Give your heart a break, babe.

di Haley_V
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stay Strong_ ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***



Capitolo 1
*** Stay Strong_ ***


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Lavoro, lavoro, lavoro …. Che stanchezza! Certo, lo faccio per i miei fan … ma è pur sempre stancante!
Se riesco a mantenere il ritmo è solo grazie al mio passato.
Si, beh, sapete tutti la storia del rehab, no? Ho fatto scandalo tra i mass media. Sono passata per una drogata, malata di mente, alcuni hanno anche avuto la simpatica idea di prendermi in giro su you tube. Ma sapete cosa? Me ne frego. Si perché, accanto ai video di insulti e prese in giro, c’erano i video di fan commossi che mi auguravano pronta guarigione, video che mi incitavano ad andare avanti, perché loro, i miei fan, ci sarebbero stati sempre per me. È buffo, dopotutto non li conosco tutti di persona, sarebbe impossibile, no? Ma li sento talmente vicini che per me è come se li conoscessi uno per uno, fino all’altro capo del mondo. È incredibile quanto possano essere partecipi e dedicati tanti ragazzi nei confronti di una persona sola. L’amore dei fan è qualcosa di incredibile. Quindi è grazie a loro se sono ancora qui. È grazie a loro se sorrido, se canto, e resto a sostenerli come loro hanno sostenuto me fino ad ora. Devo tanto a tutti loro. In questa storia ripercorrerò gli ultimi periodi della mia vita poco prima e dopo il rehab, tra amori, amicizia, ostacoli, paure, e rinascita, quando lottavo tra il buio  e la luce e solo due parole mi hanno aiutato a ricominciare a vivere: Stay Strong.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


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Capitolo 1
 
La vita da star è favolosa. Le luci sul palcoscenico, i fan che applaudono a gran voce gridando il tuo nome, la fama, le interviste, la celebrità. È un fantastico mondo ovattato di felicità e perfezione.
È il dietro le quinte che mi fa paura. Quando devo salire sul palco per cantare le mie canzoni la carica è a mille, sono eccitata al massimo e pronta ad esibirmi, l’energia del pubblico mi da la carica. Ma quando il concerto finisce, e io scendo dal palco, non sento più le urla dei fan, la carica se ne va, e al suo posto sale l’angoscia. I pensieri più tristi e bui si  affollano nella mia testa e picchiano forte chiedendo di uscire, ma con tutte le mie forze cerco di reprimere le mie paure dentro di me, più in fondo che posso. E qual è il risultato? Corro in bagno, chiudo la porta a chiave, prendo la lametta e mi taglio. È l’unica soluzione che ho per stare meglio. Ormai è una storia vecchia che va avanti da molto tempo. Ho iniziato addirittura quando ero bambina, e da lì le cose non sono cambiate. Ho imparato a nasconderlo meglio, o imparato a fingere e  a mostrare sempre il sorriso dietro alle mie lacrime nascoste. La depressione è davvero una cosa brutta, ma ormai fa quasi parte di me, e vie di uscita non ne vedo più. Sono fatta così, e non credo di riuscire a cambiare. Non ci riesco.
Mi invitano a grandi feste, a cene, mi ritrovo davanti tavole imbandite di ogni prelibatezza possibile e immaginabile, il mio stomaco si vuole riempire, ma la mia testa me lo impedisce. Mangio di strafogo il piatto che mi si para davanti, poi con una scusa mi dirigo in bagno, e con tutta la mia forza vomito anche l’anima.
Dopo i red carpet venivo invitata spesso alle cene, e la scena era sempre la stessa: passavo metà della serata nel bagno, e la mia scusa era un “fastidioso problema intestinale”. A casa le cose non erano diverse. O non toccavo il cibo che la mamma mi metteva nel piatto, o, obbligata a mangiare, ingoiavo tutto d’un fiato, e appena ero da sola mi rinchiudevo nel bagno a vomitare. Nessuno poteva capirmi, ero da sola. Credevo che nessuno avrebbe mai potuto capire come stavo in quel momento. Potreste dirmi “ E Selena? Non eravate “one and the same”?”. Lei era la mia migliore amica dall’età di 7 anni, ma negli ultimi tempi le cose si  erano complicate, e non poco. Un giorno, mentre ero a casa sua per cena, mi intrufolai nel bagno per tagliarmi. Ero stata davvero male quel giorno, e ne avevo un fottuto bisogno. Fatto sta che evidentemente non chiusi bene la porta, perché lei arrivò, visto che non mi vedeva tornare già da un po’; entrò nel bagno, dopo vari tentativi di farmi uscire, e mi vide. Rimase di stucco per dei buoni 10 minuti, mentre io, terrorizzata, avevo fatto cadere la lametta per terra, mentre il sangue scorreva dalle nuove ferite. L’episodio non creò conseguenze al momento, ma successivamente mi parlò e mi chiese spiegazioni. Io cercai di giustificarmi, ma non funzionò. Litigammo in maniera molto pesante, e da allora non ci rivolgevamo più la parola. Lei era molto arrabbiata per non aver saputo queste cose prima, e riteneva assurdo il modo in cui io mi comportavo, e che potevo risolvere tutti i miei problemi un po’ alla volta. Io stizzita sapevo che lei non poteva capirmi, e iniziai ad accusarla di cose assurde. Arrivai a dirle che non era davvero mia amica se non capiva quanto stessi male, e le cose peggiorarono. Erano ormai 3 mesi che non la vedevo, se non attraverso  la televisione, e la mancanza della mia migliore amica mi faceva solo stare peggio. Da quel fottutissimo giorno i tagli erano sempre più frequenti, e non toccavo più cibo. Quando mia madre era girata, davo i miei avanzi al cane e fingevo di mangiare di gusto. E dopo una giornata di silenzi, bugie, e finti sorrisi, la notte la passavo a piangere nel mio letto. Selena mi mancava più di ogni altra persona al mondo, ma per orgoglio non lo ammettevo, anche se sapevo benissimo che non stavo per niente bene, ne fisicamente, ne psicologicamente. E le mie giornate passavano così, ininterrottamente, tra concerti pieni di falsa felicità e notti più buie che mai.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


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Capitolo 2
 
Sto piangendo. Sto piangendo di nuovo, da sola, nel mio letto. Saranno le 5 del mattino, credo. Tanto ormai non faccio nemmeno più caso all’orario. Non riesco nemmeno più a distinguere il giorno dalla notte, per me è diventato tutto uguale, tutto grigio, tutto vuoto. Una parte di me cerca ancora la luce, ma sento che piano piano il mio corpo si arrende alla debolezza, alla depressione. Sono andata in bagno a vomitare per la 5 volta nella giornata. Per dare spiegazioni a mia madre le ho detto di sentirmi un po’ di febbre, e quatta mi sono rinchiusa nella mia camera, con l’intenzione di non uscirne fino alla mattina dopo. Ma gli incubi si sono fatti sentire di nuovo, e la voglia di dare sfogo alla mia angoscia era tanta, tanto che alla fine ho ceduto e sono tornata in bagno, stavolta con la mia fidata lametta. Suona così ironico, ma alla fine sembra che mi fidi più di un oggetto, nonostante mi procuri tanto male, che del resto del mondo. I tagli bruciano ancora, dopo quasi un’ora. Ho provato a disinfettarli, almeno per togliere i segni più visibili, ma stavolta credo di essere andata piuttosto a fondo, più del solito almeno, e l’acqua ossigenata si mischia alle  lacrime amare che non smettono di scendere sul mio viso. Non so nemmeno più quale sia il motivo della mia tristezza, forse non c’entra nemmeno più Selena. Forse lei è solo una parte infinitesimale di tutto il male che sto provando ora, nemmeno la lametta è la causa del mio male, solo IO lo sono. Certo, facile a dirsi, ma come fare a uscirne se sono da sola? Non posso parlarne con nessuno, nessuno mi potrebbe mai capire. Finalmente riesco a prendere sonno, abbracciata al cuscino. La mattina scendo dal letto con la minor voglia possibile, e mi dirigo in bagno per vedere in che condizioni mi trovo. Credo di aver dormito si e no 3 ore. Già è tanto che sia riuscita a chiudere gli occhi, lo considero un gran traguardo. Mi lavo la faccia, ancora impastata dal sonno, mi lego i capelli in una coda e scendo di sotto. Mia sorella dorme, ma mia madre è già sveglia a preparare la colazione. Mi saluta con un bacio sulla fronte, che mi fa spuntare un debole sorriso. Mia  madre è una delle persone più dolci e buone che abbia mai conosciuto.
-Buongiorno amore, dormito bene?
-si mamma, buongiorno anche a te
- Ho preparato le frittelle, hai fame?
-No mamma tranquilla, mangerò qualcosa più tardi
- Sei sicura? Non ti vedo in forma ultimamente, sembri sciupata
- ma no mamma, te l’ho detto, sto bene, credo sia stata colpa della febbre!
-Giusto.. come stai ora?
- Molto meglio, grazie.
Come detesto dover mentire a mia madre. Ma cosa avrei potuto dirle? " Si mamma, hai ragione, non sto bene, hai per figlia una malata mentale che si buca come un colabrodo e vomita sangue dalla mattina alla sera ".Mm, no, non credo l’avrebbe presa bene. Decido di andarmene sul divano a guardare la televisione. Per fortuna quella settimana l’avevo libera, ma sapevo che quella dopo mi aspettava una serie di interviste e di premiere. Forse era la parte dello spettacolo che odiavo di più, soprattutto ora. Per me vuol dire mettersi a nudo davanti al mondo, ed è una cosa che detesto. Come se la sorte non mi avesse torturato abbastanza, durante lo zapping tra i canali mi capita un’intervista di Selena. Non mi va di ascoltarla, ho paura di cosa potrebbe dire. Tutto il mondo sa quanto eravamo unite, e se sapesse che ci siamo divise sarebbe davvero un bel guaio. Mentre cerco di reprimere il dispiacere e di cercare un canale più convincente, sento squillare il telefono e mia madre rispondere. Non sento bene cosa dice, ma sembra parlare di un qualche incontro a giudicare dal tono della sua voce. Non ci faccio caso più di tanto e torno a dar retta alla tv.
-         Demi, tesoro, era John (il mio menager), ha detto che venerdì ci sarà una cena tra gli attori della Disney.
-         Cosa?
-         Si, per le riprese della canzone, ricordi, no?
Ah si, Send it on. E chi se  lo scordava più, l’avevamo girato quasi sei mesi fa... Ma … se la cena era tra il cast di Disney Channel….. oddio, no, ci sarebbe stata anche Selena. Per non parlare di Joe! No, non potevo andarci, assolutamente, avrei trovato qualche scusa.
-Mamma, ma è strettamente necessaria la mia presenza alla cena?
-Certo, tu fai parte di uno dei cast principali!
- Ma…
-Demi, niente ma, John è stato categorico, devi essere presente. Ci saranno tutti. Tu non puoi certo mancare. Oltretutto il costo della serata andrà devoluta in beneficenza, andrà tutto a discapito della tua immagine se non sarai presente.
È proprio questo il punto mammina. Ci saranno tutti.  Come odio essere così altruista in certi casi. Se non fosse per beneficenza, io… lasciamo perdere.
(…)
Per la serata mi hanno inviato un costoso abito di armani rosa. È davvero bellissimo, troppo per un corpo come il mio. Ma cerco di non dar troppo peso alla mia testa, e salgo sulla limousine che è passata a prendermi alle 8 precise. Siamo quasi arrivati, e il mio cuore batte sempre di più per l’ansia al solo pensiero di cosa possa aspettarmi là dentro. Pensa che lo fai per beneficenza, pensa che lo fai per la beneficenza. Mi ripeto queste parole nella mente per cercare di focalizzarmi su altro, ma non credo sarà molto efficace. Entro  nella grande sala del lussuoso ristorante, e già riesco a riconoscere volti conosciuti. Riesco anche a vedere Nick e Joe, e Kevin, ma di Selena nemmeno l’ombra. Procedo per la sala, quando mi viene incontro allegra Tiffany. Mi fa piacere vederla.
-Demi, sei arrivata!
-Ciao T, come stai?
-benissimo! Tu?
-Bene..
Altra bugia. Ormai è da copione, no? Abbraccio calorosamente Tiffany, poi con una scusa mi congedo da lei e procedo ancora per il grande locale, finchè non incontro Miley.
-         Hey, Demi, come stai?
-         Ciao Miley, tutto bene
-         Sono contenta che tu sia arrivata, ho visto le collocazioni dei posti a tavola, starai vicino a me
-         Oh, sono contenta! Ci sono tutti?
-         Mm, credo di si, forse manca Selena… oh guarda, eccola!
Oh no. È arrivata. Ti prego non guardarmi. Distolgo subito lo sguardo, voglio evitare che le lacrime arrivino già. Probabilmente lei già non mi considera più sua amica. Miley però sembra accorgersi del mio atteggiamento…
-Hey Demi, sicura di stare bene?
-Eh? Si, certo, sto benissimo
-Sicura? Ti vedo pallida…
-Te l’assicuro Miley, sto benissimo, andiamo a sederci?
Tutti prendono posto al grande tavolo, e tutti stanno amabilmente chiacchierando. Io sono seduta accanto a Miley, vicino a lei ci sono Moises e Jason. Selena fortunatamente è nella fila opposta, a dieci posti da me. Sembra anche lei molto assente, ma credo lo faccia apposta solo per non incrociarmi. Si, credo faccia finta di non vedermi, mentre parla allegra con Nick, seduto vicino a lei.
Sono l’unica che non parla con nessuno, ed è almeno un’ora che gioco con la forchetta mescolando a caso il contenuto del mio piatto. Miley mi guarda stranita, quindi per non far insospettire nessuno, decido di ingoiare almeno un paio di bocconi. Eccola, la mia fottuta testa. Tempo un’ora, e corro di corsa nel bagno, inventando la solita scusa nel modo più naturale possibile. Chiudo la porta alle mie spalle, cerco la prima tazza libera, ficco le due dita nella gola e inizio a vomitare. Le lacrime mi fanno colare tutto il trucco così ben fatto per la serata, quella stupida serata che avrei evitato più che volentieri. Perdo completamente la cognizione del tempo, forse sono lì dentro da ore, quando sento la porta del bagno bussare.
-Demi, Demi? Ci sei? Sono Miley, apri!
Cazzo. E ora cosa faccio? Cosa rispondo? Bene Demi, brava, ora voglio proprio vedere come ne esci fuori!
-         Ehm, sono qui Miley, non preoccuparti, ora esco!
Cerco di pronunciare queste parole, che però mi muoiono quasi subito in gola, soffocate da altri conati di vomito.  Sento la serratura muoversi, e dei passi venire verso di me. La paura mi assale, ma ormai sono sopraffatta dalle lacrime, che mi oscurano anche la vista, ormai non mi importa di chi possa essere. Miley entra all’improvviso, e il suo è uno sguardo pieno di terrore, completamente paralizzato.  Ora sono davvero nei guai.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


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Capitolo 3


-         Demi ma cosa è successo?! Stai male?
-         N-no, Miley, tranquilla…. Solo un po’ di mal di stomaco….
-         Sicura Demi? Vuoi che chiami la sicurezza per andare al pronto soccorso?
-         No, Miley, davvero, grazie mille, ma non ce n’è bisogno…! Sto meglio ora!

Sono ancora china sulla tazza, la gola mi fa male e il mio viso è bagnato dalle lacrime. È ben visibile la preoccupazione di Miley, ma  non posso dirle la verità. Non capirebbe, e io non ho bisogno di altre prediche.
Ho una grande paura che mi possa scoprire…. Forse non sarebbe una cattiva idea confessarle tutto…. Forse non mi farebbe male un’amica con cui sfogarmi… NO! Non posso! È una cosa stupida! Non se ne parla! Spero solo che non veda i tagli… merda.

-         Vieni, ti aiuto
-         No Miley, tranquilla, ce la faccio, dai!
-         Lascia fare, è un piacer… ma cos… cosa sono questi Demi?
-         N-n-niente, me li ha fatti il cane….!!

Faccio per tirare via il polso e coprirmi i tagli, ma la scusa decisamente non regge. Almeno non sembra con Miley, che ha capito che qualcosa non va.

-         Il cane, sul serio?
-         S-si… il cane..
-         Demi, sicura che vada tutto bene? Oltretutto hai pianto, e si vede, non credo che si pianga per un semplice mal di stomaco! Ed è tutta la sera che sei alquanto strana… se non vuoi dirmi nulla non posso costringerti, ma almeno inventa scuse più convincenti.
ero sull'orlo delle lacrime, ma non volevo cedere, non potevo. cercai di spiccicare qualche parola per difendermi. 

-         ….. Miley… ti prego non insistere..

Fu tutto quello che riuscii a dirle. Mi guardò con compassione, per poi alzarsi e dirmi:

-         Non c’è bisogno che tu mi dica niente, non mi interessa, davvero. Lascia solo che ti dia una mano ad uscire da qui e sistemarti il trucco … d’accordo?

E sorridendo solidale mi porse la mano. La guardai riluttante – e, devo ammetterlo – un po’ spaventata da cosa sarebbe potuto succedere se qualcun’alto oltre lei mi avesse visto lì dentro, ma poi le diedi la mano e mi alzai.

-         Grazie – mormorai flebilmente.
-         Di nulla. Ora sistemiamoci e torniamo di là, se ci assentiamo ancora per molto ci verranno a cercare, e poi si che saranno guai! Meglio non farci notare, no?
-         … credo di si…
-         Andiamo dai – mi disse facendomi l’occhiolino. Prima di tornare nella grande sala da pranzo fermai Miley per un braccio e titubante le dissi:

-         M- miley…
-         Si? Che c’è?
-         Ecco… ti sarei grata se non parlassimo più di stasera…io non, ecco.. è un mio problema, e non mi va di affrontarlo, almeno non ora …
Miley mi venne vicino, e posata una mano sulla mia spalla mi disse:
-         Tranquilla. Come se non fosse successo nulla. Ma … se un giorno ti andasse di parlare, di qualunque cosa, io sono qui, ok?

Mi vennero gli occhi lucidi a sentire quelle parole, era la prima persona che si mostrava così comprensiva nei miei confronti, eppure non avevamo un rapporto così stretto. Per evitare di cedere ulteriormente, mi limitai a mostrarle un sorriso sincero e a mormorarle un semplice :- grazie Miley. Lo farò.
Tornammo finalmente al grande tavolo, ricominciando a parlare di questo e di quello, discutere di lavoro, parlare di nuovi progetti… per il resto della serata mi sentii meglio. Per una volta qualcuno si era mostrato disponibile nei miei confronti, senza pretendere qualcosa in cambio o rifiutarmi come fossi feccia della società. Forse parlare con qualcuno non era una scelta tanto avventata …. dopotutto, nonostante mi sentissi serena, sapevo benissimo che appena rientrata in casa sarebbe ricominciato tutto da capo. E questo mi faceva molta paura.





Angolo autrice c:
SAaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalve! ALLORA, vi sono mancata, eh? c: sono contenta, perchè ho ben chiara finalmente tutta la storia di Demi, e credo di avere in mente persino il finale, e spero di finirla al meglio (non preoccupatevi, è ancora presto, credo arriverò attorno al decimo capitolo). Non ho nient'altro da dirvi, se non augurarvi buona lettura e invitarvi a lasciare una misera recensionuccia c: anche cattiva va bene, almeno mi sento considerata! c': oook, mi dileguo, adiooos <3
xx
Haley :3

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


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Capitolo 4
 


Era passato un week end dalla cena. Ovviamente le mie giornate non erano cambiate, a parte la continua presenza in televisione o sul red carpet, cosa che in quel periodo mi infastidiva parecchio.
In quella settimana, come ovviamente immaginavo, era tornata la depressione di sempre, e la pressione di quei giorni non faceva che peggiorarla. Ovviamente le domande non sempre opportune dei giornalisti non mi aiutavano a sentirmi meglio, anzi. Gli argomenti di conversazioni vertevano – non sapevo assolutamente per quale assurdo motivo – sull’aspetto fisico. Da domande su come decidessi il mio look ogni mattina, fino a quale stile di vita adottassi per mantenermi in forma. Ecco, giusto una domanda del genere aspettavo con ansia per poter dar libero sfogo ai miei pensieri. Non so se i giornalisti abbiano un qualche specie di sesto senso, ma riescono sempre a farti le domande meno opportune nei momenti meno opportuni. Direi piuttosto un dono di natura. Ma quanto avrei voluto sferrare un pugno al tizio che allegro mi domandava: - sei così bella mia cava, come fai a mantenevti così? – ma fin qui poteva anche andarmi bene, si trattava pur sempre di domande stupide. Il punto è che una volta a casa scoprii il motivo di tanta dedizione all’argomento “corpo sano”: era un po’ che non aprivo il mio sito web, ma a quanto pare da qualche settimana giravano varie voci e commenti su di me, non esattamente “positivi”. Ne lessi qualcuno, e mi bastò per passare un’altra ora chiusa nel bagno a vomitare. E dire che sullo stomaco avevo una barretta energetica mangiata ben otto ore prima. “Demi Lovato è troppo grassa” “Ma Demi Lovato è una cessa! Come fa ad essere famosa io non lo so, per me dovrebbe ritirarsi! Poi per quanto è enorme…” solo un paio di esempi di ciò che vidi su internet.
Senza nemmeno rendermene conto i miei occhi erano completamente offuscati dalle lacrime; chiusi il portatile e tremando mi buttai a terra  a piangere. Fortunatamente mia madre non era in casa. Amareggiata e disperata, mi diressi nel bagno e presi la lametta. Stavo per tagliarmi, quando ricordai le parole di Miley, e decisi di chiamarla. Era arrivato il momento di condividere il mio dolore con qualcuno.
Composi tremante il numero sulla tastiera, e lasciai squillare.

-Pronto?
-Miley… sono Demi
-Demi! Ciao! Come stai?
- ecco…. È per questo che ti ho chiamato… dunque, se non hai da fare .. potresti venire da me? Ho… ho bisogno di qualcuno con cui parlare, ma non saprei a chi altro chiedere.. – la mia voce tremava, somigliavo ad una bambina.

-Certo Demi che vengo da te. Va bene tra mezz’ora?
-certo… a dopo Miley..
- a dopo

E chiusi la chiamata. Calmata ormai dalle lacrime, mi sedetti sul letto, e a gambe incrociate aspettai il suo arrivo.
Dopo mezz’ora il campanello suonò. Mi sistemai meglio che potei, scesi di sotto ed andai ad aprire a Miley, che mi sorrise cordiale.

-Ciao Miley, vieni, entra…
- Ciao Demi… allora, di cosa volevi parlarmi?

La portai in camera mia e, preso quanto più fiato e coraggio possibile, iniziai a raccontare. Le dissi tutto, da quando avevo iniziato a tagliarmi, al perché lo facevo, a cosa provavo ogni volta, al mio rapporto col cibo, con le altre persone, alla mia paura di parlare, tutto. Aggiunsi in fine:

-         E quando ho letto quei commenti su internet, io… stavo per farlo di nuovo, ma poi ho pensato alle tue parole, e ho pensato che era giusto sfogarmi con qualcuno. Ora non mi aspetto che tu capisca, non saresti la prima che mi abbandona perché ho dei problemi, ma… almeno mi sono tolta un peso.

Probabilmente avevo parlato per quasi un’ora, con lo sguardo fisso per terra, ma mi accorsi che Miley non aveva spiccicato parola. Ripreso un po’ di fiato alzai lentamente lo sguardo, e vidi che aveva gli occhi lucidi e arrossati. Rimasi a fissarla in preda al panico, mi sarei aspettata di tutto, “tu sei pazza” “ma cos’hai in testa” “non so nemmeno perché sono venuta”, invece nulla di tutto questo uscì dalla sua bocca.

