Kyra e la Bestia

di phoenix_esmeralda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bestia in gabbia ***
Capitolo 2: *** Dosi di cibo ***
Capitolo 3: *** Zenon ***
Capitolo 4: *** Esistenze incatenate ***
Capitolo 5: *** Abbattere il controllo ***
Capitolo 6: *** Rosso e Bianco ***
Capitolo 7: *** Un pezzo alla volta ***



Capitolo 1
*** Bestia in gabbia ***



Salve a tutti, questa fic ha partecipato al contest "Keep calm and make me cry (or smile) di Khika Liz aggiudicandosi il secondo posto!
L'indicazione era di inserire nella storia la frase: "È bravo a manipolarti. È furbo. Il vero problema, con xxxx , non è il fatto che menta – sarebbe scontato. Lui mescola le bugie alla verità"...  E detto questo... vi auguro Buona Lettura!!!

 "".."".




.1. - Bestia in gabbia

 

 La gabbia è di fronte a lei, solida e massiccia, di metallo infiammato e rovente. Nessuno può avvicinarvisi, se non chi è in grado di governarne la materia.
Kyra può.
Chi ha rinchiuso la Bestia dietro quelle sbarre, le ha incendiate solo dopo averle serrate. Da allora vengono raffreddate e aperte una volta al giorno dal costruttore della gabbia, perché la Bestia, sedata e incosciente, possa essere condotta in catene dalla sovrana.
Kyra avanza di un altro passo e il calore delle sbarre le accarezza il volto. Lei non ha bisogno di smorzare la temperatura, per entrare nella gabbia. Le basta uno sfiorare delle dita e le sbarre si dilateranno, per poi richiudersi al suo passaggio. Se la Bestia provasse a passare per quello stesso pertugio in cerca di una fuga, finirebbe incenerita.
Kyra scruta fra le stanghe arroventate, cercando di delineare i contorni del prigioniero. Non ha mai visto la Bestia prima d’ora, nella sua mente essa è sempre stata un nome, un’immagine sfocata eppure terribile, a cui si associano stragi, violenze, crudeltà, orrori.
Da anni essa terrorizza il territorio, è l’incubo quotidiano in cui vive ogni abitante della Contea di Sognante.  Kyra ha diciannove anni e da che ha memoria la Bestia è sempre esistita nelle sue paure. Era lo spauracchio, la minaccia, il terrore delle notti più buie.  Lo era e lo è stato per ciascuno di loro, nel corso degli anni.
E poi... la Bestia è stata catturata. Un’imboscata preparata accuratamente e guidata da giovani sagaci e coraggiosi, ha dato finalmente i suoi frutti. La gabbia in cui rinchiuderla era pronta da anni, in attesa spasmodica dell’inquilino per cui era stata costruita. Una gabbia di metallo rovente che non può nuocere a chi vi si trova all’interno, ma che impedisce al prigioniero di tentare in alcun modo la fuga.
È stata posta al centro del salone principale del palazzo, perché chiunque possa vedere che la Bestia è stata rinchiusa, che la giustizia ha trionfato e che il pericolo è stato vinto. Ma Kyra sa che nessuno si azzarda mai ad avvicinarsi alla gabbia. Fanno paura le sbarre di metallo arroventato e soprattutto fa paura lei.  Nessuno ha un coraggio sufficiente da desiderare di incontrare lo sguardo della Bestia. Dicono sia orribile.  Chi l’ha subito non ha mai scordato il suo ghigno crudele, le fiamme arancioni negli occhi. Kyra ha sentito racconti diretti e racconti riportati. Ne ha sentiti a centinaia, come ogni abitante della Contea di Sognante. E come loro, ha timore della Bestia.
Lei però non può disobbedire a un comando della sovrana, all’incarico per cui l’ha prescelta.
La Bestia ha smesso di mangiare. Da quando è stata rinchiusa in gabbia, ha rifiutato quotidianamente il cibo e sta diventando sempre più debole. Ogni volta che la riconducono priva di coscienza nella sua prigione le lasciano cibo e acqua, ma il giorno dopo, quando vengono per riportarla fuori, il cibo è ancora intatto. Hanno provato ad alimentarla a forza, quando si trova incatenata nelle stanze della sovrana, ma essa si rifiuta e non sono riusciti in alcun modo a costringerla. La nostra sovrana, Alinda Soresa, non ha intenzione di farla morire. Non ne conosco il motivo e nessuno sa cosa accada nelle sue stanze, in quelle due ore al giorno in cui si fa condurre la Bestia in catene.  A palazzo girano voci secondo le quali, la sovrana si diverte a stuzzicarla e tormentarla. Conoscendola è probabile, ma Kyra dubita che la sovrana non nasconda un altro fine. Pensa piuttosto che Alinda voglia qualcosa dalla Bestia, qualcosa che non potrebbe ottenere se questa morisse.
Così ha incaricato lei, Kyra, che è così speciale, di risolvere la situazione. Lei che può entrare nella gabbia senza spegnerla e senza rischiare che la Bestia scappi.
Il suo compito è di non lasciarla morire, un incarico alquanto singolare. Singolare e terrorizzante.
Kyra avvicina ulteriormente il volto alla gabbia e due sbarre si arcuano leggermente, permettendole di guardare meglio all’interno.
Ora la vede. Trae un respiro profondo e permette ai suoi occhi di delineare i contorni della Bestia. Trasale, quando si accorge di quanto appaia giovane. Non è sicura dell’età che abbia, ma in quel momento ha l’aspetto di un giovane di non più di venticinque anni.
È seduto lateralmente, con la schiena contro alla sbarre e la testa china in avanti. Capelli color bronzo gli ricadono davanti al viso, coprendo gli occhi. Dal respiro lento, Kyra immagina che stia dormendo.
Fa un passo avanti e le sbarre si aprono davanti a lei.  Entra nella gabbia senza rovesciare il contenuto del vassoio che tiene in mano: il cibo che la Bestia dovrebbe mangiare.
Appena i piedi poggiano all’interno della prigione, la gabbia si richiude alle sue spalle, lasciandola testa a testa con il mostro dei suoi peggiori incubi.
Solo che non appare affatto terribile come la leggenda lo vorrebbe. Forse è perché sta dormendo, forse è per le catene che gli stringono polsi e caviglie concedendogli movimenti limitati, forse è perché finché non alza lo sguardo, non può mostrarle il vero volto della Bestia.
Fatto sta che non le sembra altri che un giovane innocuo e inerme. E attraente, persino. Ha la pelle abbronzata di chi incontra spesso il sole, una muscolatura asciutta evidenziata dagli abiti laceri e una figura globalmente armoniosa.
Kyra per un istante teme l’errore. Immagina di correre dalla sovrana e indurla a cercare altrove, perché i suoi uomini hanno sbagliato obiettivo.
Ma non fa in tempo a porre in atto nessuno dei suoi propositi, perché il respiro della Bestia muta, il suo corpo ha un fremito di consapevolezza e il viso si solleva a scrutarla. I capelli bronzei scivolano via dalla faccia, mostrando alla sua vista un volto acuto, intelligente, ben proporzionato. Un bel viso, pari al resto del suo corpo. Ma provvisto di un paio d’occhi raggelante. Occhi verdi, profondi, nei quali si muovono fiamme arancioni spaventose.
Kyra, senza rendersene conto, fa un passo indietro. Mentre il cuore le esplode nel petto, si rende conto della definitiva identità dell’essere che si trova di fronte a lei. È la Bestia, senza alcun dubbio.
Deve aspettare un istante, prima di recuperare la lucidità necessaria a prendere una decisione. Sa di non essere in pericolo, la Bestia è bloccata da catene pesanti che le impediscono la maggior parte dei movimenti. È stanca e debole per la fame. Dunque Kyra è padrona della situazione, benché il nervosismo possa farle irrigidire il corpo di tensione.
La Bestia la osserva in silenzio, con apparente disinteresse, poi appoggia la nuca alle sbarre e volta il viso di lato, come se la sua presenza fosse del tutto irrilevante.
Kyra, che si era aspettata un’aggressione di qualche tipo, non può fare a meno di scrutarla incuriosita. Riesce a percepire la sua stanchezza che, lentamente, sta sfumando in rassegnazione. Forse è la prima volta che la Bestia non vede una via d’uscita. Forse, come ogni animale prossimo alla morte, sta semplicemente aspettando la fine.
Kyra appoggia a terra il vassoio con il cibo, attenta a non avvicinarsi più di quel tratto coperto dalle catene. Sul pavimento c’è già un altro piatto ancora colmo, è una settimana che la Bestia non mangia e nulla finora l’ha indotta ad alimentarsi. Kyra non comprende perché Alinda le abbia dato quell’ incarico impossibile.
Con un sospiro siede a terra, esattamente di fronte alla Bestia. Chissà se qualcuno le ha mai domandato cosa le piacerebbe mangiare. Magari il cibo degli uomini le fa schifo. Magari lei si alimenta di tutt’altro. Carne umana, per dirne una. Kyra ha saputo che tre dei baldi giovani designati alla sua cattura, hanno perso la vita nella spedizione. Se non l’avessero imprigionata, forse li avrebbe mangiati.
- “Non ti piace il nostro cibo?” – chiede ad alta voce, per fare un tentativo – “È questo il problema? Vorresti qualcos’altro?”
La sua domanda suscita una reazione di costernazione. La Bestia le rivolge un’occhiata sbigottita che la fa sentire stupida.
Probabilmente il problema non è quello. Anzi, ancora più probabilmente il problema non sussiste. La Bestia vuole morire, punto e basta. Non tollera la cattività, come qualunque animale vissuto in selvaggia libertà. Il fatto che abbia sembianze umane non  rimarca alcuna differenza.
È stupido che Kyra sia costretta a rimanere lì dentro, come se la sua presenza potesse indurre la Bestia a trasformare la sua prospettiva di vita. Anche se è un mostro, la Bestia ha dato prova nel corso degli anni di un’intelligenza acuta, che le ha permesso di sopravvivere scampando per un tempo molto lungo a un destino atroce. Ora sa che non le restano altro che prigionia, umiliazioni e tormenti. È più che naturale il suo tentativo di affidarsi a una sorte differente.
Kyra si alza e abbandona la gabbia così come vi era entrata. Sente lo sguardo della Bestia su di sé, mentre le sbarre si deformano al suo passaggio. Capisce che la novità l’ha colpita, ma non a sufficienza da destare in lei un vero interesse. Quando si volta a controllare fra le sbarre, la Bestia è tornata a fissare indifferente il vuoto.
Non ha senso il compito che le è stato affidato. Kyra deve parlarne con Alinda Soresa.





 

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Capitolo 2
*** Dosi di cibo ***


La Bestia viene alla luce...
Buona lettura a tutti... e se recensite mi fate taaaaaanto piacere!! ^^
phoenix_esmeralda


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2. - Dosi di cibo



Mentre si fa annunciare, Kyra ripassa nella mente le parole con cui tenterà di convincere la sovrana a destituirla dall’incarico.  Non le piace incontrare Alinda e se può appena evita di incrociarla. La signora della Contea di Sognante è una donna capricciosa, volubile, egoista e viziata. Trasforma ogni suo desiderio in pretesa e ogni pretesa deve trovare riscontro immediato. Agisce in base al piacere del momento, senza scrupoli e senza morale. Sa essere crudele, insensibile fino al limite dell’umanità. Sa divertirsi dei tormenti altrui e le sue azioni più caritatevoli non nascono che dal capriccio o dall’autocompiacimento.
No, Kyra non ama Alinda Soresa. Nemmeno un po’. Benché la sovrana sia la sua indiscussa benefattrice, colei che l’ha tratta da un destino di miseria e degrado, Kyra non riesce a provare gratitudine nei suoi confronti. L’unico motivo per cui Alinda l’ha raccolta dal suo tugurio per portarla a vivere a palazzo, è il sangue che le scorre nelle vene. A Sognante sono pochi a portare in eredità le capacità che la contraddistinguono. Un tempo ne nascevano molti, ma ora sono diventati una rarità e Alinda non si è lasciata scappare la possibilità di avere quelle capacità al suo servizio.  Kyra non dubita che se iniziasse a opporsi agli incarichi speciali che la sovrana le affida, si ritroverebbe in un istante in mezzo a una strada. Finora non è accaduto solo perché ha badato di obbedirle in ogni cosa.
- “Kyra, non è un po’ troppo presto perché tu abbia già portato a termine il tuo incarico?”
Alinda siede sul bracciolo di una poltroncina rigida e le rivolge un sorriso fintamente amichevole. I lunghi capelli biondi pettinati in ciocche ordinate dovrebbero dare al suo sguardo un’espressione d’innocenza, ma sotto quel primo strato di  benevolenza, Kyra sa che la sovrana  sta già cercando di indagare e capire quanto i suoi ordini siano stati obbediti.
- “Mia signora, sono stata  nella gabbia della Bestia”. – È bene che Alinda sappia che, come era suo volere, lei ha affrontato quella prova – “Tuttavia non ha intenzione di mangiare e io non so in che modo forzarla a farlo. Non ho capacità che mi permettano di nutrila con la forza del pensiero, né di violare la sua volontà. Vorrei che valutaste l’opportunità di offrire questo compito a chi abbia maggiori possibilità di successo.”
Alinda si alza dalla sedia e si avvicina a un tavolino su cui è posato un grosso vassoio di uva.
- “Dimmi Kyra, ti ricordi cosa significa avere fame?” – le chiede, con aria indifferente. Fintamente indifferente, deve ricordarsi Kyra.
- “Sì sovrana, me lo ricordo.”  Lo ricorda eccome. È una sensazione che non scorderà mai.
- “E una ragazza speciale come te, che ricorda così bene cosa significhi essere denutriti, come può non indurre una bestia affamata a mangiare?”
- “Temo che la bestia affamata stia cercando di morire, signora.”
- “Ma guarda un po’!” – Alinda infila in bocca un acino d’uva e stringe gli occhi in un’espressione sorniona – “Potrebbe essere che se la nostra bestia muore di fame, anche la nostra ragazza così speciale finisca per fare la stessa fine.”
Kyra deglutisce a vuoto. Lo sapeva, sapeva che sarebbe finita a quel modo! Perché ha voluto tentare?
- “Sovrana, non è mia intenzione lasciar morire la Bestia, se voi desiderate che resti in vita. Mi chiedevo solo se non esistesse qualcun altro più capace di me nel...”
- “Nessuno è più capace di te, Kyra!” – il tono ora è apertamente freddo, così affilato da risultare tagliente – “Trova il modo di nutrire quella bestia, perché io non voglio che muoia e tu dovrai far sì che lei resti in vita!”
- “Certo signora, come volete!”
Alinda torna a sorridere, le si avvicina con il suo passo sinuoso e le posa in mano un grappolo d’uva.
- “Un piccolo pagamento anticipato per il tuo successo.” – le dice melliflua .
- “Grazie, mia sovrana.”
 
