We're on fire!

di Kira98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gli One direction ***
Capitolo 2: *** Una proposta che mi cambiò la vita ***
Capitolo 3: *** Il concerto ***
Capitolo 4: *** Quegli occhi... ***
Capitolo 5: *** Il momento più bello ***
Capitolo 6: *** Little things ***
Capitolo 7: *** "Non è un appuntamento" ***
Capitolo 8: *** NOI! ***
Capitolo 9: *** Segreti! ***
Capitolo 10: *** Eleonor! ***
Capitolo 11: *** Larry Stylinson! ***
Capitolo 12: *** They don't know about us! ***
Capitolo 13: *** 29-06-2014 (parte 1) ***
Capitolo 14: *** 29-06-2014 (parte 2, e non solo) ***
Capitolo 15: *** Un duro risveglio ***



Capitolo 1
*** Gli One direction ***


Ore 7:00

Ero in bagno, mi stavo finendo di preparare per poter andare a scuola, mentre mi lavando i denti pensavo che fra meno di un’ora sarebbe ricominciata la stessa vita monotona di sempre, soliti amici, solita scuola, solita gente; niente di nuovo… Era da un po’ di tempo che mi sentivo estranea alla mia vita; come se volessi qualcosa di più eccitante, qualcosa che mi cambiasse la vita.
Non la solita “avventura” di una quattordicenne, di anni ne avevo 19, mi ero trasferita a Londra da diversi anni e comunque sia, ero riuscita a farmi degli amici e mi trovavo bene nella zona dove abitavo. Effettivamente non c’era niente che non andasse, desideravo soltanto qualcosa di… DIVERSO!

Mi stavo vestendo quando sentii squillare il telefono, alzai gli occhi e sbattei le palpebre stupita: Chi potrà essere, a quest’ora poi? -Pronto?- Afferrai il telefono che vibrava sul comodino accanto al mio letto.
-Emma? Ci sei? Sono Alyson!- sbottò di colpo.
-Eiii Alyson… Che cosa c’è? Perché mi chiami così presto?- Chiesi incuriosita.
-Niente di grave tranquilla! Volevo solo ricordarti che oggi c’è assemblea- Fece una breve pausa ma vedendo che non rispondevo, continuò -Avevamo deciso di non andarci… Te ne eri dimenticata vero?-
Mi sistemai i capelli dietro l’orecchio destro sfiorando l’orecchino di perle, feci un respiro profondo e poi le risposi –Oddio! Si ad essere sincera me ne ero completamente dimenticata! Scusami tanto- Alyson fece una risata – Tranquilla! Non ti preoccupare, l’avevo notato che in quest’ultimo periodo sei un po’ distratta- Fece un’altra pausa, questa volta molto più lunga e imbarazzante.
Forse si aspetta che le dicessi che cosa mi stava accadendo in quel periodo, ma la verità era che non lo sapevo nemmeno io; continuai a non dire nulla quando per fortuna cominciò a parlare lei -Vabbè ci vediamo al parco allora!- disse in tono quasi affranto.
-Si si, certo… ci vediamo lì!- dissi di fretta.
-OK a dopo ciao!- disse frenetica, subito dopo il segnale sparì.

Alyson è sempre stata la mia migliore amica. Anche lei era di origine italiana, mi è stata sempre accanto sin dal primo anno di liceo.
Eravamo simili: la stessa passione per la scrittura, non ci piaceva lo sport e abbiamo sempre condiviso ogni cosa, sin dal primo momento che ci siamo conosciute, insomma ci capivamo al volo; certo ci sono stati parecchi alti e bassi, come in qualsiasi rapporto d’amicizia dopotutto, ma comunque siamo sempre riuscite a risolvere i nostri problemi. Però ora… Mi ero talmente isolata dal resto del mondo, che mi sembrava di non riuscirmi a sfogare nemmeno con lei.
Mi finii di preparare in fretta, e mi misi al volante della macchina. Il viaggio durò poco, ma in quel tempo ristretto cominciai a pensare a così tante cose che il tempo sembrò durare all’infinito.
Volevo veramente riuscire a riavere la stessa serenità che avevo “perso” e mi chiedevo come; mi chiedevo che cos’era che desideravo così tanto. Ma nonostante io mi spremessi il cervello per cercare di capire, sapevo che la risposta sarebbe arrivata da sola. Ma quando?

Arrivai al parco, mentre scendevo dalla macchina vidi Alyson seduta su una panchina, portava le cuffie all’orecchio, la vedevo talmente persa nella musica che sembrò non vedermi nonostante le feci diverse volte segno con la mano. Mi avvicinai a lei che sembrò sorpresa di vedermi, si tolse le cuffie e mi salutò;
-Ciao, scusa se non ti ho salutato subito ma stavo ascoltando una canzone a dir poco stupenda!-
Gli sorrisi, e gli dissi, -Non ti preoccupare- dopo continuai incuriosita, -Che canzone stavi ascoltando?- Lei guardò L’Ipod, si sistemò i capelli che gli cadevano davanti al viso e mi disse, -Si intitola “What makes you beautiful”
La guardai con una faccia strana, non avevo mai sentito quella canzone e quel nome non mi diceva niente. Forse, però, avevo presente chi era il cantante allora glielo chiesi senza esitare;
-Non mi sembra di conoscerla… chi è il cantante?- Alyson mi guardò come se fossi un’estranea di quello che accadeva nell’universo, non conoscere chi cantava quella canzone, probabilmente, per lei voleva dire che non avevo scoperto ancora niente del mondo!
-Come chi è il cantante? Non è UNO ma sono ben CINQUE- La guardai ancora più stranita, ormai era ovvio: non sapevo chi diavolo fosse a cantarla.
Alyson a quel punto lo capì e allora continuò, -Sono i cantanti più famosi del momento; si chiamano ONE DIRECTION!-




Se siete a questo capitolo posso immaginare che non continuerete.
Ma fidatevi, se volete passare direttamente a una parte più scorrevole e bella andate al capitolo 8, non vi deluderò!

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Capitolo 2
*** Una proposta che mi cambiò la vita ***


-One direction?- Non li avevo mai sentiti nominare. Erano tanti famosi ma non li conoscevo nemmeno lontanamente.
-Si, hanno partecipato all’edizione di X-Factor in Inghilterra e all’inizio si presentarono singolarmante ma poi li hanno uniti come gruppo e alla fine si sono classificati terzi- disse con un sorriso sulle labbra; ma io la guardai ancora più stranita, Alyson in quel punto di totale silenzio, tirò fuori dalla borsa il suo cellulare e mi mostrò una foto che aveva di questo gruppo.
Erano cinque bei ragazzi, questo non lo posso negare, e me li cominciò a “presentare” uno ad uno partendo da sinistra: mi indicò un ragazzo riccio, con gli occhi verdi e che mostrava tutti i denti.
-Questo si chiama Harry, è il mio preferito ha un anno meno di noi ci credi?- disse emozionata.
Restai basata quando me lo disse perché, effettivamente, sembrava che avesse minimo 20 anni, vide l’espressione stupita che avevo stampata sul viso e poi continuò, -Invece lui è Liam è del ’93 come noi-
Questa volta mi indicò un ragazzo mezzo moro mezzo biondo, con occhi color nocciola e un sorriso… DOLCE! -Quest’altro è Niall anche lui ha la nostra età, non ti sembra veramente coccoloso?- Gli sorrisi, però aveva ragione, pensai che fosse il più tenero del gruppo, con quei occhi azzurri e i capelli biondi.
- Poi… Lui è Zayn!- Anche lui era piuttosto carino, sempre con gli occhi color nocciola che mi facevano venire la pelle d’oca.
-Lui invece è Louis… Il più grande è del ’91, ed è anche il più simpatico secondo me- Aveva un viso quasi angelico, e gli occhi… certi occhi azzurri veramente stupendi, poi i capelli che andavano tutti da una parte; rimasi quasi incantata!
Mise apposto il cellulare e andammo a fare un giro per il parco, e verso le 8 di sera ci separammo, ed io andai a casa di Anne.
Anne era una vecchia amica di mia madre, e anche lei è sempre stata una figura femminile molto importante per me.
Era come una seconda mamma, e con lei sapevo che mi potevo esprimere senza problemi.
Non so di preciso che lavoro svolgeva, se una manager o un’organizzatrice di eventi non l’ho mai capito, so solo che lavorava nell'ambito della musica e che lavorava “dietro le quinte” di molti concerti, ed infatti grazie a lei che ho avuto la possibilità di andare a vedere diversi cantanti.
Scesi dalla macchina e suonai il campanello, dal citofono rispose subito –Si, chi è?-
Gli risposi con voce stanca, dopotutto non mi ero fermata un attimo per tutto il giorno, -Anne, sono io Emma!- -Oh si Emma! Sali, sali- disse entusiasta!
La porta si aprì, salii le scale e in un batter d’occhio mi ritrovai davanti al portone di casa sua, anch'esso aperto. -Permesso…- dissi entrando e chiudendo la porta alle mie spalle.
Mi avvicinai alla cucina e vidi la tavola già apparecchiata -Ciao Emma!- disse Anne abbracciandomi.
-Ciao- dissi entusiasta, poi lei continuò.
-Non vedevo l’ora di rivederti, via sediamoci qui è già tutto pronto- disse andando per sedersi, io annuii con la testa, posai la borsa e mi sedei accanto a lei.
Mentre mi serviva l’insalata nel piatto mi chiese –Allora come stai?-
Io le sorrise –Ho avuto tempi migliori- dissi con voce fredda. Lei fece una faccia dispiaciuta –Perché mai?- continuò dopo, -Un periodo di crisi credo- dissi amareggiata anche quando sapevo benissimo che non era così. Poi silenzio.
Lei non disse niente, forse voleva che fossi io a cominciare a sfogarmi, ma in quel momento non volevo parlare di quell’argomento; lei se ne accorse e quindi parlammo di altro.

Si fece tardi ed io dovevo tornare casa, allora Anne mi accompagnò alla porta ma prima di andare via le chiesi, con il sorriso sulle labbra –Domani perché non organizziamo qualcosa?- lei mi guardò, sembrava contenta che le avessi chiesto questo, e poi mi rispose –Io sabato devo lavorare, c’è un concerto in città e quindi… ma avevo già pensato di farti venire con me, allora ti va?-
Mostrai tutti e 32 i denti che avevo, ero felicissima e, subito dopo gli disse –Certo che mi va! che concerto è?- Mi guardò di nuovo e poi mi disse –Si tratta del gruppo più famoso del momento: sono gli One direction!- alla fine ero contenta di assistere a un loro concerto, allora la ringraziai e me ne andai a casa.

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Capitolo 3
*** Il concerto ***


La mattina del giorno seguente, mi sentivo fresca come una rosa, mi preparai in fretta per poi uscire a fare una passeggiata al solito parco. Ad un certo punto suonò il telefono; era Anne –Oii Anne- dissi entusiasta;
-Bella! Ascoltami io mi devo trovare prima all’arena per organizzare il concerto, ti vengo a prendere così vieni con me, oppure vuoi venire dopo?- chiese di fretta.
Ah, giusto il concerto, il concerto degli… One direction! me ne ero completamente dimenticata; presi un bel respiro e poi gli risposi –Emm… No tranquilla vengo dopo! Ciao- subito dopo il segnale sparì.
Misi il telefono nella borsa e poi mi sedei su una panchina; chiusi gli occhi per un secondo e cercai di rilassarmi quando sentii una voce stridula che urlava –Emma Emma…!! - Aprii di scatto gli occhi, mi guardai intorno per vedere chi fosse a chiamarmi e poi incrociai lo sguardo di Alyson; gli sorrisi e gli feci cenno con la mano.
-Ei Emma stavo per venire a casa tua… Devo chiederti una cosa!- disse sedendosi vicino a me, la guardai per un attimo e poi le dissi con un sorriso
-Vai allora dimmi!-
-Per stasera tu hai impegni?- mi chiese frenetica. Quanto avrei voluto che non mi avesse fatto quella domanda.
Mi morsi il labbro inferiore e poi le risposi;
-In realtà si… Perché?- Lei alzò gli occhi al cielo, come per dire che io ero la sua unica speranza, poi urlò;
-Cazzo! E ora come faccio?- La guardai stranita e senza chiedergli niente continuò –Ho una dannata cena con “la famiglia” se ci fossi stata tu almeno mi sarei divertita un po’ ma ora…- La guardai con aria dispiaciuta, a dopo incuriosita mi chiese –Ma scusa che cosa devi fare?- Ecco un’altra domanda che avrei preferito non mi avesse fatto.
-Emm…- Dissi alzando gli occhi al cielo, -Anne mi ha invitata al concerto degli One direction- risposi di fretta chiudendo gli occhi.
Quando li riaprii vidi Alyson con la bocca spalancata che mi guardava con gli occhi quasi lucidi, la guardai malissimo e poi le dissi –Però non rimanere così parla, dimmi qualcosa!- Insistei.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!- Lanciò uno strillo così forte che l’avrebbero potuta sentire fino in America; tutti ci guardavano e imbarazzata le misi le mani davanti alla bocca per dirgli di stare zitta; si calmò un attimo e poi disse –Oh santo cielo, santo cielo, santo cielo!- -Se lo ripeti ancora i cieli si apriranno- le disse cercando di farne del sarcasmo; lei però ignorò quello che le avevo appena detto e continuò sempre più sbalordita –Non ci credo! Tu andrai al concerto degli ONE DIRECTION?-
-Direi di si!- Risposi come se fosse ovvio. Mi guardò e mentre faceva dei respiri profondi mi chiese –Non è che mi saluteresti Harry?-

Tornai a casa, ormai si era fatto tardi ed era ora che mi preparassi per il concerto allora corsi in camera mia. Mi misi dei pantaloncini corti, una maglietta con la bandiera dell’Inghilterra e un paio di Superga; non volevo esagerare e poi allo stesso tempo volevo essere comoda.
Suonarono alla porta, immaginavo fosse Anne e mi fiondai sull’entrata prendendo la borsa; appena aprii la porta mi disse, super agitata –Muoviamoci siamo, o meglio SONO, in ritardo. Andiamo!-
Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che già la vidi in macchina, chiusi la porta alle mie spalle; a mia madre avrei inviato un messaggio, pensai.
Salii in macchina e in pochi minuti imboccammo l’autostrada; durante il viaggio non pensai a come potesse essere il concerto, in quel momento non me ne interessai molto; parlai con Anne per tutto il viaggio ma non del concerto, quello era il mio ultimo pensiero.
Arrivammo all’Arena, ci avvicinammo all’entrata e subito incontrammo una folla impazzita! Cartelloni, cuscini, fan che urlavano come non mai!
Le sorpassammo per entrare dal retro, ovviamente, appena arrivai Anne mi presentò ai suoi colleghi.
Niente di speciale però… semplicemente una stretta di mano, “piacere” e già si sono dimenticati di chi fossi; erano tutti impegnatissimi quindi non insistei più di tanto!
Diedi un’occhiata all’arena era piena di gente, o meglio… di ragazze impazzite completamente! Rimasi sbalordita e dentro si me pensai –Chissà se ci fosse Alyson- a questo pensiero sorrisi tra me e me e abbassai lo sguardo.
Vidi il mio pass che mi aveva dato Anne e continuandolo a fissare camminai dietro le quinte sommersa dai miei pensieri, quando ad un certo punto sentii qualcuno che mi diede una botta, per sbaglio ovviamente, mi girai e…

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Capitolo 4
*** Quegli occhi... ***


-Oooh! Scusa- sentii una voce quasi angelica.
Mi girai con l’intenzione di rispondere male… quella non era delle mie giornate migliori, e avrei risposto male a chiunque anche per la cosa più stupida.
-Brutto…- poi mi fermai. Mi fermai quando vidi quegli occhi azzurri… ne rimasi incantata completamente!
Mi sorrise, ed in quel momento non capii più niente; tutti i “problemi” che pensavo di avere non contavano più niente, il resto sparì e proprio non riuscivo a distogliere gli occhi da… LUI!
Non voglio direi che me ne innamorai subito, che dopo quel giorno mi resi conto che non potevo vivere senza di lui; ma sicuramente non posso negare che mi aveva colpito particolarmente.
Poi continuò ironico, mantenendo sempre quel suo sorriso stupendo:
-Non mi sono mai considerato un “gran figo” ma devo ammettere che ad un nostro concerto è difficile che qualcuno mi chiami BRUTTO!-
Lo smisi di guardare un attimo ed abbassai lo sguardo perché avevo capito quello che intendeva: era uno dei cantanti che avevano fatto impazzire tutte quelle ragazza là fuori.
Ero molto imbarazzata… non sapevo cosa dire e continuai a fissare il pavimento, balbettando un po’;
-Emm… no! Anzi, scusami- dissi prendendo un attimo di respiro e staccando gli occhi dal pavimento.
Lo guardai, e vidi che stava per rispondermi quando fu interrotto da un ragazzo riccissimo che gli saltò addosso da dietro e che guardandomi gli disse-Cominciamo a fare stragi eh…. Piccolo Louis!”-
ORA RICORDO… pensai tra me e me, lui era Louis “quello simpatico”, l’altro era Harry “il più piccino”, e riuscii a riconoscere anche Zayn, Liam e Niall.
A quelle parole sorrisi, e poi lui continuò -Ma c’è l’ha un nome questa bella ragazza?-
Diventai ancora più imbarazzata di quello che già non fossi, ma risposi molto più tranquilla e rilassata –Emma…-
Finii appena di rispondere che arrivò Anne –Emma ti ho cercata dappertutto, salve ragazzi- disse salutando in fretta Louis e Harry; poi continuò –Scusa Emma ma oggi è tutta una corsa… Volevo dirti che devi andare dall'altra parte del palco, qui purtroppo non puoi stare-
Poi guardò i ragazzi e in tono serio gli disse-Voi invece finitevi di preparare che tra 20 minuti dovete esibirvi…- Fece una piccola pausa e vedendo che loro non avevano mosso un dito disse-ADESSO!- questa volta in tono quasi minacciosa.
Per la prima volta ebbi quasi paura di Anne salutai Louis e poi lui fece lo stesso, quasi non mi sembrava vero quello che era appena accaduto.

