Tutto può succedere

di Yami no Yoake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** cream:una nemica... ***
Capitolo 3: *** ...o un amica? ***
Capitolo 4: *** Partenza ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Tutto può succedere

 

Prologo

Erano passati 6 mesi dalla grande battaglia contro gli alieni. Ormai la città era tornata normale e tutti avevano ripreso la loro vita di sempre. Solo una ragazzina, esile e minuta, non sembrava godersi quel bel pomeriggio estivo che invogliava a fare un giro per i negozi o a rilassarsi in uno dei parchi di Tokyo. Nervosa, col viso coperto da un berretto nero calato sugli occhi e da un grosso paio di occhiali scuri e un cappotto nero lungo fino ai piedi, nonostante il caldo, correva fra i passanti, guardandosi continuamente intorno e osservando a volte la fotografia che teneva fra le mani, anche quelle coperte da un paio di guanti neri a mezze dita, che lasciavano intravedere solo le dita bianchissime.

Nella foto erano rappresentate cinque ragazze, coi capelli di colori vivaci e un uniforme da cameriera, e due ragazzi, uno biondo e uno moro.

-Accipicchia- pensò la ragazza –certo che quei tre potevano anche essere un po’ più precisi nel descrivere dove trovarle, queste mew mew. Sono ore che cammino e del loro caffè neanche l’ombra. Ammettiamolo: a meno che non mi c’imbatta per caso, non le troverò mai girando senza meta per la città-

Ormai il sole stava calando e lei era stanca. Notò che era arrivata all’ingresso di un grande parco e pensò che poteva essere un buon posto per riposarsi, e magari, se era fortunata, incontrava una delle mew mew.

Controllo attentamente che nessuno potesse vederla e, con un salto degno di un felino, arrivò ai primi rami di un grosso albero e si sedette fra le sue fronde. Lì nessuno poteva vederla, perciò si tolse il cappello e gli occhiali, rivelando due orecchie a punta e un paio d’occhi dalle pupille feline, che brillavano sul viso pallido e perfetto, infine slacciò il cappotto, che la stava soffocando, ma che era necessario per nascondere gli strani abiti che portava.

-Uffa- mormorò –devo trovarle, ma come faccio? Non posso volare, qualcuno potrebbe vedermi, e nemmeno teletrasportarti, visto che non so bene dove andare. Ho bisogno di un idea per rintracciare le mew mew, ma non me ne viene in mente nessuna!-

Mentre rifletteva un piccolo uccellino si posò sul ramo sopra quello su cui era seduta lei. Senza pensarci, d’istinto, lo acchiappò con un movimento rapidissimo. Lo fissò per alcuni secondi, poi allentò la presa per liberarlo, ma richiuse le dita di scatto.

-Ecco una buona idea- esclamò trionfante –saranno loro a venire da me!-, detto questo allungò la mano che non stringeva l’uccellino e subito una piccola medusa fluttuante si materializzò sul suo palmo.

Lentamente l’avvicino alla sua preda.

-E adesso… FUSIONE!-

 

Angolo dell’Autrice

Ciao a tutte! Questo è il prologo della mia fanfiction di debutto in questa sezione! Vi ha incuriosito almeno un po’? Lo avete trovato interessante? Se è così, ma anche se avete delle critiche o dei consigli, lasciate un commento e vi risponderò al meglio possibile.

Ciao!

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Capitolo 2
*** cream:una nemica... ***


Cap. 1

Una nemica…

Altra parte della città, altro giardino. Le cameriere e, segretamente, guerriere mew mew, dell’omonimo caffé stavano finendo frettolosamente di dare una pulita al locale, quella sera c’erano stati veramente molti clienti e loro erano tutte stanche.

-Non avete ancora finito di spazzare?- s’informò Mina con voce annoiata, comodamente seduta a sfogliare una rivista –sono stanca e gradirei tornare a casa prima di domani-.

-Certo che se tu ci dessi una mano finiremo sicuramente prima- s’infiammò subito Stawberry, dando inizio all’ormai quotidiano bisticcio.

-Ma io vi sto aiutando, vi cordino e mi assicuro che facciate tutto- si difese la corvina.

-Sì, certo, come no. Pam, dille qualcosa tu, sei l’unica che ascolta in tutto il locale!-.

