Sotto la pioggia

di Frosba
(/viewuser.php?uid=159149)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Eccomi di nuovo qua...
Questa è la terza storia e l’ultima(escluso l’epilogo), della mia serie.
Non è una long, forse una mini-long.
Solo tre capitoli, sapete che odio rompervi troppo.
Obbiamente seguito di “Nella buona e nella cattiva sorte” e “Paura d’amarti”.
Vi lascio alla lettura sperando che non sia troppo penosa.
Un bacio.
Cry
 

Sotto la pioggia.
Capitolo 1.

 
 
Piangere sotto la pioggia per non mostrare le proprie lacrime.
Accendere la radio per non sentire il proprio pianto, che non è più silenzioso.
 
 
Solo ricordi, solo stupidi ricordi per Chloè.
Ora non piangeva più, e quando lacrime scorrevano dai suoi bellissimi occhi, lui dolcemente, gliele asciugava col pollice, la bacia e la stringe a se.
Il battito del cuore di Thomas la tranquilizza.
Sia da quando stanno insieme, sia da prima, quando a tarda sera accorreva alla sua porta, con gli occhi rossi per colpa di uno di quei brutti incubi.
E se vogliamo parlare di incubi, ormai non ne sapeva più il significato.     
E tutto grazie a  lui.
Che le aveva insegnato tante cose, donandoli parte del suo cuore.
Ora è lì, appoggiato allo stipite della parta, due tazze di thè nelle mani.
Si avvicina al letto, le posa sul comodino e ti abbraccia.
Ti amo le sussurà piano all’orecchio.
Guardi un’attimo le tazze sul comodino, guardi l’orologio: le sette.
Mandi entrambi a quel paese e lo baci con tutta la passione che hai.
Fate l’amore in un modo speciale.
Un modo diverso da solito.
Hai il presentimento che potrebbe succedere qualcosa, ma te ne freghi.
E poi tu che ne puoi sapere che non state semplicemente facendo il vostro nuovo rituale?
Chiudo gli occhi e non pensi.
 
 
Cantare sotto la pioggia per imitare il vostro film preferito.
Accendere la radio per ballare stretta a lui col cuore che batte, sempre più forte.
 
 
Ma una mattina ti svegli.
Lui ancora dorme, la pioggia scende battente sulla finestra.
Vai in bagno e senti una fitta allo stomaco.
E stavolta accendi la radio per non farti sentire mentre moviti l’anima.
Il cuore ti batte forte, ti senti male.
Le lacrime scendono dai tuoi occhi.
Sei incinta.
Aspetti un figlio, aspettate un figlio.
Ma la cosa che più ti preoccupa, è come la prenderà lui.
Ha perso la sua famiglia e hai paura che non voglia formarne una nuova famiglia.
Ti asciughi le lacrime, tiri lo sciquone e ti rimetti a letto.
Ora devi pensare a cosa fare.
Se fosse facile....
Lui si sveglia, ti sorride.
Ti da un bacio e si va a fare la doccia.
Vorresti tanto che tornasse indietro e ti stringesse.
Glielo diresti se ne avessi il coraggio.
Ma hai paura troppa paura.
Chiudi gli occhi, accarezzandotii la pancia mentre una lacrima solitaria ti bagna la guancia.
E ricordi quel giorno.
A San Valentino, ti portò nel luogo, in cui si trovava la scena del crimine del primo omicidio che risolveste insieme.
Sarebbe stato strano, per una qualsiasi coppia ma non per voi.
Lentamente ti alzi e ti vesti.
Dovresti pensare.
Ma non ce la fai, non lì.
Li lasci un biglietto e esci
Chiudi la porta piano.
Piove ancora.
E Pensi che il cielo stia piangendo per te.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Anche se non ho ricevuto nemmeno una recensione,  non voglio abbattermi.
Adoro questa storia e la continuerò.
Se continuo a postare un capitolo al giorno, vi libererete di me presto.
Vi lascio questo secondo capitolo, sperando che vi piaccia.
Un bacio.
Cry.

 

Sotto la pioggia.
Capitolo 2.