Fallito il tentativo di abbandonare l’incarico, Kyra inizia a lavorare di fantasia.
Negli anni trascorsi a palazzo, la sovrana ha voluto che studiasse le scienze più diffuse e che fosse sempre aggiornata su tutto quello che accadeva nei regni confinanti. Kyra si ritira nel suo studio e inizia a far passare in rassegna i grossi volumi della libreria. La paura di ritrovarsi in mezzo a una strada ha generato un guizzo nella sua memoria, dando l’avvio a una lunga ricerca. Sfoglia i volumi fino a sera e, quando trova quello che cerca, lo esamina fino a tarda notte. Il mattino dopo si alza al primo levar del sole e raggiunge il laboratorio nella torre ovest del palazzo.
Si tratta di creare un liquido che contenga tutte le sostanze che permettono a un uomo di restare in vita. Kyra ricordava di aver letto qualcosa di simile in passato, ma non rammentava dove fosse lo scritto né quali informazioni riportasse. Le riferiva accurate, per fortuna, e unendo alle parole scritte un po’ del suo ingegno, pensa di poter riprodurre il liquido. Una volta fatto questo, sarà sufficiente iniettarlo in vena alla Bestia, così come sul libro è spiegato dettagliatamente. Se alcuni popoli lontani hanno trovato efficace questo metodo, non vede perché non debba funzionare anche per lei. Iniettare un liquido nel braccio della Bestia, sarà molto più semplice che costringerla a mangiare.
Lavora alacremente tutta mattina e per l’ora di pranzo ha raggiunto il risultato che le serve.
Ora è pronta a fornire alla Bestia il suo pasto in boccetta.
 
Quando attraversa le sbarre roventi, la Bestia le rivolge il solito sguardo indifferente. Il cibo è ancora intonso ai suoi piedi, non ne manca una sola briciola.
Kyra apre la boccetta con il liquido e  riempie la grossa siringa fino all’orlo. La dose massiccia che ha preparato dovrebbe rimetterla in forze come se si fosse sempre nutrita regolarmente.
Vede gli occhi verdi della Bestia seguire i suoi movimenti, le fiamme arancioni danzano furiosamente attorno alle sue iridi. Quando Kyra si  avvicina, emette un sospiro dolente.
Si aspetta un’aggressione, come dalla Bestia sarebbe normale, ma lei non si muove. Allora si avvicina con cautela, stando bene attenta a non superare la distanza di sicurezza. L’ago è sottile e Kyra può farle l’iniezione nella mano o nel polso, in modo da non avvicinarsi oltre la lunghezza delle catene.
In ultimo esita. Toccare la Bestia era qualcosa che non avrebbe mai lontanamente immaginato di fare. Prova una sorta di repellenza al pensiero, anche se la figura che ha davanti si discosta completamente dall’idea di Bestia che si era figurata.
Poi afferra la mano e la volta, cerca una vena adeguata appena sopra all’anello di ferro che la imprigiona. Si aspetta una resistenza che non viene. Certo, la Bestia sa che sarebbe inutile, opporsi le causerebbe solamente più dolore.
Accosta l’ago alla sua pelle.
- “Devi proprio farlo?”
La sua voce è bassa e roca, ma stranamente armoniosa. Una voce che Kyra nel suo immaginario non avrebbe mai e poi mai attribuito alla Bestia.  Sentirla le ha causato un lieve sussulto che le ha quasi fatto cadere la siringa di mano.
Sa che non può esitare e buca la pelle con un movimento delicato. Spinge con dolcezza il liquido nel corpo del giovane.
- “Eseguo gli ordini” – risponde piano – “La nostra sovrana non ti vuole morto.”
Gli occhi di lui seguono il fluido che si svuota pian piano nelle sue vene.
- “Mi terrà semplicemente in vita o mi restituirà le forze?” – chiede in tono pacato.
- “Ho creato un concentrato di sostanze energetiche... Ti renderà buona parte delle tue forze.”
Il suo sospiro la colpisce. È carico di dolore trattenuto.
- “Non sarebbe possibile crearne una variante alternativa?”
Kyra è sorpresa dal linguaggio che usa. Si aspettava qualcosa di diverso. Di meno umano. Invece è come conversare con chiunque altro.
- “Cosa intendi?” – chiede piano.
- “Un concentrato di sostanze sufficienti a tenermi in vita, ma senza ricostituire le mie forze.”
 Kyra stacca l’ago lentamente e disinfetta il punto in cui ha bucato.
- “Sì, potrei farlo. “ – risponde lentamente – “Potrei ridosare le sostanze in modo da ottenere una soluzione differente.”
Aspetta, per capire se la Bestia intenda aggiungere altro. Ma si limita a guardarla con quegli strani occhi dardeggianti che male si accostano all’inerzia del resto del suo corpo.
- “Vuoi che lo faccia?” – chiede allora.
- “Cosa vuoi in cambio?”
La Bestia non è abituata ai favori, sa che ogni cosa ha un costo. E questo viene a vantaggio di Kyra.
- “Risposte” – dice – “Domani ti preparerò un dosaggio differente, ma in cambio dovrai rispondere ad alcune domande.”
La Bestia la osserva come se le scrutasse l’anima.
- “Va bene. Ma ci sono cose di cui non parlerò.”
- “Non voglio menzogne.”
Un sorriso obliquo sfreccia sul volto del giovane.
- “La Bestia è bugiarda, non lo sai?”
- “Allora quando pensi di dovermi mentire, resta zitto.”
Kyra non può credere di parlare in questi toni alla Bestia. Fa fatica a realizzare che davanti a lei ci sia il mostro che occupa gli incubi peggiori di ogni abitante di Sognante.
Arretra di un paio di passi e formula la prima domanda.
- “Perché la sovrana ti fa recare ogni giorno nelle sue stanze?”
- “Ci sono cose che vuole sapere da me.”
- “Cose che tu non le dici” – intuisce Kyra.
La Bestia annuisce.
- “Quali cose?” – insiste.
Il giovane resta zitto. Un sorriso sarcastico rende il suo volto leggermente più inquietante.
- “Va bene.” – replica Kyra, accettando il suo silenzio come risposta – “Alinda ti sta tormentando?”
Un breve cenno d’assenso, seguito dallo sfuggire dello sguardo.
- “Lo so.” – interviene Kyra, stranamente partecipe – “Può essere esasperante.”
- “Esasperante, tu dici” – i suoi occhi si appoggiano sul  viso di Kyra e per un attimo sembrano divertiti.
Lei sospira.
- “La nostra sovrana non è in grado di farsi amare.”
- “Quindi non è un problema solo mio.”
Il tono ironico la sorprende, è una caratteristica che non avrebbe mai attribuito alla Bestia.
Sta per passare alla domanda successiva, quando succede qualcosa.
Il giovane si irrigidisce e stringe i pugni.
- “Esci da qui!” – le dice all’improvviso.
- “Che cosa..?”
- “Esci!!... Sbrigati!” – urla lui con un tono talmente spaventoso che Kyra balza in piedi e si precipita verso le sbarre. La gabbia si spalanca di fronte a lei, quasi la stesse sputando fuori. Kyra fa appena in tempo a varcare il confine della prigione, che un potente rumore metallico la fa immediatamente voltare allarmata. La Bestia ha sbattuto contro le sbarre appena richiuse e ora le afferra con entrambe le mani scuotendole con furore. Dai polsi le pendono le catene spezzate.
‘Non spezzate’ – pensa Kyra sbalordita – ‘Sbriciolate!’
Ma non finisce di formulare il pensiero che la mano destra della Bestia le afferra il polso fin quasi a stritolarlo. Istintivamente Kyra oppone resistenza e alza lo sguardo stupefatto sul volto del giovane.
No. Non il giovane.
La Bestia.
Il viso che ha di fronte non ha più nulla del ragazzo di poco prima. Un ghigno violento e crudele lo deforma fino a renderlo irriconoscibile. Gli occhi, arancioni e fiammeggianti, la trafiggono di cattiveria. Solo al centro dell’iride, Kyra riconosce un leggero guizzo verde smeraldo.
Si impunta sui talloni per opporsi alla Bestia, ma la sua stretta è devastante. Le avvicina il polso alle sbarre, che in prossimità della sua pelle iniziano a dilatarsi.
Mi sta usando per aprire la gabbia!
Ma non può, se tentasse di passare attraverso al varco di sbarre roventi, finirebbe incenerita!
Oppure no?
Se quel calore non è sufficiente, Kyra può trovarne  uno più adeguato. Lottando con tutta se stessa, si concentra e alza il calore delle sbarre fino a livelli inauditi. La Bestia grida e la molla all’improvviso.
- “Maledetta!” – le urla. La voce è la stessa di prima eppure è diversa. Sono le stesse corde vocali a produrla, ma è carica di talmente tanta rabbia e violenza da risultare trasfigurata. I suoi occhi arancioni sono terrificanti. Quello è lo sguardo della Bestia.
Il ghigno orribile si apre un’altra volta sul suo volto.
- “Non temere ragazzina, me la pagherai” – le sussurra, disumana – “Ti avrò. E quando succederà, rimpiangerai di avermi ostacolata.” – il suo sguardo viscido le scivola addosso – “Ti spoglierò un pezzo alla volta e godrò di ogni parte del tuo corpo, lentamente, atrocemente. E quello non sarà che l’inizio. Non resterà incolume un solo pezzetto di te. Ti farò gridare e supplicare fino allo spasimo. E non servirà a niente, perché io godrò delle tue urla.”
Kyra si impone di arretrare. Il terrore è cemento armato che la inchioda al terreno e muoversi è uno sforzo sovrumano. Poi trova il modo di voltarsi e inizia a correre.
 
Più tardi sente dire che la Bestia è stata narcotizzata e mentre si trovava in stato incosciente, le catene sono state sostituite con altre più spesse. Per sicurezza la sovrana ha deciso di non farla portare nelle sue stanze.
Alinda le fa recapitare un messaggio in cui si complimenta per la trovata che ha escogitato. La sprona a proseguire nel suo compito.
Kyra è allibita. La Bestia l’ha quasi presa e la sovrana desidera che torni nuovamente in quella gabbia.
Per qualche minuto pensa di rifiutarsi. Meglio essere sbattuta per strada, meglio essere costretta a vendere il suo corpo per vivere, piuttosto di rischiare di cadere negli artigli della Bestia. Dopo aver guardato nei suoi occhi arancioni, non ha dubbi sul fatto che metterà in atto le sue minacce sillaba per sillaba.
Ma quando lo shock dell’accaduto inizia a sfaldarsi, Kyra può considerare gli avvenimenti in  un’ottica più globale.
La Bestia in qualche modo l’ha salvata da se stessa.  Le ha intimato di uscire dalla gabbia, un istante prima di aggredirla.
C’è qualcosa, in ciò che è accaduto, di profondamente enigmatico.
Il giorno dopo torna verso la gabbia, accostandosi cautamente. Rimane a distanza di sicurezza, mentre si sforza di scrutare fra le sbarre incandescenti.
La Bestia è seduta a terra, i polsi ancora imprigionati nelle catene. Solleva il viso, sentendola arrivare. Gli occhi sono verdi, ma le fiamme arancioni vorticano furiosamente,  accese e brillanti.
Osserva Kyra e le fa un cenno di diniego con la testa, come a dire “Non puoi ancora venire”.
Kyra non sfida la sorte.
Manda a dire alla sovrana che ha fatto l’iniezione alla Bestia, anche se non è vero. Il timore di incontrare nuovamente quegli occhi arancioni è più forte di quello di essere scoperta.
Si allontana dalla gabbia e attende un giorno in più
 
 

