!!! Avevo ragione io! È una matricola! Era l’Oni della sezione G!-
- Oddio, ancora con sta storia?- sbuffarono Hana e gli altri.
- Oni?- chiesero Raim e Haruko – Che Oni? Che roba è?-
Dopo un’altra lunga tirata sul teppista dello Shohoku, Manabe era ormai andato in brodo di giuggiole. Avrebbe dato un bacio alla Kanzaki se Mitsui non l’avesse mandato via a calci, quando accadde l’impensato.
Junko stava di nuovo litigando con l’infermiera, decisa ad andarsene a casa senza nessun controllo quando la porta dell’infermeria si spalancò di scatto e apparve sulla soglia una tizia parecchio alta, con due buffe codine ai lati del capo che mitigavano un'avvenenza davvero prorompente. Era una dell'ultimo anno.
Aveva un braccio ingessato legato al collo e il cipiglio di una parecchio incazzata.
- Oh oh…- alitarono le ragazze della pallavolo – Capitano Kurata…-
Non fecero in tempo a finire che Junko si beccò il braccio di gesso sulla testa almeno una ventina di volte, con quella furia scatenata che urlava ai quattro venti la sua deficienza. Sembrava la sosia isterica del Gorilla, solo che aveva forme del tutto diverse.
- RAZZA DI MALEDETTA YANKEEE!!!! Vuoi che ti uccida vero???- gracchiò Naomi Kurata, quinto anno, quasi sputando fuoco mentre ululava addosso alla Kanzaki – Ne combini sempre una! Non faccio in tempo a girarti le spalle che vengono a dirmi che stavi per schiantarti dalla terrazza!-
- Dal secondo piano senpai.- la corresse timidamente Raim.
- SILENZIOOOO!!!!- strillò ancora, facendo arrampicare la squadra di basket contro il muro.
- Ne ho piene le scatole di te, Kanzaki!- ringhiò, attorniata dalle fiamme – Un giorno di questi verrò a strangolarti nel sonno! E adesso fila in ospedale!-
- Un momento Miss Ghestapo!- si rialzò Junko, con la testa dolorante – Io non vado da nessuna parte! Tanto sotto c’erano i cani da riporto che mi hanno presa al volo!-
- Ehi, cani da riporto a chi?- si lamentarono gli altri in sottofondo.
- Ringrazia i cani da riporto allora!- sbraitò l’altra, quasi spaccando i vetri – Abbiamo una partita domani! Se ti capitava qualcosa che avremmo fatto eh?-
- Grazie per la considerazione. Fammi un favore, va’! Vai a giocare in autostrada e lasciami in pace!-
- Un momento…- le sibilò Naomi Kurata, arrivandole a un passo dal naso con espressione omicida che la fece deglutire leggermente – Ti avverto, razza di maledetta piantagrane! Sgarra di nuovo e diventerò il tuo incubo peggiore! E un’altra cosa…- aggiunse, sibilando con un fraseggio che sconvolse un po’ anche Rukawa – Vedi di non fare ginnastica notturna, stasera, perché se becco quel demente che ti ripassi giuro che vi faccio deportare insieme in mezzo al Pacifico! Sono stata chiara?!-
- Il demente è lui!- cinguettarono Hana e Miyagi, facendo sbiancare Mitsui che dopo un attimo si ritrovò la Kurata addosso. Lo squadrò a lungo, come per soppesare che lui andasse bene per la sua schiacciatrice, quindi l’avvisò senza mezzi termini – Toccala prima di domani e ti eviro! Spero di essere stata cristallina!-
- Che fisse con questa storia del sesso prima della partita…- si lamentò Junko, sbuffando.
- Non me ne frega niente!- sbraitò la Kurata, andandosene alla porta come un uragano – Io ti ho avvisata! Combina qualche altro casino e manderò un plotone della Yakuza sotto casa a farti spezzare le dita! Idem per te chiunque tu sia!- ringhiò, verso Mitsui – E tu Kotobuki vedi non investire l’arbitro all’ingresso come l’anno scorso! Vi saluto, devo andare a spiagare al mister che stavi solo facendo esercitazioni di volo acrobatico per l'esame di fisica di metà semestre!- e tempo un secondo se n’era andata, facendo traballare la porta e tutto il piano.
Su tutti i presenti calò una goccia stratosferica. Dio…ma che gente bazzicava per lo Shohoku?
Le uniche a non fare una piega erano Raim, che se la rideva leggermente, e Junko che scesa dal lettino si stava rivestendo. Si mise la felpa della tuta di Mitsui, seccata da tutto quel baccano.
- Senpai Kanzaki…sicura di star bene allora?- le chiese la rossa.
- Se, se…- sospirò – Mi basterà dormire un po’. In fondo ho solo fatto una doccia fuori programma.-
- Chiamala così…- rise Ryota – Forse ti servirebbe un caffè Jun.-
- O un cervello di ricambio.- soffiò Hisashi ironico.
- Sapete una bella cosa?- disse con aria melensa – Mi avete rotto tutti quanti. Me ne vado a casa! Miyagi, Hisa e tu coi capelli rossi…grazie per avermi preso al volo. Ragazze noi ci vediamo domani alla partita.-
- Aspetta senpai!- la bloccò Raim in mezzo al corridoio, mentre se ne andava con Mitsui – Non mi hai detto se ti vedo giovedì, in spiaggia per l’uragano. Devo farti il letto?-
- Si, certo.- sorrise la Kanzaki e senza aggiungere altro se ne andarono ma subito dietro l’angolo si misero a sbraitarsi dietro, rivelando a tutti una trafila di parolacce da manuale.
- Mamma mia…- Kogure era allibito mentre se ne andava con gli altri verso l’uscita – Non credevo che quella Kurata fosse una tale furia.-
- Per gestire la senpai Kanzaki ci vuole una pazienza incredibile.- sorrise Raim divertita.
- Ma lasciate perdere quella! Mitchy ha la ragazza! Direi che si sono trovati quei due.- ghignò Hana.
- Già.- Ayako era ancora confusa – Anche se non riesco a capacitarmi che Mitsui abbia la ragazza fissa.-
- L’unica cosa di cui non mi capacito io è del casino che è successo in due ore.- rognò Akagi, che ancora ribolliva per il casino in palestra – E adesso dove cazzo andiamo ad allenarci?-
- Potreste andare al campetto sulla spiaggia.- disse Haruko – Ma pioverà in questi giorni.-
- Dai Gori…l’Hoto è una squadra della fava.- piagnucolò Hanamichi – Mica avremo problemi!-
- Meglio che stai zitto…chissà perché Rukawa non ha lasciato che quel vaso ti arrivasse in testa!-
- Cosaaa? È questo il modo di trattare il Tensai?-
Anche Rukawa ora stava cominciando a chiedersi perché non aveva lasciato che quel vaso gli sfondasse il cranio. Accidenti. Era stato un riflesso incondizionato ma aveva perso l’opportunità di levarsi quel coso molesto dalle balle.
Ma poi Kaede lasciò perdere, sentendolo strombazzare la sua grandezza ai quattro venti.
Forse non era proprio destino.


Passarono due giorni di ozio e al telegiornale quella mattina di mercoledì si preannunciava il famoso uragano per il giorno dopo. Una bazzecola a dire il vero, infatti avrebbe appena sfiorato la loro costa ma i ragazzi dello Shohoku si erano messi in testa di non far allagare la casa alla loro manager e così si sarebbero diretti tutti quanti in spiaggia, ad aiutare Raim ad imbottire le pareti della sua villetta con sacchi di sabbia.
Hana stava ficcando il sacco a pelo nello zaino quando sua madre lo chiamò, avvisandolo che Rukawa era arrivato a prenderlo sotto casa. Salutò rapidamente e scese dalle scale, onde evitare che la kitsune si addormentasse.
- Tempo infame…- sibilò, vedendo cupi e tetri nembi neri spuntare all’orizzonte.
- Hn.- bofonchiò Kaede, passandogli il casco – Datti una mossa do’aho.-
- Di ottimo umore come sempre eh?- frecciò, salendogli alle spalle.
L’altro non gli rispose neanche e mise in moto, sfrecciando lungo la via. Sinceramente non vedeva l’ora di arrivare alla spiaggia. Non sapeva bene perché ma quello stacco dalla realtà di tutti i giorni forse avrebbe fatto bene alla sua anima irrequieta. Inoltre sarebbe potuto stare con Raim e questo gli risollevava il morale.
Raggiunta la litoranea, si fermarono alla piazzola giusto per vedere che gli altri erano già arrivati. C’erano la macchina di Mitsui, quella del Gorilla, di Ayako e…imprecando, Rukawa vide quella di Sendoh.
Era una persecuzione quella!
Seguendo una via laterale, raggiunsero il retro delle villette dove avrebbero potuto mettere la moto nel garage di Raim.
Lì trovarono la rossa intenta a chiudere le persiane a doppia mandata, in compagnia di Haruko.
- Ragazzi!- sorrise la padrona di casa – Ciao! Vi credevamo dispersi!-
- La volpe s’è svegliata tardi.-
- Il do’aho è lento.-
Dopo le scuse e quattro pugni in faccia, Hana volò addosso alla sua Haruko, tutto contento perché avrebbe passato la notte fuori con lei, mentre Raim sorridendo raggiunse la kitsune e gli fece mettere la moto nel box. Al buio, dopo essere sceso la spinse contro il sellino e le chiuse la bocca con un bacio.
- Non per essere poco romantica…- gli sussurrò a fior di labbra – Ma se non lavoriamo mi ritroverò senza casa.-
La baciò ancora, zittendo ogni replica e pensando che allagandole la casa forse sarebbe stato un po’ esagerato per costringerla ad andare da lui.
Si staccarono di malavoglia e i due giocatori dello Shohoku entrarono in casa portando dentro le borse con le provviste che Haruko aveva loro affidato e una volta in cucina videro i loro amici dalla portafinestra in soggiorno.
Miyagi trafficava riempiendo i sacchi di sabbia, mentre il Gori che era un uomo da lavoro duro se li caricava in spalla e li passava a Mito e Kogure che stavano già sistemando il primo angolo della villetta.
- Spiedini e yakitori?- fece Rukawa, mentre levava la spesa dalle borse.
- Già, sono il Tensai della griglia io!-
- Hn…do’aho, cucinerai tu?- chiese l’altro un pelo preoccupato.
- Lo so che non sembra ma sono bravo in cucina!- sibilò il rossino.
- Hn…spero di più che a basket.-
- Ma vuoi che ti spacchi in due?- e mentre si prendevano per il collo, entrò qualcuno che si limitò a fissarli con aria vaga. La Kanzaki.
- Salve.- le disse Hana, mollando il collo di Rukawa e complimentandosi coi gusti di Mitchy visto che ogni volta che la vedeva, quella era sempre più bella.
- Salve.- rispose tranquilla – Il senpai Akagi mi ha chiesto di mandarvi fuori i calci.-
- Il Gorilla sta diventando un negriero, cazzo!- sbuffò il Tensai, finendo di mettere birre e bibite gasate in frigo – Tu stai bene senpai? Niente ossa rotte a scoppio ritardato?-
- Fortunatamente no.- disse la ragazza, pacifica.
- Mitchy dov’è?-
- In bagno con un tizio che ha chiamato porcospino. Chi di voi due è la volpe invece?-
- Lui.- sogghignò Hana, additando Rukawa con un pollice – Il porcospino si chiama Akira Sendoh. Che fanno in bagno? Inchiodano gl’infissi della finestra?-
- Alla perfezione direi!- scandì Mitsui, entrando in quel momento dal corridoio laterale alla cucina, seguito dal Porcky – Dove cavolo eravate voi due? Il Gori sta sclerando, non ho voglia di farmi usare come un sacco!-
- Ancora per sta storia degli allenamenti?- sbuffò Sakuragi – Per l’amor di Dio, l’Hoto ha passato solo per culo.-
- Vaglielo a spiegare. Ru, mi dai una birra?-
La kitsune infilò la testa nel frigo giusto in tempo per scoccare uno sguardo stranito a Sendoh ma il giocatore del Ryonan sembrava alla solita forma. Sorrideva coi suoi denti bianchi da dentifricio e chiacchierava giulivo con la guardia. Ma allora perché il do’aho sembrava stare sempre lì a coccolarlo? Che cavolo succedeva?
- Aki, ho il cd che mi hai chiesto.-
- Oh, grazie Hana. Adesso torno fuori…sarà meglio cominciare con la parte a destra che dà sulla spiaggia.-
- Si, è meglio.- annuì Mitsui – Raim!- urlò – Noi andiamo fuori e cominciamo col lato destro!-
- Ok!- gli rispose, ancora da fuori nel cortile – Quando torna Ayako mandatemela giù nel seminterrato! Io e Haruko cominceremo a chiudere tutto!-
- Io vado con loro.- sbuffò Junko, passando a fianco della truppa – Non si sa mai che Raim faccia qualche disastro.-
- E noi andiamo a lavorare…- concluse Hana, ficcandosi in testa la sua bandana e tirandosi dietro Rukawa.
Se gli allenamenti col Gori erano sembrati stancanti, mettersi a caricare e scaricare sacchi di sabbia era anche peggio, specialmente con Akagi che sbraitava al vento. Il mare s’ingrossava e il cielo s’incupiva ora dopo ora.
- Sono un po’ preoccupata…-
Raim sollevò il viso verso Haruko, che stava appoggiata alla finestra.
- Ma no.- la rassicurò – E’ già successa una cosa del genere e la casa, come quelle dei vicini, se l’è sempre cavata.-
- Si, peccato che stavolta debbano dormirci dentro un branco di capre.- sbuffò Ayako serafica, che le stava vicino per pulire le verdure, sul bancone della cucina.
- Mica hai tutti i torti.- fece la Babba – Con tutto oggi, tutto domani e venerdì mattina, i ragazzi staranno insieme per quasi tre giorni interi. Ti confesso che ho paura che Hana e gli altri combinino qualche guaio.-
- Del tipo che Sakuragi e Rukawa si affoghino in spiaggia?- rise la prima manager.
- Dio, ne parlate come se fossero degli animali.- sindacò la Kanzaki, seduta a tavola a guardare visto che non era mai stato in grado di sbucciare una patata – Se la cavano là fuori…-
- Jun, non conosci Hana! Non sai cosa può fare in coppia con quell’idiota di Miyagi e Mitsui.- le spiegò Ayako, passando sotto l’acqua pomodori e sedani – Lui e Rukawa poi si prendono a cazzotti continuamente.-
- Vuoi dire che in tre anni non sei riuscita a fermarli?- ghignò la Kanzaki – Ayako, mi stupisci.-
- Tu mi stupisci, ragazza.- chiarì Ayako – Mi spieghi come hai fatto a impelagarti con quel cretino?-
- Oh, dai!- rise Raim, blandendola.
- No, sul serio!- continuò la menager ridendo – Non che metta in dubbio l’avvenenza di quello spostato ma Mitchy è chiamato Anima Ardente per un motivo sai?-
- Se non altro riesce a starmi dietro.- disse Junko serafica.
- TI AMMAZZZZZZZOOOOOO!!!!-
Le quattro si voltarono verso la portafinestra giusto in tempo per vedere il Gorilla saltare addosso a Sakuragi, pronto a fargli lo scalpo, con Mito e Kogure attaccati alle gambe che cercavano di fermarlo mentre quei due imbecilli di Ryota e Hisashi incitavano alla lotta. Sendoh rideva…e Rukawa dormiva.
- Sarà più difficile del previsto.- brontolò Raim.
Più tardi il caro Tensai del basket che aveva rischiato la vita già dieci volte nel giro di tre ore, se ne stava dietro ai fornelli e davanti alla griglia decidendo saggiamente di stare lontano dal Gori, prima di morire.
- E che cazzo, sarà mica colpa mia se quel teppista ci ha distrutto la palestra! Perché ce l’ha sempre con me?-
- Do’aho.-
Hana si volse furibondo verso la volpe, che stava appoggiato al mobile della cucina con la sua solita aria apatica.
- Che cazzo fai? Controlli che non ti metta il veleno nella carne?- gli chiese stralunato.
- Hn.-
- Che palle…passami il pepe.- e prese la volo la boccetta, dando una spolverata sugli spiedini che grigliavano da pochi minuti soltanto – Hai visto Aki?-
Eccolo che ricominciava!
- Cosa sei, la sua balia?- sibilò seccato.
- E tu cosa sei, un fottuto cyborg?- replicò Hana sulla difensiva – Non c’è niente di male a preoccuparsi per gli altri.-
- Mica ho detto niente.-
- Si, come no! Sono giorni che mi fissi come se aspettassi di vedermi spuntare le antenne da alieno.-
- Puoi fare quello che ti pare do’aho. Io se non altro non ti faccio la predica.-
- Scusami,- gli fece eco sarcastico – dimenticavo che tu sei perfetto. Ti fai i cazzi tuoi e non ti fili gli altri di striscio.-
- Perché dopo tre anni finisci sempre per battere sullo stesso chiodo eh?- sibilò a quel punto Kaede, serrando le mascelle – Mi stai facendo storie solo perché ti ho chiesto di Sendoh?-
- Ti sto facendo storie perché ti frega solo che non smetta di giocare a basket!- sibilò il rossino in risposta, vedendolo irrigidirsi alle sue parole – Tutto ciò che ti chiedo è di essere un minimo più propenso a guardare le persone come esseri umani, mi sembrava di avertelo già detto. E che cazzo, se un giorno mi spaccassi di nuovo la schiena, e facciamo le corna, gradirei almeno essere trattato da poveraccio sofferente, invece che come una scarpa inutile!-
Di nuovo. Kaede sentì di nuovo una fitta fastidiosa all’altezza del petto e si chiuse a riccio sotto gli occhi nocciola di Hana che sondavano in lui troppo in profondità ormai.
- Finiscila di fissarmi.- gli ordinò la volpe.
- E tu finiscila di fare lo stronzo.-
- Sarà meglio che vada a farmi un giro.- concluse snervato – Fa’ come ti pare do’aho.- e senza aspettare la risposta prese e tornò fuori, dove il vento batteva la spiaggia e spumeggiava le onde.
Al diavolo! Perché le parole del do’aho e di Raim con lui arrivavano tanto in profondità?
- Hai voglia di prenderti qualcosa qua fuori?-
Si volse appena sopra la spalla e vide la pietra dello scandalo. Sendoh era appena tornato dalla macchina e aveva in spalla lo zaino. Lo fissava stranito anche, come se lo vedesse per la prima volta.
- Hai una faccia strana Rukawa.-
- Hn.- rognò, tornando a guardare la spiaggia.
- Tutto bene? Hai litigato con Hana?-
Adesso s’incazzava! Gli scoccò un’occhiata assassina ma il giocatore del Ryonan non fece una piega, affiancandolo.
- Scusa per quella sera al palazzo dello sport.- gli disse all’improvviso – Era arrabbiato e non avrei dovuto prendermela con te. Per fortuna Hanamichi mi ha dato una svegliata.-
Come se con un pugno avesse potuto fargli qualcosa. Ok, pensò incazzoso. Il do’aho voleva che fosse umano eh?
Va bene, si disse. Facciamoci una sana vagonata di cazzi altrui.
- Qual è il problema?- sibilò, stanco e nervoso.
- Problema?- allibì Sendoh.
- Si, il problema che ti fa dare i numeri!- sbottò – Dimmelo e facciamola finita.-
Akira allargò gli occhi, veramente confuso. Non era un comportamento da Rukawa! Si grattò il mento, cercando di capire se le sue liti con Sakuragi non gli avessero mandato in palla il cervello ma poi vedendo i suoi occhi per una volta limpidi decise di fidarsi. Hana su di lui non poteva avere torto, in fondo.
- Mia madre sta male.- disse semplicemente – I dottori non sanno ancora dirci se la malattia può metterla a rischio di vita e quindi avevo deciso di saltare gli allenamenti per stare con lei…- la sua voce si fece più debole e malinconica -…nel caso potessero essere i suoi ultimi giorni. So che non è così ma le sue condizioni sono molto gravi comunque e i medici tentennano troppo coi responsi. Quella sera con Taoka stavamo litigando per il mio desiderio di saltare gli allenamenti. Lui ha capito che la mia era una paura infondata e mi ha detto senza mezzi termini che stavo scappando…al che l’ho mandato al diavolo, come hai sentito. Tutto qua.-
Tutto qua. Kaede tornò a fissare il mare, sentendosi vuoto e cavo come una bambola.
Se solo avesse potuto riavere indietro sua madre, avrebbe buttato all’inferno tutto.
- Tua madre è più importante.- mormorò, senza mezzi termini.
- Lo so.- annuì dolcemente Akira – Ma la mia paura non deve bloccarmi la vita. Lei vuole che io vada avanti come se nulla fosse. Detta così è esagerata ma sono sicura che starà bene. Ci vorrà un po’ perché guarisca ma starà bene.-
- Si.-
Sendoh sorrise, corrugando appena le sopracciglia – Sai che non l’avrei mai detto?-
- Cosa?-
- Che sapessi ascoltare.-
Ma tu guarda che stronzo! Sendoh gli rise in faccia e se ne tornò dentro, dopo avergli dato una pacca sulla spalla come ringraziamento. Accidenti! Erano tutti uguali quelli! E al diavolo anche il do’aho! Era colpa sua!
A tavola fortunatamente si parlò di argomenti più leggeri ma il rossino ci sapeva fare davvero in cucina.
I piatti erano ottimi e la carne cotta a puntino, cosa che strabiliò un po’ tutta la squadra di basket.
- Sono pieno di qualità segrete io!- scandì orgoglioso, quando Ayako e Haruko gli fecero i complimenti.
- Segretissime! Le sbandieri ai quattro venti.- ghignò Mito – Dimentichi i casini le prime volte che cucinavi!-
- Mah, palle!-
- Palle cosa? Hai mandato Okuso all’ospedale per un’infezione alimentare!-
- Ecco, grazie per avermelo detto Yohei.- disse Raim sospirando – Ai primi segni chiamate un’ambulanza.-
- Raim non dargli retta!- sbottò Hana, attaccato alla birra – E’ geloso perché non sa farsi neanche un uovo.-
- Allora siamo in due.- ghignò Mitsui, svaccato sulla sedia.
- Ci sono i surgelati apposta, dai!- ridacchiò Ryota.
- E i baracchini di ramen.- aggiunse Kogure ridendo – Facile così la vita!-
- E parlando di baracchini di ramen…- ghignò il play con aria perversa, indicando Hisashi – Vi ho raccontato di cos’ha fatto quest’animale una settimana prima che ritornassimo a scuola? Nooo?-
- Eddai, mollala!-
- Possibile che non sei in grado di uscire di casa senza fare qualche fottuto casino?- rognò Akagi.
- Ma che casino!- ridacchiò Miyagi, piegato sulla tavola – Adesso…adesso te la racconto bene!- e prese fiato, visto che a forza di ridere quasi si stava strozzando – Dunque…ero uscito a farmi un giro, ho bevuto qualcosa con dei miei compagni di classe al Pop’s e verso le tre me ne stavo tornando a casa. Ok…- mandò giù un sorso di birra, come per darsi la carica per dire una cavolata pazzesca – Me ne stavo all’angolo sull’undicesima, sapete…davanti al distributore no? Bene, c’era il semaforo rosso e sento la musica più tamarra mai uscita dalla mente bacata di qualche cretino, mi giro e chi vedo in macchina? Il signore qua…- e Mitsui faceva di tutto per non ridere con gli altri, visto che ricordava bene quella sera indecorosa – Lo chiamo e mi avvicino. Da lontano avevo visto che stava a torso nudo ma quando mi attacco al finestrino… Sapete cosa faceva? Ah ah...l’ho pescato nudo al volante! Nudo!- e tutta la congrega fissò sconvolta quel deficiente della guardia – Capito? Era tutto bagnato, ubriaco a cantare a squarcia gola Hotel California con dell’house come cornice e totalmente perso! Cioè…ha guidato nudo per tutta Kanagawa, vi rendete conto?-
- E che palle…ero sbronzo!-
- Al che sono salito in macchina e visto che sui sedili aveva un asciugamano e un costume fradici, glieli ho fatti rimettere addosso mentre guidavo verso casa sua. Morale? Il coglione ha scavalcato le reti della piscina della scuola, s’è sbronzato in acqua con chissà quali altri imbecilli della sua classe, ha guidato nudo come un verme per tutta la città cantando come un cretino e poi ho anche dovuto metterlo a letto! Ma il bello però è che prima di portarlo a casa mi ha detto che aveva fame. Così ho dovuto anche portarlo a mangiare qualcosa…a un baracchino di ramen. Ha mangiato come un maiale e mi sembrava che si fosse ripreso un po’…- Miyagi scosse il capo – Così quando ci rimettiamo in macchina insiste per guidare…e cosa fa? Invece di mettere la prima ha messo la retro e ha preso in pieno il baracchino!-
Dopo quella nessuno li tenne più.
- Io non ho mai conosciuto un tale deficiente.- si schifò il Gorilla mentre in sottofondo tutti si spaccavano dal ridere.
- Non avresti dovuto metterti in macchina così ubriaco, cretino!- sentenziò anche Hana, ridendo comunque come un matto – E se ti beccava la polizia? Ti avrebbero arrestato!-
- Eddai.- lo blandì Sendoh – Se non le fai ora queste cose quando le rifarai eh? A quarant’anni?-
- Hisashi, sei da mettere in gabbia.- disse Kogure, abbandonando il suo solito contegno dopo una tale scoperta.
- Ma che gabbia…al manicomio!- disse Ayako, aiutando Raim a mettere i piatti in cucina – Questa mi mancava davvero…guidare nudo per tutta Kanagawa…prendere in pieno un ristorante di ramen ambulante…-
- E cantavi Hotel California?- s’intromise Junko serafica verso il suo ragazzo – Però, che cultura musicale.-
- E si è anche incazzato quando l’ho portato a casa.- rise Ryota – Meno male che tuo fratello era fuori a lavorare.-
- Tu ci scherzi…una volta mi ha portato a casa due travestiti. Ha detto che avevano bisogno di un posto per dormire…-
- Tuo fratello non mi sembra tipo da aver bisogno dei travestiti, sai?- ghignò Hana.
- A differenza tua, signor 50 rifiuti?- lo prese in giro Mito.
- Ma vuoi morire per caso?!-
La faccenda con relative altre cavolate commesse durante le vacanze estive si concluse dopo il pranzo. Tornati tutti fuori a lavorare di olio di gomito e schiena come schiavi, si accorsero che il tempo peggiorava velocemente.
- Che palle sti’ uragani!- bofonchiò Hana, sistemando l’ultimo sacco sul retro della casa – E dire che siamo praticamente a inizio novembre! È follia! Qua va tutto a scoppio ritardato.-
- Le prese per il culo le tiri proprio fuori a forza alla gente eh?- frecciò Akagi diabolico.
- Che vorresti dire Gori? Che sono un ritardato??-
- Nooo…- fece Ryota scandalizzato – Ma come ti viene in mente una cosa del genere?-
- Devo seppellirvi sotto la sabbia?-
- Do’aho…- Rukawa gli lanciò quasi addosso un sacco – Parla di meno e lavora di più.-
- E sta zitto Kit…com’è che non dormi ancora?!- replicò il rossino – Stasera fortunatamente crollerai secco nel letto, se Kami vuole! Se poi per la stanchezza o una dose fatale di cianuro che ti avrò messo nella cena non si sa…-
- Se non la finite di rompere voi due giuro che vi butto a mare!- sbraitò il Gorilla.
Alle sei era ormai quasi buio e il lavoro era quasi terminato. Ormai il vento si manifestava con un ululato feroce e le piante attorno erano sbattute con forza contro le case, quasi piegandosi.
- Ragazzi, abbiamo finito!- urlò Raim, dal garage – Chiudo qua ed è fatta!-
- Ok!- le rispose Ayako, spingendo tutti in casa – Allora cominciamo a sistemarci!-
- Si, fate con comodo! E fai fare una doccia a quei deficienti che si sono buttati in acqua!-
Mitsui e Sendoh, tanto per cambiare, avevano deciso che farsi un bagno con un uragano in arrivo era una cosa da non perdersi e anche Akagi non si era perso l’occasione di andare a riprenderli per cercare di affogarli con le sue mani.
In garage intanto Raim cercava delle torce, nel caso fosse partita la luce e delle candele.
- Tutto a posto?-
Non imprecò perché si morse la lingua in tempo ma Kaede aveva la brutta abitudine di comparire sempre alle spalle e le era venuto un colpo, rischiando quasi di ficcargli un pugno.
- Si, tutto bene.- e gli passò un paio di torce – Avete già deciso come sistemarvi per la notte?-
Rukawa alzò le spalle – Per ora il do’aho urla ai quattro venti di voler dormire con la Piattola.-
- Ma povera Haruko…- ridacchiò la rossa - Fra te e la senpai le date un sacco di nomi.-
- La Kanzaki come la chiama?-
- Babbuina come te e Hisa.- gli disse pacata.
- Hn. Sarà vero allora.-
- Dai!- rise, prendendolo per il braccio – Torniamo in casa che ho freddo.-
La cena fu la replica del pranzo, con un sottofondo di temporale però decisamente più studiato.
Cominciarono a partire lampi, ma per ora ancora nulla di serio visto che la tempesta vera e propria era stata prevista per il giorno dopo. Mangiarono beati e sazi, stanchi morti, poi davanti al caffè si misero in salotto e con aria ben poco civile decisero la distribuzione.
- Le ragazze nella stanza di Raim…-
- MA NOOOOO!!!!- piagnucolarono Hana e Ryota, prendendosi quattro calci da tutti – Mentre ci sono altre tre stanze disponibili.-
- La mansarda è vuota.- chiarì la padrona di casa, sorbendosi il caffè – Deve andarci chi ha i sacchi a pelo!-
- Ecco, confiniamoci sopra la scimmia.- ghignò Mitsui – Il letto di Shiro me lo prendo io!-
- Quel letto lo dovrai dividere cocco.- gli ricordò Mito, ironico – Quindi mani a posto!-
- Allora, nella camera di Shiro ci stanno…- e Akagi lo disse con notevole difficoltà – Mitsui, Miyagi e Mito e se pensate di far volare anche solo una mosca vengo a spaccarvi le rotule! Io e Kogure dormiamo in quella degli ospiti. In mansarda invece ci andate voi tre…- e con sommo orrore di Rukawa che per poco non sputò via tutta il caffèlatte che gli conciliava il sonno, il Gori indicò lui, il do’aho e il Porcky.
- E vedete di non far casino! Non siamo all’asilo!- abbaiò per finire, ignorando lo sguardo terreo della volpe.
- Povero Ru…mi sa che non lo lasceranno dormire quei due.- ridacchiò Ayako.
- Al massimo domani mattina troveremo qualche facchino in meno.- frecciò la Kanzaki.
- E niente incursioni notturne punitive, grazie!- chiarì Kogure – Sono morto di stanchezza!-
- Tanto anche volendo non potrei fare nulla, te l’assicuro.- sbuffò Hana, sbadigliando – Ho la schiena a pezzi.-
- Almeno una mano a poker ce la facciamo?- propose quel bontempone di Akira.
- A soldi?- fece Mitchy interessato.
- Non chiedo di meglio.- rise Sendoh.
Era piuttosto tardi quando, ricontrollata ogni imposta e ogni porta della casa, i ragazzi finalmente andarono a dormire.
La tempesta si stava scatenando ormai. Era pronta per rovesciare pioggia e frustate ma quel dolce rollio non fece altro che cullare il loro sonno.
Specialmente in mansarda, dove una scimmia, una volpe e un porcospino rimasero a guardare il cielo da sotto una spessa finestra dai vetri doppi. Lampi e fulmini brulicavano in cielo come le stesse stelle…
Fu uno spettacolo emozionante…e lo seguì un altro gratificante sonno, anche se un po’ scomposto visto che si abbarbicarono l’uno addosso all’altro, con la bella pretesta di prendersi a botte nella fase REM e di non ricevere vendette in cambio da un volpino alquanto suscettibile…che però prima di chiudere finalmente gli occhi pensò ancora a Raim, che dormiva a pochi passi da lui.
Una tortura e un auspicio di un buon risveglio.
Averla vicina prima di andare a letto la sera, ultima ad essere vista. E la prima, al risveglio alla mattina.
Quello era decisamente uno dei sogni migliori che si sarebbe potuto concedere.

 

 

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Capitolo 8
*** Lo Shikuda all'Attacco ***


 

 

Fu un lampo fortissimo che fece tremare i vetri a svegliare Raim.
Si girò lentamente nel suo grande letto a due piazze, che per tanto tempo aveva condiviso con Shiro, e guardando la sveglia sul comodino vide che erano appena le sette e mezza.
Si rimise esausta sui cuscini ma mentre Ayako e Haruko erano ancora addormentate nei futon stesi a terra, la rossa si accorse che al suo fianco c’era uno spazio vuoto. Toccò le lenzuola e le sentì tiepide.
La senpai Kanzaki doveva essersi alzata da poco.
Non riuscendo più a chiudere occhio, a causa anche della pioggia incessante, decise di alzarsi e scese in cucina, dove trovò la ragazza seduta sulla mensola della finestra, con una tazza fumante fra le mani.
- Senpai…- l’apostrofò – Come mai già in piedi?-
Junko Kanzaki si volse appena e alzò le spalle – Non riuscivo a dormire. C’è altra cioccolata se la vuoi.-
- Grazie.- sorrise Raim, andando in cucina a versarsene un po’. In silenzio, capì che non avrebbe potuto evitare ancora la discussione così dopo essersi versata un’abbondante tazza di cioccolata calda con un goccio di latte, si avvolse meglio nel maglione e la raggiunse, sedendosi però su una poltrona.
Non sapeva spiegarlo bene ma gli occhi della Kanzaki, anche se le avevano sempre ispirato fiducia e affetto, a volte l’avevano anche messa in soggezione. In quegli occhi Raim si rispecchiava per quello che era.
- State insieme?-
Junko era andata subito al dunque.
Raim però non sapeva cosa rispondere. Fece una leggera smorfia contrita.
- Ecco…non lo so bene…sono un po’ confusa su di lui.-
- Ti piace?-
Stavolta sorrise, arrossendo – Si, molto.-
La Kanzaki posò la tazza, puntandole addosso il suo sguardo profondo – Lo sai a cosa vai incontro, vero?-
- Non è necessario che si venga a sapere, senpai.-
- Prima o poi lo verranno a sapere comunque.- replicò l’altra rapidamente – Raim, ti stai cacciando in un mare di guai, te ne rendi conto? Tempo un mese questa storia con lui potrebbe finire come potrebbe diventare veramente seria e se si avvererà mai la seconda ipotesi ti ritroverai quel branco di maledette attaccate al collo armate di spranga per romperti tutte le ossa e sai bene che non scherzo!-
- Senpai…- la rossa cercò di fermarla – Lo so, non c’è bisogno di…-
- No, non lo sai!- la zittì l’altra, stizzosa – Non lo sai che cos’è capace di fare davvero la Mihazawa!-
- Tu si invece.- e solo quando ebbe finito di dirlo, Raim si accorse di aver esagerato. Notò un lieve pallore sul viso della ragazza, ma le fece subito le sue scuse.
- Mi spiace.- alitò Raim – Non volevo.-
- Non scusarti di ciò che non sai.- le disse Junko.
- Potresti sempre raccontarmi ciò che è successo.-
- Non è successo niente Raim.- ringhiò la Kanzaki, tornando a guardare fuori con la mascella contratta – Ma io non avevo tutta la scuola contro, solo la Mihazawa. La cosa si è risolta fra noi due! Tu invece rischi di finire all’ospedale dopo un pestaggio di una ventina di psicopatiche!-
- Senpai…non so neanche cosa c’è davvero in ballo…-
- Invece credo che tu lo sappia, Kirara.- Junko la fissò dura, mettendole a nudo l’anima – Io lo dico per te. Rischi di perdere tutto quanto, lui compreso.-
- E io ti dico che non verranno mai a saperlo. A scuola sto sempre attenta.-
- Chi altro lo sa?-
- Tu e Mitsui.-
- E basta?-
- Si. Non credo che Rukawa l’abbia ancora detto ad Hanamichi.-
- Non credi?- sbottò l’altra.
- Per l’amor di Dio senpai, anche volendo sai benissimo che so difendermi!-
- Anche da sola contro venti o trenta isteriche?- sibilò la Kanzaki – Non penso davvero.-
- E io ripeto che se non esce né da te, né da Hisashi la cosa non si verrà mai a sapere!-
- Hisashi cosa?-
Si voltarono quasi sobbalzando e trovarono Mitsui sulla porta, sbadigliando come un dannato.
- Che cavolo ci fai già in piedi?- lo inquisì Junko.
Lui per tutta risposta sorrise sornione – Grazie amore, buona giornata anche a te.-
- Buon giorno.- lo salutò la padrona di casa, mentre la Kanzaki sbuffava – Dormito bene?-
- Il letto di Shiro è di pietra.- si lamentò – Ma come cavolo facevate a…- e lasciò la frase in sospeso, anche se Raim rispose altrettanto maliziosa – E’ duro perché non ha mai dormito lì da che sono arrivata qua.-
- Bella cosa la convivenza.- ghignò la guardia – Di che parlavate?-
- Gli affaracci tuoi mai eh?- lo rimbeccò la sua ragazza – Perché non torni a dormire? È presto.-
- Perché ho scarabocchiato col pennarello la faccia del tappo.- disse serafico – E vorrei godermi l’urlo al sicuro. Comunque non rigirare la frittata…quando sono arrivato stavate parlando anche di me.- e senza stare a sentire scuse andò a svaccarsi sul divano, fregando la cioccolata alla Kanzaki – Allora?-
- Allora niente.- sorrise Raim, mentendo spudoratamente – Stavamo solo discutendo del fatto che se non foste usciti allo scoperto nessuno sarebbe mai venuto a sapere della vostra tresca.- e lasciando senza parole Junko per quanto fosse abile a intortare la gente, si mise comoda per far dimenticare la faccenda al tiratore dello Shohoku – Ho ragione no?-
- Usciti allo scoperto…- fece Mitsui pacifico – Siamo ancora in rodaggio.-
- Certo che sei proprio strano.- ridacchiò la rossa – Ne parli come se foste sempre in lotta aperta.-
- Infatti è vero.- sibilò la Kanzaki.
- Ecco, lo vedi com’è?- rise la guardia – E’ dispotica.-
- E tu un esaltato.- lo rimbeccò – Vuoi sempre fare come ti pare.-
- Ha parlato la parte sottomessa!- frecciò di rimando, con aria fintamente desolata – Mi maltratti sempre!-
- Ma quanto sei fesso!-
Sentendoli litigare in quel modo Raim si ritrovò a ridacchiare silenziosa, seriamente felice per quei due. Stavano davvero bene insieme, sul serio. Certo, avevano un carattere focoso entrambi ma forse avrebbero finito per tranquillizzarsi, una volta che fossero stati più sicuro l’uno dell’altra.
Passarono due orette e poco a poco tutta la casa cominciò a svegliarsi, man mano che i boati dell’uragano si facevano sempre più forti. Tutti certo, tranne uno in particolare.
- Mi piacerebbe sapere come cazzo fa a dormire quel demente di Rukawa con sto’ concerto!- rognò Akagi, seduto al bancone della cucina davanti al caffè mentre Hana, dall’altra parte, faceva le frittelle per tutti.
- Parli di uno che dorme in bicicletta.- gli disse il rossino, rompendo altre uova – Harukina amore! Ne vuoi altre???-
- Si, grazie Hana-chan!- cinguettò la Babbuina seduta a tavola con tutti gli altri, compreso Miyagi che era sceso come un tornado dal bagno con la faccia di un panda. Dopo aver preso a calci Mitsui si era sentito meglio ma continuava a borbottare, affogando la rabbia nel caffè e nelle frittelle.
- Senti Hana… ho bisogno di una tata.- se ne uscì Sendoh, coi capelli appena scombinati dalla loro impalcatura proprio quando esplose l’ennesimo tuono sulle loro teste – Vieni a vivere da me?-
- Se devo solo farti da mangiare…- rise il numero 10 dello Shohoku – Ma per il resto ti attacchi!-
- Sul serio Hanamichi, sei da sposare.- disse Ayako, facendo saltare l’impianto a Ryota – Ma dove hai imparato?-
- Mia madre fa sempre i turni e non posso certo andare a comprarmi la cena tutte le sere!-
- Fossi così normale in tutto il resto…- ironizzò Mito, seduto fra Kogure e Mitsui.
- Fammi una bella pippa eh? Chi mi ha fregato il piatto?- sbraitò poi, guardandosi attorno fra i fornelli – Oi bastardi! Il piatto che c’era qua che fine ha fatto?-
- Intendi…quello con le frittelle e lo sciroppo di ciliegia?- alitò Akira angelico.
Hana guardò le sue labbra impiastricciate di un leggero strato di sciroppo rosso e i suoi occhi divennero due fanali.
- Porcospino deficiente! Ma ci devo scrivere il mio nome sulle mie cose?? E che cazzo!-
- Scrivici sopra do’aho.- bofonchiò Mitsui – Così Rukawa capisce di sicuro dove non mettere le mani.-
- E parlando della volpe…qualcuno vada a svegliarlo. Non posso mica stare ai fornelli tutta la mattina!-
- Ma sto’ gran cazzo!- disse Miyagi sconvolto – Vacci tu a svegliarlo!-
- Già, non ho voglia di prendermi un pugno sui denti.- sibilò anche Yohei.
- Ayako, perché non ci vai tu?- la invitò Kogure.
- Cosaaa??- la manager li mandò al diavolo – Non ci penso neanche!-
- Eddai! Sei una donna!- la blandì Mitsui ghignando perfido – A te non farà niente.-
- E allora travestiti e vacci tu!-
- Raim ha le mani d’oro…- se ne uscì di colpo Hisashi, senza pensarci – Perché non vai tu?- ma non finì di dirlo che Junko prese la forchetta e gliela piantò nella gamba. Dovette trattenersi per non urlare ma in fondo se l’era cercata, così tornò a mangiare con un dolore atroce pronto a uscirgli dalla giugulare, ma la rossa, per non destare sospetti, fece ciò che aveva detto il povero Mitsui (che se non stava attento si sarebbe ritrovato sul fondo del fiume con un paio di scarpe di cemento!) e tutta soddisfatta colse al volo l’occasione di andare a vedere la volpe addormentata.
Lo trovò in mansarda, fatto su dentro alla coperta di Hana e Akira, nel sacco a pelo.
Addormentato era ancora più bello, pensò inginocchiandosi al suo fianco.
Bellissimo. Un angelo. Sembrava sereno, tranquillo…a differenza della solita espressione comatosa che aveva quando era sveglio.
Si carezzò leggermente la testa, memore di tutte le volte in cui Hanamichi e gli altri l’avevano avvisata che appena sveglio prendeva a pugni tutti, ma quando aprì appena le palpebre e scattò come un serpente, non fu per colpirla.
Si ritrovò schiacciata sotto di lui, contro il sacco a pelo e non fiatò quando Kaede abbassò la bocca sulla sua, avvinghiandogli le braccia al collo.
Decisamente una sveglia migliore di tutte le altre…
Intanto, in bagno, Mitsui si stava mettendo un cerotto poco sopra il ginocchio dove spiccavano i segni della forchetta che la sua “dolcissima” ragazza gli aveva lasciato qualche minuto prima.
- Potevi anche andarci più piano!- borbottò incazzoso contro Jun che stava seduta sul bordo della vasca. Lei, con la sua solita aria serafica, lo sfidò con un’occhiataccia – Cosa devo fare per farti capire che è una cosa seria eh? Se la cosa si sparge Raim potrebbe finire male.-
- Voi ragazze dovreste essere meno manesche.- sentenziò, pulendo i buchi con del cotone e dell’acqua – Comunque secondo me esageri.-
- Tu la conosci bene la Mihazawa?-
- No ma…-
- E allora stai zitto!- gli sibilò, facendosi di colpo di pietra, come ogni volta in cui si nominava quella ragazza – Te lo chiedo per piacere. Tieniti la cosa per te, niente battute e niente cazzate.-
Hisashi la guardò a lungo, cercando di capire qualcosa, ma poi lasciò perdere e scartò il cerotto, scuotendo il capo.
- E’ inutile che ti chieda che problema hai con quella, vero?-
- Non ho nessun problema con quella.- rispose gelida.
- D’accordo...- concesse, spazientendosi perché a volte Junko era peggio di una cassaforte – Ma d’ora in avanti, se mi scappa qualcosa di bocca involontariamente, cerca di farmi stare zitto in un modo più carino eh?-
- Un ceffone ti andrebbe bene?- frecciò, ma prima che potesse replicare piccato, la Kanzaki lo raggiunse, gli prese il cerotto e inginocchiandosi davanti a lui glielo mise su quei buchi da carne di agnello, scuotendo il capo.
- Mi hai fatto male.- borbottò, con aria da cucciolo.
- Se, certo.- disse, dandogli un bacio leggero sul ginocchio – Dai, andiamo!-
Hisashi sorrise, prendendole la mano e andando fuori. A volte Junko era tremendamente sfuggente. Altre ancora invece era così dolce che gli veniva voglia di abbracciarla e basta, cosa mai accaduta con nessuna delle sue ex fiamme.
Il pomeriggio e il pieno uragano passò lento e ozioso, ma molto stimolante.
Vista l’impossibilità di vedersi l’NBA sul satellite perché l’uragano era ormai al suo culmine, i ragazzi passarono la giornata nel cazzeggio e nel divertimento totale.
Naturalmente non mancarono risse e le solite cazzate di Hanamichi ma anche uno come Rukawa alla fine riuscì a rilassarsi in quella chiassosa compagnia anche se tenersi alla larga da Raim ormai si era fatto difficile.
A volte si prendeva ad avere strani slanci verso di lei, come il desiderio di abbracciarla, prenderle la mano e baciarla…e questo in mezzo a quei matti non era possibile. Almeno per il momento, chiaro, perché si stava stufando di fare l’amante segreto.
Fra le altre coppie invece aveva notato oscillazioni contrastanti.
Se quel balengo di Miyagi era diventato la riservatezza e la delicatezza in persona verso la sua relazione non ancora ufficiale con Ayako, il do’aho sbandierava come al solito il suo amore ai quattro venti per la Piattola in maniera vergognosa. Quello proprio non aveva cervello…
Una persona invece che lo incuriosiva era la ragazza del teppista.
Cioè…come gli aveva detto la sua rossa, la Kanzaki non era una ragazza comune.
Sembrava un tipo ombroso, abbastanza riservato, dalla lingua sferzante...ma con Raim era molto amichevole, anche con Ryota visto che era in classe con lui. A volte la vedeva anche lanciare degli sguardi languidi inequivocabili a Mitsui, quando lui però non la guardava e questo gli faceva pensare che Junko Kanzaki non fosse particolarmente incline alle smancerie dirette.
E poi c’era Sendoh, che ci provava un po’ con tutte…e rischiava sempre un fracco di botte.
Il mattino dopo, passata una nottata di spedizioni punitive da parte di quei cretini di Mito, Mitsui e Miyagi che si divertivano da matti a farsi urlare dietro dal Gorilla per tutta la casa, la tempesta era ormai scemata.
Spuntava un debole sole e nonostante il casino nel giardino di Raim e i detriti portati dal vento sulla entrata della villetta, il gruppo uscì e prendere aria.
- Fantastica giornata!- disse Kogure, sulla porta finestra in veranda – Ci voleva davvero dopo tutto questo casino!-
- Il mare però è ancora grosso.- fece notare Ayako – Che dite? Togliamo i sacchi oggi o aspettiamo di tornare domani?-
- Ragazzi, per quello possa farcela da sola.- li blandì la padrona di casa, sorridendo – Davvero, avete fatto già tanto.-
- Certo, così ti spacchi la schiena!- la zittì Junko, scuotendo il capo – Guarda che abbiamo la partita domani...-
- Già.- sorrise la rossa – Com’è che la senpai Kurata ancora non chiamo piuttosto?- e non finì di dirlo che il cellulare della Kanzaki si mise a squillare. Quella la fissò truce, imprecando ai quattro venti.
Uscita in giardino, i ragazzi guardarono Raim stupiti.
- Ma perché quella vi chiama sempre?- chiese Mito stupito.
- Non chiama tutte.- spiegò la rossa, facendo ridacchiare Haruko e Ayako che sapevano tutta la storia – Chiama solo la senpai Kanzaki. È dal primo anno in cui ha subito preso il posto da titolare che a ogni partita importante lei il giorno prima combina qualcosa. L’anno scorso per esempio è arrivata a giocare la finale dopo i postumi di una sbronza.-
- Alle semifinali con il Masuda di due anni fa non è arrivata coi capelli viola?- riecheggiò Ryota.
- Capelli viola?- allibì Mitsui, che non ne sapeva nulla.
- Già. Aveva perso una scommessa.- rise Raim – Aveva scommesso con una nostra compagna che sarebbe riuscita a stare per tutta un’amichevole senza insultare un’avversaria che non faceva altro che provocarla. È finita alle mani.-
- Avete finito di sparlare lì dentro?- sbraitò Junko dal giardino – Guardate che vi sento!-
- E ho dimenticato la volta che la sera prima di una partita contro le nostre maggiori avversarie, quelle del liceo Yamado con cui giochiamo anche domani, è finita a fare la lap dance in un locale di spogliarello!- concluse la rossa, facendo perdere a Mitsui tre righe di vita – E’ stato una spettacolo vederla!-
- Cazzo, posso immaginarlo.- sfuggì a Sendoh, prendendosi un calcio in culo da parte della guardia dello Shohoku.
Finito quel bel scoprimento di altarini, i ragazzi poterono finalmente levare le tende dalla casa della seconda manager, rimettendo a posto il casino che avevano fatto nelle stanze ma lasciando ancora i sacchi di sabbia a protezione, nel caso ci fosse stata un’altra invasione di acqua o il vento avesse ricominciato a soffiare.
Si salutarono verso mezzogiorno al parcheggio dove le loro macchine si erano salvate miracolosamente dalla furia dell’uragano, con la promessa di andare a dare un’occhiata alla loro scuola e di rivedersi alla partita delle ragazze.
- Ci passiamo noi a scuola.- disse Hana, accedendo la moto e caricando Rukawa, che già dormiva in piedi.
Sgommando via, volpe e scimmia erano entrambi immersi nelle loro elucubrazioni prodotte naturalmente dallo scompiglio ormonale ma una volta davanti allo Shohoku videro un bel po’ di fermento.
Il preside aveva smobilitato tutte le imprese di Kanagawa per rimettere in sesto il liceo e a quanto pare ce l’aveva fatta nei tempi previsti. Erano stati cancellati i murales, risistemati i vetri e anche se non potevano entrare, c’erano parecchie imprese di pulizia al lavoro dentro alle aule e nella loro palestra.
Sakuragi andò a chiedere ai bidelli per quando era prevista la riapertura, ma lasciato solo Kaede si perse una particolare importante. Rukawa se ne stava a dormicchiare sulla sella della Honda, quando però si sentì fissato.
Aprì lentamente gli occhi, infastidito…ma attorno a lui non vide nessuno.
Eppure ne era sicuro. Continuò a cercare la presenza fastidiosa senza esporsi troppo e poi alla fine trovò l’idiota.
C’era qualcuno nascosto dietro al cancello. Non lo vedeva bene…ma era basso. E portavo con sé uno skate-board!
Eccolo il bastardo che aveva quasi ammazzato la ragazza a Mitsui!
Appena tentò di scendere dalla Honda però quello sparì veloce come il vento e Rukawa era troppo lontano per averlo visto bene in faccia. Di certo, se se lo fosse mai ritrovato davanti, non l’avrebbe riconosciuto.
- Che c’è kitsune?-
Raccontò rapidamente ad Hanamichi della cosa, così quando se ne andarono fecero un veloce giro dell’isolato per vedere se pescavano ancora quell’imbecille ma in giro non c’erano studenti, né ragazzi sui quindici, sedici anni e così se ne tornarono a casa, lasciando perdere e decidendo di dire tutto al curiosissimo Rei alla loro partita di domenica mattina.

Il giorno dopo alla partita di pallavolo fra lo Shohoku e il liceo Yamado c’era una folla bestiale.
Quando entrarono al palazzo dello sport, nell’ala delle gare femminili, i ragazzi rimasero sconvolti non avendo mai visto così tanta gente neanche alle loro partite.
- Miseria schifa…- bofonchiò Miyagi, facendosi largo nei corridoi – Certo che le nostre sono famose davvero!-
- Ci credo. Sono sette anni di fila che vincono!- rise Ayako orgogliosa.
- Dite quello che vi pare ma la metà della gente che è qui secondo me sono pervertiti…- frecciò Mito, sentendo i commenti allupati di tutti gli uomini e dei ragazzi che passavano loro accanto, decantando questa e quella giocatrici.
- No, dai!- lo blandì Haruko, aggrappata al braccio di Hana – Lo Shohoku è fortissimo e sono anni che attira tutto questo pubblico! Quando tornerà a giocare anche la senpai Kurata torneremo a essere invincibili!-
- In effetti una media di sette anni di fila è davvero spettacolare.- considerò Akagi, lanciando ogni tanto occhiate di ammonimento a Sakuragi, che faceva l’idiota con sua sorella – Confesso che vorrei vederla giocare questa Kurata.-
- Dalle un mese e torna!- rise Kogure – Kotobuki mi ha detto che non si riesce a tenerla ferma.-
- Speriamo piuttosto che Junko non ne abbia combinata qualcuna delle sue!- ridacchiò Ryota, indicando ai ragazzi il corridoio delle tribune – Anche perché se dobbiamo sedare rissa anche oggi, dopodomani ci scordiamo noi la nostra partita!- e finalmente raggiunsero la palestra già gremita e illuminata al massimo.
Il casino era a livelli indecenti, che spaccarono i delicati timpani di Rukawa ed esaltarono tutti gli altri.
Le cheerleaders dello Shohoku erano già al lavoro sugli spalti più alti, incitando la squadra a dare il meglio capeggiate dalla Mihazawa che non si lasciò sfuggire la presenza della volpe.
Andati a sedersi sui sedili prenotati da Haruko, aspettarono Sendoh che come sempre era in ritardo e gli ultimi elementi dell’armata Sakuragi, poi carichi per fare il tifo e urlare contro l’arbitro, il gruppo osservò le avversarie dello Yamado.
In uniforme arancione e azzurra, erano quasi tutte molto alte e sembravano parecchio agguerrite.
- Qualcuno sa qualcosa delle avversarie?- chiese Hana interessato.
- Raim mi ha detto che sono una delle tre squadre loro nemiche numero uno.- disse Ayako con fare teatrale – Ogni volta che hanno una partita ne vengono sempre fuori dei numeri spettacolari. Il Yamado conta su una difesa eccezionale.-
- Per Junko non sarà facile stavolta, allora.- considerò Mitsui.
- Non credo.- rise Haruko – La senpai riesce sempre a trovare un buco o a sfondare i muri.-
- Già.- annuì Ayako – E se passano anche qui, passeranno il girone tranquille. Le altre avversarie dopo questa squadra non avranno più scampo.-
In quel momento arrivò Akira trafelato e finalmente si sedette con gli altri, scusandosi a vanvera per il solito ritardo anche se naturalmente Rukawa avrebbe preferito bloccarlo all’uscita e fargli passare la voglia di andare lì a sbavare per Raim. Dopo qualche chiacchiera finalmente le squadre entrarono in campo.
La Kurata era rimasta in panchina e aveva un’aria particolarmente battagliera.
- Non vi sembra che sia di cattivo umore?- bofonchiò Kogure.
- Si, hai ragione.- annuì Yohei – Com’è che è così arrabbiata?-
- Non è che Raim ha investito l’arbitro coi pattini?- ipotizzò il Gorilla.
- Probabile…- ghignò Hana, quando il fischio d’inizio riecheggiò nella palestra. E fu guerra, altro che partita.
Fin dai primi colpi si vide perfettamente che la difesa del Yamado era impenetrabile per le altre attaccanti dello Shohoku e così tutto il lavoro ripiombò addosso alla Kanzaki. A lungo andare però cominciò a dare i primi segni di stanchezza. Essendosi sobbarcata tutto il lavoro di attacco, dovendo usare il doppio nella forza in quelle che non erano schiacciate ma bolidi che sfondavano anche il muro della ragazza più alta dello Yamado, si ritrovò ben presto col fiatone. Raim le agevolava di molto il lavoro ma quando Junko cominciò a perdere forza e slancio in un salto che faceva invidia anche ai giocatori di basket, le cose cominciarono ad andare a rilento.
Inoltre la Kanzaki era una di quelle che non mollava neanche sbattendo la testa al muro e si ostinava a schiacciare diretta sui muri. Solo le finte di Raim ogni tanto regalavano loro punti.
Vedendo che stavano perdendo il set, la Kurata chiese un time break.
- Che testona.- borbottò Mitsui, vedendola massaggiarsi la spalla dolente e subire le sfuriate della Kurata con aria scocciata. Certo che Junko non accettava consigli di sorta. Se si ficcava in testa di rompere tutti i muri per orgoglio con la sua sola potenza di braccio, niente avrebbe potuto farle cambiare idea. Era troppo orgogliosa.
Si chiese come avrebbero fatto in futuro ad attraversare indenni i problemi di ogni coppia normale…
Tornate in campo, le rosso nere dello Shohoku sembravano essersi ricaricate.
Raim tornò a dirigere la partita e gli schemi a suo piacimento, ma ogni alzata era comunque per Junko. Che non cedeva. Non cedeva di un millimetro. Continuava ad attaccare, ad attaccare. Sembrava non avere più limiti.
Il pubblico era in delirio. Ogni volta che Raim alzava si creava un’ovazione vera e propria, che culminava con un grido tonante ad ogni punto. Fu nel secondo tempo, dopo il primo vinto purtroppo dallo Yamado per un solo punto di vantaggio, che la Kanzaki si decise a mollare un po’.
Iniziò ad andare giù con pallonetti, a schiacciare solo quando proprio non poteva evitarlo, rimandando gli altri passaggi lampo a Raim che quando schiacciava, anche se meno potente, era più sfuggente e colpiva raso le linee.
Vinsero il secondo set e anche il terzo, dove Junko riprese col bombardamento e la vittoria fu schiacciante.
Lo stacco di punti era tanto alto che tutta la palestra sembrava non voler più smettere di applaudire.
Concluso il rito del saluto, lo Shohoku sparì subito negli spogliatoi e i ragazzi fecero tutto il giro della palestra per raggiungere la squadra di pallavolo migliore del loro liceo.
Arrivati sulla porta, furono Ayako e Haruko ad entrare, mentre gli altri rimasero fuori a commentare entusiasti partite simili. Cavolo, erano davvero eccezionali!
Da dentro però si sentiva il solito baccano procurato dalla Kurata…che come al solito sbraitava e la frase ripetuta più volte era sempre “Kanzaki sei una maledetta deficiente di prima categoria!!” o roba simile se non peggiore, cosa che naturalmente la diretta interessata non si sognava mai di stare a sentire.
Uscita la Kurata, si fermò a fissare il club di basket per qualche secondo.
- Se volete entrare dovreste aspettare ancora qualche minuto.- li avvisò.
- No, no, tranquilla.- le disse Akagi – Aspettiamo solo Raim.-
- Si,- replicò quella – bhè portatela a casa e mettetela a nanna.-
Rukawa alzò un sopracciglio ma non fece commenti, pensando solo che quella cretina di una rossa fosse a pezzi come suo solito. In quanto alla Kanzaki venne fuori dagli spogliatoi coi capelli tutti bagnati, dopo essersi presa addosso una secchiellata da quella psicopatica del suo capitano, ma non sembrava farci caso visto che aveva il braccio destro praticamente a pezzettini minuscoli.
- Complimenti Bambolina della 1C.- la rimbeccò la Kurata, fissandola velenosa – T’è venuta una paresi per caso?-
- Venisse a te alla bocca!- sibilò Junko – Lasciami in pace e finiscila di chiamarmi in quel modo, demente!-
Il suo capitano non fece una piega, limitandosi a sogghignare in modo strano – Da qualche tempo sei proprio intrattabile. Non sarà per tutte quelle cheerleaders che vengono a fare il tifo per caso?- e appena ebbe finito di dirlo, la Kanzaki sollevò gli occhi praticamente incendiati. Si vedeva che era furente ma Naomi Kurata non ne fu minimamente spaventata. Salutò tutti e se ne andò, prima di scatenare la furia della sua schiacciatrice.
Uscita anche Raim dagli spogliatoi, rossa anche in faccia, esausta e soddisfatta, il gruppo decise di uscire per andare a festeggiare quando Sendoh si bloccò di colpo davanti all’entrata del palazzetto.
Gli era suonato il cellulare e trovò un messaggio di Koshino.
- Aki?- lo richiamò Hana – Che succede? Tutto ok?-
- Come no!- sbuffò il porcospino – Guarda!- e gli lanciò il cellulare dove il rosso lesse il messaggio.
“Hanno anticipato la partita dello Shikuda per le cinque di oggi. La squadra di Shibuya s’è ritirata inspiegabilmente, come minimo quei bastardi li avranno minacciati, e ora andranno contro il Sannoh. Cerca di essere puntuale, ci troviamo tutti al palazzo dello sport. Uozumi è furente.”
- Lo Shibuya s’è ritirato?- allibirono gli altri quando vennero a saperlo.
- Ma perché?- si sconvolse Haruko – Quelli dello Shikuda non avranno ricominciato!-
- Ci scommetto le palle.- sibilò Mitsui, rivolgendosi ad Akagi – A questo punto dobbiamo fermarci.-
- Già.- annuì il Gorilla – Questa non possiamo perderla.-
- Allora io avviso Manabe e gli altri.- esclamò Kogure, tirando fuori il cellulare.
- Bene.- Akagi guardò l’orologio. Avevano un’ora prima che cominciasse la partita dello Shikuda – Ci rivediamo qua fra tre quarti d’ora. Non passate dalle porte di servizio e state sempre in mezzo alla gente, intesi?-
- Ok.- sbuffò Hana mentre Rukawa già andava nell’area ristoro, per schiacciare una pennichella sui divanetti – Sono curioso di vedere che combineranno contro il Sannoh.-
- Si, anche io.- mugugnò Miyagi – Sarà interessante vedere il gioco di Takeru.-
- Già, meglio prendere appunti.- concordò Ayako.
Si separarono giusto il tempo di fare ognuno le sue cose: la volpe si fece una pennichella pomeridiana, Hana e Akira si fecero due chiacchiere, Miyagi s’imboscò in un bar con Ayako a parlare di chissà cosa, il Gori era tornato a casa del tutto a finire dei compiti e Mitsui riuscì a trascinare la sua ragazza in infermeria, per metterle un impacco di ghiaccio sulla mano che lampeggiava come un semaforo arancione.

Arrivate le cinque, il gruppo si ritrovò finalmente e a quanto pareva lo Shohoku non era stato l’unico a ricevere la soffiata che lo Shibuya si fosse inspiegabilmente ritirato.
Akagi, che era arrivato per ultimo perché non era più riuscito a trovare parcheggio se non in culo ai lupi, fu costretto ad assistere alla sfilata del Kainan che entrava a dir poco imbufalito, specialmente Nobunaga che forse doveva aver rinunciato ad un impegno con la ragazza.
Maki lo salutò senza fare commenti, eppure si vedeva perfettamente che anche al vegliardo cominciavano a girargli allegramente le palle, per non parlare poi di quando entrò Uozumi come un razzo.
- Ciao a tutti!- sbraitò, tirando dritto e andando a prendere Sendoh per un orecchio per trascinarlo dai loro compagni del Ryonan, già fermi nei corridoi. Il Sannoh era entrato negli spogliatoi poco prima e a quanto aveva sentito Kogure, lo Shikuda era arrivato prestissimo, senza neanche tentare di nascondere che sapevano benissimo del ritiro dell’altra squadra visto che ne avevano provocato loro stessi la causa.
- Che ne pensi?-
Akagi si voltò appena verso Maki, mentre Ayako richiamava a raccolta tutti quei beota dello Shohoku.
Che ne pensava…che erano nei guai, ecco cosa! Lo Shibuya era una buona squadra davvero, che aveva dato qualche problema l’anno prima perfino a Sendoh e ora il loro ritiro non era da prendere alla leggera.
- Si sa perché si sono ritirati?- richiese, senza rispondere alla domanda precedente.
Maki alzò le spalle – Pare che la maggior parte dei giocatori abbia improvvisamente scoperto altri interessi.-
- Se, del tipo come salvarsi dal finire in ospedale.- ringhiò Nobunaga alle loro spalle, furibondo.
- Dai, dai!- ridacchiò Jin cercando di placarlo come una scimmietta – Stai buono!-
In men che non si dica però quel corridoio divenne un campo di lotta. Né Akagi, né Maki, né Uozumi avevano pensato che mettere Nobunaga, Hanamichi e Fukuda tutti insieme sarebbe stato un disastro e quando Rukawa venne svegliato per sbaglio fu la fine. L’ammucchiata terminò con una cascata di pugni ben piazzati e mentre il Gorilla si portava via scimmia e volpe per la collottola, strisciandoli sul pavimento, Maki si portò via quell’esaltato della sua ala piccola, senza notare gli sguardi allibiti di tutti i poveri presenti che avevano dovuto assistere a un tale sfoggio di deficienza.
Seduti o meglio svaccati in tribuna, lo Shohoku cercò di mettersi nello stato d’anima di non dover lanciare bombe a mano in campo, anche se Akagi non era perfettamente sicuro che Mitsui, dall’alto della sua esperienza, non avesse qualche molotov ficcato in tasca. A parte quello Ayako e Rei Manabe, che oltre a essere una buona promessa in campo era anche un ottimo osservatore, erano pronti a scartabellare appunti su appunti anche se la pestifera matricola lasciò tutti a bocca aperta, tirando fuori del materiale impressionante.
- Ho le schede dello Shikuda se v’interessano.- bofonchiò soprappensiero, facendo schizzare a tutti gli occhi dalle orbite. Il poveretto, pensando di aver fatto qualcosa che non andava disse che aveva solo preso qualche informazione e quando gli chiesero come avesse fatto, lasciò di nuovo tutti a bocca aperta.
- Mi sono infilato allo Shikuda con Nobu.- e indicò Yaoto, seduto sopra di lui, che avrebbe voluto strangolarlo – Ci siamo nascosti e senza dare nell’occhio abbiamo guardato gli allenamenti.-
Dopo quella Akagi stava prendendo fuoco, mentre Mitsui tutto ammirato stava facendo i complimenti a quei due mentecatti, non sapendo che i due mentecatti non erano stati gli unici sclerotici ad andare a spiare i giocatori della Oni’s School. Anche Aida, sprezzante del pericolo e sfidando il suicidio, aveva infilato direttamente una microcamera sul bordo della finestra ed era andato a riprenderla ad allenamenti finiti.
Sull’orlo del collasso, Kogure cercava di fare aria al Gorilla che ormai era troppo vecchio per sentire certe cose, così il pestifero Rei si mise tranquillo, ad elencare il gruppo dello Shikuda.
- Dunque…allora, i titolari sono Eikichi Takeru, playmaker, n 3, del quinto anno.- iniziò, quando le due squadre entrarono in campo indicando i membri uno a uno con qualche piccola descrizione di base - Il n 7, quello là biondo col codino che è anche il fratellastro della senpai…- e guardò Raim che sonnecchiava fra Rukawa e la Kanzaki -…è Soichiro Shoji, quinto anno, gioca nel ruolo di guardia ed è alto 1.90. Ha una media alta di espulsioni e in coppia con Takeru è eccezionale.-
- La media sarà più alta di quella di Hana, presumo.- se ne uscì Ayako.
- A dire il vero no…-
- Ehi, ehi!- sbraitò il rossino – Non mi starete mica mettendo sul piano di quel deficiente, vero?-
- Vacca bastarda…- bofonchiò Ryota, ignorando quell’esaltato – A parte il nano che le ha prese dal fratello di Mitchy e Takeru che comunque è alto 1.86 sono tutti dei fottuti vatussi!-
- Rei, dimmi del centro.- s’intromise Akagi.
- Si capitano!- e Rei gl’indicò il n 4, il tizio coi rasta sostenuti da una fascia nera – Kyosuke Kikuji, quinto anno, 1.97.-
- Porca miseria.- bofonchiò Mitsui, passandosi le mani sugli occhi – Ci sarà di nuovo da rompersi la schiena.-
- Lo credo anche io.- rognò Hana.
- Kikuji è molto forte, capitano.- continuò Rei serio – Perde pochissime palle e in allenamento ho visto solo Shoji riuscire a passargli da sotto il naso. In questo caso mi sa che solo il senpai Miyagi potrebbe farcela. Poi c’è quello del secondo anno, il più basso sull’1.79. Ala piccola, Yuya Takeshi, n 12. È molto scaltro e passa in qualunque difesa ma l’arbitro ogni tanto lo becca a fare Trash Talking.-
- E dell’ultimo?- Kogure indicò il n 9 – Quello non è il tipo che accompagnava Takeru l’altra volta?-
- Si, quello col sopracciglio spaccato.- annuì Mitsui – Chi è quello?-
- Ken Yuto, quarto anno, ala grande. Micidiale in attacco sotto canestro. Il resto ve lo dico quando inizieranno a giocare.- e scattò a molla quando vide il Sannoh e lo Shikuda già pronti alla linea di metà campo, per la conquista della palla. Rukawa vide appena Sawakita fra quelli del Sannoh, l’unico che al primo anno fosse riuscito a fargli entrare in testa che il gioco di squadra non era poi la puttanata che credeva, mentre la sua attenzione era del tutto spostata verso i grigio neri. Al salto c’era quel Shoji, il fratellastro di Raim mentre il capitano, Takeru, se ne stava indietro.
- Avete visto in panchina?- alitò Haruko in quel momento – Takenori, quello là altissimo…-
- Hideki Arai.- annuì Akagi.
- E’ quella l’ala di sfondamento?- allibì Kogure che non l’aveva mai visto – Ma…ma è enorme!-
- E’ un bastardo.- chiarì Yaoto.
- L’avete visto giocare?- s’informò Ryota.
- Non proprio…- piagnucolò Rei – L’ho visto dare solo spallate contro un muro imbottito…-
- SPALLATE????- urlò quasi tutto lo Shohoku, facendosi riconoscere per tutta la palestra.
- Il mio povero ginocchio…- si disperò Mitsui poco dopo, con una finta faccia lacrimosa.
- Quello come minimo peserà centotrenta chili.- se ne uscì la Kanzaki.
- Si senpai.- annuì Rei – Per il resto l’ho visto andare a canestro qualche volta. È buono da sotto l’anello ma nei tiri liberi non ci sa fare. Ah, ultima cosa!- disse, prima che l’arbitro di mettere il fischietto in bocca – Fingono il fallo molto spesso tutti quanti!-
- Sai che novità…- rognò Hanamichi e da quel momento sul gruppo cadde un silenzio attento e carico di tensione.
Al salto d’inizio partita, Soichiro Shoji sembrò quasi volare e la sfera arancione volò dritta nelle mani di Takeru, con una perfetta parabola che doveva essere costata al “muro biondo dello Shikuda” un sacco di ore di prove.
Una volta che la palla fu finita al capitano dei grigio neri per il Sannoh fu praticamente subito la fine.
Il problema vero, come nel Ryonan stava facendo notare Sendoh, era che anche dopo tre anni d’inattività forzata, quella squadra era rimasta una delle migliori a livello fisico. La tattica era tutta nelle mani di Eikichi Takeru, un playmaker veramente eccezionale. Ryota fu il primo a rimanerne stupito, non avendolo mai visto all’opera ma anche Maki ora, e Fujima, non erano più tanto sicuro di loro.
Takeru era di una velocità impressionante, sapeva sgusciare da ogni placcaggio e nel one on one, stimolando la voglia di sfida di Rukawa, non era davvero niente male. La sua visione del gioco perfetta aiutava tutto lo Shikuda che infilò il primo canestro dopo uno spettacolare passaggio del capitano all’ala piccola, Yuya Takeshi, che infilò un canestro passando sotto al naso della difesa con qualche spintone non proprio regolare.
L’arbitro non ci fece caso e passarono subito 2 a 0.
- Brutto figlio di puttana…-
Kaede e tutti gli altri si girarono verso Hanamichi, senza capire.
- Che c’è do’aho?- gli chiese la volpe.
- Non hai visto cos’ha fatto?- alitò il rosso, attirando l’attenzione di tutti.
- Chi?- richiese Rukawa.
- Takeru! Parlo del passaggio che ha fatto al piccoletto!-
- Non ha fatto fallo.- disse Kogure ingenuamente.
- No, non parlo di quello!- sbottò il rossino – Guardate meglio, lo rifarà!-
Se ne accorsero più tardi effettivamente, quando il Sannoh andò all’attacco ma Kikuji prese un rimbalzo sotto canestro e passò avanti a Shoji. In coppia, il biondo e Takeru andarono in contropiede e fu lì che il capitano dello Shikuda si ritrovò davanti a tre difensori. Scartò il primo a destra…il secondo con una facilità impressionante a sinistra, facendo stupire tutti per una tale scioltezza anche con l’altra mano, ma quando saltò sotto canestro e trovandosi di fronte Sawakita non poté lanciare con la destra, fece l’incredibile. Parve sbilanciarsi, invece fece sbattere coscientemente la palla sulla mano dell’avversario. Tornatagli nel palmo, quello sinistro, fece canestro con la visuale libera una volta che Sawakita ebbe toccato terra.
Nel tifo generale, quelli dello Shohoku rimasero a bocca aperta.
- Va a canestro diretto con entrambe le mani!- allibì Ryota trasecolando.
- Non ho mai visto una cosa del genere! Come hai fatto ad accorgertene Hana?!- lo seguì Ayako.
- Quel maledetto non ha perso la mano davvero.- sibilò Akagi – Lo sapeva già fare al primo anno.-
- Porca di quella miseria schifa…-
- Gente ci sarà da ridere.- bofonchiò Mitsui, appoggiato su un gomito.
- Lo credo anche io.- sibilò Rukawa ma proprio in quel momento gli venne dichiarata guerra.
Takeru stava rientrando affiancato dalla sua guardia bionda ma si fermò, alzando lo sguardo su di loro.
Sogghignò con perfidia, facendo subito infiammare gli animi, e poi alzò il braccio puntandolo addosso a uno di loro in particolare. Rukawa pensò che stesse sfidando lui ma quando ritrasse il braccio, quel maledetto si portò la mano sul cuore e si accorse solo allora che aveva puntato Raim.
- Razza di bastardo.- sibilò Hanamichi – Ma che cazzo vuole?-
- Lascia stare Hana.- lo calmò la rossa, restando gelida di fronte a quello stupido gesto che rimase sporadico visto che il suo fratellastro, ridacchiando, afferrò per la maglia il capitano e lo trascinò via per riprendere la partita.
La cosa però non piacque a molti, fra questi Kaede che aveva sempre più la sensazione che Raim conoscesse perfettamente quel maledetto. Essendo amico del suo fratellastro poteva averlo conosciuto…e poteva essere successo qualcosa. Chiedendole spiegazioni però avrebbe fatto un buco nell’acqua, ne era sicuro. Ogni cosa riguardasse quell’idiota dai capelli biondi stratinti e la sua famiglia era praticamente un tabù.
Ma non era il silenzio di Raim a irritarlo. Era comunque un uomo e parecchio possessivo, anche se non dava a vederlo, e quella presa di posizione di Takeru gli aveva fatto montare la rabbia alle mani.
La partita continuò fra alti e bassi. In Sannoh stava subendo alla grande l’effetto sorpresa che lo Shikuda usava, dopo tre anni d’inattività, ma nel contempo Sawakita e i suoi stavano mettendo in luce alcuni punti deboli parecchio interessanti.
In squadra non avevano un buon tiratore da tre punti e questo li fregava, perché quelli del Sannoh si erano fatti furbi, chiudendosi in difesa e rendendo difficoltosa l’entrata all’ala piccola, Yuya Takeshi.
Inoltre ogni tanto Takeru altalenava bravura e semplice trascinamento, come se non fosse ancora rientrato pienamente nei ritmi di gioco. La cosa che però spaventava di più Akagi era il gioco pesante che facevano.
Erano talmente abili a commettere falli invisibili che cominciò a chiedersi come sarebbero usciti dopo una partita del genere. Lui non li temeva, essendo molto alto e ben piazzato, ma Hanamichi si era già infortunato alla schiena due anni prima, Mitsui era da trattare come il cristallo per il suo ginocchio, Miyagi in fondo anche se velocissimo era comunque piccoletto e gracile e Rukawa…quello era capacissimo di girarsi dopo una gomitata e ringraziare l’avversario con un pugno sui denti, esattamente come gli altri tre!
Far giocare Kogure sarebbe stato saggio per far sbollire gli animi, in caso di presunta rissa in campo, e anche Rei Manabe era pronto ma…diciamocelo, non era particolarmente agguerrito contro avversari simili. Era probabile che a scontro diretto si sarebbe nascosto intimorito dietro alle spalle di Mitsui.
- Qua urge una soluzione.- disse Ayako, leggendogli quasi nel pensiero.
- Ha ragione lei, fratellone.- alitò anche Haruko, preoccupata – Giocano troppo sporco!-
- E quell’Arai in panchina poi!- le seguì Kogure – Takenori, ti confesso che ora sono seriamente in pensiero.-
- E io vi confesso che se si azzardano a toccarmi con un dito in campo mi giro e hanno finito di vivere!- sibilò Hisashi.
- Senti, vedi di non cominciare anche tu, per favore!- sbraitò il capitano dello Shohoku – Vuoi farci buttare fuori?-
- Ma vaffanculo Gorilla, hai visto cosa cazzo fanno? Roba così è da espulsione!-
- Ha ragione, dai!- lo blandì anche Miyagi – Nemmeno io ho voglia di farmi sbattere fuori per quelli ma stare fermi a subire secondo me è da folli.-
- E poi scusa Gori…- s’intromise anche Hana – Se fanno seriamente male a qualcuno che facciamo?-
- Oddio, non voglio neanche pensarci!- disse Haruko con vocetta stucchevole.
- E allora che volete fare?- sbuffò Akagi, la cui risposta sarebbe stata sempre categoricamente NO – Andare davanti allo Shikuda e sfidarli a duello?-
- Io pensavo di procurarmi un missile anti carro.- propose Mitsui, ridacchiando.
- Ma certo, oppure puoi incendiargli la scuola.- frecciò Junko guardandolo male.
- Tanto quelli se l’aspettano una risposta.- sibilò Rukawa a quel punto, decidendo di usare la voce.
- Ma parli proprio tu?- bofonchiò Hana svaccato accanto a lui – Saranno giorni che mediti qualcosa.-
- Do’aho.-
- Comunque la risposta è no!- sindacò infine Akagi - Dobbiamo ignorarli e stargli allargo!-
- Ma se ti vengono a prendere sotto casa!- si lamentò Miyagi.
- Non me ne frega un tubo! Abbiamo promesso ad Anzai basta con le risse già due anni fa!-
- Guarda che aveva cominciato Rukawa!- ricordò Hanamichi seccato.
- E già…ho cominciato io…- sibilò la volpe.
- Che palle!- sbuffò il numero 14 – Gracchiate come i pescivendoli ma non concludete una mazza.-
- Sempre meglio di come concludi tu, imbecille!- lo zittì Akagi.
Si rimisero a guardare la partita ma ormai era chiaro come il sole che forza di ricevere gomitate e subire falli quelli del Sannoh si stavano innervosendo e per liberarsi da quella morsa commisero un paio di passi falsi, fra cui quello di lasciare troppo spazio a quel piccolo vermiciattolo di Takeshi.
Comunque aveva ragione Rei, pensarono più o meno tutti i ragazzi dello Shohoku.
Fra di loro non c’era nessuno che fosse in grado di piazzare delle triple.
Un punto a loro favore.
Terminato il primo tempo con uno stacco di 24 punti di vantaggio per lo Shikuda, tutti presenti poterono vedere la panchina del Sannoh parecchio in fermento. Addirittura il mister sembrava in completo travaso di bile perpetuo, visti i lividi che si erano trovati sulle costole i suoi giocatori.
Il mister dello Shikuda invece sembrava tranquillo. Dava quarant’anni, con la barba e gli occhi incavati. Ai suoi ragazzi non disse praticamente una parola, sembrava che fosse lì solo per controllare che non entrassero in campo armati di coltelli a serramanico.
- Bel soggetto quello.- bofonchiò Mitsui, cominciando ad annoiarsi – Ehi gente…io direi che abbiamo visto abbastanza.-
- Io direi che se ti alzi ti rompo le gambe.- lo minacciò Akagi.
- Tanto la faccenda è chiara!- riassunse Hisashi – Dobbiamo andare in palestra, portarci dentro un toro da corrida e allenarci a scansare le cariche, ecco il mio bel piano.-
- Cazzo che stratega Hisa.- frecciò Miyagi.
- Un genio davvero.- rincarò Junko – Prima di andare a rubare il toro però portami a casa ok?-
- Un toro…- mugugnò Hana – Non sarebbe meglio andare dal Miuradai a chiedere in prestito Naito?-
- Perché non vai dritto in autostrada e non ti metti davanti ai camion do’aho?- gli sibilò Rukawa, roteando gli occhi.
- Baciamelo Kit.- fu l’allegra risposta.
A dieci minuti dalla fine, era ormai chiaro che lo Shikuda aveva praticamente vinto.
Per 98 a 76, imperversavano in campo come un tornado. Inoltre quelli del Sannoh stavano esplodendo. Ad ogni colpo subito sbraitavano contro l’arbitro che però sembrava stranamente reticente.
- Non è che siamo arrivati a comprare le partite?- sibilò Hana a bassa voce.
- Non pensarci neanche do’aho.- rispose Kaede, l’unico che era riuscito a sentirlo.
- Perché no?-
- Perché se non è così siamo fottuti.- disse la volpe – Ma quell’arbitro mi piace poco.-
- Quanto costa comprarsi l’arbitro Mitchy?- s’informò Ayako.
- E io che ne so…-
- Il triplo del suo normale stipendio…- se ne uscì la Kanzaki, poi vedendo le loro facce aggiunse: – Ho sentito dire.-
- Io comunque sono a pezzi.- disse Raim, stropicciandosi gli occhi – Me ne vado prima che finisca la partita. Non ho voglia di vedere Soichiro all’uscita. Ci vediamo!-
- Ehi, aspetta!- Haruko la bloccò appena si fu messa in piedi – Raim, come fai a tornare alla spiaggia?-
- Prenderò la metro.- si limitò a dire, più stanca di quanto sembrasse – State tranquilli. Ci vediamo qua domenica mattina. Ciao a tutti!- e prima che potessero fermarla di nuovo era già sparita fra le tribune, lasciando a Rukawa la brutta sensazione che non era tanto saggio lasciarla andare in giro da sola.
Fortunatamente a fine partita chiamò Haruko sul cellulare per avvisarli che era appena scesa dalla metro e che era viva, così la volpe si mise almeno per metà l’animo in pace.
All’ultimo minuto il Sannoh fu costretto a fare un cambio. Uno dei giocatori non riusciva a stare più in piedi e la cosa non stupiva nessuno, anche se a quanto pareva neanche i giudici di gara sembravano voler dire qualcosa.
Poi il fischio dell’arbitro e lo Shikuda vinse per 124 a 87.
Decisamente una partita interessante. Questo furono in parecchi a pensarlo uscendo dal palazzo dello sport e fra questi c’era tutto il Kainan con Nobunaga che ponderava di bardarsi da guerra per entrare in campo se mai fosse toccato a loro confrontarsi con quei deficienti.
- La palestra è agibile adesso.- li avvisò Kogure mentre andavano ognuno alle loro macchine – Ci vediamo domani pomeriggio alle due per riprendere gli allenamenti.-
- E chi se lo scorda.- borbottò Hana, salendo sulla Honda dietro a Rukawa – Ci vediamo domani gente! Ciao Harukina!-
- Ciao Hana-chan!- lo salutò lei allegra – Mi raccomando ragazzi, attenti per la strada!-
Con l’umore nero che avevano era possibile che quei due fossero andati a ficcarsi dentro una corsa clandestina ma non erano gli unici decisi a calmarsi un po’ i nervi.
Ayako, Miyagi, Rei Manabe e anche Akagi decisero di andare a bere qualcosa prima di cena, per discutere su come aggirare quell’immane ostacolo che si prospettava ora davanti alla loro squadra e mentre volpe e scimmia se ne andarono invece ognuno alla loro tana, senza più neanche la forza di bestemmiarsi dietro a vicenda, Mitsui salì dritto in macchina con la Kanzaki.
Junko era stanca, così decise di riportarla subito a casa ma in macchina il discorso saltò fuori comunque.
- Ayako mi ha detto che quelli ci vanno giù pesanti sul serio.- sussurrò la ragazza, continuando a guardare fuori dal finestrino. Lui annuì appena, alzando le spalle – Si…ma non sono i primi a giocare sporco.-
- E se qualcuno di voi si fa male?-
- Saremo nelle grane.- le rispose – Ma se ci provano e fanno davvero male a qualcuno, gli altri non staranno zitti come il Gori cerca di autoconvincersi. Se cercano rogna con noi la troveranno.-
- E se ti fai di nuovo male al ginocchio?- gli chiese, portando finalmente lo sguardo su di lui.
- Giocherò lo stesso. È l’ultimo anno.-
- Vuoi rompertela quella gamba?-
- Se devo si.- scandì serio – Ma non ti devi preoccupare.-
La sentì sospirare lievemente e quando furono sotto al semaforo rosso si volse a guardarla, sorridendo.
- Sei preoccupata?-
- Direi.- rispose.
- Non sono così scemo da cercarmele…-
- Scusa ma riesce difficile crederlo Hisa.-
- Senti chi parla!-
- Mordo solo se provocata.- gli ricordò serafica – Non ho mai attaccato briga con nessuno io. E poi non so se te ne sei accorto…- aggiunse, guardando nello specchietto - …ma c’è qualcuno che ci segue.-
- Si, ho notato.- disse Mitsui scoccando una rapida occhiata alle sue spalle – Hai fretta di tornare a casa?-
- A questo punto no.- rispose calma – Dove vuoi andare?-
- In posto dove non potranno romperci le scatole.- e facendo una rapida manovra a sinistra s’infilò in una via laterale, infilandosi in un largo corso di bar e pub notturni, non ancora aperti.
Si fermò dentro a un parcheggio secondario di un pub chiamato “Golden” e la fece scendere velocemente.
La macchina che li seguiva era una monovolume verde petrolio e si bloccò, vedendoli entrare dalla porta di servizio.
Junko non era mai entrata in quel locale ma ne aveva sentito parlare molto bene, anche se cominciava a chiedersi come mai l’avesse portata proprio lì. Non era ancora l’ora di apertura ed era semi deserto. C’erano solo i baristi, le luci erano soffuse e una musica lenta invadeva l’area d’ingresso.
Per mano a Hisashi, si bloccò davanti al buttafuori.
Quello, confondendola, sorrise al suo ragazzo.
- Ciao Hisa!- ridacchiò il colosso – Che ci fai qua eh? Non dovresti essere a casa a cena?-
- Ciao Ito!- rise Mitsui – Kay dov’è?-
- Su nel privè!- gli disse l’uomo, sistemandosi l’auricolare – Come va a scuola?-
- Tutto bene per ora. Ah, lei è Junko Kanzaki. Junko, lui è Ito.-
- Piacere.- disse lei.
- Piacere mio!- sentenziò il buttafuori, stritolandole la mano con sorriso stranito – Però! Non ti avevo mai visto in compagnia! Ti sei fatto fregare eh?-
- Capita anche ai migliori!- ridacchiò Mitsui trascinandola via. Passando attraverso il pub salutò un po’ tutti che lo fermavano a chiacchierare. Sembrava quasi di casa.
- Allora?- le chiese, trascinandola su per una scala a chiocciola – Che te ne pare?-
- Mi pare che sono vestita nella maniera sbagliata.- replicò, visto che era in jeans stracciati e maglietta – Com’è che ti conoscono tutti? Non bisogna avere ventun’anni per entrare qui dentro poi?-
- Oh, per me non vale!-
- Perché?- gli chiese scettica.
- Semplice.- ridacchiò, fermandosi davanti a una porta scura – Io dormo col padrone del pub!-
Lei sgranò gli occhi pensando che andasse a letto con una biondona tutta rifatta, ma quando la trascinò dentro ci arrivò subito. Alla finestra della stanza arredata essenzialmente ma con gusto, una specie di ufficio privato, c’era un tizio sui ventisei anni che era la copia sputata del suo ragazzo. Kay Mitsui si accorse però a malapena del fratellino, tornando a guardare fuori dalla finestra.
- Hisa…che cavolo è successo stavolta?- bofonchiò il maggiore dei due fratelli Mitsui – Di chi è quella macchina?-
- Vallo a sapere.- rispose la guardia sospirando – Siamo venuti qua a chiedere asilo per qualche ora.-
A quella frase, Kay si volse completamente e spalancò interessato gli occhi blu, vedendo Junko per mano a Hisashi.
- Ah…- fece, sorridendo appena – Ecco perché sei venuto qua allora.-
- Non cominciare.- gli disse Mitsui – Junko…lui è mio fratello Kay. Kay, lei è Junko Kanzaki.-
- Molto piacere.- Kay li raggiunse, facendo il giro del divanetto davanti alla sua scrivania – Era da un pezzo che volevo conoscerti.-
- Il piacere è mio.- rispose la ragazza, arrossendo vagamente – Mi spiace per il disturbo.-
- Ma che disturbo.- sorrise Kay – Basta che siate al sicuro.-
- Il problema si pone se non se ne vanno.- bofonchiò Hisashi.
- Tu non ti preoccupare di quello.- ridacchiò suo fratello maggiore – Dai, sedetevi. Avete già cenato?-
- A dire il vero no.-
- Cosa ordino?-
- Non so.- Mitsui si volse verso la sua ragazza – Cinese ti va bene?-
- Ahah.- annuì Junko – Vi spiace solo se avviso a casa?-
- Figurati. Il telefono è lì.- sorrise Kay disinvolto – Scendo un attimo ad ordinare la cena allora. Voi intanto mettetevi comodi…ah, se entra qualcuno dite che sono uscito per un’oretta.-
- Seccatori in vista?- gli chiese il fratellino svaccandosi sul divanetto.
- Il mio commercialista.- ghignò l’altro, chiudendosi la porta alle spalle.
Una volta soli, Junko chiamò a casa sua e trovando solo quella squinternata della sua sorellina le disse che cenava fuori ma poi, vedendo lo sguardo di Hisashi, aggiunse che dormiva da un’amica. Posata la cornetta, lo fissò un po’ sospettosa – E così dormi col proprietario del pub eh?-
- Gelosa?- frecciò ironico.
- Al diavolo.- sbuffò, andando a sedersi accanto a lui e cercando di rilassarsi. Poi però le tornò alla mente Kay e cercando di rendergli la pariglia, sghignazzò sottilmente.
- Carino tuo fratello.-
- Eh?-
- Si, è proprio bello.- disse melensa – Spera di diventare come lui fra qualche anno.-
- Vuoi vedere che stanotte ti faccio dormire sul balcone della mia camera?-
- Geloso?- lo rimbeccò.
- Touché.- Mitsui rise, passandole un braccio sulle spalle e stringendosela contro – Comunque non ti ho chiesto di restare da me per chissà cosa.-
- A no?-
- No. Anche perché al solo guardarti si capisce che stasera ti addormenteresti di botto.-
Junko sollevò un sopracciglio, veramente stupida – Quindi ti serve un orsetto nel letto, dico bene?-
- O una borsa dell’acqua calda.- rispose a tono.
- Sei terribile.- gli disse, abbassando la voce.
- Terribile?- riecheggiò Mitsui, stranito.
- Si. A volte non ti capisco.-
- Perché? Solo perché non ti salterò addosso stanotte?-
- Già.-
- Non sei mica una macchina del sesso, scusa.-
Non ci arrivava proprio quello lì, pensò esasperata. Era un imbecille e basta.
- Sicuro che posso venire da te?- gli chiese più tardi, mentre si dividevano una ventina di portate cinesi – E tuo fratello?-
- Kay torna sempre la mattina verso le undici, mezzogiorno. E poi è mio fratello, mica mio padre.-
- Si ma un minimo di decenza non ce l’hai vero?-
Hisashi sogghignò in risposta, come se l’allusione fosse del tutto ovvia, addentando un involtino primavera – Piuttosto…chissà gli altri se sono arrivati a casa sani e salvi…-


Le preoccupazioni della guardia dello Shohoku non potevano essere più fondate.
Tornando a casa sua dopo aver riaccompagnato Ayako, anche Miyagi si trovò a dover passare sui muretti di tutti i suoi vicini perché aveva la porta d’ingresso guardata a vista da una decina d’idioti su delle moto sgangherate. Entrato in camera sua scavalcando il balcone e rischiando di rompersi l’osso del collo perché la ringhiera era scivolosa di rugiada serale, si attaccò al telefono facendo un rapido giro di chiamate.
La casa del Gori era nel pieno di una retata quando gli rispose al cellulare. Era incazzatissimo e sembrava sul punto di esplodere ma una semplice chiamata alla polizia da parte vicini servì a sistemare la questione. Mitsui gli disse che stava alla grande, visto che era a mollo nella vasca con Junko; Kogure pure non aveva problemi, abitando in un centro residenziale nuovo di zecca che era pattugliato dai custodi.
Rukawa era già a nanna e quando rispose al telefono non disse neanche pronto, ma subito un “Vaffanculo!” e gli ributtò giù la linea come pure Raim che, mezza addormentata davanti alla televisione, sbadigliò qualcosa sul fatto che stava benissimo e che in spiaggia non ci fosse nessuno animato di brutte intenzioni.
Hana invece che era sempre accerchiato su tutti i fronti, si era attrezzato insieme all’Armata uscendosene con una di quelle cazzate che per lo meno fece andare a letto Ryota contento. Infatti quando lo chiamò sul cellulare, Hanamichi e Mito erano sulla terrazza del suo condominio insieme ad Okuso, Noma e Takamiya …armati di fucili con proiettili a salve e a vernice. Miyagi si beccò tutta la cronaca in diretta mentre quei cinque deficienti svegliavano tutto il vicinato alle dieci di sera sparando come dei forsennati agli amici teppisti dello Shikuda, amici di quei cinque della squadra di basket, che onde evitare quel bombardamento scapparono via bestemmiando e urlando vendetta.
Peccato che il pomeriggio dopo alla palestra dello Shohoku le notizie non fossero delle migliori.
Pioveva a dirotto e il riscaldamento interno sembrava essere stato fermato per le riparazioni che l’Oni aveva ordinato col suo comportamento da vandalo, così i ragazzi stavano facendo allenamento direttamente in tuta.
Scaldarsi le mani era stato difficile ma ora andava meglio, specialmente dopo che il negriero Gorilla aveva ordinato una cinquantina di giri di corsa che gli avevano regalato in cambio una caterva di maledizioni dagli altri titolari.
Stavano facendo dei rapidi passaggi, cosa che naturalmente riusciva alle matricole ma non ai quattro a cui veramente serviva, quando Ayako e Raim entrarono in palestra di volata, tutte bagnate di pioggia ma col giornale sotto mano.
- Gente, guai in vista!- urlò quasi la prima manager, mentre la rossa si chiudeva le porte alle spalle.
- Ayako…- Akagi fermò i passaggi, stranito – Che succede?-
La ragazza sventolò un quotidiano, radunandoli tutti – Ieri sera! È successo un disastro!- e cercò di riprendere fiato mentre il cuore quasi le scoppiava nel petto – Pare che quelli del Sannoh abbiano fatto ricorso appena finita la partita!-
- Era la cosa più saggia da fare.- borbottò Kogure.
- Un accidenti!- sbraitò Ayako – Non hai sentito tutta la storia! I giudici sembra che abbiano decretato nullo il loro appello visto che l’arbitro Kirishima si è rifiutato e allora la vittoria è rimasta allo Shikuda!-
- Dite quello che vi pare ma secondo me gli arbitri hanno paura che possano finire come Hugami.- bofonchiò Ryota, massaggiandosi la spalla indolenzita per i troppi palleggi – Quello all’ospedale ci ha passato tre mesi!-
- Non è finita gente.- sospirò Raim – Appena usciti dalla palestra quelli del Sannoh se ne sono tornati a casa loro ma tre di loro non hanno fatto molta strada. Sawakita è all’ospedale adesso.-
Lo Shohoku si zittì di colpo e l’unico rumore che regnava nella palestra era il suono della pioggia sui vetri.
- Come sta?- sussurrò Hana, quando si fu ripreso.
- Due costole rotte, un polso slogato e dei tagli in faccia.- disse Ayako seria – Gli altri due hanno le gambe rotte.-
- Cazzo…-
Akagi si passò le mani sulla faccia, mentre gli altri ormai cominciavano seriamente a preoccuparsi.
Era come sentirsi presi in un mirino.
E se solo avessero provato a difendersi sarebbero stati sbattuti fuori dal campionato.
- E’ ora di spiegare meglio la situazione ad Anzai.- Mitsui risvegliò gli altri dal trans – Non intendo stare tranquillo a subire mentre quelli entrano in casa mia e provano a rompermi un ginocchio.- e sfidò Akagi a contraddirlo – E sono sicuro che anche tu la pensi come me. Detesto anche io l’idea di poter essere sbattuto fuori per colpa di quei bastardi ma non possiamo fare altrimenti. È ora di mettere le cose in chiaro.-
- E…avvisare la polizia senpai?- gli propose Rei – Magari possono fare qualcosa.-
- Ci hanno già provato gli altri anni.- lo bloccò il Gorilla – Non serve a niente.-
- E allora che facciamo?- sibilò Miyagi – Ci mettiamo seduti e giochiamo a carte fino a quando non verranno da noi? Ieri sera mi sono quasi ammazzato passando sui muretti e Hanamichi non può certo giocare al tiro a segno ogni notte.-
- E poi non dimentichiamo che non viviamo certo da soli.- disse Kogure accorato.
- Infatti. Con mio fratello gli è andata male ma…- iniziò Mitsui -…non so voi ma blinderei la casa.-
- Un’altra cosa che non mi va è che tu stia solo, Rukawa.- s’intromise Akagi serio, fissando il volpino – Se ti capitasse qualcosa di notte lo verrebbe a sapere solo Sakuragi il mattino dopo.-
- E che facciamo? Mi porto a casa la kitsune per un po’?- se ne uscì Hana.
- Un corno do’aho.- sibilò Kaede – Io non mi faccio cacciare da casa mia.-
- Ragiona Rukawa!- cercò di placarlo Ayako – E se ti capitasse qualcosa?-
- C’è l’allarme.- sentenziò – E poi la mattina e la sera esco e torno con il do’aho.-
- Si ma Hanamichi non c’è anche di notte!- sbottò il capitano spazientito – Non fare il testardo!-
- Tanto non sanno dove abito.-
- Non puoi andare dai tuoi zii?- propose Kogure timidamente.
- Piuttosto l’inferno.-
- Non ci vorrà ancora molto prima che lo scoprano.- lo zittì questa volta Hana, serio – Non ti sto dicendo di prendere baracca e burattini e trasferirti da me ma almeno pensa al fatto che potresti ritrovarteli in casa la notte! E tu dormi come un bambino, non li sentiresti mai!-
- Dov’è finita l’idea di Mitsui di comprare un missile anti carro?- rognò a quel punto la volpe esasperata.
- Oh, adesso basta!- sbottò Raim – Sentite, stasera andremo tutti a casa del signor Anzai e discuteremo con lui della situazione e decideremo cosa fare tutti insieme. Stare qua a discutere non serve a nulla. L’unico ormai che può darci un consiglio è lui. Quindi adesso finite l’allenamento e cercate di mettervi l’animo in pace. Fasciarsi la testa prima di essersela rotta è totalmente inutile.-
- Ben detto.- sbuffò Ayako, distrutta – Forza, rimettetevi ad allenarvi. Io intanto avviso il signor Anzai che ci presenteremo in squadrone da lui fra un’oretta e mezza.-
Ma anche volendo tutta la squadra dopo qualche minuto di palleggi a vuoto non fu più in vena di fare un tubo.
Con Sawakita all’ospedale, Sendoh che aveva chiamato Hana la sera prima dicendo che se la squagliava a vivere a casa di quella squinternata di sua cugina e lo Shikuda che sembrava diventato il padrone di Kanagawa, urgeva correre ai ripari. E in fretta anche.
Tutti in macchina però verso la casa del coach Anzai nessuno aveva voglia di parlare.
Nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di dover scappare come un coniglio e i più arditi dello Shohoku stavano bollendo di frustrazione e impotenza, costretti in una situazione che non potevano ribaltare.
Certo, si sentivano ribollire il sangue ma a mentre fredda, prima Hana e poi Mitsui ricordarono perfettamente bene il motivo per cui avevano detto basta alle risse e chi più chi meno alla fine smontò la sua collera, anche se non riuscì a smussarla del tutto.
Dopo mezz’ora di traffico intenso le quattro macchine dello Shohoku si fermarono davanti a una vecchia villa in ottime condizioni con un grande giardino sul davanti. Sotto il patio d’ingresso c’era la moglie del signor Anzai, come sempre in kimono, dolce e sorridente.
Li fece entrare tutti velocemente, per non farli bagnare come pulcini e poi li fece accomodare in un salotto con quattro piccoli divani, attorno a un basso tavolino.
- Ragazzi, desiderate qualcosa da bere? Vi va del the caldo?-
Annuirono tutti ma Ayako si offrì di aiutarla e anche Raim le seguì in cucina, mentre i ragazzi si lasciarono andare esausti sui divani. Kaede poi aveva subito arraffato un micio grasso e pacioso, dal pelo lungo, acciambellato su un cuscino. Il gattone si mise subito a fare le fusa, quando finalmente arrivò Anzai.
- Salve ragazzi.- sorrise il loro coach.
- Salve mister.- gli disse Akagi – Perdoni l’irruzione.-
- Già.- annuì anche Mitsui – Non volevamo invaderle la casa.-
- Tranquilli, tranquilli.- sorrise ancora il vecchio Anzai – Avanti, state comodi. Allora, com’è la situazione a scuola?-
- La palestra è a posto.- gli disse Hisashi – La scuola tornerà agibile per lunedì invece.-
- Bene, molto bene. Ti piace il mio gatto Kaede?- cincischiò poi il vecchietto.
La volpe annuì, continuando a fare grattini al micio che gongolava sulle sue ginocchia.
- Caro, eccoti.-
La moglie di Anzai tornò in sala con un vassoio, insieme ad Ayako e Raim, piene di tazzine di the fumanti.
I giocatori dello Shohoku si passarono le tazze, poi quando la moglie si ritirò, il vecchio coach si mise a correggersi la bevanda col cognac e vedendo le facce di tutti fece uno strappo alla regola, facendo passare la bottiglia.
Quando ebbero finito, la bottiglia era vuota.
- Ha letto il giornale mister?- gli chiese Hana, mandando giù tutto in un sorso.
- Si, ho visto ragazzi.- mormorò a quel punto, sistemandosi meglio gli occhiali – Immaginavo che sarebbe venuto il momento di parlarne prima o poi, anche se speravo che la situazione non si sarebbe aggravata fino a questo punto.-
- Ecco…- iniziò Akagi – Il problema è che vengono sotto casa di notte. Miyagi ieri sera ha dovuto fare il gatto sui muretti per saltare sul suo balcone e Sakuragi è assediato da più di un mese ormai.-
- Hisashi, sono venuti anche da te?- gli chiese il mister.
- Si.- annuì la guardia – Ero fuori e hanno trovato mio fratello.-
- Come sta Kay?-
- Bene, mi ha chiesto di salutarla.- sorrise Mitsui – Ma è preoccupato anche lui. Il problema è che torna il pomeriggio e va a lavorare di sera, quindi non può mai sapere se sono vivo o se mi hanno stirato sotto una macchina.-
- Già.- concordò Hanamichi – Inoltre la kitsune abita da sola.-
- Questo è vero.- Anzai fissò Rukawa attentamente – Kaede, dimmi la verità. Ti senti davvero sicuro a casa tua?-
Il volpino mantenne il suo solito contegno gelido – Nessuno è mai venuto a disturbarmi.-
- Si ma non ti sentiresti più tranquillo con qualcuno?-
E alla faccia di Rukawa, che sapeva tanto di “Tranquillo con chi? Uno di quei quattro dementi? Ma è fuori?!”, Anzai cercò di modificare la domanda – Cioè…non credi di poter cercare di mediare un po’ questa situazione?-
- Sinceramente mister…- sussurrò –…non credo che la soluzione sia infilarmi nella grotta del do’aho.-
- Do’aho a chi?- sibilò Hana, infiammandosi.
- Rukawa, non ricominciare!- s’intromise Akagi – Non possiamo affrontare questa situazione come se fosse una rissa da strada!-
- Su, tranquilli ragazzi.- li bloccò il Buddha del Basket, alzando le mani grassocce per sedare i loro bollori – Dunque, è bene ragionarci su questa situazione. Ora voglio sapere l’opinione di ognuno di voi.-
- Mister, ci sono poche opinioni!- sentenziò il Gorilla – Se rispondiamo alle provocazioni finiremo fuori dalle gare!-
- Ma d’altra parte se non rispondiamo finiremo all’ospedale.- sospirò Kogure – Coach, cosa possiamo fare?-
- Cosa volete fare voi?- chiese Anzai.
- Rispondere alle provocazione.- scandirono Mitsui e Miyagi, mentre Hana e Kaede annuivano vigorosamente.
- Si ma si sa che idea avete del rispondere voi quattro.- li zittì Ayako.
- In fondo i senpai hanno ragione.- se ne uscì timidamente Rei, attirando l’attenzione del coach – Io e Nobu li abbiamo visti…quelli dello Shikuda giocano davvero sporco, anche in campo pensano solo a far infortunare l’avversario e…bhè, io sono spaventato lo ammetto…ma se me li ritrovassi davanti non credo che riuscirei a stare fermo a subire mister.-
I ragazzi sorrisero appena, mentre Kogure dava un paio di pacche in testa a Manabe.
- Direi che è tempo di porre fine alla promessa di tre anni fa, ragazzi.- bofonchiò Anzai, portandosi di nuovo alle labbra il the. Akagi, sentendo quello, si sentì male davvero, lasciandosi andare contro l’imbottitura del divano.
- Quindi…possiamo rispondere!?- chiese Miyagi sollevato.
- Sul serio nonnetto?- cinguettò Hana facendo stelline con gli occhi.
- Si, sul serio.- bofonchiò il diavolo dai capelli bianchi – Però…-
- Lo sapevo che c’era il però…- mugugnò Mitsui in sottofondo.
- Però pretendo moderazione.- scandì il mister dello Shohoku.
- Come sarebbe?- chiese Kogure confuso.
- Sarebbe che non mi fido ciecamente di voi.- chiarì, creando lo sdegno generale – Ovvero…Akagi, Kogure…di voi mi fido perfettamente e confido che se attaccati saprete capire come gestire la situazione. La stessa cosa per voi ragazzi.- sentenziò, rivolto alle matricole, a Rei, a Yasuda e gli altri – Invece…- bofonchiò poi sarcastico, senza indicare nessuno in particolare anche se era palese a chi si riferisse – …su voi quattro ho qualche riserva. Non voglio dire che siate inaffidabili, sia chiaro, solo che a volte siete particolarmente focosi.-
- In questo caso direi che è anche un bene no?- borbottò Sakuragi imbronciato.
- Voglio solo che sappiate fermarvi, ecco tutto.- concluse Anzai – Sono convinto che lo Shikuda saprà mirare ai nostri punti deboli ma dovete conservare il sangue freddo, se non volete che riescano a buttarci fuori. Ma d’altra parte desidero che vi difendiate, non intendo venire a sapere che siete finiti all’ospedale senza fiatare. Va bene?-
- Va bene…- mugugnarono i ragazzi.
- Chiaro a tutti? Hanamichi?-
- Si coach!-
- Rukawa?-
- Hn.-
- Miyagi?-
- Stia tranquillo. Si fidi!-
- Mitsui?-
Hisashi annuì serio – Non si preoccupi.-
- Ci penso io mister.- confermò Akagi, alle spalle dei quattro mentecatti – Non li farò sgarrare!-
- Non faranno casino, controlleremo anche noi!- cinguettarono Raim e Ayako.
- Perfetto, siamo tutti d’accordo.- fece Anzai pacioso – Possiamo anche brindarci sopra allora!- e facendo scoppiare a ridere tutti i suoi ragazzi, risollevando il loro tenebroso umore con altre due bottiglie di liquore e la benedizione a qualunque cosa li aspettasse.
In fondo, nel bene o nel male, Anzai era più che sicuro che se la sarebbero cavata.
Erano i suoi campioni…ed erano i migliori.

 

 

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Capitolo 9
*** Una Squadra di Tipe Strane ***


 

 

Era ormai metà novembre ma Hisashi Mitsui da qualche tempo aveva recuperato il buon umore che lo Shikuda e le sue retate gli avevano fatto perdere. C'era bel tempo quel giorno, nonostante tirasse un'aria più gelida del solito, e lui senza riuscire a smettersi di sfregarsi le mani per la soddisfazione era pronto a farsi "l'Inventario".
Il magico, l'unico, il solo e mitico Inventario.
Ovvero tutto l'occorrente (in armi) che gli sarebbe servito per difendersi da quelli dello Shikuda.
Ok, aveva promesso al Gori e ad Anzai di andarci piano, di sapersi frenare...ma lui detestava quella parola.
Moderazione. Un concentrato di noia e boria allo stato puro.
E poi lui amava gli eccessi, li adorava!
La mattinata a scuola era stata la solita palla, anche perché lui quell'anno si era ritrovato la classe a fianco a quella di Akagi. La guardia era in classe con Kogure, mentre il Gori si era ritrovato Aota e tutti i giorni era guerra aperta.
Li sentivano urlare e maledirsi attraverso quei maledetti muri di carta velina e ormai ad ogni momento libero scappava via, anche perché Aota era un super fissato con il judo che continuava a cercare reclute più sceme di lui.
Era suonata la campanella della paura e la cara guardia dello Shohoku salì baldanzoso in terrazza, dove c'era un fantastico sgabuzzino dove certi suoi amici degli anni precedenti avevano lasciato tanti bei ricordini.
Aprì la piccola porta a fianco di quella della terrazza, dando una rapida occhiata...e sogghignò ancora di più.
- Bene...vediamo...- bofonchiò, mettendosi a sfrucugliare dentro allo sgabuzzino. Dunque, c'erano un paio di belle spranghe coi manici di gomma, fatti da chissà che genio del teppismo, dei bastoni, catene...si, c'era di che divertirsi.
Però ci mancava della roba da lì dentro. Che fosse già passato Miyagi? Mah, avrebbe dovuto farsi una chiacchierata col tappo agli allenamenti. Prese le spranghe, due manette pelose che di certo però potevano essere considerate armi solo in un letto e delle catene, poi cercò in tasca le sigarette ed uscì in terrazza, con una sigaretta ancora spenta in bocca.
Lì fuori però trovò, come sempre, l'inimitabile Rukawa steso a terra addormentato su un fianco.
Lo scavalcò senza fare una piega, mugugnando un saluto che la kitsune non sentì e poi cercò l'accendino...quando uno strano suono cigolante gli fece alzare lo sguardo lungo la ringhiera della terrazza.
Ok, si disse. Ormai allo Shohoku la follia regnava sovrana.
Davanti a lui c'era Naomi Kurata, riconoscibilissima a causa dei suoi buffi codini, che con una sega manuale sembrava che stesse cercando di segarsi il braccio ingessato.
A momenti gli cascò la cicca dalle labbra e quando la studentessa si avvide di lui, sospirò sollevata.
- Oh, meno male! Ehi tu!- e gli puntò la sega addosso - Dammi una mano per favore!-
- Ma cosa stai facendo?- le chiese sconvolto, con gli occhi a palla.
- Mi stavo grattando e mi è rimasto dentro al gesso il tappo della biro!!!- piagnucolò la ragazza.
- Si ma così ti segherai un dito! Ma sei scema?!-
Qualche minuto più tardi Mitsui cominciava a chiedersi se le stramberie di Junko non fossero da ricollegare alle sue amicizie, ma a parte quello si mise seduto tranquillo davanti alla Kurata, armato di sega e pazienza. Lei gli aveva chiesto di tagliarle almeno la parte di gesso che stava sul pollice e anche se l'operazione era delicata, Hisashi non se l'era sentita di filarsela anche perché quella aveva l'aria di una che non mollava l'osso.
- Ma da quanto tempo sei qua eh?- le chiese, segando lentamente il gesso per non amputarle davvero un dito.
- Dalla seconda ora.- bofonchiò al ragazza imbronciata - Non sopporto questo prurito!-
- Non te l'hanno mai detto di non usare le penne per grattarti?- bofonchiò con un sospiro - Qua con questa sega non riesco! Ci andrebbe un coltellino...-
-...un coltellino come?- fece Naomi Kurata - Questo ti va bene?- e tirò fuori dalla tracolla un temperino che, insomma, non si addiceva molto a una ragazza. Mitsui continuò a non commentare, lavorando ora di lama. Ecco, ce l'aveva quasi fatta...un colpo ancora e...eccolo, ora vedeva il tappo di quella penna.
- In borsa hai anche una pinzetta per le sopracciglia per caso?- le chiese.
- Un pinza ospedaliera ti va bene lo stesso?- replicò l'altra, sorridendo angelica.
Una pinza ospedaliera? Confuso guardò il contenuto della sua borsa e rimase un attimo perplesso.
Lì dentro c'era uno stetoscopio, coltellino svizzero, taglierini per il vetro, scotch adesivo e altro ancora.
- Ma che cacchio hai lì dentro?- borbottò, usando la pinza lunga da medici per tirare fuori quel tappo di biro.
- Oh, mi servono per lavorare.-
- Ah, lavori...-
- Si.- annuì la Kurata tranquilla - Io lo chiamo lavoro.-
Lo chiamava lavoro? Hisashi sollevò di nuovo lo sguardo...e per un attimo un'idea assurda gli sfrecciò nella mente.
Doveva avercela scritta in faccia perché la capo squadra di Junko annuì.
- Già, hai capito vedo.-
- Ma...ma...- aveva il mento a terra - Tu ...tu fai...sei una...-
- Ladra? Si.-
- Oh.-
La Kurata inclinò il capo - Ti ho sconvolto?-
A dire il vero no.
- E rende come lavoro?- le chiese, incuriosito.
- Abbastanza. In realtà è una specie di hobby.-
- Ah, ok. Ecco, ce l'ho quasi fatta.-
- Tu piuttosto...dove vai con quelle spranghe?-
- Mi servono per difesa personale.-
- Si, la Bambolina e la Kotobuki devono avermi detto qualcosa...ho sentito che avete problemi.-
Mitsui colse l'occasione al volo, accedendosi la sigaretta e dando una boccata, continuando a trafficare sul gesso.
- Senti Kurata...me la togli una curiosità?-
- Vuoi sapere perché la tua ragazza è così fuori di testa?-
- No...oh, bhè...a quello non c'è rimedio.- disse ridendo - Però magari tu puoi dirmi perché la chiamano la "Bambolina della 1C".-
- Tieni!- e dopo aver cercato dentro al portafoglio, gli porse una vecchia foto ingiallita.
Hisashi lo guardò allibito. Era Junko quella! Junko al primo anno!
Con dei fantastici capelli lunghi e un sorriso radioso sulla bocca!
- Eccola lì!- gli disse Naomi - Junko al primo anno stava nella prima classe, sezione C. Era così bella che tutti la chiamavano la Bambolina della 1C e già durante il primo trimestre era bravissima a pallavolo, così quando alle partite faceva dei punti tutti hanno cominciato a chiamarla in quel modo. Ecco risolto il mistero. Da allora è rimasta la Bambolina della 1C e questo soprannome non se l'è più scollato anche se ormai devo dire che non è più così dolce e angelica come al primo anno. La tua ragazza con gli anni si è inacidita un po' e l'ha dimostrato tagliandosi i capelli.-
- Ah si? E perché?-
- Per colpa del bastardo.-
- Bastardo?- allibì - Che bastardo?-
- Ma allora non ti ha detto proprio niente.- la Kurata sorrise appena, scuotendo il capo - La piccola Jun a quanto pare ha ancora il dente avvelenato. Ma chi può biasimarla. Sarà meglio che ne parli con lei, comunque.-
- Hn...si, penso anche io.- disse, estraendo il tappo finalmente - Fatto!-
- Ahhhh!- cinguettò esultante - Grazie mille coso!-
- Coso a chi?- sbuffò, tirandola in piedi - Hisashi Mitsui.-
- Si, si...grazie mille comunque!- la ragazza raccattò la sua borsa, facendoli ciao ciao con la mano - Sei stato gentilissimo! Prometto che non verrò mai a rubare a casa tua! Ci vediamoooo!- e sparì veloce come il vento, lasciando la guardia dello Shohoku con quella pinza in mano e un mal di testa bestiale.
Meno male...se non altro si era guadagnato la casa salva dai ladri. Ma che città di idioti!
- Ehi...ehi Rukawa!-
Si avvicinò alla kitsune addormentata, dandogli qualche pungolata con la punta della scarpa - Non dormire qua fuori!-
- Hn...- Kaede aprì gli occhi svogliatamente, scostandogli la gamba infastidito. Si mise a sedere poi, grattandosi la testa e guardandolo con aria svagata - ...Questa scuola è un'agenzia a delinquere.-
Mitsui sollevò un sopracciglio, mettendosi poi a ridacchiare - Ma allora hai sentito tutto...-
- Hn...- bofonchiò ancora, intontito - Spero scherzasse comunque.-
- Aveva uno stetoscopio nella borsa e non credo sia medico.- frecciò la guardia, riprendendosi i suoi attrezzi da lavoro come aveva fatto la Kurata - Ma cambiando discorso...ho qualche gingillo utile. Ti serve qualcosa?-
Rukawa finalmente gli prestò la dovuta attenzione e lo vide carico di spranghe, bastoni, catene e un paio di manette. Per quanto avesse preferito le manette per mettersi a giocare con una certa rossa, guardò i bastoni e le catene.
- Non vuoi una spranga?- cinguettò Hisashi mettendogliele sotto il naso - Hanno anche il manico imbottito, visto?-
- Hn.- annuì.
- Manico verde, bianco o manico blu?-
- Blu.- e senza fare una piega se la mise in spalla, dirigendosi alla porta per tornare in classe.
- Ehi, aspetta un attimo...ma vuoi tornare in aula con quella?-
- Tanto c'è Yoshikawa.- sibilò il volpino - Ci vediamo agli allenamenti.- e se ne andò davvero quel balengo, sotto lo sguardo stralunato di Mitchy che però non se la sentì di dire nulla visto che tanto sarebbe stato fiato sprecato. Ora doveva solo scendere in sordina al piano terra, infilarsi nel parcheggio e ficcare baracca e burattini dentro al bagagliaio della macchina di quell'anima buona di Kogure, unico posto in cui quel despota del Gorilla non sarebbe andato a controllare.

Il pomeriggio stesso dopo la pausa pranzo c'era qualcuno che si era sentito ispirato esattamente come Mitsui.
Solo che però sembrava in vena di fare scherzi e non di armarsi.
La squadra di rugby venne presa di mira da una serie di gavettoni di vernice, mentre quella di atletica leggera dovette passare tutto il pomeriggio a pulire il loro campo, cosparso di vetri e cocci affilati.
Mentre se ne andava in palestra, Rei Manabe teneva le orecchie bene aperte.
A quanto pareva l'Oni si era rimesso all'opera dopo due settimane d'inattività.
Nobu Yaoto, che gli camminava accanto, cercò di farlo desistere dalla sua ricerca del famoso Oni ma la matricola non ne aveva la minima intenzione. L'Oni della sezione G avrebbe dovuto pagarle tutte...e in quei giorni anche tenuto d'occhio Yase Tomigaoka ma il maledetto non aveva sgarrato di una virgola.
- Magari ti sbagli, che ne sai...- gli disse Yaoto.
- No, non mi sbaglio! Inoltre la senpai Kanzaki ha preso quella targhetta al tizio che ha cercato di farla cadere dal primo piano! Ora devo solo capire se sa andare in skate-board!- decretò baldanzoso, ma arrivato davanti alla palestra maschile dello Shohoku perse tutta la sua verve.
Kogure, Yasuda e Ishii erano stati presi in pieno da un pazzo che era corso nel cortile con un motorino con dei secchielli di vernice...tanto che ora sembravano dei puffi.
- Questa scuola sta diventando un campo di recupero mentale.- si lamentò Akagi, lanciando a tutti e tre degli asciugamani - Se quel deficiente ripassa di qua con lo scooter giuro che lo disintegro!-
- Ragazzi!- Yasuda salutò le due matricole, sconsolato - Ehi, tutto ok?-
- Si, noi non l'abbiamo visto.- gli disse Yaoto - I senpai dove sono capitano?-
- Spero il più lontano possibile da qua anche se non mi stupirei di venire a sapere che quel cretino in moto possa essere uno di quei quattro dannati! Si può sapere dove stanno accidenti?!-
- Oh, aspetta!- lo placò Kogure - Ecco, arriva Rukawa!-
La volpe infatti stava ciondolando verso di loro come sempre mezzo addormentato, borsone e armi in spalla. Quando lo vide il Gorilla, lo fissò come se avesse visto un alieno.
- Ciao.- bofonchiò la kitsune ma quando fece per sorpassarli ed entrare il palestra, Akagi l'afferrò per la collottola, attorniato dalle fiamme - Rukawaaaaa...-
- Hn?- fece, scazzato.
- Cos'hai in spalla?-
- La mia borsa?- replicò Kaede serafico.
- Sull'altra spalla.- sibilò Akagi pronto a ucciderlo.
La volpe lo fissò come se non fosse chiaro. Era cieco? - Una spranga.-
- Ma guarda...che bravo. E ti sembra normale andare in giro con una spranga in spalla?-
- Ciaoooo genteeeee!!!-
Il saluto cinguettante era arrivo da Miyagi che dette il colpo di grazia al Gorilla. Lui arrivò addirittura con delle reti e dei tirapugni. Dopo quella scena Takenori decise che non ne voleva più sapere niente e preoccupando Kogure per quella sua arrendevolezza se ne tornò dentro, deciso a farsi un goccio per tirarsi su la pressione. Oppure a suicidarsi.
Nessuno lo capì bene, anche perché il play dello Shohoku e la volpe erano intente a parlare di massacri e le matricole erano troppo occupate a cercare di calmare i bollori di quei due deficienti di titolari per accorgersi della nuova retata del teppista in motorino. Lo sentirono appena arrivare...sterzò e sgommò sul terriccio del cortile, facendo cadere addosso a Rei una cascata di terra, e poi lasciò l'ennesimo barile di vernice che prese in pieno Rukawa e Ryota.
Scappò di nuovo via alla velocità della luce e di seguito a lui ci fu anche una parata di professori inferociti.
Naturalmente i più belli arrivarono dopo.
Mitsui e Hana fissarono gli esseri tinti di viola prugna da capo a piedi che un tempo erano stati i loro compagni.
- Cosa ci siamo persi?- chiese Hanamichi, stranito - Ehi Kit...hai una spranga in spalla? Che forte, dove l'hai presa?-
- Ehi Kogure...perché tu sei tutto sporco di blu invece?- chiese Hisashi cadendo dalle nuvole.
Dopo una doverosa mano di botte, passarono il resto del pomeriggio tutti quanti tappati nelle docce della palestra, a cercare di scrostare la vernice da addosso ai loro tre compagni sfortunati con ogni mezzo, con spugne e carta vetrata, e fu un lavoraccio tremendo, anche perché l'idea di Rei era stata quella di usare il solvente che avrebbe reso Rukawa, Miyagi e Kogure del tutto biondi. Ucciso a suon di pugni anche la matricola, l'allenamento andò a farsi benedire, insieme alla sanità mentale di Akagi che non ne poteva davvero più.
- Bisognerebbe fare qualcosa contro quel teppistello!- sbraitò Hana, continuando a sfregare energicamente la testa al loro playmaker, rischiando di renderlo calvo - Se lo prendo lo massacro, è la volta buona!-
- Se lo prendi lascialo vivo!- rognò Mitsui, passando per l'ennesima volta la spugna sulla fronte arrossata di Kogure - Così viene lui a lavare questi tre dementi! Dio, faccio meno fatica a lavare il cane dei miei! Ayakooo!- urlò poi, richiamando la manager che stava usando del latte struccante senza molto risultato sulla faccia delicata del volpino - Insomma, sei una donna no? Avrai un'idea di come far tornare normali questi tre!-
- Ehi, sarò anche una donna ma mica mi trucco con la vernice!- replicò la ragazza - Aveva ragione Rei!-
- Si, così li facciamo diventare biondi!- sbuffò Hana - Ma non c'è un altro modo? Del limone non va bene?-
- Do'aho.- Kaede cominciava a grattarsi, con la pelle irritata da quella porcheria.
- Ehi kitsune, se hai una soluzione allora dilla!- sbraitò il rossino, gettando all'aria spugne e asciugamani.
- Ammazziamo il teppistello.-
- Non ti farà tornare pulito.- scandì Ayako secca.
- Ma mi farà sentire meglio.- sibilò Rukawa.
Andarono avanti ancora per un po', riuscendo a ripulire almeno in gran parte i tre puffi, di cui due viola tipo cadaveri, quando arrivò anche Raim...e pure lei si fiondò nella doccia, direttamente vestita.
- Non una parola!- ringhiò, mentre si lavava i capelli dalla secchiellata di caffè che si era presa addosso.
- Ehi gente...qua siamo finiti in un girone infernale.- bofonchiò Hana - Quel bastardo mi ha rotto!-
- Pensa che quel cretino si era nascosto nei nostri spogliatoi.- sibilò la rossa, poco più tardi, mentre si asciugava come poteva - Io non so come faccia! È da solo e riesce a fare tutto questo macello!-
- Quello ha problemi di iperattivismo, datemi retta.- se ne uscì Ryota - Dovrebbe incanalare le sue energie in qualcos'altro.-
- Tipo cosa?- rognò Mitsui - Il taglio e cucito? Piuttosto Raim...da voi si è salvata qualcuna?-
- Se mi stai chiedendo della senpai Kanzaki ti consiglio di non andare a parlarle per qualche giorno.-
- Oh no...- Ayako emise un gemito - Che le ha fatto?-
Raim nicchiò un po', non sapendo bene cosa dire - Ecco...lei è entrata per ultima in palestra, proprio mentre lui stava scappando dalla senpai Kurata. L'ha presa in pieno con un gavettone di sakè...-
La squadra di basket fece una leggera smorfia. Sakè? Però, il bastardello aveva gusto almeno. Peccato che Junko non doveva averla presa bene. Conoscendola sarebbe stata intrattabile per giorni.
Ripuliti alla meno peggio, tornarono in palestra e anche se ormai non potevano più fare un tubo, controllarono la tabella di marcia. Dieci giorni dopo avrebbero dovuto gareggiare contro il Miuradai. Il Ryonan era già passato tranquillo, idem per il Kainan e lo Shoyo. Lo Shikuda poi non si era ancora preso denunce, quindi il problema continuava a sussistere, almeno in quel frangente anche se nelle ultime settimane non c'erano stati attacchi a sorpresa o altro.
Niente più appostamenti e retate notturne, anche se quella ad Akagi sembrava la classica quiete prima della tempesta.
Usciti dalla palestra alla fine degli allenamenti, i ragazzi assistettero a una parata indecorosa di gente che era stata conciata anche peggio della kitsune e di Ryota. Indubbiamente l'Oni ce la stava mettendo tutta per far incazzare chi di dovere ma Mitsui pensò comunque di andare a controllare l'umore della sua ragazza.
Salutò il gruppo e si diresse all'altra palestra delle pallavoliste. Le luci erano ancora accese e quando entrò non la vide immediatamente. La prima cosa che notò fu un muro completamente pieno di segni dei palloni e con l'intonaco scrostato...come se sopra ci avesse sbattuto qualcosa di pesantissimo.
Junko Kanzaki invece se ne stava sdraiata a terra, in mezzo al campo, con le braccia dietro alla testa e una gamba accavallata sull'altra, con gli occhi chiusi e una buona dose d'irritazione a fior di pelle.
Trattenne un gemito però quando sentì due labbra premere sulla sua gola e riempirle il collo di baci leggeri.
Aprì appena gli occhi, sentendo Hisashi ridacchiare.
- Adoro il sakè...te l'ho mai detto?-
- Com'è che ti sei salvato?- gli chiese, mettendosi a sedere e guardandolo attenta.
- Fortuna.- si limitò a dire Mitsui - Cosa fai ancora qua?-
- Riprendo fiato.- gli disse - Ho schiacciato per tre ore di fila.-
- Però...su quel muro?-
- Quello è il MIO muro.- lo corresse ridacchiando - Ogni anno mi costringono a riverniciarlo.-
- E vorrei vedere. Senti, hai da fare prima di cena? Ho voglia di fare un giro.- e senza tante storie riuscì finalmente a farla cambiare e farla uscire dalla palestra, anche se nessuno dei due si era accorto, sfortunatamente, che l'Oni li fissava.
Col passamontagna e lo skate-board stava seduto sul muretto di cinta e li fissò andarsene via, sempre più interessato.
- Ci sarà da divertirsi...- sghignazzò, afferrando il cellulare e componendo velocemente un numero.
Dopo un paio di squilli, il suo sorriso si triplicò.
- Ehi, sono io...si, senti...ho delle belle novità per te.-


Pochi giorni più tardi, lo Shohoku tornò al palazzo dello sport per vedere un'interessante partita.
Kainan contro il liceo Hontako.
Non che l'Hontako con gli anni si fosse rafforzato ma erano arrivati negli ultimi gironi e poi Akagi era sempre dell'idea che osservare Maki all'opera era un buon ripasso, quindi trascinò per l'ennesima volta tutta la squadra alle tribune, cercando di ignorare il borbottio confuso e perpetuo dei titolari che avrebbero preferito passare la giornata in palestra a spaccarsi le ossa.
Inoltre Hana non aveva neanche voglia di stare a sentire le sparate della Nobu-scimmia, così appena seduto si ficcò un auricolare nell'orecchio e si accapigliò con la kitsune su quale cd mettere.
A differenza dell'anno prima però, l'Hontako riservò qualche sorpresa, anche se Maki e il suo gioco perfetto non ne risentirono particolarmente. Come sempre giocava solo per andare a canestro e anche Jin sembrava giocare solo per farsi vedere da Mitsui. Decisamente i bastardi erano parecchio agguerriti...per non parlare poi del casino che fece Kyota quando si accorse dello Shohoku nelle tribune: si piazzò in mezzo al parquet, durante il primo tempo, e ululando come un'aquila scandì a chiare lettere che quell'anno LUI, il grande Nobunaga, avrebbe battuto il Re dei Rimbalzi e il volpino. Se Hana gli rispose per le rime, balzando sulla ringhiera della tribuna come un vulcano in eruzione, Rukawa sentì a malapena le sue follie perchè era in completa catalessi.
- Ma stattene calmo!- sbraitò Ryota, riportandolo seduto - Ogni anno siamo qua! Tanto lo sai che è un deficiente!-
- Cazzo quanto mi sta sulle palle! Quella scimmia fa sembrare la kitsune sopportabile!-
- Do'aho.-
- Fatela finita.- li zittì Akagi - Ecco che Maki torna all'attacco...-
Altro che attacco. Il rinomato contropiede del Kainan anche quel giorno dette bella mostra di sé, quando alla fine del primo tempo il punteggio era già di 54 a 19. Un massacro!
- Andiamocene a casa!- piagnucolò Mitsui distrutto.
- Eddai Gori...ha ragione Mitchy!- lo pregò anche Hana - C'è poco da vedere come ogni volta.-
- Voi siete sempre i soliti deficienti! Quando lo capirete che col tempo i giocatori cambiano eh? Nel caso del Kainan si affinano! Nel caso vostro invece direi che andate solo a ramengo!-
- Questa me la lego al dito!- rognò Miyagi.
- Affanculo Gorilla.- borbottò anche Mitsui.
- Se non la molli ti rompo il ginocchio stavolta!-
- Su, su...Takenori, dai!- cercò di placarlo Kogure, per altro fallendo miseramente visto che oltre ai casino che procuravano i titolari, le matricole erano diventate quasi ingestibili, a causa del loro tifo sfegatato per quei cretini del Kainan. Bene, se non altro Rei e quegli altri cretini erano presi dal gioco!
Per Ayako fu dura rimettersi a sedere ma finalmente si passò al secondo tempo, con l'Hontako letteralmente a pezzi.
- Sembra la battaglia di Guadalcanal...- rognò Hisashi, allungando le gambe - E' a senso unico.-
- E' inutile che frigni.- lo zittì Akagi - Guarda piuttosto quante ne infila Jin.-
- Hn...- colpito sul vivo, la guardia sollevò il dito meglio - Guarda quant'è carino questo, Gorilla!-
- Hai la codina di paglia per caso?-
- Ehi, pescivendolo...alla prossima partita vuoi vedere ti porto a cinquanta da solo?-
Sparata quella, lo Shohoku stava già prendendo le scommesse.
- Ci sto.- frecciò Takenori.
- Secondo me non ce la fai.- ridacchiò Ayako - La prossima partita è contro una squadretta. Dovrei aspettare lo Shoyo.-
- Meglio ancora!- scandì Mitsui - E il primo che fiata lo butto in campo con Nobunaga.-
- Lasciando perdere queste forate...- s'intromise la loro manager - Dunque, una delle riserve della squadra di pallavolo mi ha mandato un messaggio adesso. Raim ha appena finito. Prima di andare via andiamo a riprenderla.-
- Hanno vinto?- s'informò Rukawa, senza aprire gli occhi.
- Alla grande.- rise Ayako orgogliosa - I soliti tre set puliti.-
- Già. Non credo che Junko si sia divertita abbastanza.- insinuò Miyagi.
- Avete finito di provocarmi?- borbottò Mitsui - Pensa ai tuoi di problemi, tappo.-
- Senpai!- s'intromise Rei - E' vero che la senpai Kanzaki ha la media più alta di tutto il torneo?-
- Così si dice in giro.- ghignò Hisashi.
- E tra un po' anche la Kurata sarà di nuovo attiva.- disse Kogure - Sinceramente mi piacerebbe vedere una loro partita tutte insieme. Ho anche sentito il presidente del comitato studentesco che pensava di mandarle in ritiro, col benestare del preside, su un'isoletta allargo delle nostre coste. A quanto pare tutto il liceo punta si di loro.-
- Bhè, non li deluderemo neanche noi.- scandì Hana serissimo.
- Già.- annuì Miyagi - Piuttosto, chi gioca dopo questo branco di scimmie?-
- Non c'è il Miuradai?-
- Già.- annuì Ayako - Si, il Miuradai contro un'altra squadretta della fava.-
- E questa non me la vedo neanche se mi paghi!- sbottò Mitsui, sempre scazzatissimo verso il capitano - Vado a prendere Raim e Junko direttamente dentro agli spogliatoi femminili piuttosto!-
- Sai che sforzo.- ironizzò Hana secco - Tanto qua è finita comunque. Ti seguo.-
- D'accordo.- acconsentì finalmente il gorilla schiavista e i ragazzi si alzarono in piedi in massa, finalmente felici di potersi levare da quelle scomodissime tribune. Peccato però che incontrarono sulla loro strada niente meno che i rintronati del Miuradai. Il tempo di ripulire la palestra e ormai si era fatto tardi.

Raim sbadigliò leggermente, massaggiandosi le spalle doloranti.
- Stanca senpai Kotobuki?-
Sorrise ad Asuka, scuotendo appena il capo e restando subita sul divanetto davanti al macchinette delle bibite.
Non aveva più neanche la forza di bere. Accidenti! Era esausta. Alzare per la Kanzaki era distruttivo.
Ed esaltante al tempo stesso.
Vide arrivare Junko in quel momento, in jeans e una bella maglietta nera, scollata, che le stava benissimo.
- Che c'è?- le chiese la Kanzaki, sbattendo gli occhioni.
- Niente.- rise la rossa - La senpai Kurata?-
- Se ha seguito i miei consigli è andata al diavolo.- cincischiò la schiacciatrice, cercando nella tracolla delle monete per prendersi una bottiglietta d'acqua - Comunque è ancora in giro. Le altre?-
- Le riserve sono tutte di là sui divani, mentre le senpai Kinoshita, Noda e Aizawa sono ancora nel bagno.-
- Che seccatura...- sbuffò la Kanzaki - Da quando è cominciata questa storia passano la loro vita in bagno.-
- La storia fra te e Mitchy?-
- Non solo dolcezza.- le rinfacciò, continuando nella sua ricerca delle monete - Da quando hanno saputo che sei l'allenatrice della squadra di basket praticamente aspettano solo di veder spuntare fuori Rukawa e la testa rossa.-
- E Mitchy.-
- Si...che ci provino...- sibilò a bassa voce.
- Senpai...-
- Cosa?-
Raim la guardò attentamente - Quando toglierai i pesi?-
- Fra due settimane. Se faccio un buco nell'acqua porterò il peso a tre.- le disse la Kanzaki, e ignorando la sua aria tesa, infilò un paio di monete nella macchinetta.
Era stanca anche lei...veramente a pezzi e le gambe a malapena la reggevano ma Junko non poteva permettersi di cedere. Era vicina ormai...vicina a rompere "il muro" una volta per tutte.
Fu in quel momento che da altri spogliatoi dello stesso corridoio cominciarono a uscire un bel po' di ragazzi. E uno di loro, beata deficienza, rimase incantato a fissare la Kanzaki che beveva lentamente dalla sua bottiglietta.
Senza lasciarsi scappare l'occasione, quel demente di Nobunaga si sfregò le mani e la raggiunse.
- Ciao.-
Junko sollevò appena il solito sguardo vacuo sul nuovo venuto.
- Ciao.- replicò apatica.
- Sei sola?-
- Sfortunatamente no.- bofonchiò vaga, scoccandogli appena una rapida occhiata. Hn, un altro giocatore di basket. Roba da non crederci! Ma li attirava tutti lei quegli sfonda cestini? Mah!
Anche Raim però l'aveva notato e rimase secca quando vide che era del Kainan!
- Accidenti...uno del Kainan!- se ne uscì, attirando la libidinosa attenzione di Kyota - Avete vinto?-
Nobunaga rimase un attimo spiazzato e stranito - Bhè si...sei una patita di basket?-
- Sono la manager di una squadra di basket.- gli disse sorridendo.
- Piacere.- sogghignò allora la scimmia con aria guduriosa, tutto gongolante - Kyota Nobunaga, l'asso del Kainan.-
- Nobunaga?- Raim cercò di non ridere. Cacchio, era lui il nemico giurato di Hana?
- Kirara Kotobuki.- si presentò - E lei è la mia senpai, Junko Kanzaki.-
- Hn...ho sentito parlare di voi due...i miei compagni hanno detto che lo Shohoku vince da sette anni. Siete della squadra di pallavolo vero?-
- Esatto.-
- Bhè, se non altro lo Shohoku vince con la pallavolo!- ridacchiò esaltato, facendo sollevare un sopracciglio alla Kanzaki che si chiedeva perché tutti i malati mentali costantemente arrivassero a rotearle attorno. Che rottura!
- Allora ragazze? Cosa fate qua? Aspettate quei deficienti?-
Raim si sforzò di nuovo di non ridere. Le sarebbe piaciuto vedere Hana e Rukawa davanti a lui, in quel momento.
- Avanti, perché non mollate quegli sfigati e non uscite con me e i miei amici?- cinguettò ancora Kyota.
- A dire il vero sono impegnata.- ironizzò la rossa - E anche la senpai.-
- E i vostri ragazzi sono meglio di me?-
- No...ma direi che l'esaltazione è comunque comune a voi sfonda cestini.- sentenziò Junko.
- Ehi bellezza...non è colpa mia se i tuoi compagni dello Shohoku sono dei poveri ritardati.- le disse con aria invitante - Però se esci con me ti prometto che non ne rimarrai delusa.-
- Si...- Junko si portò di nuovo la bottiglietta alle labbra - Lo farei...ma stai per essere pestato a sangue.-
- Mitchy! Ciao!- cinguettò Raim e Nobunaga non fece in tempo a girarsi che si ritrovò con una scarpa da basket infilata fra le gengive, con Mitsui formato flambé che sembrava la controfigura di Gatsu di Berserk.
- Stupida testa di cazzooo....- sibilò sovrastando la scimmia che cercava di levarsi la sua scarpa dalla faccia - Sta lontano dalla mia ragazza, è chiaro? Se hai tanta voglia di rimorchiare vai per la strada! Anche se non credo che nemmeno quelle te la darebbero!-
- E levati dalle palle, idiota!- sbraitò Nobunaga rimettendosi in piedi di volata - Per essertene trovata una così devi averla minacciata in qualche modo!-
- Cosa???- ululò la guardia sdegnato - Ma vuoi che ti spacchi tutte le ossa?!-
- Insomma Hisa!- arrivò Ryota a riprenderlo per il collo, cercando di calmarlo - Eddai, basta!-
- Ma uccidete quel cretino!!- li incitò Hana dal fondo del corridoio, arrivando insieme alla kitsune.
- Ci mancava solo il signor 2 di picche!- lo prese in giro Kyota.
- Ma vuoi vedere che ti massacro di botte?!- s'infiammò subito Hanamichi - Ti aspetto in campo, ricordatelo bene razza di seghetta perché tutte quelle che ti ho suonato l'anno scorso saranno una bella canzoncina in confronto al concerto che ti farò in campo nei prossimi mesi! Hai capito bene? Il Tensai sono io!-
- Tu sei solo un cazzone! Tu e anche Rukawa!- ridacchiò al vento, facendo vomitare più di una persona - Vedrete, vi faremo abbassare la cresta! È il Kainan che vincerà quest'anno!-
- Nei tuoi sogni!-
- Oddio! ABBATTETELI!- ringhiò Junko esasperata - E basta! Fate a botte e smettetela, oppure fate silenzio!-
- Si può sapere cos'è tutto questo casino?-
Tanto per cambiare arrivarono i "domatori" a sistemare le teste calde: Akagi uccise a suon di pugni Hana e Mitsui, Maki arrivò a riprendersi la sua scimmia ammaestrata, chiedendo scusa per il macello causato da quel deficiente della sua ala piccola e pure la Kurata menò il gesso in testa alla sua schiacciatrice, imponendole silenzio.
- Mi spieghi perché devi sempre far casino?- la rimbeccò la Kurata furiosa - Non basta il casino che fai in campo, no! Devi anche fare queste piazzate nei corridoi!-
- Piazzate io? Sono stati questi maledetti sfonda cestini!-
- Senpai, dai...- cercò di calmarle Raim - Non è successo niente.-
- Si, ha ragione Kotobuki.- aggiunse un'altra titolare del quinto anno - Naomi, Junko è solo nervosa per i pesi, dai!-
- Se è così cretina da aver giocato coi pesi la colpa non è mica mia!- rognò la Kurata - Va bene però! D'accordo...facciamo come vi pare! Avanti, andiamo tutte al Maya!-
- Andiamo dove?- bofonchiò Junko - Non ci penso neanche. Ogni volta che andiamo lì mi fai sbronzare.-
- Già, la sbronza è l'unica cosa che ti rende più digeribile.- frecciò la Kurata - Ehi, voi acchiappapalle venite?- cinguettò poi, rivolta al club di basket - Eh? Andiamo a festeggiare la vittoria di oggi!-
- Al Maya?- Hana sollevò un sopracciglio - Ma è quel locale privè dove si balla sui tavoli?-
- Si balla sui tavoli?- allibì Kogure.
- Si, è divertente!- annuì Raim - Allora ragazzi? Venite?-
- Avanti, domani è sabato!- l'incalzò la Kurata - Beviamo, ci scateniamo un po'...-
-...vomitiamo nel bagno...- aggiunse Junko a bassa voce, disgustata.
- E poi ce ne torniamo a casa!- concluse Naomi - Prometto che non ruberò portafogli!-
- Cosa?- riecheggiò Miyagi, sconvolto.
- Niente, te lo spiego dopo.- sospirò Mitsui - D'accordo, io vengo.-
- Ok, mi avete convinto!- annuì Hana - Tappo, Ayako...voi venite?-
- D'accordo. E tu Rukawa?-
La sua faccia disgustata diceva a chiare lettere "MEGLIO MORIRE!" ma poi al pensiero di Raim che ballava da sola su un tavolo gli ribolliva il sangue. Ma porca miseria! Era rimasto inguaiato nella classica situazione fra fidanzato geloso e ragazza scatenata. Cazzarola!
- Hn.- borbottò, maledicendo il giorno in cui si era preso una cotta per Raim.
- Ok, perfetto!- ululò mezzo club di pallavolo, adorando la sola idea di poter avere Rukawa e tutto il club di basket con loro per una serata in compagnia - Allora ci vediamo lì alle undici ragazzi!-

Qualche ora più tardi Rukawa entrò già distrutto psichicamente dentro a quel famoso locale.
E avrebbe voluto sotterrarsi.
Era un locale davvero appartato, con tante stanze separate le une dalle altre, chieste a prenotazione, e da ognuna di esse proveniva un baccano allucinante, con la musica più sgangherata che avesse mai sentito.
E tutto per cosa?, si richiese per l'ennesima volta. Per Raim!
Perché doveva controllarla eh? Perché si stava trasformando in uno di quegli uomini deficienti che devono per forza uscire sempre con la loro ragazza, altrimenti non stavano tranquilli?
Che vergogna, era diventato il prototipo del maschio medio!
E poi la cosa che lo scazzava da matti era il fatto che, a parte la Kanzaki e la Kurata, quelle sceme del club di pallavolo non facevano altro che spogliarlo con gli occhi. Se non stava attento quella sera sarebbe tornato a casa senza boxer!
- Ansioso kitsune?- rise Hana, camminandogli a fianco.
- Do'aho. No.- sibilò seccato, mentre davanti a loro Mitsui faceva strada con Mito e Kogure.
Akagi stava dietro di loro con Ayako e Ryota e doveva ammettere che in fondo se mandava giù un paio di alcolici sarebbe riuscito a sopportare meglio quella pallosa serata.
Ma come volevasi dimostrare, visto che la sfiga nei confronti del volpino sembrava avere un lanternino magico nel beccarlo a fagiolo, nella stanza Blu prenotata dalla Kurata c'era, guarda un po', il compleanno di un tizio che compiva diciotto anni. E nel loro buio privè chi cazzo c'era??????
- Aki!- cinguettò Hana quando vide Sendoh ballare su un tavolo stretto a panino fra due ragazze del Ryonan.
- Hana-chan!- rise il deficiente, mentre Mitsui osservava divertito la ricerca di Rukawa di un qualcosa sparso nella stanza con cui potersi impiccare magari - Mitsui, Miyagi...Rukawa! Gente ma che ci fate qua?-
- Ci siamo fatti trascinare.- si limitò a dire Hisashi - La nostra squadra di pallavolo sa essere convincente.-
- La squadra o la tua bellissima ragazza?-
- Vuoi già che ti ammazzi Sendoh?-
- Lascialo stare Aki!- intervenne Hana divertito - Oggi la Nobu-scimmia ha cercato di rimorchiargli la fidanzata!-
- Però...ed è ancora vivo?- fece Sendoh malizioso.
- Per poco.- l'assicurò la guardia, trovando sul fondo della sala quelle squinternate che già ballavano come matte su un lungo tavolo - E tu perché sei qua?-
- Un mio compagno di classe compie gli anni.- rispose sorridendo - Il solito. Sesso, droga e rock n' roll. Comunque i miei compagni ci hanno già provato con le vostre amiche e vi avverto...picchiano duro!-
- Ma quand'è che la finirai di fare il maniaco eh?- sbuffò Hana.
- E che ne sai, magari la ragazza giusta l'ho già trovata!- e dicendolo sentì quasi due fanali puntati addosso che altro non erano che gli occhi infuocati della kitsune. Si divertiva da matti a provocarlo, niente da dire...ma Raim piaceva anche a lui, non poteva negarlo e sfidare Rukawa era uno dei passatempi preferiti di Akira.
A quanto pareva però erano tutti tanto allegri che la Kurata e Sendoh che avevano fatto amicizia in due secondi riuscirono a riunire l'allegra e demenziale compagnia. Unirono le due lunghe tavolate e poi...bhè, poi fu degrado!
Fra la Kurata che senza codini era proprio carina, Raim che (Rukawa avrebbe voluto farsi all'istante e pure uccidere) aveva addosso due pantaloni di pelle nera che sembravano una seconda pelle e la Kanzaki in minigonna di jeans e anfibi...c'era da morire su quelle sedie! Ben presto col girare delle birre e del fumo gli animi si scaldarono.
Hana aveva fatto in fretta a farsi trascinare sui tavoli e Junko sembrava molto esperta nei passi, così glieli insegnò in quel fracasso bestiale, mentre Mitsui in realtà si godeva lo spettacolo dal basso, viste le sue bellissime gambe in mostra...altro che ballare! Lui era meglio che non ci saliva là sopra...
Peccato anche quando riuscirono a tirarci sopra pure Ayako, anche Miyagi cominciò a stare un pelino in ansia.
Se non altro si fecero quattro risate quando videro arrossire Hanamichi fino alla radice dei capelli quando Raim e la Kurata lo chiusero fra loro due. Era più imbarazzato di quanto sembrasse, infatti venne preso in giro a manetta da tutti i presenti mentre quelle squinternate della pallavolo si misero a brindare di nuovo con una tale quantità di birra che nemmeno Mitsui e Ryota insieme avevano mai avuto il coraggio di mandare giù.
Alle due comunque Rukawa ne aveva già basta.
Si alzò senza farsi notare, tanto col casino che c'era tutti erano mezzi andati, e andò a infilarsi in bagno dove quella maledetta musica non era poi così forte.
Si lasciò così andare seduto contro la parete, allungando le gambe e tirando fuori il lettore cd dalla tasca del bomber.
Lì se non altro avrebbe potuto starsene in pace e poi il freddo delle piastrelle avrebbe potuto dargli un po' di sollievo: gli martellavano le tempie per tutto quel fumo e quel casino, per non parlare del colpo di grazia che la sua carissima Raim gli aveva dato ballando col suo dolce sorriso innocente, senza guardare altri che lui.
Ma se lo sognava che lui sarebbe mai salito su quel tavolo a ballare come un deficiente! Neanche morto!
Un conto erano Sendoh-ho-ancora-due-secondi-di-vita-perché-sto-per-essere-scuoiato e Hanamichi, ma lui mai!
Ci andava della sua dignità!
Se ne stava lì tranquillo ad ascoltare gli Aerosmith da circa mezz'oretta quando all'improvviso un paio di gambe da favola che spuntavano da una mini di jeans gli passavano davanti al naso.
Junko Kanzaki era entrata nel bagno degli uomini, ma non sembrava essersene accorta...e se era ubriaca, Kaede non riuscì a capirlo dalla sua faccia. La ragazza aprì semplicemente l'acqua di uno degli eleganti lavandini e si bagnò il viso un paio di volte. Sembrava a pezzi.
Poi finalmente parve accorgersi di lui. Lo guardò per un attimo, senza capire, poi si volse alla sua sinistra dove c'erano i bagni. Tutti per uomini.
Non fece una piega e si riprese la bottiglietta di birra che si era portata dietro, lasciandosi poi andare a sedere accanto a lui. Socchiuse gli occhi, inspirando a fondo ma rimase per parecchio tempo in silenzio, senza asfissiarlo come avevano fatto tutte le altre cretine della combriccola.
- A te non piacciono le persone, vero?-
A quella domanda, fatta a cd finito, Rukawa si girò appena a osservarla.
Continuava a tenere gli occhi chiusi.
- Hn.- bofonchiò.
La sentì sorridere appena, poi cominciò a cercare di stapparsi la birra.
- Non hai torto.- mormorò Junko.
Che strana persona. Raim gliel'aveva detto che era complicata ma...non sapeva capirla forse. Ecco, non riusciva a capire bene che tipo di persona fosse davvero. Era strana, scostante, indifferente e battagliera.
Capiva perché Mitsui le stava incollato però. Era bella davvero.
- Come fai?- andò avanti la ragazza poco dopo.
- Cosa?- si sforzò di dire allora, lievemente interessato.
- Come fai a stare fra persone che non fanno che chiedersi perché tu sia così freddo?-
- Hn. Chissene frega di quello che pensa la gente.-
- Già.- Junko aprì finalmente gli occhi, portandosi la birra alla bocca e staccando il tappo coi denti - Ma non ti dà mai fastidio il loro giudizio? Non c'è nessuno la cui opinione t'importi particolarmente?-
Bella domanda.
Era da tempo che non aveva più nessuno da deludere. O qualcuno da rendere orgoglioso.
Viveva per se stesso. Solo per se stesso.
- La vita fa schifo.- ridacchiò la Kanzaki, bevendo un altro goccio e poi lasciando cadere le braccia sul pavimento, ai suoi fianchi. Quando lo fece però, Kaede avvertì un rumore stranissimo. Come di metallo!
Stranito fissò le strane polsiere nere della ragazza...che buffe, non sembravano braccialetti da ragazza. E poi guardando meglio lungo quelle belle gambe, vide che aveva due cavigliere simili a quelle dei polsi infilate negli anfibi.
Ma...non erano cavigliere normali!
Junko, vedendo cosa fissava, gli risparmiò la fatica e alzò la gamba, mettendogli direttamente la caviglia sotto al naso. Dopo che la volpe ebbe sgranato gli occhi blu, gli mise anche la polsiera davanti al viso e...lui le mise la mano sotto la sua, soppesandola. Quella della ragazza era piena di lividi e capillari rotti attorno alla fascetta.
E pesava...cazzo! Erano...erano...
- Da quanto sono questi pesi?- le chiese roco.
- Due per ogni fascetta.- lo informò, richiudendo gli occhi e allungando di nuovo la gamba.
Cazzo! Super cazzo! Quella giocava con otto chili in più una partita?? Andava in giro tranquilla come nulla fosse! E se se li fosse tolti? Fino a che punto avrebbe potuto saltare?
- Non pensare male.- gli disse, bevendo ancora dalla bottiglietta - Non sono una fissata con la forza fisica. Ma mi serve più forza nella schiacciata e nel salto...devo rompere "il muro".-
- Il muro?-
- Si...dell'unica maledetta che mi ha mai fermato.-
- Da quanto li porti?-
- Ho cominciato coi pesi da un chilo. Li ho portati per tutta l'estate. Questi li potrò togliere fra due settimane. E poi volerò...- sorrise con aria vacua, la tipica di chi ha bevuto troppo.
- Funzionano quei pesi?-
- Si. Parecchio anche. Ma ti spaccano i primi giorni.- mormorò - Ho rischiato degli strappi micidiali ai muscoli delle spalle e delle braccia. Vuoi provare Rukawa?-
- Hn.- si, forse. Anzi...di sicuro.
- Ehi, voi due!-
Si girarono appena, trovando Mitsui e Raim sulla porta del bagno. Hisashi li raggiunse scuotendo il capo, inginocchiandosi davanti alla sua ragazza.
- Ma che fate qua?-
- Pontifichiamo sul suicidio.- replicò serafica - Mi sono scheggiata un dente aprendo la birra e ho saltato la sbronza. Sono già ai postumi.-
- Eh, che disgrazia.- sorrise Raim sedendosi sull'altro fianco della kitsune - Uno non ha più neanche la possibilità di vomitare dietro l'angolo del locale, vero senpai?-
- Oddio...- Junko si passò una mano sulla fronte - Giuro che smetto di bere!-
- Questa l'ho già sentita.- rise Hisashi - Vuoi che andiamo a casa?-
- No, stai tranquillo.- lo assicurò la moretta - Sto bene.-
- Come no, sei cadaverica Jun. Dai che ti prendo in braccio, su.-
- Ti romperesti la schiena.- l'avvisò Raim - Ma se riesci a farle lavare la fascette ti faccio una statua.-
- Non ricominciate a rompere.- li minacciò la Kanzaki - Kirara...dov'è la Kurata?-
- Si sta facendo scarabocchiare il gesso da Sendoh, perché?-
- Tienila d'occhio e controlla la borsetta prima di andartene.-
- Oh no...ancora con questa fissa?- alitò la rossa - Dai senpai...non può mica scippare tutto il locale!-
- Vuoi che ti dica quanto ha tirato su quella cleptomane all'ultima uscita?- la rimbeccò la ragazza di Mitsui - Quella arraffa tutto quello che trova. Ha perfino rubato i ficus d'ingresso a scuola.-
- Tanto facevano pena.- ghignò Mitsui - Dai Jun...ti porto a casa. Sei a pezzi e devo anche metterti del ghiaccio sui polsi o per lunedì arriverai in barella! Ru, tu che fai? Resti qua nel bagno?-
- No.- rognò esausto - Adesso me ne vado anche io.-
- Ecco bravo. Porta a casa Raim!- e prima di chiudersi la bocca Junko si mise in piedi da sola, pestandogli un piede con l'anfibio chiodato e strappandogli un'imprecazione colossale. Quando quei due matti se ne furono andati, Raim scoccò un sorriso dolce alla volpe che ebbe subito il potere di scioglierlo.
- Mi dispiace che ti abbiamo coinvolto così. So che non ti piacciono questi posti.- gli disse, incrociando le gambe.
- Hn.-
- Dai kitsune...non ti fa male stare un po' fuori dalla palestra e dal letto.-
- Forse dal letto, ma non dalla palestra.-
- Che strano...- ghignò la rossa maliziosa - Credevo il contrario.-
- Ahah...- la guardò storto - Che spiritosa.-
- Hai sonno?- gli chiese, levando le mani, dicendogli che l'avrebbe smessa di provocarlo.
- Secondo te?-
- Va bene.- Raim gli strizzò l'occhio, incuriosendolo - La vedi quella finestrella?-
Rukawa alzò il viso verso la parete opposta del bagno. C'era una finestra aperta, da cui tirava l'aria fredda di novembre. Che gli stava proponendo?, pensò soddisfatto. Una fuga?
- Aspetta qua.- gli ordinò perentoria, poi scappò fuori lasciandolo solo a chiedersi che diavolo avesse in mente quella spostata. Si stava infilando il bomber quando Raim tornò con la giacca e la borsa, sorridente.
Gli porse le chiavi della Honda...ma le aveva Hana!
- Gliele hai prese al do'aho?- sussurrò - Che gli hai detto?-
- Niente. Ho chiesto alla senpai Kurata di rubargliele ma tanto Hana sta ballando sui tavoli e non si ricorderà niente fra un mezz'oretta. Sendoh continua a riempirgli il bicchiere e tu sparisci sempre, non ci farà caso nessuno.-
Furba la rossa. Una vera vipera.
- Allora?- lo incalzò, passandogli davanti con un ghignetto di sfida - Vieni o no?-
Non c'era neanche da chiederlo. Senza una parola la raggiunse e facendole perdere il respiro per un attimo le passò le mani dietro alla schiena e dietro alle ginocchia, prendendola in braccio. Resistendo all'impulso di baciarla e saltarle addosso in un bagno, l'aiutò a raggiungere la finestra, da cui lei si issò fuori agilmente anche coi tacchi altissimi. Da lì aiutò Rukawa e poco dopo erano fuori all'aperto. Certo, non era il clima ideale per andarsene in giro in moto ma le risate radiose della sua rossa fecero sentire meno freddo alla volpe.
Lo prese per mano e lo trascinò al parcheggio, senza perdere il sorriso.
- Divertenti queste uscite. Dovremo farle più spesso.- insinuò, beccandosi un'occhiataccia. Raggiunta la moto lei si sedette, trafficando col casco ma dopo un attimo in cui alzò gli occhi verdi su Rukawa, lasciò perdere.
Prese lei l'iniziativa e a Kaede non dispiacque. Raim gli prese la mano, avvicinandolo, poi lo strinse per i fianchi.
Un attimo dopo si baciavano, stretti al gelo della notte, abbracciati come naufraghi.
Le passò un dito sulla guancia gelida, arrossata, mordicchiandole appena le labbra. Aprì il bomber e la strinse dentro, con lui, sentendola sorridere dolcemente contro la sua bocca, bisbigliandogli qualcosa che non capì.
Voleva andare a casa. Voleva averla nel letto a tutti i costi.
Voleva averla sotto di sé, essere in lei, voleva sentirla gridare...voleva sentirsi chiamare per nome.
Voleva svegliarsi e trovarla abbracciata a lui.
Si staccò appena, cercando di riprendere il controllo...ma Raim gli era troppo vicina. Non riusciva più a trattenersi.
- Andiamo.- gli disse solamente, guardandolo negli occhi.
Annuì...e salì in moto, non pensando più a nulla. Corse lento però. Kanagawa era piena di rumori, di luci...e lui correva sinuoso, senza affanno, per quelle strade che ora non gli parevano più tanto grigie.
Arrivato alla sua villetta, il cuore sembrava fosse andato in vacanza ormai. Non se lo sentiva più...sembrava che scoppiasse...e che non ci fosse più al tempo stesso.
E il suo desiderio venne realizzato, almeno in parte per quella sera.
Quando si volse per cercare di nuovo la deliziosa bocca di Raim, la scoprì addormentata sulla sua spalla...e qualcosa che non era rabbia, tantomeno frustrazione, gli esplose dentro.
Era bellissimo vederla dormire...era bellissimo che dormisse contro di lui.
Per una volta riuscì a sorridere, perdendo di colpo la libidine che gli scorreva nelle vene.
La prese di nuovo in braccio, troppo leggera e troppo fragile, ed entrato in casa non accese neanche le luci.
Andò subito sopra in camera sua e lì l'adagiò sul letto. La spogliò senza svegliarla, con dita gentili e dopo essersi liberato anche lui dei vestiti si mise sotto al piumone con lei...e fu la gioia pura.
Di colpo quel letto non era più così grande e vuoto. Di colpo quella casa non era più una prigione...
Ed era solo grazie a Raim...che lentamente si avvicinò a lui, aderendogli col suo corpo liscio e profumato, stringendolo nel sonno, mormorando il suo nome.
- Kaede...-
- Shhh...dormi.-
La vide sorridere, illuminata dalla vaga luce della finestra aperta e la baciò assonnato, dolce, innamorato.
Scivolò nel sonno con lei e dopo tanto, tanto tempo, fece un bel sogno.

Raim si svegliò la mattina dopo verso le undici, sentendosi piacevolmente intontita.
Quel calore...che strano...quel calore soffice, avvolgente, tenero e appassionato...
Qualcosa le premeva addosso, qualcosa di troppo forte e magico per scacciarlo via.
Avvertì un fiato caldo sulla fronte, un battito del cuore contro l'orecchio...ma non aprì gli occhi.
Stava certamente sognando. Lo stava sognando ancora...
Poi però la realtà prese lentamente il sopravvento. Una mano estranea fra i suoi capelli, un'altra posata delicatamente sul suo seno...un torace scolpito, un profumo conosciuto.
Aprì un occhio...e trovò alla sua altezza la bocca socchiusa più invitante che mente divina avesse mai potuto creare.
Aperto l'altro occhio, Raim tornò finalmente sulla terra.
Rukawa. Era nel letto di Rukawa. Rimase immobile abbracciata a lui, guardandosi vagamente attorno. Sbirciò anche sotto alle coperte ma lui aveva i pantaloni di una tuta bianca, anche se a torso nudo e lei una sua maglia addosso.
Lo toccò appena col dito, quasi per assicurarsi che non fosse il finale di uno dei suoi sogni a luci rosse e quando finalmente capì che la volpe era vera e non stava sognando, si pentì quasi che non fossero totalmente nudi.
Miseria, ma che fine avevano fatto i ragazzi senza scrupoli eh?, pensò divertita.
Che scema. Doveva essersi addormentata.
Che cretina! Come poteva essere così stronza da addormentarsi dopo che la sera prima lei e il volpino si erano divorati con un'occhiata? Probabilmente era la più grande deficiente di Kanagawa. Un'altra al suo posto l'avrebbe sbattuto al muro e violentato, altro che addormentarsi!
Deficiente, deficiente! Kirara sei una deficiente! Dov'era finita tutta la sua resistenza eh?
Accidenti alla partita che l'aveva lasciata esausta!
- Ecco brava...insultati...-
Quasi gridò quando lo sentì sussurrarle all'orecchio. Fortunatamente le tappò la bocca col miglior saluto mattutino che avesse mai ricevuto e quel bacio fra le coperte la illanguidì, facendoglielo stringere ancora di più.
Non voleva più lasciarlo andare. Avrebbe voluto stare abbracciata a lui per tutto il giorno.
E di colpo le fu chiaro come il sole di giorno.
Il modo in cui le batteva il cuore ogni volta che le vedeva, ogni volta che giocava, ogni volta che la sfiorava.
Aveva preso il suo posto in lei.
- Mi sono addormentata...- disse contrita, apparendogli tenerissima tanto che le riempì il viso di baci.
- Hn.-
- Mi spiace.- mormorò di nuovo, con faccino deluso.
- Vorrà dire che si prenderanno provvedimenti.- scandì tranquillo, tornando a sprofondare nel cuscino.
- Provvedimenti?- Raim alzò il viso, senza capire.
- Si. Devi finirla con tutti quei club.-
- Cosa? Neanche per sogno!-
- Scegline uno e basta.-
- No.- scandì di nuovo la rossa - Non ci penso neanche!-
- Oh...lo farai invece.- rispose, sicuro di sé e senza perdere minimamente la sua flemma.
- Ehi cosa ti rende tanto sicuro eh?-
- Basta legarti al letto.-
Dal suo tono stranamente Raim non riuscì a capire se scherzava o meno.
- Non fa ridere.- gli disse.
- Ti assicuro che invece a me farebbe ridere davvero.- rispose lui serafico - E ti assicuro che lo farei.-
- Ma davvero?- la rossa gli pizzicottò il braccio - E credi davvero che me ne starei lì buona?-
- Se vuoi rendermi le cose più divertenti...-
- Volpe maniaca.-
- Hn.-
Stettero qualche minuto il silenzio, con Raim che continuava a pensare.
Gli carezzò piano il torace, sospirando - Ehi, Kit...-
- Cosa?- bofonchiò, mezzo addormentato.
- Ieri sera...-
- Hn...-
- Ecco...no...no, niente. Lascia stare.-
- Non iniziare discorsi che non vuoi finire.- le rinfacciò sadico, prendendosi un altro pizzicotto.
- Non ce la facevi proprio a trattenerla, vero?- lo prese in giro.
- Già.-
- Al diavolo, baka.- sbuffò la ragazza, intrecciando le gambe con le sue.
- Parla.-
- No, non mi va più.-
- Raim non fare la bambina. Parla o ti faccio parlare io.-
- Undici parole. Complimenti.-
- Raim...-
- La mattina sei sempre così in vena di chiacchiere? Però, devo dirlo agli al...ehi!- sbottò, prima che Rukawa le salisse sopra e la schiacciasse al materasso. Un attimo dopo le stava divorando la bocca, passandole le mani fra i capelli, lisciandole indietro la frangia. Finalmente si arrivava al sodo quando il fantastico telefono sul comodino del padrone di casa si mise a squillare.
Ancora incollato alla bocca di Raim emise un gemito di pura incazzatura, facendola ridacchiare.
- Non è giornata kitsune.- gli disse, carezzandogli gli zigomi.
- All'inferno.- sibilò, spostandosi appena per prendere la cornetta, per poi rimettersi steso su di lei.
- Pronto!- ringhiò e con quel tono avrebbe diffidato chiunque dal proseguire ma la rossa dopo un attimo lo vide sbiancare ancora di più, se possibile. Lo conosceva ormai: Rukawa non era tipo da agitarsi ma ora i suoi occhi blu si erano fatti febbrili, quasi spaventati.
- Come sta?- lo sentì chiedere roco - E si può sapere come cazzo è successo!?-
- Ru...- lo richiamò spaventata. Che diavolo sta succedendo?
- Maledizione!- ringhiò lui di nuovo - In che ospedale siete? ...ok, arrivo!- e si catapultò letteralmente giù dal letto, aiutandola a saltare giù dalla sponda a sua volta.
- Ru cos'è successo? Vuoi farmi morire?-
- Il do'aho è finito fuori strada con la moto da cross di Mito.- spiegò vestendosi frettolosamente, con voce ricolma di una strana ansia - Non so cos'è successo...Kogure è stato vago...adesso sono tutti e due al Seirin, l'ospedale sulla seconda.-
- Oddio!- Raim aveva gli occhi sgranati - Com'è possibile? Hana è un guidatore esperto!-
- Non lo so, non lo so!- urlò quasi, afferrandola per la mano e trascinandola giù. In un lampo infilarono i giacconi e un attimo dopo erano di nuovo in strada, con la kitsune che sfrecciava come un forsennata per le strade, facendo poco attenzione alla gente che si trovava quasi a un palmo dalle ruote.
Era incazzato nero! Come minimo quell'idiota stava benissimo ma lui e un tipo attento come Mito erano caduti dalla moto c'era sotto qualcosa. Qualcosa che cominciava sul serio a fargli girare le balle!
Dannazione ad Hana! Era appena mezzogiorno! Non lo vedeva da otto ore e si era quasi ammazzato!
Non avrebbe dovuto prendergli la moto la sera prima! Se avesse avuto la loto Honda non sarebbe successo nulla. Dannazione, dannazione!
Al telefono comunque Kogure gli era parso davvero preoccupato. E se era qualcosa di grave?
Arrivarono al Seirin in un quarto d'ora e Rukawa lasciò Raim davanti all'ingresso, dicendole di andare avanti al pronto soccorso mentre lui parcheggiava come un disperato in seconda fila.
Entrò nel pronto soccorso poco dopo e fermò la prima infermiera che passava, chiedendole di un deficiente coi capelli rossi che si era schiantato con la moto, insieme a un altro ragazzo coi capelli neri.
La donna gl'indicò subito l'ambulatorio che stava nel corridoio alla loro destra e dopo averlo percorso la kitsune si ritrovò all'ennesimo ritrovo all'ospedale della squadra dello Shohoku.
- Rukawa!- Akagi che camminava avanti e indietro come un bufalo sembrò abbastanza perplesso di averlo visto arrivare così presto ma non fece commenti, anche perché la faccia della sua ala piccola era di uno che non aveva voglia di scherzare. - Come sta? Cos'è successo?- chiese subito Kaede - Si può sapere cosa cazzo ha combinato stavolta?-
- Rukawa, adesso calmati.- cercò di placarlo Kogure, seduto su una scomoda panchina insieme a Ryota, Ayako, Mitsui e Raim - Hanamichi è dentro con Mito e Haruko. Sono caduti dalla moto più o meno davanti al condominio di Mito. Fortunatamente sono riusciti a deviare e a finire nel parco che hanno di fronte a casa loro ma...-
- In poche parole non sappiamo ancora cosa cazzo sia successo.- riassunse Mitsui secco.
- Anche se ne abbiamo una vaga idea.- sentenziò Miyagi rabbioso, alla fine.
- State calmi, non andate subito in paranoia.- li bloccò Ayako - Quando sono arrivata ho visto Mito. Si era solo sbucciato un ginocchio ma aveva bisogno di qualche punto. Fra un attimo uscirà a ci faremo dire tutto.-
In quel mentre arrivarono anche le matricole, trascinate da un piangente Rei che si attaccò quasi alle gambe del Gorilla, disperato, facendo un casino della malora e pregando per il povero senpai Sakuragi che rischiava la vita.
Calmati quei deficienti ma coi bollori dei titolari che aumentavano, uscì finalmente Mito appoggiato a una stampella...ma quando aprì la porta insieme alle risate di Haruko si sentirono anche le grida isteriche di quel deficiente che sembrava urla - FAI PIANO MAMMA, CAZZOOOOO!!-
Mito rise, chiudendosi la porta alle spalle e poi fu letteralmente assalito dalla squadra di basket.
- Insomma si può sapere cos'è successo??-
- Voi due deficienti siete sempre i soliti!-
- Che cazzo ha Hana, eh? S'è rotto qualcosa?-
- E come avete fatto a farvi male?!-
- Se non siete in grado di stare in moto statevene a casa, idioti!-
Ok, dopo quella fantastica tirata per altro non meritata, Mito li fece calmare tutti col suo solito self control e dopo essersi messo a sedere e aver tirato fuori il cellulare, raccontò finalmente l'accaduto.
- Ci siamo svegliati presto stamattina.- iniziò - Io e Hana volevamo andare a fare un giro in spiaggia, così abbiamo preso la mia vecchia moto da cross e siamo partiti. Non eravamo neanche fuori dalla piazzola che per girare e uscire in strada ho dovuto frenare...ma non è successo niente.-
Gli altri sgranarono gli occhi.
- Non...non andavano i freni?- alitò Ayako.
- Già.- annuì Yohei - Nel giro di un secondo io e Hana abbiamo capito che qualcosa non andava, così abbiamo curvato contro il muro, quasi ammazzandoci e visto che non potevamo frenare, ho pensato che l'unico modo per attutirci la caduta era andare a sbattere contro qualcosa di meno duro di un muro di cemento. Ci siamo infilati nel parco davanti a casa sua e siamo finiti fra i cespugli, cadendo.-
- Come va il ginocchio?- gli chiese Miyagi - E Hanamichi?-
- Io sto bene, solo sei punti. Hana è caduto di schiena, è solo tutto pieno di graffi sulle spalle e sulle braccia.-
Lo Shohoku tirò un sospiro di sollievo, quando Mito che si era portato il cellulare all'orecchio sembrò mettersi a parlare con qualcuno. Noma in quel caso.
- Allora?- lo sentirono bofonchiare - Cos'ha?-
La sua espressione si fece gelida, ma un ghigno gl'increspò le labbra - Va bene, grazie. Si, si...stiamo bene. Ah, senti...Noma, fammi un favore. Chiudimi la moto in garage, si...sai dove sono le chiavi...ok, ci vediamo a casa. Ciao.- e chiuse la comunicazione, continuando a ghignare.
- Allora?- Mitsui sembrava sui carboni ardenti.
- Ho fatto controllare la moto da Noma.- disse Yohei, fissando il gruppo con aria eloquente - Qualcuno ha manomesso le pastiglie dei freni.-
Calò il silenzio e sinceramente più nessuno ebbe voglia di parlare, tantomeno Akagi che ormai non poteva più neanche pensare a un rapporto civile con quelli dello Shikuda. Perché erano stati loro.
Prima che Hana uscisse dall'ambulatorio arrivò anche Sendoh che chiese preoccupato come gli altri delle condizioni del loro amico ma da come quel deficiente ululava dall'interno della stanza, doveva stare benissimo.
Raccontarono ad Akira della faccenda che per altro non ne rimase minimamente stupito, poi finalmente quella testa rossa uscì dalla stanzetta, sorretto da Haruko e seguito da una dispotica donna in camicie che gli borbottava dietro furibonda.
- Oh Hanamichi!- Ayako corse subito a chiedere alla madre del Tensai delle sue condizioni - Come sta?-
- Benissimo.- sibilò la donna, che nessuno sapeva essere sua madre a parte Kaede e Mitsui - E' piano di graffi questo imbecille senza cervello ma a parte questo si riprenderà in pochi giorni!-
- Visto idiota! Ti fai insultare perfino dai dottori!- rognò Akagi.
- E piantala Gori! È mia madre!-
Un attimo di silenzio tombale...e poi quasi tutta la squadra aveva le mascelle a terra, con Ryota che si chiedeva sconvolto come una così bella donna potesse essere la madre di un tale ritardato. Comunque si assomigliavano...si, poteva essere solo sua madre. Aveva la sua stessa aria infuocata.
La signora Kana strinse le mani a tutti, autorizzando pure al Gori di continuare a pestare Hana come e quanto voleva, poi fece la conoscenza di Ayako, Kogure, Rei e Miyagi e così andò a finire che le raccontarono cosa stava succedendo. Certo, non che lei non se ne fosse già accorta che suo figlio fosse diventato un po' paranoico, appostandosi dietro alla porta di casa, spiando dalle finestre e tutto il resto, ma aveva la cosa come una delle sue follie...
Ora però la cosa aveva un suo perché.
- Se non altro siete stati in gamba a pensare di infilarvi nel parco.- li consolò Haruko, attaccata dolcemente al suo braccio sano - Secondo me bisogna vedere il lato positivo della cosa.-
- Certo...considerato che non riesco neanche a sedermi.- frecciò il rosso, con tutto il sedere spelato - L'unica cosa che mi consola è che non ero sulla Honda...-
- Do'aho.- gli rinfacciò Kaede stizzito.
- E sta zitto kitsune...oh...come mai sei qua? È solo mezzogiorno!-
- Mentecatto.- gli ridisse di nuovo il volpino - Dai, prendi la tua roba che ti riporto a casa.-
- Grazie mille Kaede.- sorrise la signora Kana - Tanto io stacco fra due ore.-
- Signora, quanto ci vorrà perché si rimarginino i graffi?- le chiese Raim.
- Oh, basteranno dieci giorni. Non dovete preoccuparvi.-
- Dieci giorni?- sbraitò Hana - Ma ...mamma! E come faccio ad allenarmi?-
- Semplice. Non lo fai.- replicò serafica - Fili dritto a Okinawa dai nonni.-
- Cosa???- ululò di nuovo, spaventando tutto l'ospedale - Ma non posso andarmene adesso!-
- Eddai Hana, non fare lo scemo! Sono solo dieci giorni!- lo zittì Ayako agitando il ventaglio - In fondo la partita contro lo Shoyo è fra un mese quasi! A Okinawa, anche se non potrai correre, potrai sempre allenarti nei tiri liberi.-
- Ecco, ottima idea.- ghignò Mitsui.
- Ha ragione Ayakuccia.- rincarò Miyagi - Chissà che te ne riesca uno finalmente!-
- E poi Okinawa è bella in questo periodo, sai?- cinguettò anche Akira.
- E basta, mi avete rotto tutti!- sbuffò - Ok, ok! Il Tensai starà fuori dai piedi per dieci giorni!-
- Tensai...- ironizzò sua madre sarcastica - Fila a casa e mettiti a letto, chiaro? Anzi, Kaede legacelo e basta.-
- Sarà fatto.- disse la volpe con tono roco ma sicuro.
- Grr...- Hana ormai era un ringhio unico. Perfino la sua Harukina non riusciva a calmarlo così senza poter dire niente si fece portare a casa dal gruppo, gl'invasero la casa e lo misero a letto, mentre Ayako gli preparava qualcosa da mangiare. Quando poi il Tensai sentì da Mito che quei bastardi dello Shikuda avevano manomesso le pastiglie dei freni, lo videro praticamente eruttare come un vulcano.
Il suo strombazzare vendetta ai quattro venti per una volta non parve al gruppo così insensato.
Avevano davvero rischiato di far ammazzare Sakuragi.
Quelli dello Shikuda ci stavano davvero andando giù pesanti...ora miravano dritti alle loro bare.
- Stanno solo cercando di spaventarvi.- mormorò Sendoh più tardi, attirando l'attenzione di Rukawa che trafficava nello sgabuzzino di casa Sakuragi per cercare delle corde con cui legare il do'aho alla testata del letto.
- Più che altro ci stanno facendo incazzare.- sibilò la volpe.
- Sendoh, una domanda.- Mitsui tornò nella camera di Hana, con un caffè in mano e una sigaretta in bocca - Nessuno ha mai risposto a quei dementi? Cioè...nessuno gli ha mai dato fuoco alla macchina? Scassinato la casa?-
- A dire il vero no.- rispose angelico Akira - Io mi sono limitato a rompere il naso a Takeru, lo sai.-
- Hn...- borbottò Hisashi pensoso - E' così eh?-
- Mitchy...che ti passa in quella testa bacata?- insinuò Hana - Non vorrai fare qualcosa mentre io non ci sono, vero?-
- Oh, tesoro che se vuoi ti aspetto!- lo prese in giro, serafico.
- Ma vai va! Che hai in mente?-
- Mitsui, niente puttanate!- soffiò Akagi ficcandogli un calcio nel fondo schiena.
- E sta zitto Gorilla, ci hanno quasi ammazzato questa mezza sega, dai! Lasciami divertire!-
- Vai a divertirti giocando in autostrada, falla finita!-
- Ok, ok...ne riparliamo fra dieci giorni.- e strizzando l'occhio a tutti, quelli dello Shohoku cominciarono a chiedersi che diavolo passasse per la testa a quel diabolico essere.
Se non altro avrebbero reso allo Shikuda pan per focaccia. E la cosa era molto allettante!

 

 

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Capitolo 10
*** Una Volpe in Palla ***


 

 

Stava succedendo qualcosa di strano a una delle punte di diamante dello Shohoku e tutta la squadra se ne stava chiedendo il motivo visto che la cosa era alquanto preoccupante, specialmente se questa preoccupazione era data da un tipo che non si era mai sognato di far casino…se non in coppia.
Erano appena passati tre giorni da quando Hanamichi Sakuragi era stato imbarcato su un aereo per Okinawa e il suo compare di battaglie di sempre, Kaede Rukawa…stava ormai finendo al manicomio.
Il primo giorno senza il do’aho la cosa era passata abbastanza normalmente anche se si era rotto un po’ le balle, questo lo aveva ammesso la sera tornando a casa. Il secondo giorno, di pessimo umore, aveva passato l’allenamento placcando Mitsui dalle due alle cinque, trovando in lui un’altra anima seccante come quella del rossino anche se il Cecchino certamente non era uno che lo insultava a ogni passo. Anzi, fra lui e Mitsui, i due corvi del gruppo, il rapporto era sempre stato basato su un reciproco accordo di non rompersi l'anima a vicenda.
Il terzo giorno però, senza poter più sviare, Rukawa era ormai diventato incontrollabile.
Akagi c’era rimasto secco, vedendolo correre da una parte all’altra della palestra, scaricando una caterva di energie che non sapeva dove prendesse e maledicendo tutti quanti con una tale quantità di parole che il volpino non usava mai neanche in un anno intero.
Il bello poi era che quando le matricole perdevano la palla s’incazzava come una iena, prendeva fuoco e quasi si mangiava vivo il povero Rei che correva via a nascondersi dietro alle gambe di Miyagi, piangendo a fontanella.
Nemmeno Ayako riusciva a calmarlo un pochino e sembrava incazzato col mondo intero.
Quel giorno per esempio aveva quasi strangolato Yaoto per aver mancato un canestro e solo un pugno in testa del capitano gli aveva impedito di massacrare anche Kogure che aveva cercato di fermarlo.
Insomma, era diventato ingestibile.
Nel mezzo di una partitella aveva preso la palla e fatto una schiacciata e poi praticamente non aveva più passato a nessuno, giocando da solo contro gli altri cinque.
Miyagi si grattava la testa, cercando di capire che avesse ma parlarci era impossibile.
Rispondeva a bestemmie!
Per esempio:
- Rukawa…sicuro di star bene?-
- Vaffanculo.-
- Rukawa, passa la palla ogni tanto.-
- Crepa.- e via dicendo.
Il massimo era stato all’uscita dagli allenamenti. Kaede neanche se ne accorgeva…o almeno, sapeva che c’era qualcosa che non andava in lui ma non riuscendo a capire da dove venisse tutta quella sua aggressività repressa se la prendeva un po’ con tutti. Sotto le docce aveva persino preso a lanciare dispettosamente i flaconi con lo shampoo, lasciando perfino se stesso un po’ confuso. Da quando era diventato così?
Che cavolo gli stava succedendo?
- Kitsune…tutto ok?-
- Un cazz…- ma si prese un calcio, proprio davanti alla porta della palestra. Non si era accorto che era stata Raim a porgergli quella domanda e la rossa non era stata zitta a farsi mandare al diavolo. Con un sorriso melenso e falso sulle labbra gli aveva ficcato un calcio nel fondo schiena, guardandolo storto.
- E allora? Datti una calmata idiota!-
Idiota. Quella parola…sembrava una specie di mantra.
- Ma si può sapere cos’hai?- continuò la ragazza studiandolo con aria scettica – Sembri iperattivo! In classe hai fatto un casino della malora, NON HAI DORMITO e hai terrorizzato a morte le matricole. Ma cos’è, ti serve un esorcista per caso?-
No, era solo nervoso! Era nervoso da matti e non capiva perché!
- Ti serve un calmante, lo sai?-
- Meglio l’esorcista.- ghignò Mitsui fuori dalla porta, appoggiato alla parete con Miyagi.
- E voi due che fate ancora qua?- cinguettò Raim, chiudendo la palestra.
- Aspetto Ayako.- disse sorridente Ryota.
- Aspetto Junko.- disse invece Mitsui, che fumava beato – Ma fa un freddo porco stasera…-
- Tornando al calmante,- riprese la rossa verso l’ala piccola – secondo me ti serve un sedativo.-
- Magari è solo il tempo, che ne sai?- ipotizzò il play dello Shohoku – Sarà sensibile ai cambiamenti climatici.-
- Bella stronzata.- sibilò il volpino con un ringhio.
Gli altri tre ridacchiarono silenziosamente, facendolo incazzare ancora di più e vibrare come una corda di violino. In quel momento arrivarono Ayako e la Kanzaki insieme e rimasto indietro per un attimo con Hisashi, si ritrovò a fissare la sigaretta fra le labbra della guardia. Oh no…
Mitsui alzò un sopracciglio stranito, non capendo che avesse da guardare ma poi seguendo i suoi occhi ci arrivò.
- Ma non ti dava fastidio il fumo?-
- Dammene una.-
- Cosa?! Ma Rukawa…-
- Dammene una e sta zitto, Cristo!- rognò con dei bei dentini da squalo in bella mostra.
Porca miseria! Era proprio andato! Oh mamma mia! Dubbioso tirò fuori il pacchetto di Malboro e gliene diede una, poi avvicinò la fiammella dell’accendino, visto il vento che tirava, e gliel’accese.
Tempo due secondi e l’aveva consumata tutta.
- Ma cosa fa?-
Ayako si era girata un attimo e le era caduta la mascella a terra.
- Oddio…lo sapevo che prima o poi sarebbe impazzito…- alitò la manager.
- Che faccia strana.- se ne uscì anche Junko – Che cos’ha la volpe?-
- Gli manca la scimmia.- sibilò Raim scuotendo il capo.
Il quarto giorno erano arrivati all’apoteosi.
Kaede entrò alle otto di mattina dentro allo Shohoku sgommando come un dannato e rischiando di prendere in pieno qualcuno. Non andò neanche in classe, no.
Filò dritto nella classe di Mitsui, gli smontò metà pacchetto di sigarette sotto lo sguardo allucinato di Kogure e dei senpai e se ne andò in terrazza, dove rimase a fumare tutta la mattina avvolto in una nube grigia che diffidava chiunque dall’andarci a parlare. Sparì nella pausa pranzo, andando a fare un paio di tiri in palestra e così Mitchy colse la palla al balzo, salendo in terrazza insieme a Miyagi.
- Ma tu guarda che casino…- borbottò Ryota, vedendo un cumulo di cicche ammonticchiate – Mi sa che ha ragione Raim. Non gli serve uno psichiatra ma un esorcista. Cosa fai?- chiese poi, vedendo Hisashi trafficare col cellulare – Chi chiami?-
Mitsui gli fece segno di abbassare la voce, poi finalmente rispose la loro salvezza.
- Ehi, mezzasega!-
Ah, parlava con Hanamichi.
- Allora? Come va la schiena?…Ahah…bhè, te ne stai al sole svaccato in spiaggia…sputaci sopra…- rise Mitsui - Senti…quando torni? Dieci giorni davvero? Non è che…puoi fare uno strappo e tornare prima?-
Miyagi sogghignò, troppo divertito da quella faccenda. S’immaginava la faccia di Hanamichi se fosse venuto a sapere di come si stava comportando quello squilibrato di Rukawa.
- No, no! Non è successo niente di grave…- gli spiegò la guardia – E’ solo…si, è solo Rukawa…-
Rukawa che necessitava di una camicia di forza, ecco il problema!
La cosa sarebbe diventata grave comunque, una volta che la volpe avesse strozzato qualcuno!
- Ma niente Hana, lo sai..- Mitsui la stava prendendo alla larga – Ma si…è un po’ strano…ma si, dai…-
- INSOMMA, MI HAI CHIAMATO PER ROMPERMI I COGLINI MITCHY? CHE CAZZO C’E’?-
Quella bora era uscita dal cellulare di Mitsui e ormai non è che si potesse davvero non dire niente a Sakuragi.
- Ok!- Hisashi sbuffò sonoramente, accedendosi una sigaretta a sua volta mentre qualcuno entrava in terrazza con passo sinuoso – E’ semplicemente successo che sta dando i numeri, ecco cosa c’è! …No, no! Non al solito! Peggio! Stamattina ha quasi ammazzato Yoshikawa con la moto, ieri ha fatto piangere tutte le matricole, bestemmia come un dannato, non dorme più e fa filippiche con frasi di venti parole, di cui diciannove sono imprecazioni.-
La nuova arrivata guardò i due a lungo…e poi sogghignò.
Harumi Mihazawa scosse i lunghi capelli, salutando Ryota con cenno, visto che stavano in classe insieme e poi sorridendo in maniera provocando a Hisashi con cui non aveva mai neanche scambiato una parola. Facendogli un chiaro gesto gli chiese l’accendino che lui le porse, mentre continuava a parlare con Hana.
- Insomma, non ti avrei chiamato se fosse il solito deficiente no?- rimbrottò la guardia, notando appena la bella arrivata – Senti, sta fumando come un turco, così ti è più palese la situazione adesso cazzo?-
- STA FUMANDO COSA???-
- Ma deve per forza urlare così?- bofonchiò Ryota, appoggiandosi alla ringhiera.
- Si, s’è messo a fumare!- continuò Hisashi – Mi sta finendo tutte le sigarette e mi sta mandando sul lastrico ok? Io gliele posso anche dare, sai cosa me ne frega, ma se si mette a farmi fuori delle stecche intere e Akagi viene a sapere che le prende da me posso anche dire addio alle mie ossa craniche, chiaro il concetto adesso?-
Ci fu un attimo di silenzio da entrambe le parti, poi Miyagi sentì mugugnare un po’ Sakuragi in sottofondo, quindi si salutarono. Apparentemente non avevano risolto un bel nulla.
- Porca vacca.- sbuffò Mitsui, ficcandosi il cellulare in tasca.
- Risolto niente?-
- No.-
- Siamo proprio nelle grane allora. Raim non può mica prenderlo a cartelle tutto il giorno.-
- Già…- Hisashi inspirò, notando poi finalmente la Mihazawa. Lei gli sorrise ancora, ringraziandolo per l’accendino e con apparente casualità si rivolse a Ryota – Miyagi, non mi presenti il senpai?-
- Eh?- il play nascose a stento un sogghigno – Oh, certo. Hisa, lei è Harumi Mihazawa. È in classe con me. Mihazawa, immagino saprai già chi è lui. Hisashi Mitsui, è la guardia della squadra.-
- Piacere.- mugugnò lui stringendole la mano.
- Il piacere è mio. Essendo la capo delle cheerleaders seguo tutte le vostre partite.-
- Ah…sei la capo gruppo.- ironizzò Mitsui.
- Si, purtroppo si.- rispose con tono soave, guardandolo senza staccare gli occhi dai suoi ma dovette farlo quando la porta della terrazza sbatté di nuovo e la ragazza incontrò uno sguardo che di civile aveva ben poco.
Junko Kanzaki la fissava con un’espressione che ebbe il potere di spiazzare anche Mitsui, ma non disse una parola, raggiungendoli. La Mihazawa invece ringraziò ancora per l’accendino e s’incamminò verso l’uscita. Le due s’incontrarono a metà strada, abbastanza lontane per non essere sentite.
- Sbaglio o sei arrabbiata Jun?- le sussurrò all’orecchio, perfida.
- Sta attenta.- le sibilò solo la Kanzaki.
- Perché? È tuo per caso?- e la Mihazawa, conoscendola, si sarebbe aspettata silenzio invece quella volta la spiazzò. La Kanzaki si volse verso di lei e inchiodandola con un’occhiata infuocata riuscì a farla indietreggiare.
- Lui è mio.- ringhiò a bassa voce – Mettitelo bene in testa.-
- Com’era tuo anche quell’idiota?- fece l’altra, tentennando un po’ – Non mi ricordo neanche il suo nome.-
- Bhè, ricordati il suo di nome!- e l’afferrò quasi per la giacca dell’uniforme, spiazzando Miyagi e Mitsui che da lontano non riuscivano a capire cosa stesse accadendo – Lui è mio! Prova solo a guardarlo in un modo che non mi piace e stavolta non mi limiterò alle parole! Tre anni fa ti sei già presa quello che volevi! Adesso stammi lontana!-
- Credi che mi diverta a spaccare i tuoi giochi Jun?- le chiese.
- Non intrometterti nella mia vita.-
- Io facevo parte della tua vita.-
- Non più da quando ti sei scopata quell’idiota come l’hai chiamato e ti sei anche premurata di farmi assistere!- e si scostò da lei, con espressione disgustata che l’altra incassò senza fiatare.
- Non volevo farti del male.-
- Ma sta zitta.- Junko non riusciva più neanche a guardarla – Mi fai schifo…vattene!-
E la Mihazawa l’accontentò davvero. Dopo una sguardo pieno di pena, se ne andò via lasciando la Kanzaki a vibrare per la rabbia e la frustrazione, inondata dai ricordi di tre anni prima. Un pugno in pieno stomaco l’avrebbe stordita di meno. Perché Harumi era andata lì? Quello sguardo…lo ricordava…
Che avesse…
Fissò Hisashi e la guardia la fissò stupito.
- Jun…è successo qualcosa?-
- Non è che state litigando di nuovo, vero?- s’intromise Miyagi – Junko, lasciala stare quella. È fiato sprecato.-
- Niente.- sibilò zittendoli – Non è successo niente.-
- E tu quello lo chiami niente? Io e il tuo ragazzo ci siamo mandati all’ospedale per quel niente.- ridacchiò Ryota.
- Bei tempi quelli.- cincischiò anche Mitsui.
Si presero un’occhiata al veleno dalla ragazza che di colpo sembrava aver perso tutto il suo buon umore.
Ecco, le veniva di nuovo quella voglia incredibile…quella voglia di fare qualcosa di matto.
- Io non mi fermo oggi.- disse di punto in bianco.
- Perché?- Mitsui assunse un’aria da cucciolo – Dovevamo uscire insieme…-
- Bhè, non posso.- sentenziò – Ho una cosa importante da fare. Ci vediamo domani. Ciao ragazzi.- e senza dargli nemmeno un bacio, girò le spalle e li piantò in asso, lasciando i due ragazzi abbastanza perplessi.
- Dì tappo…ho detto qualcosa che non andava per caso?-
Miyagi alzò le spalle, meno confuso della guardia – La conosco meglio di te. È complicato capirla.-
Complicato sul serio.
La Kanzaki quel giorno sentiva risvegliato in lei quello spirito dispettoso che aveva sopito negli ultimi anni.
Quella maledetta aveva fatto male a provocarla. Voleva portarle via Hisashi?
Bhè, doveva solo provarci. Bloccò una sua kohai, una compagna di squadra, nei corridoi e le disse chiaro e tondo, sconvolgendola, che quel giorno saltava gli allenamenti.
A quanto pareva però non fu l’unica a far sega.
Pescò Rukawa filare dritto al parcheggio delle moto alla fine delle lezioni …e la sua diabolica idea prese forma.
Mihazawa preparati alla prima stoccata!
- Ehi, Rukawa…me lo fai un favore?-
Kaede si volse appena sopra la spalla, sentendo un voce femminile che non fosse quella di Raim o di Ayako.
Era la Kanzaki. L’ultima parte del trio che reggesse.
- Ciao.- le disse appena, buttando via il mozzicone consumato della sigaretta.
- Ciao.- lo salutò la ragazza – Vai via?-
- Hn.-
- Me lo faresti un favore? Poi prometto che non ti disturbo più.- lo incalzò senza essere asfissiante – Dovrei andare in centro, ma devo fare in fretta. Mi puoi accompagnare?-
La volpe soppesò la domanda. Quella che saltava gli allenamenti? Anche lui però…quel giorno non aveva voglia di vedere proprio nessuno, che andasse a farsi benedire il Gorilla e le sue sgridate!
- Dove devi andare?- le chiese, alzando la sella a passandole il casco rosso alato di Hanamichi.
Junko gli rivolse un breve sorriso, infilandosi il casco e sedendosi dietro di lui – Tatoo Club.-
Rukawa si volse stranito a fissarla, col cascò a metà testa – Tatoo Club?-
- Già.-
Lo conosceva quello sguardo. Era lo sguardo di una che vuole fare qualche pazzia.
Bene, la cosa cominciava a interessargli.
Dette un po’ di gas, avvisandola di tenersi forte e sgommò via esattamente com’era entrato in quei giorni, alzando le gonne delle studentesse e investendo i professori, che quando si riprendevano gli correvano dietro con gli spazzoloni.
Ma c’era una cosa che però di cui la volpe, incurante com’era, non si era accorto.
Ovvero che tutte le cretine del suo club morivano al suo passaggio, perché se ne stava andando via con la Kanzaki.
La Mihazawa la vide bene, perché le passarono proprio sotto il naso e illividì di rabbia.
Dannazione, non si era aspettata una tale risposta…

Erano arrivati finalmente.
In una via secondaria del centro, Rukawa fermò la moto dove la Kanzaki gli aveva indicato, sul retro di un negozietto all’apparenza piccolo e angusto, con una scritta luminescente al neon blu.
- Grazie mille.- gli disse Junko, levandosi il casco e liberando i capelli – Scusa il disturbo Rukawa.-
- Hn.- lui rimase a fissare la scritta, poi l’interno della vetrina.
L’irritazione di quei giorni gli stava facendo venire strane voglie.
- Cosa vuoi fare?- le chiese apatico come suo solito.
- Piercing.- rispose tranquilla, sapendo bene che invece avrebbe fatto prendere un colpo alla Kurata, ai suoi genitori, al mister della squadra e pure a Mitsui – Ma non so ancora se alla lingua o all’ombelico.-
- Come mai quest’idea?-
- Voglia improvvisa.-
- Capisco.- e rimase immobile, continuando a fissare quella vetrina. La sua perversa idea stava prendendo forma e Junko se ne accorse, perché inclinò il capo, per guardarlo incuriosita.
- Vuoi venire dentro?-
- Hn.- bofonchiò, spegnendo la moto e ficcandosi il casco nel braccio.
- Se ti viene voglia di fare qualcosa…- e la Kanzaki sapeva bene che sarebbe successo ma per il momento mise la questione solo in ipotesi -…dì che sei del quinto anno. Gli darò solo il mio libretto, tanto ho già compiuto gli anni e poi guardando te non penserebbero mai che ne hai diciassette. Andiamo?-
Non l’aspettò ma la volpe la seguì docilmente e una volta dentro capì che era nel posto giusto.
Venne loro incontro un tizio sulla trentina con sulle braccia due grandi dragoni che sembravano due opere d’arte.
Li salutò cordiale e chiese cosa volevano. Visto che la Kanzaki voleva il piercing li fece accomodare sui divanetti in una stanza a parte, mentre l’uomo controllava la sua carta d’identità.
- Hai deciso dove farlo?- le chiese poi, sorridente – Lingua o ombelico?-
- Se lo facessi sulla lingua non sopravvivrei due giorni.- sospirò la ragazza – Direi all’ombelico. È l’unico posto dove i responsabili delle gare potrebbero non darmi fastidio. Per quanto dovrò stare ferma poi? Per lasciar cicatrizzare il buco intendo.-
- A dire il vero puoi fare tutti i movimenti che vuoi ma devi tenere il buco morbido e sempre ben disinfettato.- le spiegò, passandole una piccola teca dove c’era dentro dei brillantini – Ci andrà appena un minuto, stai tranquilla. Adesso scegli l’anello, poi appena si libera la camera possiamo iniziare.-
- Hn…- Junko guardava i brillanti di vari colori – Non so…Rukawa, consigli?-
La kitsune lanciò un’occhiata di sbieco a quei piercing che a lui sembravano tutti uguali.
- Il diamante normale.- bofonchiò, accendendosi un’altra sigaretta mentre sfogliava un giornale di tatuaggi.
- Si, hai ragione. Starà meglio degli altri.- annuì la Kanzaki – Tu hai deciso? Vuoi fare qualcosa?-
- Non so ancora.-
- Prenditi il tempo che ti serve.- gli disse il proprietario del negozio – Intanto se vuoi venire ragazza…-
- Vieni ad assistere alla causa del mio futuro linciaggio?- lo invitò Junko, alzandosi perfettamente tranquilla.
Kaede la seguì senza fare storie, parecchio interessato. Non aveva mai visto nessuno farsi il piercing e anche se lui aveva già deciso per il tatuaggio (cazzo, se Hana l’avesse visto in quel momento!) che avrebbe fatto saltare le coronarie ad Akagi, voleva proprio vedere la ragazza di Mitsui a farsi bucare la pancia.
Si chiusero in una stanza asettica, tutta bianca, con delle foto appese alle pareti di tatuaggi pressoché perfetti e il tizio, forse credendolo il ragazzo della Kanzaki, gli dette un alto sgabello e lo fece sedere accanto alla sdraia dove Junko si sedette. L’uomo le fece sollevare la camicia e Kaede si ritrovò a pensare con un addome simile che sembrava di granito quel piercing avrebbe fatto un figurone.
- Mi piacerebbe sapere che dirà Mitsui.- borbottò, mentre il tizio le metteva dello spray gelido sull’ombelico.
- Può dire quello che gli pare. È un colpo di testa in fondo.- replicò la Kanzaki, senza fare una piega anche se ora davanti all’ago per il foro non era più tanto baldanzosa. Fu questione di pochi secondi e se Rukawa trattenne a stento una smorfia, quando la cannula del buco venne sostituita dal piercing, la ragazza stranamente non sentì nulla.
Non era stato poi così brutto! Fastidioso ma sopportabile!
Tempo cinque secondi ed era già tutto finito. Venne spalmata di vaselina abbondantemente sull’ombelico, le fu applicato un cerotto quadrato per tenere tutto chiuso e dopo essere stata riempita di consigli e precauzioni, poté ritenersi soddisfatta.
- Tante storie per niente.- rise Junko, una volta di nuovo seduta in sala di aspetto.
- Già.-
- Allora?- gli chiese curiosa – Hai deciso?- ma prima che rispondesse la kitsune, una ragazza bionda tinta sempre sulla trentina e con una sirena tatuata sul collo li raggiunse, con un foglio in mano scarabocchiato a carboncino.
- Ecco fatto.- disse sorridente, porgendo il foglietto a Rukawa – Ti piace?-
Junko si sporse verso di lui e vedendo il disegno non poté trattenere un ghignetto.
- Che gusto c’è a fare i megalomani a metà eh?- frecciò.
L’occhiata che le rivolse Rukawa era tutto un assenso perché la volpina addormentata con la coda vaporosa avvolta su se stessa era davvero bellissima.
- Dove?- gli chiese la donna.
E Kaede, che non era proprio un suicida, le indicò sotto al polso sinistro. Un punto in cui avrebbe potuto nascondere sempre il tatuaggio con uno spesso orologio e con le polsiere in palestra.
- Lì la pelle è sensibile, farà un po’ male.- l’avvisò la tizia, facendo cenno di seguirla dentro un’altra stanza che si era appena liberata da un ragazzo che si era fatto tatuare il nome della fidanzata sul fondo schiena.
- Non importa.- si limitò a dire l’ala piccola, levandosi la giacca della divisa e arrotolando la manica della maglia bianca. Lo stava per fare davvero, pensò. Porcaccia, non che ora volesse tirarsi indietro: l’idea della volpe gli piaceva, anche perché quel nomignolo gli sarebbe stato incollato per sempre. Il disegno era appena sagomato e molto sottile, quindi niente di troppo esagerato…e poi gli andava e basta! Al diavolo.
Era nervoso e si faceva fare un tatuaggio, nessuno aveva diritto di rompergli.
- Di che liceo siete ragazzi?- chiese loro la tizia, togliendo dai pacchetti usa e getta un ago monouso.
- Shohoku.- rispose Junko, seduta a gambe incrociate vicino alla poltrona di Rukawa, curiosa come prima lo era stata la volpe dell’operazione in corso.
- Shohoku eh? Anche io sono stata studentessa lì. C’è ancora il vecchio vice preside Yoshikawa?-
- Si.- rognò Rukawa, pensando al prof di matematica che odiava con tutte le sue forze.
La donna rise, armando letteralmente di ago la pistola ad inchiostro – Ok, adesso cerca di stare fermo il più possibile. Non fare movimenti bruschi. Dalla grandezza del disegno ci vorrà un’oretta e mezza. Pronto?- e senza dargli il tempo di rispondere accese la pistola. Quel rumore di trapano per la prima volta in vita sua riuscì a far sbiancare di terrore l’algida kitsune. Si abbarbicò letteralmente alla poltrona, vedendo andare su e giù freneticamente quell’ago…
Che idea di MERDA!!!
Mezz’ora più tardi stava sotto tortura, col polso in trazione e la pelle pallida come la neve.
La Kanzaki continuava a stargli seduta vicino, sfogliando interessata altre riviste mentre quella maledetta tatuatrice non stava zitta un secondo. Li stava riempiendo di chiacchiere ma visto che erano parecchio refrattari entrambi al chiacchiericcio, quella faceva praticamente dei monologhi senza fine.
- Fa male?- gli chiese Junko qualche minuto dopo, mentre la tizia gli tamponava un po’ di sangue dal polso.
- Secondo te semp…- si zittì, mordendosi la lingua e imprecando – Tutto ok.-
- State insieme ragazzi?-
- No,- Junko sorrise melensa alla donna, invitandola forse a farsi i cazzi suoi – lui gioca in squadra col mio ragazzo.-
- Squadra di basket vero? Sei molto alto.- cinguettò la bionda – Il tatuaggio viene benissimo, manca solo la coda che è la parte più difficile. Direi che ne abbiamo ancora per mezz’ora, poi un quarto d’ora per le rifiniture e sei fuori.-
Grazie a Dio! Quel bucherellare lo stava uccidendo!
Per non parlare del rumore di quel fottuto trapano! Prima e ultima volta! Se lo giurò quando la tizia ebbe finito anche la coda. Ripulì il polso dall’inchiostro schizzato e quando vide il lavoro finito…bhè, rimase piacevolmente sorpreso.
Ne era valsa la pena. Non avrebbe mai creduto di essere tipo da fare questo genere di follie ma la mancanza dell’elemento di disturbo nella sua vita gli aveva sballato il bioritmo.
Si lasciò imbrattare il polso di vaselina, ascoltò gli ennesimi consigli della tizia su come dover sempre ammorbidire la pelle e furono finalmente fuori che erano ormai le sette di sera.
- Senti Rukawa…te lo lasci offrire un caffè?- gli propose Junko – Sei più cadaverico del solito.-
- Hn.- bofonchiò. La simpatia si sprecava cazzo…
- Guarda che non lo faccio per fare la ruffiana.- gli ricordò – Volevo solo ringraziarti del passaggio. La tua venerazione di gruppo la lascio a quelle deficienti del tuo club.-
- Grazie, troppo buona senpai.- sibilò – Dai, sali.-
- Bene, c’è un bar dietro l’angolo.- gl’indicò – Ti basterà un caffè e una dormita.-
Dopo aver bevuto una tanica di caffè quasi a testa, aver rimirato le loro follie pomeridiane e aver sbadigliato a più non posso, i due si salutarono davanti a casa della Kanzaki che fece appena in tempo a scendere dalla moto e ringraziarlo ancora una volta perché il suo cellulare si mettesse a suonare impazzito.
Come minimo era Mitsui, così Kaede le dette la buona notte e se ne andò beato a casa sua.
Lì trovò dei messaggi in segreteria, che ascoltò svaccato sul divano con la l'insolita sigaretta in bocca.
Il primo era di Akagi, ovvero una serie inconsulta di bestemmie per aver segato l’allenamento.
Il secondo messaggio, che lo risvegliò un po’, era di Raim che dal tono dolce e preoccupato lo pregava di richiamarla per parlare del casino che stava combinando.
Il terzo invece fu del tutto inaspettato e quella voce irritante risvegliò subito i suoi bollori.
- Ciao Kit! Ehi sfigato, come te la passi?- era Hanamichi da Okinawa e la volpe se ne stupì un po’ – Qua sto benissimo, ti ho trovato un bel souvenir, se fai il bravo giuro che te lo porto. Ultima cosa…fuma di meno e tromba di più, è un consiglio da amico. Ciao!- e con quell’ultima frase quasi fece cascare dal divano il volpino, incazzato nero.
Qualche deficiente della squadra non sapeva proprio farsi i cazzi suoi!

