Tamarix

di Oducchan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Titolo: Tamarix [part1]
Personaggi e pairing: Thor, Loki, Sif, Amora [menzionati: Odino, Frigga, i Tre Guerrieri, vari ed eventuali]
Rating:arancio tarocco...
Riassunto: Lì tra la folla, sotto un velo di dorati capelli, il Dio dell'Inganno ha visto ciò che cercava: occhi verdi di malizia che intessono trame di menzogne
Avvisi: mini-long, what if?. Personaggi non ancora debuttato al cinema!
Note: perchè io adoro Amora e sono pronta a implorare la Marvel di infilarla anche solo di straforo in Thor 2. Insieme a Balder. E a Karnilla. E a Hela. E... e a un mucchio di altra gente, per la miseria ç_ç
Ambientazione post Avengers. Che succede quando Thor porta a casa Loki? Un bel casino! Riferimenti al suddetto film -c'è Thanos! Thanos!-, e, uhn, un bel what if di come adoreri potesse essere il sequel di Thor. Chi riesce a seguirmi riceve tante caramelle come premio XD

Tamarix
[1]


Voci. Sussurri. Niente di puramente delineato che all'udito possa essere catalogato come insulto. Il popolo di Asgard, nei loro abiti lussureggianti e nei corpi vigorosi, pare non nutrire un rancore evidente nei confronti della malsana progenie che il Padre degli Dei ha accolto nella sua dimora. Non sanno, non vedono, non se ne curano. Ciò che loro interessa è che Loki, l'Ingannatore, tessitore d'inganni, è tornato alla patria che l'ha cresciuto. In catene, come il peggiore degli sconfitti. In ginocchio, asservito alla potenza degli Dei.
In un angolo sperduto della sua mente torturata, Loki ne è divertito. Tutti questi sciocchi, che credono di poter godere del sonno dei giusti, tranquilli nelle loro dimore, solo perchè il loro principe, il loro salvatore, è riuscito con la sua combriccola di mortali a fermarlo prima dell'inevitabile. Gli ha impedito di schiavizzare Midgard e di farla inginocchiare ai suoi piedi; e vorrebbe ridere, di gusto, se potesse metterlo a conoscenza del fatto che l'unica cosa che quell'idiota senza cervello ha fatto è stato scatenare sul suo patetico nuovo giocattolo l'ira di qualcuno estremamente più potente, capace di dilettarsi con la Morte stessa.
Non può parlare, però, perchè i terrestri hanno provveduto a metterlo a tacere. E allora osserva, il tripudio di trionfo che accoglie la dorata figura dell'erede, l'altero compiacimento del re, le lacrime silenziose e invisibile della regina. Ascolta le parole di condanna, la pena che grava sulle sue spalle, l'umiliazione di essere ridotto a niente più che un piccolo essere incatenato a una terra che non è più sua.
Osserva, Loki, ma si diletta, perchè il verdetto di Odino scorre sulla sua anima come acqua. Può togliergli la libertà, la sua identità, la dignità, può rinchiuderlo nella cella più cupa di tutto il palazzo, può metterlo in catene o condannarlo a un supllizio perpetuo. Non sarà mai abbastanza. Non sarà mai per sempre.
Lì tra la folla, sotto un velo di dorati capelli, il Dio dell'Inganno ha visto ciò che cercava: occhi verdi di malizia che intessono trame di menzogne. Occhi fieri, occhi ardenti, occhi consumati da un desiderio innominabile. Occhi come suoi, che cantano al suo cuore promesse di deliziosa vendetta.
E da quel rapido e fugace battito di ciglia, presto, molto presto, Loki sa che avrà ciò che brama, e nessuno dei Nove Regni avrà mai più la sua pace.






