A Love Story in Twenty-one Letters

di _helianthus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** # ***
Capitolo 2: *** # ***



Capitolo 1
*** # ***


Roba seria oh (?)
Dedicato con amore a:
  Ninjagirl, altrimenti detta da me Gaia. Lei che mi sopporta pazientemente e che quando le chiedo come sta non risponde mai dicendo che sta male. E' un'aliena, ma come caspita fa. ò_________o Comunque, ti ringrazio perché esisti (?) e perché leggi ogni mia cragna (?) puzzolente (?) e perché anche decidi di dividere le tue idee più meravigliose con me. Mia amata Françis o Françoise, che anche se a me non piace più Hetalia ti compro io gli altri due volumi e se cerchi di pagarmi ti dico che ti odio(anche se tanto non sarebbe vero). Damigella dei pomodori--PFFFFT. A parte questo, la prossima volta che vieni qua non azzardarti a gridare per strada, eh, ti ricordo che il mio è il paese del silenzio e che qua non si grida! E il gelato te lo compro io, altrimenti ti picchio. O picchio la tipa simpatica che ci vende il gelato. Ho cambiato scarpe, così scappando nel parco non mi volano via. Ho deciso che in una mia fiction devo mettere Demete ubriaco con la camicia hippy e i papaveri in mano. Ho anche deciso che la prossima volta che vieni ti faccio vedere il giardino di casa mia e la palma morta. E il mio acero. Ma che te ne frega? :D Ho anche deciso che questa dedica è lunga e che la finisco qua. E la prossima volta che vengo a casa tua mi porto un mouse mio.
Ti voglio bene. [Il cuoricino bluuu scuro come i capelli di Yuuichi. çuç (?)]
[1] Astrea è la Dea greca della sorte. [Ringrazio Wikipedia.]

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~ A Love Story in Twenty-one Letters ~
[Diciamo che è qualcosa che dovrebbe/potrebbe sembrare una HerAfu,
ma alcune parti direi che non ci azzeccano per nulla.
Ogni cosa (?) racconta un pezzo di vita di Hera e Afuro.
Tutti i pezzi sono in ordine scronologico e quindi scollegati.
Se li collegate vi stimo. (?) Buona (AHAHAH no.) lettura.]

Andiamo in un mondo di ombre |
"Nettare degli Dei." "Già." "Inquietante." "Già." "Davvero non hai paura, Afuro?" il capitano non rispose. Sì, ne aveva, di paura. Ma no, non poteva dirlo in quanto capitano nella squadra. La squadra prima di tutto, i propri giocatori prima di tutto "No. Fino a quando siamo tutti assieme, non c'è bisogno di avere paura." "Quindi non te ne andrai mai, vero?"
Afuro rimase a fissare quel liquido trasparente simile ad acqua dentro al suo bicchiere di vetro. Non se ne sarebbe andato? No, non lo avrebbe fatto. Si stavano per lanciare in un mondo nuovo, terribilmente e atrocemente nuovo. Un mondo di ombre, che non conoscevano e che probabilmente gli si sarebbe rivoltato contro. "No, non me ne andrò mai."
L'intera Zeus, non solo Hera, si legò al dito quella promessa mai mantenuta.

| Bambola rotta e ricucita |
Afuro sentì un rumore nel petto. Il suo cuore si stava accartocciando malamente, ripiegandosi su se stesso con atroce lentezza. Non si sentiva male, no. Non si sentiva e basta. Dopo la paura, la sconfitta, e dopo la sconfitta, l'umiliazione di essere a terra, distrutto, mentre il proprio avversario festeggiava una vittoria assolutamente meritata. Sentì vagamente una mano sulla spalla sinistra, una voce gli arrivò lontana a un orecchio "Abbiamo perso." se ne avesse avuto la forza, si sarebbe alzato gridandogli contro, ma si trattenne quando, voltando lo sguardo verso Tadashi al suo fianco, vide che i suoi occhi -i suoi meravigliosi occhi grigi- erano velati da lacrime. Capì solo in quel momento, che per il famigerato Comandante loro non erano che inutili burattini, bambole.
Bambole che ora erano rotte. Forse un giorno sarebbe riuscito a ricucirle, tutte quante.

| Cercando la pioggia nel mare |
"Afuro Terumi!" il grido di un ragazzo molto ben conosciuto gli fece alzare lo sguardo, rimasto per troppo tempo a fissare la superficie dell'acqua. Effettivamente, cosa stava facendo seduto sulla sabbia bagnata, a fissare il mare? "Ieri ha piovuto, sai, la sabbia è bagnata." "Lo so che ha piovuto, e comunque siamo a ottobre. Non mi sembra il caso di andare a prendere il sole con questo tempo schifoso, l'estate è finita." "Il sole bacia i belli, sempre." si vantò "E comunque non mi stavo abbronzando. Ieri ha piovuto sul mare." "Ti ho detto che lo so. E ora vieni a cenare." "Ma non è triste?" "Cosa?" Hera si stava spazientendo "Ogni goccia cade per essere d'aiuto, ad esempio per bagnare i campi o riempire i fiumi. E' triste che una goccia si disperda inutilmente in altra acqua."
Hera scosse la testa, di certo non lo avrebbe mai compreso a fondo.
 
| Diciassette tiri di dadi |
"Fermo!" Hera tentennò "Fermo cosa?" "E' l'ultimo tiro che fai. Se esce una somma dispari, perdo la scommessa e devo pagare pegno. Spero che tu abbia fatto un torto ad Astrea[1] in passato."
Il castano semplicemente non rispose, scuotendo e aprendo la mano, lasciando che i dadi scivolassero sul tavolo di pietra. Afuro fissò intensamente i due cubetti bianchi e neri.
Quando i due dadi si fermarono, i risultati erano 6 su uno e 5 sull'altro.
A Terumi caddero le braccia, mentre Demete e il resto della squadra cominciavano a ridere e a sghignazzare. "Non è possibile!" "Eppure è così." "Non capisci! Hai fatto diciassette tiri, il diciassette porta sfortuna!" Tadashi si alzò pigramente in piedi, sotto lo sguardo divertito della Zeus "Insomma, Afuro..." il castano si chinò sul viso dell'altro "Quante storie per un bacio."

| Era giovane come loro |
Afuro rientrò in casa, sorridendo "Papà è a casaaa!" "Yeee, ma che gioia..." "Non dirmelo, dai, sto andando in visibilio." "Ragazzi, siete dei veri bastardi. Però avete ragione." il biondo rimase un po' perplesso dal bentornato che gli era stato gridato rispettivamente da Hinano, Makoto e Tadashi. Lui tornava a casa e veniva insultato così? Non li avrebbe perdonati. "Insomma! Siete delle persone cattive! Io alla vostra età non ero come voi!" Tadashi gli apparve improvvisamente dietro, ridendo "Ah no? E com'eri?" "Un giocatore di calcio come loro, sì, ma solare, allegro e--" "Rompiscatole, dittatore, intoccabile e molto fashion." "Soprattutto molto fashion, comunque non mi hai ancora dato un bacio." Hera ridacchiò "Non c'è scritto da nessuna parte, che quando tu torni a casa io ti debba dare un bacio." "Sarebbe gradito." "Non davanti ai nostri bambini." "Bambini a chi?" sbuffò Hinano con un certo disappunto. "Non davanti ai nostri giovani, ecco."

| Foresta di idee |
"Demete, tu mettiti lì! No, no, lì, dico, al posto di Hepai! Icarus, vuoi provare a giocare come difensore? Ecco, Athena, tu prendi il posto di Ika, mentre Aporo viene qua avanti e vediamo se funziona questa formazione!" Hera lanciò uno sguardo disperato al povero Athena, posizionato a difendere una porta che sarebbe stata superata varie volte. Demete si mise in ginocchio, implorandolo di fare qualcosa nei confronti del capitano. Aporo ebbe una lieve paura di rimanere schiacciato, se fosse partito all'attacco. Icarus si fece legare le mani dietro la schiena da Artemis, sperando di riuscire a non usare le mani durante l'allenamento.
"Il capitano non capisce ancora che noi i nostri ruoli li abbiamo già." "Hera, non lamentarti, che diamine. Tu sei comunque a centrocampo! Come caspita faccio a correre con le mani legate?!"
Me lo sto chiedendo anche io, si disse Hera, mentre pensava decisamente che Afuro in testa avesse una foresta di idee. Tutte malate, ovviamente.