Quinto giorno, venerdì.
- RUKAWA!!!! Smettila di fare falli, cazzo!-
La volpe incassò il collo nelle spalle, con la coda e le orecchie basse, la solita aria serafica davanti al Gorilla che stava pensando seriamente di ucciderlo. Aveva buttato gambe all’aria Kakuta con un placcaggio non molto ortodosso e per ultimo aveva terrorizzato a morte Rei, rubandogli la palla.
Ormai non se ne poteva più. Akagi uscì dal campo mentre la partita fra quelli del primo fino al terzo anno continuava in un circolo continuo di falli e piagnistei delle matricole.
E la loro volpe era ormai andata fuori di testa.
- Mi piacerebbe sapere che s’è fatto al polso.- gli disse Kogure, appoggiato alla porta della palestra a prendere aria con Miyagi e Mitsui, che fumava tranquillo.
- E’ vero. Ho notato anche io che è fasciato.- annuì Ryota – Dite che ha incontrato quegli idioti per strada?-
- In effetti non ce lo direbbe, conoscendolo.- Kogure lo guardò di nuovo preoccupato – Tu che dici Takenori?-
- Dico che è da manicomio, ecco cosa!- sbottò il Gorilla, fulminando Mitsui con un’occhiata atomica – E tu, pezzo di deficiente! Non ti ho dato una pausa per venire qui fuori a sputtanarti i polmoni!-
- Dio, che rottura di palle.- sbuffò la guardia – Lasciami vivere. Sto anche smettendo. Sono fermo a due sigarette al giorno ormai. Tempo un mese e ne sono fuori.-
- Che voglia che ho di romperti le ossa…-
- Dai, dai…ragazzi, calma.- li placò il quattrocchi – Rukawa ha bisogno di una mano. Si vede che è molto nervoso, dobbiamo cercare di capire cos’ha senza urtargli i nervi e dargli una mano.-
- Quello che gli serve è una fucilata nella schiena!-
- Ma allora siete proprio ritardati…- se ne uscì Hisashi, attirando l’attenzione di tutti e tre – Non avete ancora capito cos’ha?-
- No, sapientone. Cos’ha?- gli rinfacciò Akagi.
- Plebei, non avete capito che si rompe senza Hanamichi?-
Miyagi e Akagi allargarono le bocche a palla, mezzi sconvolti, mentre Kogure inclinò il capo, illuminato.
- Non ci credete?- ridacchiò la guardia, dando un tiro lento e pigro – Ok, fateci caso: è da quando Hana è partito che ha cominciato ad annoiarsi, non so se ve ne siete accorti ma in campo placca solo me. Inoltre ha dei comportamenti molto simili a quelli di quel cretino, fra cui terrorizzare a morte l’avversario con delle occhiate di fuoco. Il bestemmiare poi è tutto dato dal surplus di energie che si ritrova ora. Prima le scaricava facendo a botte con Hana o semplicemente standogli dietro dalla mattina quando si andavano ad allenare, alla sera, quando facevano insieme il ritorno verso casa. È in pieno iperattivismo e non sa come convogliare queste energie. Probabilmente non capisce nemmeno lui perché gli girano così tanto le palle e diventa ancora più aggressivo. Claro il concetto?-
Dopo un attimo di silenzio, i tre fecero un lungo fischio.
- Sti cazzi…- fece Miyagi – Hai pensato di andare lo psicologo una volta fuori di qua, Hisa?-
- Sul serio Hisashi.- aggiunse anche Kogure – Sei sbalorditivo.-
- O forse solo un pazzo può capire gli altri pazzi.- disse Akagi sarcastico, compresa però perfettamente la situazione della sua ala piccola – Visto che hai capito tutto comunque, fai qualcosa no?-
- Ah si? E cosa dovrei fare?- sbuffò Mitsui, levandosi la sigaretta dalle labbra – Mi tingo i capelli di rosso e mi metto una bandana in testa con sopra scritto Tensai?-
- Bhè, non si può mica lasciarlo alla sbaraglio così.- disse Miyagi – Anche se non credo che sarebbe d’accordo col tuo responso medico, sai?-
- Già, Sakuragi dipendente.- borbottò il capitano – Se lo viene a sapere ci investe tutti con la moto.-
- Sentite, che si dia una bella scaricata da solo!- disse Mitsui esasperato – Non sono sua madre né suo fratello!-
- Scaricata? Vuoi mandarlo a letto con la prima che passa?- s’illuminò Ryota.
- Scemo, non ha bisogno di trovarsene un’altra.-
- Un’altra?- allibirono gli altri tre e solo allora Hisashi capì la gaffe, così deviando allegramente il discorso si ributtò in campo, anche se quel testardo di Miyagi non lo mollò per tutta la sera, continuando a tampinarlo e facendogli domande a sorpresa, per beccarlo soprappensiero, affinché gli dicesse la verità.
Ma la bocca del caro Mitsui per una volta era saldamente sigillata. Non aveva voglia di farsi uccidere dalla sua ragazza che tra l’altro era stata piuttosto sfuggente con lui. A quanto gli aveva detto aveva pure lei saltato gli allenamenti per andare in un posto…mah, stavano dando tutti di matto!
Finiti gli allenamenti e rimasto illeso dal casino negli spogliatoi, Mitsui scambiò due parole con Ayako sulla nevrosi della volpe, poi si prese qualche minuto di tranquillità e si spostò nell’altra ala dello Shohoku, dove c’era la palestra coperta delle squadre femminili.
Gli allenamenti di pallavolo finivano sempre qualche minuto più tardi dei loro e così avrebbe potuto vedere Junko giocare. Arrivato davanti alle porte della palestra non si stupì dello stuolo di maschi che fissavano bavosi la squadra in pieno allenamento e si appoggiò con loro alla parete. Ogni volta che la vedeva s’incantava sempre…
Non dovette aspettare neanche un secondo per vedere la sua ragazza saltare a rete e rompere il muro con facilità. La schiacciata andò perfettamente a segno sulla linea di campo e in quel momento le matricole che le facevano d’avversarie sembravano piuttosto avvilite.
Alcune quasi scappavano quando schiacciava Junko.
- Cacchio, la Kanzaki è sempre fortissima!- disse all’improvviso un tizio accanto a Mitsui, del quarto anno.
- Con lei e la Kurata non avremo problemi neanche quest’anno!- annuì un altro tizio del quinto, che Hisashi conosceva di vista – Avete notato che è tornata in squadra anche la Kotobuki?-
- Si, credevo fosse arrugginita ma gli esercizi con la Bambolina devono averla rimessa in carreggiata!-
Un altro boato richiamò l’attenzione della guardia. Junko era alla battuta.
Un colpo…e fu punto subito. Dritto e pulito.
I commenti di quei maniaci si sprecarono e quando l’allenamento finì, si azzardarono ad andare tutti addosso alle ragazze della squadra, ma Junko non degnò di un’occhiata nessuno di loro. Infatti notò Mitsui e lo raggiunse, lasciando i pretendenti a bocca aperta.
- Bella partita.- ironizzò la guardia, ricevendo un bacio sulle labbra.
Lei alzò le spalle, con un asciugamano sulla testa – Mezze tacche le matricole. Non vedo l’ora che la Kurata si tolga quel dannato gesso. Lei era l’unica che prendeva le mie schiacciate.-
- Ti annoi?- le chiese divertito, passandole la braccia alla vita.
- Abbastanza. Ah, senti…devo dirti una cosa.-
- Cosa?- mugugnò, iniziando a baciarle il collo.
- Ho fatto un piercing.-
Lapidaria. Una legnata sulla nuca.
- Cos’hai fatto?- riecheggiò lui, sbattendo le ciglia.
- Un piercing. E non fare quella faccia, è sull’ombelico.-
- Ma nooooo!!!- attaccò a piagnucolare distrutto, con aria teatrale – Hai un anellaccio proprio lì?-
- Senti, non fare il maniaco. Due settimane e non dovrò più metterci la vaselina.-
- Uffa…- Mitsui la guardò storto, smettendola di fare il pagliaccio – Potevi dirmelo sai? Ti avrei accompagnato.-
- Veramente mi è venuta la voglia ieri mattina. E poi ci sono andata con Rukawa.-
Rukawa? Ah si, eh? La guardia schioccò la lingua, lasciando perdere anche se con la volpe avrebbe dovuto farci presto una sana e bella chiacchierata - Ti è venuta voglia dopo che hai attaccato al muro la tua amica?-
Junko perse subito il buon umore e lui se ne accorse, sospirando.
- Perché non me ne parli?-
- Perché non mi va e non c’è niente di cui parlare. Io non sono mai venuta a darti il tormento su quello che facevi quando eri un teppista, no?-
- Bhè, potresti anche farlo. Io non ho più niente a che fare con quella vita ormai.-
- E io invece avrei ancora a che fare con la Mihazawa secondo te?-
- Da come ti comporti direi di si.-
- Sciocchezze.- sibilò, dandogli le spalle per andare a cambiarsi quando lui la bloccò ancora.
- Chi è il bastardo?- chiese, tranquillo, afferrandole la mano.
Lei si volse lentamente, tanto da sembrare innaturale.
- Cosa?- alitò.
- Chi è il bastardo?- richiese, facendosi serio.
- Chi ti ha detto di lui?-
Stavolta Hisashi la vide letteralmente irrigidirsi. Quel discorso la feriva, lo capì dai suoi occhi che non erano più duri e impenetrabili. Stava male davvero. Senza una parola le passò una mano fra i capelli e glieli baciò.
- Se non ne vuoi parlare, d’accordo…- le sussurrò sulla fronte – Ma io sono qua. Va bene?-
Lei non rispose, stringendo le mani sulle sue braccia.
- Junko?-
- Dammi un minuto. Mi cambio e ritorno.- gli disse sgomenta.
La lasciò andare ma questa volta non avrebbe ceduto. Si sarebbe fatto raccontare tutto, in un modo o nell’altro.


Il week end passò in fretta e non ci furono incidenti di sorta, anche se qualcuno del Kainan arrivato a casa sua trovò di nuovo degli chaperon appostati alla sua porta. Shikuda, tanto per cambiare.
Sendoh si era infrattato a fare Sanpei in un qualche lago del cavolo e così si era levato dalla balle, ma Nobunaga finì in questura per aver lanciato bottiglie di vetro in mezzo alla strada in testa ai teppisti che avevano scavato delle trincee di fronte a casa sua mentre Jin dovette chiudersi nella mansarda dei suoi vicini. Allo Shohoku si erano fatti saggi e svegli, così Mitsui non uscì di casa sua e anche Miyagi che ormai era diventato un esperto nel camminare sui muretti aveva preferito chiudersi nella sua stanza, onde evitare di perdere la pazienza con qualche deficiente in vena di prenderle di santa ragione.
Si era fatto così lunedì mattina e Rukawa si svegliò per andare da solo al campetto. Senza il do’aho.
Accidenti, ma quando tornava? Solo giovedì.
Era troppo tardi…si rompeva, si rompeva!
Ma entrato nel campetto di pessimo umore, anche se un tenue sole stava uscendo dalle nubi scure di fine novembre, trovò un piacevole diversivo al Tensai. Un’altra testa rossa lo aspettava seduta sulla panchina.
Raim si volse verso di lui quando sentì i suoi passi alle spalle e gli sorrise, mentre Kaede si chinava a baciarla.
- Ciao.- lo salutò, staccandosi appena.
- Hn. Cosa fai qua?-
- Volevo parlare.-
Lui sbuffò, lasciando andare la palla, il lettore, i guanti e preparandosi a un’altra tirata anche da lei si mise seduto al suo fianco, ma il tono di Raim fu insolitamente gentile.
- I ragazzi sono preoccupati.-
- Hn.-
- Non sto scherzando scemo.- lo rimbeccò sistemandosi al suo fianco di tre quarti – Forse te lo fanno capire con sgridate e pugni, ma si stanno davvero preoccupando. Poi Mitchy ha spiegato perché stai andando in palla e…-
- Mitchy cosa?- riecheggiò cavernoso – Che ha detto quello svarionato?-
- Niente, solo che non sai più dove mettere le energie che prima sprecavi con Hana.-
La guardò per un attimo sbattendo le palpebre, poi si chiese che metodo usare per ammazzare Mitsui.
Il missile anti carro lo usava per uccidere lui, non i cretini dello Shikuda.
- Io sarei nervoso per Sakuragi?- sibilò.
- E poi ha ipotizzato un po’ di stress sessuale ma…-
- MA COSA?- sbraitò alzando la voce e prendendo fuoco come di recente gli capitava spesso, sotto gli occhi esasperati della sua rossa. – Tesoro, calma.- lo placò lei, carezzandogli la testolina fumante – Come ti ho detto sono in pensiero.-
- Che vadano al diavolo.-
- Proprio hai le fette di salame sugli occhi.- Raim scosse il capo – Cos’è, ti infastidisce che qualcuno pensi a te?-
- Hn.- e si chiuse a riccio, stizzoso.
- Dai, non fare il bambino Ru! Ok, sei nervoso ma devi cercare di controllarti. Non puoi continuare a far piangere Rei e Nobu perché ti gira! Hana torna fra quattro giorni, vedrai che andrà meglio.-
- Ma allora sei fissata anche tu.-
- Non vedo altra soluzione.-
- Non mi girano per il do’aho.-
- No, infatti. Ti girano perché non usi le energie che scaricavi con lui.-
Grr…adesso aveva voglia di mangiarsela viva. Chissà perché ma quel rosso dei suoi capelli gli faceva pericolosamente tornate alla memoria quell’idiota. Si, forse avevano ragione tutti quanti. In una settimana aveva accumulate troppe energie che prima aveva sempre scaricato facendo a botte e pungolando il do’aho.
- Fanculo.- rognò a bassa voce, imbronciato come un bambino.
Raim rise divertita, carezzandogli la nuca delicatamente.
- Vuoi allenarti?-
- M’è passata la voglia.- berciò velenoso.
- Mamma mia, sei grave allora. Senti, mi dici dove sei andato giovedì pomeriggio?-
- Eh?- giovedì pomeriggio? Ah, adesso si faceva due ghignate.
- Sono uscito con la senpai Kanzaki.-
Raim, che stava bevendo dalla bottiglietta, quasi si sbrodolò tutta, tornando a fissarlo sconvolta.
- Come prego?-
- L’ho portata in un posto.- le spiegò, intenerendosi nel vederla intristirsi – Sciocca.- aggiunse poi, passandole un braccio sulle spalle – Siamo andati al Tatoo Club.-
- Al Tatoo Club?- Raim ricollegò tutto – Ma allora eri con lei quando quella matta s’è fatta fare il piercing!-
- Già.-
La sua rossa era allibita…e poi, illuminandosi, abbassò il viso sul suo polso fasciato.
- Oh no…Rukawa che hai fatto?-
- Il simbolo della fertilità indiana. Ed è bello lungo.- sibilò sarcastico.
- Dai stupido volpino, non fa ridere! Sono giorni che scleri, che ti sei fatto? Proprio tu poi…mi sarei aspettata una botta di testa simile da Hana ma non…- ma si bloccò, sospirando. Mitsui era un genio. Aveva capito proprio tutto.
- Allora?- riprese – Mi fai vedere o no?-
Lui nicchiò un po’ ma alla fine cedette e si sciolse la fasciatura, piazzando il polso sotto il naso arricciato della sua rossa. Dapprima non fece commenti davanti alla volpina, poi rialzò gli occhi verdi che brillavano divertiti.
- Bella.- disse solo, sporgendosi a baciarlo.
Rispose subito con entusiasmo al suo bacio, infilandole le dita nei capelli e spingendola più verso di lui, forzandola ad aprire le labbra. Mentre le loro lingue lottavano, riuscì a sdraiarla sulla panca, mettendosi sopra di lei e iniziando ad accarezzarla lentamente.
Dannazione, stava diventando un’impresa resistere.
All’improvviso lei si staccò, sospirando forte, rossa in viso…e carezzandogli le guancia.
- Sai…sono giunta alla conclusione che dobbiamo proprio fare l’amore, volpe.-
Come faceva a non desiderarla tanto?
Sentì il cuore saltargli letteralmente in gola, mentre con le dita intrecciate in quelle di Raim la fissava senza riuscire a staccare gli occhi da quella visione.
Si chinò a baciarla di nuovo, stavolta con un tocco leggero e poi si rimise seduto, tirandola su con lui.
- Non qua.- le disse, con la bocca fra i suoi capelli meravigliosi.
- Oh, riesco a controllarmi senza saltarti addosso.- l’assicurò, infilandogli al contrario le mani sotto alla felpa.
- Getti benzina sul fuoco.-
- Hn…forse.- rise, baciandogli il naso dopo di che si alzò e gli dette la mano. Era ora di andare ormai.
Si diressero a scuola in moto ma Raim gli chiese di nuovo di lasciarla davanti ai cancelli sul retro dello Shohoku.
Ok, ora si preoccupava davvero. Di cosa aveva paura?
Non fece in tempo a chiederglielo che era già filata via, così, confuso e letteralmente stralunato su queste stranezze veramente senza senso, andò dritto ai cancelli principali.
La mattina passò lenta e oziosa. Una vera palla.
Prima Hansen che faceva il marpione con tutte le ragazze, poi quel grandissimo rompi balle di Yoshikawa che gli dette il tormento per due ore di fila, alludendo agli studenti scansafatiche che dormivano e venivano solo per scaldare il banco. Insomma, una pizza senza fine.
Fortunatamente le ore di lezione finirono e venne il momento di andare in palestra.
Sulla strada trovò Rei e Nobu.
I due sobbalzarono, vedendolo arrivare e quasi gli fecero un inchino.
- Senpai Rukawa!- dissero in coro – Bella giornata vero? Va tutto bene?-
Ecco che cominciavano subito a girargli come eliche di una barca.
- Hn.- si limitò a ringhiare, riprendendo la sua strada per non perdere preziosi minuti di allenamento.
In palestra, ancora abbastanza vuota, trovò solo Ayako, Miyagi, Akagi e…Mitsui, che stava seduto proprio fuori dalla linea dei tre punti. Aveva una palla in mano e fissava il canestro.
- Senpai ma che succede?- cinguettò Rei raggiungendoli.
- Che succede…- rise Ayako – Quella capra del tuo adorato senpai Mitchy ha appena scommesso con Akagi 10.000 yen che riesce a fare una tripla seduto per terra.-
- Cosa???- si sconvolsero le due matricole – Ma senpai! È troppa la differenza di altezza!-
- Si ma se la imbuca davvero ti giuro che gli colo un bronzo.- sentenziò Miyagi.
- E state zitti…- bofonchiò Hisashi, che soppesava la palla e sembrava calcolare la forza da imprimere nel tiro.
- Comunque Akagi non è da te scommettere soldi, sai?- cincischiò Ayako.
- Ha rotto così tanto che mi ha fatto perdere la pazienza.- sibilò il Gorilla – Quando non c’è quel cretino deve per forza rompere le palle qualcun altro.- insinuò, mettendo in mezzo direttamente Rukawa. Il volpino guardò altrove ma per una volta era seriamente interessato a uno degli esperimenti del teppista.
Se ci riusciva davvero non l’avrebbe strozzato per la sua tesi dell’iperattività.
E ci riuscì. Il bastardo ci riuscì davvero!
Sconvolgendo tutti quanti e lasciando a bocca aperta perfino Kaede, alzò le braccia e con una spinta maggiore di quella che aveva sempre usato creò una parabola altissima. E fu canestro.
Alle sue grida esultanti, Akagi ringhiando come un dannato buttò le banconote in mano ad Ayako, che faceva da arbitro, poi finito lo spettacolino rimise tutti sotto a lavoro comandando come un generale.
Peccato che la calma durò poco.
Finiti i giri di corsa e il ripasso dei fondamentali per le matricole, all’ennesima partitella scoppiò di nuovo il putiferio.
Forse quell’ibrido di Mitsui doveva aver pensato che per far sentire meglio Rukawa bisognava adeguarsi alle sue follie, perché altrimenti come si spiegava il fatto che anche quell’idiota si stesse mettendo a mangiare le matricole?
Erano sotto canestro quando Rei, presa la palla, stava per tirare ma Ryota veloce come sempre gli fregò la sfera rossa facilmente e…il povero Manabe si girò già piangendo verso Kaede, che attorniato da un’aura di fuoco stava letteralmente per ucciderlo.
- Senpai…scusaaaa…-
- Ti pesa così tanto vivere???- gli sibilò in faccia, facendolo piagnucolare ancora di più.
- Insomma Rukawa, lascialo in pace!- sbraitò Akagi dal fondo della palestra – Ha solo perso la palla, sta bravo!-
- Perdila un’altra volta e ti faccio deportare.- minacciò il volpino, tornando al suo posto.
Rei, distrutto, andò a nascondersi dietro alle gambe di Mitsui che cercò di tirarlo su come poteva ma quando vennero presi in contropiede e Miyagi passò al Gorilla, che piazzò una schiacciata bestiale, l’irritazione salì alle stelle.
- Adesso scoppia.- borbottò Ayako in panchina, con un sospiro.
- Dio, qualcuno faccia tornare Hana.- aggiunse Raim.
E fu come un’apparizione chiamata dal cielo.
Si aprì la porta della palestra, cadde una grosso borsone dello Shohoku sul parquet e prima che qualcuno avesse potuto capire qualcosa di quello che stava succedendo, un tornado rosso con una bandana si fiondò in mezzo al campo e saltò letteralmente sulle spalle di Rukawa, che non essendosi accorto di nulla, vacillò ma riuscì a tenersi in piedi.
- Che diavolo…- sibilò furibondo.
- Ehi kitsune…non ignorarmi…-
Si volse sconvolto, trovandosi Hanamichi letteralmente in braccio.
- Do’aho…-
- ODDIO, GRAZIEEEE!!!- ululò mezza palestra.
- Senpai, sei tornatoooo!!!- pianse disperatamente Rei, buttandosi anche lui addosso a Rukawa per stringere più che altro Sakuragi – Ci sei mancato tantooo!!! Non vedevamo l’ora che tornassi!!!-
- Cristo, era ora.- sospirò Mitsui sollevato.
- Meno male.- Akagi stava ringraziando tutti gli dei del mondo, pure quelli pagani – Meno male!-
- Speriamo che adesso vada meglio.- gli disse Kogure dandogli una pacca sulla schiena – E non si uccidano subito come al sol…-
- LEVATI DALLE BALLE, DO’AHO!-
- EHI KITSUNE! NON TRATTARE MALE IL TENSAI!-
- E BASTA FINITELA! NON COMINCIATE DI NUOVO!- tuonò il Gorilla, facendo tremare tutta la palestra.
Bene, a quanto pareva neanche quel giorno avrebbero potuto allenarsi in santa pace.
Col ritorno della scimmia, la volpe aveva ormai di nuovo il suo bel modo d’incanalare le sue energie…e ora le incanalava alla grande, visto come si stavano pestando le ossa sulla linea di metà campo.
Dopo che Mitsui, tanto non si accorsero nemmeno della sua presenza, li prese per la collottola e li trascinò dolcemente fuori, buttandoli dentro agli spogliatoi, più nessuno ci fece caso anche se ogni tanto il rumore di una testa sbattuta contro gli armadietti non era proprio il massimo.
- Non è che si stanno spellando sul serio?- bofonchiò Kogure preoccupato.
- Ti giuro che non me ne frega davvero più un cazzo.- disse angelico Akagi – Se si ammazzano andrò a ballare sulla loro tomba, te l’assicuro. Avanti, riprendiamo la partita. Yasuda, entra al posto di Rukawa.-
- Si capitano!-
Alla fine andò tutto a posto. Dopo una bella sfogata, ovvero in una mano di botte storica, il caro volpino era ormai tornato a essere il dolce angioletto incazzoso di sempre, ovvero sua Boriosità con la paresi in faccia e il sonno incipiente. Figurarsi che schiacciò perfino un pisolino da in piedi.
- Hana grazie!- Ayako quasi lo baciò quando ebbero un attimo di pausa – Ma come mai sei già qua? Ti aspettavamo per giovedì, sai?-
- Si ma poi mi rompevo…- ghignò Sakuragi, più abbronzato e già pieno di lividi - ..e qua c’era bisogno del Tensai! Non potevate farcela senza di me!-
- Per una volta non mi sento di contraddirlo.- sibilò Miyagi, staccando la sua Ayakuccia dal rossino.
- Come va la schiena Hana? Tutto bene?- s’informò Raim.
- Tutto ok! Ho solo più qualche arrossamento qua e là.- cinguettò allegro – Voi? Tutto a posto?-
- E’ stata una settimana d’inferno.- gli chiarì Ayako – Rukawa ha fatto piangere le matricole tutti i giorni, l’Oni ha ricominciato a far scherzi, la moglie del prof di letteratura cinese è incinta e Mitsui ha infilato una tripla seduto sul parquet.-
- Mitchy ha infilato una tripla da seduto? Wow!-
- Ma hai sentito che ti ho detto razza di idiota?-
- Comunque adesso che il Tensai è tornato non dovete più preoccuparvi di niente!- riecheggiò di nuovo Sakuragi, battendosi un pugno sul petto e afferrando Kaede per il collo della camicia, trascinandoselo fuori – Mi porto via questo rottame, lo faccio disintossicare a suon di calci. Ci vediamo domani eh? Domenica dobbiamo spaccare lo Shoyo! Ciaoooo!-
E se ne andarono come due furie, lasciando finalmente quella povera palestra che dei loro casini era ormai satura.
Bene, finalmente il Tensai era tornato a casa!


Due giorni dopo, domenica verso le sette di sera, il palazzo dello sport era di nuovo gremito.
Sendoh era tornato dal lago ed era arrivato giusto in tempo per assistere al fischio d’inizio.
Shohoku e Shoyo. Di nuovo gli uni di fronte agli altri. Una sfida imperdibile.
- Era ora arrivassi hentai.-
Akira ridacchiò, trovandosi accanto Nobunaga e Jin.
- Salve ragazzi. Tutto bene?-
- Come no…ho ancora la casa assediata.- cinguettò il tiratore da tre del Kainan.
- Sono schedato in questura per atti vandalici a causa loro.- sibilò invece la Nobu-scimmia.
- Ah, che bella la gioventù.- disse Sendoh soave – Piuttosto, sembra che Fujima e Hanagata siano molto agguerriti.-
- Già.- sorrise Jin, appoggiandosi accanto a lui – Ma non c’è in campo il tuo amico Mitsui.-
Akira riportò l’attenzione sul mitico parquet, osservando la formazione dei diavoli rossi.
Alla formazione solita dei titolari mancavano Hana e Hisashi che il porcospino vide svaccati mollemente in panchina.
In campo quella matricola promettente e Kogure al posto loro.
- Non capisco perché Anzai continua a far giocare Rukawa e Sakuragi in set diversi.- bofonchiò Kyota, appoggiandosi con lui sulla ringhiera – Forse si sarà rotto le balle di vederli sempre litigare e pestarsi.-
- Oppure hanno in mente qualcosa.- ghignò Jin.
- Dubito che un cervello limitato come quello di Sakuragi possa servire in un qualche piano strategico.-
Akira sogghignò alla battuta, del tutto interessato però a scoprire se le parole di Jin fossero veritiere.
Il campionato era iniziato da un pezzo e non aveva mai visto giocare insieme quei due…però, forse c’era davvero qualcosa sotto. E poi a quanto gli aveva detto Hana la mattina si svegliava presto e andava a giocare al campetto.
Che con lui ci fosse andato anche il volpino? Almeno così spiegava la nuova attenzione di Hana verso gli one on one e il suo stile leggermente più fluido.
In campo intanto Miyagi aveva già alternato il contropiede a quello di Fujima.
Dal secondo anno Ryota era migliorato enormemente e ormai il capitano e mister dello Shoyo lo batteva solo quando il nanetto non aveva ancora ingranato la seconda…ma quel giorno Miyagi era caricatissimo. Scartava le pertiche dello Shoyo con una tale facilità che in campo perfino Rukawa faticava a stargli dietro per capire che cavolo stesse facendo.
L’amore faceva proprio male, pensò Kaede stoppando un passaggio che rasentava la perfezione e andando a canestro.
Si sentì il solito boato dalle tribune ma anche gli spalti interi occupati da quelli dello Shoyo non fecero sentire la loro mancanza. Sempre armati di bottiglie, facevano un fracasso infernale.
- Se non la smettono vedono che fine fanno quelle bottiglie…- sibilò Mitsui seduto in panchina, seccato.
- Lascia stare.- bofonchiò Hana svaccato con la testa all’indietro – Viene voglia di fucilarli tutti, cazzo.-
- Gli hanno fatto fare i prelievi del sangue a quello dello Shoyo?- ironizzò di nuovo la guardia mettendosi la maglia della tuta addosso – Sai, con tutte le paste che Fujima mandava giù come caramelle…-
- Già!- lo seguì Sakuragi sempre più divertito – Mi fa ridere pensare a quello come a un drogato sai?-
- Sai come si dice…l’abito non fa il monaco.-
- Si ma Fujima e Hanagata proprio non mi sanno di tossici, c’è niente da fare Mitchy…-
- Bene, bravi ragazzi!- urlarono Raim e Ayako in quel momento – Dai che siamo in vantaggio! Dateci sotto!-
- Ehi volpe!- urlò Sakuragi per non annoiarsi troppo – Non è che ti sei sfondato i polmoni? Sembri fiacco!-
- Vaffanculo.- fu la gentile risposta, detta neanche a voce tanto bassa dalla metà campo.
Mitsui attaccò a ridere, contento però che Rukawa fosse tornato alla sua vita da salutista e non gli finisse più le sigarette. Inoltre sembrava stare al passo col loro scatenatissimo playmaker e insieme stavano letteralmente facendo faville. Il problema si presentò quando Hanagata mise la quarta sotto canestro.
Infilò una serie di canestri tutti di fila, passando davanti all’ancora troppo inesperto Manabe e ad Akagi, che doveva controllare anche quel deficiente di Hasegawa, che voleva solo il suo eterno e troppo forte rivale Hisashi in campo, così andò a finire che al primo tempo lo Shoyo era sotto solo di tre punti.
- Mi spiace coach.- si scusò Kogure – Io e Manabe da soli non ce la facciamo.-
- Già, servono i rimbalzi.- s’intromise Akagi, bevendo dalla sua lattina.
- Ok!- cinguettò Hana mettendosi in piedi – Volpe fuori dalle balle, entro io!-
- Do’aho.- mugugnò Kaede, asciugandosi la fronte.
- Non per romperti le uova nel paniere Hana ma secondo me ce la possiamo cavare con Mitchy.- disse Miyagi, seduto accanto alla sua Ayakuccia – Tu hai ancora la schiena che tira per i graffi e io e Rukawa per ora siamo andati più che bene. Hisa in difesa è forte e Fujima sente già il peso della partita. Ancora qualche minuto di gioco e sarà spompato.-
- Non c’è da scherzare con quello.- gli ricordò Ayako – Sei sicuro Ryota?-
- Secondo me ha ragione il tappo.- disse Mitsui – E’ bastato palleggiare basso e ha dovuto spaccarsi la schiena per stargli dietro. Inoltre è ancora sotto pressione per la faccenda degli stupefacenti.-
- Ahah.- sindacò il play – Come ho detto, me lo gestisco bene da solo.-
- Qua serve solo qualche tripla.- annuì anche Kogure.
- Allora mi scaldo.- disse Hisashi alzandosi in piedi.
- Quindi tu, scimmia spelacchiata e inutile, tornatene a cuccia.- ghignò Akagi perfido.
- Andate tutti a spararvi, branco di bastardi.- piagnucolò Hana imbronciato.
- Eddai, ti tira la pelle dappertutto!- lo prese in giro Mitsui – Pensa se cadi di culo che male!-
- Pensa se prendo una di quelle bottiglie dello Shoyo dove te la ficco!-
- Voi capre volete parlare con un minimo di decenza!?- li rimbeccò Ayako – Hanamichi, invece di lamentarti pensa a rimetterti i cerotti sulla schiena e ad incitare la squadra!-
- Prima ho incitato la kitsune, non ti ricordi?- chiese angelico.
- Si e s’è sentito anche a Tokyo come ti ha risposto!-
- Tanto è da una settimana che bestemmia dietro a tutti, dai.- la placò Raim divertita – Adesso concentriamoci ok?-
- Kirara ha ragione!- ruggì Akagi – In venti minuti potremo batterli alla grande!-
- Ammesso che Fujima non rifaccia il lavaggio del cervello a quella manica di pertiche.- sibilò Rukawa.
Infatti lo Shoyo tornò in campo ancora più agguerrito e stavolta il mitico play dello Shohoku dovette faticare un po’ più del previsto. Fujima riuscì ad andare a canestro parecchie volte ma Akagi prese alcuni rimbalzi che lasciarono ampio spazio a Mitsui, insieme a un tifo da stadio ogni qual volta saltava la linea dei tre punti, per infilare triple micidiali.
Il punteggio era di 79 a 70 quando a tre secondi dalla fine Hisashi infilò l’ultima tripla.
Il fischio dell’arbitro e la partita fu vinta.
- Porca miseria.- sibilò Nobunaga – Senza neanche tanti sforzi ormai.-
- Quelli si fanno sempre più pericolosi.- disse anche Jin, sorridendo come suo solito – Non hanno vinto a caso l’anno scorso. Non credi anche tu Sendoh?-
- Già.- ridacchiò Akira ficcandosi le mani in tasca, pronto a tornarsene a casa – Contate che Hanamichi non ha giocato, che in campo c’erano due che non sono titolari, che Miyagi è una dannata faina, che Rukawa e Mitsui non hanno neanche il fiatone e che quest’anno è l’ultimo per Akagi. Secondo me hanno ancora parecchie pallottole in canna. Vi saluto ragazzi, ci vediamo. Attenti quando tornate a casa eh?-
- Molto divertente hentai! Mi fai morire!- gli ringhiò dietro Kyota – Accidenti a lui e allo Shohoku!-

La sera stessa, Hana se ne stava tornando dal market aperto tutto la notte con la sua cena.
Sua madre era all’ospedale, Mito e gli altri gli aveva proposto una cena tutti insieme per festeggiare la vittoria ma si era stancato troppo durante il viaggio in metro, il tifo e la rissa col volpino nel spogliatoi. Non desiderava altro che una serata tranquilla davanti alla tv ma una volta davanti alla porta di casa capì che non se ne parlava neanche.
- Cosa vuoi?- sibilò, senza neanche girarsi.
Una risatina gli arrivò all’orecchio, mentre Eikichi Takeru veniva fuori dal parco. Sembrava averlo aspettato apposta.
- Come ti sei accorto di me?- gli chiese senza perdere il ghigno.
- Sotto vento la puzza di voi dello Shikuda è pestilenziale.- gli disse Sakuragi freddo – Allora? Cosa vuoi?-
- Tranquillo, sono solo.-
- Non è quello che ti ho chiesto.- gli disse Hana voltandosi finalmente.
- Bella partita contro lo Shoyo. Almeno ce lo siamo levato di torno.-
- Ti è andata bene non averli trovati in campo. Ripeto: cosa cazzo vuoi?-
- Non sei molto amichevole.-
- Vaffanculo.- rise il rossino, maligno – Io e te dobbiamo ancora parlare delle pastiglie della moto, sai?-
- Ah già. Tutto bene fratello?-
- Si. Ma in moto con me c’era qualcun altro.-
- Ma davvero? Mi spiace.-
- Oh, ti spiacerà te l’assicuro. C’era il mio migliore amico con me.-
Takeru sogghignò – Spero stia bene.-
Hana tacque, fissandolo rabbioso. Dio, che voglia aveva di spaccargli la faccia. Non sarebbe stato contento fino a quando non avesse sentito le ossa di quel bastardo rompersi sotto le sue dita.
Ma ricordava le parole di Anzai. Non avrebbe dovuto rispondere a nessuna provocazione e neanche attaccare per primo.
E poi da come si stavano mettendo le cose, quello era venuto solo per parlare.
Bene, avrebbe sentito le sue stronzate.
- Cosa vuoi?- gli richiese per la terza volta.
- Parlare fratello, niente di più.-
- E allora parla. Ho fame.- ringhiò Sakuragi – Datti una mossa.-
- Bene, ok.- Takeru tirò fuori una sigaretta e se l’accese, serafico – Sono venuto a parlare personalmente con te perché penso che faccia a faccia potremo intenderci meglio.-
- Niente squadrone oggi?- lo provocò Hana sarcastico, desiderando ardentemente poter accendere la miccia che gli serviva – Non hai paura a venire qua da solo?-
- Ti do un consiglio…non tirartela troppo. Io ho iniziato quando tu ancora andavi alle elementari.-
- Ohhh…- Hana alzò le sopracciglia falsamente colpito – Allora devo tremare.-
Il capo dello Shikuda continuò a ridere, ficcandosi le mani in tasca – Ok, non tiriamola per le lunghe. Sono qua perché tu dica ai tuoi compagni di ritirarvi.-
- Guarda che strano…ci avrei scommesso.-
- Si, capisco. Ritiratevi. È un consiglio da amico.-
- Altrimenti?-
Takeru fissò negli occhi Hanamichi, come sondando il suo animo.
- Altrimenti dovrò passare alle maniere forti con voi idioti.-
- Maniere forti…però, quindi le gambe rotte e l’ospedale per te sono gentilezze, giusto?-
- Hai fatto centro.- rispose l’altro soave – Quindi mi aspetto che domani vi ritiriate, ok?-
L’arroganza di quel tizio era spettacolare. Una tale sicurezza di sé non l’aveva mai neanche vista in Rukawa. Quello si aspettava davvero che si ritirassero…da dove la tirava fuori quella sicurezza?
- Tu vuoi davvero che io vada dai ragazzi…- iniziò Hana con le dita sulle tempie - …e che dica a tutti che sua maestà Takeru ordina il nostro ritiro, giusto?-
- No, non voglio. Io PRETENDO.- replicò l’altro con tono assolutamente dolciastro.
- Ma certo, certo.- Hana tornò a dargli le spalle – Abbiamo finito giusto?-
- Mi raccomando.- Takeru tornò per la sua strada – Non fatemi arrabbiare.-
- Si, stanne certo. Ci vediamo!-
- Hn…prima di quanto credi…-
Hana lo vide andarsene via tranquillo com’era arrivato ma quella frase…
Quella frase non gli era piaciuta per niente. Quella minaccia…era rimasta nell’aria.

La mattina dopo, di lunedì alla buon’ora, si diresse al campetto di umore particolarmente plumbeo.
La volpe era già lì ad allenarsi e quando entrò lo raggiunse legandosi la bandana sulla testa.
- Ciao.- gli disse, senza neanche guardarlo.
Rukawa gli scoccò un’occhiata mentre lanciava a canestro e capì subito che qualcosa non andava.
- Do’aho. Che c’è?-
- Cosa? …No, niente.-
- T’ha scaricato.-
- No, cazzone! Haruko non mi ha scaricato.- rispose sbuffando.
- Allora hai fatto cilecca.-
- Neanche. Io a differenza tua non sono frigido.-
- Do’aho. Allora cosa c’è?-
- Niente…- sospirò, andando a prendere la palla e mettendosi a palleggiare – Ieri sera ho avuto un’interessante conversazione col capitano dello Shikuda sotto casa mia.-
Kaede si bloccò di colpo, interessato.
- Che ti ha detto?-
- Di ritirarci. Anzi, l’ha preteso.-
- Era solo?-
- Si.- annuì Hana, lasciando a canestro e infilando la palla facilmente – Sembrava molto sicuro di sé. Ha minacciato di passare alle maniere forti se non ci ritiriamo entro stasera.-
- Hn.- Rukawa riprese la palla, poggiandosela sul fianco – Niente altro?-
- No.-
- Mi chiedo cosa possano fare per farci cambiare idea.-
- Anche io. Gli ho fatto capire di andare al diavolo comunque.-
- Appunto.- Kaede lo fissò attento – Mi chiedo cosa possa fare OGGI per ribaltare la situazione.-
Hana si fermò, preoccupato.
- Dici che…-
- Non fasciamoci la testa do’aho. Probabilmente è un pallone gonfiato.-
- Non lo credi davvero kitsune.-
- Forse.-
- Grazie Kit, parlare con te mi solleva sempre.- frecciò Hana sarcastico – Forza, diamoci una mossa. E’ da una settimana che non mi alleno!-
Terminato il corpo a corpo, altro che allenamento, Sakuragi ruppe così tanto le palle (Raim aveva fatto la spia!) che alla fine Kaede acconsentì a fargli vedere il suo benedetto tatuaggio. Ormai era in via di guarigione e non doveva più spalmarsi di vaselina facendosi ridere dietro da quella deficiente della sua rossa e la volpina era un vero capolavoro.
- Visto che ti piace il nome che ti ho dato?- frecciò Hana dopo aver esaminato bene il polso del nemico.
- Do’aho.-
- Meno male che sono stato via solo una settimana.- insinuò di nuovo, facendogli perdere il lume della ragione – Se fossi stato via un mese sarei tornato e ti avrei trovato donna magari.-
- Vuoi già che ti ammazzi?-
- Ma vai va!- ghignò l’ala grande, salendo sulla loro Honda – Forza, muoviti! È tardi!-
Arrivarono allo Shohoku quando cominciò a cadere una lieve pioggerellina e corsero subito dentro all’edificio.
Le lezioni andarono avanti tranquille, niente lasciò presagire il casino che stava per capitare ma durante l’ultima ora, quella di Yoshikawa, fra equazioni e algoritmi, il povero Hana venne sbattuto allegramente fuori e mandato dal preside perché aveva solo cercato di svegliare la kitsune, prima che il prof eruttasse.
In cambio dalla volpe si era preso un pugno e così con un occhio nero e il dente avvelenato invece di andarsene in palestra dovette filare in presidenza.
Kaede, andandosene via, pensò che quella volta Hana gliel’avrebbe fatta pagare cara sul serio ma una volta arrivato in palestra perse il filo della questione visto che Raim, quella cretina, era andata di nuovo ad allenarsi col club di ritmica.
Voleva proprio farsi legare a un letto e seviziare allora!
Aveva appena finito e stava chiacchierando allegra con Ayako e la Babbuina, nel suo body bianco.
Quando lo vide, fece uno sforzo grandissimo per non volargli fra le braccia.
- Mi hanno presa! Mi hanno presa!- gli sussurrò quando lo raggiunse vicino alla porta.
- Dove? Al manicomio?- sibilò sarcastico.
Lei ignorò il suo tono, abbracciandolo forte per la vita – Ho passato le semifinali! Sono arrivati stamattina i risultati delle gare di sabato pomeriggio! Mi sono classificata seconda!-
Con uno sbuffo le carezzò la testa, felice per lei.
Si vedeva che era al settimo cielo. E ricordava le sue parole di tanto tempo prima.
"Voglio stare sotto gli occhi di tutti…voglio sentirmi il cuore battere a mille!"
L’adrenalina. Ciò che cercava ognuno di loro in fondo…
- Raim…- la bloccò, prima che tornasse dalle altre.
- Si?- gli chiese con gli occhi lucidi di emozione.
- Stasera ti fermi da me?-
La ragazza rimase col nastro stretto al petto e ora l’espressione nei suoi occhi si era illanguidita.
Incurante dei presenti gli si avvicinò molto, si alzò sulle punte e gli sussurrò all’orecchio un flebile "si" che gli fece venire voglia di portarsela via all’istante. Le strinse la mano e si guardarono per un attimo…poi lui se ne andò dritto agli spogliatoi, prima di fare qualcosa d’irreparabile.
- Sono contento per te Kotobuki, davvero.- stava dicendo Kogure pochi minuti più tardi, negli spogliatoi.
- Quando cominciano le gare nazionali?- le chiese Mitsui, arrivandole alle spalle, baciandole la fronte, facendo incazzare a morte Rukawa e andando al suo armadietto.
- A fine gennaio.- rispose la rossa tutta sorridente dalla porta, visto che si stavano cambiando.
- Ma va? Allora hai tempo per diventare la prima, no?- cinguettò Ayako accanto a lei.
- Si, certo.- bofonchiò Miyagi, entrando in quel momento – Ammesso che non si uccida prima!-
- Sto benissimo Ryo-chan.- rinfacciò la rossa.
- Chi è che soffriva di iperattivismo?- riecheggiò Mitsui sarcastico – La mezza sega o Rukawa?-
- Non so, anche la senpai Kotobuki va inclusa nella lista.- ridacchiò Nobu Yaoto.
- Ehi Nobu…- lo bloccò Akagi – Dov’è Rei?-
- Oh, arriva subito capitano.- lo rassicurò la matricola – Appena usciti dall’aula, Rei ha visto Yase Tomigaoka attorno alla sala caldaie e visto che crede sia lui l’Oni, ha pensato che abbia combinato qualche scherzo. Adesso arriva.-
- E’ davvero fissato il moccioso.- disse Miyagi, levandosi la giacca della divisa.
- Già, ma in fondo Junko ha detto che era una matricola della sezione G no?- ricordò Ayako – Forse Rei ha ragione.-
- Mah…secondo me sono cazz…- Ryota si bloccò di colpo, fissando pietrificato dentro al suo armadietto.
Un attimo dopo lo richiuse con un botto sordo, spaventando tutti e facendosi indietro.
- Ma che t’è preso?!- sbottò Akagi – Dai i numeri?-
Ma Miyagi sembrava sul serio scosso. Alzò le mani…e le ributtò lungo i fianchi dopo un’imprecazione.
- C’è…c’è un fottuto cane morto nel mio armadietto!- ringhiò – Cazzo, cazzo!-
Scoppiò un putiferio e mentre il play usciva, furibondo, ed entrava Rei sconvolto da quel macello, Hisashi e Kaede si scambiarono appena un’occhiata. Mitsui controllò, poi richiuse l’anta dell’armadietto, con una smorfia.
- E’ il cane del custode.- sussurrò.
- Che diavolo ci fa lì dentro?- alitò Ayako sgomenta.
- Questi scherzi ormai non fanno più ridere nessuno…- ringhiò Akagi.
- Un attimo gente.- li bloccò Rukawa, con tono roco e basso.
- Cosa c’è?-
- Ieri sera…il do’aho è stato minacciato dal capitano dello Shikuda. Non è successo niente ma quella gli ha ordinato di dirci di ritirarci entro stasera o avremmo passato dei guai.-
- E adesso me lo dici?- lo fece sobbalzare Mitsui – Voi due cretini credete davvero che sia una fottuta minaccia a vuoto? Se ci hanno dato fino a stasera stai tranquillo che prima di ora ce li troveremo tutti addosso!- e senza una parola corse fuori ancora coi pantaloni della tuta e la maglietta, andando a cercare Ryota ma si fermò sulla porta degli spogliatoi.
Miyagi era in mezzo alla palestra e fissava un punto preciso davanti a lui.
All’ingresso, una ventina di ragazzi. Sette, otto di loro con la tuta nera e grigia dello Shikuda.
- Cazzo…- sibilò Akagi, uscendo insieme a Hisashi.
- Salve signori.- sibilò la voce flautata di Eikichi Takeru – Siamo venuti a trovarvi.-
E detto quello le porte della palestra dello Shohoku vennero chiuse, affinché nessun avesse potuto entrare…o uscire.

 

 

 

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Capitolo 11
*** La Resa dei Conti ***


 


Venti.
Dopo averli contati rapidamente, Hisashi Mitsui osservò uno a uno i loro nuovi avventori, imparando subito a memoria le armi che si erano portati dietro, ritrovando così una delle sue vecchie abitudini da teppista che aveva perso da tempo ma che in un'occasione simile era davvero molto utile.
Bastardi. Erano in venti. Venti dannati bastardi dello Shikuda.
Eikichi Takeru, dopo aver fatto chiudere le porte da due tizi alti sul metro e novanta che non dovevano essere della sua squadra di basket, lanciò loro un mazzo chiavi...e questi chiusero le due porte.
Vedendo quel movimento, Akagi si sentì male. Avevano le loro chiavi?
- Però...- Takeru si fece avanti a qualche metro da Miyagi, che era rimasto fermo in mezzo alla palestra, e si mise a guardarsi attorno passando lo sguardo maligno su tutta l'ampiezza del loro campo - Bene, bene...e così è qua che si allenano i famosi campioni nazionali.-
- Gli ex campioni nazionali, vorrai dire.-
Lo Shohoku volse lo sguardo sul "muro biondo" dello Shikuda, Soichiro Shoji che si affiancò al suo capitano, portando una catena e una bastone in spalla.
I due gruppi si fissarono a lungo per un immane attimo di silenzio, poi i nuovi venuti attaccarono a ridere sommessamente vedendo molti dei diavoli rossi indietreggiare non del tutto sicuri.
In pochi stavano sostenendo il loro sguardo e si contavano sulle dita di una mano quelli veramente pericolosi.
- Non vedo la testa rossa.- ghignò Takeru - Ieri sera ci siamo fatti una chiacchierata. È stato illuminante.-
- Se hai parlato con Sakuragi conosci già la risposta Takeru.- gli disse Akagi, avvicinandosi saldo per parlare faccia a faccia - Cosa sei venuto a fare?-
- Non vi ha detto che dovevate ritirarvi entro stasera?- continuò il play dello Shikuda.
- Si, qualcosa del genere.- annuì Takenori, scoccando una rapida occhiata a Shoji che puntava dritto su Mitsui - Ma se fossi furbo come vuoi far credere di essere te ne andresti adesso. Sai cosa rischi.-
- Ooohhhh...- riecheggiò Yuya Takeshi, ala piccola del secondo anno con sprezzo - Sentito capitano?-
- Non fateci perdere la pazienza.- sibilò Shoji con occhi assottigliati dal desiderio di battersi - Allora? Siete tutti qui?-
- Dove le avete prese le chiavi?- gli chiese Akagi, ignorandoli.
- Chissene fotte delle chiavi!- lo interruppe Ryota, vedendo i tirapugni che la metà dei loro avversari si stava infilando sulle nocche. Se andava avanti così sarebbero finiti tutti all'ospedale!
- Dov'è Sakuragi?- chiese ancora Takeru - Non fatemi incazzare bastardi o la pagherete cara oggi.-
Tutto lo Shohoku tacque...mentre Haruko, Ayako e Raim, rimaste sulla porta degli spogliatoi, tremavano al pensiero del casino che sarebbe potuto succedere. Dannazione, dovevano avvisare qualcuno! Hana! Dov'era Hana?
- Dobbiamo avvisarlo.- sussurrò Haruko - Ma se ne accorgeranno!-
- Un tentativo dobbiamo darlo!- la rimbeccò Ayako - Questi è la volta buona che si ammazzano!-
- Ehi ehi...-
Uno del gruppo di Takeru, Ken Yuto del quarto anno, quello col sopracciglio sfregiato, si accorse di loro e sghignazzò, esattamente come fecero il suo capitano e gli altri suoi compagni.
- Abbiamo pubblico oggi ragazzi.- rise Takeshi, grattandosi indolente il tatuaggio sul collo.
- Ciao sorellina.- disse invece Shoji, scoccando una lunga occhiata a Raim - Tutto bene?-
- Ehi, la riccia me la prendo io...- ghignò qualcuno in sottofondo e fu la fine. Prima anche che Rukawa potesse mettersi in mezzo insieme a Mitsui, Miyagi che era già davanti inchiodò Takeru con un'occhiata che Hisashi conosceva bene.
Era tempo di smettere di giocare.
- Se qualcuno di voi fa un passo verso di loro non uscirà da qua sulle sue gambe.-
E non scherzava. I loro avversari se ne accorsero perché per un attimo smisero di giocare coi loro giocattolini.
Prima di andare a pescarli, Takeru si era informato meglio su di loro e sapeva con chi poteva o non poteva scherzare.
- Te lo dico nuovo Takeru.- disse allora Akagi, sentendo che gli animi si scaldavano - Vattene via.-
- Ehi capo...- rise uno dei giganti dello Shikuda - Ma non hai detto che erano tosti questi qua?-
- Sembrano più delle mezze seghe.- ghignò di nuovo Yuya Takeshi - O forse sono bravi solo coi fratelli alle spalle.- insinuò verso Hisashi, che però non fece una piega, ricordando anche piuttosto divertito come Kay avesse segato le gambe a quel pivellino. La sua aria ilare fece alterare subito il ragazzo del secondo anno che serrò la mano sulla spranga.
Appena la ebbe alzata per buttarsi addosso alla guardia dello Shohoku, non finì nemmeno la sua corsa.
La mano di Miyagi si frappose fra Mitsui e Takeshi, bloccò il bastone con facilità e mentre l'ala piccola, sgomenta, capiva che sarebbe finita a terra, Ryota con un calcio sullo sterno lo spedì con una rapidità impressionante sul parquet.
Si girò poi la spranga fra le dita, fissando prima Takeshi, poi Takeru.
- Chi è il prossimo?- sibilò - Ora mi avete davvero rotto.-
- Miyagi...- lo richiamò il Gorilla ma quelli dello Shikuda probabilmente non avevano aspettato altro.
Takeru ridacchiò, scoccando una rapida occhiata a tutti i restanti dello Shohoku.
- Ne conto quattro di voi in grado di fare qualcosa.- ironizzò - Volete proprio farvi mandare all'ospedale eh?-
- Sei tu che ti sei portato uno squadrone.- lo rimbeccò Miyagi con la voce sempre bassa e roca - Cos'è, hai paura?-
L'altro stavolta serrò la mascella, ma non abbassò lo sguardo.
- Richiedo...dove sta Sakuragi?-
- Vaffanculo.- s'intromise allora Rukawa.
- Simpatico. Capo, ce ne occupiamo noi di lui...-
Kaede registrò appena i due tizi dai capelli rasati, alti sempre sul metro e novanta, che in mano avevano catene e...un coltello. Riportò lo sguardo su Takeru, fregandosene.
Quel verme però sembrava essere interessato ad altro e la volpe, quando se ne accorse, si sentì veramente male per la prima volta in vita sua.
- Ciao Kirara.- disse il capo dello Shikuda, accendendosi una sigaretta e fissando avidamente la rossa sulla porta degli spogliatoi - Se mi dai un secondo vengo subito a parlare con te.-
Kaede per tutti risposta si piazzò in mezzo alla loro visuale e dalla sua faccia, Takeru capì subito che forse il pivello aveva qualcosa da ridire. La cosa lo divertì ampiamente e ciccò a terra, sprezzante.
- Eikichi...va via.- s'intromise allora Raim, facendosi leggermente avanti, con le mani nascoste dietro alla schiena - Non fare lo stupido! Se adesso scatenate rissa verrete tutti quanti sbattuti fuori!-
- Tesoro...non noi. Loro.-
- Non ti andrà sempre bene, Takeru.- sibilò Takenori duro.
- Oh, stavolta andrà bene, credimi.- rise quello che sembrava il gatto pronto a mangiare il topo - Vedi Akagi, come tu hai fatto perfettamente notare prima...ho le chiavi della vostra palestra. Strano eh?-
- Chi te le ha date?- sibilò Rukawa.
- Un uccellino che è pronto a giurare di avervi visti attaccarci, con foto in mano.-
- Foto?- Miyagi emise un gemito sarcastico - Oddio...ma l'avete sentito questo qua? Ehi fratello,- aggiunse dopo aver perso ormai ogni briciolo di pazienza che gli era rimasto - se hai tanta paura di giocare a basket sul campo in una sfida regolare forse è meglio che ti dai all'ippica, sai?-
A quell'uscita Mitsui ghignò leggermente, facendo finta di nulla ma i grigio neri non la presero bene.
Takeshi si era ormai rialzato in piedi, il naso che colava sangue e il dente avvelenato, ma i suoi compagni non erano da meno. Erano troppi, erano davvero troppi.
Non potevano farcela. Gli restava un'unica soluzione.
- Prima di prenderci a mazzate...- s'intromise Hisashi, catalizzando l'attenzione di tutti -...che ne dite di risolvere la cosa più facilmente? Uno a uno intendo.-
- Col basket?- ghignò Ken Yuto - Che pacifista.-
- No, non fino a questo punto.- lo zittì Mitsui serafico - Qualcuno di voi gentiluomini immagino che conosca le regole del galateo della strada.-
Soichiro Shoji per un attimo credette stesse scherzando...poi i suoi occhi brillarono.
- Bracciolino.- gli disse, roco.
- Esatto.- ghignò Hisashi, mentre Miyagi, l'unico che avesse capito, stentava a credere alle sue orecchie.
- Bracciolino?- Takeru scoccò un'occhiata piacevolmente stupita alla guardia dei diavoli rossi - Mitsui, non hai smesso di fare il teppista due anni fa? Non ce la farai mai.-
- Un attimo Mitsui!- Kogure era impallidito - Si può sapere cosa vuoi fare?!-
- Che storia è senpai?- sussurrò anche Rei, accanto al vice capitano.
- Accetti?- chiese Mitsui, ignorando i compagni di squadra.
- Mi sfidi?- ghignò Shoji mentre Raim tremava - Se reggi i tuoi compagni non li tocchiamo neanche con un dito.-
- Un momento, porca puttana!- sbraitò Akagi andando a prendere Hisashi per il collo della maglia sbracciata - Mitsui, che diavolo vuoi fare eh? Cos'è che avete in mente?-
- Bracciolino.- ghignò Takeru, illuminandolo - La tua preziosa guardia ha sfidato il mio vice. Ha appena accettato di farsi tirare legato a una moto. Se finito un giro di cinquanta metri si rimette in piedi, ha vinto.-
Rukawa, Akagi, Kogure, Raim, Ayako e tutti gli altri trasecolarono.
- Cosa?- riecheggiò il gorilla - Mitsui, sei completamente fatto?!-
- Se non altro in mezz'ora me la sbrigo.- rise la guardia, sicura di sé - Non ci credi?-
- Hai idea di cosa sono cinquanta metri trascinato da una moto??- urlò anche Kogure - Hisashi ragiona!-
- Ci ho già pensato.- replicò, fissandoli - E siamo troppo pochi. Inoltre ci sono le ragazze. Come vogliamo fare?-
- Si ma così ti farai ammazzare!- gli sibilò Akagi.
- Tranquillo Gorilla. L'ho già fatto.- e senza dire nulla del loro sconvolto, portò lo sguardo su Ryota e Kaede. Silenziosamente affidò tutto a loro due, poi riassumendo la sua aria arrogante andò di fronte a Shoji, sollevò il polso e si fece ammanettare senza lamentarsi.
- Mezz'ora.- disse Takeru verso quel bastardo biondo platino - Fra trenta minuti vi telefono.-
- Nel frattempo non alzare un dito su di loro. Ok?- aggiunse Mitsui con vocetta stucchevole.
- Su questo hai la mia parola.-
- Che vale tanto quanto la mia.- ghignò Hisashi, mentre alcuni teppisti riaprivano le porte per far passare Shoji. Sarebbero andati via in moto ma ovunque l'avrebbe portato, Akagi stavolta temeva sul serio che gliel'avrebbero riportato a brandelli. Dannazione! Che idiota!
- Adesso sei tutto mio, bello.- ghignò Shoji, tirandolo con forza per il polso.
- Oh, ci puoi scommettere.-
- Ciao Hisa. Io mi metto comodo.- bofonchiò invece Miyagi, stupendo tutti e sedendosi a terra tranquillo.
- Senpai...- alitò Rei - Come fai a stare così calmo?-
- Perché gliel'ho già visto fare.- rispose Ryota - Dategli tempo.-
- Sicuro?- chiese anche Rukawa, senza staccare gli occhi da Mitsui fino a quando non sparì oltre la porta chiusa della loro palestra - Ne uscirà in uno stato pietoso.-
- Quando l'ho conosciuto rimediava pochi graffi. Ora è arrugginito...ma ce la può fare.-
C'era però chi dubitava fortemente delle intenzioni dello Shikuda.
Infatti Raim se ne accorse subito.
Lo conosceva Takeru...avrebbe finito per scatenare la sua maledetta rissa, in un modo o nell'altro.
Anche se alcuni si erano svaccati a terra, girandosi fra le mani catene e tirapugni, i titolari della squadra erano rimasti in piedi e solo il pensiero che Mitsui era ammanettato a quel bastardo poteva far sentire un po' meglio Akagi.
Gli costava dirlo ma la guardia aveva avuto ragione. Loro erano troppo pochi.
Osservò gl'invasori che si scambiavano scommesse su come Mitsui sarebbe tornato a brandelli e intanto il gorilla vide anche che la volpe non sembrava perfettamente gelida come suo solito.
Takeru continuava a fissare le ragazze sulla porta degli spogliatoi...lo ammazzava!
- Toglimi una curiosità Takeru.- cominciò Akagi, cercando di prendere tempo - Il tizio che ti ha dato le chiavi è quello che ha messo quel cane morto nell'armadietto?-
- Però, che perspicacia.- rispose l'altro caustico - Dovreste stare più attenti alle vostre cose.-
- Già, entrare qui è stato facilissimo.- rise Yuto, palleggiando svogliatamente seduto accanto a Kikuji.
- Per non parlare di come sarà facile per Shoji far passare quel ghigno dalla faccia del vostro bastardo.- aggiunse Takeshi gelido - Faceva tanto il figo ma secondo me dovrete raccoglierlo con la spugna.-
- Esattamente come te un mese fa, vero imbecille?- rise Miyagi.
- E sta zitto!- sbraitò quello del secondo anno, balzando in piedi furibondo.
- Sta buono. Non fartele dare di nuovo.-
- Vedrai che non avrai più tanto da ridere fra un po'?!-
- Hai degli amici focosi Kirara.- rise di colpo Takeru, buttando a terra il mozzicone della sigaretta - Ma io e te dobbiamo ancora parlare di una certa cosetta. In privato.-
Raim serrò i denti ma quando il migliore amico del suo fratellastro fece per avvicinarsi di nuovo a lei, si trovò di fronte alla barriera fisica di Rukawa.
La ragazza si portò le mani alla bocca. Oddio...Kaede stava rischiando moltissimo! E non lo sapeva!
- Spostati.- gli sibilò il capo dello Shikuda.
- Fai un passo e sei finito.- replicò Rukawa roco.
- Che cazzo vuoi eh?- Eikichi sogghignò maligno - Se vuoi rogna ti faccio giocare con qualcun altro.-
- Mi hai stufato...mandi sempre avanti gli altri...- Kaede assottigliò pericolosamente gli occhi.
- E tu fai troppo l'eroe per i miei gusti.- e senza il minimo preavviso caricò un pugno fortissimo che prese la kitsune in pieno stomaco. Alla risposta di Rukawa, arrivata altrettanto in fretta, Takeru cadde pesantemente a terra...e si scatenò l'inferno.
In un attimo una decina di teppisti balzò addosso al gruppo dello Shohoku e Kaede venne preso e buttato a terra da due colossi armati di catena. Fra le grida delle matricole e delle riserve, vennero letteralmente accerchiati su tutti i fronti e a fermare quell'avanzata fu impossibile.
- Maledetto bastardo!- ringhiò Miyagi, spedendo a terra Yuto con un calcio micidiale nel basso ventre - Avevi promesso che avresti aspettato la loro chiamata!-
- No, veramente hai capito male.- ghignò Takeru fissando Kaede a terra con le mani in tasca - Veramente gli aveva promesso che i ragazzi non avrebbero alzato un dito...-
- Già...infatti stiamo alzando le spranghe, coglione!- urlò Takeshi avventandosi alle spalle del play dello Shohoku.
- Eikichi basta!- Raim dovette urlare per farsi sentire, terrorizzata dal coltello che uno di quelli che teneva fermo Rukawa aveva in mano - Non è necessario tutto questo!-
- I tuoi amici mi hanno rotto, Kirara.- ghignò quello, volgendosi verso di lei e cominciando a raggiungerla, mentre la ragazza di rimando indietreggiava - Devono ritirarsi. Per volontà loro o dovessi anche mandarli tutti in ospedale lo faranno!-
- Ayako...- sussurrò la rossa un attimo prima che il capitano dello Shikuda le volasse addosso - Ti prego...chiama Hana...chiamalo!- e un attimo dopo la spinse via, proprio quando Takeru l'ebbe presa per mano e trascinata dentro agli spogliatoi.
- Raim!- urlò Rukawa da terra, caricando un potente manrovescio che piegò a terra uno dei due colossi che lo schiacciavano a terra - Raim!-
Non fece in tempo a raggiungerla che venne di nuovo gettato a terra. Lì ricevette una serie di pugni nello stomaco e a nulla valsero i suoi richiami. Se non altro Ayako era riuscita ad attaccarsi al cellulare...ma dovette lasciarlo cadere quando altri tizi arrivarono addosso a lei e a Haruko. Sbiancando cercarono di levarseli di torno, sfuggendogli, ma alla fine solo Ryota riuscì a sistemarli, già stanco e ansante per i numerosi colpi inferti e subiti.
Dannazione! Erano sempre troppi!
Andato agli spogliatoi trovò la porta chiusa e sbiancò. Raim...
Dentro intanto Takeru fissava la sua preda con aria divertita.
- Non sei cambiata.- le disse, sorridendo appena mentre la rossa si fermava contro un armadietto, sempre con una mano ben nascosta dietro alla schiena - Non dimostri mai la tua paura...-
- Il fatto che tu me ne incuta dimostra a che punto stiamo bene insieme no?- replicò lei sarcastica.
Lui rise di più, guardandola da capo a piedi - Ti sta bene il bianco.-
- Cosa vuoi Eikichi?-
- Lo sai cosa voglio.- disse tranquillo, avvicinandosi lento come un felino - Ma non mi piace sentirti urlare.-
- In compenso rompere le ossa agli altri ti risulta più orecchiabile?-
Raim digrignò i denti. Aveva in testa solo Kaede...solo lui. Al solo pensiero di quel coltello si sentiva morire.
- A cosa pensi?-
- Al fatto che ti stai giocando di nuovo la nazionale.-
- Non dirmi balle.- le disse, piantando di colpo la mano contro l'armadietto, facendola sobbalzare lievemente - Kirara, Kirara...sei sempre bellissima. Eppure c'è qualcosa di diverso.-
- Lasciami Eikichi.-
- Perché? Adesso non c'è più il tuo ragazzo. A proposito, come sta?-
- Bene.- rispose lei, piatta.
- Peccato. Speravo gli fosse esploso il cuore...- e a quell'uscita Raim non si contenne più. Alzò il braccio e gli dette un violento ceffone, che gli fece girare il volto arrossato. Lei lo vide ghignare, col sangue alla bocca.
Takeru se lo pulì appena col pollice, leccandosi il dito.
- Mi fai venire una voglia tremenda così...- sussurrò e un attimo dopo la incollò all'armadietto col suo corpo, divorandole letteralmente le labbra. La ragazza attese un solo secondo, il tempo di sentire la sua lingua violarle la bocca e poi agì. Alzò il braccio nascosto dietro alla schiena e Takeru urlò forte, sentendo un dolore atroce alla testa. Cadde a terra, tenendosi la tempia sanguinante e Raim fuggì via, tenendo stretta la clavetta che le aveva regalato un tempo minimo per correre dagli altri.
Ma una volta fuori, in palestra, vide che le cose peggioravano.
Kaede era ancora a terra, che rischiava di farsi strozzare da Takeshi e un altro gigante, Akagi che ne teneva a bada sei, Rei e le matricole che si difendevano in gruppo. Miyagi stava ancora cercando di proteggere Ayako e Haruko...
Con le labbra sporche del sangue di Takeru, cercò di aiutare almeno la kitsune.
Takeshi non se ne accorse neanche fino a quando non sentì un dolore atroce alla fronte.
Si prese una delle due clavette di Raim in testa e s'inginocchiò, distrutto.
Questo dette a Rukawa la spinta per rimettersi in piedi, spaccando quasi la mascella al colosso che lo strozzava con un calcio. Si rialzò, col collo candido pieno di lividi, fissando Raim come impazzito.
Stava bene...stava bene...
Non fece in tempo a dirle di andarsi a nascondere che però venne di nuovo assalito...e la rissa entrò nel suo vivo.

Intanto Hana stava uscendo sospirando dalla presidenza.
Mamma mia, aveva ancora la testa piena dei rimbrotti del vice preside. Yoshikawa proprio odiava sia lui che Rukawa. Non li poteva vedere. E dire che comunque lui s'impegnava abbastanza nella sua materia.
Mah, che andasse al diavolo.
Sbadigliando come un dannato si preparò ad andare in palestra e a farsi spaccare la testa dal Gorilla, visto il ritardo di più di un'ora, ma negli spogliatoi interni se la prese comoda comunque. Infilandosi la tuta nera e rossa dello Shohoku guardò anche svogliatamente il cellulare. C'era una chiamata persa da parte di Ayako...
Uscì nei corridoi con la sacca in spalla e fuori in cortile non trovò quasi un'anima ma arrivato a pochi metri della palestra sentì che qualcosa non andava. Non sentiva...rumore di palleggi.
Corrucciò la fronte ma uno strano gelo gli s'insinuò nelle vene.
Raggiunte le porte e abbassata la maniglia trovò tutto chiuso. Poi le grida, i passi veloci, i colpi.
- Merda...- batté forte un pugno contro la porta, sconvolto - Aprite! EHI APRITE!!!-
Dall'interno Rukawa sentì la sua voce, esattamente come tutti gli altri.
- Cazzo, cazzo!- sbraitò Ken Yuto - Ehi Take! Ce n'è uno fuori!-
- Allora diamoci una mossa.- sibilò il capitano dello Shikuda - E non aprite quella fottuta porta, chiaro?-
- HANAMICHI! HANA!- urlò Miyagi.
- Ragazzi aprite! Aprite questa porta!- gridò il rosso da fuori, continuando a picchiare forte ma a nulla valse l'uso della forza bruta. Continuò a sentire urlare tutti i suoi compagni e si mise le mani nei capelli.
Dio, non sapeva cosa fare. Non sapeva come entrare! Aveva paura che si stessero veramente ammazzando!
Poi, di colpo, gli tornarono alla mente le parole di Mitchy.
La Kurata...
Corse come un matto verso l'altra ala dello Shohoku, verso la palestra femminile, parlando al telefono con Yohei accorato e pregandolo di raggiungerlo subito.
La squadra di pallavolo si stava allenando in quel momento e il fracasso procurato dalle schiacciate della Kanzaki era fortissimo, ma non riuscì a coprire le porte sbattute all'ingresso turbolento di Hana.
Le ragazze lo guardarono sconvolse, mentre si piegava sulle ginocchia, col fiatone.
- Hanamichi.- Junko bloccò la partitella, fissandolo stranita - Che succede?-
- Senpai...- alitò il rosso, riprendendo fiato - La Kurata...la senpai Kurata! Dimmi dov'è! Ho bisogno di lei!-
- Ma si può sapere che succede?-
- Aiutami, per favore!- urlò quasi, stavolta facendola sbiancare - Lo Shikuda ha chiuso i ragazzi in palestra! Si stanno massacrando, ma le porte sono chiuse, non riesco ad entrare!-
- Merda! - sibilò Junko, buttando a terra la palla e correndo agli spogliatoi. Lì si mise a urlare e ne uscì con Naomi Kurata, in tuta, stupita da tutto quel baccano. Hana le ripeté tutto sempre più in fretta, quasi si mise in ginocchio perché l'aiutasse e la ragazza non ci mise molto a pensarci. Fermò gli allenamenti, ordinò a tutte le compagne di seguirla e dopo aver preso la sua tracolla si tirò dietro Hana e Junko.
Ritornati davanti alla palestra trovarono Yohei e gli altri e la Kurata si mise subito al lavoro, accucciata davanti alla serratura delle due porte. Le sue compagne invece facevano da palo, preoccupate e spaventate si, ma anche molto vigili.
- Cristo...si stanno ammazzando!- sibilò Mito, sentendo continui colpi e grida.
- Quelli ci vanno giù pesante sul serio.- ringhiò anche Noma - Hana, una volta aperte le porte dovremo fare tutto in fretta.-
- Senpai, quanto ti ci va ancora?- la incalzò Junko frenetica - Muoviti!-
- Faccio quello che posso, dammi tempo.- replicò la Kurata, armeggiando con una rudimentale forcina - Non ho neanche dietro gli attrezzi giusti!-

Dentro invece erano arrivati alla fine delle loro energie.
Miyagi era trattenuto da ben tre tizi per le spalle, con Takeshi che continuava a colpirlo allo stomaco e direttamente sulle costole con un bastone. Akagi era chiuso in un angolo, gli altri o a terra gonfiati di pugni o trattenuti.
E Rukawa...stava ancora steso sul parquet, stretto per le braccia dai due colossi che Takeru si era portato dietro.
Quel bastardo stava proprio dietro di lui, a guardare i suoi amici pestarlo, col ghigno sulle labbra.
- Adesso la finite di fare i duri eh?- ridacchiò perfido - Allora? Rinunciate o no?-
- Vaffanculo!- ringhiò Kaede.
Gli arrivò un pugno in faccia e sputò del sangue, ma tornò a fissarlo.
- Allora? Te lo richiedo. Mollate o no?-
- Vai-a-farti-fottere.- scandì Rukawa, parola per parola.
Gli arrivò un colpo dritto allo sterno che fece scoppiare a ridere tutti quei maledetti, poi il cellulare di Takeru si mise a squillare. Eikichi si volse vero Raim, che era tenuta stretta fra le braccia di Kikuji, continuando a ridere, senza perdere mai la sua aria sicura.
- Il tuo fratellino ha sistemato Mitsui.- sibilò e si portò il cellulare all'orecchio, accedendosi l'ennesima sigaretta.
- Soichiro? Però, ci hai messo poco. Venti minuti.-
Dall'altra parte sentì lo schiocco di un altro accendino e sorrise, divertito.
- Come sta? A pezzi vero?-
- Si...- sibilò una voce a lui sconosciuta, che lo fece pietrificare - Sta proprio a pezzi.-
Tutti presenti si fermarono quando lo sentirono silenzioso...e poi la risata di Miyagi spezzò quell'atmosfera innaturale, facendo rabbrividire i titolari grigio neri.
- Allora Takeru?- lo schernì Ryota - Dì un po'...chi ha vinto eh? Salutamelo già che ci sei.-
- Bastardo.- gli ringhiò per telefono - Se ti prendo sei finito Mitsui.-
Hisashi, seduto su un gradone di cemento davanti al mare, dette un breve tiro di sigaretta, cercando di non svenire per il dolore. Rise al cellulare, poi lo spense, dicendogli chiara e tonda un'ultima cosa.
- Ehi Takeru...attento alla porta.- mormorò a bassa voce, mentre il sangue gli colava dalla schiena e dai graffi sulla tempia sinistra - L'uragano potrebbe portarti via.- e gettò il cellulare ai piedi di Soichiro Shoji che giaceva privo di conoscenza con il volto riverso nella sabbia, accanto alla sua moto ribaltata.
- Porca puttana!- sbraitò Takeru, richiudendo il telefono con uno scatto brusco e sputando a terra - Voi teste di cazzo mi avete davvero esasperato! Vediamo se così vi convinco! Tada, fai vedere al nostro amico che ormai non scherziamo più!-
A quell'ordine, uno dei due giganti col piercing al naso che stava tenendosi a terra Rukawa, seduto praticamente sul suo torace, estrasse il coltellino come Raim aveva temuto.
- No, fermo!- urlò Akagi - Takeru ma che cazzo fai?!-
- Adesso ve lo richiedo per l'ultima volta.- sibilò il capitano dello Shikuda, ormai al limite della pazienza mentre la lama del coltello si avvicinava all'occhio sinistro di Rukawa - Vi ritirate si o no?-
- EIKICHI NO!- strillò letteralmente Raim, agitandosi come un pazza - NON LO TOCCARE!-
- Sei impazzito!?- urlò anche Miyagi.
- Allora?- tuonò Takeru, fissando gli occhi blu di Rukawa senza sentire i lamenti degli altri - Vi ritirate? Se non lo fate giuro che gli faccio cavare un occhio! Non scherzo cazzo!-
Quella lama. Kaede se la sentiva premere sotto l'orbita, vedeva i suoi aguzzini...e sentiva Raim, le sue urla, le sue preghiere. Ma rinunciare...alcuni colpi alla porta e l'immagine di Hanamichi gli si parò davanti, nella mente.
- Adesso basta, smettetela!-
- Takeru cosa facciamo?- gli chiese il colosso.
- Akagi...- ringhiò il play dello Shikuda - Vi ritirate? Mollerete?-
Il gorilla lo fissò fra le tante facce presenti, fra i lamenti dei feriti, il sangue che sporcava il parquet...
- Ehi bastardo...-
Tutti quanti, col cuore il gola, portarono lo sguardo su Kaede. E fu la fine.
- Vai all'inferno!-
- Tada...- sibilò Takeru.
Un grido lacerante e Raim si coprì il viso, scoppiando a piangere, disperata. Fra le altre grida terrorizzate, Miyagi non riuscì più a trattenersi. Si divincolò e riuscì a liberarsi, afferrando finalmente Takeshi per il collo e sbattendolo al muro. Lì l'ala piccola si afflosciò, poi toccò agli altri.
Akagi e Kogure fecero lo stesso, animati da una rabbia incontrollabile...mentre Takeru fissò impassibile il sangue colare a terra, la lama sporca di rossa e il ghigno dei suoi amici.
Rukawa stava a terra...girato a faccia in giù, con una mano sul volto...
- Tada...la spranga.- ordinò.
Il suo amico gli passò il bastone di ferro e Takeru, facendo il giro, si trovò di fronte al gruppetto che teneva ancora fermo Kaede. Sorrise, alzando il viso su Raim...poi puntò gli occhi freddi sul ginocchio della volpe.
- Dì addio alla tua carriera campione.- e levò in alto l'arma.
Tutto il resto fu visto dagli altri come al rallentatore.
In un attimo, Kikuji ricevette una fortissima gomitata in viso, che lo stordì quel tanto che bastava per permetterle di liberarsi. Poi, senza pensarci, Raim si parò di fronte a lui, a scudo...e Kaede sentì distintamente il suo gemito di dolore, il suo grido sottomesso, quando la sua ragazza ricevette il colpo sul braccio sinistro, incrociato con l'altro.
Fu così veloce che nemmeno la prontezza di riflessi di Takeru riuscì a salvarla.
Con gli occhi sgranati, il ragazzo la vide sobbalzare indietro...e finire direttamente fra le gambe di Rukawa.
La volpe la prese al volo...e da quel momento non sentì, non capì e non volle più vedere nulla.
Un profondo taglio sopra al suo sopracciglio gli stava inondando l'occhio di sangue ma gli sembrava di vedere tutto rosso comunque. Con Raim stretta al suo petto...la sentiva fremere, piangere...il polso sinistro stretto nella mano destra. Tutto a pezzi...era andato tutto in pezzi.

"Voglio stare su quel palco...voglio sentirmi addosso gli occhi di tutti..."

"Tu pensi sempre al basket vero? Io sto ancora cercando quella cosa che non mi faccia pensare a nient'altro..."

"Voglio sentire il cuore che mi scoppia, mentre tutti applaudono...mi capisci?"

Lentamente, quasi in maniera innaturale, Rukawa le posò le mani sulle spalle e le baciò appena una tempia, sussurrandole qualcosa e poi si mise in piedi.
Col sangue che gli colava su tutta la parte sinistra del bellissimo volto, si tolse la fascetta nera dall'avambraccio e se l'attorcigliò stretta sulle nocche. Poi si stracciò la maglietta e con le bende ottenute si legò strette anche quelle sulle nocche della mano destra.
E poi non ci fu più il verso di fermarlo. Si avventò come un predatore addosso a Takeru che, ancora sconvolto per quello che aveva fatto colpendo Raim, non riuscì a sostenere una forza del genere.
Sconvolto e terrorizzato a morte da quegli occhi che non aveva mai neanche potuto pensare potessero trasformarsi così, picchiò violentemente la testa a terra ma quello fu solo l'inizio. Pugno dopo pugno, dolore e stordimento si alternarono ma non si placarono mai, come non si placò la forza e la rabbia sorda con cui Kaede iniziò a colpirlo freneticamente in pieno viso, macchiandosi di sangue la fascetta e le nocche. Non gl'importava dove colpiva, non gl'importava di chi gli urlava di fermarsi, né chi cercava di farlo smettere. Si levò di dosso amici e nemici, infierendo in maniera quasi disumana contro un avversario che ormai non poteva più neanche muovere un muscolo.
Avvertì a malapena Raim in lacrime, aggrappata alla sua schiena che gli urlava, lo supplicava di fermarsi. E non sentì neanche la porta della palestra che si apriva di scatto, non sentì gli altri entrare, non vide la fine che fecero i teppisti dello Shikuda...poi qualcuno, più forte di lui, riuscì a strapparlo appena in tempo dall'oggetto del suo odio più feroce.
Kaede si sentì afferrato e sollevato di peso, poi spinto via. Fece per colpire anche quell'intruso ma il suo pugno venne fermato da Hanamichi...
Si riprese dopo molti secondi, rivedendo negli occhi del do'aho la realtà in cui erano piombati.
Aveva le mani sporche di sangue...la fascetta nera quasi irriconoscibile...
- Basta.- gli sussurrò Hana implacabile - Basta, finiscila.-
- Lasciami.- gli ringhiò Kaede - Lasciami!-
- La stai spaventando, smettila!- sibilò allora il rossino - Non te ne accorgi?-
Tutto riprese forma, consistenza. Il suo obiettivo era ormai a terra, ridotto a una poltiglia mugolante.
Il cuore tornò a battere e quando si volse, trovò Raim a un passo da lui. Gli occhi inondati di lacrime, tremante.
Un secondo dopo la stringeva forte fra le braccia, distrutto, disperato.
Intanto Mito raggiunse Hana.
I primi teppisti avevano cominciato a filare via e così anche Yuto e Kikuji avevano raccolto Takeshi e Takeru, imprecando ma sulla porta Sakuragi li fermò col tono più gelido che qualcuno gli avesse mai sentito.
Takeru stava appena in piedi ma quando si ritrovò incollato al muro con lo stesso coltello che aveva ferito Rukawa lo riconobbe bene. Ad impugnarlo era Hana...e glielo stava puntando dritto sulla pupilla.
- Sakuragi!- urlò Takenori - Che diavolo fai?!-
- Insegno a questo idiota le buone maniere. Ora mi hanno davvero rotto!- sibilò il rosso, a un dito dal viso tumefatto di quel verme - Ora ascoltami bene, bastardo schifoso che non sei altro. Lo vedi questo coltello? Lo vedi? A differenza vostra io ti giuro che saprò usarlo come si conviene la prossima volta che trovo un solo graffio su uno dei miei compagni, sono stato chiaro? Mi hai sentito?? Rispondimi!-
- Si!- alitò quello, faticando a parlare e sputando sangue contemporaneamente.
- Se trovo ancora te o uno dei tuoi amici qua attorno giuro che me la pagherete cara! Avete passato il limite stavolta! Tu prega che quel taglio non gl'impedisca di giocare...o di vedere!- aggiunse, rivolgendosi alla ferita di Rukawa - Perché se si presenterà una di queste due possibilità, a te invece ne rimarrà solo una! Se succede...prendi e scappa. Scappa, capito? Perché se ti ritrovo ti ricambierò con la testa moneta moltiplicata dieci volte! Hai capito?-
Takeru non rispose, continuando a sfidarlo ma ormai quasi svenuto.
- Ora andatevene!- urlò Hana, ormai fuori di sé, gettando il corpo martoriato di capo branco ai piedi di Kikuji - Portatelo via e non fatevi mai più vedere! Se solo provate a tornare giuro che non vi andrà più così bene, intesi? E adesso fuori!-
Quando tornò il silenzio, un silenzio pesante come il piombo, Hana si appoggiò con la mano alla parete...faticando a trovare il respiro. Attorno a lui c'erano le ragazze del club di pallavolo, i suoi amici...alcuni pieni di lividi, altri a terra svenuti. Miyagi gli si avvicinò lentamente, tenendosi le costole.
Gli posò una mano sulla spalla...e finalmente il rossino si calmò. Scoccando una rapida occhiata ai presenti, decise che doveva prendere la situazione in mano.
- Ok,- scandì lapidario prendendo in mano il cellulare - Ayako se ci riesci fai un rapido controllo generale e dimmi chi deve andare subito al pronto soccorso. Ryo-chan, mettiti sdraiato su una panchina e non fare storie, subito ho detto! Tu, Gori...si, devi farti vedere quel taglio sulla testa. Kogure, quella mano va fasciata... Yohei, rimettimi in piedi Rei e Nobu...Haruko, tesoro tutto a posto? Bene, meno male. Kit!- aggiunse poi, visto che stava ancora abbracciato a Raim - Vai a sederti e subito anche! Stai perdendo sangue a fiumi.-
- Dov'è Hisashi?- alitò Junko guardandosi attorno.
- Merda, è vero! Hana, ha fatto bracciolino contro Shoji!- lo informò subito Ryota - E' di sicuro in spiaggia!-
- Cosa?- si sconvolse la Kanzaki - Oddio, ma è impazzito?!-
- Va bene!- Hanamichi pensò rapidamente e infilando la mano libera in tasca prese le chiavi della Honda e le lanciò a Mito - Yohei, prendi la senpai e andate in spiaggia. Per fare bracciolino l'unico posto buono è davanti al campetto. Se non è lì, è per il quartiere di Harashi, alla piazza della fontana. Muovetevi!-
- Io intanto prendo la macchina!- gli disse la Kurata, fissando lo stato pietoso in cui si erano ridotti - Vi ci porto io all'ospedale, facciamo prima! Voi ragazze!- ordinò poi alle sue compagne - State qua e ripulite tutto prima che arrivino i prof o verranno sbattuti tutti fuori!-
- Si capitano!- annuirono quelle, diligenti.
- Hana, noi andiamo a far casino davanti alla sala professori!- gli disse Noma rapidamente - Così non verranno qua e daremo tempo a voi di andarvene e a loro di ripulire.-
- Perfetto, veloci!- disse Sakuragi battendo le mani e parlando velocemente al cellulare con qualcuno - Io aspetto la senpai Kurata! Ci vediamo tutti in ospedale, ok? Yohei fai in fretta! Mitchy potrebbe aver bisogno di una mano!- e dopo che tutti furono scattati via veloci, per Hanamichi iniziò un'altra lotta.
Dopo aver spento la comunicazione mandò Ayako e Haruko a prendere il kit di pronto soccorso negli spogliatoi e si mise a guardare terrorizzato a morte, senza darlo a vedere però, la ferita sulla fronte della volpe.
A mala pena stava seduto e il sangue scorreva a fiumi.
- Aspetta...piano Rukawa...- mormorò Ayako preoccupatissima, mentre gli puliva la ferita - Dio, qua continua a uscire sangue! Servono dei punti!-
- Si ma prima bisogna tamponare tutto!- proruppe il Gorilla - Bisogna mettergli qualcosa di provvisorio.-
- Ok, aspetta.- Hana si fece largo e s'inginocchiò davanti all'ala piccola e mentre Ayako gli appoggiava un quadrato di garza sulla ferita, il rossino gli legò in testa la sua bandana per tenere ferma quella rudimentale fasciatura.
- Bene, ora possiamo andare! Rei, ce la fai ad aiutare Miyagi?-
- Si senpai!- annuì la matricola che si era difesa con le unghie e coi denti.
- Perfetto...andiamo...kitsune che fai?- sbottò vedendolo mettersi in piedi e traballare - Non ce la fai da solo!-
- Rukawa, ascoltaci!- gli disse anche Kogure - Se cadi andrà ancora peggio!-
- Ce la posso fare da solo...- sibilò con un occhio chiuso, pallidissimo - Non mi serve...aiuto...-
- Smettila idiota!- tuonò Akagi, conciato male come gli altri - Vuoi crepare dissanguato per caso?-
- Ho detto che ce la faccio!- ringhiò il volpino fra i denti - Sto in piedi...camminerò da solo...- ma si bloccò, quando Sakuragi l'afferrò imbestialito per il collo della maglia, quasi sollevandolo alla sua altezza.
Era furibondo e stava per esplodere.
- Kaede adesso basta!- ringhiò Hana chiamandolo direttamente per nome, fissandolo tanto da trapassarlo - Se crepi qua giuro che farò un brutto scherzo al tuo cadavere, chiaro? E adesso smettila di farmi girare le palle! Avanti!- scandì poi lapidario, dandogli la schiena e mettendosi nella posizione per prenderlo sulle spalle - Muoviti, non abbiamo tutto il pomeriggio.-
Manco a dirlo...Rukawa non replicò più nulla...e docile come un cucciolo si lasciò portare in spalla, cingendo il collo di quel testardo di un do'aho per poi quasi addormentarsi.
Pochi minuti più tardi erano tutti a bordo della monovolume di uno dei professori che teneva sei posti, anche se sopra erano direttamente in otto. La Kurata doveva aver rubato anche la macchina...
Davanti con lei Akagi e Kogure, più Ayako che era stretta nell'angolo. Nei sedili posteriori c'erano Miyagi, con la cassa toracica fatta a pezzettini, Raim che si teneva il braccio, Hana appoggiato alla portiera e Kaede steso quasi sul suo torace, con la testa rovesciata sulla sua spalla e il rossino che gli teneva premuto delicatamente il taglio con una mano.
Haruko e gli altri infortunati erano in un'altra macchina, guidata da una delle compagne della Kurata, la Noda.
- Ci siamo quasi.- l'informò Naomi - Hanamichi, hai avvisato che arrivavamo?-
- Si, c'è mia madre di turno.-
- Fantastico.- borbottò Miyagi, faticando anche a respirare - E adesso che le diciamo?-
- Tanto lo sapeva che avevamo problemi.- si limitò a dire il rossino, continuando a premere sulla ferita alla testa della kitsune - E poi credo che farà domande quando avremo tutti il fiato per rispondere.-
- E se chiamano la polizia?- sussurrò Kogure.
- Occupiamoci di un problema per volta.- l'incoraggiò Ayako - Hanamichi, come sta Rukawa?-
- Oh, sopravvivrà.- sorrise il Tensai, scompigliando i capelli scuri del volpino - Kit...sei vivo?-
- Do'aho...-
- E' vivo.- ghignò Hana - Mi piacerebbe solo sapere come sta Mitchy.-
- Quell'idiota si sarà davvero fatto fare a pezzettini microscopici!- ringhiò il Gorilla - Io non so come si possano concepire tali puttanate! Bracciolino! Solo lui poteva fare una cosa così!-
- Ehi, tappo...- Sakuragi fissò Miyagi preoccupato - Davvero lo sa fare senza uscirne tritato vivo?-
- Si.- Ryota serrò i denti per il male, ogni qual volta respirava sentire un dolore atroce alle costole - Quando...quando l'ho conosciuto era molto bravo...una sera gliel'ho visto fare...per circa settanta metri. Ma sono due anni che...che...ha promesso a suo fratello di smetterla...non so come ne sarà uscito...comunque Takeru ci ha parlato al telefono...-
- Merda, merda!- sbottò Akagi - Se lo prendo lo rovino!-
- Takenori fai un favore, stattene buono!- lo zittì Kogure - Hai preso un sacco di botte sulla schiena e sulle spalle, quindi per favore cercare di calmarti. Quel livido sullo zigomo poi non mi piace per niente.-
- Già, rilassati, o potresti svenire.- infierì Ayako - Raim...tu invece come stai?- sussurrò, fissando la rossa che stava chiusa fra la volpe e Ryota - Come va il braccio?-
La Kotobuki cercò di sorridere ma le uscì solo una smorfia.
- Non...non credo sia rotto.- sussurrò a fatica.
- Forse te la cavi con un tutore.- le disse la Kurata, guardandola nello specchietto - Oppure è solo un livido.-
- Non credo...quel colpo è stato fortissimo...- sibilò Miyagi rabbioso - Quel bastardo...se lo riprendo giuro che...-
- Ehi, adesso finitela!- sbottò Hana - Non riuscite neanche a stare in piedi, vedete di calmare i bollori!-
- Hai chiamato Anzai Sensei?- gli chiese Kogure.
- Appena vi mettono tutti in barella lo faccio.- assicurò - Non voglio farlo preoccupare prima del tempo.-
Finalmente arrivarono al Seirin, l'ospedale dove lavorava la madre di Hana e chi poté scendere e andare sulle sue gambe fino all'interno dell'ambulatorio lo fece, Miyagi, Rukawa e Akagi invece vennero fatti stendere sulle barelle.
Una volta posata la testa su qualcosa di morbido che non fosse più la spalla del do'aho, Kaede chiuse gli occhi. L'ultima persona che vide fu Raim, in piedi accanto alla sua barella. Gli teneva la mano...ma lui non la stringeva.
Aveva sonno...troppo sonno.

Due ore più tardi, Hana stava davanti al primario del pronto soccorso a sentire la diagnosi dei suoi compagni.
E sua madre, sbuffando, cercò di spiegargliela chiaramente.
- La vuoi addolcita o nuda e cruda, tesoro?-
- Mamma, non scherziamo per favore!- sbottò secco - Se devo ammazzare qualcuno che lo faccia almeno per qualcosa di serio! Avanti, come stanno? Non farmi penare!-
Accanto a lui erano arrivati anche Haruko, Junko Kanzaki, Kogure a cui era stata fasciata solo la mano e Ayako.
E tutti pendevano dalle labbra della signora Kana.
- Ok, dunque...iniziamo da Ryota. Non ha costole rotte ma ha contusioni peggiori di un giocatore di football alle prime armi. Gl'impediranno di respirare bene per almeno una settimana e ce ne vorrà un'altra prima che quei lividi si riassorbano. Gli abbiamo sistemato le mani e fasciato la testa. Ha un bernoccolo, ma niente di serio in confronto al torace.-
- Meno male.- sussurrò Ayako - La ringrazio molto anche per quello che ha detto ai suoi genitori.-
- Si ma sia chiaro che non vi coprirò un'altra volta.- sibilò la donna, fissandoli seria - Spero davvero che questa sia l'ultima volta che vi trovo qua ragazzi.-
- Va avanti mamma.- la pregò Sakuragi.
- Ok...il tuo capitano ha una brutta contusione sulla tempia, gli abbiamo messo un paio di punti. Lividi sulle braccia e sulla schiena, dovrà metterci il ghiaccio per almeno tre giorni di fila per far sparire quel gonfiore...e ha uno zigomo ridotto molto male. Dovrà andarci piano ma si riprenderà.-
- Oh no!- sussurrò Haruko, stringendosi ad Hana - Ma starà bene vero?-
- Si, stai tranquilla Haruko-chan. Presto tuo fratello potrà rimettersi in piedi.-
In quel momento dalla stanza occupata dai giocatori dello Shohoku uscì Kay Mitsui, che sospirando con pazienza ringraziò ancora la madre del Tensai. Le chiese poi notizie di suo fratello...visto lo stato in cui era stato portato lì.
Hana al solo pensiero si sentiva di nuovo fremere.
Yohei e la Kanzaki avevano trovato Mitsui in spiaggia, seduto su un gradone di cemento. Il polso escoriato da una manetta di ferro, i vestiti laceri, escoriazioni e abrasioni su tutta la schiena e sulla parte sinistra del volto.
Ma stava bene...quel maledetto stava bene! Era perfino andato a letto sulle sue gambe che non avevano subito nemmeno un piccolo graffietto.
- Hisashi e Kaede dovranno stare sotto flebo per qualche giorno.- spiegò la signora Kana con un blando sorriso - Ho rifatto loro l'antitetanica e se la caveranno perfettamente ma dovranno stare attenti. I graffi di Hisashi non sono una bazzecola e Kaede ha perso molto sangue da quel taglio. Avranno bisogno di due settimane abbondanti per riprendersi, tutti quanti. Dovranno passare qua in ospedale almeno tre giorni in osservazione, poi potranno tornare a casa.-
- Oh Dio...- Kay si passò le mani sul viso - Ma tu guarda che razza di idioti!-
- E Kirara mamma?- le chiese di nuovo Hana - Come sta il suo braccio?-
La donna assunse un'espressione triste.
- Il braccio non è rotto, ma ha quattro micro fratture sparse nell'osso del polso. Le ho messo un tutore semovibile che le permetterà di fare tutto tranquillamente ma dovrà portarlo per due mesi. O quello, o un gesso per un mese.-
- Ci manca altro a questa bella presentazione?- sibilò Kay - Così, giusto per sapere!-
- Mi spiace, Mitsui-san.- sospirò Sakuragi - Ma è successo. Non è colpa loro.-
- Bhè, che non succeda più!- rognò sua madre - E adesso filate tutti nella loro camera. Io ho un giro da fare, torno fra mezz'ora. E vedete di non fare casino prima del mio ritorno. Ah, un'altra cosa Hana...c'è il tuo mister in sala d'aspetto, sta parlando con l'altro mio collega. Se vuoi andare adesso, perché poi l'orario delle visite finirà presto.-
- Si mamma, grazie.-
E mentre lui se ne andava, arrivarono Mito e l'Armata con le borse dei ragazzi che avevano dovuto lasciare in palestra per forza avversa, con tutte le loro cose, portafogli e chiavi.
Si fermarono a parlare con Haruko, che spiegò tutto quanto, mentre Kay abbassò lo sguardo su Junko.
Aveva gli occhi rossi e doveva aver pianto parecchio ma ora sembrava solo furibonda.
- E' proprio un deficiente.- le disse, sorridendo.
- E' il re dei deficienti!- sbottò la ragazza, rimettendosi quasi a frignare.
- Bhè consolati...hanno dovuto estrargli due schegge di legno lunghe tre centimetri dal fondo schiena...- Kay trattenne una risatina - Se non altro con questa gli passerà la voglia.-
La Kanzaki a sua volta faticò a restare seria e si asciugò di nuovo il viso - Grazie Mitsui-san.-
- Ci hai già parlato?-
- No, lo ucciderei.-
- Prima o poi qualcuno dovrà pur assumersi questo piacere no?- rise Ayako dandole una pacca sulla spalla - Io adesso vado con Hana a parlare col coach Anzai.-
- Io vado da Kirara.- le disse Junko, imprecando fra sé - Vedo come sta...e poi chiamo suo padre.-
- Lei può tornare a casa?- sussurrò Haruko preoccupata.
- Si...ma non la porto in spiaggia.- disse la Kanzaki - La farò stare da me fra qualche giorno. Mia sorella Sae è in gita scolastica e ho tutto lo spazio che mi serve.-
- Salutamela la piccola Saeko.- rise Ayako raggiungendo Hana di corsa.
Da quel momento in poi fu un via vai di parenti. I genitori di Miyagi entrarono praticamente armati di bastoni, forse per sopprimerlo una volta per tutte; i genitori di Akagi furono più tranquilli ma praticamente lo misero agli arresti domiciliari fino all'età di quarant'anni. I parenti di Rukawa invece non si fecero vedere ma tanto lui era addormentato, attaccato alla flebo, come in un altro mondo.
Una volta soli, i ricoverati in quella camera tirarono un lungo sospiro di sollievo. Poi...
- Ehi Hisa...- Miyagi stava nel primo letto a destra, vicino ad Akagi - E' vero che non ti puoi sedere?-
- Vaffanculo tappo.- rimbrottò la guardia sdraiata sulla pancia dall'altra parte della sala e allora scoppiarono tutti a ridere, Kogure e Haruko con loro, mentre Mito scuotendo il capo passava a portare le borse.
- Dì Mitchy...che ti ha detto tuo fratello?- gli chiese Hana, entrando in quel momento e chiudendosi la porta alle spalle.
- Niente di particolare.- rispose il teppista, tutto bendato dal collo fino al sedere - S'è consolato sapendo che non potrò sedermi fino a quando non mi sarà ricresciuta la pelle sulle chiappe.-
- Ahah...- il rosso quasi non ci credeva, troppo divertito - Sei un grande, lasciatelo dire Mitchy.-
- Devo prenderlo come un complimento?-
- Si.- annuì Hana serio, sedendosi sulla sponda del letto di Rukawa e sistemando le sue cose vicino al comodino - In fondo se non ti fossi portato via Shoji non so se vi avrei trovati tutti interi. Non ho mai conosciuto nessuno in grado di fare bracciolino dopo due anni di inattività e rimediare solo il culo spellato. Teppista, tanto di cappello alla tua bravura ma l'importante è che siate tutti sani e salvi.-
- Ti sembro sano?- sbuffò Miyagi - Ho la cassa toracica a pezzi!-
- Il capitano ha anche uno zigomo quasi rotto!- se ne uscì Kogure.
- Già Gori...chissà che la tua faccia ne subisca miglioramenti.-
- E sta zitto idiota!- sbraitò Akagi, cercando di tirargli dietro qualcosa ma essendo tutto indolenzito dovette lasciar perdere, anche perché erano in un ospedale e dovevano tranquillizzarsi.
Da lì a pochi minuti entrò Anzai, con Ayako.
I ragazzi lo guardarono pronti a una sgridata...ma il loro vecchio e fantastico mister non disse una solo parola contro di loro. Chiese se stavano tutti bene, augurò loro una pronta guarigione, rise bonaccione come suo solito alla manetta ancora stretta al polso di Mitsui e se ne andò, promettendo di tornare il giorno dopo.
I ragazzi erano allibiti.
- Ma era ubriaco?- alitò Ryota.
- Io credevo che ci avrebbe seppelliti!- mormorò anche Kogure - Invece non se l'è presa.-
- Forse ha capito che non è stata colpa vostra.- li blandì Mito - Hana, ci hai parlato tu?-
- Si, gli ho spiegato tutto. Domani mattina quando starete meglio vi racconto tutto...- borbottò il rossino, scoccando una breve occhiata alla sua kitsune. Era proprio cadaverico.
- Ragazzi, spero che vi piaccia la gelatina.- frecciò intanto Ayako - Per tre giorni non mangerete altro!-
- Oh no! Di nuovo!- sbuffò Mitsui lasciandosi andare sui cuscini - Che palle! Qualcuno mi chiami Kay, gli dico passarmi qualcosa in sordina. Non sopporto il cibo degli ospedali!-
- Forse perché ci passi troppo tempo!- ironizzò Hana sarcastico, balzando giù dal letto di Rukawa e andando alla porta ma quando l'aprì al gruppo giunse una porzione di dialogo che lasciò tutti perplessi.
- E' sempre colpa tua!- stava urlando un uomo in mezzo al corridoio neanche tanto sottilmente - Ti avevo chiesto di tenerlo d'occhio ma tu non mi ascolti mai vero?!-
Hana sbirciò e vide un uomo in giacca e cravatta, di bell'aspetto che doveva aver superato i cinquanta da poco, fronteggiare furibondo Kay Mitsui.
- Mitchy...c'è un tizio che urla contro tuo fratello...ehi ma che cazzo fai?- urlò poi il Tensai, volgendosi verso Mitsui e trovandolo che cercava di mettersi in piedi, tenendosi saldo alla flebo - Mitchy, non puoi andare in giro così!-
- Ma si può sapere che succede?- gli chiese Ryota - Chi c'è fuori?-
- Mio padre!- sbuffò Mitsui, riuscendo a mettersi in piedi a fatica, tirandosi dietro la flebo - Hana, fammi passare. Torno subito, promesso.- e senza stare a sentire né Akagi né Ayako, s'infilò in corridoio con la tenuta ospedaliera e trovò suo padre intento ad urlare minaccioso contro Kay, seduto in poltrona.
Quella scena l'aveva già vista in passato...e vedendo l'espressione di suo fratello si sentì stringere il cuore.
- Papà!- lo richiamò.
L'uomo si volse e sgranò gli occhi scuri.
- Hisashi! Cosa fai in piedi? Dovresti stare a letto!-
- Papà, per favore.- sospirò la guardia paziente, mentre Hana e Ayako spiavano dalla porta - Non è colpa di Kay. Lui non centra niente in questa storia.-
- Smettila di difenderlo sempre!- sbottò l'uomo, gettando a terra la ventiquattrore - Quando sei andato a vivere con lui l'unico nostro patto era quello che ti seguisse! Invece come sempre se n'è infischiato delle mie parole!-
- Papà per la miseria, non sono un bambino! Non può farmi da guardia del corpo! Non è colpa sua, mi sono ficcato io in un casino!-
- Avrebbe dovuto stare più attento!-
- Non mi ha mica spinto lui a farmi trascinare da una moto!-
- TU COSA?- urlò allora suo padre, arrossendo di rabbia - Kay, non finisce qua!-
- Vuoi lasciarlo in pace accidenti?!- si mise in mezzo Hisashi, traballando - Perché dai sempre la colpa a lui, si può sapere? Da quando vivo con Kay sto benissimo, non ho più combinato niente di male! Questa è stata solo una casualità!-
- Stai rovinando la tua vita Hisashi!-
- Invece sto benissimo.- ribatté cocciuto la guardia - Ed è anche grazie a Kay!-
- Certo.- sibilò l'uomo fissando gelidamente il suo primogenito - Immagino che ne abbia di tempo per starti dietro, visto che lavora lontano da suo padre.-
- Papà...- alitò Kay esasperato - Non è il momento adatto per parlare di queste cose.-
- No? E quando sarà il momento? Quando Hisashi sarà finito sotto una macchina per caso?-
- Adesso smettila, ne ho abbastanza!- sbottò il minore dei fratelli - Non devi incolparlo solo perché non ha voluto lavorare con te e non lo farò mai neanche io, mettitelo in testa! Io e Kay stiamo bene per conto nostro!-
- Hisa, lascia stare.- lo placò suo fratello - La faccenda è fra me e papà.-
- Non quando ti accusa di colpe che non sono tue.-
- Hisashi...finirai come tuo fratello se non la smetti! Lascia perdere il basket e rimetti la testa a posto!- lo rimproverò di nuovo l'uomo, serrando le mascelle - Tua madre di permetterà di fare come vuoi ma io no! Tuo fratello ha buttato via tutto quanto ma non permetterò che anche tu getti la tua vita alle ortiche!-
Era inutile parlare con lui. Kay l'aveva capito da un pezzo, pensò Hisashi osservando la sua espressione indifferente.
Non aveva mai visto suo fratello gelido con nessuno, tranne che col loro facoltosissimo padre avvocato che aveva sempre cercato di convincere i suoi figli a lavorare con lui.
- Tornerò domani mattina!- sentenziò l'uomo, puntando il dito addosso ad entrambi - Vostra madre sarà con me e parleremo di te Hisashi. In quanto a te Kay spero che questo ti serva da lezione!- e senza aggiungere altro dopo quella durissima accusa, se ne andò piantandoli in asso in corridoio.
Distrutto, Hisashi abbassò lo sguardo malinconico.
- Mi dispiace Kay.-
Suo fratello tacque, osservandolo.
- Di cosa?-
- Non mi piace procurarti guai. Specialmente con lui. Ma io sto bene con te...non me ne voglio andare.-
L'altro finalmente sorrise, dandogli un pugno in testa - Ma quanto sei scemo, piccolo pervertito. Ho bisogno di qualcuno che mi faccia il pranzo gratis. Credi davvero che ti butterei fuori per così poco?-
- Ma va a quel paese...- rise l'altro malinconico - Comunque, per quello che vale...secondo me non c'è nessuno meglio di te. Se fossi un avvocato saresti una palla.-
Kay tacque ancora, poi sogghignò sommessamente, scuotendo il capo.
- Vattene via con quella flebo Hisa, mi fai senso.-
- Ah, grazie tante! Ho il culo spelato e mi tratti così?-
- Non farti rompere qualcosa anche, avanti evapora.-
- Ok...del mio povero culetto non te ne frega niente insomma...-
- Torno domani mattina.- riuscì a dire il maggiore, mettendosi la giacca - Ti porto dei vestiti e i tuoi dannati U2.-
- Meno male che capisci tutto.- gli sorrise Mitsui, addolcendosi - Sono contento di vedere la mamma comunque.-
- Si, anche io.- annuì Kay - Fossi in te però mi leverei quella manetta prima di domani. Non vorrei che si mettesse in testa strane idee...del tipo che faccio fare dei turni in un club sadomaso.-
- Eh...sarei la maggior fonte di guadagno del club.- ironizzò Hisashi vedendolo andarsene - Notte Kay.-
- Notte piccolo pervertito. Ah, ultima cosa.- gli disse, girandosi davanti alla porta - Hai fatto piangere Junko, pezzo di cretino. Guarda se continui così prima o poi ti molla. A domani!-
Rimase qualche secondo nel corridoio, attaccato come un cretino alla sua flebo, pensando sconvolto a Junko Kanzaki che piangeva per lui. Gli sembrava assurdo! L'aveva fatta piangere però...l'aveva capito quando lei e Mito erano andati a prenderlo in spiaggia. Che idiota! Il giorno dopo avrebbe dovuto scusarsi! Fece per girarsi e tornare dentro ma trovò metà squadra a spiarlo dalla porta. Ma tu guarda che imbecilli...
- Bhè? Che avete da guardare?- sbuffò.
- Ma sai che tuo fratello è veramente carino?- cinguettò Ayako.
- Ma sai che tuo padre e tuo fratello sembrano davvero due persone del tutto diverse da te?- fece invece Kogure.
- Come sarebbe?- rognò Mitsui.
- Nel senso...senpai...- alitò Rei - ...che loro sembrano brave persone...cioè, non che tu non lo sia ma...-
- Insomma, tu sembri una animale Mitchy!- cinguettò Hana.
- Andate tutti quanti al diavolo, ok?- scattò rabbioso, trascinandosi dietro la flebo - E' stata una giornataccia, vedete di lasciarmi in pace! Ho anche campato nel cesso un pacco di yen in scarpe! Merda!-
- Cazzo...- Miyagi lo capiva, le adorava le sue Asics - Hai ragione. Sono inutilizzabili vero?-
- Purtroppo si.- alitò, rimettendosi a letto a pancia in sotto - Che male...tira tutto!-
- Proprio tutto?- ghignò Sakuragi.
- Vaffanculo mezza sega.-
- Ma non è che ti sei spelato anche lì? Pensa che disastro per la tua vita sessuale!-
- Hana, vai a quel paese! Mi hai rotto! Quando mi riprendo ti massacro!-
- Certo, ci conto!- rise il rossino - Ora scusate ma il Tensai deve privarvi della sua augusta presenza per qualche minuto. Vado a prendervi la cena e vado anche a vedere come sta Raim.-
- Quando hai finito mi raccomando torna qua!- gli disse Akagi.
- Certo Gori. Lo so come diventi triste quando non ci sono!-
- PEZZO DI CRETINO! E' per Raim!-
Il Gorilla non era di buon umore quando faceva a botte, questo Hana se l'annotò sul suo taccuino mentale.
Anzi, sembrava pure più incazzoso del solito. Miyagi e Mitsui invece se ne stavano belli tranquilli, avvezzi a finire all'ospedale a causa di qualche discussione un po' troppo focosa. Certo che per aver subito un tale attacco erano tutti tranquilli. Rukawa poi dormiva...
Solo lui si sentiva fremere di rabbia? Solo lui che era rimasto fuori dal gioco?
- Hana.-
Si volse appena sopra la spalla, trovando Mito a sorridergli a un metro di distanza in mezzo al corridoio.
Gli sorrideva comprensivo.
- Non avresti potuto fare di più.-
- Che ne sai?- sibilò - Se non fossi finito dal preside...-
- Hana, era destino.-
- Destino, destino...- si ribellò capriccioso - Al diavolo Yohei! Era destino per mio padre, era destino per loro! Per quanto ancora reggerà questa scusa?-
- Non è una scusa e tu lo sai bene.- replicò Mito calmo e tranquillo, facendolo irritare ancora di più - Se vuoi ricominciare a tormentarti, fallo pure. Ma se non fossi arrivato tu e non avessi preso in mano la situazione, forse qualcuno non se la sarebbe cavata solo con una flebo e un cerotto.-
- Hn.- fece il rossino sprezzante.
Yohei invece rise, prendendo la strada opposta per uscire dal Seirin e tornare a casa - Parli proprio come lui adesso. Ci vediamo domani dopo la scuola. Passerò nella tua classe a prendervi i compiti. Ti saluto.-
La serata in ospedale passò piuttosto in fretta.
Era ormai calato il buio quando Raim uscì dall'ambulatorio con un tutore blu scuro sul polso sinistro, che le liberava le dita e il pollice. Le lasciava molta libertà di movimento ma era comunque come una fasciatura rigida. Avrebbe dovuto portarlo per due mesi! Due mesi!
Sentì le lacrime agli occhi, fissandosi il braccio malandato.
- Kirara.-
Si volse alla sua sinistra, vendendo la Kurata e la Kanzaki.
Non aspettò un minuto di più e scoppiò a piangere silenziosamente, distrutta. Non avrebbe più potuto disputare la finale! Col braccio ridotto in quello stato non avrebbe più potuto gareggiare entro gennaio!
Naomi la strinse forte, carezzandole i capelli e cercando di consolarla ma sapeva bene che non c'era consolazione per certi dolori. Alzò lo sguardo su Junko ma la Kanzaki aveva uno sguardo totalmente assente.
Sapeva a cosa pensava. Due anni prima Junko era stata investita da una macchina davanti allo Shohoku e aveva dovuto mettersi a riposo, perdendosi la finale. Non immaginava neanche cos'avesse provato.
Raim pianse a lungo, poi le due riuscirono a convincerla ad andare a dormire.
Nemmeno lei se la sentiva di andare a vedere i ragazzi.
Vedere Kaede a letto, pallido e in quello stato le sarebbe stato in possibile in quel momento.
Non ce la faceva. Inconsciamente se ne dava la colpa. Se avesse saputo trattenere Takeru, a Kaede non sarebbe successo nulla. Anche lui ora non avrebbe potuto giocare...si sentiva un verme!
Prima di andarsene con un taxi (la Kurata aveva abbandonato la macchina rubata in un qualche isolato lontano dal Seirin), Raim vide Hana raggiungerle. Gli corse praticamente incontro e lo abbracciò forte. Lui fece lo stesso, baciandole la fronte e consolandola come meglio poteva sulla situazione degli altri.
- E...Rukawa?-
- Non avrà problemi di vista.- le disse pacato - Ma deve stare a riposo per due settimane.-
La rossa si pulì di nuovo gli occhi, distrutta.
- Mi dispiace.-
- Di cosa?- sussurrò lui, triste - Sono io che non c'ero. Tu sei stata grande. Non fosse per te ora la volpe non potrebbe giocare mai più probabilmente.-
Le sfuggì un gemito e lo abbracciò di nuovo, affondandogli il viso nel torace.
- Dispiace a me, Raim.- le disse, carezzandole i capelli - Non so cosa dirti per il braccio. So come ti senti e non ci sono parole che ti possano far sentire meglio.-
Vedendola andare via dietro al finestrino di quel taxi, Hana non poté fare a meno di ricordare anche il viso stravolto e inumano di Rukawa mentre pestava a sangue il suo nemico.
Non l'aveva mai visto così...ma ora capiva finalmente tante cose.
Rimase fuori dal pronto soccorso per un tempo che gli parve infinito.
Chiese a un infermiere una sigaretta e se la fece accendere, cercando di riprendere il pieno controllo di se stesso.
Non poteva rimproverare nulla alla kitsune in fondo. Niente di niente.
- Hana-chan.-
Haruko gli apparve a fianco, stringendolo forte per il braccio e guardando il cielo come lui.
- Stai bene?- gli chiese, a bassa voce.
Il rossino scosse la testa, incassando il collo nelle spalle.
- E tu stai bene Haruko?-
La ragazza annuì appena, stringendosi di più nel cappotto a causa del gelido vento di novembre.
- Ero molto spaventata. I ragazzi erano in netto svantaggio...e poi...e poi quello era un pazzo!- alitò, sgomenta. Hana le passò un braccio attorno alla vita, stringendola forte.
- Promettimi che non andrai a cercarlo.- gli disse allora la ragazza, sollevando il viso verso di lui.
L'aveva capito, pensò Sakuragi sospirando. Haruko aveva capito subito che per lui la situazione non si era chiusa così facilmente. Sentendosi un codardo, distolse gli occhi da quelli della sua ragazza e li puntò su un punto imprecisato del cielo, non sentendosi di promettere davvero un bel niente.
Sapeva che così l'avrebbe solo fatta preoccupare maggiormente...ma se ripensava a ciò che aveva visto quando la Kurata gli aveva aperto le porte, si sentiva il veleno scorrergli nelle vene insieme al sangue.
Quei maledetti dello Shikuda...quei maledetti...
Prendere così i ragazzi e chiuderli in palestra armati di coltelli...
Rabbrividiva al pensiero di ciò che sarebbe successo che Raim non avesse protetto il volpino.
Ma non poteva finire così. No, ormai non se ne sarebbe lavato le mani con quella promessa ottenuta il pomeriggio.
Quelli sarebbero tornati, ne era sicuro. Uno che si disturbava ad usare un coltello, poteva disturbarsi a riprendere le forze e ad attaccare di nuovo.
Strinse la mano ad Haruko, socchiudendo gli occhi e girandosi ad abbracciarla.
Era stanco anche lui, doveva riposare se voleva essere pronto per quelle due settimane che l'aspettavano.
Ormai con tutti i ragazzi, sarebbe toccato a lui salvare la squadra nella partita contro il Miuradai.
A quel pensiero, per un attimo si accantonò la sua vendetta.
Era rimasto solo. Mitchy, il Gorilla, Ryota e la kitsune erano fuori per due settimane ed entro questo lasso di tempo avrebbero dovuto incontrare il Miuradai. Sarebbe stato il solo titolare.
Se si faceva mettere fuori gioco anche lui, sarebbero stati finiti.
- Dovrò sputare sangue in queste settimane.- sussurrò.
Haruko annuì, seria - Si, anche mio fratello l'ha capito. Ma si fida di te.-
Che il Gori si fidasse di lui...bhè, Hana non ci metteva le mani sul fuoco ma si sarebbe impegnato al massimo.
Lo doveva ai ragazzi per non essere stato con loro.

 

 

 

 

 

 

So che non è il capitolo buono, visto il contenuto, per fare i ringraziamenti ma io non sono più abituata da molto tempo a fare nomi e cognomi dei lettori e ringraziarli uno per uno. Forse perchè scrivendo una trilogia di One Piece non ho più avuto il tempo di dedicare il giusto spazio...mah, comunque questa volta non mi limito a schiaffarvi il capitolo, ma vorrei ringraziare tutti i nuovi lettori di Raim's Fox, specialmente Kitcool, Jusie, Francie, Anakinpadmè, Sara Woig e Seika che ringrazio infinitamente per le loro recensioni. Siate buoni e ditemi che ne pensate di questa bella rissa allo stato brado.

A presto e al prossimo capitolo.

Axia

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Capitolo 12
*** Quando mi Manca il Do'aho ***


 

 

Kiminobu Kogure uscì in strada dallo Shohoku che erano le sette di sera.
Era tutto buio ma le luci in palestra erano ancora accese. E c'era solo una persona...solo una.
Lui era rimasto lì...lui era sempre lì da dieci giorni a quella parte.
Inspirò a fondo l'aria gelida di inizio dicembre, sentendosi mancare il terreno da sotto i piedi.
Non era tranquillo. Inutile nasconderle. Ma non per sfiducia.
Era qualcos'altro a preoccuparlo.
Lentamente si avviò verso la casa di Akagi, per aggiornarlo sui loro ultimi allenamenti e ripensò ai giorni passati, dall'incidente con lo Shikuda, allo strano comportamento di Hanamichi.
Pensando a lui però sorrise...e nella mente del vice capitano sfrecciò l'immagine della solenne schiacciata con cui il rosso aveva concluso quell'allenamento.
Tre giorni. Tre giorni e si sarebbero battuti contro il Miuradai da soli, senza Akagi, Mitsui, Miyagi e Rukawa.
A quel nome quasi si fermò in mezzo alla strada.
Rukawa...Rukawa e Hanamichi.
Ma cos'era successo? Non lo sapeva, nessuno sembrava saperlo.
Dal giorno dell'incidente, Hanamichi si era chiuso in palestra ad allenarsi con lui e le matricole ma era cambiato di colpo, perdendo la sua gioia e il suo brio, dopo un qualche avvenimento accaduto dopo la fine del ricovero dei ragazzi.
Kogure lo ricordava bene perché Rukawa, a tre giorni dall'incidente, appena rilasciato dai dottori, aveva preso la sua roba ed era come scappato verso l'uscita con uno sguardo minaccioso che sembrava aver perso dall'ultima volta in cui aveva pestato a sangue Takeru. Sakuragi gli era corso dietro...nessuno sapeva cosa si erano detti, ma quando Hana era tornato da loro, il suo sguardo aveva totalmente perso la sua anima rovente.
Qualunque cosa fosse accaduta fra lui e Rukawa, l'aveva cambiato.
Ma cosa fosse realmente successo, davvero non lo sapeva.
Hana comunque, nonostante avesse perso la sua baldanza a parole, nei fatti si era dimostrato qualcosa di eccezionale. Studiava come un matto e non mancava un allenamento. Era il primo ad andare dopo le lezioni e l'ultimo a tornarsene a casa, come quella sera.
Insieme a lui si era messo al comando della squadra, incitando, aiutando le matricole, stupendo perfino Akagi che andava sempre a seguire i loro allenamenti per la sua strana tranquillità d'animo. In campo invece aveva dimostrato una precisione impressionante. Mai un cedimento, non aveva mai perso una palla. Agli errori degli altri, cercava di aiutarli a correggersi. E questo sotto lo sguardo sinceramente un po' preoccupato di Ayako e Kogure.
Quella sua docilità aveva impressionato soprattutto il coach.
Niente più grida, niente più risate, niente più scherzi con gli altri titolari ammaccati che andavano sempre ad assistere.
Il peggio era che ignorava Rukawa in maniera così gelida e sottomessa, indifferente e malinconica da far star male tutti gli altri. Se il volpino ne risentisse non era palese ma anche Kaede sembrava tenersi alla larga da lui.
Kogure aveva notato degli strani sguardi tristi della loro ala piccola, sempre rivolti al rossino...ma non si erano più scambiati una parola da quel giorno. Né uno sguardo.
E quel crudele disinteresse faceva stare in apprensione tutti gli altri.
Nessuno però aveva osato discuterne con loro. Mitsui aveva praticamente ordinato a tutti di lasciarli in pace.
Il loro rapporto andava preso con le pinze e non essendo loro in grado di capirlo avrebbero solo peggiorato la situazione.
Arrivato davanti a casa Akagi, venne Haruko ad aprirgli e lei fu molto sollevata di sapere che tutto stava procedendo bene. Anche Takenori, che stava sistemandosi il gel per i lividi sul braccio, lo accolse con un sorriso.
- Ciao.- gli disse, facendogli posto alla scrivania - Allora? Come andiamo?-
- In campo bene.- rispose Kogure sforzandosi di essere ottimista - Ho scoperto una cosa eccezionale oggi. Nobu Yaoto è un buon playmaker. Ha passato la rete di Kakuta e Ishii e ha mandato a canestro Rei molto facilmente, seguendo i consigli di Miyagi. Anche Manabe sta diventando davvero bravino. All'ultimo set della partita di prova ha fatto delle finte che hanno mandato nel panico tutte le riserve del quinto anno, da non credersi davvero. Ormai la squadra ha assunto un certo equilibrio e Hanamichi è pronto. Ce la possiamo fare.-
- Si...- Takenori abbassò il capo, continuando il suo lavoro in apparente tranquillità - Lui come sta però?-
Kogure allora sorrise mesto - Non lo so...non lo so davvero. Ho lasciato Hanamichi in palestra con Hisashi. Non so cosa stessero facendo ma credo che Hisashi lo stesse allenando coi tiri da tre.-
- Coi tiri da tre? Mitsui lo sta allenando con le triple?- allibì il Gorilla - Ma ha intenzione di ammazzarsi? Ogni volta che vengo lo trovo intento a sfinirsi!-
- Ha fatto dei progressi giganteschi, Takenori.- lo blandì il vice - Credimi. Non so cos'abbia ma non riesce a stare fermo. E' come sentisse tutto il peso della squadra.-
- Si...anche Ayako me l'ha detto per telefono. E...Rukawa è passato?-
- E' venuto ieri.- sussurrò Kogure - E' stato con noi per tutto l'allenamento.-
- E allora?-
- Niente.- Kogure lo fissò quasi disperato - Niente di niente. Non si sono guardati in faccia, non si sono rivolti la parola, non è volato un maledetto insulto. Io non so davvero cosa si siano detti ma sono davvero preoccupato stavolta.-
- Ho chiesto anche a mia sorella...- Akagi inspirò depresso, ricordando bene il modo in cui Haruko lo aveva prima fissato, in silenzio, poi la sua voce bassa che gli chiedeva di avere pazienza. E di non perdere mai le speranze col suo ragazzo - Ma lei mi ha detto solo che Hanamichi tergiversa sempre quando gli chiede spiegazioni. Comunque, secondo lei, lui sente tanto il peso della partita e cerca di darsi così tanto da fare perché non era con noi quando è arrivato lo Shikuda. Pensa si senta in colpa.-
- E tu che pensi?- sorrise Kiminobu.
- Penso che lui sia questo tipo di persona.- mormorò il Gorilla - Penso che si senta davvero in colpa ed è per questo che ora si sta facendo in quattro per farci vincere e non farci pesare il fatto che noi titolari siamo tutti in panchina.-
- Siete quasi guariti.-
- Si. Ma si sente in colpa comunque, quel babbeo.- Akagi sorrise, intenerito da quell'idiota.
- E allora cos'è successo con Rukawa?-
- Non lo so... non lo so davvero.- Akagi si rimise le bende sul braccio, non sentendo più dolore - Ma ha ragione Mitsui, per una volta. In questa cosa non possiamo metterci becco. Devono risolvere i loro problemi da soli.-
Detto quello Kogure non replicò più. Si limitò a spostare lo sguardo sulla finestra. La notte era più cupa del solito e vide alcuni lampi illuminare il cielo in lontananza.
- Sai una cosa?- disse con gli occhi ancora più tristi.
- Cosa?-
- Sono dieci giorni che entro in palestra...e non sento le sue risate. Non l'ho più neanche visto sorridere.-
Takenori alzò il volto verso il soffitto, come in piena crisi esistenziale.
- E' incredibile come possa mancarmi il casino che provocavano quei due.- andò avanti il vice, passandosi una mano fra i capelli - Ma non si guardano più neanche in faccia...ed è tremendo perché non so davvero cosa possano essersi detti di tanto grave per mandare all'aria un rapporto come il loro. Non ho mai pensato che la loro amicizia fosse civile e normale come quella di tutti gli altri, ma ho sempre comunque creduto che provassero molto rispetto l'uno verso l'altro. Rukawa poi dal primo anno è così cambiato...adesso invece ha di nuovo quello sguardo feroce e freddo di un tempo.-
- Non possiamo fare niente.- Akagi gli dette una pacca sulla spalla, alzandosi per andare a guardare direttamente fuori dalla finestra della sua stanza - Senti...avete ancora due giorni di allenamento e i miei lividi sono quasi spariti. Verrò domani mattina a fare un giro, così vedo come vanno le cose. Parlerò anche col mister di eventuali cambi. Conoscendo il Miuradai non ci andranno giù leggeri.-
- D'accordo.- Kogure si alzò per tornarsene a casa sua - Avviserò anche Hisashi e Miyagi di presentarsi per le due.-
- Perfetto e grazie di essere passato. Ci vediamo domani.-
E il suo vice si chiuse la porta alle spalle, lasciando il capitano dello Shohoku a chiedersi se davvero non poteva fare niente per risolvere quella situazione.
Ma cos'era successo? Possibile che le ali dello Shohoku si fossero irrimediabilmente spezzate?

La palla andò a canestro e scivolò fluida nella rete, cadendo a terra.
Ryota Miyagi la raccolse e si rigirò fra le mani la sfera arancione.
La sua espressione era triste esattamente come lo era quella di tutti i suoi compagni, ma in quel momento era solo con Mitsui, seduto su una panca accanto al campetto all'aperto vicino alla spiaggia.
Erano le nove di sera e faceva freddissimo ma non sembravano sentirlo. Forse avrebbe nevicato molto presto.
- Non ti vedo quella faccia da un pezzo, sai?- gli disse Hisashi, accendendosi una sigaretta.
- Ah si? E da quando?-
- Da quando sei finito all'ospedale al secondo anno.- sorrise la guardia, stringendosi meglio nel giaccone.
- Grazie tante.- ghignò il playmaker, andando di nuovo a canestro - Adesso che mi ricordo però pure tu non avevi un'aria tanto allegra. Ma forse era solo per i denti.-
- Ma quanto siamo spiritosi.- sbuffò Mitsui - Dì tappo...la smetterete tutti con i vostri piagnistei?-
- Scusa tanto se mi preoccupo.- lo rimbeccò Ryota, lanciandogli la palla e tornando verso le panchine - Ma hai allenato Hanamichi fino ad adesso e la situazione dopo dieci giorni non migliora.-
- A dire il vero sta diventando piuttosto bravino.- chiarì Mitsui.
- Lo sai che non parlavo di quello, beota.- Miyagi lo guardò storto, rimettendosi i guanti - Dì un po', signor Freud, come lo chiameresti tu il casino che è successo fra quei due?-
- Non sono un indovino.- Hisashi si lasciò andare di schiena contro la rete metallica, senza sentire più tanto fastidio alle abrasioni che gli erano rimaste - Ma secondo me ha ragione la Babbuina. Hanamichi si sente in colpa per non esserci stato. Per quanto riguarda invece l'ammutinamento verso Rukawa non saprei che dirti. Mi sembrano sinceramente dispiaciuti ma non mi sembrava neanche che avessero voglia di parlarsi.-
- E allora che facciamo? La risolviamo con una mano di botte?- Ryota era sempre più seccato - Non mi piace l'atmosfera che si è creata in palestra. Si danno tutti da fare ma avvicinarsi ad Hana sembra diventata un'impresa. Ti guarda e sembra sempre volerti chiedere scusa. Ok, sarà diventato bravissimo ma chissene frega! Non si sente più volare una mosca e Rukawa sembrava tornato il cavernicolo dei ghiaccioli cazzo!-
- Ti ho già detto che la risolveranno da soli.-
- E io ti ho già detto che secondo me è una gran puttanata.- rognò il play, allungando le gambe stanco morto - Non che me ne sbatta della partita contro il Miuradai ma secondo me è più importante rimettere in quadro quei due.-
- Tanto non sono mai andati d'accordo.- ghignò Hisashi, gettando via la cicca.
- Si ma negli ultimi tempi, anche se non hanno mai giocato insieme una partita, secondo me se la cavavano bene agli allenamenti. Io quasi non riuscivo a seguirli...e anche tu che stai in difesa te ne sarai accorto no?-
- Si...quel canestro di un mese fa mi ha lasciato col dente avvelenato.- rispose Mitsui ridacchiando - Ma sono sempre convinto che è meglio non immischiarsi in questo genere di affari. Anche perché ci sono un sacco di varianti che non abbiamo preso in considerazione. La prima è cosa si siano detti per scatenare questo macello, poi ci sono i problemi di Hanamichi con la rissa di due settimane fa e infine il comportamento di Rukawa verso Raim.-
Ryota sbatté gli occhioni per un attimo, senza capire.
- Cosa centra Raim?-
- Oddio...ma davvero non ti eri accorto di niente? Ma dove cazzo vivi?-
- Non tirartela, che centra Raim?-
La guardia dello Shohoku non fece in tempo a rispondere che un fischiettio poco lontano catalizzò la sua attenzione. Dalla rete vide anche un'inconfondibile capigliatura incementata di gel avvicinarsi...e Sendoh rimase un attimo impalato sull'entrata del campetto.
- Ma tu guarda...- rise subito - I due uomini più rotti di Kanagawa intenti ad allenarsi a quest'ora infame.-
- Ciao Sanpei.- frecciò Mitsui, scuotendo il capo - E tu che fai qua?-
- Ero da Hana.- disse l'asso del Ryonan - Non sono riuscito a schiodarlo dalla palestra.- cinguettò raggiungendolo e salutando Miyagi sventolando la mano - Ah, Hisa-chan...lo sai che Rukawa era lì?-
- Hisa-chan?- riecheggiò Ryota, allargando gli occhi come se Mitsui fosse diventato un alieno.
- Rukawa era lì?- allibì invece Hisashi - Bhè...speriamo che parlino un po'.-
- E cosa facevano?- gli chiese Miyagi, alzandosi dalla panchina tutto curioso.
- Bhè, ecco...Hana stava alla linea dei tre punti. Era lì che continuava a tirare come un dannato e io me ne stavo in panchina, supplicandolo praticamente con tutto il mio repertorio di venire a svagarsi e a bere qualcosa. Mi ha risposto picche e in quel momento è entrato Rukawa. Si sono scambiati appena un'occhiata, così ho levato le tende.- Sendoh sorrise angelico - Speriamo che la smettano con la guerra fredda perché c'era una tensione che si tagliava col coltello. E poi sono una palla. Vabbè...e tu Hisa-chan? Ti fa ancora male il fondo schiena?-
Mitsui ignorò la domanda, grattandosi il capo - Senti, Aki...non è che se le stavano dando vero?-
- Non saprei. Quando me ne sono andato non stava scorrendo sangue.-
- E poi Rukawa non è ancora perfettamente guarito.- lo blandì il play dello Shohoku - Figurati se Hanamichi è così deficiente da pestarlo. Comunque...- il tappo portò lo sguardo su Akira - Non è che tu sai perché hanno litigato?-
- Veramente speravo poteste dirmelo voi.- Sendoh alzò le spalle - Ma a quanto pare è segreto di stato.-
- Che barba...- Miyagi si incrociò le braccia dietro alla testa - Questa menata non finirà più. Io me ne torno a casa gente e intanto passo anche da Ayako. Ciao Sendoh, ciao Hisa-chan!- frecciò, squagliandosela.
- Volete finirla tutti di chiamarmi con quel nome deficiente?- sbottò Mitsui - Che stress, non se ne può più.-
- Allora? Prima non mi hai risposto.- rise Akira - Ti tira ancora la schiena?-
- Un pochino si.- annuì Hisashi, rimettendosi la palla nel retino - Ma sopporto. Qualche giorno ancora e saranno abbastanza morbide per permettermi di riprendere a correre normalmente.-
- Quindi ti sei comunque allenato coi tiri in barba alle raccomandazioni dei medici.-
I due s'incamminarono per la strada buia, scaldandosi le mani fredde.
- Mi secca solo dover lasciare Hana da solo con le matricole.- sbuffò Hisashi mentre passavano sotto i lampioni e il tempo andava rapidamente peggiorando - Si è spaccato in questi giorni, inoltre soffre di sensi di colpa inutili.-
- Si, questo l'ho notato anche io.- annuì Akira, pensoso - Ma in fondo lui è fatto così. Però anche il volpino ha due occhi molto strani...non glieli ho mai visti così. Sembrava sinceramente dispiaciuto...credo che abbia detto qualche parola di troppo e non sappia come scusarsi con Hana.-
- Quindi secondo te hanno la codina di paglia tutti e due.- ridacchiò Mitsui - Dio, che macello...senti, ho voglia di un caffè. Mi segui o te ne vai a casa?-
- Credo che verrò.- rise Sendoh - Sono praticamente un pezzo di ghiaccio! E poi io e te dobbiamo ancora finire la nostra sfida dell'altro mese.- e così dicendo si tapparono dentro al primo pub sulla loro strada, non sapendo che invece allo Shohoku si stava consumando un problema ben più grosso del freddo.

Hana fissò la linea bianca ai suoi piedi per l'ennesima volta nella lunga giornata trascorsa, cominciando a sentirsi veramente un imbecille. Ripensò anche a Mitsui, a tutte le loro partite.
Cercava di rivedere la sua posizione, le sue mosse, ogni suo movimento dei polsi e delle braccia...ma in cento tiri da tre ne aveva azzeccati appena una cinquantina. Dannazione, era impossibile, ora lo capiva. Aveva sempre pensato che Mitsui fosse bravo, davvero. Ma ora capiva che la sua era una dote innata. E non aveva nemmeno il tempo che Jin aveva impiegato per raggiungere il livello del teppista.
Come temeva purtroppo non sarebbe mai stato in grado di aiutare seriamente da fuori area.
Così tornò a palleggiare, inspirando a fondo e cercando di scordarsi della presenza che lo seguiva vigile.
Rukawa era seduto in panchina e non si perdeva una sua mossa. Erano soli ormai.
Soli da due settimane.
L'ultimo loro incontro che li aveva visti faccia e faccia non era stato particolarmente piacevole e sebbene ormai la sua rabbia fosse sbollita, gli occhi blu della volpe avevano sempre avuto il potere di metterlo a disagio, di farlo sentire piccolo e incapace. E ora temeva di leggere negli occhi di Kaede la sua sconfitta contro il Miuradai.
Se davvero avessero perso di lì a due giorno, sarebbe stata solo colpa sua...
Se solo avesse saputo cosa pensava davvero la kitsune.
Kaede, seduto a pochi metri da lui gelido come una statua di marmo, era invece rimasto letteralmente ipnotizzato a guardarlo. Poche volte gli era successo ma quel giorno si era accorto, fissando quegli occhi nocciola che l'avevano sempre messo in una condizione di precarietà, che il do'aho era cambiato. Era cambiato molto.
La sua tecnica in dieci giorni si era trasformata. La sua corsa, il suo scatto...il suo sguardo.
Se n'era accorto durante i pochi allenamenti a cui aveva assistito.
Niente più risate, via il brio, via il fuoco nei suoi occhi.
Sono un bastardo, pensò per l'ennesima volta. Un maledetto, dannato, bastardo egoista senza cuore.
Non si meritava niente. Se non il pugno che Hana gli aveva tirato alla fine del loro colloquio dieci giorni prima.
Perché? Perché non riusciva a scusarsi? Perché non riusciva ad andare in campo a chiedergli perdono?
Perché non riusciva a comprendere fino in fondo il motivo per cui l'aveva ferito così tanto con le parole che gli erano uscite di bocca, dettate dalla rabbia?
Perché si sentiva così solo...
Niente più kitsune, niente corse al campetto la mattina, niente insulti, niente strilli...niente risate.
Hana non lo guardava più neanche in faccia. Hn, avrebbe dovuto sputargli addosso invece che ignorarlo.
Sarebbe stato contento anche di essere di nuovo picchiato a sangue, invece che subire la sua indifferenza.
Aveva perso un amico. Ora lo capiva. Ora poteva capirlo.
E mentre il do'aho se ne stava davanti a quel dannato canestro a cercare di infilare delle maledette triple, lui se ne stava lì col cuore in mano e l'orgoglio fatto a pezzi.
Non riusciva a dirgli niente ma per la prima volta in vita sua avrebbe davvero voluto parlargli, dirgli tante cose.
Sentiva il bisogno d'incoraggiarlo, di dirgli che era bravo, eccezionale.
Ma non sarebbero valse a nulla quelle stupide parole senza le sue scuse.
Eppure il timore di essere respinto lo frenava...a tal punto che la sua speranza svaniva ogni giorno di più. Ma sarebbe rimasto anche lì in palestra tutta la notte con lui, pur di fargli capire che gli era vicino.
Invece dopo mezz'ora, Hana sistemò l'ultimo pallone nella rete e marciò dritto agli spogliatoi per farsi una doccia quando la porta della palestra si aprì di nuovo...e Rukawa si sentì morire sul serio.
- Hana...- Raim, con la tuta della squadra di pallavolo, non si era accorta di lui, troppo concentrata sul rossino - Hana, sei ancora qui?- la sua voce era roca, tesa e preoccupata - Devi andare a riposarti. Sono giorni che ti alleni il doppio degli altri.-
- Stai tranquilla.- le disse calmo, mentre la volpe si rimetteva il giaccone, irrigidendosi - Stavo giusto andando a fare una doccia. E tu? Come mai sei ancora qui? Sono le nove e mezza.-
- Ero a vedere gli allenamenti di pallavolo.- gli rispose e solo in quel momento si accorse di Rukawa, sgranando gli occhi verdi - Ti aspetto?-
- Si, d'accordo.- annuì Hana, dopo di che senza più alzare il viso filò dritto alle docce...ma la ragazza rimase ferma sulla porta, fissando attentamente il volto pietrificato dell'ala piccola dello Shohoku.
Se si aspettava qualcosa, sarebbe rimasta delusa.
Rukawa fece per passarle davanti ma Raim lo fermò, piazzandosi davanti alla porta.
- Dobbiamo parlare.-
- Non abbiamo niente da dirci.- disse duro, sgusciandosi via dalla sua presa e uscendo all'aperto.
- Rukawa aspetta!- Raim gli corse dietro, col cuore che batteva a mille - Sono due settimane che m'ignori, ma si può sapere cos'è successo? Che cos'hai?- e lo afferrò per il braccio, riuscendo a fermarlo ma fu solo per poco. Lui dette un violento strattone, gelandola con un'occhiata.
- Non toccarmi!- ringhiò roco, facendosi indietro.
Non vide neanche i suoi occhi verdi farsi lucidi. Vedeva solo...quel tutore. Quello stupido tutore che le stringeva il braccio sinistro, lo stesso che le avrebbe impedito di gareggiare.
Rivedeva lentamente ogni singolo istante, la vedeva proteggerlo, ricevere quel colpo al braccio. Risentiva il suo rantolo di dolore, il suo tremare contro il suo torace...le lacrime che le scorrevano sulle guance...
Basta.
Basta.
Basta.
Quella parola continuava a ronzargli nella mente.
Basta.
Non voleva più perdere nessuno. I suoi se n'erano andati morendo. Non avrebbe permesso di nuovo a qualcuno di farlo a pezzi lasciandolo da solo. Raim aveva perso qualcosa per colpa sua, per proteggerlo...e lui non poteva sopportarlo.
Non se la sentiva. Era un vigliacco ma non se la sentiva di portare un tale peso.
- Perché?- la sentì sussurrare - Perché fai così?-
Lo guardava come davanti avesse avuto un'altra persona. E forse era così.
Serrò la mascella, rabbioso. Perché si era trasformato tanto con lei? Come aveva potuto permettersi di diventare tanto fragile? Soffriva nel vederla soffrire. Dannazione!
- Rukawa, qual è il problema?- gli chiese Raim a quel punto, spiando quegli occhi blu che si erano fatti così lontani - Cos'è che ti urta? Sono due settimane che scappi, che non mi guardi, che non mi rivolgi la parola! Avanti, parlami almeno! Una spiegazione me la devi!-
- Io non ti devo un bel niente!- sibilò a quel punto, gelandola con l'ennesima occhiata priva di qualsiasi sentimento.
- Una spiegazione si!- replicò lei testarda - E' solo per quella dannata rissa? È per Takeru? Insomma parlami! Dimmi qual è il problema!-
E a quel punto esplose.
All'apice del suo masochismo, decise di fare tutto a pezzi da solo. Tanto ormai non avrebbe più fatto differenza...l'aveva già ferita abbastanza.
- Vuoi sapere qual è il problema?- le si avvicinò minaccioso, ribollendo nella sua stessa rabbia, nel suo stesso dolore che gli strillava di scappare via, di non continuare - Sei tu il problema! Sei tu!- urlò quasi, alzando la voce dopo tanto tempo, mentre gli occhi di Raim si svuotavano, sentendo quelle parole - Sei tu il mio problema! Sei tu che mi urti! Io me ne stavo in pace prima che arrivassi tu! Vivevo tranquillo senza dover rendere conto a nessuno e adesso arrivi...- aggiunse sarcastico, quasi velenoso -...e hai la pretesa che io ti debba una spiegazione. Scordatelo! Io non ti devo niente! Fra noi non c'era niente, non è successo un bel niente! Io non ho nessun problema!-
Lo schiaffo risuonò forte e secco nella notte, rimbombando per lo Shohoku con un'eco sinistro.
Fu come una doccia fredda.
Una sveglia. Si, si stava svegliando da un sogno.
Cos'aveva detto? Oddio, cos'aveva fatto?
Rukawa fece appena in tempo a girarsi, con la gota rossa per il colpo, per vedere l'odio sul viso che amava.
Raim non gli dette il tempo di fare nulla. Gli sibilò un insulto e senza dargli la soddisfazione di vedere le sue lacrime corse via, lasciandogli ora più che mai un gelo nel cuore che si era riconquistato da solo.
Solo.
Era di nuovo solo.
In fondo ciò che voleva, l'aveva ottenuto.


Il palazzo dello sport tremava quel giorno.
Hana dagli spogliatoi poteva sentire i passi, il suo rimbombante delle mille voci sul campo di gioco.
Dannazione, non si sentiva così agitato dalla sua prima partita quando era matricola.
Con un asciugamano sulla testa, a torso nudo e con gli avambracci posati mollemente sulle ginocchia, era un fascio di nervi. Sentiva appena i ragazzi attorno a lui, la voce cinguettante di Ayako che li spronava, l'ingombrante presenza di Akagi che lo sovrastava, quella di Anzai e degli altri.
Rukawa era arrivato per ultimo. Hana se lo sentì passare a fianco, portando una ventata gelida ma non alzò il capo, restando a fissare ostinatamente il pavimento. Rimase impassibile anche quando sentì la formazione.
Erano senza centro e la cosa sarebbe pesata ma...stavolta Anzai aveva qualche sorpresa.
- In campo Kogure, Sakuragi, Manabe come ala piccola, Yaoto come playmaker e Kakuta, giocherai nel ruolo di guardia. Hanamichi, dovrai prendere il posto di Akagi per oggi. Sei l'unico che ce la può fare. Gioca sotto canestro e cerca di occuparti come meglio puoi di Sasa, il capitano del Miuradai.-
- Si coach.- sussurrò.
- Kogure e Yaoto, occupatevi dell'ordinamento degli schemi. Rei, per il resto devi pensarci tu.-
Manabe stava attaccato ad Hana e anche se sembrava di nuovo sulla graticola, serrò i pugni e annuì con forza.
- Si signore! Ce la metterò tutta.-
- Perfetto.- Ayako batté una mano sulla spalla alla matricola - Ma state attenti a Naito intesi? Se lo fanno rientrare, non cercate la sfida a faccia aperta o ne uscirete male. Chiaro?-
- Chiaro.- scandì la squadra.
- E se capita qualcosa mi scaldo io.- intervenne Takenori.
- Ma capitano...- Nobu Yaoto lo guardò preoccupato - E le tue braccia?-
- Ci sono solo pochi lividi ormai.- lo rassicurò - Avanti, abbiamo ancora qualche minuto prima di scendere in campo. Rilassatevi!-
Rilassarsi. Hana avrebbe voluto dare una testata al muro, quello era l'unico modo in cui avrebbe potuto riprendersi ma dubitava che sarebbe servito a qualcosa, se non a sfondarsi il cranio. Rimase nascosto sotto l'asciugamano, come per difendersi dagli sguardi di disapprovazione che solo lui credeva di vedere.
E se avessero perso? Sarebbe stata solo colpa sua...
Aveva cercato di fare tutto il possibile in quelle due settimane ma il terrore che quella sarebbe stata la partita che li avrebbe visti sbattuti fuori per colpa della sua incompetenza lo faceva stare male.
Aveva quasi la nausea.
- Ehi...cretino...-
Il rossino sgranò gli occhi, stranito, vedendo una scarpa da basket appoggiata alla panchina vicina alla sua coscia.
Sollevò il viso e trovò Miyagi, a fissarlo con aria accusatoria.
- Cos'è quella faccia da funerale?- gli chiese Ryota serio - Ti avverto che mi stai stufando.-
Sul momento non riuscì a ribattere nulla, sbattendo le palpebre come un vero imbecille, così il play titolare dello Shohoku scosse il capo, sbuffando, ed estrasse dalla tasca le sue polsiere bianche che portava sempre in partita.
- Tieni.- e gliele lasciò in mano, stupendolo sempre di più - Così non potrai dire che non ci sono in campo.-
- Appunto.- ridacchiò Mitsui, apparendo a fianco del tappo con la sua ginocchiera fra le grinfie - Ecco, metti anche questa. Fa conto che ti stia alle costole in partita, anche se non mi vedi.-
Hana abbassò gli occhi, osservando le polsiere e la ginocchiera dei suoi amici.
Avvertì un groppo in gola ma di nuovo si limitò a ringraziare a bassa voce, tenendo il capo chino per non farsi vedere con gli occhi lucidi. Sentì Hisashi arruffargli i capelli e mentre s'infilava lentamente le polsiere bianche, sorrise per la prima volta dopo due settimane.
Quei due in fondo erano proprio due uomini di burro.
- E' ora.-
Si tolse l'asciugamano dalla testa, strinse forte i denti e si alzò, infilandosi di volata la maglietta.
Il numero 10 gli ricadde sulla schiena e in quel momento sentì un'altra grossa mano posarsi sulla sua testa.
Si girò, riconoscendo il timbro del Gorilla.
Lo guardò, del tutto dimentico dell'allegria passata ma si sforzò di sembrargli al massimo della forma.
Akagi soppesò per un attimo la sua espressione falsa, cosciente del fatto che stava solo fingendo per farlo stare meglio. - Senti...- iniziò ma Hana lo bloccò sul momento, alzando le mani con un sorriso stentato - Stai tranquillo Gori. Cercherò di non deluderti.-
Takenori sgranò appena gli occhi, incredulo. Gli alieni gliel'avevano davvero rapito.
- Idiota.- gli disse, continuando a tenergli la mano sulla testa - Non volevo minacciarti di morte.-
Il rosso non rispose, incalzandolo quasi ad andare avanti ma stavolta fu il capitano a stupirlo.
- Vai in campo e distruggili.- gli disse, allibendolo - E fatti onore campione.-
Hana, dopo che il gorilla se ne fu andato alla porta con tutti gli altri, si chiese se quelli dello Shikuda non gli avessero dato una botta in testa troppo forte. Campione! L'aveva chiamato campione.
Il mesto sorriso di prima gli piegò di nuovo le labbra, sentendosi quasi sollevato.
Ma in fondo era ora di giocare. Doveva salvare la squadra, doveva farlo per tutti i suoi amici.
Stava per uscire anche lui quando venne bloccato di nuovo.
Rukawa gl'impediva di passare, appoggiato a un armadietto con la schiena e una gamba lunga, di traverso per la sua strada. Hana immaginava che lui l'avrebbe fermato, probabilmente per ricordargli di non fare cazzate ma il fatto che non riuscisse a guardarlo direttamente in viso non poteva dargli la chiara idea di come stessero realmente le cose.
- Devo muovermi.- gli disse roco.
- ...Aspetta...-
Indecisione? Hana l'aveva notata in quei giorni in alcuni dei suoi gesti abituali ma non credeva che il volpino potesse esserlo anche con lui. Finalmente lo guardò in faccia, stupito e confuso.
- Cosa c'è?- gli chiese - Non farò stronzate.-
Kaede lo fissò a lungo, continuando a chiedersi dove fosse finito il do'aho ma di questo poteva dare la colpa solo a se stesso. Sapeva di essere inutile in quel momento, di non poter fare niente per aiutarlo e che le parole non sarebbero servite a niente. Non voleva scaricarsi la coscienza...ma non poteva più neanche tacere.
- Tu...sei forte. Ce la farai sicuramente.- disse a fatica, dopo di che notando il suo stupore gli dette le spalle e andò dritto a seguire la squadra, lasciando il rossino con l'ormai sicura idea di essere finito in una dimensione parallela dove tutto girava al contrario.
Pochi minuti più tardi, erano faccia a faccia.
Miuradai contro Shohoku, si poteva sentire il fermento nell'aria, la sorpresa...lo sconvolto.
Tutti si chiedevano il perché di quella formazione, tutti si chiedevano cosa facessero i titolari in panchina.
Gli avversari la presero come un'offesa.
Sasa principalmente sembrava già sul piede di guerra quando lui e Hana si piazzarono alla linea di metà campo, per il lancio d'inizio.
- Ehi...- gli sibilò - Che cazzo ci fai solo tu eh?-
Il rossino non gli rispose, guardandosi bene attorno. Rei stava alla sua sinistra, Kogure nell'altra metà campo.
- Problemi al ginocchio?- gli chiese ancora Sasa, guardandogli la ginocchiera - Vai a fare compagnia a Mitsui, dammi retta.-
Di nuovo silenzio e il Miuradai cominciò a guardarsi sorpreso.
- Cazzo, non reagisce proprio.- sussurrò Ayako, seduta in panchina accanto ad Anzai e a Raim, che osservava la situazione nella più totale attenzione, ostinandosi a tenere gli occhi verdi fissi sul campo.
- Per ora va bene così.- le disse Akagi - Vediamo che succede.-
Anche sugli spalti c'era gente piuttosto stranita.
Il Kainan non credeva ai suoi occhi, specialmente Kyota.
- Ma che cazzo fa lo Shohoku? Hanno lasciato quel pirla da solo in campo? Si vogliono suicidare?-
- E' strano.- disse anche Jin - Avete notato in panchina? Mitsui ha dei cerotti sulla faccia e una mano bendata, Rukawa ha la testa fasciata e hanno tutti le facce un po' tirate.-
- Hai ragione.- annuì Takasago serio - Che sia successo qualcosa?-
- Vuoi dire che lo Shikuda abbia fatto succedere qualcosa, semmai.- rognò Nobunaga - Merda, lo sapevo!-
- Dici che si sono pestati?- bofonchiò Jin - In effetti non vedo Takeru e i suoi amici.-
- Forse Sendoh saprà qualcosa...- cincischiò la Nobu-scimmia, cercandolo in giro - Eccoli, il Ryonan è là!-
- Stai buono.- lo bloccò Maki, perfettamente padrone della situazione - Se vuoi potrai parlargli dopo ma per ora resta qua e osserva. Sono sicuro che Sakuragi ci mostrerà qualcosa d'interessante oggi.-
Erano pronti. Lo Shohoku in panchina incrociò le dita e l'arbitro, fischiando, lanciò in aria la sfera arancione.
- Vai.- sussurrò Rukawa a bassa voce. E Hana volò. Saltò tanto in alto che anche Akagi non avrebbe potuto fare di meglio. Il seguente passaggio a Kogure fu preciso e scattò subito l'attacco dei diavoli rossi.
Penetrarono anche se con difficoltà, vista la stazza dei compagni di Sasa ma la velocità di Rei e Nobu riuscì a compensare la possente morsa del Miuradai. Sfondarono la difesa...e Manabe andò subito a canestro, conquistando i primi due punti. Dagli spalti scoppiò un delirio di urla e tornati indietro le due matricole sembrarono molto soddisfatte.
- Bravi ragazzi!- si complimentò Kogure - Ottimo lavoro. Avete iniziato bene!-
- Grazie senpai! Ma è tutto merito del tuo passaggio.- gli disse Yaoto.
- Hana, tutto ok?- gli chiese poi il quattrocchi - Sei stato bravissimo.-
Il rossino annuì vagamente, del tutto concentrato in qualcos'altro che sfuggiva agli occhi di tutti gli altri.
C'era con la testa, ma non con la sua solita passione.
Per i primi minuti sembrò andare tutto liscio, fin troppo e la cosa ad Hanamichi piaceva poco. Il Miuradai sembrò non riuscire ad arrestare l'avanzata di Kogure, Nobu e Rei che sebbene tutti e tre molto affiatati, erano decisamente inferiori a livello fisico. La cosa peggiorò dopo i primi dieci minuti in cui lo Shohoku vinceva per 49 a 40.
Capita la griglia di attacco, il Miuradai prese e andò dritto a colpire dov'era più palese la debolezza delle matricole, ovvero l'inesperienza. Iniziarono le finte e quando venne finto un fallo, Hana cominciò a spazientirsi.
- Dai, dai!- li richiamò - Non è successo niente ragazzi! Riprendetevi! Kakuta, più attento in difesa!-
- Ha ragione Hanamichi!- lo seguì Kogure - Rei, stai tranquillo! Anche se non riesci sempre ad andare a canestro non fa nulla! Quelli sono il doppio di te, è normale che succeda!-
- Si.- annuì la matricola, mesta - Ce la faccio, state tranquilli!-
A cinque minuti dalla fine del primo tempo, il punteggio era fermo su 54 a 52 per lo Shohoku.
- Allora bello?-
Hana aveva Sasa attaccato alla schiena come una pulce irritante che non lo lasciava passare di un millimetro - Credi sempre di potercela fare da solo? Non dovevate snobbarci così! Tornerete a casa con la coda fra le gambe!-
- Senpai!-
Hana si volse in tempo per stoppare la palla che Rei gli aveva lanciato come un missile. Con una finta che fece sorridere Miyagi dalla panchina si liberò del capitano del Miuradai e filò dritto a canestro ma lì venne bloccato da ben tre avversari. Non riusciva a passare a nessuno, a momenti non riusciva neanche a vedere oltre le facce ingrugnite del Miuradai...finché non gli fu più necessario vedere. In quella ressa uno dei compagni di Sasa gli arrivò addosso e gli ficcò una gomitata accidentale che lo piegò a terra e gli mozzò il fiato.
L'arbitro fischiò mentre dalla panchina dello Shohoku si scatenò il putiferio.
- Arbitro!- urlarono tutti, vedendolo tentennare a dare il fallo - Cazzo ma sei cieco?!-
- Porca miseria, gli ha rotto una costola!- sbraitò Miyagi.
- Dannazione se non ci vedi vai a metterti gli occhiali!- gridò persino Akagi, furibondo.
- Merda...- anche Rukawa era direttamente balzato in piedi - Tu guarda quello stronzo...-
L'arbitro alla fine fischiò quel maledetto fallo, dando ad Hana due tiri liberi ed entrarono perfetti, puliti.
Al che finì il primo tempo e le due squadre se ne tornarono in panchina.
- Bravi ragazzi.- disse Anzai complimentandosi - Siete stati molto bravi.-
- Dice?- bofonchiò Kakuta - Negli ultimi minuti abbiamo subito troppo.-
- Ma no!- Ayako batté loro una mano manata sulla spalla d'incoraggiamento - Siete stati grandi invece! Piuttosto, Hanamichi come va lo stomaco? Tutto ok?-
Il rossino era seduto in panchina, ma della gomitata probabilmente non si ricordava neanche. Stava solo bevendo come un dannato e sembrava il più provato di tutti.
- Grande, belli i canestri.- gli disse Mitsui, buttandogli un asciugamano in testa.
- Grazie.-
- Che palle...ma sai dire più solo quello?- sbuffò Miyagi buttandosi accanto a lui - Dai, come ti senti?-
- Bene.- Hana alzò le spalle - Devo solo darmi una mossa.-
- Fino adesso hai giocato bene.- gli disse Raim, passandogli un'altra lattina evitando accuratamente di guardare la persona che invece insisteva nel fissarla - Il fallo degli avversari è stato provvidenziale.-
- Si.- Sakuragi risollevò gli occhi solo per vedere dall'altra parte della palestra la testa pelata e lucente di Naito.
- Entra il pelatino.- bofonchiò Akagi - Merda.-
- Mamma quanto è grosso...- alitò Kakuta preoccupato.
- Ragazzi, ricordatevi cosa vi ho detto.- disse Kogure - E' forte solo in sfondamento quindi Manabe, guardati bene in attacco ok? Stai attento, se ti prende ti lancia davvero in orbita.-
- Si senpai.- annuì Rei, serissimo.
- Accidenti.- Mitsui guardò la formazione parecchio stranito - Ragazzi, siete rigidi come scope. Scioglietevi un po'.-
- Parli bene tu.- sbuffò il quattrocchi - Mi sento un peso addosso che mi sta sfondando i nervi.-
- E io vi ripeto che ve la state cavando bene.- lo blandì Akagi.
- Si ma non è abbastanza.- sindacò Hana, rimettendosi in piedi - Forza, abbiamo ancora venti minuti gente!-
Si riunirono tutti di nuovo di fronte ad Anzai, mentre i titolari rimasero indietro.
- Chi chiama la Neuro?- borbottò Miyagi, senza scherzare per niente.
- Ho cancellato il numero giorni fa.- Hisashi fece una smorfia - Cazzo, lo sapevo che dovevo tenerlo...-
- Non fa ridere!- rimbrottò il capitano - Ma che gli prende a quel deficiente eh?-
- A me lo chiedi Gori?- insinuò Mitsui, guardando finalmente Rukawa - Allora? Cos'è successo?-
Kaede, benché irritato, sapeva che non poteva permetterselo e abbassò il viso quasi con vergogna.
- E' colpa mia.- si limitò a dire.
- E' colpa tua?- Miyagi lo guardò allucinato - Oh no! È’ andato pure lui!-
- Sta zitto idiota!- lo prese a calci il Gorilla, tornando al volpino - Ma insomma che gli hai fatto Rukawa?-
- Ma non è che ti sei ripassato Haruko vero?- se ne uscì Mitsui e dopo essersi fatto sfondare il cranio dal fratello della suddetta bertuccia non ci fu più tempo per approfondire la questione.
Iniziava il secondo tempo.
Dagli spalti Sendoh osservava il gioco di un suo grande amico con occhi stranamente preoccupati.
Sospirò, appoggiato alla ringhiera con entrambe le braccia.
- Che hai?- gli chiese Koshino - Ti annoi? E dire che la partita mi sembra interessante comunque, anche senza gli altri quattro matti. Allora? Perché quella faccia Akira?-
- Hana.- si limitò a bofonchiare il porcospino.
- Come? Che centra quel pazzo?-
- E' lui. Non gioca come al solito. Mi rompo.-
- Niente risse e cazzate intendi?-
- Si, sembra che abbia perso la sua verve.-
- Ma no!- Koshino tornò a guardare l'ennesimo canestro del Miuradai - E' solo e non c'è Rukawa. Con chi vuoi che attacchi briga? Non può mica picchiare le matricole!-
- Che barba.-
- E ma è una fissa! Dai Akira! Perché sei così preoccupato?-
Sendoh non rispose più, continuando a osservare quella partita giocata dal fantasma di un amico. Perché si sentiva così in colpa?, si chiese. In fondo era grazie ad Hanamichi se Rukawa non ci aveva rimesso un occhio. Ok, non era stato presente alla rissa ma se non fosse arrivato in tempo qualcuno in quella palestra sarebbe morto, Takeru per primo.
Eppure continuava a sentirsi in colpa e giocava come se tutto il peso fosse suo.
Giocava molto bene, niente da dire...ma gli mancava quella fiammella, quella scintilla...chissà dov'era finita.
Intanto in campo il Miuradai era passato in vantaggio di ben sette punti.
- No, no! Non ci siamo!- sbottò Ayako - Ragazzi svegliatevi! State subendo troppo!-
- Nobu fa quello che può.- le disse Raim - Ma è ancora troppo inesperto. Inoltre quel tizio sta terrorizzando tutti!-
In effetti Naito stava facendo il suo dovere.
Anche se Rukawa due anni prima aveva pescato il suo punto debole, che tra l'altro era sempre lo stesso, le matricole e Kakuta erano molto in soggezione di quell'ex giocatore di rugby che sapeva terrorizzare tutti con la sola altezza.
Buttò un paio di volte a terra sia Rei che Nobu ma se l'ultimo riusciva a sfuggirgli organizzando l'operazione d'attacco nelle retrovie, Rei ce l'aveva sempre addosso, essendo ala piccola.
- Cavolo, non ce la fanno.- sussurrò Kogure, a fianco di Hana - Che facciamo?-
- Adesso ci provo io.- disse il rossino a bassa voce - Nobu...-
- Si senpai?-
- Voglio la palla.- scandì serio, senza staccare gli occhi dal canestro - La voglio capito?-
Yaoto dopo un attimo sorrise, annuendo. - L'avrai senpai.-
- Bene. E adesso diamoci sotto!-
In un attimo tutto lo Shohoku si accorse che Hana aveva deciso d'ingranare la seconda. Da centro scattò rapidamente in avanti seguito a breve distanza da Nobu ed evitando tutti gli avversari arrivarono in area. Lì sotto però l'aspettava Naito.
- Ci si rivede, coglione!- gli sibilò, placcandolo durante - Dove pensi di andare eh?-
Accorgendosi che non poteva passare a Sakuragi, Yaoto si ritrovò costretto a ripiegare. Traccheggiò alla linea dei tre punti con Sasa che era rientrato ma si liberò Rei e allora la palla gli venne lanciata come un fulmine.
Il Miuradai doveva averlo previsto perché in un attimo Hana non si vide più Naito vicino. Sconvolto lo trovò praticamente quando Rei stava saltando a canestro...e venne scaraventato a terra brutalmente dal pelatone che tornò a terra con un fallo...ma anche con un punto in meno per lo Shohoku.
- Ah ah...attento pulce.- ridacchiò Naito - Ti schiaccio la prossima volta!-
Rei rimase seduto a terra mentre l'arbitro dava il fallo.
I compagni raggiunsero la loro ala piccola preoccupati ma una volta inginocchiato davanti a lui, Hana ci restò secco.
Rei piantò un violentissimo pugno a terra, furibondo.
- Vaffanculo!- sbraitò forte, perdendo quel suo contegno da ragazzino per bene - E' tutta colpa mia accidenti!-
Lo sentirono anche dalla panchina e i titolari quasi cascarono per terra.
- L'avevo detto io che un paio di mesi con Hisa e sarebbe cambiato il registro.- si stupì Miyagi.
In campo erano tutti altrettanto allibiti.
- Rei dai...- Hana lo guardava sorridente ma mezzo svestito per lo sconvolto - Su, non è niente!-
- Non è vero che non è niente!- ringhiò ancora più forte - Tu ti sei impegnato tanto senpai e io non riesco a darti una mano! Perfino due settimane fa non sono riuscito a fare niente!- e il rossino sgranò gli occhi, colpito.
- Ma cosa dici?-
Rei abbassò il capo, stringendo il pugno - Non ho fatto altro che evitare i colpi di quelli dello Shikuda e non sono riuscito a dare una mano...e adesso non riesco più neanche ad andare a canestro!-
- Dai Manabe...- Kogure scuoteva il capo, scoppiando silenziosamente di gioia - Cosa credi? Io neanche sono riuscito a fare nulla. Credi che mi senta in pace con me stesso? Mitsui e gli altri sono stati fortissimi ma è solo grazie a Sakuragi se stiamo tutti bene. Non fosse arrivato ora forse saremo tutti in ospedale in come e con le ossa rotte.-
Hana non disse nulla, limitandosi a farsi guarire le ferite da quelle parole che erano come un balsamo.
- Si ma...- Rei era sempre nervoso, con l'espressione di chi si sente inutile ma vuole ancora lottare - Non voglio perdere! Non voglio perdere! Io voglio darvi una mano e vincere questa maledetta partita per il capitano e gli altri!-
- Ah si?- Kogure sogghignò speranzoso - Allora fai vedere a queste pertiche di che pasta sei fatto!-
Dopo un lungo silenzio, Rei guardò Hana negli occhi...e inspirando a fondo, dette un altro colpo a terra. Poi finalmente si rialzò. - Ok!- scandì - Mi sono ripreso.-
- Ecco, bravo!- Il vice capitano gli strizzò l'occhio - Affianca sempre Hanamichi e non avere paura di nulla, intesi? Sei forte Rei, sul serio. L'hai già dimostrato e anche se siamo in svantaggio possiamo recuperare. Abbiamo ancora nove minuti! Possiamo fare miracoli!-
- E li faremo!- ridacchiò Nobu, dandogli una pacca - Dai, non fare il cretino!-
- Ci sono.- Rei annuì di nuovo, più determinato di prima - Non farò più l'idiota senpai e ti prometto che infilerò un canestro dietro l'altro!- giurò rivolto ad Hana - Tu ti stai impegnando a fondo e lo farò anche io!-
Il rossino tacque, non trovando niente con cui ribattere. Porca miseria. Che carattere!
- Dacci sotto.- gli disse allora, roco - Spaccami le difese!-
Dopo un urlo di assenso di tutta la squadra, Hana si rialzò posando istintivamente lo sguardo sull'unica persona che di solito lo faceva sentire perfettamente al sicuro. Oh si, lui era bravo...ma c'era qualcuno che per lui era sempre stato il simbolo della sicurezza vera e propria.
Kaede se ne stava seduto...e lo fissava. Non gli aveva mai staccato gli occhi di dosso.
"Tu sei forte...ce la farai sicuramente."
- Dai do'aho.- sussurrò il moro - Muoviti. Ce la puoi fare...-
Subito il fallo, a Rei vennero assegnati due tiri liberi che risollevarono appena il risultato. Erano sempre sotto di parecchi punti ma ora la matricola sembrava di nuovo molto carica.
Ci fu un leggero recupero e si passò a 69 per il Miuradai, contro i 63 dello Shohoku. Il tempo scorreva in fretta ma ben presto Naito ricominciò a buttarsi addosso ad Hana e Rei. Se l'ala piccola aveva imparato a sfuggirgli, passando velocemente la palla indietro, Sakuragi stava subendo parecchio. Sasa non gli lasciava spazio e continuava a trovarsene addosso tre per volta ogni volta in cui si trovava sotto canestro.
Piazzò una schiacciata a due minuti dalla fine della partita ma tornato a terra, dopo essere rimasto appeso al canestro, continuò a sentirsi sulla graticola.
- Cazzo.- sibilò, sentendo le risate di Naito.
Gli arrivò una spallata ma continuò a tacere, serrando le mani ma dalla panchina ormai c'era qualcuno che ne aveva basta di vederlo subire. Rukawa di punto in bianco tirò un pugno sulla panca e sbalordendo metà squadra filò dritto da Anzai, piazzandosi davanti a lui in tutta la sua altezza.
- Mister, mi faccia entrare!-
- Cosa?- allibirono Akagi e Ayako - Ma sei matto? Non ti sei ancora ripreso del tutto!-
- Io voglio entrare!- scandì di nuovo il volpino serio, fissando solo il coach - Mi permetta di giocare!-
Anzai tacque, osservando la sua espressione oltre le lenti spesse.
- Perché?- gli chiese a quel punto.
Kaede trasecolò - Come?-
- Perché vuoi entrare?-
Perché voglio dargli una mano. Perché non voglio perdere!
Deglutì, sapendo bene che il coach già sapeva la verità.
- Voglio aiutarlo.- gli disse allora, sincero.
Ma Anzai non si scompose minimamente, anche se dentro esultava per una piccola rivincita che aspettava da tre anni.
- Ora come ora non lo accetterebbe il tuo aiuto.-
- Non m'importa!- sbottò il volpino - Voglio dargli una mano! Non può fare tutto da solo!-
- Credi che sia un debole?-
Rukawa sgranò di nuovo gli occhi blu - ...No...ma...-
- Se tu entrassi ora lui la prenderebbe come una mancanza di fiducia nei suoi confronti. Ora l'unico aiuto che puoi dargli e stare seduto e sgolarti col tifo.- frecciò il mister, sorridendo sotto i baffi - Lo capisci Kaede?-
No, non lo capiva! Non gl'interessava capire un bell'accidente! Al diavolo, mancava un fottuto minuto e Naito si stava divertendo a spaccare le ossa al do'aho! Erano 65 a 69 e quella maledetta difesa non riuscivano più a spaccarla!
Furibondo e frustato come non mai si rigirò in tempo verso il campo quando sentì il boato del pubblico.
Si volse proprio mentre tutta la panchina dei diavoli rossi esultò...
Preso il rimbalzo, Hana aveva passato la palla a Kogure che stava fuori dalla linea dei tre punti.
Avesse potuto, Kaede e Mitsui l'avrebbero baciato. Una tripla dettata dalla fortuna o dalla bravura, non lo sapevano...ma una tripla fantastica!
- Ok, ora siamo sotto solo di un punto!- urlò Ayako balzando letteralmente sul suo tavolo - Ragazzi, un canestro solo!-
- Avanti, mancano quaranta secondi!- tuonò Akagi - Dai Hanamichi! Forza!!-
Avesse potuto contarsi i battiti del cuore, Hana avrebbe stentato a crederlo. Aveva il cuore praticamente in gola...o nelle gambe, che in quel momento sembravano muoversi da sole. Correva, correva...passava, contava i secondi che mancano. Un canestro. Solo un altro dannato canestro. Non poteva, non poteva perdere.
Grida, incoraggiamenti, i pesanti passi degli avversari...non passava.
Non riusciva più a passare. Rei era marcato, Kogure anche.
L'area del Miuradai era impenetrabile...se si fossero impadroniti di nuovo della palla se la sarebbero girata fra le mani fino allo scadere del tempo. E non poteva permetterlo.
Gli restava solo una cosa da fare. Sollevò il capo. Era davanti al canestro.
- AVANTI! TIRA!-
Cinque secondi
Sentì nitida la voce di Rukawa alle sue spalle, saltando.
Naito gli si parò davanti con le braccia alzate ma non poteva permettergli di ostacolarlo.
Hana si sbilanciò all'indietro, poi lanciò. Una parabola perfetta, né Naito né Sasa riuscirono a deviare la traiettoria.
A due secondi, fu canestro. Pulito, perfetto.
70 a 69.
Il tiro in sospensione all'indietro finì per farlo atterrare malamente ma quando l'arbitro fischiò e Hana si ritrovò seduto a terra, non ci fu mai sollievo più grande.
- SIIIIII!!!!!-
Quell'urlo di vittoria invase tutta la panchina del diavoli rossi che un secondo più tardi si catapultarono festanti in campo, mentre tutte le tribune impazzivano letteralmente. Col fiato mozzo fino all'ultimo secondo, avevano perso degli anni di vita preziosi ma erano stati ricompensati da quel tiro fantastico.
Hana ancora mezzo incosciente venne letteralmente sommerso, tipo squadra di football, da tutti i suoi compagni che gli si buttarono addosso in massa, abbracciandolo e urlandogli nelle orecchie che era un campione.
Quasi non capiva più niente ma dopo tanto finalmente si permise di esultare.
Era fatta! Avevano vinto!
- Vai senpai, sei un genio!- Rei quasi lo strozzava, insieme a Nobu e Kogure - Sei il migliore!!!-
Anche in panchina, Anzai sorrise bonariamente, soddisfatto più che mai.
- Dimmi Kaede.- sussurrò al volpino, che gli era rimasto a fianco con quel canestro fantastico nel cuore - Cosa ne dici di questa partita?-
La kitsune tacque a lungo, vedendolo seduto per terra, attorniato di persone festanti, sempre più fuori di sé dalla gioia.
- Hn.- bofonchiò, ficcandosi le mani in tasca - Deve allenarsi coi tiri in sospensione all'indietro.-
Per tutta risposta Anzai scoppiò finalmente in una fragorosa risata, dandogli una leggera pacca sulla spalla.
- Vai a festeggiare.- gli consigliò - Ve lo meritate!-
Proprio in quel momento un applauso generale ricordò il miracolo di quel campione di basket che in campo sollevò il viso...e si ritrovò la mano del suo capitano fra i corti capelli rossi.
Hana rovesciò la testa all'indietro, trovando il Gorilla a sovrastarlo.
- Bravo mezza tacca.-
- Grazie Gori.- rispose sogghignando - Allora? Sono bravo eh?-
- SEI UN GENIO SENPAI!- continuava a urlare poco più tardi Rei Manabe per gli spogliatoi, che era saltato praticamente in testa a Kogure per farsi sentire meglio - E' TUTTO MERITO TUO!-
- Si, si...abbiamo capito ma adesso calmati eh?- lo blandì il quattrocchi - Rei mi sembri un po' sovreccitato.-
- Non è mica l'unico.- frecciò Ayako, visto che Nobu, Kakuta e le riserve stavano praticamente ricreando la danza della pioggia attorno alla panca dove Hana si era sdraiato, con le braccia sopra alla testa come per nascondere la faccia.
- Allora, la finiamo con questo macello?- rognò Akagi, anche se non aveva cuore per picchiarli - Ok, ok, abbiamo vinto! Ma andate fuori a far casino, porca vacca! Qua ci sentono tutti! C'è gente per bene in giro!-
Manco a dirlo...
- PERMESSO!!!- cinguettò Sendoh, apparendo sulla soglia con Mito, Haruko e l'Armata proprio in quel momento - Siamo venuti a baciare la terra dove camminano i campioni!-
- Oddio, ci mancava solo lui.- bofonchiò Mitsui.
- Hana sei spettacolare, sul serio!- ridacchiarono Takamiya, Okuso e Noma, saltando quasi addosso al loro amico - Grande campione, promettiamo che non ti chiameremo più mezza sega!-
- Ehi, ehi...- Mito rise, mettendosi a fianco della panca - Come mai te ne stai lì? Non è che piangi commosso vero?-
- Ma no che non piango!- sbraitò Sakuragi alzando le braccia furibondo - Ma sei scemo!?-
- Oh e dire che hai sempre avuto il cuore tenero.- ridacchiò Miyagi - Non mi stupirei davvero.-
- Sul serio Hana, non sto scherzando...erano tutti in delirio sai?- Sendoh andò a battergli una mano sulla spalla - Quando hai fatto l'ultimo canestro ho visto Nobunaga strozzarsi con la lattina di aranciata e credo che abbia buttata un po' addosso anche a Maki!-
- Fosse morto soffocato.- sibilò Hana, secco.
- Evvai si festeggia, niente storie!- sentenziò Akira, sedendosi a gambe larghe al suo fianco - Dove vuoi andare?-
- Ti portiamo ovunque tu voglia.- gli promise anche Mito - Qualcuno si accoda?-
- Basta che ci siano sedie imbottite.- ghignò Mitsui, appoggiato all'armadietto.
- Allora per la gioia del tuo povero fondoschiena spelato Hisa-chan vi porto al Paradise!- cinguettò Akira.
Kaede roteò gli occhi, riprendendosi il borsone. Porca miseria! Se lo portavano via sul serio. Non avrebbe potuto parlarci così! Dannazione, dannazione!
- Al Paradise?- Ayako li guardò maliziosa - Ma non è una specie di bordello?-
- Non sia mai che io mi compri una donna!- cincischiò la punta di diamante del Ryonan - No, no! È uno strip club!-
- Viva il rimorchio eh?- rise Mitsui - Ma si, guardare non fa male.-
- Guarda che lo dico alla senpai!- lo minacciò Raim scherzando - Anche se non credo che possa farti tante storie visto quello che ha combinato ieri sera alla festa di compleanno della Kurata.-
- Ecco, ottima cosa. Poi mi devi raccontare tutto!- le disse la guardia, strizzandole l'occhio - Così posso fare il fidanzato tradito per qualche giorno. Allora gente? Si va o no? Tappo vieni?-
- Ecco io...-
- Gli cavo gli occhi, poi può venire.- rise Ayako minacciosa.
- Dai ragazzi...- Hana bloccò i festeggiamenti sul nascere - Non possiamo rimandare a venerdì? Sono un po' a pezzi.-
- Tu che disdegni uno strip?- Takamiya gli mise una mano sulla fronte - Avvisate sua madre che s'è preso qualcosa.-
- Si, il rincoglionimento cronico.- frecciò Noma.
- Eddai Hana!- lo supplicò anche Akira, esibendosi in una delle sue migliori facce da cucciolo - Balliamo, beviamo, ci scateniamo un po'...è da un sacco di tempo che non ci facciamo due risate! Devi anche aiutarmi a far sbronzare Hisa-chan così si farà una ballerina, si molla con la ragazza e poi la consolo io!-
- Senti Aki ma vuoi che ti uccida sul serio?- rognò Mitsui incazzoso, ficcandogli un piede in testa.
- Oh, se è bella è bella!-
- Si ma è roba mia!-
- Dio, che cavernicoli.- sbuffò Ayako - Io me ne vado, branco di porci. Ci vediamo a scuola!-
- Vengo anche io.- sorrise Raim in quel modo vago e distante come le capitava da qualche tempo - Buona notte ragazzi, vedete di non finire a dormire dentro un cassonetto eh? Ciao!- e senza degnare di uno sguardo Rukawa seguì Ayako verso l'uscita, sapendo bene però di avere gli occhi del volpino puntati nella schiena.
Comunque non ci fu verso di trascinare Hana a far festa quella sera. Promise che sarebbe uscito con loro venerdì sera ma dopo di che se ne tornò a casa sua senza sentire storie.
Al che Akira schioccò la lingua.
- I casi sono tre: o è gay, o quella culata in campo l'ha reso impotente, o...-
- O?- ghignò Miyagi.
- O la volpe gli ha mangiato la lingua.- sbuffò Sendoh, incurante dell'occhiata gelida che gli scoccò Rukawa - Bene gente, a questo punto me ne andrò a rimorchiare da solo. Hisa-chan vieni con me o no?-
- Vengo, vengo.- sbuffò Mitsui mettendosi il borsone in spalla - Ma finiscila di chiamarmi così.-
- D'accordo Hisa-chan.-
- Avanti, levate le tende.- li incoraggiò Akagi - Mi avete rotto tutti stasera. Ci vediamo a scuola e agli allenamenti e vedete di non tardare! Dobbiamo ricominciare col solito ritmo! E prima che tu dica qualcosa Mitsui, me ne sbatto altamente le palle se ti fa male il culo, ok? Così impari a farti tirare da una moto in corsa!-
- Che stress, mi sembra di sentire mio padre.-
- Peccato che non c'ero.- rise Miyagi, chiudendosi la porta alle spalle - Sarebbe stato un gran spettacolo!-
- Oh, te l'assicuro!-


Passò rapidamente una settimana e la prima parte del campionato venne sospesa per i mesi invernali, quando poi avrebbe ricominciato a primavera con le sessioni finali, agli inizi di marzo.
Questo dava allo Shohoku la possibilità di rimettersi in forma e decisamente se lo meritavano tutti davvero, perché a parte le storie che si raccontavano, Miyagi aveva ancora doloretti sparsi un po' per tutto il torace e i fianchi, esattamente come Mitsui che si ritrovava il corpo ancora cosparso di graffi e abrasioni in più punti.
Akagi era quello che si era ripreso più in fretta e Kaede, nonostante i lividi sul viso fossero ormai guariti come quelli del fisico, si ritrovava con una piccola cicatrice sulla fronte e l'anima di uno pronto alla fucilazione.
In quei sette giorni nessuno l'aveva più sentito dire una parola. Sembrava di essere tornati al primo anno e solo il Gorilla ogni tanto gli strappava qualche assenso, per il resto la kitsune sembrava interamente concentrata a recuperare il tempo perso durante la sua convalescenza.
Con Hanamichi poi si andava sempre più degenerando.
Si allenava scrupolosamente, era diventato di una precisione disarmante, nelle partitelle era insostituibile ma come si era già notato in precedenza, la sua verve era sparita nel nulla.
Ora aveva ripreso a chiacchierare più volentieri ma le sue esplosioni di gioia ad ogni punto e il suo esultare sembravano storia passata. L'unica cosa diversa era che lui e Rukawa in campo, se avversari in allenamento, evitavano accuratamente one on one anche se Ayako di recente, che li osservava dal giorno della rissa con lo Shikuda, aveva notato un sensibile cambiamento da parte della loro volpe.
Ayako si era accorta che Rukawa non perdeva mai di vista il rossino, attentissimo a ogni suo leggero sbalzo di umore o a ogni suo progresso. Era fermamente convinta che il loro numero 11 avesse una voglia matta di parlare col Tensai ma c'era qualcosa che glielo impediva, forse a priori credeva di essere respinto.
- Tu che ne pensi?-
Raim sollevò appena lo sguardo dal calendario primaverile, seguendo gli occhi di Ayako in campo.
Riabbassò il capo, apparentemente incurante.
- Di cosa parli?-
- Di Hana e Rukawa.-
- Non sono più bambini.- disse la rossa gelida - Se hanno dei problemi che se li risolvano.-
Ayako si volse a fissarla, stranita.
- Raim, che cos'hai? Non mi sembri più la stessa dalla rissa. Non è che ti sei spaventata troppo?-
L'altra stavolta sorrise, addolcendosi - Ma no. Non mi sono spaventata.-
- E' per il tuo braccio allora, vero?- la mora le carezzò la schiena, tristemente - Ci saranno altre occasioni.-
- Si.- mentì Raim, sapendo benissimo che in fondo di quel mancato torneo non gliene fregava poi nulla - Lo so, basta aspettare. In fondo posso sempre occuparmi del club di pallavolo ormai.-
- Sei sicura che sia tutto?-
- Certo.-
Ayako corrucciò la fronte - Senti...se hai dei problemi puoi parlarmene, lo sai vero?-
Problemi. Raim non riuscì a non sentirsi invadere di nuovo dalla rabbia.
Il problema era lei. Così le aveva detto. Lei era solo una seccatura per lui.
Fra loro non c'era niente.
Bhè, si era espresso in maniera chiara quella sera. Ora non le importava che la cercasse continuamente con lo sguardo in classe, non le importava dei suoi maledetti occhi supplichevoli, non le importava che volesse parlarle.
Andasse al diavolo. Sia lui che Shiro avevano sempre preteso di gestirle la vita. Avevano fatto tutto da soli.
Avevano preso e smontato quello che lei provava senza neanche ascoltarla.
- Raim? Raim mi senti?-
Ritornò alla realtà, trovandosi di fronte l'espressione impensierita di Ayako.
- Tutto ok?-
- Si, tutto benissimo.- le sorrise in maniera stentata, mettendosi in piedi - Mi scusi un secondo? Devo andare dalla senpai Kurata per qualche minuto. So che oggi le hanno tolto il gesso e vorrei tanto vedere come se la cava.-
- Ah si? Junko starà facendo i salti di gioia.- cinguettò Ayako che conosceva bene la Kanzaki.
- Sicuro.- rise la rossa andando all'uscita - Ci vediamo fra poco!-
Una volta finiti gli allenamenti, si erano ormai fatte le sei.
Il cielo era buio e l'aria secca, che permetteva di vedere numerose stelle ma il vento che spazzava lo spiazzale dello Shohoku era comunque gelido, che penetrava nelle ossa.
- Ragazzi, ci voleva proprio.- mugugnò Miyagi dopo la doccia, infilandosi la divisa - Mi sentivo tutto incriccato.-
- Parli bene tu, non sei spellato come un pollo!- sbuffò Mitsui, che faticava come un matto per vestirsi, vista la parte sinistra della sua schiena ricoperta di grossi cerotti di garza bianca rettangolari - Dio, ma quanto ci andrà ancora però guariscano? Mi stanno facendo diventare matto!-
- E già, dev'essere un bel problema a letto.-
- Ahah, molto spiritoso tappo. Pensa per te!-
- Così la prossima volta impari a fare bracciolino, deficiente.- scandì Akagi, passando a fianco di quei due con la sacca in spalla - Farsi trascinare da una moto...Puah! Che idea balorda!-
- Hai finito di martellare su questa storia Gorilla? Mi hai quasi rotto!-
- Eddai Takenori.- lo blandì Kogure, prima che uccidesse Mitsui a suon di cartelle - In fondo è stato bravo e se l'è cavata davvero con poco. Non mi stupirei la storia circolasse e Aota domani si presentasse qua!-
- Zitto, non lo nominare!- sibilò Akagi, facendo ridacchiare silenziosamente Hana che cercava di chiudere il suo dannato armadietto senza spaccarlo - Magari si aggira qua attorno!-
- Aota?- Rei alzò gli occhioni scintillante - Parli del capitano della squadra di judo senpai?-
- Esatto.- annuì il quattrocchi - Ogni anno viene qua e cerca di portare i ragazzi al suo club.-
- Bhè, i senpai sono molto forti.- Manabe alzò le spalle, capendo la situazione - E' normale no?-
- Si ma a me la rissa piace allo stato brado.- sentenziò Miyagi.
- Come senpai?- allibirono Nobu e Rei.
- Senza regole e arbitri.- gli chiarì Hisashi, sorridendo - Sana vecchia rissa da strada.-
- Forse un giorno capirete!- disse Ryota con aria saggia.
- Preghiamo perché non vengano su come voi quattro deficienti.- rognò Akagi, tirando direttamente in mezzo anche Sakuragi e Rukawa, che si stavano facendo i fatti loro - Avanti, muovete le chiappe che devo chiudere!-
- Ragazzi, vi spiace se scappo ora?- s'intromise Hana, ficcandosi una sciarpa al collo - Devo passare a comprarmi la cena e se non mi sbrigo mi chiudono il market sotto casa.-
- D'accordo.- annuì il capitano - E sta attento a dove cammini, rintronato.-
- Tranquillo Gori.- sorrise il rossino - Ci si vede domani gente!- e senza indugiare oltre infilò la porta, rapidissimo. Gli altri stavano ancora parlando fra loro e non si accorsero che pochi secondi più tardi anche la kitsune prese il volo, all'inseguimento della scimmia.
Una volta fuori però rimase con un palmo di naso. Nel cortile non c'era! Guardò ovunque, sapendo bene che non era venuto con la moto visto il freddo, ma non riusciva a vederlo da nessuna parte. Si precipitò anche ai cancelli ma fu inutile. Era già andato via.
Incredibile.
Si passò una mano sul viso, maledicendosi.
Tre settimane. Tre fottute settimane e non era riuscito a inchiodarlo al muro per scusarsi.
Kaede, sei un deficiente. Sei un povero imbecille.
Come cazzo poteva essere così bastardo e vigliacco eh? Non riusciva a credere di essere arrivato al punto di non saper chiedere scusa. Doveva farlo, doveva scusarsi una volta per tutte o non ne sarebbe uscito vivo.
Perdere il rapporto con Raim e Hana nello stesso periodo era stato troppo.
Ma si sarebbe occupato di un caso per volta. Prima doveva sistemare la situazione col do'aho, pensare alla sua rossa gli faceva troppo male per il momento.
Ciò che non capiva però era cos'avesse potuto ferire il do'aho a tal punto. Ok, quel giorno aveva esagerato, se ne vergognava e si sarebbe picchiato da solo, ma tempo prima fra loro erano volate parole ben peggiori.
Non riusciva a capire perché gli avesse visto quello sguardo addolorato negli occhi e non voleva scusarsi solo per quietarsi la coscienza. No, voleva farlo davvero per una volta.
Così prese una decisione al volo. C'era una sola persona che potesse dargli una mano.
Correndo come un matto senza quasi sentire il freddo, girò per tutti i bar e i pub già aperti verso il quartiere in cui abitava Hanamichi e finalmente, dopo un'oretta circa di ricerche, trovò la persona che gl'interessava.
Mito stava guardando svogliatamente fuori dalla finestra del locale impregnato di fumo e musica rock, mentre gli altri facevano casino al biliardo quando sentì un'alta presenza accanto al suo tavolo. Credendo fosse Hana si girò col sorriso sulle labbra ma quando vide Rukawa, ansante e parecchio provato, rimase spiazzato.
- Rukawa.- Mito riprese il sorriso - Ciao. Come mai qui?-
Noma, Okuso e Takamiya allargarono le bocche a palla lasciando cadere le stecche a momenti ma Yohei scoccò loro un'occhiata eloquente e tornarono a farsi la loro maledetta partita, anche se con l'orecchio ben teso.
- Ti devo parlare se hai un momento.- gli disse la volpe, con la voce arrochita dal freddo.
- Va bene.-
Dalla faccia che Mito aveva, Kaede capì che forse sapeva di cos'era accaduto con Hana. Si stupì allora che non l'avesse mandato direttamente al diavolo anche lui, ma il migliore amico del rossino ascoltò tranquillo la sua richiesta.
- Immagino saprai perché sono qua.- iniziò Rukawa.
Yohei inclinò il capo, portandosi la birra alla bocca - Diciamo che so vagamente cos'è successo. Hanamichi per una volta è stato davvero avaro di particolari.-
Kaede abbassò il capo, stringendo i pugni. Si sentiva al colmo della vergogna.
- Avete litigato per qualcosa di serio?- gli chiese allora Mito.
- Veramente...non lo so.-
- Non lo sai?- l'altro alzò un sopracciglio, incuriosito - In che senso? E per favore sii sincero, sono tre settimane che lo vedo cambiato e se devo dirti la verità la cosa non mi piace per niente.-
Non ebbe la forza per replicare a niente. In fondo Mito aveva ragione. Hana sembrava un altro da quanto accaduto quel giorno. Fosse stato al suo posto gli avrebbe spaccato la faccia ma era lì ormai e voleva andare fino in fondo.
- Quel giorno...- iniziò, cercando di ricordare ogni più piccolo particolare -...ero uscito dall'ospedale con l'idea di andare dritto allo Shikuda.-
- Comprensibile.- disse Mito.
- Sakuragi mi è venuto dietro.- andò avanti Kaede sospirando - E mi ha bloccato al muro. Da lì abbiamo cominciato a litigare...e sono volate parole grosse da tutte e due le parti, ma specialmente da parte mia, questo non lo nego. È solo che...da una parte so cosa l'ha fatto star male ma...c'è dell'altro.- sollevò gli occhi su Mito, speranzoso - Non ne sono sicuro ma mi ha picchiato solo dopo che gli ho detto una cosa che per me non aveva significato. Ma forse per lui si. Se è così...vorrei che mi dicessi la verità per sapere di cosa e in che proporzione devo scusarmi realmente con lui.-
Ora la cosa prendeva forma. Yohei bevve un ultimo sorso, poi mentre la musica veniva alzata e invadeva il locale impedendo quasi di sentirsi da un metro all'altro, disse a Rukawa di ripetergli parola per parola ciò che si erano detti.



...Maledizione, ti ho detto di lasciarmi andare! Tu neanche c'eri! Tu non c'eri! Non sai cos'è successo!

Si forse non c'ero ma almeno non ho rischiato di ammazzare qualcuno perché ho perso la testa!

E sta zitto! Non l'hai sentito il medico? Non potrà più partecipare al torneo!
Se non si fosse messa in mezzo ora potrebbe gareggiare! Fammi il favore di toglierti dai piedi!
Se non altro nessuno ci ha mai quasi rimesso la pelle per colpa tua!



Il pugno, il lampo di dolore negli occhi nocciola del do'aho.
Poi Rukawa era caduto a terra, con un dolore fortissimo allo zigomo.
E da quel giorno era cambiato tutto.
Mito ascoltò ogni sua singola parola, ma fu solo all'ultima frase che capì realmente com'erano andate le cose.
Inspirò a fondo, lasciandosi andare contro lo schienale del divanetto.
- Puoi aiutarmi?- gli chiese Kaede, aspettando la sentenza come un condannato.
- Si.-
- Perché ha reagito così?-
Yohei sorrise mesto, ricordando l'Hanamichi di tanto tempo prima. Quella frase, oh quella frase.
Gli ricordava suo padre. Ecco perché aveva reagito in quel modo.
Fu quando Kaede si mise in piedi, ormai al corrente di tutto che decise di dargli l'ultima dritta.
- Rukawa?-
- Hn?-
Mito ridacchiò sottilmente - Gli arancini di riso.-
- Come?- Kaede si bloccò, con la sciarpa mal messa - Cos'hai detto?-
- Gli arancini di riso.- ridisse Yohei, troppo divertito dalla sua faccia spiazzata - Ti serviranno.-
Arancini di riso?
La volpe stentava a credere che una conversazione di tale importanza si fosse conclusa con un finale tanto assurdo. Arancini di riso. Proprio non capiva.
Che se ne faceva degli arancini di riso?
Lui ora voleva solo andare dal do'aho e se non strisciare, almeno usare tutta l'umiltà di cui era capace per chiedergli perdono. Alzò il viso al cielo e proprio in quel momento cadde una goccia gelida dalle pesanti nubi che si stavano avvicinando da ovest. Se non si sbrigava sarebbe arrivato a casa fradicio.
Sulla strada però si fermò davanti a un negozietto ancora aperto...e che piovesse o meno, fece la cosa più stramba che avesse mai fatto, dopo quel tatuaggio s'intende.
La mattina dopo nella sua cucina c'era un pacco di arancini, pronti a fare il loro dovere anche se Kaede non sapeva bene quale fosse.


