I know how to save a life

di lostwithoutmusic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chapter 1 ***
Capitolo 2: *** chapter 2 ***
Capitolo 3: *** chapter 3 ***
Capitolo 4: *** chapter 4 ***



Capitolo 1
*** chapter 1 ***


Ho un paio di cose da dire, ma lo farò alla fine del capitolo.

Warnings: non ce ne sono molti, ma mi sembra giusto metterli. Primo fra tutti, Blaine è leggermente OOC (al contrario, cercherò di rappresentare Kurt il più possibile uguale alla realtà). Ci sarà angst in 3/4 capitoli, menzione di attentato suicidio (non sarà grafico però, ovvero ne parlerò ma non descriverò l’atto in se). Inoltre ci saranno menzioni di bullismo e violenza domestica (e anche di questi non verrà descritto l’atto in se), molto fluff e probabilmente (non sono sicura perché non sono buona a scriverlo) smut.
Eh dovevano essere pochi, va bene così.





Il giorno del diploma fu un susseguirsi di eventi che passarono sotto gli occhi di Kurt Hummel senza che lui se ne accorgesse. Alzarsi, prepararsi per andare a scuola, indossare quella toga fuori moda, cantare insieme ai suoi amici, il giovane controtenore visse tutto questo con la testa da tutt’altra parte.
Il giorno precedente a casa Hummel-Hudson erano arrivate due lettere tanto attese, e una di queste portava proprio il suo nome. Lui sapeva già quello che c’era scritto li sopra e non vedeva l’ora di poterlo verificare con i proprio occhi. Era sicurissimo che la sua audizione per la NYADA era andata magnificamente, o così Carmen Tibideaux gli aveva detto, ma, come lui, la sua migliore amica Rachel Berry e suo fratello Finn Hudson avevano deciso, avrebbe dovuto aspettare fino alla fine della consegna dei diplomi per essere veramente sicuro di essere entrato nella scuola dei suoi sogni.
 
Appena la musica finì, tutti lanciarono in aria il loro cappello e, tra sorrisi e lacrime, si abbracciarono.
La mente di Kurt, però, era solo occupata da quella busta bianca che in quel momento si trovava nella tasca interna della giacca di suo padre.
L’unica ad accorgersi della sua distrazione fu la sua seconda migliore amica, Mercedes. Infatti, la ragazza gli si avvicinò e gli sorrise “Tutto a posto pasticcino?” chiese e lui le annuì con poca convinzione “Vedrai che andrà tutto bene. Ero lì sul palco con te alla tua audizione e hai fatto faville, l’hai completamente impressionata. Sono dei pazzi se non ti hanno presi, non sanno cosa si perdono” cercò di incoraggiarlo e il giovane scosse la testa “Mi hanno preso, ne sono sicuro. Devo solo vederlo con i miei acchi” disse in tono fermo per poi fare un piccolo sorriso alla sua amica. In verità nel profondo non era proprio sicuro di avercela fatta, una piccola parte di se continuava a ripetergli che era ancora presto per cantare vittore e che avrebbe dovuto aspettare prima di montarsi la testa.
Gli bastò, qualche minuto più tardi, uno sguardo lanciato a Rachel e Finn per capire che era finalmente arrivato il momento.
 
Liberatosi della toga entrò nella choir room, seguito da suo fratello, ed entrambi lasciarono sullo sgabello nero, che si trovava al centro della stanza, la loro busta.
“Sto davvero facendo fatica a respirare ora” disse con voce strozzata dall’emozione e dall’ansia che lo stavano pian piano divorando.
Pochi secondi dopo furono raggiunti da Rachel che entrò a passo deciso “Siete pronti ragazzi?” chiese e subito il fidanzato le rispose “No, voglio aspettare” disse mentre anche lui si faceva prendere dall’ansia “Per quanto?” fece a quel punto Kurt leggermente irritato: prima finivano e prima avrebbe finalmente iniziato a vivere il suo sogno.
Finn alzò leggermente le spalle “Per sempre” rispose tristemente “No, solo qualche altro minuto” si corresse immediatamentre “Ma..questo è l’ultimo momento, prima che sapremo tutto. Una volta che apriremo queste buste, le nostre vite cambieranno del tutto, nel bene o nel male. Voglio solo un altro minuto con voi ragazzi, qui così.” tutti e tre si guardarono mentre i loro occhi si riempiva di lacrime.
“Allora chi è il primo?” chiese poi il controtenore cercando di trattenerle e il fratello si fece avanti “Andrò io per primo, ho un buon presentimento”. Con il sorriso sulle labbra prese in mano la sua lettera e Rachel lo bloccò “Non importa quello che succederà, saremo qui l’uno per gli altri” e quelle parole gli diedero il coraggio di aprirla. Il suo volto cambiò immediatamente espressione “Non mi hanno preso” mormorò, e sul viso degli altri due si riflettè il suo stesso orrore.
La sua fidanzata gli corse subito incontro “Andrà tutto bene” gli disse, ma lui scosse la testa “Per favore, qualcuno apra la sua lettera, dai” esclamò, mentre rabbia e delusione si facevano spazio dentro di lui.
Kurt deglutì rumorosamente “Faccio io” e sospirando profondamente prese la propria busta. L’aprì, cercando di fare il più veloce possibile, e, saltando tutti gli inconvenevoli, arrivò alle parole che veramente gli interessavano, parole che lo trafissero come cento pugnali.
“Non mi hanno preso” mormorò, mentre le lacrime gli invadevano gli occhi. Non poteva essere vero, non voleva neanche crederci. “Non mi hanno preso” ripetè mentre le braccia della sua migliore amica lo avvolgevano e lei continuava a ripeterle “Mi dispiace tanto” ma lui non se ne faceva niente di quelle parole. Il suo sogno si era frantumato in mille pezzi e con lui anche il suo cuore.
Sentì il braccio di Finn stringersi attorno alle sue spalle e si lasciò consolare dal fratello con parole di conforto sussurrate nell’orecchio, mentre lasciava la presa dell’amica. Tutto attorno a lui sembrava ovattato, si sentiva distate da quello che gli stava succedendo attorno e la testa cominciava a fargli male sul serio, per colpa dei mille pensieri che la affollavano. Non si accorse neanche che Rachel aveva preso in mano la sua busta e l’aveva aperta. Ma quelle semplici parole “Mi hanno presa” gli diedero il colpo di grazia.
 
