Tale of Fairy Tail

di imNatsu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Corri, Fairy Tail, corri! ***
Capitolo 3: *** Il drago, il ghiaccio e le ombre ***
Capitolo 4: *** Natsu vs. Sting ***
Capitolo 5: *** Lacrime amare ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


1. Prologo


 

 

Fiore, città di Crocus, anno X791.

Era appena finita la seconda giornata delle Grandi Olimpiadi della Magia, e nonostante i risultati tardassero ad arrivare, tutta la gilda si era ritrovata in un bar non distante dall’albergo in cui alloggiavano i propri membri per festeggiare e divertirsi tutti insieme.
L’atmosfera era allegra e spensierata perché Fairy Tail era riuscita a riscattarsi della brutta partenza nella competizione magica e quindi era presente anche un ottimismo contagioso per il futuro. Anche se il distacco da chi li precedeva era tanto, lo era anche la loro voglia di riscatto dopo sette lunghi anni di umiliazioni subite, portando nel cuore la speranza che i propri compagni dispersi da tempo avrebbero prima o poi aperto la porta della gilda dicendo: - Ciao a tutti, ragazzi! Siamo tornati! –
Non mancavano i soliti brindisi e schiamazzi tipici dei maghi di Magnolia, ma in mezzo a quel clima di festa Lucy si accorse di qualcosa di strano in quel quadro così familiare che aveva visto ormai molte volte.
- Che strano… - mormorò – Non ci sono state ancora risse stasera. E’ tutto troppo tranquillo, è quasi irreale… Giusto! Dov’è Natsu? – chiese a Levy, seduta di fianco a lei.
- L’ho visto poco fa. Si è allontanato insieme al Master… Aveva un’espressione molto seria. – rispose la gracile ragazza dai capelli blu e dal sorriso dolce, e poi aggiunse – Cosa c’è? Ti manca di già? – aggiunse con fare malizioso e ridendo sotto i baffi.
- N-no, non è q-questo, è s-solo che m-mi sembrava strano n-non vederlo in giro – replicò Lucy balbettando e visibilmente imbarazzata.
Si accorse di essere arrossita molto, e così come se ne accorse lei, se ne accorse anche la sua migliore amica, che stirò le labbra in un sorriso come ad aver colto i reali sentimenti che si celavano dietro a quella reazione.
- E invece tu, Gajeel? Dove l’hai lasciato? Pensavo che dopo quello che è accaduto sull’isola di Tenrou ormai foste intimi! – disse tra una risata e l’altra la maga bionda.
- Lu-chan! M-ma c-cosa dici? Tra me e Gajeel non c’è nulla… Cosa vai a pensare? – alle parole di Levy corrispose un rossore diffuso su tutto il viso; Lucy si limitò a sorriderle scherzosamente non volendo più alludere a niente che riguardasse il suo rapporto con quell’uomo secondo lei intrattabile per non causarle altro imbarazzo.
Le due erano solite punzecchiarsi a vicenda: le loro allusioni erano sempre legate alla sfera sentimentale, e a quelle emozioni che, chi più chi meno, cercavano di nascondere agli altri. Nonostante queste prese in giro, però, erano davvero molto legate.
La ragazza dalla chioma folta e bionda però sentì che la sua amica aveva perfettamente ragione. Tutte le avventure, i rischi e le emozioni vissute con Natsu avevano fatto crescere dentro di lei un sentimento molto difficile da spiegare a parole. Anche sull’isola di Tenrou, quando tutto ormai sembrava perduto, si era aggrappata a quel buffo ragazzo dai bizzarri capelli rosa conosciuto tempo prima nel porto di Harujon buttandogli le braccia intorno al collo spaventata e nascondendo il suo volto nella sua strana capigliatura.
La sua presenza riusciva a riscaldarla, la sua voce le infondeva speranza e il suo abbraccio, il suo dolcissimo abbraccio, la rassicurava più di ogni altra cosa.
I sentimenti dentro di lei erano in subbuglio da un po’di tempo a questa parte, perché Lucy si ostinava a rimuginare su quel rapporto così desiderato ma anche così pericoloso.
Cosa avrebbe fatto se fosse finita? O se peggio l’avesse semplicemente ignorata? Erano nella stessa gilda, nello stesso team e continuava a ripetersi di non poter rischiare di complicare ancora di più il loro rapporto.
Intanto Natsu era impegnato in un colloquio con Makarov, il Maestro di Fairy Tail, che solitamente riusciva a dare preziosi consigli per sbrogliare anche le situazioni più complicate.
- Nonnetto, devo dirti una cosa importante… Sono preoccupato. Oggi, durante l’incontro di Elfman, tre tizi mascherati hanno tentato di rapire Wendy, Charle e Porlyusika; non ci sono riusciti solo perché me ne sono accorto in tempo. – disse con tono serio il dragon slayer – Quando li abbiamo fermati hanno confessato di lavorare per Raven Tail. –
- Raven Tail?! Adesso Iwan ha davvero superato il limite! Non deve azzardarsi a toccare i miei mocciosi! – replicò furente il maestro della gilda.
- Master, i tizi di oggi, quelli che hanno tentato di rapire Wendy e gli altri, in realtà non stavano cercando loro… In realtà… - Natsu si fermò, sentendo una crescente preoccupazione crescergli dentro.
- Parla chiaramente, Natsu. – sentenziò Makarov.
- In realtà… Stavano cercando Lucy…  - Natsu sembrava molto turbato sapendo la sua compagna in pericolo; stringeva i pugni mente sentiva che la sua preoccupazione si stava trasformando in rabbia.
- Non preoccuparti ragazzo, lei qui è al sicuro. – disse mentre chiudeva gli occhi e assumeva la solita buffa espressione che albergava sul suo volto.
- Lo so, ma sono comunque un po’preoccupato per lei… -
- Dimmi… Tu tieni davvero molto a lei, non è vero? Ho visto come la guardi, tutti l’hanno notato… E’ per questo motivo che sei così turbato? –
- M-ma che t-ti salta in mente, vecchio? – rispose deciso il dragon slayer – S-siamo s-solo amici… - mentre pronunciava queste parole, il volto gli diventò paonazzo e l’imbarazzo che stava provando sembrava voler smentire ciò che aveva appena detto.
- Ahahahah, non sei mai stato bravo a raccontare bugie, Natsu. – replicò il vecchio visibilmente divertito dalla reazione di quello che considerava come un figlio – Sai Natsu, penso che se provassi davvero qualcosa per Lucy, allora dovresti cercare di farglielo capire in qualche modo. – aggiunse, e dopo essere sceso di slancio dalla sedia si allontanò a piccoli ma veloci passi.
Natsu rimase per una manciata di minuti assorto nei suoi pensieri a metà tra il perplesso e l’imbarazzato sentendo le parole del “nonnetto”, ma nel profondo era consapevole del fatto che cioè che aveva detto il bizzarro vecchietto corrispondesse alla verità, che il loro rapporto era lentamente ma inesorabilmente mutato con il passare del tempo e con il susseguirsi delle avventure che avevano vissuto insieme durante incarichi difficili e pericolosi.
La voce di Happy, il suo migliore amico (un exceed blu tanto tenero quanto fedele) lo fece trasalire dai suoi pensieri.
 - Natsu? Che vi siete detti tu e il master? – chiese il gatto con voce ingenua.
- Niente di importante Happy. Vieni, torniamo dagli altri! – mago dai capelli rosa sembrava aver recuperato in un solo colpo la vivacità che lo contraddistingueva.
- Aye! – rispose allegro Happy mentre seguiva il suo amico dirigendosi nel salone principale di quel bar.
La serata trascorse serena, Natsu tornò tra i suoi amici infiammato come sempre e insieme a lui tornarono anche le risse, i litigi con Gray e anche le risate condivise con Lucy, che divertita non si risparmiava di regalargli quei sorrisi che tanto gli piacevano.
Happy passò la serata cercando di far colpo sulla bella Charle, la gattina bianca per cui batteva il suo cuore, mentre ogni tanto Juvia faceva capolino dalla porta per contemplare il corpo abitualmente senza vestiti del suo adorato, ma irraggiungibile, Gray-sama.
Levy cercava di rendere meno rozzo il ferreo Gajeel, quell’omone scortese e maleducato, ma che la faceva sentire dannatamente al sicuro; e poi era certa che anche lui, sotto a quel fare da duro, nascondesse da sguardi curiosi un animo capace di intenerirsi… forse molto sotto.
Dopo una serata di risate e festeggiamenti, si ritirarono in albergo vista la tarda ora; erano già le 2 di notte e necessitavano di un po’ di riposo: l’indomani li aspettava un altro giorno di sfide e di scontri in cui avrebbero dovuto dare il massimo.
Durante la notte, mentre i suoi compagni dormivano, Natsu si svegliò a causa dell’inquietudine che si sentiva nelle ossa, nella carne e in ogni muscolo del suo corpo, sapendo che la biondina a lui così cara era con ogni probabilità in pericolo. Scostò lievemente Happy che dormiva di fianco a lui facendo attenzione a non svegliarlo, scivolò fuori dal letto assicurandosi di non svegliare nessuno dei suoi compagni di stanza.
Stette per qualche minuto appoggiato sul davanzale della finestra, mentre la fresca brezza notturna gli accarezzava dolcemente i capelli. Era luglio e il cielo estivo era totalmente privo di nuvole in modo da far risaltare la luminosità della volta celeste.
Era davvero una bella notte: il cielo illuminato dal colore dorato delle stelle era meraviglioso.
Lucy gli aveva insegnato a riconoscere e distinguere alcune costellazioni: così, dopo aver alzato lo sguardo verso quella moltitudine di punti tanto luminosi quanto lontani, cercò di distinguere quelle che la ragazza gli aveva mostrato.
- Quella è l’ariete, quella il leone, quella il sagittario… o forse era l’acquario? Ahhhh chi si ricorda, sembrano tutte uguali! E’ Lu quella che se ne intende. – mormorò fra sé il ragazzo grattandosi con la mano i folti capelli disordinati, rimanendo con gli occhi persi in quella bellissima distesa di tenebre e luce che fa da tetto al mondo. 
Già, Lu.
I suoi pensieri erano fissi su di lei e malgrado quel cielo fosse così bello da non riuscire a distogliere lo sguardo, non poteva di certo attenuare il senso di preoccupazione che logorava il giovane mago delle fiamme.
Dopo aver emesso un profondo sospiro,  si avviò a passi lenti lungo il corridoio andando verso la stanza di Lucy.
Aprì silenziosamente la porta e stette lì, sull’uscio, guardandola dormire.
I suoi occhi abbandonarono quell’aspetto tra il serio e l’agitato che conservavano poco prima per rischiararsi in un dolce sguardo.
- Com’è tenera quando dorme… Te lo prometto Lu, nessuno ti farà del male, ti proteggerò io. – si ritrovò a pensare Natsu. Dopo di che rivolse alla maga addormentata uno di quei sorrisi radiosi e spensierati che piaceva regalargli, che le aveva rivolto anche quando la trascinò con sé a Fairy Tail, facendola entrare così in modo indelebile nella sua vita e nel suo cuore.
Seppure la ragazza non potesse vedere quel grande sorriso, sembrava quasi che l’avesse percepito sulla sua pelle, incurvando leggermente le labbra come per sorridergli di rimando.
Ora dormiva più serena che mai.
Natsu tornò in camera sua rassicurato dopo aver visto il volto della biondina e finalmente riuscì a prendere sonno addormentandosi con un sorriso appena accennato disegnato sul viso.






Bene, come ho già scritto nella descrizione, questa è la prima cosa che scrivo per il puro piacere di farlo e non perchè sono obbligato. E' davvero belllissimo. xD
Lo stile sarà un po'acerbo e a tratti macchinoso immagino, però mi sono divertito.
Beh, il senso del racconto è abbastanza chiaro da questo capitolo immagino: il mio intento è di riprendere la storia dal punto in cui si è arrivati, e pensare ad un intreccio personalizzato, insomma, scrivere e raccontare cosa potrebbe succedere per me d'ora in poi. Ho ovviamente aggiunto le relazioni sentimentali dei vari personaggi, visto che Mashima, da bravo mangaka, le dedica un ruolo marginale esitando molto a svilupparle; secondo il mio modesto parere, le alchimie che ha creato tra i personaggi (soprattutto tra Natsu e Lucy che sono usciti da quel pennino assolutamente perfetti nella loro semplicità) debbano essere assolutamente portate avanti.
Cosa aggiungere? Se la storia vi piace tenterò di continuarla al meglio delle mie capacità provando a non scrivere degli aborti mancati.

