When forever Begins

di Princess Kurenai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Quando le risate si perdono nel piacevole silenzio ***
Capitolo 2: *** 2. Meglio che resti non detto ***
Capitolo 3: *** 3. Chiudi gli Occhi ***



Capitolo 1
*** 1. Quando le risate si perdono nel piacevole silenzio ***


Titolo: When forever Begins
Titolo del Capitolo: 1. Quando le risate si perdono nel piacevole silenzio
Fandom: Cast The Avengers
Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Genere: Introspettivo, Fluff, Romantico
Rating: Giallo
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1915 (FiumiDiParole)
Note: 1. Partecipante alla challenge indetta da 500 Themes Italia con prompt: 483. Quando le risate si perdono nel piacevole silenzio
2. La storia si ispira a questa dichiarazione di Chris Hemworth.
3. Dedicata ovviamente alla persona che amo. Solo grazie a te scrivo ancora<3 Grazie! Ti amo<3


{ When forever Begins ~
- 1. Quando le risate si perdono nel piacevole silenzio -



Mancavano sì e no poco più di una manciata di minuti alla fine di quel viaggio tra il set e la casa che Chris aveva acquistato, e nonostante le continue domande - spesso a tradimento - di Tom, il padrone di casa era riuscito stoicamente a mantenere il segreto riguardo la sorpresa che aveva annunciato al suo migliore amico poco prima della partenza.
Era stato criptico quando l'aveva invitato, e quello aveva ovviamente acceso l'interesse e la curiosità dell'inglese.
" Dai Chris. Non tenermi sulle spine."
" Ho detto che è una sorpresa. Se te lo dico ora che sorpresa è?", domandò l'australiano ridendo.
" Mi posso fingere stupito.", ridacchiò a sua volta Tom, dando un leggero pugno sulla spalla dell'altro.
" Ho le labbra cucite!", lo ignorò Chris, ben deciso a mantenere la sorpresa fino all'ultimo.
Non perché volesse essere dispettoso, ma più che altro per una sorta di egoismo se così si poteva definire. Perché quando aveva acquistato quella casa aveva subito pensato a Tom e al suo carattere 'bambinesco' e non si sarebbe perso per nulla al mondo la sua espressione di innocente stupore. Desiderava solo quello.
" Sei crudele, fratello.", rispose Hiddleston, abbassando la voce per imitare quella del suo personaggio ma senza riuscire a nascondere un sorriso.
Anche se era curioso, non era in grado di essere davvero arrabbiato con Chris.
" Pazienta ancora un po', fratellino.", lo rassicurò l'australiano, entrando con la macchina nel viale dell'abitazione.
" Va bene. Va bene.", rispose Tom, conscio che di lì a poco avrebbe in ogni caso sanato la sua curiosità. " Guai a te se mi dici mi chiudere gli occhi."
" Tom...", si voltò verso l'amico, con un sorriso quasi disarmante. " Chiudi gli occhi?"
L'occhiataccia che ricevette da parte dell'inglese lo fece quasi rabbrividire e si dovette affrettare a scendere dalla macchina per anticipare i movimenti dell'altro.
" Scherzavo.", precisò mentre veniva raggiunto da Tom.
" Meglio per te. Non ti conviene scatenare l'ira del Dio degli Inganni.", lo ammonì Hiddleston.
" Perché ho come l'impressione che tu non stia scherzando?", esclamò Chris, ridendo poi al ghigno maligno che l'altro gli donò mentre arrivavano la porta della casa.
Era una villetta modesta. Carina ed anche accogliente ad una prima
occhiata e Tom, guardandosi attorno, non riusciva proprio a capire che sorpresa ci potesse essere.
" Mi hai portato qui per uccidermi?", chiese guardando l'amico che, dandogli una pacca sulla spalla lo superò.
" Molto simpatico, Hiddleston.", rispose facendo ridere l'inglese. " Ora vieni. Ti mostro la sorpresa."
" Sono dietro di te!"
Chris non riuscì a nascondere il suo sorriso mentre, passo dopo passo, lo conduceva nel salotto dell'abitazione dove, grazie ad un'ampia e luminosa vetrata, si poteva intravedere il giardino.
Era abbastanza curato, ma non era quello che desiderava far vedere a Tom, e ormai certo che l'inglese avesse ormai avvistato la sua sorpresa si voltò verso di lui.
" Allora?", lo incalzò per avere subito una risposta, studiando il viso di Tom che si fece via via più luminoso.
" Quella è una piscina, Chris?", domandò come per accertarsi che non fosse solo una sua impressione, avanzando poi verso la porta-finestra per osservare più da vicino. " E quello è uno scivolo?! Cristo, ma è fantastico!"
La voce entusiasta di Tom e il sorriso che donò poi all'australiano, erano per quest'ultimo la cosa più bella del mondo.
" Quando l'ho presa ho pensato a te.", ammise sincero.
