Blue Eyes

di kyuukai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Onda Anomala ***
Capitolo 2: *** 2. Vortice ***
Capitolo 3: *** 3. Sottile ***
Capitolo 4: *** 4. A casa ***



Capitolo 1
*** Onda Anomala ***


… Incredibile, dopo My Canary proprio che non riesco a finire una fanfiction che mi spuntano idee per altre a destra e manca. Questa è stata partorita mentre tornavo a casa da Pesaro col treno... si, la noia mi stava uccidendo e così ho fissato il mare fuori dal finestrino, e quel giorno era particolarmente bello e scintillante alla luce rossastra del tramonto, davvero da togliere il fiato! Così una cosa tira l'altra, Blue Eyes è nato! Spero vi piaccia questo mio ennesimo bambino. Beh vi lascio alla lettura!

P.S: la storia sarà di tre capitoli, come le ore che ho impiegato a tornare nella dolce patria! ;) Un bacione!

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La superficie dell'acqua era sconvolta dal vento forte che soffiava su di essa, faceva spruzzare schizzi fretti in ogni direzione, mentre in fondo la schiuma veniva a creare gorghi turbinanti che catturava ogni povera creatura osasse nuotare troppo vicina. Bagliori di luce bluastra illuminavano il buio in cui era calato l'oceano.

La corrente rendeva impossibile muoversi, tanto era forte da costringere perfino gli anemoni più robusti a piegare il capo sotto la sua imperiosità. Molti pesci si rintanarono alla svelta nell'anfratto riparato più vicino. I piccoli piangevano spaventati, e i genitori li rassicuravano spingendoli all'interno, per salvarli dalla paura e dalla corrente potente.

Un altro lampo inondò di luce le profondità più oscure, subito seguito da un rumore profondo e cupo, che fece tremare gli scogli abissali e la stessa barriere corallina che circondava l'atollo.

Nascosto al riparo dietro un cespuglio di coralli rosso fuoco riposava un giovane tritone, svegliato di soprassalto dall'ennesimo frastuono proveniente da sopra. Nonostante sapesse che le 'luci divine' fossero in verità lontane da lui ne poteva sentire i rombi sordi da dietro i coralli dove stava riposando. La creatura levò il capo preoccupato a tutto quel frastuono, mosse le orecchie a punta per udire meglio da dove provenissero quei suoni rimbombanti. Dovevano essere i flutti che si scagliavano contro le rocce in superficie. Intimorito dall'ennesimo tuono rimbombante si schiacciò meglio contro il letto di alghe su cui aveva riposato fino a qualche minuto fa, sperando che quella diavoleria finisse presto. Al suo fianco un altra creatura del mare lo imitò. I suoi lunghi capelli color onice mulinarono sospinti dalla corrente indomabile, coprendo parte del viso pallido.
-Non ti agitare, fratellino. Il mare e' in tempesta. Poseidone dev'essere davvero arrabbiato stanotte-
L'altro lo fissò perplesso, saltando all'ennesimo tuono. Il maggiore gli sorrise dolce e lo trasse a sé, cullandolo tra le braccia pallide, come faceva da quando era piccolo, finché nonostante il trambusto si addormentò. Sasuke aveva sempre avuto paura del mare agitato.
 

Anche dopo la tormenta più violenta e distruttrice, la calma ritornò appena Poseidone mitigò i suoi animi turbolenti, facendo riapparire il caldo sole da dietro le nubi ora schiarite. All'alba tutto taceva, le alghe rialzarono le foglie riconoscenti verso il cielo accogliendo i raggi vitali, solo un ricordo lontano della tempesta appena passata. I pesci uscirono dai loro nascondigli guardinghi, testando la corrente placida. Contenti poi uscivano a sgranchire le pinne a lungo ferme, raggiungendo gli amici.

Anche i due tritoni si destarono con calma, il più giovane stiracchiò elegante le membra riposate sbadigliando sonoramente. Itachi al suo fianco sorrise divertito porgendogli la sua colazione. Appena finito di mangiare il tritone diede un colpo di pinna verso l'entrata della grotta di corallo dove avevano riposato. Stava scalpitando dalla voglia, lo sapeva già.
-Vai di nuovo in superficie?- chiese divertito il maggiore. Sasuke annuì con vigore. Di solito dopo le tempeste portavano a riva degli oggetti molto strani, e gli piaceva osservarli da vicino. Itachi sorrise al giovane salutandolo con l'usuale picchio sulla fronte. L'attimo dopo Sasuke già nuotava euforico verso il sole alla velocità della luce, schivando abilmente i branchi di pesci colorati che abitavano i fondali in cui era cresciuto.


La pressione marina si faceva via via minore, facendo nuotare il tritone ancora più veloce mano a mano che si avvicinava al pelo dell'acqua. Un sorriso impaziente marcò il viso fine, i capelli singolarmente neri e ritti mulinarono intorno alle guance. Appena emerse si guardò intorno notando i vari resti portati dalla corrente, brillavano scintillanti al sole piacevole sulla pelle. Sasuke si avvicinò cauto ad uno di essi per sentirne la consistenza dura e liscia. Chissà cos'era? E soprattutto.. Chissà quali tesori lo aspettavano sulla riva dove di solito si radunavano tutti? Impaziente sempre di più di minuto in minuto lasciò le lamiere di ferro e nuotò agile tra le onde cristalline verso la costa. La tempesta aveva portato davvero qualcosa di strano a riva la notte precedente, pensò Sasuke guardando sbalordito la creatura abbandonata sul bagno asciuga. Una massa di capelli biondi ricadeva sul viso sporco di sabbia, pezzi di legno e di strani aggeggi luccicanti posati sul suo corpo. Aveva anche parecchie alghe addosso, strani pezzi di stoffa riposavano addosso a lui, bagnati fradici come se avesse passato molto tempo in acqua. La curiosità spinse il tritone verso la spiaggia dorata, e appena si sedette sulla sabbia lo esaminò da vicino. Chissà, forse era morto...

Appena partorì il pensiero la cosa annaspò sonoramente riempiendo i polmoni a lungo svuotati, mugulando infastidito, girò il viso di lato, corrugando la fronte scura. Non solo respirava, era vivo per giunta!

Veloce come una tartaruga marina Sasuke si rituffò in acqua un attimo prima che la cosa aprisse gli occhi rintontita. Il tritone rimase basito a guardarlo, gli occhi neri lo squadrarono da capo a... non aveva la coda.

… Che quello fosse un umano?

Non ne aveva mai visto uno in vita sua, ma Itachi gli aveva raccontato di averli incontrati nell'oceano, prima di vivere in quell'atollo, su di una strana balena dura e metallica. Gli uomini l'avevano chiamata 'nave', e il fratellone gli aveva detto che nessun animale marino poteva rivaleggiare in grandezza con quell'affare. Ed era proprio come li aveva descritti lui...

Lo vide alzarsi a fatica, al posto della coda pinnata aveva due cose strane e separate, dello stesso colore del suo corpo superiore. Si guardò intorno confuso massaggiandosi il capo dorato, e poi ammirò il mare davanti a sé con un paio di...

-Occhi Blu- sussurrò ammirato il tritone, perdendosi dentro il colore vivido delle iridi dell'umano.

Erano troppo intense per essere vere, dell'esatta tonalità del mare che aveva di fronte, forse perfino più liquido ed affascinante.

Nonostante la confusione sul viso giovane lo vide dirigersi verso il fitto bosco alle sue spalle a passi sicuri, borbottando tra sé e sé. L'umano in poco tempo costruì un riparo con i pezzi portati dalla corrente, si accese un fuoco e costruì tutto ciò di cui aveva bisogno, compresa una canna da pesca. In qualche modo si doveva pur procacciare il cibo, no?
Lo vedeva armeggiare con strani marchingegni, conchiglie, liane, tronchi. Sembrava instancabile spinto da una forza di volontà da far invidia al più temerario dei tritoni. Legò su un tronco verticale piantato nella zattera una vela improvvisata e remando con i ferri trovati a riva si diresse verso la barriera corallina intorno all'isola. E puntualmente lo vide combattere contro onde e corrente, sempre finendo sconfitto cadeva in acqua mente la sua imbarcazione finiva in mille pezzi.

-Dannazione!!-esclamava rivolto al cielo prima di precipitare in acqua.
Ogni suo tentativo era vano. Nessun umano era mai riuscito a superare la barriera corallina intorno all'atollo dove si trovava. Almeno cosi aveva sentito dire dagli anziani. Solo i tritoni ne erano capaci, ma ben pochi osavano provarci. La corrente all'esterno era spaventosa, feroce, non lasciava scampo a nessuno. I poveri che c'erano riusciti ad oltrepassarla erano rimasti prigionieri delle correnti sottomarine, e sbattuti a destra e manca avevano perso la loro vita finendo contro gli stessi coralli rossi che circondavano l'atollo.
Occhi Blu avrebbe passato il resto della sua vita lì, su quella spiaggia di sabbia fine. Confinato in una prigione d'acqua.

Nonostante avesse timore della strana creatura, Sasuke si ritrovò ad andarlo a controllare ogni mattino, sempre curioso di vedere cosa si sarebbe inventato di nuovo. Quell'umano non conosceva riposo, e non riusciva a stare fermo neppure per un istante!

Un giorno lo beccò ad intagliare un grosso tronco marcio di un albero, le mani non abituate al lavoro manuale si erano arrossate a forza di passare il coltello sulla superficie ruvida del legno piene di schegge affilate conficcate nelle carni, su e giù senza sosta. Perle di sudore inumidivano la sua schiena muscolosa, e di tanto in tanto si concedeva un bagno veloce, e poi riprendeva senza problemi. Alla fine ammirò la sua opera appoggiata al tronco di una palma vicina con un sorriso sbalorditivo.

-E' finita finalmente!- esclamò eccitato, correndo l'attimo dopo con la cosa sotto braccio verso l'oceano, schizzava acqua dappertutto preso dalla foga di provare la sua invenzione. Sasuke si sporse un po' di più per osservarlo meglio, salendo appena sulla roccia dietro cui si era nascosto. Lo vide montare con agilità sulla cosa, tenendo le 'gambe' vicine al petto, chinato in avanti. Lì sul pelo dell'acqua aspettò che le onde arrivassero, appena ne vide una particolarmente forte si alzò dalla posizione rannicchiata e facendo leva sui piedi girò la tavola, cavalcando l'onda abilmente.

Che spirito indomito era...

Non contento lo vide scendere dalla cima e con una sferzata veloce... passò sotto il riccio appena accennato dell'onda, abbassandosi appena per non beccarsi l'acqua in faccia, le mani sfioravano il manto azzurro delle onde.

Il tritone rimase senza parole, incapace di distogliere lo sguardo dal folle, intento a nuotare con le braccia verso la prossima onda. Quell'umano proprio che era pazzo! Passare dentro un'onda così potente! Perfino i piccoli pesci pagliaccio, i più stupidi dell'intero oceano, sapevano che non bisognava mai farlo, per non essere inghiottiti dall'acqua veloce e forte alla fine dell'onda! O era un pazzo o uno essere che amava molto vivere sul filo del rasoio.

Lo aveva fatto con tranquillità, o meglio con eccitazione, trepidante. Neanche per un attimo era trasparito il timore o indecisione dal viso giovane. Occhi Blu, sulla china dell'altra onda gettò i capelli biondi all'indietro, facendoli brillare alla luce del sole, ed urlò euforico

-Yuuuhuuu!!!!-

Gli occhi chiusi per impedire agli schizzi di entrare, ma un sorriso abbagliante sulla bocca aperta. Lo stesso sorriso scaldò il petto del tritone, che si ritrovò a fare altrettanto, quasi contaminato dal suo buonumore, i suoi occhi lo seguirono obbedienti mentre lo vedeva scegliere un'altra onda e montarvi su con agilità. Sembrava davvero divertirsi. Lo vide farlo svariate volte, in parecchie occasioni ruzzolò in acqua, ma riemerse subito dopo ridendo spensierato, senza un graffio né segni di stanchezza. Smise solo al tramonto del sole, quando quello bruciò alle sue spalle. L'umano afferrò la sua strana tavola e corse ridacchiando fuori dal mare, scuotendo i ricci biondi a destra e manca, per andarsi ad asciugare prima che la notte calasse, insieme al fresco.

Sasuke rimase a fissare la sua ombra finché non sparì dalla sua visuale, ancora stupito. Quale altro umano avrebbe osato sfidare il mare, e rimanere ancora vivo dopo tale affronto? Solo Occhi Blu.

 

L'umano era davvero la creatura più bizzarra che il tritone avesse mai incontrato. Dopo qualche settimana in cui si era dedicato a trovare il necessario per vivere aveva passato intere giornate a divertirsi sulle onde o a meditare sotto le palme giganti che sbucavano dalla fitta generazione della foresta vergine. Se ne stava immobile lì per ore intere, tanto che molte volte Sasuke aveva pensato dapprima che si fosse addormentato. Ma poi di scatto lo vedeva aprire gli occhi celestiali e saltare in piedi, correndo a più non posso verso l'acqua calda per attenuare l'afa che si respirava sulla terra ferma, tirando un sospiro di sollievo appena riusciva a bagnarsi.

Lo seguì di nascosto quando andava a fare una nuotata, o si immergeva per brevi istanti nell'oceano, rivelando di sapersi muovere quasi meglio di una lontra. La corrente pareva placarsi ogni volta che lo faceva, si limitava a sospingere i corti capelli dorati a destra e manca del suo viso, ondeggiando quasi con eleganza intorno a lui. I pesci e creature marine non parevano intimorite da lui, anzi in parecchi si avvicinavano cauti a pizzicare con le boccucce le sue gambe, facendolo sorridere. E non provò mai a scacciarli, o colpirli, nuotò con loro intorno, proprio come uno squalo con i suoi pesciolini piloti, quelli pulivano le impurità della sua pelle. Il polipo Killer Bee alzava sempre un tentacolo quando lo vedeva a mo di saluto, ed Iruka il delfino andava pazzo di lui, strideva contento ogni volta che lo incontrava. Si lasciò accarezzare il capo trillando felice e gli concesse di aggrapparsi alla sua pinna caudale e guidarlo intorno alla barriera corallina. Iruka, in tutti gli anni che l'aveva conosciuto non aveva mai concesso un tale privilegio a Sasuke, che piccato e un po' geloso se la batteva in ritirata verso la sua grotta, bofonchiando. Quell'umano era davvero qualcosa di particolare, e anche gli altri animali delle profondità parevano averlo capito.

