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Guardai per l’ultima volta la
lettera che avevo scritto. Ci avevo messo tutto quello che non ero riuscita a dire ai miei genitori e che mi aveva fatto
arrivare a questo.
Sono costretta a scappare.
Solo così riuscirò ad essere felice con Seth.
Né i vampiri né i lupi vorrebbero che noi stessimo
insieme, ma è più forte di noi, ci amiamo e non possiamo farne a meno.
Secondo loro è una contro natura. Un vampiro e un lupo non possono stare
insieme.
Dimenticano una cosa però: io
non sono una vampira. Io sono una mezzovampira, quindi posso stare con lui. I
nostri figli non saranno come quelli che dicono le storie dei vampiri e le
leggende dei lupi. Non saranno incontrollabili. Saranno dei bambini un po’
diversi degli altri, ma saranno dei bambini normali per quanto possibile.
Guardai per un’ultima volta
il foglio a cui avevo affidato tutto quello che avevo
nel cuore e nei pensieri. Sperai che i miei capissero e che mi appoggiassero.
Aspettai ancora un minuto e
poi me ne andai seguendo le ombre della notte.
Mamma, papà, mi dispiace ma non avevo
altra scelta pensai prima di
scomparire nella notte senza luna.
Sapevo che Seth mi stava
aspettando.
Ve bene, rieccomi
a rompere le scatole a tutti voi. Ecco il prologo del continuo di “Luce nel
buio”. La storia verterà principalmente su Ayla e
Seth, ma non so ancora che finale avrà quindi non so ancora se andrà bene o
male, ma in ogni caso ci sarà anche una terza puntata se dovesse
finire male
Come ogni mattina mi alzai e
mi diressi in cucina ancora rintronata dal sonno. Erano alcuni giorni che
facevo sempre lo stesso sogno e ogni volta mi alzavo sempre più stanca di
quando andavo a letto. La cosa strana era che non era un incubo o un sogno che
mi lasciava angosciata, ma non era neanche un sogno felice e allegro. Era solo
un sogno, un sogno normale che di normale non aveva nulla.
Avevo provato a parlarne con
i miei ma neanche loro sapevano cosa dirmi.
Mentre facevo colazione mi ritrovai a pensare al sogno. Questa
volta era un po’ diverso.
Inizio sogno
Mi trovavo nel bosco attorno alla casa e stavo
cacciando. Essendo una mezzovampira avevo bisogno sia di cibo umano sia di
sangue, ma quello umano mi era precluso quindi dovevo accontentarmi di quello
animale. Capivo perché non dovevo cacciare gli umani, ma un paio di volte avevo rischiato di cedere alla tentazione. Per fortuna i
miei me lo avevano impedito.
Stavo cacciando un alce quando mi ritrovai davanti un
ragazzo.
Era alto, magro e abbronzato. Aveva i capelli scuri e
sembrava non avere paura di me.
Mi sorrideva tranquillo.
<< Chi sei? >>
chiesi ma non ottenni risposta.
Continuava a
sorridere.
Poi, all’improvviso, cominciò a mutare.
Lo vidi cambiare forma e diventare un lupo enorme
color sabbia.
Mamma e papà mi avevano parlato dei mutaforma di La Push, ma non capivo cosa volesse da me.
Mi avvicinai cercando di capire se mi avrebbe
attaccato oppure no.
In attimo prima che riuscissi a toccarlo lui si voltò e
se ne andò, ma, a differenza delle altre volte, una parola risuonò nel bosco.
Era un nome: Seth.
Fine sogno
Finii la colazione
rimuginando sul sogno. Che Seth fosse il nome del
lupo? Oppure aveva un altro significato?
Non ci capivo più niente.
In aggiunta alle
preoccupazioni fra un po’ sarebbe stato il mio sedicesimo compleanno e avrei
dovuto scegliere se tenere il mio potere o rinunciarvi.
Ancora non sapevo cosa fare a
questo riguardo.
Ero una mezzovampira con i capelli
ramati e gli occhi verdi smeraldo. Ero la fotocopia di mio padre, ma avevo la
cocciutaggine di mia madre. In aggiunta, se toccavo un
oggetto o arrivavo in un luogo che conteneva un ricordo importante di
una persona, potevo vedere quel ricordo e vedere le ripercussioni che quell’evento
aveva avuto su quella persona.
Qualche volta era una
seccatura, ma se riguardava i miei genitori o i miei nonni non era poi così
male.
Nonno Charlie lo conoscevo
solo attraverso questi flash, mentre dei Cullen non avevo bisogno di questo, ma
la soddisfazione di far tacere zio Emmett era veramente grande.
In pratica non sapevo se
rinunciarvi o no.
Possibile che solo io avessi
problemi così grandi a soli sedici anni?
<< Ayla, tutto bene?
>> mi chiese mio padre facendomi sobbalzare.
Possibile che, nonostante non
fosse più un vampiro, fosse così silenzioso?
<< Sì papà, solo il
solito sogno. >> risposi.
<< Va bene. Adesso però
è meglio andare o facciamo tardi a scuola. >> disse.
<< Uffa. >>
sbuffai.
La scuola, altro grande problema. Noiosa, piena di rompiscatole e di vipere.
Ma perché dovevo andarci?
<< Andiamo. >>
disse papà.
<< Arrivo, arrivo.
>> risposi svogliata.
Beata la
mamma che non poteva venire. Nonostante fosse passato del tempo da quando era stata “rapita”
da papà, c’era ancora gente che la ricordava e la sua comparsa a scuola avrebbe
creato dello scompiglio non proprio ben voluto.
Stavo per cominciare un altro
giorno d’inferno.
Possibile che capitassero
tutte a me?
Ecco qui il primo capitolo. Spero vi sia
piaciuto e che qualcuno di voi lasci un commentino anche breve. Che ne pensate del sogno? Non sapevo come introdurre Seth
nella storia e questo mi è sembrato un modo interessante per farlo.
Indovinate che incontra a scuola?
Ora vi lascio nella speranza che il
capitolo vi sia piaciuto.
Eravamo appena arrivati a
scuola e già non ne potevo più. Ero proprio messa bene.
Papà, dobbiamo proprio?chiesi mentalmente a papà.
Lo vidi annuire e mi
rassegnai.
Andai nella classe di
matematica e aspettai l’arrivo del professore disegnando sul mio quaderno.
Stavo disegnando il lupo del mio sogno sperando di
capirci qualcosa.
Non sapevo perché, ma mi
ricordavo meglio il lupo che il ragazzo. Chissà perché
Stavo finendo il disegno
passando ai colori quando sentii qualcuno che si sedeva sul posto accanto al
mio.
Chi poteva essere? Di solito
sedevo da sola.
<< Ciao, sono Seth. Tu chi
sei? >> mi chiese il ragazzo.
Seth? Avevo sentito bene?
Che centrasse col mio sogno.
<< Ciao, sono Ayla. Sei
nuovo? >> chiesi.
Ero leggermente nervosa ma
cercai di non darlo a vedere.
<< Sì, sono appena
arrivato da Seattle. >> rispose facendomi un sorriso.
Feci per rispondere ma l’entrata
del professore me lo impedì.
Visto che in matematica non
ero una cima era meglio se stavo attenta, ma oggi avevo qualche problema di
concentrazione.
Lo guardavo con la coda dell’occhio
e devo dire che era proprio carino.
Capelli scuri
come gli occhi, sorriso sincero e con la pelle bronzea.
Sì, era proprio carino.
<< Signorina Masen? È ancora con noi? >> mi richiamò il
professore.
Che figuraccia mamma mia!
E proprio davanti al nuovo arrivato! Accidenti!
<< Scusi
prof, mi sono distratta un attimo >> risposi rossa come un
peperone dalla vergogna.
<< Che non si ripeta più >> disse severo prima di tornare a spiegare
la lezione.
<< Sì prof >>
sussurrai.
Accidenti!
Papà era nell’aula accanto e
di sicuro aveva sentito tutto. Accidenti doppio!
Speriamo non lo dica alla mamma altrimenti sono guai grossi.
Accidenti! Accidenti! Accidenti!
<< Mi dispiace.
>> mi sussurrò Seth sottovoce.
<< Perché?
Non è colpa tua. >> risposi stupita.
<< Vero, ma mi dispiace
lo stesso. >> rispose.
Forse era sincero.
Ecco un’altra cosa da
aggiungere su di lui: altruista.
Ma siamo sicuri che sia reale? Cominciavo a dubitarne. Che fosse un altro sogno? Se era
così, per favore, non svegliatemi!
A fine lezione mi diressi
verso l’aula di chimica, lezione che seguivo con mio padre. Interrogatorio in
arrivo di sicuro.
Una volta arrivata mi sedetti
al solito posto, ma di mio padre neanche l’ombra.
Dov’era finito?
Sentii il cellulare vibrare e
vidi che c’era un messaggio. Da mio padre. Aiuto.
“ Ho ricevuto un messaggio da zia Alice e dice che
deve parlarmi quindi oggi non ci sarò. Non fare disastri e non fare casini. Ciao,
papà”
Lo rilessi un’altra volta per
essere sicura che fosse reale e mi spuntò un sorriso.
Forse la giornata stava
migliorando.
(POV SETH)
La ragazza al mio fianco era
carina. Aveva i capelli color bronzo e due occhi verdi mozzafiato. Aveva la
carnagione chiara e sembrava molto simpatica. Peccato che
fosse chiusa a riccio.
Speravo di poterci fare due
chiacchiere durante la lezione ma sembrava in mondo tutto suo e non volevo
disturbarla.
Vederla così assorta era uno
spettacolo.
Peccato che
il prof si fosse accorto che era distratta.
Vederla arrossire di vergogna
mi fece stare male per lei. Poverina, era diventata il
pagliaccio della classe.
Mi dispiaccue
per lei.
Dopo matematica io avevo
biologia, mentre lei chimica.
Sperai in altre lezioni in
comune.
Al massimo l’avrei
rintracciata in mensa se fossi stato fortunato, ma
siccome fortunato non ero non ci sperai poi tanto.
Di sicuro era anche già
impegnata carina com’era.
Possibile che capitassero
tutte a me?
Ecco il secondo capitolo
tutto per voi. Spero vi sia piaciuto. Non preoccupatevi,
Alice NON ha visto disastri in vista. Ha solo
visto qualcosa di importante per Ayla. Cosa? Lo scoprirete più aventi, io non
anticipo nulla. Secondo voi, Seth e Ayla si troveranno in mensa e
avranno altre lezioni in comune?
Ringrazio chi ha recensito, chi mi ha messo
tra le storie seguite e chi tra le preferite. Un grazie va anche a chi legge e basta nella speranza che un
giorno si faccia sentire.
Visto che domani non so se ci sono posto
adesso nella speranza che il capitolo sia uscito bene
Buona lettura.
CAPITOLO 3: MENSA E ALICE
(POV AYLA)
Dopo il messaggio di mio
padre ero più serena. Una mattinata senza di lui era
un sogno. Finalmente non ero più sotto controllo e avrei
potuto godermi la mattina.
<< Tutto bene Ayla?
>> mi chiese Elise, la mia compagna di banco e
migliore amica. Era una ragazza allegra con capelli ricci e scuri, occhi
talmente scuri da sembrare un cielo senza stelle e un sorriso che abbagliava
chiunque nell’area di 500 metri.
<< Sì, oggi mio
fratello non ci sarà >> dissi continuando a
sorridere.
Visto che mio padre non
invecchiava e dimostrava 17 anni, questa era la spiegazione migliore per spiegare il fatto che ci assomigliavamo e che avevamo la
stessa età apparente. Difficile credere che fossi sua figlia
vero?
Comunque Elise aveva una cotta micidiale per mio padre e
ormai, dopo milioni e milioni di tentativi, avevo smesso di dissuaderla
dall’impresa di conquistarlo.
Che se la vedesse
lui con lei, io ho rinunciato due anni fa.
<< Perché?
Sta male? >> chiese tutta preoccupata.
Visto? Non cambierà mai.
<< No, solo nostra zia
aveva bisogno di lui per non so cosa…>> risposi
vaga.
Meglio non dire di cosa era
capace zia Alice, di sicuro le sarebbe venuto un infarto se prima non mi avesse
mandato al manicomio credendomi matta.
<< Uffa, oggi ci sarei
riuscita! Avevo pensato a tutto! >> si lamentò.
<< Tranquilla, domani
ti rifarai. Cambiando discorso, cosa mi sai dire su un certo Seth? >>
chiesi tentando di sembrare indifferente.
<< Quello nuovo?