| Girando l'angolo |
Afuro pensava assolutamente che la sua scuola fosse stupida e assurda. Non che non gli piacesse, no, lui amava tutto quel bianco luminoso e quello stile greco. Ma era piuttosto monotona e a quel punto troppo bianca. Lui era luce pura, doveva risplendere ovunque, e con tanta luminosità in quell'edificio non poteva riuscirci di certo.
E poi, quella divisa così bianca si mimetizzava con il resto della scuola, quelle classi bianche e tutto il resto così terribilmente bianco. Quando sarebbe morto, avrebbe voluto vedere nero, a questo punto.
Quando però uscendo dalla sua classe bianca, con indosso quella divisa bianca che si mimetizzava con la scuola bianca, girò l'angolo, amò la sua scuola. Si era appena scontrato con qualcuno di ben conosciuto.
"Scusa Tadashi, non ti avevo visto! E' tutto così bianco!" un sorrisino nascosto, girando l'angolo.

| Ho terrore di |
Afuro fece un salto sulla sedia mentre apriva l'astuccio, girandosi di scatto con sguardo decisamente furioso. "Aporo! Smettila! Quante diavolo di volte dovrò ripeterlo?!" il biondino sentì la risata sommessa del ragazzino dietro al suo banco, tornando a girarsi e togliendo un ragno di gomma dal proprio astuccio. Poi si voltò nuovamente, alla ricerca però di un'altra persona.
"Signorino Tadashi Hera!" alzatosi in piedi, puntò l'indice contro il suo ragazzo, tranquillamente appoggiato al banco del suo amico Arute Saneki. Questo voltò lo sguardo verso il biondo con aria interrogativa.
"Sei scorretto, Tadashi!" sbuffò Terumi "Io ti dono la mia fiducia e tu la sprechi così?" il ragazzo sembrava avere la tipica aria da melodramma per ragazze. A Hera ricordava vagamente una telenovela tedesca.
"Ti avevo chiesto di non dire a nessuno che io ho il terrore dei ragni!". Hera alzò gli occhi al cielo.

| Infine lascia che io pianga |
Hera sbuffò, chiudendo gli occhi. Con la testa appoggiata alla spalla nuda di Afuro, gil sfuggì un singhiozzo. Il biondo lo strinse ancora di più, nel buio, sospirando. "Non essere triste, Tadashi..." fu il sussurro di Terumi "Sono qua... Con te." Hera inizialmente non reagì, singhiozzando ancora e ancora. Quando però lo attirò prepotentemente a sé, facendo scontrare i loro petti scoperti, Afuro sobbalzò, lievemente spaventato.
"Oserei anche dire finalmente, te la sei presa comoda prima di tornare, Afuro." "Allora non piangere, almeno, no?" "Stupido." sbuffò nella notte un po' irritato, Hera, per poi continuare "Sei un cretino. Ti devo ricordare che non ci siamo visti per tantissimo tempo? Credevo non tornassi più. E se adesso te ne vai di nuovo? Guarda che ti conosco." "Hera... Lo sai che dispiace anche a me, partire..."
"Allora non lamentarti con me se ho paura che tu te ne vada. E lasciami almeno piangere, stupido."

| La pazienza (non) è la virtù dei forti |
"Insomma!" sbottò l'ex-capitano della Zeus, decisamente irritato dal comportamento del ragazzo davanti a lui "Eh?" questo alzò lo sguardo dal suo giornale, apparentemente disinteressato all'insolito scoppio del biondo "Non fare il finto tonto! Mi hai deluso!" Terumi era in piedi, con addosso ancora il pigiama e piuttosto spettinato. Non lo si sarebbe dovuto ignorare.
"Afuro." cominciò Hera con voce stanca, dopotutto erano solo le dodici e quarantasette di domenica mattina -quasi pomeriggio, ormai- "Sono molto stanco."
"Anche io!" ma il biondo non desistette "Non è ammissibile ignorare una persona per un motivo stupido come questo! Anche la mia pazienza ha dei limiti!"
Hera sospirò: era un così grande crimine dimenticarsi di baciare il proprio ragazzo la domenica mattina?

| Mi domando se le stelle sono illuminate |
Afuro Terumi chiuse con uno sbuffo il libro che stava leggendo. Hera lo guardò con occhi annoiati. "Bene." "Bene cosa?" "Ho finito di leggere questo libro." "Bene." il castano sperò sinceramente che la conversazione si troncasse lì, ma si sbagliava. Dopo la lettura di un libro o la visione di un film, la parte filosofica del suo ragazzo prendeva tragicamente il sopravvento.
"Era molto bello." "Ah sì? Cosa ti è piaciuto di più?" "In verità ci sono molte cose che mi hanno colpito." il biondo si posò un dito sulle labbra, assumendo una posa che agli occhi di Hera poteva solo essere assolutamente carina. Il castano intravide la copertina del libro, e si alzò sorridendo "Sei illuminato, Afuro." "Eh?" quell'affermazione lo aveva lasciato perplesso -e non aveva tutti i torti.
"Mi domando se le stelle sono illuminate... perché un giorno ognuno possa trovare la sua"

| Non aprire gli occhi |
Afuro sospirò, sedendosi sulla panchina dello stadio ormai quasi vuoto e lasciando cadere il borsone a terra. Era per quello che aveva faticato tanto, che si era lasciato così tanto alle spalle? Era così stanco. Stanco, sfinito, deluso. Non poteva aver fatto tanto per non ottenere nulla. Voleva davvero andare a sfidare il mondo, ma la Inazuma Japan gli aveva rubato la gloria. Eppure, aveva pregato così tanto nella riuscita del suo progetto. Si era impegnato davvero per portare avanti tutti i suoi sogni, i suoi sogni e quelli dei suoi ex-compagni di squadra. Chissà come stavano loro, poi. Rilassò le spalle, lasciandosi sfuggire un lamento frustrato, per poi sentire delle mani posarsi sul suo viso, coprendogli gli occhi. Dalle parole che udì dopo, riconobbe quella persona.
"Non aprire gli occhi, Afuro. Non aprirli, e i tuoi sogni saranno la sola e semplice realtà."

| Ora resta nel profondo buio |
Hera fece un mezzo sorriso, vedendo il risultato della partita sul tabellone. 10 a 0, avevano ovviamente vinto. Demete si girò verso di lui, sorridendo superbamente. Aporo incrociò le braccia dietro la testa, Artemis si limitò a rilassare le spalle, facendogli un cenno. Non una vaga ombra di umanità in loro.
Era impossibile, dire se dietro a quel volto di pietra si stesse nascondendo un sorriso, se dietro a quel sorriso superbo ci fosse gioia incontenibile. Sbuffò, abbandonando le braccia lungo i fianchi. Almeno era  diventato famoso. Tristemente famoso. Ma il peggio doveva ancora venire, quando Afuro si girò scrollandosi i capelli e avviandosi a occhi chiusi verso la panchina.
Sospirò. Era ancora costretto restare nel loro piccolo mondo di ombre.