 
La mattina seguente Kurt si alzò dal letto svogliato e dolorante. La nottata precedente era stata la peggiore mai vissuta. Appena arrivato a casa era immediatamente corso in camera e vi si era barricato dentro, non aveva fatto entrare nessuno, neppure suo padre, e si era estraniato dal mondo. Si era buttato sul letto e, con il volto nascosto nel cuscino aveva pianto per ore, senza fermarsi, finchè il sonno non l’aveva inghiottito.
Ora che era finalmente in piedi, ogni singolo muscolo del suo corpo e la testa gli dolevano terribilmente. Ma quello che faceva più male era il suo cuore: il suo sogno era infranto e, ancora peggio, aveva deluso suo padre, l’unica persona che gli importava veramente.
 
Facendo un respiro profondo, e dopo ovviamente essersi sistemato i capelli e l’abbigliamento, usci dalla stanza a silenziosamente scese in cucina, dove trovò già al tavolo l’intera famiglia. Tutti e tre alzarono il viso dal loro piatto e lo guardarono “Figliolo vieni a sederti” gli fece cenno Burt “Carole ha preparato i pancackes, so che non sono molto salutari per te, ma oggi puoi fare un’eccezione” gli disse abbozzando un sorriso. Il figlio però scosse piano la testa “Prendo solo un caffè” e senza aggiungere altro si mise al lavoro, con tre paia di occhi piantati su di lui.
Dopo che ebbe sorseggiato quel liquido bollente, si girò per affrontare il discorso che lo attendeva, discorso che però non avvenne. Infatti a prendere la parola fu Finn “Kurt so che non te la senti ma Rachel oggi parte per New York e i ragazzi hanno deciso di andare alla stazione per salutarla. Penso che debba venire anche tu, sei il suo migliore amico e a lei farebbe piacere che tu fossi la” gli spiegò abbozzando un sorriso.
Kurt lo guardò incredulo. Per settimane erano stati d’accordo che il giorno successivo al diploma si sarebbero sposati, a costo di andare contro tutto quello che i loro genitori volevano per entrambi e ora stava per saltare tutto.
Il giovane scosse piano a testa “Ma..” e si bloccò lasciando capire al fratello che cosa intendeva e lui annuì “È così che deve andare. Rachel deve partire ed inseguire il suo sogno ed io sarò sempre qui ad aspettarla e supportarla” disse abbassando lo sguardo. Il controtenore annuì, visto che era l’unica cosa che poteva fare, prima di dirigersi verso le scale “Vado a prepararmi” sussurrò e Finn gli sorrise leggermente “Il treno parte alle quattro e venticinque, ci vediamo in stazione” lo informò prima di alzarsi ed uscire di casa.
 
Kurt corse immediatamente al piano superiore e sbattè la porta dietro di se con forza. Non poteva credere alle sue orecchie, gli sembrava tutto così assurdo. Fino a qualche ora prima Finn sembrava così eccitato all’idea di sposare finalmente la donna che amava e ora stava buttando all’aria l’ultimo sogno che gli era rimasto. Non che approvasse il loro matrimonio, non lo aveva mai fatto, ma ormai era riuscito ad abituarsi all’idea e poi voleva vedere il proprio fratello felice, visto che era l’ultimo modo, per lui, di stare vicino a Rachel.
Sconsolato si diresse in bagno per una doccia e, successivamente, con il solito leggero sorriso sulle labbra, che era abituato mostrare ogni giorno quando andava a scuola, uscì di casa.
 
 
Tre ore dopo essere uscito, Kurt ritentrò in casa ancora più arrabbiato e deluso di prima. Riusci a malapena ad entrare in casa, prima di scoppiare in un pianto liberatorio. E per fortuna le braccia forti di suo padre erano li, pronte ad avvolgerlo e stringerlo forte.
“Mi dispiace papà, mi dispiace” continuava a ripetere con voce strozzata da pianto, mentre l’uomo continuava a sussurrargli all’orecchio parole di conforto. Una volta che si fu leggermente calmato entrambi andarono a sedersi sul divano.
“Figliolo” iniziò subito Burt ma il figlio lo interruppe immediatamente “Papà mi dispiace così tanto. So quanto tu fossi fiero di me e sicuro che fossi passato e putroppo non ce l’ho fatta. Mi dispiace di averti deluso” disse con un filo di voce. Il padre scosse la testa e abbozzò un sorriso “Kurt non ti devi dispiacere, io non sono deluso anzi, sono così fiero di te. So che dopo tutto quello che hai passato in questi diciotto anni ti meritavi di realizzare i tuoi sogni ma puoi ancora farlo. La NYADA non ti avrà preso, e loro ci stanno perdendo credimi, ma potrai sempre andare in un’altra scuola o riprovare l’anno prossimo. Tu realizzerai i tuoi sogni Kurt e io ti aiuterò, fosse l’ultima cosa che faccio” disse e Kurt gli si gettò tra le braccia.
Era vero, ne aveva passate di tutti i colori: la morte di sua madre, il bullismo, i problemi con Karofsky, c’era stato l’infarto di suo padre, si era innamorato di due ragazzi e precisiamo che erano entrambi etero, era solo e senza un ragazzo che lo amasse come lui voleva, e ora la NYADA non l’aveva accettato ma avrebbe sempre avuto suo padre accanto a se e questo valeva più di ogni altra cosa per lui.
 
Rimasero così per svariati minuti. Poi il giovane si staccò e guardò il padre negli occhi, preoccupato “Finn ha deciso di entrare nell’esercito. Appena può parte per la Georgia” confessò tutto d’un fiato.
Burt ridacchio e lui lo fulminò con lo sguardo “Io e Carole l’avevamo intuito. All’inizio pensavamo che volesse scappare con Rachel e di sposarsi, ma quando ci ha detto che lei sarebbe partita per New York, questo pomeriggio, abbiamo capito che ha intenzione di fare una cavolata del genere” sospirò “Quindi Kurt corri in camera tua e prepara le valige, la famiglia Hummel-Hudson domattina partirà” e, dopo avergli dato una pacca sul ginocchio, abbandonò la stanza, lasciandolo frastornato ed incredulo.
 