 

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Capitolo 13
*** Le Ali dello Shohoku ***


 

 

Pioveva a dirotto.
Era il 14 dicembre e il tempo si era notevolmente raffreddato anche se ancora non era caduta una bella tormenta di neve come si auspicavano gli animi più romantici dello Shohoku, ammesso che ce ne fossero in quella scuola.
Kaede guardava fuori dalla finestra. Era tempo che non dormiva in classe...gli sembrava passata una vita dall'ultima dormita tranquilla schiacciata sul banco, con in sottofondo la voce seccante del do'aho e le risate di Raim.
Si, sembrava passata una vita.
Il giorno prima però Mito gli aveva aperto gli occhi e finalmente poteva dire di vedere le cose con un minimo di chiarezza in più. Ricordava il primo anno, quando Anzai era finito all'ospedale e finalmente lo sguardo che aveva avuto Sakuragi per lui assunse un senso.
Suo padre...
Anche il do'aho aveva perso suo padre allora.
Altro che separazione. I suoi non erano separati come si era sempre limitato a dire.
Suo padre era morto stroncato da un infarto.
Lo guardò con la coda dell'occhio, trovandolo al suo fianco intento a leggere letteratura cinese. Neanche lui seguiva ciò che stava sbraitando Yoshikawa sui suoi dannati algoritmi ma ora Rukawa si chiedeva come avesse fatto a vivere fino a quel giorno...in quel modo. Come aveva potuto mantenere quell'allegria innata?
Perché era sempre così felice, entusiasta della vita?
Hn, normale. Hana non era come lui, ecco tutto.
Invece di chiudersi a riccio in una casa gelida e attorniarsi di silenzio e freddezza, lui aveva reagito crescendo, capendo che la morte era parte integrante della vita delle persone, senza rassegnarsi a vivere un'esistenza priva di calore.
Gli doveva le sue scuse ma più di ogni altra cosa gli doveva il suo rispetto .
Ma non era l'unico a cui doveva delle scuse, anche se dubitava che Raim l'avrebbe perdonato, giunti a quel punto.
Ogni volta che per sbaglio incrociavano gli sguardi, i suoi occhi verdi si accendevano di una rabbia e di un rancore che non riusciva a sopportare. Ma non poteva parlarle, lei non glielo permetteva.
Tutto il suo essere sembrava respingerlo.
Alle due iniziarono gli allenamenti e Kaede era più che mai convinto, mentre si cambiava negli spogliatoi, che era giunto il momento di mettere le cose il chiaro almeno con Hana. Doveva farlo quel giorno stesso.
Glielo doveva.
- Ragazzi, ma dov'è Mitsui?-
Ah, domanda storica. Dove cazzo era Hisashi Mitsui? Perchè lui era l'uomo del mistero. Lui, il fantasma degli allenamenti, lui...l'uomo più spellato di Kanagawa. Hana e gli altri si guardarono attorno, non vedendo il loro teppista preferito ma in fondo pochi si stupivano dei suoi continui ritardi.
- Avrà trovato qualcun altro per fare bracciolino .- frecciò Miyagi, prendendosi subito un pugno micidiale sulla testa dal Gorilla che già fumava come una teiera ogni volta che si nominava quella parola.
- Non scherziamo idioti!- sbottò Akagi - Dove cazzo sta quell'imbecille?-
- E io che ne so capo, ci sei tu vicino di classe no?- sbuffò Ryota, massaggiandosi la testa.
- Kogure, di solito non viene con te?- se ne uscì Hana, infilandosi la maglia bello carico.
- Veramente...- il quattrocchi sembrava pensieroso - ...questa mattina è entrato in classe con un sorriso a trentadue denti che faceva spavento. Non l'ho mai visto così palesemente felice ma non sono riuscito a chiedergliene il motivo.-
- Ahhh.- fece il rossino con un ghigno - Avrà smesso di tirargli la pelle del fondoschiena e ieri ci avrà dato dentro!-
- La finiamo di dire porcate?- sbottò Ayako fuori dagli spogliatoi - Forza, muovetevi!-
- Sul serio.- disse ancora Hana sicuro - Sai, dopo tre settimane di castità uno come lui sarà andato in palla!-
- Hn.- annuì anche la volpe, con una smorfia.
- Mah, secondo me non era quello.- disse Kogure pensoso - Sembrava al settimo cielo...e come rideva!-
- Magari il senpai ha già avuto qualche richiesta per l'università.- disse Rei - Non è possibile?-
- Già, gli devono essere andati bene i test.- sentenziò Miyagi ma Akagi scosse il capo, sbuffando - Ma figurati! Lo sai com'è fatto! Si sbattesse un minimo avrebbe una media altissima, invece si accontenta delle sufficienze...se non fosse per i suoi che gli rompono a quest'ora andrebbe a vendere ramen!-
- Ma va? Il senpai è così bravo?- borbottò Yaoto, stupito.
- Diciamo che con niente arriva tranquillo alla sufficienza stiracchiata.- gli chiarì il vice capitano quando finalmente entrò il diretto interessato. E volava a tre metri da terra.
- Ciao a tutti!- cinguettò con lo stesso sorriso di Sendoh che lasciò la squadra un po' spiazzata. Lo guardarono mezzi svestiti, allibiti da quel sorriso demenziale che Mitsui non aveva mai avuto sul grugno ma era proprio felice. Indecentemente felice.
- Ma che t'è successo?- mugugnò Akagi, diffidente - Ti sei calato qualcosa?-
- No, Gori!- cincischiò allegrissimo, buttando a terra il borsone - Di meglio!-
- Meglio di una pasta?- Miyagi alzò un sopracciglio - Puoi di nuovo fare sesso allora!-
- Ancora meglio tappo!-
- Hai ucciso Yoshikawa con la macchina?- abbozzò Hana.
- Nooo, di più!-
Rukawa si grattò il mento - Hai ammazzato uno dello Shikuda.-
- Di più, di più ragazzi!- ridacchiò con le stelline negli occhi - Ok, vi do un indizio! 31 dicembre, all'anfiteatro di Shibuya a Tokyo!-
- Eh?- Hana ora lo fissava come un alieno - Bhè? Che ci sarà mai? Un ritrovo di yankee?-
- Aspetta...- Kaede di colpo lo guardò meglio. 31 dicembre, all'anfiteatro di Shibuya a Tokyo...Oddio!
- Il concerto...- alitò la volpe.
- SIIIII!!!- gracchiò la guardia, saltando direttamente in testa al Gorilla e terrorizzando a morte le matricole - Gli U2 cominciano la turneè! La prima tappa la fanno in Florida, poi filano a New York, dritti a Los Angels e a capodanno sono a Tokyo! E ho i biglietti!!!!- e attaccò a fare delle gran feste sempre sulla testa di Akagi che oltre a cominciare a incazzarsi stava anche per strozzarlo. Ma chissene fregava degli U2! Ok che erano il gruppo preferito di quel deficiente ma così tante storie!
In campo durante i giri di corsa quel disgraziato era ancora eccitato come pochi.
Sembrava quasi sotto anfetamine.
- Tante storie per un concerto!- sbuffò Kogure.
- Tu non ci capisci una mazza!- rimbrottò la guardia - Ma li hai mai sentiti almeno?! Non puoi dirmi che Bono non ha un'estensione vocale da paura! Cazzo, non vedo l'ora di sentirli!-
- Ma proprio il 31? E che fai, ti passi il capodanno a Tokyo Hisa?- gli chiese Miyagi, stranito.
- Si, esatto!- ridacchiò Mitsui - E che nessuno mi rompa le palle. Giuro che mi devasto cazzo!-
- Certo, ti vedremo in via satellite mezzo nudo sul palco magari.- frecciò Akagi - Ma sta zitto!-
- Hai già trovato un posto dove stare?- s'informò Hana - Devi sbrigarti, ormai mancano pochi giorni.-
- Ah, per quello non c'è problema. Kay ha abitato per due anni a Tokyo e ha comprato un appartamento lì. Lui deve restare al club e quindi mi ha lasciato le chiavi.-
- Junko viene con te?- gli chiese Miyagi.
- Si, l'ho supplicata in ginocchio e a momenti ho dovuto pagarla ma credo che verrà davvero. Doveva venire anche mio fratello ma poi gli è uscita questa grana che non può lasciare tutto nelle mani del suo socio...che palle...adesso ha dei biglietti in più. Ce lo vedevo ad urlare come un dannato sotto al palco, sai?-
L'allenamento continuò in tutta calma ma durante una pausa in cui Akagi colse la palla al balzo per mettere sotto le matricole a prendere i rimbalzi, Ayako sembrava pensierosa.
- Che ti succede?-
Si volse verso Ryota, che si stava asciugando la fronte con un asciugamano - Qualche problema?-
- No, no.- la ragazza scosse il capo, raggiungendolo - Stavo solo pensando a Capodanno. Insomma, oggi è il quattordici, il venti iniziano le vacanze e le lezioni riprenderanno verso il dieci a gennaio. Sono preoccupata per quello che potrà accadere durante le feste.-
- Parli dello Shikuda?- Miyagi annuì, mandando giù un sorso d'acqua - Ci avevo pensato anche io.-
- Cioè, Mitchy se ne va a Tokyo e questo un po' mi rincuora ma gli altri?-
- Si, sarebbe meglio organizzarsi...ehi, Hanamichi!- urlò il play, richiamandolo - Cosa fai a capodanno?-
- Perché?- gracchiò, mollando la palla a Nobu e raggiungendolo - Veramente me ne sto qua a Kanagawa. La mia Harukina va col Gorilla a festeggiare dai parenti di sua madre a Osaka.-
- Però, fin là!- Ayako gli dette una leggera pacca sulla spalla - Dai tesoro, ti rifarai!-
- Come no.- borbottò - E voi ragazzi?-
- Festa di una nostra compagna di classe.- rise Miyagi - Casa gigante possibilmente lontana da risse.-
- Ah, siete preoccupati per i bastardi allora.- capì subito il rossino, incupendosi - Dovremmo tenerci sempre aggiornati con una rete di messaggi magari. E tu Raim?- Sakuragi si volse verso la loro seconda manager, che seguiva le matricole sotto canestro - Cosa fai il 31?-
La ragazza alzò le spalle, ben sapendo che Rukawa la osservava con la coda dell'occhio.
- Forse andrò a trovare mia madre a Los Angels, anche se non credo che sia fattibile. Avrà molto da fare e non ho voglia di fare un viaggio simile.- poi si sforzò di sorridere - La senpai Kurata di solito fa festa con tutto il club, invitando mezzo liceo e forse andrò con lei.-
- Però...tutti belli sparsi.- considerò Kogure.
- Pensate davvero a un altro scherzetto?- chiese Rei preoccupato - In fondo anche quelli dello Shikuda ne sono usciti conciati molto male!-
- Già, come possono tornare e rischiare di prenderle di nuovo?- si unì anche Nobu.
- Non li conoscete.- disse Raim seria, a capo chino - Non mollano facilmente.-
- La mia pazienza però ha un limite.- sibilò Hana all'improvviso, riprendendo in mano la sfera rossa - Lasciamo perdere per il momento, parliamone più tardi. Forza Rei, ti rivoglio al rimbalzo, capito?-
La faccenda non si poteva chiudere così facilmente e questo la sapevano tutti, senza contare poi che le parole di Takeru quel giorno erano state chiare. Avevano qualcuno dentro allo Shohoku che li aveva dotati delle chiavi della loro palestra ma quel qualcuno poteva essere chiunque, anche un allegro bidello a cui servivano dei soldi per arrotondare lo stipendio. A quel punto poteva essere davvero anche Yoshikawa che li odiava a morte!
Inoltre le preoccupazioni di Raim non potevano essere più fondate.
Secondo chi li conosceva bene quelli dello Shikuda non ne avevano mai prese tante come con loro ma di certo non si sarebbero fermati. In fondo erano teppisti belli e buoni: avevano preso una bella una mano di botte ma si sarebbero ripresi e poi sarebbero tornati più agguerriti di prima.
Arrivate le sei, negli spogliatoi i commenti sul capodanno fioccarono a mille. Le matricole erano elettrizzate dalla festa organizzata in palestra dal comitato studentesco, cosa che invece faceva letteralmente vomitare quelli degli anni più avanzati, ma Rukawa aveva la testa altrove.
Le feste. Di nuovo.
Il periodo dell'anno più brutto per lui, dopo il giorno dell'anniversario della morte dei suoi.
Non che con il tempo non avesse imparato a non pensare a ciò che le feste rappresentavano ma a volte la malinconia era dura da scacciare. Specialmente dopo che per qualche breve tempo aveva assaporato una boccata d'aria pura con Raim.
Chiuse l'armadietto, socchiudendo le palpebre. Dannazione, ci stava ricascando di nuovo.
- Ragazzi, io vado.-
Si risvegliò quando il do'aho era già alla porta. Quando se ne fu andato sentì gli altri quasi sospirare.
- Sembra che stia un po' meglio no?- stava dicendo Kogure.
Meno male che arrivò Mitsui a ricordargli di farsi gli affari suoi perché altrimenti la volpe sarebbe esplosa sul serio quella volta. Volevano giocare al massacro? Se non altro gli avevano ricordato che era ora di riaggiustare i cocci!
Senza una parola si ficcò il giaccone, la borsa in spalla, prese l'ombrello e finalmente filò via, sotto la pioggia scrosciante che quel giorno sembrava non voler lasciare un po' di fiato a Kanagawa.
Come sempre nel cortile già non lo trovò più ma stavolta non perse tempo. Corse fuori dai cancelli con l'ombrello che rischiava di ribaltarsi a ogni maledetta raffica di vento che mandava la pioggia in trasversale e finalmente lo trovò nella grande via alla sinistra dello Shohoku, a circa dieci metri davanti a lui.
L'idiota si stava anche bagnando tutto, visto che camminava con la cartella sopra la testa per ripararsi dall'acqua che cadeva a secchiellate.
Stava per urlargli dietro una caterva d'insulti, preso da un'incontenibile rabbia quando il volpino si zittì, mordendosi la lingua. Hana aveva appena passato un incrocio con una viuzza laterale che alle sue spalle si accodarono un gruppo di cinque tizi. Vide perfettamente che stavano ghignando e che lo indicavano.
Senza pensarci due volte prese il cellulare.
Hana, a qualche metro di fronte, stava camminando ignaro visto il baccano procurato dalla pioggia e dal freddo terribile che gli stava invadendo le ossa, che aprì il cellulare del tutto svagato. - Pronto?- bofonchiò.
- Sono io. Non chiudere e non girarti per favore. Continua a camminare.-
Il rossino per un attimo rimase interdetto ma sentito quel tono decise di fare come gli veniva detto.
- Non ti voltare.-
- Qual è il problema?- chiese.
- Hai cinque tizi che ti seguono.- l'avvisò Rukawa che li seguiva senza essere visto.
- Shikuda?-
- Non lo so. Ma hanno delle catene.-
Hana controllò la strada e di colpo il freddo non gli pareva più così insopportabile.
- Ascoltami...- mormorò a bassa voce - Adesso giro l'angolo e poi me li levo di torno.-
- Un attimo e arrivo.-
- Non sei obbligato.- gli ricordò Hana.
- Sta zitto do'aho.-
Tempo pochi secondi e Rukawa li vide sparire tutti dietro l'angolo. A quel punto chiuse il cellulare e gettando l'ombrello a terra, che volò via spazzato dal vento, corse in soccorso del Tensai. Arrivato vide che uno era già stato spedito vicino ai cassonetti dell'immondizia e così, spedendo un secondo con un pugno contro il muro si appoggiò alla schiena di Hana, per pararsi l'un con l'altro.
Inutile chiedere chi fossero e cosa volessero. I tre rimasti non si sprecarono a urlare altro che insulti, usando i bastoni come ragazzine a dire il vero e per i due fu facile levarseli di torno senza macchiarsi neanche in vestiti anche se ormai erano irrimediabilmente fradici. Hana si tolse di dosso l'ultimo idiota che gli sembrava di aver visto in palestra da loro, il giorno della rissa, quando dei passi in avvicinamento non gli fecero presagire nulla di buono.
Si sporse leggermente dal vicolo con la kitsune e sgranando gli occhi videro un'altra decina di tizi con la divisa del liceo degli Oni.
- Merda.- imprecò il rossino - E adesso?-
Rukawa ormai era stufo. Si stava congelando e stare lì a pestare altri incapaci non era ciò che voleva, così senza fare un fiato afferrò Hana per il braccio e se lo trascinò dietro. Voleva andarsene a casa ma prima avrebbero dovuto stare un bel po' attenti per non farsi beccare. Ci mancava solo che capissero dove abitava!
Erano inseguiti comunque e per questo dovettero fare il doppio dell'attenzione. La pioggia confondeva i rumori ma se non altro la casa di Rukawa era abbastanza lontana per permettere alle due ali dello Shohoku di deviare un po' e cercare di depistarli. Alla fine, dopo aver girato mezzo quartiere ed essersi infradiciati fin nei boxer, riuscirono ad arrivare nella via delle piccole villette in cui abitava il volpino.
Mentre Kaede si attacca al cancelletto d'ingresso con le mani intorpidite a cercare di litigare con le chiavi, Hana schiacciato contro la sua schiena guardava freneticamente indietro.
- Arrivano?-
Sakuragi scosse il capo - No, per il momento no...ma staranno girando qua attorno.-
- Una volta in casa non accendiamo la luce.- scandì Rukawa e poi finalmente il cancelletto scattò. Si fiondarono nel giardino e arrancando come due matti finalmente si chiusero la porta di casa alle spalle. Si lasciarono andare con la schiena contro lo stipite, senza togliersi neanche le scarpe, a riprendere fiato.
Neanche un minuto e sentirono un gran trambusto in strada.
Alzandosi e guardando appena fuori dalla finestra facendo bene attenzione a non spostare troppo la tenda, il padrone di casa si accorse che erano aumentati di numero. Stavano proprio cercando loro.
Dovevano blindarsi in casa e specialmente lui non doveva lasciar uscire il do'aho per nessun motivo.
Lo sentì accostarsi a lui e guardare a sua volta fuori dai vetri.
- Però. Dei cuor di leone.-
Rukawa lasciò andare la tenda con una smorfia di rabbia.
- Muoviti.- gli disse - Vai a farti un bagno.-
Hana sbatté gli occhi e il moro lo guardò storto - Non penserai di andartene a casa.-
- Bhè...-
- Bhè niente. Quei bastardi sono dovunque, quindi resti qua. Se vuoi avvisare tua madre sai dov'è il telefono e sai anche dov'è il bagno, quindi muoviti prima che ti venga qualcosa.- e senza dargli il tempo di replicare se ne andò in cucina dove si mise sul fuoco del the. Il Tensai continuò a non fare commenti, anche se era piuttosto stranito, ma fece comunque come aveva ordinato Rukawa. In fondo aveva ragione. Uscire in quel momento o più tardi avrebbe significato una rissa sicura e non poteva permetterselo.
Visto che però non doveva neanche avvisare sua madre, che lavorava tutta la notte, decise di seguire i dolci consigli della kitsune e di andare a farsi un bagno. Conosceva la sua casa perché nei primi giorni di convalescenza in ospedale quando ancora non avevano litigato, Rukawa gli aveva dato le chiavi per andare a prendergli il ricambio, così aveva potuto fare un sopralluogo nella tana del volpino.
Rivide, come più di tre settimane prima, l'unica foto in cui Kaede era coi suoi genitori e non poté impedirsi di sorridere blandamente visto che era vicina a quella che avevano scattato al secondo anno, quando avevano vinto i nazionali.
Si appoggiò alla cucina, trovandolo di spalle.
- Non ti scoccia che vada prima io?- gli chiese.
- No.- borbottò il moro, secco - Sbrigati che ho freddo.-
-...azie...- riuscì a rispondere e se ne andò dritto al primo piano, spaccandosi le ossa un po' ovunque visto che non riusciva a vedere una mina e ancora non avevano deciso di accendere le luci.
Dopo un po' però Kaede ne ebbe abbastanza. Non potevano stare a luci spente, era ridicolo! Così si attaccò agli interruttori e come un forsennato li pigiò tutti, incazzato più che mai. Possibile che quei bastardi non avessero imparato la lezione? Hana aveva messo il terrore addosso a tutti e lui aveva quasi ridotto la faccia Takeru a una poltiglia!
Che cazzo dovevano fare ancora? Andare in giro armati di colt e revolver? Mitsui l'avrebbe anche fatto!
Imprecando se ne andò in camera sua sentendo un piacevole calore mentre passava davanti alla porta semi chiusa del bagno, da cui usciva tutto il vapore procurato dalla scimmia sotto la doccia.
Senza fare una piega si tolse i vestiti bagnati e si cambiò con la prima tutta che gli arrivò a tiro, aspettando il suo turno, poi frugò nell'armadio per cercare il ricambio al do'aho. Gli mollò un paio di jeans e una maglia rosso scuro che lui non aveva quasi mai messo dentro al mobile del bagno, quindi uscì e tornò in cucina per appoggiare le sue povere membra intorpidite contro il termosifone, bevendo il the.
Casualmente gli cadde l'occhio sugli arancini comprati appena la sera prima. Chissà cos'aveva voluto dirgli Mito...mah! Se non altro era contento, aveva la scimmia a portata di mano chiusa in casa e se il tempo avesse continuato l'avrebbe anche costretto a dormire lì, quindi poteva finalmente parlargli.
Aveva notato che sembrava non aver molta voglia di stare con lui e non poteva dargliene torto ma finalmente ora l'aveva guardato in faccia! E che cavolo, l'avrebbe incollato al muro ma l'avrebbe ascoltato cazzarola!
Gli ci volle un quarto d'ora ma alla fine Hana scese le scale con passo lento, quasi timoroso...ma prima che il volpino potesse finalmente fargli piovere addosso la sua valanga di scuse, il telefono del rosso si mise a squillare.
Il Tensai rispose subito, sbirciando di nuovo dalla finestra.
- Oh, ciao...no, non vengo a casa...sono da Rukawa...ci hanno inseguiti...no, no! Yohei sto bene!- e si mise a gesticolare, un po' schizzato, mentre il volpino sbuffando se ne andava di sopra al farsi il bagno con l'asciugamano in spalla - Ma si...erano una ventina...no, niente rissa...ok, ci vediamo a scuola...si, ciao.-
Era rimasto da solo. Hana si guardò attorno, cercando di pensare a cosa fare.
Porca miseria...era in trappola! E adesso che faceva con Rukawa tutta la sera???
Porco cane... non riuscivano neanche a guardarsi a momenti. Non si era mai sentito tanto a disagio in vita sua.
Mogio, sprofondò sul divano con la maglia rossa lunga quasi fin sulle nocche e l'aria di uno pronto al massacro. Per ammazzare il tempo prima dell'esecuzione si mise a fare una carrellata su tutti i canali in rete.
Sull'antenna c'era anche una partita dei Bulls. Meno male, almeno avrebbero potuto stare con gli occhi incollati al televisore senza doversi per forza scambiare patetiche parole di commiato.
E poi era più che sicuro che non avesse voglia di parlargli, di questo Hana era convinto.
Doveva ancora scusarsi con lui per quel pugno...per le sue parole...
Stava ancora rimuginando sull'accaduto quando la porta di casa si spalancò all'improvviso.
Preoccupato ma pronto alla lotta se qualche bastardo dello Shikuda fosse entrato per sistemare la faccenda, fece per alzarsi in piedi quando un tizio fece irruzione nel salotto...e dopo essersi guardato attorno con aria superiore, buttò un occhio in cucina. Sembrò sollevato eppure appena si volse verso Hana che era rimasto zitto, cacciò un urlo.
Il rossino corrucciò la fronte, ora per nulla ansioso.
Doveva essere un ladruncolo!
- Ma chi cazzo sei?- sbraitò il ragazzo, furibondo e spaventato, incollato alla parete della cucina.
- Chi cazzo sono io? Chi cazzo sei tu!- rognò Sakuragi serio, scrutandolo, appoggiando un braccio sullo schienale del divano per girarsi di tre quarti verso di lui. Jeans costosi, cappotto pesante, capelli neri e occhi scuri il cui taglio affilato gli ricordava qualcuno.
- E tu che ci fai qua?-
I due si volsero, trovando Rukawa sulle scale. A torso nudo, stava scendendo i gradini con passo che Hana non avrebbe definito prettamente allegro. Anzi, sprizzava rabbia da tutti i pori.
- Kaede!- gracchiò il ragazzo - Ma chi è questo?-
- Affari miei. Chi diavolo ti ha dato il permesso di entrare a casa mia maledizione?- urlò quasi il volpino, spaventandolo visto come indietreggiò - Vi ho detto mille volte che qua dentro non ci dovete entrare! È casa mia questa, ficcatelo in testa per Dio! E adesso fuori!-
- Ah, questo ci sta in casa e butti fuori me eh?- replicò di nuovo il ragazzo.
- Lui ce l'ho portato io quindi se non vuoi che ti cambi i connotati Kenjin ti conviene andartene subito!-
Hana a quel punto dovette mettersi in mezzo per forza. Afferrò delicatamente Kaede per un braccio, cercando di placarlo - Su ragazzi...- borbottò, non sapendo neanche bene perché il volpino era così arrabbiato - ..magari se vi sedete un attimo e ne parlate...-
- Parlare di cosa?- ringhiò Rukawa - Io questo ce lo voglio fuori di casa, ok? E un'altra cosa!- sibilò, terrorizzando ancora di più il ragazzo - Se tu o tuo padre riprovate a mettere il naso qua dentro giuro che vi denuncio, sono stato chiaro? Diglielo pure! E adesso vattene!-
- Kaede io...-
- No, non voglio sentire!- sbraitò di nuovo il volpino, spingendolo malamente verso la porta - Ti saluto Kenjin!- e senza dargli più possibilità di rispondere lo buttò letteralmente fuori casa, sotto la pioggia e anche senza ombrello.
Quando si volse, praticamente attorniato da fiamme, Hana era un po' preoccupato.
- Ehi...caspita, ma va tutto bene Kit?-
- No.- sibilò il moro, passandosi una mano fra i capelli - No...-
- Ti verso dell'altro the.- disse allora il rossino - Dai, vatti a mettere una maglia...ti aspetto...-
Fece come voleva, anche perché doveva sbollire un attimo da solo se non voleva spaccare tutto e quando tornò in cucina, trovò il Tensai intanto a versare del the in due tazze.
- Chi era?- gli chiese, passandogli la tazza blu.
- Mio cugino.- si limitò a dirgli, a bassa voce.
- E perché l'hai trattato così male? È giovane...se non vai d'accordo con tuo zio magari con lui potresti...- Hana si bloccò di colpo, vedendo la sua espressione. Arrossì vagamente, bofonchiando qualcosa che il volpino non sentì e per qualche minuto stettero immersi in un silenzio totale.
- Mio padre...e mio zio gestivano un'azienda piuttosto piccola.-
Hana sollevò gli occhi, stupito da quella rivelazione ma lo esortò a continuare con uno sguardo.
- Mano a mano negli anni è cresciuta tanto da permetterci di vivere tranquillamente, senza problemi economici. Poi c'è stato quell'incidente in macchina.- il rosso si accorse del cambiamento del tono ma fece finta di nulla, cercando di rendergli le cose ancora più difficili - I miei avevano stipulato un'assicurazione sulla vita a mio nome...e un dieci per cento dell'azienda è mio, per il mio mantenimento. Mio zio vuole metterci le mani sopra, finita la storia.-
Finita la storia.
Ecco perché odiava tanto suo zio.
- E...tuo cugino?-
- Che vada al diavolo.-
- Ma kitsune...dava la nostra età. Cosa se ne farebbe lui di quella polizza?-
- Lo manda suo padre.-
- Ma dai...magari vorrebbe solo parlarti.-
A quell'uscita Kaede lo guardò con aria scettica. Chi avrebbe mai avuto voglia di chiacchierare con lui?
Lasciò perdere, già stanco di quell'argomento e senza sentire storie si mise ai fornelli.
-...Vuoi una mano?- borbottò timidamente Hana, ora che si sentiva imbarazzato da quella schiena.
- No.- fu la secca risposta.
Incassate le spalle, il Tensai si guardò in giro sempre più spiazzato...poi prese il coraggio a quattro mani. Insomma, era stufo! Doveva scusarsi e smetterla una volta per tutte! Tre settimane erano anche troppo!
- Senti Kit...-
- Senti do'aho...-
Si bloccarono, con Rukawa che si volse a fissarlo stranito.
- Si?- dissero di nuovo in sincrono.
Cavolo, era comica davvero, pensò Hana grattandosi la testa.
- Senti,- alzò le mani come per arrendersi visibilmente stanco - io volevo parlare un attimo di...di quello che è successo tre settimane fa. Ecco io...volevo scusarmi.- e vedendo lo sguardo allucinato di Rukawa che certamente non si sarebbe mai aspettato di sentire il grande Tensai del Basket scusarsi con lui, andò avanti accorato - Io...non avevo il diritto di picchiarti quella volta. Avevi ragione...non c'ero neanche con voi e non avevo nessun diritto d'impedirti di vendicarti. Perciò...scusa per quel pugno.-
Kaede era sempre più sconvolto. Lui...lui si scusava??? Lui?!
- Bhè, non guardarmi così!- sbottò il rossino sempre più imbarazzato - E' la prima e l'ultima volta che ti chiedo scusa per qualcosa, sia bene chiaro!- ma ebbe appena finito di dirlo che si ritrovò la spugna per i piatti sulla faccia.
- Ma che cazzo fai?- sbraitò incazzoso - Sei diventato matto kitsune??-
- Tu ti scusi brutto imbecille?!- tuonò Rukawa alzando sproporzionatamente la voce e facendo arrampicare la scimmia sulla tavola - Ma sei totalmente idiota? Eh? Ma ci sei o ti fai?-
- Insomma, si può sapere che ti prende?- replicò l'ala grande - Uno ti fa le sue scuse e tu rispondi come se avessi insultato tua madre! E che cazzo, riprenditi! Ti ho detto che mi dispiace per averti colpito quel giorno!-
- E io ti ho detto che sei un imbecille!- Rukawa non si conteneva più - Ma di cosa cazzo ti scusi eh? Sei impazzito?- riprese fiato, scandalizzato da quanto una semplice parola gli aveva scatenato nelle vene - Sono io...- disse poi, abbassando notevolmente il volume all'impercettibile - Sono io che mi devo scusare Hana.-
Il rossino inclinò il capo e alzò un sopracciglio...credendo di non aver capito bene, anche perché Rukawa gli dette di nuovo le spalle, tornando a trafficare sui fornelli.
Bhè, quindi? Com'era la storia? Potevano tornare a comportarsi da persone quasi normali?
- Il fatto che non c'eri non centra niente.- lo sentì mugugnare dopo un minuto buono, come se gli fosse servito del tempo per elaborare la cosa - Se non fossi arrivato in quel momento probabilmente saremmo rimasti in ospedale tutti quanti per due mesi e io avrei la faccia sbucciata come una mela oppure sarei finito in galera. Ero incazzato quel giorno...solo perché Raim s'è fatta male per colpa mia e me la sono presa con te.-
Però, pensò Hana. Quindi non gli giravano le palle perché gli aveva cacciato la sua bandana con sopra scritto TENSAI sulla testa! Meno male! E dire che Mitsui gli aveva anche fatto una foto col cellulare...chissà se lo sapeva...mah!
Comunque gli aveva chiesto scusa. Rukawa gli aveva fatto le sue scuse...roba da matti!
- E' per quello che mi dispiace.- gli rispose con una smorfia leggera - So che stavi male, che quei bastardi ti avevano fatto passare una brutta giornata e ...bhè, avrei dovuto farti meno paternali.-
- E io non avrei dovuto rinfacciarti quelle puttanate.- Rukawa alzò le spalle - Siamo pari. E scendi dalla tavola, idiota.-
Pari eh? Allora perché continuava a non guardarlo?
Hana continuò a scrutarlo un po' scettico ma alla fine lasciò perdere, scendendo dalla tavola già molto più sollevato. Meno male, si erano spiegati almeno! Se non altro ora poteva smetterla di farsi le paranoie...quando di colpo qualcosa attirò la sua attenzione. Sul mobile della cucina c'era una scatola di arancini di riso.
Li guardò con gli occhi sgranati...e di colpo vide tutto sfocato.
Gli arancini...
- Senti Hana...- Kaede si girò in quel momento e quasi gli cadde il mestolo di mano. Vide il rossino allargare la bocca come un ippopotamo, rovesciarci dentro i quindici arancini e richiudere le fauci. Mandò giù e si dette un colpo sullo sterno. Ebbe anche il coraggio di chiedergli dell'acqua.
- Ma...- Rukawa ormai non sapeva più cosa dire, così sospirò - Erano buoni almeno?-
Non gli arrivò risposta. Tornò a guardarlo e gli vide tremare le spalle...aveva anche gli occhi lucidi.
Ma che cazzo gli aveva detto Mito, per la miseria?
- Buoni.-
- Hn.- tornò ai fornelli, capendo che non gli andava di farsi vedere in quello stato.
- Chi te l'ha detto?-
- Detto cosa?-
Hana mise il broncio, sedendosi sulla sedia - No, niente.-
Mah, il volpino continuò a cucinare col pensiero fisso di quegli arancini. Aveva quasi capito che centravano col padre del do'aho ma non capiva in che contesto. Se non altro sperava che fossero riusciti a combinare qualcosa.
E infatti.
- Hai parlato con Yohei.-
Merda. Super merda.
Rukawa si volse, alzando le sopracciglia con l'aria più falsa del mondo.
- Hn?-
Il rossino era appoggiato al tavolo su un gomito e lo fissava tanto da trapassarlo.
- Hai parlato con Yohei.- ribatté sicuro.
- Perché dovrei aver parlato con Mito?- gli chiese Giuda in persona.
Hana piegò le labbra in un ghigno leggero - Lo sapeva solo lui che mi piacciono gli arancini.-
- Piacciono anche me.- sibilò la volpe - E grazie per avermeli mangiati tutti.-
- Figurati, non mangi mai queste cose.-
Ma farsi un pacco di cazzi suoi mai eh?
- Allora? Hai parlato con Yohei o no?-
- No.- neanche morto andava a confessargli certe cose!
- E allora come facevi a sapere degli arancini baka?-
- Sta zitto do'aho, ho mal di testa.-
- Senti kitsune deficiente, non prendermi in giro! Non potete pensare sempre tutti d'intortarmi con gli arancini sai?-
- Non ci va niente a intortarti se è per quello.- frecciò.
- Porca miseria, se non la pianti te la faccio ingoiare quella padella!- e stava già in piedi attorniato di fuoco e fiamme, sprizzando fulmini da tutti i pori quando gli squillò di nuovo il cellulare. Rispose con un ringhio da cavernicolo, lasciando così a Rukawa il tempo di maledire Mito e le sue idee balorde per poi capire che il do'aho parlava con sua madre. In un nano secondo gli strappò il cellulare, ficcandogli il mestolo fra le gengive per zittirlo, e dopo aver salutato la signora Kana gli disse che se lo teneva a dormire a casa sua.
La madre del Tensai non fece una piega, anzi sembrò felice visto che era all'ospedale e non gli piaceva sapere suo figlio da solo, chissà a combinare che disastri, così salutò anche Kaede e augurò ad entrambi una buona serata.
Buona serata...se, che serata!
Alla fine riuscirono a mangiare con un minimo di decoro, con in sottofondo l'inizio della partita dei Bulls ma fu alla fine del primo tempo che attaccarono con una serie di espressioni da tifo da stadio che solo gli uomini e in particolare i giocatori sapevano elaborare. Birra alla mano e sigarette, riuscirono anche a godersi la pausa dopo il primo tempo.
- Che guardi?- Rukawa stava semi sdraiato sul suo divano e fissava Hana che ogni tanto sbirciava dalla finestra - Tanto ormai è tardi. Figurati se gente come quella va in giro sotto quella pioggia e con questo freddo.-
- Per spaccare le ossa a chi ha ridotto la faccia del loro capo a una torta direi che farebbero questo e altro.- lo rimbeccò Sakuragi, sedendosi sulla mensola - Comunque ti si sta abbassando la voce, domani ce l'avrai conciata come un travestito.-
Ecco, ci mancava anche che si fosse preso qualcosa! Andò a prendersi una pastiglia effervescente e la buttò giù con un bicchiere d'acqua, poi il volpino tornò a svaccarsi davanti alla tv. Era a pezzi e in effetti il freddo gli aveva intirizzito un po' le membra. Porcaccia, se gli veniva la febbre avrebbe spedito lo Shikuda e anche quella scimmia a fare una passeggiata a vita nel decimo girone infernale!
- Kaede.-
Spostò solo gli occhi blu sulla schiena del do'aho che continuava a guardare fuori dai vetri. Se voleva chiamarlo per nome che facesse pure. Non gli dispiaceva.
- Hn?-
- La faccenda è finita, giusto?-
Si, lo sperava davvero...ammesso che insinuasse sulla loro guerra fredda di quelle tre settimane.
- Hn.-
- Hn si o hn no?-
- Si.- sbuffò, deciso ad usare il fiato - Si, si, si. Ok?-
- Non te la tirare.- ridacchiò il rossino, portandosi la birra alle labbra - E' più sfibrante non sentirti parlare che sentire le tue cazzate, sai?-
- Ma fa silenzio.- sbottò - Muoviti, inizia di nuovo.-
- Arrivo, arrivo.-
- Hana...-
- Cosa?-
- E' vero, ho parlato con Mito.-
Il rossino sbuffò, roteando gli occhi. Accidenti a Yohei e alla sua lingua lunga.
- Ma non mi ha parlato del motivo per cui ti piacciono gli arancini.- gli spiegò la volpe alzando le spalle.
Tornato a sedersi sul divano, il rosso appoggiò il capo all'indietro, ricordando quando suo padre era ancora vivo.
Sorrise, felice ogni volta che pensava a lui anche se quella felicità aveva un sapore un po' amaro.
- Quando litigavamo mio padre me li comprava sempre per farsi perdonare.- sussurrò - Non li mangiavo da qualche anno. Nessuno me li aveva più comprati. Grazie Kit.-
Ebbe la strana impressione di averlo visto sorridere ma forse su solo un effetto della sua immaginazione.
Si, doveva essere quello, pensò Hana ghignando e tornando a sbraitare contro la partita.


Il giorno dopo alle due e mezza, quei due impediti non si erano ancora presentati in palestra.
- Qualcuno mi sa dire dove CAZZO sono finiti quegli stupidi esseri arboricoli?- sbraitò Akagi per tutto il parquet.
- E io che ne so...- bofonchiarono in sincrono i titolari, fregandosene della scimmia e della volpe, continuando coi loro esercizi massacranti mentre riserve e matricole facevano di tutto per non far saltare le coronarie al capitano.
- Dai fratellone, vedrai che arrivano!- lo placò Haruko dalla porta della palestra - In fondo sono solo un po' in ritardo!-
- E poi scusate...- Ayako si volse verso Raim, stranita - Ma erano in classe almeno?-
La rossa annuì e alzò le spalle - C'erano fino alla terza ora. Poi Yoshikawa li ha sbattuti dal preside.-
- Per cosa stavolta?- rognò il Gorilla.
- Hana temperava la matita troppo rumorosamente secondo lui e Rukawa guardava fuori dalla finestra.-
A quella risposta i ragazzi ebbe reazioni contrastanti: alla proposta di Mitsui di uccidere il vice preside stavolta neanche Kogure e Akagi ebbero nulla da ridire, così dopo qualche altra minaccia di morte a Yoshikawa tornarono a massacrarsi. Obiettivo dei prossimi mesi: battere il Kainan in velocità in contropiede.
Praticamente avrebbero fatto tanti di quegli scatti che se li sarebbero sognati anche di notte.
- Tuo fratello è seriamente intenzionato a chiudere in bellezza eh?-
Haruko si girò sorridendo, trovando Mito e l'Armata alle loro spalle.
- Già.- sorrise - L'ultima partita di Hana-chan contro il Miuradai gli ha fatto capire che ormai può contare su di lui al cento per cento e la voglia di vincere anche quest'anno gli ha riportato a galla il desiderio di non mollare, nonostante lo Shikuda e tutti i casini che sono successi negli ultimi giorni.-
- E parlando di casini...- bofonchiò Noma - Hanamichi dov'è?-
- In punizione con Rukawa dal preside.-
- Oh poveri noi!- ridacchiò Okuso - Sono giorni che se ne stanno buoni, dovevano per forza finire in presidenza?-
- Vedrete che non è niente.- li tranquillizzò Mito - Però Yoshikawa ce l'ha davvero con quei due poveretti.-
- Già.- rognò anche Ayako, seccatissima - Non capisco perché non li lascia in pace. Capisco Rukawa che se ne frega della sua materia, ma Hana da un po' di tempo è così docile e tranquillo! E poi ha una buona media di matematica, ce la mette tutta per tenerla alta...quel vecchio pelatino è proprio un tiranno!-
- La proposta del senpai Mitsui non era male, a questo punto.- cinguettò una delle amiche di Haruko.
- Quale? Quella di deportarlo?- ironizzò Raim - Si, forse!-
- Speriamo solo che quei due si muovano!- concluse Ayako - Oggi Akagi è deciso a fare partite su partite!-
- Tanto creano solo scompiglio quei due!- disse Takamiya sarcastico - Hana è un babbeo!-
- Si ma sono stati tranquilli di recente.- concluse la prima manager - Tanto basta!-
Avevano appena finito di fare i giri di corsa quando le ultime parole famose di Ayako si avverarono in pieno.
Due tornado arrivarono di corsa dal corridoio, correndo come pazzi e già mezzi vestiti. Arrivati alla porta sbarellarono le oche del Rukawa's Shinetai e anche l'Armata, facendo un casino bestiale.
- Oh, era ora!- tuonò Akagi furibondo.
- Scusa, scusa Gori!- Hana, ansante, congiunse le mani, inchinandosi disperato - E' tutta colpa di Yoshikawa, stavolta non sono storie, sul serio! Ci ha tappati in presidenza a rimettere a posto i registri!-
- D'accordo, d'accordo!- il capitano parve stranamente magnanimo - Forza, finite di cambiarvi e scaldatevi!-
- Abbiamo già corso come matti, te l'assicuro.- concluse il rossino, buttando insieme alla volpe la borsa sulla panca e ficcandosi la bandana in testa, stringendosela forte mentre il numero 11 si levava la felpa.
- Ci siete?- chiese Kogure - Forza che dobbiamo fare le squadre.-
- Ok.-
Nel frattempo arrivò anche Anzai che salutando i ragazzi facendo ciao-ciao con la mano si svaccò beato in panchina.
Il vecchio mister aveva visto i suoi pupilli sfracellarsi in mezzo ai corridoi di tutto lo Shohoku per non farsi sgridare e aveva notato in loro uno strano cambiamento. Era più che sicuro che quel giorno ci sarebbe stata una sorpresa.
- Avanti!- ordinò il Gorilla - Nella squadra rossa con Kogure vadano Manabe, Sakuragi, Miyagi e Shiozaki. Con me voglio Mitsui, Rukawa, Yaoto e Kakuta.-
- Gori, aspetta un secondo.-
Akagi guardò Hana che agitava la mano dalla seconda fila, stranamente allegro.
- Che c'è?-
- Posso chiederti una cosa?-
- Dipende, se è una cazzata giuro che ti rompo la testa e se sono soldi puoi andare a spararti.-
- Ahah!- ghignò Mitchy - A me invece li presti?-
- Non ti darei in mano neanche un soldo bucato e adesso chiudi il becco, ritardato! Allora, cosa c'è Sakuragi?-
- E' possibile fare una partita con le squadre divise dal primo anno al terzo e dal quarto al quinto?-
Kogure corrucciò la fronte, come tutti gli altri.
- Intendi che nella squadra rossa finiscano tutti quelli dal quarto anno in su, mentre voi state con le matricole?-
- Ma sei matto?- ghignò Ryota - Vuoi proprio prenderle eh?-
Il rossino ridacchiò, sentendo salda la presenza di Rukawa al suo fianco - Tu non ti preoccupare tappo.-
- Bhè..- Akagi scrutò la sua espressione, come per capire che aveva in mente - Se ci tieni tanto...-
- Si, sul serio!-
- E voi siete d'accordo?- chiese allora il capitano - Ci state?-
Le matricole annuirono vigorosamente e anche il volpino, stranamente, bofonchiò un SI che sapeva tanto a Mitsui e Miyagi di puzza di bruciato. Che cavolo avevano in mente i maledetti?
Mentre si mettevano le maglie, Hisashi scoccò uno sguardo penetrante all'altra metà campo.
Sbagliava o Hana e il volpino sembravano diversi dal solito?
- Ehi...-
Miyagi lo guardò serio, curioso come lui.
- Attento tappo. Mi sa che oggi ne vediamo delle belle.-
- Tranquillo.- Ryota annuì - So che possono dare grane. Ma sotto canestro non hanno King Kong, Nobu è troppo poco esperto per gestire quei due pazzi e Kakuta se lo mangia Kogure. Più che altro,- aggiunse - m'interessa capire che diavolo abbia in mente quella scimmia.-
- Già,- disse Kogure dietro di loro - c'è un'atmosfera diversa.-
- Diversa o meno vediamo che ha in mente quello spostato.- ordinò Akagi - Ayako, Kirara, noi siamo pronti!-
- Ok!- la mora e Raim si misero alla linea di metà campo pronte ad alzare la palla. Guardarono le sue formazioni senza nascondere un certo divertimento. Erano parecchio sbilanciate e Hana e Kaede erano gli unici con l'esperienza degna di quel nome per controbattere gente del calibro di Akagi, Mitsui e Miyagi.
Al salto Hana e il Gorilla. La cosa si faceva interessante.
- Secondo me questa partitella finirà con delle gran mazzate.- ghignò Takamiya, trattenendo appena la risate.
- Già,- ridacchiò anche Okuso - Hana ne prenderà un sacco!-
- Magari hanno qualcosa in serbo.- abbozzò Yohei - Che dici Haruko?-
- Speriamo.- annuì la Piattola - Ti confesso che non so cos'abbia in mente Hana-chan e la cosa mi preoccupa!-
In effetti in mente sembravano non avere niente comunque. La squadra blu per tutto il primo tempo rimase sotto di venti punti, contro i 43 della squadra rossa dei veterani. Fermare il Gorilla sotto canestro era compito di Sakuragi mentre per le matricole invece era impensabile rubare la palla a Mitsui e Miyagi, che si divertivano come matti a sballare ogni sorta di schema per confondere le idee ai più giovani. I punti fatti dalla squadra blu erano principalmente di Rukawa e Rei. Per la volpe non era facile andare a canestro, visto che Yaoto e Manabe perdevano la palla ancora prima di arrivare alla linea di metà campo ma a parte i suoi occhi fiammeggianti e la testa che gli fumava, era abbastanza civile.
Non aveva ancora minacciato nessuno di morte.
- Come va?-
Kaede alzò le spalle - Un fottuto massacro.-
Hana dietro di lui ghignò appena - Dagli tempo. Diventeranno bravi.-
- Non mi va di perdere.-
- Ricordati che io e te ora siamo in prova.-
- Saremo anche in prova ma non mi va di farmi battere.-
Il rossino scosse il capo, divertito. Che volpe orgogliosa! Sarebbe stato capace di battersi da solo contro cinque!
- Quando iniziamo?- gli chiese il volpino, impaziente e anche sottilmente eccitato.
- Appena mi arriva un rimbalzo.- sussurrò il rosso - Smarcati, io corro a destra.-
- Ci rivediamo sotto canestro do'aho.-
- Non stare in pena kitsune.- Hana tornò dagli altri, incitandoli con forza - Dai, dai gente! Tirate fuori le palle, sono grossi ma stupidi e vecchi!-
- Ah ah, ha parlato il fratello il King Kong.- frecciò Mitsui dall'altra parte del campo, palleggiando tranquillo. Uno scatto felino e passò la palla in velocità tutta avanti. Bene, quello era il momento buono. Hana filò dritto indietro mentre Rukawa sgusciò rapidamente in avanti. Era marcato a uomo da Kogure e decise di starsene buono per aspettare il momento opportuno, visto e considerato che il vice capitano aveva la priorità di mettersi a urlare in mezzo al campo e d'incitare i compagni, invece di stare sempre attento alla volpe che aveva davanti.
Sotto canestro intanto c'era guerra. Hana e il Gorilla si sfidavano a muso duro ed era anche abbastanza divertente, considerato quello che aveva in mente il rossino. La palla da Miyagi passò a Kakuta che lontano com'era e con Rei che gli deviò il tiro finì naturalmente per rimbalzare sul ferro.
Nonostante una lotta a livello animale, il Tensai riuscì a prendere quella maledetta palla anche se non farsela prendere dal Gorilla e da quella maledetta faina di Miyagi fu veramente un'impresa. Lì, con la sfera rossa fra le grinfie, iniziò finalmente la sua bella trovata. Era ora che le ali dello Shohoku giocassero insieme, una volta tanto.
- Rei!- urlò.
Manabe stoppò la palla e anche se non aveva ben capito, gli ordini erano quelli di traccheggiare a metà campo per poi ripassare la sfera arancione al suo senpai. Così fece, limitandosi a giocare e a fare finte davanti a Kakuta, poi mentre la squadra rossa rientrava, vide Hana correre veloce come un fulmine verso di lui.
Fece una finta e poi fece scivolare la palla all'indietro che venne subito presa da Sakuragi.
- State attenti ragazzi!- sbraitò Akagi - Andrà a canestro!-
- Tenta di nuovo con le schiacciate eh?- sibilò Mitsui.
Vicino all'area davanti ad Hana si parò prima Kogure, poi direttamente Miyagi.
- Dove vai eh?- rise Ryota - Dai, fatti sotto!-
Il one on one fu veramente divertente ma lui aveva una tattica da portare avanti e il suo bersaglio era il canestro. Si guardò rapidamente attorno mentre duellava col play e trovò Rukawa già pronto, al limite dell'area.
Perfetto. Era ora di mettere in pratica le finte che Ryota stesso gli aveva insegnato, anche perché il nano era comunque a un gradino in più di lui sul controllo di palla e non poteva tenerlo buono ancora per molto.
Cominciò a muoversi a destra e a sinistra e dopo una serie di tentativi andati in fumo, vide Nobu alle sue spalle. Eccolo!
Fece per passargliela e distolse l'attenzione di Miyagi quel che bastava per la sua fuga. Sgusciò via, quando tutti credevano che la palla l'avesse la matricola e filò dritto a canestro.
- Fermo lì!- ghignò il Gorilla, saltando insieme a lui ma Hana non perse il ghigno. Lanciò la palla con forza...e Mitsui subito si accorse che sarebbe andata fuori di parecchio: la seguì con gli occhi, fino a sbiancare.
Un passaggio sopra al canestro!
Rukawa si materializzò alle spalle di Akagi, che ricadeva a terra in quel momento, e infilò la palla dritta come un missile.
Canestro.
- EVVAI!- urlò l'intera squadra blu, mentre i veterani restavano con le mascelle a terra, manco avessero visto un fantasma. Avevano appena visto quei due giocare insieme!
- Porca di quella gran miseria...- alitarono tutti in sincrono i presenti in panchina.
- Oddio...- Haruko quasi non sapeva più su chi sbavare, se sul volpino o sul suo ragazzo - Ma avete visto?-
- Non ci posso credere...hanno...hanno giocato insieme!- disse Ayako allibita, mentre Rukawa si staccava dal ferro e saltava a terra - Hana gli ha passato la palla...e Rukawa era pronto a riceverla...come se...come se...-
-...si fossero messi d'accordo?- concluse Raim altrettanto perplessa.
- Porca puttana.- dissero invece Mitsui e Miyagi, con una spalla della maglietta calata - Roba da non credere...- e perfino Akagi era senza parole. Non aveva mai visto niente del genere! Che sincrono! Che manovra perfetta!
Era stata l'azione più pulita e perfetta che avesse mai visto in tanti anni!
- AH AHA AHAHA AHAHAHA AHAHA!-
La risata arrivò naturalmente da Hanamichi che in un nano secondo si ritrasformò nella vera versione di se stesso, ovvero nel Tensai dei deficienti che per tre settimane sembrava essere andato in vacanza. Se ne stava sotto canestro con attaccati alle gambe Nobu e Rei che piangevano di gioia e lo veneravano, gongolando come un idiota, tronfio come pochi - AVETE VISTO MEZZE SEGHE?- ridacchiò - QUESTA E' LA TECNICA DELLE ALI DEL TENSAI, FICCATEVELO BENE IN TESTA! ORA SONO IMBATTIBILE! BACIATEMI TUTTI I PIEDI! AH AHA AHAHA AHAHAHAHA!-
- Oh poveri noi.- mugugnò Kogure - Bhè...se non altro sembra guarito.-
- Guarito, si...- Hisashi agitò la mano - Scusate un secondo, prendo il cellulare e torno subito...- e mentre la guardia se ne andava a prendere il telefonino senza dare spiegazioni, il rossino continuò imperterrito il suo show, facendo incazzare a morte il Gorilla.
- Pronto? Ciao sono io!- Hisashi era ritornato a sia Miyagi che Kogure lo guardavano senza capire.
- Si lo so che ti stai allenando...anche io...si ma se aspetti un attimo sentirai una bella cosa...-
- Aspettare cosa scusa?- bofonchiò Raim che gli era apparsa a fianco con Ayako.
- AHAHA AHA AHAH AHAHA AH! SONO INVINCIBILE! SONO IL RE DELLO SHOHOKU IO! Ahah, hai visto Gorilla?? Sono forte o no eh? Questa è tutta opera mia! Sono il Tensai del basket!!!-
E Akagi, pur di farlo stare zitto e farlo smettere di stracciare le palle a tutta la palestra, stava anche per dargli ragione quando una specie di guerriero Berserk gli apparve alle spalle, attorniato di fuoco e fulmini. Un secondo dopo Sakuragi era schiacciato a terra dalla rete metallica dei palloni, secco e con la bava alla bocca.
E Rukawa sembrava sul piede di guerra.
- Brutto idiota...- sibilò con le fiamme negli occhi - Mi hai quasi fatto spaccare la schiena per prendere quella palla! Ma dove cazzo miri eh? Ma ci vedi?-
- COME CAZZO TI SEI PERMESSO????- ululò Hana, risorgendo da sotto la rete, furibondo - Il mio passaggio era perfetto! Se sei una mezza sega e non sai tirare stattene a casa kitsune!-
- Vaffanculo do'aho! Mettiti gli occhiali!-
- Vaffanculo tu! Se hai fatto canestro è grazie a me!-
Intanto da dietro Mitsui rideva come un matto. Aveva allungato il cellulare verso i due litiganti e ora se lo riportò all'orecchio, divertito - Sentito? Stasera paghi! Ho vinto io! Neanche un mese!-
- Ma con chi cazzo hai scommesso eh?- alitò Miyagi con una goccia in testa - Hisa ma sei scemo?!-
- No, no...non traccheggiare! Li hai sentiti Aki! Ho vinto io!-
- Aki?- Ayako sospirò - Akira? Hai scommesso con Sendoh su quanto ci avrebbero messo a fare pace?-
- Che imbecilli.- frecciò Raim.
Là davanti invece ormai erano arrivati al corpo a corpo. Tempo due secondi e si erano già saltati al collo, non lasciando così spazio a dubbi sul fatto che fossero tornati "amici per la pelle e per le botte" come una volta.
- Dio santo...- si schifò Akagi, mentre Mitsui e Miyagi mandavano avanti le matricole per cercare di fermarli, mandandole così a morte certa - Comunque...- aggiunse, verso Ayako, Raim e Kogure -...quell'azione era spettacolare. Non ho mai visto niente di simile. Cosa ne dice coach?-
Anzai sorrideva, sorbendosi il suo the - Dico che con due punte tali in attacco, che finalmente hanno imparato a giocare insieme, non abbiamo più rivali.-
Si, era vero. Infatti c'era solo una cosa che avrebbe potuto sconvolgere lo Shohoku e tutto il torneo regionale più di vedere Rukawa e Sakuragi baciarsi appassionatamente: il vederli giocare insieme con un'intesa come quella!
- Perfetto gente, la follia è tornata a regnare sovrana insieme alla deficienza.- scandì Raim - Avanti tornate ad allenarvi.-
- Ammesso che di quei due rimanga qualcosa dopo che avranno finito di pestarsi!- rise l'intera Armata Sakuragi.
Fermarli, dopo settimane d'inattività punitiva, non fu semplice per Akagi ma alla fine dopo una mano di pugni sulla testa a ciascuno riuscì a mandarli in coma e a raffreddare i loro bollori.
Il resto della partitella fu cosa fatta. Dopo essersi mandati al diavolo le due ali non ripeterono più il loro numero ma non fregava molto a nessuno anche perché ormai, finalmente, la faccenda era risolta.
E poco importava se cercarono di affogarsi sotto il getto della doccia, se coinvolsero Mitsui e quello li lasciò con un occhio nero a testa, se si presero a calci e si punzecchiarono ogni qual volta si faceva un discorso serio, se si lanciavano maledizioni o se si ficcavano le dita negli occhi. Ormai era tutto come prima! Anche meglio!
- Ma cos'è successo qua dentro?- chiese Junko Kanzaki, quando arrivò a prendere il suo ragazzo.
- Niente, volpe e scimmia hanno finito di fare lo sciopero.- frecciò Ayako, mentre si ficcava il piumino - Tu come stai Junko? Fate ancora gli allenamenti fino ad ora tarda?-
- Già.- la ragazza scoccò un'occhiata a Rukawa - Stai bene kitsune?-
- Benissimo senpai.- rognò, fulminando il rossino.
- Ciao Jun!- la salutò Hisashi sulla porta degli spogliatoi - Un attimo e arrivo!-
- Con comodo.- rispose - Tanto sono in compagnia. Guarda chi ho trovato in cortile...- e Sendoh infilò la testa in palestra, sorridente come suo solito - Salve gente! Come va?-
- Oh ciao Aki!- Hana gli scoccò un sorrisone, mettendo in evidenza i denti che gli mancavano - Che fai qui?-
Il Porcky mise il broncio - Ecco...diciamo che sono venuto a pagare pegno.-
- Pegno?- ghignò Miyagi - E' così che lo chiamate tu e quel fenomeno da circo?-
- Lascia stare!- sbuffò il numero 7 del Ryonan - Allora Hisa-chan? Dai, muoviti!-
- Giusto per sapere.- sussurrò Ryota a bassa voce - Cos'avete scommesso?-
- Schiavo per una settimana.- rognò Sendoh incazzoso.
- COSA?!-
Akira saltò letteralmente in testa al playmaker per zittirlo, mentre gli altri cominciavano a chiedersi se gli unici ad essere fuori di testa fossero la volpe e la scimmia.
- Tutti molto in quadro voi sfonda cestini eh?- bofonchiò Junko.
- Quello si mette troppo gel in testa.- le disse Rukawa - Io me ne vado.-
- Ehi, kitsune fermo là!- sbraitò Hana - Non puoi andare a casa da solo!-
Il moretto si volse furibondo per prenderlo di nuovo a calci ma quando gli altri vennero a sapere che il giorno prima erano stati tampinati e seguiti, ci si misero perfino il Gorilla e anche Kogure.
Così venne preso di peso e trascinato nella tana del do'aho...che allegria.
Vedendoli andarsene, Sendoh ridacchiò leggermente, in fondo contento di aver perso la scommessa.
- Ben ti sta.- frecciò Mitsui alle sue spalle, piantandogli un immaginario coltello nella schiena - Dì un po' razza di hentai...se avessi perso io che mi avresti chiesto eh? Fammi indovinare...-
- La tua bella Junko per un giorno intero!- cinguettò Akira, schivando per un pelo un pugno in faccia.
- Porca miseria, trovati la ragazza e stai lontano dalla mia, cazzo!-
- Eddai, sta buono!- ridacchiò il porcospino che si era presumibilmente bevuto il cervello.
- Ehi, si può sapere cosa fate voi due?-
I ragazzi si volsero, trovandosi la Kanzaki alle spalle - Vogliamo andare o no? Fa freddo.-
- Ma certo!- cinguettò di nuovo Akira - Kanzaki però...pensavo, visto che io devo pagare la mia parte e mi porto Hisa-chan a bere qualcosa, perché non vieni con noi eh?-
- Ma quando mai ho detto che venivo con te a bere qualcosa?- rognò la guardia.
- Hisa-chan?- riecheggiò invece la ragazza - Ma che fate agli allenamenti? Cosa vi calate?-
- Testosterone.- sibilò Mitchy prendendola per mano - Dai venite, ho la macchina.-

Più tardi a casa Sakuragi mentre a tavola si disputava il duello all'ultimo sangue su chi fosse più deficiente fra Hana e Kaede davanti a un corposo piatto di yakitori, l'ennesimo telegiornale locale molto ben informato rimandò ai due ragazzi la notizia del giorno. Il campionato era stato sospeso da una settimana e gl'incidenti erano già ripresi.
- L'arbitro Kinoshita, uno dei tre responsabili del torneo regionale delle scuole di Kanagawa, stamattina nei pressi dell'autostrada 23 ha avuto un incidente in macchina.- rimandò la voce del cronista - Coinvolte tre auto, nessun ferito. L'arbitro ne è uscito illeso...-
- Peccato.- rognò Rukawa, con le bacchette fra i denti - E' il venduto che ha fatto passare lo Shikuda con Sawakita.-
- Già, un altro avvertimento.- sentenziò Hana, continuando a mandare giù spaghetti, senza neanche guardare la tv - I nostri amici vogliono essere belli convinti eh? E dire che non sono male.-
- Ma che cazzo fai? I complimenti a quei bastardi?- bofonchiò il volpino.
- Adesso che siamo fra noi...- ghignò il rosso, appoggiandosi su un gomito - Dimmi la verità. Abbiamo visto solo due partite, non siamo degli esperti sul loro gioco...ma vuoi dirmi davvero che Takeru gioca male? So che non ti va neanche di sentirlo nominare...- aggiunse, vedendo i suoi occhi gelidi - Ma devi ammettere che ha un gioco di mano che nemmeno Maki se lo sogna.-
- Io si.-
- Ti pareva.- Hana finì la sua terza porzione, spazzolando via tutto - Non cambi mai.-
- Sta zitto.-
- Prima o poi ce li ritroveremo in campo. E cosa farai? Li ammazzi?-
- Hn, forse.-
- Controllati kitsune.-
- Senti chi parla.-
- Però la faccenda degli arbitri mi preoccupa.- bofonchiò il padrone di casa, incupendosi, andando a mettere i piatti nel lavello e cominciando a sistemare tutto prima del rientro di sua madre - Kinoshita l'abbiamo visto. Ha fatto passare una marea di falli che erano quasi tutti da espulsione. Ma possibile che si sono comprati anche i giudici di gara?-
- Fregatene.- sibilò la volpe, andando a sbattersi sul divano e cominciando a girare sui canali sportivi - Se uno di quelli in campo ti fa fallo buttalo a terra o prendilo a testate.-
- Ti va giusto bene che abbiamo sempre giocato nella stessa squadra kitsune.- sindacò il rosso, con un ghigno perfido.
- Stavo per dirti la stessa cosa do'aho.- fu la sarcastica risposta.
- Ah, Kaede a proposito...-
Rukawa si voltò appena, guardandolo con aria scettica. Gli piaceva poco quel tono.
Precedeva sempre delle gran sparate o dei guai a non finire.
- A te piacciono molto gli U2 vero?-
E quella che domanda era?
- Bhè? Hai perso la lingua volpe?-
- Do'aho. Si mi piacciono.-
- Bene.-
- Bene cosa?-
- Niente.-
- Allora perché mi hai fatto quella domanda?-
- Perché mi andava.-
E adesso che aveva in mente quello stupido essere caprino?
Non fece in tempo a chiederglielo che squillò il telefono di casa e Hana, veleggiando a un metro da terra andò a rispondere. Dio, si schifò il volpino. Lui e la Piattola si chiamavano anche a un'ora prestabilita. Che imbecilli!
Si rimise a fissare la televisione senza però vederla davvero.
Chissà cosa stava facendo Raim. Guardò per l'ennesima volta il cellulare, cercando il suo numero in rubrica. Quante volte aveva provato a chiamarla per poi interrompere la comunicazione prima ancora di aver preso la linea?
Che idiota, era lui l'imbecille. Dubitava che Raim sarebbe stata altrettanto dolce come Hana nel perdonarlo.
In quelle settimane aveva mantenuto un gelo, un distacco e un'indifferenza tale da pietrificare perfino un tipo come lui. I suoi miseri tentativi erano stati vani.
Si sentiva a pezzi ogni qual volta la guardava, ogni qual volta ce l'aveva vicino.
Ritornava sempre al giorno della rissa. Il giorno in cui Raim sarebbe dovuta fermarsi da lui.
Invece per colpa sua si era fatta male e avrebbe dovuto rinunciare al torneo di ginnastica ritmica.
Stava talmente concentrato nei suoi cupi pensieri che a momenti neanche si accorse della mano che gli sfiorò teneramente i capelli. Sobbalzò e rovesciò la testa all'indietro, trovandosi alle spalle la signora Kana.
- Ciao tesoro. Come va?-
- Buonasera.- rispose, realizzando che da tantissimo tempo nessuno lo aveva più chiamato così con un atteggiamento tanto materno - Va tutto bene, grazie.-
- Sono contenta.- sorrise la madre di Hana, mentre lanciava la borsa sulla poltrona e si toglieva la sciarpa e i guanti - Ti fermi qua a dormire spero.-
Lui annuì e finalmente il do'aho si staccò dal telefono, salutando sua madre con mille moine sceme che la donna fece passare con aria di sopportazione, anche se si vedeva bene che era felice di vederlo allegro.
La serata si consumò con un paio di chiacchiere con la signora Kana, un appostamento in terrazza per controllare la situazione al freddo e al gelo e una chiamata da parte di Ryota.
Era stato costretto a restare a casa di Ayako, con sua somma gioia anche se al telefono non l'aveva palesato troppo, perché erano stati inseguiti da mezzo clan dello Shikuda.
- Che rottura di palle.- sibilò Rukawa, svaccato sul letto del rossino mentre il viva voce spargeva la spiegazione del loro play. Miyagi aggiunse anche che non si erano visti i titolari ma solo alcuni dei colossi presenti alla rissa.
Riprendevano con la tecnica dello sfinimento.
- Staranno dando il tempo a Takeru e compari di riprendersi dalla batosta.- sentenziò Hana, infilandosi la maglia del pigiama - Tu stattene buono fino a domani tappo.-
- Tranquilli, ho già parlato col Gorilla. Passa a prenderci lui in macchina.-
- Perfetto.- annuì il rossino.
- Da voi passa Mitchy, quindi aspettatelo sotto casa. Kogure invece fila dalle matricole.-
- E Raim?- venne spontaneo a Kaede.
- Passiamo noi.- l'assicurò Miyagi, ricordando che tempo prima Mitsui gli aveva accennato qualcosa su lui e la loro rossa, anche se ancora non capiva bene di che si trattava - Ci si vede nei corridoi ragazzi.-
- Ok Ryo-chan!- ghignò il Tensai - Salutaci Ayako e lasciala dormire!-
- Ma quanto cazzo sei deficiente! Vedete di non uccidervi! Notte ragazzi.-
Al clic del fine conversazione, si scambiarono appena una rapida occhiata. Da quand'è che faceva così il puritano eh?
- Non mi va che seguano le ragazze.- se ne uscì Hana ad un certo punto, quando avevano già spento le luci.
- Già.- bofonchiò il volpino, senza neanche aprire gli occhi avvolto nel calore del piumone.
- Ma sono così idioti da rischiare di fare una cazzata simile?-
- Li hai visti all'opera.- disse Rukawa assonnato.
- Si, è vero.- sospirò Hana, fissando il soffitto e ricordando il coltello che aveva lasciato quella ferita sulla fronte di Kaede. Quelli erano pericolosi sul serio. Dovevano fare qualcosa, visto che l'avvertimento dell'ultima volta non era bastato. Ma cosa potevano fare?
Non sapeva più dove sbattere la testa, non sapeva che inventarsi! E intanto quelli continuavano!
- E andare allo Shikuda?-
Kaede stavolta si girò, smettendo di dargli le spalle, per guardarlo in faccia.
- Abbiamo promesso ad Anzai di non cercarcele.-
- Si ma se fanno qualcosa ad Ayako, Haruko o a Raim io me ne frego di ogni promessa.- sibilò Hana duro - E sta sicuro che non sarei l'unico. Ryo-chan li ammazzerebbe sul serio.-
- Dobbiamo riflettere bene prima di fare una cosa simile do'aho.-
- Si, lo so.- sbuffò come un bambino, rigirandosi nel piumone - Ok, d'accordo. Notte Kit!-
- Vedi di non agitarti come l'ultima volta.- gli rinfacciò.
- Non parlare come una moglie, fammi il favore!- ma sparata quella il volpino lo buttò letteralmente giù dal letto con un calcio e poi non è che dormirono molto...

La mattina dopo comunque alla kitsune dello Shohoku fu chiaro il motivo della maledetta domanda del rossino fatta sugli U2. La cosa gli era passata per la testa più o meno nell'intervallo, quando aveva pescato Mitchy sulla porta della loro classe intento ad ascoltare con aria apatica i vaneggiamenti del do'aho.
Fra tutti gli squinternati della squadra, Hana era uno dei pochi che aveva il pallino per le ricorrenze e lui e Ayako di solito erano i primi a ricordarsi che lui compiva gli anni proprio il primo gennaio...e ora vederlo confabulare col teppista non gli sembrava un buon segno.
Hisashi aveva detto che aveva dei biglietti in più per il concerto. Ok, non ci sputava sopra e sinceramente gli sarebbe piaciuto davvero andare a sentire Bono ma andare a Tokyo con Mitchy per capodanno significava devastarsi l'organismo per l'avvenire. Inoltre come minimo si sarebbe accodato pure il do'aho, sarebbe stato come morire!
Prima di fare qualcosa che non andava decise di salire in terrazza a prendere aria, anche perché se no avrebbe ucciso uno di quei due dannati, ma a quanto pareva neanche al freddo sul tetto dello Shohoku poteva liberarsi dei seccatori.
Passò davanti a un paio di cretine che si disidratavano al suo passaggio e andò ad appoggiarsi alla rete, stanco morto.
Cambiare aria però non gli avrebbe fatto male, pensò. Andare a Tokyo e uccidersi con il guru della vita notturna che rispondeva al nome di Hisa-chan (ma che cazzo di confidenza si prendeva Sendoh? Mah! Certo che Mitsui però stava proprio perdendo colpi per farsi apostrofare in questo modo dal nemico!) avrebbe potuto fargli passare meglio il giro infinito di boa che le feste rappresentavano per lui.
E poi compiva 18 anni...doveva farlo decentemente. Se non altro l'unica cosa che lo consolava era che ci sarebbe stata la ragazza della loro guardia a riportare il clima su un livello più sano.
- Scappi dal mondo Rukawa?-
Si volse, trovandosi proprio a fianco la senpai Kanzaki.
- Ciao.- le disse.
Lei gli sorrise appena, mentre s'infilava i guanti per tenersi al caldo le mani.
- Tutto bene?-
- Hn.-
- Senti, non sono una che gira attorno al problema, quindi se vorrai puoi mandarmi al diavolo se non li consideri affari miei fa come vuoi ma...da qualche tempo vedo Kirara con uno sguardo particolarmente vuoto. Tu ne sai qualcosa?-
Aveva ragione. Il suo primo impulso era stato quello di rimetterla al suo posto ma dopo averla guardata gli occhi scuri della Kanzaki lo fecero sentire minuscolo. Porca miseria, nemmeno Hanamichi ci riusciva così bene!
Tornò a volgere il capo verso il cielo color piombo, serrando la mascella.
- Non m'interessa che problema avete. Né perché avete litigato. Volevo solo sapere a cosa era legato il suo stato.-
- Credevo fossi sua amica.- le rinfacciò.
- Infatti. Ma sono per il rispetto della privacy.- gli rispose soave - O tu usi questa scusa solo quando ti fa comodo?-
Porca miseria...ma sentitela! Accidenti a quella sua lingua sferzante!
- Credevo fossi un fautore dell'ognuno per sé e Dio per tutti ...- continuò tranquilla, senza sarcasmo.
- Hn.- bofonchiò ancora, leggermente irritato per essere stato preso in contropiede - Lo credevo anche io.-
- Il brutto è quando ti accorgi che ti sei fatto imbrigliare senza neanche accorgertene.- gli disse, come per consolarlo.
Rukawa allora la guardò interrogativo. A volte proprio non riusciva a inquadrarla quella lì.
- Mi dici una cosa? Perché ti piace Mitsui?-
Junko alzò un sopracciglio - In che senso?-
- Che ci trovi in lui? È semplice come domanda.-
- Ah, ho capito.- la Kanzaki ridacchiò brevemente, lasciandolo sempre più spiazzato - Vedi, per quanto sia un po' inaffidabile con l'altro sesso, mi piace perché sa essere molto chiaro, tanto da essere crudele.-
- Non lascia spazio a equivoci?-
- Esatto.-
Rukawa la fissò sempre più perplesso. Era per quello che stavano insieme?
Sinceramente lui conosceva Mitsui da anni ed era la prima volta che era così preso da una ragazza.
- Non venire a chiedermi se sono innamorata di lui adesso, basta smancerie.- ghignò la schiacciatrice, leggendogli nel pensiero.
- Ma non ti piace per nessun'altra ragione?-
- E' molto bravo a letto.-
Rukawa tacque, pensoso.
- E basta?-
- Ogni tanto è tenero. E poi mi fa ridere.-
- Ti fa ridere?-
- Si, di recente ci si mette anche d'impegno.- Junko gli dette una pacca leggera sul braccio - Ti assicuro che fa bene.-
Ripensò alle parole della Kanzaki per tutto il tempo degli allenamenti. Sincerità e risate.
Stava tutto lì il segreto?, continuava a chiedersi mentre osservava Mitsui allenarsi coi tiri da tre.
- Rukawa sveglia! È arrivata la Befana!-
- Vaffanculo do'aho.- e stoppò la palla, infilando un canestro tranquillo dopo il passaggio del rossino.
- Bravi ragazzi.- li raggiunse la voce di Kogure - Siete eccezionali!-
- Si, io forse.- cinguettò Hana in sottofondo.
- Sei proprio una pippa.- gli rinfacciò Kaede.
- Continuate a darci sotto forza!- gracchiò Akagi che sovrintendeva dal fuori campo - Voglio vedervi sputare sangue intesi? Dovremo battere il Ryonan e il Kainan, quindi muovete le gambe!!-
Bhè, l'anno prima li avevano battuti, spedendo il Kainan in panchina dopo una vita di successi.
Stavolta avrebbero dovuto triplicare le loro energie...ma con un tale team d'attacco Akagi era più che sicuro che stavolta avevano di nuovo la vittoria in pugno. Aspettava da tre anni di veder giocare quei due insieme...finalmente ci erano riusciti.
E ora niente li separava di nuovo dal titolo.

 

 

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Capitolo 14
*** Con o Senza di Te ***


 

 

Natale.
Quel pomeriggio nevicava tantissimo.
I fiocchi cadevano fitti fitti, in una cantilena lenta e costante.
Ma al cimitero il tempo era rimasto immobile. Un silenzio innaturale copriva le tombe del tempio, l'acqua cristallizzata giaceva immutata e cadente dalle fontane. I fiori per i defunti erano pallidi e gelati.
Rukawa stava col capo rivolto al cielo bianco, sentendo appena il freddo che lo avvolgeva.
Entrò nel tempio a capo chino, conoscendo perfettamente la strada imparata a memoria dopo tanti anni passati a percorrerla sempre solo.
Quel giorno, come spesso in passato, non c'era in giro nessuno. Tutti erano stati dimenticati.
Passò davanti alla tomba della sua famiglia, vedendovi i pomposi mazzi di fiori dei suoi parenti.
Disgustato passò oltre, andando prima alla tomba dei suoi nonni materni.
Non voleva vedere quel tripudio d'ipocrisia. Non voleva vedere la tomba di suo padre e sua madre di nuovo coperta dai fiori di quell'uomo avido che infangava la memoria di suo fratello ogni qual volta si presentava alla sua porta.
Infame, maledetto infame...
La sua figura alta e nera, avvolta nel cappotto, si stagliava come un corvo fra mille colombe. Rimase a fissare la lapide dei suoi nonni, senza fiato né forze per pregare, per dire qualcosa.
Solo i ricordi gli attanagliavano la mente, portandogli via le ultime energie.
Era stato solo quel giorno, esattamente come il giorno prima ancora. E quasi non se n'era accorto. Stava ripiombando nel suo limbo e faceva pochi tentativi per liberarsene, tentativi vani quanto inutili.
Voleva solo...la pace, il silenzio, la solitudine accogliente e calda che qualcuno gli aveva portato via.
Di colpo però una chiazza colorata in mezzo a tanto candore attirò brevemente la sua attenzione.
C'era qualcuno.
E aggirandosi fra le tombe, affondando nella neve fino a bagnarsi i jeans, vide qualcuno che non si era aspettato di trovare. Qualcuno che parlava, che chiacchierava, che rideva...qualcuno che parlava davanti a una tomba.
Qualcuno che non era un debole come lui.
-...siamo di nuovo in pieno campionato sai? Vinceremo anche quest'anno, ne sono sicuro e non per vantarmi ma mi sono inventato una strategia che lascerà tutti senza fiato! Vedrai!-
Come faceva a parlargli così? Come? Non era una cosa che poteva essere insegnata purtroppo, capì il volpino.
Hanamichi stava inginocchiato davanti a una tomba pulita dalla neve, su cui era inciso il nome di suo padre.
L'incenso bruciava lento, la sua voce invece sembrava correre...fino a raggiungere il cielo.
Rimase a distanza mentre salutava di nuovo suo padre e quando il rossino si alzò e lo vide, sgranò appena gli occhi.
- Kaede.-
Non gli disse nulla, si limitò semplicemente a seguirlo a distanza, come a distanza era rimasto il moro per tutto il tempo in cui aveva parlato con suo padre. Lo seguì fra le altre tombe, senza chiedersi il motivo per cui in un giorno simile anche lui si trovasse lì e quando furono di nuovo davanti alla lapide della famiglia di Rukawa, rimase a guardarlo mentre restava immobile, rigido come il marmo davanti a quella tomba.
Non fiatò, non disse una sola parola.
Appoggiò solo due gigli fra gli altri fiori presenti, rimettendosi subito in piedi.
Ma lui non riusciva a parlare, non riusciva a essere sereno. Ricordava l'incidente in cui era rimasto coinvolto anche lui, ricordava i giorni seguenti in cui i parenti gli avevano sbattuto in faccia con dura crudeltà il fatto che era rimasto solo, indesiderato, senza i suoi genitori. Ricordava i quattro anni, fino ai sedici, vissuti coi suoi zii.
Ma in tutto quel tempo non c'era niente che l'avesse tenuto lontano dal giorno in cui aveva perso tutto.
Non c'erano lacrime ormai. Non più.
Un braccio attorno al collo e lasciò andare per un attimo la sua maschera, per appoggiare il capo alla spalla di Hana.
- Andiamo via.- gli disse il rossino dopo alcuni lunghi minuti - Qua non c'è più niente da fare.-
Uscirono insieme dal tempio e insieme scesero nella galleria della metro. Attorno a loro pochissime persone, che correvano, correvano per tornare ai loro cari.
Seduti nel vagone, Rukawa teneva lo sguardo alto verso il soffitto, mentre Hana restava seduto girato verso il finestrino, guardando fuori il tramonto di una Kanagawa ricoperta di neve.
Il sole era una chiazza vacua e aranciata, nascosta dalle nubi di panna.
Il silenzio era ancora troppo forte...poi ad una fermata salì un ragazzo molto più grande di loro. Aveva le cuffie nelle orecchie ma la musica invase ugualmente il solitario vagone e Hana sogghignò appena, sentendo una canzone degli U2.
Era proprio destino, pensò.
Scesero alla fermata a pochi passi dalla casa di Hanamichi e si chiusero insieme in casa.
La madre del do'aho non c'era e Rukawa non se ne stupì troppo. Doveva essere di nuovo in ospedale.
Si stava levando il cappotto quando sentì il fischio della segreteria telefonica. Hana schiacciò con aria svagata il pulsante, per nulla preparato alla marea di bestemmie che lo colpirono un minuto dopo.
- MA DOVE CAZZO SEIIII?????-
I due ragazzi sobbalzarono, sentendo così nitida la voce del Gorilla.
- PEZZO DI DEFICIENTE, E' TUTTO IL GIORNO CHE CHIAMO! SPERO VIVAMENTE CHE QUEL CRETINO DI RUKAWA SIA CON TE PERCHE' NEMMENO LUI RISPONDE AL TELEFONO DI CASA NE' AL CELLULARE! MA CHE CAZZO VE LI SIETE COMPRATI A FARE EH, RAZZA DI SVALVOLATI? SPARATEVI!-
- Auguri anche a te Gorilla.- bofonchiò il Tensai ridendo.
Il secondo era in stile molto uguale, anche se Hisashi usava una flemma che mascherava perfettamente tutte le sue parolacce.
- Mezza sega, ciao...senti, ovunque tu sia fammi il santo favore di andare a controllare il volpino. A casa non risponde e visto che non credo che sia andato in un bordello a festeggiare il Natale, non vorrei si fosse messo nei casini. E poi Akagi continua a rompermi le palle per telefono quindi vedi di accendere il tuo, chiaro? Ti saluto!-
- Bordello eh?- sibilò Kaede a bassa voce.
Miyagi uguale.
- Spero che tu sappia spiegarmi più avanti dove diavolo sei andato a infrattarti il giorno di Natale! Qua mi sembrate tutti pazzi, Akagi strilla come una nonnetta da tutta la mattina per sapere dove siete finiti tu e Rukawa! Non sono la vostra cazzo di segretaria! E accendi quel cellulare balengo!-
I seguenti messaggi registrati erano di tutta la squadra: Kogure, Ayako, Ishii, Yasuda, Rei che piangeva disperato perché non aveva trovato Rukawa a casa e anche un messaggio di auguri più tranquilli da parte di Anzai e da Sendoh.
Sentendo quella trafila di bestemmie sparse per tredici messaggi, Kaede accese il cellulare controllando la sua segreteria. Anche lì una decina di messaggi. Li cancellò senza ascoltarne neanche uno, mentre Hana sogghignando faceva un rapido giro di telefonate per avvisare tutti che stavano bene.
Dopo essersi fatti insultare da tutta la squadra, si permisero finalmente di scaldarsi dal freddo della giornata.
- Tua madre ha di nuovo il turno di notte?-
Hana annuì, sedendosi sul divano con la kitsune - Già, purtroppo ha il turno lungo. Non è riuscita a cambiarlo.-
Kaede inspirò silenziosamente. Sapeva quanto era brutto trovarsi soli durante le feste.
Stavano pensando su come organizzarsi la cena quando Mitsui telefonò di nuovo e finalmente li trovò in casa.
Contento che fossero vivi e non fossero andati a picchiare i Babbo Natale che chiedevano gli spiccioli per la strada, si limitò a fare quattro chiacchiere col viva voce, mentre loro spadellavano sul bancone della cucina.
- Ma cos'è questo casino?- gli chiese Hana dopo i convenevoli - Mitchy, ma dove sei scusa?-
- Al pub.- sorrise la guardia per telefono, mentre una delle cubiste del Golden gli shakerava davanti al naso una ventina di martini - I miei sono andati in crociera, hanno lavorato troppo di recente e visto che tornano a gennaio ho deciso di restare qua con Kay. Festino privato con tutti i dipendenti.-
- Immagino.- frecciò Rukawa a bassa voce.
- E voi com'è che vi siete trovati?-
- Ho trovato la kitsune a picchiare una vecchietta dietro l'angolo.- sentenziò il padrone di casa.
- Senza la Babba il do'aho si stava facendo una passeggiata sulle rotaie.-
- Babba a chi???- tuonò Hana - Stupida volpe senza cervello!-
- Che palle, mi avete rotto.- sbuffò Hisashi, sbadigliando al cellulare - Ragazzi, prima che mi scordi, la partenza è per il 27. Passo da voi alle dieci di mattina, poi andiamo da Junko.-
- Quanto ci andrà di macchina?- gli chiese il Tensai, curioso.
- Ho dato un'occhiata alle previsioni. Continuerà a nevicare, quindi in autostrada si andrà a rilento. Direi sette, otto ore al massimo.-
- Portiamo il cuscino per la volpe allora.- ironizzò il rossino.
- Tranquillo, non sarà l'unico. Allora ci si vede fra due giorni gente.-
- Si e tu vedi di non metterti in macchina ancora strafatto di alcool dai festeggiamenti eh?-
- Contaci. Vi saluto.-
- Ciao Mitchy, auguri.-
- Anche a voi!-


Due giorni più tardi, Hana salutò sua madre e scese baldanzoso dalle scale del suo condominio, proprio quando arrivò la kitsune con la moto.
- Ma col freddo che fa tu ti muovi con la Honda?- bofonchiò il rosso, quando lo vide scendere dal loro bolide.
- Hn.-
- Viva la loquacità.- cinguettò Sakuragi, andando ad aprirgli il box - Dai, muoviti prima che arrivi lo yankee.-
E lo yankee arrivò giusto cinque minuto dopo, sgommando come un dannato.
Mitchy era di ottimo umore, si vedeva solo dai vetri che quando vennero abbassati lasciarono uscire gli U2 messi a palla. Mamma mia, si cominciava bene.
- Ciao cosetto.- ghignò Hana, mentre buttavano i bagagli sul retro - Sei su di giri eh?-
- Come non immagini neanche.- cinguettò Mitsui - Avanti, muovetevi che devo andare a prendere Junko. Ah, Rukawa, i cuscini li ha lei.-
Santa donna, pensò il volpino andando a svaccarsi sui sedili posteriori, mentre il Tensai si buttava davanti.
Attraversata mezza Kanagawa con quei due davanti che facevano un casino da paura, arrivarono finalmente davanti a casa della Kanzaki. Sembrava non ci fosse nessuno, perché dopo aver suonato un paio di volte, ancora non arrivava nessun membro della famiglia ad aprire.
- Che strano.- borbottò Mitsui, facendosi indietro - Non è che si è addormentata?-
- Magari non sente il campanello.- ipotizzò Hana - Se ci mettiamo a urlare ci tirano dietro qualcosa?-
- Do'aho. Lascia in pace la brava gente.- sindacò la volpe, chiusa in macchina a dormicchiare.
Mentre naturalmente gl'idioti litigavano, Mitsui grattandosi il capo cercava di capire come sistemare la faccenda quando si sentì tirare per i jeans. Stranito abbassò il capo e trovò un ragazzino di otto anni a guardarlo dal basso all'alto, i grossi occhioni spalancati e un berretto enorme sul capo.
- Signore, chi cerchi?-
- Signore?- Hana lasciò il collo di Rukawa per mettersi a ridere - Sentito Mitchy? Ti ha chiamato signore!-
- Tappati la bocca o ti uccido, demente.- rognò Hisashi, tornando a guardare il bambino - Ehi tu...abiti da queste parti?-
- Chi cerchi?- gli chiese semplicemente il piccolo.
- La ragazza che abita qui.- gli disse, indicando col dito casa Kanzaki.
- Ah...- il bambino sorrise, prendendogli la mano - Tu sei Hisa-chan vero?-
- Hisa-chan?- riecheggiarono Hana e Kaede.
- Ma perché mi chiamano tutti così?- sbuffò Mitsui - Ehi bimbo, come fai a sapere chi sono?-
- Cerchi Jun-chan vero?-
- Jun-chan?- l'ex teppista continuava a non capirci niente. Ma chi era quella peste? Stava per chiedergli le dovute spiegazioni, sperando in risposte che non fossero altre domande, ma il bambino fece una cosa che lo lasciò a bocca aperta. Si tolse il berretto, liberando una cascata di capelli castani.
Sorridendo aprì la porta della villetta, fiondandosi dentro casa.
- Jun!!- urlò - E' arrivato Hisa-chan! Ehi, ma mi senti?-
Ai tre ragazzi arrivò la voce scocciata della schiacciatrice dello Shohoku.
- Accidenti, ma chi ha staccato il campanello?! Sae, si può sapere che ci fai in giro?-
- Ero andata al parco con Momoka!-
- A otto anni dovresti startene a guardare i cartoni animati!- sbraitò la Kanzaki, arrivando nella visuale della porta aperta con una grossa borsa - Stattene in casa, accidenti! Fra un attimo torna la mamma. Salutamela ok?-
- Aspetta!- la bambina l'afferrò per la mano, costringendola a chinarsi. Le disse qualcosa nell'orecchio, che fece ridere la sorella maggiore, poi la baciò sulla fronte e se ne andò in giardino, salutando il gruppo con due cuscini sotto mano.
- Ciao gente.- sbadigliò - Scusate, i miei staccano il campanello e il telefono durante le feste.-
- Mica male come idea.- ghignò Hana.
- Tutto bene?- chiese la ragazza, caricando la borsa e passando un cuscino alla volpe attraverso il finestrino della macchina - Niente ossa rotte e retate sotto casa?-
- Per ora no.- ghignò Mitsui, baciandole la guancia - A proposito...la tua sorellina è sveglia sai?-
- Sae è una piattola.- ghignò la Kanzaki - Mi sta sempre alle costole.-
- Ma che ti ha detto all'orecchio?-
Junko rise ancora - Che sei molto alto e che sei carino.-
- Ecco vedi, tua sorella capisce tutto!-
- Mettiti al volante, idiota.-
- Agli ordini.- Hisashi si rimise in macchina, accedendo il riscaldamento mentre nei sedili posteriori la Kanzaki e Rukawa si mettevano in posizione strategica per la pennichella - Gente, vi avverto che ci sarà coda.-
- E con questo tempo infame non so quando arriveremo.- aggiunse il rossino pensoso.
- Ah, un'altra cosa.- mugugnò Hisashi mentre cominciavano a uscire da Kanagawa per ficcarsi in autostrada - Ho visto Sendoh ieri sera. Ci siamo fatti due chiacchiere e mi ha passato una cassetta. Ha detto che l'ha montata Aida e ha aggiunto di guardarla una volta seduti.-
- Una volta seduti?- Hana fece una smorfia - Ma che hanno fatto quegli spostati?-
- Non so bene, ma credo sia qualcosa che riguarda gli allenamenti dello Shikuda.-
- Si fottano.- rognò Rukawa da dietro.
- Completamente d'accordo.- sorrise Mitchy - Ma ha detto che era importante.-
- Ma da quand'è che tu e il porcospino andate così d'accordo eh?- cinguettò il Tensai malizioso - Si può sapere che fate quando uscite insieme? Vi passate tutti i locali alternativi della città?-
- Una cosa del genere.-
- Non è che mettete su un piano d'attacco?- Hana era sempre scettico - Conoscendovi...-
- Akira è una persona tranquilla.- gli ricordò la guardia immettendosi in autostrada - Non si cerca i guai.-
- A differenza vostra?- bofonchiò Junko, rannicchiata contro il finestrino.
- Senti da che pulpito. Sapete cos'è successo alla loro ultima partita? Raim non ve l'ha detto?- ghignò Mitsui - La qui presente e quella ladra della Kurata hanno scatenato rissa con l'arbitro e si sono fatte sbattere fuori a due minuti dalla fine. Meno male che eravate in vantaggio di parecchio.-
- Gli arbitri andrebbero bruciati a rogo.- sentenziò la ragazza.
- Neanche ha tutti i torti.- rognò Rukawa, nel dormi veglia.
- Oddio, non ricominciare kitsune.-
- Do'aho. Il Sannoh sarebbe ancora dentro se Kinoshita non avesse fatto l'infame.-
- Tu volevi solo giocare di nuovo contro Sawakita.- gli rinfacciò Mitsui - Pensa invece a tutte le gomitate fra le costole che ci prenderemo quando troveremo Takeru e compari sul campo.-
- Ammesso che non li uccida prima negli spogliatoi qualcun altro.-
- Già,- Hana ridacchiò come un matto - Aki te l'ha detto che Kyota è finito in questura per colpa loro?-
- Vogliamo parlare di Maki?- ghignò Hisashi - Vive dai suoi nonni ormai! E mette il naso fuori di casa solo sotto scorta. Quelli sanno dove colpire, mica sono scemi.-
- S'è visto.- frecciò Junko - L'ultima volta se ben ricordo sono scappati con la coda fra le gambe.-
- Vedi amore...- fece Hisashi sarcastico - Il problema non è solo la squadra di basket in sé. Quello è tutto un circolo vizioso, dove va uno vanno tutti e se Takeru si mette in testa di rompere la faccia al ministro della marina mercantile di Tokyo, mettici la mano sul fuoco che ci andranno tutti i suoi amici con lui.-
- Il vostro galateo è impressionante.- ironizzò con uno sbuffo - Uomini.-
- Teppisti.- rise Hana - Ma il bracciolino è stato fantastico!-
- Così fantastico che il signore è un rottame su tutti i fronti.- rinfacciò perfida la Kanzaki.
- Oh, grazie Jun...- rognò Mitsui mentre Hana crepava dal ridere - Questa me la ricorderò.-
- Ci conto.-
Tre ore e mezza più tardi erano fermi in un'area di ristoro, nel parcheggio. Avevano appena finito di mangiare e Mitsui si stava fumando la sua prima sigaretta della giornata in santa pace quando, manco a dirlo, squillò il telefonino.
Lo attaccò alla batteria della macchina e mise il vivavoce, quando capì che era il caro Gorilla.
- Ah, siete ancora vivi.- rognò, salutandoli.
- Ciao Gori!- cinguettò Hana - Come sta la mia Harukina?-
- Senti deficiente, ma vuoi star zitto?!- sbraitò il capitano rabbioso - Allora? C'è casino?-
- Un po' e la strada fa schifo.- gli disse Hisashi - Ma va tutto bene.-
- Ehi, ma gli avete fatto fare il test del palloncino prima di metterlo al volante?- ironizzò di nuovo Takenori.
- Che scemi, non ci abbiamo pensato.- frecciò Junko appoggiata al cofano mentre si scolava il caffè.
- Senti Gorilla, hai chiamato per rompere?- cominciò a spazientirsi quell'anima ardente di Mitsui - Novità? Gli altri come stanno messi?-
- Le matricole sono salve...-
-..hn...-
- Rukawa, t'ho sentito imbecille!-
- Che palle...-
- Kogure è dai parenti, Raim passa tutto il tempo con la Kurata, mentre Miyagi e Ayako sono da qualche parte da qui a Osaka e non chiedermi cosa facciano, non ne ho la più pallida idea. Tornano per il 31.- concluse Akagi - Voi vedete di non uccidervi prima di essere arrivati, chiaro? Mitsui se capita qualcosa ti rompo i denti!-
- Se capita davvero qualcosa sei morto, ti avviso.- sbuffò la guardia - Quando arriviamo stasera ti chiamo, ok?-
- Ok. E tenete i cellulari accesi.-
Era molto tardi, quasi le sette di sera, quando arrivarono a Tokyo.
Non era la prima volta per nessuno dei quattro, ma Hana si stupì parecchio di come il caro Mitchy sapesse destreggiarsi benissimo anche nell'incasinato traffico della capitale. C'era un macello bestiale e il caos raggiungeva livelli acustici indecenti ma quando arrivarono sotto l'elegante palazzina dove Kay aveva comprato casa, riuscirono a respirare un po' d'aria fresca e a sgranchirsi le ossa.
- Però.- Junko si mise il cappotto, infreddolita, alzando lo sguardo sul condominio - Quanto guadagnava tuo fratello?-
- Parecchio.- le sorrise, chiudendo tutte le portiere e aprendo il portabagagli - Appena presa la laurea in legge come voleva mio padre ha cominciato a lavorare e guadagnava molto bene, il tempo libero invece lo passava a suonare con un suo amico che abitava nell'appartamento davanti al suo. Un anno di quella vita e s'è rotto le balle. Così è tornato a casa, ha mandato a spasso papà, mi ha raccattato dall'ospedale dopo l'ennesima rissa e mi ha portato a casa sua.-
- Il Golden l'ha aperto da solo allora.- Hana era sbalordito - Miseria!-
- Ha un socio ma è sempre in giro.- rise Hisashi, mentre li trascinava dentro e lì trovarono il primo ostacolo.
Ascensore bloccato all'ultimo piano. Proprio dove dovevano andare loro.
- Merda.- rognò - Se scopro che è quel cretino di Hiro ad averlo bloccato lo uccido. Sentite,- mugugnò - io comincio a salire, vedo se riesco a sbloccarlo.-
- Ti seguo, mi devo svegliare.- mugugnò Rukawa, massaggiandosi il collo e mettendosi la borsa in spalla.
- Ok, noi stiamo qua invece.- cinguettarono Hana e Junko, contenti di non doversi fare sette rampe di scale.
Sette maledette rampe che furono una rottura di palle in piena regola. Arrivati dopo dieci minuti buoni visto che erano tutti incriccati dal viaggio, Hisashi e Kaede si fermarono sul pianerottolo...e videro una ragazza bionda che si sbaciucchiava con un rasta proprio in mezzo all'ascensore che non si poteva chiudere.
- Nanaka!- sbraitò Hisashi rabbioso, buttando tutto a terra - Lo sapevi che eri tu! Porca miseria!-
La ragazza, sui diciassette anni, sobbalzò letteralmente. Rukawa le scoccò un'occhiata distratta: bionda, molto truccata e molto scollata. Sgranò gli occhioni e con una manata spinse via il ragazzo che si era fatta fino a quel momento, scoppiando in un gridolino di gioia. Un attimo dopo si era catapultata addosso al suo caro "Hisashi tesoruccio!", scaraventandolo a terra malamente e coprendogli la faccia di baci.
Mitsui era sconvolto e cercava di levarsela di dosso, quando davanti a Kaede apparve un altro tizio. Sulla ventina, con un buffo grembiule addosso e il mestolo in mano.
- Insomma Nanaka! Scema, lascialo respirare! S'è fatto otto ore di macchina!-
- Oh, Hiro non seccare!- ridacchiò la ragazzina con vocetta melensa - Hisa-chan, mi sei mancato da morire!-
- Ma chi vi ha detto che arrivavo eh?- cercò di dire la guardia.
Hiro Tanaka ridacchiò, levandogli di dosso la sua sorellina - Kay-san, questa mattina. Dai Hisashi, rimettiti in piedi e scusa questa squinternata. Mi ha fatto una testa tanta tutto il giorno!- e abbracciò forte Mitsui, ridendo - Però! Un anno che non ti vedo e sei sempre più brutto.-
- Senti chi parla...la donna di casa!- ridacchiò divertito Mitsui - Allora Hiro? Come va?-
- Una favola.- rognò stavolta il ragazzo, passandosi una mano nei capelli chiari e scoccando un'occhiataccia alla sorella - Ti dico tutto più tardi. Ma vedo che sei in compagnia.-
- Ah, si...- Mitsui rise - Hiro e Nanaka Tanaka, ragazzi lui è Kaede Rukawa.-
- Ciao!- cinguettò la biondina, mangiandoselo con gli occhi e stritolandogli la mano - E' un piacere!-
- Nanaka, lui lascialo perdere eh?- la bloccò Mitsui con un ghigno - Tieni gli artigli ritratti.-
- Amore, i miei artigli sono sempre e solo per te!- replicò soave ma proprio in quel momento la porta del montacarichi di aprì, lasciando passare Hana che tirava Junko seduta sul trolly, divertendosi come un matto.
- Oh, ma andate a quel paese.- rognò Mitsui - Non ci ho pensato.-
- E' questo il tuo problema Hisa.- ghignò Junko dopo uno sbadiglio - Non pensi.-
- E lei chi è?- se ne uscì Nanaka alzando un sopracciglio. Suo fratello maggiore per tutta risposta te tirò il mestolo sulla testa, pregandola di essere cortese, quando vennero di nuovo fatte le presentazioni.
La biondina non fece commenti sulla presenza della Kanzaki ma la sua espressione non lasciava presagire a Mitsui nulla di buono. Conoscendo Junko però non credeva che la sua ragazza si fosse accorta di qualcosa.
Entrarono finalmente nello spazioso appartamento di Kay l'ex avvocato, come lo chiamava la guardia, e Rukawa ringraziò Dio del maga televisore e della parabola sul terrazzo. Avrebbe ringraziato Kay-san in natura se fosse stato presente. La cucina era grande e praticamente nuova, visto che Kay non sapeva cucinarsi neanche un uovo e solo la debole mano casalinga di Hisashi lo sfamava. Il salotto era invece di una comodità impressionante, con spazi larghi a differenza del resto della mobilia che il maggiore dei fratelli Mitsui doveva aver comprato per rappresentanza. Due camere da letto e due bagni.
- Ricordami di ringraziare tuo fratello.- rise Junko, andando a buttare i bagagli nella camera col letto a due piazze.
- Ahah.- fece Hisashi sarcastico - Tu non lo vedi neanche di striscio Kay. Piuttosto, voi due...riuscirete a non ammazzarvi chiusi nella camera degli ospiti?-
- Tranquillo, se lo uccido lo farò il silenzio.- ironizzò Hana perfido.
- Do'aho.- sbuffò Rukawa, dandogli una spinta leggera per farlo muovere.
- Però.- Hiro Tanaka dette una pacca sulla spalla del vecchio amico - Ehi Hisa, giocano con te quei due vero?-
- Già. Sono le nostre ali.- sentenziò mezzo serio - Ma non ti consiglio di mettermi mai in mezzo quando discutono, credimi. È meglio per te.-
- Ehi, Hisa-chan...- sibilò invece la piccola Nanaka, fissandolo con gli occhi incendiati - E quella chi sarebbe?-
- Junko?-
- Bella davvero.- se ne uscì Hiro ammirato.
- E' la mia ragazza.- le disse Mitsui con un sospiro.
- La tua ragazza eh?- Nanaka sogghignò di colpo - Sicuro? E da quanto? Due giorni?-
- Bhè, ecco...-
- MALEDETTA KITSUNE TI UCCIDO!-
Eccoli che cominciavano. Visto che la guardia non si sognava neanche di andare a fermarli, volpe e scimmia si presero a sberle fino a quando non ebbero dato la prima scaricata alle energie, poi si misero finalmente comodi con un caffè sotto mano e quattro chiacchiere in compagnia.
- Avete qualcosa da mangiare ragazzi?- gli chiese Hiro, dopo che si furono ambientati e si furono ripresi un po' dalla lunga traversata - Non vorrete andare fuori a quest'ora, sarete stanchi.-
- Ma va? C'inviti a cena?- cinguettò Mitsui.
- Sanguisuga.- cincischiò Hana - Ehi amico, vuoi una mano?-
- Meno male.- rise Hiro - Mia sorella è una schiappa!-
- Oh, Hiro come ti permetti?- borbottò Nanaka aggrappata al braccio di Hisashi - So fare altro sai?-
- Si, tipo picchiarti con le compagne e farti sbattere fuori dalla scuola!-
- Cosa?!- se ne uscì Mitsui sconvolto, sputando le ultime gocce di caffè - Nanaka! Ti sei fatta sbattere fuori?-
- E' colpa del preside.- sibilò la biondina imbronciata - S'è fissato che io gli abbia rotto la macchina, dopo avergliela rubata. Non sono stata io a buttargli la sua stupida Volvo giù dal ponte di Takato, sai fratellino??- rinfacciò dura a suo fratello - E comunque non sono stata l'unica ad essere stata buttata fuori.-
- Si, altri dieci piazzati come te.- aggiunse Hiro con un sospiro.
- Viva gli yankee.- fischiò Hanamichi divertito.
- Senti chi parla!-
- Do'aho.-
- Ehi kitsune...vai a quel paese eh?-
- Kitsune?- Nanaka sembrava particolarmente attratta dai modi maneschi della volpe e della scimmia.
- Si, lui è la kitsune.- cinguettò il rossino.
- E tu un do'aho.-
- E tutta la vostra squadra insieme è un circo.- concluse Junko sarcastica - Mettetevi l'animo in pace.-
- Ha parlato quella che gioca con ladri e investitrici in pattini a rotelle.- rognò Rukawa.
- Lo vedi, non ci va molto...- insinuò al ragazza - Per farlo parlare basta toccare i punti giusti.-
- Basta prenderlo a scarpate, dai senpai.- ridacchiò Hana come un matto - Avanti, mangiate e state zitti!-
- Grazie mamma.- scherzò ancora Mitsui.
Cenarono in un clima di casino generale che cominciò a essere troppo pesante da sopportare sia per la Kanzaki che per Rukawa, così alla fine Hiro Tanaka capì l'antifona e si portò via la sua sorellina che fece un sacco di capricci, pretendo da Mitsui il bacio della buona notte. Lui gliene stampò uno sulla guancia, facendola lamentare ancora di più ma alla fine la chiusero fuori...e la guardia alzò gli occhi al soffitto, emettendo un gemito.
- Dio...-
Hana e Kaede si scambiarono appena un'occhiata.
- Ex ragazza Mitchy?- chiese il rosso.
- Se.- disse disperato, grattandosi la testa.
- Certo che se c'è una cretina nel raggio di un miglio sta sicuro che te la scopi tu.- gli rinfacciò l'ala piccola, più loquace del solito. A quell'uscita poi sollevò gli occhioni stranamente angelici sulla Kanzaki che stava in piedi, in mezzo al corridoio verso la sua stanza e che si era fermata per guardarlo storto.
- Tu naturalmente non sei nella lista, senpai.- aggiunse, tranquillo.
- Adesso capisci cosa devo sopportare tutti i giorni?- sentenziò Mitsui voltandosi verso di lei.
- Tranquillo...la volpe ce l'ho in pugno, anche se non lo sa.- rise la ragazza, sparendo in camera da letto.
Merda. Rukawa abbassò la coda e le orecchie, imprecando. Ci mancava solo farsi la nemica la Kanzaki e poi era a posto. Porcaccia miseria, quella era capacissima di dargli il tormento per tutti i cinque giorni che avrebbero passato insieme.
- Ah, kitsune...- Hana gli batté una mano sulla spalla, andando in camera per cambiarsi e mettersi comodo - Mi sa che ti sei ficcato in un sacco di guai!-
Altro che guai, pensarono circa un quarto d'ora più tardi.
Hisashi aveva trovato una bottiglia di sakè imboscata nell'armadietto dei liquori e se n'erano versati un bicchierino a testa, nel salotto. Visto che erano tutti seduti e svaccati ovunque, Hana su una poltrona per lungo, Kaede su un divano e Mitsui e Junko seduti abbracciati su un altro, misero nel registratore la cassetta di Akira.
- Speriamo non sia un porno.- bofonchiò il rossino - Mitchy, dov'è l'accendino?-
- Provaci e ti strozzo.- gli sibilò la volpe.
- Ma che cazzo vuoi...ti sei sfondato i polmoni per una settimana mentre non c'ero.-
- Bhè, adesso ci sei do'aho.-
- Siamo sicuri che Sendoh non vi abbia dato veramente un porno?- ghignò Junko, sdraiata contro il torace del suo ragazzo - Conoscendolo mi stupisco che non ci abbia dato una cartina di tutti i locali a luci rosse di Tokyo.-
- Tanto li conosco tutti.- rise Hisashi.
Allo sguardo scettico degli altri tre, si aggiunse di colpo la barbosa voce di Aida.
Nella tv apparve l'immagine di un parquet.
- Prova...prova...oh ma funziona quest'affare?-
- Capra, tira su l'obiettivo magari!-
Quella era la voce di Fukuda e Hana fece una smorfia, quando si ritrovò nella televisione dell'appartamento niente meno che la palestra del Ryonan. Videro in sottofondo Uozumi che prendeva a calci Sendoh, bestemmiandogli dietro per non si sa bene che motivo, poi Fukuda si rimise a gracchiare.
- L'hai visto lo zoom Aida?-
- Si, si...ecco, preso! Ok, ci sono! Ragazzi...- sospirò la matricola - Sono pronto!-
- Ora puoi andare.- gli disse il Labbrone serio - Fatti onore!-
- Grazie...ehi Sendoh! Saluta l'uccellino!-
- Dio...e io che pensavo che la Kurata non fosse in quadro.- bofonchiò la Kanzaki.
Cambiò lo scenario all'improvviso e i tre giocatori dello Shohoku videro semplicemente una bassa inquadratura un po' traballante, con in sottofondo il respiro pesante del Prendi Appunti della squadra dei bianco blu.
- Oh...fermi, fermi.- Mitsui si accese una sigaretta, improvvisamente serio - Quello è lo Shikuda!-
- E' andato con una telecamera allo Shikuda?- si sconvolse Hana - Ma è deficiente?-
- Se aspetti un attimo ci vedrai Manabe appeso ad un albero.- rognò Kaede.
- E lascia in pace quella povera matricola...-
Tempo due secondi e la videocamera doveva essere stata appostata su una finestra perché ora era inquadrato l'intero campo dello Shikuda...e i tre giocatori dello Shohoku dopo neanche un attimo, avevano dedicato la loro totale attenzione a quel video.
Junko notò le loro espressioni, silenziosa, capendo perfettamente che ora sapevano veramente contro chi dovevano combattere. Passaggi, rimbalzi, canestri, attacchi di sfondamento.
Non aveva mai visto niente di simile neanche alle partite a cui aveva assistito.
Dannazione, Takeru sembrava una furia. Col Sannoh avevano solo scherzato...non avevano mai visto una tale furie. Era velocissimo! Tutti quanti...e che placcaggi! Assurdo! Si ammazzavano fra loro quasi.
Poi il fantomatico muro imbottito e Hideki Arai che lo prendeva a spallate...
Si, decisamente se mai li avessero incontrati, cosa che si sarebbe verificata molto presto, avrebbero dovuto sopportare ben di più che la fatica di quaranta minuti di partita.

La mattina dopo Hana stava guardando Tokyo illuminata dal sole dalla finestra della cucina, con una tanica di caffè fra le grinfie. Ridacchiò sentendo Mitchy scendere dal letto e ammazzarsi nel bagno, visto il caos che ci avevano scatenato dentro la sera prima...ma tanto Rukawa non sentiva neanche le atomiche, quindi potevano anche far entrare un gay pride nell'appartamento che quello avrebbe continuato a dormire beato come un angioletto.
- Porca miseria...ma chi ha alzato il riscaldamento eh?- l'apostrofò Hana, quando Hisashi entrò in cucina con una maglietta smanicata e i pantaloni della tuta - Stanotte ho dormito in boxer, sai?-
- Ah, lascia perdere.- alitò la guardia distrutta, andando a versarsi del caffè - Sono a pezzi. Era un secolo che non guidavo così tante ore di fila...e poi ho uno strano ronzio in testa...-
- La senpai?-
- Dorme, è stanca.- gli disse Mitsui, mandando giù il caffè nero e senza zucchero - La volpe a seguito immagino.-
- Lascia stare. Ieri sera ha messo la testa sul cuscino e da quella posizione non s'è mosso.-
- E' cotto eh?-
Hana corrucciò la fronte, tornando a guardare fuori dalla finestra - Dorme più del solito di recente. Credo che sia preoccupato per qualcosa ma fargli sputare l'osso è stato inutile.-
Ah si?, pensò Hisashi sarcastico. Chissà che combinava davvero quell'idiota con Raim!
Alle dieci si svegliò finalmente anche Rukawa che dopo essere inciampato in bagno ed essersi rotto la testa contro il bordo del lavandino, arrivò a scolarsi il caffè con la stessa aria da zombie che aveva avuto prima la loro guardia. Se ne stavano al tavolo tutti e tre, solo Hanamichi con aria vagamente umana, quando la porta dell'appartamento si aprì di scatto e...
- HISA-CHAN! AMORE!-
Ad Hisashi andò la colazione per traverso quando Nanaka Tanaka si fiondò addosso a lui in una tenuta notturna tutta pizzo e seta, schiacciandogli letteralmente in faccia il seno e buttandolo giù dalla sedia.
- Amore! Buon giorno, buon giorno!- cinguettò la biondina, melensa - Non vedevo l'ora di vederti! Volevo venire a trovarti questa notte ma quel cretino di Hiro mi ha chiusa in casa!- piagnucolò a regola d'arte, rimettendosi poi in piedi - Ciao anche a voi ragazzi! Buon giorno Hanamichi, buon giorno volpacchiotto!-
Volpacchiotto? Rukawa quasi si strozzò con bacon, cominciando a tossire.
Accidenti a quella piattola! Era peggio dell'Akagi al primo anno!
Porca miseria, pensò annoiato. Ci mancava anche che quella andasse in giro a gambe all'aria, mezza svestita.
Ok, era carina ma...VOLPACCHIOTTO!?!? Nessuno aveva mai osato chiamarlo così!
Ma era del tutto deficiente??
E che cazzo rideva anche il do'aho? Gli rovesciò addosso il caffè con nonchalance, scatenando l'ennesimo putiferio che svegliò l'ultima parte del quartetto. Bene, se la mocciosetta bionda tutta svestita era sexy, bhè...la Kanzaki con addosso solo una camicia di Mitsui era una bomba.
Bofonchiò a malapena dei saluti, mettendosi a sedere tranquilla sull'ultima sedia libera senza alzare lo sguardo su nessuno, aggrappandosi subito al giornale mattutino e al caffè.
Nanaka lo scoccò un'occhiata di sfida, continuando a stare abbracciata al collo di Hisashi che era quasi cianotico.
Chissà se Junko si era accorta che il suo ragazzo era sotto assedio...quella biondina gli stava minacciando la virtù.
Ammesso che quello ne avesse mai avuta una!
- Tesoro, ti va se andiamo un po' in giro oggi?- cinguettò la Tanaka - Ti ricordi come ci siamo divertiti l'anno scorso quando siamo stati insieme tutta l'estate? Dai, sarà divertente!-
- Veramente volavo andare a fare due tiri.- bofonchiò Mitsui cercando di respirare - E poi te l'ho detto che...-
- Oh!- miagolò di nuovo quella Nanaka, spaccando i nervi a Rukawa che si chiedeva come mai quella maledetta della Kanzaki non dimostrasse il suo animo yankee anche fuori dal campo di pallavolo - Si, possiamo andare tutti al campetto qui dietro! Sono sicura che ad Hanamichi e al volpacchiotto piacerebbe molto! Così mentre loro giocano io posso coccolarti un po'! Daiiii!!!!-
Mamma mia! Hana non ne poteva più dal ridere. La piccola era focosa! E non mollava! Ce la stava mettendo tutta per mettere le cose in chiaro davanti alla Kanzaki. Che strano, quella continuava a leggersi beata il giornale, come se non sentisse nemmeno le sue provocazioni. Era di granito davvero!
Kaede si alzò neanche due secondi dopo. La voce di quella peste era quanto di più deleterio per i suoi poveri timpani. Stava lavando le tazze cercando di concentrarsi sulla televisione accesa quando Junko lo raggiunse, portandogli gli ultimi piatti. La guardò seccato, incapace di credere che quella ragazza non reagisse.
- Ehi...- rognò a bassa voce - Ti si è atrofizzato il destro senpai?-
Junko non gli rispose. Continuò ad asciugare i patti, apatica. Lo sguardo vuoto.
- Ohi...pronto?- la rimbeccò - Senpai!-
Le passò una mano davanti alla faccia e finalmente quella squinternata gli prestò la dovuta attenzione.
- Mi hai sentito?-
E poi Junko lo lasciò sbigottito. Si portò le mani alle orecchie, levandosi due tappi di spugna.
- Cos'hai detto Rukawa?-
I tappi. Si era messa i tappi!
Roba da non credersi!
Junko sbatté gli occhioni senza capire, specialmente quando gli sentì sfuggire uno strano gemito...divertito?
Kaede si portò una mano sulla faccia, più precisamente sulla bocca e le dette le spalle, appoggiandosi di peso al bancone della cucina.
- Kitsune? Che fai?...Oddio, ridi!-
- Cosa?- Hana si volse allucinato - Cosa fa?-
- Ah! Sta ridendo!- sbottò Junko - Guardalo, guardalo! Ride!-
Pure Mitsui si volse per assistere strabiliato all'avvenimento ma non si vedeva granché in verità. A Rukawa tremavano le spalle e per quanto Junko lo tirasse non riusciva a girarlo, poi il volpino scappò dritto in camera e non ci fu più verso di andare a riacchiapparlo, così dovettero accontentarsi della fida parola della Kanzaki.
- Ma che gli hai detto?- si stupì Hana, che picchiava come un dannato sulla porta della loro camera - Lo conosco da più di tre anni e io e Miyagi le abbiamo provate tutte...ma niente, morto, un cadavere!-
- A dire il vero non lo so, sai?- replicò la schiacciatrice - Me ne stavo tranquilla e di colpo è partito l'impulso...-
- Speriamo che non gli parta altro così repentinamente.- frecciò Hisashi.
- Tipo istinto omicida?-
- Che ne sai, tutti i serial killer cominciano coi loro modi astrusi!-
- Ma dì meno cazzate.- rimbrottò il rossino - Vabbè, quando sua Maestà Sorridente esce e ci onora della sua presenza andiamo al campetto, capito???- ululò per farsi sentire - Capito Kit?-
- Jun, tu che fai?- le chiese Mitsui - Vieni?-
- Neanche morta.- sentenziò, terrorizzata al solo pensiero di sentire la voce gracchiante di Nanaka per altre ore - Io me ne torno a dormire. Mi sento gli elicotteri nella testa e ho fatto un sogno strano pieno di nanetti...-
- Ryo-chan? Che centra?- se ne uscì Hana.
- Idiota, nanetti!- sbuffò Hisashi - Dai, vatti a vestire!-
- E come faccio? Quel cretino di un volpino s'è chiuso in camera!-
- Piuttosto, già che siamo qua...- Mitsui tornò a voltarsi verso la cara piccola e pestifera Nanaka, che lo guardava a metà fra l'adorante e il derisorio - Mi dici che cavolo farai adesso che ti hanno buttato fuori?-
- Semplice, mi trasferisco.- rispose la ragazza, beata.
- Ah si? E dove?-
Nanaka stavolta sogghignò, mettendogli la tachicardia - Ho avviato le pratiche di trasferimento prima dell'inizio delle vacanze. Sai, non ti ho detto una cosa, tesoruccio...-
Oddio. Mitsui cominciava a sentirsi male davvero. Gli serviva ossigeno.
- Ti ho detto che i miei mi hanno preso un appartamento a Kanagawa?-
Se la pressione della Kanzaki scese stranamente sotto il minimo storico, Hisashi divenne blu.
- Ma davvero?- alitò - A Kanagawa? Ti trasferisci lì?-
- GIA'!!!- urlò buttandogli di nuovo le braccia al collo - TESORO PENSA CHE BELLO! DI NUOVO INSIEME! I miei hanno parlato con Kay-san poche settimane fa e visto che non volevano mandarmi da sola in un posto dove non conoscevano nessuno, hanno pensato che a Kanagawa sotto la supervisione dei tuoi sarei stata benissimo! Pensa che fantastica opportunità! Potremo stare di nuovo insieme!-
Ossignore. Hanamichi non aveva mai visto Mitsui tanto rincoglionito davanti a una donna. Ma forse quella non poteva essere considerata una donna. Gli sembrava più una sanguisuga molto allegra!
Ci mancava anche che si trasferisse a Kanagawa! Noooo!
- Che...che bello...- riuscì a mormorare Hisashi, distrutto - ...e che liceo frequenterai?-
- Oh, mi sono informata! Non ricordandomi dove andassi tu e non volendo per forza starti incollata tutto il giorno, anche se so che mi adori, ho fatto delle brevi ricerche e sai cos'ho scoperto? C'è un liceo a Kanagawa con un'eccezionale squadra di pallavolo che vince da sette anni di fila i campionati nazionali! Ma ci credi?!-
Dalla camera da letto Rukawa in quel momento avvertì uno schianto di massa. Traballò tutta la palazzina e quando mise il naso fuori trovò sia Mitsui che la Kanzaki spiaccicati a terra con la bava alla bocca.
Tutto gli venne spiegato più tardi in un campetto ad appena un isolato dalla casa di Kay.
Il do'aho gli raccontò del trasferimento della piccola peste bionda, divertendosi a vederlo esalare l'ultimo respiro, mentre lei e Mitsui se ne stavano in un angolo a confabulare.
- Fammi capire...- sibilò Kaede - Quella...quella viene da noi? Viene da noi???-
- Calma.- disse il rossino alzando le mani - Vedi, a quanto ho capito è una patita di pallavolo e sentendo le prodezze di Kurata e simpatiche compari ha fatto domanda allo Shohoku. Ormai è dentro.-
Come si poteva chiamare una simile fortuna?
- Fanculo...-
Hana ridacchiò, infilando un canestro - Eddai, a me sembra simpatica a parte tutto.-
- Tu troveresti simpatico anche un serpente a sonagli do'aho.-
- Se sopravvivo a te, quella è un cucciolo a tuo confronto, credimi.-
- Ehi, un attimo...- Rukawa alzò un sopracciglio - Ma lo sa che la senpai è la numero uno della squadra?-
- Non saprei. La poverina s'è blindata in camera appena sentita la notizia...-
- Evviva.-
Intanto nell'angolo, seduti in panchina, Mitsui stava pensando a un modo per suicidarsi.
Nanaka Tanaka era senz'altro l'essere più appiccicoso, perverso, maniacale, assurdo, egocentrico e schizzato sulla faccia della terra. Senza contare che continuava tranquilla a stargli addosso anche dopo che le aveva spiegato tutto, fra lui e Junko. Non aveva detto nulla ma dai suoi occhi castani era uscita una strana scintilla.
E ora quella matta si trasferiva da loro! Era follia, follia pura!
Senza contare che sarebbe entrata a far parte del club di pallavolo! Così a Junko sarebbe venuta una crisi isterica prima della fine dell'anno, Nanaka avrebbe piagnucolato per mesi capendo di non essere al suo livello e lui sarebbe rimasto fregato con un cretino, in mezzo a quelle due! Merda, merda!
Però quell'antipatica di Junko avrebbe potuto fare anche un po' la gelosa, pensò.
Mise il broncio, un po' arrabbiato. Sempre la solita. Possibile che non c'era verso di farsi fare una sana scenata di gelosia da quella lì? Che barba!
- Senti...- Nanaka lo richiamò all'ordine, capricciosa - Ma mi spieghi che ci trovi in quella? Dico, sei mesi! State insieme da sei mesi! Sei cambiato tutto di colpo?-
Bhè...Hisashi sorrise appena, pensando alla sua Bambolina della 1C.
Junko...gli piaceva e basta. Difetti, pregi, forza di volontà, arroganza, dolcezza nei momenti d'intimità, i suoi gesti, la sua eleganza, il suo bel viso e quei suoi occhi duri. Sei mesi con lei erano passati in un soffio.
- Sei cambiato.-
- Si, forse.- borbottò - La gente cambia Nanaka.-
La biondina corrucciò la fronte - E lei è quella che fa per te? Ok, sarà bella ma non mi sembra che ci tenga troppo. Fosse stata un'altra mi avrebbe appiccata al muro. Per te questo ed altro.-
Pensando che prima o poi Junko l'avrebbe appiccicata al muro sul serio, ma al muro di una rete da pallavolo, preferì glissare e senza aggiungere nulla andò ad allenarsi con la volpe e la scimmia, dicendo semplicemente alla cara Nanaka che avrebbe dovuto scoprire da sola com'era fatta la sua ragazza.

La sera stessa e i giorni seguenti, fino al 31, i quattro rappresentanti del prestigioso liceo Shohoku vennero praticamente costretti e trascinati in giro per tutti i pub di Tokyo, anche se ogni tanto e naturalmente ce n'erano due che declinavano qualsiasi avvenimento mondano, ovvero Junko e Kaede che mandavano allegramente a quel paese le suppliche di Mitsui e Hana, per restarsene a casa lontani dalla voce squillante e dall'esuberanza di Nanaka.
Il pomeriggio del trenta per esempio, verso le sei e mezza quando il sole stava tramontando, gli asociali se ne stavano al campetto lontano dal chiasso della sanguisuga.
Rukawa infilava canestri e Junko lo guardava seduta in panchina, tranquilla e beata.
Il volpino però era sempre più scettico. Ok, lui era molto possessivo ma...non le spiaceva lasciare il suo ragazzo alla mercé dell'allegra sanguisuga? Glielo chiese, borbottando come una teiera, e lei scrollò le spalle, alzandosi dalla panchina per raggiungerlo sotto canestro.
- Ho imparato che fare storie e pestare i piedi non serve.- gli confidò tranquilla.
- Non è che non vuoi neanche lottare?-
Junko stavolta alzò gli occhi su di lui, come impietrita ma durò un attimo e Kaede capì di aver toccato un brutto tasto. Stava per scusarsi quando la ragazza, che continuava a fissarlo, gli chiese di saltare.
- Hn?-
- Puoi saltare per favore?-
- Perché?-
- Salta e basta. Più alto che puoi.-
Schiavista! Fece comunque come voleva ma non saltò da solo. Junko saltò insieme a lui e alzando le mani, sfiorò facilmente le sue dita, nonostante fosse più bassa di lui di ben quindici centimetri.
- Non male coi pesi.- pensò ad alta voce la Kanzaki - Ci foste voi a farmi da muro mi divertirei di più.-
Arrogante, pensò Kaede divertito. Incredibile, gli aveva sfiorato così facilmente le mani...
- Pensa quando ci sarà l'allegra sanguisuga.-
- Un altro animale?- gli rinfacciò sarcastica - Non sapete appioppare altro che nomi da zoo?-
- Traccheggi.- sibilò tornando a canestro.
- Forse.- sbuffò la moretta - Dio, quella mi snerva.-
- La Kurata sarà contenta.-
- Come no. Chiunque mi smonti i nervi lei lo accoglie e braccia aperte. Anche Raim farà i salti di gioia...- e sogghignando diabolica, vide Kaede mancare il canestro. Ferro.
Lui si volse, scoccandole un'occhiataccia.
- Non volevo.- fece angelica.
Come no! Razza d'infida donna dalla faccia troppo innocente!
- Allora?- gli chiese continuando a girargli attorno - Mi dici cos'è successo?-
- Non eri per la privacy senpai?- le rinfacciò.
- Touché.- disse arguta - Ma devo tirarmi su in qualche modo.-
- Hn.-
- Dai, non lo dirò a nessuno!- disse melensa, trasformandosi nella bella copia di Nanaka - Su, su...volpacchiotto!-
Ecco, fantastico! Ci mancava solo quello! La palla andò fuori di nuovo e così mandò anche tutto il resto all'aria, stufo e arcistufo di tutte quelle femmine insopportabili. Ci mancava anche la Kanzaki ed era a posto.
Junko decise di lasciarlo sbollire con un sorriso benevolo, mettendosi a palleggiare alla rete da pallavolo nel campetto vicino. Gli ultimi allenamenti le erano stati utili e lei dopo un po' si annoiava se non poteva schiacciare al suo muro.
- Passa.-
Junko si volse, vedendo di nuovo la kitsune arrivare a passo lento al suo fianco.
- Hai mai giocato a pallavolo?-
- No.-
- Alzato una palla?-
- No. Ma non ci vorrà una laurea.-
Bhè, così facile non lo era poi tanto, pensò Rukawa più tardi quando dopo averle lanciato la palla addosso un paio di volte ed essersi preso tre calci nel culo riuscì ad alzarle decentemente quella stupida sfera bianca. E poi, che schiacciata...cazzo, era imprendibile. Se le fosse stato a muro davanti anche il Gorilla probabilmente non avrebbe saputo trattenerla. Inoltre la Kanzaki portava ancora i pesi. Era impressionante quella ragazza.
Scattava e saltava come una gazzella, per non parlare del suo movimento quasi invisibile del braccio nel vibrare il colpo. Ecco perché era la stella della squadra. Ecco perché vincevano da così tanti anni.
Tornati a casa, trovarono la cena già a portata di mano. Mitsui e Hana si erano fermati a comprare il ramen per strada dopo aver lasciato la vulcanica Nanaka al suo amichetto rasta, della sera del loro arrivo.
- Che avete fatto?- cinguettò Hana mentre apparecchiava.
- Niente di particolare.- mugugnò la Kanzaki - Ho ammirato la mirabile precisione del volpino nei tiri anche sotto pressione...- e Kaede si sentì un immaginario coltello piantato nella schiena - E poi gli ho insegnato i fondamenti della pallavolo.-
- Ah si? E gli sono entrati in testa?- rise Hisashi.
- Mica tanto. E voi?-
- Pub, musica e casino.- raccontò il Tensai - In metro siamo arrivati a Shibuya. Domani bisognerà mettersi di buon'ora anche se certi matti si stavano già sdraiando sotto l'entrata chiusa adesso.-
- Con questo freddo?-
- Il tetto dell'anfiteatro è stato chiuso.- e spiegò Mitsui - Domani sera ce lo riaprono per i fuochi!-
- Guardatelo come gongola...- ridacchiò Hana, gustandosi il suo ramen e mangiando a quattro palmenti - Secondo me domani sera bisognerà tenerlo al guinzaglio!-
- Guarda, il primo che mi rompe domani lo mando all'ospedale!-
- Tanto per cambiare.-
Finita la cena, in via del tutto eccezionale Mitsui si ritirò in camera, forse per fare yoga e raccogliere tutte le energie che l'avrebbero portato a sgolarsi il giorno dopo, lasciando così agli altri la casa libera. Hana e la Kanzaki si erano appena sfidato alla Play attaccati a un picchiaduro, in cui ancora una volta la teppistella aveva fatto vedere al Tensai che con lei non c'era da scherzare, così Rukawa colse al volo l'occasione e mise sotto la doccia, coi muscoli tesi per la sforzo dell'allenamento di quel pomeriggio.
Si lasciò scivolare l'acqua addosso per un tempo che parve lunghissimo, appoggiandosi di peso con entrambe le mani alla parete, col rumore dell'appartamento che ora si faceva lontano e quasi trasparente per lui.
Con la mente, in fondo, continuava a vagare verso una persona soltanto.
Spense l'acqua, passandosi una mano fra i capelli letteralmente più provato di prima.
Appena uscito dalla doccia si chiuse subito in camera, buttandosi di peso sul letto e restando a fissare il cielo scuro fuori dalla finestra. Rimise lì per minuti interi, avvertendo finalmente in pieno tutto il rimpianto che gli doveva, quando a poco a poco nel suo limbo s'insinuò l'insistente trillo del suo cellulare.
In un altro momento avrebbe preso il telefonino e l'avrebbe scaraventato fuori dalla finestra, ma quella volta se lo portò all'orecchio, come bisognoso di sentire una voce qualsiasi.
Invece non sentì nulla.
- Pronto?-
Silenzio. Kaede strizzò gli occhi, guardando il display. Numero privato.
- Pronto?- richiese.
Niente. Dall'altra parte non si sentiva, solo un lontanissimo respiro. Si mise seduto, continuando ad aspettare, ad aspettare. Gli bastava solo una parola...anzi, a dire il vero neanche quella.
Gli sembrava quasi di averla davanti.
- Raim?-
La comunicazione si chiuse all'istante e Raim, così lontano da lui, si lasciò cadere seduta nella cabina telefonica in cui si era chiusa, poco lontano dalla spiaggia. Rannicchiò le ginocchia al petto, chiudendosi il giaccone rosato addosso.
Cominciò a vedere anche tutto offuscato e sorrise, sorrise fra le lacrime.
- Stupida, Kirara sei una stupida...- si disse, chiudendosi le mani sugli occhi.
Dopo un attimo il suo cellulare iniziò a squillare, nella sua tasca. Emise un gemito disperato, vedendo il nome sul display. Kaede. Era lui. Lasciò che suonasse a vuoto, permettendosi di piangere in santa pace.
Non poteva parlargli così. Non poteva. E neanche voleva.
Non gli avrebbe permesso di farla stare male di nuovo.
Poi il messaggio:
"Per favore, rispondimi."
Sorrise di nuovo continuando il suo pianto straziato e scosse il capo, come per scacciare via anche quelle poche frasi.
No, non gli avrebbe risposto. Spense definitivamente il cellulare e se ne tornò a casa.
Ormai aveva esaudito il suo desiderio. Risentire la sua voce.


Anfiteatro di Shibuya, ore ventitré del 31 dicembre.
Diciassettemila persone sotto un tetto di stelle la notte di Capodanno con lo sfondo della voce di Bono, eretto su un palco come un dio e attorniato dalle immagini dei suoi video su mega schermi che le proiettavano a cascata.
I riflettori accecavano e presto l'atmosfera divenne incandescente.
Rukawa stranamente non pensava più a ciò che l'aveva tormentato la notte precedente. Sentiva solo il tremore dell'anfiteatro, le grida delle dannate diciassettemila e più persone che facevano vibrare quel suolo...e i dannati rintronati che in quel momento stavano saltando come matti al suo fianco.
Ok, poteva capire Mitchy che era un vero e proprio accolito con tanto di altarini dedicati agli U2 ma il do'aho invece era solo un casinista. Lo era sempre stato!
Ma a parte quelle che ora gli sembravano solo sottigliezze, il concerto riuscì a riempirgli i sensi.
Era tutto l'insieme forse. Un insieme che lo inebriava.
Grida, voci, canzoni...il tabellone che segnava i minuti che mancavano all'anno nuovo.
Stranamente si ritrovò a pensare che in quegli ultimi mesi avesse vissuto molto di più di quanto avesse mai fatto negli anni dopo la morte dei suoi. Prima non avrebbe mai immaginato di poter stare in mezzo a quella folla, non avrebbe mai immaginato di trovarsi a urlare come un dannato insieme a Mitsui ogni singola parola dei testi degli U2.
Non avrebbe mai pensato di stare con Hana così lontano da casa, non avrebbe mai potuto credere di ritrovarsi innamorato...e tantomeno non avrebbe mai potuto credere di poter cambiare, di poter andare in giro aggrappato alla maglia del do'aho e tenersi per mano con la Kanzaki per non perdersi nella marmaglia, di poter alzare gli accendini...
Ma di chi era il merito?, si chiese.
Poi, a tre minuti dallo scoccare della mezzanotte, sul palco illuminato di Shibuya si diffuse la canzone più azzeccata per l'avvenimento.

"All is quiet on new year's day
A world in white gets underway
I want to be with you
Be with you night and day
Nothing changes on new year's day
On new year's day


I will be with you again
I will be with you again..."


New Year's Day.
Il volpino ascoltò ogni parola, rispecchiandosi nel "voglio essere con te" che non gli faceva ricordare altre che Raim.
I fan stavano urlando fino a perderci il senso ogni singola strofa, continuando a ballare e a saltare in una massa informe ma straordinariamente compatta fino a quando, a dieci secondi dalle 24, si bloccarono quasi.
Fecero il conto alla rovescia e quando fu il primo gennaio, tutto l'anfiteatro esplose in un'ovazione tale da far tremare di nuovo il solo, come in un unico terremoto. E poi i fuochi d'artificio.
Un costosissimo spettacolo pirotecnico si propagò a macchia d'olio su tutto il concerto, illuminando il cielo e ancor più le stelle, in cascate di fuoco e luci colorate che facevano impallidire gli altri a Tokyo.
- Vieni qua Kit!- sbraitò Hana ridendo all'improvviso, prendendo la testa del volpino, mettendosela sotto al braccio e cominciando a scarmigliarlo tutto - Diciotto anni! Tanti auguri!-
Praticamente poi non si capì come ma anche gli altri attorno a loro dovevano aver inteso che compiva gli anni perché Kaede, allucinato, dopo poco si ritrovò sommerso da altri abbracci, manate sulle spalle, auguri, tirate d'orecchie e pure baci da metà della loro curva, imprecando dietro ad Hana che se la rideva come un bastardo.
Gli U2 stavano attaccando con Sunday Bloody Sunday , la canzone preferita di Hisashi quando Rukawa si fu liberato ma fortunatamente Mitsui si limitò a strizzargli l'occhio e la Kanzaki gli dette un leggero bacio sulla guancia, più delicata delle tante altre coi fidanzati che gli si erano spalmate addosso con la scusa di fargli gli auguri.

"Sunday, bloody sunday
Sunday, bloody sunday
Sunday, bloody sunday (sunday bloody sunday...)
(allright lets go!)

And the battle's just begun
There's many lost, but tell me who has won
The trench is dug within our hearts
And mothers, children, brothers, sisters torn apart

Sunday, bloody sunday
Sunday, bloody sunday

How long...
How long must we sing this song?
How long? how long..."

Ora Mitsui non lo teneva più nessuno. Lui e altri sette squinternati mezzi punk mezzi capelloni con la stessa montatura degli occhiali di Bono stavano urlando più di tutto l'anfiteatro messo insieme e ben presto tutta la curva parve prendere esempio perché il casino si triplicò quando, alle due di mattina verso la fine del concerto dopo Heaven and Hell, The Unforgettable Fire, Silver and Gold, Stuck in a Moment e The Ground Beneath Her Feet che illuminò tutto l'anfiteatro di migliaia accendini e probabilmente di tutti i cuori innamorati di Tokyo, i primi accordi di Desire invasero il palco.
Ci fu di nuovo un'ovazione scatenata.

"Lover, i'm on the street
Gonna go where the bright lights
And the big city meet
With a red guitar...on fire
Desire...

She's a candle burning in my room
Yeah i'm like the needle, needle and spoon
Over the counter with a shotgun
Pretty soon everybody got one
And the fever when i'm beside her
Desire, desire..."

A Kaede purtroppo scappò un altro gemito divertito, non sentito da nessuno per fortuna, quando i sette pazzi nuovi amici che avevano appena abbordato Mitchy e Hana si presero in spalla l'un con l'altro, non riuscendo però a superare la loro preziosa guardia che cantava così forte, e anche parecchio bene, che la sua voce almeno lì in quella piccola curva sembrava spiccare fra tutte le altre. Che ricordasse non aveva mai visto il n°14 così eccitato.
Mai. Ma era piuttosto divertente, doveva ammetterlo!
Alle tre venne intonata City of Blinding Litghs, anche se i nuovi singoli non avrebbero mai battuto i capolavori precedenti poi di nuovo alla dolcezza delle parole delle canzoni più lente e melense, il pubblico preferì il testo spettacolare ed esaltante di Elevation.

"High higher than the sun
You shoot me from a gun
I need you to elevate me here

A corner of your lips
Is the orbit of your hips
Eclipse
You elevate my soul

I've got no self control
Been living like a mole now
Going down excavation
Higher now in the sky
You make me feel like i can fly
So high
Elevation..."


Bhè, non che si sentissi perfettamente in simbiosi anche con quella canzone ma se non altro dovette ammettere che gli U2 avrebbero potuto resuscitare un morto e per una volta non si sentì così dannatamente apatico come sempre.
Ormai tardi, vennero fatti due bis fra cui di nuovo Sunday Bloody Sunday e alla fine la leggendaria With or Without You che Hisashi Mitsui detto Mitchy, Anima Ardente, il Cecchino, amava come e più delle sue Asics da combattimento. Se non ci fosse stato in quel momento, avrebbe veduto anche sua madre per poter stare sotto a quel palco a distruggersi gli ultimi rimasugli di laringe che gli restavano.
Quella era anche la prima canzone che Kay gli aveva insegnato a suonare con la chitarra.

"See the stone set in your eyes
See the thorn twist in your side
I wait for you

Sleight of hand and twist of fate
On a bed of nails she makes me wait
And i wait without you

With or without you
With or without you

Through the storm we reach the shore
You give it all but i want more
And i'm waiting for you

With or without you
With or without you
I can't live
With or without you

And you give yourself away
And you give yourself away
And you give
And you give
And you give yourself away

My hands are tied
My body bruised, she's got me with
Nothing to win and
Nothing left to lose

And you give yourself away
And you give yourself away
And you give
And you give
And you give yourself away

With or without you
With or without you
I can't live
With or without you

With or without you
With or without you
I can't live
With or without you
With or without you..."


Erano le quattro a Tokyo ormai, le quattro di mattina del nuovo anno ma qualcuno faceva ancora i fuochi.
Kaede li osserva, seduto su un marciapiede della piazza centrale di Shibuya invasa da numerosissimi ragazzi che sembravano venire anche dall'Hokkaido. Vide, col caffè caldo stretto in mano, anche parecchi americani ma niente lo faceva stare meglio che il fuoco del bivacco che i nuovi amici di Mitchy e del do'aho avevano acceso abusivamente con l'intelligente idea di farsi buttare tutti in galera.
Erano tantissimi e non stavano zitti un minimo ma stranamente lui non aveva sonno.
Si riportò il caffè alle labbra quando qualcuno si sedette al suo fianco e gli mise sotto il naso un muffin con una candelina assurdamente rosa da ragazza accesa sopra.
Fece una finta smorfia mentre Hana gli rompeva le scatole perché la spegnesse ed esprimesse il desiderio.
Era una vita che qualcuno non gli accendeva la candela, una vita che qualcuno non lo festeggiava.
Ma si, un desiderio forse poteva esprimerlo davvero...
- Che tu possa farti furbo, do'aho.-
- E che a te si secchi la lingua, kitsune!-
Un altro buon anno nuovo, pensò Kaede nascondendo un sorriso.
In fondo, chi litigava a Capodanno...

 

 

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Capitolo 15
*** Ma perchè Tutte a Noi?! ***


raim15

 

 

Dieci gennaio, una data da dimenticare.
Kaede Rukawa camminava sonnolento lungo le strade di Kanagawa, filando dritto a scuola naturalmente con gli occhi chiusi e la bolla al naso. Odiava il rientro dalle vacanze.
E odiava quel fottuto freddo che lo costringeva ad andare in giro col naso arrossato e le dita intorpidite.
L'idea poi di ficcarsi in classe e trovarsi di nuovo circondato da cretine poi, gli faceva venire voglia di andare a mettersi per lungo in mezzo alla strada e farsi schiacciare da un pullman ma sfortunatamente per lui c'era qualcosa che lo attirava come un magnete verso lo Shohoku.
Raim.
Solo l'idea di rivederla ora lo metteva in agitazione e odiava sentirsi così.
Odiava il pensiero di venire di nuovo ignorato da lei. E odiava le sue stesse parole, non passava giorno che non si maledicesse per ciò che le aveva detto ma non poteva cambiare il passato. Poteva solo cercare di farsi perdonare.
Man mano che si avvicinava ai cancelli però aveva come la vaga sensazione di aver dimenticato qualcosa d'importante.
Avrebbe dovuto ricordarsi di una cosa seria ma non riusciva davvero a focalizzarla...cosa poteva essere?
Varcò l'ingresso dello Shohoku con le solite ragazzine che si disidratavano al suo passaggio quando il cellulare gli vibrò in tasca.
Guardò il mittente: Mitchy.
Quel cretino del do'aho gli aveva scardinato la rubrica mettendo un sacco di nomignoli deficienti, nel soggiorno a Tokyo. Comunque il teppista gli stava dicendo qualcosa che non capiva bene.
"Occhio che arriva."
Arriva chi? Rukawa alzò un sopracciglio, confuso. Cosa stava succedendo?
- Ciao Rukawa. Come va?-
Fece un cenno di saluto a Mito, sempre col pensiero rivolto a quel messaggio e gli occhi rapidi nella ricerca disperata di una ragazza con la testa rossa, quando di colpo una presenza gli arrivò alle spalle.
Yohei fece in tempo a sbattere gli occhioni e a fare i suoi commenti mentali che una voce squillante e allegra che Kaede avrebbe riconosciuto fra mille non gli fece venire la pelle d'oca.
- Volpacchiotto ciao!-
Si sentì abbracciare per la vita e sbiancò, trovandosi niente di meno Nanaka Tanaka incollata addosso.
- Allora volpacchiotto? Come stai? Oh, sono contenta di vederti!-
Kaede non aveva più un briciolo di forza in corpo. Quella gli succhiava via le energie. Ancora con quel volpacchiotto?
Ecco cosa intendeva Mitsui, ecco cos'avrebbe dovuto ricordare. L'arrivo di Attila!
- Ciao, io sono Nanaka Tanaka.- cinguettò la biondina, sorridendo a Mito tutta baldanzosa e stringendogli la mano.
- Ciao!- sorrise Yohei cordiale, non capendo bene però se quella lì era tutta normale - Yohei Mito. Non ti ho mai visto a scuola, sei nuova?-
- Appena trasferita da Tokyo.- lo informò la Tanaka - Allora volpacchiotto? Hai visto Hanamichi e il mio Hisa-chan?-
- Hn.- Kaede aveva una nube nera sul capo - Sono dentro.-
- Allora io vado a salutarli, ok?- e gli fece ciao-ciao con la mano, mandandogli un bacio volante che non sfuggì a tutta la fauna femminile che svenne miseramente, credendo che il bel Rukawa fosse ormai andato.
Mito, vedendola correre via, si affiancò alla kitsune senza riuscire a trattenersi.
- Volpacchiotto?-
- Non una parola col do'aho.- sibilò gelido.
- Bel soggetto quella.- ridacchiò Yohei sinceramente divertito - Come mai la conosci?-
- E' una delle tante che s'è fatto Mitsui.-
- Ah, ecco. E come mai è qua?-
- Rissa. È stata espulsa.-
- Però...mandare un qualsiasi yankee allo Shohoku è come spedire un alcolista in una cantina.- ironizzò Mito cominciando a dirigersi verso la porta - Brillante idea.-
Non sapeva quanto, frecciò mentalmente il n°11 dimenticando in fretta l'allegra sanguisuga e tornando a cercare Raim in giro. Quello che non sapeva però era che i guai con la vulcanica biondina erano appena cominciati.
Perfino Miyagi venne casualmente coinvolto prima del tempo.
Ryota se ne andava tranquillo per i corridoi del secondo piano per raggiungere la sua classe, con la fedele borsa naturalmente trattenuta dai manici sulla testa, quando una voce mielosa lo fece fermare.
- Scusami! Cosetto!-
Cosetto? Miyagi si girò credendo a delle allucinazioni quando invece si trovò davanti al naso un metro e settantadue di biondina con una sciarpa fucsia brillante e un rossetto quasi blu sulle labbra.
- Oh...ma sei un senpai!- cinguettò di nuovo la ragazza - Senpai Cosetto, scusami...sai dirmi dov'è la presidenza?-
Senpai Cosetto?
- In fondo il corridoio a destra.- mugugnò sempre più sconvolto, senza riuscire neanche a protestare. Ma chi era quella matta? Non l'aveva mai vista prima!
- Grazie mille senpai!- e tempo un attimo il tornado biondo era già sparito, lasciando a Miyagi la strana impressione di aver esagerato un po' col sakè nelle feste. Si, forse avrebbe dovuto moderarsi un po'!
Intanto nella sezione D, III classe, Rukawa stava cercando di prendere sonno visto che Raim ancora non si vedeva nel banco al suo fianco ma non c'era proprio verso. I suoi compagni si stavano raccontando le vacanze, le oche invece starnazzavano come un branco intero di galline per non parlare del fatto poi che Rei e Nobu entrarono a salutarlo, ripetendogli gli auguri che gli avevano già fatto per cellulare.
Stava per uccidere qualcuno a caso, così da far capire che non voleva più sentir volare una mosca, quando entrò Hanamichi e il suo sogno di silenzio se ne andò definitivamente a ramengo.
- Ciao a tutti ragazzi!- salutò il rossino, buttando la cartella sul banco e facendosi sommergere dai loro compagni, poi senza fare una piega volse la sedia al contrario e si sedette al suo fianco, poggiando le braccia sullo schienale.
- Kitsune, non saprai mai cos'ho in cartella!-
- Le tue dimissioni dalla squadra.-
- Ahah, molto spiritoso.- sibilò sarcastico - Sbagliato! Le foto di Tokyo! Le ho ritirate ieri sera dopo che ti ho mollato a casa! Sono il Tensai della macchina fotografica!-
Kaede stavolta si mostrò moderatamente interessato, anche se lo riempì d'insulti dopo quell'ultima sparata e pochi minuti più tardi il moretto stava sfogliando una quarantina di foto con alle spalle tutte le curiose delle classe e alcuni compagni che riusciva a trovare passabili.
- Ma va?- stava dicendo un certo Take strabiliato al rossino - Siete stati col senpai Mitsui del quinto anno al concerto degli U2? Wow! E com'è stato?-
- Mitchy ancora non ha ritrovato del tutto la voce.- ghignò Sakuragi - E' stato fantastico!-
- Ed eravate solo voi tre?- chiese Kaori, la rappresentante di classe, che sbavava per Mitsui come un cane affamato.
- No, c'era la senpai Kanzaki.-
- La Bambolina della 1C?- ulularono i ragazzi - Ma sta insieme al senpai Mitsui vero?-
- Si, da un pezzo.- Hana aveva una goccia in testa - Perché?-
- Ma non lo sai Hanamichi?- sentenziò quel Take - Lei è la trascinatrice della squadra insieme alla senpai Kurata! La Bambolina è una sorta di mantra per lo Shohoku!-
Mantra eh? Kaede e Hana si scambiarono un'occhiata allibita, pensando a ciò che avrebbe detto Junko al riguardo ma a parte quello la kitsune si rimise a guardare le foto.
Il do'aho si era divertito come un matto con la macchina digitale di Ayako e alcune erano veramente molto belle, anche se altre avevano inquadrature così storte che sembravano fatte da un bambino ubriaco di cinque anni!
Ce n'erano un paio di cui voleva la copia e una lo prendeva con il muffin che Hana gli aveva dato, insieme alla candelina rosa. Come aveva fatto a scattagliela senza che se ne accorgesse voleva saperlo ma si fermò di nuovo, trovandone un'altra che di certo non si poteva ammirare tutti i giorni.
Con la sua mania, il rossino aveva preso la Kanzaki e Mitchy in uno dei loro rari momenti teneri in pubblico.
Hisashi stava seduto sul divano, lei in braccio a lui e la guardia le baciava la tempia mentre le parlava.
Non poterono vederle tutte perché col suo dannato accento fastidioso Hansen fece il suo ingresso in classe facendo di nuovo sbavare tutte le ragazze, ma sembrava anche più dannatamente allegro del solito.
Fece l'appello, ciarlando intanto sulle vacanze dei suoi allievi e Raim ancora non era arrivata, quando sparò un paio di notizie.
- Dunque ragazzi...- sparò in inglese cercando di scandire bene le parole - Il vostro compagno Yuji Usama da questo semestre in poi passerà nella sezione E a causa di alcuni problemi avuti col professor Yoshikawa.-
Kaede guardò vagamente il posto vuoto davanti a lui. E così si chiamava Usama il tizio che gli era stato davanti per una vita e che faceva pernacchie in continuazione nelle lezioni di matematica.
Buon per lui, si era levato un seccatore dalle scatole.
- La seconda notizia ragazzi, e questa è decisamente migliore, è che avete una nuova compagna giunta direttamente da Tokyo. Mi raccomando, cercate subito di farla sentire a proprio agio e datele una mano, d'accordo? Prego.- e finito di dire quello varcò la soglia una biondina col rossetto blu e con le unghie dello stesso colore.
Hanamichi alzò vagamente gli occhi e poi li sgranò.
Kaede invece chiuse gli occhi, contando fino a dieci. No, non stava succedendo davvero.
- Sono Nanaka Tanaka, ho diciassette anni e vengo da Tokyo. Molto piacere!- disse con un sorrisone che conquistò subito tutti i ragazzi.
- Benissimo.- le disse Hansen con un altrettanto libidinoso sorriso a trentadue denti - Sono convinto che ti troverai benissimo qui con noi. Proprio oggi si è liberato un posto, ecco là...davanti a Rukawa.-
Ora si arrampica sulla finestra e si butta giù, pensò Hana vedendo Rukawa impallidire.
Si, ora lo faceva sul serio.
Nanaka comunque continuò a sorridere e strizzando l'occhio al rossino andò a sedersi al suo posto, docile e stranamente tranquilla, continuando a catalizzare tutta l'attenzione della classe.
- Non vedo Kirara.- se ne uscì improvvisamente Hansen - E' malata?-
- Non sappiamo...- rise la capo classe - Sarà in giro sui pattini professore!-
Il surfista parve stranito, poi sconvolgendo metà classe tornò a fissare il volpino.
- Rukawa, non sai dirmi nulla?-
Kaede era già abbastanza provato, così incurante degli sguardi altrui mugugnò un "No" secco e si rimise a nanna, proprio quando l'oggetto del suo desiderio entrò in classe.
- Oh, Kotobuki!- cinguettò Hansen sempre col suo maledetto accento - Come stai? Tutto bene?-
La rossa sorrise appena, mugugnando qualche velocissima scusa in inglese che gli altri non capirono, poi andò dritta a sedersi salutando solo Hanamichi. Iniziò la lezione e non poterono più farsi tante paranoie ma durante il cambio dell'ora la novità della classe, ovvero Nanaka, divenne subito la principale attrazione.
Le stavano tutti attorno e la riempivano di domande, uccidendo così anche la fase REM del volpino che si trovò costretto a cacciare la testa dentro al giaccone, rischiando così di soffocarsi.
Seguirono un'ora di fisica e due di filosofia e poi il meglio. Yoshikawa.
Entrò con la sua migliore aria boriosa, ripetendo l'appello e le stesse solite paranoie sul fatto di tornare ad impegnarsi fino alla fine dell'anno. Scambiò quattro chiacchiere veloci con Nanaka, storcendo il naso al suo rossetto, poi si mise a far lezione come doveva.
Finalmente arrivò l'ora di pranzo e mentre tutti se ne andavano, in classe rimasero i ragazzi.
- Ehi, Raim dove vai?- Hana rimase stranito quando la vide filare dritta alla porta.
La ragazza sorrise, mettendosi la borsa in spalla - Al club di ritmica. La mister mi deve parlare.-
- Peccato, volevo farti vedere le foto di Mitchy in giro per Tokyo a torso nudo la notte di capodanno.- mugugnò il rosso che mangiava a quattro palmenti sul banco di Rukawa insieme alla Tanaka - Ci vediamo in palestra allora.-
- Si, certo. Ci vediamo dopo.-
Rimasti soli, Nanaka tutta sorridente cominciò a interrogare il Tensai su dove fosse la classe di Mitchy e altre forate, chiedendo se poteva andare a vederli giocare.
- Vi allenate molto vero?-
- Il Gorilla è un negriero, credimi. Lo vedrai fra un'ora.-
- E quella ragazza?- chiese la biondina - L'hai chiamata Raim, è una vostra amica?-
- Si, è il suo soprannome. La chiamiamo tutti così. Fa parte di un sacco di club, compreso quello di pallavolo.-
Nanaka alzò un sopracciglio - Ma aveva un tutore al polso!-
- Si, si è fatta male un mese fa.- si limitò a dire Sakuragi, per non irritare la kitsune - Ma Raim è bravissima. Nella squadra gioca come alzatrice. Se oggi vai a fare la prova d'ingresso è meglio che ti prepari, sai?-
- E perché?- chiese la biondina stranita - Ho sentito che sono le migliori, si ammazzano con gli allenamenti?-
- Non sai quanto.- ghignò Hanamichi - Dunque, il capitano della squadra è una con le palle, davvero! Abbiamo una difesa spettacolare ma la nostra punta di diamante è l'attacco.-
- In effetti ho sentito di una schiacciatrice che lancia bombe!- cinguettò Nanaka - Ma anche io sono fortissima! Nella mia scuola ero la migliore.-
- Allora quest'anno non dovremo più neanche faticare!- rise il Tensai.
Kaede invece stava per ficcarsi due dita in gola. Quella sanguisuga allegra dovevano presentarla a Kyota.
Avrebbero fatto una coppia eccezionale! Due gasati di prima categoria!
Ma era mai possibile che quella fosse finita nella loro classe?? Davanti a lui poi?! Merda, super merda!
Qualcuno là in cielo doveva proprio odiarlo.
Alle due filarono in palestra ma già da dieci metri videro che si era presentato uno dei soliti divertenti giochini dell'Oni. Stavolta sul muro esterno della palestra c'era scritto "Non ce la farete mai!"
- Ma che roba è?- chiese Nanaka, sporgendosi dalle spalle del volpino.
- Niente, un esaltato.- sbuffò Hana - Un amico ti spiegherà tutto su questo tizio, te l'assicuro, in compenso il Gorilla sarà incazzato nero. E adesso chi pulisce?-
- Do'aho. Perché ti metti tu a fare l'imbianchino?-
- Kitsune, vuoi vedere che ti uso per dare il bianco?-
- Provaci.-
- Ehi senpai!-
Si girarono, trovandosi di fronte proprio Rei che guardava estasiato quella scritta in rosso.
- WOW! L'Oni è tornato all'attacco! Fantastico!-
- Ma fantastico cosa?- si schifò Hana - Rei ma ti è andato il cervello in palla?-
- Senpai Sakuragi, devi capirmi! Se riesco a smascherare l'Oni il capo redattore la smetterà di spedirmi dal presidente del comitato studentesco per tutte le sue nuove regole di vestiario!-
- Bella rottura di palle.-
- Già.- fece Rei piagnucolante.
- Vogliamo andare dentro?- si schifò Rukawa che non gliene fregava una mazza dell'oni - Forza do'aho.-
All'interno della palestra però l'ambiente non era tanto migliore.
Akagi se ne stava in mezzo al campo con un diavolo per capello, letteralmente attorniato dal fuoco e Kogure ce la stava mettendo tutta per calmarlo ma dal bernoccolo che aveva in testa doveva già averle prese!
Miyagi invece si stava allacciando le scarpe quando lo raggiunsero.
- Luna storta eh?- gli chiese Hana.
- Lascia perdere.- sbuffò Ryota - Quel bastardo ce la sta mettendo tutta per farci incazzare e quello che mi fa girare di più le palle è che secondo me questo Oni è anche l'uccellino dello Shikuda.- ma subito finita la frase si zittì, trovando quella matta di una bionda che l'aveva fermato quella mattina.
- Ma sei tu!- sbottò allibito.
- Oh, ciao senpai Cosetto!- ciarlò la Tanaka - Anche tu fai parte del club di basket?-
- Cosetto?- Hana stava ridendo come un dannato - Oddio, questa è fantastica! Ryo-chan...lei è Nanaka Tanaka. Nanaka, lui è Ryota Miyagi, il nostro playmaker!-
- Sta meglio senpai Cosetto.- rise la ragazza con fare angelico, stringendogli la mano.
- Ma chi è quella matta?- alitò il play, quando Sakuragi la portò via per presentarla al resto del gruppo.
- Ex di Mitsui.- si limitò a dire la kitsune, come se fosse un marchio di fabbrica.
- Ah.-
Ora Nanaka era direttamente sotto i quasi due metri del Gorilla e lo guardava tutta attenta.
Akagi invece continuava ad essere sul piede di guerra, quando...
- Non farò guai signor Gorilla. Me ne starò tranquilla e non picchierò nessuno! Lo prometto!-
Alla stratosferica goccia che cadde in testa a tutti, Takenori la fissò allibito e di seguito rifece la stessa domanda che già in tanti quella mattina avevano fatto, ovvero, ma chi era quella squinternata?
Signor Gorilla a chi poi?
Capì che era un'altra grana gigantesca quando la vide saltare al collo di Mitsui e da lì scoppiò il dannato maledetto casino giornaliero. Ecco chi era, una sua ex! L'ennesima rintronata arrivata a piantare rogna!
- Preparati che dopo ti spacco le ossa.- gli sibilò Takenori, mentre il povero Hisashi cercava di staccarsi di dosso la scimmietta. Non aveva voce per rispondere a dire il vero, ce l'aveva ancora bassissima tipo voce bianca da coro di chiesa ed era già stato preso abbastanza per il culo da tutti i suoi compagni di classe, quindi esibì il dito medio e tirò dritto negli spogliatoi, staccandosi dalle gambe la Tanaka e mettendola a sedere in panchina con Ayako.
Gli allenamenti iniziarono subito e la vulcanica Nanaka sembrava affascinata.
Nella sua scuola ce n'erano stati di tipi tosti ma lei aveva subito adorato gli attaccabrighe della squadra! Andava in delirio quando Hana e Kaede si picchiavano, per non parlare poi dei pugni del Gorilla!
Se ne stava incantata a osservarli, tanto che Ayako cominciava a chiedersi se non aveva qualche squilibrio serio.
- E così...ti sei appena trasferita.- le disse.
- Si!- cinguettò felice - Questa mattina quando sono arriva mi è subito piaciuto questo liceo! È vero che è pieno di risse?-
- Ecco...- la manager la fissò con un tic al sopracciglio - Bhè, si. C'è gente manesca in giro.-
- Fantastico!-
- Dovresti saperlo se conosci bene Mitsui.-
- Ah, adoro queste cose!- la biondina sembrava in estasi - Sono sicura che mi troverò benissimo qui! Gli amici di Hisa-chan sono fantastici!-
- Quindi tu sei stata con lui?-
- Si, ma solo per un mese l'anno scorso.- la informò sorridente - Lui non era tipo da un legame più lungo. Anche se però adesso ha la ragazza fissa...- si portò un dito alle labbra - Sono rimasta sconvolta quando me l'ha presentata.-
Ayako ghiacciò. E così Junko sapeva di quella matta! Oh mamma mia! Prevedeva guai!
- Allora? Come va gente?-
Nanaka e Ayako si voltarono, vedendo arrivare Raim con la tuta della squadra di pallavolo.
- Raim, ciao!- la salutò la prima manager - Come va? Tutto bene?-
- Benissimo.- l'assicurò.
- Il tutore dove l'hai messo?- le chiese la mora, stranita.
- Oh, mi dava noia.- rispose Raim agitando la mano con noncuranza - Piuttosto, i ragazzi sono in forma?-
- Si, si stanno pestando quelle capre.- fu il chiaro responso - Ma tu guarda...che idioti! Insomma Ryota!- sbraitò Ayako estraendo il ventaglio - Passa quella palla! Non sei da solo in campo sai?-
- Col cavolo!- le urlò dalla linea dei tre punti - Se la passo non la rivedo più!-
- E il gioco di squadra che fine ha fatto eh?-
- Quando mai hanno capito cos'è. Qua è meglio che chiami il WWF!- sentenziò Raim sarcastica.
- A proposito!- Ayako inclinò il capo pensosa - Hai visto Junko in giro per caso?-
- Perché?- la rossa si fece di colpo diffidente - Che ha combinato stavolta?-
- Niente, niente. Solo che è uscita l'ultima ora e non è più rientrata!-
- Sarà da qualche parte a sfondare muri a suon di pallonate, vedrai.- le disse la Kotobuki, non più così tranquilla.
- Ah, un'ultima cosa Raim...lei è Nanaka Tanaka, deve vedere la senpai Kurata per l'entrata nella squadra. Ce la puoi portare tu più tardi, vero? Ho paura che se mando i ragazzi non tornano più.-
- Si, tranquilla.-
- Grazie mille Kotobuki.- la Tanaka le sorrise - Mi fai un grande favore.-
- Figurati.- fece la rossa soprappensiero - Forza, mettiamoci sotto con quei bradipi!-
Erano appena le quattro quando finalmente Akagi lasciò una pausa aria ragazzi e mentre loro se ne stavano svaccati a terra, cominciò a rimenarla sulla prossima partita, a fine gennaio, contro il Keyko.
- Mi raccomando, vedete di prestare attenzione!- sbottò serio - Questi del Keyko non sono dei fessi, l'anno scorso è stato lo Shoyo a fermare la loro corsa e Hanagata ha faticato a seguirli. Hanno un ottimo gioco di squadra e sono perfidi in attacco, quindi è fondamentale il contropiede e il rimbalzo! Inoltre PRETENDO che vi passiate quella maledetta palla, sono stato chiaro? Vedete di non fare le prime donne come al solito!-
- Ah, che stress.- mugugnarono quasi tutti i titolari.
- Sentite, non fatemi venire l'ulcera!- sbraitò il Gorilla furibondo - Il basket è un gioco di squadra, credevo che contro il Sannoh voi deficienti ve lo foste ficcato in testa ma a quanto pare io parlo al vento vero? Miyagi, tu sei il playmaker quindi cerca di fare dei passaggi verso ogni punto del campo! Tu, Mitsui...si parlo con te! La palestra non si limita fuori dalla linea dei tre punti lo sai?-
- Ma va? Allora sbaglio da una vita Gori...-
- Strozzatici con quell'acqua...e in quanto a voi due...- aggiunse cavernoso, sovrastando Hana e Kaede - ...vedete di non farmi girare le palle in piena partita cominciando a prendervi a pugni e a dita negli occhi perché vi ributto in panchina con le riserve! Voglio passaggi, voglio altruismo e gioco di squadra! Ce l'avete in testa questo concetto?-
- Il gioco di squadra è un concetto superato, dai Akagi!- bofonchiò Ryota angelico - Io sono il play e io mi rigiro gli schemi come voglio.-
- E' una perdita di tempo.- sentenziò anche Kaede.
- Io sono il Tensai, Gori! Faccio tutto da solo!- ridacchiò invece Hana, tronfio come pochi.
- E poi il gioco di squadra è un modo come un altro per scaricare la colpa addosso agli altri!- concluse Hisashi allargando le braccia con aria melodrammatica - E' difficile farlo quando si è onnipotenti, sai?-
Ecco, forse non si erano accorti che Akagi stava diventando il guerriero di Berserk e non avevano neanche capito che stavano per essere presi e scuoiati vivi sul serio, forse perché Kogure e Rei erano attaccati alle gambe del Gorilla per trattenerlo ma quando stavano per essere massacrati, gli altoparlanti dello Shohoku fischiarono.
Tutta la scuola sollevò il capo, sentendo un messaggio vocale in arrivo.
- Prova...prova...-
- Ehi...ma questa voce...- Ayako corrucciò la fronte - Non è la Kurata?-
- Si è la Kurata.- fece Raim stranita - Ma cosa succede?-
- A tutto lo Shohoku!- disse la voce femminile che di altro non era che del capitano della squadra di pallavolo - Avviso importante! A tutti gli studenti, le lesbiche e i maniaci dell'istituto, Junko Kanzaki è dispersa nell'edificio e non si è presentata agli allenamenti. In quanto capitano vi autorizzo a cercarla e a portarmela in palestra con ogni mezzo, concedendovi anche il diritto ad approfittare delle sue grazie come ricompensa! La sottoscritta però non si prende responsabilità se il vincitore verrà massacrato dietro l'angolo dal suo ragazzo! E' tanto alto, tanto figo e faceva il teppista, quindi affari vostri. Saluti a tutti e buona ricerca! Mi raccomando impegnatevi! Ciaoooo!-
E si chiuse la comunicazione.
Un attimo dopo su tutto il liceo crollò una goccia madornale, che in palestra sui futuri cestisti arrivò triplicata.
Oddio, ma la Kurata non aveva niente di meglio da fare che far arrabbiare la Kanzaki?
Mitsui poi era sconvolto. E adesso che cavolo sarebbe successo a Junko?
No, no! Meglio andare a cercarla per primo!
- Cavolo...- Nanaka fu la prima a riprendersi, ridacchiando - Mi piace questa scuola!-
Tutti la guardavano già esasperati ma Hisashi era sul piede di guerra. Senza una parola filò dritto alla porta come un treno, incazzato nero, deciso ad andare a prendere Junko ovunque si fosse cacciata.
Gli altri invece ripresero l'allenamento.
- Povero Mitchy.- sospirò Raim esausta - Certo che la senpai Kurata questa volta ha esagerato.-
- Non è da Junko segare gli allenamenti comunque.- le disse Ayako.
- Si, forse è meglio che vada a controllare.- annuì la seconda manager - Ah, Tanaka...io vado agli allenamenti di pallavolo. Se vieni con me ti presento alla squadra.-
- Ok!- fece Nanaka felicissima - Ma cos'è successo prima?-
- Oh, niente.- la consolò Ayako - Una prima dimostrazione di quanto il tuo futuro capitano abbia problemi al cervello e di quanto la nostra punta di diamante sia un po' nervosa.-
- La punta di diamante è la ragazza che è scappata?- chiese la biondina, che non ricordava minimamente il nome di Junko, né aveva ricollegato lei alla ragazza di Mitsui - Va sempre in giro?-
- No, di solito no.- le spiegò Raim, mentre attraversavano il cortile invaso da studenti allupati che cercavano la Kanzaki ovunque col chiaro intendo di morire per mano dell'ex teppista dello Shohoku - Ma la senpai è una persona un po' lunatica. Ogni tanto il capitano la fa arrabbiare e si prende della pause. Magari però è già in palestra.-
- E' molto forte questa tizia?-
- Imbattibile.- le disse Raim - In che ruolo giochi?-
- Attacco.-
- Allora avremo un vero tridente d'ora in avanti.- sorrise la rossa sempre con la sua aria vuota e pensosa.
- Scusami Kotobuki...ma ti sei matta male vero? E giochi lo stesso?-
- Si, non sento dolore.-
- E come hai fatto a farti male? In campo?-
- Un tizio mi ha dato una spranga sul polso.-
Nanaka si bloccò, guardandola stupita. Che strano! Quella rossa non aveva l'aria di una manesca!
- Wow!- fece giuliva - Sono sicura che andremo d'accordo!- cinguettò, mentre Raim sospirava continuando a camminare - Ah, senti un'altra cosa! Tu conosci bene Hanamichi e il volpacchiotto, vero?-
Volpacchiotto? Raim si sentì gelare inconsapevolmente. Perché lo chiamava così?
Oddio, un'onda di gelosia le arrivò addosso e si sentì un'idiota. Ma perché? Perché lo odiava e lo amava al tempo stesso? Non si accorse nemmeno di aver raggiunto la palestra femminile fino a quando non ci mise il piede dentro.
Il rumore incessante di battute e schiacciate riempiva l'aria, mentre ordini perentori delle componenti riecheggiavano nelle mura. Raim salutò tutte, poi raggiunse la Kurata che stranamente a capelli sciolti stava osservando attentamente il nuovo schema di attacco che avevano messo a punto.
Nanaka poi era impressionata e le scintillavano gli occhi. Che squadra, pensò subito!
- Senpai.- Raim si fermò davanti al capitano - Ciao, ti ho portato una persona.-
Naomi Kurata si volse, sperando di vedere Junko che avrebbe preso volentieri a pugni, invece si trovò di fronte una biondina con le labbra blu. Sbatté gli occhi, poi capì.
- Oh, si!- fece - Tu sei la ragazza che mi ha mandato la domanda d'iscrizione vero?-
- Si, esatto capitano!- fece la sanguisuga, tutta computa - Mi chiamo Nanaka Tanaka, terzo anno, sezione D.-
- D? Siete in classe insieme allora.-
- Si,- annuì Raim - prima che vi lasci parlare, sai dirmi qualcosa della senpai Kanzaki?-
- Posso solo dirti che l'ho vista andare via con la Mihazawa all'ultima ora e se come penso io la Bambolina ha il dente avvelenato, stavolta l'avrà combinata grossa. Per questo sono andata in presidenza e ho scatenato quel casino, spero che si fermino.-
- Magari poi è solo in terrazza.- sussurrò Kirara.
- Se e io sono una santa.- sbuffò la Kurata - Ok, lasciamo perdere quella piantagrane, dimmi di te Tanaka. In che ruolo giocavi?-
- Attaccante.- rispose Nanaka sicura - Ero la migliore della mia squadra.-
- Si, ho parlato col tuo ex capitano per telefono. Ha detto che eri molto brava.- annuì Naomi - In ricezione?-
- Me la cavo.- disse l'altra - Ma posso migliorare.-
- E lo farai, te l'assicuro.- sogghignò la Kurata - Comunque se ti cambi fra un attimo ti metto alla prova. Devo dire che la prova del fuoco sarebbe andare a muro con la nostra Bambolina...peccato che quell'idiota non ci sia!- aggiunse seccata - Vabbè, senti Raim...puoi alzarle qualche palla? Voglio vedere come schiaccia e...un attimo! Che fine ha fatto il tutore?-
- Mi dava fastidio.-
Naomi era allibita - Ma sei matta? Devi tenerlo per due mesi! Ti aggraverai!-
- Senpai, tranquilla.- l'assicurò la rossa - Conosco i miei limiti.-
- Si certo, limiti che non si fermano neanche davanti a una spranga eh?- rognò il capitano - Accidenti a te, Kirara! Prima tu, poi quella matta della Kanzaki. Voi due mi farete impazzire!-
- Ehi Naomi!- urlò Kyoko Aizawa dal campo, quinto anno - Te la dai una mossa? Dai, muoviti!-
- Si, arriviamo! Avanti Tanaka, fammi vedere come giochi.-
- Subito!- disse Nanaka, sfregandosi le mani. Si cambiò di volata e raggiunse il campo, desiderosa di far vedere a tutte che lei non aveva nulla da invidiare a quella famosa Bambolina.
Intanto per i corridoi dello Shohoku Mitchy poté notare che la popolazione maschile aveva preso la ricerca della sua ragazza molto sul serio: erano tutti su di giri e la cosa lo faceva imbestialire ma quando lo vedevano passare tutti si scansavano, cambiando idea.
Se solo avesse trovato qualche porco intento a ronzare attorno a Junko gli avrebbe cambiato i connotati, scoprendo proprio in quel momento quanto lo infastidisse la sua relazione ancora un po' nascosta agli occhi di tutti.
L'idea di marcare il territorio cominciava a non sembrargli più così borghese e insopportabile!
Girò e girò come un dannato finché non salì al terzo piano, sperando che fosse in terrazza ma sulla scala si fermò di botto. Sentiva delle voci provenire dagli sgabuzzini vicino alla porta antincendio.
Prima che la raggiungesse dall'interno uscì qualcuno. Si bloccò dietro all'angolo, osservando la scena.
Harumi Mihazawa stava uscendo dalla porta, tenendosi lo stomaco. Aveva la camicetta sporca di alcune macchie di sangue e un labbro gonfio ma non spaccato.
Uscita lei, non la seguì nessun altro.
Se Junko era là dentro stavolta l'avrebbe sentito! E infatti, appena fu vicino allo sgabuzzino, sentì qualcuno imprecare violentemente. Mise la testa dentro e stagliata nel buio trovò la Kanzaki, in piedi, con tre tizie stese a terra.
- E tu che ci fai qua?-
Mitsui si riprese quando Junko si volse a fissarlo, cupa.
Accidenti, che occhi. Li conosceva ma aveva sempre sperato di non farseli mai puntare addosso e invece ora la sua ragazza se ne stava lì a fissarlo quasi minacciosa, con le nocche arrossate e un leggero taglietto sullo zigomo sinistro.
Una voce rauca e smozzicata interruppe il loro collegamento visivo.
- Non finisce qui puttana!- sibilò Yukino, la rimandata amica della Mihazawa.
- Non so neanche perché avete voluto suicidarvi, puttana.- le sibilò Junko di rimando, sempre più fredda - Ma se riesci a tornare dalla tua amica, dille che la prossima volta la mando all'ospedale, sono stata chiara?-
La tizia non rispose, sputando a terra con rabbia e la Kanzaki lasciò perdere, stanca di quella storia.
Uscì e si chiuse la porta alle spalle, ma un attimo dopo si ritrovò schiacciata al muro.
Hisashi le aveva messo una mano al braccio, l'altra contro la parete e vicino alla sua testa.
Era furibondo ma a lei non importava.
- Cosa c'è?- lo sfidò - Hai voglia di giocare anche tu per caso?-
Quella frase, se da una parte gli fece venire voglia di qualcosa di poco corretto in un momento simile, dall'altra riuscì a smontarlo leggermente.
- Cos'è successo?- sibilò duro - Perché vi siete picchiate?-
- Non me l'hanno detto.- gli rispose la ragazza, apatica - Mi hanno portato lì dentro e mi ci hanno tenuto per tutto il pomeriggio. Sono un po' stanca e ancora parecchio incazzata perché non sono riuscita a mandare all'inferno quella che veramente m'interessava, quindi se ora mi fai il favore di farti da parte me ne andrei.-
- No, non ti mollo!- sbottò la guardia - Possibile che con te non si possa mai parlare? Porca miseria, ma quando la finirai con questa storia eh? Lasciala perdere la Mihazawa!-
- Senti, puoi intrometterti nella mia vita come ti pare ma quel tasto è meglio che non lo tocchi, fidati!- replicò irata - Te l'ho detto mille volte! In questa faccenda non si può mettere in mezzo il primo che passa!-
Hisashi si staccò all'istante, mentre la Kanzaki capì all'improvviso di aver esagerato.
- Il primo che passa eh?- alitò Mitsui.
Lei si chiuse a riccio, serrando le labbra. Dannazione!
Ma perché non era stata zitta? Non voleva dire quelle cose!
- Bhè, il primo che passa adesso se ne torna ai suoi allenamenti.- disse Hisashi rimettendosi le mani in tasca e dandole le spalle - Ai tuoi c'è anche Nanaka. Salutamela.- e dopo quella stoccata velenosa infilò l'angolo e Junko non lo vide più.
Lasciandosi andare seduta a terra, si passò le mani fra i capelli, rabbiosa con se stessa e distrutta dalla fatica.
Stupida, stupida!
Tornare agli allenamenti non fu semplice neanche per lei ma ora l'unica cosa che poteva fare era schiacciare, schiacciare fino a non sentirsi più la mano, né la testa. Doveva farlo o sarebbe impazzita.
Ma cos'aveva detto a Hisashi? Perché gli aveva parlato con così tanta cattiveria?
Lui non aveva colpa...non ne aveva mai avuta! Fin dal primo momento non aveva mai fatto nulla per ferirla. Con lui non si era mai sentita sola, poco amata, o presa in giro!
Quando aprì la porta della palestra, quasi tutte le sue compagne si bloccarono. Vedendola in faccia capirono che qualcosa non andava e alcune cominciarono a presagire il peggio. Quando era di quell'umore, nessuno voleva mai giocare contro di lei.
La Kurata però non fece una piega. La guardò di sottecchi mentre andava a cambiarsi, registrando il graffietto che aveva sulla guancia, poi disse di riprendere il gioco ma ora cominciava sul serio ad arrabbiarsi anche lei.
Se prendeva la Mihazawa fra le mani e quelle cretine che sbavavano dietro a Rukawa le mandava tutte dal becchino!
Nanaka intanto ci era rimasta secca. La ragazza di Hisashi! Era lei! Era lei la famosa e imbattibile schiacciatrice?
Lo chiese a Raim, che le alzava la palla e la rossa annuì.
- Immagino tu non debba scaldarti.- le disse la senpai Noda, quando Junko arrivò in campo.
- Esatto.- sussurrò roca, mentre sotto lo sguardo allucinato di tutte si levava almeno i pesi dalle caviglie - Se non ve la sentite ditemelo adesso, così vado a schiacciare contro il muro.-
Quelle del quinto anno sospirarono, Raim compresa ma la Kurata negò con forza.
- Avanti, tutte in campo. Kirara, passa di qua e alza per lei. Io alzerò per la Tanaka.-
- Perfetto.- annuì la rossa e mentre Junko non si guardava neanche attorno, Nanaka la fissava pronta alla sfida. Bene, voleva proprio vedere cosa sapeva fare.
Il servizio andò alla squadra rossa dove stava il capitano. Dopo una prima ricezione, la sfera bianca arrivò in prima linea. L'Aizawa alzò e Junko fu subito alla schiacciata. Per la mancanza dei pesi però saltò tanto in alto e rimase così a lungo sospesa che il muro fu inutile e con un semplice pallonetto superò la ricezione della Noda.
- Porca miseria!- sbraitò quella, mentre Nanaka restava a bocca aperta da una tale elevazione - Quei pesi hanno fatto miracoli.-
- Oppure è lei che cerca di contenersi.- sibilò la Kurata - Attenta, alla prossima schiaccia sul serio.-
- Ok, andiamo a muro.-
- Ti vuoi suicidare? Non la vedi? È arrabbiata.-
- Pazienza. La farò sbollire. Tanaka, ce la fai?-
Nanaka annuì seria. Certo che ce la faceva! Nessuno la batteva a muro.
Nuovo servizio e una schiacciata della Noda, presa un po' con difficoltà da quella Asuka del secondo anno, poi Raim la ricevette e alzò, lasciando nuovamente Nanaka di stucco, proprio mentre saltava. Era in seconda linea! La Kanzaki era in seconda linea! Un salto e poi il colpo. Fu talmente forte che nemmeno in due ce la fecero a trattenerlo.
Nanaka e la Noda caddero pesantemente a terra.
La biondina ci mise molto a riprendersi e quando ebbe il coraggio di sollevare gli occhi, vide uno sguardo che non aveva mai visto in nessuna avversaria. Era...era fortissima!
- Fatta male?-
Nanaka scosse il capo, un po' tremante, aiutata dalla Kurata a rimettersi in piedi.
- Però...- le disse Naomi quasi ammirata - Sei la prima che non piagnucola. Complimenti.-
- Ehi, un attimo...- la Noda fissò Junko che si toglieva anche i pesi dai polsi - Ma che vuoi fare?-
- Vedere a che punto sono.- sibilò la Kanzaki - Se non volete farmi male spostatevi.-
- La solita.- sussurrò il capitano, sogghignando soddisfatta - Ha ragione. Toglietevi.-
- Cosa?- Nanaka era pallida ma sembrava volerci riprovare - No! Voglio ritentare! Ce la farò stavolta!-
- Non credo.- la Kurata scosse il capo - Ti faresti solo male.-
- Ma, senpai...-
- Stai tranquilla.- le disse la ragazza, posandole una mano sulla spalla - So che fai finta di niente ma è normale. Hai dei formicolii alle mani e alle braccia vero?- le chiese, facendole sgranare gli occhi - Succede a tutte quelle che cercano di mettersi a muro contro di lei. Ti devi abituare ma non è con la testardaggine senza esercizio che potrai farlo.-
Nanaka abbassò il capo, sconvolta. Non credeva...non credeva che esistesse qualcuno in grado di metterle paura con una schiacciata.
- Forza!- la Kurata fece sgombrare il campo - Raim, alzale la palla!-
- Più veloce.- aggiunse Junko, buttando i pesi di lato al campo - La voglio ancora più veloce.-
La rossa palleggiò un paio di volte, chiedendosi cosa poteva esserle successo. Non era solo la Mihazawa a farle quell'effetto. Doveva essere successo qualcos'altro. Qualcosa di grave.
Mentre si effettuava quell'alzata, tutta la palestra rimase in silenzio. Seguì solo il boato della schiacciata.
La palla la videro in poche. Un missile, una pallottola. E con una forza tale da rimbalzare sulla linea di bordo campo, schiantarsi al muro e afflosciarsi.
L'aveva rotta.
- Io non mi metto più a muro.- alitò la Aizawa, a fianco della Kurata.
- Porca miseria.- aggiunse la Noda, quasi cianotica - Ha rotto la palla...-
Le matricole e le riserve avevano le mani sulla bocca e guardavano Junko come una specie di dea in terra.
Era fatta. Ormai avevano di nuovo le nazionali in pugno.
Il silenzio si ruppe quando Naomi Kurata batté lentamente le mani, a metà fra la presa in giro e l'orgoglio più sconfinato - Ma brava...- le disse, con gli occhi assottigliati - Complimenti, sei a metà del lavoro.-
- Si, lo so.- rispose Junko gelida - Adesso mi metto contro il muro. Voi continuate pure.-
- Aspetta.- Naomi la bloccò ancora - Prima vai a darti una rinfrescata.- le consigliò - E non un paio di schizzi sulla faccia. Metti proprio tutta la testa sotto l'acqua, fammi questo favore.- e ignorando gli occhi incupiti della sua schiacciatrice, fece ricominciare la partitella poi seguì la Kanzaki negli spogliatoi dove rimase a lungo alle sue spalle, appoggiata contro un armadietto mentre lei teneva la testa sotto il lavandino.
Quando si rialzò, la fissò nel riflesso dello specchio.
- E' stata la Mihazawa vero?-
- Quattro pulci.- sussurrò, pulendosi la bocca a capo chino - Niente di serio.-
- E lei? Che ti ha detto per farti arrabbiare così?-
- La conosci.- Junko si mise l'asciugamano in testa, continuando testarda ad evitare il suo sguardo - Lei e quelle fissate sono venute a sapere che sono stata fuori con Hisashi, Hanamichi e Rukawa e hanno pensato di farmela pagare. Tutte scuse...in verità Harumi l'ha fatto solo per farmi intendere un'altra cosa.-
- E sarebbe?-
Junko scosse il capo - Mi spiace per la rissa, ma dovevo difendermi.-
- Non ti ho fatto storie, rispondi alla mia domanda.-
- Senti, lascia stare...-
- Jun per la miseria!- la Kurata alzò la voce, cominciando sul serio ad alterarsi - Te l'ho detto mille volte! Ci conosciamo da quattro anni, falla finita di prendermi in giro, cazzo, e dimmi cosa ti ha detto! Non credo centri Rukawa questa volta! Allora? Ancora per quell'idiota del tuo ex che s'è portata a letto due anni fa?-
Sentì l'amaro in bocca ma la Kanzaki scosse il capo.
- No...non è per lui.-
- E allora cos'è successo?-
- Lei...- Junko si passò le mani sulla faccia, sedendosi su una panca con le spalle che le tremavano - Lei...Hisashi...-
- Mitsui?- Naomi andò a sedersi accanto a lei, prendendole il mento per farla girare - Cosa centra lui?-
Junko tacque e le divennero lucidi gli occhi, così l'altra capì.
- Non vorrà provarci...-
- Non lo so, non lo so.- la mora si pulì il viso, cercando di ricacciare indietro le lacrime - Ma ha alluso a lui e ho perso la testa. Poi l'ho trovato che mi cercava e gli ho risposto male. Ho paura di aver fatto uno dei miei soliti casini...-
Ne ebbe la conferma silenziosa quando si ritrovò a tornare a casa, sotto una pesante pioggia mista a nevischio.
Non tornava sempre a casa con Mitsui ma quel giorno avrebbe dato di tutto pur di vederlo di nuovo.
Se l'era cercata in fondo, pensò amara camminando lenta sotto l'ombrello, al buio delle strade di Kanagawa.
Così la prossima volta avrebbe imparato prima di ripetere una cazzata simile.

La mattina dopo, a seguito di una notte insonne che capitava poche volte nella vita, Junko Kanzaki si rimise sulla strada dello Shohoku senza nemmeno accorgersi che aveva smesso di piovere, senza pensare a niente che non fossero rimorsi o propositi di vendetta.
Era talmente concentrata nel mettere una gamba davanti all'altra che non si accorse di passare a fianco di una ragazza appoggiata a un muro. Si volse quando si sentì chiamare e rimase basita.
- Tu?- fece la Kanzaki, riassumendo la sua espressione cupa - Cosa vuoi?-
Nanaka si spostò dalla parete, stringendo le mani sulla cartella e raddrizzando le spalle.
- Se sei in vena di rissa vai a cercarti qualcun'altra.- le ringhiò la Kanzaki che ormai non ne poteva davvero più - E se è per Hisashi vai a risolverteli con lui i tuoi problemi. Se non ti sta bene vai all'inferno.-
Nanaka scosse subito il capo, silenziosa.
- Non è per Hisa-chan.-
- E' per Rukawa allora?- continuò la maggiore, sarcastica.
- No.- la biondina scosse la testa più vigorosamente, con alcune ciocche che le uscivano da una cuffia nera - Questo non centra niente. Sono venuta a dirti...- e prese fiato -...che da stasera mi alleno con te.-
Junko tacque, credendo di aver capito male.
- Come prego?- riecheggiò, bellicosa - Ma che significa?-
- Voglio che mi alleni anche dopo le ore normali con il capitano!- disse la Tanaka tutto d'un fiato - Ti ho osservato ieri sera e non puoi schiacciare sempre da sola contro il muro! Hai bisogno di qualcuno che ti alzi la palla o la riceva!-
- Raim mi aiuta già e nessuno me la alza meglio di lei.- sindacò la Kanzaki, non capendo che volesse.
- Si ma sono entrata in squadra e dovremo giocare comunque insieme. Io...- la vide mordersi le labbra, contrita - Io ho avuto paura a rimettermi a muro ieri, a ricevere contro di te e non mi piace.-
- Ognuno ha le sue croci,- frecciò Junko facendola vagamente arrossire - cosa posso farci?-
- Fammi allenare con te!- sbottò Nanaka accorata - Forse la paura mi passerà! Voglio diventare brava come te!-
- Sei già brava.- se ne uscì la Kanzaki riprendendo a camminare.
- Oh...allora mi hai guardato...- sospirò la biondina, seguendola docilmente.
- Per forza. Mi ha costretta il capitano.-
- Si...ma non sono come te!-
- E io non so ricevere come la Kurata, altro grande problema.- replicò Junko guardandola di striscio - Non vedo perché tu debba essere così fissata. Sei solo al terzo anno.-
- Ma tu eri già eccezionale al primo, me l'hanno detto tutti!- rimbrottò la biondina seria - E poi ti assicuro che non è per romperti, non ti sarò di peso te lo giuro! Per favore, lascia che stia con te in palestra!-
- Giusto per sapere...- ormai Junko non ne poteva più, compresa dell'allegra sanguisuga - Ti ha mandato la Kurata a farmi questo scherzetto? Cos'è, una scommessa su quanto andrai avanti a rompere prima che finisca in psicanalisi?-
- Assolutamente no! È una mia idea senpai! Prometto che farò tutto quello che dici, che non mi lamenterò e che non aprirò bocca nemmeno su Mitsui! Lo prometto!-
- Ma che centra questo...- disse esasperata la Kanzaki mentre entravano a scuola. Uffa, ma perché tutte a lei? Una credeva di aver toccato il fondo e poi si scopriva che non c'era limite al peggio.
Fecero pochi passi però e si ritrovarono bloccate verso i parcheggi dei mezzi piccoli.
- E queste chi sono?- se ne uscì Nanaka, osservando la tizia altissima con un vistoso livido sulla faccia che osservava Junko rabbiosa - Senpai, amiche tue?-
- Come no.- rognò la Kanzaki guardandosi rapidamente attorno. Chissà, forse si sbagliava ma aveva l'impressione che non sarebbe arrivata in classe tanto presto quella mattina.

A seguito, circa un'ora dopo l'inizio delle lezioni di letteratura in cui Raim non si era fatta vedere e tantomeno Nanaka, Naomi Kurata si presentò sulla porta della III D chiedendo alla prof il permesso di portarsi via Sakuragi e Rukawa in quanto in palestra era stata indetta all'ultimo momento una riunione sull'orario in cui club di pallavolo e club di basket avrebbero dovuto scambiarsi i campi. Era una scusa ridicola e la Kurata non si sforzò neanche di sembrare credibile, tanto la prof se ne fregava, così quando i due attaccabrighe uscirono e si trovarono davanti a Miyagi, Ayako e Mitsui, pensarono subito a qualcosa di grave.
Gravissima non era come faccenda ma arrivati nella palestra femminile dello Shohoku, trovarono la vulcanica Nanaka un po' mal messa, tutta sporca ma sempre sorridente. Aveva solo un graffietto sulla mano. Anzi, un morso.
Raim stava benissimo, in piedi davanti alla panchina dove invece la Kanzaki si teneva una borsa di ghiaccio in testa.
- Oh no!- Hana fu il primo a precipitarsi - Ragazze, ma di nuovo?-
- E' stato facile, tranquillo!- lo blandì Nanaka - E' stato solo un po' d'esercizio.-
- Tanaka, prima che ti chiuda dentro una cassaforte ti conviene non finire la frase.- le sibilò la Kurata, sprizzando fulmini da tutti i pori - Non solo tu e quella cretina avete scatenato la sesta guerra mondiale di prima mattina, ma avete anche messo in mezzo Kirara!-
- Ehi, non ho chiesto io a queste due di mettersi in mezzo.- le ricordò Junko con una smorfia, togliendo la borsa dell'acqua e vedendola leggermente macchiata di sangue.
- Oh, Jun...- sospirò Ayako - Per cosa stavolta?-
- Ma che ne so.-
- E già...- le rinfacciò Hisashi senza riuscire a trattenersi - La gente si picchia così tanto per fare.-
- Non so, hai più esperienza di me, dimmelo tu.- se ne uscì lei, sarcastica.
- Ehi, voi due!- sbottò Ryota prima che la guardia ricominciasse ad attaccare briga con la sua ragazza - Vediamo di calmarci un attimo eh? Avanti, Raim come stai?-
La rossa alzò le spalle, piuttosto divertita - Io me ne stavo arrivando tranquilla in classe, solo che ho trovato loro e così ho dato una mano alla senpai. Erano in parecchie.-
- Mi sono accollata un'altra rogna, lo sapevo!- sbraitò Naomi fumando di brutto - Dio, mi fosse venuto qualcosa il giorno che ho voluto prendermi la briga di questa squadra! Maledetta me!-
- Ma, senpai..- la rossa cercò di non riderle in faccia - Stavano picchiando in dieci la senpai Kanzaki...-
- Come se non sapessi chi le mandava poi.- ringhiò di nuovo Junko.
- Dagli.- sibilò Hisashi, acido.
- Ok, ok...- Ayako andò a controllarle la testa - Vediamo qua...hn, c'è un piccolo taglietto ma niente di grave.-
- Raim, il braccio?- le chiese Hanamichi preoccupato - Tutto ok?-
- Si, tutto benissimo. Ma non sono io che dovrei essere portata in infermeria. Ma queste due!-
- Certo, ma non prima che tu ti rimetta il tutore!- le ordinò la Kurata - E subito anche!-
- Schiavista.-
Subita una bella ripassata, due ventagliate in testa e un mare di raccomandazioni "anti-yankee" riuscirono finalmente a portare la Kanzaki e la Tanaka in infermeria ma qualcuno invece andò dritto al parcheggio.
Raim teneva il capo chino e appena sentì lontane le voci dei compagni, si portò il polso sinistro al petto e lo strinse forte. Dio, per un attimo durante quella rissa aveva creduto che le si fosse spezzato.
Quel tutore, doveva rimetterlo subito...e doveva trovare un modo per comprimere quel dolore.
Si fermò per riprendere fiato, massaggiandosi il polso con quanta più delicatezza avesse e lo fece fino a quando dei passi alle sue spalle non la spaventarono. Si girò e ancora prima di vederlo seppe che era lui.
Dagli occhi di Rukawa, capì che lui se n'era accorto.
Le stava davanti, mani in tasca e non abbassò lo sguardo neanche quando lo fissò con una buona dose di rabbia.
- Vieni con me.- le disse.
- Perché dovrei?-
- Non farmi usare le minacce.- Kaede la sorpassò - In questo caso sono ridicole.-
Pochi minuti più tardi erano nell'aula vuota di fisica e Raim tremava sotto il tocco di Kaede che le ispezionava il polso.
- Non è passato neanche un mese.- le disse, mentre glielo fasciava stretto - Dovevi tenerlo per due mesi o sbaglio?-
Lei non rispose, impenetrabile.
- Se vuoi rompertelo fai come credi...ma ci rimetterai solo tu.- concluse il volpino, rimettendole il tutore sulle bende.
- Oh, grazie mille per l'accondiscendenza.- disse stavolta, gelida.
- Sei tu che la rendi difficile.-
- Io la rendo difficile?- la rossa stavolta si ritrasse bruscamente, rabbiosa - Non farmi ridere.-
- Raim, aspetta...-
- No! Non voglio sentire.- sibilò sulla porta, girandosi piena di collera - Perché dovrei ascoltarti eh? Sei stato abbastanza chiaro un mese fa mi pare! Non vuoi problemi, ho capito! Quindi fammi il favore di starmi alla larga!-
Lui fece per aprire bocca ma la ragazza sollevò la mano di scatto, agitatissima. Dio, Rukawa non poteva neanche immaginare quanto le costasse farlo.
- Questa è la prima e l'ultima volta che te lo dico!- sbottò lapidaria - Mi hai spiegato più che chiaramente quello che ero per te e non me ne frega niente se adesso non sai più sbatterti!-
- Cosa?!- tuonò la kitsune alzando la voce - Ma sei impazzita?-
- Fammi il favore!- replicò Raim disgustata - Dio, come ho potuto essere così stupida? Tu vivi tranquillo e beato nel tuo mondo dove nessuno ti pungola, non vuoi problemi, non vuoi seccature! Bene, perfetto! Non ne avrai! Non ti darò più il minimo fastidio, quindi risparmiati quella faccia ogni qual volta guardi il mio braccio! Sono stata io a mettermi in mezzo, è colpa mia se Takeru ti ha quasi ammazzato, perciò smettila e mettiti a posto la coscienza, ammesso che tu ne abbia una! Sai una cosa?- aggiunse, aprendo la porta con stizza - La mia vita è già abbastanza incasinata senza che compia un altro madornale errore impegolandomi di nuovo con te! Hai perfettamente ragione! Siamo un fatale errore l'uno per l'altra. Ti saluto!-
Il rumore della porta richiusa fu secco, proprio come un addio. Un taglio netto.
Kaede si lasciò andare contro un banco, appoggiandovisi coi fianchi.
Bene, aveva raccolto ciò che aveva seminato.

Gli allenamenti da quel momento in poi furono durissimi.
La squadra di basket fu sottoposta ad un vero e proprio tour de force che lasciò secco perfino Hanamichi.
Fra quasi settanta giri di corsa al giorno, flessioni che avrebbero sedato i bollori di un peso massimo e partitelle interminabili che sembravano incontri di lotta greco romana dove i titolari si uccidevano a suon di legnate, la palestra si era trasformata in un campo di battaglia.
La partita contro il liceo Keyko era alle porte e l'atmosfera era carica di aspettative, anche se a scuola le grane continuavano a susseguirsi a livello impressionante.
L'Oni ci dava dentro con scherzi pesantissimi e sembrava che essere presi di mira ora non fossero più solo i professori, ma anche numerosi studenti. L'intera classe di Yasuda per esempio una mattina si ritrovò immersa nel fango, mentre Miyagi, Ayako e la Kanzaki mentre passeggiavano per il cortile un giorno si presero in testa dal primo piano una decina di vasi. A tirarli un tizio col passamontagna.
Se questo mandava Rei Manabe e il giornale scolastico in brodo di giuggiole, c'era chi cominciava a spazientirsi.
In tutto lo Shohoku era stata indetta la caccia all'Oni ma non era l'unico problema da affrontare.
Era fine gennaio e il club di pallavolo rischiò una rissa in piena regola fuori dai cancelli della scuola.
Fortunatamente i bidelli la bloccarono sul nascere e Junko se ne andò via immediatamente prima di discutere di nuovo con Mitsui ma stavolta Hisashi sembrava letteralmente esasperato.
Per quello infatti raggiunse la Kurata in palestra, letteralmente fuori di sé.
Neanche lei sembrava da meno, infatti stava con le mani su una cassetta di sicurezza e armeggiava rabbiosa con un piede di porco.
- Possibile che tu non possa far niente?- ringhiò la guardia incollerita, dopo ore di discussioni senza fine - Insomma, minacciala di buttarla fuori dalla squadra, fa qualunque cosa!-
- Tesoro bello, non sono sua madre!- sbottò Naomi, cominciando a picchiare su quella cassetta con un martello - Credi che io non sia preoccupata? Fra la tua ragazza e la Tanaka è già tanto se riesco a tenere le redini senza finire all'ospedale con un travaso di bile! Guarda qua come mi sono ridotta! Non riesco neanche più ad aprire una dannata cassetta di sicurezza!-
- Senti Lupin, vuoi lasciar perdere quella roba cinque minuti?- rognò Hisashi avvolto dalle fiamme - Lo capisci o no che Junko potrebbe farsi male?! È tutta colpa della Mihazawa! Fermala in qualche modo!-
- E io ti ho già detto che non posso fare nulla! E poi scusami...- lo rimbeccò sarcastica - Ma proprio tu parli? Odio sottolineare l'ovvio ma tu sei l'ultimo a dover parlare. Voi del basket siete nei casini fino al collo dalla mattina alla sera, credi che lei non sia preoccupata per te?-
Mitsui incassò, infastidito. Si era vero, ma...lui...
- E' una ragazza, è vero.- gli concesse Naomi - Ma cerca di capire che i problemi che ha con la Mihazawa non si risolveranno facilmente.-
- Dio...tutto per un ragazzo..- sibilò, inconsciamente geloso di quel tizio che continuava a tormentare Junko.
- No, non è solo per lui.- la Kurata sorrise, rimettendosi ad armeggiare col piede di porco - Gli voleva bene, è vero. E lei e la Mihazawa erano amiche ma ora se potessero si ucciderebbero. Insomma, sai bene che in questo posto si arriva alle mani per molto meno di un uomo.-
- Vuoi finirla di battere su quel tizio? Basta, mi urta!-
- Oh, ti urta?- gli rinfacciò - Caro il mio bel maschilista! Tu fai a botte dalla mattina alla sera, ti metti con la più bella e manesca della scuola a cui la sua più grande nemica le ha dichiarato che riuscirà a portarti via da lei e fai anche l'oltraggiato? Complimenti Mitsui, sei un vero uomo.-
- Cos'hai detto? Ehi, aspetta un attimo...- Hisashi si calmò di colpo, come se avesse ricevuto un pugno - Ripeti. Hai appena detto che la Mihazawa vuole...-
- Portarti a letto o sbatterti al muro?- concluse per lui la Kurata, angelica - Si, qualcosa del genere.-
Ok. C'era una ragazza in quella scuola che avesse ancora un minimo di cervello?, si chiese.
Che storia era? La Mihazawa l'aveva minacciata di soffiarle l'uomo? E Junko...Junko ci aveva creduto?
- Ma cosa crede??- urlò esplodendo - Junko mi prende per un idiota che va dietro alla prima sventola che passa?-
- Perché, non lo sei?- soffiò la ragazza tranquilla - Sai, la reputazione è quella che è tesoro.-
- Da quando sto con lei non m'è mai neanche passata per l'anticamera del cervello di guardare un'altra!- urlò sempre più incazzato - Ma che razza di opinione ha di me, porca miseria?! Adesso mi sente!-
- Se, se certo...senti, prima di andartene...non è che hai una fiamma ossidrica da qualche parte?-
- Cazzo Kurata, un giorno o l'altro verrà la polizia a prenderti, te l'assicuro!- rognò, filando dritto alla porta come un treno - Voi matte mi avete rotto le palle, me ne vado!-
Se ne tornò ad allenarsi di nuovo anche se erano le sei passate. Aveva una rabbia in corpo che avrebbe potuto scatenare solo facendo un bel po' di tiri ma comunque, anche facendolo, continuava a pensare a Junko.
Che stupida, che stupida! Come aveva potuto pensare che lui sarebbe caduto ai piedi di quella maledetta?
Ma non aveva un briciolo di fiducia in lui?
Inoltre da quando c'era stata la rissa con lo Shikuda, quasi un mese prima, il sesso fra loro era andato in calando a causa delle sue condizioni e questo aveva contribuito a staccarli leggermente. Solo a letto lei era veramente tranquilla e non essendo una persona particolarmente dolce o espansiva in pubblico, lui sentiva la sua mancanza fisica.
Alla duecentesima tripla capì che non sarebbe servito a nulla. Era troppo teso, troppo deluso.
- Che fai qua?-
Si volse leggermente, trovandosi Rukawa alle spalle.
- Mi scarico.- ringhiò tirando di nuovo - E tu?-
- Uguale.- sibilò il volpino.
Donne, pensò Mitsui. Chi dice donna dice danno, no?
Stettero ad allenarsi per un po' in silenzio, per circa mezz'oretta, poi Hisashi lasciò perdere per passare semplicemente la palla alla kitsune.
- Come mai non sei tornato a casa con Hanamichi?-
Kaede tirò fluido, con gli occhi persi.
- Te l'ho detto. Devo scaricarmi.-
- Motivo?-
- Già lo sai, perché me lo chiedi?- gli disse allora, serio - Perché tu lo sai, vero?-
Mitsui rise, passandosi una mano fra i capelli - Diciamo che l'ho intuito. Eri di umore troppo buono tempo fa.-
- Hn, tempo fa.-
- Il motivo della rottura?-
Kaede tacque, rigirandosi la palla fra le mani. Non aveva voglia di parlarne, non voleva più ripensare a Raim che l'aveva lasciato, dopo che lui si era comportato come un idiota però la voce calda e pacata di Mitsui l'aveva spesso invogliato a dire più di quattro parole.
- Cosa seria?-
- Si.-
- Irreparabile?-
- Si.-
- Sei sicuro?-
Stavolta lo guardò storto - E tu? Le rompi per motivi tanto futili?-
- Futili?- sbuffò la guardia - Risse tutti i giorni ti sembra un motivo futile?-
- Ha parlato il santo.-
- Senti kitsune, non pretendo che la mia ragazza sia tutta zucchero e melassa ma che almeno non debba andare in giro guardandosi continuamente alle spalle. Io ci sono passato e non era piacevole per niente.-
- Tutto qua?- gli disse Rukawa serafico - Puttanate.-
- Puttanate?- riecheggiò l'altro - Sentiamo la tua motivazione allora.-
L'ala allora si bloccò, chiudendosi a riccio.
- Non siamo in psicanalisi, fuori il fiato.- lo incalzò Mitsui - Guarda che tengo la bocca chiusa.-
- Non mi fido tanto dei tuoi responsi medici, ecco tutto.- gli rinfacciò.
- Sull'iperattivismo e l'Hanamichi Dipendenza ci avevo preso.- rispose angelico.
Si beccò un'occhiata di fuoco e ridacchiò levando le mani in segno di resa - Ok, ok...tranquillo. Comunque dopo aver trovato una che ti sopporta, che non va sbandierando in giro che ti ha accalappiato come un trofeo e che non si disidrata sbavandoti dietro, io me la terrei stretta sai?-
La simpatia si sprecava come sempre...
- E adesso dove vai?- bofonchiò Rukawa, vedendolo filare dritto agli spogliatoi. Conoscendolo, quando Mitsui era di umore strano era capace di andare a buttarsi dai ponti con l'elastico o finire in questura.
- A casa.- gli disse invece, insolitamente pacifico - Mi sa che sto covando l'influenza. Manderò giù qualcosa di alcolico e me ne andrò a letto. Tu invece parcheggiati davanti allo specchio e fatti una bell'analisi di coscienza, eh?-
- Ha parlato uno che se l'è venduta a sedici anni!- sibilò il volpino una volta rimasto solo.
Al diavolo, accidenti a Mitchy e al suo centrare sempre i bersagli.
Non aveva voglia di tornarsene a casa anche perché sapeva come sarebbe finita. Avrebbe pensato a Raim e a quanto era coglione per tutta la notte.
Per una volta però il cielo che doveva tanto odiarlo gli venne in aiuto. Un aiuto particolare certo, ma sempre un aiuto.
Stava chiudendo la palestra quando gli squillò il cellulare.
Sul display c'era scritto DO'AHO a caratteri cubitali.
- Che vuoi Hana?- l'apostrofò, senza neanche salutarlo.
- Buona sera anche a te rognoso animale da pelliccia!- cinguettò il Tensai dall'altra parte del telefono - Senti un po' kitsune, sei ancora a scuola vero? Porta la tua malefica persona a casa mia, ci vediamo i Lakers insieme! Dai che ci sono anche Yohei e Aki! Ci facciamo due risate!-
Ma che bellezza! Chi se la sarebbe mai persa una serata col porcospino hentai!
- Hn.- rispose, di malavoglia.
- Muoviti, hai dieci minuti prima che inizi.-
- Hn.- ridisse e spense la comunicazione, guadagnandosi se non altro un po' di stacco mentale da Raim. Niente era meglio di quella coppia di pagliacci seccatori per togliersi dalla testa tutto il resto...

Una settimana più tardi alle cinque di pomeriggio di venerdì, Kaede alzò lo sguardo sul tabellone e vide un risultato che lo spiazzava un poco a tre minuti dalla fine del secondo tempo.
Shohoku 187, Keyko 72. Alla fine dopo tanto parlare quei babbioni del Keyko si erano dimostrati delle piattole solo in attacco in effetti, visto il risultato, ma in difesa erano delle seghe tali che al posto di Miyagi era entrato Nobu Yaoto nel secondo tempo e il do'aho se n'era rimasto in panchina, lasciando il posto a lui, come Mitsui aveva fatto con Kogure. Una noia da morire.
Perfino Akagi era abbastanza perplesso. Si chiedeva se erano delle seghe questi del Keyko o se Hanamichi da solo in attacco era diventato la punta del tridente Sakuragi-Miyagi-Rukawa come voleva far credere.
Aveva notato una buona dose di carica in tutta la squadra in effetti, Mitsui era stato grande, Miyagi imprendibile e i due animali anche se non avevano giocato insieme erano stati eccezionali, ma il Keyko aveva battuto squadre come il Meiho in seconda gara...che i suoi diavoli fossero tanto bravi ormai?
- Ehi, se si continua così la prossima volta me ne sto direttamente a casa, intesi?- bofonchiò Miyagi negli spogliatoi, sbadigliando come un dannato - Ma che è successo a questi del Keyko eh?-
- E' stato un surclasso impressionante.- se ne uscì anche Kogure - Ma cosa cavolo facevano? Perdevano dei passaggi assurdi, a volte mancavano dei canestri a un centimetro dal ferro...-
- In effetti la cosa puzza anche a me.- sibilò Akagi.
- Io ve l'ho detto.- cincischiò Mitsui, andando a cacciarsi sotto la doccia - Ma voi non mi date mai retta...-
- Ancora con questa fissa!- sbottò Ayako fra gli armadietti - Ma sei perverso!-
- Scusate ma di cosa state parlando?- s'intromise Hana che come al solito non aveva capito una fava, staccandosi giusto un secondo dal collo di Rukawa, visto che stavano cercando di strozzarsi - Mitchy che vuoi dire?-
- Vuole dire che lo Shikuda elimina i concorrenti con le minacce anche senza necessariamente giocarci contro, capito?- lo istruì Miyagi - Il Keyko non era una squadretta ma oggi sembravano in palla totale.-
- Hn, codardi.- sibilò Kaede.
- Il Keyko o lo Shikuda?- gli chiese Hana con un ghigno.
- I primi.-
- Mica sono tutti come te che si fanno mandare all'ospedale.- frecciò Akagi - Avanti, muovetevi che ce ne torniamo in tribuna. Il Ryonan va contro l'Isekuon.-
L'Isekuon fu un'altra squadra che quel giorno lasciò parecchio a desiderare. Non si sapeva bene come ma a quanto pareva lo Shikuda era riuscito a far terra bruciata attorno alle squadre che gl'interessavano maggiormente, quindi a rigor di logica quei simpaticoni dovevano essersi rimessi in piedi alla grande.
Sendoh e Fukuda se ne stavano stravaccati in panchina e da quanto potevano vedere i ragazzi dello Shohoku, i due giocatori non sembravano di particolare buon umore. Anche Taoka poi lanciava sguardi ai giudici di gara con occhi un pelino irritati. La faccenda si complicava davvero.
Erano quasi a metà partita quando l'intero palazzetto dello sport cominciò a sbraitare ad alta voce.
L'arbitro Kinoshita aveva appena segnato l'ennesimo fallo a favore del Ryonan senza che tra l'altro Uozumi avesse subito alcuna scorrettezza.
- Arbitro! È una puttanata bella è buona!- urlarono Hana e Miyagi in piedi insieme a metà curva.
- Ma che cazzo fai? Non ci vedi?- strillavano gli altri. Perfino Maki che se ne stava insieme a quelle scimmie della sua squadra che ululavano a coro da stadio di calcio, era quasi sull'orlo di mettersi a gridare a sua volta.
- Coglione!- ringhiò Mitsui - Era un coglione l'anno scorso ed è rimasto un coglione di prima categoria!-
- Maledetti arbitri venduti.- sibilò Raim rabbiosa - Spero ne avremo un altro quando toccherà a noi!-
- Certo, scommettiamoci pure sopra.- ironizzò Ayako - Con la fortuna che abbiamo finiremo con Hanamichi fuori nel giro di cinque minuti!-
- Cosa?!- sbottò il Tensai - Non faccio più tanti falli come una volta!-
- Tanto quello se l'inventa, non vedi?- rognò Ryota - Ma tu guarda che bastardo! E possibile che nessuno dica niente? Che cazzo, il Sannoh s'è ammazzato in partita!-
- Mi piacerebbe quasi vedere quei bastardi contro Calimero.- Hisashi si svaccò ridacchiando, pensando a Minami, il capo dei negrieri del Toyotama d'Osaka - Gli farebbe passare la voglia!-
- Oh, tranquillo.- lo rimbeccò Miyagi con un ghigno - Non ce ne staremo fermi a subire passivamente!-
- Contaci.- aggiunse anche Rukawa, serissimo.
- Piano voi quattro.- li bloccò Akagi - Avanti, finiamo di vedere questa farsa, poi andrò a farmi quattro chiacchiere con Uozumi. Voi cercate di restare nei paraggi, possibilmente lontano da Fukuda e la scimmia ammaestrata di Maki.-
- Ma che ci vai a parlare a fare col vegliardo?- sbuffò Hana - Tanto quelli parlano, parlano...e poi non fanno niente.-
- Esatto.- sindacò anche Hisashi - Te l'ho detto come si risolve!-
- Spranghe e rissa? No grazie.-
- Gori, un po' di finezza...- lo prese in giro la guardia - Io pensavo a un'irruzione in piena regola.-
- Scusa se non sono al livello dei tuoi standard.- gli rinfacciò il capitano trucemente - Ma l'ultima volta non è finita bene, quindi visto che non ho voglia di finire all'ospedale per l'ennesima volta nel giro di pochi mesi vediamo di risolvere la faccenda in maniera civile, chiaro?-
Hn, pensavano Rukawa e tutti gli altri mezz'ora più tardi.
Un bel "hn" ci stava ed era l'unica cosa che passava per le teste calde dei ragazzi quando videro Uozumi, Maki e il Gorilla ciarlare fra loro nel parcheggio del palazzetto, in presenza anche di Fujima che sembrava sotto sedativi.
- Che perdita di tempo.- sentenziò Hisashi sbadigliando, appoggiato contro il muro con Sendoh al suo fianco.
- Per una volta sono d'accordo.- ringhiò anche Nobunaga, che guardava in cagnesco la scimmia e la volpe - Propongo di fare irruzione in quel liceo di bastardi e sfondargli la baracca!-
- Ah si? E con cosa?- disse Fukuda sarcastico, seduto a terra tranquillo - Un camion?-
- Possiamo sempre rubare un mezzo cingolato.- propose Miyagi angelico.
- Si, buona idea...volevo giusto requisirne uno per venirci a scuola domani.- sbuffò Hanamichi - Dai gente, qua ci vanno delle idee serie!-
- Dalla tua testa non so cosa possa uscire.- gli sibilò Kyota.
- Se non taci ti sfondo il cranio, brutto bagonghi del cazzo!-
- Gente, non cominciamo eh?- li richiamò Raim - Avanti, fate i bravi.-
- Ehi bellezza!- ghignò il babbuino del Kainan - Ma non ti stanchi mai di stare appresso a questi dementi?-
- Ha parlato il più furbo di Kanagawa.- borbottò la kitsune in sottofondo, geloso come pochi.
- Sparati Rukawa!- bofonchiò l'ala piccola di Maki - Piuttosto Mitsui...la tua ragazza dov'è?-
- Se non la smetti con questa storia ti spacco davvero l'osso del collo, ricordatelo!-
- Ah già!- sorrise il Porcky giulivo - Come sta la Kanzaki? Tutto bene spero!-
- Volete lasciare Junko fuori da questa cerchia? Grazie.-
- Mamma quanto sei geloso.- fischiò Hasegawa dello Shoyo.
- Mi state rompendo, vi avviso.-
- Insomma ma quanto ci mettono?- sbottò a quel punto Ryota, che già faticava a star fermo al freddo con Rei e Nobu che lo imbottivano di chiacchiere - E che avranno mai da dirsi? Basta, Kinoshita è un venduto. Chiuso il discorso!-
- Ah, bella roba!- lo rimbeccò Ayako - Giocare il torneo in questo stato è allettante tesoro, non credi anche tu?-
- Picchiamolo.- propose allora Fukuda.
- Mi sembra una soluzione un po' drastica.- cinguettò Sendoh, pacifico come sempre.
- Non mi piacciono le mezze misure.- rognò il suo compagno di squadra.
- Si l'abbiamo sentito dire.- lo prese in giro Jin, dandogli una pacca sulla spalla.
- Dai...su...Gori!!!- urlò Hana, disperato - Ho freddo! Muoviti!-
- E sta zitto idiota!- Akagi lo mandò a quel paese, continuando tranquillo la sua conversazione almeno fino a quando un suono di vetri rotti nel parcheggio semi deserto non fece sobbalzare tutti.
I ragazzi si voltarono e una vampata di fuoco l'incollò al muro. A pochi metri da loro qualcosa aveva sfondato il parabrezza di una Volvo e aveva incendiato la macchina.
Qualcuno stava lanciando qualcosa...e anche in gran quantità perché in un attimo il parcheggio fu invaso da un casino bestiale e per poco i giocatori non vennero investiti da una pioggia di mattoni e sassi.
Nel giro di pochi minuti una macchina saltò per aria, incendiata da una bottiglia d'alcool, poi altre tre presero fuoco e infine arrivarono le sirene della polizia...
- Merda.- riecheggiò Hanamichi, tutto sporco in faccia dopo essersi buttato a terra con gli altri.
Pochi secondi e furono circondati da poliziotti.
Stavolta li avevano incastrati sul serio.

