Red Apples

di EvyStew
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Welcome to the hell ***
Capitolo 3: *** L'incontro ***
Capitolo 4: *** La regina e il cacciatore ***
Capitolo 5: *** Un nuovo amico ***
Capitolo 6: *** La fine della scuola ***
Capitolo 7: *** La scoperta ***
Capitolo 8: *** Emily & Matt ***
Capitolo 9: *** Gli allenamenti ***
Capitolo 10: *** Le grotte ***
Capitolo 11: *** La Foresta della Morte ***
Capitolo 12: *** Red Apples ***
Capitolo 13: *** La morte di Emily ***
Capitolo 14: *** La battaglia ***
Capitolo 15: *** Una promessa per l'eternità ***
Capitolo 16: *** Ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Una volta, in inverno inoltrato, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, una regina cuciva seduta accanto a una finestra dalla cornice d'ebano.
E, mentre cuciva e alzava gli occhi per guardare la neve, si punse un dito e tre gocce di sangue caddero nella neve.
Il rosso era così bello su quel candore, che ella pensò fra se
-Avessi un bambino bianco come la neve, rosso come il sangue e nero come il legno della finestra!- Poco tempo dopo, diede alla luce una bimba bianca come la neve, rossa come il sangue e con i capelli neri come l'ebano; e, per questo, la chiamarono Biancaneve.
E, quando nacque, la regina morì.

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Capitolo 2
*** Welcome to the hell ***


Mia mamma mi raccontava ogni notte questa storia. La adoravo perchè mi identificavo in Biancaneve. Questa storia la usavo per giustificare la morte di mia madre quando ero piccola ed era quello che mi diceva sempre mio padre. Quando crebbi, scoprii cos'era il cancro e che il mondo non era una favola dove i buoni vincono sempre, ma dove le persone più; deboli possono morire. Pensavo, nel buio della mia stanza, a come sarebbe stata la scuola nuova che avrei frequentato. Avrei compiuto gli anni a Maggio, fra poco, e mio padre mi aveva promesso che ce ne saremmo andati dal Canada e che avremmo vissuto negli Stati Uniti, anche se secondo me in quel paesino sperduto tra le foreste e vicino a Seattle, non era tanto diverso da qui. Non capivo ancora perchè non voleva mandarmi in una città soleggiata come Los Angeles, infondo non ero un vampiro. Ridacchiai come una scema alle 5 di mattina. Visto che non sapevo che fare mi svegliai e uscii sulla terrazza. Il sole sarebbe sorto tra poco e volevo vederlo prima della mia partenza. Accesi la luce del bagno e mi vidi allo specchio. Al posto dei capelli lisci che avevo ieri sera dopo la piastra, con l'umidità, erano diventati un groviglio. Presi la spazzola e malavoglia me li spazzolai. Mi misi su dei jeans e una felpa grigia e scesi a piedi nudi giù in cucina. Pensavo che mio padre stesse dormendo, ma invece era lì in piedi a frugare nel frigorifero.
- Papà hai fame? -gli chiesi a braccia conserte.
- Ciao bella, che ci fai a quest'ora in piedi?
- In verità è quello che mi chiedevo anchio di te...
- Avevo fame, va bene?
- Ecco, era la risposta che volevo.
Scoppiammo a ridere, presi due ciotole dallo scaffale, il cartone del latte e i cereali.
Adoravo i cereali alla mattina, mi facevano sentire felice, come la Domenica mattina di quando ero piccola e di quando c'era mia madre.
- Cosa c'è che ti preoccupa?
- Hmm? Niente...cioè ho paura...
- Di che cosa?
- Di non trovarmi niente, di non piacere ai compagni e ai professori...
- Eddai, se ho sopravvissuto io alle superiori, tu te la caverai alla grande come al solito
Gli sorrisi. Andai a prendere le valigie in stanza e le portai giù. Mio padre le prese - Emily, tesoro, per caso c'hai messo tutta la tua stanza qui dentro? -
- Hey, sono una donna ho il diritto di metterci ciò che voglio!
- Donna lo dirai dopo i 18 anni
- Papà! Sono quasi maggiorenne!
- Quasi, non lo sei ancora.
- Dio mio...va bene...
Andai in auto e partimmo subito.Un po' mi dispiaceva lasciare la mia casa, il posto in cui ero nata, ma sapevo anche che forse mi sarei trovata meglio. Vidi la foresta scomparire dietro alle mie spalle e l'unica cosa che vidi dopo era l'autostrada.
Prima che potessi vedere altro, crollai dal sonno.
- Emily, siamo arrivati...
- Eh? sì...ok...
Quando mi svegliai il paesaggio era lo stesso, la città era molto più vicina, ma mi sembrava di essere sempre in Canada.
La nostra casa era vicina al centro e alle foreste, era bella e grande per noi due. Fuori era di un colore bianco, azzurro come le altre case. Aveva molte finestre ampie, da cui potevo ammirare il paesaggio e fuori c'era un portico con alcune sedie. Appena entrai la casa mi sembrò molto semplice, ma aveva comunque un certo fascino. Aveva colori molto neutrali, ma era abbellita da foto nostre e quadri che avevamo nella casa vecchia.
- Papà ci sei già stato qui, vero?
- Certo, avevo portato qui già alcune cose, come vedi. Che ne pensi?
- Mi piace - sorrisi.
- Di sopra c'è la tua stanza, vieni.
Lo seguii, la mia stanza aveva vicino un piccolo bagno che usavo solo io. Mio papà pensava che fossi già grande e che meritassi un po' di più privacy.
La mia camera era grande quanto mi bastava, le pareti erano viola, uno dei miei colori preferiti e che mi trasmettevano tranquillità. La finestra era di fronte alla porta e proprio accanto, a destra, c'era un letto a due piazze. La scrivania era dall'altro lato della stanza ed era in legno con sopra delle fotografia. Sul muro mio padre aveva già appeso vari poster. Sopra alla porta era appesa una foto di me, mia madre e di mio padre, di quando ero piccola.
- Papà è stupenda...-  avevo le lacrime agli occhi.
- Tesoro non piangere - mi strinse e mi sentii subito meglio.
Quel giorno ordinammo due pizze e due coche dal ristorante vicino e ci guardammo alla TV.
- Dove sono Kira e Mailo?- chiesi a lui.
Kira era la mia cagnolina, un incrocio con un segugio italiano e Mailo era il mio gatto bianco e nero.
- Sono da Trudy.
Trudy era un'amica di mio padre, una donna anziana che prima aveva vissuto vicino a noi, ma che poi si era trasferita qui.
- Ok, avevo paura che li avessi dati via
Lui rise - Domani li rivedrai su.
Effettivamente ora non potevamo uscire visto che grandinava.
Il tempo era passato velocemente ed erano già le 23.30.
- Forse dovremmo andare a dormire, non pensi?
- Sì, ho sonno
- Ma se hai dormito durante tutto il viaggio oggi.
- Sì, ma ho ancora sonno - sorrisi.
Mi misi addosso un pigiama "quasi" invernale, ed era Giugno. Mi chiedevo se sarei riuscita a sopravvivere alle superiori come mio padre.
Dopo soli cinque minuti, crollai nel sonno.

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Capitolo 3
*** L'incontro ***