 
“Finn Hudson questa me la paghi sappilo” ripetè Kurt per la millesima volta da quando aveva aperto gli occhi quella mattina, per non parlare di tutte le volte che l’aveva ripetuto mentre faceva le valige o a cena la sera precedente. Il ragazzo, salendo in macchina, rise “Andiamo fratello non sarà male, o almeno sarà meglio della Georgia. E poi ho trovato uno studio che mi permetterà di migliorare la mia recitazione, così posso riprovare ad entrare nel Inside The Actor Studio” disse eccitato. Il controtenore scosse la testa “È Actors Studio” lo corresse esasperato  “E mentre tu ti divertirai inseguendo il tuo sogno, a me toccherà fare da baby-sitter. Sai che divertimento” si lamentò ancora.
Burt sospirò scocciato “Kurt finiscila di lamentarti. Vedrai che zia Madge e Santa Monica ti faranno bene. Quindi smettila di comportarti così e salta in macchina, il nostro aereo parte tra due ore” sbuffando il giovane ubbidì.
Quella sarebbe stata una lunga, lunghissima estate.





Angolo dell’autrice:
 
Buonasera a tutti!
Questa non è la mia prima fanfiction che scrivo e pubblico qui sopra, ma dopo svariati problemi sono finalmente riuscita a pubblicare questa nuova cosa.
L’ispirazione l’ho presa da una fanart che girava per tumblr un giorno e che ha attirato la mia attenzione. La fanart ho deciso di non pubblicarla qui perché non voglio rovinarvi il seguito ma chiunque la volesse può chiedermelo e gliela farò vedere.
Ora vi starete chiedendo dove sia Bliane e l’unica cosa che vi posso dire è che arriverà molto presto. Per quanto riguarda Kurt: metto in chiaro che NON è mai andato alla Dalton e poi con il passare dei capitoli vi spiegherò.
per quanto riguarda gli aggiornamenti, aggiornerò ogni martedì e se riesco anche durante qualche venerdì, visto che sono in vacanza.
Un’ultima cosa: per ora non ho intenzione di aprire una pagina su fb per le anticipazioni, scleri, ecc..quindi se volete contattarmi per qualsiasi cosa, potete farlo su twitter
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
A presto,

lostwithoutmusic.


 

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Capitolo 2
*** chapter 2 ***


ho un paio di cose da dire e lo faccio come sempre alla fine.




Dopo ben tre ore di aereo la famiglia Hummel-Hudson arrivò stremata all’aereoporto di Los Angels. Il bello però era che il viaggio non era ancora finito. Infatti dovettero prendere un taxi che li portasse a Santa Monica e con il traffico che di solito c’era da quelle parti ci misero più di mezzora.
Quando finalmente arrivarono a destinazione i due giovani tirarono un sospiro di solievo. Era stato un viaggio faticoso e in più Kurt odiava profondamente gli aerei, quindi per lui era stato stressante tre volte più che per il resto della sua famiglia. In più la sua voglia di essere lì era pari a zero, quindi potete capire come si sentisse.
Appena scesero dal taxi, scaricarono le valige e, dopo aver pagato il tassista, si diressero verso casa di zia Madge. La casa, o meglio dire villa, si trovava a pochi passi dall’oceano pacifico, con una bellissima vista sulla spiaggia bianca. Era enorme, avrà avuto al suo interno si e no venti stanze e Finn si chiese cosa servisse tutto quello sfarzo per le sole tre persone che vi abitavano dentro.
 
Ad attenderli sulla soglia di casa c’era la famiglia Burke-Logan al completo, compreso il piccolo chihuahua con addosso un orribile vestitino fuxia.
Madge Burke, la sorrella minore di Elizabeth, la madre di Kurt, era una bellissima donna di circa trentacinque anni, piena di vita. Aveva lunghi e lisci capelli castani che le ricadevano sulle spalle e grandi occhi marroni. La sua carnagione si avvicinava molto a quella del nipote, bianca come il latte, e le sue guance erano sempre tinte di un tenero rosa chiaro.
Ma quello che Kurt aveva sempre amato di sua zia era il carattere, che, come l’aspetto fisico, era completamente diverso da quello di sua madre. Se, infatti, Elizabeth era sempre stata una donna calma, tranquilla e con la testa sulle spalle, Madge era una donna piena di vita, che amava le feste e scatenarsi.
Accanto a lei c’era la sua compagna, Lara Logan. Le due donne avevano la stessa età, stava insieme da più o meno nove anni, e si amavano ogni giorno di più. Quando Kurt aveva fatto coming out loro due erano state le prime della famiglia, oltre a suo padre, a stargli vicino e supportarlo perché sapevano come lui si sentisse e il giovane era sempre stato loro grato per questo.
La donna era completamente l’opposto della sua compagna. I suoi capelli più corti, biondi e mossi, mentre i suoi occhi erano di un intenso grigio. Per non parlare della carnagione che era tipica della California: d’orata e luminosa. E la stessa cosa valeva per il carattere: infatti, Lara, era una donna molto tranquilla, che amava passare le sue giornate in compagnia della sua famiglia e rilassarsi.
In mezzo a loro si trovava la loro bambina di sei anni, Maddison. Geneticamente era figlia di Lara, ma entrambe la amvano allo stesso modo perché era frutto del loro amore. La bimba era bassina, con lunghi capelli biordi, grandi occhi verdi contornati da lunghissime ciglia. Caratterialmente Maddie, era così che tutti la chiamavano, era una bambina solare, che amava giocare con le bambole e guardare i film Disney, proprio come ogni bambina della sua età.
 