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Capitolo 2
*** Corri, Fairy Tail, corri! ***


2. Corri, Fairy Tail, corri!


 

Il giorno seguente si svegliarono tutti molto presto, si ritrovarono per fare colazione nonostante fossero ancora assonnati; soprattutto il dragon slayer sembrava patire quel risveglio più degli altri.
- Stavo dormendo così bene… come vorrei essere ancora nel letto. – si lamentò lui, non prestando attenzione a dove metteva i piedi.
Finì per andare a sbattere la testa contro lo stipite di legno di una porta dell’albergo cadendo poi a terra e  suscitando le risate dei suoi compagni.
In realtà avrebbe solamente voluto che il sogno che lo aveva cullato per tutta la notte non terminasse e che ci fosse un modo per farlo continuare.
Infatti il suo subconscio aveva immaginato e rielaborato una situazione vissuta tante volte, ma comunque un po’diversa dal solito: aveva sognato di essersi intrufolato come suo solito in casa di Lucy e di essersi sdraiato sul suo comodo letto. Lucy, invece di mettersi a strillare in direzione del suo nakama dai capelli rosa come era consueta fare, si limitò, dopo un attimo di confusione per la presenza del ragazzo sul suo letto, a sorridergli con tutta la dolcezza di cui era capace e si sdraiò vicino a lui.
Così era passata quella notte nella mente di Natsu: lui e Lucy che si addormentavano l’una tra le braccia dell’altro e nascosti ad occhi indiscreti dal sottile velo di oscurità offerto dalla notte, squarciato solo dai raggi lunari che filtravano attraverso le tende e illuminavano il volto dei due ragazzi.
Come biasimarlo se in quel momento desiderasse solamente continuare a essere circondato dalle immagini e dal confortevole tepore che gli regalava quel sogno?
“Ma cosa mi succede in questo periodo? Non posso iniziare anche a sognare queste cose!” pensò Natsu fa sé e sé, scrollando la testa più volte con veemenza.
Dopo circa dieci minuti di marcia, giunsero di buon’ora nel luogo dove si sarebbe tenuta la competizione. Ormai le Grandi Olimpiadi della Magia erano approdate alla terza giornata di gare e tutti avevano iniziato a capire il funzionamento di quel torneo: erano messe alla prova le abilità di un mago a trecento sessanta gradi.
La giornata di gare era divisa in due parti: una prova di abilità che variava da giornata in giornata e le cui regole sarebbero state esposte ai partecipanti solamente un momento prima di iniziare; la seconda parte invece consisteva in uno scontro uno contro uno, in cui si affrontavano gli sfidanti senza esclusione di colpi.
La sfida della terza giornata sarebbe consistita in una gara a obiettivi: i contendenti avrebbero dovuto percorrere le vie principali della città di Crocus, premurandosi di fermarsi in quattro tappe prestabilite dove avrebbero dovuto timbrare un foglio per confermare il loro passaggio in quel punto.
L’unica regola in vigore vietava di rubare il foglio timbrato ai propri avversari: tutto il resto era consentito.
-Yo, Erza, hai già deciso chi parteciperà per il nostro team? Voglio farlo io! Voglio farlo io! Mi sento tutto un fuoco! – Natsu, che nel frattempo sembrava essersi ripreso dallo stordimento mattutino, scalpitava all’idea di un altro giorno di sfide, anche se in realtà tutti sapevano che avrebbe solo voluto fare a botte con qualcuno.
- Ehi, dannato! Perché ci devi andare proprio tu?! Pure io voglio prendere parte alla gara, e non permetterò ad uno scemo come te di soffiarmi il posto! – era evidente che anche Gray condivideva lo stesso stato d’animo del suo compagno.
L’atmosfera era familiare: i litigi tra Nasu e Gray ricordavano a tutti i membri della gilda l’aria di casa.
- Se partecipa Gray-sama allora anche Juvia vorrebbe partecipare. Juvia farebbe qualsiasi cosa per Gray-sama! – si intromise Juvia portandosi le mani all’altezza delle guance in modo da nascondere il rossore dovuto all’imbarazzo.
- Su, su, ragazzi, non fate così. – Lucy cercava di calmare gli animi, quando all’improvviso vide Erza risoluta nel prendere in mano la situazione.
- Parteciperò io. – disse con voce lapidaria la maga delle armature, che nel contempo fece finire ogni sorta di litigio.
- Cosaaaaa?!?! – sia il mago del fuoco che quello del ghiaccio erano rimasti letteralmente a bocca aperta sentendo quell’annuncio.
- Oh? Davvero parteciperai, Erza? Se è così si fa interessante! Parteciperò anch’io! – Laxus era sinceramente curioso di gareggiare contro una maga del calibro di Titania, anche se non aveva nulla da invidiarle.
- Bene, ma vedi di vincere. – concluse sorridendo Gajeel, che pensava soprattutto alla vittoria.
I concorrenti per Fairy Tail sarebbero dunque stati Erza Scarlet per il team A e Laxus Dreyar, il nipote del maestro che era stato da poco riammesso nella gilda, per il team B.
Anche le altre gilde avevano scelto i membri che avrebbero partecipato alla gara della mattina: Eve e Leon prendevano parte alla sfida rispettivamente per la gilda di Blue Pegasus e per quella di Lamia Scale; le sirene di Mermaid Heel schieravano ancora una volta la piccola Beth Vanderwood mentre per i selvaggi Quatro Cerberus partecipava Novally non avendo maghi abbastanza veloci tra i loro ranghi.
Le gilde più pericolose, quelle a cui prestare maggiore attenzione, rimanevano Sabertooth e Raven Tail: per i campioni in carica avrebbe gareggiato Rogue Cheney, mentre per i corvi di Iwan Dreyar avrebbe partecipato lo spietato Kurohebi. Le abilità di questi ultimi maghi erano conosciute solo superficialmente, ma tutti concordavano nell’affermare che erano davvero degli avversari temibili.
Dopo essere stati presentati dal commentatore, i contendenti prendevano posto sulla linea di partenza, aspettando con impazienza l’inizio della gara.
Anche Jason, il mago-reporter della rivista “Sorcerer” era impaziente (forse anche più dei partecipanti) che iniziasse la gara, mentre continuava a ripetere sproloqui del tipo: - Partecipano Erza, Laxus e addirittura Rogue! FIGOOOOOO!!! –
L’Annunciatore principale dell’evento, Chapati Lola, una volta introdotto al pubblico il suo ospite abituale, Yazima-san, passò a presentare l’evento della mattina.
- Eccoci qui pronti ad iniziare questa terza giornata delle Grandi Olimpiadi della Magia! La sfida mattutina consisterà in una corsa a tappe obbligate; i concorrenti devono timbrare un foglio in ognuno dei quattro checkpoint situati nei punti principali della città! Non è assolutamente ammesso prendere il foglio di un altro concorrente: pena la squalifica! Mi dica signor Yazima, come pensa che potrà essere la gara quest’oggi? – concluse poi l’annunciatore passando la parola al co-conduttore dei giochi.
- Penso che sarà una sfida interessante. Sono tutti maghi molto abili e potenti, ci sarà da divertirsi. – rispose pacato Yazima-san.
- E tu Jason, come pensi che sarà questa gara? –
- Beh, si, certo, con tutti questi maghi straordinari a contendersi la vittoria sarà una gara davvero FIGAAAAAAAA!!! – rispose eccitato più che mai il giornalista.
- Bene, i concorrenti sembrano essere pronti, concentrati e disposti sulla linea di partenza! Adesso non ci resta di aspettare l’inizio della corsa. E… Partiti! Sarà uno spettacolo entusiasmante! –
Non appena diedero il segnale che sanciva l’inizio della gara, dalla linea di partenza si alzò un polverone in cui si riuscì solo ad intravedere Laxus, che avvolto dalla sua elettricità, scompariva con la velocità dei fulmini che era in grado di creare; lo seguiva a ruota Rogue, il dragon slayer dell’oscurità di Sabertooth, anch’egli molto veloce grazie alla rapidità di propagazione delle sue ombre.
Dopo poco tempo Erza aveva già occupato il terzo posto: dopo aver riequipaggiato l’armatura del ghepardo che aumentava nettamente la sua velocità, aveva guadagnato molte posizioni superando i propri avversari fino a raggiungere la coppia di dragon slayers che occupava le prime posizioni.
A seguire si trovavano Kurohebi e Leon, indaffarati in una faticosa rincorsa ai corridori che li precedevano.
Il rappresentante di Raven Tail, una volta distaccato Leon e raggiunti Rogue ed Erza, non esitò ad attaccare a sorpresa la rossa utilizzando la sua magia, Mimic, e copiando l’attacco elettrico del Dio del Fulmine mise in seria difficoltà la spadaccina, che presa alla sprovvista dall’assalto improvviso dell’avversario, dovette frenare di colpo per schivare l’attacco.
Laxus vide la sua compagna in difficoltà, e dopo aver messo al tappeto Kurohebi con uno dei suoi potenti fulmini, raggiunse la spadaccina.
- Ohi, Erza! Cos’è, ti sei rammollita? – disse con un ghigno ironico dipinto in faccia.
- Laxus! Non sono affatto rammollita! Ora vedi! – replicò Erza a quello che era stato il suo rivale di sempre, insieme a Mirajane.
- Tieniti forte. – si limitò a dire Laxus prendendo la rossa per la vita e scomparendo con un bagliore giallo.
I due erano di nuovo in testa al gruppo: solo Rogue di Sabertooth era in grado di tenere il loro passo.
I concorrenti raggiunsero la prima tappa segnata sul percorso, che consisteva nel pittoresco mercato cittadino, e fecero timbrare tutti.
Kurohebi, una volta rinvenuto, si ritrovò in fondo al gruppo.
Questa volta utilizzò il suo versatile incantesimo per riprodurre l’armatura del ghepardo di Erza, recuperando così terreno prezioso.
Rogue, Laxus ed Erza si contendevano le prime posizioni, Leon li inseguiva non molto distante in quarta posizione; Eve di Blue Pegasus era quinto, seguito a ruota da Beth e Novally; infine all’ultimo posto si trovava il serpente nero di Raven Tail, che però mostrava rapidi segni di ripresa del ritmo di gara.
Eve, una volta raggiunto il mago di Lamia Scale, non esitò ad attaccarlo con la sua magia della neve per cercare di rallentarlo.
- Pensi davvero che la neve possa funzionare su un mago del ghiaccio? ICE MAKE: APE! – a quelle parole apparve alle spalle di Leon una gigantesca scimmia di ghiaccio robusto e trasparente che riuscì facilmente a ripararlo dall’incantesimo di Eve.
“Argh! E’ diventato più forte di quanto pensassi in questi sette anni! Ma anche io mi sono allenato duramente… devo solo riuscire a rallentarlo.”
- Snow storm! – gridò il mago di Blue Pegasus facendo apparire alle sue spalle una bufera di neve diretta verso il suo avversario.
- Non funzionerà! ICE MAKE: WALL! – Leon riuscì con la sua magia alchemica a ripararsi velocemente dietro ad un muro e a sferrare il contrattacco, sperando così di distanziare quel mago fastidioso.
- E ora… ICE MAKE: FLOOR! –
Il pavimento si ghiacciò all’improvviso, facendo cadere Eve e permettendo all’allievo di Ul di distaccarlo.
“Bene, ora pensiamo a raggiungere quei tre davanti!” penso Leon aumentando l’andatura.
La corsa arrivò presso il palazzo reale di Mercurius: al suo esterno era allestito un banco dove i concorrenti potessero apporre il timbro che provasse il loro passaggio.
Leon ormai aveva quasi raggiunto i tre maghi al comando della corsa, mentre Eve lo inseguiva a grandi falcate. Beth e Novally arrancavano nelle retrovie incapaci di reggere il ritmo degli altri, mentre Kurohebi sopraggiungeva a ritmo veloce.
- Toglietevi di mezzo! SANDSTORM! – il mago di Raven Tail sbaragliò coloro che lo precedevano, facendogli perdere tempo prezioso in una tempesta di sabbia creata dai palmi delle sue mani.
Kurohebi riuscì a prendere la sesta posizione e, quando ormai la corsa era giunta a metà della terza tappa, stava velocemente raggiungendo Eve di Blue Pegasus.
“Cavolo, se mi raggiunge non durerò molto, quello sembra un avversario forte.” Pensò tra sé Eve-kun.
- E va bene! SNOW PROPULSOR! – la velocità del mago aumentò molto grazie alla spinta fornitagli dalla neve che sprigionava dalle sue mani: in poco tempo raggiunse Leon e i due si trovarono di nuovo a competere per il quarto posto.
- Sei di nuovo qui? Cavolo, sei proprio insistente! – disse Leon un po’scocciato.
- Certo, non ti lascerò di certo il quarto posto senza fare nulla. –
- Beh, sembra che tu non sia il solo a volere la mia posizione –
Kurohebi era proprio alle loro spalle, e procedeva a gran velocità. Aveva copiato l’incantesimo del fulmine di Laxus per ritornare in corsa.
“ Devo fermarli in qualche modo, non posso farmi soffiare punti importanti!”
Ai pensieri di Leon seguirono i fatti.
- ICE MAKE: GEYSER! –
Del ghiaccio fuoriuscì dal terreno riuscendo a rallentare la corsa dei due inseguitori.
“Ce l’ho fatta! E ora devo sbrigarmi a raggiungere quei tre davanti!”
- Dannazione! Stupido moccioso! – Kurohebi era decisamente infuriato, ma aveva già utilizzato gran parte del suo potere magico per copiare gli incantesimi dei suoi avversari.
- Merda! Ormai devo tenermi questa posizione schifosa… Non posso crederci.
I partecipanti erano in dirittura della terza tappa, quando Rogue decise di liberarsi della concorrenza: il suo corpo venne avvolto da un velo di potere magico nero, che si concentrò fino ad esplodere con un fragoroso boato. Il colpo fu devastante: gli unici che riuscirono a resistere furono Leon, Eve e i due membri di Fairy Tail, che furono capaci di schivare o parare quel colpo tremendo.
I tre avevano comunque perso molto tempo nell’evitare quell’incantesimo, mentre nel frattempo Rogue era scomparso nel suo alone nero, distaccando di molto i suoi inseguitori. Gli altri concorrenti, non essendo più in grado di continuare la sfida, vennero considerati come ritirati.
I quattro maghi ancora in gara diedero fondo a tutto il loro potere magico per aumentare la loro velocità: giunsero in fretta al porto di Crocus, dove era prefissata la terza tappa del percorso; timbrarono ancora una volta il foglietto, gareggiando tra le navi ormeggiate: ancora un piccolo sforzo e sarebbero arrivati al traguardo, che coincideva con l’arena dove si tenevano i giochi.
- Cosa diavolo era quell’esplosione nera, Laxus? – chiese Erza, visibilmente preoccupata per l’attacco di prima.
- Non ne sono sicuro, ma visto che il nostro avversario è un dragon slayer, penso che potesse essere un soffio del drago. –
- Non è possibile! Il soffio del drago non ha tutta quella potenza! –
- Beh, Erza, la potenza del soffio dipende dal potere magico usato per lanciarlo. Dobbiamo prestare molta attenzione a quel tizio… Ora pensiamo ad arrivare in fretta al traguardo! – Laxus ostentava un atteggiamento sicuro, ma in realtà anche lui era rimasto impressionato dalla potenza di quell’incantesimo.