-         Oh mio dio Demi ….
-         Lo so, sono pazza….
-         No, no, non sei pazza, io non penso che tu lo sia. Penso solo che tu abbia bisogno d’aiuto, e che hai fatto benissimo a parlarne con me, perché non potevi continuare a reggere questa situazione da sola….

Rimasi paralizzata. Non mi aveva giudicata. Mi aveva confortata, mi aveva ascoltata e aveva sentito le mie ragioni.
Scoppiai a piangere. Miley mi prese tra le braccia, e io scoppiai in singhiozzi, dopodiché ricambiai forte l’abbraccio.

-         Nessuno mi aveva mai parlato così finora… mi sentivo così sola!

Dicendo queste parole continuavo a piangere e a singhiozzare. Miley strinse l’abbraccio e mi disse:

-         Dai Demi, non preoccuparti, ora ci sono io, non ti abbandonerò…

Passammo il resto del pomeriggio insieme, ormai la consideravo mia amica a tutti gli effetti. Una volta calmata dai singhiozzi, presi coraggio e le mostrai bene i tagli e la lametta. Miley rabbrividì, - non c’era da biasimarla, non era un bello spettacolo – ma poi mi confortò dicendo che mi avrebbe aiutata, o che almeno ci avrebbe provato per quel che poteva. Se ne andò all’ora di cena, e quella sera mangiai. Era vero, mi serviva un’amica, e l’avevo trovata.

 
(Point of view Miley)


 
Demi mi aveva chiamata nel pomeriggio, chiedendomi di passare a casa sua. Sinceramente mai avrei immaginato cosa avesse da nascondere. O meglio, qualcosa avevo intuito, ma non immaginavo provasse tanto dolore. Ammetto di aver pensato ad una semplice storia finita male, forse potevo anche capirla, ma quando mi aveva raccontato cosa subiva, e di cosa provava ogni giorno quando si ritrovava da sola nel bagno…. Dio mio, non volevo nemmeno pensarci. Quella sera, tornata a casa dopo mille raccomandazioni fatte a Demi che mi sorrise e mi ringraziò, decisi che da quel giorno avrei dovuto proteggerla. Non avevamo mai avuto un rapporto di amicizia tanto forte, ma vedendola così sola e fragile, non potevo restare con le mani in mano.
Prima di andare a lavorare la chiamavo sul cellulare per chiederle se avesse mangiato, se si fosse tagliata o se avesse vomitato. Sapevo di non dover essere troppo dura con lei, così, quando mi rispondeva “non ce l’ho fatta, mi sentivo troppo male” o “mi sono tagliata, dovevo sfogarmi” mi limitavo ad un “Demi, me l’avevi promesso, dovevi mangiare almeno una merendina!” oppure “va bene Demi, non fa niente, però devi promettermi che domani non ti taglierai”. Non volevo trattarla da stupida, ma purtroppo lei non stava bene. Era sempre la solita Demi, ma poi all’improvviso si incupiva e diventava scontrosa, oppure all’improvviso piangeva e si chiudeva in camera. In ogni caso la maggior parte delle volte mi dava retta, ma sapevo che non era sempre così, e che dal mio cellulare non avrei potuto combinare granchè, così, decisi di trovare sempre un buco tra i miei impegni e passare da lei ogni volta che potevo. La convincevo a mangiare, le nascondevo la lametta, subendomi anche gli insulti dovuti alle sue crisi, cercavo di dissuaderla dall’andare a vomitare, spesso restavo a dormire da lei per evitare che si facesse del male. Non mi pesava affatto occuparmi di lei, volevo essere semplicemente una buona amica, e non volevo vederla soffrire.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


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(POV Miley)
 
Quel giorno non potei andare a casa di Demi, sul set avevano bisogno di me dalla mattina. Cercai in tutti modi di trovare una scappatoia, ma non ci fu verso di convincere i produttori, così fui costretta a lasciarla da sola fino alla sera. Ero molto preoccupata, soprattutto perché sapevo che si trovava a casa da sola. Purtroppo non potei chiamarla fino all’ora di pranzo, cosa che mi fece solo aumentare l’ansia. Arrivata finalmente l’ora della pausa, presi il cellulare dalla borsa e trovai una chiamata persa. Appena vidi il numero mi si chiuse lo stomaco. Cercai di pensare positivo, magari Demi si sentiva sola e aveva bisogno di parlare, oppure non riusciva a mangiare e voleva sentire una voce amica. Cercando di tranquillizzarmi provai a richiamarla. Squillò per diversi minuti, ma non rispose nessuno. Provai a chiamare il telefono di casa, ma non ricevetti risposta nemmeno da lì. Ormai nel panico corsi fuori dagli studios, pregando il cast di coprirmi coi produttori. Presi la macchina e mi diressi in fretta verso casa di Demi, premendo insistentemente sull’acceleratore. Arrivata bussai ripetutamente per dei minuti che mi sembrarono delle ore, ma nessuno mi venne ad aprire. Ricorsi alla copia delle chiavi che sapevo la madre lasciasse sempre nel vaso di fiori accanto alla porta, ed aprii. Iniziai a chiamarla a gran voce per il salone, ma non avendo ricevuto risposta salii di corsa le scale col fiato in gola, fino ad arrivare in camera sua. Appena entrai vidi che  i cuscini erano mezzi strappati, tutti i premi e i cd buttati all’aria, comprese le foto e le dediche dei fan. Mi avvicinai e trovai il portatile buttato per terra contro il muro.

-         Oh no

Sussurrai spaventata. Demi aveva sicuramente acceso il portatile. Ma dov’era finita? Sicuramente era nel bagno, sicuramente si stava tagliando. Bussai, gridandole di aprire, ma nessuno rispondeva. Riuscii a forzare la serratura e ad entrare. La trovai per terra, in una pozza di sangue. In mano aveva la lametta, insanguinata. I polsi avevano ferite profonde, molto più del solito. Demi aveva cercato di togliersi la vita.
Ormai ero paralizzata dalla paura, mi chinai spaventata vicino al suo corpo inerme ed iniziai a scuoterla, chiamandola. Temevo seriamente che fosse morta.

 
-         Demi, ti prego rispondimi, Demi!!

Spaventata e in lacrime presi il cellulare e chiamai il 911.


 
(POV Demi)



 
Da quando avevo deciso di parlare con Miley del mio problema mi sentivo molto meno sola. Mi stava sempre vicina, mi aiutava a mangiare, mi impediva di tagliarmi o di andare a vomitare, riuscendo a sopportare anche i miei sbalzi d’umore peggiori. Non potevo fare ameno di averla vicino, quando la sera se ne andava, o non poteva passare a casa mia, mi sentivo di nuovo persa, e quella maledetta voce nella mia testa mi ripeteva: apri il portatile. Dopo quei commenti letti su internet, Miley mi aveva imposto di non aprirlo più, ma la tentazione era troppo forte. Quando gliene parlavo mi ripeteva che poteva solo farmi del male, che non potevo sapere cosa avrei potuto trovare. Ma io non le davo retta. Così, quando una mattina mi chiamò sul cellulare dicendo che purtroppo non poteva passare a casa mia per via del lavoro, decisi di dar retta per l’ennesima volta alla mia testa. Quella stessa mattina mia madre e mia sorella Madison erano partite per tutto il weekend, quindi mi trovavo in casa da sola. Dopo due ore passate davanti al televisore, salii in camera ed accesi titubante il computer.

“ma sei impazzita? Chiudilo subito, ti farai del male!”


“non darle retta, aprilo, aprilo!”


Le due voci nella mia testa combattevano per dirmi che cosa fare. Al solito diedi retta alla peggiore, alla causa di tutto il mio male. Aprii il mio sito web e cliccai sulla  sezione dei commenti. Iniziai a scorrere con il mouse, leggendo lo stesso genere di commenti letti l’ultima volta.

“Loro hanno ragione”.

 Ad un certo punto mi fermai di scatto su un video che era stato postato da diversi utenti. Il titolo era “Demi is ugly”. Un brivido percorse la mia schiena, ma inconsciamente lo aprii. Erano le parodie di mie varie canzoni dove si parlava del mio aspetto fisico e del mio talento. Era un video alquanto imbarazzante e diffamatorio, in quanto i protagonisti si sentivano liberi di insultarmi gratuitamente in modo piuttosto pesante. Aprii la mia pagina facebook e sulla home page mi apparve il link di una pagina.“We hate Demi Lovato”.

“Stupida, non andare ad aprirla, sai che starai di nuovo male!”

“dai retta a me, aprila, vedrai quanto ho ragione. Aprila, aprila!”


Quelle voci  picchiavano insistentemente nella mia testa come un martello pneumatico, ma fui tanto stupida da ascoltare nuovamente il mostro che era dentro di me, così aprii la pagina ed iniziai a leggere.

“Inutile dire che odiamo Demi Lovato perché non ha alcun talento musicale. E poi, diciamocelo, fosse almeno bella…. E magra… ma davvero non so come faccia a trovarsi ad Hollywood”
e da lì altri video e commenti su quanto la gente mi odiasse e su quanto pensasse che fossi brutta, grassa, e senza talento. Tre aggettivi che non solo leggevo ovunque, ma che ormai avevano preso possesso della mia testa senza mai lasciarmi in pace, fino a convincermi che forse avevano ragione. Controllai la pagina, aveva oltre duemila contatti. Ormai in lacrime, sbattei il portatile per terra, e ogni cosa che si trovava nella mia camera. I premi, gli album, le dediche, i regali dei fan, le foto ricordo, ormai per me non avevano valore. Se davvero ero senza talento, non meritavo nessun premio, nessun riconoscimento, non meritavo quella carriera.
 
“Loro hanno ragione, non avrai  mai ne il talento ne la bellezza necessaria per meritare la fama che hai, non sarai mai alla loro altezza!”
 
 Presi il mio cellulare e in fretta composi il numero di Miley sulla tastiera. Feci squillare per qualche minuto, ma rispose la segreteria. Ormai in lacrime e presa dalla disperazione corsi nel bagno e afferrai la lametta nascosta sotto le asciugamani. Era passata una settimana senza averla usata, e le precedenti cicatrici si stavano rimarginando, diventando mano a mano quasi invisibili. Ero persino riuscita a fare due pasti al giorno, sebbene piuttosto esigui. Ma in quel momento, mi resi conto che oltre ad odiare me stessa, ero odiata dal mondo, e che la voce nella mia testa aveva ragione. Decisi che non meritavo nemmeno più di vivere. Con la mano tremante avvicinai la lama sulla pelle, e iniziai a penetrarla, prima delicatamente, poi sempre con più forza, finchè il sangue non iniziò a scendere copioso nel lavandino. Le lacrime scendevano sul mio viso, mischiandosi al sangue, e i miei lamenti di dolore si mischiarono ai singhiozzi di rabbia, odio, frustrazione e rassegnazione. Ad un tratto il sangue iniziò ad affluire troppo velocemente, facendomi perdere i sensi e cadere per terra. Pian  piano la vista mi si fece scura, fino a non vedere più nulla. La lama aveva fatto il suo lavoro, ma stavolta avevo esagerato, ed era troppo tardi. Mi accasciai impotente sul pavimento, in una pozza di sangue. Riuscivo a sentire solo una voce in lontananza, che mi chiamava, ma non riuscivo bene a distinguerla. Volevo rispondere, ma sembravo non riuscirci, per quanto gridassi. Cosa avevo fatto?


 
 
(POV Miley)
 
Rimasi vicino a Demi fino all’arrivo dei soccorsi. Dopo circa un quarto d’ora arrivò l’ambulanza, che la portò all’ospedale di Los Angeles. La seguii assieme ai dottori, maledicendomi di essere dovuta andare al lavoro quella mattina.
 
-         Perché hai aperto quel maledetto computer, perché?
 
 
Arrivammo all’ospedale, e Demi venne portata di corsa in sala operatoria. Il medico mi disse che stava morendo dissanguata, e che eravamo arrivati appena in tempo. Per poterla salvare era necessaria una trasfusione. Io non avevo il suo stesso gruppo sanguigno, così venni portata dall’infermiera al pronto soccorso per un controllo. Continuavo a ripetere  di stare bene, ma in quel momento ero sotto shock.
Il medico mi chiese come Demi avesse tentato di ammazzarsi, così spiegai che sapevo soffrisse di depressione, e che in passato aveva tentato una cosa simile. Pensai anche che era colpa mia se ora Demi era lì, perché l’avevo lasciata da sola, quando avrei dovuto rimanerle vicino. Ricominciai a piangere, così l’infermiera mi portò nella sala d’aspetto e tentò per un po’ di rassicurarmi. Le dissi che sarei stata io ad avvertire i parenti e chi di dovere. Dopo circa un’ora che ero seduta da sola in quella saletta squallida, decisi di avvertire la madre. Quando le spiegai cosa era successo, la povera donna scoppiò in lacrime e mi disse che si sarebbe trovata lì la sera stessa. Avvertii anche Dallas, la sorella maggiore di Demi, che però si trovava fuori città e non poteva muoversi fino alla settimana dopo; mi misi a pensare, poi decisi di chiamare Selena. Che lei e Demi non si parlassero più da quasi un anno lo sapevo bene, ma rimaneva la sua migliore amica, lontane o no, quindi aveva il diritto di sapere cosa fosse successo. Selezionai il suo numero dalla rubrica e la chiamai.
 
-pronto?
- pronto, Selena? Sono Miley.
- Hey Miley… cosa c’è?
Presi coraggio e le spiegai l’accaduto. Non era una cosa molto facile da spiegare, io stessa nel raccontarlo avvertivo la mia voce incrinarsi, e gli occhi bruciare per le lacrime. Attesi invano una sua risposta, ma per dei minuti che mi parvero infiniti sentii solo il silenzio. All’improvviso sentii un flebile:
-         C-cosa?
-         Selena, lo so che non vi parlate più da mesi, ma so che le vuoi ancora bene, e so che lei te ne vuole. Ti prego raggiungimi in ospedale, Demi ha bisogno di te. non puoi abbandonarla di nuovo.

Mi pentii di essere stata così schietta, ma era la verità. Probabilmente se Demi era sotto i ferri la colpa era anche un po’ sua. Non volevo accusarla di nulla, ma sapevo che Demi sentiva la mancanza della sua migliore amica. Dopotutto è la prima persona da cui si aspettava sostegno, ed era la prima  da cui si era sentita abbandonata.
Selena attaccò. Sperai per ore che mi avesse raggiunta in ospedale, confidavo in lei e nell’affetto che sapevo provava per Demi.


 
(POV Selena)



 
 
-“ Demi ha tentato il suicidio, e ora è in sala operatoria al policlinico.”    “Demi ha tentato il suicidio.”

Mi ripetevo quella frase senza quasi rendermi conto del suo significato. Non ci potevo credere. Non riuscivo a capire il motivo di quel gesto folle, ma poi ricordai quella sera a casa mia, quando vidi la lametta. Sapevo perfettamente cosa stesse facendo, perché ebbi a che fare in passato con un’associazione che aiutava ragazzi in certe situazioni, ma da Demi non mi sarei aspettata una cosa del genere. La ritenni un’incosciente, una stupida, e non volevo vederla ridursi come i ragazzi che avevo visto. La verità è che ebbi paura che potesse commettere una sciocchezza, ma invece di starle vicino, fui presa dal panico, e non le rivolsi più la parola. Non ci sentivamo da quasi un anno, e mi mancava ogni giorno. Quando sentii le parole di Miley per telefono, mi resi conto di quanto male stesse davvero. I sensi di colpa mi assalirono quasi subito. L’avevo abbandonata quando più aveva bisogno di me, e forse era anche per colpa mia se ora si trovava lì. L’avevo lasciata da sola pensando che fosse solo un capriccio infantile, e ora rischiavo di perderla per sempre senza averle chiesto scusa. Attaccai la chiamata senza riuscire a spiccicare una parola. Caddi a terra,  e iniziai a piangere forte. Tremavo spaventata, mordendomi il labbro, cercando di bloccare i singhiozzi e le lacrime che scendevano veloci.  Non so se l’avrei raggiunta in ospedale, non volevo, e non mi sentivo in una buona posizione per presentarmi al suo capezzale. Non meritavo il suo perdono, e lei non si meritava un’amica come me.  Rimasi per ore vicino in quella posizione a pensare. Non sapevo che cosa fare. 







Angolo autrice
...... TADAAAAAAAAAAAAAA :DD (?) eccone un altro! A me, come al solito non piace, specie perchè l'ho corretto talmente tante di quelle volte... stavo quasi dimenticando che l'avevo scritto! Comunque, lo so, vi chiedete se Demi ce la farà...(?) Ma certo,altrimenti la storia come la continuo? uu Ho un progetto mio in mente, eh u.u Vaaabè, vi saluto, devo uscire BD (dichiaro i diritti di copyright a Babe04 per l'emoticon uu)
mi dileguo, adioooos c:
xx
Haley 

Ps. sono gradite recensioni :33

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


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Capitolo 6


 
(POV Miley)


 

Erano passate delle ore, mi sembrava di star lì da giorni però. Demi era ancora rinchiusa nella sala operatoria, e io, dopo aver consolato per ore sua madre cercando di dirle che sarebbe andato tutto bene, ero tornata a sedermi nella saletta d’attesa. Un’attesa molto, molto snervante. Ero diventata nervosa, mi irritava qualunque cosa avessi attorno. Continuavo a chiedermi  “e Selena? Dove diamine è? Signore ti prego, fa che arrivi”.  Ormai a dirla tutta iniziavo a non sperarci più. Come ormai non sapevo se Demi ce l’avesse fatta o no. Non sapevo più nulla in quel momento. Poco prima era venuto anche Liam, più che altro per starmi vicino. Non c’era persona che fui più contenta di vedere in quel momento. Gli saltai letteralmente al collo, scoppiando a piangere. Avevo ancora tutta la rabbia repressa da sbollire, e Liam era un ottimo ascoltatore. Anche per quello lo amavo. Ma dopo essere stato un paio d’ore con me, contro la sua volontà lo convinsi a tornare a casa. Tanti erano passati in quella saletta, ma io continuavo a sperare di vedere la faccia di Selena.
Anche Nick si presentò. Nonostante avessimo avuto una storia importante, ormai il nostro rapporto si era aggiustato, ed eravamo diventati ottimi amici. Quando lo vidi notai che aveva gli occhi arrossati.

-         Miley!
-         Nick,  Cosa ci fai qui?
-         Sono il suo migliore amico, sono corso appena saputo
-         Hai fatto bene…
-         …… perché?
-         Nick … non c’è una spiegazione… o forse c’è, ma nessuno la sa. Nemmeno Demi..
-         …. Come… come sta?
-         Non lo so… so solo che è grave.. dicono abbia bisogno di una trasfusione, ma io non ci sto capendo più nulla!

Ormai ero in preda ad una crisi isterica. Urlavo e agitavo le braccia, camminando avanti e indietro per la stanza. Nick si alzò dalla poltroncina, mi si avvicinò e bloccandomi  i polsi cercò di tranquillizzarmi:

-         Miley.. hey … calma… ora calmati….

Ormai sfinita cedetti alla sua presa, e abbandonatami al suo petto, ricominciai a piangere. Era la terza volta in poche ore.

-         Tu non sai cosa ho visto Nick…. L’ho trovata io nel bagno, ho chiamato io i soccorsi, e l’ho accompagnata qui, ho chiamato tutti, sono qui da forse 4 ore, non ho ancora notizie  e non riesco a togliermi dalla testa l’immagine di lei distesa in una pozza di sangue! Io non  …..
Nick sussultò al mio racconto, e sentii chiaramente un singhiozzo. Mi strinse in un abbraccio e rassicurandomi mi accarezzò delicatamente la testa: 

-         Shh… Miley lo so, tranquilla.. perché non vai a casa a riposarti? C’è sua madre, non c’è bisogno che rimanga anche tu…
-         Nick, tu non … Negli ultimi 2 mesi Demi si è confidata con me, raccontandomi tutti i suoi segreti e tutto quello che l’affliggeva. Non posso abbandonarla ora dopo quello che è successo…!
L’ho lasciata da sola proprio quando sapevo che avrebbe potuto farsi del male!
-         Non vorrai dire che è colpa tua se ora Demi è sotto i ferri, vero? Miley, non dire sciocchezze! Non è colpa di nessuno!
-         ………..
-         … d’accordo, se vuoi restare, resto anch’io, va bene? ..
-         Ok, …. grazie.
-         Di nulla.
-         Nick..
-         Mh?
-         C’è… c’è anche Joe?
-         A dire la verità….. no. Appena ha saputo si è chiuso in camera… non so che fine abbia fatto.. 

Rimanemmo entrambi seduti, aspettando notizie, finchè sfinita non mi addormentai con la testa poggiata sulle gambe di Nick.


 
(POV Joe)


 
Non … non poteva essere.. perché Demi aveva fatto una cosa simile? Cosa l’aveva potuta spingere a commettere un gesto così estremo? Non riuscivo a muovermi dalla mia camera, non sapevo cosa fare. Nick appena saputa la notizia mi aveva chiamato ed era corso in ospedale. Dopotutto era il suo migliore amico.. io restai impalato con la cornetta del telefono ancora in mano. Dovevo vederla. Dovevo vedere come stava. Ma… perché presentarmi? In fondo non eravamo nulla… non più almeno. Forse ha fatto tutto per colpa mia…. Quindi forse è colpa mia…. No, non potevo andare da lei, le avrei fatto del male. Io per lei ero solo male. La facevo soffrire, la facevo piangere, con lei non sapevo comportarmi come avrei dovuto. Lei per me era mia, e mi comportavo come nei confronti di un oggetto di mia proprietà. Non avevo mai capito che forse lei non si sentiva davvero tale… che invece di darle il mio amore mi comportavo soltanto da egoista, senza lasciarla respirare. Non sapevo nemmeno cosa si celasse dietro a tutta quella sofferenza.. allora quei bellissimi sorrisi che mi mostrava erano solo finzione? Cosa nascondevano quei grandi occhi marroni in cui mi perdevo quando ci baciavamo? Io non sapevo niente di tutto questo, e ora, rischiavo seriamente di perderla. Deciso a rischiare il tutto per tutto, presi le chiavi della macchina e corsi verso l’ospedale. Erano le 2 di notte, ma poco mi importava. Dovevo chiederle perdono, prima che fosse stato troppo tardi.


 
(POV Selena)


 
Ero arrivata. Cosa me lo avesse fatto fare non lo so. Le mie gambe avevano fatto tutto da sole, e senza pensare alle mie azioni avevo preso le chiavi della macchina e mi ero avviata verso l’ospedale, premendo sull’acceleratore. Fissavo la strada, i miei occhi vitrei, senza espressione, arrossati e ancora bagnati dalle lacrime. Ero decisa ad andare da lei, ma per fare cosa? Avrei potuto aspettare, ma… poi? Avrei avuto il coraggio di presentarmi al suo capezzale? Riservai quelle domande ad un momento successivo, ora ero solo concentrata ad arrivare là. Ad un tratto mi tornarono alla mente diversi flashback, e il mio cuore aumentò il suo battito, altre lacrime scesero dai miei occhi stanchi.

*flashback*


Ma cosa credi di fare, eh?! perché avevi quella cosa??

Sel, ti prego…

Sel un corno! Cosa credevi di fare?!

Io… io… sto male, questo è l’unico modo per sentirmi meglio. Cerca di capirmi, ti prego. …!

Come posso?! Come posso capire una cosa tanto stupida?! Credi davvero che possa capire che tagliarsi faccia stare meglio?

Selena cerca di capirmi… se mi vuoi bene, fallo per me…

Sei solo una stupida!! Un’incosciente! Non ho intenzione di coprirti in una stronzata simile!!

Fanculo Selena!! Nemmeno tu mi capisci, lo sapevo!! Nessuno mi puo’ capire!! Pensavo fossi mia amica!