" Ma Chris... non dovevi!", un vago rossore colorò la pelle chiara dell'inglese. " Magari ti piaceva un'altra casa."
" No. No.", scosse il capo. " Questa è perfetta. Poi, non trovi che sia l'ideale per rilassarsi dopo le riprese?"
" Devo darti ragione in questo caso.", assentì Hiddleston. " Ciò che non capisco è perché siamo ancora qui!"
Entrambi scoppiarono subito a ridere e, in men che non si dica si erano già spogliati rimanendo in boxer: pronti per concedersi quel pomeriggio di svago insieme.
Il primo a tuffarsi fu l'inglese che, ridendo, schizzò completamente l'amico rimasto sul bordo piscina.
" Thomas Hiddleston!", esclamò Chris, stupito da quell'inaspettata doccia.
" Tanto dovevi entrare, no?", ribatté l'altro, tirandosi i capelli all'indietro per non farseli finire sul viso.
L'australiano lo fissò serio per qualche istante, facendo scorrere lo sguardo sulla pelle chiara ed il corpo tonico.
Non da poco si era reso conto di quel suo interesse nei confronti del suo migliore amico.
Poteva chiamarlo istinto protettivo o affetto, ma non era certo fosse uno di quelli il termine giusto.
Si sentiva quasi attratto da Tom, non solo fisicamente - necessità che sfociava in tutti gli abbracci e le carezze che gli donava in ogni istante -, ma anche spiritualmente...
Scosse il capo, cercando di allontanare quei pensieri così strani, concedendosi invece un sorriso.
" Ti conviene scappare!", esclamò tuffandosi e cercando subito di raggiungere Tom che si era dato alla fuga.
Annullò subito il distacco, stringendolo a sé in un umido abbraccio.
L'inglese si divincolò subito senza smettere di ridere.
" Chiedo perdono!", dichiarò all'istante, mentre anche le risate dell'altro riempivano il giardino.
" Ti arrendi così facilmente?", domandò divertito Chris.
" Lo sai che la mia forza non può niente contro quella del possente Thor.", rispose. " Preferisco usare l'ingegno."
" E sentiamo... come ti libereresti da questa presa?", domandò sorridendo Hemsworth, stupendosi quando vide il viso dell'altro contrarsi per il dolore.
" ... C-Chris... crampo.", mormorò Tom chiudendo gli occhi e mordendosi le labbra sofferente.
Subito allarmato, l'australiano lasciò l'amico per aiutarlo.
" Dove? Che posso fare?"
In tutta risposta, Tom lo schizzò in pieno viso ridendo.
" Libero!"
" Sei un...", borbottò Hemsworth guardando malissimo l’amico ma, davanti a quell’espressione innocente e divertita, non riuscì a non scoppiare anche lui a ridere.
Era impossibile arrabbiarsi con Tom, non quando sorrideva in quel modo.
“ Che stiamo aspettando?”, domandò l’inglese. “ Abbiamo uno scivolo da provare!”
“ D’accordo. Andiamo!”, sorrise Chris, seguendo l’amico fuori dalla piscina per salire sulla scaletta in ferro dello scivolo.
Tom si sedette subito sul bordo, pronto alla discesa, ma non riuscì a non voltarsi verso l’australiano.
Aveva sempre ammirato il corpo di Chris – per lui era più bello di quello di una statua –, e vederlo imperlato di goccioline d’acqua non poté non causargli un brivido lungo tutta la schiena.
Sapeva di non potersi permettere simili fantasie – rischiava di rovinare la sua amicizia con l’altro – e, sforzando un sorriso, tentò quindi di ignorare quei pensieri.
“ Insieme?”
Certo… stava cercando di non prestare attenzione a quelle strane fantasie sul corpo del suo migliore amico e gli chiedeva di scendere con lui sullo scivolo?
Complimenti Thomas, si disse. Era stata davvero una mossa molto coerente.
“ Sicuro?”, domandò Hemsworth inchinandosi e piegando le labbra verso l’alto.
“ Sarà più divertente.”, borbottò Tom, guardando poi in direzione della piscina per non far scorrere lo sguardo sul fisico dell’australiano.
Una piccola parte di lui sperava che Chris rifiutasse ma… quando sentì la sua schiena contro il petto del più giovane e le gambe di questo sfiorare le sue si sentì felice.
Non riuscì ad impedirsi di sorridere – sorridere davvero, senza più sforzarsi di farlo - e, dimenticando tutto il resto lanciò un’occhiata all’uomo alle sue spalle.
“ Pronto?”
“ Sempre.”, e subito dopo partirono intraprendendo una veloce discesa che si arrestò contro il muro d'acqua, mentre i loro due corpi, stretti in un improvviso abbraccio, si inabissarono verso il fondo della piscina.
Riemersi dall'acqua si lasciarono subito trasportare dall'infantile ilarità per quel gioco, e mentre Chris si concedeva un'alta risata, Tom si rigirava nell'abbraccio per andare a cercare le chiare iridi dell'amico.
" È il miglior acquisto che tu abbia mai fatto!", esclamò l'inglese.
" Devo darti ragione!", ammise Chris. " Sono fiero di me! Che ne dici… altro giro?"