Angolino occulto:

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Capitolo 2
*** 2 ***


Titolo: Tamarix [part2]
Personaggi e pairing: Thor, Loki, Sif, Amora [menzionati: Odino, Frigga, i Tre Guerrieri, Jane, Skurge, vari ed eventuali]
Rating:arancio tarocco...
Riassunto: Lì tra la folla, sotto un velo di dorati capelli, il Dio dell'Inganno ha visto ciò che cercava: occhi verdi di malizia che intessono trame di menzogne
Avvisi: mini-long, what if?. Personaggi non ancora debuttato al cinema!
Note: Più penso a come proseguire, più elementi ci metto. Finirà con l'essere un bel rimpasto tra comics, film e addirittura cartoons - ma non voglio svelare troppo presto come e dove XD



Tamarix
[2]

Man mano che le ore del giorno cedono il passo a quelle che scandiscono il trascorrere della notte, la calda e splendente luce diurna che bagna il dorato regno di Asgard si affievolisce, come un fiore che al calar del buio richiude morbidamente la sua corolla a protteggere il suo cuore di stami; pian piano il terso cielo s'incupisce, lasciando spazio per l'infinità dello spazio aperto e delle sue migliaia di stelle, e le stanze dagli alti soffitti e dai tendaggi arabescati scivolano lente e maestose tra i giochi di ombre e silenzi che accompagnano il sonno dei suoi indomiti abitanti. E quando il processo si compie del tutto, gli alteri candelabri che adornano saloni e corridoi accendono le loro braccia di cera assecondando un muto ordine di mistica natura -il volere del Padre di tutti gli Dei.
Loki, nella penombra della propria cella -se così può definire l'ambiente, nudo e spoglio di ornamenti e suppellettili, in cui è stato rinchiuso dal termine della cerimonia del suo ritorno- osserva meditabondo lo sfrigolare leggero ma persistente della fiamma che, sospesa nel vuoto a mezz'aria, dona un poco di colore e di chiarore al luogo deputato alla sua prigionia. I suoi regali lineamenti si tendono, spasmodici,al montare tumultuoso nel petto di una fulgida ondata d'ira: ma come spesso ha fatto negli ultimi giorni, riesce a controllarla quel tanto per ricacciare il suo aspro sapore giù per la gola. Allunga una delle mani dalle lunghe dita diafane, orientandole verso la piccola sorgente di fuoco, e prova a muoverle, formulando simboli arcani e antichi quanto l'universo stesso nell'aria pesante e ferma.
Nulla succede, nulla muta.
Loki sorride. Un sorriso che non ha nulla della gioia che aveva accompagnato la sua giovinezza, quando ancora la sua mente era innocente e ignara del gusto che la Verità possedeva; e non ha nulla del riso che accompagna le beffe e i lazzi con cui ha spesso dilettato le sue giornate, nella scoperta della portata delle proprie capacità. Un sorriso arido, che esprime solo la sua impotenza nei confronti del destino precostituito contro i suoi desideri da quell'essere che un tempo lontano aveva avuto la stupidità di chiamare padre. Odino è stato prudente. Il suo giudizio, pervaso del suo Potere, lo ha spogliato di ogni potere magico e di ogni sua riserva di energia, riducendo la sua conoscenza a nulla oltre che a un libro chiuso sotto chiave. Ma vi è di più, lo può avvertire chiaramente: può quasi sentire, come se fossero realmente stretti attorno alle sue membra, pronti a soffocare ogni sua ribellione, legacci intangibili ma dalla resistenza infrangibile, che lo arpionano impedendogli la fuga.
E Odino è stato efficiente, come ci si aspetta da colui che è padrone e sovrano del destino di Nove Regni interi, la cui volontà è legge scritta ancor prima che venga espressa. Loki ha passato ogni singolo minuto dei giorni trascorsi a cercare ogni possibile via di fuga, analizzando minuziosamente ogni singolo anfratto della stanza -nuda, cruda, in cui nulla di ciò che avviene all'esterno riesce a filtrare, nascosta nel ventre dell'enorme cittadella- sondando muri, crepe, tericcio, finestre, sbarre. Ha provato a cogliere di sorpresa i carcerieri che periodicamente entrano a portargli nutrimento, ma la loro mole e il loro armamentario sono stati insormontabili. Allora ha provato a persuaderli, intessendo per loro dolci promesse di immense ricompense, ma quando ha aperto bocca per mentire dalla sua gola non è emerso alcun suono. Muto, impotente, ha dovuto ingoiare l'umiliazione e lasciar scivolare via anche quell'occasione. La sua rabbia è stata immensa, dopo, rimasto da solo, ma come rapidamente si è innescata, altrettanto rapidamente si è esaurita. Ha imparato il valore dell'attesa. Ripercorrendo mentalmente tomi e volumi di sortilegi, ha aspettato. Perchè l'unica cosa che Odino non poteva, non può e non potrà prevedere, nemmeno dagli striduli becchi dei suoi corvi, sono gli oscuri tumulti del cuore dei suoi sudditi che gravitano ai margini della follia.
