...Per Te...

di CL_Kiki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Finisce così? ***
Capitolo 2: *** Ricordi - Come tutto è iniziato ***
Capitolo 3: *** Ricordi - Si parte! ***
Capitolo 4: *** Ricordi - Incontro ***
Capitolo 5: *** Ricordi - Preoccupazioni ***
Capitolo 6: *** Ricordi - Piacere e Complicazioni ***
Capitolo 7: *** Ricordi - Dolore ***
Capitolo 8: *** Ricordi - Organizzazione ***
Capitolo 9: *** Assenza ***
Capitolo 10: *** Ricordi - Spettacolo ***
Capitolo 11: *** Ricordi - Ultima Notte ***
Capitolo 12: *** Ricordi - In giro ***
Capitolo 13: *** Ricordi - Si Parte ***
Capitolo 14: *** Ricordi - Fotoricordo ***
Capitolo 15: *** Ricordi - Sistemazione ***
Capitolo 16: *** Ricordi - Incomprensioni ***
Capitolo 17: *** Ricordi - Uscita a Sorpresa ***
Capitolo 18: *** Ricordi - Kiss ***
Capitolo 19: *** Ricordi - Svolta? ***
Capitolo 20: *** Ricordi - E Ora? ***
Capitolo 21: *** Ricordi - Verso un pò di relax... ***
Capitolo 22: *** Ricordi - Pericolo ***
Capitolo 23: *** Ricordi - Fine dei Guai ***
Capitolo 24: *** Ricordi - Desideri? ***
Capitolo 25: *** Ricordi - Si Gioca! ***
Capitolo 26: *** Ricordi - Una serata in giro per Seoul ***
Capitolo 27: *** Ricordi - Partenza Improvvisa ***
Capitolo 28: *** Ricordi - Ospitalità ***
Capitolo 29: *** Ricordi - Prova ***
Capitolo 30: *** Passato - Tristezza ***
Capitolo 31: *** Ricordi - Nuova Vita ***
Capitolo 32: *** Ricordi - Vite Separate ***
Capitolo 33: *** Ricordi - Dimmi un pò di te! ***
Capitolo 34: *** Ricordi - Tentazioni. Resistere... O cedere? ***
Capitolo 35: *** Ricordi - Via col piano... ***
Capitolo 36: *** Ricordi - Parziali chiarimenti... Mi rendi confusa! ***
Capitolo 37: *** Ricordi - Conflitti e rivalità ***
Capitolo 38: *** Ricordi - Giornata al Lotte World! ***
Capitolo 39: *** Ricordi - Partenza per Tokyo! ***
Capitolo 40: *** Ricordi - Soggiorno in Giappone ***
Capitolo 41: *** Ricordi - Ultimo giorno ***
Capitolo 42: *** Ricordi - Debutto ***
Capitolo 43: *** Ricordi - Fotografia. Dietro un bacio si cela un segreto ***
Capitolo 44: *** Ricordi - Gran Galà - 1° Parte ***
Capitolo 45: *** Ricordi - Gran Galà - 2° Parte ***
Capitolo 46: *** Ricordi - Ovunque sei, io ti troverò. ***
Capitolo 47: *** Ricordi - Compleanno di Elena ***
Capitolo 48: *** Ricordi - Partenza ***
Capitolo 49: *** Ricordi - Fine riprese e ritorno a Seoul. Solo con te. ***
Capitolo 50: *** Ricordi - Pepero Day ***
Capitolo 51: *** Ricordi - Cambiamenti... ***
Capitolo 52: *** Ricordi - Bisogna Aver Fiducia ***
Capitolo 53: *** Ricordi - Tu sei l'unica per me ***
Capitolo 54: *** Ricordi - La mia felicità sei tu ***
Capitolo 55: *** Tu e io.... Sotto un unico cielo. ***
Capitolo 56: *** Ricordi - Che succederà fra noi? ***



Capitolo 1
*** Finisce così? ***


“I sogni sono per chi è capace di credere che un giorno ,anche se pur lontano, diventino realtà; per chi non si arrende davanti a niente e nessuno finché non li realizza.
Fin da piccola nella mia testa avevo già tutto ben chiaro, cosa avrei voluto fare e come realizzarlo, non mi sarei mai fermata davanti a niente…dritta e ferma nei mie piani con passi lenti e decisi realizzai ad uno ad uno i miei desideri e il mio più grande sogno stava per realizzarsi…mancava così poco, pochissimo…

Ho sempre odiato i cambiamenti improvvisi perché ho sempre pensato che non portino mai cose positive, ma non avrei mai immaginato che l’unico cambiamento che accettai avrebbe modificato così tanto la mia vita portandomi  in un bivio…
Che cosa scegliere?? Quale sarebbe stata la scelta più giusta? A chi dar retta? Alla mia testa o a quello che mi dettava il cuore?
Forse per la troppa paura o perché non sono capace di affrontare i problemi ho deciso di scappare…

Lo so ho scelto la via più facile e più crudele per te e… per quello che poteva essere per noi… Perdonami se ti lascio così, ma questi tipi di problemi non sono il mio genere, mi sono sempre occupata di problemi economici ma mai quelli sentimentali.Ho imparato della vita a non fare affidamento sugli altri e di farne a meno… Sarà anche per questo che lasciarti senza darti la possibilità di aver delle spiegazioni mi è sembrato giusto, se avrei visto il tuo visto…quei tuoi occhi rivolti a me non avrei saputo dirti niente finendo per complicare tutto.

Per un solo piccolo attimo volevo mandare all’aria i miei piani e sogni dimenticando ciò che volevo essere solo per seguire te ma la paura, vuoi anche l’egoismo e la persona fredda che con gli anni sono diventata mi ha riportato a inseguirli.
Come ben sai prima di te avevo alle spalle una storia di tre anni ma a causa dei miei sogni ho rovinato tutto, perciò per il tuo bene ho rinunciato al nostro sogno.
Non abbandonare i tuoi sogni, realizzali anche per me. Non arrenderti mai…
Voglio vederti splendere tra le stelle…le stesse che quella sera, lo nostra sera erano rivolte solo per noi… Addio amore mio..”

Elena scrisse queste parole su un foglio che un attimo prima era bianco cercando di trattenere le lacrime ma non riuscì e alcune caddero sul foglio..
disse mentre asciugava il viso posando la penna e prendendo un fazzoletto dalla sua borsa.
Il cellulare che aveva accanto al foglio cominciò a illuminarsi alternandosi, era arrivato un messaggio, lo lesse.
< è arrivato il momento-si voltò per guardare l’appartamento per l’ultima volta- perdonami ma è la scelta migliore per entrambi…spero capirai ma non voglio che per colpa mia abbandoni i tuoi sogni sapendo quanto hai lottato per raggiungerli>.

Il cellulare continuava ad accendersi con molta insistenza, qualcuno la stava chiamando.
< si Han sei qui sotto casa? Ok il tempo che sistemo le ultime cose e scendo>.

Detto questo ,Elena prese le chiavi che aveva dentro la tasca del giubbotto e le posò sopra il foglio, si recò davanti alla porta d’ingresso e si voltò, sapeva dentro di lei che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto l’appartamento e gli vennero in mente tutti i momenti vissuti con Jun Hyung, ma lei doveva .. doveva allontanarsi altrimenti se ne sarebbe pentita di rimanere lì accanto a lui in quelle circostanze.

Con la mano prese la maniglia stringendola con forza per darsi coraggio, la aprì e con passo forzato avanzò fuori chiudendosela alle sue spalle… Un vuoto le piombò addosso ma ormai quello che aveva deciso non poteva e non doveva ripiangerlo.

Avanzò davanti all’ascensore entrò e premette il pussanti b2, dovela attendeva Hannah e da li sarebbero andate dritte all’aeroporto di Incheon per ritornare in Italia.
Han la aspettava fuori la macchina e quando la vide gli corse incontro prendendo qualche valigia, misero tutto dietro il bagagliaio della macchina e partirono…l’aeroporto distava circa 60 km da Seoul e l’aereo partiva alle 12:50 e sarebbe arrivato a Roma alle 21:35 dopo circa 15 ore di volo diretto, sarebbe poi andata in un albergo e da li avrebbe aspettato il primo volo per Palermo.
Durante il viaggio in macchina nessuna delle due ragazze parlò, Elena guardò il paesaggio con grande malinconia e tristezza... aveva tanti ricordi che lasciava in quella città che fino a qualche mese fa non avrebbe mai pensato di poterla visitare… né lei né tanto meno Hannah …

E pensare che Seoul era solo nei loro sogni di bambine, visitavano siti che parlavano della Korea del sud, ascoltavano i vari gruppi che avevano maggior successo, sapendo quasi tutto e avevano iniziato a studiare il coreano ma mai avrebbero pensato che un giorno il loro sogno sarebbe diventato realtà.

Eppure ora Elena era su quella macchina che invece la allontanava da quel sogno che aveva semplicemente sfiorato e mai raggiunto… C’era ancora tanto che avrebbe voluto visitare, ma le circostanze non l’hanno permesso e nella sua mente cercava di rimuovere tutto al più presto e trasformandoli inun sogno…
<…già è stato solo un sogno…un sogno che tra un paio di ore avrò completamente dimenticato…> disse Elena.

Hannah era intenta a guidare ma aveva sentito perfettamente ciò che sua cugina aveva detto e non sapeva cosa fare, sapeva che qualsiasi cosa non sarebbe servita a niente…neppure Jun l’avrebbe fermata, sua cugina era più testarda di un mulo quando si metteva delle cose in testa.
In lontananza videro l’insegna che portava all’aeroporto.

< sei sicura? Vuoi mettere fine a tutto ciò? Non te ne pentirai un giorno?>
< si Han… devo farlo per il suo bene>
< ma perché sai cosa sia giusto per lui? >
<..lui per arrivare a quello che è diventato ha dovuto sacrificare molto, non voglio che per colpa mia sacrifichi i suoi sogni…ormai ho deciso, prenderò quell’aereo e tutto quello che è stato sarà solo un sogno…solo un sogno>.