 

 

 

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Capitolo 16
*** Quando Pregare Non Serve ***


raim16

 

 

Hanamichi Sakuragi, come tanti altri con lui quella notte, aveva sempre pensato che finire nel luogo in cui si trovava in quel momento era un'esperienza di vita che un uomo prima o poi doveva provare anche solo per una misera ragazzata fra amici, ma non aveva mai pensato che una notte, qualche mese prima di compiere diciotto anni, si sarebbe ritrovato all'alba dell'una del mattino in una stazione di polizia a Kanagawa dietro le sbarre di una piccolissima cella formato scatola per topolini da laboratorio con una kitsune addormentata sulla spalla, i suoi compagni di basket, mezza squadra del Kainan, mezza del Ryonan e per finire con Fujima, Hasegawa e Hanagata dello Shoyo.
Senza contare naturalmente Raim e Ayako...e una che probabilmente era una squillo chiusa in cella con loro.
Erano quasi in trenta e praticamente erano schiacciati come sardine.
Per non parlare poi di Fukuda e Kyota che se ne stavano attaccati alle sbarre, urlando praticamente dietro ai poliziotti di guardia da quando ce li avevano buttati dentro, cinque ore prima, dopo quella retata da film d'azione davanti al palazzetto dello sport.
Se ci ripensava non poteva che fare i complimenti ai teppisti dello Shikuda.
Mettendosi a lanciare molotov e mattoni nel parcheggio e chiamando la polizia prima ancora di iniziare li avevano incastrati così bene che ora non sarebbero più usciti da lì...
La sua pancia in quel momento emise un gorgoglio cavernoso e cui seguirono altri boati simili dai poveracci che si tenevano lo stomaco con vergogna.
- Ho fameee...- piagnucolò Rei in un angolo, semi distrutto - Darei un braccio anche solo per una gomma da masticare.-
- Io darei un braccio per tornarmene a casa.- sibilò Koshino del Ryonan, incazzatissimo e tutto sporco per l'esplosione che li aveva quasi presi in pieno e buttati tutti a terra - Porca miseria, questa volta hanno davvero esagerato!-
- E lasciali perdere!- rognò Uozumi lugubremente - Pensa a come uscire da qui piuttosto!-
- E come cazzo pretendi di fare?- rognò Akagi che era di umore quanto più nero si fosse mai visto - Ci hanno dato una sola fottuta telefonata a squadra e i coach ancora non si vedono!-
- Questa storia deve aver fatto molto casino.- sospirò Sendoh che fino a quel momento aveva chiacchierato gentilmente e tutto interessato con la squillo seduta accanto a lui in mini e top lucente - E' già tanto se appena usciti non ci diranno che siamo tutti fuori dai giochi.-
- Cosa???- sbraitò Kyota attaccato alle sbarre come una scimmia - Senti un po' hentai, ma dai i numeri per caso? Abbiamo giocato fino a poco tempo prima che scoppiasse il casino! Eravamo tutti dentro al palazzetto, dove credono che li tenessimo i mattoni per rompere tutto eh? Nelle mutande?-
- E poi state violando i nostri diritti!- urlò Fukuda verso i poliziotti - Qui dentro non ci stiamo!-
- Maledizione te la sfondo questa baracca se non ci fai uscire!- lo seguì Nobunaga agitandosi come un pazzo verso il sergente in comando, almeno fino a quando Maki non andò a prenderlo per il collo e lo rimise seduto, rabbioso ma con la sua solita flemma.
- Non ci voleva.- disse serio, svaccandosi di fronte al Gorilla.
- No, per niente.- lo seguì Uozumi - Comunque capiranno che non siamo stati noi.-
- E poi se ci pensate non ho visto lo Shikuda in tribuna.- disse Kogure - Forse erano davvero loro là fuori.-
- Si, mi è capitato di pensarlo quando i mattoni hanno cominciato ad arrivarci in testa.- sibilò Mitsui sarcastico, con cappuccio tirato sul capo e seduto in un angolo della cella con Hana e Rukawa - Sveglia gente! Volete finire di nuovo in ospedale?-
- Certo che no.- sentenziò tutto il gruppo.
- Allora bisogna finirla!- concluse freddo - Un mattone di quelle dimensioni in testa e lanciato a quella velocità avrebbe potuto mandarci in coma o peggio farci secchi!-
- Per non parlare di quelle macchine che sono saltate per aria.- sospirò Ayako, seduta vicino al suo Ryota.
- Nessuno ha visto gente nel parcheggio?- chiese Fujima - Magari c'erano dei testimoni.-
- O magari potrebbero darci qualcosa da mangiare!!!- ululò di nuovo Nobunaga, dando vita al desiderio di tutti.
- E non urlare così!- rimbrottò Jin - Ci sfondi i timpani e poi Rukawa dorme, su!-
- Ah, questo dorme anche in trincea.- sorrise Hana agitando la zampa con fare noncurante - Piuttosto, non è che questa storia ci finisce sulla fedina penale?-
- Quanti sono ancora minorenni qua?- chiese Mitsui, che in certe cose era più pratico. Contò rapidamente le loro matricole e i due del Ryonan, la Nobu-scimmia che compiva gli anni a marzo, Raim a settembre e Hana ad aprile. Gli altri, Rukawa compreso, avevano diciotto anni fatti e finiti.
- Minorenni a parte, noi ce lo ritroveremo sulla scheda.- spiegò - A meno che le accuse non cadano subito. Se la cosa si protrae ce la ritroviamo in quel posto questa storia.-
- E' una fortuna avere qualcuno d'informato.- frecciò Kyota amaro - Senza contare che ero già finito qua per vandalismo il mese scorso e sempre per colpa loro.-
- Ce la stanno mettendo tutta per farci incazzare.- sibilò Fukuda - Non so voi ma sto perdendo la pazienza.-
- Perché, credi che noi invece siamo tranquilli?- sbottò Uozumi anche a nome di Akagi e Maki - Credi che sia facile starsene qua dentro senza aver fatto nulla? Ma se tu li attacchi o rispondi alle provocazioni quelli ci andranno a nozze.-
- Non per rompere ma qua è sempre la stessa storia di un mese fa.- si mise in mezzo Miyagi irritato - Capisco benissimo che rispondere innesca una fottuta reazione a catena ma qua c'è gente che è finita dalla polizia per accuse di spaccio, ci sono altri che vivono chiusi in casa, lo Shikuda ha seguito me e Ayako e meno male che c'ero io mentre quel bastardo di Shoji ha preso Hisa e l'ha trascinato dietro una moto, quindi per favore...evitate di rompere le palle con questi sermoni del cazzo perché ormai non reggono più! Ho perfettamente chiaro che è il vostro ultimo anno e per questo spererei anche che non vogliate finirlo in bellezza all'ospedale!-
- Grande tappo, sei un leone.- sorrise Hana.
- Grazie.- rognò Ryota - Scusate ma ce l'avevo proprio in gola.-
- Ti capisco.- annuì Maki paziente - Ma non siamo proprio tutti dei campioni di lotta.-
- Non si tratta di essere campioni di boxe ma solo di non farci vedere pronti a mollare, capo.- gli chiarì Kyota col broncio - E' la seconda volta che finisco qui dentro per niente e mi sto rompendo le palle!-
- Se non altro l'altra volta eri solo.- bofonchiò Fukuda con un sospiro.
- Dai gente, su...- cinguettò Akira sempre di buon umore - E' bello stare tutti insieme no?-
- Eh si, una grande fottuta famiglia felice.- frecciò Mitsui mentre passava un poliziotto - Ehi scusi...-
Quello si fermò, guardandolo storto - Si?-
- Abbiamo fatto una telefonata a testa due ore fa...ci sa dire qualcosa?-
- Il sergente sta trattenendo i vostri allenatori, stanno parlando tutti insieme. Quando potranno vedervi li faremo entrare ma per il momento dovete restare qua.-
- Ehi, bello noi abbiamo fame!- gli ricordò Hana - Sono ore che ci tenete qui senza ragione! Non siamo stati noi a fare quel macello, lo volete capire si o no??-
- E sta zitto beota, se ti metti a urlare con quella faccia da galera non ti crederà mai nessuno!- lo zittì Akagi, ficcandogli un pugno in testa e svegliando accidentalmente Rukawa, che si ritrovò quasi steso per lungo per terra. Si rimise seduto, grattandosi la zucca con aria vacua. Hn, ma dov'era?
Guardò prima i dementi che lo circondavano, poi le sbarre...
- Buonaseraaaaa!- lo presero in giro praticamente tutti - Ehi, bell'addormentato! Ti piace la suite?-
Ma porca! Erano ancora in galera. L'ultima cosa che ricordava era di essere stato sbattuto in gabbia con quegli animali da circo e di aver appoggiato la fronte sulla spalla di Hana. Guardò l'orologio. L'una e mezza.
Cinque ore di nanna non erano state male ma adesso aveva un po' fame e voleva anche darsi una sciacquata alla faccia ma a quanto sentiva dai ragazzi, i poliziotti non li lasciavano andare in bagno. Aguzzini.
Così, senza fare una piega, strisciò come uno zombie alle sbarre e vi appoggiò le braccia.
- Ehi, lei...-
Il poliziotto di turno si volse di nuovo, seccato.
- Che c'è?-
- Rukawa che fai?- lo richiamò Akagi - Attaccare briga adesso non serve.-
- Cosa vuoi?- gli chiese il poliziotto, mettendosi davanti alle sbarre.
- Devo andare in bagno.- gli disse il volpino pacato.
- Non puoi.-
- Sono diabetico.- bofonchiò Kaede allibendo mezzo gruppo - Se non mi fa andare in bagno le svengo qua dentro.-
Il poliziotto sgranò gli occhi - Dove hai l'insulina?-
- Nella mia borsa. Se me la lascia prendere mi fa un favore.-
Tempo due secondi quel bastardo volpone di Rukawa se ne andava dritto in bagno con la borsa in spalla.
- E' diabetico?- allibì Kyota - Non lo sapevo! Vacca bastarda ma come fa a stare in piedi per tutta una partita?-
- Non l'avrei mai immaginato!- se ne uscì anche Hasegawa.
- Cretini, non ha il diabete! Ma vi bevete tutto quello che il primo idiota vi dice? Come fa ad avere il diabete uno che mangia stelle di zucchero a colazione eh?- li rimbeccò Hana scuotendo il capo - Voleva solo andare in bagno.-
- Ecco perché lo chiamate kitsune.- rise allora Jin.
- Ma tu guarda che cretino, per un attimo m'è venuto un colpo.- sbuffò Raim a bassa voce.
- Ehi, signor agente!- urlò allora Nobunaga - Devo andare in bagno anche io, ho la sifilide!-
- Cazzi tuoi, porco!- gli rise dietro il poliziotto più giovane, facendo scoppiare l'ilarità di mezza stazione.
Dopo quattro bestemmie del babbuino e dopo il ritorno di Rukawa che doveva essersi fatto un'iniezione di dinamite liquida visto che riuscì a non rimettersi a dormire, erano le due quando finalmente nell'ala delle celle entrò un gruppetto di quattro persone.
Tre si piazzarono davanti alle sbarre, facendo piangere di gioia i giocatori, uno invece si fermò a parlare con i furiosi poliziotti che non avevano gradito l'intrusione.
Mentre Hanamichi, Ryota, Rei e Nobu si buttavano piangendo come fontane addosso ad Anzai, Takato menò il ventaglio in testa al povero Maki e a Kyota, mentre Taoka era sull'orlo di una crisi isterica, come al solito.
Tutti quanti i giocatori vennero presi ripetutamente a calci in culo, perfino quelli dello Shoyo che poveracci non dovevano rendere conto a nessuno, mentre quel cretino di Sendoh si faceva scrivere il numero della squillo in cella con loro, che si chiamava Faccio Faville, sulla mano.
I ragazzi si stavano ancora facendo pestare dai loro rispettivi mister quando Hisashi si volse verso i poliziotti e...si sentì male. - Nooo...- piagnucolò distrutto, rivolgendosi ad Anzai - Mister...ma perché ha chiamato lui?-
Il vecchio rise, agitando la mano - Hisashi, trovare un avvocato a quest'ora di notte non è facile sai?-
- Ma perché lui?- disse la guardia, distrutto - Ma uffa...-
Mentre Hisa si disperava, pensando alla doppia dove di calci che stava per prendersi anche dal loro avvocato, i ragazzi si sporsero per vedere chi dovevano ringraziare e trovarono Kay Mitsui intento a far sclerare i poliziotti.
Cinque minuti dopo erano fuori.
E tutti, anche chi non lo conosceva, stavano a strisciare come lombrichi attorno alle gambe del fratello di Hisashi che si era passato dopo tanto tempo una serata in questura.
- Avanti, finitela di fare i ruffiani.- sbuffò Kay, scollandoseli di dosso uno per uno - Vi hanno trattenuto anche troppo. Dopo aver interrogato avrebbero dovuto rilasciarvi ma forse eravate in troppi e non avevano voglia di accollarsi questa grana prima del cambio di turno.-
- Come ha fatto a farli uscire?- s'informò Taoka, che prendeva ancora a pugni Sendoh sulla testa.
- Ho semplicemente ricordato a quegli idioti che i ragazzi sono stati colpiti da una pioggia di mattoni e che all'interno del palazzo dello sport non ci entrano persone disarmate per poi uscirne armate di molotov.-
- E i proprietari delle macchine che hanno sporto denuncia?- gli chiese Ayako, venerandolo.
- Si arrangino con l'assicurazione.- ringhiò Kay attaccandosi al palmare che era cominciato a suonargli come impazzito.
- Grazie mille, Kay.- sorrise il Buddha con un leggero cenno del capo - E' grazie a te se i ragazzi ne sono usciti puliti.-
- Ah, l'importante è che non si siano fatti male.- disse Kay un sorriso stranamente troppo angelico perché Hisashi ci cascasse.
- Cosa possiamo fare per ringraziarla?- gli chiese Takato.
- Non serve che mi paghiate, in fondo uno di questi mentecatti è mio fratellino.- cinguettò il maggiore dei due fratelli, passando un braccio al collo della guardia chiudendoglielo in una morsa - Comunque se volete sdebitarvi potreste prestarmi i ragazzi fino a domani mattina alle nove. Ho giusto dei lavoretti da fargli fare...-
- Oh no! Kay, aspetta! Non è stata colpa nostra!- s'impuntò Hisashi - Non è giusto!-
- Non me ne frega un cazzo, mi hai fatto perdere tutta la serata piccolo pervertito e adesso tu porti il tuo futuro cadavere al pub e mi dai una mano. Muoversi!-
- Cavolo al Golden Kay-san?- Akira aveva le stelline negli occhi e ormai conosceva bene il fratello di Hisa-chan - Posso venire anche io? Ti prego, ti prego!-
- Veniamo tutti!- sbottò Uozumi, duro come una roccia - Dobbiamo sdebitarci.-
- Appunto.- scandì anche Maki - Forza, gente datevi una mossa!-
- Ma io sono a pezzi...dai...Kacchan...- disse melenso quel Giuda di Hisashi - Ti prego, fai il bravo!-
- Un corno.- cincischiò Kay risalendo in macchina - Vi voglio tutti fra un quarto d'ora al Golden. Hisa ho già avvisato io Junko. Ci vediamo lì! Ciao!- e tempo due secondi era già schizzato via, lasciando nella scia di polvere della sua macchina dei giocatori di basket distrutti dallo stress emotivo.
Prima in gattabuia e poi in un pub privato. Fantastico, dalle stalle alle stelle...

- Dimmi che non è vero...avanti, guardami in faccia e dimmelo!- sbraitò Hanamichi Sakuragi a Kaede Rukawa all'alba delle quattro di mattina seduto sulla terrazza privata del proprietario del Golden, sorseggiando un cocktail alla frutta dopo le tre ore più frenetiche della sua vita - Tutta la giornata era cominciata troppo male...prima mi sveglio e mi ammazzo in ascensore, in cui resto chiuso un'ora. Poi arriva Yohei e mi dice che s'è innamorato e che magari arrivano gli alieni, il Keyko perde, Kinoshita è un venduto, nel parcheggio veniamo quasi uccisi da macchine incendiate e sassi in testa, poi finiamo tutti quanti in galera...e poi finisco a fare da cameriere a Kay.-
- Questa è stata in assoluto la giornata più sballata della mia vita...- sospirò anche Ryota, distrutto - Se non altro ne siamo usciti puliti senza sborsare un soldo, dai. E poi a lavorare qua mi diverto.-
- E' più divertente vedere Akagi, il capitano e Takasago insieme a Ito a fare i buttafuori.- ridacchiò Sendoh facendo sganasciare gli altri presenti - Dio...comunque dietro al bancone mi sono divertito da matti. Non sapevo fare un margarita decente e avrò rotto una ventina di bicchieri da vodka ma ho acchiappato un sacco!-
- Ma non ti eri già fatto dare il numero dalla squillo?- Kyota sbuffò, disgustato - Ma quanto cazzo sei maniaco...piuttosto, dove sono finite le vostre sventole eh?-
- La MIA sventola è andata a casa da una vita.- ringhiò Miyagi - E lavati la bocca, babbuino.-
- E la rossa?-
- La rossa è lesbica.- sibilò Rukawa, finendosi la birra.
- Cosa?!- Akira inclinò il capo - Ma ancora con questa storia?-
- Ehi voi disgraziati.- Hisashi apparve sulla soglia, mezzo svestito e con tutta la contabilità del club che gli pesava sul cranio pesante come un macigno. Kay l'aveva messo a far conti frustandolo se batteva la fiacca!
Non aveva mai fatto tanto esercizio in vita sua...grazie al cielo era svelto a far calcoli!
Non se l'erano cavata meglio chi aveva fatto su e giù dal bancone con il servizio, tantomeno quelli che se n'erano stati sul retro a scaricare casse di alcolici. Jin e Rukawa si erano spaccati la schiena!
Kay era un negriero, accidenti a lui! E tutto per colpa di quei bastardi dello Shikuda!
Erano morti, erano già cadaveri!
Se ne stettero altri cinque minuti in pausa, bestemmiando contro il mondo intero e specialmente contro gli avvocati schiavisti poi ognuno di loro se ne tornò ai propri lavoretti.
Alle sei il pub venne chiuso e dovettero ripulire tutto, lavare cumuli di bicchieri, buttare le bottiglie, sistemare tavoli e divani e alla fine alle nove e mezza di mattina furono liberi.
Arrivarono a casa strisciando, altri invece si addormentarono in macchina o davanti alla porta e i genitori informati dai coach non ebbero cuore neanche di sgridarli. In fondo avevano già avuto una punizione sufficiente. Più che sufficiente!
Se non altro si sarebbero sempre ricordati quella nottata passata dietro alle sbarre tutti insieme a urlare come disperati.
Decisamente era stata una buona conclusione di un week end altrettanto divertente!


Passò velocemente un mesetto e a fine febbraio gli animi si erano un po' sbolliti.
Gl'incidenti sembravano essersi fatti meno sporadici ma non per questo gli allenamenti si erano fatti meno intensi.
I ragazzi si uccidevano in palestra, spesso arrivavano a casa e si buttavano sul letto, per addormentarsi vestiti.
Quel giorno sarebbe stato altrettanto pesante ma Rukawa varcò i cancelli con un progetto ben saldo in testa: quel giorno per lui iniziava un allenamento ben più pesante.
Si fermò al parcheggio, dove aspettava qualcuno.
Junko Kanzaki arrivò qualche minuto più tardi, letteralmente tampinata dalla solita Nanaka che ora, invece di farle scherzi perfidi perché era la ragazza del "suo" Hisashi, l'adorava come atleta.
- Ciao volpacchiotto!- cinguettò la biondina ancora prima che la Kanzaki potesse aprire bocca - Come va?-
Kaede sospirò depresso, bofonchiando appena qualcosa.
Ma perché quella ragazzina rompiscatole non lo lasciava in pace?
- Ciao.- gli disse Junko, molto meno teatrale, frugando nella borsa della palestra - Te li ho portati da un chilo.-
- Grazie.- le disse, afferrando le fascette nere al volo.
- Sono strette per i tuoi polsi, per qualche giorno stringeranno un po'.- lo informò la ragazza di Mitsui seria - Ma basta del ghiaccio la sera. L'importa è che non ci vai giù troppo pesante per le prime settimane. Ti devi abituare.-
- Grazie.- mugugnò, soppesando le fascette. Due chili in più sulle braccia per ora potevano andare.
- Le voglio anche io!- se ne uscì Nanaka pensosa - Senpai, diventerò forte come te se le metto? E romperò le palle?-
- Le palle le sfracelli già da sola.- sibilò la Kanzaki ironica mentre Rukawa allibiva. Squarciava i palloni?
Miseria ladra! Sarebbe stato meglio non ricevere mai un cartone in piena faccia da quella, o uno si sarebbe spaccato una mandibola. Ecco perché Mitchy stava ben attento a non metterle le corna, aveva strizza!
Comunque stava per filare in classe con la biondina di Tokyo aggrappata alla vita quando si sentì stranamente osservato. Ma non come al solito. Aveva l'impressione che un centinaio di sguardi infuocati fossero addosso a loro.
Si guardò appena in giro e vide in effetti che tutte le ragazze dello Shohoku fissavano loro.
- Vogliono una foto?- sibilò gelido.
Junko stava per replicare, esasperata, quando arrivò Raim e Rukawa perse il conto delle pulsazioni.
- Ciao ragazzi.- salutò tranquilla, coi guanti e la sciarpa verde come i suoi occhi - Tutto bene?-
- No.- cinguettò Nanaka divertita - Il volpacchiotto si stava chiedendo come mai ci fissano tutti!-
Raim si scoccò appena un'occhiata in giro e dopo sogghignò, scuotendo la testa - Ridicolo.-
- Ma si può sapere che succede?- chiese il volpino irritato.
- Niente, niente...- la Kanzaki agitò la mano con noia - Semplicemente qualche idiota ha messo in giro la voce dopo Tokyo che io, te e Mitsui siamo nel pieno di una tresca.-
Descrivere la faccia della kitsune sarebbe impossibile. Era ghiacciato.
- Un menage a trois, hai presente?- rise la Tanaka eccitatissima - Pensa che bello con Hisa-chan!-
Rukawa, mezzo svestito, non credeva alle sue orecchie così guardò Raim disperato, come per avere una conferma e la rossa alzò le spalle, incurante.
- Ma...ma...-
- Tutte storie, lascia perdere.- sbuffò Junko annoiata - Bene, ci vediamo!-
- Ehi aspetta!-
- Cosa?- la Kanzaki roteò gli occhi - Sono tutte palle, dai...ci vediamo! E piano con quei cosi!- e senza aspettare la replica se ne andò, lasciandolo lì come un pollo.
Un attimo di silenzio e Nanaka gli si attaccò di nuovo al braccio.
- Eddai volpacchiotto! La senpai è così carina! Per non parlare di Hisa-chan!-
Ma chissene fregava di Mitsui, per l'amor di Dio! Ma tutte a lui capitavano? Ecco perché di recente la Kanzaki era sempre in mezzo alle risse! Se prendeva il cretino che andava in giro a sparare certe forate lo buttava giù dalla terrazza!
- Comunque non è vero!- sbottò a bassa voce, per farsi sentire solo da Raim.
La ragazza arrossì in risposta, notando il suo sguardo.
- Cosa vuoi che m'importi?!- sentenziò imbarazzata - Puoi fare quello che vuoi!-
- E per la cronaca non mi faccio neanche Mitsui!-
La rossa quasi crollò per terra - Grazie per avermelo detto!-
- Senti un po' volpacchiotto...ma perché non hai la ragazza?- gli chiese Nanaka mentre se ne andavano in classe.
- Sono gay.- disse lapidario mentre Raim ripensava a certe cose che avrebbero smentito alla grande.
- Ma va?- Nanaka non fece una piega - Ma non è che ti fai il mio Hisa-chan sul serio?-
Ok, la uccideva. Ora o mai più.
Fece per metterle le mani al collo ma la Tanaka era già partita in quarta a salutare Mito e l'Armata, lasciando la kitsune sull'orlo di una sicura crisi di nervi.
- Mamma che faccia.- disse Hana quando lo vide - Ma che t'è successo?-
- L'hanno appena accusato di essere una specie di imperatore del sesso.- gli spiegò Raim ironica - E Nanaka l'ha accusato di andare a letto con Mitchy.-
Il Tensai strabuzzò gli occhi, guardandola come una marziana. Cosa?
- E' uno scherzo.- sentenziò, quando gli venne chiarita la situazione.
- No.- negò la rossa - Per niente.-
- E' per questo allora che la senpai Kanzaki viene sempre coinvolta in quelle risse!- capì finalmente il rossino - Ma roba da matti! Voi ragazze dovreste essere davvero meno manesche! Tante storie per questo ghiacciolo poi!-
Rukawa, che non era esattamente di buon umore quel giorno, reagì buttandolo giù con un calcio dalla sedia e così la mattinata andò del tutto a quel paese, visto che Yoshikawa entrò e li spedì in punizione, per il troppo chiasso.
Dovettero rimettere in ordine tutti i compiti classe dall'inizio dell'anno per ordine alfabetico e data e se potessero si sarebbero attaccati a una flebo visto che la giornata non avrebbe potuto essere più pesante.
Gli allenamenti poi come al solito furono massacranti.
Quel giovedì sera avrebbero dovuto giocare contro il Takezono che due anni prima avevano facilmente battuto anche senza Hanamichi che si era impiombato dopo duecento tiri mattutini e poi...la settimana dopo, di venerdì alle dieci si sarebbero battuti per la prima volta contro lo Shikuda.
A dire il vero era stata richiesta come amichevole dall'allenatore degli Oni ma si sarebbe giocata al palazzetto come nuova regola in vigore da qualche mese: ogni amichevole si sarebbe svolta coi giudici di gara presenti.
Follie giuridiche a parte, Akagi era molto preoccupato.
Avevano tredici giorni per prepararsi a una partitella senza valore che avrebbe fatto uscire i ragazzi pieni di lividi e la cosa non gli piaceva per niente.
Tutta quella calma che regnava da un mese a lui sembrava la classica quiete prima della tempesta ed era sempre più in tensione ma cercavano di sfinirsi allenandosi il più possibile, senza però strafare.
Era da un mese ormai che si sottoponevano a degli esercizi massacranti e doveva ammettere che i risultati si erano visti ma anche nel campo individuale i suoi compagni erano riusciti a stupirlo: le matricole erano diventate agguerritissime e passavano tutto il loro tempo a farsi insegnare trucchi di ogni sorta da Miyagi, finte e passaggi, Kogure faceva ripassare schemi nuovi a tutti e ne metteva a punto altri mentre Mitsui spesso stava fino a tardi in palestra a tirare a canestro da punti sempre più difficili oltre la linea dei tre punti. Ayako gli aveva detto che una volta era rimasta con lui e che dopo seicento tiri fatti a due metri dalla linea, ne aveva imbroccati circa cinquecentosettantotto.
Era una macchina da guerra ormai, un cecchino.
E poi c'erano loro due. La scimmia e la volpe.
Che dire di quei due? Erano diventati di un tale sincrono e di una tale sicurezza nel giocare insieme che avrebbero potuto bendarli e sarebbero andati comunque a canestro, sfondando qualsiasi difesa.
Akagi aveva notato che Rukawa si era messo i pesi e se dapprima si era preoccupato che potesse uscirne con stiramenti o strappi, si era dovuto ricredere. Non esagerava mai, dimostrando di tenere più alla sua salute ma non per questo cedeva. Li portava sempre e anche se notava che era più stanco degli altri, i risultati si videro nelle sue schiacciate.
Ora rasentava la potenza di Hanamichi e Uozumi al dunk.
Non avrebbe potuto essere più soddisfatto.
Li richiamò per la pausa e i ragazzi si lasciarono andare distrutti sul parquet, cercando di riprendere fiato.
Ayako e Raim passarono da bere a tutti e Rukawa si attaccò come un dannato alla lattina.
- Piano campione.- gli sorrise la mora - O ti andrà per traverso.-
- Grazie.- alitò la kitsune, quando si fu dissetato.
Ayako lo guardò per un attimo, come curiosa...e poi scoppiò a ridere a bassa voce, facendogli strabuzzare gli occhi.
- Che c'è?- le chiese roco.
- Sei cambiato lo sai?-
Kaede non capì e continuò a sbattere le palpebre. Ma era ubriaca?
- Sul serio, sei cambiato.- gli disse ancora la ragazza, sorridendo eccitata - Ti conosco da più tempo degli altri e da quando abbiamo ricominciato la scuola ho visto un sensibile cambiamento in te.-
- Hn. E sarebbe?- rognò.
- Bhè, intanto non rispondi più a monosillabi e guardi in faccia le persone quando ti parlano adesso e non solo quando qualcuno t'insulta per prenderti a testate!- elencò Ayako divertita - Poi fai domande. Si, ogni tanto ti vedo anche interessato a quello che dicono le persone...segui i fili del discorso insomma.-
Ma lo prendeva per deficiente o cosa?
- Non guardarmi così, è vero!- continuò testarda la manager - Poi per esempio ti sei fatto più socievole, anche se parli sempre poco. La moto con Hanamichi è un esempio! Adesso negli spogliatoi ti sento parlare anche con Ryota o Mitchy, inoltre ogni tanto la mattina riesco pure a capire se sei di cattivo umore o meno. Hai dei lievi cambiamenti di espressione che me lo fanno capire!-
Ma le donne quel giorno erano tutte impazzite? Prima la Tanaka, poi la Kanzaki...adesso Ayako...
- C'è altro?- sbuffò apatico.
- Si! Ho notato che riesci a scambiare quattro parole con Junko. Ti piace vero?-
Bhè, la Kanzaki era sopportabile nonostante tutto. Non pretendeva da lui frasi intere, tantomeno gli parlava in continuazione. Gli piaceva il suo silenzio e il suo modo discreto di guardare le persone, ecco tutto.
- Hn.- mugugnò.
- Prima non parlavi con nessuna ragazza che non fossi io!- concluse la bella Ayako, sorridendogli felice - Da quando è arrivata Raim invece sembri più incline a degnare le donne di ascolto...non so spiegartelo bene. Ascolti perfino la sorella del capitano ogni tanto! Per non parlare di Nanaka a cui lasci l'onore di chiamarti volpacchiotto! Eddai...non puoi dirmi che non ti sei ammorbidito un po'...- lo stuzzicò - Quel volpacchiotto ti sta bene sai?-
Allora, sulla lista da uccidere in giornata chi c'era? La Tanaka, l'Akagi, mezza scuola...si, poteva aggiungere anche Ayako adesso. Scuotendo il capo e scacciando quei pensieri molesti sul suo cambiamento da quando era arrivata Raim si rimise in campo, deciso a dare il massimo. Le braccia gli pesavano ma dopo aver portato i pesi per qualche giorno aveva quasi cominciato a abituarsi. In fondo come struttura lui era più forte della Kanzaki, quindi aveva un livello di sopportazione un po' maggiore.
Contro il Takezono, anche se come diceva Hana erano una squadra della fava, voleva mettere a segno metà dei punti che di solito facevano in partita. Verso le quattro e mezza si divisero in squadre e cominciarono una tosta partitella che dopo i duri allenamenti si fece più interessante del solito.
Erano a squadre miste stavolta e anche se le matricole erano un po' indietro, riuscirono a dare un contributo veramente impressionante. Da una parte Miyagi e da una parte Nobu, creavano azioni perfette.
Hana era sempre e comunque l'elemento di disturbo e questo aiutò a sballare la difesa che non sapeva più da che parte prenderlo, mentre Mitsui cominciò a strabiliare tutti mostrando dei progressi che più neanche Jin si sognava.
- Quello a momenti segna dalla linea di metà campo.- alitò Raim quando vide la sua ultima azione.
- Oh, cara ragazza...- ridacchiò Anzai tranquillo come un fringuello - Se Hisashi si metterà mai in testa di farlo ti assicuro che lo farà prima o poi. Ayako, quanti tiri fa al giorno?-
- Seicento la sera mentre la mattina presto ne fa circa duecento.- rispose orgogliosa la mora.
- Impressionante.- disse la rossa - Che progressi in così poco tempo.-
- Sono ragazzi eccezionali.- annuì Anzai col suo the in mano - Quest'anno è l'ultimo anno per Akagi, Mitsui e Kogure inoltre ed essendo quelli che hanno sempre tirato la squadra, gli altri si sentono quasi come loro. Ma non come se fosse la loro ultima occasione...diciamo che vogliono regalare ai loro amici un ricordo indelebile.-
- Sono sicura che ce la faranno.- sussurrò Ayako tornando a sedersi e controllando il calendario - Già l'anno scorso li ho visti vincere ed è stato eccezionale. Ricercheranno di nuovo quell'emozione, ne sono certa.-
- Hanno la testa troppo dura.- sorrise Raim.
- Già.- annuì il coach - Ora io vado ragazze. Mi raccomando, non fateli stancare troppo.-
- Certo mister.-
La partitella finì dopo un dunk di Hana che ripiombò a terra mezzo esausto ma con ancora la forza di esultare.
Bene, erano pronti!
- Perfetto gente, siete stati in gamba.- li richiamò Akagi, più stanco di tutti - Domani abbiamo l'ultimo allenamento prima di andare contro il Takezono.-
- Non mancheremo, tranquillo.- ridacchiò Miyagi, visto che conosceva le fughe dell'ultimo momento.
- Lo spero o qualcuno non vedrà l'alba del giorno dopo.- li minacciò il Gorilla serissimo - Comunque domani non ci sarà il solito allenamento.-
- Oddio...- rognò Hana in seconda fila - Lo sapevo. Ci manda a scaricare sacchi al porto.-
- O a spaccare pietre.- insinuò Miyagi.
- Deficienti, state zitti.- disse il capitano, ficcando un pugno in testa a ciascuno - Volevo semplicemente dirvi che domani giocheremo e basta.-
Tutto il gruppo sbarrò gli occhi. Come?
Hana, Ryota e Hisashi gli si avvicinarono circospetti, cominciando a toccarlo qua e là per vedere se era lui. Si presero qualche altro pugno e vennero rispediti a cuccia, mentre Akagi spiegava che per allentare la tensione avrebbero semplicemente giocato delle partitelle molto sciolte, pure senz'arbitro.
- Il senz'arbitro non vuole dire che potrete investirvi come camion, capito?- chiarì subito il Gorilla, vedendo Hana e Kaede guardarsi con le scintille negli occhi - Avanti, adesso andate pure!-
- Ehi Gori...non è da te, sai? Ti sei addolcito tutto di colpo?- lo prese in giro il rossino.
- Idiota, zitto prima che cambi idea e domani ti faccia saltare per tutto il perimetro della scuola come un coniglio! Riposatevi stasera se possibile e domani venite qua rilassati, niente allenamenti di troppo.-
- Per me è un alieno.- rimbrottò ancora Mitsui mentre filava negli spogliatoi.
- Non gli ho visto le antenne però.- disse Rei candidamente, alle sue costole.
- Magari non le avrà sulla testa...- frecciò quell'idiota di Hana e da subito scatenò una rissa che si concluse solo con un Gorilla furibondo che quasi li chiuse tutti negli armadietti.
Furono Raim ed Ayako a liberarli e dopo li rispedirono tutti a casa dove si addormentarono quasi con la testa dentro alla ciotola di riso eppure stranamente il giorno dopo, all'allenamento libero, tutti sembravano di ottimo umore.
Certo, non spaccarsi con flessioni e pesi contribuiva molto ad alleggerire le loro subdole membra ma le partitelle senza arbitro si trasformarono presto nelle classiche partite da campetto da oratorio anche se Akagi, sentendoli ridere come dei matti, non ebbe più cuore di picchiarli.
Vide delle scene vergognose, altre al limite dell'umana concezione, tipo Mitsui che per fare canestro fece una scivolata di culo fra le sue gambe e lanciò di nuovo da per terra. Fece centro e mezza palestra attaccò a ridere come una dannata mentre quel cretino si rotolava sul parquet con Hana e Miyagi.
- Ma quanto sei deficiente.- gli disse il Gorilla, tirandolo in piedi con un sorriso.
- Oh, l'hai detto tu che dovevamo giocare per divertirci no?- ghignò la guardia - In partita me lo passerebbero?-
- No, non credo proprio...forza Kogure! Passa!-
Per divertimento anche gli altri cominciarono a intendere che potevano fare qualunque fesseria, del tipo attaccarsi in quattro al canestro, travolgere gli altri e saltarsi addosso come giocatori di rugby, a cominciare da Hana e Kaede che avevano giocato tutto il tempo trattenendo a stento la voglia di sfregarsi le manine.
Andò a finire che comunque la sera erano lo stesso a pezzi, visto che si erano travolti come locomotive ma tutti quanti non avevano smesso di ridere un secondo e il morale era altissimo. Riuscirono perfino ad andare a prendersi un caffè tutti insieme, facendosi un'ultima partita a carambola in un pub poi si salutarono e se ne tornarono tutti a casa.

Il giorno dopo sorse un debole il sole su Kanagawa e l'aria non era più così fredda e pungente ma c'era comunque un vago sentore di qualcosa che non andava. Hana si era svegliato quella mattina con quella perfetta sensazione che continuò a prendere forma per tutta la giornata, poi anche a sera durante tutto il tragitto verso il palazzetto dello sport, accompagnato da Yohei e gli altri in moto alle nove in punto. Un'ora dopo avrebbero giocato.
Trovò Haruko nell'atrio col Gorilla e Kogure ed essendo ancora molto presto andarono a dare un'occhiata alla precedente partita che vedeva lo Shikuda contro una squadretta che venne massacrata in allegria.
Tornati agli spogliatoi trovarono il resto del gruppo e scambiarono quattro parole sbadigliando sugli schemi del Takezono ma Hanamichi si bloccò di colpo, sentendosi stranamente incompleto.
Si guardò attorno e per la prima volta in tre anni non lo vide.
- Dov'è Kaede?- chiese.
Lo Shohoku si bloccò all'improvviso, come fulminati. I ragazzi, e specialmente chi lo conosceva da tempo, si guardarono stupiti poi le loro espressioni cambiarono.
- Sarà solo in ritardo.- abbozzò Ayako, tirando fuori il cellulare - Voi cambiatevi, adesso lo cerco.-
Hana corrucciò la fronte ma dopo uno sguardo paziente di Mitsui cercò di tornare a concentrarsi ma quando alle dieci l'arbitro lanciò la palla per la rimessa, Kaede Rukawa non era presente neanche in panchina.
Le sue centinaia di fan urlavano e piangevano disperate, richiamando la sua presenza in campo a gran voce.
I ragazzi giocavano senza fretta, tanto il Takezono era diventato ancora più debole degli anni precedenti per loro ma se Rukawa non c'era, allora doveva essere successo qualcosa, qualcosa di veramente serio perché Ayako continuava a controllare tutti i loro cellulari ma il volpino non aveva mandato messaggi, tantomeno aveva risposto alle sue chiamate.
Non era da lui, continuava a pensare Hana mentre schiacciava verso la fine del primo tempo. Ma dov'era?
Dov'era finito?
- Forza, diamoci una mossa.- gli disse Akagi quando tornò da loro - State tranquilli, non agitatevi.-
- Se lo dici tu.- abbozzò Miyagi che non aveva neanche il fiatone - Ma non ha mai mancato una partita, in tre anni ha segato sei allenamenti e non risponde né a casa né al cellulare.-
Mancava un minuto alla fine del primo tempo quando Raim rientrò in palestra e i ragazzi si fermarono a fissarla.
La videro scuotere il capo, seriamente preoccupata.
Hana serrò i denti.
- Se quell'idiota s'è addormentato in metro lo uccido.- sibilò incazzoso.
- Non è uno che si addormenta e lo sai.- gli disse Mitsui, scattando in avanti a recuperare la palla per infilare una delle sue mitiche triple. Si, Mitchy aveva ragione. Rukawa non era uno che dormiva prima di una partita.
Ora cominciava seriamente ad agitarsi e anche Raim che continuava a fare su e giù davanti ai cancelli del palazzetto e a stare attaccata al cellulare era pallida per l'ansia.
Mito e l'Armata presero le moto e cominciarono a fare dei giri lì attorno ma non ottennero risultati e quando finì il primo tempo, anche Anzai era in piedi. Lo Shohoku e il Takezono tornarono alle panchine ma Hisashi, sollevando lo sguardo per riflesso sulle tribune dove c'era Kyota che ululava al vento insulti gratuiti a quei poveracci del loro avversari, vide qualcosa che non gli piacque per niente.
Lo Shikuda era appoggiato alle balconate e Takeru stava ghignando, proprio sopra le loro teste.
- Hana.-
Il rosso si bloccò, seguendo lo sguardo della guardia e trovando i loro nemici.
- Non manca qualcuno?- gli chiese Mitsui.
Era vero. Mancava Hideki Arai alla formazione.
- Ridono troppo.- mormorò Ryota roco - Gente, non mi piace.-
- E non c'è la loro ala di sfondamento.- disse anche Kogure sgomento - Ragazzi, che facciamo?-
Hanamichi si volse rapidamente verso Akagi, poi fissò Anzai quasi supplichevole.
Non poteva stare lì. Erano in vantaggio di quasi sessanta punti, avrebbero potuto farcela facilmente ma non poteva pensare a Kaede contro quel colosso di due metri e dieci da solo. Non che temesse per la kitsune ma poteva essere capace di tutto in momenti simili.
Dagli spalti i ragazzi preoccupati del Kainan e del Ryonan videro il numero 10 dello Shohoku schizzare letteralmente via, infilandosi appena i pantaloni e la maglia della tuta sulla tenuta della palestra. Anche Sendoh si alzò dalla sua postazione di corsa e raggiunse Sakuragi all'ingresso proprio quando Raim stava per perdere le speranze.
- Andrò a casa sua!- disse Hana accorato mentre saliva sulla Honda e s'infilava il casco - Raim, continua a chiamarlo ok? Quando torna Mito digli di controllare a scuola in palestra, oppure al campetto vicino a casa tua!-
- Io posso fare qualcosa?- gli chiese Akira.
- Si, prega che lui che non stia dormendo sotto la doccia!- rognò Hana, sgommando via.
- Oddio...- la stella del Ryonan si grattò la testa veramente ansioso - Speriamo che stia bene.-
Raim annuì, quasi sull'orlo delle lacrime. Non poteva quasi pensarci. Se gli era successo di nuovo qualcosa non sapeva come avrebbe reagito. Ogni notte vedeva ancora quel coltello puntato all'occhio di Kaede e si svegliava urlando.
Intanto Hana correva per la città come un pazzo.
Dov'era, dov'era finito quel deficiente? L'aveva lasciato a casa sua dopo la scuola, com'era possibile che non rispondesse nemmeno al cellulare? E se davvero avesse subito un'imboscata dallo Shikuda?
Ripensò ad Arai, alle spallate che gli aveva visto dare al muro nel video di Aida. A quelle immagini aumentò la velocità, usando la frizione come un forsennato violando ogni limite di velocità perfino ai semafori.
Arrivato nel quartiere di Rukawa si fermò davanti a casa sua e vide tutte le luci spente. Controllò anche il cancello ma non c'era segno di effrazione, tantomeno segni di lotta, quindi doveva essere uscito...
Imprecò, risalendo in moto per rispondere a una chiamata di Mito: niente, non era né allo Shohoku né al campetto. Non potendo essere dai suoi parenti, i ragazzi avrebbero continuato a girare lì attorno quando il rossino vide passare per la via accanto un gruppo di ragazzi che aveva visto uscire dalle case dei vicini della kitsune già un paio di volte.
Li raggiunse, bloccandoli.
- Ehi, gente scusate!- disse ansimando e senza togliersi il casco - Avete presente il ragazzo che abita in quella casa?- e indicò quella di Rukawa - Non è che per caso l'avete visto in giro?-
Uno dei due, che dava sedici anni, parve fare mente locale - Ah si, parli di quello che abita da solo e che spara sempre a palla i Sex Pistols...si, aspetta...mi pare di averlo visto uscire verso le nove.-
- Si, l'ho visto anche io quando sono venuto a prenderti.- affermò il suo amico - Stava uscendo col borsone in spalla e gli auricolari nelle orecchie quando un tizio gigantesco gli si è fermato davanti.-
Hana sgranò gli occhi - Gigantesco? Intendi molto alto? Sui due metri e passa?-
- Si, esatto.- annuì il teppistello.
- Ma davanti a casa?- gli chiese il rossino, pensando che avevano capito dove abitava la kitsune.
- No, no...quando sono arrivato il tuo amico era già alla fine della via. Mi ricordo che guardato malissimo, così ho pensato che fosse anche un lui un giocatore di basket. Non hanno parlato mi sembra ma sono andati verso quel vicolo.- e il moccioso puntò il dito verso il retro del quartiere - Lì e a senso unico. C'è una piazzola dove di solito le coppiette vanno per stare sole...non so se mi spiego.- disse malizioso.
- Si, certo. Grazie!- sindacò il Tensai e subito partì a tutto gas, imboccando la via a tutta velocità.
Kaede idiota che non sei altro!
Solo un perfetto deficiente poteva andare a infilarsi con Arai alle nove di sera in pieno buio in un fottuto vicolo a senso unico dove non andava mai nessuno! Se era vivo l'avrebbe riconsegnato alla squadra dentro a una bara! Quell'imbecille senza cervello l'avrebbe sentito stavolta!
Sterzò con forza quando si trovò in mezzo alla piazzola. C'erano pochi lampioni ma vide subito che alcuni cassonetti erano stati rovesciati. Su uno in particolare c'era un avvallamento da testata di parecchi centimetri.
Scese dalla Honda e si guardò attorno, furente. Se prendeva Arai lo uccideva sul serio, era la volta buona.
Fece dei passi lì attorno e finalmente trovò quel verme dello Shikuda ma non poté scaricarsi i nervi, infatti era riverso in un'aiuola con un bozzo sulla fronte provocato dall'impatto col cassonetto e una rivolo di sangue alla bocca.
Ma allora dov'era Kaede?
Cominciò a chiamarlo, seriamente preoccupato, e quando sentì la sua debole voce quasi esultò.
Lo trovò appoggiato a un marciapiede, quasi sdraiato e con le braccia attorno allo stomaco.
- Kitsune!- il rossino lo raggiunse, inginocchiandosi preoccupatissimo - Ehi, ma che mi combini eh?-
- Perché sei qua?- alitò Rukawa stringendo i denti - Dovresti essere alla partita.-
- Ah, lascia perdere...- rise Hana, cominciando a guardargli la faccia, mani e gambe - Aveva ragione Mitchy, sono delle mezze tacche. Siamo sopra di sessanta punti...- e continuò a rigirarlo come un sacco, non trovando segni evidenti di lotta, restandone molto sorpreso. Forse si erano fatti furbi.
Il volpino si teneva lo stomaco. Sta a vedere che quel colosso gli aveva sfondato lo stomaco a pugni.
- Sta fermo, adesso ti porto dove potremo darti un'occhiata.- gli disse poi, attaccandosi al cellulare. Chiamò subito Raim che esplose di gioia e lacrime nello stesso tempo, abbracciando Sendoh e urlando tanto da farsi sentire perfino dal volpino. Le disse di avvisare tutti e di prepararsi che entro pochi minuti le avrebbe portato una volpe spelacchiata da rimettere in sesto.
Sistemato quello, si mise un braccio di Rukawa su una spalle e cercò di rimetterlo in piedi, strappandogli un gemito.
- Quel bastardo...adesso gli passo sopra con la moto.- sibilò Hana, sentendolo tanto sofferente.
- Lascia stare...voglio farlo io.-
- Mi spieghi per quale cazzo di motivo l'hai seguito?- ringhiò il rossino, facendolo sedere in sella - Ma sei scemo? Pesa cinquanta fottuti chili più di te, porca vacca! Avrebbe potuto farti in tanti pezzettini minuscoli!-
- Non rompere do'aho...- alitò Kaede che non ce la faceva proprio a sentirlo.
- Un corno kitsune! Solo io posso ridurti così! Dai, tieniti adesso...comunque ne riparliamo in infermeria, sia chiaro!- rognò il genio del basket, ficcandogli il suo casco sulla zucca - Non pensare di passarla liscia dopo questa bella puttanata!-
Di nuovo immerso nel traffico Hana guardava negli specchietti retrovisori per controllare Rukawa. Aveva gli occhi chiusi, la testa completamente appoggiata sulla sua spalla e le costole dovevano fargli un male terribile ma per pesare cinquanta chili di meno aveva ridotto quel bue di Arai in uno stato pietoso.
Comunque, anche se il colosso dello Shikuda non l'aveva preso davanti a casa, lo Shikuda era ormai a conoscenza del quartiere in cui abitava il volpino. Erano nei guai sul serio adesso.
Arrivati davanti al palazzetto dello sport proprio quando stava per finire la partita, Raim smise immediatamente di fare su e giù gettando via il mozzicone della sigaretta che stava fumando e li raggiunse terrorizzata a morte, vedendo il volpino adagiato tanto mollemente addosso ad Hana.
Con l'aiuto di Akira riuscirono a trascinarlo in infermeria senza dare troppo nell'occhio anche se si vedeva perfettamente che Rukawa faceva fatica a muovere anche solo leggermente schiena e braccia.
C'era Haruko ad aspettarli sulla porta dell'infermeria con le chiavi in mano e appena entrati si richiuse la porta alle spalle, inspirando.
- Piano...fate piano...- stava dicendo Raim, mentre Hana e Akira aiutavano Kaede a sedersi sulla branda.
- Insomma si può sapere cos'è successo?- chiese Sendoh - Rukawa chi è stato?-
- Un toro che ora passerà sei ore da un dentista.- rispose Sakuragi per lui - Arai dello Shikuda stava girando nel suo quartiere e anche se non l'ha preso davanti a casa, ora sanno vagamente dove abita. Questa stupida volpe l'ha seguito dopo che l'ha sfidato e s'è fatto sfondare le costole.-
- Non ho niente di rotto...- sibilò Rukawa - Non rompere!-
- E Arai?- chiese Haruko.
- Ho chiamato la polizia, si passerà la notte in cella.- ghignò il rossino - Adesso sistemiamo questa kitsune ammaccata.-
- La partita?- sbottò invece il numero 11.
- Stavamo vincendo 145 a 63. Dovrebbero aver finito ora.- bofonchiò Haruko mentre tirava fuori bende e creme lenitive, guardando l'orologio.
- Lascia perdere la partita imbecille!- sbottò Raim, afferrandogli il lembo della maglia e sollevandoglielo. Sgranò gli occhi, imprecando - Guarda qua che roba...accidenti a te! Poteva romperti davvero qualcosa lo sai?-
- Ahi!- sbottò il volpino mentre la sua rossa lo svestita in una situazione che non era quella che aveva sperato. Abbassò anche lui gli occhi e vide una seria di lividi sui fianchi e sulle ultime costole dal colore decisamente verdastro che si allargavano notevolmente. Hana intanto gli controllava la schiena con Sendoh e non era messo meglio.
- Io lo ammazzo quel bastardo.- ringhiò il Tensai.
- Più che altro dovrete imburrare Rukawa come un toast perché questi lividi vadano via entro la prossima settimana.- borbottò Akira pensoso - Non sono troppo gravi comunque. Devi averle schivate bene le botte.-
- Per tenere buono quello devi averlo fatto stancare.- borbottò anche Hana.
- E' bastato rompergli la testa contro un cassonetto.-
Raim gli scoccò un'occhiata dura ma tacque, mordendosi la lingua, mentre gli massaggiava il fianco destro con quanta più dolcezza avesse. Avrebbe voluto finire l'opera di Arai ma non le sembrava il momento, visto che di lavoro da fare sulla volpe ce n'era davvero parecchio. Hana e Sendoh gli stava mettendo dei cerotti con crema emolliente sulla schiena e lei gli fasciava i fianchi quando picchiarono sulla porta. Haruko aprì e Nanaka Tanaka mise il naso dentro, incuriosita.
- Però...Ayako aveva ragione!- cinguettò la biondina - Tutto bene volpacchiotto?-
Kaede fece una smorfia proprio quando Raim gli diede uno strattone.
- No.- borbottò stringendo i denti.
- Mamma mia...ma chi ti ha ridotto così eh?- continuò Nanaka, toccandolo qua e là senza riuscire a stare ferma, tutta sorridente - Immagino poi come sia ridotto il pazzo suicida che ti ha messo le mani addosso! Posso dare una mano?-
- Si, chiudi la bocca.- sbuffò Raim.
- Che hai Kirara? Sei di cattivo umore?-
- E da cosa lo deduci?- sibilò la rossa dando un altro strattone.
- Raim cazzo mi fai male!-
- Chiedimi se me ne frega qualcosa, volpacchiotto...- lo sfidò ironica.
- Vabbè...- la Tanaka sorrise giuliva - Non so che fare per aiutare... vuoi due coccole Rukawa?-
- No, grazie.- bofonchiò Kaede mentre quei bastardi di Hana e Akira se la ridevano come matti.
- Nanaka, vieni che ti presento qualcuno.- rise il Tensai indicandole il porcospino - Ecco, lui è Akira Sendoh, gioca nel Ryonan ed è un nostro amico. Aki, lei è Nanaka Tanaka, una ex amica di Mitchy. Gioca con la senpai Kanzaki e Raim.-
- Caspita ma le conosce tutte Hisa-chan!- rise Sendoh tutto allegro, stringendo la mano alla biondina - Piacere!-
- Piacere mio!- Nanaka era in visibilio - Tu sei quello con cui il mio Hisashi parla sempre al telefono vero?-
- Si può sapere che combinate tu e il teppista?- bofonchiò Hanamichi serio - Secondo me v'inventate qualcosa!-
- Ma va!- rise Akira - Te l'ho detto. Usciamo insieme e ci facciamo due risate.-
- Non è che il menage a trois la Kanzaki se la fa con loro due?- ringhiò Kaede a quel punto.
- Ancora con questa storia?- Nanaka scosse il capo - Dai volpacchiotto, in fondo la senpai è capacissima a difendere il tuo e il suo onore da quelle matte senza problemi e poi Kirara mica si arrabbia scusa!-
Calò un innaturale silenzio nell'infermeria e prima che tutto quanto esplodesse, Haruko prese il suo ragazzo, Sendoh e la biondina e riuscì a chiuderli fuori prima che la rossa li prendesse tutti per il collo e li strozzasse. Discretamente uscì anche la Babbuina qualche minuto dopo, lasciando a Raim le ultime fasciature.
Kaede capì perfettamente quanto fosse arrabbiata, glielo si leggeva in faccia ma cos'avrebbe potuto fare? Quando si era ritrovato Arai di fronte non aveva potuto certo fare il vigliacco e fuggire! Mai!
- Ho quasi finito.- gli disse Raim, gelida.
- Hn.-
La sentì ridere amaramente.
- Cosa c'è?-
- C'è che sei un idiota!- urlò allora la ragazza, esplodendo come una bomba - Hai rischiato di farti ammazzare neanche quasi tre mesi fa ed è come se non fosse mai successo!-
- Ma cosa potevo fare? M'è arrivato davanti accidenti.-
- Non me ne frega niente!- sbraitò la rossa inferocita - Poteva farti male sul serio stavolta!-
- Ma non me l'ha fatto.- sussurrò a bassa voce, mentre le vedeva gli occhi riempirsi di lacrime - Raim...- e alzò il braccio per stringerla ma lei si scostò, pulendosi la faccia con stizza.
- Vai al diavolo.- ringhiò a singhiozzi, con le spalle che tremavano - Accidenti a te Rukawa!-
Non la lasciò più allontanarsi. Le arrivò alle spalle e anche sentendo un forte dolore se la strinse addosso, accarezzandole piano i capelli mentre la sentiva piangere. Incassò anche i deboli pugni che lei gli dava sul torace, troppo felice di averla di nuovo vicino.
- Sei un idiota.-
Annuì, disposto a tutto pur di non farla smettere di parlare.
- Hai ragione.- e si chinò appena sul suo orecchio, baciandole i capelli - Ho detto una marea d'idiozie.-
A quella frase la sentì irrigidirsi, smettere di piangere ma come previsto non la lasciò andare.
- Non è il momento per parlarne.- sindacò la ragazza, pulendosi il viso con la manica della felpa.
- Lo troverai un momento per me?- le chiese a bassa voce.
Raim assunse un'aria contrita. Non voleva...e nello stesso tempo non desiderava altro che riprenderselo.
Stava per dire qualcosa con Haruko bussò alla porta, avvisandoli che stava arrivando la squadra e tutta la situazione si ruppe irrimediabilmente. Raim tornò sicura e pratica, aiutandolo a rivestirsi proprio quando arrivarono trafelati i ragazzi. Ci mancò poco che Rei e Nobu volassero addosso a Kaede per abbracciarlo con le lacrime agli occhi, preoccupatissimi, mentre i titolari scuotevano il capo a vedere come gli avevano conciato lo stomaco.
- Incosciente.- gli disse anche Akagi, quando vide i suoi lividi.
- Una settimana e passeranno.- lo assicurò sua sorella.
- In tempo per rompere le ossa a quei bastardi.- sibilò la kitsune.
- Non vorrai giocare venerdì prossimo!- sbottò Kogure - Rukawa ragiona! Guarda come ti ha ridotto quel tizio! Che...a proposito, dov'è?-
- In cella.- ghignò Hana - E poi credo andrà dal dentista. Ha perso la metà dei denti.-
- Ottima notizia.- rise Mitsui come da copione - Grande kitsune. Però c'è anche Anzai che ti deve parlare...e non credo che quello che avrà da dirti ti piacerà.-
Kaede per un attimo si sentì venire meno. Voleva buttarlo fuori dalla squadra?
Tremò al solo pensiero quando il vecchio Buddha del Basket gli arrivò sotto al naso, controllò la sua salute generale e ridendo come al solito, tranquillo e pacioso come sempre e mise fine alla sua serenità.
- Kaede, non puoi più tornare a casa tua.-
Fu peggio di una mazzata.
- Abbiamo fatto i turni!- cinguettò Ryota mettendogli sotto al naso un calendario - Visto che non puoi stare da solo perché non ti cureresti come si deve, abbiamo pensato di portarti a casa nostra! Dunque, stasera e domani ti tiene Hana, poi fili da Hisa, mercoledì sei da me, poi ti prende Kogure e infine dal Gorilla. Ok?-
No, no e poi no! Non ci pensava neanche!
- Aspetti un attimo coach, non può impedirmi di tornare a casa! Quelli non sanno qual è la mia casa ma conoscono solo il quartiere!-
- Si ma potrebbero ritrovarti di nuovo da solo.- sentenziò Anzai pacato - E visto che non intendo vederti di nuovo in ospedale attaccato a una flebo e i ragazzi non posso seguire i tuoi capricci, o vai a vivere dai tuoi zii o fino alla prossima partita starai a casa dei tuoi compagni. Prendere o lasciare.-
- E non tentare di suicidarti perché ti fregheremmo in tempo.- concluse quella sadica di Ayako - Cosa dici?-
- Adesso sviene.- li avvisò Nanaka in sottofondo, visto com'era pallido.
- Ok, chi tace acconsente!- cinguettò il Tensai dopo un mutismo tombale dell'interessato - Perfetto, me lo impacchetto e me lo porto a casa. Ah, senti kitsune! Mi dai il numero dei tuoi zii? Così li avverto che sarai fuori di casa per un po'...-
Non parlò più per tutta la sera. Non si capì bene se era troppo traumatizzato al pensiero di stare dai ragazzi o se era troppo incazzato ma a parte il suo pallore terreo non ebbe scatti violenti e non cercò di uccidere nessuno a scarpate, a parte di Anzai, quindi pensarono che si fosse rassegnato.
Quando Hana quella sera se lo portò a casa e lo lasciò alle cure di sua madre a cui il caro volpino non osò sottrarsi, cercò di chiamare gli zii del ghiacciolo ma gli rispose fortunatamente solo quel Kenjin, suo cugino.
Gli disse in due parole che Kaede non sarebbe stato a casa per qualche giorno e alle domande piuttosto intimidite del ragazzo, il rossino disse solo che dovevano studiare per un compito molto importante.


La stessa notte, in un Love Hotel un po' fuori mano, Harumi Mihazawa cambiava svogliatamente canale da una rete all'altra della televisione della stanza presa a ore, avvolta in un lenzuolo e a pancia in giù in un letto troppo soffice.
La sua noia era palpabile, anche con l'uomo che le carezzava debolmente la schiena con fare pigro e sensuale.
- Dì un po' professore...- sospirò la ragazza, scoccandogli una breve occhiata - Sei allo Shohoku già da qualche mese e ancora non sono usciti scandali...come mai?-
Hansen rise divertito, ributtandosi supino contro i cuscini - Harumi, sei più intelligente di quello che si dice.-
- Già...com'è che fra le tante sei venuto con una del quarto anno eh? Quelle del terzo sono più facili.- sorrise la bella mora, passandosi le dita fra i capelli per pettinarli - Non mi dirai che non ne hai trovata nessuna di tuo gusto.-
- Mi piacevi solo tu.- ghignò il biondo surfista.
- Fammi il favore.- la Mihazawa esibì un ghigno perfido - Credi che non abbia visto come sbavavi addosso alla mia amica Kanzaki? Comunque non era l'unica pare. Del terzo anno io conosco la Kotobuki.-
- Ah si...- Hansen sospirò, come pensando a un sogno sfumato - Kirara, certo.-
- Dovrebbe piacerti. È mezza americana.-
- Si ma non era disponibile.-
Harumi alzò un sopracciglio, confusa - Come sarebbe? Non ha più un ragazzo.-
- Bhè, non so quanto siate in confidenza ma quell'unica volta che ci ho provato mi è bastata. Quello è troppo alto anche per uno come me...sembrava pronto a colpirmi!-
- Alto?- la ragazza mollò il telecomando, fissandolo seria - Ma di cosa parli?-
- Il suo ragazzo, Rukawa. Lui mi ha detto che stanno insieme. È successo a ottobre.-
La ragazza tacque, tornando a posare gli occhi vacui sulla televisione...
- Bene bene...-


Nei giorni seguenti con la prima settimana di marzo, il compito importante e anche gravoso di prendersi cura della volpe infortunata si dimostrò più pesante e duro di quanto lo Shohoku avessero immaginato.
A tenere buono Kaede a letto, senza farlo muovere troppo e nel primo fine settimana Hana ci riuscì anche, legandolo al divano con l'aiuto di Mito ma lunedì mattina quando toccò a Mitsui tenerselo in custodia non ci fu verso di farlo stare a casa a giocare col computer.
Mitchy avrebbe voluto anche provare coi suoi "metodi alternativi" ma onde evitare di peggiorare la situazione dovette per forza acconsentire alle sue fisse e portarlo a scuola come Kaede s'era impuntato.
Kay che aveva dei giorni liberi aveva provato a fargli cambiare idea ma Rukawa aveva la testa dura come il cemento armato e non ne volle sapere di stare ancora a letto (miracolo!) anche perché se non si sforzava troppo le costole non gli facevano male, inoltre quella furbastra di Raim aveva spento il telefonino, pensando così di evitarlo ma stavolta sarebbe andato dritto alla fonte, fregandosene se non voleva stare ad ascoltarlo.
Così quel lunedì mattina la baby sitter di turno fu costretta a portarsi a scuola la kitsune al guinzaglio, scatenando così l'ira di Akagi che si trattenne dallo sfondare il cranio a Kaede e non ci fu neanche verso di fargli saltare gli allenamenti, appurato che non soffriva eccessivamente. Anzai e gli altri erano preoccupati a farlo giocare ma sembrava seriamente ostinato a disputare quella partitella e niente l'avrebbe dissuaso.
Gli allenamenti furono serratissimi e poi arrivò giovedì.
Akagi si era dovuto fermare in palestra con le matricole fino a tardi e così fu di nuovo Mitchy a prendersi in consegna il volpino. Quel giorno che sembrava normale come tanti altri, Hisashi prese la macchina e fece salire il carico per andare a prendere Junko, onde evitare così altri spiacevoli incidenti tipo risse o stragi con mitragliette.
Tutto tranquillo dunque, peccato che davanti al cancello, ancora prima di uscire dal garage, trovarono Nanaka a chiedere uno strappo.
Non stette zitta un attimo per tutto il tragitto, contribuendo così a svegliare la guardia che la mattina ci metteva un po' a carburare e davanti a casa della Kanzaki raccattarono una persona altrettanto assonnata.
- Avete intenzione di rinsaldare l'idea del menage a trois?- bofonchiò la schiacciatrice dello Shohoku, salendo nei sedili posteriori - Ehi, non mi va di fare a parole anche oggi con quelle cretine.-
- Ci ho già pensato io senpai!- cinguettò la Tanaka facendo esplodere l'emicrania a tutti - Puoi metterti in mezzo al cortile e farti il mio Hisa-chan dove vedranno tutti, così sarai a posto!-
- Ma neanche morta.- borbottò Junko schifata - Non siamo al circo sai?-
- Bhè...allora per discolparti, qualcuna potrebbe saltare addosso al volpacchiotto!-
- Neanche morto.- sibilò Kaede con lo stesso tono e con una smorfia schifata, appoggiato col gomito al finestrino.
- Rukawa, l'unica soluzione è quella scusa.- disse la biondina con aria da oca giuliva assolutamente falsa - La senpai non può mica fare dei corpo a corpo tutti i giorni.-
- Su questo sono d'accordo.- sentenziò Hisashi infilando la terza passato il semaforo - Piuttosto, vediamo di evitare grane fino a domani ok? Non voglio sentir volare una mosca fino al fischio d'inizio dell'amichevole.-
- Amichevole? La chiami così?- frecciò la Kanzaki ironica - Massacro è la parola più adatta.-
- Si, forse.-
- Perché l'hanno richiesta?-
- Vallo a sapere.- Mitsui infilò il quartiere dello Shohoku - Siamo d'accordo allora? Niente casini stamattina Jun, fammi questo santo favore. Piuttosto stammi incollata tutto il giorno.-
- Cosa? Ma per chi mi hai preso?- sbuffò la moretta.
- Volpacchiotto come vanno la schiena e la costole?- s'intromise intanto Nanaka - Tutto bene?-
- Hn.- bofonchiò Rukawa.
- Secondo me dovresti svagarti un po' sai?- mugugnò la biondina, appoggiandosi al suo sedile - Perché non vieni con me e Hisa-chan stasera? Usciamo col vostro amico fighissimo coi capelli a punta.-
- Oddio, mi ero scordata!- se ne uscì Junko.
- Cosa?- sbottò Hisashi seccato - No eh? Non ti azzardare a darmi il pacco e a lasciarmi con quei due perché mi uccido! Sabato sera quando te ne sei andata sono riusciti a farsi dare una trentina di numeri fra tutti quelli che passavano ed erano soli, compresi i travestiti. Abbiamo perfino rincontrato quella squillo della prigione e non c'è stato più verso di starsene in pace!-
- Sendoh è più frizzante del solito eh?- sorrise la Kanzaki - Ok, ok...vengo, tranquillo.-
- Grazie.- sbuffò, iniziando la manovra del parcheggio - Avanti scendere, ci siamo.-
Scesi dalla macchina vennero investiti da una sorta di bieco chiacchiericcio ma nessuno dei quattro parvi farci caso anche perché presto arrivarono le matricole e Rei sembrava in brodo di giuggiole.
Li portò tutti davanti al muro della palestra dove c'era l'ennesimo graffito dell'Oni.
-"Domani cederete il trono. 200."- lesse Nanaka stupita - Cosa vuol dire quel 200?-
- Punti di stacco.- la istruì la Kanzaki - Però...quest'Oni è molto di parte.-
- Duecento punti?- ghignava intanto Miyagi, arrivato con Ayako e Raim - Che assurdità.-
- Bhè, in effetti sono forti.- gli fece notare Kogure.
- Si ma non sono svegli.- ridacchiò Hana alle loro spalle, divertito - Si fanno scoprire troppo e poi fare tutto questo casino per un'amichevole mi denota nervosismo. A voi no?-
- E poi, sapete come si dice...- concluse Mitsui - Can che abbaia non morde!-
Peccato che quell'Oni non si facesse mai vedere. Mordere non mordeva ma come fece notare Akagi rompeva le palle a più non posso, il bastardello. E poi 200 punti! Che esagerazione!
- Avanti, filate in aula!- sbuffò il capitano - Ci rivediamo tutti per due precise in palestra. Daremo un'occhiata alle cassette di Aida e rivedremo gli schemi dello Shikuda utilizzati nelle ultime partite.-
- Che schemi?- borbottò Ryota mentre se ne andavano - L'ammazza e fuggi?-
- Mica male.- Mito se la rideva - E così dovrò prepararmi a saltare in campo eh?-
- Per sedare rissa?- rise Ayako depressa - Forse, ma spero vivamente di no anche se sono quasi sicura che questa amichevole sia un modo come un altro per romperci le palle e innervosirci di più.-
- Certo, come no...- ghignò anche Yohei - Fossi in voi però mi stringerei bene il sospensorio.-
- Ahah, molto divertente.- Hana lo mandò letteralmente a quel paese - Ci vediamo a pranzo.-
- Ok, a dopo gente.- e si separarono tutti, andando ognuno alla sua classe senza neanche la più vaga idea che quel giorno non ci sarebbe stato nessun allenamento e per una volta non a causa dello Shikuda.
Le lezioni furono lente e barbose, nell'ora di laboratorio di fisica Nanaka movimentò di parecchio la situazione facendo esplodere metà aula mentre alle ultime due ore di matematica il vice preside Yoshikawa trovò qualche altra diavoleria per alleggerirsi il fardello quotidiano e fece in modo di esasperare così tanto gli animi e all'una Hanamichi e Kaede avevano un altro appuntamento coi registri in presidenza.
- Mi piacerebbe sapere perché Mitchy non l'ha ucciso quando poteva!- sbraitò il rossino mentre la classe si svuotava per andarsene a casa - Anche tu Kit! Devi sempre guardarlo come se fosse uno scarafaggio?!-
- Se non altro non l'ho chiamato Testa da palla da bowling!- rimbrottò il volpino incazzoso - Se perdiamo gli allenamenti ti faccio stare qua fino a domani do'aho!- li ringhiò addosso.
- Dovreste farlo secco e basta il pelatino...- Nanaka scosse il capo, prendendosi il borsone e andando dritta alla porta - Ragazzi, io vado a pranzo con la senpai Kurata, deve farmi vedere come si aprono gli armadietti anche senza combinazione! Ci vediamo più tardi! Ah...quando torna Kirara ditele che sono già andata! Ciaoooo!-
Kirara? Vero, dov'era Raim?, si chiese Rukawa guardandosi attorno. Appena suonata la campanella qualcuno a cui non aveva prestato attenzione era venuta a chiamarla e se l'era portata via.
Uffa, che barba. Non riusciva più a beccarla in un momento in cui fosse sola!
Li stessi problemi li aveva anche Mitsui che salito in terrazza trovò solo la Kurata e l'Aizawa senza la sua ragazza.
Gli dissero che Junko non era ancora arrivata e sbuffando come un toro decise di tornare da Kogure, per mangiare con lui, Ryota e Ayako.
Più o meno mezz'ora più tardi, a trenta minuti dall'inizio degli allenamenti di tutti i club, Haruko stava camminando tranquilla nel cortile col bento fra le grinfie da portare ad Hana, visto che mangiava come un bufalo, quando trovò le sue due amiche decerebrate attaccate dietro un albero, con gli occhi tremolanti e piagnucolanti verso il magazzino degli attrezzi, poco lontano dalla palestra femminile.
Le raggiunse stranita.
- Ciao ragazze. Cosa fate?-
Quelle due sobbalzarono, trattenendo a stento un grido.
- Oddio...Haruko!- piagnucolò Fuji, aggrappandosi alla sua gonna - E' successo un casino! Mezz'ora...mezz'ora fa...ecco, mezz'ora fa la Kotobuki è entrata con la senpai Mihazawa nel magazzino! Dopo di loro sono entrate altre dieci tizie, fra cui quella stanga del quarto anno che è stata rimandata!-
Haruko ci mise un attimo a ricollegare tutto, poi sbiancò letteralmente e le cadde il bento di mano.
- Mezz'ora?- esplose l'Akagi - Ma siete impazzite?! Dovevate chiamare qualcuno!-
- Si! Si!- piagnucolò quella deficiente - Ma avevamo paura che uscissero!-
La sorella del Gorilla mancò poco le strozzasse, così le lasciò a controllare e corse come una disperata fuori dal cortile. Non sapeva dov'erano Hanamichi e Rukawa e tantomeno sapeva dove si era cacciato suo fratello ma doveva trovare qualcuno che potesse aiutarla e anche alla svelta. Stava per correre dall'altra parte della scuola, alla palestra dei ragazzi, quando vide uscire da una porte di servizio dello Shohoku niente meno che Junko.
Stava attaccata a una bottiglietta e quasi si strozzò con l'acqua quando la Piattola le arrivò addosso.
- Senpai Kanzaki!- sbraitò afferrandola per le spalle e scuotendola impazzita - Senpai devi aiutarmi!-
- Akagi...Akagi calmati!- Junko se la scollò di dosso, riprendendo fiato - Dio...ma ti sei bevuta il cervello?-
Haruko ignorò le sue parole, sempre più ansiosa - Senpai devi aiutare Raim! Delle mie amiche l'hanno vista entrare mezz'ora fa dentro il deposito degli attrezzi con la senpai Mihazawa! Aiutala per favore, fa qualcosa! Subito dopo hanno visto entrarci anche altre ragazze e non credo siano andate lì per parlare!-
Fu una fortuna se Junko non lasciò andare tutta la bottiglietta. Raim con la Mihazawa...
- Chiama Rukawa e gli altri. Muoviti!- urlò quasi, prima di scattare via come una scheggia e anche Haruko, dopo un istante di paura, si rimise a correre come una matta all'ingresso. Chiese di volata a dei compagni di Hana se l'avessero visto in giro, poi Noma le urlò dall'altra parte del corridoio che era finito nuovamente in presidenza.
Nei minuti che passarono nessuno seppe dire con esattezza cos'accadde in ordine ma chi rimase a guardia del deposito degli attrezzi non poté fare altro che scappare a gambe levate, dopo che una decina di studentesse fuggirono con gli occhi pesti e i vestiti laceri. A quel punto scapparono anche le due amiche di Haruko, visto come si stavano mettendo le cose e quando arrivarono gli altri era troppo tardi.
Il magazzino era vuoto.
Kaede si guardava attorno ansioso, proprio come Hisashi e gli altri.
Arrivò anche la Kurata e quando furono tutti presenti in quel deposito non videro altro che attrezzi rotti, accendini, pesi e mozziconi di sigaretta sparsi ovunque.
Tutto era stato buttato all'aria e c'erano delle gocce di sangue sporadiche, qua e là.
- Possibile che nessuno le abbia viste uscire?- sbottò la Kurata rabbiosa - Accidenti ma dove sono?-
- Adesso provo sul cellulare, calma.- le ordinò Mitsui ma sia il cellulare di Junko che quello di Raim squillarono a vuoto, quello della Kanzaki in particolare che Hana trovò gettato per terra, vicino alla porta insieme alla sua cartella.
- Merda...-
- D'accordo, dividiamoci e cerchiamole.- sbottò la Kurata - Non possono essere lontane! Guardate anche nel bagno delle ragazze se necessario!-
- Si, va bene.- annuirono e scattò una ricerca bestiale. Tutto lo Shohoku venne battuto a zona ma servì a ben poco anche perché dopo una serie interminabili di corse il capitano della squadra di pallavolo perse quella sua aria rassicurante e strabiliando Mitsui, Miyagi e gli altri che stavano con lei varcò la porta della classe di Junko e afferrò l'amica della Mihazawa, quella Yukino, per il collo e la sbatté al muro senza tante storie.
Le fece sputare il rospo in due secondi, lasciandole un altro occhio nero ma non prima di una minaccia tale che riuscì a preoccupare perfino un ragazzo con la dovuta esperienza alle spalle come Hisashi.
Bene, a quanto la stronza aveva detto, la Kanzaki era entrata e aveva fatto un massacro quando aveva visto Raim sommersa da dieci vigliacche tutte insieme.
Sentito quello Kaede dovette uscire per forza da quell'aula o avrebbe alzato le mani su delle donne e non era saggio, per quanto avesse voluto con tutto il cuore e se lo fossero anche meritato.
Sapeva che la Kanzaki aveva i suoi conti da sistemare e pregò per lei che avesse finito la sua parte una volta arrivato lui perché se avesse preso quella tizia fra le grinfie prima della fine della giornata non ne sarebbe uscita viva.
Fece per uscire da scuola, gli serviva dell'aria...gli serviva respirare.
Per un attimo rimase a capo chino, in mezzo al cortile del liceo con una strana sensazione in testa.
Possibile che quella matte arrivassero a tanto per...lui? Lui che neanche conoscevano?
Non le aveva mai degnate di uno sguardo, era sempre stato gelido e scostante, quasi cattivo nell'ignorarle.
Avrebbe dovuto fare le sue scuse alla senpai ma prima doveva trovare Raim. Stava per riattaccarsi al cellulare quando squillò prima che potesse aprirlo. Vide il numero della sua rossa e rispose subito, quasi investendola con rabbia.
- Ma si può sapere dove sei?- le urlò sgomento - Raim parla! Che diavolo t'è passato per la testa? Dove sei?-
Non ricevette risposta. Sentì solo un gemito e quel suono gli ghiacciò il sangue.
- Raim...- alitò tremando all'improvviso - Raim, dove sei?-
Gli arrivò un altro gemito, seguito poi da un singhiozzo appena percettibile e stavolta perse il lume della ragione.
Le era capitato qualcosa di grave.
- Raim dimmi dove sei!- la pregò allora, disperato.
La voce della sua rossa gli giunse spezzata, frammentata da gemiti, lacrime e singhiozzi straziati.
- La...la nostra palestra...- sussurrò Raim al telefono - Aiutami...-
Non stette a sentire altro e non chiamò nessuno, conscio che stavolta le ragazze non se l'erano cavata con qualche livido ma lei...no, non Raim. Non le aveva mai sentito quel tono, quella supplica nella voce.
Era spaventata. Terrorizzata.
Quando aprì la palestra femminile la trovò vuota ma sul pavimento c'erano segni di terriccio e delle piccole gocce di sangue. Le seguì col cuore in gola fin dentro agli spogliatoi e fu lì che la trovò.
Appoggiata a un armadietto, coperta di graffi, lividi e ferite...e una gamba ridotta in stato talmente pietoso che per un attimo e inconsciamente si ritrovò a pensare che non l'avrebbe più vista camminare.

 

 

 

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Capitolo 17
*** Il Rogo della Vanità ***


 

Questo, a casa mia, viene definito un trauma-capitolo. Voglio comunque ringraziare i nuovi recensori airis, scorpyon e Kayra. E anche i vecchi, siete tutti gentilissimi. Un grosso bacione anche a Claheaven. Leggete e cercate di non spararmi poi, grazie, perchè nel prossimo avrete finalmente il sangue che volete!

 

 

 

 

 

Le quattro di pomeriggio.
Due ore e nessuno gli aveva ancora detto niente.
Quell'attesa snervante lo uccideva...si sentiva quasi come tanto tempo prima, quando nessuno osava dirgli ancora che i suoi genitori erano morti, ma lui era riuscito a leggerlo negli occhi di tutti.
E ora nessuno gli stava dicendo niente di Raim.
Avrebbe voluto gridare e piangere, magari anche pestare i piedi come un bambino.
Se ne stava lì impalato in mezzo a quello stupido corridoio, fra gente che andava e veniva incurante degli altri, in quel posto asettico che sapeva di disinfettante e di pianti.
E Raim stava in una stanza lontana da lui, probabilmente attorniata da medici che si chiedevano cosa fosse successo a quella ragazza per ridurla in quello stato.
Sentì una presenza vicino ma non alzò neanche gli occhi, troppo perso nel suo dolore.
- Kaede?...Kaede?-
Una piccola mano gli sfiorò la spalla e si ritrasse debolmente, serrando i denti.
- Tesoro, i medici hanno finito di visitare Raim.-
Sentendosi chiamare di nuovo così si volse e mise finalmente a fuoco la madre del do'aho.
- Stai bene?-
La signora Kana gli passò le mani sulla faccia, sentendogli poi la fronte. Non aveva la febbre ma era addirittura troppo tiepido. Il riscaldamento in ospedale era alto e lui era arrivato al Seirin correndo come un matto sulla moto, portando con sé Kirara ridotta in quello stato.
Riuscì a trovare la forza per annuire, anche se avrebbe voluto buttarsi per terra e urlare.
Si, voleva sparire.
- Cosa sta lei?- alitò a bassa voce, mentre la madre di Hanamichi lo faceva sedere quasi a forza su una poltrona. Gli prese un caffè e solo dopo che l'ebbe bevuto gli disse tutta la situazione e dentro di lui scatenò proprio ciò che aveva temuto. Lo stesso dolore che aveva provato per i suoi, si stava insinuando di nuovo nella sua testa. Nel suo cuore.
- Ha riportato gravi lesioni alla gamba sinistra.- gli disse la signora Kana - Qualunque cosa l'abbia colpita le ha causato gravi danni. Non è stato toccato il menisco ma quel ginocchio dovrà restare assolutamente immobile per un mese. Inoltre ha una ferita profonda da lama sulla scapola...Kaede...ma chi è stato?-
Lui tacque, serrando i pugni.
Chi...era stato a farle una cosa del genere?
Se lo chiedeva anche lui. La sua Raim aveva tagli di coltello sulla schiena...
- Le abbiamo anche ingessato il braccio dove portava il tutore.- continuò la donna - L'osso non è rotto ma quelle micro fratture si sono triplicate e onde evitare altri guai abbiamo preferito ingessarle il polso. Per il resto ha abrasioni sull'addome, sulla schiena e dei graffi sul viso. In tutto ci vorranno più di quaranta giorni perché i lividi e le ferite possano guarire.-
Se non fosse stato seduto probabilmente le sue gambe non l'avrebbero retto.
Si lasciò andare la testa fra le mani, cercando di riprendere il controllo. Doveva cercare di calmarsi o avrebbe spaccato tutto. No, no non ce la faceva.
- Devo chiamare qualcuno?- sussurrò la signora Kana.
- Avete avvisato i genitori di Raim?- alitò.
- Si, suo padre è in viaggio. Fra qualche minuto arriverà la sua matrigna.-
Arrivò dopo un'ora. Kaede stava fuori dalla porta vetro della stanza di Raim.
Se ne stava lì, stesa in quel letto, pallida come un cadavere, incosciente.
Dormiva e si lamentava, avvolta in tutte quelle bende.
Sul volto un'espressione di dolore che portò Rukawa a pregare di non vedere mai più.
E poi i tacchi a spillo di quella donna orrenda ticchettarono fino a lui, che sollevò appena su di lei uno sguardo gelido. Alta, troppo bella per la sua età e troppo altera.
Coi suoi occhi crudi e arcigni fissò la sua figliastra, scoccando poi un'occhiata incurante al volpino.
- Non intendo occuparmi di lei.- sentenziò senza neanche presentarsi, stringendosi la sua borsa griffata sotto al braccio - Sei il suo ragazzo? Bene, te la lascio. Non ho tempo da perdere con quella palla al piede.-
Lui di certo non si aspettato preamboli ma tanta indifferenza gli fece ribollire il sangue.
Ma cosa si aspettava? Niente. In fondo non si era aspettato proprio niente.
- Dov'è suo padre?- sibilò alzando la voce appena percettibilmente.
- Via per lavoro. Torna fra quattro giorni.- replicò quella acidamente - E mi deve portare in viaggio con lui, quindi gradirei non subire intromissioni per questa ridicola faccenda.-
Ridicola?
Kaede riportò gli occhi bluastri su Raim, senza sentire più nulla.
Non c'era un essere umano al suo fianco. Quella donna era già diventata polvere.
- Se ne vada.-
La madre di Soichiro Shoji arricciò il naso, sprezzante.
- Se non altro ne ha trovato uno che dimostra di avere la lingua.- ribatté sarcastica, dandogli le spalle - Spero che tu sappia usarla bene ragazzo mio.-
Si girò furibondo con la seria intenzione di attaccarla al muro ma la madre di Hanamichi riapparve in corridoio e dovette di nuovo contenere tutta la sua rabbia. Lasciò che quella serpe strisciasse via, poi il buio lo riavvolse.
Raim. C'era solo Raim.
Non riusciva più a staccarsi da quella porta.
- Kaede...ho parlato col padre di Kirara. È terrorizzato, sembra che voglia mollare tutto e tornare seduta stante.- gli disse la signora Kana con sguardo triste - Le condizioni della tua amica ora sono stabili. In teoria potrebbe andarsene appena si sveglia ma deve essere seguita giorno e notte.-
- Lei abita da sola.- sussurrò il volpino, come in trans.
- Lo so.- annuì la donna - Ma cercheremo di trovare una soluzione.-
Si, lui l'aveva già trovata la soluzione al problema.
Guardò la madre di Hana, poi di nuovo Raim...infine si avviò alla porta d'ingresso.
Doveva tornare a scuola. Prima che la sua rossa avesse riaperto gli occhi, c'era una cosa che andava ancora sistemata.

Allo Shohoku in pochi giravano ancora nei corridoi interni e regnava un silenzio quasi innaturale.
La squadra di pallavolo era raccolta al secondo piano, poco lontano dai bagni femminili.
Con la Kurata, Nanaka e le altre c'erano Mitsui e Hanamichi.
Gli altri erano disperatamente attaccati al telefono, per sapere di Raim.
Quando Rukawa tornò a bordo della moto, tutti si precipitarono alle finestre e quando li raggiunse al loro piano lo sommersero di domande, per poi zittirsi.
Quello sguardo fece capire a più di una persona che non voleva sentire un fiato.
Solo Hana si azzardò a chiedergli come stava Raim.
- E' in ospedale.- sibilò il moro - Non guarirà prima di quaranta giorni.- e quello fu tutto quello che disse. Passò davanti alla Kurata, osservando la porta del bagno.
Capì che la responsabile di tutto era là dentro.
- Junko è lì.- gli sussurrò Ayako, seduta a terra con Miyagi e gli altri.
- Aspetta prima di entrare, è un consiglio.- mormorò anche la Kurata.
- Cos'è successo alle altre che erano con la Mihazawa?-
Quella domanda non era da lui ma Hana fissò Rukawa a lungo, per poi capire che non sarebbe servito a niente questa volta cercare di fermarlo.
- La Kanzaki ne ha mandate cinque all'ospedale.- lo informò serio - Tre se la sono filata, due sono in infermeria.-
- E la Mihazawa è dentro con Junko.- finì Mitsui che non riusciva a scollare gli occhi da quella porta, come se scrutandola potesse capire come stesse la sua ragazza.
Kaede non attese oltre.
Andò dritto alla porta, sentendosi addosso gli occhi di tutti, specialmente quelli di Hana e Akagi.
Avevano paura facesse un casino. Bene, erano saggi.
Spinse delicatamente quello stipite ed entrò nel bagno, guardandosi appena attorno.
Spostando lo sguardo alla sua sinistra, trovò Junko Kanzaki appoggiata al muro con tutto il corpo.
Anche lei lo guardò senza però vederlo realmente...
La gonna tagliata e macchiata di sangue come la giacca della divisa, un taglio sulla fronte, le nocche escoriate, dei graffi sul collo, un labbro spaccato.
Ma ora sembrava libera. Libera da un demone.
La ragazza distolse subito il viso da lui, riportandolo dritto davanti a sé.
Harumi Mihazawa era inginocchiata in mezzo al bagno, fra le varie porte, col capo chino da cui la volpe vide cadere alcune gocce di sangue. Non si reggeva in piedi.
- Hai finito?- chiese quasi retoricamente alla Kanzaki.
Junko tacque a lungo, continuando a fissare quella che un tempo aveva considerato quasi una sorella.
Anche la Mihazawa sollevò il volto coperto di lividi...e con occhi vitrei, quasi irriconoscibili, vide Junko Kanzaki darle definitivamente le spalle. Riabbassò la testa, sogghignando istericamente per non vederla andar via.
- Si, qua ho finito.- Junko andò alla porta, poggiando la mano arrossata sulla maniglia - Sta attento.- e dopo di che uscì.
Silenzio.
L'unico suono erano i gemiti frammentati della studentessa del quarto anno, ancora inginocchiata a terra.
Rukawa la guardava...e non vedeva altro che qualcosa di totalmente estraneo alla sua vita.
Eppure lei e altre erano riuscite a porre un controllo sulla sua libertà.
Avanzò lento, fermandosi davanti a lei con le mani in tasca.
- Guardami.-
Harumi Mihazawa sogghignò ancora, cominciando a ridere a bassa voce coi lunghi capelli che le ricadevano addosso.
- Guardami.-
Stavolta l'ordine riecheggiò come un sibilo e la ragazza sollevò il viso, ipnotizzata.
Kaede si era abbassato, inginocchiandosi per arrivare alla sua altezza.
Più la scrutava e più non capiva. Ma non gl'interessava farlo.
Quella ragazza sembrava solo un giocattolo rotto...senz'anima, senza vita.
- Avvisa chi devi.- scandì roco, molto lentamente, quasi per trattenere quella bestia che stava lottando per uscire dalle stesse catene che si era imposto - Perché se accadrà una seconda volta una cosa simile, tu sarai la prima che verrò a cercare e non mi chiederò se sei o meno colpevole. Se accadrà una seconda volta tu hai finito di vivere.-
La Mihazawa non rispose.
La situazione era surreale.
Lei quasi priva di vita, lui a minacciare seriamente di morte qualcuno che non aveva mai neanche notato.
Rukawa si rialzò, già lontano mille miglia.
Voleva tornare da Raim.
- Ricordatelo.- le ridisse, arrivato alla porta - Se succede ancora qualcosa a Kirara, tu sei finita.-
La porta sbatté alle sue spalle e tornò il silenzio.

Negli spogliatoi della palestra, Junko Kanzaki si pulì il sangue dalla bocca e si bagnò il viso, nascondendo una smorfia leggera dopo essersi toccata lo zigomo.
Senza alzare gli occhi sullo specchio, dove si rifletteva l'immagine di Naomi Kurata e di Mitsui, si guardò la mano destra. Il dito indice si era ingrossato, rosso e gonfio.
- Si è insaccato.- sibilò a bassa voce.
- E' un problema?- le chiese il suo capitano.
- No.- rispose vacua - Schiaccerò con la sinistra.-
Naomi non intendeva quello ma sorrise mestamente, abbassando la testa.
Ce l'aveva fatta finalmente. Ora se la guardava non le vedeva più quell'ombra negli occhi.
Non c'era più quell'aria cupa e triste al tempo stesso che l'abbracciava.
- Vado a chiedere di Raim.- aggiunse allora, riprendendosi - Vi lascio da soli.-
Quando lo furono davvero, Junko si appoggiò di peso al lavandino cercando di controllare la situazione in generale. Le facevano male le costole e la schiena ma nel complesso non avrebbe potuto lamentarsi.
Non si era mai sentita tanto leggera.
Quel peso...quel peso finalmente era sparito. E non era stato per la regolazione dei conti con la violenza.
Ma per quell'aria totalmente vuota della sua avversaria.
Vuota e senz'anima. Quasi inumana.
Un fazzoletto inzuppato arrivò a tamponarle il sangue che le sgorgava dal labbro inferiore e Hisashi cercò di essere più delicato possibile. Era finita finalmente. Quasi non ci credeva.
- Junko...-
Lei puntò gli occhi dritti nei suoi.
- Non ti azzardare mai più a farmi preoccupare in questo modo.-
La guardia le passò una mano alla vita, tirandola contro di lui.
- E non ti azzardare mai più a farmi una cosa simile.- concluse, serio come mai lo era stato.
Quando l'aveva vista uscire da quel bagno si era sentito gelare...e lei l'aveva sorpassato, evitando la sua presenza. Sapeva che non l'aveva fatto per ignorarlo, sapeva quanto era orgogliosa, sapeva che sarebbe morta piuttosto che farsi vedere debole in sua presenza ma lui questo non poteva più accettarlo.
E lei l'aveva capito solo leggendoglielo in volto.
Ora poteva promettergli quello che voleva, ora poteva permettersi di farlo.
Si lasciò andare contro di lui, appoggiando la fronte al suo mento e stringendogli forte le mani sulla giacca.
Avrebbe avuto voglia di sfogarsi ma ancora non se la sentiva anche se non si era mai sentita tanto vicina a lui.
Hisashi le prese la mano destra, osservandole le dita e le nocche.
Possibile che fosse andato a mettersi insieme proprio all'unica donna che poteva farlo sentire tanto indifeso?
- Hisa...-
Lui rimase con il viso affondato nei suoi capelli, stringendola più forte.
- Si?-
Junko deglutì varie volte, prima di ritrovare il fiato.
- Credo...credo di amarti.-

- Per favore...-
La voce di Hanamichi per una volta non era venata di rabbia rivolta a quella particolare persona ma solo di una pacata preoccupazione.
- Per favore Kit, calmati...- Hana lo seguiva a passo lento verso i parcheggi - Dove vai adesso?-
- In ospedale.- ringhiò Rukawa fra i denti, saltando sulla Honda e ficcandosi il casco sulla testa - Poi torno a casa. E non dirmi che non è colpa mia perché ti rompo i denti!-
Il rossino stranamente all'insulto non fece una piega, cacciandosi le mani in tasca.
Anche la volpe lo guardò e sbollì immediatamente.
Staccò le mani dalla frizione, cercando di recuperare il controllo ma come già prima all'ospedale proprio non ci riusciva. Non sapeva, non avrebbe mai potuto immaginare che Raim fosse finita in una rissa per colpa sua.
E ricordava il giorno in cui le aveva detto che lei, entrando nella sua vita, gli aveva portato via la sua pace.
Era vero. Se non l'avesse mai conosciuta, se non fosse mai entrato in contatto con lei, lui ora sarebbe stato quello di sempre, concentrato sul suo unico amore che era il basket, senza problemi, senza un solo guaio al mondo.
Concentrato su se stesso, Kaede e basta.
Ma non poteva cambiare le cose. Quella responsabilità voleva prendersela, nonostante odiasse il solo pensiero che la sua vita ormai stava cambiando. Stava per voltare pagina. Odiava quel pensiero e insieme uno strano senso di eccitazione lo pervadeva.
La rabbia lentamente scemava, ululava di meno.
C'era solo Raim ora. Doveva pensare a lei quella notte.
Il resto avrebbe aspettato.
- Se hai bisogno chiama.- gli disse Hanamichi, allontanandosi di qualche passo - E non fare stronzate prima di domani sera capito? In campo sarai inutile ma non è giusto che mi togli il divertimento.-
Rukawa nascose un ghigno infilandosi il casco.
- Torna ad allenarti mezza sega.-
- Altrettanto, impotente.- rise il rossino - E chiamami appena ti diranno qualcosa di più su Raim. Io e i ragazzi passiamo questa sera prima di cena.-
Due minuti più tardi il volpino correva di nuovo per le strade di Kanagawa, diretto al Seirin ma giunto in ospedale verso le sei ebbe una brutta sorpresa. Trovò la camera di Raim vuota e con un brutto presentimento corse verso gli uffici dei due primari del pronto soccorso. La signora Kana stava parlando con un suo collega e quando lo vide scattò subito in piedi, evidentemente sapendo che prima o poi sarebbe tornato.
- Si può sapere dov'è finita?- sbottò il numero 11 dello Shohoku senza preamboli.
- Kaede calmati.- la donna scoccò un'occhiataccia alle infermiere che si voltavano a guardarli, intimando loro di pensare alle loro grane, per poi tornare a Rukawa - Kirara si è svegliata quasi subito, dopo che te ne sei andata. Ha avuto una specie di crisi e ha chiamato suo padre perché voleva assolutamente andarsene da qui. Ho cercato di dissuaderlo a darle il permesso ma lei ha continuato a urlare e alla fine è tornata quella donna...la sua matrigna, che le ha firmato l'uscita e l'ha riportata a casa sua.-
- Quindi ora è sola?!- era sconvolto - E' sola a casa?-
- No, c'è una sua vicina con lei anche se non so cosa possa fare.- gli spiegò la madre del do'aho - Ha bisogno di immobilità e di essere seguita costantemente, di qualcuno che le cambi le medicazioni e che controlli un'eventuale febbre da infezione. Il suo fisico è molto debilitato, avrebbe dovuto pensarci due volte prima quell'essere odioso prima di firmarle il permesso di uscita ma non ha voluto darmi retta.-
Si fissarono un attimo e alla madre di Hana bastò un secondo per capire cos'aveva in mente.
Fortunatamente non gli fece domande imbarazzanti ma lo trascinò di nuovo nel suo studio, gli scrisse una ricetta con una mezza dozzina di medicine e integratori e lo lasciò andare.
Ora aveva fretta, molto fretta. Pensando che la vicina sarebbe rimasta almeno fin dopo cena, Rukawa corse con un pazzo per due farmacie, poi tornò a casa che erano ormai quasi le otto passate. Mandò giù qualcosa riuscendo quasi a non strozzarsi e mentre saliva di sopra iniziò a squillargli anche il cellulare.
In quel delirio, parlando con un'Ayako disperata perché Raim non era in ospedale, Kaede riuscì a tirare fuori un borsone e a ficcarci dentro un po' di vestiti e la sua divisa per la partita, tutto questo svestendosi anche per fare una doccia. Sotto l'acqua il telefono di casa gli squillò una ventina di volte e rispose solo quando uscì dal box tutto bagnato come un pulcino e con l'incazzatura alle stelle.
Chi era? Suo cugino Kenjin.
Lo mandò al diavolo senza neanche farlo parlare, poi tornò ad asciugarsi velocemente e a imprecare contro Raim e la sua testardaggine. L'avrebbe uccisa quella stupida ragazzina! Dopo che l'aveva fatto morire di paura, che gli aveva fatto minacciare di morte una perfetta sconosciuta e che gli aveva scatenato una sorta di tempesta ormonale, si permetteva anche di andarsene dall'ospedale in quelle condizioni!
Stavolta lo sentiva davvero. Ma non si sarebbe fatto mandare via. Sarebbe andato da lei...e poi ci avrebbe pensato.
Non era particolarmente sicuro di ciò che stava facendo, anzi...non si era mai sentito tanto in bilico in vita sua ma era talmente in trans al solo pensiero della sua rossa che praticamente uscì di casa lasciando una luce accesa. Non se ne accorse e uscì dal retro, ripescando la Honda e chiudendo il garage.
Andando via per una strada secondaria non ebbe modo di guardarsi attorno...e neanche chi voleva braccarlo perché grazie a quella luce rimasta accesa, quella notte Kaede Rukawa si salvò forse la vita.
Attraversando di nuovo mezza città non vedeva quasi i semafori, i segnali stradali.
Pensava solo ad arrivare alla spiaggia.
Pensava solo ad arrivare da lei.

Unghie quadrate, alcune spezzate, tamburellavano lentamente sul bianco bancone di una cucina.
Dalla finestra aperta entrava un'aria troppo fredda ma Raim non sentiva, non vedeva.
Giocava con le unghie, ticchettando sul tavolo, mentre con braccio era stata su di esso, il capo sulla spalla.
E gli occhi, incredibilmente lontani e senza vita.
Non ricordava più neanche cos'aveva provato prima che subentrasse tutto quel dolore fisico.
Sapeva solo che l'orologio aveva battuto le dieci, che fuori c'erano le stelle...e che il suo ginocchio era viola, coperto di tagli e abrasioni. Sapeva che sulla sua schiena erano stati messi dei punti.
Sapeva che non muoveva bene le dita che suonava quasi sul tavolo, perché le avevano ingessato il polso.
Ricordava delle grida in ospedale, ricordava quell'odore orribile di disinfettante...
E se lo sentiva ancora addosso...
Sentiva un forte dolore al collo, al viso...alle costole, allo stomaco.
Non c'era una parte di lei non che la stesse divorando lentamente.
"Ma brava...e così state insieme eh?"
Rise, anche se non piegò le labbra. Risentiva ancora quella domanda...ridicola, così ridicola.
Kaede Rukawa...lui, insieme a lei.
Ghignò ancora, con gli occhi che s'inumidivano.
Si, si!, avrebbe voluto gridare. Avrebbe voluto rispondere a quei colpi con quella consapevolezza almeno. Invece dopo che le era stata imposta quella domanda, non era quasi riuscita a muovere più un muscolo.
Lui.
Tutto di lui le era tornato in mente.
Aveva rivisto i suoi occhi blu, cupi e sempre così lontani a guardare un qualcosa che gli altri non potevano vedere.
Freddi, distanti, quasi indifferenti. Occhi chiusi dentro una gabbia che non lasciavano trasparire niente.
I suoi capelli, così neri. Le sue mani...bianche e tiepide, eppure forti.
Aveva ricordato la sua stretta, quella notte al campetto sotto i lampioni.
Aveva ricordato com'era stato svegliarsi abbracciata a lui.
Il sapere dei suoi baci, delle sue carezze. Il desiderio e la voglia di fare l'amore.
"Lui non è tuo!"
Era vero. Lui non apparteneva a nessuno.
Lui che amava solo il suo silenzio e il basket, lui che si animava solo giocando, solo correndo, dimostrando di essere il migliore, spazzando via uno per uno quelli che si mettevano sulla sua strada.
Lui, che non guardava oltre chi gli si piantava davanti.
Lui, che prendeva in considerazione solo chi lo provocava.
Lui che l'aveva allontanata.
"Lui non è tuo!"
Si, era vero.
All'improvviso una lacrima le rigò una guancia.
Quel pomeriggio Kaede era arrivato a prenderla, nascosta in palestra.
Non sapeva perché...ma non ricordava più ciò che le aveva detto. A malapena sapeva che era stato lui a portarla all'ospedale, rischiando di uccidersi con la moto.
Quegli occhi...erano sgranati. Era riuscita a farlo preoccupare.
Incredibile.
"Lui non è tuo!"
No, non lo era. Perché lui sarebbe sempre appartenuto solo a se stesso.
Non sarebbe mai stato suo, né di nessun'altra.
Girò il bicchiere su un fianco, cominciando a giocarci in modo energico, dondolandolo.
Tutto a pezzi...tutto era andato a pezzi.
Il bicchiere le scivolò, rotolando dritto fino al bordo del bancone. Cadde. Andò in frantumi.
Il suono cantilenante delle schegge sparse ovunque la fece rannicchiare ancora di più su se stessa.
Intanto, la porta di casa si aprì proprio in quel momento.
Raim neanche si voltò a vedere, pensando alla vicina, ma quando i passi si fecero più nitidi capì che non erano di una donna. Li conosceva quei passi e conosceva quel particolare rumore.
La suola di gomma delle scarpe da ginnastica sfregava contro il parquet di legno.
Eikichi Takeru entrò tranquillamente nel corridoio, avendo trovato la porta aperta.
Raggiunse il salotto ma trovò solo la televisione accesa. Fece il giro e la trovò in cucina.
Ci mise un attimo prima di accorgersi delle sue condizioni.
La vedeva solo appoggiata sul braccio, distesa sul bancone...e un bicchiere a terra fatto a pezzi.
Vide il suo gesso, i suoi mille lividi, i tagli, quel ginocchio...
Takeru ficcò le mani in tasca, appoggiandosi alla parete.
Schioccò leggermente la lingua, corrucciando anche la fronte.
- Cos'è successo?-
Raim rimase immobile, estranea.
- Hai fatto a botte contro uno squadrone di yankee Kirara?-
La rossa continuò a stare ferma e lui non se la prese.
Abbassò il capo con un ghigno, poggiando il piede contro il muro.
- Quel ginocchio è ridotto male. Entro quanto guarirai?-
Di nuovo non ottenne da lei nessuna reazione, così senza perdere la calma la raggiunse, s'inginocchiò a terra e cominciò a raccogliere le schegge del bicchiere rotto, buttandole tutte nella spazzatura.
- Cosa sei venuto a fare?-
Takeru sorrise, chiudendo appena le finestre.
- Per parlare e non solo quello. Ma a quanto pare non sei nelle condizioni per sostenere una discussione con me.-
Raim roteò finalmente le pupille immobili su di lui.
Lo fissò solo per un istante, per tornare a ignorarlo.
- Vattene Eikichi. Non abbiamo più niente da dirci.-
- No? Secondo me abbiamo parecchio di cui parlare.- rispose il playmaker dello Shikuda, appoggiandosi coi fianchi al mobile della cucina, per vederla seduta di schiena contro il bancone - A cominciare da ciò che è successo mesi fa.-
- Cosa vuoi farmi? Le tue scuse?- ironizzò la rossa, ghignando amaramente - Non farmi ridere.-
- Non era quello che volevo farti del male.-
- No, volevi solo spaccare il ginocchio a Rukawa.- sibilò allora, mettendosi faticosamente dritta con la schiena, gemendo a più non posso - E Soichiro...ha ridotto Mitsui in uno stato pietoso...- lo trapassò con un'occhiata di fuoco e sprezzo - Voi siete pazzi...siete pazzi!- ringhiò - Ciò che vi è successo dopo ve lo siete meritato! Hanamichi ci è andato ancora leggero!-
- E il tuo amichetto?- Takeru rise con altrettanta arroganza - Rukawa era bello incazzato...-
- Gli hai quasi cavato un occhio...- Raim faticava a contenere la rabbia e la fatica che questo comportava, viste le sue condizioni - Domani sera avete anche l'amichevole...Eikichi, che hai in mente? Non ti azzardare a fare del male ai ragazzi!-
- Mitsui ha spaccato la mandibola a Soichiro, lo sapevi?- le chiese Takeru, pacato.
- Devo dispiacermi?- rispose serafica, soffrendo come un cane, visto che anche stare seduta la uccideva.
- C'è andato un mese e mezzo prima che si riprendesse. Inoltre Rukawa e Sakuragi mi hanno fatto incazzare.-
- Continuo a non capire dove vuoi arrivare.-
- Kirara...- il giocatore sogghignò - Ormai è una questione personale con quelli.-
- Solo perché sono gli unici che non vogliono abbassare la testa davanti ai vostri pugni?- sibilò - Sei impazzito per caso? Eikichi vuoi finire di nuovo nei guai? Avete di nuovo anche minacciato Kinoshita, vero?-
- E che ci va...- ridacchiò il ragazzo, passandosi una mano fra i capelli - Quello va a puttane ogni notte e il comportamento che la lega sportiva prevede non è proprio questo per un arbitro. Abbiamo le foto in mano, quindi può aiutarci ad arrivare prima dove vogliamo.-
- Si, la galera.- ringhiò la padrona di casa - Non ve la caverete bene stavolta, credimi.-
- Invece domani sono sicuro che mi divertirò.- rise il playmaker, facendo il giro del bancone per guardarla finalmente in faccia - Ma non sono qua per parlare di quel branco di bastardi, Kirara.-
- Smettila di chiamarmi così.-
Takeru sorrise sinistro, passando gli occhi sul suo volto arrossato in più punti.
Allungò una mano, sfiorandogli una guancia. Lì si fermò, anche se si avvicinava sempre di più.
- Non toccarmi.-
- Lo sto già facendo.-
- Eikichi...- Raim si staccò bruscamente, emettendo un lamento per il colpo alla schiena dato dalla sedia - Vattene, lasciami sola! Non lo vedi? Eh? Vatti a divertire altrove, ne troverai di cretine che vogliono commettere un madornale errore venendo a letto con te!-
- Tu no però, vero?- insinuò malizioso, sempre più vicino - Non mi hanno mai detto no.-
- Non sarò la prima e neanche l'ultima.- replicò distrutta - Vattene, non lo capisci che non serve a niente? Dovrò restare immobile per quasi due mesi, sono ridotta in maniera pietosa e non posso pensare di farmi neanche sfiorare da te, chiaro?-
- E già.- lui incassò tranquillo - Prima Sota...e adesso chi? Fammi indovinare...Rukawa!-
Di nuovo. Raim si appoggiò al gomito sano, cominciando a scuotere il capo.
Le forze le venivano meno, aveva la nausea, la schiena le faceva un male atroce e doveva prendere degli antidolorifici. Credeva anche di avere la febbre.
- Allora?- la incalzò Takeru, facendosi collerico - Ti scopi quel bastardo o no?-
- No.-
- Non dirmi balle!- urlò il playmaker ma poi tacque di botto, quando Raim con uno scatto durissimo rovesciò a terra tutto ciò che c'era sulla tavola. Un piatto e altri due bicchieri andarono in pezzi, giornali sparsi, un cellulare si aprì in due, il telefono di casa cominciò a mandare il segnale di occupato...
La rossa rialzò piano il viso, fissandolo con gli occhi verdi contratti.
"Lui non è tuo!"
Risentiva quella frase nella testa...la risentiva come una dannata cantilena.
Lo stava trapassando con quella sua occhiata colma di odio e Takeru istintivamente la lasciò andare, mentre lei si metteva in piedi, aggrappandosi con tutte le sue forze al tavolo. Sapeva che avrebbe ceduto, che quell'unica gamba non l'avrebbe retta ma non le importava.
- Kirara...- il giocatore la osservava traballare, così allungò le braccia per sorreggerla ma lei si fece di nuovo istintivamente indietro...e stavolta cadde. Crollò seduta a terra, picchiando la schiena contro il mobile della cucina e cacciò un grido terribile, col ginocchio malandato piegato contro il petto.
Digrignava i denti così forte che forse se li sarebbe spezzati...intanto sulla schiena uno dei tagli cominciò di nuovo a sanguinare sotto le fasciature.
E cominciò a tremare, a tremare così forte che tutto di oscurò per un attimo.
Un attimo in cui non riuscì a sentire gli altri passi che stavano invadendo casa sua. Poi la sua voce...la sua voce le ferì l'orecchio. E pianse, pianse silenziosamente.
Rukawa aveva varcato la cucina con la sua falcata sprezzante e prima ancora che Takeru l'avesse sentito arrivare, era stato afferrato per la nuca e sbattuto contro al muro. Picchiò forte il cranio, vedendo la stanza di mille colori mentre il volpino si guardava appena brevemente attorno. Vide Raim in quelle condizioni...poi tornò a stringere le mani addosso a quel verme.
- Ci rivediamo.- fece Takeru con voce soave - Salve eroe...come va l'occhio eh?-
Gli arrivò una violenta ginocchiata nello stomaco che però non gli fece perdere il ghigno.
Lì schiacciato contro alla parete aveva una voglia tale di massacrarlo che Rukawa temeva di esplodere.
Quel giorno era la seconda volta che provava il desiderio di far davvero del male a qualcuno.
E voleva farlo a pezzi quel bastardo, voleva massacrarlo.
- Non avvicinarti più a lei.- gli sibilò a un dito dalla bocca - Sono stato chiaro?-
- Vaffanculo Rukawa!- rispose l'altro ma si prese un altro pugno nello stomaco. Gli si mozzò il fiato, poi Kaede lo risbatté al muro, trattenendolo per il bavero - Mi hai sentito? Non osare più avvicinarti a lei!-
Takeru stavolta ridacchiò, afferrandogli il polso - Però...quanto siamo dispotici...mi spiace rovinarti la serata bello ma stasera niente scopata. Ammesso che tu riesca a far qualcosa.-
Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Kaede l'afferrò per la testa e gliela fece sbattere di nuovo con forza contro il muro. Una, due, tre volte.
Poi, di colpo, accadde qualcosa in lui.
Raim gli stava alle spalle...e non diceva niente. Non lo sentiva neanche.
Lo lasciò andare immediatamente, Takeru allibito da quella sua arrendevolezza.
- Ci vediamo domani.- gli disse Rukawa a bassa voce - Vedi di non mancare.-
Il capitano della Shikuda assottigliò gli occhi, pulendosi del sangue dalla bocca.
- Domani vi seghiamo le gambe campioni nazionali.- ringhiò il suo avversario minaccioso - Non ce la farete più ad andare avanti, credimi bastardo.-
- Lo vedremo. E adesso fuori.- ordinò di nuovo il volpino, sempre più gelido.
Sapendo di tirare la corda e sapendo anche riconoscere quando sfidare uno che difende la sua donna, Takeru gli scoccò un'ultima occhiata di compatimento e se ne andò. Richiusa a chiave la porta alle sue spalle, Rukawa tornò in cucina e la trovò esattamente dove l'aveva lasciata.
Con la schiena poggiata ad un mobile, le spalle curve, il capo chino coi crini rossi che le coprivano gli occhi.
Non sapeva cosa fare, era in panico ma non poteva permettersi indecisioni, così scavalcò il massacro sul pavimento, fra cocci e altro ancora, e le s'inginocchiò davanti.
Dalla felpa aperta vedeva delle bende spuntarle da una canottiera nera.
Tagli, così tanti tagli...e tutti di quei lividi. Le guardò di nuovo il ginocchio, provando una rabbia e un dolore immensi.
- Va via.-
Kaede rialzò il viso su di lei.
- Va via.- ripeté di nuovo Raim a bassa voce - Vattene, lasciami sola.-
- Non puoi stare da sola.- mormorò, senza smettere di guardarla.
- Vattene.- ribatté la rossa di nuovo, senza alzare i toni.
- No.-
- Rukawa...non ti voglio vedere. Non voglio sentirti.-
Lo odiava. Ormai Kaede ne era certo. Non voleva neanche sentire la sua presenza attorno a lei.
Se l'era aspettato ma fece comunque un male atroce, insondabile.
Un rifiuto totale, su tutta la linea.
- Vai via...vai via, vai via, vai via ...- Raim cominciò a singhiozzare sempre a testa bassa, cercando di spingerlo lontano con la mani, ottenendo solo invece di toccarlo per stringerlo con forza - Vattene via ...vattene via, vai via ...non ti voglio qui!-
- Non puoi stare da sola Raim!- le disse allora disperato, afferrandole con delicatezza il polso ingessato e quello sano - Non vedi come sei ridotta? Starò qua e...-
- E cosa?!- lo sfidò, sollevando finalmente il viso e gli occhi infuocati, anche se fradici di lacrime - E cosa Rukawa?!- sbottò con voce arrochita dal dolore - Non sopporto più quell'aria che mi scarichi addosso solo per salvarti la coscienza! Datti pace e lasciami stare! Non ti voglio qua e lasciami andare!- ma lui non la mollò minimamente. Stava piangendo, continuava a piangere...e non sapeva come fermarla.
Veniva voglia di piangere anche a lui.
- Raim...-
- No...no...- continuava a scuotere il capo - Vai via, vattene...-
- Invece resterò qua.- sussurrò testardo - Non me ne vado.-
- Ah si? E per quanto?- urlò lei, fuori di sé - Non ho bisogno di qualcun altro che stia un po' con me, che giochi e poi se ne vada! Non ho bisogno del tuo aiuto Rukawa, non voglio la tua compassione!- e cercò di nuovo di spingerlo via, dopo avergli aperto gli occhi - Vattene adesso!-
- Non vado da nessuna parte. Non me ne andrò via neanche dopo che sarai guarita...-
La sentì singhiozzare più forte, scostargli bruscamente le mani dalle sue...e rannicchiarsi, troppo piccola e troppo fragile. Scosse di nuovo il capo. Non gli credeva.
Shiro se n'era andato, lui l'aveva lasciata...tutti se ne andavano.
- Per favore...per favore Rukawa...vai via.- e si schiacciò le mani sul viso, per nasconderlo.
No, non se ne sarebbe andato. Non se ne sarebbe andato più.
Si protese verso di lei, afferrandole dolcemente le mani...e incontrando i suoi occhi, capì che non la guardava in faccia da molto tempo. Che idiota. Provò una nostalgia atroce, qualcosa che gli portò alla gola ciò che veramente aveva dentro.
No, non l'avrebbe più lasciata.
- Ti amo Raim.-
Lei, come un automa, lo sentì...ma scosse di nuovo la testa, agitando le mani che le teneva strette.
- No, no...io non ti amo...non ti voglio!- disse disperata - Vai via...-
- Non m'interessa se non mi ami.- Rukawa la fissò col suo a pezzi, ma comunque disposto a tutto - Starò qua fino a quando non avrai di nuovo la forza per buttarmi fuori se vorrai...ma io non me ne vado. Continua a urlare, puoi supplicarmi per tutta la notte anche...ma io non andrò via da qui. Sto qua con te Raim.-
Non seppe dire per quanto rimasero lì seduti a terra, senza che lei riuscisse a guardarlo in faccia...ma ricordò perfettamente per quanto pianse. Lui per primo sapeva che non c'era una soglia per le lacrime.
Poteva essere infinita...ma dopo che la si era passata, non restava più niente.
Lui non ne aveva più ma Raim lo faceva stare male comunque, come mai in vita sua.
- Kirara...- la chiamò allora, riportandola alla realtà. Gli piaceva il suo nome. Lo adorava.
Lei lo fissò, gli occhi rossi, la testa pesante.
- Non riesco ad alzarmi...- mormorò, abbassando il mento e guardando a terra un punto imprecisato.
- Ti aiuto io.- le disse ma lei sollevò la mano, serrando anche le labbra - Non riesco più ad alzarmi Kaede... non ci riesco più da sola... non riesco più a stare in piedi...-
Chiedeva aiuto alla persona sbagliato allora.
Lui non si rialzava da un sacco di tempo. Da quell'incidente in macchina dei suoi genitori.
Senza una parola si sedette al suo fianco, togliendo di torno tutti i cocci bastardi che rischiavano di ferirla tempo un secondo ce l'aveva stretta addosso, avvinghiata a lui, a bagnargli il giaccone...
La mano sano gli stringeva con forza la felpa, l'altro braccio ce l'aveva appoggiato sulla gamba.
E pianse ancora, per tante altre ore...
Ma quando Rukawa si rialzò finalmente, non era solo.
Teneva in braccio Raim che dopo tanto tempo si lasciò andare...e la notte sulla spiaggia passò così.
In silenzio. Un silenzio troppo carico di parole, ma unito in una promessa del mattino dopo.
La fece sdraiare a letto, dopo averle dato le medicine e anche se non si era mai preso cura di nessuno in vita sua riuscì a farla addormentare. La guardò a lungo, anche con gli incubi, anche col dolore al ginocchio e alla schiena che la faceva star male. Ma era lì, era lì con lei. Sdraiato al suo fianco.
Per ora poteva bastare.

Invece, purtroppo, accadde qualcosa che tolse il sonno a molti quella notte.
Erano le cinque di mattina quando a casa di Atsuishi Rukawa, lo zio di Kaede, squillò il telefono.
L'uomo era fuori città per lavoro, attirato a un convegno con la sua segretaria.
La moglie era dell'amante e Kenjin Rukawa era solo in quella grande villa borghese.
Si svegliò di soprassalto, intontito da quel trillo insistente.
Si alzò dal letto imprecando e grattandosi il capo, mezzo distrutto.
Dormiva da appena tre ore...
Andò a rispondere a denti stretti e sempre mezzo addormentato cercò di capire cosa gli stesse dicendo quella voce sconosciuta. Gli ci vollero parecchi secondi, poi sgranò gli occhi...e buttò giù la cornetta, sconvolto.
Un secondo dopo era in camera sua, a vestirsi rapidamente e con le prima cose che gli capitarono a tiro.
Non aveva ancora preso la patente, aveva solo il foglio rosa e anche se non avrebbe dovuto usare la macchina di sua madre la prese lo stesso, infischiandosene. A bordo accese il cellulare e cominciò a chiamare furiosamente suo cugino.
Kaede non rispondeva.
- Merda!- imprecò il ragazzo, picchiando sul volante.
Kanagawa era addormentata, poche luci e tanti teppisti, ma Kenjin non li notava.
Corse come un matto bruciando tutti i semafori per arrivare al quartiere in cui abitava suo cugino.
C'era un posto di blocco, vicini e persone in vestaglia...e già da lontano, vide le fiamme di un incendio che si levavano alte. Divenne ancora più pallido, sgranando gli occhi scuri.
Chiamò di nuovo suo cugino ma per l'ennesima volta non gli rispose nessuno e lì, accostato ai vigili del fuoco davanti alla villa di Kaede, continuava a chiedersi...se non fosse rimasto dentro.
Parlò a monosillabi coi vicini, col capo dei vigili del fuoco che gli chiedeva quanti abitassero in quella casa ma nessuno seppe dirgli se Kaede era stato trovato dentro a quelle lingue di fuoco.
Il garage era già stato spento e vide che mancava la moto. Forse...forse non era stato lì quella notte.
Ricordava che un amico di suo cugino l'aveva avvisato che non sarebbe stato a casa sua per un po'!
Pensando ad Hana non poté fare a meno di chiamarlo, aveva il suo numero in memoria dopo che l'aveva contattato una decina di giorni prima.
E Hanamichi a casa sua si svegliò nello stesso modo. Di soprassalto.
Lo squillo del telefono a quell'ora di mattina non era mai un buon presagio e corse a rispondere, sperando che non fosse nulla di grave. Purtroppo per lui sperò invano.
La voce di Kenjin Rukawa gli stava dicendo qualcosa che non avrebbe potuto immaginare di sentire.
La casa di Kaede era andata a fuoco e lui non rispondeva al telefono.
In un secondo gli sfrecciò nella mente quel volpino che dormiva beato, senza sentire odore di fumo...
Tremò per un lungo momento, poi cercò di ritrovare l'autocontrollo. Correndo in camera iniziò a vestirsi, buttò giù dal letto tutta la squadra, ben sapendo che non era da Rukawa lasciare acceso il gas o il ferro da stiro, a cominciare da Akagi e Ayako. La ragazza si dimostrò subito allarmatissima, idem per il Gorilla che sembrò catapultarsi letteralmente fuori di casa insieme a sua sorella.
Poi passò subito da Mito, infine in moto con Yohei cominciò a chiamare tutti gli altri.
Mitsui stava chino sulla scrivania a quell'ora, con Sendoh al suo fianco che guardava fuori dalla finestra mentre Hisashi finiva i suoi test per l'università quando suonò il telefono.
I due si guardarono per un attimo, stanchi dopo la lunga notte insonne di studio e di frusta visto che la stella del Ryonan controllava ormai da mesi che quell'incosciente ex teppista mettesse la testa a posto, ma quando la guardia rispose Akira capì subito che era successo qualcosa di grave.
Quando si ritrovarono tutti alle sei e mezza, era ormai l'alba.
Akira e Hisashi mollarono la macchina praticamente in mezzo alla strada, nell'ingresso della via di Rukawa e corsero a perdifiato, trovando la casa della kitsune totalmente annerita. I pompieri stavano spegnendo le ultime fiamme, i vicini agitavano le braccia preoccupati, gente che strillava perché l'incendio era dilagato, persone che confabulavano e poi i compagni dello Shohoku.
Quando Mitsui li trovò, seduti in un angolo di un cancello poco lontano dalla villa del volpino, vide Ayako in lacrime esattamente come Haruko. Akagi, Miyagi e un altro tizio che non aveva mai visto stavano parlando animatamente con un vigile, Kogure era con le riserve e Hanamichi era seduto su un gradino, le mani fasciate e il viso fra le ginocchia.
- Ehi gente!- la guardia arrivò ansando - Dio ma si può sapere cos'è successo? Dov'è Rukawa?-
A quella domanda Haruko scoppiò a piangere più forte, Ayako invece si ripulì gli occhi come poteva.
- Non...non lo sappiamo.- sussurrò, singhiozzando - I vigili non hanno ancora...trovato niente...- alitò, facendo impallidire perfino Sendoh -...non sappiano neanche dov'è andato Rukawa. Il suo cellulare è acceso, ma non risponde... e...- la mora si coprì la bocca -...i pompieri dicono che una candela vicina a una tenda ha innescato l'incendio...ma Rukawa non ne usa...inoltre hanno trovato una porta aperta con la forza...Oddio!- pianse di nuovo, mentre Ryota tornava e l'abbracciava - Non sappiamo dov'è! Non riusciamo a trovarlo!-
- E nessuno ha visto niente?- sbottò Hisashi furioso.
- Verso le quattro uno dei ragazzi che tornava a casa sua, quei due lì...- disse Kenjin raggiungendoli e indicando due ragazzini -...ha visto delle moto parcheggiate qua nei dintorni. Non ci ha fatto caso ma poi si è scatenato l'inferno. Ah, scusate!- aggiunse, vedendo le facce stranite e confuse dei presenti - Io sono Kenjin Rukawa, il cugino di Kaede.-
Lo Shohoku si sforzò di annuire e ricambiare la cortesia ma gli animi era terrorizzati.
- Ehi...Hana!-
Il rossino sollevò gli occhi rossissimi su Sendoh, che lo guardava preoccupato.
- Dio...guarda qua...- gli prese la faccia fra i palmi - Ma cos'hai fatto? Sei stato troppo vicino al fuoco!-
- Anche le mani, se l'è leggermente ustionate.- lo informò Mito - Niente di grave comunque.-
- Ma che t'è saltato in mente?- sussurrò Akira - Hana, poteva succederti qualcosa.-
Il numero 10 non rispose, tornando a guardare quella casa annerita. Non sembrava più la stessa.
Era andata completamente bruciata. Sembrava che l'avesse toccata il diavolo in persona.
Passò circa un'oretta, infine all'alba delle sette i pompieri finirono il loro lavoro.
In casa non c'era nessuno.
Tutti quanti sospirarono, trattenendo a stento le lacrime. Hana per primo.
In quel momento cominciarono ad arrivare anche altri giocatori, tutti informati dai compagni: arrivarono Uozumi e Koshino, poi Maki, Jin e Kyota che erano stati informati direttamente da Sendoh.
Tutti quanti sapevano chi era stato. Tutti. Quella porta scassinata a dimostrarlo.
- Mi sono scordato...- Hana di colpo richiamò all'attenzione di tutti, portandosi esasperato una mano sulla fronte.
- Cosa ti sei scordato?- gli chiese Kogure.
- La kitsune...forse...forse può essere da Raim.- mormorò, rimettendosi in piedi e tirando su col naso - Provate a chiamarlo da lei...provate sul telefono di casa però, starà dormendo. Io vado a farmi due passi..-
- Hana.- lo richiamò Mito preoccupato.
- Tranquillo.- lo rassicurò il rosso, alzando una mano fasciata - Ho solo bisogno di aria.-
Akagi lo guardò andarsene con le spalle curve, ben sapendo che in fondo quel ragazzo era molto sensibile. Non ebbe cuore di sgridarlo per essersi dimenticato di dove fosse finito il volpino, anche perché si era ustionato le mani per andare a cercarlo in casa, quasi picchiando i pompieri che avevano cercato di fermarlo.
- Dio, speriamo sia davvero da lei.- mugugnò il Gorilla, attaccandosi al telefono.
Alla casa sulla spiaggia filtrava un debole sole.
Raim aprì lentamente gli occhi, trovandosi a pochi centimetri dal viso di Rukawa.
Non disse nulla e non si mosse. Non ce l'avrebbe fatta comunque.
Ma stava squillando il telefono e a quell'ora non poteva essere niente di buono.
Nella sua camera il letto stava sotto la finestra e su quella mensola c'era un cordless. Alzò il braccio destro, cercando di arrivarci, avvertendo comunque delle fitte lancinanti ma alla fine riuscì a sollevare la cornetta.
- Pronto?- mormorò a bassa voce.
- Raim!-
Akagi trattenne il fiato - Ti prego scusami, mi spiace per l'ora...ma è successo un casino! Ti prego...dimmi che Rukawa è lì da te!-
La rossa, imbarazzata, scoccò un'occhiata al volpino che si stava stropicciando il viso.
- Si, è qua.- sussurrò, perplessa - Sta dormendo...sul divano.- aggiunse, come se dovesse nascondere qualcosa - Ma perché mi hai chiamato a quest'ora? È successo qualcosa?-
Il Gorilla già non le rispose più. Fece un cenno affermativo a tutti i presenti e la sua la squadra e i più sensibili scoppiarono definitivamente o sollevati o in lacrime.
Fra questi anche Hana, che tornato dal giro, dette un lungo sospiro e si lasciò coccolare un po' da Mitchy che sorridendo gli carezzò un po' quel carro armato che aveva al posto del cranio, confortandolo con parole insolitamente dolci.
La rossa intanto sentiva in sottofondo quel casino e non capiva più nulla.
- Takenori...- richiamò all'ordine il Gorilla - Cosa succede si può sapere?-
- Raim...- il capitano prese tempo - Ecco, è una cosa un po' grave. Siamo tutti davanti alla casa di Rukawa. O almeno...quello che ne resta.-
- Non ti capisco...- la ragazza ora era spaventata - Cos'è successo?-
- Raim...stanotte hanno dato fuoco alla casa di Rukawa.-
La rossa tacque, impallidendo esattamente com'era accaduto a tutti gli altri. Dopo un solo secondo passò il cordless alla kitsune che continuando a stropicciarsi gli occhi rispose al telefono, tralasciando il suo odio verso l'idiota che aveva osato svegliarlo alle sette di mattina.
- Hn.- bofonchiò.
- Rukawa!- Akagi tirò un altro lungo sospiro - Dio, meno male stai bene! Devo dirti una cosa!-
- Si?-
- Ecco...- non c'era modo per essere dolci a dare una notizie simile, non gli si poteva indorare la pillola, quindi non ci girò attorno - Stanotte qualcuno si è introdotto a casa tua e ha dato fuoco a tutto.-
Kaede non ci mise molto a capire. Erano le sette di mattina e qualcuno gli aveva dato fuoco alla casa. Però.
- Ah.- fece solo, sbattendosene altamente.
Il Gorilla, con le coronarie al limite e le arterie che stavano per esplodergli, strinse forte il cellulare.
- Senti...- sibilò cavernoso - Resta dove sei, chiaro? Non ti muovere. Noi recuperiamo tutto il salvabile, lo carichiamo da qualche e poi oggi pomeriggio veniamo da voi. Ok? Capito?-
- Hn.- mugugnò ancora - Posso andare?-
- Si!- e ringhiando chiuse la comunicazione. Ok, non doveva incazzarsi! Avevano rischiato di farlo ammazzare lasciandolo solo ed era ancora sconvolto per quello successo a Raim. Non doveva ucciderlo!
Richiuse il cellulare, trovandosi a guardare uno squadrone di persone mezze piagnucolanti, mezze incazzate, mezze assonnate e mezze che non centravano un mazza, tipo quei deficienti del Kainan.
- Allora? Come la risolviamo la faccenda?- fece Kogure, prendendo la situazione in mano.
- Semplice. Appena ci danno l'ok raccattiamo quello che s'è salvato e gli portiamo tutto da Raim.- Mitsui ora era più tranquillo - Anche se temo che ci sia ben poco che si sia salvato.-
- Bhè, in effetti credo che il necessario però sia intero.- mugugnò Hana all'improvviso, con aria pensosa - Ha una cassetta di sicurezza sotto il parquet della camera da letto. Lì ha i soldi e tutto il resto. Per i vestiti gli passiamo qualcosa noi, idem per i libri e tutto il resto.-
- E scusate...- Kenjin Rukawa si mise in mezzo, attorniato da quelle facce da galera - E dov'è che sta adesso?-
- A casa della nostra manager.- bofonchiò Miyagi, guardandolo attentamente - E non credo si scollerà da lì per venire da te e dai tuoi.-
- Si ma...- Kenjin sembrava un po' angosciato - Qualcuno mi spiega perché è successo questo casino?-
- Dunque, come dirla in due parole...- rognò Akagi - Siamo in competizione contro una squadra della Yakuza al cui capo tuo cugino ha ridotto la faccia a una torta spiaccicata.-
- Chiaro e conciso.- frecciò Uozumi - Forza, invece di perdere tempo diamoci una mossa.-
- Già, se devo segare che lo faccia per un buon motivo.- aggiunse Kyota.
- Ma sta zitto babbuino!- ringhiò Hana seccato - Non vai a quella baracca della tua scuola perché non hai voglia!-
- Chissà perché vi siete intossicati tu e Rukawa in quella casa!- bofonchiò la Nobu-scimmia.
- Avanti, buoni ragazzi!- sorrise Sendoh, facendo concorrenza per luminosità al sole che spuntava dalle nuvole bianche come panna - Ho un'idea per caricare tutta la roba di Rukawa. Corro a casa e prendo il pick-up che uso di solito per andare al lago. Mettiamo tutto nel cassettone, va bene?-
- Già, faremo prima.- annuì Maki - E poi voi dello Shohoku dovresti riposarvi. Lo Shikuda l'avrà previsto.-
- Lo fanno per spomparvi prima della partita.- aggiunse Jin.
- Si fottano, non possiamo piantare Rukawa in questo macello.- borbottò Miyagi - Dormiremo oggi pomeriggio, tanto la partita è alle nove di stasera.
- Ok, allora siamo a posto.- Mitsui tornò indietro con Sendoh - Accompagno lui a casa sua, voi intanto cominciate a entrare là dentro...e vedete di non farvi cadere niente in testa, ok?-
- Tranquillo!- annuì Mito - Attenti solo a non trovare quei bastardi in giro.-
- Faremo un giro largo!-
Pochi minuti più tardi i ragazzi si aggiravano per i resti di ciò che restava della casa di Rukawa.
Entrarono coi vigili del fuoco, con Kenjin a capo e Hana che chiudeva la fila. Il rossino non aveva più detto una parola ma si guardava attorno con occhi attenti. Quel posto era diventato irriconoscibile ma spinto da un qualcosa di prepotente, lasciò andare gli altri al piano di sopra e andò dritto a una mensola sopra al caminetto.
Fra cenere e rovina, cercò l'unica cosa che a Kaede stava veramente a cuore.
E dette un sospiro di gioia, quando sotto un quadro tutto bruciacchiato ma dalla cornice tosta, trovò la foto di Rukawa con la sua famiglia ancora perfettamente intera. Certo, il vetro era un po' affumicato ma la fotografia era intatta.
Se la mise sotto la felpa, mentre il sangue ricominciava a scorrergli normalmente e corse al piano superiore.
- Dunque, fammi capire bene...- Ryota, Koshino, Akagi e Jin quasi non ci credevano, vedendolo spostare il letto sfasciato e annerito, per sollevare una botola dal pavimento - Quello si tiene una cassetta di sicurezza sotto al pavimento?-
- E non avete visto niente.- rise Hana, sollevando altre assi. Tirò fuori delle cassette molto più lunghe e strette.
Dentro c'erano impilati una quantità spropositata di cd. Tutti salvi, nessuno rovinato.
- Quello è paranoico.- bofonchiò Kyota, arrivando dal giardino con la faccia piena di graffi.
- O previdente.- rimbeccò Kenjin, con aria seria.
- In che senso?- gli chiese Haruko.
- No, niente...- il ragazzo scrollò le spalle - Ma il resto è andato. Tv, dvd e stereo. Vestiti e libri anche.-
- Tanto se ne fregava.- Ayako scosse la testa - E' uno che vive con poco lui.-
- Nobunaga ma che hai fatto alla faccia?- sbottò invece Maki.
- Ho raccattato il maledetto gatto a quell'idiota!- sbraitò la scimmia della Kainan, tirando fuori dalla tasca una micina rossa che ancora soffiava come una dannata - Questa palla di pelo era una iena!-
- Rukawa ha un gatto?- Haruko inclinò il capo - Non lo sapevo.-
- Io neanche.- disse Miyagi - Non ha mai detto nulla.-
- Bhè...stava acciambellata su un albero, tutta sporca di cenere.- Kyota alzò le spalle - Chissene frega.-
- Una cosa sola...- la Babba guardò preoccupata quella cassetta di sicurezza - Non credo che abbia le chiavi con sé. Come farà ad aprirla? Trovarle qua sarà impossibile Hana-chan!-
- Oh, chiederemo alla Kurata!- concluse Ayako rapidamente - C'è tutto ragazzi?-
- Un corno tutto.- rognò Hanamichi - Quella stupida kitsune adesso dovrà stare parcheggiata a vita in un posto sicuro!-
- Un problema per volta.- cercò di placarlo Akagi - Sta arrivando Sendoh...forza, scendiamo. Poi una volta tutto caricato possiamo cominciare a trovargli dei vestiti. Rincoglionito com'è sarebbe capace di non accorgersi neanche che gli è andata la casa in fumo!-
- Certo che con voi uno non si annoia mai!- ridacchiò Mito, mentre uscivano dalle macerie.
- Come no.- sbuffò Uozumi - Ehi Akagi...ma che avete fatto a quelli per farli incazzare così?-
- Rukawa ha spaccato letteralmente la faccia a Takeru.- ribatté il Gorilla - E noi spaccato le ossa ai suoi amici.-
- Vi colo un bronzo ragazzi.- fischiò Jin divertito.
- Io anche.- annuì Koshino - Ma a quanto pare quel simpaticone non l'ha presa bene.-
- Pare di no.- disse Hana velenoso, mentre buttava la cassetta di sicurezza dentro al cassettone del pick-up nero di Akira. Miyagi ci mise dentro due delle quattro cassette di metallo coi cd, Kogure le ultime due, Kyota ci buttò la micina col pelo rosso che soffiò per tutto il tragitto e infine si rimisero in macchina.
Destinazione? Golden.
Kay se li vide arrivare tutti sporchi, mezzi affumicati e con delle occhiaie da paura.
Scosse il capo, posandosi le mani sui fianchi.
- Che cazzo è successo stavolta?- chiese esasperato, mentre lui e i suoi amici si stavano dando da fare per risistemare il locale dopo la chiusura - Eh Hisa? Che avete fatto?-
- Noi niente.- gli rispose il fratellino - Ma hanno bruciato la casa Rukawa stanotte.-
Kay Mitsui era uno che non si sconvolgeva con poco, pensarono tutti. Oppure era stato abituato a vedere di peggio.
Infatti alzò appena le sopracciglia, facendo largo al gruppo.
- Avanti, sedetevi e ditemi cos'è successo.-
Akagi gli raccontò brevemente la situazione della notte passata, mentre Hana e compari sistemavano i rimasugli della kitsune nel retro del pub. Finita la faccenda Kay aveva già mandato un suo amico a fare la colazione per tutti, visto che suo fratello e gli altri usciti alle cinque di mattina sembravano degli zombie e guardandoli mangiare cominciò a pensare seriamente a come risolvere il problema.
- Stasera avete una partita no?- chiese, seduto al bancone mentre gli altri erano sparsi sui tavoli.
- Già.- annuì Mitchy, finendo una mezza chilata di caffè che divideva con Sendoh e Miyagi.
- Quanto avete dormito?- richiese Kay, osservando le loro facce.
I titolari si scambiarono un'occhiata vaga. Non molto a dire il vero.
- Potrete restare qua oggi pomeriggio.- sospirò il maggiore dei due fratelli Mitsui - Tanto apriamo alle undici. Vi fate una dormita di sopra nei privè, poi per andare al palazzetto dello sport vediamo di trovare un'altra soluzione. Basta che non torniate a casa o andiate in giro a far casino.-
- Se volete al palazzetto dello sport vi ci porto io.- s'intromise Kenjin ancora un po' intimidito - Ma non ci stiamo tutti in macchina purtroppo.-
- Se le matricole non corrono problemi, quelli che non stanno con lui posso portarli io.- disse Kay, cercandosi un posacenere nel casino che regnava sul bancone del Golden.
- Ma non devi lavorare stasera?- gli chiese Hisashi.
- Comincio alle undici ti ho detto e la baracca non crolla se arrivo in ritardo di mezz'ora. Tu piuttosto...ma che hai fatto stanotte eh? Hai delle valigie sotto agli occhi, altro che borse.-
- Scusa Kay-san, è colpa mia!- cinguettò quel maledetto di Akira - L'ho messo sotto coi test!-
- Che figata, fate un cervello in due allora.- frecciò Ryota perfidamente.
- Sta zitto tappo!- sbuffò Mitchy - Comunque se non sono problemi per te, Kay, va anche bene...ma resta il problema di Raim. Che facciamo, la lasciamo a casa da sola?-
- La senpai Kanzaki viene a vedere la partita vero?- disse Haruko pensosa - Se ci sono problemi vado io, mi fa piacere.-
- E chiedere alla Kurata?- propose invece Ayako - Così già che sta con Raim apre la cassetta di Rukawa?-
- Ma chi è questa tizia, una scassinatrice?- insinuò Kyota sarcastico.
- Anche meglio.- rise Kogure - Comunque già che possiamo stare qui sarà meglio che avvisi Manabe e gli altri. Di certo loro non rischieranno la pelle ma è meglio avvisarli.-
- Si, che si facciano accompagnare alla partita da qualcuno.- annuì il Gorilla - Non voglio altre storie fino a stasera.-
- Ma quei due a casa di Raim saranno al sicuro?- borbottò Haruko preoccupata.
- Come no, abbiamo lasciato il volpino con un malato...- sospirò Ayako esasperata - Santo cielo, non oso immaginare cosa staranno combinando! Comunque appena finisce la partita stasera io filo dritto a controllare Raim, non si sa mai che Rukawa abbia combinato qualche casino!-
- Non è mica un animale, cazzo.- sbuffò Mitsui, sbadigliando e mettendosi in piedi - Oddio...gente scusate ma io sono a pezzi. Kay filo di sopra.-
- Si e fai vedere i divani agli altri e se hai voglia aprili anche.- lo istruì suo fratello - Vi sveglio per le sei, cercate di stare tranquilli.-
- Noi invece ce ne torniamo a casa.- disse Uozumi.
- Si, anche noi.- mugugnò Maki, afferrando Kyota per la collottola - Ci vediamo stasera gente. Vedete di arrivarci vivi.-
- Anche voi.- ghignò Akagi.
- Kay-san, lasciamo tutte le cose di Rukawa nel retro. Domani mattina passiamo a riprenderle e ti liberiamo tutto.- sorrise Sendoh solare, anche se un po' affaticato.
- Certo, con comodo. Piuttosto, la testa vuota come se la cava?-
- La testa vuota se la cava benissimo.- ringhiò Mitsui dalle scale - Non ho bisogno della baby sitter!-
- E' un po' nervoso perché non gli ho fatto chiudere occhio.- cinguettò il porcospino - Se solo avesse più voglia potrebbe entrare dove gli pare. Ho fatto una fatica enorme a non farlo uscire di casa, aveva la testa un po' fra le nuvole.-
- E' lo smacco!- lo prese in giro Miyagi - Ha una ragazza che pesta più di lui!-
- Cazzo se nomini ancora Junko ti massacro brutto nano!-
- Irascibile il piccoletto.- ghignò Kay - Ok, lasciamo perdere...ci vediamo stasera ragazzi.-
- Si.- sorrise Akira facendo ciao-ciao con la mano ai ragazzi dello Shohoku - Attenti, mi raccomando.-
- E vedete di non scatenare rissa in campo!- ridacchiò Kyota come un deficiente - Anche se credo sia improbabile!-
La faccenda rissa in campo era diventata un tabù, ma anche una specie di mantra. Dopo quello che era successo, la rabbia accumulata sarebbe stata sufficiente per entrare sul parquet armati di fucili e ammazzare tutti quelli dello Shikuda senza neanche salutare e Akagi conosceva bene i suoi polli. Chiuso nel privè, sdraiato su un divano guardò Hanamichi, Mitsui e Miyagi stravaccati su un divano letto aperto, tutti ammonticchiati gli uni sugli altri.
Quei tre erano ingestibili, senza contare che Rukawa, dopo aver rimuginato bene sulla questione, avrebbe potuto diventare ancora più pericoloso. Inoltre dopo l'incidente di Raim il giorno prima si era comportato in maniera incredibilmente strana, andando perfino a parlare con la Mihazawa e questo lo metteva in guardia sul modo in cui avrebbe potuto giocare. Avrebbe potuto entrare in campo con una dose di nervosismo e aggressività tale da accendere ogni miccia di una probabile scazzottata e la cosa non gli piaceva per nulla.
Quella volta per lui sarebbe stato davvero difficile tenere le briglie di quei quattro cavalli imbizzarriti.
- Non sarà facile stasera, eh?- sussurrò Kogure, leggendogli nel pensiero, su una sedia sdraio.
- No, per niente.- mormorò il Gorilla. Speriamo solo che Rukawa sia nelle condizioni buone per sopportare la tensione.-
- E' un'amichevole...però sarà decisiva, credo.- annuì il quattrocchi - Devono solo riposarsi per il momento. Al resto penseremo stasera, anche se ti confesso che ho un brutto presentimento.-
- Già.- Akagi chiuse gli occhi, smettendola di guardare il soffitto - Anche io.-

- Ti hanno dato fuoco alla casa, porca miseria! Possibile che non te ne freghi niente?!-
A mezzogiorno di quella stessa giornata incredibilmente fosca, Kaede Rukawa spostò per l'ennesima volta lo sguardo apatico dai fornelli per girarsi verso Raim, sdraiata sul divano della sua villa al mare.
- Non c'ero dentro, mi pare.- sentenziò a bassa voce - E poi non urlare che ti stanchi.-
La rossa, se solo avesse avuto anche solo un briciolo di forze per alzare un braccio, avrebbe afferrato un vaso e glielo avrebbe rotto sulla testa, lui e la sua boria, ma sfortunatamente per lei le sue ferite erano più gravi di quanto credeva.
Per spostarsi doveva farsi prendere in braccio e anche un abbraccio delicato come quello del volpino riusciva a strapparle incredibili gemiti di dolore, per non parlare di quel ginocchio...
Si era guardata allo specchio e avrebbe voluto sparire.
Ma...non era quello che ora le aveva dato la forza per discutere con Rukawa.
La sera prima era andato da lei, era stato a farsi insultare, le aveva asciugato le lacrime, le aveva promesso che sarebbe stato con lei...e le aveva detto che l'amava.
A quel pensiero alzò di nuovo gli occhi verdi su di lui, fissi e indagatori.
Non c'era traccia del Kaede che aveva visto la sera prima nel tizio che ora le stava facendo il pranzo.
Ma in fondo lui era così. Teneva tutto dentro.
Ogni suo gesto però, dalla sera prima, sembrava cambiato. Sembrava tutto...più vero, più dolce e denso.
Anche più appassionato. Più tutto.
Quando le mise davanti il pranzo su un vassoio, Raim si ritrovò a pensare alla loro situazione attuale.
La kitsune era rimasta senza tana. E vabbè, se ne fregava, ma era comunque casa sua.
Ringraziò silenziosamente che fosse stato con lei, ringraziò che fosse stato tanto testardo da non andarsene come gli aveva ordinato. Voleva stringerli la mano, voleva abbracciarlo...ma non lo fece.
Prese solo il cucchiaio, osservando un punto imprecisato.
- Tu resti qui davvero.- gli disse all'improvviso, come se avesse appena accettato la sua presenza.
Kaede la guardò appena, riportando l'attenzione al suo tramezzino che mangiava svogliatamente.
- Se è solo per la casa puoi anche smetterla di darti pena.- le disse roco.
- Potevi morire là dentro, lo sai?- gli sibilò bellicosa - Sei incredibile! Ma non te ne frega niente davvero?-
- Non sono morto, fine della storia.- replicò apatico - Non sei in debito con me, non è il caso che mi segreghi qui dentro solo perché ti senti in colpa.-
- Ma cosa...-
- E' più o meno quello che mi hai detto tu ieri sera.- le rinfacciò, facendole capire tutto al volo - O sbaglio? Secondo te io mi sarei solo sentito in colpa perché Takeru ha preso te con quella spranga e non me. Per te la faccenda si chiudeva lì, giusto? Sul senso di colpa.-
- Quando diventi più loquace ti detesto.- ringhiò Raim, facendolo inspiegabilmente sorridere dentro di sé.
Mangiarono nel più totale silenzio, solo con la porta finestra che dava sul mare totalmente aperta.
Alle due chiamò una kohai, una delle compagne di squadra di Raim, quella Asuka, per avvisare che sarebbe andata lei quella sera a prendersi cura della rossa e se fu stupita di sapere che Rukawa ora era in pianta stabile in quella casa era più che palpabile. Non si sa come ma riuscì a riconoscerlo al telefono e s'impappinò una trentina di volte, ciarlando a vanvera oppure stando in una sorta di trans demenziale.
La Kurata sarebbe venuta solo sul tardi la mattina dopo con tutti gli altri, per aprirgli la cassetta di sicurezza.
- Stasera...- mormorò Raim, mentre il volpino rimetteva il telefono sulla forcella - vedi di stare attento.- e lo guardò attentamente, leggendogli dentro - So che avete tutti voglia di fare un casino, è inutile che neghi.-
- Diciamo che mi è passata per la mente questa idea.- ammise serafico.
Raim sospirò, tendendo i muscoli della schiena e dell'addome per il dolore ogni volta che fiatava.
- Quando devi cambiare le fasciature?- le chiese, ancora un po' stanco visto che avevano dormito pochissimo.
- Domani.- mormorò, indolenzita - Tu però adesso devi dormire. Non ci pensare neanche ad andare al campetto.-
- Sei l'ultima che può darmi consigli su come mantenersi in forma.- la sfidò, deciso stranamente a farla tornare la Raim di prima. Infatti lei lo guardò trucemente, per poi ignorarlo - Fa come ti pare.-
Il pomeriggio passò lento, ma in maniera utile.
Rukawa riportò la ragazza a letto, dove si addormentò quasi subito. Capì che per i primi tempi lei avrebbe dormito gran parte della giornata, per recuperare energie e questo lo sollevava ma doveva anche cercare qualcuno che si occupasse di lei mentre lui la mattina andava a scuola e si passava gli allenamenti.
Si sdraiò al suo fianco, osservando per la prima volta la camera di Raim.
Era molto strana, almeno a livello di spazio, ma gli dava una sensazione di tranquillità.
Era molto spaziosa e ariosa, con veramente pochissimi mobili. Un letto matrimoniale sotto una grande finestra, un armadio molto grande, sempre formato per due, una tv con un tavolino e una mensola sola, con foto e libri.
Sui muri niente, non erano neanche presenti quelle strane cose da ragazze che Kaede si era aspettato.
Sembrava quasi che fosse la stanza di qualcuno che la usava davvero solo per dormire, senza farci altro, come studiare o stare con gli amici.
In quel letto in compenso doveva averci dormito col suo ex.
Si alzò dopo qualche minuto, andando a esplorare le ultime parti della casa. Tornò in mansarda, dove aveva dormito col sacco a pelo con quei due animali della scimmia e del porcospino quando c'era stato l'uragano, poi si fece un giro nell'unica stanza degli ospiti, sempre al primo piano.
Un bagno, uno scantinato.
A lui quella casa era subito piaciuta la prima volta che l'aveva vista e ora viverci non sarebbe stato difficile.
Per ora però non poteva gioire troppo, lo sapeva. Era lì solo per quaranta giorni.
Doveva occuparsi di Raim e anche se le aveva detto che l'amava, lei non era nel momento e nella situazione adatta per rispondergli. Ancora si chiedeva come aveva fatto a trovare il fiato per dirglielo.
Non l'aveva programmato, gli era uscito e basta.
Era stato assurdo...e bello, quasi liberatorio.
Ora però doveva occuparsi anche di un'altra grana.
Fra poche ore avrebbe dovuto entrare in campo contro lo Shikuda e stavolta era ora di fare sul serio.
Se volevano la guerra, l'avrebbero avuta.

 

 

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Capitolo 18
*** Il Demone del Campo ***


 

 

Bene, ragazzi ecco il capitolo che desideravate tanto leggere. Qui si spargerà sangue, perciò godetevelo. Lo dedico ai ragazzi, che su manga.it sono stati quelli che l'hanno apprezzato di più: Iceygaze, Shin e God of Thunder. Comunque spero lo apprezzeranno anche le ragazze, io mi sono divertita un sacco a scriverlo! XD Fatemi sapere.

 

 

 

 

Alle otto in punto di quel venerdì sera, lo Shohoku varcò l'ingresso del palazzetto dello sport.
Fra un'ora avrebbe avuto luogo l'amichevole con lo Shikuda e non c'era persona in quel posto che non avesse notato gli sguardi allucinanti della squadra del diavoli neri.
Takenori Akagi apriva la fila con la loro manager, a seguito Ryota Miyagi e Kogure di cui il primo aveva un'espressione particolarmente attenta a qualsiasi movimento attorno a loro. In mezzo Hisashi Mitsui che guardava dritto davanti a sé, senza notare nulla che non fosse la porta degli spogliatoi che li aspettava. Di seguito le matricole, le riserve, poi Kaede Rukawa. Gelido come e più del solito, filava come un treno con la borsa in spalla.
A chiudere Hanamichi Sakuragi che non aveva aperto bocca per tutto il tragitto in macchina dal Golden al palazzetto.
C'era tensione nell'aria, il capitano lo sentiva. I suoi quattro diavoli erano molto aggressivi quella sera, se ne rendeva conto ma non aveva idea di come calmarmi e tanto meno ci sarebbe riuscito, lo sapeva.
A cominciare da Miyagi, a finire con Rukawa che negli ultimi giorni ne aveva passate di tutti i colori.
Era più che sicuro che quella partita non sarebbe andata a buon fine, se lo sentiva nel sangue.
Qualcosa sarebbe andato storto...
Erano troppo tesi e nervosi, avrebbero scatenato un pandemonio per una semplice amichevole ma far giocare le matricole o le reclute era impensabile: Rei e Nobu erano bravi ma ancora troppo inesperti, inoltre non erano ancora pronti ad affrontare a muso duro gente come quella, anche se con Naito se l'erano cavata.
Lo Shikuda li avrebbe messi fuori combattimento uno a uno, fino a far giocare i titolari che a quel punto sarebbero entrati in campo e li avrebbero massacrati a suon di pugni.
Desiderava più di ogni altra cosa ricaricarli in macchina e far passare un po' di tempo ma era impossibile.
Entrarono negli spogliatoi in silenzio e lì cominciarono a cambiarsi, dopo aver guardato bene in ogni angolo, circospetti e ben poco fiduciosi.
- Aspettate un attimo, ragazzi.- Ayako li fermò, proprio mentre cominciavano a svestirsi. La mora li guardò preoccupata, senza riuscire a non dare adito alle sue paure - Non sarebbe meglio rimandarla questa partita? Un modo per convincere i giudici lo troveremo, sul serio. Non siete nelle condizioni per giocare. Siete stanchi, ieri è stata una giornataccia e stamattina quel casino alle cinque per andare da Rukawa. Avete i nervi a pezzi!-
- Non possiamo girare le spalle e andarcene.- le disse Mitsui - Sarebbe una vigliaccheria.-
- Ma siete pronti ad esplodere!- continuò la manager - Sembrate degli spiritati, ma vi siete visti? Avete dormito poco, mangiato in fretta e siete incazzati. Credete che non vi capisca? Lo so che è passare da codardi ma se ora andate in campo succederà un casino!-
Detto quello tutti tacquero e Akagi puntò gli occhi suoi titolari. Tutti e quattro stavano dalla stessa parte degli armadietti e non ce n'era uno che non avesse uno strano fuoco negli occhi.
Si, aveva ragione Ayako. Volevano battersi sul campo e innescare un incendio.
- Io non posso fermarli.- se ne uscì, abbassando lo sguardo e cominciando a tirare fuori le scarpe.
- Ragazzi, sul serio...- s'intromise anche Kogure, più pacato - Pensateci. Se succede un casino finirete nei guai.-
- Volete rischiare?- chiese Ayako - Lo volete davvero?-
Hana non rispose, continuando a trafficare con la borsa. Rukawa si stava già levando la maglia, Hisashi invece spense in cellulare. Sembrava che non avessero neanche sentito. Solo Miyagi la guardò in faccia, poi scosse il capo come per dirle di lasciar perdere.
Stavolta non li avrebbe fermati niente. Volevano solo giocare.

Sugli spalti intanto, sebbene fosse stata solo un'amichevole priva di valore tecnico e legale, si stava radunando una discreta folla. Mito, Haruko, le sue amiche, Nanaka Tanaka, l'Armata Sakuragi e perfino Kenjin Rukawa erano già seduti, Sendoh e tutto il Ryonan erano nella stessa fila poco più sopra. Il Kainan alla loro sinistra, lo Shoyo alla destra.
Quando Junko Kanzaki entrò dalla porta di servizio, vide che stavano iniziando i trenta minuti di riscaldamento prima della partita. Fra poco sarebbero entrati.
- Ci troviamo un posto?- le chiese Kay Mitsui, al suo fianco.
- Si.- annuì la ragazza, cercando di respirare - Ecco, guarda...gli altri sono laggiù.-
Per l'occasione, strano ma vero, le varie squadre avversarie sembravano essersi messe tutte vicine per commentare e vedere insieme ciò che si sarebbe rivelato secondo loro un gran casino.
- Dite quello che vi pare ma secondo me succede un macello.- mugugnò Kyota, svaccato con le gambe lunghe sul sedile davanti a lui - Stasera si menano.-
- No, Akagi non lo permetterebbe mai.- gli disse Maki.
- Dici Maki?- Akira stava svaccato più sotto, le braccia larghe oltre il sedile - Non è facile contenere gente che ne passa di tutti i colori da ottobre, sai? Senza contare il casino di stamattina.-
- Akagi dovrà tenerli imbavagliati.- rognò Uozumi, imbronciato.
- Non ce la farà.- ghignò Mito salutando Akira con un cenno - Dieci a uno che scoppia rissa in campo.-
- Ci sto.- confermò Nobunaga serafico - La scimmia farà un bordello appena si trova Takeru sotto mano.-
- Non c'è di che lamentarsi.- frecciò anche Koshino - Almeno ce lo leveremo dalle palle!-
- Bhò, comunque preparatevi a saltare in campo e a sedare i bollori.- consigliò Haruko che sapeva perfettamente come Mito quanto Hanamichi in certe situazioni fosse decisivo. Se ci fosse stato un appiglio per fare a botte, lui ci si sarebbe attaccato con tutte le sue forze.
- Senpai credi che Hisa-chan riuscirà a stare buono?- Nanaka guardava Junko molto ansiosa ed eccitata.
- Lo chiamano Anima Ardente per un motivo no?- sbuffò la Kanzaki - Basta che non si facciano buttare fuori dal campionato. Dopo se ne pentirebbero.-
- Già,- annuì anche Kay - in preda alla rabbia farebbero qualsiasi cosa e non posso dargli torto. Fossi stato in loro, alla loro età, mi sarei vendicato seduta stante. Ma tengono troppo al titolo.-
- Sinceramente non m'importa, basta che non si facciano male.- sussurrò Haruko.
- Già, quelli dello Shikuda sono tutti sopra il 1.86, a parte Yuya Takeshi che comunque è una gran anguilla.- ponderò Jin seduto composto fra Maki e Takasago - Ho paura che Miyagi dovrà faticare.-
- Hana e Rukawa giocano insieme stavolta?- s'interessò Mito.
- Credo di si.- annuì Haruko con un mezzo sorriso - Finalmente torneranno a giocare nello stesso tempo.-
- Già, è dall'inizio del campionato che non li vedo massacrarsi in campo.- fece Kyota dispettoso - Che è successo? Anzai s'è rotto le balle di sentire i loro starnazzi?-
- Mah...- ghignò Yohei - Sorpresa!-
E parlando di sorprese, le porte d'ingresso al campo si aprirono.
Entrò prima lo Shikuda, in tuta nera e grigia, poi lo Shohoku che aveva la divisa bianca.
Le due squadre manco si guardarono, grigio neri a parte che scoccavano occhiatine divertite ai loro avversari che invece si rigiravano la palle fra le mani con aria non particolarmente allegra.
Anzi, a parte Kogure e le matricole, i titolari sembravano portarsi dietro un vento gelido e nero che metteva tutti in soggezione.
- L'arbitro è Kinoshita.- mormorò Junko, guardando vicino al palco del giudici.
- Ci avrei giurato.- ringhiò Nanaka seccata - E' vero che è venduto?-
- A quanto dicono i ragazzi, si.- annuì la Kanzaki.
- Ma sul serio sarebbero capaci di picchiarsi?- mormorò Kenjin Rukawa, guardando allibito suo cugino - Cioè...Kaede sa essere particolarmente manesco ma provocarlo non è mica facile.-
- Ma non sai niente di quegli altri tre?- rise Okuso che gli stava vicino - Insieme a tuo cugino c'è quello con quella cicatrice sul mento, anche chiamato Mitsui Anima Ardente, ex teppista. Il nanetto è Ryota Miyagi, altro bontempone e poi la testa rossa. Il Tensai delle Testate!-
- Se, il Tensai degli idioti!- frecciò Fukuda sopra di loro.
- Si farà espellere prima di cinque minuti quel raccatta due di picche!- ridacchiò Takamiya.
- Dai,- Noma era più buono stranamente - secondo me arriva a sette, poi si pesta con Rukawa e alla fine al Gorilla salteranno le coronarie.-
- Oddio, ho già voglia di andare a casa.- sospirò Haruko, crollando contro lo schienale.
Intanto Kay osservava bene i provocatori del casino in questione.
Rivide il piccoletto che aveva quasi strozzato mesi prima con la sedia, poi gli altri suoi amici colossi.
Ce n'era uno biondo, Soichiro Shoji, che guardava suo fratello come se avesse voluto fulminarlo.
Però, il suo fratellino pervertito come sempre si ficcava nei guai e dubitava che se ne sarebbe stato buono a farsi bruciare la casa a sua volta. Chissà da chi aveva preso, si chiese Kay. Non da suo padre e anche se la loro adorata mammina era un bel tipetto, di certo non era stata una yankee.
Hn, mi sa che era colpa sua. Si, forse Hisa aveva preso proprio da lui.
Bhè, però lui a vent'anni aveva messo la testa a posto, porca miseria! Suo fratello invece era sulla strada buona per sposarsi con una drug queen e finire a fare lo spogliarellista su un cubo!
- Ragazzi, avete notato?- chiese Aida deglutendo - Là sotto sembra che gli animi si stiano riscaldando!-
In effetti non aveva tutti i torti.
In campo, per riscaldamento, volavano una serie di palloni che venivano accompagnati anche da bestemmie silenziose. Il divertimento poi stava nel vedere le facce vendicative di Arai, finito a farsi controllare i denti per colpa di Rukawa, e Shoji che avrebbe voluto mangiarsi Mitsui per la faccenda del bracciolino.
A un minuto dall'inizio tornarono tutti in panchina.
- Pronti ragazzi?- chiese Anzai, seduto con Ayako.
I titolari annuirono, senza guardare molto negli occhi il loro coach, manco avesse letto loro nel pensiero.
- Sentite...- disse Miyagi - Propongo di imporre subito il nostro gioco. Prendiamoli subito di sorpresa, ormai non possiamo rischiare di farci ammazzare già nel primo set.-
- Ok, che vuoi fare?- fece Akagi interessato.
- Palla a tutti, marcatura a uomo.- spiegò semplicemente il play - E Mitsui fuori dall'area.-
- Si.- annuì anche Anzai - Su questo sono pienamente d'accordo. Quando capiranno però che il pericolo è anche fuori ve li ritroverete addosso, state attenti. E voi due...- aggiunse, rivolto ad Hana e Kaede - Dateci subito sotto col vostro schema, va bene?-
- Si, certo.- dissero sicuri.
- Quando entrerà Arai attenti.- sospirò Ayako - Cercheranno di raddrizzarvi le ossa.-
- Vorrà dire che faremo le anguille.- ghignò Miyagi - Tranquilla Ayakuccia.-
- Anguille?- Rei era allibito - Che roba è senpai?-
- Lascia perdere.- sospirò Kogure - Avanti ragazzi, fate del vostro meglio!-
Al fischio, vedendoli entrare in campo, tutta la palestra trattenne il fiato.
- Si comincia.- rognò Uozumi - Speriamo bene!-
- Già, speriamo ne escano vivi e con le ossa tutte intere.- aggiunse Kyota, secco.
Eccoli, si stavano allineando. Non ci fu verso di far fare un saluto decente alle squadre, così Kinoshita li lisciò disporsi in campo. Al salto, Shoji e Akagi.
- Bene, bene...- Takeru si stava sistemando le polsiere, con un sogghigno - Oggi ci faremo due risate.-
- Quanto hai ragione, capo.- rise Takeshi dietro di lui - Li spacchiamo.-
Il Gorilla, lì davanti, scoccò un breve sguardo alle retrovie. I suoi quattro cavalli da combattimento sembravano un po' tranquilli e paciosi e la cosa gli piaceva poco: conosceva bene Miyagi per sapere che ne avrebbe combinate di tutti i colori contro la difesa dello Shikuda ma guardando meglio che Kikuji, il centro dei grigio neri, capì che sotto canestro lui e Hanamichi avrebbero faticato.
Per non parlare di Shoji, la guardia di quei bastardi. Era 1.90.
Chissà come se la sarebbero cavata.
- Ci siete?- chiese.
Mitsui alzò le spalle, Miyagi idem mentre Hana e Rukawa stavano confabulando indietro per i fatti loro.
Mai visti parlare tranquillamente in campo...assurdo!
Ormai c'erano.
Ecco, la palla era alta sulle loro teste. Iniziava la guerra.
Fra Shoji e Akagi ci fu una vera e propria lotta di forza, ma la palla schizzò via senza che nessuno riuscisse a lanciarla davvero verso qualcuno di preciso ma fortunatamente c'era chi era pronto ad andare a prenderla anche negli spogliatoi. Takeru vide con la coda dell'occhio una specie di fulmine afferrare la sfera rossa.
Era Miyagi...quel maledetto aveva preso in mano la partita.
Lo vide ridere, coperto da Takeshi...e capì cos'aveva in mente.
Lo Shohoku scattò in avanti in attacco e quella velocità impressionò un po' tutti. La palla volò dritta su tutte le mani protese e finì dritta da Mitsui. L'urlo dalla platea era così forte che a momenti coprì anche il palleggio della guardia.
Si ritrovò davanti Shoji e infuriò un one on one incredibile. Fra finte e scatti, Hisashi riuscì davvero a liberarsi per tornare in attacco, velocissimo. Con il muro biondo dello Shikuda alle costole giocò d'astuzia. Doveva fare come avevano deciso lui e il tappo. Ecco.
Shoji era riuscito a superarlo e il numero 14 di rimando si bloccò a un metro dalla linea dei tre punti, sbarellandolo.
Era in posizione giusta. Era ora di vedere se i suoi esercizi alla fine erano serviti a qualcosa.
Saltò...e lanciò. Fu una parabola incredibile.
- Ma come cazzo mira quel porco?- sbuffò Fukuda in tribuna.
Silenzio. Tutti tacquero quando la palla scivolò liscia a perfetta dentro al cesto.
Tre punti.
- Si! Vai!- urlò tutta la panchina dello Shohoku in un'ovazione totale - GRANDE MITSUI!-
- Porca puttana...- Sendoh e gli altri non avevano mai visto nulla di simile.
- Quello non è un uomo...è una macchina.- alitò Jin - Come cacchio ha fatto?-
- Ok gente...possiamo anche andare ora.- sussurrò Kyota che per la prima volta era stato zittito da qualcuno.
In campo c'era uno stupore ancora più pesante. Takeru non aveva mai visto nulla del genere e lui e gli altri guardarono Mitsui che ghignava appena leggermente, tornando indietro verso i suoi compagni.
- Bravo tappo.- rise, dando il cinque a Ryota - Ottimo passaggio.-
- Ma che hai in quel braccio?- gli disse Akagi serafico - Un fucile di precisione?-
- Che ci vuoi fare, sono un genio!- cincischiò la guardia ridacchiando, soffiandosi sulle dita e sfregandosele sulla maglia con aria da super uomo.
- Cos'è che saresti scopatutto?- frecciò Hana più indietro - Non fregarmi le battute!-
- Te le sogni tu, certe cose.-
- Porca vacca...- perfino Kay era allibito - Se mettesse tutta questa energia in altre cose!-
- Oh ma avete visto da dove ha lanciato?- disse Mito angosciato - Non è mica normale!-
- No, per niente.- rise Nanaka - BRAVISSIMO AMORE, SEI UN GENIO!-
- E che palle, basta!-
Intanto Takeru stava riguardando la sua scala di punta.
Quel bastardo di Mitsui...Dio, che voglia che aveva di sputtanargli il ginocchio.
- Ehi Shoji...- sibilò - Stagli addosso, capito?-
- Tranquillo, era la prima e l'ultima tripla che infilava.-
- Lo spero, perché quello ormai segna dovunque.- gli rinfacciò Yuto - Datti una mossa.-
- Pensa a tenere buono Rukawa, Ken, e anche a farti i cazzi tuoi.-
- Nervosetto l'amico...- rise Miyagi che palleggiava tranquillo senza essere disturbato. Però, bastava spaventarli un po' e quelli battevano subito in difesa. Molti bravi, proprio come nella rissa. Dei veri eroi.
Allora era il momento buono per fargli abbassare la cresta a quei bastardi, che capissero come giravano le cose.
Riandò subito in attacco mentre gli altri si disponevano. Si ritrovò di nuovo quella sega di Takeshi addosso ma riuscì a sfuggirgli usando la sola velocità e palleggiando basso.
Si susseguirono una serie di passaggi al limite dell'area di tiro e i trenta secondi stavano per suonare quando la palla arrivò di nuovo a Mitsui. Smarcarsi non fu facile, anzi era praticamente impossibile, Shoji lo spingeva tanto che stava per buttarlo a terra ma prima di farlo Hisashi la lanciò dritta ad Hanamichi.
Fu un passaggio fortissimo ma il rosso, anche se con le mani bendate e gli occhi arrossati, la ricevette senza problemi quasi raso terra. Era sotto canestro. Non c'era tempo per mettersi a fare giochini con Rukawa, così trovandosi addosso Takeru provò l'unica carta possibile: il tiro preferito di Sendoh.
Fece una finta alta, riabbassandosi di colpo e alzò il braccio al fianco del suo avversario, lanciando da quella posizione. Non entrò, toccando ferro, ma una lotta all'ultimo sangue fra Akagi e Kikuji la mandò dentro.
5 a 0.
- Ottimo Gori!- rise il rosso, quando Akagi tornò indietro.
- Bel tiro,- gli disse invece il capitano - non sei così rintronato come pensavo sai?-
- Ahah, sono un Genio io!-
- Do'aho.- gli sibilò Rukawa, passandogli a fianco.
- Va' a quel paese.- fu la gentile risposta.
- Vacci tu.- gli disse Kaede guardandolo dritto in faccia - Che problema hai?-
- Come che problema ho?-
La kitsune lo guardò tutto serio - Era un tiro facilissimo, non è da te sbagliarlo.-
Hana alzò le spalle ma il moro lo bloccò per il polso.
- Non ci vedi bene?-
Il rosso sbuffò. Porca, se n'era accorto. Accidenti a quel fumo della malora.
- Non fare stronzate.- gli ordinò il volpino, mollandolo lì.
Grazie mille Rukawa, sei sempre così dolce! Un amore! Stronzo di un essere senza cuore!
Si susseguirono due o tre azioni buone dello Shohoku e da lì cominciarono i guai.
Al quinto minuto si cominciò a giocare sporco e Kinoshita sembrava dormire.
Takeshi iniziò a infilare gomitate nella schiena e Ryota perse la palla, stringendo i pugni. Poi toccò ad Akagi sotto canestro che finì sbattuto a terra. Anche lì niente fallo, anzi se lo prese Kikuji che andò ai due tiri liberi.
- Calma gente.- disse il Gorilla - Hanamichi, al rimbalzo.-
Il rasta gigante dello Shikuda infilò alla perfezione il primo canestro, poi al secondo non si sa come ci si mise di mezzo il malocchio del Tensai che fece toccare ferro. Saltarono in quattro a recuperare il rimbalzo e Hana ce l'aveva fra le mani quando Takeru, saltando più di lui, gliela lanciò via con una manata. Arrivò da Shoji che infilò il tiro dando una spallata a Mitsui, che finì malamente a terra.
Stavolta esplose un fischio collettivo e Kinoshita dette il fallo con aria svagata.
- E grazie tante.- rognò Rukawa, andando a tirare in piedi la loro guardia.
- Scusa fratello...- ridacchiò Shoji - Fatto male?-
- Crepa.- gli ringhiò il volpino mentre Mitchy si massaggiava il fondo schiena.
Ricominciò la corsa al canestro e in dieci minuti erano arrivati a trenta per lo Shohoku contro i ventidue per lo Shikuda. Takeru ancora non sembrava far niente e la cosa puzzava molto a Miyagi che anche se non lo marcava non gli scollava gli occhi di dosso. Era bravo, molto bravo e Ryota se n'era accorto.
Aveva un gioco pulito e astuto, inoltre faceva falli veramente invisibili.
- In attacco ragazzi!- ordinò il numero sette - Forza! Hanamichi, la palla!-
Una parabola dritta e veloce arrivò addosso al rossino che però fu stoppata. Imprecando Sakuragi vide Takeru mettersi in mezzo con una risatina. Il passaggio era per Shoji ma non fece molta strada.
Mitsui gli si parò davanti e s'innescò l'ennesimo duello.
- Ehi bastardo...- il biondo palleggiava velocissimo - Attento a non farti male! E spostati!-
Era un corpo a corpo micidiale e anche un cieco avrebbe visto con che spallate e gomitate Hisashi stava cercando di difendersi. Avere il sangue caldo stavolta lo aiutò ben poco. Dopo l'ennesima spinta in avanti, il numero 14 imprecò fra sé e con un lieve colpo di reni lo fece indietro...peccato che quel bastardo si buttò a terra da solo e Kinoshita fischiò subito.
- 14 bianco, carica!-
- Cosa?- sbottò Hanamichi - Ma si è buttato a terra da solo! L'avrebbe visto pure uno in tribuna!-
- Ma quale carica!- ringhiò anche Mitsui.
Kinoshita non lo stette a sentire - Carica! Fallo!-
- Se, certo...vieni qua che te la faccio vedere io la carica.- scappò detto ad Hisashi e quel bastardo di un arbitro fischiò ancora - Fallo tecnico! 14 bianco!-
Ecco, due falli in due secondi. Fanculo!
- Stronzo.- sbuffò anche Akagi mentre la loro guardia alzava la mano, roteando gli occhi.
Dopo aver capito quanto Kinoshita avesse voglia di sbizzarrirsi, i maledetti grigio neri cominciarono a divertirsi a loro volta. Takeru mise in atto uno schema a tre, che mandava avanti Yuto e poi Kikuji si buttava sotto canestro, sbarellando Hana e Akagi. Con quel metodo presero sei punti.
- Attenti campioni, avrete vita difficile oggi.- sentenziò Yuto con un ghigno.
- Ma perché non ti spari?- sibilò Miyagi con noia, facendogli di nascosto il gesto dell'ombrello. Seguì qualche altra azione al limite della regolarità, poi Rukawa si stufò.
- Do'aho.- chiamò la volpe.
- Kitsune.- rise Sakuragi, poco davanti a lui - E' ora?-
Il moro annuì e così il Tensai scoccò l'occhiata di segnale a Ryota.
- Finiamola di giocare.- disse Miyagi andando alla rimessa - Facciamo vedere a questi stronzi come si fa ragazzi!-
- Che hanno in mente?- mugugnò Maki osservando la strana posizione delle ali dello Shohoku.
- Non lo so.- disse anche Uozumi - Non li ho mai visti così quei due...stanno sulla linea di fondo campo...-
- Avranno qualche pallottola buona in canna.- ghignò Akira - Stiamo a vedere.-
- Si se non gli arriva un'altra di quelle gomitate.- sbuffò Koshino.
E per la prima volta in quell'anno, Hanamichi Sakuragi e Kaede Rukawa fecero vedere il motivo per cui non avevano ancora mai giocato insieme un solo set. Sfrecciando in mezzo al campo quasi a zigzagando e depistando Yuto e Takeru che non capivano cosa stessero facendo, Akagi prese tempo fuori dall'area duellando contro Kikuji. Doveva aspettare...aspettare che Ryota si liberasse. Era l'unico che poteva servirli bene.
Alla fine arrivò il momento. Eccoli, uno da una parte del canestro, l'altro dall'altra.
E lo Shikuda non avrebbe capito chi avrebbe tirato fino all'ultimo.
Miyagi stoppò la palla, guardandosi attorno nella frazione di un secondo. Sgusciò dalla presa di Takeshi, che era già sfiancato e non riusciva a stargli dietro...ed ecco anche Rukawa. La palla finì dritta al volpino e la palestra si scaldò. Poi il tiro sul canestro...sarebbe andata fuori, nessuno si preoccupò subito ma Takeru vide tardi la sagoma del numero dieci dello Shohoku alzarsi dritta sul tabellone. E fu un dunk che fece vibrare tutto il quadrante.
Canestro!
Incredibile a dirsi, nel palazzetto dello sport si alzò un grido tale che non si era mai sentito in tanti anni.
Ryonan, Kainan, Shoyo e tutte le altre squadre si alzarono direttamente in piedi, bocche larghe, cuore in tumulto.
Che azione!
Hanamichi tornò a terra, schiacciando il famoso cinque di due anni prima con Rukawa.
Era fatta!
- Campioni nazionali.- sussurrò Maki, guardandoli. Si, lo erano davvero.
Non li aveva mai visti giocare insieme in quel modo da tre anni....ed erano distruttivi. Avevano sfondato quelle difese impenetrabili con una facilità impressionante. Che sincrono, che sicurezza!
- Ecco perché non avevano mai giocato insieme.- mormorò anche Sendoh che era rimasto in piedi.
Dio, ma come avevano fatto? Il loro incubo si era avverato. Le due punte avevano trovato un'intesa perfetta.
Ci erano riusciti dopo tre anni.
- Bravi, ottimo lavoro!- rise Mitsui quando tornarono indietro - Li avete lasciati a bocca aperta.-
- Fischia questo se ci riesci.- ghignò anche Miyagi, guardando di striscio Kinoshita.
In quel momento fu questo il time out dall'allenatore silenzioso dello Shikuda. E Arai era in piedi.
- Merda, eccolo.- sbuffò Akagi, mentre tornavano da Anzai.
Due minuti di stacco e bevute, imprecazioni e minacce di morte, poi si rientrò in campo e guarda un po', al posto di Takeshi che ci aveva lasciato la vita contro la velocità di Miyagi, chi c'era?
Il bastardo di 2.30 che pesa centocinquanta fottuti chili.
Un suicidio.
- Chi se lo prende?- borbottò Akagi.
- Io.- scandì Hana. Un'occhiata ad Anzai che annuì e Rukawa lo fissò attentamente. Che cavolo voleva fare il do'aho? Il teoria sarebbe toccato a lui prendersi quel tizio ma il Tensai non lo stette a sentire quando glielo ricordò. Lo snobbò allegramente, facendogli girare le palle come le eliche di un motoscafo e così tornarono in campo.
Arai si stava anche scroccando le nocche.
- Ciao testa rossa.- ghignò, trovandosi Hana sotto al naso.
- Ridi adesso, è meglio.- gli sibilò il rossino.
Rimessa. Tutto tranquillo per qualcosa tipo dieci secondi.
Poi iniziò il casino. Ci fu il primo incidente sotto canestro che avrebbe portato poi alla disfatta totale.
Dopo un inizio interessante che vide il centro dello Shikuda, Kikuji, infilare delle schiacciate veramente spettacolari, Rukawa e Takeru si misero a giocare fra loro. Erano one on one che rompevano le palle un po' a tutte e due le squadre, visto che non c'era verso di passare quella palla e fu lì che la bravura del capitano del grigio neri venne fuori.
Con mano destra e sinistra faceva passaggi da un all'altra con velocità impressionante, mettendocela tutta per far innervosire il volpino. Fece un altro paio di canestri, poi Ryota decise d'infilare la quarta.
Si guardò attorno: Akagi e Kikuji come sempre si stavano spintonando come dannati e Mitsui era fuori dall'area, pronto a tirare. Era già saltato quando Shoji gli arrivò alle spalle e gli deviò la tripla che toccò il tabellone. Hana stava saltando per riprenderla quando Kaede e gli altri videro qualcosa che li lasciò senza fiato.
Hana aveva Hideki Arai alle spalle che incrociata una gamba con la sua in una mossa che avrebbero osato definire perfetta, lo buttò a terra...e poi rincarò bastardamente, ghiacciando le vene a quelli dello Shohoku. Col piede incastrato fra le gambe di Sakuragi fece finta di sbilanciarsi a sua volta e cadde dritto sulla schiena del rossino...col gomito.
Un grido allucinante invase la palestra mentre Mitsui e Miyagi correvano a spingere via malamente quel colosso dalla loro ala grande. Era rimasto a terra...
Gli aveva colpito la schiena apposta. Rukawa era rimasto bloccato. Alle sue spalle Takeru rideva.
- Hana!! Hana come stai?- urlò Miyagi che cercava di vedergli la faccia - Hana!-
Dalle tribune si era alzato un fortissimo grido di protesta mentre Arai si prendeva tranquillo e con un ghigno perverso il suo fallo. Da lì Mitsui gli ficcò una spinta, vedendo tutto rosso e cominciarono a urlarsi dietro insulti. Ci s'infilò di mezzo Kinoshita e solo allora il volpino andò a controllare, col sangue a cubetti.
- Do'aho...-
- Vaffanculo l'hai fatto apposta!- strillavano gli altri e in quel casino la kitsune sentiva sempre di più quella rabbia repressa montargli dentro. Quella rabbia...stava perdendo il controllo. Prima quella rissa, poi Raim, poi Arai sotto casa, tutto in fiamme...si, stava per esplodere.
E quello stupido do'aho che si era preso addosso quel mastino per non caricarlo di altra tensione!
Era proprio un do'aho!
In quel frangente Hana si rimise in piedi come un vulcano. Zittendo la cagnara si scroccò la schiena e il collo, beato.
- Ehi Hana...tutto bene?- alitò Miyagi.
- Si...- il rosso si grattò la schiena, con voce annoiata - Un pulce mi è saltata addosso, tutto qua.-
Videro Arai sgranare gli occhi e illividire, serrando i denti.
- Non finisce qua mezza sega.- sibilò nella loro direzione.
- Levati dalle palle!- gli ringhiò Mitsui.
- E tu stattene buono!- rise l'ala di sfondamento - Tanto quel ginocchio te lo spacco prima di...- ma si morse la lingua quando la mano di Sakuragi scattò a prenderlo per la maglia. Si scatenò di nuovo il panico in tribuna. Ora si pestavano davvero.
- Ehi bello...- ringhiò il rossino a bassa voce, mentre Kinoshita starnazzava - Quando ti rivolgi a lui la parola "ginocchio" deve restare fuori da ogni discorso, chiaro? Altrimenti preparati ad uscire da qui e a farti fare un trapianto di rotule!-
- Hanamichi, basta adesso!- Akagi riuscì a staccarlo da quel verme, tirando via anche Mitsui - Avanti, calmatevi! State facendo il loro gioco! Zitti e continuate a giocare!-
- Grazie mamma chioccia, mi hai tolto il divertimento.- bofonchiò invece Hisashi.
Tornati ai loro posti, c'era comunque qualcosa che non andava ormai. Tutto lo Shohoku era rimasto ghiacciato quando Arai era finito sulla schiena del loro numero 10. Ricordavano tutti quando si era fatto male.
Temevano che ora stesse facendo solo finta.
E Rukawa era fra questi. Quella marea in piena sembrava soffocarlo e togliergli l'aria.
Arai stava venendo verso di lui, recuperata la palla, quando Sakuragi si rimise di nuovo in mezzo. Cosa voleva fare quell'idiota, cosa?
L'ennesima risata alle sue spalle glielo fece capire.
Takeru lo stava placcando senza troppa enfasi, solo per sibilargli veleno nell'orecchio.
- Tranquillo eroe...dagli tempo e sistemeremo il ginocchio a Mitsui e Hideki ridurrà in briciole la schiena di quella testa di cazzo! Poi il prossimo sei tu!-
Kaede sapeva che era vero. Che non scherzava. Da quel momento in poi giocò come un furia. Infilò una canestro dietro l'altro, sgomitando per arrivare sotto area di tiro e prendendosi due falli ma non gl'importava.
La goccia che fece traboccare il vaso però arrivò alla metà del secondo tempo.
Dopo mille gomitate, al terzo fallo per Mitsui e Hana che era di nuovo finito a terra, Arai si era buttato su di lui.
Il volpino stava palleggiando per liberarsi quando l'ala di sfondamento gli arrivò addosso di spalle.
Spingeva e non gli lasciava spazio. Era tanto grosso che poteva gambizzare l'avversario senza farsi vedere...e parlava, parlava in continuazione.
- Ehi bastardo...io e te dobbiamo ancora parlare di quella sera!- rise, mentre Hana era bloccato da Yuto - Ma dove vai?! Non ce la farai mai a passare!- e gli arrivò una gomitata nel fianco - Forza, che aspetti campione?! Finisco con te e poi torno a spezzare la spina dorsale al tuo amico!-
Una spinta in avanti, gli urli di protesta delle tribune dove le altre squadre ormai non riuscivano più a sedersi per la rabbia e lo sdegno e Rukawa assunse uno sguardo che Ayako, anche dalla panchina, riconobbe subito.
Si alzò in piedi per fermarlo ma il fiato le morì in gola.
Kaede lasciò andare a terra la palla. Così, mollandola semplicemente.
Poi prima che qualcuno potesse capire qualcosa, si girò, strinse un pugno e sferrò un cazzotto in pieno viso ad Arai.
Crollò a terra, sanguinante...e nel palazzetto un grido collettivo di gioia sovrastò il fischio dell'arbitro.
- Rukawa no!- Akagi corse a prenderlo per le spalle ma lui già non si muoveva più. Quel pugno gli era bastato.
Kinoshita era verde, i giudici si erano pietrificati...e Anzai era rimasto seduto, senza muovere un dito.
Hana e gli altri non riuscivano ad aprire bocca mentre dalla curva Mito, Sendoh, Kyota e tutti gli altri avevano intonato una specie di mantra saltando sui parapetti e le ringhiere. Avessero potuto avrebbero seguito Rukawa in campo per finire il suo lavoro.
Ma ora erano nei guai.
- Fallo da espulsione!- tuonò Kinoshita furibondo - Numero 11 bianco, FUORI!-
Eppure Rukawa non si mosse. Con le nocche escoriate, si sciolse dalla presa di Akagi e puntò dritto verso l'arbitro che si fece indietro, quasi tremando.
- Il mio fallo...- la sua voce era gelida, quasi spettrale - ...è più grave di quello che ha commesso lui prima forse?-
Kinoshita sbiancò ancora di più - Rukawa, esci!-
- Mi risponda!-
I ragazzi lo sentirono urlare e tremare, vibrare come una corda di violino. Non sapevano quanto fosse nervoso ma ora lo capivano. Rukawa aveva perso i nervi saldi e anche il suo sangue freddo. Era andato ormai.
- Le ho chiesto se il mio fallo è più da espulsione di quello che ha commesso Arai atterrando il mio compagno con quella gomitata nella schiena!- ringhiò fuori di sé, con gli occhi sbarrati - Mi risponda! Non uscirò da qui fino a quando non mi avrà risposto!-
- Ho detto che devi andartene!-
- Non verrò a picchiarla nel parcheggio.- sibilò il volpino velenosamente - Voglio una spiegazione!-
- Se non esci subito farò annullare la partita!- strillò Kinoshita con le gambe di gelatina.
E infine la catastrofe.
- SI FOTTA LA PARTITA!-
Era esploso. Rukawa on sembrava lo stesso...e a quel punto non ci fu più nulla da fare.
L'amichevole venne fermata, tutto fu annullato ed nacque un tale caos che fra giudici, gente in platea e giornalisti non ci fu più verso di riprendersi da quel disastro.
Le squadre si ritirarono su un parquet macchiato di sangue ma Rukawa era già sparito.
Entrò negli spogliatoi come una furia, colpendo a calci tutto ciò che gli arrivava a tiro.
Tirò anche un pugno al muro, segnandolo di rosso...e poi si lasciò andare a sedere.
Uno, due minuti...e capì cos'aveva fatto.
Capì cos'aveva scatenato. Non solo per se stesso...anche per tutti gli altri.
I passi fuori la porta risuonarono subito e Akagi apparve sulla soglia. Dai suoi occhi capì subito come girava.
Il Gorilla lo afferrò per la maglia, sollevandolo.
- Hai idea di cosa hai fatto?- gli gridò - Ne hai un'idea??? Sai adesso cosa succederà Rukawa? LO SAI?- aveva lo sguardo stravolto dalla rabbia - ADESSO I GIUDICI DI GARA DI SBATTERANNO FUORI DAL CAMPIONATO!-
- Takenori basta, lascialo...-
Kaede sentiva appena le voci degli altri. Aveva capito una sola cosa. Aveva fatto espellere tutti.
Kogure cercava di toglierglielo dalle grinfie ma il capitano continuava a scuoterlo, fuori di sé.
Gli aveva fatto a pezzi in un attimo il suo sogno.
Quando lo lasciò andare, il Gorilla si fece indietro vedendolo sedersi senza forze su una panca.
- A cosa pensavi?- gli sibilò - A cosa?! Rukawa rispondimi!-
Le mani fra i capelli, la schiena curva. Il volpino non sembrava se stesso.
- Mi dispiace.-
Lo spogliatoio tacque.
- Scusami.- sussurrò ancora Kaede, a testa china.
Akagi era sconvolto e quando la porta sbatté di nuovo così forte, tanto da far traballare i cardini, si accorse appena della maschera di pietra che aveva in faccia Mitsui.
Hisashi guardava il Gorilla incollerito. Da sempre, solo lui era stato l'unico a tenergli testa. L'unico.
- Lascialo in pace!- sbottò la guardia duramente - Lascialo stare! Ha solo fatto bene!-
- Fatto bene cosa?- tuonò il capitano - Ma sei impazzito anche tu!? Ci sbatteranno sicuramente fuori!-
- E vaffanculo, chissene frega!- urlò in risposta l'ex teppista - Cristo ma ti senti quando parli? Sono mesi che ti sento sparare puttanate e ancora adesso dopo tutto questo casino continui a dirne! Hanno quasi ammazzato le matricole in palestra, rincorso Ryota e Ayako la notte, Arai ha quasi spaccato la schiena ad Hanamichi e hanno rischiato di ammazzare Rukawa dandogli fuoco alla casa! Ma sei fuori di testa? Eh? Che cazzo aspetti a reagire?!-
- Ma cosa credi, che non mi ribolla il sangue?- ringhiò Akagi rosso di rabbia.
- Io credo soltanto che tu non abbia avuto le palle che invece ha dimostrato Rukawa spaccando ora i denti a quel bastardo!- concluse Mitsui - Ecco cosa credo! Fossi stato al suo posto non mi sarei fermato! Intesi? E affanculo il campionato! Anche io voglio vincere di nuovo ma non voglio giocare sulla schiena rotta dei miei compagni!-
Stavano per scannarsi fra loro. Non li aveva mai visti così...il volpino vedeva tutto quasi dall'esterno, come se non avesse fatto parte di quella gente. Non c'era Anzai e neanche Hana. Dov'era il do'aho?
Dov'era andato?
Si alzò come uno zombie, uscendo in corridoio. Non c'era nessuno.
Girovagò senza meta, quasi senza capire dove andasse, poi vide Ayako in piedi, appoggiata di spalle a una porta. La targhetta diceva "Privato" e quando arrivò dalla mora la ragazza gli fece solo cenno di stare in silenzio.
Lui accostò impercettibilmente l'orecchio e sentì ben distinta la voce di Anzai, di altri tre uomini e di Hanamichi.

La stanza era asettica, quasi impersonale.
Hana si sentiva come al giorno di un esame. Il signor Matsumoto, il signor Ghenta e mister Johnson lo avevano fatto accomodare di fianco al coach Anzai quando aveva rispettosamente chiesto di poter parlare coi tre giudici di gara.
Kinoshita non c'era. Il rosso non sapeva perché ma ne era sollevato. Senza di lui sarebbe stato più facile esporre i fatti.
La presenza di Anzai al suo fianco gli aveva fatto ritrovare un po' di coraggio e guardò i tre giudici uno per uno.
Matsumoto dava sulla cinquantina, brizzolato e con lo sguardo duro, con una leggera barba.
Il signor Ghenta era il più giovane, doveva avere appena quarant'anni e sembrava molto interessato, mentre il signor Johnson, più o meno anche lui verso i cinquanta, certamente americano visti i suoi capelli biondissimi e gli occhi chiari, se ne stava seduto trafficando coi suoi contratti.
- Volevi parlarci Sakuragi?- lo incalzò Matsumoto a quel punto - Avanti, siamo tutt'orecchi.-
- Anche se immagino perché sarai venuto.- bofonchiò Johnson - Per non farvi espellere, giusto?-
- Si, esatto.- annuì Hana deglutendo vacuamente.
- Non era necessario.- sentenziò l'americano con fare sbrigativo - Se eliminerete il problema della vostra squadra non dovrete ritirarvi. Siete i nostri campioni nazionali, non vogliamo tarparvi le ali.-
Il Tensai tacque. Il problema. L'elemento problematico della squadra.
Non guardò Anzai ma quando lo sentì parlare poteva immaginarsi la sua espressione.
- Non intendo espellere Rukawa.- disse il Diavolo dai capelli bianchi.
- Signor Anzai...- Johnson sospirò come se avesse parlato a un bambino capriccioso - Lei ha tutta la mia stima, il rispetto di ognuno di noi ma a volte non posso fare a meno di chiedermi perché si fissi tanto sulle sue idee.-
- I ragazzi sono miei e me li gestisco io.- sibilò il coach - Non ritengo che lei possa capire la situazione Mr Johnson.-
- C'è ben poco da capire.- disse Matsumoto intromettendosi con tono più neutro - Rukawa ha aggredito un avversario in campo.-
- E lo Shikuda ha cercato di infortunare gravemente tutti e cinque i miei ragazzi.- continuò Anzai - Come la mettiamo?-
- Difende un giocatore violento Anzai?- gli chiese Johnson serio.
- Se posso permettermi...- Hana stava facendo leva su tutta la sua buona educazione per cercare di essere più cortese possibile - Lo Shikuda non è mai stata una squadra che gioca pulito, questo immagino sia chiaro anche a voi. Almeno lo spero, altrimenti comincerei davvero a preoccuparmi. Ma ci sono dei motivi se la kit...se Rukawa si è comportato così.- asserì, fissando i tre giudici.
- Non ci sono motivi per una tale aggressività!- sbottò l'americano.
- Con tutto il rispetto, lei non lo conosce.- sentenziò il rossino - Il signor Ghenta e il signor Matsumoto invece si. Andiamo signori, lo conoscete da tempo, da quando andava alle medie!- il tono di Hanamichi si era fatto accorato - Sapete che è un giocatore eccezionale e non ha mai commesso più di un fallo a partita! Non è un tipo aggressivo, ha sempre giocato pulito e secondo le regole! Voi lo sapete bene! Come potete pensare di espellerlo?-
- Sakuragi, i fatti parlano.-
- I fatti dimostrano che lo Shikuda ha cercato di infortunare di nuovo Hisashi Mitsui.- disse allora Anzai - I fatti dimostrano che Arai ha atterrato Sakuragi con una gomitata sulla schiena che anche un cieco avrebbe definito un fallo da espulsione. Fatevi un esame di coscienza signori.-
Matsumoto s'irrigidì lievemente quando il signor Ghenta sorrise, alzando le mani.
- Dimmi Sakuragi...tu credi che sia stato solo un fatto sporadico?-
- Perché, lei no?- sussurrò il rosso - Ghenta-san, andiamo! Sa che tipo è Rukawa! È un grande giocatore e l'unico con cui è aggressivo in campo sono io, santo cielo! Posso essere sincero?-
- Si.- annuì Ghenta - Dimmi la verità.-
- Hideki Arai ha cercato di ferirlo davanti a casa sua, mesi fa è stato aggredito con un coltello e a momenti gli cavavano un occhio mentre alle quattro di stamattina gli hanno dato fuoco alla casa. Lei crede siano incidenti?- e fissò tutti e tre - Sappiamo tutti che non lo sono. Conoscete lo Shikuda per sapere come vincono le partite. Kaede era troppo nervoso, questo non lo nego, e ha commesso un grave errore. Non voglio certo scusarlo ma io ritengo che espellerlo sia esagerato. In memoria di tutte le sue partite almeno! Sapete che non è questo tipo di ragazzo!-
I tre giudici tacquero, scambiandosi appena delle vaghe occhiate.
- Decidete secondo coscienza.- mormorò Hana, alzandosi in piedi - Anche se spero che ci penserete bene prima fare qualcosa di irreparabile. Vi ringrazio per avermi ascoltato.-
Si alzò e fece un cenno di saluto, ricambiato pienamente da Ghenta e Matsumoto, mentre Johnson sembrava ancora parecchio sostenuto.
- Ah, Sakuragi...- Ghenta lo richiamò sulla porta - Fatti dare una controllata alla schiena e agli occhi.-
- Già e fai entrare Rukawa per favore.- aggiunse Anzai, beato come suo solito.
Il rossino sorrise, chiudendosi lo stipite alle spalle.
Fuori lo aspettava il volpino. Gli fece cenno di entrare e Kaede eseguì gli ordini in silenzio, mentre Hana si ritrovò a spiegare tutto ad Ayako. Ora dovevano solo incrociare le dita e sperare.
Intanto stava arrivando un buon squadrone di saluto...che provocava un macello incredibile.
- Ok, è uno stronzo, un freezer, un ghiacciolo borioso e insopportabile, in campo non lo reggo due minuti...- cincischiava Kyota - Però Rukawa è il mio eroe! Porca vacca, ha steso quel bastardo con un colpo solo!-
- Gli faccio una statua!- rincarò anche Fukuda - Cos'avrei dato per essere al suo posto!-
- Eh, bella roba.- bofonchiò Jin - Speriamo non li caccino tutti!-
- Se non altro ora quelli dello Shikuda staranno al loro posto.- sorrise Aida speranzoso.
- Se, credi alle favole.- sbuffò Uozumi.
- Vedete di non far solo casino gente.- borbottò Mito - I ragazzi non devono essere di buon umore.-
- Già, conoscendo mio fratello probabilmente si starà scaricando i nervi prendendo a pugni un muro.- sospirò Haruko - Senza contare che saranno tutti molto demoralizzati!-
Ma manco a parlarne. A venti metri dagli spogliatoi si sentivano degli strilli abominevoli e di certo non appartenevano a persone col morale sotto i tacchi. Dalla porta aperta volava di tutto insieme alle bestemmie, fra cui armadietti e scarpate. Sendoh e compari ci pensarono su un attimo prima di osare mettere la testa dentro, anche perché fra tutte le voci di Mitsui e Akagi erano particolarmente alte. Si stavano scannando quei due, tanto per cambiare...
La cagnara si fermò quando entrò Hanamichi. Occhi iniettati di sangue, non vedeva una mina ed era incazzatissimo.
- STATE ZITTI CAZZO!- tuonò, sbarellando anche gli altri giocatori nel corridoio, mentre a Sendoh volava via tutto il gel dai capelli - GORILLA NON ROMPERE! NON SIAMO STATI ESPULSI!-
Akagi si era attaccato a una panchina per non volare via, anche se altri non erano stati altrettanto fortunati.
- Cosa? Che hai detto?- chiese il capitano sgomento - Non ci hanno sbattuto fuori?-
- No!- sbottò il rossino - E adesso vedete di non stracciarmi più le palle perché non è giornata chiaro?!- e senza aggiungere altro andò a cacciarsi sotto la doccia lasciando dietro di sé una scia di gente sconvolta.
- Oddio...ma non avrà preso a testate i giudici vero?- alitò Rei distrutto.
- Ormai mi aspetto di tutto.- mugugnò Ryota schifato - E Rukawa dov'è?-
- A parlare con Anzai.- mormorò Ayako, entrando in quel momento - Forza ragazzi, è inutile restare. Datevi una mossa, fatevi la doccia e poi andiamocene. Non voglio restare qui dentro un minuto di più.-
- Si ma...- Mitsui la guardava con aria interrogativa - La faccenda come si è risolta?-
- Ci dirà tutto Anzai domani. Intanto andate a casa e riposatevi.- scandì la mora - Hana ti ho trovato il collirio!-
- Si, grazie!- urlò il rossino sotto l'acqua.
Era chiaro come il sole che nessuno aveva più voglia di parlare della questione e si ritirarono in fretta. A momenti non volò più davvero una mosca e anche gli altri decisero che non era il momento adatto per fare il commento di fine partita.
Se non altro nessuno si era fatto davvero male...o almeno era quello che tutti in cuor loro speravano.

Un'ora più tardi Rukawa fissava il mare, sentendo la cantilena della risacca.
Era tornato a casa di Raim e non si decideva a entrare. Si guardò la mano...le nocche escoriate.
Dio, ma che gli era passato per la testa?
Non faceva che chiederselo, non faceva che pensare a come aveva potuto perdere il controllo in quel modo. Proprio lui!
Kaede Rukawa, Ice-man, il freezer con le gambe, Sua Boriosità, era diventato un teppista a tutti gli effetti.
Aveva pestato in campo un avversario. E con che classe, cazzo.
Ed era stato sospeso dai giudici di gara per tre partite. Un'infinità di tempo. Un mese senza toccare palla in campo ma era niente paragonato a quello che avevano rischiato. Meglio lui fuori che tutta la squadra.
Risentiva ancora la presa del Gorilla alla sua maglia. Era la prima volta in vita sua, dopo quella notte con Hana, che si era sentito veramente un verme...e aveva chiesto scusa. Gli era uscito dalla bocca con tutto il cuore.
Risalì lungo il vialetto con la moto e poi la chiuse in garage. Si levò il casco e pensò che forse era meglio andare a stendersi in mezzo alla strada e farsi fracassare da un camion piuttosto che andare a spiegare a Raim cos'avesse combinato. Così almeno non avrebbe più rischiato di mandare a puttane i sogni di nessuno.
Entrò in casa, trovando la porta aperta e maledicendo quella matta. Lei e la sua mania di lasciare tutto aperto!
Buttò le chiavi della Honda sul tavolino dell'ingresso e quando arrivò in cucina si sentì puntare come una preda.
E c'erano ben due cani da caccia...
- Senpai Rukawa!-
Kaede posò lo sguardo su due kohai: una era quella Asuka del secondo anno che stava ai fornelli con un grembiule addosso e una era una matricola, una ragazzina piccola e coi capelli nerissimi a caschetto.
Tutte e due lo guardavano adoranti.
- Buonasera!- cinguettò Asuka - Senpai se hai fame ti abbiamo lasciato qualcosa.-
Si, come no. Era di umore così terreo che avrebbe mandato giù solo del veleno.
Fece appena un cenno del capo, levandosi la giacca, poi vide i capelli rossi di Raim che pendevano dal bracciolo del divano. Andò subito da lei, trovandola con gli occhi semichiusi davanti alla tv accesa.
- Ciao.- sussurrò, inginocchiandolesi vicino. Asuka e l'altra mocciosa trattennero il fiato, vedendo il famigerato bello di ghiaccio della scuola in atteggiamenti teneri e umani con la loro senpai. Non sapevano se essere invidiose e sciogliersi per lui e quello spettacolo così inusuale.
La rossa riaprì le palpebre proprio in quel momento, scoccandogli un'occhiata strana. Poi guardò l'ora. Troppo presto.
- Perché sei già qua?- gli chiese a bassa voce.
- E' andato tutto bene mentre non c'ero?- Rukawa la ignorò, rivolgendosi a due orgogliosissime kohai.
Asuka annuì, rossissima - Si senpai. Le abbiamo dato le medicine e ha mangiato tutto quello che le ha prescritto il medico.-
- E' passata la madre di Hanamichi.- gli spiegò Raim - Ha detto di salutarti.-
Il volpino ringraziò di cuore che la signora Kana avesse avuto il buon senso di non lasciarlo solo in quella situazione, visto che non era capace di prendersi cura neanche di un pesciolino da fiera. Chiese ancora alle due kohai se le avevano cambiato le fasciature e Asuka lo assicurò di tutto, avvisandolo solo che il ginocchio si era gonfiato.
- Le stavamo preparando la borsa del ghiaccio.- gli disse la ragazza trottando di nuovo in cucina.
- Allora?- sussurrò intanto la malata - Mi dici perché sei già qui? Cos'è andato storto?-
- Te lo racconto a letto.- le disse, mentre tornavano i due invasori in gonnella - Grazie dell'aiuto.- borbottò riluttante, considerato che quelle piattole si stavano già sbrodolando.
- Di niente senpai Rukawa!- cinguettarono praticamente in sincrono, facendogli temere per il suo povero udito.
- Se avrai ancora bisogno devi solo chiamarci. Non ti spiace, vero senpai Kotobuki?-
Raim si sforzò di sorridere, non sapendo bene se c'era riuscita.
- Ma certo. E salutatemi le altre a scuola domani.-
- Stanne certa. Allora noi andiamo.- le disse Asuka, arrossendo poi di nuovo verso il volpino - Buona notte anche a te senpai!- e schizzarono fuori ridacchiando come delle oche, tutto gongolanti perché la kitsune le aveva guardate in faccia per una specie di nano secondo. Però, che traguardo!
Più tardi verso mezzanotte Raim era a letto, il corpo travolto da ondate di dolore che la colpivano a tradimento, come un singhiozzo. Il ghiaccio sul ginocchio che credeva si sarebbe spaccato, mercuro cromo su ogni più piccolo taglio, i punti sulla schiena che le tiravano, il braccio intorpidito, spalle e addome che le dolevano.
Non si era mai sentita peggio.
Quando sentì i passi di Rukawa nel corridoio però il dolore perse momentaneamente di forza, superato da una certa curiosità. Se credeva che non si fosse accorta delle sue nocche escoriate era proprio un ingenuo. Non ci doveva neanche provare a raccontarle storie. Stavolta doveva vuotare il sacco quell'idiota e dirle per filo e per segno che diavolo avevano combinato a quell'amichevole, o com'era meglio definirla a quella rissa da bar.
Lo sentì sdraiarsi vicino a lei, girato su un fianco. Sorrise, sentendo il profumo del suo stesso shampoo ma lasciò perdere immediatamente, cercando di guardarlo dritto negli occhi per capire cosa fosse successo.
Non sembrava del tutto lui. Se avessero perso sarebbe stato furioso e di pessimo umore, se avessero vinto Kaede non avrebbe avuto quello sguardo malinconico...ma cos'era successo allora?
- Non si sarà fatto male qualcuno?- alitò allora, scattando. Facendolo la schiena le tirò enormemente, strappandole un gemito. Un attimo dopo Rukawa la stava aiutando a riadagiarsi dolcemente sui cuscini.
- Avanti parla...- lo pregò la rossa, afferrandogli una mano - Dimmelo, si è fatto male qualcuno?-
- Non dei nostri.- ammise Kaede, abbastanza riluttante e infatti Raim fece tanto d'occhi, inclinando il capo con quella sua aria scettica che faceva sentire tutti gli uomini dei perfetti deficienti.
- Come sarebbe nessuno di voi? Volpe parla chiaro!-
Come se fosse stato facile!
"Tesoro, in questi giorni ho minacciato due persone di morte e durante una partita ho rotto tutti i denti con un pugno a un tizio che pesava cinquanta chili più di me e mi superava quasi altrettanto in altezza. Sono o non sono un figo? Ah, dimenticavo...ho quasi fatto sbattere fuori tutta la squadra!"
Inutile perdere tempo, non era un bambino!
- Ho...reagito in partita. Ho dato un pugno in faccia ad Arai. È svenuto...e dopo che mi sono rifiutato di uscire dal campo i giudici e Kinoshita hanno sospeso l'amichevole.-
La faccia di Raim ora era tutto un programma. Si sfrecciavano sopra incredulità, esasperazione e tanta pazienza.
- Non è uno scherzo vero?- sospirò, chiudendo gli occhi.
- No,- ammise serio - Hana e Anzai hanno poi parlato coi giudici. Li hanno convinti a non espellere me e la squadra ma per tre partite sono costretto in panchina. Inoltre domani dovrò andare a scuola, ricevimento col preside. Credo che mi sospenderà anche dalle lezioni.-
La ragazza si portò la mano sana alla faccia. Non era possibile! Proprio lui, Kaede Rukawa!
- Sembra fantascienza.- bofonchiò - Il sedativo serve a te, bello mio.-
- Quel bastardo è saltato sulla schiena del do'aho con un gomito.- le spiegò, facendola preoccupare di nuovo - L'idiota sta bene ma non ci ho visto più. Inoltre Mitsui e Akagi si sono praticamente scannati negli spogliatoi.- concluse, sapendo di averla fatta davvero grossa - Domani mattina starò via qualche ora, poi torno subito. Se non altro potrò seguirti tranquillamente, senza l'impedimento della scuola.-
- Rukawa, stupido! E gli allenamenti?-
- C'è il campetto a neanche cinquanta metri da qui.- le ricordò serafico.
Raim sbuffò - Non fare l'imbecille, sai bene che allenarsi da solo per uno come te è deleterio.-
La guardò assottigliando i lineamenti. Cosa voleva dire? Orgoglioso com'era non la prese bene per niente ma quando la rossa gli carezzò la testa sbollì subito, trattenendo il fiato. Era il primo gesto spontaneo e affettuoso dopo mesi interi.
- Mi dispiace.- gli disse.
Lui annuì, sapendo bene che se l'era cercata. Era solo colpa sua ma gli era andata anche bene, doveva continuare a ricordarselo: se Anzai non fosse intervenuto e il do'aho non avesse spiegato il perché e il percome del suo attacco d'ira probabilmente l'avrebbero cacciato al manicomio.
Si accoccolò sul suo stesso cuscino, mentre Raim si rimetteva faticosamente supina.
- Sei esausto.- gli disse, tirando a fatica le coperte verso di loro, mentre lui gliele drappeggiava addosso - Domani forse le cose ti sembreranno meno nere.-
- Hn, come no.- rognò con una nuvola sulla testa - E tanto per la cronaca...ci dormo io a sinistra da domani.-
- Col cavolo, è il mio letto questo.- sbadigliò la rossa, richiudendo dolcemente le palpebre - Comunque devo ammettere che mi sarebbe tanto piaciuto esserci. Avrei voluto davvero vederti pestare quel bue!- e rise, avvertendo altre fitte alle costole ma le ignorò - Guarda il lato positivo.-
- E sarebbe?- chiese distrutto.
- Potrai riprenderti e rimettere a posto un po' di cose. A cominciare con la tua casa...- gli rispose mentre la sua voce si affievoliva nel sonno - ...a finire con qualche seduta dallo psicanalista. Sei stressato.-
Ma sentite che roba! Chissà grazie a chi era stressato!
Al diavolo, era tutto un grande ed enorme fottuto complotto...però forse aveva ragione lei. Era a pezzi, per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva veramente stanco. Quella stanchezza infida che non ti faceva alzare dal letto, che non invogliava a scoprire un nuovo giorno. E poi quella rabbia...l'aveva mandata giù finalmente ma lo Shikuda si era preso lo stesso il suo premio. Per tre turni era fuori.
Fino a quel momento avrebbe dovuto rassegnarsi. E pensare a Raim, concluse guardandola dormire.
Si, per ora doveva concentrarsi solo su di lei.