Lo scatto della serratura è rumoroso e imprevisto, ma non inatteso. Loki solleva lo sguardo, scostando lunghe ciocche di capelli neri dal viso, e mentre aspetta che tutti i chiavistelli e le catene che lo separano dalla Casa degli Dei si sciolgano, si solleva lentamente in piedi, un ghigno feroce e maligno che esplode in una rauca risata di compiacimento quando la porta si apre cigolante ruotando sui cardini, permettendo a fiochi barlumi di candela di filtrare aggiungendo nuovi chiaroscuri all'ambiente.
I suoi aguzzini, due degli uomini più robusti e competenti nell'arte della tortura che il Re degli Dei ha saputo trovare nella folta schiera dei suoi servitori, giacciono ai lati della soglia, inginocchiati, prostrati ai piedi della sinuosa figura avviluppata in un'ampio mantello del più acceso tono del verde. Dal cappuccio arabescato che le nasconde gran parte del viso, Loki riconosce la morbida cascata di capelli dorati che già aveva colpito la sua attenzione così vivamente, e una bocca carnosa, modellata sensualmente per le arti più becere e sublimi -narratrice di menzogne incrostrate delle più meravigliose promesse. Per un'istante resta lì ferma, quasi timorosa di compiere passi ulteriori, carezzando distrattamente con le piccole mani i volti di quegli stolti che si sono abbandonati al suo volere. Loki le concede ogni indugio, senza fretta, perchè dev'essere lei a venire da lui.
La donna tentenna ancora, ma poi scaccia i suoi novelli ammiratori con un altero cenno, indirizzato anche a qualcuno in attesa nell'oscuro corridoio.
-Veglia affinchè nessuno ci disturbi, e tieni a bada questi vermi- comanda, con voce altera di chi è abituato a disporre della vita e dell'abilità altrui per soddisfare alle proprie necessità. Loki le sorride, estasiato. La porta si chiude con un tonfo pesante, lasciando che il suo eco riverberi per qualche lungo istante, prima che l'Ingannatore inizi a parlare.
-E così... alla fine sei giunta-
La donna gli sorride, mellinflua, e con uno strattone deciso libera la chioma folta e curata e lo sguardo smeraldino dall'impiccio del suo manto, cosicchè Loki possa finalmente ammirarla da poca distanza. Il suo viso appare quello di una dolce vergine fanciulla, dai tratti ancora immaturi e dai grandi occhi di un verde intenso che si aprono tra folte ciglia dell'oro più fino, la pelle liscia e vellutata teneralmente arrossata sugli zigomi alti. Ma in quelle iridi non v'è spazio che per l'odio e una bramosia talmente intensa che il cuore lacerato e colmo di veleno del dio della Menzogna non può che tornare a compiacersene. Niente di quella donna è ciò che sembra, perchè il suo corpo procace, le labbra piene e l'atteggiamento tutto narrano voluttà ben diverse, sussurrano di uomini conquistati e ridotti a schiavi e di donne lacerate e usurpate nei loro diritti, parlano di alcove dai profumi ammorbanti e di torbidi complotti dalle trame inenarrabili.
-Sì, mio Signore - risponde la giovane, la voce modulata che accarezza invitante l'udito. -Sono qui per liberarti da questa ingiusta prigionia-
Estasiato, Loki atteggia un piccolo inchino, facendole cenno di avvicinarsi senza timore.
-E dimmi, mia salvatrice, qual è il tuo nome, così che io possa più degnamente ringraziarti?-
La ragazza sorride. Loki riesce a scorgere denti splendenti, e la rincorsa tumultuosa dei suoi pensieri.
-Il mio nome è Amora, mio dolce Signore, se così può compiacerti-.
La Vittoria ha lo stesso sapore del miele e dell'ambrosia, perchè Loki può già saggiarla, nell'avanzare verso la sua ospite con il più malefico dei ghigni di cui dispone.
-Ciò mi è noto dal momento stesso in cui hai voluto affidare a me le tue pene, mia dolce bambina. Ciò che io voglio sapere è chi sei davvero, e perchè sei venuta da Loki il Truffatore correndo così grandi rischi-
Per un istante, la sua risposta pare aver contraddetto qualche sciocca convinzione che la splendida asgardiana possedeva nei suoi confronti. La vede tentennare, per un istante soltanto insicura su quale scelta compiere, ma poi torna a sorridergli, bella e rassicurante, mentre le sua mani volteggiano nell'aria facendo apparire dal nulla due comodi seggi in cui potersi accomodare.
-Sono nota nel regno con l'appellativo di Incantatrice -risponde, sicura di sè -E sono qui per proporti un patto, Figlio dei Segreti-.







