Learn how to love {Quinntana}

di _pat__xD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo Due. ***
Capitolo 4: *** Capitolo Tre. ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quattro. ***
Capitolo 6: *** Capitolo Cinque. ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sei. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***



 

Learn How To Love {Quinntana}



Da quando gli umani sono così docili e puri? Da quando gli angeli custodi sono riusciti a esiliare i diavoli dal mondo terrestre, all'inizio dell'anno 2013. Bé, una cosa non avevano messo in conto i nostri cari amici angeli: un mondo senza peccato è un mondo noioso, un mondo che compromette l'equilibrio di tutto il sistema cosmico. I diavoli, dopo trenta lunghi anni sono riusciti a convincere i loro nemici a fare tornare sulla Terra i diavoli, i quali avranno il compito di mettere i peccati nei cuori degli umani.
 
Santana Lopez, diavola purosangue da generazioni e generazioni. Suo padre è uno dei capi supremi dell'Inferno, un diavolo importante, uno temuto da tutti, sia angeli che diavoli. Lei è giovane, non è una grande esperta, ma è comunque molto forte ed è orgogliosa di essere stata scelta per quel compito tanto importante. Le verrà affidata un umana un po' particolare, una certa Quinn Fabray, figlia di un importante uomo d'affari, un signore nobile che ha insegnato alla figlia ad avere un aspetto regale e altezzoso in qualsiasi occasione. Peccato che l'arrivo della Lopez nella sua scuola cambierà un bel po' di cose, iniziando dal modo di ragionare della bionda.
 
Ogni diavolo deve rispettare un codice d'onore, un regolamento. Sono pochi punti, ma importanti. Chi non rispetta le regole viene severamente punito. La regola più importante è: mai innamorarsi di un umano.

Pat's Corner
 
Ciao gente! La pazza è ancora qui, si! Questa volta ho deciso di fare qualcosa di diverso. Stavo "viaggiando" per il mio Gioco Di Ruolo e mi sono ritrovata a rileggere la trama(inventata da me)...così mi è venuta l'idea. Santana è una diavolessa molto importante e senza cuore, Quinn è una ragazzina viziata, ma senza il minimo accenno di malizia dentro. Ovviamente i personaggi non saranno solo loro, ci saranno anche gli altri...e forse, chi lo sa, ci sarà anche qualche nuovo personaggio. E' un Alternative Universe, visto che non si parla propriamente di Glee, e i personaggi saranno un po' OOC visto che gli "umani" non sanno peccare. Spero vi possa piacere. Saluti, Pat.
Ps: L'immagine, anche se è orribile, l'ho fatta io e non rubatela ;)

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Capitolo 2
*** Capitolo Uno. ***



 

Capitolo Uno.
 

Trent'anni di completa noia nell'inferno aveva portato i diavoli a diventare ancora più freddi e crudeli con il prossimo, soprattutto se si parlava di Santana Lopez, figlia di uno dei capi supremi degli inferi. Lei è sempre stata degna di essere una diavola potente, rispettata e temuta da tutti, come il padre tra l'altro. Lei è la reincarnazione del diavolo perfetto e, che lo voglia o no, più in la, lei diventerà un capo supremo. Stava camminando per le deserte stradine dell'Inferno, piene di pietre e di lava, fino a che non raggiunse la sala delle riunioni, dove era stata convocata insieme ad altri diavoli. Prese poso al fianco del padre e accavallò le gambe, assumendo una posizione di superiorità rispetto a tutti gli altri. Uno dei capi supremi si schiarì la voce e iniziò a parlare.
Anni fa, molti anni fa, ci fu una guerra tra noi diavoli e quegli insulsi degli angeli, che, purtroppo per noi, vinsero e ci confinarono negli inferi.
La ragazza digrignò i denti, iniziando a scaldarsi per la rabbia che aveva in corpo. Sentire quella storia le faceva sempre venire una voglia tremenda di spaccare tutto.
Finalmente, noi capi supremi, siamo riusciti a farli capire che un mondo senza peccato è un mondo sbilanciato e non fa bene per l'intero sistema cosmico.
Continuò l'anziano, senza badare alle varie reazioni prima arrabbiate e poi stupite dei presenti. Santana si raddrizzò sulla sedia, guardandolo sempre più interessata.
In poche parole, noi diavoli, siamo liberi di salire sul mondo terreno, ma dobbiamo andarci piano. Gli umani non sanno che cosa sia il peccato, quello vero.
Fece una piccola pausa, guardando ad uno ad uno tutti i diavoli presenti in sala.
Noi abbiamo scelto voi, i diavoli più potenti, per affidarvi gli umani più...testardi da convincere. D'avanti ad ognuno di voi c'è una busta. Apritela e troverete una foto della vostra vittima, più tutti i suoi dati. Qualche domanda?
Concluse il più saggio dei capi supremi. I diavoli presero le proprie buste e, concentrati nel leggerne il contenuto, scossero semplicemente la testa.
Ah, dimenticavo. Abbiamo già provveduto a trovarvi una identità umana, una casa e un lavoro o una scuola, dipende dalle vostre età. Troverete tutto quello che vi serve nella busta. Potete andare.
Aggiunse ancora, per poi fare un cenno con la testa verso la porta, per farli capire che dovevano andarsene. Uno ad uno, tutti i diavoli lì presenti, svanirono nel nulla. Santana apparve nel giardino di una grande villa completamente rosa. Storse le labbra, guardandola disgustata. Aprì la busta e ne uscì fuori la foto della casa che aveva di fronte. Questa è la tua casa ora, non abbiamo potuto dartene una più scura, avresti dato nell'occhio. Dentro la villa troverai tutto quello che ti serve, compresi i vestiti che usano gli umani. Ricordati che devi sorridere, essere gentile e, soprattutto, non essere azzardata. Rendimi orgoglioso di te. Il biglietto non era firmato, ma lei sapeva che glie lo aveva scritto il padre. Sospirò ed entrò in quella che sembrava la casa dei sogni di Barbie.
Se sopravvivo alla fine di questa missione mi vendicherò papà, sappilo.
Borbottò tra se e se, chiudendosi la porta alle spalle e andando verso il piano superiore, dove pensava di aver trovato la sua camera. Non sapeva che le "sorprese" non erano ancora incominciate.