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Capitolo 3
*** Zenon ***


Quarantotto ore dopo l’accaduto, Kyra torna a sfamare la Bestia.
Trema mentre si avvicina alla gabbia, il ricordo dell’aggressione quasi riuscita è tornato sotto forma di incubo di notte e di giorno, con gli occhi chiusi tanto come con gli occhi aperti.
Quando sbircia tra le sbarre tuttavia, il giovane gli fa cenno di via libera. È sciocco fidarsi, considerando che lui è la Bestia, ma l’unica certezza che Kyra ha, è che quegli occhi verdi l’hanno salvata dagli occhi arancioni.
Entra nella gabbia cercando di non dar peso alle sue gambe tremanti. Il giovane la osserva in silenzio. In qualche modo sembra stremato, sebbene da due giorni non esca dalla gabbia.
Kyra si china di fronte a lui e gli mostra le due boccette che tiene in mano.
- “Ho un concentrato energetico pari a quello di due giorni fa e uno meno intenso, come tu mi hai chiesto. Ti darò quello che preferisci, ma voglio che mi spieghi cos’è successo l’altro giorno.”
La voce le è tremata leggermente, ma il ragazzo non sembra averci fatto caso. Le fiamme arancioni ondeggiano nel lago dei suoi occhi verdi. Non sono accecanti come il giorno prima.
- “Sono la Bestia” – risponde piano lui – “E mi comporto come tale.”
- “Frottole. Tu mi hai salvata.”
Per un istante si fissano, quasi a sfidarsi.
Kyra fa dondolare avanti e indietro la boccetta con il minor concentrato energetico.
- “La scelta è tua.” – gli ricorda.
Lui distoglie lo sguardo e lo fissa in un punto dietro le sue spalle.
- “È stato il tuo concentrato energetico a liberarla” – dice alla fine, con voce roca – “Se riesco ad affamarla, lei si indebolisce e io riesco a controllarla. Ma quando riprende le forze è lei la più forte e io non posso impedirle di prendere il sopravvento.”
- “Stai parlando... della Bestia?”
Lui annuisce.
- “Per questo vuoi un concentrato energetico minore? Perché non riprenda forza?”
- “Sì.”
Kyra resta in silenzio un attimo, riflettendo.
- “Per affamare lei, devi affamare anche te stesso.”
- “Ma lei ha bisogno di più energie di me. Si indebolisce prima.”
Questo cambia le carte in tavola.
- “Quindi... non stavi cercando di morire.”
Il giovane abbassa lo sguardo. Rimane immobile per qualche istante, immerso nelle sue considerazioni personali.
- “No. Non ero intenzionato a morire.” – dice infine, senza guardarla.
Kyra è ancora confusa, mille domande le affollano la testa, ma ha bisogno di tempo per riordinarle.
Svuota la boccetta nella siringa e si avvicina per fare l’iniezione. Ma il polso del giovane è segnato dal grosso livido lasciato da quella di due giorni prima. Si avvicina ulteriormente, oltre il limite imposto dalla lunghezza delle catene, decidendo all’improvviso di fargliela nel braccio, dove gli farà meno male.
Ma quando sta per avvicinare la siringa, il giovane ha uno scatto e con la mano le afferra il polso.
Kyra sobbalza di terrore, mentre i suoi occhi corrono a cercare quelli della Bestia. Ma incontrano iridi verdi, accese e tuttavia così rassicuranti.
- “Non avvicinarti mai troppo.” – le sussurra lui – “Non fidarti della Bestia, è sempre in agguato, è forte, è furba. Può spezzare queste catene come fossero fatte di carta, può passare per le sbarre roventi senza bruciare, può decidere di averti e muovere il mondo intero per ottenere ciò che desidera. Se ti prende, farà esattamente quello che ha minacciato di farti. Non dubitare mai che lo farà. E non dimenticare che ci ascolta. Sente tutto ciò che diciamo e se dici troppo, lei lo  userà contro di te. Non dimenticarlo.”
La stretta si allenta e Kyra libera la mano. Senza dire nulla, accosta l’ago al braccio del giovane, ma deve aspettare quasi un minuto prima di bucare, perché sta tremando.
Alla fine si stacca e disinfetta.
- “Ricorderò quello che mi hai detto.” – lo rassicura. Ma mentre esce dalla gabbia, sente che le sue idee, invece di schiarirsi, si stanno facendo sempre più confuse.
 
 
Così, quasi senza rendersene conto, decide di capire cosa succede nelle stanze di Alinda Soresa quando fa condurre a sé la Bestia.
Kyra sa come fare, perché è già accaduto che dovesse assistere di nascosto ai colloqui della sovrana, su sua precisa richiesta.  La sua particolare sensibilità le permette di distinguere la menzogna con una certa accuratezza e Alinda ha sempre approfittato, nel corso degli anni, della sua dote.
Quando è certa che la Bestia si trovi nelle stanze della sovrana, Kyra apre una porticina del corridoio nascosta da un arazzo e risale la scala a chiocciola nel silenzio più completo. Si muove nell’oscurità quasi totale, ma conosce a memoria gli scalini irregolari e le pareti strette e screpolate su cui fa scivolare il palmo aperto salendo, così come l’odore di muffa e di chiuso che emana dal buio che la circonda.
Arriva infine a una finestrella semicircolare in corrispondenza del quadro della vecchia sovrana. Nelle stanze di Alinda, essa corrisponde alla corona sul capo di sua madre, ma la tela in quel punto è semitrasparente e Kyra può scorgere, non vista, tutto ciò che accade nella camera.
La Bestia è stata legata a una parete, anelli di metallo inchiodano i suoi polsi aperti al muro. È a dorso nudo e sul suo torso scivolano sottili rivoli di sangue. Kyra riesce a scorgere gli occhi verdi del giovane. Se fossero arancioni, quelle catene non basterebbero a fermarlo.
La sovrana gli è di fronte, tiene un coltello affilato in una mano e una boccetta di vetro nell’altra. Gli sfiora il petto con la lama, lasciando uscire un altro filo di sangue che lascia sgocciolare nel vasetto trasparente. Appoggia a terra il coltello e con le dita preme le slabbrature della ferita per far uscire più sangue. Il giovane stringe le labbra, ma istintivamente cerca di divincolarsi.
-  “Sta fermo” – dice la sovrana melliflua, mentre appoggia la boccetta al suo torace. Poi alza su di lui occhi violetti, carezzevoli – “Sarebbe tutto più semplice, se ti decidessi a parlare.”
Scuote il vasetto facendo fluttuare il liquido al suo interno, osservando il sangue rosso incresparsi contro il vetro trasparente,  poi si avvicina a un catino e lo svuota.
La Bestia ha uno sguardo impenetrabile, evita di fissare Alinda in faccia, sembra che cerchi di ignorarla, come aveva ignorato Kyra il primo giorno nella gabbia.
Ma la sovrana si avvicina al caminetto e arroventa un ferro.
- “Vediamo se oggi riesco a convincerti” – dice. Quando accosta l’arnese rovente al fianco del giovane, Kyra smette di osservare.
 
 
Dopo ciò che ha visto, Kyra non riesce a guardare la Bestia senza pensare al ferro rovente che le sfrigola sulla pelle. Anche se ha distolto lo sguardo quasi immediatamente, l’urlo straziante del giovane le ha perforato il cervello come uno spiedo nella carne.
Quando entra nella gabbia, porta con sé anche acqua fresca e un unguento lenitivo che lei stessa ha preparato in laboratorio. E che la sovrana provi a impedirglielo!
Oltre a quello, invece della solita boccetta di liquido energetico, reca con sé un vassoio di cibo.
La Bestia, quando la vede entrare equipaggiata a quel modo, increspa le sopracciglia.
- “Non preoccuparti” – esordisce immediatamente Kyra – “Questo cibo è bilanciato in modo da fornirti le stesse energie della boccetta di ieri. Ho pensato che se fossi riuscita a convertirla in cibo concreto, per te sarebbe stato più piacevole nutrirti. Anche se le iniezioni ti tengono in vita, il tuo stomaco continua comunque a sentire il bisogno di cibo solido.”
Lui osserva il vassoio con sospetto, Kyra non è certa che si fidi di lei. Eppure sarebbe una sciocchezza complottare perché la Bestia esca allo scoperto, sicuramente non ha alcun desiderio di rivedere il suo volto feroce.
Mentre il giovane valuta la situazione, Kyra afferra l’acqua e l’unguento e gli accosta. Va ben oltre la distanza di sicurezza, ignorando ogni richiamo di sensatezza, e afferra un lembo della maglia lacera per sollevarlo.
La Bestia sussulta e ha uno scatto indietro.
- “Cosa fai?” – sussurra.
- “Voglio medicarti l’ustione.”
Sente che trattiene il respiro.
- “Come fai a saperlo?”
- “Ho guardato di nascosto ieri. C’è una finestrella non visibile.”
Mentre parla, arrotola la sua maglia scoprendo il fianco. Le ferite da taglio sono leggere, ma la scottatura è brutta. Kyra non sa cosa volesse sapere la sovrana, ma lui è stato veramente stoico a non rivelare nulla neppure dopo quella bruciatura.
Inizia a bagnare delicatamente l’ustione, mentre il giovane rimane immobile. La sua pelle sembra quasi arretrare sotto le sue dita.
- “Ti ha fatto una cosa orribile” – commenta Kyra.
Lui le rivolge un’occhiata infastidita.
- “Mi prendi in giro? Sono la Bestia, niente è orribile in confronto a quello che io ho fatto.”
Kyra preme le dita nell’unguento e inizia a spalmarlo sull’ustione.
- “Tu non sei la Bestia.” – alza gli occhi su di lui, vuole che capisca quanto è seria – “La Bestia è dentro di te, ma tu non sei lei. Prova a dirmi che sbaglio.”
Per qualche istante lui non risponde. Sembra sgomento.
- “Perché dici questo?” – chiede infine, piano, con voce roca.
Kyra scrolla le spalle.
- “Come ti chiami?”
Lo vede dilatare gli occhi.
- “La Bestia non ha nome.” – dice.
- “La Bestia forse, ma tu devi averlo.”
Kyra non sa perché stia insistendo fino a quel punto, lui deve già essere sfinito dalla debolezza e dalle sevizie di Alinda, senza bisogno che anche lei lo incalzi. Eppure, da quando lui l’ha salvata dagli occhi feroci della Bestia, non riesce a togliersi di testa l’idea di doverlo aiutare in qualche modo.
- “Come ti chiami?” – ripete.
- “Zenon” – è solo un sussurro.
Kyra annuisce, poi srotola  la maglia e si stacca da lui. Gli porge il vassoio con il cibo.
- “Fidati Zenon, questo cibo non ti darà problemi. Non ho nessuna intenzione di risvegliare la Bestia.”
- “Alinda Soresa sa quello che stai facendo?”
-  “Cosa vuoi dire? Ti ho sto solo dando da mangiare, come lei vuole.”
Alza gli occhi verso di lei. Verde e arancio le si conficcano nel viso.
- “La osservi di nascosto, medichi le mie ferite, vieni a patti con me sulla quantità di forze da restituirmi. Non le piacerebbe.”
Kyra sorride, anche se sotto sotto si sente tesa.
- “Intendi tradirmi?”
- “Non io. Ma tu non hai ascoltato ciò che ti ho detto ieri, la Bestia sente e vede tutto ciò che sento e vedo io. Lei non vede l’ora di tradirti e non vede l’ora di...”
Kyra appoggia una mano sulla sua per zittirlo.
- “So cosa non vede l’ora di fare, preferisco non risentirlo.”
- “Forse dovresti invece, perché...” – si ferma, chiude gli occhi e scuote la testa all’improvviso.
Kyra si irrigidisce, lo osserva senza respirare, pronta a scappare.
Ma lui riapre gli occhi e il verde la colpisce nuovamente.
- “Non avere paura, non sta uscendo. È solo che... non tace mai. A volte è difficile fingere di non ascoltarla.”
- “Vuoi dire che... la senti?”
Lui afferra il vassoio e inizia a mangiare, lentamente.
- “Commenta ogni cosa. È in tutti i miei pensieri, continuamente.”
Kyra è esterrefatta. Non riesce a immaginare come possa essere vivere così. Con un mostro che ti parla in continuazione dall’interno della testa.
Non gli chiede cosa dica, preferisce non saperlo.
Lui alza gli occhi dal cibo e la osserva, in silenzio.
No, lei non vuole veramente saperlo.
 

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Capitolo 4
*** Esistenze incatenate ***