“ Non posso rifiutare.”, rispose Hiddleston, nuotando di nuovo verso il bordo della piscina.
L’australiano lo seguì con lo guardo, osservando come i boxer neri dell’uomo fossero diventati ormai come una seconda pelle… infatti seguivano la forma del corpo di Tom alla perfezione.
Aveva cercato di non farci caso poco prima, quando l’aveva stretto a sé mentre scendevano dallo scivolo… ma stava diventando impossibile ignorare tutto quello.
Non poteva negare di trovare piacevole sentire il corpo dell’altro bagnato contro il suo, né poteva nascondere la voglia che aveva di sentirlo ancora contro di sé… desiderava quasi baciarlo.
Si leccò le labbra, come se le sentisse secche e lo seguì di nuovo su per la scaletta provando – inutilmente – a non prestare attenzione a quella strana necessità.
Una volta in cima si sedettero entrambi sul bordo, restando fermi l’uno vicino all’altro.
“ Sei pronto, Chris?”, domandò Tom, senza riuscire a resistere dall’appoggiarsi completamente al corpo dell’australiano – era un piccolo peccato che si voleva concedere.
“ Certo…”, sussurrò Hemworth con la voce stranamente roca e senza impedire al suo cuore di iniziare a battere furiosamente, cosa che l’inglese avvertì subito attraverso la sua schiena.
“ Chris…?”, si voltò appena, come preoccupato, ritrovandosi a pochi centimetri dalle labbra dell’altro – vicine e stranamente invitanti. “ Stai… bene?”
Restarono immobili, con il caldo respiro che carezzava le loro pelli umide.
“ Credo di… no.”, rispose Chris sincero, decidendo che forse era meglio dire la verità e risolvere subito quella strana situazione. “ Perché… desidero baciarti.”
Tom si umettò distrattamente le labbra, mentre gli occhi dell’australiano si spostavano subito a seguire quel movimento.
“ S-strano…”, mormorò Hiddleston deglutendo. “ Perché… anch’io vorrei farlo.”
Non si aspettava quella risposta, non poteva credere che anche l’inglese ammettesse di provare le sue stesse emozioni… e lo stesso Tom era abbastanza stupito dall’essersi reso conto di voler baciare il suo migliore amico. Anche se, a pensarci bene, già in passato avevano entrambi provato simili sentimenti, ma erano sempre riusciti a mettere a tacere tutto.
“ Tom… posso baciarti?”, domandò piano Chris e gli bastò un semplice cenno del capo dell’amico per far unire le loro labbra in un bacio.
Le risate si erano ormai perse nell’aria, sostituite dal piacevole silenzio di quell’umido contatto tenero e senza pretese. Sembrava che si stessero studiando con quelle piccole carezze, imparando a conoscere anche quell’ancora neonata parte della loro amicizia che era appena venuta alla luce. Solo qualche istante dopo Tom decise di osare un po’ di più, socchiudendo le labbra per leccare con la punta della lingua quelle di Chris.
Un brivido scosse entrambi e si trasformò in un gemito stupito quando anche l’australiano provò ad imitarlo. Le loro lingue si toccavano lente e, ad ogni carezza, quei tremori diventavano sempre più forti e violenti.
Stupito da quelle sensazioni Hiddleston si tirò indietro quasi violentemente con il viso rosso e, quel suo movimento, gli fece perdere l’equilibrio. Provò inutilmente a fermarsi, ma la superficie bagnata dello scivolo – e l’improvviso annichilimento dei muscoli di Chris a causa di quei baci – lo fecero inesorabilmente cadere in acqua.
Quando riemerse. Tom iniziò a tossire appoggiandosi per sicurezza al bordo della piscina. In quell’istante non sapeva se ridere o meno per quello che era successo ma, alzando lo sguardo verso l’amico, trovò con semplicità la risposta a quel suo dubbio.
Chris era ancora sul bordo dello scivolo a fissarlo rosso in viso e un poco stupito. Anche se quella situazione aveva dell’incredibile per entrambi non era una cosa negativa, infatti non riuscirono a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
“ Dovevi vedere la tua faccia mentre cadevi!”, lo prese in giro l’australiano.
“ Volevo vedere te!”, ribatté Tom. “ Smettila di ridere!”
“ Stai ridendo anche tu!”, esclamò Hemsworth.
“ Dai! Scendi giù!”, ordinò con un sorriso l’inglese, e senza farselo ripetere due volte, Chris scivolò verso di lui.
Forse dovevano parlare di quel bacio e dei sentimenti che si erano risvegliati… ma quando furono di nuovo vicini l’unica cosa che riuscirono a fare fu baciarsi ancora e ancora, abbracciandosi e carezzando i loro corpi bagnati.
C’era tempo per parlare e per mettere in chiaro tutto quello che li stava stravolgendo, per il momento preferivano lasciarsi cullare da quel piacevole silenzio.