- Si! – rispose la maga rossa, riprendendo a correre con maggiore convinzione.
Ormai la classifica era segnata: Rogue era troppo lontano per essere raggiunto, mentre Erza e Laxus correvano ad un ritmo talmente elevato che Leon non aveva alcuna possibilità di raggiungerli.
Gli altri concorrenti erano tutti svenuti dopo aver incassato un’esplosione di quella portata: la maggior parte di loro non aveva avuto abbastanza potere magico per scansare quell’attacco, e ne era rimasta coinvolta.
Il primo ad arrivare sulla linea del traguardo fu Rogue di Sabertooth, poco dopo arrivò anche Laxus che andava a guadagnare otto punti importanti per il team Fairy Tail B; a seguire arrivò Erza classificandosi terza e subito dopo anche Lyon di Lamia Scale.
- E’ stata davvero una corsa eccezionale! Rogue è primo, Laxus secondo, Erza terza, e, per finire, Leon quarto! Gli altri concorrenti purtroppo si sono dovuti ritirare! – disse con entusiasmo l’annunciatore, ancora emozionato per il susseguirsi dei colpi di scena.
- Yo, Erza! Sei stata grande! – urlò Natsu dalle tribune.
- Bravissima, Erza! – aggiunse sorridendo Lucy, che aveva guardato la corsa in piedi di fianco al ragazzo dai capelli rosa.
- Aye! -
-Andiamo, FAIRY TAIL! – gridò all’unisono tutta la tribuna della gilda di Magnolia.
Dopo che l’annunciatore avesse letto l’aggiornamento della classifica, la gioia si diffuse tra i membri di Fairy Tail: da ultimi erano riusciti a superare Mermaid Heel, Quatro Cerberus e Blue Pegasus, conquistandosi il quarto e il quinto posto nella classifica del torneo.
Nel pomeriggio si sarebbero svolti gli incontri: la vittoria valeva dieci punti, il pareggio cinque, mentre ovviamente la sconfitta non avrebbe fatto guadagnare alcun punto al team.
Le fate si ritrovarono tutte in una taverna non distante dall’arena per pranzare e prepararsi per il pomeriggio.
Il clima solitamente gioioso della gilda quel giorno era addirittura euforico, a causa dei brillanti risultati di entrambi  i team ottenuti per merito di Erza e Laxus.
Dopo numerosi  brindisi e bevute, il master salì su un tavolo, accingendosi a tenere uno dei suoi soliti discorsi. Tutti all’improvviso fecero silenzio per prestare orecchio alle parole di quel vecchio basso e dall’espressione buffa.
- Ragazzi, – esordì Makarov  - questo è un grande giorno per la nostra gilda. Oggi è il giorno in cui noi di Fairy Tail, dopo sette lunghi anni in cui i nostri amici e compagni hanno aspettato sperando nel nostro ritorno a casa, sopportando le umiliazioni e la tristezza, oggi è il giorno in cui Fairy Tail rinasce proprio per i nostri compagni, per riscattarli di tutto quello che hanno sopportato.  FAIRY TAIL ESISTE ANCORA! CONTINUIAMO AD ANDARE AVANTI! –
Quasi tutti i membri della gilda erano con le lacrime agli occhi, e ,dopo essersele asciugate, tutti insieme alzarono i boccali per festeggiare quel momento.
Natsu, invece, se ne stava seduto ad un tavolo in disparte, con la testa immersa nelle preoccupazioni che lo avevano tenuto sveglio buona parte della sera precedente. Nonostante la mattina fosse trascorsa senza problemi, continuava a ronzargli in testa una sensazione di pericolo, come un sesto senso che lo avvertiva che di lì a poco sarebbe accaduto qualcosa.
Tutti si erano accorti dell’insolito comportamento del dragon slayer, però, tranne il master, nessuno aveva capito da cosa era causato il suo turbamento.
Ad un trattò Lucy, stanca di vedere il suo compagno in disparte, si sedette vicino a lui sorprendendolo.
- C’è qualcosa che non va, Natsu? – disse la bionda con tono dolce.
-Lu… No, non è niente, non ti preoccupare. – rispose ermetico Natsu, ben consapevole di non poter dire nulla proprio a lei. Cosa poteva dirle d’altronde?
 “Cara Lu, dei tizi pericolosi vogliono rapirti per attuare non so bene quale piano e strapparti via da me.”
Di certo non poteva dirglielo in questo modo. Di certo non poteva dirglielo e basta.
“Ho promesso di proteggerla, non di farla preoccupare!”
- Natsu… non prendermi per una stupida! E’ due giorni che te ne stai solo e in disparte con la testa fra le nuvole. Si può sapere che cos’hai? – rispose Lucy un po’stizzita da quel ragazzo dai capelli rosa stranamente taciturno.
-E’ solo che… Non è nulla. Vieni, torniamo dagli altri! – disse il ragazzo sforzandosi di sorridere e comportarsi normalmente  per non far preoccupare la compagna.
- Sai, le tue parole dicono che è tutto a posto, ma i tuoi occhi mentono. Natsu, dimmi la verità… -
Natsu la guardò quasi sconcertato.
 I suoi occhi mentivano… Già, i suoi occhi. Non avrebbe mai pensato che Lucy fosse in grado di vedere la verità dietro ai suoi occhi verdi.
Il loro legame era talmente forte che ormai la ragazza riusciva a capire anche quello che lui stesso non aveva il coraggio di dire.
In quel momento Natsu sentì un senso di calore che si propagava in tutto il corpo, come quando nel mezzo di una fredda sera d’inverno, il fuoco del camino e il tepore delle coperte ti scaldano a tal punto da farti dimenticare che fuori, in realtà, nevica e si gela.
Non aveva potuto evitare di stirare le labbra in un sorriso sincero in direzione di Lucy.
- E’ solo un presentimento… Ma non preoccuparti, non allontanarti da me e andrà tutto bene. Dai, torniamo dagli altri! –  
“Non allontanarti da me… “  pensò Lucy, mentre le sue guance arrossivano al suono di quelle parole.
“Non lo farei mai… Mi hai cambiato la vita sin da quando ti ho incontrato per caso ad Hargeon. Non potrei più allontanarmi da te ormai, Natsu…”.
 I due tornarono insieme tra gli altri membri della gilda, che erano ancora impegnati in brindisi e festeggiamenti. In mezzo agli schiamazzi il dragon slayer riuscì a distinguere una voce familiare.
- Ohi, fiammifero! Dove diavolo ti eri cacciato, si può sapere?! –  Gray era in vena di fare a botte, e si riusciva chiaramente a capire cosa sarebbe successo in seguito.
- Fatti gli affari tuoi, ghiacciolo che non sei altro! –
- Cos’è cerchi rogne, eh? –
- Vieni qui che ti do una bella lezione! – disse Natsu, facendo scrocchiare sonoramente le nocche.
- Non toccare Gray-sama! –
Anche Juvia era intervenuta nel loro scontro: non era molto incline a questo genere di cose, ma per il suo Gray avrebbe fatto davvero di tutto.
- Uoooh! Una rissa! E’ una cosa da veri uomini! Partecipo anch’io! – Elfman non poteva ovviamente mancare in una delle risse iniziate da Natsu e Gray. A quel punto Evergreen lo colpì duramente sulla testa per cercare di farlo tacere: aveva un’espressione davvero spaventosa!
 – Ahia! Maledetta! Perché l’hai fatto, Ever?! –
- Perché hai rotto, ecco perché! “E’ una cosa da uomini, virile, virile”, dacci un taglio, idiota! E non chiamarmi Ever, solo i Rajinshuu possono chiamarmi così! – rispose la donna davvero furente.
- Una rissa?! Era ora che questo posto si movimentasse un po’! –
Anche Gajeel era pronto a buttarsi, quando sentì una vocina dolce e strillante dietro di sé.
- Non andare, Gajeel… Dai, resta ancora un po’con me. – lo pregò Levy
- Ma se stai leggendo senza rivolgermi nemmeno la parola! Non cambia nulla se sto qui o meno! –
 – Ma con te qui mi sento al sicuro – disse regalandogli un dolce sorriso.
- Uff, e va bene. –
Gajeel si lasciò convincere facilmente da quella piccola ragazza dai capelli blu.
“Cavolo, tutte queste stronzate sull’amicizia, sulla felicità e pure questa ragazza… Sto diventando un mollaccione.”  
Nessuno era ancora riuscito a capire come facesse una ragazza dolce, intelligente ed attraente come Levy ad essere tanto affezionata ad un uomo del calibro di Gajeel.
Una voce spaventosa si alzò in mezzo a quella baraonda.
- Per caso state litigando? – disse Erza con uno sguardo assassino. Natsu, Gray e gli altri si fermarono immediatamente sentendo quelle parole.
- N-no E-Erza, c-ci stiamo a-abbracciando, n-non v-vedi? – Gray era spaventato a morte da quella donna così intransigente, tutti lo erano.
In un attimo si ristbilì l’ordine.
“Certe cose non cambiano mai” pensò ridacchiando Lucy.
- Bene ragazzi, io vi saluto! Passo in albergo che ho un paio di cose da sbrigare. Ci vediamo più tardi all’arena. -  con queste parole Gray si congedò dai suoi compagni uscendo dal bar.
“ Cosa? Gray-sama se ne sta andando? Questa è l’occasione giusta per Juvia di passare un po’di tempo sola con Gray-sama!”
Juvia sgattaiolò furtiva fuori dall’edificio e si mise a pedinare prudentemente il suo Gray, facendo sporgere ogni tanto la testa dagli angoli delle strade con atteggiamento sospetto per controllare i suoi movimenti.
Dopo alcuni minuti Gray, e a sua insaputa anche Juvia, arrivarono all’albergo.
Il mago del ghiaccio salì le scale e si diresse verso la sua stanza.
Aveva lasciato la locanda per avere il tempo di farsi una doccia prima di dirigersi all’arena.
Preparò tutto il necessario, si tolse i vestiti ed andò sotto l’acqua.
Juvia aprì la porta della stanza con la mano tremolante ed entrò di soppiatto.
- G-Gray-sama? S-sei qui? –
Juvia era una ragazza molto timida, soprattutto quando si trattava di parlare con Gray.
Si era innamorata di Gray tanto tempo prima e da quel giorno la sua vita era completamente cambiata.
La pioggia che l’aveva sempre accompagnata durante la sua vita insieme alla tristezza, si trasformò all’improvviso in un sole raggiante, e la tristezza lasciò il posto alla felictà.
- G-Gray-sama? –
Juvia pensava che non avesse sentito, ma subito dopo si accorse del rumore della doccia proveniente dal bagno.
“G-Gray-sama si s-sta facendo la d-doccia?”
Juvia arrossì visibilmente pensando al suo corpo nudo e bagnato dall’acqua: per poco non svenì a quel pensiero.
Si mise pazientemente ad aspettare sul letto pensando a cosa dire appena fosse arrivato. Quando non sentì più scendere l’acqua, il suo corpo si irrigidì completamente fino a sembrare di marmo.
Gray entrò nella stanza con un asciugamano bianco legato al bacino ed un altro in mano con cui si stava asciugando i capelli bagnati.
- Juvia! Cosa ci fai qui? – disse con tono sorpreso il mago del ghiaccio.
- G-Gray-sama! E-ecco J-Juvia si c-chiedeva s-se… E-ecco s-se… G-Gray-sama… I tuoi vestiti!!! –
Juvia era ormai caduta sul pavimento priva di sensi per l’emozione.
- Ohi! Ohi, Juvia! Stai bene? –
- S-si… -
- Beh? Perché sei qui? – chiese Gray un po’spazientito.
- I-io p-pensavo che… B-beh e-ecco, p-pensavo che… p-potevamo f-fare una p-passeggiata per la c-città p-prima di a-andare a-all’arena… - Juvia ormai era rigida come il tronco di una quercia, la tensione aveva preso il sopravvento sulla sua buona volontà e poteva solo aspettare la risposta di Gray.
- Mh… Si, perché no?  Su, andiamo! –
Juvia aveva la mente completamente in subbuglio per l’emozione: i suoi occhi erano sbarrati e increduli, la gola era secca per la tensione, e le sue labbra si distesero in un raggiante sorriso che lasciava trasparire tutta la sua felicità.
- V-va bene… Però, G-Gray-sama… I tuoi vestiti!!! –
- ARGH! Cavolo! Mi metto subito qualcosa addosso, aspetta! –
I due camminarono a lungo attraverso le vie di Crocus, che, accostate da alberi rigogliosi e fiori di ogni colore, apparivano ancora più belle.
Passarono un primo momento in un silenzio piuttosto imbarazzante: d’altronde nessuno dei due era bravo a rompere il ghiaccio nè tantomeno a fare la prima mossa.
Arrivarono nei pressi del mercato che si trovava al centro della città che era stato usato la mattina come checkpoint della corsa magica. Il mercato era principalmente costituito da bancarelle che si trovavano sotto variopinti gazebo; era contenuto in una grande piazza con al centro una fontana di splendido marmo bianco con finiture verdi ed era circondato da una cornice di alberi in fiore: era davvero un luogo molto suggestivo, in grado di intenerire anche gli animi più duri.
All’improvviso l’attenzione di Juvia venne catturata da qualcosa che non fosse il suo Gray: gironzolando qua e là, aveva notato sul banco di un fioraio una rarissima begonia di un finissimo colore azzurro chiaro.
- Ohhhh… E’… E’ bellissima. –
- Uh? Cosa è bellissima, Juvia? –
- Quella… Quella begonia azzurra… E’ davvero splendida. –
Juvia amava il blu e le sue sfumature: il blu è il colore dell’acqua, della sua pioggia, mentre l’azzurro è il colore del ghiaccio, e quindi per estensione rappresentava anche Gray.
Infatti appena aveva posato gli occhi su quel fiore, aveva pensato che fosse proprio come lui: bellissimo e gentile, ma troppo raro e difficile da trovare.
Ma lei, lei aveva avuto la fortuna di trovarla, la sua begonia azzurra.
- Non pensavo fossi il tipo di ragazza a cui piacessero i fiori… - sghignazzò Gray.
- Beh, in fondo ad ogni ragazza piacciono i fiori… E poi questo è speciale… Non pensi anche tu che sia bellissimo? –
- Certo, di sicuro è bello… Però so fare di meglio! – disse il mago del ghiaccio, mentre imponeva le mani in modo da utilizzare il suo incantesimo alchemico.
Improvvisamente dalle sue mani si formò un mazzo di begonie di ghiaccio che assomigliavano molto a quella che era esposta sul banco.
Juvia rimase di stucco a quella vista.
- Allora, ti piacciono? Sono molto meglio di quella originale, no? – esordì Gray, ammirando il suo lavoro.
- Io… Sono… Sono davvero splendide! Questa è la più bella magia che tu abbia mai fatto! –
Juvia non aveva potuto fare a meno di stirare le labbra in un sorriso grande e sincero vedendo quel gesto.
Adesso il cielo era più sereno che mai e il sole brillava alto in quel mare celeste.
Gray rimase colpito: non aveva mai visto Juvia sorridere in quel modo.
Doveva ammetterlo, era davvero carina quando sorrideva così.
- Umpf, dobbiamo andare all’arena, è quasi ora. –
- Si! – gli rispose Juvia felicissima di quel tempo passato con lui.
Per tutto il tragitto il ragazzo dai capelli neri rimase assorto nei suoi pensieri, limitandosi a qualche scambio di battute con la maga.
Lo sapeva, era dagli episodi dell’isola di Tenrou che il loro rapporto era leggermente cambiato.
Aveva sempre saputo che Juvia avesse una cotta per lui, ma su quell’isola, quando lei non faceva ritorno e il timore che le fosse successo qualcosa gli annebbiavano la mente, capì che anche lui aveva iniziato a vederla sotto una luce diversa.
Del resto, anche il più freddo blocco di ghiaccio, se rimane esposto ai raggi di un sole radioso che lo illumina e riscalda con la sua presenza, presto o tardi finirà per sciogliersi.