Dicendo questo Elena cominciò a tremare, Han accostò nella prima sosta di servizio e scesero dalla macchina… Elena cominciò a piangere sfogando tutto il suo dolore che aveva trattenuto dentro, avrebbe perso il suo amore ma il pensiero che tutto era dovuto al fatto che era per far inseguire i sogni a Jun gli dava la forza per andar avanti…

Si sedette a terra con il viso bagnato dalle lacrime, Hannah era ferma davanti a lei non sapeva cosa dirgli perché l’unica cosa che voleva fare era riportarla indietro ma se l’avrebbe fatto sua cugina l’avrebbe odiata per il resto della sua vita, anche se non capiva il motivo di quella sua partenza così improvvisa...


Riuscì solo a pronunciare il suo nome perché la sua voce cominciò a tremare e dal suo volto cominciarono a scendere lacrime.
Elena si fermò quando sua cugina s’inginocchiò per abbracciarla forte a se piangendo a dirotto.
.
Elena alzò il viso per guardare quello di Han, aveva gli occhi pieni di lacrime ma sapeva che se avrebbe spiegato tutto lei non avrebbe capito...
.
<…ma io ho bisogno di te ora! In questo momento!>

Elena riusciva a leggere in quegli occhi rossi e pieni di lacrime tanta tristezza ma anche molta paura, sapeva che aveva bisogno di lei ma non era sola, aveva Yo Seob accanto che l’avrebbe aiutata a superare questo periodo perciò si limitò ad appoggiare la mano accarezzando quel viso tanto dolce e tenero di una ragazzina di soli 18anni, aveva tanto da imparare e il pensiero di lasciarla sola rendeva le cose più complicate del previsto ma non poteva lasciarla lì senza nemmeno avvisarla, no a lei non poteva ma non perché erano cugine ma per il legame così forte che avevano fin da piccole.

Han abbassò lo sguardo come segno di resa nei confronti di sua cugina e si alzò, asciugo il volto e si mise di nuovo alla guida accendendo il motore; Elena la raggiunse poco dopo …ripartirono e dopo alcuni km arrivano e dopo aver posteggiato si fecero coraggio stringendosi la mano ed entrarono…
Il volo stava per partire si recarono al check-in posando le valige che doveva imbarcare…il momento del saluto arrivò ma Han aveva lo sguardo rivolto verso il pavimento.
< Han... scusami!-Detto questo Elena strinse a se sua cugina più forte che poteva-…scusami se ci riesci, non ti chiedo ora ma cerca di capirmi e perdonami per averti lasciato qui non mantenendo la promessa che ti feci il primo giorno che siamo arrivati…ricordi? Eravamo in quel bar e ordinammo qualcosa da mangiare, ti promisi che non ti avrei lasciata qui sola e avremmo fatto tante cose insieme…mi dispiace di non aver mantenuto alla mia promessa…>.

Hannah nascose il suo viso tra le spalle di Elena quando una voce avvisò che l’aereo diretto a Roma stava per partire. Le due ragazze si divisero ed Elena prese il trolley e senza voltarsiproseguì versi il metal detector…
<…Sono sicura che lui ti verrà a cercare!- disse Han correndo verso la ragazza ma fu fermata dalla polizia-…TI PREGO ASPETTALO! LUI VERRA’!>
Mentre la polizia la teneva ferma, Elena si voltò guardando sua cugina circondata dalla polizia,non poteva più andar verso di lei per fermarla e per calmarla la salutò mandandogli un bacio, subito dopo Han la vide sparire tra la folla…
< Aspettalo Ely, lui un giorno sarà lì da te e ti porterà in quei luoghi che tanto sognavi fin da bambina…io lo so lui ti porterà via> disse Han mentre fu allontanata dalla polizia fuori dall’aeroporto, si recò nella sua macchina dove sul parabrezza c’era una foto… raffigurava quattro ragazzi che si divertivano in un pub… sorrise...

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“ Non so perché hai lasciato questa foto a me…hai deciso di lasciare tutti i ricordi qui, come a voler dimostrar a te stessa che hai solo sognato! Ma l’amore non si sogna, quello che avete vissuto voi non è stato solo sogno…Ely perché?”.
Rimase lì per tutto il pomeriggio, ricordando quella splendida sera…la prima sera arrivati a Seoul. Che splenditi ricordi erano rinchiusi lì dentro… poi posò la foto nel cruscotto della macchina e rivolse lo sguardo nel cielo che si tingeva di blu scuro illuminato dalle prime luci delle stelle...

“ Te ne vai lasciando tutti i tuoi sogni qui….”
< LEI DOV’E’?>
I pensieri di Han fuori interrotti da una voce, fu sorpresa nel vederlo li…
< perché si arrivato ora?- disse guardandolo dritto negli occhi- perché non prima???>.
< HAAAAN! DIMMI DOV’E’??>
Han con sorriso finto indico un aereo che proprio in quell’istante si alzò sopra le loro teste...
.

Ma non rispose guardava fisso quell’aereo con occhi increduli, non voleva crederci, era impossibile, no…. No si rifiutava di quello che vedeva.
< DIMMI CHE E’ SOLO FRUTTO DELLA MIA MENTE! DIMMI CHE LEI NON E’ SOPRA QUEL DANNATO AEREO….DIMMELO!!!!!!!!!!!!!!!>
Jun afferrò con forza le spalle della ragazza strattonandola, ma non disse niente, che doveva aggiungere più di quello che aveva davanti ai suoi occhi? Niente
Allentò la presa per poi piano lasciarla…alzò lo sguardo osservando il puntino luminoso allontanandosi sempre più da lui…

<…Perché?...>  domandò
< Non l’ha voluto dire…mi ha solo detto che io col tempo avrei capito, ma sinceramente non capirò mai il suo gesto…>.
 I due furono raggiunti da Yo Seob che nel veder i loro volti non disse nulla… Han quando lo vide gli andò incontro…
< Yo Seob…andiamo- si voltò verso Jun- ehi…tieni quando ti senti di tornare prendi questa…in questo momento non credo di esserti d’aiuto poiché lei l’ha fatto per te!> detto questo lanciò le chiavi della sua macchina e insieme a Yo Seob ritornò a casa.
< …Davvero non sai niente? Tua cugina non ti ha accennato nulla su questa storia?> domandò Yo Seob.
< No…niente…mi ha chiamato ieri sera in lacrime dicendomi che aveva fatto il biglietto, che sarebbe tornata a casa e che dovevo accompagnarla senza far domande…solo questo, niente in più…>.

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Per tutto il percorso Yo Seob non aggiunse altro, era preoccupato per quello che sarebbe successo da qual giorno in poi, non sapeva come poter aiutare quei due ad affrontare questa separazione improvvisa arrivata come un tuono in ciel sereno…la sua adorata Han era accanto a lui con sguardo triste e perso tra le luci della città, non se la sentiva di lasciarla sola decise di andare a casa sua almeno quella sera, se ne fregava se qualche paparazzo li stava osservando… lei aveva bisogno di lui e in quel momento era la priorità anche sul lavoro…
Arrivati sotto casa della ragazza, cercò di entrar senza farsi veder da nessuno, quando si sedettero sul divano Han aggiunse...
<... Sai Ely mi ha detto che un giorno avrei capito tutto, avrei capito cosa significhi sacrificare i miei sogni, il mio amore, la mia vita per veder realizzare i sogni della persona cui tengo tantissimo…un giorno così avrei capito la sua reazione. Per ora tutto questo non ha senso. Forse per la mia età, per le mie poche esperienze…ma credo molto al fatto che in amore si riesca a superare qualsiasi ostacolo, non importa quanto sia lunga la salita…gli ostacoli si superano in due quando si è una coppia…>.
Han era ferma con la tesa appoggiata alle spalle di Yo Seob che le accarezzava il viso.
disse il ragazzo…
<…sono sicura che loro due si rincontreranno…è scritto nelle stelle- disse Han- quando il destino vorrà farli rincontrare, non si lasceranno mai più…ne sono sicura> detto questo Han si addormentò fra le braccia di Yo Seob.

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Mentre Jun era seduto sull’asfalto a guardare o meglio a cercare quel puntino ormai troppo lontano dai suoi occhi e con la speranza nel cuore che lei sarebbe arrivata alle sue spalle per dirgli che era tutto uno scherzo…le ore passavano e stava fermo a scrutare ogni minima luce nel cielo per un qualche segnale…

<…Ehi…>
Jun di scatto si voltò incredulo…quella voce …
<…scusami se ti ho fatto aspettare…l’aereo ha ritardato>.
Era lei non aveva dubbi...
< ma che fai lì intontito…aiutami con queste valigie, sono pesanti per me sola….uhm…allora???>.

Jun stava per andar incontro quando si accorse di un particolare…era pieno inverno ma lei indossava un vestito estivo, chiuse gli occhi e quando li riaprì,non era più li...
Il forte desiderio di vederla, di poterla stringere a se lo fece ritornare a quella volta che per un lavoro di una settimana la costrinse a dover ritornare in Italia…quell’assenza, anche se breve era un fuoco che lo divorava all’interno e rivederla gli procurò una gioia cha mai aveva provato…
Ma questa volta non erano questione di ore, di giorni, di settimane o di mesi… si trattava di una rottura ma neppur sapeva lui darsi una spiegazione…
Era inutile restar li, non sarebbe più tornata e doveva farsene una ragione. Prese le chiavi e ritornò a casa, anche se tornare lì dove i ricordi erano ancora vivi gli avrebbe procurato un dolore immenso.
Aprì quella porta come aveva sempre fatto quando finiva tardi di lavorare per non svegliare Elena, mentre piano piano si metteva sotto le coperte, adorava vederla dormire così tenera fra le sue braccia... ma da quella sera tutto era cambiato…senza accorgersi del biglietto si recò in bagno per sciacquarsi il viso.

