Bohemian Rhapsody

di RAB 95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** is this the real life? ***
Capitolo 2: *** nothing really matters ***
Capitolo 3: *** i don't want to die ***



Capitolo 1
*** is this the real life? ***


 IS THIS THE REAL LIFE?
Is this the real life ?
Is this just fantasy ?
Caught in a landslide
No escape from reality

Open your eyes
Look up to the skies and see
I'm just a poor boy, I need no sympathy
Because I'm easy come, easy go
A little high, little low
Anyway the wind blows, doesn't really matter to me, to me

 
Un ragazzo, quella mattina, si era svegliato di malavoglia, con un forte mal di testa e dei conati di vomito. “Perché vivo?” Una semplice domanda, frutto di quei brutti giorni che stava passando. Alzatosi dal letto era andato in cucina e con una tazza di tea e qualche frutto aveva fatto una colazione sostanziosa e ricca di proteine in preparazione alla giornata che l’attendeva al di fuori delle mura di casa sua, quelle grigie mura che lo rinchiudevano giorno dopo giorno, senza lasciargli spazio o tempo di pensare a una vita al di fuori di quella reale. Si mise i pochi stracci che possedeva. Si munì di pistola, come suo padre ora defunto gli aveva insegnato quando era più piccolo. “Il nostro quartiere è pericoloso, figliolo” gli aveva detto. Quando il primo a far fuori gente era lui. L’unica cosa che rimaneva a quel ragazzo era sua madre. La sua dolce madre. Ma non c’è bisogno di compatirlo. E’ povero, vive con sua madre e non ha amici, ma non ha bisogno di compassione o di comprensione. Sa cavarsela da solo. Si stropicciò gli occhi ancora impastati dal sonno e guardò il cielo stiracchiandosi. In cielo nessuna nuvola oscurava il celeste acceso che quella mattina presentava il mondo. Ma al tempo non serve molto tempo per cambiare.









Spazio autrice: è la prima cosa che scrivo sui Queen. Non è granché ma siate gentili, è davvero difficile, soprattutto con questa canzone che ha un testo molto complesso! Si accettano critiche costruttive! :)

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Capitolo 2
*** nothing really matters ***


NOTHING REALLY MATTERS


Mama, just killed a man
Put a gun against his head
Pulled my trigger, now he's dead
Mama, life had just begun
But now I've gone and thrown it all away
Mama, oooh
Didn't mean to make you cry
If I'm not back again this time tomorrow
Carry on, carry on, as if nothing really matters

Corse a casa, il ricordo del sangue era vivido nella sua mente:  la pallottola gli aveva fracassato la testa, a un uomo che non meritava la morte. Un normalissimo abitante. Un suo concittadino. E lui l’aveva ucciso per un motivo non apparente. Il ragazzo continuò ad agitarsi e a chiedersi se qualcuno l’avrebbe trovato. E che cosa stavano facendo adesso? Magari la polizia aveva iniziato a indagare. Magari fra poco l’avrebbero trovato. Dopotutto non si era preoccupato di nascondere le tracce, si era limitato a scappare, a fuggire come un codardo. Ma la sua azione era stata da codardo. Si rannicchiò su una poltrona e si strinse la testa fra le mani. Come aveva potuto? Un uomo innocente. Iniziò a canticchiare nella sua mente. Pensò alle cose che sua madre avrebbe pensato non appena sarebbe venuta a saperlo. In quel momento la porta principale si aprì. Una donna anziana entrò, e si avvicinò al figlio con aria spaventata per via della posizione di quest’ultimo. Lui la guardò.
“Mamma..” mormorò “ho appena ucciso un uomo”
Quello che seguì fu orribile. La donna si mise a piangere mentre lui raccontava cos'era successo e cosa l'aveva spinto a fare una cosa del genere. “Non volevo farti piangere!” dichiarò lui con le lacrime agli occhi “Ho gettato la mia vita così, cazzo!”. Tirò un calcio a un cassonetto, ma neanche quell’azione non riuscì a farlo calmare. Doveva andarsene. Doveva andarsene prima che qualcuno scoprisse che era lui l’autore di quel crimine. Riempì il baule delle poche cose che possedeva e si avvicinò alla madre prendendole le mani tra le sue “Mamma. Se per domani non sono tornato, tu continua. Vai avanti, come se non importasse nulla. Hai capito? Vai avanti”. Con le lacrime agli occhi si era allontanato, sbattendo la porta. No, non sarebbe tornato, ma questo lui già lo sapeva.

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Capitolo 3
*** i don't want to die ***


I DON'T WANT TO DIE

Too late, my time has come
Sends shivers down my spine
Body's aching all the time
Goodbye everybody - I've got to go
Gotta leave you all behind and face the truth
Mama, ooo - (anyway the wind blows)
I don't want to die
I sometimes wish I'd never been born at all

In una vecchia catapecchia in legno abbandonata da anni alla periferia di Londra, il ragazzo, con un coltello da cucina, si pugnalò lo stomaco. Il corpo iniziò a bruciare lui iniziò a lamentarsi e a gemere per il dolore. Cercò di trattenere il respiro, come se in qualche modo potesse fermare lo sgorgare del sangue dalla ferita. Come se in qualche modo avrebbe potuto cambiare tutto e tornare indietro. Ma era troppo tardi. La perdita di sangue iniziò a fare effetto e la vista iniziò a sfuocarsi. Con le ultime forze che gli rimanevano afferrò una penna e un vecchio diario dalla fodera nera appoggiato a pochi passi da lui. Iniziò a sfogliare il quadernetto che aveva in mano con grande fatica, facendo molto caso al nome in copertina: Tom Riddle. Non fece caso alle pagine scritte e continuò a sfogliare fino ad arrivare a una facciata vuota. Inforcò la penna con mano tremante e iniziò a scrivere. “Addio. La mia ora è arrivata, è ora di accettare la realtà. Io ho ucciso quell’uomo. Sono io l’assassino. Ma non preoccupatevi, sto per morire. Il mio corpo giacerà qui sulla pozza del mio stesso sangue.. Quel che ho fatto è orribile, non voglio il vostro perdon-”. Lasciò cadere il diario e alzò gli occhi al soffitto. Ormai non aveva più forze per fare qualsiasi cosa. Chiuse gli occhi e si fece scappare una lacrima. Mamma, non voglio morire.

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