Il concerto cominciò e appena i ragazzi salirono sul palco si sentì un boato pazzesco, tutti con i cartelloni, striscioni che urlavano con tutto il fiato che avevano in gola il loro nome…
Qualcosa si assurdo, completamente folle, ma allo stesso tempo era strabiliante.
E loro… erano estremamente teneri e carini con le loro fan, una cosa che mi ha stupito molto; non è da tutti essere così affettuosi con le proprie “ammiratrici”, ma loro lo erano.
Ad un certo punto quando fui sommersa da tutte quelle urla cantarono “What makes your beautiful”, il significato della canzone era stupendo e loro… quando cantavano questa canzone erano qualcosa di indescrivibile; ognuno di loro quando pronunciava il ritornello indicavano una fan diversa o addirittura tutte insieme…
Ma la cosa che mi sorprese più di tutte fu che ad un certo punto della canzone, Louis non indicò una fan, ma indicò me! Mi guardò dritta negli occhi e mi indicò… A ME!
Che ero una normalissima ragazza, non ero una loro fan e non mi conosceva; allora perché?
Devo ammettere però che in quel momento mi feci poche domande… mi limitai solo a sorridere mentre il mio cuore batteva 1000!
Finii il “primo tempo” del concerto, mi spostai dalla mia “postazione” ed andai a cercare Anne per cercare di non perdermi e di non cacciarmi nei guai; qualcuno (non ricordo chi) mi disse che si trovava nel suo camerino, allora scesi al piano terra dove si trovavano i camerini e la cercai in lungo e in largo… dopo un po’ entrai in un camerino pensando che stesse lì –Anne? Ci sei?- non rispose nessuno.
- Che palle! Dove cavolo si è cacciata?- Mi girai di colpo quando vidi di nuovo quegli occhi azzurri che mi fissavano; quando lo vidi però mi spaventai un attimo, lui se ne accorse così mi disse:
–Oddio… brutto lo posso accettare, ma lo sono così tanto fino al punto che ti faccio spaventare?- Lo disse sempre con quel sorriso che mi faceva sciogliere.
Poi gli dissi…

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Capitolo 5
*** Il momento più bello ***


-Scusa… in realtà stavo cercando Anne ma non ho idea di dove sia- dissi ignorando il suo sguardo; lui invece si avvicinò a me, ma più lui si avvicinava più io mi allontanavo, non perché avevo paura, ma… mi sentivo completamente in imbarazzo.
-Mi dispiace non poterti aiutare- disse sedendosi sulla sedia che si trovava davanti allo specchio, lo guardai un po’ perplessa e poi gli risposi;
-Emm… no tranquillo!-
Ci fu un silenzio imbarazzante che probabilmente durò 10 secondi, ma in quel momento per me sembravano 100; distolsi lo sguardo da lui e dopo gli dissi –Ok… Sarà meglio che la vada a cercare-
Mi diressi velocemente verso la porta e proprio quando stavo per uscire dal camerino lui si girò verso di me dicendo; –Ti è piaciuto il concerto?-
Fissai il pavimento per un po’, poi balbettando un po’ gli risposi
–Emm… si. Voglio dire Si… mi è piaciuto molto-
“Bene Emma… questa vince il premio come miglior figura di merda dell’anno” pensai.
Lui mi guardò un attimo, mi sorrise e mantenne quel sorriso; quel sorriso che ogni volta mi faceva impazzire; si avvicinò a me ma questa volta non mi mossi: in qualche modo lo volevo sentire vicino a me.
-Non mi sembri convinta- disse facendo un po’ il vago;
-Nono mi è piaciuto- risposi subito.
-Mi fa piacere-

Ci fu un silenzio MOLTO imbarazzante, avrei voluto dire qualcosa, ma cosa?
-Sai noi dopo il concerto andiamo a mangiare una pizza tutti insieme, ti andrebbe di venire?-
“grazie al cielo dalla sua bocca sono uscite delle parole ”
Dentro di me impazzii dalla gioia quando me lo chiese, ma non glielo feci notare; non volevo sembrare una di quelle fan scatenate che avevo incontrato prima, anche se avrei voluto… NO! Mi contenei,
-Si- dissi frenetica… ma poi mi bloccai e mettendomi una mano sul viso continuai,
-Voglio dire… mi piacerebbe ma dovrei prima parlare con Anne-
-Oh- rispose lui quasi amareggiato, fece una pausa;
-D’accordo, allora chiediglielo e dopo, se vuoi, fammi sapere- guardò fuori la porta e si bloccò un attimo e disse,
-Ora devo andare, sai… ho una cosa da fare!- disse sorridendo, mi guardò come se si aspettasse che gli rispondessi o che come minimo reagissi un attimo; io però non dissi niente restai lì fermai a guardarlo e a sorridere ogni tanto come una grande cretina.
“Ma che mi prende?”
Lui se ne accorse e andando via si girò verso di me dicendomi –Fammi sapere, guarda che ci conto- e mi fece l’occhiolino.
Rimasi ancora una volta incantata dal suo sorriso, dai suoi occhi… da LUI!
Mi ripresi un attimo e corsi sul palco immediatamente per cercare Anne; i ragazzi avevano appena ricominciato a cantare ed io ero in una disperata ricerca dietro le quinte. “Ma dove diavolo si è cacciata?”
Mi girai improvvisamente e la vidi davanti a me con gli occhi sbarrati:
-Perché ti stai dimenando come una pazza per tutto il palco?-
Ero tremendamente imbarazzata…
“Possibile che era stata tutto quel tempo davanti a me ed io non l’avevo nemmeno vista?”
Ero totalmente scombussolata, non ci stavo capendo niente, e poi d’improvviso le parole mi uscirono di bocca da sole, così velocemente e improvvisamente che nemmeno me ne accorsi:
-I ragazzi mi hanno invitato a cenare con loro-
Mi continuò a guardare con quegli occhi addosso su di me, sbarrati. Scosse un po’ la testa e poi disse:
-I ragazzi? Siete così in confidenza ora?-
-No.. c’è… no… è solo che…- feci una pausa con gli occhi bassi ,per poi tornare su di lei pieni di fuoco dentro;
-Insomma posso o no?- dissi decisa.
I suoi occhi mi fissarono ancora di più, rimasero su di me per altri 5 minuti abbondanti; questa volta non dissi nulla e aspettai un segno di risposta:
-Sì, direi di si… visto che ci sarò anche io con tutti i responsabili…- disse con un tono tranquillo, dopo altri 5 minuti.
-Oh, emm… perfetto allora!- deglutì un attimo, con lo sguardo basso; fisso sul pavimento.
-Ora devo andare, ho troppe cose da fare ma… Ti vedo piuttosto… nervosa. Ti consiglio di prendere una bella camomilla se ti va!- disse facendomi l’occhiolino.
“A cosa si riferiva?”
Tornai al posto dove mi trovavo prima a guardare il concerto; era incredibile di quanto fossero… semplici! Mentre cantavano, molto spesso scherzavano tra loro o coinvolgevano le fan in un modo strabiliante.
Probabilmente è stata la cosa che mi ha colpito di più… mi sembrava strano vedere dei ragazzi così famosi, e (da quello che avevo potuto capire) con un successo grande come il loro, da rimare degli eterni “bambinoni”; era una cosa da ammirare si può dire.
Poi, d’improvviso…

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Capitolo 6
*** Little things ***


La musica si fermò, guardai dritto davanti a me e, vidi i ragazzi dirigersi di corsa verso le quinte; saltando come matti e continuando a scherzare tra loro.
Erano a pochi metri da me: io mi ritrovavo lì a guardarli, ma mi soffermai di più su Louis; avrei voluto che mi dicesse qualcosa, che si interessasse se Anne mi aveva dato il consenso per andare a cena con loro, o semplicemente che mi rivolgesse uno sguardo, un sorriso; un cenno… qualsiasi cosa!!
Rigirai lo sguardo verso il palco con ancora quella speranza dentro di me, passarono minimo 10 minuti e li rividi… lì sul palco che ricominciavano a cantare!
Ero piana di pensieri, stupidi inutile ma era impossibile ignorarli.
E poi cominciò, quella canzone: così bella, ogni singola parola era perfetta che non mi fece pensare più nulla, d’improvviso quei pensieri che erano impossibili da ignorare scomparvero.
I won’t let these little things slip out of my mouth
But if I do, it’s you, oh it’s you
They add up to, i’m in love with you
And all these little things

Questa volta guardavano solo le fan: quelle che cantavano insieme a loro, che piangevano mentre dicevano quelle parole e che non smettevano di guardarli nemmeno un secondo.
Questa volta Louis non mi guardò, non mi indicò come aveva fatto con What makes your beautiful; ma non mi importò, capì che non dovevano essere per me quelle parole, che non potevano esserlo.
La canzone finì, e i ragazzi si misero a ringraziare tutte le fan; capì che il concerto era ormai finito e dentro di me ero ancora più agitata e ansiosa.
-Emma!- sentì una voce che mi chiamava, e mi girai di scatto: era Anne.
-Senti, il concerto è finito e ho un mucchio di cose da fare, sai… la fine è peggio dell’inizio in certi casi; e i ragazzi… emm… immagino si dovranno preparare prima di andare a cena- disse guardandoli mentre facevano impazzire la sicurezza; poi continuò:
-Ma tu puoi aspettare di sotto ok?-
-Si direi di sì-
-Ottimo- e poi si diresse dall'altra parte del palco.

Aspettai un’ora prima di vedere qualcuno scendere fuori, e un’altra mezz'ora prima di vedere Anne mentre discuteva con i ragazzi.
-Oi Emma!- mi fece cenno di avvicinarsi a lei e io obbedii, poi sentì una voce:
-Oh, ci sei anche tu allora. Perché non ci hai detto che ti aveva dato il permesso- disse Louis facendo una smorfia alla fine. -Non ascoltarlo… prova a fare il simpatico ma non ci riesce molto spesso- continuò Zayn.
Tutti gli altri risero e cominciarono a prendere in giro Louis quando Anne mi chiamò e mi disse di seguirla.
Salimmo in macchina e parlammo un po’, non ci volle molto per arrivare eppure mi sentivo così emozionata.
Pochi minuti dopo che scesi dalla macchina arrivarono anche loro.
-Ehi- disse Harry venendomi incontro.
-Emm ciao- risposi un po’ perplessa.
Tutti gli altri ci raggiunsero e cominciarono a fare battute prevedibili ovviamente, tranne Louis che, mi guardava facendo un sorriso ogni tanto… ma senza parlare. Senza dire una parola.
Entrammo in pizzeria:
-Ti siedi con noi no?- chiese Harry. Io annui un po’ imbarazzata e mi sedei accanto a Harry con davanti Louis…
“Non potrò resistere a quegli occhi tutta la sera” pensai.
Durante la serata furono tutti molto gentili e simpatici con me, soprattutto Niall, incredibile quanto possa mangiare e parlare quel ragazzo, e Harry.
Ad un certo punto Liam mi chiese:
-Allora Emma, quale canzone ti è piaciuta di più?-
Ci pensai un attimo, anche se la risposta era piuttosto scontata:
-Emm… Vediamo…- dissi esitante.
-Siamo così bravi da avere l’imbarazzo della scelta vero?- disse Louis con un sorriso beffardo.
Lo guardai dritto negli occhi; lui ricambiò lo sguardo intenso e poi…
-Little Things!- risposi decisa guardando Liam dall’altro lato del tavolo.
-Oh! Una nostra vera fan allora- disse ridendo Harry.
-Non sono una vostra fan. Non vi avevo mai sentito cantare prima di oggi. Ma… proprio da persona “estranea” vi posso dire che è stata la canzone che mi ha colpita di più-
Rimasero tutti zitti a guardarmi. Dopo un po’ ripresero a chiacchierare ma Louis, ancora una volta, continuò a fissarmi, girandosi verso gli amici… senza aprire bocca.
Il resto della serata passò piuttosto velocemente e quando arrivò il momento di salutarci;
-Bhe allora ciao!- mi disse Louis, dandomi un bacio sulla guancia che mi fece venire la pelle d’oca.
-Ciao- risposi secca io.
-Spero ci rivedremo…-
-Ne dubito al dire il vero- risposi un po’ rammaricata.
-Bhe… chi lo sa! La vita è tutta una sorpresa…- e se ne andò.
Anne mi riaccompagnò a casa e quando mi ritrovai davanti al portone di casa mia la salutai e salii le scale di fretta per andare in camera mia; accesi subito il computer e cercai Little Things su internet: non ci fu cosa più bella che addormentarmi con le note di quella canzone.
La mattina mi svegliai con un gran fracasso fuori casa mia, mi vestii in fretta e mi affaccia alla finestra per vedere cosa fosse successo e con mio stupore vidi decine di ragazze impazzite dietro a un ragazzo che veniva verso casa mia.
Agitata scesi le scale di corsa e aprii la porta; non ci potevo credere era Louis! Lo feci entrare e richiusi la porta. Lo guardai con aria perplessa e non dissi nulla, ero ancora sconvolta.
-Te lo avevo detto che ci saremmo rivisti no?-

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Capitolo 7
*** "Non è un appuntamento" ***


-Ma cosa... C'è... come ti è venuto in mente?- gli urlai contro.
-Emm... Non è stata una cosa volontaria! Stavo facendo un giro da queste parti e... bhe eccoci qui.- disse mostrando un bianco sorriso.
-A si? E facevi un giro da solo?- risposi beffarda.
-Non si può per caso?-
Babettai qualcosa, poi guardai in basso e sbuffando dissi:
-E quindi? Cosa pensi di fare ora?
Le urla delle ragazze fuori il portone di casa mia si facevano sempre più forti e fastidiose.
-Bhe...- cominciò lui.
-Non conosci un posto dove "nascondermi"?-
Pensai un attimo, ero veramente infastidita, anche se non sapevo bene il perchè.
Continuai a pensare, fissandolo negli occhi, in quegli occhi.
-Nasconderti? E come potrei? Uscire non si può- risposi facendo segno verso la porta dove le urla non si fermarono nemmeno per un secondo.
-Bhe allora... Restiamo qui?- disse con un tono dolce.
-Vieni!- risposi scocciata.
Girammo a destra dal salotto per passare dalla cucina, prosegui dritta ed aprii la porta del retro.
Lì si trovava un altro giardino, molto grande che circondava la casa ma recintato, un po' nascosto.
C'era una casetta sull'albero costruita da mio padre e mio fratello più grande, partito per l'America, quando ero più piccola; era un specie di piccolo parco giochi con altalene e panchine: era il mio posto preferito.
Lui lo guardò con bocca spalancata e occhi sbarrati, era visivamente colpito.
-Wow! Non sapevo si potesse avere un giardino del genere dentro casa- disse rivolgendomi un sorriso.
Gli feci strada verso la panchina e ci sedemmo; improvvisamente non ero più arrabbiata...Ora il cuore mi batteva in modo accelerato, ed ero imbarazzata di stare sola accanto a lui; ma allo stesso tempo felice.
Restammo in silenzio, dopo un po' mi feci coraggio e gli chiesi:
-Allora che ci facevi da queste parti?-
Lui dubitò un po' e poi rispose:
-Te l'ho detto... Un giro...-
-Sul serio? E guarda caso davanti casa mia? Ti avverto non sono una ragazza che crede tanto alle coincidenze-
-Nemmeno io- rispose fissandomi negli occhi.
Per un secondo speravo si riferisse al nostro primo incontro... Ma era impossibile! Me stavo facendo solo dei film.
-Comunque... diciamo che un po' di ragione c'è l'hai- continuò poi.
-Che vuoi dire?-
-Volevo vederti-
A quelle parole il mio cuore si fermò. Ero nel pallone. Non sapevo cosa dire. Ero ansiosa, ma felice. Dentro di me saltavo di gioia; ma non lo davo a vedere: girai lo sguardo verso terra, senza nessuna espressione precisa sul volto.
Presi un po' di coraggio, mi girai verso di lui:
-E come mai?- dissi cercando sempre di mascherare la mia felicità.
-Non lo so! Ma ne avevo voglia- rispose subito.
Cogliendo l'imbarazzo di entrambi, continuò dicendo:
-Carino per un primo appuntamento no?-
A quella frase invece feci una risata falsa, un po' per prenderlo in giro... Ma dentro di me, ancora una volta, ero contenta che avesse detto quelle parole.
-Appuntamento?- ripetei- Non è un appuntamento; è solo casualità. E poi... chi ti dice che io uscirei con te?-
-Ma come? Ne ero così sicuro! Mi stai dando un dolore troppo grande!- rispose in modo ironico.
Ero contenta che ci stesse scherzando un po' su, e ridendo gli dissi:
-Oh! Quanto mi dispiace!-
Ridemmo ancora, sempre imbarazzati ma senza vergogna. Talmente tanto che coprimmo le urla delle ragazze che continuavano a battere contro il portone di casa mia; fu in quel momento che mi dimenticai di tutto e il resto del mondo sparì.
-Cavolo quelle ragazze ti adorano proprio eh!-
-Bhe... si ma...- abbassò lo sguardo e non disse una parola finchè non parlai io.
-Non è una cosa bella? Chiunque vorrebbe avere la popolarità che avete voi.
-Non dico il contrario- e il suo sguardo tornò su di me.
-Però... non so mai se piacciqamo per la nostra musica o per altro; ad esempio non saprò mai se una ragazza sta con me per ciò che sono o per come posso apparire- e il suo sguardo tornò basso. -Sai a volte non vorrei essere un cantante famoso, per vedere che effetto faccio alle persone-
Lo guardai quasi incantata,
-Bhe, immagino sia il desiderio e il problema di un qualunque artista; ma vi invidio tanto! Non tanto per la popolarità che avete, ma perchè siete riusciti a realizzare il vostro sogno-
Si girò verso di me, accennò un sorriso e si avvicino di più a me:
-Qual'è il tuo sogno?-
Il cuore batteva a una velocità esagerata, lo fissai negli occhi senza provare ad allontanarmi.
-Mi piace scrivere- non aggiunsi altro perchè lo sentivo vicino a me... Sempre di più.
-Le urla non ci sono più... Potresti andare- dissi nel panico-
-Ma non voglio...- rispose lui.
Si avvicinò ancora, poggiando il braccio sulla spalliera della panchina, sapevo quello che stava per fare: venì ancora più vicino, le sue labbra si avvicinarono alle mie, si sfiorarono e per un attimo pensavo di lasciarmi andare, mentre avevo la pelle d'oca.
Ma questa sensazione durò poco, mi tolsi appena in tempo e lui scivolò sulla panchina cadendo a terra; ci rimettemmo a ridere entrambi mentre lui si alzò.
-Hahaha! Scusa... Scusa ma... diciamo che non sono una che "si concede" al primo appuntamento.
Lui mi sorrise e mi passò vicino dicendo:
-Non era un appuntamento. Ma so che ci rivedremo-
-Come fai a saperlo?-
-Come lo sapevo l'ultima volta-
E se ne andò lasciando dentro di me la speranza che il prossimo sarebbe stato un appuntamento.

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Capitolo 8
*** NOI! ***


Passò una settimana, due, tre, un mese.
Non avevo più rivisto Louis, nè tanto meno i One Direction.
La scuola era ormai finita, con i libri buttati al vento, gli ultimi scherzi e gli ultimi saluti fatti con il sorriso sulle labbra e la serenità.
Ma io non ero serena.
Ripensavo all'ultima volta in cui li avevo visti, LO avevo visto. Quando ci ripensavo rimanevo con un nodo alla gola, come se ci avessi sperato troppo.
Ascoltavo musica, uscivo, andavo alle feste... niente... niente riusciva a farmi togliere completamente quel pensiero dalla testa.

Andai da Anne quel giorno, mi invitò a cena con mia madre ed io alla fine ero felice di rivederla.
Entrammo in casa, ci accolse con un sorriso come sempre, e ci mettemmo a tavola. Parlammo del più e del meno quando Anne mi chiese:
-Emma ti andrebbe di stare un po' insieme domani?-
Sorrisi, mi ci voleva proprio una giornata con lei.
-Si perché no! Che cosa avresti in programma?- dissi prendendo un po' di insalata.
-Bhe... avrei un party. Mi hanno invitata a una serata di beneficenza dei VIP, o qualcosa del genere, e visto che tua madre partirà per un po' di tempo... mi farebbe piacere che tu venissi con me-
Il mio cuore cominciò a battere velocemente, forse perché speravo che ci sarebbero stati anche loro.

Per tutta la sera pensai se chiedere o no a Anne se gli One direction si sarebbero trovati lì.
Alla fine non lo feci, mi vergognavo troppo e avevo paura che la risposta mi avrebbe delusa.
Allora tornai a casa, senza dire una parola e mi addormentai sperando con tutto il cuore che li avrei potuti rivedere.