Si sedette sul divano e come aveva pensato il suo ricordo era troppo vivo in lui, ogni angolo della casa ricordava quegli attimi vissuti insieme…gli sembrava di impazzire, non resisteva un solo attimo in più …prese le prime chiavi di casa che vide e si accorse del foglio che Elena aveva scritto…
Cominciò a leggere, non credette a ciò che aveva scritto…dalla rabbia voleva distruggere quello che capitava, prese le chiavi della macchina e si allontanò… dai suoi ricordi…da quella città…ma più si allontanava più dentro di lui sentiva e vedeva lei…Elena sorridente…Elena triste…Elena che cucinava…che puliva…che dormiva…che giocava con lui…che lo aspettava in camerino per dirgli quant’era stato bravo…Elena gelosa delle sue fans….

Vedeva Elena accanto a se… seduta mentre stringeva la mano ogni volta che correva…adorava farla impaurire…adorava punzecchiarla perché poi sapeva come fargli passar la rabbia…
Ma ora che lei non era lì accanto che ne sarebbe stato dei giorni a seguire?
Non voleva pensarci…e per dimenticare accelerò andando più veloce che poteva…pensando stupidamente di tornare indietro a quei giorni…
“ Che scemo…non si può tornare indietro, ne posso farla ritornare contro la sua volontà…”.

Si fermò in uno posteggio deserto lontano dalla città…scese e rivolse lo sguardo al cielo stellato.
< Le nostre stelle ora sono distanti…quasi non si toccano più. Hai deciso di finir il nostro amore prima del nascere…al primo ostacolo mi hai voltato le spalle lasciandomi solo e con delle spiegazioni che per me non hanno senso; se sei felice così cercherò di farmele bastare…ma dimenticarti… dimenticare quello che c’è stato tra di noi….no, non posso e credo che neppur tu riuscirai a farlo, non è stato solo un sogno… ma è stata la realtà! La realtà più bella che abbia mai vissuto… ti amo e ti amerò per il resto della mia vita, perché dopo di te nessuna potrà occupar il tuo posto… il pensiero che anche da così lontano tu, alzando gli occhi possa vedere questo stesso cielo, mi fa sembrare di esserti vicino…
Non ti dico addio, né arrivederci, né ciao… mi basterà sapere che sei felice per esserlo anch’io… mi manchi e mi mancherai ogni giorno di più, la tua assenza renderà difficile la situazione ma ce la farò per entrambi…per realizzare i miei sogni così potrò portarti dove hai sempre voluto essere…>.

Jun disse queste frasi ad alta voce perché voleva credere che l’avrebbero raggiunta ovunque lei adesso fosse…poi gridando...
< ELY! NON DIMENTICARMIII! IO NON LO FARO’  ASPETTAMI!>
Lo gridò con tutta la forza che aveva, se ne infischiò che doveva cantare quello stesso pomeriggio…doveva far in modo che quelle sue parole le arrivassero…
“ Realizzerò i nostri sogni…per me…per te…PER NOI!”.






Ciao a tutti! Come avrete letto questa storia è stata scritta da me e mia cugina Jessica! Siamo letteralmente innamorate del kpop e dei B2ST naturalmente!  
Questa è la nostra prima FanFiction quindi siate clementi :D Ihihih!
Nel prossimo capitolo inizierà a prendere forma la storia!
Seguiremo diverse canzoni.
Beh per ora direi che non ho altro da aggiungere quindi ci sentiamo al prossimo capitolo. ^^

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Capitolo 2
*** Ricordi - Come tutto è iniziato ***


In quello stesso momento Elena era in volo mancavano circa dieci ore e sarebbe arrivata a Roma… il fuso orario era sempre una sofferenza, ore avanti ore indietro…erano una continua mancanza di sonno ma che lei faceva sempre con il desiderio di vederlo…
Guardando fuori dal suo finestrino sembrava come se stesse viaggiando indietro nel tempo…invece di vedere l’alba di un nuovo giorno vedeva il tramonto del giorno in cui decise di abbandonare i suoi sogni…
Decise di ascoltare un po’ di canzoni per distrarsi, dalla tasca prese il suo lettore e mentre fuori si vedevano nuvole e lampi, iniziò la canzone …
…Una melodia…poi le parole…

E’ una bugia…E’ una bugia…questa non può essere la fine…Ritorna da me, per favore ritorna da me.
Non posso creder al fatto che mi stai lasciando. Non importa quello che ti dica ora…probabilmente non ti farà nessun effetto.
Questo non è giusto… Questo non è giusto… Non posso fidarmi di questa realtà…

Rimase immobile, oltre a sentire la voce del suo Jun…. Quella canzone rispecchiava ciò che lui provava a causa del suo comportamento, come se quelle parole potessero esprimere ciò che voleva e fossero dirette a lei…

E’ la realtà…
La mia mente lo sa ma il mio cuore non riesce ad accettarla. L’istinto di proteggerti viene da me senza che lo sappia, sembra un’ossessione.
Questa situazione che improvvisamente mi è piovuta addosso non posso più controllarla….
Se non riuscissi a svuotarti cercherei di riempirti di nuovo…
Riscriverò la nostra storia…  [ fact]

Scoppiò a piangere non appena la canzone finì…
Guardò fuori… il comandante avvertiva che a causa del temporale si sarebbero verificate delle turbolenze…stava iniziando a piovere, dal finestrino s’intravedevano gocce e lampi, mentre dal lettore ascoltava le canzoni del suo gruppo preferito…i Beast.
Tutto le faceva ricordare lui… i giorni passati insieme…il primo giorno in cui s’incontrarono… le venne in mente tutto mentre il lettore portava avanti le canzoni…una dopo l’altra... chiuse gli occhi e ricordò, ritornò a quei giorni prima della sua storia…

Era iniziato tutto dopo la sua laurea in economia, voleva iniziare a lavorare mettendo in pratica ciò che aveva studiato con tanta passione ma il mercato del lavoro, soprattutto nel settore del manager, pretendeva capacità che lei ancora non aveva a causa della sua poco, per non dire assente esperienza e puntare già ad aziende affermate nel campo internazionale sarebbe stato un suicidio, per questo iniziò a lavorare come consulente presso uno studio che si occupava di visionare le aziende.
Iniziò così il suo lento moderato cammino…
Fece quasi un anno lì quando tra le mani gli capitò la possibilità che le cambiò la sua vita…

Doveva valutare l’operato di un’importante azienda coreana… SAMSUNG… analizzò con tanta attenzione ed entusiasmo, si occupò personalmente di far il rendiconto delle sue spese e del suo operato…
Stava cominciando a guadagnare molto nel settore della telefonia mobile con il nuovo cellulare Samsung Galaxy S ma la compagnia si era affidata a loro anche per coglier il momento adatto e aumentare il loro fatturato...

A Elena fu affidato un compito diverso da ciò che di solito faceva…il coordinamento di un nuovo lancio pubblicitario che l’agenzia doveva farlo sponsorizzare da un gruppo musicale molto famoso a Seoul il quale stava organizzando il momento per sbarcare anche qui in Italia allargando il loro mercato.
Per Elena sembrava che il sogno di tutta una vita stava per diventare realtà e non ci pensò su due volte…accettò; dopo poche settimane fu rintracciata dal top manager della Samsung telefonicamente per informarla che avrebbero sistemato le trattative e avrebbe conosciuto il gruppo in un luogo un po’ insolito e se andava a buon fine avrebbe trascorso tutto il tempo della preparazione del lancio a Seoul, tutto a spesa dell’azienda.

Era senza parole, non sapeva se piangere dalla gioia o urlare… c’era solo un compromesso…imparare il coreano oltre ad aver un’ottima padronanza dell’inglese e se voleva poteva portare con sé una persona…e venne in mente subito sua cugina… Hannah.
Saputa la notizia prese il telefono e la chiamò.
< Pronto? >
< Han sono Ely, stasera posso passar da voi? Devo parlarvi... >
< E’ successo qualcosa?? >
< Tranquilla…è una splendida notizia…posso avvicinare allora? >.
< Certo che puoi avviso i miei…ti aspettiamo per le sette così ceni da noi >.
< Sei molto gentile…ci vediamo per le sette allora, a stasera!>.

Dopo la chiamate sistemò la scrivania e tornò a casa…era ancora incredula il suo sogno si sarebbe realizzato…sarebbe stata a Seoul e avrebbe lavorato con un gruppo musicale, anche se ancora non sapeva quale fosse, ma non le importava perché sarebbe stata a Seoul e avrebbe portato sua cugina…
Si fermò… un pensiero la turbò.
Aveva un ragazzo, perché non aveva pensato a lui?

Elena si sentì in colpa per non aver deciso di portarlo ma quella era la situazione da sfruttare sia per lei sia per sua cugina, il suo ragazzo avrebbe capito se gli avrebbe spiegato che era il loro desiderio fin da piccole.
Alle sette si ritrovò davanti casa di Han…si sentiva al settimo cielo non sapeva neppure come comunicare la bella notizia e far in modo che i suoi avrebbero permesso...
< … Perciò vi chiedo il permesso di portar Han con me... >.
Elena implorò ai suoi zii di portare Han con lei…si sarebbe trattato solo per un paio di mesi...

Nessuno parlò…erano rimasi sopresi dalla notizia che la guardavano tutti stupiti…la prima a reagire fu Han che cominciò a saltare di gioia per tutta la casa urlando come una matta e infine si buttò tra le braccia di sua cugina riempendola di baci…i suoi zii erano preoccupati perché si trattava sempre di un lavoro importante chi si sarebbe presa cura di Han?
< Non preoccupatevi zii. Han sarà sempre con me, il lavoro non occuperà molto tempo e per la maggior parte della giornata faremo le turiste…>.
< Mamma…Papà… è il mio sogno vi prego…lasciatemi partire…>.