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Capitolo 2
*** 2. Meglio che resti non detto ***


Titolo: When forever Begins
Titolo del Capitolo: 2. Meglio che resti non detto
Fandom: Cast The Avengers
Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Genere: Introspettivo, Fluff, Romantico
Rating: Giallo
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1748 (FiumiDiParole)
Note: 1. Partecipante alla challenge indetta da 500 Themes Italia con prompt: 265. Meglio che resti non detto
2. La storia si ispira, o meglio “parte” da questa dichiarazione di Chris Hemworth.
3. Dedicata ovviamente alla persona che amo. Solo grazie a te scrivo ancora<3 Grazie! Ti amo<3



{ When forever Begins ~
- 2. Meglio che resti non detto -




Un breve respiro, i loro nasi umidi che si sfioravano e gli occhi socchiusi alla ricerca delle iridi dell’altro… poi, le loro labbra che si univano ancora e ancora fino a quando la mancanza d’aria li costringeva a prendere di nuovo delle corte pause.
Non sapevano da quanto tempo ripetevano quell’infinito circolo di azioni, sapevano solo di non poterne fare a meno. Neanche il respirare sembrava essere così indispensabile come quelle carezze e quei baci.
Ad ogni contatto Tom e Chris perdevano la cognizione di loro stessi, dimenticandosi dell’acqua che li circondava e dei minuti che inesorabili scorrevano portando via con loro quell’intimità appena scoperta.
Dopo un momento iniziale di passione, i loro baci erano lentamente diventati calmi e dolci. Era come se stessero cercando di intrappolare quel momento più a lungo possibile, stupidamente pensavano che se non fossero andati oltre quelle carezze, e le labbra che si sfioravano umide, sarebbero stati in grado di fermare il tempo per davvero. Una piccola parte razionale della loro persona – quella gli impediva di scivolare sott’acqua e di rimanere invece in piedi -, ricordava ai due che era impossibile, ma non vi prestavano troppa attenzione.
C’erano loro.
C’erano i corpi bagnati, stretti in un abbraccio senza fine.
E c’erano le labbra che si socchiudevano e carezzavano, lasciando unire i loro respiri.
Il resto non aveva più senso, né per Tom né per Chris.
Era come se fossero in un altro mondo. Un angolo di paradiso che si erano ritagliati solo per loro, cancellando passato e futuro per concentrarsi su quel presente che finalmente sembrava sorridere ad entrambi.
La realtà però non la pensava come loro e, un improvviso vento gelido - stava ormai calando la sera ed erano rimasti per tanto fermi nella piscina - li costrinse a tornare con i piedi per terra.
Subito i loro corpi cercarono di recuperare fiato e l'abbraccio che li vedeva ancora uniti permetteva loro di sentire il furioso battito dei cuori - emozionati ed agitati come se quello fosse stato il primo bacio.
“ Wow…”, esalò Chris, appoggiando la fronte su quella di Tom senza riuscire a lasciarlo andare.
L'inglese si concesse un sorriso, sentendo il viso in fiamme un po’ per l’imbarazzo ed un po’ per le strane sensazioni che il suo corpo gli stava facendo provare.
“ Mi chiedo… perché non l’abbiamo fatto prima?”, domandò dopo aver preso fiato, carezzando i capelli di Hemsworth.
“ Possiamo sempre… uhm… recuperare il tempo perduto, no?”
Quella proposta strappò ad entrambi una nuova risata, diversa da quelle che l’avevano sempre preceduta… era più intima e quasi piacevole. Un riflesso di quel paradiso che avevano scoperto.
Ancora una volta entrambi si resero conto che forse era il caso chiarire quella situazione, parlare e comprendere il perché avessero voglia di baciarsi e stare fermi lì in quella piscina per chissà quanto tempo, ma l’idea di spezzare quel fragile ed intimo equilibrio che si era creato faceva scattare nelle teste di entrambi un migliaio di campanelli d’allarme che li facevano desistere da quel proposito.
Perché rovinare un qualcosa di così bello?
" Forse dovremo uscire...", suggerì Tom, quando un altro alito di vento carezzò la sua pelle nuda e bagnata.
" Forse hai ragione.", assentì Chris, costringendosi a sciogliere l'abbraccio per uscire con il compagno dalla piscina.
Era normale in quella regione assistere a dei temporali estivi, il tempo cambiava rapidamente e il vento non faceva presagire nulla di buono.
" Ho portato degli asciugamani. Entriamo dentro.", dichiarò Hemsworth con un sorriso e, lasciando una scia bagnata dietro di loro, rientrarono dentro casa.
Continuavano a non parlare, a fare quasi finta di niente, ma non potevano nascondere i brividi che percorrevano i loro corpi ad ogni carezza involontaria o meno. I loro stessi sorrisi erano diversi: erano più complici.
Chiusi in bagno si asciugarono subito con i panni portati da Chris, aiutandosi a vicenda come se fosse .una cosa naturale.
Tutto era perfetto così com'era... tutto, anche la cristallina risata di Tom mentre frazionava i capelli dell'australiano scompigliandoli fino a costringere l'altro a bloccargli i polsi.