“Burt Hummel” esclamò immediatamente Madge correndo incontro all’uomo. Nessuno, a parte loro due ovviamente, sapeva che lei era proprio il motivo per cui lui e Elizabeth si erano sposati. Certo erano innamorati, ma se la donna non avesse rotto la macchina, quel giorno di metà ottobre, sua sorella non sarebbe mai corsa a prenderla all’officina della famiglia Hummel e loro due non si sarebbero mai conosciuti.
“Tutto bene? Come è andato il viaggio?” chiese “Oh Carole, è un piacere vederti. Ci siete mancati così tanto” zia Madge era così, si eccitava per qualsiasi cosa ed Kurt era sicuro che sarebbe andata d’accondo con Finn.
“Finn caro, come sei cresciuto” esclamò abbracciando il ragazzo “Ti sei fatto più alto, vero?” chiese senza però aspettare la risposta, per stringere il suo nipotino in forte abbraccio “Kurt” sospirò per poi prendergli il volto tra le mani e tempestarlo di baci.
Per fortuna Lara intervenne in suo soccorso “Tesoro lascialo respirare e fammi abbracciare il mio nipote preferito” disse ridacchiando “Beh è il tuo unico nipote” borbottò la mora mentre Kurt rideva e abbracciava la bionda.
Quando si staccò dall’abbraccio i suoi occhi color cielo entrarono in contatto con quelli verdi di sua cugina e la bimba arrossì di colpo. La piccola aveva una cotta segreta per lui da sempre e quelle poche volte che si erano visti lei non aveva mai spiaccicato parola con lui.
Il controtenore si abbassò al livello della bambina e le sorrise “Ciao Maddie, è bello rivederti” la bambina lo salutò con la mano e il giovane ne approfittò per stamparle un piccolo bacio sulla guancia, facendola arrossire ancora di più.
“Direi che possiamo entrare in casa, qui fuori si muore di caldo” annunciò Lara e i componenti della famiglia Hummel-Hudson presero ogniuno la propria valigia.
“Maddison, tesoro, fai vedere a Finn e Kurt dove si trovano le loro camere’” le chiese gentilmente Madge e la piccina la guardò sgranando i suoi grandi occhioni e mordendosi il labbro inferiore. Poi con un cenno della testa allungò la mano verso Kurt e lui la fissò sorridendo “Andiamo” le disse afferrando la mano e cominciando a seguirla per le scale di marmo che portavano al piano superiore.
 
La sua camera si trovava proprio di fronte all’oceano, verso il quale poteva affacciarsi grazie ad un ampio balcone che dava proprio sulla spiaggia. La stanza era davvero spaziosa, con i muri dipinti di un lieve azzurro e con al centro un ampio letto matrimoniale, con le coperte in tinta con il colore della camera. Alla destra del letto si trovava una scrivania in legno scuro, alla sinistra un’ampio armadio a muro e al centro, proprio difronte al letto, contro il muro, si trovava un televisore al plasma. In oltre li accanto c’era una porta che portava al bagno personale.
Il giovane Hummel si concesse un po’ di tempo per ammirare quella che sarebbe stata la sua camera per i prossimi due mesi e mezzo, prima di cominciare a disfare la valigia e mettere a posto le cose.
 
Verso le sette fu chiamato per la cena e quando scese in sala da pranzo l’unico posto libero era quello accanto a sua cugina. Maddison alzò lo sguardo e diventò di colpo bordeaux.
Lara ridacchiò “Amore hai intenzione di fare così ogni volta che vedrai Kurt?” la prese in giro “Soprattutto dovrai abituarti alla sua presenza perché passerete davvero molto tempo insieme” li informo.
Il controtenore sospiro. Si quella sarebbe stata una lunghissima estate.
 
*
 
Blaine Anderson aspettava questo momento da quasi un’anno e finalmente l’estate era arrivata e con lui la sua liberta.
Il giovane si era trasferito a Santa Monica nove mesi prima, quando i suoi genitori, troppo impegnati tra viaggi di lavoro, feste e riunioni fino a notte tarda, avevano deciso che non erano più in grado di badare a lui e l’avevano spedito, da Westerville in Ohio, a vivere con suo fratello Cooper a pochi passi dal mare. Blaine aveva sempre amato l’acqua, fin da quando era piccolo, e ora poterci vivere accanto per lui era un sogno.
Le cose, però, non erano mai state semplici per lui. aveva dovuto abbandonare la Dalton e con essa tutti i suoi migliori amici, aveva dovuto abbandonare la sua casa, ma soprattutto aveva dovuto abbandonare i Warblers, quelli che lui considerava la sua vera famiglia. Certo erano tutti rimasti in contatto ma non era la stessa cosa.
Nella nuova scuola si era ambientato perfettamente, le lezioni erano più semplici, la gente solare e aperta, ma c’era qualcosa che gli mancava: cantare. Tra i club esistenti nella scuola c’era anche il Glee Club ma non aveva mai deciso di entrarvi, gli sembrava di tradire in qualche modo i suoi vecchi compagni.
In più doveva volare molto basso. Si trovava in una scuola pubblica e, come esempio di esperienze passate, aveva deciso di non sbandierare ai quattro venti la sua omosessualità. C’è da dire, però, che non aveva mai negato di esserlo quando qualche suo amico gliel’aveva chiesto.
 
Una volta a casa era costretto a convivere con un fratello poco nelle righe e a volte pesante. Cooper Anderson era il tipico attore hollywoodiano, come lo definiva il gionane: amava se stesso e il suo lavoro più di qualsiasi altra cosa, era vanitosissimo e preferiva passare le sue serate andando a party di gente sconosciuta accompagnato da ragazze che non aveva mai visto prima.
Il loro rapporto non era mai stato dei migliori, ma nell’ultimo periodo Cooper gli era stato accanto proprio come un padre avrebbe fatto, e senza di lui non ce l’avrebbe mai fatta.
 
Blaine preferiva passare il suo tempo libero a scrivere canzoni con la sua amata chitarra, a studiare per gli esami e a fare corsi di istruttore in piscina. Amava stare a contatto con i bambini e con l’acqua ed era l’unica cosa che lo faceva stare bene dopo tutto quello che aveva passato. Quando entrava in acqua stava bene, come non era mai stato prima, e si sentiva a suo agio.
Poco prima dell’inizio della stagione estiva Emily, una sua collega di lavoro, gli aveva suggerito di fare domanda per il posto da bagnino quell’estate visto che la paga era buona e, dato che la piscina sarrebbe rimasta chiusa, avrebbe comunque avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con l’acqua.
Appena arrivato a casa aveva chiesto consigli a suo fratello che gli aveva detto “Blaine credo che sia una bella opportunità e penso che tu debba coglierla al volo” e con una pacca sulla spalla e un sorriso l’aveva convinto. Tre giorni dopo il posto di bagnino era suo.
Ed ora, seduto nella sua postazione, e con gli occhi puntati verso l’oceano, non sapeva che di lì a qualche ora la sua vita sarebbe cambiata per sempre.




Angolo dell’autrice:
 
Buonasera a tutti!
Come promesso sono stata puntuale, ed è quasi un miracolo!
Comunque mi scuso per la lunghezza del capitolo e per il contenuto, ma è un capitolo di presentazione e vi assicuro che dal prossimo si entra nel vivo.
Ora per i personaggi di Madge e Lara mi sono ispirata a Anne Hathaway e Rachel Mcadams.
Per il resto spero che vi sia piaciuto.
Un ultima cosa: come sempre se avete domande mi trovate su twitter (non ho ancora intenzione di aprire una pagina facebook) e volevo ringraziare la mia beta Mary_Sandra <3
A martedì prossimo, o forse prima!
 
lostwithoutmusic.