Angolino occulto:

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Capitolo 3
*** 3 ***


Titolo: Tamarix [part3]
Personaggi e pairing: Thor, Loki, Sif, Amora [menzionati: Odino, Frigga, i Tre Guerrieri, Jane, Skurge, vari ed eventuali]
Rating:arancio tarocco...
Riassunto: Lì tra la folla, sotto un velo di dorati capelli, il Dio dell'Inganno ha visto ciò che cercava: occhi verdi di malizia che intessono trame di menzogne
Avvisi: mini-long, what if?. Personaggi non ancora debuttati al cinema!
Note: voi non avete idea di che supplizio sia tirare fuori tutti questi termini ricercati XD Attenzione, scene di seduzione e manipolazioni psicologiche in atto.



Tamarix
[3]


Per qualche istante, Loki tace, analizzando attentamente la notizia e contemplando i molteplici significati nella sua mente, aprofittandone per studiare accuratamente la sua interlocutrice. Incantatrice. Un nome importante, un nome... potente. L'ha udito molte volte sussurrato per i corridoi del palazzo, e ne rammenta il suono mormorato tra le labbra dei membri della Corte reale, ridondato tra i loro discorsi appena captati durante la sua giovinezza. E poi frammenti di accenni, cristallizzati tra le infinite chiacchiere del regno.
Perchè null'altro ci si potrebbe aspettare, al riguardo dell'apprendista bandita della regina di Normheim.
Sorride, accondiscente, le mani dalle lunghe dita che si aprono in un beffardo gesto di benvenuto.
-Sono onorato che una dama di fama tale da essere ammirata in tutta Asgard sia venuta a farmi visita in questa mia umile... dimora- l'arguta lingua schiocca contro il nobile palato, permeando di acido veleno ogni vocabolo scelto per saggiare la sua interlocutrice -Ma leggo nei tuoi occhi ben più di quanto le tue parole mi svelano. Cosa ti fa credere che io voglia essere... salvato?-
Gli occhi verdi come smeraldi di Amora sgranano di poco nella benevola penombra, come scossi da un interno sussulto, prima che la loro padrona scosti dolcemente il viso, inclinando il niveo collo per lasciar spiovere in una dorata cascata i morbidi capelli sulla spalla. Con fare distratto, una delle piccole mani inizia a trastullarsi con le seriche ciocche, e Loki avverte distintamente una pressione, dolce e carezzevole come miele, ma insistente, scivolare indiscreta nella sua coscienza e invogliare la sua attenzione a non distogliersi nemmeno per un istante da quel banale movimento.
-È giusto che tu non abbia fiducia, mio signore- sussurra la sua limpida voce con tono affranto e costernato -Hai molto sofferto rinchiuso qui ingiustamente, e la mia persona ti è ignota e sconosciuta. Davvero non posso biasimarti- cinguetta, e in un battito delle lunga ciglia il suo sguardo è di nuovo fisso in quello del dio dell'inganno, tagliente e affilato, e quell'occhiata indiscreta penetra molto più a fondo di mille altre parole -Ma il tuo corpo è ridotto a una larva e si dibatte inquieto senza aver accesso all'arte in cui sei maestro. Non sei nulla di più di un semplice mortale, e la tua mente smania per avere ciò che è tuo di diritto- Le labbra rosse e piene si distendono sui denti candidi, aprendosi in un sorriso gioioso e abbacinante. L'insistenza si fa più pressante, avvolgendogli il petto in una vaga sensazione di spossatezza e calore; la percezione dell'ambiente e dell'esterno sfuma, dolcemente, in un retrogusto di ambra e cannella quando l'Incantatrice conclude, sprezzante: -Hai bisogno di me-