Quella mattina si svegliò come al solito ai primi bagliori gentili del sole che colpirono i coralli sulla sua testa. Sasuke mugulò soddisfatto del sonno appena fatto e si stiracchiò per bene prima di uscire dal suo giaciglio. Appena si diresse verso la solita roccia scura intorno alla quale si riunivano i tritoni vide il fratello parlare con una sirena.

-Conchiglie?- le chiese Itachi. Lei fece segno di si, i suoi capelli rosa mulinavano intorno al viso fine.

-Portano fortuna sai? Presto sarà tempo di nascite, e voglio essere sicura che ad ogni nuovo tritone venga data la classica collana di conchiglie bianche, secondo tradizione. Solo che sono troppo impegnata nell'assistenza ai parti per ora e non posso proprio andare. Potresti farmi questo favore?-

Il tritone scosse la testa dispiaciuto, stringendo il tridente tra le mani -Sono occupato per tutta la giornata a sorvegliare il palazzo, non posso proprio-

Appena li raggiunse Sasuke li salutò con un cenno cortese della testa. Sakura nuotò subito al suo fianco sfiorando la sua pinna in segno di saluto, poi passò un braccio intorno alle spalle.

-A Sasuke piace andare in superficie, no? Perché non mandi lui?- chiese Sakura sorridendo al ragazzo. Quello annuì e appena ricevuto il suo compito si diresse verso gli scogli. Sapeva proprio il posto migliore per trovarle.

Sasuke conosceva l'atollo come il palmo della sua mano, sia sott'acqua che in superficie, quindi non ebbe difficoltà a trovare la baia riparata dove di solito la corrente portava le conchiglie di thalassa, che di solito erano quelle che Sakura usava per fare le collane. Infatti appena si infilò tra le rocce chiare e smussate dalle onde ne trovò parecchie, tutte di un bel colore bianco perla, ricche di madreperla all'interno. La sirena le avrebbe adorate. Canticchiando felice cominciò a prenderle e tenerle tra le braccia, anche se dopo un po' parve diventare una impresa abbastanza ardua, non vi entravano più. A quanto dicevano questa stagione ci sarebbero state tante nascite, meglio prenderne un bel po' per evitare di fare il viaggio una seconda volta. Pareva che le avesse prese tutte, ah no, ce n'era un'ultima proprio sopra quello scoglio incagliato, aveva una particolare sfumatura rosa, molto carina. Sasuke fece forza sulla pinna per alzarsi, ma quella viscida scivolò tra le rocce sottomarine e si incagliò, facendolo cadere in acqua in un tonfo. Si massaggiò la coda dolorante e provò a liberarsi, ma non c'era nulla da fare, e così seduto non sarebbe di certo riuscito a prenderla.
Era così vicina... La madreperla scintillava sul dorso rigato della conchiglia, a pochi centimetri da Sasuke. Il tritone però non riusciva a raggiungerla, la pinna ancora prigioniera sotto lo scoglio nascosto. Si sforzò quanto poteva e protese tutto il suo corpo verso di essa, perle di sudore adornarono la sua fronte sotto il sole già alto...
"Ancora un po'..."

Finalmente la mano la raggiunse e la strinse forte, tirandola indietro. Peccato non fosse la sua. Le sue iridi nere seguirono la conchiglia sottratta, la bocca già pronta a inveire contro la creatura che gliela aveva sottratta.
Sasuke venne a contatto con un paio di occhi ugualmente sorpresi, oceanici, splendenti alla luce del sole. L'umano era sbucato fuori proprio da dietro lo scoglio dove era lui, a pochi centimetri dalla sua attuale posizione. Aveva degli strani pezzi di stoffa attaccati alle gambe, di colore arancione, che abbracciavano la sua vita fino alle ginocchia. Occhi Blu sbatacchiò le palpebre preso alla sprovvista, nella mano ancora alto un bastone appuntito.
-Oh ehilà! Non sapevo ci fosse qualcun altro su questa isola deserta!- disse senza nascondere la sua sorpresa, nascondendo l'arma dietro la schiena. Il tritone intanto pareva aver perso il potere di parlare. Rimase a bocca aperta incapace anche di emettere il più semplice dei suoni. L'umano ridacchiò e si passò una mano tra i ricci ribelli.

-Come ti chiami?- chiese tutto eccitato. Sasuke lo fissò sconcertato provando a spostarsi indietro, ma la paura e lo shock erano tanto da non rendergli possibile muoversi neppure di un millimetro. Inoltre la sua pinna incagliata non gli concedeva di spostarsi molto...
Le labbra dell'umano si aprirono per scoprire il suo tesoro segreto: denti bianchi, perlacei splendettero alla luce forte di mezzo giorno abbagliando il tritone. Com'era possibile che un umano possedesse una tale ricchezza riservata esclusivamente alla sua gente? Che ladro! Quale affronto!

-Non puoi parlare?- continuò quello avvicinandosi appena fino a rimanere a solo un braccio di distanza da lui, sul viso un'espressione un po' preoccupata. Gli occhi del tritone s'erano sbarrati in orrore, ma riuscirono a guardare in basso. L'umano seguì il suo sguardo e parve capire.
-Non mi dire che ti sei incastrato! 'Ste rocce sono un guaio, capita un sacco di volte pure a me! Dai, ti aiuto io-
L'uomo tese la mano abbronzata verso di lui, il sorriso gentile sempre al suo posto. Sasuke non riusciva a capire una parola di quello che diceva, ma di certo capiva che l'umano aveva intenzione di toccarlo. E per nulla al mondo lo avrebbe concesso.
"Gli umani sono esseri immondi, sporchi ed indegni della nostra pietà" "Si dice che se li sfiori anche solo uno la tua pelle si secchi come al sole" "... Con le mani afferrano tutto ciò che possono e poi lo distruggono” la popolazione del mare aveva inventato parecchie storielle sulle creature della terra ferma, e le credenze erano talmente radicate nella loro cultura che perfino Sasuke, che si definiva un giovane dalla mente aperta, ci credeva fermamente.

Si accorse appena della mani dell'uomo che si immergeva nell'acqua bassa. Occhi azzurri vennero spalancati in contemporanea a quelli color onice quando con i polpastrelli lambì una consistenza diversa da quella della pelle umana sulle gambe. Era qualcosa di duro, umido e lucente, lo vedeva scintillare timido sotto la superficie dell'acqua.
Squame. Scaglie di colore argenteo brillavano su quella che sembrava essere la sua coda.

Curioso tirò la pinna argentea verso si sé appena, liberandolo dal masso che la teneva prigioniero con facilità. Sasuke emise un gemito di dolore muovendo l'arto ferito ma non perse tempo: in un lampo arretrò emettendo un suono acuto e stridulo che fece accapponare la pelle all'umano che preso alla sprovvista si beccò la pinna in pieno viso, ricadendo all'indietro in uno splash.
-Non mi toccate!- ruggì minaccioso nella sua lingua scuotendo la coda e saltando lontano da lui.
Occhi Blu rimase interdetto a fissare la schiena dell'essere che scappava lontano ignaro del rivolo di sangue che cadeva dal suo naso rotto. Quando lo aveva scorto per la prima volta pareva un semplice ragazzo, le onde avevano nascosto alla sua vista la coda argentea... Rabbrividì al solo pensiero di aver visto e toccato per la prima volta in vita sua una sirena.

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Capitolo 2
*** 2. Vortice ***


Weilà bella gente, bentrovati! Mamma che fine settimana, tutta sola soletta nella mia casuccia... yeeee! (notare sarcasmo) Uffa, non faccio altro che stare china sui libri cercando di impegnarmi, ma ogni volta che lo faccio mi vengono idee nuove da scrivere nelle mie storie! Devo comprarmi un cervello da mettermi mentre studio ed un altro da indossare normalmente, come dei cappelli! XD Bene! Ecco il tanto atteso secondo capitolo di Blue Eyes, che pare piacere parecchio, il che non fa altro che farmi un sacco di piacere! Grazie a voi che la seguite e la sostenete, siete dei grandi!! Vi lascio subito alla lettura, così posso tornare a studiare letteratura cinese, che come diceva Quattrocchi “che è meglio!” Mi scuso per il ritarduccio, ma ho provato fino ad ora ad inserire l'immagine che vi avevo promesso ma non ci riesco -.-'' se qualcuno è così gentile da spiegarmelo gli sarei più che grata.
Dajia, zaijian!

Canzone ascoltata: 月影少女【Syrufit- 東方ボーカル(Touhou). Non so per quale ragione, ma sentire questa melodia mi da proprio l'impressione di risalire veloce dai fondali marini fino alla superficie, dove il vento ti colpisce forte all'improvviso, come dopo un'immersione prolungata. Ed è proprio da questa canzone che ho tratto il titolo del capitolo, non nel titolo che non c'entra niente (dato che vuol dire letteralmente “la ragazza all'/dell'ombra della luna”), ma dalle lyrics.

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Sasuke tornò a casa senza conchiglie, ma in compenso con la pinna sanguinante, il che allarmò fin da subito sia il fratello che la compagna. Sakura non s'era arrabbiata per niente, diversamente dal solito, anzi si era affrettata a curarlo subito prima che potesse prendersi qualche infezione, usando un impacco di alghe e fanghi marini dall'odore aberrante, a cui però il tritone non fece caso. Mentre fasciava la parte ferita con un pezzo di spugna la donna, notando l'espressione strana sul viso del giovane, quasi addolorata. Intenerita gli disse che non faceva nulla se non era riuscito a portare a termine il suo compito, e che il mattino seguente ci avrebbe mandato il piccolo Konohamaru e la sua inseparabile amica Moegi, che non doveva prendersela con sé stesso per quello che era successo. Sasuke ascoltò passivo le sue chiacchiere allegre, e la ringraziò con sufficienza. Per tutta quella notte non fece altro che pensare all'incontro ravvicinato avuto con l'umano, il primo essere della terra che avesse mai conosciuto. Giurava di poter ancora sentire il suo tocco caldo sulla pinna. E senza volerlo la tenne sempre a portata di mano, anche mentre dormiva, per paura che l'essere tornasse alla carica e gliela rubasse a tradimento appena avesse abbassato la guardia. Dormì da solo in un cantuccio della grotta di coralli, lasciando soli suo fratello e la compagna per una volta. Il mattino seguente si svegliò tardi, più assonnato che mai per non essere riuscito a dormire per tutta la notte. Quando si guardò nello specchio di madreperla notò le sue occhiaie scure, che potevano far invidia a quelle del fratello maggiore. Quello si presentò poco dopo, mano nella mano con Sakura che portava la colazione. Sasuke non ne prese, aveva ancora lo stomaco sotto sopra. Nonostante la paura che aveva di tornare sulla spiaggia e rincontrarlo, decise di andarci lo stesso. Gli occhi scuri del fratello lo seguirono mentre si avviava verso l'uscita della grotta. Sakura gli lanciò un'occhiata dubbiosa e lo spinse dolcemente verso di lui, ancora preoccupata per lui. Non era usuale che il tritone saltasse i pasti.
-Non essere avventato, fratello mio- gli ricordò Itachi alle sue spalle, dandogli una pacca vigorosa sulla schiena. Sasuke già non lo sentiva più, troppo preso dal nuotare alla sua velocità massima per uscire in superficie. Moriva dalla voglia di rivederlo, e controllare se darebbe venuto anche oggi. E le sue aspettative non furono deluse, era sulla spiaggia che tracciava strani segni sulla sabbia, due sinuose e una ovale. 'SOS?'

Appena finì di fissare perplesso le strane forme sul bagno asciuga notò di essere osservato, l'umano. approfittando della sua distrazione, si era immerso in acqua ed ora era davanti a lui, seppur a buone due braccia di distanza. Occhi blu ed intensi sostarono troppo per i suoi gusti sul suo corpo, squadrandolo da capo a pinna. Si teneva il mento con la mano, pensoso.

-Oh, ma sei un maschio! Dall'urlo che hai cacciato ieri credevo fossi una donna!- esclamò infine quello ridendo e spostando lo sguardo al suo viso. Sasuke piegò la testa di lato. Stava parlando forse con lui?

-Già, perché insomma... non hai per niente tette- sbuffò divertito quello coprendo un sorriso con la mano, di lì a breve riscoppiò a ridere ancora più forte. Al tritone dava sui nervi il fatto di non capirlo, e ancor più che si prendesse gioco di lui.

-Sai, quelle cose che hanno le femmine? Tonde e morbide? Proprio qui- disse toccandosi i pettorali abbronzati, le mani formavano piccole coppe sotto di essi. Sasuke lo mimò sempre più incerto.

Era forse un modo per salutarsi nella sua cultura?

La risata cristallina e persistente di Naruto gli fece perdere la poca pazienza che aveva. Come osava deriderlo così facilmente?

“Stupido umano!”

Dall'acqua bassa gli spruzzò l'acqua in un colpo possente della cosa, bagnandolo da testa a piedi. Occhi Blu lo fissò sorpreso per un secondo, grondante d'acqua, poi esplose in tutta la sua rabbia, gli occhi quasi blu per quanto erano scuri.

-Bastardo!- urlò correndo verso di lui a più non posso, sebbene a fatica dato che l'acqua lo ostacolava. Sasuke scivolò agile tra le onde fino alla terza sottile in un attimo, l'umano ancora dietro di lui che strillava chissà quale maledizione. Chissà perché stavolta non aveva avuto paura di lui, anzi. Anche se non capiva le sue parole strane, si stava divertendo con lui, pareva di essere tornati a giocare come da piccoli con il suo fratellone.