Pat's Corner
 
Ciao! Certo, ho aggiornato molto presto, ma quello di prima era solo il prologo, è questo il primo capitolo vero e proprio XD spero che vi piaccia e se avete qualche domanda, qualcosa che non avete capito...fatemela. Vorrei ringraziare Nay Nay e Silentdreamer per aver recensito il prologo; Nay Nay e alixxx per aver messo la storia nelle preferite e  Katedixon, kiki98, LondonEye, robey e Shellyng per aver messo la storia nelle seguite. Spero che questo capitolo piaccia e...non costa molto fare una piccola recensione XD Saluti, Pat.

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Capitolo 3
*** Capitolo Due. ***



 

Capitolo Due.
 

Quinn Fabray era seduta sul letto a baldacchino della sua grande camera, intenta a pettinarsi i capelli con cura e lentezza. Non l'era mai piaciuto essere la figlia di un imprenditore tanto ricco e famoso, voleva fare qualcosa per le persone meno fortunate di lei, ma il padre non glie lo permetteva. Non è così che si comporta una ragazza ben istruita come te, diceva sempre. Ma lei non era affatto d'accordo con i suoi pensieri. Solo perché voleva andare a fare volontariato e donare un po' della sua roba in beneficienza. A sentire lui, solo i ricchi erano degni di aiuto. La bionda si fece sfuggire uno sbuffo sonoro. Si alzò dal letto e andò d'avanti all'enorme specchio con i ghirigori azzurri fatti da lei stessa. Si sistemò il ciuffo con un ferretto bianco, poi aggiustò il vestitino bianco con i fiori gialli che aveva indossato per andare a fare due passi con le sue amiche. Indossò le ballerine bianche e sospirò. E' peccato non essere felice? Desiderare per un attimo di stare sola e poter piangere? aveva domandato qualche settimana prima al parroco della chiesa vicino alla sua casa. Lui l'aveva osservata con attenzione, le aveva preso le mani e le aveva sorriso con gentilezza. Io so solo che Dio non può essere felice se una delle sue figlie non lo è, le aveva risposto con un tono di voce caldo, quasi paterno. Sorridi, Quinn. Fallo per il tuo Padre, erano state le ultime parole del parroco, prima che lei si alzasse, lo salutasse con un timido sorriso e togliesse il disturbo, ancora più confusa di prima. Il rumore lieve di una mano che bussava in modo leggero sulla porta in legno la distrasse dai suoi pensieri. La bionda si voltò verso la stessa porta e si stampò un sorriso in volto, il più convincente che le potesse uscire.
Avanti.
Disse semplicemente. La sua voce era dolce, quasi soave, il suo tono non era troppo forte e neanche troppo moscio, silenzioso. La porta si aprì e Quinn riuscì a contare tre secondi, prima di essere invasa da un corpo dalle curve quasi eleganti...corpo che perdeva tutta la sua eleganza per via del modo di comportarsi della ragazza. Tornando a quello che stava accadendo, Quinn si era trovata improvvisamente sdraiata sul letto con una ragazza a cavalcioni su di lei, che rideva e la guardava divertita. I capelli lunghi e castani della giovane si muovevano lentamente, seguendo il vento che veniva dalla finestra aperta; gli occhi di lei erano così luminosi e pieni di vita che, per un secondo, Quinn provò uno strano senso di pace e di armonia. Sorrise teneramente e allungò un braccio, spostando delle ciocche di capelli dal volto dell'amica.
Buon giorno, Rachel.
Salutò, parlando in modo lento, quasi come se stesse studiando ogni singola parola prima di dirla completamente. Rachel Berry era sua amica da anni. Certo, all'inizio c'erano state alcune incomprensioni per via del loro diverso modo di essere e di pensare, ma poi avevano chiarito tutto ed erano più unite di chiunque altro. La castana si spostò dal corpo dell'amica, scendendo dal letto e aggiustandosi il vestito blu con una graziosa renna disegnata sopra.
Buon giorno, Quinn. Dormito bene? Sei pronta per uscire? Sai, avevo intenzione di andare al bar di fronte al parco, così potevamo prenderci delle brioche e magari mangiarle sull'altalena, come abbiamo sempre fatto. Ti va?
La valanga di lettere che rotolarono fuori dalle labbra della ragazza avrebbe sconvolto chiunque, ma non Quinn, ormai abituata alla sfilza di parole che potevano uscire da un corpicino tanto esile. Mentre Rachel parlava, aveva già preso per mano l'amica e l'aveva trascinata fuori dalla camera, prendendo prontamente la borsa bianca con i laccetti in cuoio che portava sempre Quinn. La bionda scosse la testa lentamente, in un gesto spontaneo e quasi disperato, poi sorrise. Non rispose, tanto sapeva che qualsiasi cosa avrebbe provato a dire sarebbe stata seppellita dalle parole dell'amica, ma a lei non dispiaceva. Non amava parlare molto, soprattutto non se aveva passato una nottata orribile. La sera prima aveva chiesto al padre se poteva andare a fare volontariato per i bambini senza tetto e lui le aveva risposto con una sonora risata e un secco no. Quando era tornata in camera si era buttata sul letto e aveva provato a dormire, ma quando aveva preso sonno aveva fatto uno strano sogno. Raffigurava delle fiamme, fiamme rosse, scintillanti, e una bella ragazza tra di esse. Aveva la carnagione scura, anche se non troppo; i capelli neri e gli occhi altrettanto scuri, ma quello che aveva colpito la bionda erano le labbra. Labbra rosse e leggermente carnose, aperte in un sorriso ammaliante e stranamente seducente. Si era svegliata con il fiatone e con uno strano calore nel corpo. Solo al pensiero di quello che era successo, Quinn, era arrossita, facendo insospettire l'amica, che iniziò a chiederle ogni tre secondi cosa avesse. Ma la bionda non poteva dirglielo, rischiava di apparire troppo strana agli occhi della castana. Arrivarono al bar e ordinarono due brioche, una al miele e l'altra alla marmellata, poi andarono al parco lì di fronte. Quando si avvicinarono alle altalene a Quinn venne un colpo al cuore. Seduta sull'altalena di destra c'era proprio lei, la ragazza del sogno.