Bene bene; sono di nuovo qui con un altro capitolo, ma non penso che il terzo arriverà a breve. Infatti se di questo avevo già un'idea e avevo già iniziato a lavorarci sopra, mentre per il terzo devo farmi venire in mente un paio di cose e poi curare l'aspetto formale.
Mh, che dire? Beh, è un capitolo davvero davvero davvero lungo. Sono addirittura ben sette pagine di un documento word. Spero solo che non risulti noioso data la sua lunghezza... è solo che non mi sembrava affatto giusto che un capitolo avesse due pagine striminzite e stop. E poi così racconto un sacco di cose in più.
Natsu e Lucy tenuti un po'da parte ma a fin di bene in fondo.
Nulla, spero che vi piaccia questo secondo capitolo e cercherò di farmi risentire il prima possibile per il terzo, anche se sarà dura!
 

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Capitolo 3
*** Il drago, il ghiaccio e le ombre ***


3. Il drago, il ghiaccio e le ombre


 

Gray e Juvia arrivarono finalmente all’entrata dell’arena dove li stavano aspettando i loro compagni.
- Ehi, dannato! Si può sapere per quale motivo ci hai messo così tanto, eh ghiacciolo? – lo accolse bruscamente Natsu, infastidito dal loro ritardo.
- Non rompere, maledetto fiammifero! – rispose litigioso Gray, che non voleva che qualcuno ficcasse il naso nelle sue cose.
- Smettetela di litigare voi due! Dobbiamo entrare. – li zittì Erza senza dar loro possibilità di replica.
Lucy e Levy avevano notato il sorriso disegnato sulle labbra di Juvia, ed avevano subito capito che era successo qualcosa di bello e inaspettato che aveva a che fare con Gray.
Si scambiarono un’occhiata d’intesa, dopo di che si misero a ridacchiare tra di loro, come se avessero capito cosa fosse realmente accaduto.
Il gruppo dei maghi di Magnolia entrò nell’arena e prese posto nelle tribune, in attesa che  il commentatore annunciasse quali fossero e con che sequenza si sarebbero svolti gli incontri del pomeriggio.
- Ben tornati con noi alle Grandi Olimpiadi della Magia, miei cari spettatori! A breve inizieranno gli incontri! Come sempre, al mio fianco sono presenti Jason, dalla rivista “Sorcerer”, e Yazima-san!
Il primo incontro sarà disputato tra Ren di Blue Pegasus e Obra di Raven Tail! –
Non appena quel mago mascherato e con un grande impermeabile nero fece il suo ingresso nell’arena, Natsu cambiò espressione, sostituendo un’aria preoccupata al suo solito sguardo ingenuo e sereno.
Lucy si accorse subito di questo cambiamento, notando come il suo sguardo fosse fisso su quell’inquietante mago.
- Natsu, che cos’hai? Stai male? –
- Non è nulla. E’ solo che quel tizio di Raven Tail emana il potere magico più disgustoso che abbia mai sentito. Non mi piace nemmeno un po’ quello lì. –
Lucy l’aveva visto poche volte così teso e nervoso, e anche se non riusciva a spiegarsi il perché,  pensava che avesse a che fare con il suo strano atteggiamento di quei giorni.
- Lo sai che mi puoi dire tutto, vero? – disse Lucy con voce dolce e flebile, quasi come a implorarlo di condividere con lei ogni cosa: le sue preoccupazioni, le sue sofferenza e anche la sua tristezza.
Voleva essere utile a quel buffo ragazzo dai capelli rosa; voleva essergli d’aiuto, in modo che non dovesse portare tutte le preoccupazioni e le responsabilità sulle sue spalle, ma che potesse contare su di lei.
- Non è niente… e poi te l’ho già detto no? Non c’è nulla di cui preoccuparsi, basta che non ti allontani nemmeno per un secondo da me e non potrà succedere niente di brutto – disse con un grande sorriso tentando di tranquillizzare sia la ragazza che sé stesso.
“ Quel tizio di Raven Tail non promette nulla di buono… devo stare attento. “ rimuginò tra sé il mago delle fiamme di Magnolia.
- Bene, i due concorrenti sono entrambi al centro dell’arena, quindi penso sia tutto pronto! Che l’incontro cominci! –
Chapati Lola sancì l’inizio del match, ma nessuno dei due concorrenti sembrava volersi muovere.
Obra se ne stava immobile osservando il suo avversario, con una specie di piccolo animaletto, anch’egli nero come gli indumenti del padrone, sulla spalla destra.
- Mi dispiace amico, ma in tribuna c’è la mia ragazza che mi sta guardando. Non posso permettermi di apparire debole! –
Ren era davvero motivato a causa della presenza di Sherry, che lo incitava dalla tribuna di Lamia Scale.
Il suo avversario sembrava non essere intenzionato a rispondergli, così Ren prese l’iniziativa e lanciò contro Obra il suo incantesimo dell’aria.
- AIR CUT! –
Una lama di aria compressa fuoriuscì dalle mani del ragazzo di carnagione bruna, però Obra riuscì a neutralizzare quel colpo senza muoversi di un centimetro.
“ Cosa? Come diavolo ha fatto? “ chiese tra sé stupito il ragazzo.
Ren provò a lanciargli addosso un altro attacco per saggiare la natura dell’incantesimo del suo avversario.
“ Se non altro con questo colpo riuscirò come fa a far sparire le mie magie! “
- AERIAL ACE! –
Uno stormo di lame di vento era indirizzato verso il mago di Raven Tail, ma anche questa volta l’incantesimo venne neutralizzato a mezz’aria.
Questa volta, però, tutti coloro che avessero prestato attenzione alla scura figura di Obra, riuscirono a scorgere che quell’animaletto che si portava sulla spalla si scagliava addosso alle magie di Ren neutralizzandole.
- Ehi non è giusto! Quel coso “mangia” le magie di Ren! Raven Tail gioca sporco! – gridò Natsu dalle tribune con tono indignato.
- Natsu, ormai lo sapevamo che questa gente non segue le regole… Anche a me hanno giocato un brutto scherzo, ricordi? – Lucy cercava di calmarlo, ma con quelle parole ottenne solo l’effetto contrario.
- Si… Lo ricordo… Non potrei mai dimenticarmene. – il ragazzo dai capelli rosa ora ardeva dalla rabbia stringendo i pugni fino a farsi male.
“ Natsu… “
I suoi occhi divennero cupi e tenebrosi per qualche momento, fino a quando non alzò lo sguardo per continuare a seguire attentamente lo scontro.
Lucy si ritrovò a fissare il ragazzo dai capelli rosa con uno sguardo dolce e sincero.
“ Natsu… Non devi preoccuparti così tanto per me, anche se sei carino quando cerchi di proteggermi da tutto… ”
Erza, in piedi accanto a loro, notò la scena e non riuscì ad astenersi dal sorridere alla vista di quel quadretto.
“ Natsu è proprio cotto di Lucy, eh? ” pensò la rossa continuando a ridacchiare.
Nel frattempo lo scontro stava continuando, e anche Ren si era reso conto che quel piccolo essere continuava a fermare le sue magie.
- Ok, adesso la faccio finita! Questo non potrai di certo evitarlo! AERIAL PHOSE! –
Ren era davvero arrabbiato: stava facendo la figura dello stupido davanti alla sua Sherry, e questo non poteva di certo sopportarlo. Lanciò contro il suo avversario un turbine d’aria molto potente, ma anche quest’attacco venne neutralizzato nello stesso modo dei precedenti.
- NON E’ POSSIBILE! COME DIAVOLO CI RIESCE?! –
Il ragazzo di Blue Pegasus era davvero sconcertato. Obra lo stava umiliando senza muovere nemmeno un dito.
In preda alla rabbia, Ren non si accorse che quel piccolo animaletto nero era saltato sulla sua spalla: dopo qualche secondo Ren cadde a terra privo di sensi e di potere magico.
- EHI! MA CHE DIAVOLO GLI HA FATTO QUELLO?! NON E’ REGOLARE! – gridò a squarciagola Natsu dalle tribune.
- Penso che quella cosa nera gli abbia prosciugato il potere magico –
- Come Erza? Quella cosa succhia il potere magico? E come farebbe? – chiese Lucy sconcertata dall’affermazione della sua amica.
- Secondo me quell’essere si nutre di potere magico. Non so ancora come, ma dev’essere così. Questo fa di quel tizio un avversario molto pericoloso, state tutti molto attenti. –
- Ahhhhh! Io quel tizio lo abbrustolisco se me lo trovo davanti! – disse Natsu dimenandosi e sputando fiamme dalla bocca.
“ E’ sempre il solito zuccone… “ pensò Lucy, mentre stirava le labbra in un sorriso appena accennato.
Era proprio quell’atteggiamento così esuberante e spontaneo che l’aveva colpita subito.
Era il suo modo di essere, e lei avrebbe desiderato che restasse sempre uguale.
- Ren è a terra! Vince l’incontro Obra di Raven Tail! Non c’è stata davvero partita, vero Yazima-san? –
- Già… - lo sguardo di Yazima si sbarrò per guardare fisso quel figuro con l’impermeabile.
“ Quel mago ha dei poteri davvero pericolosi. “ pensò tra sé e sé.
- Bene, Raven Tail guadagna 10 punti! Ora passiamo subito al secondo incontro della giornata: Leon Bastia di Lamia Scale contro Gajeel Redfox del team B di Fairy Tail! –
- Cosa? Gajeel lotta e io no?! Non è giustoooo! – Natsu era visibilmente contrariato all’idea che l’altro dragon slayer avesse l’occasione di combattere e lui no.
- Cosa c’è Salamander? Invidioso? – disse ghignando l’uomo dai capelli scuri.
- Dannato! Almeno vedi di vincere! – il ragazzo dai capelli rosa allargò un sorriso beffardo d’intesa con il suo compagno.
- Ovvio. Mica devi venirmelo a dire tu! –
Levy nel frattempo, palesemente preoccupata per l’incolumità del dragon slayer del ferro, non riusciva a proferire parola: all’improvviso sentì una candida mana sfiorargli la spalla con un gesto consolatorio.
- Non devi preoccuparti, Levy. Lui sa badare a sé stesso. -  disse Lucy con voce dolce e calma, tentando di calmare l’animo della sua amica dai capelli blu.
- Lo so, Lu-chan. E’ solo che non posso farne a meno… Non sopporto di vederlo ferito. –
- Ti capisco, anche per me è così… Però ho capito che la cosa migliore che puoi fare in certi casi è rimanergli vicino e aiutandolo quando ne ha più bisogno. Non preoccuparti per le sue ferie: i dragon slayer hanno la pelle dura! –
Lucy aveva parlato più a se stessa che all’amica vivendo una situazione simile, però sembrava che le sue parole sortirono l’effetto sperato.
- Grazie, Lu-chan… -
Levy era visibilmente rinfrancata dopo le frasi rassicuranti della sua amica.
Tutta la tribuna di Fairy Tail si apprestava a seguire col fiato sospeso quel match.
- Ehi tu! Ragazzino di Lamia! Non ci andrò leggero, sappilo. – il dragon slayer del ferro era decisamente gasato all’idea di quel combattimento.
- Neanche io, puoi contarci –
La tensione saliva attimo dopo attimo all’interno dell’arena dei giochi.
I due concorrenti erano concentrati e pronti ad iniziare l’incontro.
Finalmente arrivò il segnale d’inizio e i due si scagliarono subito l’uno contro l’altro a viso aperto.
La prima mossa fu di Leon, che materializzò dei volatili di ghiaccio davanti a sé e li diresse verso il nemico.
Gajeel li distrusse con la forza delle sue braccia rivestite di acciaio, saltò in alto e atterrò proprio alle spalle di Leon.
Sferrò un calcio formidabile che scaraventò il mago del ghiaccio a terra con un grande tonfo.
“ Dannazione! E’ veramente forte. Devo inventarmi qualcosa oppure finirà male! “
Leon era rimasto davvero colpito dalle abilità del suo avversario: aveva già visto un dragon slayer in azione, ma non pensava che fossero tutti così portati per il combattimento.
- Che ti prende, ragazzino? Sei già senza fiato? – disse Gajeel ostentando un atteggiamento di superiorità.
Il mago di Lamia Scale, un po’irritato dalle parole del suo avversario, gli si lanciò addosso con uno scatto velocissimo.’
- ICE MAKE:  EAGLE! –
Subito uno stormo di aquile cristalline e trasparenti volò a gran velocità verso il dragon slayer di Fairy Tail, che tentò di distruggerle ancora una volta con la potenza del suo ferro.
- Tenti ancora di colpirmi con questi giochetti?! –
All’improvviso le creature di ghiaccio deviarono la loro traiettoria e si diressero alle spalle di Gajeel.
- ICE MAKE: BAZOOKA! –
Un altro colpo, questa volta frontale e potente, era diretto verso il possente uomo d’acciaio.
“ Dannazione! Questo non potrò evitarlo! “
Gli attacchi di Leon andarono a schiantarsi sulla coriacea pelle metallica del dragon slayer, che ciononostante venne ferito da tutto quel ghiaccio.
- GAJEEL! – urlò Levy preoccupata portandosi le mani alla bocca e con le lacrime agli occhi.
Non voleva piangere.
Le lacrime le stavano invadendo i suoi chiari e grandi occhi, ma voleva trattenerle.
Non voleva mostrarsi debole agli occhi di quell’uomo dagli irti e lunghi capelli neri.
Ricacciò indietro le lacrime ed assunse un’espressione decisa.