-Oi, Pinna Grigia! Codardo, torna qui!!!- lo sentì urlare mentre arrancava nell'acqua alta, solo le braccia e un ciuffo di capelli visibile. Sasuke lo salutò beffardo con la coda, prima di immergersi in profondità. Ridacchiando tra sé.

Quello fu la loro prima 'conversazione', presto seguita da altre, ugualmente strane per entrambi. Una cosa rimaneva invariata: la distanza di sicurezza a cui si metteva il giovane tritone dalla strana creatura terrena.

Come quella volta che Occhi Blu stava arrostendo del pesce su degli stecchi di legno. Appena furono cotti a sufficienza ne afferrò uno e cominciò a mangiarli con gusto, staccando la carne bianca con i denti bianchissimi. Dopo il primo si accorse che Sasuke lo fissava curioso da sotto il pelo dell'acqua. I suoi occhi si spostarono prima dal pesce e poi a lui.
-Vuoi assaggiare?- offrì cortese porgendogli la mano con lo spiedino. Naturalmente Sasuke non capì una parola di quello che diceva. Lo fulminò in avvertimento scoprendo i denti.
"Non avrà forse intenzione di picchiarmi con quell'affare?!" si chiese nuotando all'indietro, sulla difensiva. Occhi Blu ridacchiò e riprese a mangiare.
-Me lo dovevo immaginare. Chissà, 'sto pesce potrebbe essere tuo cugino- borbottò divertito tra un boccone ed un altro, senza distogliere lo sguardo intenso dal tritone.

Nonostante il tempo passato a prendere in giro il tritone, Occhi Blu tentò, tentò e ritentò senza sosta di scappare dall'atollo quasi due volte al giorno, finché sfinito non si accasciava sulla riva e s'addormentava. Il fato volle che un giorno dopo essere caduto dalla zattera dibattuto dalle onde come un alga, si era trovato faccia a faccia con un branco di pesci cani. Per essere precisi quello dello squalo azzurro Kisame, uno dei più spietati di tutto l'oceano, temuto da pesci e perfino balene. Zabuza e Suigetsu, due dei suoi fidatissimi, si erano avvicinati famelici al suo corpo mentre provava in tutti i modi a scappare, senza riuscirci dato che la corrente era troppo forte, non abbastanza però per impedire agli squali di starli intorno; in fondo loro erano abituati alla potenza della corrente vicino ai coralli. Lo fissarono famelici con i piccoli occhi multicolore assorbendo la figura davanti a sé, qualche altro dietro di loro si leccavano già i denti acuminati, pregustando il pasto ricco. Kisame li sorpassò per osservare predatorio l'umano per secondi interminabili, girandogli attorno. Anche Occhi Blu parve fermarsi troppo spaventato anche per muovendo un dito. Lo squalo gli diede le spalle ed ad un cenno della pinna del capo branco si allontanarono, a malincuore. L'umano neanche se ne accorse nemmeno, era già svenuto per lo spavento da un bel po' di tempo. Sasuke non poteva credere a ciò che i suoi occhi avevano appena testimoniato. Ciò che i suoi occhi avevano testimoniato era... incredibile. Gli squali lo avevano lasciato stare? Gli animali più temuti dei mari se l'erano battuta di fronte ad un semplice umano?! Sempre più confuso seguì il branco ed affrontò di petto Kisame. Non riusciva a capire perché gli avessero risparmiato la vita, in fondo non avevano fame? Lo squalo scosse il capo mesto, chiudendo i piccoli occhi violacei.
-Da quando sei così spietato, giovane Sasuke? L'ultima volta che abbiamo provato solo a discutere con quel delfino, Iruka, ci hai quasi attaccati temendo che gli volessimo far male- sibilò attraverso i denti acuminati -L'umano ha qualcosa in sé, non so cosa di preciso, ma il mare è nella sua natura. E mai mi permetterei di fare un torto alla mia stessa Madre-
Detto questo fece segno agli scagnozzi e nuotarono in sincronia lasciandolo solo ai suoi pensieri sempre più increduli. Come faceva Occhi Blu ad essere così... in sintonia con l'oceano? Non era minaccioso, le creature marine lo trattavano da eguale, il mare stesso lo proteggeva ogni volta che provava ad evadere dalla sua prigione d'acqua, sospingendolo lontano dai coralli mortali e verso la riva dolcemente, come se fosse un suo figlio adorato.
Chi era Occhi Blu?

Erano questi i suoi pensieri mentre di soppiatto si avvicinò alla spiaggia, gli occhi onice lo cercarono sulla sabbia fine dell'isola con dedizione. Occhi Blu riposava stravolto sul bagno asciuga dopo l'ennesimo tentativo fallito di scappare, era immobile, girato su di un fianco, e le piccole gentili onde lambivano le sue gambe. Sasuke pensava stesse riposando, così incuriosito nuotò fino a riva per osservarlo da vicino, senza disturbo. Gattonò con le braccia fino a dove era steso e lo osservò intensamente. Stavolta s'era persino tagliato il braccio contro uno scoglio.
"Se continua a fare così ci rimetterà la vita prima o poi" constatò con semplicità, non che la cosa gli dispiacesse, anzi. Il destino di quell'umano non lo riguardava affatto, vederlo sballottato dai flutti furiosi a destra e manca lo lasciava indifferente.

Vero?

All'improvviso, a forza di guardarlo riposare al suo fianco, ebbe come una voglia bizzarra di toccarlo, di sentire la consistenza di quella pelle così scura sotto i palmi della mano.

“Non mi vedrà nessuno” si disse “Sono solo curioso... lo sfioro giusto un attimo e poi torno a casa”

Sempre cauto alzò la mano per spostare una ciocca di capelli biondi dal viso dormiente per vederlo meglio in volto. Per essere un umano non era poi cosi tanto repellente. Sasuke fece scorrere il palmo sulle guance segnate da leggere cicatrici, esaminando ogni suo particolare. Fronte, occhi, naso, bocca, collo, pettorali, addome. Erano gli stessi suoi, era dalla vita in giù che le cose cambiavano. Gambe a parte erano identici.

Di certo Occhi Blu non era una creatura spietata come gli avevano raccontato, né pronto ad ucciderlo, men che meno cattivo. Aveva avuto più di un'occasione per fargli del male, soprattutto nel loro primo incontro in cui aveva brandito un'arma, ma non lo aveva nemmeno minacciato. Da quello che aveva potuto apprendere Sasuke era un tipo tranquillo, solare, divertente. Perché allora Poseidone aveva permesso che si diffondessero tali voci ingannevoli nei confronti degli umani?

La mano si fermò al alto del viso per toccare le piccole e rosee orecchie dell'essere, appena nascoste dai ciuffi d'oro che erano i suoi capelli. Anche quelle erano diverse. Le sue a punta e lunghe non gli piacevano granché, per questo le nascondeva dietro i capelli lunghi davanti. Magari potesse averle avute piccole e carine come le sue, e non così ritte e alte...

“Ma cosa sto pensando! Meglio andarsene prima che si svegli”

Sasuke gli diede le spalle e cominciò a gattonare verso la riva, ma una forza possente gli afferrò il braccio e lo tirò indietro. Un brivido percorse la sua forma. L'umano si era destato.

I suoi grandi occhi azzurri erano sbarrati in spavento, la mano sul suo braccio tremava, forse per le ultime immagini che aveva visto prima di svenire. Insomma, Sasuke non aveva paura degli squali, erano loro alleati da secoli ormai, ma probabilmente non erano in buoni rapporti con gli umani.

-Oh sei solo tu, Pinna Grigia- sospirò appena lo mise a fuoco, poi fu scosso da vari colpi di tosse. Si portò la mano libera davanti al viso e fece uscire tutta l'acqua che aveva ingerito in mare, ma senza mai distogliere lo sguardo dal suo visitatore.

Il corpo del tritone gli urlava di scappare lontano, di strattonare la sua mano via e non tornare mai più. Ma come poteva, incantato da quegli occhi così persistenti, vivaci, eppure così tristi? Quanta solitudine risplendeva chiara nelle pozze azzurre sotto di lui... Sasuke non trovava la forza di lasciarlo. Sentì ancora quell'eco remoto nella sua anima, come una voce nascosta che gli sussurrava di rimanere, e di stare con lui. Era forse il mare a parlargli? … e se così era, perché li aveva fatti incontrare, avvicinare? Gli umani non erano forse nemici naturali dei tritoni?

Mentre il flusso di coscienza invadeva la sua mente, Occhi Blu colse l'occasione per scrutarlo incuriosito dalla sua vicinanza, ora sensibilmente più rilassato, la mano che lo aveva afferrato massaggiava sovrappensiero la pelle morbida del tritone, che appena realizzò il contatto si riscosse violentemente, ritornando alla realtà con un tremito. Piacevole.

Mentre l'umano lo tirava con dolcezza a sé, le sue mani si posizionarono intorno al suo viso pallido, accarezzando i capelli di seta del tritone, facendovi passare le dita. Il volto dell'umano si avvicinò al suo, gli occhi socchiusi svelavano uno sguardo penetrante del colore del mare al di sotto. A contatto col suo naso contro la guancia pallida la creatura marina emise un gemito stridulo.

“Cosa avrà intenzione di farmi?”si chiese terrorizzato dibattendosi contro la sua presa ferrea. A differenza della forza con cui lo tratteneva, la voce dell'umano parve dolce e sconsolata.

-Non andare- sussurrò, socchiudendo appena le labbra carnose ad un soffio dalle sue. Un rivolo di sudore freddo scese per la schiena nuda del tritone appena capì le sue intenzioni. Voleva mangiargli la bocca!
“NO!”

Un brivido percosse il suo corpo appena umido, una sensazione sconosciuta sulla pelle, quando la lingua del biondo carezzò il suo labbro inferiore, come per assaggiarlo.

-L-lasciami...- lo scongiurò in un filo di voce, ma al suono della lingua sconosciuta Occhi Blu non si fermò, anzi lo trattenne con più forza a sé. Sasuke si perse nelle iridi chiare dell'uomo, ora talmente magnetiche e ipnotiche da impedirgli quasi di tenete i propri occhi aperti. Pareva di cadere, precipitare a velocità impressionante nell'oceano aperto, poteva persino sentire gli spruzzi del mare schizzare sul suo viso...

Era la sua mano ad averlo fatto avvicinare al suo viso, accarezzare le sue odiate orecchie a punta affascinato, come se fossero le più belle del mare, immergersi nei capelli color della notte. Solo che il povero Sasuke non riusciva ormai a capire più niente, prigioniero di quell'essere alieno. Il corpo pressato contro il suo ruvido e saldo come una roccia gli impediva anche quasi di respirare, per paura di toccarlo ancora di più. Occhi Blu si leccò le labbra, rapito dal sapore salmastro della creatura, e tornò alla carica pronto a divorarlo. Insomma, aveva la bocca aperta, che altro poteva voler fare se non...!

Quando provò ad insediare con la lingua la barriera costituita dalle sue labbra e denti, Sasuke si sentì morire. L'imbarazzo imporporò le guance del tritone appena la sua mente annebbiata realizzò cosa gli stesse facendo l'umano. Altro che mangiargli la bocca... Lo stava baciando!

Sasuke aveva visto ben pochi tritoni farlo sul fondo del mare, la maggior parte delle volte di nascosto, timorosi che qualcuno li beccasse, e mai per più di qualche secondo posavano pacificamente le labbra su quelle di una sirena, scuotendo appagati le code colorate in un turbinio di bolle. L'umano invece lo stava bloccando da così tanto tempo, aveva perfino perso il conto dei minuti passati tra le sue braccia, e la sua lingua, insistente, cercava di istante in istante di fargli dimenticare ancora quel particolare irrilevante.

Un gesto così intimo... condiviso con lui?.... Perché?

Era perso, tremava come un'alga di mare in balia del flusso sottomarino, in balia dei brividi bizzarri che lo scuotevano fino alla punta della pinna, più intensi ogni volta che l'umano scontrava le sue labbra con più forza con le sue. Lentamente ma inesorabilmente si abituò a quell'intrusione, e anzi, provava una bella sensazione a rimanere lì, con lui. Piano piano rilassò la sua posa, e lo lasciò guidare il bacio.
Aveva proprio il sapore del sale, del mare, lo poteva assaporare con la sua stessa bocca. Il respiro che avvertiva sul viso simile alla brezza mattutina all'alba, che spirava benigna sospingendo le nubi più scure lontane prima dell'arrivo dell'astro del mattino. La sua pelle dello stesso esatto colore della sabbia sotto di loro, sabbia che il tritone aveva visto sin da piccolo bagnata dall'acqua marina, che si inscuriva se inondata, proprio come le sue gote, piccole colline di sabbia fine imporporate dal sole e dal calore dei loro corpi vicinissimi. I suoi capelli biondissimi gli ricordavano il sole, i ricci disposti alla disparsa dietro la sua testa i suoi raggi, e Sasuke vi immerse le dita affascinato, sorpreso quanto morbidi al tatto fossero. Il suo odore, di salsedine e di terra fresca, naturale e piacevole si insediava lentamente nelle sue narici, sospinto dai loro respiri intrecciati. Le mani polipesche che si attorcigliarono intorno alle sue spalle nude, le ventose dei suoi polpastrelli incollati alla pelle non riuscivano a fare a meno di toccarla, avvicinandolo di poi a sé, scivolare sulla sua forma umida per esaminarlo. Le stesse che presto influenzarono le sue, che si avvinghiarono con decisione dietro il suo capo per non interrompere il contatto. Tutt'altro: protrarlo il più possibile.
Baciare Occhi Blu era simile ad accarezzare il pelo dell'acqua con le labbra, si disse, con le onde che le lambivano dolcemente sospinte dal vento. La sua bocca aveva lo stesso sapore del mare calmo, il suo preferito, era umida e calda. La sua lingua come una lumaca di mare scivolava attraverso la sua apertura esaminando la sua caverna sottomarina ignota, inondandola di sensazioni mai sentite. I loro cuori, a dispetto di tutto però, battevano rimbombanti come i tuoni che aveva sentito quella fatidica notte prima che Occhi Blu arrivasse sull'isola.