I suoi erano preoccupati ma alla fine dopo numerose suppliche decisero di farla partire, se la rendeva felice, avrebbero fatto qualsiasi cosa…
 Quella sera Eleana e Hannah cercar su internet notizie riguardanti i posti da visitare, a sentire le canzoni, a ballare…quando infine esauste crollarono nel letto e con gli occhi chiusi, sognarono la loro città dei sogni.
La partenza era fissata per metà Luglio, mancavano solo cinque mesi…giusto il tempo di festeggiare i 18 anni della cugina e di veder prender il diploma per poi far le valigie e partire per un lungo viaggio…

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Elena quella sera non riusciva a chiudere occhi, pensava che comunque sarebbe stata lontana da casa per diversi mesi…avrebbe lasciato il suo ragazzo qui e il suo rapporto ne avrebbe risentito; alzandosi dal letto si mise davanti alla finestra, guardò fuori era quasi l’alba.
I suoi occhi tristi guardavano quelle montagne di fronte a se, dove s’intravedevano i primi raggi, aveva deciso….prese il suo cellulare per scrivere a Daniel un messaggio, dovevano parlare cercando di non arrivare all’ennesima lite ma sapeva dentro di se che era quasi impossibile perché da quando avevano iniziato a lavorare, entrambi smisero di vedersi quasi ogni giorno e quelle poche volte che si vedevano litigavano per la troppa assenza… sembravano quasi due estranei.

Mandato il messaggio, decise di riposar almeno un paio d’ore, quando si sarebbe svegliata doveva cercare due corsi per imparare il coreano e l’altro per migliorare il suo inglese…beh ne aveva proprio bisogno un corso intensivo d’inglese poiché era la lingua odiata fin da ragazza…

I pensieri la tenevano sveglia ma infine riuscì a chiuder gli occhi e a dormire, nel silenzio creatosi pochi minuti dopo il suo cellulare comincio a vibrare, era Daniel che cercava di rintracciarla, ma la ragazza era crollata dalla stanchezza dovuta alla tensione del nuovo incarico assunto, pochi secondi dopo una seconda, ma più lieve vibrazione avvisava che era arrivato un messaggio poi ritornò il silenzio...
A svegliarla furono i suoi capelli che col vento le sfiorava il viso, si guardò intorno e ci volle un po’ per ricordarsi che era nella stanza di sua cugina.
.
Elena ancora intontita si voltò verso l’ingresso della porta dove sua cugina Han era rimasta ferma a osservala.

< Non so di preciso quanto hai dormito, ma so dirti che sono le 3 e 30 e il cellulare è dalle 2 che squilla!>.

Non appena sentì l’ora e del cellulare che squillava da più di un’ora, si alzò in fretta e prese il cellulare della scrivania…c’erano cinque messaggi e sei chiamate perse da Daniel e una chiamata da un numero che non aveva mai visto…
Lesse i messaggi non si preoccupò molto…
< oh mio dio!> esclamò Elena dopo aver letto tutti i messaggi sedendosi a peso morto nel letto.
< che ti succede?> chiede Han
< Daniel sta arrivando, dai messaggi non deve dirmi qualcosa di bello…che sia arrivata la fine della nostra storia?>.

Elena era preoccupata, anche se non facevano che litigare teneva molto a lui…era il suo primo amore.
Tornò a casa, si lavò e si sistemò…l’attesa la rese molto nervosa che non si accorse che qualcuno la stesse chiamando al cellulare… finalmente il citofono suonò, era arrivato, scese…
Andarono a mangiar in un ristorante ma Elena quasi non mangiò, il suo stomaco era chiuso e con la testa occupata a pensare cosa ci potesse essere in quell’uscita che le sembrava come fosse l’ultima...
Si scusò e si diresse fuori, era imbarazzante per lei piangere per una cosa che sentiva dentro se, che era solo un suo pensiero, ma il suo sesto senso non sbagliava mai per questo si mise a piangere…
Era triste, non voleva che tutto ciò finisse a lui ci teneva molto…si sentiva legata come se era destino che stessero insieme, ma adesso sentiva qualcosa di troppo forte che li spingeva a separarli e per ciò soffriva…


Daniel era fermo davanti a lei porgendole un fazzoletto di cotone, alzò la testa ma non ebbe il coraggio di guardarlo in viso…i suoi occhi guardavano fissi un bottone della sua giacca.
< Elena… devo parlarti, non so come spiegartelo…ho pensato tutti i modi possibili ma nessuno di essi mi sembra il modo corretto…>.
Daniel aveva un tono di voce che usava solo per parlare di cose serie e questo fece sempre più preoccupare Elena… già immaginava cosa sarebbe successo.
Decise di sedersi accanto a lei prendendole la mano, la strinse...
< Stiamo insieme da tre anni, abbiamo sempre sognato qualcosa che avrebbe permesso le nostre vite di cambiare radicalmente per realizzare i nostri sogni, di affittare casa, di sposarci, di avere figli….di vivere insieme per sempre…ma mai ci siamo sbilanciati sul dove…su quale città realizzare tutti questi sogni…- Daniel si fermò per un attimo, si voltò per guardare Elena che era ferma, immobile ad ascoltare ciò che aveva da dire- Ely… non voglio girarci intorno e non ho altro modo per dirtelo ma… due giorni fa mi hanno offerto un posto fisso in Francia…a Parigi…>.
Elena irrigidì, Daniel se ne accorse.
<…Mi hanno offerto un ottimo lavoro, non mi sono sentito di rifiutare… quest’offerta cambierà la mia vita in modo netto, sarò capo chef in uno dei più importanti Hotel di Parigi… so che ora ciò che sto per chiederti ti sembrerà assurdo e magari inopportuno ma… voglio portarti via con me!>.
Daniel era molto serio, Elena non sapeva cosa dirgli in quel momento… odiava i cambiamenti e lui lo sapeva, e ciò che aveva detto la portava a una scelta che induceva ad abbandonare il suo sogno…perché avrebbe dovuto seguire Daniel rinunciando all’opportunità di andare a Seoul…
<…Ely, vieni via con me! Andiamocene via da qui e costruiamo il nostro futuro insieme! >.
Daniel si alzò mettendosi davanti alla ragazza con la mano tesa in avanti in attesa della sua mano…ma Elena non lo fece…abbassò la testa…
<…Anch’io ho una cosa da dirti Dani…mi hanno offerto un lavoro di pochi mesi…mi devo occupare di una campagna pubblicitaria di un telefonino, lavorerò per un’importante azienda internazionale, il sogno che avevo fin da bambina sembra che si stia per realizzare…anche perché, se tu vai a Parigi…io andrò dall’altra parte del mondo…Seoul!>.
Daniel era pietrificato nel sentire quelle parole, la sua mano che prima era tesa verso Elena piano piano si abbassò lungo il fianco…
<…anche a me hanno offerto un lavoro che non potevo rifiutare…e adesso cosa facciamo? >
<…tu non rinuncerai al tuo sogno, vero? > domandò Daniel con sguardo fermo sulla ragazza.
< e tu…tu rinunceresti al tuo? > replicò Elena alzando il viso guardando dritta gli occhi di Daniel.
I due rimasero fermi per qualche minuto nella speranza che uno dei due avrebbe ceduto e si sarebbe arreso, ma nessun mollò la sua posizione presa…ormai il gioco era deciso…
< Hai sempre avuto un sesto senso nella vita…- disse Daniel arrendendosi allo sguardo di Elena- Per questo sei uscita in quel modo poco fa, vero? Sentivi che sarebbe successo qualcosa…>
La ragazza si limitò semplicemente ad annuire e ad abbassar lo sguardo.

Gli occhi di Daniel si fecero dolci, s’inginocchiò verso di lei...
< Con quello che non abbiamo detto, si è capito tutto, non c’è bisogno di dir altro, sarebbe tutto inutile ed anche egoista da parte di entrambi rinunciare a seguire i nostri sogni…
Sarà difficile d’ora in poi la mia vita senza di te, mi mancherà una parte che in questi anni hai tenuto dentro di te… Il destino ci ha messo di fronte una scelta da fare per separarci, ma per me non sarà un addio, avrai sempre un posto speciale nel mio cuore… ci sarò per sempre quando avrai bisogno d’aiuto, ti amerò per sempre…
Ma so che chiederti di star insieme in due mondi distanti ti distrarrà dal tuo lavoro e non voglio che per colpa mia rinunci a quello che per te è importante…>.
< per me sei importante anche tu!>disse Elena stringendo le mani nel suo vestito con la testa rivolta in basso.
Daniel posò le mani sopra quelle di Elena, avvicinò il suo corpo a se stringendola forte.
<…se sono davvero così importante come dici… rinunceresti ai tuoi sogni per venir via con me?...>.
Elena non rispose, rimase in silenzio avvolta dall’abbraccio così dolce…ma anche così triste, sentiva che non avrebbe più avuto quel calore per se, quelle braccia avrebbero stretto un’altra che non era lei…ma anche se non voleva che ciò avvenisse non poteva rinunciare a quello che aveva sempre desiderato…
<…mi dispiace…>
Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare prima di appoggiare il suo viso nel petto di Daniel…piangendo!

Daniel accarezzò la piccola testa di Elena che piangeva fra le sue braccia, più faceva così più lui voleva stringerla sempre più forte a se.
.
Elena era stupita, si staccò da quell’abbracciò osservandolo stupita…
<…non voglio perderti, voglio restarti accanto in qualsiasi modo mi sarà possibile…permettimelo di farlo!>.
< Non saprei che dirti…il sentimento che ci lega è molto forte ma saremo distanti chilometri…>.
< Non è un problema…io scenderò molto spesso qui a Palermo, è sempre la mia città e i miei ricordi la mia famiglia sono qui…e poi ci sarai anche tu quando tornerai dal tuo lavoro…è questione di tempo e potremmo anche vederci…quindi permettimi di starti vicina, voglio aiutarti come hai fatto con me>.
Ely era felice per le parole che Daniel gli diceva, la sua paura era di perderlo, era egoista a pensar di tenerlo solo per se e che avrebbe amato solo lei, ma aveva bisogno di saper che lui ci sarebbe stato, che non l’avrebbe perso…per sempre.

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Dopo il ristorante decisero di far una passeggiata lungo la spiaggia sfidando il tempo gelido di Gennaio, faceva troppo freddo ma che se aveva messo il giubbotto Elena tremava perciò decisero di tornare in macchia terminando la sera. Lungo il ritorno a casa di Elena nessuno dei due parlò, Daniel era intento a guidare mentre Elena pensava a tutta quella storia…dopo 3 anni avevano interrotto la loro storia per inseguir i sogni, non voleva che finisse ma come poteva continuar una storia a distanza se non si sarebbero più visti per almeno 1 anno? Era impossibile, conoscendosi sarebbe impazzita dalla gelosia e avrebbero finito per litigare ogni giorno rovinando anche la possibilità di continuare il lavoro con serenità, questo Daniel l’aveva capito e per non finir così aveva preferito metter uno stop alla loro relazione lasciando una piccola parentesi aperta per un ipotetico futuro ancora insieme, la loro storia aveva solo preso una pausa …erano giovani potevano permetterselo.