>> chiese guardandomi dubbiosa.
<< Quanti altri Seth ci
sono qui? Nessuno mi pare. >> dissi sarcastica.
<< Calmati! Grazie a
mia sorella, gran ficcanaso, mi ha detto che viene da Seattle e che i genitori
si sono trasferiti lì quand’era piccolo e che sono
tornati qui per il lavoro del padre. Ha una sorella che a sentire la mia è
peggio della Carrer quanto ad acidità. Perché ti interessa? >> mi chiese sospettosa.
I suoi occhi scuri mi
guardarono indagatori.
Ma perché si accorgeva sempre
si tutto? Per una volta non poteva fare finta di niente?
<< Niente. >>
risposi sperando che lasciasse perdere.
<< Se
lo dici tu. >> mi disse con
un ultimo sguardo indagatore prima che la lezione iniziasse.
Non aprii bocca per il resto
della giornata, neanche a mensa. Cosa assai strana.
Continuava a fissarmi come
per strapparmi un segreto.
Ma cosa aveva?
A mensa mangiammo in
silenzio, ognuna immersa nei suoi pensieri.
Mentre stavo mangiando i miei
pensieri volsero su Seth.
Quel ragazzo sembrava una
persona sincera e tranquilla. Non sembrava una cattiva persona. In più era
anche carino, insomma perfetto.
Dov’era il trucco?
Siamo sicuri che fosse vero o ero io che mi immaginavo così tante qualità in
lui?
<< Scusate, ma tutti i
tavoli sono occupati, posso sedermi qui? >> chiese una voce che riconobbi
subito.
Era Seth.
<< Sì, siediti pure.
>> disse Elise facendogli spazio.
E adesso cosa sarebbe successo?
(POV EDWARD)
Arrivai da Alice in circa
dieci minuti. In casa trovai anche Bella che mi aspettava.
<< Cosa
succede Alice? >> chiesi ripensando al messaggio che mi aveva
mandato poco fa.
“Edward, vieni subito. È importante. Alice”
Insomma, il massimo per far
venire un infarto.
Alice non rispose a voce, ma
mi fece vedere frammenti di visioni dove appariva Ayla.
In tutti i frammenti si vedeva la mia piccolina che parlava con qualcuno non
identificato e poco dopo la visione si interrompe.
Solo un frammento era
diverso: Ayla si trovava con qualcuno in una radura, poi si intravedevano
i Volturi e poi…. Niente.
Si interrompevano tutte qui.
Qualsiasi cosa Alice prendesse in considerazione, da un nostro intervento a un
nostro trasferimento, si finiva sempre in quella radura.
Non c’era pericolo immediato,
ma una visita dei Volturi mi preoccupava.
Cosa volevano? Ayla non era l’unica mezzovampira, anche se
forse era l’unica con entrambi i genitori ancora vivi.
<< Cosa
significa? >> chiesi sperando in una spiegazione.
<< Non lo so, ma è da
stamattina che le visioni su Ayla sono solo frammentarie. È come se qualcosa o
qualcuno mi impedisse di vedere cosa succederà.
>> disse Alice confusa quanto me.
<< Edward, è cambiato
qualcosa a scuola o altrove? È successo qualcosa che potrebbe aver dato inizio
a tutto? >> mi chiese Bella preoccupata.
Era
normale, dopotutto era sua figlia.
L’aveva salvata e aveva salvato me. Per questo volevamo che non le capitasse
niente.
Per una volta volevamo essere
noi a salvare lei.
<< È
arrivato due ragazzi nuovi a scuola, ma nient’altro. Non capisco.
>> mi passai la mano tra i capelli sempre più preoccupato.
Perché i guai non ci lasciavano in pace?
Perché?
Era troppo chiedere di vivere
la nostra vita in pace?
Forse, per chi decideva, sì,
era chiedere troppo.
Ecco qui il terzo capitolo. Penso che tutti
abbiate capito la causa delle visioni frammentarie di Alice,
ma qui ci vorrà ancora un po’. In fondo l’entrata di Seth nella vita di Ayla non è ancora decisa, ma la visita dei Volturi sì. Il
perché nei prossimi capitoli.
Secondo voi, quanto ci metteranno Seth e
Ayla per innamorasi?
Piccola domanda: volete che Seth entri nel
branco di Sam o quello di Jacob?
La storia non cambia, vorrei sapere solo come la
pensate.
Era stata una mattinata
strana, ma piacevole. Il nuovo arrivato era molto simpatico come avevo scoperto
a pranzo e mi sembrava anche una brava persona.
Papà era stato puntuale nel
venirmi a prendere e ora stavamo tornando a casa dove mamma mi avrebbe
tempestato di domande su com’era andata e tremavo al solo pensiero.
<< Tutto bene? >>
mi chiese mio padre vedendomi rabbrividire.
<< Sì, stavo solo
pensando all’interrogatorio a cui mi sottoporrà la
mamma >> risposi guardando fuori dal finestrino.
Lo sentii sghignazzare
divertito.
Sbuffai.
Ma perché non avevo una famiglia normale? Insomma, avevo
due genitori che erano più adolescenti di me. Uffa, certe volte era davvero
frustrante.
<< Non sarà così
terribile. >> mi disse cercando di tranquillizzarmi.
<< Questo lo dici tu.
Non sei tu che dovrai sopportare un terzo grado. Lo sai che non smetterà di
farmi domande prima di domani mattina, vero? >> dissi esasperata.
<< Vero. >> non
aggiunse altro, ma continuò a ridersela.
Grrr che rabbia.
Il resto del viaggio lo passammo in silenzio.
Cercai di non pensare a Seth
per evitare che papà capisse che mi piaceva, ma non ci riuscii molto bene.
Almeno però lui non disse niente e meno male, non ero dell’umore ora come ora.
Peccato che mia madre non lo
capì e partì a raffica con le domande.
Senza accorgermene mi ritrovai a raccontarle di cos’era successo a mensa.
Inizio flash-back
<< Certo, siediti pure. >> aveva detto Elise facendogli spazio.
Seth si sedette e ci ritrovammo uno di fronte
all’altro.
<< Allora Seth, cosa ti sembra fin’ora questa
scuola? >> chiese la mia amica.
<< Molto bella. >> rispose guardandomi
fisso negli occhi.
Non stava parlando della scuola, ma di me. La cosa mi
lusingò parecchio. Arrossii diventando rosso pomodoro.
Elise se ne accorse.
<< Tutto bene? >> chiese. Probabilmente
sapeva già la risposta, ma voleva una conferma.
Annuii. Non mi fidavo a parlare. Quand’ero in
imbarazzo o agitata la voce mi usciva molto acuta. Meglio tacere.
<< Seth, ho sentito che vieni da Seattle. Come
mai ti sei trasferito qui? >> Elise
continuò l’interrogatorio.
<< Papà ha ottenuto un lavoro qui, perciò ci
siamo trasferiti. Però non siamo sempre vissuti a
Seattle. Quand’ero piccolo vivevamo a La Push. Diciamo
che è quasi un ritorno a casa. >> rispose tranquillo.
<< Non ti manca Seattle? I tuoi amici? La tua
ragazza? >> chiesi prima di rendermene conto.
Non riuscii a fermarmi, era
stato più forte di me. Volevo sapere. Non sapevo perché ma non riuscivo a immaginarmelo senza una ragazza.
<< No, Seattle era troppo caotica per i miei
gusti e poi mi sento con i miei amici tutti i giorni e
per ora va bene così. Per l’ultima domanda la risposta è
no. Non ho una ragazza. >>
A quell’affermazione sentii il mio cuore prendere il
volo.
Ma cosa mi stava succedendo? Perché ero così felice di saperlo libero? Cosa
rappresentava lui per me?
L’avevo sognato varie volte ma questo non voleva dire
che dovevo innamorarmi di lui o che dovevamo stare assieme.
Continuammo a parlare del più e del meno mentre Seth
continuava a fissarmi e io tenevo la testa bassa.
Alla fine la campanella suonò e mi ritrovai a farmi di
nuovo la stessa domanda: che mi stava succedendo?
Fine flash-back
<< Cosa??? >> mi chiese mia madre quasi urlando.
<< Mamma, cominci ad
assomigliare a zia Alice. >> dissi esasperata.
Aspettate che lo sappia zia
Alice, sarebbe stato molto peggio.
<< Tu mi dici che è
arrivato un ragazzo carino che potrebbe piacerti e non ti aspetti una reazione?
>> chiese mia madre sorpresa.
<< Mamma! >>
<< Va
bene tesoro, la smetto. Tu però tienimi aggiornata sugli sviluppi >>
<< MAMMA!!! >> urlai super esasperata.
Non ce la facevo più.
Ma le mamme erano tutte così?
<< Va
bene, va bene. Prometti solo che starai attenta. >>
<< Prometto. >>
<< Ok,
adesso andiamo a preparare la cena altrimenti papà potrebbe
preoccuparsi. >>
Per tutta la conversazione
papà era stato fuori portata d’orecchio e la mamma aveva tenuto alto lo scudo
per quasi tre ore. Altri cinque minuti e papà avrebbe sfondato la porta per la
preoccupazione.
<< Sì, è meglio andare.
>> concordai.
Così andammo in cucina a
preparare la cena e tutti insieme passammo una
bellissima serata.
(POV IGNOTO)
Aro, il signore dei Volturi,
mi aveva chiamato, aveva un incarico per me. Di cosa si trattasse
non lo so, ma doveva essere roba grossa.
Non era mai stato tanto
agitato come adesso.
Ma cosa aveva ultimamente? Continuava a guardare certi
rapporti provenienti dalla penisola di Olympia negli
Stati Uniti.
Ma cosa diamine poteva ridurlo così?
Bhe, l’avrei scoperto presto.
Arrivai nella sala dei troni
e lo trovai da solo.
Strano.
<< Mio signore, sono
qui. >> dissi.
<< Bene. Ho una
missione per te. >>
Che novità.
<< Di cosa si tratta,
signore? >> chiesi.
<< Devi andare a Forks, nella penisola di Olympia,
e tenermi sott’occhio tre mezzovampiri. >>
<< Come mai? >> chiesi
curioso.
Cosa potevano avere tre mezzovampiri di così particolare?
<< Sono una coppia con loro figlia e lui prima era un vampiro. >>
Ah! Adesso sì cominciavo a
capire.
<< Devo solo tenerli d’occhio?
>>
<< No, dovrai anche
dirmi tutto quello che riesci a scoprire sulla loro
storia, che doni hanno e tutto quello che riesci a scoprire sui loro legami con
i Cullen e con i lupi di La Push, sempre se ne hanno con quei cani. >>
con disgusto disse l’ultima parte.
Lo capivo, anche a me quei
cani non andavano a genio.
Non potevamo farci niente
però. Non potevamo toccarli perché erano protetti da un patto che avevamo stipulato qualche decennio fa per evitare guerre, ma
nessuna delle due parti era troppo contenta. Gli unici vampiri con cui andavano
d’accordo erano i Cullen e solo perché si nutrivano di sangue animale. Che schifo!
<< Devo andare da solo?
>> chiesi. Un po’ di compagnia sarebbe stata molto gradita.
<< No, c’è già qualcuno
laggiù ad aspettarti. >>
<< Chi? >> chiesi
curioso.
Da quello che sapevo nessun vampiro aveva lasciato Volterra ultimamente. Chi
poteva essere?
<< Uno dei Cullen >> disse.
La cosa si faceva
interessante.
Va bene, forse gioco sporco, ma spero che a
nessuno sia venuto un infarto o altro. Vorrei dire che chiunque dei Cullen a
cui Aro si riferisce (io lo so!!!!!) non lo fa con
piacere. Lo fa perché costretto.
Provate a
indovinare chi è. Voglio proprio sapere chi pensate sia.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Vorrei ringraziare chi mia ha messo tra le
preferite e tra le seguite e chi legge e non commenta.
Allora, per prima cosa, visto
che domani sono via posto oggi. Seconda cosa: non
uccidetemi grazie. So che a molti questo capitolo non andrà giù tanto
facilmente ma così è la storia e purtroppo così deve andare. Ripeto: non
uccidetemi. Le cose si sistemeranno con il tempo. Molto, ma alla fine tutto
tornerà a posto almeno su questo punto.
Vi lascio alla lettura nella speranza che a
nessuno vengano istinti omicidi.
CAPITOLO 5: TRADIMENTO
(POV JASPER)
Mi era appena arrivata una
lettera da Volterra.
Cosa poteva volere adesso Aro? Erano anni che gli passavo
informazioni solo per evitare che prendessero con loro Alice e le spegnessero per
sempre quel suo sorriso allegro.