“ Ha ragione Lucy: non devo preoccuparmi sempre per lui. Sa badare a se stesso.  E’ solo che… fa davvero male vederlo ferito… Io… vorrei poter fare qualcosa. “
Nel frattempo Gajeel si era alzato malconcio dopo aver incassato quell’attacco, ma sembrava voler comunque continuare a combattere fino a quando le sue forze lo avessero aiutato.
- Ehi… meledetto… non avrai pensato che bastasse così poco per mettermi fuori gioco, vero?! –
Il dragon slayer rideva sotto i baffi anche se era palesemente in svantaggio.
- No di certo, però con quel colpo mi sono quasi assicurato la vittoria. Ancora uno e non avrai altra possibilità di arrenderti. –
- Ti piacerebbe! – disse stizzito il mago di Fairy Tail.
Gajeel era ancora barcollante, ma non si sarebbe mai fatto sconfiggere con tutta questa semplicità.
Il dragon slayer inspirò a pieni polmoni e subito dopo rilasciò l’aria convertendola in un turbine di scaglie di ferro.
- SOFFIO DEL DRAGO DI FERRO! –
Una grandissima quantità di acciaio era diretta verso Leon, che non perse tempo a rifugiarsi da quel colpo tremendo.
- ICE MAKE:  APE! –
Un gorilla di ghiaccio cristallino si era materializzato per fare da schermo al mago di Lamia Scale: la potenza del colpo però era troppo elevata per essere contenuta da quella creazione.
Il soffio di Gajeel ruppe il ghiaccio di Leon, finendo per colpirlo direttamente.
L’alchimista del ghiaccio finì per essere sbalzato all’indietro con un grande fragore.
- Allora… ti è bastato? – Gajeel era tornato spavaldo e arrogante vedendo il suo avversario a terra in quel modo.
- Non… ancora… -
Leon era decisamente restio ad arrendersi e gettare la spugna, anche se sapeva bene che le sue condizioni fisiche gli avrebbero permesso solamente qualche altro attacco.
Doveva finirla in fretta.
Prima che potesse gettarsi sul suo avversario, Gajeel lo anticipò, cercando di sfondare la guardia con la sua tipica irruenza.
- SPADA DEL DRAGO DI FERRO! –
Il braccio destro del dragon slayer si trasformò in una possente spada dentellata e affilatissima.
“ Merda! Ma che diavolo… ?! Devo costruirmi in fretta un riparo! “
- ICE MAKE: WALL! –
La spada di Gajeel si schiantò sul muro di ghiaccio riuscendo però solo a scalfirlo.
- ICE MAKE: AVALANCHE! -
Una valanga di ghiaccio finissimo si abbattè sulla testa del mago di Fairy Tail, che però riuscì a proteggersi grazie all’ausilio delle squame di ferro con cui aveva ricoperto il suo corpo.
Una volta terminato l’attacco di Leon, si catapultò di scatto alle spalle del giovane mago avversario.
- ARTIGLI DEL DRAGO DI FERRO! –
Il colpo era rapido e preciso, teso a mettere fuori combattimento l’altro.
- ICE MAKE: SHIELD! –
“ Cavolo, non farò in tempo a crearlo completamente! “
Leon riuscì a creare un piccolo blocco di ghiaccio per ripararsi dall’attacco, ma che finì in frantumi dopo l’impatto.
Gajeel saltò velocemente in aria preparando un nuovo attacco per incalzare il suo avversario visibilmente in difficoltà e rimasto a corto di potere magico.
- BATTITO D’ALI DEL DRAGO DI FERRO! –
Due turbini di detriti e scaglie d’acciaio si propagarono dalle braccia del dragon slayer e andarono a colpire direttamente Leon, che cadde a terra impossibilitato a continuare l’incontro.
- Waaaaa! Grande Gajeel, l’hai messo al tappeto! – Natsu era esultante sulle tribune: sputava lingue di fuoco dalla bocca causando l’ilarità dei suoi compagni.
- Altri 10 punti vanno al team B di Fairy Tail! Una grande prestazione di Gajeel Redfox in questo match! –
Poco dopo l’annuncio del telecronista, Gajeel cadde a terra date le sue precarie condizioni.
Levy corse subito giù dalla tribuna e andò ad assistere il suo compagno.
- Gajeel! Gajeel! Stai bene? –
La ragazza dai capelli blu si inginocchiò di fianco all’uomo ferito con uno sguardo preoccupatissime.
- Sono ferite davvero gravi… Sei proprio uno stupido, Gajeel! –
“ Wow, possibile che Levy si preoccupi così tanto per me? Ma che le prende? “
Il dragon slayer era confuso da tutte quelle attenzioni, ma in qualche modo gli erano anche gradite.
- Non preoccuparti, gamberetto, non sono così fragile da sentire certe ferite. – disse Gajeel ridacchiando.
- Non importa! Non farmi più spaventare in questo modo, capito?! Mai! –
Gajeel rimase interdetto da quelle parole. Per un momento gli era sembrato che il mondo intorno a loro due fosse scomparso, che esistessero solamente lui, Levy e le parole che uscivano dalle sue labbra sottili, parole che all’orecchio del dragon slayer suonavano incredibilmente dolci e piacevoli.
Venne portato fuori dal terreno dello scontro da Levy e Lily che lo reggevano sulle loro spalle e venne accolto da tutti i membri di Fairy Tail con grande euforia.
Grazie ai punti che aveva faticosamente guadagnato Fairy Tail B aveva fatto un grande passo in avanti.
Lo fecero sdraiare in infermeria per riposare e  permettere alle sue ferite di rimarginarsi grazie alla magia curativa di Wendy.
Per tutto il tempo in cui rimase a letto in convalescenza, Levy stette seduta vicino a lui accarezzandogli di tanto in tanto con le sue dita sottili i folti capelli bruni, passando poi a sfiorargli le guance dopo aver fatto scivolare la mano lungo tutto il viso con un movimento delicato.
“ Non provarci mai più a farti conciare così… perché io… io… non so cosa sia questo calore che provo dentro, ma so che sei tu a farmelo sentire… non voglio che smetta, non voglio che ti allontani da me. “
Le sue gote arrossirono mentre faceva questi pensieri e guardava quell’omone scuro e burbero che la confondeva così tanto dormire.
 Intanto stava per iniziare il successivo incontro della competizione magica e, a giudicare dal rumore, il pubblico era ancora euforico per il match precedente.
Si sfidavano Rocker di Quatro Cerberus, che per l’intera durata dei giochi si sarebbe chiamata Quatro Puppy in seguito alla scommessa tra Elfman e Bacchus, e Miriana di Marmaid Heel.
Natsu si avvicinò a Lucy con un’aria annoiata e le braccia incrociate dietro la testa: erano in tribuna da ormai buona parte del pomeriggio e aveva voglia di sgranchirsi un po’le gambe.
- Luuuuuucy… Mi sto annoiando, ti va di andarci a fare una passeggiata? -
Lucy si girò di scatto sorpresa dalla voce del ragazzo dai ribelli capelli rosa alle sue spalle.
- Uh? Perché no? In fondo una passeggiata ci farà bene! – disse la bionda sfoggiando sul viso un sorriso raggiante.
- Allora dai, andiamo! –
Natsu la prese per mano e la trascinò con sé lungo le vie adiacenti all’arena costeggiate da rigogliosi alberi dalle chiome verdi e fiori.
- Natsu, ma se ci chiamano per lo scontro? – chiese Lucy un po’intimorita dalla reazione che avrebbe potuto avere Erza una volta capito che erano sgattaiolati via.
- Stai tranquilla Lu, io ho un ottimo udito, quindi se ci chiamano per il match li sento e corriamo subito lì. –
Il ragazzo le parlava con un buffo sorriso disegnato sul volto: sembrava davvero che quella passeggiata non fosse stata concepita solo per sgranchirsi le gambe.
Una volta raggiunta una grande quercia i due si sederono all’ombra delle sue larghe foglie, trovando in quel luogo un riparo dal battente sole estivo che dominava le giornate.
Il volto di Lucy però si fece di colpo serio.
Abbassò leggermente gli occhi e, senza guardare in faccia il suo compagno, iniziò a parlare.
- Dimmi, Natsu… Che cos’è quel presentimento che ti preoccupa tanto? Me lo puoi dire, non sono una bambina. –
Il ragazzo si girò confuso e sorpreso da quelle parole pronunciate quasi a bruciapelo.
- Uh? Lucy, ma che dici? Lo so che non sei una bambina, non c’è bisogno che me lo dica tu! E poi è solo un presentimento, non è nulla di che. – disse il ragazzo dai capelli rosa, inscenando una risata per tentare di far calare la tensione del momento.
- TI HO DETTO DI NON PRENDERMI PER UNA BAMBINA! Pensi forse che non sia abbastanza matura per poter badare a me stessa?! Pensi… -
In quel momento Natsu la cinse in un tenero abbraccio, portando delicatamente la testa della ragazza contro il suo petto.
Lucy rimase sbigottita da quel gesto così impulsivo, ma anche così naturale per quel buffo ragazzo.
Subito voleva sciogliere quella insolita presa, ma a poco a poco iniziò a sentirsi a suo agio tra le braccia del compagno, comoda.
Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal battito ritmico del cuore di Natsu, che in quel momento le suonava come il più melodioso dei carillon.
I loro respiri si confusero a vicenda, fino a sincronizzarsi anche con i leggeri soffi di vento e le foglie, che come in un turbinio, danzavano leggiadre verso il suolo.
“ E’ davvero bellissimo… non vorrei muovermi più da qui. Sarebbe bello se il tempo potesse fermarsi ora e far durare tutto questo per sempre… “
Lucy si era decisamente lasciata andare alla bellezza e alla quiete di quell’attimo.
Non le era mai capitato di fare pensieri di quel genere, non era mai stata quel tipo di ragazza, però doveva ammettere che quella situazione aveva qualcosa di ancora più magico dei loro stessi poteri.
Una voce spezzò il dolce silenzio che aleggiava in quel luogo ormai da svariati minuti.
- Non ti ho detto niente perché non è importante. Qualunque cosa dovesse succedere, qualunque pericolo dovessi correre, io sarò lì per proteggerti. Non lascerò che qualcuno ti faccia soffrire, Lucy… -
Erano parole davvero insolite per un ragazzo ingenuo e alla buona come lo era lui.
I romanticismi e in generale le relazioni con le ragazze non erano il suo forte, ma in quel momento, in quello che ad entrambi sembrava un angolo di Paradiso, quelle parole così piene di coraggio e determinazione, ma anche così dolci, gli uscirono come sgorgate da una sorgente.
“ Natsu… “
All’improvviso il dragon slayer sentì un brivido freddo scendergli lungo tutta la schiena.
- Natsu, che c’è? –
- Ho sentito Erza che chiamava i nostri nomi… - il ragazzo aveva un’espressione davvero terrorizzata – forse è meglio tornare di corsa all’arena. –
- Direi di sì! Non voglio essere punita da Erza! – anche gli occhi di Lucy videro puro terrore immaginando la reazione furiosa della spadaccina rossa.
Natsu la riprese per mano ed iniziò a correre.
- Dai, dobbiamo sbrigarci! –
I due tornarono alle tribune dove li aspettavano ansiosi i loro compagni.
- Ma dove eravate finiti?! Vi ho detto di stare attenti perché Raven Tail tenta di ostacolarci e voi ve ne andate tranquillamente in giro da soli?! –
Erza era veramente spaventosa: i suoi occhi duri e severi incutevano timore in chiunque li guardasse.
- SCUSACI, SCUSACI, SCUSACIIIIII! Eravamo andati a fare una passeggiata e il tempo è volato. –
Happy intanto, dopo essersi portato una mano sulla bocca, disse in tono inquisitore e arricciando la lingua:
 - Lei gli piace… -
- Stai zitto, Happy! – rispose Natsu arrabbiatissimo agitandosi e sputando fiamme.
- Aye sir! –
- La volete smettere? Comunque sia, Natsu, preparati. E’ il tuo turno di combattere. – annunciò la maga dai capelli rossi.
- Evvaiiiiii!!! Mi sento proprio gasato! Beh, chi devo ridurre in cenere?! –
- Non prenderla sottogamba, dovrai combattere con… -
L’espressione sulla faccia di Natsu si fece seria.
Non avrebbe combattuto solo per il piacere di fare a botte con qualcuno: in questa occasione aveva un motivo.
L’annunciatore Chapati Lola prese la parola e attraverso gli altoparlanti annunciò:
- Bene, dopo la brillante vittoria di Miriana di Marmaid Heel su Rocker, procederemo subito con il prossimo incontro. Si sfideranno Natsu Dragneel, di Fairy Tail A, e Sting Eucliffe di Sabertooth! –
- Cosa? Natsu dovrà combattere contro quel tipo di Sabertooth?! – Lucy era preoccupata.
E come dargli torto? Sabertooth era conosciuta come la migliore gilda di Fiore; come se non bastasse, Sting e Rogue, la coppia di dragon slayer, erano considerati di gran lunga i più forti della gilda.
Era normale che avesse paura per l’incolumità di Natsu.
Il ragazzo dai capelli rosa, intuendo il suo stato d’animo attraverso quei grandi occhi nocciola, la rassicurò.
- Non temere, Lucy. Ho un conto in sospeso con quel tizio… non perderò! –
Nella sua voce non c’era traccia di insicurezza, ma solo il suo innato ardore e la determinazione di punire quel mago così simile ma allo stesso tempo così diverso da lui.