Ciaooooooo! Ecco il secondo capitolo ^^ I B2ST per questo e per il prossimo capitolo non compariranno ma dal quarto, che penso di spostare fra domenica e lunedì, torneranno per non lasciarci più u.u
Ho ricevuto un commento positivo e sono veramente felice! Spero di riceverne altri e di non deludervi!
Spero di aggiornare presto ^^ ciaooo <3

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Capitolo 3
*** Ricordi - Si parte! ***


Mentre era intenta a pensare non si rese conto che era già arrivato sotto il suo portone; scesero e Daniel la accompagnò davanti all’ingresso…Elena non sapeva cosa dirgli, teneva lo sguardo in basso.
Daniel sorrise nel vederla così timida e impacciata…ma era Elena, era fatta così e la amava per questo. Sentiva solo un vuoto ma preferiva lasciarla andare libera per la sua strada piuttosto che star insieme e finire per litigare ogni giorno perché non riuscivan a vedersi… poteva anche capitare che non si sarebbero sentiti per giorni a causa dei loro impegni, il loro rapporto era già in crisi per non sentirsi per un paio di ore figuriamoci se non si sentivano per giorni….

No, lui voleva troppo bene a Elena per perderla dalla sua vita e anche se soffriva nel lasciarla e aveva paura che qualcuno portasse via quello che fino a un attimo fa era il suo posto, doveva farlo per non pentirsi un giorno di non averla lasciata andare.
<…devi solo promettermi che realizzerai ciò che hai sempre desiderato, che non mollerai per nessun motivo. Se la strada è in salita tu devi salire fino alla vetta e gridare per la gioia… Rendimi orgoglioso per la donna che diventerai…>Elena era emozionata per le dolci parole di Daniel, in quel momento voleva solo abbracciarlo forte a se ma se l’avrebbe fatto non si sarebbe staccata da lui… pertanto si limitò a regalargli uno dei suoi sorrisi che sapeva lui adorava.
< quando partirai?> domando Ely prima di salire.
< tra due giorni, ho solo il tempo di comprare le ultime cose e poi andrò a vivere a Parigi. Quando sarò li andrò a viver in una casa che l’agenzia mi ha fatto capitare, ho visto le foto è molto spaziosa…lo sai, sarai sempre la benvenuta!>.
< partirai cosi presto? Allora questa sarà la nostra ultima sera?!...>.
< NO! Non lo sarà… perché noi ci rivedremo!>
Elena si voltò di scatto per non far veder a Daniel che una lacrima scendeva lungo la guancia. Prese le chiavi dalla sua borsa e aprì il portone…
< sarà difficile non averti accanto a me, Daniel… fai buon viaggio>.
Daniel strinse i punti, poi d’impulsi abbracciò da dietro Elena che stava entrando.
< Non far così, non rendermi le cose più difficili del previsto. Lasciarti qui sola e triste renderà la mia decisone sbagliata, non farmela cambiare. Non permettermi di portarti con me anche se tu lo vuoi, non farmelo fare…non è giusto! Non sai quanto ho pianto quando decisi tutto questo… ma l’ho fatto per te, se ti avrei lasciato far decidere avresti rinunciato tutto per seguirmi… non volevo, NON VOLEVO! Non odiarmi se ho deciso per noi, non odiarmi per averti lasciato qui sola…un giorno ci rincontreremo e voglio sentirmi dire GRAZIE per averti permesso di inseguire i sogni, perché avrai capito il mio gesto…>.

Elena avvicinò la sua mano a quella di Daniel, poi si voltò a guardarlo.
< Avremmo potuto decidere insieme cosa sarebbe stato giusto per me, per noi…hai lasciato che tutta la responsabilità ricadesse su di te… Avevi deciso già da ieri, quando mi hai chiesto di lasciar tutto per venir via con te mi hai solo messo alla prova per aver la conferma - Elena avvicinò la propria mano al suo volto accarezzandogli la guancia- ti odio per aver deciso da solo…ma sarebbe una bugia perché non potrò mai odiarti, sei stato l’amore della mia vita e lo sarai sempre>.
Dopo queste parole davanti all’ingresso del portone, i due si scambiarono un tenero dolce bacio, Elena piangeva le sembrava di essere dentro qualche sceneggiatura di qualche tele novella, ma purtroppo era la crudele realtà, stava davvero succedendo a lei…Daniel sarebbe partito per Parigi e si sarebbero divisi prendendo strade diverse.
Detestava i cambiamenti, li detestava da morire…ed ecco spiegato perché.
Seppur in positivo, per lei portavano sempre scelte, dolori, sofferenze…dovette separarsi dal suo amore, dalla sua gioia, da colui che per tre anni ha riempito la sua vita di gioie ma anche si sofferenze…

Quel bacio significava solo una cosa…addio!
< Smettila di piangere, te l’ho detto non è un addio…noi ci rivedremo, e poi chissà potremmo riprendere la nostra storia con molta più semplicità…adesso vai, Sali a casa se rimani qui rischierei di non farti andar più via…>.
Daniel lasciò Elena allontanandosi verso la macchina.
“Come sei diventata bella, angelo mio-disse tra se Daniel- in questi anni sei sbocciata in una magnifica rosa…ma adesso per me sei diventata una rosa che ha le spine…posso solo osservanti da lontano senza poterti toccare, non voglio mostrarti la mia debolezza altrimenti verresti da me abbandonando tutto e non l’accetto…verrà il giorno che anche altri ragazzi ti osserveranno ammirando la rosa che sei diventata…e magari solo uno di questi potrà toccarti senza pungerti dalle tue spine…se accadrà, farà più male del dolore che provo adesso…”.
Daniel rimase lì fino a quando Elena non chiuse il portone alle sue spalle, poi guidò fin casa sua.

Elena entrò in casa con molta tristezza dentro di se, si chiedeva perché nella sua vita niente andava come lei avrebbe voluto…se seguire i sogni comportava perdite non voleva più continuare, perché oltre a star per diversi mesi senza veder la sua famiglia ora non aveva più Daniel al suo fianco e si sentì sprofondare in basso.
Per lei Daniel era diventato una figura primaria nella sua vita, ogni volta che aveva problemi, ogni volta che si sentiva sola saper di averlo accanto la faceva star meglio; ma ora che non c’era più…tutto il mondo che aveva costruito le sembrava di sabbia crollato dopo esser stato travolto da un’onda.

I due giorni passarono e con loro anche Daniel, nei giorni a seguire usciva da casa solo per recarsi all’ufficio…
Stava quasi per rinunciare al lavoro per partire e trasferirsi a Parigi ( anche se lei odiava a morte la Francia ) quando le parole di Daniel reccheggiavano nella sua testa…se avrebbe rinunciato a tutto, avrebbe fatto un torno e non voleva!
Così decise che qualsiasi cosa avrebbe fatto era per render orgoglioso il suo Daniel.

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I primi mesi che seguiron la sua partenza furono i più difficili, poiché la sua assenza era sempre avvertita ma quando il lavoro si fece più impegnativo man mano che Luglio e la partenza a Seoul si avvicinava Ely pensò sempre meno a Daniel ma il suo ricordo era sempre vivo in lei!
La sua assenza era colmata dal troppo lavoro cui era sottoposta... da un lato doveva pensare al suo lavoro di commercialista, dall’altro arrivar a dei compromessi con l’impresa coreana che più si avvicinava la data stabilita al loro incontro, più pretendeva massima puntualità nella consegna del loro operato!
 
L’unica cosa che dava la forza ad andar avanti in quei momenti era sua cugina…già perché avrebbe portato Hannah nella città dei loro sogni; se non ci fosse stata lei avrebbe consegnato il lavoro ad un altro collega, da sola sentiva di non farcela, troppe pressioni…ma all’università lo dicevan sempre :“voi dovrete vendervi agli imprenditori, alle loro imprese…solo così avrete la possibilità di esser i migliori ed acquisire le conoscenze opportune per diventar più specializzati dei colleghi seduti accanto ma che un giorno saranno i vostri concorrenti!”

Sua cugina Hannah stava dando il meglio agli esami pur di andare con lei in quello che sarebbe stata la loro avventura, lei non voleva esser da meno, così l’ultimo mese si rimboccò le mani lavorando giorno e notte pur di veder soddisfatti i suoi clienti…

Il duro lavorofu premiato con due settimane di riposo, aveva consegnato la proposta con settimane di anticipo in modo tale che quando si sarebbero incontrati con l’impresa avevan solo da discuter sul prezzo e sui tempi di lancio, piccoli dettagli in confronto a ciò che aveva consegnato…
In quei giorni si dedicò a uno sfrenato shopping insieme a sua cugina che nello stesso tempo aveva finalmente finito con gli esami di maturità, quello che veniva dopo eran loro a scriverlo!

Ogni giorno era dedicano a ogni tipo di acquisto dai cosmetici ai vestiti, ma quando gli fu comunicata la data di partenza con la destinazione, Elena rimase senza parole… dovevano recarsi a Dubai in un hotel cinque stelle per le ultime trattative da firmare per una settimana, li avrebbe conosciuto il gruppo che l’impresa aveva finalmente scelto per il lancio del nuovo cellulare…
Aveva pensato a ogni particolare, a comprar qualsiasi cosa potesse esser utile, ma non aveva pensato di trascorrere una settimana in un hotel a 5 stelle in una città super lussuosa come Dubai!
Corse a rintracciar sua cugina Hannah non restava molto tempo per comprar l’ultimo oggetto che mai avrebbero pensato di dover acquistare…il costume da bagno!
Il tempo era limitato…solo due giorni…..il 20 Luglio il loro aereo sarebbe partito da Roma con destinazione Dubai!