| Piacere di conoscerti |
Alla riunione del nuovo club di calcio, sembrava mancare solo una persona. "Afuro Terumi! Piacere di conoscervi!" Tutta la squadra si girò immediatamente verso la voce squillante e allegra che aveva appena parlato. Solo Hera rimase noiosamente a fissare il vuoto più totale. Poi la voce, o meglio, la persona a cui apparteneva la voce, ricominciò a parlare "Sono il capitano della squadra, è un vero piacere conoscervi! Un po' di nomi li conosco già, ho letto i vostri dati, ma dobbiamo conoscerci ancora molto bene. Voglio una squadra unita e allegra!" Fece passare lo sguardo per la stanza, fermandosi sulla figura di Tadashi, l'unico che non gli aveva rivolto un minimo di attenzione.
"A cominciare da te, con quei meravigliosi occhi grigi." Hera si voltò, sentendosi sorpreso da quel complimento "Piacere di conoscerti, Tadashi."

| Quei giorni passati a |
"Papà, papà! Oggi fuori c'è un super-vento! Andiamo fuori a giocare con gli aquiloni?" Tadashi aprì pigramente gli occhi, scostandosi dal viso una rivista presa a caso e usata solo per dormire meglio. Makoto e Hinano erano decisamente entusiasti, per aver osato disturbare il suo pisolino pomeridiano. In ogni caso, uscire con un vento così forte anziché dormire era una cosa che non poteva sopportare. Aveva troppo sonno per poterla sopportare. "Perché non andate con Afuro?" mormorò, mettendosi seduto e carezzando i capelli biondi di Hinano. I due bambini si guardarono a vicenda, decidendo poi di sedersi a terra e fissare il proprio "padre". "Dice che con il vento gli si spettinano i capelli." una pausa di pochi secondi, durante i quali Hera si chiese perché mai avesse voluto sposare un uomo così stupido. Poi di nuovo.
"Papà, papà, c'è un supermega-vento! Allora andiamo fuori a giocare con gli aquiloni?"

| Ricominciando a volare |
Hera diede un calcio stanco al pallone, con troppi pensieri in mente per potersi concentrarsi davvero. Afuro in quel momento si trovava in ospedale, e lui non riusciva a trovare nemmeno il coraggio di andare a trovarlo. Perché, poi, non ci riusciva? Se lo stava giusto chiedendo mentre si chinava a raccogliere il pallone e lanciarlo nel cesto assieme agli altri.
Forse non c'era nemmeno un motivo troppo valido, forse non aveva solo voglia di illudersi. Ormai, sapeva come era fatto il suo ex-capitano: dopo la sconfitta della Zeus, si era unito alla Raimon, e ora che non poteva più giocare nemmeno con loro sarebbe riuscito a trovare comunque qualche altra squadra nella quale infilarsi. Lo avrebbe lasciato libero.
Avrebbe lasciato che l'angelo tornasse nel cielo, che splendesse lucente come un tempo, che ricominciasse a volare più in alto di prima.

| Solo un altro giorno di pioggia |
Afuro si lasciò cadere sul morbidissimo pouf della sala. Da quanto tempo non si annoiava così tanto? La testa gli pulsava, addirittura, per la noia e l'insoddisfazione.
La pioggia continuava a battere insistentemente contro i vetri smerigliati e colorati della casa, opprimendolo in quell'autunno così triste, così solo. Si voltò, la pancia in giù, affondando il volto nel morbido cuscino e trattenendo il respiro per non sentire il forte odore della pelle di cui era rivestito. Stava ancora aspettando, stava aspettando un messaggio, o una telefonata. Per quanto ancora avrebbe dovuto attendere? Non chiedeva molto, dopotutto. Una telefonata, da lui. Come stai?, avrebbe voluto sentire.
Va tutto bene. E' solo un altro giorno di pioggia.

| Ti perderai nel bianco |
Hera odiava la sua scuola. La odiava, sì, perché più che a una scuola assomigliava a un maledetto museo di arte greca classica, o a un tempio. Ripieno di statue a ogni angolo, e poi quei cosi bianchi dove si poteva accendere il fuoco erano davvero brutti. Si trovavano a ogni curva, e spesso ci era andato a sbattere contro per distrazione --o forse perché non teneva gli occhi aperti mentre camminava.
E poi, quella scuola era enorme e tutta bianca; enorme e non c'era mai nessuno per i corridoi. A volte si chiedeva se non stesse semplicemente girando in tondo, tanto era uguale in ogni aspetto.
Imprecò a voce alta contro tutti gli Dei greci o romani che fossero, aprendo lo sportello del tanto suo agognato armadietto e lanciandoci dentro la borsa con i libri. Il campo da calcio lo aspettava.
"Ehi, Tadashi!" poi una voce conosciuta lo scosse "Che fai ancora qui? Allenamento è già cominciato da un pezzo! Non dirmi che ti eri perso in tutto questo bianco!"

| Un bambino caduto dal muro |
"Oh." Afuro si lasciò scappare una risatina, sfogliando una pagina di un vecchio album "Che c'è, Afuro?" il biondo sentì poi delle braccia circondargli il collo da dietro il divano: era incredibile il modo in cui Hera riusciva a sentire ogni suo minimo suono "Niente, stavo vedendo alcune mie foto di quando ero bambino." "Scommetto che eri una teppa mostruosamente rompipalle. E giocavi con le Barbie." Afuro lo picchiò con l'album fotografico "Sei cattivo! E comunque no, ero assolutamente carino e bellissimo." Hera rise "Lo sei anche adesso, stupido." Afuro gonfiò le guance, deciso a non perdonarlo così facilmente.
"Guarda qua, già da piccolo volevo volare come un angelo." la foto ritraeva un Afuro di otto, nove anni che si lanciava da un muretto a braccia aperte.
"Volare come un angelo?" ironizzò Hera "A me sembri più un bambino che cade da un muro." Afuro lo picchiò con l'album fotografico.

| Vivere di nuovo |
"Allora, hai finito?" Afuro si voltò di scatto, trovando lo sguardo indagatore di Hera a fissarlo "Finito cosa...?" "Di andare in giro a zonzo per le squadre senza mai tornare a salutare. Sei stato cattivo." la voce di quello che era e forse continuava a essere il suo fidanzato era particolarmente dura, e il biondo cominciava sinceramente a preoccuparsi. Era vero, li aveva lasciati per ben due volte -anche se con un enorme rimorso-, una volta per raggiungere la Raimon e l'altra per scappare con i Fire Dragon. Probabilmente la vecchia Zeus non lo avrebbe perdonato molto facilmente.
"Sai, Afuro..." il castano gli si avvicinò, poggiandogli le mani sulle spalle "Sei mancato così tanto, a tutti. Ora che sei tornato..."
La sensazione delle labbra di Hera sulle proprie era, come sempre, particolare e da brivido. Si sarebbe potuto fermare su quella bocca all'infinito "Ora che sei tornato, posso vivere di nuovo..."

| Zigomi a punta |
"Afuro, devo farti una domanda." la voce bassa e calma di Hera fu un sussurro, in quel letto silenzioso. Era rimasto a fissare il profilo del capitano alla luce della luna per alcuni minuti, e poteva definirsi soddisfatto. "Sì?" "Sei una persona permalosa?" Terumi aprì gli occhi cremisi, rivolgendogli uno sguardo curioso ma stanco "Forse, un po'."
Tadashi lo fissò per qualche secondo "Allora non ti offendi se ti dico una cosa?" "Forse, un po'." Hera prese un respiro, pronto a qualsiasi reazione.
"Hai gli zigomi a punta."
La prima cuscinata non tardò ad arrivare sulla sua faccia, prima che potesse coprirsi con le braccia.