Pat's Corner
 
Ciao gente! Ci ho messo molto ad aggiornare, ma solo perché mi ero lasciata un attimo prendere dalla "depressione" perché nessuno aveva commentato il capitolo...ma ho pensato "ehi, chi se ne frega! io scrivo per me, se poi loro vogliono leggerla è meglio". Comunque spero davvero che questo capitolo vada meglio. Mi basterebbe anche sapere se lo avete trovato carino o orripilante. Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta e una persona particolare che mi ha sopportata tutto questo tempo. Baci, Pat.

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Capitolo 4
*** Capitolo Tre. ***



 

Capitolo Tre.
 

Santana aveva visitato tutta la casa, ma neanche una delle stanzi di quell'enorme villa le aveva scacciato il disgusto dalle labbra. Le pareti erano rose e bianche, l'arredamento andava dal bianco panna al rosa salmone. Era fuggita in camera, sperando di trovare qualcosa di meglio, invece si era sbagliata. Sul suo volto c'era orrore allo stato puro. Muri rosa con dei candidi fiori bianchi dipinti in modo sparso, ma ordinato. Il letto a due piazze aveva un lenzuolo rosa fumè e il cuscino aveva la fodera di un rosa confetto. Andò vicino alla finestra, dove si trovava uno specchio dai bordi di rame e trovò un foglietto. La scrittura era quella di suo padre. Cosa voleva ancora? I tuoi vestiti non vanno bene. Apri l'armadio e vestiti in modo "adeguato" prima di uscire di casa. Come al solito non c'era la firma, ma la scrittura non mentiva e lei sapeva che doveva fare come le veniva detto. Sbuffando andò ad aprire l'armadio, per poi sgranare gli occhi e farsi sfuggire dalle labbra un verso che faceva capire appieno quanto non approvasse quegli abiti. Cercò di trovare qualcosa di decente in quella massa di vestiti troppo chiari per i suoi gusti, poi si arrese. Indossò dei pantaloncini di jeans chiari, poi una camicetta bianca, molto accollata, ma anche molto stretta. Mise anche degli stivaletti completamente bianchi, poi tornò allo specchio e storse le labbra.
Sono sexy, come sempre, ma preferirei i miei vestiti.
Borbottò, poi sospirò pesantemente e si affacciò alla finestra. La sua villa era molto vicina al parco e nella scheda della sua "vittima" c'era scritto che andava spesso lì per fare colazione con la sua amica, così si voltò e uscì dalla camera, decisa a raggiungere il parco il prima possibile. Voleva iniziare da subito a divertirsi. Non aveva bisogno di portare la scheda con se, neanche per la foto della ragazza. Da quando le avevano dato le informazioni su quella Quinn, lei non aveva fatto altro che guardare la foto e immaginare quanto le sarebbe piaciuto macchiare di rosso quella ragazza che era il ritratto della purezza. Si leccò lentamente le labbra al pensiero, poi sogghignò, incamminandosi verso il parco. Dopo un paio di minuti lo raggiunse e andò a sedersi sull'altalena, dondolandosi lentamente, aspettando la ragazza che, ne era certa, sarebbe arrivata a momenti. Sentì un rumore e si voltò. Eccola, pensò, sorridi Santana, devi sembrare come loro. La diavolessa sorrise in modo cortese mentre Quinn e la sua amichetta, che tanto le ricordava un hobbit, si avvicinavano. Si concesse un minuto per ammirare la bionda. La foto non le rendeva onore, era molto più attraente di persona. Santana non poteva farci niente, la sua mente vagava e, in meno di un secondo, arrivava a pensare a cose da vietare ai minori di quattordici anni.
Buon giorno.
Le parole le uscirano dalle labbra senza che neanche se ne rendesse conto. Si trovò costretta a distogliere lo sguardo dagli occhi della bionda, puntandolo sulla figura della ragazza che aveva vicino. In fondo neanche lei è tanto male, pensò cercando di non farsi sfuggire un sogghigno. All'Inferno i diavoli erano divisi in diversi gironi, uno per ogni peccato. Si diceva che ogni diavolo tende a sentirsi più unito ad un peccato, per questo vengono suddivisi in gironi. Santana Lopez era l'eccezione che confermava la regola, infatti lei non apparteneva a nessun girone, era un diavolo superiore agli altri. Certo, la lussuria era un peccato che lei amava compiere, ma amava peccare anche in altri modi. Tornando a quello che stava accadendo al parco, Quinn sembrava essere entrata in una specie di coma. Guardava la mora come se si fosse trovata difronte un fantasma. L'altra, invece, non aveva idea di cosa stesse accadendo. Il suo sguardo saettava dall'amica all'altra ragazza, in continuazione.
Buon giorno. Sei nuova di qui, vero? Io sono Rachel Berry, piacere di conoscerti.
Decise di prendere la parola la castana, visto il silenzio che si era creato in quell'attimo. Santana sbatté un paio di volte le palpebre, cercando di riprendersi dalla velocità che aveva usato per parlare la ragazza. La guardò negli occhi e scese dall'altalena, avvicinandosi lentamente a loro, sorridendo.
Si. Io sono Santana Lopez, piacere.
Parlò lentamente, sorridendo al Rachel, poi si voltò verso Quinn. Sperava che le due non capissero quanto le sue parole e i suoi sorrisi fossero falsi.
Tu, invece, sei...?
Chiese, cercando di sembrare il meno interessata possibile. Non riuscì a trattenersi e fece vagare lo sguardo per tutto il corpo della bionda, leccandosi le labbra. Cosa non ti farei, piccola bionda, pensava, ringrazia che ci devo andare piano
Q..Quinn Fabray.
Balbettò finalmente, e Santana rimase colpita dalla sua dolce voce. Sentì come una stretta allo stomaco che non riusciva a spiegarsi. Dopo qualche attimo di silenzio, lei sospirò e sorrise.
Sono felice di avervi conosciute, ma ora devo proprio andare.
Non sapeva come faceva a dire quelle parole, non era mai stata gentile e sorridente, ma per la sua copertura doveva riuscirci. Si avvicinò prima alla castana, stringendole la mano, velocemente, cercando di trattenere il più possibile il suo calore e di spostarlo da un'altra parte del corpo, in modo da non insospettire la nanetta. Poi si avvicinò alla bionda, guardandola negli occhi. Posò le sue labbra sulla guancia e, all'ultimo, slittò verso il suo orecchio.
Ci vediamo.
Sussurrò, senza riuscire a trattenersi. Si allontanò e sorrise per l'ennesima volta, poi se ne andò, lasciando Quinn sconvolta e con il cuore che, stranamente, aveva accelerato di troppo il suo battito.