La sveglia suonò un'ora prima.
-Ma cazzo!-urlai contro la sveglia e quella piccola creatura diabolica che strillava come una pazza cadde a terra e il suo verso sembrò più ad uno stridio ora.
-Hmm...- Mi buttai il cuscino sulla testa.
Ormai non valeva la pena riaddormentarsi, perciò mi alzai. Era il 1 di Giugno, qui da noi la scuola sarebbe finita alla fine del mese. Non capivo il motivo.
Accesi le luci del bagno, mi lavai la faccia e mi misi sotto alla doccia. Pensai a quello che avevo sognato. Beh, sognare era dire troppo, piuttosto sembrava un incubo.
Ero a scuola, vedevo la lavagna scritta solamente di numeri e i professori mi sgridavano per qualcosa che non ricordo. Ricordo addirittura che mi sbattevano fuori, perchè avevo risposto.
Bel modo di iniziare la giornata.
Dopo essermi vestita, scesi in cucina. Sul tavolo vidi un bigliettino, lo presi e lo lessi.
"Scusami tesoro, sono andato a lavorare presto. Mi hanno chiamato d'urgenza. Baci, papà"
Non avevo tanta fame quella mattina, perciò presi solamente una tazza di latte e cacao e dopo essermi messa la giacca, uscii.
Quella mattina faceva piuttosto freddo, camminai tra le stradine del paesino e la gente mi osservava come se fossi un'aliena sbarcata su un altro pianeta oppure alcuni mi dicevano - Ciao nuova!
Finalmente riuscii a raggiungere la scuola, era dentro alle foreste e si raggiungeva attraversando una stradina in cui ci si poteva anche perdere. La scuola appena la vidi, mi sembrava un castello.
Era tutta grigia, forse perchè vecchia e aveva cinque torri. L'entrata era normale invece, un portone grande un po' cigolante. Pensai che forse dentro c'erano anche dei dormitori.
Una ragazza di circa trent'anni stava seduta nella segreteria a guardarsi le unghie. Aveva i capelli rossicci e mossi e li teneva legati in uno chignon. I suoi occhi verdi mi scrutarono.
- Tu dovresti essere Emily...Sun! O sbaglio... - e ricontrollò i registri.
- No, cioè sì...sono Emily - e sfoderai un enorme sorriso.
- Prego qui c'è tutto quello che ti può servire, mappa della scuola, orari...insomma lo sai - e mi sorrise con una dentatura impeccabile. - Qui c'è il numero della tua stanza, ma vedo che non hai con te i bagagli...-
- Cosa? Stanza? Bagagli? - Merda, mio papà aveva tralasciato qualcosa di questa scuola. - No, cioè..io dormo a casa -
- No, Emily, non puoi -
- Ma... -
- Ok, farò finta che tu oggi ti sia registrata, mi raccomando domani porta tutto - e mi sorrise di nuovo.
- Certo, arrivederci -
- Ciao, cara! - Le sue dita laccate di fucsia mi indicarono la parte in cui andare. Seguii il corridoio e dopo 15 minuti vidi la scritta 4^A, questa era la mia classe supponevo. Vidi l'orologio che segnava le 12.10. Cazzo ci avevo impiegato tantissimo e la pausa era finita ormai. Bussai ed entrai.
- Buongiorno, siamo in ritardo oggi? - lo disse in un modo così cinico che mi sentii innervosita.
- No, mi sono persa nell'edificio - tutti risero, ma non era una battuta.
- Ok...lei è Emily Sun, salutate ragazzi -
- Buongiorno, Emily - qualcuno rise. Iniziamo bene.
Mi sedetti nell'ultimo banco vicino ad una ragazza piccolina. Aveva i capelli neri, lunghi fino alle spalle e mossi. Era appoggiata con la testa sulla mano destra e notai che dalle maniche lunghe della sua felpa grigia si poteva scorgere un auricolare. - Ciao - mi disse sbadigliando.
- Ciao...- risposi
- Lo sai che le stai nel culo a quella vecchia decrepita? -
- Ho notato la sua ironia - dissi sottolineando l'ultima parola.
- Sì, è così con tutti, apparte con quella mora che vedi seduta vicino all'altra bionda. Sono le secchione della classe, belle, carine e RICCHE.
- Si vede...
- Ah e delle puttane.
Mi piaceva lei, fin dal primo momento, pensavo che non avrei mai trovato un'amica così, ma ebbi fortuna quel giorno.
- Comunque, io mi chiamo Luna.
Notai solo ora che aveva gli occhi quasi gialli, erano del colore dell'ambra, molto particolari e adatti al suo carattere.
- Scusami Luna, ma saremo sempre in così pochi?
- NOOOOO, ma che dici...alcuni non ci sono per la festa di domani sera che organizzano quelli di quinta, altri perchè stanno male o non hanno voglia di fare un cazzo, come me.
- Ma tu sei qui.
- Ah beh, aspetto che sia il momento giusto per assentarmi.
- Bene...
Dopo mezz'ora suonò la campanella.
- Ora si disegna! Prepara la cartella!
- Wow, mi piace Arte
- Noi disegnamo e basta, bello no?
- Sì - sorrisi
Dalla porta sbucò una specie di hippy, era una donna con i capelli rossi, ma rossi, tipo quelli di Hayley Williams e si vestiva come Florence Welch. Doveva essere un tipo interessante, pensavo.
- Ti piacerà lei!
Ci trasferimmo in un'aula del piano di sopra. Questa era un'aula di educazione artistica, altro che quella che c'era da me. Le pareti erano di un colore verde chiaro brillante ed erano tappezzate di disegni di alunni
di varie classi. Sopra la porta, alla lavagna e alle finestre c'erano appese delle edere e dei fiori finti.
Ci sedemmo nella seconda fila vicino al muro. Mi girai un attimo e guardai per un attimo un ragazzo. Aveva i capelli dorati, gli occhi verde scuro e la pelle leggermente abbronzata.
Stava sorridendo al suo compagno. Dio...avevo promesso che non mi sarebbero interessati i ragazzi, ma quello era la fine del mondo. Sembrava anche molto alto, visto che era piccolo rispetto al banco.
Qui i ragazzi erano quasi tutti alti e anche alcune ragazze e mi sentivo un po' un tappo.
- Che guardi? - e mi guardò male.
- Niente, scusa... - e mi voltai.
- Matt Florentine, gli vanno dietro tutte le ragazze, lui parla con loro, ma non sembra innamorato di nessuna. Mi sa che è meglio che lasci stare.
- No, ma cosa dici...cioè non mi interessa.. - alzai le spalle.
- Boh, come vuoi...
Iniziammo a disegnare; Luna di dilettava a fare gli Avenged Sevenfold in forma di manga e io invece cercavo di disegnare una coppia che si baciava.
Dopo una decina di minuti, entrò un ragazzo che attirò la mia attenzione. Aveva i capelli scuri, era alto e aveva gli occhi verdi o azzurri, non riuscivo a capire. La pelle era molto chiara.
- Scusi professoressa...
- Dimmi, ragazzo.
- La vogliono in presidenza...
- Ok, speriamo che non sia per la Maria - e tutti risero insieme a lei.
- Io l'adoro - mi disse ridendo Luna.
Dopo un po' rientrò, ma le due ore erano già finite.
- Ci vediamo, Emily. Domani cerca di arrivare prima così facciamo la pausa insieme - e mi abbracciò.
Presi la strada che andava verso casa e vidi il ragazzo di prima, Matt, che non andava verso il paese, ma si addentrava nel bosco. Ero tentata a seguirlo, ma non lo feci, perchè mio padre mi aspettava e non voleva che ritardassi, visto che era un poliziotto.
Appena entrai in casa, andai nel salotto e lo trovai che guardava un film in TV.
- Ciao bella - mi disse
- Papà, non mi hai detto che dovevo anche dormirci lì!
- Scusami tesoro, ma il Sabato e la Domenica puoi tornare...
- Cavolo...va bene, ci proverò...
- Come è andata?
-

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Capitolo 4
*** La regina e il cacciatore ***


Appena aver fatto una decina di metri dalla scuola mi sentii seguito. Capivo chi era, quella ragazza nuova, ma non avevo voglia che venisse da me a parlarmi anche perchè avevo un impegno urgente. Tagliai per una stradina che si faceva sempre più scura a causa degli alberi fitti. Li non mi avrebbe seguito. Mi diressi verso il suo grande castello che era lì da centinaia di anni. Il portone si spalancò al mio arrivo e due uomini nani uguali mi accompagnarono su per le scale. Sulle pareti c'erano dei dipinti impolverati e perciò non potei capire che cosa raffigurassero. Non avevo capito quale fosse il mio incarico, ma ero anche curioso perchè i miei genitori fin da piccolo mi avevano addestrato a diventare un cacciatore di quei mostri, i vampiri. Lei, Elizabeth, la cosidetta "regina" era una cara amica dei miei genitori, ma sapevo che infondo nascondeva qualcosa e che non era così buona, come invece poteva sembrare. I due nani aprirono la porta e la stanza era buia, ma riuscivo a vedere la sua ombra di fronte allo specchio.
- Cacciatore, sei cresciuto. - sembrava quasi sorpresa.
- Sì, allora di che cosa si tratta?
- Non sono più la più bella! C'è una che vuole rubarmi il posto! - e iniziò a piangere e a piagnucolare.
- Dai per due rughe, voi donne, vi lamentate sempre. Mostrati a me.
Lei taque un attimo.
- Vuoi davvero vedermi? - rise malvagiamente.
- Sì...che problema c'è?
- Hahaha...ragazzo tu non sai cosa stai chiedendo - qualcosa mi afferrò per la maglia e riuscì ad alzarmi da terra - Cacciatore, caro mio cacciatore, forse non sai con chi hai a che fare. Meglio che obbedisci.
E mi fece cadere a terra, ma mi rialzai.
- Ok, allora dimmi il suo nome.
- Non lo so.
- Allora com'è fatta?
- è una ragazza con la chioma nera corvina, le labbra rosse del colore del sangue e la pelle bianca come la neve.
- Nient'altro?
- No! Trovala e portamela, hai solamente qualche mese di tempo e poi...io sarò vecchia e brutta. Uccidila e strappale quel maledetto cuore, ho bisogno del suo sangue.
Lei non era una vampira, riuscivo a capirlo dal suo odore, ma non era umana sicuramente.
Mi fecero uscire, quasi a calci e ritornai alla scuola.
- Ciao, Cindy - dissi alla segretaria.
- Ciao, Matt! Solita passeggiata nel bosco?
- Sì - sorrisi.
- Ok, ok vai su subito e io non ti ho visto passare.
Qui nessuno poteva uscire dopo le lezioni, almeno non poteva superare il cancello.
- Cindy, scusami...
- Sì?
- Potrei avere le chiavi dell'archivio?
- Perchè?
- Perchè vorrei aiutare un mio amico...- questa era una balla grossa.
- No...
- Ti prego
- Aspetta! Dico di no alle chiavi, ma nella pianta vicino alla porta troverai le chiavi.
- Grazie mille!
- Non fare nulla di stupido, eh?
- Certo, mi conosci! Ciao!
- Ciao!
Salii le scale e raggiunsi il dormitorio maschile, aprii la porta e trovai quel mio grasso migliore amico di Lawrence Berry spaparanzato sul letto. Era piuttosto arrogante a volte, ma non con me e poi era il mio unico amico. Anche lui era un cacciatore, almeno studiava con me per diventarlo. Ci conoscevamo dalla culla, praticamente, e i nostri genitori erano grandi amici.
- Ciao pigrone, dormi?
- Hey, Matt! Vieni alla festa domani?
- Boh...
- Io ci vado, belle ragazze, alcol, vedi te.
- Mi sa che rimarrò nella stanza.
- Dai cazzo, è dalle medie che non hai altre ragazze.
- Beh, sono cambiato, amico mio.
- Va bene! Ah, hai il tuo primo incarico?
- Sì sì.
- è un uomo?
- No, una ragazza. Non si sa il nome, ma ha i capelli neri, la pelle bianca e le labbra rosse.
- Bene, non ti ha detto nient'altro?
- No.
- Ci servirà l'intera notte o di più per trovare delle tracce...hai impegni?
- No, pensavo di andare nell'archivio, Cindy mi ha detto dove sono le chiavi di scorta.
L'archivio era situato nel piano più in alto di tutti ed era nella quinta torre.
- Certo, ti aiuto, così guardo cosa scrivono di me! - rise.
Ci dirigemmo verso quel posto pieno di ragnatele e impolverato.
- Bleah, che odore di vecchio che c'è qui!
Io risi, ma dovevamo iniziare velocemente.
- Forza controlliamo tra le ragazze che ci sono ora, deve avere la nostra età, non penso che sia più giovane. Di solito è a questa età che si trasformano.
Dopo un'oretta tornò da me.
- Ho qui...trenta possibili ragazze...ho provato ad escludere, ma queste...potrebbero essere tutte.
- Sì, qui invece non ho trovato niente. Scriviti i nomi e la classe.
Mentre scriveva, guardaii i fascicoli, c'era anche quella ragazza della mia classe, Emily.
Non pensavo che fosse lei, non sembrava una vampira anche se era così bianca.
- Fatto! Andiamo?
- Sì, sì...
Uscimmo e ritornammo di corsa nelle stanze superando le guardie.
Ora sapevo che era un compito importante.
Era ufficialmente iniziata la caccia.