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Buonaseeeeeeeeera.
Ho sonno. Pensate che mi sono affaticata un sacco solo per colorare le lettere e scrivere il titolo. Nvu oggi fa quel cacchio che gli pare, evidentemente! Ma va bene così. Devo ammettere che sono indecisa su quale sia stata la parte più divertente. Scrivere è stato davvero bello (anche se rileggendo il risultato finale mi accorgo di aver scritto solo una montagna di caFFate), ma anche cercare i titoli lo era. Ho preso il vocabolario e cercato le varie lettere, mentre per alcune ho utilizzato esperienza personale. (?)
Vi avverto subito che alcune potrebbero non essere capite. La stessa Ninja una volta mi ha detto che faccio ragionamenti assolutamente contorti e non si capisce come arrivi alla fine partendo dall'inizio. Alcune invece potrebbero essere non capite perché sono questioni tra me e la carissima Ninja--la telenovela tedesca della foca. Va be'.
Non ho letto nemmeno il Piccolo Principe, conosco solo quella citazione (Mi domando se le stelle sono illuminate perché un giorno ognuno possa trovare la sua) e alcune altre, ma provvederò velocemente a comprare quel libro. Mi dicono che è bellissimo, quindi varrà la pena! La verità è che Afuro brilla di luce propria, ecco. (?)
Un giorno Ninja mi disse "Ho sempre paura di cadere nel banale e di fare cliché." Oltre al fatto che non so come si pronuncia quella fottuta parola che sembra molto francese (?), sono andata di brutto nel banale per quanto riguarda molti aspetti di questa fanfiction. x° O meglio, mi ci sono tuffata a braccia aperte, mentre il banale rideva gioiosamente. Detta così sembra una cosa piuttosto stupida. Ahahah.
Principalmente questa fiction parla dei vari avvenimenti verificatisi (?) nel corso della vita di Tadashi e Terumi, ovvero l'incontro, il periodo con la Zeus, l'inserimento di Afuro nella Raimon, poi il passaggio ai Fire Dragon, il ritorno e infine uno spicchietto (?) di Go, giusto perché così la cara Ninja può dare sfogo ai suoi filmini mentali secondo i quali Hera è il segretario di Afuro e Demete e Kirigakure le guardie del corpo, o qualcosa di simile, ora non mi ricordo. (?)
Per me il colore degli occhi di Hera è indecifrabile, ma qua sarebbe a metà tra il grigio e il lilla. Anche se viola fa più arcobaleno, ma va be'. Afuro invece li ha rosso scuro, e sono tanto belli. (?)
Ho riletto di nuovo. Fa davvero schifo, santo cielo, la HerAfu poi è giusto in trasparenza/lontananza/inesistente/ti vedo non ti vedo.
Spero di non aver sbagliato l'alfabeto, e anche se ho riletto venti volte potrei aver fatto errori di grammatica! Come si suol dire, (?) abbiamo rimasto in pochi ha sapere la ittaliano! Portassimo havanti gli nostri ideagli con detterminazzione e giustizzia. Eviva la gramaticca dello Itaglia!
Dopo questa posso anche andare. Spero che vi sia piaciuto e bla bla, tanto fa schifo. (?) :D
A presto!
-Pomela che ha deciso d'ora in poi di fare sempre i cuoricini blu scuro

Ps: Colgo l'occasione per annunciarmi un mio ulteriore cambiamento di nickname. "kilauea" sarà il mio successivo nomignolo. Evviva le Hawaii. (?)
Pps: Sono un po' idiota, quindi avevo contato l'alfabeto anche con le lettere straniere. Avete il diritto/dovere di picchiarmi brutalmente.

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Capitolo 2
*** # ***


FiDemo (le dediche sono lunghissime aiuto)


Dedicato con amore a:
- melamelindah, Roby. Ecco, Roby è semplicemente Roby. È una delle prime persone che ho conosciuto sul web grazie a Inazuma. Io non saprei proprio come ringraziarla per tutto. Tutto in generale (?), o più semplicemente perché esiste. Okay, sto andando probabilmente sul banale, però io credo che sia davvero una persona fantastica e che tutti dovrebbero stimarla (?) Non mi ha ancora uccisa nonostante la mia convinta convinzione (?) nel fatto che Masaki puzzi, e poi io quel personaggio proprio non riesco a farmelo stare simpatico, ed è uno dei suoi preferiti. Non capisco più se la grammatica per me esista ancora o meno, ma insomma, abbiate pietà. È una delle prime persone che ha anche sostenuto questa pair e una delle prime che ha pubblicato una shot su questi due animali. ♥ Io come sempre arrivo in ritardo perché ho un tempismo da Shuuya, ma devo riuscire ancora a recensirla e intanto come ringraziamento le dedico questa cosa. Che fa schifo, ma va bene, credo che il pensiero sia la cosa più importante, no---*ferro da stiro in fronte* *palla di neve in fronte* *muore* ... Comunque, a te che sei la mia Sovrana, a te che sei il mio Kurama a cui rompere le palle e soprattutto il mio adorato imperatore Saru da cui scappare, dedico tutto ciò. E non è altro che un ventesimo di quello che ti spetterebbe ♥
- Albicocca, Miriam. Miriam è la mia suora. Miriam è la mia suora/amante/un mucchio di altre cose. Miriam è qualcosa di indescribilmente fantapignoso (what cosa), un pozzo senza fondo di nonsense, simpatia, imprecazioni, imprecazioni verso Asurei, verso la sua prof di italiano, verso il numero 2, verso mia zia, e tante altre cose. È semplicemente un vulcano di meraviglia e non la smette mai di stupirmi. E poi è un fake tremendo: si professa tanto suora e poi si fa corrompere da me a scrivere fanfiction non esattamente caste. La sua otp è la KyouKina, però le piace anche la SaruFei e ha tentato in tutti i modi di spronarmi per scrivere la SaruFei rossa per il contest. Alla fine non ce l'ho fatta, però comunque il pensiero è stato molto gentile--E ora per scusarmi dato che non aggiorno Frailty e non faccio niente di niente se non lamentarmi e raccontarti i fatti miei dedico anche a te questa roba. Senza nemmeno un motivo preciso! È solo che ti amo e allora voglio dimostarti il mio amore in qualche modo. Anche perché lei si scoccia, quindi mi pare proprio il caso di darle qualcosa da leggere, così magari non si scoccia. Forse. Spero. Ah ah. *ha già chiuso la scheda con ogni probabilità* ... In ogni caso, a te che sei la mia macedonia/obstsalat, a te che sei la mia dolce Meia e soprattutto la mia mestruata (♥) Beta, dedico questo. Se ti pare, puoi anche scagliarmelo violentemente addosso (?)
- Flaine, Cha. Ma vogliamo parlare di questa donna? Si chiama sistah ed è/sarà mia moglie. Sì, perché quando domani incontro sua madre glielo dico che la sposo ♥ Cha -anche se a lei non piace che io la chiami così- è la mia meravigliosa sorella e sposa marito, con la quale mi sposerò in un matrimonio gay tra lesbiche, e ovviamente entrambe vestiremo l'abito da uomo perché quelli da donna sono molto fastidiosi e difficili da tenere. La sistah è solo e unicamente la sistah--come cavolo faccio a descriverla? Fantapignosamente meraviglierrima e tante altre parole che non servono a niente. L'altra sera mi sono persa a scriverle con il cellulare e poi andando in bagno senza luce ho scambiato i miei dopo-sci per un gatto e ho preso un colpo. Non gliel'ho detto, però sì ecco. Non è più una dedica ma uno sproloquio. Sappiate comunque che domani io la incontro e voi nah perché lei è tutta mia e--no scherzavo. Comunque le devo assolutamente comunicare una cosa importantissimo: puzza, e lei a me non potrà dirlo perché ora vado a farmi la doccia. *un comodino ottocentesco a propulsione la prende nello stomaco e muore* ... Però comunque con te non ci ruolo quasi mai--se non ogni tanto raramente con Shuuya. In ogni caso, lei è la mia meravigliosa conilia e io sono la sua scimia, e ama la SaruFei, quindi non potevo escluderla dalle persone a cui dedicare questa ... roba, no? ♥
- tutti quelli che amano la SaruFei. Siete davvero meravigliosi, perché loro due meritano molta più attenzione e perché sono semplicemente da sbav. Ora vi lascio.
Per concludere questa epopea infinita,
vi voglio bene.