Mi alzai per ora di pranzo ancora tutta elettrizzata per la giornata precedente.
Dopo aver mangiato mi vestii per il party: misi un vestito di Chanel corto, nero con spalline fine e con decori di pizzo davanti; legai i capelli in una coda alta e misi un paio di tacchi.
Raggiunsi Anne che mi stava aspettando fuori casa.
Le mani mi sudavano e il cuore non smetteva di battere, accelerava ad ogni secondo, ad ogni chilometro di strada in più.

Entrammo in un locale ampio, luminoso, con musica bassa e lenta.
Le persone erano quasi tutti personaggi noti; Demi Lovato, Taylor swift, Ed Sheeran e molti altri.
Vestiti tutti in modo impeccabile, e poi c'ero io: una comunissima ragazza invisibile a tutti. Tra tutte quelle persone cercai disperata Harry, Zayn, Niall, Liam e sopratutto Louis.
Ma non vidi nessuno.

-Scusa Emma ti dispiace se vado a salutare un mio collega? Dobbiamo organizzare un evento e ci dovrei parlare- disse Anne indicandomi un uomo all'angolo della sala.
-Nono tranquilla, vai pure- risposi un po' imbarazzata.
Rimasi sola per 5 minuti, forse i più lunghi di tutta la vita.
Attraversai la sala con lo sguardo basso e le braccia incrociate; mi avvicinai al bancone senza ordinare nulla.
Continuai a sistemare i capelli dietro l'orecchio, girandomi ogni tanto verso quelle persone "sconosciute."

Ero rivolta verso il lato sinistro del bancone quando setii:
-Due Sex on The Beach grazie!-
Feci un balzo... riconoscevo quella voce.
-Spero ti piaccia- mi sussurrò all'orecchio.
Mi girai di scatto, io e Louis eravamo vicini.
Cominciarono a sudarmi le mani ancora di più, e mi persi completamente in quegli occhi azzurri.
-No emm... non per me-
-Oh... allora una coca grazie!-
-No! Non prendo niente. Che vuoi?- risposi girandomi verso di lui.
-Sei sempre scontrosa con le persone che vogliono essere gentili con te? disse mostrandomi un bianco sorriso-
"Era così perfetto!" pensai.
-Non direi di essere scontrosa!-
-Ah no? disse facendo una breve risata. -Che ci fai qui?-continuò.
-Me lo stavo chiedendo anche io- risposi a bassa voce.
-Perché dici così?
-Mi prendi in giro? -sbottai- Non c'entro niente con queste persone-
Non porto vestiti da 100.000£ e tutto... quel trucco! dissi muovendo in aria le mani-
Louis rise.
-E allora? Questo deve impedirti di fare quello che vuoi?-
Lo guardai con aria interrogativa, così continuò.
-Ok, non sarai un'attrice o una manager. Non sarai come loro ma sei qui!-
-E quindi?-
-E quindi fregatene di tutto e pensa solo a divertirti!-
Lo guardai negli occhi e feci un mezzo sorriso, aveva ragione!
-Ad esempio -continuò- io e i ragazzi siamo seduti al tavolo infondo... ti andrebbe di unirti a noi?-
Continuai a guardarlo. -Sì, d'accordo!-
Prese il suo drink e ci dirigemmo verso gli altri: -Ehi!- mi salutarono.
-Anche tu qui eh!- disse Harry guardandomi negli occhi. Cercai di rispondere con un sorriso mentre Louis si sedeva accanto a me.
"Dio quanto era bello!" -Ragazzi, penso proprio che la festa si prospetti una noia mortale!- disse Liam guardandosi intorno.
-Non sono tutte così le feste a cui partecipate?- chiesi curiosa.
-Emm... no non direi!- rispose Louis.
-Diciamo che abbiamo partecipato a feste più movimentate disse Harry.
-Ehi ragazzi! Andiamo a salutare Demi, sono curioso di sapere com'è il suo ultimo singolo!- riprese Niall.
Si alzarono tutti tranne Louis, che rimase seduto accanto a me prima di sussurrarmi:
-Ti va di andare a fare un giro?-
"Aveva un profumo che mi faceva andare fuori di testa!"
Si alzò, mi tese la mano ed io lo seguì senza esitare.

Ci spostammo fuori nel cortile, dove non c'era nessuno.
-Perché mi hai chiesto di venire con te?- gli chiesi camminando.
-Che domanda sarebbe?- disse sorridendo.
-Bho... è che non capisco-
Si leccò il labbro superiore guardando a vuoto.
-Non lo so nemmeno io in realtà- disse girandosi verso di me e continuando a sorridere.
-Forse è perché mi piace parlare con te-
-Davvero?- chiesi sorpresa. -Sì, che c'è di male? è bello parlare con una persona a cui non interessa il fatto che sia un cantante-
Sorrisi.
Rimanemmo in silenzio per un po', ero tremendamente imbarazzata, mentre lui sembrava di no.
Continuava a guardarsi intorno sorridendo, e ogni tanto il suo sguardo ricadeva su di me. Lo sentivo.
-Come mai siete arrivati in ritardo?- chiesi per rompere il ghiaccio.
-Ah... ecco vedi è stata colpa mia! Sono sempre quello in ritardo!-
-Hahaha davvero?-
-Sì, e sono quello più disordinato-
Fece una breve pausa.
-Poi c'è Zayn che è il dormiglione, Niall quello dolce, e ADORA Demi Lovato, poi Harry che è il classico "playboy", e Liam... bhe lui il più responsabile! Daddy Payne!-
-Non pensavo che aveste "delle selezioni!" dissi continuando a ridere-
-Bhe si certo! è così che si comportano gli AMICI no?-
Ci guardammo negli occhi, improvvisamente ero terribilmente curiosa di conoscere tutto si lui.
-Ti va se ci stendiamo?-
-Emm... perchè?- chiesi facendo un mezzo sorriso.
Fece una breve risata.
-Tu fai troppe domande!- disse prendendomi la mano e accompagnandomi sul prato.
-Facciamo una cosa...- continuò appoggiando la sua testa sulla mia.
-Adesso le domande le faccio io, e tu ti limiti a rispondere. Ti va?- non smetteva mai di sorridere, e questa cosa mi metteva a mio agio.
Feci solo un cenno con la testa.
-L'altra volta mi hai detto che ti piace scrivere... lo fai ancora?-
Rimasi sorpresa dalla sua domanda e voltandomi verso di lui gli risposi.
-Emm... no. Penso di non aver avuto il tempo-
-Ah no?-
-Emm... hai presente quando hai un sacco di sensazioni dentro di te ma non riesci a "buttarle" fuori? Io mi sento così-
Mi guardò per un attimo.
-Che c'è? Perché mi guardi?-
-Niente- disse girandosi dall'altra parte continuando a sorridere.

Dopo un po' il suo sguardo tornò su di me.
-Davvero non ci conoscevi prima di venire al concerto?-
-In realtà no. C'è vi conoscevo solo per "fama." Una mia amica è pazza di voi! Sopratutto di Harry-
-Hahaha me lo immaginavo sai? Fa questo effetto a MOOLTE ragazze!-
Si voltò verso di me continuando a ridere per un po'!-
-A... A questa tua amica le hai raccontato dell"incontro"?-
-No... c'è gliel'ho solo accennato, in realtà-
-Cioè? Non le hai raccontato che ci siamo visti?- continuò avvicinandosi sempre di più.
-No! Perchè era importante?-
-No! Scusa... è solo che, sono curioso. Perchè non l'hai fatto?-
Balbettai per un po' senza capire del perchè me lo stesse chiedendo.
-Emm... uff!- Non volevo ammettere quello che stavo per dire.
-Perché... perché forse dire a qualcuno quello che era successo... avrebbe reso la cosa più vera. E... ci avrei sperato troppo- risposi guardandolo-
-Mi dispiace-
Alzai gli occhi stranita.
-Di cosa?-
-Avrei voluto cercarti ma non ne ho avuto modo! E con l'organizzazione del tour è stato sempre più difficile. Ma io volevo rivederti-
-Si?-
-Penso che sia ovvio!- disse sorridendomi.
Si avvicinò a me, accarezzando delicatamente i capelli e guardandomi negli occhi.
D'improvviso le parole non servivano più, ed io per qualche inspiegabile ragione, mi fidavo di lui.
Mi sentivo il cuore a mille, le mani sudare e non capivo più nulla.
Assaporavo il suo profumo mentre eravamo sempre più vicini.
E poi... mi baciò!
Sentivo le sue labbra morbide attorno alle mie, mentre mi toccava la guancia destra e le mie mani accarezzavano i suoi capelli fini.
Cominciò a baciarmi con più foga, mentre le nostre lingue si intrecciavano sempre più e ci stringevamo l'uno all'altra.
In quel momento esistevamo solo noi due, 10 metri indietro non c'era nessuna festa, SOLO IO E LUI e i nostri cuori che acceleravano ogni secondo.
Sembrava che non ne avessimo mai abbastanza, ed infatti era così.
Quando d'improvviso lui si staccò da me:
-Ti piacciono le carote?-
-Emm... come scusa?-
-Tu rispondi!-
Risi per un po', non aveva alcun senso per me quella domanda.
-Sì, direi di sì- risposi continuando a ridere.
-Allora è perfetto!- disse avvicinandosi a me.
E continuò a baciarci. Non ne avevo mai abbastanza, delle sue labbra.




Ciao ragazze :) Spero questo capitolo vi sia piaciuto. 
Lo so che è lungo ma volevo arrivare a questo punto da tanto tanto tempo! Spero vi sia piaciuto. Non vedo l'ora di continuare perché ci saranno ancora tante altre sorprese!
Lasciate una recensione se vi va! :)

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Capitolo 9
*** Segreti! ***


-Dovremmo tornare alla festa- gli dissi tra un bacio e un altro.
-Nah! Io non credo- continuò lui.
Più ci scambiavamo baci, più mi rendevo conto che in quel momento non avrei voluto fare nient'altro con nessun'altro.
-No davvero, dovremmo andare- dissi sempre meno convinta.
-Ma perché? Daii- rispose avvicinandomi a lui.
-Perché Anne si potrebbe preoccupare e fare domande, ed io non voglio che faccia domande... o che si preoccupi- dissi dubbiosa.
-Ok! Forse hai ragione... solo un ultimo-
Gli sorrisi e mi avvicinai a lui.
Ci guardammo negli occhi per pochi secondi e poi le nostre labbra si incontrarono ancora, sempre con più foga mentre ci accarezzavamo dolcemente.

Ci staccammo e continuò a sorridermi.
-Bene. Ora andiamo- dissi alzandomi e prendendolo per mano.
-Sai essere abbastanza convincente-
-Quando voglio... diciamo che ho anche io le mie armi-
-Che spero userai molto spesso con me!-
Mi misi a ridere, incredibile come riuscisse a farmi sentire a mio agio.
Ci dirigemmo in direzione per tornare alla festa, quando Louis avvicinò la sua mano alla mia per poi stringerla completamente.
In quel momento mi fermai.
Se ne accorse e mi guardò, continuando a tenermi la mano. Si avvicinò a me, dicendo sottovoce:
-Dici che è troppo?- sorrise e mi diede un bacio sulla guancia per tranquillizzarmi.
-Nono, non mi da fastidio... è che, forse non me l'aspettavo- ricambiai il sorriso.
Mi accarezzò la guancia destra.
-Dovresti cominciare a pensare di meno sai?- mi diede un bacio a stampo, prendendomi la mano e riportandomi alla festa.
Ogni cosa che faceva mi sorprendeva sempre di più e mi faceva avere sul viso un sorriso da ebete, immagino.

Entrammo, e vedemmo i ragazzi appoggiati sul bancone a sinistra. Louis gli fece segno e ci avvicinammo a loro.
Non lasciava mai la mia mano, MAI.
-Saalvee!- disse Harry avvicinandosi a noi con lunghi passi.
-Ci stavamo chiedendo che fine aveste fatto- disse Liam.
-Eh... siamo andati a fare un giro- rispose Louis guardando i suoi amici, ma senza imbarazzo.
-Sisi, immagino che tipo di giro- disse Harry guardando le nostre mani unite.
-Andiamo Harry! Mi conosci... sai quanto ami la natura e l'aria aperta- ribatté Louis scherzando.
Ridemmo tutti, ed io... non mi sentivo più in imbarazzo; nemmeno davanti a tutta quella gente.
Harry si sistemò suoi capelli ricci con le mani e scuotendo un po' la testa:
-Si certo- disse mostrando quelle adorabili fossette.
-A proposito Harry, una ragazza MOOLTO carina mi ha chiesto di te- continuò Louis.
Improvvisamente Harry chiese tutto interessato:
-Chi??-
-Emm... fammi pensare- fece Louis guardando verso di me e facendomi l'occhiolino.
-A si! Ecco... Taylor Swift!- continuò schioccando le dita.
Scoppiarono tutti a ridere.
Harry si fece serio:
-Ah ah! Molto divertente Mrs. Tomlinson-
Louis fece spallucce e cominciarono a ridere insieme.
Risi anche io sempre più stupita della persona che avevo accanto a me.
Ero felice.
Girai lo sguardo e vidi Zayn dal lato opposto della sala, mentre parlava con una ragazza.
Una ragazza... indiscutibilmente bella.
Aveva i capelli lunghi fino alle spalle di un biondo platino, occhi color ghiaccio coperti da un paio di ciglia finte lunghissime.
La pelle opaca con zigomi marcati dal blush rosa, e infine due labbra rosso fuoco.

-Dove sono Niall e Zayn?- chiese d'improvviso Louis.
-Niall sta divorando tutto il buffet, com'era prevedibile; Zayn invece era andato a parlare con Perrie- rispose Liam.
-Già... a quanto pare tu Louis non sei l'unico che si può appartare- disse ironicamente Harry.
-Davvero quella è la ragazza di Zayn?- chiesi perplessa.
In quel momento ci fu completo silenzio attorno a me. Mi sentivo tutti gli occhi dei ragazzi puntati addosso. Avevano interpretato male le mie parole. Pensavano che mi mi ritenessi già la ragazza di Louis, probabilmente. Ma non era quello che intendevo.
Louis lo capì.
Mi diede un bacio sulle tempie.
E mi calmai.
Il silenzio fu interrotto da Liam:
-Si... da molto tempo. Si stanno anche per sposare-
-Che strano...- dissi continuando a guardarli.
-Che cosa?- intervenne Louis stringendomi di più a lui.
Il mio cuore ricominciò ad accelerare, ma per nessuna ragione al mondo mi sarei allontanata da lui in quel momento. -Tutta apparenza... Zayn sarà anche una persona riservata -continuò Liam- ma se riesci a conoscerlo vedrai quanto in realtà sia molto comprensivo, e quanto sappia ascoltare. Riusciresti a fare ore e ore di chiacchiere con lui.
-Già... e anche Perrie è una ragazza adorabile, Zayn la ama davvero!- disse una voce dietro Harry.
-Niall! Hai finito di strafogarti al buffet- commentò Harry guardandolo.
-Si.. sai, il cibo non era troppo buono-
-Ma se ci sei rimasto per un'ora!- ribatté Liam.
-Bhe... io mangio di tutto... ma non necessariamente è tutto eccellente. Ad ogni modo -continuò Niall- dovremmo andare a quella festa, ricordate?-
-Oh già! il party... voi prendete la limousine. Io accompagno Emma a casa e poi vi raggiungo- disse Louis rivolgendosi a me.
Mi voltai verso di lui.
-No tranquillo non c'è bisogno. Io sono da sola a casa ma mi può accompagnare Anne-
-Preferisci la compagnia di Anne alla mia?- rispose Louis guardandomi storto.
-Cosa? No...- -E allora vado a convincere Anne. Ci metto due minuti- disse lasciandomi un bacio a stampo e andando verso Anne.
Mi voltai verso i ragazzi, e vidi Harry che mi fissava mostrando ancora le sue fossette.
-Che c'è? Perché mi guardi?- chiesi imbarazzata.
Senza Louis al mio fianco mi sentivo tremendamente fragile e a disagio... era strano.
-Niente... è che mi incuriosisci- rispose Harry mentre Liam e Niall andarono da Zayn.
-A si? E come mai?-
-Penso... penso perché vedo il mio migliore amico abbastanza preso da te- continuò facendo un mezzo sorriso.
Rimasi sorpresa da quelle parole.
-E... sarebbe una cosa negativa?-
Harry si girò verso di me con aria interrogativa.
-No certo che no. Però sono curioso.
Prima che potessi chiedergli qualcos'altro arrivò Louis dietro di me:
-Tutto apposto, ho convinto Anne- disse Louis sistemandosi i capelli e rivolgendomi un sorriso.
-Oh... bhe perfetto- gli risposi ricambiando il sorriso.
-Bene -continuò guardandomi- Allora voi andate, io vi raggiungo là. Ci vediamo dopo!- li salutò Louis.
-Ciao ragazzi!- salutai, mentre Louis mi prese per mano e mi accompagnò all'uscita.

Attraversammo la sala per uscire, ritrovandoci nel parcheggio.
Ci dirigemmo verso una Porsche nera con interni in pelle.
"Wow" pensai.
-Sali sai!- disse lui aprendo la portiera .
Entrai in quella macchina fantastica, ed ero molto euforica e agitata.
Partimmo.
Guidava velocissimo, ma dopotutto con quell'auto non "poteva" fare altrimenti.
Lo vedevo molto sicuro di sé mentre sfrecciava fra le macchine e sorpassava tutti; per questo... ero tranquilla anche io.
Dopo un po' si girò verso di me e mi sorrise:
-Vado troppo veloce?- mi chiese.
-No... non ho paura- risposi decisa.

Dopo circa un'ora ci fermammo.
Mi guardai intorno e quello non era il mio quartiere!
Mi affacciai dal finestrino e vidi una villa ENORME!
Mi voltai verso Louis che era uscito dalla macchina:
-Lou... questa non è casa mia-
Mi guardò per pochi secondi:
-Lo so...- chiuse lo sportello e si avvicinò al lato della macchina dove mi trovavo seduta io.
Scesi.
-E allora che ci facciamo qui?-
Lui non rispose, il suo sguardo continuava a spostarsi da me alla villa; allora capii.
-Casa tua...- dissi in modo ovvio.
-Già- rispose prendendomi le mani.
-Lou io non...- mi mi interruppe.
-Senti... so che questa cosa sembra tanto da rapitore pazzo o da stupratore, ma non è così-
Gli sorrisi stringendogli le mani.
-Non era una cosa programmata -continuò- ma mi sono ricordato che eri sola a casa e quindi... ho pensato di farti una sorpresa!-
Si interruppe per un attimo.
-Però... io voglio che tu ti senta a tuo agio. Quindi se vuoi tornare a casa ti ci accompagno subito senza dire una parola. E se vorrai rimanere potrai scegliere tra 4 camere da letto comodissime! Ma fa come...-
Questa volta lo interruppi io. Lo baciai, accarezzandogli dolcemente le guance mentre le sue mani si appoggiarono intorno alla mia schiena.
-Te l'ho detto: NON HO PAURA- dissi allontanandomi da quelle dolcissime labbra.
-Quindi?- continuò.
Alzai gli occhi al cielo:
-Quindi... perché no!-
Mi ringraziò con un altro bacio, ancora più travolgente.
-Anche se ora che ci penso... le camere degli ospiti non sono comode quanto la mia- scherzò lui.
Gli diedi uno schiaffo sullo stomaco ridendo.
Avevo completamente la testa fra le nuvole.
Mi prese le mani.
-Vieni, ti faccio vedere la casa-
Lo segui, ma poi mi fermai...
-Scusa, e il tuo party?-
Louis si voltò verso i me sorridendomi:
-Smettila di fare domande!- e mi riprese le mani portandomi davanti a quell'enorme cancello, lì si trovava un guardia; gli fece segno di poter aprire e una volta averlo attraversato... non riuscivo a credere ai miei occhi!
La villa era ancora più grande di come l'avevo vista. Aveva un grande giardino che si apriva al centro per far spazio a un vialetto.
Lo attraversammo mentre ci stringevamo le mani.