Loki inspira bruscamente, accorgendosi di avere la gola riarsa come se si trovasse nel cuore di un deserto, ma è una consapevolezza effimera e che dura il tempo di un battito d'ali. Quando Amora gli prende le mani tra le sue, stringendole con ardore, a malapena riesce a distogliere lo sguardo dalla sua bocca socchiusa e dai lucidi crini per portarlo a studiare i delicati disegni tracciati a più riprese sui suoi palmi. La pressione s'incunea pian piano più a fondo, carezzando la sua anima lacerata e cullandola di torbide promesse.
-E dimmi, di cosa saresti capace, mia Incantatrice?- mormora, aprendole appena la strada verso il suo cuore, in attesa.
Il bel viso viene attraversato da un nuovo guizzo d'ilarità soppressa che le illumina la candida pelle di una luce di splendore. Attonito, la osserva alzarsi dal suo scranno, in un fruscio delle morbide vesti, e farsi a lui più vicina, fino a che le loro gambe si sfiorano in un'intesa sinziosa; e poi non può che contemplarla, quando lei si china verso il suo volto, l'aurea chioma a carezzargli gli alteri zigomi, le pallide iridi ombreggiate da palpebre frementi e l'abito che scivola sinuoso dalle spalle rotonde ai fianchi torniti, rivelando le forme del corpo...
Il suo respiro gli scivola sulla pelle, troppo vicino per sottrarvisi, quando viene a sederglisi in grembo; il suo profumo è inebriante tanto da ottenebrare la lucidità rimasta alla sua ragione, ma non ha alcuna importanza, perchè Amora dalle mani di fata e dagli occhi di giada è lì per lui, invitante come un frutto succoso e maturo, e le sue labbra si schiudono in un sospiro mozzato quando la maga reclina il capo contro la sua spalla, sussurrando morbidamente al suo orecchio.
-Abbandona i tuoi affanni, nobile Loki... lascia alle spalle i tuoi cupi pensieri. Ascolta le mie promesse, e cedi al fascino di Amora l'Incantatrice...-
Loki attende che il volto d'alabastro s'avvicini al suo, prima di sorridere vittorioso, scansando con decisione le dita sul suo petto e stringendo repentinamente quel collo da cigno in una morsa ferrea e potente. Il bel volto si trasfigura in una maschera di terrore.
-Pensavi davvero di poter ingannare me, signore delle menzogne, con un sortilegio di così infima fattura?- la sbeffeggia, aspro.
Amora tenta di dibattersi, invano. Loki non è maestro del combattimento come il suo aitante fratello, ma possiede la giusta forza per risultare minaccioso, quindi aumenta la presa; la donna ansima, presa alla sprovvista, ma presto il suo sguardo muta sostanza, e l'ira si fa strada nei suoi tratti.
-Come osi...-
-Taci- in un fluido movimento, Loki si alza agilmente, sgravando dalla sua persona il peso della donna, seppur continuando a tenerla con tanto vigore da mantenerla sospesa da terra; e prima che lei possa repricargli con formule arcane tralci di magia evocata, la scaglia il più possibile lontano da sè, verso il muro petroso costellato di crepe e fratture.
-Avrei dovuto aspettarmi qualcosa del genere dall'allieva di Karnilla. Dovrei chiamare le guardie e destinarti al giudizio di Odino-