***

Quinn era sconvolta, non riusciva a capire nulla. Come mai aveva fatto quello strano sogno il giorno prima? E come mai provava quella sensazione altrettanto strana alla bocca dello stomaco? Perché si sentiva attratta dalla giovane donna che poco prima le aveva baciato la guancia? A tal proposito, la bionda portò una mano sulla sua guancia e l'accarezzò, sentendo il cuore battere più forte al ricordo di quelle dolci labbra sulla sua pelle. Rachel la guardava per la prima volta in silenzio, cercando di capire cosa stesse accadendo alla sua amica. Aveva sentito uno strano brivido quando aveva stretto la mano della ragazza nuova e, inspiegabilmente, sentiva il cuore pompare forte nel suo petto. Sospirò e sorrise, accantonando il pensiero in un angolo della sua mente. Prese per mano la bionda e la trascinò verso le altalene, tornando a parlare senza sosta, come al suo solito. Le due in quel momento non fecero vedere che l'ammaliante mora era entrata nella testa di tutte e due...e forse anche nel cuore.

Pat's Corner
 
Ciao belli, questa volta non ho fatto un ritardo madornale, anzi, ho postato anche prima del previsto. Volevo ringraziare manuel17, Nay Nay e kiki98 per aver recensito lo scorso capitolo. Grazie alle tre persone che hanno messo la storia nelle preferite, ovvero alixxx, Ekaril e Nay Nay. Ringrazio anche GleekLove91 per aver messo la storia nelle seguite. Infine grazie anche alle tredici persone che hanno messo la storia nelle seguite, ovvero ale_xi4, caso, celeste02, destiny92, folle shane, Jeanne P, Katedixon, kiki98, LondonEye, robey, saretta_1992, snixvalentine e UnknownR. Spero di ricevere una vostra recensione a questo capitolo. Saluti, Pat.

Ps: Un grazie particolare a Nay Nay che mi sopporta, supporta e ... si, ancora sopporta. Ti mao.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo Quattro. ***



 

Capitolo Quattro.
 

Santana aveva fatto uno sforzo immane per trattenersi dal saltare addosso alla biondina e dedicarsi talmente tanto a lei da farla urlare dal piacere. C'era da specificare che non si stava trattenendo per la presenza della castana, ma perché aveva promesso a suo padre e agli altri capi supremi che ci sarebbe andata piano, che le avrebbe insegnato a peccare un passo alla volta, gradualmente. La diavolessa camminava lentamente per le vie della città, guardandosi attorno con poca voglia di curiosare. Non aveva assolutamente voglia di abituarsi a quello strano mondo troppo zuccheroso e senza l'ombra di impurità. Santana storse le labbra, disgustata dall'ennesima scena sdolcinata tra le coppiette che stavano per strada, non ce la faceva più. Si voltò, facendo ondeggiare i suoi capelli scuri, poi si avviò verso casa, con le mani in tasca e lo sguardo puntato sulle nuvole, lì in cielo. Ci mise poco a tornare alla sua casa; certo, ormai sapeva quanto fosse incredibilmente rosa, ma non poté trattenere un verso di disgusto nel notare che era forse più zuccherosa di come se la ricordava. Scosse la testa, passando una mano tra i capelli, poi salì le scale e aprì la porta della sua camera. Neanche il tempo di metterci piede dentro che vide qualcosa che le fece inarcare le sopracciglia e socchiudere le labbra, stupita. Sul suo letto c'era un ragazzo, intento a sfogliare distrattamente una rivista. Ma non era un ragazzo qualunque, lei lo conosceva molto bene, era il ragazzo, il diavolo che più aveva fatto parte della sua vita. Lui si rese conto della sua presenza e ghignò, senza distogliere lo sguardo dalla rivista.
Ciao Lopez, bella dimora.
 