Entrammo in casa. Ci ritrovammo in un salotto molto ampio con divani e poltrone in pelle bianchi, al centro si trovava un mobiletto a specchio e sulla sinistra la cucina.
Non avevo mai visto una casa del genere.
-Piccola quindi...- commentai.
-Si... diciamo! Ti vanno un po' di patatine?- Annuì con la testa e mi sedetti su quel divano ancora euforica.
Passammo la serata a mangiare e a parlare, finché non ci addormentammo... l'uno abbracciato all'altro... lontani da tutto.

Quando mi svegliai non trovai Louis accanto a me.

“Ma sei impazzito? Ti sembra una buona idea portarla qui? E se lo dicesse a qualcuno? Hai idea del casino che potrebbe scoppiare oppure no?”
“Abbassa la voce! Ci possiamo fidare di lei… credimi”
Sentivo delle voci provenire dalla cucina, mi sembrava di riconoscere la prima voce…
“No Lou… non glielo dirai! Non possiamo rischiare…”
ERA HARRY! Ma che ci faceva Harry di mattina a casa di Louis…?
“Andiamo… perché non dovrei? Mi fido di lei, e sai quanto sia… bhe… preso. Non voglio cominciare dicendogli delle bugie.”
“Bhe… credo che in ogni caso qualcuna gliela dovrai dire Lou, lo sai”
Non volevo continuare a sentire… mi alzai e mi diressi verso quell'enorme cucina bianca.
Louis si voltò subito:
-Ehi! Buongiorno- mi baciò.
-Buongiorno… e buongiorno Harry!- cercai di fare finta di niente.
Harry fece un gesto con la mano mentre cucinava.
Mi rivolsi a Louis un po’ confusa.
-Che ci fai lui qui?-
-Emm.. ecco vedi…- Harry si voltò di scatto facendogli segno di no, si guardarono per un po’ quando Louis disse:
-Bhe ecco… viviamo insieme!-
Harry si diede uno schiaffo sulla fronte, per riprendere a cucinare.
-Davvero?- risposi sorpresa.
-Si… ma promettimi che non lo dirai a nessuno-
Non stavo capendo più nulla!
-Va bene ma… perché?-
-Bhe…- si guardò di nuovo con Harry. –Questo -continuò- lo scoprirai più avanti- e mi baciò di nuovo.
-Ora siediti e fai colazione. Harry cucina benissimo! E poi… ho una sorpresa per te nel pomeriggio-
Gli sorrisi di nuovo… in quel momento non mi importava sapere perché vivevano insieme, e perchè doveva essere un SEGRETO, in quel momento c’era solo lui.





Ciaoo! :)
Lo so, questo capitolo è ancora più lungo del precedente, ma spero siate riuscite ad arrivare fino alla fine lo stesso.
Scusate se ci ho messo tanto a pubblicarlo ma ho avuto un po' da fare questa settimana.
Ora spero di avervi incuriosita con la fine del capitolo, e che continuerete a leggere la storia.
Ah e... recensite, recensite! Sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
Ciao e a presto!!

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Capitolo 10
*** Eleonor! ***


Louis mi riaccompagnò a casa salutandomi con un bacio:
-Ah... e tieniti libera per il pomeriggio- mi ricordò prima di sfrecciare infondo alla strada.
Entrai in casa, con il sorriso sulle labbra e agitatissima per la giornata precedente.
Ripensavo alle sue labbra morbide, ai suoi capelli fini e a come riusciva a farmi sentire.
Quei pensieri furono interrotti dal suono del telefono.
Presi il mio I-phone dalla borsa: era Alyson.
"Oh merda" pensai.
Non l'avevo sentita da troppo tempo, non potevo ignorarla ancora.
-Alyson!-
-Em, finalmente! Non ti sei fatta sentire per almeno una settimana- rispose spensierata.
-Lo so scusami... è che... ho avuto un po' da fare...- dissi vaga.
-Si? Perché che hai dovuto fare?-
Incredibile come riuscisse sempre a fare domande inopportune.
-Bhe... Alyson scusami! So che te l'avrei dovuto dire prima ma...- -Em...? Che succede?- rispose dubbiosa.
Dovevo raccontarglielo.
-Ti ricordi dal concerto?-
-Il concerto della band più famosa di tutti i tempi?- disse euforica.
-Quello! Ecco... dopo il concerto, Louis... bhe... è venuto qua a trovarmi-
-Oh... ma davvero?- rispose Alyson, anche se non sembrava sorpresa... anzi.
-Si -continuai- abbiamo parlato molto, e ieri ho accompagnato Anne ad un party c'era anche lui. Siamo usciti fuori e... bhe ci siamo baciati.
-Addirittura?- ribatté lei.
-Si! Aly non puoi capire quanto sia fantastico! Riesce a farmi sentire a mio agio, e i suoi occhi... sono pazzeschi! Non sai quanto siano belli. Fidati, tutto quello che sai di lui non è nemmeno la metà di come è realmente. Bhe... comunque dopo mi ha portata a casa sua e ha detto che questo pomeriggio ha una sorpresa per me-
Appena finii di raccontarle quello che era successo, dall'altra parte della cornetta la sentii... ridere.
Stava ridendo tantissimo, sembrava che qualcuno le avesse raccontato la barzelletta del secolo.
-Alyson?- le chiesi dubbiosa.
-Scusa... scusa Emma ma, è impossibile- rispose smettendo di ridere.
Non riuscivo a capirla proprio.
-Ti risulta difficile credere che sia uscita con un personaggio "noto"?- chiesi irritata.
-Nono, a quello ci potrei anche credere... se Loui non fosse fidanzato con ELEONOR CALDER-
Il mio cuore si fermò improvvisamente. Non potevo credere a quelle parole, Louis... fidanzato? Com'era possibile?
-Eleonor?- ripetei sconvolta. Non poteva avermi mentito.
-Già! Dovresti informarti meglio. Ad ogni modo... ti avevo chiamata per chiederti se ci potevamo vedere. Posso passare da te tra 10 minuti?- chiese come se niente fosse.
-Emm... si va bene-
-Perfetto! A dopo- chiuse la chiamata.

Rimasi lì, a pensare alle parole di Alyson.
Era fidanzato. E perché mi aveva baciata? Portata a casa sua, e perché mi aveva detto che aveva un sorpresa per me?
Io non ero una super modella o un'attrice, perché avrebbe dovuto tradire la sua ragazza con me?
Mi vibrò il telefono; era un messaggio:

FROM: Sconosciuto
Sono contento di stare con te oggi!
Non vedo l'ora!
Baci, Louis

"Mi aveva scritto?"
Mi stavo facendo troppe domande.
Decisi di andare a verificare, era l'unica cosa che potevo fare.
Salii le scale di corsa, entrai in camera e mi misi subito al computer.
Avevo bisogno di risposte.
Digitai su internet i loro nomi e improvvisamente mi ritrovai una montagna di foto di loro due insieme.
Mentre di tenevano per mano, mentre si abbracciavano e scherzavano insieme... sembravano molto affiatati.
"Capisco perché non mi ha creduta"
Poi mi ritrovai centinaia di link dove Louis affermava quanto fossero felici, quanto l'amava e di quanto fosse orgoglioso di lei.
Spensi il computer. Avevo anche letto troppo.
Mi stesi sul letto con il cuore che batteva fortissimo. Ancora non me ne capacitavo.
Quando suonarono il campanello. Non poteva essere Louis così presto.
Scesi le scale ed aprii la porta; era Alyson.
Si fiondò subito dentro casa:
-Oi Em. Allora... stavo pensando che hanno aperto un nuovo Luna Park a due isolati da qui. Ci potremmo andare questo pomeriggio-
-No Aly!- risposi secca. Ero già abbastanza nervosa.
-Perché no?- chiese dubbiosa.
-Perché devo vedere Louis il pomeriggio!- sbottai.
Mi guardò con uno sguardo sorpreso. Non se lo aspettava evidentemente.
-Oh... ma allora è vero...-
Le feci segno di sì.
"Certo che è vero! Che me ne frega di inventarmi una storia su uno dei One direction?"
Ero troppo agitata. Ma mi aveva mentito, cazzo lui era... fidanzato!
-Ma com'è possibile? Voglio dire lui sta con Eleonor da 3 anni-
"3 anni? Bene."
-Non lo so. E non so nemmeno se voglio saperlo ma ho bisogno di spiegazioni e oggi me le dovrà dare- dissi cercando di mantenere il controllo.
-Già. Un momento... se è vero che hai visto Louis... allora avrai conosciuto anche Harry! O MIO DIO! E com'è? Bellissimo vero? Simpatico? Non trovi la sua voce dannatamente SEXY?-
-ALYSON! Scusa ma in questo momento non mi importa niente di Harry!- le urlai contro interrompendo il suo interrogatorio.
-Oh... già... scusa- disse a bassa voce.
Mi dispiaceva averla trattata male ma lei mi parlava di Harry quando la confusione nella mia testa era già tanta. Rimase in silenzio.
Non le avrei chiesto scusa, e per cosa poi? Era come se lei non riuscisse a capire quanto le sue parole mi avessero scossa.
-Bhe... allora io vado. Ci sentiamo dopo- continuò poi avviandosi verso la porta.
-Aly aspetta- dissi rassegnata. Non volevo che ci rimanesse male.
Mi avvicinai a lei.
-Se... se tutta questa storia con Louis si sistema... potrei... farti conoscere Harry, credo- continuai titubante.
-ODDIO! ODDIO! DAVVERO? Grazie mille Em! Non ho parole! Sei la migliore!- rispose abbracciandomi e stringendomi forte tanto da poter soffocare.

Uscì da casa mia saltando e gridando a gran voce; bastava così poco per renderla felice.
Mi diressi di sopra per fare una doccia veloce, e mentre l'acqua calda scorreva sul mio corpo capii che dovevo assolutamente non pensare... A NIENTE.
Uscii dalla doccia, mi asciugai in fretta e misi addosso la prima maglietta che trovai nell'armadio con un paio di shorts, legando i capelli, ancora mezzi bagnati, in una treccia di lato.
Mi stesi sul letto, controllando l'ora sul cellulare ogni due minuti, mettendomi in tutte le posizioni più assurde; per poi chiudere gli occhi e allontanarmi da quello che sembrava un incubo.

Il suono del telefono che non smetteva di suonare, mi fece alzare dal letto.
Presi il telefono, già abbastanza irritata, e vidi almeno 5 chiamate da un numero sconosciuto a cui non diedi importanza.
Suonò il campanello.
"Ma chi cazzo è ora?"
Mi alzai dal letto con velocità. e mi diressi giù per aprire il portone.
Davanti a me vidi quegli occhi incredibilmente belli, bastarono quelli per non pensare più a nulla.
-Ehi!- disse entrando in casa baciandomi e stringendomi a lui.
Le parole di Alyson rimbombavano ancora nella mia testa, ma non volevo staccarmi da quelle dolcissime labbra che si legavano sempre di più alle mie.
-Hai ricevuto le mie chiamate e il mio messaggio?- continuò tenendomi stretta.
-Emm si...- risposi fredda.
-Oh... menomale. Avevo paura di aver sbagliato numero- ribatté riprovandomi a baciare, ma mi scansai.
Mi guardò subito storto per poi dirmi scherzando:
-Uuh! Qualcuno è nervoso oggi-
Mi staccai da lui voltandomi e improvvisamente, senza che ne accorgessi i pugni si chiusero e sentivo come se avessi un fuoco dentro che mi avrebbe fatto esplodere.
Mi girai di scatto:
-Si! Sono nervosa!.
Si avvicinò piano a me prendendomi le mani:
-Ok, e... come mai?-
Mi allontanai di nuovo, dopotutto forse non ero la sua ragazza; ma non potevo accettare quella situazione.
-Mi chiedevo semplicemente quando avevi intenzione di dirmi che sei fidanzato con ELEONOR CALDER- scandii bene il nome.
Improvvisamente la sensazione di serenità sul suo volto... svanì.
-Oh emm... posso spiegarti-
-Davvero? Non c'è niente da spiegare! Ho visto le foto, letto le interviste e questo mi basta! Se c'è una cosa che non sopporto sono le CAZZATE; e il fatto che tu l'abbia...-
Non sono fidanzato non Eleonor- disse con calma interrompendomi.
- C-cosa? Louis... andiamo!-
-No, è vero- rimanemmo in silenzio a guardarci per un po', poi continuò:
-C'è una spiegazione-
-E sarebbe?- ribattei sedendomi sul divano.
Si mise accanto a me, ma rimanendo in silenzio per un po', mentre giocherellando con le mani in continuazione.
Lo guardai, quando poi parlò:
-Ecco vedi... i manager vogliono che ci costruiamo un immagine, che è poi quella che deve piacere alle fan. E... bhe Eleonor fa parte di questa cosa...-
Non dissi nulla e lui continuò.
-Ma non succederà più. Ho detto ai manager che non voglio più farlo. Anche perché ora sto con una persona che mi fa stare bene-
Alzai gli occhi stupita e assolutamente contenta di quelle parole.
-Pensi che questo cambi qualcosa?- chiesi facendo finta di niente.
Louis si avvicinò ancora di più a me prendendomi le mani.
-Ascolta... la mia vita è più complicata di quello che può sembrare. Non voglio dire che ti deve andare bene così, ma... lo vorrei-
Guardai quegli occhi sinceri, mi fece un mezzo sorriso e crollai:
-Infatti è così!- non ce la feci a mentire.
E poi mi baciò, talmente tanto da farmi alzare da sove ero seduta, stringendomi forte a se, come per non farmi andare via.
Le sue labbra si staccarono delicatamente dalle mie:
-Allora ora, posso dirti qual'è la sorpresa- disse sorridendo.
-Che sorpresa?- continuai.
-Bhe... vedi, noi siamo in pieno tour. Siamo tornati in Inghilterra perché dobbiamo partecipare ad alcuni eventi, ma ripartiremo tra tre giorni-
-E, la sorpresa sarebbe...?-
-Che la prossima tappa sarà in Italia, e ho pensato che ALMENO lì tu saresti potuta venire-
Rimasi completamente scioccata.
-ITALIA?- urlai?
-Ti andrebbe di venire?-
-E me lo chiedi? Certo!- dissi mentre gli stampavo un altro bacio sulle labbra.
-Le tappe sono il 28 e il 29, potresti venire la sera del 28 per poi vedere il concerto il giorno dopo-
Acconsentii senza dire una parola di più, tutto quello che era successo 20 minuti prima ormai era PASSATO. Volevo credergli, e questo bastava per tutto.
-E per festeggiare... oggi abbiamo un'inaugurazione, verresti con me?-
Risposi con un altro bacio e mentre le nostre lingue si intrecciavano, capii che con lui potevo essere la persona più felice del mondo.
-Ora... io... purtroppo devo andare- continuò baciandomi.
-Ti passo a prendere per le 8 ok?-
-Va benissimo!- risposi sorridendoli.

ORE 7:00 P.M
Mi cominciai a preparare. Misi un vestito nero aderente con spalline fine, lungo fino al ginocchio, e infine un paio di tacchi neri. Mi truccai e poi cercai di arricciare i capelli con piastra, e anche se il risultato non era dei migliori, mi accontentai.
Suonò il campanello. Presi la mia pochette nera, ricontrollando che ci fosse tutto, mentre scendevo le scale ripassai un po' il rossetto.
Aprii la porta.
Louis era più bello che mai. Indossava una giacca nera con sotto una camicia bianca e pantaloni stretti che riprendevano il colore della giacca, con i capelli sistemati all'indietro.
Era perfetto.
Quando mi vide spalancò la bocca.
-Wow... sei bellissima- disse baciandomi.
Aveva un profumo che mi faceva andare fuori di testa.

Quando arrivammo all'ingresso incontrammo anche gli altri ragazzi.
Mi guardavano tutti in modo sorpreso, ed io arrossii.
Louis mi diede un bacio sulla guancia, riusciva sempre a fare la cosa giusta al momento giusto.
Ci vennero incontro e mi salutarono velocemente.
-Allora ragazzi, è ora di entrare- commentò Liam.
Tutti avanzarono, compreso Louis; solo Harry rimase un po' indietro per sussurrarmi all'orecchio:
-Ti sei messa tutta in tiro per il tuo fidanzatino eh!- la sua voce mi faceva venire i brividi.
-Perché? Dici che è troppo?- dissi imbarazzata.
Mi guardò, facendomi un mezzo sorriso:
-Scusa, lui ti ha detto che stai bene?- continuò.
Gli feci segno di si.
-E allora perché tante paranoie?- e si diresse verso i suoi amici.
Forse aveva ragione, mi stavo facendo troppi problemi.
Entrai anche io, con Louis che mi venne subito incontro:
-Oi. Senti noi ora dobbiamo parlare con un organizzatore del tour, sai... per chiarire le ultime cose. Mi aspetti qui?- disse sorridendomi.
-Certo!- e gli lasciai un lungo bacio a stampo.

Mi diressi verso u tavolo, molto più sicura rispetto all'ultima volta.
Dopo poco si sedette accanto a me una ragazza mora, con un vestito lungo blu notte e due tacchi vertiginosi.
"Ok. Ora mi sento a disagio"
-Oddio questi fotografi, sono ovunque- commentò prima di girarsi.
-Ehi, ci conosciamo?- squittì verso di me.
-Emm, no non direi...- dissi secca.
-Sei un'attrice o una modella?- continuò
-No...-
-Oh, peccato. Sei molto carina sai?- disse ripassandosi il rossetto.
Non risposi minimamente alla sua affermazione, non me ne importava nulla.
-Sono Rosie Whiteley- disse porgendomi la mano.
Per la prima volta la guardai negli occhi.
Cavolo! Non avevo visto bene quanto fosse bella.
-Oh ora ricordo! Ti ho visto in Trasformers 3!-
Lei mi sorrise annuendo, e poi continuò:
-Scusa, potrò sembrarti scortese ma... allora che ci fai qui?-
-Bhe... veramente ho accompagnato dei "miei amici." I One direction.
-Davvero? Sono dei ragazzi molto simpatici. Sai, l'anno scorso ho fatto un paio di foto con loro per un articolo. Harry sopratutto mi è sembrato un ragazzo così carino-
"Non avevo dubbi" pensai facendo un sorriso beffardo.
-Guarda... proprio oggi ho letto un articolo su di loro- disse mostrandomi un giornale con loro in copertina.
Sfogliò fino alla pagina che voleva mostrarmi a tutti i costi.
-Eccoli!- commentò trovandola.
C'erano foto di loro e un'intervista che non mi fermai nemmeno a leggere.
Girò pagina ancora, e invece... lì mi bloccai.
C'erano foto di Louis e quella Eleonor risalenti a due giorni fa.
Insieme. Mano nella mano.
Il mio cuore bruciò ancora.
"Ora basta! Questa storia deve finire!"
Presi il giornale e mi diressi di corsa verso Louis e "il suo gruppetto."
-Sei un pezzo di merda!- urlai spingendolo.
Lui mi guardò sconcertato. Mi prese spostandomi dagli altri.
-Che ti prende?- disse calmo.
-MI PRENDE CHE FAI SCHIFO!-
Si guardò intorno, e poi mi afferrò di nuovo per portarmi fuori.
-Ok, mi spieghi che succede?- continuò guardandomi. Sembrava così innocente.
-Succede questo!- risposi lanciandogli il giornale.
Louis lo guardò, e appena capii chiuse gli occhi, facendo un profondo respiro:
-Ti posso spiegare..- cercò di parlare.
-No! Non puoi... Ti ho dato la possibilità di spiegare oggi e mi hai detto solo CAZZATE! Com'è che funziona eh? Prima esci con lei e poi baci me? E magari io oggi sono qui come tua cugina o tua sorella no? Mi avevi detto che non sarebbe più successo! Che non l'avresti più fatto! Ed io ti ho creduto! Senza dire una parola! Ma ora basta.
Cercai di andarmene ma lui mi trattenne.
-No, ti prego... non andare...-
Mi riavvicinai.
-Allora non hai capito Louis. Io ora non solo me ne vado da questo posto, ma me ne vado anche dalla tua vita esattamente come sono entrata! Sempre se ne ho mai fatto parte!-
Lo lasciai lì solo.
Presi un taxi, trattenendo le lacrime e cercando di dimenticare.