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Capitolo 5
*** Un nuovo amico ***


Questa volta mi svegliaii in tempo. Misi una maglia un po' scollata e leggera, visto che iniziava a fare caldo, dei jeans attillati e degli stivaletti. Sugli occhi misi una solamente una matita color bronzo, un ombretto bianco e del mascara, che mi valorizzavano gli occhi marroni che avevo.
Oggi mio papà mi accompagnò fino a scuola, anche perchè avevo i bagagli e arrivai lì prima, così potevo mettere giù le mie cose.
Cindy oggi non c'era, ma sulla sua poltrona era seduta una signora anziana che dormiva. Salii velocemente le scale e aprii la porta con le chiavi che mi aveva dato lei il giorno prima.
Luna dormiva ancora perciò provai a fare piano, ma il mio piano fallì. Infatti mentre portavo una valigia pesante urtai il mobiletto che c'era accanto a lei e il gattino peluche cadde sulla sua testa.
- Chi c'è? Chi c'è qui?!
- Scusami, sono io, Emily!
- Ah...benvenuta nella mia umile e disastrosa dimora. - e ritornò a dormire.
- Luna, guarda che fra un po' iniziano le lezioni...
- Non preoccuparti faccio tutto in cinque minuti.
- Mi sedetti sul letto e intanto guardaii in giro. Era una stanza che esprimeva la sua essenza. I poster erano appesi ovunque, c'erano i Paramore, gli Avenged, gli Iron Maiden e tutte le band che le piacevano.
- Ok, sono sveglia! - dopo una quindicina di minuti.
Non so se aveva dei poteri sovrannaturali, ma riuscì a fare tutto questo in soli cinque minuti.
- Wow, ma cosa sei, Wonder Woman?
- Magari! Forza andiamo!
Scendemmo le scale e arrivammo giuste in tempo.
Alla prima ora ci sarebbe stata l'ora di Geografia e la professoressa era la nostra coordinatrice.
Appena lei entrò un ragazzo le chiese di cambiare i posti e così dovevamo fare ogni due settimane.
- Addio, amica mia! - mi disse Luna.
- Ci rivediamo in stanza - le risposi e ci sorridemmo.
Io capitai nella terza fila, vicino alla finestra e accanto a Matt, quel ragazzo che era stato scontroso con me.
Io non avevo intenzione di parlargli, visto dopo quello che era successo.
- Ciao... - mi disse.
- Ciao...
- Sono, Matt, ma forse lo sai. Tu invece?
- Emily, quella "nuova".
Non capivo come in così poco tempo, una persona riuscisse a cambiare.
Dopo questa ora ci sarebbero state due ore di Matematica, una di Letteratura e per chi voleva c'era disegno.
Quest'ora passò tranquilla, ma sentivo sempre i suoi occhi verdi fissarmi. Non capivo, ma non volevo girarmi, per paura di incrociare il suo sguardo. Finiva sempre così nei film...uno sguardo e le persone si innamorano.
Ogni tanto lo guardavo. Amavo il suo sorriso, il suo fisico slanciato, muscoloso, ma asciutto e in confronto a me, era altissimo.
Durante l'ora di matematica stavamo ripetendo delle equazioni e mi ero quasi addormentata dalla noia.
- Emily...- aveva una voce incredibilmente dolce.
- Sì?
- Potresti spiegarmi...questo...cioè non ho capito bene...
- Certo.
Mi fece spazio e mi misi più vicina a lui e guardai il suo quaderno.
Mentre spiegavo, capivo che non gli interessava granchè di quello che gli dicevo, ma forse voleva farsi perdonare.
Sentivo sempre che lui mi guardava e non riuscivo a svolgere gli esercizi che ci aveva dato la professoressa.
Ora avevamo ripetuto i piani cartesiano e mi ero dimenticata di fare dei disegni e dovetti mentire, dicendo che li avevo fatti prima.
Matt ridacchiò e mi mise una mano sulla spalla destra che mi provocò una sensazione stranissima.
Durante l'ora di Letteratura si avvicinò tantissimo al mio viso e mi sussurrò una cosa divertente sulla poesia. Io risi e lui mi sorrise.
Fu così per tutta l'ora, il giorno più bello della mia vita, grazie a lui. Sapevo che mi ero sbagliata su di lui, ma non volevo innamorarmi, anche se sapevo che forse era troppo tardi per dirlo.
Pensavo che se ne sarebbe andato, ma invece rimase anche durante l'ora di disegno, ma si sedette davanti a me, visto che c'era il suo amico Lawrence. Io lo odiavo tanto.
Mentre ero assorta nel mio disegno, alzai il viso e trovai il suo vicino al mio, distante qualche centimetro.
Mi spaventai un attimo, ma lui sorridendo disse - Wow, questo disegno è stupendo. L'hai fatto tu?
- Sì...sì...
- Hmm...chi sono questi due?
- N-non lo so...cioè...
- Ho capito - e mi sorrise.
Non volevo che pensasse che sono fidanzata, perchè iniziava a piacermi.
Quella sera, ci fu la festa nel pezzo di bosco della scuola. Luna non amava quelle feste, ma c'era andato il ragazzo che le piaceva e non voleva mancare.
Io feci un giro della scuola e ritornai in camera tranquilla, forse ero l'unica ad essere rimasta dentro.
Sentii per tutta la notte la musica che proveniva da fuori e riuscii ad addormentarmi solo dopo tanto tempo.

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Capitolo 6
*** La fine della scuola ***