***
 
Il resto della mattinata al parco, per Quinn e Rachel, trascorse lentamente, forse troppo, ma nessuna delle due ragazze faceva capire che qualcosa era successo nella loro testa, nel loro corpo. Erano entrambe tremendamente attratte dalla ragazza nuova, ma non poteva essere vero, non doveva essere così. Era fuori discussione. Essere fisicamente attratta da qualcuno, per la loro religione, per quello che li dicevano ogni giorno i parroci, era peccato. Esserlo di una persona del tuo stesso sesso, allora, doveva essere anche peggio. Sia la bionda che la castana cercarono di non pensarci ed erano tornate a chiacchierare di tutto e di più, come se nulla di strano fosse successo. Le ore passarono lente e le ragazze decisero di separarsi, tornando ognuno alla propria casa. Rachel salutò Quinn con un abbraccio e un grosso bacio sulla guancia, uno di quelli rumorosi e tremendamente affettuosi, poi le sorrise ampiamente e se ne andò, saltellando per la via che l'avrebbe condotta alla sua casa. Quinn sorrise divertita, guardando la sua amica che si allontanava, poi le girò le spalle e si incamminò verso la sua strada. Prima di tornare a casa, però, decise di passare in chiesa per confessarsi, magari per scambiare due parole con il parroco. Oltrepassò la porta, si fece il segno della croce, ma poi si bloccò. Avanti avanti, inginocchiato e con la testa piegata, c'era un ragazzo. Uno che non aveva mai visto...o forse si. La bionda, presa dalla curiosità, si avvicinò, mordicchiandosi il labbro inferiore. Più si avvicinava e più si rendeva conto che quel ragazzo lo conosceva. Posò una mano sulla spalla del giovane, il quale sobbalzò e si voltò di scatto. Un sorriso spontaneo si dipinse sul volto della ragazza e subito contagiò l'altro, il quale si alzò. Era un ragazzo abbastanza alto, con degli strani vestiti addosso e i lunghi capelli acconciati in dread. Senza dire niente, si abbracciarono, poi si sedettero entrambi sulla panca.
Joe, che ci fai qui?
Chiese Quinn, a voce bassa, guardando il ragazzo negli occhi, aspettando incuriosita la sua risposta. Il ragazzo guardò prima lei, poi l'enorme croce appesa di fronte a loro e poi tornò con lo sguardo sulla figura dell'amica, sorridendo sghembo.
Prego?
Chiese a sua volta, usando un tono ironico ma allo stesso tempo dolce e innocente. La bionda si fece scappare una risatina e scosse la testa, divertita.
Intendevo che ci fai a Lima. Non dovevi essere in viaggio spirituale?
Domandò ancora la ragazza, sperando di essersi spiegata meglio, quella volta. Lui si alzò e la prese per mano, aiutandola a fare lo stesso, infine portò un braccio attorno alle sue spalle e si incamminò con lei verso l'uscita della chiesa.
Ci sono stato ed è stata una grande esperienza positiva per la mia vita.
Disse il ragazzo, sorridendo tranquillo, guardando dritto verso lo spiraglio di luce che usciva dalla porta socchiusa dell'edificio solo illuminato dalla luce flebile delle candele.
Ma poi ho deciso di tornare qui, dove c'era la mia famiglia ad aspettarmi. I miei amici. La mia vita.
Continuò, voltandosi poi verso la ragazza e sorridendole in modo più ampio. Quinn sentì il cuore accelerare di poco i battiti, arrossendo poi lievemente. Aveva sempre avuto una specie di cotta per lui, ma non aveva mai tentato di approfondire quella sensazione, aveva cercato di reprimerla. Erano amici, non poteva distruggere tutto così.
Sono contenta che tu sia tornato.
Disse infine la bionda, arrossendo maggiormente. Cosa aveva fatto? Cosa diamine aveva detto? Come poteva essere tanto stupida da farsi sfuggire una cosa simile? Ormai, però, il danno era stato fatto. Poteva solo sperare che Joe capisse male, che vedesse quella frase come un qualcosa di amichevole. La guardò per un attimo, poi le sorrise ancora di più. A Quinn parve di svenire. Quel sorriso era meraviglioso e l'era mancato talmente tanto. Senza dire nulla, il ragazzo le si avvicinò e circondò i fianchi dell'amica con le sue braccia, stringendola poi forte contro di se.
Mi sei mancata così tanto, Quinn.
Sussurrò dolcemente, baciandole la testa. La bionda si sentì andare maggiormente a fuoco, ma era più rilassata, questa volta. Il suo amico non aveva capito e a lei stava bene così. Ricambiò l'abbraccio e chiuse gli occhi, godendosi quel bel momento.
 
***
 
Santana si avvicinò velocemente al ragazzo che stava sdraiato sul suo letto. Con uno scatto si appropriò della rivista e la buttò a terra. Assottigliò lo sguardo e strinse forte le labbra tra di loro, cercando di trattenere la rabbia che le stava salendo in corpo.
Cosa diavolo ci fai qui?! Questa è la mia missione, non mi sembrava di averti visto alla riunione!
Non riuscì più a trattenersi, le parole le uscirono dalle labbra come tante lame affilate, tutte dirette verso il bel ragazzo che, ancora comodamente sdraiato sul letto della ragazza, la guardava con un sorriso sornione, come se tutta quell'acidità che sprizzava dalle sue parole non fosse altro che una dolce manifestazione d'affetto. Finalmente decise di alzarsi e Santana si ritrovò a pregarlo mentalmente di tornare alla posizione di prima. La maglietta nera aderente che indossava lui si era alzata di poco, mostrando lo stesso quel fisico scolpito che tanto l'aveva fatta impazzire in passato. Il ragazzo fece due passi verso la Lopez, la quale non si spostò di un millimetro e tenne lo sguardo puntato in quello di lui. Il diavolo ghignò e le accarezzò una guancia con due dita, avvicinandosi tanto da farle sentire il suo respiro sulle sue labbra.
Mi dispiace, mia cara sexy diavolessa, ma anche io faccio parte della missione.
Sussurrò con voce bassa e sicura, guardandola come se le volesse marchiare l'anima, come se volesse lasciarle un segno che le rimanesse impresso nella mente. Senza dire altro, il ragazzo si allontanò e le sorrise bonario.
Ci vediamo, micia.
Disse semplicemente, leccandosi le labbra e lanciandole uno sguardo malizioso, poi si smaterializzò fuori dalla camera, fuori dalla casa, ma sicuramente non fuori dalla sua vita.