Anch’io lo credevo! Ma se non ti scoprivo ora non mi avresti mai detto nulla!!

Io….. io ti odio!! Ti odio!!


*flashback*

 
Sussultai, quelle parole mi riecheggiavano in testa, come un martello pneumatico. Io ti odio. Chiusi gli occhi, e cercando di tenere la concentrazione sulla strada, iniziai a singhiozzare. Era colpa mia se Demi era lì, era colpa mia se si era trovata da sola. Dopo qualche minuto arrivai al grande edificio bianco illuminato dai lampioni. Parcheggiai, e asciugandomi sommariamente le lacrime, scesi dalla macchina. Le gambe mi tremavano, come anche le mani. Mi avviai col fiato in gola verso l’entrata. Mi guardai attorno, quando intravidi due figure familiari nella sala d’attesa. A passo regolare vi entrai. Vidi Nick, seduto su una delle poltroncine, e Miley, accoccolata sulle sue gambe, addormentata. Rimasi sulla soglia, impotente di avvicinarmi di più, poiché non avrei retto i loro sguardi,e mi avviai decisa alla reception, dove chiesi notizie di Demi. Dal fondo del corridoio incrociai un’infermiera che mi spiegò le sue condizioni.

-         Mi scusi signorina, sono Selena Gomez, e… vorrei sapere come sta Demi, Demetria Lovato.
-         Oh, ti conosco cara. Si, Demetria Lovato… è in sala operatoria, ha rischiato di morire dissanguata a causa di un’emorragia.
-         ……. O mio dio….
-         Ora è sotto controllo, ma ha bisogno al più presto di una trasfusione.

Mi sentii male, e spaventata, cercai di tenermi salda davanti all’infermiera. Era colpa mia.


 
(POV Miley)
 


Mi ero risvegliata da poco, ma la situazione davanti a me era la stessa di due ore prima. La saletta era vuota, Nick si era addormentato, con la testa poggiata sullo schienale. Mi guardai attorno, stropicciandomi gli occhi ancora impastati dal sonno. Ad un tratto vidi una ragazza fuori la saletta d’attesa, che giurai fosse Selena. In fretta mi alzai e svegliando distrattamente Nick, mi avviai fuori per chiamarla. Ma quando uscii, non c’era più nessuno, salvo le infermiere e gli inservienti. Guardai l’ora, erano quasi le due di notte. Intanto Nick mi aveva raggiunta, confuso.

-         Miley, che succede?
-         .. nulla.. mi era sembrato di aver visto..
-         ..Joe!

Mi voltai, e In quel momento vidi Joe sulla soglia dell’ospedale. Era immobile, non muoveva un muscolo, e ci fissava, fissava il corridoio davanti a se. Nick gli andò in contro, e dopo avergli messo una mano sulla spalla lo abbracciò, mentre gli occhi di Joe si riempirono di lacrime. Vidi che stavano parlando, ma non capii di cosa. Nick poi tornò verso di me:

-         Miley, vado a prendere dei caffè, ok? Torno tra poco
-         Ok Nick..

Joe mi si avvicinò a passo lento, sorridendo  nel modo meno convincente che avessi mai visto. Gli sorrisi a mia volta, con sguardo comprensivo.

-         Hey...
-         Hey …. Come sta?
-         Dicono stia sotto controllo, ma sinceramente non so dirti di più…
-         ……….
-         Sei venuto alla fine, eh?
-         Già…
-         Vieni dai, andiamo dentro

Joe era abbattuto, e si vedeva. Dopo pochi minuti Nick tornò con i caffè. Rimanemmo tutti e tre seduti, in silenzio, ad aspettare, e aspettare, per ore. Verso le tre circa, la madre di Demi venne da noi

-         Dianna..
-         Ragazzi, salve.. Miley, ascolta, andate a casa, andate a riposarvi, soprattutto tu, sei qui da ore! Rimango io qui..
-         No Dianna non preoccuparti, mi fa piacere restare.. abbiamo legato tanto io e Demi, mi sento in dovere di restare..
-         Come vuoi cara. Avete mangiato qualcosa?
-         Certo, siamo a posto, grazie
-         Allora io vado, Maddie è di là che dorme e tra poco dovrebbe arrivare mio marito per portarla a casa..

Mentre stava per uscire dalla saletta, un’infermiera entrò:

-         Lei è Dianna de La garza?
-         Si, sono io…
-         Bene, sua figlia è fuori pericolo..
-         Com’è possibile?
-         Ha ricevuto la trasfusione, e ora è di nuovo nella norma
-         Ma chi..
-         Mi spiace, ma il donatore ha richiesto l’anonimato. Non posso dirle di più..
-         D’accordo.. l’importante è che mia figlia ora sia fuori pericolo. Grazie infermiera.
-         Possiamo vederla?
Mi intromisi raggiante.

-         Certo, ma è ancora sotto sedativi, non potrà rispondervi

Appena l’infermiera se ne andò, Dianna si commosse per la gioia, io la seguii, saltando tra le braccia di Nick, mentre Joe rimase seduto, a fissare il vuoto sorridente con gli occhi in lacrime.
 
-         Menomale, è finito tutto bene!
-         Resta da scoprire chi ha donato il sangue per la trasfusione!
-         Beh, di certo non sono stata io… non ho il suo gruppo sanguigno.
-         Nemmeno io… e nemmeno Dianna, a quanto ne so… Joe?
-         .. eh?
-         Tu che dici?
-         Io.. non lo so ragazzi, non ne ho idea… ora devo andare, scusate..
-         Eh? e dove? Non vuoi vederla?
-         No Nick, non ci riesco.. non ne ho il coraggio..scusatemi, vado a casa, devo riprendermi dalla brutta serata. Miley, fammi sapere sue notizie al più presto, d’accordo?
-         Certo …
-         Ciao ragazzi..
E detto questo se ne andò.
Finalmente mi sentivo serena, ma Nick sembrava sovrappensiero.
 
-         Nick, a cosa pensi?
-         …. È che… Joe ha il suo stesso gruppo sanguigno…
-         Cosa?
-         Si, e se….
-         Aspetta, potrebbe non essere stato lui. Qualche ora fa sono quasi sicura di aver visto Selena … che tu sappia qual è il suo gruppo sanguigno..?
-         Lo stesso di Demi e Joe.
-         ………. E se fosse stato uno di loro? Dopotutto entrambi ne avevano motivo…
-         Non lo so Miley…
 
Demi stava meglio, ma grazie a chi?



Angolo autrice
questo capitolo è lunghissimo, vero? D: Ero indecisissima su come concluderlo, ma alla fine sono riuscita nell'intento. .... u.u
dite la verità, siete curiosi,eh? ewe 
Allora, secondo voi, chi ha donato il sangue per la trasfusione? E poi, Joe troverà il coraggio di vedere Demi? E Selena? si deciderà ad uscire allo scoperto e chiedere perdono all'amica? :D
Lo scoprirete nella prossima puntata, ma, prima, se vi va, dite la vostra in una recensione, così, giusto per movimentare le cose :3 vi aspetto in numerosi, cagatemi çwç 
Alla prossima :33
xx
Haley 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


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Capitolo 7






 
(POV Joe)




 
Secondo loro davvero mi sarei fatto vedere da lei? No no, assolutamente no. Sono un uomo forte io, se l’avessi vista… avrei ceduto alle lacrime. E avrebbe pianto anche lei, quindi non potevo vederla. L’avrei fatta stare male, di nuovo. Ma non potevo vivere senza di lei….. fino a quel momento mi ero illuso di potercela fare, ma aver rischiato di perderla mi ha fatto capire quanto lei fosse importante per me. Così, uscito dalla sala d’attesa, mi avviai, completamente paralizzato, verso la sua camera. Mi tremava ogni arto, il cuore batteva ad una velocità che non sapevo descrivere. Dovevo fare in fretta, o mi avrebbe fatto solo più male. Quando intravidi la finestra della camera, riconobbi subito Dianna che le teneva la mano, sorridente e commossa. Sembrava stesse sussurrando qualcosa alla figlia addormentata, ma non capivo. Feci un passo indietro, nascondendomi dietro una colonna, e aspettai. Quando finalmente vidi la donna uscire, presi un respiro profondo, molto lungo, e mi avviai. Entrai, quasi in punta di piedi, come se avessi avuto paura di svegliarla. Era attaccata ad una flebo, in viso era pallida, consumata quasi. Non mi ero reso conto di quanto stesse male. Mi avvicinai piano al letto, sfiorandole delicatamente il palmo della mano, e flebilmente iniziai a parlarle:
 
-         Hey piccola…. Mi hai fatto prendere un bello spavento, lo sai? mi sei mancata.

Notai le fasciature su entrambi i polsi. Un brivido percorse la mia schiena, con gli occhi lucidi guardai il suo viso, era sereno, e gli accarezzai, quasi temendo di farle male, le fasciature.

-         Ma cosa hai combinato, eh? Perché ti sei fatta tutto questo? Lo so… è per colpa mia, vero? È solo per colpa mia… perdonami, ti prego. Sono stato uno stronzo, ti ho lasciato da sola…. quando avevi bisogno di me.. ma ora mi farò perdonare, puoi starne certa piccola.

Senza rendermene conto stavo ormai piangendo, mentre tenevo ben stretta la sua fragile mano tra le mie. In quel momento sentii dei passi provenire verso la stanza. Mi asciugai un po’ le lacrime, poi mi avvicinai a lei per salutarla.

-         Non mi vedrai più, te lo giuro. Ti amo talmente tanto che sono disposto a non averti più con me, se serve a farti stare meglio… addio piccola mia. Sappi che ti amo, più di quanto ami me stesso.

La baciai, per poi uscire. A testa bassa mi diressi verso l’uscita , sperando di non incrociare nessuno. Entrai in macchina, e tornai a casa.
 


(POV Demi)

 
Non riuscivo a capire dove mi trovassi, riuscii soltanto a distinguere una stanza di ospedale. Come ero finita qui? Mi guardai attorno, non c’era nessuno. Da quanto ero lì? Chi mi ci aveva portata? Provai a chiamare qualcuno, ma non riuscivo ne a parlare ne a muovermi. Rimasi nel mio letto, quando entrò un’infermiera.

-         Ah, finalmente ti sei svegliata cara!
-         Cosa…. Cosa mi è successo?
-         Non ricordi nulla?
-         Beh… si… ma… come sono arrivata qui?
-         Ti ha portata qui la tua amica. Era così spaventata, è rimasta qui tutta la notte..
-         Da quanto sono qui?
-         Non tanto… circa 24 ore
-         Oh…
-         Oh, guarda! Ecco la tua amica! La faccio entrare?
-         Si! … La prego!

 
L’infermiera mi salutò gentilmente sorridendomi. Dopo di lei entrò Miley. Rimase per un po’ immobile sulla porta, e mi fissava. Io facevo lo stesso, il mio era senso di colpa. Dopo dei minuti che mi parvero infiniti, riuscii a parlarle:

 
-         Miley…

A quel punto gli occhi le si riempirono di lacrime, e singhiozzando, mi venne incontro, abbracciandomi fortissimo.

-         Ma cosa credevi di fare, cosa?! Mi hai fatto prendere un colpo! Sono corsa a casa tua appena ho visto la chiamata…. Scusami ti prego se non ti ho risposto…..

Le parole le furono rotte da un altro singhiozzo. All’improvviso iniziai a paingere anch’io.
 
-         Scusa ….. non volevo spaventarti così! Io, io ….. stavo male, mi sono fatta prendere dal panico, e quando ho preso la lametta… scusami, ti prego, sono una stupida!!
-         Shh….. è colpa mia, non dovevo andare al lavoro…
-         Miley….. ti voglio bene…
-         Anche io Demi…. Anche io….


 
(POV Miley)
 

 
-         E così c’era anche Nick? Aww.
-         Si, è rimasto con me fino a poche ore fa, ma poi è dovuto tornare al lavoro. Ma mi ha promesso che sarebbe tornato appena possibile.
-         Menomale ….
-         ….Demi?
-         Eh…?
-         C’era anche Joe, se lo vuoi sapere.

A sentire le mie parole spalancò gli occhi, e sussultò.

-         C- cosa?
-         Si…. È rimasto con me e Nick. Però, appena ci hanno comunicato che stavi meglio è scappato via… non so perché..
-         … oh…
-         Hey… sono sicura che aveva solo paura di vederti così, tutto qui.
-         Mh… c’era anche Selena?

Rimasi interdetta. Mi dispiaceva per lei, perché appena la nominò mi guardò con aria triste, forse si aspettava una risposta negativa. Cosa avrei dovuto dirle? Che forse c’era, ma magari avevo avuto un’allucinazione?
 
-         Ehm…. Veramente….
-         Ah...
-         Demi..
-         No, va bene. Figurati. Non ci speravo più di tanto…
-         No Demi, aspetta. A dire la verità…. Io l’ho vista.
-         Come?
-         Cioè… forse si… o forse no … … non lo so....
-         … eh? Miley, spiegati meglio.

All’improvviso mi tornò in mente una scena della sera precedente:

*flashback*

- Selena! Fermati! Dove vai?
Selena si voltò per un secondo, mi guardò, senza dire una parola, per poi voltarsi e uscire fuori.
- Aspetta! Torna qui!

*flashback*
 
-         Allora….. allora lei c’era…
-         Si, però… appena mi ha vista è scappata. Sarà stata qui per qualche minuto..
-         Però c’era…. Forse non mi odia così…
-         Demi, perché mai dovrebbe odiarti?? È sempre la tua migliore amica, sono sicura che non ci riuscirebbe nemmeno volendo.
-         ……. Mi manca, Miley.
-         Lo so… però adesso ci sono io, no? Non sarò granchè, ma sempre meglio di nulla!
-         Beh, non direi….. se non fosse per te sarei morta.
-         ………
-         Posso chiederti una cosa?
-         Dimmi.
-         Mi hai… mi hai trovata tu?
-         ….. s si….
Mi scesero delle lacrime. Non era una scena facile da dimenticare.
-         Hey Miles….
-         Ehm… no, non preoccuparti, sto bene. È solo che, sai… non sopporto molto la vista del sangue, tutto qui!
Le risposi sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori.
-         Non sei molto convincente, sai..?
-         Taci … piuttosto, io ti dovrei picchiare.
-         Perché?
-         Perché dovevi chiamarmi altre cento volte, invece di aprire quello stupido computer. Mannaggia a te e alla tua testolina…
-         Scusa.
-         Non scusarti, ora stai bene,  no?
Le sorrisi, e lei ricambiò. Qualcuno intanto bussò alla porta:
 
-         Si puo’?
-         Nick!!
-         Demi!

Nick le corse incontro, abbracciandola forte. Poi le porse un mazzo di fiori.

-         Sono per me? Non dovevi scemo!
-         Ma figurati. Ci hai fatto prendere un bello spavento! Non farlo mai, più, mi hai sentita?
-         Si, scusami …
-         Brava bambina. Mi sei mancata.
-         Anche tu Nick.
-         Oh, ma che scena commovente!
-         Aahhahaha, vieni scema!

E dicendo questo Demi unì me e Nick in un abbraccio. Dopo un po’ arrivò Dianna

-         Ragazzi, potreste lasciarmi un secondo da sola con Demi?
-         Certo Dianna. Demi ci vediamo dopo, d’accordo?
-         Certo Miles, a dopo.
-         Io devo tornare a lavoro, ma appena stacco torno a trovarti.
-         Ci conto. Ciao ragazzi.
-         Ciao!

E detto questo ci congedammo, lasciando madre e figlia a parlare.
 
-         Nick?
-         Si Miley?
-         Dobbiamo parlare con quei due.
-         Quei due.. chi?
-         Ma come chi, Joe e Selena!
-         Intendi per la questione della donazione?
-         Non solo. Devono chiarirsi con Demi, ha bisogno di entrambi.
-         Hai provato a chiamare Selena? Io intanto potrei parlare con mio fratello…
-         Ci ho provato, ma non mi risponde!
-         Vabbè, io allora vado da Joe prima del lavoro, tenterò di convincerlo. Ti faccio sapere.
-         Ok, ciao Nick.











Angolo autrice
guardate cosa vi ho pubblicato..... :DDDDDDDD TADAAAAAA, SOPRESAAA!! :3 CONTENTI? :3
avevo quest'idea e ho deciso di pubblicare subito u.u :3 mi spiace, ma per scoprire il misterioso donatore, dovrete aspettare un po' u.u intanto, secondo voi, di cosa dovranno parlare Dianna e Demi? E Nick, riuscirà a convincere Joe? e Miley? riuscirà a contattare Selena? E lei, che fine ha fatto? fatememelo sapere in  una recensionuccia, che potete tranquillamente lasciare cliccando semplicemente su "lascia una recensione" :DD Simple, but effective! Scusate, lato directioner che fa capolino! :3 comunque, io ora vado, che sono le 2 meno venti di notte, maa... ringrazio tutti quelli che mi seguono e quelli che recensiscono, un saluto particolare a @_Niam, che mi aiuta sempre con i capitoli :3 si, dovete ringraziare lei se non fanno del tutto cagare! u.u'' vabeh, ora mi dileguo per davvero, alla prossima! xx
Haley

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


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Capitolo 8



 
(POV Demi)


 
L’amore di una madre è un sentimento che va oltre qualsiasi altro. Ti tiene dentro di te per 9 mesi, ti accudisce per una vita, come se fossi il suo tesoro più prezioso, perché lo sei per lei. Per quanto tu possa deluderla, non smetterà mai di amarti. Come fai allora, davanti a tua madre quasi in lacrime, che ti chiede perché sei arrivata a toglierti la vita, a dirle che ti sentivi sola? che non ti sentivi amata? A dirle praticamente che il suo ruolo è stato praticamente inutile, e che tutto l’amore che ti ha dato è stata come una secchiata d’acqua gelida? Come fai a deludere tua madre così? Come facevo a deluderla così?
Ma d’altronde era stato anche il senso di colpa a farmi tenere tutto dentro. Non avevo il coraggio di guardarla in faccia, mentre lei mi dava amore, io lo vomitavo nel bagno.

 
-         Perdonami mamma. 

Fu tutto quello che riuscii a dirle.

-         Amore mio, dimmi almeno perché…. Ho fatto forse qualcosa di sbagliato? Non sono stata una madre abbastanza presente? Non ti ho ascoltata….? Ti prego spiegami, perché non riesco a capire perché sei arrivata a….

Le parole le morirono in gola, soffocate da un sospiro affannato per trattenere le lacrime. Non riuscivo a guardarla in faccia. Odiavo vedere mia madre piangere, ha dovuto farlo troppe volte nella sua vita a causa di mio “padre”, non accettavo che dovesse soffrire ancora. Ero paralizzata davanti a lei, seduta nel mio letto d’ospedale, a fissare le lenzuola, con un senso di colpa dentro che mi rodeva il fegato. Cosa dovevo dirle? Credevo che ogni parola l’avesse solo ferita di più. Ma così avrebbe pensato sempre che il mio gesto fosse stato colpa sua. Non volevo piangere, ma fu più forte di me. Quando iniziai a parlare, la mia voce tremava, e gli occhi mi bruciavano.

 
-         Mamma …. Io non so perché ho fatto …. Tutto questo.. io … sono stata male, e non sapevo come fare per sentirmi meglio. A un certo punto ho creduto che ….. tagliarmi, avesse portato via tutto il dolore che provavo…. Sapevo che fosse sbagliato, ma… non trovavo altri rimedi….

Altri singhiozzi. Il suo sguardo andava ovunque, tranne che su di me. Sicuramente si vergognava di avermi come figlia. Non l’avrei biasimata.
 
-         Mamma però ti prego parlami….. guardami mamma….

Piangeva. Piangeva come non la vedevo piangere molti anni prima. Soffriva, soffriva tanto, e solo per colpa mia. Io recavo solo guai a chi mi circondava.
 
-         Se non ti ho mai parlato dei miei problemi, è perché avevo paura che …. Ti fossi vergognata di me… Sono così inutile, così…. Sbagliata, che credevo che anche mia madre mi avrebbe lasciata da sola, così ho preferito affrontare tutto da sola…….

 
In quel momento mia madre mi tirò uno schiaffo. Non aveva mai alzato le mani su di me, mai, ma in quel momento una strana forza l’aveva spinta a tanto. La guardai fissa negli occhi, tanto simili ai miei, paralizzata dalla paura. Senza dire una sola parola, lacrime su lacrime scesero lungo le mie guance; mi sentivo ancora più debole di prima. Finalmente mia madre mi guardò, e scorgendo il terrore nei miei occhi, riconobbe la bambina fragile che si nascondeva dalle grinfie del padre ubriaco, della bambina sola bisognosa solo di un po’ di amore. Si portò entrambe le mani alla bocca, e ricominciò a piangere silenziosamente. Io ritirai le gambe contro il petto, come facevo quando ero piccola, e con la testa tra le gambe iniziai a singhiozzare.

 
-         Lo sapevo, ti v-vergogni di me…. Sono una pessima figlia, mi- mi faccio schifo da sola..!

Parlavo a fatica tra le lacrime. Sapevo di aver commesso un grave errore, ed essere sopravvissuta non faceva altro che aumentare i miei sensi di colpa per aver tentato il suicidio.

 
-         Demi, ascoltami per favore. Guardami. Ti prego perdonami per lo schiaffo, non mi sarei mai dovuta permettere. Ma tu ora mi devi ascoltare. Tu non sei inutile. Sei mia figlia, la cosa più bella che mi sia capitata, l’unico lato positivo della mia vita. Non mi vergogno di te, non mi sarei mai vergognata di mia figlia, sei la più grande soddisfazione che ho. Credi che avrei sofferto venendo a conoscenza dei tuoi problemi? E come credi che sarei stata se ora ti stessi parlando attraverso una tomba? Eh? credi che sarei stata felice di perdere il dono più prezioso che abbia mai avuto? Supereremo insieme tutti gli ostacoli che hai da affrontare, ma ti prego, d’ora in poi i tuoi pesi li divideremo per due. Non voglio mai, mai più vederti affrontare un problema difficile da sola, capito? Non ti vergognare di chiedere aiuto, se ne hai bisogno. Io ti voglio bene, e non ti abbandonerei mai.

Alzai lo sguardo. Tremavo, e piangevo. Piangevo, tantissimo. Le mie guance erano umide, i miei occhi arrossati, ma appena sentii le parole di mia madre mi rannicchiai ancora di più, singhiozzando forte. In quel momento ero una bambina, una bambina che cercava il conforto delle braccia della propria madre. Sembrò leggermi nel pensiero, perché non feci in tempo a tendere di poco le braccia, che mi circondò completamente, stringendomi a se, come un tesoro perduto che cercava da tanto. Mi baciava la testa, accarezzandomi i capelli e sussurrandomi:

-         La mamma è qui piccola mia, non ti lascio

Io non dicevo niente, riuscivo solo a piangere. Stavo sfogando mesi, anni di solitudine, di sofferenza e di dolore.

-         Scusa, scusa, scusa….
-         Shh, calmati dai. Scusami tu, avrei dovuto accorgermene prima. D’ora in poi non ti lascio più sola, ma tu non respingermi, ok? Se hai bisogno di me, dimmelo. Io ci sarò.
-         Mamma …. Ho bisogno di te….
-         Ti voglio bene piccola mia.
-         Anch’io …

Rimanemmo abbracciate, io ancora in lacrime, lei che mi cullava, come quando ero piccola.
L’amore di una madre non cambia, resta lo stesso da quando ci tiene in braccio per la prima volta, fin quando esala il suo ultimo respiro. Nonostante tutti i nostri errori. 