Ma la viola si limitò a scuotere la testa, rassegnata, imitata subito da Lory. Ormai erano abituate a veder Stawberry e Mina litigare e non ci facevano più caso, lasciando che il bisticcio si esaurisse da sé…per poi riprendere il giorno successivo.

-Ahhhhh…pista!!-

Ad interrompere la scena fu quindi Paddy, che dopo aver finito di pulire i tavoli aveva deciso di esercitarsi un po’ col suo pallone, perdendone evidentemente il controllo e finendo col travolgere il tavolino di Mina, la quale si trovò a gambe all’aria fra le sue riviste. E, come ultimo tocco, la tazzina di the appoggiata sul tavolo le si rovesciò in testa, lasciandola fradicia e decisamente arrabbiata fra le risate delle compagne.

Mina avrebbe certamente dato in escandescenza, se a bloccarla non fosse giunto Ryan, col viso molto, molto preoccupato.

-Adesso basta con queste bambinate, il computer ha rivelato la presenza di un chimero nel giardino pubblico Aiaka, a nord di Tokyo. Dovete andare subito a risolvere la situazione!-.

Il suo debutto fu accolto da cinque sguardi increduli e da un silenzio glaciale.

Alla fine fu Pam a parlare: -Ma non avevamo già eliminato tutti i chimeri rimasti in città?-.

-Il computer rivela che questo è nuovo, è stato creato solo pochi minuti fa e quindi…-

-E chi l'ha creato allora?- interruppe Mina, il viso un po’ tirato. Le piaceva essere una mew mew, ma la lotta contro alieni e mostri zoomorfi non le mancava proprio.

-E quindi oltre a distruggerlo dovrete anche scoprire chi c’è dietro- concluse Ryan lanciandole uno sguardo severo.

-Ok, immagino che non possiamo rifiutare- proclamò Stawberry nel suo tono più solenne, da leader.

-Che bello, così magari rivedrò Tart! Dite che mi troverà cresciuta?-

-Paddy, non sappiamo se siano di nuovo loro, non sai nemmeno se si ricordano ancora di noi…-disse mestamente Lory con voce spezzata, in fondo anche a lei sarebbe piaciuto rivedere Pai, ma dopo sei mesi non voleva illudersi troppo…

Dietro di lei, senza che neppure la diretta interessata ne fosse del tutto consapevole, Srawberry aveva pensato la stessa cosa, ma su un alieno diverso, aveva pensato a Ghish…

-Tart di me si ricorda sicuramente!- urlò la mew gialla.

-Ora basta!- tuonò Ryan –discuterete al ritorno, ora trasformatevi e andate!-

Le 5 ragazze non si persero in altre chiacchiere, uno sguardo d’intesa e poi:

-Mew Berry…-

-Mew Mina…-

-Mew Lory…-

-Mew Paddy…-

-Mew Pam…-

-…Metamorfosi!-

Un fascio di luce e le cinque eroine apparvero in tutto lo splendore dei loro costume colorati.

Un attimo dopo erano già fuori, pronte ad affrontare la nuova minaccia.

 

Nel frattempo nel parco Aiaka, la misteriosa aliena, sempre nascosta sull’albero, osservava soddisfatta la creatura che aveva appena creato: un terrificante uccello gigante, col becco e gli artigli in affilato metallo, gli occhi rossi e le piume delle ali affilate come rasoi. Altro che il passerottino originale.

-Bene, bene- ridacchiò –un bel chimero per metterle alla prova e decidere se possono essermi utili o no. Spero solo non ci mettano troppo ad arrivare-

Non aveva ancora finito di parlare che un raggio di luce azzurro, una freccia, si diresse verso l’uccellaccio, che senza problemi lo scansò sollevandosi in aria e scatenando una specie di tornado con quelle ali gigantesche.

La ragazza di girò verso l’origine della freccia e scorse le cinque mew mew, pronte a lottare.

-Avanti, fatemi vedere di che cosa siete capaci…-

 

-Accipicchia, l’ho mancato, scusate ragazze-

-Non preoccuparti Mina, piuttosto cerchiamo di trovare il suo creatore- la rassicurò Pam, guardandosi intorno, subito imitata, con il cuore che batteva forte, da Stawberry, Lory e Paddy, ciascuna in cerca di un particolare alieno…

Non videro nessuno, ma purtroppo non videro neppure il chimero che era sceso in picchiata verso di loro, travolgendole e ferendole superficialmente con gli artigli o con le piume.