Quando Alinda la fa chiamare, Kyra non ne è contenta. Prima di affrontare la sovrana, vorrebbe conoscere meglio Zenon e comprendere la sua situazione in modo da poterlo favorire in qualche modo. Sembra non ci sia la possibilità di scinderlo dalla Bestia, ma Kyra non può esserne certa senza aver studiato prima tutte le variabili. Fino a ieri aveva definito impenetrabile lo sguardo di Zenon, ma guardandolo oggi, mentre lottava contro la voce della Bestia nella sua testa, ha visto la disperazione. Disperazione muta e soffocata, intrappolata sottopelle fra il corpo e la mente. Le ha commosso il cuore come la tristezza di nessun altro finora aveva fatto... e Kyra, in passato, di sofferenza ne ha vista tanta.
Entra nella stanza dove la sovrana l’attende e dal suo sguardo comprende di averla fatta aspettare troppo.
- “Mi perdoni mia signora, il servitore ha impiegato molto tempo a trovarmi, passeggiavo in giardino.”
- “Dunque, adesso ti mantengo per passeggiare Kyra?”
- “Mi aiuta a pensare.”
La sovrana le fa cenno di avvicinarsi e sedersi di fronte a lei. Il suo volto è bello e terribile al contempo, così come può esserlo una cosa perfetta e crudele.
- “Ti ho fatta sorvegliare mentre eri nella gabbia della Bestia e mi è stato riferito che vi parlate.”
Kyra non riesce a comprendere se l’affermazione suoni come un’accusa, un elogio o una semplice constatazione.
- “Sì, signora.”
- “Sono dieci giorni che la faccio portare ogni giorno nelle mie stanze per interrogarla e non ho sentito uscire dalla sua bocca una sola parola!”
Kyra non riesce a trattenersi, la risposta le vola fuori dai denti quasi avesse volontà propria.
- “Forse dovreste provare con un po’ più di gentilezza!”
L’espressione di Alinda cambia e Kyra comprende di aver fatto un passo falso. La sovrana non scorda un solo torto, presto o tardi si vendicherà della sua insolenza.
- “Dunque tu con la Bestia usi la gentilezza, Kyra?” – domanda, con un tono così melenso che lei fa fatica a trattenersi dal tremare di paura – “Ti ho salvata dalla strada per le tue doti particolari, ma dopotutto i tuoi mezzi sono sempre gli stessi di quando ti prostituivi!”
Quell’insinuazione cruda, lasciata cadere con dolce indifferenza, la lascia vibrante di dolore. Con sgomento, Kyra si accorge che la sovrana sa ferirla.
- “Avanti, riferiscimi ciò che hai scoperto. Cosa ti ha detto?”
Kyra si morde le labbra, riflettendo. Deve trovare il modo di proteggere Zenon.
- “Il giovane si rifiuta di mangiare, perché non vuole che la Bestia prenda il sopravvento. È... intrappolata dentro di lui, come se fossero due persone in un unico corpo. Quando il corpo è in forze, la Bestia ha il controllo della situazione e può uscire a suo piacimento, ma se il corpo è debole, non ha sufficienti energie per prendere il sopravvento e il ragazzo riesce a dominarla. Signora, non credete che possa essere... una maledizione? Ne ha tutta l’aria.”
- “Certo che è una maledizione!”
Alinda Soresa si guarda intorno, meditando. Le parole di Kyra non le hanno provocato la minima sorpresa e lei si rende conto all’improvviso che la sovrana lo sapeva già. Sapeva che la Bestia è chiusa nel corpo di un giovane innocuo. E tuttavia lo tormenta ugualmente.
- “Dunque il ragazzo ora riesce a dominare la Bestia, eh?” – mormora – “Va bene, Kyra”
La sovrana le lancia un’occhiata intensa e lei sente le gambe cedere. Sta per arrivare una staffilata, riconosce lo sguardo affilato di chi sta per scoccare una freccia.
Kyra osserva la signora avvicinarsi alla porta che conduce alla stanza dove, ogni giorno, fa portare Zenon. La spalanca e la invita ad avvicinarsi.
Zenon è là, incatenato al muro come il giorno prima, stanco e debole.
- “Bestia, oggi ho una sorpresa per te, non sarò io a interrogarti!”
Zenon le rimanda un’espressione disinteressata, ma quando si accorge di Kyra dilata gli occhi.
Alinda gli si avvicina e accosta il viso al suo.
- “A quanto pare, Kyra mi ha rimproverata di non essere sufficientemente gentile con te.”
Così dicendo, appoggia una mano al suo torace nudo e affonda le unghie in una ferita fresca. Zenon sussulta e stringe le labbra per non gemere.
- “Così oggi vedremo cosa riesce a combinare la nostra Kyra, con la sua gentilezza.”
Le fa cenno di avvicinarsi e lei obbedisce come un automa, raggelata.
- “Vedi di farti raccontare il principio di questa maledizione, sarebbe già un buon passo avanti! Non dovresti far fatica, no? Tu sei così gentile di natura, Kyra!”
- “Io signora, non so...”
- “Se fallirai, ti risbatterò sulla strada.”
Quelle parole cadono addosso a Kyra come una frustata, ammutolendola. Eccola, la vendetta. Una vendetta degna di Alinda Soresa. Alinda sa sempre come vincere. Se Kyra riesce nell’impresa, avrà delle informazioni che da sola non riusciva a ottenere. Se fallisce, avrà la soddisfazione di prendersi una rivincita su di lei.
- “Ti do un’ora di tempo, dopodiché saprò se invitarti o meno a raccogliere le tue cose e andartene!”
Alinda le lascia un sorriso allusivo come ultima traccia di sé, prima di scomparire oltre la porta.
Mentre l’uscio si richiude, Kyra fa in tempo a maledire cinque volte la sua stupida bocca impulsiva. Di solito è perfettamente in grado di ponderarsi con Alinda Soresa, ma non oggi.
Zenon è rimasto in silenzio e la sta fissando intensamente, aspettando la sua prima mossa. Non ha parlato sotto tortura, come pensa di riuscire a indurlo a confidarsi? E poi perché? Cosa vuole la sovrana da lui?
Kyra solleva lo sguardo.
- “Perché ti fa questo?”- sussurra – “Cosa vuole da te? Vorrei sapere almeno questo.”
- “Vuole la Bestia.”
La voce roca di Zenon la sorprende. Non si aspettava una risposta, l’ultima volta che gli ha posto questa domanda non ha aperto bocca.
- “Intendi dire che la vuole ai suoi ordini?”
Lui annuisce brevemente.
- “Ha scoperto che può rinchiuderne lo spirito in un contenitore sporco del mio sangue, ma non sa come fare a liberare la Bestia dal mio corpo.”
- “Quindi è questo che vuole sapere da te.”
- “E non lo otterrà. Lei pensa di poter governare la Bestia, ma non ha compreso a cosa si ritroverà di fronte. Crede di poterci venire a patti, di asservirla con ricatti o con promesse... ma la Bestia farà solamente ciò che le riesce meglio: si approprierà del corpo di qualcun altro e ucciderà chiunque si trovi in questo palazzo. Ucciderà tutti coloro che si frapporranno fra lei e la libertà... e sarà una strage.”
- “Perché non lo dici alla sovrana? Se veramente non se ne rende conto, allora dovresti farglielo sapere!”
Il sorriso sarcastico che gli increspa il volto la ferisce.
- “Pensi che mi crederebbe? La tua sovrana non darebbe fiducia alla sua stessa madre e io in questo momento sono il corpo della Bestia. Lei pensa che mi piaccia... pensa che mi senta potente in questa condizione, così come si sentirebbe potente lei se la Bestia fosse nelle sue mani.”
Eppure, per Kyra, è talmente palese che non sia così.
Che Zenon non sia felice di star nella sua pelle, è una verità lampante. Ma non per Alinda, che concepisce solamente le sue egocentriche smanie.
Il giovane espira lentamente aria e rabbia, non può permettersi emozioni troppo violente, le sue forze sono limitate. Kyra vede sul suo corpo i segni di nuove ferite e per un istante ha la sensazione che la rabbia estromessa da Zenon si sia impossessata di lei.
- “Non è giusto” – dice – “La Bestia uccide, devasta, distrugge... e a farne le spese sei tu! Dovrebbe essere lei a soffrire per queste ferite!” – appoggia la mano sul torace di Zenon e lo guarda negli occhi.
Le fiamme arancioni guizzano per un istante più alte e Kyra capisce che la Bestia sta reagendo alle sue parole.
- “Ma è sempre stato così. – risponde Zenon a voce bassa. Il suo tono controllato sembra nascere in  contrapposizione alla furia che si sta scatenando nella sua testa – “La Bestia esce all’improvviso, prende ciò che vuole, devasta tutto ciò che la circonda e poi si rintana nel mio cuore a compiacersi delle conseguenze. Sono sempre stato io a essere cacciato, ferito, allontanato, insultato, punito. Lei devasta e io pago. E lei gode. Gode a vedermi scontare per le sue azioni, gode a sentirmi chiamare Bestia, gode per ogni goccia di sofferenza che io pago. Questa è la verità e non c’è nessuna gloria in questo, nessuna onnipotenza, nessun appagamento. Pensi che questo si possa spiegare alla tua sovrana?”
No, Kyra non lo pensa. Alinda non possiede cuore sufficiente a capire cosa significhi trovarsi nella pelle di Zenon.
- “Kyra...”
Lei sussulta nel sentire il suo nome accompagnato da quella voce roca. Poi ricorda che Alinda l’ha pronunciato davanti a lui.
- “Kyra, perché Alinda Soresa ha tutto questo potere su di te? Perché è così importante, per te, restare qui?”
All’improvviso, Kyra ha la bocca asciutta. Si vergogna del suo passato, se ne è sempre vergognata, ma non può fare la preziosa di fronte a Zenon che porta il peso della Bestia nella sua vita.
- “Sognante, da sempre, è diviso in strati sociali.” – gli spiega a bassa voce, tenendo gli occhi fissi a terra – “Ci sono la sovrana e i nobili che vivono nel lusso, poi coloro che lavorano indirettamente per la cerchia nobile, artigiani, orefici, sarti, pasticceri, che riescono a vivere dignitosamente. E poi ci sono i poveri. Io appartenevo a quest’ultimo strato. Mia madre morì quand’ero ancora piccola, mia sorella la seguì poco dopo per la stessa malattia. Restai sola con mio padre e finché ci fu lui, la mia vita ebbe una parvenza di normalità. Con i soldi che guadagnava con il lavoro, riuscivamo a malapena a pagare l’affitto, vestivamo di stracci, mangiavamo il minimo necessario alla sopravvivenza. Ma era l’unica realtà che conoscevo, i nostri vicini di casa vivevano come noi e così tutte le persone che frequentavo. Pensavo semplicemente che la vita fosse così. Poi, quando ebbi dodici anni, anche mio padre morì. Completamente sola, senza un soldo, senza un mestiere, non rimasi che con l’unica scelta cui si indirizzavano le ragazze nelle mia condizione.”
Kyra si interrompe. Spera che lui capisca, spera che non glielo faccia dire.
- “La strada?” – le chiede allora, in un soffio.
Lei fa un breve cenno con la testa.
- “Durò solo un anno. Alinda mi stava già facendo tenere d’occhio da un po’, aveva notato le mie capacità... particolari. Lei... tiene molto a questo, ad avere al suo servizio ogni persona che manifesti il più piccolo potere speciale. Così mi raccolse dalla strada e mi portò qui. Mi fece studiare, fece sì che esercitassi le mie capacità e mi legò a sé con nodi inestricabili fatti di facili promesse e velati ricatti. Vivo al suo servizio nel perenne terrore di perdere il suo favore... favore che lei concede in base ai suoi capricci e ai suoi umori, basta una parola sbagliata per ribaltare completamente la propria posizione.”
- “E tu hai detto questa parola sbagliata.”
- “Forse. O forse mi perdonerà.”
- “A quale prezzo? La verità che io non voglio rivelare?”
Gli occhi di Kyra si riempiono di lacrime. Le scaccia via con il dorso della mano.
- “È quello che sono, Zenon. Mi dispiace. Sono la sua serva, mi sono venduta a lei per evitare di vendermi ancora a uomini schifosi che...” – Le manca la voce. – “Lo so” – sussurra – “Fra te e me, sono io il vero mostro. Ma non voglio tornare sulla strada. Non voglio.”
Zenon fa un gesto, subito bloccato dalle catene. Per un attimo le è sembrato che volesse toccarla. Si sforza di guardarlo in faccia, nonostante la vergogna. Negli occhi di lui, il verde sovrasta l’arancio, come se l’ascolto della sua storia avesse sospinto la Bestia un po’ più a fondo. In questo momento Zenon è perfettamente ancorato a se stesso.
Poi fa un gesto con la testa come a voler scacciare un pensiero importuno ed emette un sospiro.
- “La condizione in cui mi trovo è stata determinata da mio padre” – dice, in un soffio.
Kyra sente un brivido percorrerle la spina dorsale. Le sta davvero raccontando ciò che vuole sapere?
- “Mio padre voleva liberare il mondo dalla Bestia, per lui era una fissazione. Era uno studioso, da anni raccoglieva dati e informazioni sugli avvistamenti della Bestia, faceva ogni tipo di domande per scoprire come viveva, come agiva, che parole usava. Così scoprì che la Bestia era puro spirito e che vagava da un corpo all’altro prendendone dominio. Pensò di intrappolarla in un corpo molto giovane, cosa che lei spontaneamente non faceva mai, e di rieducarla come un animale selvatico che pian piano diventi domestico.”
Zenon fa una pausa, perché vede l’orrore nei miei occhi.
- “Sì” – conferma – “Il corpo molto giovane ero io. Pensava che intrappolandola dentro di me, avrebbe potuto controllarla. Ma si sbagliava.”
Così come si sbaglia Alinda Soresa – pensa Kyra, rendendosi conto di come i fatti si ripetano.
- “Mio padre sapeva come liberare la Bestia dal suo corpo attuale e intrappolarla in una boccetta sporca di sangue. Quando riuscì a intercettare la Bestia, lo fece. Poi riversò il suo spirito dentro di me. La prima cosa che fece la Bestia, aprendo gli occhi nel mio corpo, fu di prendere il sopravvento e ucciderlo. Poi uccise mia madre e i miei fratelli. E poi i miei zii, i miei cugini e tutti coloro che trovò sul suo cammino. Lo fece usando le mie mani, mentre li terrorizzava con la mia voce. Io assistetti come spettatore immobile, attraverso il suo sguardo.”
Kyra è paralizzata.
- “Mi disse che ero stato io a volerlo” – aggiunge Zenon – “Disse che ero arrabbiato per il modo in cui mio padre mi stava usando e che desideravo uccidere lui e tutti i miei parenti consenzienti.”
- “Questa è una menzogna!”
- “Non lo so. Non sono in grado di capirlo, Kyra. Ogni volta che la Bestia distrugge, mi sussurra  alla mente che sono io a volerlo e mescola le sue parole alla rabbia che provo in fondo al cuore. E a quel punto non capisco più se è lei a fare del male o se sono io a ordinarle di uccidere, di violentare, di devastare...”
- “Tu non sei come lei Zenon, ti racconta bugie!”
-  “Sì, le racconta, ma non è solo quello Kyra. È brava a manipolarti. È furba. Il vero problema, con la Bestia, non è il fatto che menta – sarebbe scontato. Lei mescola le bugie alla verità. Prende parti del tuo cuore e le amalgama con la menzogna e tu non sai più chi sei davvero, dove finisci tu, dove inizia la Bestia e quanto delle sue azioni siano in realtà le tue. La Bestia fa impazzire Kyra. Per questo non ti dirò come estrarla dal mio corpo, ora che so come controllarla non la lascerò scappare. Racconta alla tua sovrana ciò che ti ho detto di mio padre, le basterà per oggi. Ma non chiedermi di più.”
Ha ragione, Kyra non può chiedergli di più. Ha già fatto per lei più di quanto abbia fatto chiunque altro.
- “In qualche modo, noi siamo uguali” – gli dice, in un sussurro – “Incatenati senza speranza a qualcuno che ci odia.  Alinda mi detesta, perché anche se possiede i miei servigi, sa che sono speciale più di lei. Invidia le mie capacità, mi trattiene presso di sé e mi detesta. E così tu sei ancorato a una Bestia che ti fa del male e che gode della tua sofferenza. Ti capisco, Zenon. In qualche modo posso capirti.”
Allunga una mano verso di lui e lascia scivolare una carezza sul suo viso.
- “Non puoi accarezzarmi senza accarezzare anche la Bestia.” – mormora lui, immobile – “Ha sentito il tuo tocco come me. E non fa che urlare nella mia mente le atrocità cui intende sottoporti. Non sopporta che tu mi stia vicina.”
- “E così sia. Se per toccarti devo toccare anche lei, lo farò.”
La dolcezza, la comprensione che Kyra prova in quel momento, sono così intensi che le fiamme arancioni nei suoi occhi non fungono in alcun modo da deterrente.
Si solleva sulla punta dei piedi e gli sfiora le labbra con le sue. Un gesto delicato, breve, che provoca in Zenon un sussulto nel respiro. Quanto si stacca, incontra i suoi occhi sbalorditi.
- “Ma bene! Molto bene!”
Si girano entrambi verso la porta, dove Alinda Soresa sorride loro con aria sorniona.
E capiscono che questo non porterà a nulla di buono.