Amora, con un acuto gemito di dolore, si rialza lentamente dal freddo pavimento. Ora le sue movenze sono circospette e estremamente caute, quasi si aspetti di essere attaccata nuovamente. Loki sogghigna internamente, osservandola coprirsi frettolosamente e occhieggiare nervosa verso l'uscita, l'incarnato esangue ora tinto prepotentemente di più rivelatrici sfumature; ma non si aspetta nulla di meno della sua risposta rabbiosa e sicura.
-Ma non lo farai-
-Ma non lo farò - annuisce, avvicinandosi senza emettere suono e tendendole invitante una mano -Perchè sono estremamente...curioso di conoscere il patto che vorresti propormi-
L'Incantatrice fissa per qualche secondo con diffidenza quello sconcertante palmo teso. Deglutisce, tesa, e poi lo scansa senza remore, tornando altezzosa verso il magico sedile da lei creato.
-Semplice, mio caro Ingannatore - sibila, tutta la voluttuosità della sua voce ormai sfumata -Tu rivuoi il tuo potere, e tutta Asgard con lui. Io ti renderò la tua potenza e ti renderò padrone di tutti i Nove Regni-
-E cosa dovrò darti in cambio, mia leggiadra amica?-
Lo sguardo della donna si fa improvvisamente colmo di una spasmodica bramosia, intensa e accecante, tale da farla fremere in tutto il corpo come se fosse incapace di contenerla. Loki la osserva, estasiato, uno spasmo di cruda aspettativa che scivola sinuoso giù per la gola per quanto sta per venire a sapere.
E quando Amora schiude le morbide labbra dando suono al desiderio che le scuote il petto affannato, Loki a stento trattiene il sussulto di giubilo crudele che gli sorge spontaneo dal profondo del cuore.
-Desidero semplicemente una cosa... il suo cuore, la sua mente, il suo corpo. Desidero lui.-
E in quella semplice e innocente sillaba vi si distilla la più cocente e tormentata delle passioni, fiera e irresistibile, un ardore che il figlio di Laufey ben conosce e che preme di poter nutrire e veder divampare; non vi è bisogno di altre vacue parole, lui sa, lui ha visto. Lui ha guardato nell'abisso dell'anima di quell'impavida creatura che ha scelto di affidarsi al suo ingegno e alle sue arti. Esultando nelle arcane amenità del suo spirito, annuisce, siglando tra loro un contratto non più scindibile.
-E così sia, Incantatrice. Ti darò ciò che desideri. Ma sappi, che per prestarmi il soccorso che dici di sapermi fornire, dovrai rinunciare ad altrettanto-
Amora riacquisisce rapidamente la sua postura, nascondendo abilmente il suo turbamento dietro un velo di libidine e lussuria nel tornare a svagarsi coi suoi dorati crini. Non prima di aver notato la letizia del Signore degli Inganni.
-Sono lieta che il nostro accordo ti diletti, mio signore-
E Loki ride, incontrollato, perchè già assapora la fine del regno di Odino e l'eterna rovina della sua discendenza.
-Oh, mia cara alleata, la mia gioia... è solo appena cominciata-


Noticine:
My happiness... is only just beginning: sapete quelle frasi che fanno la storia? (Loki a Victor von Doom, Thor #602)
Amora: è opinione comune ritenerla la più bella delle donne asgardiane. Tra le altre cose, è in grado di ridurre in suo potere ogni uomo lei scelga, anche solo con un bacio




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