Le sue labbra di corallo, su cui Sasuke sospirava ammirato prima di riassaporarlo, morbide come spugne marine, celavano i denti perlacei che maliziosi tirarono il suo labbro inferiore quando si distanziava anche solo di un millimetro, punendolo dolcemente per la minima distrazione.

Essere tra le sue braccia, sul suo corpo duro e tonico era un po' come nuotare tra le onde in tempesta, si sentiva tirare e tornare indietro, aiutato dagli strani apparati lunghi con lo premeva su di lui, le gambe con cui camminava sulla terra ferma, ora avvinghiate sulla parte anteriore della sua coda.
Baciarlo era come sentirsi nel suo elemento naturale, gli venne così a casa da fargli chiedere se davvero l'uomo sotto di sé fosse un umano a tutti gli effetti, o un essere appartenente alla sua stessa specie. Era così semplice lasciarsi travolgere dal vortice che era prodotto dai movimenti placidi delle sue labbra contro le sue, dal vortice del moro amoreggiare... E sapeva bene per esperienza che era meglio seguire la corrente invece di ostacolarla.

Ben presto anche Sasuke cominciò a 'mangiare' con foga la bocca dell'umano, rapito da ciò che scatenava farlo. Si sentiva così bene, rilassato e accolto, la paura non sapeva neppure più cosa fosse. Ed era giusto così. Poco importava che fosse un uomo a farlo sentire in questo modo. Mai avrebbe pensato di trovare un essere così in sintonia con l'oceano, soprattutto con una creatura terrestre. E che tale umano potesse insegnarli a fare cose mirabolanti con la sua bocca...

Tutto in lui gli ricordava casa, ogni minimo gesto e bacio sapeva di mare, di fondali... Ora capiva cosa avevano visto in lui gli animali dell'oceano. Non erano solo i suoi occhi, era nel suo essere, nella sua anima... Occhi Blu era il mare.
Mentre lo baciava l'umano emetteva degli strani suoni. Pareva di udire dei delfini in amore, erano così profondi e sensuali i suoi respiri che Sasuke, attraverso le loro bocche unite, aspirava all'interno di sé divertito e rapito. E poi quegli occhi così vivi e pieni di entusiasmo, sempre fissi su di lui... Si perse in quelle pozze umide e le vide cambiare ancora una volta: le sfumature incredibili delle sue iridi divennero da blu tempesta marina a mare calmo, in tempo di bonaccia. Così chiare e sincere che il tritone avrebbe giurato di vedervi le onde in profondità sospingerlo dolci verso il caldo sud (o forse erano i loro corpi a muoversi in quella movenza, avvinghiati l'uno all'altro?) e il soffiare leggero della brezza marina, che creava un fragore piacevole contro le rocce costiere (i loro respiri elaborati? Il suono delle mani che esaminavano con ingordigia la forma dell'altro?).
Sasuke girò il volto per immergersi meglio nel suo viso, i capelli corvini ricadevano sul volto del giovane, sulle guance. Lentamente sentì gli occhi appesantirsi e in un colpo di vento li richiuse, stringendo stretto il capo dell'umano tra le dita tiepide, mugolando egli stesso. La forza con cui premeva le sue labbra come la pressione dell'acqua nelle profondità marine, che impediva quasi ogni minimo movimento, e stordiva le orecchie. Ad ogni spostamento d'aria lo sentiva ridere per il solletico che gli procurava.
Il tritone mimò ogni suo singolo gesto, ruotando le labbra per immergerle nella bocca dell'umano euforico, carezzando la lingua con la sua, mordicchiando il lato della bocca, affascinato dalla complessità della creatura davanti a sé, della sua pelle morbida ed asciutta. Con la parte piatta della lingua carezzò il palato dell'umano che emise un ennesimo suono roco dal fondo della gola; nonostante Sasuke non sapesse cosa volesse dire lo trovò piacevole all'udito, così continuò sperando di poterlo risentire, era davvero appagante sentire che anche lui rispondeva con piacere alle sue cure. Anche la sua coda pareva apprezzare l'attività, batteva contenta sul polpaccio nudo di Occhi Blu. Non gli permise nemmeno di riprendere fiato, tanto ora desiderava che continuasse a baciarlo, quando scostò il viso ambrato quasi si arrabbiò con lui, aprì la bocca rossa e gonfia e...
Aria...”
Gli parve di essere riemerso dopo un'immersione lunga millenni, ma al contrario. Preso da un improvviso senso di soffocamento, Sasuke annaspò gutturalmente sciogliendo il legame tra le loro bocche appena instaurato dall'umano. La gola bruciava come se alimentata da un fuoco interno, insostenibile. Era rimasto troppo tempo fuori dal mare, doveva reidratarsi se non voleva decedere. Si trascinò a fatica fino in acqua, ansimando sommessamente, arrancò sulla sabbia bollente fino alla prima timida onda a riva. In un guizzo della coda argentea il tritone si immerse disperato nelle onde, inspirando a pieni polmoni l'acqua salina, che invase in un attimo i suoi polmoni gonfiandoli di vita. Presto riuscì a pensare meglio e respirare normalmente. Quando riemerse spruzzò gocce ovunque beandosi della sensazione fresca dell'acqua che bagnava e nutriva la sua pelle. Una boccata 'd'aria' finalmente.
Occhi Blu era ancora steso sul bagno asciuga, il volto scontento e sorpreso della sua fuga improvvisa, ancora arrossito in viso. Anche le sue labbra erano rosse, dello stesso colore del corallo sotto cui dormiva, aperte in sorpresa.

“Perché?” parevano chiedere mentre in un guizzo passò la lingua terribilmente lentamente lungo i contorni per conservare preziosamente il sapore lasciato dal tritone. Solo allora Sasuke parve realizzare cosa aveva fatto. Imbarazzato oltre misura si rifugiò nel suo elemento naturale, sfuggendo alla colpa di averlo lasciato. La fece scivolare via, come le bolle create dallo scontro forte con l'acqua che aveva creato immergendosi.

“Cosa mi era saltato in testa?!”
Sebbene Occhi Blu fosse sembrato come il mare, accogliente, amorevole, caldo, non lo era. Sasuke non avrebbe mai potuto vivere lontano dall'acqua, neppure con lui sempre al suo fianco.

 

-Fratello?- lo chiamò dal fondo della sua caverna, nascosto da un cespuglio di alghe verdi rigogliose. Notando il tono inusuale della sua voce, Itachi in un attimo fu da lui, avvolse le braccia sulle spalle e lo tirò a sé, per rassicurarlo. L'espressione del suo viso era... incredula, gli occhi di solito annoiati e passivi erano grandi e rossi. Cosa poteva essergli successo?

-Dimmi, Sasuke- cercò comunque di non spaventarlo. Conosceva il fratellino, se l'aveva chiamato in disparte probabilmente era per dirglielo.

-Io... ecco...- cominciò con impaccio il tritone, la quale coda non si dava tregua, mulinava velocissima al suo fianco, suggerendo che qualcosa non andava.

-Fratellone, ma tu fai mai cose strane con le... labbra?-

Il moro rimase di stucco alla sua domanda. Cosa intendeva per quello...?

-In che senso?-

Il minore alzò gli occhi a mandorla, neri come la notte all'altro, giocando con una ciocca di capelli tra le dita. Quando finalmente trovò il coraggio di parlare, dalle sue labbra color corallo uscì solo un sussurro appena udibile.

-Hai mai provato a sovrapporre la bocca con quella di qualcun altro... e muoverla?-

Itachi sbarrò gli occhi e tremò come scosso da corrente elettrica. Forse non lo sapete, ma per il popolo del mare 'baciarsi' in quel modo, unendo le labbra e farle scivolare su quelle dell'amato era sinonimo di 'accoppiamento', questo gesto veniva di solito praticato durante la stagione degli amori, o solo tra una coppia già unita di tritoni. Quindi potete ben capire la sorpresa profonda che scosse il più grande. Perché Sasuke chiedeva quelle cose? Che avesse già trovato una compagna?

Ci mise un po' per riprendersi e formulare una risposta esaudiente. Dato che i suoi genitori erano tornati a far parte dei fondali marini, ed era lui ad occuparsi del giovane, era suo dovere sciogliere i suoi dubbi. Per fortuna lo aveva chiesto a lui, se Sasuke lo fosse andato a chiedere alla sua amata probabilmente l'avrebbe fatta svenire per la vergogna. Itachi invece era inaffondabile, molto più composto e cortese, al contrario della passionevole e vivace sirena.

-Certo, solo con Sakura- ci tenne a puntualizzare -Dato che ci amiamo è più che naturale farlo ad una certa età, seppure tra le mura domestiche. Non è buona educazione farlo in piena luce del sole-

“Forse era solo curioso” si disse per tranquillizzarsi. Tutto qui, non doveva andare in panico per così poco. Sasuke fece scivolare i capelli dalla sua presa ed annuì, come se lo sapeva già e aveva voluto solo la conferma.

-Ah... capisco- disse infine il giovane alzandosi e nuotando via, sovrappensiero. La mano non lasciò le sue labbra ancora bollenti per il bacio.

Ogni giorno il tritone tornava sul pelo dell'acqua e lo fissava con attenzione da dietro gli scogli della costa, timoroso che avvicinandosi troppo l'umano osasse fare quella cosa di nuovo. La sua coda si torceva dibattuta ogni volta che si sorprendeva a pensare a lui, riaprendo quello scrigno ben chiuso nella sua mente doveva aveva nascosto la memoria di quel giorno particolare. E così passarono i giorni, le settimane. Ogni giorno si faceva un tanto più avanti, quasi rassicurato dal fatto che l'umano pareva essere tornato alla normalità. Non si rendeva conto di come l'umano lo fissava di nascosto, proprio come faceva lui, avvampando d'imbarazzo ogni volta che incrociava lo sguardo con il suo.

Anche quella mattina presto Occhi Blu cavalcò le onde indomite sul mare rosso all'alba. Si divertiva come un matto ad usare la strana tavola di legno per scivolare tra i ricci di schiuma e sfuggire appena in tempo prima che si chiudessero su di sé. Sasuke lo osservava stavolta non celato dietro le sue care rocce, ma a debita distanza, in mezzo al mare. Lo seguì con gli occhi ad ogni sferzata, giro e ruzzolone; gli piaceva vederlo sfidare le onde, domarle con coraggio singolare e scivolare via. Ad un certo punto, mentre montava sulla cima dell'ennesima onda alta, incontrò per caso le sue iridi chiare, subito sentì le sue carni tremare sorprese, e lì successe.
Occhi Blu cambiò direzione all'improvviso, dimentico dell'onda che solcava e sospinto dal vento tiepido mattutino si diresse verso di lui, veloce come un barracuda, lasciandosi dietro una scia di bolle. Le iridi prima spensierate e giocose ora fisse nelle sue, predatorie e risolute, quasi ci si poteva specchiare in quelle pozze azzurre. Sasuke gli strillò arrabbiato e sorpreso.

-Vai via!- ma l'umano non parve capire. Fattosi vicino, caricò le gambe scattanti e si buttò di slancio a braccia aperte verso di lui. Lasciò la sua tavola di legno in balia delle onde.
Il terrore si impossessò del tritone. In un battibaleno si immerse in acqua e nuotò veloce come un delfino verso i fondali più profondi e scuri. Doveva a tutti i costi seminare quell'uomo e scappare via, o Poseidone solo avrebbe saputo cosa gli avrebbe fatto! Ma Occhi Blu non si diede per vinto: usò tutte le sue energie per nuotare a più non posso verso la creatura, una mano sempre tesa verso di lui, per afferrarlo. Peccato che Sasuke avesse frainteso. Non aveva nessuna intenzione di fargli male. Era solo una disperata richiesta muta.

“Non te ne andare, non lasciarmi di nuovo solo!!”
Muscoli e articolazioni si lamentarono dello sforzo eccessivo che il loro padrone chiedeva, gli occhi bruciavano a contatto con l'acqua salina, ma continuò ad avanzare verso la coda argentea che ondeggiava sinuosa davanti a sé, sempre più lontana. Più si immergeva verso i fondali blu, più la pressione marina si faceva insostenibile, le orecchie ormai fischiavano a più non posso, intimandogli di tornare in superficie, anche per riempire i polmoni ormai quasi a corto di ossigeno. Ma non li ascoltò. Lui voleva che Pinna Grigia tornasse, che non avesse paura di lui...

Sasuke si girò a fissarlo atterrito da sopra la spalla e si sorprese a vederlo immobile. Eppure si dimenava freneticamente, perché non avanzava?
Una scia di fitte bolle uscì dalla bocca del biondo, la testa si dibatteva senza sosta in un urlo muto. Stava diventando blu in viso. Le mani come artigli afferrarono il collo tirato all'insù. Gli occhi neri si spalancarono per la paura. Senza starci a pensare più di tanto in un colpo di pinna fu al suo fianco.
-Cosa ti succede?- chiese apprensivo afferrandolo per le spalle. Ma parlò al nulla: Occhi Blu era già svenuto, il suo corpo pesante come uno scoglio stava già sprofondando verso le profondità marine. Qualcosa scattò nella mente del tritone.
Aria... Gli umani avevano bisogno di ossigeno per vivere.
Ancora una volta fu il suo corpo a decidere per lui: lo accolse tra le sue braccia, il capo poggiato sulla sua spalla e nuotò veloce come un delfino riemergendo alla luce del sole, pregando che non fosse già troppo tardi. Lo trascinò fino alla spiaggia dove con non poche difficoltà dovette arrancare sulla sabbia ruvida con lui assicurato sopra le spalle. Sfinito ma vittorioso lo posò a terra, tentando di riprendere fiato dopo la fatica. Non aveva molte nozioni mediche, ma se un essere non respirava non era un buon segno. E il petto dell'uomo era immobile... Non poteva essere già...!