Allo Shohoku si contavano le dita di una mano le persone che in cinque anni di frequenza avevano visto in faccia "Il Fuggitivo", meglio conosciuto come il preside Naobuso o più amichevolmente "Buso".
A parte il personale docente, in tre studenti avevano visto in faccia quell'uomo che non si sapeva bene cosa cazzo facesse, visto che a scuola non c'era mai entrato neanche per sbaglio. Non era presente neanche alle riunioni del consiglio, figurarsi nei giorni feriali! Chi aveva avuto l'onore di conoscerlo, ovvero due studenti del quinto (fra cui ovviamente Mitchy) che una sera si erano ritrovati in uno strip club al suo fianco e Naomi Kurata, la sua pupilla, potevano dire solo una cosa di lui.
Che era un uomo a cui l'aggettivo eccentrico non bastava.
A quel terzetto quella mattina di unì anche Kaede Rukawa che varcò le soglie del suo liceo ben sapendo che ormai la notizia aveva fatto il giro. Quando passava la strada e chi gli passava a fianco si apriva come il Mar Rosso mentre quelle cretine del Rukawa's Shinetai piangevano disperate per la sua sorte avversa. Fregandosene degli sguardi sconvolti di mezzo liceo che l'avevano sempre creduto manesco e attacca brighe solo col do'aho, salì al secondo piano per andare a sentire la sua sentenza niente meno che dal caro Buso, come lo prendevano in giro quelli del comitato studentesco.
Fuori dalla presidenza trovò Anzai con cui aveva già discusso la sera prima.
Si stava sciroppando il the seduto su un divanetto davanti a un tizio con barba e baffi, trasandato come uno che ha dormito in un cassonetto, aria di chi ha alzato troppo il gomito ma un'espressione bonaria e svagata come quella del Buddha.
- Oh, Kaede.- l'apostrofò Anzai quando lo vide - Ben arrivato. Spero tu abbia dormito un po'.-
- Si coach.- sussurrò, sedendosi al suo fianco. Guardò verso la porta di vetro della presidenza. Non c'era nessuno? Niente preside invisibile? E dire che sarebbe stato quasi interessante vedere la faccia del Fuggitivo.
- Voglio presentarti il preside Naobuso.- lo strabiliò il suo vecchio mister, indicandogli proprio quel tizio che sembrava un barbone - Non credo tu abbia mai avuto il piacere di incontrarlo.-
Mentre si faceva stritolare la mano in una pressa, Rukawa pensò di averlo già visto da qualche parte. Ma dove?
Poi di colpo ricordò. Ma si! Alle loro partite! Quell'uomo era sempre in tribuna d'onore con le famiglie!
- E così posso stringere la mano a una delle nostre punte di diamante.- sentenziò il preside, accavallando le gambe e mandando giù una potente dose di caffè - Era una vita che volevo conoscerti ragazzo. Non pensavo che avrei finito per farlo dopo una rissa..-
Gli era sembrata troppo facile! Kaede continuava a tacere come sempre, scrutando quel preside con aria non molto convinta. Quello un preside? Yoshikawa lo sembrava di più! Aveva più la faccia da stronzo...ma quello lì sembrava solo la replica più usata di GTO!
Il Fuggitivo sollevò un foglio di richiamo dei giudici di gara, leggendolo con aria annoiata. Sotto anche la dichiarazione di Kinoshita. Poi l'appallottolò, facendogli fare una parabola sulla testa fumante del volpino.
- Atto falloso eh?- sbuffò Naobuso - C'ero anche io a quella partita ieri.- scattò assumendo un'espressione dura che fece presagire alla kitsune un mese di sospensione - Ho visto come ti sei comportato Rukawa. Allora, mi dai una spiegazione o devo espellerti dallo Shohoku?-
Cosa poteva dire? L'ho colpito perché sono giorni che scoppio di rabbia?
- Non accadrà più.- si limitò a rispondere con tono cupo - Glielo garantisco.-
- Lo spero.- bofonchiò il suo preside, versandosi altro caffè con la faccia giallognola - Ieri sera ho dovuto pensarci io a calmare i giudici dopo che Sakuragi ha interferito. E fattelo dire...se l'hai fatto per vendicare lui è tempo perso.- aggiunse con un ghigno - Quel ragazzo è una roccia. Peccato che non sia qua anche lui.-
- Oh, un giorno ci sarà...- sfuggì al volpino con sarcasmo gelido, facendo tossire Anzai rumorosamente.
- Come ti ho detto c'ero anche io a quell'amichevole.- riprese Naobuso fissandolo attentamente - E come amante del basket non posso tollerare un tale comportamento. So che starai fuori per tre partite. La tua condotta va giudicata anche in base scolastica...quindi ritieniti sospeso per due settimane Rukawa. Non un giorno in meno.-
Due settimane...senza allenamenti con la squadra. Da spararsi!
Non replicò, anche perché avrebbero potuto sbatterlo anche fuori da scuola per quella faccenda, così si limitò a ringraziare e ad alzarsi, dicendo ad Anzai che si sarebbero rivisti da lì a 14 giorni ma una volta alla porta il Fuggitivo lo richiamò. Si stava rigirando la tazza fra le mani, come pensoso.
- Rukawa, vorrei farti una domanda...-
Il preside finalmente alzò gli occhi, scoccandogli uno sguardo quasi perverso.
- Come ti sei sentito quando hai colpito quel gran bastardo?-
Mancò poco che cadesse per terra. Ma che domanda era??? Quello non era un preside!
- Dai, rispondi!- gli ordinò Naobuso - Non mi dirai che hai perso la lingua.-
Kaede sospirò, rimettendosi in sesto.
- Ci ho goduto.- sentenziò sincero, mentre il Fuggitivo piegava le labbra in un ghigno.
- Si, proprio quello che volevo sentire.- annuì l'uomo - Bravo, vai pure. Ci si rivede ragazzo!-
Ma perché quella scuola era un covo di idioti? Perché? Perché calamitava gente del calibro di quell'essere? Perché era una cloaca di teppisti, zoccole di prima categoria, di gorilla maneschi, di presidi ubriaconi e scimmie rosse squinternate?
Basta, ne aveva basta! Gli stavano esplodendo di nuovo i nervi e due settimane di relax con Raim sarebbero state quello che gli serviva. Al diavolo tutto il resto, si sarebbe allenato da solo come i primi tempi.
Non ci pensava neanche a mollare per colpa di quel colosso che ora si ritrovava senza più un dente sano in bocca.
Fece per tornare alle scale e andarsene quando, girato l'angolo, gli arrivò una risatina alle spalle.
- Aveva ragione quel ritardato di Mitsui e anche tu avevi ragione.-
Il volpino si girò stralunato, trovando Akagi appoggiato al muro.
- Capitano.-
Sgomento, abbassò il viso anche se non di molto. Non era sua abitudine distogliere gli occhi ma stavolta si sentiva di continuare a scusarsi col Gorilla. Il minimo che poteva fare era non assumere la sua aria boriosa.
- Vieni.- gli disse il Gorilla, facendogli un cenno senza perdere un leggero sorriso.
Scesero al primo piano, andando a chiudersi negli spogliatoi interni ancora liberi vista l'ora mattiniera.
Kaede si sedette, aspettando di sentire cos'aveva da dirgli. Non gli sembrava più incazzato ma come ben sapeva l'abito non faceva il monaco...lì in giro era pieno di matti.
- Quanto ti ha dato il preside?- gli chiese Akagi, pacifico.
- Due settimane di sospensione.- mormorò.
- Niente scuola quindi.- Il Gorilla sospirò, grattandosi il capo - Senti...ti ho portato qua perché ieri sera ho veramente esagerato. In questi giorni ne hai passate di tutti i colori, dovevo saperlo che eri troppo nervoso per giocare, avrei dovuto accorgermene ma testardamente ho pensato come sempre a vincere.-
- Lo volevo anche io.- gli disse Kaede.
- Si, lo so. Ma io sono il capitano, io dovevo capire che non eri nelle condizioni migliori per giocare.- e sorrise ancora, sempre più imbarazzato - Non sei una macchina in fondo. Lo sapevo ma ora con la prova sotto gli occhi mi sento un po' meglio.-
Grande capitano. Il volpino si passò una mano fra i capelli, rimettendosi in piedi e ficcandosi le mani in tasca - Mi dispiace comunque. Non dovevo perdere le staffe in quel modo.-
- Sarà...però è stato maledettamente divertente.- se ne uscì a quel punto, sghignazzando fra i denti - Credevo di morire quando ti ho visto alzare il pugno...mi ricordo perfino che ho sentito proprio Mitsui dire, cinque secondi prima di quel casino, "Ecco, adesso lo ammazza!"- scosse il capo, contento e triste al tempo stesso - Non posso negare che tu mi abbia fatto perdere vent'anni di vita ieri sera...ma anche quando Arai ha atterrato quell'imbecille ci sono quasi rimasto secco. Mitsui ha ragione Rukawa...- e sollevò lo sguardo, fissandolo intensamente - Non ho avuto le tue stesse palle. Quei bastardi hanno quasi infortunato di nuovo i miei compagni e l'unico a reagire sei stato tu.-
Com'è che ogni volta che combinava un casino erano gli altri a scusarsi?
Lo trovavano tutti così infantile o...senza rendersene conto, Kaede Rukawa aveva trovato qualcuno che lo viziasse?
- Dove ti allenerai ora?-
- Al campetto, vicino a casa di Raim.-
Akagi aggrottò appena la fronte - Starai da lei?-
Il volpino annuì, facendo finta di non notare la sorpresa del Gorilla - Questa sospensione è arrivata al momento buono.-
- Si, ma riposati.- gli mise una mano sulla spalla - Rukawa, davvero...ti serve riposo e tranquillità.-
- Con una malata l'avrò di certo.- bofonchiò ironico.
- Ora torna a casa.- gli consigliò il Gorilla, tornando sui suoi passi - Tra un po' potresti essere sommerso di seccatori.-
- Che intendi?-
- Ah, vedrai.-

- Dio! Mi piacerebbe sapere perché mi sono fatto incastrare in questo modo! E tu come cazzo guidi Sendoh? Era sbronzo l'esaminatore che t'ha dato la patente?!-
Nobunaga Kyota saltò giù dal cassone del pick-up nero di Akira, sbraitando ai quattro venti verso le tre di pomeriggio. Era stato sballottato come un sacco di patate e insieme a lui anche Mito e gli altri che scendevano in branco dall'auto del porcospino. Nelle altre macchine matricole e riserve dello Shohoku, Kogure e Ayako, i titolari, mezzo Kainan, mezzo Ryonan, mezza squadra di pallavolo e Haruko.
Uno squadrone impressionante che si dirigeva carico di roba verso la casa di Raim.
- Che rottura di palle babbuino! Sta un po' zitto!- rognò Mitsui, scendendo dalla sua macchina e ficcandosi i suoi Byblos sul naso - Cos'è, la cura del gatto ti porta via quel poco di materia grigia che hai?-
- Sta zitto teppista, fai un favore all'umanità!- replicò l'ala del Kainan che si agitava come una scimmia fra le grinfie di Maki - Non vedo l'ora di ridare questa bestiaccia malefica al suo padrone!-
- Le donne vanno trattate bene,- cinguettò Sendoh, prendendo uno scatole e seguendo gli altri lungo il vialetto.
- Risparmiaci i tuoi consigli da hentai, grazie.- gli sibilò il babbuino.
- Avete preso tutto?- s'informò Miyagi, a capo branco.
- La cassetta di sicurezza dove sta?- borbottò la Kurata dalle retrovie - Non è che mi avete fatto venire per niente, vero?-
- E che avevi da fare d'altro?- la rimbeccò Junko Kanzaki - Dovevi derubare qualche anima buona capitano?-
- O avevi un appuntamento galante senpai?- fece Nanaka maliziosa.
Intanto dentro casa Kotobuki, il volpino si stava sparando il terzo caffè della giornata in preda a una sana crisi isterica.
Ok, poteva stare con Raim ventiquattro ore su ventiquattro ma mancavano ben due ingredienti alla sua salsa preferita: allenamenti corpo a corpo e la magica parola. DO'AHO.
Forse Mitchy aveva ragione sull'Hanamichi dipendenza.
Raim lo osservava sdraiata sul divano, seriamente divertita.
- Ti manca un sigaretta e una bottiglia di whisky e poi sembri un vero uomo di mondo.- frecciò.
- Hn.- mugugnò seccato, raggiungendola in soggiorno. Si lasciò andare in poltrona, arrotolandosi le maniche del cardigan azzurro sui gomiti. Cominciava a tirare un'aria leggermente più tiepida e quel sole che traspariva dalla porta finestra avrebbe messo di buon umore anche un boia...ma non lui.
Anche perché Raim faceva tanto la saputella ma si rifiutava anche di farsi curare. Rompere per prendere le medicine, per coprirsi, per farsi cambiare le fasciature, anche per mangiare! Una paziente tutt'altro che facile.
- Perché non vai a farti due tiri?- gli consigliò leggendogli in faccia la sua paranoia - Se ti devo reggere per due settimane è meglio buttare giù un paio di regole, sai?-
- Ma certo, però comincio io.- le disse trucemente - Prendi le tue medicine e sta zitta!-
- Ecco e tu riprenditi la tua roba e squagliatela in un Love Hotel!-
- Hn.- sibilò e proprio in quel momento suonò il campanello. Pensando a una delle kohai della sua rossa andò ad aprire carico di pazienza ma non si sarebbe mai aspettato ciò che si trovò davanti.
L'intera fauna cestistica di Kanagawa davanti al naso. Con Mitsui e Miyagi in cima alla carovana.
- Oh, era ora!- Hisashi si levò appena gli occhiali, dando il via a una sfilata che sarebbe durata ben dieci minuti buoni. In un nano secondo scaraventò fra le braccia di Rukawa una pila di vestiti - Ecco, tieni! C'è un po' di roba che ti servirà fino a quando non andrai a rifarti il guardaroba: i jeans sono di Hana e le maglie sono mie. Sta attento che quel cretino ci ha messo in mezzo anche una felpa demenziale con un maiale in atteggiamenti porno...non farti vedere in giro con quella perché ti buttano in galera!- e detto quello, senza lasciar tempo alla kitsune per rispondere, entrò.
Dopo di lui Ryota, in un tributo alla follia che avrebbe gareggiato con quella di un manicomio.
Il playmaker caricò sulla pila di vestiti un altrettanto stratosferico malloppo di giochi per la Play Station. Poi Kogure che ci mise sopra tutti libri usati del terzo anno, gli stessi andati persi nell'incendio. Seguì Akagi con una delle tante cassette di metallo che contenevano i cd del volpino.
- Ecco qua! Mamma se pesano!- e filò dritto di seguito agli altri, mentre a Rukawa cominciava a cadere tutto. Seguì Ayako con qualche libro, molti fumetti e qualche altro indumento, poi Mito che gli mollò in mano la cassetta di sicurezza.
- Ci sono anche io!- cinguettò al Kurata, sorridendogli sotto al naso - Così te la posso aprire anche senza chiavi e non resterai senza soldi! Prometto di non chiedere niente in cambio del servizio reso! Raim, come stai??-
Di seguito mezzo Ryonan, che lasciò sempre più sconvolto Kaede che ormai non sapeva più come tenere in mano tutto, l'Armata che gli mollò ai piedi una cassa di birra e delle stecche di sigarette, poi Jin e Maki, quindi lo spettacolare Sendoh. - Ciao!- tubò Akira, mettendogli fin sopra i capelli un altro scatolone pieno di dvd che più porno non c'erano - Ecco qua! Ti ho portato questi così non ti butterai troppo giù di morale!-
- E riprenditi anche il tuo gatto!- sbraitò Kyota a quel punto, lanciandogli in testa la micina rossa che continuava a soffiare a lanciare unghiate - Ha il tuo stesso stronzissimo carattere sai?!-
Andati via loro, la faccenda non era mica finita.
Kaede stava cercando di capire da dove cavolo arrivasse quella gatta quando Nanaka gli si mise sotto al viso con un sorriso a metà fra l'angelico e il malizioso che avrebbe sciolto anche un ghiacciolo - Io ti sono andata a comprare questi!- e gli lasciò ai piedi una fila di borse piene di boxer - Ho buon gusto sai? Mentre le li compravo ti ho pensato tanto volpacchiotto!-
Junko, penultima rimasta, osservò quasi divertita la trafila di ghiaccioli che si era formata sulla schiena del volpino, per non parlare di come gli si erano drizzati i capelli al solo pensiero che la Tanaka fosse andata a comprargli la biancheria. Era diventato uno straccio!
- Io vengo in pace.- disse a quel punto, agitando bandiera bianca - Tutto bene Rukawa?-
TUTTO BENE?????? Gli avevano appena invaso la nuova tana con una marea di roba!
Cercò di rimettersi a posto i nervi. Ma il Gorilla non gli aveva ordinato di calmare i bollori?
E allora perché si era portato dietro quella cloaca di dementi?
Fece per chiudere finalmente quella dannata porta quando però lo fece sulla faccia di qualcuno. Ops...riaprì e si trovò davanti la persona più improbabile di tutte. Irrigidì i lineamenti.
- E tu che vuoi?- sibilò.
Kenjin Rukawa arrossì vagamente, indicandogli un altro po' di generi di prima necessità, tipo lo spazzolino.
- Ecco...io...-
- Ci ha chiamato lui, non lo sapevi?- sorrise Ayako, tornando indietro - Tuo cugino è stato molto gentile. L'hanno chiamato i tuoi vicini di casa appena iniziato l'incendio, poi lui ha chiamato Hana e ha sparso la voce. Ci ha aiutato a caricare tutta la tua roba! Forza Kenjin, vieni!-
Kaede stentò a credere alle sue orecchie, mantenendo il suo sguardo gelido.
Non si fidava e sinceramente non aveva voglia di vedere suo cugino ma prese quella roba, mettendo in chiaro che gli avrebbe restituito subito i soldi e poi, anche se di malavoglia, lo fece entrare.
Sbaraccò un po' di roba dall'ingresso per richiudere l'uscio ma rimase per un attimo impalato.
Non aveva visto il do'aho. Ma dov'era?
Tornato in salotto venne coinvolto nel più casinista raduno mai avvenuto negli ultimi anni a Kanagawa. Mentre le ragazze stavano con Raim e più o meno tutti le firmavano il gesso con frasi che andavano dal demenziale all'indecente, lui se ne andò in cucina con la micia rossa sotto braccio. Continuava ad agitarsi ma quando capì che il volpino non era come Kyota si tranquillizzò, specialmente grazie a qualche grattino sulla pancia e a un piattino di latte.
Sul bancone poi la Kurata stava armeggiando con attrezzi da film sulla sua cassetta di sicurezza che i suoi compagni avevano recuperato dalle macerie di casa sua. Il resto era tutta roba loro. Non si era salvato proprio nulla.
Non che ci fosse qualcosa a cui era particolarmente attaccato...a parte quella foto...
- Ce la farai a stare lontano dalla tua tana Rukawa?- gli chiese Ayako, raggiungendolo per fare del the all'ammalata.
- Hn.- borbottò. Ce l'avrebbe fatta se non gli avessero più invaso la vita!
- Dov'è il do'aho?- chiese a un certo punto, dopo quasi un'oretta di riunione allegra e spensierata.
Lo Shohoku si guardò attorno. Era vero. Hanamichi non c'era.
- Aveva detto che sarebbe venuto qua da solo.- mugugnò Mito, tirando fuori il cellulare - E' partito anche prima di noi.-
- Quella capra si sarà persa.- frecciò Kyota.
- Non so...aveva un'aria strana oggi.- sospirò Haruko.
Si, in effetti anche Miyagi l'aveva notato e anche l'Armata. Quel giorno si era presentato in classe con una strana aura cupa che l'attorniava, come se...fosse arrabbiato. O stesse macchinando qualcosa.
- Se non è qua ed è partito prima di noi dev'essere successo qualcosa.- sussurrò Mitsui a bassa voce, alzandosi dal divano - Vado fuori a fare una telefonata. Torno subito.-
Ma nonostante tutti i suoi tentativi, il numero di Hanamichi squillò sempre a vuoto.
Ma cosa stava succedendo?

Intanto, da un'altra parte di Kanagawa, alcuni studenti osservarono incuriositi il tizio che portava una maglia sportiva nera e rossa, con stampato il nome in bianco dello Shohoku.
Alcuni si chiesero come mai uno studente di quel liceo fosse entrato proprio lì, allo Shikuda, ma il ragazzo non guardò attorno a lui, non guardava neanche dove camminava. Aveva un incedere lento, le mani in tasca, gli occhi riparati da quel sole pungente da un paio di occhiali dalle lenti scure.
E andava dritto alla palestra della scuola.
Sul parquet, la squadra si allenava a singhiozzo specialmente le matricole e le riserve, mentre Eikichi Takeru stava svaccato in panchina lungo disteso, una sigaretta fra le labbra e lo sguardo perso sul soffitto.
- Non fumare qua, cretino.- sentenziò Soichiro Shoji, sdraiato a terra con le gambe accavallate.
- Perché non ti alleni invece di rompermi i coglioni eh?-
- Ehi Take...- Ken Yuto si rigirava la palla sul dito, seduto dietro alla sua testa - Hai ancora le palle in giostra?-
- Dimenticati di quella ragazza!- sbuffò Yuya Takeshi, arrivando in quel momento dalla corsa - Dai capitano, ce ne sono mille di ragazze che non aspettano che un tuo fischio!-
- Oh è il fatto che ora se la sbatta Rukawa a farti incazzare?- ghignò Soichiro - Ah, povera la mia sorellina!-
- State zitti.- sibilò Takeru - Non ho voglia di sentire le vostre puttanate.-
Kikuji era l'unico che non aveva aperto anche perché non gliene fregava niente. A lui bastava che nessuno di loro titolari avesse perso tutti i denti a causa della loro esagerazione. Aver fatto esasperare gente dal sangue caldo come quelli dello Shohoku non aveva portato ad altro che guai ultimamente.
Stavano ancora confabulando fra loro quando qualcuno mise piede nella loro palestra e gli allenamenti delle riserve si fermarono. I cinque alzarono appena gli occhi...e non ce ne fu uno che poi non li sgranò.
Hanamichi Sakuragi era sulla porta. Solo.
E dal suo sguardo, non era venuto per parlare.


 

 

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Capitolo 19
*** Come Regolare un Conto in Sospeso ***


raim19

 

 

Hisashi Mitsui quel pomeriggio non era per niente sicuro che la rissa in campo dell'amichevole contro lo Shikuda avesse lasciato strascichi solo addosso alla loro kitsune. A quanto pareva infatti, secondo chi l'aveva visto quella mattina, Hanamichi si era comportato in maniera alquanto strana, al limite del mutismo, e la cosa gli piaceva molto poco. Sapeva per esperienza, infatti, che quando uno così stava silenzioso e chiuso nei suoi pensieri covava qualcosa.
Fece l'ennesimo squillo all'indirizzo di Hana ma lui di nuovo non gli rispose.
Chiuse il cellulare, guardando dentro al salotto di Raim, dalla porta finestra.
Una breve occhiata a Mito e Miyagi  si capirono subito.
Era meglio andare a cercarlo. Rientrò con la sua migliore aria amichevole, non aveva intenzione di dare l'allarme generale visto che magari quel cretino era solo andato a farsi due passi in compagnia di barboni e travestiti ma almeno avrebbero controllato. E per bene, anche perché se era andato dove loro temevano stavolta la faccenda poteva essere molto più grave della loro rissa di novembre.
E c'era un altro motivo per cui era meglio andare a controllare in sordina: Rukawa .
A lui era meglio non dire niente.
Cercandolo lo trovò seduto fra Nanaka e suo cugino Kenjin, che poveretto cercava di ambientarsi in quella marmaglia di gente non proprio per bene, immerso in un'infervorata discussione all'ultima bestemmia con Kyota, quindi per il momento sarebbe stato abbastanza occupato ma doveva comunque assicurarsi che non sarebbe partito in quarta una volta fiutato qualcosa.
Per questo raggiunse la cucina dove Junko, Sendoh e Miyagi stavano parlando. Il tappo doveva avergli già spiegato tutto, ma quando Akira sollevò lo sguardo sulla guardia non sembrava particolarmente entusiasta della cosa.
- Ne siete sicuri?- bofonchiò il porcospino, seduto a fianco della Kanzaki a sorseggiare birra.
- No, per questo andiamo a controllare.- gli disse Mitsui, mentre Akagi, Kogure e Mito erano corsi a prendere la macchina - Ma Rukawa è già abbastanza in tensione per i fatti suoi, perciò se riesci a trattenerlo mi faresti un favore.-
- Trattenerlo...- Akira ghignò debolmente - Come vuoi che faccia scusa?-
- Dai Aki, sapresti rigirarti anche un sordo.- lo lusingò Hisashi, sapendo bene perché che con quelle avrebbe ottenuto poco - Non ci metteremo molto. Riprendiamo Hana e torniamo.-
- Ah si?- Junko non sembrava dello stesso parere - E se succede qualcos'altro?-
- Non succederà niente.-
- No, ha ragione lei.- disse invece il porcospino - Se Hana è andato allo Shikuda sarete attorniati da tutta una scuola di teppisti, non so se mi spiego. Ma ci sei mandato andato in quel posto?-
Mitsui alzò le spalle - Ho un paio di vecchi amici lì..-
- Fantastico.- rimbrottarono insieme la Kanzaki e Sendoh.
- Ehi ragazzi, non sono stato io a far venire dubbi ai miei amici sulla mia sanità mentale ok?- li rimbeccò la guardia, rimettendosi gli occhiali - Andiamo e torniamo. E cercate di non far sapere niente a Rukawa.-
Detto questo si piegò su Junko, sfiorandole dolcemente le labbra dopo un lungo sguardo silenzioso e si avviò alla porta.
- Oh a me niente?- si lamentò Akira sarcastico, per nulla contento di quell'azione punitiva.
- Ma come, dopo tutto quello che abbiamo fatto l'altra notte?- cinguettò Mitsui.
- Finitela di fare i porci, muoviti Hisa!- scandì Miyagi afferrandolo per un gomito, vedendo il Gorilla con la macchina nel vialetto - Ci metteremo un'oretta al massimo! Ci vediamo dopo!-
- Se, se...- Sendoh agitò vagamente la mano - Fate come volete!-
Usciti loro, Junko roteò gli occhi aprendosi un'altra birra.
- Senti Kanzaki...-
- Si?-
- Ma che ci trovi in quello lì?- ridacchiò Akira, pensando che si sarebbero di nuovo spaccati le ossa.
- Non lo so proprio.- rispose lei con un sospiro.
- In compenso l'hai proprio steso, sai?-
- Come?- Junko non capiva.
- Vuoi dirmi che non ti accorgi che cammina da un metro da terra?- il numero 7 del Ryonan la guardava con aria maliziosa e ironica - Non fare la finta tonta, è innamorato perso.- e le strizzò l'occhio, tornandosene di là dove l'aspettava l'arduo compito di impedire a Rukawa di accorgersi dell'assenza di Hana e degli altri. E farlo non era mica facile, visto e considerato che gli elementi di disturbo se n'erano andati quasi tutti.
Lui era un bravo ragazzo, non aveva mai rotto i maroni alla gente...ok, a parte a Mitchy per i test!
Forse era meglio incrociare le dita...


- Porca miseria, vai più pianoooooooooooo!!!- Miyagi si ribaltò con la faccia sul cruscotto, visto come il Gorilla stava guidando in mezzo ai quartieri del cento - Akagi ci farai ammazzare!! Attento...attento il semaforo!! E la vecchietta!! Arghhhhh!!!!-
- Cazzo!!- Mito, Kogure e Mitsui nei sedili posteriori finirono in groviglio di gambe, spaccandosi il grugno sul sedile del guidatore - Takenori basta!- sbraitò il vice capitano, esasperato - Finiremo spalmati contro un muro ancora prima di averlo trovato!- ma non finì di urlare che si ritrovò con la bocca sulla leva del cambio, rischiando di spaccarsi i denti.
- Dio, giuro che se lo trovo in un bar lo massacro!- sbraitò il loro fantastico guidatore, mentre Mitsui cercava di mettersi in contatto con "qualche vecchio amico", come li chiamava lui, che andavano allo Shikuda. Forse loro l'avrebbero notato un gigante dai capelli rossi che si era infilato nella loro scuola armato di bombe a mano!
- Dite che è andato davvero in quel posto?- chiese Miyagi, che cercava di tenersi seduto.
- Sarebbe un idiota a rischiare tanto!- ringhiò Mito - Quindi mettici pure la mano sul fuoco: è là!-
- Ma perché scusate?- sbottò Kogure, tenendosi gli occhiali - Che motivo avrebbe di andare da Takeru dopo quello che è successo a Rukawa?!-
- Secondo me è per la sua casa in fiamme!- sibilò Mitsui, attaccato al cellulare.
- E che sarebbe, una vendetta allo stile Yakuza?- ringhiò Ryota - C'è pure andato da solo quell'imbecille!-
- Già, perché non ci ha chiamato?- sbuffò Mito poco contento.
- Lasciate perdere, state zitti e rimboccatevi le maniche!- ordinò il Gorilla - Se va come penso io non dovremo raccogliere lui da terra, ma quegli altri!-
Dopo essersi fatti inseguire dalla polizia, aver messo sotto una colonia di gatti, aver investito un camion che trasportava benzina e aver dato fuoco a mezza città lasciando la scia dei copertoni per ogni via di Kanagawa, giunsero finalmente a destinazione.
Il liceo Shikuda era una costruzione anonima, bianca e con parecchi graffiti sparsi un po' ovunque.
Gli elementi da sbarco che lo bazzicavano avevano un'aria veramente poco raccomandabile ma se fecero caso a loro, li fecero anche passare senza rompere le scatole, forse vista l'espressione di Mitsui e Miyagi.
Si guardarono attorno cercando di capire dove fosse la palestra, quando dietro di loro si fermò un gruppo di studenti.
- Ehilà capo...-
Lo Shohoku si volse con gli occhi a palla mentre un tizio sul metro e ottanta, con la divisa dello Shikuda, guardava Hisashi con un lieve sorriso e con una sigaretta fra le labbra.
Alle sue spalle altri dieci ragazzi, da terzo al quinto anno, tutti con diversi anni di onorata carriera alle spalle.
- Capo?- mugugnò Ryota - Ehi Hisa...allora sono dei Kin Ray questi, vero?-
Mitsui ridacchiò, andando a stringere varie mani ma non la tirò per le lunghe. Chiese quello che gl'interessava a quel tipo che doveva chiamarsi Yabe, poi gli venne indicata la palestra.
- I ragazzi hanno visto uno dello Shohoku entrare un'ora fa.- li avvisò il ragazzo, sui diciannove anni - E' andato proprio dritto agli allenamenti di Takeru e compari. Fossi in voi starei attento...sono pericolosi quelli.-
- Conosciamo la razza, tranquillo Yabe.- ghignò Mitchy - Grazie per l'aiuto!-
- Ehi, aspetta un po'...- lo richiamò il tizio, ridendo insieme a tutti gli altri - Non vorrete divertirvi da soli spero.-
- Perché farti dei nemici a scuola eh?- gli chiese Miyagi.
- Di recente ci annoiamo parecchio.- sentenziò un altro del gruppo, con una cresta in mezzo alla testa - Specialmente da due anni, quando un certo imbecille ha smesso di dare spettacolo la sera con le auto.-
- E anche se andaste in palestra da soli non riuscireste a fare un emerito cazzo.- rincarò Yabe, ciccando a terra con aria svagata - Fanno allenamento al chiuso e sono tutti tizi che sanno menare le mani, Mitsui. Che potere fare in cinque?-
- Oh, ma allora non conosci i miei amici!- ridacchiò la guardia con aria perversa, la stessa del vecchio teppista - Dai, forza...portami da Takeru. Comunque l'amico che è entrato un'ora fa vi offrirà una spettacolo una volta arrivati che non si vede tutti i giorni. Fidati. Stai per scacciare la noia.-
Nonostante la tranquillità che Mito ostentava, visto che conosceva Hana meglio di tutti, Akagi non era tranquillo.
Ficcarsi lì dentro era stata una follia e gli avrebbe fatto passare la voglia a suon di pugni, lo giurava sulla sua stessa testa rossa e bacata ma mano a mano che si avvicinavano, il silenzio che aleggiava attorno a quella palestra lo metteva sempre più in agitazione.
Da pochi metri videro che le porte erano aperte.
Si fermarono un attimo, non udendo nulla...poi misero piede sul parquet e ciò che videro fu un disastro.
Sangue sul parquet, attrezzi rotti, giocatori dello Shikuda a terra, svenuti e schiacciati contro il muro per la paura. Takeshi era finito fra i palloni e lì era rimasto, con una mascella viola. Yuto era a terra, in ginocchio e si teneva lo stomaco, la faccia piena di lividi, il sangue al naso e alla bocca.
Shoji era totalmente svenuto. Aveva una catena stretta al collo ma da come alzava e abbassava il torace era vivo e tentava di riprendere il fiato, rantolando e gemendo.
Kikuji stava sotto il canestro, un profondo taglio sul labbro inferiore e gli zigomi pesti...
Akagi fissò sgomento quella scena e anche gli altri videro che solo uno era rimasto in piedi.
Hanamichi stava sollevando Takeru per la gola e stava di spalle. Da quello che videro però aveva un profondo taglio nel braccio che gli aveva trapassato la felpa.
- Hana!- urlò Miyagi, entrando in campo - Hana mettilo giù!-
Sakuragi volse appena lo sguardo mentre Takeru, il viso di nuovo ridotto malissimo, rise con la stessa perfidia con cui si era rivolto a Rukawa la notte in cui era entrato in casa di Raim.
- Sono arrivati i padroni amico...- gli ringhiò, portando le mani alla presa sul suo collo - Levati dalle palle! Vattene!-
Cercò di sferrargli l'ennesimo calcio ma prima che andasse a segno, il rosso lo scaraventò malamente a terra.
I suoi occhi erano contratti, quasi come quelli di Rukawa. Erano gelidi, senza pietà.
Non stette a sentire il Gorilla che l'aveva afferrato per le braccia, né le suppliche di Kogure.
Guardò di nuovo Takeru, senza ridere per niente. Poi fissò tutto gli altri.
Aveva già chiarito la situazione pestandoli fino a farli svenire ma si sentì in obbligo di replicare, per chiarezza.
- Ricordati quello che ho detto.- sibilò con voce spettrale - Ricordatelo Takeru.-
- Vaffanculo.-
Hana assottigliò gli occhi - Devo ricominciare?-
- Mandarli all'ospedale non servirà a niente, adesso basta!- sbottò il Gorilla, strattonandolo - Smettila!-
L'ala non lo stette a sentire, come se neanche lo vedesse e lo sentisse.
- Guardami.- ordinò a Takeru, trapassandolo con lo sguardo - E' l'ultima volta questa. È l'ultima volta che ti parlo. È l'ultima volta che ti avvicinerai così tanto alla mia squadra. La prossima, mi vedrai prima che ti uccida.- e facendo sgranare gli occhi ai tutti i suoi amici girò sui tacchi e se ne andò, lasciandosi alle spalle una scia di gente conciata malissimo. Uno contro venti .
Non c'era stata storia. Quando rimasero soli, Takeru si mise seduto...e guardò a terra.
Uno contro venti. Uno solo. Come aveva potuto...un solo uomo batterli tutti? Quello sguardo poi...
Sembrava quello di un felino, di un animale aggressivo, maestro nella lotta.
Fuori in cortile, Sakuragi si piegò su una fontanella e sputando dell'acqua sulla ghiaia fece notare a tutti il sangue che aveva in bocca. Dopo aver eliminato il problema dell'amaro sapore, raddrizzò la schiena e si cacciò le mani in tasca.
- Non dovevi venire.- gli sibilò Akagi, coi pugni serrati - Perché l'hai fatto?-
Mito, Miyagi, Kogure e Mitsui tacquero...osservando quell'espressione. La stessa di Rukawa la sera prima.
- Perché mi andava.-
Il Gorilla strinse i denti, imponendosi la calma.
- Potevi farti del male.-
- Invece all'ospedale ci andranno loro.- sentenziò il rosso, facendosi largo fra il gruppo e incamminandosi all'uscita.
- Ora dove vai?- gli chiese Yohei - Hana, devi farti vedere quel braccio.-
- Prendo aria.- rispose, con tono piatto. Poi si fermò di nuovo, girandosi appena di tre quarti - Se a qualcuno di voi esce una parola di questa faccenda davanti a Kaede è morto .-
Non attese una risposta, non ce n'era bisogno. Andò via, lasciando gli altri in un muto silenzio.
Ora la faccenda era anche peggiorata. Ma almeno Akagi era sicuro che dopo tanto girovagare, Sakuragi sarebbe tornato da sua sorella. Se non altro, con Haruko quella testa calda sarebbe stato in un porto sicuro.

- "Martha e Mina le gemelle"?- Kyota Nobunaga fissò con un sopracciglio alzato uno dei tanti dvd porno di Sendoh, seduto al bancone della cucina con Akira, Kaede, Kenjin Rukawa e Junko Kanzaki - Porca miseria, sei un vero hentai porcospino! Ma che roba è questa?-
Sendoh alzò appena uno sguardo dal giornale, stranito - Eh? Oh, ma quello che ci fa lì? Ho messo tutti i film con le lesbiche in fondo, come c'è finito in cima con quelli sadomaso?-
Kyota e la kitsune, anche senza vedersi, fecero la stessa smorfia.
- Se entrano i poliziotti qua dentro ci porteranno tutti via per possesso di materiale pornografico e spaccio!- sbottò il babbuino, finendosi la birra - Sei una cosa incredibile! Farlo ai tuoi ritmi fa male alla carriera cestistica, sai?-
- Bella scusa.- bofonchiò Jin ridendo, dal salotto.
- Sta zitto tu!- sbuffò l'ala del Kainan - Tanto Rukawa non sa che farsene!-
- Il sesso fa bene allo sviluppo!- cinguettò Akira, tornando a leggere con aria svagata.
- Sono queste le palle che ti racconti passando da un letto a un altro?- rise Junko.
- Tesoro...- rispose guardandola con aria maliziosa - A te non racconterei mai palle. Lo giuro.-
- Ecco, provaci con la ragazza del teppista così quello ti sfonda la testa!- sbraitò la Nobu-scimmia mentre cercava di far arrabbiare la gattina rossa che il volpino aveva adottato - Maniaco come sei finirai per diventare bisessuale.-
- Nella vita bisogna provare tutto.- confermò la perla del Ryonan.
- Stai scherzando!- fece Ayako allibita, arrivata a prendere dell'acqua per Raim.
- No, assolutamente.- rispose Akira tranquillo, sfogliandosi la rivista - Non che ci abbia ancora provato con un uomo, sia chiaro...ma prima o poi devo tastare l'esperienza.-
- Ehi, scimmione!- Kyota richiamò Uozumi, sempre svaccato in salotto con Maki - Ma che si fuma questo la mattina?-
- Piuttosto, non è che ci provi con Mitsui vero?- se ne uscì Rukawa, mentre suo cugino Kenjin faticava a trattenere le risate, vista la stranissima compagnia.
- Hisa?- Akira assunse un'aria angelica - Non saprei. Kanzaki ti arrabbi se ci provo?-
- Bah, decidete un po' voi due come gestirvi la cosa.- sospirò la schiacciatrice, un po' scettica.
- Parlate di sconcezze?- si mise in mezzo Nanaka, aggrappandosi alla vita della kitsune - Anche io, anche io!-
- Niente, stavamo solo parlando dei futuri piani matrimoniali di Sendoh.- le spiegò Junko.
- E parlando di fesserie, già che siamo in tema...- sbadigliò la Kurata, arrivando con la cassetta bell'e aperta per Rukawa -...c'era un articolo questa mattina sul giornale riguardo alla partita di ieri sera. Non l'avete letto?-
I ragazzi tacquero. Leggere giornali? Loro? Ma va!
- Visto Rukawa?- frecciò Kyota, mentre Ayako andava di corsa a chiederlo in prestito alla vicina di Raim - Sei finito per fare il teppista in seconda pagina. Adesso andranno a cercare tutti i tuoi precedenti.-
- Guarda che non si chiama Hanamichi Sakuragi lui.- ironizzò Fukuda sarcastico.
- Io non ci vedo tanta differenza.-
- Non è ora che vi leviate tutti dalle balle?- sfuggì a quel punto a Kaede, che non ne poteva davvero più di tutto quel macello.
- Mi piacerebbe ma ho promesso a Hisa-chan di non andarmene senza di lui.- se ne uscì il Porcky, mettendosi a inventare storie di sana pianta - Ha paura che salti addosso a Kanzaki.-
- Non ci faresti una bell'affare, credimi.- ridacchiò Nanaka divertita - Se la senpai ti tira un ceffone ti rompe la mascella. Gliene basta uno ben azzeccato e ti manda al pronto soccorso!-
- Purtroppo mi sono perso le ultime partite.- fece Akira malizioso - Così brava?-
- Perché non facciamo una prova?- ghignò Kyota, che invece l'aveva già vista all'opera.
- Già, così magari ti si raffreddano i bollori.- gli disse anche Fukuda, dandogli una pacca sulla spalla.
E così dicendo, andarono avanti a sparare porcate per un'altra buona mezz'ora, poi finalmente arrivarono le cinque e Akagi e gli altri rientrarono. Si scambiarono una veloce occhiata con Ayako, facendole capire che era tutto a posto ma a Rukawa quella strana puzza di bruciato non sfuggì, anche se evitò accuratamente di fare domande.
La folla cominciò un po' a defluire e parve tornare la calma quando il Gorilla si portò via le matricole e il Kainan.
In cucina rimasero lui, Kenjin, Mitsui, Akira, Junko, Ayako e Miyagi che tornarono ben presto da Raim.
La rossa sembrava tranquilla e sorridente, felice della compagnia ma aveva saltato la sua pennichella e Rukawa dopo qualche lotta all'ultima minaccia riuscì a prenderla in braccio e a portarla a letto.
Tornato di sotto, trovò i ragazzi intenti a bisbigliare e si bloccarono quando si accorsero di lui.
I casi erano due: o era successo qualcosa, o spettegolavano su lui e Raim.
Si misero comodi, cercando finalmente l'articolo incriminante e fu allora che Kaede, che era andato in cucina, sentì nitida la presenza di suo cugino alle spalle. Kenjin si era guardato attorno per tutto il tempo, come a studiarlo in mezzo ai suoi amici e compagni e l'aveva trovato così diverso...così...più umano!
-...E' molto carina la tua ragazza.- borbottò intimidito, per iniziare un discorso.
Rukawa tacque, alzando la testa sopra la spalle per scoccargli un'occhiataccia. Comunque non negò.
- Il suo nome qual è?- chiese ancora Kenjin, sperando di farlo parlare un po'.
- Kirara Kotobuki.-
- Da quanto state insieme?-
Kaede stavolta emise un sospiro. Perché cercava a tutti i costi di chiacchierare dannazione?
- Dovresti essere a casa tua a quest'ora.- gli sibilò, iniziando a lavare i bicchiere usati quel pomeriggio.
- Papà è fuori per lavoro. Almeno...con la segretaria.- rise amaro, ficcandosi le mani in tasca.
Però. Il volpino non staccò gli occhi dalla schiuma e dalla spugna. Grande zio.
Aveva sempre pensato che fosse un idiota ma ora gli sembrava anche un vero verme.
- Anche la mamma.-
Di bene in meglio. Due zii idioti e un cugino piagnone!
"Perché l'hai trattato male? È così giovane...magari vuole solo parlare con te..."
Fermò la sua azione, ricordandosi le parole di Hana. Che suo cugino volesse solo parlare con lui?
Ma che gliene fregava in fondo? Il tempo in cui avevano giocato insieme da bambini era finito da un pezzo.
- Mi è piaciuta la partita di ieri sera.-
E continuava a ciarlare! Gli scoccò un'altra occhiataccia, facendogli capire che non aveva la minima voglia di rivangare quella stronzissima amichevole quando un urlo apocalittico dal salotto gli fece quasi cadere un bicchiere di mano. A gridare era stata Ayako, pallida come un cencio...alle sue spalle Mitsui e Miyagi, cadaverici come lei.
- Oh no! Lo sapevo!- piagnucolò la mora, trucidando Rukawa con un'occhiata di fuoco - Lo sapevo che sarebbe successo! Lo sapevo! Guarda qua!- e gli mollò la seconda pagina con la sua foto mentre stava in piedi con Arai a terra la sera della partita - Questo giornalista ti ha chiamato "il Diavolo"!-
Il cosa? Kaede alzò un sopracciglio, scorrendo senza particolare interesse le parole di quel giornalista che però erano anche abbastanza lusinghiere nei suoi confronti. Forse i continui falli dello Shikuda avevano rotto le palle a più di una persona. Continuando a leggere però trovò anche un'altra cosa interessante: c'era un elogio generale al nuovo gioco suo e del do'aho, una filippica allucinante al loro playmaker, ossequi al Gorilla e...
- Drazen ...- mormorò, osservando Mitsui - Ti ha definito Drazen.-
- Drazen?!- Ayako quello non l'aveva letto - Cosa??? Ha messo Mitchy e Petrovic sullo stesso piano?! Ma cos'è, un drogato questo tizio? Chi è l'idiota che gli ha permesso di scrivere una cosa del genere?-
- Oh dai, quel tiro non era mica roba da poco.- rise Sendoh - Non è mica alla portata di tutti.-
- Chi è Petrovic?- chiese Junko curiosa.
- Un grande campione.- le spiegò Ryota, seduto davanti a lei - Lo chiamavano il Mozart del Canestro. Aveva un carattere impossibile in campo e se te lo trovavi davanti ti massacrava. Una grande guardia e un grande playmaker.-
- Un attimo, ma lo stronzo in campo non è Rukawa?- fece Akira ironico, schivando un calcio in faccia.
- Ci vedi tanta differenza con questi due?- ridacchiò Ayako, indicando Mitchy e il volpino.
- Non mi sembra di essermi mai messo sotto alle tribune e aver preso a gesti il pubblico.- rise Hisashi.
- Un'altra esperienza da fare.- considerò per la kitsune.
- Ahah, spiritoso.- lo zittì Ayako, guardando l'ora - Dopo questa bella frittata fai qualcos'altro e ti porto dall'esorcista. Comunque qua è ora di levare le tende.-
- Si, devo andare anche io.- cinguettò Akira - Domani ho un test importante.-
- D'accordo, allora noi ci vediamo Rukawa.- dissero Miyagi e Mitsui una volta alla porta - Passeremo con gli altri a darti i compiti e a vedere come sta Raim.-
- Hn.- sbuffò il moretto.
- Se capita qualcosa chiama, chiaro?- lo rimbeccò la loro manager.
- Cosa vuoi che succeda?- le disse serafico - So stare da solo senza dar fuoco a niente.-
- Bellissima questa.- risero, già fuori sui gradini - Ciao bello, riprenditi!-
Riprendersi. Rukawa buttò fuori di casa anche suo cugino qualche minuto più tardi e finalmente si lasciò sfrigolare come una noce di burro in padella. Accidenti a tutti quanti! Branco di bastarde da battaglia!
Guardandosi attorno vide solo un grande fottutissimo casino! I ragazzi l'avevano sommerso di roba, lui a casa sua era sempre sopravvissuto con quattro cose! Gatti, fumetti, PORNO! Ma che se ne faceva?
Si fece la cena, cominciando a frugare con aria svogliata negli scatoloni. Se non altro gli avevano portato i suoi cd e dei vestiti visto che si era preso dietro solo un cambio e la tuta della palestra.
Avrebbe dovuto andare comunque a rifarsi il guardaroba, non poteva certo bazzicare a vita con addosso i vestiti del do'aho e di Mitchy, anche se il teppista gli aveva dato una maglietta dell'Hard Rock Café di New York spettacolare!
Era ormai buio e lui e Raim avevano già cenato quando alle nove suonò il campanello.
La rossa dormiva di nuovo e il volpino scese in salotto dopo una doccia, imprecando contro i seccatori.
Aperta la porta con una bestemmia in gola si trovò di fronte proprio il do'aho.
Lo guardò un attimo...lì cupo sulla soglia, una specie di corvo.
E aveva uno zigomo violaceo, il labbro un po' gonfio.
- Che hai fatto?- gli chiese, appoggiandosi allo stipite.
Hana non gli rispose, tirando fuori dalla giacca una cornice di legno.
- Tieni.- si limitò a bofonchiare, consegnandogli la foto dei suoi che lasciò Kaede senza fiato - L'ho trovata sana e salva sotto un quadro. La cornice era rovinata, così te l'ho cambiata. Adesso vado.- e gli dette le spalle, andandosene com'era arrivato, lasciando Rukawa con un punto interrogativo al neon sulla testa.
Ma che voleva anche lui? Spuntava come la Befana e se ne andava come nulla fosse.
Guardò di nuovo la foto che lo ritraeva coi suoi, dopo aver tanto disperato di rivederla.
Meno male che l'aveva trovata il do'aho. Era salva.
Sospirò, tornando in casa sempre più confuso. Perché quell'idiota si era presentato da solo, con quel livido?
Che si fosse picchiato con...qualcuno dello Shikuda?
In un attimo gli tornò alla mente lo strano comportamento dei ragazzi, i loro bisbigli, poi la fuga di un'ora dei titolari e di Mito. Dov'erano andati? Che quello scemo si fosse messo nei guai?
Lo richiamò al cellulare ma dopo uno squillo a vuoto Hana lo staccò definitivamente, facendo inferocire la kitsune.
Ma come si permetteva di staccargli il telefono in faccia?!
Incavolato nero filò a letto, sempre più pensoso. Qui gatta ci covava.
- Avete fatto amicizia vedo.- sentenziò, trovando Raim sveglia con la micina che ronfava al suo fianco.
- Già.- sorrise la ragazza, a fatica - Mi spieghi da dove arriva?-
- Ma che ne so.- borbottò, sedendosi al suo fianco e passandole le medicine in pillola - Me l'ha scaricata addosso quell'idiota di un babbuino.-
- Oh, allora non ha un nome!- rise la rossa - Vediamo, come possiamo chiamarla?-
- Vicky.-
Raim strabuzzò gli occhi - Intendi il diminutivo di Victoria? Eh ma è una fissa!-
- Hn.- borbottò, riprendendo la gattina che fece subito le fusa al suo tocco - Dai, adesso dormi.-
- Parli tu. Crolli dal sonno.-
- Infatti se stai zitta magari chiudo occhi.-
- Quanto sei insopportabile.- sbuffò, tirandosi addosso le coperte - Buona notte!-
Quello si che era un menage a trois, pensava Rukawa qualche minuto più tardi a luci spente. Lui, Raim ridotta a un catorcio e la gatta che gli dormiva sulla testa. Altro che dormire. Quasi rimpiangeva il suo letto singolo...ma in fondo avere la presenza di Raim a fianco lo rassicurava. Se non altro ora era al sicuro. E anche Hana, più o meno alla stessa ora, nella solutidine del suo appartamento, dormiva col naso ben nascosto nel collo di Haruko. In fondo bastava poco...un abbraccio speciale e forse quella notte infame sarebbe passata in maniera quasi indolore...

Il giorno dopo nel parcheggio dello Shohoku c'era uno strano movimento.
Pochi ci fecero caso, anche perché da sette anni a quella parte una marmaglia di giornalisti arrivava a intervistare regolarmente le loro campionesse di pallavolo, ma quel giorno in particolare non sembravano lì solo per le prodezze delle ragazze. Quando i cestisti entrarono in palestra infatti, un discreto gruppo di troupe televisive stavano appollaiate addosso ad Anzai come avvoltoi, chiedendogli a manetta informazioni su Rukawa.
Ayako fece filare i giocatori negli spogliatoi in sordina, per non mandare all'aria il loro allenamento ma chiudere fuori quella massa di seccatori non fu facile.
Ci riuscirono dopo mezz'ora, comunque quel giorno si fece poco. Fu Kogure a farli allenare, visto che Akagi sembrava intento in una strana conversazione col loro coach.
Mitsui si allenava tranquillo ai suoi tiri, aiutando le matricole con gli schemi ma non gli sfuggì il Gorilla seduto a testa china accanto al Buddha. Da quando si erano staccati il collo al palazzetto non avevano più parlato della faccenda ma Akagi sembrava ancora particolarmente in tensione. Forse per Rukawa, forse per Hanamichi, che quel giorno non si era fatto ancora vedere.
- Senpai...- Rei gli si mise a fianco, impensierito - Cosa credi che succederà?-
- Niente di grave. Al Gori scoppieranno le coronarie.- abbozzò perfido.
- Dai senpai...come faremo senza il senpai Rukawa?-
- Già e anche senza il senpai Sakuragi!- disse Nobu, al loro fianco - Ma dov'è? Qualcuno l'ha visto?-
- Io non l'ho ucciso.- frecciò Miyagi, palleggiando con aria vaga - Tu Hisa?-
- Ancora non ho avuto tempo.- ironizzò la guardia, infilando una tripla - Kogure che succede al Gori piuttosto?-
- Credo che stiano discutendo dei prossimi allenamenti.- rispose il quattrocchi - Tranquilli, il capitano deve avere in mente qualcosa che riguarda anche Rukawa.-
- Ma è fuori per due settimane e tre partite!- sussurrò Rei dispiaciuto.
- Tanto le prossime partite sono contro il Takezono, lo Tsukubu e il liceo Kenta.- disse Kakuta agitando la mano - Nel Takezono ci gioca Oda e sono bravi ma niente d'insuperabile.-
- Nello Tsukubu però non c'è quella matricola terribile?- fece Yasuda pensoso - Com'è che si chiama?-
- Sanzenin.- cinguettò Nobu - Lo conosco, veniva alle medie con me. Faceva la Takeishi.-
- Però, tutti da lì arrivano i deficienti.- rise il play.
- Vaffanculo tappo.- rognò Mitsui, infilando un'altra tripla perfetta.
- Forza, forza gente!- li spronò Ayako, arrivando col ventaglio sguainato - Non voglio vedervi battere la fiacca o col morale sotto i tacchi per questo piccolo incidente di percorso!-
- Chiamalo piccolo incidente.- mugugnò Ryota - C'è mancato poco che aiutassi Rukawa nella rissa.-
- Lascia stare...s'è preso tutta la gloria da solo.- ghignò anche Mitchy.
- Siete proprio due capre.- ringhiò la mora, ficcando loro una ventagliata sulla testa - Siete i più grandi, dovreste dare il buon esempio a questi poveri ragazzi che s'ispirano a una guida!-
- Eh, belle guide.- rise Kogure con mezza squadra - Forza, dividiamoci in squadre. Con una partitella ci scioglieremo un po' i nervi! Hisashi, prenditi le matricole!-
- D'accordo, d'accordo...-
Intanto in panchina Akagi stava piegato sulle ginocchia, poggiandovi i gomiti.
Guardava a terra ma la sua mente vagava altrove. L'assenza di volpe e scimmia si sentiva davvero.
Niente schiamazzi e bestemmie.
- Te l'ho già detto.- Anzai tornò a parlare, dopo una sorsata di the - Credimi, secondo me non è stata poi un'azione così deleteria.-
- Avrei dovuto lasciarlo in panchina.- sussurrò il Gorilla - Ho fatto rischiare troppo a tutti.-
- Non essere duro con te stesso. A Kaede farà bene stare tranquillo per un po'...anche colpire Arai in campo non è stato così folle. L'ha fatto sbollire, l'ha fatto reagire per i suoi compagni. Secondo me sta già meglio.-
- Si ma...- il centro tirò un sospiro, passandosi la mano sulla faccia - Le confesso che continuo a sentirmi in colpa per lui. Avrei dovuto stare più attento. Tenere lui e Hanamichi più al sicuro...aveva ragione Mitsui l'altra sera. Non ho avuto il fegato per mandare tutto all'aria.-
Anzai sorrise vagamente, scuotendo il capo - Ascolta. Hisashi ha il suo carattere, questo lo sai fin dal primo anno. È impulsivo e collerico, dall'anima ardente, ma sai anche che sarebbe il primo a incassare se questo bastasse a farvi vincere. Vive di orgoglio ma lo calpesterebbe per il vostro titolo. L'altra sera è stata una goccia troppo grande, credimi. Io sono fiero di come avete reagito. Certo, non posso dire che vorrei rivedere quello spettacolo, il basket è uno sport e non una rissa da strada ma i tuoi compagni in fondo sono bravi ragazzi. Mi è piaciuto vedere Kaede difendere se stesso e voi altri. E anche Hanamichi, sebbene non ci sia, ora starà cominciando a calmarsi.-
Akagi annuì, depresso e mesto.
- Crede che abbia sbagliato a tenere i ranghi così serrati sul titolo?-
- No.- Anzai scosse il capo - Ma così sotto pressione forse hai scordato forse una delle cose importanti.-
- Cosa?-
- E' una cosa che hai rivisto nell'allenamento precedente alla partita contro al Takezato. Ricordi quando avete giocato tutti insieme senza arbitro?-
- Intende...per divertirci?- il Gorilla sogghignò - Si, ricordo perfettamente.-
- Anche Rukawa quel giorno era tranquillo, sereno. È stato bello vedervi giocare quel pomeriggio. Sembravate dei ragazzi normali che scoprono una passione nuova. Ecco...non ti sto dicendo che la vostra testardaggine, la vostra ambizione e il vostro desiderio siano sbagliati, questo mai. È con questa grinta che siete diventati campioni...ma a volte, quando ti sembra di non farcela più, forse è meglio fermarsi e guardare indietro.-
Guardare indietro. Akagi fissò i suoi compagni, mordendosi le labbra.
- Come posso fare per aiutare Rukawa?-
- Continua ad allenarti con lui.- fu la semplice risposta del mister.
- Ma come?- il capitano lo fissò allibito - E' sospeso, non può venire.-
- Bhè, se non può venire...andate voi da lui.- cincischiò Anzai, ridendo come suo solito - Dove sta scritto che dobbiate allenarvi in palestra eh? Accanto a casa di Kirara non c'è un campetto? Trovo brutto sprecare delle così belle giornate di sole chiusi in palestra!-
Akagi era sconvolto, gli occhi a palla. Poi...lentamente iniziò a sorridere.
- Torna indietro.- gli consigliò ancora Anzai, mettendosi in piedi - Fai divertire i ragazzi. Credimi, vi aiuterà!-
Ma si, forse il mister aveva ragione. Sprecare quelle giornate di sole era un vero delitto.
- Forza, forza marmaglia!- ordinò, tornando in campo - Tutti qua, vi devo parlare!-
Lo Shohoku si raccolse dopo aver mollato tutto, raggiungendolo con aria interessata. Quei disgraziati fiutavano davvero le notizie eh? Bene, ora li avrebbe lasciati a bocca aperta.
- Le previsioni del tempo danno bello per una settimana di fila.- bofonchiò.
Silenzio. Davanti aveva una carrellata di espressione che andavano dall'indifferente al "Ma che cazzo dice? È ubriaco?"
- Ah si?- fece Ayako dopo un attimo di mutismo - Ottimo...no?-
- Vuoi prenderti la tintarella?- frecciò allora Mitsui.
- No, testa di cazzo.- rispose il Gorilla, facendogli un chiaro gesto col dito - Ho solo due avvisi. Da domani chi può venga in macchina. E voi matricole avvisate a casa. Ho deciso di spostare gli allenamenti.-
Miyagi e Mitsui di nuovo gli allungarono un'occhiata obliqua.
Si, era proprio andato!
- Scusa Takenori...- lo interruppe Kogure - Ma dove vorresti andare?-
Il Gorilla allora sogghignò, gelando più di una persona. A stento trattenne l'impulso di sfregarsi le mani.
Li sistemava lui i suoi polli ora!
Una volta arrivate le sei Mitsui se ne andò alla palestra femminile senza aver ancora capito per quale cavolo di motivo Akagi aveva deciso di cambiare la sede degli allenamenti. Non aveva neanche detto dove voleva andare a sbattersi per farli, ma se serviva la macchina allora non era un posto vicino...mah!
Per la strada trovò la solita manica di arrapati che andavano a vedere le pallavoliste ma sulla porta ebbe una brutta sorpresa. Altri giornalisti!
Il mister delle ragazze stava cercando di contenerli ma un paio avevano già acchiappato la Kurata e l'Aizawa, ficcando alle due quasi il microfono fra le gengive. Si guardò attorno e vide Junko ben lontana dalla folla, intenta ad allenare Nanaka. Senza esitare le raggiunse in campo, mettendosi vicino alla rete.
- Siete in buona compagnia.- borbottò.
- Come no!- rise la Tanaka, schioccandogli un bacio sulla guancia - Visto come sono migliorata Hisa-chan?-
- Già.- annuì, vedendo che saltava notevolmente più in alto - Merito della Kurata.-
- E della senpai Kanzaki.- sorrise la biondina, facendo le fusa alla mora - E' un vero genio!-
- Si, certo, ma staccati dal mio braccio.- mugugnò la Kanzaki che aveva un'aria notevolmente provata.
- Ehi, che cos'hai?- le chiese Mitsui - Sembri a pezzi.-
- Ho cambiato i pesi.- fu la semplice risposta.
- Oh no, ancora?- la guardia scosse il capo - Ti stai strapazzando troppo.-
- Tanto abbiamo finito.- li bloccò Nanaka, spingendo Junko verso il suo Hisa-chan - Io vado a farmi una doccia e poi filo a casa, ho un appuntamento con un ragazzo! Voi fatevi due coccole che tirano su il morale. A
domani! Ciaoooo!- e filò via come il vento, lasciando la Kanzaki praticamente senza più energie.
- Stanca?-
Mitsui, appoggiato al palo della rete, la guardava in completa venerazione.
Non sapeva bene come spiegarlo ma da quando Junko gli av
eva detto che era innamorata di lui...aveva completamente perso il cervello. Ogni volta che la vedeva il cuore cominciava a battere come gli pareva, lasciandogli la piacevole sensazione di volerla avere sempre accanto.
Junko annuì, senza notare troppo il suo sguardo adorante. Andò dritta negli spogliatoi a cambiarsi a sua volta e quando uscì era praticamente incapace di tornarsene a casa da sola.
- Da quanto sono quei pesi?- le chiese, mentre uscivano dalla palestra.
- Due e cinque.-
- Quindi fanno dieci chili in più.-
- Già.-
- E quando pensi di metterti anche una camicia di forza?-
Junko lo guardò male ma un attimo dopo lui l'afferrò repentinamente per un braccio, schiacciandosela addosso. Le rubò un bacio veloce, affondando poi il viso nei suoi capelli.
- Non mi piace vederti a pezzi.- le disse roco.
Stava per rispondergli quando un flash li centrò in pieno. Mezzi sconvolti si girarono e trovarono una specie di deficiente con una ventina d'anni armato con una Nikon che al posto dell'obbiettivo aveva un cannone.
- Ehi!- sbottò la Kanzaki ma era tardi. Il tizio era corso via...e che corsa! Una lepre.
- Ma che cazz...- fece Mitsui, stralunato.
- Merda!- sbraitò la sua ragazza invece, attorniata di fuoco e fiamme, decisamente più abituata a quei cretini di giornalisti. Oh no! Ora sarebbero finiti su tutti i giornali!
E c'era abbastanza luce, se ne sarebbero accorti che lui era la guardia dello Shohoku! E adesso?
- E questa come la sistemiamo ora?- si lamentò, guardandolo preoccupata.
- Bhè, se non altro non dovrò più spiegare a nessuno che sei solo mia.- ghignò Mitsui facendo spallucce.
- Non c'è da scherzare Hisa! Queste notizie finiscono in prima pagina sai? Fai comunque parte della squadra dei campioni nazionali, ti riconosceranno! L'anno scorso a momenti un cretino si è infilato in camera mia!- ma notando che lui si stava già facendo i suoi filmini mentali, preferì lasciar perdere. Era del tutto inutile perderci del tempo. Erano fregati.


A Kanagawa il g
iorno dopo più o meno tutti sapevano. Lo venne a sapere il preside, lo venne a sapere il mister della squadra di Junko, Anzai ci rise sopra, Miyagi quasi si strozzò col caffè mettendosi a sghignazzare sguaiatamente mentre Akagi quasi schiattò per lo shock.
Foto in prima pagina della Kanzaki e di Mitsui che si baciavano e vai coi titoloni:
"Le due stelle innamorate dello Shohoku!"
K
ay stava tornando a casa dal lavoro quando ricevette pure una chiamata dai suoi genitori. Sua madre felicissima e suo padre incazzato nero, tanto per essere originali, che chiedevano di sapere che cavolo combinava Hisashi.
E ora anche tutto lo Shohoku si guardava bene dal provare a fare pensieri sconci sulla Bambolina della 1C vista la reputazione del caro Cecchino della squadra di basket che se ne andava a testa alta per i corridoi, facendo piagnucolare le sue fan e mordere le mani ai suoi rivali.
Per il resto nessuno aveva subito travasi di bile, eccetto quell'idiota del presidente del comitato studentesco che se la prendeva per le regole dell'etichetta e Hana, tornato a scuola solo grazie ad Haruko, che sfogliò il giornale in classe e si chiese quando i giornalisti sarebbero tornati all'attacco.
La mattina stessa verso le nove anche Rukawa si ritrovò sotto al naso la rivista incriminata e dopo un secondo di vaga e tetra depressione decise che era meglio lasciar perdere. Aveva tutta l'intenzione di evitare lo stress e le grane del teppista erano l'ultimo dei suoi pensieri, visto che per prima dell'ora di pranzo aveva in mente di fare una piccola rivoluzione casalinga che sarebbe andata a vantaggio di Raim.
Con una maglia del do'aho che diceva "Viva la Gangia!" (
e si era fatto violenza per indossarla) e un paio di jeans era pronto ad arrotolarsi le maniche, con Vicky che gli si strofinava attorno alle gambe.
Raim però, quando tornò in camera con le casse dello stereo in mano, lo guardava seduta a letto con aria stranita.
- Mi spieghi che vuoi fare?- gli chiese almeno cento volte ma lui taceva, barboso come sempre e continuava a fare su e giù per le scale con un macello di roba - Perché stai spostando tutto kitsune?-
- Sei costretta a letto no?- le chiarì per l'ennesima volta, come a sottolineare il fatto che non si doveva sognare di alzarsi da sola - E io non ci sono sempre, così ti porto tutto vicino.- e senza aggiungere altro spostò verso di lei il tavolino con la tv, le lanciò il telecomando, poi si mise a trafficare coi fili e le prese dello stereo. Finì di collegare il dvd e le mise vicino alla sponda un carrello piano di film, i libri e i manga che aveva portato Ayako.
Raim, stupita, lo lasciò fare. Non avrebbe mai pensato che a Rukawa passassero per la testa simili e brillanti idee verso il prossimo ma se non altro ora aveva quasi tutto a portata di mano, compresi i dvd di Akira.
Per il bagno e i pasti era un'altra cosa ma per il momento poteva andare bene.
Alle undici aveva ormai finito il trasloco ma praticamente aveva tralasciato un'altra cosa importante.
- Ehi volpe...- la rossa guardava tutti i pacchi e gli scatoloni fuori dalla stanza - Quella è la tua roba no?-
- Hn.- mugugnò, dando un lungo sorso a una bottiglietta d'acqua.
- Non avrai intenzione di lasciarla in corridoio.-
- Si, pensavo di disseminarla sui gradini.-
Raim ignorò il suo sarcasmo, mettendosi a sfrucugliare nei dvd di Sendoh - Metti tutto nel mio armadio.-
Kaede stavolta la guardò come un'aliena.
- Nel tuo armadio?-
- Si. Problemi?- gli chiese, senza guardarlo in faccia.
Al che Rukawa stappò mentalmente una bottiglia di champagne, quasi senza rendersene conto. Sul momento la cosa gli fece piacere, poi tornò uno strano senso di sgomento davanti all'armadio.
Era molto grande, composto da tre sezioni diverse ma due erano occupate di coperte e dalla più indecorosa sfilata di vestitini estivi che avesse mai pensato di vedere, mentre nell'ultimo c'era il resto delle cose di Raim. Attaccare la sua roba accanto a quella di Raim gli faceva uno strano effetto ma se non altro lei non fece commenti, attenta com'era a osservare tutti i suoi cd nelle cassette buttate sul letto.
- Ti fa male il ginocchio?- le chiese, mentre trafficava con gli appendini.
- Perché, c'è una sensazione prima del dolore?- ironizzò lei, coi denti serrati per le fitte che la coglievano di sorpresa.
Rukawa dette un sospiro appena accennato, deciso a non sbattere troppo il grugno contro quella testardaggine. Non aveva ancora avuto l'occasione di cambiarle le fasciature e tantomeno si era fatta cambiare miseri cerotti e spalmare le creme per i lividi...quindi non sapeva bene come fosse messo il resto della "carrozzeria" ma quel ginocchio, abbastanza scoperto dai pantaloni morbidi di maglina, era veramente uno spettacolo desolante.
Dovevano averglielo colpito ripetutamente con qualcosa perché oltre alle abrasioni e alle escoriazioni, aveva dei lividi bluastri, verdi e violacei veramente impressionanti.
Non osava neanche immaginare come dovesse sentirsi, lei sempre così indipendente e piena di vita, a stare a letto immobile e a dover dipendere da lui in tutto e per tutto.
- Sai una cosa?-
Raim interruppe i suoi pensieri. La osservò, aveva un'aria vaga adesso, quasi lontana.
- Cosa?-
- Ti sembrerà strano ma ora il campionato di pallavolo e le gare di ritmica non mi sembrano più così importanti. E non è solo perché sono stanca e a pe
zzi...hanno perso totalmente di smalto, te l'assicuro.-
Lui si ritrovò involontariamente a esserne contento, lasciandosi andare sul materasso con un gemito.
- Ti sembro pazza?-
- Sicuro.-
- Kitsune...-
- Te l'ho sempre detto che esageravi.- ribatté allora, tornando serio - Dipende tutto perché ora forse sei più tranquilla.-
- Tranquilla.- riecheggiò - Come no. Con una volpe che ha rischiato di finire abbrustolita e io che sono ridotta una vegetale. Passare la giornata in braccio a te non è il massimo della mia aspirazione, sai?-
- Hn.- rognò, iniziando a scartabellare coi cd.
- Quanto sei prolisso...sarà una convivenza eccezionale!- e proprio in quel momento squillò il telefono. La padrona di casa afferrò il cordless, sperando che non fossero altre brutte notizie ma fortunatamente era solo suo padre.
Mezzo stravolto per la paura, visto che quella cretina della sua nuova moglie aveva lasciato sua figlia alle cure di una vicina, le stava chiedendo come stava e anche facendo domande a mitraglia quando Raim finalmente riuscì a zittirlo con dolcezza e a spiegargli che c'era qualcuno che si occupava di lei.
- C'è...- Raim scoccò una lunga occhiata a Rukawa - Un amico. Si, ...no...no, ti dico di no...- poi rise, guardando l'orologio appeso al muro - D'accordo, ti aspetto stasera.-
- Viene a vedere come stai?- le chiese Kaede, quando ebbe chiuso la comunicazione.
- Ahah.- rispose la rossa, continuando a sorridere - Se tutto va bene riuscirò ad averlo a cena solo per me.-
- Ho conosciuto quella donna.-
- Intendi la madre di Soichiro?-
- Hn.-
- Non l'avrai picchiata spero.-
- C'è mancato poco.-
La fece sogghignare - Un po' mi spiace.-
- Pensa a me.- replicò acido, iniziando a impilare i cd accanto a quelli di Raim nelle custodie - Hai fame?-
- Si, vagamente...senti, ma l'hai visto il giornale? Quello con Hisa e la senpai Kanzaki.-
- Hn.-
- Come hn? Non dici niente?- ridacchiò lei - Conoscendo la senpai sarà furibonda!-
- Chissà che ce lo levi di torno una volta per tutte.- frecciò l'altro, mettendo fine alla discussione.
Il pranzo e il primo pomeriggio passarono tranquilli, quasi sonnolenti visto che i due si dedicarono a due orette di pennichella, Raim perché era sempre stanca e Rukawa perché era fatto male, ma verso le due il volpino sentì il richiamo della foresta o nel suo caso del campo da basket.
C'era un sole bellissimo e per giocare avrebbe dovuto cacciarsi gli occhiali ma poco importava.
- Finiscila di fare quella faccia.- gli disse Raim, mentre si preparava per uscire - Non succederà niente se te ne stai fuori due orette a neanche cento metri da casa sai?-
- Ho dietro il cellulare.- le ricordò, incurante della sua risposta.
- Certo...perché non usiamo quelle radioline per bambini già che ci siamo?-
- Hn, come ti pare.-
- Vattene fuori dalle scatole.- sbuffò la rossa esasperata - Gioca tranquillo e non fare a botte con nessuno!-
- E tu guarda meno porno.- le urlò dalle scale, evitando di farsi tirare dietro una scarpata.
Nonostante quei battibecchi uscì dalla casa sulla spiaggia stranamente più sollevato per dirigersi al campetto che sperava vivamente fosse vuoto per allenarsi in santa pace.
Ma quando arrivò trovò una sorpresa.
- Do'aho.-
Hanamichi stava tirando a canestro e non si volse a salutarlo, limitandosi a bofonchiare qualcosa.
Infilò una delle sue rare triple, soddisfatto.
- Che fai qua?- gli chiese Kaede, raggiungendolo.
- Non avevo voglia di stare
a scuola.- fu la semplice risposta.
La kitsune lo guardò attentamente. A partire dagli occhiali, alla bandana che si stava stringendo sui capelli...a quella spessa fasciatura che aveva sull'avambraccio da cui filtrava qualche leggera goccia di sangue.
- Che hai fatto al braccio?-
Hana tornò alla panca, dando un sorso a una bottiglia.
- Sono caduto con la moto di Yohei.-
- Se fossi caduto ti saresti graffiato anche in altri punti.-
L'ala grande, ghignando, gli scoccò un'occhiata maliziosa - Smettila di guardarmi, pervertito.-
Naturalmente gli arrivò una pallonata addosso e da lì si scatenò la solita cagnara che si fermò quando...
- SAKURAGI! RUKAWA!-
I due in questione sollevarono appena lo sguardo: Hana aveva nelle grinfie la testa del volpino, pronto a colpirlo con una testata, Kaede stava per alzare il ginocchio che avrebbe fatto presto una visitina allo stomaco del do'aho se non fosse apparso dal nulla il Gorilla. Mani sui fianchi, aria battagliera, occhiali da sole sul naso e borsa in spalla.
- Gori...- Sakuragi lo guardò stupito - Che ci fai qua?-
- Ci siamo anche noi!- cinguettarono Nobu e Rei, spuntando fuori dalle spalle del capitano.
- Ma...ma...-
- Se la montagna non va da Maometto, Maometto andrà dalla montagna!- sorrise Kogure, arrivando nel campetto con tutti gli altri, matricole e riserve. Per ultimo Mitsui e Miyagi, distrutti dal tragitto in macchina.
Eccolo lì il motivo degli allenamenti fuori dalla palestra! Andare a raccattare la volpe!
- Potevi anche dircelo cazzarola.- sbuffò Hisashi, andando a buttare la borsa sulla panca - Dannato Akagi.-
- Non rompere, per due settimane di allenerai qua...lontano dai giornalisti.- aggiunse il Gorilla - E poche storie.-
- Già, così non dovrai limonarti di nuovo in mezzo alla scuola con la tua ragazza.- ironizzò Ryota.
- Tu vedi di andare ad affogarti.- sbottò la guardia.
- Cattivo umore ragazzi?- cinguettò Hana.
- Fa silenzio, proprio tu che seghi gli allenamenti...- il Gorilla gli ficcò uno dei suoi classici pugni, mandandolo a prendere la palla - Dai, non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa dai giudici, quindi fino a quando Rukawa sarà fuori dalla scuola, staremo fuori anche noi.-
Le facce di scimmia e volpe la dicevano tutta ma nessuno dei due ebbe il coraggio di proferire parola, vista l'aria risoluta del loro capitano che quel giorno sembrava anche più sbarellato del solito. Li fece giocare di nuovo senza arbitro, non ruppe le palle davanti alle loro scorrettezze, non s'incazzò se i titolari si buttarono sotto canestro come in un incontro di rugby, stette zitto anche quando rotolarono per terra in cinquanta per prendere una rimessa.
Un'ora di quella tortura e già ne aveva basta ma...i ragazzi no.
Li vide ridacchiare, li vide divertirsi e anche Rukawa, nonostante tutto, apparve più sereno.
Si, due settimane sotto al sole avrebbero fatto bene a tutti.
Dopo un po' cominciarono ad arrivare mandrie di guardoni, un po' di curiosi che riconobbero i campioni nazionali e attaccarono a fare un tifo da stadio. Alcuni verso la fine chiesero anche di poter fare quattro palleggi con loro e la giornata finì tranquilla, nella spossatezza e anche dell'allegria generale.
Alle sei erano tutti seduti a terra, attaccati alla rete a rivangare quel divertente cambio di programma.
- Devo ammettere che non è stata poi la boiata che credevo.- cinguettò Miyagi, tirando il fiato dopo l'ammucchiata.
- L'importante è che la finiate di giocare a rugby voi idioti.- sibilò il capitano irritato - Se volete spellarvi comunque fate pure.-
- Secondo me è stata una grande idea.- sentenziò invece Rei tutto pimpante - Giocare qua vicino alla spiaggia è fantastico! E poi stanno venendo su delle giornate così belle...-
- Infatti qualche mozzarella è meglio che si metta la protezione.- frecciò Hana ironico.
- Do'aho.-
- Baka kitsune!-
- Fatela finita voi due.- rognò Akagi, afferrando Sakuragi per la collottola - Ora noi andiamo Rukawa, vedi di startene buono fino a domani! E tu imbecille di una scimmia vedi di venire a scuola domattina! E non voglio storie!-
- Ciao senpai, ci vediamo!-
- Attento alla dieta volpe, bye!-
Eccoli che se ne andavano...grazie al cielo!
Ma possibile che dovevano capitare tutte a lui? Era stato chiedere troppo di allenarsi da solo in santa pace, e certo!
Accidenti anche al Gorilla! Porca miseria, addio settimane di allenamento solitario.
Ce li aveva di nuovo fra i maroni, roba da non credere!

La sera stessa a casa Mitsui, Hisashi si accorse che qualcosa non andava appena mise piede davanti al cancello.
C'erano un po' troppe macchine nel vialetto o sbagliava? E quel pick-up nero l'avrebbe riconosciuto fra mille.
- AMORE!!! BENTORNATO!-
Nanaka gli si sfracellò addosso non appena ebbe aperto la porta. Franarono a terra, incuranti delle ghignate di Kay che si era preso qualche giorno libero per riprendersi da una piccola allergia.
- Ciao Hisa.- lo accolse suo fratello - Datti una mossa che abbiamo ospiti stasera.-
- C'è Aki vero?- rognò la guardia.
- Già e anche io!- Junko apparve nel corridoio, allibendolo.
- Oh ma cosa fate tutti qua?- Mitsui si rimise in piedi, sempre più sgomento - C'è qualche avvenimento particolare?-
- Li ho chiamati io.- cinguettò Nanaka tutta sorridente - Vedi, oggi è il giorno in cui i tuoi vengono a controllare a casa mia per vedere come me la cavo, così ho pensato che potevamo cenare tutti insieme.-
Hisashi, sbiancando, posò lo sguardo su Kay che era lui era un pelino seccato dalla cosa, ma comunque più sereno.
- Mamma e papà...- il numero 14 balbettava quasi - No eh? Ma siete matti?-
- Ho fatto bene a chiamarli vero?- la biondina sogghignò ancora - Ho pensato che la senpai Kanzaki e Sendoh avrebbero potuto sviare un po' dal discorso centrale, ovvero tu che non fai una mina a scuola.-
- Ma come ti permetti?- rognò Mitsui con una smorfia - E Aki dov'è?-
- In cucina!- urlò Sendoh - Ciao Hisa!-
- Ciao, ciao...- sbuffò raggiungendolo - Non dovevi farti mettere in mezzo, maniaco.-
- Non avevo niente da fare stasera.- rise l'istrice - Come mai quella faccia? Tuo padre è così dispotico?-
- Non ne hai una più pallida idea.- ringhiò gelido.
- E tua madre?-
Mitsui si bloccò sulle scale, dritto a farsi un'altra doccia. Sua madre...ecco, era una persona una po' strana a dire il vero. Era una donna molto caparbia ma quella caparbietà si leggeva solo in una dolcezza che rasentava quasi la totale mancanza di praticità nella vita quotidiana. Era una persona molto vaga, fantasiosa, del tutto incapace di pensare a cose comuni come i pasti, la spesa, l'andamento di una casa. Viveva occupandosi del suo enorme giardino, persa in chissà quali pensieri. Però nonostante queste mancanze era una persona veramente eccezionale, una madre molto affettuosa anche se sempre persa in un mondo suo. Era stata grande però con lui e Kay ed era grazie a lei se erano cresciuti senza troppi strappi, a causa del loro tirannico padre.
- Non capisco che centri Junko però.- rognò irritato.
- I tuoi hanno insistito dopo l'articolo.- gli spiegò Nanaka, seduta al bancone mentre Kay e Sendoh finivano la cena - Almeno, tuo padre...quando ci ho parlato oggi...come dire, era molto nervoso.-
- Ecco, adesso mi sento meglio.- borbottò la Kanzaki, ansiosa a sua volta.
- Ma voi siete matti!- sbottò Hisashi - Ficcarla in questo casino per una così ridicola cosa!-
- Ridicola...- cincischiò Kay - Sentissi che casino mi ha fatto il vecchio al telefono! A momenti mi chiedeva anche le tue analisi del sangue. A proposito, se ci costringe a farle come la mettiamo?-
- Sparati Kay!-
Fatta la doccia e tornato di sotto con una maglietta con su scritto "PARENTI SERPENTI " a caratteri cubitali che avrebbe fatto morire dal ridere sua madre, si mise ad apparecchiare di pessimo umore, inferocito.
Quelle sorprese serali non gli piacevano per niente!
- Scusa per questo casino.- bofonchiò, quando si affiancò alla sua ragazza.
Junko sorrise vagamente, stringendosi nelle spalle - In fondo è normale dopo quella storia della foto.-
- Si ma non conosci mio padre!- disse isterico, usando le posate come armi - Ti farà un fottuto terzo grado, per non parlare di come romperà l'esistenza a Kay per l'ennesima volta. E non ho voglia di farmi mandare per traverso la cena.-
- Infatti per distrarlo ci siamo noi!- cinguettarono Akira e Nanaka in coro.
- Voi due siete solo una fonte di problemi!-
- Antipatico!-
- Hisa, basta dai!- Kay tornò con le bottiglie e il sakè, ridacchiando - Non potranno certo mangiarci vivi.-
- Al massimo Kay-san puoi sempre fingere uno shock anafilattico per l'allergia.- rise Sendoh.
- Ottima tattica.- ironizzò Junko.
Erano le otto in punto quando sentirono scattare il cancello e una macchina di grande dimensioni entrò nel loro vialetto.
I due fratelli sulla porta, la guardia si lamentò col maggiore perché aveva dato la chiave di casa ai loro genitori mentre Kay già si prospettava un'allegra rimpatriata.
Scese prima il loro adorato paparino, uscito in quel momento dal lavoro. Giacca e cravatta, tanto per cambiare.
La signora Mitsui invece apparve a Junko come una creatura eterea. Aveva un sorriso bellissimo e abbracciò teneramente i due figli, ridendo divertita della scritta sulla maglia del figlio minore...e da quel momento iniziò la cena.

Anche sulla casa sulla spiaggia c'era qualcuno che stava subendo una specie di esame.
Kaede stava in cucina, sentendo la voce allegra di Raim che nel salotto chiacchierava con suo padre.
Dopo che gliel'aveva presentato, il volpino si era ritirato anche perché la questione dell'incidente della rossa era una cosa che andava trattata privatamente col padre che sembrava un tipo particolarmente apprensivo.
Era un uomo normale, un tipo tranquillo, un gran lavoratore...ma una di quelle persone che non sapevano stare sole, altrimenti non si sarebbe spiegato il motivo per cui un uomo intelligente avesse potuto sposare una tale vipera.
Quando Raim li aveva presentati si erano stretti la mano, il signor Kotobuki poi l'aveva quasi interrogato con lo sguardo per capire cosa fosse per sua figlia e dopo Shiro di certo non doveva essersi aspettato un sorbetto come il volpino.
A tavola si discusse più che altro della condizione della sua rossa che naturalmente raccontò un sacco di palle sul suo incidente, narrando al padre l'epica storia di una caduta magistrale da una moto.
C'era poco da crederci e il tizio naturalmente la guardò con aria scettica ma sospirò, comprendendo perfettamente che stando lontano da sua figlia poteva solo ringraziare che fosse viva e non farle la paternale quando lui andava a trovarla poche volte al mese.
Se ne andò dopo aver ringraziato Rukawa per le cure che prestava a sua figlia, promettendo che sarebbe tornato una settimana dopo, alla fine del suo ennesimo viaggio d'affari con la moglie appresso.
Una volta soli, Raim dette un lungo sospiro.
- E' andata.-
- Si, le palle.- sentenziò la kitsune.
- E' andata credimi.- replicò la ragazza, cingendogli il collo mentre la riportava in camera - Avrebbe potuto fare un giro per la casa e vedere questo macello...- aggiunse, quando Kaede rimase ghiacciato davanti ai porno di Sendoh sparsi ovunque.
- Oggi pomeriggio mi annoiavo.- gli spiegò la rossa, tutta divertita dalla sua faccia sconvolta.
- E adesso stai meglio?- frecciò lui sarcastico.
- Non fare quella faccia!- rise Raim - Quelli sadomaso fanno morire dalle ghignate!-
- Se lo dici tu.- e la scaricò in bagno. Lei riusciva a cambiarsi da sola, faticando in maniera disumana ma era necessario lasciarle i suoi spazi...ma il bello veniva quando si lavavano i denti insieme. Faceva uno stretto effetto al volpino vedere uno spazzolino accanto al suo. Strano davvero.
Tornato a letto la trovò a trafficare col portatile e così accese la tv...peccato che toccò per sbaglio un tasto che fece partire il dvd. Un attimo dopo la stanza era invasa da gemiti e schiocchi di frusta.
Poi la ghignata di Raim che non alzò neanche gli occhi dalla pc.
- Hentai.- brontolò Kaede.
- Credevo che a voi uomini piacesse la stimolazione visiva.-
- A noi uomini piace fare e basta.-
- Idem per le donne allora.- la rossa inclinò il capo, scoccandogli uno sguardo strano - Ho sempre pensato però che a uno come te non piacesse molto l'eccessivo contatto. Non so perché mi sono ritrovata a pensarlo...ma poi il tempo mi ha dato torto.-
La guardò senza capire, alzando un sopracciglio.
- Nel senso che i tuoi gesti non sono di una persona fredda.- gli chiarì, leggendogli l'espressione curiosa.
- Hn.-
- Lo spegni quel porno o no?- lo prese in giro, all'ennesima frustata - E basta dai!-


Cominciarono a passare i giorni, scanditi da scuola, allenamenti al limite dell'umana concezione, compiti e dalle visite di controllo di Raim ma tutto sommato Kaede dovette accorgersi che la convivenza con lei si stava lentamente sciogliendo a cominciare dalle piccolezze, tipo l'impacchettarle il braccio ingessato in un sacchetto di plastica ogni volta che lei voleva fare la doccia, ai pasti, alle sue piccole follie dei vestiti.
La sospensione era arrivata provvidenziale e gli allenamenti con la squadra si erano fatti più liberi, anche se non meno duri e intensivi. Correvano in spiaggia, fra le onde nonostante l'acqua ancora fredda, e ogni tanto ne scattavano risse che si sfogavano in un tentativo di annegamento, facevano le flessioni al sole, poi si distribuivano in squadre e giocavano sul campo di cemento senza arbitro, cercando di migliorarsi tenendo d'occhio le azioni degli altri compagni.
Ora avevano un pubblico più vasto, specialmente i vari ragazzi e appassionati che si fermavano a guardarli ammirati e grazie al cielo non c'erano più le cretine del Rukawa's Shinetai che a quanto gli aveva raccontato Ayako avevano tentato un suicidio di massa, quando erano venute a sapere della sua sospensione.
Quel giovedì sera per esempio avevano la partita contro il Takezono.
Il volpino entrò nel palazzo dello sport dopo la fatidica sera dell'amichevole e lui e tutto lo Shohoku si ritrovarono subito addosso tutti gli sguardi e tutti i giornalisti che però dopo una sua occhiata non molto amichevole sembravano desistere dal dargli il tormento.
Lo smacco di starsene in panchina non fu facile da superare, anche perché gli fremevano un po' le manine.
Che avrebbe dato per entrare sul parquet!
- Calma, calma ragazzo.- gli sorrise Anzai, al fischio d'inizio.
Era una parola. Se ne stette buono con Miyagi, visto che quel giorno se ne stava in panchina per lasciare un po' di spazio a Nobu che doveva fare esperienza, e dovette ammettere che il Takezono non se la cavava male.
Avevano molta resistenza e sapevano dove andare a colpire, ovvero Rei e Nobu, care matricole, mentre Hana ingaggiò una vera lotta corpo a corpo con Oda.
Si vedeva però che qualcosa non andava. Aveva una pippa lunghissima.
- Si annoia proprio.- bofonchiò Ayako, appoggiata su un gomito.
- E già.- ghignò Ryota, svaccatissimo - Gli manca qualcuno da insultare o sbaglio?-
- Sta a vedere che se la prende con Mitsui adesso.- rise ancora la mora.
E infatti. Quando mancava Rukawa, il bersaglio di Sakuragi era l'ex teppista che in quanto a sangue caldo non era secondo a nessuno. Passarono metà della partita a punzecchiarsi, scommettendo su chi avrebbe fatto più punti. Naturalmente ne seguirono azioni bestiali, a malapena fermate dal Gorilla che andava sempre a recuperare la scimmia per la collottola visto che quasi non lasciava tirare la guardia.
Oda poi era arrabbiato perché il rosso se lo filava poco, l'arbitro stava dando i numeri, Rei non sapeva più che fare per fermare i suoi senpai, Nobu era in palla perché gli stavano tutti addosso e non era bravo come Miyagi a scartare gli avversari...insomma, fu un macello.
Alla fine del primo tempo erano comunque sopra di quasi trenta punti.
- Bravi ragazzi, grandissimi.- rise Ayako sollevata, distribuendo da bere a tutti - Siete eccezionali. Continuate così.-
- Bhè, non tutti magari.- aggiunse Kogure - Hisashi, Hanamichi su... siete grandi per fare i bambini.-
- E' questo cretino dai capelli tinti che mi sta fra i piedi.- sibilò la guardia, bevendo con noncuranza.
- Ehi teppista!- sbraitò il rossino - Vai a quel paese! Senza il Tensai non saremmo a questo risultato!-
- Rukawa levamelo di torno.- ringhiò Mitsui fra i denti.
- Cosa sono? La sua baby sitter?- rognò la volpe.
- Andate a spararvi.- sbuffò Hana, sedendosi in panchina.
- Eddai senpai...perché invece di arrabbiarti col senpai Mitsui non giochi contro Oda eh?- lo spronò Rei che si asciugava il sudore, mezzo distrutto - Farebbe carte false per un po' di attenzione!-
- Bah!- fece il rosso, annoiato.
- Do'aho.-
- Baka kitsune!-
- Su, torniamo in campo!- ordinò il Gorilla, afferrando la scimmia per il collo - E ti datti una mossa, razza di celebroleso! Ferma Oda hai capito? Metà dei punti li ha messi a segno lui e tutto perché tu e quell'idiota di Mitsui fate i bambini!-
- Oh ma che cazzo volete da me? Io me ne starei tranquillo se quel beota mi lasciasse tirare!-
- E già, vuoi prenderti tutta la gloria eh?- ma non finì d'imprecare che Rukawa gli arrivò alle spalle e gli rifilò un calcio, mandandolo a gambe all'aria.
- Do'aho.- fece sarcastico - Sei inutile in campo. Non dar fastidio agli altri.-
- Maledettooooo!!!- Hana si tirò in piedi come un vulcano, imprecando ai quattro venti ma non finì di alzare un destro che se lo stavano trascinando via di nuovo. Avrebbe dovuto rimandare la rissa a dopo.
La partita si concluse con una stacco di quarantun punti, con il Takezono esausto e Oda che si era ritrovato davanti una furia. Hanamichi infatti nel secondo tempo aveva totalizzato sei schiacciate, tre tiri in sospensione, una ventina di rimbalzi e tre falli...ma a parte quello a momenti neanche salutò gli avversari. Si lanciò subito in panchina dove Rukawa però fu abile a schivarlo, facendosi rincorrere fin negli spogliatoi.
Lì davanti alla porta però c'era la Piattola, quindi il Tensai per un attimo perse la bussola davanti alla sua ragazza.
Il volpino, da parte sua, osservava disgustato la scena quando si sentì osservato.
Si volse e trovò un ragazzo a quasi cinque metri da loro.
In tuta gialla e rossa, era uno dello Tsukubu. Numero 17.
Una matricola forse, dall'aria scanzonata e combattiva. Lo guardava intensamente ma Rukawa dopo un solo secondo tornò a farsi gli affari suoi, non sapendo di aver incontrato una grana con due gambe.
Poco più tardi, da sotto le docce...
- AH AHA AH AHAH AHA AH!-
Mitsui, Akagi e Miyagi rotearono gli occhi contemporaneamente.
Rieccolo!
- Visto che ho fregato Oda? Sono il Tensai del Basket! Anche senza Rukawa abbiamo vinto alla stragrande! Gorilla, buttarlo fuori quella mezzasega, non serva a una mazza! È più rincoglionito di mia nonna!-
Gli arrivò un altro calcio nel fondoschiena, con Kaede che fumava per la frustrazione.
- Chi è che sarebbe rincoglionito do'aho? Fatti una cura al bromuro.-
- E basta adesso, avete rotto il cazzo
!- ringhiò il Gorilla, ficcando un pugno ad entrambi e facendo crescere sulla testa del rossino un altro corno, tipo cervo in primavera - Non voglio più sentir volare una mosca da voi due. Sakuragi, lascia in pace Rukawa e tu non stare a raccogliere le sue frecciate! Tanto è un imbecille!-
- COME SAREBBE?! IO SONO IL TENSAI!-
- ZITTOOOOO!!!!- tuonò il capitano, afferrandolo per la gola - UN'ALTRA PAROLA E TI MANDO A VIVERE IN UN MALEDETTO ZOO, CHIARO???-
- Siete insopportabili, io me ne vado.- sibilò Mitsui, snervato da quel chiasso - A chi serve uno strappo?-
- A me!- lo seguì Miyagi - Devo passare in centro a comprare una certa cosetta...- ghignò e a seguire mezza squadra, visto che era in arrivo la festa di compleanno del Gorilla che però era troppo intento a minacciare di morte la scimmia e la volpe per accorgersi di qualcosa.
Andò a finire che riuscirono ad andarsene tutti dal palazzetto sani e salvi. Sulla Honda quei due cretini non si ribaltarono, anche perché dovettero scervellarsi un attimino per pensare al regalo del capitano.
Haruko gli aveva organizzato la festa come ogni anno in un locale e la cosa, a parte far vomitare Rukawa che avrebbe preferito uccidersi, attirava molto gli altri componenti del gruppo.
Il problema era che si sarebbe imbucato anche Aota col suo gruppo di judoka e ne sarebbero usciti numeri penosi.
La festa si tenne quel sabato e come da previsioni fu un dannato macello: casino ovunque, gente che si bestemmiava dietro, brindisi e altro ancora.
E fuori il cielo notturno era terso di stelle.
- Ma tu guarda che manica di cretini.-
Kogure rise, appoggiato tranquillamente al tavolino del locale invaso di musica e fumo. Akagi al suo fianco scuoteva il capo, vedendo metà degli presenti comportarti praticamente come ogni giorno, avvero da animali selvaggi.
Per non parlare di Aota che se ne usciva con pallose filippiche verso Mitsui, Miyagi, Hana e Kaede strombazzando nelle orecchie del malcapitati addirittura con un megafono.
- Ma chi l'ha invitato quello?- cinguettò il quattrocchi.
- S'è imbucato, tanto per cambiare.- rognò il Gorilla, attaccandosi al bicchiere - Piuttosto, nei prossimi giorni il coach andrà a parlare col preside per il ritiro di quest'anno.-
- Anzai è preoccupato.- bofonchiò Kogure - E' normale che voglia farci prendere aria altrove.-
- Avete una vaga idea di dove vi manderà?- s'intromise Haruko curiosa.
- Bhè, l'anno scorso ci hanno mandato a Kyoto.- le disse suo fratello - Speriamo stavolta non ci sbattano sul monte Fuji. Al massimo possiamo sempre spedirci Sakuragi chiuso in valigia.-
- Dai Takenori!- rise la Piattola - Ma che cattivo, quest'anno gioca così bene!-
- E rompe in maniera altrettanto esemplare!- frecciò Akagi, guardandolo mentre faceva il fesso insieme ai loro compagni. Certo che mettere quei dementi tutti quanti insieme in poche stanze era un vero delirio.
Chissà in ritiro poi!
Ora dovevano solo aspettare di sapere dove avrebbero "svernato" quella volta e che quei quattro idioti avessero messo la testa a posto prima dell'inizio delle finali!

 

 

 

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Capitolo 20
*** Vecchi Fantasmi ***


raim20

 

 

Bhè, salve compari. Ho deciso che aggiornerò più velocemente del previsto, in fondo non credo ve ne lamenterete vero?
Da qua in avanti ci saranno un po' di problemi anche per un altro componente della squadra dello Shohoku, che credo si sia capito bene io venero letteralmente.
Si scoprirà tutto qui sotto, perciò leggete e ringraziate che mi sia limitata a trenta capitoli con questa fic!
XD Di solito faccio di peggio!
Grazie infinite dei commenti, non so come ringraziarvi.
Adesso vi lascio alla lettura.
Un bacio,
Axia

 

 

 

 

 

E anche contro il Kenta avevano vinto!
Fischiò in quel momento la fine della partita, vinta dallo Shohoku con cento
cinquantasette punti di vantaggio.
I loro avversari stavano letteralmente strisciando fuori dal campo e sembravano a pezzi, come a pezzi però erano i nervi di metà squadra dei diavoli neri e rossi, visto l'esasperante comportamento tenuto da una certa persona che, da quando aveva perso il suo compagno di giochi preferito, si divertiva a dare il tormento a un altro soggetto particolarmente permaloso.
Le due settimane di sospensione di Rukawa stavano per finire, mentre quella contro il Kenta era la seconda delle tre partite da cui doveva restare fuori e così Hanamichi scaricava il suo nervoso sul suo adoratissimo Mitchy che già negli spogliatoi gli aveva fatto un occhio nero, inferocito.
Akagi poi era arrivato al limite della sopportazione: avrebbe fatto una strage se Rukawa non fosse tornato presto in campo! Possibile che quei due imbecilli non fossero mai capaci di picchiarsi come due sani di mente fuori dal parquet? Era chiedere troppo vero?
- A quanto pare oltre che un Hanamichi-dipendente abbiamo anche un kitsune-dipendente.- frecciò Ayako, mentre uscivano dagli spogliatoi un'oretta dopo, freschi di doccia e stanchi morti.
- Un cosa?- rognò il rossino con voce cavernosa - Da quando le teorie mediche di quel fesso del teppista stanno bene a tutti quanti eh?-
- Per l'amor di Dio, ma vuoi farti fare un altro occhio nero?- sbuffò Kogure - Dai Hanamichi, lo sai com'è Hisashi quando di ci mette. Adesso sei anche fuori dalla palestra, quindi puoi tormentare Rukawa no?-
- Grazie mille senpai.- sibilò il volpino incazzoso.
- Basta, mi avete rotto tutti.- Hana andò dritto al parcheggio del palazzetto, filando alla sua Honda con espressione a dir poco bellicosa - Ci si vede domani a scuola branco di mentecatti.-
- Do'aho, portami a casa.-
- E se ti lasciassi nel vicolo più bazzicato di magnaccia di Kanagawa, Kit? Che faresti?-
- Mica male come idea.- rise Miyagi, salendo in macchina con Mitsui - Vendendolo ci faresti una barca di soldi.-
- Molto di più di quelli che darebbero a te, scimmia, per una scopata.- rincarò Hisashi perfido.
- Vaffanculo Mitchy, il Tensai è il Dio del sesso!- gli sbraitò dietro con la forza della bora.
- Si e io un bonzo.- ghignò la guardia sarcastica, mettendo in moto - Ci si vede domani ragazzi.-
- Se, se.- disse anche Akagi - Andate piano su quella moto voi due!-
Naturalmente il rossino non stette a sentire una parola, troppo impegnato com'era a borbottare fra i denti per la stizza. Da quando Rukawa non giocava tutto aveva perso di attrattiva, c'era poco da fare. In quei giorni, proprio com'era capitato prima al volpino, si era messo a fumare come un turco e l'unica sua scappatoia per sfogarsi era attaccare briga con Mitchy che era la dolcezza fatta a persona...specialmente quando lo pestava a sangue, esasperato.
Si mise il casco sulla testa, controllando l'ingresso al parcheggio visto che a volte c'erano tizi che entravano a tutta velocità ma proprio guardandosi attorno con lo specchietto, Hana vide che qualcuno li osservava.
- Tsukubu.-
Kaede, alle sue spalle, era pronto a chiudere gli occhi e a sbavargli sulla schiena come al solito ma riaprì un attimo le palpebre, trovandosi a qualche metro di distanza lo stesso giocatore che aveva visto una settimana prima alla loro partita contro il Takezono. Il giocatore dello Tsukubu, numero 17.
Sulla maglia della tuta c'era scritto il suo cognome. Sanzenin.
- Matricola.- borbottò il ghiacciolo con aria incurante.
- Se lo dici tu.- Hana si abbassò la visiera, dando un po' di gas - Rei dice che viene sempre a vederci.-
- Manabe è peggio di una zecca.-
- E tu non ti accorgesti di avere una bella donna nuda a letto neanche se ti saltasse addosso.- ringhiò il Tensai, partendo in quarta e superando il giocatore dello Tsukubu, che non li perse di vista un attimo.
Chissà che voleva. Hana in effetti, ripensandoci, ricordò che quel ragazzo era spesso nei corridoi quando toccava a loro andare in campo. Sanzenin...non era quella matricola fortissima che aveva fatto vincere a una squadretta come lo Tsukubu un sacco di partite? E che voleva da loro? Mah, forse era meglio chiedere qualcosa informazione ad Aida.
Intanto al parcheggio, Ryuji Sanzenin, ala piccola del primo anno dell'istituto Tsukubu restava a guardare i due giocatori che si allontanavano. E la rabbia lo stava invadendo come una marea.
Quell'idiota...quell'idiota si era fatto espellere prima di potersi confrontare con lui!
Dette un calcio a una lattina, imprecando al vento. Maledetto Rukawa!
Aveva fatto a pezzi il suo sogno di sfida!


Quel giovedì mattina Hisashi Mitsui se ne stava a segare l'ultima ora di fisica sul terrazzo, godendosi la tiepida aria di marzo e il sole caldo che gli carezzava il sonno che stentava a venire.
Si era massacrato negli ultimi tempi con l'allenamento e doveva ammettere di avere ormai quasi raggiunto il suo obiettivo ma la sua spossatezza si faceva sentire parecchio nei fine settimana, quando si ritrovava sempre più spesso a non desiderare altro che il suo letto. Lo stesso valeva per Junko e quasi sempre andava a finire che passavano il week end fra le lenzuola, facendo l'amore, ascoltando musica o guardando film.
All'improvviso qualcuno gli fece ombra ma lui riconobbe il passo sottile e felpato, così alzò il braccio sinistro e Junko Kanzaki si sdraiò al suo fianco, poggiandogli la testa sulla spalla e lasciandosi cingere dolcemente.
La sentì sospirare, forse stanca quanto e più di lui.
- Sai cosa vorrei?- mormorò roco - Prendere la macchina e andare a chiudermi in un qualche ryokan fra i boschi.-
Junko sorrise appena, stringendosi di più alla guardia - Da soli?-
- Si, sarebbe fantastico. Anche solo per tre giorni...ma devo staccare assolutamente.-
- Prenoto per domani pomeriggio?-
Hisashi sollevò il capo, guardandola in faccia e cercando di capire se scherzasse o meno.
- Dici davvero?- le chiese.
- E tu?- Junko sorrise ancora - Dici davvero?-
Mitsui annuì, ansioso ed eccitato al tempo stesso.
- Domani è venerdì. Possiamo inventare una scusa coi capitani e starcene fuori fino a domenica sera.-
- Ma tu guarda...la Bambolina che salta gli allenamenti.- la prese in giro sogghignando - Sicura?-
- Mai stata così sicura in vita mia.- gli disse seria - Dobbiamo tirare il fiato o qua andrà tutto a ramengo.-
- Già, da quant'è che non lo facciamo?- bofonchiò fintamente irritato.
- Sarà una settimana.-
- Dieci giorni.-
- Però, peggio di una donna. Che memoria.-
- Non è colpa mia se arriviamo scoppiati anche il sabato sera.- si lamentò depresso, iniziando ad accarezzarle i capelli - Senza contare che qua si avvicinano le eliminatorie per le semifinali e il Gorilla sta diventando peggio di un nazista!-
- Vuoi fare cambio? La Kurata ti sembrerà il diavolo in persona a suo confronto.-
- Se non altro lei non ti picchia sulla testa!-
- No, mi prende solo a calci.-
Hisashi ridacchiò e poi tacque, godendosi quel momento di pace in silenzio.
Stava bene lì a guardare il cielo, con Junko abbracciata a lui. Non era proprio così che aveva immaginato il suo quinto anno. Il suo quinto anno...
- E' l'ultima volta che giocherò con loro .- gli sfuggì.
La Kanzaki riaprì gli occhi all'istante, sollevandosi appena su un gomito.
Lo fissò, senza che lui la guardasse in faccia, studiandolo.
- In piena crisi del quinto eh?- sussurrò.
- Ho paura di si.- ammise roco - A Kogure sta passando. Akagi se l'è presa nella vacanze di Natale.-
- E a te arriva a scoppio ritardato.-
Mitsui sorrise, richiudendo le palpebre - Ci avevo già pensato...ma solo verso la fine del trimestre mi sono accorto sul serio che queste sono le ultime volte che potrò giocare con i ragazzi. Se penso che fra pochi mesi dovrò decidere della mia vita mi viene il volta stomaco.-
- Ma continuerai a giocare vero?-
- Ginocchio permettendo.- le rispose con un bisbiglio - Le squadre universitarie sono molto selettive in questo particolare frangente. Potrei ritrovarmi a fare da riserva strategica ed entrare solo quando si ha seriamente bisogno dell'aiuto di un tiratore da tre.-
- E per l'università?- Junko si appoggiò al suo torace - Niente d'interessante?-
- Ho superato tutti i test.-
La ragazza allargò gli occhi - Tutti?-
- Già.-
- Che genio sfaticato.-
- Sai che mi rompo a studiare.-
- E con tuo padre come la metti?-
- Pensavo di fare l'accompagnatore per un po'...- rise, prendendosi un leggero pugno sulla spalla e bloccandole il polso - Ma non credo che lui apprezzerebbe. Vedrò alla fine del campionato che comunque m'impegnerà fino a metà luglio e poi sarà quel che sarà.-
- Ottima filosofia.- frecciò la Kanzaki serafica - Intanto vedi di non sfracellarti nel buco nero della depressione eh?-
- Infatti se domani partiamo credo che comincerò a tirarmi su.- cinguettò - Allora parli sul serio? Verresti con me?-
- Ti ho già detto di si. Devi solo dirmi a che ora vuoi partire.-
Mitsui tacque, puntando gli occhi su quella ragazza che scopriva lentamente di adorare.
Adorava il suo bel viso, la sua aria altera e orgogliosa, i suoi occhi cupi...quel corpo da favola e quel carattere impossibile. Si alzò leggermente, prendendole il viso fra le mani e depositandole un bacio leggero sulle labbra.
- Ti stanno ri
crescendo i capelli.- le sussurrò all'orecchio, giocando con le sue ciocche.
- Si, a quanto pare.- mugugnò Junko, alzando le spalle.
Stava per baciarla di nuovo e stavolta non si sarebbe accontentato di un lieve contatto quando la porta della terrazza si spalancò e stavolta apparve niente meno che mezzo plotone di rompiscatole.
- Sempre qua a tagliare eh?!-
- Andate a scaldarvi un letto!-
Riconosciuta quella voce e quel delicato passo da elefante imbizzarrito, Mitsui si lasciò andare con la testa a terra, rovesciandola un po' indietro e trovandosi il Gorilla al contrario.
- Akagi buongiorno. Sei splendente come un raggio di sole.- fece serafico - Ti serve qualcosa?-
- A voi due servirebbe una stanza, vero signor teppista?- s'intromise anche Naomi Kurata, arrivando alle spalle del capitano della squadra di basket - Eccoti qua Kanzaki, ti ho cercata per tutta la scuola.-
- E' successo qualcosa?- chiese Junko.
- Il preside mi ha chiamato.- sorrise la Kurata con aria sbarazzina - E' arrivato il solito preventivo per il ritiro. Stavolta ci ha dato ben ventun giorni.-
- Ventun giorni?- Mitsui era allibito - Voi maledette vi fate un ritiro di tre settimane!?-
- E neanche t'immagini dove.- sibilò Akagi fumando.
- Dove?-
- Tutti gli anni da quando sono qui siamo sempre andate...ad Okinawa.- fece la Kurata allegra, facendolo sbiancare.
- Co...cosa?- alla guardia si era seccata la favella - Voi vi fate ogni anno tre settimane ad Okinawa?-
- Esatto.- gli disse anche Junko, perfida come poche - Sole, mare, allenamento in una palestra da favola e...-
-...e una marea di fighi stranieri che quest'anno non vedrai neanche col binocolo.- ghignò il capitano della squadra femminile - Ecco il premio per far vincere da sette anni alla scuola il titolo di campioni nazionali Mitsui. Il Fuggitivo sa essere particolarmente altruista e generoso, devo ammetterlo. Dai Kanzaki, mi serve la tua firma sul preventivo e il bonifico per martedì prossimo chiaro?-
- Se, se ma a proposito...e voi dove andate in ritiro?- chiese la schiacciatrice ai due cestisti.
- A dire il vero dovrei andare a parlarci adesso col preside.- spiegò Akagi - Anzai è già con lui e stanno parlando insieme della situazione con lo Shikuda. Andrà a finire male, me lo sento. Ci spediranno sul monte Fuji!-
- Basta che non vi lascino qua nelle grinfie degli Oni.- sospirò Junko, mettendosi in piedi con un sospiro - Ah Kurata..-
- Si?-
- Domani starò a casa, mi verrà la febbre.-
- Però, hai la termoregolazione interna veramente impressionante Kanzaki.- le sibilò la ragazza sarcastica - Sai già ora di covare l'influenza. Di un po' Mitsui, non è che anche tu hai già qualche linea?-
- No ma ho la vaga impressione che Kay mi abbia attaccato la sua allergia.- rispose la guardia cominciando a strizzare, naturalmente per finta, gli occhi e ad arricciare il naso - Mah, uno non può più stare tranquillo.-
- Non c'erano dubbi.- gli ringhiò Akagi - Vattene a pranzo idiota, io vado dal Fuggitivo.-
- Ti aspettiamo davanti alla palestra, prima di metterci in macchina.-

Kaede Rukawa alzò lo sguardo allibito verso il parcheggio, smettendo per un attimo di palleggiare.
Erano le due e mezza e quei rintronati erano in ritardo.
- Ma che hanno quei matti?-
Lui scosse il capo, tornando da Raim che aveva insistito per stare un po' al sole a guardarli allenarsi.
Andò a sederlesi accanto, controllando che stesse comoda sul cuscino e che non sforzasse il ginocchio bendato, stretto in una delle super collaudate ginocchiere di Mitchy e bevve un lungo sorso d'acqua dalla bottiglietta, proprio mentre uno squadrone di gente con gli occhi luccicanti pieni di stelline gli si rovesciasse addosso.
- Avranno bevuto.- sorrise la rossa, lasciandosi andare tranquilla sul guanciale.
- Sicura di stare bene?-
- Si, benissimo. Quando mi vai a prendere le stampelle?-
- E' presto.-
- Cosa? Non è vero!-
- Hn.-
- Hn che? Dai Rukawa, voglio tornare a camminare da sola.-
- Non devi sforzare il ginocchio.-
- E tu te ne approfitti eh?- sibilò ironica.
- Se la vuoi mettere così...- rispose roco e proprio in quel momento lo Shohoku entrò tutto urlante nel campetto. Nobu e Rei sembravano camminare a due metri da terra e perfino Ayako sembrava trasfigurata, in completo stato di beatitudine.
- Chi è morto?- frecciò il volpino, vedendo quelle espressioni.
- Ahah, non immaginerai mai Ru!- gli disse la loro bella manager - Abbiamo una notizia che lascerà a bocca aperta anche te! Ne sarai felicissimo!-
- Il do'aho si fa donna?-
- No maledetto baka, resto uomo.- ringhiò Hanamichi arrivando a scoccargli un'occhiataccia - E che uomo, molto più di te!-
- Questo è da appurare.-
- Fatela finita su!- cinguettò Kogure - Dai Rukawa, è una giornata bellissima. Akagi è andato a parlare col preside stamattina, per il nostro ritiro!-
- Ma va?- Kaede guardò il Gorilla, quasi divertito - Visto che soggetto?-
- Una sagoma.- bofonchiò Takenori, cominciando subito a sentire un caldo pazzesco - Mi ha fatto una tirata spettacolare sulle infinite possibilità che abbiamo come squadra di basket. Non sapevo fosse lui, te lo giuro...anche se lo vedevo sempre in tribuna. Mah...comunque conta molto su una nostra ennesima vittoria.-
- Vabbè, lascia perdere l'ubriacone e dì la figata dell'anno!- s'intromise Miyagi che non stava più nella pelle - Non indovinerai mai! Sai dove ci manda in ritiro? Eh?-
- Sul monte Fuji.-
- Sbagliato!- Hana puntò il dito sul naso del volpino, esaltato come pochi - Noi e la squadra di pallavolo ce ne andremo niente meno che a fine marzo a Okinawa per la bellezza di tre settimane! Capito? Tre settimane di ritiro ad Okinawa!-
Kaede lo guardò scettico, levando un sopracciglio.
Ma lo prendevano in giro?
- Tre settimane ad Okinawa?- Raim sogghignava - Vi manda con la squadra di pallavolo? Io ci ero andata l'anno scorso con le ragazze. Il preside se le tiene come gioielli.-
- Infatti.- annuì Akagi - Anzai è preoccupato che lo Shikuda ci rompa le palle prima delle semifinali, così il Fuggitivo ha pensato bene di allargare la spedizione anche a noi.-
- ANDREMO 21 GIORNI AD OKINAWA!- strillarono Hana, Rei, Nobu e Miyagi come bambini.
- Allora Ru?- rise Ayako - Contento? Un sacco di mare, dei campi da favola e un po' di relax per i nervi lesi...-
- Se qua qualcuno ha qualcosa di leso mi sa che non è lui.- rognò Mitsui schifato, guardando quei quattro fare la stessa danza propiziatoria che le matricole si sparavano negli spogliatoi prima delle partite - Ma che razza di dementi!-
- Okinawa eh?- la kitsune sembrava ancora perplesso - Con quelle squinternate...-
- Si e visto che abbiamo ancora due settimane prima di partire,- sorrise Ayako - potrà venire anche Raim. Le farà bene.-
- Vuoi metterla su un aereo?- sbottò - Non se ne parla.-
- Un po' di mare e vacanza le faranno bene.- sentenziò la mora - E non fare l'amante geloso.-
- Hn.- ringhiò fra i denti.
- Si ma forse al senpai danno fastidio le ragazze della senpai Kurata.- disse Rei - Alcune sono un po' appiccicose in effetti. Con lui almeno. Però credo che sarà divertente stare con loro in ritiro...sono simpatiche.-
- Si, come due dita in gola.-
- Sempre la solita kitsune.-
- Sempre il solito do'aho.- lo rimbeccò Kaede - E per le partite?-
- Io e il preside abbiamo controllato il calendario con Anzai.- gli disse Akagi, mentre iniziava a far correre un po' di quegli sfaticati, Mitsui e Hana compresi - Dopo la nostra partita di lunedì sera con lo Tsukubu si va alle semifinali. Se tutto va bene ci saranno Ryonan, Kainan e Shikuda. Stessa linea di due anni fa.-
- Quest'anno i giudici hanno messo le squadre in tutta una serie staccata dalle altre, quindi mentre noi abbiamo fatto tutte queste partite di seguito, gli altri sono rimasti fermi. Il Kainan non scende in campo da due settimane infatti, idem per lo Shikuda.-
- Che tanto guerreggia già abbastanza.- sibilò Miyagi, passando di lì in corsa con Kogure.
- Si, comunque quando noi finiremo con lo Tsukubu lunedì e attaccheranno a giocare gli altri. Anche il Ryonan deve ricominciare il ritiro fra un po'.-
- Già, non dovrebbero esserci proprio adesso loro?- bofonchiò Raim.
- No, partono qualche giorno prima di noi.- l'informò Hana - Ho sentito Aki l'altra sera.-
- Bhè, resta comunque il fatto che appena finiamo con lo Tsukubu dovremo fare allegramente i bagagli!- disse Ayako gioiosa - Voi avrete tre settimane per rimettersi in sesto e poi farete il mazzo agli avversari!-
- E tu intanto che farai?- frecciò Sakuragi perfido.
- Prenderò il sole con Raim alla faccia tua!- ridacchiò la manager.
- Infatti, non pensate neanche per un attimo di andare in vacanza!- gracchiò il Gorilla mettendosi in mezzo al campo, tirandosi dietro la volpe - In queste tre settimane che il preside e Anzai ci hanno dato dovrete dare il massimo di voi stessi chiaro? Non andremo ad Okinawa a giocare o a divertirci! Dovremo lavorare sodo per battere il Ryonan, il Kainan e lo Shikuda, intesi?-
- Si capitano...-
La risposta non era stata convincente ma Akagi lasciò perdere.
- E un'altra cosa...vedete di non disturbare gli allenamenti altrui.-
- Tanto quelle della Kurata non si accorgono di niente mentre si allenano Takenori, tranquillo.- sorrise Raim.
- Potessi dire la stessa cosa di questi deficienti.- sibilò il capitano depresso, vedendo infatti Hana e Kaede prendersi a calci e pugni. Come li avrebbe tenuti buoni per tre settimane, insieme 24 ore su 24?
Forse avrebbe dovuto portarsi dietro un facile a canne mozze con dei proiettili soporiferi.
Per non parlare di Miyagi e Mitsui. Quei due erano capacissimi di fare qualche scherzo alle matricole e alle riserve e di uscirsene nel cuore della notte dall'albergo per andarsene a donne!
Miseriaccia...meno male che c'era Ayako a tenere buono il suo play...e la Kanzaki per Mitsui.
La cosa non era così nera come si era immaginato...
- Scusate solo una cosa.- Hana mollò di colpo la testa del volpino, illuminandosi - Gori, scusa...ma chi è che ci accompagna?-
- Già, ad Anzai il medico non darà il permesso di farsi un viaggio da sbattimento del genere.- borbottò Hisashi.
- Infatti non verrà neanche il mister delle ragazze della Kurata.- disse Akagi - Verrà un professore.-
- E chi?- chiese Miyagi.
Stavolta Takenori serrò un po' le labbra, immaginandosi il finimondo che sarebbe scoppiato.
- ...Yoshikawa.-
Nel campo tirò un gelido soffio di vento da deserto, insieme a qualche pagliuzza che rotolò ai piedi dei ragazzi.
Dal terzo anno in su, i giocatori erano sbiancati.
Perfino Rukawa aveva perso il suo contegno altero.
Mitsui poi...sembrava gli avessero appena detto che Bono era morto per overdose.
- MA VAFFANCULOOOOOOO!!!! -
Akagi aveva fatto in tempo a tapparsi le orecchie, proprio quando si scatenò quell'inferno.
- MA SEI FUORI GORILLA?????- fu Hana il primo ad inalberarsi - GIA' DEVO SOPPORTARE QUEL VECCHIO BASTARDO TUTTI I GIORNI E SECONDO TE ME LO SCIROPPO ANCHE IN RITIRO?!? COL CAZZO !-
- TU SEI TUTTO MATTO!- ululò Mitsui per secondo, pallido e livido al tempo stesso - L'ULTIMA VOLTA CHE CE L'HO AVUTO IN CLASSE, DUE ANNI FA, GLI HO FATTO PERDERE GLI ULTIMI CAPELLI CHE AVEVA E MI SONO RIMORCHIATO SUA FIGLIA!-
- E POI LO SAI CHE HA MANDATO LETTERALMENTE FUORI DI TESTA DIECI ALUNNI NEGLI ULTIMI TRE ANNI D'INSEGNAMENTO?! SI, SONO FINITI DELLO PSICHIASTRA!- sbraitò persino Kogure, sconvolto anche peggio degli altri.
- SENZA CONTARE CHE NON CI LASCERÀ TIRARE IL FIATO NEANCHE PER DORMIRE!!!- concluse Miyagi, ma non strillando meno degli altri - SEI COMPLETAMENTE STRAFATTO SE PENSI CHE UNO COME YOSHIKAWA POSSA PORTARCI TUTTI QUANTI IN RITIRO! MEGLIO MORIRE!-
- Neanche morto.- sibilò lapidario Rukawa, pietrificato.
- Meglio sul monte Fuji.- rincarò Kakuta a voce leggermente più bassa - Sul serio capitano...quello è più sbroccato di una brocca rotta. Oltre a mandare gli studenti a farsi controllare degli psicologi è uno che alla mattina beve succo di pomodoro. Ma dico, ti pare normale?-
- Succo di pomodoro?- si schifò Ayako - Ma va! Che orrore!-
- Non l'hai mai visto per i corridoi?- fece Yasuda - Se lo beve nel bicchiere del caffè!-
- Avrà carenza di vitamine.- ipotizzò Raim.
- Quello ha carenza di umanità.- bofonchiò anche Shiozaki.
Chi aveva strillato istericamente ora li fissava con le orbite piene di fiamme.
Tornarono a girarsi verso il Gorilla che però dovette fare orecchie da mercante.
- O Yoshikawa o il monte Fuji a spaccare pietre.-
Si sollevò l'ennesima protesta di massa e non trovò rimedio migliore che mandarli tutti a quel paese.
Distribuì il preventivo e ignorando quel brusio di sottofondo li fece tornare ad allenarsi, cercando di calmare i bollori. Anche a lui l'idea di avere il nano, Testa di Palla da Biliardo, Yoshikawa lo Sconvolto e ancora "Lo Schiacciapalle" in ritiro con loro a farsi controllare l'esistenza non piaceva per nulla ma sempre meglio che starsene a Kanagawa ad attendere il prossimo attacco dello Shikuda no?
Peccato che quella manica di idioti, stavolta nessuno escluso, neanche Rukawa e Kogure, continuassero a sputare lava e fiamme al vento, maledicendo il vice preside. Che palle...
Si misero a giocare per sfogarsi e naturalmente cominciò a raccogliersi la solita marmaglia di guardoni. Fra questi, Hana e Kaede rividero un tizio in particolare. La matricola dello Tsukubu.
- Ryuji!-
Nobu Yaoto si staccò, durante la pausa, dal gruppo. Agitò la mano e corse alla rete, andando proprio dal giocatore che quasi tutti i giorni, capito che non si allenavano più nella loro palestra, andava a osservarli allenarsi.
- Si conoscono?- borbottò Akagi, asciugandosi il viso con un asciugamano.
- Si, capitano. Nobu mi ha detto che andavano alle medie insieme.- lo informò Rei.
- La Takeishi?- Kogure inclinò il capo - Allora è quel Sanzenin. La probabile matricola migliore dell'anno.-
- Si, pare di si.- annuì Ishii - Ho visto alcune sue partite. È spettacolare in attacco.-
- Si e una capra in difesa.- sentenziò Ayako - Le ho viste anche io quelle partite. Rei è più bravo.-
Manabe si accese come una lampadina - Wow, lo credi davvero senpai?- a momenti se l'abbracciava.
- La completezza di una matricola si vede anche in quello.- gli spiegò la mora - Quel Sanzenin è un genio in attacco, niente da dire. Fa canestro ovunque, a parte che oltre la linea dei tre punti, ed è il maggior realizzatore della squadra con il loro playmaker ma in difesa è scarso. Gli manca l'esperienza per prevedere le mosse dell'avversario. Cerca sempre e solo il canestro.-
- Mica tutti sono dei Tensai già a quell'età.- cinguettò Hana gasatissimo.
- Imbecille.- soffiò Miyagi.
- Do'aho.- sibilò la kitsune.
- Ma perché viene sempre qua?- fece Kogure - Non ci va ai suoi di allenamenti?-
- Sarà venuto a spiare no?- disse incurante il Gorilla - Lasciate perdere.-
Lasciar perdere, pensò Rukawa irritato. Facile. Quella matricola mica fissava Akagi!
Da quando l'aveva preso in corridoio Kaede aveva capito che quel Sanzenin in particolare puntava sempre e solo lui, proprio come un cane da caccia. Odiava essere fissato in quel modo! Aveva voglia di cambiargli i connotati ma per il momento aveva anche un altro imbecille da sistemare.
Guardò Hanamichi di striscio e specialmente il suo braccio.
Le fasciature erano sparite ma ora il volpino vedeva bene il segno di alcuni punti nelle pelle ambrata del rossino.
Infingardo.
Adesso lo sistemava lui!
Mitsui intanto stava sdraiato a terra, cappellino tirato sugli occhi, pronto a farsi i suoi tiri quando qualcuno, da in piedi, gli si piantò sopra facendogli ombra. Alzò appena la visiera, trovandosi Rukawa inginocchiato sopra di lui.
- Ti serve qualcosa?- gli chiese serafico, tornando a sonnecchiare.
- Dimmi cos'è successo il giorno in cui mi avete portato la roba a casa di Raim. E niente storie.-
Hisashi rise appena, accavallando le gambe.
- E perché dirti i miei segreti scusa?-
- Il do'aho ha un taglio sul braccio ed era l'unico a mancare alla riunione. Dimmi cos'ha fatto.-
La guardia tacque ancora, facendolo innervosire.
- Se te lo dico cosa fai?-
- Picchio il do'aho.-
- Sicuro?-
- Dipende perché s'è fatto male.-
- Allora ragioni come lui volpe.- cincischiò Mitsui - Mi spiace, ma se non mi giuri sulla testa di Raim che te ne starai buono da me non saprai niente.-
Kaede si morse il labbro, trattenendo un istinto omicida. Anzai se la sarebbe presa se avesse ucciso il suo Cecchino?
Hn, forse si.
- Ok.-
- Ok cosa?-
- Giuro che non farò niente...a chi gli ha fatto quel graffio.-
Mitsui si divertì a tenerlo sulla corda ancora per qualche secondo, non sapendo che stava rischiando la decapitazione a morsi, ma poi gli fece segno di avvicinarsi di più e chiudendo le mani a coppa sull'orecchio del volpino, proprio come due mocciosi, gli raccontò un'accurata descrizione dei fatti.
Tempo due minuti e Rukawa si rimise in piedi, ora incurante di Yoshikawa, della matricola che lo fissava, delle arie stranite dei compagni e anche di certe promesse da marinaio.
Filò dritto da Hana, che cinpava acqua dalla bottiglia e...gli ficcò un calcio nel fondoschiena, buttandolo gambe all'aria. Tanto per cambiare.
- MA CHE CAZZO T'E' PRESO?!- sbraitò il rossino dolorante, con la faccia ridotta a una frittella - Ti sei bevuto il cervello stupidissima volpe?!-
Kaede per tutta risposta l'afferrò per il bavero, tirandoselo a un dito dal naso.
- Ma che c'è, si può sapere?- ringhiò l'ala grande - Che vuoi?-
- Ti faccio una domanda do'aho, vediamo se col tuo limitato cervello ci arrivi.- sibilò la kitsune, furibonda - Se io adesso decidessi di andare a rompere le ossa ad Arai per avermi rotto le palle e avermi fatto saltare una partita, cosa diresti?-
Hana sorrise con aria angelica, goccia sulla testa - Che non ci devi andare Kit. Ovvio.-
- Bene. Lo sapevo.- Kaede si avvicinò di più, la lingua ridotta alla sagoma biforcuta di quella di un serpente - Posso farti notare una cosa nella tua giustissima visione delle cose? ...Ok, perché io non posso picchiare Arai mentre tu invece puoi prenderti certe libertà, del tipo farti affettare un braccio? Eh? Perché?-
Sakuragi serrò i lineamenti all'improvviso, guardandosi attorno. Chi aveva cantato fra quei cinque bastardi?
- Non fissare loro, guarda me.- lo rimbeccò il volpino - Allora? Perché tu puoi picchiarti con altre persone mentre io sono costretto da te a starmene buono?-
Il Tensai, evidentemente irritato, si sottrasse alla sua presa.
- Avevo una faccenda in sospeso.-
- Una faccenda tale da farti andare da solo allo Shikuda?- insinuò l'ala piccola - Ma quanto sei fesso cazzo.-
- Senti ma si può sapere che hai da rompere?- sbottò Sakuragi - Non darmi il tormento e torna a fare l'infermiera.-
- E tu fatti un po' furbo, do'aho che non sei altro.- replicò Rukawa con alterigia - Mi sono rotto di te e delle tue puttanate!-
- Tu ti sei rotto?!- riecheggiò il rossino palesemente scandalizzato - Tu che spacchi la faccia agli avversari in campo!?-
A quel punto, con una tale testa di fava, Kaede si giocò l'ultima carta. In fondo era pur sempre un ingenuo il do'aho, un ingenuo dal cuore buono e possessivo, quindi tanto valeva provarci.
Incrociò le braccia al petto e lo guardò con la coda dell'occhio.
- Cos'è, la regola della proprietà privata che fine a fatto? Vale solo per te Hana?-
- Ma sei fuori di testa?-
- No ma se continui a fare a botte altrove dovrò rivolgermi a qualcun altro.-
La cosa suonava da perfetti imbecilli ma con quello non si poteva fare altro. Infatti, come il volpino immaginava, Hanamichi s'infiammò subito.
- Ehi, no...un corno!-
- Un corno cosa?- Rukawa stette al gioco, incrociando mentalmente le dita - Se non la pianti vado a chiudere i conti con Sendoh.-
- Non ci posso credere che stiamo facendo questo discorso kitsune!-
- Bhè, ci crederai quando andrò a pestare qualcuno nei vicoli visto che tu hai altro da fare.-
- Insomma basta!- Hana gli lanciò un'occhiata fulminante - Non ci provare!-
Certo che proprio non ci stava con la materia grigia quello. Però l'aveva incastrato.
- Allora? La finisci o no di fare l'oltraggiato?- lo schernì ancora - Se non righi dritto do'aho...- ma tu guarda cosa doveva dire - ...filo dal porcospino e chiudo la faccenda a modo mio!-
- D'accordo, d'accordo!- tuonò Hanamichi furibondo, alzando le braccia al cielo - Non farti saltare il bioritmo kitsune!-
- E che sia finita.- concluse il volpino stizzoso.
- Ma sparati.-
- Avete finito voi due?- li richiamò Ayako - Insomma, cos'è successo stavolta?-
- Niente, Sua Boriosità sta facendo valere i suoi diritti di anzianità di servizio.- borbottò Sakuragi come un indiavolato, tornandosene in campo - Forza, Rei ti voglio sotto canestro.-
- Si senpai! Subito!-
- Tornate in campo!- ordinò Akagi - Fate cinquanta tiri a testa in area, lasciate l'altro canestro a Mitsui!-
- Troppo gentile.- frecciò la guardia, ancora svaccata sul cemento.
- Hisa, alza le chiappe se non vuoi farti pestare.- lo avvisò Miyagi - Hana non guarda neanche dove va.-
- Però me ne accorgerò quando ti schiaccerò come un rullo compressore tappo!-
- Che capre...-
Mitsui inspirò a fondo, mettendosi a sedere con uno sbadiglio. Accidenti, era davvero alla frutta.
Gli serviva davvero quel week end, negli ultimi tempi aveva proprio esagerato.
Incrociò le gambe, ridacchiando e afferrando una pallone lo lanciò a canestro, centrandolo perfettamente.
Fece esultare e fischiare mezza squadra, quando qualcuno però gli batté lentamente le mani.
Hisashi si volse, nascosto dagli occhiali da sole e dalla visiera del cappello, e vide un tizio in camicia e pantaloni eleganti. Stava sull'ingresso del campetto, appoggiato alla rete con una spalla.
- Hisashi Mitsui, vent'anni a giugno, seconda guardia, 1.86, ex miglior giocatore dell'anno, diplomato alla Takeishi e ora membro titolare dello Shohoku, campioni nazionali. Definito da tutti come il nuovo Drazen.- l'uomo si fece avanti, con le mani in tasca ma quando gli fu davanti gli porse la stretta con aria sicura.
La guardia guardò quella mano, lasciandola in sospeso.
- So chi sono.- disse pacato - Chi è lei?-
Il tizio gli sorrise con aria sorniona, divertito da quella diffidenza.
- Allora?- lo incalzò Hisashi - Con chi ho il piacere di parlare?-
- Ecco, tieni.-
Gli porse un cartoncino bianco, con su scritto un nome e un'altra sigla che il ragazzo riconobbe subito.
- Ho visto il tuo test.- scandì l'uomo, continuando a sorridere con quell'aria pigra e serafica. Dava trentacinque anni al massimo, l'espressione scanzonata e libertina, quasi troppo sicura di sé, evidentemente uno abituato ad ottenere ciò che voleva - Un punteggio strano per un ragazzo che in cinque anni è sempre arrivato appena alla sufficienza. Col tuo quoziente avresti dovuto farti entrare in testa molto prima che i voti servono, sai?-
La guardia ghignò, chiudendo il cartoncino nel palmo.
- Che ci vuole fare.- rispose con noia - I test sono più divertenti dei compiti in classe, signor Ueda.-
- L'università che rappresento è la più famosa di Tokyo sai?-
- Si, immagino dovrei sentirmi tremare le ginocchia.-
Ueda rise divertito, abbandonando la sua aria altezzosa.
- Non immaginavo, quando mi hanno detto di venire a controllarti, che ci fosse un ragazzo del liceo capace di segnare seduto a terra, sai? Hai altri talenti nascosti a parte la tua predisposizione per gl'infortuni?-
- Vuole la mia cartella medica?- Hisa lo guardò con evidente disinteresse - Perché non va a farsi una chiacchierata col primario dell'ospedale? Le dirà vita morte e miracoli sulla mia preziosa rotula.-
- Già fatto.-
Mitsui stavolta assottigliò gli occhi blu.
- Non volevo farlo di nascosto.- fece l'uomo sarcastico - Ma un responso medico è meglio di qualche teoria fatta in casa. Conosco la risma di voi giocatori di basket. Ne ho incontrati parecchi in questi anni.-
- Visto che siamo tutti uguali cos'è venuto a fare allora?-
Ueda spostò lo sguardo sul canestro - Ho sentito di un'amichevole in cui hai segnato vicino alla linea di metà campo.-
- E allora?-
- E' vero?-
- Perché non si va a prendere la registrazione? Ho altro da fare come può notare anche lei.-
- Come sei scontroso ragazzo, non t'interessa entrare nella miglior università del paese?-
Hisashi roteò la sfera sul dito, sollevando gli occhi al cielo.
- Le è mai passato per la testa che fa un lavoro veramente schifoso?-
- Un sacco di volte.- ghignò il tizio - Poi incontro gente come te e dimentico tutto.-
Strappò un sorriso alla guardia, quasi sollevato.
- Ora ti lascio agli allenamenti. Dietro al biglietto da visita c'è il mio numero di cellulare. Starò in città fino a sabato prossimo. Chiamami quando vuoi e per qualsiasi cosa ti serva.- aggiunse, strizzandogli l'occhio.
Chissà se nel pacchetto erano compresi anche gli assalti a sfondo sessuale , pensò Hisashi vedendolo andarsene con l'aria del gatto che sta per mangiare il topo. Mah, certo che ce n'era di gente matta in giro.
Quando se ne fu andato aprì il palmo, riguardando di striscio il cartoncino.
L'università H.K di Tokyo. Un sogno.
In quel momento si sentì davvero tremare le gambe ma non di gioia.
Per un attimo gli si appannò anche la vista. Oh no...di nuovo...
- Ehi...- una voce insolitamente preoccupata gli arrivò alle spalle - Hisa, tutto bene?-
- Si, si tutto ok tappo.- bofonchiò roco, evitando di guardare Miyagi che scrutava attento la sua espressione.
- Sicuro?-
- Certo, tranquillo. Torno a fare i miei tiri.-
Tornato dagli altri, Ryota cercò di capire cosa fosse successo. Era da un sacco di tempo che non sentiva quel tono in Mitsui e l'ultima volta era stata una bella catastrofe.
- E' successo qualcosa Ryo-chan?- chiese Hana stranito, mentre allenava le matricole su come rompere agli avversari sotto canestro.
- Non so. Mitchy è molto teso.-
- E' stanco. Troppo direi.- s'intromise Akagi - Sono giorni che non fa altro che imbucare palle dalla mattina alla sera e domani gli lascio saltare gli allenamenti. Non lo voglio fra i piedi fino a lunedì.-
- Ma quanto sei tenero Gorilla.- cinguettò Hana.
- Zitto idiota. Torna dalle matricole!-

Più tardi, in quella che ormai considerava casa, Kaede si versò un abbondante tazza di caffè per cercare di calmare i suoi bollenti spiriti. Ma tu guarda cos'aveva fatto. Aveva dovuto minacciare il do'aho di picchiarsi con qualcun altro per impedire a quell'idiota senza precedenti e successori di tornare a finire il massacro dello Shikuda.
Roba da non credersi.
- Meo !-
Kaede abbassò lo sguardo su Vicky che si strusciava fra le sue gambe, facendo le fusa. Le dette da mangiare ma presto anche qualcun altro reclamò le sue attenzioni.
- Ahi...-
Si girò di scatto, preoccupato. Da quando abitava con Raim, a ogni suo minimo gemito, scattava come una molla.
Si era scoperto apprensivo, quasi isterico e la cosa lo faceva irritare da morire: in ospedale aveva quasi mangiato vivi gl'infermieri quando le avevano tolto i punti dalla schiena, per non parlare di come tremava quando doveva cambiarle le fasciature. Temeva sempre di farle del male.
La trovò seduta sul divano, la gamba sul tavolino e una leggera smorfia di dolore sul bel viso.
I graffi si erano cicatrizzati ma sul corpo di Raim restavano moltissimi lividi e abrasioni. Erano passate solo due settimane in fondo da quell'incidente...e lui lunedì sarebbe dovuto tornare a scuola.
In quei giorni...si, doveva ammetterlo. Era stato bene. Forse troppo.
Colazione, pranzo, cena. Erano sempre insieme. Cucinare con lei in sottofondo che gli parlava era...bello, intimo.
Mangiare con lei, aiutarla con quel braccio ingessato e pieno di scritte...la mattina, aiutarla a pettinarsi...
Vederla ridere. Sentirla canticchiare...e saltellare sulla gamba sana...
I loro vestiti mescolati nell'armadio...i loro cd sparsi insieme sul tappeto della loro camera. Dormire insieme.
Sentirla respirare sul suo collo. Stringerla nel sonno...
Averle detto che l'amava...
Era il paradiso quello. Non poteva essere altrimenti.
- Tutto bene?- le chiese, raggiungendola con un'altra tazza di caffè.
La sua rossa gli regalò un blando sorriso, le guance arrossate dal sole e dal fisico ancora un po' debilitato.
- Si, tutto bene...ma il ginocchio fa male.-
- Normale.-
- Già.- Raim bevve un lungo sorso - Senti...hai notato qualcosa di strano in Hisashi per caso?-
Rukawa alzò un sopracciglio e lei sogghignò - Ah già...se la cosa non orbita attorno al pianeta Kitsune la cosa non ti riguarda eh?-
- Chissà perché non ho lasciato te e la tua boria nella palestra giorni fa.- rispose irritato.
- Da quando siamo così suscettibili volpacchiotto?-
- Non chiamarmi così.- sibilò.
- Perché? Può farlo solo Nanaka?- rise Raim ma il sorriso le scomparve quando Kaede annuì.
Vedendole quell'espressione esultò mentalmente.
- Gelosa?-
- Di cosa?- replicò seccata.
Lui tacque, bevendo per nascondere il suo ghigno.
- Comunque si, ho notato che Mitsui era stanco.-
- E anche triste.- sussurrò la rossa mesta - Chissà se ha dei problemi...-
- Non è tipo da metterli in piazza.- risolse il volpino.
- Anche questo è vero. Ti assomiglia.-
Lui ignorò l'ultima uscita - Credo centri con il tizio che è venuto a parlargli.-
- Si, forse...per un attimo ho creduto che fosse uno del comitato studenti/professori.-
- Di recente non ha combinato casini che io sappia.-
- E allora cosa può avere?- Raim si fece pensosa - Non è che ha problemi con la senpai?-
La kitsune scosse il capo, tranquillo - No.-
- E tu come lo sai?-
- La Kanzaki non è una che lui si lascerebbe scappare.-
Raim fece una smorfia - La fai facile.-
- E' innamorato di lei.- sbuffò infine tornando in cucina - Non se n'è accorto ma ci starebbe da cani se si mollassero.-
- Dici?- la rossa si appoggiò al bracciolo del divano, guardando senza vederle davvero tutte le scritte colorate sul suo gesso - Quando ami una persona te ne accorgi.-
- Non sempre.- mormorò, a bassa voce. Lei non lo sentì e questo dette a Rukawa il tempo per cercare di uscire da quel discorso. Era ancora presto...e anche se a volte impazziva, non voleva mettere fretta al tempo.
Per cena ordinarono qualcosa dal cinese, la volpe era affaticata dall'allenamento e poi ad entrambi piaceva la cucina cinese tanto che praticamente un giorno si e due no mangiavano con le bacchette. C'era da tenersi lo stomaco per come la rossa teneva i bastoncini, per non parlare poi di come concludevano la serata. O a urlare davanti a una partita o davanti ai video di Akira.
Se Rukawa non rideva come un matto davanti a quelli sadomaso era solo per darsi un contegno perché c'erano volte davvero in cui si sarebbe rotolato giù dal letto.
Quella sera poi, durante una pausa da una partita di basket sull'antenna, si ritrovò con lo sguardo fisso al soffitto.
- A che pensi?- Raim, appoggiata ai cuscini, era girata di tre quarti verso di lui.
- Che sto...bene.- rispose sincero.
- In che senso?- sussurrò lei, poggiandosi sulla sua spalla col mento.
Lui si umettò le labbra - La casa...non c'è silenzio.-
Passarono alcuni minuti in cui nessuno dei due parlò, poi Raim lentamente risalì con la mano a sfiorargli la guancia. I capelli. Gli lisciò un zigomo, sporgendosi a deporgli un bacio sulla fronte mentre Kaede chiudeva gli occhi, cingendole dolcemente la vita.
- Hai ragione.- gli disse a fior di labbra, a pochi millimetri dalla sua tempia - Da quando ci sei tu in questa casa non mi sento più soffocare.-
Oddio. Un altro secondo e sarebbe esploso. Se non la baciava sarebbe morto. Si, sarebbe morto lì in quel momento.
Ma non fece in tempo a pensare di fare nulla.
Raim si era abbassata, andando a chiudergli la bocca con la sua.
Fu solo un tocco breve, veloce. Ma da tanto tempo non la sentiva così vicina.
Non ebbe più la forza di riaprire gli occhi. La sentì solo spegnere la tv, poi anche la lampada.
Si accoccolò contro di lui, stringendogli la mano.
- Notte volpe.-
- Notte Raim.-

Erano le due di mattina quando davanti allo Shohoku arrivò qualcuno che era di umore veramente pessimo.
Uno arrivò da destra, l'altro sulla sinistra.
- E tu che cazzo ci fai qua?-
- Eh no! Che rottura di palle, mi avete buttato giù dal letto per cosa, si può sapere?-
Hanamichi e Ryota, occhiaie per essere stati bruscamente svegliati, si guardavano senza capire.
Poi buttarono un occhio alla loro scuola. Tutto spento.
- Ma chi ti ha chiamato?- chiese il play, mentre saltavano il cancello e si facevano due passi in cortile.
- A me? Rei.- rispose il rossino - Ha detto che era nei guai.-
- Anche a me.- rispose Miyagi, ficcandosi le mani in tasca - Avessi saputo che ci venivi tu me ne sarei rimasto a letto con Aya...- si bloccò arrossendo e Hana, con la bavetta alla bocca, lo guardò come un perfetto maniaco.
- Con chi scusa, Ryo-chan?- mugugnò, dandogli il gomito fra le costole - E? Ripeti per favore, non ho sentito bene!-
- E basta, smettila!- sbuffò Miyagi viola per la vergogna - Troviamo Manabe e spacchiamogli l'osso del collo, su.-
- Se, così poi te ne torni a letto...-
- Ma la molli, razza di maniaco?-
- Senti ma da quando sei diventato così pudico eh?- rise il Tensai, seguendolo nel buio del loro liceo - Eddai tappo. Tutti i giorni entri in palestra praticamente camminando a un metro da terra e anche Ayako sembra contenta. Quando la finirai di fare il ritroso eh?-
Il playmaker fece una buffa smorfia - Seccatori. Fra te e quell'hentai di Hisa c'è da diventare matti. Piuttosto tu...che fai con la sorella del capitano?-
- Haruko?- Hana inclinò il capo - Stiamo insieme, lo sai. In che senso che faccio con lei?-
- Hai capito in che senso.- rispose Ryota, guardandosi attorno mentre si avvicinavano al parcheggio vuoto dei mezzi piccoli - Non fare il finto tonto. Lo fate?-
- Si.- disse il rosso con candore - Perché? È normale.-
Però. Era meno rintronato di quello che sembrava, pensò Ryota divertito.
- Ma insomma, dov'è quella dannata matricola?- rognò, dopo minuti interi di attesa - Mi ha rotto!-
- Basta che non sia morto, poi...- fece Sakuragi - Ma secondo te era davvero in pericolo?-
- No, era un modo come un altro per farci venire qua.-
- Si ma per cosa?-
- E che ne so.- Miyagi scoccò un'occhiata verso la palestra e solo allora si accorse di alcuni deboli fasci di luce che sfrecciavano ogni tanto dai vetri. Qualcuno dentro ci stava usando una torcia!
- Sta a vedere che è Rei!- disse Ryota, indicando la luce ad Hana - Ma che sta facendo?-
- Quel matto sarà ancora alla ricerca dell'Oni! Forza, andiamo!-
Stavano camminando cercando di fare meno rumore possibile, così tanto per far venire un colpo a Manabe, ma fu Rei stavolta a terrorizzarli a morte. C'era un albero vicino alla palestra e quando ci passarono sotto sentirono degli scricchiolii...poi una sagoma scura si parò di fronte ai loro nasi, facendoli quasi morire di paura.
Hana e Ryota, abbracciati e mezzi pallidi come cadaveri, misero a fuoco il loro avversario che girato al contrario sembrava un pipistrello gigante. Ma non lo era! Infatti scattò loro una foto, ridendo.
- Buona sera senpai!-
Ora che si vedeva meglio, in mano al pipistrello c'era una Nikon. Nell'altra una videocamera.
E stava appeso al contrario su un ramo.
- Rei!- Sakuragi saltò in piedi incazzatissimo - Ma sei diventato tutto scemo?! Scendi da lì idiota!-
- Se, scendi che ti uccido.- aggiunse anche Miyagi. Ma tu guarda quello! Lo svegliava nel cuore della notte per farlo andare a scuola! Se lo prendeva fra le grinfie lo faceva andare a casa senza capelli e senza denti!
Rei però non sembrava aver intenzione di scendere, anzi. Fece loro segno di tacere e li fece arrampicare sull'albero, incassando bestemmie senza fiatare. Una volta a cavalcioni sul tronco, Hana e Ryota avrebbe dovuto averci ormai fatto il callo alle stramberie di Manabe ma evidentemente non era così: la matricola era bardato in mimetica, anfibi, binocolo al collo, fascia rossa sulla fronte e grasso nero di automobile sulla faccia. Sembrava Rambo!
Brevemente e incurante delle facce scandalizzate dei senpai, Rei spiegò che Nobu in quei giorni aveva tenuto d'occhio Yase Tomigaoka, l'Oni secondo lui, e l'aveva trovato più esaltato del solito. Quindi aveva pensato che ne stesse organizzando qualcuno delle sue e si era arrampicato su quell'albero tre ore prima con la videocamera apposta per prenderlo con le mani nel sacco.
- E l'hai preso?- sussurrò il rossino curioso.
- Si ma ha il passamontagna.- sospirò il suo kohai - Tra l'altro ha anche rubato tutta la carta igienica della scuola.-
Ryota si portò le mani alle tempie, stentando a credere di essere davvero in quella posizione.
- Carta igienica?-
- Si.- annuì Rei - Ha rubato tutta quella in palestra e al primo piano della scuola, poi ha caricato tutto sulla carriola del custode e un furgone bianco è venuto a prenderla. Ha fatto lo stesso col secondo e il terzo piano. Gli c'è andata un'ora.-
Ma perché quella città era così piena di imbecilli?, si chiesero Hana e Miyagi. Perché?
- Non dovremmo andare a fermarlo?- se ne uscì di punto in bianco l'ala grande.
- Perché scusa?- fece Rei stranito.
- Bhè, se il Gorilla viene a sapere che eravamo qua e non abbiamo fatto niente per fermare il vandalo non credo la prenderà bene.- rispose il rosso con aria innocente - No?-
- Non ci avevo pensato...- bofonchiò il kohai - Ma fossi in voi non scenderei da lì e non mi avvicinerei.-
- Ma va, tutte storie!- disse Miyagi altezzoso, saltando giù dall'acero - Adesso lo sistemiamo noi!-
- Senpai, guarda che...-
- Tranquillo, tranquillo Rei!- sbuffò anche Hana, scroccandosi le nocche - Ora ha finito di scherzare il maledetto!-
- Ho capito ma non dovete...- ecco, era fatta. Manabe non fece in tempo a fermare quelle due teste di fava che misero il piede in fallo e una straordinaria scia di mini-ciccioli esplose sotto i loro piedi, proprio davanti alla porta della palestra e mentre quei due furbastri di titolari stavano sul fuoco ad abbrustolirsi, Rei dette un sospiro vedendo quel maledetto di un Oni andarsene via dalla porta di servizio, dritto sul suo skate-board e col dannato passamontagna sulla faccia.
Bhè, se non altro avevano il filmato!
- REI ACCIDENTI A TE!-
- Oh, insomma...io ve l'avevo detto che non dovevate andarci no?-
Pochi minuti più tardi Hana infilava con noia alcune monetine dentro un distributore automatico di sigarette, con un paio di corna da diavolo in testa e la coda forcuta che si agitava, decisamente incazzato nero.
Miyagi non era da meno, visto che a momenti un petardo gli aveva mandato a fuoco i pantaloni e ustionato le chiappe, senza contare che poi l'aria giuliva e la voce cinguettante di Manabe avrebbero leso i nervi di un bonzo!
- Finalmente, ora il redattore la smetterà di mandarmi in giro a scrivere fesserie e mi darà il caso!- tubava la matricola, attaccata alla gamba del play - Non vedo l'ora di fregare quel maledetto di Tomigaoka una volta per tutte!-
- Senti Rambo ma mi spieghi perché questa fissa?- gli chiese Ryota con la sua aria apatica.
- Ma scusa senpai...a te l'Oni non sta sulle palle?-
- Si ma non mi vesto da marines per andare a cercarlo alle due di notte.- sibilò Miyagi incazzatissimo, mentre Hana dava dei tiri da tossico a quella sigaretta, manco fosse stata una canna - La prossima volta stai più attento, scemo! Poteva succederti qualcosa...quell'Oni dev'essere amico dello Shikuda.-
- Si, lo penso anche io. Infatti fa dei murales un po' di parte.- rise Manabe - Ma ora con la cassetta potremo cominciare a tenerlo buono. A quanto dice Nobu questo Tomigaoka è un po' permaloso. Se solleviamo un po' di polvere la smetterà per qualche tempo, così potremo incastrarlo.-
- Magari è un amico di Takeru.- sibilò Hana seccato.
- Si, può darsi.- concluse Miyagi - Forza adesso, diamoci una mossa che sono stanco...non so voi ma io mi ricordo che domani dobbiamo ancora andare a scuola!-
- Eddai senpai, è stato un bel diversivo no? A proposito, la volete la foto che vi ho scattato?-
- Io me ne vado prima di fare una strage!- sentenziò il Tensai quando però un rumore atroce in lontananza lo fermò con gli altri. Lui e Ryota si volsero, vedendo all'inizio della via una scia di luci impressionanti.
- Teppisti...- alitò Rei deglutendo.
- Sono i Kin Ray della Porta Ovest .- sbuffò Miyagi - Porca miseria, facciamoci da parte. Quelli sono pericolosi sul serio.-
- Kin Ray?- Manabe alzò le sopracciglia - Ma...ma...io credevo che fosse solo un gruppo di pochi...-
- No.- lo corresse Hana - Mitchy non stava in un gruppo di pochi, anche se poteva sembrare.-
- Vuoi dire che il senpai Mitsui era quasi uno dei quattro capi di quei matti?-
- Esatto.- sussurrò Ryota, che l'aveva conosciuto proprio una notte in spiaggia ad una raccolta di gentaglia. Oh, come la ricordava quella notte. Era stata la prima volta che l'aveva visto fare bracciolino, la prima volta che aveva incontrato quell'aria selvaggia e crudele. Il resto era storia.
Eccoli, arrivavano. Fra i rombi dei motori, i fischi, le sirene degli sbirri che l'inseguivano, Miyagi però si sentì gelare il sangue. Fu una frazione di secondo, ma si sentì male.
Tetsuo era il primo ad aprire la fila. Naturalmente senza casco, correndo come un dannato, ridendo e urlando.
Ma seduto alle sue spalle c'era qualcuno. Jeans chiari, gambe lunghe, giacca nera di pelle su una maglia bianca.
Due occhi blu, nascosti dalla visiera di un casco bianco impossibile da non riconoscere.
Sfrecciarono via come fulmini, inseguiti dalle volanti...e poi ne rimasero solo le luci dei loro fanali di coda.
Quel casco. Il tizio avvinghiato alla vita di Tetsuo con quel casco...
No, non poteva essere lui...
Aveva promesso...aveva promesso che non sarebbe mai più stato quello di un tempo...

Passò una dura nottata fatta di dubbi e incertezze per più di una persona e anche la mattina dopo per Miyagi non fu facile tornare al campetto sulla spiaggia. Come aveva già detto Akagi, Mitsui quel giorno era partito con Junko e sarebbe stato via per tutto il week end ma quel peso dal petto era diventato più duro di un macigno.
Quel casco...bianco, con un diavolo nero e violaceo che in mano teneva una falce, nell'altra un flauto.
La falce simboleggiava la morte, il flauto l'oblio.
Quello era il casco di Hisashi. Lo era sempre stato e non avrebbe mai permesso a nessuno di indossarlo.
Allora perché era salito con Tetsuo in moto la sera prima?
Ma cos'aveva quell'idiota? Che gli stava succedendo?
- Miyagi, la palla!-
Ryota non si girò in tempo e si prese la sfera arancione sulla faccia, sfracellandosi a terra.
- Grande Hana, l'hai ammazzato.- bofonchiò Kaede, arrivando a guardare il tappo steso a terra.
- Ma io l'ho chiamato Kit! Che ne sapevo che aveva la testa per aria!-
- Ehi...ehi, Miyagi...- Kogure lo scrollava dolcemente, per vedere se era vivo - Miyagi, tutto a posto?-
- Ma che fate la notte?- sbuffò Akagi scuotendo il capo - Forza, tirate in piedi quel catorcio!-
Peccato che per il resto degli allenamenti Miyagi non riuscì a combinare proprio nulla. Perfino le matricole gli soffiavano la palla e al Gorilla stava per venire una crisi isterica, quando finalmente l'allenamento ebbe fine.
Hana e Kaede rimasero per un attimo a osservare la sua espressione pensosa e non sapendo bene dove sbattere la testa, visto che intanto Rei e Akagi ciarlavano su quello stupido Oni che aveva massacrato nuovamente la palestra dello Shohoku, attesero di vederlo uscire dal campetto e poi come due imbecilli rimasero a spiarlo mentre se ne andava.
- Mi sento una di quelle cretine che ti sbavano dietro, sai?- borbottò Hana, acquattato nell'angolo.
- Idiota, cretina...stesso roba.- sibilò la kitsune, acido.
- Da quando ti sei fatto così curioso, eh Kaede?-
- Hn. Zitto.- mormorò il moro - Guarda...non torna a casa. Ma dove va?-
- E che ne so...non vorrai seguirlo.- rognò il Tensai - Magari ha litigato con Ayako. Ieri sera l'ha piantata a letto mentre...- si bloccò, dopo un'occhiata maliziosa di Rukawa e allora sospirò, alzando le spalle.
- Ok. Me ne torno da Raim.- sentenziò il volpino.
- Ecco bravo, così mi offri da bere.-
- Do'aho, manco per idea!-
- Dai, non fare lo spilorcio su!-
Nel frattempo Ryota, dopo aver accuratamente evitato di parlare a chiunque del dubbio che gli aleggiava nella mente, aveva deciso di andare direttamente alla fonte. Era pericoloso ma doveva comunque ottenere una risposta.
Fu per questo motivo che raggiunse il quartiere di Kida, popolato già a quell'ora di gente con aria ben poco raccomandabile. Non si fece comunque intimorire da nessuno, passando a testa alta fra motociclisti e teste calde che di nome già conosceva.
Non dovette girare a lungo. Trovò chi cercava seduto sulla sua Harley, sigaretta in bocca, intento a ridere perfidamente davanti a due tipi dall'aria altrettanto maligna. Quando sentirono la sua presenza si voltarono, quasi minacciosi.
- E questa mezza sega chi è?- sibilò uno.
- E che ne so...Tetsuo, lo conosci?-
Il teppista più anziano sorrise vagamente, guardando alle spalle di Miyagi - Non c'è Sakuragi?-
- No.- rispose Ryota calmo.
- Peccato.-
Il play gli scoccò una breve occhiata - Non sono qua per farti perdere tempo.- gli disse a bassa voce, incurante degli altri due che lo guardavano sempre più diffidenti - Ieri sera ti ho visto mentre scappavi dalla polizia. Eri in moto e dietro di te c'era un tizio con un casco bianco.-
Tetsuo si tolse la sigaretta dalle labbra. Sorrise appena, alzandosi dalla moto e facendogli cenno di seguirlo.
- Meno male che sei venuto.- gli disse - Vieni, abbiamo qualcosa di cui discutere.-


Il lunedì sera successivo si presentò la partita finale che vide Rukawa ancora in panchina.
Lo Tsukubu entrò in palestra con un coro totale delle sua tifoseria giallo rossa, pari quasi a quello dello Shohoku che incitava i suoi giocatori già carichi e pronti al riscaldamento.
- Allora, formazione ragazzi!- li richiamò Ayako - Akagi sotto canestro, Rei giochi come ala piccola al posto di Rukawa, Miyagi, Hana e per finire Mitsui alle solite posizione. Tutto chiaro?-
- No, non è niente a posto visto come frigge la volpe!- sghignazzò il Tensai, considerata l'aura nera e tempestosa che emanava Rukawa, seduto in panchina con le matricole e le riserve, in tuta e una pippa lunghissima.
- Do'aho.-
- Eddai, d'ora in avanti potrai tornare a giocare su!- cercò di sollevarlo Kogure.
- Già, peccato che quella matricola non scolli gli occhi da lui per un secondo.- ghignò Rei - Sanzenin è proprio fissato con te senpai. Mi sa che è arrabbiato, forse voleva sfidarti.-
- E' forte, attenti.- li avvisò Nobu - Io ero in classe con Ryuji. È caparbio e ha un gioco molto pulito.-
- Si e anche una gran bella testa di cazzo.- frecciò Hanamichi, vedendo gli sguardi focosi del numero 17.
- Chi se lo prende?- chiese Akagi, sistemandosi i lacci alle scarpe - Mitsui, ci pensi tu?-
La guardia annuì appena, seduto in panchina a mettersi la ginocchiera - Come vuoi.-
- Sicuro di farcela?- Miyagi non l'aveva perso di vista un attimo da quando erano arrivati.
- Perché me lo chiedi?- rise Hisashi, del tutto indifferente.
- Non so.- gli disse Ryota - Sai, dopo certe vacanze che uno si prende non è facile rimettersi in carreggiata.-
- Grazie tappo, ma non ho esagerato con Junko. Credimi.-
Il play attese che gli passasse davanti, deciso a tenere la cosa per loro.
- E giovedì sera?-
Mitsui si bloccò, restando di spalle - Che intendi?-
- Ti chiedevo. Che hai fatto giovedì sera?-
- Niente, ho dormito.- Hisashi si volse appena sopra la spalla - Cos'è questo terzo grado?-
- Assolutamente nulla.- Miyagi filò dritto dietro al Gorilla - Curiosità.-
Il numero 14 naturalmente non si sognò neanche di mettersi a far parole nel bel mezzo di una partita ma quelle frasi gli erano piaciute poco e mostrò subito una certa aggressività in campo. Era appena stato dato il fischio d'inizio che si era ritrovato addosso quel Sanzenin. Lo studiò qualche secondo, quel che bastava per capire di avere davanti uno con un certo talento. Aveva due occhi sicuri e appassionati, proprio come quelli di Hanamichi.
Ma una matricola mancava comunque di una cosa importante. Esperienza e astuzia.
Sanzenin non si era mai ritrovato a giocare contro un vero lupo e Mitsui gli dimostrò subito con chi aveva a che fare.
Akagi aveva appena recuperato la palla e gliel'aveva lanciata che si piazzò fuori dalla linea dei tre punti. Il numero 17 gli saltò davanti e fu un errore. Una finta bastò a spiazzarlo e Hisashi infilò la prima tripla.
Seguito dalle ovazioni generali, Mitsui scoccò uno sguardo alla matricola che serrò i denti.
- Giochi subito duro eh?- gli sibilò.
Hisashi non rispose, tornandosene indietro.
- Vacci piano.- gli disse il Gorilla - Quello non è proprio un pivello.-
- Non farmi la paternale. Mi basta mio padre e ti garantisco che sa fare bene il suo lavoro.-
- Ti ha morso una tarantola?- gli chiese il capitano.
- No.- la guardia sospirò - Lascia perdere Gori, ho dormito male.-
- Sicuro?-
- Si.-
La partita ricominciò in un'altalena di buone azioni dello Tsukubu che però non trovavano facili conclusioni. Infatti a parte Sanzenin che giocava come ala piccola e il playmaker, un certo Shinju che ingaggiò subito una lotta senza quartiere contro Miyagi, gli altri non combinavano nulla e stavolta la seconda guardia dello Shohoku non aveva voglia di fare giochetti. Spazzò via ogni avversario e anche Ryota era imprendibile, mandando a canestro Hana e Rei con una facilità impressionante.
- Mamma mia, ma hanno mandato giù la dinamite liquida oggi quei due.- fece Ayako allibita - Complimenti.-
- Già e Ryuji adesso sembra del tutto interessato al senpai Mitsui.- sorrise Nobu.
- Hn.- grazie a Dio!, pensò Rukawa svaccandosi meglio.
Ma era stata solo una blanda fantasia. A un minuto dal primo tempo, quando lo Shohoku vinceva per 47 punti sui 23 dello Tsukubu, parve quasi che Mitsui avesse lasciato passare intenzionalmente Sanzenin che con uno scatto gli passò davanti e andò dritto a canestro, lasciando Akagi con un palmo di naso.
Ai due punti ottenuti, Hana si grattò la testa senza capire.
- Ma che è successo?- bofonchiò.
- Sinceramente non lo so senpai.- gli disse Rei stupito ma poi Sanzenin fece qualcosa che lasciò Rukawa, per una volta, del tutto spiazzato. Si girò ansante verso la panchina dello Shohoku e gli puntò il dito addosso.
Lo stava sfidando.
- Bella roba sfidare uno che non può giocare.- fece Hana, scuotendo il capo.
- Si fosse comportato correttamente ora sarebbe qui.- gli disse la matricola dello Tsukubu, passandogli accanto con tono bellicoso - Mi fa un rabbia tremenda!-
Ma anche nelle file dei diavoli bianchi c'era qualcuno che stava per perdere le staffe.
- Hisa ma che fai dormi?- ringhiò Ryota raggiungendolo.
- Scusa, ero soprappensiero.-
- Soprappensiero?- il play assottigliò gli occhi - Se non ce la fai tornatene in panchina.-
- Senti, mi spieghi qual è il problema?- sibilò allora la guardia con espressione gelida.
- Vuoi che te lo dica qui in mezzo?- ringhiò Ryota a bassa voce, fronteggiandolo - Qui, sul parquet dove avevi giurato al coach e a tutti quanti di finirla di sputtanarti la vita?-
Un pugno nello stomaco gli avrebbe fatto meno effetto, infatti Mitsui indietreggiò appena.
Ora i suoi occhi erano tornati quelli di tanto tempo prima. Serrò i pugni e i denti ma non replicò. Girò sui tacchi e tornò in panchina, allo scadere del primo tempo.
- Bravi, bravi ragazzi.- si complimentarono Kogure e le riserve - Siete stati grandi. Conteneteli e andrà tutto bene. In attacco sono bravini ma Sanzenin è una schiappa in difesa. Non riesce a fare nulla per fermare Mitsui.-
- Già, in compenso rompe le palle agli sfigati in panchina.- disse Ayako perfidamente, facendosi quasi mangiare viva da Kaede che, imbronciato, continuava a ribollire nel suo brodo tanto che nemmeno le parole di Anzai riuscivano a farlo sentire meglio. Chissene fregava se era l'ultima partita in cui era costretto in panchina! Avrebbe solo voluto entrare in campo e segare le gambe a quella stupida matricola!
Il secondo tempo fu anche più snervante. Sanzenin continuava a giocare in maniera altalenante. In attacco combinava di meno, forse perché Mitsui aveva deciso di scaricarsi i nervi e in difesa non riusciva a fermare la guardia, tanto che a ogni sua tripla perdeva molta della sua verve.
A dieci minuti dalla fine poi saltò insieme a Hisashi per fermarlo prima del tiro e finirono rovinosamente a terra.
L'arbitro fischiò il fallo e Sanzenin si ritrovò spalmato sulla guardia, rosso per la vergogna e anche dispiaciuto.
- Scusa.- bofonchiò, dandogli la mano - Fatto male?-
Il lupo dello Shohoku l'accettò senza neanche guardarlo, dicendogli che non era successo nulla.
- Ehi, tutto a posto Mitchy?- gli chiese Hana, correndo da lui.
- Si, tranquillo.- sospirò la guardia - Non mi sono fatto niente.-
- Bene. Tocca a te tirare.-
Naturalmente al tiro libero centrò di nuovo il canestro ma fu quando la palla toccò terra che successe.
Stava tornando indietro quando lentamente cominciò a fermarsi.
- Oh no...-
Si portò una mano al petto, mentre la partita riprendeva.
Kaede si accorse che aveva qualcosa perché tutti si muovevano, lui invece era rimasto fermo dov'era, come pietrificato. Ed era diventato pallidissimo. Ansava...quasi tremava.
- Ma cos'ha?- sussurrò.
In poco se ne accorsero anche Hana e Ryota, quando gli passò la palla e Mitsui neanche la vide, finendo fuori dal campo, rimase impalato a chiedergli cos'avesse.
L'arbitro fischiò per la rimessa ma Hisashi non stette neanche a sentirlo.
Si portò una mano alla bocca, osservando l'uomo.
- Devo uscire.- si limitò a sussurrare e dopo un secondo scappò letteralmente fuori dal campo, lasciando di ghiaccio i compagni e anche gli avversari mentre nella palestra si scatenava un sottile serpeggiare dubbioso.
- Ma cos'è successo?- alitò Kogure senza capire.
- Lascia faccio io!- ringhiò Rukawa mettendosi in piedi, vedendo Mitsui correre come un pazzo verso gli spogliatoi - Entra in campo, sostituiscilo...racconta una palla all'arbitro!-
- Muoviti, corri!- gli ordinò anche Anzai.
Intanto nei corridoi i diversi giocatori che avrebbero dovuto giocare nelle ore consecutive rimasero spiazzati vedendo arrivare quel tornado verso di loro. Uozumi stava uscendo dal bagno insieme a Koshino quando Mitsui gli arrivò addosso e lo prese a spallate, letteralmente sconvolto.
- Ma che cosa...?!- sbottò il capitano del Ryonan - Mitsui che cazzo fai?! Non stavate giocando?-
Non gli arrivò risposta. Hisashi aprì con forza una porta dei bagni e ci si chiuse dentro.
Poco dopo lì davanti si raccolse una folla preoccupata e angosciata fra Kainan, Ryonan, Hoto e altre squadre, compreso Akira che battendo delicatamente contro la porta cercava di capire cosa fosse successo.
- ANDATEVENE!- lo sentì urlare Kaede quando arrivò di volata, aprendo la manica di guardoni quasi a spinte e calci.
- Oh, meno male!- sbottò Sendoh quando lo vide - Rukawa ma cos'è successo?-
La volpe tacque, fissando la porta dov'era chiusa la sua guardia e tendendo l'orecchio. Stava vomitando l'anima.
Attese che fosse passata la tempesta, poi dopo aver mandato fuori dai piedi con parole poco gentili tutti gli avventori, s'inginocchiò davanti allo stipite.
- Sono io.- sussurrò.
- Va via! Ora sto bene!- ringhiò Mitsui dall'altra parte.
Kaede ci mise un po' prima di rispondere, mentre Sendoh lo guardava ansioso.
- Hisashi.- si arrischiò allora, serio - Aprimi.-
- Vattene!- urlò allora il numero 14, uscendo dalla porta come un indiavolato - Ti ho detto di lasciarmi in pace!- e fece partire un pugno che la kitsune evitò per un pelo. Lo colpì di striscio alla mascella ma Rukawa, essendosi aspettato quella reazione che conosceva bene, gli afferrò il braccio e si schiacciò addosso il senpai.
Ingaggiarono una forte lotta in cui Mitsui sembrava diventato una vera e propria furia ma con l'aiuto di Akira lentamente riuscirono a tenerlo fermo.
Qualche minuto dopo Rukawa crollò al muro, sempre con Hisashi addosso e poi scivolarono a terra insieme.
- Buono...sta buono. Respira, adesso passa.- Kaede gli teneva stretto il collo ma con l'altra mano gli carezzava il capo.
- Lasciami!- protestò ancora debolmente la guardia, quasi senza voce, ma il volpino non lo mollò. Ordinò a Sendoh di bagnarli un fazzoletto che poi mise sulla fronte di Mitsui, continuando a carezzarlo debolmente.
Ora, a distanza di tempo, la rabbia e la paura si erano placate.
Mitsui riposava contro il torace di Rukawa, zitto e rosso in viso, gli occhi febbrili, il fiato corto.
- Ma cos'è successo?- sussurrò Akira, inginocchiato davanti a quei due - Hisa...cos'hai?-
- Crisi di panico.- rispose Kaede per il loro amico.
- Cosa? Come lo sai?-
- Le avevo fino a due anni fa.- si limitò a rispondere l'ala piccola, con aria gelida.
- Hisa...- Sendoh tornò a guardare il numero 14, distrutto dalla preoccupazione - Ma com'è successo?-
Mitsui non rispose, evitando anche solo di guardarlo.
- Parlami. E' la prima volta?-
- Lasciatemi stare.- mormorò con voce atona, serrando i denti - Lasciatemi in pace.-
Quel giorno fu lo Shohoku a vincere, per 104 a 56 ma ora c'era un problema serio che la squadra doveva affrontare.
Qualcosa che non era facile da sconfiggere, proprio come un problema al ginocchio e la paura di ricaderci.



 

 

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Capitolo 21
*** Uno a Zero ***


 

 

 

Odio.
Come lava che travolgeva ogni cosa.
Rabbia.
Fredda come una tempesta di grandine.
Paura.
Dura come una lama che trapassa la pelle.

Hisashi Mitsui stava seduto su un lettino d'infermeria, attorniato da un bianco asettico e da odore di disinfettante.
Lo conosceva a memoria quell'odore. Aveva imparato a sopportarlo, ad inalarlo insieme all'ossigeno e a infine ad ignorarlo, spostando la propria attenzione su ciò che solitamente i medici tenevano in un ambulatorio.
Quello del palazzetto dello sport però era ironicamente impersonale, senza vasi di fiori o fotografie alle pareti.
Dondolò una gamba, osservandosi la punta delle Asics.
E così era diventato anche uno psicotico alla fine della fiera.
Incredibile.
Attacchi di panico.
Era panico quello che lo colpiva da circa un mese allora.
E dire che aveva sempre pensato che gli attacchi di panico cogliessero solo le persone deboli e fragili, che avevano problemi mentali...
E lui? Che problemi aveva?
Si alzò da quel lettino, di nuovo col cuore in gola. No, non voleva restare lì in minuto di più.
Sentiva le membra irrigidirsi, contrarsi, il fiato mozzo...e si sentiva impaurito. Ma perché?
Perché gli erano venuti quegli stupidi attacchi di panico?
Cercò freneticamente i jeans nella borsa che gli avevano portato l'infermiera qualche minuto prima, avvisandolo che presto sarebbe arrivato il medico di turno al palazzetto ma Hisashi non aveva intenzione di aspettarlo.
Basta medici, basta referti inutili. Basta.
Si tolse i pantaloni della divisa, cacciandosi i jeans di volata proprio quando dietro alla porta cominciarono a sentirsi delle voci. Le riconobbe...il Gorilla, Anzai e forse un medico.
No! Doveva andarsene. E subito anche!
Prese la giacca e se la buttò sulle spalle, restando con la maglietta bianca col numero 14 e aprì di scatto le finestre.
Stava cominciando a piovere. Guardò in basso. Erano al secondo piano...freneticamente cominciò a vagare con lo sguardo lì attorno ma non vide una grondaia da cui potersi calare. C'era un albero però, poco distante...
- Allora, caro ragazzo cos'è successo eh?-
Il medico entrò nella stanzetta, con gli occhi su una cartella ma quando sollevò il viso non trovò nessuno.
E le finestre erano aperte.
- Ma qua non c'è nessuno.- borbottò - Signor Anzai...- tornò fuori, stranito - Ma dov'è il suo giocatore?-
Lo Shohoku al completo rimase spiazzato. Erano tutti lì fuori in quella dannata sala d'aspetto ma quando Akagi corse dentro veloce come un fulmine per verificare personalmente mancò poco che bestemmiasse.
- E' scappato!- sbraitò, buttandosi sulla finestra. Guardò fuori rapidamente, cercandolo...e lo vide che scappava via sotto la pioggia, correndo come un forsennato. A nulla valsero i richiami dei suoi compagni e di Ayako.
Uscì dal palazzetto dello sport a piedi, forse dimenticando di essere venuto in macchina.
- Merda.- sibilò Miyagi dando un calcio al muro - Adesso vallo a riprendere!-
- Ma porca miseria, nessuno di voi sapeva niente di questa storia?- ringhiò la loro manager.
- E come pretendi che potessimo accorgercene?- le sibilò Rukawa, rigido come il marmo - Gli attacchi di panico possono venire a chiunque in un momento di particolare stress.-
- Grazie per l'analisi ma questo non ci aiuta.- sentenziò il Gorilla - Dove può essere andato?-
- Calmatevi ragazzi, non è il caso di agitarsi.- li blandì Anzai, zittendoli tutti.
- Ma coach...- Kogure era il più ansioso di tutti - Non è una cosa semplice da superare.-
- Come ha detto Kaede gli attacchi di panico possono venire a chiunque.- disse pacato il loro mister, lisciandosi i baffetti - Partendo dal presupposto che non credo che Hisashi abbia un problema soltanto, posso solo immaginare che questi attacchi possano partire dal fatto che ha inglobato troppa angoscia in questo periodo.-
- Intende...con le finali, gli esami e i test?- sussurrò Akagi, immalinconendosi - Si, ha ragione.-
- Non ci aveva pensato.- mormorò anche il vice capitano.
- Qualcuno mi spiega che succede?- sbottò allora Hanamichi - Che gli è preso a Mitchy?-
- Niente, ha dei problemi di cui non ci ha parlato.- gli chiarì il Gorilla, dandogli una leggera pacca sulla testa rossa - Cosa normale per uno come lui ma devono essere grane rilevanti se l'hanno portato ad avere queste crisi. Inoltre è il suo ultimo anno qui...come me, del resto. È triste.-
Hana, Kaede e Miyagi portarono tutta la loro attenzione su Akagi.
Stavano davvero così male al pensiero di lasciare la squadra?
- Non può essere che stavolta, non scaricandosi diventando violento come anni fa, gli siano venute queste crisi?- s'intromise Ayako pensosa.
- Può darsi.- annuì Anzai - Ma non potrete saperne di più fino a quando non sarà lui stesso a parlarne.-
- Si ma...- Hana si morse il labbro - Ha visto cos'è successo? Queste crisi gli vengono così, quando capita! E adesso quello stupido teppista è anche sotto alla pioggia!-
Teppista. In un attimo i ragazzi si illuminarono. Ecco dove potevano cercarlo!
Dai Kin Ray!

A mezzanotte di quella piovosa giornata, Tetsuo si alzò dal letto del suo sgangherato appartamento scroccandosi il collo. Accidenti al tempo, gli aveva rovinato la corsa giornaliera!
Andò in cucina dove regnava il caos totale e fra le varie bottiglie di birra vuote ne trovò ancora una mezza piena.
La prese, andando ad accendere la tv mentre cercava le sigarette sparse in giro.
La pioggia continuava a picchiettare furiosamente contro i vetri, in cielo mille lampi frammentavano la notte.
Il loro boato era quasi assordante.
Sembrava una di quelle notti in cui era un bene non uscire di casa.
Dette un tiro, assaporando il gusto acre del fumo poi qualcosa attirò la sua attenzione.
Dei passi...qualcuno stava correndo...
Un attimo dopo cominciarono a battere ferocemente alla porta del suo appartamento. Sembrava quasi che volessero buttarla giù. Il teppista ghignò. Bene, chi era il suicida che osava disturbarlo?
Chiunque fosse stato aveva trovato la serata sbagliata per rompere.
Poggiò la birra sul tavolo, accanto a un prezioso casco bianco su cui si stagliava un diavolo nero e senza neanche guardare dallo spioncino aprì il battente.
Allargò appena gli occhi quando si trovò davanti un fantasma del passato.
Un pulcino bagnato che in un'altra occasione avrebbe scatenato la tenerezza di chiunque gli si buttò letteralmente addosso, stringendolo per la vita.
- Hisashi.-
Zuppo d'acqua, i capelli grondanti, il fiato corto...Tetsuo poteva sentire il suo cuore battere a un ritmo velocissimo.
Gemeva, quasi singhiozzava. Non sembrava la stessa persona che conosceva da sempre.
E come lo stringeva...ricordava quella stretta. Ricordava quel dolore.
Anni prima, un ragazzino di sedici anni l'aveva stretto a quel modo, dopo aver perso il suo sogno.
In seguito, nei ricordi di Mitsui tutto si svolse in maniera ovattata. Non avrebbe saputo dare a quei ricordi un collegamento temporale ma in un modo o nell'altro si ritrovò sotto il getto caldo di una doccia.
Appoggiato di peso alle piastrelle del bagno con le mani, l'acqua gli scivolava addosso massaggiandogli i muscoli intorpiditi...e il suo cuore, lentamente, tornò a battere senza soffocarlo.
Quando tornò in cucina aveva un asciugamano legato attorno ai fianchi, un altro sul capo.
Si lasciò andare a sedere su una sedia, raccattando la prima birra che trovò sul tavolo.
La sorseggiò senza sentirne il gusto, tanto a mala pena sentiva anche il fresco della notte.
Tetsuo stava appoggiato al bancone ingombro del fornello, fumando in silenzio.
Vedendolo continuare a bere però serrò le forte mascelle.
- Non sono il tuo rifornitore Hisashi.- gli disse fra i denti - Smettila di bere.-
Mitsui non l'ascoltò, prendendogli anche una sigaretta ma non fece in tempo ad accenderla che il maggiore gli volò addosso e gliela ruppe, facendola in briciole.
- Da quando sei un salutista eh?- mormorò la guardia, quasi senza voce.
- Sei in casa mia, faccio come mi pare.- scandì il teppista tranquillamente, togliendogli anche la birra.
- Come vuoi.- disse Mitsui, alzando le spalle.
Tetsuo lo fissò per un attimo. Perché non lo guardava in faccia?
- Giovedì mi arrivi senza ragione, mi dici che vuoi correre e al chilometro rosso batti tutti.- iniziò il teppista, con aria sagace - Non mi dai spiegazioni e mi molli il tuo casco. Adesso mi piombi qua nel cuore della notte e ti metti a bere e fumare. Che c'è campione?-
Hisashi lesse negli occhi del vecchio amico una muta domanda e scosse il capo, come leggendogli nel pensiero.
- Il ginocchio è a posto.-
- Ma non sei venuto qua per una rimpatriata, o sbaglio?-
Mitsui tacque di nuovo, chiudendosi a riccio. Per un attimo rimase nascosto sotto l'asciugamano, poi sollevò il capo e vagò nella stanza. Vide il letto sfatto e senza una parola lo raggiunse.
Si mise sotto le lenzuola e chiuse gli occhi.
- Prego.- sospirò Tetsuo alzando gli occhi al soffitto - Fa pure.-
- C'è profumo di donna.- sussurrò la guardia.
- Da quando ti dà fastidio eh?-
Hisashi sorrise, mentre lentamente cominciava a cadere nel sonno - Da quando mi sono innamorato forse.-
- Ah già. Devi ancora parlarmi di lei.-
- Hn...prima o poi lo farò.-
Tetsuo raggiunse la sponda del letto dove Mitsui aveva abbandonato un braccio.
Si era già addormentato.
Gli toccò la fronte. Sembrava avere un po' di febbre.
Sbuffando lo coprì meglio, poi senza far rumore afferrò il telefono e uscì fuori di casa, riparato dalla pioggia che cadeva a secchiellate dal balcone del piano superiore.
Compose velocemente un numero, buttando via il mozzicone finito.
- Pronto?- borbottò con voce roca - Sono io, Tetsuo...ti interesserà sapere che tuo fratello è qua.-
Il teppista non si stupì di sentire un silenzio carico di tensione dall'altra parte delle linea e così attese paziente che Kay Mitsui si riprendesse.
- Come sta?-
Si appoggiò al muro con la schiena, abbassando un po' le palpebre - Non lo so.- ammise - Mi è piombato in casa e sembrava uno straccio. Ti avviso che aveva uno sguardo che mi piaceva poco. I suoi amici lo staranno cercando. Avvisali.-
- Vengo da te.-
- Sicuro? Sai com'è fatto.-
- Si.-
- Se ci tieni.- Tetsuo inspirò, prima di concludere - Ultima cosa. So che ti aveva promesso di non farlo più ma giovedì sera ha corso. Sai che si sarebbe sfracellato piuttosto che fregarti quindi deve esserci un buon motivo se si è comportato così.-
- Ah Tetsuo.- Kay schioccò la lingua - Il grande capo dei Kin Ray della porta ovest allora ha un cuore.-
- Senti chi parla. Il diavolo è diventato un angelo Mitsui?- ghignò il teppista, passandosi una mano fra i lunghi capelli - Fa come ti pare, tanto sta dormendo. Se vieni non far casino che qui in giro c'è gente pericolosa.-
- Lo sono anche io.- sibilò Kay con voce velenosa - Arrivo prima che posso. Ti saluto.-
Mezz'ora dopo aveva smesso di piovere e in cielo le nubi si stavano lentamente aprendo, rivelando qualche timida stella. Kay Mitsui scese dalla sua macchina proprio davanti al fatiscente edificio dove abitava l'amico di suo fratello e inspirò a fondo, trovando Tetsuo seduto proprio sotto il portico dell'ingresso.
C'era voluta molta pazienza per convincere i ragazzi dello Shohoku a non andare con lui e alla fine avevano acconsentito a tornarsene a casa senza vedere Hisashi, anche se aveva dovuto promettere di avvisarli e tenerli informati sulle condizioni della loro guardia.
Tetsuo piegò appena la bocca quando se lo trovò davanti.
- Però...è da un pezzo che non ti vedevo e sembri tutta un'altra persona.-
Kay non poté impedirsi di sogghignare, mentre si faceva accendere una sigaretta in memoria dei vecchi tempi.
- Tu invece sei sempre uguale.- gli disse Mitsui - Consola sapere che certe sacre cose non cambiano mai.-
Tetsuo ghignò con aria perfida, ma senza cattive intenzioni.
- Ti assomiglia ogni giorno che passa.-
- Hisa è migliore di me.- replicò Kay - S'è salvato in tempo.-
- Grazie a te e al basket a quanto ne so.-
- Avrei dovuto chiamarti già anni fa.- ammise il proprietario del Golden cacciandosi le mani in tasca - Se non altro avrei dovuto dirti almeno un grazie.-
- Per cosa? Aver insegnato a tuo fratello a fare a pugni? A bere?- il teppista rise amaramente, alzandosi dalla sua postazione in tutta la sua altezza - Risparmiatela Mitsui. Ci siamo pestati troppe volte io e te, per usarci simili cortesie.-
- Già, forse hai ragione.- Kay ciccò a terra, impassibile - Ma quando non c'ero Hisa era con te. Al sicuro.-
- Tuo fratello è più maturo di quanto pensi.- sentenziò il teppista iniziando a salire gli scalini ingombri di posta e carta straccia - Faceva cazzate solo perché aveva il cuore a pezzi. E quello stronzo di tuo padre non gli ha certo facilitato le cose.-
- Lascia fuori il vecchio.-
- Da quando lo difendi eh?-
- Non lo difendo.- sibilò Kay, seguendolo lungo due rampe di scale - Ma non ho voglia di parlare di lui.-
- Come ti pare.- rispose incurante il teppista - Ma c'è qualcosa che vuoi chiedermi o sbaglio?-
- Si, c'è una cosa che non ho mai chiesto ad Hisashi.- Mitsui si fermò sulla porta, poggiando una spalla alla parete scrostata, da cui cadeva l'intonaco - In quel periodo...cosa faceva oltre a correre?-
Tetsuo mise la mano sulla maniglia, scuotendo il capo con aria saccente.
- Vuoi davvero saperlo? No, io non credo.-
Kay tacque, serrando gli occhi. Dio...
Quando lo vide dormire tranquillo stentò quasi a credere che in una sola notte fosse venuto a galla un simile problema.
Crisi di panico. Non era da suo fratello lasciarsi andare alla paura.
Lui si era sempre sfogato, la sua rabbia l'aveva sempre espressa anche con la violenza...
Perché ora invece si era chiuso a tal punto da stare male? Da venire colto da quei brividi?
- Te lo lascio qua per stanotte.- mormorò, carezzandogli la testa - Ti spiace?-
- Tanto non ho sonno.- fece Tetsuo, apparentemente incurante - Ma se domani non vuole tornare a casa?-
- Stordiscilo, caricalo in moto e mettimelo davanti alla porta.- sibilò allora Kay e dal suo tono si capiva che non scherzava - Scusa ancora per la visita a quest'ora.-
- Tranquillo.- frecciò il teppista - Tanto la strada la conosci vero?-
- Sparati va'!-
- Ah Mitsui...come cambia la gente eh?- lo schernì il padrone di casa - Hisashi impegnerebbe le mente di chiunque.-
- Già, è vero.- sussurrò l'altro, alla porta - Ci vediamo allora.-
- Contaci.-
E la porta si richiuse, proprio quando la guardia aprì lentamente gli occhi.
Forse era stato un sogno. Si...doveva aver solo sognato la sicura e gentile mano di Kay sulla sua fronte.

Kaede cominciava a chiedersi cosa ci fosse che non andava.
Nelle ultime ore non aveva fatto nulla al do'aho però sentiva emanare dalla sua persona una sorta d'irritazione rivolta a lui che non riusciva a spiegarsi.
Stavano seduti sotto il portico della casa di Raim. Hana l'aveva appena accompagnato a casa dopo quella devastante serata e aveva a malapena accettato di fermarsi per un caffè, brontolando qualcosa che il volpino non capì.
Sembrava davvero furioso ma forse era solo per Mitsui.
- Bhè?- si risolse a chiedergli, seccato - Ma che cazzo hai?-
Il rossino gli scoccò un'occhiata obliqua, restando zitto.
- Non farti saltare l'impianto, Mitchy starà bene.- bofonchiò Kaede, portandosi di nuovo la tazza alla bocca.
- Lo so benissimo.- ringhiò a quel punto il Tensai - Ha la testa dura.-
- E allora cos'hai?-
- Te ne importa?-
- No.-
- Fanculo Rukawa.-
- Che palle, ma cosa c'è?- sbottò allora il moro esasperato - Mi guardi come se fosse colpa mia!-
- Sei bravo a parlare di crisi di panico kitsune.- se ne uscì a quel punto Hanamichi, finendo il caffè con una sorsata.
Merda.
Se prendeva quel bastardo di Sendoh era la volta buona che lo uccideva sul serio.
Farsi i cazzi suoi mai vero?!
- Perché non me l'hai detto?- sibilò Hana nervoso, senza guardarlo.
- Non era importante.-
- Puttanate.- la voce del rossino uscì velenosa e bassa - Spari solo puttanate.-
- Senti ma che vuoi? Avevo degli sporadici attacchi di panico alle medie quando vivevo ancora con quei due idioti dei miei zii. Poi una volta che ho cominciato a giocare nello Shohoku sono passate, fine della fiera.-
- E come hanno fatto a passarti eh?- ringhiò Sakuragi alzandosi - Tu la fai sempre facile!-
- Non vengono tutti i giorni, capitano quando uno meno se l'aspetta, anche una sola volta al mese!- sbuffò il volpino - Poi hanno smesso, ecco tutto! Si vede che ero troppo impegnato in altro per pensare allo stress.-
- Si a fare a botte magari.-
- O magari a capire quanto sei incapace!-
- Te l'avrò fatte passare a testate!- sbraitò il rossino inferocito, afferrando per il bavero.
Stava per rifilargli la sua dose serale di insulti e cazzotti quando Raim apparve sulla soglia di casa, saltellando sulla gamba buona come un coniglio.
- Ragazzi ma che fate?- chiese, stroncando quel macello sul nascere.
Hana si fermò di malavoglia, buttando Rukawa a terra con un tonfo.
- Niente. Mettevo un po' di sale in zucca a quest'imbecille di un sorbetto muto.- ringhiò bellicoso.
- Che ci fai in piedi?- sbuffò invece il volpino, vedendola aggrappata alla porta.
- Ho sentito la ventesima guerra mondiale e sono venuta a vedere chi sta vincendo, ecco tutto.- rispose serafica, saltellando ancora per andare a sedersi con loro, sul dondolo - Allora? Qualcuno di voi due è tanto gentile da dirmi cos'è successo stavolta?-
- Fattelo raccontare da sua maestà, visto che sa sempre tutto.- ironizzò Sakuragi incrociando le braccia al petto.
- Ti avviso che mi stai rompendo le palle.- gli sibilò Kaede con tono pericoloso - Ecco perché non te l'ho detto.-
- E secondo te di questa scusa me ne frega qualcosa?-
La volpe fece una smorfia - Vai a farti una bella doccia fredda.-
- E tu un trapianto di cervello, ammesso che ci sia posto sotto tutti quei capelli.-
- Hn. Senti chi parla di capelli.-
- Che hai contro il rosso?- s'intromise Raim scoccandogli uno sguardo inquisitore.
- Ho una bella idea.- fece allora la kitsune, alzandosi da dove il do'aho l'aveva buttato - Adesso io me ne vado a dormire, voi due fate pure come vi pare. Andate anche a farvi due passi sulle rotaie eh? Ciao!-
E se ne andò davvero, filando come un treno in casa e buttandosi a letto con un diavolo che gli ballava il tip tap sulla scatola cranica. Di recente di guai ne aveva anche lui e arrivavano fino al soffitto, a cominciare dalla sua casa e dai suoi zii che avevano chiesto a suo nome i soldi dell'assicurazione, cercando di fregarlo. Quando li aveva mandati al diavolo davanti al notaio e si era preso gli attestati per la sua eredità, aveva definitivamente rotto i ponti non avvertendoli neanche che sarebbe rimasto a casa della sua rossa.
Fuori invece Raim e Hana, che erano due che dimenticavano gli atteggiamenti strambi delle persone abbastanza in fretta, chiacchierarono delle condizioni della ragazza per un po', poi il Tensai si decise a raccontarle degli ultimi avvenimenti aspettando che la smettesse di piovere.
Inutile dirlo, la ragazza si dimostrò preoccupata esattamente come gli altri componenti dello Shohoku ed esattamente come loro provò quasi subito un senso di frustrazione.
Avvicinarsi alla sfera intima di Hisashi Mitsui era come cercare di passare un campo minato.
Era praticamente impossibile.
Hisashi assomigliava a Kaede molto più di quanto si pensasse. Poteva essere meno chiuso e musone, più pronto alla risata forse ma di certo quando la cosa riguardava la parte più profonda del suo essere, era difficile arrivarci senza che lui si difendesse con le unghie e coi denti.
- Comunque Hisa non è uno stupido.- sussurrò la ragazza, dopo che ebbe saputo tutto - E soprattutto non è un codardo. Se ha paura, non farà ugualmente nulla che possa compromettere le cose che ora ritiene più importanti. Il basket e la promessa che ha fatto sul parquet due anni fa.-
- Spero che tu abbia ragione.-
- Lo conosci...non farà nulla per ricadere nella sua vecchia vita.-
- E' questo che mi spaventa...che non lotti per muoversi da una parte o dall'altra...-

Tetsuo aprì gli occhi di botto, infastidito dal rumore senza campo della tv.
Si guardò attorno, stordito. Le quattro e trentotto di mattina. Fuori era buio...e voltandosi verso il letto vide che era vuoto. Si alzò in piedi, imprecando fra i denti e grattandosi il capo, arruffandosi i lunghi capelli.
Dov'era andato quell'idiota? Guardò in giro, non trovò i suoi vestiti, né le sue scarpe.
L'asciugamano che Mitsui aveva sui fianchi ora era a terra e in bagno non c'era.
Toccò le lenzuola. Erano tiepide.
Se n'era andato.
- Merda.- brontolò il teppista, ficcandosi una sigaretta in bocca con calma. Se lo prendeva la leggenda di Hisashi Mitsui sarebbe finita quella notte. Si era rotto le palle stavolta!
Uscì in strada, andando a prendere la sua moto. Hisashi aveva commesso una grande imprudenza quella volta, se Ryu e i suoi l'avessero trovato in giro lo avrebbero mandato dal becchino stavolta!
Alla stessa ora, nel quartiere di Norio, la guardia dello Shohoku camminava nella notte a testa bassa, attento solo a mettere un piede davanti all'altro. Lo sguardo totalmente assente.
Era attorniato di luci, pub e night club.
Donne e ragazze vistose stavano appoggiate un po' in ogni angolo, chiamandolo e fischiandogli dietro commenti osceni che lui nemmeno sentiva.
Girovagò per un altro quarto d'ora, trovandosi alla fine davanti a un parcheggio.
Ci passò davanti ma fu costretto a fermarsi. Qualcuno si schiantò a pochi metri da lui.
Un tizio sulla ventina, ridotto male, con gli occhi pesti e il sangue al naso. Gemeva, rantolava.
Mitsui riconobbe quell'espressione. Quante volte l'aveva vista in tutti quelli che aveva pestato a sangue?
- Guarda chi si vede...-
Sollevò appena il viso. Ryu e il suo secondo.
Il pechinese gli si era piantato davanti con aria di sfida. Evidentemente si era stancato anche lui di cazzeggiare coi perdenti che si mettevano contro quelli della sua banda e ora aveva trovato il suo giocattolo preferito.
- Mitsui...da quando bazzichi qui attorno eh? Non sai che c'è gente pericolosa qua in giro?- frecciò soave.
In un attimo se li ritrovò addosso.
Un primo pugno lo spedì contro un muro, il secondo gli fece picchiare la testa. Poi un calcio nello stomaco lo piegò a terra, in ginocchio. Ryu, sopra di lui, ghignò in maniera quasi diabolica.
- Ma guarda...uno dei capi dei Kin Ray dell'ovest ridotto in ginocchio...ah, lo sapessero gli altri...-
- Già.- rise anche l'altro suo compagno, con disprezzo - E dire che faceva tanto il figo eh?-
- Vedi di volare basso, stronzo.- Ryu gli rifilò un altro calcio che spedì la guardia schiena al muro.
Non reagiva, quasi non sentiva più niente.
Ora le crisi di panico erano l'ultimo dei suoi pensieri.
Ricordava l'ultima volta che si era sentito così. Anni prima, quando si era infortunato al ginocchio.
Quando aveva iniziato a odiare il mondo, quando la voci delle persone avevano cominciato a irritarlo, quando uscire e vedere il sole lo stomacava, quando vivere lo uccideva.
Ma non aveva più sedici anni. Non riusciva più a urlare la sua rabbia spaccando la faccia alle persone.
La sua rabbia era come incatenata, dentro di lui.
Al suo posto era sopraggiunto quel panico che gli torceva le viscere e il cuore.
Era stato lui stesso!
Sgranò gli occhi, capendolo. Era stato lui stesso a impedirsi di esplodere di nuovo, come da ragazzino.
Era quella rabbia repressa che si trasformava in paura, in panico.
- Allora?- Ryu fece un passo avanti, fissandola la sua aria imbambolata - Che ti prende Mitsui?-
- Sei già stanco?-
- Dov'è finita la tua famosa resistenza eh?- ghignò di nuovo il pechinese - Dai bastardo, fammi divertire un po'!-
Caricò l'ennesima ginocchiata, che stavolta l'avrebbe preso in piena faccia ma un suono di vetri rotti fermò quella rissa.
Un attimo dopo i due teppisti erano a terra, il cranio pieno di piccole schegge di vetro.
Sopra di loro una sagoma troppo sinuosa per essere quella di un uomo.
Junko Kanzaki buttò a terra le due bottiglie di birra rotte, fissando coi suoi occhi alteri Mitsui.
- In piedi.- gli disse, tirandolo per un braccio.
Hisashi non aprì bocca e traballando per i colpi subiti riuscì a tirarsi su, anche se a fatica.
Stava per dire qualcosa quando altri passi li raggiunsero alle spalle.
- Però...ti fai salvare dalle ragazze adesso?-
Junko assottigliò gli occhi, senza indietreggiare.
- E questo che vuole?-
La mole di Tetsuo non la impressionava e il teppista ne rimase un po' allibito. Ne aveva viste tante di donne di un certo tipo ma una così mai. Che occhi, che sguardo.
Sorpassandola si piazzò di fronte alla guardia, facendole quasi capire di non essere pericoloso.
Fissò Hisashi e vedendolo ridotto in quello stato schioccò la lingua quasi con disgusto.
- Ti servono due cazzotti? Hai solo da chiedere.-
Mitsui serrò le palpebre, massaggiandosi la faccia.
- Allora?- ringhiò Tetsuo, afferrandolo per il bavero - Che cazzo ti passa in quella fottuta testa eh?-
- Lasciami.- sussurrò il giocatore dello Shohoku.
- Imbecille, la prossima volta schiantati sulla moto invece che farti massacrare le ossa!- gli sibilò il teppista che per la prima volta si rivolgeva a lui con così tanta ira - Cosa credevi di fare venendo qui a quest'ora? Vuoi finire il resto dei tuoi patetici giorni in un fottuto ospedale? Ora che il tuo ginocchio è guarito?!-
Junko restò ad ascoltare, con un sopracciglio un po' alzato.
Però...allora anche fra i Kin Ray c'erano eroi.
- Forza, andiamo a casa.- scandì la ragazza - E' meglio cambiare aria.-
- Ma tu chi sei?- sbuffò Tetsuo senza neanche guardarla - Via, fila ragazzina!-
- Si ma...è la mia ragazzina.- lo corresse Hisashi, tastandosi la testa dolente.
- Ah.-
Tetsuo si voltò verso la Kanzaki, guardandola meglio. L'aveva sempre detto che Mitsui aveva buon gusto.
- Junko...lui è un amico, Tetsuo, il capo dei Kin Ray della porta ovest. Tetsuo, lei è Junko, la mia ragazza.- li presentò la guardia.
- Piacere.- biascicò il teppista.
- Vorrei poter dire lo stesso.- fece la Kanzaki, con franchezza.
Tetsuo ghignò, piegando le labbra sinistramente.
- Però. Un bel caratterino eh?-
La schiacciatrice evitò di rispondergli, del tutto infastidita da quella situazione. Il suo ragazzo l'aveva buttata giù dal letto spaventandola a morte, aveva steso due a bottigliate e ora faceva anche la conoscenza con quella specie di toro.
Ne aveva basta, era decisamente troppo.
Lo trascinarono a bere un caffè ma non disse una parola, poi alla fine riuscirono a portarlo fin davanti alla porta di casa.
Lì Tetsuo se ne andò, capendo che ormai non poteva più fare molto.
- Ci vediamo campione.- gli disse e se ne andò a piedi, silenzioso com'era arrivato.
Davanti al cancello i due ragazzi rimasero seduti a vedere l'alba.
Hisashi aveva il capo riverso contro la parete del cancelletto d'ingresso, Junko accoccolata vicino a lui.
- Non volevo metterti in mezzo.-
Lei tacque, senza scollare gli occhi dall'orizzonte.
- Così non va.-
Hisashi si volse appena verso di lei.
- Vuoi lasciarmi?-
Nella sua voce non c'era disperazione, né angoscia. Solo rassegnazione.
La ragazza per tutta risposta gli scoccò un'occhiata truce.
- No idiota.- sibilò gelida - Non intendevo questo.-
- Allora cosa intendevi?-
- Non va in questo modo...- sussurrò, cingendosi le ginocchia e appoggiandovi sopra il mento - Se continuiamo a tenere fuori l'altro dai nostri problemi non andremo da nessuna parte.-
Mitsui abbassò lo sguardo, sentendosi martellare le tempie.
- Ho delle crisi di panico.-
Junko doveva essere brava perché nascose bene il suo stupore.
- Da quanto?-
- Un mese e mezzo fa mi è successo la prima volta. Quando ho ritirato i risultati dei test.-
- Ma erano tutti perfetti.-
- Si.-
- Dovrai spiegarti meglio.- gli disse dolcemente.
Le prese la mano, facendo uno sforzo atroce. Non aveva mai parlato con nessuno così sinceramente, neanche con Kay forse. Ed era difficile da morire.
- Non lo so bene neanche io...Ero con Akira, stavamo festeggiando i risultati in un pub. Ho dovuto chiudermi in un bagno...è passata in cinque minuti. Poi più niente, tanto che ho pensato fosse stato a causa del caldo e del fumo in quel pub fino a giovedì sera, dopo che ho cenato con mio padre. Quel giorno è anche venuto da me un tizio da Tokyo per una borsa di studio.-
- Hisa...sono tutte cose positive.-
- Si, lo so. È per questo che non capisco cosa diavolo mi succede.- ammise, tenendosi la testa distrutto - E l'ultima è capitata in partita, poche ore fa. Ryota mi ha visto andare in giro in moto coi Kin Ray...si, lo so, avevo promesso di non farlo più ma da giovedì sera ho perso la testa. Il tappo mi ha sgamato e mi sono sentito mancare.-
- Cosa ci facevi di nuovo coi Kin Ray?- gli chiese roca.
- Avevo intenzione di mandare di nuovo tutto all'aria.- ammise, facendola sospirare esasperata - Lo so, è stata una puttanata. Ha corso al chilometro rosso, ho vinto...poi sono scoppiate le solite risse...e all'improvviso mi sono ricordato di due anni fa alle finali, la partita contro il Ryonan. Sono svenuto in campo, senza più forza...mi ero chiesto perché avevo perso tanto tempo. Allora me ne sono andato, ho piantato tutto ma le cose non sono tornare come prima.-
- Possibile che tu non sappia dirmi cosa c'è davvero che non va?-
Lui scosse il capo, nascondendoselo sotto le braccia - Ti giuro che se lo sapessi urlerei di gioia.-
- Non vuoi andare all'università? Tuo padre spinge troppo?-
- Non lo so, non lo so...- sbottò alzandosi in piedi - E poi mi sento un maledetto bastardo ogni volta che guardo in faccia i ragazzi. Sarei stato pronto a sputtanare tutto, a tradire la fiducia di Anzai, tutto il lavoro che Kay ha fatto con me in questi anni...ora ho anche te, vivo nell'angoscia di perdere tutto quanto come cinque anni fa!-
- Stupido.-
Hisashi si voltò di scatto, trovandosi suo fratello maggiore sul cancelletto aperto.
Appoggiato alla parete, Kay lo guardava attento ma con delle cupe occhiaie. Aveva passato la notte in bianco.
- Cosa fai qui?- gli chiese la guardia, deglutendo.
- Aspettavo un idiota.- rispose l'altro - Non hai imparato niente in questi anni Hisa? Eh?-
Mitsui serrò le labbra.
- Non chiudere fuori le persone.- gli disse Kay - Chiedere aiuto non è un sintomo di debolezza.-
- E già, le crisi di panico non sono sufficienti eh?- fece sarcastico.
- Non ti hanno spiegato che può succedere a chiunque?-
- Non me ne frega nulla del chiunque.- rispose distogliendo lo sguardo - Non sopporto di sentirmi così.-
- Non sei di roccia.- gli sibilò suo fratello snervato - E non dire che non sai qual è il problema, perché non ti credo. Sai benissimo cosa c'è che non va. Hai detto a Junko che hai paura di perdere di nuovo tutto no?-
- Si ma...-
- Non te ne sei accorto? È come alla fine delle scuole medie. Tutto ti andava bene, eri un campione nominato miglior giocatore dell'anno, tutti i licei ti volevano, gli studi andavano bene, papà era contento, eri sul tetto del mondo. Anche adesso le cose ti vanno bene. Hai vinto alle nazionali, i test per l'università sono ottimi, ti hanno dato una borsa di studio...hai Junko.- Kay lo fissò dritto in faccia - E' esattamente come alle medie. Quando ti sei fatto male al ginocchio. Hai paura di combinare di nuovo qualcosa che ti faccia perdere tutto quello che ti sei faticosamente riconquistato.-
Eccolo il bersaglio. Preso in pieno.
Hisashi inspirò a fondo, alzando il capo al cielo.
- Cosa ti ha detto tuo padre?- s'intromise Junko - Quando hai cenato con lui giovedì sera?-
- Hai cenato con papà?- gli chiese Kay - Oh no, Hisa...-
- Si, ho fatto una sciocchezza.- disse ammansito - Ma sembrava importante...e invece ha cominciato a ridire le stesse cose di sempre. Che al liceo non ho combinato nulla, che perdo tempo e basta col basket, che non approderò mai a niente se non andrò a lavorare con lui, che ho commesso solo errori nella mia vita...ah si, che potrei renderti zio visto che sono uno stupido incosciente...- aggiunse, facendo arrossire Junko - Il solito, te l'ho detto. Alla fine ero così a pezzi che sono andato all'albergo di Ueda, quello dell'università di Tokyo. Parlando con lui mi sono accorto che avevo la strada spianata ma che avrei dovuto trattare il mio ginocchio come cristallo. Da lì mi è venuto di nuovo il terrore di farmi male...e mi sono ricordato cos'è successo al primo anno.-
- Reazione a catena eh?- sospirò Kay, sedendosi a fianco della Kanzaki e accendendosi una sigaretta.
- Una spirale tremenda.- disse anche lei - E anche i test perfetti hanno contribuito, giusto?-
- Si,- annuì il maggiore dei fratelli - ti hanno ricordato che va tutto troppo bene. Vero?-
Mitsui fece un cenno affermativo, come alleggerito da un peso atroce.
Dio...si sentiva libero. Ora riusciva quasi a respirare normalmente...e il suo cuore si stava come sciogliendo.
- Che altro ha detto il vecchio?- gli chiese Kay, dando un altro tiro.
- Come?-
- Non cercare di fregarmi.- gli disse serio - Non bastano quattro parole a smontarti.-
Hisashi si portò una mano al fianco, l'altra fra i capelli.
- Allora?-
- Ha detto che non doveva perdere tempo a crescere due mocciosi che forse non sono neanche figli suoi.-
Junko trattenne il fiato, Kay rimase zitto. La mascella però gli si era serrata.
Gettò a terra il mozzicone, rimettendosi in piedi e filando dritto in casa.
- Kay...Kay no! Aspetta un attimo!- la guardia gli corse dietro, faticando a raggiungerlo mentre si attaccava al telefono - Dai, aspetta! Lo sai che non intendeva...-
- Non me ne frega un cazzo!- sbottò il maggiore, gelandolo - Sono stufo delle sue puttanate chiaro? Pronto!- sbottò, appena suo padre gli rispose dall'altra parte della linea - No, voglio proprio te!- ringhiò, facendo quasi tremare sia Hisashi che Junko - Non ti azzardare mai più a rimettere piede qui in casa mia o ad avvicinarti a noi, chiaro? No, no! Non voglio sentire niente! Provaci e ti trascino dalla polizia e vedrai se non saprò inventarmi qualcosa che possa sputtanarti la tua immacolata reputazione! Sono stato chiaro? Bene, ti saluto!-
Sbattuta giù la cornetta con rabbia, il fratello di Hisashi se ne andò in cucina a sbollire, lasciando nel salotto due ragazzi un po' confusi. Alla fine si lasciarono andare sul divano, stanchi per le poche ore di sonno che si erano concessi e si appisolarono seduti vicini. Kay li coprì quando gli fu passata la rabbia ma non si era mai sentito tanto indignato in vita sua. Non era la prima volta che suo padre se ne usciva con quell'accusa ignobile ma davanti a Hisashi non l'aveva mia fatto. Bastardo.
Carezzò lievemente la testa di suo fratello, ringraziando il cielo che stavolta non l'avesse tagliato fuori di nuovo dalla sua vita. Chissà se non era anche grazie a Junko...
Una cosa era certa. Trattenendo la sua rabbia, forse Hisashi aveva dimostrato una maturità nascosta che l'aveva salvato dalla vita che un tempo l'aveva quasi rovinato.