Mi trovai ad una festa in casa di qualcuno, forse ero ubriaca ma quasi non riuscivo a camminare, Matt era lì e mi disse se potevamo cambiare stanza, perchè c'era troppo rumore per lui.
Andammo in un bagno e lui mi appoggiò sul bancone del lavandino e le sue labbra si poggiarono sulle mie. Il bacio sembrava così reale, riuscivo a sentirlo, ma in verità tutto questo era un sogno e quando lo capii
mi svegliai e trovai gli occhi color dell'ambra di Luna a fissarmi.
- Ben svegliata, Bella Addormentata
- Hey...ma che ore sono?
- Le una di pomeriggio, sei tutta sudata, cosa sognavi?
- Non me lo ricordo...
- Dimmelo, forza!
- Ok, ho sognato di baciare...
- Matt?
- Come fai a saperlo?! - e mi misi seduta sul letto.
- Non sono una deficente, si capisce da come lo guardi che ti piace e secondo me lui ricambia.
- Come fai a saperlo?
- Ma dai cazzo, ti guarda sempre con gli occhi dolci, è gentile e sembra quel ragazzo perfetto dei film, non pensi?
- Effettivamente...
Lei si sdraiò sul suo lettò e iniziò a fissare il soffitto.
- I tuoi genitori abitano qui? - chiesi.
- No, io abitavo ad L.A.
- Wow! Ma perchè sei venuta in questo paesino di merda?
- Perchè i miei volevano che "esplorassi" tutto il mondo e che imparassi a diventare indipendente.
- Ma non li vedi mai?
- Certo li sento, ma non ci vediamo spesso.
- Uhm..capisco...
- I tuoi?
- Mio papà abita qui, cioè saremmo del Canada, ma ci siamo trasferiti qui.
- E tua mamma? Sono separati?
- No...è...morta quando ero piccola, a causa del cancro...
- Oddio mio! Non volevo, scusami! - e mi abbracciò subito.
- Non preoccuparti, è successo anni fa...
Il Lunedì dopo, lui non c'era. Non sapevo se fosse malato, ma sicuramente se lo avessi chiesto a qualcuno, tutti avrebbero saputo che mi piaceva.
Le settimane passarono e lui non si faceva vedere.
Poi, il Martedì di due settimane dopo...
Mi svegliai, ma non trovai Luna. Ma dove cazzo era? Si era dimenticata di svegliarmi?
Erano le 8 e 5, merda!
Mi infilai subito i primi vestiti che trovai e mi truccai, ma erano già passati 10 minuti.
Corsi giù dalle scale e quasi caddi. Era sempre stata impacciata nei movimenti.
In quel momento vidi anche Matt e lo raggiunsi con il fiatone.
- Ciao, Matt...
- Ciao, Emily...
Andai alla porta e sospirai preoccupata. Odiavo arrivare in ritardo. Bussai e mi girai verso di lui.
Era vicinissimo a me, il viso a pochi centimetri di distanza e mi guardava con i suoi occhi verde scuro.
Non riuscivo a muovermi e quell'istante sembrava durare un'eternità.
Abbassai subito lo sguardo, dopo ed aprii la porta. Entrammo insieme e mi sedetti vicino alla mia nuova compagna di banco.
Era una dark, o una emo, non capivo. Disegnava sempre durante la lezione e i suoi disegni raffiguravano più che altro gente che si suicidava.
Con lei non parlai mai, apparte una volta che le chiesi una penna, perchè la mia era scarica.
In quel giorno mancava la professoressa di Matematica e perciò nella classe si scatenò l'inferno.
Tutti i maschi disegnavano auto sportive e le ragazze erano ammassate da Matt. Che idiote, pensai.
Io ero seduta da sola, davanti a me c'erano Luna e un'altra sua amica e ancora più avanti c'era Lawrence.
Guardai indietro e vidi Matt che prendeva il suo zaino e cercava un posto dove mettersi.
Ce ne erano tantissimi di posti liberi, ma lui scelse di sedersi accanto a me.
Gli sorrisi e lui ricambiò, ero così contenta e Luna lo notò. Vicino a lui mi sentivo sempre al sicuro-
E poi quello stronzo di Lawrence, notò la mia felicità.
- Hey, Matt - e mi guardò - siediti vicino a me.
Matt esitò un attimo e mi guardò.
- Sì...va bene... - forse voleva stare accanto a me, ma non poteva lasciare solo quel suo amico.
Luna si girò verso di me - Law è una vera testa di cazzo.
- L'ho notato...
- Non preoccuparti, tanto gli piaci, no?
- Eh, lo spero...
Dopo quest'ora di "ricreazione" venne la lezione che odiavo di più, ginnastica. Da quando ero venuta, il professore si era ammalato, ma ora era ritornato.
Per le ragazze maldestre e impacciate come me, era una lezione davvero umiliante, che molti forse non capivano.
- Bene oggi faremo un po' di pallavolo, per riscaldamento, proveremo il tiro con l'arco e scherma, che ne pensate?
E i ragazzi in coro risposerò - Che figata!
Io rimasi zitta, già ero una schiappa in tutto e l'unico sport che mi riusciva piuttosto bene era il tennis e il volano, figurati se sarei riuscita in questi!
Nella pallavolo, le palle mi arrivavano, ma non riuscivo a prenderle o se le prendevo rischiavo sempre di colpire qualcuno.
Mi sentii così umiliata che volevo piangere. Poi tocco al tiro con l'arco e le frecce (perfortuna, non vere) schizzavano da tutte le parti. Luna invece, in questo era bravissima.
- Cavolo, ma come fai? - le chiesi.
- Boh, talento naturale suppongo - e rise.
Poi con la scherma me la cavai già meglio, ma comunque ero una frana.
La sfortuna poi era dalla mia parte oggi, perchè mancava la professoressa di Matematica e dovevamo subirci un'altra ora di ginnastica.
- Emily, vieni qui. - il professore mi chiamò alla fine dell'ora.
- Ascolta prova ad allenarti nella scherma con qualcuno e avrai un voto più che sufficente, va bene?
Cazzo. - Ma non so con chi...
- Prof, l'aiuto io.
Mi voltai e trovai Matt sudato che si offriva ad aiutare una sfigata come me.
- Bene, aiutala per un'ora e poi potete andare.
Luna mi guardò dubbiosa dall'entrata nella palestra e le feci un cenno di andare, perchè poi le avrei spiegato.
Quando tutti uscirono, eravamo sul serio da soli.
- Bene! Prendila al volo! - e mi lanciò il fioretto, ma che io non riuscii a prendere. - Prima di tutto devi imparare a prenderlo in mano, guarda, lanciamelo.
Lo lanciai e lui lo prese con un movimento elegante.
Dopo avermi dato qualche consiglio ci riuscii. Ma ora sarebbe toccato al combattimento.
Indossamo quelle tute apposta per la scherma e iniziammo a combattere. Lui mi disse - Pensa che io voglia ucciderti, difenditi!
- Ok..
Provai ad immaginare che lui fosse un assassino e riuscii ad evitare i suoi colpi e a spostarmi in tempo.
- Bene vedo che sei molto brava in questo, ora proviamo a combattere sul serio, se io ti atterrò ho vinto io, ma se riesci a farlo tu, hai vinto tu. Pronta?
- Certo.
Combattemmo e cercai di "ucciderlo", anche se era difficile perchè mi piaceva e perchè era veloce come un lampo.
Poi lui riuscì a colpirmi e caddi a terra con lui sopra. Io tolsi quella specie di visiera e lui fece lo stesso.
Eravamo di nuovo vicino e potevo sentire il suo respiro sulla mia pelle.
- Ok..mi sembra di essere migliorata - ma che cazzo facevo? Ci potevamo baciare, ma rovinai il momento.
- Sì, forse è meglio che tu vada...
- Sì...potresti...ehm...
- Sì, scusami..- lui si tolse e io andai a cambiarmi nello spogliatoio.
Quando uscii, vidi che lui non c'era più.
Ritornai in camera e Luna mi chiese che cos'era successo e le raccontai tutto. Poi arrivò l'ultimo giorno di scuola, molti se ne sarebbero andati, perchè cambiavano scuola o altri sarebbero andati via in vacanze, ma poi ritornavano per l'ultimo anno. Io, Luna e una trentina di ragazzi e ragazze su duecento studenti, saremmo rimaste qui. L'ultimo giorno di scuola non facemmo nulla, qualcuno aveva portato da mangiare e da bere e qualcun'altro della musica. Io scattavo fotografie a tutti anche per ricordo.
Una biondina della mia classe, Beatrix voleva fare una foto con Lawrence, ma...
- Hey Matt, vieni pure tu - mi guardò e mi disse poi - pure tu, Emily...
Mi misi accanto a lei e lei abbracciava il suo amico Lawrence.
- No, no, tu mettiti vicino a Matt.
Cazzo. Feci così e presi la decisione di abbracciarlo con una mano. Lui non disse nulla e a differenza delle altre foto in cui faceva lo scemo con i suoi amici, qui aveva assunto un'espressione tranquilla e dolce.
Negli ultimi cinque minuti ci abbracciammo tutti e alcune iniziarono a piangere.
Ero di nuovo decisa ad abbracciarlo e quando andai davanti a lui gli feci - Hey, Matt...
- Ciao, Emily..
Ci abbracciammo insieme, non sapevo se sarebbe andato via, ma volevo abbracciarlo.
La mia testa sprofondò nel suo petto e questo dimostrava quanto ero nana in confronto a lui. Quell'abbraccio mi tolse tutte le preoccupazioni che avevo di dosso, ma dovevo staccarmi o tutti avrebbero pensato qualcosa su di noi.
- Vai via, Matt?
- No, rimango.
- Ah...ok - sorrisi.
E così fu, in quel giorno tantissime auto riempirono il viale e molti ragazzi uscivano con i bagagli. Io avevo deciso di rimanere con Luna, per farle compagnia e ovviamente mio papà era d'accordo.
- LA SCUOLA E' FINALMENTE NOSTRA! - urlò Luna.
Effettivamente oltre a noi c'era qualche professore e qualche bidello, ma non tanti adulti. L'estate a molti piaceva perchè si potevano organizzare feste tranquillamente.

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Capitolo 7
*** La scoperta ***


Tutto mi ritornava. Lei era la vampira che dovevo uccidere. Biancaneve.
Aveva i capelli neri, le labbra rosse e la pelle chiara, i suoi occhi castani, il suo sorriso, tutto di lei mi piaceva.
Poi lei era nuova e la "regina" mi aveva detto questa cosa dopo il suo arrivo.
Uscii fuori dalla scuola e la trovai con la sua amica Luna.
La guardaii e mi diressi verso la foresta, spero che avrebbe capito che doveva seguirmi.
La dovevo uccidere.
Sentii i suoi passi dietro di me e mi diressi verso il prato, per una stradina piccola e buia.
Lei mi seguì lo stesso e poi mi fermai.
- Biancaneve.
- Cosa? - sentivo la sua paura.
- La "regina" mi ha mandata per ucciderti.
Lei non rispose.
- Uccidimi. - disse, poi.
- Andai da lei e misi le mani intorno al collo. Se le spezzavo il collo, non avrebbe sofferto, perchè era ancora umana.
Ma...non ci riuscii...
Vidi che delle lacrime scendevano giù dalle guance e la lasciai.
Lei cadde a terra e mi guardò.
- Fallo, cosa aspetti!
- Non riesco...
Mi sedetti lontano da lei.
- Mi ucciderà la regina.
- No, ti aiuterò. Ce la faremo. Insieme.
La guardai che si avvicinava sempre di più e mi porse una mano. Io gliela presi e mi alzai.
- Cosa vuoi fare? - le chiesi.
- Ucciderla.
- è impossibile.
- Niente è impossibile - e mi sorrise dolcemente.
- Tu diventerai una vampira...non saprai controllarti.
- Ti sbagli, non sono una vampira...
- Invece sì, ho letto su di te nell'archivio. Ho scoperto anche che in quella scuola ci sono altri vampiri.
- Ma...
- Ti trasformerai dopo i 19 anni.
- Non voglio diventare una vampira, c'è qualcosa...per impedirlo?
- Non lo so...se berrai del sangue sì, ma non so.. Ti aiuterò comunque.
- Grazie...
- Dobbiamo riunire persone brave che sappiano combattere.
- Noi due da soli non ce la faremo?
- No.
- Ok...
- Conosco un po' di persone che possono aiutarci. Vieni dobbiamo andare a scuola. Quelli che sono rimasti, sanno tutti dei vampiri.
- Bene.
Ritornammo a scuola e organizzammo una riunione.