-State attente, cercate di concentrarvi come una volta!- urlò Ryan da dietro, le ragazze avevano perso un po’ l’abitudine a combattere.

-Tranquillo che ora ci rifacciamo- affermò convinta Strawberry richiamando a sé il suo fiocco, imitata dalla sua squadra.

-E ora…fiocco d’energia!- la frusta viola di Pam si arrotolò attorno ad una zampa del volatile, che cercò invano di liberarsi.

-Bene, ora tocca a me e sta certo che questa volta ti colpirò. Fiocco d’azione!-

La freccia azzurra di Mina si diresse rapida e precisa verso il chimero, e Strawberry si preparava già a finirlo, quando il chimero si sollevo in aria trascinando con sé la mew lupo, posizionandola proprio sulla traiettoria della freccia, ma per fortuna il tempismo non fu proprio perfetto e la ragazza riuscì a lasciare la sua arma in tempo, atterrando senza troppi danni grazie al suo dna in parte animale.

-Tutto bene Pam?- si preoccuparono le sue compagne, ma lei le tranquillizzò e si concentro sul modo di recuperare il suo fiocco, ancora agganciato a quell’essere.

Gli attacchi delle ragazze si susseguivano senza sosta, alcuni colpivano il chimero, ma la maggior parte veniva agevolmente schivata, mentre loro erano ormai senza fiato e ferite dalle appendici metalliche del mostro, che pareva molto più forte e intelligente di tutti quelli affrontati in passato.

Dall’alto, qualcuno si godeva lo spettacolo.

-Umh…notevole- pensò la ragazzina aliena –hanno senza dubbio un gran potenziale, anche se non sono abituate a combattere contro chimeri di questo livello…ma con un po’ di allenamento… Sì, ho tutti i dati che mi servono, questo giochetto può anche finire qui-, presa questa decisione, allungò il palmo verso il suo mostro e separò le due forze vitali. Subito il passerotto, tornato normale, volò via, spaventato, mentre il parassita gelatinoso fu risucchiato verso di lei, che nel frattempo si era teletrasportata per vedere meglio le sue avversarie.

Più giù, le mew mew erano chiaramente sorprese dal fatto che il chimero fosse sparito ed erano più che mai curiose di vedere l’artefice dell’attacco, perché mai avrebbe distrutto il suo mostro proprio mentre stavano per soccombere?

Per avere risposta non dovettero aspettare a lungo, infatti sentirono una voce dietro di loro:- Molto bene, mew mew, a quanto pare la vostra fama non è del tutto immeritata!-

Il tono era cantilenante, delicato, infantile, chiaramente la voce di una bambina o di una ragazzina, ma con qualcosa di minaccioso, qualcuno che è forte e sa di esserlo.

Seguendo il suono il gruppo si girò e vide finalmente l’aliena, in piedi in cima ad un lampione, la silhuette scura, incredibilmente magra e minuta, stagliata contro il cielo notturno.

-Tu chi sei? E perché ci hai attaccato?- urlò Ryan –ci devi delle spiegazioni!-

-Mi sembra ragionevole- concordò l’aliena, per nulla turbata dal tono irato di Ryan, saltando agilmente a terra, rimanendo però in ombra per non esporsi troppo.

-Il mio nome è Cream, mi mandano i fratelli Ikisatashi-

 

Angolo dell’autrice

Ok, so di essere in (grandissimo) ritardo, ma spero comunque che apprezziate il capitolo a cui, spero, seguiranno altri a distanza più ravvicinata.

Se il capitolo vi piace magari fatemelo sapere, fa sempre piacere una recensione.

Credo sia tutto, perciò a presto (spero)

PrincipessLua

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** ...o un amica? ***


Capitolo 2

…o un’amica?

Alla rivelazione seguì qualche secondo di silenzio carico di stupore, finche mew Berry non si decise a parlare:-Vuoi dire che ti mandano Ghish, Pai e Tart?-

-Esattamente-

-E per quale ragione?-

-Questo non è ancora il momento di rivelarvelo-, continuò tranquilla l’aliena.

-Cosa?! Allora dicci almeno perché ci hai attaccato, e soprattutto fatti vedere!- sbottò all’improvviso Ryan

-Questo si può fare- acconsentì la ragazza, muovendo qualche passo con un andatura eterea, fino a trovarsi al centro del cono di luce.