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Questo capitolo è particolarmente intenso, perché permette ai due protagonisti della storia di conoscersi a fondo e di farsi conoscere da chi legge....
Spero che la parte non sia risultata troppo lunga o pesante, mentre la scrivevo la pensavo più breve... ma il risultato finale alla fine è stato questo...






 
 

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Capitolo 5
*** Abbattere il controllo ***


Lo sguardo che Kyra e Zenon si scambiano appena lei entra nella gabbia è carico di tensione.
Lei appoggia a terra il vassoio con il cibo come se fosse un giorno qualunque, ma sanno entrambi che sulla loro testa pende una sventura.
Dopo aver assistito al breve bacio fra loro, Alinda ha chiesto a Kyra di tornare il giorno dopo per  l’interrogatorio di Zenon. La luce nel suo sguardo era intelligente e cattiva, la piega della bocca maliziosa. Kyra ha raccontato ciò che aveva saputo dal giovane, sperando che fosse sufficiente ad acquietarla, ma come temeva non è servito a nulla.
Mancano poche ore all’interrogatorio ed entrambi prevedono che Alinda riserverà loro qualcosa di fatalmente spiacevole.
- “Devi andartene” – dice Zenon all’improvviso, secco. Le sue parole sono due colpi di fionda bene assestati.
- “A-ha” – risponde lei, cercando di non darvi peso.
- “Devi andartene Kyra. Corri nelle tue stanze, fai i bagagli e scappa da qui.”
- “Scappare dove? Ti ho detto chi sono e qual è l’alternativa che mi resta se abbandono Alinda. Non se ne parla.”
Gli porge il piatto con il cibo, ma lui non lo prende.
- “Non sei più una bambina, hai delle opportunità adesso! Sei una donna istruita, sei intelligente e hai delle capacità speciali, puoi cavartela dignitosamente via di qui! Non sei costretta a restare a Sognante, puoi varcare i confini e rifarti una vita altrove!”
- “Oltre Sognante?”
Kyra è stupita. È raro che qualcuno abbandoni la contea, non è una scelta che venga spesso presa in considerazione.
- “Ho dell’oro da parte” – aggiunge ancora Zenon e allo sguardo stupito di Kyra alza le spalle – “Sono soldi della Bestia, risultato dei suoi saccheggi. È grazie a quelli che vivo nei momenti di pace. Ti dirò come recuperarli e con quelli potrai raggiungere terre più lontane e trovare un lavoro onesto. Non dovrai preoccuparti di fare la fame o di... vendere il tuo corpo.”
Per un istante un’immagine di se stessa in un’altra veste la cattura. È sopravvissuta alla strada prima e ad Alinda poi, non potrebbe davvero essere in grado di inventarsi una nuova vita? Tuttavia il tempo è troppo poco... non ha la volontà di stravolgere la sua intera esistenza in un paio d’ore. Sa già in partenza che si pentirebbe di essere scappata, si pentirebbe soprattutto di aver abbandonato Zenon. Se scappa, Alinda si rifarà su di lui.
- “Andrò oltre Sognante, quando tu potrai venire con me.”
- “Io? Con te?” – la voce roca del giovane suona come una presa in giro – “Io, te e la Bestia in un quadretto sereno?” Una risata gli scappa di gola a intendere quanto quell’opportunità gli suoni vuota.
- “Troverò il modo di aiutarti!”
Zenon alza gli occhi di scatto e si rende conto della sua serietà.
- “No Kyra, tu non devi fare niente, solo andartene. Se vuoi aiutarmi, vattene!”
- “Non vedo come la mia fuga potrebbe favorirti!”
- “Lo farebbe sollevandomi la coscienza dalla possibilità di farti del male. Possibilità non remota, credimi. Non so cosa abbia in mente la tua sovrana, ma sono certo che non ci lascerà scampo. Ieri ti ha chiesto qualcosa di semplice, oggi ti domanderà l’impossibile. Vorrà sapere come liberare la Bestia e io non te lo dirò. In entrambi casi, sei spacciata. Se non cedo, lei si vendicherà su di te. Se cedo, la Bestia ti avrà.”
- “Se scappo, sfogherà la sua ira su di te. Non sai quanto può diventare crudele!”
- “Io la crudeltà ce l’ho nel cuore, Kyra!”
Le sue parole le chiudono la bocca. Non tanto ciò che ha detto, ma il dolore misto a disprezzo imbevuti nella sua voce.
- “Per favore” – le dice piano – “Per favore, fai come ti dico. Non voglio...” – abbassa lo sguardo, a disagio – “Non voglio farti del male. Sei l’unica cosa che ho toccato e che non abbia ancora distrutto.”
Kyra gli si fa più vicina e gli afferra una mano.
- “Tu non hai distrutto nessuno, Zenon.” – mormora.
- “È semplice per te, dirlo! Non hai ucciso la tua famiglia con le tue mani!”
Kyra sobbalza alla crudezza delle sue parole, ma non lascia la sua mano.
- “Forse ti senti sporca, Kyra, per aver venduto il tuo corpo, ma non hai mai violentato nessuno. La Bestia ha sempre preso il sopravvento in me, ogni volta che mi sono avvicinato a qualcuno. Restava quieta nel mio cuore e nella mia mente a volte per lunghe settimane, per darmi l’illusione di essere tornato libero. Ma quando mi accostavo a qualcuno, quando intrecciavo un minimo legame con una ragazza, lei saltava fuori all’improvviso, la prendeva... e le faceva cose così perverse che tu non potresti neppure concepire! Fino a lasciarla in fin di vita! E quando riprendevo il controllo del mio corpo, mi sussurrava Era quello che volevi farle, vero? E ti è piaciuto! Lei non ti avrebbe amato veramente sapendo cosa sei e tu le hai dato il fatto suo!
Kyra ha voglia di stringersi le braccia al petto per sfuggire a quel racconto, ma non vuole abbandonare la mano di Zenon. Continua a stringerla.
- “La Bestia con il mio corpo ha messo in atto le azioni più turpi e perverse, ha usato le mie membra per soddisfare le sue esigenze più oscene. E nel frattempo io, nel mio corpo,  non ho mai neppure baciato nessuno. Non me ne ha mai dato modo.”
- “Fino a ieri” – sussurra Kyra.
Negli occhi di Zenon, le fiamme arancioni sono furibonde.
- “La Bestia ti odia, Kyra. Ti sei avvicinata troppo. Nessuno in vent’anni mi ha dato un decimo di ciò che mi hai dato tu questa settimana. Terrò questo nel mio cuore, la tua carezza, il tuo bacio, la gentilezza con cui ti sei presa cura della mia ustione, la tua comprensione, la tua fiducia... il gesto incredibile di chiedere il mio nome, pur sapendomi la Bestia. Ora, ti prego, prendi i miei soldi e vattene... fammi quest’ultima cortesia. Se sei buona come credo, fammi il favore di scappare e  lasciarmi la certezza di sapere che al mondo esiste una persona che mi ha toccato il cuore e che nonostante questo è ancora viva. Vattene, prima che la Bestia usi i miei sentimenti a suo piacimento contro di te.”
Le sue parole sono fuoco ardente nell’animo di Kyra. In quel momento sarebbe disposta a qualunque cosa pur di rendere un po’ di pace a quello spirito tormentato. E proprio per questo non può dargli ciò che chiede.
- “No Zenon, non me ne andrò. Perdonami, troveremo un’altra soluzione.”
Lui non dice più nulla, divincola la mano con delicatezza e la libera dalle sue.
 