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Capitolo 8
*** Emily & Matt ***


All'inizio non ci credevo che sarei diventata una vampira, ma mi fidavo di lui.
Quei trenta ragazzi vennero. C'era anche quel ragazzo che avevo visto durante l'ora di Arte, quando ero venuta e che mi sorrideva sempre.
Luna non capiva nulla di questa riunione, ma venne lo stesso.
- Ciao, ragazzi. Voi sapete dell'esistenza dei vampiri, no?
Molti risposero di sì, ma Luna non sapeva nulla su di loro.
- Mi era stato detto di uccidere Emily - e mi indicò - perchè sarebbe diventata una vampira, ma non è mio diritto uccidere un'umana. La regina ha detto che mi avrebbe ucciso se non l'avessi fatto e perciò abbiamo bisogno di volontari che ci aiutino. Dovete sapere che se venite, dovrete considerarvi morti.
Luna si alzò e disse - Voi siete pazzi! I vampiri non esistono, cazzo! Ma tu ci credi a queste cazzate, Emily?!
- è la verità...
- No, io non ci sto, mi dispiace.
Forse era meglio così, non volevo che le succedesse qualcosa di brutto.
Tutti gli altri esitavano, ma poi mi alzai.
- Lo sapete che è pericoloso, ma siamo tutti umani. Se non sconfiggeremo il male, le generazioni future e tutto il mondo ne pagherà le conseguenze! Aiutateci!
Tutti si alzarono e si inchinarono davanti a me. Io sorrisi e mi sentii più forte.
- Domani mattina, vediamoci in palestra. Dobbiamo scoprire i vostri punti di forza e le vostre debolezze. Alle 6 tutti qui.
Le gente ritornò nei dormitori e Lawrence andò verso Matt.
- Non sai in che guaio ti stai cacciando.
- Lo so, invece.
- Dovevi ucciderla.
Io rimasi zitta. - Non è mio diritto, toglierle la vita. Se vuoi che la uccida, fallo tu, ma sappi che poi farò lo stesso con te.
Lui taque e fece un cenno, poi sparì dentro la scuola.
- Ti prego, non voglio che rovini le amicizie a causa mia.
- Ho promesso di proteggerti. Una promessa, è una promessa. - e mi sorrise.
Io lo abbracciai e lui mi strinse forte.
- Devo mostrarti una cosa, seguimi.
Mi portò su per le scale della scuola e arrivammo ad un balcone negli ultimi piani. Era davvero alto e la vista era spettacolare.
- Da qui si vedono le stelle, la luna e tutte le foreste e le montagne.
- è stupendo... - mi appoggiai alla ringhiera.
Lui mi cinse i fianchi e mi strinse. Io mi girai verso di lui e lo guardai.
I suoi occhi verdi, erano illuminati dalle luci delle stelle e della luna.
- Sei bellissima - mi disse togliendomi una ciocca dei miei capelli di fronte al viso.
- No, tu lo sei...
Le sue labbra si avvicinarono alle mie e successe. Ci baciammo.
Le sue mani strinsero di più la mia schiena e mi ritrovai appiccicata al suo corpo.
Poi mi baciò il collo, provai una sensazione stranissima, ma piacevole.
Poi ritornò a guardarmi, sorridendomi dolcemente.
- Ti amo.
- Ti amo anchio, Matt.
Quella notte dormii nella sua stanza, perchè non sapevo se Luna avrebbe voluto vedermi e perchè Law era andato da un altro amico.
Quando ci sdraiammo lui mi abbracciò e continuava a baciarmi per tutta la notte.

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Capitolo 9
*** Gli allenamenti ***


Il giorno dopo ci trovammo tutti quanti di ieri, più delle persone che vennero da fuori.
- Ok, mettetevi in fila e ditemi che cosa sapete fare e quali sono i vostri punti deboli - disse Matt a tutti.
- Io so combattere con la spada, io sono bravo a costruire le trappole, a tirare con l'arco... - e tutti parlarono.
Ci dividemmo in gruppi, quelli che avrebbero combattuto con l'arco, chi con la spada e una parte sarebbe stata tranquilla.
Io mi unii a quelli delle spade, perchè ero una frana con l'arco. Ultimamente me la cavavo molto bene ed ero riuscita anche a "uccidere" Matt.
Durante una pausa, mentre guardavo gli arcieri, una freccia volò velocissima nella stanza colpendo da una distanza spettacolare il centro.
Tutti si fermarono e si voltarono. Era Luna. I suoi capelli erano legati in una lunga treccia, si era messa degli abiti attillati e da combattimento che le evidenziavano le forme.
- Luna, cosa fai qui?
- Beh, ho cambiato idea. Avete bisogno di qualcuno che sia bravo a tirare con l'arco. - Lei, infatti, era la più brava in questo sport, non mancava mai il bersaglio.
- Allora unisciti a noi - sorrisi.
- Certo, posso aiutare a migliorare la loro precisione nei tiri?
- Certo, fai pure. Ti nominiamo capo degli arcieri.
- Grazie.
Mentre tutti si allenavano, io e Matt guardavamo una cartina e organizzavamo tutto.
- Ascolta, hai detto che ha due castelli no? - chiesi.
- Sarà in quello principale che si trova oltre alle foreste tra queste montagne.
- Bene...quante fermate dovremo fare? Come andremo fino a lì?
- In auto non si può, nemmeno a piedi è troppo distante. Useremo i cavalli.
- Dove troviamo 30 cavalli?
- Non preoccuparti, di questo me ne occupo io.
Qualcuno entrò nello spogliatoio dove parlavamo e ci interruppe.
- Non possiamo andare tutti insieme.
Alzai lo sguardo era quel ragazzo con i capelli scuri e gli occhi verdi-azzurri.
- Come ti chiami? - chiese Matt.
- Sam.
- E che cosa proponi? - dissi guardandolo.
- Dobbiamo dividerci in due gruppi. Guardate - indicò la cartina e seguivamo il suo dito - fino a qui dove ci sono le grotte staremo insieme, dormiremo e mangeremo. Il giorno dopo ripartiremo divisi.
Uno percorrerà la parte a sinistra tra le montagne e una parte a destra. Quelli di sinistra potranno fare una sosta dove inizia il bosco. Poi come potete vedere qui, c'è una casa che apparteneva ad una famiglia che conoscevamo...qui il gruppo di destra sosterà. Dovremo fermarci un giorno intero, perchè le strade sono molto ripide e ci servono forze. Perciò qui faremo qualcosa, poi ripartiremo e andremo al castello.
- Come fai a sapere tutte queste cose? - chiese Matt.
- Sono di queste parti..
- Bene, allora potrai aiutarci! - dissi.
- Certo.
Ci alzammo tutti e tre e decidemmo i gruppi.
Io, Matt, Luna, Sam, Lawrence e altri eravamo insieme.
- Perfetto, per combattere la regina avrete bisogno delle armature apposite. - Sam lanciò le armature a tutte. A differenza di quelle di una volta, queste erano più leggere, ma più forti.
- Matt, i cavalli?
- Stanno arrivando - sorrise.
E infatti, dopo mezz'ora, erano già alla scuola.
Luna si scelse un cavallo nero, come Matt, io uno bianco e Sam uno marrone.
- Domani mattina, partiremo. Ora andate tutti a dormire, dovrete essere in forze.
Un ragazzo dell'altro gruppo, che era stato scelto come capo rimase.
Gli spiegammo tutti e lui capì tutto.
Io e Luna tornammo a dormire nella stanza stanza. Quella notte non riuscii a dormire, perchè ero davvero agitata per il domani.


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Capitolo 10
*** Le grotte ***


Ci svegliammo alle 5 di mattina. Io e Luna ci vestimmo con le armature. Erano tutte grigie e sotto potevamo indossare dei pantaloni che volevamo, ma comodi.
Io scelsi dei jeans elastici neri e misi anche degli stivali marrone scuro. Mi legai i capelli neri in una treccia lungha che mi lasciava qualche capelli intorno al viso.
Luna indossò invece dei jeans marroni e delle scarpe nere, che diceva che le servivano per mimetizzarsi meglio nella foresta. Lei, come me, si fece una treccia.
Uscimmo insieme, lei con l'arco e le frecce dentro alla faretra che aveva messo sulla schiena e io con la mia spada.
Gli altri erano già fuori e ci aspettavano.
- Siete pronti? - disse Sam, per incitarli.
- Sì! - risposero tutti in coro.
Montai sul cavallo e andai dietro a Sam e Matt, insieme a Luna.
Percorremmo la strada che facevo per andare a casa. Ieri sera, avevo inviato un messaggio a mio papà che gli volevo bene e che sarei andata via per un po' di tempo.
Matt ci guidò per una stradina in salita che portava in una foresta. Faceva molto freddo e sentivo l'umidità nelle ossa.
- Sicuro che sia questa la strada...-chiese Luna.
- Sì, è di qua. - rispose Matt.
Seguimmo una strada che non vedevamo nella foresta e poi vidimo la montagna.
La foresta piano piano si diradava e comparivano le rocce.
La strada lì era più pericolosa, perchè era molto ripida.
- Attenzione ragazzi! - gridò Matt.
Molti sassi cadevano dalla stradina. Guardai giù ed eravamo sicuramente a 500 metri dal suolo.
Poi arrivammo ad un ponte che ci avrebbe portato al lato opposto.
- Non possiamo passare per di qui. Non c'è un'altra strada? - chiesi.
- Sì, ma dovremmo ritornare. - mi rispose Sam.
- Dobbiamo continuare, vado io.- disse Matt.
- No, Matt! Sei più pesante...è pericoloso.
- Sono io quella più leggera fra tutti, fatemi andare. - disse Luna.
- No, non puoi. - dissi.
- Fammi provare!
Allora, annuì e lei si diresse verso il ponte. Scese dal suo cavallo nero e lo tenne per la corda.
Fece un passo e il ponte iniziò a scricchiolare.
Lei fece un respiro profondo e continuò, ma fortunatamente riuscì a passare.
Dall'altra parte, strinse meglio le corde del ponte e tutti potemmo passare.
Dopo altre ore di viaggio, arrivammo alle grotte.
Si era già fatto molto buio ed era iniziato a piovere. Ci mettemmo dentro e portammo pure i cavalli.
Le due grotte erano molto grandi, fredde e viscide, ma almeno potevamo ripararci dalla pioggia.
Accendemmo un fuoco e mi riscaldai le mani.
Con noi avevamo solo delle merendine, delle patatine e quello che eravamo riusciti a trovare.
Dopo aver "mangiato" alcuni si misero a dormire e altri facevano la guardia.
Io mi misi seduta davanti all'entrata della grotta e sentii la pioggia che mi bagnava il viso.
- Ciao, cosa stai facendo?
Mi voltai e vidi Sam.
- Non so, mi piace la pioggia.
- Anche a me. - e si sedette vicino a me. - Mi sembra di averti già vista.
- Non lo so, magari ci siamo visti a scuola.
- Sì, ma anche da un'altra parte.
Iniziai a tremare dal freddo, ma non potevo fare niente.
- Stai tremando? Hai freddo?
- Un po'..
- Tieni - mi coprì le spalle con una coperta e mi abbracciò.
- G-grazie.. - continuai a tremare.
Lo guardai e lui faceva lo stesso. Non volevo che succedesse.
Avvicinò il suo viso al mio, ma lo bloccai.
- Dovremmo fare un cambio...
Lui mi toccò un braccio e mi lasciò andare.
Svegliai qualcun'altro per farmi dare il cambio e mi misi vicina a Matt a dormire.