Involontariamente, tutto il gruppo fece un passo indietro, perché la creatura che videro era indubbiamente splendida, ma di una bellezza inquietante e letale, come fosse circondata da un’aura di mistero e pericolo.

Più che una ragazza era poco più di una bambina, 12 o 13 anni al massimo, minuta e sottile come un giunco, eppure tutto in lei dava l’impressione di forza e minaccia, a partire dalla posa spavalda.

Come tutti quelli della sua razza era di un pallore latteo, la pelle splendeva leggermente come porcellana lucida. Il viso era un ovale perfetto dai lineamenti delicati, una bocca rossa e carnosa atteggiata in un sorriso dolce e crudele che lasciava scoperti i denti affilati, un nasino all’insù, una gran massa di capelli corvini, ma che alla luce rivelavano lucenti riflessi di tutte le sfumature del vermiglio e del viola più intenso, acconciati in una coda alta che le scendeva fino alle ginocchia trattenuta da laccetti in pelle. Fra i capelli sbucavano due lunghe orecchie a punta. Ma la cosa più inquietante erano gli occhi, enormi, con la pupilla sottile e verticale e di un color fucsia incredibilmente intenso, acceso, che sfumava nel rosso sangue e nel viola cupo. Erano occhi da bambina, ma spietati, magnetici, che da soli erano capaci di terrorizzare chi si trovava di fonte.

I pochi istanti prima che la creatura, anzi Cream, riprendesse a parlare sembrarono dilatarsi all’infinito.

-Vi ho attaccate per mettervi alla prova e vedere se potevate essermi utili. Ciò che ho visto mi ha reso abbastanza soddisfatta, perciò domani a quest’ora fatevi trovare qui pronte con il minimo indispensabile e torneremo sul mio pianeta, dove verrete addestrate e ci aiuterete nella nostra guerra.

Questo è quanto- concluse con voce gelida.

-Ma tu sei completamente matta!- l’aggredì Mina

-Già, ti presenti qui, ci attacchi e quasi ci uccidi e poi ci chiedi di seguirti chissà dove per combattere non so quale guerra e pensi anche che accetteremo!? Non sappiamo neanche chi sei e di certo non ci possiamo fidare!-

-Io mi sono già presentata. Inoltre non vi ho chiesto di seguirmi, ve l’ho ordinato, e se anche non vi presenterete domani, ora che vi ho visto posso rintracciarvi. Vi cercherò ovunque siate e vi costringerò con la forza a fare ciò che voglio. Non pensiate che perché sono più piccola di voi non ne sia capace, perché non mi conoscete. Vi ho avvisate-

-SCORDATI CHE TI SEGUIREMO!- urlò Ryan

-Di te e del tuo amico non ho bisogno, umano, perciò se non ti va resta pure qui. Solo le ragazze mi seguiranno, volenti o nolenti. Avete 24 ore per decidere, poi vi verrò a cercare. Non voglio farvi del male, ma se necessario non avrò scrupoli. Arrivederci- dettò questo sparì nel nulla.

-Aspetta, dicci almeno qualcosa di più!-supplicò Lory, ma le rispose solo il silenzio del parco.

-Allora, che cosa facciamo?- domando Pam, che ormai si era ritrasformata.

Il tono di voce era calmo, ma s’intravedeva una nota di preoccupazione.

-Mi sembra ovvio, non andate da nessuna parte- rispose Ryan.

-Ma…-

-Domani resteremo a dormire al caffè e se ci verrà a cercare la sconfiggeremo, non può farcela da sola contro cinque-

-Ti ricordo che il suo chimero avrebbe potuto farci fuori- disse Paddy –inoltre, se Tart a davvero bisogno d’aiuto, be’…io voglio esserci!-

-Se è così perché non sono venuti di persona?!-

-Hai sentito Cream, a parlato di una guerra, forse non potevano venire loro…-mormorò Lory. Il pensiero di Pai in guerra le provocava una strana stretta al cuore.

-Paddy ha ragione. Loro ci hanno aiutati nella battaglia finale e non dobbiamo ricambiare il favore, glielo dobbiamo- continuò Strawberry con voce decisa, che stranamente non riusciva a tollerare che Ghish stesse combattendo da solo.

-Ma siete tutte fuori di testa?! Non avete visto lo sguardo di quella? Sembrava uscita direttamente dagli inferi, a me è parso che non avesse emozioni…-Mina era decisamente poco entusiasta di quel piano.