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Capitolo 3
*** chapter 3 ***


Finalmente riesco ad aggiornare! Ho un paio di cose da dire e come sempre lo faccio a fine capitolo ;)





Non era neanche passata una settimana da quando Kurt aveva messo piede sul suolo californiano e già non vedeva l’ora di andarsene. I primi giorni li aveva passati rinchiuso in camera sua a spulciare le diverse riviste di Vogue che si era portato da casa o che aveva trovato nella collezione delle sue zie. Poi aveva cominciato ad uscire sulla piccola terrazza di camera sua per vedere il tramonto. Un giorno era addirittura uscito di casa per accompagnare sua zia Lara e Carole a fare un po’ di spesa e vedere un po’ Santa Monica.
Ma quello che lui non aveva proprio intenzione di fare era di scendere in spiaggia. Aveva paura di diventare un’aragosta e che la sua pelle e, soprattutto, i suoi capelli si rovinassero per colpa della salsedine. Tutta la sua famiglia gli chiese più volte di lasciarsi e di andare a divertirsi in spiaggia ma il controtenore ogni aveva scosso la testa e aveva cambiato discorso.
Quando, però, Maddison, mandata stategicamente da Finn, si presentò alla porta della sua camera, sbattendo le sue lunghe ciglia bionde, Kurt cedette. “Kurt, ti prego, mi porti in spiaggia?” l’aveva supplicato e lui aveva alzato lo sguardo dal libro che stava leggendo e la guardò scettico “Ti ha mandato Finn, vero?” le chiese e la bimba annuì “Però io ci voglio andare tanto tanto” aggiunse in tono lacrimoso. Il giovane si mise a sedere sul letto e, sbuffando, accettò.
 
Il mattino seguente Kurt si alzò di buon’ora e, dopo essersi lavato e sistemato, scese in cucina per fare colazione. Ad attenderlo c’erano Maddie e Finn già pronti per andare al mare. Il controtenore li squadrò e sbuffò rumorosamente “Prima devo bere il caffè, poi possiamo andare” esclamò in tono deciso “Andiamo muoviti” si lamentò Finn e per ripicca il fratello fece tutto con moltissima calma. Un’ora dopo, infatti, si trovavano ad uscire di casa.
 
“Kurt qui è davvero una figata” continuava ad ripetere Finn eccitato, beccandosi occhiatacce a ripetizione dal controtenore che nel frattempo finiva di spalmare la crema protettiva sul volto della cugina, prima di lasciarla andare a giocare con una bambina che andava a scuola con lei. “Invece di comportarti come un bambino di cinque anni, aiutami a spalmarla sulla schiena” disse il giovane dopo che ebbe finito con la bambina. Si tolse la maglia che indossava, mise nelle mani del fratello il barattolo della crema e gli diede le spalle. Finn lo guardò scettico e, dopo averci pensato qualche secondo, fece quello che gli si era ordinato di fare.
 
Più o meno un’ora dopo il loro arrivo sulla spiaggia, Maddison ritorno all’obrellone, precedente sistemato da Finn, seguita da due bambine che dovevano avere più o meno la sua stessa età. “Kart” chiamò suo cugino a il ragazzo alzò lo sguardo verso la bambina e gli sorrise “Loro sono Emma e Mackenzie. Vengono a scuola con me” disse sorridendo e lui le salutò con la mano “Ciao, io sono Kurt, il cugino di Maddie” le bimbe timidamente ricambiarono il saluto e tra i quattro calò un silenzio imbarazzante.
Poi le tre bambine cominciarono a bisbigliarono e alla fine Maddison prese di nuovo la parola “Kurt posso andare a fare i giochi nell’acqua?” chiese timidamente “Tesoro non credo che sia una buona idea che tu entri nell’acqua da sola, aspetta ancora una mezz’oretta e sveglio Finn così ti accompagna lui a fare il bagno” rispose dolcemente. Ad un tratto una delle sue amiche prese la parola “Signor Kurt” cominciò facendo ridacchiare il controtenore “Non saremo da sole, con noi c’è l’istruttore. È lui che ci fa fare i giochi” lo informò “Dai può venire a parlare con lui” disse l’altra. E in men che non si dica si ritrovò ad essere tirato per una mano verso la riva dell’oceano.
 
*
 
Blaine fece mettere in fila tutti i bambini che quella mattina si erano presentati davanti alla torretta. “Okay bambini, ancora qualche minuto e poi iniziamo l’appello” esclamò, sempre con il sorriso sulle labbra.
Quello era uno dei suoi giorni preferiti. Quando aveva la mattinata libera lui la passava comunque in spiaggia a giocare e divertirsi con gli stessi bambini che frequentavano durante l’anno la piscina.
“Bene, cominciamo: Antony..?” domando e il bimbo urlò “Presente”. La cosa continuò così per svariati minuti, finche i bambini non erano terminati. All’elenco, però, mancavano due bambine. “Bimbi sapete dove sono Emma e Mackenzie?” chiese leggermente preoccupato, visto che le due erano praticamente inseparabili e non mancavano mai.
“Eccoci” trillò una delle due “Ci scusi per il ritardo” disse poi l’altra, una volta trovatasi davanti al giovane che scosse la testa “L’importante è che siete arrivate” disse dolcemente, per poi spuntare il nome delle due bambine sulla sua cartelletta.
 
“Buon giorno Signor Blaine” una vocina famigliare attirò la sua attenzione. Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti una bambina dai capelli biondissimi e gli occhioni verdi. Le sorrise “Oh Maddison, hai deciso di unirti a noi?” le chiese e lei annuì impercettibilmente “Hai il permesso della tua mamma?” a quella domanda la bimba scosse la testa “Però può parlare con mio cugino, va bene lo stesso?” chiese speranzosa.
 
Blaine alzò gli occhi da quelli verdi di lei per incontrarne i più belli che avesse mai visto: erano di un colore indescrivibile e magnifico. Poi fece correre lo sguardo per tutta la lunghezza del corpo del giovane davanti a se: capelli perfettamenti ordinati e di un colore castano chiaro, il volto cosparso di lentiggini poco visibili alla luce del sole, naso e labbra perfette, pelle bianchissima che, grazie al sole, sembrava luccicare, torso e braccia con la giusta quantità di muscoli. Quel ragazzo era semplicemente perfetto.
Dovette scuotere la testa per risvegliarsi da quel suo stato di trans.
 