Angolo autrice
sono molto buona in questi giorni, sisi u.u è il terzo capitolo che vi pubblico in poco tempo, o sbaglio? u.u no, la verità è che non trovo ispirazione per le altre ff, se non per questa. sarà il periodo... comunque, questo capitolo è molto triste, devo ammetterlo. ma anche molto commovente. un rapporto tra madre e figlia che resta indissolubile anche dopo gli errori di una figlia in difficoltà. Le parole di una madre che forse molti di noi vorrebbero sentirsi dire ogni tanto..... spero vi piaccia, per me non è niente di che, ma non è male :) Se vi va, lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate, tengo molto alla vostra opinione, positiva o negativa che sia :) 
Detto questo, ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia, tutti coloro che la seguono, che la commentano e che l'hanno messa tra i preferiti. Tengo molto a questa storia, e vederne il successo mi fa molto felice :)
Vabbeh. ora vi saluto, alla prossima :) Ah, se non mi farò viva per un po' è perchè sono fuori casa, e la connessione a volte può non andare  bene :)
Alla prossima:)
xx
Haley :)

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


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Capitolo 9




 
(POV Joe)
 


-         Fratello, esci da quella stanza
-         Vattene Nick, non rompere!
-         Fammi capire, hai intenzione di restare rinchiuso lì dentro tipo una di quelle pazze piene di gatti? Guarda che io non ti verrò a portare il cibo, sarai costretto a morire di fame!
-         Mmh… ma perché insisti così?
-         Devo parlarti, avanti aprimi! Non fare storie!

Emisi un grugnito di rassegnazione e pigramente mi alzai dal letto per aprire la porta. Erano tre giorni che non uscivo di casa, mi scocciava anche andare al lavoro. Avevo dato il mio addio a Demi, ma forse non ero poi così pronto. Così, il modo migliore per non vederla era non uscire più. Evidentemente non dovevo essere molto lucido, ma mi sembrava l’unica soluzione plausibile.
 
-         Wow! Ma da quant’è che non dai una pulita, Josef?
-         Piantala, sembri la mamma
-         Probabilmente dovresti ancora vivere con lei se  casa tua è sempre in queste condizioni!
-         Che ci posso fare? Non mi va di fare nulla, figurati di pulire casa
-         So perché, ma questa non è una giustificazione per fare la vita da relegato!
-         Davvero, sai il perché? E sentiamo, quale sarebbe?
-         Semplice, Demi.

Ahia. Non doveva dirlo. Rapidamente l’espressione sul mio viso cambiò, passando dalla strafottenza alla… tristezza. Fissai un punto fisso sulla parete della camera, poi mi sedetti, sospirando, al bordo del letto. Mi mancava, e tanto. Volevo vederla, ma avevo fatto una promessa. Per stare bene, per essere felice, sarei dovuto uscire dalla sua vita. Ma questo Nick non poteva saperlo.
 
-         Allora?
-         Allora cosa? Cosa dovrei dirti?
-         Quello che già sappiamo entrambi, ma che tu non hai le palle di ammettere. Che Demi ti manca un casino ma non hai il coraggio di tornare da lei per il senso di colpa. È così, vero?
-         …. Non posso
-         Cosa non puoi?
-         Non posso tornare
-         Che cosa assurda! Perché mai?
-         Aah… tu.. non capisci! Non puoi capire! Non posso tornare da lei perché … perché no, punto e basta.
-         Certo che sei strano forte…
-         Sarò strano, ma tu sei sempre in camera mia. Posso riposare? Ho voglia di stare da solo se non ti spiace.
-         .. come vuoi.. allora vado Joe, oggi Demi torna dall’ospedale e io e Miley l’andiamo a trovare nel pomeriggio. Ma non pensare di averla passata liscia! Non me la racconti affatto giusta!
-         Si si.. come ti pare
Dissi affondando la testa nel cuscino

-         Ah, e comunque- aggiunse Nick spuntando dalla porta, - anche a lei manchi, non ha fatto altro che chiedere di te mentre era ricoverata-
-         …
-         Ti lascio dormire testone, a dopo

E detto questo andò via.  Davvero a Demi mancavo..? No, non dovevo lasciarmi convincere, non potevo entrare di nuovo nella sua vita e distruggerla! Ma perché doveva sempre essere tutto così complicato? Cacciai un urlo liberatorio, per poi girarmi e riaffondare a peso morto la faccia nel cuscino. 


 
(POV Demi)

 
 
Era passata una settimana dal mio ricovero in ospedale, e dopo analisi, cure, e accertamenti di ogni tipo, i medici avevano finalmente acconsentito a mandarmi a casa. Non sapevo se essere felice o meno, a dire la verità. In ospedale ero sempre circondata da una marea di gente, dai dottori a mia madre, o le mie sorelle, o a Nick e Miley. Odiavo tante attenzioni, forse perché mi facevano sentire più malata di quanto già non fossi, ma d’altro canto, sapevo che una volta tornata a casa sarei stata di nuovo da sola, e poi? Cosa avrei fatto? E se avessi tentato di nuovo? Chi mi avrebbe salvato stavolta? Ero praticamente terrorizzata, mentre uscivo a testa bassa dalle grandi porte dell’ospedale per prendere posto sul sedile anteriore della macchina di mia madre. La macchina era partita, e coi pensieri mi lasciai trasportare dal paesaggio che scorreva fuori dal finestrino.

-         Tutto bene tesoro?
-         .. si, credo..
-         So che hai paura, ma tranquilla, non sarai da sola.. nessuno ti sta giudicando.
-         Forse tu mamma, ma … gli altri? Il resto del mondo?
-         Non dare peso a cosa il resto del mondo pensa di te, ma solo a ciò che tu pensi di te stessa. Ricorda che tante persone ti vogliono bene, e che non ti abbandoneranno, a prescindere da cosa gli altri diranno.
-         Lo so…
-         Coraggio, qualunque cosa accada, puoi affrontarlo con noi, con me. D’accordo?
-         Si.. grazie mamma
-         Di nulla tesoro mio.

 
Le sorrisi, ma non mi ero convinta. Sapevo che le sue parole erano vere e piene di amore sincero verso di me, ma sapevo anche cosa mi avrebbe aspettato il rientro a casa. Cosa avrebbero pensato i fan? Se mai ne fosse rimasto qualcuno… già immaginavo i commenti: una pazza psicopatica, senza cervello, folle, e talmente tanti altri che non riesco nemmeno a ricordarmeli. Temevo solo di entrare in camera mia, con il computer sulla scrivania. Detto francamente, sempre se avesse ancora funzionato dopo la botta che gli avevo inferto contro il muro. Sorrisi a quel pensiero. Un sorriso amaro, che non faceva altro che ricordarmi che mi sarei trovata di nuovo faccia a faccia con me stessa. Solo perché gli altri sapevano la verità, non significava che io fossi guarita. Anzi, peggiorava solo le cose. 

















Angolo autrice
SAAAALVEEE!! :D Vi sono mancata?? :) Vi avevo avvertito, con l'inizio della scuola sarei stata molto più assente, e infatti, non faccio altro che studiare come un mulo, e siamo a mala pena ad ottobre! Assurdo, vi pare? Comunque, ultimamente non ho molti colpi di genio, sarà per la scuola, ma... questo capitolo un po' mi piace :) *oooooooooooooohhhh* Si, lo so, non è una cosa che dico spesso, ma non è male uu :3 Demi mi mancava, sisi c: e soprattutto mi piace aver messo finalmente i due Jonas! Perchè si, lo so che è il momento che aspettavate di più, morite dalla curiosità, vero? ewe ma non saprete molto tanto presto uu 
*muahahahha* Sono perfida, I know. 
Anyway, spero di vedervi in numerosi come nei capitoli precedenti, e anzi, volevo ringraziarvi davvero con tutto il cuore, non credevo davvero di avere tanto successo, a me nemmeno piaceva come storia! *vabbè,sondettagli* comunque grazie mille,mi fa molto felice vedere che piace! Poi dite tutti che vi piace come scrivo.... cioè, UAO. xD Manco fossi J.K Rowling uu (ok, lo ammetto, non me ne venivano in mente altre :')) Vabbè, prometto di continuare, non appena lo studio me lo permetterà c: intanto leggete e fatemi sapere con la solita recensioncina piccina picciò :3 Accetto anche insulti se necessario. Se faccio schifo, non lasciatemi nell'ignoranza c: Ora vi lascio, è tardi e domani ho scuola, sennò poi dormo in classe, lol. 
Mi dileguo, adios piccini miei C: 
xx
Haley <3

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


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Capitolo 10



 
(POV Nick)


 
-         Fai attenzione Nick, così cade tutto!
-         Scusami, ma sei troppo buffa conciata così! AHAHAHHA
-         Scemo! Pensa ad aiutarmi piuttosto, fra poco Demi sarà qui e non voglio che nulla rovini tutto questo!
-         Ok, ok… la smetto, ma resti buffa.
-         Si, come vuoi, ma ora aiut….. oh, scusami un momento, è il mio cellulare!
-         Certo, figurati!


 
Demi sarebbe stata di ritorno a casa di lì a poco, e Miley era riuscita a convincermi ad organizzarle una sorpresa di benvenuto. Aveva portato i palloncini, che le avevo aiutato a gonfiare, e aveva preparato un enorme striscione con scritto “WELCOME HOME”. Ci teneva molto, sapevo quanto, così decisi di buon grado di aiutarla, anche quando, quasi con sguardo assassino, mi aveva sgridato per lo sbagliato accostamento di colori dei palloncini. Inizialmente mi venne da ridere, ma mi faceva tenerezza, perciò sorridente decisi di ubbidire.
 


-         Grazie- disse, - non credermi pazza, ma ci tengo che Demi si senta bene accolta, non voglio che..
-         Hey, lo so, tranquilla.


Mi sorrise, con uno dei suoi sorrisi più belli. I suoi occhi colore del mare brillavano, e il mio cuore batteva all’unisono con il suo. Per me bastava respirasse, ed era la creatura più bella sulla faccia della terra. Non avevo mai smesso di amarla, fin dal primo giorno. Aiutarla nelle sue imprese rappresentava per me un modo per starle vicino. Si, sapevo fosse FELICEMENTE fidanzata, ma preferivo fare la parte dell’amico fedele che rinchiudermi in casa come quell’idiota di mio fratello Joe. Demi era sempre stata sua, e lo sarebbe stata sempre, era troppo cocciuto per capirlo. Miley invece, l’avevo persa per sempre. Nonostante mi ostinassi a non ammetterlo, non era più mia da tempo. Ciò nonostante quello che potevo fare era starle vicino, da amico, e amarla da lontano, un po’ come un angelo custode. Anche se dentro ci stavo da schifo.

 
-         Nick? Tutto bene?
-         Cosa…?
-         Ti ho visto assorto a fissare il muro… sicuro che vada tutto bene?
-         Cos? Ehm, no.. cioè, si, ero solo sovrappensiero!
-         Oh, e a cosa pensavi?
-         Nulla di importante. Piuttosto, tu, tutto bene?

Dissi accennando alla chiamata precedente.


-         Eh..? Ah, si, era Liam, voleva sapere come stesse procedendo qui.

Non che ce l’avessi con Liam, davvero, mi era pure simpatico, ma Miley era l’amore della mia vita, e vederla tra le braccia di qualcun altro, legata a labbra che non fossero le mie, mi distruggeva. Ma non ero stato abbastanza uomo con lei, ero stato un debole, e ora stavo pagando il prezzo dei miei errori.
 
-         Oh, capisco! Salutalo da parte mia
-         Lo farò- disse sorridendomi.
Ricambiai e insieme tornammo a gonfiare i palloncini rimasti.

-         Nick …
-         Si?
-         Posso farti una confidenza?
-         .. certo!
-         Ecco… secondo te posso spingermi più in là con lui? Intendo, con Liam. Stiamo insieme da tanto ormai, ma ogni volta c’è qualcosa con lui che mi blocca, che mi impedisce di fidarmi completamente di lui. Secondo te, è una cosa brutta?

Lascialo, torna da me. Ti amo, lo capisci? Non ho mai smesso di farlo, e il mio cuore non lascerà che tu giaccia tra le braccia di un altro. Ti amo Miley, TI AMO!
 

-         Lo ami?
 
Idiota!
 
-         Beh, si….

Diglielo, diglielo!!

-         Beh, allora fai quello che ti senti di fare. Ascolta il tuo cuore, se lo ami davvero, verrà naturale fidarsi di lui, tranquilla.
 
Allora sei proprio cretino.
 
-         Davvero lo credi?

No, no, no.
 
-         Certo.

Sei un caso perso ragazzo.

-         Grazie.
-         Di nulla.
-         Beh, sbrighiamoci ora, Demi sarà qui tra poco!
-         Hai ragione

Tornò frettolosa al suo lavoro, mentre con gli occhi la osservavo tagliare festoni e gonfiare palloncini. Maledetto amore, maledetta testa, maledetto me.
La fissavo, estasiato, e al tempo stesso distrutto.

 
(POV Demi)

 
-         Amore, vieni dai!
-         Eccomi mamma! Ma perché tanta fretta? Ci corre dietro qualcuno?
-         Ma no sciocchina! Non sei contenta di tornare a casa??
-         Ehm… si… sicura di stare bene?
-         Si, te l’assicuro. Ora, saresti così gentile da passarmi le chiavi nella borsa per favore?
-         Certo.

Mia madre era impaziente, euforica, e non ne capivo il motivo. Dopotutto, chi c’era ad aspettarmi, a parte le mie sorelle? La mia cagnolina Lula, forse, ma nessun’altro. Sospiravo, mentre mia madre apriva frettolosa la serratura della porta di ingresso. Entrai, recandomi nel soggiorno. Ero stata via pochi giorni, ma mi sembravano passate settimane. Sentii dei passi, e dell’abbaiare.
 
-         Lula! Come sono contenta di vederti!

L’abbracciai, mentre felice scodinzolava e mi leccava la faccia. la misi a terra, e alzai lo sguardo, quando ad un tratto, notando la luce accesa, mi voltai e sentii urlare “BENTORNATAAAAAAAA”
Mi girai di scatto, e vidi Miley, Nick, e le mie sorelle che mi sorridevano in fondo alla stanza. Ero circondata da palloncini e festoni, e avanti a me si ergeva appeso al muro un lungo striscione con la scritta “WELCOME HOME”. Sorrisi, felice, e andai ad abbracciare le mie sorelle.
 
-         Grazie! Ma come vi è venuta un’idea simile??
-         È stata tutta opera di Miley, ha fatto tutto lei!
-         Davvero?
-         Si.. ciao Dems
-         Mils!!

Le corsi incontro, saltandole letteralmente al collo. Ricambiò la stretta, e dopo averla lasciata, mi diressi da Nick per abbracciarlo. “festeggiammo” per tutto il pomeriggio, finchè Nick dovette tornare al lavoro. Era l’ora di cena, e proposi a Miley di rimanere da me. Dopo cena salimmo in camera mia. Aprii la porta, e la prima cosa che vidi fu il mio portatile, collocato sulla mia scrivania. Vedendolo mi tornò in mente il giorno in cui tentai il suicidio, e chiusi gli occhi, impaurita, poi presi un respiro profondo e mi avvicinai.

-         Un po' ammaccato, eh?- dissi abbozzando una risatina.
-         già ... 
-         ........
-         Coraggio, dai. Per stasera ci sono io, non ti accadrà nulla.
-         Lo so Miley. Grazie.
-         Di nulla.

La serata si concluse in modo molto ordinario: ascoltammo la musica a palla fino a tardi, vedemmo un horror, fino a quando, esauste, non crollammo addormentate una accanto all’altra. Mi sentivo serena, felice, di nuovo a casa. Ma sapevo fosse solo l’inizio. Domani era un altro giorno.




























Angolo autrice
Salve a tutti :) Questo capitolo è frutto di un faticoso lavoro, dovete essermi grata che per voi vada a letto alle 2 sapendo di andare a scuola il giorno dopo con per di più l'interrogazione di storia! ù_ù aspetto la statua! Anyway, ho deciso di dedicare il capitolo a Miley e Nick, ho deciso di dedicare loro una parte della storia. No, non vi dirò nulla su come andrà a finire la loro situazione, dovrete scoprirlo da soli, tuttalpiù che devo ancora deciderlo anch'io, per cui u.u
Beh, ora vado a nanna, ho molto sonno xD Davvero molto xD
leggete in tanti, e, se vi va, lasciate una recensione :) vi aspetto in numerosi, notte! 
vi voglio bene c:
xx
Haley <3

Ps. Sil, se stai leggendo, ti adoro *^^^^^* notte sorellona, lol :') <3

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


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Capitolo 11



 
(POV Demi)


 
Il sole splendeva quella mattina. Ero già sveglia da almeno un paio d’ore, il sonno non mi aveva concesso molto quella notte. Aprii gli occhi da quello stato di semi-veglia, e a fatica, mi trascinai  fuori dal mio letto, mentre Miley dormiva accanto a me.


 
-         Sveglia dormigliona, è mattina- dissi piano. Nemmeno io avevo tutta questa voglia di alzarmi, in realtà, ma non avevo chiuso occhio, e non ci sarei di certo riuscita ora, per cui….

 
-         Mmh… ancora 5 minuti mamma…

 
 
-         Non sono tua madre, sono Demi, colei che ti getterà una secchiata di acqua gelida addosso se non butti subito fuori quel tuo culo dal mio letto

 
Si girò, e aprendo piano gli occhi, focalizzando la vista ancora appannata dal  dormiveglia, mi vide seduta vicino a lei che la scrutavo con fare minaccioso. 

 
-         Sei molto simpatica di prima mattina, vedo.
-         Già. Ora alzati
-         Okay, okay… che giorno è oggi?- chiese, infilandosi le pantofole.
-         Mm.. sabato, perché?
-         Che ne dici di fare un po’ di shopping in centro?
-         Sh- shopping? In centro? In…. In pubblico?
-         Nno, pensavo più allo scantinato di casa mia…. Dove altro sennò?
-         M-ma….
-         Puoi fidarti di me? Fregatene dei commenti che sentirai, perché non posso negarti che i commenti ci saranno. Ma fregatene. Sono stata abbastanza chiara?
-         Si capo…. – mormorai. Come gli era balzata in testa quell’idea? E soprattutto, perché? Se il buongiorno si vede dal mattino…….






 
 
-         Tu-tutta questa roba per la colazione? Non ti sembra di esagerare, mamma?
 
-         Ma no amore, mi andava di cucinare.... non è poi tanta roba!
 
-         Ma… dovrò mangiarla tutta io? - chiesi, sgranando gli occhi.
 
-         Non sei affatto obbligata, basta che mangi qualcosa.
 
-         Nel caso ti aiuto io Demi! Non mi da fastidio!
 
-         Ahahahah Mils, menomale che tra le due c’è una con lo stomaco più capiente!
 

 
-         O dovrei chiamarlo pozzo senza fondo….. – dissi, ridendo, mentre la osservavo mangiare (o trangugiare) di gusto un piatto colmo di pancake.
 
-         Cosa vuoi! Non mangio un pasto decente da una settimana!
 
-         ……..
 
-         He-hey, fai finta che non abbia detto nulla! Non intendevo, dai… scusami.
 
-         Di cosa dovresti scusarti? – dissi, abbozzando un sorriso. Non dovevo farle capire che mi sentivo in colpa, ma si, mi ci sentivo, eccome. Non avevo pensato alle conseguenze delle mie azioni. O forse, stupida com’ero, non mi ero resa conto che qualcuno si sarebbe potuto attivare tanto per me. Miley sospirò, e mi mise una mano sulla spalla, incoraggiante.
 
-         Allora, pronta per lo shopping?
 
-         Ancora con questa storia? Dobbiamo proprio Miley?- dissi, esasperata. No, decisamente non mi andava. 
 
-         Certo che dobbiamo! Non vorrai rimanere chiusa in casa tutto il giorno?
 
-         Beh….. - non era una cattiva idea, dopo tutto, no?...
 
-         Cammina! Vatti a vestire! – disse, spingendomi verso le scale.
 
-         D’accordo, d’accordo….. vado! –

 
Perché a me? Perché a me??


 
(POV Selena)
 



-         Comunque, Demi è tornata a casa.

-         ..... Come sta?

-         Sta bene, non perfettamente, ma… meglio. Le siamo tutti vicino per darle una mano.

-         Menomale… sono contenta. – dissi, abbozzando un sorriso poco convincente.

-         Sai, quando sono triste, o ho un problema, la prima persona che sento il bisogno di avere vicino, sono i miei fratelli.

-         Davvero?

-         Si.. beh, sono più grandi di me, sono le mie rocce. Anche se a volte Joe è una gran testa dura, e spesso a fare da fratello maggiore ci penso io, ma…. È un bravo fratello. E anche un bravo amico.
Joe è un po’ il mio migliore amico, il primo a cui racconto le cose, il primo a cui chiedo consiglio, aiuto, conforto. Anche quando litighiamo, le cose non cambiano tra di noi.


 
Chiusi gli occhi. Sospirai, pesantemente. Sapevo dove voleva andare a parare. Nick sapeva centrare il punto, e anche molto bene. Quella mattina, ero andata a fare colazione al bar sotto casa, avevo voglia di camminare, e l'avevo incontrato dietro di me in fila alla cassa, che aspettava l’ordine del suo caffè, così ci sedemmo insieme per parlare. Stavo male, mi sentivo in colpa per Demi, mi mancava un casino, ma non avevo le palle di chiederle scusa. Ero una vigliacca.


 
-         Non credo Joe l’abbia mai fatta tanto grossa tanto da non meritare il tuo perdono. – la mia voce si incrinò, il mio senso di colpa era davvero grande. Non meritavo l’aiuto di nessuno.

-         Tutti meritano una seconda possibilità Selena. Non c’entra quanto grave sia l’errore.
 
-         I- io ….. io l’ ho abbandonata. Quando aveva bisogno di me, io non c’ero. Lei si tagliava, e io non c’ero. Lei piangeva, da sola, e io non c’ero. Lei ha tentato di uccidersi, e io non c’ero. È colpa mia. Tutta colpa mia.

 
Ormai piangevo, il dolore era troppo forte. Volevo la mia migliore amica, ma per me non c’erano altre possibilità di ottenere il suo perdono. L’avevo fatta grossa, meritavo di rimanere da sola, come avevo lasciato Demi negli ultimi 6 mesi. Nonostante sentivo facesse così male da provocare una forte fitta al cuore.

Nick si intenerì, e prendendomi la mano, mi sussurrò: - non dire queste cose, non è colpa tua. Non sapevi come aiutarla, tutto qui. Ma non dire che è colpa tua, perché non lo è.

-         Tu sei il suo migliore amico Nick, lei… ti parla di me?

-         No… sai, la vedo poco, ho sempre da lavorare.. comunque finora non la ho mai sentita parlare di te, mi spiace.

-         Capisco… 

-         Senti, prova a parlare con Miley. È quella che le è stata più vicina in questo periodo. Secondo me ti può aiutare.

-         Come faccio? Chi mi dice che non mi odi anche lei?

-         Fidati, non ti odia. E anche se fosse, puoi sempre provare.

-         …… Già. In fondo cos’altro ho da perdere. Grazie Nick.

-         Ma ti pare.


 
Ci salutammo, e me ne tornai a casa. Avrei seguito il consiglio di Nick?


 
(POV Demi)

 
-         Miley…. Ti prego….. facciamo una pausa?

-         Perché ? ci mancano ancora una ventina di negozi! Non fare storie, su!

-         Co- cosa? Sei impazzita? Vuoi riuscire dove ho fallito e uccidermi per caso? – si prova a sdrammatizzare a volte, si.

-         Demi, finiscila. Solo un altro negozio e poi ci fermiamo allo sturbucks, d’accordo? – rispose, sospirando.

-         Ce la posso fare….. credo…

-         Bene. Ora muoviti!