Pat's Corner
 
Ciao gente, forse ho fatto un leggero ritardo questa volta e mi dispiace ç_ç Spero vi sia piaciuto il capitolo :) Volevo ringraziare Nay Nay e manuel17 per aver recensito lo scorso capitolo. Grazie alle tre persone che hanno messo la storia nelle preferite, ovvero alixxx, bobby14, Ekaril e Nay Nay. Ringrazio anche GleekLove91 per aver messo la storia nelle seguite. Infine grazie anche alle sedici persone che hanno messo la storia nelle seguite, ovvero ale_xi4, caso, celeste02, destiny92, folle shane, Franci_1, Jeanne P, Katedixon, kiki98, LondonEye, robey, saretta_1992, snixvalentine, ThisIsIt e UnknownR. Spero di ricevere una vostra recensione a questo capitolo. Saluti, Pat. :)

 

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Capitolo 6
*** Capitolo Cinque. ***



 

Capitolo Cinque.
 

La scuola era incominciata e per Quinn quell'anno era il più importante, era il suo ultimo anno alle superiori e doveva impegnarsi molto se voleva essere ammessa a Yale. Certo, aveva paura di non esserne all'altezza, ma Rachel non le avrebbe mai permesso di ritirarsi senza neanche provarci. Stava camminando per i corridoi assieme alla sua migliore amica e stavano parlando giusto di quello, del fatto che la bionda aveva troppa paura.
Arriveresti all'età di settantatre anni, sulla sedia a dondolo, con venticinque gatti e un pappagallo, e ancora ti pentiresti di non esserti impegnata abbastanza per provare ad entrare a Yale. Dimmi, Quinn, vuoi arrivare a questo?
La voce forte della castana e le parole che uscivano velocemente dalle sue labbra fecero inarcare un sopracciglio alla Fabray, la quale si fermò e la guardò sconvolta. Ogni tanto si dimenticava di quanto potesse essere strana la sua amica. La Berry incrocia le braccia sotto al seno e batte la punta del piede destro a terra, guardando Quinn, aspettando una sua risposta.
Non mi piacciono i pappagalli.
Borbottò semplicemente la bionda, facendo poi un sorriso di quelli che facevano i bambini quando sapevano di aver fatto una cosa che non andava bene o quando sapevano di essere riusciti ad esasperare la propria mamma con le loro domande. Rachel la guardò dritta negli occhi, poi si girò, dandole le spalle, e afferrò il braccio di un ragazzo che stava passando vicino a loro.
Che fai?
Provò a chiederle Quinn, guardandola curiosa. Il ragazzo che la castana aveva afferrato si voltò lentamente e alzò un sopracciglio, puntando il suo sguardo su Rachel, la quale sgranò gli occhi e arrossì di colpo, togliendo velocemente la mano, come se si fosse scottata.
Uhm...ehm...s...scusa, v...volevo...
Balbettò lei, ormai completamente rossa in viso. La biondina la guardava sconvolta, non aveva mai visto la sua amica tanto imbarazzata. Era sempre stata un peperino, sempre pronta a parlare, ridere e scherzare con gli altri, non si imbarazzava mai di nulla, neanche di girare in intimo per il corridoio, cosa che aveva fatto in passato per una scommessa persa. Tornando a quello che stava accadendo, gli occhi scuri del ragazzo si spostarono, vagando per il corpo della castana; le sue labbra si piegarono in uno strano sorriso, poi si passò la lingua sulle labbra e si piegò di poco, tornando a guardare Rachel negli occhi.
Vedo che ci siamo incontrati di nuovo. Deve essere destino.
Sussurrò sorridendo, poi le baciò una guancia e si allontanò ridacchiando, passandosi una mano tra i capelli, tra l'altro portava uno strano taglio di capelli. Rachel sembrava sconvolta, apriva e chiudeva la bocca senza emettere un fiato, era rossa peggio del cerchietto che portava tra i capelli.
Rach? Ehi, Rach!! Riprenditi!
Esclamò Quinn, leggermente preoccupata per la sua amica, la quale si voltò verso di lei e, senza dire nulla, la prese per mano, trascinandola in bagno. Quando arrivarono, la castana chiuse la porta e si appoggiò con la schiena contro il legno scuro, sospirando pesantemente e portando una mano sul cuore, che in quel momento stava battendo furiosamente.
 
***
 
Santana sbuffò per l'ennesima volta. Era d'avanti allo specchio, intenta a vestirsi nel modo più umano possibile, senza dare nell'occhio, ma quei vestiti erano orrendi. Si era trovata a indossare una gonna bianca a palloncino, una camicetta rosa e delle scarpe dello stesso colore. Ma la cosa più sconvolgente era quello che aveva tra i capelli. Un fermaglio grosso quanto il palmo della sua mano, a forma di fiocco, di un bianco panna. Il verso che sfuggì dalle labbra rosse di Santana sembrò quasi un urlo disperato. Chi me l'ha fatta fare ad accettare questa missione, pensava la diavolessa, sospirando ancora. Prese le sue cose e uscì di casa, dritta verso quella che sarebbe stata la sua nuova scuola, peccato che nel bel mezzo della strada si scontrò con qualcuno, facendo cadere così la sua borsa e alcuni libri del ragazzo, il quale si piegò in fretta per aiutare la mora a raccogliere i suoi effetti personali.
Scusami, è stata colpa mia, avevo la testa altrove.
Si scusò frettolosamente il ragazzo dai dread, porgendo a Santana le sue cose, sorridendo dispiaciuto. La Lopez lo guardò negli occhi per un istante, cercando di capire che fosse, poi sorrise e afferrò tutto quello che l'era caduto. Le sembrava di averlo già visto da qualche parte.
Piacere, Joe Hart.
Si presentò subito dopo, porgendole la mano, senza smettere un attimo di sorridere e di torturarsi uno dei suoi dread con le dita. La diavola allungò il braccio e strinse la mano del ragazzo, il quale sbattè le palpebre per un paio di volte, sentendola davvero troppo calda. Ecco dove aveva visto il ragazzo, nel fascicolo di Quinn. Se non si sbagliava lui era il suo migliore amico.
Santana Lopez.
Disse infine lei, con un tono di voce talmente dolce da far cadere ai suoi piedi chiunque. Chi la conosceva sapeva che quando si comportava così c'era da preoccuparsi, voleva dire che aveva qualcosa in mente, ma quel poveretto non aveva idea di cosa lo aspettava. Ne tanto meno sapeva che era stato appena scelto come pedina nel gioco della mora.
 