Note veloci: come nell'altro capitolo-perché voi credevate che sarebbe finito lì, e invece quando ho voglia scrivo ancora capitoli random di questa pseudo-raccolta di raccolte (?)-, le varie drabble/qualsiasi altro nome sono in ordine scronologico (?), e in più alcune prendono diverse opzioni. Nel senso, ad esempio, in una mettiamo ci sia la morte di Saru (tranquilli, non c'è mica, come potrebbe una come me scrivere su Saru che muore? NOOO che non c'è, NOOO) (-profonda ironia, profonda ironia-) che compie vent'anni e in un'altra la Feida viene sconfitta e loro continuano a vivere da umani. È molto random tutto questo, sì :'
Altra cosina: per quanto riguarda alcune lettere ho utilizzato alcuni headcanon, miei e non. Divertitevi a trovarli (?), li elencherò nelle note a fine pagina. La SaruFei ispira troppi headcanon. Uh.
Ci si vede in fondo con le note. O con gli scleri?

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~ A Love Story in Twenty-one Letters ~


| Armati di pazienza. |
« E così tu sei Fei Rune. »  proferì il ragazzo davanti a lui, alzandosi con un sorriso troppo largo sul volto. Gli girò un po' attorno, osservandolo con fare quasi famelico. Roteò gli occhi quando si accorse che gli stava osservando la schiena, o forse più specificatamente il fondoschiena. Poi parlò di nuovo, e Fei ne fu quasi sollevato « Devo discuterne con Meia e Gillis, ma per me sei dei nostri. Anzi, più siamo meglio è, no? Dopotutto non siamo in molti, e io voglio fare le cose in grande. » udì il rumore dei passi farsi più vicino, e fece per girarsi e stringergli la mano.
Fu costretto ad arrestarsi, quando la mano di Saru gli si posò molto simpaticamente sul sedere. Più brividi gli percorsero per pochi attimi la schiena, prima che Fei si girasse e gli mollasse un sonoro schiaffo sul volto.
Mentre usciva tra le risate di Saru e un grande imbarazzo, camminando impettito e con il mento alzato, pensò che si sarebbe dovuto armare davvero di molta, moltissima, pazienza.

| Bruceremo la colazione.|
Nel momento in cui sentì due braccia circondargli la vita, tentò di dare una gomitata alla cieca dietro di sé. Saru emise un gemito di dolore, segno evidente che era stato colpito. Minaccia sventata, pensò Fei mentre tornava a concentrarsi sui pancakes che stava preparando con molta calma. Saru era fondamentalmente egoista: costringeva, quasi, Fei a cucinare per lui, e inoltre lo tentava in modi non di certo casti mentre questo tentava di assecondare le sue richieste « Una cosa per volta. » disse, lapidario, mentre il ragazzo dai capelli bianchi sbuffava con aria annoiata « È inutile che fai così. Se continui, brucio i pancake e non li mangi. Una cosa o l'altra. Oppure entrambe, ma con calma. » lo udì mentre si riavvicinava di nuovo, sperando sinceramente che non avesse intenzione di tornare all'attacco. Dopotutto non aveva autocontrollo infinito.
Però, quando Saru sollevò silenziosamente i capelli che gli coprivano il collo, baciandogli la morbida pelle scoperta, il ragazzo fu costretto a lasciar perdere i pancake, definitivamente lasciati a bruciare malamente.

| Coniglio pasquale.|
Fei sorrise mentre applicava un altro adesivo trasparente sull'uovo colorato: raffigurava un coniglio bianco che sorrideva in direzione di un piccolo pulcino giallo. Colorare le uova di Pasqua per lui era sempre stato un divertimento. Lo aveva fatto per la prima volta quando Saru aveva compiuto dieci anni, ed essendo giunto a metà della sua vita era piuttosto angosciato, malinconico. Il bambino quindi aveva colorato alcune uova e poi ci aveva applicato sopra alcuni adesivi, con l'intenzione di regalarle a Saru. L'altro ne era stato molto felice, avevano pranzato assieme serenamente e Fei si era sentito molto soddisfatto. Da quell'anno, Fei non aveva mai perso l'abitudine, anche dopo essere tornati normali esseri umani, infatti, aveva continuato a regalare ogni anno all'altro un cesto di uova colorate. Ma quello era stato il primo anno in cui Saru gli poneva una richiesta così sfacciata: Fei non aveva davvero potuto evitare di andarsene palesemente imbarazzato e offeso quando il più grande gli aveva posto la innocente richiesta di vestirsi da coniglietta, con tanto di tacchi alti e calze a rete.

| Documentari fortemente ambigui. |
« Feeeeei~ » quel tono proprio non gli piaceva. Di solito lo usava precedentemente ad un disastro irreparabile, o a qualche richiesta insostenibile, o a qualsiasi altro genere di apocalisse infinita. A volte, anche quando sentiva la necessità di un po' di semplici coccole, che purtroppo spesso e volentieri andavano a finire in situazioni non proprio adatte alla visione di qualsiasi fascia di età. Ripetè il suo nome per una seconda e poi una terza volta. Eppure lo aveva costretto a guardare la tv solo mezz'ora prima, possibile che non ci fosse davvero nessun programma stupido da guardare per tenerlo impegnato? Voltò il viso lentamente, lanciando uno sguardo alla televisione e scoprendola sintetizzata su un canale famoso per i suoi documentari sul mondo animale. « Oh no, » cominciò, afferrando il pesante libro di letteratura pronto a essere usato in caso di necessità « tu non vuoi davvero tentare di adescarmi solo perché guardando un documentario sui conigli hai scoperto che si riproducono ad una velocità spaventosa, non è vero? » ma Saru non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, battuto sul tempo dalla copertina di un libro che contava all'incirca ottocento pagine.

| Ecco, mamma, papà... |
« Mamma, papà, devo darvi una notizia: io e Saru ci siamo ufficialmente fidanzati. »
Il silenzio più totale -più inquietante- cadde immediatamente nella stanza dove i quattro stavano cenando. Kinako smise di versare l'acqua nei bicchieri, Asurei sollevò gli occhi dal proprio piatto, incrociando lo sguardo teso di Saru. Sei un uomo morto, voleva comunicargli, preferisci essere sepolto o cremato? Allora il ragazzo si voltò verso Kinako, sperando di trovare in lei una madre apprenziva ma comprensiva.
Ebbe in risposta solo un "Ti sventro" mimato con le labbra. Allora, da sotto il tavolo, cercò la mano di Fei e la strinse con una paura evidente negli occhi. Per istinto paterno, Asurei se ne accorse e pestò con violenza il piede destro di Saru, facendolo gemere dal dolore. Subito l'altro ragazzo si voltò verso di lui, con aria preoccupata, mentre il padre si alzava sorridendo in piedi e afferrando Saru per le orecchie.
Mentre veniva trascinato fuori, quasi con le lacrime agli occhi, Saru sussurrò un sentito "Ti ho amato" in direzione di Fei.

| Fin dove puoi arrivare.|
Fei afferrò con una certa irritazione il suo cuscino e se lo premette con vigore sul volto. Era una tortura insopportabile. Anche se non lo stava vedendo, era sicuro che Saru stesse sorridendo. Se solo avesse potuto picchiarlo, lo avrebbe fatto nell'immediato. Lanciò uno sguardo all'orologio sul comodino, e poi sussurrò preghiere che Saru non sentì, smettila, ti scongiuro, ma tanto quello avrebbe sicuramente continuato ancora per tutta la notte. Gemette di frustrazione nel momento in cui Saru si fermò per pochi secondi, salvo poi ricominciare con ancora più convinzione. Ti odio, ti odio, ti odio, sussurrò ancora, mentre il sudore ricadeva dal suo petto e dal suo collo sul letto. Già in estate addormentarsi era particolarmente difficile, con l'aria calda impossibile da scacciare, ma torture del genere erano inumane anche per uno come Saru, che arrivava a limiti indecenti per chiunque.
Già, perché le serenate notturne sotto la sua finestra erano qualcosa di semplicemente insopportabile.