 
Kyra entra nella stanza dove presumibilmente dovrebbe attenderla la sovrana, ma questa volta non trova né lei né Zenon. Ci sono invece due guardie armate che controllano la porta che conduce alla camera da letto della cameriera personale di Alinda.
- “La sovrana ha detto di scortarvi di là” – le dice seccamente una delle guardie .
Stupita, Kyra si lascia guidare nella stanza adiacente. Non riesce a comprendere perché Alinda la voglia in camera da letto.
Quando entra, si accorge però che la sovrana non si trova neppure in quella stanza. C’è solamente Zenon seduto sul letto della cameriera a dorso nudo, i piedi appoggiati al pavimento e un polso legato alla spalliera del letto attraverso una catena.
Kyra entra perplessa e sfila dalla spalla la borsa a tracolla in cui ha riposto tutto ciò che potrebbe servirle. Se le loro intuizioni sono giuste e la sovrana li metterà con le spalle al muro, deve essere pronta ad ogni evenienza.
- “Sei arrivata finalmente!”
Sentendo la voce di Alinda, Kyra si gira nuovamente verso l’uscio. La sovrana è in piedi sulla porta e il suo sorriso è carico di perfida aspettativa.
- “Sono venuta all’ora che mi avete ordinato, signora.”
- “Hai scelto un abbigliamento piuttosto casto, vista l’occasione.”
Kyra non comprende l’insinuazione e tuttavia sente il sudore gelarle sulla pelle.  Un’intuizione allarmante la fa voltare nuovamente verso Zenon. Perché è legato a un letto?
- “Vedo che inizi a capire Kyra, dobbiamo ringraziare per questo la tua predisposizione al genere di attività che ben sappiamo!”
- “Signora, che cosa...”
- “È evidente che questa... bestia ha un debole nei tuoi confronti. Volevi farmi credere che ti parlasse per la tua gentilezza Kyra, quando è evidente che è attratta da ben altro. E questo gioca a nostro favore, non credi? Farai l’amore con lei e le strapperai il suo segreto!”
Kyra sussulta e si volta di scatto verso Zenon. Lui non la osserva, ha lo sguardo basso, obliquo, fisso sul tappeto davanti alla credenza. Sapeva che sarebbe successo qualcosa del genere e lo temeva.
- “Signora..” – riprova – “Non capisco come possa farlo parlare facendo l’amore con lui. Le due cose non sono connesse e...”
- “Oh, lo sono Kyra!” – il suo sorriso la raggela. Alinda Soresa si sta divertendo a tormentarla. Non ha scordato la sua insolenza e gode nell’umiliarla e nel metterla in difficoltà – “Tu sei una ragazza dai poteri speciali, no? E quando ti ho raccolta dalla strada, ricordo che avevi già imparato tutti i trucchi del mestiere. Cosa ci vorrà mai a sedurre una bestia selvatica e a farla parlare? Coraggio, usa le tue arti migliori, fallo impazzire di desiderio e poi ricattalo. Non devo spiegartelo io, giusto? Questo è il tuo mestiere!”
- “Signora, io non posso farlo!”
- “Oh, sì che puoi. Lo farai Kyra, perché se non mi darai entro stasera la risposta che cerco, ti manderò a fare un po’ di pratica nel bordello di Sognante! Oh, è certamente un posto più pulito e gradevole della strada dove ti prostituivi un tempo, ma per te potrebbe essere disagevole trovare come clienti i nobili che eri abituata a frequentare a palazzo, no?”
Kyra resta senza fiato. Sapeva che la sovrana avrebbe trovato il modo di metterla in difficoltà, ma questo... Costringerla a fare l’amore con Zenon allo scopo di estorcergli la verità... come sei lei... lei fosse un’artista del piacere, come se potesse far cadere un uomo sotto le sue arti seduttive! Alinda deve ben sapere che Kyra non è nulla di tutto ciò! A cosa vuole arrivare? Vuole veramente liberarsi di lei e rinchiuderla al bordello?
- “Buon lavoro Kyra, la Bestia è tua!”
La sovrana chiude la porta dietro di sé. Un rumore metallico le dice che le due guardie si sono riposizionate di fronte all’uscio e non la faranno uscire facilmente.
Kyra ha il cuore pesante come piombo, non osa alzare lo sguardo su Zenon che l’aveva avvertita... e non aveva avuto dubbi sul fatto che la situazione sarebbe degenerata. Non l’ha ascoltato...E questa non è forse la situazione peggiore in cui si sia mai trovata?
In pochi passi si avvicina al letto. Zenon non ha mai alzato la testa, il suo viso è girato di tre quarti, gli occhi ancora fissi sul tappeto. Non lascia trapelare nulla dei suoi pensieri.
Lei si blocca alla distanza di due braccia, non osa parlare.
- “L’unico modo di costringere la Bestia a uscire dal mio corpo è uccidermi.”
Le parole sono state pronunciate a mezza voce in tono distaccato. Gli occhi di Zenon non si sono mai staccati dal tappeto.  Kyra non è sicura di ciò che ha sentito.
- “Zenon..?”
- “Hai capito bene. Se la sovrana mi fa uccidere, lo spirito della Bestia abbandonerà il mio corpo in cerca di un nuovo ospite. Se in quel momento appoggia alla mia pelle il vasetto lavato nel mio sangue, intrappolerà la Bestia al suo interno fino a che la boccetta non verrà riaperta.”
Kyra ha la bocca spalancata dalla sorpresa.
Zenon alza gli occhi su di lei. Verde e arancio in pari quantità.
- “Ora lo sai, non devi fare nulla di scabroso per indurmi a parlare. Ma dopo averlo detto alla tua sovrana, corri a fare le valigie e scappa lontano più che poi. Quando la Bestia tornerà libera, nessuno si salverà.”
Kyra sente le gambe cedere. Crolla seduta accanto a lui, sgomenta.
- “Zenon... perché? Hai detto che non me l’avresti mai rivelato! Che non l’avresti lasciata andare!”
- “Lo sai il perché.”
I suoi occhi sono sfuggenti, il suo spirito stanco, provato.
Vuole che lei si salvi. Lo vuole al punto tale da sacrificare qualunque altra cosa, compresa la vita.
- “Posso dire alla sovrana che non sono riuscita a farti parlare.”
- “Per farti rinchiudere in un bordello?”
Eppure deve esserci un’alternativa. Non può concludersi per forza a quel modo, con la morte di Zenon o con il bordello per lei.
Sfinita, appoggia la fronte alla sua spalla. Lui è caldo, stranamente tranquillo. Non brucia di furore, come sarebbe normale aspettarsi. È come se gli ultimi minuti l’avessero lasciato rassegnato... vuoto.
- “Perdonami” – mormora Kyra – “Avrei voluto fare davvero qualcosa per te.”
Zenon alza il braccio e le circonda la schiena con dolcezza. Kyra alza lo sguardo e incontra occhi verde arancio tristi, miti. Una fame terribile di vendetta le fa bruciare le viscere, arde dal desiderio di farla paga alla Bestia per tutto il dolore che ha causato al giovane.
Solleva il viso e bacia Zenon.
Lui è sorpreso, all’inizio non reagisce, come se non si capacitasse di quello che sta accadendo.
Poi il suo corpo risponde, di scatto, le sue mani la stringono mentre la sua bocca replica al bacio di Kyra con una dolcezza che sfuma rapidamente in foga.
Zenon cade di schiena sul letto,  Kyra è sopra di lui, le labbra sulle sue, il corpo aderente al suo petto. Per un attimo pensa che accadrà. Indipendentemente dal volere della sovrana o dalle confessioni di Zenon, faranno l’amore.
Invece lui si ferma all’improvviso. L’allontana con un gesto urgente e si tira a sedere sul letto. Entrambi sono senza fiato.
- “Non possiamo.” – ansima lui.
- “Cosa... cosa succede?”
- “Mi fai perdere il controllo. Non posso... fare questo con te. Devo restare lucido, presente... Se mi lascio andare... se allento il controllo... la Bestia uscirà. Era già in agguato, l’ho sentita. Pronta a prendere il sopravvento al mio minimo cedimento. Ti avrebbe presa al mio posto, come ha fatto con tutte le altre!”
L’orrore che quel pensiero gli suscita lo fa alzare di scatto dal letto, dimentico della catena al polso che lo riporta seduto con un gemito di dolore.
Il suo viso è carico di emozioni mescolate alla rinfusa, dolore, disprezzo di sé, amarezza, angoscia.
- “Zenon, non esiste un modo per uccidere la Bestia? Per far svanire questa maledizione?”
Lui affonda la testa fra le mani, i gomiti appoggiati alle ginocchia.
- “Non lo so! Non lo so davvero! La Bestia... mi stuzzica in continuazione su questo. Mi suggerisce di continuo possibili azioni che la farebbero sparire, soluzioni tutte differenti fra loro e io so... lo so che in ciò che dice c’è una parte di verità. Ma lei fa così, lo sai, mescola la realtà alle bugie e mi tormenta... mi tormenta perché io non capirò mai cosa devo fare! Perché fra le mille menzogne mi ha detto come liberarmi di lei... ma io non sono capace di trovare la verità!”
- “Tu no...  ma io sì.”
Le parole le sono uscite di getto, ancora prima che il pensiero fosse del tutto formulato.
‘Io sì’ – ripete Kyra nella sua testa lentamente, mentre si rende conto di cosa significa questo.
- “Io lo so fare Zenon. La sovrana mi fa assistere di nascosto ai suoi colloqui proprio per questo, perché so distinguere la verità da una bugia, quando la sento.”
Lui scuote la testa, amareggiato.
- “Non vedo come il tuo dono possa esserci utile.”
- “Fammi parlare con lei!”
Zenon la fissa muto. Per un istante, Kyra lo capisce, non vuol credere che le sue parole significhino veramente quel che significano.
- “Non mi stai dicendo che vuoi parlare con la Bestia.” – formula lui, per sicurezza.
- “Non è così pazzesco come può sembrare. Io... posso gestirla.”
Lui le rende uno sguardo costernato.
- “Credi di poter gestire... la Bestia? Kyra... nessuno l’ha mai gestitain vita sua! Credevo ne fossi terrorizzata! Ho visto il tuo terrore il giorno in cui si è scatenata contro di te! Tu non hai la minima intenzione di trovarti faccia a faccia con lei, è l’ultima cosa al mondo che vuoi!”
- “L’ultima cosa al mondo che voglio, è che tu muoia.”
Lui scuote la testa, sbalordito.
Anche Kyra è sbalordita, volendo dirla tutta. Zenon ha ragione, lei è terrorizzata dalla Bestia, il solo pensiero di ritrovarsi di fronte al suo ghigno perverso le fa girare la testa di nausea.
Ma la situazione in cui si trovano è disperata e la disperazione l’ha sempre aiutata a tirar fuori il  coraggio.
Si appoggia a Zenon per baciarlo e far vacillare quel controllo che tiene la Bestia ingabbiata. Lei è lì, dentro a quegli occhi verdi, non vede l’ora di trovarsi viso a viso con lei.
Lui però la respinge.
- “Kyra, non se ne parla.”
- “Lasciami provare, io non sono come gli altri! Ho delle capacità in più... mi aiuteranno a cavarmela! Voglio tentare!”
- “No.”
Il tono è perentorio, definitivo. Se vuole sfidare la Bestia, deve andare contro la volontà di Zenon.
Si alza di scatto e raggiunge la porta. Le guardie sono ancora fuori dall’uscio.
- “Per favore... avrei bisogno che leghiate la Bestia mani e piedi al letto, altrimenti non posso adempiere all’incarico che mi ha assegnato la sovrana.”
La richiesta suona ragionevole e le guardie si prodigano a compiere ciò che ritengono un ordine di Alinda. In due riescono a immobilizzare Zenon e ad incatenare agli angoli del letto anche il secondo polso e le due caviglie.
Zenon tenta di opporsi, sembra capire che la situazione gli sta sfuggendo di mano e offre resistenza. Inutilmente.
Quando le guardie escono dalla camera, è immobilizzato al letto.
- “Non fare sciocchezze, non puoi costringermi a far uscire la Bestia!”
Queste parole però, vengono pronunciate prima che Kyra estragga dalla borsa, ripescata dall’angolo, la siringa con la boccetta. La boccetta di composto energetico non equilibrato. Quello che qualche giorno prima ha fatto sì che in capo a pochi minuti la Bestia si scatenasse.
Quando Zenon vede e capisce, sembra impazzire.
- “Kyra... no, Kyra non farlo! Non farlo, ti prego, non puoi! Ti ucciderà, ti violenterà, ti massacrerà! La Bestia non ha pietà! Kyra, non farlo!”
Lei va a sedersi sul bordo del letto, sa già che non potrà tranquillizzarlo.
- “Non sono debole come credi.” – sussurra.
- “Tu non capisci. La Bestia conosce i tuoi punti deboli... Ha sentito tutto ciò che mi hai detto, ha ascoltato la tua storia, è al corrente dei tuoi pensieri, dei tuoi sentimenti... e li userà contro di te! Distorcerà ogni cosa! Ti distruggerà in ogni senso e poi ti finirà! Farà tutto ciò che può per devastarti, ti odia! Ti odia Kyra, hai capito? Devi lasciarmi andare!”
Kyra riempie lentamente la siringa di liquido, sforzandosi di non prestare ascolto alle parole di Zenon. Non che ci riesca, in realtà. È terrorizzata, ma ormai non tornerà indietro.
- “Cerca di fidarti di me.” – risponde soltanto.
- “No! No, ti prego, non farlo! Non farmi questo, Kyra, ti prego. Ti prego, non farmi questo. Non farmi questo!” – la sua voce si spezza – “Ti prego, ti prego... Non lo sopporto... Non posso guardare la Bestia mentre ti fa del male. Non posso vederla distruggerti con il mio corpo. Non ce la faccio! Ti prego. Ti prego! Preferisco morire mille volte, Kyra, ti prego! Non farmi questo, non farmi questo!”
La sua voce le spezza il cuore.
Si china su di lui e gli sfiora la fronte con le labbra.
- “Ti perdono fin da ora per qualunque cosa la Bestia mi faccia con il tuo corpo.”
- “Kyra, ti prego! Ti prego!”
Il suo è un urlo disperato che si perde in un singhiozzo, quando l’ago gli buca la pelle.
Distoglie lo sguardo e abbandona la testa sul cuscino, mentre due lacrime silenziose gli tremolano dagli occhi alle guance. Può solo aspettare l’incubo.

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Eccoci qui... siamo alla resa dei conti!
A scrivere il finale di queto capitolo mi sono straziata... povero Zenon, che angoscia!





 

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Capitolo 6
*** Rosso e Bianco ***