 
Miley era riuscita a trascinarmi in centro, non so come, ma ci era riuscita. La piazza era gremita di folla quella mattina, in alcune zone a stento riuscivi a camminare. Miley inoltre, a differenza mia, era una mecenate dello shopping, e starle dietro era un allenamento più efficace di un’arrampicata. Erano almeno 2 ore che le correvo dietro, ma lei non sembrava essere minimamente stanca. Non che non mi piacesse fare compere, ma non ero così fissata, devo ammetterlo. Sinceramente, non l’ho mai trovata una cosa adatta a me. Come se non bastasse, sentivo lo sguardo indagatore di tutti in mezzo alla folla, e la cosa che più aspettavo era di andare via da là. Ma mi sforzai di non darlo a vedere, almeno non davanti a Miley.

 
 
Finalmente, la mia amica decise di accontentarmi, così, dopo 2 ore e mezza di stressante shopping, facemmo sosta allo sturbucks vicino. Miley beveva un caffè caldo, mentre io, contenta di essermi fermata, (e nascosta dalla folla) gustavo il mio sudato frappuccino. Ad un tratto, trasalii, guardando impalata oltre l’ingresso del locale.

 
-         Demi, cosa c’è?

-         Io… Selena….

-         Cosa?

-         Miley, c’è Selena…..


Ci guardammo, per minuti infiniti. Anche lei mi aveva vista. Sentivo gli occhi farsi lucidi, ma dovevo parlare, dirle quanto le volevo  bene e quanto mi mancava la mia migliore amica. Senza pensare, mi alzai, per andarle in contro, ma mentre cercavo di raggiungerla chiamandola ripetutamente, girò in fretta lo sguardo, chiudendo gli occhi, poi corse via, fuori.

-         Selena…! Do- dove vai…?

Non ricevetti risposta. Uscii fuori, ma non la trovai. Se ne era andata. Perché non voleva parlarmi? Allora avevo ragione? Non mi considerava davvero più sua amica? Era venuta in ospedale solo perché le facevo pietà? Sentii gli occhi pungere, e in poco tempo la vista mi si appannò a causa delle lacrime silenziose che era iniziate a scendere. Miley intanto mi raggiunse, e vedendomi piangere, senza chiedermi ne come ne perché, mi abbracciò.


Tornammo a casa, poi Miley se ne andò, aveva già fatto troppo per me. Mia madre non c’era, fuori per il weekend con mia sorella, così mi ritrovai da sola, immersa nei miei pensieri, sul divano del soggiorno. Non avevo mai smesso di pensare a cosa era successo poco prima, e non volevo convincermi dell’amara verità che mi si era parata davanti. Io e Selena non eravamo più amiche, o almeno così mi aveva fatto credere lei. L’avevo persa, nonostante lei mi avesse abbandonata, quella che stava pagando ero solo e soltanto io. Iniziai a piangere, a sfogarmi, perché, dopo tutto quello che avevo passato, pensare che gli ideali a cui credevo, il “per sempre” che attribuivo all’amicizia, a quella che credevo un’amiciziaindissolubile, erano solo frottole, mi faceva male. Non ci volevo credere, ma mi stavo convincendo che nessuna amicizia potesse durare per sempre. E allora, perché continuavo a piangere?
Singhiozzavo, forte, avevo solo bisogno di qualcuno che mi stringesse tra le sue braccia, o meglio, che Selena facesse ingresso da quella porta e mi dicesse, “stupida, non ti ho mai dimenticata, resterai sempre la mia migliore amica” , e che mi abbracciasse, come fino a due anni prima.
Mentre cercavo di placare i singhiozzi, non mi accorsi della porta di ingresso che si apriva. Sentii dei passi, e spaventata mi girai per vedere chi fosse.


 
-         J- Joe…. ?!

-         Demi…… devo parlarti..














Angolo autrice
OOOOOOOh, bene, bene, bene. Vi sono mancata? c: questo capitolo non mi piace molto, perchè lo considero di passaggio.... mi serve per arrivare alla parte che già ho ben scritta nella mia mente, mooooolto più bella :33 
Spero non mi abbiate abbandonata dopo questa luunga mia assenza in questa ff, spero davvero di no! çç ci tengo tanto a questa storia! 
Bene, parliamo del capitolo. Selena vuole parlare con Demi, ma si sente in colpa, Demi non capisce perchè Selena faccia finta di non vederla, e crede l'abbia dimenticata. Credete che siano due ebeti? Si, lo penso anch'io. ma così la storia perderebbe di fascino uu 
E Joe? vi ha sorpresi? ewe o credete sia sbagliato un suo ingresso improvviso? per questa parte devo ringraziare Niam_ per il suggerimento uu 
Grazie uu 
vabeh, in attesa delle vostre bellissime recensioni, mi dileguo, che inizio ad avere sonno (:
Alla prossima, e grazie per la vostra continua attenzione! Vi adoro! :33 <3
xx
Haley (:

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


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Capitolo 12



 
L’incubo delle mie ultime notti si era appena fatto realtà. Quell’incubo che da mesi cercavo di tenere nascosto, che con tutte le mie forze reprimevo fino a spingerlo giù, in profondità, la dove nemmeno i miei pensieri peggiori potevano arrivare, ora era in piedi, tremante, davanti a me, che mi chiedeva perdono. Sembravano ore di silenzio, invece era lì solo da 10 minuti. Le mie gambe si erano come fossilizzate, li ferme sul divano, come incapaci di muovere anche un solo passo, così, mentre Joe rimaneva impalato alla porta senza fiatare, forse implorante e in attesa di una mia risposta, l’unica cosa che riuscii a dire fu:
-      Cosa ci fai qui?
La sua espressione aveva un non so che di comprensivo nei miei confronti. Forse sapeva bene di avere una grande faccia tosta a presentarsi a casa mia, ma se era venuto fin là, un motivo doveva esserci, almeno quello era il mio intento sapere.

-      Demi … so che non dovrei essere qui, ma… devo parlarti, è davvero importante.
-      Ti ascolto. – volevo, credevo di sembrare forte e risoluta, ma la mia voce incrinata si sentiva fin troppo bene, rischiavo già di cedere. E non doveva accadere, non di nuovo. Joseph Adam Jonas aveva la capacità di farti cadere ai suoi piedi, di farti incantare, con le sue belle parole e i suoi gesti affettuosi, di farti innamorare, e continuare ad amarlo, nonostante sia poi altrettanto capace di buttare il tuo cuore quando ritiene sia consumato abbastanza. Si, perché nonostante tutto lo amavo, eccome. Il mio cuore batteva più forte anche solo sentendo il suo nome, ma Joe faceva lo stesso effetto a tante altre ragazze, lo sapevo fin troppo bene,  e non mi è mai andato giù. Chiamatemi gelosa, ma sapere che il tuo ragazzo potrebbe facilmente non essere più tuo, ma di pubblica condivisione, non è una cosa tanto semplice da digerire.

-      Come… come stai?
-      Sto meglio. – bugiarda. Gli altri credevano stessi meglio, ma la verità è che non era cambiato nulla. Solo che il mio ‘piccolo segreto’ non era più tanto piccolo, ne … segreto.
-      Ne sono felice. Sai, mi sei mancata… molto.
Non cedere. Non cedere. Non cedere. Perché ora veniva da me dicendo queste cose? Cosa voleva ottenere? Cosa voleva da me?
-      Perché mi dici questo?
-      Beh, perché… è la verità…
Oh, Joseph Adam Jonas, non fare le tue solite recite con me. So benissimo dove vuoi arrivare con quella faccia da cane bastonato. Ma qui la vittima sono solo io, non tu. Non basterà una faccetta d’angelo per farmi cambiare di nuovo per te.
-      Joe…
-      No Demi, ti prego, fammi finire. So che sei arrabbiata e ti capisco, lo sarei anch’io se avessi subito quello che ti ho fatto passare; sono stato uno stronzo, un vile, un cretino. Un vero cretino, perché ti ho lasciata andare, quando eri l’unica cosa davvero bella della mia vita. Capivo che tra di noi c’era un legame molto speciale, e sono stato un verme ad averlo distrutto. Mi sono chiesto più volte come facessi a rimanermi vicino, io nemmeno capivo che quella ad aver bisogno del mio aiuto eri tu. Ero un ragazzino immaturo, di quelli che tu hai sempre odiato, ma non te ne sei mai andata, finchè non l’ho fatto io. E ogni giorno penso alla grande stronzata che ho avuto il coraggio di commettere, a quanto abbia sbagliato, a quanto mi manchi ogni giorno se solo penso a tutto quello che avrei potuto guadagnare stando con te, di tutto l’amore che avrei ricevuto, che avrei potuto dare. Eri l’unica che davvero mi capiva, che nonostante tutti i problemi, ora me ne rendo conto, mi mostrava sempre un sorriso per tirarmi su. Ora ho capito di aver commesso un errore. Ho capito di non essere mai stato davvero alla tua altezza. Tu non mi meriti. Meriti molto di più, qualcuno che sia davvero in grado di amarti, non come ho fatto io. Ma nonostante ciò, ti amo, ti amo ancora, ti ho sempre amato, e probabilmente non smetterò mai di farlo. Sei la mia luce ogni mattina, e da quando non ti ho più accanto a me vedo solo buio. Mi manchi da impazzire, ma mi merito tutto quello che sto passando, ora lo so, l’ho capito. Mi dispiace Demi, mi dispiace davvero tanto, per tutto il male che ti ho fatto. Sono altrettanto codardo a chiedertelo, ma vorrei solo che un giorno tu riuscissi a perdonarmi. Forse non tornerebbe tutto come prima tra di noi, ma almeno avrei la certezza di essere davvero cresciuto, e forse di non fare più del male alle persone che ho intorno a me. ..
E ora cosa avrei dovuto rispondergli? Se questo discorso l’avessi sentito solo un mese fa, probabilmente gli sarei saltata al collo e l’avrei stretto il più forte possibile a me, senza lasciarlo più andare. Ma ora che ero ferita, la fiducia nei suoi confronti non c’era più; e come avrei potuto fidarmi di qualcuno che avevo amato e che mi aveva abbandonata? Mio padre aveva fatto la stessa cosa prima di lui, e non potevo permettere di essere abbattuta un’altra volta, non da Joe. Ma in quel momento, piansi comunque. Fu l’unica cosa che riuscii a fare, guardarlo negli occhi e piangere, per poi abbassare lo sguardo, per la vergogna. Perché io mi vergognavo, di quello che ero e di quello che facevo. Riusciva sempre a farmi sentire così, ed era qualcosa che mi scoraggiava e mi spaventava allo stesso tempo.

-      Non- non puoi pretendere di dirmi queste cose e aspettarti di essere perdonato adesso, te – te ne rendi conto, vero? Hai idea di quanto abbia sofferto? Ha- hai idea di cosa ho passato,da sola, mentre tu ti divertivi con altre sgualdrine? Guarda! – urlai, tirando la manica della felpa, mostrandogli il polso scoperto.
-      Sai cosa sono questi? Sono tagli. Me li sono fatti da sola, con una lametta. Per anni l’ho fatto, per anni l’ho presa tra le mani e l’ho passata sulla mia pelle, marchiandola a vita. E sai cosa vuol dire desiderare solo un po’ di comprensione, ma venire denigrata da tutti? Sai cosa vuol dire rimanere da soli, Joe?
-      Hai perfettamente ragione Demi, ma io ….
-      No no Joe, niente ma. Io ho sofferto, e soffro ancora. Se tu non te ne fossi andato, ma fossi rimasto con me, invece di considerarmi una pazza, a quest’ora forse starei meglio, lo sai?
-      Non- non dirmi così…
-      Oh, povero piccolo Joe, cosa c’è, ti ho forse ferito? Non è forse la verità, quella che ho detta? Non mi hai abbandonata?
-      Volevo solo…. Proteggerti…
-      Proteggermi? Lasciandomi in balia di me stessa? Ma lo hai capito che io ti amavo, e che avevo bisogno di te? Che ho ancora bisogno di te? Ma che non riesco più a fidarmi, che ti guardo negli occhi e vedo solo un pericolo per me? Cosa dovrei fare secondo te, perdonarti e lasciare che tutto torni come prima?
Ormai il mio viso era bagnato di lacrime. Urlavo, singhiozzavo, mentre Joe era visibilmente ferito e sconvolto. Si, nella mia testa volevo solo abbracciarlo, stringerlo tra le mie braccia e tenerlo con me, a proteggermi, ma non potevo dargli la stessa fiducia di prima. Non potevo lasciare che tornasse tutto come prima, ci avrei rimesso di nuovo io.  
Joe mi si avvicinò, con gli occhi lucidi; mi sfiorò una spalla, rabbrividii al suo tocco, quel tocco che non mi apparteneva più da molto tempo.
-      La- lasciami….. – singhiozzai, ritirandomi su me stessa.

Joe sospirò, e ravvicinando ancora di più la distanza tra noi, mi circondò tra le sue braccia, stringendo forte. Opposi resistenza all’inizio, quel contatto ritrovato mi spaventava, ma poi mi lasciai andare, e mi feci circondare completamente da lui. Tremavo come una foglia, ormai mi capitava spesso. La presa di Joe però iniziava a rassicurarmi, come fino a poco prima riusciva a fare quando era con me. Mi mancava tutto quello, mi mancava davvero. Piano piano il mio respiro si fece regolare, mentre Joe era rimasto con me sul divano. D’improvviso mi sollevò il mento con due dita, per incrociare i nostri sguardi. Rividi dopo tanto tempo quel marrone in cui mi perdevo ogni volta, quelle pozze profonde così simili ai miei, che sembravano infondermi tutta quella sicurezza che a me mancava. Incapace di parlare, divenni completamente vittima del suo controllo. Lentamente sentivo il suo viso farsi sempre più vicino, mentre le mani mi accarezzavano i fianchi sotto la maglietta slabbrata, provocandomi brividi che raramente avevo provato, perfino con lui. Mi ritrovai le sue labbra premute contro le mie, che mi cercavano, desiderose, allietati da una lunga attesa. Respirai più velocemente, avrei voluto tirarmi indietro, ero un’ipocrita a non mandarlo via, ma lo amavo comunque, e forse questo bastava. Chiusi gli occhi, e finalmente, non so come, risposi alle sue richieste, schiudendo le labbra e lasciandolo entrare. Senza staccarsi da me, mi spinse con delicatezza sul divano, mentre, per non pesarmi, si reggeva sui gomiti. Ora era sopra di me, mentre continuava a baciarmi, come se avesse fiato a sufficienza, come se la sua vita dipendesse dal baciarmi. Lo ammetto, quella sensazione mi piaceva. Mi sentivo veramente felice di trovarmi con lui, sotto di lui, unita alle sue labbra come fossimo una cosa sola. Da soli eravamo due, ma insieme, eravamo uno solo. Mi sussurrava parole dolci, parole che poche volte mi ero sentita dire, anche da lui, sussurrava il mio nome e ripeteva di amarmi. D’un tratto, incapace di dire altro, mi lasciai sfuggire un lieve gemito, che per la vergogna cercai, inutilmente, di reprimere. Joe mi baciò dolcemente, come se avesse capito, e continuò, finché piano iniziò a sfilarmi la maglietta. Per un attimo un barlume di lucidità mi fece ragionare, e, un po’ per paura, un po’ consapevole, sapevo che stavamo per fare una cosa sbagliata. Non potevo concedermi a lui, avrebbe significato ricadere ai suoi piedi.

-      J- joe….
Ma lui non mi sentiva, continuava a baciarmi, bramoso di continuare, ma io fui più forte:
-      Joe …. Joe, no….
Mi scansai da lui, rossa in viso, mentre mi risistemavo la spallina del reggiseno.
-      Demi…. – mi guardava, con aria interrogativa.
-      Joe, noi…. Io… non posso…
-      Perché no, Demi? Hai detto di amarmi!
-      È vero, l’ho detto, ma ho detto anche che non riesco a fidarmi più di te. Credimi, vorrei tanto, ma non ci riesco. Mi dispiace. Non possiamo, sarebbe sbagliato, anche nei tuoi confronti, e tu questo lo sai.. ti prego, lasciami stare. – tirai su col naso, singhiozzando.
Si alzò, mentre io tenevo lo sguardo basso, incapace di guardarlo negli occhi, e con gli occhi lucidi si avviò verso la porta.
-      Non smetterò mai di amarti, sappilo. Ti aspetterò per tutta la vita, se sarà necessario.
-      Ti prego Joe… vattene… - sussurrai, mentre le lacrime scendevano lungo il mio viso.
-      D’accordo… ciao Demi.

E detto questo, uscì, chiudendosi la porta alle spalle. Senza muovermi scoppiai nell’ennesimo pianto liberatorio, lasciando uscire fiumi di lacrime che mi si riversavano addosso, bagnandomi la maglietta. Stringevo i pugni sotto di me, con gli occhi chiusi, arrabbiata e ferita, perché tutto doveva accadere sempre nel momento sbagliato, nel modo sbagliato. Avrei voluto, volevo amare Joe come nessun altro, e probabilmente dentro di me non avrei mai smesso di amarlo, ma il mio cuore stava combattendo una battaglia che probabilmente non avrebbe avuto mai fine, e quello non era il momento di pensare a lui. Accompagnata dalle lacrime, caddi lentamente in un sonno profondo, lasciandomi cullare dalla sua voce che mi riecheggiava nella testa, come una ninna nanna. 
















Eccomi! Sono viva, si! :') Ho avuto ispirazione *wwww* mi mancava Demi, sisi :33 e finalmente ci voleva lo scontro ravvicinato con Joe, yoyo ewe 
Vi piace il capitolo? Aspetto con ansia i responsi, specie di una certa Babe_04 che... FORSE sta leggendo la storia, quindi boh uu 
Vi lascio, devo scappare, alla prossima *w* 
xx
Haley

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


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Capitolo 13



(POV Selena)


Si sa, è nel DNA di ogni donna trovare nello shopping la cura di tutti i mali. Ed era quello che stavo facendo quella mattina, nonostante avessi un appuntamento in studio, con Taylor, che mi ci aveva letteralmente trascinato. 
- Hai bisogno di svagarti amica mia, - aveva detto- il lavoro può andare a farsi fregare per un giorno! 
E io mi ci ero fatta trascinare al centro commerciale, e senza aprire bocca, perchè era vero, avevo bisogno di distrarmi. 
Mi sentivo un po' in colpa, a dire la verità. Ok, mi sentivo una merda. 
Ero a divertirmi per negozi, mentre avrei dovuto perlomeno provare a scusarmi con Demi. Ero decisamente una vigliacca, me ne convincevo ogni giorno di più, ma Taylor era mia amica, e mi era stata vicino quando credevo di essere rimasta davvero da sola, quindi, almeno quell'uscita, gliela dovevo. 

- Non ti facevo così maniaca dello shopping, sai?- dissi, ridacchiando
- Stai scherzando? I negozianti mi stendono il tappeto rosso quando arrivo io, altro che!
Ridemmo entrambe. - Senti, reginetta del look, che ne dici se ci fermiamo a prendere un frullato?
- Sicuro! Ho una fame!
Ci fermammo a sedere sul bordo della fontana, posando le nostre buste vicino a noi. 

- Questo frullato è davvero ottimo! - sentenziai, succhiando avidamente dalla cannuccia. 
- Vero!- rispose Taylor. Guardò meglio il bicchiere, per poi alzare gli occhi al cielo:
- Non ci credo.. - esclamò - guarda, c'è la mia faccia qui sopra! Ma dico, cosa non si inventerebbero pur di fare pubblicità... 
- Beh, almeno adesso potranno dire di averti avuta davvero come cliente! 
- oh beh, è vero! ahhahaah

- Senti Taylor.... volevo ringraziarti... mi serviva questa giornata, avevi ragione. 
Taylor mi sorrise, poggiando il bicchiere accanto a lei. 
- Hai chiarito con Demi?
Sorrisi amaramente, e abbassai lo sguardo. 
- no. 
- Dovresti. 
- Lo so. 
- e allora cosa aspetti?
- Taylor.... non è semplice.... non posso presentarmi alla sua porta e pretendere di parlarle, ti pare? Non la biasimerei se me la sbattesse in faccia...

- E se invece non aspettasse altro di trovarti alla sua porta? Se non volesse altro che la sua migliore amica? Per me ti ha già perdonata. 

- Non so....
- Decidi tu. Ma io ti dico, da amica, che passi inutilmente i giorni a soffrire, mentre potresti andare da lei e fare pace. 
- .... ci penserò. Grazie. 
- Ma figurati. 

(POV Demi) 

- Miley, ti prego, puoi passare da me?

(...) 
- Perchè Demi, perchè?!
 
- Non ce la faccio più... Joe... è venuto da me, dicendo di amarmi, di mancargli come l'aria, di non riuscire a stare senza di me... abbiamo quasi.... -Presi un respiro profondo, chiudendo gli occhi- Non può tornare così da me e pretendere che torni tutto come prima! Non è giusto...! 

Stavo piangendo, e nemmeno me ne ero resa conto. E non mi ero nemmeno accorta di ritrovarmi stretta alle braccia di Miley, singhiozzante. 
Da quando Joe era venuto a casa mia, i miei problemi erano non poco peggiorati. Era riuscito a confondermi di nuovo le idee, proprio quando ero riuscita a rimetterle in ordine. Sapevo di non poter reggere di nuovo, ma con Joe era sempre stato così. Io ero sottomessa a lui. Così, confusa, arrabbiata, triste, corsi in bagno, e presi la lametta, che era ormai nascosta da un mese in fondo ad un cassetto. il contatto della mia pelle con la lama fredda mi fece rabbrividire, era qualcosa che non ero più così abituata a sentire, e ammetto che mi fece non poca paura. Strinsi i denti, e piangendo come non facevo da mesi, affondai quell'arma infernale nuovamente nella mia pelle, marchiando nuovamente quei polsi già segnati dalle cicatrici. Ma quella volta sapevo di non dover rimanere da sola, così mi convinsi a chiamare Miley. La scena che si creò non fu dissimile da altre precedenti; Miley che entra in camera mia, io inginocchiata sul pavimento, che mi tengo i polsi sanguinanti, completamente in lacrime, Miley che si avvicina a me, e mi abbraccia. Piange anche lei. 

- Io ho bisogno di qualcuno che mi protegga, che mi faccia sentire sua, cosa che Joe non può darmi, non ora. Magari si impegnerebbe, ma chi mi dice che non si scocci di nuovo di me, che non scappi di nuovo? 
- Beh.. ha avuto paura di perderti, devi comprenderlo...
- Appunto Miley. Se io non avessi tentato di togliermi la vita, probabilmente non sarebbe cambiato nulla. Io avrei continuato a recitare davanti le telecamere fingendo che tutto andasse bene, e lui avrebbe continuato a incontrare le sue puttanelle. Come potrei fidarmi di lui? Per lui sono un oggetto da collezione, nulla di più. 
Per non parlare di Selena poi... lasciamo perdere. 
- Cosa ha fatto?
- Non ha fatto nulla, ma fa male vederla lontano da me. Eravamo come sorelle, capisci? E ora io prego ogni santo giorno di sentire suonare quella dannata cornetta e sentire la sua voce dall'altro lato del telefono che mi dice siamo ancora amiche. E invece lei fa shopping. - risi, sarcastica. 
Colsi subito la domanda di Miley, che mi guardava con aria interrogativa. - Si, l'ho vista con Taylor l'altro giorno. 
- Vabbè Demi, però....
Ok, magari sono solo gelosa, ma prima quelle cose le faceva con me, ok? A quanto pare ora si è talmente stufata di me che ha deciso di rimpiazzarmi, come un vecchio zerbino. 