Hi guys! Bene, sono di nuovo qui con il terzo capitolo di questa storia.
Ritornano in scena Natsu e Lucy finalmente; anche Gajeel è tornato in auge con questo capitolo.
Beh, penso che a grandi linee sia venuto come lo volevo e inoltre ci ho messo relativamente poco per scriverlo.
Ora mi concentrerò sul quarto anche se penso che ci vorranno due settimane dati gli episodi che voglio trattare. Dovrò impegnarmi parecchio per rendere bene la narrazione in effetti. :D

Non mi dilungo ancora: spero che vi sia piaciuto questo capitolo e che leggerete i prossimi che verranno! Byez
 
 
 

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Capitolo 4
*** Natsu vs. Sting ***


4. Natsu vs. Sting

 
 
Natsu e Sting si trovavano immobili al centro dell’arena ricoperta da finissima sabbia dorata.
Il sole stava ormai tramontando dietro le montagne e donava al cielo un bellissimo colore rossastro mentre le nuvole andavano assumendo un lieve colorito rosato.
I due dragon slayer non accennavano di voler iniziare l’incontro.
Rimasero per alcuni minuti in piedi l’uno di fronte all’altro con occhi fissi, quasi come se stessero cercando di scrutare dentro l’animo dell’avversario per scorgere quali emozioni provasse in quel momento.
All’improvviso Natsu prese la parola, rompendo quel lungo silenzio che era durato fin troppo.
- E così… devo combattere contro un altro dragon slayer, eh? –
- Cosa c’è, Natsu? Hai per caso paura? – disse Sting con un fastidioso tono di superiorità.
- Paura? No, tutto il contrario. Non vedo l’ora di cominciare, però prima di iniziare vorrei chiederti una cosa… -
- Uh? Cosa? –
- Perché hai ucciso il drago che ti ha cresciuto? Perché hai ucciso colui che era come un genitore per te? –
Gli occhi di Natsu erano tesi per scorgere qualunque segno di pentimento nell’attaggiamento del suo avversario.
- Perché, mi chiedi? Semplice. Perché volevo vedere quanto ero diventato forte.  Volevo mettere alla prova le mie capacità. E anche perché uccidere un drago è l’unico modo per diventare un vero dragon slayer. –
- Per questo? Bene, dopo aver sentito certe cose non mi servono altri motivi per ridurti in cenere! –
Il corpo del mago di Fairy Tail venne pervaso dalle fiamme, fiamme di rabbia verso quell’essere apparentemente senza cuore.
- Provaci se ci riesci! –anche Sting era pronto a combattere e si era ricoperto di un manto di luce originata dal suo corpo.
- Gentili spettatori, i concorrenti sembrano essere entrambi pronti per cominciare, quindi si può dare il via al combattimento! –
Le grida euforiche confuse ed indistinte da parte del pubblico accompagnarono i pochi momenti prima dell’inizio dell’incontro.
- Forza Natsu! Fagli vedere chi sei! – gridò Lucy dalla tribuna, sorridendo in direzione del mago dai capelli rosa.
Il ragazzo ricambiò il sorriso e si limitò ad alzare il pollice come segno di sicurezza.
- Bene, iniziamo! Mi sento tutto un fuoco! –
Dopo aver detto queste parole, Natsu si gettò all’attacco del suo avversario iniziando il match.
- PUGNO DI FERRO DEL DRAGO DI FUOCO! –
Sting evitò l’attacco facilmente spostandosi di lato con un passo agile.
Altri pugni infuocati lambirono i capelli bianchi del mago di Sabertooth, che, nonostante l’aggrassività del suo avversario, combatteva in modo tranquillo e disinvolto.
Dopo aver sferrato invano numerosi ganci e montanti Natsu appariva molto infastidito dal comportamento di Sting.
- ARTIGLIO DEL DRAGO DI FUOCO! –
- Tsk! Non riuscirai mai a colpirmi con attacchi del genere! –
Sting evitò anche il potentissimo calcio di Natsu, che aprì un piccolo cratere al centro dell’arena.
La potenza dei colpi del mago di Magnolia era incontestabile, tuttavia non riusciva a mandarli a segno.
- Maledetto! Non fare lo spaccone! Giuro che ti toglierò quel cavolo di sorrisetto dal volto a forza di pugni in faccia! –
- Io sono qui… - rispose con crescente arroganza quello strano ragazzo dai capelli bianchi a cui importava solamente una cosa: il potere.
Natsu si gettò ancora una volta d’impulso e senza riflettere.
- WAAAAAAAAAAH! BATTITO D’ALI DEL DRAGO DI FUOCO! CORNA APPUNTITE DEL DRAGO DI FUOCO! SOFFIO DEL DRAGO DI FUOCO! –
I colpi del drago di fuoco lasciarono il segno soprattutto sul campo di battaglia, martoriato di buchi e macerie in seguito ai colpi del dragon slayer.
In mezzo alla cortina di fumo che si era creata, Natsu vide uscire il suo avversario perfettamente illeso.
I suoi attacchi erano stati assolutamente inutili ed avevano avuto il solo risultato di fargli consumare molto potere magico.
- Allora è questo – esordì Sting mentre usciva dalla coltre grigia – il potere di un dragon slayer di prima generazione… patetico. –
- Cos’hai detto?! – la voce del ragazzo dai capelli rosa si fece ancora più aggressiva.
- Hai sentito benissimo. Ho detto che sei patetico. Con quegli attacchi non faresti del male ad una mosca, perdente. –
- TI FACCIO VEDERE IO CHI E’IL PERDENTE TRA NOI DUE, BASTARDO! –
Natsu venne avvolto dalla rabbia e in seguito dalle sue fiamme più potenti.
Aveva davvero intenzione di scatenarsi.
Le fiamme rivestirono il suo corpo pervadendo anche l’aria circostante con il loro calore infernale.
- TECNICA SEGRETA DEL DRAGO DISTRUTTORE: ESPLOSIONE INFERNALE DEL DRAGO DI FUOCO! –
Una gigantesca esplosione brillò nel centro dell’arena propagandosi fino alle tribune scolpite nella dura pietra. Qua e là si potevano anche notare in mezzo al fumo delle lingue di fuoco che zampillavano dal corpo del dragon slayer.
L’attacco del mago di Magnolia si andò a schiantare con un gran fragore contro Sting, che tutti ritenevano, dopo quella tecnica, o morto o gravemente ferito.
Scese un silenzio tombale sugli spalti: il pubblico era in apprensione per le condizioni di Sting, che non si accennava ad uscire dal fitto muro di fumo e polvere causato dall’esplosione di poc’anzi.
- Beh, questo è proprio il massimo che riesci a fare, drago di fuoco? Come vedi sono ancora in piedi… -
Il ragazzo dai capelli bianchi uscì coltre polverosa riportando solo alcune escoriazioni sul viso e sul braccio destro; il suo vestito venne però strappato dall’ultimo colpo del suo avversario, che gli aveva portato via la manica destra, strappando allo stesso modo la parte toracica.
“ Non è possibile! Non può avere soltanto qualche graffio dopo un’esplosione di quelle dimensioni! Devo assolutamente inventarmi qualcosa… “
Natsu iniziava ad essere nervoso e sconcertato a causa della potenza e della sicurezza ostentata dal suo avversario.
- Bene, penso che sia arrivato il mio turno, no? –
Sting si apprestava a contrattaccare dopo aver evitato la maggior parte dei colpi del giovane drago.
- PUGNO FULMINEO DEL DRAGO DI LUCE! –
Natsu non vide neanche arrivare quel pugno: era stato troppo veloce.
Infatti, se i colpi del drago di fuoco aumentavano la potenza distruttiva degli attacchi, quelli del drago di luce ne aumentavano principalmente la rapidità.
Il mago di Magnolia incassò quel colpo tremendo e si accasciò a terra sputando spasmodicamente sangue dalla bocca.
Grazie alla velocità raggiunta, il pugno di Sting aveva davvero una forza incredibile, tanto grande da far piegare con un solo colpo un dragon slayer.
- Uh? Già finito? E’ stato tutto un po’deludente, Natsu… e pensare che un tempo eri il mio idolo. –
Sting si allontanò lentamente dal corpo del mago di Fairy Tail dirigendosi verso l’uscita, quando una voce alle sue spalle lo fece trasalire.
- Ehi, tu! Chi ti ha detto che è finita, eh?! Io sono ancora in piedi… provaci a farmi rimanere a terra, sempre che tu ci riesca! –
Natsu si era rialzato in piedi con le gambe leggermente tremanti  ed ancora un po’intontito dal colpo precedente.
Il mago dai capelli bianchi, invece, se ne stava fermo con gli occhi sbarrati, stupito dalla resistenza di quel ragazzo.
“ L’ho colpito in pieno con uno dei miei colpi migliori! Non è possibile che si sia già rialzato! “
- Salamander, penso che avresti fatto molto meglio a restare a terra. Credimi. –
Sting aveva riacquistato tutta la sua spavalderia e fiducia nei suoi mezzi. Del resto Natsu era barcollante dopo uno solo dei suoi colpi: non aveva motivo di essere nervoso.
Ma allora cos’era quel tremore che si era impadronito di lui dopo aver visto quel ragazzo dai capelli rosa rimettersi tenacemente sulle sue gambe?
Il dragon slayer di Sabertooth si avventò su un Natsu ancora barcollante tempestandolo con calci e pugni, terminando il tutto con una sfera di luce bianca lanciata in pieno addome.
- NATSU!!! –
Lucy assisteva all’incontro dagli spalti circondata dai suoi amici. Teneva gli occhi lucidi e pieni di lacrime non ancora versate sbarrati, mentre guardava il suo buffo mago dai capelli rosa venire colpito più volte con impeto e violenza.
Il volto di Natsu era ormai coperto da sangue vermiglio, che, scendendo lungo le guance, andava a cadere in una piccola pozza formatasi vicino al suo ginocchio.
Il ragazzo si rialzò ancora una volta, ma si teneva infermamente sulle gambe.
Il suo corpo iniziava a dare i primi segni di cedimento.
- E’ IMPOSSIBILE! PERCHE’ NON STAI A TERRA?! VUOI MORIRE, IDIOTA?! – Sting aveva ormai perso la pazienza nei confronti di quel mago tenace e determinato, che dopo ogni suo attacco continuava a rialzarsi.
- Rassegnati… io non mi arrendo… continuerò ad alzarmi, e ti sconfiggerò! –
- Benissimo Salamander, allora non ci andrò piano solo perché sei messo male. Se non hai intenzione di arrenderti, NON MI RESTA ALTRA SOLUZIONE CHE QUELLA DI UCCIDERTI! –
Sting stava preparando un ultimo grande attacco per chiudere definitivamente i conti.
Nel cielo coperto dalle nuvole si aprì un largo varco circolare nello strato grigio delle nubi, e si condensò velocemente una grande massa di luce bianca.
- Uccidermi, eh… ? SONO PROPRIO GASATO! –
- COSA?! VA BENE, ALLORA TENTA DI EVITARE QUESTO! SCONVOLGIMENTO DELLA NATURA DEL DRAGO DI LUCE! –
Dall’agglomerato bianco iniziarono a scendere verso terra dei raggi di luce dal tremendo potenziale offensivo. Era come trovarsi nel bel mezzo di una tempesta di fulmini.
Ogni raggio che arrivava al suolo, provvedeva a deformare vistosamente il campo di battaglia.
Se quelle luci avessero colpito Natsu, sicuramente non avrebbe avuto scampo.
“ Io… io non mi arrendo! Se perdessi contro questo pallone gonfiato come potrei pensare di riuscire a difendere Lucy… la mia Lucy… “
All’improvviso i fasci di luce manipolati da Sting,  si radunarono proprio sopra la testa del dragon slayer.
- QUESTA E’LA TUA FINE, SALAMANDER! –
- NATSU!!! TI PREGO, NON MORIRE! –
Lucy era riuscita a gridare solamente quella manciata di parole prima di mettersi a piangere, ponendo le mani sui suoi occhi per non vedere ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