Si affrettarono nelle scelte degli ultimi acquisti, quando tutto era pronto tiraron un sospiro di sollievo…erano esauste.
Il giorno prima della loro partenza le loro famiglie organizzarono una cena per augurare il meglio per Elena e di far esperienza a Hannah, quella stessa sera le due ragazze decisero di rimaner insieme a dormire, il volo per Roma era alle 7:45 e poi da lì quello delle 12:00 che li portava all’aeroporto internazionale di Dubai alle 22:35…avrebbero impiegato un giorno solo in aereo e nonostante tutto non riuscivan a chiudere occhio per la paura di dimenticarsi qualcosa.
Controllarono le valige almeno cinque volte quando accortesi dell’ora decisero di provar a dormire un paio d’ore…

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La sveglia non riuscì a suonare che già le due ragazze erano sveglie e pronte, presero tutto ricontrollando la lista tagliando ciò che avevano scritto per non dimenticarsi niente; il momento arrivò…
Il citofono li colse di sorpresa, il taxi era sotto che attendeva le ragazze…non aspettò che soli dieci minuti, Elena e Hanna erano troppo ansiose di esser già in quell’albergo che non facevan altro che contare le ore che mancavano.

Partirono da casa di Elena alle 6 e 30 per arrivare all’aeroporto di Palermo alle 7…il check-in era già aperto, imbarcarono le 2 valige e si recarono in sala d’attesa con i 2 borsoni.
L’aereo era già pronto e le hostess cominciarono a chiamare i passeggeri, finalmente arrivò il loro turno, salirono e con qualche minuto di ritardo l’aereo partì!
..
Hannah era a settimo cielo per non dire oltre…stava letteralmente volando ancora più in alto di quanto già non fosse!
< Si Hannah non vedo l’ora di esser li…anche perché a Roma staremo 2 ore senza poterci muovere aspettando di imbarcarci!>.
< Odio aspettar senza far niente…meno male che ho con me la macchina fotografica, scatterò ogni singolo momento!- prese la macchina fotografica dalla valigia- Bene…iniziamo il nostro viaggio con la nostra prima foto!>.
Hannah si avvicinò a Elena guardarono l’obiettivoe Han scattò…la loro storia, la loro avventura era appena iniziata!

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Il volo durò circa 1 ora e 20 minuti compreso di atterraggio e sbarco… eran partiti da Palermo alle 8 e alle 9 e 30 erano a Roma… Hannah cominciò a fotografar tutto ciò che vedeva, sembrava una bambina in un parco divertimenti, Elena doveva riprenderla sempre cercando di farla rimaner la più possibile ferma e accanto a se, non voleva ritrovarsi all’ultimo minuto a cercarla per tutto l’aeroporto…

Le 2 ore sembravano quasi non passare mai e controllare Hannah si dimostrò peggio del previsto, per fortuna passarono per Elena era un sollievo poter finalmente salire su quell’aereo.
Stava per spegner il cellulare quando arrivò una chiamata…

Ma non poté rispondere, il pilota avvertiva che sarebbero partiti e che dovevan spegnere cellulare e altri apparecchi elettronici; chiuse la chiamata con il dubbio di sapere chi fosse a chiamarla…ma non ci pensò poi molto…tra circa 8 ore si trovava tra le città più splendide mai create dall’uomo!

Finalmente il tanto riposo arrivò sia per lei sia per Hannah che riposava accanto a se, decise di dormire anche lei cercando di riposarsi, si voltò verso il finestrino guardando fuori…era una splendida giornata d’estate ideale per chi viaggia, e anche se il suo era un viaggio di lavoro, si sentiva come se stesse andando a far una vacanza…anche se in realtà per un verso l’era… si sarebbe trattato solo di 3 giorni lavorativi poi i restanti li avrebbe trascorsi con il gruppo scelto dall’azienda per socializzare.
Chiuse gli occhi, per la prima volta cominciò a pensare a quale gruppo avevano scelto…dalla troppa gioia non aveva chiesto con chi avrebbe lavorato e non aveva altro indizio sennonché fosse una band famosa in Corea e in quasi tutta Europa e da 3 anni anche in Italia…beh non era un vero e proprio indizio giacché tutte le band coreane erano conosciute, ma mai nessuna aveva deciso di visitarla con concerti!
Si trovava in un vicolo cieco, ma decise di non preoccuparsi più di tanto…più che altro non voleva illudersi che si trattasse del suo gruppo preferito… i B2ST!

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Quando riapri gli occhi era buoi fuori dal finestrino e la voce del comandante li avvertiva di allacciar le cinture tra un paio di minuti avrebbero atterrato…
Il momento tanto atteso finalmente era arrivato, ma quello che per ora pensavano lei due ragazze era che dopo un’intera giornata passata su quegli aggeggi volevano una stanza d’albergo per riposare una nottata intera!

Aspettarono quindici minuti prima che le loro valigie spuntarono dalla passerella, nel mentre che aspettarono che qualcuno li venisse a prendere il loro stomaco brontolò…non mangiavan da Roma, decisero di recarsi nel primo bar che videro e ordinarono quello che ormai avevan…2 semplici panini con insalata e 2 bottiglie d’acqua…
Si sedettero nel tavolino guardandosi intorno incredule di quello che stava accadendo, Han cominciò a fotografare ogni momento si fermò solo per mangiar il panino.


Han prima di rispondere la guardò con stupore…
<…p-promessa??? Che tipo?>

< Ma Ely… non è più una favola…è la nostra realtà…-Han avvicinò la mano destra con le dita chiuse e solo il mignolino alzato- questa è una promessa…l’hai detto tu!>
Elena allungò la mano sinistra e strinsero le loro dita…la loro avventura era appena iniziata! Fuori ad attenderli c’era qualcosa che nessuna delle due immaginava di veder… una splendida limousine nera con l’autista fuori che li aspettava….erano rimaste a bocca aperta.

Quando salirono Hannah cominciò a scattare foto, dentro e fuori la macchina…ma la sorpresa più grande fu quando dopo una mezz’oretta di strada la limousine posteggiò di fronte ad un albergo dalla forma un po’ insolita…era l’albergo più lussuoso che esiste sulla faccia della terra Burj Al Arab!!
Stupite chiesero se avessero per caso sbagliato, l’agenzia aveva informato che sarebbero state accompagnate in un albergo a 5 stelle e quello…beh non erano 5 stelle.
L’autista disse che era sicuro al 100%, erano arrivate all’albergo giusto in perfetto orario…Elena e Han si guardarono perplesse, stavano ancora sognando e non si rendevano conto…ma quello non era un sogno, era la realtà!

Furono accompagnate nella hall, dove videro fontane davanti a loro e delle scale mobili che li portavano alla receptions dove il direttore dell’albergo li attendeva indicando le loro camere…
chiese con sorpresa Elena.
.. .

Detto questo il direttore consegnò le chiavi a Elena che insieme con Han e ai due camerieri si recarono davanti all’ascensore, salirono e uno dei due camerieri pigiò il tasto 25… Elena cominciò a sbiancare, soffriva di vertigini si chiedeva se non fosse morta perla troppa emozione o per il senso di vuoto che cominciava a sentire sotto di se!
Arrivati a destinazione le due si separano, avevan le camere accanto ma separate e quando entrarono non credettero a ciò k vedevano… una suite di circa 300 mq2 su due piani tutta per loro, era un sogno!

>domandò Han entrando di corsa urlando a sua cugina,
< S-SI Han… è incredibile, è un sogno…>
Erano ferme strette l’una l’altra ad osservare la camera…volevan che quel sogno non finisse mai!
Dopo qualche minuto trascorso insieme a perlustrare ogni angolo della suite Han stremata decise di andar nella sua cercando di riposare, anche perché l’indomani sarebbe stata una giornata movimentata e avrebbero conosciuto il famoso gruppo con cui avrebbe lavorato sua cugina…

Il telefono della suite squillò, Elena rispose eran il direttore che avvisava che le avrebbe svegliato alle 8 portando il servizio in camera e alle 9 cominciava la seduta nel centro estetico al 18 piano!
Riagganciò e informò sua cugina, la seduta era rivolta anche a lei…
disse Han
<…e perché non domani sera? Ancora non so chi sia il gruppo…magari saranno proprio loro…ahahhah>
< se solo proprio loro io mi metto a urlare!> disse Han con gli occhi che gli brillavano.
..
< NOOOO! Giuro che starò buona buona, anche se per una botta di fortuna vedrò loro, starò composta!!! >.
< ahahahah! Ok ok! Dai adesso andiamo a riposarci>
Con questo Han corse nella sua suite lasciando Elena sola nella stanza.
Si cambiò ma non riusciva a dormire, decise di mettersi seduta su una poltrona lontano dalla finestra dove osservava dall’alto il mare scuro infrangersi sulla spiaggia illuminata dai lampioni e dalla luce di quei palazzi e dell’albergo…

<…sto realizzando il mio sogno…Daniel, ora sei orgoglioso di me?>.







Salve! Ecco a voi il terzo capitolo!
Mi scuso per il ritardo! Non sono stata molto a casa, a causa di diversi problemi e impegni ç_ç Parlando della storia!
Dal prossimo capitolo, saranno ospiti fissi i B2ST u.u Chissà cosa accadrà :P sorpresaaaa :D
Alla prossimaa <3
PS: Ringrazio di cuore MikotoBlue! Le sue recenzioni e le risposte di risposte (e ancora molte risposte) mi fanno tanto felice *^*

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Capitolo 4
*** Ricordi - Incontro ***


Elena si addormentò così, avvolta da una coperta presa dall’armadio su quella poltrona guardando fuori dalla finestra.
Si fece mattino, la luce cominciò a illuminare il suo e lentamente cominciò ad aprire gli occhi quando bussarono dalla porta.
In sonnacchiata andò ad aprire, incurante di chi potesse, si presentò in pigiama…o meglio era con una canottiera e pantaloncini, direi un abbigliamento poco professionale.
Quando aprì, si trovò di fronte Han con due camerieri che portavano la colazione.