Takenori Akagi alle nove e quaranta mise la testa dentro alla V B, la classe di Kogure e Mitsui.
Vide il suo vice capitano e il quattrocchi scosse il capo con un'espressione triste.
- Non è venuto.- sussurrò Kogure, raggiungendolo sulla porta - Takenori, sono preoccupato.-
- Non s'è fatto neanche sentire per telefono?-
- No. Ma ho visto Ayako dopo la pausa della prima ora. Dice che la Kanzaki è assente. Forse è con lui.-
- Meno male. Almeno non è da solo.- sospirò il Gorilla - Ora devo tornare in classe, ho un test di fisica. Ci vediamo alle dieci e mezza, tutti in terrazza.-
- Ok, va bene.-
Anche nella III D, la classe di Hana e Kaede, tornato a scuola dopo le due settimane di sospensione, perfino Nanaka non sapeva nulla della loro guardia. Preoccupata, cominciò a tempestare l'ex teppista di telefonate ma il suo cellulare era spento, muto. Ora erano tutti veramente angosciati anche perché sapevano solo che aveva passato la notte da Tetsuo che non era poi una garanzia di sicurezza ma Kay sembrava aver fiducia in quel re del crimine quindi anche i giocatori dello Shohoku non avevano potuto far altro che incrociare le dita, sperando che Tetsuo non avesse fatto rinsavire la loro guardia a suon di cazzotti e calci sui denti.
- Speriamo che quel bue non ce l'abbia ridotto a pezzettini.- sentenziò infatti Ayako, appena si ritrovarono tutti fuori in terrazza - Anche se non ho mai capito tanto bene che rapporto avessero quei due.-
- Le amicizie di Mitchy...valle a capire...- sbuffò Hana alzando le spalle - Ma comunque è uno che se li sa scegliere gli amici, tranquilla. E non poi non starebbe mica fermo a farsi riempire di cazzotti, scusa.-
- No?- sibilò Ryota, ancora furibondo con se stesso per averlo attaccato in quel modo in campo senza prima aver ragionato su delle possibili motivazioni - S'è visto anni fa.-
- Su, ragazzi.- cercò di blandirli Kogure - Facciamo passare qualche giorno e poi se non si decide andiamo a riprenderlo, ma sappiamo tutti benissimo com'è fatto. Piuttosto che farsi vedere sanguinante preferirebbe buttarsi sotto un autobus.-
- Bhè, io ne ho le palle piene dei suoi capricci!- sbottò Miyagi iracondo.
- Ma che capricci scemo!- gli disse Ayako dura - Lo sai bene che non lo sono.-
- E allora che ogni tanto chieda una mano, per la miseria.- le disse il play in risposta, passandosi le mani fra i capelli - Io non sono un indovino e voi neanche. Se avesse detto che qualcosa non andava l'avrei anche capito ma non se me lo vedo andare in giro coi Kin Ray all'alba della due di notte.-
- Sentite, calmiamoci ok?- Akagi bloccò la cagnara sul nascere, rivolgendosi specialmente al suo playmaker - Sappiamo tutti benissimo che è un'insopportabile testa di cazzo, che farebbe casini dalla mattina alla sera e che sarebbe anche capace di raccogliere uno squadrone di teppisti nudi e invadere in massa la città...si, sarebbe in grado di farlo. Ma non lo farà. E uno dei motivi è suo fratello, il secondo è Anzai.-
- Non è che s'è fatto di nuovo male al ginocchio?- abbozzò allora Nanaka.
I ragazzi tacquero, ma Rukawa fu il primo a scuotere il capo.
- Non è caduto di recente...almeno sotto i miei occhi.- rispose il Gorilla.
- Neanche in campo durante le partite, è stato molto in panchina per aiutare le matricole.- ricordò Kogure - Ma la mattina si allena da solo.-
- Però fa solo dei tiri da tre. Non può essere caduto.- bofonchiò Hana - A meno che non sia stato tanto impedito da sfracellarsi giù per le scale. Oppure c'è anche un'altra soluzione...ehi kitsune, non è che l'hai investito con la bicicletta e neanche te ne sei accorto, vero?-
- Do'aho. No.-
- Stare qua a rompersi il cervello con queste ipotesi non serve a niente.- scandì il capitano - Forza, tornatevene in classe. Se qualcuno riceve un messaggio da Kay che lo giri agli altri intesi? Bravi, rompete le righe.-
- Il tuo sangue freddo è spettacolare scimmione.- frecciò il rossino, affiancandolo.
- Se, aspetta che il tuo caro Mitchy mi capiti fra le mani...è la volta buona che gli faccio passare questa sua mania di vivere sopra le righe! Si prenderà così tanti pugni che i Kin Ray li vedrà più soltanto con una sfera di cristallo!-
- Dì la verità Gori...Mitchy è l'unica persona che ti manda davvero fuori dai gangheri eh?-
- Perché do'aho, tu no?- sibilò Kaede alle loro spalle.
- Baka kitsune! Il Gorilla sa che sono un genio!-
- Se, il genio della rottura di palle.- ironizzò Ayako.
Mentre i vari componenti della squadra se ne tornavano alle loro classi, c'era qualcuno che in quel momento entrava nella palestra deserta dello Shohoku.
Aprì la porta e gli si presentò davanti una scena surreale.
Sorrise, rivedendo un ragazzo di diciotto anni entrare in quel luogo seguito da un nugolo di teppisti e spaccare la faccia a metà squadra. Sorrise malinconico, risentendo la voce di quel ragazzino che a quel tempo odiava il mondo intero.
Era stato disperato. Si era sentito in gabbia, senza via d'uscita, senza nessuno che gli tendesse una mano.
Senza speranza.
Ora non era più quella la situazione che lo imbrigliava, pensò Hisashi.
Aveva semplicemente paura di sentirsi di nuovo così. Il panico lo coglieva perché tutto gli andava bene esattamente come prima di sputtanarsi il ginocchio.
Si richiuse la porta alle spalle, ficcandosi le mani nelle tasche dei jeans mentre le suole delle scarpe da ginnastica emettevano quell'adorabile e nel contempo fastidioso stridio, a contatto col parquet tirato a lucido.
Vedeva quasi il suo riflesso...
Certo che ne era passato di tempo. Si, era proprio il suo ultimo anno allo Shohoku, doveva farsene una ragione.
Non ci sarebbe più stato il Gorilla a spaccargli la testa a suon di pugni, né il tappo a irritargli costantemente i nervi insieme a quell'imbecille di Hana, né Rukawa a rischiare d'investirlo con la moto o la bicicletta, oppure a dormirgli addosso. Non ci sarebbe più stato Kogure, affettuosamente rinominato la mamma chioccia.
Addio Shohoku.
Abbassò il viso, avvertendo subito una fitta in gola.
Eccola che arrivava. Il panico lo stava attanagliando di nuovo.
Cercò di placarsi i nervi e di contare mentalmente fino a cento, come gli aveva consigliato il medico da cui era stato neanche un'ora prima e alla fine, dopo essersi dovuto sedere perché le gambe gli tremavano troppo, riuscì a ritrovare un minimo di autocontrollo.
È incredibile come cambiano le persone, pensò ansando freneticamente.
Un tempo avrebbe fatto a botte e ridotto a un ammasso informe chiunque gli fosse capitato davanti, avrebbe bevuto, fumato, rubato, si sarebbe comportato come peggio non si poteva...per dimostrare la sua rabbia, il suo odio per il mondo intero. Quel mondo che per lui era una gabbia.
In quei due anni da teppista aveva fatto cose indicibili e di certo non si era risparmiato bassezze di alcun tipo, anestetizzando qualsiasi dolore.
Ricordava una volta in seconda liceo. Una sera Tetsuo aveva rimorchiato alcune tizie del Takezono, secondo lui tipe che si facevano pagare. Si erano divertiti, niente da dire. Una scopata facile e veloce, ma intensa. Vedendole andare via però le aveva odiate. Belle, ridenti, senza un dannato capello fuori posto.
Si prostituivano e riuscivano a sembrare angeli del paradiso.
Se a quel tempo lui fosse stato capace di certi compromessi non si sarebbe ritrovato a diciassette anni con tutto quell'odio in corpo, né alcuna cicatrice sulla pelle.
E ora invece era lì, a diciannove anni, piegato a terra da degli insulsi attacchi di panico.
C'era da morire dalle risate.
Raccolse un pallone, abbandonato per sbaglio vicino alle panchine e tornò in campo, rigirandoselo sul dito.
Ma cos'aveva quella sfera arancione per ridurlo in quel modo? Aveva dimostrato di avere il potere di gettarlo nella disperazione più nera...o di farlo sentire il padrone del mondo.
Padrone del mondo. Si, la palla da basket un po' ci assomigliava al mondo. Al suo mondo almeno.
Con uno scatto la prese al volo e se la pose sul palmo, poi anche da quella distanza si volse verso il canestro.
Non gl'importava centrarlo, non gl'importava se era troppo lontano, non gl'importava se aveva il cuore in gola.
Ma gettare la spugna in partenza significava perdere.
Saltò, le braccia tese, la schiena dritta, le mani che erano un tutt'uno con la sua testa e la palla.
La sfera arancione toccò ferro, roteò un paio di volte sullo stesso e alla fine scivolò dentro.
Ora ricordava perché era tornato in squadra.
Per risentirsi il padrone del campo, quando infilava tiri simili.
Perché solo così si sentiva vivo.
Perché era l'unica cosa che risvegliava il suo animo, perché bruciava fra le fiamme ad ogni vittoria.
All'improvviso sentì una presenza alle spalle ma non si girò.
Sapeva chi era e si vergognava da morire.
- Sai Hisashi...fino a dieci anni fa io allenavo i miei ragazzi con una spada da kendo in mano.-
Mitsui per forza rimase un po' spiazzato, voltandosi.
Anzai gli stava davanti, l'espressione eterea e paciosa di sempre, le mani chiuse dietro alla schiena.
- Una...spada da kendo?- riecheggiò la guardia - Intende quelle di legno?-
- Esatto.- Anzai lo affiancò, fissando il canestro - Mi chiamavano il Diavolo, lo sai no?-
- Bhè, si...ma non credevo che...- Mitsui s'impappinò - Non vorrà dirmi che picchiava i giocatori?-
- Questo no, ragazzo mio.- le lenti del coach scintillarono - Ma un'arma sventolata e una buona dose di grida e disprezzo possono fare due cose allo spirito di un giocatore. O spronarlo, o ucciderlo.-
Hisashi rabbrividì, con la strana sensazione che quel discorso non fosse uno dei soliti fra coach e allenatore.
Sembrava che fosse più un discorso da uomo a uomo. Gli stava parlando di Yazawa, del giocatore che militava nella squadra universitaria allenata da Anzai prima di mollare tutto e cambiare. Yazawa, il ragazzo che si era suicidato.
Deglutì, conscio del peso che gravava sulle sue spalle.
- Mister...senta...- sospirò - Mi spiace per l'altra sera, davvero. Non so cosa dire, mi sono comportato come un idiota per l'ennesima volta.-
- A dire il vero hai fatto il necessario per non sollevare dubbi davanti ai giudici di gara. L'infermiera che ti ha fatto il prelievo del sangue, prima che arrivasse quel medico, l'ha portato ad analizzare e non ne è venuto fuori niente. Abbiamo addotto all'allergia da polline che gira in questi giorni. Ti è mancato il fiato e basta.-
- Mi spiace che abbiate dovuto coprirmi.- sussurrò desolato.
Anzai lo guardò appena per un attimo, osservando quell'espressione che troppe volte gli aveva visto in faccia.
- Che tipo di persona è tuo padre Hisashi?-
La guardia sogghignò, grattandosi il capo.
- Ecco...è quello che si dice "un uomo tutto d'un pezzo".-
- Capisco. E immagino non approvi che giochi a basket.-
- Infatti. Secondo lui fino ad ora non ho combinato niente di niente.- rispose a bassa voce, tenendo le mani ostinatamente ficcate in tasca, forse per impedire loro di tremare.
- Imboccare una strada sbagliata e uscirne non mi sembra niente di niente.-
- Mi spiega come fa a sopportare i miei colpi di testa?- se ne uscì a quel punto il numero 14 con un mezzo ghigno mesto - E' impressionante, qualsiasi cosa io faccia lei non batte ciglio. Sto quasi cominciando a pensare che più nessuna delle mie cazz...cavolate possa stupirla.- bofonchiò imbarazzato, fissandolo - O sbaglio?-
- Sbagli solo nel considerare questa squadra come un plotone di cinque macchine da guerra. Non siete macchine Hisashi.- rispose pacatamente Anzai - Anche Kaede ce l'ha dimostrato due settimane fa, ricordi?-
- Si ma...se non altro lui non fa disastri da quando è entrato in questa squadra.-
- Caro ragazzo, ognuno di voi ha un carattere particolare, questo spero che tu l'abbia notato. Il mio compito è quello d'insegnarvi questo sport e poi di lasciarvi liberi di crescere le vostre doti come meglio potete. Non servono briglie, né spade da kendo. Hanamichi è un fantasista, ha bisogno di essere adulato e sfidato da un grande avversario perché dimostri il suo vero carisma. Akagi è il vostro pilastro ma a volte anche lui ha bisogno della forza necessaria in fiducia per spronare poi voi. Ryota è più sciolto e libero, in campo non guarda in faccia a nessuno perché il suo unico scopo è far tremare l'avversario col suo gioco. Kaede poi quasi non ha bisogno di stimoli, se non quelli che gli vengono sul campo stesso. Un avversario fra i nemici e uno fra i compagni. Kaede ha se stesso, basta e avanza. Vedi, siete tutti diversi. Tu sei quello che riesce a salvarvi tutti quando ormai siete sul baratro. È alla fine, quando senti di poter perdere, che avverti il fuoco, vero?-
La guardia annuì, mesta.
- Quando ti ho visto giocare la prima volta, quasi cinque anni fa, mi sei subito piaciuto.-
- Mi spiace di aver perso tanto tempo.- mormorò esausto.
- Se ti ha fatto tornare qui non è tempo perso, non credi?-
- Insomma, qualsiasi cosa io faccia lei continua a giustificarmi.-
Anzai quasi sorrise - Vuoi che usi la mia spada da kendo?-
- Magari mi sentirei meglio dopo.- brontolò Mitsui sempre più contrito.
- E' la crisi del quinto anno, ragazzo. Solo che le insistenze di tuo padre e le richieste per l'università ti hanno un po' angosciato, ecco tutto. Le crisi di panico sono passeggere, possono capitare a chiunque.-
- Me l'hanno ripetuto fino alla nausea.- rispose.
- Forse allora sarà vero no?-
- E non le secca tutto il casino che ho piantato in campo?-
- Mi sarebbe seccato se ti fossi fatto male in campo, è diverso. Il tuo ginocchio ora sta bene Hisashi. Certo, è trattare con maggior delicatezza di un ginocchio che invece non ha mai subito infortuni ma se stai sempre a preoccuparti che possa succedere qualcosa, non riuscirai più a giocare serenamente.-
- Se mi capita qualcosa perderò di nuovo tutto.-
- Non è detto.-
- Perché? Perché ci sono già passato?-
- Perché ormai sei maturato.- gli disse Anzai, zittendo le sue repliche - Ora sai che c'è tuo fratello, che anche se tuo padre non ti apprezza c'è sempre qualcuno che ti accetterà così come sei.-
- Certo, un piantagrane.-
- Non ti ci vedo proprio nelle vesti del bravo capoclasse. Non saresti tu.-
Riuscì a strappare un sorriso alla guardia che inspirò a fondo.
Si sentiva...sollevato. Non del tutto ripreso da quella botta, ma sollevato.
- Mister...le posso fare una domanda personale?-
Anzai tacque, invitandolo poco dopo a proseguire con un lieve cenno.
Il numero 14 si morse leggermente le labbra, non molto sicuro.
- Come mai non ha avuto figli?-
Attese una risposta brusca, o un pesante silenzio che stava a indicare di farsi gli affari suoi ma il Diavolo dai capelli bianchi non fece nessuna di queste cose. Si limitò a scrutarlo con fare pensoso.
- C'è stato un periodo in cui avrei desiderato dei figli...ma ho sempre messo la mia carriera davanti a tutto, quando è stato tempo per queste cose. Poi sono passati gli anni, sono invecchiato e il basket era sempre al centro dei miei pensieri. Sai Hisashi, non tutti gli uomini sono pronti per avere figli. Necessitano una cura e una dedizione che porta a dimenticarti anche di te stesso.-
- Non me lo dica.- sogghignò la guardia - E...non rimpiange di non averne avuti?-
- No, non direi.- continuò il coach - Forse in passato, quando iniziai ad allenare e i risultati non erano quelli che avrei voluto, ma i momenti di sconforto capitano a tutti. E poi sono come puoi vedere sempre a contatto con ragazzi che spesso si comportano come bambini.- e rise, facendolo arrossire.
- Prenditi qualche giorno, va bene?- gli disse il Buddha, cambiando discorso - In questi mesi ti sei allenato tantissimo, il canestro di prima a dimostrarlo ma devi anche riposarti, recuperare le energie che ti toglie la tua paura infondata. C'è solo una cosa che ti chiedo.-
- Qualsiasi cosa.- sussurrò Mitsui.
- Vai in ritiro coi ragazzi.- gli disse Anzai serio.
- In ritiro?- Hisashi fece una leggera smorfia - Non so...-
- E' importante che tu stia con loro adesso. Tu devi sentire che ci sono e anche loro hanno bisogno di te. Siete una squadra di cinque grandi campioni ma quando manca un tassello, manca come una parte di un puzzle.-
- E se mi venissero altre crisi durante le partite?-
- Studieremo in segnale fra te e le riserve.-
- E se commettessi degli errori, se complicassi le cose in campo?-
- Ragazzo mio, e se, e se, e se...- sbuffò allora il coach, facendolo inspiegabilmente sorridere - Non sono da te questi discorsi. C'è un'ultima partita la prossima settimana, prima che ad aprile partiate per Okinawa, vedremo allora. Va bene?-
- E' che...non voglio deludere più nessuno.-
Anzai l'osservò, quasi come per studiarlo - Solo perché tuo padre spara sentenze a raffica non significa che siano la verità. Anche io in passato ho detto troppo cose sbagliate, ho considerato i giocatori come pedine, usando il disprezzo e l'amarezza per pungolarli a fare sempre meglio. Non mi bastava mai nessuno sforzo, non accettavo i loro punti deboli, vedendo debolezze in ogni lato del loro carattere. Solo da poco ho capito che le debolezze sono anche quelle che spingono il giocatore a superarsi. Hanamichi ne è un esempio.-
- Non so come lottare contro questa cosa.- ammise Mitsui - Due anni ho ripreso a giocare perché non sono più riuscito a reggere l'angoscia che mi faceva stare male. Ma stavolta questa paura incontrollata mi toglie le forze e il fiato. Non so da dove cominciare per combatterla.-
- Prova a lasciarla sfogare. Hai del tempo, per farlo. Stanno finendo i play off, a fine aprile quando tornerete inizieranno le finali della prefettura e voglio che tu sia fresco per allora.-
- E se ne non sarà così?-
- Te l'ho detto. Ci penseremo allora.-
- Ma...io non riesco a vivere bene con quest'insicurezza addosso.-
Anzai a quel punto rise di gusto, dandogli una pacca sulle spalle - Lo so,- mugugnò, andandosene alla porta - il tuo talento e la tua bravura sono pesanti da usare. Ma dammi retta ragazzo. Riposati per qualche giorno, poi vai in ritiro con gli altri.- si girò, prima di uscire - Sei un grande campione Hisashi Mitsui. E sei indispensabile alla squadra come gli altri lo sono per te. Pensaci, mi raccomando. Ci vediamo fra un paio di giorni Hisashi.-
La guardia sorrise senza neanche accorgersene, restando di nuovo solo.
Riprese la palla. Tirò.
Canestro.
Uno a zero per lui.



Akagi mollò la palla un attimo, dando un lungo respiro di sollievo.
- Meno male, stavo iniziando a preoccuparmi.-
Naomi Kurata, entrata in palestra durante i loro allenamenti, gli scoccò uno sguardo divertito.
- Fammi indovinare, hanno combinato qualche altro guaio eh?-
- No, in generale niente.- le disse il Gorilla, lasciando gli altri ad allenarsi e seguendo il capitano della squadra di pallavolo sulla porta - Ma se la Kanzaki ti ha detto che stava con Mitsui sono più tranquillo.-
- Ah, allora è lui il problema.- sorrise la Kurata - Stamattina l'ho visto entrare in palestra, poi se n'è andato.-
- Se non altro adesso so che è vivo e cammina.- sibilò il Gorilla con voce cavernosa - Se lo prendo...-
- A proposito, entro sabato devo consegnare i bollettini. Se vuoi darli a me, così ti risparmi un'altra tirata dal Fuggitivo.-
- Si, grazie mi faresti un favore.- bofonchiò, chiedendoli ad Ayako che li aveva già raccolti tutti nella sua cartellina - Tieni. Ah, senti...Yoshikawa...-
- Si?-
- E' proprio necessario portarcelo dietro vero?-
- Purtroppo si.- sentenziò la ragazza schifata - Nessun altro accetta questi incarichi.-
- E dire che Okinawa non è l'Hokkaido.- sbuffò anche Ayako.
- Si ma se ci capitasse qualcosa finirebbero nei guai. Noi siamo i fiori all'occhiello del preside.- spiegò Naomi - E vista e considerata la notorietà degli sportivi in campo del pericolo, in pochi accettano di portarci fuori e così lontano se non i nostri stessi mister. Non so bene perché sia girata così al pelatino ma avrà qualcosa in mente.-
- Vorrà un aumento.- sbuffò la manager.
- Se crediamo alle favole.- sentenziò Akagi - Quello viene per segare i ragazzi agli esami di fine anno.-
- Ce l'avevo anche io, è una spina nel fianco ma so già come sistemarlo.- ghignò perfidamente la ragazza, andandosene via - Tranquilli, ho la situazione in pugno.-
- Per me l'avvelena.- sentenziò Ayako, senza distogliere l'attenzione dagli allenamenti.
- Senti ma solo io ho l'impressione che quelle siano un po' pericolose?- le chiese il capitano.
- Mah, guarda tu! Una fa la ladra, l'Aizawa la sera lavora come cubista, la Noda la mattina impasta biscotti e l'altra metà sono una manica di yankee. Ah, si...e Junko sta con Mitchy. Ti sembrano normali?-
- Perché? Questi invece come ti sembrano?- rognò andando fuori di testa, vedendo Hana, Miyagi e Kaede ribaltandosi addosso alle matricole e innescando l'ennesima rissa. Perché doveva sopportare quegli idioti?
Perché?
- Buone notizie, Mitsui è vivo.- borbottò, appena riuscì a sedare i loro bollori.
- Oh, grazie a Dio!- sbottò il Tensai - Non si riusciva più a reggere il tappo!-
- E che palle, sta zitto!- ringhiò Miyagi seccatissimo.
- Baciamelo Ryo-chan!-
- Do'aho.-
- E tu che vuoi Kit?! Non parlavo con te!-
- Insomma state zitti tutti quanti, cazzo!- esplose Akagi, ficcando un pugno ad ognuno di quei tre e prendendo per sbaglio anche Rei e Nobu - Non voglio più sentir volare una mosca oggi, devo risparmiare le energie per uccidere Mitsui e nascondere il suo cadavere, quindi vedete di non farmi girare le palle o lo seguirete sotto terra!-
- Non è meglio in mare con un paio di scarpe di cemento?- si lasciò sfuggire Miyagi sarcastico, prendendosi un altro pugno. Da lì tacquero usando il poco cervello che si era salvato da quei traumi, anche perché non potevano certo permettersi di non arrivare a sera, vista l'aria di tempesta che tirava.
Alla fine dell'allenamento però c'era ancora qualcuno con i suoi dubbi.
Hana e Kaede stavano accedendo la moto...anzi, Hana guidava e il volpino dormiva, quando Rei fermò il Tensai giusto per qualche minuto. Sakuragi lasciò la kitsune a dormire sulla sella, tanto a quell'ora non sentiva più neanche le cannonate, e se ne andarono a parlare sotto il pergolato del parcheggio.
- Ecco...- Rei era visibilmente ansioso - Senpai sei sicuro che il senpai Mitsui tornerà?-
Il rossino sorrise, un po' stupito, ma anche sicuro del fatto suo.
- Si, lo conosco bene, credimi. Mitchy tornerà presto.-
- E come farà per quelle crisi di panico?-
- Gli daremo una mano noi in campo.- Hana gli dette un paio di pacche sulla testa, come avrebbe fatto col suo cane - Tranquillo, Mitchy è uno con le palle. Non muore neanche se lo ammazzi e poi lui adora giocare a basket. Ha dimostrato che giocherebbe anche con un ginocchio fatto a pezzettini microscopici.-
- Si...va bene...- Manabe abbassò lo sguardo, annuendo.
Hana sorrise di nuovo, salutando il kohai - Tranquillo, credimi. Un paio di giorni e lo vedrai tornare felice come un fringuello. Come al solito farà finta di niente e litigherà col Gorilla, poi tornerà a essere anche più forte di prima!- gli strizzò l'occhio, risalendo sulla Honda - Credimi, al massimo giovedì e sarà di nuovo agli allenamenti. Ciao Rei!-
Manabe alla fine annuì vigorosamente, ringraziandolo poi se ne andò via con Nobu e le altre matricole lasciando Hana alla sua corsa veloce verso la casa sulla spiaggia.
Si, Mitchy sarebbe sicuramente tornato.
Perché era un campione.
E perché se non tornava sarebbero andati a prenderlo per fargli cambiare idea a suon di testate!



 

 

 

 

 

 

 

Spazio autore: ok, a quanto pare ho sbarellato parecchi con questa faccenda delle bacchette. Ragazzi, è ovvio che so che in Giappone si usano le bacchette e non le posate e i badili. Il fatto è che pensavo vi ricordaste che Raim è stata pestata giusto cinque minuti prima, che ha il gesso al braccio destro, e non essendo mancina, a usare la mano sinistra fa parecchia fatica. Ecco perchè fa ridere a vederla usare le bacchette. Devo essermi spiegata male. Comunque, finendola qui, spero che il capitolo vi sia piaciuto, Mitchy avrà ancora qualche strascico ma andrà meglio. Grazie ai nuovi lettori e a presto, anche domani! ;)

 

 

 

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Capitolo 22
*** Orge e Ritiro ***


raim22

 

 

Bisogna dire una cosa su Hisashi Mitsui.
Come d'altronde per Kaede Rukawa.
Almeno queste spiegazioni servirebbero a chiarire la situazione in cui si ritrovò la guardia il lunedì mattina alle cinque, proprio lo stesso giorno in cui lo Shohoku sarebbe dovuto partire per il ritiro.
Ma con ordine...
Quando gente della risma di Hisashi Mitsui o Kaede Rukawa combina qualche guaio, solitamente cosa fa?
Non essendo propria del loro carattere quella molecola che spinge a chiedere scusa o a pentirsi con decenza, si limitano ad assumere quell'espressione da cuccioli abbandonati totalmente adorabile che da che mondo è mondo ha sempre fatto sciogliere sia donne che uomini.
E fu quella sua espressione delusa, confusa e amareggiata che salvò Mitsui da un pestaggio sicuro quando si decise a farsi rivedere in palestra, il giovedì come pattuito con Anzai, dieci giorni prima della partenza per Okinawa.
Quando mise piede nella palestra, Akagi praticamente lo appiccicò all'armadietto e gliene disse di tutti i colori, poi arrivò Ayako e gli rifece la scatola cranica a suon di ventagliate, Rukawa gli passò a fianco scoccandogli un'occhiata assonnata e un grugnito che poteva significare "Bentornato" quanto "Vaffanculo, ma dove cazzo eri?"
Hana gli ficcò una testata per saluto, Rei e Nobu e gli saltarono al collo piagnucolando, Kogure gli chiese cosa stava prendendo per rimettersi a posto i nervi, tipo Prozac o Tavor, mentre Miyagi aveva bofonchiato qualche insulto e si era cacciato sotto la doccia. Fine della fiera.
In campo pure peggio. I ragazzi cercavano di allenarsi nelle partitelle come sempre ma ogni volta che la palla passava a Mitsui tutti lo fissavano come se avesse dovuto scoppiare da un momento all'altro.
Le cose andarono avanti in questo modo per le due settimane in un'altalena di alti e bassi fino all'ultimo allenamento.
Il sabato venne dedicato ai bagagli e all'ultima visita di controllo di Raim, che ormai poteva camminare anche senza stampelle seppur senza affaticarsi troppo, in cui le tolsero il gesso semovibile dal braccio.
Poi arrivò la domenica sera.
E Akira Sendoh se ne uscì con una delle sue brillanti trovate: missione impossibile.
Far divertire lo Shohoku prima del ritiro.
Anche il Ryonan avrebbe già dovuto essere in viaggio per loro destinazione ma purtroppo per loro avrebbero dovuto partire con due giorni di ritardo a causa di alcuni problemi che quel rintronato di Taoka aveva avuto all'ultimo momento e ora il porcospino aveva deciso di salutare gli amici come si conveniva.
In che modo?
Festino a casa sua.
Quale modo migliore per farli divertire un po' se non far sbronzare Hana e compari?
Fu un macello vero e proprio, tanto che Rukawa si pentì immediatamente di essersi fatto trascinare lì come un idiota da Hanamichi e Ryota. C'era un casino allucinante, la musica sparata a palla, un fumo assurdo, studentesse del Ryonan che ballavano sui tavoli, gente imboscata ovunque e alcolici in ogni dove.
Akira sarebbe stato capace di far bere anche uno che era appena uscito dagli Alcolisti Anonimi con la lode e la laurea e fu così che passò la notte. Fra gare di bevute e gran sboccate.
E puntuale come la morte, si presentarono la mattina dopo i postimi indelebili...e la vergogna.
Una grande e profonda beffa.
Hisashi Mitsui aprì gli occhi la mattina di quel lunedì che erano le cinque.
Un fascio di luce filtrava dalle tapparelle della camera di Akira e la guardia avvertì subito un atroce mal di testa.
Come un fulmine che gli attraversava il cranio da tempia a tempia.
Dio...si sentiva a pezzi.
Basta, era l'ultima volta che beveva così!
Poi però si accorse che non era solo in quel letto.
Prima di muoversi contò fino a dieci, poi venti...e infine trovò il coraggio per aprire gli occhi di nuovo.
Ok, Ryota era sul suo fianco destro. Torso nudo e jeans...bocca spalancata tipo ippopotamo.
Akira ce l'aveva letteralmente addosso, a ronfare in maniera altrettanto scandalosa.
Ma perché Sendoh era nudo?
Il meglio venne quando si accorse che Rukawa gli dormiva sulla pancia, abbracciato ai suoi fianchi.
Trovò la forza per spiare sotto le lenzuola solo perché voleva sapere se la sua virtù se n'era volata via come una colomba a Pasqua.
Lui aveva i boxer addosso, idem Akira. Il volpino invece era imbrigliato nel lenzuolo...
Oddio, ma che avevano combinato? In quattro poi! Oddio, questo numero superava di gran lunga ogni sua più perversa fantasia...con delle donne però! Mica con dei maschi!
Cercò di alzarsi in silenzio ma levarsi Sendoh di dosso senza svegliarlo era impossibile...stava pure per urlare per la frustrazione quando davanti alla porta aperta della stanza passò qualcuno.
Hana.
Che ci faceva con tanga da donna in testa?
Si grattava la zucca, mezzo rincoglionito. Pure lui la sera prima aveva bevuto tanto da star male!
All'improvviso però il rossino si girò verso di lui...e facendo sbiancare Mitsui, li mise tutti a fuoco.
Un secondo dopo era già sparito, incurante dei gesti frenetici che gli stava lanciando la guardia disperata. Tornò col cellulare in mano e iniziò a scattare una trafila di foto, una dietro l'altra, e allora Hisashi esplose.
- BRUTTA BASTARDA DI UNA ROSSA!-
- ROSSA A CHI, TEPPISTA DELLA FAVA?!-
Con quel boato Ryota e Akira finirono malamente a terra, il volpino invece si strinse meglio al suo cuscino semovibile.
- Ma che cazz...- Miyagi sentiva il fiele in bocca - Ah...Dio, che schifo!-
- Ma perché sono per terra?- mugugnò invece Sendoh, guardandosi attorno stranito - Ehi...dov'è la ragazza di ieri sera?-
- Ragazza??? Ragazza???- urlò Mitsui - Sei sicuro che fosse una ragazza?!-
- Ohhh...- Hana lanciò un fischio - Tranquillo Mitchy, se fossi stato a letto con l'hentai te lo ricorderesti!-
- Porco.- sbraitò il numero 14 - Qualcuno vuole dirmi come cazzo ci sono finito qui in mezzo?-
- E che ne so...avrai fatto faville ieri notte...- biascicò Ryota, mettendosi a sedere malamente - A proposito...che ore sono?-
- Le cinque.- borbottò Sakuragi...per poi sbiancare - Le cinque! CAZZO E' LUNEDì!-
A quel punto si svegliò anche Rukawa. Si mise a sedere dopo aver ficcato un casuale pugno a Miyagi, Mitsui e pure a Sendoh, senza capire dove fosse finito ma quando guardò pure lui l'orologio da polso lo videro fremere.
Un attimo dopo scattò in piedi, cercando freneticamente i suoi vestiti.
- Merda, abbiamo solo due ore per andare davanti a scuola!- tuonò Hanamichi scatenando il panico - Datevi una mossa voi quattro, subito! Dobbiamo correre a casa e ridarci una sistemata! Via, presto!-
- Se, ammesso che riesca a tenermi in piedi...- rognò il play dello Shohoku, strisciando fino al bagno.
Fu una corsa all'ultimo sangue. I ragazzi salutarono il giocatore del Ryonan con una trafila di bestemmie che Akira sentì con un orecchio solo, salutandoli tutto allegro come se non fosse accaduto nulla, poi ognuno di loro corse alla propria casa.
Si cacciarono sotto la doccia, scartavetrandosi la faccia per darsi un tono ma ebbero un bel d'affare tutti e quattro, anche se Rukawa personalmente si limitò a infilare la faccia in una bacinella piena di ghiaccio sotto lo sguardo divertito di Raim che ora camminava tutta felice, solo con più pochi graffi e lividi addosso.
Raccattate le valigie poi, i ragazzi, seguiti dai rispettivi genitori, corsero al luogo d'incontro.
28 marzo, una data da ricordare.

Erano le sette in punto e davanti allo Shohoku si era radunato il plotone di saluto.
Insegnanti, genitori, curiosi, perfino il Fuggitivo.
Ma di certi quattro idioti neanche l'ombra e ad Akagi stava scoppiando la vena pulsante che aveva sulla fronte.
Sapeva che quei giorni per lui avrebbero significato una cupa depressione ma non credeva che quei quattro maledetti deficienti avrebbero cominciato subito a fargli venire i capelli bianchi all'alba dei vent'anni.
- Lo sapevo...lo sapevo che finiva così!- sbottò furibondo, mentre Rei e gli altri caricavano i bagagli sul pulmino che li avrebbe portati all'aeroporto - Quelli mi spingeranno all'alcolismo, ci metto la mano sul fuoco!-
Kogure, che gli stava a fianco con la classica goccia sul capo, in fondo in fondo non sapeva bene che dirgli.
- Su, anche Yoshikawa è in ritardo. Vedrai che fra poco saranno qua!-
- Si ma perché sempre loro?!- ululò, spaventando anche le matricole della squadra di pallavolo - Conoscendoli Miyagi sarà ancora sotto alla doccia, Rukawa starà dormendo dentro un fosso, quell'idiota di una scimmia sarà di nuovo chiuso nell'ascensore e poi LUI...oh, stavolta ce l'ho fra le grinfie per tre settimane! Giuro che a Mitsui l'anima ardente gliela raddrizzo io stavolta!-
- Tutto bene ragazzi?-
Capitano e vice si girarono, trovando Anzai e sua moglie che si facevano largo fra le compagne della Kurata.
I cestisti si raccolsero tutti allegri a salutare il mister, dato che presto sarebbe arrivato il maledetto vicepreside e allora non ci sarebbe più tanto da ridere. Il coach dette qualche dritta al Gorilla, qualche raccomandazione alle matricole ma stranamente non disse nulla riguardo a quei quattro idioti mancanti.
Sembrava quasi che se l'aspettasse.
Anche Haruko non sembrava fare una piega.
- Come hai risolto poi il problema delle camere fratellone?-
E di nuovo Takenori assunse un'espressione funerea. Sfortunatamente non c'era soluzione a quel maledetto casino. Avrebbe dovuto dividerli in camere e bene o male avrebbe deciso una volta sul posto, anche se sapeva perfettamente che nessuna soluzione li avrebbe salvati da qualche disastro notturno.
Sette e dieci...
Arrivò Yoshikawa sulla sua BMW, tirato come pochi e la testa più lucida del solito.
Il Fuggitivo se ne tenne ben alla larga, lasciando il vicepreside alle chiacchiere con Anzai e l'allenatore delle ragazze che causa motivi famigliari non avrebbe potuto accompagnarle, così scoccò un breve sguardo alla Kurata che gli stava praticamente sotto al naso. E gli sorrideva.
- Te li affido.- le disse, restituendole il sorriso.
Naomi sogghignò con aria birichina - Tranquillo, come al solito non avrai lamentele. Mi spiace solo di averti costretto a venire qui a quest'ora. So che ami dormire fino a tardi.-
L'uomo distolse lo sguardo dalla studentessa, puntandole al cielo limpido.
- Non te l'ho detto ma...domani ho l'istanza per il divorzio.- sussurrò.
La Kurata sgranò gli occhi nocciola, incredula.
- Vuoi dire che...-
- Che sarò libero.- concluse serio il preside che per l'occasione si era almeno fatto la barba - Quindi...bhè, decidi tu, va bene? Io accetterò ogni tua condizione.-
- Naomi eccomi!-
Kyoko Aizawa del quinto anno interruppe quel discorso, arrivando allegra e sensuale come suo solito. A parte le due valigie che mollò le mani delle matricole del basket con un sorrisone da cubista qual era, raggiunse la Kurata a cui si affiancarono anche Akagi e Kogure.
- Tutto fatto.- disse l'Aizawa, scostando dalla fronte i ricci freschi di piastra. Trafficò un po' con la sua tracolla, estraendone un beauty-case anonimo - Ecco, non sai quanti giri ho dovuto fare fra l'altro ieri e ieri sera per comprarne nella quantità giusta. Ho dovuto perfino mandarci mia sorella...ha detto che erano per mia nonna!-
- Però.- Kogure sbirciò stranito nell'astuccio, beccandosi una trafila di boccette arancioni. Sonnifero.
- Chi è che ha il sonno così leggero?- bofonchiò il Gorilla.
Naomi per tutta risposa sghignazzò, indicando qualcuno con un segno del mento.
Yoshikawa.
- Ma sei matta?!- sussurrò Akagi sconvolto - Vuoi farlo secco?-
- Santo cielo, non è mica Demerol!- sbuffò la ragazza agitando la mano - Piuttosto...dove cavolo è la Kanzaki?-
- E' vero...- l'Aizawa si guardò attorno stranita - Junko di solito è sempre puntuale. Lascia, chiedo ad Akane.-
- Come se sapesse qualcosa a quest'ora, non ricorderà neanche come si chiama.- sbuffò la Kurata - Però già che vai chiedile se mi ha portato i biscotti!-
- Attenta capitano, finiscono tutti nelle cosce.- ridacchiò Nanaka, arrivando in quel momento di corsa dal parcheggio dove un taxi l'aveva mollata con la valigia - Buona giornata a tutti!- cinguettò poi al resto della congrega.
- Come tu faccia ad essere sempre così di buon umore non so davvero.- rognò il Gorilla.
La biondina alzò le spalle, divertita - E' una bellissima giornata e partiamo per Okinawa. Non ci vedo niente di meglio.-
- Io si. Quei quattro idioti sotto terra.- sibilò il capitano, cominciando ad incazzarsi.
- Fai cinque, la Kanzaki compresa.- aggiunse la Kurata - Sono le sette e un quarto. Manca anche Raim!-
- Ayako!- Kogure si volse verso la loro manager che stava a chiacchierare con le matricole - Sai qualcosa di Ryota?-
- E' vero!- tubò Nanaka - Dov'è il senpai Cosetto?-
Come chiamato, il senpai Cosetto arrivò proprio in quel momento e a distanza di pochi secondi anche Kay, Hisashi e Junko. Le due auto fecero delle sterzate poco ortodosse ma ci chiusero tutti un occhio, tanto era presente anche Kay che ci pensava già da solo a sistemare quell'idiota del suo fratellino.
Raggiunsero il gruppo mezzi trafelati, la Kanzaki forse con occhiaie peggiori di quelle di Ryota e Mitchy.
- Io mi chiedo perché mi stupisco ancora di queste vostre cazzate!- sibilò il Gorilla, guardandoli attentamente - Si può sapere dove siete stati? E cos'avete fatto piuttosto stanotte invece che dormire?-
- Storia lunga, te la racconto in aeroporto.- alitò il playmaker - C'era traffico dalle mie parti.-
- Se, come no!-
- E che vuoi, è l'ora di punta! La gente lavora!-
- Cosa che voi invece non vi sognate neanche di fare.- li rintuzzò - Faremo i conti più tardi!-
- Già,- aggiunse Naomi verso la Kanzaki - pure con te. Quando ti metti gli occhiali da sole vuol dire che ne hai combinata una. Forza, caricate i bagagli!-
- E Raim, Hanamichi e Rukawa?- chiese Ayako - Ancora non si vedono?-
- Oh, arriveranno.- ansimò Hisashi, attaccandosi alla bottiglietta d'acqua che gli passò la manager - Erano dietro di noi, sono rimasti sotto un semaforo.-
Ayako intanto si affiancò a Ryota mentre sistemava i bagagli con le ossa a pezzi.
- Fammi indovinare...- rise paziente al suo orecchio - Sendoh c'è andato pesante.-
- Aspetta che arrivi Hana.- Miyagi quasi sentiva ancora i conati di vomito dopo tre caffè - Ha delle foto sul cellulare che sono la fine del mondo!-
- Vedi quel cellulare dove glielo ficco se prova anche solo a mandarle in giro!- ringhiò Mitsui raggiungendoli.
- Tanto gliel'avrà già sequestrato Rukawa, tranquillo.-
- Ma se dormiva!-
- Insomma, ma si può sapere che avete fatto?- s'intromise Ayako.
Play e guardia si scoccarono un'occhiata - Diciamo...un'ammucchiata!-
La mora non fece in tempo neanche a chiedersi se non avessero davvero annegato i due soli neuroni che avevano nel troppo sakè quando arrivarono Hana, Kaede e Raim in macchina, con la signora Kana.
Fu solo grazie alla presenza della madre del do'aho che Yoshikawa non si mise subito a sbraitare come un ossesso, infatti il vice preside come tutti gli snob aveva rispetto a priori per i genitori dei suoi studenti che avevano un lavoro con un reddito al di sopra del suo e la signora Kana, in quanto primario del Seirin, bastava a fargli chiudere la bocca.
Lo stesso era successo con Kay ma il fratello di Mitchy aveva subito cercato di scollarselo di dosso visto che era allergico a qualsiasi tipo d'insegnante.
Caricati gli ultimi bagagli e prese le stampelle di Raim, salutarono la madre di Sakuragi e finalmente salirono sul pulmino. Kaede era dietro alla rossa, moribondo, e tempo di arrivare in mezzo al corridoio venne salutato dal più cinguettante e stridulo "Buongiorno senpai Rukawa!" mai ricevuto.
Erano state le kohai della squadra femminile e Rei e Nobu a fargli quel lavoro, tanto che dovette portarsi le mani alle tempie. Dio...era l'ultima volta che beveva, era una promessa solenne.
Passò fra mocciose che si sbrodolavano al suo passaggio e quelle più grandi che se lo mangiavano con gli occhi, poi riuscì a imbroccare uno dei posti in fondo e ad allungarcisi. Fantastico, due sedili solo per lui.
Aveva Akagi e Kogure a fianco, Ayako dietro di lui mentre negli ultimi cinque posti c'erano Mitsui che già dormiva probabilmente, vista la visiera del cappellino tirata sugli occhi, Ryota e Raim che così poteva allungare la gamba sinistra e buttare le stampelle dove voleva. Le matricole e le riserve sparse un po' ovunque, la Kanzaki ancora giù dal pullman a salutare il preside con Nanaka alle costole...e il do'aho naturalmente a piangere come una fontana attaccato alle gambe della Piattola.
- Ma quanto è imbecille...- si schifò Akagi.
- Idiota, aspettiamo tutti te!- gli ricordò Ryota, attaccandosi al finestrino - Haruko dagli un calcio e fallo volare qua, forza! Oppure digli che ti racconti che ha fatto ieri sera!-
- Tappo sei un bastardo!- strepitò il rossino inferocito.
- Veramente dovreste raccontarla a tutti questa storia.- ghignò Raim - La kitsune non s'è sprecata molto.-
- Tranquilla Kirara, hanno tre settimane per spiegarcelo.- sibilò sarcasticamente il Gorilla, lanciando occhiate di fuoco a quei quattro deficienti - Muoviti Sakuragi!-
- Arrivo, arrivo!- sbuffò il Tensai salendo sul pulmino con passo strascicato - Uomo senza cuore, non sai vuol dire lasciare quel fiorellino di tua sorella per tre settimane!-
- Già, il tanga di stamattina a dimostrarlo.- sussurrò acidamente Mitsui.
- E sta zitto teppista.- rognò Hana, lasciandosi andare sulle gambe di Rukawa che cacciò una bestemmia, neanche a voce tanto bassa - Allora, si parte o no?-
- Sai che hai una bella faccia tosta?- rognò Ayako - Abbiamo il volo fra due ore e siamo già in ritardo.-
- Ma va? Niente appello come all'asilo?- frecciò ancora Hisashi.
Naturalmente, manco a dirlo, quel bastardo di Yoshikawa si attaccò niente meno che a un microfono, sfondando il cervello di quelli che la sera prima avevano alzato troppo il gomito, e si mise a fare l'elenco dei presenti dal primo anno al quinto. I cestisti erano in quindici, quella della pallavolo in una ventina.
Arrivato ai nomi di Hana e Kaede il suo tono era diventato una specie di roco mugugno e quando concluse con Mitsui era diventato un sibilo animalesco.
- Ma lo sa che ti sei fatto sua figlia?- gli chiese Ryota.
- Si...almeno credo.- bofonchiò la guardia, tornando a calarsi la visiera sul naso e ficcandosi le cuffie nelle orecchie.
- Mi sa che non avrai vita facile.-
- Credo anche io...ha perfino chiesto a Kay se prendo delle medicine.-
- Si, in effetti avete la faccia di gente che s'è calata qualcosa.- ridacchiò Ayako davanti a loro.
- Quindi ieri sera brutti cattivi avete fatto festa!- se ne uscì Nanaka col broncio - Perché Sendoh non me l'ha detto?-
- Perché non può permettersi si avere un figlio a quest'età, chiaro?- fece la guardia ironica.
- Hisa sei perfido!-
- Prenditela con gli altri, eravamo solo noi sai? Non c'erano neanche Raim, Ayako e Junko.-
- Ehi volpacchiotto, perché non mi hai avvisato?-
Kaede fece finta di dormire, nascosto letteralmente sotto il cappuccio della felpa e il resto del tragitto all'aeroporto fu un vero inferno. Tutti erano ancora abbastanza sonnolenti anche se c'era gente che aveva dormito qualche ora in più dei titolari della squadra di basket. Comunque gli unici a far chiasso erano le matricole.
Quelli proprio non c'era verso di tenerli fermi, comprese le mocciose che si lanciavano cd da un sedile all'altro, per non parlare di quel bastardo di Yoshikawa che gracchiava nel microfono e a momenti faceva anche schiantare l'autista.
Quando arrivarono mancò poco che Akagi, Junko, l'Aizawa e la Kurata baciassero la terra.
Dopo la coda delle faccende per l'imbarco e tutto il resto, si misero in attesa nella sala d'aspetto e fu lì che il grande potere di una donna si dimostrò nuovamente e di gran lunga molto più utile di quattro pugni in faccia.
Mitsui, Hana e Raim erano nella piazzola a sfumazzare con la Kurata e da lì si godevano uno spettacolo non di tutti i giorni. Kyoko Aizawa stava ampiamente intortando Yoshikawa con le sue movenze e suo bel faccino. Era bastato spingersi un po' verso di lui con un po' di seno in bella vista e già si era dimenticato di tutto.
Senza contare che la Kurata era stata una delle sue allieve più brave e che con lui aveva un minimo di dialogo che, con l'aiuto di qualche colpo di ciglia e qualche moina, sarebbe servito ai loro scopi. Ovvero la libertà di organizzarsi il ritiro come volevano.
- Già, hai ragione.- le disse Raim fissandolo attentamente - L'albergo è grande e la tenuta attorno anche di più. Se avessimo sempre lui alle costole non potremmo fare niente di niente.-
- Ho sonniferi abbastanza per stecchirlo quando voglio.- confabulò Naomi - E Kyoko se lo sta già rigirando per bene. Spero solo che Hito mi abbia già chiamato il fabbro.-
- Il fabbro?- Hana la guardò senza capire - Cosa significa?-
- Ve lo spiego una volta arrivati.- sorrise la ragazza - E tu Raim? Riposo assoluto spero.-
- Ho ancora qualche graffio e alcuni lividi. Mi basterà un'altra settimana.- rispose con un leggero ghignetto - Comunque chi si lamenta! Me ne starò a prendere il sole mentre voi vi allenate in spiaggia. Non chiedo altro.-
- Tranquilla, non sarai sola visto che sua maestà Kanzaki deve cambiarsi i pesi fra qualche giorno. La terrò buona per due o tre allenamenti, per darle il tempo di rilassare i muscoli.- disse il capitano della squadra di pallavolo - Ma per qualche giorno devo comunque occuparmi di sistemare Yoshikawa. Dalla sua stanza alle nostre e tutto il resto.-
- Dovremmo trovargli una donna.- ridacchiò Mitsui svagatamente - Questo si che ce lo leverebbe dalle balle.-
- Mica male sai, come idea?- se ne uscì la Kurata.
Hisashi quasi si strozzò col fumo - Ehi, stavo scherzando!-
- Io no.- sussurrò Naomi - E' vero, con una donna fra le grinfie andrebbe fuori di testa!-
- Ma non è sposato?- chiese Hana schifatissimo.
- Ma va, è divorziato.-
- Chi se lo tiene uno così!- rincarò anche Raim - E' asfissiante. E pure maligno e infido!-
Un'ora e mezza dopo erano all'imbarco, con Hana che come al solito perse il biglietto e lo ritrovò all'ultimo momento infilato fra i boxer e i jeans. Se ne prese di tutti i colori e due matricole della Kurata dovettero essere calmate perché avevano paura di volare quando poi si venne a sapere che c'erano casini con le valigie e che si sarebbe ritardato il volo di una mezz'oretta.
Rukawa ne aveva già basta.
Asserragliato sul divano accanto ai bagni dove Mitsui aveva la testa infilata sotto al lavandino, sapeva perfettamente che quegli sbattimenti gli levavano le energie per giorni interi.
Almeno fino a quando qualcuno non gli carezzò dolcemente il viso. La conosceva quella carezza e quel tocco.
Afferrò la mano di Raim, stringendola dolcemente e riaprì gli occhi.
- Stanco?- sussurrò la rossa.
- Hn.-
La rossa gli toccò la fronte tiepida ma a ben guardare era stupendo come sempre, anche se era in preda ai postumi della sbornia. Aveva ancora la mano stretta nella sua quando Kaede dette un colpo leggero, portandosela vicino.
Non l'aveva più sfiorata da quando era stata coinvolta in quella rissa un mese prima. Non sapeva come ma ce l'aveva fatta e ora si sentiva tanto assatanato da fare schifo, cosa a lui mai successa.
E poi non era una cosa puramente fisica. Era anche un desiderio di sistemare le cose.
Lui le aveva detto chiaro e tondo cosa provava...ma Raim mai.
Erano ancora lì avvinghiati senza far nulla quando Mitsui aprì la porta, cadaverico.
Li guardò e stranamente non disse nulla. Fortunato Rukawa che aveva le energie per baccagliare.
Un quarto alle undici il volo per Okinawa era sulle piste. L'aereo decollò dolcemente.
- Miseria.- Kogure guardava fuori dal finestrino, senza quasi crederci - Il preside se le tiene bene davvero le ragazze se le spedisce sempre a Okinawa in prima classe.-
- Bhè, considerato che gli riempiamo tutti quanti compresi voi la presidenza di trofei e titoli di campioni nazioni non credo che potrebbe far di meno.- rise l'Aizawa, seduta nei sedili sul lato sinistro con la Noda, leggendo un giornale.
- E aspettate di vedere l'albergo.- rincarò la Kurata, svaccata comodamente con Nanaka davanti al sedile di Akagi.
- Sarà...ma il meglio sono le palestre.- sentenziò l'Aizawa seria.
- Il Fuggitivo è amico dei gestori dell'albergo.- spiegò Naomi, sbadigliando - E il padrone è una bravissima persona, ci accoglie sempre come figlie.-
- Chissà se è preparato a trovarsi questa manica di idioti.- sibilò Akagi, scoccando occhiatacce ai suoi titolari.
- Figurati.- rise il capitano della squadra femminile, divertita - Non te l'ha detto il preside? Il padrone, Hito, è un ex giocatore di basket. Suo padre era americano e lui giocava come riserva nei Raptors.-
Chi non dormiva dei ragazzi, quasi rimase senza fiato. Uno dei Raptors? Cazzo!
- Dovete vedere che casino fa ogni anno con le partite di stagione.- aggiunse la Noda, forse la più tranquilla della squadra - Ha una parabola gigantesca e ci sono sere in cui tutto il paese raggiunge l'albergo per urlare contro il televisore. Sono sicura che Hito vi piacerà.-
- A questo punto possiamo solo sperare in bene.- sospirò Ayako - Dai capitano! Al massimo li piazziamo tutti davanti alla tv e vedrai che se ne staranno buoni!-
- Credi che basti quello?- rognò il Gorilla - Pensi in positivo eh?-
- Tanto sono dei rottami, non vedi?-
- Due giorni e scoppieranno di salute.-
- Puoi sempre farli bere ogni sera no?-
- Col cazzo!- sbottò Hana più dietro - Io con l'alcool ho smesso!-
- L'hai detto anche al compleanno del Gorilla.- gli rinfacciò Ryota sarcastico.
- Ehi teppista sei vivo?- lo ignorò il Tensai - Te lo sei fregato tu il mio cd del Coldplay?-
- Dorme.- gli disse Junko.
- Ce l'ho io Hana.- lo informò Raim.
- Allora tienilo. Lo facevo solo per rompergli le palle.-
- Stronzo.- bofonchiò Mitsui, sonnecchiando.
Il volo durò tre ore e quando atterrarono fu difficile svegliare certi soggetti. Sulla porta dell'aereo venne investiti dal caldo clima di Okinawa e dovettero mettersi letteralmente in maglietta.
Il sole batteva a picco e infastidiva gli occhi ma il paesaggio era fantastico.
Hana aveva i nonni lì e ci era abituato ma la vista toglieva comunque il fiato...
Raccattate le valigie, Yoshikawa già comandava come un duce e sbraitava perché chi doveva andare a prenderli ancora non si era presentato. A dire il vero dovettero aspettare poco perché arrivò un pulmino bianco tutto scassato a raccattarli con un gentilissimo signore sulla cinquantina tutto abbronzato con una camicia colorata.
Dette il benvenuto, poi si misero tutti comodi per l'ennesima volta e attesero di arrivare all'albergo.
Le ragazze della Kurata ormai conoscevano bene il posto e sfruttarono l'oretta di spostamento per riprendersi ma la matricole, di nuovo allegre come fringuelli, dettero il via a un cicaleccio che avrebbe potuto spingere qualcuno alla strage. Rukawa si chiedeva come avrebbe potuto sopportare quel casino per ventun giorni.
Un suicidio.
Perché quei marmocchi non tacevano? E perché quelle cretine continuavano a chiedergli cose inutili e a disturbare il suo sonno eh? Forse era meglio chiedere alla Kurata qualcuno dei suoi sonniferi.
Mancavano pochi minuti all'arrivo e avevano passato alcune villette bellissime, mille palmeti e la costa era sempre più vicina. Ecco, si vedeva un albergo bianco con un sacco di vetrate e con tanti fiori rossi.
- E' quello?- chiese a Raim.
La rossa distolse lo sguardo dal giornale che leggeva, sorridendo.
- Si, è quello. Fantastico vero?-
- Hn.- mica male i gusti del Fuggitivo!
All'improvviso quel pelatino di Yoshikawa richiamò di nuovo l'attenzione del gruppo, arcigno come sempre.
- Colgo al volo l'occasione per mettere subito in chiaro le cose.- sentenziò, storcendo il naso - Allora, prima di tutto mi aspetto da voi il decoro richiesto a qualsiasi studente. Prendete questo viaggio come una gita d'istruzione.-
- E' un ritiro sportivo, pezzo d'idiota.- sibilò Mitsui dal fondo - Piccolo hobbit del cazzo che non sei altro.-
- E per decoro intendo decenza nei vostri rapporti interpersonali!- aggiunse il professore, alzando la voce - Non voglio guai in queste settimane, quindi fate attenzione a ciò che fate! Poi pretendo gentilezza e cortesia verso chi ci ospiterà e ogni settimana controllerò personalmente l'andamento del carico di compiti e lezioni che i vostri professori vi hanno affidato. Ma ciò che più ritengo importante è il rapporto che instaurerete fra le vostre squadre. Tutto chiaro fin qui?-
- In poche parole usate il preservativo no?-
La voce dell'Aizawa in sotto fondo scatenò un coro di ghignate che fece arrossire il vice preside.
Alla fine dovettero dare una sorta di assenso, facendo tutti i bravi bambini e annuendo a comando, così Yoshikawa riprese - E per concludere, sappiate che il primo che sgarra dovrà risponderne al preside. Mi aspetto maturità e intelligenza...da tutti voi.- e puntò i suoi fanali su Hana e Kaede. I due non fecero una piega ma dentro alla testa avevano una mezza idea di buttarlo giù dal promontorio.
L'albergo si chiamava Summer Inn ed era una specie di reggia.
Di quattro piani, diviso in altre due sezioni oltre a quella centrale. Tre piscine interne. Con un grande ingresso formato da ampie vetrate e un giardino apocalittico colmo di palme e oleandri.
Dava sul mare e c'era una spiaggia privata con qualche ombrellone già sparso qua e là.
Su una terrazza qualche ospite e qualche turista.
Matricole e i cestisti non poterono che reprimere un fischio.
- Seguitemi.- ordinò Yoshikawa mentre certi strani soggetti raccoglievano i loro bagagli.
Una volta nella hall del cinque stelle, sembrava di stare al Ritz.
- Ecco la nostra bella alcova di piacere.- sorrise appena la Kanzaki, ferma davanti alla fontana.
Mitsui, che le stava a fianco, le scoccò una breve occhiata rovente.
- Non provocarmi o ti ritrovi stesa in orizzontale all'istante Junko.-
Lei ridacchiò rocamente, stringendogli la mano - Si, certo. Magari quando di sarai tolto quell'aria da vampiro sull'orlo del collasso, eh?-
- Non scherzo.- le sussurrò nell'orecchio, stringendola forte - Ho intenzione di godermi questa scampagnata.-
- Allora siamo in due.- replicò, fissandolo negli occhi.
Peccato che ci fossero stati troppi occhi indiscreti in giro perché ora nella testa della guardia frullavano un bel po' di idee che avrebbero fatto arrossire anche Sendoh.
Anche gli altri comunque non erano meno impressionati. Hana, Rei e Nobu avevano il naso per aria e non stavano fermi un attimo, Kaede invece aveva subito puntato il suo radar nel salone dove troneggiava uno schermo piatto a cristalli liquidi grande quando la fiancata di una Ferrari e sulla terrazza faceva bella mostra di sé il satellite più grosso che avesse mai visto. Dio, allora quel ritiro non sarebbe stato così devastante come pensava.
- Ben arrivate ragazze!-
La squadra di pallavolo si volse quando una signora sulla quarantina in tailleur chiaro le raggiunse, proprio mentre Yoshikawa parlava con un tizio altissimo, sui due metri e dieci.
- Signora Ikuko!- le ragazze le volarono addosso, abbracciandola stretta. Mancò poco che la buttassero per terra ma la donna sembrava molto felice di rivederle e anche molto espansiva.
- Oh, guardate come siete cresciute!- sorrise - Le mie bambine! Sono così contenta di rivedervi!-
- Anche noi signora!- la Kurata le fece un cenno di saluto - Qui non è cambiato nulla.-
- Neanche tu sei cambiata signorinella!- ridacchiò la proprietaria - Sei diventata una donna Naomi!-
- Oh e io no?- si mise in mezzo l'Aizawa giuliva.
- Ma guardatevi...di nuovo campionesse! Ero sicura che sareste tornate di nuovo col vostro titolo! E Junko, tesoro!- la Kanzaki venne stretta in una specie di morsa ma non fece storie, anzi, sorrise - La mia bambolina! Ancora con questi capelli corti, figliola quando te li farai ricrescere eh?-
- Già, ce lo chiediamo tutti.- ghignò la Kurata.
- Shige sarà felice di rivederti.- la signora guardò maliziosamente la schiacciatrice - Non vedeva l'ora che arrivaste!-
Junko non replicò, limitandosi a stringere le spalle mentre le sue compagne ridacchiavano.
- Buon pomeriggio signora.- le disse anche Raim - Come sta?-
- Kirara.- la donna la guardò da capo a piedi - Speravo che tornassi anche tu. Allora signorine, ditemi...- e scoccò un sorriso ai ragazzi - Vedo che quest'anno siete in dolce compagnia.-
- Già.- la Kurata indicò il gruppo dei cestisti - Le presento il club di basket dello Shohoku, campiona nazionali.-
- Molto piacere!- scandirono tutti i coro, quasi facendole un inchino.
- Il piacere è mio ragazzi.- disse la signora Ikuko - E' bello avere dei giovani qui, spero che vi troverete bene da noi.-
- Oh, non c'è dubbio.- le disse Ayako - E' un posto bellissimo.-
- E anche un posto dove regna la pace.- borbottò una voce alle loro spalle.
Tutti si girarono, trovandosi il gigante con cui aveva parlato Yoshikawa.
Hito Ikuko era imponente, sui quarantasette anni, con alcune rughe attorno al viso e l'aria severa. Due occhi neri da far paura. Perfino Akagi ebbe la vaga impressione che era meglio non farlo incazzare.
- Buon pomeriggio Hito-san!- cinguettarono le ragazze della pallavolo.
- Buon pomeriggio.- le seguirono i ragazzi, un pelino spiazzati.
- E così quest'anno abbiamo anche esemplari del club di basket eh?- fece il proprietario.
- Già!- rognò Yoshikawa seccato - E le posso assicurare che non sono docili come le ospiti che conosce da anni. La squadra di basket del nostro liceo ha sempre dato guai.-
A parte corna e coda che spuntarono un po' a tutti i ragazzi insieme alle fiamme che li attorniavano, Akagi si fece avanti e fece un rispettoso inchino all'ex giocatore.
- Le prometto che non avrà noie o problemi da noi.-
L'uomo gli scoccò un'occhiata obliqua - Lo spero. Vice preside, per le due squadre abbiamo riservato l'ala turistica. Siamo fuori stagione e sarà ad intera disposizione dei suoi studenti.-
- E' quella che dà sulla spiaggia.- sorrise la signora Ikuko - C'è una vista fantastica.-
- Ottimo.- scandì Yoshikawa - Forza, prendete i vostri bagagli!-
Mentre passavano, la Kurata passò sotto il naso di Hito Ikuko e Hana stranamente credette di averlo visto strizzarle l'occhio, ma forse se l'era solo sognato. Quel tizio sembrava uno delle SS!
Raggiunsero lo stabile a destra di quello centrale dell'albergo e in effetti era una sistemazione eccezionale.
Le loro stanze erano divise su due piani, il primo e il secondo che dovettero raggiungere con l'ascensore e avevano una specie di sala comune dove potevano riunirsi davanti a una tv.
Yoshikawa avrebbe dormito con loro, al primo piano ma fuori dal loro corridoio, per controllarli.
O almeno così aveva detto.
- Bene.- sentenziò il pelatino - Lascio ai capitani il compito di dividervi...con intelligenza!- aggiunse poi, sempre più insopportabile - La mia camera è qua vicino, appena vi sarete sistemati voglio avere le divisioni, chiaro?-
- Ma certo.- dissero la Kurata e Akagi.
- Non si preoccupi.- gli disse Hito Ikuko - Me ne occuperò io.-
Appena il vice preside bastardo se ne fu andato fuori dai piedi, ci fu una specie di cambio di personalità.
Un attimo di silenzio e...le ragazze saltarono letteralmente al collo del padrone che perse la sua smorfia insofferente. Il suo grugno si piegò in un sorriso e le abbracciò tutte.
- Ma che è, ha la sindrome di Mister Hyde?- sussurrò Hana.
- Bhò,- mugugnò Ryota mezzo sconvolto - comunque è molto meglio così!-
Infatti il colosso salutò le ragazze una a una, poi si rivolse a loro.
- Scusate ma Naomi mi aveva avvisato che il vostro vice preside è particolarmente rigido. Fate come se foste a casa vostra.-
Ora lo baciavano davvero. Hana e Miyagi avevano già le stelline negli occhi. Lo adoravano!
- Stia tranquillo, non daremo guai. Yoshikawa esagerava.- gli disse Akagi.
- Si ma siete comunque ragazzi.- ghignò il padrone con aria complice - Non suore, o almeno spero!-
- Già mi piace.- sussurrò Miyagi.
- A chi lo dici senpai.- tubò Rei.
- Bene, ecco i pass.- Hito Ikuko mollò una ventina di schede magnetiche alla Kurata e al Gorilla - Dividetevi come volete. Alcune camere hanno dei letti matrimoniali, ma sono comunque camere con due letti, nessuna da tre e se volete i futon sono nell'armadio. Riposatevi e fatevi due passi, ci rivediamo a cena.-
- Grazie mille Hito-san!- dissero tutti in coro.
- Ah, Naomi!- le disse, prima di andarsene - Yoshikawa ha una chiave universale che entra in ognuna delle vostre serrature sotto la porta delle schede, l'ha richiesta per controllarvi e chiudervi dentro la notte. Il fabbro ti aspetta stasera verso le undici.-
- Fantastico Hito!- replicò giuliva - Sei un amico! Ci vediamo più tardi!-
Un minuto per raccapezzarsi e svaccarsi seduti in corridoio per aspettare le disposizioni e poi i capitano iniziarono a rastrellare. Iniziò prima la Kurata, tirando fuori il figlio spiegazzato su cui aveva appuntato i nomi.
Partì dalle matricole per salire alle titolari.
- Watanabe e Asuka Asari nella 203, Endo e Sato nella 204, Oshima e Sawanoguchi nella 207, Michiru e Morishita nella 208.- e lanciò le tessere alle interessate - Al piano di sopra Kyoko e Akane nella 212,- sentenziò mentre la Noda e l'Aizawa filavano sulle scale - Nanaka tu sei con Mizuha Maeda qua sotto nella 206.-
- Ehi, un attimo.- Junko era rimasta gelata - E io dove vado?-
- Con me al piano di sopra.- le disse la Kurata con aria angelica - Non ti va bene?-
La Kanzaki a momenti svenne addosso a Mitsui.
- Ma neanche morta!-
- Preferisci andare con Nanaka?- replicò Naomi perfidamente.
- Dammi quella tessera!- ringhiò, filando via come un treno, inferocita.
- Perfetto, noi abbiamo finito.- sorrise il capitano - Se avete bisogno sporgetevi dal balcone, tanto siamo sopra di voi! Ci vediamo in giro o a cena, ok?- e se ne andò lasciando a tutti la sicura sensazione che la Kanzaki avrebbe avuto pane per i suoi denti per tutto il ritiro.
- Bene.- Akagi si volse verso i suoi allegrissimi compagni. Tutti dei moribondi.
- Ayako e Raim nella 195.- e facendo piangere Miyagi come una fontana spedì le due manager nella parte sinistra del corridoio dove c'erano le altre ragazze della pallavolo - Poi...Ishii e Kakuta qua nella 192, Yasuda e Shiozaki in quella a fianco. Rei e Nobu nella 194 e vedete di non far subito casino!- li ammonì, visto come schizzavano via - Se vi sento giocare coi videogiochi in piena notte arrivo e vi sego le gambe, chiaro?-
- Chiaro Gor...capitano!- si corressero, scappando a gambe levate.
- Cretini! ...Infine...Mahiro e Seiichi nella 193. E ora arriviamo a noi.- appallottolò il foglio, incrociando le braccia e inquadrando i cinque rimasti. Mitsui lo guardava svagato, Rukawa a momenti dormiva con gli occhi aperti e le facce angeliche di quegli altri due gli facevano formicolare le mani, ma doveva trattenersi.
- Io non posso crederci...- iniziò - Io non voglio e non posso pensare di dovervi mettere in camera insieme ma sono costretto per forza di cose a fare una scelta.- Takenori storse la bocca - Mi sono scervellato e non ho risolto un bel niente. Se metto Mitsui e Sakuragi insieme rischio che l'albergo sprofondi mentre se metto nella stessa stanza voi due...- e indicò sempre Hisashi ma stavolta con Kaede - ..rischio che vi caliate chissà quale pasta e mi diventiate ancora più rincoglioniti di quello che già siete. Quindi, onde evitare imprevisti, la soluzione è una sola.-
La guardia e l'ala piccola, non avendo capito nulla, si guardarono.
- Hai dietro delle paste?- bofonchiò Mitsui.
La volpe alzò le spalle - Tu?-
- Fate silenzio, imbecilli!- sbottò il Gorilla.
- Eddai Takenori, non sono mica animali in fondo.- rise istericamente Kogure.
- Grazie tante.- frecciò Hana - Allora Gori? Dai che voglio farmi una doccia!-
- Tenete!- sbraitò - Mitsui e Miyagi nella 200, Rukawa e Sakuragi nella 201. Io e Kogure saremo qua davanti nella 199 con Raim e Ayako, quindi vedete di non far casino, chiaro? Specialmente voi due!- ordinò cavernoso, fulminando con gli occhi Hana e Kaede - Se sento un fiato vengo e vi faccio passare la voglia. Cercate di controllarvi!-
- Tranquillo capitano.- borbottò Ryota con un mezzo sorriso - Non abbiamo bombe nelle valigie!-
- Già.- ridacchiò anche Hana andandosene - Ehi Mitchy, il fumo ce l'hai tu vero?-
- SPARITE!-
Se ne andarono tutti in un coro di ghignatine, tanto ormai erano in quel posto da favola. Tanto valeva approfittarne no?
- Speriamo bene.- sbuffò il Gorilla, chiudendosi in camera col quattrocchi.
Quando Hana aprì la porta però, smise si ridacchiare. Perfino Kaede si svegliò un tantinello.
La stanza era spettacolare, luminosa, con una grande porta finestra che dava su un bel balcone. La spiaggia era poco lontana e c'era davvero una vista bellissima, come aveva detto loro la proprietaria.
Un letto matrimoniale gigante, minibar, una piccola tv e lettore, bagno stratosferico e tutto lo spazio necessario per farci stare comodamente tre baracchini di ramen coi loro clienti.
- Vacca bastarda.- alitò il rossino, mollando borsone e valigia in un angolo - Hai visto che roba Kit?-
- Ehi gente!-
Qualcuno li richiamò da fuori e il Tensai corse sul balcone. C'era Miyagi, mezzo sconvolto, oltre la balaustra che distava appena mezzo metro dalla loro.
- Oh ma avete visto?- ridacchiò il tappo - Questo ritiro non sarà poi così massacrante sapete?-
- A chi lo dici!- Sakuragi guardò in su - Mamma mia! Questo posto è veramente una favola. Quando vengo dai miei nonni ne vedo tanti di alberghi così ma questo è bestiale! Kitsune! Vieni a ...ma tu guarda!- Hana scosse il capo, vedendo che Rukawa si era appena svaccato a letto. Appoggiata la testa, si era già impiombato.
- Deficiente.- sibilò.
- Oh, non è l'unico.- fece Ryota con un sospiro - Hisa ha mollato le valige, s'è lavato la faccia e messo sul materasso per lungo. Non hanno proprio il fisico!-
- Eh, mica sono dei geni come me!-
- Ma vai va!-
Per tutto il pomeriggio, a differenza delle previsioni di Akagi, nessuno fece chiasso. Le matricole se ne andarono a spasso senza far danni, mentre i suoi cavalli da combattimento praticamente neanche uscirono dalla loro stanze.
Dovevano averci dato dentro parecchio per addormentarsi come pere alle due e svegliarsi alle sette ma se non altro anche il Gorilla poté tirare il fiato.
La cena era alle otto e mezza e i primi cominciarono a trovarsi nella saletta o davanti agli ascensori.
Junko fu una delle prima a scendere, appunto per levarsi dalle scatole la Kurata, e trovò anche Raim.
La rossa le sorrise, vedendola arrivare in jeans e maglietta smanicata.
- Ehi...senpai ti sei riposata?-
- Si, abbastanza mentre sua maestà sistemava la sua armatura da combattimento e disseminava le sue cose per tutta la camera.- rognò cupa - E tu? Dormito?-
- Due orette.- rispose Raim - Hai visto Shige in giro?-
- No, sarà a pescare.- borbottò la Kanzaki incurante.
- Gliel'hai detto a Mitchy?-
- Non ancora.- Junko schiacciò il pulsante dell'ascensore - Ma non gli ho mai promesso niente.-
- Si, lo so.-
- Credi dovrei dirglielo?-
Raim sogghignò - In fondo è Shige ad essere innamorato di te, no? E poi è una persona gentile e riservata, non direbbe niente in sua presenza.-
- Si, è vero. Ci sono ancora uomini decenti al mondo.- frecciò la schiacciatrice mentre le porte si aprivano - Andiamo.-
Chiuse nell'ascensore, Junko teneva lo sguardo basso, pensosa.
- Ma non ti piaceva neanche un po'?- le chiese Raim con un sorriso - In fondo è molto carino.-
- Già.- la Kanzaki però sembrava non curarsi della cosa - L'hanno scorso mi ha fatto promettere che quest'anno gli avrei dato una risposta. Il problema è che è molto sensibile e poi con queste cose non ci so fare.-
- Figurati!-
- Guarda che è vero...-
La rossa la guardò attentamente - Forse è meglio se gli dici subito la verità.-
- Già. Domani mattina andrò a cercarlo in spiaggia.-
- Sempre con la canna in spalla eh?- rise l'altra divertita.
- Lascia stare.- si aprirono le porte e cominciarono a bighellonare nei corridoi dell'hotel. Guardandosi in giro si vedevano alcuni soggetti parecchio strani, tipo uomini d'affari sulla sessantina con attaccate al braccio ragazze che a momenti avevano quarant'anni meno di loro, compagnie di americani e delle donne sole.
Per il momento poche famiglie e pochi bambini.
Salutarono la signora Ikuko e andarono in terrazza, a sedersi a uno dei bianchi tavolini davanti ai dondoli.
C'erano dei matti che facevano il bagno al buio...
- Allora? Come sta il ginocchio?-
Raim si massaggiò la rotula con un mesto sorriso, sentendo qualche leggero dolorino.
- A dire il vero posso camminare tranquilla ma dopo un'oretta mi devo fermare. Non credo che potrò venire a fare molti giri con voi. Per il resto va abbastanza bene...ho dei lividi sui fianchi e sulla gamba, mentre i punti sulla scapola non si vedono più. Le cure hanno fatto il loro effetto.-
La Kanzaki la guardò un po' scettica - Diciamo che è Rukawa ad aver fatto effetto. Ti conosco, non ti ricordi di prendere lo spray per la gola neanche quando ce l'hai in fiamme.-
- Bhè, in effetti mi ha aiutato molto.- ammise la manager del club di basket, imbarazzata - Ho passato le prime due settimane in braccio a lui, per spostarmi da una stanza all'altra.-
Junko alzò un sopracciglio. Ora la sua espressione stava mutando...in malizia.
- Dì un po'...quando la finirai di fare la dura eh?-
- Senti chi parla senpai.- la prese in giro Raim - Mitchy a momenti ha dovuto mettersi in ginocchio per te!-
- Che centra, s'è ripassato mezzo Shohoku!-
- Resta comunque il fatto che tu la corda l'hai tirata per mesi interi!-
- Si ma Hisashi non è Rukawa.-
- No, questo è vero.-
La schiacciatrice osservò attentamente la sua kohai, pensosa.
- Raim...che aspetti? Guarda che non sarà così in eterno.-
La rossa si morse le labbra, guardando altrove.
Non ci voleva pensare. Sapeva che Rukawa se ne sarebbe andato ma non poteva nemmeno dimenticare quello che aveva fatto passare dicembre, gettandola nella disperazione più nera con poche parole.
- Non è il mio ragazzo.- si limitò a dire - Può fare quello che vuole.-
- Bella risposta. E adesso vorrei la verità.-
- E' quella verità.-
- Le balle le racconto meglio di te.- Junko tacque, mentre un cameriere di Hito portava loro due aperitivi da parte del proprietario. Ringraziarono e Raim si portò il bicchiere di liquido fruttato alle labbra.
- Mi ha detto che mi ama.- sussurrò.
- Terrificante.- frecciò ironica la Kanzaki.
- Non scherzare senpai. Lo conosci bene. Non è il tipo di persona che sa stare con qualcun altro.-
- Secondo me invece è il contrario.-
Raim sollevò lo sguardo, stupita.
- Che intendi?-
- Guarda e pensa alla sua vita. Quando ama qualcosa, gli regala una dedizione totale.- rispose la schiacciatrice, addentando un'oliva - Non ha mai filato di striscio nessuna ragazza a scuola, praticamente vede solo te e ha quasi minacciato di morte cruenta la Mihazawa. Che vuoi di più? Una dichiarazione scritta?-
- Tu la fai semplice.-
- E' semplice.- rise Junko - Non lo vedi? Non lo capisci? Io c'ero quel giorno in bagno, è mancato poco davvero che alzasse le mani su quella deficiente per quello che ti aveva fatto.-
- Senso di colpa.-
- Kirara vuoi un ceffone?-
La rossa cominciò a ridere - Voi due non mi piacete. Mitchy dice che fate sempre fronte comune.-
- Solo perché sta zitto non significa che non parli.-
- E con questo che vuoi dire?-
- Voglio dire che ti guarda e non vedrebbe un treno che sta per schiacciarlo, ecco cosa!- sbuffò la sua senpai esasperata - Insomma ma sei cieca? Che avete fatto in questo mese di convivenza eh? Non vi siete mai più toccati?-
Raim stavolta ebbe la decenza di arrossire, grattandosi il capo.
- Bhè...a parte tutti i porno di Sendoh non è che abbiamo potuto fare granché.-
- Oddio...-
- Cioè...ce l'avevo sempre vicino, sto quasi sempre abbracciata a lui ed è sempre premuroso, senza naturalmente sprecarsi ad usare il fiato per dirmi due parole in croce ma...ecco, sono ancora piena di lividi...diciamo che non mi sento molto a mio agio a farmi toccare più del dovuto.-
- Ma quanto sei scema. E queste cose gliele hai detto almeno?-
- E che gli dico? "Tesoro, scusa ma stasera ti toccherà andare in bianco perché un clan di yankee mi ha ridotta peggio del previsto?" Non è narcisismo...solo che non mi sento ancora guarita, ecco tutto.-
- Quante palle...tutte scuse per tenerlo sulla graticola.-
- Bhè, se lo merita.-
- Quando ti ci metti sei veramente testarda. Comunque sta attenta tesoro, scendendo dal secondo piano ho preso la senpai Aizawa ad affilarsi gli artigli, per non parlare delle matricole e di Asuka. Non so come farà a sopravvivere per tre settimane, poveretto.-
- Fossi in te io mi preoccuperei di più per Mitchy.- la rimbeccò la manager - La senpai Aizawa e lui si sono presi e mollati per tutto il secondo anno, quando era ancora un teppista. Lo sapevi no?-
- Si...ma non credo abbiano mai parlato molto sai?- ghignò la Kanzaki - Quando le ho detto con chi stavo a momenti neanche a capito di chi parlavo. Penso che si ricorderebbe all'istante di lui però se si abbassasse i boxer.-
- Oh e adesso chi è la cattiva?-
Scoppiarono a ridere, poi cominciarono ad arrivare le loro compagne e la discussione si chiuse lì ma Raim continuò a ripensare alle parole della sua senpai. Stava tirando la corda, era vero.
Kaede non l'avrebbe aspettata in eterno.
Negli ultimi tempi aveva cercato spesso il contatto ma lei l'aveva rifiutato
Si era dimostrato paziente, comprensivo. Ma ora non sapeva più cosa fare.
- Ehi, fusti a ore nove!-
Kyoko Aizawa aveva appena indicato alle sue amiche una mandria di cinque americani che tornavano dalla spiaggia, avvolti negli asciugamani. Erano ben piazzati e attaccarono subito bottone, tra l'altro senza sapere una parola di giapponese.
Uno in particolare, biondo e con due occhi azzurri da favola, si era subito appiccicato a loro come un cozza.
- Ragazze questo è mio.- scandì subito l'Aizawa, senza un minimo di pudore.
- Ma senpai!- sbottò Asuka, mezza sconvolta.
- Ma che ti frega, tanto non capisce niente!- ridacchiò l'altra e allora anche Junko, Nanaka e Raim si lasciarono andare all'ilarità della situazione, anche se fu comunque la rossa alla fine a dover parlare con quei cinque svampiti. Loro si dimostrarono stupiti e contentissimi di trovare una ragazza di Los Angels e alla fine praticamente ciarlarono del più e del meno, dicendo a Raim che arrivavano dalla Florida per le onde di Okinawa che si sviluppavano in quella stagione insieme alle ultime tempeste primaverili. Quando seppero che sarebbero rimaste lì per tre settimane erano ormai in pieno giubilo.
- Non so te ma ho l'impressione che mi divertirò da matti.- cinguettò l'Aizawa, seduta accanto alla Kanzaki.
- Fa pure, te li cedo tutti.- bofonchiò Junko stanca - Uno mi tiene più che occupata.-
- A proposito...dov'è il tuo bell'uomo?- chiese Kyoko - Quando sono scesa c'era Yoshikawa che stava sbandierando vendetta verso di lui ai quattro venti. Ma che gli ha fatto?-
- S'è rimorchiato sua figlia.- la informò Nanaka con aria serafica.
- Intendi Nojiko?- la Noda fece una mezza smorfia - Quanto tempo fa?-
- L'anno scorso credo, perché?-
- Ah ecco, l'anno scorso era ancora carina. Adesso s'è data al punk.-
- Cresta viola?- ghignò Junko.
- Piercing. E non ti dico dove.-
- Ahi...- l'Aizawa rabbrividì - Quel posto è sacro e intoccabile.-
- Oh, grazie per la dritta senpai.- ironizzò la Kanzaki sarcastica - Questa mi mancava.-
- Gente, ci hanno chiesto se domani mattina vogliamo andare con loro in spiaggia.- s'intromise momentaneamente Raim - Vogliono insegnarci a stare sulle tavole.-
- Domani?- Akane Noda fece mente locale - Di solito Naomi ci lascia il giorno libero appena arrivate.-
- Anche perché sono stanchissima, non riuscirei a fare nulla.- disse Nanaka - Il viaggio è stato allucinante, nonostante la dormita di oggi pomeriggio.-
- Per me va bene!- cinguettò l'Aizawa in inglese - Siamo a vostra disposizione!-
I cinque porci ridacchiarono e alla fine se ne andarono via nei loro asciugamani e con le loro dannate tavole, peccato che sulla porta d'ingresso inciamparono su Akagi e il signor Hito. Filarono via alla velocità della luce e così entrarono tutti per cenare.
- Avete già rimorchiato eh?- le apostrofò Ayako quando arrivarono nella sala da pranzo che poteva contenere circa duecento per persone - Siete incredibili ragazze.-
- Già, senza contare che se vi pesco fiacche in campo vi butto a mare senza tante storie.- sibilò la Kurata apparendo alle spalle delle sue compagne - Capito Kyoko?-
- Perché lo dici a me scusa?- ghignò maliziosamente l'Aizawa - Io, così dolce e fragile!-
- Se, come no.- la zittì Naomi - Dei surfisti me ne parlate più tardi, adesso mettetevi a tavola. Akane, le gocce?-
La Noda si picchiò sulla tasca dei jeans, strizzandole l'occhio, poi arrivarono anche i ragazzi.
Le matricole erano chiassosissime, quindi i capitani li sbatterono tutti nel fondo del tavolo mentre arrivava anche Yoshikawa. Fortunatamente Hito e la signora Ikuko per quella sera avrebbero cenato con loro o col vice preside fra i maroni non ne sarebbero usciti vivi.
Hana comunque, che stava a metà con Mitsui su un lato, Ryota dall'altro e Kaede davanti, cominciò a notare movimenti sospetti verso il pelatino più o meno a metà cena.
L'Aizawa era carina, una bomba sexy, non poteva negarlo, e stava particolarmente attenta a distogliere sempre l'attenzione di Yoshikawa dal piatto e dall'acqua. Il porco naturalmente le sbirciava nella scollatura come un marpione e questo dava tutto il tempo alla Kurata di mettere in atto le sue manovre.
Erano al caffè quando il Tensai capì che gli stavano infilando del sonnifero in gocce nel sakè.
- Quante gliene hanno già messe?- bofonchiò Mitsui, senza alzare gli occhi dal dolce.
- Ho provato a contare. Direi una ventina.- replicò Sakuragi - Ma che roba è? Forte?
- Non credo. Se fosse Demerol intanto sarebbe già secco adesso con la faccia nella torta di panna.-
- Neanche hai tutti i torti.- considerò l'ala grande - Basterà scoprire il dosaggio giusto comunque.-
- E già, così finiremo sui giornali come la comitiva sportiva che ha mandato il vice preside della loro scuola a disintossicarsi in un centro per drogati dai sonniferi dell'erborista.- sibilò il volpino acidamente.
- Meglio a disintossicarsi che fra le palle Kit.-
- Do'aho. Basta che non ci resti secco perché poi lo rianimi tu quello.-
- Col cavolo, che schiatti!-
- Volete lasciar perdere?- rise Ayako, finendosi la sua tazza di caffè - Le ragazze ci sanno fare con queste cose.-
- E' questo che mi preoccupa.- le disse Miyagi.
- Figurati, secondo me ci faremo due risate in questo ritiro.-
Terminata la cena, erano ormai le dieci e Yoshikawa sembrava leggermente brillo anche se non aveva bevuto che un goccio di sakè. Prese un attimo la parola la Kurata, in piedi insieme ad Akagi.
- Prima che inizi il coprifuoco...- bofonchiò sarcastica, visto che il vice preside li avrebbe chiusi tutti dentro alle loro camera di lì a cinque minuti -...ripeto un attimo il programma di questi ventun giorni. Dunque, domani vi lascio un giorno libero per riprendervi dal viaggio ma verso le sei porteremo la squadra di basket alla palestra della scuola superiore di Ikuwata, a pochi passi dall'albergo e se avremo tempo faremo una partitella. Da mercoledì l'orario sarà come quello degli anni passati. Colazione alle otto, due ore di allenamento, poi farete i compiti scolastici che vi sono stati assegnati fino all'una. Due ore per il pranzo, quindi di nuovo in palestra fino alle sette. Il sabato e la domenica siete libere di andare dove vi pare ma che le matricole stiano appresso alle senpai per qualche giorno, affinché non si perdano e poche storie!- aggiunse, scoccando un'occhiataccia a Junko e Kyoko - Il vice preside controllerà i nostri compiti ogni fine settimana. Se non saranno fatti non potrete uscire, tutto chiaro?-
Le ragazze non replicarono, ben sapendo che aveva in mente il loro capitano.
Toccò ad Akagi e il programma era più o meno lo stesso. Due ore di allenamento in spiaggia la mattina, compiti, pranzo e poi massacro fino alle sette di sera.
- Sabato e domenica liberi. E niente cazzate.- concluse minaccioso - Domande? Possibilmente intelligenti.- ma visto che nessuno dei suoi provò ad aprire bocca, ritenne conclusa la faccenda.
La signora Ikuko stava intrattenendo il vice preside quando la Kurata li bloccò tutti nella saletta riunioni del loro piano.
- Per stasera fatevi chiudere tutti in camera, d'accordo?- sussurrò a bassa voce - Yoshikawa userà la sua chiave, quindi dovrete per forza restare in camera ma da domani sera potrete andare dove vorrete, tranquilli.-
- Senti ma mi spieghi che vuoi fare?- le chiese Mitsui perplesso, spiando il pelatino con la coda dell'occhio - E' anche mezzo barcollante...-
- Già, tra un po' dovrebbe fare effetto il sonnifero.- ghignò la ragazza - Datemi retta. Fatevi una dormita e lasciate tutto a me! Ah, se sentite un tonfo dalla camera del vecchio non preoccupatevi! Crollerà dove gli capita! Notte!-
Era proprio quel "Non preoccupatevi!" che impensieriva di più Akagi.
Stava cominciando a temere che quelle matte l'avrebbero stecchito sul serio il pelatino, non che gli dispiacesse visto che aveva subito dimostrato di voler rendere quel ritiro una specie di viaggio all'inferno, ma un omicidio sul suo curriculum sportivo non sarebbe stato proprio il massimo.
Mah, poteva solo sperare che la Kurata non avesse in mente nulla di troppo pericoloso!
- Ehi capitano...- Ayako lo richiamò a bassa voce prima di andarsene - Ti ricordi che giorno è sabato, vero?-
Il Gorilla sbatté gli occhi, senza capire.
- No, che giorno è?-
- Il 1 aprile.-
- E allora?-
Ayako fece un cenno col capo, indicando il Tensai - E' nata una scimmia quel giorno!-
Oddio! Il compleanno di quell'imbecille! Diciotto anni! E avrebbero anche dovuto festeggiare!
Quello si che era un altro problema!

- Oh coso...-
Kaede non alzò neanche la testa dal cuscino, sentendo Hana arrivare vicino al letto.
Yoshikawa li aveva chiusi dentro a chiave da circa un'ora, manco fossero stati in un campo di concentramento e aveva appena avverato una delle più grandi paure del Gorilla.
Rukawa e Sakuragi, diciotto anni a testa, un cervello in due, volpe e scimmia, chiusi in una stanza.
Per tre settimane. Un incubo.
- Oh, coso parlo con te!-
- Hn.-
- Non penserai di dormire sulla sinistra vero? La voglio io!-
La kitsune cominciò ad irritarsi, senza dimostrarlo come al solito.
- Sparisci.-
Hana serrò i denti - Non posso credere di dover stare chiuso qua dentro con un sorbetto muto, io do di matto!-
- Datti fuoco invece.-
- Senti...maledetto pezzo dell'era glaciale rimasto indenne al disgelo...- attaccò il rossino - Non fare tanto la prima donna perché potrò renderti le notti insopportabili, sappilo! Non ti farò chiudere occhio!-
Rukawa stavolta aprì una palpebra. Lo guardò di sbieco, poi la richiuse.
- Grazie per l'avance ma non sei il mio tipo do'aho.-
- Ma va' a...- Hana si zittì di colpo. La sua bocca assunse una forma circolare.
Rukawa riaprì gli occhi giusto in tempo per girarsi verso la terrazza e...vedere una lunga corda fatta con delle lenzuola annodate cadere oltre il loro parapetto. Scese qualcuno e due belle gambe sottili penzolarono nell'aria.
Un attimo dopo Naomi Kurata camminava sulla ringhiera della loro terrazza.
Pantaloncini di jeans sfilacciati, maglietta nera, scalza, guanti di gomma.
Una bandana nera a coprile i lunghi capelli.
Si accorse di loro e fece ciao-ciao con la mano, poi continuò a camminare sulla ringhiera. Saltò sull'altro balcone a fianco del loro, dove Mitsui si stava fumando una sigaretta sdraiato sul dondolo. Quando la vide, quasi non riuscì ad aprire bocca. Pure Miyagi mise la testa fuori, allibito.
La ragazza fece cenno loro di tacere, sogghignando, poi proseguì per la sua strada.
- Ma che fa?- sussurrò Hana, rivolto alla guardia e al play.
- E che ne so...non è che si ammazza? Siamo al primo piano, può rompersi qualcosa!- disse Ryota.
Tutti e quattro a guardare come vecchiette pettegole, videro la Kurata camminare facilmente fino all'ultimo terrazza del loro muro. Quello della camera del vice preside.
Tutto era buio e la ragazza sbirciò un paio di volte prima di scendere sul balcone.
Quando fu sicura saltò dentro, estraendo dai capelli una lunga forcina.
Trafficò un po' contro la porta finestra e alla fine, in un silenzio quasi sacrale dei cestisti a cui si era unito anche Rukawa, entrò nella stanza del pelatino.
Uno, due minuti, poi riuscì all'aria aperta.
I ragazzi avevano perso anni di vita quando ce l'aveva vista entrare ma ora che era uscita sembrava avere fra le grinfie qualcosa. Li salutò di nuovo, sempre senza emettere suoni, e agitò qualcosa di lucente per aria.
La chiave! Quella che il vice preside aveva usato per chiuderli dentro!
- Brava ragazza.- sogghignò Hisashi.
La videro attaccarsi a una grondaia e poi sgattaiolare nel giardino facilmente. Era proprio un'ottima ladra.
A gesti fece capire che sarebbe tornata di lì a poco, quindi sparì nel buio.
- Ecco perché le serviva il fabbro.- bofonchiò Hana all'improvviso.
- Fabbro?- Miyagi alzò un sopracciglio - Va da un fabbro?-
- Per farsi fare i duplicati.- gli chiarì Hisashi - E' sveglia la Kurata!-
- Se ci fa uscire davvero da questa gabbia è una grande.- scandì il Tensai - Anche perché a stare qua dentro c'è da uscirci scemi!-
- Do'aho...chiuditi in gabbia.-
- Sparati Kit! Ehi Mitchy, dammi una siga, qua la kitsune si sta dimostrando priva di attrattive.-
- Te l'ho detto. Non sei il mio tipo.- sibilò Kaede, tornandosene dentro.
- Pezzo di deficiente!- gli urlò dietro Sakuragi - Il Tensai non ha bisogno di andare a rimorchiare anche gli uomini!-
- E già, sei già pieno di donne eh?- Miyagi scosse il capo, andando via - Ma fammi il favore!-
- Piuttosto ebete...- Hisashi gli accese la sigaretta, facendo schioccare l'accendino - Mi fai vedere quelle cazzo di foto di stamattina o no?-
Il rossino esibì un ghigno perverso, tirando fuori il cellulare dalla tasca dei jeans.
Un attimo dopo e la guardia guardava a distanza di sicurezza, visto che Hana era sicuro che quello sarebbe stato capacissimo di gettargli il telefonino giù dalla terrazza, la galleria di foto dell'ala grande.
Quel bastardo aveva scattato una ventina di foto e tutte a velocità supersonica.
Certo che ora che guardava meglio quelle pose erano davvero indecenti!
Fra Rukawa che dormiva sulla sua pancia e Akira che lo schiacciava sul cuscino, c'era ben poco da ridere!
Che figura di merda, Dio!
- Tu comunque avevi un tanga in testa!- gli ricordò velenoso.
- E tu eri in un letto con quattro uomini, chi è il più pervertito eh?-
- Sendoh.-
- Ma lascia in pace Aki.- ridacchiò il Tensai, dando una boccata di fumo - Allora teppista, che te ne pare dell'albergo? Ti prego usa la laringe, ho bisogno di sentire voci umane!-
- Di che ti lamenti, io ho il tappo che non sta fermo un secondo!-
- Ehi Hisa, una vagonata di cazzi tuoi mai eh?- borbottò Miyagi da dentro.
- In compenso ha un orecchio da paura.- frecciò la guardia, ridendo - No, scherzi a parte, il posto è molto bello.-
- Te la sei vista la palestra?- ghignò il rossino - E' una favola. Raim mi ha detto che c'è una sauna e un bagno turco in questa parte dell'hotel.-
- Già, potremmo anche farci un giro domani, visto che il Gori ci ha lasciato il giornata libera.-
- Chissà che gli prende, si addolcisce tutto di colpo...-
- Ha solo capito che non deve farsi venire un esaurimento nervoso prima del tempo.- concluse saggiamente Mitsui, spegnendo la sigaretta nel portacenere - Che ore fai?-
- Quasi mezzanotte.- disse Hana, guardandosi l'orologio - Forse è meglio andare a nanna.-
- Già, tanto la Kurata rientrerà dalla porta stavolta.- la guardia si mise in piedi, la schiena a pezzi - Ormai ha le chiavi e il pelatino è bello che addormentato! Se va avanti così sabato potremo tornare direttamente la mattina!-
- Già e il Gorilla dove lo metti?- chiese Miyagi, intromettendosi momentaneamente.
- Possiamo sempre addormentarlo!- ridacchiò Hana, andandosene alla portafinestra.
- Se, certo! Così quando se ne accorge ci uccide tutti e quattro, Rukawa compreso!-
- Sai che perdita!-
E la prima notte ad Okinawa si concluse così: asserragliati in camera, con la Kurata a spasso per le officine dei fabbri, Takenori Akagi attaccato al tubetto dei calmanti e volpe e scimmia a litigare per la sponda di un letto.
Decisamente sarebbe stato un ritiro moltooo divertente...

 

 

 

 

 

 

 

Volevo ringraziare Zena e Saretta per la mega recensione in posta e, visto che non l'hanno chiesto solo loro, vi lascio il mio indirizzo MSN denny-axia@hotmail.it così la batto in gran carriera, lavorare stanca più del previsto. E dovrei anche dare un bell'esame fra dieci giorni. La vita fa schifo ragazzi! A presto!

 

 

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Capitolo 23
*** Vince chi Resiste! ***


 

 


"Now i can't sing a love song
Like the way it's meant to be
Well, i guess i'm not that good anymore
But baby, that's just me

And i will love you, baby… always
And i'll be there forever and a day… always
I'll be there till the stars don't shine
Till the heavens burst and
The words don't rhyme
And i know when i die, you'll be on my mind
And i'll love you… always…"

 

 

La canzone d’amore di Bon Jovi che aveva scaldato il cuore di migliaia di fan scorreva limpida dagli auricolari di Junko Kanzaki. La schiacciatrice dello Shohoku correva a perdifiato nella pista privata del Summer Inn, in top e pantaloncini neri. Gli auricolari del lettore mp3 dondolavano ad ogni sua falcata elegante e incisiva, il suo fiato era regolare e denso.
Correva da mezz’ora, però era già stanca.
Dovette fermarsi al suo decimo giro, esausta. Si appoggiò con le mani alle cosce, piegandosi in avanti.
Dannati pesi.
Rialzò lo sguardo, cercando una fontana nei dintorni. Quando la raggiunse vi mise sotto anche la testa, scrollandola per bene come un ragazzo. Le goccioline le scivolarono sul collo e sulle spalle, mentre si dissetava.
Toltasi anche gli occhiali, si asciugò il viso come meglio poteva e guardò l’orologio. Le sei e mezza.
Non c’era un’anima a quell’ora della mattina ed era bellissimo.
Però si accorse che qualcuno la fissava. E conosceva bene quell’occhiata.
Spense il lettore, piegando brevemente le labbra e uscendo dalla pista da jogging dell’hotel raggiunse in poco la spiaggia. C’era qualcuno seduto in sdraia e questo qualcuno l’afferrò per un polso, chiudendole le labbra in un lungo bacio.
- Buon giorno.- sogghignò, sulla bocca di Mitsui – Hai dormito bene vedo.-
- Si, a letto Miyagi è una bomba.- frecciò perverso, prendendosela in braccio – Non ho mai preso tanti pugni nella schiena in vita mia. Fottuti letti matrimoniali…-
- Io li trovo comodi.- disse lei soave, sfregando appena la punta del naso sulla sua faccia.
- Sarà…ma anche stretti in un letto di una piazza a me non dispiace.-
Junko rise, passandogli un braccio al collo mentre la guardia le carezzava la pancia – A te non dispiace mai da nessuna parte.-
- Altra cosa molto vera.- e si chinò a baciarla di nuovo – Ma forse sei tu che m’ispiri.-
- Il viaggio in alta quota ti ha liberato il livello degli zuccheri per caso, Hisa?-
Lui tacque, fissandola. Dio quanto era bella.
Continuò ad accarezzarle il viso, lisciandole le ciocche di capelli ancora umidi e allora anche Junko si fece seria.
A un certo punto Hisashi piegò ripetutamente l’indice, facendole segno di avvicinarsi ancora di più. Quando si fu piegata, le accostò la bocca all’orecchio e le disse qualcosa, abbracciandola forte per la vita.
Un attimo dopo le guance della schiacciatrice dello Shohoku si tinsero di un lieve color pesca.
Mitsui si scostò, guardandola in volto.
Aveva avuto la stessa reazione che aveva colpito lui circa un mese prima, quando gli aveva detto che l’amava.
Ben le stava.
Sorrise, passandole un braccio dietro al collo e baciandola di nuovo, zittendo ogni sua replica.
Non voleva sentire niente, se non lei in quel momento.
Passò la lingua sulle sue labbra, chiedendole l’accesso che Junko non stentò a dargli.
Immediatamente s’incendiò qualcosa fra i due ma delle voci lontane ruppero l’incanto.
Si staccarono e la ragazza, sbirciando oltre lo sdraio, vide il gruppo degli americani già con le loro tavole in spalla.
- Viva il fanatismo.- bofonchiò, alzandosi dalle gambe della guardia.
- Sono i ragazzi di cui parlavate a cena ieri sera?-
- Si, tutti surfisti. Sono qua per le onde.-
Mitsui guardò il mare. Si, in effetti erano belle alte.
- Io vado a farmi una doccia. Ci vediamo a colazione.- si chinò e gli baciò la fronte, lasciandogli il lettore mp3 – Non prendere troppa aria.-
- Tranquilla.- e le strizzò l’occhio, proprio mentre passavano gli americani. Un tripudio di costumi scandalosi e mute che non finivano più ma Hisashi si limitò a chiudere gli occhi e ad ascoltare la musica…almeno fino a quando non avvertì di nuovo una presenza a fianco. Credeva fosse ancora la sua ragazza ma invece, a un dito dal naso, si ritrovò due occhi azzurri e un viso indiscutibilmente maschile.
- Hi!-
Mitsui corrucciò la fronte, rispondendo vagamente al saluto.
Un biondo di un metro e ottanta gli stava di fronte, abbronzato, un drago gigantesco tatuato sul braccio sinistro, costume a pantaloncini lunghi e arancioni a stampa hawaiana.
Gli porse la mano, sorridente. A momenti sorrideva come Akira.
- Jeff.- si presentò.
Mitsui, anche se era una bestia, fece uno sforzo.
- Hisashi.- mugugnò, stringendogli la mano.
- Beautiful.-
La guardia sollevò un sopracciglio stavolta.
- Beautiful name.- disse subito il biondone, senza smetterla di ridere. Lo guardò da capo a piedi, bloccando i suoi occhioni sul suo ginocchio. Aveva una gamba dei jeans arrotolata sulla rotula sinistra, dove teneva la ginocchiera.
Quel Jeff gli chiese se si era fatto male e Mitsui alzò le spalle, guardando i suoi compagni in spiaggia che si tuffavano in mare. Il biondo iniziò a parlargli a mitraglia, andando con lentezza, anche se Mitchy non ne aveva particolarmente bisogno visto che sua madre era bilingue, ma ciarlando col surfista si accorse che era un po’ arrugginito.
Non riusciva sempre a capire tutto ma se la cavava ancora bene.
Jeff gli chiese, indicando la sua tavola, se sapeva fare surf.
Al segno di diniego della guardia, gli disse che se voleva, gli avrebbe insegnato volentieri.
Ok, qua si poneva una domanda essenziale. Non che non apprezzasse la gente espansiva, era diventato amico di Akira perché gli piacevano i suoi modi allegri e solari ma Sendoh era comunque un etero straconvinto, anche se ogni tanto se ne usciva con le sue fisse sul "prima provare, poi credere"…invece che ne sapeva di quel biondino?
E che aveva scritto in fronte? Preda sessuale per i gay?
Lo seguì in spiaggia, giusto per tastare il terreno, anche se gli stava venendo un mezza idea di presentargli Rukawa, così magari Jeff si sarebbe incollato alla sua di cinta, ma non tentò nulla. Si limitava a non tacere un attimo, a fargli domande personali e non e andare in visibilio quando gli disse che giocava in una squadra di basket.
Sembrava un appassionato.
Alle sette, Mitsui gli disse che doveva tornare nella sua stanza o il carceriere si sarebbe incazzato, quindi salutò il nuovo amico e si avviò all’hotel anche se, di tanto in tanto, scoccava degli sguardi indietro.
Jeff restava a guardarlo, agitando la mano.
Mah!
Entrò in albergo grattandosi la testa, scombussolato.
Urgeva cercare di organizzarsi o sarebbe potuto accadere di tutto. Ma roba da matti, un attimo prima diceva alla sua ragazza che l’amava e un attimo dopo veniva irretito da un surfista americano di diciannove anni!
E altra grana altrettanto incasinata, sabato Hana avrebbe compiuto diciotto anni, da finire in galera la sera stessa!
Il regalo lui e Miyagi gliel’avevano già trovato, il problema era finire di organizzare tutto senza insospettire quel deficiente che in quanto a regali e a feste a sorpresa aveva un fiuto da segugio.
Passò un’oretta e dopo alcuni disastri mattutini, tipo le bestemmie che uscirono dalla camera del Tensai e del volpino appena svegli e Yoshikawa che sembrava moribondo per il troppo sonnifero, fecero colazione tutti insieme in un clima molto allegro. Avevano la giornata libera e questo mandava tutti su di giri, specialmente le ragazze che erano già in costume da bagno, armate di crema solare e occhiali.
Si fiondarono tutti spiaggia, a parte qualcuno che rimase sulla terrazza del Summer Inn, lontano dall’acqua.
Fra questi Raim, che sembrava evitarla come la peste, Rukawa che naturalmente dormiva, Akagi e niente meno che l’Aizawa. Stranamente era attaccata a un cannocchiale, lo stesso che la Kurata usava da anni per controllare le sue kohai anche da lontano mentre erano in ritiro, a spasso per l’albergo.
- Senpai…cos’è che fai di preciso?- le chiese Raim, vedendola tutta concentrata.
- Sto cercando una donna…- e spostava la lente su tutti gli ombrelloni della spiaggia.
- Una donna?- Ayako, seduta al tavolo col Gorilla, la guardava stranita – Che donna?-
- Una da sbolognare al pelatino.-
- Ti sei messa a cercare una donna per Yoshikawa?- la Kanzaki, che passava di lì, scosse il capo – Non ci posso credere, ma vuoi capirlo che tanto nessuna è così stupida da andare con quello?-
- E già Jun, e la sua ex moglie dove la metti?- sentenziò Kyoko.
- L’avrà messa incinta per farsi sposare.- fece la schiacciatrice, agitando la mano con noncuranza.
- Già, ha ragione la senpai.- cinguettò anche Nanaka, scendendo di volata le scale per andarsene sulla battigia con un micro bikini addosso – Senza offesa ma il vice preside è troppo pignolo e rigido per farsi sopportare da una donna.-
- Bhè, considerato che è mezzo calvo, antipatico, cieco come una talpa, acido, sfigato e che prende parecchio al mese riuscirò a trovargli una morta di fame qualunque!- s’impuntò l’Aizawa – Secondo voi qual è il suo tipo?-
- Una donna diversa dalla sua ex moglie.- borbottò Hana, arrivando in quel momento, bagnato dalla testa ai piedi.
- Ma che t’è successo?- gli chiese Ayako.
- Rei e Nobu mi hanno buttato in acqua.- disse il rossino fra i denti.
- E sono ancora vivi vero?- sibilò il Gorilla.
- Per il momento si.-
- Mi dicevi Sakuragi?- cinguettò l’Aizawa – Credi che dovrei cercare una donna diversa dalla sua ex?-
- Esatto.-
- Perché scusa?-
- Un uomo quando cerca l’amante la vuole diversa dalla moglie no?- se ne uscì candidamente il rossino, mettendosi un asciugamano sulla testa – Per il pelatino ci vuole un’oca tutta tette che non capisca le forate che spara e che gli faccia capire poco, distraendolo con un po’ di curve.-
- E da quando sei così acido?- gli sorrise Raim.
- Carenza di umanità.- frecciò Hanamichi scoccando occhiatacce a una certa persona addormentata sulla sdraia – Ho passato la notte a letto con un freezer, non so se mi spiego.-
- Do’aho.- rognò Kaede, sonnecchiando.
- Ho capito.- l’Aizawa tornò a guardare più decisa – Quindi devo cercare o una giovane oca di ventiquattro anni o una vecchia maiala, giusto?-
- Complimenti Kyoko, viva la finezza.- le disse la Kurata, uscendo in terrazza in quel momento – Allora? Me l’hai trovata questa tizia o no? Non posso fare tutto all’ultimo momento sai?-
- Dammi tempo Naomi, non è facile. Ce ne sono parecchie ma non so decidermi…piuttosto, le chiavi? Se devo passare un’altra notte chiusa in gabbia do i numeri, ti avviso!-
- Per non parlare del casino che hanno fatto Asuka e Sumire.- frecciò Raim – Sono nella stanza sopra alla nostra, che hanno fatto? La lap dance per tutta la notte?-
- Non chiedermi, io sono tornata che erano le due di mattina.- sghignazzò la Kurata, sedendosi con Akagi e Ayako mentre arrivava il cameriere a chiedere se volevano qualcosa da bere – E non so se te ne sei accorta ma Yoshikawa è in sala d’aspetto con un pacco di ghiaccio sulla testa. Il cretino ha mandato giù una pastiglia per la nausea da viaggio di troppo. Oppure ieri sera ho esagerato coi sonniferi. Ops…-
- Facciamolo secco quel derelitto, non piangerà nessuno.- sibilò Hana perfidamente.
- Sta zitto imbecille.- gli soffiò il Gorilla – Se ti sente hai finito di vivere.-
- Cosa che solleverebbe molti.- aggiunse Rukawa a bassa voce.
- Fanculo Kit.-
- Coi bei surfisti invece come va?- chiese la Kurata, avvicinandosi al cannocchiale – Ehi Raim, è vero che sono belli da morire?-
Rukawa, stranamente, rizzò le orecchie…
- Si, alcuni sono molto carini.- rispose la sua rossa senza fare una piega e senza neanche gli occhi dal giornale locale – Ma non capiscono una mazza di giapponese. Hito-san mi ha detto che sono qui da una settimana e hanno una prenotazione per un mese. A quanto pare sono figli di papà qui per un anno sabbatico.-
- In pratica sono dei morti di fame.- chiarì l’Aizawa, prosaica come sempre – O di un’altra cosa.-
- Grazie Kyoko, sempre meglio.- sbuffò il capitano delle ragazze – Dai, fammeli vedere!…Però! Guarda lì che roba!-
- Ecco, adesso mi avete incuriosita!- saltò su anche Ayako.
- Miseria…- Naomi non si conteneva più – Beccati che addominali!-
- Guarda più in basso, idiota.- ironizzò l’Aizawa – In più uno di loro è bisessuale, quindi a letto deve essere un tornado!-
Perfino Kaede stavolta si girò a guardarla, sconvolto.
- E tu come fai a saperlo che è bisessuale?- le chiese Raim ridacchiando – Di chi parli poi?-
- Il capo branco, quello biondo che ho prenotato ieri sera!- le disse Kyoko – Si, come si chiama?-
- Jeff.- le disse la rossa.
- Ecco, quello! S’è fatto una chiacchierata con Mitsui stamattina.-
- E allora?- la Kurata la fissò incredula – Che vuol dire?-
- Tesoro, capiamoci.- Kyoko sembrava sicura del fatto suo, visto come conosceva bene i maschi e la guardia dello Shohoku in particolare – Quale ragazzo si sprecherebbe a parlare con uno come lui? Dalla faccia con cui ti guarda, Mitsui farebbe scappare chiunque a meno che tu non sia interessato ad altro.-
- Bhè, in effetti è vero.- considerò Raim – Se fossi un uomo e mi mettessi a parlare con Mitchy di certo non sarebbe per chiedergli solo l’ora.-
- Dio, che figata d’inizio giornata.- cinguettò Hana sarcastico – Parlare delle grazie del teppista è esaltante.-
- E parlando di quel demente…dove sta?- l’inquisì il Gorilla – L’avete visto?-
- Era con Miyagi e Kogure.- rognò il volpino semi addormentato.
- Quindi la sua virtù è integra per il momento.- rise Ayako.
- Se è stato con Kyoko io non ci scommetterei.- insinuò la Kurata.
- Senpai scusa…- Hana doveva proprio chiederlo – Mi spieghi che ci trovavi nel teppista?-
L’Aizawa sorrise, alzando le spalle – Aveva l’aria del bello e dannato. Ce l’ha ancora ma adesso Junko l’ha addomesticato, quindi mi dovrò accontentare del surfista.-
- Ma voi siete matte.- sbuffò il Tensai, alzandosi e stiracchiandosi al sole – Gente ancora non mi sono ripreso dal volo, porco cane. E dire che dovrei esserci abituato.-
- Che avete in mente di fare oggi?- s’informò Raim.
- Dormire.- sbuffò Kaede.
- Prendere il sole.- cinguettarono le ragazze.
- Andare a fare un giro nel centro qua attorno.- e Akagi le strizzò l’occhio, senza farsi vedere.
- Ah…capito!- la rossa si stiracchiò sulla sdraia – Quando avrete deciso chiaro e tondo "come sistemare la faccenda" ditemelo, sono parecchio curiosa.-
- Curiosa di cosa?- s’intromise Hana.
- Pensa ai fattacci tuoi do’aho.- lo inquisì Kaede, aprendo gli occhi e scoccandogli un’occhiataccia – Chiaro?-
Il rossino stava per levarsi l’asciugamano dalla testa e legarglielo attorno al collo ma fortunatamente lo squillo del suo cellulare lo fermò. Era Mito con Haruko in sottofondo e questo bastò a squagliarlo come un cubetto di ghiaccio al sole.
- Imbecille.- sibilò la kitsune, mettendosi seduto.
- Prima o poi fiuterà qualcosa, è sveglio.- rise Ayako – Giusto per sapere, che gli avete regalato?-
- Un barattolo di cianuro.- ringhiò Rukawa, alzandosi – Me ne torno in camera.-
- Con la bella giornata che c’è te ne vai in camera?-
- Hn, almeno lì riuscirò a dormire.- e filò via, ficcando un leggero calcio ad Hana nel fondo schiena, ma tanto il Tensai non se ne accorse minimamente, troppo intento a parlare con la sua Harukina per capire che il volpino l’aveva appena preso a calci nel culo.
Kaede invece, andando come un sonnambulo per i corridoi dell’albergo e bestemmiando mentalmente contro gli americani che per i suoi gusti si stavano già prendendo troppe libertà, finì per sbaglio un paio di volte nella piscina coperta, tre volte in palestra, una volta nel seminterrato e alla fine ammise di essersi perso.
Guardò una delle varie piantine sparse qua e là che ritraevano il Summer Inn dall’alto ma non ci capiva una benamata mazza. Stava quasi per attaccarsi al cellulare e a chiedere ad Hana o al Gorilla di andarlo a prendere, quando sentì un suono che conosceva bene. Un palleggio.
Si guardò attorno e il suono arrivava dal piano superiore, da una logora porta di servizio.
Sbirciò in mezzo allo stipite e…vide un campetto di cemento, proprio su quella terrazza a cielo aperto, attorniato da una rete di protezione fatta di plastica. Ecco perché era lì dietro, stonava decisamente con il resto dell’edificio.
C’era Hito che palleggiava…insieme a un ragazzo che doveva avere diciotto, diciannove anni, forse suo figlio visto come si assomigliavano. Ma il ragazzo non era altissimo, sul metro e settantacinque, moro, capelli corti e occhi scuri.
Lui non era bravo, anzi…era molto impacciato.
Suo padre invece aveva conservato una tecnica spettacolare.
Rimase a fissarli fino a quando Hito non si accorse di lui.
- Ehi, abbiamo spettatori Shige.-
Il ragazzo si volse, un po’ rosso in viso.
- E’ uno della squadra di basket vero?- chiese a suo padre.
Hito annuì, facendo cenno a Kaede di entrare.
- Ti vanno due palleggi con un vecchio o hai altro da fare?-
Il volpino non aspettava altro. Senza una parola lo raggiunse, arrotolandosi le maniche della maglietta sulle spalle. Aveva i jeans e non era molto libero ma poco importava.
Gareggiare con una riserva dei Raptors era troppo invitante.
E come immaginava, fu un one on one esaltante, incredibile.
Kaede da parte sua lo studiava, osservava il suo palleggio, il lento incedere del polso…i suoi scatti.
Cazzo, era ancora velocissimo. E quello sguardo…alla volpe ricordava tanto quello di Hana.
Sembrava avesse le fiamme negli occhi.
Da parte sua, Hito Ikuko si accorse ben presto che quel titolo di campioni nazionali alla squadra dello Shohoku non era stato dato così, tanto per fare. Quel ragazzo…cavolo, che sguardo. Diciotto anni e già quell’espressione.
Hito sapeva riconoscerli, quelli della sua risma. I pochi almeno.
Infatti in pochi erano come lui.
Quello era uno di quei giocatori che in campo non si faceva scrupolo di niente pur di vincere, a parte le scorrettezze.
Era abilissimo al tiro, eccezionale in difesa, quasi non faceva respirare l’avversario.
Una distrazione e ti fregava.
Perfino Shige Ikuko, in piedi attaccato alla rete, osservava rapito quella scena.
Non aveva mai visto nessuno mettere in difficoltà suo padre.
- Sei un’ala piccola vero?- gli chiese Hito, mentre duellavano sotto canestra.
- Si.- mugugnò la kitsune che faticava un po’ a tenerlo buono nella lunetta, vista la sua altezza. Riuscì a segnare e Kaede prese la palla, filando di nuovo in attacco. Non si arrendeva di certo!
Un altro paio di tiri e dovettero concludere la partita, purtroppo prima di arrivare ai venti.
Erano fermi pari ai sedici quando arrivò un inserviente a richiedere aiuto al proprietario.
Hito annuì, sorridendo verso il volpino.
- Finalmente qualcuno che sa come si fa.- rise – Abbiamo una faccenda da concludere io e te.-
Kaede annuì appena, ansimando.
Niente da dire, l’aveva fatto faticare il vecchietto, come si definiva lui stesso.
Bhè, almeno aveva trovato qualcosa da fare per tutto il pomeriggio!

L’ora di pranzo e la seguente di pennichella passò sonnolenta e tranquilla.
Yoshikawa li teneva d’occhio da lontano, manco fossero membri della Yakuza e lui un poliziotto in incognito, ma nessuno sembrava più farci molto caso ormai visto che la Kurata aveva passato le chiavi di riserva a tutti, permettendo così ai carcerati di uscire quando volevano.
Era una bella responsabilità ma la ragazza sembrava perfettamente fiduciosa nella maturità delle sue compagne.
Akagi forse non avrebbe potuto dire lo stesso per certi quattro balenghi ma per il momento tutto andava bene.
Si erano fatti un bagno e avevano gironzolato per l’albergo. Alle due poi sarebbero scesi nel centro lì attorno, dove a quanto dicevano la Noda e l’Aizawa c’erano parecchi negozi e anche la discoteca migliore dell’isola.
Il problema comunque era sempre quello: che regaliamo alla scimmia?
- Un collare e il guinzaglio.- aveva proposto il Gorilla.
Certo, Rukawa aveva proposto anche di fucilarlo ma forse, come fece notare Kogure, servivano idee un po’ meno radicali. Passarono tutto il dopo pranzo ad arrovellarsi il cervello, mentre Hana era stato spedito a fare due passi con Raim ma non erano venuti a capo di niente. Forse, coi negozi sotto gli occhi, avrebbero avuto un’illuminazione.
Yoshikawa nicchiò un po’ ma alla fine li lasciò andare, non senza minacce velate di ritorsioni se avessero fatto casini. Mandatolo a quel paese fra i denti, scesero per l’ingresso sterrato e mezz’ora dopo erano a girare fra casupole con un’amaca ad ogni palma e i negozi per turisti che facevano affari ad ogni mese dell’anno.
Ma in mezzo a tutto quel macello, Mitsui e Kaede (che erano stati trascinati con la forza e da qualche moina di Junko e Raim) avevano più che altro voglia di sbattere la testa al muro.
- Che gli ha preso Haruko?- bofonchiò Ayako, che camminava tirandosi dietro Miyagi.
- Aspetta…mi ha detto la raccolta dei Cure. Lui le fa una testa tanta da mesi e mesi.- le disse Raim.
- Ad Hanamichi piacciono i Cure?- Ryota storse la bocca – Non ce lo vedo farsi una flebo con quelli.-
- Sai che ascolta un po’ di tutto.- mugugnò Mitsui, guardandosi attorno senza demordere – Ma qua la faccenda si fa grave, non possiamo riempirlo di cd, per quanto apprezzerebbe.-
- Ma compriamogli una bella bambola gonfiabile.- propose allora Nanaka, aggrappata come sempre alla vita del volpino che ormai sopportava e taceva, visto che non c’era verso di scollarsela di dosso.
- Una bambola gonfiabile?- Ayako e Raim attaccarono a ridere.
- Non credo saprebbe che farsene.- ridacchiò anche il play dello Shohoku – Forse però questo solleverebbe il Gorilla.-
- Ma si, già che ci siamo regaliamogli un rifornimento in un porno shop.- frecciò Hisashi sarcastico.
- Perché no Hisa-chan?- Nanaka lo guardava con aria da cucciolo – Per il tuo compleanno avrei questa mezza idea!-
- Fino a giugno c’è tempo.- sospirò la guardia, agitando la mano. Si volse poi indietro dove la Kanzaki era rimasta a guardare una vetrina con l’Aizawa – Ehi Jun…trovato qualcosa?-
Le due tornarono, scuotendo il capo.
- Se gli compriamo un paio di boxer la sua ragazza si arrabbia?- chiese Kyoko con aria da oca giuliva totalmente falsa.
- Lasciamo perdere la faccenda boxer.- sibilò Rukawa a bassa voce, facendo sganasciare la Tanaka, ancora aggrappata ai suoi fianchi – Prendiamogli davvero un collare e il guinzaglio e facciamola finita!-
- Comunque voi due non avevate già un’idea?- se ne uscì Raim, ignorando la kitsune e puntando Mitsui e Miyagi – Se ce l’avete tiratela fuori davvero, perché Akagi e Kogure non potranno trattenerlo tutto il giorno.-
- A dire il vero la cosa era fattibile solo a Kanagawa.- Ryota alzò le spalle – Volevamo portarlo all’Histerya, sapete quel pub dove suonano dal vivo, nel quartiere di Kida? Ecco, appena tornati dal ritiro dovrebbero suonare gli Skulls, lui li adora.-
- E avete i biglietti per gli Skulls?- Junko alzò un sopracciglio – Come avete fatto a trovarli? E a comprarli, soprattutto.-
- Meglio che non te lo dica.- sorrise innocentemente Miyagi – Dammi retta.-
- Ok, la faccenda si risolve a Kanagawa ma siamo comunque nella merda.- sbuffò Nanaka – Dai, spremetevi il cervello! Che gli avete regalato l’anno scorso?-
- La prima vittoria contro il Kainan, nelle semi finali. Giocavamo.- le disse Mitsui.
- Già, ci siamo ubriacati e poi addormentati davanti al cancello della casa di Mitchy.- ricordò Miyagi.
- Ci ha svegliato il tizio che lanciava i giornali.- aggiunse Rukawa.
- Ecco perché il giorno dopo non vi ho più visti!- sbottò Ayako – E ma che porci! Sapete solo bere!-
- Guarda che c’era anche il Gorilla.- le rinfacciò Mitsui.
- Alla fine della fiera c’è una sola cosa che farebbe esultare Hana.- concluse la loro manager, incrociando le braccia al petto – O la testa di Yoshikawa su un piatto d’argento o Rukawa stecchito all’obitorio.-
- Bella idea, uccidiamo la volpe.- ironizzò Mitsui, sbuffando – Dio, che seccatura i regali di compleanno!-
- Non possiamo chiamare Mito?- propose allora Raim – Magari ce la dà qualche dritta.-
- Il problema è che in tre anni gli abbiamo già scaricato addosso di tutto.- considerò Ryota, andando dritto verso una fontanella insieme agli altri assetati come lui, visto come batteva il sole quel giorno – E lo stesso problema che s’è presentato al compleanno del Gorilla e che si ripresenterà con gli anni di questo qui.- e indicò Mitsui col mento, mentre si piegava sull’acqua – Meno male che abbiamo ancora qualche giorno.-
- E che possiamo uscire quando vogliamo.- Nanaka sospirò – Per la discoteca siamo a posto vero?-
- Si, tutto a posto.- annuì Junko – Abbiamo già prenotato, conosciamo la direttrice.-
- Almeno quello…- Mitsui tornò a guardarsi in giro – Ma guarda…una sala giochi. Qualcuno si fa una partita a carambola?-
- Basta che ci sia l’aria condizionata!- lo seguirono Miyagi e Rukawa.
- Non avete più la resistenza di una volta!- li pungolò l’Aizawa, seguendoli divertita con le altre.
Dentro c’erano pochi ragazzi ma tirava abbastanza ossigeno per tutti. Così, con birre alla mano e giornali per farsi aria, le ragazze si sedettero attorno al tavolo del biliardo dove Hisashi e Kaede si lanciarono una mezza sfida.
Ryota, troppo provato, colse la palla al balzo per fare le fusa alla sua Ayako.
- Spacco io?- bofonchiò il volpino, girandosi la stecca fra le mani.
Mitsui annuì, attaccandosi alla bottiglietta della birra – Andare a comprargli un altro casco? Il suo rosso l’ha graffiato parecchio quando lui e Mito sono caduti dalla sua moto da cross.-
- E uccidere direttamente quelli dello Shikuda?- cinguettò Miyagi acidamente.
- Altra ottima idea.- il volpino spaccò, spedendo le sfere ovunque.
- Rukawa devi smetterla con queste fisse.- lo zittì Ayako – Ormai li abbiamo sistemati, basta.-
- Credi troppo alle favole.-
- Storie, Hana li ha rimessi a posto.- la manager mandò giù un lungo sorso, mentre Hisashi si piegava sul tavolo per guardare la situazione – E poi ce ne siamo andati da Kanagawa proprio per giocarci bene le finali.-
- Dì la verità.- ghignò Raim perfida – Ce ne siamo andati perché a qualcuno stavano saltando i nervi.-
Mitsui e Rukawa le scoccarono un’occhiata truce, praticamente in sincrono, facendola ridere come una matta.
- Avete la coda di paglia ragazzi?-
- Ehi Raim, tesoro…- la guardia fece il suo peggior sorriso da teppista – Vuoi vedere che stanotte ti porto a fare due passi in acqua? Eh, ti va l’idea?-
Come volevasi dimostrare la rossa assunse un’espressione bellicosa che ormai convinsero la kitsune di una cosa che aveva già fiutato da tempo. La sua "quasi" ragazza non sapeva neanche stare a galla.
Passarono due orette buone di giri a vuoto e bottiglie di birra scolate a goccia, quando si fecero le sei.
Il sole era ancora caldo e luminoso ma i ragazzi avevano un appuntamento importante.
Si ritrovarono tutti nella piazzetta circolare precedente alla rotonda che portava al Summer Inn e la squadra di pallavolo fece strada verso il liceo Ikuwata, una costruzione bianca e non molto alta, più estesa in lunghezza, che somigliava vagamente allo Shohoku. Aveva tre campi di atletica decisamente ben tenuti e una palestra che non trovarono altro modo per definirla se non "megagalattica".
I custodi li lasciarono passare senza fare storie, visto che conoscevano la Kurata e compari e, quando entrarono, il club di basket non poté trattenere un ghigno di soddisfazione.
Due campi affiancati, uno dal pavimento lucidissimo in legno e uno da pallavolo con una rete alta e tesa.
Sembrava fosse stata costruita da poco ma era semplicemente tenuta come un gioiello.
C’era anche un tendone verde scuro, che si poteva tirare in mezzo ai due campi, per separarli.
- Allora? Che ve ne sembra?- sorrise la Kurata.
- Credo che andrà più che bene.- rispose il Gorilla mentre matricole e compagni si sprecavano coi commenti - Qua non si allena nessuno il pomeriggio? Siamo ancora in periodo scolastico no?-
- Questa è la seconda palestra.- gli spiegò Naomi – La usano solo quando la loro principale ha dei guasti.-
- Quindi hanno una palestra ancora più grande di questa?- allibì Kogure.
- Si, nell’ala sul retro della scuola.- cinguettò Raim – Ma qua va più che bene.-
- Già, per uccidersi non serve un grande spazio.- frecciò Mitsui a bassa voce.
Hana e Ryota risero a loro volta, incuranti delle occhiatacce di Akagi. Speravano solo non venissero troppi curiosi a rompere le palle durante i loro allenamenti ma le ragazze li assicurarono che solitamente gli studenti dell’Ikuwata non erano autorizzati a infastidire gli ospiti in arrivo.
- Ehi cleptomane…- Junko Kanzaki richiamò l’attenzione del suo capitano, sfidandola con una sola occhiata – Già che ci hai scorrazzato qua, che ne dici di farmi fare due risate eh?-
- Oddio, ma perché vuoi farti legnare?- la Kurata si tolse gli occhiali dal naso, mettendo la tracolla sulla panca – Sentito ragazze? La vostra senpai vuole fare una partita e perdere. Qualcun altro si aggrega?-
- Non se si toglie i pesi.- sibilò la Noda – Non ho voglia di farmi rompere un braccio.-
- Guarda che glieli faccio togliere comunque fra due giorni.-
- Col cavolo Naomi, quella squarcia i palloni!-
- Eddai Akane.- L’Aizawa si legò una bandana sui capelli, levandosi le infradito e dando anche la borsa a Raim – Ha ragione Junko. Già che siamo qua possiamo anche fare quattro palleggi.-
- Vediamo se sarai ancora d’accordo quando ti sarai presa una stecca in faccia, senpai.- sbuffò Nanaka – Comunque ci sto. Come ci dividiamo?-
- Ragazzi vi dispiace?- si bloccò un secondo la Kurata.
- Figurati, sarà interessante.- l’assicurarono Kogure e Akagi, svaccandosi in panchina.
- Si ma attenta dove miri Junko!- le urlò dietro Ayako.
- Forza, diamoci da fare.- Naomi tornò dal gruppo delle sue ragazze – Con me voglio Akane, Asuka, Sumire, Mahiro e Endo. Sato, Kyoko, Nanaka, Yukino e Sawanoguchi con Junko.-
- Tornerai a casa con la coda fra le gambe, sei avvisata.- le disse la Kanzaki, massaggiandosi i polsi.
- Guarda che non c’è Kirara ad alzartela come vuoi tu.- le sibilò il suo capitano, dalla seconda fila – A proposito, mi serve un arbitro. Raim fai tu per favore?-
- Si, tranquille. Ma evitiamo falli per favore.-
- Facciamo così.- continuò la Kurata – Se vince la tua squadra nelle prossime partite ti faccio usare tutti gli schemi che vuoi.-
- E se vinci tu?- fece la Kanzaki scettica.
- Se vinco io, dopo domani ti togli i pesi e te ne stai buona per tre giorni.-
- Cosa? Un corno!-
- Cos’è, hai paura? Hai cambiato idea tesoro?-
- Se solo le tue gambe fossero veloci come la tua lingua, cara la mia cleptomane.- sibilò Junko acidamente – Ok, ok. Se perdiamo toglierò i pesi e me ne starò buona a prendere il sole per tre giorni. Contenta?-
- Perfetto. Non facciamo tante storie, a chi va la rimessa? Preferite che ce la giochiamo?-
- Vuoi anche un vantaggio Naomi?- ridacchiò l’Aizawa.
- Potresti anche darmelo visto che ogni volta che quella schiaccia, qualcuno abbassa la testa e va a nascondersi no?-
Alla fine Raim fischiò l’inizio in un costante chiacchiericcio di fondo e la squadra di basket aguzzò gli occhi.
Decisamente vedere dei campioni giocare era sempre molto interessante, vedere quelle poi…che erano veloci come fulmini e precise come cecchini, era ancora più bello.
Prima alzata, finta della Kanzaki per Nanaka. Punto.
- Ahah…- Junko allungò la lingua al suo capitano ma la Kurata non fece una piega, ghignando. Adesso la sistemava lei!
Seguì un gioco pulito, senza la minima sbavatura.
Akagi e gli altri di pallavolo non ci capivano molto ma effettivamente il titolo se lo meritavano in pieno.
Era eccezionali.
Avevano una difesa spettacolare, impressionante. L’Aizawa e la Kurata non se ne perdevano una, per prendere la palla quasi si ammazzavano, erano agilissime e se la Kurata era veramente perfetta e precisa come un chirurgo, l'Aizawa compensava con una velocità impressionante che salvavano molto punti sulle righe di fondo campo.
Anche le alzatrici erano molto buone, anche se non era come vedere Raim e l’attacco…bhè, vedere la Kanzaki saltare a rete era un po’ come vedere un dunk ben fatto. E che forza in quelle schiacciate.
Era vero, le matricole non ci provavano neanche a prendere quei bolidi.
A volte si piegavano a terra, coprendosi la testa per la paura.
La Kanzaki attaccava spesso di sola forza, sfondando ogni muro.
- Ehi Akagi…- Mitsui lo richiamò pensoso – Dici che saresti capace di fermarla a muro?-
- Sai che non lo so?- replicò serio – Ha una forza in quel braccio veramente spaventosa.-
E anche se a muro riuscivano un po’ a deviare la palla, la Kurata a fine partita si ritrovò con mani e polsi pieni di capillari rotti. Idem per la Noda che si soffiava sull’epidermide in fiamme.
Stavano quasi a fine partita quando il cellulare di Akagi si mise a trillare.
Chi era? Yoshikawa.
La tirò per le lunghe e alla fine, sbraitando, li fece tornare tutti all’albergo.
- Ma perché quello rompe sempre sul più bello?- sbuffavano le ragazze, lasciando il campo.
- Brutto bastardo di un pelatino.- rognò l’Aizawa – Basta, stasera rimorchio un po’ di donne e gliele presento tutte e poi vediamo se avrà ancora saliva per sbavare o rompere le scatole a noi!-
- Ecco, ci manca anche che ti metti a rimorchiare le donne senpai.- cinguettò Nanaka, mentre uscivano in strada – Vuoi proprio prenderti tutte le sponde eh?-
- Parlando di sponde…quand’è che ci vediamo con gli americani?-
- Dio ma sei impossibile.- la Kurata chiuse la palestra, sbadigliando – Ma dove la trovi la forza?-
- Farebbe bene anche a te un po’ di testosterone in giro, credimi.- le disse Kyoko – Ti vedo un po’ sbattuta.-
- Saranno i colpi di Junko.-
- Come la mettiamo con la partita cleptomane?- le chiese la Kanzaki – Chi ha vinto?-
- Io.-
- E perché scusa?-
- Perché sono più grande, perché sono il capitano, perché sono più bella e perché ho il coltello dalla parte del manico, ecco perché. E poche storie!-
- Però, tu si che sei sportiva.-
- Zitta e fila!-

A cena ne uscirono di tutte i colori.
Il club di basket vide certi numeri veramente impressionanti: le ragazze si erano messe a parlare con tutta la popolazione femminile del Summer Inn per trovarne una giusta al vice preside ma non ce n’era una delle donne scelte che non filasse via appena vista di sfuggita la faccia ingrugnita di Yoshikawa.
Dopo la sua dose di sonnifero, il vecchio li chiuse tutti in camera alle dieci ma neanche un quarto d’ora dopo, quando Hana avvertì il tonfo del crollo nella camera vicina, erano già di nuovo tutti fuori sulla terrazza dell'albergo.
Roba da farsi buttare fuori dalla squadra e dalla scuola.
- Ecco qua…- Nanaka, che sfogliava un giornale di moda femminile seduta a tavola con gli altri che si scolavano cocktail rigorosamente analcolici, visto che il giorno dopo avrebbero avuto inizio gli allenamenti, attirò l’attenzione di tutte le compagne – Senpai, forse dovremmo fare certe domande a Yoshikawa o alla tizia che vogliamo sbolognargli prima di farli presentare!-
- Fa vedere.- Raim si sporse e iniziò a ridere – Posizione preferita? Ma che test è?-
- Posizione preferita? Io sopra, lui sotto.- cinguettò subito l’Aizawa.
- Troppa fatica.- sbuffò Junko con un ghigno – Meglio il contrario.-
- Come sarebbe?- le chiese Hana ridendo.
La Kanzaki alzò le spalle, portandosi il bicchiere alla bocca – Sarebbe che a me piace solo stare sotto…e aspettare che Hisa si dia una mossa.-
- E questo la dice tutta.- rispose la guardia con un ghigno, accendendosi una sigaretta.
Risero tutti quanti, poi Nanaka continuò.
- Bella questa. La balla più grande che avete detto al partner.-
- Ti amo anche io, sei la donna della mia vita.- rispose pronto Mitsui, prendendosi un calcio e altre ghignate.
- Dai, guarda che sei perfido.- sbuffò Raim.
- Perché? Non hai mai detto palle a Shiro?- le chiese Ayako.
- Si…forse sull’abbigliamento o roba simile.-
- Un tizio una volta mi ha chiesto che lavoro facevo di notte.- rise l’Aizawa – Gli ho detto che andavo a impastare il pane dal fornaio sotto casa.-
- Ah bella roba, a mezzanotte impasti il pane?- frecciò Miyagi – E c’è cascato?-
- Non so, mi ha visto ballare una notte e non mi ha più posto la domanda.-
- Altre?- chiese la Kurata.
- Aspetta…- Nanaka lesse velocemente – Ecco, è buona anche questa. Siete mai stati con uno più grande di voi di parecchi anni?-
- Parecchi anni quanto?-
- Dieci o venti.-
- Si.- disse la Kurata.
- E chi sarebbe?- le chiese Kyoko curiosa.
- Nessuno che tu conosca.-
- Ma è vecchio allora!-
- Ma che vecchio! Uno a trent’anni è vecchio?- bofonchiò Raim.
- Non è che hai il complesso di Edipo Kurata?- ironizzò Mitsui.
- Perché, tu non sei mai stato con una più grande?-
- Si ma il mio massimo era…ventisette anni, credo.-
- Ehi Mitchy, c’è qualcuno al mondo che non ti sei ancora sbattuto?- gli sibilò Hana sarcastico.
- Ma senti chi parla, l’uomo tanga!-
- E che palle, basta! Nanaka, fai un’altra domanda!- la obbligò il rossino.
- Ecco, è meglio do’aho.- rognò Rukawa.
- Sta zitto Kit.-
- Dunque…ecco, cosa fareste se il vostro compagno/a vi tradisse?-
- Gli chiederei di presentarmi il traditore e di fare una cosa a tre.- rispose pronta l’Aizawa.
- Dio ma sei perversa.- sbuffò la Kurata – Il bello è che non scherzi poi!-
- Oh, le cose vanno prese con filosofia sai?-
- Bella filosofia la tua,- la prese in giro la Noda – un letto vale l’altro per te.-
- Continua a far biscotti va!-
- Sul serio, tu accetteresti le corna senpai?- le chiese Nanaka stupita.
- Dipende.- Kyoko si fece seria, finendo il suo cocktail – Non ho mai avuto storie lunghe, se fossi affezionata al ragazzo con cui sto insieme immagino che avrei voglia di cavargli gli occhi. Kirara…tu e Sota mai nessuna distrazione?-
Kaede rizzò le orecchie, anche se non si sognò di aprire bocca.
La cosa si faceva interessante, la sua rossa non parlava mai del suo ex.
Raim comunque non dette segni di sofferenza, anzi…sorrise, alzando le spalle.
- Che io sappia Shiro non mi ha mai tradito. Se l’avesse fatto me ne sarei andata.-
- Senza pensarci?- le chiese Ryota.
- Si. Sul momento non l’avrei sopportata. Credo che sia meglio parlare subito chiaro. Mi avesse detto che gl’interessava un’altra avrei anche potuto capirlo ma se mi avesse fatto qualcosa alle spalle non l’avrei presa bene per niente.-
- Un mio ex una volta mi ha tradita, portandosi un’oca in compagnia davanti a me.- ricordò la Tanaka pensosa – Mi sono vendicata rigandogli la macchina a cui teneva di più che a sua madre!-
- Ecco perché non bisogna mai far arrabbiare le ragazze, si vendicano sulla tua macchina.- ridacchiò Rei.
- Sante parole. Mi toccassero la Honda mi c’incazzerei a morte.- aggiunse Hana.
- E già, ma tu sei un uomo retto e di sani principi, eh testa rossa?- insinuò ancora Miyagi.
- Ma parli tu che te ne stavi a letto con tre uomini!-
- Insomma ma mi spiegate che cazzo avete fatto?- sbuffò Akagi – Prometto che non vi pesto…troppo.-
I ragazzi si scambiarono un’occhiata, poi il play della squadra si fece forza.
- Diciamo che domenica sera abbiamo esagerato un po’ tutti quanti con l’alcool.-
- E quando mai.- sorrise Kogure – E allora? Va avanti.-
- Bhè…non è che abbiamo deciso di metterci tutti a fare i deficienti…almeno, io speravo che qualcuno restasse sobrio per portarmi a casa.- mugugnò Ryota – Che cazzo ne so, speravo che almeno Hana e Ru restassero ludici!-
- Le palle, stavano a scommettere su chi reggeva di più.- sibilò Mitsui.
- Cos’è, ti devi divertire solo tu?- rognò Sakuragi.
- S’è visto come s’è divertito…- aggiunse anche Kaede, schioccando la lingua.
- Oh, non spaccate le palle. Andate avanti!- ordinò il Gorilla.
- Vabbè,- il tappo alzò le mani – alla fine è andata che abbiamo bevuto come spugne, c’era casino, un sacco di fumo e Sendoh sai com’è…un bicchiere tira l’altro e si sono fatte le tre. Non so come ma ci siamo addormentati…-
- Il problema è che alle cinque di mattina mi sveglio e mi ritrovo con Akira addosso, il tappo da una parte, la volpe sulla pancia e Hana che va verso il bagno con un tanga in testa.- riassunse Mitsui, dando un tiro – Ecco com’è la storia.-
Un attimo di silenzio e poi le ragazze scoppiarono a ridere mentre Kogure e Akagi si mettevano le mani in faccia.
- Ho le foto Gori…- cinguettò Hana.
- Ma va senpai? Voglio vedere, voglio vedere!- cinguettarono Rei e Nobu, fregandogli il telefono.
- Eravate vestiti almeno?- singhiozzò Junko, fra le risate.
- Io i boxer li avevo.- sbuffò Miyagi.
- Non rompete le palle, non è successo niente.- chiarì la guardia – Avessi fiutato qualcosa avrei fatto secchi tutti all’istante. Sesso libero va bene ma l’attrezzatura maschile non mi attira in particolar modo!-
- Ahah…e tu hai dormito comodo Rukawa?- frecciò Ayako, prima che scoppiassero tutti a ridere come deficienti.
Ma tu guarda…roba da matti. Mai sentiti discorsi tanto idioti.
Se ne andarono a letto che era mezzanotte, dopo altre chiacchiere al limite dell’umana concezione e l’arrivo dei surfisti che uscivano per andare da qualche parte a cazzeggiare.
Si misero a parlare con Raim e le altre e la cosa a Kaede stava già sui maroni, così afferrò Hana e se ne tornarono in camera ma qualcuno rimase comunque ancora all’aperto.
La Kanzaki salutò Mitsui, anche se dopo certe rivelazioni sarebbe stato bello parlare in santa pace e una volta sola la ragazza scese in spiaggia. Da quelle parti c’era un piccolo porticciolo di legno dove una certa persona era abituata a passare le notti, a pensare.
Era lì ad aspettarla e quando la vide contro le luci dell’albergo balzò in piedi.
- Ciao Shige.-
Shige Ikuko le sorrise, imbarazzato. Era sempre più bella.
- Kanzaki.- l’abbracciò goffamente, facendola sedere – Sono contento che siete tornate.-
- Potevi venire a salutarci.-
Lui arrossì imbarazzato – Ho visto che eravate in compagnia. La squadra di basket, vero?-
- Si. Sono dei casinisti, ma sono simpatici.-
- Ne ho conosciuto uno oggi pomeriggio. Ha giocato con papà.-
- Chi?-
- Alto, capelli neri, occhi blu scuro, espressione fredda. Non parlava molto.-
- Ah, il volpino.-
- Come?-
Junko rise della sua aria smarrita, dondolando le gambe nel vuoto, sopra l’acqua.
- Mi è mancato questo posto.-
Shige Ikuko si morse il labbro.
- A me sei mancata tu.-
La ragazza si volse a guardarlo, cercando le parole adatte.
- Sei venuta a dirmi di no, vero?-
Lei annuì, abbassando il capo.
- Perché? Hai trovato qualcuno?- al suo silenzio capì che era vero e sospirò pesantemente – Mi avevi detto che non c’era nessuno.-
- Infatti, non c’era nessuno. Almeno fino a quando non l’ho incontrato, alla fine dell’estate.-
- Chi è?-
- E’ qui.- ammise – Gioca nella squadra di basket.-
Il ragazzo si portò le mani fra i capelli, deluso.
- Oh cavolo…-
- Mi dispiace Shige.-
- Ma lui…ti ama?-
Junko stavolta sorrise, sorrise veramente.
- Si.-
- Come lo sai?-
- Me l’ha detto. Stamattina.-
- E…tu lo ami?-
- Si, molto.-
Era un gioco al massacro ma lui doveva sapere. Fin dalla prima volta che l’aveva conosciuta, quattro anni prima, aveva capito che le avrebbe sempre voluto bene. Che avrebbe fatto tutto per lei, che l’avrebbe sempre aspettata.
- Mi dispiace.- gli disse ancora.
- No,- sussurrò mesto – se sei felice non importa.-
- Avrei voluto dirtelo prima. Ma per telefono o per lettera non sarebbe stato come guardarti in faccia.-
- Hai fatto bene.- le prese la mano e gliela strinse forte – Non posso farti cambiare idea vero?-
Lei scosse il capo.
- Dev’essere speciale questo tizio. E fortunato anche. Non sarà mica quello di oggi?-
La ragazza scoppiò a ridere, scuotendo il capo.
- No…io e Kaede siamo troppo simili. Ci ammazzeremmo.-
- E allora qual è?-
- Te lo farò conoscere…se vuoi.-
Shige Ikuko annuì, anche se a fatica – D’accordo.-
- Ora devo andare.-
Ben sapendo che ormai non potevano dirsi più nulla almeno per il momento, la schiacciatrice dello Shohoku si rimise in piedi, per tornare all’albergo. Inutile scusarsi, inutile stare a parlarne ancora.
- Buona notte Kanzaki.-
- Buona notte.- gli disse, andandosene via.

La mattina dopo iniziò il duro allenamento previsto dai capitani.
Dopo la lauta colazione andarono a correre in spiaggia. C’era pochissima gente e nessuno poteva rompere loro le scatole, a parte Yoshikawa che se ne stava in piedi come un duce sulla terrazza e spiava ogni loro mossa.
- Che scocciatore.- sibilò Hanamichi, correndo fra le onde dietro agli altri.
- Quello va affogato e basta.- lo seguì Ryota.
Le ragazze della pallavolo stavano più avanti ma anche la Kurata ogni tanto lanciava occhiate di fuoco a quel seccatore. Non ne potevano davvero più ed erano passati appena due giorni!
Già era una lotta controllare quelle cretine delle sue compagne che più che correre seguivano il sedere di Rukawa e quella rintronata della Kanzaki che correva ostinatamente coi pesi alle gambe e alle braccia, figurarsi stare sempre a sentire le fisse di quell’uomo insopportabile!
Le uniche che sfuggivano alla sua boria erano Raim e Ayako che passavano la mattina ad abbronzarsi e a leggere, beate loro. Comunque dopo due ore buone di corsa e stretching in acqua nessuno degli atleti aveva più la forza per lamentarsi, se non contro i capitani aguzzini e questo accadde anche nei giorni successivi.
Perfino Hana e Kaede per qualche tempo se ne stettero buoni, stranamente. La mattina erano troppo stanchi per prendersi a botte, e specialmente dopo, quando toccavano le ore dedite ai compiti.
Era lì che era dura per il Gorilla.
Far tenere la testa sui libri a quei deficienti era durissima!
Le matricole ancora ancora, anche se ogni tanto con quella loro testa vuota vagavano altrove, tipo sulle ragazze in bikini, ma con gli altri era da panico.
Meno male che molti di loro erano in classe insieme, quindi facevano capannello e qualcosa combinavano.
- Odio la fisica!- sibilò quel venerdì Raim – Ehi Hana…me la fai tu?-
Il rossino alzò gli occhi dal libro, guardandosi attorno. Soffiò il libro della ragazza e le passò i suoi compiti d’inglese.
- Viva il mutuo soccorso.- rognò Miyagi, accanto a loro, voltandosi allora verso la Kanzaki – Ehi Jun…già che ci siamo…fammi letteratura va!-
- Si? E che mi dai in cambio?-
- Ti faccio filosofia.-
- E come? Ci sono solo temi.-
- Ti metto giù le bozze. Che ci va a sparare un po’ di cazzate esistenziali?-
- Sei campione in quello eh?- frecciò Mitsui, occhiali sul naso e aria vaga.
- Ma che vuoi, tu hai Kogure che ti soffia sul collo almeno.- gli rinfacciò il tappo.
- E sai che roba.- disse l’occhialuto – Avesse voglia avrebbe già finito.-
- Ho già dato per stamattina.- sbuffò la guardia, spingendo lontano libri e quaderni.
- Dai Hisashi, finisci almeno i bilanciamenti di chimica.-
- Già fatti.-
Kogure corrucciò la fronte, prendendogli il quaderno stupido.
- Roba da matti.- sentenziò – Tutti giusti.-
- Non sono mica deficiente, scusa.-
- Visto che non lo sei, perché arrivi sempre e solo alla sufficienza eh?- ringhiò il Gorilla dietro di lui.
- Perché i test in classe mi annoiano.- fu la semplice risposta.
- Ehi Mitchy, visto che sei bravo fammi matematica!- lo pregò il Tensai.
- Non faccio i miei di esercizi, devo fare i tuoi adesso? Baciamelo.-
- Teppista del cavolo, sei uno sfaticato! Ehi kitsune a che punto sei?-
Domanda retorica. Rukawa dormiva con la bava alla bocca.
- Ma tu guarda questo pezzente...- sibilò Akagi pronto a ucciderlo.
Naturalmente dopo che l’ebbe svegliato si scatenò il finimondo ma Kaede si riprendeva sempre in tempo per gli allenamenti pomeridiani in palestra. Era lì che dava il meglio.
Dalle due e mezza alle sette, diventava una specie di tornado. E anche Sakuragi.
Altra grana.
Tipo quel giorno.
- PORCA MISERIA! FATELA FINITA VOI DUE IDIOTI!-
Le ragazze della pallavolo, dall’altra parte del campo e anche se protette dalla tenda divisoria, vennero investite dalla potenza dell’ugola di Takenori Akagi. Sbirciarono e videro che stava separando Hana e Kaede a suon di pugni.
- BASTA, MI AVETE ROTTO!-
Hana incassò le spalle, rabbioso. Sulla testa la sua mitica bandana.
- Ma Rukawa mi ha detto…-
- Do’aho.- sibilò Kaede a bassa voce.
Si presero un altro pugno e vennero rispediti ai loro tiri, distanti l’uno dall’altro.
- Mi verrà l’ulcera, lo so.- grugnì il capitano – Mi faranno morire!-
- Ma no, basta che ti prendi qualche bella pastiglia contro la nausea.- gli consigliò dolcemente Mitsui. Dopo che si prese anche lui la sua riga d’insolenze tornarono ad allenarsi tanto da uccidersi coi tiri in sospensione e il contropiede. In quello vinceva sempre Miyagi e gli altri faticavano ma si stavano velocizzando incredibilmente.
- Se va avanti così neanche il Kainan ci darà più pensiero in contrattacco.- disse Kogure, asciugandosi il sudore dalla fronte.
- Già.- annuì Akagi – Che ore sono?-
- Le cinque e mezza.-
- Bene, perfetto. Ragazzi, dieci minuti di pausa e poi partita.-
- Senz’arbitro?- cinguettarono i titolari con gli occhioni pieni di stelline.
- No imbecilli, con l’arbitro.-
- Oh ma che palle Gori! Così non mi diverto.- sbuffò il Tensai.
- Non me ne frega una mazza, riposati o ti faccio fare trenta volte il giro dell’isola e non della palestra!-
- Aguzzino!-
I ragazzi intanto tirarono finalmente il fiato, lasciandosi quasi andare seduti per terra.
- Ehi, come va?- chiese la Kurata, andando dalla loro parte.
- Come va? Strisciano, non vedi?- rise Ayako – Scusa il casino. Ce la fate a concentrarvi?-
- Si, tranquilla. Quelle non sentono neanche i miei di strilli.- ridacchiò Naomi – Ma da voi si urla sempre così?-
- Per fermare questi beota non c’è altro da fare.- si lamentò il Gorilla.
- Fate una partita? Possiamo assistere?-
- Se volete vedere una rissa senpai.- ridacchiò Raim – Comunque accomodatevi, sarà istruttivo.-
- Su questo non ci sono dubbi.-
Qualche minuto più tardi le accaldatissime ragazze della squadra di pallavolo erano tutte sedute o in panchina o sulla linea di bordo campo, tutte eccitate per vedere Rukawa e il ragazzo della Kanzaki.
Le matricole specialmente che sbavavano a ogni loro movimento.
- Come ci dividiamo?- iniziò Ayako.
- Dal primo al terzo e dal quarto al quinto?- fece Raim.
- No, meglio miste per qualche tempo.- le disse Akagi – Le matricole devono imparare a stare coi titolari.- e aggiunse, con un grugnito – Per quanto sia difficile stare con certi deficienti! Forza, con me Yaoto come play, Rei come ala piccola, Yasuda e Mitsui in difesa. Con Miyagi voglio Rukawa, Sakuragi come centro, Shiozaki come ala grande e Kogure in ruolo di guardia. Gli altri pronti a caldi, nel caso debba buttare fuori qualche testa di fava!-
- Ehi Gori, ma vuoi proprio prenderle!- ridacchiò Hana, legandosi meglio la bandana sui capelli.
- Guarda che t’ha messo di qua per bilanciare con le seghe dell’altra squadra.- frecciò il volpino.
- Vuoi vedere che ti sego le ginocchia subito?-
- Volete vedere che mi tengo la palla per tutta la partita e a voi due non la faccio toccare?- s’intromise Miyagi.
- E volete vedere che vi rimetto su un aereo pieno di animali come voi?- li ammutolì Akagi fuori di sé – Non voglio grane chiaro? Miyagi, passaggi! A tutti quanti! E voi due imbecilli non fate le prime donne perché vi spedisco a casa sul serio! E tu!- sbottò, puntando Mitsui che si stava facendo gli affari suoi – Muovi le gambe e non ti azzardare a startene fermo sulla linea dei tre punti come fai sempre! Non troverai sempre delle seghe che ti fanno tirare, ok?-
- Cristallino.- dissero tutti e quattro in coro, con incredibile faccia di bronzo.
- Miseria.- ridacchiò la Kurata, seduta con Raim, l’Aizawa e Junko – Credevo di averli io i problemi!-
- Vedrai che scene per fare i passaggi.- sorrise la rossa.
- Già, non sono molto civili i ragazzi.- le confermò anche Nanaka.
- Ci siamo?- urlò Ayako pronta con la palla – Guardate che fischio! Se avete finito…-
- Ci siamo, ci siamo.- sbuffò Akagi, al salto con Hana – Vai pure!-
Fischio. La sfera arancione volò alta.
Fu Hanamichi a prenderla e attaccò subito a ridere come un deficiente, peccato che lanciò chissà dove e per andare a prenderla Kaede dovette quasi uccidersi, lanciando insulti a quel do’aho a tutt’andare.
- Guarda che cretino!- sbuffò Rukawa. Palla alla mano, si ritrovò Rei davanti.
Era facile evitarlo ma ora al posto del Rukawa’s Shinetai c’erano le mocciose della pallavolo e la cosa iniziava già a rompergli. Fece un paio di finte e si levò subito di torno la matricola ma fece appena in tempo a girare gli occhi che quei due maledetti di Akagi e Mitsui gli fecero un bel giochetto molto carino.
Scambio di marcatura. Il gorilla si spostò su Hana e Hisashi gli fu addosso…gli portò via la palla, facendolo imprecare.
- Cazzo!-
- Torna in difesa Hana!- urlò Miyagi, correndo dietro alla guardia – Muoviti che tira!-
Detto fatto. Neanche a un metro della linea, la guardia sollevò le sue belle braccine e …dentro.
Tre punti.
Nel coro delle ragazze, Hana mise un grugno pazzesco.
- Oh, teppista brutto bastardo…ma te ne stessi un po’ in difesa che è il posto tuo cazzo!-
Mitsui se ne tornò indietro, ridacchiando velenosamente.
- Oh do’aho…ti facessi un po’ più furbo forse...- lo rimbeccò il volpino.
- Senti chi parla, ha fregato pure te!-
- Hn. Almeno lancio la palla dove c’è qualcuno, talpa.-
- Teme kitsune! Io sono il Tensai, sapevo che lì qualcuno l’avrebbe presa!-
- E chi? Raim sulla faccia?-
- E basta, che palle!- li zittì Miyagi – Marcate a uomo porca vacca!-
- D’accordo, d’accordo.- asserì il rossino – Io mi prendo il Gori.-
- Hisa chi se lo sciroppa?- fece Miyagi.
- Io.- scandì Kaede lapidario.
- Ecco, così perdiamo kitsune.-
Il gioco riprese e per la squadra del capitano non fu più tanto facile imbroccare punti. Specialmente perché Mitsui ora aveva addosso la volpe che non si scollava da lui neanche per un secondo, tanto che camminavano quasi uno in braccio all'altro. Nobu invece creò delle belle azioni, facendo quasi inorgoglire Miyagi che per tanti mesi gliene aveva insegnate di cotte e di crude.
Anche Rei era diventato veramente bravo, meno astuto di Rukawa forse, ma sempre pronto al tiro e mai impreparato.
Sotto canestro poi era guerra aperta. Hana raccattava ogni rimbalzo possibile e ben presto Kaede e Kogure segnarono la loro dose di punti pomeridiana.
- Certo che il corpo a corpo con questi non manca.- fece l’Aizawa libidinosa.
- Decisamente.- sogghignò anche Nanaka – C’è da farsi partire gli estrogeni a vederli.-
- Hentai.- sorrise Raim, incitando a voce alta le matricole.
- Certo che però Hanamichi è forte davvero.- se ne uscì Junko dopo l’ennesimo rimbalzo – Salta altissimo e riesce spesso a tenere buono il senpai Akagi che è quasi il doppio di lui.-
Proprio in quel momento erano di nuovo sotto canestro. Hana era in mezzo alla lunetta e sembrava pronto al tiro.
Ma poi, eccolo lì.
- Attenti a Rukawa!- urlò Mitsui che era stato bloccato da Miyagi apposta per permettere al volpino e al Tensai di mettere in atto la loro tattica. Infatti fu un successo. Hana la lanciò storta apposta, tanto da arrivare dritta fra le mani della kitsune che era già saltata, spaccando il millisecondo.
Un dunk perfetto.
Fra le ovazioni del rossino, Rukawa stavolta dovette ammettere che avevano rasentato la perfezione.
- Sono ingestibili.- mugugnò Akagi.
- Già. Perfetti direi.- annuì anche Mitsui, sogghignando sinistramente – E il tappo li ha serviti alla grande, bloccando me. Si sono fatti furbi, cosa in cui sinceramente non speravo più.-
- Meno male che li abbiamo in squadra.- gli disse Kogure, passando loro a fianco.
- Su questo avrei qualcosina da replicare…ma se la mettiamo così…-
Andarono avanti in un’altalena terribile. Ogni punto di una squadra corrispondeva alla riprese dell’altra.
E poi arrivava Mitsui, quando uno meno se l’aspettava, con le sue triple fatte dai punti più impensati.
- Ma come fa?- sussurrò la Kurata – E’ incredibile. Tu lo vedi saltare e sei sicuro che la metterà dentro.-
- Da così lontano poi.- mormorò anche Kyoko – Cacchio però…ehi Jun, mi sta venendo di nuovo voglia di saltargli addosso sai?-
- Provaci e ti uccido.-
- Mitchy è particolare.- sorrise Raim – Quando salta saprai che ha fatto canestro ancora prima che tocchi il ferro o la rete perché lui chiude il pugno, quando è sicuro. È eccezionale.-
79 a 73 per la squadra del Gorilla, Rukawa cominciava a sentire la voglia di darci dentro.
Fermare Mitsui era diventato il mantra della partita e ci si mise di parecchio impegno.
Gli one on one erano esaltanti ma anche parecchio duri tanto che a pochi minuti dalla fine si ritrovarono tutti e due col fiato corto. Fu grazie ad Hana e a un paio delle sue genialate che spiazzarono il Gorilla a riportarli vicini agli avversari.
- Porca miseria, quello lì ha ancora energia da vendere.- rognò Akagi.
Mancavano cinque minuti quando si ritrovarono tutti ad attaccare contro la squadra di Miyagi.
Il tappo, più veloce nei contropiede, fermava sempre molto bene Nobu ma anche Rei si stava dimostrando all’altezza della situazione. Shiozaki gli soffiò la palla un paio di volte ma poi la matricole non ci cascò più. Qualche finta e lo passava, anche se poi si scontrava con Hana.
E stavano proprio sotto canestro quando in un’ammucchiata bestiale, Hana, Kaede e il Gorilla franarono tutti a terra addosso a Mitsui in un casino di spintoni, proprio mentre la guardia tirava.
- Oh no! Che casino!- sbuffò Ayako, mentre tutti ridevano – E questo fallo di chi sarebbe eh?? Imbecilli!-
- E levatevi cazzo!- sbraitava Hisashi, sul fondo – Mi state rompendo le ossa!-
- Porca vacca Gorilla, mettiti a dieta!-
- Do’aho, levami quella mano dalla faccia!-
Tiratisi in piedi, erano mezzi ammaccati e pure mezzi svestiti.
- Tutto a posto?- chiese Kogure, premuroso come sempre.
- No, per niente.- piagnucolò Sakuragi, massaggiandosi il sedere.
- Che cazzo ti lamenti, mica ti sono caduti addosso trecento chili di deficienza.- sibilò Mitsui rabbioso e ansante.
- Ehi teppista…tutto bene?- Hana lo guardò meglio, preoccupato. Era un po’ pallido.
Mitsui fece per annuire ma cominciava a sentire una certa angoscia addosso. Meglio prevenire.
- Akagi…prendo aria.-
Il Gorilla lo guardò attentamente, poi fece un mezzo sorriso.
- Vai pure.-
- Grazie, torno fra un attimo.-
- Ehi, tutto bene allora Mitchy?- gli richiese Hana.
Mitsui si volse appena sopra la spalla, osservando la sua espressione seriamente tesa così sogghignò. Aveva bisogno di essere rassicurato, forse come tutti gli altri.
- Tranquillo mezzasega, non sarà il vostro dolce peso a mettermi k.o. Torno subito.-
La partita finì poco più tardi, con un vantaggio della squadra del Gorilla di appena tre dannati punti.
- Perfetto. Cosa vi ha insegnato questa partita?- chiese Ayako, raggiungendoli con asciugamani e acqua.
- A segare le ginocchia a Mitchy non appena prende palla.- sentenziò il Tensai.
- Ad entrare in scivolata fra le gambe del senpai Sakuragi, tanto non se ne accorge.- rise invece Nobu, prendendosi un pugno dal rossino.
- A non passare la palla a queste seghe, tanto non servono a niente.- concluse Ryota in allegria.
Quattro sberle a tutti, poi si fecero seri finalmente.
Era chiaro come il sole che ormai Mitsui si era fatto molto più che indispensabile.
Era fondamentale. Come lo erano le improvvisazioni di Hanamichi che aveva spiazzato Akagi più di una volta, esattamente come lui e Rukawa sotto canestro, con la tattica delle ali.
- Però avete ancora da lavorare parecchio.- disse anche Raim – Indovinate su cosa.-
- Resistenza.- le disse Yasuda.
- E ancora più velocità nel contropiede.- aggiunse Rei – Stare dietro al senpai Miyagi è impossibile.-
- E?- li incalzò Ayako, pronta col ventaglio alla mano.
- Gioco di squadra.- concluse Kogure con un sospiro.
- Che palle.- bofonchiò qualcuno in sottofondo, chissà chi.
- Le palle me le fate cascare voi!- tuonò il Gorilla, fregandosene della decenza e delle ragazze della pallavolo che ridevano come delle oche – Forza, sono le sei e un quarto. Pausa e poi ognuno ai suoi esercizi.-
- Anche voi fanciulle, forza.- le richiamò la Kurata – Avanti, avete sbrodolato abbastanza per oggi!-
- Oh ma dai…voglio stare ancora qua!- la pregò l’Aizawa ma alla fine venne trascinata via con Nanaka e le matricole, senza sentir ragioni.
Alle sette le due squadre chiusero i battenti. Stanchi e accaldati se ne uscirono strisciando, proprio mentre cominciavano a vedersi le prime stelle col cielo ancora chiaro.
- Meno male che domani è sabato!- dissero le ragazze contente.
- Già, sto' tour de force ci manderà al manicomio.- ringhiò Sakuragi fra i denti, ficcandosi la borsa in spalla.
- Già ci dovresti stare.- gli sibilò Kaede, passandogli a fianco.
- Senti chi parla, il sorbetto che se non vede la partita tutte le sere va in paranoia.-
- Dio ma non la smettono mai?- rise la Kurata, chiudendo le porte.
- Quei due?- Raim scosse il capo – Mai. È il loro modo contorto per dimostrarsi affetto.-
- Secondo me il loro è modo contorto per dimostrarsi qualcos’altro.- ridacchiò Miyagi più avanti con le matricole – Ma se lo dici tu Raim! Allora, che si fa stasera?-
- Ci sono i Nets sul satellite.- l’informò Mitsui.
- Ecco, se non altro vedrò qualcuno che gioca in maniera decente.- li schernì il Gorilla.
E fra bestemmie e macello le due squadre se ne tornarono al Summer Inn ben sapendo che il fine settimana sarebbe stato altrettanto elettrizzante. Il giorno dopo sarebbe stato il 1 aprile, il compleanno di Hanamichi.
E se ne sarebbero viste delle belle...


 

 

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Capitolo 24
*** Quella Notte, sotto la Luna ***


 

 

Kaede Rukawa aveva sempre detestato gli ombrellini colorati dentro ai cocktail.
Non sapeva bene perché, ma da che aveva cominciato a bere alcolici aveva sempre preso quegli ombrellini e li aveva rotti in mille pezzi. Anche Hana aveva la sua stessa mania e quando si trovavano insieme per un qualche motivo solitamente il rossino ne faceva legna da ardere.
Quella sera poi Kaede li trovava ancora più irritanti del solito.
Comunque al posto di rompere gambe, era meglio rompere ombrellini no?
Sollevò di nuovo gli occhi, giusto in tempo per vedere Raim parlare e ridere con uno dei surfisti attaccato alle costole.
Perché quello continuava a piegarsi sul suo orecchio e a farla ridere? Eh? Perché?
Odiava le discoteche, odiava gli americani, odiava i compleanni e odiava anche Raim!
Anzi, odiava Hanamichi! Era tutta colpa sua e dei suoi maledetti diciotto anni!
Incazzato nero tornò a girarsi verso la balaustra, appoggiandovisi.
Il Blue Palm, la discoteca nel quale stavano festeggiando il compleanno del do'aho, era sul mare e dalla balaustra all'aperto si poteva vedere la spiaggia, anzi...c'erano quasi sopra.
Aveva quasi voglia di buttarsi in acqua e mettere la testa sotto la sabbia.
Merda, merda! Super merda!
Mandò giù tutto il cocktail di botto, sentendoselo bruciare il gola.
Ma perché quei maledetti americani erano dovunque? Perché uno di loro, l'amico del bisessuale, se ne stava sempre a girare attorno a Raim? Mattina, pomeriggio e sera!
Lei stava a prendere il sole e quello le girava attorno come un'ape al miele.
Mancava poco che la trascinasse in acqua e se la portasse via a nuoto in tavola da surf!
Cazzo, che voglia di affogarlo.
Lo guardò meglio, girandosi appena sopra la spalla e guardando verso l'interno del locale. Ma che aveva di particolare?
Moro, capelli corti, occhi libidinosi, fisico da culturista.
E rideva come un deficiente.
- Ciao...sei solo?-
Furente, scoccò un'occhiataccia alla tizia che gli era venuta vicino.
La ventesima da quando erano entrati. Ma cosa doveva scriversi sulla fronte?
"SONO ASESSUATO "??
Porca miseria!
- Kaede insomma!-
Qualcuno lo tirò per un braccio, facendo brontolare l'oca che gli si era avvicinata.
- Non puoi continuare a scappare così, dovremo parlare del bambino prima o poi!-
La ragazza sbiancò, scappando via alla velocità della luce mentre quella attaccata al suo braccio lo lasciò subito, ridendo.
- Grazie senpai.- bofonchiò il volpino, togliendosi tanto di cappello di fronte alla perfidia della Kanzaki.
Junko non rispose, limitandosi a sogghignare e a sedersi sulla balaustra.
Non per sottolineare l'ovvio, ma dopo Raim la Kanzaki era la più bella ragazza presente, quindi anche volendo nessun'altra avrebbe potuto avvicinarsi.
- Ti rompi vero?- gli chiese, portandosi alla bocca una bottiglia di birra.
- Hn.-
Junko sentì una strana vena irosa nella sua voce, così cercò gli altri in giro.
Hana faceva capannello con il suo ragazzo, Miyagi, la Kurata, il Gori e le altre vicino alla pista dove si stavano scatenando una quantità industriale di folli ragazzi dai sedici ai trent'anni ma...c'era qualcuno, tipo l'Aizawa e Raim che invece erano attorniate dagli americani amici di Jeff.
Ecco perché era arrabbiato.
Sorrise, guardandolo di striscio.
- Ne parliamo o devo farti da specchio per le allodole?-
- C'è poco di cui parlare.- sibilò, guardando il cielo e niente altro.
Lei rise ancora, afferrandolo per un gomito e portandoselo vicino. Rukawa rimase spiazzato ma poi vide l'ennesima che se ne andava con la coda fra le gambe.
- Adesso capisco perché limiti le uscite serali.- ridacchiò la schiacciatrice - Il prossimo anno invece di portarti a sentire gli U2 ti compriamo una bella cintura di castità eh? Di quelle di ferro, che non si spaccano.- dette un altro sorso, lasciando perdere - Se mi permetti per un attimo di travalicare la nostra linea immaginaria, ti direi di non lasciarle fare i suoi comodi ancora per molto.-
Kaede portò lo sguardo su di lei.
Tacque, poi accettò la birra e se la portò alle labbra.
Lasciarle fare i suoi comodi. Ma che poteva dirle? Eh? Cosa?
Dopo come l'aveva trattata...no, non poteva metterle fretta.
- Gli altri dove sono?- le chiese, per sviare.
- A bere attaccati o al bancone, a un imbuto o vicini alla pista.- gli disse, dondolando le lunghe gambe - Hanamichi sembra divertirsi.-
- Il do'aho si divertirebbe anche in covo di vipere.-
Junko ridacchiò proprio mentre mettevano una canzone scatenata. Il neon e le luci della pista infastidivano gli occhi di Rukawa ma non distolse lo sguardo da Raim che ballava fra Hana e il surfista.
Abbassò il grugno, malinconico. E avvelenato.
Ma si, cosa poteva dirle? Cosa?
A un lento, emise anche una specie di sospiro che alla Kanzaki non sfuggì.
Guardò in giro e trovò Raim a ballare con l'amico di Jeff.
- Idiota.- sibilò. Finì la birra, lasciandola a un ragazzo che passava e raccattava bottiglie e bicchieri.
- Ehi bellezza...-
Junko e Kaede si girarono, trovandosi una specie di pompato sfigato a un passo dal naso.
- Balli?-
La ragazza scosse il capo, ignorandolo.
- Dai, non ti mordo mica.- continuò quello, arrogante - Al tuo ragazzo non spiace vero?-
Rukawa stavolta lo fissò bellicoso. Non che volesse difendere la Kanzaki visto che con un pugno avrebbe potuto rompere la mascella a quell'idiota, ma cominciava a incazzarsi nel vedere che un po' tutti cercavano di soffiargli e la ragazza e la psicologa.
- Evapora.- rognò gelido, mettendosi ritto in piedi.
Il cretino, trovandosi di fronte quasi due metri di volpe incazzata, si fece un po' indietro. Deglutì, rabbioso.
- Sta calmo fratello...-
- Via, sparisci.- sbuffò la Kanzaki - Sono incinta.-
Di nuovo una fuga da manuale. Tempo due secondi e quello era pure scappato dalla discoteca.
Però. E chi s'immaginava che una scusa del genere fosse tanto essenziale in certe situazioni!
Rimasero lì alla balaustra a parlare lontani dal caos per qualche tempo quando finalmente cominciarono a vedere un po' di facce note. Roba da non credersi, Rei e Nobu erano riusciti a rimorchiare e Kaede ci restò secco, vedendo le bambolone che se li erano accalappiati, poi videro l'Aizawa ballare su un cubo con uno dei surfisti, infine Mitsui che parlava in un angolo con Hana e quel Jeff.
Non fecero commenti di sorta ma dopo un po' la guardia arrivò da loro.
Era accaldato e ma sorridente.
- Festa riuscita. Il Tensai è quasi sbronzo e parla di un lavoro stabile come pusher.-
- Tanto per cambiare no?- frecciò Rukawa.
Però, cattivo umore sempre e solo alle feste. C'era d'aspettarselo.
Junko andò via un attimo, per andare a prendere altro da bere e Mitsui si appoggiò a fianco del volpino, osservando quei deficienti dei loro compagni.
- Tutto ok?-
Hisashi sogghignò, annuendo vagamente.
- Per ora si.-
- Questo posto è un bordello.- bofonchiò la Kanzaki, tornando da loro con due birre e un bicchiere colmo di liquido rosato - In più un deficiente al bancone, mezzo strafatto di quello che fumava, ha cercato di rifilarmi un qualcosa di strano con dello zucchero sul bordo del bicchiere.-
- Zucchero?- fece la kitsune.
Mitsui la guardò storta - Non l'hai bevuto vero?-
- No perché?- rise la sua ragazza - Non era mica veleno.-
- Non era zucchero.- sibilò la guardia, portandosi la birra alla bocca - Erano cristalli di meta anfetamine.-
Rukawa e la Kanzaki sgranarono appena gli occhi.
- E tu come lo sai?-
Mitsui non rispose, volgendo il capo altrove.
- Ho bisogno di aria, vado a farmi due passi qui sotto. Torno fra un po'...-
Andato via lui, i due ragazzi si scoccarono una vaga occhiata.
C'era sempre qualcosa da imparare su Mitchy, senza ombra di dubbio.
- Ma tu guarda...- sibilò la schiacciatrice, lisciandosi il top argentato - E così ce n'è un'altra eh?-
- A quanto pare.- rognò Rukawa, appoggiandosi col fianco alla ringhiera - E' confortante però notare quanto sia sano di mente.-
- In che senso?-
- Fossi stato al suo posto non sarei così normale.-
- Si, probabile.- ironizzò la ragazza, ridendo - Tu non balli vero?-
- Hn.-
- Hn cosa? Non sai ballare?-
Kaede fece una smorfia.
- Guarda che basta dondolare certe volte.-
- Bhè, dondola con qualcun altro senpai.-
- Eddai kitsune, come puoi parlare così alla ragazza che hai messo incinta eh?-
Avvertì un brivido lungo la schiena al solo pensiero.
- D'accordo, vado a cercare il mio pollo.- cincischiò la ragazza, sempre più divertita dalla sua espressione - Se qualcuno ti salta addosso dì che sei gay o che hai una qualche malattia infettiva. Funziona sempre!-
Fantastico.
Solo, appestato e pure mezzo sbronzo!
Era meglio andare a cercare Hana...

Intanto, sotto in spiaggia sul bagnasciuga, Junko camminava coi sandali in mano e l'aria persa.
Il naso sempre puntato in alto alle stelle, il pensiero rivolto al suo ragazzo.
Ma porca miseria, Hisa era sempre il solito.
Si fermò di colpo, vedendo qualcuno seduto in spiaggia. Aguzzò la vista.
Non era Mitsui. Ma Shige Ikuko.
- Ehi Shige!- lo richiamò - Ciao, che ci fai qua?-
Il ragazzo si volse con un sorriso luminoso, andando a salutarla.
- Ero qua con degli amici ma sai come sono...hanno rimorchiato e mi hanno mollato da solo! E tu?-
- Un nostro amico compie diciott'anni, siamo tutti sopra.-
- E...il tuo ragazzo?- le chiese Ikuko imbarazzato, guardandosi attorno.
- Sono venuta a cercarlo. È sceso prima, gli mancava il fiato. C'è troppa ressa.-
- A chi lo dici!- rise il ragazzo - Una tizia mi ha rovesciato addosso un Sex on the Bitch. Ho la ciliegia che mi vaga nella camicia e non riesco a trovarla!-
Risero quando un gruppo di tizi scese dalle scale e venne loro incontro.
C'era il tizio che prima aveva cercato di ballare con la Kanzaki e quando la vide tornò alla carica.
- Ehi bambola...di nuovo qui eh? È il destino che ci fa incontrare!-
- Se, come no.- sibilò lei seccata.
- Dai, perché adesso non vieni a fare un giro? Il tuo ragazzo non c'è mi pare!-
- Ti ho detto di no.- sbuffò la ragazza, apaticamente.
- Eddai.-
- Ehi, perché non la lasci in pace?- s'intromise Shige - Non senti per caso?-
- Ma tu cosa vuoi eh?- ringhiò il tizio che lì al buio sembrava più muscoloso e ubriaco di prima, alla luci della discoteca - Sto parlando con lei!-
- E ti ha detto che non vuole venire con te!-
- Shige, dai lascia stare...- sussurrò la mora ma lui si era già messo in mezzo e, forse l'alcool, forse il tizio era proprio un idiota, ma reagì immediatamente e con un manrovescio colpì Shige alla faccia.
Il ragazzo cadde a terra, una mano sull'occhio.
- Ehi ma che ti è preso?!- Junko spinse via, rabbiosa, il suo assalitore, inginocchiandosi accanto all'amico.
Quel maledetto doveva averlo colpito col dorso della mano dove portava dei bracciali a catena perché ora dal sopracciglio di Shige usciva del sangue.
- E sai che roba!- rognò quello - Non l'ho neanche toccato! Quella mezza sega s'è fatto male da solo!-
- Vattene al diavolo! Avanti sparisci!- gli disse la Kanzaki bellicosa.
- Su bambola...lascialo e vieni via con me!-
- Allora non ci siamo capiti...-
Il deficiente cacciò un'imprecazione e un gridolino vergognoso quando qualcuno gli prese un braccio e glielo torse dietro alla schiena. Gli arrivò anche un calcio e finì steso lungo per terra, sputando sabbia.
Si rialzò, inferocito.
- Ma tu che vuoi? Perché non ti fai i cazzi tuoi eh?-
Hisashi Mitsui, anche detto il Flagello di Ruba Fidanzate, sospirò, scuotendo il capo dopo aver sentito tutto quel macello. Il poveretto stava per farsi spezzare le rotule e non lo sapeva.
- Prima di tutto perché stai cercando di portarti via la mia ragazza. E poi perché stavo dormendo e mi hai svegliato. E adesso, se non vuoi che ti affoghi, ti conviene andartene. Capito?-
Guardando l'espressione di Mitsui, l'essere unicellulare capì sul serio che era meglio cambiare aria. E in fretta.
- Ma tu guarda che roba...- la guardia andò ad inginocchiarsi accanto a Shige, mezzo allibito dalla facilità con cui si era levato di torno quell'idiota che era corso via, quasi infilandosi in un immaginario Star Gate insieme alla sua banda di molluschi - Hn...non vedo una mina. Bisogna tornare di sopra.-
- Perché, vuoi rammendarlo con ago e filo?- frecciò la sua ragazza - Ma dov'eri?-
- A dormire con una sirena.- ironizzò Mitsui, dando una mano ad Ikuko - Dai, in piedi.-
Poco più tardi, il figlio di Hito se ne stava un pelino spiazzato davanti alle facce di quattro tizi un po' strani.
I quattro tizi naturalmente erano i teppisti dello Shohoku che osservavano ed esaminavano con perizia da manuale la ferita di Shige.
- Non ci vanno i punti.- sentenziò Miyagi, dall'alto della sua esperienza.
- Ma tu che ne sai.- sbuffò Ayako - Portiamolo all'ospedale.-
- No, ha ragione Ryo-chan. Ci va solo un cerotto.- disse anche Hana - Uno di quelli piccoli.-
- Le farfalle vanno bene?- chiese Mitsui, tirando fuori il portafoglio e mettendosi a scartabellare.
- Ti tieni i cerotti nel portafoglio?- si schifò Akagi.
- Meglio dei preservativi no?-
- Già, nel portafoglio si rompono.- cinguettò Rei.
- Oh, grazie Manabe.- sbuffò il Gorilla - Bella, questa mi mancava!-
- Ehi Rei, piccolo pervertito!- risero invece i titolari.
- No, quelle sono troppo grandi.- continuò intanto Sakuragi, vedendo i cerotti di Mitsui - Ci vanno quelle più piccole, il taglio non deve aprirsi di più o avrà davvero bisogno di punti.-
- Nessuno ha del Cicatrene?- borbottò allora Rukawa.
- Si me lo porto sempre dietro insieme al Prozac kitsune.- frecciò Hana - Allora? Che si fa?-
- Si fa che gli metto queste, non stracciatemi i maroni.- celiò Hisashi - Una volta in albergo lo sistemeremo meglio.-
- Tranquillo Shige, sei in buone mani.- gli sorrise Raim, vedendo la sua faccia smarrita - Sono professionisti loro.-
- Bhè...grazie mille.- bofonchiò il ragazzo - Quel tipo mi ha preso alla sprovvista.-
- Ma si può sapere che è successo?- s'informò la Kurata, sbadigliando.
- Niente, i soliti uomini che capiscono quello che vogliono.- sbuffò Junko - Datemi da bere, affogherò i dispiaceri.-
- Ecco brava ragazza!- Miyagi portò altre cinque bottiglie sul loro tavolo, allegrissimo - Hana brindo ai tuoi capelli!-
- Che cazzo centrano i miei capelli!- rise il Tensai - Dai idiota, dammi da bere!-
- Al senpai e al suo compleanno!- tubarono Rei e Nobu.
- Ad Hana!- brindarono gli altri.
- Diciotto anni campati nel cesso.- sibilò Rukawa, seduto accanto al rossino.
- Prima di tornare in albergo ti vomiterò addosso, sappilo.- lo minacciò Sakuragi.
Fortunatamente non fu così. Tornarono al Summer Inn che erano le sette di mattina, dopo essersi fermati a fare colazione nella sala dell'albergo e aver sistemato la testa a Shige...e ognuno di loro passò la domenica un po' come meglio credeva: a dormire, a rubare o nelle saune.


Passò qualche giorno, sempre lineare secondo la scaletta di marcia degli atleti che sgarravano sempre pochissimo alle loro rigide regole e alle undici di mercoledì mattina della seconda settimana, i ragazzi se ne stavano in terrazza a fare la loro dose di compiti. Si erano appena spaccati correndo in spiaggia e avevano ancora il fiatone, cosa che di certo non l'invogliava a uccidersi sui libri.
Raim era su una sdraia, Junko Kanzaki sull'altra, senza pesi e con del ghiaccio sulle caviglie.
Aveva tolto i pesi a polsi e caviglie lunedì mattina e ora, dopo che le si erano sciolti i muscoli, si erano un po' irrigiditi ma nel complesso si sentiva leggerissima. Non vedeva l'ora di poter tornare a giocare.
- Qualcuno mi spiega perché dobbiamo farci i compiti a quest'ora infame?- sbuffò l'Aizawa, stiracchiandosi.
- Perché Yoshikawa ci guarda a vista.- rimbrottò la Kurata - Hai finito i temi di filosofia?-
- No, sono una palla. Qualcuno ha qualche idea sul malessere esistenziale?-
- Ehi non guardare me, cocca.- le disse Mitsui, calandosi il cappellino sulla fronte mentre la sua ex ridacchiava.
- Hisashi, hai finito chimica?- s'informò Kogure, interrompendo il suo innocente flirt.
- Se.- disse la guardia annoiata.
- Ma com'è possibile?- sbuffò Akagi, passandogli alle spalle e piegandosi sui suoi quaderni - Ma guarda questo che roba! E fisica?-
- Per quella mi affidavo al tuo buon cuore.-
- Te lo scordi. Già che ci sei aiuta quei due rintronati!- e indicò Hana e Kaede che sonnecchiavano beatamente, nascosti dagli occhiali da sole. Un paio di pugni e tornarono a lavoro, mezzi distrutti. No, proprio non ce la facevano.
Un conto era allenarsi e farsi massacrare dal Gorilla, ma un altro era stare sui libri con quelle bellissime giornate e quei bastardi di surfisti che se ne andavano sempre in giro con le loro tavole.
- E' vero che ci sono i delfini?- se ne uscì Rei all'improvviso.
Cadde un silenzio carico di aspettativa. Ovvero perdere tempo.
- Si, oltre quel promontorio c'è una baia piccolissima, una specie di canale.- gli raccontò Raim, continuando a farsi gli esercizi d'inglese - L'anno scorso venivano molto vicino.-
- E da quel promontorio?- chiese Hisashi - Vi siete mai buttate?-
- Se, per rompermi la testa.- ironizzò la Kurata - Vuoi provare?-
- Bhè, non è altissimo.-
- Ma neanche basso.- rognò Akagi - Attento a quello che fai, mentecatto.-
- Abbiamo tempo di farci una scampagnata sabato?- propose la Noda.
- Dove vuoi andare?- sorrise la Kanzaki - In mezzo alla giungla senpai? L'anno scorso qualcuno ci si è perso o sbaglio?-
- Si, Asuka e Sumire.- frecciò il loro capitano - Comunque in effetti potremmo farci davvero due passi all'interno dell'isola, sulla costa orientale. Lì la vegetazione è più fitta, bisogna stare attenti.-
- Vegetazione fitta?- chiese il Gorilla - Forse è meglio di no.-
- Già.- rise Ayako - Non vorremmo mai perderci di nuovo una certa persona...-
- Che palle con questa storia, andrete avanti a rinfacciarmela a vita?- sbuffò Miyagi.
- Perché senpai?- gli chiese Nobu - Che t'è successo?-
- L'imbecille s'è perso tre volte per la riserva naturale di Kyoto.- raccontò Akagi, serafico - Ci eravamo divisi per farci due passi tranquilli senza guida, altri invece sono rimasti al pullman. In poche parole Miyagi s'è perso tre volte. La prima volta sono andato a prenderlo io e l'ho riportato al raduno. Stavamo aspettando Sakuragi e Yasuda e lui cosa fa? Dice che va a prendersi un caffè al bar vicino, nell'ingresso del parco. Tu l'hai più visto?-
- Naturalmente no.- sorrise Kogure - S'era perso di nuovo. Così siamo andati a prenderlo per la seconda volta e di nuovo l'abbiamo messo sul pullman. Solo che poi doveva andare in bagno e non è più tornato.-
- E ma allora sei proprio deficiente Ryota.- frecciò la Kanzaki.
- Oh senti, io non riuscivo a girarmi lì in mezzo!- borbottò il play imbarazzato - Alla fine mi è venuto cercare Hisa e..-
- Si sono persi in due.- concluse Ayako, scatenando l'ilarità generale - La sera stessa non si sentivano più il cranio, credimi. Il capitano li ha pestati tutti e due!-
- Alla fine dov'erano?-
- Nel recinto ad accarezzare i Bambi.- sibilò Rukawa.
Si sganasciarono di nuovo tutti quanti, decidendo che forse per il momento le gite lì attorno era meglio accantonarle.
Nel pomeriggio però vennero a sapere che forse qualcuno poteva davvero far vedere loro i delfini.
Erano nella palestra del liceo ad allenarsi come forsennati, sotto il naso della Kanzaki che invece non poteva muovere un dito quando Shige Ikuko mise il naso sul campo, ancora in divisa scolastica.
Fece un cenno a Raim e Junko e loro lo invitarono ad entrare anche se il poveretto come già la prima volta rimase spiazzato nel vedere il Gorilla tuonare contro tutti a spron battuto.
- Sicure che non disturbo?- chiese, sedendosi accanto alle due ragazze.
- Figurati, questi non sentono neanche le atomiche.- sorrise la rossa - Hai finito adesso?-
- Già.-
- E la fronte come va?- gli chiese Junko, osservando la sua cicatrice.
- Oh, tutto a posto. I vostri amici avevano ragione.- rispose Ikuko junior - Non sono serviti punti.-
- Vedi? A qualcosa servono senpai.- ridacchiò Raim, tornando a osservare la partitella dei ragazzi - Ehi Ayako...Rei e Nobu oggi ci danno dentro, non credi?-
- Già.- la mora se ne stava in piedi, poco vicino alla linea di campo - Gl'insegnamenti di Ryota su Nobu hanno avuto la loro presa. Certo che se Ru e Hanamichi la finissero e dessero una mano a Rei sarebbe meglio!-
- Sono molti agguerriti.- bofonchiò Shige, vedendoli giocare - E molto bravi. Papà ha detto che il ragazzo con cui ha giocato aveva la stoffa del campione. E se lo dice lui...-
- Per adesso quello lì ha la stoffa dell'imbecille!- sibilò Ayako, per poi alzare la voce - INSOMMA VOI DUE! RU, HANA FINITELA!-
- Ma continua a darmi dell'idiota!- rognò il rossino.
- Si vede che ha ragione.- sbraitò il Gorilla ficcando un pugno a testa - Io ne ho basta di voi, mi farete diventare matto! Smettetela di fare i bambini, non avete più quindici anni!-
- E parlando di mocciosi...- ironizzò Raim, indicando Mitsui. Eccolo lì, di nuovo seduto per terra fuori dalla linea dei tre punti. Certo che era proprio una fissa quella!
- Ma tira anche da sdraiato?- chiese Junko.
- Si ma non centra sempre il canestro.- la informò Ayako - Dai ragazzi, sono le cinque! Datevi una mossa!-
- Appena le matricole finiscono coi tiri in sospensione e la scimmia con quelli all'indietro...- iniziò il Gorilla e Hana cadde proprio in quel momento di culo, facendo un chiasso assurdo - ...sperando che non si uccida, dividiamoci in squadre. Ayako, Kogure, fate voi le divisione per favore. Stamattina ho dimenticato di chiamare Anzai, vado a fargli uno squillo adesso.-
- Hana ti sei fatto male?- ridacchiò Raim, raggiungendolo.
Il Tensai si stava massaggiando il sedere. Niente! Si allenava da giorni ma non riusciva a riprendere l'equilibrio dopo un tiro in sospensione all'indietro. Il canestro lo centrava ma aveva le chiappe piene di lividi ormai!
- Non hai un briciolo di eleganza.- lo derise Miyagi.
- Senti chi parla!-
- Do'aho.- rincarò la kitsune - Possibile che tu non riesca a stare in equilibrio?-
- Legati un cuscino addosso no?- frecciò invece Mitsui.
- Andate a spararvi tutti e tre, mi avete rotto.- sbuffò Sakuragi, andando in panchina a prendere da bere.
- Bhè, il canestro lo prende no?- sorrise la Kanzaki - L'importante non è quello?-
- Si ma sai le risate in campo contro gli avversari?- Ryota si svaccò a terra, tirando il fiato - La prossima partita che abbiamo una volta tornati a casa è contro il Kenshin, poi andiamo alle finali e se la scimmia si spacca l'osso sacro non è mica una bella cosa.-
- Ahah...visto? Sono un Genio, non potete fare a meno del Re dei Rimbalzi!- si gongolò il rossino.
- Si, hai ragione regina dei falli.- sibilò Rukawa, scolandosi una bottiglietta intera.
- Ma vuoi che ti spacchi subito impotente?-
- One on one?- Kaede non si lasciò minimamente intimorire.
- Anche subito.-
- Invece ve lo farete più tardi.- ordinò Ayako, tirando via Mitsui dal campo e mettendolo a sedere con le riserve mentre le matricole finivano i loro tiri - Dovete darvi una mossa con le matricole, razza di ritardati! Mahiro è molto bravo in difesa, con una mano da uno di voi andrebbe ancora meglio!-
- Che rottura di palle, secondo me gli stiamo troppo addosso a quei poveretti.- scandì Hisashi, attaccandosi alla bottiglietta che gli lanciò Junko, mentre Shige Ikuko lo studiava attentamente - Io ho imparato molto prima ma mi allenavo da solo per la maggior parte del tempo. Il gioco con gli altri e l'affiatamento vengono dopo. Sono solo matricole. Non tutti sono già dei campioni al primo anno.-
- Intendi come te e Rukawa?- bofonchiò Kogure pensoso.
- Ehi! E io brutti bastardi?!- tuonò Hana.
- Quello che voglio dire è che secondo me dovremmo stargli meno col fiato sul collo.- continuò la guardia, passandosi un asciugamano sulla fronte - Rei e Nobu sono veramente bravi, questo l'ho sempre detto ma non possiamo metterli allo stesso piano del volpino, c'è poco da fare. C'è chi è bravo subito e chi ha bisogno di carburare.-
- Si può sapere perché continuate a nominare questo freezer?- sbraitò Hana incazzoso.
- E che palle, basta!- Ayako gli menò una ventagliata in testa - Si, il tuo ragionamento non fa una grinza...il problema è che una volta finito l'anno, purtroppo non sarà facile sostituire te, Akagi e Kogure.-
- Impossibile direi.- borbottò Ryota serio - Ma per allora saranno problemi miei credo.-
- Diciamocela, saranno cavoli amari.- sospirò la prima manager - Per questo vorrei che almeno Rei e Nobu cominciassero a imparare a giocare alla vostra altezza.-
In quel momento tornò Akagi, ancora attaccato al telefono. Salutò e poi osservò le facce dei compagni.
- Bhè? Che è successo? Chi è morto?-
- Pontifichiamo sui disastri irreversibili.- lo informò Hana - Tipo te che te ne vai Gorilla.-
- Vado dove scusa?-
- Alla fine dell'anno.- gli chiarì Kogure - Io, te e Hisashi.-
Akagi scosse il capo, sospirando.
- Ma quanto siete deficienti. Vi sembra il momento di pensare a queste cose? E poi state attenti o al teppista verrà una crisi nervosa.- frecciò velenoso, mentre Mitsui gli parcheggiava in faccia il dito medio - Avanti, ne parliamo un'altra volta di questa storia. Forza, tutti in campo!-
- E già che ci siete urlate di meno.- li avvisò Ayako - Quelle poverette non riusciranno a giocare!-
- Macché!- sbuffò la Kanzaki - La Kurata ti farebbe giocare su un campo ghiacciato, credimi!-
Durante la partitella di allenamento che sapeva tanto di assalto di rugby, Shige Ikuko osservava incantato i giocatori dello Shohoku. Quando era nato suo padre aveva smesso da circa un anno di giocare ma fin da piccolo si era sempre divertito a vedere quel gigante che lui chiamava papà infilare la sfera arancione nel canestro.
Lui invece, purtroppo, non era per nulla portato ma a Hito Ikuko non era mai interessato molto.
Ora invece Shige vedeva lo sguardo di suo padre in ognuno di quei ragazzi.
Rise con un matto quando, dopo una tripla perfetta di Mitsui, il Gorilla andò a prendere a calci Sakuragi.
- Cosa devo fare per farti fermare quel teppista eh?- ringhiò Akagi - Sei un impedito!-
- Do'aho.- rincarò anche Rukawa.
- Ma insomma, fermatelo voi se ci riuscite porca vacca!- esplose il rossino, isterico. La guardia infatti continuava a passargli sotto al naso e quando cercava di fermarlo commetteva fallo! C'era da diventare deficienti!
- Lo Shohoku ha un'ottima guardia.- sussurrò Shige - Non ho mai visto nessuno lanciare così, neanche papà.-
Junko sorrise, senza rispondere.
- E' lui vero?- le chiese il ragazzo.
- Si.- annuì la Kanzaki, semplicemente.
- E' del quinto anno?-
- Già.-
- Su, forza ragazzi! Passate la palla!-
Ci furono un altro paio di buone azioni, fra cui una schiacciata del Gorilla e qualche schema tirato alla perfezione da Miyagi. Anche le matricole e le riserve erano molto cariche e la partita, come accadeva da qualche tempo, si concluse con un punteggio di pochissimo distacco delle due squadre.
Finirono un quarto d'ora prima e visto che il sole non stava ancora tramontando, Shige si offrì si accompagnarli a vedere i delfini. Ottenne così l'amore eterno delle matricole della Kurata e le ovazioni dei ragazzi.

Mezz'oretta più tardi erano in spiaggia, in un piccolo canale di sabbia bianca e acqua cristallina.
Shige spiegò alle matricole che era necessario fare né troppo chiasso ma neanche troppo poco. I delfini infatti erano soliti giocare coi turisti in acqua ma non sempre apprezzavano il casino, tantomeno i gesti bruschi.
Quindi, tutti in costume da bagno, se ne stavano ammollo a sciogliersi i muscoli dopo il duro allenamento.
E quelle cretine del primo anno stavano sfondando il cervello a Kaede coi loro strilli acuti, tanto che se ne stava sul bagnasciuga arrotolato dentro un asciugamano.
- Kitsune, niente bagno?- gli chiese Hana.
- No.- ringhiò inferocito.
- Guarda che il sole qua picchia sempre forte.- lo ammonì - Diventerai rosso come un'aragosta.-
- Hn.-
- Mah...fa' un po' tu!- sbuffò il rossino - Ehi tappetto, vieni a fare due tuffi?-
- Vengo. Ayakuccia, tu non ci segui?-
- Già, guarda che i delfini non mordono!- rincarò il Tensai.
- Ma quanto sei scemo. Si, arrivo!- la mora si alzò dalla sabbia, scoccando un'occhiata a Raim e Junko - Voi due non venite?-
- Neanche morta.- sibilò la rossa, evitando anche di guardare le onde.
- Io invece non devo sforzare le gambe. Che fesseria.- sbuffò la Kanzaki.
- E ma sei stressante.- cinguettò la Kurata, intenta a spalmarsi di crema - Dopodomani potrai giocare di nuovo.-
- Tu guarda chi arriva...- bofonchiò invece Rei, che si stava levando la maglietta - Senpai Kotobuki, quelli non sono i vostri amici?-
Ma porca!
Rukawa appena sentita quella frase si chiuse ancora di più dentro all'asciugamano. Un attimo dopo sentì due o tre voci maschile dallo spiccato accento americano e imprecò fra i denti. Merda, merda!
Ma erano sempre fra i piedi?
- Hi Hisashi!-
Jeff e altri due suoi amici che si chiamavano Andy e Billy salutarono il gruppo. Erano in muta e stavano raggiungendo i loro amici nella spiaggia accanto dove non c'erano scogli ma quando videro le ragazze immerse in acqua ad accarezzare i delfini, si fermarono con loro. Sembravano molto interessati e tramite Raim fecero un sacco di domande a Shige.
Tempo due minuti ed erano quasi tutti con le onde alla vita a tormentare la vita a quei poveri mammiferi e a parlare di basket. Che palle, pure di basket ciarlavano quelli! Hn, che voglia che aveva di massacrarli!
- Quanto ammiro il tuo self control Rukawa.- frecciò al voce della Kanzaki.
Tirò fuori la testa dall'asciugamano, guardandola incazzoso.
Visto che non voleva darle la soddisfazione di sbavarle addosso, considerato l'incredibile fisico dentro a quel bikini nero mimetico che sarebbe dovuto essere illegale, fece finta di nulla, poi posò lo sguardo sul bagnasciuga.
Raim era lì in piedi con uno che si chiamava Billy mentre Mitsui aveva Jeff incollato alla schiena.
- Fossi in te starei attento, senpai.- ironizzò, per prendersi la rivincita.
- Però, allora la lingua ce l'hai ancora!- sindacò Junko - Perché non vai a fare un bagno? Hana non ti affogherà, ora come ora è troppo intento a grattare la pancia a un delfino.-
- Hn.-
- Dio ma che uomo sei? Lasci che l'americano si faccia così i suoi comodi?-
- Senpai.-
- Si?-
- Perché non ci vieni tu in acqua con me?- sibilò esasperato e minaccioso, deciso a strozzarla.
La Kanzaki scoppiò a ridere, lasciando finalmente cadere il discorso...comunque...bhè, un po' aveva ragione lei.
Passò qualche minuto e Kaede finalmente si decise ad andare a rinfrescarsi. Erano le sette e mezza e il sole cominciava a tramontare, così entrò in acqua e ben lontano dalle matricole che gli sbavavano dietro, si fece quattro bracciate.
- Kitsune!- Hana stava risalendo tutto gocciolante verso il bagnasciuga, urlandogli dietro - E' quasi ora di cena! Muoviti!-
- Non rompere do'aho.-
- Baka kitsune! Datti una mossa! Non voglio sentire il pelatino che rompe come al solito perché tu ti sei addormentato in ascensore!-
- Kitsune?- Jeff si girò verso Raim, con un sopracciglio alzato - What's kitsune?-
La rossa sorrise, portando gli occhi verdi su Rukawa che le passò a fianco in quel momento, osservandola di sottecchi.
- Fox.-
- Fox?- anche Billy alzò un sopracciglio, guardando Kaede che si asciugava i capelli.
- Yes, fox.- ridisse la rossa, infilandosi la maglietta sul bikini - My fox. We must go now, see you later guys! Bye!- e afferrando il numero 11 dello Shohoku scarpinarono via lungo il viattolo che li riportò al Summer Inn.
Gli americani invece si guardarono, senza capire.
- Who is that?- chiese Billy, l'unico che stava sempre appiccicato a Raim, indicando Rukawa.
Jeff ridacchiò sempre più confuso, prendendosi la tavola - Raim's fox.-

- Gente, alle dieci e mezza ci sono i Bulls.-
Hito passò a fianco della tavola mentre i ragazzi finivano di cenare - Vi aspetto in sala.-
- Grande, hai capito tutto vecchiaccio.- cinguettò Hana, prendendosi subito un pugno dal Gorilla.
- Idiota porta rispetto!-
Hito non nascose il suo divertimento, dando una pacca alla spalla del rossino - Fatevi chiudere in gabbia, poi ci vediamo in sala. Ah, ci sarà un po' di scompiglio ma non fateci caso.-
- Scompiglio?- bofonchiò Rukawa, mentre in camera si cambiavano e si mettevano comodi in jeans stracciati da barboni - Do'aho, la Kurata non ha detto che quello invita sempre tutto il paese?-
- Ma figurati. Ok che quella tv è un vagone di un treno ma tutto il paese...-
E come volevasi dimostrare.
Sessanta e fischia uomini dai quattordici ai settant'anni aggrappati a un televisore a urlare come hoolingans con birre alla mano, sigari in bocca e bestemmie in gola contro l'arbitro.
- Adoro questo posto e adoro quell'uomo.- ghignò Mitsui, andando a svaccarsi sul divano accanto a un vecchio marinaio che trincava birra come un camionista. Hana e Kaede si sedettero sul bordo dello schienale, Ryota e le matricole direttamente sul tappetto mentre Akagi se ne stava con Kogure e le riserve dietro al divano.
Fu una partita spettacolare ma il bello era il casino che facevano i commensali.
Non avevano mai sentito così tante bestemmie neanche a una partita dello Shikuda, per non parlare della fumina dei sigari che aleggiava come nebbia sulle teste di tutti quanti.
Le donne dell'albergo passavano e scuotevano il capo, i camerieri invece guardavano disperati il macello di bottiglie e portacenere che avrebbero dovuto sistemare, per non parlare del chiasso...
Mancava poco che i vicini, a chilometri dall'albergo, chiamassero la polizia...
Un'ora più tardi i Bulls vincevano con nove punti di vantaggio sugli avversari e tutto il parentado di Hito si mise a commentare la partita coi classici commenti da osteria che piacevano tanto a Miyagi e Mitsui.
Rukawa già strisciava per il sonno e se ne tornò in camera, Hana invece prese una sigaretta e uscì in terrazza.
Bella serata e bella partita...almeno se non avesse avuto strani pensieri per la testa.
Andò a sedersi sull'ultimo gradino della scaletta di legno che portava in spiaggia, accendendosi la sigaretta e col naso per aria cominciò a guardare le stelle.
Porcaccia miseria, perché adesso gli venivano quelle fisse?
Forse aveva ragione Mitchy a farsi venire le paranoie.
- Ehi testa di fava...cosa fai qua fuori?-
Hana girò il capo all'indietro, trovandosi il Gorilla alle spalle.
- Ciao Gori.-
- Non fumare babbeo.- Akagi si sedette al suo fianco, rompendogli in due la sigaretta.
- Grazie.- sbuffò il rossino, tornando a guardare il cielo.
Takenori lo guardò di sbieco, appoggiandosi su un gomito.
- Che c'è?-
- Niente. Pensavo.-
- Ah, tu pensi.-
Hanamichi trattenne un ringhio in gola, cominciando ad alterarsi.
- Si, ogni tanto lo faccio anche io. Per hobby, sai...-
- Bell'hobby. Allora?-
- Bhè ecco...pensavo a quello che è successo oggi.-
- E cosa sarebbe successo? A parte le solite follie giornaliere intendo.-
- Il discorso che facevano Ayako e Mitchy, durante la pausa.-
- Oh no...- ecco, lo sapeva! Akagi si passò le mani sulla faccia, mettendosi comodo perché quello come minimo sarebbe stato un discorso bello lungo - Lo sapevo. Dovrei mettervi la museruola.-
- Si ma...hanno ragione.- bofonchiò il rossino con una buffa smorfia da cucciolo smarrito - In fondo fra qualche mese avremo finito la scuola, poi a luglio finirà anche il torneo nazionale.-
- Tutti prima o poi crescono. E non solo in altezza.- frecciò il capitano - Comunque non credere di essere il solo a pensare a queste cose. Kogure ci rimugina sopra all'inizio dell'anno.-
- E non ti spiace andartene?-
- Si, un po' si...-
Hana sorrise - Cioè...lo so che non ti diamo fiato, che io, la volpe, Mitchy e Ryo-chan ti rompiamo sempre le palle, che non stiamo mai bravi e che in campo non facciamo mai come vuoi però...dai in fondo ti diverti!- ridacchiò.
- Moderatamente.- sentenziò il Gorilla - Ma devi cercare di capire che prima o poi capiterà a tutti.-
- Si, lo so...solo che...- il rossino sospirò di nuovo, appoggiandosi all'indietro - Non so...Mitchy non l'ha presa bene e sono preoccupato per lui ma al tempo stesso devo confessarti che il prossimo anno non sarà la stessa cosa.-
- Sarebbe a dire?-
- Bhè...in fondo sono un genio ma tu un po' mi hai insegnato a giocare...-
- Un po' eh?-
- Già. Senza te che rompi non so se sarà più divertente.-
Akagi stavolta riuscì a sogghignare, dandogli un leggero pugno sulla testa.
- Ma quanto sei fesso. Non è ancora ora di stare a preoccuparsi...ma se proprio vuoi darti all'isterismo puoi sempre scaricarlo in campo e farci vincere anche quest'anno.-
- Visto che lo dici anche tu? Vi ho sempre fatto vincere io!-
- Se, nei tuoi sogni va! Dai,- e lo afferrò per la maglietta - alza le chiappe e vai a dormire.-
- A raccogliere Rukawa addormentato nella doccia vorrai dire!-
E in effetti Rukawa sonnecchiava, ma non nella doccia.
Era steso nel letto con l'accappatoio addosso, la testa un po' pesante e le gote rosse.
Si era preso un maledetto colpo di sole sulle spalle e anche sulla faccia. Miseria!
Stava per mettersi della crema sulla faccia per sedare il bruciore quando bussarono alla porta.
Stava quasi per non andare ad aprire e ignorare il seccatore ma un secondo colpo e la voce di Raim lo convinsero magicamente ad alzarsi dal letto. Andò ad aprire e se la trovò di fronte.
Sorridendo lievemente, inclinò il capo e gli guardò il viso arrossato.
- Insolazione?-
- Hn.-
- Mi fai entrare?-
Kaede si spostò di lato e la lasciò passare, proprio mentre la Kanzaki se ne andava in camera.
Junko gli scoccò un'occhiata eloquente, per la serie "Fai l'uomo e saltale addosso!" ma lui sbuffò e le chiuse la porta sul naso, sentendola ridere per tutto il corridoio.
- Che ti serve?- le chiese, girandosi per tornare in camera.
- Niente in particolare.- rispose lei, seduta sul letto - Solo che dopo un mese non averti sempre fra i piedi mi fa strano.-
Che tenera. Quasi quasi la buttava giù dal terrazza insieme al suo amico americano.
- Hai qualcosa da mettere sulla pelle?- gli chiese la rossa.
Lui alzò una crema di Hana e Raim gliela prese di mano, facendolo sedere sul bordo del letto.
- Com'era la partita?-
- Hanno vinto i Bulls.-
Raim gli mise due ditate di crema bianca sulle gote e una per lungo sul naso, cercando di non ridere troppo.
- Il ginocchio?-
- Va bene.- ma dopo un attimo si accorse che Rukawa la fissava in modo strano.
- Che c'è?-
- Non entri in acqua neanche col surfista eh?-
La rossa schioccò la lingua, massaggiandogli delicatamente gli zigomi - Non entrerei in acqua neanche con un maestro di sub. E il surfista ha lo spessore mentale di una tortina di mirtilli.-
- Hn.-
- Tesoro parla, usa la voce. Cosa c'è che non va?-
- Niente.-
- Rukawa...-
Kaede alzò un sopracciglio, deciso a fare lo gnorri.
- Si?-
- Oh, fa come ti pare.-
- Perché hai paura dell'acqua?- tergiversò.
- Io non ho paura dell'acqua!- sbottò la rossa.
- E allora perché non ci entri? Non sai nuotare.-
- Affaracci miei.-
- Hn. Allora c'è qualcosa che non sai fare.-
- So strozzare le volpi. T'interessa?- lo rimbeccò.
I suoi occhi verdi però dicevano qualcos'altro.
Kaede se ne accorse e le prese le mani che stavano lentamente scendendo sul suo collo. Un attimo dopo Raim posò le labbra sulle sue e si ritrovarono stesi sul letto, aggrovigliati nelle sensazioni di cui avevano fatto a meno forzatamente per troppo tempo. In quel momento non si sarebbero accorti di nulla ma il volpino poté giurare di aver sentito la porta aprirsi. Aprì gli occhi e si alzò da Raim, per guardarsi alle spalle...ma non c'era nessuno.
La rossa si alzò a sua volta, con aria persa.
- Scusa.- bofonchiò.
- Di cosa?- le disse, seccandosi subito.
Raim lo guardò storto - Non ti arrabbiare, non sto mica ritrattando. È solo che mi sono dimenticata di Hana.-
Si mise in piedi, rimettendosi a posto i capelli in cui Rukawa aveva affondato le dita, spettinandola tutta.
- Sarà meglio che vada.-
- Già. Grazie e ci vediamo.- frecciò sarcastico.
Lei si volse di nuovo, poggiandosi le mani sui fianchi.
- Sei esasperante.-
- Grazie altrettanto.-
Raim per tutta risposta si piegò di nuovo su di lui, baciandolo delicatamente per rabbonirlo.
- Notte.- e se ne andò, piantando il volpino sul baratro di una crisi isterica.
E ora un'altra doccia. Ma stavolta era meglio farla fredda.
Magari avrebbe dato qualche testata al muro, forse sarebbe servita di più...e poi il do'aho dov'era finito?
Mah...