Ciaoo! :)
Allora che ne pensate di questo capitolo?
Spero che vi sia piaciuto e che continuerete a seguire la storia!
Se volete lasciatemi una recensione, vorrei sapere cosa ne pensate! 
Volevo anche dirvi che io domani parto, e per un po' sarà difficile per me pubblicare qualcosa.
Chiedo scusa, ma mi farò perdonare!
Ora scusate ma devo scappare, alla prossima :D

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Capitolo 11
*** Larry Stylinson! ***


ORE 10:00 A.M Avevo dormito forse 5 ore in tutto.
Ripensavo alla notte precedente, alle parole che avevo usato, a come me ne ero andata.
"Forse non dovevo dirgli quelle cose... avrei dovuto usare altre parole..."
Mi stavo facendo mille domande e nessuna sembrava trovare una risposta.
Il suono del campanello mi fece balzare dal letto.
Scesi le scale a piedi nudi lentamente; mi sentivo troppo stanca.
Aprii la porta e mi ritrovai di nuovo davanti quegli occhi azzurri che puntavano dritti verso i miei.
Il mio cuore ricominciò ad accelerare, avrei voluto baciarlo e stringerlo forte a me come non avevo mai fatto prima.
Ma non potevo.
Rimasi lì a guardarlo indecisa se sbattergli la porta in faccia o lasciarlo entrare.
-So che non vuoi vedermi... ma ho bisogno di parlarti- dissi Louis con tono tranquillo.
"Dio, quanto è bello anche la mattina!"
-Non abbiamo niente da dirci...- risposi fredda.
Non volevo dargliela vinta.
-Tu forse... ma io... devo dirti la verità- insisté senza distogliere il suo sguardo da me.
Ci pensai un po', infondo volevo delle risposte sincere, ne avevo bisogno.
-10 minuti- dissi facendolo entrare, e idi sul suo volto un sorriso.
Si sedette sul divano di pelle bianco, e dopo poco mi misi accanto a lui:
-Allora?- continuai.
- ...è una storia lunga e assurda, ma voglio che tu sappia che questa è la verità-
Gli feci segno di aver capito:
-Vedi... io e Harry siamo sempre stati migliori amici, sin dai tempi di X-Factor; e infondo siamo sempre state persone affettuose -continuò sorridendo- ci siamo sempre voluti bene e non abbiamo mai avuto problemi a dimostrarlo. Ci abbracciavamo davanti a tutti, scherzavamo tra di noi e molto spesso stavamo vicini. Ma... devi sapere che questa cosa è stata fraintesa molto-
-Da chi?- chiesi dubbiosa.
-Da alcune fan- rispose subito.
Lo guardai sorpresa.
-Sì. Ci sono alcune fan convinte che io e Harry stiamo insieme. Pensa che ci siamo fatti fare alcuni tatuaggi complementari, in segno d'amicizia non di altro... ma per qualcuno non è così. Comunque, quando è finito X-Factor io e Harry siamo andati ad abitare insieme, ma i manager ci hanno detto di comprare altre due case separate e di dire che non convivevamo più, per mantenere l'immagine della band. Perciò ti avevo chiesto di non dire niente-
Fece una breve pausa.
-Hanno chiamato la coppia Larry Stylinson-
Scoppiai in una piccola risata.
-Fa ridere vero? Eppure il nome è carino- disse avvicinandosi poco a me.
Ritornai seria chiedendogli di continuare sempre più interessata.
Lo sentivo. Era sincero.
-Bhe... si era creata una situazione assurda e dovevamo trovare una soluzione; così i manager hanno pensato di creare una finta fidanzata per convincere le fan che... insomma... non sono gay-
-E, perché hanno creato questa finta fidanzata per te e non per Harry?- chiesi tranquilla ma incuriosita.
-Perché Harry ha la reputazione come playboy. Nessuno mai crederebbe che Harry Styles è in una relazione stabile-
Rimasi lì a guardarlo, mentre cercava di avvicinarsi a me per avere un contatto.
Non mi allontanai da lui in quel momento; volevo fidarmi anche se i dubbi nella mia mente erano ancora tanti.
Continuò.
-Quello che ti ho detto è vero, ho parlato con i manager e gli ho detto che non voglio più fare questa cosa...-
-Ma...?- dissi capendo dove voleva arrivare.
-Ma non è così facile, diciamo che è una cosa semplice da creare ma non da disfare. Le fan si sono affezionate a questa coppia e l'immagine della band è importante. Ma io mi sono...- si bloccò di colpo guardandomi, come per sperare che anche questa volta finissi io l frase.
Ma davvero non sapevo cosa volesse dire. Lo guardai dubbiosa mentre continuava a fissarmi.
-... affezionato -continuò titubante- e non voglio rovinare tutto proprio ora che...-
-Perché non me l'hai detto prima?- lo interruppi alzando il tono di voce.
Ora provavo rabbia.
-Bhe... che avrei dovuto dirti? "Potresti vedere delle foto con me e un ragazza, ma non è la mia fidanzata, facciamo solo finta di stare insieme perché alcune fan credono che abbia una storia con il mio migliore amico, per questo nessuno deve sapere che abitiamo ancora insieme?" Volevo aspettare del tempo, le parole giuste credo-
La sua spiegazione aveva un senso, e mi convinsi sempre di più del fatto che se avesse dovuto inventarmi qualcosa non mi avrebbe detto una cosa così fantasiosa.
-Ti credo...- risposi decisa.
Improvvisamente sul suo volto si creò uno splendido sorriso, che mi fece accelerare i battiti del cuore e mi mise in agitazione.
Era bellissimo.
Si avvicinò a me, avvicinò le sue labbra alle mie.
Desideravo poterlo baciare, mentre magari gli scompigliavo i capelli e mentre le nostre lingue si univano.
Lo desideravo.
Ma in quel momento dovetti fare la cosa giusta.
Misi la mia mano tra il suo petto e il mio, spostandomi un po' indietro.
-Ma non so... se posso sopportare una cosa del genere- dissi con la voce strozzata.
Mi strinse le mani, pensando di potermi rassicurare.
Cercò di parlare ma io non gli diedi modo di cominciare:
-Non credo di riuscire a stare insieme a te di nascosto finché tutta questa situazione non cambierà, e se cambierà-
Per la prima volta aveva trovato qualcuno che mi facesse sentire viva, diversa; ma non poteva funzionare.
Lo guardavo... aveva uno sguardo triste; sembrava un cucciolo abbandonato, come se avesse perso qualcosa di fondamentale.
Mi alzai, lui fece lo stesso tenendomi le mani. Non ce la feci ad interromperlo.
-Em io... io... -pause sempre più lunghe- io ti...-
Era troppo.
-Non devi dirlo per forza. Non è necessario. Ora, bhe... dovrei fare delle cose- mentii a voce bassa. Non potevo vederlo ancora lì, davanti a me.
Mi guardò ancora, sembrava sorpreso, deluso.
-Sai, pensavo che ci credessi tanto quanto me- e se ne andò, senza aggiungere parola.

ORE 6:00 P.M
Il pomeriggio mi sarei dovuta vedere con Alyson, volevo lasciarmi tutta quella storia alle spalle.
Mi vestii in fretta, con un paio di pantaloncini e una canotta semplice.
Ero già in ritardo, presi la borsa di fretta ed aprii la porta per uscire di casa.
Non potevo crederci.
C'erano quelle fossette che puntavano verso di me.
Ma che ci faceva Harry lì?
-Che vuoi?- dissi scorbutica.
-Mi fai entrare?- rispose subito.
Lo guardai seria.
-Stavo uscendo in realtà-
Continuai a fissarlo. Non proferì parola.
Parlavamo con lo sguardo.
Lui insisteva.
Io non volevo cedere.
Capii che non avrebbe mollato.
-Entra..- dissi arresa.
Si sedette sul divano, mentre io rimasi in piedi davanti a lui appoggiata al muro.
-Mi dici che c'è?-
Fece un piccolo sorriso.
-Perché hai trattato Louis in quel modo?-
Incrociai le braccia, ora mi stava seccando.
-Non sono affari tuoi!-
-Scusa ma, sono affari miei se il mio migliore amico sta male e deprime tutta la casa- continuò in tono calmo.
-Lui non ti piace?-
"Assurdo! Come può dire una cosa del genere?"
-Come fai a dirlo?!- alzai un po' la voce.
-Allora, se mi sbaglio vai da lui e basta! Ti fa stare bene? Ti piace? Non ha senso lasciar perdere tutto...-
-Non è così semplice...-
-Senti... -si alzò- tutta la storia che ti ha raccontato è vera. Di me, di Eleonor, di questa cosa che chiamano Larry; è tutto vero. Ma non ti avrebbe detto nulla se tu non fossi stata importante-
Alzai lo sguardo verso Harry.
Ora qualcosa mi stava mangiando lo stomaco.
Ha detto che io ero importante per lui.
"Che stupida!"
Harry continuò.
-Oggi dobbiamo partecipare a un party, voglio che tu venga e che parli con Louis; ne ha bisogno. Ti farò venire a prendere da una macchina, e non uscirò di qui finché non mi prometti che lo farai- mi sorrise.
Ero contenta di avere un'altra possibilità di rivederlo, ma non potevo darlo troppo a vedere.
-Quando vuoi una cosa la ottieni sempre eh?- dissi un po' beffarda.
Si avvicinò piano a me, sistemandosi i suoi RICCI. Si avvicinò ancora.
-Sempre- rispose.
La sua voce roca così bassa mi faceva venire i brividi.
Si avviò verso la porta senza aprirla, si girò di nuovo verso di me.
-La macchina passerà tra un paio d'ore. Mi fido-
Quelle parole pronunciate da lui sembravano così strane. Non riuscivo a capire se le dicesse per convenienza o perché fossero davvero sincere.
Uscii di casa, lasciandomi un grande vuoto.
Forse avevo fatto male a lasciar perdere con Louis; ma anche se fosse, ora avevo la possibilità di rimediare.
Chiamai Alyson dicendole che dovevo annullare il nostro appuntamento, ma non le raccontai la verità.
Si arrabbiò molto, sapevo che toccava a me fare il primo passo per chiarire, ma l'avrei chiamata domani; una cosa alla volta.
Mi precipitai di sopra a prepararmi.
Misi sottosopra l'armadio per cercare qualcosa di decente da mettere.
Alla fine optai per un vestito azzurro stretto sul seno che cadeva più morbido fino al ginocchio. Misi un paio di tacchi vertiginosi e lasciai i capelli lisci sciolti che cadevano lungo la schiena.
Mi guardai allo specchio. Mi osservai bene.
Suonò il campanello.
Scesi le scale ripassandomi un po' il mascara sulle ciglia.
Aprii la porta facendo un lungo respiro.

La macchina mi lasciò davanti a un casale enorme; con una piscina che risplendeva e intorno sdraio, buffet, luci camerieri e milioni di persone impeccabili.
Mi sentivo di nuovo persa... senza Louis.
Lo cercai disperata, quando sentii una voce chiamarmi:
-Emma!-
Mi voltai di scatto, vidi Harry venirmi incontro più elegante che mai.
-Sei venuta allora-
-Bhe, non che mi avessi dato molta alternativa- commentai.
Mi fece una radiografia dalla testa ai piedi.
-Wow! Vestita così Louis morirà-
Ignorai quel commento e continuai a cercare Louis con lo sguardo. Ma come avrei potuto trovarlo tra tutte quelle persone.
-Ancora non è arrivato- continuò Harry come se mi leggesse nella mente- dovevamo arrivare tutti insieme ma lui... ha avuto un contrattempo-
Ero curiosa di chiedergli di cosa si trattasse ma alla fine non lo feci, non so se volevo davvero saperlo e poi non credevo Harry me lo avrebbe detto.
-Ma arriverà a momenti, nel frattempo puoi stare con noi- e mi mostrò di nuovo quelle fossette che avevano uno strano effetto su di me.
Lo seguii fin dentro.
C'era un atrio enorme, ma mi stavo abituando a quel tipo di atmosfera.
Ci sedemmo a un tavolo ed io mi misi accanto a Zayn. Anche se il suo silenzio mi innervosiva, allo stesso tempo riusciva a incuriosirmi.
Loro ridevano e scherzavano, mentre io continuavo a cercare Louis.
Non ero ancora convinta di quello che volevo fare, ma ero sicura che appena lo avessi visto le risposte sarebbero arrivate da sole.
-Ci metterà un po'... è sempre in ritardo-
Feci una piccola risata.
-Sì, me lo aveva detto- mi girai e mi ritrovai Zayn che mi guardava sorridendo.
Rimasi un po' lì a fissarlo.
-Dovresti perdonarlo..- continuò.
Gli rivolsi uno sguardo un po' dubbiosa.
-Bhe... non so, io non sono abituata con tutto questo-
Mi guardava con la stessa curiosità che nutrivo io per lui.
-All'inizio nemmeno noi... ma abbiamo saputo guardare gli aspetti positivi della situazione, e abbiamo capito che ne valeva la pena; è questo che ti devi chiedere-
"Ne vale la pena? Assolutamente"
Lo guardai, ripensando alle parole che aveva detto Liam su di lui... aveva ragione.

Dopo pochi minuti Harry venne accanto a me:
-Louis è uscito fuori a fumare- mi sussurrò all'orecchio.
Mi vennero i brividi.
Mi alzai e uscii fuori. Vidi Louis appoggiato alla ringhiera mentre fumava a testa bassa.
Era dannatamente sexy.
Mi avvicinai a lui.
Alzò lo sguardo.
Era chiaro di quanto fosse sorpreso e contento.
Ci guardammo per un po'. Avevo una voglia matta di stringerlo.
Gli andai ancora più vicino.
-Harry. -dissi sapendo cosa mi avrebbe chiesto- a quanto pare non vuole un amico triste che gli deprima casa-
Mi sedetti accanto a lui completamente in agitazione.
Buttò la sigaretta e mi strinse le mani.
-Mi dispiace... - sussurrò.
Gli rivolsi un sorriso.
-Dispiace anche a me. Ma ora so con maggiore sicurezza quello che voglio e quello di cui ho bisogno-
Si avvicinò.
-Puoi fidarti- rispose.
In quel momento non resistetti più e lo baciai, con tutta la foga che avevo.
Aveva l'alito che sapeva di tabacco, ma non mi diede fastidio; e continuai a intrecciare la mia lingua sulla sua, alternata da baci dolci dove le nostre labbra si univano e non servivano parole.
Le sue mani viaggiavano dal mio seno alla mie schiena, ed io gli scompigliavo i capelli con tutta la forza che avevo.
Lo sentivo. Sarebbe stato l'inizio di qualcosa di magico.





Ciao ragazze! :)
Finalmente sono riuscita a pubblicare questo capitolo. 
Ci tengo a precisare che non sono proprio una Larry, credo che molte, molte, molte cose combacino, ma finché non si dichiareranno loro non potremo sapere niente con sicurezza, (anche se spero che stiano insieme) e se un giorno si dichiareranno io sarò felicissima per loro. 
Ho scritto quindi quella parte per "non lasciare niente al caso."
Ad ogni modo spero che questo capitolo vi sia piaciuto e lasciate una recensione se vi va.
A presto :)

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Capitolo 12
*** They don't know about us! ***


Fu una serata fantastica.
Continuammo a parlare per ore, abbracciati e lontani da tutti; non perché fosse meglio che poche persone ci vedessero insieme, anche se questo poi si rivelò un fatto positivo; ma perché ci trovavamo così bene a parlare, a toccarci, a ridere.
Ridere.
Riusciva a farmi ridere in un modo che non facevo da molto tempo.
C'era una complicità unica; e fu una cosa che mi stupì tanto.
Mi disse che il giorno dopo sarebbe partito per l'italia.
Ci saremmo visti due giorni dopo per il concerto del 29, ma tra quello che era successo non ci avevo più pensato.
Poi, però le sue labbra toccarono le mie per l'ennesima volta, con i nostri corpi vicini che combaciavano perfettamente, e decisi di dimenticarmi di tutto lasciandomi andare.
Mi riaccompagnò a casa verso le 2:00 di notte, salii in camera e mi lasciai trasportare in un lungo sogno.

ORE 9:00 A.M
Mi svegliarono i sottili raggi del sole che filtravano dalla finestra e andavano a toccare il mio viso.
Indossavo ancora i vestiti della sera precedente, non avevo avuto la forza di cambiarmi.
Mi alzai con calma e andai a farmi una doccia veloce; misi un paio di pantaloncini e una maglietta con una manica che cadeva lasciando i capelli sciolti per farli asciugare.
Mi misi sul letto, avrei dovuto chiamare Alyson, ma sinceramente non avevo voglia di litigare, urlare e rovinarmi l'entusiasmo che avevo ancora dalla sera precedente.
Squillò il telefono, e quando vidi il nome di Louis sul display si creò un sorriso sul mio volto che mi fece dimenticare di tutto.
-Ehy superstar- risposi.
-Tesoro!- aveva una voce così angelica.
-Sei già in viaggio?- chiesi con i battiti del cuore a mille.
-Siamo arrivati da poco in realtà. Sai, avevo pensato a una cosa- continuò.
-Cioè?- chiesi elettrizzata.
-Pensavo, così... se ti andava di raggiungermi stasera- stava facendo uno dei suoi sorrisi beffardi, lo sentivo.
Sorrisi anche io.
-Bhe il programma era questo- risposi come se fosse ovvio.
-No. Il programma era che tu arrivassi stasera tarsi e andassi subito in albergo a riposare. Io ti propongo di venire dopo il concerto e di stare con me. Anche perché il 29 non avremo tanto tempo per stare insieme- continuò.
Non risposi.
Mi sarei stancata molto, ma la voglia di vederlo, baciarlo e stringerlo a me era tanta.
Tintinnai un po'.
-Ho anche una sorpresa per te- era impossibile sentirgli fare la voce sexy.
-L'ultima volta che volevi farmi una sorpresa non è andata benissimo- gli ricordai.
-...Sì, ma tutto si è sistemato- E poi questa è una sorpresa che no può avere inconvenienti. Devi dire solo sì- disse sempre più convincente.
Non risposi subito.
Volevo vederlo, ma come avrei potuto fare tutto in tempo? E poi dovevo ancora chiarire con Alyson.
-Lou... non so, io...- ma mi interruppe.
-Ti mando un messaggio prima del concerto così mi mandi l'imbocca al lupo! Un bacio ciao!- disse tutto d'un fiato, battendo le sue labbra sul telefono, prima di chiudere la chiamata, come per mandarmi un bacio.
Rimasi lì sorridendo. Quando voleva sapeva essere molto determinato e convincente.