***
 
Quinn si stava massaggiando le tempie con quattro dita, due per ogni mano, sospirando pesantemente e cercando di capire cosa fosse successo alla sua amica.
Ora, Rach, prendi un respiro profondo, conta fino a cinque, poi, lentamente, spiegami cosa è successo.
Disse la bionda, parlando in un modo lento e controllato, come se stesse cercando di spiegare per l'ennesima volta ad un bambino una cosa davvero semplice. La Berry annuì e prese un respiro profondo, probabilmente stava anche contando, come le era stato detto dalla sua migliore amica, poi buttò fuori l'aria e guardò a terra.
E' successo ieri, quando ci siamo separate e stavo tornando a casa.
Iniziò a parlare la castana, cercando di non affrettare troppo le parole, per fare capire alla bionda. Ad un tratto fu come se la scena del giorno prima le fosse stata proiettata d'avanti ai suoi occhi e, mentre parlava, spiegando dettagliatamente tutto quello che era accaduto, la scena andava avanti.
 
Rachel aveva appena salutato la sua migliore amica, le aveva fatto capire che era tutto ok, ma non era così. Nella sua testa e nel suo corpo c'era qualcosa di diverso. Sospirò pesantemente, buttando indietro la testa e guardando il cielo azzurro, quando, ad un tratto, andò a sbattere contro un ragazzo. Per via della botta e dello spavento, Rachel perse l'equilibrio. Stava per cadere, ma due braccia forti e muscolose la tennero, spingendola contro un petto altrettanto muscoloso. La castana si sentì infiammare, non solo le guance, ma tutto il corpo. Brividi le passavano per la collona vertebrale e il cuore batteva forte, come se avesse appena finito di fare una maratona.
S..scusi..
Balbettò la ragazza, alzando lo sguardo, incontrando così due occhi scuri, tanto profondi che sembrava la stessero leggendo dentro. Le sopracciglia aggrottate del ragazzo e la smorfia leggermente preoccupata la fecero riprendere e arrossire maggiormente. Un sorriso spuntò sulle labbra del suo salvatore, un sorriso talmente luminoso da abbagliarla.
E' tutto ok. Tu stai bene?
Le chiese. Rachel si sentì svenire, quella voce profonda, sensuale, le entrava dentro, le toccava il cuore. Deglutì e fece un passo indietro, staccandosi da quel corpo perfetto.
S...si. St..sto bene.
Balbettò ancora una volta. Lui sorrise ancora e si presentò. Noah Puckerman. Lei era più che sicura che non sarebbe più riuscita a togliersi quel nome dalla mente. Si presentò a sua volta, poi si allontanarono, ognuno per la propria strada.
 
Quinn strabuzzò gli occhi e socchiuse le labbra, stupita. Chi se lo aspettava che la sua amica fosse tanto presa da un perfetto estraneo? Quando si diceva amore a prima vista. Sorrise ampiamente e le prese una mano.
Sta tranquilla, Rach. Come prima cosa cerca di scoprire qualcosa su di lui. Parlagli e poi si vedrà.
Consigliò la bionda, facendo annuire lentamente l'amica. Le sorrise ancora una volta e la trascinò fuori dal bagno.

Pat's Corner
 
Ciao a tutti! Questa volta nessun ritardo, anzi, sono in anticipo di un giorno xD Spero che il capitolo vi piaccia :) Volevo ringraziare Nay Nay, Franci_1 e manuel17 per aver recensito lo scorso capitolo. Grazie alle cinque persone che hanno messo la storia nelle preferite, ovvero alixxx, bobby14, destiny92, ItsSheena_Bitches e Nay Nay. Ringrazio anche GleekLove91 per aver messo la storia nelle seguite. Infine grazie anche alle diciotto persone che hanno messo la storia nelle seguite, ovvero ale_xi4, caso, celeste02, destiny92, Fede_96, folle shane, Franci_1, Jeanne P, Katedixon, kiki98, LondonEye, pazzaxamore, robey, saretta_1992, snixvalentine, ThisIsIt e UnknownR. Spero di ricevere una vostra recensione a questo capitolo. Saluti, Pat. :)

 

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Capitolo 7
*** Capitolo Sei. ***



 

Capitolo Sei.
 