| Guarda che è solo un gatto!|
Saru si voltò verso il suo ragazzo nel momento in cui questo si fermò inspiegabilmente in mezzo alla strada. Quel giorno erano usciti assieme a Gillis e Meia per una specie di appuntamento a quattro, anche se alla fine si erano divisi e avevano prefissato di ritrovarsi dopo due ore in una gelateria nei dintorni. Saru e Fei avevano camminato a lungo, e proprio mentre stavano per arrivare nel luogo dove avrebbero incontrato gli altri due, Fei si era fermato irrigidendosi e cominciando a tremare in mezzo alla strada. Saru tirò fuori una mano dalla tasca, afferrando quella di Fei e stringendola « Be'? Che hai? » chiese con un misto di scocciatura e curiosità. L'altro balbettò qualcosa, andando poi a nascondersi dietro a lui. Saru puntò gli occhi nello stesso luogo che prima stava osservando Fei, e intravide un gatto che li osservava con fare annoiato « È solo uno stupido gatto! » rise, e poi lo scacciò via muovendo le braccia « Sei proprio un coniglio frignone, tu. » ma la voce di Gillis interruppe l'inizio di quella discussione che non sarebbe di certo finita bene.

| Hai un momento? |
Fei sfogliò un'altra pagina del libro che stava leggendo, dondolandosi placidamente sulla sedia. Adorava leggere i libri che parlavano in particolare delle antiche leggende giapponesi, e in più trovava in Meia una ottima compagna di lettura. Entrambi avrebbero passato tutta la vita all'interno della biblioteca, se solo non avessero avuto richiami esterni, quali i rispettivi fidanzati. Gillis ogni tanto li raggiungeva e faceva compagnia a Meia durante le sue letture, commentando a ridendo assieme a lei, ma, per grande disappunto di Fei, Saru non era un lettore così accanito. Passava in biblioteva solo nei momenti in cui litigava con lui, per documentarsi leggendo libri di dubbio genere e trovare nuovi spunti per riavvicinare a sé il più giovane. Lo odiava quando si comportava così. Era davvero stupido: credeva servissero certi atteggiamenti per farlo redimere? Poi lo sentì entrare in biblioteca, toccandogli dolcemente una spalla e chiedendogli se per caso avesse qualche momento da passare nel suo ufficio per discutere.
Inutile dire che una manciata di minuti dopo si stavano baciando appassionatamente quasi completamente distesi sulla sua scrivania.

| I paesaggi di ieri. |
Garo sospirò mentre imballava un altro scatolone pieno di libri « Saru, mi sto stufando di impacchettare libri su libri. Era proprio necessario? » l'imperatore rise, mentre tristemente osservava fuori dalla finestra i mezzi che a breve avrebbero abbattuto la base della Feida. L'unica cosa che lo rincuorava era che al suo posto sarebbero sorti un orfanotrofio e un parco « Sì. Ordini della mogliettina imperatrice. » e si beccò uno sguardo di rimprovero da parte di Meia « Perché la cultura è importante, sai, Garo. » scimmiottando la ragazza, si chinò a raccogliere uno scatolone e poi scese le scale per portarlo fuori in una sistemazione temporanea. Dopo pochi giorni, la base della Feida venne abbattuta, e l'anno dopo i fiori e i bambini popolavano quel luogo che in precedenza era stata una specie di caserma militare. « È tutto così diverso. » sussurrò Saru, e Fei rispose raccogliendo con un sorriso un sasso e lanciandolo in una larga pozza d'acqua. Aveva appena piovuto, e nessun bambino giocava sulle giostre del parco « Lo preferisco ora, in realtà. » ammise con un po' di timidezza, e Fei asserì con un semplice bacio.

| Languida lussuria. |
Fei cominciava a non capire più niente. Se non fosse stato per Alpha, che al suo fianco lo sosteneva con una sobrietà incredibile, sarebbe già caduto a terra per restarci probabilmente tutta la notte. Nonostante la confusione che regnava nella sua mente, però, riconobbe fermamente il profilo del corpo slanciato di Gamma avvinghiarsi al petto di Saru. L'odio lo invase, mentre il suo ragazzo tentava disperatamente -o forse era solo una sua impressione- di liberarsi dall'altro. Tentò di convincersi a scusarlo solo perché erano finiti tutti e quattro ubriachi, tranne Alpha che aveva davvero poca propensione a ubriacarsi. Saru era imperdonabile: conosceva bene i suoi limiti, ma pareva non curarsene e amava far impazzire Fei trasgredendo le regole che avevano fissato tempo prima. Prima che Alpha lo trascinasse fuori dal locale, lanciò un ultimo sguardo verso Saru e intravide un lampo di accusa nei suoi occhi. Reciprocamente gelosi l'uno dell'altro e stupidamente inconsapevoli, si lasciavano abbandonare a una lussuria languida che lentamente li avrebbe uccisi.

| Ma quello non è...? |
« Gli allenamenti di oggi sono stati davvero stancanti. » « Forse è anche la conseguenza delle vacanze... Eravamo fuori allenamento, non siamo stati molto intelligenti nel lasciare perdere tutto quanto per ben tre settimane. » « Andare al mare però è stato bello. Si sono divertiti tutti. Non posso mica obbligarli a morire allenandosi così tanto. » « Ammettilo che hai acconsentito solo per vedermi in costume da bagno. » Saru rise mentre entrava nella propria camera, seguito dal suo ragazzo. « Potrebbe essere, ma comunque resta il fatto che sia stato un allenamento piuttosto stancante. » « Facciamo una doccia? » propose Fei, sapendo che di solito l'altro non disdegnava quell'opzione « Potremmo, ma non ne ho molta voglia. Piuttosto mi farei una dormitina. » « Forse anche io dormirei un pochino. Abbiamo tempo prima di cena, no? » « Già! Ma piuttosto, quello lì non è un letto? » « Oh, ma guarda! È proprio un letto, sì! Che strano, un letto in camera, non l'avrei mai detto! »
Letto sul quale si erano già buttati mezzo secondo dopo.

| Non voglio più vedermi.|
Sua madre gli diede uno schiaffo. Era ormai il terzo in pochi minuti, e per questo sembravano aver diminuito di intensità. Avrebbe quasi potuto definirlo una carezza, se solo non fosse stato seguito da molti insulti, tra i quali aveva riconosciuto solo una parola: sparisci. Papà era morto solo una settimana prima, e la mamma sembrava davvero nervosa, ancora più di quanto non lo fosse prima. Forse perché si erano ritrovati pieni di debiti? E senza papà non c'era nessuno a lavorare? Oppure perché lui era lì? Saru, comunque, decise di scappare in camera sua. Papà era morto solo una settimana prima. Probabilmente di overdose, nonostante Saru non conoscesse il significato di quella parola. In realtà non gli mancava poi così tanto, dato che suo padre lo aveva sempre trattato male. Solo una cosa sapeva: anche mamma sarebbe morta prima o poi. Forse si sarebbe uccisa, dopotutto erano davvero pieni di debiti. Si guardò nel riflesso della finestra, osservando soprattutto i suoi occhi viola: era tutta colpa sua. I ragazzi grandi avevano ragione, allora, a picchiarlo.
Non avrebbe più voluto vivere.