6. - Rosso e Bianco 

 Kyra è consapevole del momento in cui la Bestia prende il sopravvento. Il corpo di Zenon si tende, come già qualche giorno prima, i pugni si serrano. Lui lotta contro quello che, inevitabilmente, sta per avvenire.
Poi il resto accade in  un istante. Il giovane si tira a sedere con un gesto fluido, le catene si sbriciolano sotto la sua forza mostruosa e in un solo scatto è contro di lei.
Le si avventa contro con un ringhio, inchiodandola al muro con il suo corpo. Prima che Kyra abbia solo il tempo di respirare, il rumore del tessuto che si lacera le fa comprendere come tutto stia andando troppo rapidamente. Il suo abito cade a terra, lasciandola in sottoveste.
- “Sei mia, adesso!” – sibila la Bestia, godendo del suo spavento.
Kyra allunga un braccio lateralmente, annaspando nel vuoto. Riesce ad afferrare un pettine di ferro sulla credenza. La Bestia regge il calore, ma fino a un certo punto, gliel’ha dimostrato qualche giorno prima.
La paura la aiuta a incanalare l’energia, arroventa il pettine fino a un limite insopportabile e poi glielo pianta in un fianco.
Con un ringhio di rabbia la Bestia si stacca, facendo un balzo indietro. Kyra ha trattenuto nella mano il pettine e ora lo brandisce davanti a sé come un’arma.
Gli occhi della Bestia sono arancio infuocato, crudele e raccapricciante. Ma al centro di quelle iridi fiammeggianti, Kyra scorge una fogliolina di verde. Zenon è lì e sta soffrendo.
- “Stai tranquillo Zenon,  non ti preoccupare!” – dice, sapendo che lui vede e sente ogni cosa.
La Bestia scoppia a ridere.
- “Oh sì che deve preoccuparsi!” – ghigna – “E si preoccupa a ragion veduta, ragazzina. Gli ho raccontato tutto quello che intendo farti!”
Kyra alza nuovamente il pettine davanti a sé, ma non fa in tempo ad assumere una posizione di difesa che la sua misera arma le schizza di mano sotto il colpo della Bestia. Cerca di scappare, ma lui la afferra per la vita e un istante dopo Kyra si ritrova con la faccia a terra. La Bestia è sopra di lei e con uno strappo secco le lacera la sottoveste sulla schiena. Questo la fa pensare più velocemente. Ha una cavigliera d’argento al piede destro. Si concentra, la arroventa e poi con uno scatto piega il ginocchio e ficca il calcagno nella schiena nuda della Bestia.
Il grido di dolore lacera l’aria, mentre ancora una volta il suo aguzzino si allontana con uno scatto.
Kyra si gira a sedere sul pavimento, stringendo a sé le braccia per fermare la sottoveste strappata.
La Bestia è furibonda, ma nei suoi occhi si legge il divertimento della sfida. Ora la considera una preda ancor più desiderabile.
.- “Scommetto che piace anche a te!” – ghigna – “Ti diverti Kyra? Sei una ragazza perversa, dopotutto. Forse non ti interessa aiutare il povero Zenon, forse volevi solo farti una bella scopata con me!”
Kyra non risponde. Sta recuperando le forze.
- “Non dici nulla? Oh, lo so cosa stai pensando. Volevi farti Zenon e non ci sei riuscita e ora stai cercando il modo di venire a letto con me senza compromettere la tua finta innocenza! Andiamo, il mio corpo è pur sempre quello di Zenon no? Il suo bel corpo unito allo spirito della Bestia, non c’è nulla che possa eccitarti di più!”
Kyra è attenta al tono della sua voce, sta sintonizzando la sua energia sulle vibrazioni emesse dalle corde vocali della Bestia.
- “Non sai che raccontare bugie” – risponde per farlo ancora parlare – “A me come a Zenon.”
- “Oh, credi siano bugie?” – la Bestia scoppia a ridere, una risata disgustosa – “Non ho mai mentito a Zenon. Era davvero arrabbiato con i suoi genitori, come era arrabbiato con tutte le persone che incrociavano il suo cammino. Lui voleva ucciderle... ha goduto nel farlo!”
Il lampo rosso circonda all’improvviso l’aria.
Bugia.
Le bugie sono rosse, la verità è bianca.  Riesce a vederle con chiarezza.
- “Mi stai mentendo, Bestia! Zenon, mi senti? Sono capace di distinguere la verità dalla menzogna e ho visto chiaramente la falsità delle sue parole!”
La Bestia aggrotta la fronte, per un attimo il suo sguardo arancione si fa affilato come la lama di una spada.
- “Tu credi di poterlo salvare vero? Pensi di essere così brava da capire come uccidermi e liberarlo?!
- “Sì Bestia, è esattamente così!”
Quelle parole suscitano una risata così disgustosa che Kyra fa fatica a non rabbrividire. Si alza in piedi lentamente e si sposta verso sinistra con brevi movimenti impercettibili.
- “Sai come si fa, Kyra? Devi uccidermi mentre sono nel corpo di Zenon, allora morirò!”
Un lampo bianco e un lampo rosso.
Verità e menzogna.
- “Ma esiste anche un altro modo. Puoi fare sesso selvaggio con me, con la Bestia!! È un altro modo per annientarmi!” – ghigna e sembra divertirsi un mondo.
Lampo bianco e lampo rosso.
In ogni cosa che dice si nasconde una parte di verità. Ma qual è?
Con un ulteriore movimento Kyra raggiunge il pettine che le era caduto. Si china per raccoglierlo, ma la Bestia è più veloce di lei. Le si avventa contro e la potenza dell’urto è così forte da sbatterla sul letto.
Sopra di lei, la Bestia le strappa quel che resta della vestaglia, lasciandola con la biancheria intima. Un momento dopo, il suo seno è nudo.
- “Ora iniziamo a ragionare” – sussurra lascivamente la Bestia al suo orecchio, tenendola inchiodata al letto.
La bocca avida della Bestia scende sul suo corpo. Kyra si contorce per levarsela di dosso, ma non può nulla contro una forza tanto disumana. I denti della Bestia le mordono la carne nei punti più sensibili, risalgono fino al seno per straziarla. Kyra urla.
- “Brava Kyra, è questo che voglio.” – le mormora – “Grida, dimenati... fai soffrire Zenon con il tuo dolore!”
Kyra si immobilizza sotto di lui, rendendosi conto di quello che significano le sue parole.
- “Ora dì a Zenon quello che provi” – le sussurra all’orecchio, lasciva – “Digli che lo detesti, che ti penti di averlo conosciuto, che averlo incontrato è stata la rovina della tua vita!”
Kyra rimane zitta, imponendosi di non reagire. La mano della Bestia scende a strapparle la mutande.
- “Avanti, dillo!” – le ripete imperiosa, mentre le affonda le unghie nel ventre fino a farla sanguinare.
Kyra geme di dolore e di paura. Le mani della Bestia sono su tutto il suo corpo e lasciano segni di sangue.
- “Dillo Kyra, digli quanto lo detesti!”
Kyra affonda gli occhi in quelli arancioni di lui e cerca la fogliolina verde. È lì, immobile, quasi evanescente.
- “Zenon...” – ansima, respirando a fatica – “Zenon, non sentirti in colpa. L’ho voluto io! E non me ne pento, perché... perché credo di essermi innamorata di te!”
L’urlo della Bestia le trapana i timpani. Sente le sue unghie sulla pelle e le sue ginocchia che le divaricano le gambe. Allora accade qualcosa di impensato.
Non c’era mai riuscita prima d’allora se non in modo appena accennato. Ma il battito impazzito del suo cuore è la chiave che apre la porta. Aveva sempre cercato di farlo rilassandosi, concentrandosi. Invece è l’adrenalina la risposta.
Kyra diventa evanescente, il suo corpo sfuma, perde consistenza. Era sul letto, schiacciata dalla Bestia, un istante dopo è dalla parte opposta della stanza, contro il muro.
Translitteranza, si chiama. Una capacità che hanno in pochi, persino tra quelli che hanno i poteri.
Rimane immobile, ansando. La Bestia si gira lentamente, mentre un sorriso sadico le deforma il volto.
- “Tu sì che sei una ragazza interessante, Kyra. Sotto ogni punto di vista.”
Il suo sguardo le scorre sul corpo nudo e nei suoi occhi fiammeggianti si riaccende la lussuria.
- “Avanti, torna spontaneamente da me e ti eviterò le atrocità peggiori!”
- “Dimmi come ucciderti e io verrò da te.” – ribatte lei, senza battere ciglio. Esteriormente, per lo meno.
La Bestia ride, ma non sembra divertita ora.
- “Come uccidermi? È facile, puoi baciarmi qua!” – risponde con sarcasmo, dandosi un colpetto alle parti basse.
Rosso e bianco.
Kyra deve sforzarsi di mantenere la lucidità. È sfinita, dolorante, confusa, terrorizzata. Ma non può lasciarsi sfuggire indizi importanti.
Tre risposte intrise di menzogna e verità. Deve capire il collegamento, deve farlo perché le forze la stanno lasciando.
- “Fai un altro tentativo!” – intima alla Bestia.
Lei si altera, è stanca del gioco.
- “Adesso basta! Non esiste un modo perché Zenon possa liberarsi di me restando in vita, hai capito? Si sbarazzerà di me solo nella tomba!”
Rosso.
Sta mentendo. Un modo esiste ed è nascosto in quello che ha già detto.
 “Adesso vieni qui ragazza, comportati da puttana quale sei e fammi godere! Se fai un buon lavoro, ti ucciderò senza infierire eccessivamente!Ma se continui a opporti, strazierò le tue carni fino a che avrai un ansito di vita!”
Kyra fa un passo verso di lui.
- “ So che esiste un modo di ucciderti” – dice – “So che lo troverò!”
Anche la Bestia si avvicina cautamente, un passo alla volta.
- “Già. Ma la repellenza che provi nei miei confronti non ti aiuterà in questo, Kyra.”
Bianco.
E poi balza su di lei.
La butta a terra le sbatte la testa contro il pavimento.
Ma Kyra non può  lasciarsi stordire, ha visto il bianco.
La repellenza, il bacio, l’amore, ucciderlo mentre è bestia... Qual è il modo di annientarlo? Qual è?
Mentre è sopra di lei, mentre le sue mani la toccano, la graffiano, la scuotono, un’ idea prende forma nella sua mente.
- “Se chiunque prova repellenza per te, nessuno può desiderarti!”
Il lampo d’odio negli occhi della Bestia le dice che ha ragione. È per quel motivo che odia Zenon, così come chiunque altro l’abbia ospitata nel suo corpo. Loro sono desiderabili, la Bestia no. Mai.
A quel punto tutto acquista senso, le risposte si legano l’una all’altra con una chiarezza che la lascia senza fiato.
Allunga le braccia verso l’alto, gliele intreccia dietro al collo.
La Bestia si immobilizza.
- “Cosa stai facendo?”
- “Sto per baciarti. È questo il modo vero? Che io ti dia un bacio spontaneamente. Non costretta da te, non sotto ricatto, ma volontariamente. Questo ti farà svanire. Darà il riposo alla Bestia.”
Lei non si muove. Il suo ghigno è scomparso, il suo volto ha una parvenza quasi umana.
- “Non hai la certezza che sia vero. Forse invece non accadrà nulla e tu avrai semplicemente baciato la Bestia. L’essere che nessuno desidera neppure sfiorare.”
Adesso Kyra capisce tutto quello che ancora le sfuggiva. L’odio, il furore, la cattiveria che nascono dalla solitudine e dal rifiuto.
- “Ti bacerò comunque” – dice – “Non stai scappando. Lo desideri talmente tanto che non ti importa neppure di svanire. Non deve essere stato facile... essere te.”
Le parole di Kyra toccano una corda nascosta, la Bestia ha un fremito che potrebbe quasi essere un singhiozzo.
Kyra solleva la testa, avvicina il viso della Bestia e la bacia sulle labbra. Le labbra di Zenon che in quel momento sono le sue. Labbra che l’hanno morsa, violata, ferita.  Non ha più importanza, Kyra le bacia. Per un lungo momento.
Poi la Bestia se ne va. Semplicemente. Non esce dal corpo di Zenon, solamente si dissolve nel nulla. Esisteva da un tempo lunghissimo e ora è il tempo della pace, per lei e per la Contea di Sognante.
Il corpo di Zenon si accascia su di lei addormentato e Kyra, senza forze, senza più un solo alito di energia, si lascia andare all’incoscienza.

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Capitolo 7
*** Un pezzo alla volta ***


 .7. -  Un pezzo alla volta

Quando Kyra riprende coscienza è sdraiata nel letto, coperta dalle lenzuola. Muovendosi, il corpo dolorante le riporta alla mente in un istante gli ultimi avvenimenti. Spalanca gli occhi e trova Zenon accanto a lei, inginocchiato a terra con i gomiti sul letto.
Il suo sguardo preoccupato è verde... pienamente verde. Le fiamme sono scomparse dai suoi occhi, svanite come un incendio domato.
- “Se n’è...andata, vero?” – bisbiglia.
Lui annuisce senza staccare lo sguardo da lei.
- “Non la sento più. Sono solo. Non è come quando si acquietava per farmi credere di essere scomparsa. Ora avverto il vuoto.”
Kyra sorride.
- “Tu stai bene?” – chiedendoglielo allunga una mano verso di lui, ma un istante prima di afferrare la sua, lui ha uno scatto e la ritrae.
Kyra lo osserva dubbiosa e in qualche modo riesce a capire cosa gli stia passando per la testa. Zenon teme che il suo corpo sia per lei invariabilmente associato alle violenze della Bestia, che il suo contatto possa darle lo stesso disgusto.
Ma non è così. Per Kyra stessa è sorprendente quanto Zenon e la Bestia siano distanti l’uno dall’altra, come se il corpo dell’uno e dell’altra non fosse alla fine lo stesso.
Kyra si sporge e afferra la mano di Zenon.
- “Va tutto bene” – gli dice – “Tra me e te non è cambiato nulla.”
Quelle parole accendono una luce nello sguardo di lui.
- “Ce l’hai fatta davvero.” – le mormora, come se fosse ancora incredulo – “Non l’ho creduto neppure per un momento. Ero certo che ti avrebbe violentata, dilaniata e poi uccisa... Non riuscivo a pensare che... che avresti avuto la meglio.”
Kyra chiude un istante gli occhi, rivedendo il volto della Bestia un istante prima che la baciasse.
- “Alla fine lei... non si sentiva altro che come noi due. Sola, rifiutata.”
Kyra si sorprende del dolore che appare negli occhi di Zenon.
- “È orribile che io non l’avessi capito.” – mormora – “Ho vissuto con lei per quindici anni, condividendo la sua rabbia, i suoi pensieri, le sue incredibili contorsioni mentali. Se invece di chiudere il più possibile la mente avessi provato a capirla... forse sarebbe stato diverso. Forse avrei potuto salvare delle persone.”
- “O forse no, Zenon. Non potrai più scoprirlo.”
Ora comunque è finita... finita bene come non aveva quasi osato sperare.
O forse no..?
Kyra all’improvviso si rende conto della realtà.
Alinda Soresa si aspetta di scoprire da lei il modo di intrappolare una Bestia che non esiste più. Quando si accorgerà di quello che è accaduto, la rinchiuderà nel bordello e, con tutta probabilità, farà giustiziare Zenon per garantirsi il favore del popolo.
Kyra si guarda intorno analizzando la luce nella stanza. Il sole non è lontano dal tramontare, ciò significa che non hanno molto tempo prima che la sovrana venga a reclamare risposte.
Devono andarsene al più presto, ma l’impresa sembra disperata. Si trovano al terzo piano del palazzo, due guardie armate fanno la guardia fuori dalla porta e loro sono completamente disarmati. Zenon è scalzo e a dorso nudo, mentre lei... beh, lei non possiede altro che le lenzuola del letto in cui si trova. Che speranze nutrono?
- “Kyra...” – mormora Zenon, che in qualche modo deve aver letto i suoi pensieri dalle emozioni che le hanno attraversato il viso – “Non preoccuparti, basterà che tu dica alla sovrana quello che ti ho rivelato prima che la Bestia scomparisse.”
Lei è allibita.
- “Vuoi che le dica che per far uscire la Bestia dal tuo corpo è necessario ucciderti? Sei impazzito?”
- “Mi ucciderà comunque, ma se nel frattempo la inganni, potrai uscire da questa stanza liberamente e scappare da Sognante prima che lei scopra la verità. Fingerò di essere privo di coscienza, in modo che Alinda non si accorga del cambiamento nei miei occhi. Avrai qualche ora di vantaggio.”
- “Zenon, è lo stesso identico piano che mi hai proposto stamattina! A cosa sarebbe servito allora... tutto questo... se poi non cambierà niente?”
Lui sorride, è un sorriso malinconico, amaro e al contempo intriso di rassegnazione.
- “È cambiato tutto invece. La Bestia se n’è andata e né la mia vita né la mia morte significheranno più stragi e barbarie. Hai salvato centinaia di persone e io stesso potrò affrontare la morte con serenità. Ciò che hai fatto è tutto fuorché vano.”
‘Ma non è abbastanza’, si disse lei. Se non può salvare Zenon, allora non è abbastanza.
È in quel momento che le torna in mente ciò che è accaduto mentre lottava con la Bestia.
È riuscita a dissolversi... ha usato la translitteranza nel momento di massimo pericolo.
Alza leggermente le lenzuola e fa un cenno a Zenon.
- “Potrebbe esserci un’altra soluzione, invece... Ma dovrai farmi battere forte il cuore Zenon ...molto forte, perché dovrò portare via entrambi.”
Vede che le sue parole non gli suonano insensate, ricorda anche lui quello che ha fatto mentre la Bestia la immobilizzava al letto.
- “Credi che si possa fare?”
- “Dobbiamo tentare.”
Lentamente lui si infila sotto le lenzuola, accanto a lei. È molto cauto, sembra sempre temere una reazione negativa alla sua vicinanza. Ma Kyra una volta di più, si accorge che è una precauzione inutile. Lo spirito di Zenon è così forte e così diverso da quello della Bestia, che per nulla al mondo potrebbe mescolare l’un con l’altra.
Zenon osserva il suo corpo ferito, i graffi e le contusioni lasciati dalla Bestia e chiude gli occhi addolorato. Lei lo abbraccia.
- “Nessun rimorso.”  - gli bisbiglia – “Devi farmi battere il cuore adesso.”
Lui annuisce fra i suoi capelli e la bacia. È la prima volta che prende l’iniziativa con lei e questo la mette in subbuglio, la bocca di Zenon è calda contro la sua e la desidera. Kyra fa scorrere le mani sulla sua schiena forte e rabbrividisce al contatto della pelle nuda contro la sua.
Non ha più fatto nulla del genere dopo che Alinda l’ha tolta dalla strada, per anni ha seriamente pensato che non si sarebbe più concessa a nessuno. Eppure oggi ogni cosa è diversa.
I trucchetti di cui parlava Alinda insultandola... quelli che le permettevano di lasciare i clienti soddisfatti e assicurarsi del denaro a lungo termine... beh, non c’entrano nulla con quello che sta facendo con Zenon. E con quello che lui sta facendo a lei.
Non c’è avidità nei loro gesti, non c’è possessività. Kyra non è un bell’oggetto tra le mani di Zenon, non è una schiava, non è una macchina per il piacere. Nei suoi gesti ci sono rispetto e meraviglia in egual misura.  E si rende conto che anche per lui tutto questo è nuovo.
Gli bacia il torace dove Alinda ha infierito, gli accarezza le spalle, gli soffia tra i capelli. Zenon ha ancora indosso i pantaloni e non sembra intenzionato a toglierli. Kyra capisce che non è propenso ad andare fino in fondo solo per provocarle un po’ di adrenalina e questo, paradossalmente, le procura un’emozione nuova.
Zenon dà un valore all’atto fisico che nessuno delle persone con cui è stata gli ha mai dato. Zenon non fa sesso, perché quello è ciò che faceva la Bestia.
Lui fa l’amore ed è diverso.
Il cuore le accelera all’improvviso, lo sente rimbombare nelle orecchie come piedi sull’asfalto. Circonda la schiena di Zenon  e lo stringe a sé più forte che può. Non se ne andrà senza di lui, a nessun costo.
Lui capisce cosa sta accadendo e a sua volta l’avvolge, si avvinghia al suo corpo un istante prima che i loro corpi si smaterializzino nel nulla.
 