-Non hai tutti i torti, ma io in quegli occhi ho letto anche tanta sofferenza e determinazione. Se ci rifiutiamo, ci verrà a scovare e non le resisteremo- Pam fu, come sempre, logica e pragmatica.

-Ahhh…se siete tutte d’accordo, non posso rifiutarmi- sospirò allora la mew azzurra. Non avrebbe mai abbandonato le amiche sole con quella ragazza strana e spietata.

-Allora è così, eh?- Ryan aveva ascoltato lo scambio in silenzio e ora era esploso –vi siete dimenticate tutto quello che ci hanno fatto passare? E ora che fate, correte ad aiutarli? Seguite una tizia di cui sapete solo il nome perché ha detto che hanno bisogno di una mano? E cosa avete intenzione di dire alle vostre famiglie? E tu Stawberry, tu che dirai a Mark?-

Alle ultime frasi la rossa ebbe un piccolo sussulto, ma fu decisa nel rispondere:-Ryan, so che è una follia, ma io sento che Cream ha detto il vero e che non ci farà del male se non gliene daremo ragione, inoltre, anche se so che non sarà facile trovare una scusa per i miei cari, il mio cuore mi dice che devo andare e dare una mano, di qualunque cosa si tratti. Se tu, Kyle e voi, ragazze, vorrete venire con me, ve ne sarò grata-

-Tranquilla Stawberry, non ti lasciamo sola- le altre mew mew le erano attorno e l’abbracciarono.

-Anch’io sento che dobbiamo aiutarli, ce la faremo vedrai- le sussurrò Lory all’orecchio.

Indispettito, Ryan si passò una mano sul viso:-E va bene, visto che siete tutte e cinque ammattite di colpo, dormiteci su e venite al caffé domattina. Puntuali- aggiunse guardando Stawberry –se sarete ancora convinte di questo progetto folle, io e Kyle verremo con voi e vi aiuteremo con le vostre famiglie.

In un attimo almeno tre ragazze, la mew rosa, gialla e verde, saltarono in braccio a Ryan per ringraziarlo.

-va bene, va bene…ora andate a casa e riposatevi, domani sarà una giornata faticosa-

Tutte e cinque obbedirono, ognuna coi propri pensieri e le proprie emozioni.

 

 

Angolo dell’autrice

Ebbene sì, sono di nuovo io! Con un nuovo capitolo

Nessuno si è fatto vivo per quello precedente, ma ho deciso di aggiornare comunque, ma se neanche questo capitolo non riceverà neppure una minuscola recensione, per quanto piccola o critica, chiuderò la storia, perché vuol dire che non la ritenete abbastanza interessante o avvincente. Non sarà colpa di nessuno e ci riproverò, ma eviterò di passare il tempo a scrivere qualcosa che al pubblico non piace.

Comunque grazie a chi ha letto e, in cuor suo, apprezzato

Ciao e spero a presto con un nuovo capitolo

PrincipessLua

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Capitolo 4
*** Partenza ***


Capitolo 3

Si parte

 

La mattina dopo tutte e cinque le ragazze, compresa Strawberry, si recarono al caffé in perfetto orario, anche perché avevano passato la maggior parte della notte a rimuginare nei loro letti.

-Allora- partì subito alla carica Ryan non appena furono tutte presenti –siete ancora decise a seguire un’aliena demoniaca e pazza su un pianeta sconosciuto per rischiare la vita combattendo una guerra che non, e sottolineo NON, ci riguarda?-

Le cinque ragazze si limitarono ad annuire davanti a quel fiume di parole.

-Bene, perfetto- sussurrò allora il biondo coprendosi gli occhi con la mano.

-Ryan voleva dire che se siete convinte allora e meglio che torniate a casa a preparare i bagagli e avvisare le vostre famiglie- tradusse gentilmente Kyle.

-Già, a proposito di famiglie, che ci inventiamo per giustificare un’assenza a tempo indeterminato?-

chiese Lory, che ci aveva riflettuto su tutta la notte.

-Dite che venite a stare da me a New York- sospirò rassegnata Mina –e dei tuoi fratelli può occuparsi la mia tata- aggiunse, dando un occhiata alla mew gialla.

-Wow, hai davvero una casa a New York?- si entusiasmò Strawberry.

-Certo che ce l’ho, ma ti ricordo che non andiamo davvero lì-

-Non ora- sogghignò la rossa in risposta.