< Ieri sera ci avevano avvisato! Colazione alle 8 e alle 9 dritte al centro estetico…come puoi vedere qui c’è la nostra colazione, ho deciso di farla insieme a te… ma…te che ci fai ancora in pigiama?? >.
Han osservò sua cugina con aria di chi non ha chiuso occhio tutta la notte!
Entrò e con lei anche i due camerieri che apparecchiarono sistemando le varie posate nel tavolo che era disposto nella saletta mentre al piano di sopra Han ed Elena finirono di sistemarsi.
Scesero e i due camerieri con molta gentilezza le invitarono a sedersi e a iniziare la colazione indicando che avrebbero avuto poco tempo…l’appuntamento delle 9 li stava attendendo…
< Mamma mia quante cose buoneee!!! >disse Han osservando la tavola ben sistemata.
< Direi che qui i clienti vengon trattati tutti da principi…mi potrei affezionare e quando torneremo alla realtà sarà un duro colpo! >.

Elena era affascinata da quel mondo che sognava fin da bambina, ed esser li era come nei suoi sogni…una principessa in un castello.
Le lancette dell’orologio della suite indicarono le 9, e neanche ebbero il tempo di finire che corsero dritte al 18esimo piano dove le attendeva la lunga seduta al centro estetico fin alle 7 quando le avrebbero finalmente condotte alla cena.
La seduta comprendeva massaggi sul corpo, creme facciali, sauna, un rilassante bagno nella vasca idromassaggio, infine trucco e acconciature che avrebbero perso un intero pomeriggio…

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Dopo circa 6 ore di trattamenti e parrucchiere salirono nelle loro stanze dove ad attenderle vi erano due ragazze che le avrebbero aiutato a indossare i loro abiti.
La prima ad uscire fu Han con uno splendido vestito giovanile con una gonna che era lunga fin sopra il ginocchio con colori da lilla al violetto e sopra un corpetto stretto e una fascia sulla vita. Le scarpe erano tacco 8 cm neri molto classici, i suoi capelli erano raccolti con un fermaglio lasciando qualche ciocca di capelli dietro le spalle… I suoi occhi erano truccati in modo da metterli in risalto. L’ombretto lilla illuminava le palpebre, la matita nera nella riga interna inferiore e il mascara volumizzante facevano si che l’occhio sembrasse più sensuale e per completare il tutto, nell’angolo esterno era posizionato un brillantino argentato.

Era molto curiosa di veder il vestito scelto pe Elena, non dovette aspettar molto…pochi minuti dopo uscì della sua stanza con un abito da sera lungo nero che sembrava fatta apposta per il suo fisico. Lungo con uno spacco sopra il ginocchio con una scollatura a V, sembrava un abito molto semplice ma che le stava d’incanto… i capelli erano lasciati lunghi leggermente ondulati con la frangia sul lato destro e il suo viso aveva un accenno di trucco…
Quando si videro scoppiaron a ridere, non si erano mai viste in quel modo…sembravano due estranee.

< Sei pronta Ely? Stiamo per incontrar un gruppo coreano! Che emozioneee! >.
< Han promettimi solo che non farei sceneggiate! Chiunque sia il gruppo devi restare tranquilla >.
<  Ok! >
Le due cugine seguirono i due accompagnatori che li condussero dal 25esimo piano fin al primo piano, poi uscirono e si recarono in una specie di tunnel dove davanti a loro videro un acquario; si guardarono intorno stupite da qual che vedevano…stavano andando a cena o in qualche visita marina??
I due accompagnatori si fermarono, aprirono la porta dove si eran fermati e indicarono di proseguire…

Ely e Han avanzarono con qualche dubbio, scesero qualche gradino e si ritrovarono in una stanza molto decorata con stili tra arabi e indiani.
Erano colori molto particolari, nella stanza non c’erano finestre ma era decorata da tende dai colori molto chiari…azzurro, rosa, giallino…a Elena le sembrava di star dentro la storia di Aladin….
Davanti avevan delle poltrone e tavolini dove c’eran alcuni bicchieri, dalla stanza accanto sentiva delle voci…le sembrava di riconoscerle alcune, ma non voleva illudersi, guardò sua cugina che era rimasta ferma con gli occhi che luccicavano.

< Ehi Han…tutto bene?? >
< Ma… ma…m-ma questi sono loro!! >.
< Eh?! Hai riconosciuto le voci?? >
Han fece cenno con la testa per dir sì, Elena la guardava perplessa, anche lei sembravano familiari quelle voci e dalla curiosità avanzò nella stanza accanto insieme a sua cugina che era pietrificata e non capiva perché.

Quando scostò la tenda per entrar, le voci s’interruppero, tutti le fissarono mentre avanzavano verso loro; Han era emozionata stava per mettersi a piangere dall’emozione di vedere proprio loro.
< Han non piangere- sussurrò Ely a sua cugina ricordati che cosa mi hai promesso! Lo so chi sono loro, anch’io vorrei svenire ma fatti forza! >.
Ely camminava con passo sicuro di se seguita da sua cugina che sembrava timida come una bambina.
< Salve sono Elena, lei è mia cugina Han…liete di conoscevi > facendo mezzo inchino sicuro di se.
Anche Han s’inchinò con gesto timido.
< Siamo lieti di averti tra noi…Elena >
Elena alzò la testa, i loro sguardi s’incrociarono per un attimo…era lui, non aveva più dubbi; il cuore le cominciò a batter forte…

< Bene, sono contento di averti qui così finalmente potremmo terminare le ultime sciocchezze, ma non stasera! Iniziamo le presentazioni… il mio nome è Gee-Sung Chi sono il vice presidente e amministratore delegato dell’azienda Samsung, piacer di conoscervi…la persona alla mia sinistra invece è Hong Seong Sung amministratore delegato del CEO della Cube Entertainment…
Bene loro sono il gruppo con cui dovrai lavorare col progetto…ti presento…. >.
< I B2ST!!!! > grido Han, non riuscendo a contener la gioia che aveva dentro nell’esser a due passi dal suo gruppo preferito… Tutti la guardarono…
< Oh Han! Ti avevo avvisato…mi scusi signor Gee-Sung, non accadrà più... > si scusò Elena.
< …Ma non si preoccupi, mi fa piacere che vostra cugina conosca il gruppo…e lei li conosce anche?>.
< Oh certo, è stata proprio mia cugina a farmeli conoscere… mi piacciono molto le loro canzoni… >Elena si fermò, si accorse che uno di loro la stava osservando, arrossendo dissolse lo sguardo...
< Bene allora le presentazioni sono concluse- disse Gee-Sung -…venite accomodiamoci…brindiamo a quest’incontro! >.

Occuparono posto nel tavolo, Elena stava per sedersi accanto a sua cugina quando la vide in compagnia di Yo Seob e DooJoon, la lasciò con loro non voleva disturbarla e prese posto con i due amministratori ma aveva come la sensazione che fin da quando era entrata in quella stanza qualcuno la stesse osservando; in effetti, quando si sedettero proprio davanti a lei trovò lui… Jun Hyung.
Imbarazzata, cercò di non farlo notare e con ogni scusa prendeva discorso con le altre persone sedute a tavola…
La cena si svolse con molta serenità ma Jun non smetteva mai di osservarla mentre Han sembrava molto a suo aggio con Yo Seob, sembrava come se fossero vecchi amici che si rincontravano dopo tanto penso.

“Meno male che almeno Han sia tranquilla…mi sa che tra due persone con la stessa dolcezza e stesso carattere nasce molto feeling, sembrano due bambini da come si comportano” Pensò tra se Elena osservandoli con sguardo compiaciuto.
Alla fine della serata tutti si spostarono verso il bancone del bar per prender qualcosa da bare, ed Elena e i due amministratori si appartarono per mettersi d’accordo per parlare delle ultime trattative. Han invece si ritrovò sola con il resto del gruppo cominciando a ordinare qualche alcolico e a parlare del più e del meno…
< Bene signorina Elena, allora noi andremo a riposarci. Ci vedremo domani mattina nella terrazza al piano 27 alle 4 del pomeriggio! Le lascio la mattinata libera…con permesso. >.

Elena si alzò e con messo inchino li salutò per poi recarsi nella stanza dove già sentiva gli altri ridere… scostò le tende ma si accorse che sia Han e sia Yo Seob non eran con gli altri. Preoccupata, tornò indietro per cercarla ma nelle altre stanze non c’era traccia…non aveva con sé la borsa perché aveva deciso di lasciarla nella sua stanza, ed Elena non sapeva che fare…la responsabilità era sua.
< Hannah ma dove ti sei cacciata!... Basta la vado a chiamare dalla Hall dell’albergo! >.
Ma non ebbe il tempo di salire le scale per uscir dalla stanza che qualcuno la fermò dal braccio…
< Han…finalmente, stav…-si girò, ma non era Han- scusa, ero convinta che fossi mia cugina, non la trovo > lo disse mentre distoglieva lo sguardo dal suo.
< Ti volevo solo informar che Han e uscita con Yo Seob, quindi non c’è bisogno che ti preoccupi… >.
< Grazie, sei stato gentile….beh, allora vado…vi lascio soli… >.
Elena si voltò, ma fu fermata.

< Ti va di far una passeggiata con me? Se ti va naturalmente >
Rimase sorpresa da quella richiesta, si trovò a non dir niente...
< Se non ti va puoi dirlo, non mi offendo mica…non voglio che accetti solo perché vuoi farmi contento perché lavoreremo insieme e perché sai chi sono… >.
< …si che so chi sei- disse senza rifletter su- ti seguo da quando avete debuttato nel 2009…tu sei Yong Jun Hyung, ti fai chiamare Joker e sei il rapper del gruppo sei nato il 19 dicembre 1989…abbiamo la stessa età… >.
< Ferma ferma…non ti ho chiesto se sapevi chi fossi, ho solo detto che sapevo che mi conoscessi… >.
“ che vergona! Sono sempre la solita, non ne combino una giusta” pensò mentre arrossì chiudendo gli occhi e voltandosi.
< Scusa ma devo andare…vedo se riesco a trovare mia cugina... >.
< Tu resti qui con me!- disse Jun fermandola con forza e portandola al suo petto- non li troverai mai da sola quei due…l’albergo è grande, impiegheresti una notte intera, lascia che ti aiuti…ma prima… >.
< Mi dispiace ma ho promesso che mi sarei presa cura di lei, non voglio che gli accada niente di male…scusami >.
Jun Hyung lasciò la presa, Elena si allontanò guardandolo poi si girò e cominciò le sue ricerche.