" Ehi!", esclamò Chris ridendo a sua volta e riuscendo a tenere fermo Hiddleston.
" Sembri un cane arruffato!", dichiarò divertito Tom.
" E tu un pesce fuor d'acqua.", ribatté l'australiano.
" Come?!", Hiddleston assunse un'espressione confusa, non comprendendo il paragone usato dall'altro, ma quando le labbra di Chris si posarono ancora sulle sue per qualche secondo, lasciandolo poi a boccheggiare, gli sembrò facile capire le parole del compagno.
Si riprese rapidamente dallo stupore e, spingendosi in avanti, annullò subito la distanza tra le loro labbra.
Gli cinse il collo con le braccia costringendo il compagno seduto sullo sgabellino del bagno per potersi sedere a cavalcioni su di lui. A quel gesto, Chris lo abbracciò subito carezzandogli la schiena ed i fianchi.
Sembrava impossibile che avessero ancora voglia di quella vicinanza e delle labbra dell'altro... ma era così: non riuscivano a saziare la voglia che sentivano.
Una necessità non solo fisica, ma soprattutto spirituale. Sin dall'inizio la reciproca vicinanza li aveva sempre fatti sentire a loro agio, e più di una volta avevano dichiarato di essere stupiti dall'affetto e dalla naturalezza di certi gesti tra di loro... forse tutto quello era solo un'ovvia conseguenza di quel rapporto così speciale.
Conclusero presto quel bacio e Tom, appoggiando la fronte sul collo ancora umido dell'amico, ridacchiò.
" Che stiamo facendo?", domandò, mentre Chris gli carezzava i fianchi.
" Recuperiamo il tempo perso?", rispose divertito l'australiano.
" Senza fretta?", Hiddleston alzò la testa per guardarlo negli occhi. Entrambi sapevano il perché di quella domanda, non volevano correre troppo e magari rovinare tutto.
" Senza fretta.", confermò Chris sorridendo dolcemente, riuscendo ad afferrare un asciugamano per poter tamponare anche i capelli di Tom che, docile, non gli creò troppi problemi.
" Dovremo usare l'asciuga capelli ora, se ti alzi lo prendo.", mormorò Hemsworth lasciando il panno ormai umido sul capo del collega ancora comodamente seduto sulle sue gambe.
" Dov'è?", domandò Tom, facendo scorrere lo sguardo lungo il bagno - come tutta la casa era abbastanza grande e confortevole, se ne rendeva conto solo in quel momento.
" L'ho messo nell'armadietto sotto il lavandino.", rispose Chris e subito l'inglese si alzò andando a cercare l'asciuga capelli.
Lo trovò immediatamente e, tornando dall'amico con una spazzola, iniziò prima di tutto a pettinarlo.
Le delicate mani dell'inglese attraversavano insieme ai denti della spazzola i capelli di Hemsworth e, come se fossero tornati in piscina, attorno a loro si era creata di nuovo quella stessa atmosfera intima e che teneva fuori ogni agente esterno che lì avrebbe potuti disturbare.
Se si tralasciavano le costumiste e i vari parrucchieri che Chris aveva incontrato nella sua carriera - che alla fine lo facevano per lavoro ed era una cosa quasi impersonale -, nessuno aveva mai fatto un gesto simile per lui. Pettinarlo e poi asciugargli i capelli, carezzandogli la nuca le lunghe dita e rassicurandolo con il calore che lentamente si diffondeva in tutto il suo corpo.
Era una cosa dannatamente sensuale oltre che romantica.
Si lascio sfuggire un sospiro mentre sorrideva con gli occhi chiusi, ma li aprì di nuovo quando le labbra di Tom si posarono sulle sue leggere come una piuma.
Si specchiò nelle iridi chiare dell'inglese e, sorridendo, gli carezzò il volto con la mano.
" Tocca a te.", dichiarò Hiddleston allontanandosi, porgendogli la spazzola che subito l'australiano afferrò.
“ Mettiti comodo.”, dichiarò Chris alzandosi per lasciare il posto sullo sgabello all'altro.
“ Certo.”
Una volta che l’inglese prese posto, Hemsworth cercò di trasmettere a Tom le stesse sensazioni che aveva provato poco prima, delicato e attento iniziò a pettinargli i capelli corvini; tenendo d'occhio al tempo stesso le espressioni del compagno attraverso lo specchio davanti a loro, lasciando che il suo sorriso beato si stampasse anche sul suo viso.
Perfetto.
Non poteva descrivere quella situazione in un'altro modo.
" Tom...", lo chiamò, mentre gli asciugava i capelli.
" Mmh?"
" Ti va di restare anche per cena?", domandò.
L'inglese riaprì gli occhi, guardando Chris attraverso lo specchio e regalandogli uno dei suoi sorrisi più luminosi.
" Sarebbe grandioso!", rispose. " Potrò finalmente assaggiare la... leggendaria cucina di Thor."
" Non esagerare!", rise divertito l'australiano. " Preparo solo il minimo indispensabile per non morire di fame."
" Non ti credo.", rispose Tom. " Stai facendo il modesto."
" Dobbiamo prima vedere che c'è nel frigorifero e in dispensa. Ho fatto la spesa prima di portarti qui ma non ricordo cosa ho messo.", ammise Chris.
" Pollo e barrette energetiche? Magari anche la verdura."
" Ho il gelato.", rispose l'australiano.
" Preferisci il gelato al prepararmi qualcosa? Io sono un Dio! Non puoi-"
" Ho anche il budino.", ridacchiò Chris, bloccando sul nascere la scherzosa sfuriata di Tom.