L'auditorium era pieno zeppo di studenti, tutti seduti composti, sorridenti e pronti ad ascoltare cosa il preside volesse dire loro. Sicuramente era la presentazione ufficiale dei nuovi studenti, pensavano in molti. La loro attesa durò poco: il preside salì sul palchetto, prese in mano il microfono ed iniziò a parlare.
Buon giorno studenti della William McKinley High School.
La sua voce, resa profonda dal microfono, rimbombava tra quelle quattro mura. Quinn era seduta al terzo posto partendo da destra, alla seconda fila. Al suo fianco c'era la sua amica di infanzia, Rachel, la quale ancora doveva riprendersi dall'aver realizzato di essersi presa una brutta cotta per un ragazzo a lei sconosciuto.
Sono qui per dare un ben tornato a tutti i vecchi studenti.
Iniziò a parlare con un sorriso, dando vita così ad un applauso e a degli sguardi lanciati tra studenti, sempre molto sorridenti. Santana, da dietro il palco, storse le labbra, disgustata. Assolutamente ... pensò, ma una voce la distrasse.
... disgustoso.
Una voce maschile aveva completato il suo pensiero. Una parola sussurrata direttamente al suo orecchio. Santana rabbrividì, poi sospirò. C'era solo una persona che riusciva a farla sentire così. Lentamente si voltò e puntò i suoi occhi neri in quelli del ragazzo ghignante che aveva di fronte.
Hai deciso di seguirmi, per caso?
Chiese la ragazza, seccata. Una piccola risatina sfuggì al ragazzo, mentre si sentiva il preside parlare, ma erano così concentrati che le sue parole erano solo un leggero sottofondo.
Piccola, dolce e sexy Lopez.
Sussurrò il ragazzo, avvicinandosi a lei con fare sensuale. Una sua mano grande si posò sul fianco della ragazza, la quale si leccò le labbra improvvisamente secche.
Ripeto che ci sono anche io nella missione.
Continuò, sempre in un sussurro, portando l'altra mano a giocare con i capelli della mora, la quale sentì una stretta allo stomaco.
E ora: un caloroso benvenuto ai nuovi studenti di questa scuola!
La voce del preside e l'applauso sonoro di tutti gli altri studenti seduti in quell'aula la fece svegliare e tornare con i piedi per terra. Scosse con forza la testa e gli allontanò le mani, guardandolo male.
Sta lontano da me, Puckerman.
Sibilò in modo velenoso, poi gli diede le spalle e salì sul palco, sentendo il suo nome. Sorridi Santana, anche se ti fa schifo, sorridi, si ripeteva la Lopez. Riuscì a fare il sorriso più convincente che aveva nel suo repertorio. Il suo sguardo vagò per le file di studenti, poi però si fermò su una biondina di sua conoscenza. Si leccò le labbra e le sorrise in un modo un po' diverso, quasi malizioso. Quinn notò quello sguardo e quel sorriso, ma inizialmente non riuscì a capire il significato. Arrossì debolmente e le sorrise, applaudendo ancora.
 
***
 
Tic. Tac.
La lancetta dell'orologio si muoveva velocemente, scandendo ogni secondo che passava.
Tic. Tac. Tic.
Due occhi si aprirono di scatto. Occhi spalancati, marroncini, contornati da un verde scuro, con qualche pagliuzza più chiara, erano puntati sull'enorme orologio a muro che mostrava a chiunque lo guardava il tempo che continuava ad avanzare.
Tic. Tac. Tic. Tac.
Due braccia esili che si muovevano, un corpo femminile che si contorceva su di una sporca coperta, senza ottenere nulla, se non il rumore metallico delle catene che la tengono ferma. I suoi occhi iniziavano a bruciare e, assieme al rumore dell'orologio, sentì dei passi. No. pensava la povera ragazza, scuotendosi con forza, facendo ondeggiare i lunghi capelli biondi. I passi erano sempre più vicini e le lacrime scendevano incontrollate dai suoi occhi spalancati dal terrore. No, no. sempre quell'unica parola le invadeva la mente, mentre il corpo iniziava a tremare e le spalle le si alzavano e abbassavano in fretta, sottolineando un singhiozzo silenzioso, seguito subito da altri. Il rumore dei passi cessò, ma venne subito sostituito da quello della chiave inserita nella toppa. NO! il suo pensiero era così forte e pieno di paura che sembrava che anche gli altri potessero sentirlo. Un rumore, come quello di un tuono, rimbomba per la camera stretta e lurida. Il rumore della chiave che girava, la maniglia che si abbassava e poi...poi una luce. Una luce bianca, abbagliante, circondò la ragazza. E subito dopo...il nero.
 
***
 
La cerimonia di benvenuto ai nuovi studenti si concluse in fretta e tutti dovettero raggiungere le proprie aule. Dire che Quinn era felice era davvero poco, sprizzava allegria da tutti i pori. Le sue labbra leggermente carnose erano aperte in un dolce sorriso che dedicava a chiunque la salutasse o la guardasse soltanto. Oltre ad avere la compagnia della sua amica, come sempre, aveva di nuovo al suo fianco Joe, l'unico ragazzo con cui poter parlare di tutto. L'unico problema? Quinn se ne era innamorata. Oddio, innamorata era una parola grossa, ma sapeva di provare qualcosa per il suo amico, anche se preferiva stare in silenzio e non dirgli nulla, visto che non voleva rovinare la loro amicizia. Andando oltre, aveva anche conosciuto una delle ragazze nuove, Santana, e, anche se era davvero strano quello che sentiva quando c'era lei, voleva provare ad esserle amica. Non sarà facile visto che, da quando l'ho incontrata, sogno di baciarla e di...di... neanche riuscì a concludere quel pensiero, era tutto troppo strano per lei. Eppure, anche se aveva tutto quello, sentiva che c'era qualcosa che non andava. Un tassello mancante del suo puzzle personale. La bionda sospirò e si sedette al primo banco, attendendo che il professore iniziasse la lezione, ma, in quel preciso istante, sentì una stretta forte allo stomaco e le mancò l'aria. Boccheggiò un paio di volte, portando la mano alla gola, accarezzandosela, quasi come se quel gesto potesse aiutarla. Fortunatamente quella brutta sensazione passò, ma lei aveva le lacrime agli occhi. Si era sentita male, davvero male. Come se stesse...per morire.

Pat's Corner
 
Ciao a tutti! Chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto qualche problema di ... come dire ... mancanza di idee, ecco. Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e tutti quelli che hanno preferito e seguito la storia. Spero di ricevere una vostra recensione a questo capitolo e spero che vi sia piaciuto. Saluti, Pat. :)

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