Mi sedetti alla scrivania e, dopo averci pensato un po', inviai un messaggio di scuse ad Alyson, così mi sarei tolta un peso e sarei partita più serena.
Aspettai pazientemente .
In realtà non erano scuse veramente sentite, mi sentivo più in bisogno di fargliele.
Vibrò il telefono:

FROM: Alyson Thomas
Ci possiamo vedere stasera?

"Merda"
Come gli avrei detto che non sarei uscita quel giorno?
Alyson è sempre stata la mia migliore amica.
Ma era molto permalosa, e devo ammettere che spesso non mi è stata vicina come avrei voluto, e sinceramente pensavo che mi volesse vedere per parlare ancora di Harry più che per chiarire con me.
Ma le volevo bene, a lei ci tenevo, e quindi cercavo di assecondarla sempre.
Ma quel giorno non potevo. Non volevo.
Gli scrissi che dovevo partire con Anne, ma che al mio ritorno avrei avuto una sorpresa per lei.
Da quando sapeva che conoscevo i One Direction mi sentivo come se avessi un piccolo potere su di lei.

ORE 8:30 P.M
Passai il resto della giornata a vagare con la mente, pensando alla sorpresa di Louis.
Aveva uno strano effetto su di me, mi rendeva vulnerabile; e bastava solo che cambiasse espressione, tono di voce per farmi scoprire tante emozioni nuove tutte insieme.
Cominciai a preparare un borsone per il mio soggiorno in Italia, quando vibrò il telefono:

FROM: Louis Tomlinson
Ti ho prenotato il volo che parte alle 22:30, all'atterraggio ti aspetterà una limousine.
Non vedo l'ora di passare la serata con te. Mille baci.
Louis

Ecco che tornava il sorriso da ebete sul mio volto.
Finii di preparami e di preparare la borsa.
L'aeroporto era abbastanza distante, decisi quindi di uscire di casa e prendere un taxi.
Ero elettrizzata!
Non sapevo bene cosa provavo per lui.
Amore? Forse... Ma si può amare una persona che conosci così poco? Arrivammo all'aeroporto in 40 minuti.
Scesi velocemente dalla macchina e mi diressi dentro l'edificio.
Non avevano ancora annunciato il mio volo, mi sedetti e mi misi a leggere una rivista.
"Incredibile! Sono ovunque."
Ogni rivista parlava di loro, del loro tour. Era una cosa incredibile per me.
Riuscivo però, a pensare anche al fatto che tra tutte le ragazze, le fan impazzite che gli andavano dietro, le attrici o le cantanti famose, lui aveva inviato me a passare la serata con lui.
In qualche modo mi aveva scelta.
Annunciarono finalmente il mio volo.
Feci la fila per il check-in, e una volta in aereo mi sedetti al mio posto assegnato e mi addormentai.

.Signorina, signorina mi scusi- 'hostess mi muoveva delicatamente il braccio per svegliarmi.
Aprii gli occhi.
-Stiamo per atterrare, si allacci le cinture di sicurezza- continuò sorridendo. Uno di quei sorrisi falsi che si fanno per educazione.
Cercai di risistemarmi un attimo per rendermi un po' presentabile.
In un attimo ci ritrovammo nell'aeroporto di Malpensa.
Ero di origini italiane, ma non avevo mai avuto davvero la possibilità di visitare l'italia a causa dei numerosi viaggi di lavoro dei miei genitori, ed ora invece... ero lì.
Uscii dall'aeroporto e trovai un uomo vestito in giacca e cravatta appoggiato a una limousine nera.
Mi avvicinai con passo deciso.
-Signorina Davies?- chiese.
Annuii con la testa, e subito mi aprii la portiera aiutandomi con i bagagli.
Non sapevo dove mi stesse portando, aveva organizzato tutto Louis e questa cosa mi incuriosiva.
Si fermò dopo circa 30 minuti davanti a un edificio enorme ed elegantissimo con una scritta in alto:"HOTEL PRINCIPE DI SAVOIA."
Sorrisi.
-Mi scusi, il signor Tomlinson ha detto di dirle di prepararsi per stasera. La verrò a prendere fra un'ora- continuò l'autista, mentre "qualcuno" stava portando i bagagli dentro.
Ero sempre più entusiasta.
Mi diedero il numero della stanza: 283.
Entrai, un bellissimo letto a baldacchino con lenzuola si seta si trovava accanto a un tavolino di legno con poltrone imbottite e davanti a un televisore al plasma.
Assurdo. Tutto quello era per me?
Cercai di tornare alla realtà, avevo solo un'ora per preparami.
Mi lavai in fretta e stirai i capelli per poi legargli in una mezza coda.
Cercai disperata un vestito elegante a all'altezza dell'appuntamento.
Scelsi un vestito senza spalline con scollo a cuore, nero, che mi fasciava fino alle ginocchia e dietro scendeva uno strascico fino alle caviglie.
Misi un paio di tacchi e presi la mia pochette.
Uscii dalla stanza prendendo l'ascensore, lasciando le chiavi alla reception ed aspettai la macchina fuori.
Arrivò dopo 10 minuti e mentre stavo in macchina fantasticavo sulla serata, avevo una voglia matta di rivederlo e di baciarlo, volevo il suo respiro sulla mia pelle e sentire il suo profumo.
Mi lasciò davanti a un ristorante a 5 stelle dicendomi di salire fino all'ultimo piano.
Salii le scale sempre più in fretta, quando arrivai sul tetto... c'era una vista spettacolare, ma sopratutto vidi Louis.
Bello come non mai, appoggiato a un tavolo.
Il cuore ricominciò ad accelerare e senza esitare corsi da lui e gli saltai in braccio baciandolo con forza e stringendolo a me.
Un dolce sorriso si creò sul suo volto.
-Sei sempre più bella- mi sussurrò all'orecchio stampandomi un lungo bacio sulle labbra.
Solo in quel momento capii quanto mi fosse mancato, e quanto il suo profumo mi facesse impazzire.
Mi fece sedere e poi si mise davanti a me.
Ammirai di nuovo il panorama.
Sembrava tutto perfetto.
-La vista è stupenda- commentai.
Mi strinse la mano e mi sorrise.
Ero agitata.
-Allora? Com'è andato il concerto?- dissi per rompere il silenzio.
-Direi bene. Ci siamo divertiti molto, ed è sempre bello tornare in Italia. Liam si è anche commosso- rispose sorridendo.
-Davvero?- chiesi sorpresa.
Annuì con la testa; continuò:
-Mi avevi detto di avere origini italiane. Dovresti conoscere bene Milano-
-Emm... In realtà no. Sai, a causa del lavoro dei miei genitori io e mio fratello non abbiamo mai visitato l'Italia-
Appena finii quasi si strozzò con lo champagne.
-H-hai un fratello?-
Risi un attimo.
-Sì, più grande. Ma tranquillo, non lo vedo mai; ora è in America per lavoro e... a dire il vero lo sento anche poco- continuai a bassa voce.
Mi guardò con aria dubbiosa.
-Ci sono problemi in famiglia?-
Alzai lo sguardo.
-No, ma... non siamo mai stati una famiglia mooolto unita a dire il vero-
Sorrise, ancora.
-Posso immaginare. Sai, il mio vero padre non c'è mai stato, ho preso il cognome dal secondo marito di mia madre. Ora, hanno divorziato e lei... bhe si sta per risposare di nuovo; e in tutto ho 5 sorelle e un fratello-
Feci una faccia sorpresa.
-Ma sai qual'è la cosa bella? Che comunque da tutto questo sono riuscito a vedere solo i lati positivi- continuò mostrando il suo bellissimo sorriso.
Riuscivo a capire cosa intendesse.

Ordinammo da mangiare continuando a parlare e a bere champagne.
Mi sembrava di conoscerlo da sempre.
Mi sentivo libera.
Avevamo ormai i piatti vuoti e i bicchieri pieni, quando lui si alzò per avvicinarsi a me.
Mi tese la mano, era visibilmente imbarazzato.
-Voglio che tu sappia che non ho mai fatto una cosa del genere..-si fermò un attimo.
-Balliamo?- mi chiese.
Sorrisi e appoggiai delicatamente la mia mano sulla sua alzandomi.
Mi avvicinai.
-Ma... non c'è la musica- commentai.
-Andiamo! Faccio parte di una band e secondo te non ho la musica?- disse avviandosi verso uno stereo che si trovava dietro di me.
Schiacciò play.
Cominciò una musica lenta, delicata.
-Ascolta le parole- disse prendendomi le mani.
Mi appoggiai a lui.

People say we shouldn’t be together
We’re too young to know about forever
But I say, they don’t know
What they’re talk, talk, talking about 

Cause this love is only getting stronger
So I don’t wanna wait any longer
I just wanna tell the world that you’re mine girl, Oh

Ripeté l'ultima strofa.

They don’t know about the things we do
They don’t know about the “I Love You’s”
But I betcha if they only knew
They would just be jealous of us
They don’t know about the up all night
They don’t know I’ve waited all my life
Just to find a love that feels this right
Baby they don’t know about, they don’t know about us


One touch and I was a believer (...)
Cominciò a parlare mentre la musica continuava.
-Sai, a volte ripenso alla prima volta che ti ho vista. Quando ci siamo scontrati a quel concerto. Mi avevi colpita fin da subito... ma ancora non sapevo che persona speciale fossi. Con te riesco a parlare di tutto e ti piaccio per come sono-
Mi guardava negli occhi.
-Oggi dopo il concerto ero davvero stanco, ma pensare che dopo avrei dovuto vedere te, mi ha reso una delle persone più felici del mondo. Io voglio stare solo con te Em, e tutto il resto lo risolveremo perché... per quanto possa sembrare assurdo... io...so di non aver provato nulla di così forte. Ci conosciamo da poco, ma voglio davvero che funzioni- le mie mani sudavano- Voglio che tu non abbia nessun dubbio e che sappi che non ti farei mai soffrire, perché...io...bhe... credo di amarti-

They don’t know how special you are
They don’t know what you’ve done to my heart
They can say anything they want
Cause they don’t know us


Aveva detto seriamente che mi amava? Non poteva essere.
They don’t know what we do best (...)
Gli accarezzai le guance. Presi coraggio.
-Ti amo anche io!- Sorrise. E mi baciò.
Con tutta la forza che aveva. Stringendomi a lui così tanto da soffocare. Ma io volevo quello e nient'altro.

(...)
They don’t know about the “I Love You’s”
But I betcha if they only knew
They would just be jealous of us
They don’t know about the up all night
They don’t know I’ve waited all my life


Continuammo ad abbracciarci, sempre più forte. Mi sentivo al sicuro mentre le sue labbra toccavano le mie dolcemente.
Non volevo separami da lui.
Mi accarezzò i capelli, e mi prese in braccio continuando a muovere le sue labbra intorno alle mie.
Mi strinsi ancora di più a lui.
Ci guardammo negli occhi, quello sguardo diceva molto di più delle parole. Avevo i brividi.

Baby they don’t know about, they don’t know about us...
They don’t know about us





Ciao ragazze! :)
Scusate il ritardo, ma c'ho messo molto (troppo forse) a scrivere questo capitolo.
Cosa ne pensate?
Se vi va lasciate una recensione, ne sarei felice. 
A presto,
Un bacio!

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Capitolo 13
*** 29-06-2014 (parte 1) ***


-Piaciuta la sorpresa?- mi sussurrò Louis mentre ci avvicinammo alle sedie.
-Non potevo chiedere di meglio- risposi sedendomi su di lui mentre lo baciavo dolcemente.
-Domani mattina ti farò venire a prendere da una limousine prima del concerto. Vedrai, ti piacerà!- disse entusiasta.
-Sai, non è come le altre volte, e un concerto in uno stadio! Vuol dire che ci sono 80 000 persone lì solo per te-
Lo guardai sempre più affascinata, senza interromperlo.
-Oggi la pressione era tanta, ma quando ti guardi intorno e vedi tutta quella gente... non ci pensi più- continuò sempre più elettrizzato-
Pensavo alle loro fan.
Ragazze che riuscivano a fare ore e ore di fila, a dormire fuori, mettendo da part, magari, tutti i loro risparmi per comprare un biglietto e vederli cantare 3 ore.
Ed io... non ero una loro fan.
Non conoscevo tutte le loro canzoni a memoria, e non avevo fatto nulla di pazzo per arrivare lì... a Milano.
Mi trovavo lì solo per Louis.
Forse era un ragionamento egoista il mio(?).
Ci riflettei.
-Non farmi portare dietro le quinte domani mattina!- sbottai di colpo.
Louis sbarrò gli occhi.
-C-come? Non vuoi venire a vederci?-
-No! Certo che voglio! Penso solo che; sia giusto che io entri e che faccia la fila come tutte le altre ragazze-
Mi guardò in modo perplesso.
-Quelle ragazze sono disposte a tutto per voi- continuai- io invece, non ho fatto nulla! Mi sembra giusto che almeno provi a "comportarmi" come loro-
Continuò a fissarmi sempre più confuso, chiedendomi con lo sguardo se fossi sicura.
Gli feci capire che lo ero.
-Va bene! Se proprio insisti... ma ti avverto: dovrai stare lì mooolto presto. Credo dalle 8, e dovrai fare come minimo 10 ore di fila, in piedi... ormai posso procurarti solo posti sul prato-
-Posso farcela- risposi sorridendo.
-Lo so, lo so... ma, per qualsiasi cosa hai il mio numero; se ci ripensassi anche all'ultimo minuto... non esitare a chiamarmi-
Risi.
-Grazie, ma non credo che avrò bisogno del tuo aiuto-
-Vedremo...- disse avvicinandosi a me, scoccandomi un lungo bacio.

ORE 6:00 A.M DEL 29-06-2014
Suonò la sveglia. Il suono rimbombava nelle mie orecchie.
La scaraventai a terra e cominciai piano piano ad aprire gli occhi.
Mi ero dimenticata che avevo passato la notte in quel posto da sogno.
La limousine sarebbe arrivata un'ora dopo per portarmi a San Siro.
Al solo pensiero il mio cuore accelerò e sul mio volto si creò un largo sorriso.
Mi vestii in fretta, misi un paio di shorts, converse bianche e una canotta grigia; legai i capelli in una mezza cosa e bevvi un caffè al volo.
Era migliore rispetto a quello che si trovava in Inghilterra.
Presi la borsa e mi avviai al piano inferiore, dove si trovava la reception, per lasciare le chiavi della mia stanza.
La macchina arrivò verso le 7:10.
Non stavo più nella pelle!
Ero elettrizzata all'idea di stare là con tutte le loro fan per vederli.
Ero già stata ad un loro concerto, ma Louis aveva ragione; quello era uno stadio; e poteva essere completamente diverso.
E poi ero anche curiosa, di sapere cosa avrebbero fatto le loro fan, mentre cantavano, urlavano e piangevano.
Riuscivo già a immaginarmi la scena.
Sorrisi.

Finalmente arrivammo.
L'autista mi lasciò un po' prima dell'entrata e mi diede il mio biglietto.
Cominciai a camminare verso il cartello con la scritta PRATO VERDE.
La tensione saliva.
Vidi delle ragazze sedute proprio davanti all'entrata ancora chiusa.
"Avranno passato la notte lì!" pensai.
Seguii la serpentina di ferro fino ad arrivare davanti a due uomini della sicurezza.
-Posso aiutarla?- mi chiese uno dei due.
-Emm... credo di si. Dovrei, entrare- risposi.
-Si, guardi la fila è quella!-
Indicò dietro di me una coda lunghissima formata da centinaia di ragazze provviste di ombrelli e impermeabili. zbr> -Perfetto, grazie- dissi mostrando un bianco sorriso, e mi misi a fine fila.
"Prima figura di merda fatta!" pensai.

La fila proseguiva piano.
Notai davanti a me due ragazze, con un accento inglese, visibilmente emozionate.
Una era mora, con i capelli mossi e gli occhi verdi. Era bassina e formosa, ma non grassa; anche se poteva sembrare più grande a causa del seno prorompente.
L'altra era poco più alta della prima, bionda e liscia, con occhi color nocciola, che rideva rumorosamente alle battute dell'altra ragazza.

All'improvviso cominciò a piovere, ed io mi accorsi di non avere un ombrello.
Non era una pioggia forte, solo due gocce in realtà; ma era quella pioggia fastidiosa e umida che ti fa sudare.
-Ehi scusa, non hai un ombrello?- sentii una voce avanti a me.
Alzai gli occhi e vidi quella ragazza mora sorridermi.
-Emm... no- esitai.
-Puoi venire qui sotto. Ce n'è di spazio- continuò indicando l'ombrello.
Copriva anche l'altra ragazza, quella bionda, che però se ne restava lì zitta, fissandomi, senza aggiungere parola.
-Grazie!- le risposi avvicinandomi a loro.
-Figurati!- rispose lei facendomi spazio.
-Carol vuoi una sigaretta?- "la bionda" aveva finalmente parlato.
-Si via!- aveva risposto l'altra.
-Tu ne vuoi una?- continuò poi verso di me.
Non ero proprio una fumatrice.
Certo avevo provato e ogni tanto compravo qualche pacchetto, ma riuscivo a vivere senza fumare tranquillamente.
Ma in quel momento ne avevo bisogno.
-Si, grazie- risposi.
Presi una Winston Blu dal pacchetto e l'accesi.
-Come ti chiami?- continuò "la mora", sembrava molto disponibile.
-Emma. Voi?-
-Io sono Carol, e lei è Camille- continuò.
-Siete inglesi?- chiesi facendo un altro tiro dalla sigaretta.
-Studiamo in Inghilterra, ma i miei sono italiani. Sono stati loro a comprarci i biglietti qui!- disse Carol.
-Oddio! Io sono troppo emozionata! Vi immaginate se staremo proprio davanti al palco?- continuò tutta elettrizzata.
Io sorrisi.
-A chi lo dici! Ci pensi se mi ritrovo Harry davanti?- disse Camille saltellando ovunque.
-Ti piace Harry?- chiesi trattenendo le risate.
Sì, è il mio preferito. Hai mai sentito che voce sexy ha?-
"Oddio!"
Non riuscivo a spiegarmi come potesse fare quell'effetto uno come lui.
-Emm... sì l'ho sentita-
-Il mio invece è Zayn! Mi incuriosisce troppo- commentò Carol con i suoi occhi verdi che brillavano.
Era strano sentirle parlare in quel modo di persone che io avevo già conosciuto; riuscivo a vederli sotto un'altra luce.
-Il tuo invece? Chi ti ha colpito di più?- riprese Camille.
-Emm...- tentennai un po' -Louis, credo. Ha uno sguardo pazzesco- finii.