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Capitolo 11
*** La Foresta della Morte ***


"Tesoro, svegliati" la voce di Matt rieccheggiava nella mia mente. Non avevo di svegliarmi, ma dovetti farlo.
Ora l'acqua e il freddo della roccia, cominciavano a farsi sentire e mi sedetti.
I capelli mi ero diventati bagnati e ci passai una mano per togliere l'acqua.
Mi alzai con l'aiuto di Matt e andammo insieme nel nostro gruppo.
- Ok, ragazzi, ora voi seguirete John verso le montagne. Ci dovrete aspettare.
Il primo gruppo partì e noi rimasimo in una decina.
- Ora dove si va? - chiese Luna.
- Verso le Foreste della Morte. - rispose Matt.
- Dovremo stare uniti. - dissi io. - Qualcuno ci è già stato?
- Io - disse Sam.
- Bene ti seguiremo, non allontanatevi!
Raggiungemmo la foresta attraversando un precipizio. L'aria lì, era molto più umida e non si riusciva quasi a vedere nulla a causa di una nebbia fitta.
- Come faremo...
Nessuno mi rispose, ma ci pensai su e mi venne un'idea.
- Ascoltate, siamo 10, no? Ognuno si scelga un compagno e vada con quello.
Io rimasi con Matt, Sam si scelse una ragazza con i capelli castani e gli occhi azzurri, ma di cui non ricordavo il nome.
Tutte le coppie erano formate e rimanevano solo Luna e Brian, il ragazzo che le piaceva.
Aveva i capelli neri e gli occhi blu notte. Era molto alto e muscoloso. Di lui non sapevo molto, ma aveva un fascino misterioso che attirava Luna.
- Buonafortuna a tutti! - dissi e guardai Luna sorridendo, ma lei stava fissando incantata Brian.
Partimmo e sentii gli zoccoli del cavallo di Matt che battevano il suolo, di fianco a me.
La nebbia mi oscurava del tutto la vista e avevo una paura tremenda.
Dopo un'ora di galoppo la nebbia si fece meno fitta e potemmo vedere la casetta in cui dovevamo stare.
Era fatta di mattoni, non era tanto grande, ma era di certo meglio di una grotta fredda e viscida.
Entrammo e i ragazzi accesero il camino.
Io, Luna e altre due ragazze andammo in camera a cambiarci. Io e Luna, per l'esattezza ci cambiammo in bagno.
Facemmo la doccia a turni e quando toccò a me ne fui contenta. L'acqua calda che scorreva sulla mia pelle nuda, mi piaceva tanto.
Mi misi addosso dei jeans marrone scuro e un vestito un po' lungo marrone scuro e bianco.
I capelli li tenni sciolti e che mi ricadevano sulla schiena con delle splendide onde nere.
Uscii fuori a respirare aria fresca e andai a vedere in giro se riuscivo a trovare qualcosa di commestibile che potevamo mangiare. Per fortuna nostra, trovai delle more, dei lamponi e delle fragole.
Erano l'unica cosa che potevamo mangiare e penso che nessuno avesse preferito mangiare l'aria.
Trascorremmo la mattina e il pomeriggio al caldo e alla sera, quando il sole calò, ci mangiammo la nostra "cena".
Io e le altre ragazze dormimmo in una stanza e i ragazzi dall'altra.
Oggi sarebbe toccato a Liam, il ragazzo dai capelli rossi e gli occhi verdi, a fare la guardia.

Camminavo nella foresta, ma qualcuno incappucciato mi osservava da lontano.
- Chi sei? - chiesi.
La presenza non rispose, ma continuava ad avanzare verso di me. Io volevo andarmene, ma non riuscivo. Ero bloccata.
L'ombra era ormai vicinissima e sentii un'aria fredda addosso a me. Poi mi spinse a terra e caddi nel vuoto.

Mi svegliai immediatamente, avevo la fronte sudata ed ero congelata.
- Dio...
Mi svegliai per bere un po' d'acqua nel bagno e ritornai nel letto. Continuavo a rigirarmi e non riuscivo a dormire, finchè mi misi a dormire sulla schiena fissando il soffitto.
- No, non ce la faccio. - mi alzai e controllai che non avessi svegliato Luna. Ma lei dormiva come un angelo.
Andai a vedere nel salottino se Liam stava facendo il suo lavoro, ma vidi che stava ronfando così forte che mi fracassava le orecchie.
Uscii fuori nella foresta con solo il vestitino corto rosso che usavo per dormire.
Sentii, la porta aprirsi dietro di me e balzai. Era Sam.
- Che cosa fai qui fuori?
- Potrei chiederti lo stesso. - risposi.
- Non riesco a dormire.
- Anchio.
- Ascoltami Emily...l'altra volta non volevo...
- Non preoccuparti - e cercai di coprirmi più che potevo le gambe, tirando gli orli con le dita. - Ho avuto un'incubo prima...
- Questa foresta fa brutti scherzi.
- Ho paura, Sam.
- Di cosa?
- Di morire.
Lui si avvicinò a me e mi abbracciò forte.
- Non temere.
- Grazie...mi fai sentire al sicuro...
Lo guardai negli occhi, ora nel buio sembravano quasi grigi.
- Vieni, ti mostro una cosa...
Lo seguii e mi portò lì vicino in una specie di lago, dove la luna si rifletteva.
- Wow...è stupendo... - dissi.
- Era il mio posto preferito quando ero qui..
- Come mai sei venuto qui?
- Una volta...mi sono perso qui dentro, volevo fare una passeggiata e sono finito qui, ma ne sono uscito vivo, fortunatamente.
- Eri solo?
- No...
- C'era la tua fidanzata?
- Non ero mai fidanzato, ero sempre stato innamorato di una ragazza. Comunque quella era mia sorella...
- è viva?
- Si è persa, tanti anni fa e si dice che la sua anima vaghi ancora in questo posto.
- Mi dispiace...non volevo... - lo guardai e vidi il suo sguardo vuoto fissare il riflesso.
- Non ti preoccupare...
- Io ho perso... - mi venne un nodo alla gola - ...mia madre...quando ero piccola...
Mi scesero delle lacrime dal viso e lui me le asciugò. Di solito non piangevo, quando parlavo di lei, ma sentivo che con lui potevo mostrare le mie emozioni.
- Shhh... - mi strinse in un abbraccio.
Lo guardai e vidi i suoi occhi lucidi. Il suo viso era così perfetto, i suoi lineamenti delicati, i suoi occhi grandi e limpidi e i suoi capelli scuri pettinati alla perfezione. La sua altezza, il suo corpo muscoloso, ma proporzionato. Non conoscevo difetto in lui, quando mi aveva baciata, l'aveva fatto perchè mi voleva. Era fin troppo perfetto, come un principe e io ero niente in confronto a lui. Ci avvicinammo sempre di più, finchè non lo baciai. Non mi aveva costretta, ma era colpa mia.
Il bacio fu tenero e affannato. Mi mise una mano sul fondoschiena e mi appoggiò sull'erba fredda. Continuavamo a baciarci. Le sue labbra erano sulle mie.
Qualcosa però buttò a terra Sam e persi conoscenza. Intorno a me vedevo solo il buio della mia mente.

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Capitolo 12
*** Red Apples ***


Appena aprii gli occhi, mi ritrovai nella foresta, non so dove. Era mattina e non ricordavo quasi nulla del giorno prima. Solo il bacio con Sam...
Mi alzai, avevo lo stesso vestito da notte di ieri e avevo i capelli tutti arruffati e pieni di foglie, cercai di togliere lo sporco, spazzolandoli con le dita.
Camminai invano nella foresta, non sapevo dov'ero, non avevo una cartina e mi facevano male i piedi.
Continuai lo stesso, finchè non trovai una casetta nel bosco. Era piccolissima, non sapevo nemmeno se sarei riuscita ad entrare dall'ingresso.
Provai a bussare, ma nessuno mi rispose. Guardai dalla finestra, ma dei fiori sul balconcino mi coprivano la vista.
Perciò provai ad aprire la porta e si aprì. Entrai abbassando la testa e avevo paura che se qualcuno fosse entrato avrebbe visto il mio culo.
Guardai in giro e non trovai nessuno.
- Forse non ci abita nessuno - pensai.
Perciò, andai nel bagno e mi sedetti sul water, chiudendo il coperchio. Mi guardai i piedi, erano insanguinati e sporchi, perchè non avevo le scarpe. Mi feci un bagno nella piccola vasca da bagno e mi misi un asciugamano intorno e uscii. Poi vidi quei sette uomini piccoli che mi fissavano. Urlai e mi cadde l'asciugamano a terra e cercai di coprirmi il corpo più che potevo.
- Chi siete?! - chiesi urlando.
- Chi sei tu? Questa è casa nostra. - disse uno.
- Oh, mi dispiace...è che mi sono persa e ho visto la vostra casetta.
- Come ti chiami ragazzina?
- Emily...voi?
- Biancaneve, la ragazza che vuole uccidere la regina. Noi ci chiamiamo Niall, Lachlan, Kenneth, Fingall, Caalum, Beirne, Aengus - mi risposero quei sette nani.
Niall, il "portavoce" mi disse - Se vuoi abbiamo dei vestiti di là...
- Vieni - mi disse Beirne, forse il più piccolo e giovane.
Gli diedi una mano e misi una mano solo davanti alle parti più intime e i capelli neri mi aiutavano già comprendomi i seni.
Mi fecero sedero sul letto e mi diedero dei vestiti. Erano tutti corti, ovviamente perchè erano bassi.
- Come mai avete dei vestiti da donna?
- Una volta Rose abitava con noi, l'ha uccisa la regina...
- Oh, mi dispiace. Cosa posso fare per farmi tenere qui?
- Ti potresti occupare della casa?
- Certo.
Scelsi un vestito bianco che mi arriva sopra a mezza coscia, ma era l'unico lungo che avevano.
Indossai degli stivali neri che mi avevano dato , legai i capelli in una coda alta e andai da loro.
- Sei bellissima - esultarono tutti, escluso uno che boffonchiava sempre.
- Grazie mille, siete così gentili.
La sera mangiammo verdure e frutta e mi fecero anche un brodo per tenermi calda. Per dormire mi offrirono anche il loro letto.
Il giorno dopo uscirono tutti e sette e rimasi a casa da sola, iniziai a pulire e sistemare la casa.
Mi chiedevo se un giorno, mi avrebbero ritrovata o se avrei fatto la fine della sorella di Sam.
Un'anima che vaga nella foresta, cercando la via di ritorno..
Quel giorno passò in fretta e così ne passò anche un altro.
Un giorno però, qualcuno bussò alla porta, mentre i sette erano via. Aprii e trovai una vecchia signora, con il viso rigato dalle rughe, tutta curva che mi guardava. Aveva in mano un cesto di mele, che sembravano invitanti. Pensai a quando ero piccola e io e mio papà raccoglievamo le mele dall'albero vicino a casa.
- Compra una mela, aiutami, cara e giovane ragazza.
- Non ho soldi...mi dispiace... - non volevo spenderli, ma mi faceva pena. - Vuole entrare a riposarsi?
- No, ho una famiglia a casa, ti prego compra questa mela - e ma la indicò.
Mi fece quasi pena e con quei pochi soldi che mi erano rimasti ne comprai una.
- Grazie, signorina - e se ne andò ridacchiando.
Guardai la mela lucida e rossa. Mi sembrava così succulente e diedi un morso.
Riuscivo a sentire il succo della mela sulla mia lingua, che scendeva nel collo. Era così buona, ma poi...la vista si affievolì e...