" Oh… okay.", si calmò subito l'inglese con un sorriso soddisfatto. Hemsworth sapeva letteralmente come prenderlo per la gola.
Si lasciò ancora un po' coccolare dalle attenzioni di Chris poi, andando a recuperare i vestiti che avevano lasciato nel salotto, si rivestirono mentre fuori pioveva come avevano sospettato.
Solo in quel momento si separarono, e mentre Chris andava a prendere il gelato e i budini, Tom si concesse di rimanere davanti all'ampia vetrata del salotto, ad osservare l'acqua piovana che, fresca e leggera, lavava via tutto... di riflesso, come se si trovasse sotto quelle fini gocce di pioggia, anche lui si sentì come privato dei sentimenti che l'avevano animato fino a poco prima.
Era come una doccia fredda. Uno sbalzo violento nella realtà.
Stava baciando un uomo.
Un uomo che altri non era che il suo migliore amico...
Era... strano.
Assurdo sicuramente ma, come si era già reso conto, non si trattava di un sentimento nuovo. Era un qualcosa che già provava e che solo quel giorno era venuto fuori.
" Tom?", la voce di Chris lo riscosse.
" Sì?", sì voltò verso l'amico, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.
" Ecco qui.", l'australiano gli porse un piattino con sopra un invitante budino.
" Grazie Chris.", lo prese, fissando poi negli occhi l'altro... dovevano parlare per forza. " Senti... per quello che è successo...", esordì.
" È meglio che resti non detto.", rispose prontamente Hemsworth, come se anche lui stesse pensando la stessa cosa. " Non... stiamo facendo nulla di male, in fondo."
" Cosa stiamo facendo?", domandò l'inglese.
" Non lo so...", ammise Chris, mangiando un po' di gelato dalla vaschetta che si era portato dietro, per poi grattarsi la guancia con l'indice. " Ma mi piace.", concluse piegando le labbra verso l'alto.
A Tom bastò vedere quel sorriso per rilassarsi e ricambiarlo felice.
" Anche a me piace.", rispose iniziando a sua volta a mangiare il suo dolce preferito.
Alla fine non avevano né chiarito né capito il perché di quell'insanabile voglia... ma andava bene così.
Forse quell’intimità li avrebbe accompagnati anche per i giorni a seguire, ma entrambi sapevano che non sarebbe durata.
Per quel motivo era meglio non dire niente e godersi il momento finché erano in tempo.