Ma come avevo fatto a ficcarmi in questo casino?
Ah, sì, tutta colpa di quello
stronzo di Demetri. Quando aveva scoperto che Bella
sarebbe potuta tornare e che Ayla avrebbe avuto dei poteri molto forti aveva
riferito tutto ad Aro che aveva mandato i suoi scagnozzi e ora eccomi qui. Sto
tradendo la mia famiglia solo per vederla al sicuro.
Presi la lettera e mi chiusi
in camera.
Per fortuna Alice era fuori a
fare spese con Ayla e la sua amica, Emmett e Rose erano a caccia, Esme era
andata da Bella per aiutarla per non so quale progetto
per il giardino della sua casa e Carlisle era all’ospedale.
Mi domando se hanno qualcuno
come Alice nella guardia.
Mi sedetti sul letto e rimasi
a fissare quella lettera a lungo col timore di aprirla.
Cosa poteva contenere? Ordini ai quali avrei
preferito non obbedire? Voleva che gli portassi Ayla? Sperai di no. Non ce l’avrei mai fatta.
Alla fine mi decisi ad
aprirla e cominciai a leggerla con molta lentezza.
Jasper,
grazie per le ultime informazioni. Sono
curioso di sapere cosa vorrà fare la piccola Ayla. Mi raccomando,
deve mantenere i suoi poteri a qualsiasi costo.
Cosa? Vuole che Ayla mantenga i suoi poteri? Eppure lo sa che è pericoloso per lei avere questo potere se
la vuole nella guardia. La Rocca era troppo piena di ricordi e lei ne sarebbe stata schiacciata. Ma cosa
aveva nella testa?
Deve mantenerli per evitare che vadano persi. Appena
saremo riusciti a farla venire qui ci penserò io a
fare in modo che i suoi poteri non vadano persi.
Per aiutarti nel compito ti mando un membro della
guardia che, sicuramente, Ayla troverà interessante.
Aro
Non ci posso credere.
Non ci posso credere.
NON CI POSSO CREDERE!!!!
La voleva per se.
La voleva come sua moglie.
La voleva solo per i suoi poteri.
Mi stava venendo la nausea.
Se avessi potuto vomitare l’avrei fatto.
Stavo consegnando mia nipote
a quel porco e non potevo fare assolutamente nulla.
O così o avrei perso tutto il mio mondo.
Sapevo che Alice non me lo
avrebbe perdonato, come Edward e Bella e il resto della famiglia, ma almeno lei
sarebbe stata salva.
Questa consapevolezza non fece diminuire il senso di nausea, anzi, lo aumentò.
Ero proprio un maledetto
egoista.
Chi poteva avermi mandato in
aiuto? Sicuramente qualcuno che sapeva influenzare le persone e che non si
faceva tanti scrupoli.
Non ne potevo uscire da solo,
non ce l’avrei mai fatta, dovevo dirlo a qualcuno.
A chi però?
Solo un nome mi venne in
mente.
Alice.
Dovevo dirlo ad Alice e
sperare che non mi uccidesse.
Dovevo farlo.
(POV ALICE)
Stavo facendo compere con
Ayla e la sua amica Elise.
Non capivo perché, ma Ayla mi
sembrava persa nei suoi pensieri e neanche la sua amica seppe farla riscuotere
se non per dieci minuti. Dopo ricadeva in quello stato di transe.
Certe volte avrei proprio
voluto avere il potere di Edward. Almeno avrei saputo perché
è così assente.
Mentre le seguivo verso un
negozio di scarpe dove c’erano maxi sconti (sìììììììììì!!!!!!!!!!!)
arrivò una visione che mi lasciò senza fiato.
C’era Jasper disperato,
piegato in due, sofferente.
Cosa accidenti era successo?
Cosa l’aveva ridotto in quello stato?
Cosa? Cosa? COSA?!
Lo vidi
disperarsi sempre di più, poi qualcosa cambiò. Sembrava che qualcosa lo
avesse fatto riprendere e lo vidi correre fuori dalla
stanza e venire qui.
<< Zia, tutto bene?
>> mi chiese Ayla preoccupata.
Conosceva le mie visioni e
sapeva come potevano essere.
<< Sì, devo…. devo andare…. torno subito.
>> riuscii a dire a stento prima di mettermi a
correre.
Per puro sforzo riuscii a
mantenere un’andatura umana per poi passare a quella vampiresca appena uscii
dalla città.
Lo raggiunsi a metà strada
tra Seattle e Forks.
Era completamente sconvolto.
<< Jasper, cosa c’è?
>> chiesi preoccupata da matti.
<< Jasper! Dimmi cosa
accidenti è successo!!! >> urlo infuriata e
preoccupata.
<< Alice io vi ho traditi. >>
Il mondo mi si sgretolò addosso.
Cosa aveva fatto?
<< Ti prego, dimmi che
è uno scherzo. >> sussurrai sconvolta.
Non disse nulla.
Rimase in silenzio.
<< Perché?
>> chiesi.
Provò ad avvicinarsi.
<< Stammi lontano!
>> gli intimai facendo un passo indietro.
<< Alice…. ti prego…. >> mi implorò.
<< Perché?
>> ripetei.
<< Alice…. >>
<< PERCHÉ??!!! >> urlai fuori di me.
<< Volturi. >>
disse disperato.
Mi accasciai a terra priva di
forze e totalmente sotto shock.
Ora le visioni avevano senso,
ma non era la cosa che mi faceva più male.
La cosa che mi faceva più
male era che Jasper mi aveva tradito, ci aveva tradito.
Il mio cuore era in frantumi
e l’unica persona che poteva rimetterlo in sesto era anche quella che me l’aveva
distrutto.
Ora, cosa sarebbe successo?
*** fa capolino
terrorizzata***
Rinnova l’invito a non essere uccisa
subito, ma alla fine della storia e prega i gentili lettori a non riempire le
recensioni di insulti (anche se lo ammetto sarebbero
meritati). Prima di recensire per favore sbollite la rabbia grazie.
Ok, lo so che molti vogliono vedere cos’è
successo a Jasper, ma dovranno attendere il prossimo capitolo. Qui c’è un
momento dolce tra Seth e Ayla e una piccola spiegazione su una parte del
passato di Seth. Spero vi piaccia
CAPITOLO 6: PIANTO
(POV AYLA)
Zia Alice era scappata via di
corsa senza dire niente e la cosa mi preoccupava. Conoscevo le sue visioni e
sapevo che solo due cose potevano farla scattare così: i Volturi o una
disgrazia alla famiglia.
Opto per la seconda ipotesi perché, se fossero stati i
Volturi, mi avrebbe portata con se per mettermi al sicuro.
Sperai che non fosse nulla di
grave ma continua a rimuginarci a lungo ed ero così immersa nei miei pensieri
che non mi resi neanche conto di finire addosso a un
altro passante.
<< Scusa, scusa, scusa!
>> dissi appena mi ripresi.
Che figuraccia!!
<< Tutto a posto. Tu
invece? >> chiese il passante con una voce famigliare.
Accidenti, era Seth!!!
Doppia figuraccia!!!!
Accidenti!!!
<< Si
>> riuscii a dire a stento.
Che imbarazzo!!!
<< Ayla, tutto bene?
>> chiese Elise tornando indietro visto che non
mi vedeva arrivare.
<< Sì, tutto a posto.
Ho solo incontrato Seth >> risposi.
<< Direi più scontrato,
ma ve bene lo stesso. >> mi corresse lui con un
sorriso.
Mamma mia! Com’era bello
quando sorrideva!
Ok, lo ammetto, sono cotta.
<< Allora, visto che siamo tutti qui, che dite di un gelato? >> chiese la
mia amica.
Sì, ma senza di te! pesai per
un attimo per poi pentirmene.
Certo, volevo stare da sola
con Seth, ma pensare così della propria migliore amica non è il massimo
dell’amicizia.
<< Per me va bene e a
te? >> mi chiede Seth.
<< Ok
>> rispondo.
Elise fa
strada e noi la seguiamo a qualche passo di distanza.
<< Tutto bene? Ti vedo
pensierosa. >> esordì lui dopo un po’.
Annuii. Non potevo certo
dirgli che avevo una zia vampira che vedeva nel futuro e che aveva avuto una
visione su un possibile disastro. Come minimo mi avrebbe accompagnato al
manicomio più vicino, se fossi stata fortunata.
<< Ok,
ma se vuoi parlare sono qui, d’accordo? >>
Annuii di nuovo.
Mi misi a guardare il cielo
nuvoloso sopra di noi.
Sapevo che era stupido e
impossibile, ma avrei tanto voluto passeggiare con mia mamma
quel giorno. Purtroppo però la gente che la conosceva c’era ancora e non aveva
dimenticato.
Non aveva dimenticato che era
stata rapita.
Non aveva dimenticato com’era
fatta.
Non aveva dimenticato nulla.
Avrei tanto voluto che ci fosse stata lei al posto della zia.
Avrei tanto voluto poter uscire
con lei in un giorno di sole non solo per andare a caccia o per fare escursioni
nei boschi.
Avrei tanto voluto avere una
madre davanti al mondo intero.
Mi scappò una lacrima di
tristezza e la cosa non passò inosservata a Seth.
<< Ehi, cosa c’è?
>> mi chiese con dolcezza.
<< Niente >>
dissi a stento.
<< Vieni qui. >> disse e mi abbracciò.
Nascosi il viso sul suo petto
e cominciai a piangere.
Piansi per quello che non
potevo avere.
Piansi per quello che mi era
stato negato.
Piansi perché sapevo che
quello che volevo di più al mondo, una famiglia come le altre, l’amore, le
amiche, non le avrei mai avute sul serio.
Insomma, sì, avevo una mamma
e un papà, ma entrambi mostravano 18 anni e io ne
stavo per fare 16 per la miseria!!
Avevo un’amica, ma ero
costretta a nasconderle un milione di cose. Prima tra tutte
il fatto che fossi una mezzovampira e che il ragazzo per cui si era
presa una cotta non era mio fratello, ma mio padre.
Il ragazzo? Neanche a
pensarci. Cosa gli avrei detto quando gli avrei
presentato i miei genitori? Non ti preoccupare siamo solo mezzovampiri che bevono
sangue animale? Di certo no.
In pratica avevo molti
segreti, nessuno con cui confidarmi e tutti i problemi dell’adolescenza.
In sintesi? Che vita da schifo.
<< Ssshhh,
calmati, va tutto bene. >> mi disse Seth accarezzandomi i capelli.
Non so come, ma pian piano riuscii a calmarmi e le lacrime smisero di scendere.
<< Scusa, non volevo….>>
cominciai, ma lui mi interruppe.
<< Nessun problema. Se vuoi parlare sono qui. >> mi disse sempre tenendomi
abbracciata.
<< Grazie, ma forse è meglio se andiamo.
>> dissi cercando di divincolarmi.
All’improvviso mi ero sentita
strana.
Il suo abbraccio mi piaceva
più del dovuto e mi faceva paura.
Cosa mi stava succedendo?
<< Va
bene, andiamo. >> disse.
Lo guardai negli occhi e potrei giurare di aver visto un lampo di delusione passarci
attraverso.
Cosa stava succedendo?
<< Ehi, voi due! Andiamo!
>> ci chiamò Elise.
Ci affrettammo per non farla
aspettare ma non potei fare a meno di notare che ogni tanto mi guardava come
per assicurarsi che fossi ancora lì.
Era come se avesse paura che potessi scappare.
Cosa stava nascondendo?
Di cosa aveva paura?
(POV SETH)
Era stato bello tenerla tra
le braccia, ma mi dispiacque per lei.
Cos’era che la rendeva così
triste?
Cos’era che la faceva stare
così male?
Vederla in lacrime mi ha
procurato una fitta al petto. Non sapevo perché ma mi faceva male vederla in
quello stato.
Volevo proteggerla.
Volevo che fosse felice.
Volevo essere io a renderla
felice, ma non potevo.
Non avrei mai potuto.
Non ci eravamo
trasferiti da Seattle solo per il lavoro di mio padre ma anche per un’altra
motivazione: io, o meglio, io e il fatto che ero diventato un mutaforma.
Tutti quelli della tribù lo
diventano a 16 anni e mio padre sperava che
allontanandomi non mi toccasse la stessa cosa.
Speranze inutili.
Non è servito e ora sono qui
che non posso neanche cercare una ragazza di cui innamorarmi perché la metterei
in serio pericolo.
Si diventa mutaforma all’età
di 16 anni e lo si resta fino ai 25 di solito.