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Capitolo 13
*** La morte di Emily ***


Ci svegliammo la mattina a causa di alcune urla che provenivano dalla stanza accanto. Saltammo giù dal letto e non trovammo Sam.
- Che succede? - chiesi a Luna.
- Emily...è sparita! - mi rispose terrorizzata.
- Liami, santo cielo! Ti ho detto di fare la guardia non di dormire! - lo presi per il colletto della camicia che portava.
- Scusami non volevo! Io...
- Tu COSA?! - dissi urlandogli incazzato.
- Calmati, cazzo! - mi disse Luna e mollai Liam che cadde sul divano. - So che sei incazzato nero con lui, ma non è colpa sua! Tutti abbiamo sonno qui! La troveremo...non temere.
Uscimmo fuori e seguimmo delle orme che portavano fino ad un laghetto.
Steso per terra c'era Sam, svenuto o che dormiva. Andai lì vicino.
- Sam? Sam? - cercai di svegliarlo.
- Eh? - sì svegliò frastornato e mi guardò.
- Hai visto Emily?
- Ascolta ti devo dire una cosa...
- Dimmi...
- Ieri sera Em non riusciva a dormire a causa di un incubo e neppure io, siamo usciti e l'ho portata qui. Poi ci siamo baciati...e qualcosa mi ha aggredito e sono svenuto...
Non sapevo se essere contento perchè l'avevano quasi ucciso o se essere triste o incazzato..
Cercai di mantenere la calma e feci un respiro profondo.
- Ok...Dobbiamo trovarla.
- Sì...mi dispiace...
- Non ne parliamo più, ma azzardati a toccarla e...ti uccido.
Lui annuì e tornammo verso la casetta.
- Vestitevi andiamo a cercare Emily.
- Ma dobbiamo continuare! - disse una ragazza.
- Emily è più importante.
Salimmo sui cavalli e portammo dietro anche Snow, il cavallo bianco di Emily.
Cavalcammo per due giorni interi, finchè non trovammo una casetta.
Sette piccoli uomini, uscivano portando una bara fatta di ebano. Tutti piangevano e ci fermammo lì.
- Cosa è successo? - chiese Luna.
- Andiamo a vedere...
Scendemmo io, Luna e Sam e ci dirigemmo verso di loro.
- Signori, scusate, ma cosa è successo? - chiese Sam.
- Biancaneve è morta - disse uno piangendo.
- Emily...? - chiesi io.
I sette piccoli visi annuirono. Tutto mi sembrava essere andato in fumo. Il nostro amore, spezzato, morto per sempre.
- La regina forse l'ha trovata...
Il mio cuore da rotto, spezzato in mille pezzi si infuocò di vendetta. La dovevo uccidere, aveva rovinato la mia vita. Il mio unico amore. La mia Emily. La mia Biancaneve.
- Vi prego, fatemela vedere.
- No, Biancaneve era nostra amica.
- Lo era anche di noi. E poi Matt era il suo amore. - rispose Luna.
I sette nani appoggiarono con delicatezza la bara e si misero a semicerchio a fissare la bara.
La aprii e trovai il suo viso pallido come prima, le labbra pulsanti di vita come una volta e i capelli neri soffici e mossi come da viva. Indossava un vestito corto bianco.
Le accarezzai il viso e le guance rosee. La baciaii, ma non successe come nei film, questa era la vita reale. Cruda. Tagliente. Dove non c'è scampo al dolore.
Ma la osservai, mi sembrava ancora...troppo viva.
La tolsi dalla bara e la misi a terra.
- Cosa fai...? - chiese Luna e tutti mi guardarono chiedendomi la stessa cosa.
- è ancora viva!
- Lasciala riposare in pace, Matt! - disse Sam.
La scossi e un pezzo di mela le cadde dalla bocca. Lei aprii quei suoi magnifici occhi castani e mi guardò spaventata.
- C-cosa è successo? - chiese spaventata.
La baciai, felice e ora la desideravo molto più di prima. Avevo vissuto la sua morte, non volevo perderla ancora.
Tutti esultarono felici, ma lei ci guardava come un cerbiatto davanti ai fanali di un auto. Spaventata. Terrorizzata.
- Ti ricordi qualcosa, amore? - le chiesi.
- Ricordo che una vecchia mi faceva bene...e ho comprato una delle sue mele, ho dato un morso e....mi voleva avvelenare!
- Forza, mettiti l'armatura e ripartiamo - disse Sam.
- Veniamo anche noi! - dissero i sette nani. - Vogliamo proteggere Biancaneve...
- Ok... - dissi io.
Emily e i sette entrarono in casa ed indossarono le armature, lei salì sul suo cavallo e i sette sui loro.
- Te l'ha detto Sam...? - mi sussurrò lei.
- Sì... - mi sentivo ferito, ma sapevo che lei mi amava e qualunque fosse stata la sua scelta l'avrei accettata.
- Dobbiamo accellerare il passo, più veloci! - ci disse Sam.
Cavalcammo velocissimi e i suoi capelli neri erano mossi dal vento. Era così perfetta, la sua pelle marmorea, i suoi capelli neri, gli occhi leggermente a mandorla e marroni, le sue guance morbide e rosse ed era piuttosto piccola rispetto a me. Aveva un carattere dolce ed era timida, ma riusciva ad avere un coraggio da leoni quando voleva ed era forte.
Lei accellerò e la seguii. Arrivammo finalmente vicini al castello e trovammo i nostri compari.
- Scusateci se abbiamo ritardato, di un giorno c'è stato un problema - disse Sam a John.
- Abbiamo perso 2 dei nostri uomini - disse John - li hanno portati via...
- Forse sono nel castello - risposi.
- Direi di dividerci nei gruppi che avevamo predisposto - disse Brian e vidi che Luna aveva gli occhi illuminati quando lo guardava. Sospettavo che le piacesse.
- Ok, io, Brian , Rue, Beatrix, Josh, Chris e tutti gli arcieri, con me! - disse Luna.
- Gli altri mi seguano. Alcuni dovranno rimanere fuori. Quelli che entreranno saremo io, Matt, Sam, voi sette, Megan, Lawrence, Jake, Liam, Luna e Brian ci raggiungeranno dopo. John occupati dell'esterno poi. Siete pronti?! - li incitò Emily.

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Capitolo 14
*** La battaglia ***