 
Chloé apre il partone, con le lacrime che fremono per uscire.
La pioggia è battente, ma si è coperte bene e ha con se il suo ombrello.
Per quanto non abbia la minima idea di cosa fare, sa che per niente al mondo vorrebbe farli del male.
Cammina piano e arriva fino a un piccolo parco giochi.
Ci era passata davanti tante volte ma mai senza entrarci.
Si siede su una panchina, il posto dove le mamme guardano attente i loro bimbi giocare.
Quasi meccanicamente si accarezza la pancia.
I singhiozzi ti scuotono.
Scappi via da quel luogo deserto, ma stavolta corri.
Non veloce, ma corri.
E senti una qualcosa provenire dallo stomaco.
Un borbottio.
Vedi un bar dall’altro lato della strada e ci vai.
Ma non guardi quella pozzanghera sulla strada.
Stai per scivolare, ma qualcuno ti sorregge.
Le braccia non sono forti.
Ma tu sembri stranamente leggera.
Ti giri e la vedi.
E’ solo una ragazzina, tredici anni al massimo.
La ringrazi e la inviti a seguirti.
Vi sedete a un tavolino del bar e le chiedi cosa ci faccia qui.
- Mi piace osservare, capire la gente. E certe volte salvarla. –
Sorride.
- TI ringrazio. –
- Per esempio ho capito che lei ha un problema che la attanaglia. Non è un vero problema, in realtà, ma una scelta troppo difficile, di cui sa la risposta, ma ha paura delle ripercussioni. Come per esempio la scelta di tenere o no suo figlio. –
La criminologa sobbalza e fa per parlare, ma la ragazzina la interrompe.
- Di solito, se una a un problema e vuole piangere, non si compre al meglio, pensa solo alla risoluzione di quel problema, ma lei no. Perché lei doveva pensare anche al piccolino. –
- E quindi, visto che sei tanto, intelligente, che dovrei fare? –
- Intanto, smettere di piangere e rilassarsi. Non le dico di tornare a casa, ma vada in un posto che la tranquillizzi e faccia qualcosa che la rilassi, non si stressi, fa male. Poi prenda tutto il coraggio che ha dentro e vada. –
La guardi andarsene, e noti che ha lasciato li il suo i-pod, lo accendi e vedi dentro almeno cento canzoni, per la maggior parte sono di Ne-Yo o Micheal Bublè.
Metti le cuffiette e arrivi fino a un piccolo parco ti metti a correre.
Hai i tacchi, ma non importa.
La ragazzina ha detto di rilassati e questo per te è rilassante.
Sorridi a una frase di una canzone, qualsiasi cosa accadrà la sistemeremo.
Quella frase ti fa pensare, dandoti coraggi.
Guardi l’orologio e vedi che sono le otto.
Sai che lui sarà in pena per te, li mandi un messaggio e cammini fino alla tua meta, senza fretta.
Quando arrivi sorridi e entri.
Sei felice, perché ora hai la risoluzione giusta al tuo problema.
Lo terrai, con lui.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Chiedo infinitamente scusa per il mio estremo ritardo a Takeri e S_milady, che hanno recensito la storia.

Ma mi ero presa un periodo sabatico dalla scrittura, spero soltanto che il capitolo mi farà perdonare ;)

Ci rivediamo all’epilogo di questa mia serie di ff.

Un bacione.

Cry.

 

Sotto la Pioggia

Capitolo 3

 

Mentre corri fai una telefonata.

Arrivi col fiatone.

Guardi con gli occhi pieni di lacrime quel luogo all’apparenza inutile, ma per te pieno di significato.

Ti siedi, lì, proprio davanti al commissariato e lo aspetti.

Lo aspetti, lo aspetti con la piena convinzione che qualsiasi cosa succederà, tu sarai felice.

O almeno è quello che dici a te stessa.

E quando guardi il cielo vedi il sole.

Non puoi piangere.

Il tuo Thomas arriva puntuale.

Quando ti vede, ti stringe forte, è preoccupato.

Lo baci, un bacio lento, passionale.

Come il primo bacio che vi siete scambiati, come il bacio che tu ha spinto ad andare a Sinistra, in quel bivio che da troppo tempo di attanagliava cuore ed anima.

Rivogli uno sguardo al cielo e poi all’uomo che ti sta davanti.

Lo prendi per mano.

- Seguimi -

Glielo dici semplicemente, in un tono tra l’ordine e la supplica.

Mi guardate negli occhi, e non ti fa domande, non ti dice dove state andando, semplicemente si fida di te.

Ed è grazie alla fiducia che ora state correndo insieme.

Mano nella mano.

Quando arrivate davanti all’Ospedale, lui ti guarda preoccupato e tenta di parlare.

Ma tu posi le tue labbra sulle sue, e anche se sai che forse questo è l’ultimo bacio che potrai darli, ma oggi splende il sole, hai fiducia nel destino.

Entri piano, col passo di una gatta dal pelo rosso.

Quando siete entrambi dentro l’ascensore, chiudi li occhi e pigi un tasto.

Quando arrivate al piano desiderato, gli poggi una mano sugli occhi.

- Chloé che stai face… -

- Fidati di me. Devo mostrarti una cosa –

 

E camminate piano piano, l’uno accanto all’altra.

E non hai la minima idea di dove sta andando.

E hai ancora paura per la scomparsa della tua Chloé di quella mattina.

E hai troppe domande, decidi di non pensare.

Perché sai che non puoi fare altro.

 

E togli mano dagli occhi del tuo ispettore.

Apri la porta davanti alla quale vi trovate.

 

È nel momento in cui noti la macchina per le ecografie che la tua criminologa si distese sul lettino, con un gesto della mano ti invita a sederti accano a lei.

E come un automa, tu obbedisci.

 

In quell’istante la dottoressa spalma sulla tua pancia il gel.

E senti una breve sensazione di freddo.

Una sensazione che presto si trasforma in lacrime, nel vedere il sorriso spuntare sul volto dell’uomo che ti aveva rapito il cuore.

 

- Questo è vostro figlio –

Esordì la dottoressa Donna Paxton.

Guardi la donna accanto a te e senza pensarci la baci.

 

- Ti amo –

Disse a fior di labbra.

- Anch’io ti amo –

Sussurro lei a sua volta.

 

Ora il sole era scomparso, e la pioggia era venuta.

Il cielo piangeva di nuovo, ma stavolta piangeva di gioia.

E piangeva insieme a te.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1105868