Purtroppo il mio, e quello di alcuni miei compagni di infanzia, è un caso particolare:
noi resteremo mutaforma per tutta la vita.
Il perché? Semplice: vampiri
nei dintorni.
Sapevamo che erano i Cullen e
che non avrebbero fatto del male a nessuno ma spiegalo
tu al tuo DNA.
Per lui vampiro vuol dire
solo una cosa: pericolo.
Quindi ecco la mia situazione: sono un ragazzo che si
trasforma in un lupo gigante senza possibilità di una vita sociale normale.
Insomma, una schifezza.
Ecco il motivo per cui Ayla non potrà mai essere mia.
<< Scusate…. devo…. andare ….. scusate >> disse ad un certo punto Ayla
interrompendo i miei pensieri.
La guardai e notai che era
sbiancata e guardava il cellulare.
<< Ayla, tutto bene?
>> chiese la sua amica.
Fece di no con la testa
mentre continuava a fissare lo schermo del telefonino.
Ayla, mi dispiace ma devi tornare subito a casa. Jasper
è quasi morto. Papà
Ecco quello che recitava il
messaggio.
Spero che il capitolo sia
uscito bene anche se a me non sembra tanto ma non riesco a fare di
meglio quindi mi affido al vostro giudizio.
Secondo voi chi ha tentato di ammazzare
Jasper? Non sono i Volturi, deve ancora arrivare a Forks il nostro amico misterioso.
Non è Alice perché è ancora sconvolta. Per il resto tocca a voi indovinare.
Allora, prima di lasciarvi il capitolo un piccolo
avviso: io domani comincio gli esami quindi il prossimo capitolo sarà postato o
venerdì o nel week-end. Spero nella vostra comprensione.
Buona lettura
CAPITOLO 7: TENTATO SUICIDIO
(POV JASPER)
Ero ancora inginocchiato a
terra con Alice di fronte a me sotto shock.
Ero riuscito a dirle tutto e
adesso mi odiavo ancora più di prima.
Mi odiavo per averla ridotta
in quello stato.
Mi odiavo per aver messo in pericolo
la mia famiglia.
Mi odiavo per quello che
avevo fatto.
Sperare nel perdono era un
po’ troppo ora come ora e lo sapevo, ma non riuscivo a farne a meno. Volevo che
mi perdonasse, lo volevo con tutto me stesso.
Rimanemmo immobili a lungo.
Io in
attesa che dicesse qualcosa, lei in attesa di riprendersi.
Non riuscivo neanche a
guardarla negli occhi da quanto mi vergognavo.
Non so quanto tempo passò, ma
ad un certo punto sentii qualcuno arrivare.
Dall’odore direi che fossero
Rosalie e Emmett ed erano preoccupati.
Erano preoccupati per noi.
<< Alice, Jasper, cos’è
successo?! >> chiese Rosalie
allarmata vedendo lo stato in cui eravamo.
Non risposi,
non avevo, né la forza, né il coraggio di farlo.
Anche Alice rimase muta.
<< Jasper? Tutto ok? >> provò Emmett inginocchiandosi di fronte a me.
Continuai a tacere.
<< Alice? Cos’è successo? >> ritentò Rose con la sorella.
Niente.
<< ALICE!!!! COSA STA SUCCEDENDO??!!! >> urlò allora scuotendola con
violenza.
Sentivo la loro
preoccupazione aumentare, ma non riuscivo a riscuotermi.
Non riuscivo a trovare la
forza di farlo.
Non so come ma Alice tornò in
se e cominciò a singhiozzare.
Se avesse potuto piangere sarebbe una fontana senza
fine.
Mi faceva male vederla così,
ma non potevo fare nulla.
Ero io la
causa di tutto e questo non faceva
che aumentare il mio dolore.
<< Alice!! >>
esclamò sorpresa mia sorella.
Avevo ancora il diritto si
chiamarla così? Non lo sapevo.
Emmett si voltò e corse ad
aiutare Rosalie.
<< Alice, cos’è successo? >> le chiese dolcemente l’orso.
Non so come ma Alice riuscì a
raccontargli tutto mentre singhiozzava e io aspettai la mia condanna.
Sapevo che non me l’avrebbero
perdonata facilmente, anzi, non me l’avrebbero perdonata
proprio.
Vidi, sentii, l’incredulità di Emmett e Rosalie crescere per venire sostituita poi dalla
rabbia.
Una rabbia
violenta, bruciante, distruttiva, pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Li sentii trattenere il
respiro per un momento, sorpresi, sconvolti, sotto shock anche loro.
Non ero Edward, ma potevo
vedere i loro pensieri.
Si stavano chiedendo com’era
successo, perché l’avevo fatto, com’è possibile una cosa del genere.
Non lo sapevo nemmeno io come
avevo potuto. Sapevo solo che ero terrorizzato allora e continuo
a esserlo adesso, ma per qualcosa di diverso.
Avevo paura del loro
giudizio.
<< Jasper, ti prego,
dimmi che Alice si sta inventando tutto. >> sussurrò Emmett incredulo.
Tacqui, non potevo dargli
quello che voleva.
Non potevo proprio.
<< Jasper… >>
sussurrò di nuovo con una speranza vana.
Continuai a tacere.
Sentii la rabbia di Rosalie
crescere sempre di più finché non esplose.
Mi si scagliò contro e mi
ritrovai a sbattere contro un albero a vari metri di distanza.
Fece male, ma non protestai. Non
mi difesi. Non feci niente. Me lo meritavo. Non avevo difese.
<< COME. HAI.
POTUTO??!!!! >> mi urlò mia sorella infuriata.
<< COME. TI. SEI.
PERMESSO????!!!! >> continuò a urlarmi contro.
Mi avrebbe attaccato di nuovo
se Emmett non l’avesse trattenuta.
Non lo faceva per me. Lo faceva
solo perché sapeva che Rosalie avrebbe continuato
finché di me non sarebbe rimasto niente e lui voleva risposte.
<< Jasper, a casa. Hai molte cosa da spiegare. >> mi disse gelido.
A casa? Come potevo tornare a casa e affrontare Esme e Carlisle? Come?
Semplice. Non potevo.
In preda alla disperazione mi
alzai e cominciai a correre.
Non andai verso casa. Non potevo.
Non ce l’avrei fatta a sostenere i loro sguardi.
Corsi e corsi cercando di
scappare da me stesso senza riuscirci.
Corsi e quasi per caso mi
ritrovai al confine con il territorio dei lupi. Mi bloccai.
Se lo avessi oltrepassato mi avrebbero ucciso.
Se fossi tornato indietro non avrei potuto tornare a casa. Non dopo quello
che avevo fatto.
Non mi avrebbero mai
perdonato.
Mi dispiace Alice, spero che un giorno tu possa
perdonarmipensai
prima di oltrepassare il confine.
Sperai che fosse una morte
rapida.
(POV EDWARD)
Io e Bella stavamo
cacciando. Quel pomeriggio Ayla era a Seattle con Alice e la sua amica e noi,
finalmente, potevamo stare un po’ da soli.
Stavamo correndo sulla strada
di casa quando incrociai i pensieri di Jasper.
Mi arrestai di botto.
Come mai era così disperato?
Perché pensava che non lo avremmo perdonato?
Cosa avremmo dovuto perdonargli?
Perché voleva morire?
Cosa stava succedendo?
Bella, accortasi che mi ero
bloccato, tornò indietro e mi chiese se andava tutto
bene.
<< Non lo so. Ho sentito
i pensieri di Jasper e sono disperati. Non riesco a dargli un senso. >>
dissi guardandola e restando in ascolto.
<< Ma
cosa sta pensando? >> mi chiese.
<< Sta pensando di…..NOOO!!!!!!! >> urlai quando vidi il suo pensiero.
Voleva farsi uccidere dai
lupi!
Ma cosa? Perché?
Non ci capivo più niente.
Senza una parola presi Bella
per mano e cominciai a correre verso il confine.
<< Edward… cosa..? >> mi chiese lei confusa.
<< Vuole farsi uccidere
dai lupi. Il perché non lo so, ma bisogna fermarlo. >> dissi.
Presi il telefono e chiamai
Carlisle.
Forse, se ci avesse raggiunto
in tempo, avrebbe potuto fargli cambiare idea.
<< Edward, che succede?
>> mi chiese quando rispose al telefono.
In poche parole gli illustrai
la situazione, ma non ottenni la risposta che mi sarei aspettato.
<< Arrivo. Vedi di
trattenerlo. Dobbiamo parlare. >> disse gelido.
Ma cosa stava succedendo?
Non avevo mai sentito
Carlisle parlare così freddamente a riguardo di uno di noi.
Ma cosa stava succedendo?
Accantonai momentaneamente il
pensiero e continuai a correre.
Arrivammo appena in tempo per evitare che i lupi lo sbranassero, ma un minuto
più tardi e avremmo trovato solo cenere.
Avvertii Ayla con unsms e le dissi di tornare a
casa e di aspettarci lì.
Poco dopo arrivò Carlisle e,
per prima cosa, ci allontanammo dal confine dopo aver chiesto scusa ai lupi e
promesso che non sarebbe più successo.
Quando fummo abbastanza lontani ci fermammo e notai che
erano tutti infuriati con Jasper.
Lo vedevo dai loro volti,
dalle loro posture, dai loro pensieri.
<< Cosa
sta succedendo? >> mi domandò in un sussurro Bella.
<< Non lo so. Non
riesco a capirlo. I pensieri di tutti sono pieni di rabbia. Non riesco a
capire. >> dissi sincero.
Era vero. Erano venuti tutti
e trasudavano rabbia.
La rabbia peggiore era quella
di Carlisle. Era una rabbia gelida, fredda, pericolosa da scatenare. Una volta
scatenata niente poteva fermarla. Era la rabbia peggiore che ci fosse. Poteva restare assopita per anni prima di esplodere e
proprio per questo era pericolosa.
Ma qualcosa l’aveva creata e portata al punto critico in
una volta sola.
<< Cosa
succede? >> chiesi.
Volevo sapere il motivo di
tutta quella rabbia, però avevo una sensazione strana. Era come se qualcosa mi
dicesse che era meglio non sapere.
Jasper ci ha traditi. Ci ha venduti a Aro. Ha venduto Ayla. Pensò Alice disperata.
Mi irrigidii.
Sperai di aver capito male ma
non era così.
Li guardai sperando che
qualcuno smentisse la cosa ma nessuno lo fece.
<< Edward? >> mi
chiamò preoccupata il mio amore.
Non le risposi.
Stavo facendo un enorme sforzo
per non scagliarmi addosso a Jasper e farlo a pezzi.
<< Bella. Vai a casa da
Ayla e aspettami là. >> dissi gelido.
<< Ma…
>> provò a controbattere lei.
<< Bella. Vai. >>
dissi.
Non so cosa vide sul mio viso,
ma qualunque cosa fosse la convinse ad andare a casa.
<< Perché?
>> chiesi a Jasper una volta che Bella si fu allontanata.
<< Edward…. >> provò
a dire.
<< Perché?
>> lo bloccai gelido.
<< Mi dispiace, io…. >>
riprovò.
<<
PERCHE’? >> urlai allora furibondo.
<<
Ho dovuto, non ho avuto altra scelta. Avrebbero ucciso Alice, non potevo permetterlo. >> disse
accasciandosi a terra.
Lo guardai
infuriato.
<<
E non ti è venuto in mente di chiederci aiuto? >>
lo accusò Rosalie.
<<
Lo avrei fatto, ma stavamo cercando un modo per far svegliare
Bella. Eravamo pieni di problemi, non volevo aggiungerne
un altro. >> disse.
La sorpresa
mi bloccò.
Cosa?!
Da così
tanto tempo?!
<<
Ragazzi, io me ne vado o lo uccido. Pensateci voi. >> dissi e cominciai a
correre.
E adesso come
lo dicevo a Bella?
Come
lo dicevo ad Ayla?
Era
il suo zio preferito, come l’avrebbe presa?
Male.
Molto male.
Corsi
finché non si fece buio e solo allora tornai a casa.
Non
sapevo cosa avevano fatto a Jasper e non mi importava.
Avevo altro a cui pensare.
Appena
varcata la soglia di casa fui preso d’assalto da mia figlia.
<<
Cos’è successo? Come sta lo zio? >> mi chiese agitata.
E adesso?
Cosa le avrei detto?
Ma, soprattutto,
chi era il ragazzo seduto sul divano?
Ok,
rieccomi qui con la speranza che non mi fuciliate per la
rabbia. Tranquilli, Jasper non muore, ma ci vorrà tempo prima
che lo perdonino. Alla fine le cose si risolveranno, quindi tranquilli.