Colpito dallo sconforto Sasuke strillò con quanto più fiato avesse in gola, provando a svegliarlo.
-Svegliati idiota! E' tutta colpa tua! Non avresti dovuto seguirmi!-

Ma non diede cenno di sentirlo. Disperato gli mollò un ceffone in pieno viso, gli rimase l'impronta della mano rossa sulla guancia. Solo allora le labbra dell'umano si riaprirono per tossire l'acqua.
“E' vivo”

Il moro gli subito concesse spazio per riprendersi. Occhi Blu si girò di lato per tossire l'acqua fuori dai suoi polmoni, sembrava stanchissimo, ma stava bene. Sasuke poté finalmente tirare un profondo sospiro di sollievo.
-Non fare mai più niente di tanto avventato, mi hai fatto prendere un colpo- ruggì il tritone tornando in acqua, alzando disdegnoso la testa. Quasi come se avesse capito, Occhi Blu ridacchiò toccandosi la testa imbarazzato.
-Scusa, Pinna Grigia- tossì con voce impastata. Sasuke sbatacchiò le ciglia sorpreso, girandosi a guardarlo incredulo. Da quando l'umano parlava la sua lingua? O era lui che ora capiva la sua?
-Prima o poi ti prenderò, contaci- scherzò con voce roca alzandosi a fatica e puntando il dito verso la creatura marina, prima di andarsi a stendere sotto una palma. Sasuke scosse mestamente la testa scura. Le sue parole confidenti erano riuscite a strappargli un sorriso.
-Eh, vorrei proprio vederti provarci, perdente-

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Ehi, gente, sono ancora io! Piaciuto il capitolo? ^^ Cosa vi volevo dire...? Ah! Oggi stavo pensando a cosa potrei scrivere dopo aver finito sia 'Blue Eyes' che 'Family Game', giusto per portarmi avanti col 'lavoro' ed avere una preoccupazione in meno, dato che da metà giugno sarò sotto torchio, alias tanti tanti esami (si salvi chi può!!). Ho già due fanfiction in mente, entrambi tratte da due canzoni che amo, ma non sono one-shot, direi di almeno sei capitoli ognuna. Volevo appunto chiedervi cosa vi piacerebbe più leggere: 'Mousou Taiin A' o 'Camelia'? Il pairing è il medesimo naturalmente! Così, di primo acchitto, quale vi incuriosisce di più, solo sapendo il nome? Non posso spoilerare naturalmente, rimarrà una sorpresa (spero) bene accetta! ;)
Fatemi sapere, con una recensione o un messaggio privato, ok? Alla prossima, people!

Kyuukai

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Capitolo 3
*** 3. Sottile ***


Buonasera bella gente! Siamo arrivati alla frutta! L'ipotetico ultimo capitolo di Blue Eyes è qui. Perché ipotetico mi dite? Oh lo vedrete presto! Ora prima di lasciarvi alla lettura vorrei spiegarvi un attimo il titolo, dato che mi rendo conto molti di voi non sapranno cosa vuol dire. Dalle mie parti, si chiamano 'sottili' quei tratti nel mare in cui si 'tocca' ancora, anche al largo, sono delle vere e proprie fasce di sabbia bassa che intervallano i fondali profondi. Praticamente la distanza tra la sabbia (la terra) e il mare sono minori, l'acqua è bene o male alta un metro. E' un po' come la bassa marea la mattina, ma nell'acqua alta.
Canzone ascoltata: The little mermaid – Megurine Luka (vocaloid). Benché non li ascolto più da parecchio tempo, mi sono resa conto che si sposava alla perfezione al testo di questo capitolo. E poi è una bellissima canzone, forse sarebbe ancora più melodica se non cantata da una voce meccanica :/ Ci sentiamo a fine capitolo!

P.S: siete ancora in tempo per votare la prossima FF, fino a mercoledì, quando farò il conteggio dei voti e ve li dirò! “Camelia” o “Mousou Taiin A”? a voi la scelta!

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Anche se sono destinato a diventare schiuma di mare,
Ti amerò sempre dal profondo del mio cuor.
Una volta che mi dissolverò nell'oceano e nei cieli, ti proteggerò dall'alto
Il primo sentimento d'amore nella mia vita
Come spezza il cuore  in realtà.
Canterò canterò, senza sosta, solo per te...
Anche se non riuscirai ad udire una parola di ciò che canto,
Anche se non sentirai una sillaba della melodia che intono, non smetterò mai
Perché è ciò che amo, sperando che la mia voce
ti avvolga nel vento che spira eterno”

 

Da allora Sasuke passava le ore libere con lui, sempre a debita distanza. Di solito si appollaiava sugli scogli non lontani dalla spiaggia mentre lui era seduto lì, intento a svolgere le sue strane faccende quotidiane. Qualche volta cantavano insieme, Occhi Blu era capace di ascoltarlo per ore dondolando i capelli chiari a desta e sinistra a tempo di musica, memorizzando la melodia e provando a riprodurla, con scarsi risultati, che provocavano puntualmente l'ilarità del tritone. Oppure giocavano a spruzzarsi acqua tra le onde, o ad acchiapparello, o ancora nuotavano insieme per così dire, appena lo vedeva troppo vicino in un colpo di pinna Sasuke scappava lontano da lui scatenando le risa piene di bolle dell'umano. Non che Occhi Blu avesse smesso di provare a prenderlo, anzi pareva sempre più determinato ad acciuffarlo. Ogni volta che Sasuke gli dava più confidenza e lo lasciava avvicinare, di più ci provava. Tipo in quell'occasione in cui si erano trovati in acqua, Occhi Blu si era messo a pancia all'insù ridendo rivolto alle nuvole bianche su di lui che coprivano appena il sole alto di mezzogiorno. Sasuke era al suo fianco, che riprendeva fiato dopo l'ennesima estenuante nuotata (l'umano stava diventando sempre più veloce, e faceva fatica a seminarlo), quando all'improvviso si era ritrovato una mano tra i suoi capelli spettinati. Appena capì a chi appartenesse lo fulminò con gli occhi neri inceneritori, ma quello non si diede per vinto, fece leva sul braccio arpionato dietro la testa e si portò proprio davanti al suo viso, le labbra tirate all'insù leggermente protese in avanti. La conclusione? Si beccò l'ennesima pinnata in pieno viso e per poco non affogò mentre Sasuke, ghignante, gli teneva la testa sott'acqua, Occhi Blu dimenava disperato le lunghe braccia in aria a più non posso. Appena gli diede il permesso di respirare tuonò un “Pinna Grigia! Dannato bastardo!” e nuotò furioso dietro al tritone che se la rideva alla grande.
O come quell'altra volta che Sasuke s'era messo a riposare su uno scoglio dopo mezzo giorno. Se ne stava a prendere piacevolmente il sole steso, beandosi al calore dei raggi del sole stirando le braccia e la pinna per rilassarsi meglio. Ad un certo punto aveva sentito come un soffio di vento addosso e subito dopo un qualcosa tirare la pelle sotto il mento. Ad occhi chiusi tentò di scacciare l'insetto molesto con la mano, ma quello continuò come se nulla fosse stato, succhiando con più forza. Quando tastò la sua forma troppo grande per un insetto aprì improvvisamente gli occhi appena in tempo per vedere l'umano mordicchiare il suo stesso collo, le braccia lo intrappolavano sotto di lui. Sentiva le sue labbra tirare con delicatezza la carne morbida, saggiandone la consistenza con i denti splendenti. Gli occhi ce li aveva chiusi e aveva un espressione di pura estasi sul viso, emetteva strani versi, come un mormorio roco e continuo. Appena avvertì un tremore scuotere il corpo sotto di lui li aprì: il mare in tempesta ondeggiava nelle iridi ora scurissime, ipnotiche. Quel bastardo s'era avvicinato di soppiatto al suo scoglio e lo aveva molestato nel sonno! La sorpresa e l'imbarazzo di Sasuke mutò subito in ira nera e con uno schiaffo sonoro lo fece cadere in acqua, sbottando bestemmie nella lingua natale. E il peggio non era ancora venuto. Il tritone si vergognava tantissimo per il bacio che gli aveva stampato sul collo e del fatto che gli era piaciuto, ma immaginatevi la faccia che fece quando scoprì di avere un segno violaceo nel punto in cui lo aveva toccato. Provò in tutti in modi a togliere quella fastidiosa macchia, sfregandola persino con la spugna marina, ma niente sembrava farla andare via, inoltre provava un leggero pizzicorino dovuto anche al ricordo di come lo aveva ricevuto. Itachi appena lo vide scoppiò a ridere a crepapelle, tanto che Sakura lo dovette far tacere con un ceffone prima che si venisse a sentire male. Poi però scoppiò a ridere anche lei, appoggiandosi alla spalla del compagno per non perdere l'equilibrio, si massaggiava l'addome dolorante.
-E' normalissimo che faccia quel tipo di cose alla tua età Sasuke, non c'è niente di cui vergognarsi- spiegò contenendo a malapena i risolini Itachi, che se prima aveva avuto dei sospetti, ora li aveva visti avverare: Sasuke doveva essersi interessato ad una sirena, o la sirena in questione gli avesse messo non solo quelli addosso al fratellino. Quando gli chiese in confidenza chi glielo aveva lasciato Sasuke schizzò via arrabbiato, rosso in viso per l'imbarazzo. Meglio per Itachi che non sapesse del suoi incontri con l'umano. Per fortuna gli altri tritoni non andavano spesso in superficie... il suo segreto era al sicuro per il momento. Quando il giorno dopo si presentò puntuale come al solito davanti al ragazzo, quello tese le labbra all'insù compiaciuto di vedere il segno ancora ben scuro sulla pelle diafana. Sasuke gli lanciò pugnali con lo sguardo per una intera settimana, finché quel dannato succhiotto non sparì.

Il loro passatempo preferito comunque rimaneva indiscutibilmente osservarsi a vicenda. Sarebbe stata una bugia dire che le attenzioni dell'umano gli dispiacevano. Anzi, le cercava spudoratamente, spostando attentamente una ciocca dietro le orecchie a punta per mostrargliele, ondeggiando la lunga coda pinnata nell'acqua cristallina, lisciando con le mani le squame scintillanti, o toccandosi assente il mento o le labbra. Gli occhi blu erano sempre fissi su di lui, determinati a non perdersi neppure un istante della sua compagnia, nelle profondità di esse poteva vedere il mare agitarsi come in burrasca, onde furiose si dibattevano impossibilitate a toccare la scogliera troppo lontana. Gli sguardi che gli lanciava anche di nascosto erano volutamente maliziosi, Sasuke lo sapeva, e nonostante lo mettessero segretamente a disagio, non ne poteva fare a meno. Anche lui in fondo faceva lo stesso con l'umano, spiandolo da dietro le rocce o appena a pelo dell'acqua quando era di spalle. Il tritone adorava fissare quelle che Sakura aveva chiamato 'gambe', così toniche, scattanti e muscolose, bronzee come il resto del suo corpo snello e slanciato. Sasuke poteva ancora ricordare quelle stesse strane cose intorno alla sua coda il giorno in cui si erano baciati, come si erano strette a lui in una ferrea presa. Più volte dovette buttarsi in acqua per raffreddare i suoi bollenti spiriti. In fondo era un adolescente, anche suo fratello diceva che era tempo che gli ormoni cominciassero a circolare più con insistenza. Che seccatura...
Gli anni volarono, e Sasuke divenne un tritone adulto a tutti gli effetti, entrando nella maggiore età dovette dedicarsi al suo lavoro a tempo pieno, proprio come suo fratello maggiore. Sempre al suo fianco riuscì ad entrare tra il corpo di guardie al palazzo di Poseidone. Ne era fiero ed esaltato alla sola idea, non tutti potevano avere un occasione del genere, ma era un lavoro stressante che richiedeva sangue freddo e vigilanza costante per tutto il giorno, sempre pronto ad agire al minimo accenno di pericolo. Troppo preso dalla sua occupazione che gli toglieva tutte le forze non ebbe più tempo materiale per andare a trovarlo sulla riva. Anzi, dopo un po' quasi si dimenticò di lui. Poi tutto a un tratto ogni oggetto azzurro risvegliò in lui ricordi sopiti, e memore dell'umano corse alla prima pausa in superficie per trovarlo. Incredibile ma vero: Occhi Blu lo aspettava come sempre al solito posto, sotto la palma più vicina alla spiaggia, ed appena lo vide in lontananza agitò la mano in aria. Sasuke rispose con lo stesso gesto un po' impacciato. Aveva capito che era il suo modo per salutare (non tanto diverso da come facevano loro, solo che usavano le pinne). Lo aveva accolto come se nulla fosse stato, come se non lo avesse mai abbandonato, col sorriso amorevole di sempre. Che cara e fedele creatura.

Sasuke faceva quello che poteva per dividersi tra il lavoro e Occhi Blu. Sapeva che l'umano lo aspettava ad ogni alba e tramonto in superficie e bene o male ogni dì gli faceva visita almeno una volta. Quando non riusciva a liberarsi a volte lo raggiungeva di notte, quando sonnecchiava della grossa sotto la palma vicino alla spiaggia. Sasuke si sedeva sulla sabbia tiepida e lo fissava per ore, incantato.