“ Cosa? Questa era la sua voce! Lu, ho detto che nessuno al mondo ti avrebbe fatto soffrire, nemmeno io. IO NON MORIRO’! “
Il fasciò di luce si schiantò al suolo abbagliando tutti i presenti: nessuno sapeva cosa sarebbe successo a Natsu, trovatosi nel mezzo di quel terribile incantesimo.
- WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!! –
Le fiamme di Natsu inondarono l’arena. Erano fiamme vive, forti ed ardevano più che mai.
Era riuscito a fermare il fascio di luce proprio grazie alle sue fiamme.
Lucy smise di piangere dopo aver sentito quell’urlo ferino.
Era lui.
Era sicuramente lui. Avrebbe riconosciuto la sua voce, il suo profumo e il suo contatto tra migliaia di persone.
Finalmente accennò un sorriso che rischiarò il suo viso ancora rigato dalle lacrime.
“ Natsu! Lo sapevo che non mi avresti abbandonata… “
Ormai il mago dai capelli rosa era in modalità Dragon Force.
Con Dragon Force la potenza del dragon slayer era equivalente alla forza necessaria per abbattere un drago.
Natsu si scagliò contro Sting a pugni chiusi, sorprendendolo con un maggiore e rinnovato potere. Era la sua determinazione a donargli tutto quel vigore.
Sting era in difficoltà. Stava incassando troppi colpi e nella sua mente si trovava solo un turbinio di confusione e paura.
Si, paura. Per la prima volta da moltissimo tempo stava provando quel sentimento per lui così insolito.
“ Non è possibile! Io sono Sting Eucliffe! Uno dei due maghi più forti di Sabertooth, non posso perdere contro un moccioso come lui! “
Finalmente riuscì a sciogliersi dalla morsa di pugni in cui era rimasto intrappolato.
Cercava di riprendere fiato e schiarirsi le idee, mentre vedeva il colore scarlatto del sangue annebbiargli la vista dall’occhio sinistro.
Aveva consumato gran parte del suo potere magico con l’attacco di poco prima, ed ora era in balia di un avversario fortissimo, quasi irriconoscibile.
- IO NON POSSO PERDERE!!! –
Senza pensarci due volte corse incontro a Natsu raccogliendo tutto il potere magico rimasto e concentrandolo nella mano destra.
Lo stesso fece il mago dai capelli rosa: le fiamme del drago di fuoco ardevano tutt’intorno alla sua mano stretta in un pugno. Accelerò verso Sting pronto a colpirlo.
- PUGNO FULMINEO DEL DRAGO DI LUCE! –
- PUGNO DI FERRO DEL DRAGO DI FUOCO! –
I due si scambiarono reciprocamente quei tremendi pugni, che andarono a terminare la loro corsa sul viso di entrambi i draghi.
Passò qualche momento di incertezza. Dopo poco Sting cadde a terra con un tonfo sordo, che tuttavia rimbombò all’interno dell’arena completamente in silenzio, che attendeva la fine di quel match col fiato sospeso.
D’un tratto riprese a diffondersi nello stadio il fragore delle urla del pubblico.
Natsu aveva vinto.
- Incredibile! Vince questo match fenomenale Natsu Dragneel del team Fairy Tail A, a cui vengono assegnati 10 punti! –
“ Sei stato fantastico, Natsu. “
Ormai il viso di Lucy si era rilassato, e dopo la vittoria del suo compagno era comparso di nuovo quel sorriso così ricco di dolcezza, gioia e bellezza.
- Sei stato incredibile, Natsu. Ero sicura che ce l’avresti fatta. – disse Erza con tono sereno e disteso.
- Ohi, tizzone spento! Bella vittoria! – urlò Gray dalla tribuna di Fairy Tail.
Erano tutti felicissimi per quel risultato ottenuto peraltro contro quella che era stimata come la miglior gilda di Fiore.
Nel frattempo, in mezzo al boato del pubblico, Natsu si avvicinò a Sting, che era ancora per terra, in ginocchio e tremolante, scioccato dalla sconfitta.
- I-io… io non posso perdere… io non posso aver perso, non posso aver avuto paura… - sussurrò con un filo di voce il dragon slayer della luce.
- Sai, Sting. Una volta anch’io ho avuto una paura tremenda. Proprio contro un mio amico. Sudavo freddo, ero nervoso e ho dovuto riconoscere la sua superiorità arrendendomi. Ma lui mi sorrise, e mi disse che la paura non è un male… ti parla delle tue debolezze. E se conosci le tue debolezze, puoi diventare più forte e più gentile. Solo conoscendo la paura si diventa un vero mago e si è in grado di proteggere le persone che amiamo. –
Una volta finito il suo monologo, Natsu tese la mano a Sting e lo aiutò ad alzarsi.
Il mago di Sabertooth continuava a guardarlo con occhi sbarrati, profondamente toccato dalle sue parole.
L’unica cosa che riuscì a dire fu un “ Grazie “ debole e appena udibile.
Il pubblico applaudì il gesto del mago di Magnolia, che nel frattempo se ne tornò in tribuna dai suoi amici, salendo con piccoli e lenti passi le scalinate immerse nel buio.
- Beh, ragazzi, penso sia ora di andare a festeggiare, no?! Ormai la giornata è finita! –
- Hai ragione, Natsu. Dai, andiamo nel solito bar vicino all’albergo. – sentenziò decisa Erza.
Natsu e Lucy, seguiti da Happy, Erza, Gray e Juvia al suo fianco, si incamminarono lungo le caratteristiche stradine medievali di Crocus tempestate da fiori e alberi e inondate dai profumi che emanavano.
Ormai la notte incombeva, nel cielo iniziavano a risplendere luminosi gli astri e il profilo ben distinguibile della luna piena di quella sera era il protagonista dello spettacolo che era il cielo.
Natsu e Lucy, immersi nella bellezza che aleggiava intorno a loro, si distanziarono di qualche metro dai loro compagni senza neanche rendersene conto.
Camminavano fianco a fianco, in silenzio e armonia, cullati dai suoni della notte estiva e dalla brezza marina che accarezzava i loro volti.
- Dimmi, Natsu, ti fanno molto male le ferite? – chiese sorridendo Lucy.
- Mh? No, non fanno malissimo… lo sai che ho la pelle dura, no? – rispose di tutto punto il ragazzo dai capelli rosa regalandole un buffo sorriso.
- Meno male. Anche se vorrei riuscire a fare qualcosa per poterle guarire… così almeno non sentiresti male, no? –
- Ma per quello c’è Wendy, giusto? Non preoccuparti, tu sei perfetta così come sei. – un altro sorriso si allargò sul viso di Natsu.
Lucy rimase qualche secondo a fissarlo con occhi sbarrati, incredula di aver sentito parole come quelle.
“ Ma che diavolo ho detto? Possibile che non riesca a star zitto? Aaaaaah, ma cos’ho che non va?! “
“ Grazie, Natsu… “  pensò la maga bionda sorridendogli dolcemente.
Lucy lo guardò dritto negli occhi con un’espressione dolce che donava al dragon slayer un’infinita tranquillità. Strinse la mano di Natsu nella sua e proseguì a camminare.
“ Lu… “. Il ragazzo dai capelli rosati era leggermente confuso da quel gesto inaspettato, ma dentro di sé sentiva soltanto un dilagante senso di felicità.
I loro amici li seguivano svariati metri dietro di loro e, osservando la scenetta, non riuscirono a trattenere delle deboli risate.
- E bravo il fiammifero! Finalmente si è deciso eh?! – esordì Gray con tono di sfida.
- Già. Gray, ora dovresti deciderti tu, che ne dici? – rispose ridacchiando dolcemente Erza.
Il mago del ghiaccio accolse quelle parole con un broncio innaturale; si girò verso Juvia, notando quanto fosse bello il suo viso dal colorito bianco e delicato quando era illuminato dal suo stupendo sorriso.
“ G-Gray-sama… mi sta guardando… WAAAAAAAAAAH!!! “
Juvia aveva decisamente perso la sua pacatezza, correndo qua e là all’impazzata sentendo gli occhi del suo adorato fissi su di lei.
“ Cavolo, è davvero rumorosa quando ci si mette. Però  anche così dannatamente… ma che diavolo di pensieri faccio?! “
Gray scosse rapidamente la testa tornando alla realtà.
I sei amici camminarono ancora per circa quindici minuti, quando ad un tratto, giunti in a pochi isolati dal bar, Erza cadde a terra apparentemente senza motivo.
- Erza! – gridarono tutti preoccupati.
- Ohi Erza! Svegliati! Non è da te svenire così! –
Erano tutti in apprensione per le condizioni della loro amica, anche se sapevano bene che la rossa non era il tipo di persona che perde conoscenza così facilmente.
Subito dopo la maga delle armature svennero anche Juvia e Gray.
Era una strana coincidenza.
- Gray! Juvia! Ma che hanno tutti?! – si chiese Lucy con aria frastornata.
- Lu… rimani dietro di me. Sento di nuovo quel disgustoso odore che ho sentito anche oggi. – disse Natsu alla bionda con voce sicura e decisa.
Lucy si portò dietro al suo compagno, cercando di ripararsi con le sue spalle.
Da un vicolo buio a lato della strada principale emerse una figura scura, che si confondeva nella notte.
Indossava un impermeabile nero e aveva dei lunghi capelli chiari.
Quell’uomo era sicuramente Obra, il mago di Raven Tail.
Ma cosa voleva da loro? Natsu continuava a chiederselo nella sua testa.
- Consegnami Lucy Heartfilia. –
- Te lo scordi, bastardo! -
Natsu si voltò di scatto verso la sua compagna con una strana espressione visibilmente preoccupata.
- Lucy, stai attenta. Questo non è un tizio come gli altri. Resta dietro di me e non potrà succederti niente. Dovrà passare sul mio corpo per farti del male!
Lo abbracciò forte per la vita e sussurrò:
- Natsu… ti prego, torna tutto intero. –
Sciolse quella dolce presa e vide il ragazzo dai capelli rosa correre contro quell’inquietante mago.
Il mago di Fairy Tail cercò in ogni modo di proteggere Lucy, attaccando Obra con un serie di calci e pugni.
Purtroppo aveva sprecato molte energie e potere magico durante lo scontro del pomeriggio contro Sting, e i suoi colpi mancavano di potenza e rapidità.
Intanto anche Happy era caduto a terra stremato: lo stesso animaletto nero che avevano notato durante la giornata di gare era il responsabile degli svenimenti sospetti.
L’esserino ritornò sulla spalla del suo padrone, dov’era solito stare.
Natsu si avventò ancora una volta verso il suo meschino avversario, dopo aver visto cadere a terra anche il suo migliore amico.
- NON TI LASCERO’ MAI E POI MAI PRENDERE LUCY, DANNATO! HO FATTO UNA PROMESSA! PUGNO DI FERR… -
Natsu non riuscì a finire la frase che Obra usò la sua solita tecnica per prosciugargli il potere magico.
Il drago cadde a terra sfinito e incapace di muoversi, rimanendo cosciente solo facendo appello alla sua forza di volontà.
Lucy portò le mani alla bocca e dai suoi occhi sgorgarono spontanee le lacrime.
- No… Natsu… NATSU! –
Obra si avvicinò a passi lenti verso Lucy, che tentò in ogni modo di difendere sé stessa e i propri compagni, senza però riuscirci.
Il mago in impermeabile fece perdere i sensi alla bionda e la prese sulle spalle.
Natsu guardava Lucy, la sua dolce Lucy, venire rapita davanti ai suoi occhi.
- No! Lucy! Ehi, bastardo, ridammi Lucy! RIDAMMI LA MIA LUCY!!! –
Obra si voltò, infastidito dalle sue urla. Concentrò un incantesimo sul palmo della sua mano e lo scagliò contro Natsu.
Il colpo era tremendamente potente.
Obra se ne andò scomparendo pian piano nell’oscurità, portando con sé Lucy e lasciando Natsu a terra sanguinante e in condizioni critiche, che giaceva sulla fredda terra pochi metri più avanti dei suoi nakama.
 