Spero che lasciate un piccolo
commento nonostante tutto.
Dopo aver ricevuto il
messaggio ero rimasta paralizzata per dieci minuti buoni. Se non fosse arrivato un altro messaggio da parte di mio padre che
mi diceva di aspettarlo a casa non so se sarei riuscita a riprendermi.
Non so come, ma sono riuscita
a convincere Elise a non accompagnarmi.
Cosa avrebbe detto vedendo che mio padre era quello che
lei credeva mio fratello e di cui aveva una cotta?
Sinceramente non lo so e non avevo voglia di scoprirlo.
Riuscii a convincere lei ma
non Seth.
Insistette per accompagnarmi
e non riuscii a fargli cambiare idea.
E adesso? Cosa avrei fatto?
Come gli avrei spiegato quello che avrebbe visto?
Ci avrei pensato quando si
sarebbe presentato il momento, ora ero solo in ansia
per Jasper.
Cosa cavolo era successo?
Arrivati a casa vidi che non
c’era nessuno, neanche mamma.
forse sarei riuscita a inventarmi qualcosa di credibile
prima che tornassero.
Feci accomodare Seth sul
divano e andai in cucina per telefonare alla mamma.
<< Mamma? Cos’è successo? >> chiesi quando rispose, qualche minuto
dopo.
<< Non lo so. So solo
che Jasper ha tentato il suicidio andando dai lupi. Sto tornando a casa mentre
papà cerca di capire cos’è successo. >> mi disse.
<< A proposito di
questo, abbiamo un piccolo problema. >> dissi cercando di non balbettare
per l’imbarazzo.
<< Mmh?
>> fece dubbiosa.
<< C’è il ragazzo nuovo
qui con me e non so cosa dirgli. >> ammisi diventando rosso pomodoro.
Meno male che mamma non
poteva vedermi.
<< Ok,
adesso arrivo e vediamo cosa dirgli. Non preoccuparti. >> disse.
<< Mamma, non puoi
piombare qui così! Non credo che capirebbe. >> dissi.
Di sicuro, nel vedermi
chiamare mamma una donna che dimostrava la mia età, mi avrebbe preso per pazza
e io non volevo.
<< Dì
che sono tua sorella allora.
>> propose lei.
<< Ok.
>> dissi chiudendo la conversazione.
Tornai di là e mi sedetti
accanto a Seth aspettando il ritorno di mia madre.
Ma perché dovevo sempre mentire su tutto?
Non era giusto.
(POV SETH)
La vidi tornare in salotto leggermente agitata e frustata.
Avevo sentito tutta la
conversazione e non avevo capito molto.
L’unica cosa che avevo capito
era che non poteva presentarmi sua madre così com’era e non capivo il perché.
Decisi di non fare domande e
di aspettare. Fra un po’ sarebbe arrivata e avrei capito qualcosa in più sulla
faccenda.
In fondo ognuno aveva diritto
ai suoi segreti e anch’io ne avevo.
Dopo una ventina di minuti
arrivò una ragazza con lunghi capelli castani e occhi color cioccolato.
Era lei sua madre? Ma se
dimostrava a mala pena diciott’anni!!!!
Come poteva avere una figlia
della sua stessa età?
Aveva anche qualcosa di
famigliare, ma non avrei saputo dire cosa.
Una volta
tornato a casa avrei fatto delle
ricerche.
Ero sicuro di
averla già vista.
Si presentò come la sorella di Ayla e si faceva chiamare Bella.
Sopranome azzeccato, ma per
me la più bella era Ayla.
Dopo le presentazioni ci sedemmo sul divano in salotto e aspettammo il rientro del
fratello.
Non dovemmo aspettare molto.
Tempo mezz’ora e il fratello
in questione entrò dalla porta e venne preso d’assalto
da Ayla.
<< Cos’è successo? Come sta lo zio? >> chiese subito.
Vedevo che lui era furibondo,
probabilmente a causa di questo Jasper, e anche nervoso. Probabilmente non
sapeva come dire una cosa grave alla sorella.
Potevo provare a capirlo.
<< Ayla, siediti. È
meglio. >> disse teso.
Forse era anche un po’ colpa
mia. Dopo tutto ero un estraneo lì, ma non mi cacciò e
non mi invitò a lasciarli da soli.
<< Tu saresti…?
>> mi chiese ignorando la sorella.
<< Seth, ho accompagnato a casa Ayla >> dissi un po’ nervoso
anch’io ora.
<< Grazie mille. Devo
chiederti però di lasciarci. Devo parlare di questioni piuttosto delicate e
private. >> mi disse gentile.
<< Va bene. Ayla, ci
vediamo domani a scuola? >> chiesi avviandomi alla porta.
La vidi annuire e me ne andai salutandola un’ultima volta.
Sperai che le notizie che
doveva dargli non fossero troppo gravi.
(POV AYLA)
Lo vidi andarsene.
Stranamente mi faceva un po’ male ma, sul momento, non ci badai più di tanto.
Volevo
sapere cos’era successo allo zio.
<< Papà? >>
chiesi agitata.
<< Ayla, Bella,
promettetemi di ascoltare prima di incazzarvi.
>> disse serio.
<< Ma…
>> provò a protestare la mamma.
<< Promettete. >>
ribadì.
<< Promettiamo.
>> dicemmo io e mia madre.
Dopo un attimo di pausa
cominciò a parlare.
Non riuscivo a credere alle
mie orecchie. Non ci riuscivo proprio. Non volevo credergli.
Come aveva potuto?
Come aveva potuto?
COME CAZZO AVEVA POTUTO??!!!!!
Come aveva
potuto vendermi ai Volturi?
Come aveva osato?
Io mi fidavo di lui!!!!
IO MI FIDAVO DI LUI!!!!!!
<< Papà, ti prego, dimmi che non l’ha fatto. >> dissi paralizzata dalla
rabbia.
<< Mi dispiace Ayla >> mi disse.
Bastarono quelle parole a
mandarmi in bestia.
Io mi fidavo di mio zio e lui
che ha fatto?
Mi ha
venduto a quei maledetti dei Volturi!
IO L’UCCIDO!!!!!!!
<< Ayla, per favore calmati. >> mi disse mio padre cercando di
riportarmi alla calma.
<< CALMARMI? CALMARMI?
COME POSSO CALMARMI?! Ho appena scoperto che il mio
zio preferito mi ha venduto! COME PRETENDI CHE MI
CALMI?! >> urlai fuori di me.
Mi mamma si riscosse alle mie
urla. Solo allora mi resi conto che era rimasta sotto shock fino a quel
momento.
<< Ayla… >> cominciò,
ma poi tacque.
Anche lei era furibonda e capiva come mi sentivo. Sapeva
che avevo bisogno di buttare fuori la rabbia.
<< Ayla, ti chiedo solo
di andare da lui dopo che ti sarai calmata. Solo
questo ti chiedo. >> mi disse papà.
Annuii e me
ne andai in camera.
Non volevo vedere nessuno.
Non volevo parlare con
nessuno.
Non volevo più vedere mio
zio.
Mai più.
Sapevo che avrei dovuto
parlargli ma prima di riuscirci sarebbero passati
parecchi anni.
Ayla, mi dispiace. Spero che tu
possa capire.
Ecco cosa recitava il
messaggio che lo zio mi aveva spedito qualche minuto prima.
In preda alla rabbia
scaraventai il cellulare contro la parete della mia camera.
Andò in frantumi.
Avevo bisogno di sfogarmi.
Ne avevo un bisogno estremo altrimenti sarei impazzita.
Uscii di corsa dalla camera e
mi diressi veloce come il fulmine alla porta.
L’ultima cosa che sentii
prima di uscire fu mia madre dire a mio padre: << Lasciala andare >>
Grazie mamma.
Ok, ecco un altro capitolo.
Spero vi sia piaciuto.
Ayla non va a uccidere
Jasper, mi serve vivo più avanti. Si deve sfogare e indovinate da chi va?
Allora, posto oggi perché domani sono super
impegnata con lo studio e le faccende domestiche quindi non
avrei tempo per fare niente.
Spero che il capitolo vi piaccia.
Ci si vede sotto
CAPITOLO 9: LUPO
(POV IGNOTO)
Ero appena
arrivato a destinazione e ora dovevo solo mettermi in contatto con Jasper Hale.
Per una volta
dovevo ammettere che Aro l’aveva proprio pensata bene.
Non solo aveva minacciato
di morte la compagna di Jasper se lui non avesse ubbidito,
ma aveva anche chiesto a quell’idiota di Matt di
usare il suo potere così che Jasper non si ribellasse. Per quanto odiassi Matt, dovevo ammettere che il suo dono era
stato utile per una volta.
Per ora potevo
anche solo limitarmi a osservare la piccola
mezzovampira. Appena avessi capito qualcosa di più su di
lei avrei contattato Jasper e mi sarei fatto dire il resto.
Meglio mettersi
al lavoro.
Per prima cosa
dovevo scoprire dove abitava.
Cominciai a
correre.
Prima
o poi avrei incontrato
una scia strana e l’avrei seguita e chissà dove mi avrebbe portato.
(POV AYLA)
Stavo correndo
senza una meta ben precisa, volevo solo trovare un modo per fare in modo che il
dolore e la rabbia non mi uccidessero.
Dovevo trovare un
modo per impedire che prendessero il sopravvento.
Dovevo trovare un
modo per evitare di correre da Jasper e farlo fuori. Sapevo che me ne sarei pentita ma al momento la cosa non bastava a fermarmi.
Dovevo correre
lontano da lui e alla svelta.
Continuai a
correre e solo al tramonto mi resi conto che mi stavo avvicinando
pericolosamente al confine con il territorio dei lupi.
Riuscii a non
oltrepassarlo per un pelo.
Mi fermai a
qualche passo dal confine e cominciai a riflettere.
Se lo avessi
oltrepassato, cosa che i miei non mi avrebbero mai
perdonato, i lupi sarebbero arrivati subito.
Mi sentivo
tradita e arrabbiata.
Perché l’aveva fatto? Non riuscivo a capire.
Non capivo più
nulla.
Perché la mia vita non poteva essere come quella
delle altre ragazze?
Perché non ero come loro?
Perché?
<<
PERCHE’???? >> urlai a pieni polmoni.
Mi accasciai a
terra in preda al dolore.
Perché? Cosa avevo
fatto per meritare questo?
Sentii un
movimento. Proveniva dall’altra parte del confine.
Era un lupo color
sabbia e mi guardava triste.
Possibile che
fosse triste per me?
Lo fissai ed ebbi
come l’impressione di conoscere quegli occhi.
Erano scuri,
profondi e mostravano tutto quello che provava.
Ero sicura di
averli già visti, ma non capivo dove.
Il lupo si
avvicinò piano per non spaventarmi.
<< Ehi,
anche tu hai avuto una brutta notizia? >> chiesi guardandolo.
Lui non disse
niente ma continuò a fissarmi con quei occhi tristi
<< Sai, oggi è stata una giornata da dimenticare per me. Non ne
posso più. Nell’ultimo periodo me ne sono capitate di tutti i colori e l’unica
cosa positiva è che ho trovato un nuovo amico. La mia
vita comincia a farmi schifo. Ho un mucchio di problemi e zero soluzioni. Ma è possibile?! >> mi sfogai con il lupo.
Strano, ma parlare
con qualcuno che non ti può rispondere, ma che ti può capire
è molto terapeutico.
Mi sfogai per un
po’ parlando di tutto quello che era successo di recente.
Il lupo si
accucciò sulla linea immaginaria che fungeva da confine e mi guardava dispiaciuto.
Quando mi accorsi
che si era fatto buio feci per tornare a casa, ma un
movimento del lupo mi fermò.
Fece per attraversare
il confine e venire da me, ma qualcosa lo bloccò.
Mi guardò un ultima volta, chinò il capo a mo’ di saluto e se ne andò.
Chissà
chi era. Mi sembrava
in qualche modo famigliare ma non riuscivo a capire perché.
Quegli occhi
scuri così tristi! Li avevo già visti e sentivo che erano di qualcuno che
conoscevo ma non capivo chi e la cosa era molto frustante.
Tornai a casa e
una volta arrivata andai in camera senza dire una parola e mi distesi sul
letto.
<< Ayla?
>> sentii chiamarmi da papà
Tutto bene papà. Ho solo
voglia di stare un po’ da sola pensai. Non avevo voglia di parlare con nessuno.
<< Va bene >> disse andando a suonare il piano.