Non capiva perché col passare del tempo il suo viso fosse sempre più segnato dalle crepe, o per quale motivo i suoi capelli color dell'oro fossero diventati candidi come la luce della luna di notte. Forse era una cosa umana? Non avrebbe saputo dire se era vero o falso: lui era un tritone, si intendeva ben poco di uomini. Però una cosa era certa e anche suo fratello era d'accordo: gli umani avevano una durata di vita molto minore della loro. All'inizio non diede molto peso al fatto, e continuavano a vedersi di nascosto sempre, notando però la fatica con cui l'umano si muoveva sulla spiaggia con l'avanzare del tempo. Purtroppo per lui non ebbe occasione di studiare approfonditamente il fenomeno da vicino, dato che un tritone ficcanaso, Zetsu, fece notare a Poseidone quanto Sasuke fosse stanco da qui a qualche tempo ed aveva associato la cosa al fatto che andasse parecchie volte in superficie, a far cosa non si sapeva. Per proteggere il suo segreto il tritone fece finta di nulla, ma dato che le accuse parvero crescere di giorno in giorno, arrivando addirittura a insinuare che si fosse alleato con gli umani o incolpare Sakura ed Itachi, all'oscuro della faccenda per quasi una decina di anni non si recò più a riva, anche se ogni volta che ne aveva tempo alzava gli occhi scuri alla superficie increspata dell'oceano, pensando a lui, chiedendosi cosa stesse facendo. Occhi Blu gli mancava terribilmente, le sue giornate a lavoro, e poi nella grotta erano di un blu tetro come i fondali più profondi dell'oceano, e basta, monotone e ripetitive. I suoi colori vividi, il giallo, l'arancione, il marrone, l'azzurro tenue, il rosso, il bianco solo un ricordo nella sua mente, che balzavano in testa ad ogni ora del giorno.

Le sirene alla successiva stagione degli amori tempestarono di attenzioni il povero Sasuke, seguendolo di corallo in corallo cantando melodie amorose solo per lui, gli altri tritoni si torcevano le code per la gelosia notando quanto fosse popolare tra le femmine. Niente da dire, neppure Karin, soprannominata l'Incantatrice, riuscì a convincerlo a unirsi a lei, malgrado i suoi sforzi ammirevoli. No, il caro Sasuke ogni volta che loro aprivano le bocche e intonavano una canzone pareva abbassare le orecchie, ed evitarle, nuotando lontano da loro. L'unica voce melodiosa che voleva sentire era quella di Occhi Blu, per quanto stonato e bizzarro, era stato il miglior cantante che avesse mai avuto il privilegio di sentire. Era solo la sua di canzone che voleva udire, le sue parole sconosciute accarezzare le sue orecchie dolcemente... ma purtroppo le guardie di Poseidone lo tenevano ancora sotto stretta vigilanza, Madara e Zetsu lo seguivano davvero ovunque, senza dargli tregua. Anche nella sua grotta, di notte, sentiva i loro occhi cattivi addosso; Sasuke dovette impegnarsi a fondo per non commettere l'impensabile e mantenere il suo segreto il più a lungo possibile. Poi appena le acqua si furono calmate e i sospetti sul suo conto spariti nel nulla, grazie alla benevolenza di Poseidone, ammirato dal suo lavoro di guardia impeccabile, decise di andarlo a trovare. Quella fatidica mattina si svegliò felicissimo, dopo aver sognato di nuotare con lui ancora una volta, vedere il suo viso gentile sorridergli, e lasciarsi raggiungere stavolta, intrecciando la coda e le gambe con lui, posare la fronte contro la sua ed immergersi in quel paio di occhi così singolari...

Il mare non era mai stato più asfissiante per lui. Era come se avesse capito la sua intenzione, creando come una corrente verso la superficie, che muoveva i capelli davanti al suo viso, ad indicargli la via. Impaziente partì veloce come un delfino verso su, senza nemmeno avvertire il fratello o la sua compagna. Sakura riuscì solo a scorgere una scia effervescente di bolle che partendo dalla loro grotta saliva verso il sole, ma bastò a capire chi fosse stato a crearla. Sasuke era stato sulla punta della pinna da qualche giorno a quella parte, come se aspettasse il momento migliore per scapparsene via.
-Torna presto, Sasuke- disse con un sorriso tenero prima di tornare all'interno a sbrigare le sue faccende.

Il tritone esultò in segreto vedendolo appena riemerso, era seduto come sempre sul bagno asciuga, intento a fissare sovrappensiero il mare, l'espressione scura, la testa riposava sulle braccia incrociate sulle ginocchia, i capelli candidi mulinavano elegantemente alle sue spalle. Nonostante l'età avanzata era sempre così affascinante. Appena quegli occhi meravigliosi lo avvistarono lo salutò con un cenno del capo, il viso ora più rilassato e contento, sollevato, poi gli fece segno di avvicinarsi con la mano. Sasuke si girò controllando che non ci fosse nessun altro dietro di sé. Che sciocchezza, chi altro ci poteva essere? Diceva proprio a lui.

Seppure sorpreso dall'invito improvviso non ebbe timore, e in pochi colpi di pinna arrivò sulla spiaggia. Occhi Blu lo accolse con un sorriso caloroso mentre lui si posizionava meglio sulla sabbia. Si aggiustò meglio i capelli corvini davanti per coprire le orecchie, e l'umano si avvicinò fino ad arrivare al suo fianco. Non erano mai stati a poca distanza l'uno dall'altro, potevano persino sentire i respiri dell'altro da dove si trovavano. Fu proprio l'umano a rompere il silenzio. La sua voce pareva stanchissima, di chi ha faticato molto anche per trovare la forza di pronunciare quelle parole, ma profonda e decisa come se la ricordava.

-... Come ti chiami?- chiese, come la prima volta in cui si erano incontrati. Il tritone rimase sorpreso nel riuscire a capire per la seconda volta quella lingua a lui aliena; quasi non ci poteva credere, così girò il volto per guardarlo in viso e capire se aveva udito bene. I suoi occhi neri si immersero in quelli blu oltremare dell'umano al suo fianco, e di nuovo vide compiersi la magia: le iridi dapprima scure e fredde si accesero di una luce estranea vivace che sfumò il cobalto verso un azzurro più tenero, caldo e rassicurante.

-... Sasuke- disse in un soffio di voce toccandosi il petto con la mano, per far capire che si trattava proprio di lui. Non sapeva se l'avrebbe capito, ma desiderava ardentemente che potesse, per una volta, comunicare con lui. Occhi Blu sorrise, le labbra screpolate rivelarono i denti ancora tutti sani, nonostante l'età.

-Io sono Naruto- disse stendendo la mano verso il tritone, che anche se intimorito all'inizio si calmò e lo mimò. Erano così calde e callose. Proprio come se le ricordava.

-Sas'ke... hai proprio un bel nome-

Il modo in cui pronunciava il suo nome era bizzarro. Di certo non conosceva la sua lingua, era normale che lo dicesse in modo diverso, ma allo stesso tempo non era sbagliato. Appena il nome era uscito dalla sua bocca, come aveva sibilato meno rispetto ai suoi coetanei, accentuato molto la 'e' finale, la voce profonda che aveva usato... Sasuke si era sentito inondare da una piacevole sensazione in petto, che si sparse in poco tempo in tutto il suo corpo. Sotto quegli occhi limpidi anche le sue orecchie a punta non gli davano più fastidio, anzi quando l'umano vi sostò con lo sguardo si sentì fiero di possederne un paio; al suo sorriso perlaceo il suo cuore sobbalzò al settimo cielo. Con Naruto al fianco si sentiva finalmente completo, benissimo, e bellissimo. Il tritone ridacchiò leggermente, seguito da un colpo di tosse dell'altro divertito, prolungato da un fitto di essi. Allarmato il tritone alzò gli occhi all'umano che alzò subito la mano in alto per fargli capire che stava per smettere, e così successe. Sasuke rimase abbagliato quando poté specchiarsi in quelle pozze marine, ora fisse su di lui, talmente tanto che dovette distogliere lo sguardo. Quegli così occhi penetranti... sarebbero stati la sua rovina.

Il silenzio che seguì fu uno dei più tranquilli e piacevoli della sua vita. Era da quasi una vita che aveva desiderato poterlo rivedere,e anche semplicemente stargli accanto, effettivamente stavolta, bastava al tritone. Con la coda dell'occhio lo vedeva fissare intensamente il mare, i lunghi capelli bianchi turbinavano alle sue spalle, minacciandolo ogni tanto di invadere il suo campo visivo. Con il solito sorriso bonario spostava le ciocche ribelle dal viso segnato dall'età.

-Vorrei togliermi un dubbio dalla mente. Posso chiederti una cosa?- disse improvvisamente facendo ritornare a terra la mente del tritone.

-Dimmi- rispose pacatamente, nascondendo a malapena la sua curiosità. Il sorriso dell'uomo ormai anziano si aprì, era sempre lo stesso che ricordava, sebbene le sue labbra non erano più carnose e scure come in gioventù e i denti meno bianchi era sempre capace di togliere il fiato al giovane tritone.

-Ti faccio paura, Sasuke? Mi odi forse?-

Il tritone sbatacchiò gli occhi confuso, lo fissò intensamente per capire se diceva per davvero. Nonostante l'aspetto rilassato e spensierato, si, Naruto intendeva davvero quello che aveva detto.

Ancor prima di formulare una risposta soddisfacente od adeguata, si ritrovò a parlare, le parole venivano dritte dal cuore.

-Non ti ho mai odiato, pensavo fossi una creatura bizzarra, questo è certo. All'inizio, lo ammetto, avevo timore di te. Non avevo mai visto un umano prima- ammise a bassa voce. Quando alzò gli occhi all'uomo li vide scintillare di speranza. Si sforzò di sorridere, un po' come lo aveva visto fare milioni di volte.

-... Ora non più-

Al suono della sua risposta, melodiosa e bassa, Naruto si rilassò visibilmente e ridacchiò tutto contento.

-Mi fa piacere sentirlo. Sai, per anni l'ho pensato. Proprio non riuscivo a capire perché ti comportassi così con me. Scappavi come spaventato ogni volta che mi avvicinavo, ma poi tornavi sempre da me. Capisco che siamo due cose diverse, ma dopo tutto il tempo passato insieme...-

Sasuke corrugò la fronte, amareggiato dalla sua osservazione accorata.

“Davvero pensi che siamo così differenti?”

Affondò il viso tra le braccia intorno alla coda per un attimo, nascondendo il suo dispiacere. Come era possibile che Occhi Blu riuscisse sempre così facilmente a scombussolarlo, ad eliminare la facciata che mostrava a tutti in mezzo al mare fredda e composta, e buttarlo giù con una semplice frase?
-Per averti fatto aspettare così tanto...- cominciò dopo guardandolo dritto negli occhi chiari -... Mi dispiace molto, Naruto-

L'umano in risposta circondò le spalle umide della creatura con un braccio.
-Non fa niente. Mi fa piacere che almeno ci siamo chiariti finalmente, e che ora tu sia qui con me- disse scuotendolo divertito, come per allontanare ogni pensiero negativo dalla sua mente. E come un'onda violenta sugli scogli rigidi infatti ci riuscì, riempiendo lo spazio vuoto venuto a crearsi con una strana sensazione, le stesse che la sua vicinanza aveva risvegliato dopo tutto quel tempo. Poteva sentire ancora lo stesso odore che aveva aspirato quel fatidico giorno sulla spiaggia. Quel caldo, terreno ed umido profumo naturale che gli ricordava il mare e le sue sabbie fini, pulito e fresco. Non era cambiato affatto in tutti quegli anni, e nonostante l'età, la pelle l'aveva conservato, solo per lui. Sasuke lo inspirò a pieni polmoni, poggiando la testa contro la sua spalla ossuta. Tese contento le labbra fini in su. Aveva trovato la sua pace.
-C'è ancora una cosa che volevo dirti, da quando ti ho incontrato sulla spiaggia quel giorno- disse all'improvviso ed a fatica Naruto. Il giovane tritone sentì il suo cuore battere a ritmo forzato. Per la prima volta in vita sua sentì sudare i palmi della mano, mentre aspettava con impazienza il resto della frase. L'umano però se la prese comoda, appoggiò il capo contro i capelli scuri dell'altro, il respiro molto lento soffiava su di lui. Il fruscio che produssero era così bello... giusto. Come il calore della sua pelle intorno alle spalle, il suo fiato lieve sul viso.
-Sasuke- disse quasi a rallentatore la sua voce bassa e roca all'orecchio -Per tutti questi anni io ti...-
Quando si fermò a metà frase, Sasuke si sporse perplesso dal suo braccio per guardarlo in viso, ora pallido, per capire come mai non avesse continuato.

Con orrore vide la vivacità lasciare quelle iridi uniche, il colore scemò, svanì nel nulla come se non ci fosse mai stato. Rimasero solo due pietre fredde come i mari del nord, leggermente celate sotto le ciglia fini, candide come i capelli sospinte dal vento leggero. Sasuke vide il sorriso gentile ghiacciarsi sulle labbra pallide, il braccio intorno alle sue spalle si fece tutto a un tratto pesantissimo.

“NO!!!”
Il corpo si inclinò in avanti risucchiato dalla sabbia traditrice, ma le braccia del tritone lo afferrarono prima. Invano lo scosse con forza, urlando il suo nome con le lacrime agli occhi.

Non sentì mai la fine della frase.
Giorni e notti passarono prima che sopraggiungesse suo fratello preoccupato dall'assenza prolungata del piccolo. Lo trovò a singhiozzare sul petto di un umano sul bagno asciuga, le braccia strette intorno al suo torso immobile. A lungo aveva sospettato che il fratello stesse facendo qualcosa dietro le sue spalle, ma fiducioso non lo aveva interrogato oltre, neppure quando gli altri tritoni avevano messo in discussione la sua fedeltà a Poseidone. Gli bastò solo un occhiata per capire cosa di preciso lo aveva portato a passare così tanto tempo lontano dai suoi fondali.
-E' morto, Sasuke- constatò amaramente fissando il povero fratello scuotere la testa, rifiutandosi di accettare la realtà proprio davanti ai suoi occhi. Lo strillo straziante del giovane tritone venne avvertito a chilometri di distanza, fece tremare perfino la barriera corallina che li circondava, facendo stringere il cuore in agonia a tutte le sue creature.