Peccato che il mattino dopo Mitsui e Miyagi si ritrovarono nel letto niente meno che il rossino.
- Oh no...di nuovo...- bofonchiò Hisashi, appena sveglio.
Era una persecuzione quella! Basta, pietà!
- Ma che ci fa qua?- borbottò Ryota, quando se ne accorse - Ce l'hai messo tu?-
- Ehi, come devo dirtelo? Non me ne frega niente delle orge, chiaro?-
- E allora cosa ci fa qua in mezzo?- chiese il play, sbadigliando - Secondo me fai le cose senza accorgertene. Ieri sera avrai bevuto troppa birra e avrai tentato di rimorchiartelo.-
- Per l'amor di Dio, se volevo rimorchiare andavo dagli americani.- sbuffò la guardia - Ohi...Hana! Hana sveglia!- e scrollò poco delicatamente Sakuragi, che emise un grugnito.
Quando aprì gli occhi il Tensai si guardò attorno senza fare una piega. Si mise seduto, poi scavalcò il tappo e si chiuse in bagno, senza una parola.
- Ma allora è proprio deficiente.- sindacò il playmaker.
- E che ne so, avrà litigato con Rukawa.-
- Di nuovo?-
- Chissene frega, lasciami in pace. Troppo uomini in un letto nel giro di neanche una settimana per me sono una mazzata.- e Mitchy rimise la testa sotto al cuscino, mugolando. Quando Sakuragi uscì dal bagno, guardia e play lo fissarono attenti mentre si metteva a trafficare nell'armadio.
- Teppista, ti prendo una maglietta e un paio di jeans.-
- Se...- Hisashi alzò un sopracciglio - Vuoi altro?-
- Un coltello a serramanico.-
- Hana...- lo richiamò Miyagi - Perché eri qua?-
- Problemi con Rukawa?-
- Diciamo che ha aperto fin troppo la bocca ieri notte.-
I due corrucciarono la fronte, senza capire. Kaede si era messo a chiacchierare?
Anche a colazione la cosa fu molto strana. Quando il volpino scese in sala e vide il do'aho gli andò vicino per chiedergli dove diavolo fosse stato tutta la notte ma Hana emise una specie di ruggito che spettinò Rukawa, alzò la gonna ad Ayako e ribaltò il riporto a Yoshikawa.
- Ma che gli è preso?- allibì il Gorilla, mentre Sakuragi se ne andava via in gran carriera, lasciando la kitsune con una goccia sul capo.
- Ma che ne so...- il moro alzò le mani - Stanotte è sparito e non l'ho più visto. Gli ho chiesto dov'era e s'è incazzato a morte. Era da voi?- chiese rivolto a Ryota.
- Già, me lo sono trovato nel letto.- rispose Miyagi - Gli abbiamo chiesto anche noi che ci facesse nella nostra stanza e mi pare abbia detto che tu ieri sera la bocca l'hai usata fin troppo. Che voleva dire?-
Cosa voleva dire? Catastrofe , ecco che voleva dire.
Merda, l'aveva visto con Raim.
Ma porca...
Pure in spiaggia, mentre correvano nell'acqua, Hana se ne stava ingrugnito in seconda fila vicino a Kogure e chiunque si azzardava a parlargli si prendeva una testata. Alle frecciate di Rukawa, che cercava di provocarlo, rispondeva con un muto silenzio e questo fece capire a Mitsui e Miyagi che potevano divertirsi a fare i deficienti. Sbagliavano. Dopo due o tre prese in giro Hana cercò di affogarli sotto lo sguardo depresso del volpino.
Se l'era proprio presa.
A pranzo non volò una mosca, neanche all'allenamento in palestra e quella sua espressione inferocita non faceva prevedere nulla di buono al Gorilla.
La soluzione, dopo una tale pallosa giornata, era solo una.
- Rukawa dov'è finito?- borbottò Kogure, non vedendolo con gli altri mentre se ne tornavano all'albergo.
- Il senpai è sceso un attimo in paese.- lo informò Nobu - Ha detto che tornava subito.-
- Già...doveva comprare qualcosa...ma non mi ha detto cosa.- gli disse Mitsui, stiracchiandosi - Tranquillo Kiminobu, non è mica un ragazzino. Il massimo che può fare è uccidere qualcuno investendolo perché dorme in piedi.-
- Si schiantasse contro il muro e si rompesse il naso.- sibilò Hana, passando l'ingresso come un bufalo.
- E' proprio incazzato.- fece Yasuda - Ma cos'è successo?-
- Beato chi lo sa.- disse Akagi - Forza, andate a farvi una doccia. Ci vediamo a cena.-
- E se il senpai non torna?- ridacchiò Rei - Andiamo a cercarlo?-
- Tornerà per un letto, non è così scemo da dormire in un cassonetto.- brontolò il Gorilla - Comunque se non lo vediamo tornare manderò quel deficiente a cercarlo, così si rimetteranno in sesto le ossa.-
Come previsto Kaede tornò un po' in ritardo ma non aveva ucciso nessuno lungo il tragitto, fortunatamente. Peccato che il do'aho continuasse a fare lo sciopero e a ringhiargli addosso.
Dio, era proprio un ragazzino.
Comunque avrebbe dovuto dirglielo prima in fondo.
Vabbè, aspettò che finisse la cena e che si rifiutasse per l'ennesima volta di tornare in camera con lui e trattenendo la voglia pazzesca di riempirlo di pugni che aveva afferrò l'acquisto del pomeriggio e lo raggiunse in terrazza.
Hana continuava a ringhiare, fumando come un turco e con una coda forcuta che gli usciva dai jeans.
C'era la luna piena e il mare era calmo.
- Che vuoi?- ringhiò seccato, quando andò a sedersi poco lontano da lui.
Poi tacque di brutto quando il volpino gli mise sotto il naso una confezione di arancini.
- Scusa.- brontolò Rukawa a bassa voce, girato dall'altra parte.
- Cos'hai detto Kit? Non ho sentito bene.- sibilò il rossino, afferrando la scatola di volata.
- Scusa!- ringhiò allora Kaede, esasperato - Che palle, dammi fiato.-
- Grr...va a quel paese! Non saranno due arancini a farmi dimenticare la cosa chiaro?!-
- Arancini? Chi ha parlato di arancini?- cinguettarono Miyagi e Mitsui, apparendo sempre a sproposito.
- Filate voi due bastarde da battaglia!- ululò il Tensai - E giù le mani dalla mia roba, spacca palle!-
- Ehi ma chi te li ha comprati?- cinguettò Ryota, infischiandosene - Cos'è sta storia?-
- Buoni quelli salati. Hana dai, dammeno uno!- cinguettò Hisashi ma si prese un morso sul dito dallo squalo Sakuragi che senza tante palle li spedì fuori dalle scatole, inferocito.
Poi, onde evitare che qualcuno glieli mangiasse davvero, cominciò a mandarseli giù tutti.
- Guarda che ti strozzi.- l'avvisò la kitsune.
- E da quando pensi agli affari altrui eh?- sbottò il rossino - Continua a farti tuoi. E a me non dire niente.-
- T'ho già chiesto scusa.- Rukawa roteò gli occhi, cominciando ad alterarsi - Che devo fare? Sotterrarmi? Che ne sapevo che saresti entrato in quel momento...-
-...mentre eri spalmato su Raim a rotolarti sul nostro letto?- concluse l'altro velenoso - Già, non potevi saperlo. Certo mi avresti evitato un infarto dicendomelo prima. Da quanto va avanti?-
Ecco, adesso lo picchiava.
- Ottobre.- sussurrò indeciso.
- COSA?!-
Hana l'afferrò per il collo, agitandolo come un birillo - E non me l'hai mai detto?! Sta tresca va avanti da quasi sette mesi e tu fai finta di niente??? Ma ti sei fumato il cervello???-
Kaede mugolò di nuovo, mezzo sull'imbarazzato e mezzo sull'infastidito.
- La faccenda non mi era ben chiara.-
- Bhè, ieri sera ce l'avevi chiara eccome! Razza di mentecatto cazzone che non sei altro!- Hana si girò appena verso l'ingresso della terrazza, trovando guardia e play a puntargli gli arancini rimasti - Insomma vi levate dalle balle voi due? Sono miei, punto e basta!-
- Ingordo.- sbraitò Miyagi - Eddai, dammene solo uno!-
- Ho detto di no! Evaporate se non volete che vi sfondi il cranio!-
- La finisci di urlare do'aho? Mi fa male la testa.-
- Oh ti fa male la testa kitsune? Troppi ormoni in circolo?-
- Ok, finiamola. Mi ha investito un paio di volte sui pattini, abbiamo litigato, ci siamo baciati, siamo quasi andati a letto insieme, abbiamo litigato di nuovo e poi mi hanno bruciato la casa. Ecco tutto, fine della storia.-
- Impotente.-
- Tua sorella.-
- Ma sparati. Bhè, se non altro ora ho la sicurezza che hai gli occhi.-
- Come sarebbe?-
- Che solo un cretino e un cieco non si sarebbe accorto di come ti guarda Raim.- borbottò Hana, cacciandosi in bocca un arancino.
- Visto che sei così ricettivo, perché non me l'hai detto prima?-
- Perché non credevo che a sua maestà interessasse qualcosa oltre alla palla, al letto e alle risse.-
- Hn.-
- Hn cosa? Non ti sei mai filato nessuna ragazza di striscio. Credevo solo che Raim ti sembrasse un po' meno deficiente di tutte quelle che ti sbavano dietro...anche se per venirti dietro pure lei deve avere qualche tara.- fece pensoso - Ma tu guarda...chi se lo sarebbe mai aspettato...ecco perché hai preso baracca e burattini e ti sei trasferito da lei, brutto porco.-
- Porco cosa? Non l'ho toccata con un dito.-
- Per ora.-
- Già, per ora.- gli sfuggì.
Hana ridacchiò, scuotendo il capo - Meno male. Alla fine ti dimostri un essere umano.-
- Hn.-
- Ti piace?-
- Chi?-
- Mia nonna. Raim imbecille, di chi vuoi che parli?-
Kaede sbuffò, ficcandosi il cappuccio della maglietta sulla testa.
- Lasciami in pace.-
- Bhè? T'ha dato il due?-
- No. Bhè...non so.-
- Come sarebbe che non sai? Perché avete litigato a proposito?-
- Perché le ho detto che mi ha sconvolto la vita e non la volevo più fra gli affari miei.-
- Gentile. Perché non ti ha tirato un ceffone?-
- L'ha fatto.-
- Grande donna. L'ho sempre detto che ha cervello.-
- Grazie do'aho.-
- Ma le hai chiesto scusa almeno?-
- Si, un mese fa dopo quell'incidente con la Mihazawa.-
- E non ne avete più parlato?-
- Si.-
- E? Cazzo non farti tirare fuori le parole di bocca con la pinza!-
Kaede rialzò la testa, scoccandogli un'occhiataccia truce.
- Non mi sei di aiuto.-
- Ehi, sei tu che mi hai comprato gli arancini.- cinguettò Hana perfidamente.
- Hn.- gliene prese uno, sbuffando - Dammi qua!-
- Ehi ma allora lui lo dai!- sbottarono Mitsui e Miyagi alle loro spalle.
- Ancora qui?!- tuonò il rossino - Maledizione adesso vi massacro!-
- E basta far casino!- Akagi li aveva sentiti dalla sala e andò a prenderli per la collottola, furibondo - Forza, in camera! E non voglio sentir volare una mosca! Di chi sono gli arancini?-
- Sono i miei!!!!!-
- E basta, smettetela!-
Kaede riuscì a sfuggire alla presa del capitano per puro caso, cacciandosi l'ultimo arancino di Hana fra le fauci, facendolo sbraitare come un dannato. Bhè, se non altro non aveva buttato via i suoi soldi.
Raccattò il pacchetto di sigarette del do'aho e se ne andò a farsi due passi in spiaggia, tanto non aveva sonno per il momento. Dopo quel casino gli era passata la piomba.
Fece schioccare l'accendino e dette una boccata, sospirando.
Ma tu guarda...quel do'aho scatenava in lui strani istinti chiaccherecci che nemmeno Raim gli provocava. E parlando della sua rossa...c'era una strana chiazza colorata sulla spiaggia poco illuminata.
Aguzzò la vista e vide proprio una testa rossa che si aggirava sul bagnasciuga.
Si avvicinò di soppiatto e alla fine scosse il capo. Uno più fuori di testa dell'altro!
Raim in effetti era proprio lì, sulla battigia, con una muta blu sul costume bianco a bikini e ammollo fra le onde appena fino alle caviglie. E scappava indietro, indecisa sul da farsi.
- Allora sei proprio fuori di testa come sembri.-
La ragazza sobbalzò, trattenendo a stento un grido.
- Rukawa!- esalò - Dio ma ti sei bevuto il cervello? Mi hai fatto prendere un colpo!-
- Ma cosa fai?-
- Niente.-
- A raccontare balle fai pena.-
Raim lo guardò con espressione omicida.
- L'acqua fredda ti fa male all'umore.- replicò allora, sferzante.
- Hn.- colpito in pieno. Kaede dette un ultimo tiro, levandosi la maglietta e restando col costume - Dai, vieni.-
- Vieni dove?-
- In acqua.-
- Cosa? No, neanche morta.-
- Paura?- la provocò.
Ci fu uno scontro fatto di sguardi in piena regola. Gli occhi verdi di Raim erano brillanti anche al buio e quelli di Kaede la scrutavano attenti, sondandone le emozioni.
Sapeva che stava decidendo se fidarsi o meno di lui. E non solo per entrare in acqua.
Le allungò la mano. Raim la guardò a lungo, mordendosi un labbro.
- Fidati.- le disse roco.
Lei l'osservò ancora per un secondo e si sentì quasi trapassare.
Poi gli strinse la mano, inspirando forte.
Un minuto più tardi si teneva stretta alle sue spalle, come già era successo spessissimo in quegli ultimi quaranta giorni. La loro pelle lambita dall'acqua tiepida si stava adattando ma Raim si agitava.
Non era facile tranquillizzarla.
- Com'è che non hai mai imparato a nuotare?- le chiese.
Quasi non l'aveva sentito. Era troppo presa nell'avvinghiarsi a lui per capire qualcos'altro.
Ed erano ancora dove si toccava.
Ad un certo punto il volpino le passò un braccio dietro alla schiena, l'altro dietro alle ginocchia e la sollevò dolcemente sul pelo delle onde.
- Meglio?-
Raim annuì vagamente.
- Ok...prova a muovere un po' le gambe...tranquilla, ti tengo...-
Passarono minuti di totale silenzio. Raim si teneva saldamente al suo collo, alle sue spalle...l'acqua le scorreva addosso mentre muoveva delicatamente le gambe.
Era una sensazione strana. Paura mista a ...tranquillità.
Era Kaede a farle quell'effetto. Sapeva che non l'avrebbe lasciata.
Il riverbero della luna sull'acqua illuminava appena il suo viso, i suoi occhi blu.
I suoi capelli gocciolavano ma non staccava mai lo sguardo da lei.
La sua presa non veniva mai meno.
Sentiva le sue mani dietro alla schiena, sulla vita, sul collo...la sorreggeva senza sforzo, attento, presente.
Poi le luci della terrazza si spensero.
Era mezzanotte passata.
- Dobbiamo andare?- gli chiese, appoggiandosi a lui.
Kaede tacque, stringendola meglio.
No, era lui a non volersene andare.
I capelli incollati al viso, Raim alzò il volto e incontrò il suo.
Un attimo dopo si unirono in un lungo bacio mentre con passo lento ed incerto risalivano lungo il bagnasciuga, allontanandosi dalle onde. Ricaddero sull'asciugamano della rossa, abbracciati.
Nessuna parola, nessun suono quasi...se non quello di due cuori quasi impazziti.
Fu come uno di quei sogni estivi, fatti quando il caldo impedisce di dormire.
Le loro mani si congiungevano solo dopo aver esplorato la pelle dell'altro, dopo aver spogliato l'altro di ogni inutile barriera. Un bacio, poi un altro e un altro ancora.
La pelle che sapeva di sale, le labbra umide e tenere.
Prima di chiudere gli occhi e averlo per sé, Raim sollevò una mano e gliela portò al viso.
Lo accarezzò, aspettando impaziente solo una sua mossa.
Kaede si piegò e le baciò il palmo, tenendole la mano nella sua.
- Ti amo.- le disse.
Raim non rispose. Gli cinse le spalle, quasi piantandogli le unghie nelle pelle e sollevò i fianchi in un esplicito invito.
- Ti amo.- le sussurrò ancora all'orecchio mentre con la fronte imperlata di acqua e piccole gocce di sudore le dimostrava ogni singola parola.
Gemiti e singhiozzi si fusero, proprio come loro.
Quando il turbine che li aveva travolti ebbe fine, ricadde su di lei, poggiando il capo nell'incavo del suo collo.
Raim non lo lasciò andare, continuando a tenerlo stretto contro il suo petto.
Come ad impedirgli di fuggire.
La sua mano, dalla sua schiena, risalì fra i capelli neri di Rukawa.
Lui sollevò la testa e la guardò negli occhi.
I palpiti di piacere si stavano placando ma non avrebbe mai più scordato quella notte.
Non si era mai sentito così...
Accostò la fronte a quella della rossa, sentendo il suo alito caldo sulla guancia.
Lei gliela baciò, tornando ad accarezzarlo.
No.
Non era ancora ora di andarsene.



 

 

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Capitolo 25
*** Terapia d'Urto ***


raim25

 

 

Per favore, cercate di non lapidarmi prima della fine del capitolo. Se mi uccidete, non arriverò a postare fino alla fine della fic, ricordate solo questo. Grazie a tutti delle recensioni, un abbraccio forte. Axia.

 

 

 

 

 

 

 

 

Pioveva.
Kaede aprì gli occhi e una luce pallida e fioca invase il suo mondo.
Alzò il braccio, mettendosi supino e guardò l’ora. Le cinque di mattina.
Allungò la mano ma al suo fianco, nel letto, sentì un vuoto desolante.
Le lenzuola erano fredde. Raim se n’era andata.
Si chiuse la mano sugli occhi, imprecando leggermente fra i denti.
Se n’era andata.
Avevano fatto l’amore sulla spiaggia, poi erano corsi in camera, colpiti da quell’esigenza intossicante di aversi di nuovo e poi lei era rimasta girata su un fianco, verso di lui, mentre le accarezzava la schiena. A guardarlo.
Ricordava quegli occhi verdi come fantasmi.
Due fantasmi crudeli.
Si mise a sedere, appoggiando il capo all’indietro, contro la testata del letto.
Richiuse le palpebre, ricordando ogni singolo secondo di quella notte che sembrava essere stata dettata dalla follia.
I baci sulla spiaggia, la sabbia che pizzicava la pelle che sapeva di sale.
Ricordava l’espressione di Raim, quando era entrato in lei…ricordava ogni suo gemito, ogni sua carezza.
Era stata selvaggia, tenera e appassionata. Ed esigente con lui.
Non l’aveva lasciato staccarsi dalla realtà, come invece faceva sempre. L’aveva tenuto legato a lei…
Ma ora non c’era più.
Si rimise sotto le lenzuola, avvertendo ancora il suo profumo sul cuscino accanto.
Era meglio dormire. In fondo non poteva fare altro…


- E tre.-
Hisashi Mitsui cominciava a chiedersi se davvero non cadesse in strani casi d’incoscienza durante i quali non rimorchiasse davvero gli uomini. Altrimenti non si spiegava nuovamente la presa del do’aho nel letto.
Attaccato alla sua schiena tra l’altro.
Forse doveva farsi vedere da uno di quei matti che praticavano l’ipnosi.
- Ehi Hisa…-
Miyagi si svegliò qualche minuto dopo, in seguito a una gomitata di Hanamichi sul naso.
- Qua bisogna fare qualcosa.- sentenziò il play, tenendosi il setto con le dita – Se sei tu sei veramente un porco.-
- Ti giuro che non so perché sia qua.-
- Bhè, per un motivo o per l’altro c’è. Credevo che avesse fatto pace con Rukawa.-
- Infatti.-
- E allora te lo sei rimorchiato davvero stavolta!-
- Cazzo e basta con sta storia! Ti ho già detto che non rimorchio nessuno senza accorgermene, chiaro?-
- Temporanea infermità mentale.-
- Per rimorchiarsi questo qui l’infermità dev’essere permanente.- frecciò Mitsui, sedendosi nel letto.
Scosse un po’ il rossino, riuscendo poi a destarlo con quattro pugni in faccia.
Hana si riprese dal dolce risveglio si guardò attorno, mezzo rimbambito.
- Ehilà…ben svegliato.- Miyagi andò a piazzarglisi sotto al naso – Ehi, Hana dimmi la verità! Mitsui ci ha provato vero?-
- Che tappo?- Sakuragi sbadigliò, rintronato come pochi – Ma di cosa parli?-
- Ti ci ha portato lui a letto vero?-
- Nano se non la smetti ti massacro!- berciò la guardia – Allora mezza sega? Perché eri di nuovo qua?-
Il rossino si guardò attorno per l’ennesima volta, grattandosi la testa spettinata.
Hn. Era di nuovo nel letto di quei due. Bhè, normale.
La sera prima dopo essere tornato in camera era stato un po’ sulla terrazza e aveva visto tornare Rukawa all’entrata dell’albergo per mano con Raim quindi…bhè, aveva semplicemente deciso di levare le tende.
- Insomma, Hisa ci ha provato o no?- lo incalzò Ryota.
- Ma di che parli.- si schifò Sakuragi, mettendosi in piedi – Quello può rimorchiare solo un triciclo!-
- Si, tua sorella.- sbuffò Mitsui – Ma allora che ci facevi qua?-
- Rukawa aveva bisogno di schiarirsi le idee.- fu la semplice risposta.
- E poi Hisa ci ha provato!-
- Adesso ti mando all’ospedale!- lo minacciò l’ex teppista dando un’occhiata fuori dalla finestra – Oh gente ma avete visto che tempo? Fuori c’è l’uragano!-
L’ala grande e il play dello Shohoku aggrottarono la fronte.
Sbirciando fuori quasi deglutirono. Sembrava fosse arrivato un tifone! E dire che la sera prima c’erano tante di quelle stelle! Non era ancora il periodo dei monsoni ma forse era una tempesta arrivata un po’ in anticipo.
- Mi sa che oggi ci aspetta una bella giornatina sui libri.- bofonchiò Miyagi – Merda.-
- Non vorrai uscire con questo macello.- sentenziò Hana – Un filo di vento e ti ritrovi in mare!-
- Bhè allora che facciamo?- rise la guardia – Una partitina a carte?-
- Oppure una bella orgia di gruppo.-
- Basta, io me ne vado.- sibilò Mitsui, chiudendosi in bagno come un indemoniato mentre gli altri due ridacchiavano. Sakuragi colse la palla al balzo per tornarsene in camera, in fondo erano le sette e sperava ardentemente che chi doveva avesse sgombrato il campo.
Davanti alla porta contò fino a dieci, ben sapendo che gli si sarebbe bloccata definitivamente la crescita se avesse beccato Rukawa in atteggiamenti "umani" con Raim ma quando mise il naso dentro c’era un insolito silenzio.
Si guardò attorno, per trovare alcuni segnali che indicavano la presenza della rossa ma non vide nulla.
C’era solo lo scroscio dell’acqua nella bagno e così sospirò, andando a trafficare nell’armadio per cercare qualcosa da mettersi addosso.
Non sapeva bene di che umore fosse il volpino dopo una notte brava ma di certo non si era aspettato una tale espressione quando lo vide uscire dal bagno.
Sembrava che gli avessero appena detto che non poteva più giocare a basket.
- Ciao.- gli disse Kaede.
- Ciao.- Hana lo scrutò per un secondo, preoccupato. Che fosse andata male?
Non era però neanche così indiscreto da chiedergli qualcosa, quindi si limitò ad aspettare che la kitsune brontolasse qualcuno dei suoi commenti velenosi ma quando Rukawa cominciò a vestirsi e rimase a torso nudo davanti a lui, il Tensai dovette per forza aprire la bocca.
- Kit…- borbottò, trattenendo un risolino.
- Cosa?- bofonchiò l’ala piccola, guardandolo appena.
Hana si morse un labbro, sorridendo e poi si toccò alla base del collo, sopra la clavicola destra.
- Hai…hai…-
- Ho cosa?- si spazientì il moro.
- Hai un succhiotto sul collo.-
Sgranati gli occhi, Kaede si mise la mano sulla gola e corse in bagno. Tempo un attimo e…
- MERDA!-
Il rossino per tutta risposta scoppiò a ridere, passandosi le mani fra i capelli.
Roba da matti, quel ritiro si stava dimostrando estremamente istruttivo!
- E adesso come faccio?-
La faccia smarrita di Rukawa era buffissima, specialmente a causa del piccolo segno rossastro che faceva bella mostra di sé sulla sua pelle chiara ma Hana per una volta non ebbe cuore di prenderlo in giro.
- Non t’è mai successo?- gli chiese, trattenendo l’ilarità.
- Do’aho, certo che no!- sentenziò l’altro quasi oltraggiato.
- Ti ci serve del trucco. Del fondotinta credo. Haruko lo mette quando capita…- sorrise, alzando le spalle.
E dove andava a prenderlo lui del fondo tinta, porca miseria?
Un quarto alle otto, Kaede saliva come un forsennato al secondo piano, tenendosi la felpa allacciata fin sul collo.
Di certo non poteva andare da Ayako, altrimenti non ne sarebbe uscito vivo da quell’interrogatorio e l’unica con cui era abbastanza in confidenza delle matte della Kurata era solo una.
Junko Kanzaki aprì la porta inferocita, pronta ad uccidere l’idiota che stava cercando di buttarla giù e quando si trovò di fronte il volpino non cambiò di cento umore.
- Mi sto vestendo, che vuoi?- borbottò, per nulla in imbarazzo anche se era in mini e reggiseno nero.
Anche Kaede non fece una piega e si chiuse la porta alle spalle, sbattendola tanto da farla traballare sui cardini.
- Ho un problema.-
- Io ne ho sei.- replicò la schiacciatrice, ficcando la testa nell’armadio – Il tuo quale sarebbe?-
- Questo.-
Junko si volse giusto in tempo per vederlo aprirsi la felpa.
Un attimo dopo e si stava sganasciando sotto la faccia imbestialita dell’ala piccola.
- Non fa ridere senpai!- sbraitò Rukawa – Dammi una mano!-
- Oddio…ma com’è successo?- ridacchiò la Kanzaki, infilandosi la prima maglietta che le venne a tiro.
- Come vuoi che sia successo cazzo?- frecciò sarcastico.
- Ok, ok…come non detto.- sospirò – Forza, siediti e dammi un attimo.-
La Kanzaki gli prese una mano e cominciò a mettergli sul dorso vari fondotinta diversi, per cercarne uno che non fosse troppo scuro e poi alla fine gli mise sul collo quello più chiaro che aveva, distendendolo con una spugnetta.
Fortunatamente non fece domande, né commenti serafici e gliene fu molto grato.
Era stata discreta come il do’aho, cosa insolita, ma Kaede era troppo stremato da quanto era successo per pensare ad altro che non fosse alla notte trascorsa con Raim.
Se ci pensava si sentiva di nuovo il cuore in gola.
Si lasciò andare la testa su una mano, esasperato. Accidenti, ma perché se n’era andata senza una parola?
Lo faceva diventare matto!
Anche mentre facevano l’amore non gli aveva detto assolutamente nulla. Raim non gli aveva promesso nulla!
Junko si accorse del suo stato ma tacque, finendo il suo lavoro. Poi non resistette e gli passò una mano sulla testa, sospirando.
- Dai, lucida la corazza.- lo spronò con voce insolitamente dolce.
Già. Doveva farla brillare quella corazza. O almeno in apparenza.
Ma i guai di quella burrascosa giornata non erano ancora cominciati.

Si sa, alle otto di mattina sono tutti molto poco allegri ed energici senza aver ancora bevuto un caffè e Hisashi Mitsui non faceva differenza dagli altri. Per questo erano in molti davanti all’ascensore, piuttosto che sbattersi a fare due rampe di scale ma fu il loro scazzo a metterli nei guai.
Per non parlare dell’arrivo degli americani.
A quanto pareva Billy aveva deciso di andarci giù pesante con Raim perché le si attaccò addosso come una ventosa, facendo sospirare Miyagi. Il play scoccò un’occhiata alla rossa che filò giù per le scale di volata, poi a Mitsui.
- Qualcuno finirà male.-
- Rukawa non è l’uomo delle caverne.- sibilò la guardia di rimando, soprappensiero.
- Ahah!- Ryota gli puntò il dito al naso, allibendo gli americani – Lo sapevo che prima o poi ti saresti fatto scappare qualcosa! Avanti, parla! Cosa combina la volpe con Raim eh?-
Ma allora erano tutti ciechi, oltre che deficienti.
Meno male che gl’interessati non erano nei paraggi perché altrimenti sarebbe successo un casino.
Finalmente si aprirono i tre ascensori e questo dette a Mitsui la possibilità di filarsela nell’ultimo, lontano dal play che venne trascinato via dalle matricole. Peccato che, una volta dentro con Jeff, un tuono allucinante della tempesta in pieno svolgimento riecheggiò per tutto l’albergo.
Un rombo, poi uno scossone all’interno dell’ascensore e…la luce sparì.
Ciò che disse Jeff riassunse perfettamente i pensieri di Hisashi.
- Fuck.-
- Right.- sibilò Hisashi sarcastico, non vedendo una mazza. Così si mise a urlare – Ehi gente! Ragazzi mi sentite?-
Dovevano essere sospesi poco sotto il primo piano perché i due sentirono la voce di Hana e Akagi.
- Ehi teppista!- era il rossino – Tutto ok? E’ saltato l’impianto elettrico!-
- Ma va?- sbraitò la guardia – Sollecitate la faccenda, qua non vediamo una mina!-
- Sono rimasti bloccati anche gli altri, quanti siete lì dentro?- gli urlò il Gorilla.
- In due.- sbuffò Mitsui.
- Consolati.- ridacchiò ancora il Tensai – Ryo-chan è chiuso con Rei, Yasuda, Kogure e Nobu!-
Passarono cinque minuti e l’impianto venne riattivato ma gli ascensori non si mossero di un millimetro.
Dopo una mezz’ora arrivò un tecnico che aveva rischiato di uccidersi sotto il monsone e da solo, perché non avevano trovato altri suicidi, iniziò a sistemare gli ascensori uno per uno.
Naturalmente quello di Mitsui, sfigato come pochi, era ultimo nella lista.
Così se ne stava seduto al buio con l’americano, imprecando fra i denti e insegnandogli parolacce in giapponese fra una chiacchiera e l’altra. Anche da fuori comunque ce la mettevano tutta per distrarli.
- Guardate che non manca l’aria.- sbuffò Hisashi, intontito da tutte quelle chiacchiere.
- Già ma va tutto bene?- frecciò Hana, seduto a gambe incrociate davanti alle porte chiuse con Yoshikawa che imprecava ai quattro venti contro quel povero tecnico – Il biondo ci prova?-
- No.- rognò la guardia fra i denti.
- Ma cosa fa?-
- Niente, non fa niente. Io non vi sopporto più con questa storia! E adesso chi è?- tirò fuori il cellulare dalla tasca, osservando il display mentre l’aggeggio trillava impazzito. Ecco, di bene in meglio!
- Pronto?-
- Ciao guru delle mie notti brave, come va?-
Mitsui sospirò – Ciao Aki.-
- Però, di buon umore eh?-
- Lo saresti anche tu se fossi chiuso in un ascensore con un americano bisessuale.- frecciò sarcastico.
- Cosa cosa?- Akira Sendoh quasi si sfracellò giù dal tapis roulant di una palestra dell’albergo in cui si trovava in ritiro insieme al Ryonan, allibito mentre i suoi compagni alzavano gli occhi al soffitto – Che hai detto??-
- Hai sentito.-
- Eh no Hisa! Questa esperienza dovevamo farla insieme dai!-
- Te l’ho detto. Andare a letto con un uomo non rientra nei miei interessi per il momento.- borbottò.
- Si ma già che ci sei prova no? Che ti costa? Così mi racconti com’è.-
- E già. Così eviti di farti…- Mitsui si morse la lingua – Dio, non farmi diventare volgare per favore. Ma cosa stai facendo scusa?-
- Sto correndo.- ridacchiò il porcospino – Ecco perché ho il fiato corto.-
- Sicuro?- rise l’altro.
- Si, qua purtroppo Taoka ci guarda a vista. E lì come va? Hana sta bene?-
- Appena si rimette a urlare te lo faccio sentire.-
- E il volpino?-
- Un raggio di sole.- ironizzò la guardia – Comunque ti ricordi quando mi hai detto che secondo te Raim l’avrebbe tenuto sulla corda per un pezzo? Bhè, forse siamo arrivati al sodo.-
- Ma va? Era ora, se non si muoveva ti giuro che ci avrei provato io al ritorno.-
- Porco.-
- E Junko come sta?-
- Benissimo.- la guardia si adagiò alla parete metallica, sospirando – Le cose vanno alla grande.-
- Meno male, per te almeno.-
- Dio ma non cambi mai? Sei un hentai! Anche con la ragazza del tuo migliore amico!-
- Appunto perché siamo così intimi dovremmo dividere tanto cose, no?-
- Sto per riattaccare.-
- No, no!- Sendoh si mise a ridere, scendendo dal macchinario e attaccandosi alla bottiglietta – Senti, ti richiamo stasera quando sarai un po’ meno occupato. Mi raccomando, salutami Hana e Nanaka. E vacci piano con l’americano.-
- Contaci. Ti saluto.-
- Ciaooo!-
Ma tu guarda che roba. Hisashi si rimise il cellulare in tasca, depresso. Accidenti ma da quanto erano lì dentro?
Quasi tre quarti d’ora.
- Hana! A che punto è il tecnico?- urlò.
- Ha appena finito col primo.- lo informò Sakuragi – Porta pazienza e tieniti le mani sul pacco!-
Arrossendo, Mitsui sentì una ventina di ghignatine delle compagne di Raim e Junko e maledì quell’idiota.
Rukawa aveva ragione a insultarlo ogni due secondi accidenti!
- Hisashi.-
Si girò verso Jeff, vedendo appena che gli porgeva un pacchetto di sigarette.
Ma si, tanto valeva farsi due tiri.
Passò un altro quarto d’ora e si sbaraccò il secondo ascensore, poi finalmente i due prigionieri sentirono qualcuno trafficare sopra di loro. Il tecnico disse loro di stare calmi che al massimo quindici minuti e sarebbero stati liberi.
- Evvai.- borbottò il moro – Che seccatura accidenti!-
- Tutto ok?- gracchiò Akagi.
- E’ la ventesima volta che lo chiedete!- ululò seccato – E basta! Vi ho detto che sto bene!-
- Non strillare che se no ti viene una crisi isterica!- cinguettò Hanamichi, perfido.
- Ehi Hana!-
- Si Mitchy?-
- Vaffanculo.-
- Grazie altrettanto!- rise l’ala grande – Dai, sopporta ancora qualche minuto!-
- Ehi Gorilla, ci sei ancora?- chiese Mitsui.
- Si, che c’è?-
- Che facciamo oggi? Dove ci alleniamo?-
- Rukawa ha detto che Hito-san ha un campetto all’ultimo piano dell’ala deposito dell’albergo. Quando piove è coperto da un padiglione di plastica. L’ho mandato a chiedere il permesso di farcelo usare per giocare.-
- Ammesso che tu esca da lì.- rincarò Miyagi, salvo dalla gabbia – Come va lì dentro? Ci hai già provato?-
- Vattene affanculo anche tu!-
- Nervosetto eh?- rise la Kanzaki, arrivando in quel momento – Da quanto è lì dentro?-
- Quasi un’ora.- ironizzò il rossino – Così vedrai che da domani ci penserà due volte prima di fare la muffa per aspettare l’ascensore senpai! È anche insieme all’americano biondo, fossi in te mi preoccuperei per la sua virtù.-
- Non ne ha mai avuta una.- bofonchiò la ragazza, sorniona – Fidati.-

Alla fine della fiera anche la guardia dello Shohoku venne liberata e gli ascensori rimessi a posto.
La tempesta comunque fuori imperversava allegramente e Yoshikawa disse che avrebbe preferito rifiutare al suo incarico di vice preside piuttosto che farli uscire con quel monsone, rischiando che si facessero del male, quindi avrebbero dovuto starsene chiusi tutto il giorno in albergo.
Ormai la mattinata era andata, il loro programma era saltato e si misero sotto con i compiti nella saletta dell’area turistica, tutti ammonticchiati o sui divani o a terra.
- Rukawa, che ha detto Hito-san?- gli chiese Akagi, quando vide tornare il volpino dalla hall – Ci lascia il permesso?-
- A patto che possa venire a vedere con altri ficcanaso.- rispose l’altro a bassa voce.
- Perfetto allora.- disse Kogure – Kurata come vogliamo dividerci il tempo?-
- Hito non ha una rete decente per lasciarci giocare.- spiegò la ragazza con un sorriso – Avevo intenzione di far fare alle ragazze solo una rapida partitella, mettendo un nastro sulle aste, quindi allenatevi pure in tranquillità.-
- Tranquillità?- frecciò l’Aizawa in sottofondo – Qualcuno si ricorda che oggi Junko è senza pesi?-
- E chi se lo scorda.- ridacchiò la Noda – Junko mi raccomando, non terrorizzare le matricole.-
- Contateci.- sbuffò la schiacciatrice – Qualcuno ha visto le previsioni del tempo comunque?-
- Già, per quanto andrà avanti il diluvio universale?- borbottò anche Miyagi – E’ una palla starsene chiusi qua a fare i compiti.-
- Ma piantala, ti sei solo fatto un’ora in più di filosofia.- lo rimbeccò il Gorilla.
- Che menata.- ringhiò Hana fra i denti – Al diavolo Yoshikawa e i suoi compiti della fava!-
Intanto Kaede si sedette sul divano al suo fianco, quasi abbarbicandosi sul bracciolo e non alzò più gli occhi dal libro di letteratura. Se si accorse che lo fissava, non glielo fece notare e il rossino assunse un’espressione pensosa.
Chissà che era successo fra quei due.
Bhè, non ci voleva un genio come lui a capire che era andato a letto con Raim ma non capiva perché avesse quel muso lungo. Cercò anche la ragazza fra i compagni e la vide seduta a tavola con Nanaka e la Kanzaki, tutta sorridente.
Che strano, lei sembrava di umore completamente diverso.
Mah!
- Ehi scimmia! Fai i compiti, non tenere il grugno per aria.- lo richiamò Akagi.
- Senti chi parla Gorilla!-
- E non fare l’imbecille, a che punto sei?-
- Ho quasi finito, il Genio colpisce ancora!-
- E tu Rukawa?-
Il volpino non aprì bocca, restando a capo chino.
Takenori alzò un sopracciglio, sporgendosi verso di lui – Rukawa? Ehi Rukawa?-
- Kitsune!- sbottò Hanamichi, scuotendolo – Il Gori chiama.-
Kaede allora si scosse e sbattendo gli occhioni blu li puntò vacuamente sul capitano.
- Hn?-
- Cos’è, la notte non dormi abbastanza?- bofonchiò Akagi – Sembri stanco, tutto ok? Questo imbecille ti lascia dormire spero.- e dicendolo, fissò trucemente Hana non accorgendosi così che le guance pallide del volpino si erano leggermente tinte di rosso. Pessima uscita, pensò il Tensai mentre cercava di distogliere l’attenzione del Gorilla dall’ala piccola. Non fu facile ma alla fine, dopo qualche minaccia, tornarono ai loro compiti.
Kogure era perfino riuscito a sistemare quello scansafatiche di Mitsui: per fargli fare qualcosa l’aveva messo a fare da insegnate di matematica e fisica alle matricole e le ragazzine della Kurata lo intrattenevano alla grande.
Cinguettavano come una banda di fringuelli e Junko rideva sommessamente, vedendolo nei guai con quelle piattole.
Stavano quasi per finire quando la Kanzaki li raggiunse, abbracciandolo di spalle per il collo.
- Tutto ok?-
- Si senpai Kanzaki!- tubarono quasi tutte – Il senpai Mitsui è bravissimo!-
- Già, un ottimo insegnante.- frecciò Raim passando di lì.
- Un ottimo scansafatiche.- la corresse Nanaka con un leggero sorriso.
- Ah, grazie mille!- borbottò la guardia con un ghigno – Comunque erano esercizi facili, tranquilla.-
- Speriamo.- borbottò Junko divertita – E tutti i lettori mp3 sparsi qua attorno?-
- Niente, chiacchieravamo di musica.- le spiegò Sumire Endo, del primo anno, che fino a due secondi prima si era letta insieme a Mitsui l'ultimo volume di Bastard.
- Già. Queste qui non sanno chi sono gli U2.- sospirò teatralmente la guardia.
- Tragedia.- enfatizzò la schiacciatrice – Che eresia per le tue orecchie.-
- Se non altro leggono i fumetti.- concluse sarcastico, indicando Asuka che nascondeva un manga dietro il libro.
- La tua scala metrica per le ragazze è veramente encomiabile tesoro.-
Mitsui si stiracchiò e si mise in piedi, dopo averle baciato la guancia – Ora scusate fanciulle, ma ho già dato abbastanza per stamattina. Fra l’ascensore e questi cazzo di esercizi di algebra ho il cervello in fumo. Vado in camera a prendere una felpa, qua tira troppa aria.-
- Ecco bravo!- Akagi gli lanciò la scheda della sua stanza – Prendine una anche a me! E non fottermi soldi.-
- Mitchy aspettami!- lo richiamò Raim – Devo venire a sistemare i libri in valigia!- e lo seguì stavolta su per le scale, senza tentare più di salire sul maledetto ascensore che li aveva imprigionati per un’ora.
Trafficato nella stanza semi ordinata del Gorilla e del quattrocchi, cercando stupefacenti o attrezzi sessuali compromettenti e raccolta una maglia da mettersi addosso, Mitsui scoccò una sguardo divertito alla rossa. Ok, non che fosse poi l’instancabile imperatore del sesso come Sendoh, non aveva avuto poi mille storie come quelle di Akira ma aveva una discreta esperienza e sapeva riconoscere alcuni segnali che di solito passavano incuranti agli occhi altrui.
E Raim aveva la faccia di una che la notte prima ha fatto qualche ora in bianco.
- Te la fumi una sigaretta con me?- le chiese, mentre le faceva strada verso la saletta dove c’era un permesso abusivo e illegale per i fumatori.
- Vuoi proprio tentarmi eh?- sorrise, seguendolo.
Si sedette al suo fianco su un divano e accostò la sigaretta alla fiammella, dando un tiro leggero.
- Dai, sentiamo.-
Mitsui sorrise, facendo il finto tonto.
- Cosa?-
Raim sorrise a sua volta, inclinando il capo – Non è facile capire quello che ti passa per la testa ma non sei uno che ama le chiacchiere e la compagnia a vuoto. Quindi se mi hai offerto una sigaretta vorrai parlarmi. O sbaglio?-
- Non sono proprio un animale, dai.- bofonchiò mogio.
- Con le ragazze sei stato molto bravo.- gli concesse – Sono tutte pazze di te e Rukawa. E Hana.- aggiunse, ridacchiando – Ma tu non te le fili, Hana pensa solo ad Haruko e la volpe vive sulla luna.-
- Davvero? Rukawa vive sulla luna?- disse di punto in bianco, sollevando gli occhi profondi su di lei.
- Ah…ecco dove volevi arrivare.- sospirò misteriosa, ciccando nel portacenere e tornando ad accoccolarsi sui cuscini – Mi sembrava strano che uno come te non avesse fiutato nulla in tutti questi mesi.-
- Per quanto sia ficcanaso, a modo mio amo la discrezione.-
- S’è visto. Sapevi che ci frequentavamo da quando l’hai beccato a casa mia quel pomeriggio e non ne hai fatto parola.-
- Già, Hana l’ha saputo l’altra sera e non l’ha presa bene. Gli ha fatto una mezza scenata di gelosia!-
Raim rise dolcemente, piegando la testa di lato.
- Meno male che con Kaede c’è qualcuno così.- disse, espirando il fumo – Gli fa bene la vicinanza di Hana.-
- E la tua?- la incalzò serio – Gli fa bene?-
La ragazza stavolta tacque, puntandogli gli occhi verdi addosso ma Hisashi non era uno che abbassava lo sguardo. Mai.
- Hai parlato con la senpai Kanzaki?-
- Io e Junko non trattiamo i fatti altrui quando stiamo insieme.- le rispose tranquillo – La mia era solo una domanda.-
- Lei mi ha detto che tiro troppo la corda.-
Mitsui sogghignò ancora, mettendosi la sigaretta fra le labbra e lasciandosi andare contro lo schienale.
- Raim…stai cercando di punirlo o sbaglio?-
La rossa serrò la mascella.
- Capita di farlo anche inconsciamente sai?-
Lei emise un gemito divertito, quasi sprezzante.
- Se stai davvero cercando di punirlo allora si che tiri troppo la corda.- mormorò, spegnando la sigaretta nel portacenere – Per quanto uno possa sentirsi in colpa, c’è sempre un limite a tutto.-
- Siamo andati a letto insieme ieri sera.-
Mitsui se l’era aspettato.
- E l’hai piantato nel letto da solo, vero?-
Lei annuì, pensosa e triste – Non è solo…perché voglio fargliela un po’ pagare per quello che mi ha detto tempo fa. È che quando mi sono svegliata e ho visto lui…non so…per me non era normale…non era Shiro.-
- Sota ormai è andato, Kirara.- le disse serio, osservandola quasi intenerito.
- Si, lo so. E se devo essere sincera non è rimasto niente di quello che provavo per lui. Ora m’interessa solo la volpe.-
- Ma ti fa rabbia il casino che è successo a Natale, giusto?-
- Si.- ammise malinconica – E’ anche che non riesco ancora ad affrontarlo. Cioè…so che mi vuole bene, che ci tiene a me, me l’ha fatto capire. Ma lui ogni tanto mi mette in soggezione. Ho sempre paura che possa prendere il volo da un momento all’altro e prima di mettermi di nuovo con uno così ci penserò su dieci volte, credimi.-
- E mentre tu ci pensi lui va in paranoia.- mugugnò sarcastico – Grande tattica.-
- Ehi, da che mondo è mondo la gente fa sesso insieme!- sbottò esasperata – Resisterà per qualche giorno.-
- Mentre tu ti fai i tuoi comodi posso farti notare due cosette? Ok, la prima è che se aveste solo fatto sesso tu ora non avresti quella faccia da pesce lesso!- e alla faccia sdegnata di Raim, la guardia proseguì ridendo – La seconda è che Rukawa avrà pure tutti i suoi difetti ma quando ama una cosa non la molla, fidati.-
- Me l’ha detto anche la senpai.-
- Vedi?- tubò Hisashi – Siamo due corpi, un cuore e un’anima!-
- Ma da quando sei diventato così eh?- Raim riuscì a sorridere, alzandosi insieme a lui.
- Lascia perdere, ci sono mattine che mi guardo allo specchio e ho schifo di me stesso per quanto Junko riesca a rigirarmi come voglia. Comunque tornando a te, e ti giuro che la smetto di farti la paternale, un ultimo consiglio.-
- E sarebbe?- gli chiese mesta.
Hisashi si girò sul primo gradino, ghignando dolcemente – Decidi in fretta e poi smettila di farlo star male.-

Il pomeriggio fu dedicato a un allenamento libero da esercizio fisico ma consacrato al corpo a corpo sotto lo sguardo benevolo e interessato di Hito e alcuni suoi amici. C’era anche Shige che si divertì un mondo a vederli giocare di nuovo.
- Ma è rugby o basket?- frecciò la Kurata a cinque minuti dalla fine del primo tempo, quando Akagi, esasperato, ne mise ben tre addosso a Mitsui.
- Bhè, fermare quel ragazzo non è facile mia cara.- le disse Hito Ikuko, serio – Ha una tecnica di tiro impressionante. Ti giuro che all’NBA ho visto solo due giocatori lanciare in quel modo. È la precisione che conta.-
- Ah si?- borbottò Ayako con le mani fra i capelli – E la deficienza, i falli e la testardaggine quanto valgono?-
- Parecchio, credimi.- le sorrise il proprietario del Summer Inn – Diciamo che il sessanta per cento all’NBA è talento, il quaranta duro allenamento.-
- Che tristezza.- borbottò Mitsui filando in panchina per bersi un goccio d’acqua mentre lo sostituiva Mahiro – E i favori sessuali non contano più?-
Hito ridacchiò insieme ad altri suoi amici, tra cui i vecchietti pescatori che bevevano come spugne e fecero un sacco di complimenti alla guardia. Attaccarono di nuovo ad urlare come allo stadio quando Hana e Kaede misero all’opera la loro tecnica delle ali e con qualche schiacciata buona del Gorilla finirono il primo tempo.
- Questo si che si chiama giocare ragazzi.- disse loro Hito.
- Grazie.- sorrise Akagi – Se lo dice lei sarà vero.-
- Visto Gori? Il vecchio ha capito che sono un Genio!-
- Deficiente, ma impara a portar rispetto a quelli più grandi.- sbraitò Miyagi, dandogli un calcio e andando dalla sua Ayakuccia mentre il rossino ululava imbestialito.
- E’ una gioia per gli occhi guardarvi.- continuò Ikuko – Sul serio. Certo, non giocate propriamente pulito ma spero che non facciate così anche in partita.-
- La verità è che i titolari hanno tutti il sangue caldo, tranne il capitano.- gli disse Kogure, grattandosi il capo un po’ imbarazzato – Due non vanno mai d’accordo e gli altri due fanno un po’ come vogliono in campo.-
- Diciamo che non sono capaci di passarsi la palla.- frecciò il Gorilla, attaccandosi alla bottiglietta.
- Bhè, con uno che tira da quasi vicino la linea di metà campo che ti lamenti?- rise Hito – Anche se non passa chissene frega!-
- Mica ha tutti i torti.- frecciò Mitsui soave.
- Zitto tu.- bofonchiò il Gorilla – Il problema è che nessuno di loro passa. Per farlo fare al playmaker a momenti dobbiamo corromperlo con i soldi. Sono ingestibili, non fanno gioco di squadra e discutono anche in campo.-
- Già e il capitano è un aguzzino!- berciò Hana dalle retrovie.
- Eppure come gruppo mi sembrano affiatati.- Hito li guardò attentamente – Sono così rissosi?-
- Due sono ex teppisti.-
- Ah…e gli altri due?-
- Uno dorme sulla bicicletta e l’altro guarda la sua ragazza invece che allenarsi.-
- Non è vero! Ayako la guardo poco!- replicò Miyagi – E non sbaglio mai!-
- Si ma ti distrai comunque!-
- E poi Rukawa non dorme più sulla bici.- cinguettò Hana perfidamente – Dorme sulla moto Gori.-
- Do’aho.-
Fra le risate e le boiate generali, ripresero la partitella e fecero giocare di più le matricole mettendo quella bomba ad orologeria che era Mitsui a fare l’arbitro.
E fischiava mai un fallo? Ma va!
Per lui era tutto regolare! Hana e Kaede quasi si staccavano le dita a morsi e non ci vedeva nulla di male…
Andò a finire che vinse di nuovo la squadra degli anziani e solo perché qualche idiota scatenava sempre rissa e le matricole non riuscivano a fare nulla per fermarli ma a parte quello lo stacco dei punti si riduceva sempre moltissimo. Erano arrivati a un massimo di quindici con un minimo di sei.
Alle cinque, Akagi lasciò il campo a quelle della pallavolo e mise a riposo i suoi.
- Attenzione a dove mirate.- le avvisò comunque Raim – Qua lo spazio non è larghissimo!-
- Non dirlo a me, dillo alla senpai.- cinguettò Nanaka, mentre si posizionavano.
- Ok!- le richiamò la Kurata – Kyoko con me, Asuka, Sumire, Momoka e Sawanoguchi. Con Akane Noda vadano Junko, Sakura, Yukino, Sato e Watanabe. Le altre pronte nel caso a qualcuno arrivi una pallonata sulla faccia.-
- Grande.- borbottò Ayako, facendo un pallone con della gomma da masticare.
- Ehi Jun!- la richiamò Miyagi, stravaccato a terra fra Raim e Kogure – Attenta per davvero, capito?-
- E’ anche senza pesi.- rognò Hana – Fossi in voi starei pronto a scappare.-
- Eddai senpai.- rise Nobu – Non può essere così pericolosa!-
Come no!
La prima palla messa a disposizione si squarciò a metà partita dopo una mezzo dozzina di schiacciate della Kanzaki, la seconda si sgonfiò come un palloncino e la terza resse fino alla fine.
Ma in poche tentavano di prendere le sue schiacciate. Sembravano dei missili veri e propri e anche la Kurata, che era famosa per saper prendere qualsiasi bolide, ritirate le mani dopo aver raccolto una schiacciata di Junko che aveva rotto un muro, bloccò tutto per un attimo. Si teneva i palmi con una smorfia, dolorante.
- Dio…- sibilò, quando la raggiunse l’Aizawa – Mi sembra di aver preso dei mattoni.-
- Perché non le troviamo un bel muretto eh?- le propose Kyoko serafica – Così la mettiamo lì davanti e vedrai che si divertirà lo stesso.-
- Guarda che t’ho sentito.- Junko osservava la scena dal suo campo – Ehi cleptomane…tutto a posto?-
- Hai la portata di un missile cruz.- sbottò il capitano, agitando le mani e soffiandoci sopra – Porca miseria, mi hai fatto male! Nanaka, schiacciale sul muso!-
- Se, mica sono scema senpai.- sorrise la biondina.
- D’accordo, ci andrò più leggera.- concesse la Kanzaki, magnanima – Ok?-
- Ti credi imbattibile eh?- Naomi la fissò attentamente, sfidandola con lo sguardo – Sai bene che a muro ormai non ti ferma più nessuno ma se uno è abbastanza forte per frenare un po’ la corsa, io potrei raccoglierla tranquillamente.-
- Tranquillamente.- Junko rise, serafica – Come no…non la raccatteresti neanche se la fermassero dei ragazzi.-
- Dici?- Naomi si girò verso la panchina – Ehi ragazzi…avete mai giocato a pallavolo?-
- Si, come no!- ridacchiarono più o meno tutti.
- Si ma saltate alto…e avete parecchia forza nelle braccia.- considerò ancora la Kurata, pensosa – Qualcuno ha voglia di far abbassare le ali alla campionessa dello Shohoku?-
Qualcuno naturalmente rizzò le orecchie e aguzzò i sensi mentre Junko sogghignava.
- Dai capitano…non conoscono le basi. Si, saranno forti ma non sanno neanche come muoversi.-
- Cos’è? Paura che un principiante maschio ti fermi?-
- Oh no, eccole che ricominciano.- l’Aizawa sollevò gli occhi al soffitto – Per piacere fermatele.-
- E poi una pallonata della senpai non fa mica bene.- considerò Nanaka – Potrebbe fare secchi i ragazzi.-
- Fare secchi cosa, pesano il doppio di lei.- disse Raim – Ma è troppo forte comunque.-
- Vengo io.-
La cagnara si fermò quando Rukawa era già in piedi. E il fischio di Miyagi interruppe lo stupore generale.
- Junko ce l’avrai dura.- le disse sogghignando.
- Lo spero. Sarebbe il minimo.- sentenziò scoccando un’occhiata obliqua al volpino.
- Ehi vacci piano!- le urlò Hana – Guarda che è un principiante!-
- A questo punto due risate me le farei anche io.- irruppe Mitsui – Posso?-
- Ma bene, abbiamo due suicidi.- rise la Kurata allegra – Prego signori, siete i benvenuti.-
- Non rispondiamo di eventuali mazzate.- le disse Hisashi, piazzandosi a muro con la kitsune.
- Ma tu guarda, stavo per dirvi la stessa cosa.- ironizzò la Kanzaki.
- Gente, li massacra.- rise Akagi, mettendosi comodo a vedere lo scatafascio a cui andavano incontro quei due.
E in effetti fu una bella mazzata per quei due galletti.
Erano troppo orgogliosi per starsene buoni e farsi battere da una ragazza ma anche saltando a muro con lei, Junko li raggiungeva comunque in altezza. E poi quei bolidi.
Anche in due a bloccarla, sfondava la loro difesa e le prima volte quasi caddero a terra, sbattendo i loro delicati fondoschiena.
- Fatti male?- cinguettò la Kanzaki, vedendoli massaggiarsi il sedere.
- Ahah…ti vorrei vedere a giocare con noi! Lì c’è corpo a corpo vero.- bofonchiò Mitsui.
- E non vedresti l’ora eh?-
- Dai, un’altra!- la Kurata batté le mani – Pronti? Dai Akane, batti!-
Il servizio della Noda venne preso a fatica da Asuka. La palla era quasi fuori quando la raccolse l’Aizawa e la servì per Nanaka. La schiacciata venne subito raccolta e di nuovo Junko era a muro.
Si trovò davanti quei due e già sogghignava.
Ok, aveva detto che ci sarebbe andata piano ma in fondo era pur sempre un’anima ardente anche lei no?
Hisashi e Kaede vennero travolti in pieno, battendo l’osso sacro come due bambini.
- Che maleee…-
- Oh, ma neanche loro la fermano?- sbuffò la Kurata mentre andava a raccattarli ridendo con le matricole.
- Dio Junko, sei peggio di una carro armato!-
Perfino il volpino si stava soffiando sulle sue dolci manine e usava gli occhi come fanali, puntandoli addosso a quella belva di donna che lo stava letteralmente lasciando in mutande.
Porcaccia, aveva voglia di saltarle alla gola e farla secca. Peccato che gli avesse sistemato il collo.
Non poteva mica uccidere la sua costumista!
Alla fine vinse la squadra della Kanzaki e con giubilo di Hana che cominciò a fare il deficiente, prendendo in giro i due fessi che avevano provato a fermarla.
Poi però venne rigirata la frittata.
- Junkooo…amore, vieni un po’ qua!-
La Kanzaki guardò stralunata quel deficiente del suo ragazzo che la chiamava di nuovo in campo.
- Tu sei tutto matto!- sindacò, quando le lanciò la sfera arancione.
- Paura?- le sibilò Rukawa passandole alle spalle.
- Ehi, ho visto come giocate!- disse allibita – Non ho voglia di farmi investire dai vostri novanta chili!-
- Ci andremo leggeri, tranquilla.- riecheggiò Mitsui perfido come pochi - E poi ne peso solo ottantadue.-
- Se, come no.-
Hisashi ridacchiò, lanciando la palla da dove si trovava. Fece una parabola sulla testa della ragazza e finì dritta a canestro.
- Ahah, molto bravo.-
Naturalmente fu l’ennesimo disastro, l’ennesima dimostrazione di deficienza e quindi più nessuno ci fece caso anche perché il corpo a corpo della guardia era più uno strusciamento generale e l’allenamento dello Shohoku finì in tranquillità.
- Ehi, voi non venite?-
Hana e la kitsuine erano rimasti in panchina, a cimpare acqua come dannati.
Raim li guardava stranita.
- Sono le sette!-
Rukawa distolse lo sguardo, tornando sotto canestro e il rossino, alzando gli occhi al cielo contro tanta testardaggine, emise un gemito disperato.
- Ci facciamo due tiri Raim. Arriveremo in tempo per la cena.-
- Ok…- la ragazza guardò di nuovo il moro ma lui non disse nulla, mettendosi a tirare quindi se ne andò anche lei, pensosa.
Rimasti soli, il Tensai capì che bisognava usare un bel po’ di pazienza con quello lì.
Fecero un one on one in un silenzio tombale, cosa mai successa fino a quando Kaede non mancò un canestro.
Eccolo lì, era proprio andato.
- Porca vacca.- sibilò il moretto, mandando tutto all’aria e andando a svaccarsi in panchina.
- Kit.- sospirò Sakuragi – Che testa di cazzo che sei.-
Kaede sollevò la faccia, incazzoso.
- Che vuoi?-
- Possibile che dopo tutto questo casino non hai imparato a parlare con lei?-
L’ala piccola gli dette le spalle, imbronciato.
- Ma che è successo eh?-
- Cosa vuoi che sia successo Hana?- sbraitò.
L’altro si grattò la testa, raggiungendolo – Non hai sentito cos’ha detto? Magari voleva parlarti.-
- Hai sentito "Rukawa ti devo parlare"? Eh? No, non mi pare.-
- Sai che hai una bella faccia tosta?- il rossino gli ficcò un pugno sulla testa – Cosa vuoi che ti dica?-
- Qualsiasi cosa!-
- E allora vacci a parlare!-
- No.-
- Come no?-
- Ho detto no.-
Il rossino schioccò la lingua, guardando altrove.
Quel tizio era deficiente. Un vero idiota. Altro che volpino, altro che super giocatore di basket.
Altro che arancini!
Ora lo sistemava lui.

Quando scesero a cena Akagi se li trovò davanti tutti pieni di lividi e cerotti.
- Fatemi indovinare.- sibilò il Gorilla, cominciando a prendere fuoco – Un one on one tranquillo eh?-
- Già.- frecciò Kaede – Molto tranquillo. Do’aho.-
- Cervello di gallina.- rispose Hana senza scomporsi – Te lo sei meritato.-
- Affanculo.-
- Vaffanculo tu.-
- ORA BASTA!- Akagi li prese per le orecchie e li mandò a sedersi a tavola imprecando fra i denti. Ne aveva abbastanza di quei due imbecilli, stavolta l’avevano fatta grossa!
- Ma che è successo?- allibì Rei, davanti a un piatto di ottimi ramen.
- Ma che ne so.- sbuffò Miyagi esasperato – Quelli sono proprio due bambini.-
- Ha parlato l’uomo vissuto.- frecciò Ayako – Comunque oggi Ru è di cattivo umore.-
- Già, l’ho notato quando a momenti mi uccideva a morsi in campo.- disse Nobu – Che cos’avrà il senpai?-
- Troppi ormoni in circolo.- rispose la mora, sarcastica.
Raim ascoltò ogni parola, restando a capo chino sul piatto.
Avrebbe dovuto parlare con lui ma per tutto il giorno l’aveva evitato. Era normale che se la fosse presa.
Provò anche ad avvicinarsi dopo la cena ma lui filò subito via, chiudendosi addirittura in camera.
Sembrava che il suo umore fosse pari alla tempesta che continuava a imperversare fuori dal Summer Inn.
- Raim, tutto a posto?-
La rossa alzò lo sguardo dal giornale che leggeva seduta nella stanzetta di aspetto, insieme alle altre ragazze.
Era Nanaka che le porgeva una tazza di caffè.
- Si, più o meno.- borbottò, accettando la tazza fumante.
La biondina le si sedette accanto, divertita. Prima di parlare osservò il baccano che facevano le loro compagne, tutte attaccate alle poche matricole della squadra di basket e a Mitsui.
Il poveretto ormai era assalito su ogni fronte.
- Lo faranno diventare matto.- sogghignò la Tanaka – Gli sta bene.-
Raim rise ma era lontana mille miglia e la compagna se ne accorse.
La fissò per un attimo, poi si portò il caffè alle labbra.
Non si sentì di dirle nulla ma lei, come altri, aveva notato certi atteggiamenti.
Si limitò ad informarla che gli americani li avevano invitati a cena per domenica sera, parlando con l’Aizawa e la rossa tirò un sospiro. Era già esausta.
Una volta tornata in camera faticò a prendere sonno.
Ricordava il tocco di Rukawa, le sue carezze, i suoi gemiti.
Il suo fiato caldo sulla pelle.
Ficcò la testa sotto al cuscino, rabbrividendo.
Dio, non si era mai sentita così con Shiro.
Che magia le aveva fatto quel maledetto volpino?
L’aveva fatta innamorare anche senza volerlo.
Già, ormai doveva ammetterlo.
Se non con lui, almeno con se stessa.

Il giorno dopo, venerdì, i ragazzi stavano nella palestra del liceo.
Ci erano arrivati anche se pioveva ancora ma stavolta era solo una pioggerella passeggera.
Il temporale ormai si era sfogato per bene.
Nel rumore pesante dei palloni che sfrecciavano sui due campi, Raim osservava l’unico che in quel momento occupava interamente i suoi pensieri.
Gelido, perfetto, quasi un signore dei ghiacci.
Kaede giocava con tutta la sua forza e il suo talento, senza vedere altro.
Se era nervoso, lo mostrava solo con Hana.
Evitava perfino di guardarla in faccia.
Non sapeva più cosa fare con lui.
Non sapeva come prenderlo, non sapeva come lasciarsi andare.
La paura, il ricordo di come l’aveva fatta star male le bruciava ancora.
E faceva un male pazzesco.
- Così domenica sera siamo a cena con gli americani eh?- le chiese Ayako, tornando a sedersi con lei in panchina.
- Già.- annuì svagata, senza distogliere lo sguardo da Rukawa che piazzò in quel momento una schiacciata bellissima.
- Ehi tutto a posto? Da qualche giorno mi sembri soprappensiero.-
- Niente, è solo che siamo alla fine della seconda settimana e sono un po’ triste. Non mi va di tornare a casa.-
- A chi lo dici.- la mora le strizzò l’occhio – Le coccole del Summer Inn sono indimenticabili.-
Risero, mentre Akagi richiamava i ragazzi per una pausa.
- Avete giocato benissimo.- disse Kogure alla matricole che era senza fiato – Stare dietro a Miyagi non è roba da poco.-
- Non dirlo a me senpai.- alitò Nobu distrutto.
- In compenso voi quattro state battendo la fiacca.- rognò il Gorilla, fissando storto i titolari – Forza, sveglia.-
- Scusa, ieri sera abbiamo guardato porno fino a tardi.- sibilò Mitsui sarcastico.
- Faccio finta di non aver sentito brutto coglione.-
- Ecco bravo, è meglio.-
- Che facciamo domani?- chiese intanto Ayako – Ce lo facciamo un giro per la giungla o no?-
- Così ci giochiamo Ryo-chan una volta per tutte.- rise Hana perfidamente.
- Non mi perderò, tranquillo.- sbuffò il play – A costo di legarmi una manetta al polso.-
- Tienile per altre occasioni.- ironizzò il rossino.
- D’accordo, chiederò alla Kurata se hanno voglia di trascinarci a spasso.- disse Ayako – Voi riposatevi pure, vado a chiacchierare dall’altra parte della tenda. E non fate casino!-
- Si ma che non prenda tutta la giornata questo giro!- sindacò Mitsui, con l’asciugamano in testa – Domani sera ho una cosa da fare.-
- Ah si?- Miyagi lo guardò di striscio – E sarebbe? Una ricerca accurata per partecipanti a un’orgia?-
- Terapia d’urto fatta in casa contro le crisi di panico.- scandì la guardia.
Perfino Rukawa lo fissò come un marziano.
Che aveva detto il teppista?
- Ve lo spiego a cena.- borbottò Mitsui agitando la mano con indolenza.
- Fa un po’ come vuoi.-
Quando tornarono in albergo, strisciando per la stanchezza e sbadigliando per il sonno, la pioggia aveva ormai finito di cadere. A cena la compagnia fu sempre allegra ma un imprevisto impedì alla guardia dello Shohoku di mettere subito in pratica i suoi propositi.
Stavano parlando tutti insieme quando un cameriere arrivò a chiamare Mitsui per dirgli che c’era qualcuno al telefono che lo voleva.
Hisashi corrucciò la fronte, guardando il suo cellulare. Strano, era acceso.
- Sarà Kay.- borbottò – Chissà che vuole.-
- Sarà importante no?- lo spinse Hana – Muoviti che poi devi dirmi che hai in quella mente perversa.-
- Si, vado.-
Peccato che non lo videro tornare per almeno dieci minuti e a quel punto cominciarono a preoccuparsi.
Kaede era appena uscito dal bagno quando da lontano lo vide ancora attaccato al telefono.
E non sembrava una conversazione allegra.
Attese un momento prima di andarsene, come colpito da uno strano presentimento e infatti Mitsui dopo qualche secondo buttò giù malamente la cornetta, attaccandosi al muro.
Era diventato pallidissimo.
Un secondo dopo corse verso di lui e andò a chiudersi in bagno.
Kaede lo seguì, preoccupato.
Stava appoggiato al lavandino, quasi non riusciva a respirare.
Crisi di panico.
Si avvicinò lentamente, poi gli passò un braccio attorno alla vita per aiutarlo a stare in piedi.
Gli tremavano le gambe e le spalle.
Era spaventato sul serio.
In quel momento squillò il suo cellulare e la guardia lo fissò sgranando gli occhi.
Il volpino allora glielo prese e chiuse subito la chiamata, notando appena che era suo padre a cercarlo.
Ecco il problema.
Lo aiutò a sedersi a terra e gli fece appoggiare la testa alla sua spalla, incitandolo a respirare.
Dannazione, come gli sembrava famigliare quella scena.
Solo che quando era toccato a lui, non c’era stato nessuno ad aiutarlo.
- Adesso passa.- gli sussurrò.
Mitsui cercava di controllarsi, lo vedeva bene, ma forse suo padre doveva esserci andato giù davvero pesante.
In quel momento anche Hana e Ryota misero la testa nel bagno, preoccupati.
Kaede fece loro segno di tacere e il rossino corse a bagnare un fazzoletto, mettendolo sulla fronte umida della loro guardia.
Le loro facce a momenti erano più spaventate di quelle di Mitsui che divertito fece un leggero sorriso, continuando ad ansimare.
- Che facce da funerale.- alitò.
- Vedessi la tua.- cercò di sorridere anche Hanamichi, sedendosi davanti a lui.
- Come va?- chiese Miyagi tristemente.
- Un attimo e mi passa.- sussurrò Hisashi, socchiudendo gli occhi.
Peccato che all’ennesimo squillo del cellulare riprese ad agitarsi.
- Merda, spegnete quel fottutissimo telefono!- sibilò Rukawa ma Miyagi, vedendo il nome sul display, fece di meglio.
Aprì in due il cellulare e sotto lo sguardo ben attento di Mitsui prese la scheda e la buttò dentro la tazza del primo water. Tirato lo sciacquone, sospirò.
- Via un problema.-
Mitsui rise sollevato, cominciando a respirare meglio.
- Grazie tappo.-
- Di niente, adoro sputtanare schede io.-
- Grande idea.- cinguettò anche Hana.
Qualche minuto più tardi Mitsui riuscì a rialzarsi da solo. Si lavò il viso e cercò di ricomporsi.
Entrò anche il Gorilla, appoggiandosi alla porta di schiena.
Si fissarono, poi la guardia annuì faticosamente.
- Che voleva?- gli chiese Akagi.
- Rompere.-
- L’hai mandato al diavolo?-
Hisashi sorrise di nuovo, passandosi altra acqua sul viso e poi mettendo i polsi sotto al rubinetto.
- Miyagi mi ha buttato via la scheda. Dici che va bene lo stesso?-
- Gli hai scaricato la scheda nel cesso?- allibì Takenori.
Ryota alzò le spalle, tranquillissimo.
- Esco un attimo.- aggiunse, prima di uscire – Torno fra mezz’ora.-
- Ehi ma dove vai?- lo richiamò Hana.
- Tranquillo. Mezz’ora e sarò di ritorno!-
E trenta minuti più tardi in effetti il playmaker dello Shohoku se ne tornò tranquillo e beato. I titolari, Junko e Kogure erano chiusi nella camera di Mitchy e quando entrò gli sventolò sotto al naso una scheda nuova.
- Mi hai comprato la scheda di un cellulare?- Hisashi rise, scuotendo il capo – Tu proprio non ci stai più.-
- Consideralo un regalo anticipato di compleanno.-
- Sai che bella roba, adesso dovrò rimettere a posto tutta la rubrica.-
- Non rompere, ci sarà solo dentro meno spazzatura.-
- Comunque…- Kogure, che era seduto davanti a Mitsui, lo fissava seriamente ansioso - …fossi in te io eviterei i rapporti con tuo padre per qualche tempo. Se ti fa questo effetto…-
- Non è lui.- lo interruppe Hisashi, abbassando lo sguardo mentre trafficava con la scheda nuova – Sono le sue fisse.-
- Stessa cosa.- sibilò Akagi – Kay non l’ha avvisato che non stai al massimo della forma?-
- Si ma non ha capito evidentemente.-
- Tanto adesso non potrà più raggiungerti.- scandì Miyagi – Diremo a tuo fratello di chiamarti solo al cellulare e se arriveranno altre telefonate all’albergo non le prenderai.-
- Oppure organizziamo uno squadrone e picchiamo il padre di Mitchy.- frecciò Hana sarcastico.
- Mica male come idea do’aho.- rognò Rukawa a bassa voce.
- Statevene buoni voi due.- li domò subito Akagi – Adesso lasciamolo riposare.-
- Basterà una sigaretta.- li assicurò Mitsui – E poi l’attacco è venuto molto meno feroce del solito.-
- Allora va un po’ meglio?- Hana sembrava un bambino – Sicuro Mitchy?-
- Ma si, non devi preoccuparti.-
- Meno male che c’era la kitsune.- disse di nuovo Sakuragi – A qualcosa la volpe serve.-
- A differenza tua che invece non servi a niente.- frecciò Rukawa andandosene.
- Ma vuoi che ti sfondi il cranio!?- ululò il rosso seguendolo fuori inferocito.
Quando se ne furono andati tutti, Hisashi poté permettersi di sospirare e lasciarsi andare supino sul letto.
Dio, che razza di giornata!
Si mise le mani fra i capelli. Si sentiva veramente stremato.
I genitori facevano quell’effetto a volte sui figli ma lui esagerava davvero.
- Ehi.-
Si volse. Miyagi era seduto accanto a lui, sulla sponda del letto.
Lo fissava incupito.
- Che c’è?- gli chiese la guardia.
- Perché non mandi al diavolo tutto?-
- Come sarebbe?-
- Si. L’università intendo. Se non vuoi andarci, non ci andare.-
- Ci ho pensato.- annuì Hisashi, sollevandosi sui gomiti – Ma è ancora presto. Mancano ancora dei mesi.-
- E già che siamo in vena di svenevolezze…- borbottò Ryota, mordendosi un labbro – Mi devo ancora scusare con te per come ti ho attaccato in partita. Quella volta la crisi te l’ho causata io.-
- Non potevi sapere che ero andato fuori di testa.-
- Si ma dovevo andarci più piano comunque. In fondo sei libero di fare quello che vuoi.-
- Non quando coinvolge la squadra.- Mitsui si sollevò, andando a sedersi sulla piccola scrivania dove metteva sopra qualsiasi cosa indefinita che non entrasse nell’armadio – Tranquillo tappo, considera la scena di stasera come l’ultima volta che mi vedi andare in palla.-
- Come sarebbe?-
- Ti ricordi della terapia fatta in casa?- Hisashi frugò nelle tasche dei jeans, appoggiandosi coi fianchi al bordo di legno – Bhè, parte della mia paranoia arriva dal fatto che questo è il mio ultimo anno allo Shohoku. Esorcizziamo la faccenda alla radice.- e gli lanciò un pezzetto di carta ripiegato.
Miyagi lo aprì incuriosito…e sgranò gli occhi. Quando li rialzò era serio come mai lo era stato.
- Se credi che te lo lasci fare da solo ti sbagli di grosso.-
Hisashi attaccò a ridere – D’accordo. Ma chiediamo al Gorilla e agli altri. Chissà se sono matti abbastanza.-
- Considerami pronto in ogni momento.- disse il play.
Anche gli altri comunque, Hana in particolare, quando vennero a "vedere" la terapia la mattina dopo rimasero in silenzio. Erano in mezzo al corridoio e il rossino osservò il foglietto con sguardo penetrante.
E poi il verdetto.
- Quando?-
- Te lo fai?- gli chiese Mitsui.
- Anche subito.-
Akagi da parte sua sbirciò il foglietto poco convinto. Quindi osservò le facce dei suoi cavalli da battaglia.
Non era da lui ma in fondo era anche il suo quinto anno e anche lui era triste, anche se non lo dava a vedere.
Annuì e i tre allibirono.
- Ma va?- Miyagi era stupefatto – Dai, non ci credo. Proprio tu! Credevo ti saresti incazzato da matti.-
- Sia chiaro. E’ la prima e l’ultima volta!- sentenziò.
- Vengo anche io.-
Perfino Kogure!
- Tu?- Mitsui allargò gli occhioni bluastri – Credevo avessi paura degli aghi!-
- Si ma…è l’ultimo anno anche per me. E non voglio scordarmelo.-
Restava solo Rukawa.
Il volpino era ancora sotto i postumi della sua notte di sesso con Raim. Era depresso e incazzato, proprio come gli era successo la prima volta. Sbirciò il pezzo di carta con diffidenza, osservò le espressioni folli e decise dei ragazzi, considerò l’esatta definizione di "gioco di squadra" e poi alzò gli occhi al cielo.
- Hn.-
- Evvai!- Hana e Miyagi gli volarono addosso – Sei un grande kitsune, adesso siamo pronti!-
- Quindi appuntamento per sei.- Hisashi si fece i suoi calcoli – Dunque, se prenoto per le nove di stasera ne usciamo le tre di notte. Un’ora a testa.-
- Si, un’ora dovrebbe starci.- considerò Ryota – E acqua in bocca ok?-
- Tanto ci vedranno marchiati prima o poi.- sbuffò Akagi andando a far colazione – Forza, avete la giornata libera. Vedete di non ammazzarvi e di farmi cambiare idea su quest’uscita della fava!-
- Viva il sabato.- sorrise Hana – Allora ragazzi? Che si fa in preparazione di questo grande avvenimento?-
- Perché non ti ciucci un fusibile?- gli propose Kaede serafico.
- Non riuscirai a smontare il mio buon umore, ti avviso!-
- Do’aho.-
- Nanaka e le altre sono andate nella piscina interna.- li avvisò Mitsui – Io vado a farmi i miei tiri al campetto di Hito. Ci rivediamo a pranzo, va bene?-
- Io vado da Ayako.- cinguettò Ryota – Ci vediamo ragazzi!-
- Io torno a dormire.- sibilò lugubremente il volpino.
- Ecco bravo, vai a fare la nanna.- sentenziò Hana – Io vado a telefonare alla mia Harukina.-
- A dopo.-

Man mano che le ore passavano, Ayako e Raim notarono che qualcosa non andava nei titolari.
Se ne accorsero anche le matricole ma non osarono aprire bocca.
Perfino Akagi sembrava sopportare i battibecchi di Hana e Kaede e la cosa parve strana ma in fondo il Gorilla doveva aver pensato che era meglio lasciarli perdere o sarebbe finito al manicomio prima del previsto.
- Ragazzi venite con noi in discoteca?- chiese loro la Kurata, a cena.
- Noi no, abbiamo una cosa da fare.- le disse Miyagi.
- Si può sapere che state macchinando?- sbottò allora Ayako, seguita da Raim – E’ tutto il giorno che siete strani. Io sento puzza di bruciato!-
- Tranquilla, non è niente di illecito. Te lo assicuro.- la placò Kogure imbarazzato.
- Cosa? Ci sei dentro anche tu?- allibì Raim – Ma di che si tratta?-
- Arte contemporanea.- le disse Hana angelicamente.
Eh? Tutte le ragazze li fissarono senza capire. Arte contemporanea?
Ma che volevano dire?
Se ne andarono di corsa che erano le nove e nessuno ebbe più l’onore di vederli fino alla mattina dopo.
Cosa frullasse in quelle teste bacate preoccupava un po’ le manager ma essendoci Akagi con loro non avrebbero potuto far troppi disastri no?

Ore nove.
Il suono della pistola elettrica fece sbiancare Kogure, deglutire Akagi e attaccare Miyagi alla sedia.
- Che idea di merda.- alitò il Gorilla, passandosi una mano sugli occhi.
- E ancora non ha cominciato.- sibilò Rukawa, comodamente seduto in poltrona nello studio di tatoo del villaggio.
E già.
Visto che quello era l’ultimo anno e Mitsui non reggeva molto bene l’idea di andarsene e cambiare vita, aveva deciso che per ricordarsi tutti i giorni che avrebbe sempre fatto parte dello Shohoku non c’era modo migliore che farsi fare un tatuaggio. E Asuka, la lettrice di manga, l’aveva aiutato.
Brava disegnatrice, aveva sentito a scuola che li chiamavano i diavoli e per questo aveva disegnato, come schizzo, la testa di un diavolo dalle corna ricurve, con espressione sinistra. Veramente perfetto, con dei chiaro scuri da paura e due occhi rossi e sottili veramente spaventosi.
In mezzo alla fronte il numero in gotico. In questo caso diverso per ognuno di loro.
I primi suicidi furono proprio Mitsui e Akagi. Seduti sulla poltrona girata al contrario, Hisashi si fece tatuare il diavolo poco sotto la nuca, sentendo le stelline sulla spina dorsale, il Gorilla invece sulla scapola sinistra.
E nemmeno lui, grande e grosso, sembrava gradire quel trapano.
- Dì la verità…- Mitsui socchiudeva un occhio, per il male – Sono un genio o no?-
- Te lo dirò una volta che non sentirò più quest’ago per squali infilato nell’osso!- rognò Takenori – E’ l’ultima volta che mi aggrego alle tue follie!-
- La verità è che ci adori e che non ti vuoi scordare di noi!- tubò Hana, seduto col volpino.
- Si, contaci!-
Dopo di loro, che vennero abbondantemente impastati di vaselina, toccò a Miyagi e Kogure.
Il quattrocchi optò per la scapola destra, Ryota invece, più fantasioso, se fece fare dietro al polpaccio sinistro.
- Mica male come idea.- Sakuragi gli girava attorno come un falco, mentre il tatuatore stava distribuendo bicchierini di rum per rilassare gli animi – Grande tappo!-
- Si ma fa un male porco lo stesso!- berciò il play steso di pancia – Porca vacca, sembra un trapano vero! Ma come hai fatto a resistere sulla spina dorsale?- ringhiò verso Hisashi. L’altro alzò le spalle, ridacchiando.
Gli brillavano gli occhi, se ne accorse anche Kaede.
Forse era una ragazzata ma…forse avrebbe anche potuto essere utile.
- Non oso pensare a quello che dirà Anzai.- sentenziò Kogure preoccupato.
- Non ha fatto storie con la kitsune.- disse Hana.
- Si ma il tatuaggio di Rukawa è piccolo, lì sotto al polso. Basta nasconderlo con una fascetta.-
- Tanto sa che siamo dei beota.- cinguettò il rossino incurante – Ci adora per questo.-
- Do’aho. Chiudi la bocca.-
- Te lo faccio ingoiare quel trapano!-
Quando toccò a loro due, come tacitamente d’accordo di fare una specie di specchio, si fecero tatuare il diavolo sulle spalle. Hana sulla destra, col suo bel numero 10, Kaede sulla sinistra, nello stesso braccio doveva aveva già la volpina.
Stavolta non gli fece così male e nonostante stentasse a credere di aver seguito quei matti, pensò che in fondo aveva fatto così tante cose in quell’anno che prima non avrebbe potuto concepire di fare.
Avrebbe sorriso se non avesse avuto il do’aho di fronte che lo sfidava proprio a farlo.
Quella soddisfazione ancora non voleva dargliela.
Doveva guadagnarsela.
Finirono davvero alle tre e mezza e tutti incerottati, pieni di vaselina e mezzi doloranti s’incamminarono per le strade del villaggio.
- Questa si che è vita!- Hanamichi si stiracchiava, sentendo a malapena un pizzicore alla spalla destra – A mia madre verrà un colpo ma questa idea è veramente degna del Tensai, Mitchy!-
Hisashi sorrise, ficcandosi una sigaretta in bocca.
Follia o meno, ragazzata o no, era contento.
Si, era da pazzi pensare che un tatuaggio avesse potuto aiutarlo ma ogni volta, guardandolo, si sarebbe sempre ricordato di quei giorni. Dei tempi dello Shohoku.
Non era molto ma per il momento poteva bastare.
A lui bastava.
E poi chi l’avrebbe mai detto che quei matti l’avrebbero seguito?
Guardò Akagi con la coda dell’occhio e il Gorilla lo fissò a sua volta.
Gli dette un leggero pugno in testa, andando a richiamare Hanamichi che voleva fiondarsi in un bar.
Ma si…
Presto tutto sarebbe finito. E non solo per lui. Anche per il Gorilla e Kogure. Ma anche per Ryota, Hana e Kaede.
Non avrebbero più giocato insieme.
Però lui sarebbe rimasto un numero 14.
E anche gli altri.
Erano i diavoli dello Shohoku in fondo...

 

 

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Capitolo 26
*** La Volpe di Raim ***


Raim26

 

 

Nonostante la tempesta fosse ormai passata, per tutta la domenica della seconda settimana il tempo fu molto cupo.
Il cielo assumeva tinte fosche all'orizzonte e il mare era gonfio e grosso ma qualcuno sembrava apprezzare quelle onde che sembravano montagne...
- You're crazy guys.-
Jeff, il capo dei surfisti, scoccò un sorriso a Raim e finì di chiudersi la muta, osservandola con tenerezza come si fa coi bambini cocciuti, che non vogliono capire.
C'era vento sulla terrazza del Summer Inn e quella sera sarebbe dovuti uscire a cena tutti insieme ma a quanto pareva volevano sfidare il suicidio andando a cavalcare quelle onde indecenti.
E i pazzi non erano solo americani, in quel particolare frangente.
- Hisashi? Ready?-
Mitsui si era fatto incastrare, ok. Era un idiota, ok. Ma era tornato alle quattro del mattino dalla scampagnata nel mondo dei tatuaggi e quel deficiente di Hanamichi li aveva quasi fatti ubriacare tutti così quando quella mattina Jeff era andato a chiedergli se voleva andare in mare (dopo i primi rudimenti che gli aveva già insegnato precedentemente), non aveva saputo bofonchiare nulla di coerente.
E adesso se ne stava lì, in muta, con un quadrato di garza grande quanto un pugno sulla nuca tutta imburrata di vaselina, chiedendosi perché non si chiudeva mai la bocca.
L'unico lato buono in tutta quella faccenda era che avevano comprato un bottiglione di vaselina formato famiglia.
Quando Ayako gliel'aveva visto in camera, venuta a prendere Ryota, li aveva guardati come se la faccenda delle orge fosse vera sul serio. Magari adesso quella matta pensava davvero che si facessero fra loro dei bei festini.
- Oh santo Dio...- mugugnò, osservando quelle onde.
- Don't worry Hisashi. I'll guard you.- cinguettò Jeff afferrandolo per il gomito sotto lo sguardo malizioso di Raim che ci godeva troppo. E così l'avrebbe protetto lui eh? Mah, lei aveva i suoi dubbi visto come quell'americano era così solerte con la loro guardia ma la Kanzaki aveva fatto promettere a tutte di lasciarlo nelle grane, così imparava ad arrangiarsi da solo.
- Take care Mitchy.- tubò Raim mentre se ne andavano in spiaggia.
Mitsui a momenti avrebbe fatto marcia indietro e subito dopo arrivarono anche i primi curiosi.
Hana fu uno di questi. Spettinato e assonnato, tazza di caffè in mano e braccio destro con una benda sul tatuaggio, strizzò gli occhi un paio di volte per mettere a fuoco la faccenda che gli si presentava davanti.
- Povero imbecille.- si limitò a bofonchiare, scazzato, sorseggiando il suo caffè.
- L'hai detto.- sorrise Raim - Sapevo che di mattina aveva istinti suicidi ma non di questa portata...-
- Finirà per saltare in mezzo al fosso così.-
- Intendi che comincerà ad andare a letto anche con gli uomini? Ma va.- la rossa ridacchiò - Non ce lo vedo davvero.-
- Mah, non si può mai sapere.-
- Senti Hana, ma mi dici che è successo? Hisa ha il collo con un cerotto, Miyagi la gamba fasciata. Ho visto anche il capitano con una garza sulla spalla. Ma che avete fatto ieri sera?-
- Te l'ho detto.- le strizzò l'occhio - Arte contemporanea.-
- Con Akagi? Vi siete dati ai murales?-
- Diciamo...terapia di gruppo.- rispose pacato.
- Terapia di gruppo eh?-
- Già.-
Raim lasciò perdere. In fondo che poteva dire a certi trogloditi?
- Buongiorno.- Miyagi arrivò saltellando verso di loro, una ciambella fra le gengive - Ehilà, tutto bene?-
- Si e tu?- cinguettò la rossa - Male a una gamba?-
- Direi più un prurito fastidioso.-
- Un prurito...- Raim sbuffò, tornandosene dentro - Fate come vi pare. Io me ne lavo le mani.-
Rimasti soli, ala grande e play si guardarono di striscio, ridacchiando.
- Ayako ha visto l'opera d'arte?- gli chiese il rossino.
- Lascia stare. A momenti mi spogliava.- sbuffò Ryota - Credeva mi fossi fatto chissà cosa sulle chiappe.-
- Bel posto anche quello.-
- Se, come no. Rukawa?-
- Nel letto. Quando beve poi è intrattabile.-
- Ci hai quasi fatto sbronzare, deficiente.-
- Oh, l'opera d'arte andava innaffiata e battezzata.- sogghignò il Tensai - Il Gori?-
- Con Kogure a fare colazione. Sembrano due cadaveri ma il capo regge bene l'alcool.-
- Ci credo, con la mole che ha.- Hana sbadigliò di nuovo, finendosi il caffè - Allora? Che facciamo oggi?-
- Che ne dici di salvare Mitchy da un annegamento sicuro?-
I due spostarono la loro attenzione sul mare.
Eccoli lì quell'imbecille. Seduto su una tavola, rideva insieme a Jeff che gli stava nuotando vicino.
Ma Hisashi proprio non capiva una mazza del baccagliamento maschile.
Era deficiente. Deficiente al cubo.
Comunque vederlo cercare di stare in piedi sulla tavola faceva davvero piegare dal ridere.
E cadeva come una pera ogni qual volta cercava di cavalcare un'onda.
Bhè, se non altro sembrava divertirsi.
Anche verso l'ora di pranzo, dopo aver capito che era meglio dedicarsi solo al basket, al cazzeggio e alle risse, Mitsui sembrava essere tornato del suo consueto tetro buon umore.
- Ma bravo...- Ayako, seduta in terrazza con quei fessi, osservava con pazienza la guardia - E così non ti sei accorto minimamente che quello ci prova eh?-
- Lo sa che ho la ragazza.- bofonchiò Hisashi, passandosi l'asciugamano fra i capelli.
- Senza offesa ma credi che a certa gente freghi qualcosa?- bofonchiò Hana - Pensa ad Aki!-
- Certo che no.- rispose l'altro con fare angelico - Ma se solo ci prova gli rompo la faccia.-
- Rompi la faccia a chi?- rognò Akagi, arrivando in quel momento con le occhiaie.
- Oh Gori...- il rossino gli scoccò un sorrisone - Certo che tu l'alcool lo reggi proprio bene sai?-
- Ma sparati...ho un mal di testa atroce. Ed è tutta colpa tua, idiota!- Takenori si sedette con loro, massaggiandosi la scapola - E queste bende sono una tortura.-
Ayako stavolta strabuzzò gli occhi...e poi sbiancò.
- Nooo! Te lo sei fatto fare anche tu!- allibì - Oddio non ci credo!-
- Credici, a momenti bestemmiava mentre glielo facevano!- rise Miyagi.
La mora non credeva alle sue orecchie! Tutti quanti! Perfino il capitano e Kogure.
- Ma l'avete drogato per farvi seguire!- sbottò.
- Veramente no.- Mitsui alzò le spalle, ancora in muta - Ho chiesto e mi hanno detto si.-
- Quindi l'idea è partita da te.-
- Infatti. Io pensavo di farmelo per conto mio ma poi loro hanno deciso di seguirmi...-
- Ma...perfino Rukawa?-
- Si, si!- Hana era felice come un fringuello - A quanto pare per queste cose è molto propenso!-
Sembrava fantascienza! Ayako non riusciva a credere che persone serie come Akagi e Kogure avessero seguito quei tre matti di Hana, Ryota e Hisashi in quell'impresa! Anche Rukawa poi!
A quel punto la ragazza chiese di vedere ogni tatuaggio e alla fine stava per mettersi le mani nei capelli.
- Santo cielo...e adesso che dirà Anzai?-
- Che abbiamo capito cos'è lo spirito di squadra!- rispose pronto Miyagi con un ghigno bestiale.
- Si va...- Akagi scosse il capo - Lascia stare Ayako. Col coach me la sbrigo io!-
- Anche perché adesso siete tatuati come animali!- Ayako si era sporta sulla nuca di Mitsui, tutta curiosa - Ora si che siete davvero dei cavalli tutti numerati!-
- Cavalli da battaglia.- la corresse Sakuragi.
- Se, cavalli da monta.- ghignò Mitsui serafico, prendendosi un pugno dalla manager.
Nanaka arrivò all'improvviso, tirandosi dietro la Kanzaki - Ehilà ragazzi! Che succede?-
- Hai presente le opere d'arte?- frecciò Ryota - Ecco, pontificavamo di questo.-
- Di cosa?- fece Junko senza capire.
- Come la prendi alla larga.- sbuffò Mitsui - Amore ci siamo fatti tutti un tatuaggio!-
Nanaka e Junko spalancarono la bocca e un attimo dopo si era gettate a pesce sui ragazzi per ammirare. Andò a finire che richiamarono mezzo circondario e quando arrivarono Rei e Nobu si scatenò il putiferio perché non erano stati chiamati pure loro. Peccato che fossero minorenni e quando Akagi lo fece notare mancò poco che scoppiassero a piangere come fontane, continuando a frignare al vento.
- Anche il volpacchiotto se l'è fatto?- chiese la Tanaka tutta eccitata dalla faccenda.
- Si.- annuì Hana.
- Un altro?- Junko sogghignò di striscio - Altro colpo di testa eh?-
- A quanto pare.- Mitsui si mise in piedi, buttandosi l'asciugamano sulla spalla - Gente io vado a farmi una doccia.-
- Ehi Hisa, dopo te lo fai un giro al campo da golf?- gli chiese Miyagi.
- Al campo da golf?- interloquì Akagi scettico - Sapete giocare?-
- Per chi ci hai preso?- rise il play.
- Per dei teppisti.-
- Che però sanno giocare a golf!-
- Io verrò a farmi due risate.- ironizzò il Tensai - Già che ci sono provo a svegliare Rukawa.-
- Se non torni mando il becchino.- sentenziò Mitsui sparendo all'interno della hall.
Ma se c'era bisogno di un beccamorto non era per il rossino. Bensì per la kitsune...

Tre orette più tardi, finito un lauto pranzo, Hana e Kaede si giravano sotto le loro fosche pupille quelle mazze da golf che per loro erano buone solo da spaccare in testa alla gente.
Inoltre l'ala piccola continuava a restare del suo umore più funereo e di questo ormai se n'erano accorti tutti.
- E' tutto un gioco di concentrazione.- bofonchiava Miyagi in quel momento, dopo aver spedito la pallina sul green.
- Per me è una puttanata.- ringhiò il volpino, chiaro e conciso.
- Centro.- ghignò Mitsui - Ma ti fa passare la voglia di spaccarti la testa su altre cose.-
- Oh grazie.- rincarò Rukawa - Ora si che sto meglio.-
- Ma insomma qualcuno di voi tre mi spiega che succede?- s'intromise Ryota, poggiandosi la mazza sulla spalla - Prima quelle sceneggiate dei giorni scorsi, adesso queste frecciate...insomma ma che succede?-
Hisashi si calò il cappellino sul naso, lavandosene le mani e Hana guardò il volpino.
Stava letteralmente ribollendo.
- Allora?-
- Allora Rukawa se la fa con Raim.- disse Junko arrivando alle loro spalle tutta tranquilla.
Mancò poco che il playmaker svenisse, mezzo svestito.
- Che cosa???- saltò su sconvolto - Cosa fai Rukawa???-
- Grazie senpai, arrivi sempre al momento opportuno tu.- sentenziò Kaede, cupo come un vampiro, rivolto alla Kanzaki.
- Ti fai Raim?- Ryota lo fissava come un marziano, a lui del tutto inconcepibile una cosa del genere - Cioè...mi sembrava che qualcosa non andasse ma non credevo che...-
- Non credevi cosa?- lo rimbeccò la kitsune.
- Semplicemente non credevo che avessi degli impulsi sessuali.- ammise Miyagi con candore, facendo sfracellare a terra Hana e Mitsui.
- Grazie di nuovo.- sibilò Kaede fra i denti - Qualcun altro vuole dire la sua?-
- Si, come ve la siete cavata a letto insieme?- tubò la schiacciatrice dello Shohoku.
- Io me ne vado.-
- No, no dai!- Junko lo prese per il bordo della maglietta, trattenendo le risate - Dai, facciamo i bravi!-
- Si, crediamo alle favole.- Rukawa inforcò gli occhiali da sole - Al diavolo, lasciatemi in pace.-
- Quindi a letto hai dato forfait.- constatò Hana.
- Do'aho...pensa ai cazzi tuoi.-
- Ma figurati...Rukawa non mi sembra uno che prende buca a fare sesso!-
- E poi mica ci va una laurea per scopare no? Lo fa anche Hanamichi!-
Ecco, dopo le brillanti uscite degli ultimi due e la seguente incazzatura del rossino, Kaede aveva davvero voglia di ficcare la testa nel buco della pallina, sul green.
Da quando in qua era uso e costume fra di loro non farsi mai i cazzi propri?
Dov'erano finiti i bei tempi in cui si davano una mano solo nelle risse e in campo e fuori s'insultavano dalla mattina alla sera? Mah, bei tempi davvero quelli. Ormai passati purtroppo.
- Il succhiotto è sparito a proposito?-
Ma naturalmente non c'era limite al peggio!
Scoccò un'occhiata di fuoco alla Kanzaki troppo tardi, perché Miyagi e Mitsui gli erano saltati al collo e l'avevano quasi spogliato pur di vedergli "le ferite di guerra".
Per uno come Kaede era già troppo.
Basta. Era troppo da reggere. Perfino i ricordi della notte passata con Raim.
Non che se ne pentisse ma...avrebbe almeno voluto essere preso in considerazione da lei.
Invece la crudele noncuranza di Raim lo faceva stare ancora peggio di quei mesi passati dopo il loro litigio.
Perché per una notte l'aveva avuta...e poi l'aveva persa.
E lei neanche sembrava accorgersene.
- Scusa un attimo... Rukawa ma non eri mica vergine vero?!-
E poi la cruda realtà. Sentire pure le vaccate di quei tre deficienti e la Kanzaki che se la ghignava sotto i baffi.
Era troppo da sopportare senza un fiato. Anche per un bonzo!
E quella sera dovevano anche andare a cena con gli americani.
No, non sarebbe andato.
Non intendeva stare a vedere quel tizio che ci provava con Raim ma...la gelosia lo attraversava a fiotti e quasi lo soffocava. Il solo pensiero di lei fra le braccia di quello lo faceva letteralmente imbestialire.
Se fosse rimasto in albergo si sarebbe torturato nell'ignoto.
Con i fatti sotto al naso non sarebbe stato meglio ma accettava quella perversa e morbosa curiosità...
Non poteva fare altro.
Anche quando tornarono in albergo e si chiusero in camera per rimettersi in sesto dalla notte precedente in cui si erano dati ai bagordi, Kaede non riusciva a stare tranquillo.
Raim quasi gli aveva tolto il sonno da quando avevano fatto l'amore e si sentiva a pezzi.
Un vero cadavere.
Non aveva neanche la forza e la voglia di vestirsi.
Se ne stava semplicemente a letto, lo sguardo perso sul soffitto, senza guardare un punto preciso.
E quel piccolo mostriciattolo verde che era la gelosia lo stava lentamente divorando.
Fino a quando Hana, mani in tasca e aria paziente, non si piegò su di lui.
Kaede lo guardò appena, spostando di poco le pupille.
- Vuoi andare a parlarle o no?-
Per farsi dire che era stata una scopata senza importanza?
No, grazie.
Sentirsi dire che era stato tutto un errore e che lei non se la sentiva di mettersi con lui, un freezer, era anche peggio del peggio. Meglio stare lì a crogiolarsi.
Ma Hana continuava a guardarlo come si fa coi bambini cocciuti.
- Hai mai pensato che potrebbe credere che non te ne freghi niente?-
Stavolta Rukawa emise un gemito divertito, senza esserlo realmente.
- No.-
- E perché di grazia?-
- Perché mentre scopavamo le ho detto quello che provavo, ti è chiaro così?- sbottò acidamente.
Il rossino scosse il capo, facendosi indietro.
- Almeno quando parli con me ti spiacerebbe non essere così brutale?-
Già, lo era stato decisamente troppo e Hana era uno con le orecchie delicate, nonostante tutto.
- Scusa.-
- Però. Due scuse nel giro di pochi giorni. Da quando ti droghi Kaede?-
- Hana è unitile che stiamo qua a menarcelo.- sibilò mettendosi a sedere e passandosi una mano fra i capelli - Se gliene fosse fregato qualcosa mi avrebbe detto almeno una parola in queste ore, avrebbe cercato di chiarire la situazione ma visto che non ho voglia di farmi sbattere in faccia il fatto che di me non gliene frega poi molto, lascio perdere. Non posso costringerla a fare niente, non dopo come l'ho trattata.-
- D'accordo.- il Tensai si appoggiò coi fianchi alla scrivania, accendendosi una sigaretta e lanciandogli il pacchetto che Rukawa guardò con debole interesse.
- Quindi...- continuò il rossino, dopo aver dato un tiro e avergli lanciato anche l'accendino -...quindi mi stai dicendo che farai il vigliacco e te ne starai tranquillo a crogiolarti come una ragazzina mentre lei si fa i suoi comodi?-
- Ma che vuoi che faccia?- sbraitò a quel punto, alzando la voce avvolto nella nuvola di fumo della sua stessa sigaretta - Dovrei mettermi a fare scenate di gelosia? Per chi mi hai pres...oh ma cosa cazzo c'è qui dentro?- Kaede smise di parlare di botto e si tolse la cicca di bocca, allucinato.
Lì dentro c'era tutto tranne che tabacco!
Puntò gli occhi incendiati su Hana che, ridendo un pelino istericamente, si strinse nelle spalle.
- Me l'ha data Mitchy...a cui l'ha data l'americano bisessuale. E scusa dai, mi sembrava ne avessi bisogno!-
- Oh bella roba! Una canna era proprio quello che mi serviva do'aho!- tuonò alzandosi in piedi come un vulcano in eruzione, dritto in bagno - Grazie mille, parlare con te è stato stupefacente, in tutti i sensi!- e si chiuse la porta alle spalle di botto, lasciando Hana a sospirare.
Però, bella battuta...
Quando si degnò di uscire dal cesso comunque, guarda caso, aveva gli occhi rossi e gli era rimasto fra le dita solo il filtro.
- Non una parola.- ringhiò la volpe fra i denti.
Il Tensai alzò le mani, senza nascondere un blando sorriso.
- Aspe...non una parola sulla canna o su Raim?-
- Cristo sta zitto!-
- Ok, ok...però non so...fossi in te le parlerei sai?-
Ma voleva morire? Dopo che gli aveva fatto fumare la prima canna della sua vita ora gli dava anche consigli su come gestirsi la sua vita sentimentale e sessuale? Al diavolo!
Mancava poco alle sette quando iniziarono a vestirsi in un via vai d'insulti e bestemmie borbottate a mezza voce.
E fu lì che Rukawa, davanti all'armadio e pochi minuti dopo la prima canna (e vi assicuro non ultima) della sua esistenza, cominciò a sentirsi un pelino euforico.
Gli veniva stranamente da ridere, di dire cazzate...
Chissà perché...
- Che hai kitsune?- Hana si stava allacciando la cintura sui jeans quando colse quella sua stramba espressione.
- Bhò...non so...-
- Come non sai?- il rossino si passò di nuovo la vaselina sul braccio e si rifece la fasciatura, prima di infilarsi una maglietta azzurra senza maniche addosso.
- Mi sta venendo da ridere.- Kaede fece una smorfia, cercando di contenersi - Accidenti a te, mentecatto che non sei altro.-
- Però...se basta una canna dovrò rifarmi il pacchetto allora!- ghignò Sakuragi, lanciandogli la camicia bianca sul bordo del letto - Forza, finisci di vestirti che fra pochi minuti arriveranno a chiamarci. Ah, metti anche questa.- e gli lanciò una catena da mettere al collo con le maglie abbastanza grosse che avrebbero coperto gli ultimi arrossamenti dati dal succhiotto. Peccato che gli occhi del volpino fossero ancora rossi come i suoi capelli...
Era meglio correre ai ripari.
Si fiondò da Kogure e gli soffiò il collirio ma la vera lotta avvenne quando cercò di tenere fermo l'ala piccola per cercare di cacciarglielo nelle palle degli occhi. C'era da uscirci matti!
Erano ancora tutti e due in bagno, intenti a tenere aperte le delicatissime palpebre di Rukawa quando Ayako bussò alla porta e mise il naso dentro.
- Ehi ragazzi...ci siete?-
- Siamo in bagno!- le urlò il rossino da oltre alla porta, stringendo la testa del moro in una morsa - Un attimo!-
- Sono peggio di una donna.- sorrise la ragazza, girandosi indietro.
Raim era alle sue spalle. Bellissima, in un vestitino rosa a fiori e i capelli sciolti.
- Ma cosa state facendo lì dentro?- sbraitò la mora, contando i minuti che passavano e i tonfi che sentiva.
- Seghe di gruppo.- sentì mugugnare Mitsui, che passava in corridoio con la porta aperta.
- Oh, grande! Ci mancavi solo tu.- rimbrottò Ayako, picchiando ancora sullo stipite dietro cui Hana lottava contro i mulini a vento - Avanti, sono quasi le otto!-
Intanto in sottofondo si sentivano i mugugni delle due ali e stare a sentirle da fuori non era molto divertente perché delle frasi tipo "Dai, apri di più kitsune!" e "Piano che mi fai male do'aho! Quella roba è enorme!" con un certo concerto di gemiti e imprecazioni non era poi molto normale.
Alla fine comunque ne uscirono sani e salvi, sotto lo sguardo allucinato di Ayako che cercava segni di un'eventuale ultima follia ma sembravano stare benissimo. A parte Rukawa che aveva gli occhi un po' rossi.
- Tutto bene?- bofonchiò, intanto che il moro si sfregava il viso come un micetto.
- Si, tutto benissimo.- cinguettò Sakuragi con troppa enfasi - La volpe aveva un principio di congiuntivite.-
- Sicuri?- li sfidò la manager, diffidente - Non è che state prendendo tutti quanti strane abitudini?-
- Eh? Ma no, che vai a pensare! Forza!- Hana l'afferrò per il polso, tirandosela dietro totalmente fuori di testa - Ho una fame da lupo, non vedo l'ora di andare a cena! Dai Kit, muoviti!-
- Si, si...- Kaede continuava a strizzare le palpebre, non vedendo una benamata mazza. E chissà perché ma continuavano a venirgli in mente un sacco di cazzate che lo facevano ridere...almeno dentro di sé.
Il fastidioso prurito comunque cominciò a calare e quando riaprì gli occhi mise a fuoco qualcosa che lo incollò al muro.
Gli occhi di Raim.
In un nano secondo capì che erano rimasti soli.
Hana era morto, solo che ancora non lo sapeva.
La guardò e in un attimo tutti i suoi propositi se ne andarono a puttane.
Dio...se era bella.
Qualcosa di incontenibile stava per fargli allungare una mano, per sfiorarle quella pelle liscia a dolce come zucchero quando lei lo prevenne. Si fece più vicina, sempre in silenzio, poi gli prese la mano che penzolava lungo il suo fianco.
Gliela strinse, fissandolo attentamente.
- Dopo cena...- bisbigliò a un dito dalle sue labbra - Lo trovi un minuto per me?-
Kaede sentì un forte calore a livello della gola. E anche altrove ma non era quello il momento...
Non avendo voglia di usare la voce si limitò ad annuire, ma strinse le dita della rossa e non si scostò quando lei si alzò sulle punte e gli dette un umido bacio sulle labbra.
Sarebbe stata una serata fin troppo lunga...lo sapeva...

Il ristorante era illuminato all'esterno da alcune piccole torce colorate e come se non bastasse, era di uno degli amici di Hito che i sabato sera andavano a sbraitargli nell'albergo, davanti alla tv.
Li accolse calorosamente, specialmente Naomi e l'Aizawa e dopo aver scambiato due parole con gli americani li fece accomodare tutti quanti.
Fortunatamente matricole e altri se n'erano rimasti in albergo a cazzeggiare per conto loro, visto che seduti erano già in una ventina.
Manco a dirlo, Billy si aggrappò subito a Raim come un polipo ma stranamente, e lasciando piuttosto perplesso Kaede, la rossa stavolta non gli dava molto corda. Anche se ce l'aveva sempre a fianco, Raim chiacchierava principalmente con Ayako e la Kanzaki e a volte gli scoccava degli sguardi languidi e dolci che lo lasciavano sempre più spiazzato.
A tavola poi se la ritrovò seduta vicina, anche se con l'americano proprio davanti.
E non taceva un secondo.
Al suo fianco la volpe aveva Miyagi, davanti Hana. Poco più in là quell'anima buona di Junko che ogni tanto gli strizzava l'occhio, come per cercare d'invogliarlo a non avere quella faccia da funerale.
Anche Raim lo guardava. Lo fissava e spesso si posava su un gomito per studiarlo, incurante degli altri.
Il cicaleccio degli altri era assordante ma lui non sentiva altro che il fiato della sua rossa.
Da metà cena in poi le cose precipitarono.
Gli americani attaccarono a chiacchierare con l'Aizawa e le raccontarono di dove vivevano, a Palm Springs, con l'aiuto di Raim che ogni tanto doveva tradurre per loro. Faceva domande, chiacchierava e Billy la fece ridere un sacco di volte.
Ora la sentiva lontana. E fece male.
Fece male sentirla ridere per un altro. Fece male vederla prendere un bicchiere con quello che va d'intrecciare le dita con le sue. Fece male vederlo che cercava di sfiorarla.
- Kit... mi passi l'acqua?-
Rukawa eseguì la richiesta come un automa, evitando accuratamente di guardare in faccia Hanamichi che da parte sua non faceva altro che chiedersi cosa diavolo stesse aspettando. Anche Mitsui, da poco più lontano, osservava la scena quando le chiacchiere di Jeff glielo permettevano e sinceramente gli stava venendo voglia di strangolare Raim.
Stavolta non se ne accorgeva, non lo stava facendo assolutamente apposta perché parlare di casa sua la faceva stare bene ma anche tutto quello sfiorare era compreso nel pacchetto?
Ne dubitava.
- Hisa? Ti spiace se sveglio una certa persona?-
Si volse verso la sua ragazza, un poco incerto.
- Dipende che intendi.-
- Non gli salterò addosso.- la Kanzaki si alzò in piedi, quasi la più bella del locale - Stai tranquillo.-
- D'accordo...- fece, perplesso - Basta che non scateni rissa.-
Lei sorrise e andò via, facendo il giro della tavola. Un attimo dopo era piegata su Kaede, braccia attorno al suo collo e gli sussurrava qualcosa all'orecchio. Raim si girò in quel momento e li vide andare via, fuori dal locale.
- Ma dove vanno?- bofonchiò Miyagi - Arriva il secondo adesso.-
- Andranno a fumare, calma tappo.- rise Hana, scoccando uno sguardo d'intesa alla guardia.
- E da quando Junko fuma?- Ryota parve capire qualcosa in quel momento e abbassando la voce disse:- Siete diabolici.-
- Si, può darsi.- ghignò Mitsui.
Anche Nanaka, che aveva osservato quelle manovre, cominciò a congratularsi mentalmente con la sua senpai.
Però, se volevano far arrabbiare Raim forse ci stavano riuscendo.
Infatti la rossa fece per andare fuori e seguirli ma Mitsui la fermò, dicendole qualcosa di vago sul fatto che quei due avevano qualcosa di privato di cui discutere.
Ok, erano mezzucci bassi e schifosi e Hisashi era per le maniere forti e limpide ma in fondo non erano affari suoi.
Sbirciava oltre Miyagi e li vedeva parlare fuori dalla vetrata.
Rukawa stava fumando.
- Ma da quando quel mentecatto fuma eh?- sibilò Akagi a capo tavola - Il mio unico salutista se n'è andato a ramengo ormai! E sarà tutta colpa vostra!-
- E già...se si facesse le canne sarebbe sempre colpa nostra vero?- sentenziò il rossino, con una faccia tosta incredibile.
- Ma sta' zitto!- ridacchiò Ryota - Ehi, che si fa più tardi?-
- Tornate all'albergo.- li rimbeccò il Gorilla - Domani è lunedì!-
- Peccato, ci rimane solo una settimana accidenti.- borbottò Ayako - Mi stavo quasi abituando a questo posto.-
- Io no. Voglio tornare a dormire nel mio letto da solo, senza un sorbetto muto a fianco!-
Il sorbetto muto tornò qualche minuto più tardi.
Apparentemente non sembrava successo nulla ma Raim osservò con la coda dell'occhio la Kanzaki. Da lei, esattamente come Rukawa, non riuscì a captare assolutamente nulla.
- Tutto ok?-
- Hn.- Kaede annuì, tornando a sedersi e senza dire nulla si rimise ad ascoltare i discorsi dei suoi compagni.
E Raim, come colta da un impellente bisogno di sapere e di sentirlo, cominciò a parlargli. A chiedergli qualcosa, qualunque cosa...pur di sentire la sua voce.
Ora era lei a sentirsi male. Era lei ad avvertire la debolezza del terreno sotto i piedi, senza sapere perchè.
In quel momento Billy richiamò la sua attenzione. Lui e Andy le stavano chiedendo se non volesse seguirli in un pub più tardi, visto che lei non doveva allenarsi. Era una chiara domanda, con secondi fini.
Quasi non aveva sentito le loro voci, quasi non aveva capito la loro richiesta...ma una mano tiepida afferrò la sua, sotto al tavolo. Alzò lo sguardo e si volse verso Rukawa. Lui guardava dritto davanti a sé ma in quella presa poteva quasi sentire una potente disperazione.
Basta.
- Ragazzi scusate.-
Era balzata in piedi, con un sorriso stampato in faccia.
- Che c'è?- le chiese Hana, senza capire cosa facesse.
- Io e Rukawa abbiamo altro da fare. Per noi la cena finisce qui.- e facendo quasi sbrodolare il volpino che stava bevendo dal bicchiere, lo afferrò stretto per mano, lo fece alzare e se lo trascinò via.
Fra i tanti allibiti e i pochi che sospiravano di sollievo, Hanamichi ridacchiò della faccia confusa della kitsune.
Stavolta era stato preso letteralmente in contropiede!
Brava ragazza!
- Ma che è successo?- chiese Kogure mezzo sconvolto.
- Te lo racconto domani.- frecciò Sakuragi con uno sbuffo - Mitchy, vengo a dormire da te stasera.-
- Tanto per cambiare.- rognò Miyagi - Fantastico!-
- Vedi che non sono io che gli salto addosso?- rincarò la guardia.
- Ma vai va'...-


Fuori intanto Kaede stava seguendo la macchia rossa nel buio che sembrava indicargli la via.
Lei lo teneva per mano, lei lo conduceva...
Lei aveva fatto tutto.
Raim si girò in quel momento, trascinandolo verso la spiaggia.
Gli sorrise, poi si voltò di nuovo e continuò a camminare.
Lo vedeva?, si chiese. Si, doveva vederlo e anche desiderarlo perché appena misero piede in spiaggia Raim gli gettò le braccia al collo, aderendo col corpo al suo. Un attimo dopo poggiò le labbra sulle sue e si unirono in un lungo bacio.
Il cervello di Kaede era andato in tilt ma quando avvertì le mani di Raim alla sua cintura rinsavì immediatamente.
Si staccò e si tolse le sue mani di dosso, lasciandola senza parole.
Il suo sguardo si era fatto di ghiaccio.
- Che ti prende?- gli chiese la rossa, allibita.
La volpe non rispose, facendo un passo indietro.
No, non aveva alcuna intenzione di passare altre notti con lei e svegliarsi solo al mattino.
- Rukawa?- lo richiamò - Cos'hai?-
Lo vide nascondersi le mani in tasca, forse per nasconderle un fremito ma la sua espressione era comunque risoluta e Raim ebbe la brutta impressione che stesse per dirle qualcosa di poco piacevole.
- Se hai voglia di scopare puoi trovarne mille altri.- disse a bassa voce, senza neanche sprecarsi a guardarla in faccia - Ma non intendo farti da passatempo Raim, tantomeno intendo sopportare oltre i tuoi giochetti.-
Quelle parole da una parte la divertirono, dall'altro le ricordarono ciò che aveva provato quando l'aveva estromessa dalla sua vita. Ora invece voleva stare con lei...ma per quanto?
Era bello notare poi come tentennasse lui stesso.
Avrebbe sorriso se il pensiero di perderlo, di essere lasciata anche da lui non l'avesse bloccata.
Quel silenzio dovette essere chiaro per Kaede perché emise un gemito amaro, scuotendo il capo.
- Al ritorno farò i bagagli.-
E spaccandole il cuore in un istante se ne andò via, tornando in albergo.
Lei invece rimase lì, vuota.
Quasi inerme.


Due ore più tardi Hana e gli altri tornarono in albergo ma il rossino trovò un messaggio sul cellulare che gli diceva di tornare tranquillamente in camera.
Imprecò fra i denti. Non era andata bene.
Salutò Mitsui e Miyagi dando poche spiegazioni, che tra l'altro i due non chiesero, e poi filò dritto all'ala turistica. C'erano le matricole in giro e perse poco tempo a raccontare della serata, quindi estrasse la tessera e una volta dentro constatò che Raim non era presente.
C'era solo Kaede e se ne stava sdraiato a letto, le braccia incrociate dietro alla testa, lo sguardo fisso sul soffitto.
- Ciao.- gli disse tristemente.
Il volpino rispose con voce atona, almeno prima di fargli una richiesta specifica.
- Hana...appena tornati posso stare da te qualche giorno? Giusto il tempo necessario a trovare un appartamento.-
Idiota.
Il rossino si avvicinò, sospirando.
- Mi spiace kitsune.-
- Allora? Posso?-
Non aveva voglia di parlarne e Hana lo capì ma passò una mano sulla spalla, sospirando.
- Do'aho, meglio che ti spieghi un paio di cosette.-
Faceva uno strano effetto chiamare Rukawa in quel modo ma Hana ci godeva da matti e anche Kaede rimase allibito. Si girò e lo fissò a metà fra lo sdegno e il quasi divertito.
- Come mi hai chiamato scusa?-
- Do'aho.- fece di nuovo Sakuragi con aria teatrale e delicatamente si abbassò sul viso della kitsune, gli prese la faccia fra le mani e...con due occhioni teneri teneri gli ficcò una testata da Guinnes dei Primati che stavolta mise seriamente a rischio i neuroni dell'ala piccola.
Stava per dargli un'altra ripassata mentre il volpino era ancora spiaccicato sul letto quando bussarono alla porta.
Hana andò ad aprire lasciando l'altro in coma e tra l'altro senza preoccuparsene troppo ma stavolta di fronte a lui trovò Raim. Occhi gonfi e umidi, non sembrava stare bene per niente.
- Ciao...- lo salutò con voce tremante - Ru...Kaede è qui?-
Il Tensai sinceramente non avrebbe voluto vederla né farla entrare ma di certo non poteva neanche pensare di passarla liscia per tutta la notte dopo quello che aveva fatto alla kitsune. Probabilmente la volpe l'avrebbe soffocato nel sonno, quindi era meglio sloggiare. Prese un paio di pantaloni leggeri appoggiati sulla scrivania e levò le tende.
Un attimo dopo era a battere sulla porta di Mitsui, dimostrando finalmente a tutta la squadra di basket che la guardia non aveva impulsi particolari e Raim chiuse la porta, cercando di mettere a fuoco la stanza oltre il velo delle lacrime.
Si erano separati solo un'ora prima e per lei era stato un vero inferno ma non si aspettava di trovarlo semi sdraiato sul letto, con una mano sulla testa e a lanciare maledizioni fra i denti che avrebbero fatto impallidire anche uno come Tetsuo.
- Cristo...lo uccido...- sibilò, tirando indietro la mano per vedere se sanguinava ma facendolo inquadrò Raim.
Non cacciò un urlo solo perché la sua faccia di bronzo non glielo permise. Rimase seduto a fissarla, incurante ora del dolore che la terapia di Hana gli aveva causato.
Vederla piangere non gli piaceva. Anzi, stava male a vederle gli occhi rossi e gonfi ma non avrebbe mosso un dito stavolta. Non dopo quelle scene di quei giorni, non dopo quella cena e come gli era saltata addosso senza neanche premurarsi di parlare di quello che era accaduto fra loro.
Eppure se ne stava lì in piedi davanti a lui, in quel vestitino a fiori che gliela faceva apparire eterea come non mai. E non diceva nulla. Assolutamente nulla. Ma lo fissava con quegli occhi che avrebbero potuto fargli fare quello che voleva.
Non riusciva neanche a guardarla e distolse lo sguardo da lei, trovando il pacchetto di sigarette di Hana sul tappeto.
Si chinò e dopo aver controllato per bene cosa si ficcava in bocca se l'accese, non sentendo odori strani, si concesse un lungo tiro.
- Sei venuta a dirmi qualcosa?- le chiese, deciso a spezzare quel silenzio - Non vorrei darti altri spunti per darmi del bastardo insensibile ma prima in spiaggia sei stata chiara. La faccenda non t'interessa.-
Ma lei non parlava. Lo fissava tremante, con i suoi occhi verdi sgranati e umidi, torturandosi le mani.
Sembrava supplicarlo...e nel frattempo cercare di trovare la forza per parlargli.
E poi finalmente ritrovò il fiato...e il desiderio di parlargli.
- Non andartene...- singhiozzò, con gli occhi che si riempivano di nuovo di lacrime e quasi le impedivano di vederlo - Quando torneremo a casa...non voglio che te ne vai...-
- Non posso restare.- disse, sforzandosi di non accontentare ogni sua richiesta ma un attimo dopo Raim si buttò fra le sue braccia e quasi lo rovesciò sul letto, piangendo disperata.
- Ti prego, non andare via!- mormorò di nuovo, inzuppandogli la camicia di lacrime e stringendola forte, serrandovi sopra i pugni - Voglio tornare a casa con te...voglio averti nel mio letto, voglio addormentarmi e sapere che sei con me! Ho mentito...quando ho detto che sei solo un madornale errore...è che...il pensiero che tu te ne vada, il pensiero di non vederti più mi ha spinto a cercare di mandarti via. Anche ...anche l'altra mattina...quando mi sono svegliata ed ero con te mi sono sentita felice. Ma poi...-
- Poi?- la incalzò, carezzandole la schiena con riverenza.
- Poi mi sono spaventata della stessa intensità che provava verso di te. Quando Shiro se n'è andato ho creduto di morire...e quando ho capito che quello che provavo per lui era niente in confronto a quello che sento per te sono scappata. Ci ho provato in questi mesi a dimenticarti...ci ho provato tanto...- emise un gemito quasi disperato, nascondendo il viso nel suo collo - Ma non ci riesco...-
Le braccia di Rukawa risalirono alle sue spalle, schiacciandosela addosso.
Un passo ancora, si ritrovò a pregare. Un passo. Una briciola soltanto.
Desiderava quell'amore più di qualunque altra cosa.
E lei era lì.
- Ti prego...Kaede non andare via.- la sentì sussurrare di nuovo.
Una ragione. Una ragione soltanto...
Le passò le dita sul viso, mentre lei rialzava lo sguardo...colmo d'amore.
Spettinata e rossa in volto era quanto di più bello avesse mai visto.
- Ti amo anche io.-
Fosse stato un sogno non sarebbe stato altrettanto magnifico.
Raim avvertì il cuore quasi spaccarsi per poi tornare a battere all'impazzata quando vide lentamente la meravigliosa bocca di Kaede piegarsi in un sorriso.
Ma non poté innamorarsi di quella bocca sorridente per molto.
Presto la baciò dolcemente, continuando a carezzarla.
Gioia. Eccola com'era veramente. Pura gioia. Ora se la ricordava.
Era brillante. Lucente. Simile al volo di tante farfalle.
Era un sorriso nascosto. E aveva due occhi blu che aveva imparato di nuovo a essere felici.


Il sole filtrava oltre le tende...e Kaede Rukawa non aveva quasi chiuso occhio quella notte.
Niente l'avrebbe fatto dormire.
Niente.
Un respiro dolce, cullante e zuccherato l'aveva tenuto inchiodato a quel materasso, a carezzare una bocca e un viso che non avrebbe potuto immaginare di amare di più.
Aveva dimenticato com'era sentirsi amati. Aveva dimenticato com'era amare qualcuno.
Aveva dimenticato le carezze gentili, gli occhi pieni di amore e affetto che lo scrutavano solo per vederlo felice.
Per vederlo sorridere.
E per tutta la notte si era perso a guardare Raim, che dormendo cercava solo il contatto col suo corpo.
Averla, amarla, sentire la sua voce dolce pronunciare frasi tenere al suo orecchio...
Gli sembrava ancora inverosimile.
Eppure lei era lì. Non se n'era andata.
Cercò le sue labbra e le baciò un'ultima volta, prima di cominciare a vestirsi. Doveva andare.
Le scrisse due righe con frasi che non avrebbe mai neanche potuto pensare di poter scrivere e poi uscì in corridoio.
Doveva fare una cosa prima di affrontare quella giornata senza aver dormito neanche un'ora.
Doveva sistemare una certa faccenda. Il suo livido viola in piena fronte a dimostrarlo.
Alle sette e mezza precise la porta della camera 201 si spalancò di scatto.
Hisashi Mitsui balzò a sedere nel letto, svegliato da quel boato e terrorizzato a morte, manco fosse scoppiata la quattordicesima guerra mondiale.
Si grattò il capo, vedendo a malapena Rukawa armato di bottiglia d'acqua ghiacciata a un passo dal letto.
- Buongiorno.- mugugnò retoricamente.
La volpe non rispose. Forse per il bernoccolo in fronte, forse per Hana che dormiva abbracciato al cuscino, decisamente era meglio sloggiare. Afferrò così Ryota per la collottola, ancora addormentato, e se lo trascinò in bagno.
Tappato lì dentro contò fino a dieci e poi sentì l'ululato più assordante a cui il mondo avesse mai assistito.
Si udì una "leggera" baruffa, una trafila di bestemmie senza pari lanciate dal rossino, colpi di spranga e altro ancora, poi la porta d'ingresso alla camera venne richiusa con così tanta forza che i cardini traballarono.
Hisashi mise prudentemente il naso fuori...e come volevasi dimostrare trovò Hanamichi secco per terra, un occhio nero e una quantità indefinita di lividi sparsi ovunque.
Bene, la volpe aveva regolato i conti.
- Che è successo?- sbadigliò Miyagi, grattandosi il capo.
- Non chiederlo a me. Ehi mezza sega? Sei vivo?-
Alla guardia e al play arrivò un borbottio indistinto in cui capirono solo "Quella volpe bastarda...guarda che roba...questa me la paga...affanculo i miei consigli..." e nulla più.
Bene. L'ultima settimana cominciava proprio alla grande!
- Sbaglio o Rukawa aveva un altro succhiotto?-
Ryota aveva ragione, pensò l'ex teppista ghignando.
Accidenti...si era PROPRIO dimenticato di dirglielo!
L'intera giornata fu alquanto strana a dire il vero. Hana era ridotto a un catorcio malconcio e il Gorilla rimase un po' spiazzato nel vedere il volpino totalmente privo di energie. A correre aveva il fiato corto già dopo pochi minuti, di fargli fare i compiti non se ne parlò neanche visto che dormì come un bambino e il pomeriggio fu un disastro.
Perfino le matricole gli rubavano la palla!
- Oddio...non si sarà ammalato!- borbottò mentre i suoi compagni erano nel bel mezzo di una partitella.
Ayako, che gli stava a fianco, gli scoccò un'occhiata penosa.
- Capitano ma ci vedi?- replicò sarcastica - Guardagli il collo!-
Akagi ci fece caso solo in quel momento. Che erano quei lividi?
Un attimo e s'illuminò. Poi venne colpito in pieno da quella rivelazione.
- Ma...ma...- allibì, a bocca spalancata - Rukawa...lui...-
- Si, LUI!- sorrise la mora tutta divertita - Sarà un misantropo ma di contatti umani stanotte ne ha avuti parecchi!-
- Oh santa pace...e con...con chi?- il Gorilla davvero non ci credeva! Proprio lui, Sua Boriosità!
Non l'aveva mai visto interessato ad altro che alla pennichella, al basket e al massimo alle risse in tre anni! Per lui era inconcepibile che la sua ala piccola si fosse data al sesso!
E quanto cazzo ne aveva fatto per ridursi in quello stato?
Se lo chiedeva anche Kaede che aveva veramente voglia di buttarsi per terra.
Dio, non ce la faceva proprio! Ma in fondo Raim era arrivata a mezzanotte, si era svegliato alle sette e l'avevano fatto per quasi...cinque ore...
Cazzo, cinque ore!
Si dette quasi del morto di fame se non fosse stata la sua stessa ragazza (Evvai!) a dimostrargli tutto il suo desiderio!
Certo che aveva scoperto un intesa sul piano sessuale con Raim veramente impressionante.
Bhè, erano ancora agli inizi e mancava una conoscenza profonda ma cavolo...la faccenda prometteva bene!
Peccato che quella maledetta avesse dormito tutta la mattina e a pranzo si fosse limitata a sorridergli da lontano, due occhi lucidi e un sorriso che non finiva più!
Non fosse stato sotto gli occhi di tutti l'avrebbe sbattuta al muro e ricoperta di baci.
Dio...ma c'era un limite a quello che provava per lei?
No. Se c'era lui non lo intravedeva.
E se da una parte era spaventato a morte, consapevole di stare per iniziare un nuovo capitolo della sua vita, dall'altro era eccitato da morire, anche senza darlo a vedere.
Finiti gli allenamenti però non aveva più neanche la forza per mangiare.
Voleva solo dormire, dormire, dormire!

Il giorno dopo, martedì, fortunatamente stava decisamente meglio...e con un umore da ragazzino innamorato che lo faceva vergognare come un ladro, specialmente perché Hana al loro risveglio gli aveva scoccato un'occhiata maliziosa che anche senza volerlo era riuscito a imbarazzarlo.
E ora se ne stava in terrazza. Erano solo le sette ma aveva dormito circa undici ore e gli erano bastate per rimettersi in piedi e per andare a godersi il caldo sole mattutino.
Seduto al tavolino si scolava un caffè, osservando gli americani già in spiaggia a cavalcare le loro onde.
Non era l'unico a essere mattiniero comunque.
- Ehi.-
Si sentì sfiorare il capo e sollevò gli occhioni blu.
- ..ao.- si sforzò di mugugnare, mentre la Kanzaki si sedeva davanti a lui, ansante per la lunga corsa.
- Buongiorno.- fece lei più loquace e chiedendo al cameriere una doppia dose di caffè nero - Tutto bene volpe?-
Kaede annuì e chissà perché gli venne subito in mente Raim.
Accidenti, ormai era diventato un pensiero fisso! Ventiquattro ore su ventiquattro! Tranne agli allenamenti, certo...
Scoprì però che Junko l'osservava attenta e come sempre, oltre a non fare parole del suo ennesimo succhiotto per cui aveva già sbraitato dietro alla sua rossa che si divertiva un mondo a metterlo in situazioni veramente scandalose, la Kanzaki gli fece appena un sorriso accennato.
- Si vede che stai meglio.-
- Grazie.-
Non gli chiese com'era finita, tantomeno se ora stava con Raim e forse, in un impeto di umanità, glielo disse per primo, limitandosi a spiegarle che ora le cose si erano definitivamente sistemate.
Junko sorrise di nuovo, stavolta illuminandosi per lui.
- Sono contenta per te.- poi cambiò argomento, per non tartassarlo oltre - Come sta il marchio di fabbrica?-
Si riferiva al tatuaggio e istintivamente la kitsune si portò la mano alla spalla sinistra.
- Dovrà stare coperto ancora per qualche giorno. Le piccole croste cominciano a sparire.-
- Ha fatto meno male?-
- Hn.- annuì, portandosi la tazza alle labbra e finendosi il caffè.
Cominciarono ad arrivare tutti gli altri poco più tardi e quella mattina fecero colazione in terrazza. Il tempo era così tiepido e ventilato che stare dentro era un delitto.
In quella grande tavolata di trentacinque esseri naturalmente c'era un casino folle ma quella mattina lui non ci prestava troppa attenzione. Se ne stava seduto, ascoltava appena le chiacchiere delle mocciosette, rispondeva alle imprecazioni di Hana e...sentiva Raim al suo fianco. L'aveva raggiunto, sedendosi alla sua sinistra e dopo aver fatto colazione era rimasta a chiacchierare con la Kurata e Nanaka...dopo avergli stretto dolcemente la mano, sotto al tavolo.
Se qualcuno se n'era accorto ne era rimasto totalmente sbalordito, senza azzardarsi a fiatare ma ben presto tutte le matricole e le fan di Rukawa dovettero arrendersi alla dura realtà...
- Sei strafatto.-
Ecco, era questo che scandì Hana mercoledì sera quando Kaede tornò alle undici in stanza, dopo essersi fatto un giro in spiaggia, senza dire con chi o per quanto sarebbe stato fuori.
- Do'aho.- rispose la volpe svaccandosi tranquillamente sul letto.
- Perché?- rimbrottò il rossino, uscendo dal balcone e tornando dentro, per piegarsi e annusargli leggermente i vestiti - Vuoi dire che non è vero? Hai addosso un profumo da donna e non dirmi che è il tuo perché ti vendo agli americani seduta stante.-
- Ma penserai mai ai cazzi tuoi?- sbuffò il moretto, levandosi la maglietta e ficcandosi in bagno, lasciando la porta mezza aperta - Tu che hai fatto fino ad adesso?- gli urlò.
- Ho parlato con Haruko.-
- Ci avrei giurato.- sibilò Rukawa, facendosi sentire perfettamente.
- Ehi teme kitsune! Non sai cosa significa aver lasciato il mio fiorellino in quel manicomio di scuola! Aota ha cercato di fregarmela sai? Meno male che Mito è sempre nei paraggi!-
Kaede uscì dal bagno con i pantaloni bianchi di una tuta, arrotolati un paio di volte sui fianchi asciutti - Fammi il favore. Aota non riuscirebbe a farsi la Piattola neanche se se la trovasse nuda nel letto.-
Lo sguardo omicida di Hana riuscì a zittire il sarcasmo di Kaede e da bravi bambini si fecero mezzino, seduti nel lettone e con la tv a basso volume, in sottofondo.
- Novità da scuola.- gli disse il rossino - L'Oni ha colpito ancora. Ha ricoperto la macchina della prof di letteratura giapponese dei primi anni di scritte oscene, fatte con la bomboletta spray...poi ha incendiato i cassonetti davanti alla scuola, ha spaccato metà presidenza che tanto il Fuggitivo non usa mai e...ah si, ha allagato il piano terra di melma.-
- Melma?- Kaede si levò la sigaretta di bocca, un sopracciglio alzato.
- Si. Sta diventando davvero nevrotico il piccoletto.- borbottò il tensai, facendosi passare la cicca - Comunque pare sia davvero questo Tomigaoka come crede Rei.-
- E le partite? La Piat...l'Akagi le ha seguite?- si corresse la volpe, cominciando a grattarsi la spalla bendata.
Hana annuì, facendogliela passare liscia ma afferrandogli il polso per farlo smettere.
- Già. Il Kainan ha travolto tutti, idem lo Shikuda. Te l'ho detto. Le teste di serie siamo noi, compreso il Ryonan.- si alzò e andò a prendere altra vaselina. Sbirciando, mentre continuava a ciarlare, il rossino guardò tutto inorgoglito quel capolavoro! Il suo bel numero 10...
Mitchy come sempre aveva avuto ragione.
Quel tatuaggio non faceva stare meglio solo lui...ma tutti quanti.
- Takeru e bastardi hanno combinato qualcosa?-
Sakuragi scosse il capo, ciccò nel portacenere e gli passò la sigaretta quasi finita, tentando di bendarsi il braccio.
- Non so ma ho parlato con Aki. L'ho chiamato, loro sono già tornati e a quanto pare Jin se li è trovati nel parcheggio della scuola. S'è salvato solo perché è arrivato la Nobu-scimmia in scooter e sono scappati veloce come il vento.-
- Hn.-
- Non vedi l'ora di beccarli di nuovo in campo, dì la verità.-
- Do'aho. Tu no?- gli rinfacciò l'ala piccola, con aria improvvisamente gelida.
- No. Visto come reagisci.-
- Ero nervoso per altro.-
- Si ma a momenti ti facevi buttare fuori, baka.-
In effetti non aveva tutti i torti...
- Comunque sono contento di tornare a casa.- concluse il Tensai soddisfatto della sua fasciatura - Cioè, questo posto è un paradiso ma casa è sempre casa. Mi manca la mia Harukina e il mio letto. E poi parlare con te è come parlare al muro.-
Kaede sbuffò, gettando il mozzicone dentro al portacene.
Rompiscatole, si sapeva solo lamentare!
Però doveva ammetterlo...tornare a casa avrebbe significato starsene in intimità con Raim e la cosa era più che allentante.
- Immagino non avrò l'onore di averti a casa mia, Kit.-
- Immagini bene.- brontolò sarcastico.
- Non sai quanto mi spiace.- cinguettò l'altro ironico, andando in bagno a lavarsi i denti - Raim è una santa.-
- E tu un impotente.- rognò il moro buttandosi sotto le lenzuola.
- Che hai detto?!- sbraitò il rossino inferocito - Parla quello che si fa segare dopo una notte di sesso!-
Merda. Ma perché non taceva? Perché ci provava così gusto a stuzzicarlo, ben sapendo che poi non l'avrebbe fatto dormire coi suoi dannati piagnistei?
Accidenti Kaede, sei un vero do'aho!


Passarono i giorni e il ritiro dello Shohoku volse al termine.
Sarebbero partiti la domenica mattina verso le sette, il loro aereo era due ore dopo e il sabato il gruppo decise che avrebbe passato l'ultima notte in spiaggia, davanti a un falò dove avrebbero anche cenato facendo la carne alla griglia.
L'idea era partita dalle ragazze ma i cestisti non avevano avuto nulla da obiettare, così steso come sempre Yoshikawa con una dose letale che lo fece crollare a nanna già alle otto di sera, le due squadre scesero in spiaggia con viveri e rifornimento di super alcolici e non.
In fondo erano partiti per quel ritiro sotto i postumi, perché non farlo anche nel viaggio di rientro?
Tutte ottime argomentazioni che non fecero altro che deperire ancora di più la fragile salute mentale di Akagi, messa a durissima prova in quelle tre settimane.
Alle due squadre si unirono naturalmente anche il gruppo dei cinque americani, diventati ormai molto amici delle giocatrici di pallavolo più anziane e sembrarono contenti anche della presenza dei ragazzi del basket.
Da quello che si era capito, certe gente voleva anche farsi il bagno di mezzanotte.
Se nudi o meno però nessuno aveva osato chiedere.
Avevano scelto un posto molto carino e la Kurata era riuscita a trascinare anche Shige Ikuko che consigliò di andare ad accamparsi nello stesso canale dove avevano visto i delfini, però in una piccola duna di sabbia attorniata da scogli, molto protetta e riparata dagli sguardi dei maniaci.
Fra gli ultimi ad arrivare ci furono naturalmente Hana e Kaede. Akagi li aveva spediti in paese alle sette e mezza per andare a comprare delle birre, visto che Mitsui aveva preso solo super alcolici.
Scimmia e volpe arrivarono scendendo dal sentiero sabbioso con la bicicletta di Shige. Il rossino al manubrio e fortunatamente l'ala piccola sul porta pacchi, in braccio un bel po' di birre che quasi li facevano ribaltare, tanto il loro peso.
- Oh, era ora!- urlò Miyagi - Dove diavolo siete andati a comprare quelle birre? Oltre oceano?-
- E dammi fiato tappo!- sbraitò Hana di rimando - Stavano chiudendo i negozi, per trovare un market aperto ho dovuto girare tutto il villaggio!-
- Se non altro non guidava Rukawa...- rise Ayako in sottofondo, che aiutava le ragazze a scartare gli spiedini e la carne - Forza, muovetevi! Hanamichi, non avevi detto che ci pensavi tu a grigliare per tutti quanti?-
- Davvero senpai?- cinguettarono tutte le matricole della Kurata - Come sei gentile!!-
- Moriremo tutti avvelenati.- frecciò Akagi.
- Si, lo credo anche io.- bofonchiò Mitsui, momentaneamente attaccato al cellulare perché non trovava suo fratello da nessuna parte - Dai, sbrigatevi! Ho una fame da lupi!-
I due arrivarono sbuffando come mantici, ringraziando Shige per la bicicletta e chiedendogli scusa per eventuali danni.
Mentre Hana andava avanti e veniva subito messo a fianco degli americani al barbecue improvvisato, Kaede si guardò attorno e cominciò a maledire l'ascendente che Raim stava sviluppando su di lui.
Fossero stati in pochi avrebbe anche potuto resistere ma non così in tanti...
La Kurata, l'Aizawa e la Noda stava già passando gli spiedini e gli yakitori a Jeff e Hana che ridevano come deficienti, utilizzando le carbonelle come bombe a mano, Miyagi era con Ayako e naturalmente erano intenti a fare altro, il Gorilla invece chiacchierava con Kogure, Nanaka e Rei mentre cominciavano a scartare i piatti di plastica e a lanciare bicchieri all'allegra compagnia. Però mancava qualcuno.
- Ehi, bell'addormentato!-
Qualcuno gli arrivò di spalle e Kaede vide una nuvola rosa formato foulard al collo della Kanzaki. Lo sorpassò con un sorriso che lo fece distrarre il tempo necessario a qualcun altro per abbracciarlo alla vita.
Si girò appena e ricevette un bacio leggero sulle labbra da Raim, scatenando i soliti gridolini idioti da parte delle mocciosette. Ignorò quella manica di oche e carezzò i capelli rossi alla sua ragazza.
- Dov'eri?- le chiese.
- In albergo a finire la valigia con la senpai.- ma tirò anche fuori dalla schiena altre due bottiglie di ottimo sakè - Ragazzi! È un regalo di Hito-san!-
- Grande uomo, gli colerò un bronzo prima o poi.- sentenziò Hisashi, osservando gradazione ed etichetta.
- Papà ama particolarmente bere.- sospirò Shige.
- E' tutta salute.- cinguettò l'Aizawa con un sorriso, intromettendosi allegramente fra i due - Ehi Mitsui, dammene un goccio!-
- Ma così a stomaco vuoto?- borbottò quel tirchio di una guardia - Non puoi aspettare?-
- Aspettare cosa? Che giriamo tutti gli occhi un attimo e te le scoli da solo?- frecciò Kyoko - Scordatelo, sei peggio di una spugna!-
- La senpai ti conosce bene Hisa-chan!- ironizzò Nanaka, passando alle loro spalle con un ghigno sarcastico.
- Che rottura...sono già stanco.-
- Invece di stare a chiacchierare perché non vi muovete?- li richiamò Hana - Non ho intenzione di stare ad affumicarmi mentre voi porci vi mangiate e vi bevete tutto!-
- Ma sta zitto,- Miyagi cominciò ad addentare un onigiri - cambiando discorso invece...ehi, niente arancini?-
- No, stasera niente.- rincarò Sakuragi secco.
- Ma perché non li avete comprati?- borbottò Yasuda - Quelli salati li fanno così bene qui...-
- Figurarsi, gli arancini sono miei punto e basta.-
- Do'aho.-
- Sta zitto kitsune! E vieni a muovere le mani invece che baccagliare!-
Si prese di nuovo dell'idiota mentre tutti gli altri ridevano alla faccia incazzata di Rukawa ma finalmente fecero i seri e si misero tutti all'opera. Fra il Tensai degli spiedini e gli americani, la brace era sempre coperta di yakitori e carne intanto che Mitsui, Rukawa, Akagi e gli altri preparavano il falò vero e proprio.
Hana dalla sua postazione sorrideva vagamente.
Era contento che tutti si fossero convinti a fare quell'ultima uscita.
Era stato un bel ritiro, le amiche di Raim e della senpai Kanzaki si erano dimostrate davvero poco invadenti, anche se molto interessate alle grazie di Mitchy e della kitsune e le senpai erano molto simpatiche, ognuna di loro con qualche fissa certo, ma davvero simpatiche.
Senza contare che una serata tranquilla se la meritava anche Akagi che in ventun giorni aveva faticato come un dannato a tenerli buoni e fuori dai guai. Le loro matricole erano allegre, Ryo-chan attaccato ad Ayako, Mitsui alla Kanzaki e al sakè e Rukawa...
Il rossino ridacchiò ancora, in silenzio, vedendolo seduto attorno al fuoco con gli altri su un roccia e Raim fra le sue gambe, poco più in basso. Accidenti, gli faceva strano davvero, proprio come a tutti gli altri ma ora gli occhi della volpe erano...più tranquilli. Non erano più solo freddi e spietati.
Sembravano gli occhi di un bambino. Il bambino che non aveva potuto essere forse...
- Allora è pronto??- sbraitò Akagi per l'ennesima volta - Qua abbiamo fame scimmia!-
- Arrivo, arrivo! Rompiballe!-
Erano circa le nove quando finalmente si sedettero tutti attorno al fuoco ed erano talmente tanti che erano ammonticchiati o in braccio gli uni agli altri.
L'aria era calda, stavano tutti i jeans e magliette e il calore del fuoco non fece altro che riscaldare di più l'atmosfera.
Ridendo e chiacchierando cominciarono a passarsi quantità industriali di piatti e bicchieri di plastica mentre i coltelli per la carne venivano lanciati forse con la chiara intenzione di prendere qualcuno in mezzo alle scapole...
- Ehi senpai ma sei bravo sul serio!- se ne uscì Rei dopo l'ennesimo spiedino - Ma hai imparato da solo a cucinare?-
- Ahah...sono il tensai della cucina!-
- Si e il santo patrono della camicia di forza.- frecciò Hisashi scuotendo il capo.
- Ma che vuoi teppista, mi pare che ti stai ingozzando come al solito!-
- L'unico che s'ingozza mi sa che sei tu, do'aho.- rincarò Rukawa, seduto al suo fianco. Naturalmente Kaede come al solito si limitava a piluccare ma dimostrò comunque, senza farne parola però, che gli yakitori erano davvero ottimi, mandandone giù "addirittura" due.
Il rossino ricevette i complimenti anche dagli americani e praticamente fecero fuori tutto, finendo la vagonata di onigiri che avevano preparato, annaffiando con le birre.
- Mi sa che dormiremo domani in aereo.- sorrise Kogure quando li vide belli allegri.
- Già, lo credo anche io.- annuì il capitano della squadra di basket - Ehi, balenghi...non avrete davvero intenzione di fare il bagno spero.-
- Perché?- borbottò Mitsui col broncio da cucciolo - Tanto è l'ultima notte, dai.-
- Eh già...l'ultima notte. Perché non finiamo di nuovo tutti in questura?- ironizzò Raim, scatenando l'ilarità generale. Kaede invece di ridere si limitò a passarle le braccia attorno al collo e lei ad schiacciarsi di più contro il suo petto e a rovesciare di poco la fronte, per farsi stampare un leggero bacio sulla tempia.
- Oh, adesso sto meglio!- cinguettò Hana poco dopo, carezzandosi la pancia piena.
- Ma naturalmente, hai quasi fatto fuori da solo tutte le salsicce!- borbottò Mitsui alzandosi dalla sua postazione col cellulare in mano per un attimo mentre i commenti sul cibo fioccavano come neve.
Chiacchieravano delle prossime partite e del ritorno a casa quando gli americani attirarono l'attenzione di Raim e tirarono anche fuori le chitarre.
La rossa sorrise divertita, col riverbero del fuoco che le arrossava anche le guance e la rendeva ancora più bella.
- Ah, le chitarre!- cinguettò Nanaka, seduta accanto a Billy che ora non osava più neanche guardarla Raim.
- Hisashi!- Jeff, quanto tornò la guardia che aveva ancora trovato il cellulare di suo fratello spento, gli lanciò una chitarra e gli strizzò l'occhio - You can play the guitar, it's true?-
- Si ma...gente...sono arrugginito da matti!- Hisashi mise subito le mani davanti, vedendo le facce perverse dei suoi compagni di squadra - Sul serio, non suono da almeno tre anni!-
- E' come fare sesso, una volta imparato...- frecciò l'Aizawa.
- Grazie, allora è tutto a posto.- rispose sarcastico, sedendosi fra Junko e Jeff - Ok, ma non prometto nulla. Richieste?-
A suonare per il momento sarebbe stati solo Jeff e Mitsui, che stava accordando le chitarre, quando cominciarono ad uscirsene tutti con delle canzoni che andavano dall'assurdo a quelle di Natale.
- Non potete trovare una canzone d'amore decente?- sbottò Hana seccato da quel chiasso.
- Se lasci a me decidere sai che parto con gli U2.- gli ricordò Mitsui con un ghigno.
- Una bella canzone d'amore è quella che ascolta sempre la senpai.- se ne uscì Asuka pensosa, rivolta alla Kanzaki.
- Ma quale?- le chiese Hisashi.
- Always. Di Bon Jovi.- gli disse Junko e in quell'occhiata che si scambiarono, i due rividero praticamente la loro prima canzone. Infatti la sera stessa in cui si erano conosciuti e la ragazza gli aveva rovesciato addosso per rabbia il suo bicchiere, erano anche finiti a letto insieme. Quella sera c'era quella canzone alla radio, mentre correvano a casa di Mitsui.
- Ah, bella quella.- annuì Hana che in quanto a cultura musicale non era secondo a nessuno.
- Ok, ci sta.- concordò la guardia.
- Altre idee?- chiese Ayako.
- Possibilmente qualcosa con cui non tagliarsi le vene.- chiese allora la Kurata, sorridendo.
- Sapete qual è davvero una bella canzone? Police, Every Breathe You Take.- scandì Miyagi.
- Cazzo tappo!- ridacchiò Mitsui mentre gli americani annuivano tutti giulivi - Non ti credevo un tale romantico!-
- Quella canzone è passata alla storia, dai!- Raim continuava a pensare - Un'altra veramente bella è Poison.-
- Poison? Alice Cooper?- ghignò Jeff - It's not a love song, darling.-
- Non parla di una donna che lui vuole assolutamente avere?- ricordò Junko, portandosi la birra alle labbra.
- Si.-
- Bhè, l'amore non è mica solo spirituale.- rise Hana in sottofondo.
- Do'aho.-
- Sta zitto Kit, visto che sei così schizzinoso proponi tu!-
Kaede lo guardò con il classico sguardo di sfida e senza battere ciglio gli sbatté sotto al naso la sua proposta.
- The Sacrament...-
- Him!- concluse Jeff di botto, allibendolo - Yes, I know fox!-
- Ahah!- ridacchiò Hana - Sentito? Ti ha chiamato fox! L'ho sempre detto che questi americani capiscono tutto!-
- Scoppia do'aho.-
- Ah...aspettate, la conosco!- se ne uscì anche Mitsui, bloccando la rissa sul nascere e accendendosi una sigaretta, per tornare a tendere le corde tutto concentrato - Si ma non so suonarla...-
- Wait.- e mentre Jeff gli scribacchiava le note su un tovagliolo facendo sganasciare la guardia che non capiva visto com'erano scritte tutte sballate, gli altri attaccarono a rompere con altre canzoni ma la prima a essere suonata fu proprio quella proposta da Rukawa.
Ai primi accordi malinconici seguirono quelli più forti della melodia e la bella voce roca di Mitsui, unita a quella più bassa dell'americano creavano davvero un ottimo effetto.
- Senpai, chi ti ha insegnato a suonare?- gli chiese Rei, tutto stupito ed eccitato.
- Mio fratello quando avevo dodici anni. Lui si che è bravo.- borbottò Hisashi, tornando a guardare quello spartito improvvisato - Comunque sei grande volpino, era da un pezzo che non sentivo questa canzone.-
I due artisti ripresero la loro performance canora dal ritornello e in quell'attimo Rukawa sentì le mani si Raim più strette fra le sue. Le parole della canzone era dolci e strazianti al tempo stesso ma questo non impedì a Kaede di piegarsi sul collo di Raim, per cominciare ad baciarglielo con riverenza, con tanti piccoli baci.
Lei finalmente volse il viso, si girò un po' nel suo abbraccio e le loro bocche si unirono dapprima delicatamente, poi con più desiderio, in un bacio mozzafiato al calore del fuoco.
- Ehi Kit, attento a non darci dentro troppo o domani sarai di nuovo un catorcio!-
Kaede si staccò di malavoglia dalla sua ragazza, solo per fare un gesto esplicito al rossino col dito medio.
Poi tornò ad abbracciare Raim come prima, sentendola rilassata e tenera contro il suo torace.
Dava quasi l'idea di essersi addormentata ma la sentiva cantare a bassa voce, seguendo Mitsui...
- Teppista...hai un futuro come barbone che suona per la strada, sotto i ponti.- frecciò Akagi, finita la prima canzone.
- Molto spiritoso Gori. Attento a non finire affogato stanotte.-
L'atmosfera era calda, le risate leggere e spensierate.
Cantarono a lungo, bevendo e scherzando. Poi a mezzanotte fecero davvero tutti il bagno.
Kaede uscì dall'acqua un secondo, dopo aver lasciato Raim nelle mani fide della Kanzaki e di Mitsui e tutto gocciolante risalì in spiaggia per controllare di aver lasciato il telefonino nei jeans...ma si fermò, trovando Hana in piedi accanto al falò con la testa rovesciata all'indietro.
Perso ad ammirare quella notte che brulicava di stelle.
Era totalmente estraniato da ciò che stava accadendo attorno a lui e di recente accadeva sempre più spesso.
In quei momenti Rukawa avvertiva quasi una strana sensazione di abbandono.
Di abbandono della prima persona che dopo la morte dei suoi genitori fosse entrata nella sua vita.
- Ehi coso...- Hana si svegliò di colpo, senza staccare però gli occhi nocciola dal cielo.
- Hn?-
- Dici che c'è una costellazione della volpe da qualche parte?-
Kaede stavolta faticò davvero a non sorridere.
Quello era un bambino. Un bambino felice, nonostante tutto.
- Sei proprio un do'aho.-
- E tu una kitsune innamorata.- fece il tensai malizioso, ficcandogli una leggera spallata e correndo sul bagnasciuga - Forza Kit! Facciamo a gara a chi sta più sott'acqua!-
- Già e se volete vi do una mano io!- li minacciò Akagi in sottofondo ma la volpe ormai non sentiva più.
Il sorriso alla fine era salito davvero.
Era lì. Fra due teste rossa che ora ridevano fra di loro.
Raim gli fece cenno di tornare e Hana lo richiamò con un'altra proclamazione di sfida.
Ma si...
Forse il rosso era davvero il suo colore porta fortuna.
E chissà, pensò tornando a guardare il cielo.
Forse da qualche parte c'era davvero la costellazione della volpe...
Di certo a Kanagawa l'avrebbe vista.
Ed era brillante.
Si, aveva ricominciato a brillare...dopo tanto tempo, ora risplendeva.




 

 

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Capitolo 27
*** E Vendetta Sia! ***


 

 

 

Quello che accadde a fine aprile allo Shohoku fu quanto di più seccante che fosse mai accaduto a Rukawa in tutta la sua vita. Di fronte a ciò che successe al suo liceo, l'irritante conoscenza di Hana e la loro amicizia passava in secondo piano, infatti era accaduto qualcosa di ben più grave.
Allo Shohoku si era sparsa la voce che Kaede Rukawa, il più bello e il più inavvicinabile della scuola, si fosse trovato la ragazza. Quando lo videro insieme a Raim la prima volta, mancò poco che ci fosse un suicidio di massa.
Peccato che Rukawa era troppo impegnato a godersi la sua nuova vita e ad imparare a stare insieme a qualcuno per occuparsi delle oche che passavano la mattina chiuse in bagno a frignare o che tentavano di buttarsi sotto le macchine dei professori.
Già, lui ormai si era prefisso degli obiettivi, che esulavano da quello di vincere il campionato nazionale e andare in America e questi obiettivi erano quelli di non uccidere i ragazzi con cui Raim scambiava due parole, di non trucidare nessuno che per a strada si girava a guardarla e ancora...imparare a non saltarle addosso in qualsiasi momento, anche se pure comunque aveva la sua buona dose di colpe.
Come quel lunedì pomeriggio.
Erano tornati domenica sera verso le cinque a Kanagawa e avevano fatto, tutti quanti, che tagliare le lezioni del lunedì tanto sia Akagi che la Kurata stavolta non si erano creati problemi, stanchi come gli altri.
Una volta sbarcati a casa e aver ripreso la piccola Vicky che dalla vicina era ingrassata a vista d'occhio, Raim e Kaede si erano dati un attimo un'occhiata attorno, lasciando le valigie nell'ingresso e...bhè, in viaggio avevano riposato, quindi avevano recuperato il tempo perso rotolandosi nell'ingresso e poi sul divano nel soggiorno. In una sera la volpe aveva scoperto un'intimità impressionante a cui prima non aveva mai prestato attenzione, anche solo quando si erano cucinati una cena veloce e l'avevano consumata davanti alla tv.
Era stato bello stare insieme e anche se si sentiva ancora parecchio instabile in un rapporto a due, sentiva che cominciava a sciogliersi e ammorbidirsi.
Tanto che il giorno dopo, passata la mattinata fra le lenzuola, Raim capì che dovevano uscire per forza per fare la spesa. Il loro frigo era più desolato di un deserto.
Fecero una rapida lista, scarabocchiando il tutto su un pezzetto di carta a forma di tartaruga dove Raim si segnava le bollette da pagare ma facendolo vennero a galla altri piccoli dettagli, come i gusti sui surgelati o le fisse di Rukawa che non voleva quelle orride salse da nessuna parte.
- Ok, c'è tutto.- borbottò Raim, ripassando ancora la lista e intanto ficcandosi le Adidas ai piedi - Accidenti, c'è tanta roba per un battaglione. Ci toccherà prendere la macchina.-
Kaede, che si stava ficcando il giubbotto di jeans visto che a Kanagawa faceva ancora piuttosto fresco, la guardò senza capire. La macchina? Lui la patente doveva ancora prenderla. Aveva l'esame pratico con Hana il mese prossimo ma la rossa non aveva notato la sua aria smarrita e infilò la mano nella casetta di legno in cui teneva tutte le chiavi di casa.
Estrasse un mazzo con un portachiavi tondo, di spesso metallo e lo guardò con un sorriso.
- Ci sei?-
- Hai detto macchina?- le chiese, alzando un sopracciglio.
- Si, quella in garage.- gli sorrise, prendendolo per mano e trascinandolo fuori - Di chi credi che sia?-
- Della vicina.-
- Sciocco. È mia, me l'ha regalata mia madre.-
Una volta aperto lo sportello del garage, Kaede guardò quella jeep con aria sempre più stranita.
Ma cosa si era perso? Raim non aveva diciotto anni, li compiva a settembre!
- Andiamo?- e aprì la portiera ma quando si accorse che era fermo, gli chiese cosa non andava.
- Tu guidi?-
- Si.- la rossa alzò le spalle - Perché?-
- Ma non compi gli anni a settembre?-
- Oh, già!- la ragazza ridacchiò, scuotendo la mano con aria incurante - Ho la patente, l'ho presa all'estero un anno e mezzo fa quando sono andata d'estate da mia madre, a sedici anni compiuti. Lì ci basta poco e qua in Giappone me l'hanno fatta passare senza troppe storie. Non mi sono ricordata di dirtelo ma la uso talmente poco che a volte anche mi dimentico di averla.-
Dopo essersi annotato la faccenda sul taccuino mentale, Kaede montò sulla jeep metallizzata non molto convinto ma dovette ricredersi quando si accorse che in fondo Raim guidava mille volte meglio di quel pazzo di Akagi.
Lei poi, anche se guidava, si sentiva i suoi occhioni blu addosso e sotto un semaforo fece un ghigno leggero.
- Avevi paura eh?-
- Hn.-
Lei sogghignò di nuovo, carezzandogli una mano.
- Tranquillo, ti riporterò a casa tutto intero.-
Per tutta risposta intrecciò le dita con quella della rossa, almeno fino a quando il semaforo non tornò verde.
S'infilarono nel primo market che capitò a tiro e cominciarono a fare la spesa normalmente e in questo la volpe provò un altro esaltante senso di sollievo. Tutto era...normale.
Più la guardava e più sentiva di prendere aria ogni secondo che passava con lei, come se per tanto tempo fosse stato in apnea. Era lì, poco lontano da lui e stava sulle punte per afferrare qualcosa sullo scaffale più in alto.
Le sua maglietta si alzò, scoprendole il ventre piatto dove c'erano ancora dei piccoli graffietti...ma era bellissima.
Le arrivò alle spalle e le prese la confezioni di cereali senza sforzo, strappandole un borbottio divertito sul fatto che avere un ragazzo alto almeno serviva a queste cose.
Finirono la spesa in un altro supermercato e caricarono tutto in macchina.
C'erano tanti surgelati da far scolorire un produttore. Chiusero il bagagliaio poi Raim si stiracchiò.
Erano le sue di pomeriggio e visto che si erano mangiati un panino su una panchina, gli propose di andare a prendere un caffè. Vedendo la sua faccia scoppiò a ridere - Prometto che non mi fermerò a fare l'oca davanti alle vetrine!- e si portò la mano al cuore, come per rassicurarlo.
E Raim fu di parola.
Kaede si fece trascinare in un bar e si sorbirono il loro caffè in santa pace, con un sottofondo di musica pop alquanto discutibile per i gusti di entrambi ma stavano bene e questo bastava.
Ci passarono addirittura un'ora e alla fine dovettero tornare per una delle vie principali e lì non guardarsi un po' in giro fu impossibile. Guardarono vetrine ed entrarono in librerie e negozi musicali.
Fu proprio dentro a uno di essi che però Rukawa si sentì osservato.
Era appoggiato a un bancone di musica rock, la mano stretta in quella di Raim che invece ascoltava un nuovo cd attaccata alle cuffia di prova quando sollevò gli occhi, sentendosi fin troppo fissato, e pescò niente meno che Koshino del Ryonan pochi metri lontano.
Lo scrutava come se fosse stato un alieno. E tutto perché c'era la sua ragazza con lui.
Certo che lo credevano proprio un cavernicolo.
Rukawa comunque si limitò a fargli un cenno che lasciò l'altro spiazzato e a momenti ci rimase davvero secco quando la rossa si staccò dalle cuffie e con un sorriso se lo trascinò via, dopo un leggero bacio.
Bene. Tempo un'ora e tutto il Ryonan avrebbe saputo.
Quindi c'era da aspettarsi uno dei folli messaggi di Sendoh.
E infatti. All'alba delle cinque mentre erano ancora a spasso, puntuale come la morte sul suo cellulare apparve un messaggio con un nominativo messo naturalmente da quel mentecatto di un do'aho. Da chi arrivava?
"Porcospino Hentai"
Grande, pensò aprendo il messaggio e leggendo: "Grande volpe, era ora che ti svegliassi. Tienitela stretta o ci provo io! Ci vediamo prossimamente, Aki."
Se, al manicomio o di nuovo in galera forse!
- Che faccia.- gli disse Raim, mentre chiudeva il cellulare e se lo rimetteva in tasca.
- Un seccatore.- rispose agitando la mano libera.
Lei sorrise divertita.
- Non cambierai mai.- e poi aggiunse, come se ci avesse pensato su - E mi va bene, sai?-
Però. Hana una volta aveva detto una cosa del genere...forse perché se fosse cambiato lui non avrebbe più potuto divertirsi a scatenare rissa. Mah. La gente coi capelli rossi aveva davvero le rotelle fuori posto.
A un certo punto però Kaede notò che Raim era stanca e che avevano camminato parecchio.
Il ginocchio doveva darle ancora fastidio, quindi senza accettare storie tornarono alla macchina e poi filarono a casa.
Come prima uscita era andata più che bene.
Anzi...era stata perfetta, senza eccessi e senza strozzature.
Peccato che quella piccola trottola della sua ragazza non si decidesse a star ferma neanche in cucina. Trafficava fra il bancone e il frigo, per mettere tutto a posto e, stufo di quella testarda, la bloccò, la prese per i fianchi e facendola scoppiare a ridere la mise seduta sul bancone di legno.
- Buona qua.- ordinò quasi, smorzando il tono baciandola ancora.
- Despota.-
- Hn.-
Si, pensava la volpe più tardi mentre la notte sulla spiaggia era densa e silenziosa.
Li a letto con Raim era a casa. Lì con lei addormentata fra le sue braccia stava meglio.
Con lei respirava. Con lei non era in apnea.
Aveva preso la decisione giusta.
Comunque fosse andata non se ne sarebbe pentito.

La mattina dopo, come previsto, la fauna femminile dello Shohoku tentò un suicidio di massa.
Appena Rukawa entrò a scuola mezzo addormentato con Raim a fianco, manco ce l'avesse scritto in fronte o qualcuno avesse appeso dei manifesti, tutte le oche del Rukawa's Shinetai parvero capire l'antifona.
E fu dura. Terribilmente dura scampare a quella follia...specialmente quando, sparita Raim che era andata a salutare la Kurata, aprì l'armadietto e si ritrovò mezza foresta equatoriale in forma cartacea, tutta zuppa di lacrime.
Schifato prese la posta giornaliera più corposa del solito e la buttò tutta nel cestino, facendolo quasi esplodere.
- Però.- ghignò una voce molesta alle sue spalle - Comincia bene la giornata eh?-
- Do'aho.- Kaede scoccò un'occhiataccia ad Hana, che aveva ancora il casco sotto braccio.
- Buon giorno anche a te.- frecciò il rossino sarcastico - Allora stallone? Tutto bene? O ti ha già piantato?-
In risposta Rukawa gli lanciò un'occhiata di fuoco che il tensai naturalmente non si sognò di prendere sul serio. Stavano ancora scambiando due parole davanti agli armadietti quando arrivò anche Nanaka con un sorriso bellissimo che stese tutti i maschi passanti e salutò i due cestisti tutta allegra.
- Ciao Hana! Ciao volpacchiotto!- e come da copione si attaccò ai fianchi del volpino, distruggendogli già il martedì di prima mattina - Ragazzi mi sa che oggi riceverete una notizia spettacolare!-
- Notizia?- il rossino sbatté gli occhioni nocciola - Che notizia?-
- Sorpresa.- la bionda strizzò l'occhio, andando dritta per la sua strada - Ma vi avviso che Mitchy non sarà di buon umore.-
- E che centra il teppista?- borbottò Sakuragi senza capire.
Kaede alzò le spalle e proprio in quel momento arrivò Haruko, così il do'aho le si attaccò addosso come una sanguisuga, baciandosela per dritto e per traverso e cominciando anche a sparare le sue solite fesserie che lasciarono tutto il tempo alla kitsune di farsi i suoi piani di scale per salire in classe, senza dover assistere a quel vergognoso spettacolo e al successivo svenamento di Aota, che guarda caso, era sempre nei paraggi quando quei due s'incollavano come scotch.
Manco a dirlo, però, l'unico a essere sotto psicofarmaci in quella scuola, non era solo Aota...ma pure tutte quelle che Rukawa incontrava che piangevano o lo fissavano sull'orlo di una crisi di nervi.
Entrato nella III D tutti i compagni lo salutarono e gli chiesero com'era andato il ritiro. Strano, da quando era in classe con Hana, anche gli altri, vedendolo più o meno rispondere agli sproloqui del rossino, avevano preso l'abitudine di parlargli incuranti che rispondesse o meno.
Bofonchiò qualche monosillabo alle loro domande, stette a sentire schifato i complimenti delle ragazze che osservavano incantate il suo viso leggermente abbronzato quando Nanaka invece era color cioccolato e alla fine, grazie al cielo, entrò il do'aho che catalizzò subito l'attenzione di tutti.
Stava per mettersi così a dormire visto che il chiasso si era spostato ma uno stridio di freni nel parcheggio gli fece accapponare la pelle.
- Eccolo.- borbottò Nanaka, seduta sul suo banco.
Le scoccò un'occhiata stranita, poi seguì lo sguardo della Tanaka oltre la finestra e vide Mitsui scendere dalla macchina dopo aver eseguito il suo inconfondibile parcheggio per trasversale che occupava tre posti dei professori.
Hisashi stava scendendo dall'auto e da come sbatté la portiera e si ficcò subito una sigaretta in bocca qualcosa non doveva andare. Almeno, Kaede da lì non vedeva bene ma da come tutti filavano dritti a capo chino, non osando guardarlo, doveva avere in faccia la sua peggior espressione da teppista mai esistita.
- Ma che cos'è successo?- chiese Hana arrivando in quel momento e appoggiandosi alla testa di Rukawa.
- Niente, Hisa-chan ieri non ha ricevuto una notizia propriamente allegra.- spiegò Nanaka con un mezzo sorriso - Anche se io invece la trovo fantastica come novità.-
- Ma è per l'università?- chiese il tensai.
- No, no. Kay ha avuto...come dire...una specie di rivoluzione nella sua vita fra sabato scorso e lunedì e Hisa non l'ha presa proprio bene ma sapete com'è. Ha il cuore di burro, anche se non vuol darlo a vedere.-
- Insomma ma cos'è successo?- sbottò Sakuragi curiosissimo.
- Te lo dirà lui oggi.- sussurrò la biondina quando entrò la prof di filosofia.
Anche ai piani alti dei pezzi grossi del quinto anno, ci furono alcuni dei peggiori teppisti dello Shohoku che preferirono non incrociare lo sguardo con Hisashi Mitsui quando entrò in corridoio.
Akagi stava naturalmente discutendo con Aota, che ringhiava al vento che Hana era un violentatore e Haruko un povero fiorellino indifeso, quando vide arrivare la sua guardia...e con due occhi che ricordava bene. Passò al loro fianco e non disse nulla, anche se portò con sé una ventata gelida che fece tremare più di una persona.
- Tienilo d'occhio.- disse il Gorilla a Kogure ma il caro vice capitano, durante le cinque ore di lezione, non vide nulla d'insolito in Mitsui, se non quello sguardo tetro, furente e quasi esplosivo che convinse anche il prof a lasciarlo stare nel suo brodo. Durante la pausa pranzo sparì e alle due, in palestra, entrò sbattendo la porta con una tale intensità da far traballare tutti i muri.
Alle matricole quasi scappò la palla di mano vedendogli quegli occhi da assassino, ma filato negli spogliatoi, i titolari non poterono fare a meno di seguirlo per chiedergli cosa fosse successo.
Hisashi, a torso nudo, ficcò un calcio all'armadietto per chiuderlo ma quello si riaprì e allora cacciò una bestemmia, gettando la camicia e la giacca della divisa sulla panca.
- E allora?- Akagi si appoggiò con la spalla alla porta - Che succede?-
- Niente. Non succede niente.- sibilò Mitsui fra i denti, infilandosi una maglietta più nera del suo umore.
- Niente?- riecheggiò Ryota a distanza di sicurezza - Ma sei sicuro? Mi sembri un po' sbattuto.-
- Se qui c'è qualcuno che sbatte troppo non sono io!- ringhiò la guardia a quel punto, esplodendo e facendo aggrappare Raim e Ayako alle spalle di Hana.
La frase doveva avere un senso perché sembrava di fondamentale importanza per capire che gli passasse per la testa ma ormai con le maniere forte, con lui specialmente, non si risolveva nulla, così ci riprovò Kogure per l'ennesima volta.
- Hisashi senti...perché non ti siedi, non ti fumi una sigaretta e non ci racconti tutto eh?-
- Ecco bravo, incoraggialo a fumare.- bofonchiò il Gorilla - Dai derelitto! Cos'è successo? E non fumare qua dentro!- sbottò ma Mitsui si era già acceso una sigaretta, furibondo.
- Vuoi che ti dica cos'è successo Akagi? Eh? Vuoi che te lo dica? Bene, detto fatto! Fra due mesi divento zio!-
Mancò poco che si sfracellassero tutti a terra, anche Kaede che si era quasi strozzato con l'acqua che stava bevendo.
- Cosaaa???- ululò Hana sconvolto, ancora stecchito a terra - Ma di cosa parli?!-
- Hai sentito!- Mitsui era letteralmente avvelenato e avvolto in una nuvola di fumo - Quel deficiente di mio fratello, quasi ventisette anni buttati nel cesso, sette mesi fa ha messo incinta la sua commercialista. La cretina, che ti assicuro è l'essere più perfido e psicotico sulla faccia della terra, oltre a essere la locandina dell'aborto spontaneo è anche partita sette mesi fa per il Canada. C'è rimasta per tutto questo tempo senza dire una sola parola del fatto che era rimasta incinta ed è tornata ieri mattina raccontando a me e a quel deficiente la bella notizia. Fantastico no?!-
Era totalmente andato. Stava sclerando ormai.
Temevano scoppiasse davvero, visto gli occhi iniettati di sangue e i canini da squalo che gli spuntavano dalla bocca ma alla fine Kogure lo fece sedere e cercarono tutti di riprendere il controllo.
- Cacchio...tu...zio!- se ne uscì Hana a quel punto, candido come un bambino.
Si prese dietro un armadietto, poi Mitsui ricominciò a borbottare come una teiera.
- Bhè...starsene sette mesi senza dire niente è proprio tanto.- mugugnò Raim - Kay davvero non lo sapeva?-
- No!- sbottò la guardia - Perché se l'avesse saputo e non me l'avesse detto allora è proprio un coglione!-
- Eddai...- Ryota cercava di vedere il lato buono della situazione - Magari l'ha fatto per proteggerti...-
- Ah, bella protezione!- rincarò Hisashi zittendolo - Se Kay fosse un preservativo e l'avessi usato a quest'ora Junko sarebbe già incinta!-
Fecero tutti una smorfia, dandogli ragione in fondo...però stava per diventare zio!
- Eddai senpai.- mugugnò Rei, nascosto dietro a Rukawa - Non sei un po' felice?-
- E poi scusa...ma tuo fratello e questa ragazza non si erano lasciati?- chiese Ayako.
- Ma che ne so! Fa tutto lui, prende e smonta come nulla fosse...oh, ma stavolta l'ha fatta grossa! E poi quella lì non è capace di occuparsi di un pesce rosso, figurarsi di un figlio! È la classica bella oca rifatta che parla parla ma alla fine non combina nulla! Io non lo so! Ventisette anni tutti e due! Cristo!- e si accese un'altra sigaretta subito dopo l'altra consumata, furibondo - Adesso chi lo sente anche mio padre!-
- Ma...fammi capire...la madre non vuole saperne del bambino?- allibì Hana.
- Così pare.-
- E quindi?- lo incalzò Miyagi.
- E quindi se lo sciropperà quel fesso di Kay, così impara!-
Mamma mia, era intrattabile. Forse era meglio lasciarlo sbollire un po'...si, decisamente meglio.
Bel regalo di compleanno gli aveva fatto Kay comunque! Bello davvero!
Per tutto il pomeriggio Mitsui si allenò da solo e chiunque facesse finire la palla verso la sua metà campo tornava coi vestiti stracciati, coperto di morsi.
Si, decisamente era meglio lasciarlo in pace per qualche giorno...
Hana invece rideva sotto i baffi, troppo divertito da tutta quella storia. Ce lo vedeva un mocciosetto a casa Mitsui, a fare impazzire papà e zio. Ah, era troppo forte quella!
- Do'aho. Vuoi farti ammazzare?- gli sibilò Kaede.
- Dai, non dirmi che non ti fa ridere!-
- Hn.-
- Vi conviene starvene buoni per qualche giorno.- frecciò Miyagi che allenava le matricole - O quello vi massacra sul serio. Anche per suo fratello dev'essere stata una bella mazzata.-
- A chi lo dici.- rispose Kogure - Non so come possa sentirsi Kay ma quei due sono abituati a stare da soli, figurarsi ora con questo bambino in arrivo.-
- La colpa è di quella cretina.- sibilò Kaede.
- Anche.- scandì Ayako che stava accanto a loro, a controllare che Rei e Nobu finissero i loro tiri - Certo che se voi uomini pensaste un po' alle conseguenze...-
- Pensassimo tutti alle conseguenze non credo la gente metterebbe più al mondo figli.- sibilò Hana sarcastico.
- Ed ecco che ricompare la parte acida.- bofonchiò Miyagi - Ma che ti prende ogni tanto?-
- Mah, lasciamo perdere.- sbuffò il tensai - Dai, fuori dalle balle che devo provare i tiri in sospensione all'indietro.-
- Già...e fu così che il do'aho si ruppe il culo.- rognò Rukawa a bassa voce ma Sakuragi non fece in tempo a bestemmiargli dietro che Kaede vide una cosa che lo mandò su tutte le furie.
- MA DOVE CAZZO VAI?????-
Akagi quasi si ruppe una caviglia sentendo il volpino alzare la voce in quel modo e pure Mitsui, con faccia inferocita, si voltò per vedere cos'era quel casino.
Semplice. Raim era sui pattini a rotelle, sulla porta della palestra e fissava confusa il suo ragazzo.
- Cosa c'è?- chiese allibita, senza capire che aveva fatto di male.
- Ma dove vai con quei cosi?!- tuonò, piantando tutto e raggiungendola - Sei appena guarita! E se cadi!?-
- Oddio.- la rossa sorrise, scuotendo il capo - Le macchinette della scuola si sono rotte dopo una terapia d'urto dell'Oni, così faccio una scappata al bar e prendo qualcosa...-
- Tu non vai da nessuna parte con quelli!- ordinò perentorio ma stavolta venne zittito. E in che modo!
Un bacio veloce riuscì a bloccargli le corde vocali, scatenando i fischi di tutta la squadra che attaccarono una serie di cori goliardici da stadio che riuscirono a fare arrossire anche uno come Rukawa.
- Ehi Raim! Vacci piano!- celiò Hana in sottofondo - Potresti farmelo diventare umano tutto di colpo e mi leveresti il divertimento!-
- E tu chiuditi la bocca!- sbraitò la volpe ma ormai la sua ragazza era già sparita, facendolo incazzare ancora di più.
- Mamma mia...quanto ho sperato in questo giorno.- fece Ayako con aria teatrale.
- Quale? Quello in cui anche lui mi perde il cervello?- rognò Akagi - Ma per favore! Avanti, tornate ai vostri esercizi! Subito! E andate a prendere i tappeti per la scimmia...prima che si rompa l'osso sacro!-
- Un cavolo Gorilla, io sono il tensai!-
- Per ora sei una sega che non sa stare in piedi! DATTI UNA MOSSA!-
- Che scortesia...-
L'allenamento ora proseguiva con due titolari incazzati a morte, uno che tentava inutilmente di restare in piedi dopo un tiro in sospensione all'indietro e una ridda di ragazzini che non sapevano più cosa fare.
Comunque sopravvissero quel tanto che bastava per arrivare alle sei e chiudere i battenti.
Alla proposta di andare tutti insieme a bere qualcosa naturalmente seguì una carrellata di facce cadaveriche o peggio, assassine che convinsero tutti a lasciar definitivamente perdere.
Se non altro quel giorno Anzai non si era presentato, motivi di famiglia e quindi non aveva ancora potuto dire nulla sul marchio dei suoi cavalli da battaglia.
Il giorno dopo però li vide e, ridendo come al solito, non fece commenti negativi di sorta. Anzi, la considerò un'ottima idea che lasciò sempre più spiazzate Raim e Ayako.
- Meglio dei piercing no?- si limitò a dire il coach, bonario.
Mah, se la vedeva così!

La partita contro il Kenshin, l'ultima dei play off, si disputava giovedì alle sette e mezza al palazzetto e come sempre c'era una folla infame.
Gli avversari non impensierivano particolarmente né il mister né Akagi ma quella era anche la prima partita in cui Rukawa tornava in campo dopo quasi un mese e mezzo dall'espulsione dopo la partitella contro lo Shikuda e tutti erano in attesa di vedere cos'avrebbe combinato lo Shohoku.
Senza contare che quelli del Kenshin erano tutti spaventati a morte da Rukawa, pensando che in partita avrebbe pestato qualcuno e per questo se ne tenevano bene alla larga, lasciandogli un campo indecentemente libero.
La formazione iniziale era composta da Akagi, Kogure, Ryota, Kaede e Mahiro in posizione di guardia.
Hana e Hisashi erano in panchina e se il primo era coperto di lividi sul sedere e non riusciva a stare seduto, il secondo aveva una coda diabolica che gli usciva dalla tuta ed era pronta a trafiggere chiunque osasse rivolgergli la parola.
Mitsui in quei giorni era stato decisamente intrattabile, senza contare che suo padre aveva fatto scoppiare un putiferio per quella faccenda: il suo primogenito, non sposato, che si accollava un figlio!
Aveva fatto il diavolo a quattro e quando era arrivato a dire che avrebbero dovuto mollare il moccioso alla madre, un'immatura completa, Kay e Hisashi avevano perso la pazienza e per la prima volta dopo giorni si erano ritrovati d'accordo...buttando il caro paparino fuori di casa.
La loro madre invece, per telefono, si era dimostrata contentissima e fra le nuvole come al solito si era dimostrata felicissima di diventare nonna.
E a quell'uscita Hisashi aveva definitivamente perso la testa.
La sera stessa era uscito di casa ed era andato ad ubriacarsi con Tetsuo e Miyagi che non se l'era sentita di lasciare la guardia da sola con quel teppista maledetto.
E adesso se ne stava lì in panchina, furibondo contro quel deficiente di suo fratello e contro quella cretina cronica della sua commercialista che aveva pure preteso di vivere in pianta stabile da loro.
Comunque ci fu il fischio d'inizio e la squadra del Kenshin partì subito all'attacco. Naturalmente non passarono sotto al naso di Ryota neanche pregando in turco. Il bello fu che alla fine del primo tempo fra lui e Rukawa avevano fatto a testa almeno quaranta punti.
- Però.- fischiò Ayako quando tornarono in panchina - Avete mandato giù la dinamite ragazzi?-
- Ehi Kit, ti sei fatto un'altra canna?- cinguettò Hana perfido.
- Do'aho. Sparati.-
- Però, ce n'è di gente oggi.- mugugnò Miyagi, sollevando appena lo sguardo sulla tribuna - Comprese le teste di cazzo...- e indicò lo Shikuda con uno sguardo - Ma tu guarda...non ne ho mai viste così tante tutte insieme.-
- Lascia perdere.- sogghignò Akagi, invitandolo a ignorarli - Forza, torniamo in campo e finiamo una volta per tutte questa storia.-
- Già. Dopo il Kenshin si arriva alla frutta ragazzi.- disse Raim - La prossima sarà contro le teste di serie.-
- Un problema alla volta.- sorrise Anzai - Forza, tornate in campo e vincete la partita.-
- Si coach!-
Come volevasi dimostrare il gioco dello Shohoku fu travolgente e vinsero per 128 a 59. Una strage.

La sera stessa erano tutti a cena da Raim, come da tradizione e sul bancone della cucina, davanti a una ventina di cartoni del ristorante cinese, lo Shohoku discuteva delle prossime partite.
Almeno, alcuni discutevano, uno si massaggiava il sedere e due se ne stavano a gufare sulla sedia, usando le bacchette come badili.
- Oggi siete stati davvero grandi, non ho parole.- stava dicendo Haruko, passando gl'involtini a quella fogna del suo ragazzo - Il Kenshin è uscito a pezzi, poveretti.-
- Già, eravate delle furie.- sorrise Ayako, battendo sulla spalla di Rukawa - Ottimo lavoro!-
- Allora? Quando cominciano le finali?- chiese Mito che si era accodato con grande piacere.
- La prossima settimana.- disse Akagi che ci dava dentro coi ramen liofilizzati.
- E contro chi?-
- Aspetta, ho la griglia in borsa.- Ryota si alzò un attimo e andò in soggiorno. Tornato indietro tutte le matricole, Mito e Haruko si piegarono su di lui.
Dunque. Per primi avrebbero dovuto andare contro lo Shikuda. Ma che bellezza!
Intanto si sarebbero divertiti Kainan e Ryonan.
- Mi sa che quest'anno arriverà il Ryonan in finale.- borbottò Mitsui.
- Stai scherzando.- borbottò Kogure, sorseggiando lentamente la sua birra - Maki non è uno che molla.-
- Si ma li avete visti quelli del Ryonan giocare di recente?- fece Hisashi, recuperando l'uso della parola - Non so cos'abbiano fatto ma Uozumi è diventato un treno e tenere buono Sendoh non sarà facile.-
- Quando mai lo è stato.- frecciò Hana con una smorfia.
- Prima di preoccuparci di loro io direi di pensare allo Shikuda.- sentenziò Raim seria - Alla partita vera gli arbitri e i giudici di gara ci staranno addosso come acari a un materasso.-
- Vero.- disse Rei - Senza contare quel maledetto di Arai.-
- Infatti urge darci dentro in velocità.- scandì Akagi.
- Come se di recente non ci avessi fatto fare degli scatti che neanche i giocatori di football si sognano!- sbuffò il tensai.
- Bhè, fino alla prossima settimana dovete stringere i denti...e anche la cinghia!- ironizzò Ayako, vedendoli abbuffarsi come dei maiali - Mettetevi a dieta o ingrasserete come porci!-
- Noi consumiamo energie sai?- replicò Hana col broncio.
- Mai come quelle che consumo io urlandovi dietro.- sibilò il Gorilla attaccandosi alla birra - Forza, qua si sono fatte le dieci. Datevi una mossa e poi leviamo le tende.-
- Già, così la kitsune si va a scaldare il letto...-
- Do'aho.- ringhiò Kaede, ficcandogli un calcio da sotto al tavolo.
- Codina di paglia.-

Durante la settimana di preparazione, caso strano, ne accaddero di tutti i colori.
Al Ryonan mancò poco che Uozumi e Fukuda venissero travolti nel parcheggio da una macchina in corsa che al liceo non si era mai vista. Sendoh trovò di nuovo dei seccatori di fronte a casa e dovette trasferirsi di nuovo da sua cugina e Koshino fece brutti incontri tornandosene a casa una sera dal bar con la sua ragazza.
Lo stesso al Kainan. Maki e Kyota se ne stavano uscendo dalla palestra quando un gruppo di teppisti in passamontagna li ricorse per mezza scuola. Dovettero chiudersi in palestra e quasi ci rimasero tutta la notte ma fortunatamente avvisarono la polizia e poterono tornarsene a casa verso le due del mattino.
I giocatori erano tutti abbastanza incazzati ma allo Shohoku c'era un Oni che era tornato a divertirsi.
Venerdì mattina Kaede e Hana ricevettero addosso una pioggia di vasi dalla terrazza mentre il giorno prima la palestra era stata di nuovo allagata.
Optarono così per allenarsi al campetto vicino alla casa di Raim ma quel giorno Mitsui arrivò in ritardo.
Dei deficienti gli avevano manomesso la macchina e si era quasi schiantato contro una cabina telefonica.
Ormai il malumore era alle stelle, non le negavano più neanche i più tranquilli come Jin e Maki e se solo non fossero stati espulsi si sarebbero raccolti tutti in squadrone e sarebbero andati allo Shikuda, come aveva fatto Hana, per raddrizzare le ossa a quei bastardi ma strinsero i denti e cercarono di restare vivi.
Lunedì sera, puntuale, si disputava la prima partita delle finali.
Kay Mitsui entrò al palazzetto con le occhiaie nascoste dagli occhiali dalle lenti scure e con lui, mai successo in tre anni, c'era perfino Tetsuo. C'era un caos d'inferno, era pieno di giornalisti e le squadre espulse si affollavano alla porta delle tribune. Il chiasso era senza precedenti.
Tetsuo fece un fischio, scuotendo il capo.
- Ancora non mi spiego perché hai accettato di seguirmi.- borbottò il maggiore die fratelli Mitsui, stranito.
Il teppista alzò le spalle, con un ghigno.
- Voglio vedere come se la cava tuo fratello.-
- E?-
- E mi ha detto che la squadra contro cui giocano è una che ci va giù pesante.-
- Ah, ecco. Mi sembrava strano.-
- Sta zitto Mitsui. Sei l'ultimo a potermi fare la predica.-
- Si, forse.-
- Cosa stiamo aspettando?- Tetsuo stava per ficcarsi una mano nella tasca del giubbotto ma poi vide il cartello e sbuffò, ficcandosi una stecchino in bocca per placare la voglia - Che rottura di palle. Quanto dura la partita?-
- Quaranta minuti. Resisterai senza farti una canna?-
- Ma chiuditi la bocca.-
Tranquillamente andarono a infilarsi verso le uscite e arrivarono giusto in tempo in tribuna per vedere una marmaglia di giornalisti all'ingresso delle sue porte da cui sarebbero sfilati i giocatori.
- Però.-
Tetsuo l'aveva capito che quel torneo era importante ma una tale sfilata di damerini per lui era vomitevole.
Il vecchio Hisashi si sarebbe fatto tre ore di bracciolino piuttosto che subire un simile servizio fotografico.
- Kay-san!-
Mitsui si volse e vide Nanaka poco lontano, seduta con Mito e l'Armata, Haruko e la Kanzaki.
C'erano anche altre della squadra di pallavolo e tutti sembravano molto eccitati.
Appoggiati in prima fila invece, Ryonan e Kainan che avrebbero giocato un'ora dopo Shohoku e Shikuda e da come Uozumi e Maki si guardavano, sarebbe stata una battaglia all'ultimo sangue.
- Guarda chi si vede.- Mito ridacchiò quando Tetsuo prese posto accanto a Kay - L'Anima Ardente ti ha avvisato che l'ultima volta si sono pestati eh?-
- Diciamo di si.- rispose il teppista con un ghigno perfido - Ne vale la pena?-
- Oh, te l'assicuro.- annuì Yohei - Sta per cominciare la mezz'ora di riscaldamento.-
- Ma quando entrano?- sbuffò Nanaka, appoggiata ai sedili inferiori - Quest'attesa mi snerva.-
- A me snerva solo che possano farsi espellere.- sibilò la Kanzaki con stizza mal celata.
- Già. Se la sono fatta una camomilla prima di entrare qui?- borbottò Okuso - Non so voi ma se succede di nuovo come l'altra volta non credo che Hanamichi se ne starà buono.-
- Già, quel perdente potrebbe aiutare Rukawa stavolta.- ridacchiò Takamiya attaccato alle patatine.
- Fermi...eccoli, arrivano!- sorrise Haruko scattando in piedi assieme a tutta la tribuna dello Shohoku.
Partì un coro bestiale da stadio che non si era mai sentito e i flash dei giornalisti invasero ben presto tutta la palestra.
Dopo il casino dell'ultima volta, ora erano tutti puntati come falchi per vedere cosa sarebbe successo in quella partita fra i campioni nazionali e i pretendenti dello Shikuda.
I bastardi sembravano stare bene...già, freschi come rose e con l'aria diabolica di sempre.
A quanto pareva il trattamento di Hana gli era scivolato addosso.
- Sai una cosa?-
Hana si volse verso Miyagi, curioso.
- Cosa?-
- Ieri sera...- e il play lanciò a canestro, centrandolo, - me ne stavo nel mio letto e mi è capitato di ripensare all'amichevole. E sai a cosa sono arrivato?-
- Sono tutt'orecchi.- ghignò il tensai, lanciando a sua volta la sfera arancione.
- Sono arrivato alla conclusione che quell'amichevole mi abbia anestetizzato.-
- In che senso?-
- Nel senso che oggi potranno fare tutte le puttanate che vogliono.- Miyagi ghignò sinistramente, rigirandosi la palla fra le mani - Ma non muoverò un dito.-
- Però, che autocontrollo.-
- Si. Ma una volta fuori non mi scappano.-
Il rossino si bloccò, fissandolo attento.
- Non vorrai...-
- Solo se se le cercano oggi.-
Hana sembrava poco convinto - Tappo, non per fare la predica visto quello che ho combinato ma...ecco, la volpe è già finita nei guai, siamo stati all'ospedale, io a momenti per rabbia mi facevo segare un braccio...non so...-
- Vuoi dire che non ti brucia tutti i casini che hanno fatto?-
- Certo che mi rode.- rispose tranquillo - Però ti direi di pensarci bene.-
- Si...lo so.- ammise Ryota, poi di punto in bianco si fermò. In tribuna c'era qualcuno con l'aria famigliare.
- Ehi Hisa!-
La guardia si girò appena - Che c'è?-
- Hai chiamato i rinforzi per caso?- gli chiese Miyagi ridendo e seguendo il suo sguardo, Mitsui vide niente meno che suo fratello e Tetsuo seduti a fianco in tribuna. Mancò poco che cadesse per terra per lo sconvolto.
- Ehi ma quello è il teppista!- cincischiò Hana gasatissimo.
- Oddio...ma come ha fatto a convincerlo?- Hisashi non credeva ai suoi occhi.
Cioè...lui e Tetsuo erano amici non nel senso comune del termine, infatti non uscivano insieme tutte le sere e raramente parlavano dei loro problemi. Anzi. Però nel momento del bisogno si erano sempre dati una mano anche se Tetsuo non aveva mai fatto parte di quella frazione importante della sua vita che era il basket.
Perciò era strano vederlo lì.
Alzò appena una mano, sempre più sbigottito e il teppista gli fece in ricambio un ghigno perverso che sapeva tanto di sfida. Ah ecco, era venuto a vedere che sapeva fare.
Bhè, gli avrebbe offerto uno spettacolo diverso da solito!
Intanto in panchina Ayako e Raim spiavano verso il tavolo dei giudici.
Già, quei tre stavano osservando Rukawa che però se ne stava buono e indifferente a tutto vicino ad Akagi.
E nelle poltrone degli arbitri? Ma naturalmente Kinoshita e Hugami.
Se il primo era un venduto, il secondo era stato in ospedale tre mesi. Infatti era il primo ad essere stato pestato quando Hana e Kaede erano matricole, quindi si presumeva che non avesse voglia di tornare sotto le grinfie di quelli dello Shikuda. Forse sarebbe stato lui ad arbitrare.
- Dannazione, di male in peggio.- sibilò Ayako quando scoccarono i due minuti all'inizio e i ragazzi tornarono in panchina - Mister, che facciamo?-
- Per ora tastiamo il polso. Ryota, occupatene tu.- disse Anzai.
Miyagi fece un sorriso furbo - Certo coach.-
Raim nel frattempo scoccò uno sguardo alla panchina dei grigio neri. Takeru era seduto a gambe lunghe accanto al mister, che parlava a bassa voce, e quando incontrò i suoi occhi le scoccò un'occhiata sinuosa che le scivolò addosso come una carezza. Le fece anche un cenno col capo che lei però non ricambiò.
La formazione era la solita. Hideki Arai per il momento era in panchina.
Tornò alla realtà quando sentì la mano della volpe stretta nella sua e cercò di rassicurarsi.
Si, stavolta sarebbe andato tutto liscio.
Cose che invece non credevano Kainan e Ryonan, seduti in tribuna con le spranghe nascoste nelle borse.
La forma dei diavoli dello Shohoku invece era quella dei titolari. Anzai sapeva bene che erano gli unici a poter tenere testa agli avversari e stavolta cercò di controllare gli animi prima di mandarli in partita.
Li osservò uno per uno e sembravano diversi dall'ultima volta.
Già, come aveva detto Miyagi, l'amichevole li aveva quasi anestetizzati.
Ora avrebbero potuto giocare bene, sapendo cosa aspettarsi.
- Bene, ragazzi conto su di voi.- disse il coach placidamente - Akagi e Hanamichi sotto canestro, mi raccomando attenzione al loro pivot, Kikuji. È molto forte. Miyagi, tu occupati del centro campo con Rukawa e quando è possibile Hanamichi dovrai cercare di confondere le idee agli avversari. Occhio a Takeru, è una faina e sa fiutare ogni tattica.-
- Non si preoccupi. A lui ci penso io.- sibilò Miyagi - Propongo la marcatura a uomo.-
- Si, sono d'accordo. Così eviteremo che tutti si buttino su Mitsui.- continuò Anzai - Dovete giocare di scatti e astuzia, hanno una difesa forte e anche il loro attacco è potente, quindi mantenete il sangue freddo. Akagi, confido in te.-
- Si, mister.- il Gorilla annuì - Stavolta non avrà grane.-
- L'importante è che non ne usciate con le ossa rotte.- soffiò il Buddha ironico - O dopo aver rotto le ossa a qualcun altro.- e Kaede fece finta di nulla, ben sentendo però le ghignatine dei compagni.
- Al salto?- chiese Miyagi, mentre scadevano i minuti di riscaldamento.
- Hanamichi.- ordinò Akagi - Vai, pensaci tu.-
- Tranquillo, provvede a tutto il tensai.- frecciò Hana baldanzoso.
- Si. E vedi di lanciarla dove ci siamo noi.- sibilò il volpino in sottofondo.
- E tu pensa a non picchiare nessuno, impotente!-
- Tua sorella.-
- Ehi, non cominciamo eh?- sbottò Takenori, spendendoli a calci sul parquet - Avanti, sangue freddo gente!-
- Contaci.- sibilò Mitsui fra i denti, trovandosi a pochi passi da quel verme di Soichiro Shoji.
Il biondo sogghignò, sistemandosi le polsiere.
Naturalmente gli stava dichiarando guerra ma Hisashi cercò di concentrarsi sulla meta principale. Fare punti.
E massacrare quei bastardi.
Al salto, davanti ad Hana, arrivò Kikuji che lo superava di otto centimetri ma il rossino non fece una piega. Si guardò attorno mentre l'arbitro Hugami, un pelino tremolante a dire il vero, arrivava con al sfera arancione: Miyagi era alle sue spalle troppo vicino a Takeru, Kit davanti tampinato da Ken Yuto.
Ci fu il fischio d'inizio, accolto da un silenzio assoluto in tribuna che poi esplose in altro tifo sfegatato, ed entrambi saltarono altissimo ma il tensai, sebbene più basso, non fece nessuno sforzo a raggiungere il centro dello Shikuda. Erano entrambi di presa molto forte e la palla schizzò via, sulla linea di bordo campo alla loro sinistra.
Fu quella scheggia di Yuya Takeshi ad afferrarla e in un attimo cominciò l'attacco dei grigio neri.
Sotto canestro si formò la classica baraonda perché gli avversari non erano proprio in grado di tirare col Gorilla che faceva da scudo e ben presto l'ala piccola perse la palla. Infatti arrivò Miyagi a fare il suo lavoro e gliela soffiò in un attimo, dopo di che...oh, il contropiede in cui si erano tanto allenati fu impressionante.
Perfino il Kainan, che si vantava di un contropiede imprendibile, rimase a bocca aperta.
Il primo punto andò allo Shohoku, fu infatti Hana che dopo aver preso un rimbalzo buttò dentro la prima schiacciata della partita.
- Però.- fischiarono i ragazzi dell'Armata - Lo sfigato comincia bene!-
- E' merito di Miyagi che gliel'ha passata.- rise Mito mentre il tensai dava cinque al tappo e rideva a crepapelle.
In effetti come prima azione non era stata niente male, ammisero tutti i compagni che lo sentivano sbandierare la sua genialità ai quattro venti ma certo lo Shikuda non se ne stette buono a guardare.
Ben presto seguì il copione dell'altra amichevole. Se ne stettero buoni per un po', poi iniziarono le frecciate nel corpo a corpo, stoppate da meritarsi la galera a vita e un brutto fallo su Miyagi a un minuto dalla fine del primo tempo quando lo Shohoku era in vantaggio di sei punti. Non avevano dato fiato a Mitsui e Ryota era stata malamente buttato a terra da Takeru, che si era preso il suo, stranamente, primo fallo senza fiatare.
Il play si era rimesso in piedi ma era caduto sul gomito destro e ora gli doleva leggermente.
Fortunatamente Rukawa infilò due punti prima che scadessero i venti minuti iniziali e così tornarono a staccarsi ma dieci miseri punti non erano poi molto, almeno così disse Koshino del Ryonan.
- Già.- Aida sembrava stupito - E' strano, non è da Hanamichi e Rukawa fare così pochi punti. E anche da Mitsui. sembra che se ne stia buono...apposta!- esplose poi, illuminandosi come un lampadina - Lo stanno facendo apposta!-
- Che genio.- frecciò Uozumi - Complimenti Hikoichi.-
- Già, stanno giocando d'astuzia.- sorrise Sendoh con la sua aria serafica - Sono stati bravi a contenerli e anche ad andare in vantaggio senza sforzo eccessivo. E devo dire che praticamente gran parte del marito va a Miyagi.-
- E' impressionante.- annuì Taoka, seduto accanto a Uozumi - E' diventato fortissimo, non c'è niente da fare. Ha una visione di gioco e una velocità che pochi si sognano. Avete visto che contropiede poi ragazzi? Attenti, perché quando giocheremo contro di loro li avremo addosso in un lampo.-
- Si mister.- annuì Aida, serio - Non so cos'abbiano fatto in questo mese e mezzo ma hanno duplicato la loro velocità di rientro. Ora stanno al passo con Miyagi.-
- E' un playmaker eccezionale.- sussurrò Akira, sentendo la voglia di giocarci di nuovo contro - Ha capito quali sono i punti deboli degli avversari, infatti punta sempre contro Takeshi che è solo al secondo anno e sfrutta le loro crepe mandando avanti Hana e Akagi. Ha un gioco molto pulito in coppia con Rukawa e passa ad Hisa solo quando è strettamente necessario.-
- Ha capito che se dà palla a Mitsui lo rovinano,- bofonchiò Koshino con pungente ironia.
- Come non dargli torto.- sentenziò Fukuda che se n'era stato zitto e buono accanto all'asso del Ryonan fino a quel momento - Mitsui è sempre stato un fuoriclasse, fin da ragazzino quando andava alle medie. Certo, avrà perso del tempo a causa del suo ginocchio ma ogni volta che salta è la fine per la squadra avversaria.-
- Ognuno di loro è diventato fondamentale per l'altro.- disse ancora Sendoh - La squadra è completa.-
- E' il loro ultimo anno.- annuì il suo capitano, fissandolo - Non sarà facile batterli.-
- Che mi dite di questa tecnica delle ali?- s'intromise Taoka che all'amichevole non era stato presente.
- La vedrà nel secondo tempo coach.- sorrise Aida tutto orgoglioso - Vedrà, è una cosa eccezionale! Sakuragi e Rukawa l'hanno messa a punto tutti da soli. Si basa sul sincrono e su un gioco d'intesa in area di tiro.-
- Voglio proprio vedere cosa faranno quei due disgraziati.- frecciò il mister del Ryonan - Anzai sembra molto tranquillo ma fossi in loro non sottovaluterei Takeru e Kikuji.-
- Già.- Akira si sporse leggermente sul sedile davanti al suo, libero, per mettersi comodo - Takeru ha un eccezionale gioco di mano e una visione di poco inferiore a quella di Miyagi. Non avesse perso tempo in questi anni probabilmente sarebbe il miglior playmaker del campionato. Supererebbe anche Maki.-
- Dici?- fece Fukuda pensoso.
- Si. Era forte, il migliore. Peccato non giochi pulito.-
- E Miyagi l'ha capito bene temo.- disse Aida guardando nella panchina dei bianchi - Sembra abbia male al braccio.-
Fortunatamente non era nulla, bastò la bomboletta dell'azoto liquido a rimettere in sesto il leggero gonfiore sul gomito arrossato di Ryota ma il dente avvelenato dei ragazzi cominciava a farsi sentire.
Erano stati buoni, avevano cercato di contenere i punti degli avversari e ce l'avevano fatta ma 56 a 45 era un risultato che piaceva poco a tutti quanti.
Non era stato facile risparmiare le energie perché Takeru e Shoji in coppia erano veramente molto affiatati, per non parlare del casino che procurava Yuto in area di tiro quando lui e Shoji si buttavano su Mitsui per fermarlo. Praticamente Hisashi non era riuscito neanche a prendere la palla in venti minuti. Aveva fatto un solo tiro dalla lunetta, guadagnandosi due miseri punti. E la cosa gli rodeva.
Erano forti quei bastardi. Molto forti.
- E' ora di far vedere a quei bastardi chi sono i campioni.- sibilò Akagi battagliero.
- Grande Gori. Non aspettavamo altro.- sorrise Hana, piegando le labbra in un sogghigno inquietante.
- D'accordo. Tu e Rukawa dateci sotto ma cercate di non fare fallo. Takeru ne ha già fatti fare due a Miyagi.-
- Diciamo che è l'arbitro che se li è inventati.- lo corresse il play, serafico.
- E un'altra cosa.- proseguì Takenori mentre tornavano in campo. Si piegò su Mitsui e Hana il tempo necessario per farli sogghignare di nuovo. Bene! Finalmente si faceva sul serio.
- Sbizzarrisciti.- disse Akagi, dando una pacca sulla spalla della sua guardia - Ma non segarti le ossa.-
- Tranquillo. Ci andrò leggero.-
Miyagi sorrise di striscio, vedendo Hisashi sfregarsi le mani. Dio, che aveva in mente quello spostato?
La partita riprese e stavolta, ghiacciando le vene agli avversari, lo Shohoku travolse i loro attacchi usando l'energia risparmiata. A cominciare dalla prima azione di quegli ultimi venti minuti.
Miyagi si era ritrovato in area, davanti Takeru. Un one on one sarebbe stato interessante ma c'era qualcuno che alle sue spalle scalpitava per muoversi. Lo vide, con la coda dell'occhio. Era proprio dietro di lui.
Bastò semplicemente un passo di mano in mano e Mitsui, protetto dallo stesso scudo del corpo di Miyagi, saltò sulla testa di tutto lo Shikuda. Non appena lo fece, praticamente tutta la palestra si alzò per seguire l'azione e quando infilò la tripla esplose un boato assordante che ricaricò in un attimo tutto lo Shohoku.
- Vai, grande Mitsui!- urlò tutta l'Armata.
- Però...è sempre stato bravo a centrare i bersagli.- ironizzò Tetsuo, seriamente strabiliato.
Kay si limitò a sorridere mentre il gioco riprendeva.
Ora era facile per la guardia tirare. Se ne stava a tampinare la schiena di Miyagi che a sua volta...lo difendeva!
Gli altri quindi prima di arrivare a Mitsui dovevano passare sul play anche se dopo un po' Takeru arrivò alle spalle di Hisashi e gli deviò il tiro. Ma il re dei rimbalzi era sempre vigile e con una schiacciata portò il risultato a settanta, contro i cinquantotto dello Shikuda.
- Merda.- Shoji aveva il fiato - Ehi, Take...che cazzo facciamo?-
- Non mollano quelli.- sibilò anche Yuto, asciugandosi il sudore sulla fronte - Hideki?-
- No, non ancora.- sibilò Takeru, fissando attentamente Ryota - Voglio giocarmela questa partita, se fermiamo il loro play, fermiamo il gioco.-
- Si ma se ci buttiamo tutti su di lui lasci libero Mitsui, Eikichi.- gli fece presente il fratellastro di Raim.
Ma l'altro non sentiva ragioni.
Da quel momento in poi Ryota ce l'ebbe davvero dura. Non poteva fare un passo che Takeru gli era addosso e ora, anche se non giocava più sporco con spinte e gomitate, sembrava aver tirato fuori le unghie. Nel gioco di mano riusciva quasi ad ipnotizzarlo ed essendo quasi allo stesso livello finirono per stancarsi e quasi non passare la palla ai compagni.
La situazione si era fatta insostenibile tanto che Rukawa perse in fretta la pazienza.
Serviva qualcuno che organizzasse il gioco no? Al diavolo, se ce la faceva il porcospino poteva provarci anche lui.
Con uno scatto fulmineo che Yuto neanche vide, il volpino arrivò alle spalle di Takeru e con un semplice tocco gli fece perdere la palla. Recuperata la sfera, Kaede si guardò rapidamente attorno. Hana...dov'era?
- Qui!-
Nascose un ghigno e partì all'attacco mentre Kainan, Ryonan e le altre squadre si alzavano quasi dalle poltrone.
Stavano per farlo!
Li videro zigzagare in mezzo al centro campo e Kaede, che teneva palla, si levò facilmente dai piedi sia Takeshi che Yuto, che gli era corso dietro. Arrivato sotto a Kikuji ebbe qualche grana tecnica e mancavano sette secondi. Scartò e cercò di levarsi dai piedi quel gigante ma spingeva come un dannato e allora fu costretto a passarla indietro.
Hana imprecò, capendo che avevano perso una possibilità e vide che la palla arrivava ad Akagi.
In quel groviglio e coi secondi che passavano, solo Hanamichi era ormai in posizione di tirare...ma Kikuji!
Era quasi impossibile passarlo...a meno che...
Era l'unica possibilità. Il suo capitano gli passò la sfera a quattro secondi dallo scadere del possesso di palla, saltò, si sbilanciò all'indietro e fece una parabola pressoché perfetta. Kikuji non riuscì neanche a sfiorarla. Sfondò il canestro un attimo prima che suonassero i trenta secondi ma a prendere Hana stavolta, che come sempre stava per cadere malamente, c'era Rukawa. Gli arrivò alle spalle e lo afferrò per la vita, evitando che si ammazzasse.
- Evvai mezza sega!- esultarono Mitsui e Miyagi, sopra il coro della platea - Sei stato grande!-
Ma Hana probabilmente neanche li sentiva, era troppo intento a fare l'esaltato e il volpino ne aveva anche basta, visto ce lo lasciò andare per terra e se ne tornò al suo posto, facendosi tirare dietro una sfilza di bestemmie poco fini.
- Mica male come playmaker.- sentenziò Maki, dopo aver visto la giocata di Kaede.
- Già.- annuì Jin serissimo - Ha una buona altezza e questo gli permette di visionare la posizione dei compagni e studiare al meglio lo schema.-
- Ma c'è una piccola falla.- frecciò Kyota sarcastico.
- E sarebbe?- gli chiese Takasago, scettico.
- Quello non può fare il play. Dovrebbe fare passaggi e costruire azioni. A lui piace finirle le azioni, non crearle.-
- Mica hai tutti i torti.- borbottò Miyamasu, aggiustandosi gli occhialetti - Comunque lui e Sakuragi se la sono giocata bene. Takeru s'è fatto innervosire da Miyagi e ha lasciato troppo campo libero a quella volpe di Rukawa. Dovrebbero stare più attenti.-
- Si fottano, non voglio arrivare in finali con quelli dello Shikuda.- sibilò Nobunaga, incrociando le braccia.
- Già, sono d'accordo.- annuì Maki pacato.
Intanto in campo la partita arrivava agli ultimi cinque minuti.
Lo Shohoku era in vantaggio di diciotto punti, molti dei quali grazie alle stoppate e ai rimbalzi di Akagi e Hanamichi.
Inoltre gli avversari stavano cominciando ad innervosirsi.
A quel punto entrò Arai e bello fresco si schioccò le nocche, ghignando in faccia a Mitsui.
Hisashi roteò gli occhi blu. Dio. Ogni volta che vedeva quel bue sentiva una specie di prurito al ginocchio.
- Ehi Kit...hai notato che non ti guarda in faccia?- ridacchiò Hana brevemente.
Rukawa nascose una certa soddisfazione. In effetti Arai non si avvicinava neanche a lui.
Bene, se non altro la lezione era servita a qualcosa.
- Dai gente, sangue freddo in questi ultimi minuti!- li incoraggiò Kogure dalla panchina - Ne avete quattro ancora, stringete i denti e dateci dentro! Non lasciateli andare a canestro!-
- Ehi Akagi...-
Il Gorilla si volse, vedendo Mitsui con aria pensosa. Se ne stava inventando un'altra.
- Devo tirare.- gli sussurrò la guardia, avvicinandosi - Ma non riesco con quelli fra i piedi.-
- Che proponi?-
- Difesa a tutto campo. Sparpagliamoli.-
- Non sei così coglione come sembri, sai?- ghignò Takenori, facendo un segno a Miyagi. Il play annuì e lo fecero anche la scimmia e la volpe - Forza! Giochiamoci le ultime palle!-
- D'accordo!-
Vendendoli disperdersi, sia Maki che Sendoh esibirono un leggero sorriso.
Furbi. Si, erano decisamente furbi. Mitsui non poteva liberarsi di tre avversari ma di uno si e anche se a fatica, Hisashi dribblò Shoji e infilò la seconda tripla della partita. Decisamente non gli avevano lasciato fare nulla ma voleva riscattarsi. Inoltre quel fesso biondo gli fece anche fallo mentre tirava, quindi gli venne assegnato un altro canestro.
- Idioti.- ghignò Miyagi, dando il cinque alla guardia - Forza, rimandiamoli a casa!-
Infilata la seconda tripla, il gioco riprese...ma ormai tutti sentivano che lo Shikuda stava mollando.
Era stato facile in fondo, pensò Hana sfondando la difesa di Arai ed entrando in area. Quell'amichevole un mese e mezzo prima, per quanto disastrosa, li aveva aiutati. Ora non c'era Trash Talking che tenesse, tantomeno alcun fallo.
Erano andati ormai. Per quanto forti e agili, non avevano retto.
E così finalmente se li levarono di torno. In campo almeno.