Il suono delle
sue melodie mi calmava sempre. Lo ringraziai mentalmente.
Pensai e ripensai
a quel lupo color sabbia dagli occhi tristi.
Ma chi era? Perché mi
sembrava famigliare?
Poi un pensiero
improvviso mi si affacciò: poteva essere Seth?
Ma cosa mi saltava in mente? Non poteva
essere lui, però….
Però era un
ragazzo della tribù di La Push quindi poteva essere
lui.
Ma se era lui io gli avevo appena raccontato tutto!! Mamma mia che
figura!!!!
Sperai vivamente
che non fosse lui il lupo che avevo incontrato o non sarei più riuscita a
guardarlo negli occhi da oggi in poi.
Poco dopo mi
addormentai e per la prima volta non feci il solito sogno.
Sognai solo Seth.
(POV SETH)
L’avevo ascoltata
mentre dava sfogo al suo dolore e alla sua rabbia.
Finalmente avevo capito cos’era successo. Ma si
poteva fare una cosa del genere alla propria nipote?!
Dopo un po’ mi
accucciai a pochi passi da lei e rimasi a guardarla triste.
Come avrei voluto dirle chi ero ma non potevo.
Neanche i Cullen sapevano l’identità umana dei lupi, conoscevano solo il capo
branco, Sam.
Quando vidi che voleva andarsene provai l’impulso
di fermarla, ma riuscii a fermarmi in tempo.
Seth, torna subito alla base. Abbiamo un problema mi disseSam.
Ma quando mai non abbiamo
problemi noi? Chiesi ironico.
Possibile che mi interrompesse sempre sul più bello?
Seth, muoviti. È arrivato un vampiro nuovo
e non capiamo cosa voglia.
Arrivo, arrivo.
La guardai un’ultima
volta e poi me ne andai.
Ma è mai possibile che quando le cose
cominciano ad andare, in qualche modo, per il verso giusto deve esserci sempre
qualcuno che fa finire la festa?
Mi
incamminai verso la
spiaggia sperando che non fosse nulla di troppo grave.
Allora, Ayla si è sfogata con Seth anche se
non come voi pensavate. Quanto ci metterà a scoprire che è lui il lupo che ha
incontrato?
Mi dispiace per chi voleva che Seth facesse
parte del banco di Jacob, ma io proprio non lo
digerisco mi dispiace.
Spero vi sia piaciuto e che lasciate un commentino.
Grazie a chiunque abbia letto questa storia
fino ad adesso
Ho finito gli scritti
sì!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ecco a voi il capitolo e ci si vede sotto. Per
favore leggete quello che ho da dire, è importante!!!!!
CAPITOLO 10: RIVELAZIONI
(POV SETH)
Ero appena arrivato alla
spiaggia che mi sentii le proteste di Jared. Ma quanto rompipalle era?
La vuoi smettere di pensare a quella sanguisuga? Mi stai
dando la nausea! mi urlò addosso.
Quando la pianterai di pensare alla tua compagna di
banco. risposi.
Si zittì subito.
Guai a chi gli toccava la
compagna di banco di scuola! Diventava veramente geloso. Ma la cosa assurda era
che lei neanche lo filava.
Smettetela! Stamattina Paul ha trovato la scia di un
nuovo vampiro e non è come i Cullen. Si aggirava nel bosco in cerca di qualcosa
ma non capiamo cosa. Se non se ne va dovremmo avvertire i Cullen. Tenete gli
occhi aperti. disse Sam prima di
lasciarci andare.
<< Seth, posso
parlarti? >> mi disse una volta che fummo tornati umani.
Annuii.
Immaginavo di cosa voleva
parlarmi quindi non mi sorpresi più di tanto quando cominciò a parlare.
<< È seria la cosa con
quella ragazza? >> mi chiese serio.
<< Non lo so ancora.
>> dissi ed ero sincero.
<< Perché? >>
continuò.
<< Io… io sento di
provare qualcosa per lei, ma non so se lei ricambia. Mi vede come un amico e so
che è vietato per i lupi avere relazioni con chi ha sangue vampiro nelle vene. Mi
sono domandato varie volte perché, ma non sono mai arrivato ad una risposta.
>> spiegai. Sperai che fosse sufficientemente chiaro.
Avevo sempre saputo di questo
divieto ma, ogni volta che chiedevo spiegazioni, nessuno mi diceva niente. Cambiavano
discorso e io ero punto e a capo.
Dopo un po’ rinunciai, ma il
dubbio mi rimase.
<< Vieni con me.
>> disse e cominciò a camminare.
Lo seguii e arrivammo in una
piccola radura non tanto distante dalla spiaggia.
Notai che Sam stava guardando
un albero in particolare vicino al margine del piccolo spiazzo erboso.
Lo guardai anch’io e notai
che aveva una forma strana.
Non era un albero normale,
aveva qualcosa che mi dava i brividi.
Lo guardai meglio e a stento
trattenei un urlo.
Era una persona.
O meglio, una persona era
stata intrappolata al suo interno.
<< Cosa… cosa centra…
con… lei? >> chiesi sotto shock.
Non riuscivo a credere ai
miei occhi.
Ma com’era successo?
Com’era possibile una cosa
del genere?
<< Questo è successo a
causa dell’unione di un lupo con una mezzovampira. >> sganciò la bomba
Sam.
<< Cosa…? >>
ormai non capivo più nulla.
La testa mi girava, non
riuscivo a crederci.
Sentivo un senso di vertigine
ma lui continuò inesorabile.
<< Questa è opera del
figlio di un lupo e di una mezzovampira. Sono bambini normali, ma hanno poteri
molto forti che molte volte non riescono a domare. La persona che vedi qui è la
madre della creatura. Nessuno è riuscito a fermarla. Nessuno può. Né vampiri, né
lupi. Nessuno. Ecco perché queste unioni sono vietate. Capisci ora quello che
voglio dire? >>
<< Io e Ayla dobbiamo
smettere di vederci? >> chiesi senza fiato.
<< Sì >> rispose.
Poteva un semplice sì pesare
come una montagna?
Poteva riuscire a distruggere
in un attimo le tue speranze?
Poteva spezzare il tuo cuore
in maniera così dolorosa?
Certo.
Poteva fare questo e altro.
<< Sam… io… io non
posso starle lontano. Non ci riesco! Non puoi chiedermelo! >> lo
supplicai.
<< Invece posso e lo
faccio. Questo sarebbe il risultato e non voglio che si ripeta. Capito?!
>>
<< Sì, Sam. Ho capito.
>> dissi chinando il capo sconfitto.
<< Bene, adesso puoi
andare. >>
Me ne andai rigido, sull’orlo
delle lacrime.
Avevo il cuore a pezzi e non
potevo fare nulla per rimetterlo insieme.
Non potevo più vederla e non
potevo fare nulla per cambiare le cose.
Per la rabbia tirai un pugno
ad un albero.
Non mi feci niente e non
riuscii nemmeno ad scaricare un po’ della collera che provavo.
Perché?
Perché non potevo stare con
lei?
Perché non potevo essere
felice?
Maledizione!!!!!
Tutti qui potevano stare con
la ragazza che amavano ( Jared a parte ) mentre io non potevo neanche
avvicinarmi ormai!
Che mondo di merda!!!
Cominciai a correre.
Correvo più veloce che
potevo.
Corsi finché non sentii che
non potevo andare oltre.
Corsi finché non rimasi senza
energia.
Corsi finché non ce la feci
più.
Crollai a terra, sulle
ginocchia e continuai a piangere.
Erano lacrime amare, piene di
dolore e sapevano di perdita.
Piansi finché non me ne
rimasero più e allora fu il cielo a piangere per me.
Rimasi immobile sotto la
pioggia per ore.
È vero, ti rendi conto di
quello che hai una volta che l’hai perso.
Io avevo perso la cosa più
importante.
Io avevo perso l’amore.
Solo ora l’ho capito: io amo
Ayla.
L’ho capito e l’ho già persa.
Un profondo urlo di dolore mi
uscì dalla gola e si disperse nel vento.
(POV AYLA)
Non riuscii a dormire bene
quella notte.
Sognavo Seth, è vero, e non
erano nemmeno sogni terribili, ma qualcosa mi diceva che non sarebbe durata.
I sogni erano dei signori
Sogni, ma non riuscivo a godermeli.
Ero convinta che Seth fosse
il lupo color sabbia? Sì.
Ero certa di esserne
innamorata? Sì.
Ero sicura di essere
ricambiata? Sì.
Ero certa che sarebbe durata?
No.
Non sapevo perché ma sentivo
che c’era qualcosa che non andava.
Era una sensazione ma non mi
dava pace.
La mattina successiva decisi
di parlarne con la mamma.
<< Mamma, penso di
essermi innamorata. >> dissi diventando rossa come un peperone.
<< E di chi? >>
mi chiese.
Sembrava contenta.
Chissà come lo sarebbe stata
quando le avessi detto di chi.
<< Di Seth, è un lupo.
>> sganciai la bomba.
<< COSA???!!!!!
>> urlò sconvolta.
Ma cosa le era preso?
Perché reagiva così?
Cosa c’è che non va?
<< Bella, che succede?
>> disse preoccupato mio padre entrando di corsa in cucina.
<< Ayla… Ayla è… è…
>> provò a dire la mamma.
<< È cosa? >>
insistette papà.
<< Innamorata di un
lupo >> rispose la mamma dopo aver fatto un profondo respiro.
<< COSA???!!!!!!!
>> urlò furibondo lui.
Ma cosa sta succedendo qui?!
<< Ma che succede?
>> chiesi io sull’orlo di una crisi di nervi.
Volevo risposte e le volevo
subito.
<< Ayla, mezzovampiri e
lupi non possono stare insieme. >> disse papà.
Mi crollò il mondo addosso.
Il mio cuore finì in
frantumi.
<< Perché? >>
chiesi sconvolta.
<< Perché il frutto di
queste unioni sono bambini con poteri fortissimi e incontrollabili. Molti hanno
ucciso la loro famiglia e sterminato interi paesi prima di essere fermati. Né lupi,
né vampiri possono batterli. I Volturi e i capi dei lupi hanno dovuto fare in
modo che si uccidessero a vicenda per fermarli. >> mi spiegò papà
cercando di non spaventarmi.
<< Quindi io non potrò…?
>> non avevo il coraggio di finire la frase.
<< Sì. >> disse
mia madre.
Poi fu solo il buio.
Mettiamo subito in chiaro una cosa: alla
fine Ayla e Seth troveranno un modo per stare insieme e saranno aiutati da
Edward e Bella.
Poi ho un piccolo avviso da dare: NON
arrabbiatevi, ma io sabato ho gli orali della maturità quindi devo studiare.
Sarò momentaneamente assente, ma PROMETTO di postare domenica o al massimo
lunedì. Per favore non arrabbiatevi e lasciate una piccola recensione lo
stesso.
Lo so che non è il modo migliore di finire
un capitolo ma dovrete accontentarvi.
Capitolo 12 *** Regina ritorna con novità interessanti ***
CAPITOLO 11:
HO FINITO GLI ESAMI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Stamattina ho fatto gli orali e stasera
sono usciti i risultati! Sono uscita con 96!!!! Ma come
sono contenta!!!!!
Ora passiamo al capitolo. È un po’ corto,
ma ci sono novità molto
importanti quindi leggetelo per bene. Tornerà una vecchia “amica” che per una
volta farà una cosa per bene.
Buona lettura a tutti!!!!!
Ma come sono felice!!!!!!!!!!!!!
CAPITOLO 11: REGINA RITORNA CON NOVITA’
INTERESSANTI
(POV JASPER)
Avevo detto tutto agli altri e
ora erano tutti arrabbiati e non a torto.
Carlisle era molto deluso. Mi
sarei sentito meglio se mi avesse odiato.
Esme è sotto shock e non si
capacita della cosa. Non so come potrò riconquistare la sua fiducia.
Rosalie mi voleva
morto. Non potevo darle torto.
Emmett si sta trattenendo
dall’urlarmi contro e a perso il suo buon’umore. Non so
cosa darei per rivederlo felice.
Alice invece…
Alice è
ferita, delusa, arrabbiata, non vuole più, né vedermi, né parlarmi.
Non potevo darle torto.
L’inviato di
Aro mi aveva contatto e ora dovevamo incontrarci poco fuori città.
Sperai che non mi chiedesse
di continuare a spiare la mia famiglia, non credo avrei
retto.
<< Ben arrivato.
>> mi disse una voce sconosciuta. Doveva essere lui.
<< Cosa
vuoi? >> chiesi. Prima finiva meglio era.