- Demi, ma ti senti? Sai che non credi nemmeno tu a quello che stai dicendo! - in quel momento le cadde l'occhio su una rivista poggiata sul mio comodino, dove un articolo in bella vista parlava di una intervista rilasciata da me poco tempo fa. 
- "Miley è la mia migliore amica in assoluto" ...? Ma fai sul serio?
- Beh? Ti dispiace forse?
- Demi, senti, sappiamo entrambe che non miravi ad elogiarmi. Questa è una frecciatina bella e buona. Cosa credi di ottenere? Sinceramente mi sembra alquanto infantile da parte tua. 
Sbuffai sonoramente. 
- Figurati se le importa. 
MIley scosse la testa. Aprii twitter. Improvvisamente mi incupii, qualcosa aveva attirato la mia attenzione. 

- Cosa c'è?
Furiosa le mostrai lo schermo del mio cellulare. Al centro, una foto di Selena e Taylor. 
- VISTO? CHE TI DICEVO?!
- "Chi trova un amico trova un tesoro"- recitai - PATETICA! 
Miley mi bloccò, obbligandomi a guardarla negli occhi. - Hai iniziato tu. E in ogni caso, non sai se si tratta di una frecciata. Come la TUA. 
- Devo andare. - risposi, fredda. 
- Dove vai?
- Devo lavorare. 
In quel momento entrò mia madre. - Demi, tesoro, è arrivato Dean con la limousine .
- Ecco, che ti dicevo?- presi la borsa ed un paio di occhiali da sole. - A domani. E uscii, mentre Miley, rassegnata, scuoteva la testa. 


La strada transennata che divideva l'ingresso dalla palazzina principale degli studios era gremita di fan, come al solito. Quel giorno però ero davvero furiosa, e davvero non avevo la minima voglia di parlare con loro. Mentre le guardie dietro di me scrutavano l'ambiente furtive, e io ero intenta a firmare autografi e scattare foto, una fan mi si avvicinò per parlare:
- Hey Demi, e Selena?
Non potevano certamente sapere come realmente stessero le cose, ma quella dannata domanda non fece che innervosirmi di più. Mi girai verso la ragazza, e con un ghigno sulla faccia risposi, secca:
- Non so, chiedi a Taylor! 
E con passo svelto feci dietro front e tornai sulla mia strada. Ok, mi resi conto poco dopo che sarebbe stato meglio tacere, ma quando si è presi dalla rabbia e (si) anche dal rancore, spesso, si dicono cose che non si pensano per davvero. In realtà non sapevo nemmeno io perchè l'avessi detto. Ma mi pentii subito di ciò che avevo fatto. 
Quella fan aveva filmato tutto. Solo un'ora dopo quel video aveva fatto il giro di youtube. 
10 000 visualizzazioni in poche ore. 

Merda. 









Eilà c: Non ci crederete, ma questa volta ho una sopresina c: ebbene, ho già pronto il prossimo capitolo c: In realtà ho dovuto dividerli, perchè assieme erano idee troppo confusionate, infatti ci ho messo parecchio per mettere su il capitolo nuovo. Vabè, nel mentre, spero vi piacciano entrambi :3 (per il prossimo dovrete aspettare almeno la settimana prossima però uu) Vi piace l'inserimento di Taylor? Premetto che a parte le "infiocchettature" che partono dalla mia fantasia, alcuni riferimenti principali sono reali, e se tra di voi ci sono delenator di vecchia data, ricorderete sicuramente quel famoso video. MI scioccò letteralmente (avevo 12 anni) e fu da allora che iniziai a scrivere ff (senza pubblicarle) su una possibile causa della rottura tra demi e selena e di come Taylor poteva c'entrare. Così, ho immaginato che prima di tutto fossero adolescenti come lo sono io ora, quindi le cause potevano non essere tanto gravi, ma calibrate ad un'età tra i 17 e i 20 anni :) Ok, oggi parlo troppo. Smetto di scocciarvi, vi auguro solo buon San Valentino (anche a tutte le valentine :3 ) e.... buona notte. lol. 

vi lowwo!!11!! <3 <3 :') 
Haley :3

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


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Capitolo 14 


(POV Demi) 

- Benvenuta Selena. Allora, come va? Nuovi progetti in arrivo? - 
- Ci sto lavorando, ma non c'è ancora niente di ufficiale. - 
- Capisco... per quanto riguarda l'amore, nuove fiamme in procinto di scoppiare?-
- Sono ancora single.- rispose, sorridendo cordiale. 
- Parliamo di amicizia allora! Come va con la Lovato? Le vostre fan vi conoscono come amiche storiche da...- 
lo interruppe. - Sai, si cresce, e a volte capita che le strade si dividano... -
 


Spensi bruscamente il televisore. 
- Hey! Io stavo seguendo! 
- Madison, va in camera tua! 
- uffa...

Miley mi guardava, scuotendo la testa. 
- Non puoi prendertela con tua sorella, e lo sai. 
Mi massaggiai le tempie, sospirando. - Senti Miley, so di aver sbagliato, va bene? Non infierire. 
- No e invece infierisco. Capisco che fossi arrabbiata, ma ti sei resa conto di aver peggiorato solo le cose? Se ora avessi voglia di parlare con lei, la vedo alquanto difficile. 
Mi incupii. Odiavo ammetterlo, ma aveva ragione. 
- Lo so. 


(POV Selena)



- Ma ti rendi conto?! Perchè l'ha fatto?!  - Ero furiosa. Perchè si era comportata così? Era davvero necessario mettere in mezzo persone che non c'entravano?
- Hey Sel, calmati dai... - Taylor era seduta sulla poltrona davanti a me, tentando (inutilmente) di tranquillizarmi. 
- Ti ha tirato in mezzo senza alcun motivo! Era una cosa che riguardava me e lei, e nessun altro! 
Taylor si alzò, e poggiando le mani sulle mie spalle, disse, ferma:
- Selena, ascoltami. Non mi ha davvero tirato in mezzo, e comunque non me la sono presa. Avete iniziato una guerra virtuale a suon di frecciate, te ne sei resa conto? Era nervosa, si vedeva lontano un miglio, fossi in te non la biasimerei così tanto. 

La guardai accigliata. Sapevo dove volesse arrivare. 
- Ha iniziato prima lei. 
-  Tu hai risposto però. - disse, secca. - è infantile allo stesso modo, credimi. Hai quasi 18 anni, non 5. 
abbassai lo sguardo. - Sai essere diretta quando vuoi, eh?
- Non sarei tua amica sennò. - rispose, sorridendomi. Ricambiai. 
- Sono ancora arrabbiata con lei, però. Ha esagerato. 
Taylor sbuffò, esasperata. - Sei un caso perso, lo sai?


(POV Nick)


- La storia si ripete - mormorai, per poi ripetere una scena che mi suonò molto di dejavù. 
- Joe, apri questa fottutissima porta!
- non rompere! - Scossi la testa, seccato. - Guarda che non mi faccio tanti scrupoli a buttare giù la porta! Poi sono affari tuoi!
- Fai pure! 
Sbuffai, esasperato. 
- Ma si può sapere cosa è successo?

- Ho fatto come mi avevi detto, sono andato da lei! 
- Bene! Quindi?
- Bene?! l'ho baciata! E mi ha respinto! Dice che non riesce più a fidarsi di me! Addirittura le faccio quasi paura, capisci?! 
- Fratello, senti, non puoi pretendere che presentarsi alla sua porta, così, possa farla tornare da te! Non è così semplice! 

- Ma me l'hai detto tu di andare da lei!! - urlò, dall'interno della camera. 
- No no - replicai categorico - ho detto di tentare, non travisare le mie parole! 
- Beh, fatto sta che non mi vuole più vedere, e ora sto peggio di prima. 
Mi dispiaceva per mio fratello. Ma diciamocielo, un po' se l'era cercata. 
- Hai ancora intenzione di tenermi quà fuori?
Sentii dei passi, poi Joe mi venne ad aprire. Non aveva una bella cera. MI guardò torvo. 
- Nick, Lasciami in pace. - sentenziò, poi mi richiuse la porta in faccia. 

- Lo prendo per un si. - mormorai. Girai i tacchi e rassegnato me ne tornai a casa. 
Ad un tratto il cellulare vibrò:

Hey Nick, ti va se ci vediamo nel pomeriggio?(:
xx Mils


- Ok, prendi un bel respiro. - dissi. - non iniziare con le tue solite pippe mentali, vuole solo vederti. - 

Certo! (: Al solito posto?

Sturbucks, yeee! LOL
Alle 5 davanti l'entrata, non fare tardi! ;)


Ahah, certo! Sarò puntualissimo! A oggi pomeriggio!
xx


A dopo! 
xx


Ok, dovevo essere realista, ma potevo almeno sognare. 
LET ME DIE. 










Oddio, quanto è bimbominkioso questo capitolo. Specie la parte di Nick, lol. Spero non la penserete proprio come me, sennò è meglio che interrompo questa storia! ahaha
Comunque, vi ho voluto fare un regalo, non avevo niente da fare (studiare chimica a parte, ahhaha) così ho deciso di pubblicarvelo oggi :))
Siete curiosi del perchè Miley voglia vedere Nick? Cosa gli deve dire? u.u a voi ipotesi :DD 
Mi ritiro, continuo a cazzeggiare ancora un po', poi forse studierò qualcosa! Bye bye :DD
xx
Haley

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Cap. 15
 
 
 
(POV Demi)
 
 
 
Era più o meno da una settimana che non guardavo la televisione. Un po’ mi rifiutavo di guardarla, scappando ogni volta furiosamente in camera mia, dopo aver (bruscamente) spento lo schermo con il telecomando, che rischiava un volo oltre atmosfera.. un po’ mia madre, preoccupata per il mio umore, cercava di farmene vedere il meno possibile. Dopo il mio “incidente” con la telecamera, non sopportavo ne il suono della radio, ne la televisione, ne il computer, consapevole del pullulante nido di articoli, servizi e siti di squallido gossip a buon mercato, che come lupi affamati assetavano le bocche di tutta l’America, e anche oltre, (santo potere di internet!) sulla mia bravata, col risultato che tutti si chiedevano cosa fosse successo tra le beniamine delle ragazzine. Tutto a discapito della mia emicrania, che non faceva che peggiorare ogni giorno di più. Mia madre sapeva che non fossi tranquilla, ma – chissà come mai – aveva deciso di non mettersi in mezzo, non metteva bocca su niente. Questa cosa un po’ mi inquietava – mi faceva sentire un po’ ignorata, lo ammetto – ma da un lato penso che forse, aveva capito che, almeno quel problema, dovevo risolverlo da sola.
Miley era partita in tournee, e anche via messaggio mi lasciava intendere che, con tutto il bene che mi volesse, quel casino dovevo risolverlo da me. (seguito da un odioso quanto vero “odio dirlo, ma te l’avevo detto”.).
Anche se i miei sembravano normali problemi adolescenziali, il punto era che io un’adolescente normale non mi ci ero mai sentita; un po’ (a mio parere) per i miei problemi, un po’ per la vita che conducevo.
Nel trambusto che era la mia vita, un’altra notizia non fece che peggiorare la situazione: la chiamata per le riprese di Camp Rock 2. Tre mesi di riprese in Canada, settimane di premiere, di interviste (prima e dopo) e, dulcis in fundo, una tournee di almeno altri 2 mesi, se non di più. Piccolo particolare: avrei passato tutto questo tempo a  stretto contatto con Joe.
 
 
-         Demi, posso entrare? – chiese mia madre timida.
-         Certo, vieni. – risposi distrattamente, mentre giocavo col cellulare
Vidi mia madre fare ingresso, facendo cenno a Eddie di seguirla. Alzai lo sguardo incuriosita, ma non dissi nulla, aspettando che fossero loro a parlare. Si sedettero entrambi ai piedi del mio letto, e torturandosi le mani, esitanti, mia madre prese parola per prima:
 
-         Abbiamo parlato a lungo in questi giorni – esordì – e abbiamo notato entrambi quanto tu sia.. spossata, ecco. Nervosa.
-         Beh, è vero, ma non devi preoccuparti mamma, sto bene.
-         Ne siamo sicuri. – continuò Eddie. – ma vedi, tua madre è preoccupata per te. Tutti lo siamo, a dir la verità.
-         Non capisco quale sia il punto. – risposi, non capendo.
-         Demi, vogliamo solo che tu stia bene, ricordatelo…
-         C’è un centro, Timberline Knolls, che si occupa di.. problemi di umore..
Scattai in piedi. – mamma, non sono pazza.
-         Io non ti credo pazza tesoro mio, ma non hai passato un bel periodo, e hai bisogno di aiuto per superarlo… qualcuno che sappia aiutarti meglio di noi.
-         Degli psichiatri.
-         Demi, non prenderla così… io e tua madre lo facciamo solo per la tua salute.
-         Voi volete liberarvi di me, è questa la verità! – sbottai. – non ho bisogno di essere rinchiusa come una malata mentale!
Avevo iniziato a piangere, spaventata e furiosa. Credevo che almeno la mia famiglia mi avesse capito, e invece volevano abbandonarmi per togliersi di dosso un peso come ero io.
-         Comunque è una tua scelta. Non vogliamo pesarti. – aggiunse mia madre.
La guardai poco negli occhi, il tempo di mostrarle la mia delusione per un gesto che consideravo tanto egoistico, e una volta spinti contro la porta, sentenziai, fredda:
-         No.
e chiusi loro la porta in faccia. Mi buttai sul letto, frustrata, e sospirando, presi il cellulare. Sarei partita. Meglio un anno con Joe, che con dei genitori che consideravo dei traditori. 














Sera a tutti c: Ho avuto un raggio di luce dal paradiso dell'ispirazione *O* Oh yeeeeaaah! dovevo arrivare al capitolo "di svolta", ed eccolo qui :D Lo so, vi ho laciati appesi con i messaggini coccolosi di nick e miley, ma c'è tempo. uu Don't worri pipol :3 
Lo studio mi sta uccidendo, e domani ho un'interrogazione di greco, se mi chiama, mi fa il culo :3 Auguratemi buona fortuna, anche col pensiero cwc Tenk iu cwc Detto questo, vado a crogiolarmi nel masochismo dell'ascolto di radio kiss kiss, dove parlano di un concorso per vincere il biglietto dei 1D aLondra, e io (ovviamente) non potrei andare comunque. c: figo, ya? Vabè, vado, bye pipooool! Vi amo tutti! xx *salutacomelareginad'inghilterra*
LOL
xx
Haley

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Cap. 16




 
 
A volte mi sono chiesta a cosa servissimo nella vita. Voglio dire, a prescindere dai miei “problemi” (chiamiamoli così), non ho mai capito perché la gente si impegni tanto nel trovare un qualcosa che dia soddisfazione, che permetta di condurre una vita “bella”. Nonostante sia la prima a comportarmi in questo modo, alla fine di tutto moriamo tutti, andando in paradiso, all’inferno, o comunque da qualche altra parte, per l’eternità. Non ci serviranno i vestiti firmati, le macchine costose, i soldi, e nemmeno il successo. Nell’aldilà nessuno farà caso al fatto che sono Demi Lovato e che ho venduto un tot di dischi all’anno. E nemmeno che sono una pazza. Ok, forse non proprio pazza, diciamo che… il mio umore varia spesso, ecco.

Quel giorno avevo preso una decisione. Mi sentivo ferita dai miei genitori, ma la cosa che mi premeva di più era che volevo andarmene. Non avrei messo piede in nessun centro di riabilitazione,  l’idea non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello, sarebbe stato ammettere di avere dei problemi. Dopotutto, il primo passo verso la guarigione è ammettere l’esistenza del problema, no?

Senza fare troppi convenevoli, salutai i miei genitori e decisi di avviarmi (da sola) all’aeroporto di Los Angeles, carica delle poche valigie che avevo riempito un’ora prima. A nulla valsero i tentativi di mia madre di iniziare un vero discorso, dopo poche parole si limitò ad abbracciarmi e augurarmi buon viaggio. Tanto mi avrebbero raggiunto poche settimane dopo l’inizio del tour, non mi avrebbero vista per massimo un paio di mesi. Salutai le mie sorelle e salii sul taxi. Il paesaggio delle colline californiane si ergeva splendente, per poi sparire lentamente dietro di me,lasciando il posto alla zona industriale. Una volta raggiunta la meta mi imbarcai. Seduta comodamente al mio posto, ammiravo il cielo e il mondo sotto di me che cambiava, mentre la scritta ‘Hollywood’ si faceva sempre più piccola, fino a diventare lontana, verso le montagne canadesi.

Avevo deciso di partire. Avevo fatto le valigie e semplicemente ero salita sull’aereo, decidendo di lasciare la mia città, la mia famiglia, sebbene non per tanto tempo, per cambiare aria, posto, persone.
Quando finalmente il taxi che mi aspettava  all’aeroporto di Toronto si era fermato davanti il set, sul mio viso spuntò un sorriso enorme. Scesi velocemente, fissando con aria trasognata ogni singolo dettaglio di quel posto che, dopotutto, mi era mancato da morire. Era stata la mia adolescenza, il mio periodo più bello, forse l’unico in cui ero stata davvero felice. Respirai a pieni polmoni l’aria pulita che mi circondava e trascinai velocemente le valigie fin davanti un cartello che diceva ‘Camp Rock 2-set Vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori’. Sorrisi di nuovo, e salutando la guardia che mi riconobbe subito, mi diressi di corsa dai registi. Mi sentivo esattamente come Mitchie: ero ritornata al mio Camp Rock. Giusto il tempo di sistemare le mie cose, che mi ritrovai letteralmente sommersa da decine di braccia che mi stritolavano in tanti abbracci. Riuscii a distinguere in modo molto sommario un ‘Demiiiiiii’ corale proveniente dai miei “aggressori”, e quando finalmente riuscii a rialzarmi, potei riconoscere il cast al completo. “Allison!!” urlai, saltandole al collo. Ci abbracciamo forte, e salutai anche il resto del cast. Riconobbi Nick dietro di me, che sorrideva.

-         Possibile che per stare un po’ con la mia migliore amica devo lavorarci nello stesso film?!

-         Nick! – gli gettai le braccia attorno al collo, stringendolo forte. Forse era la persona che ero più contenta di vedere lì. Sapere di avere il mio migliore amico vicino era il meglio in cui potessi sperare. Avrei voluto rimanere là per sempre, anche solo a guardare il cielo. Avrei voluto cambiare vita e trasferirmi lì. Magari aprire un vero Camp Rock…. Mentre fantasticavo ad occhi aperti, riconobbi una voce dietro di me, che mi fece sgranare gli occhi.

-         Ciao Demi.

Per un momento mi ero dimenticata che ci fosse stato anche lui.
 











Non picchiatemi cwc Lo so, non aggiorno da tanto tempo, ma, concentrandomi sull'altra mia ff (larry), ho perso di vista La mia Demi per un po'. Questo capitolo è estremamente corto, lo so, l'ho scritto in pochissimo, e l'ho a malapena riletto. Non so come sia venuto, ma mi serviva un ponte tra due parti della storia.. quindi eccolo uu 
Spero continuiate a seguire la mia storia e farmi felice con le vostre bellissime recensioni che mi fanno sempre sclerare come una bambina :3 Ora vado a nanna, alla prossima! Vi amo alla follia *mandabacini*
xx
Haley

Ps. IO AMO HEART ATTACK. NON è BELLISSIMO IL VIDEO? E NON è BELLISSIMA DEMI? (domande retoriche fsiudjfisufjsrifjsioios)
ok, me ne vado ora, per davvero c: 
notte c:

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


(Pov Demi)



 
-         Ciao Demi.

Mi immobilizzai all’improvviso, come congelata. Come potevo stupida aver dimenticato che ci fosse stato anche lui? E per un momento avevo creduto che avrei passato un periodo di totale serenità.. e invece dovevo vedermela con Joseph- faccettad’angelo- Jonas.
Chiusi gli occhi, con un enorme nodo alla gola. Dovevo salutarlo? Dovevo ignorarlo e andare per la mia strada? O dovevo far palesemente finta che tra di noi non fosse successo nulla negli ultimi due mesi? Nel dubbio, sentendomi addosso le occhiate indagatrici di praticamente metà dello staff che ci fissava da dei buoni minuti, mi voltai, e  cercando di non mostrare alcun segno di cedimento, ricambiai il saluto, forzando un sorriso tiratissimo che all’esterno risultò più come una smorfia di disgusto.

-         Ciao Joe. – mormorai, mantenendo lo sguardo basso. Dovevo assolutamente evitare di creare un contatto visivo con lui, sapevo che se avessi ceduto alla tentazione di contemplare i suoi occhi marroni, che tanto amavo, per me sarebbe stata la fine. Fece qualche passo verso di me, e incurante della folla che ogni tanto lanciava delle occhiatine verso di noi, sussurrò apprensivo:

-         Come stai?

-         Come vuoi che stia? – risposi acida, molto più di come avrei voluto. La mia reazione scaturì in lui uno sguardo quasi colpevole, colmo di amore e di tristezza.

-         Mi sei mancata…

In quel momento venni mossa da un moto di tenerezza verso di lui. Con lui era sempre così: riusciva a farmi provare mille emozioni tutte assieme, e non riuscivo mai a capire come davvero dovevo comportarmi. Fui tentata da accarezzargli il viso, di abbracciarlo e dirgli che mi era mancato anche lui, che lo amavo e che volevo restasse sempre con me, senza lasciarmi andare più via. Ma non ci riuscii. Mugugnai qualcosa di indecifrato e sospirando, alzai lo sguardo. I suoi occhi color cioccolato mi guardavano fissi senza mai rompere quel contatto visivo, come se la loro vita dipendesse dal guardarmi. Probabilmente non aveva mai tolto gli occhi da me. Non riuscivo a capire come si potesse provare così tanto amore e odio per una persona sola, come lui riuscisse a scaturire tutto ciò.

-         Devo andare… - sussurrai rassegnata, camminando nella sua direzione. Nel passargli davanti gli sfiorai quasi impercettibilmente il braccio; quel lieve contatto bastò a scatenare in me una serie di emozioni che ancora una volta fui costretta a reprimere. Amore, odio, passione, paura, nostalgia. Provavo tutto questo in una sola volta, per una persona sola, senza capire dove mettere le mani per mettere un po’ d’ordine nella mia testa al momento così confusa.  
Per i giorni successivi il mio obbiettivo principale era evitare Joe. Mi sentivo una liceale, correvo in tutta fretta per il set, cercando in tutti i modi possibili di non incrociarlo nella mia stessa direzione, anche se a volte era praticamente impossibile.




 
-         Sai di essere la coprotagonista insieme a lui, vero Demi? Non credo che sia possibile evitarlo per sempre, a meno che non invii un fantoccio al posto tuo. – mormorò Allyson, ridacchiando. Ero stata molto limitata e vaga nel raccontare gli avvenimenti recenti della mia vita, e loro non facevano domande, ma Allyson sapeva che tra me e Joe c’era stata una storia e che ora tra di noi c’era un rapporto di…..
 
ecco, cosa c’era tra di noi? Diciamo che ne sapevo meno di lei.
 
-         Non me lo ricordare… - mugolai disperata, buttandomi di peso sul letto del nostro bungalow, ovvero il bungalow di Mitchie e le sue amiche, per la precisione. Mi guadagnai un’occhiataccia dalle truccatrici, disperate al solo pensiero di dovermi rifare da capo trucco e capelli, dopo due ore di lavoro e solo una scena girata. Me ne infischiai, e tornai a contemplare il soffitto. Con me era inutile, il lavoro di trucco e parrucco aveva vita breve su di me, non riuscivo a stare ferma per soli 5 minuti e in ogni backstage erano costretti a rifare tutto da capo un’altra volta.

-         E cosa pensi di fare?

-         Allyson, detto sinceramente, se lo sapessi non starei qui a disperarmi. – arrivò Kevin, con un’aria pensierosa mentre contemplava il copione che aveva in mano.