Continuammo a parlare ancora a lungo, quando ci si avvicinarono delle ragazze.
-Scusate, avete visto per caso se è passato qualcuno che vendeva il rock me?- ci chiese.
Io guardai Camille, aveva il mio stesso sguardo confuso.
Non avevamo la minima idea di cosa fosse.
-Sì, prima è passato uno che li vendeva. Ma costavano tanto... 10 euro!- intervenne Carol.
La ragazza sembrava un po' perplessa, ma comunque ringraziò e si mise dietro di noi a fare la fila.
Camille ancora più confusa gli chiese:
-Scusa, ma cos'è il rock me?-
Carol scoppiò a ridere, abbassò la testa verso di noi e a bassa voce ci disse:
-Non lo so!-
Scoppiammo tutte a ridere.
Incredibile con che spontaneità riusciva a fare le cose.
Chiacchierammo ancora, mentre la fila proseguiva a fatica.
Si sentiva la sicurezza urlare in continuazione: -NON CORRETE! NON CORRETE!- ma ovviamente nessuno gli prestava attenzione.
Ci accendemmo un'altra sigaretta e cominciammo a correre con la sigaretta in mano per andare ancora più avanti, quando sentimmo un uomo della sicurezza: -Si, fumamo, coremo, famo tutto!-
A quelle parole, ricominciammo a ridere sempre più rumorosamente; come non facevo da tanto tempo, ed era assurdo che riuscivo a farlo con due ragazze conosciute da un paio d'ore.

Eravamo ancora in fila, mancavano circa due ore perché aprissero i cancelli.
-Vorrei tanto avere i biglietti per andare dietro le quinte- disse Camille.
-Ti immagini? conoscere Zayn e tutti gli altri?- fantasticò Carol.
Rimasi zitta.
Mi resi conto che avrei avuto la possibilità di farlo. Le avrei potute davvero far incontrare con loro.
E allora perché non farlo?
Dopotutto non mi sarebbe costato nulla.
-Un modo ci sarebbe- le parole uscirono dalla mia bocca senza che le potessi controllare.
Carol e Camille sbarrarono gli occhi.
Si guardarono ripetutamente con lo sguardo, che tornava su di me di tanto in tanto.
-E COME?- si misero a gridare tutte eccitate.
Non volevo dirgli che stavo con Louis, non in quel modo, con tutte quelle persone intorno, lo avrebbero scoperto dopo, al massimo.
-Faccio una telefonata e ve lo dico-
Presi il telefono dalla borsa e digitai il numero di Louis.
"Rispondi ti prego."
Quando stavo per rassegnarmi:
-Tesoro!- rispose.
-Ehi!- risposi girandomi di spalle.
-Non c'è l'hai fai fatta vero?- riuscivo a sentire il sorrisino beffardo.
-No... non è questo...-non riuscivo a trovare le parole- Vedi, ho conosciute delle ragazze, sono simpatiche e anche piuttosto... "riservate"- dissi dubbiosa- Il punto è che, il loro sogno è incontrarvi e mi chiedevo se...-
-Gli hai detto di noi?- mi interruppe di colpo.
-No, certo che no! Non gli ho detto nemmeno che vi conosco. Volevo sapere se saremmo potute venire dietro le quinte con voi. So che sono persone che ho conosciuto da poco, ma ti posso assicurare che staranno zitte e non diranno nulla a nessuno. Ma solo se vuoi, di sicuro non voglio costringerti...- finii.
Rimase in silenzio per un po'.
-Penso che vada bene... a patto che non dicano nulla. Non possiamo rischiare...-
Mi sorpresi della sua risposta, mi sorprendeva sempre.
-Te lo prometto... Ah Louis(?)-
-Si?-
-Ti amo!-
Lo sentivo, stava facendo un altro dei suoi sorrisi.
-Anche io! Fatevi trovare sulla strada tra mezz'ora, farò venire una macchina-
Chiusi la chiamata.
Mi girai verso le altre.
-Ok ragazze, usciamo fuori- dissi avviandomi verso l'esterno.
-Dove stiamo andando?- chiese agitata Camille.
-Non volevate incontrarli?-
Rimasero immobili.
-O MIO DIO! DAVVERO?- rispose sorridendo Carol.
-Si, ma dovete rimanere in silenzio. Su tutto!- dissi pensando che avrebbero scoperto di me e Louis.
Fecero un cenno con la testo.
Mi fidai.

Ci liberammo dalla folla e aspettammo la macchina dieci minuti prima che arrivasse.
Una volta in macchina non riuscivano a contenersi dall'emozione.
Riuscivo a capirle, e le lasciai sfogare.

Passammo dall'entrata posteriore e arrivammo dietro le quinte. Ci affacciammo, e vedemmo lo stadio ancora vuoto.
"Manca poco!" Sentii dei passi e vidi Louis arrivare verso di me.
Gli corsi incontro.
Lo baciai sempre con più foga. Mi mancavano le sue labbra!
Riuscivo a sentire gli sguardi di Carol e Camille fissi su di noi, ma non mi importava.
-Sapevo che mi avresti chiamato- sorrise Louis continuandomi a baciare.
-Però lo aveva detto che era il suo preferito- sentii sussurrare Carol.
Sorrisi.





Ciao ragazze :)
Scusatemi tantissimo se c'ho messo troppo tempo a pubblicare il capitolo ma, diciamo che ho avuto un po' di problemi.

Spero comunque vi sia piaciuto.

Ho voluto cercare di descrivere quello che è successo il 29 giugno! Che dire? è stato qualcosa di magico.

Tutti gli aneddoti che ho raccontato sono successi veramente!

(Quando abbiamo capito cos'era il rock me, io e due delle mie migliori amiche, abbiamo riso per un'ora :')

Non siamo state dietro le quinte, purtroppo, ma eravamo comunque vicinissime al palco, e giuro di aver visto Louis agitare la mano

verso di me! (So che nessuno mi crederà ma a me è sembrato così, quindi va bene :')
Commentate, se anche voi il 29 eravate lì (o il giorno prima) e raccontatemi (se volete) com'è stato per voi;

o anche se non siete potute venire ma vi sarebbe piaciuto! Sono troppo curiosa! :D
Grazie e al prossimo capitolo! <3

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Capitolo 14
*** 29-06-2014 (parte 2, e non solo) ***


Ero lì davanti a lui, e tutto il resto non contava.
Le ragazze che avevo appena conosciuto, i ragazzi della band che sistemavano gli strumenti, tutte le persone che si trovavano intorno a noi; in realtà non c'erano.
Quando i suoi occhi incrociavano i miei, quando le sue labbra toccavano dolcemente le mie, non esisteva più nulla.
Eravamo solo io e lui.

Ma per quanto fosse bello quel sogno che stavo vivendo, dopo un po' bisogna tornare alla realtà; così mi voltai verso Carol e Camille, e mi ritrovai davanti due bocche spalancate verso di noi.
Le anticipai:
-Non urlate!- feci con tono basso.
Improvvisamente le loro bocche si chiusero, ma davanti a quella scena non sarebbero riuscite a restare in silenzio per molto.
-Ma... Voi... Tu...- disse Camille rivolgendosi a Louis, che si avvicinò a me abbracciandomi da dietro e sorridendo.
Sorrisi anche io.
Ogni volta che sentivo la sua pelle sulla mia provavo qualcosa che... non si riesce a spiegare.
-Tu non stai con Eleonor?- chiese Carol indicando Louis.
Lui stava per rispondere ma lo interruppi prima io;
-In realtà... è una storia lunga che forse un giorno vi racconterò- dissi stringendo le mani di Louis che erano appoggiate sul mio ventre.
Dopo pochi secondi che finii la frase riconobbi le voci dei ragazzi che discutevano per un panino mangiato da Niall, probabilmente.
-Non puoi sempre ingozzarti prima di un concerto Niall!- sentii la voce di Liam avvicinarsi.
"Chissà come reagiranno Carol e Camille..."
Io e Louis ci capimmo al volo. Sorridemmo; e poi lui mi scoccò un morbido bacio sulla guancia.
Lo amavo così tanto.

Le voci dei ragazzi si avvicinarono sempre di più, diventando man mano più chiare, fino a quando non li ritrovai accanto a me.
Si girarono tutti a guardarmi.
-Oh, ciao Emma!- sorrise Niall.
-Spero tu non abbia fame, perché QUESTO si è finito tutta la scorta- continuò Liam.
-Andiamo... Sei il solito esagerato- rispose Niall, prima di voltarsi verso Camille e Carol.
Rimasero un po' perplessi, quando Zayn mi chiese:
-Scusa ma... chi sono queste?-
Non feci in tempo ad aprire bocca che le ragazze tirarono un urlo acuto, saltando da tutte le parti.
I ragazzi si tirarono indietro quasi impauriti; tranne Louis che rimase lì dove si trovava. Accanto a me.
-Sono vostre fan! Le ho conosciute all'entrata e... bhe avevano pensato che le avrebbe fatto piacere conoscervi- intervenni per cercare di tranquillizzarli un po'.
-Bhe... direi che hai pensato anche troppo!- rispose Harry tappandosi le orecchie.
Mi girai verso le ragazze e non sembrava volessero farla finita; così urlai loro di smetterla.
Si zittirono IMMEDIATAMENTE.
-Oh, grazie- esultò Niall.
-Scusate, ma dovremmo andare a finirci di preparare... Louis(?)- riprese Liam.
-CAVOLO! Hai ragione!- Mi girai verso di lui.
-Scusa dobbiamo proprio andare -continuò- ma, ti prometto che finito il concerto staremo insieme-
-Non vedo l'ora- dissi lasciandogli un dolce bacio.
-Ehm, ehm, ehm- tossì Harry.
Ci staccammo.
-Ok, ok, ve lo lascio- mi arresi.
Risero tutti, tranne Carol e Camille che sembravano ancora scioccate.
-A dopo!- rispose Louis lasciandomi lentamente le mani.
Risposi con un sorriso.

Tornai di nuovo sulla terra guardando le ragazze.
Le osservai per un po'; quando finalmente Carol prese coraggio:
-Forse, dovresti raccontarci un po' di cose...-
Alzai le spalle;
-Non più di quello che avete visto- risposi.
-Forza ora, andiamo- e le portai dall'altra parte delle quinte dove avremmo dovuto vedere lo spettacolo.

Prima che cominciasse il concerto, non smisero nemmeno un secondo di farmi domande.
Mi chiesero come li avessi conosciuti, come fosse nata la storia con Louis, se fossero simpatici, le loro abitudini; qualsiasi cosa gli venisse in mente, dovevano chiedermela.
Non a tutto risposi completamente in modo sincero; non perché non mi fidassi di loro, ma perché pensavo che a Louis non avrebbe fatto piacere e, in quel momento, la sua fiducia era la cosa più importante.

Mancavano pochi minuti prima che entrassero sul palco, stavano suonando ancora i 5 Seconds Of Summer; ma avrei voluto augurare a Louis l'imbocca al lupo, così gli inviai un messaggio , sperando che l'avrebbe letto.
Rispose poco dopo:

FROM: Louis Tomlinson
Amore, sono felice che tu sia qui.
Non puoi immaginare quanto questo mi aiuti.
Ti amo.
Louis

Sorrisi, mi era mancato; ma nonostante questo bastava pochissimo perché io lo potessi sentire vicino a me.
Finalmente cominciò il concerto e, appena salirono sul palco cantando Midnight Memories, riuscì a vedere 80.000 persone emozionarsi.
Quelle ragazze cantavano a squarciagola con loro, quasi per farsi sentire.
Vidi ragazze piangere, urlare e commuoversi ad ogni canzone, ogni strofa.
Riuscì anche a vedere i ragazzi in modo diverso, forse.
Liam era, OVVIAMENTE, quello che dirigeva tutto, e che riusciva di più a coinvolgere il pubblico; Niall sembra il più amato, perché ogni volta che apriva bocca le fan sembravano (r)innamorarsi di lui;Zayn in realtà sembrava più assente, ma non sembravano farci troppo caso, era pur sempre Zayn Malik che stava cantando per loro.
Louis era... talmente bello, disinvolto e emozionato che qualsiasi cosa dicesse, il pubblico andava in delirio; e Harry sembrava il più "eccitato."
Non nel vero senso della parola ma... amava avere l'attenzione su di se, e faceva di tutto per ottenerla. Il modo in cui cantava o come coinvolgeva le fan, le faceva andare su di giri.
Forse per questo che tutte impazziscono per lui.
Sapeva conquistarsi l'attenzione del pubblico, perchè devo ammettere che era quasi tutta concentrata su di lui.

Il resto del concerto fu strabiliante e vedere i ragazzi commuoversi, durante Right Now, vedendo la scritta che le loro fan avevano fatto sugli anelli, mi fece realmente capire quanto amassero ciò che stavano facendo e, sopratutto, perché lo amassero così tanto.

Finito il concerto, i ragazzi dovevano sistemarsi e ci diressero di aspettarli fuori, sul retro.
Carol e Camille erano ancora agitatissime, ma quando realizzarono che li avrebbero rivisti, cercarono di "mantenere il controllo."
Quando i ragazzi uscirono, Louis mi venne incontro baciandomi con forza, intrecciando le sue mani nei miei capelli; gli morsi delicatamente il labbro inferiore.
Mi faceva impazzire.
In quel momento le nostre labbra si staccarono, anche se non avrebbero voluto.
Louis si avvicinò al mio orecchio:
-Dobbiamo controllarci quando c'è gente- disse con una voce che mi fece venire la pelle d'oca.
Risi.
-Sì, forse hai ragione- e gli scoccai un bacio sulla guancia.
-Bhe, forse... Potremmo dedicarci un po' di tempo solo per noi più tardi- continuò.
Mi fermai a guardarlo, restai bloccata, non sapevo cosa dire, cosa intendesse; improvvisamente ero agitata e nervosa senza riuscire a capire nemmeno io bene il perché.
Mi limitai a fargli un cenno accompagnato da un sorriso forzato, entrai in completa confusione.
Louis rispose al sorriso e mi diede un bacio sulla fronte.
-Forza ragazzi! Dobbiamo andare a cena!- urlò Harry guardandoci.
-Sì. Andiamo Em?- si rivolse a me Louis.
-Certo. risposi ancora titubante.

Mentre proseguivamo Louis mise il braccio intorno alla mia spalla, e vedendo Harry guardarci continuamente, incrociai anche io il suo sguardo con il mio e, nonostante questo, lui non si voltò, continuò a guardarmi senza dirmi nulla.
Anche se mi mise inspiegabilmente in agitazione, continuai fare lo stesso.
Forse riuscii a capire il perché di quel momento e cosa fosse successo, ma in quel'istante non volevo pensarci, mi convinsi che non fosse importante; era stato solo un momento e ritornai a concentrarmi sulle parole di Louis.

Durante la cena vidi Carol fare amicizia con tutti, anche con Zayn, ma semplicemente come ragazza e non come fan; mi faceva divertire il modo a cui tutti ridevano alle sue battute.
Vidi anche Harry flirtare con Camille, la quale non sembrava rifiutare affatto le sue attenzioni.
-Tipico di Harry; vede una bionda e subito ci prova- scherzò Louis.
Aveva ragione, era prevedibile.

Finita la cena andammo nell'albergo dove alloggiavano e, mentre tutti andarono in una camera, Louis mi propose si separarci dagli altri per starcene un po' da soli.
Non potevo rifiutare.
Entrammo allora in un'altra camera: era stupenda; con un letto a baldacchino coperto da trapunte rosse, con ricami ora; poltrone di pelle e tavolo di legno al lato del letto e, altre due porte al lato.
Mi sedetti sul letto e cominciai a sudare inspiegabilmente.
-Qual'è la canzone che ti è piaciuta di più?- chiese Louis sedendosi accanto a me.
-Emm...- non riuscivo a tranquillizzarmi- Bhe... erano tutte belle a modo loro- continuai guardando a terra.
Louis in quel momento si accorse che ero visibilmente agitata, allora sollevò delicatamente il mio viso portandomi con gli occhi davanti ai suoi.
Era bellissimo.
Sorrise e poi, mi baciò.
Le nostre labbra si incrociarono perfettamente e mentre le nostre lingue si toccavano sempre con più foga, gli misi le mani tra i capelli, avvicinandomi sempre di più a lui.
A quel punto allora, mi prese i fianchi portandoli dolcemente verso di lui.
Ci staccammo l'uno dall'altro, ma solo per pochi secondi; giusto per guardarci negli occhi.
Parlavano da soli.
Riprese a baciarmi sempre più appassionatamente, mordendomi le labbra per poi ricominciare a baciarle dolcemente.
Era adorabile.
Mi spinse lentamente per stendermi sul letto, lui si mise accanto a me; non smettendo mai di baciarmi.
Eravamo vicinissimi, come se fossimo un'unica cosa.
Mentre le nostre lingue si legavano ancora, le sue mani affondarono sulla mia schiena, spostò la maglietta per riuscire a sentire meglio la mia pelle.
Continuò a salire fino ad arrivare al ferretto del reggiseno, lo sfiorò, per poi spostarsi con la mano verso destra; cominciando a toccare dolcemente il mio seno e, cercando di sfilarmi, con la mano libera, la maglietta.
A quel tocco mi alzai di botto facendolo cadere per terra.
-Oddio! Scusa!- dissi mortificata mentre cercavo di sistemare il reggiseno.
-No no, va bene. Dopotutto a non tutti può piacere- sorrise rialzandosi.
Risi.
Riusciva a fare dell'ironia su qualsiasi situazione, in qualunque momento.
Mi avvicinai a lui.
-Scusa...- dissi sincera.
Mi guardò dolcemente, come si riesce a guardare una persona a cui non rimprovereresti mai niente.
Mi sentivo amata e diversa da sempre, ma allo stesso tempo mi sentivo incredibilmente in colpa.
Riusciva sempre ad essere comprensivo, ed ogni volta mi lasciava stupita.
Avrei voluto amarlo liberamente proprio come stava cercando di fare lui con me, ma... non ci riuscivo.
Abbassai la testa, a un passo dalle lacrime.
-Hey, Em..- disse Louis avvicinandosi a me.
Sollevò il mio viso e, appoggiò la sua fronte sulla mia.
-Non devi preoccuparti. Non è una cosa che non può aspettare di certo- disse con tono dolce.
-Ti chiedo scusa -continuò- non dovevo metterti fretta. Perdonami- e mi baciò delicatamente, come se avesse paura di farmi male.
-No, ma... che dici? Non devi chiedermi scusa...- feci una pausa.
-Sono io a, dovermi scusare con te...- dissi liberandomi dalle sue mani e avvicinandomi al letto.
Louis si girò verso di me, sconcertato.
-E perché mai?- sorrise, non sembrava minimamente preoccupato; ma io lo ero.
-Io, non è che non voglio... vorrei, c'è voglio..-
Ero confusa.
-Solo che... -mi fermai- Io... ecco... credo di, essere agitata perché...io... non... non ho mai...- era abbastanza.
Il sorriso di Louis svanì.
Cominciò a guardare in basso, cercando si sorridere ogni tanto.
Ma non erano sorrisi sinceri, lo sapevo.
Fu l'unico momento in cui insieme a lui mi sentii a disagio; ero ancora più "impaurita," il cuore batteva all'impazzata e non aveva intenzione di rallentare.
Volevo che dicesse qualcosa, ne avevo bisogno.
-Ti... ti prego di' qualcosa- lo supplicai.
Alzò lo sguardo, il suo viso era spento.
Si avvicinò.
-Non è importante. Voglio dire, quando... quando te la sentirai lo, lo faremo-
Sembrava quasi che stesse cercando di convincermi; o forse voleva convincere se stesso.
Mi baciò, come se quel bacio mi facesse stare più tranquilla.
Non era così.
-Ora sarà meglio che andiamo a dormire, sono molto stanco- continuò dirigendosi verso il letto.
Non riuscivo a capire.
-Sei, sicuro che vada bene?- chiesi.
-Certo, sono solo stanco. Mettiti a letto dai-
Più parlava più rimanevo sconcertata.
-Emm... ok, mi cambio allora- presi coraggio.