Era un ragazzo alto e con un
fisico asciutto. Aveva i capelli corti e color castano chiaro. Occhi rossi
molto annoiati.
<< Dritto al punto,
vero? Per ora non voglio niente. Voglio solo che tu faccia in modo che la
piccola Ayla non rinunci ai suoi poteri quando sarà il momento. Per il resto mi
arrangio io. >> mi disse tranquillo.
COSA??!!!! Quella era una scelta di Ayla
e nessun’altro! E poi, ora come ora, sarei fortunato se mi permetterà
di avvicinarmi senza uccidermi.
<< Vedrò cosa posso
fare. >> risposi.
Non l’avrei mai ostacolata
nella sua scelta. In questo caso non mi avrebbe nemmeno ascoltato.
Poco dopo se ne andò dopo avermi lanciato un’occhiata profonda.
Ma chi era veramente?
(POV AYLA)
Stato
di incoscienza
*********
Stavo fluttuando in un luogo buio. Buio come le
tenebre che erano scese nel mio cuore.
Perché non potevo essere felice? Perché non potevo avere una possibilità?
All’improvviso ci fu un lampo di luce che mi accecò
per qualche momento.
Una volta che il lampo fu sparito apparve una donna. Non
riuscivo a vederla bene, l’unica cosa che vedevo con chiarezza era il vestito
bianco.
<< Finalmente posso parlarti. Ho poco tempo
quindi ascoltami attentamente. >> disse leggermente agitata.
<< Chi sei? Cosa vuoi? >> chiesi confusa.
Perché la sua voce mi sembrava famigliare?
<< Chi sono non è
importante. Voglio offriti una speranza per il futuro.
>> disse cercando di tranquillizzarmi.
<< Cosa? >> non
ci capivo nulla.
Perché mi era famigliare?
Perché voleva aiutarmi?
Chi era?
<< Non è vero che tutti i figli di lupi e mezzovampiri
sono pericolosi. Per ogni generazione nasce una bambina e solo loro possono
sopportare il peso del loro dono. Solo loro possono fermare i loro simili
maschi. Hanno qualcosa in più, qualcosa che può imbrigliare i poteri e
controllarli. Vampiri, lupi, tutti le cercano, ma solo loro possono decidere se
essere trovate. Tu e il tuo lupo siete destinati a dare vita alla bambina più
potente di tutte. La bambina che risolverà la disputa tra
lupi e vampiri. >>
<< Cosa…? Non capisco.
>> ammisi confusa.
<< Vedrai, sarà tutto
chiaro. Chiedi ai tuoi genitori di fare una ricerca sulla
Depositarie. Così venivano chiamate queste
bambine una volta. >>
Annuii.
<< Adesso vado. Puoi farmi un favore? Chiedi scusa
a tuo padre da parte mia. >>
Ma perché mi chiedeva una cosa del genere?
Chi era in realtà?
Annuii di nuovo.
Poco dopo la donna sparì.
Solo allora mi resi conto del perché di quella
richiesta.
Lei era Regina!!
Lei era la donna che tentò di distruggere la mia
famiglia!!
In quel momento mi ripresi
*******
Fine
stato di incoscienza
Mi svegliai lentamente. Ero sul
mio letto in camera e vicino al letto c’erano mia mamma,
mio papà e nonno Carlisle.
<< Tutto
bene piccola? >> mi chiese papà.
<< Sì. Papà sai chi erano le Depositarie? >> chiesi.
Lo vidi sbiancare e con lui
anche il nonno, sempre che un vampiro possa sbiancare.
<< Dove… dove le hai…
le hai sentite nominare? >> mi chiese il nonno balbettando.
Ok, sapeva qualcosa in proposito e probabilmente non era
neanche tanto piacevole.
<< Mentre ero
incosciente una donna mi ha detto che sta per nascere
la Depositaria più potente di sempre. >> dissi.
Meglio non dire che la donna era Regina, non credo che papà avrebbe gradito molto la
cosa.
<< Cos’ha detto di
preciso? >> mi chiesero.
<< Prima mi dite che
cos’è una Depositaria. >> dissi seria.
<< Ayla, una
depositaria è una bambina nata da un lupo e una mezzovampira. Ha poteri molto
forti e può controllare anche quelli dei suo simili maschi.
Ne nasce una per generazione e, né vampiri, né lupi possono trovarle se loro
non vogliono. Sono molto potenti e, di solito, preferiscono la solitudine
assoluta. Ora tocca a te. >> mi fece il nonno.
<< Ha solo detto che
questa nuova Depositaria porterà la pace tra vampiri e lupi. >>
Li vidi totalmente sconvolti.
E pensare che questa bambina sarebbe stata mia figlia!!
Per ora, però, era meglio
nascondere questo piccolo dettaglio. Non vorrei che ai miei genitori venisse un
infarto.
Ok, capitolo corto ma con
qualche sorpresa interessante.
Spero vi sia piaciuto e grazie a chiunque
voglia lasciare un commentino
Passarono alcuni giorni e
nessuno mi fece altre domande sulla faccenda delle Depositarie.
Sapevo che i miei genitori
sospettavano qualcosa ma, fin’ora, non mi avevano
fatto altre domande.
Appunto, fin’ora.
Adesso ero in cucina con la
mamma e il papà seduti di fronte a me che mi fissavano
seri.
<< Ayla, dobbiamo dirti
una cosa. >> esordì papà.
Fin qua c’ero arrivata pure
io.
<< Ayla, vogliamo
sapere esattamente cos’hai visto mentre eri svenuta. >> disse la mamma.
<< Ve l’ho già detto! Una
signora vestita di bianco mi ha detto che in quest’epoca nascerà una
Depositaria molto potente che finirà la faida tra lupi e vampiri. Punto. Solo questo.
Nient’altro. >> dissi.
Non potevo dirgli che era
Regina quella donna.
Non potevo dirgli che quella
Depositaria sarebbe stata mia figlia.
Non potevo e non volevo.
Non sapevo perché, ma sentivo
che era qualcosa da tenere segreto, almeno per ora.
<< Sappiamo cosa ci hai
detto, ma sentiamo che stai nascondendo qualcosa. Non puoi dircelo? >>
chiese la mamma gentile.
<< No, non posso. Mi dispiace.
>> risposi.
Odiavo nascondere cose ai
miei genitori, ma qui non avevo altra scelta.
<< Niente di pericoloso
spero. >> mi disse papà fissandomi.
<< Niente di
pericoloso. >> risposi sincera.
Pericoloso… io non vedevo
come pericolose le cose che stavo nascondendo. Diciamo solo che erano cose mie
private. Tutto qui.
<< Tesoro, - disse la mamma rilassandosi – abbiamo chiamato Seth. Fra poco
sarà qui. Abbiamo deciso, visto che ci fidiamo di te, che potete vedervi. A patto
che usiate precauzioni adeguate. >>
COSA?! Mi davano il permesso
di vedere Seth?!
Non ci credo!!!!!!!
Sono al settimo cielo!!!!!
<< Fra quanto arriva?
>> chiesi quasi saltando sulla sedia.
<< Cinque minuti circa.
>> mi disse papà.
COME??!!!
Solo cinque minuti?!!!
Come avrei
fatto a prepararmi?!
<< Ayla, calmati! Sei perfetta!
Adesso vai in salotto e datti una calmata. Non vuoi che ti trovi in queste condizioni vero? >> disse papà trattenendo
una risata.
Lo fulminai e me ne andai in salotto leggermente alterata con mio padre.
<< Non. Azzardarti. A.
Restare. Qui!!!!!! >> urlai arrabbiata.
<< Tranquilla. Io e la
mamma andremo a farci un giro. >> disse e si dileguarono.
Ora dovevo solo aspettare che
Seth arrivasse.
Dopo cinque minuti esatti
suonò il campanello.
E adesso?
(POV SETH)
Avevo passato dei giorni di
merda.
Sam mi aveva vietato di
incontrare di nuovo Ayla.
Ma come poteva chiedermi una cosa del genere? Io amavo
Ayla.
Non so per quanto avrei ancora resistito senza vederla.
Poi, qualche ora fa è
arrivata una chiamata. Erano i genitori di Ayla.
Sorpreso della chiamata
risposi subito e rimasi in ascolto.
Mi dissero tutta la verità
sulla loro famiglia. Mi dissero della visione di Ayla,
se così si poteva definire. Mi dissero che per loro potevo vedere la figlia a
patto di stare attenti. Mi dissero di venire oggi alle quattro del pomeriggio
per parlare con la diretta interessata.
Ci misi un po’ a rispondere. Non
credevo a quello che avevo sentivo.
Mi sembrava di essere in un sogno.
Solo quando mi chiesero una risposta
mi ricordai dell’avvertimento di Sam.
<< Signori, vorrei venire,
ma Sam… >> non sapevo come dirglielo.
<< Non preoccuparti per lui. Ti copriamo noi. >> mi dissero.
Ok, ero morto ed ero finito in paradiso.
Se era un sogno guai al deficiente che mi avrebbe svegliato
perché lo avrei sbranato.
<< Arrivo. >> risposi
solamente.
Uscii di casa com’ero vestito
e mi fiondai a casa di Ayla.
Avrei fatto prima trasformandomi
ma non potevo altrimenti gli altri avrebbero capito tutto.
Arrivai puntuale e suonai il campanello.
Ayla mi aprì la porta raggiante
e io mi sentii come se tutte le porte del paradiso si fossero spalancate appositamente per me.
Le sorrisi di rimando e mi fece
accomodare in salotto.
Passammo il pomeriggio a chiacchierare
e a coccolarci.
Fu un giorno fantastico finché
non disse qualcosa che mi fece temere il peggio.
<< Seth, sai la visione
che ho avuto? Bhè, la Depositaria in questione dovrebbe
essere nostra figlia. >>
COSA?!
(POV EDWARD)
Io e Bella ce ne eravamo andati per lasciare a quei due la loro intimità.
Stavamo passeggiando per il bosco
quando incrociammo una scia mai sentita prima.
Decidemmo di seguirla. Poteva
essere quella dell’emissario di Aro e non volevo assolutamente
che si avvicinasse a mia figlia.
Se era
lui avrebbe fatto una fine molto dolorosa.
Non riuscimmo ad avvicinare il
vampiro sconosciuto, ma riuscimmo a vedere che si incontrava
con Jasper.
Vidi nei pensieri di Jasper che
il vampiro voleva che Ayla tenesse i poteri e che andasse a Volterra.
Quando lo dissi a mia moglie ci sorse spontanea una domanda: ma cosa stava succedendo?
Rieccomi qui. Spero che il
capitolo vi sia piaciuto.
Posso dire una cosa senza che nessuno si arrabbia
e decida di picchiarmi? Spero di sì. Io la dico, poi mi nascondo.
Da qui in poi diciamo che le cose non andranno
proprio molto bene. Diciamo che avranno la brutta tendenza di peggiorare.
Ok, io ho detto quello che dovevo, ora spero che nessuno mi uccida.
Comunque ho
deciso: lieto fine. Per un pelo, ma sempre lieto fine sarà
Lo so che è un capitolo quello che vorrete leggere, ma pultroppo questo è solo un avviso. per favore leggete tutto e poi, per favore, non arrabbiatevi.
devo, per cause di forza magiore, sospendere momentaneamente la storia.
non vorrei farlo, ma sono costretta da tre cause principalmente:
1) mi si è rotto il computer ed è impossibile ripararlo. per ora sto usando il computer di papà ma ho perso tutti i capitoli già scritti.
2) mancanza di ispirazione
3) ogni volta che provo a scrivere il capitolo mi sembra una schifezza e quindi lo canccello. spero di riuscire a scrivere qualcosa di decente prima della fine delle vacanze.
mi dispiace fermarmi qui perchè a questa storia ci tengo ma non ho altra scelta per ora.
non arrabbiatevi
Iaele
Lo so che mi volete morta ma ci sono stati un po’ di problemi. Prima la mancanza di ispirazione, poi l’università, dopo un altro virus al
computer.
Possibile che i virus me li becco sempre e solo io in famiglia? E si
che abbiamo tutti lo stesso antivirus per la miseria!
Comunque rieccomi
con un nuovo capitolo e spero che vi piaccia.
Prima che qualcuno mi uccida sul serio
avverto già che il prossimo lo vedrete a febbraio. Non per cattiveria ma a fine
gennaio ho un esame e vorrei studiare.
Spero che nessuno decida di farmi fuori
Buona lettura
Iaele
CAPITOLO 14: Incontro con i Volturi
POV AYLA
Non sapevo chi mi aveva rapita, ma sapevo dove stavamo andando: Volterra.