-         Hey ragazze! Avete già girato la prima scena?

-         Kev! – esclamai, cercando di darmi un contegno – si, aspettiamo la prossima! E tu?

-         Sto studiando il copione… tra due scene mi tocca fare il tutor dei “cuccioli di camp rock”, e Frankie già se la ride perché dovrà riempirmi di colla…! – disse tutto d’un fiato, con una nota di esasperazione nella voce, che mi fece sorridere.

-         Buona fortuna.. – esclamai ridendo, posandogli una mano sulla spalla. Mi guardò sorridendo, e scuotendo la testa, mi fece l’occhiolino e se ne andò. Guardai Allyson esasperata, e al suo fare spallucce, mi ributtai sul letto come poco prima.

-         Sono nei casini. – mormorai disperata, buttandomi un cuscino contro la faccia.
 
Come ovviamente sarebbe dovuto accadere, iniziarono le riprese delle scene in cui ci sarebbero stati anche i “connect 3”. Shane (Joe) arrivava a camp rock con i fratelli su un camion pieno di galline, e dopo una comicissima caduta, che ammetto dovetti metterci tutta me stessa per non ridere, Shane e Mitchie avrebbero iniziato il loro contemplamento da piccioncini innamorati, con tanto di abbraccio e occhiate sdolcinate. Non c’era nemmeno un bacio ma iniziavo già a sudare freddo. Riuscivo a malapena a guardarlo negli occhi, addirittura abbracciarlo e corrergli incontro urlando come un’oca per me era troppo. Mi sforzai fino all’impossibile, e dopo una decina di ciak sbagliati finalmente feci la scena alla perfezione. Mentre recitavamo ci guardammo negli occhi, e per un momento mi sentii … completa, come non mi sentivo da mesi. Mentre io mettevo tutta me stessa per recitare la mia parte, riuscivo a leggere negli occhi di Joe che di finzione in quello che diceva e in come mi guardava c’era ben poco. Mi sorrise, o meglio, Shane mi sorrise, ma in quel momento sentii che di fronte a me c’era Joe, ed eravamo da soli, non davanti alle telecamere. Dovetti ben presto tornare alla vita reale, quando il regista, sollevato urlò: - Buona!
Scossi la testa risvegliandomi dal mio torpore, e mi guardai attorno. Mi resi conto di trovarmi in un set, e che stavamo recitando. Con gli occhi di alcuni che avevano notato la mia momentanea assenza mentale, abbassai lo sguardo imbarazzata e decisi di far finta di nulla, continuando ad agire con completa nonchalance.
 
-         Guarda Dems, proprio perché ti sono amica e ti voglio bene, ti dico che se credevi di sembrare distaccata mentre giravi, hai fallito miseramente nel tuo obbiettivo.

-         Non infierire, per favore…

-         No Demi, dico sul serio! Persino una delle truccatrici mi ha chiesto perché ti sentissi così tra le nuvole! Cosa credi, che gli altri non se ne accorgano? Figuriamoci se non hai confuso Joe ancora di più di come lo era prima. – sentivo che nel tono di Allyson c’era una nota di sarcasmo e di divertimento, ma almeno tentava di sforzarsi a nasconderlo. Non capiva quale vera tragedia fosse per me, ma cosa potevo farci io, se ogni volta mi bloccava e mi impediva di pensare razionalmente? Affondai il viso tra le mani, e mugugnai disperata.



Quel pomeriggio maledii gli inverni canadesi, per il freddo che faceva. Non ero abituata a quel clima, a Los Angeles in quel periodo faceva decisamente più caldo, salvo qualche giornata di vento, ma nulla di che; avevamo appena finito di girare una scena (ringraziando il signore Mitchie aveva a che fare solo con i suoi compagni di Camp Rock), e dopo due ore di prove per il balletto, ci avevano finalmente concesso un po’ di pausa. Decisi, ancora con il costume di scena, di fare un giro, e godermi quel posto che non vedevo da anni.
Il vento freddo di prima si era calmato un po’, anche se ogni tanto si alzava bruscamente, e questo portava a farmi rabbrividire e a stringermi in quel misero giubottino di jeans che, data l’ambientazione del film, serviva a ben poco. Ero sovrappensiero, e non mi accorsi di stare andando a sbattere contro qualcosa… o meglio, qualcuno.

-         Oddio, scusa!

-         Le tue abitudini non sono cambiate, vedo. Ti piace ancora stare qui!

Alzai lo sguardo, pregando tutta me stessa di non aver riconosciuto quella voce, ma dovetti ricredermi.

-         J-J-Joe…
-         Ciao. – mi rispose, accennando ad un sorriso.
-         Che ci fai qui?
-         Beh … - sbuffò leggermente divertito – prima di tutto ci lavoro, ma forse non te ne sei accorta…
Ridacchiai, nervosa. – Ma va? Intendevo qui nel bosco… 

-         Credo lo stesso che fai tu. – mi interruppe - Sono venuto a pensare un po’. Anche se fa freddo si sta una meraviglia qua giù.
-         È vero…

La sua voce era oltremodo tranquilla, così come la mia tutto a un tratto. Mi ero dimenticata  quanto mi sentissi serena con lui. Tuttavia, dopo avermi convinto a continuare la passeggiata assieme a lui, quello che si creò tra di noi fu puro e semplice imbarazzo. Un imbarazzo raggelante, che in nessun modo sapevo come rompere. Fu lui a farlo.

-         Demi, io …. Credo di doverti parlare.

Annuii, senza fiatare. In un altro momento, forse solo pochi minuti prima, se avessi sentito quelle stesse parole lo avrei cacciato via, gli avrei impedito anche di dire mezza parola, mi sarei rifiutata di dargli retta. E invece, rimasi in silenzio, in attesa di ciò che aveva da dirmi. Volevo realmente ascoltarlo, perché, e soprattutto pensando cosa non lo so, ma la mia testa decise che andava bene così.

-         Sono stato male per quello che è successo, poco tempo fa. Intendo dire, mi dispiace se continuo a farti solo del male, ma credimi che non rientra nelle mie intenzioni…. Io non riesco a smettere di pensarti Demi, e per quanto tu possa mandarmi via, non ti libererai di me. Almeno non così facilmente. Non riesco a starti lontano senza sentirti almeno una volta, non riesco a fare qualsiasi cosa senza chiedermi cosa tu stia facendo in quel momento, non riesco a vivere se non ci sei tu a respirare la mia stessa aria e darmi la forza di far qualunque cosa. Non smetterò mai di dirti che ti amo, perché non smetterò mai di provarlo. Io ti ….
Non fece in tempo a finire la frase, perché non gli concessi di aggiungere altro. In quel momento, mentre i miei occhi lo osservavano parlare, mentre le mie orecchie ascoltavano le sue parole, mentre la mia mente assimilava quello che stavo ascoltando, fui presa nuovamente da un gesto irrazionale, senza il minimo senso.
Lo baciai.
Gli ero letteralmente saltata al collo, le braccia tese e strettagli intorno, e ad occhi chiusi e senza dire nemmeno una parola mi ero fiondata sulle sue labbra morbide, calde, di cui mi resi conto di sentire terribilmente la mancanza. Non riuscivo mai a rendermi veramente conto di quanto realmente dipendessi da Joe. E ogni volta, per capirlo, dovevo andare a sbatterci la testa. Quel gesto così impulsivo, pochi minuti prima l’avrei completamente rifiutato, avrei evitato in ogni modo che accadesse, perché dovevo impormi di stargli lontano, di non pensare a lui, perché Joe era capace solo di farmi soffrire, di farmi entrare in confusione, di non farmi capire più nulla. Ma in quel momento, la mia testa diceva che andava bene così, e io gli diedi retta.
Finalmente prendemmo fiato, e ci staccammo. Sciolsi lentamente la presa sul suo corpo, contatto che mi  fece venire i brividi, e lo guardai, ancora chiusa in un raggelante silenzio, senza avere il coraggio di parlare. Non so perché avessi fatto così, non so perché l’avevo baciato. E la cosa che mi spaventava di più, era che non me ne pentivo affatto.
Tu hai bisogno di lui, Demi.
 
 
-         Demi …

Il suo fu appena un sussurro; lo guardai dritto negli occhi, nel suo sguardo apparve un luccichio che sembrava andato perduto da secoli, una scintilla di vita, come se all’improvviso si fosse destato da un sonno che sembrava eterno.
Era felice.
E mi sentivo in colpa per questo, perché io non lo ero. Sentivo il grande bisogno di baciarlo, perché avevo bisogno di lui, forse anche più di quanto avessi mai ammesso, ma nella mia testa albergavano talmente tante di quelle cose, così confuse, così astratte, che non riuscivo a capire se il mio fosse stato un gesto d’amore, oppure no.

-         Demi … perché?
-         Perché ti ho baciato? – soffiai – non lo so. Credo di aver bisogno di te più di quanto riesca ad ammettere. Anche se ho talmente tanta di quella rabbia, di confusione in testa, che non so cosa provi ora…

Fu lui a interrompermi questa volta. Ci fu un secondo bacio, lungo, piacevole, rilassante. Era da tempo che non mi sentivo così. Forse era vero, dipendevamo l’uno dall’altro, nonostante la distanza, eravamo destinati a ricongiungerci, in qualche modo.
Una parte di me continuava a ripetermi di staccarmi da lui, di andare via, di lasciarlo perdere, di andare per la mia strada e dimenticarlo. Ma come si fa a dimenticarsi di respirare? Baciandolo, era come se la mia vita, almeno in parte, avesse ripreso ad avere un senso.
E anche se mille voci continuavano a parlarmi, l’unica cosa che riuscii a concludere, mentre le mie labbra erano ancora incatenate alle sue, era che mi era fottutamente mancato.




















Hey Everybodyyyyyyyyyyyyyyyyyy :DDDDDDDDD I'm back! Dite la verità, non ci speravate più, eh? Dovete perdonarmi, perchè se non ho pubblicato fin'ora è stato a causa di un blocco dello scrittore... non avevo la minima voglia di scrivere, in particolare la Demi, per motivi particolari.... Avevo vinto uno dei 2000 posti al Fan party di Milano, ma i miei non mi ci hanno fatto andare (: Sono stata malissimo per più o meno due settimane, e non nego di starci male anche ora. Ho fatto molta fatica a scrivere questo capitolo, infatti lo scritto in parecchi giorni... forse è anche per questo, chi lo sa... La consapevolezza di essere vicini a incontrare il proprio idolo e vedere la propria possibilità sfumata in pochi attimi non è una cosa bella... e credo abbia influito un pò su tutto. Comunque, cercando di pensare ad altro, vorrei fare le mie sentite condoglianze a Demi per la sua perdita. Pochi giorni fa è morto suo padre, Patrick, e mi dispiace molto per lei. E soprattutto, mi sento un mostro, perchè "grazie" a questo brutto avvenimento, mi è venuta ispirazione per tutta la ff, fino alla fine. Siamo vicini all'epilogo di questa storia, e la morte di suo padre mi ha aiutato a capire come concluderla. Lo so, sono una persona orribile cc 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e che non mi odierete troppo per aver lasciato perdere per tanto questa storia, che alla fine, è parte di me (:
Aspetto con ansia le vostre bellissime recensioni, se vi va di farmi sapere la vostra... grazie a tutti quelli che mi seguono, che apprezzano, che recensiscono, ai lettori silenziosi, e a @WalingAway_ e @Niam_ che mi supportano sempre e sono innamorate di quello che scrivo :33 (Non esagero, mi considerano una specie di dio AAHHAHAHAHAH anche se non capisco perchè uu'') Vi voglio bene ;) :P <3 
E voglio bene anche a tutti voi, pipoool *-* <3 <3 <3 
Alla prossima, che giuro sarà presto! <3 
xx
Haley (:

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


(POV Joe)
 





Dopo quel bacio tutto quello che facevo era guardarla. Demi era lo spettacolo più bello del mondo, era la cosa più vicina a Dio, per me. Era l’unica che desse un senso al sole che mi colpiva la mattina, guardarla mi restituiva una ragione per continuare a vivere.
E i suoi occhi.
Molti ritengono che la bellezza di uno sguardo risieda nel colore degli occhi. Non sono mai stato così in disaccordo.
Perché il colore dei suoi occhi era di un comunissimo marrone, per certi aspetti non troppo diversi dai miei, ma i suoi; In quel comune marrone io ci vedevo tutto il mio mondo.
Il mio unico mondo.
E quando la guardavo,  cercando la sicurezza nel suo sguardo, una risatina rubata  da una mia occhiata nascosta, il mio mondo crollava. Perché nei suoi occhi non vedevo altro che il riflesso di un’anima spezzata a metà.
Non aveva più quella luce che riservava a me, con cui illuminava il mondo e chiunque incontrasse per strada.  Aveva lo sguardo spento, gli occhi di chi non faceva altro che lottare e di farsi valere in un mondo di belve feroci, e non faceva altro che soccombere, ogni volta. Sempre da sola.
Se solo avessi potuto dirle quanto in realtà valesse, quanto fosse bella e quanto contasse per me, forse l’avrei potuta guarire. Se solo le avessi potuto dire la verità, forse lei avrebbe potuto guarire me.
Ma avvicinarla era impossibile. Era come se tra lei e tutto il resto avesse innalzato un muro, impenetrabile e altissimo. Quel muro aveva il palese obbiettivo di tenere all’esterno tutto quanto, compreso me. E non sapevo seriamente come penetrarlo.
Quel bacio per me era stato una boccata d’aria pulita. Era stato come uscire finalmente dall’apnea e tornare a respirare, come rivedere di nuovo la luce del giorno. E quando lei l’aveva ricambiato, Dio. Perché lo sapevo, sapevo che ricambiava. Perché una parte di lei non faceva altro che chiedere aiuto, ma l’altra metà continuava a tirarla giù, lontano dalla fune che le veniva tesa ogni volta. Ma io non volevo arrendermi, non potevo. L’unica cosa che continuavo a ripetermi, era che mi serviva soltanto una corda più lunga.
Avevo provato ad avvicinarla, ogni volta che potevo. Da un semplice “aspetta, ti apro la porta” ad un più complicato “ti va di fare due chiacchiere?” che di solito concludevano con un “lasciami in pace, Joe” o con una fuga repentina.
Certo era che rimaneva bellissima.
 
Quella mattina pioveva, e tanto anche. A tal punto che le riprese sul set furono posticipate alla settimana successiva, sostituite dai turni in sala di registrazione. Un po’di pausa era l’ideale, per quanto mi riguardava.
Anche perché, girare un film con una coprotagonista che a malapena ti guarda negli occhi, non è una cosa molto facile.
Quella mattina però il mio umore era di tutt’altro avviso.
L’aspettai, fregandomene beatamente delle goccioline fastidiose che cadevano dalla grondaia sulla mia spalla, all’uscita della mensa. Quando finalmente uscì, e mi vide, la sua reazione fu del tutto calcolata. Spalancò gli occhi, diede un breve colpo di tosse, e con un cenno veloce agli altri che uscivano dall’edificio si mosse verso la direzione opposta rispetto a me. Sorridendo sornione scossi la testa e mi avviai per lo stesso viottolo.
  • Ultimamente non faccio altro che starti dietro, eh?
  • Nessuno ti costringe a farlo, Joe.
  • Non dico che mi dispiaccia.
Continuammo a camminare per un po’, in silenzio. Un po’ mi piaceva l’idea di stuzzicarla fino allo sfinimento, forse alla fine avrebbe reagito per davvero.
E infatti,
  • Hai intenzione di seguirmi ancora per molto?
  • Sei molto buffa quando ti arrabbi con qualcuno più alto di te, te lo ha mai detto nessuno?
  • Non provare a fare lo spiritoso, io sono seria.
  • Non era mia intenzione offenderti. O forse si.
  • Stai continuando a fare l’idiota.
  • Lo sai che è la mia specialità.
  • Lo so benissimo. Ma forse è arrivato il momento di crescere, non trovi?
Le sue parole non mi scalfirono affatto. Mi aveva detto di peggio in passato.
Non contenta della mia reazione al suo discorso, si avvicinò pericolosamente a me, con uno sguardo decisamente scazzato. Questo non fece che farmi scoppiare a ridere.
 
  • Mi spieghi adesso cos’hai da ridere?
  • Te l’ho detto, sei buffa. Scusami, davvero, non posso farci niente!
  • Mi stai davvero stufando.
  • E tu sei bellissima.
Colpita. Le mie parole la fecero arrossire subito. Sorrisi, vincitore, e aspettai una risposta. Tossì e imbarazzata si sforzò di rispondermi.
 
  • Cosa c’entra adesso questo?
  • Nulla. Avevo solo bisogno di dirtelo. Secondo me non te lo dicono spesso.
  • Chi ti dice che …
  • Perché l’unico che crede in ciò che dice e che crede in te sono io. Ecco perché lo so.
  • Joe, se credi che dicendo queste parole io ….
  • Non voglio nulla in cambio. Ti dico soltanto la verità.
  • Va bene. Ma devi lasciarmi in pace lo stesso.
Chiusi gli occhi e la baciai. Non fu qualcosa di passionale, ne di studiato, o di romantico persino. Fu soltanto uno scontrarsi di labbra, perché lei di certo non se l’aspettava. Ma per me voleva dire tutto. Durò qualche secondo, e quando mi staccai impiegai tutte le mie forze, perché avrei voluto non lasciarla più. Aveva gli occhi spalancati, le labbra ancora chiuse, come se quel contatto lo sentisse ancora su pelle, lo sguardo fisso nel vuoto. Sorrisi, poi cercai di contenermi e arrossii, imbarazzato ma anche felice.
 
  • Mi… mi dici perché lo hai fatto?
  • Credo che sia per lo stesso motivo di prima. Volevo farlo.
  • Tu sai che di solito per fare qualcosa di questo tipo c’è bisogno che anche l’altra parte sia d’accordo?
  • Sono sicuro che fosse così.
  • Smettila di fare così!
  • Così come?
  • Mi segui, cerchi di parlarmi, mi … mi baci… cosa credi di fare?!
  • Voglio solo che tu mi parli.
  • E credi che facendo così possa riuscirci?!
  • Almeno riesco ad avere la tua attenzione..
  • Sei un deficiente!
  • Uao.. ancora un complimento e arrossisco!
  • Dannazione, sei insopportabile! Vattene, lasciami in pace!
E furiosa avanzò a grandi passi verso i caravan.
  • Comunque resti bellissima!
  • Fanculo Jonas!
Ridacchiai, mentre lei sbuffando sonoramente si allontanava sempre di più.


 
(POV Nick)



 
  • Hey Miley, come va, tutto bene? Spero di si, insomma, io sto bene, e non vedevo l’ora di vederti per parlare, così sentirò cosa avevi da dirmi …
No.
  • Hey Miley, ciao. Sono felice di vederti, ti amo.
Decisamente no.
 
  • Nick!
Cavolo.
  • Miley! – risposi al saluto e aspettai mi raggiungesse. Era bellissima. Nella mia testa era l’unica che vedevo, quanto fosse bella. E perfetta. E bella.
Era tutto.
E non era mia.
Sospirai, poi fu lei a riportarmi alla realtà
 
  • Niick… terra chiama Nickolas!
  • Eh? com.. cosa?
  • Ti eri imbambolato … è tutto okay?
  • C-certo, sicuro! È tutto apposto! Andiamo?
  • Certo!
E ci incamminammo per la nostra strada.
  • Mmh, adoro il frappè al caramello!
  • Lo so … da quando ti conosco ne mangi a litri
  • Ci credo! È ottimo!
Le sorrisi. Era bella anche con la bocca sporca di glassa al caramello e le gocce di cioccolato che le cadevano dal bicchiere.
  • Comunque grazie per avermi incontrata…
  • E di che! Mi fa piacere, è tanto che non parliamo …
  • È vero.
  • Allora … come mai hai voluto vedermi?
  • Beh … sai, Demi non è nello stato migliore per ascoltarmi, e di certo non posso parlarne con mia madre … e nemmeno con Liam …almeno non ora..
  • È qualcosa di grave?
  • Beh … più o meno …
  • Hey, lo sai che puoi parlarmi di qualunque cosa. Siamo amici, no?
  • Si.
  • Ti fidi di me?
  • Certo. – disse sorridendo (quanto era bella)
Prese un lungo respiro. Mi fermai a guardarla, iniziai anche a preoccuparmi. Se aveva bisogno di questo tempo per dirmi qualcosa doveva essere davvero importante per ….

 
  • Sono incinta.









 
 
 
 
 
 
Vi prego, perdonatemi. Perdonatemi se potete, perché sono davvero una grandissima stronza. Lo so. Ne sono consapevole. E questa storia dovrebbe odiarmi per prima, la mia dolce piccola, perché non l’ho pensata a dovere. Ma adesso eccomi qui. A cercare di rimediare, con un capitolo che credevo seriamente mi venisse molto corto (ma invece ringraziando iddio è decentemente lungo), a cercare di riordinare le idee dopo la bellezza di sette mesi (forse di più boh…) in cui l’ispirazione è andata a farsi un giro in Slovenia. Se volete prendermi a parolacce fate pure, non farò altro che darvi ragione cwc perché so che vuol dire dannarsi per aspettare l’aggiornamento di una storia, quindi merito di essere linciata cwc però, il capitolo non è così male, e finalmente mi è tornata la voglia di scriverla! Non sapete quanto sono felice di questo!
Btw, ho tante altre idee che avrei voluto scrivere già in questo capitolo, ma siccome sono stronza fino in fondo, devo essere coerente e farvi aspettare ancora un po’. (vi amo tutti cwc)
Non ve l’aspettavate Miley incinta, eh? (@Inhibernation sorpresa :D) Secondo voi Nick è svenuto? Per me si.
I Jemi sono belli perché si. Non credo ci sia altro da aggiungere, no?
 