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Capitolo 3
*** 3. Chiudi gli Occhi ***


Titolo: When forever Begins
Titolo del Capitolo: 3. Chiudi gli occhi
Fandom: Cast The Avengers
Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Genere: Introspettivo, Fluff, Romantico
Rating: Giallo
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1271 (FiumidiParole)
Note: 1. Partecipante alla challenge indetta da 500 Themes Italia con prompt: 38. Chiudi gli Occhi
2. La storia si ispira, o meglio “parte” da questa dichiarazione di Chris Hemworth.
3. Dedicata ovviamente alla persona che amo. Solo grazie a te scrivo ancora<3 Grazie! Ti amo<3


{ When forever Begins ~
- 3. Chiudi gli occhi -




Il ritorno al set era stato particolarmente traumatico per entrambi.
Più si allontanavano dalla casa, più sentivano il peso delle loro azioni gravare sulle spalle.
Avevano deciso di non parlarne, al fine di non rovinare né l'amicizia che li univa, né ciò che stava nascendo - anche perché nessuno dei due sarebbe stato in grado di dare un nome o una spiegazione a quel che era successo -, ma tuttavia non potevano negare di avere bisogno chiarirsi in qualche modo.
Avevano viaggiato quindi in silenzio, aprendo bocca e richiudendola poco dopo senza lasciar uscire neanche un suono.
Erano... le conseguenze a spaventare entrambi, Tom forse più di Chris.
Era sempre stato più emotivo dell'amico - lui stesso si definiva un piagnucolone -, e immancabilmente si ritrovava a pensare a quanto fosse stato pericoloso quello che avevano fatto e alla carriera dell'australiano.
E se qualcuno li avesse visti?
Non era difficile immaginare i titoli dei giornali, né la fine che avrebbero fatto.
Il mondo dello spettacolo non era mentalmente aperto come poteva apparire ai più. Era un'intricata ed infinita rete di vanità e malizie, dove il più forte - quello che meglio sapeva vendere la propria immagine - aveva successo e finiva per schiacciare gli altri.
Aveva spesso sentito certi attori raccontare come la loro carriera fosse finito dopo aver deciso di rivelare la loro sessualità. Alcuni erano stati tenuti alla larga dai colleghi, altri finivano per essere rilegati in produzioni minori fino a scomparire dagli schermi e, talvolta erano condannati ad interpretare sempre lo stesso ruolo del personaggio gay, come se non fossero in grado di interpretare altri ruoli.
Non che lui o Chris fossero realmente omosessuali - c'erano stati solo dei baci e delle carezze che non erano sfociate in niente di sessuale -, ma quello bastava per creare il dubbio, farlo fomentare dai giornalisti e rovinare le loro vite.
Tom sentiva di poter sopravvivere - aveva tanti interessi, come il teatro che era molto più aperto del cinema -, ma Chris ci sarebbe riuscito?
La sua carriera stava prendendo proprio in quegli ultimi tempi il volo...
Era lui la prima preoccupazione di Hiddleston.
Chris, la sua carriera e... la moglie - si era sposato, da poco certo... ma era impegnato con qualcun'altro.
Che cosa aveva fatto?
Non riuscì a non emettere un sospiro simile ad un rantolo, puntando gli occhi sulla familiare strada del set illuminata dai fari della macchina.
Chris ovviamente non si lasciò sfuggire quella reazione e non faticò a comprendere quali fossero i pensieri dell'altro.
Anche lui stava pensando ad Elsa e a come avrebbe reagito nello scoprire... cosa doveva scoprire alla fin fine?
Niente.
Si erano solo baciati, non avevano fatto altro.
Se proprio doveva scoprire qualcosa era meglio fare qualcosa di più... consistente.
Si diede dello stupido per quel pensiero.
Stava realmente pensando di tradire Elsa?
Lui amava davvero tanto sua moglie, ma amava anche Tom e di quello ne era certo.
Ovviamente sapeva di non poter amare entrambi allo stesso modo e per quel motivo doveva 'scegliere'.
La via più sicura era Elsa, un matrimonio perfetto e magari qualche figlio - desiderava davvero essere padre.
Ma Tom... non se la sentiva di scegliere la sicurezza e di rinunciare all'inglese.
Parcheggiò l'auto nel suo posto riservato e si voltò verso l'amico, deciso a mettere fine a quella scomoda situazione.
Dovevano chiarire. Non sapeva come ma ci sarebbero riusciti.
" Ti accompagno fino alla roulette.", dichiarò.
" Non è necessario."
Freddo.
Solo in quel modo poteva essere definita la risposta dell'inglese.
Era il loro primo scambio di parole da quando avevano lasciato la casa, ed era come se Tom volesse mantenere le distanze.
Che fine aveva fatto le poche ma rassicuranti parole che si erano scambiati mentre mangiavano?