| Ormai è troppo tardi. |
Kinako urlò, mentre il figlio le puntava una canna di pistola addosso. O meglio, non la puntava a lei, ma l'uomo che la stringeva tra le braccia. Fei fissò entrambi con riluttanza, ricordando le parole di Saru in merito a quello che suo padre aveva fatto. Mentre Asurei lo pregava, dicendo di essere cambiato e di voler ricominciare, il ragazzo si ripetè alcune parole, come un mantra. "Uccidilo, uccidilo, uccidilo." Portando lo sguardo dai genitori alla pistola, si accorse che era stato proprio Saru a prestargli l'arma. "È la mia," aveva detto "voglio partecipare in parte al suo assassinio. Spero ti sentirai soddisfatto, dopo." Fei chiuse gli occhi per un attimo, per poi avanzare a grandi passi verso Asurei e spingendo via malamente la madre, strappandola dalle sue braccia. Il padre lo guardò con occhi consapevoli e arrendevoli, lasciandosi cadere a terra dopo un suo calcio ben assestato sulla lunga tunica bianca. Sollevò di nuovo l'arma, prese la mira e poi un respiro: premette il grilletto. Lo sparo rieccheggiò per pochi attimi, sotto gli occhi increduli dei suoi ex-compagni di squadra, mentre Kinako correva piangendo dall'uomo che aveva amato. Ma era già troppo tardi.

| P e r d o n a m i. |
Fei si inginocchiò davanti a quella che era la sua definitiva sconfitta. Avevano perso. Avevano perso contro Saryuu Evan e tutti i Second Stage Children. Aveva sempre temuto quella possibilità, ma si era sempre convinto a non pensarci. Alcuni dei difensori della Raimon presero a fissarlo con una certa insistenza, quasi a volerlo colpevolizzare. Se lui non li avesse traditi, forse non sarebbe finita così. Non aveva la forza di alzare lo sguardo, ma poteva giurare che Yuuchi, Yokka, Chet, e il resto della Garu lo stessero guardando con fare sprezzante, così come tutto il resto della Feida. Anche Saru, che diceva a gran voce e con superbia parole che Fei non stava ascoltando, gli si avvicinava lentamente. Udì un solo "Anche se siamo stati traditi, abbiamo vinto. Arrendetevi davanti a questa superiorità!", prima di ricevere un doloroso calcio in viso da parte del suo ex-imperatore. Mentre saggiava il sapore ferroso del sangue, lo guardò sussurrando una sola parola.
Perdonami.

| Quello sguardo lo attirava.|
Fei osservò per lungo tempo gli occhi di Tenma, prima di uscire allo scoperto e salvarlo dalle pallonate violente del Protocol Omega. Si guardò per un attimo l'orologio al polso, e constatò che mancavano ancora svariati minuti prima dell'arrivo di Wonderbot, forse era meglio aspettare ancora un po'. E poi, quello sguardo lo attirava. I suoi occhi gli erano particolarmente familiari, era certo di averli già visti e di esserci già affogato dentro molte volte. Gli ricordavano qualcosa, o per meglio dire, qualcuno. Erano semplicemente belli, luminosi, grandi, un po' caldi, impazienti, molto sconsiderati. Probabilmente in quel momento Tenma stava soffrendo molto, ma il suo sguardo esprimeva una tale forza da spaventare chiunque. Tranne Alpha, probabilmente, che continuava ad osservarlo con astio, nella semplice attesa che stramazzasse a terra incapace di reagire. Era certamente testardo, ecco un altro aggettivo da associare al suo sguardo. Il capitano del Protocol Omega si preparò ad un calcio particolarmente violento, e Fei uscì con un balzo dal suo nascondiglio.

| Rumore sordo.|
La neve cadde dal tetto con un fastidioso rumore sordo. Fei interruppe la lettura del suo libro, lanciando uno sguardo verso la finestra. La neve continuava a cadere senza fermarsi, ora più lenta e ora più veloce, sembrava quasi che i fiocchi stessero danzando. Si sistemò meglio nel letto, mentre Saru ancora addormentato al suo fianco si avvinghiava al suo braccio destro, cercando di tirarlo disteso. Fei sbuffò: da quando erano diventati entrambi umani Saru si era quasi rammollito. Pretendeva di rimanere a letto tutto il giorno, e non aveva mai voglia di studiare. Concentrato su un passo particolarmente interessante del libro, non diede molta attenzione al suo ragazzo che si era appena messo seduto nel letto, baciandogli una spalla nuda e pregandolo silenziosamente di distendersi con lui.
Voltò un poco il viso facendo scontrare le loro labbra, e poi un altro rumore sordo lo fece distrarre brevemente.

| Sguardi indiscreti.|
Una sedia strisciò sul pavimento e un pugno sbattè sul tavolo. Il tutto così rumorosamente da distrarre tutta la lunga tavolata dal proprio piatto e farla voltare verso la persona che si era appena alzata in piedi con fare irato. Persino Gamma distolse lo sguardo dagli occhi violetti di Saru, che ora fissava un po' sorpreso Fei. Questo, appunto, aveva appena attirato tutta l'attenzione su di sé interrompendo anche il dialogo che stava tenendo con Alpha. « ...Quindi? » disse timidamente Beta, prima che Fei lanciasse un'occhiataccia verso il proprio ragazzo e se ne andasse a grandi passi fuori dalla sala mensa. Dopo un anno dal torneo Ragnarock, i ragazzi di El Dorado e Feida erano soliti ritrovarsi assieme ogni tanto per passare qualche ora in compagnia. Fei, purtroppo, diventava sempre infinitamente nervoso in quelle occasioni. Saru fu spaesato per poco, e poi lo raggiunse correndo fuori. La cena riprese con un po' di stupore mentre all'esterno Saru si scusava con il suo ragazzo per aver guardato per più di cinque secondi il sedere di Gamma.

| Tra due minuti è primavera.|
Saru si accucciò meglio sotto la giostra dove si era riparato assieme a Fei. Spostò lo sguardo sul suo ragazzo, esausto, che però fissava con interesse alcuni fiori delle grandi aiuole del parco. Fei si lasciò scappare un soffio di approvazione, mentre lentamente usciva dal nascondiglio per raccogliere alcuni fiori. Alla luce della luna, il profilo del suo viso risultava ancora più bello, e il cuore di Saru perse involontariamente un battito. Fissò il fucile che giaceva ai suoi piedi, e lo spinse via amaramente con un calcio: mancava poco allo scoccare della mezzanotte, tra una manciata di minuti sarebbero arrivati sia la primavera che il suo ventesimo compleanno. Come regalo prima di morire aveva preteso una breve gita distruttiva a Tokio, accompagnato da Fei. Questo si riavvicinò a lui con un mazzo di fiori, sorridendo « Sono asfodeli. I fiori del rimpianto. » gli disse, mentre Saru chiudeva gli occhi silenziosamente, abbandonandosi alla morte: gli accarezzò il viso, pulendolo da alcuni schizzi di sangue « Tra due minuti è primavera. Buon compleanno, amore. »


| Una ripercussione violenta.|
Saru lo sbattè senza grazia contro il muro, e Fei gemette. In risposta gli morse le labbra fino a farle sanguinare, ma non si fermò per pulirle. La febbre lo rendeva ancora più violento, e Fei si fece un appunto mentale riguardo a quel fatto, ma poi venne subito distratto a causa del freddo che provava alle gambe: il ragazzo dai capelli bianchi non sembrava avere intenzione di perdere tempo, considerando che gli aveva appena tolto senza troppi complimenti sia i pantaloni che l'intimo. Prima di continuare, però, si soffermò di nuovo sulle sue labbra, afferrandogli con entrambe le mani il volto e spingendolo in un altro bacio piuttosto rude. Quando si staccarono, Fei non si trattenne dal tirargli uno schiaffo sul volto. L'altro sghignazzò, e poi lo spinse sul letto sfatto, sovrastandolo ancora con il corpo. Il più piccolo non aveva davvero immaginato una ripercussione così violenta nel momento in cui aveva riso del suo pigiama decorato con simpatiche scimmie e piccole banane gialle.