“Blaine” disse porgendogli la mano “Kurt” rispose l’altro, mentre le sue guance prendevano leggermente colore.
Oddio quanto è tenero..e la sua voce è la cosa più bella che io abbia mai sentito, pensò il bagnino, per poi schiaffeggiarsi mentalmente. Non doveva pensare certe cose, probabilmente quel ragazzo davanti a se era pure etero e la sua cotta era solo ridicola.
Cotta? Blaine Anderson finiscila!
“Allora Maddison può venire a giocare con te?” chiese Kurt risvegliandolo dai suoi pensieri “Ehm..certo. Basta che abbia il permesso dei suoi genitori” spiegò leggermente impacciato. La faccia del controtenore si rabbuiò “In questo momento non..non sono qua. L’hanno lasciata a me mentre loro andavano a sbrigare delle cose in centro” gli disse e Blaine gli sorrise “Fa niente, per questa volta facciamo un eccezione” esclamò rivolto alla bambina, che cominciò a saltellare “Ma per dopodomani preferirei avere il permesso da parte di Lara o Madge, anche scritto va bene. Le conosco da parecchio e mi fido, ma è la procedura” aggiunse rivolto a Kurt. Il giovane annuì, mordendosi il labbro inferiore “Sarà fatto” promise “Ora torno sotto l’ombrellone. Se hai bisogno di qualsiasi cosa sono lì” disse indicando la postazione non lontana da li.
Blaine annuì sorridendo “Okay, a dopo” e Kurt si allontano.
Ti prego non te ne andare, rimani qui con me. Pensò il moro vedendolo andare via, prima di voltarsi e far entrare in acqua i bambini.
E da quel momento in poi la sua mente fu completamente occupata da quel paio di occhi color cielo.
 
*
 
Poco prima di pranzo Kurt, Finn e Maddison ritornarono a casa. Ad aspettarli c’erano le due zie, mentre Burt e Carole sembravano spariti.
“Bentornati” li accolse Madge sorridendo “Vi siete divertiti?” sua figlia annuì immediatamente “Tantissimo” rispose “Ho passato tutto il tempo insieme a Mackenzie e Emma, e poi sono andata a fare i giochi nell’acqua insieme a Blaine” spiegò alle sue mamme. Le due le sorrisedo divertite “Bravissima scricciolo” le disse Lara abbassandosi e dandole un bacio sulla testa “Ora andiamo a farci una doccia veloce che poi si mangia” aggiunse prendendola per mano e portandola fuori dalla cucina. La stessa cosa fece Finn che corse in camera sua a sciacquarsi via il sale dalla pelle.
“A proposito di giochi dell’acqua, l’istruttore, Blaine, ha detto che per dopodomani ha bisogno di un permesso scritto o Maddie non potrà più giocare con loro” Kurt informò sua zia. La donna annuì “Te lo darò” le disse prima di avvicinarsi a lui “Allora com’è?” chiese poi divertita. Il controtenore la guardò confuso “Com’è cosa?” chiese a sua volta e lei rise “Non cosa, chi. E sto parlando di Blaine” gli disse “È un bel ragazzo vero?” lo prese in giro.
Kurt la guardò sconvolto “Zia finiscila” esclamò stizzito “Ma dai, sto solo dicendo la verità” continuò lei, quando vide che il volto del nipote si era tinto di rosso “Vado a farmi una doccia” tagliò corto lui, correndo più lontano possibile da sua zia.
 
Pochi minuti più tardi si trovava rinchiuso nel bagno di camera sua, sotto un getto di acqua calda e rilassante.
Quella brevissima chiaccherata con Madge l’aveva in qualche modo indispettito, e solo ora capiva il perché. Sua zia aveva perfettamente ragione: Blaine era davvero bello, forse il più bel ragazzo sul quale avesse mai posato gli occhi.
Ed era questo il brutto, Blaine sarebbe solo rimasto il ragazzo da guardare in lontananza, magari diventarci amico, ma niente di più. Perché un ragazzo come Blaine non poteva essere gay.
Lasciò che l’acqua lavasse via tutta la tensione che aveva accumulato in quei pochissimi minuti, ma, quando chiuse gli occhi, la sua mente fu invasa dal color nocciola degli occhioni di dell’altro.
 
*
 
Quella sera, finito il suo turno, Blaine ritornò a casa con una strana sensazione.
Quello, da quando aveva iniziato il nuovo lavoro, era stato probabilmente il giorno più bello, e questa volta non doveva ringraziare i bambini, ma quel nuovo ragazzo arrivato in città: Kurt.
Più pensava a lui, però, e più si continuava a ripetere che non doveva provare quelle cose, che non doveva attaccarsi a lui in nessun modo, perché non era pronto a soffrire.
E, soprattuto, non voleva che le cose finissero come l’ultima volta.




Angolo dell’autrice:
 
Buonasera a tutti!
Chiedo umilmente scusa per non aver aggiornato la scorsa settimana ma mi hanno tolto la connsessione ed è tornata solo lunedì, però solo ieri ho potuto inviare il capitolo alla mia beta. Mi dispiace davvero tantissimo.
Inoltre so che questo capitolo non è dei migliore ed è abbastanza corto ma vi prometto che con il prossimo davvero si entre davvero nel vivo della storia.
Spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere
A martedì prossimo,
 
lostwithoutmusic.

 

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Capitolo 4
*** chapter 4 ***


Ho un paio di cose da dire e da chiedervi, ma come sempre lo farò a fine capitolo. Buona lettura ;)



Nei giorni successivi Kurt si rifiutò categoricamente di avvicinarsi alla spiaggia. Non che stesse cercando di evitare Blaine, ovviamente, era solo che non aveva voglia di andarci. O almeno questa era la scusa che aveva usato con tutti. Sua zia Madge, invece, cominciava a sospettare che l’unico motivo per cui suo nipote non ci andasse era perché, appunto, non voleva vedere il bel bagnino, ma preferì non dire nulla e si limitò ad attendere che il ragazzo gliene parlasse.
Per quanto riguardava Maddison, la bambina, durante quei giorni, era andata al mare accompagnata da più che un eccitato Finn, che per una volta si era rivelato affidabile e aveva controllato ogni mossa la bambina aveva fatto.
Kurt, da canto suo, era tornato a rinchiudersi in camera sua e affondare il viso nelle diverse riviste di moda, cercando di sgombrare, con poco successo, la testa da certi pensieri.
 