Hello everybody! Sono tornato dopo una settimana con un nuovo, succoso, agrodolce e, spero, gradito capitolo!
La scelta di far scontrare Natsu e Sting era inevitabile. Sono due personaggi destinati a scontrarsi per forza di cose.
E' arrivato anche l'agognato colpo di scena: a molti potrà non piacere, ma è la spinta giusta di cui ha bisogno il racconto.
Se devo essere sincero sono piuttosto indeciso su come far finire tutta questa storia del rapimento. Diciamo che c'è il 50 e 50 di possibilità.
Beh, spero vi piaccia questo quarto capitolo :D

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Capitolo 5
*** Lacrime amare ***


6. Lacrime amare

 
 
Natsu socchiuse lentamente e faticosamente le palpebre,  riuscendo ad intravedere solamente dei capelli grigi prima di venire abbagliato dalla luce che, probabilmente, proveniva da una lampadina.
I suoi occhi iniziarono a mettere a fuoco le figure, delineare le forme dell’ambiente circostante e i profili delle persone accanto a lui.
- Oh?! Porlyusika, vieni! Si sta svegliando! – disse una voce decisamente anziana e buffa.
- Arrivo, arrivo. Non strillare, ormai non è più in pericolo di vita. –
Porlyusika si avvicinò al letto del suo paziente, incominciando a squadrarlo da capo a piedi per controllare le sue condizioni di salute.
- Allora, come stai? – chiese con fare irruento la dottoressa magica.
- Bene, ben… - Natsu non riuscì nemmeno a finire la frase che venne bloccato dal dolore provocatogli dalle ferite.
- Ci vorrà ancora un po’di tempo perché tu guarisca del tutto. Diciamo circa due settimane. –
-  Due settimane… ? MA NON DICIAMO CAZZATE! IO DEVO ANDARE SUBITO A SALVARE LUCY! –
Provò ad alzarsi, ma venne bloccato dalle numerose ferite riportate durante lo scontro a senso unico con Obra.
- COSA FAI, IDIOTA?! VUOI FORSE  MORIRE?! Siamo riusciti a salvarti per miracolo, ti abbiamo strappato dalle braccia della morte e ora tu vorresti ucciderti con le tue stesse mani?! – lo rimproverò severamente Porlyusika.
- MA IO DEVO… -
- Natsu per adesso non puoi muoverti da qui, vuoi capirlo?! Abbi pazienza e ti riprenderai in men che non si dica.
Il dragon slayer aveva uno sguardo vacuo e vitreo; avrebbe tanto voluto andare a salvare la sua biondina, ma a causa delle ferite, anzi no, a causa della sua debolezza non poteva partire subito come aveva in mente di fare.
Era questo tutto ciò che turbinava in quel momento nella mente di Natsu: i ricordi sfocati di quella terribile sera in cui aveva visto Lucy venire portata via da quell’inquietante mago e il terribile senso di colpa per non averla saputa proteggere.
Gli tornavano in mente come piccoli frammenti di un’immagine più grande tutte le sensazioni e le emozioni che aveva provato in quell’istante.
La tristezza, sentendo il profumo della bionda allontanarsi.
La rabbia smisurata, che si sarebbe potuta facilmente trasformare in odio se non avesse avuto un cuore puro, verso il mago di Raven Tail che l’aveva privato di una delle persone più importanti della sua vita.
La paura, che albergava nel suo cuore vedendo il sangue vermiglio fluire al di fuori del suo corpo e ricoprire la fredda pietra delle strade di Crocus; non era però paura di morire la sua: aveva il timore di non riuscire a poter salvare la sua compagna se fosse caduto, temeva di morire lì, sul ciglio della strada, in quel modo disonorevole senza nemmeno essere riuscito a proteggere i suoi compagni, la sua famiglia.
Ripensando a Lucy i suoi occhi divennero lucidi: gli mancava tutto di lei.
La bellezza del suo sorriso luminoso, il tepore che riusciva a donargli la sua morbida pelle quando di notte si intrufolava ben volentieri nel suo letto per starle vicino e non farle sentir freddo, l’odore dei suoi lunghi capelli biondi, a metà tra il candido e il selvaggio, proprio com’era lei.
Non riusciva a pensare, però, ad una vita senza di lei, ad una vita senza Lucy. 
Il master si accorse del suo stato d’animo.
Con una semplice occhiata fece capire a tutti i presenti nell’infermeria che era meglio lasciarli da soli.
Uscirono tutti quanti, lasciando Makarov e Natsu liberi di parlare tranquillamente.
Un silenzio quasi irreale regnava in quella bianca e sterile stanza adibita ad ambulatorio.
Il ragazzo se ne stava sdraiato sul lettino. Aveva bende che ricoprivano la maggior parte del suo corpo ed era quasi completamente impossibilitato a muoversi.
Il master salì sulla sedia posta vicino al suo letto e stette lì, con le gambe incrociate ed il suo solito bastone tra le braccia.
- Natsu… tu per me sei come un figlio, lo sai vero? –
- Vecchio… perché me lo chiedi? Certo che lo so! –
- Ecco. E un padre sa sempre cosa passa per la testa dei propri figli… -
Natsu abbassò lo sguardo e digrignò forte i denti, non infastidito dalle ferite, ma turbato profondamente dalla mancanza della maga dai capelli d’oro.
- Non vedi l’ora di andare a salvarla, vero? Ti senti in colpa, la vorresti con te, faresti di tutto pur di riprendertela… Natsu, tu la ami, non è vero? –
- Nonnetto… i-io… -
- Allora se la ami devi riprenderti in fretta e sbrigarti ad andare a salvarla! Devi sbaragliare chiunque ti impedisca di rivedere Lucy! E’ COSI’ CHE FA FAIRY TAIL! Giusto, Natsu?! – lo esortò il master.
- Si! Hai ragione vecchio! Mi andrò a riprendere Lu, COSTI QUEL CHE COSTI! –
- E’ così che ti voglio vedere! Noi ovviamente ti daremo una mano! –
- Giusto! Non mi sono ricordato di chiedertelo! Come stanno Happy, Gray, Erza e Juvia? Ricordo che erano a terra insieme a me. –
- Non preoccuparti, loro stanno bene e si sono già ripresi. Wendy li ha curati subito dopo aver soccorso te. –
- Meno male, ero preoccupato per loro. –
- Sai, Natsu… - aggiunse a un tratto Makarov – non sappiamo ancora dove sia Lucy, né in che condizioni sia in questo momento e non conosciamo nemmeno le capacità dei nostri avversari: potrebbe anche essere un’impresa disperata in cui sarebbe in gioco la tua stessa vita. Sei ancora sicuro di volerla salvare? Lucy vale più della tua stessa vita? –
Natsu abbassò lo sguardo sul pavimento bianco e sterile dell’infermeria, con un’espressione stordita da una domanda di quel genere così improvvisa.
- Capisco. Ti lascio un po’di tempo solo per pensarci accuratamente. – detto ciò, il master scesa dalla sedia sulla quale si era posizionato e si diresse verso la porta che dava sul corridoio.
Non appena mise la mano sulla maniglia lucida della porta di legno di quel luogo, sentì una voce appena udibile ma sicura dietro di lui.
- Hai detto qualcosa? – chiese il buffo vecchietto voltandosi in direzione del suono che aveva catturato la sua attenzione un attimo prima.
- Sì. – rispose deciso il ragazzo senza distogliere lo sguardo dal pavimento.
- E che cosa hai detto? Non sono riuscito a sentire nulla! –
Natsu alzò finalmente gli occhi e la testa, passando a fissare Makarov.
- Ho detto sì! Ne vale la pena eccome! Tutto quello che va oltre al calore della sua pelle, quel calore che qui manca, non mi interessa. –
Era saldo, era convinto, era determinato. Le sue non erano parole lasciate uscire con leggerezza, ma piuttosto una confessione che faceva a sé stesso più che al master.
Si poteva vedere il fuoco ardere nei suoi occhi mentre pronunciava quella manciata di parole che suonavano come un giuramento fatto alla sua Lucy, che non poteva essere lì con lui in quel momento.
Il volto del master si illuminò con la sua solita espressione a metà tra il beffardo e il compiaciuto, dopo aver notato con sollievo che il giovane mago dai capelli rosa aveva ritrovato la sua risolutezza e vivacità.
Una volta che il velo della notte era calato su quella giornata così triste per tutta la gilda, ma soprattutto per una certa persona, nella mente del mago dai capelli rosa si affollavano le immagini e le sensazioni della sera precedente.
Ricordava il dolce profumo della sua pelle, la felicità che provava quando sorrideva, la sensazione della fredda pietra e del sangue scarlatto in cui era riverso e la tristezza, la profonda tristezza e disperazione nel vedersi strappare all’improvviso la persona più importante della sua vita.
Tormentato da questi incubi, Natsu si dimenava nel letto dell’infermeria fino a svegliarsi di soprassalto sudato e ansimante nel cuore della notte.
Il lieve vento notturno riusciva nonostante il suo stato a donargli un po’di sollievo.
Il cielo era chiaro, illuminato dalla moltitudine delle stelle del firmamento.
Natsu andò ad appoggiarsi al davanzale della finestra, guardando con malinconia verso quelle stelle che gli ricordavano una stella ben più luminosa.
Sentì gli occhi pizzicargli e un peso insostenibile al petto, proprio all’altezza del cuore che sentiva cadere a pezzi.
Un attimo dopo le sue guance erano rigate dalle lacrime, amare lacrime di dolore, rimorso, paura e disperazione.
Continuava a ritornargli in mente quell’idea: era tutta colpa sua.
“ Se solo fossi stato più forte… se non fossi così debole, ora Lucy non… - pensò tra sé natsu chinando la testa - avevo promesso che l’avrei protetta da qualunque cosa, avevo promesso che nessuno l’avrebbe fatta soffrire… sono davvero patetico. “
Le lacrime continuavano a scendere una dopo l’altra senza dar segno di volersi fermare.
E così, immerso in tristi pensieri, Natsu passò la maggior parte di quella notte.
Non riusciva a dormire. Del resto come avrebbe potuto?
Il senso di colpa albergava nel suo cuore e non gli lasciava un attimo di riposo, e insieme ad esso nel suo cuore era presente anche l’ardente desiderio di avere la sua Lucy lì vicino a lui, di poterla abbracciare e non farla andare più via, di ritornare a respirare il dolce profumo della sua candida e morbida pelle.
Lo voleva più di ogni altra cosa al mondo.
L’odore di una persona familiare riuscì a riportarlo alla realtà da quei pensieri così dolorosi. Si voltò lentamente attento a non far notare i suoi occhi ferini rossi e gonfi per il pianto e le guance rigate dalle lacrime.
Una figura risaltava nell’oscurità grazie al rosso acceso dei suoi capelli e se ne stava appoggiata allo stipite della porta di legno.
Attento a non far trasparire la sua sofferenza dalla sua voce, fece un profondo respiro e prese la parola.
- Da quanto sei qui, Erza? –
- Da abbastanza per vedere come ti senti veramente… - disse avvicinandosi al ragazzo con passi lenti.
I suoi passi risuonavano forti all’interno della stanza vuota ed immersa nell’oscurità.
“ Non venire qui. Dannazione, non voglio che nessuno mi veda in questo stato! Soprattutto Erza! “
Natsu cercava ancora una volta di non far vedere le lacrime sul suo volto, mentre Erza era arrivata di fianco a lui e, appoggiatasi al davanzale, si soffermò a guardare i magnifici corpi celesti che avevano incantato anche il suo nakama.
- Natsu, non c’è bisogno che tu nasconda le lacrime. Piangere non è sempre un segno di debolezza.
Per una persona forte come te le lacrime significano solamente che ciò che è successo è talmente sconvolgente da turbare il suo animo. Piangere non è sempre un male. Tu vuoi davvero bene a Lucy, e le lacrime che hai versato per lei ne sono la prova. –
Il mago dai capelli rosa, sentendo quelle confortanti parole quasi fraterne, si sentì toccato nel profondo e si girò d’istinto, lasciando che Erza vedesse i solchi disegnati dal pianto sulle sue guance.
- Io… E’ tutta colpa mia! Lucy sarebbe qui se solo fossi stato più forte! Avevo promesso di proteggerla… l’ avevo promesso! Chissà come sta ora… non voglio nemmeno pensare che gli sia successo qualcosa di brutto. –
La rossa replicò continuando a fissare la volta celeste.
- Ti capisco. Anche io mi sono lasciata andare in questo modo una volta. Ero disperata, davvero. La persona che amavo mi era stata strappata proprio davanti ai miei occhi e io non ero stata in grado di farci niente.
Ero a pezzi. Piansi tutta la notte, senza fermarmi un attimo. Però poi quella persona è ritornata da me in un modo o nell’altro.
Sapeva che stavo soffrendo ed ha fatto di tutto pur di far cessare il mio dolore e tornare da me.
Anche Lucy sta soffrendo, Natsu.
E’ spaventata e molto probabilmente sente la mancanza del calore della persona più importante per lei.
Aspetta solo che tu la vada a salvare. Che tu la stringa forte tra le sue braccia e che la consoli sussurrandole all’orecchio parole che le possano far dimenticare tutta la sofferenza e la tristezza che ha provato, che le possa far scomparire come un dolce soffio spegne la fiamma di una candela.
Per questo devi essere forte anche per lei. Devi dimostrare di riuscire a proteggerla, che per te proteggere Lucy è più importante di tutto il resto, perché finchè lei è al sicuro può restare vicino a te. –
Erza aveva perfettamente ragione.
Dentro di lui sentiva che le sue parole avevano smosso qualcosa dentro di lui.
Doveva essere forte anche per la sua Lucy, doveva salvarla, a qualunque costo.
Si voltò d’impulso verso la maga dai lunghi capelli scarlatti.
- Grazie, Erza. –
La rossa sorrise.
- Sono contenta che tu abbia capito Natsu. E magari una volta che la terrai di nuovo tra le braccia, diglielo. –
La faccia del mago si fece di colpo confusa.
- Eh? Dirle cosa? –
- Penso che lo capirai da solo… -
Dopo di che uscì velocemente dall’ infermeria.
Natsu si rimise a letto, mentre le parole di Erza gli turbinavano nella mente.
- Cosa dovrei dirle? Bah, Erza era strana! Ora devo solo pensare a guarire e ad andare al più presto a salvare Lucy. Già, Lucy… chissà come sta? Ha davvero paura? Vorrei essere lì con lei per dirle che andrà tutto bene, che questa volta nessuno le farà del male... aaaaah, devo smetterla di pensare a queste cose e sbrigarmi a salvarla! –
Dopo queste parole il sonno si impossessò del ragazzo dai capelli rosa facendogli trascorrere ciò che restava della notte in quiete.
Natsu fremeva dalla voglia di partire e raggiungere la sua Lucy. Ogni suo arto era teso in quella direzione, ma per quel momento era rilegato nella branda di un’infermeria impossibilitato a partire a causa delle sue ferite.
Doveva partire al più presto.
Desiderava più d’ogni altra cosa mettere fine a quel periodo buio come la notte, in cui tristezza e la sensazione di solitudine si erano sostituite alla sua abituale spensieratezza e vitalità, di interrompere quell’incubo che per lui era anche durato troppo, desiderava riavere con sé la sua Lucy per rischiarare le tenebre che avevano oscurato le sue giornate dal momento che le era stata strappata via proprio sotto il suo sguardo.
Lo desiderava più di ogni altra cosa a questo mondo ed avrebbe fatto di tutto per ottenerla.
 




Benritrovati con un nuovo capitolo di questo capitolo! Beh, non credo ci sia poi così tanto da dire: è un capitolo palesemente di transizione. Natsu ha subito diciamo un trauma e per questo mi sa che è un bel po' OOC in questo caso, però spero di non aver perso di vista le linee guida tracciate da Mashima, oltre al fatto che spero vi sia piaciuto questa versione del mago.
La scena con Erza penso fosse d'obbligo. Almeno per me, era nella mia immaginazione da un po'di tempo.
Penso non ci sia altro da aggiungere. Spero che vi sia piaciuto e che continuiate a leggere anche il prossimo capitolo! :D

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