Allo scadere del tempo, lo Shohoku vinse contro il temibile Shikuda per 99 a 75.
E tutto il palazzetto esultò.
- Ce l'hanno fatta!!- nella tribuna dove c'erano Haruko, Nanaka e gli altri, si abbracciarono di felicità mentre in campo i giocatori esultavano.
- Siete forti ragazzi!- Ayako e Raim, precedute dal resto della squadra si precipitarono in campo e corsero ad abbracciare a loro volta quei maghi del basket. Era fatta ormai.
Addio Shikuda, finalmente l'avevano tolto di mezzo, spazzandolo via dalla loro strada.

Negli spogliatoi c'era un fracasso indecoroso ma nessuno ebbe cuore di fermare né la danza della pioggia dello Shohoku, né di andare a fucilarli, visto tutto quello che lo Shikuda aveva fatto passare ai ragazzi.
Stavolta alla danza della vittoria ci si unirono perfino Hana, Ryota e Hisashi, saltando sulle panche dove gli altri invece si cambiavano.
- Inutile dire le cose, vero capitano?- Ayako eliminava lo Shikuda dalla loro tabella di marcia, sorridendo brevemente, vicino ad Akagi - Hanno fatto miracoli.-
- Già.- annuì il Gorilla, chiudendo la tuta nella borsa e infilandosi la felpa sulla maglietta. Se ci ripensava non riusciva a credere che Mitsui e Miyagi si fossero accordati per far tirare la guardia, usandosi a scudo a vicenda, tantomeno era riuscito a credere che Rukawa avesse creato un'azione da vero manuale del playmaker, salvando poi Sakuragi dalla rottura sicura dell'osso sacro.
Chissà che a forza di rompere con quella storia del gioco di squadra avessero finalmente capito!
Sarebbe stato troppo bello per essere vero.
- Ehi ragazzi!- Haruko e Nanaka misero la testa nello spogliatoio in quel momento, dondolando i sacchetti del bento - Vi abbiamo portato uno spuntino! A qualcuno interessa?-
- Harukina, amore! Sei la mia salvezza!- celiò Hana, saltando praticamente in testa alla sua ragazza con le fauci spalancate, ma più per la fama di cibo che d'altro.
- Oddio datemi quegli onigiri!- esultò anche Miyagi - Ucciderei, vi avverto, per uno di quelli!-
- Volpacchiotto hai fame?- gli chiese Nanaka.
- Tanto è inappetente!- ridacchiò Hana, mentre si abbuffava.
- Do'aho.-
- Forza!- li spronò Ayako - Avete vinto ma non è ancora finita. Mezz'ora e giocheranno Kainan e Ryonan. Muovetevi o non vedremo niente di niente.-
- Ma io volevo andare a cena.- piagnucolò Ryota con aria da cucciolo - Dai, Ayakuccia...-
- Ayakuccia un corno!- sbraitò il Gorilla afferrando lui e Hana per la collottola delle felpe - Forza, muovetevi! E tu Rukawa non t'azzardare ad addormentarti! Vatti a prendere un caffè piuttosto!-
- E io vado a fumare.- sbuffò Mitsui, finendo di allacciarsi i jeans sotto la giacca sportiva dello Shohoku.
- Non impiegarci anni.- lo richiamò Raim - Ti teniamo un posto.-
- D'accordo.- e senza dire altro la guardia e l'ala piccola andarono ad infilarsi vicino ai distributori. Mentre uno raccattava un caffè lungo e forte, l'altro se ne stava sulla terrazza per fumatori, ora strapiena di gente che stava a godersi anche la seconda partita.
- Ehi campione.-
Mitsui si volse, trovandosi Tetsuo a fianco. Una sigaretta spenta fra le labbra, si avvicinò a quella della guardia e se l'accese, dando un tiro.
- Non ti fa bene fumare, idiota.- gli disse il teppista.
- Senti chi parla.- ghignò Hisashi.
- Io mica sono un atleta che centra i canestri dalla linea di metà campo.-
- Vedi che sono un figo come dicevo?- frecciò la guardia ironicamente - Allora? Che mi dici della tua prima partita?-
- Illuminante.- considerò il maggiore, appoggiandosi alla ringhiera - Ringrazia di essere stato tanto innamorato della tua palla, ragazzino. O non ti saresti salvato e saresti come me ora.-
- Bhè, forse non starei neanche per diventare zio.- sibilò l'altro fra i denti, mentre Tetsuo rideva, quasi strozzandosi col fumo - Te l'ha detto eh?- continuò Mitsui - Dio, questa da lui proprio non me l'aspettavo.-
- Hisashi, tuo fratello non è mai stato un santo. Questo spero che tu lo sappia.-
- Si, so cosa faceva ma da quando mi ha preso con lui è sempre stato l'esempio di tutto ciò che è giusto fare. Cioè, non mi ha mai soffiato sul collo e non è mai stato bacchettone, figurati però...non so, ho sempre avuto la certezza che lui avrebbe fatto la cosa giusta in qualsiasi situazione. E adesso quel deficiente ha messo incinta quella cretina.-
- Non ti va proprio giù eh?- ghignò il teppista - Non è che sei geloso moccioso?-
- Cosa?! Ma ti sei fatto una pista intera? Ehi, ma dove vai?- gli chiese, vedendo che se ne andava alla porta.
Tetsuo spense la sigaretta nel portacenere appoggiato all'ingresso, facendogli un cenno senza voltarsi.
- Vado con tuo fratello alle corse.-
- Porti Kay alle corse?!- Hisashi era sempre più allibito - Ehi, lo sai che anni fa quando siamo andati a vivere insieme ci siamo divisi le parti? Eh? Già, io sono la carogna mentre lui è il pilastro dell'integrità.-
- Ragazzino, un consiglio.- gli disse il teppista, andandosene - Vai a farti vedere da uno strizzacervelli.-
- Grazie, grazie tante!- sbuffò la guardia con stizza - Voi andate pure alle corse, io me ne starò qua a farmi le paranoie.-
- Te le sei sempre fatte, campione. È nella tua natura farti seghe mentali...a parte quando corri al chilometro rosso. Ti saluto!-
Rimasto solo, Mitsui sbuffò come un mantice. Dannazione, tutte a lui...
Fece per tornarsene in palestra, onde evitare altre ripercussioni da parte di Akagi quando si bloccò in mezzo al corridoio.
Toyotama.
Quella tuta.
Qualcuno a pochi metri da lui, girato di spalle, si stava scolando un caffè appoggiato al muro, messo di fianco.
Toyotama. Era venuto a vederli.
Il tizio si volse. Un ghigno sinistro si piegò sulla sua bocca.
- Chi non muore si rivede.-
Hisashi scosse il capo, dandogli le spalle e andandosene.
Ci mancava anche il Calimero di Osaka.

Mezz'ora più tardi, l'arbitro fischiava l'inizio della partita fra Ryonan e Kainan.
Lo Shohoku era seduto in tribuna e, anche se esausto, non perdeva d'occhio né un movimento, né un segno.
Maki sembrava più agguerrito del solito, proprio come Uozumi.
- Quei sono decisi a prenderci il titolo.- disse Rei Manabe, poggiato alla poltrona davanti tutto attento.
- Già. Al Kainan la sconfitta dell'anno scorso è bruciata da impazzire.- disse Nobu.
- E' strano che le teste di cazzo non ci abbiano messo una bomba negli spogliatoi.- frecciò Miyagi - Lo Shikuda è già sparito?-
- Così pare.- disse Rei, indicandogli qualcuno con lo sguardo - Ma è rimasto l'uccellino.-
I titolari non capirono ma seguendo lo sguardo della matricola videro qualcuno appoggiato alla ringhiera, a qualche metro da loro. Sul metro e settantacinque, occhiaie profonde, aria da drogato.
- Yase Tomigaoka.- l'informò Nobu.
- L'Oni?- allibì Ayako - E' lui?-
- Già.- annuì Manabe - E dalla faccia non dev'essere contento.-
- Crepi.- sibilò Akagi - Lasciate perdere quel tizio e godetevi lo spettacolo.-
E se lo godettero, in tutti i sensi.
In campo stava succedendo qualcosa di strano: Sendoh e Fukuda come al solito costituivano un team d'attacco veramente impressionante ma qualcosa nel Kainan non andava. Maki e Kyota li contrastavano ma da fuori area...si, da fuori area qualcosa non quadrava per il verso giusto.
Jin aveva perso la palla troppe volte.
E al tiro, la sua postura per uno dall'occhio attento come Mitsui non sembrò del tutto regolare.
La sua mano destra deviava troppo. Come se...
- Che ha Jin?- borbottò Rukawa a bassa voce.
- Non so.- replicò Mitsui, seduto al suo fianco - Ma qualcosa non va.-
- Già, qualcosa non va davvero.-
- Vedete fantasmi ovunque voi due.- frecciò Hana.
- Tu non capisci una mazza perché non sai tirare.- lo zittì il volpino.
- Ma sparati.-
Intanto Sendoh era davanti a Maki. Stavano duellando per la palla e ne vennero fuori le scintille, letteralmente.
Qualche schiacciata di Uozumi, uno dei numeri di Kyota e il primo tempo finì.
Le due squadre sembravano già esauste.
- Porca miseria.- disse Raim - Aveva ragione Hisashi. Il Ryonan è diventato imprendibile.-
- Si ma anche il Kainan ha qualcosa che non va.- Akagi non sembrava tranquillo.
- Dio che fisse!- sbraitò il rossino - Allora, cosa c'è che non va?!-
- C'è che Jin ha dei problemi al braccio. Al polso direi.- interloquì Mitchy serio - E ne risentono un po' tutti. Se il mister non lo sostituisce con Miyamasu mi sa che finiranno nei guai.-
- Credi gli sia successo qualcosa?- interloquì Miyagi, mentre Hana veniva insultato un po' da tutti.
- Non so...forse lo Shikuda alla fine ha sistemato davvero qualcuno del Kainan.-
- Takato non è un imbecille.- Ryota guardò nella panchina dei giallo viola - Se davvero il loro miglior tiratore ha dei problemi non rischierà di sputtanare la partita.-
- Oppure si è studiato la tabella di marcia.- mugugnò Kaede.
- In che senso senpai?- gli chiese Rei interessato.
- Il Kainan fa spesso di questi giochetti. Nella prossima partita sono contro di noi, mentre il Ryonan andrà contro lo Shikuda. Forse pensano di batterci e di riprendere poi Sendoh e compari alle finali.-
- Stronzate.- sindacò Hana.
- Già.-
- Questo forse darebbe il tempo a Jin di rimettersi in sesto.- ponderò Akagi - Ma è rischioso.-
- Intanto però non è che gli lascino vita facile.- borbottò Kogure, proprio quando Kyota andò a canestro piantando una schiacciata poderosa - Non avranno Jin in ottima forma ma Maki è sempre un play eccezionale. Potrebbero vincere solo grazie a lui.-
- I canestri da fuori area però sono troppo importanti. Stiamo a vedere.-
Il primo tempo finì con due punti di vantaggio per il Kainan ma tornati in panchina, Taoka sembrava sorridere sotto i baffi. E Sendoh, Fukuda e Uozumi sembravano sicuri del fatto loro.
Takato invece agitava il suo ventaglio piuttosto istericamente.
Si, avevano un problema.
E bello grosso. E uno come Sendoh di certo se ne sarebbe approfittato.
I ragazzi non riuscivano a capire come quelli del Kainan fossero arrivati a tal punto. Era talmente insolito vederli seriamente nel panico...se non contro di loro almeno, alle finali dell'anno precedente.
Maki comunque teneva tutto il centro campo e anche Akira faticava a tenerlo buono. Ad ogni contrattacco, il Kainan tornava indietro come se avessero avuto le ali ai piedi e questo fece guadagnare parecchi punti alla squadra di Takato.
A pochi minuti dalla fine però dovette sostituire Jin. Fukuda gli aveva rubato la palla tante di quelle volte che era impossibile tenerlo in campo. Sarebbe stato un suicidio e al suo posto entrò il pigmeo.
Ma era troppo tardi.
Fu una finale sofferta, anche troppo.
Sotto canestro anche Uozumi fece l'impossibile e alla fine, strabiliando lo Shohoku, il Ryonan vinse per due soli punti di vantaggio.
Un'enormità per una squadra come il Kainan che uscì dalla palestra con un'unica certezza.
Avrebbero dovuto vincere a tutti i costi contro lo Shikuda e lo Shohoku.


 

 

 

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Capitolo 28
*** Prima della Finale ***


raim28

 

 

- No, no, no!! E che cazzo, ma che fai? Parti con la quarta inserita? Ma sei totalmente deficiente?!-
Hana incassò la testa nelle spalle, con Mitsui che gli sbraitava come un dannato nelle orecchie dalla parte del passeggero. Si, di certo non era normale partita con la quarta...
Però che palle quella faccenda della patente! Una vera rottura.
E poi Mitchy aveva così poca pazienza...crudele essere senza cuore.
- No...aspetta! Prima molla la frizione...ecco...bravo, piano...no, no così la imballi! IDIOTA! MA SEI TOTALMENTE STRAFATTO?? TE L'HO DETTO MILLE VOLTE!!-
Ok, meglio lasciar perdere.
Quel giorno proprio non c'era con la testa.
Meglio scendere e lasciar anche sbollire Mitsui prima che gli avesse tirato la macchina sulla testa.
E meno male che erano nel parcheggio residenziale accanto alle villette sulla spiaggia dove abitava Raim. C'era da dire che aveva sempre guidato bene, ma in previsione dell'esame sembrava essersi scordato tutto.
La kitsune poi, che doveva fare l'esame con lui, a momenti si addormentava al volante e Hisashi per quel giorno ne aveva basta davvero di quei due.
Scese come un tornado dalla sua macchina, tirandosi dietro il rossino e buttandolo a sedere sulla panchina lì accanto dove Kaede sonnecchiava col lettore nelle orecchie.
- Siete una disgrazia!- scandì la guardia - Avete guidato fino alla settimana scorsa, che cazzo vi prende?-
- Tensione pre-esame.- borbottò Sakuragi col broncio - E scusa, tu non eri teso?-
- No, perché avevo già sfasciato tre macchine!- ringhiò Mitsui fra i denti.
Era fine maggio ormai e i campionati prefetturali stavano per volgere al termine.
Lo Shikuda, anche se con una fatica immane, era stato battuto sia dal Kainan che dal Ryonan e alla fine era definitivamente uscito dalle loro vite ma di certo sia Maki che Uozumi per battere Takeru avevano dovuto sputare sangue, specialmente a causa degli ultimi incidenti capitati recentemente.
Jin, si era venuto a sapere dopo, aveva effettivamente preso un brutto colpo al polso destro dopo che alcuni amici di Takeru l'avevano preso nel parcheggio del liceo e questo aveva pregiudicato la loro partita contro il Ryonan ma contro lo Shikuda, Maki e compari erano stati implacabili.
Avevano vinto con uno scarto di trenta punti mentre il Ryonan con venti.
Ma erano state partite veramente magistrali. Nonostante i ragazzi di Akagi avessero odiato lo Shikuda con tutte le loro forze, dovettero ammettere che per mandare Maki in confusione in partita ci volevano dei campioni e quei bastardi, nonostante fossero delle vere carogne, lo erano.
Comunque erano stati surclassati e se li erano levati dalle balle.
Due giorni prima invece c'era stata la partita fra Kainan e Shohoku.
Di nuovo, la mancata presenza di Jin e la nuova forza dei diavoli rossi aveva fatto vincere loro la partita.
Ma quanta fatica. Rukawa aveva tenuto testa a Maki per tutti i quaranta minuti e Ryota, faticando sette camicie, aveva elaborato gli schemi con Hana a tal punto che né Maki né Kyota erano riusciti a fermarli.
Miyagi però era dovuto uscire, esausto, a tre minuti dalla fine ma avevano vinto comunque, con sei punti di vantaggio fatti all'ultimo momento grazie a due triple di Mitsui.
Era stata dura per il Kainan da mandare giù, specialmente per Jin che si era sentito in colpa ma niente avrebbe potuto fermare Akagi e i suoi, arrivati a quel punto.
E ora, davanti a loro, c'era solo il Ryonan visto che Sendoh, strabiliando anche Rukawa, aveva piegato Maki il giorno prima.
Si, il Ryonan aveva vinto contro il Kainan.
Dopo diciotto anni, il Kainan era stato fermato a un passo dai campionati nazionali.
E finalmente si era giunti alle sospirate finali.
La partita si sarebbe disputata da lì a quattro giorni e i nervi dello Shohoku crescevano.
Proprio come quelli degli avversari.
Peccato però che ci fosse di mezzo anche quella grana della patente.
Per Miyagi mettere quei due su una macchina era un suicidio ma non aveva fatto commenti, anche perché prima si levavano dal groppone quella grana, prima sarebbero tornati a concentrarsi solo sulla finale.
E dovevano vincere. Dovevano farlo anche se ormai sia loro che il Ryonan sarebbero andati ai campionati nazionali.
Era l'ultimo anno per Mitsui, Akagi e Kogure e dovevano vincere. A tutti i costi.
- Ragazzi!-
I tre si voltarono, vedendo Raim arrivare a rotta di collo sui pattini, sventolando qualcosa in mano.
I pacchi del negozio fotografico. Eh si, qualche idiota a caso nelle settimane precedenti aveva perso allegramente tutti i rullini del ritiro e per trovarli a momenti avevano dovuto usare i segugi ma alla fine avevano rimesso mano a tutto e qualche giorno prima erano andati a far sviluppare la bellezza di quattro rullini, per un totale di quasi cento foto.
Un panico vederle tutte.
Nel frattempo arrivarono anche Ayako e Ryota, in macchina con Akagi e la Piattola, così la piccola riunione pomeridiana della domenica ebbe inizio.
In effetti ognuno in quel periodo aveva un po' le sue grane da sistemare, questo è da specificare.
Kaede doveva tirare su i voti di qualche materia, esattamente come Miyagi. Hana aveva le sue paturnie giornaliere che persistevano tutto l'anno, Akagi, Kogure e Mitsui dovevano prepararsi per gli esami finali e occuparsi delle nuove iscrizioni all'università, se mai ci fossero andati...e così via per tutta la squadra.
- Allora Gori? Ti hanno mandato le risposte della facoltà?- chiese Hanamichi, mentre si scolavano una birra tutti insieme, seduti sul muretto davanti al campo da basket dove ora si divertivano alcuni ragazzini.
- Già.- annuì il capitano, portandosi la lattina alle labbra.
- E allora? Dai non tenerci sulle spine!- sorrise Ayako - Tanto lo sappiamo che sei un genio! Ti hanno preso?-
Annuì di nuovo, scatenando un coro d'assenso dei suoi chiassosi amici e tirò fuori la risposta dell'università H.K. di Tokyo, proprio quella in cui era stato invitato Mitsui e la porse alla manager.
- Ah, era troppo scontato che ti avrebbero preso coi tuoi voti e il tuo gioco a basket!- sorrise la sorella, abbracciando il Gorilla di spalle - E al sempai Kogure? I risultati?-
- Lui s'iscrive qua.- rispose il Gorilla - Non vuole lasciare i suoi da soli.-
- E tu Mitchy?- Hana lo guardò di striscio, vedendo perso a fissare il campo - I risultati dovrebbero essere arrivati anche a te.-
- Hn.-
- Non parlare come la volpe! Dai, com'è andata?-
Hisashi per tutta risposta estrasse dalla tasca una busta bianca piegata in due. Ancora chiusa.
Era dall'università di Tokyo.
- Non l'hai aperta?- si stupì Miyagi, prendendogliela delicatamente.
La guardia alzò di nuovo le spalle, incurante.
- Ho capito, l'apro io.- sbuffò Ryota - Fifone.-
- Nano.-
- Può farsi. Ma tu resti un fifone.-
- E tu resterai un tappo.-
- E basta, che palle!- Hana strappò la busta dalle mani del play, posando la lattina di coca cola e leggendo velocemente. Scosse il capo e scandì, ad alta voce -"Caro signor Mitsui, siamo lieti di confermarle che la sua domanda è stata accettata. L'aspettiamo...bla, bla, bla...si, l'Università Hattori Kenzo di Tokyo."-
- Sei stato preso Mitchy, sei un grande!- Raim e Ayako gli saltarono al collo, strapazzandolo dolcemente - Visto? A forza di fare lo scansafatiche è valso a qualcosa no?-
- Che ridere, mi fate morire.- frecciò tetro.
- E che mortorio.- Akagi scosse il capo - Ma si può sapere che hai? Ancora per la storia di tuo nipote?-
- Ah già!- s'illuminò Haruko - Vi hanno detto se è maschio o femmina?-
La guardia fece di nuovo una smorfia anche se il suo sguardo s'illuminò vagamente.
- Femmina.-
Tutti quanti attaccarono di nuovo a ridere come matti, facendolo incazzare ancora di più.
- Fatela finita branco di bastardi, non è giornata!-
- Oddio...oddio!- ridacchiò Miyagi piegato in due - Vi ci voglio proprio vedere tu e tuo fratello con una bambina in casa! Questa è fantastica!-
- Non fa ridere, è una tragedia!-
- Ma che tragedia...- Raim aveva le mani sulla bocca, per evitare di sghignazzargli sul grugno - Più che altro...farà spanciare perché nella vostra famiglia siete praticamente solo maschi! Oh povero Hisa...ti verrà una crisi isterica prima del prossimo Natale!-
- Ma andate al diavolo.- sentenziò Mitsui, scendendo con un balzo dal muretto - Vado a casa, ci vediamo domani a scuola.-
- Già, vediamo di non segare gli allenamenti, come fai sempre di lunedì.- lo rimbeccò Akagi - E attento alle bambine per la strada, non investirle!- aggiunse dopo a bassa voce, ma abbastanza alta per farsi sentire dall'interessato e farsi bestemmiare di nuovo dietro.
Si, l'ora X si avvicinava. E non era solo la finale col Ryonan.
Si avvicinava l'ultimo giorno di scuola e la consegna dei diplomi.
Stette in giro tutto il giorno, spegnendo il cellulare e quando tornò a casa sua era buio e Kay era già andato a lavorare. Le luci erano spente quindi quell'oca della sua ex ragazza non si sarebbe fermata a dormire.
Bene. Ottimo.
Tutto stava andando come doveva.
Ma in lui cresceva il nervoso.
Passò il cancello, chiuse la macchina in garage e andò a stendersi nell'erba alta, nel piccolo giardino dell'ingresso.
Lì sdraiato tirò fuori le sigarette e se ne mise una in bocca, poi cercò l'accendino ma in tasca trovò solo la lettera della facoltà di Tokyo.
Rimase a fissare la pagina immacolata.
Suo padre avrebbe fatto i salti di gioia. Di certo l'avrebbe spinto a fare Giurisprudenza.
Fesserie.
Scosse il capo, accartocciò la lettera e dopo averne fatto una pallottola la lanciò via, a caso.
L'accendino fece una scintilla mentre la sigaretta iniziava a consumarsi, al primo tiro.
- Dovresti smetterla di fumare.-
Hisashi non dovette neanche alzare gli occhi.
Immobile, restò tranquillo quando un tizio si sedette accanto a lui con la lettera accartocciata.
La lesse e sogghignò.
- Me l'aspettavo.- disse Akira Sendoh, buttandosi a fianco la sacca e la canna da pesca.
- Appena tornato?- gli chiese Hisashi, senza staccare gli occhi dal cielo stellato.
- Già.-
- Preso qualcosa?-
- Ti sembrerà strano ma mi sono scappati tutti.-
- Però. Che t'è preso Sanpei?-
- Lascia perdere, non era giornata.- Akira si sdraiò al suo fianco - E così ti hanno accettato alla H.K. eh?-
- Così pare.-
Il porcospino sorrise ancora, sentendo il suo tono.
- Hisa...Hisa...cos'è che vuoi davvero?-
- Se lo sapessi starei qua a farmi le seghe secondo te?-
- Il problema è che di seghe te ne fai troppe. Anche in senso non letterale visto che pure Junko ha le finali.-
- Ahah, che ridere.- Mitsui gli scoccò un'occhiataccia - Sei venuto per farmi l'ennesima paternale papà?-
- A dire la verità per farmi un bicchiere. Hai qualcosa di forte in casa?-
- Del cianuro ti va bene?-
- Fino a quando c'è tempo per l'iscrizione?- glissò Sendoh.
- Fine ottobre.-
- Allora dammi retta.- sospirò il porcospino - Una volta preso il diploma e finito il campionato a Tokyo, prenditi un mese. Ma non spaccarti la testa. La risposta prima o poi verrà da sola. E non preoccuparti per Kay. Lui è forte, è un grande...saprà cavarsela da solo.-
- Già. Da un adolescente manesco e in crisi a una mocciosa urlante.- frecciò Hisashi - Bel salto di qualità.-
- Ho capito, oggi non è proprio giornata.- Akira lasciò perdere, tirandolo in piedi e seguendolo in casa - Allora? Me le hai portate le foto del ritiro o no?-
- Ah, sono in macchina. Tieni.- e gli lanciò le chiavi - Prendile, intanto ti verso qualcosa. Sakè va bene?-
- Si, perfetto. Arrivo subito. E devi anche farmi vedere bene lo scarabocchio sul collo.-
- Ma che scarabocchio, imbecille. E poi non fraternizzo col nemico!-
- Che c'è, gli uomini non ti vanno più bene?-
Ma per tutta risposta Sendoh si prese la porta di casa sul muso, ridendo come suo solito. Poco più tardi era svaccato sul divano del salotto, foto nella mano sinistra, bicchierino nella destra. E cavolo se bruciava quel sakè!
Hisashi era seduto davanti a lui, sull'altro divano, le gambe lunghe sul tavolino di mezzo.
- Avevi bisogno di svagarti eh?- gli chiese all'improvviso.
Akira, silenziosamente, alzò gli occhi su di lui. Annuì, senza perdere il suo dolce sorriso.
- Taoka si aspetta molto. È un po' più isterico del solito.-
- E tua madre?-
Sendoh stavolta sorrise di cuore - E' in via di guarigione.-
- Sono contento.- e anche a Mitsui scappò forse il primo leggero ghigno della giornata. Akira, nonostante l'aria superficiale e scanzonata, era una di quelle persone come Hanamichi che sapevano entrare in una stanza buia e illuminarla completamente. Da principio Hisashi non dava mai confidenza a nessuno ma Sendoh era bravo e simpatico, sensibile e altruista e non rompeva mai le palle a nessuno, cosa che la guardia apprezzava moltissimo.
Peccato per le sue manie.
- Però...Junko col bikini è la mia dea del sesso! Posso fare un duplicato di questa foto?-
- Ti duplico un calcio in faccia se non la smetti. Hentai di un porcospino.-
- Ha parlato.- ghignò la perla del Ryonan - Il nome Anima Ardente da che campo arriva? Solo quello da basket?-
- Sparati.- Hisashi scosse il capo, divertito senza volerlo ammettere. Già, Akira a volte era l'unico a rimetterlo al mondo. Strano davvero.
- Quattro giorni e ci saranno le finali.- bofonchiò, poggiandosi col gomito sul bracciolo del divano.
- Già.- Sendoh si fece diabolico - Pronto a perdere?-
- Sta zitto. Avete vinto col Kainan per il rotto della cuffia.-
- Ha parlato. Avete vinto all'ultimo minuto perché hai infilato per caso due triple. Se ci fosse stato Jin e Maki non fosse stato così stanco per la partita contro lo Shikuda e Takeru vi avrebbe steso.-
- Infilato per caso? Non ce n'è migliori di me.-
- Hai ragione Mr Modestia.- frecciò Sendoh - Ma contro di me non ce la farai a fare neanche nove punti.-
- Contro di te?- Mitsui alzò il sopracciglio, curioso - Mi marcherai tu?-
- Diciamo che ho chiesto io l'onore.-
- Wow.- ironizzò la guardia - Poveretto, non farai un passo.-
- Se, continua a sognare.-
- Credevo che avessi ancora dei conti in sospeso col nostro volpino.-
- Infatti. Vedrò di giostrarmi meglio voi due perdenti.-
- Oddio...aspetta che apro le finestre, stanno volando un po' troppe cazzate!-
Se non altro la serata finì leggera. Molto meglio di com'era cominciata...e Mitsui si addormentò leggermente più sereno di come si era svegliato. Sulla scrivania però restava quell'iscrizione all'università.
Già, prima o poi avrebbe dovuto decidersi.

Il lunedì, si sapeva, era una giornata orrida per tutti ma quando entrarono allo Shohoku, Hana e Kaede rimasero un attimo spiazzati. Tutte le macchine dei professori nel parcheggio erano state bersagliate da mattoni.
- Porca puttana...- il rossino era sconvolto - Meno male che ci siamo fatti due passi Kit.-
- Hn.- il moro però non perse tempo a guardarsi attorno, spinse il tensai dietro al muretto d'ingresso appena in tempo prima che un altro bolide li prendesse in faccia. Contemporaneamente gli studenti che stavano arrivando si abbassarono di volata, mettendosi a urlare per lo spavento.
- Ma cos'ha quel maledetto, una catapulta?- sbraitò la Kurata, dall'altra parte del muro.
- Così pare.- Nanaka, alle sue spalle, spiò leggermente ma a quanto pareva non era finita.
Seguì un'altra pioggia di sassi che fecero saltare l'allarme della BMW di Yoshikawa poi, proprio davanti all'ingresso, cadde un fumogeno dell'alto e dopo una piccola esplosione seguita da una nuvola di fumo, tornò tutto tranquillo.
Gli studenti non si sognarono neanche di mettersi subito in piedi, così aspettarono qualche minuto, giusto in tempo per sentire le strilla del vicepreside e dagli altri insegnanti dalla sala professori al piano terra.
- Dio santo...-
La volpe e il tensai si volsero, sentendo arrivare Mito e l'Armata.
- Bel casino.- mugugnò Noma, sconvolto - Ma chi è stato?-
- L'Oni.- Hanamichi alzò le spalle - State bassi, non sappiamo se ha smesso davvero.-
- Porca miseria.- Okuso attaccò a ridere come un matto - Guardate quanto ha fatto di danno alla macchina del pelatino!-
- Mamma, stavolta Yoshikawa non la prenderà bene!- rincarò Takamiya, già attaccato all'ultima ciambella del pacco che si era comprato per bento - Comunque la matricola è bella nevrotica eh?-
- Già. Manabe andrà in visibilio.- cinguettò Yohei - Spero solo che Akagi e gli altri non siano venuti in macchina.-
- Il Gori no ma...- Hana fece una smorfia, mettendosi le mani in faccia - Oh no! Aota!-
Manco a dirlo, l'Oni aveva preso in pieno con tre sassate la macchina sgangherata del capitano del club di judo. E ora Aota era in preda a una violenta crisi isterica, seguita da minacce di morte di ogni tipo.
Decisamente il piccoletto non aveva preso bene l'esclusione dei suoi amici dalle finali.
Più tardi, in palestra, Rei Manabe entrò sul parquet con un sorriso luminoso alla Sendoh che fece scuotere il capo a tutti i suoi senpai.
- Non so chi sia più matto. Se Tomigaoka o lui.- sbuffò Nobu, ridacchiando.
- Mi stupisce di più che lo Shikuda non abbia fatto retate dopo la sconfitta totale.- disse Miyagi, seduto in panchina a legarsi le scarpe - Gli scherzi del moccioso possono essere seccanti ma quelli sono vendicativi da matti.-
- Già, Hanamichi gli ha cambiato i connotati.- disse Yasuda preoccupato.
- E se ci combinassero qualcosa mercoledì sera?- alitò Shiozaki.
- Bhè, Rukawa non ha un'altra casa da bruciare.- frecciò il rossino, arrivando dagli spogliatoi in quel momento - Possiamo sempre chiuderci tutti in hotel.-
- Non pensate di esagerare?- fece Kogure - In fondo ormai sono fuori.-
- Per gente come quella l'orgoglio viene prima di tutto.- disse Mitsui, arrivando alle spalle dell'ala grande - Se vogliono finire la faccenda lo faranno mercoledì. Ne sono sicuro. L'idea di Hana di chiuderci da qualche parte non è da scartare.-
- Si ma dove andiamo? In un Love Hotel?- Miyagi scosse il capo - Dobbiamo trovarci un posto vicino alla palestra.-
- Perché non qui?-
La truppa si girò verso il Gorilla, allibita.
- Come?- riecheggiò Kogure - Takenori intendi...qui in palestra?-
- Precisamente.-
- Ma...ma...- Hana sembrava andato in palla - E per dormire, mangiare...la tv!-
- Per dormire useremo dei sacchi a pelo, abbiamo le docce degli spogliatoi e la mensa. E non so se ve lo ricordate idioti, ma domani e mercoledì c'è festa nazionale. Niente scuola.-
- Già, è vero!- annuì Nobu - E' Tanabata*!-
- Addio sbronza.- sibilò Mitsui fra i denti.
- Quindi vuoi davvero farli fermare qua?- Ayako sorrideva di quell'idea bislacca ma geniale - Di certo non vedendovi in giro e neanche a casa penseranno che vi siete di nuovo cacciati in ritiro da qualche parte. Sempre ammesso, certo, che vogliano davvero vendicarsi!-
- Fermi un secondo!- sbottò Raim con un ghigno perverso - Voi matti volete fermarvi qui da soli, giusto?-
- Ahah.- fecero tutti in coro.
- Bene. E chi cucina?-
Silenzio. Tutti gli occhi si puntarono su una sola persona.
- Cosa?! COL CAZZO! Non sono la vostra cuoca, arrangiatevi!- scandì Sakuragi incazzoso - Già mi tenete chiuso qua dentro con Tanabata alle porte e dovrei anche cucinarvi la cena? Siete fuori di testa. Anche Mitchy sa cucinare poi!-
- Due cose in croce.- borbottò la guardia.
- Sentite, non possiamo prima parlarne con Anzai?- soffiò Kaede serafico, appoggiato al muro di spalle.
- Già, magari non ci darà il permesso.- disse Yasuda.
- Si ma siamo arrivati fin qua, non possiamo farci fregare all'ultimo minuto dalla vendetta di quei bastardi.- sentenziò Ryota - Senza contare che quell'Oni maledetto continua a fare queste stronzate! Se ci prendeva in testa con quei mattoni saremmo finiti all'ospedale con la scatola cranica bucata!-
- Che c'è tappo, ti vedi ancora il cane morto nell'armadietto vero?- insinuò Mitsui.
- Ma guarda un po' tu Hisa!-
- Ok...io però devo andare a vedere la finale di Junko domani sera.- scandì Hisashi deciso - E' al palazzetto e se non ci vado Nanaka mi terrà il muso per giorni, senza contare che ormai la mia ragazza la vedo solo col binocolo. E questo anche grazie a te, Gorilla!-
- Se, se.- Akagi agitò una mano con noncuranza - D'accordo, ne parliamo con Anzai, poi prendiamo armi e sacchi a pelo e ci chiudiamo qua. Se stiamo attenti a non farci vedere andrà tutto liscio.-
- E scusate...- cinguettò Rei - Già che ci siamo e domani è Tanabata...non possiamo andare tutti al tempio?-
- Si, a pregare di restare vivi.- sibilò Rukawa lugubremente.
- E a scrivere i desideri, è vero!- disse anche Ayako - Sembra passata una vita dall'ultima volta che l'abbiamo fatto tutti insieme. Possiamo uscire domani sera per andare alla partita delle ragazze e poi andare al tempio.-
- Contro chi giocano poi?- chiese Hana.
- Masuda.- sogghignò Raim - La seconda in classifica dopo di loro.-
- Mi sa che ce le ritroveremo a Tokyo con noi.- sorrise Ryota - Bhè, se non altro tutti in gruppo saremo un po' meno attaccabili in mezzo alla folla.-
- A meno che non ci lancino di nuovo addosso dei molotov nel parcheggio.- insinuò Akagi velenoso - Comunque basta perder tempo. Abbiamo tre giorni per prepararci e perfezionare gli schemi di Miyagi, quindi diamoci sotto. E tu,- sbraitò puntando il dito sul naso di Hana - vedi d'imparare a fare quei dannati tiri in sospensione all'indietro!-
- Ehi, l'altra volta è stato perfetto!-
- Solo perché Rukawa in chissà quale impeto di umanità di ha salvato il coccige.- gli ricordò Hisashi con sarcasmo.
- Ahah, semplice! Anche la volpe ha capito che sono più forte di lui e vi servo per vincere di nuovo il campionato!-
- Do'aho. Servi solo a far casino.-
- Baka kitsune, anche tu mi hai detto che era un bel tiro!-
- Si, un bel tiro fatto da un principiante. Non da un fesso di diciott'anni!-
- Basta mi hai rotto! Attento a dove dormirai, potresti non risvegliarti la mattina dopo!-
- Do'aho.-
Arrivato Anzai verso le quattro e mezza, dopo aver rischiato pure lui di venire investito da uno scooter in corsa in mezzo al cortile dove già c'era qualche lapide sparsa qua e là, gli raccontarono delle loro intenzioni e il mister non ebbe nulla da obiettare. Da qualche tempo sembrava avere piena fiducia in tutti campi per i suoi giocatori.
Mah!
La sera stessa, sbaraccata la scuola per i giorni di vacanza, i ragazzi andarono alle loro tane, fecero la borsa e presero il sacco a pelo e tornarono alla fida palestra dove li aspettava un capitano che era più che intenzionato a farli morire di allenamento.
Lo capirono quando si ritrovarono in mensa, con Hana e Mitsui incazzati neri, ai fornelli.
- Mettetevi i grembiuli, così non vi sporcate.- cinguettò Miyagi, seduto sul bancone.
- Tappo, se non vuoi che ti metta la stricnina nel ramen vedi di tacere!- sbraitò l'ala grande, già abbastanza incazzata di suo - Preparate quel fottuto tavolo!-
- E Dio santo. Che nervi che gli sono montati.- ghignò il Gorilla, sentendolo sbraitare dall'ingresso - Kogure, come siamo messi con le chiavi?-
- Ho chiuso tutto. Tranquillo Takenori.- sorrise il quattrocchi, raggiungendolo - Qui come va?-
- Le cuoche si lamentano.-
- Vaffanculo Gorilla!- ringhiò Hisashi, sentendolo anche da lì.
Cenarono in una sostanziale tranquillità, con le solite grane fra Sakuragi e Rukawa e il fanatismo di Rei.
Manabe infatti era più che convinto che l'Oni avrebbe tentato qualcosa durante le vacanze. E stavolta l'avrebbe beccato! Ne era sicuro!
- Stai diventando paranoico.- gli disse Nobu, mentre se ne stavano abbarbicati alla tavola come barboni, lanciandosi piatti, bicchieri e le bacchette negli occhi - Tomigaoka è fuori di testa, lo sai. Non metterti contro quello, che ottieni eh?-
- Lo voglio beccare, punto e basta!- scandì Rei serio.
- Invece di pensare all'uccellino, prendiamo i falchi.- sbuffò Ryota - Quelli dello Shikuda non mollano.-
- Mica verranno qua, dai. Andranno come al solito sotto casa, romperanno le palle ai vicini, Mito a casa mia si divertirà a prenderli a secchiate di vernice e basta. Fine della storia.- ringhiò il tensai - Diamoci un taglio.-
- Do'aho. Sei stato tu a rompere per primo per chiuderci qui.- gli ricordò Kaede.
- Solo per metterti il veleno nel piatto, kitsune.-
- Idioti. È una faccenda seria.- li zittì Akagi - Fino a giovedì, occhio a quello che facciamo.-
- Come no.- insinuò Mitsui - Qualcuno vuole della birra?-
- E piano con l'alcool!- tuonò il Gorilla, spettinandoli tutti - Non siamo in ritiro. Fra due giorni abbiamo la partita più importante di tutte! Se vi pesco a bere e a fumare vi massacro!-
- Certo mamma chioccia.- sbuffò la guardia - Ok, niente pippe ragazzi. Mi spiace.-
- Ma sparati Mitsui!-
Comunque le idee pessimistiche di Rei non erano poi così infondate.
Erano circa le due di notte e lo Shohoku dormiva in palestra fra materassini e sacchi a pelo, anche lì tutti rannicchiati gli uni sugli altri, con conseguenti pugni e calci nella schiena, quando Hana si svegliò di botto.
Quell'idiota di Miyagi gli aveva ficcato una ginocchiata nelle costole. Di seguito aveva rifilato anche una gomitata in fronte a Mitchy, che però aveva bestemmiato e si era rimesso a dormire.
No, dai! Avevano vent'anni per gamba tutti quanti, non era più tempo di fare i cretini!
Fece per andare in bagno a prendersi un bicchiere d'acqua, cercando di non svegliare Rukawa, o altrimenti sarebbe morto seduta stante, quando l'ennesima follia lo bloccò a metà strada.
Nooo...da non credersi!
Rei era seduto sulla finestra, binocolo nelle orbite, gomma in bocca e isteria al limite.
- Ma che cazzo fai?- mugugnò Hana, terrorizzandolo a morte - Rei sono le due! E poi è buio pesto, che pretendi di vedere? Cosa cerchi?-
- Senpai, è un binocolo a infrarossi.- fu l'illuminante risposta, cinguettata dalla voce giuliva della matricola.
Eccolo. Aveva raggiunto l'apoteosi.
Già.
Si grattò la zazzera rossa, scuotendo la testa.
- Rei, dimmi la verità...di cosa ti fai?-
Non fece in tempo a sentire la risposta che il rombo di alcune moto fece ghiacciare il rossino.
Le luci dei loro fari danzarono sulle pareti della palestra.
- Senpai...- Manabe deglutì a vuoto - Una decina di moto sono ferme davanti al cancello.-
Hana gli prese il binocolo e veloce come il vento osservò la scena. Merda, stavano scavalcando.
- Rei. Fai in modo che non accendano le luci. E svegliamoli pianissimo. Dopo ci nascondiamo e vediamo che fanno.-
- Ok... ma chi lo sveglia il senpai Rukawa?-
- Affanculo Kaede!- sibilò Hanamichi e detto fatto si mossero alla velocità della luce. Svegliarono tutti in silenzio, proprio mentre i passi si avvicinavano. Fecero sparire i sacchi a pelo nello sgabuzzino, le riserve imboscarono i materassini e fecero appena in tempo ad andare a chiudersi nello spogliatoio interno alla scuola che dava sul muro della palestra, prima che i teppisti entrassero sul parquet, dalle porte del cortile.
Avevano le chiavi. Anche la nuova copia che Anzai aveva fatto fare dopo la rissa di novembre!
- Nessun fiato.- sussurrò Mitsui, il dito posato sulle labbra.
Anche Miyagi appoggiò il capo alla parete. Li sentiva ridere e trafficare.
- Che cazzo fanno?- sibilò il volpino nervoso per essere stato svegliato malamente.
- Non so...è difficile dirlo. Ma sembra...ehi, questo non è il rumore del mio armadietto?- bofonchiò Hana. Il suo degli spogliatoi interni alla palestra infatti aveva un cigolio tutto particolare, forse dato dal fatto di aver preso troppi calci e testate. Se l'avevano aperto...
Passarono dieci minuti, poi una risata inconfondibile irruppe nel corridoio, insieme alla luce delle torce.
- Ahah...stavolta li abbiamo fregati quei bastardi!-
- Sei veramente perfido Yuya...allora, fra quanto devo chiamare la polizia?-
- Un'ora direi. E poi lo Shohoku potrà dire addio alla finale!-
Era Yuya Takeshi dello Shikuda.
Attesero che se ne fossero andati, attesero il suono delle moto e le loro sgommate, poi uscirono.
Tornarono in palestra ma non erano stati fatti danni, quindi andarono negli spogliatoi interni.
Accesa la luce, non videro segni particolari.
Niente di rotto, nessun casino o atto vandalico.
- Ma che cazzo volevano, si può sapere?- sbuffò perfino Kogure, perdendo la pazienza.
- Ah grande quattrocchi! Lo sapevo che eri di questo mondo!- cinguettò Hana, dandogli una pacca in spalla.
- Avanti, guardate dappertutto. Nelle docce, sotto le panche, ovunque!- ordinò Akagi - Devono aver combinato qualcosa per cui chiamare la polizia fra un'ora. Siamo in pista ormai.-
- E parlando di piste...-
La voce flautata di Kaede bloccò tutti. Il volpino aveva messo la mano nell'armadietto e ne aveva tirato fuori un pacchetto squadrato, incartato in un solido rivestimento trasparente e chiuso con lo scotch.
Dentro della polvere bianca.
- Quanti anni sono per un chilo di droga ad armadietto?- fece Kaede sarcastico.
Gli altri erano diventati quasi cianotici.
- Oddio.- Kogure cominciava a sentirsi male - Ma è davvero...-
- Non credo sia zucchero filato.- sibilò Mitsui, tirando fuori un pacchetto anche dal suo armadietto - Chi altro ne ha uno?-
- Io.- dissero Miyagi, Yasuda, Seiichi e il tensai in coro.
- Cazzo, cazzo!- sbraitò il Gorilla - Che diavolo facciamo adesso?-
- Dobbiamo andare alla polizia!- alitò il vice capitano - E' l'unico modo per...-
- Per cosa?- lo interruppe Hisashi sconvolto - Farci sbattere in cella e buttare nella merda la finale! No, scordatelo Kiminobu! Quest'affare lo risolviamo ora!-
- Ma ti rendi conto di quello che dici? È droga!-
- Me ne sbatto altamente le palle, non andrò in questura con sei pacchi da due chili ciascuno di coca chiaro?- ringhiò la guardia - Primo perché finiremmo nei guai sul serio e secondo perché...- si morse le labbra, scuotendo la testa - Vi creerei problemi se ci fossi anch'io, quindi risolviamo la faccenda adesso.-
Akagi lo fissò ma non disse nulla.
- Ne riparleremo di questa storia.- gli disse serio - Comunque sono d'accordo con te. Ci hanno incastrato e non intendo farmi fregare le finale. Abbiamo un'ora di tempo, spremete le meningi.-
- Scarichiamola nel cesso.- disse Hana - E poi filiamo via. Per stanotte dormiremo da un'altra parte.-
- E dove? Non possiamo tornare a casa!- sbottò Shiozaki.
- Una cosa alla volta cazzo!- sbraitò Sakuragi - Forza, facciamo sparire questa porcheria. Voi intanto cercate ancora, nel caso ce ne sia altra. Poi mentre noi mettiamo via questa, andate di là e raccogliete la nostra roba. Se la polizia non trova nulla, non verranno neanche a casa nostra. La prenderanno per una bravata di qualche idiota.-
- Non possiamo fare altro.- annuì Ryota - Su, veloci forza!-
Scattò una lotta contro al tempo e anche una rabbia sorda verso quei bastardi.
Altro che atleti! Quelli erano da mandare in galera!
In mezz'ora se la sbrigarono, poi passando nei corridoi attenti a ogni minimo rumore, si ritrovarono nell'ingresso sul retro del loro liceo. Avevano nascosto lì macchine e moto e proprio mentre stavano per sbattere la testa al muro, non sapendo dove andare, Kaede imprecò e tirò fuori il cellulare.
La soluzione era una sola ormai. Non poteva tornare a casa, né andare da Raim, al Golden o da amici.
Doveva chiamare lui...e ingoiare il suo orgoglio.

Kenjin Rukawa, alle tre e mezza di notte, uscì dal pub in cui era andato a bere insieme ad alcuni amici e s'infilò in macchina. Tornò a casa, tanto non c'era nessuno, i suoi come al solito erano usciti con i rispettivi cicisbei, e prese un pazzo di chiavi dalla credenza.
Rimessosi in macchina, guidò per mezza città fino a raggiungere il quartiere di Norio.
In una via piccola e stretta, dove c'erano i segnali dei lavori in corso, vide finalmente suo cugino.
Frenò e spense il motore, scendendo con un blando sorriso sul volto.
- Ehilà. Sani e salvi?-
- Hn.- mugugnò Kaede, staccandosi dal muro - Hai le chiavi?-
- Eccole.- Kenjin gliele lanciò e il cugino le prese al volo, senza neanche guardarle - Mi raccomando, non fate casino. Se i vicini vi pescano penseranno a dei fantasmi.-
- E' solo per stanotte.- gli chiarì la volpe.
- Per me potete starci quanto volete. Papà ha smesso di cercare compratori per quella casa.- Kenjin levò le spalle - Ma voi...tutto bene davvero? Qualcuno è finito di nuovo all'ospedale?-
- No.- disse Rukawa, lapidario.
- Ok.- l'altro, intimidito, tornò sui suoi passi - Allora...bhè, buona notte. Verrò a vedere la finale.-
- Hn. Fa come vuoi.- Kaede lo vide accennare un saluto ma prima che aprisse la portiera e se ne andasse, il volpino sentì la persistente voce di Hana fargli la predica nella testa.
"Tratta meglio le persone Kit!"
- Kenjin.-
- Si?-
-...Grazie.-
Suo cugino sorrise e senza dire altro se ne andò.
Bene. Kaede lanciò le chiavi in aria e le riprese. Era ora di tornare a nanna.
In mezzo a tante villette a schiera, c'era una casetta un po' malandata con i muri sbiaditi. Lo Shohoku si era fermato lì davanti e quando Rukawa tornò con le chiavi, tutti lo seguirono docilmente e senza far rumore.
- Ehi volpe...- lo richiamò Miyagi, mentre trafficava con la serratura - Mi spieghi come fai ad avere le chiavi?-
- Mio zio vende, ristruttura e compra case.- sibilò gelido, aprendo la porta.
- Però.- fischiò Rei a bassa voce - Bel lavoro. Chissà come rende.-
- Meglio morto di fame che testa di cazzo come lui.- sindacò Kaede, sempre più tetro.
- Recepito. Terreno minato.- sospirò la matricola.
Tempo dieci minuti e si buttarono tutti un po' ovunque. C'era un salotto dal soffitto basso, abbastanza largo, ricoperto di moquette panna molto elegante, una stanza per gli ospiti ingombra di armadi pieni di futon, una stanza matrimoniale e due bagni. Per una notte se la sarebbero cavata alla grande.
Qualcuno però proprio non riusciva a dormire.
Hanamichi stesso se ne stupì. Non era da lui non impiombarsi dopo una giornata tanto frenetica ma la faccenda di quella coca negli armadietti gli aveva quasi fatto venire la seria voglia di uccidere qualcuno. E non per scherzo.
Quella finale era tutto quello per cui quell'anno avevano lavorato tanto sodo e il pensiero che fossero quasi riusciti a mandargliela in fumo lo faceva ribollire.
Andò sul retro, dove c'era una specie di piccola veranda e attaccatosi alla ringhiera, imprecò fra i denti.
Una risata leggera e una debole striscia i fumo gli fecero capire che non era solo.
- Che fai qua fuori?- borbottò il rossino.
- M'è passato il sonno.- rispose Hisashi, sarcastico, seduto su una sedia con le gambe lunghe sulla ringhiera.
Come lo capiva. Senza contare quello che avevano rischiato poi mettendo nei guai anche i loro compagni minorenni. In effetti però doveva ammettere che Rei e Nobu non avevano fatto una piega. Forse a casa avevano raccontato qualche palla, forse erano più disincantati di quello che sembravano...ma così venivano su davvero in maniera selvaggia!
Rispostò lo sguardo nocciola sulla guardia e sebbene apprezzasse Mitsui perché non era invadente e non aveva mai preteso di farsi i cazzi altrui, Hana non era una di quelle persone che passavano sulle cose importanti.
E Mitsui se ne accorse. Sorrise brevemente, ciccando a terra.
- Credevo che fra tante cazzate, quella di farti fosse l'ultima che avresti mai concepito.- gli disse il tensai, appoggiandosi coi fianchi al parapetto. Incrociò le braccia, attendendo una risposta.
Lui non era come Kaede. Purtroppo non riusciva ad ascoltare e basta. Era nella sua natura preoccuparsi e anche incazzarsi a morte se un amico se ne usciva con simili dichiarazioni.
Il tono di Hana era serio, secco...deluso e preoccupato.
Hisashi lo capiva. Per tanto tempo aveva deluso se stesso in mille modi.
- Avevo diciassette anni.- mormorò, dando un tiro alla sigaretta e fissando il vuoto, tornando a quella notte che cercava spesso di dimenticare - Ero uscito con Ryu. A quel tempo non mi aveva ancora fatto saltare i nervi. Era presto, andammo in un pub. Pochi giorni prima aveva avuto l'intervento al menisco, il dottore mi aveva detto di non camminare ma ignorai gli ordini, sicuro com'ero che tanto ormai non avrei più potuto giocare. Anzi...se devo essere sincero non me ne fregava più di niente ormai. Solo che...in quel pub trovai la squadra. Li vidi al bancone appena entrato e ti posso assicurare che mi piantai nell'ingresso. Ricordo che sentivo uno strano formicolio ovunque. Stavano ridendo. Akagi e Kogure dovevano aver vinto la prima partita delle eliminatorie...erano contenti.-
- E tu?-
Hana lo fissò, angosciato, desolato.
Hisashi a volte era come Kaede. In faccia non riuscivi a leggergli nulla.
- Io rimasi ancora un secondo e poi me ne andai.- rispose la guardia, restando a guardare la sera buia - Con Ryu c'incontrammo con Tetsuo e gli altri, nel quartiere di Harashi. Facevano bracciolino, correvano con le moto, si scontravano con le bande rivali...poi un tizio che ora neanche saprei più dirti come si chiama mi passò una birra e delle pastiglie di ecstasy.-
Sakuragi rabbrividì.
Parlava come se niente lo riguardasse. Nessun fremito nella voce, nessuna emozione.
- Ne ho mandata giù una.- Mitsui serrò la mascella, quasi ghignando - Idiota...pensavo "Ma si, cosa vuoi che mi faccia? Per una, una volta tanto...magari neanche mi farà effetto. E poi...già e poi me lo merito un po' di stacco dalla merda della mia vita no?" E già...- scosse di nuovo il capo, con sprezzo - A quel tempo credevo che tutto mi fosse dovuto visto quello che avevo perso. Così buttai giù quella pastiglietta, come ti ho detto pensando che non ci fosse nulla di male. Tempo mezz'ora e non capivo più un cazzo. La polizia arrivò pochi minuti dopo, fece una retata e mi sono salvato da un analisi del sangue solo perché Tetsuo ha sfasciato delle macchine nel parcheggio vicino, attirandoseli tutti addosso e permettendomi di darmela a gambe. Sono tornato a casa e ho vomitato l'anima.-
Lo vide passarsi una mano fra i capelli, lisciarsi la pelle tirata del viso.
- Sempre passata una vita, vero?- gli disse.
Mitsui annuì.
- Già.-
- E cos'è successo?-
- In casa mi sono guardato allo specchio.- ghignò, ancora pieno di disgusto - Non so dirti bene cosa sia capitato ma forse sono troppo orgoglioso perfino per autodistruggermi totalmente. Mi sono visto in quello stato e la rabbia verso il basket mi è sembrata troppo, anche per ridurmi a un drogato. Da quel momento ho continuato a fare stronzate ma non ho mai più toccato della droga in vita mia. Mi sono spaventato troppo...di quello che ero e di quello in cui avrei potuto ridurmi.-
Mitsui allora tacque, socchiudendo gli occhi.
Era davvero molto lontano quel ragazzo di diciassette anni.
Sembrava non essere mai nemmeno esistito.
Ma forse era ancora lì, da qualche parte.
Cercò le sigarette in tasca e se ne accese una, osservando appena la fiammella che dondolava davanti ai suoi occhi.
- Deluso?- chiese a bassa voce, voltandosi poi verso Hana.
Il tensai tacque, restando a guardarlo senza muovere un passo o aprire bocca.
Aveva sempre saputo che Mitchy non era un santo ma l'aveva capito alla fine del primo anno, quando si era infortunato alla schiena. Faceva male. Un male atroce.
Mitsui era sempre stato un campione fin dai fondamentali...e perdere tutto...
Abbassò lo sguardo sul pavimento di legno della veranda, non riuscendo a trovare nemmeno una parola.
Con che diritto poteva anche solo pensare di mettersi sul suo stesso piano?
- Sono solo triste.- disse allora, sospirando.
Hisashi sorrise, espirando il fumo. Da uno come lui, non ci si poteva aspettare risposta più sincera e semplice.
- Vai a dormire,- gli consigliò - domani il Gorilla ti metterà sotto.-
- Ok.- Hana si staccò dalla ringhiera e passandogli accanto non resistette, dandogli una pacca sulla spalla - Notte teppista.-
- Notte mezza sega.- rispose la guardia, con un ghigno leggero.

Il giorno dopo Anzai era già stato informato dello scherzo ai danni della sua squadra di basket.
Alcuni poliziotti andarono a casa sua per fargli qualche domanda ma, visto che non avevano trovato nulla, si limitarono a dirgli che avrebbero considerato la cosa come uno scherzo di cattivo gusto.
Il Buddha non fece commenti e poi i poliziotti se ne andarono. Anche il preside era stato informato e oltre aver tirato quattro bestemmie nella cornetta visto che quelli della questura avevano osato chiamarlo alle sei e mezza di mattina quando lui si stava preparando ad andare a letto, aveva anche imprecato contro quelle teste calde di giocatori.
Altri ad avere il dente avvelenato furono quelli dello Shikuda.
Quando comprarono il giornale e videro che non c'era nessuna notizia riguardo alla loro perfida idee, andarono su tutte le furie.
Taoka, che venne informato della faccenda quel pomeriggio stesso dai suoi giocatori, quasi tirò giù l'apocalisse.
Se quei mentecatti dello Shohoku si fossero messi nei guai sarebbe andato personalmente in galera e la finale gliel'avrebbe fatta giocare fra le sbarre e poche storie!
- Coach, stia calmo su!- cercò di placarlo Aida, vista la vena che stava per esplodergli sulla fronte - I ragazzi dello Shohoku sono in gamba, se si sono salvati ieri sera vuol dire è che destino no?-
- Ah bel destino.- frecciò Fukuda, svaccato in panchina - Quelli dello Shikuda non molleranno fino a giovedì sera.-
- Akagi e gli altri sono furbi, ricordiamocelo.- scandì Uozumi, inginocchiato ad allacciarsi le scarpe - Non perdete tempo a pensare alle loro ossa. Pensate a come fermare il loro gioco.-
- Appunto, mettetevi sotto. Subito! Non m'interessa se ora che abbiamo battuto il Kainan prendiamo ufficialmente il loro posto ai campionati nazionali! Voglio che battiate lo Shohoku!- tuonò Taoka furibondo - E dove diavolo è Sendoh, si può sapere?!-
Ma naturalmente il porcospino era in ritardo. Arrivò cinque minuti più tardi e vista l'aria che tirava, non aprì bocca quando il mister gli tirò dietro mezza palestra.
Si allenarono sperando che a Taoka non partisse un embolo e poi durante la pausa ripassarono la tattica.
Che purtroppo per loro non poteva ammettere la minima sbavatura.
- Ragazzi.- Taoka si sedette, incrociando le braccia - Sono campioni nazionali e li conosciamo ormai. L'anno scorso hanno battuto anche l'Aiwa, quindi non sarà facile. Avete visto le loro ultime partite, sapete cosa non possono fare e cosa invece sono in grado di fare.- era serissimo, molto teso - Quindi...difesa, difesa, difesa. Stancateli, massacrateli, non dovete dar loro fiato. Non m'importa se Miyagi è il playmaker più veloce della prefettura, non m'importa se dovrete spomparvi per stargli dietro ma dovete assolutamente impedirgli di mettere in piedi il suo gioco, sono stato chiaro? Altrimenti saremo finiti. Se Miyagi infila la quarta, la partita è andata. È persa.-
- Si.- annuì Koshino - Lo marcherò io. Farò tutto il possibile.-
- Devi fare l'impossibile. Hai visto come ha giocato contro Maki? Non una, ma ben due volte l'ha fregato.- gli disse il coach, serrando le mascelle - E' basso e palleggiando alla sua altezza fa in modo che vi spezziate la schiena per fermarlo, inoltre il suo gioco è diventato perfetto, privo di sbavature e in attacco non riuscite a capire cosa voglia fare fino a quando non passa a quei quattro dannati. Ditemi, come intendete fare?-
- Si può fiaccarlo giocando sull'altezza.- propose Uozumi tranquillo.
- E' un'idea.- annuì Taoka - Provate tutti gli schemi di tiro, non dev'esserci una maledetta falla perché quella faina la scoprirà. Intensi? Perfetto. Passiamo ad Akagi. Uozumi, è compito tuo. E voi vedete di non farvi spaventare da lui sotto canestro. Anche il Kainan ha fatto questo errore la settimana scorsa e come avete visto hanno perso con sei punti di scarto.-
- Mister...il problema è un altro.- sibilò Fukuda con un ghigno nervoso - Il problema è che quel maledetto che ha infilato gli ultimi sei punti l'ha fatto a quasi due metri dalla linea dei tre punti. Come la mettiamo?-
- Ecco la grana seria.- Taoka fissò Sendoh per un secondo, poi prese la bacchetta e indicò la schema sulla lavagna bianca, al suo fianco - Dunque, ho rivisto tutte le partite del campionato e solo il Kainan giorni fa ha provato tutti gli schemi contro Mitsui. Sono andati per sfinimento, con la difesa a uomo, Takasago che è il mago dei falli invisibili gliene ha fatti incassare quattro ma Mitsui non ha fatto una piega. È andato avanti imperterrito a tirare finché ha infilato quei punti.-
- Testardo testa di cazzo.- sibilò Koshino.
- Ehi, andateci piano.- lo zittì Uozumi - Quello ha un fucile per cecchini nel braccio, senza contare che l'ultima tripla l'ha infilata con la mano sinistra!-
- Facciamogli un monumento all'onore allora.- frecciò Ikegami sarcastico.
- La state prendendo troppo sotto gamba.- sussurrò Akira, pensoso.
- Akira, che possiamo fare?- gli disse Koshino - Non possiamo spezzargli le braccia, faremo come abbiamo sempre fatto. Al terzo anno Ikegami gli è stato tanto addosso che è svenuto in campo, non ricordi? Bene, basterà triplicare la difesa su di lui. Basterà deviargli i tiri.-
- Certo, come no.- Sendoh scosse il capo, il tono serafico - Così andiamo a rimbalzo a canestro e Sakuragi sbarellerà tutti. Se gli date spazio, quello invaderà tutta la metà campo.-
- Altra grana.- s'intromise Taoka stizzoso - Sakuragi e Rukawa. Sappiamo benissimo che Rukawa è in grado di qualsiasi diavoleria ma l'anno scorso abbiamo perso perché quell'idiota di una scimmia invadeva l'area e poi passava ad Akagi e a Mitsui, sfruttando la sua altezza, senza contare che sfido chiunque di voi a prevedere la prossima cavolata che farà. Quindi ragazzi miei abbiamo una bella gatta da pelare. Ma siamo arrivati fin qui e non ci faremo più battere. Vi siete allenati fino a sfinirvi, abbiamo battuto il Kainan e batteremo lo Shohoku se serriamo in difesa e impediamo a tutti di entrare. Ora, partiremo con la difesa a uomo per il momento. È l'unica cosa da fare. Uozumi, tu coprirai Akagi.-
- Certo mister.-
- Perfetto. Koshino, Miyagi è tutto tuo.-
- Il prendo io Sakuragi coach.- disse Fukuda - Le spiace?-
- Basta che non vi mettiate a fare i pagliacci.- sbuffò l'uomo, scoccandogli un'occhiata accusatoria - E ora arriviamo a noi. Restano Mitsui e Rukawa.-
- Possiamo provare con lo scambio di marcatura.- borbottò Ikegami - Questo li fermerebbe. Non credi Akira?-
Sendoh annuì, anche se aveva i suoi dubbi che sarebbe bastato quel semplice espediente a fermare quelle due furie.
Bisognava mettere nel sacco volpe e lupo. Ma come?

- Forza, forza! Il Ryonan ha una difesa impenetrabile, dovete metterci più impegno!- urlava Ayako alle quattro del pomeriggio, mentre i ragazzi dello Shohoku stava sputando anima e sangue per vincere quella finale - Rei alza di più quelle braccia! Dai Kakuta, muovi quelle gambe!-
- Dai Hisa, più veloce!- Raim stava al suo fianco e quasi contava i minuti che mancavano alla loro finale. Non si era mai sentita tanto tesa, forse solo per la partita che aspettava quella sera le ragazze della squadra di pallavolo. Per questo il club di basket si stava spaccando le ossa: volevano vincere come di certo avrebbero fatto le loro compagne e volevano anche ad andare ad assistere, per poi godersi una serata di riposo per la festa di Tanabata.
Akagi sotto canestro era diventato King Kong sul serio, altro che prese in giro e faceva faticare persino Rukawa che ogni tanto doveva passare indietro, capendo benissimo che non sarebbe riuscito a passarlo.
Sembrava che quella finale fosse diventata un'ossessione...e bhè, a dirla tutta un po' lo era.
Il Gorilla era il loro pilastro e vedendolo così granitico, i ragazzi ne trassero forza.
Hana, Rei, Nobu e le riserve non fecero che tirare per tutto il giorno, ben sapendo che in una difesa a ragnatela come quella del Ryonan era importante saper sfruttare ogni postazione.
Miyagi invece riguardava i video della partita in cui il Ryonan aveva battuto Maki, la settimana prima e se Sendoh fosse stato messo di nuovo in posizione di play non sarebbe stato facile. Il loro contropiede era diventato imprendibile ma c'era sempre quella difesa bastardissima.
Dovevano avere più resistenza.
Quei maledetti di certo avrebbero puntato sulla tattica di sfinimento.
Le sfere da basket schizzavano ovunque, il loro ritmico rimbombare era l'unica musica che aleggiava per la palestra.
I gemiti e il fiato dei giocatori si era quasi assottigliato, come per non infrangere quella nenia concentrata e tutti aveva occhi solo per lei, la palla arancione.
Lo stridio delle suole era nulla se paragonato al concerto nelle loro teste.
Avrebbe potuto esplodere una bomba e non se ne sarebbero accorti.
Erano quasi pronti. Si.
- Come andiamo?-
Akagi divise i ragazzi in due gruppi mentre Ryota continuava a visionare la cassetta seduto in panchina.
Quando lo raggiunse, vide la sua espressione tesa ma concentrata.
Il play pigiò il tasto pausa del telecomando, sollevando lo sguardo sul capitano.
- Sarà dura.- disse, senza girarci attorno - Taoka è uno che sa come muovere i suoi giocatori. A quest'ora avrà messo la difesa a uomo su ognuno di noi e serrato i ranghi in area. Sa che io e Hana sfondiamo sempre la metà campo e che poi da lì facciamo passaggi, quindi avrà anche pensato a come fermarci.-
- Ti staranno col fiato sul collo.- sibilò Takenori - Come possiamo fare?-
- Ricordi cos'ha fatto Rukawa con lo Shikuda?- gli disse Ryota, del tutto serio.
- Intendi...vuoi fargli prendere il tuo posto quando sei sotto marcatura?- allibì il Gorilla - Ma...bhè, non che non sia capace, anzi...ha fatto un'ottima azione ma non credo ne sarà entusiasta.-
- Andiamo, è capace di giocare in qualsiasi ruolo, non prendiamoci in giro.- replicò il numero sette senza demordere - Purtroppo la situazione è questa. Serreranno la difesa in modo tale che già alla fine del primo tempo saremo tutti stanchi. Nobu e Rei sono pronti, Kogure poi ha terminato le postazioni con me ma vorrei che fosse chiaro che gli schemi mi vengono perfetti coi titolari e basta. Non possiamo pretendere miracoli dalle matricole.-
- E con la difesa a tutto campo?- fece Ayako corrucciata - Con lo Shikuda ha funzionato.-
- Sendoh prevederà una mossa del genere.- disse Ryota.
- Si ma sono forti tutti in gruppo, sotto Uozumi.- scandì Akagi - Forse si può provare. E tu intanto mettiti d'accordo con Rukawa e fagli provare qualche passaggio. L'ultima mezzora lasciala a lui e Sakuragi perché finiscano col loro schema delle ali.-
- Già, mi sa che quella sarà la nostra ultima carta.- annuì la manager.
- E Mitsui.- concluse il play, tornando a vedere la partita del Ryonan - Devo studiarmi qualcosa per tenergli alla larga gli avvoltoi.-
- Noi intanto andiamo a comprarvi la cena.- gli disse la sua ragazza, mettendosi la tracolla in spalla - Haruko e Mito ci aspettano qua davanti. Torneremo fra un'oretta.-
- Vedete di non farvi trovare in mezzo a una rissa.- soffiò Raim, salutandoli.
Già. Si sperava sul serio visto che lo scherzetto dello Shikuda non era andato a buon fine!

Erano le sette e mezza quando crollarono, moribondi.
Si fecero la doccia e si rimisero un po' in carreggiata, poi cenarono e alle nove e mezza andarono al palazzetto dello sport. Fortunatamente però stavolta la polizia era stata avvisata da Anzai e una pattuglia rimase a vigilare nel caso qualche altro spiritoso fosse stato in vena di scherzi.
Al palazzetto invece c'era tanta folla e tanta ressa fa tifosi e giornalisti che i ragazzi quasi non riuscirono a passare.
Non avevano mai visto una finale dei campioni nazionali per sette anni di fila ma di certo non si sarebbero mai aspettati di vedere metà Kanagawa in tutta la parte destra della palestra, mentre i tifosi del Masuda nell'ala sinistra.
Il Masuda aveva i colori blu e arancione, lo Shohoku in bianco e nero.
I flash erano accecanti e dire che la partita non era ancora cominciata.
Si stavano scaldando e la loro squadra non sembrava eccessivamente tesa. Anzi, sembravano molto cariche.
Esattamente come le avversarie con cui avevano giocato un'amichevole al loro liceo.
Le loro compagne però avevano combinato qualcosa alle loro divise.
I pantaloncini neri, la canottiera bianca e sulla schiena, oltre al numero, una specie di diavolo con gli occhi rossi.
I giornalisti apprezzarono molto la trovata e non la finivano più di scattare foto.
- Ragazzi...sembra che stia per esplodere un incendio.- disse Rei, eccitatissimo.
- Già c'è una grande aspettativa.- annuì Kogure - Le nostre giocatrici vincono da sette anni di fila, questo sarebbe l'ottavo. Batterle sarebbe una medaglia all'onore per le avversarie.-
- Arrivano tutte più o meno sul metro e ottanta. Ce n'è una di un metro e ottantacinque!- allibì Nobu.
- Da noi le titolari sono Nanaka, che è un 1.72, la sempai Noda che è 1.75 come la senpai Kurata e la senpai Aizawa. La senpai Kanzaki invece è 1.74 ma in questo gioco, a differenza del basket, il santo è nettamente più importante e non dato solo dall'altezza. L'importante è la sospensione in aria.- sussurrò Raim.
- Le altre in campo chi sono?- le chiese Haruko.
- Bhè, una brava alzatrice che era riserva quando c'ero io è Sakura Sawanoguchi, quarto anno. L'ultima è Asuka, del secondo anno, sta in difesa.- spiegò la rossa - Hanno un ottimo affiatamento, la senpai Kanzaki e Nanaka hanno perfino imparato a gestirsi l'attacco con finte e pallonetti e la nostra difesa è un muro di titanio grazie alla senpai Noda, Kurata e Aizawa. Non sarà facile ma quelle del Masuda non possono batterle.-
- Certo, considerato che una pallonata di Junko ti regala un soggiorno in traumatologia.- frecciò Mitsui, osservando la sua ragazza con un sorriso. Lei lo vide e gli strizzò l'occhio, come per dirgli di non preoccuparsi.
Forse la considerava una passeggiata.
La finale di Kanagawa del torneo femminile di pallavolo iniziò sette minuti più tardi.
Dire che fu molto combattuta è dire poco.
Fu una serie continua schiacciate e battute al limite della linea di fondo campo.
A ogni punto della Tanaka o della Kanzaki, tutta la palestra esplodeva in un tifo da stadio ma il primo tempo, stranamente, venne vinto dal Masuda per soli tre punti di vantaggio.
Il secondo set invece andò allo Shohoku ma nel terzo che venne fuori la vera anima diabolica di Junko e compari.
Sembrava che si fossero trattenute perché dal fischio dell'ultimo set, iniziò una seria di bombe verso la metà campo avversaria talmente forte che due ricevitrici dei primi anni dovettero farsi dare il campo.
L'ultimo punto fu di nuovo della Kanzaki.
Fu la Kurata a servirgliela e la bordata che seguì spaccò il muro e fu tanto veloce da non riuscire neanche ad essere vista. E lo Shohoku vinse di nuovo.
Per l'ottavo anno consecutivo.
All'uscita, oltre ad esserci mezzo liceo, c'era anche una tale fauna giornalistica da far svenire i più grandi snob.
La squadra femminile subì foto e interviste, mollarono il trofeo al Fuggitivo e poi chi più chi meno cercò di defilarsi.
Junko era una di quelle che riuscì a scollarsi per ultima dai giornalisti e venne ancora subissata di domande sul suo rapporto con Mitsui.
Rispose col sorriso, anche se in realtà insultò il suo interlocutore e alla fine riuscì a raggiungere la sua famiglia.
Venne abbracciata dai genitori ma pescò quella disgraziata di sua sorella attaccata alle ginocchia di Hisashi.
- Oh, ecco la campionessa.- frecciò la guardia, prendendosi in spalla Saeko - Stanca?-
- Figurati. Ho solo il braccio che va a fuoco.- soffiò lei in risposta, tirando giù la sorellina dalla sua schiena - Dai Sae, torna da mamma e papà.-
- Tu dove vai?- cinguettò la bambina.
- A festeggiare Tanabata.- rispose sua sorella - Dai, vai da loro.-
- Certo, così eviti di far conoscere Hisa-chan al papà.-
- Ha bevuto troppo caffè, magari un altro giorno.- ghignò Junko - Su, fila.-
- Però, che peste. Come mai avete dieci anni di differenza?-
- Mia madre è rimasta incinta di me a diciotto anni.- replicò la ragazza, scrollando le spalle - Con Sae se l'è presa comoda.-
- Si sono sposati subito i tuoi?-
Junko scosse le spalle - Katsushi non è il mio vero padre. Avevo due anni quando ha sposato mia madre.-
Mitsui tacque, alzando lo sguardo sull'uomo che ora lo fissava con due finali al posto degli occhi.
Sorrise. Altro che vero padre.
Nessun uomo che non fosse un padre avrebbe potuto guardare così il fidanzato della figlia.
- Allora? Andiamo o no?- lo svegliò la Kanzaki, tirandolo per il braccio - Dai, voglio andare a comprarti un talismano e a scrivere i desideri. Saranno tre anni che non lo faccio.-
- Un talismano per cosa?-
- Per vincere senza rompersi niente.-
- Ahah, che ridere.-

Più tardi, nel quartiere di Norio pieno di lanterne colorate e bancarelle dove i bambini si affollavano per prendere pesci rossi e premi di ogni tipo, lo Shohoku vagava in gruppo serrato come per difendersi da eventuali lanci di bombe.
Non essendo in tuta erano non era facilmente riconoscibili in quella folla, così cominciarono a girovagare fra le bancarelle e al tiro al segno.
- Quand'è la cerimonia dei diplomi?-
Hisashi premette il grilletto, centrando col tappo di sughero un mostriciattolo di gomma a forma di pinguino.
- Grande Hisa-chan!- cinguettò Nanaka - Allora? Quand'è? Voglio venire a vederti!-
- E' venerdì prossimo.- le disse Kogure, appoggiato al fianco della guardia.
- E può entrare chiunque a vedere?- chiese la biondina.
- Si.- annuì il quattrocchi - I tuoi vengono Mitsui?-
- Figurati se il vecchio si perde l'occasione per darmi il fiato sul collo.- frecciò la guardia, sarcastica.
- Datti pace.- borbottò il Gorilla, raggiungendoli - Vinceremo il campionato, faremo gli esami, ti prenderai il diploma e poi te ne andrai a ubriacarti. Lascia perdere tuo padre. A proposito, e Kay?-
- Il nostro paparino passa le sue giornate in tribunale per prendersi la piena custodia della marmocchia che tra l'altro nascerà quando noi saremo a Tokyo per il torneo nazionale.-
- Bel regalo di compleanno eh?- rise Nanaka.
- Ragazzi avete finito?- li richiamò Ayako - Capitano, quei due idioti si stanno picchiando per un pesce rosso!-
- Affogateli nel laghetto.- rognò il Gorilla - Dai cecchino, staccati da qua e andiamo al tempio.-
- Vengo, vengo.- sbuffò la guardia - Nanaka, vuoi un peluche?-
La biondina s'illuminò tutta, guardando quelli appesi - Voglio il maialino!-
- Ha altri punti signore. Ne vuole un altro?- gli chiese il tizio della bancarella.
- Che ne so...Junko, vuoi un peluche?-
La Kanzaki, che si stava facendo gli affari suoi, osservò quella giungla di animali e poi sorrise.
- Voglio il lupo! Quello nero.-
- Però. Lupo, maiale...devo coglierci dei doppi sensi?-
- Trovaci quello che ti pare.- soffiò la sua ragazza - Dai, saliamo al tempio.-
C'era ben poco da pregare, se non mettersi in ginocchio e ululare al vento di restare vivi quel che bastava per giocarsi quella maledetta partita.
Era solo un peccato che Anzai non fosse potuto venire. A quanto aveva detto sua moglie, quando avevano chiamato per avvisarlo che respiravano ancora, era andato dal medico per farsi prescrivere altre delle sue medicine.
Comunque pregarono come dovevano, anche se qualcuno chiese cose tipo "Fa' che il porcospino finisca il gel e si spacchi il naso davanti allo specchio!" oppure "Fa' che il do'aho espatrii!" e altro ancora.
Verso le undici e mezza cominciò a tirare un leggero venticello che agitava le foglie di bambù e anche i loro desideri ma i ragazzi sembravano non avere limite alla loro cupidigia.
- Rei ne ha già attaccati cinquanta!- sbottò Miyagi mentre stavano nella piazzola sotto al tempietto, ricolmo di foglietti e campanellini della fortuna - E datti una mossa!-
- E non potete chiedere roba meno costosa?- sbuffò anche Akagi - Chi ha chiesto una Lamborghini?-
- Io. Qualcosa in contrario Gori?- sentenziò Hana, attaccato alla birra.
- Si, due cose. La prima è che non devi bere!- e gli portò via la lattina - E per secondo potevi pregare di non fare stronzate in campo.-
- Tranquillo, l'abbiamo già chiesto in tanti.- sibilò Rukawa sarcastico, seduto accanto a Raim sul muretto.
- Sparati Kit. Che hai chiesto tu eh? Un cuscino in più?-
- Che ti si seccasse la lingua.-
- Ne riparliamo in campo, bastarda di una volpe.-
- Avete finito o no?- li zittì il Gorilla - Siete a posto?-
- Non so. Volevo chiedere qualche pacco di coca, tu che dici? Si esaudirebbe in fretta come desiderio?- insinuò Mitsui, ficcandosi una sigaretta in bocca.
- Non saprei. Ma ti posso dire cosa non si avviverà.- sbraitò il capitano, spezzandogli la cicca in due e afferrandolo per il collo della camicia, visto che voleva andarsene a casa della Kanzaki - Avanti, torniamo in palestra!-
- Negriero.- sibilarono tutti, anche le matricole, seguendolo e strisciando.
Nanaka, Junko, Raim, Ayako e Haruko rimasero indietro, ridacchiando e facendo ciao-ciao con la mano.
Mamma mia. Li aspettavano altri due giorni d'inferno...

Passò un altro giorno di allenamento serrato dalle nove di mattina fino al calare del buio e alle otto di sera di mercoledì, i ragazzi erano seduti in palestra, altri sdraiati.
E tutti senza più un filo di fiato in gola e nel petto.
Il giorno dopo, all'una del pomeriggio, si sarebbe tenuta la finale.
Quella notte avevano programmato di tornarsene a casa a dormire.
Almeno una notte nei loro letti se la meritavano.
- Complimenti.- Ayako sorrise bonariamente, osservando i dati sul cronometro e contemporaneamente i giocatori agonizzanti - Avete fatto i trenta scatti consecutivi con cinque secondi in meno di ieri.-
- Ehi Hana, ma che ci hai messo nel ramen?- ghignò Raim, andando a portare asciugamani e bottigliette - Dai gente, cercate di mettervi seduti. Siete uno spettacolo desolante.-
- Neanche li avessi fatti tu...- sibilò Rukawa, asciugandosi la fronte, il collo e le spalle.
- Li avessi fatti io avrei fatto di meglio.-
- Siete stati grandi ragazzi, sul serio.- Kogure si mise faticosamente in piedi, attaccandosi all'acqua - Riposo assoluto da adesso, per tutti quanti. Cercate di dormire se possibile e riposate fino a tardi.-
- Se, certo...se riesco ad arrivare a casa.- alitò il tensai, alzandosi e massaggiandosi le spalle e infilandosi nelle docce.
Stranamente, per una volta, negli spogliatoi non volò una mosca e sebbene ci fosse un po' di tensione, specialmente fra le matricole, i titolari rimasero sotto l'acqua per sciogliersi i muscoli il più possibile.
Ci erano arrivati di nuovo. Le finali prefetturali.
Si rivestirono, dandosi le ultime indicazioni sull'ora in cui trovarsi e poi, dopo essersi vestiti e aver strisciato fuori, si guardarono tutti in faccia.
- Non andiamo a una veglia funebre.- sibilò Hana ironico, mettendosi il casco in spalla.
- Idiota di una scimmia, è importante.-
- Allora facciamoci una seduta spiritica.- lo seguì Miyagi - Dai capo, tranquillo. Metteremo la sveglia un'ora prima del previsto, mangeremo sano, dormiremo, niente alcolici e...-
- Niente esercizi alternativi.- ruggì Akagi in conclusione, scoccando occhiatacce a tutti - E adesso evaporate, forza. Per mezzogiorno davanti al palazzetto dello sport, niente ritardi o vi lascio in panchina. Chiaro a tutti?-
- Non siamo mica deficienti.- gli ricordò Mitsui.
- Meglio ripetersi. A domani idioti.-
- Grazie Gori, anche noi ti adoriamo!-
- Do'aho. Muoviti che siamo in moto!-


Era circa mezzanotte e mezza quando Hanamichi balzò a sedere nel letto.
Il telefono. Il telefono stava squillando.
Alzò la cornetta, con la chiara sensazione che quelle non erano buone notizie.
Shikuda?, si chiese, mentre le sue dita si stringevano sul cordless.
Chi si era fatto male?
Premette il tasto per la comunicazione e la voce di Kaede gli dette una brutta notizia.
Anzai. Era all'ospedale.
Le sue condizioni erano gravi.



 

 

 

 

 

 

 

* postilla su Tanabata: la data e il mese non sono precisi, ma per necessità di trama ho infilato in mezzo la ricorrenza soprattutto per allentare un po' la trama...anche se la fine nega tutto il lavoro svolto! ;) A presto ragazzi, siamo quasi alla fine. Il prossimo è il penultimo. Passo e chiudo.

 

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Capitolo 29
*** Campioni e Destino ***


raim29

 

 

Le sette di mattina.
La stanza d’aspetto del Seirin contava poche persone che fissavano la porta della sala operatoria.
La luce rossa indicava che dentro stavano ancora operando.
Hisashi Mitsui appoggiò il capo all’indietro, contro il muro.
Seduto in poltrona, quasi non sentiva più le sue membra dopo avervi passato sopra la notte più lunga della sua vita.
Il sole stava sorgendo su Kanagawa ma alcune nubi che non sembravano minacciose, diventavano sempre più scure.
Si passò le mani fra i capelli, guardando l’orologio.
Dio.
Gli altri erano andati a casa ore prima, seguendo i precisi ordini della moglie di Anzai ma lui non si era mosso.
Non gl’importava. Quell’ordine avrebbe anche potuto venire dal mister in persona ma lui non si sarebbe scollato da lì. Non prima che qualcuno fosse venuto a dirgli qualcosa.
Un pace-maker.
Anzai aveva avuto un altro attacco di cuore, stavolta più forte dell’ultimo che aveva subito due anni prima e i medici non avevano trovato altra soluzione che quella d’impiantargli un pace-maker.
Era un’agonia stare lì senza fare niente.
Quell’attesa lo stremava ma non riusciva ad andarsene.
Non poteva neanche pensare di andare a giocare una partita fra poche ore.
Si piegò sulle ginocchia, serrando gli occhi.
Se Anzai…fosse morto…se avesse ceduto…
Scosse il capo con forza, come per auto convincersi. Doveva smetterla di pensare a quelle cose.
Anzai ce l’avrebbe fatta. Non gl’importava che li avesse visti o meno giocare ma doveva vivere!
Non poteva lasciarli!
Sentì una mano sulla testa e sollevò il viso.
- Come sta?-
Hisashi scosse il capo mentre Kay si sedeva al suo fianco.
- Stanno ancora operando. Potrebbero volerci delle ore.-
- Cos’è successo?-
- Stava dormendo e all’improvviso si è sentito male. Sua moglie ha chiamato l’ambulanza e poi hanno chiamato noi. I ragazzi sono andati via da qualche ora ma non credo riusciranno a dormire.-
- Tu però dovresti provarci.- gli disse suo fratello, passandogli un braccio sulle spalle – Dai, prova a chiudere gli occhi. Se succede qualcosa ti sveglio, te lo giuro.-
La guardia lo fissò a lungo con la disperazione negli occhi ma alla fine accettò.
Si addormentò sulla sua spalla pochi minuti dopo, cadendo in un sonno pesante e senza sogni.
Si risvegliò quattro ore dopo, nella stessa posizione in cui si era addormentato e fu Kay a scuoterlo. Era tornata la moglie di Anzai e i medici erano con lei.
- Allora?- Hisashi balzò in piedi, spettinato e con le occhiaie – Come sta?-
- Oh santo cielo!- la moglie del coach lo guardò preoccupata – Avresti dovuto andare a casa, fra poco avrete la partita! Lui non vorrebbe che ti stancassi così!-
- Sto bene, mi dica come sta il coach!- sbottò terrorizzato.
- L’intervento è riuscito.- l’informò il medico – Ci sono state delle complicazioni ma è andato tutto bene. Il pace-maker lo aiuterà nei prossimi anni. Dovrà naturalmente controllare meglio la sua dieta, vivere una vita tranquilla e non dovrà fare sforzi eccessivi. Ne avrà per due settimane, poi starà bene.-
Mitsui tirò un sospiro, sentendo ora le gambe molli.
Dio, Anzai stava bene…
La moglie del Buddha gli sorrise, posandogli una mano gracile sulla spalla.
- Forza ragazzo. Ora vai a casa e avvisa i tuoi amici. Lui starà bene e voi avete una partita da vincere.-
- Si, ha ragione.- annuì la guardia.
Tornò a guardare l’orologio. Le undici.
Faceva in tempo ad andare a casa e cercare di rimettersi in sesto.
Ringraziò ancora i medici, stranamente si fece abbracciare dalla moglie di Anzai e poi salì in pullman con suo fratello, correndo veloce verso casa visto che c’era lo sciopero ecologico del mese. Arrivato lì fece appena in tempo a farsi una doccia e a chiamare tutti quanti, per avvisarli della buona notizia.
Per la strada si fermò a comprare un pacchetto di mentine e cominciò a mandarle giù.
Un quarto a mezzogiorno era davanti al palazzetto.
Tutti gli altri erano già arrivati, forse più nervosi di lui ma quando lo videro si sentirono meglio.
Si strinsero in un abbraccio collettivo, consci che con la mancata presenza di Anzai sarebbe stata dura per loro ma già una volta avevano battuto il Ryonan in quelle stesse condizioni.
Dovevano solo ricordarsi di tutte le parole del mister.
Loro erano forti. I migliori.
E dovevano difendere il loro titolo.
- Pronti?- chiese Akagi, prima di entrare.
- Pronti.- scandirono tutti in sincrono, le facce più agguerrite che mai.
- Bene.- disse Ayako – Allora andiamo, forza.-
- Si!-

Come due giorni prima, il palazzetto dello sport di Kanagawa era di nuovo al limite della sua capacità di contenimento.
I tifosi si erano divisi le curve, ovunque capeggiavano striscioni e cori da stadio mentre dal campo i giornalisti attendevano col flash caldo di poter fotografare gli "eroi" del giorno.
L’atmosfera era tesa, piena di aspettative.
Le squadre battute sapevano che quell’incontro sarebbe stato sensazionale.
Il liceo Shohoku si era accaparrato l’intera parte sinistra della palestra e lì, fra quelle poltrone, Haruko, Mito, l’Armata, Aota e compari, la squadra di pallavolo e Junko aspettavano di vederli entrare in campo.
Il Fuggitivo era sul palco d’onore con le famiglie dei giudici, gli arbitri pronti al sorteggio.
Tutto trasudava attesa ed eccitazione.
- Come credete che finirà?- sussurrò Nanaka, quasi tesa come se avesse dovuto giocare lei.
- Non so, davvero.- rispose Haruko – Il Ryonan ha una difesa eccezionale, l’hanno consolidata in tanti anni e anche in attacco il triangolo Sendoh, Uozumi e Fukuda funziona molto bene. L’anno scorso li abbiamo presi di sorpresa con le schiacciate di Hanamichi e il gioco di mio fratello ma ora…non so, Taoka è eccezionale nel scovare i punti deboli dell’avversario e noi, oggi, senza il coach Anzai…-
- Hai paura che si facciano prendere dal panico, vero?- le disse Mito.
- Si, ti confesso che ho davvero paura che possano fare fatica come due anni fa. È già successo, ti ricordi?-
- Si ma hanno anche vinto.- le sorrise Noma – Non fasciamoci la testa prime del tempo.-
- Già, forse hai ragione. Ma…sono preoccupata comunque.-
- Il vecchietto però sta bene, vero?- s’intromise Takamiya, già attaccato alle patatine.
- Vi hanno detto qualcosa?- chiese anche Okuso.
- Mitsui è rimasto in ospedale. Ha chiamato verso le undici, l’intervento per fortuna è riuscito.-
- Ferma. Vuoi dire che quasi non hanno dormito?- saltò su Junko, allibita.
- Bhè…- la Piattola annuì – Temo proprio che abbiano sul collo solo poche ore di sonno.-
- Ma bene. Suicidiamoci, facciamo prima.- borbottò la Kanzaki – Dannazione!-
Anche negli spogliatoi si vedeva bene che in molti non avevano chiuso occhi ma non per questo i loro sguardi erano meno carichi di quelli che ci si aspettavano per una finale.
Terminato il rito di preparazione, Akagi si mise a fianco di Raim e Ayako.
Oh, Anzai…come avrebbe voluto averlo a fianco.
Invece avrebbero affrontato la finale da soli.
- Ragazzi.- iniziò – So cosa pensate. Manca il coach.-
I giocatori tacquero, restando o seduti o in piedi, a fissarlo intensamente.
- La sua presenza rassicurante ci ha sempre aiutato, sia in campo che fuori. Lo so che lo vorreste qui, perché lo vorrei anche io. Ma lui non ci sarà, quindi vediamo di tornare in ospedale stasera e dirgli che…abbiamo vinto. Siate d’accordo?-
- Si!- urlarono tutti.
- Bene.- Akagi si chiuse la felpa – Ricordatevelo. Li abbiamo battuti già una volta in queste condizioni. E lo faremo anche oggi. Se ognuno di voi darà il massimo di sé, manterremo il titolo e andremo di nuovo ai campionati nazionali. Siete tutti pronti allora? Andiamo a vincere?-
- Si capitano!-
- Avanti, forza!- e batté le mani mentre tutti si alzavano – Avanti, vinciamo questa finale e prendiamo il titolo!-
Un minuto più tardi le squadre fecero il loro ingresso in campo.
Blu per il Ryonan, bianco per lo Shohoku.
Iniziò la mezz’ora di riscaldamento e Taoka si accorse immediatamente della mancanza di Anzai in panchina.
Che si fosse di nuovo sentito male?
Possibile? Sembrava diventata una tradizione quella. Accidenti.
Ora si che sarebbe stato possibile battere i suoi diavoli.
Tutto il Ryonan se ne accorse in vero, trovando la panchina occupata solo dalle riserve e dalle due manager.
- Ma tu guarda.- Koshino diede il gomito a Sendoh, mentre tirava a canestro – Cos’è, una tradizione questa?-
Akira non rispose, limitandosi a guardare gli avversari.
Sembravano stanchi.
Taoka gli aveva detto un giorno, anni prima, che Anzai soffriva di cuore ma non credeva che sarebbe successo una seconda volta e proprio durante l’ennesima loro partita.
- Sono di nuovo senza mister.- disse anche Ikegami – Ragazzi che sfiga.-
- Se non altro saranno giù di morale.- considerò quella serpe di Koshino ma venne deluso.
Una pallonata sfrecciò nell’altra metà campo e quasi prese in pieno la testa di Rukawa che però si spostò con nonchalance, fissando apaticamente il rossino dello Shohoku che aveva minacciato di ucciderlo se lo insultava ancora.
Hana non era una di quelle persone che si buttavano giù e sapere che il nonnetto ero all’ospedale gli faceva solo venire voglia di vincere, per tornare da lui col sorriso e farlo guarire prima.
Altro che piagnistei.
- Avanti, tirate fuori le palle!- sbraitò – Che c’è, v’è morto il gatto?-
- No ma con quella pallonata potevi ucciderci la volpe, imbecille!- ringhiò Akagi, ficcandogli un pugno – Siamo calmi, non c’è bisogno che ti metti a farci la ripassata!-
- Bah, sembrate avere le energie di mia nonna!-
- Pensa a centrare i canestri.- lo zittì anche Miyagi – E lascia perdere tua nonna, povera donna.-
- Ti sei calato qualcosa?- fece il Gorilla – Sei sovreccitato.-
- Sono come al solito.- si gasò il tensai – Oggi posso sollevare il mondo.-
- Però. Allora dopo i funerali che fai eh? Ti dai allo strozzinaggio?- insinuò Ryota perfido.
- Bah, voi mezze seghe non capite niente! Il Tensai è sempre pieno di energie e stavolta straccerò tutti, lo giuro!-
- Per ora ci stai solo stracciando le palle, do’aho.- rincarò Kaede serafico.
- Cadaveri viventi! Perfino Fukuda sembra più allegro di voi!-
- Coglione.- gli fece l’avversario dall’altra parte del campo, alzandogli un dito specifico.
- Non cominciamo eh?- sbottò Akagi, riprendendosi la sua scimmia mentre Uozumi tirava via la sua ala grande.
- Mamma mia, che energie.- cinguettò Akira, mani in tasca e aria curiosa.
Cosa stava facendo poi Hisashi? Masticava caramelle?
Gli si avvicinò tranquillo, osservandolo masticare indolentemente.
- Mal di gola?- gli chiese, apatico.
La guardia annuì, facendo finta di massaggiarsela.
Lo guardò, di sbieco. – Il declino è alle porte.-
- Contaci.- Sendoh gli strizzò l’occhio – Ti marco stretto.-
- Scherzi vero? Non fare puttanate.-
- Scusa, è troppo divertente prenderti per il culo…in senso letterale intendo.- concluse Akira, serafico – Comunque hai delle occhiaie da far spavento. Brutta cosa la strizza ciccio.-
- Idiota. È per Anzai.-
- Si è sentito di nuovo male?-
- Già.-
Il porcospino stavolta lo scrutò meglio. Occhiaie, aspetto stanco…
- Sei stato in ospedale tutta la notte?- ora nella sua voce c’era una sorta di diffidenza – Quelle allora non sono caramelle per la gola. Sono mentine per l’alito.-
- Aki non cominciare.-
- Hai mangiato qualcosa o no? Hisa, guardami in faccia.-
- Non seccare.- sbottò la guardia – Pensa a giocare e lascia perdere le mie mentine!-
- Testa di cazzo.- si sibilarono in coro, dandosi le spalle allegramente e tornandosene dagli altri.
A un minuto dall’inizio le due squadre tornarono in panchina.
Il riscaldamento era finito.
- Ma tu guarda…ehi gente, chi ha invitato il parentado eh?- sorrise Ayako, osservando le tribune.
Anche i ragazzi rimasero allibiti. A parte il cugino di Rukawa che da quella rissa ora non si perdeva più una partita, c’erano Kay e la madre di Mitsui, la madre di Hana, i genitori di Kogure, Akagi e Miyagi e mezza famiglia di Rei.
- Grazie a Dio il vecchio non è venuto.- sibilò Hisashi, mandando giù l’ultima mentina.
- Che ne sai, magari apparirà da un momento all’altro.- ghignò Ryota – Hai mal di gola?-
- Un po’.-
- E hai dormito?-
- Tappo.- Mitsui gli puntò lo sguardo omicida addosso – Guardami in faccia.-
- Ok, mi faccio i cazzi miei.-
- Ecco bravo.-
- Comunque hai un aspetto schifoso.-
- Si ma solo oggi. Tu sempre invece.-
- Quando non dormi sei intrattabile.-
- Voi due zitelle avete finito?- li richiamò Raim – Forza, mancano venti secondi!-
I titolari si guardarono tutti in faccia una volta ancora, poi l’intera squadra si strinse nel mantra d’inizio partita e dopo pacche e consigli, i cinque entrarono in campo.
Kogure rimase in piedi per un attimo, a osservare le loro espressioni.
Non era la giornata ideale per giocare per loro, non dopo quella nottataccia passata all’ospedale però dovevano vincere.
Dovevano farlo a tutti i costi.
- Che Dio ce la mandi buona.- sibilò Ayako al suo fianco, pronta col conto alla rovescia.
- Ce la faranno. A costo di ammazzarsi.- scandì Raim, mettendosi una gomma da masticare in bocca, per trattenere il nervoso – Hanno studiato gli schemi e si sono allenati come degli schiavi. Ce la devono fare.-
- Si ma vorrei che Anzai fosse qui.- sospirò Rei, seduto al loro fianco.
- Si, anche io.- ammise Kogure – Forza, forza ragazzi!-
Le due squadre si erano ormai schierate sul parquet, si dividevano il centro campo mentre l’arbitro di piazzava fra di loro. Il salto stavolta se lo giocavano Uozumi e Akagi, proprio per onorare l’ennesima tradizione.
I due gorilla si scrutarono con aria che non era pacifica neanche lontanamente e in tribuna si videro le scintille fra gli sguardi dei due capitani.
La finale del torneo prefetturale cominciava.
I due erano al salto, gli altri giocatori si fissavano di striscio, alcuni neanche si erano scambiati uno sguardo.
Era pronti.
Il fischio dell’arbitro e il lancio della sfera arancione sulle loro teste fu l’unico momento di quel primo tempo in cui calò un silenzio veramente tombale.
Com’era prevedibile dopo il fischio d’inizio in aria ci fu una lotta fra colossi in cui la spuntò naturalmente Akagi ma stavolta non era stato facile per niente. Quasi dovette spaccarsi la schiena ma alla fine riuscì a far schizzare via la palla e la partita iniziò, seguita dal perfido e fortissimo coro di tutto il palazzetto.
Il primo a prendere in mano la prima palla della partita fu Miyagi e Ayako decise di prenderlo come un segno del destino.
Ryota non l’avevano visto neanche sfrecciare verso la sfera, se non Sendoh che però si era ritrovato di fronte Rukawa.
Il play dello Shohoku ora era a bordo campo, palleggiava lento e solo muovendo le pupille senza agitarsi troppo inquadrò il campo. E il genio che in effetti aveva già messo la quarta.
Ghignò leggermente e facendo finta di passarla alta fino a Rukawa, deviò invece il braccio alla loro sinistra.
Hana era già in area di tiro, tampinato da Fukuda, ma ce l’aveva troppo alle spalle ed evitando quel muro di Uozumi che era rientrato in tempo, saltò a canestro e poggiando la palla infilò i primi due punti della partita e venti secondi dal suo inizio.
Inutile descrivere i cori della tribuna allibita, compresi quelli dell’Armata…
- Incredibile.- soffiò Mitsui con un ghigno.
- Hn. Ne ha imbroccata una.- annuì Rukawa, passandogli a fianco – Domani grandinerà.-
- Baciatemi tutti il culo.- cinguettò infatti Hanamichi, tornando indietro con un perverso ghigno maniacale che faceva davvero spavento – Allora Kit? Sono o non sono il tensai?-
- Do’aho.-
- Tua sorella.-
- Sì buona notte.- li richiamò Akagi – Forza idioti, datevi una mossa.-
Erano entrati nel vivo. Riacquistata la palla, il Ryonan si chiuse in una corazza di granito che non era facile penetrare, l’attacco poi era come al solito portato avanti da Sendoh, Fukuda e Uozumi ma se i due gorilla sotto canestro scatenavano una lotta all’ultimo sangue, anche Hana e Fukuda avevano il loro bel d’affare tanto che il porcospino più di una volta si ritrovò contro Miyagi che, sfuggito a quell’incapace di Koshino, gli fece perdere la cognizione del tempo e i trenta secondi andarono in malora, facendo perdere il gioco ai giocatori in blu.
Taoka se l’era aspettato. Koshino non riusciva a tenere buono il play dello Shohoku.
Scambiò uno sguardo con la sua perla e anche Sendoh sembrò mordersi le labbra.
Era necessario darsi subito una mossa. Un solo minuto di gioco e già subivano l’incredibile carica di Miyagi.
In quel momento gli passarono la palla e guardandosi attorno, mentre Rukawa sembrava più che deciso a farlo uscire dalla palestra senza fiato, Akira vide Ikegami poco alla sua destra.
Fu un passaggio rapido e veloce ma un lupo ci si mise di mezzo.
Mitsui si frappose fra la palla e Ikegami, sgusciandogli da dietro la schiena e veloce come un fulmine rimandò la palla in avanti, dove c’era Ryota a servire per il Gorilla.
Otto a due.
- Grande Gori!- sbraitò Hana gasatissimo.
- Grazie!- e si dettero un sono cinque, ridacchiando.
- Bene.- commentò Kogure – Continuiamo così.-
Ayako annuì a sua volta ma sapeva bene che non ci sarebbe andato molto perché Sendoh si mettesse a fare vedere quanto valeva. E cominciò alla fine del secondo minuto di gioco, seminando Rukawa e piazzandosi alle spalle di Mitsui mentre Ikegami si buttò sul volpino.
Scambio di marcatura.
Hisashi imprecò fra i denti, ritraendo la palla perché non finisse nelle grinfie del porcospino.
Ce l’aveva addosso e cominciarono a traccheggiare, sulla linea dei tre punti.
- Cosa…cosa credi di fare?- borbottò la guardia, dribblando e facendo finte.
- Te lo dico subito.- gli sibilò Akira nell’orecchio – Se non vuoi svenire fila fuori dal campo!-
- Neanche morto.- ringhiò Hisashi, ritraendosi ancora, palleggiando velocemente.
- Ti conviene farlo.- lo avvisò Sendoh, tornando a tampinarlo senza dargli fiato – O ti ficco la lingua in gola qua davanti a tutti e sai che lo farei!-
La minaccia andò a segno. Mitsui s’impappinò leggermente e il giocatore del Ryonan, con un ghigno sadico, gli arrivò addosso di faccia, quel che bastava per spaventarlo col suo proposito e fargli perdere la concentrazione.
Gli soffiò la palla e scattò via, facendo imprecare il tiratore da tre.
- Ma che cazzo è successo?- urlò Hana, correndogli a fianco.
- Lascia perdere!- rispose Mitsui infuriato. Adesso lo sistemava lui quel bastardo di Akira! Altro che lingua in gola!
Senza fiatare gli arrivò alle spalle e mentre tirava gli deviò la palla. Andò a toccare l’anello ma cadde fuori e il volpino la riprese, andando col loro velocissimo contropiede.
I due avversari ora si scrutavano stizzosi.
- Porco.- gli sibilò Mitsui.
- Ha parlato.- sbottò Sendoh ma non riuscì a dire altro che un sonoro brontolio fermò la loro discussione.
Hisashi ebbe almeno la decenza di arrossire, tenendosi lo stomaco sotto lo sguardo inviperito del rivale.
- Se non esci subito e mi svieni addosso ti avverto che faccio scoppiare un casino!- lo minacciò di nuovo il numero 7 del Ryonan – Hai capito?-
- Pensa ai cazzi tuoi, te l’ho già detto!-
- Insomma si può sapere che succede qua?- sbraitò l’arbitro innervosendosi – Questo non è un bar!-
- Ma cosa vuole lei!?- ringhiarono in coro i due esasperati e allora ci fu un doppio fischio.
Si beccarono un fallo tecnico a ciascuno e quando i due capitani andarono a riprenderli, era ormai chiaro che qualcosa non andava.
- Allora Mitsui?- sbottò Akagi – Cosa succede porca miseria?-
Mitsui imprecò di nuovo. Merda. Akira aveva ragione, lo sapeva.
Merda, merda!
La vergogna gl’invase le vene, rovesciandogli addosso la sua stessa idiozia.
Non aveva mangiato! E ora? La squadra aveva bisogno di lui ma se sveniva…
- Mitchy.- lo richiamò anche Hana – Ehi, tutto a posto?-
Hisashi si morse le labbra, sapendo che l’avrebbero maledetto.
- Devo andare a mangiare.- sussurrò.
Li vide sgranare tutti gli occhi.
- Cosa??- alitò Miyagi, credendo di aver capito male – Scherzi vero?-
L’altro scosse il capo e alzò il palmo verso Kogure. Aveva la mano aperta.
Il vice capitano balzò in piedi, preoccupato. Quello era il segnale per farlo uscire quando gli venivano le sue crisi.
Fermarono il gioco e la guardia, senza attendere un secondo di più, alzò lo sguardo sul tabellone.
18 minuti e 34 secondi.
Sarebbe tornato in tempo per il secondo set. Doveva farlo.
A costo di mandare giù una scatola di digestivi!
Schizzò fuori dal campo come un pazzo, lasciando pubblico e giudici di gara un po’ stupiti ma ormai ci erano avvezzi a certe sue fughe, così si limitarono a far riprendere la partita con Kogure in campo e mezzo Shohoku sul piede di guerra.
Mitsui era morto.
Solo che ancora non lo sapeva.
Nello stesso momento in cui i suoi compagni agognavano solo a trucidarlo brutalmente, compreso Kaede a cui fumava il cranio e pure le orecchie, Mitsui correva a perdi fiato nei corridoi.
- Oh ma cosa diavolo è successo?- ringhiò Junko quando lo pescò al piano terra, davanti all’ingresso ricolmo di fumatori e giornalisti – Hisa dove vai?-
- Jun non ho mangiato!- sbottò disperato – Sei in macchina? Kay anche tu!- urlò quando lo raggiunse suo fratello – Kay sei venuto in macchina??-
- No, è giornata ecologica cocco. Macchine pari ti ricordi?- soffiò suo fratello maggiore – Certo che sei veramente deficiente!-
- Oddio, mi serve una macchina!- esplose. Mancava poco che si mettesse a strillare come una gallina isterica quando vide qualcuno e s’illuminò – Calimero! EHI CALIMERO!-
Minami, capitano del Toyotama d’Osaka, si stava scolando un caffè e si girò con sguardo minaccioso.
- Che cazzo vuoi?- gli chiese, molto gentilmente.
- Sei in macchina?-
- Si.-
- Dammi le chiavi.-
Il tizio alzò un sopracciglio, poi ghignò, tornando a bere.
- Fatti un giro al manicomio.-
Risposta sbagliata.
Tre minuti più tardi Hisashi Mitsui frenò come un dannato davanti a un piccolo ristorante. Entrò come un tornando e saltò praticamente sul bancone davanti al proprietario che gli guardò la divisa. Neanche si era cambiato.
- Signore la prego!- annaspò la guardia, congiungendo le mani – Devo tornare a giocare la finale al palazzetto, mi dia qualcosa da mangiare, si sbrighi! Possibilmente solido ma non troppo pesante. Ah si…e poi un caffè e una pastiglia di digestivo!-
Mezzo locale era allibito, l’altra metà lo fissava come se fosse davvero uscito con la camicia di forza ma alla fine il signore piuttosto attempato e senza un capello in testa gli fece un piatto di spaghetti e gli fece cuocere della carne a tempo di record. Cinque minuti. Gliene restavano dieci.
- Ehi ma tu sei Hisashi Mitsui!- disse all’improvviso un ragazzo, sui venticinque anni, con una telecamera in spalla.
- Chi?- chiese il proprietario.
- Uno dei giocatori di basket che si disputano la finale! Ma che ci fai qua?-
La guardia lo ignorò, continuando a mangiare inforcando le bacchette come badili.
- Senti ma hai almeno i soldi per pagare?- gli chiese il vecchio, curioso. Non era da tutti i giorni trovarsi un giocatore di basket attaccato al bancone con un tale appetito.
- Hn. Paga lui!- borbottò Hisashi, indicando Minami che se ne stava seduto al suo fianco con sguardo schifato.
- E già.- rognò il Calimero – Ma tu guarda che deficiente! Altro che giocatore di basket, sei un idiota!-
Il numero 14 non si prese neanche la briga di rispondergli, troppo preso dal mandare giù la bevanda vitaminica che gli aveva lanciato Ayako prima che scappasse via. Fremeva seduto a quel tavolo, imprecando contro la sua stupidità.
Come aveva potuto scordarsi di mangiare? Come?
- Figliolo, rischierai di strozzarti.- lo avvisò il vecchio proprietario, servendogli il caffè – Sicuro di non volere altro?-
- No, no!- la guardia si bruciò la lingua ma mandò giù tutto d’un fiato. Cinque minuti per digerire.
Dio, non aveva mai mangiato così in fretta.
Ci mancava solo che vomitasse.
Mandò giù il digestivo, poi sempre sotto lo sguardo allucinato di metà ristorante, cominciò a camminare su e giù e a saltellare, ben sapendo che era assurdo farlo ma ormai era arrivato al limite della tensione.
Avrebbe mandato giù anche un sasso pur di poter giocare senza vomitare in mezzo al campo!
E chissà il Ryonan le ghignate che si faceva…
- Senti coso…com’è che ti chiami?- borbottò il capo del Toyotama.
- Affanculo, te lo ricordi bene visto che ho infilato più triple di te in ogni partita, testa di cazzo.- frecciò l’altro con sarcasmo, attaccandosi ad un’altra lattina energetica – Che cosa vuoi?-
- Ma che t’è successo?-
- Niente, non ho dormito e non avevo mangiato.-
Lo guardava come se non ci credesse.
- E’ vero.-
- Però. E la tipa di prima è la tua ragazza?-
Manco a dirlo gl’indirizzò uno sguardo truce. Ma perché gli facevano tutti quella domanda?
Aspettò ancora un minuto, poi lasciò pagare al Calimero e risalirono in macchina. Fu una corsa folle ma rientrato al palazzetto e investito da una folla di giornalisti riuscì a farsi largo e a tornare in palestra per sentire il fischio della fine del primo tempo.
Guardò il tabellone.
Cazzo, 45 a 46 per il Ryonan.
- Oh, eccoti qua!-
Non fece in tempo ad abbassare lo sguardo sui compagni che Akagi, Hana e Ryota lo travolsero come un treno e dopo averlo praticamente pestato a sangue gli fecero una paternale che durò tutta la pausa.
Idiota, deficiente, stupido essere arboricolo, rifiuto della società, bastardo, testa di cazzo, brutto infame e altro ancora furono gl’insulti che gli arrivarono addosso come macigni.
Grande. La simpatia e la comprensione si sprecavano.
Kaede poi gli lanciò uno sguardo schifato e Akira, per finire in bellezza, gli fece ciao-ciao con la mano dalla panchina del Ryonan. Dopo l’onta, anche la beffa.
- Io mi chiedo come cazzo si faccia a scordarsi di mangiare!- ululò Miyagi, attaccandosi alla bottiglietta – Sei un deficiente senza frontiere Hisa! Ma che cazzo hai nella testa?! L’acqua!-
- Comunque ce la siamo cavata.- s’intromise Kogure conciliante – L’importa è che hai mangiato e stai bene. M’è venuto un colpo prima, credevo ti fosse venuta una crisi.-
- Ma che crisi! Quello sta da favola!- sbottò il Gorilla.
- Se non altro è bello fresco.- disse Raim, zittendo la cagnara.
- Già.- annuì Ayako, illuminandosi – Così si butta su Sendoh e ce lo tiene fermo.-
- Sì, come no!- rognò Sakuragi, finendosi la lattina e accartocciandola – Aki ha fatto il bello e il cattivo tempo mentre non c’eri. La kitsune si è ritrovata addosso lui e Ikegami.-
- Si ma vedo che siamo sotto solo di un punto.- rispose Mitsui – Una bazzecola.-
- In effetti.- Miyagi fece una smorfia.
Si, era stato un primo tempo tossico, da non perdere d’occhio la palla un attimo con quella difesa bastarda ma comunque in attacco non erano poi dei geni se si fermava Sendoh e Fukuda e metà area.
Il play dello Shohoku se la gestiva bene, tutto sommato.
E Taoka, dalla panchina dei suoi, lo sapeva bene.
Miyagi aveva ancora abbastanza fiato in corpo per sistemarli tutti per le feste e Mitsui era fresco per giocarsi alla grande gli ultimi venti minuti. Rukawa e Sakuragi inoltre sembravano solo un po’ accaldati.
Dannazione, dovevano essersi sottoposti a chissà che fatiche per arrivare a quei livelli.
- Quel dannato contropiede.- sibilò Koshino in quel momento.
- Cosa?- gli chiese Aida.
- Non gli stiamo dietro.- annuì anche Ikegami – Miyagi è una scheggia, me lo ritrovo sempre davanti quando cerco di passare. Sono diventati più veloci del Kainan!-
Taoka tacque, osservando Uozumi e Sendoh.
Il capitano si asciugò la fronte ma non espresse commenti di sorta e il numero 7 si limitava a succhiare uno spicchio di limone, pensoso. Sendoh comunque doveva avere in mente qualcosa perché non sembrava alterato come gli altri compagni.
Sapeva che l’avversario era duro da battere e si era preparato a questo ma ora ci voleva un miracolo ormai per fermare la corsa dello Shohoku.
Anche senza Anzai, pensò Taoka, erano ormai diventati dei campioni abbastanza in grado di gestirsi da soli.
Il Diavolo dai capelli bianchi doveva averli istruiti bene.
Erano finalmente cresciuti come squadra, come team.
- Mantenete il risultato.- sibilò, quando finì il minuto di ripresa – Ora che è tornato Mitsui dovrete stringere ancora di più la difesa. Sendoh, mi raccomando stagli addosso e continuate a scombussolare le idee a Rukawa con lo scambio di marcatura. Gli avete già fatto fare due falli, continuare così. Fukuda, buttati su Sakuragi e non dargli fiato, quando uno lo stringe troppo va in palla e comincia a fare cazzate. Per il resto posso solo dirvi di tenere d’occhio Miyagi. Serrate bene le maglie e prima o poi lo stancheremo e attenti sotto canestro. Non fatevi intimorire da Akagi.-
- Mica facile a farsi.- borbottò Fukuda, mentre tornavano in campo.
- Già.- rognò anche Koshino che aveva il fiato lungo ancora prima di ricominciare.
- Finitela di fare i disfattisti.- li richiamò Uozumi, ficcando un pugno in testa a tutti e due – Siamo sopra di punto e la nostra difesa è mille volte più forte della loro. Non mettetevi a frignare come femminucce!-
- Ma chi frigna.- sogghignò la sua ala grande – Solo che non devi marcare tu la scimmia!-
Dall’altra parte della barricata intanto, Kaede stava raccontando in due parole a Mitsui che casini gli avevano fatto Sendoh e Ikegami con quel maledetto scambio di marcatura.
Quei bastardi nel primo set avevano perfino lasciato libero Kogure pur di fermare lui ma stavolta sapeva come fermarli e trovò Hisashi del tutto d’accordo con lui.
Il gioco di squadra non era poi così palloso come aveva sempre creduto.
La tattica del volpino gli piaceva.
- Hanamichi, vai tu al salto.- borbottò Akagi, spingendolo avanti.
- Ahah! Vedi che ti fidi di me Gori?- sghignazzò il rossino, ma non lo fece per molto visto la dolce risposta che ricevette.
- Sbagliato. Quelli pensano che tu faccia qualche cazzata e visto che sono sicuro che la farai e manderai la palla chissà dove, abbiamo più probabilità di prenderla noi perché siamo più veloci. Capito fesso?-
- Già. Capito mezza sega?- ridacchiò anche Ryota.
- Manica di miscredenti!- ringhiò fra la fauci, andando con ari battagliera sulla linea di metà campo. Adesso gliela faceva vedere lui a quelli! Spaventò perfino Uozumi con quella faccia da maniaco ma fortunatamente non erano lì per una rissa. Peccato che subito all’inizio del secondo tempo ne combinò una delle sue.
Erano appena saltati per la rimessa e Hana, beata demenza, volendo dimostrare a tutti che era in grado di passare decentemente la palla a un compagno cosa fece? Con la forza di un carro armato fece schizzare la palla alla velocità della luce verso Rukawa e il povero animale da pelliccia, grazie al cielo, fece appena in tempo ad abbassarsi perché la sfera finisse per uccidere Ikegami, prendendolo sul grugno.
Naturalmente scoppiò il solito macello di grida che, caso strano, non si sentiva da un bel pezzo.
- Tu dovresti stare in una casa di recupero mentale cazzo!- sbraitò il Gorilla, mentre Hana si prendeva tranquillo il suo secondo fallo della giornata – Volevi ammazzare Rukawa, dì la verità!-
- Ma se per una volta volevo passargliela!- si lamentò il tensai – La traiettoria era anche giusta!-
- Si e Ikegami l’ha visto bene,- sibilò Uozumi – idiota di una scimmia!-
- Ha parlato il re dei primate!-
- Ma vuoi che ti ammazzi?!-
- Insomma fa silenzio!- rognò Miyagi, prendendo a calci il numero 10 dello Shohoku – Forza torna al tuo posto, babbeo!-
- Do’aho.- rincarò anche Rukawa, quando venne rispedito in fondo come l’asino della classe.
- E sta zitto kitsune!- brontolò il rossino depresso.
- Ci basta la delicatezza nelle cose.- gli disse Mitsui – E adesso la palla se la prendono loro, sei proprio la regina dei falli, ha ragione il volpino!-
Bene, dopo che l’ebbero fustigato e lapidato a sufficienza, tornarono a concentrarsi sul gioco visto che l’arbitro era di nuovo pronto a fischiare. Palla al Ryonan, Fukuda aveva la sfera sull’ala destra del campo e Hana, che aveva la dote della perseveranza, non lo mollava di un millimetro.
Il tensai si accorse con un sorriso che tutti gli allenamenti sugli one on one con la kitsune erano veramente serviti.
In fondo, a forza di sfidare il migliore nella lotta a corpo, qualcosa s’imparava no?
Quando riuscì anche a soffiargli la palla senza commettere fallo era così allegro che quasi avrebbe baciato la volpe di marmo in mezzo al campo.
Si scambiarono un’occhiata e capirono che era ora di mettere in piedi il loro schema.
Vedendoli cominciare a fare zigzag, Miyagi esibì un perfido ghignetto.
Era ora di cominciare a dar fastidio ai nervi di Uozumi.
Ci furono un paio di passaggi a centro campo, poi la palla finì a Mitsui e Ikegami non gli si staccava dalla schiena neanche se lo si pregava. Era talmente asfissiante che più di una volta gli venne voglia di combinargli qualche finto fallo ma alla fine vedendo Rukawa in area lasciò perdere. Vide che Sendoh era lontano, a fianco del volpino, quindi lanciò in tutta tranquillità.
Volpe e porcospino saltarono insieme ma ebbe la meglio il numero 11 bianco che appena atterrato, conscio che Akira ci avrebbe messo poco in quella posizione a fregargli la sfera, la rilanciò ad Hana, dall’altra parte dell’area.
Il rosso registrò appena il casino immenso di mani e teste sotto l’anello.
Doveva tirare, ora o mai più.
Uozumi se lo vide arrivare addosso che era tardi.
Il tensai mise dentro la palla incassando due punti ma il capitano del Ryonan gli era finito addosso, durante il salto, e l’arbitro fischiò il fallo.
Purtroppo però, durante quella colluttazione abbastanza forte, il gorilla dei giocatori in blu non fu l’unico a sbilanciarsi.
Miyagi era lì, alle loro spalle, e venne sospinto pesantemente indietro insieme a Koshino ma mentre quest’ultimo cadde in ginocchio, il play dello Shohoku finì contro la base di ferro di tabellone.
L’arbitrò fischiò di nuovo per entrambi i giocatori ma Mitsui, dalla sua postazione, ebbe un brutto presentimento.
A terra c’era una chiazza di sangue.
Spintonò via quelli del Ryonan che stavano attorno a Koshino e corse da Ryota.
- Cazzo ma è pieno di sangue!- sbraitò Akagi, inginocchiandosi – Ryota…Ryota fa vedere…-
Il play emise un gemito, levandosi la mano dall’occhio.
- Merda…-
I ragazzi gelarono. Completamente.
Il sopracciglio sinistro di Miyagi esibiva un lungo taglio trasversale e il sangue gli colò sulla guancia, mentre Ayako e Raim correvano in campo, agitatissime.
Si scatenò un casino mentre gli veniva tamponata la ferita.
- Dai tappo…su…- Mitsui gli passò un braccio attorno alla vita, tirandolo in piedi – Piano…ce la fai?-
Ryota non rispose, tenendosi il panno sull’occhio.
- No, no…- ringhiò, distrutto. Dio, non vedeva niente.
- Sostituitelo, forza.- disse l’arbitro – Dobbiamo riprendere la partita.-
Lo Shohoku strinse i denti. Senza Miyagi…
Dannazione e ora cos’avrebbero fatto?
- Shh…- Ayako si mise l’altro braccio del numero 7 sulla spalla, mentre lei e la guardia lo portavano in panchina – Stai tranquillo, adesso ci pensiamo noi. Mitsui, torna in campo.-
- Aspetta…aspetta un attimo.- ansimò Ryota, fermandolo – Hisa…-
- Tranquillo tappo, stai tranquillo.- lo zittì il numero 14 – Cerca di riposarti. Adesso devi farti guardare l’occhio.-
- Si ma…- Miyagi deglutì, guardando in panchina. Erano senza play a quel punto.
Si bloccò, guardando Nobu.
La matricola si alzò, correndo da lui.
- Senpai…-
- Ryota.- lo richiamò Ayako – Dobbiamo andare in infermeria.-
Il playmaker si morse la labbra. Dannazione, ma perché ora?
Perché doveva lasciare gli altri così?
Imprecò fra i denti, socchiudendo anche l’altro occhio.
- Nobu.-
- Dimmi senpai.-
Ryota inspirò – Ricordati tutto quello che abbiamo provato in palestra. Ok?-
La matricola tacque.
Sapeva di non essere in grado di eguagliarlo ma era l’unico a poterlo sostituire.
L’unico a poter gestire bene il gioco.
- Rukawa.- chiamò di nuovo Miyagi.
- Si.- disse l’ala piccola.
- Dagli una mano, ok?-
- Ok.- annuì Kaede, composto – Stai…stai tranquillo.-
Strappò un sorriso a Ryota, che scosse la testa – Non fate cazzate mentre non ci sono.-
Quando il playmaker uscì dal campo fu accompagnato da un coro di tutta la palestra mentre in campo Akagi lo vedeva andar via con le spalle ricurve. Non ci voleva. Non ci voleva proprio.
- Pronto seghetta?- chiese Mitsui a Yaoto.
- Pronto.- annuì seccamente la matricola, fissandolo – Farò del mio meglio senpai.-
- Bene. Forza, riprendiamo il gioco!-
Da parte loro, il Ryonan non poté fare altro che gioire, anche se era da vigliacchi.
Senza Miyagi, forse se la sarebbero cavata meglio, inoltre al suo posto non avevano fatto entrare Kogure ma una matricola. Sendoh lo scrutò attentamente, vedendolo guardarsi attorno.
Stava studiando le disposizioni.
- Con quella mezza sega sarà facilissimo.- disse Koshino, tirando il fiato.
- Speriamo.- sussurrò Akira ma non era ne sicuro. Anche l’altra matricola, il numero 8, Rei Manabe, col Miuradai aveva dato parecchio filo da torcere e se avevano fatto entrare Yaoto al posto di Kogure un motivo doveva esserci.
Forse il piccoletto non era poi così ingenuo.
La palla era passata allo Shohoku e appena ce la ebbe in mano, a parte un attimo di leggero sbandamento, Nobu cominciò l’attacco. Koshino fece per sbarrargli la strada ma Kaede correva accanto al nuovo playmaker e fermare la loro corsa era impossibile.
Si passavano la palla al limite dell’area di tiro a una velocità pazzesca ma quando Sendoh si buttò sulla matricola, Nobu scattò repentinamente, sbalordendolo.
Si passò la sfera sul fianco e poi alle sue spalle.
La prese Mitsui che facendo un leggero salto indietro, passando la linea dei tre, piazzò la sua prima tripla della partita.
Akira aveva saltato a sua volta, appena capita la tattica, ma non era riuscito a sfiorare la sfera.
E ora lo Shohoku vinceva per 48 a 46.
- Bravo Nobu!- Hisashi gli strizzò l’occhio, vedendo la matricola rossa per l’eccitazione – Ottimo passaggio.-
- Però.- sibilò Taoka in panchina – Se l’ha allenato Miyagi ha fatto un ottimo lavoro.-
- Già, quello è uno dei suoi schemi preferiti.- annuì Aida – Ma quella matricola ha giocato poco, non sappiamo quasi niente di lui.-
- Bhè, Sendoh e Uozumi dovranno inquadrarlo presto.- replicò il mister – E in fretta anche.-
Intanto in campo l’attacco era passato ai giocatori blu.
Koshino aveva Nobu alle costole e dovette ammettere, non senza rovinandosi l’orgoglio, che quella matricola era una scheggia, veloce e imprevedibile ed essendo alto 1.87, non poteva neanche fiaccarla in altezza.
Difettava in esperienza, questo si e poteva giocare solo su quello.
Grazie a qualche finta il Ryonan incassò circa sei punti e Sendoh ne mise a segno altri quattro nel giro di due minuti ma Rukawa non stette a guardarlo. Dovendo concentrarsi sul volpino, Akira doveva lasciare Mitsui a Ikegami e questo favorì tutti le triple che la guardia infilò sotto i loro nasi.
Stare appresso alla volpe di marmo stancava ma il sorriso sulle labbra del porcospino diceva a Kaede che Sendoh non aveva giocato ancora tutte le sue carte.
A cinque minuti dalla fine, in un’altalena di azioni di Sendoh e Rukawa, degli schemi di Nobu che la metà delle volte andavano a segno e di Hana che sbarellava la difesa degli avversari coi suoi casini, si arrivò a un risultato di 75 a 77 per il Ryonan.
Difesa maledetta.
Kaede si passò il braccio sulla fronte, asciugandosi il sudore.
E maledetto anche Sendoh. Proprio non voleva mollare.
- Ehi Kit.-
Si girò appena, mentre Hana tornava in difesa.
– Tira fuori le palle.-
Cosa?! Tirare fuori le palle?
Da quando era appannaggio esclusivo del do’aho fargli la predica??
- Hn.- sibilò a denti stretti, rabbioso.
Il rossino se ne andò con un ghigno, ben sapendo di averlo pungolato più che a sufficienza.
Infatti dopo quella sparata Kaede passò come un fulmine in mezzo a tutta la difesa, inchiodando in fila Koshino, Ikegami e anche Fukuda con un’occhiata, mentre Mitsui fermava Sendoh, e con un tiro in sospensione li riportò in perfetta parità.
In quel momento l’arbitro fischiò un time out richiesto da Taoka.
Era il momento giusto e per un minuto i ragazzi tirarono il fiato, proprio mentre Rei e Yasuda tornavano dagli spogliatoi.
- Allora?- saltò su Hanamichi, levandosi l’asciugamano dalla zucca – Come sta il tappo?-
Yasuda e Manabe assunsero un’espressione mesta.
- Servirebbero dei punti ma il senpai non vuole andare in ospedale. Ayako sta cercando di convincerlo. Per il momento gli hanno messo delle farfalle e un cerotto contenitivo.-
- Testa di cazzo che non è altro.- sussurrò Akagi con un debole sorriso.
- Non vorrà giocare ancora!- sbottò Kogure – Mancano quattro minuti, è meglio che se ne stia fuori.-
- Con Nobu ce la caviamo bene.- disse anche Rei – Il senpai potrebbe aggravarsi senza punti.-
In infermeria infatti, l’infermiera di turno non sembrava soddisfatta di come Ryota aveva voluto farsi rattoppare.
Lo vide scendere dal lettino e guardarsi attorno.
Il cerotto gli premeva sulla palpebra ma camminando un po’ e facendo qualche scatto veloce a destra e a sinistra col capo, si accorse che sentiva poco dolore ma ancora meglio, che vedeva perfettamente e gestiva in un ottimo modo la profondità.
- Fossi in te non lo farei.- disse l’infermiera per l’ennesima volta – Sarete anche senza mister ma quella ferita non è semplice come credi. Ok, ora non ti fa male ma servono comunque dei punti. Dovresti essere in ospedale, non pensare a giocare.-
- Sciocchezze.-
- Sciocchezze un corno!- sbottò Ayako – Ryota non fare l’imbecille! Così potresti aggravarti sul serio!-
- Ah si? E che può succedermi? Che mi rimanga una cicatrice sul sopracciglio?- rispose serafico – Questa è la finale e non intendo starmene buono qua a …- gli si smorzò la voce, avvertendo un capogiro.
Si attaccò ad Ayako e lei lo sostenne, spaventata.
- Accidenti…hai perso liquidi, devi bere assolutamente qualcosa.-
- Voglio gio…voglio giocare!-
- Non prima di aver bevuto una lattina energetica!- lo rimproverò la sua ragazza – E non voglio sentire storie maledizione!-
Fuori in corridoio lei e Raim, che aspettava paziente, lo fecero sedere su una panca.
Il play le chiese il risultato e la rossa gli disse della parità, di come stavano giocando tutti quanti.
Mandava giù la bevanda fresca esattamente come ogni parola della ragazza, ansioso di tornare in campo.
Si malediceva per essersi fatto spingere contro la barra del tabellone, per aver dovuto lasciare la partita.
Chissà se Nobu se la stava cavando…
Due minuti.
Sendoh aveva il fiato corto, Mitsui non riusciva a tirare ma se non ci riusciva lui, anche Akira aveva i suoi problemi vista l’estrema capacità della guardia in difesa.
Come previsto la falla era la matricola e Koshino aveva preso a bombardare Nobu in quegli ultimi minuti.
Il numero 9 comunque rispondeva abbastanza bene. In difesa riusciva a bloccare il play avversario e in attacco lui e Rukawa erano riusciti a mettere su dei buonissimi punti.
Ma il tempo scorreva e a ogni punto di Hana e Kaede, ne corrispondeva uno di Akira o di Fukuda.
Erano tutti stanchi, si vedeva e la mancanza del tappo la sentivano parecchio ma il Ryonan capì che non avevano intenzione di arrendersi.
- Hana.-
Il rossino prese l’occhiata della volpe su di sé. Era ora di riprovarci.
Di giocarsi il tutto per tutto.
Il Ryonan l’incalzava troppo, la loro difesa li aveva uccisi, sfiancati.
Ma gettare la spugna mai. Mai.
Nobu vide un gesto con la mano di Rukawa e capì cosa doveva fare.
Stette fermo fino a quando Koshino non gli arrivò di nuovo addosso, per passarlo ma con una finta che prese in contropiede tutti quanti, proprio quando scattava l’ultimo minuto, soffiò la palla al veterano e schizzò in avanti.
- Dannazione fermatelo!- ringhiò Fukuda.
Akira tornò velocemente indietro ma qualcuno lo sorpassò. Mitsui.
Dov’era Rukawa? Prima era lui a marcarlo…
Lo vide quando era in area, arrivato di soppiatto alle spalle di Uozumi.
- Capitano attento!-
Proprio quando Nobu passò la palla alla volpe, Miyagi rientrò in palestra come un fulmine.
A occhi sgranati, vide Hana e Kaede saltare insieme sopra la canestro, prendendo in mezzo il capitano del Ryonan.
Si passarono la palla sulla sua testa e non potendo fermare entrambi, si buttò sul volpino.
Rukawa deviò la sfera con un tocco leggero e Hana, afferrandola con una mano mentre con l’altra si attaccava all’anello, piazzò un dunk.
Il coro di urla e grida che avvolse quella schiacciata fu talmente forte che lasciò loro in mano la partita.
Come spesso accade con Akira Sendoh, niente è mai definitivo fino a quando non è lui a dirlo.
79 a 77 per lo Shohoku, 50 secondi alla fine.
Al quarantesimo, il porcospino toccò l’anello in posizione sbilanciata e Fukuda la mise dentro con una schiacciata, buttando a terra Hana ma non ricevendo fallo.
Erano di nuovo pari. La tensione salì a mille.
Hisashi osservò lo sguardo di Sendoh e gli piacque poco.
Cosa voleva fare?
Si fece un paio di calcoli e vedendolo palleggiare lento e sinuoso come un serpente, capì.
Ci furono un paio di azioni ma nessuna, per le due squadre, andò a buon fine.
Cos’aspettava Sendoh?, si chiese anche Rukawa.
Cos’aveva in mente quel maledetto?
Trenta secondi.
Eccolo.
Repentino come una stella cadente, Sendoh si scambiò con Ikegami, incrociandosi col compagno di squadra e sbarellando sia Mitsui che Rukawa, entrò in area.
Doveva farlo, pensava Akira. Doveva spaccare il secondo o non sarebbe valso a niente.
Doveva giocarsela così, ormai lo aveva capito. Erano troppo forti, anche senza Miyagi.
Il tempo. Ormai doveva pensare solo a quello.
Aspettò il diciottesimo e poi, gelando Mitsui che capì quello che voleva fare vedendolo buttarsi su Nobu, filò a canestro. Gli altri della sua squadra bloccarono lo Shohoku e mentre Rukawa lo raggiungeva, Akira si fermò si fronte a Nobu.
Quindici secondi.
Palleggiò, fece qualche finta, innervosì la matricola. Dodici secondi.
Saltò e Nobu lo seguì. Infilò il canestro, andando a sbattere contro Yaoto e in un attimo tutte le speranze dello Shohoku si frantumarono.
A dieci secondi, il Ryonan vinceva per 81 a 79.
Col tiro libero, ormai i tifosi tacevano.
Il Ryonan aveva vinto, giocando sul tempo.
Rukawa stava sotto canestro, Hana davanti a lui. Nobu aveva le mani fra i capelli, Akagi serrava la mascella.
Era finita.
Tre punti.
Sendoh alzò le braccia, la palla volò sulle loro teste.
Hana e Kaede neanche la guardarono.
Allo Shohoku servivano tre punti.
Bastavano tre punti e sarebbero andati ai supplementari.
Tre punti con soli sei secondi. Non ce l’avrebbero neanche fatta ad arrivare a metà campo, se ostacolati.
Ma qualcuno poteva.
Continuarono a guardarsi, mentre la palla scivolava sull’anello, girava.
Otto secondi.
Cadde a terra, Rukawa li lasciò esultare.
- Vai Hana!- urlò con tutto il fiato che aveva in gola e il Ryonan scattò come una molla.
Akira fu il primo a farlo. Aveva sperato di togliere tutto il tempo necessario ma la volpe aveva capito.
Lo vide afferrare la palla e fece per girarsi ma Nobu gli si parò davanti, esattamente come Hana che lo bloccò di lato, per impedirgli di fermare l’unica persona che ora poteva farli tornare in parità.
Sette secondi.
La sfera arancione, lanciata come un missile da Rukawa, sfrecciò sulle teste dei giocatori.
Sei secondi.
Mai gettare la spugna. Si perde solo quando non si spera più.
La voce di Anzai era come un fischio nelle orecchie di Mitsui mentre le voci della palestra tornavano alte, salendo come una marea. Eccola la palla. Arrivava verso di lui.
Doveva tentare.
A tutti i costi.
Afferrò saldamente la sfera, vide qualcuno arrivare verso di lui ma non vedeva nulla se non la linea di metà campo. Doveva raggiungerla. Con tutto il fiato che aveva corse, corse.
Cinque secondi.
Saltò dopo aver superato la linea di un solo passo. Avrebbe voluto avvicinarsi di più ma non aveva più tempo.
Doveva tentare, doveva almeno provare. Ma era così lontano…
Anzai.
Saltò. Saltò come se avesse sentito di avere le ali ai piedi.
Con la schiena dritta e le braccia sciolte, puntò la traiettoria per una frazione di secondo.
Akira in quel momento gli arrivò a fianco, per fermarlo. Ma era tardi.
Lanciò al terzo secondo e poté sentire passare un’eternità.
Un tempo lungo una vita.
La palla raggiunse il ferro. Scivolò su di esso, vi girò sopra.
Dalla panchina dello Shohoku, più nessuno respirava ma Ryota in quell’istante vide Mitsui chiudere gli occhi e poi anche il pugno destro.
Due secondi.
La sfera scivolò nella rete. A un secondo cadde a terra, sul parquet, con un tonfo.
Parità.
L’arbitro fischiò ma il suono venne sovrastato dall’urlo di migliaia di persone che si alzarono in piedi coi cuori in gola, che fossero venute a tifare per lo Shohoku o per il Ryonan.
Quel giorno di giugno, Hisashi Mitsui infilò un canestro dalla linea di metà campo, salvando una partita e mandando la sua squadra ai supplementari.
Rimase immobile, affiancato da Akira, a fissare quel canestro…e la sfera arancione, a terra.
Grida e tifo non gli arrivarono alle orecchie.
Il fruscio della palla lungo la rete era l’unica cosa che sentiva.
E il rombo del suo cuore che non taceva.
Ce l’aveva fatta.
- Hisa!!-
Fece appena in tempo a girarsi che Miyagi, entrato in campo senza neanche aspettare il fischio dell’arbitro, gli si catapultò addosso. Finirono a terra e mentre la guardia cominciava a capire cos’aveva fatto e rideva come un bambino, Ryota gli stampò un bacio in fronte, quasi con le lacrime agli occhi.
Non mancarono di buttarsi in braccio a loro anche Rei e Nobu.
Indietro restarono Hana, Kaede e Akagi.
Le due ali sentirono le mani del Gorilla sulla testa.
- Siete stati grandi.- mormorò Akagi, quasi più sconvolto dalla commozione di Mitsui.
Il rossino sorrise, ansante. La volpe invece tacque ma scoccò uno sguardo d’intesa al tensai.
- Bel gioco di squadra do’aho.- gli disse.
Sakuragi stavolta ridacchiò, passandogli un braccio attorno alle spalle e tornandosene in panchina.
Bene. Due minuti e poi cinque di supplementari.
Ma che emozioni, cazzo.
Hisashi gli aveva fatti morire con quel tiro.
Per tutto il tempo si tenne la mano sul torace, proprio come gli altri che non la finivano più di abbracciarlo.
Se quello non era un segno del destino…
Salvarsi in quel modo e in quei secondi…no, dovevano vincere.
Akira, dalla sua panchina, osservò il numero 14 sulla maglia bianca della guardia.
Come si poteva definire un giocatore simile?
Hisashi era nelle sue giornate buone.
In quelle giornate in cui uno come lui avrebbe potuto fare di tutto.
Quel canestro dalla linea di metà campo a dimostrarlo.
Era entrato nel Guinnes ormai.
Hisashi Mitsui.
Un campione.

I due minuti prima dei supplementari furono i più lunghi della loro vita.
Cercarono di riprende fiato tutti quanti ma c’era ben poco da recuperare.
Dalle facce di ognuno di loro, anche in quelle degli avversari, Taoka capì che sarebbe stati capaci di svenire in campo, pur di andare fino in fondo.
Ma quel tiro…Mitsui li aveva finiti con quel tiro, senza pietà.
Mitsui aveva vinto da solo, li aveva piegati psicologicamente.
Non c’era modo di battere un giocatore dopo un’azione simile.
Nella panchina delle Shohoku c’erano tanti visi stanchi…ma quanti sorrisi.
Dopo quella tripla, un sorriso idiota e un po’ ebete aleggiava sulle facce di tutti i giocatori, riserve comprese.
- Cazzo l’hai baciato in fronte.- ridacchiò Hana, osservando Miyagi, l’unico fresco dopo quindici minuti in infermeria.
- Vorrei vedere te.- sbuffò Ryota, sorridendo a mezze labbra – Me ne stavo qua a morire quando ho visto te, la volpe e anche Nobu piazzarsi davanti a Sendoh e passare la palla a Mitchy.-
- Ti giuro che se non l’avessi visto non ci avrei creduto.- annuì anche Akagi.
- Cosa? Il bacio del tappo?- frecciò il rossino.
- Ma sparati, demente.-
Risero tutti, lasciandosi andare indietro contro lo schienale della panchina.
Nobu sospirò, asciugandosi la fronte. Aveva fatto un casino commettendo quel fallo ma quando aveva visto il senpai Rukawa muoversi, si era buttato addosso a Sendoh senza pensarci due volte.
- E ci hai azzeccato alla grande.- si complimentò Miyagi – Non avrei saputo fare di meglio!-
- Ora torni in campo senpai?- gli chiese Rei.
- Si.- annuì Ryota, composto – E poche storie. Non saranno cinque minuti a deturparmi l’occhio.-
- Tanto non farà molta differenza.- insinuò Mitsui, piegato sulle ginocchia con un asciugamano in testa.
- Guarda che ti bacia di nuovo.- soffiò Sakuragi in sottofondo.
- No grazie.- Hisashi si attaccò alla lattina, cercando di recuperare i liquidi persi e anche il batticuore – E’ il secondo assalto sessuale che mi subisco in partita oggi.-
- Lo sapevo che il porcospino hentai ci provava!-
- Do’aho. Zitto!-
- Che palle kitsune, ringrazia il grande tensai che ha capito che avevi in quella tua testa bacata!-
- Gioco di squadra?- l’anticipò Kogure.
- Si, quella roba lì.-
- Bhè, per una volta l’avete fatto alla grande.- si complimentò Ayako, battendo sulle spalle della scimmia e della volpe – Mai vista un’azione così sincronizzata! Meno male che abbiamo registrato la partita, così Anzai sarà fiero di voi!-
- Ecco, guarda che adesso ci ammazzano…- borbottò Mitsui saggiamente.
- Sì buona notte!- Akagi gli ficcò un pugno in testa – Deficiente, prima preghi davanti alla foto come un dannato uccellaccio del malaugurio e poi questa! Se perdiamo ti ammazzo, sappilo.-
- Bravo, così mi risparmio gli esami lunedì.-
- Cosa non faresti pur di segare gli esami.- rognò il Gorilla, poi cambiò argomento visto che ormai dovevano giocarsi gli ultimi istanti di quella magnifica partita – Allora, come sistemiamo la cosa?-
- Come?- Miyagi sorrise – Sono stanchi, Hisa ha segato le gambe a tutti con quel tiro, me compreso devo ammettere…-
- E’ per questo che l’hai baciato…-
- E che cazzo do’aho, sta zitto!-
- Porco cane Kit, se non ti chiudi la bocca come al solito giuro che ti faccio ingoiare la lattina!-
- Ingoiati la lingua.-
- Faccio finta di non aver sentito.-
- Possibile che voi due non siete capaci di stare buoni un solo minuto?- sbuffò Raim, chiudendo la bocca alla volpe con una mano prima che gli uscisse un’altra battuta al veleno – Forza, manca un minuto. Cercate di riprendere fiato, anche se mi sa che a stasera non arriverete sulle vostre gambe.-
- Dormirò sotto un ponte, ne vale la pena.- ghignò Rei – Dopo una partita così!-
- Col cazzo, rivoglio il mio letto.- scandì Ryota.
- Tu prima vai in ospedale!- gli ordinò Ayako – E voi fareste meglio a farvi accompagnare a casa da qualcuno!-
- Si, ci arriverò strisciando.- rognò Mitsui sarcastico – Kay è senza macchina.-
- Tanto in tribuna c’è anche tuo padre.- se ne uscì la mora ma quando lo vide sputare quello che stava bevendo e quasi strozzarsi, si morse la lingua. Ops.
Hisashi si alzò in piedi, annichilito.
Oddio, era venuto davvero. Era in tribuna con sua madre!
Ma dai, era fantascienza!
Se ne stava lì, seduto, impettito come suo solito ma…gli fece un cenno con la mano.
Chissà da quanto era arrivato.
- Dì quello che ti pare ma gli sarà partito un embolo quando ha visto quella tripla!- gli disse Kogure, strizzandogli l’occhio – Ne sono più che convinto.-
- Se, non conosci quello lì.- la guardia scosse il capo, tornando a sedersi – Come minimo una volta a casa saprà dirmi che sono solo capace a infilare palle nella rete.-
- Bhè, digli da parte mia che infilare quella palla da quella distanza ti ha fatto entrare in una rosa di tre tizi che solo all’NBA sono riusciti a fare una cosa simile.- sibilò Akagi.
- Già.- brontolò anche Kaede, soprappensiero.
- Se poi scassa ancora mandalo da me.- concluse Hana, idiota come sempre – E lo sistemo io Mitchy.-
- E mollala di chiamarmi Mitchy, cretino.-
Passarono i loro ultimi sessanta secondi e poco prima di rimettersi in piedi, lo Shohoku rientrava in campo.
Spalle dritte, nonostante la stanchezza.
E occhi di fuoco.
I cinque minuti successivi non furono facili per nessuno, questo fu innegabile perché nonostante la mazzata data da Mitsui, il Ryonan non sembrava volersi arrendere, Sendoh meno che mai.
A far vincere quella partita ai diavoli di Anzai fu finalmente il gioco di squadra.
Per tutto il set supplementare Rukawa non si scollò da Sendoh e tutti poterono assistere nuovamente alle loro grandi sfide e questa fu una delle più spettacolari ma il gioco più fresco di Miyagi alla fine gli diede in mano la partita.
Lo Shohoku vinse con quindici punti di vantaggio e quando l’arbitrò fischiò la fine dell’incontro, i perdenti non riuscirono a sentirsi tali.
Lo scroscio degli applausi era così forte da sopire ogni senso di delusione.
Il Ryonan si ritrovò a battere le mani ai campioni prefetturali, che si riconfermarono per il secondo anno di seguito mentre lo Shohoku dalla panchina esplodeva in cori di vittoria, i più sensibili in lacrime.
I titolari, semplicemente, socchiusero gli occhi, restando ad ascoltare.
Avevano vinto.
Ce l’avevano fatta.
Erano i campioni di Kanagawa.
Anzai poteva essere fiero di loro.
I titolari si strinsero, senza fiato, senza più energie se non negli occhi. E nel cuore che batteva all’impazzata.
Ce l’avevano fatta.
Campioni.
Erano i campioni.
I diavoli dello Shohoku.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fanciulli, grazie per essere stati con me fino ad ora. Manca un solo capitolo, ma io ringrazio sia chi ha commentato, che tutti coloro che hanno letto e riletto, da manga.it... la felicità per questa fic che è piaciuta anche in un sito grande come questo è veramente tanta. E in effetti si, sono triste...ma c'è ancora l'ultimo capitolo. Statemi bene, alla prossima ci salutiamo e vediamo di chiarire questa faccenda del seguito.

Un bacio a tutti.

 

 

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Capitolo 30
*** Shohoku's 5° Winners ***


raim30

 

 

 

Hanamichi Sakuragi stava seduto in panchina.
In silenzio, osservava il lucido parquet del palazzetto dello sport.
La cerimonia di premiazione era finita da mezz'ora, tutti se n'erano andati, anche gl'inservienti...ma il campo di battaglia così silenzioso era anche più bello, a volte, di un campo pieno di validi avversari.
Guardava la linea di metà campo, quella dei tre punti, la lunetta...
Che partita.
Sendoh gliel'aveva fatta sudare quella vittoria.
Aveva ancora il cuore in gola, ricordando l'ultimo secondo dei cinque minuti supplementari.
Ma avevano vinto con undici punti di vantaggio, avendo ormai vinto psicologicamente sul Ryonan grazie a Mitsui.
Mitchy era stato grande.
L'emozione nel vederlo fare quel tiro... ah, era indimenticabile.
Non credeva che avrebbe mai potuto giocare un'altra partita del genere.
Benchè ognuna fosse diversa dall'altra, quella era stata...irripetibile.
Sentì uno sguardo freddo e azzurro su di lui, ben sapendo chi era.
- E' ora do'aho.-
Si girò, trovando Kaede appoggiato sulla porta con la spalla.
Hana si lisciò i jeans, mettendosi in piedi e afferrando la borsa.
Dovevano tornarsene a casa. O a festeggiare, visto che erano solo le quattro del pomeriggio.
- Contento volpe?- gli chiese, passandogli a fianco.
- Hn.-
Sorrise divertito, restandogli accanto. Ma che ci si poteva aspettare da Kaede Rukawa?
- Gli altri dove sono?-
- In sala d'aspetto. Moribondi.-
E in effetti anche il rossino non è che riuscisse a tenersi molto in piedi. Strisciarono fino al loro gruppo, non trovarono Miyagi con gli altri titolari.
Dov'era? In infermeria a farsi rifare la fasciatura mentre sua madre e suo padre gli bestemmiavano dietro per tanta esemplare deficienza.
Si lasciarono andare sull'altro divano, davanti ad Akagi, Kogure e Mitsui.
In mezzo parenti e gente di tutti i tipi che non conoscevano.
- Che figata. Abbiamo finito anche la scuola.- se ne uscì bastardamente Hana, ricevendo subito un'occhiataccia da quelli del quinto anno - Dai ragazzi, siete dei sapientoni...basterà qualche oretta di ripasso.-
- Come no.- rognò il Gorilla - Ringrazia che non ho più fiato, imbecille.-
- Lunedì possiamo venirvi a prendere dopo la prima sessione senpai.- rincarò anche Rei, però senza sarcasmo.
- Cos'è che avete, a proposito?- chiese Raim, sedendosi a fianco di Rukawa.
- Prova di letteratura.- sospirò Kogure, sorridendo - Cinque ore da sessanta.-
- Cinque ore di scartavetramento di palle.- chiarì Hisashi, guardando suo fratello di striscio - Ehi Kay...fai il bravo fratello, mi porti a casa in spalla?-
Il maggiore esibì un ghigno perverso, assolutamente finto.
- Ma certo. Sai cosa possiamo fare? Andiamo nel parcheggio, rubiamo un moto e ti porto a casa trascinandoti. Va bene?-
- Nel parcheggio mi ci porteresti in spalla?- fu la spettacolare risposta.
- Sai mettere in funzione una moto senza chiave Kay-san?- se ne uscì invece Hana, allibito.
- Una delle tante doti degli avvocati.- frecciò la guardia.
- E che ci va. È semplice, credimi.-
- Perché io perdo sempre le chiavi sai...com'è che si fa?-
- Dunque, intanto ti serve...-
- Kay.- Hisashi lo zittì, tossicchiando.
Il maggiore si volse, aria apatica, trovandosi di fronte niente meno che il caro paparino.
Il padre di Mitsui in effetti aveva la tipica aria dell'uomo tutto d'un pezzo, pensarono Kaede e Hana osservando il suo viso indurito. La madre invece era una persona dolcissima, come da una donna così gentile ed eterea fosse nato Mitchy proprio non lo sapevano ma rimasero in silenzio, rizzando le orecchie, proprio quando arrivò Anzai a salutare Kay.
Lui gli presentò i loro genitori e mentre chiacchierava con la madre, il padre della guardia continuava a fissare i figli.
- Si?- fece Kay, senza tanti giri di parole.
- La tua ragazza come sta?-
Kay schioccò la lingua, scuotendo il capo - Bene.-
Lapidario. Significava che non voleva parlarne, così il signor Mitsui si volse verso il minore dei suoi figli.
- Sei stanco?-
Hisashi cercò di stare tranquillo, anche se ora non si sentiva molto bene. Aveva quella fastidiosa sensazione di angoscia che presagiva sempre guai ma cercò di tenerla sotto controllo.
- Si, parecchio. Come mai sei venuto?-
- Niente lavoro oggi?- interloquì Kay sarcastico.
Il padre gli scoccò un'occhiataccia ma proprio in quel momento arrivò qualcuno dal corridoio opposto con occhiali da sole e sorriso a trentadue denti.
- Ueda.- Hisashi si mise in piedi, divertito - Non mi dire che sei ti sei sciroppato quattro ore di treno per vedermi.-
- Il preside e l'allenatore sono categorici.- ghignò il cercatore di talenti, tornato apposta per la finale - Complimenti ragazzi, mai vista una partita simile alle superiori.-
Lo Shohoku ringraziò mentre la guardia presentava a Kay, ad Anzai e forse un po' anche a suo padre, il signor Ueda.
- Lei è quello dell'università, giusto?- gli chiese Kay - E' un piacere.-
- Il piacere è mio, specialmente quando convincerà suo fratello a venire da noi.- ghignò Ueda, come una faina - Hisashi è molto testardo. Le ho provate tutte in questi ultimi due mesi. Sarei arrivato a pagarlo, mi creda.-
- Non sopporto la gente insistente.- sbuffò Mitsui - Sei venuto qua per battere ancora sul chiodo?-
- Dopo quel tiro non potrei fare altro. O mi licenziano.-
- Così lei è di Tokyo.- se ne uscì improvvisamente il signor Mitsui, serissimo.
- Già. Voglio suo figlio a Tokyo per l'inizio dei corsi.-
- E come la mettiamo coi suoi voti?- continuò suo padre, mentre Hisashi si nascondeva sotto il cappuccio della felpa.
- A dire il vero ha passato tutti i test a pieni voti.- si stupì Ueda - Non gliel'ha detto?-
- No.- rispose il padre, gelidamente incazzato - Non mi ha detto nulla.-
- Non amo vantarmi.- sibilò Hisashi velenosamente.
Qualche fischio di sottofondo di Hana e perfino di Akagi gli fecero capire di volare basso ma ora l'attenzione di suo padre era tutta per Ueda. Merda, era finito!
-...così sono tornato per l'ennesima volta e stavolta giuro che gli strapperò una promessa.- concluse Ueda, sogghignando - Ho parlato di lui al mister della H.K ed è venuto anche lui a vederlo. Dire che è rimasto senza parole è poco. Certo, col suo ginocchio ci sarà qualcosa da chiarire ma non credo ci saranno problemi per il suo ingresso in squadra. E a proposito...non è venuto solo per te, Hisashi. Ma anche per Takenori Akagi.-
Il Gorilla alzò un sopracciglio.
Tanto ormai li avevano presi in facoltà, avevano accettato le domande...che senso aveva andarli a vedere ora? Mah.
- E per quanto riguarda i corsi?- tornò alla carica il signor Mitsui, mentre Hisashi si lasciava andare con la testa contro il fianco di suo fratello, in piedi davanti al divano su cui era seduto - Che avreste in mente?-
- Ho provato ha chiederlo a suo figlio.- cinguettò Ueda - Ma la sua bocca è tuttora chiusa ermeticamente.-
- Si, come sempre.-
- Ha parlato.- sibilò Kay ironico.
- Vivrebbe al campus?- richiese il padre di Hisashi.
- Si, certo.- annuì Ueda - Lì i giocatori sono molto controllati.-
- Però, quello che ci vuole per lui.-
- E un bel collegio militare?- rincarò Kay - Dici che non andrebbe bene?-
- Non so. Mi farebbero usare le armi?- soffiò Mitchy, stando al gioco.
- Si, certo. E poi vieni da una scuola pubblica, sei già specializzato in armi piccole.-
- Fatela finita voi due.- sibilò il caro genitore, porgendo poi la mano al tizio di Tokyo e dandogli il suo biglietto da visita - Signor Ueda, è stata una conversazione interessante. Mi chiami quando vuole, vorrei approfondire.-
- Con piacere.- sorrise quello - Allora...Mitsui, Akagi...ci vediamo prossimamente.-
- Come no.- rognò Mitchy a bassa voce.
Ma no, dai!
E che cazzo, l'avevano incastrato!
- Fottuto Hisa.- gli cantilenò Kay all'orecchio - Allora? Andate a festeggiare?-
- Credo che andrò a buttarmi sotto un ponte.- sibilò Hisashi.
- Tesoro vieni a cena con noi stasera?- gli sorrise sua madre - O sei troppo stanco?-
- A cena?- Mitsui si sentì male - Da soli? Noi tre?-
- Con Kay naturalmente. Perché non inviti la tua ragazza?-
Grazie mamma. L'adorava. Ma meglio la morte che parlare con suo padre prima di andare a dormire.
Gli avrebbe segato il week end.
- Grazie mamma ma sono davvero a pezzi. Esco un po' coi ragazzi e poi andrò a dormire.-
- Bravo, così potrai studiare per gli esami.- gli disse suo padre fra i denti - Mi aspetto parecchio.-
- Allora aspetterai invano.- Hisashi si mise in piedi, avvertendo ora la nausea in gola - Vado in bagno, torno subito.-
Kaede lo seguì con lo sguardo, stava per alzarsi come Hana ma la guardia gli fece cenno di stare tranquilli, così tornarono comodi.
Che essere dispotico, pensò il rossino.
Insopportabile!
- State buoni.- li ammonì Raim, seduta silenziosamente accanto alla volpe.
Però. I loro istinti omicidi dovevano averli scritti in faccia perché se se n'era accorta lei, forse anche gli altri avevano capito che stavano per guadagnarsi anni e anni di galera.
Il primo a tornare fu Miyagi, incerottato dalla testa al mento. Fortunatamente la madre di Hana gli aveva messo le mani sull'occhio e sistemato la voragine procurata dopo la caduta in campo ma restava il fatto che gli sarebbe rimasto un bel segno, peccato che al tappo non fregasse assolutamente nulla.
La cosa anzi, lo gasava.
Una bella ferita di guerra. Il massimo!
Tornò anche Mitsui, era abbastanza calmo, e ridendo e strisciando andarono via tutti dal palazzetto dello sport.
Alcuni di loro però si volsero un attimo indietro.
Quella era l'ultima gara degli under 21 a cui avrebbero partecipato tutti insieme, a Kanagawa, come squadra.
Akagi, Kogure e Mitsui sospirarono.
Avevano vinto e se ne andavano in bellezza.
Altro non potevano fare.
Se non andare a festeggiare con gli altri.
Si, si meritavano questo e altro.
- Ve la date una mossa?- sbraitò Hana dalla strada - Dai che ho fame Gori!-
- Arrivo, arrivo...scimmia.-
- E muoviti che la volpe mi si addormenta sul marciapiede!-
Ridacchiando, anche Kogure e Mitsui li raggiunsero.
Ma si.
Bella prova.


Un mese più tardi, a Hiroshima, Hanamichi Sakuragi stava seduto nel giardino della pensione che li ospitava.
Guardava in alto, nel cielo limpido e pieno di stelle.
Certo che ne erano successe di cose!
Dopo la partita col Ryonan e la premiazione del torneo prefetturale che li aveva visti di nuovo come i campioni di Kanagawa, lo Shohoku aveva dovuto subire l'interesse della stampa ma non solo.
Finita la tiritera, per i ragazzi fino al quarto anno era ufficialmente iniziata l'estate e la preparazione per il torneo nazionale, a parte per Hana e Kaede che dovettero dare l'esame pratico della patente. Non si sa bene come ma alla fine riuscirono a farsi dare il maledetto e malaugurato passaporto per investire ufficialmente la gente sulle strisce pedonali. Forse la ottennero per il rotto della cuffia o solo per aver minacciato di morte l'esaminatore...nessuno lo seppe mai.
Per altri senpai invece era iniziata la settimana degli esami finali.
A quanto gli aveva raccontato Sendoh alla cerimonia, non è che Mitchy si fosse ammazzato di studio ma forse, per prendere alla fine per il culo tutti i dannati professori, gli anni passati a fare il teppista, suo padre e anche Yoshikawa, Hisashi Mitsui dette per l'ultima volta in quella scuola il meglio di sé.
I risultati appesi parlarono chiaro.
Su quasi cento studenti che dettero gli esami finali, quel mentecatto alla faccia di tutti arrivò terzo.
Akagi quinto.
Quando videro il suo punteggio quasi non riuscirono ad aprire bocca.
La faccia poi di Hisashi quando andò a ritirare il diploma come se avesse fatto un favore a tutti era da immortalare.
Fra i tanti, Hotta e Aota fecero un casino inciampando davanti al vicepreside per l'emozione, la Kurata invece nemmeno quel giorno riuscì a tenere le mani a posto e qualcuno tornò a casa senza portafoglio.
Diciamo mezzo consiglio studentesco.
E così anche i migliori se ne andarono.
Mitsui, Akagi e Kogure dissero addio allo Shohoku ma per loro era iniziato il campionato nazionale.
Partirono due giorni dopo la consegna dei maledetti diplomi e il viaggio fino a Hiroshima fu abbastanza tranquillo anche se si rividero in giro certi soggetti che avrebbero preferito dimenticare di aver conosciuto anni prima.
Fra testa di cazzo di ogni tipo, spacconi, rintronati che a momenti persero il treno perché come sempre erano in ritardo e un ritardo stratosferico delle linee, Shohoku e compari si tapparono in albergo senza neanche andare a vedere le prime partitelle di riscaldamento. Perchè? Semplice...molto semplice. Sul treno, un certo tizio di nome Mitsui era salito col giornale di Kanagawa. In prima pagina una notizia che sapeva tanto di "chi la fa, l'aspetti": Takeru e due dei suoi compagni di squadra erano stati sottoposti a una retata a scuola. L'armadietto perquisito e al setaccio erano arrivati più di venti grammi di droga a testa. Chi avesse fatto la soffiata alla polizia era un mistero...ma di certo non era mistero chi avesse fatto il favore alla guardia d'infilarsi allo Shikuda alle tre del mattimo, scardinare gli armadietti e chiudere per sempre la storia della Oni's School. Tetsuo. Che per una volta aveva compiuto una buona azione. 
Così, a parte sadicissime vendette dal sapore dolcissimo e godurioso, nei giorni seguenti all'arrivo delle squadre ad Hiroshima, uscirono gli accoppiamenti.
Lo Shohoku era in un girone folle tanto per cambiare ma non se ne curarono troppo, specialmente perché il 20 giugno, due giorni prima del compleanno di Mitsui, alla pensione arrivò una telefonata per la guardia verso le dieci di sera. A prenderla fu Ayakp visto che Hisashi era a mollo nella vasca termale con gli altri ma la manager entrò senza fare una piega, dicendogli che era diventato zio.
Mancò poco che affogasse e sconvolgendo metà albergo corse al telefono con un asciugamano sui fianchi, seguito dai titolari conciati come lui, tutti bagnati e ansimanti.
La figlia di Kay era nata pochi minuti prima e i due stettero al telefono per circa un'ora.
A fare che? Scegliere il nome per la bambina.
Consultarono metà pensione, fermando tutti i passanti e ne uscirono i nomi più demenziali.
All'alba delle undici e mezza, Hisashi scandì lapidario l'ultimo nome che era deciso a dire a quel demente di suo fratello. Saya.
Saya Mitsui.
Si, ci stava.
Per il resto della serata gli altri lo tormentarono a manetta, con mille epiteti cretini che oltre ad aver impedito a Kaede di dormire avevano anche messo alla prova il precario equilibrio mentale di Hisashi che, tutto gudurioso, pensava a quel fesso di suo fratello in ospedale coi suoi.
Ben gli stava!
E ora Hana se ne stava all'aperto, a godersi l'aria notturna.
Il campionato nazionale era iniziato da ventun giorni e loro avevano già disputato quattro ottime partite.
Il Ryonan ne aveva passate due, poi aveva perso quello stesso giorno contro il Toyotama con sei punti di svantaggio. A quanto avevano visto per registrazione, Sendoh praticamente aveva giocato solo contro cinque e, sempre secondo il video, quando erano usciti dalla palestra Akira era stato osannato per il suo gioco perfetto.
E ora il tensai pensava a cosa combinare dopo l'estate.
Ci sarebbe stato il torneo juniores e poi...già, e poi un altro anno in cui per la prima volta la squadra dello Shohoku avrebbe dovuto raccapezzarsi in un campo senza un buon centro come il Gorilla e una guardia come Mitchy.
Dette un sonoro sbuffo, allungandosi meglio sulla panchina ma dei passi alle sue spalle gli fecero capire che aveva compagnia.
- Piantala di farti seghe.-
Hana guardò la volpe, scoccandogli un'occhiataccia.
- E chi ti dice che me le stessi facendo Kit?-
Rukawa si sedette, mollandogli una lattina di birra.
- Hn.-
Ecco, ora lo uccideva. Arrivava, sganciava bombe e poi mugugnava.
Orrido essere.
- Che farai appena finita questa faccenda?- gli chiese, stappandosi la lattina.
Kaede mandò giù un sorso, levando le spalle - C'è il campionato juniores. E poi ne parlerò con Raim.-
- Vuole tornare da sua madre?-
- Si, per qualche settimana. E tu do'aho?-
- Non lo so.- ammise il rossino - Ho la testa da tutt'altra parte.-
- Vedi che ti fai le seghe?-
- Ma che palle, sei seccante. È solo che il prossimo anno sarà dura da morire.-
- Rei è bravo in difesa. Può stare al posto di Mitchy.-
- Si ma non parlo solo di quello...- Hana mise il broncio - Il Gorilla sarà un gran rompiballe ma con lui mi divertivo. Non sono come te che mi voto in castità all'idea del basket. A me piace giocarlo con la gente che mi scassa attorno.-
Bella spiegazione, pensò Rukawa.
- In poche parole ti piace solo far casino.-
- Non dirmi che quest'anno non ti sei fatto due ghignate.- ridacchiò il tensai - Cioè, al primo ci siamo letteralmente ammazzati ma già l'anno scorso è stata una figata davvero. Quest'anno poi ti sei dimostrato veramente oltre ogni aspettativa volpino. Con quel pugno ad Arai sei diventato il mio eroe!-
- Hn. Do'aho.-
Poi, non si sa come il discorso si spostò abbastanza velatamente sulla sua convivenza con Raim.
Hana era diventato abile a strappargli qualcosa con apparente incuranza e quando Kaede se ne accorgeva solitamente era tardi.
- Così sei diventata una kitsune domestica.- cinguettò Sakuragi, accartocciando la lattina con una mano e lanciandola in un cestino poco lontano - Sei proprio cambiato Kit.-
Kaede tacque, finendo le ultime gocce di birra.
Si, era vero in fondo.
In un anno era stato travolto da una marea di novità, grazie a Raim aveva imparato a vivere di nuovo e a stare con qualcuno e Hana era riuscito perfino a fargli instaurare di nuovo un po' di dialogo con suo cugino.
L'avevano proprio tarato quelle due teste rosse.
- Prima di partire...- Rukawa cambiò argomento, prima che il maledetto iniziasse con le domande spinte e attaccasse a ridere da perfetto sadico quale era davanti al suo imbarazzo - Prima di partire sono andato con Ayako nel quartiere Harashi. Al palestra delle medie Kitamura.-
Hana alzò un sopracciglio. - E Miyagi lo sa?-
- Imbecille, non siamo andati a infrattarci.-
- Sarà meglio, Ryo-chan potrebbe prendersela sai? Allora cosa siete andati a fare?-
- A veder giocare un tizio.-
- Siete andati a far propaganda?- allibì il rosso - Ma dai, non ti ci vedo proprio.-
- Veramente è stata lei a chiedermi di seguirla.- gli spiegò, mentre il tensai si accendeva una sigaretta - Ci andava già da parecchio tempo. Il Kitamura ha vinto per gli under 15 e tutto grazie a questo ragazzino.-
- Nome?-
- Yukito Sagami.-
- Ruolo?-
- Ala grande. È alto 1.94.-
Hana quasi si strozzò col fumo - E che cazzo, ha preso troppi ormoni della crescita? Bhè, come gioca?-
Dal silenzio di Kaede, Sakuragi parve capire che per lasciare la volpe senza parole doveva essere davvero un grande.
- E' forte.- rispose il volpino, serio - E cerca lo scontro.-
- Ah, ecco perché ti piace.- sghignazzò il rossino - Dai, dimmi qualcos'altro.-
- Mastica la gomma mentre gioca.-
- Ah. E non gli va di traverso?-
- No.-
- Ok kitsune ma com'è?-
- Può diventare bravo.- rispose l'ala piccola - Ha l'aria di uno a cui non piace prendere ordini.-
- Però. Andrete d'accordo se verrà da noi.-
- E come fai a saperlo?-
- Ayako non è una che si sbatte per niente. Se ci andava a parlare prima di portare anche te, vuol dire soltanto che l'ha già imbrigliato. Ci hai parlato con questo moccioso?- e vedendo la sua faccia, scosse il capo - Scusa, perché sprecare il fiato eh Kit? Ma insomma, potevi almeno farti un'idea!-
- Basta vederlo giocare.-
- Questo è sicuro. A guardare te, si capisce subito di che pasta sei fatto.-
- Do'aho. Potrei dire lo stesso di te.-
- Te la tiri troppo, imbecille. Vabbè...mi racconti qualcos'altro o no? Adesso la faccenda m'interessa!-
- Che faccenda ragazzi?-
I due si voltarono, trovando niente meno che le due manager.
Hana ringraziò il cielo, sorridendo ad Ayako.
Gli raccontò che Rukawa gli aveva detto di quel Sagami e così la mora sorrise, mentre Raim si sedeva in braccio alla volpe. - E così andavi a vederlo giocare da un pezzo eh?-
- Già.- annuì la ragazza - E ti posso assicurare che è praticamente in squadra con noi.-
- Perché dici così?-
- Semplice. È venuto a vedere la finale contro il Ryonan. Veder giocare Rukawa deve averlo convinto.-
- Non vorrai dirmi che è un altro fissato!-
- Più o meno.- sorrise Ayako - E' un tipo un po' ombroso e non parla volentieri ma l'ho incontrato nei corridoi mentre voi vi cambiavate e mi ha fatto capire che entrare nello Shohoku non gli sarebbe dispiaciuto. È un'ottima ala grande, ha una potenza di braccia e gambe, è buono nello sfondamento e veloce in attacco ma è troppo esile per farci da centro.-
- Quindi sono fregato.- borbottò il rossino - Toccherà a me.-
- Pare di si.- annuì la mora - Rei è ala piccola, quindi anche in difesa se la cava bene e se ci sono problemi avremo anche Nobu a disposizione. Ce la caveremo.-
- Prevedi tutto eh?- sorrise Raim - E brava Ayako.-
- Se aspettavamo che i ragazzi andassero a vedere gli under 15 stavamo fresche.- sghignazzò l'altra - Comunque questo Sagami è un bravo ragazzo, ha la media di un fallo a partita e di trenta punti in attivo.-
- Miseria ladra.- alitò Hana - Ma gli altri della squadra allora sono delle seghe.-
- Abbastanza.- borbottò Rukawa, cingendo meglio al vita della sua rossa.
- E poi è uno a cui piacciono le sfide. Inoltre non si fa mettere i piedi in testa, quindi credo che andrete d'accordo.- insinuò Ayako - Dovevi chiedergli le sue credenziali nelle risse anche?-
- Allo Shohoku non guasta mai.- sibilò il rossino - Comunque...non è una volpe in miniatura, vero?-
- Non direi.- rispose la mora, facendo mente locale - Oddio...è cupo e ombroso ma è parecchio ironico, anche se come ti ho detto non parla volentieri con gli estranei. Lo conosce anche Rei, lui andava alla Kitamura.-
- Fantastico.- Sakuragi incrociò le braccia - Quindi avremo a che fare con un raggio di sole.-
- Si, più o meno.-
- Avrai pane per i tuoi denti Kaede.- sussurrò Raim, all'orecchio del volpino.
- Hn. È da vedere.-
- Piuttosto, che ci fate voi due ancora in piedi?- chiese la rossa.
- Non ditemi che chiacchieravate.- frecciò anche Ayako.
- No, io parlo e lui bofonchia.- frecciò Hanamichi, stiracchiandosi - Ma che ore sono? Che palle, già mezzanotte. Domani chi dobbiamo sciropparci?-
- Una squadra di Tokyo.- rispose la mora, - Forza, in piedi. Vi voglio a letto fra due minuti o domani come al solito vi addormenterete in tribuna.-
- E il coach l'avete sentito?- le chiese Sakuragi, mentre tornavano alla pensione.
- Si, ci raggiunge dopo domani.- sorrise Raim - Si è completamente ristabilito.-
- Accidenti al nonno, un giorno o l'altro ci farà morire tutti di crepacuore.-
In effetti partire per Hiroshima senza Anzai non era stato il massimo, come del resto disputare quelle prime quattro partite senza di lui ma se l'erano cavata ancora una volta.
Ora che il Buddha sarebbe tornato però il loro umore sarebbe risalito alle stelle.
Ne erano sicuri.
E come volevasi dimostrare la mattina dopo, alla stazione, lo trovarono sano e bello pacioso come suo solito.
Qualcuno immaginò anche che mangiasse troppo e che di nascosto si abbuffasse per segare la dieta ma i ragazzi erano troppo contenti e Anzai ansioso di tornare a vederli giocare.
Di nuovo in panchina, era tornato a tenerli uniti con la sua presenza...e stavolta con una piccola sorpresa.


Passò un'altra settimana e lo Shohoku quel venerdì sera uscì dal campo di gioco col sorriso sulle labbra, tutti stanchi e a pezzi, ma vincenti.
Il giorno prima avevano fatto strage del Yokotama Kogyo, di Hyogo, e ora avevano vinto sul Too di Tokyo, dei bastardi senza precedenti, per 76 a 68 e sebbene non avessero più fiato neanche per bere, qualcuno aveva ancora energia a sufficienza per guardare storto Anzai e la sua sorpresina invisibile.
Dovevano fermarsi a vedere l'Aiwa contro il Daiei Gakuen e questa partita si sarebbe dimostrata di gran lunga una delle tre migliori di tutto il campionato mentre il giorno dopo il Toyotama doveva vedersela col Fubo di Chiba.
Dopo di che un'altra settimana e sarebbero arrivati di nuovo alle finali.
Peccato "la sorpresina".
Ormai i ragazzi la chiamavano in quel modo la nuova recluta che si sarebbe cuccato Miyagi.
O almeno, Anzai l'aveva presentata come una recluta ma la new entry che li aspettava nell'anno nuovo non era stata proprio orgogliosa e gioiosa per la sue entrata in squadra.
Anzai aveva avvisato i ragazzi una volta alla pensione, al suo arrivo, e l'aveva presentata più o meno in questo modo, brutale e chiaro: "Ragazzi, con l'inizio della nuova stagione scolastica avremo un giocatore nuovo, che ora frequenta il terzo anno. Si chiama Shinichi Aikawa e per punizione Yoshikawa l'ha costretto a incanalare le sue energie in eccesso nella nostra squadra."
La parola punizione aveva fatto restare secchi Miyagi e gli altri, mentre Mitsui levava un sopracciglio.
Aikawa. Dove l'aveva già sentito quel nome?
Si venne poi a sapere, tramite le conoscenze di Raim, che questo Aikawa era sempre in punizione e in rotta col vicepreside. Motivo? Era un muralista, il tizio che nel giro di pochi anni aveva riempito lo Shohoku di fantastici murales con la tua tag sparsa un po' ovunque. Si firmava Psyko e quasi tutti sapevano chi era, visto che se ne andava sempre in giro con una tracolla sbrindellata piena di bombolette, pennarelli e colori.
Secondo Mitsui non era un cattivo ragazzo, anzi.
Una volta ci aveva parlato mentre era al lavoro, verso le otto e mezza della sera.
La guardia si era fermata per i suoi tiri e l'aveva pescato seduto su una scala, davanti al muretto di cinta sul retro.
Era stato molto gentile e cordiale e anche se tutto sporco di colore sulla faccia come un teppista, Hisashi aveva dovuto ammettere che era un vero e proprio artista.
A quanto pareva poi, Yoshikawa si era rotto le palle dei suoi scarabocchi e così l'aveva messo a vita in punizione, obbligandolo a giocare nella squadra di basket.
C'era un unico piccolo problemino e non era per la poco voglia del ragazzo.
Anzi, il coach aveva detto che era bravino.
No, il problemino mastodontico era la sua asma.
ASMA intensa e persistente che l'accompagnava dalla nascita. Il medico gl'impediva attività fisica continua come il basket per più di mezz'ora. Da spararsi.
Ci mancava anche che a quello mancasse il fiato e ci restasse secco, sindacò Hana, pragmatico come sempre.
- Bhò, tanto non è più un problema mio.- fischiò Akagi, lasciando Ryota pallido come un cencio.
- E già tappo.- Mitsui, ridendo, puntò il play - Tranquillo, è simpatico. Potrà ridipingerti casa se vuoi!-
- Ma porca...-
La faccenda di per sé invece lasciò indifferente Rukawa.
Che facesse murales o meno, l'importante era che questo tizio non avesse stracciato i maroni.
Dai suoi precedenti però si venne subito a sapere che questo impiastro, della loro stessa età e nella sezione F, aveva una vera predisposizione per far incazzare Yoshikawa.
Segava le lezioni, gli boicottava le riunioni in consiglio, gli colorava tutta l'aula, lo tormentava con incredibile faccia angelica e una volta gli aveva anche fregato la macchina, per farci un giro, e poi gliel'aveva rimessa davanti a casa.
Da ucciderlo.
Non era altissimo, a quanto aveva detto Mitsui, ma neanche una statura comune, sul metro e ottantacinque, poco meno di Hisashi e avrebbe giocato nel ruolo di guardia.
Per il resto, Anzai sembrava del tutto contento.
Mah.
In tribuna si godettero un'ottima partita, con Dai Moroboshi, la stella di Aichi, che regalò un primo tempo spettacolare, seguito poi da una panchina scalmanata visto che il mister lo rimise al suo posto. A guardare.
L'Aiwa vinse con ventidue punti di vantaggio, senza stupire nessuno, e se ne andarono a testa alta.
Lo Shohoku invece se ne tornò alla pensione con una nuvola nera sul capo.
Ma non era per la forza degli avversari.
Era perché ormai la finale era alle porte e stavano accadendo un sacco di imprevisti.
Se non altro Anzai si era rimesso e i loro allenamenti pomeridiani servivano a distrarre gli animi.
A quanto sapevano poi, a Tokyo il torneo nazionale di pallavolo stava per finire e lo Shohoku avrebbe disputato il giorno dopo la partita contro la rivale di sempre, in una finale attesissima.
Se ne parlava molto anche ai telegiornali e Tokyo era in subbuglio per quell'ultima partita importantissima fra le campionesse indiscusse per sette anni e la squadra che alle finali aveva sempre cercato di spodestarle, ovvero la squadra del liceo Hokujo Daisan dove militava la nemica numero 1° di Junko Kanzaki, una tizia di diciannove anni sul metro e ottantasette che in tutti quegli anni l'aveva sempre fermata a muro.
Fra i ragazzi ormai circolava la scommessa che Junko sarebbe stata buttata fuori per la rottura di troppi palloni e per quanto quella partita, come aveva detto Raim, sarebbe stata veramente dura per le loro amiche, erano praticamente sicuri di avere di nuovo la vittoria in mano.
Erano troppo forti, lo riconoscevano anche i più scettici come Akagi e Rukawa.
Quelle ragazze erano delle campionesse, senza obiezioni.
E meritavano di vincere.
Sabato sera, alle dieci, i ragazzi ormai non riuscivano più ad aspettare.
La partita non era trasmessa sui canali principali e non c'era una parabola alla pensione che prendesse le partite degli under 21, così si erano riuniti tutti nella stanza delle manager e ammonticchiati sui futon, aspettavano impazienti di sapere qualcosa. Raim si era attaccata al telefono di Sumire Endo che sicuramente stava in panchina e dopo una ventina di squilli, li raggiunse una voce soffocata, in sottofondo il casino più grande mai sentito.
Quella disgraziata piangeva e dalla panchina c'erano grida e ovazioni.
- Sumire!- Raim imprecò, non capiva se avevano perso o vinto e con tutti i ragazzi incollati addosso che blateravano a vanvera era impossibile comunicare.
- Insomma ma state zitti!- sbraitò Ayako - Dai non si sente una mazza!-
- Sumire!- urlò di nuovo Raim, spingendo via Ryota, Hana e pure Hisashi con una manata sulla faccia - Sumire per favore dimmi qualcosa! Ehi!! Mi senti??-
Cadde la linea, imprecò quasi tutta la stanza e poi Raim richiamò di nuovo, insieme ad Ayako che si attaccò al cellulare di un'altra delle matricole della Kurata.
Mezz'ora più tardi a Mitsui arrivò un messaggio da parte della sua ragazza.
"Preparati a pagare la scommessa, fra due giorni sono da te."
La guardia attaccò a ridere, prima sommessamente, poi sempre più forte.
Quando disse a tutti che le ragazze avevano vinto di nuovo l'intera pensione sobbalzò per il loro urlo.
Dopo aver passato tanto tempo insieme a quelle maledette casiniste sembrò normale esultare per loro, specialmente quando vennero a sapere dei risultati. Due set a uno per lo Shohoku.
E Junko Kanzaki venne premiata per la media più alta di punti del campionato nazionale su tutte le squadre del Giappone.
Di lì a due giorni sarebbero arrivate a Hiroshima, per vederli arrivare di nuovo a passo dal titolo.
Più tardi, finita l'interminabile chiamata che costò due schede e un pacco di gettoni al telefono delle pensione, i ragazzi se ne tornarono nelle loro stanze.
Rukawa stava per chiudere gli occhi e impiombarsi, visto che era in una camera da quattro con niente meno che Miyagi, Mitsui e Hana quando dal balcone aperto vide Raim scendere in giardino, ancora attaccata al cellulare.
L'aveva vista strana durante la chiacchierata con la Kanzaki e forse era meglio andare a scoprire cosa le passava in quella testa matta.
La trovò seduta su una panchina, sotto un albero.
Il cellulare fra le mani lasciate in grembo, le gambe da gazzella che spuntavano dalla mini di jeans, lunghe davanti a lei.
Lo sguardo era perso, lontano.
Quando lo vide però, gli sorrise.
- Ehi. Com'è che sei ancora sveglio?-
Kaede non rispose, chinandosi a baciarla.
Raim gli passò un braccio attorno alle spalle e rimasero a baciarsi a lungo in quella stramba posizione.
Quando si staccarono, la ragazza osservò quel suo musetto da volpe e gli depositò le labbra sul naso.
- Cosa c'è?-
Glielo chiese quando si fu seduto, girato verso di lei.
La sua rossa sorrise ancora, stavolta con un accenno amaro nell'espressione.
- E' per il campionato?- le lesse nel pensiero, sussurrando a bassa voce - Volevi esserci.-
Raim attese un secondo, poi annuì.
Li pulì una lacrima furtiva, senza alzare lo sguardo.
- Scusa.- bofonchiò.
- Scusa di cosa?- richiese, senza con tono basso e intimo.
Ricordava le prime volte in cui erano stati insieme, quella prima chiacchierata in palestra, mesi prima, dopo averla vista allenarsi col nastro. Ricordava i suoi occhi verdi pieni di luce dopo le partite di pallavolo con la Kanzaki e le altre.
In quel momento la vide massaggiarsi il ginocchio e mordersi il labbro.
Si, avrebbe voluto esserci.
Tornare a essere parte di quel giro di boa.
E forse anche di quel legame...quello strano legame che lui aveva scoperto vivo in lui da qualche tempo.
L'aveva sentito nel petto ma...se ne era reso conto solo un mese prima, quando fissando Hana negli occhi aveva passato la palla a Mitsui. Quando lui era saltato...era come se insieme alla guardia ci fossero stati anche lui, Hana, Miyagi e il capitano.
Era come essere una sola persona.
Un tutt'uno.
Le passò di punto in bianco un braccio attorno alla nuca, costringendola a nascondere il viso nel suo collo.
Le carezzò piano i capelli mentre le depositava dei lievi baci sulla spalla scoperta.
Stettero in silenzio, a sentire il respiro dell'altro.
Per Raim non poteva fare altro in quel momento.
Ma lui finalmente...si, lui forse aveva finalmente capito.
Quel tutt'uno non avrebbe mai dovuto dimenticarselo.
Giurò che non avrebbe mai dovuto scordarsi quel canestro fatto a metà campo, a quattro secondi dalla fine.
Giurò di ricordarsi ogni singolo movimento di quell'azione.
Ogni singolo fiato e battito del cuore.
Non avrebbe modificato il suo gioco, questo era impossibile visto quanto era radicato nel suo essere ma...quella tripla gli sarebbe rimasta dentro per sempre.
Si, aveva capito finalmente.


Il Toyotama vinse il suo ultimo avversario dei play off, proprio come l'Aiwa.
L'ultima squadra testa di serie della finale nazionale era il Kumamoto Shisho, un gruppo di cinque tizi di altezza piuttosto elevata, non uno che andasse sotto il metro e novanta, tutti ragazzi dal terzo anno in su, squadra di grandi prestazioni però molto altalenanti che si era spaccata nei turni precedenti, perdendo anche il loro centro che si era slogato un polso in partita, cadendo malamente.
Per questo per lo Shohoku non fu troppo difficoltoso batterli anche se dovettero faticare un bel po', come per l'Aiwa e il gruppo di Minami.
La partita fra i diavoli e il Toyotama invece fu più combattuta, in un'afosa giornata d'inizio luglio.
A salvare la situazione ancora una volta furono le tattiche di Miyagi e la difesa operata dal capitano Akagi che garantirono una corazza in area di tiro e per quanto Minami con le sue triple avesse creato qualche guaio al volpino che stavolta uscì dal campo con gli occhi sani, lo Shohoku vinse per 91 a 83.
Il Toyotama il giorno seguente venne battuto anche dall'Aiwa e ancora una volta le due squadre si trovarono in finale.
Dai Moroboshi, battendo Minami, uscì dal campo puntando il dito contro l'intero Shohoku, seduto in tribuna.
E sfida fu.
Era la loro ultima partita.
Questa volta l'ultima veramente.
L'ultima che avrebbero giocato tutti insieme come squadra perché quando sarebbero tornati campo, Akagi e Mitsui non ci sarebbero più stati. Al loro posto, altri visi, altri giocatori, altri compagni.
E neanche Kogure sarebbe più stato in panchina.
Contro l'Aiwa.
Si, quella partita sarebbe stata quella decisiva.
La sera stessa, Ayako e Raim trovarono le stanze dei titolari totalmente vuote.
Per la strizza, i mentecatti erano andati a farsi due passi.
Le ragazze li lasciarono perdere, divertite e commosse per loro. In fondo il giorno dopo avrebbero avuto la partita più importante di tutte, dove avrebbero messo alla prova tutto quello che avevano imparato in quegli anni.
Avrebbero messo alla prova la loro maturazione come giocatori, come squadra...
E qualcuno non la stava prendendo molto bene.
- Io mi chiedo con che coraggio certa gente ti consideri uno dei teppisti più bastardi in circolazione!- rognò Akagi all'alba delle dieci di sera, in piedi davanti a Mitsui che seduto su una panchina respirava dentro un sacchetto di carta - Ma tu guarda che stato! Devo andare a prenderti una bombola d'ossigeno per caso?-
- E non darmi il tormento!- rispose Hisashi seccato, inspirando ritmicamente.
- Straccione!-
- Pezzente.-
- Tua sorella.-
- La tua.-
- Un cazzo Mitchy, lascia in pace la mia Harukina!- esplose Hana seccatissimo.
- Su, su ragazzi buoni.- li bloccò Kogure con una goccia sul capo, prima che si mettessero le mani addosso - In fondo è normale essere un po' nervosi. L'anno scorso abbiamo battuto l'Aiwa con chissà tanta fatica che è normale che ci faccia paura no?-
- Ma chi ha paura di quei deficienti di Aichi!- sbottò Mitsui, levandosi il sacchetto dalla bocca.
- Già, chissene frega di loro.- borbottò anche Miyagi, seduto accanto alla guardia.
- Idioti.- sibilò il Gorilla - E voi due si può sapere cosa cazzo fate?- sbottò verso Hana e Kaede, che stavano sulle nuvole per i fatti loro - Non è da voi starvene così docili prima della finale nazionale!-
- L'anno scorso mica hanno fatto casino.- gli ricordò l'occhialuto.
- No, però il casino dalla camera di Mitsui non era neanche di un coro da chiesa!-
- E sai che roba...abbiamo solo sciolto un po' i nervi.- gli sorrise Ryota bastardamente. Ricordava bene la nazionale dell'anno precedente. A parte Sakuragi e Rukawa che per scaricare la tensione si erano rotti le ossa il pomeriggio prima, Mitsui aveva rimorchiato senza poter concludere (e la cosa ancora gli bruciava quando ci pensava!) e poi si erano fatti tutta una bella mano a poker. I soldi che non avevano perso erano finiti nelle spese del servizio in camera.
- Bhè, spero che adesso li abbiate belli sciolti. Se domani perdiamo per colpa di una delle vostre cazzate giuro che vi butto le rotaie alla stazione, chiaro?-
- Certo che come le incoraggi tu le persone Gori non le incoraggia nessuno.- frecciò Hana sarcastico - E sta' calmo, il tensai ancora una volta salverà la situazione! Quel fesso di Moroboshi me lo gioco io! Ahah!-
Non si sa bene come, ma i titolari riuscirono a non pestarlo all'istante per quella sparata, anche se comunque il rossino non aveva tutti i torti. L'anno prima, quando avevano vinto contro l'Aiwa in quella stessa finale, Hanamichi era riuscito a passare Moroboshi e a piazzare, grazie a un assist di Kaede, lo slam dunk più memorabile del torneo, portandoli alla vittoria ma da lì a dire che l'aveva sconfitto, dopo che Rukawa gli era stato appresso dall'inizio alla fine, era veramente una bestialità.
Mitsui tornò a soffiare nel suo bel sacchettino e forse per lo sconforto anche al volpino stava venendo un po' d'asma.
- Come ce la giochiamo ragazzi?- sospirò il vice capitano - L'anno scorso avete faticato tanto, ora siamo decisamente i più veloci in contropiede ma è innegabile che l'attacco dell'Aiwa sia uno dei migliori in assoluto del Giappone.-
- Calma, calma.- Miyagi bloccò lo sproloquio di Kogure prima ancora che iniziasse con le paranoie - Dunque, ho passato tutta questa settimana a vedere ogni fottuta partita abbiano disputato. Emblematica quella col Daiei Gakuen, credo che vi siate tutti resi conto che se trovano un varco nella difesa siamo finiti.-
- Per questo negli ultimi allenamenti ho preteso di farvi seguire alcuni schemi del Ryonan.- ricordò Akagi - E non ve la siete cavata male ma domani dovremo sputare sangue davvero.-
- Moroboshi lo marco io.- sentenziò Rukawa.
- E dove sta scritto kitsune?-
La volpe fissò il rosso con eloquenza - Non sei buono a un tubo, do'aho.-
- Ha parlato! Tu sei buono solo per farci il ghiaccio!-
- E basta, che palle!- sbottò il capitano, ficcando un pugno ad entrambi - Dovete finirla! Domani sarete solo voi due, con Mitsui, a poter segnare! Miyagi invade la metà campo e poi farà i passaggi a voi tre, quindi cercate di lavorare con un minimo di sincrono, Dio Santo!-
- Credo che abbiano in programma di sfinirti nel primo tempo Hisa.- risolse Ryota, fissandolo attentamente - Sanno da dove tiri e quando pestare di più. Cerca di non sprecare troppe energie.-
Mitsui abbassò lo sguardo, pensoso.
Purtroppo per lui era sempre stato quello il suo problema, almeno dopo l'infortunio.
La discontinuità fisica.
Dette un sospiro quasi mesto, lasciandosi andare contro la panchina.
- Che idiota.- borbottò.
- Adesso che cos'ho fatto?- sbottò Hana irritato.
- Do'aho. Non ce l'aveva con te. Se non altro però rispondi al richiamo.- frecciò Kaede.
- Adesso lo ammazzo...-
- Tu non fai un tubo.- ringhiò il Gorilla, fermandolo per la collottola prima che potesse fare un occhio nero all'ala piccola - Che c'è Mitsui?-
- Niente.-
- Davvero non c'è niente che ti preoccupa?- gli chiese Kogure con aria solerte.
- Ma no, tranquilli.- e la guardia sollevò il viso al cielo - Speriamo solo che domani sia una delle mie giornate buone.-
- Lo speriamo tutti.- insinuò Miyagi - Vediamo di andarcene da qua con un trofeo eh?-
- Già.- il quattrocchi sorrise - In fondo è la nostra ultima partita.-
- Guarda che a quello torna la crisi isterica.- brontolò Akagi, indicando la guardia.
- No, sto bene adesso.- si lamentò Hisashi - Comunque se possiamo evitare l'argomento...-
- Ha ragione Mitchy, mi deprimete. Non ci voglio pensare!- sbuffò Hanamichi, mettendosi in piedi e buttando via il mozzicone della sigaretta ancora a metà - E poi potrete sempre tornare a trovarci no?-
- Questo di sicuro.- ghignò il play - Visto che li userò come prova d'ingresso per le nuove matricole.-
- Complimenti tappo, pensi a tutto.- fischiò Mitsui.
- Già, quindi vedi di non sparire. Che tu vada o meno a Tokyo, vedi di essere sempre reperibile.-
- Non potrei fare diversamente visto che quel deficiente di Kay resterà a Kanagawa con Saya.-
- Non si sposta?-
- No, mia madre vuole aiutarlo e così sarà alleggerito di un bel po' di lavoro.-
- Io direi che è una figata.- sindacò Hana.
- Ah si?- soffiò Kaede sarcastico.
- Si kitsune malfidente, perché così avrà sempre un motivo per tornare no?-
- In questa discussione cola miele da tutte le parti.- Akagi era schifato - Non andiamo sulla luna, idiota.-
- Potresti anche andarci, mi faresti un favore Gori...ma in campo a me piace una certa stabilità.-
- E sarebbe?- Ryota ridacchiò - Intendi nel cambio di compagni?-
- Oh, finalmente siete arrivati all'altezza di comprendere le elucubrazioni del Genio!- si esaltò Sakuragi.
- Mi stai facendo venire il diabete, do'aho.- sbuffò Rukawa, svaccato accanto a Mitsui - Ha ragione il capitano, non vanno sulla luna. E poi esistono i telefoni e i computer, se proprio devi rompere le palle al prossimo.-
- I telefoni esistono anche a Kanagawa, peccato che quando uno ha bisogno non ti si trovi comunque Kit!-
- Sapete cosa penso invece io?- se ne uscì Miyagi accavallando le gambe - Io mi ritroverò da solo con questi e una marea di matricole. Cazzo mi verrà un esaurimento nervoso!-
- Ti lascio le mie pasticche se vuoi.- ironizzò Mitsui - Pensa poi a quando il prossimo anno dovrai scegliere a chi lasciare le briglie!- e detto quello anche Akagi e Kogure non riuscirono a trattenere un leggero gemito sarcastico, vedendo le stelline negli occhi di Sakuragi.
- Ti conviene lanciare una moneta.- gli consigliò il Gorilla.
- Si, credo proprio che lo farò.- annuì il play - Allora gente? Che si fa? Si va a letto?-
- Qua mi serve un sonnifero, non chiuderò occhio.- si lamentarono contemporaneamente Hana e Hisashi.
- Questo invece bisogno riportarlo dentro in carriola.- bofonchiò il Gorilla, vedendo Kaede ciondolare pesantemente, gli occhi quasi chiusi - Diciamoci una mossa o Rukawa si addormenterà qua fuori.-
- Certo, non prima che gli abbia chiarito le idee però buttandolo dentro alla fontana.- rincarò Hanamichi - Quello li ha bisogno di una bella svegliata, non può sempre dormire e farsi i suoi comodi!-
- Ma sta zitto e pensa a giocare decentemente domani.- gli disse Ryota, zittendo quella cagnara - Avanti, è l'ultimo chilometro gente. Siamo in linea del traguardo.-
- Si. Vediamo di non inciampare.- concluse saggiamente Mitsui, mentre si chiudevano alle spalle la porta della pensione.




"I've been searching for you
I heard a cry within my soul
I never had a yearning quite like this before
Now that you are walking right through my door
All of my life
Where have you been
I wonder if I'll ever see you again
And if that day comes
I know we could win
I wonder if I'll ever see you again..."

Lenny Kravitz, Again.




Le pagliuzze giallastre dei cristalli liquidi stavano irritando gli occhi a Raim.
Forse perché non riusciva a staccare gli occhi dal tempo. Forse perché sentiva il cuore battere così forte che si fosse trovata in campo, in quel momento, insieme ai ragazzi.
Ayako le strinse improvvisamente le mano sinistra, Haruko quella destra, mentre la Kanzaki restava immobile sulla linea di metà campo, con Anzai e Mito. Dalla panchina dietro le matricole e le riserve, un numero imprecisato di avventori provenienti da Kanagawa si rizzarono, quasi divennero di pietra nell'attesa.
Tutta la palestra del torneo di Hiroshima ora stava col fiato sospeso.
40 secondi.
Se si concentrava, Raim aveva l'impressione di riuscire anche a sentire il respiro dei diavoli dello Shohoku.
I muscoli si tendevano, il respiro si dilatava.
Ed era quello il momento in cui si mostravano i campioni.
Kaede Rukawa era a centro campo. Palleggiava.
Dai Moroboshi era di fronte a lui, le pupille puntate in quelle del volpino.
Kaede guardò di nuovo il tabellone.
35 secondi.
Ed erano in parità.
E se in quella partita qualcosa aveva fermato l'Aiwa, era stato solo l'attacco combinato delle ali.
Imprevedibile e senza possibilità di blocco.
Non c'erano stoppate che tenessero.
Kaede variò il movimento della mano, sentendo su di sé lo sguardo di Miyagi.
Erano pronti. Pronti per tentare un'ultima volta.
Un rivolo di sudore gli colò lungo il collo e inquadrò chi di dovere.
Mitsui era davanti a lui, Miyagi al fianco della guardia, a trattenere gli avversari. Akagi, capendo cos'aveva in mente, stava sgombrando sotto canestro per lasciargli lo spazio necessario.
Moroboshi se ne accorse, ma purtroppo per lui era tardi.
Aveva faticato sette camicie dopo il primo tempo per recuperare uno stacco di quindici punti, dato dall'aver preso troppo sotto gamba, ancora una volta, i campioni nazionali e ora ne stava pagando le conseguenze.
Non aveva più fiato.
Eppure negli occhi Kaede gli scorgeva delle vere e proprie fiamme.
Non sarebbe stato facile passarlo.
Ma qualcuno gli venne in aiuto. Miyagi si spostò leggermente, creando lo scompiglio nel suo marcatore e quella baruffa bastò a intercettare l'attenzione del capitano dell'Aiwa quel che bastava al volpino per lanciare la palla in direzione contraria. La sfera arancione finì a Mitsui che dovette liberarsene subito.
Il suo marcatore, esasperato dopo le ben sette triple infilate da quel maledetto, aveva i nervi a fior di pelle ma il gioco non si fermò. Ryota riprese la palla e condusse il gioco fino a quando Rukawa non arrivò sotto canestro.
Moroboshi era lì ad attenderlo, insieme al centro dell'Aiwa, un tizio che aveva creato ad Akagi non pochi problemi.
Pensando a un pallonetto, il pivot si buttò su Rukawa ma quella deviò la palla.
Aspettandoselo, Moroboshi era pronto a vedere qualcuno arrivare in suo aiuto ma la sfera rimbalzò assurdamente sull'anello.
Rukawa aveva cambiato tattica all'ultimo secondo!
Al rimbalzo, chi di dovere prese la sfera e se con una mano si attaccò al ferro, con l'altra piazzò il dunk finale della partita, a quattro secondi dalla fine.
Il risultato finale del campionato nazionale quell'anno fu di 101 a 99 per lo Shohoku.
E l'ultimo canestro fu ad opera di Hanamichi Sakuragi, in una memorabile schiacciata che per onorare una tradizione già precedentemente da lui perpetrata, piegò letteralmente l'anello con uno scricchiolio stridulo sovrastato immediatamente dal boato in campo.
Lo Shohoku vinse per il secondo anno consecutivo il titolo di campioni nazionali.
Matricole, riserve e altri giocatori invasero il campo mentre i diavoli titolari si strinsero in un abbraccio collettivo.
Qualche ora più tardi, i cinque vennero immortalati in una foto informale seduti sul mitico parquet, insieme all'allenatore Anzai e un trofeo che si erano ampiamente meritati, dopo di che l'intera squadra, compresi i supporter e gli amici venne ripresa in un scatto storico, davanti all'ingresso del palazzo dei tornei di Hiroshima.
Il sole di quella limpida giornata di fine luglio nessuno se lo scordò più.
Tantomeno la grandezza di quella vittoria.
Infatti uno dei titolari in quella foto portava una bandana sul capo.
Sopra la scritta Tensai, ora c'era un'altra iscrizione fatta a pennarello nero.
Shohoku's 5° Winners.
E stavolta il tensai non si era sbagliato.
Vittoria o meno, erano davvero una grande squadra...



Come spesso accade, la strada dei nostri eroi si divise e i componenti della squadra che quell'anno vinse il torneo nazionale non giocarono mai più insieme, almeno in nessuna partita ufficiale.
Alla fine dell'estate, Kiminobu Kogure si iscrisse all'università di Kanagawa mentre il capitano Akagi partì per Tokyo, per la prestigiosa università H.K, la migliore del paese.
A sorpresa, all'inizio dei corsi a ottobre quando ormai si disperava nel rivederlo, si presentò anche Hisashi Mitsui che dopo aver passato circa due mesi ad arrovellarsi il cervello su cosa fare della sua vita, aveva capito che fra tante strade abbozzate, l'unica certa per lui restava il basket, sempre e solo il basket.
A Ryota Miyagi venne affidato lo Shohoku a inizio settembre con il nuovo anno scolastico e dire che per lui fu dura è un blando eufemismo.
Kaede Rukawa partecipò nuovamente in nazione juniores, affiancato da Sendoh e lo stesso Miyagi, mentre un tensai un giorno per caso riuscì in una grande impresa:

- Ehi Kit, bastardo guarda che ti combino!-
Kaede odiava settembre, quel pagliaccio era più energico del solito in quel mese e si staccò di malavoglia dall'abbraccio di Raim per volgere uno sguardo seccato ad Hanamichi.
La testa rossa era di fronte al canestro e gli scoccò uno sguardo di sfida.
- Guarda e impara!-
- Ma che vuole fare?- rise Raim, tenendo le braccia attorno al collo della volpe.
- Che s'ammazzi.- sbuffò Rukawa e cercò di tornare a baciarla quando Hana saltò all'improvviso, dalla lunetta, e sbilanciandosi con la schiena eseguì un perfetto tiro in sospensione all'indietro.
La sfera arancione centrò il canestro e quando Hanamichi atterrò, rimase in piedi, in perfetto equilibrio.
Quando si volse con aria di superiorità, Rukawa lo guardava fra l'altezzoso e un pizzico divertito.
- E allora?- lo sfidò il rossino, puntandogli un dito contro - Sono il migliore o no?-
- Do'aho.- replicò la volpe, come un gesto riflesso.
- Ahah, canestro!-
Hanamichi attaccò a ridere, posandosi le mani sui fianchi e senza attendere oltre tornò da loro.
Scendeva la sera e iniziava un altro anno.
Ma in fondo, anche se il Gorilla, Mitchy e il quattrocchi se n'erano andati, la palla per ricordargli di quei tre era rimasta lì. Insieme a un bel po' di foto e a un trofeo.
- Credete di farcela quest'anno ragazzi?-
La domanda di Raim si perse nel vento ancora mite, mentre s'inoltravano per le strade di Kanagawa.
- Ma certo!- scandì Hana - Perché sono un genio no?-
- Do'aho.-
Fra i suoi stessi brontolii, Hanamichi non si accorse che qualcuno stava sorridendo.
Kaede gli stava alle spalle e lasciò che quelle due teste rosse lo precedessero, scherzando fra loro.
Meglio così, pensò guardando le loro schiene.
Due facce allegre nella sua vita erano meglio di una.
Quindi meglio due geni a farlo sorridere, che uno solo.



Don`t you see
We`re in this together
You and me
One on one forever...
Apoptygma Berzerk, "In This Together"



                                                                        - Fine -
                                                                                       Raim's Fox




 

 

 

Si, fine. Ragazzi, la pacchia è finita. Per me e per voi. Come ogni volta, mi sento davvero triste. Forse perchè, se fosse dipeso dalla sottoscritta, scrivere epiche saghe senza mai fine. E sarebbe davvero bello, ma ecco uno dei motivi per cui non potrò continuare la fic. Immediatamente almeno: primo, studio e lavoro part-time. Non riesco a scrivere un dannato capitolo della mia fic su One Piece, le Cronache, da oltre un mese. Vorrei spararmi. E ve lo dice una che tre anni fa, metteva in rete un capitolo al giorno...non so se mi spiego. Due, ho davvero pronti non tre, ma quattro capitoli del seguito, che ho chiamato al momento l'Ultimo Anno, ma che senso avrebbe mettere quattro capitoli, quando poi non potrei proseguire? Ora come ora non ho testa, non ho tempo...e devo dirlo, quando non mi viene subito l'ispirazione io sono una di quelle che s'incazzano come delle iene. Perciò per ora...nulla, mi spiace proprio, a me per prima. Mi sarebbe davvero piaciuto scrivere questo seguito, adoro Slam, ma il tempo, ragazzuoli, è sacro. Cosa che a voi invece non frega, prossimamente mette due shot originali, scritte in momenti di cupa depressione e opprimente rabbia. Se volete leggetele, ma vi avviso che vanno lette a stomaco pieno.

Prima che qualcuno mi spari me ne vado davvero, comunque ringrazio tutti quelli che hanno letto, che hanno sopportato tutto l'alternanrsi di disastri, risse, depressioni e fughe nei letti altrui, a partire da coloro che già mi avevano sostenuto su manga.it ovvero Mewsana, Shin, ClaHeaven, Kysa, Iceygaze che ha sempre da ridire, God of Thunder a cui dedico questa storia, Magic, Bia-chan. Un abbraccio però ancora più grande a voi nuovi lettori, che avete letto e apprezzato la storia di un writers che se n'è sempre stata coccolata nel suo sito natale, fino a trovare il coraggio di mettere le ali: Seika, Airis, Sasha, Arkadio, Saretta&Zena, Kayra, Jusie, Francy, Lady Core, Kitcool e Scopyon.
A presto con un seguito...si, lo spero davvero!
Un bacione,

Axia

 

 

 

 

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