Finalmente il venerdì di quella stessa settimana il giovane decise di mettere il naso fuori di casa. Era pomeriggio tardi e la gente cominciava a ritirarsi in casa per la cena. Prendendo un respiro profondo si diresse verso la spiaggia sicuro di non trovarvi Blaine, dato l’orario.
Cominciò a camminare in riva al mare, con l’acqua, a quell’ora calda, che gli bagnava i piedi nudi e una leggera brezza gli scompigliava i capelli. Il sole stava tramontando ma era comunque caldo sulla sua pelle candida.
 
Man mano che camminava si avvicinava alla torretta del bagnino e il suo cuore cominciava a battere sempre più forte. Vi passò davanti con la testa bassa, gli occhi che andavano dall’acqua cristallina sotto i suoi piedi alle scarpe che teneva in mano. Poi una voce lo fece sobbalzare “Kurt” si sentì chiamare ed istintivamente si guardò in giro ma non riuscì a capire quale fosse la fonte da cui proveniva quell’incantevole suono “Quassù” disse la stessa voce e il controtenore sollevò leggermente la testa per trovarsi di fronte l’essere vivente più bello che avesse mai visto.
Deglutì rumorosamente “B-Blaine” disse con un filo di voce “Che ci fai li sopra?” chiese e l’altro gli sorrise “Lavoro” rispose con ovvietà “Cioè questo è il mio lavoro, quello che faccio con i bambini è solo un passatempo per le mattinate in cui non sono di turno, ma è il momento della settimana che preferisco” spiegò. Kurt annuì, perché gli sembrava l’unica cosa da fare “Ti va di salire?” gli chiese il moro in tono speranzoso e il controtenore lo guardò confuso “Non stai mica lavorando?” chiese a sua volta strappandogli una risata che gli fece tremare le gambe “Stacco tra mezz’oretta” lo informò facendogli segno di raggiungerlo, cosa che il giovane fece anche se un po’ riluttante “E poi come vedi non c’è praticamente nessuno in spiaggia oggi” aggiunse e i due si accomodarono sulle sedie, osservando in orizzonte il sole che tramontava.
 
Rimasero così per svariagti minuti, contemplando il paesaggio poi Blaine ruppe il silenzo “Non..non ti ho visto i giorni scorsi” mormorò e Kurt ridacchio “Diciamo che io e il mare non andiamo d’accordo” mentì, in parte, mentre le sue guance si tingevano leggermente di rosso. Il moro se ne accorse immediatamente e gli sorrise dolcemente “E poi mi scotto facilmente e divento una specie di aragosta. Per non parlare della salsedine che mi rovinerebbe i capelli e la pelle” si lamentò l’altro alzando le spalle “Sei perfetto” si lasciò scappare lui sperando che non l’avesse sentito e, come se niente fosse, tornò a guardare il cielo.
 
E, invece, Kurt l’aveva sentito benissimo. Immediatamente si sentì le guance andare a fuoco e, in men che non si dica, scattò in piedi “Ora è meglio che vada. A casa mia la cena del venerdì è sacra, quindi è meglio che mi muova se non voglio fare tardi” disse cominciando a scendere dalla torretta. Blaine lo bloccò immediatamente “E dopo cena che fai?” gli chiese. Il controtenore, arrivato a metà strada, si voltò verso il riccio e lo fissò dritto negli occhi nocciola “Io..credo che..me ne starò in camera a leggere” farfugliò “Perché?” aggiunse poi speranzoso. E infatti, pochi secondi dopo, accadde quello che stava sperando “Mi chiedevo se ti andasse di uscire a prendere un gelato con me” domandò con un sorriso sulle labbra Blaine. Il ragazzo annuì vigorosamente “Passò a casa di Madge per le nove e mezza, va bene?” “Certo, va benissimo. A dopo Blaine” disse con un filo di voce, per poi immergere i piedi nella sabbia e cominciare a dirigersi ferso casa. Blaine rimase bloccato per alcuni secondi “A dopo Kurt” urlò poi sorridendo.
Quella si sarebbe magicamente trasformata in una bellissima serata.
 
*
 
Kurt, seriamente, non sapeva come gestire la cosa. Ma, soprattutto, non sapeva come chiedere il permesso, a suo padre, per uscire con un ragazzo che aveva incontrato solo quanche giorno prima.Appena arrivato a casa, era corso a farsi una doccia, per poi sistemarsi i capelli e stendersi sul letto ed escogitare mille piani per uscire di casa senza che l’uomo se ne accorgesse. L’impresa era impossibile. E alla fine si arrese: gliel’avrebbe chiesto durante cena, magari con un piccolo aiutino da parte di zia Madge.
 
Durante la cena fu costretto a subirsi un Finn eccitato per l’inizio del suo corso di recitazione nella scuola di sua zia Lara. Non che la cosa gli desse fastidio, solo che era stufo di vedere che la gente, in qualche modo, si stava godendo l’estate, mentre lui l’unico “divertimento” l’aveva trovato in Blaine. 
Okay e questa da dove mi è uscita? pensò, scuotendo poi la testa. “E io che farò tutta l’estate?” chiese dopo un po’, quando il fratello si era finalmente calmato. Lara lo guardò e gli sorrise “Madge avrà bisogno di te per qualche giorno e per il resto, potresti andare a fare shopping o accompagnare Maddie in spiaggia” gli rispose. Il giovane la guardò pensieroso “Va bene” acconsentì e tutti lo guardarono sbalorditi. “Che c’è, non è male andare in spiaggia dopotutto” borbottò, per poi incontrare lo sguardo di sua zia, che gli fece l’occhiolino. Il controtenore ridacchio per poi farsi immediatamente serio.
 