Mi misi a letto poco dopo, ma ci misi tanto ad addormentarmi.
Per la prima volta non lo capivo; e questo mi faceva paura.





Ciaaoooo ragazze! :)
Lo so, c'ho messo troppo a caricare questo capitolo; ma purtroppo con l'inizio della scuola ho avuto un po' di problemi generali.
Comunque vi prometto che i prossimi capitoli cercherò di scriverli nel minor tempo possibile. Farò del mio meglio!
Ora; cosa ne pensate di questo capitolo?
Recensite, voglio sapere cosa ne pensate e cosa secondo voi dovrei cambiare.
Se siete curiosi continuate a seguire la storia, ne sarei felice. :)
Ciaoo alla prossima!

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Capitolo 15
*** Un duro risveglio ***


Mi svegliai da quella notte che sembrò durare pochissimo.
Cercai Louis toccando il cuscino che si trovava accanto a me; ma quello che sentii fu solo il lenzuolo di seta che ricopriva il letto.
Aprii gli occhi.
Cominciai ad agitarmi.
Accanto a me vidi solo un biglietto con quella che sembrava la scrittura di Louis.
Lo presi appoggiandomi alla spalliera del letto.
Cominciai a leggere.

"Sono andato a fare colazione
Louis"

Continuai a fissare il foglio, a leggerlo e rileggerlo, sperando che le parole cambiassero; che crescessero.
Ma sapevo perfettamente che non sarebbe accaduto.
Era diventato strano all'improvviso; appena seppe l'unica cosa che avevo paura di dirgli.
Lasciarmi un biglietto con due parole?
Non era da lui.
Amava mettermi a mio agio e dirmi cose dolci, era fatto così.
Ma quel messaggio... Era l'esatto opposto.

Decisi finalmente di posare il foglio sopra il comodino che si trovava alla mia destra, e mi alzai.
Andai subito in bagno e cominciai a prepararmi in fretta.
Volevo scendere il prima possibile, non so perché ma, temevo che non sarei riuscita a vederlo quella mattina.
Misi un paio di shorts e una felpa di Louis, considerando che non ero riuscita a portarmi il cambio.

Uscii dalla camera chiudendo la porta è presi in fretta l'ascensore.
Non andava abbastanza veloce.
Mi agitai ancora. Sempre di più.
Quando le porte si aprirono andai con passo spedito dove si trovavano i tavoli per mangiare; ma lì non vidi Louis.
C'erano Zayn, Liam, Niall, e persino Carol e Camille, ma lui no... Non c'era.
-Ehy Em!- mi saluto entusiasta Carol.
Io però, non la considerai e feci dietrofront prendendo la strada precedente.
Continuai a camminare velocemente, quando senza accorgermene, mi scontrai contro qualcuno.
Mi girai per scusarmi e, ancora una volta, speravi che succedesse il prima possibile.
Ma davanti a me, ritrovai Harry.
-Buongiorno Em!- disse sistemandosi i suoi ricci.
Rabbrividii.
-Oh... Scusa Harry- dissi mortificata.
Sorrise.
-Dove vai così di fretta?- chiese dando un morso al toast che aveva in mano.
-Ecco... In realtà stavo cercando Louis. Non che per caso tu sai dove si trova?- dissi senza guardarlo negli occhi.
Harry finì di inghiottire il boccone, posando, poi, il toast sul tavolo che si trovava alla sua destra, e strusciarsi le mani sui pantaloni come per pulirsi.
Aspettai.
-So solo che ha preso la limousine circa 5minuti fa. Ma, onestamente -continuò- non so dove sia andato-
Alzai leggermente gli occhi al cielo.
Dovevo immaginare che non si sarebbe trattenuto in Hotel per molto tempo.
-Ok, -sospirai- grazie-
Feci per andarmene quando la sua voce mi trattenne.
-Scusa, Em!-
Mi girai.
-Perché... Perchè me l'hai chiesto?- disse titubante.
"Che senso ha una domanda così stupida!"
-Come scusa?- feci in tono calmo.
-Voglio dire; dopotutto sei stata tu sola soletta con lui, tutta la notte... TUTTA LA NOTTE- precisò sorridendo.
Cominciai a innervosirmi.
Sapevo perfettamente a cosa si riferisse Harry, ma speravo che non avrebbe continuato a insistere, per sapere cosa fosse successo.
-Continuo a non capire...- cercai di dire con aria disinvolta.
-Vuoi che ti faccia un disegnino?- continuò a puntare i suoi denti bianchi verso di me.
-Bhe, non vedo perché dovrei sapere a cosa ti riferisci; considerando che ieri notte non è successo nulla!-
Esplosi.
Non so perché dissi quelle parole, lo feci senza pensarci... Le parole erano uscite da sole.
Gli occhi di Harry diventarono improvvisamente enormi, e puntarono dritto verso di me.
-Niente?- disse poi.
Gli feci segno di no con la testa.
Pensai di esser stata abbastanza chiara.
-P-posso chiedere il perché?- disse abbassando lievemente la voce.
-No! Non puoi!- incalzai.
Riprese a sorridere.
Riusciva proprio a darmi sui nervi.
-Credo di aver capito...-
Sentivo di poter esplodere da un momenti all'altro, un po' per il nervosismo, un po' per l'imbarazzo.
Cercai di andarmene, ma Harry mi prese il polso.
-Em!-
Mi bloccai.
Girai il mio sguardi verso di lui, facendo finta di niente.
Si avvicinò ancora a me.
Continuai a non dire una parola.
Era vicinissimo.
Rimasi immobile; senza pensare.
-S-sei... -si decise a parlare- sei vergine?- continuò a sorridere
Ora ero davvero incazzata!
-Giuro che se non la fai finita Harry, ti arriva uno schiaffo in piena faccia!- dissi tutto d'un fiato, alzando la voce.
Harry si tirò leggermente indietro, senza distogliere mai il suo sorriso verso di me.
Mi rendeva ancora più nervosa.
-Ehy calma! Ci posso arrivare anche senza che tu risponda- continuò.
Sembrava che si divertisse a farsi beffa di me e di una cosa così importante.
Nonostante fossi davvero infastidita, non cercai di andarmene.
Forse, il suo innervosirmi riusciva anche; per qualche strana R agione, a mettermi a mio agio.
Si riavvicinò a me.
-Ne vuoi parlare? -chiese.
Non credevo che gliene importasse veramente, ma se così non fosse stato allora, perché chiedermelo?
-No!- dissi decisa.
Continuò a fissarmi con sguardo curioso.
Cedetti.
-Sì-
Si avvicinò ancora.
-C'è... Non lo so-
Si mise a braccia conserte come per aspettare una mia risposta.
Riuscii un po' a calmarmi.
-Solo che... -feci una pausa- gli ho detto l'unica cosa di cui avevo paura a parlarne. Ma... Nel momento io cui l'ho fatto lui... Beh, non ha reagito come mi sarei aspettata-
-Cioè?- chiese subito Harry.
Sembrava curioso ormai.
-Beh -tentennai- ha cercato di mettermi a mio agio; ma solo per "educazione", se così si può definire...-
-Si vedeva lontano un miglio che, quello che gli avevo appena detto gli dava tremendamente fastidio. Si é messo subito a dormire, senza dirmi una parole e, questa mattina, mi ha lasciato un biglietto con scritte solo due parole- finii.
Mi liberai di un peso troppo grande.
Ero contenta, ma... Volevo sapere cosa ne pensasse Harry.
Speravo disperatamente che le sue parole mi avrebbero aiutata.

-Senti -cominciò- io conosco Louis da un po' più di tempo. Posso dirti che effettivamente, non è solito comportarsi così- si fermò.
"No, non mi aiuta decisamente"
-Però... -riprese- posso anche dirti che tiene a te come non ha mai tenuto a nessun'altra. Almeno da quando lo conosco- sorrise.
Ero stranamente più rilassata.
Ma questo non spiegava ancora il suo comportamento.
-E quindi...?- ricambiai il sorriso stavolta.
-Allora... Credo che ci debba essere una spiegazione-
-Si, ma...- continuavo a non trovare una soluzione- cosa dovrei fare allora?-
Fece un respiro profondo.
-Senti, posso parlarci io quando lo vedo; ma vedrai che tutto si sistemerà-
Apprezzavo il suo aiuto, anche se ignoravo perché lo stesse facendo, ero contenta che ci fosse qualcuno lì ad ascoltarmi e a cercare di farmi sentire meglio.
-E poi -continuò- lui non è come...-
-Come te?- lo interruppi beffarda.
Ora volevo divertirmi io, prendendomi gioco di lui.
-Beh, cara Emma -rise venendo ancora più vicino a me- scoprirai che, anche i "ragazzi come me" posso essere capaci di avere un appuntamento- finii scoccando la lingua.
Tornai seria e sorpresa.
-Davvero? Hai un appuntamento? E chi è?-
Harry continuò a guardarsi intorno con aria disinvolta, guardandomi di tanto in tanto con una faccia compiaciuta.
Improvvisamente capii.
-Camille? Esci con lei!- alzai la voce.
Harry fece un cenno con la testa,
-Si beh, non farti strane idee, è solo un'uscita. Ieri era così sexy che gliel'ho dovuto chiedere!-
Gli lanciai un'occhiata amichevole.
-Andiamo. Sei disgustoso -continuai ridendo- Non riesci proprio a controllarti quando vedi una bella ragazza?-
Tornò quasi serio dicendo:
-Ti renderai conto che... So resistere eccome, quando devo-
Rimasi in silenzio. Immobile davanti a lui.
A volte Harry aveva uno strano effetto su di me.
-Beh -cercai di rompere il silenzio- grazie Harry, riguardo a prima-
Sorrise ancora, in modo dolce.
-Tranquilla Emma- mi sussurrò all'orecchio prima di scoccarmi un bacio sulla guancia, per poi andarsene.
Rimasi lì sola per alcuni minuti, non capii nulla.

Scoprii che, quella sera stessa, ci sarebbe stato un party privato; in un locale non troppo lontano dall'Hotel, a cui i One Direction avrebbero sicuramente partecipato.
Pensai che fosse l'occasione perfetta per incontrare Louis, considerando per tutto il giorno, e che ero ancora preoccupata.
C'erano state Carol e Camille a tenermi compagnia durante la giornata, raccontandomi tutto quello di cui avevano parlato insieme ai ragazzi.
Camille ovviamente, non riuscì a non parlarmi del suo appuntamento con Harry.
Mi chiese qualche consiglio, ma riuscii solo a ricordargli che con un tipo come Harry si poteva solo "improvvisare".
Lei sembrò aver capito al volo.

ORE 7:00 PM
Cominciammo a prepararci per il party, a cui erano state invitate le ragazze.
Misero subito i vestiti che erano riuscite a comprare il pomeriggio.
Camille andò sul semplice, lasciando i lunghi capelli biondi sciolti e mettendosi un vestito nero, stretto sul seno che cadeva morbido fino a terra; Carol mise un vestito blu elettrico lungo fino al ginocchio, abbellito con enormi orecchini argento, abbinati alle scarpe.
Io invece mi trovavo in alto mare.
Non sapevo cosa mettermi, come truccarmi o come sistemare i capelli.
Per fortuna avevo Carol e Camille ad aiutarmi.
Scelsero per me un vestito verde pastello abbastanza corto, ripreso in vita con una sottile catenina oro; poi mi sistemarono i capelli in una lunga treccia di lato.
Non sapevo come ringraziarle.
Appena pronte ci dirigemmo nell'Hotel dove si trovavano i ragazzi, poichè Carol e Camille di andare al party insieme.
Non ero proprio entusiasta all'idea di trovarmi in imbarazzo con Louis, ma non potevo chiedere a loro di rinunciare.

Arrivate davanti all'Hotel le ragazze decisero di aspettarli fuori, ma io decisi di entrare.
Avrei voluto vedere Louis.
Salii fino alla camera dove avevo passato con lui la notte precedente.
Presi un po' di coraggio e poi bussai.
Attesi pochi secondi prima che la porta venne aperta da Niall che mi salutò entusiasta; era dolcissimo quel ragazzo.
-Ciao Emma! Entra dai- disse mentre si dirigeva nella stanza opposta.
Entrai nella camera chiudendo la porta un po' titubante.
Cercavo disperatamente Louis.
-Lou non c'è-
Mi girai e dietro di me vidi Harry sistemarsi allo specchio, la camicia nera che indossava.
Mi avvicinai piano a lui; il rumore dei miei tacchi rimbombava sul parquet.
-No?-
-No. Si è preparato in fretta e si è diretto subito alla festa-
"Adesso scappa da me?"
-Tranquilla, alla festa chiarirete. Vedrai- disse come se mi stesse leggendo nella mente, per la seconda volta.
-E tu?- cercai di cambiare argomento- la tua idea di appuntamento consisterebbe nel portarla ad una festa?-
Si girò verso di me.
-Non proprio. La porterò fuori dalla festa, per stare un po' da soli-
"Come Louis aveva fatto con me"
La prima volta che ci eravamo baciati.
Le sue labbra.

Ero così preoccupata, avrebbe dovuto essere lì con me in quel momento.
> -Ma tranquilla -la voce di Harry tornò a distrarmi- non sará assolutamente un appuntamento romantico. Non sono il tipo-
-Cosa intendi?- dissi facendo finta di niente.
-Ad esempio, a me piace baciare le ragazze al primo appuntamento.
-Non guardarmi in quel modo -si affrettò- è che, penso di poter capire molte cose, comportandomi così-
Era senza senso il suo ragionamento.
-Beh, credo che Camille ti sorprenderà- risposi convinta.
Fece una faccia strana e sorrise.
Poi mi guardò dritto negli occhi. Rimanemmo in silenzio. Ma lui continuava a guardarmi profondamente.
Come se volesse dire qualcosa.
-Scendiamo dai, so che muori dalla voglia di parlarci- continuò.
Poi passandomi di fianco mi sussurrò all'orecchio, talmente vicino da riuscire a sentire perfettamente il suo respiro, che diventò faticoso;
-Sei da togliere il fiato stasera-
Lo disse talmente delicatamente, che ogni parte del mio corpo vibrò lievemente.
Come se avesse ricevuto una piccola scossa, piacevole; ma che non chiederesti a nessuno.
Mi lasciò lì, con il battito del cuore accelerato.

Il locale dove si trovava il party era abbastanza grande, pieno di gente che ballava tenendo i propri bicchieri di champagne in mano.
Girai il locale per almeno 10 minuti ma ancora non avevo visto nemmeno l'ombra di Louis.
Cominciai a pensare a dove potesse essere.
Amava la tranquillità.
Si trovava fuori.
Mi diressi verso la porta sul retro.
La aprii velocemente e poco più lontano vidi Louis, seduto su un divanetto, buttare fuori l'ultimo tiro di sigaretta.

Era bello da morire con la sua camicia di seta.
Si creò un nodo allo stomaco. Presi coraggio e mi avvicinai piano a lui.
Louis si girò e sorrise.
-Pensavo che non sarei riuscita a trovarti- dissi per toglierci dall'imbarazzo.
-io invece, sapevo che mi avresti trovato- rispose a testa bassa.
Non sembrava arrabbiato, ma piuttosto... Dispiaciuto.
-Avrei dovuto pensare subito che stessi qui-
-Perché?-
-Beh, tutte le volte che c'è una festa, che venissi con o senza di me; stavi sempre fuori. Per allontanarti, o forse semplicemente per fumare in santa pace- continuai avvicinandomi.
Sorrise.
Ma non riusciva a proferire parola.
Decisi di cominciare io;
-Louis, posso capire che quello che ti ho confessato ieri possa averti spaventato in qualche modo... -si voltò verso di me. Strinsi i pugni.
-Forse sarebbe stato strano se non fosse stato così. Il punto è che... Io, te l'ho voluto dire perché realmente voglio farlo, con te e con nessun altro. Ma, pensavo che prima fosse giusto che tu sapessi, e che capissi.
-Abbiamo discusso troppe volte e non voglio più farlo, perché io... Ti amo davvero. Quindi, ti prego di dirmi tutto quello che non hai avuto il coraggio di dirmi oggi, qualsiasi cosa- conclusi.
Non so da dove presi tutte quelle parole. Lo continuai a guardare.
Aspettavo solo lui.
-Tu sei...-cominciò a parlare- tu sei davvero fantastica-
Cosa voleva dire?
-Mi sono comportato troppo male con te, e tu, nonostante questo, riesci solo a dirmi che mi capisci. Voglio che tu sappia che... -tornò a guardarmi sinceramente- non mi ha spaventato quello che mi hai detto. Oddio, forse si, ma non per quello che pensi tu...-
Non lo stavo capendo. Che intendeva allora?
-E per cosa?- chiesi.
-Ho paura anche io. Tu hai aspettato tutto questo tempo la persona giusta, e se; se per caso dopo ti rendessi conto che non sono io? Che hai sbagliato e hai corso troppo? Se fosse tremenda e non come volevi?- si fermò.
Abbassò di nuovo lo sguardo.
-Louis -sussurrai- tutto questo non accadrà. Perché io in tutto questo tempo, non ho aspettato qualcuno qualsiasi con cui stessi bene.
-Mi sono resa conto che stavo aspettando solo te-

Lo baciai, sentii che ne aveva bisogno lui, tanto quanto me.
Lui non mi spostò, ma anzi cominciò ad accarezzarmi la schiena e stringendomi forte, quasi da mancarmi il respiro.
Ma andava bene.
Mi staccai da lui dolcemente.
-Voglio davvero farlo con te- gli sussurrai piano.
Lui mi baciò sulla guancia.
-Non potrei chiedere di meglio ora, ma... Non adesso-
Storsi un po' la bocca.
Perché no? Io gli ho detto che ero pronta e lui anche. Cosa aspettava?
-Vorrei solo che accadesse nel modo più naturale possibile, ora... Sembrerebbe solo una forzatura-
Mi sedetti sopra di lui.
-Beh... Giorno più o giorno meno, non può fare la differenza no?- scherzai.
Prese il mio viso e mi baciò con forza.
Non vedevo l'ora di sentirlo davvero mio. Dentro di me.





Ciao ragazze!
Sono passati davvero troppi mesi da quando ho pubblicato l'ultimo capitolo; 
ma credetemi se vi dico che tra scuola e famiglia ho avuto tanti problemi importanti.
Vi chiedo davvero scusa.
Cercherò assolutamente di essere più costante (come un tempo);
sopratutto ora che sto già scrivendo il prossimo capitolo, e credetemi...
sará davvero ricchi di stupendi contenuti. 
Ora sono in vacanza dall'altra parte del mondo e quindi avrò problemi a pubblicare un capitolo 
in corrispondenza con l'orario italiano, ma comunque ci proverò... Serve solo un po' di pazienza! :)
Mi farebbe piacere se recensiste i miei capitoli, per sapere cosa ne pensate. 
Farò avere presto miei notizie. Alla prossima settimana ;)

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