A quel punto Mina aprì bocca per lanciare una delle sue solite sfrecciatine acide, ma il battibecco fu troncato sul nascere da Ryan, che spedì le ragazze a casa a prepararsi.

Sulla via del ritorno, Strawberry cominciò a riflettere seriamente sulla loro imminente partenza.

C’erano così tante cose che avrebbe voluto chiedere, ma l’unica persona ad avere le risposte era Cream, che fino a quella sera era irreperibile. La ragazza prese nota mentalmente di tutto ciò che voleva sapere e si ripropose di fare qualche domanda all’aliena appena possibile.

Nel frattempo si accorse di essere giunta a casa.

Cominciava a sentirsi nervosa e pregò che i genitori le accordassero il permesso senza troppe storie, non voleva coinvolgersi in una rissa fra chimeri. E c’era anche la questione di Mark, che la rossa non aveva considerato fino a quel momento.

Si fermò due secondi, prese un bel respiro ed entrò, chiamando i suoi a gran voce.

-Ciao, cara, tornata presto oggi?- la salutò allegra la madre, mentre il padre si girò furtivamente a controllare che con lei non ci fosse Mark. Vedendola sola, tornò al suo giornale.

-Emh…in effetti hanno chiuso prima perché devo dirvi una cosa importante…-

-Dicci tutto amore, sai che siamo aperti ad ogni novità- la incoraggiò la madre, tirando una gomitata al marito per distrarlo dal giornale –vero,caro?-

-Se non riguarda quel buono a nulla del tuo ragazzo, sì-

-Ehi-

-Tranquilla, se vuoi lasciarlo noi ti capiamo…-

-Papà!- urlò Strawberry, più per irritazione all’atteggiamento del padre che per il pensiero di lasciare il suo ragazzo.

-Ok, ok, spara-

-Mina ha invitato me, le altre, Ryan e Kyle a New York. Partiamo stasera- urlò la ragazza in un solo fiato.

-COSA!?-

-Avevate detto di essere aperti a tutto-

-Sì, però, potevi darci un po’ di anticipo…New York è così lontana…-temporeggiò Sakura.

-Neanche se ce l’avessi detto l’anno scorso- la contraddisse il padre.

-Vi prego, per me è molto importante, non ve lo chiederei se non fosse così. E poi non saremo sole, Kyle e Ryan verranno con noi e ci terremo in contatto, ve lo giuro!-, l’ultima frase era una bugia, non era certa che dovunque fossero andate ci fossero i mezzi per comunicare con la Terra, ma sperò che i genitori non lo capissero.

-E per quanto tempo dovreste stare lì?-

Strawberry deglutì a vuoto:-Non saprei…il motivo per cui partiamo così di corsa è che Mina ha ricevuto una convocazione per un provino prestigioso, i suoi non ci sono mai e non vuole stare da sola in una città sconosciuta, per lei è importante…e poi sarebbe una bella occasione anche per Pam…-. Si stava inventando tutto di sana pianta, ma sembrava che i genitori si fossero addolciti –Vi prego- concluse, con l’aria più dolce che riuscì a tirare fuori.

-Umm…e va bene- la ragazza cominciò a saltare, -prima però voglio telefonare a…- la rossa s’immobilizzò temendo che stesse chiamando Mina per confermare la storia del provino –a questo Ryan e vedere se è affidabile-

Strawberry quasi svenì di gioia, sapeva che Ryan le avrebbe retto il gioco e convinto i suoi a lasciarla partire, infatti meno di un quarto d’ora dopo era già in camera sua a riempire una valigia con tutto ciò che le sarebbe servito, felice ed emozionata come non mai al pensiero di questa nuova avventura.

Era contenta persino di rivedere Pai, Tart e…Ghish.

 

Nel frattempo, a casa Midorikawa si svolgeva una scena molto simile, con la povera Lory rossa di vergogna per le bugie che stava snocciolando senza sosta ai suoi genitori, ma con la differenza che il fratellino della verdina, al contrario dei genitori, sembrava entusiasta per la prossima partenza della sorella, a giudicare da come saltava allegro sul divano da subito dopo la notizia. Fortunatamente anche la conclusione fu identica: l’ennesima telefonata a Ryan e la mew di sopra a fare i bagagli, con la mente sottosopra e il cuore in subbuglio.