Il che, per me, significava
solo guai e anche belli grossi.
Tramite zio Jasper, che non
ho ancora perdonato, avevamo scoperto che avevano
messo gli occhi sui miei poteri e che li volevano per loro.
Unico problema: per averli
dovevano fare in modo che io decidessi di tenerli o trovare un modo per
togliermeli e darli ad un altro.
Cosa che non sapevo neanche
se fosse possibile, ma ero sicura che se fosse stato
possibile avrebbero optato per quest’ultima procedura.
Almeno sarebbero stati sicuri
che i miei poteri sarebbero stati solo per loro senza
il rischio di una mia possibile ribellione.
Ancora non sapevo di preciso
di cos’era capace una Depositaria, ma anche solo vedere momenti particolari
vissuti da un luogo o da una persona per me era già troppo. Se poi si
aggiungevano anche altri poteri non sapevo proprio
come avrei fatto a gestirli.
Il vampiro che mi aveva rapita non mi rivolse la parola per tutto il viaggio fino a
Volterra, né io ebbi il coraggio di domandargli qualcosa.
Era un vampiro alto, robusto,
con occhi color rubino e capelli di un nero così profondo da sembrare che
avessero catturato la parte più oscura della notte.
<< Siamo arrivati.
>> disse semplicemente una volta che fummo davanti all’entrata per
vampiri del palazzo dei Volturi.
Non mi mossi.
Non volevo andare da loro.
Volevo solo tornarmene a
casa.
<< Signorinella,
o cammina o la porto il di peso. Scelga lei. >> disse il mio rapitore
serio.
Cominciai a camminare.
L’idea di essere portata di
peso non mi piaceva proprio per niente.
Meglio arrivare sulle proprie
gambe, tanto non sarei potuta scappare lo stesso.
Ci avviammo lungo un
corridoio che portava alla sala del trono e, di conseguenza, alla mia condanna.
Si può mai sapere perché capitino
tutte a me e alla mia famiglia?
Il destino, fato o chi per
lui, non può guardare da un’altra parte almeno per una volta?
Cristo, possibile che ora mi
metta anche a parlare da sola?
Pazzia in arrivo, me lo
sento.
Ok, forse è meglio tornare in me e vedere cosa vogliono.
Arrivammo nella sala del
trono e mi trovai davanti a tre vampiri che dovevano essere Aro, Caius e Marcus.
Non sapevo chi era chi, ma
avrei potuto giurare che, secondo quello che mi avevano
detto i miei, Marcus era quello sulla destra con lo
sguardo totalmente apatico.
Ma cosa gli era successo?
Se solo avessi potuto toccarlo per scoprirlo!
Continuarli a studiarli
aspettando che dicessero qualcosa.
Quello in mezzo sembrava
stranamente compiaciuto. Aveva un sorriso che metteva i brividi.
L’altro,
con i capelli più bianchi che mai (ma se li tinge?), invece sembrava che
volesse mangiarmi.
Ma dove cavolo ero finita?
<< Benvenuta Ayla. Benvenuta
dai Volturi. >> disse il vampiro centrale.
<< Posso sapere perché sono
qui? >> chiesi.
Onestamente, sapevo che avevo
appena fatto una cavolata, ma la pazienza in certe situazioni
non è proprio il mio forte e la rabbia verso di loro per avermi rapita
non aiuta molto.
<< Dritta al punto eh? Comunque per questo dovrai aspettare un po’ prima di sapere.
>> continuò lui.
<< Posso almeno sapere
chi è lei? >> chiesi sbuffando.
Ok, la pazienza mi ha appena detto addio come l’arte
della diplomazia.
Chissà se sarebbero mai
tornate.
Mah!
<< Io sono Aro.
>> disse porgendomi la mano.
Ok, per essere un vecchietto con qualche millennio alle
spalle era messo bene, ma qualcosa lo faceva sembrare stranamente fragile, come
se fosse sul punto di finire in frantumi da un momento all’altro.
Stessa cosa riguardo agli
altri due.
Solo che a Marcus (o quello che presupponevo fosse lui) non credevo
fosse importato se fosse successo.
Forse per lui sarebbe stata
una liberazione.
Sapevo del potere di Aro, ma gli strinsi lo stesso la mano provando a
schermare la mente.
Nel momento esatto in cui lo
toccai fui colta da una visione o un suo ricordo, mettetela
come vi pare.
Lo vidi in quella stessa sala
dov’ero io adesso con una ragazza.
Erano molto
simili, forse lei era una sua
parente.
Comunque, erano lì da soli e lei sembrava molto preoccupata. Per
che cosa non lo so.
<< Volevi vedermi
fratello? >> disse lei.
Avevo
indovinato, erano parenti.
<< Sì, volevo parlarti Didyme. Volevo parlarti di te e di Marcus.
>> disse lui.
<< Cosa
c’è Aro? Qualcosa non va? Non vuoi che stia con lui? >> chiese lei
guardandolo seria.
Quindi la sorella di Aro stava con Marcus.
Interessante.
<< Non proprio sorella. >> disse.
Poi fu un attimo.
Le saltò addosso e la
decapitò per poi bruciarla.
COSA?!
Aveva veramente ucciso sua
sorella?!
Ma che cavolo…?!
Non feci neanche in tempo a
riprendermi che la visione cambiò.
Vidi Marcus
che stava in piedi davanti a Aro.
Vidi Aro dargli la notizia
che Didyme era morta a causa di una guardia
impazzita.
Vidi Marcus
che si accascia su se stesso.
Vidi Aro che dietro la
maschera di tristezza gongolava per aver legato a se un vampiro con un potere
così grande.
Vidi che Aro non era per
niente dispiaciuto dalla morte della sorella.
Vidi Marcus
diventare il vampiro apatico che era ora.
Vidi la fine di un mondo e l’inizio
di un altro.
Staccai la mano come se fossi
rimasta scottata.
Di sicuro ero disgustata da
quello che avevo visto.
Come si poteva immaginare di
uccidere la propria sorella?!
Come?!
Non riuscivo a comprenderlo.
<< Cos’hai visto? >> mi chiese Aro perplesso.
Probabilmente lui non era
riuscito a vedere a che ricordi avevo avuto accesso.
Avevo una tale nausea che
vomitai tutto quello che avevo nello stomaco.
Quell’essere mi faceva schifo.
Non meritava di stare dove
stava.
Non doveva essere lui il capo
dei vampiri.
Non doveva.
Ma come impedirglielo?
<< Forse è meglio se la
portate nei suoi alloggi. Quando si sarà ripresa andrò a farle visita così che
mi dica cos’ha visto. >> disse fissandomi.
In che incubo ero capitata?
POV SETH
Ayla era appena stata rapita
da un vampiro e non sapevo nemmeno dove voleva portarla.
L’unica cosa era cercare i
suoi parenti e dirgli tutto.
Ci misi un po’, ma appena
trovai la ragazza bruna che lei aveva presentato come sua sorella, una specie
di folletto cacciò un urlo spacca timpani impressionante.
Era un urlo di rabbia e
disperazione.
<< Ma
cosa…? >>
Non feci neanche in tempo a
chiedere che il fratello di Ayla, il rosso, mi si
avvicinò e chiese in tono che non ammetteva repliche di dirgli tutto quello che
era successo.
Non me lo feci ripetere e
cominciai a raccontare tutto.
Omettei quello che Ayla mi
aveva detto sulla visione.
Non sapevo se glielo aveva
detto, ma in ogni caso non spettava a me dirglielo.
Finito il racconto del
rapimento vidi la sorella e il fratello di Ayla
sedersi su un masso come svuotati.
<< Mia figlia… hanno preso mia figlia… >> disse la ragazza.
Figlia? Ma
non era sua sorella?
Ok, qui c’era qualcosa che non sapevo.
<< Jasper, se succede
qualcosa a mia figlia sei morto. >> disse il
rosso.
Ok, qui c’è davvero qualcosa che non sapevo.
<< Scusatemi, non
vorrei mettermi in mezzo, ma voi due siete i genitori di Ayla?
Sembrate suoi coetanei. >> dissi sperando che non mi azzannassero.
Quelli con loro erano tutti
vampiri e gli si erano stretti attorno per dargli forza mentre solo il
biondino, Jasper credo, se ne stava in disparte.
<< Seth, credo che ti dobbiamo delle spiegazioni. >> mi disse il folletto.
<< Vuoi raccontargli
tutto Alice? >> chiese la ragazza bionda.
<< Tanto
prima o poi Ayla avrebbe dovuto dirgli tutto lo stesso. >> fece
notare il folletto. Alice pardon.
<< Ok.
Seth siediti perché è una storia un po’ lunga da raccontare. >> mi fece
il rosso prima di cominciare.
Ok, posso dire che sono rimasto sotto shock?
No, sarebbe forse un po’
riduttivo.
Troppe informazioni tutte in
una volta. Veramente troppe.
Cerchiamo di riassumere.
Allora:
1)la bruna è la madre di Ayla e si chiama Bella
2)il rosso è il padre del mio amore e si chiama Edward. Ha
rapito Bella perché voleva scoprire perché non riusciva ad ucciderla e alla
fine si è innamorato di lei
3)gli altri sono: Alice è il folletto veggente, Rosalie è
la bionda ed è innamorata dell’armadio che si chiama Emmett ed è innamorata di
Ayla
4)poi ci sono Carlisle e Esme che sono come dei genitori
per loro
5)in fine c’è Jasper che ha tradito tutta la famiglia e ha
venduto Ayla per proteggere Alice senza neanche pensare a chiedere aiuto a
loro.
Ok, sono finito in un manicomio.
<< Fatemi capire, lui –
e indico Jasper – ha venduto Ayla sotto ricatto senza nemmeno pensare di
chiedere aiuto a voi o ai lupi? >>
Assenso da parte di tutti.
<< Per colpa sua Ayla è
dai Volturi che sono pronti a tutto pur di ottenere i suoi poteri? >>
Altro assenso.
<< Ok,
adesso vorrei sapere da Jasper COSA DIAVOLO TI E’ PASSATO PER QUELLA TESTA
SENZA CERVELLO CHE TI RITROVI??? SAI USARE I NEURONI
VERO??? ALLORA PERCHE’ DIAVOLO NON HAI CHIESTO AIUTO??? RAZZA DI DEFICIENTE!!!!
>> urlo nella sua direzione.
Ok, sarò un tantino infuriato, ma ne ho tutte le ragioni
non trovate?
Non disse niente e non fece
niente.
Si limitò a cadere in
ginocchio pieno di rimorsi e di colpa.
Si vedeva che si sentiva
veramente in colpa ma non credo che nessuno di noi lo
avrebbe perdonato tanto in fretta.
<< Ascoltami bene. Se solo
le capita qualcosa di irreparabile ti converrà
cominciare a pensare a un piano di fuga perché ti posso giurare che sarà mia
premura fartela pagare chiaro? E non credo che ti
convenga restare nelle vicinanze lo stesso. Per lo meno perché
se non ti ammazzo io lo farà Edward. Quindi comincia
a pregare che non le facciano del male perché altrimenti la morte sarà l’unica
cosa che ci sarà nel tuo futuro. Ci siamo capiti? >> dico tagliente.
Va bene, minacciare un
vampiro non è proprio molto intelligente ma qui si tratta di Ayla
e sarei pronto a tutto per lei.
Lo vedo solo annuire.
<< Bene. Ora che si fa?
>> chiedo rivolgendomi agli altri.
<< Non lo so. Alice non
vede bene i Volturi perché nelle loro guardie c’è qualcuno che interferisce con
il suo dono ma per ora siamo sicuri che non le hanno fatto
niente. Non possiamo andare là senza un piano ma neanche sperare di andare là e
riprenderla solo usando la diplomazia. Siamo nei guai. Dovremmo studiare un
piano, ma dobbiamo riprenderla prima del suo
compleanno o saranno guai grossi. >> dice Edward preoccupato.
<< Perché?
>> chiedo io.
<< Perché
è allora che Ayla deve decidere se tenere o no i suoi poteri. >>
Va bene,
siamo nella merda.
Possibile che capitino tutte
a me?
Rinnovo le mie più sentite scuse e spero
che qualcuno voglia lasciare una piccola recensione.
Ribadisco che
il prossimo capitolo sarà a febbraio e spero che questo capitolo sia bastato a
farmi perdonare
Iaele.
o
Jasper, che non ho ancora perdonato, avevamo scoperto che avevano messo gli
occhi sui miei poteri e che li volevano per loro