Sasuke rimase al suo fianco sempre, cantava ininterrottamente per lui, sperando che questo lo facesse destare dal suo sonno, che potesse far accadere un miracolo. Carezzava senza sosta le guance pallide dell'uomo chiamandolo dolcemente, sussurrando parole che sapeva ora avrebbe compreso. Strillò con tanta forza e tristezza che presto anche la sua gola bruciò come se vi fosse un piccolo fuoco all'interno, ma steso su di lui continuò imperterrito, anche quando la voce cominciò a venir meno. Un fiume di lacrime solcava le pallide guance arrossate fluendo sulla spalla dell'uomo esanime poggiato delicatamente sulla sua coda argentea.

“Perché proprio quando finalmente ci eravamo capiti, e avevamo parlato?” si chiedeva disperato ogni minuto che passava a cullarlo su e giù, maniacalmente, tenendo la testa poggiata sul petto freddo. Sasuke aveva aspettato ben quarant'anni prima di raccogliere il coraggio necessario ed avvicinarsi a lui di sua spontanea volontà, di riavere il permesso per andarlo a trovare... Naruto al contrario lo aveva sempre aspettato su quella dannata spiaggia su cui entrambi giacevano in quel momento, dove lui custodiva preziosamente il suo corpo, la stessa su cui l'umano aveva sperato di riuscire ad avvicinarlo. Occhi Blu aveva tentato di fargli capire mille volte e più che non aveva intenzione di fargli male, e lui era uno stupido ad aver pensato che gliele volesse. Anche quando lo aveva baciato... Un ennesima violenta fitta di dolore colpì il cuore dolorante del tritone, che strinse gli occhi ai ricordi del tempo passato insieme. Lo abbracciò forte a sé, urlando il suo nome ad ogni mancata risposta.
Anche quando Itachi provò a trascinarlo per la pinna a forza indietro nel mare con un manipolo di sirene, Sasuke si rifiutò di seguirli e si arpionò al corpo dell'umano strillando acuto di lasciarlo stare nella lingua di Occhi Blu, lasciando perplessi i consanguinei. Tanto lo aveva cantato e chiamato che ormai si era dimenticato la lingua natia, ora a lui del tutto estranea. Arrivò persino ad alzare le mani sul suo stesso sangue, scoprì i denti lucenti fischiando minaccioso ad Itachi di andarsene. Il fratello dopo vari tentativi senza risultato amareggiato glielo concesse. Se Sasuke aveva intenzione di buttare così i migliori anni della sua gioventù nessuno aveva il permesso di impedirglielo, tanto meno lui.

Si limitò a girargli le spalle e riemergersi nel mare lentamente seguito dalle sue guardie, il cuore piangeva di già la perdita dell'adorato familiare. I tritoni che vivevano nella sua zona quando appresero la notizia si precipitarono ad abbracciarlo e a fargli le condoglianze. Persino Poseidone giunse sulla soglia del corallo dove riposava e gli toccò empatico la spalla scossa da singhiozzi. Neppure Sakura era riuscita a tiragli su di morale, anche lei addolorata dalla scelta del suo fratello acquisito, singhiozzava dietro un cespuglio d'alghe non lontano.

“Un ennesimo figlio del mare che finisce preda degli umani” pensò triste Hiruzen scuotendo i lunghi capelli candidi. Lontani dalle rocce abitate dai tritoni, anche gli animali marini portavano il lutto per quello strano essere venuto da lontano, che aveva giocato con loro per tutto quel tempo. Perfino il freddo Orochimaru, la murena velenosa, si commosse a tal punto che portò un omaggio di alghe sulla catasta di pietre e conchiglie che Iruka, stravolto dal dolore, aveva costruito in memoria del suo amico.

Giorni e notti il tritone combatté contro le intemperie e i fenomeni atmosferici che si accanirono sul corpo di Naruto, proteggendolo con proprio, affondando il capo nel suo petto e sperando che tutto finisse presto. Perché ora gli elementi si scagliavano contro di lui? Perché le onde da tempo immemore sue compagne colpivano senza pietà la sua povera schiena? E il mare furioso... Per quale motivo si abbatteva sul loro prezioso figlio? Fino ad allora lo aveva protetto, allontanandolo dai coralli assassini, perché mai ora...

Sasuke trattenne il respiro appena colse la verità celata nelle sue parole. Era colpa sua se Naruto lo aveva lasciato. Solo e sconsolato aveva passato anni di solitudine e malattia in quell'atollo sperduto, con solo un codardo tritone a fargli compagnia, uno che non lo aveva accettato fin dall'inizio, e trattato alla stregua di un nemico, un estraneo. Se Sasuke fosse stato più coraggioso sarebbe rimasto al suo fianco per sempre, aiutandolo a sopravvivere, se solo lo avesse accettato come avevano fatto fin dall'inizio gli animali marini e lo stesso oceano... Lui invece lo aveva abbandonato. Mai tanto dolore si dipinse sul viso affascinante del tritone, gli occhi arrossati per il troppo piangere, il respiro spezzato dai potenti singhiozzi, le dita che assicuravano il corpo attaccato al suo grembo, le orecchie abbassate per lo sconforto inimmaginabile. Eppure Naruto era deceduto col sorriso sulle labbra incapace di odiarlo fino all'ultimo momento, felice di averlo accanto per un'ultima volta. Disperato Sasuke allungò le dita tremanti a sfiorare quel sorriso eterno con delicatezza, solo per poi riscoppiare a piangere a dirotto.
"Ti prego svegliati... Dimmi che è stato solo un incubo" lo scongiurava guardando dritto in viso Naruto “Ti ho accettato, Occhi Blu, sono al tuo fianco ora!! Apri gli occhi e guardami, ti prego, come hai fatto per così tanto tempo sulla spiaggia! Non mi lasciare solo...”

Dove erano finiti i suoi colori vivaci? Il rossore delle sue guance, l'oro dei capelli, il blu profondo degli occhi cangianti e magici, il bronzo della sua bella pelle, l'avorio dei sui denti splendenti... sfuggiti, rubati via da lui per sempre, insieme alla parte più importante: il suo spirito. Sasuke aveva tra le braccia stretto ancora il suo corpo, immobile e insostenibilmente, e vuoto. Naruto non lo avrebbe più riscaldato col suo sorriso, con le sue occhiate ambigue, mai più toccato con quelle grandi mani... la sua gentilezza, il suo buon cuore, il suo spirito divertente e spensierato, l'affezione che aveva sviluppato nei suoi confronti. Nulla più. Solo il vuoto doloroso e rimbombante, che piano ed incessantemente si riversava nell'animo del tritone.

Non si mosse nemmeno di un millimetro dalla sabbia ormai asciutta, la pelle secca e screpolata sotto il sole cocente, giorni e notti, coccolando disperato il cadavere dell'umano. Nonostante le sue mani assicurate sul petto non sentissero nessun battito del suo cuore, e che i polmoni fossero vuoti d'aria, non poteva davvero credere che Naruto lo avesse lasciato, non prima di sentirgli dire che...

Dimentico del mare, vitale per lui, non aveva occhi che per lui. L'oceano davanti a lui non era niente, solo vuoto lasciato dalla sua dipartita.

-Naruto, sono qui... - mormorava tra sé come un mantra quando non ebbe più lacrime da versare, la voce rauca, affaticata ma mai stanca di chiamarlo. Premette il viso sulla guancia fredda nonostante il caldo torrido dell'isola, pareva quasi che la natura non badasse più a loro, li ignorasse bellamente. Anche il suo cuore batteva a rilento, scosso ad ogni pulsazione da scariche come elettriche che bruciavano dall'interno il suo corpo, tanto era il dolore causato dalla perdita dell'umano. Le labbra secche ormai erano solo capaci di invocarlo e piantare baci qui e lì sul suo corpo, disperato, aspettando solo la fine. Pregandola addirittura che accorresse veloce, solo per dargli una speranza fioca di poterlo rivedere. E la Morte puntuale come sempre lo colse senza pietà, stroncando il suo cuore già a pezzi in un istante, ma Sasuke la accolse come una amica a lungo lontana. Anche mentre perdeva i sensi e precipitava al suolo non smise un attimo di stringerlo a sé, sorrise alla fine quando sentì gli occhi appesantirsi e il respiro fermarsi, come anche il suo povero cuore stravolto. Poi solo il buio eterno.

Da allora venne ricordato dalle generazioni successive di tritoni con il nome di “Sasuke di Occhi Blu”, e il suo corpo riposa ancora lì, sulla spiaggia di quell'atollo dimenticato da Dio, abbracciato ancora a quello dell'umano che, troppo tardi ahimè, scoprì di amare.

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Ebbene si cari lettori, questa è il finale che ho ideato per Blue Eyes. In fondo era una storia triste, ed effettivamente lo è stata, no? La canzone scelta doveva essere un po' un monito, credo che qualcuno lo aveva già capito. Non vedevo altra fine sinceramente: Sasuke non avrebbe mai potuto portarli in fondo al mare con lui, non aveva poteri magici e anche se li avesse, gli altri suoi simili avrebbero ucciso Naruto, considerato un nemico, per non contare della differenza di età e durata vitale così diversa dei due. Prima o poi si sarebbero lasciati comunque, e il finale sarebbe stato il medesimo. *sigh, ero in vena di tragicità. Spero che non mi odierete a vita, per favore non lo fate! Il mio era un esperimento, la storia era stata pensata sullo stesso filone tragico della versione di Hans Chistian Andersen della 'Sirenetta', quindi non potevo finirla in un modo scontato quale la favola che da sempre abbiamo sentito raccontare fin da piccoli. Vorrei davvero sapere la vostra opinione a riguardo. Se vi è piaciuto, vi ha emozionato, vi ha fatto schifo, e perché. Vedrò se è il caso di inserire un ultimo capitolo, anche se come avete visto, la storia è bella che finita. Vi auguro come sempre una buona giornata e weekend già che siamo a sabato!

Kyuukai

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Capitolo 4
*** 4. A casa ***


Esatto, casa! Dopo tre ore di treno finalmente in patria! Insomma, non potevo far finire la storia in quel modo no? Troppe lacrime, troppi drammi, volevo dargli un lieto fine, ed eccolo qui. Si, avevo detto che rappresentava il viaggio di tre ore quindi vi chiederete perché il quarto capitolo... beh, per arrivare nella mia città ci vuole un supplemento di un quarto d'ora quindi è lecito metterne un altro! ^^ E poi ditelo che volevate qualcosa di più carino, sdolcinato e romantico come finale! Beh, non vi trattengo oltre, buona lettura! Much love!

Musica ascoltata: Sadness and Sorrow – Naruto OST

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Nella dimensione chiara e limpida Naruto fluttuava pacificamente nell'aria, nessun pensiero nella mente ormai appacificata. Era da tantissimo tempo che era lì, aveva già provato a scappare, ad urlare, a disperarsi, ma aveva finalmente capito che quello era il posto in cui avrebbe riposato in eterno. Gli dispiaceva solo di non aver potuto rincontrare i genitori, annegati nel naufragio della nave da crociera su cui viaggiavano. Di non aver potuto rivedere suo fratello Kurama, rimasto a casa per fortuna a causa dei suoi esami all'università... chissà quanto dolore gli aveva dovuto provocare la notizia della loro scomparsa. Poveraccio, tutto solo al mondo...

Naruto lo poteva capire benissimo, dato che aveva passato... quanto? Quasi dieci anni di pura solitudine, più altri trenta della silenziosa presenza dello strano tritone. Sasuke. Il giovane sospirò per l'ennesima volta al pensiero del caro amico lasciato sulla spiaggia.

Fece scivolare gli occhi torbidi sulla dimensione che lo circondava, esaminandola ancora una volta, come se fosse cambiato qualcosa dall'ultima volta in cui lo aveva fatto. Ma qualcosa di inusuale c'era davvero. Rimase sorpreso dal giovane che vide correre verso di lui, il suo nome urlato con gioia appena contenibile. Capelli neri liberi al vento, ondeggiavano come dolci onde intrepide dietro il suo capo, pelle chiarissima ad adornare la forma snella e forte, sottili occhi color della notte... Dove poteva averlo incontrato? Gli pareva familiare...

-Naruto!-

Quando finalmente sentì la sua voce non vi furono più dubbi: era il tritone dell'atollo in cui era naufragato, anche se ora aveva un paio di gambe pallide. Un sorriso tremolante per l'emozione comparì sul viso niveo del tritone, mentre accorreva verso di lui a più non posso, le gambe non abituate tremavano sotto il peso del suo corpo, incespicò un paio di volte, ma continuò a dirigersi verso di lui.

Non poteva ancora crederci: Naruto era lì, proprio davanti ai suoi occhi increduli. La forma in cui era non era la stessa di quando era passato a miglior vita. Gli appariva giovane, i capelli dello stesso colore del sole, ricci e ribelli, la pelle ambrata nemmeno sfiorata dalle rughe profonde che vi aveva visto l'ultima volta, e bello come lo aveva visto quel mattino dopo il suo naufragio sulla spiaggia, aitante come da anni non lo vedeva, in piena salute. I suoi occhi azzurri brillarono di sorpresa, del colore intenso che adorava così tanto, ammirato così tanti volte ma capaci sempre di sorprenderlo con le svariate sfumature che poteva assumere. Appena il tritone si fiondò tra le sue braccia lo sorresse per le spalle con delicatezza.

-Cosa ci fai qui?- boccheggiò sbalordito. Il silenzio parlò per l'essere appoggiato al suo petto, non riusciva a sottrarsi da quel calore così piacevole del corpo che per così tanto aveva sostenuto freddo ed immobile contro di sé. Il biondo scosse la testa chiudendo gli occhi scuri.

-Perché lo hai fatto?- chiese con voce tristissima -Non avresti dovuto lasciarti andare così, avevi ancora tutta una vita davanti-

Sasuke sorrise ugualmente sconsolato. Inspirò a pieni polmoni l'essenza della pelle su cui aveva posato la fronte. Era lui davvero, non era un sogno, perfino l'odore era sempre lo stesso...