Mi feci una treccia e andammo al castello. Fecimo il segnale agli arcieri e loro iniziarono a lanciare frecce velocissime verso le guardie, per distrarli. Noi entrammo di nascosto in un'entrata e percorremmo di corsa le scale. Arrivammo ad un corridoio lungo e pieno di quadri che raffiguravano la regina e altri suoi parenti. Delle guardie ci videro e ci corsero incontro con delle spade. Impugnai la mia e combattei contro uno. Scivolai sotto di lui e lui infilzai da dietro colpendo un quadro che raffigurava la regina sul suo trono. Gli altri mi seguirono successivamente. Il portone per la sua stanza era chiuso, provai ad aprirlo, ma era pesantissimo e Matt mi aiutò.
- Ciao, Biancaneve. Ti aspettavo - disse ridendo sul trono. - Vedo che il mio caro cacciatore ha fallito e pure io ho fallito, quanto mi dispiace...volevo vedere il tuo cuore...oh, vedo che anche tu ci sei figliolo.
Ci girammo tutti e guardammo la persona che osservava la regina.
- Sam? Tu... - non ci credevo...
- è mio figlio, non lo sapevate? - e rise ancora.
- Lo sono...ma dopo che ho saputo quello che ha fatto me ne sono andato...
- Ora capisco...perchè conoscevi queste zone, perchè sapevi della Foresta della Morte...stavate fuggendo...e anche per entrare...
- Cara, Biancaneve, tu non sai molte cose.
- Cosa non so, ancora?
- Tua madre, non ti sei mai chiesta perchè non l'hai vista morire?
- Dov'è?!
- Non lo scoprirai mai.
- Ti ucciderò, comunque, questo lo sai.
Allora tutto diventò buio e sentii un tonfo dietro me e sentii urlare il mio nome.
- Ora a noi due - disse la regina.
Una stormo di corvi si scaraventò su di me, ma riuscì a proteggermi con la spada e andai verso di lei correndo, visto che stava per andarsene.
Mi fermai e le urlai - Codarda, non hai nemmeno il coraggio di affrontarmi!
Lei si voltò e piena di rabbia il suo volto si trasformò, non era più giovane era diventata vecchia.
- Questo è il tuo vero volto?
- Sì.
- Sei orribile, dentro e fuori.
- Per questo ti devo uccidere.
- Fallo.
Lei si scaraventò su di me e io cercai di infilzarla, ma si muoveva troppo velocemente.
Mi alzai subito e mi preparai all'attacco.
La vidi arrivare dall'alto e quando stava per cadere su di me, la infilzai, dritto nel cuore. Lei si inginocchiò davanti a me, sputando sangue.
- Biancaneve...non prenderai mai il mio posto.
- Infatti, io non lo voglio. Non sarò mai come te, non m'interessa mai rimanere giovane per tutta la vita.
- La tua bontà mi uccide, la tua giovinezza. Tu sei... - sputò sangue e poi come ad un tratto, il suo volto si mummificò e cadde a terra.
La "barriera" che separava me e i miei compagni, si dileguò e tutti corsero verso me.
Luna fu la prima ad arrivare e mi strinse fortissimo.
- Sono contenta che sei salva - le sorrisi e poi subito vennero gli altri.
Matt mi baciò e Sam mi abbracciò.
Vidi Brian e Luna che si sorridevano e parlavano insieme e subito sorrisi.
- Dovremmo vedere se ci sono i nostri nelle prigioni! - disse Liam.
- Andiamo ragazzi... - dissi io.
Scendemmo per delle scale a chiocciola che scendevano nelle profondità del castello. Lì era molto umido e gocciolava acqua dal soffitto.
Vidimo le prigioni, c'erano un sacco di persone imprigionate.
Liberammo tutti e loro ci ringraziavano, trovammo anche i nostri due cavalieri.
Una signora, poi, si avvicinò a me - Grazie, per averci liberato, te ne saremo grati a vita - quella voce la conoscevo... il suo viso allungato come il mio, i suoi capelli neri, la sua pelle bianca e le sue labbra rosse...
era leggermente invecchiata, ma non molto. Era mia mamma.
Mi vennero le lacrime agli occhi - Mamma...sono io... - singhiozzai.
- E-emily?
Io annuì e vidi che anche lei stava piangendo.
- Tesoro mio - ci abbracciammo.
Vidi tutti gli altri che avevano la bocca spalancata e ci guardavano sorpresi.
- è tua mamma? - chiese Luna.
- Sì, è lei - dissi felice e con qualche lacrime che ancora mi scendeva dalla felicità.
- Mi avevano detto che eri morta di cancro...
- Infatti è stata la regina a farlo credere a tutti, non incolpare tuo padre...
- No, non lo farei mai!  Vieni, andiamo fuori da qui.
Ormai era da anni che non ci vedevamo e vederla mi aveva reso così contenta.
Uscimmo dalle scale e dal castello.
I sette nani, poi, ci fermarono.
- Noi dobbiamo tornare a casa - ci sorrisero.
- Ok...grazie mille per avermi accolta e per averci aiutati - dissi io abbracciandoli uno ad uno.
Il più piccolo si mise a piangere e io lo presi in braccio abbracciandolo.
- Non piangere o piango pure io - dissi ridendo.
Mi asciugai delle lacrime e li salutammo.
- Ciao, amici! - dissero.
- Ciao! - salutammo tutti quanti.
Proseguimmo per la strada verso le montagne a cavallo. Io misi mia madre dietro di me, che mi stringeva la vita, mentre correvamo velocissimi a cavallo.
Facemmo una sola sosta, ma ripartimmo subito dopo qualche ora e arrivammo il giorno dopo la mattina presto.
Ero felice di essere a casa con tutta la mia famiglia.


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Capitolo 15
*** Una promessa per l'eternità ***


Io, mamma, Luna e Matt andammo a casa mia. Mio padre non ci credeva che fosse lei, anche perchè l'aveva vista morire sotto agli occhi.
Mia madre gli raccontò tutta la storia, dalla finta morta ad ora che l'avevo liberata e io aggiunsi tutti i dettagli della nostra battaglia.
Dissi ad entrambi di Matt e loro non dissero niente di negativo, anzi sembravano felici.
Sapevo che ora sarebbe andato tutto bene. Quella sera passammo il tempo come una volta, vedendoci un film, mangiando la pizza e bevendo una coca.
Potei finalmente rivedere anche i miei animali, Kira e Mailo, quei due cuccioli che amavo.
Luna e Matt rimasero da me per tutta l'estate e facevamo passeggiate e cazzeggiavamo.
Non ci credevo nemmeno che ormai Luna si frequentava con Brian e così qualche sera io e Matt potevamo rimanere da soli in camera mia.
- Amore, io mi trasformerò quando avrò 18 anni...ho paura...
- Ci sono io per te.
- Un giorno dovremmo provare a... - lo baciai.
- Non qui... - mi fermò.
- Ok...
- Cioè ci sono i tuoi genitori di sotto...
- Certo, hai ragione.
- Ti porterò questo Sabato a casa mia, cosa ne pensi?
- Oddio...davvero?
- Sì, mia madre è via e anche mio padre.
- A proposito quando mi presenterai a loro?
- Sono via molto spesso, sai sono cacciatori - mi sorrise.
- Oh, giusto..
Ogni notte dormimmo abbracciati, finchè arrivò il Sabato.
Quella sera mi aspettava e Luna mi aveva aiutata a prepararmi.
Mi ero messa un vestito bianco di seta cortissimo fino a mezza coscia.
Mi ero messa delle scarpe a tacco alto e mi ero truccata mettendo la matita nera.
I capelli li avevo lasciati così com'erano, mossi, perchè diceva Luna che così sarei sembrata più sexy. - Ho fatto un bel lavoro - disse lei sorridendomi.
- Eh sì, hai ragione - risposi sorridendole.
Mi incamminai verso la sua casa. Era molto grande con un sacco di finestre enormi in mezzo al bosco.
Suonai e sentii il mio cuore pulsare velocemente. Mi sembrava quasi di avere un orologio dentro al petto, che rimbombava.
Lui aprii bellissimo come sempre, quella sera era vestito più elegante e aveva i capelli pettinati alla perfezione.
- Ciao... - dissi io.
- Ciao, entra pure. - mi disse lui sorridendo.
La casa era molto accogliente, mi ricordava quella di Edward, ma era un po' più diversa. Questa era ampia e spaziosa, ma era anche più vivace. I mobili erano più che altro rossi e alle pareti erano appesi quadri di boschi, laghi e montagne.
- Wow, è stupenda - dissi mentre lui mi toglieva la giacca e me l'appoggiava all'attaccapanni.
- Anche tu sei stupenda, questa sera... - disse lui dolcemente.
Io arrossii e sentii le mie guance prendere fuoco.
- Oh, grazie...anche tu... - risposi imbarazzata.
Lui mi prese delicatamente il polso e mi portò a fare un giro della casa. Ultima fu la sua stanza. Era molto carina. Aveva un letto matrimoniale con le lenzuola rosse, il pavimento era in legno come le pareti e aveva delle foto della sua famiglia. Andaii a guardare i CD, DVD e libri che aveva.
- Ehm..questi sono...
- I tuoi gusti - sorrisi - uh.. i Linkin Park, Led Zeppelin, Nirvana e vedo tanti dischi rock...
- Sì...
Lo guardai, mi sembrava che non si sentisse molto a suo agio - Guarda che anche a me piace la musica rock - gli sorrisi.
- Davvero? Questo non lo sapevo...
- Ora lo sai.
Mi sedetti sul letto e anche lui fece lo stesso. Sprofondai nuovamente nei suoi occhi color oliva.
Lui si avvicinò a me e mi baciò.
Ero agitatatissima, ma il contatto con la sua mano mi tranquillizzò.
- Tranquilla... - disse lui.
Mi mise una mano sul fondoschiena e mi appoggiò con grazia sul letto e sentii il suo corpo appoggiarsi sopra al mio.
Gli tolsi la maglia che aveva indosso e vidi il profilo del suo corpo muscolo.
Fuori era diventato molto buio ed ora l'unica luce, proveniva dalla luna.
Lui mi tirò giù la zip del vestito e mi slacciò il reggiseno di pizzo nero.
- Sei bellissima - disse lui guardandomi.
Vidi la mia pelle color avorio che veniva illuminata dalla luce della notte e i suoi capelli dorati brillavano come se fosse una stella.
- Ti amo - dissi passando le mie dita nei suoi capelli.
- Ti amo, anchio Emily - mi rispose.
Trascorremmo la notte baciandoci con passione, come mai era successo, i nostri corpi nudi appoggiati l'uno all'altro.
Quella sera ci scambiammo la nostra promessa di amore.
Ci saremmo presi cura l'uno dell'altro per l'eternità.
 

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Capitolo 16
*** Ringraziamenti ***


Sicuramente nessuno leggerà questo ultimo pezzo, come succede anche nei libri, ma volevo seriamente ringraziare la mia migliore amica Sara, che mi ha sostenuta ed aiutata molte volte nella scrittura delle mie storie passate.
Vorrei ringraziare il ragazzo che amo Matt (sperando che lui ricambi); Kristen Stewart la mia musa ispiratrice con la sua particolare bellezza mi sono ispirata per il personaggio, anche se maggiormente riflette me stessa. La storia di Biancaneve, che da piccola amavo e che ora Kristen mi ha fatto un regalo recitando nel suo nuovo film. Le storie di Evernight, Fallen e Twilight, da cui ho preso un po' spunto e che mi hanno fatta maturare in questi anni.
I miei cantanti preferiti che mi hanno ispirata, i Paramore, Evanescence, Florence and the Machine e a chi mi segue.

Il seguito lo scriverò dopo un'altra storia che sto scrivendo.

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