" Insisto.", tagliò corto Hemsworth, uscendo dalla vettura e reagendo di conseguenza alla risposta dell'altro.
Tom sospirò preoccupato, abbandonando a sua volta la macchina.
Temeva seriamente di aver perso Chris e non poté non sentire l'ansia montargli dentro. Doveva risolvere la situazione, chiedere scusa all'australiano e... sperare che tutto tornasse come prima.
Silenziosi percorsero il breve tragitto dai parcheggi alla roulotte di Hiddleston.
Solitamente Tom avrebbe invitato Chris ad entrare senza alcuna remora, ma quella sera il nervosismo era tale da temere la troppa intimità con l'altro.
" Grazie per la compagnia.", esordì l'inglese, cercando almeno di sembrare il più naturale possibile.
" Dovremo parlare.", ribatté subito Chris, facendolo sussultare.
" Lo so.", mormorò.
" Inizia.", lo fissò l'australiano nel sentire la risposta affermativa dell'altro.
Lui non sapeva da dove iniziare.
" I-io?", Tom sgranò gli occhi. " Sei tu che hai detto che dovevamo parlarne!"
Ed ovviamente neanche l'inglese sapeva cosa dirgli.
" Ma tu sai che dobbiamo parlare! L'hai detto!", si difese Chris, e davanti a quella buffa situazione di stallo entrambi non poterono non ridere, sentendosi subito meglio.
Solo dopo che le risate si spensero, Tom riuscì ad aprir bocca.
" La verità è che ho... paura di perderti. Tengo troppo a te per... per non averti più accanto a me...", lentamente la sua voce si spezzò. Era quasi semplice parlare dopo aver detto la prima frase... la parte complicata stava nel riuscire a continuare tra le lacrime che combattevano per uscire dai suoi occhi.
" ... n-non puoi chiedermi di... allontanarmi da te...", concluse agitato.
" Non te lo sto chiedendo... come puoi pensarlo?", esclamò incredulo l'australiano, ma Tom parve non volersi fermare.
" Sarebbe corretto lasciarti andare. Tu hai la tua vita e... tua carriera e... questo la rovinerebbe..."
" Tom.", Chris tentò di fermare il fiume di parole dell'altro che, sempre più agitato, sfogava tutto il suo nervosismo.
" Anche se non so che cosa sia 'questo'..."
" Tom..."
" Però se si venisse a scoprire tu saresti nei guai... ed è l'ultima cosa che voglio! Perderesti il lavoro! E... e la tua famiglia? Cosa penserebbe?"
" Tom.", si appoggiò sullo stipite della porta della roulotte, senza trattenersi dal sorridere.
Sapeva che ciò che l'inglese stava dicendo era giusto, ma... dietro tutto quello sentiva l'affetto dell'altro uomo e non poteva non essere sollevato.
Tom teneva a lui - lo amava - e il resto non contava.
" Ed Elsa... lei..."
La mano di Chris volò sulle labbra di Hiddleston, facendolo tacere.
" Va tutto bene.", sussurrò l'australiano fissando Hiddleston negli occhi. " Siamo soli. Io e te."
Un verso di disapprovata preoccupazione abbandonò la gola di Tom, ma Chris non si fermò.
" La mia carriera non è tutto. Ci sono cose ben più importanti. Tu sei importante. E anche se non so cosa significa tutto questo... ma mi va bene se lo faccio con te."
Tom lo guardò con gli occhi gonfi di lacrime, emozionato dalle parole dell'amico.
" Finché siamo qui... cerchiamo di capire che significa, okay?"
L'inglese, placato il nervosismo, annuì sorridendo timidamente contro il palmo di Chris.
" Ora... chiudi gli occhi.", mormorò Hemsworth, e quando Tom ubbidì, spostò la mano per poterlo baciare.
Al contrario degli altri che si erano scambiati, quello era salato a causa delle lacrime che scivolavano sul viso di Hiddleston, ma non per questo Chris lo gradì di meno.
Era come se tutta quella situazione si stesse gradualmente evolvendo.
" Dici che... posso auto-invitarmi nella tua roulotte?", propose Hemsworth una volta separati, strappando una risata a Tom che, asciugandosi il viso con il palmo della mano, annuì.
" Come sempre, no?"
Chris allora lo spinse delicatamente fin dentro la roulotte e, chiudendo la porta con un calcio, i loro corpi si cercarono di nuovo per un altro bacio.
" Quindi… se restassi qui a dormire non succederebbe niente di male?", domandò l'australiano sulle labbra dell'altro.
" Non sarebbe la prima volta.", assentì Tom abbracciandolo e chiudendo ancora gli occhi e rilassandosi gradualmente grazie alle carezze che Chris iniziò a donargli.
Anche se alla fine non avevano chiarito granché, entrambi in un modo o nell’altro sapevano di amarsi e finché potevano godere della reciproca compagnia non si sarebbero ribellati.
Avrebbero atteso pazientemente di riuscire a dare nome e forma a quei sentimenti, sperando che niente cambiasse per davvero nella loro amicizia.

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