Era arrivato il momento. Fece un respiro profondo “Papà” iniziò, attirando l’attenzione di Burt “Volevo chiederti se stasera, dopo cena, potevo andare con un amico a prendere un gelato” domando con fare speranzoso.   L’uomo lo guardò e gli fece cenno di continuare “Si chiama Blaine, l’ho conosciuto in spiaggia, fa il bagnino, non so quanti anni abbia ne dove vive. Mi ha chiesto di uscire perché stiamo facendo amicizia. No, non so se sia gay ne se ha il fidanzato e no, non te lo farò conoscere finchè anche io non lo avrò conosciuto per bene” disse tutto d’un fiato “Ah e se hai qualche domanda puoi chiederla a zia Madge, loro due si conoscono alla perfezione” concluse sbuffando.
Burt scosse la testa “Kurt non credo che sia una buona idea” decretò e il figlio lo fulminò con lo sguardo “Papà, lo so che dopo tutto quello che è successo con Karofsky tu sia così protettivo ma..” sua zia venne in suo aiuto “Burt conosco quel ragazzo da un po’ e posso dirti che è un ragazzo d’oro. E poi un’uscita non farà male a nessuno. Se dopo stasera Kurt penserà che Blaine non è quello che sembra, penso che sia abbastanza grande da capire che deve stargli lontano” disse in tono quasi solenne. L’uomo sospirò “Eh va bene” alla fine cedette “Grazie mille” trillò allora un Kurt eccitato. Immediatamente il giovane scatto in piedi e prese il piatto tra le mani “Dove stai andando?” gli chiese immediatamente suo padre “A prepararmi. Blaine passa alle nove e mezza e un’ora per farlo non basta” spiegò per poi riporre il piatto nel lavandino, dare un bacio sulla guancia a sua zia e schizzare in camera a prepararsi.
 
*
 
“Coop io esco” urlò Blaine dall’ingresso di casa sua. Suo fratello emerse dalla cucina con in vita un grembiulino rosa e alle mani dei guanti di plastica. La visione era alquanto esilarante ma il moro si trattenne dallo scoppiare a ridergli in faccia per paura delle ritorsioni. “Dove stai andando Schizzetto?” gli domando e il riccio sbuffò sonoramente “Cooper finiscila di chiamarmi così” si lamentò “Comunque vado a prendere un gelato con un ragazzo che ho conosciuto giù alla spiaggia” rispose lasciandosi scappare un sorriso.
Il fratello maggiore lo guardò preoccupato “Blaine..” iniziò ma il più piccolo lo bloccò subito “Lo so, okay? Starò attento, non ti devi preoccupare” disse per poi prendere le chiavi della macchina e uscire di casa.
 
*
 
Blaine arrivò a casa Parker-Logan in dieci minuti e trovò Kurt già li ad aspettarlo. Scese dalla sua macchina verde bottiglia e gli corse in contro. A metà strada però si blocco. Kurt era bellissimo: indossava un paio di jeans, neri, che sembravano essergli dipinti addosso, una camicia nera con le maniche tirate su fino ai gomiti e un gilet anch’esso nero, mentre i suoi capelli erano perfettamente pettinati e le guance leggermente arrossate, a causa del sole, facevano risaltare l’azzurrò dei suoi occhi.
È bellissimo, pensò avvicinandosi a lui. “Hey ciao, scusa per il ritardo” il controtenore gli fece un mezzo sorriso e scosse la testa “Non sei in ritardo, non ti preoccupare” lo tranquillizzò “Andiamo?” domandò poi ed entrambi entrarono in macchina, per dirigersi ad una delle gelaterie del centro.
 
La serata passò nel migliore dei modi. Blaine e Kurt si raccontarono di tutto.
Il controtenore scoprì che il suo nuovo amico aveva abitato, fino ad un’anno prima, a poche ora da Lima, a Westerville precisamente, e che si erano anche scontrati quando il ragazzo faceva ancora parte dei Warblers. Gli parlo di come poi si era trasferito a Santa Monica e che ora abitava con suo fratello Cooper, ma non aveva detto perché e il giovane non aveva osato chiederglielo. Gli aveva spiegato della sua passione per la musica, di come l’acqua era diventata la sua seconda casa e che volveva che lo stare in mezzo ai bambini diventasse il suo lavoro.
Blaine, invece, venne a sapere praticamente tutto di Kurt: della sua passione per il teatro, il canto e la moda, del suo Glee club, delle Nazionali, della sua famiglia e per ultimo della sua omosessualità e dei problemi che gli aveva “causato”. A quel punto anche il moro confessò di essere gay e che lo capiva più di qualsiasi altra persona.
 
A fine serata fu difficile separarsi e quando entrembi andarono a letto non vedevano l’ora di rivedersi di nuovo e poter passare assieme un’altra serata del genere.
Oddio è perfetto, fu il loro ultimo pensiero prima di addormentarsi.
 
*
 
Nei giorni successivi passarono tantissimo tempo assieme. Dato che Blaine lavorava praticamente cinque giorni su sette fino a pomeriggio tardi, Kurt andava spesso a trovarlo e insieme guardavano il sole tramontare. Qualche sera uscirono a fare una passaggiata in riva al mare o a mangiare un gelato. Durante il fine settimana, quando il moro non doveva lavorare, passavano le loro giornate insieme a fare qualsiasi cosa passasse loro per la testa.
Una sera accadde che, dopo essere andati a vedere un nuovo film appena uscito al cinema, arrivato il momento di salutarsi, Kurt si era piegato verso Blaine e gli aveva lasciato un piccolo bacio sulla guancia. Appena rializzato quello che aveva fatto, però, era scappato fuori dalla macchina con gli occhi lucidi per colpa delle lacrime e aveva lasciato un Blaine, confuso e scioccato, a rimuginare su quello che era appena successo.
Erano diventati amici inseparabili, ma entrambi speravano che ci fosse qualcosa di più.
 
E quando, quel giovedì pomeriggio, Maddison si presentò alla porta della camera di Kurt, con addosso il suo costumino azzurro, la salvietta tra le mani e gli occhioni imploranti, il controtenore non sapeva che la sua vita sarebbe cambiata drasticamente, per sempre forse.






Angolo dell’autrice:
 
Buonasera a tutti!
Ce l’ho fatta ad aggiornare in tempo, sono fiera di me ahahah
Comunque parliamo di cose serie:
 
1- Chiedo scusa per eventuali errori ma la mia beta è momentaneamente in vacanza e non può correggere i capitoli. Vi prometto che una volta che tornerà li correggerò. Quindi scusatemi davvero.
 
2- Dal prossimo capitolo si parte con l’agnst, quindi preparatevi.
 
3- Ho bisogno di voi, soprattutto ho bisogno di qualcuno di voi che sappia DAVVERO bene l’inglese e che mi possa aiutare con una fanfiction. Soprattutto parlo con coloro che leggono e non recensiscono: se volete aiutarmi fatemelo sapere qui per messaggio pribato o su twitter. E grazie in anticipo.
 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere!
A martedì prossimo,
 
lostwithoutmusic.

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