 

Per le altre tre le cose furono molto più semplici. I fratellini e la sorellina di Paddy si dimenticarono presto la tristezza per la sorella che partiva quando videro la villa di Mina, mentre quest’ultima e Pam, non avendo famiglia, non incontrarono problemi.

 

Fatto sta che quella sera, poco prima del tramonto, si trovarono tutti e sette al parco Aiaka, in attesa della ragazza che avrebbe dato il via al loro destino.

Ai loro piedi erano appoggiati i bagagli. Come aveva chiesto Cream avevano ridotto il carico al minimo, una valigia o un borsone a testa e al massimo uno zainetto, persino Mina, per paura della reazione dell’aliena, si era trattenuta dal portare con se l’intera casa, nonostante non avessero nessun’idea su ciò che avrebbe potuto servire loro in un'altra galassia.

Il battito dei loro cuori era quasi udibile ad orecchio umano. Erano tutte preoccupate, ma ai motivi più logici, per la rossa, se ne aggiungeva un altro: quando aveva informato Mark della partenza il ragazzo non l’aveva presa per niente bene e avevano litigato violentemente, tanto che lui non l’aveva chiamata neppure per dirle buona fortuna. Questo aveva provocato nella ragazza un vortice di sensazioni, diverse, però, da quelle che si sarebbe aspettata. Era triste, certo, per com’erano andate le cose, ma non si sentiva per niente a pezzi come avrebbe dovuto, era solo un po’ irritata, niente più.

Niente al confronto con l’emozione che le provocava il pensiero di quella nuova entusiasmante avventura.

 

Non appena il disco solare fu completamente oscurato dagli alberi, Cream fece la sua apparizione, comparendo senza rumore alle spalle del gruppo e schiarendosi la voce per attirare la loro attenzione, anche se quello che ottenne fu di provocarli un grosso spavento, cosa che sembrò divertirla.

Ora che c’era ancora luce, a differenza del loro ultimo incontro, Strawberry e le altre notarono anche i vestiti e, motivo di profonda inquietudine, le armi della ragazza. Cream indossava un top viola corto e scollato, senza maniche, e un paio di pantaloncini corti in pelle nera, che metteva in risalto il pallore delle gambe. Intorno ai fianchi e alla vita erano strette delle cinture di cuoio scuro a cui erano fissati ben quattro pugnali, con le lame affilate in bella vista. Braccia e gambe erano fasciate da bende violacee, alla moda della sua gente, e intorno agli avambracci luccicavano degli strani bracciali di metallo inciso, circondati da un bordo affilato poco rassicurante. Ai piedi portava scarpette di tela, anche quelle strette alla caviglia da legacci di pelle.

-Bene, siete venute tutte alla fine. Mi risparmia la fatica di venirvi a cercare-.

-Il fatto che siamo venuti non significa che ci fidiamo di te…-cominciò Ryan in tono duro, ma Cream lo interruppe con tono noncurante:-Non m’importa nulla di cosa pensate di me o se vi fidate. L’unica cosa che importa è che mi seguiate, in modo io possa concludere la missione e tornare a casa mia-

-Quella tipa è davvero senza emozioni- pensò scocciato Ryan.

-Possiamo almeno farti qualche domanda? Avremo molte cose da chiarire…-chiese timidamente Lory.

-Non ora, appena saremmo sul mio pianeta-

-A proposito, come raggiungiamo il tuo pianeta?- chiese Pam con molto buonsenso, mentre le altre erano troppo impegnate a tenere d’occhio i pugnali e i bracciali affilati per mettere insieme una frase di senso compiuto.

-Con la mia navicella- rispose, come se fosse ovvio. E in effetti lo era.

-E dove…-

-Ci penso io- l’anticipò l’aliena –prendetevi per mano e tenetevi stretti i bagagli, ci dobbiamo teletrasportare-

Con crescente nervosismo, il gruppo obbedì.

A quel punto Cream si avvicinò a Ryan, ignorando il fatto che lui si fosse allontanato non appena aveva mosso un passo verso di lui, e gli posò un dito sulla pelle, facendo poca attenzione a non graffiarlo con le unghie da gatta che aveva in dotazione. Sentì la pelle del biondo irrigidirsi al contatto con la sua mano fredda.

Si teletrasportò.