 
Riappaiono un momento dopo nella camera da letto di Kyra, sul letto.  Zenon si guarda intorno disorientato, non riconoscendo il luogo, ma lei sa perfettamente come agire.
Le sue stanze sono vicine a quelle della servitù, poiché Alinda non ha mai voluto che dimenticasse a quale ceto apparteneva. A palazzo Kyra è stata disprezzata dai nobili che conoscevano il suo passato, come dai servi che invidiavano la sua nuova posizione.
Ma adesso la malignità di Alinda torna utile.  Kyra apre a Zenon il guardaroba della servitù perché cerchi abiti e scarpe, mentre lei stessa si riveste prendendo vestiti pratici dal suo armadio. Afferra una sacca in cui pigia un paio di ricambi e impone a Zenon di mettere in testa un grosso cappello da cocchiere.
Nessuno può riconoscerlo, poiché eccetto pochi incaricati nessuno ha voluto avvicinarsi alla gabbia della Bestia. Così come non c’è motivo per cui cerchino di fermare lei,  solo le guardie a custodia della stanza dove si trovavano sanno che lei era prigioniera.
Camminano per i corridoio lentamente, con fare disinvolto. Escono in cortile e si dileguano attraverso il cancello.  A quel punto iniziano a correre.
 
Riescono a raggiungere il luogo dove Zenon nasconde il denaro, lui lo divide a metà e ne affida una parte a lei. Poi si dirigono senza esitare verso i confini di Sognante. Raggiungono la fine della zona abitata e si inoltrano nella foresta. Accendono delle torce e non si fermano, la sovrana deve aver già mandato una spedizione a cercarli e non intendono restare nella contea più del necessario.
Quando escono dal bosco che divide il confine di Sognante con la Contea di Darras, il sole sta segnando i primi istanti dell’alba.
Zenon e Kyra attraversano il limitare fra le due terre e si concedono un istante di sollievo. Sono stravolti, ma vivi e liberi come mai lo sono stati.
- “Non è ancora il momento di fermarsi” – dice Zenon, osservando Kyra sedere su un grosso masso – “Anche se Alinda non può sapere in che direzione siamo andati, il confine con la sua terra è a pochi metri da noi. Sarà furiosa e ci farà cercare in lungo e in largo. Prima di fermarti, devi mettere molto spazio tra te e il confine.”
Kyra alza gli occhi su di lui sorpresa.
- “Perché parli solo di me? Tu cosa intendi fare?”
Zenon distoglie lo sguardo.
- “Da qui in poi, si aprono molte direzioni. Credo che sia normale che le nostre strade si separino.”
Kyra è allibita. Non si era aspettata questo.
- “Non vuoi... proseguire con me?”
Gli occhi di Zenon si colorano di sofferenza. Si inginocchia alla sua altezza.
- “Kyra... non posso dimenticare quello che ti ho fatto. Continuo a rivivere la violenza con cui il mio corpo si è avventato su di te, risento la rabbia della Bestia come se fosse mia, la sua perversione, i desideri osceni che nutriva nei tuoi confronti...”
- “Zenon” – lo interrompe – “Hai sentito vero quello che ti ho detto mentre lottavo con la Bestia? Ho visto la menzogna nelle sue parole, tu non desideravi uccidere nessuno, questo te lo posso assicurare! È stata una delle poche volte in cui ho visto solo rosso, significa che, benché la Bestia abbia fatto leva sui tuoi sentimenti per confonderti, in realtà le sue parole non avevano alcun fondamento!”
Zenon annuisce, ma abbassa lo sguardo.
- “Lo so...  ho sentito. Ma in questo momento per me cambia ben poco. Ho vissuto quindici anni in simbiosi con la Bestia, ho commesso atrocità di cui non riesco neppure a parlare... Convivo con la consapevolezza di aver ucciso i miei genitori, i miei parenti, i miei amici... di aver violentato donne, massacrato bambini... Non lo volevo davvero, tu dici? Io ti credo, Kyra, ma ho bisogno di tempo per capirlo e per capire che la Bestia non c’è più... e affrontare tutto ciò che è stato, farmene una ragione... tornare a essere solo me stesso. In questo momento il mio equilibrio non è stabile, ho bisogno di tempo.” – Zenon alza gli occhi verso di lei – “Tu sei in gamba, troverai una strada da seguire, ti costruirai una vita nuova... Io adesso non ho l’equilibrio per accompagnarti in questo, ti farei solo del male.”
- “Non è sicuro che accada, io...”
Lui scuote la testa.
- “No, Kyra. E non lo dico perché non desideri stare con te.” – si assicura di guardarmi dritto negli occhi mentre mi parla – “Io ti devo tutto. Tutto. La vita, la libertà, la fine della mia maledizione. Non posso dimenticare che sei stata l’unica persona ad avvicinarsi a me tanto da scoprire il mio volto dietro quello della Bestia. Non scorderò mai la tua gentilezza, il tuo tocco... né il tuo sacrificio. Hai rischiato la vita per aiutarmi e nel momento in cui ti stavo aggredendo hai avuto per me solo parole...d’amore.”
Lei arrossisce ricordando il momento di cui parla.
- “Porterò tutto questo con me” – prosegue lui – “E sarà quello a cui mi aggrapperò per non impazzire... Anche se non saremo insieme, il mio cuore è tuo. Nessun altro potrà  mai toccarlo come hai fatto tu.”
Kyra sente un nodo di angoscia stringerle la gola. Le parole di Zenon la commuovono e la straziano al contempo.
Gli getta le braccia al collo e lui la stringe così forte da far sembrare i loro corpi uno solo.
Kyra capisce le motivazioni di Zenon, non intende tormentarlo insistendo. Ma mentre affonda nel suo abbraccio, sa che anche lei non si troverà mai più così vicina a un essere umano. È sempre stata isolata, ha vissuto in una realtà di solitudine e rifiuto, disprezzata dai nobili, allontanata dalla servitù. Chi meglio di  Zenon può capire questo? E chi meglio di lei può comprendere la solitudine di chi è vissuto con una Bestia nel cuore? Solo tra loro possono sfiorarsi fino a intrecciare le loro anime, loro che non hanno esitato a rischiare la vita l’uno per l’altra, perché nessun altro poteva comprendere quanto atroce potesse essere il destino che li attendeva. Lui le ha dato la forza di ribellarsi ad Alinda, di levarsi quel guinzaglio di paura che da troppi anni la teneva legata a lei a scapito della sua dignità.
Kyra si stringe a Zenon più che può, soffoca le lacrime e si rende conto che se lo lascia ora, lo strappo sarà troppo forte.
Si stacca lentamente e cerca i suoi occhi. Sono sconvolti quanto i suoi.
- “Zenon... “ – prova – “...Non sei obbligato a cambiare direzione adesso. Non potresti fare con me ancora un pezzetto di strada? Solo un pochino, fino a che la via non si dividerà ancora.”
Lui ci pensa solo un secondo, è una richiesta così candida che non ha motivo di rifiutarla.
- “D’accordo, farò con te ancora un pezzetto.”
Sono entrambi sollevati di poter rimandare ancora di un poco l’addio.
Si incamminano fianco a fianco per la Contea di Darras e spontaneamente, nel sole del mattino, le loro mani si intrecciano, perché in quell’ultimo tratto di strada comune, possano continuare a sentirsi reciprocamente.
 
Così facendo arrivano al primo villaggio di Darras, dove si fermano a godere di un pranzo luculliano che soddisfa entrambi. Zenon finalmente può nutrirsi senza l’angoscia di alimentare anche la Bestia. Dopodiché decide di accompagnare Kyra ancora per un tratto, fino alla locanda dove, a sera, crollano sfiniti dopo più di trentasei ore di veglia. Spossati, dormono gustosamente come non facevano da molti anni.
Il mattino dopo  Zenon  stabilisce di accompagnare Kyra ancora per un pezzo di strada, perché la locandiera gli comunica che il tratto che unisce la Contea di Darras a quella di Galante è spesso minacciato dai briganti. Così rimane con Kyra per tutto il giorno e a sera prendono una camera nel primo villaggio che incontrano dopo il tramonto del sole. In quella locanda, Kyra e Zenon scoprono la meraviglia di fare l’amore con la persona di cui si è innamorati. Nessuno di loro due è vergine nel corpo, ma per la prima volta entrambi desiderano l’atto sessuale. E lo trovano così piacevole, che il giorno dopo Zenon decide di  fare un altro po’ di strada con Kyra, solo per sperimentarlo un’altra volta quella sera. E poi quella successiva. E quella dopo ancora.
A un certo punto Kyra sceglie un villaggio dove fermarsi e con la parte di soldi che le è stata affidata decide di aprire un negozio di frutta. Un lavoro onesto, rispettabile, pulito.
Zenon si offre di fermarsi qualche tempo per aiutarla nei lavori più pesanti e poi, successivamente, per non lasciarla sola nella gestione del negozio.
Voci portate dal vento, dicono che a un certo punto si sposarono ed ebbero dei figli. Dicono anche che Zenon non ebbe più bisogno di andarsene per ritrovare l’equilibrio, perché avere Kyra accanto, in questo, era molto più utile che averla solo nel cuore.
Tuttavia sono solo voci a cui ciascuno può attribuire la credibilità che preferisce. Certo è che nella Contea di Sognante li cercarono a lungo, senza risultato. Alinda Soresa bruciò di furore accorgendosi di essere stata gabbata da quelle che riteneva pedine nelle sue mani. Lo smacco la portò a sguinzagliare guardie lungo tutti i confini, gli abitanti di Sognante per mesi vissero nuovamente nel terrore di veder sbucare la Bestia. Ma ricerche e paura furono inutili, non ci furono stragi, non ci furono ritrovamenti.
Nessuno li vide più tornare.

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Ringrazio chi ha seguito e commentato questa storia, in particolare Slappy, le cui recensioni mi hanno sempre fatto tanto piacere!
Grazie anche a Kasumi... è bello vedere come un'amicizia nata grazie a delle fanfictions si sia protratta per anni e anni e anni... Invecchieremo scrivendo! ^^
Spero anche di risentire presto DreamKun!!
E... a chi altri sta seguendo questa storia... grazie per avermi letta. Se volete lasciarmi un commento, mi fareste tanto piacere!
Un abbraccio a tutti,

phoenix_esmeralda

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