La Morte Ha I Tuoi Occhi

di mircea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***



Capitolo 1
*** I. ***


I

 
 
“Sono sorpreso, signorina Black. Lei sta facendo una collana di fiori come una qualsiasi ragazzina?”
Bellatrix ghignò, ma non si fermò, le sue dita affusolate continuarono a intrecciare pallidi steli del giardino di Casa Black.
“Questi non sono fiori qualsiasi, Lestrange. Sono fiori morti. Non trova anche lei che la Morte riesca a rendere ogni cosa più interessante?” mi chiese e, finalmente, distolse lo sguardo da quel groviglio di fiori secchi, puntando i suoi occhi nei miei.
Poi rise – la sua risata aveva un ché di oscuro – e i suoi occhi si illuminarono, brulicando di follia, ardore e vita.
Era tutto quello che potessi mai desiderare.
Ed era la mia condanna a morte.

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Capitolo 2
*** II. ***


II

 
Il tempo non esisteva più da molto.
Potevo essere lì da un minuto o da un secolo, non faceva alcuna differenza. Era un’orgia di urla, pianti, freddo e Dissennatori.
Stavo nel mezzo di tutto ciò, non ricordando neanche più perché mi trovassi lì.
Una cosa però la ricordavo bene: Bellatrix, la mia Bellatrix.
Avevo un disperato bisogno di vedere i suoi occhi, di sentire la sua risata folle, di percepire la sua pelle nuda accanto alla mia.
Una volta sola mi parve di sentire la sua voce roca e tagliente.
Quella voce che amavo.
Quella voce che, in quel momento, piangeva l’Oscuro Signore.

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Capitolo 3
*** III. ***


III

 
Da tempo ero consapevole che mia moglie sarebbe stata la causa della mia morte.
Con quel “sì” pronunciato all’altare con tanta convinzione avevo dato a Bellatrix il permesso di uccidermi.
E sì, lo aveva fatto.
La sua follia, invece che mangiarsi lei, si era presa me.
La mia ossessione, il mio amore verso quella donna folle che amava un uomo ancora più pazzo di lei, mi aveva lentamente ucciso.
Avevo passato tutta la mia vita ad amarla e a seguirla in ogni sua decisione e, quando la vidi morta, uccisa da un Traditrice del suo sangue, di me rimaneva soltanto la consapevolezza di non essere mai stato amato.
E allora ditemi, avevo altra scelta?
No, non ce l’avevo.
Potevo soltanto seguirla ancora, potevo soltanto morire con lei.

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