Per i terrestri fu una sensazione stranissima, il vuoto allo stomaco, l’aria fredda che scorreva addosso, la sensazione di dover vomitare, il turbine di colori intorno al loro. Per fortuna durò un solo secondo, poi poterono riappoggiare i piedi sulla terra stabile e immobile. Si separarono, barcollando un po’e appoggiandosi agli alberi del bosco che avevano raggiunto, Mina si dovette addirittura sedere, mentre Cream gli osservava, ridacchiando per quella reazione a suo dire spropositata. Per lei teletrasportarsi, così come volare, era una cosa naturale e meravigliosa, così radicata in lei da non riuscire ad immaginare di doverne fare a meno. Non arrivava a capire come potesse provocare simili effetti.

Non appena si furono ripresi, prima che potessero chiederle dov’era la navicella, si girò verso la radura ai cui margini si trovavano e, sguainato uno dei pugnali, con conseguente reazione spaventata-difensiva delle persone dietro di lei, disegnò un simbolo strano nel vuoto.

Non appena ebbe finito, l’aria innanzi a loro cominciò a tremolare ed evaporare, rivelando ciò che era nascosto dietro la barriera: un’ enorme nave spaziale, perfettamente circolare e completamente ricoperta da piastre di metallo scuro. A vederla rimasero tutti a bocca aperta, ma Cream non concesse loro il tempo di riprendersi. Avanzò svelta verso il veicolo e appoggiò la mano sul metallo. Dal punto in cui la mano si era appoggiata apparve un bagliore rossastro, e un istante dopo una delle sezioni metalliche si staccò e si abbassò verso il suolo, galleggiando a pochi centimetri da terra.

Cream ci salì sopra e con un gesto irritato chiamò gli altri perché la imitassero. Non appena furono saliti tutti, insieme con le valigie, la piattaforma tornò alla sua postazione iniziale, e loro si ritrovarono all’interno dell’astronave.

Era molto spaziosa e ben illuminata, con una ampia vetrata che correva tutto intorno. Per terra c’erano dei materassi, completi di coperte e cuscini, e quella che sembrava una cucina, addossata alla parete circolare. Accanto a loro c’era una specie di parallelepipedo scuro, con una porta chiusa, mentre nella parte più lontana, leggermente rialzato rispetto al resto, c’era la sala comandi: una lunga scrivania metallica piena di strumenti, pulsanti, pannelli illuminati e tastiere e, più in alto, un numero indefinito di monitor, al momento quasi tutti spenti, disposti ai lati di un’ ampia finestra, davanti al tutto c’erano tre sedili che galleggiavano a circa mezzo metro da terra. Lungo le pareti inoltre c’erano numerose maniglie saldamente fissate. Un tavolo con qualche sedia, anche quelli ancorati a terra, e numerosi cuscini e tappeti sparsi, completava il tutto.

-Aggrappatevi a una delle maniglie e tenetevi stretti insieme alle vostre cose finche non ve lo dico io-

ordinò Cream, già seduta a una delle tre postazioni. Stese le mani davanti a sé e il modulo di comando prese vita, i pulsanti, i pannelli, i bottoni s’illuminarono, i monitor si accesero.

Gli schermi non erano proprio reali, ma semitrasparenti e attivabili sia con comandi vocali oppure sfiorando direttamente lo schermo olografico.

Senza neppure controllare che tutti fossero agganciati a qualcosa, Cream digitò rapidissima i comandi per l’accensione e i potenti motori nascosi sotto il pavimento cominciarono a ringhiare, mentre la gigantesca nave si sollevava dal suolo.

Le ragazze si scambiarono un occhiata: anche se non tutte avevano gli stessi pensieri in testa, erano pronte a condividere quella nuova avventura.

Stavano partendo.

 

 

Angolo dell’Autrice

Visto che avete commentato, ecco come promesso il nuovo capitolo, a cui, se continuerete ad apprezzare questa storia, seguiranno altri.

Se volete che sia così sapete cosa fare.

Va bene, ora che ho finito di minacciarvi posso augurare a tutte una piacevole lettura e ringraziare di cuore tutti quelli che hanno letto e in modo particolare le tre che hanno lasciato una recensione.

Un grazie speciale e un grosso abbraccio vanno quindi a:

 

-alexiakatherine

-lady S

-mariotti92

Grazie  ragazzi, siete speciali.

Inoltre volevo chiedervi cosa ne pensate se nel prossimo chap inserissi un’ immagine di Cream, giusto per farvela visualizzare meglio. Vi va l’idea?

E ora buona lettura!

Arrivederci e a presto.

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