Spero che non mi abbiate abbandonato, che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia fatto sbollire la rabbia che giustamente starete provando per in questo momento!
Giuro che cercherò di aggiornare il prima possibile, lo prometto! *occhi dolci*
Alla prossima, vi amo tutti!
(non oso chiedervi di recensire, potrebbero essere le mie ultime parole famose c:)
 
xx
Haley (:
 
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Cap. 19
 


 
 
(POV Demi)
 

 
  • Avanti, rispondi ….
  • Tutto a posto? – alzai lo sguardo, fissando per pochi secondi Allyson che mi osservava dare di matto verso lo schermo del cellulare.
  • Ehm .. si – risposi, sorridendo imbarazzata – è che ….
  • Qualcuno non risponde alle chiamate?
  • È .. è Miley … sono giorni che provo a chiamarla, ma non la sento da quando sono partita …
  • Avrà da fare! Dopotutto fa il tuo stesso lavoro, dovresti capirla!
  • Forse hai ragione…
  • Ma si, tranquilla! Sono sicura che appena avrà tempo sarai la prima a cui risponderà.
Le sorrisi, grata per avermi liberata dall’ansia; mi diede una leggera pacca sulla spalla e  mi sorrise in risposta.
Era vero, non sentivo Miley da quando ero partita per il Canada. Non sapevo se c’entrasse davvero un impegno di lavoro come aveva detto Allyson, dopotutto non sembrava una scusa molto plausibile per me. Aveva sempre trovato del tempo per rispondermi, anche quando faceva avanti e indietro dagli studi a casa mia per controllarmi … e le ero grata per questo. Proprio per questo motivo ero così preoccupata . Le cose erano due: o le era successo  qualcosa, oppure … beh, forse semplicemente non voleva rispondermi. Dovevo iniziare a tenere in conto questa possibilità, e magari mettermi l’anima in pace. Una parte di me iniziò a pensare che ormai ero abituata ad essere abbandonata dalle persone. Decisi di non cedere, però: avrei aspettato ancora. Finché non me lo diceva in faccia non potevo essere sicura di niente.
Distolsi lo sguardo dai miei pensieri, perché fuori dalla finestra della sala comune c’era Joe. Ovviamente era fermo lì davanti per un motivo, ovviamente era lì perché aspettava me. Sapeva che ero rimasta sicuramente dentro perché erano usciti tutti gli altri, e io non mi ero fatta viva. Aveva lo sguardo attento e si guardava attorno, perché non si era stancato un solo minuto di starmi dietro e di provare a starmi vicino. Non appena lo vidi balzai e spaventata abbassai velocemente lo sguardo a terra. Sperai con tutta me stessa che non mi avesse vista in quella mossa patetica …
  • Hey Demi
  • Aaaaaahh!
  • Non sapevo di fare paura …
  • Santo cielo, Nick! Ti pare questo il modo di arrivare alle spalle della gente? Mi hai fatto prendere un colpo!
  • Vedo – disse, ridendo –come mai ti nascondevi, 007?
  • Ecco, io … ehm …
  • Mio fratello sta impazzendo per trovarti, sai?
  • Non prenderla a male, ma tuo fratello è l’ultima persona che vorrei vedere oggi …
  • Immaginavo … - disse sorridendo. Abbassai lo sguardo: - è tutta la settimana che Joe mi viene dietro, non mi lascia sola un minuto. Mi segue ovunque, è diventato la mia ombra …e sinceramente non lo sopporto più. Se crede di riavvicinarmi sta sbagliando tattica.
  • Ascolta – disse, sedendosi accanto a me – lo sai che non mi è mai interessato mettermi in mezzo alle questioni tra te e quella testa bacata di mio fratello – anche se ha tentato tutti i modi per coinvolgermi, ma credo che prima o poi dovresti parlargli e spiegargli quello che senti.
  • Sai qual è il problema, Nick? È che non lo so nemmeno io. Il fatto è che se Joe non mi lascia lo spazio per respirare e pensare da sola, non lo capirò mai.
  • Capisco …
  • E tu?
Nick alzò lo sguardo verso di me, lo sguardo confuso: - io cosa?
  • Sei strano … sicuro di stare bene?
  • Sto benissimo, tranquilla! Mi manca solo un po’ casa..
  • Senti … ti posso fare una domanda?
  • Certo..!
  • Tu e Miley.. ecco, vi sentite?
  • Cosa intendi …?
Vidi il panico crescere nello sguardo del mio migliore amico, un senso di insicurezza. Questo non fece che accrescere il mio dubbio, ma decisi di non indagare troppo a fondo.
  • Beh, siete tornati amici, no? Eravate legatissimi, mi chiedevo se la senti in questi giorni!
  • Ah… beh, se devo essere onesto, no! Non la sento da quando siamo partiti! Perché me lo chiedi?
Lo guardai bene: era sincero.
  • Così.. è che non la sento nemmeno io da allora e mi chiedevo che fine avesse fatto..
  • Beh, allora facciamo che chi la sente per primo avvisa l’altro, ok?
  • Certo. – gli sorrisi, e sorridendomi in risposta, si alzò.
  • Comunque … credo che Joe sia andato via… - aggiunse, guardando dalla finestra -  mi sa che per oggi hai vinto tu.
Ridacchiai – lo sai che non mi piace trattarlo così. Ma grazie.
  • Ma figurati. Lo sai che sono sempre dalla tua parte.
Risi e lo abbracciai.



 
(POV Nick)
 

 
Era vero. Non sentivo Miley da due settimane, da quando mi aveva detto che era incinta. Quando Demi mi aveva chiesto di lei temetti che avesse intuito qualcosa, ma se avevo ragione aveva comunque deciso di non andare troppo in fondo alla questione, e di questo le fui internamente grato. Miley mi mancava da morire, ma il fatto non era solo questo. Mi aveva confessato che era incinta già di due settimane, ma che no l’aveva ancora detto a nessuno. Io ero l’unico a saperlo, perché ero l’unica persona di cui aveva realmente fiducia. Di questo, devo essere sincero, ero molto contento. Se Miley pensava questo di me, voleva dire che ci teneva ancora a me. E per un momento pensai che forse…. Ma mi dovetti riprendere subito, perché le questioni importanti erano altre:
 
  • Liam lo sa?
  • Certo che no, Nick, ti ho detto che sei l’unico a saperlo.
La guardai dritto negli occhi. – si, - disse, come se mi avesse letto nel pensiero – è suo.
Dentro di me sentì all’improvviso un peso, non capii bene il perché.
  • Allora perché non gliel’hai detto? Non vedo dove sia il problema…
  • Il problema è che …. – si alzò in piedi, all’improvviso, strofinando nervosa le mani nei capelli – ho paura, va bene? Sono troppo giovane per avere un figlio, ho soltanto 18 anni! Come pensi che sarò in grado di occuparmene? Il fatto che faccia un lavoro che paghi bene non vuol dire che sarò una brava madre! D’altronde però …. Come farei a dire a Liam che diventerebbe padre nel giro di pochi mesi? Come farò a dirlo ai miei?
  • Miley – mi alzai, cercando di calmarla – hey Miley, Miley! – le presi le spalle, bloccandola. Mi fissò con quei suoi enormi occhi azzurri e guardandola mi sembrò di vederci dentro tutta la paura del mondo. Sembrava essere tornata quella bambina di 13 anni che aveva paura di fare brutta figura con me perché si era rovesciata la coca cola sui pantaloni.
  • Io ci sarò sempre per  te, okay? Mi hai chiesto aiuto e io non ti abbandonerò, qualsiasi decisione tu prenda. Ma devi stare calma, perché facendo così non si risolverà mai niente. Capito?
Chiuse gli occhi, prese un profondo respiro, e altre lacrime scesero sul suo viso già bagnato. – Non so che cosa fare.
Allargai le braccia e l’abbracciai.
 
Ed ora erano giorni che non la sentivo. Mi chiedevo seriamente che fine avesse fatto, perché non era normale scomparire così dopo una conversazione del genere. Ripensavo a quelle parole tutte le notti, sognavo lei che piangeva e  mi chiedeva aiuto, e io che rimanevo impotente a fissarla, senza poterla aiutare. Mi svegliavo ogni mattina con il sudore sulla fronte e il panico negli occhi, che cresceva sempre di più ogni volta che controllavo il cellulare e trovavo lo schermo vuoto. Tutto quello che potevo fare era uscire dal bungalow per un’altra giornata di lavoro sul set e sorridere, perché questo la gente si aspettava da me. E sorridevo, mi mostravo sereno, e mentivo a tutti, anche a Demi.
 
  • Non devi dirlo a nessuno.
 
Ed era ovvio che nel nessuno fosse compresa anche lei. L’avevo capito dal suo sguardo, perché non voleva che lei sapesse, non voleva che lei si caricasse anche del peso di qualcun altro. E lì non potei che amarla ancora di più, perché ogni volta che avevo a che fare con lei un pezzettino di me si innamorava ancora più del giorno prima.
E l’unico che si caricava di un peso maggiore ero io.
 
 
(POV Joe)
 
 
 
 
Sapevo bene che il mio comportamento era infantile. Sapevo che con lei stavo esagerando, d’altronde come mio solito. Ma non potevo farci niente. Io l’amavo, e in un modo o nell’altro gliel’avrei fatto capire, in un modo o nell’altro sarei diventato una persona migliore e l’avrei meritata. Forse stavo sbagliando approccio, ma si trattava pur sempre di me.
Quel giorno era piuttosto caldo per il Canada, e le riprese erano appena finite. La mattina mio fratello Nick era tornato in America per completare un progetto musicale con alcuni gruppi emergenti, aveva anche finito di girare per cui non c’era altro che lo trattenesse a Toronto, a parte Demi che gli si abbarbicò al collo stritolandolo e mormorando frasi del tipo “stronzo, mi abbandoni” “vedi di non dimenticarmi” e altri melodrammi simili. Insomma, erano come cozze quei due da quando avevano 16 anni, era ovvio che si sarebbero massaggiati via skype la sera stessa, no?!
Si, ero geloso anche di Nick. Ero senza speranza.
A riprese finite, comunque, decisi di andarmi a cambiare e fare una passeggiata fino alla spiaggia passando per il bosco. Caso volle che, dopo aver goduto della brezza leggera e della quiete degli alberi, una volta arrivato in spiaggia trovai proprio Demi seduta sulla sabbia. Era poggiata con la schiena ad un tronco cavo, e si limitava a guardare l’orizzonte colorato di tramonto. Presi coraggio e decisi di tentare un’altra volta. Non sapevo perché, ma mi sembrava quella buona.

 
 
(POV Demi)
 


La fine delle riprese si rivelò una manna dal cielo. Rilassarmi era quello di cui avevo più bisogno. Almeno lo credevo fino a poco prima.
La mattina di quel giorno Nick era andato via, e vedendo il mio migliore amico andarsene sentivo che anche l’ultimo pezzo che mi teneva legata alla ragione si stava staccando. Non che dubitassi della sua amicizia, eravamo legatissimi, e sapevo bene che mi avrebbe contattata una volta sceso dall’aereo per sapere se avevo mangiato. Era fatto così, e a me andava benissimo. Nel pomeriggio, tuttavia, sentii una strana morsa allo stomaco, lo  sentii all’improvviso come attorcigliato su se stesso, e mi sentii all’improvviso appesantita.
Decisi di avviarmi alla spiaggia. La zona era deserta, e l’acqua del lago aveva preso il colore delle luci del tramonto. I miei occhi brillarono a quella vista, e decisi che per quella volta, quello era il posto perfetto per rimanere da sola.
Mi sedetti con la schiena poggiata ad un tronco cavo ed iniziai a pensare. Sapevo che non mi faceva bene, pensare da sola era una cosa cattiva. Ma dovevo, ne avevo bisogno, avevo semplicemente troppe cose a cui pensare e se non l’avessi fatto di lì a poco sarei scoppiata.
Il destino, però, volle che la risposta a tutti miei problemi, o forse l’inizio di tutti i miei guai si presentasse proprio nello stesso posto dov’ero io.
 
  • Hey principessa – esclamò allegro
Balzai, spaventata, poi mi accorsi che era Joe. – mi hai spaventata.
  • Lo so, scusami, credevo sarebbe stato divertente.
  • Tu credi che molte cose lo siano. Il problema è che spesso lo credi solo tu.
Non riuscivo proprio ad essere gentile con lui, anche se spesso non volevo. Era più forte di me, quando era con me riusciva a tirare fuori il mio lato peggiore.
  • Su principessa non fare quel broncio con me. Non voglio darti fastidio. Almeno non come al solito.
  • Mi dici come fai ad avere quel sorriso sempre stampato sulla faccia? A volte sei irritante.
Joe fece spallucce - È una dote di natura, credo.
 
Decisi che non gli avrei semplicemente dato retta, e tornai a guardare il lago. Joe, dal canto suo, si fece all’improvviso silenzioso, e dopo pochi minuti sentii il suo peso sulla sabbia accanto a me.
 
  • Come mai sei così pensierosa negli ultimi giorni?
  • Non so che cosa tu intenda
  • Appena ti trovi da sola ti fermi a pensare, e diventi malinconica. Cioè, più del solito.
  • Non so che dirti. Sono fatta così.
  • Lo so che non è la vera risposta. Ti manca mio fratello?
  • Non credo che Nick sia la causa dei miei problemi.
Joe storse il naso. La dovevo smettere.
  • Non fraintendermi – sospirai – è il mio migliore amico e gli voglio un mondo di bene, e si mi manca, ma non è quello il problema.
  • E allora qual è ?
Lo guardai riluttante.  – Avanti, parlami. Non voglio che tu mi ami o mi giuri chissà cosa, voglio solo che tu prova a fidarti di me. Solo un pochino.
  • È … non lo so, è un insieme di cose che non vanno per il verso giusto. Ci sei tu, c’è il film, il tour … Miley che non risponde al cellulare, Selena che non mi parla più, i miei genitori che vogliono ricoverarmi …
  • Hey aspetta, frena! Miley non ti risponde? Aspetta …. Dov’è che vogliono mandarti i tuoi?
Passai ore a confessare a Joe tutto quello che mi passava per la testa, e dopo molto tempo mi sentii più leggera e libera di parlare e sfogarmi di quanto mi fossi mai sentita con Nick, o con Miley. Non sapevo proprio spiegare il perché, ma adesso mi sentivo meglio.
Mi venne da piangere, perché il peso che avevo sul cuore era salito alla gola, e dopo tanto tempo che non riuscivo a tirarlo fuori adesso fluiva a fiotti in una volta. Joe mi asciugò le lacrime dolcemente,  e mi sorrise, solo come lui sapeva fare.
  • Lascia che alleggerisca i tuoi pensieri, Demi. Io voglio aiutarti.
 
All’improvviso mi sentii strana. I suoi occhi, il suo sorriso, le sue mani caldi e morbide sul mio viso, erano tutte cose che mi mancavano ogni volta.
 
  • Lo so che sei stufa di me – continuò – ma io voglio solo farti capire che non farò di nuovo lo stesso errore. Voglio essere migliore per te, perché ci tengo a te e non voglio che tu soffra.
Avvicinò le labbra alle mie, e mi baciò. Non mi scansai, non mi ribellai, non feci nulla. L’avevo vicino a me, come avevo sognato ogni notte, come volevo nel mio subconscio, nel modo in cui mi era mancato. Mi era mancato lui.
Continuò a baciarmi sempre più a fondo, mi accarezzava dolcemente seguendo il contorno della mia pelle, in un cerchio continuo. Sembrava non stancarsi mai.
Mi lasciai andare perché lo ritenni giusto, decisi di andare oltre perché sapevo che era il momento con lui. Forse avrei potuto scegliere un luogo migliore, nonostante l’atmosfera del tramonto davanti a noi, ma in quel momento, su quella spiaggetta isolata e deserta, sulla sabbia che entrava nei pantaloni e pizzicava – ridacchiai due volte mentre Joe tentava impacciatamente di spogliarmi inciampando puntualmente nella sabbia e sporcandomi tutta – sentivo che stavo bene lì. Non avevo bisogno di fuggire o di nascondermi da lui, perché alla fine, riusciva sempre a trovarmi.
Non so se mi avesse capito davvero in quel momento, ma capii che almeno ci stava provando. Non sapevo cosa sarebbe successo dopo, ma in quel momento Joe si era rivelato ciò di cui avevo bisogno.
Venni tra le sue braccia, venni insieme a lui, in silenzio, dolcemente, insieme. Come eravamo sempre stati, come forse avevamo sempre voluto entrambi, eravamo di nuovo vicini. Quando mi rivestii, e in cielo ormai era apparsa la luna, sul suo viso vidi un sorriso che raramente gli incorniciava il volto. Era felice.
  • Io ti amo. – disse semplicemente, come fosse la conclusione più assurda del mondo.
  • L’hai detto così tante volte, che non so nemmeno se crederci.
  • Ti sei concessa a me, hai deciso di affidarti a me, di fidarti. Penso voglia pur dire qualcosa, no? Io ti amo,e lo ripeterò all’infinito finché non mi crederai.
  • Joe …
  • Ti amo. – disse piano. – ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo.
  • Okay, okay … - alternava un ti amo ad un bacio, sul collo, sulla fronte, sulla bocca, facendomi ridere. – ti credo, ti credo.
  • Lo dici solo per farmi stare zitto. – e sorridendo continuava imperterrito il suo nuovo gioco, facendomi ridere e arrossire come una ragazzina.
  • Va bene, basta! Ti amo, okay?
E Joe si fermò. Sembrava avesse visto le rovine di Atlantide, o qualcosa di altrettanto grandioso, perché mi guardava come fossi il tesoro più inestimabile e raro del mondo.
  • Che cosa hai detto? – ripeté, lo sguardo improvvisamente luminoso.
  • Ho detto .. che ti amo. – sussurrai.
  • O mio dio.
Mi coprii la faccia con le mani, perché nemmeno io credevo di averlo detto davvero. in quel momento la mia testa aveva deciso che tirassi fuori cosa provavo dentro di me, cosa probabilmente non avevo il coraggio di dire, e dopo un passo tanto coraggioso come quello di fare l’amore, l’avevo detto.
Joe si avvicinò di poco a me, adesso sembrava quasi timoroso di fare un passo falso. Finalmente ebbi il coraggio di alzare lo sguardo verso di lui. Avevo gli occhi lucidi, delle lacrime mi avevano bagnato il viso, ma sorridevo. Non sapevo nemmeno io perché piangevo. Joe sapeva che era stata la mia prima volta, e forse in parte era per quello, ma davvero per il resto non sapevo spiegarmelo. Sorrise ancora di più, sia avvicinò ancora e, come se avesse avuto il permesso guardandomi negli occhi, mi baciò. Fui felice e forse più serena questa volta, certa che forse adesso sarebbe rimasto. Mi accarezzò il viso, mi strinse a se;
  • È il giorno più bello della mia vita.
E in quel momento, pensai che forse lo era anche per me.
 


 
 
(POV Miley)


 
 
Stavo facendo l’errore che più avevo rimproverato a Demi in quei mesi. Mi ero rinchiusa in me stessa e dal mondo. Non parlavo con nessuno, non rispondevo alle chiamate, e fra Nick e Demi ne avevo parecchie in rubrica da controllare. Non sapevo per chi sentirmi più in colpa; Nick era stato l’unico di cui mi ero fidata, l’unico che poteva capirmi. Ma Demi mi considerava sua amica, e io mi ero comportata da tale, finché semplicemente non avevo deciso di lasciarla stare, perché non volevo darle altri pesi. Ero una grande egoista ed ero ingiusta verso entrambi, ma in quel momento non sapevo dove andare a sbattere la testa. Ero incinta di poche settimane e l’unico a saperlo era il mio ex fidanzato che adesso era in Canada e non poteva raggiungermi. Il mio fidanzato, nonché padre del bambino, era all’oscuro di tutto e in più mi trattava quasi come fossi un’estranea. Ero arrivata ad avere quasi paura di lui, sebbene non mi avesse mai toccata con un dito. Non era una persona del genere e questo l’avevo sempre saputo, ma da un po’ di tempo a quella parte non faceva che starmi addosso. Si era accorto che tra me e Nick era rinato quel sano rapporto che ci legava da ragazzini, e di questo era diventato molto geloso. Io avevo cercato di spiegargli più volte che non ne aveva motivo, che nonostante i precedenti io e Nick eravamo soltanto buoni amici, ma non c’era niente da fare. Mi inveiva contro, mi diceva che sicuramente lo tradivo con un altro e che lui era uno stupido che si teneva le corna senza fiatare. Non so perché pensasse una cosa del genere, ma sicuramente questo mi aveva resa più timorosa di rivelargli del mio segreto.
Una mattina però le cose degenerarono. Era il giorno del mio appuntamento con Nick, e io ero appena tornata a casa. Ero molto giù di morale nonostante avesse provato a consolarmi, ero spaventata e guardandomi negli occhi si capiva subito che avevo pianto, anche dopo essermi sfogata con lui. Al rientro a casa mi accorsi di Liam che era seduto sul divano con lo sguardo fisso a terra e la tv a basso volume sul canale sportivo, e questo subito mi fece insospettire. Stava avendo un’altra delle sue crisi di sicuro. Mi sarei dovuta preparare ad un’altra valanga di urla.
  • Come mai sei tornata così tardi?
  • Ho fatto un giro ed è durato più del previsto, scusa se ti ho fatto preoccupare.
  • Potevi avvertirmi.
  • Avevo il telefono spento e l’ipod nelle orecchie, me ne sono davvero dimenticata, scusami.
  • Ah … - sospirò – perché mi dici sempre cazzate?
  • Cosa?
  • Lo so che ti sei vista con lui. Perché non mi dici la verità una volta per tutte?!
  • Ma di chi parli, Liam? Ancora con questa storia?
  • Parlo di Nick, Miley, mi sembra ovvio, no?!
  • Non. C’è. Niente. tra noi due, mi hai capita?
  • Tu menti. Vi ho visti insieme.
  • E va bene, ci siamo visti, ma era un’uscita tra amici, tutto qui!
  • E allora perché non me l’hai detto?!
  • Perché sapevo che avresti reagito così, ecco perché! Ti ingelosiresti anche del mio cane, Liam, andiamo!
  • Non è colpa mia se non riesco a fidarmi di te!
  • Ah! Bene! Siamo arrivati a questo punto?!
  • Vi ho visti abbracciati.
  • Non spiega assolutamente nulla!
  • Sei una schifosa bugiarda e inizio seriamente a stufarmi di te e dei tuoi modi!!
  • No, sono io che sono stufa, okay?! Non ti reggo con il tuo modo di fare, sei diventato una bestia! Mi dai contro per la minima cosa e non hai il minimo rispetto di me, dandomi di continuo della bugiarda! Come credi che mi senta?!
  • Smettila!!
Urlò così forte che mi zittì all’istante. Lo guardai spaventato perché non l’avevo mai visto così. Era rosso in viso, e gli occhi gli brillavano, scuri, per la rabbia.
  • Liam …
  • Tu adesso mi dici cos’è che mi stai nascondendo, va bene? E all’istante.
  • Io …. Io ….
Decisi che dovevo risolvere la questione. Avevo una fottuta paura, ma forse parlando le cose si sarebbero risolte.
  • Sono incita.
Lo sussurrai così piano che credetti non mi avesse sentito, ma la sua reazione disse tutto il contrario. I suoi occhi si spalancarono e il suo sguardo saettava confuso da me alla mia pancia, ad ovunque attorno a lui.
  • Cosa?
  • Hai capito. Non volevo dirtelo perché avevo paura, ma ….
  • Di chi è?
  • Cosa?
  • Di chi è il bambino che porti lì dentro, eh?
  • Liam …
  • È di Nick, vero?
  • No!
  • Lo sapevo! Lo sapevo! Sai che c’è?! Sono stufo, me ne vado!
Corse furioso verso il corridoio, sbuffando. Raccolsi quel poco di coraggio che mi era rimasto, e decisa a fermarlo gli corsi dietro. Ero disperata, non volevo che se ne andasse e non volevo credere che arrivasse a tanto, ma lui sembrava più deciso che mai.
  • Liam, ti prego, ti prego ….
Lo presi per un braccio, cercando inutilmente di bloccarlo, ma il risultato fu ben diverso. Si infuriò ancora di più, e cercando di scansarsi mi buttò a terra. Non lo fece a posta perché non stava nemmeno guardando mentre lo faceva, ma come si accorse che ero caduta a terra, e il mio sguardo terrorizzato, il suo viso cambiò. Adesso era terrorizzato anche lui. Forse non si aspettava di riuscire a reagire così.
  • Liam …
  • Addio. – e aperta la porta andò via.
Rimasi a terra a fissare la porta da dove era appena uscito e riuscivo a malapena a respirare. Le lacrime cominciarono a scendere, copiose, e in pochi minuti scoppiai a piangere disperata nel mezzo di casa, rimasta vuota.
 
 
 
 



 
 
 
 
 

 
*esce timidamente fuori dal nascondiglio* Eccomii! Sono viva! Incredibile, eh?
Lo so, lo so … inutile che trovo scuse. Ma sono sotto maturità, e si, sono molto vicina ad una crisi di nervi (stasera sono arrivata a parlare al libro di filosofia perché non trovavo Hegel nell’indice), ma oggi mi sono messa d’impegno e ho deciso di scrivere! :D il capitolo è più lungo del solito, (un po’ come quelli vecchi yuhuu **), ma sinceramente non so come sia venuto, non l’ho riletto.. quindi, come al solito, per eventuali pareri critiche o suggerimenti non esitate a farmelo sapere :) il prossimo capitolo l’ho già appuntato, ma sinceramente non so quando lo scriverò… spero il prima possibile.
Alla prossima, vi voglio bene e spero non mi abbiate abbandonata!
 
Xx
Haley. 

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