| Vaneggiamenti da sbronza.|
« Perché è palesemente ovvio che lui mi ama! » sollevò la mano destra, che stringeva ormai la sesta -o settima?- bottiglia di birra « Perché non me lo dice ma lo pensa. È palesemente ovvio!! »
Gillis alzò un sopracciglio, chiudendo definitivamente la finestra e raggiungendo Meia in camera da letto. Quella stava leggendo un libro, già distesa comodamente tra le coperte, e alzò brevemente lo sguardo con aria tra il divertito e l'esasperato « È di nuovo ubriaco? » il ragazzo scosse il capo e sospirò, socchiudendo la porta in modo tale da non sentire in nessun modo i lamentii di Saru « Sì, andando avanti così finirà in coma etilico prima che tu possa solo accorgerti del vomito che ha lasciato sullo zerbino. » « Gillis, che schifo. » « Lo immagino, cara. »
« Lui mi ama! E ho già deciso che domani si dichiarerà a me, perché sì e perché io sono meraviglioso e tutti mi amano. Vero, Soccy? » il gatto di Gillis sembro quasi sospirare, mentre lentamente si accovacciava sbadigliando, intenzionato a dormire nonostante i vaneggiamenti da sbronza di Saru.

| Zero ricordi.|
Gli aveva tolto tutte le memorie. Le aveva fatte sue, di nessun altro. Lentamente scopriva tutto il passato di Fei, ed era solo e unicamente suo. Lo monitorava silenziosamente dal suo ufficio, sorridendo di tanto in tanto quando lo coglieva in atteggiamenti che non aveva perso nemmeno dopo aver rimosso tutti i ricordi. Nello schermo, lo vide lanciare un grande sorriso a Tenma, e per un attimo il suo viso si oscurò. Era davvero impaziente di incontrarlo nuovamente, di riaverlo dalla sua parte, tra le sue braccia, com'era sempre stato e come doveva continuare ad essere. Erano passati quasi quattro anni dal loro primo incontro, e non vedeva l'ora di festeggiare assieme brindando anche alla loro schiacciante vittoria su quegli inutili esseri umani. Chiuse gli occhi, e per un po' viaggiò con la mente nei ricordi di Fei che preferiva, in particolare quelli che aveva immagazzinato incontrando Saru e, lentamente, innamorandosi di lui. Si fermò per qualche minuto nel ricordo della sensazione di calore che provava abbracciandolo, mentre dall'altra parte dello schermo il diretto interessato si allontanava sempre più da lui.

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Buonaseeeeeera.
Sono appena tornata da un simpatico paesino di montagna dove ha nevicato praticamente tutto il tempo e c'era un sacco di neve e a i u t o faceva un freddo tremendo. Però comunque mio nonno teneva il riscaldamento a duemila gradi, quindi probabilmente mi sono cotta.
Comunque.
Preparatevi per le note d'autore più lunghe di qualsiasi universo (s)conosciuto, perché mi sento molto ciarliera oggi e yeah yeah katte nakou ze o come era. Come state? Tutto bene? Evviva, spero di non avervi rovinato la giornata con tutto questo. (indica sopra) (il mondo impreca e lancia scrivanie verso l'autrice)
.......eppure io vi amo! (il mondo impreca nuovamente e lancia forni verso l'autrice)
(l'autrice scappa via)
(l'autrice torna)
Posso elencarvi gli headcanon che ho usato? Ma sì dai, mi diverto molto a dirvi cose che non vi interessano ah (?)
A: headcanon di Roby, credo, che però è un po' condiviso da tante persone, quali me e Cha vv Al primo incontro con Fei, Saru non gli ha stretto la mano, ma palpato il sedere.
B
: dalla fanfiction "banana pancakes" di Roby (che vi invito a leggere allegramente (?)), appunto, ho presto l'headcanon: a Saru piacciono i pancakes alla banana e Fei glieli cucina, ma finiscono sempre a limonare sul ripiano della cucina senza combinare niente se non bruciare padelle su padelle. Che poi io non ho mai fatto i pancakes, come si fanno? °^°
C: Mia nonna mi ha condizionata. Venerdì sono stata "costretta" a colorare e attaccare gli adesivi sulle uova che poi sabato abbiamo mangiato allegramente. Il problema è che siccome mia nonna è austriaca io non so se questa usanza è solo austriaca e io vengo qui molto random in mezzo agli italiani dicendo questa roba. Comunque, ce lo vedo Fei con le orecchie e le calze a rete.
E: Be', nulla da spiegare in realtà, Asurei e Kinako sono semplicemente molto protettivi nei confronti del loro povero figlio. E secondo me Asurei bastona puntualmente Saru quando questo cerca di andare un minimo oltre con Fei. E poi, quale madre non tenterebbe di proteggere il proprio figlio da un gorilla perennemente in calore, scusate? :'
F: Su consiglio di Gamma (che puntualmente fa serenate a Beta e ad Alpha), ogni tanto quando litiga con Fei Saru si permette di esibirsi in meravigliose serenate. Ammettetelo, comunque, che avevate pensato male.
G: Essendo Fei un coniglio (dkijfhsdkjhf), ha paura dei gatti. Io ricordo che il mio coniglio aveva tanta paura dei gatti °^°
L: Accenni Saru/Gamma e Alpha/Fei, scusatemi, ma voi lo sapete che io sono una puttaniera di pairing--pensavo, comunque, che secondo me sia Saru che Fei sarebbero delle persone davvero molto gelose, e anche piuttosto stupide. Sono gelosi e per far ingelosire anche l'altro vanno con altre persone. Mh. Mi pare che anche Roby me lo avesse suggerito, però.
N: Headcanon gentilmente creato da Miriam. Il padre di Saru è morto di overdose e la madre si è uccisa dopo poco per i debiti. Inoltre, essendo Saru un SSC, credo che non fosse visto di buon occhio nemmeno dai suoi genitori.
O: Headcanon totalmente mio, mio, mio, mio e che io personalmente adoro ♥ Fei uccide suo padre, Asurei, con uno o più comodi colpi di pistola al petto, sotto gli occhi dell'intera Raimon e soprattutto di Tenma e Kinako. Mi sono particolarmente divertita a scriverla, questa. ♥
Q: Fei trova gli occhi di Tenma molto familiari perché assomigliano a quelli di Saru.
R: Fei ha timore della neve perché quando è stato appunto abbandonato da Asurei nevicava °^°
U: Il pigiama di Saru ha le banane e le scimmie sopra, okay? Okay. Comunque, in merito a questa lettera, non vorrei essere stata troppo spinta :'D
V: Headcanon di Miam che personalmente mi fa troppo ridere. Gillis ha un gatto con un nome molto lungo e stupido (Gillis è innamorato del suo gatto, capite) e Saru quando finisce ubriaco viene chiuso fuori casa da Meia che non lo sopporta. Allora Saru vaneggia con il gatto che a volte lo ascolta e a volte dorme. E ringrazio tantissimo Roby per averni suggerito questa lettera, non avevo proprio idee :'
Okay, sto davvero facendo delle note troppo lunghe lunghissime. Vi sarete pure stancati. Nh. Nh. Nh. Non pubblicavo da un bel po', vero? Potevo anche evitare--cioè, spero vi abbia fatto piacere e vi voglio molto bene ♥
Vi vorrei solo pregare che se e quando e ma anche no lascerete una recensione, ditemi se dovrei alzare il rating a causa della U. È che non saprei, mi sono anche trattenuta dal mettere scene spinte, ma questi due ispirano troppo sesso, perdonatemi.
In più, mi chiedevo una cosa, però ora non me la ricordo più, quindi non scriverò quello che dovevo chiedervi appunto perché non me la ricordo. 
Invece ho solo un altro piccolo dubbio, più che altro una sottigliezza grammaticale (?), il plurale di pancake è, appunto pancakes in inglese. Ma in italiano, da quanto mi ricordo del mio vecchio libro di grammatica delle medie, mettere la "s" per fare il plurale dei nomi inglesi è un errore. Non volevo passare per un'ignorantona in inglese, e per questo l'ho messa, però ora passo per una che non si cura delle particolarità dell'italiano e la cosa mi scoccia (?)
Quindi, se avete le idee più chiare di me, ditemelo, per favore uwu ♥
A presto!
- Cati, che con il suo nuovo nick si sente molto molto felice (?)

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