-Sono anni che ci vediamo ogni singolo giorno su quella spiaggia. Dato che non potevi tornare ho deciso di raggiungerti io, per una volta- sussurrò appena, troppo emozionato per anche alzare la voce -Senza di te non era la stessa cosa-

Addolcito da quelle parole, Naruto mise da parte il suo shock ed un pizzico di rabbia per stringerlo delicatamente tra le sue braccia. Rimasero stretti l'uno all'altro per minuti, giorni, anni, non aveva più importanza il tempo, solo il piacere di essere finalmente insieme. Tutto ad un tratto però Sasuke si staccò lievemente dal suo caldo abbraccio e lo guardò dritto in viso, serissimo.

-... Come finiva quella frase?-

Era da quando lo aveva rivisto che aveva voluto chiedergli quella cosa, anzi, da quando lo aveva perso. Il peso di quella frase lasciato a metà per tempo era stato uno dei rimpianti più grandi che aveva avuto, esigeva una risposta, ora che lui era finalmente davanti ai suoi occhi, anima e corpo. Naruto girò la testa perplesso.

-Prima che morissi?-

Il tritone gli fece segno di si. Dopo aver preso un bel respiro, l'umano decise di sciogliere il suo dubbio.

-Sei sempre stato al mio fianco per tutti quegli anni, anche se lontano eri l'unica cosa che mi facesse compagnia su quella dannata isola. Forse per te non era niente, ma solo vederti dietro le rocce a spiarmi di nascosto mi rendeva molto felice, stare al tuo fianco con te, giocare insieme poi accendeva le mie giornate, mi dava una ragione per cui alzarmi ogni mattina, invece di abbattermi. Quasi avevo dimenticato di essere disperso su un atollo chissà dove... ti volevo ringraziare. Ora lo posso fare davvero, per fortuna- la sua espressione si fece ancora più dolce, arricchita da un sorriso da togliere il fiato.

-Grazie mille, Sasuke-

Quegli occhi liquidi sciolsero praticamente l'animo del ragazzo tra le sue braccia, ma allo stesso tempo lo distrussero giù in un modo incredibile. Il tritone sentì come qualcosa che si spezzava nel suo petto, frantumi del suo cuore caddero in un tintinnio argentino nel silenzio innaturale della dimensione. Il suo viso si adombrò, nascosto sotto la frangetta scura.

-... Nient'altro?- chiese quasi temendo la risposta. Naruto non parve capire, perché ridacchiò imbarazzato. Sconfitto, ed incapace di svelare i suoi pensieri più intimi all'umano, il tritone gli girò le spalle, offeso, scacciando le mani sorprese dalla sua schiena.

-Scemo- soffiò a denti stretti.

-Andiamo Sasuke! Non fare il difficile! Dovremmo passare l'eternità insieme, meglio cominciare col piede giusto!-

Il tritone poteva appena contenere la rabbia che aveva in petto. Era sempre lo stesso Occhi Blu, solo lui pareva sconvolgerlo così tanto da farlo passare dalla perfezione e gioia al dolore, tristezza ed infine furia...

-Appunto! Se tu non mi dici la verità giuro che ti lascio solo come un pesce cane!-

Il corpo di Naruto fu scosso da risatine croniche. La smise solo quando il tritone lo menò sulla testa, e poi fu lui a ghignare.

-Va bene, facciamo come vuoi tu. Anch'io la voglio, Sasuke, fino in fondo. Cosa intendevi tu per 'averlo capito troppo tardi'?- chiese a tradimento massaggiandosi il capo ferito. Il tritone tentennò preso alla sprovvista. Un velo di rossore invase le sue gote pallide, più per la sorpresa di trovarsi quelle mani dure sulle spalle che per l'imbarazzo.

-... Io...-

Non riusciva proprio a trovare le parole giuste. Ma non si diede per vinto, nonostante il nodo alla gola incrociò lo sguardo curioso dell'umano e lo fissò intensamente, perdendovisi. Per tutti quegli anni non erano riusciti a capirsi a parole, ma molte cose si erano detti... solo con gli occhi. E quelli scuri del tritone ora stavano raccontando una storia all'umano, lunga e appassionata, che parlava di cose che solo loro due potevano capire, conoscere. Valse più di mille parole, più di qualunque scritto redatto dal migliore degli autori, migliore di qualunque canzone il suo popolo avesse composto.

Solo allora l'umano capì. Si morse a disagio anch'egli le labbra piene.

-Noi umani siamo soliti dire 'non capisci quanto tieni a qualcosa se non quando la si perde'- disse con un sorriso forzato il biondo. Sasuke abbassò la testa scura mestamente. Non tentò neppure di nascondere più di tanto il suo imbarazzo.

-... Ed è proprio così che è accaduto- ammise infine in un filo di voce, l'amaro in bocca lo disgustava. Era davvero stato stupido da vivo, talmente abituato a lui da rimandare sempre l'inevitabile. Prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con i suoi sentimenti, e c'era riuscito troppo tardi. Naruto aveva tutte le ragioni del mondo per odiarlo, proprio per questa ragione.

-Heh, bell'ipocrita che sei- disse in un sussurro cattivo l'umano -Rimpiangermi quando ormai ero già passato a miglior vita... Hai la minima idea di quanto mi sia sentito solo in quegli anni in cui non ti ho visto? Quanto il mio cuore facesse male sapendo che tu non saresti venuto a trovarmi? Quanto mi ferivi scappando da me ogni volta che mi facevo vicino a te, per cercare compagnia in quella prigione di acqua? Di quanto mi sono sentito solo ed abbandonato in quell'atollo dimenticato da Dio?-

Sasuke accolse quell'ondata di colpa volentieri, perché mentire a sé stessi, Naruto aveva ragione. Era stato lui lo sciocco a non capire fin dall'inizio. Naruto... Occhi Blu era come lui, niente più né meno, un essere figlio della terra e del mare. Gli animali, l'oceano avevano letto il suo animo, e vedendolo buono lo avevano accolto con calore, come uno di loro. Sasuke invece, plagiato dalle parole false della sua razza se n'era tenuto lontano... ma alla fine aveva ferito entrambi.

Strinse forte le mani in pugni ai suoi fianchi, amareggiato al solo pensiero di averlo addolorato così tanto per tutto quel tempo. Le sue parole pesavano come scogli nel cuore.

-Non riesco davvero ad esprimere a parole il mio immenso dispiacere, Naruto- soffiò guardandolo dritto negli occhi scuri, bui quasi, tanto severi e spietati lo fissavano, sostenne la cattiveria che pareva riversare su di lui con coraggio. Ed era la pura verità, Naruto lo poteva dire solo guardandolo dritto in viso.

-Ma sappi che non ti lascerò mai più, rimarrò con te sempre, anche nella morte. Espierò la mia colpa come giusto che sia, subendo la tua ira ed odio, e non oserò mai lamentarmi- concluse solennemente stringendo i pugni appoggiati al suo petto scuro.

Una risata argentina lo fece riscuotere dal suo umore nero ed abbattuto. Quando ebbe il coraggio di alzare gli occhi al suo volto, Occhi Blu stava sorridendo col cuore, le nubi che oscuravano il bel volto ora svanite come per magia.

“Finalmente Sasuke, sei riuscito a comprendermi, almeno un po'” pensò soddisfatto l'umano. Ora erano davvero uguali... Il tritone sentì le sue mani essere prese e strette in quelle morbide e calde dell'umano, i polpastrelli accarezzavano il dorso delle sue con dolcezza.

-Non dicevo sul serio- sussurrò piano, facendo riaffiorare la sua voce roca e gentile.

-Ma ciò non toglie che io...- provò a dire Sasuke, interrotto però dal dito caldo posato lievemente sulle labbra sorprese.

-Stavo solo scherzando, scemo. Credi davvero che ti abbia aspettato su quella spiaggia per tutti quegli anni solo per ringraziarti?- mormorò divertito all'incredulo tritone dagli occhi sbarrati. Possibile che Occhi Blu potesse davvero...?

-Tu?-

Naruto annuì con decisione facendo oscillare i capelli d'oro davanti al viso dolce.

-Già-

Solo una parola... solo una sillaba pronunciata da lui fece tornare la felicità e la completezza nel cuore dei tritone. Ora dopo tempo immemore lo poteva sentire finalmente battere ritmicamente nel petto, vivo ed appagato, ed era la cosa più bella. Batteva per e con lui.

-Mi era chiaro fin dall'inizio, da quando mi hai salvato dall'annegamento, e poi mentre giocavamo insieme, ci guardavamo, e venivi a trovarmi di notte per osservarmi nel sonno- alzò il suo mento con un dito -I tuoi occhi non hanno mai mentito ai miei. Per questo non la smettevo di provarti a prendere... Perché era ciò che volevi in realtà-
Sasuke non sapeva che dire, rimasto ancora spiazzato dalle sue parole profonde. I suoi occhi... gli avevano parlato? Non erano stati quindi solo quelli di Occhi Blu a riuscire a farlo, rappresentando l'unico modo con cui avevano comunicato fino ad allora?

-Certe cose non si possono esprimere a parole, ma si capiscono lo stesso- lo rassicurò carezzando il viso pallido -Ed io ero sicurissimo dei tuoi sentimenti, da prima che tu li potessi realizzare-

Il cuore di entrambi pareva fosse lì lì per scoppiare di felicità, tanto vicini da rimbombare in armonia con l'altro, mentre Naruto si chinava appena sul tritone.

-E alla fine ti ho avuto Sasuke, solo per me- sussurrò sulla pelle nivea del suo volto -Il mio amato Sasuke-

Brividi di felicità scossero la forma del tritone, incantato dalla sincerità di quelle dolci parole e dall'uomo davanti a sé. Eccola la sua canzone, quella che da sempre in fondo al mare avrebbe voluto sentire. Gli pareva incredibile ed assurdo che Naruto ricambiasse i suoi sentimenti, taciuti per così tanto tempo, gli stessi che avrebbe voluto tanto sentirsi dire in vita. Sasuke si sentì travolgere da una vampata di calore dolce e benigna, che lo sconvolse ancora di più, facendolo appoggiare ancora di più al suo petto accogliente. Non era stata una semplice ballata cantata, o un motivo famoso ripetuto da centinaia di voci diverse, decantata dalle sirene in disperata ricerca di un tritone... no. Pronunciata esclusivamente da lui, dalla sua voce unica ed irripetibile, un semplice scivolare di parole dalla punta della lingua fino alle orecchie incredule ed emozionate del tritone, riservate solo per Sasuke, per risvegliare sensazioni che solo poche volte aveva provato nella sua breve vita. Voluto, accolto, amato perfino... era tutto quello che poteva chiedere di più.

Immediatamente il tritone tornò estasiato nel suo rifugio felice, tra le braccia dell'amato, quasi seguendo il flusso delle sue parole dolci. Quando vi alzò il viso provò ad aprire la bocca, e dirgli finalmente che si, lo amava più della sua stessa vita, raccontargli di quanto si era sentito solo senza di lui, di quanto lo aveva addolorato la sua dipartita. Eppure nessuna parola scaturì dalle labbra, neppure nella lingua del popolo del mare. Naruto rise bonario del suo tentativo vano, e lo rassicurò stringendolo sempre più a sé.

-Te l'ho già detto allora, no? Non ha più importanza. Siamo insieme, ed è questo che conta-

A quelle parole anche Sasuke, immerso nelle tenebre più cupe del suo cuore, riemerse con un leggero sorriso. Contraccambiò la stretta e si erse sulle punte per sfiorare la guancia di Naruto con un bacio, leggero come la brezza marina di prima mattina, ma intenso come il sole di mezzogiorno, tanto da lasciare quasi il segno tangibile sulla pelle salmastra dell'uomo. Le iridi di Occhi Blu, al contatto, si riaccesero di vivacità, come per magia, e cambiarono non solo colore diventando intensissime, ma fecero sparire la dimensione candida attorno a loro, facendola diventare un mare sterminato di un blu profondo e cupo, seppure accogliente, dove i loro corpi sospinti dalla corrente gentile fluttuarono insieme, in pace finalmente. L'umano si beò della piccola coccola offertagli e poi, appena il tritone si distanziò un po' da lui, scese a reclamare le sue labbra sottili a lungo desiderate. Sasuke sentì le lacrime dell'umano bagnargli le guance, e anche lui sull'orlo del pianto strinse più forte le loro mani unite; per rassicurarlo, mosse le proprie labbra con gentilezza sulle sue screpolate, provando le stesse sensazioni, lo stesso sapore, lo stesso odore sentito anni fa. Una vita fa. Stavolta non sarebbe scappato, lo avrebbe riamato allo stesso modo in cui lo aveva amato fino ad allora, approfondendo il bacio il più possibile in modo che non potesse sfuggirgli mai più. E Naruto ne fu infinitamente felice dell'attenzione ricevuta che allacciò le lunghe braccia ambrate sui fianchi dell'amante, ad assicurarlo meglio a sé.

Poco importava se alla fine anche il tritone aveva dato la sua vita, pur di incontrarlo anche solo una volta di nuovo, Sasuke era stato disposto a tutto. Ed era proprio quello che aveva fatto. Tanto era forte ed indissolubile il legame che avevano instaurato in silenzio in tutti quegli anni da sfidare perfino la morte, che benigna aveva esaudito l'ultimo addolorato desiderio del tritone.

Si lasciarono trascinare dalla forza del mare dell'aldilà, senza andare mai alla deriva, né sciogliendo il loro abbraccio amoroso.

Erano a casa finalmente.

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Sapete, per quanto ami i finali tragici sono sempre stata una sdolcinata cronica, e sono incapace di chiudere una storia così... emozionante come questa nel modo in cui l'avevo lasciata la scorsa settimana. Spero abbiate apprezzato il lieto fine, almeno quanto me. E' stato un piacere scrivere questa fanfiction, ed ancora di più sentire i vostri pareri a riguardo. Vi ringrazio come al solito per la gentile attenzione, e per i complimenti ricevuti, siete davvero carinissimi. Vi auguro una buona giornata.

Kyuukai

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