Ciao a tutti! Ecco a voi il quarto capitolo con la tanto aspettata, entrata in scena dei B2ST!
Volevo informarvi di una cosa! Se vi sembra che ci sia qualcosa che non quadra nel discorso è perchè appena pubblico, il sito toglie qualche riga. Non capisco il perchè!
Anche quando modifico per correggere non si aggiusta ç_ç
Quindi mi scuso! Vedrò di trovare una soluzione!
In questo periodo, sia io che mia cugina, siamo molto ispirate! Infatti abbiamo scritto diversi capitoli già ma non li posterò subito ù.ù Mi dispiace! Ihih.
Ora vi saluto!
Lasciate tante recenzioni *^*

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Capitolo 5
*** Ricordi - Preoccupazioni ***


 “ Ma dove ti sei cacciata Han!!!”
Elena cercava sua cugina da tutte le parti ma nelle sali dedicate ai ristoranti e pub non vi era alcuna traccia, decise allora di provare fuori, magari erano andati a far una passeggiata.
Prese l’ascensore, premette il pulsante per salire al piano superiore e quando le porte si aprirono con sua sorpresa vide Jun Hyung che era li ad attenderla…

< Ancora non li hai trovati? >
Elena era quasi infastidita dalla domanda che le era stata posta, decise di uscire dall’ascensore senza rispondere passandogli accanto.
< …così hai deciso di non rispondermi…peccato, io so dove sono. >
Elena si fermò di scatto, voltandosi guardò Jun appoggiato con le spalle al muro e le braccia conserte.
< Vedo che ci senti >
< Dimmi dove si trova mia cugina >
< Ma lasciamoli un po’ da soli…Yo Seob non farà nulla di strano, puoi star tranquilla >
< La responsabilità è mia! Non voglio che gli capiti qualcosa >
< Non gli succederà niente… ma se proprio vuoi saper dove sono, devi accettare un mio invito…SE vieni a prenderti qualcosa con me nella mia suite, ti dirò dove sono...accetti?? >
Elena era arrabbiata, e cominciò a tremar dai nervi.
< … Le persone famose come te, solo perché avete successo, vi credete di far e ottenere qualsiasi cosa…anche giocare con i sentimenti della gente…non accetterò mai un tuo invito solo per sapere dove sta mia cugina. Preferisco cercarla da sola. >

Detto questo si voltò di scatto proseguendo dritto davanti a se.
Jun a quelle parole si irrigidì, si avvicinò ad Elena la prese per un braccio sbattendola nella parete accanto all’ascensore.
Elena chiuse gli occhi sia per il dolore e sia per la forza che Jun aveva messo per tirarla indietro, quando li apri era a qualche centimetro dal suo volto; i suoi occhi erano così penetranti, scuri, fissi su di lei…era impaurita ma al tempo stesso si sentiva attratta da quei occhi, dal suo sguardo.
< …Jun... >
Ma non ebbe modo di parlare  che la mano di Jun premette con violenza sulla sua bocca, Elena spalancò i suoi occhi, il suo cuore cominciò a battere fortissimo, quasi le sembrava stesse scoppiando da un momento all’altro.

Jun non aveva intenzione di muoversi, la osservava con aria minacciosa, si avvicinò di qualche centimetro… Elena poté osservar con più dettaglio i suoi occhi castani ed ebbe una strana sensazione…una sensazione di piacere nel vederli così vicini, nell’esser così a stretto contatto…
< Non azzardati a definirmi come tale esseri…io non sono come loro! >
Elena non riusciva a muoversi ma non perché lui la teneva stretta, ma quello sguardo la metteva in suggestione, e in qualche modo le piaceva, ne era attratta.
< Volevo solo passar del tempo con te, ma se questo è il tuo modo di ragionare preferisco lasciarti perdere…mi sa che quella che si da arie sei tu. >
Jun tolse la mano dalla bocca, erano così vicini che le loro labbra si sfiorarono per un solo attimo, ed Elena ebbe un brivido lungo la schiena.

Dopo qualche istante si spostò da lei, prese il suo cellulare dalla tasca e lo diede ad Elena.
< Chiama Yo Seob, fatti dire dove sono…puoi lasciar il cellulare a lui poi… >
Jun voltò le spalle e con le mani nelle tasche dei pantaloni salì le scale per andar nella hall per ritirar le chiavi della suite; Elena era rimasta ferma immobile con il cellulare tra le mani, non sapeva cosa pensare di quel gesto…
“ Forse ho sbagliato a dire quelle parole, ma quello che se ne voleva approfittare era lui, anche se alla fine non era niente di che…ma ormai quello che e stato è stato…pensiamo a trovar Han!”

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Hannah era seduta su quella sedia immobile, era troppo tesa per cercar di godersi l’uscita con Yo Seob, il quale osservava il cielo ammirando le stelle, aveva il viso rilassato ed Han di nascosto cercava di osservarlo in tutti i suoi lineamenti…
“ Dio quanto è bello dal vivo…non posso immaginare di averlo qui di fronte…sono una stupida! In molte voglio esser al mio posto ed invece di sfruttar la situazione son ferma qui che non riesco a pronunciare una parola! Son una stupida! Stupida! STUPIDA!”
Han chiuse gli occhi per frenar le lacrime che stavano per scendere, non voleva far altre figuracce…
 
< Tutto bene? >
Appena aprì gli occhi, incontrò lo sguardo di YoSeob.
I suoi occhi erano castani, di una tonalità stupenda. Non poteva smettere di guardarli ma doveva sbloccarsi.
< S-Si! Tutto bene! >
Non sapeva mentire bene.

Dopo qualche secondo, YoSeob si posizionò davanti a lei porgendole una mano.
< Volevo chiederti di ballare ma te ne sei andata prima quindi… Vuoi ballare? >
Hannah non poteva credere alle sue orecchie.
Senza accorgersene, si alzò e posò la sua mano su quella del ragazzo e raggiunsero lo spazio davanti la piscina.
YoSeob si avvicinò a lei e, prendendola per i fianchi, iniziò a canticchiare una canzone.
 
I'm gonna make you love me neolsaranghandago … Nannigaisseohaengbokhaeeonjenaneoppuningeol… Because of you you you you… neo hanaman saenggakhae… You you you you ijen… nal saranghaejwoyo nal saranghaejwoyo nal barabwajwoyo…
Ti faro innamorare di me, io ti amo… Sono felice quando tu sei qui, ho sempre bisogno di te… A causa tua tuatuatua… Penso solo a te…Tu tututu ora… Amami, amami, guarda solo me, Amami, amami, guarda solo me, Amami, amami, guarda solo me...
[You]
 
Hannah seguiva i passi di YoSeob, tenendo lo sguardo basso per paura di incontrare il suo. Il ragazzo strinse la presa fino ad abbracciarla e lei non poté fare a meno di stringerlo.
Aveva sempre sognato una scena così ma non avrebbe immaginato che si sarebbe realizzata.
Appena allentò la presa riuscì a vedere che nelle labbra di YoSeob comparve un sorriso che la fece arrossire.
Subito dopo si avvicinò al viso della ragazza ma fu interrotto dal suono del suo cellulare.
Si bloccò e prese il cellulare con un’espressione irritata nel viso.

< Jun che vuoi?... Ah scusami! Pensavo fossi Jun! Che ci fai con il suo cellulare?... Siamo in piscina a parlare… Per forza?... Va bene… Arriviamo… Si tranquilla! >
Posò il cellulare in tasca e guardò Hannah.
< Era tua cugina. Ti cerca ed è abbastanza arrabbiata. Ci aspetta nella sala di prima… Andiamo? >
Le rivolse l’ennesimo sorriso dolce. Non riusciva a resistere a quello sguardo, ai suoi occhi, alle sue labbra.
Ricambiò il sorriso e annuì.
Mentre camminavano, YoSeob le prese la mano e la strinse alla sua.
In quel momento Han si sentiva immersa in  una splendida favola e voleva tanto che non finisse mai!

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Elena scese giù nella sala dove avevano cenato, era un po’ triste per quello che era successo con Jun prima ma anche arrabbiata con sua cugina per averla lasciata in quella maniera senza nemmeno avvisarla.
Era li da almeno 5  minuti quando infine li vide arrivare ma la prima cosa che fece fu quella di abbracciarla.
< Ely mi dispiace per averti fatto preoccupare >
< E’ anche colpa mia, scusami Elena- YoSeob si inchinò verso la ragazza- non volevo farti star in pensiero…abbiamo fatto una passeggiata niente di che, non ci siamo accorti dell’ora e quando abbiamo visto che era tardi Jun ci aveva avvisato che era con te, cheti avrebbe detto che  avremmo fatto tardi e che sareste venuti voi… >
< Cosa?? >
Elena lanciò un’occhiata fulminante su YoSeob…

< Si Ely, Jun ha chiamato YoSeob dicendo che ti aveva avvisato che era con me e potevi star tranquilla, aspettavamo che sareste venuti voi> disse Han
< Si mi aveva detto che eravate insieme…ma per sapere delle informazioni dovevo….beh lasciamo stare. Comunque l’importante e che ora sei qui. >
Elena era sollevata di veder sua cugina li con lei…ok non c’era da preoccuparsi ma aveva promesso ai suoi zii che non l’avrebbe persa di vista e in quella situazione non riuscì a contenere la sua preoccupazione.
Salirono fin alle loro camere, YoSeob si trovava nel piano inferiore ma accompagnò le ragazze nelle loro stanze.

Han quella sera era troppo felice per dormire, pensava e ripensava al ballo, al quasi bacio e al sol pensiero divenne rossa…infine si arrese alla stanchezza e si addormentò con un sorriso immaginando cosa potesse succeder nei giorni successivi.
Elena invece si ritrovò nella stanza senza poter riposare…erano ormai le 4 del mattino decise di alzarsi dal letto e di prender una boccata d’aria, quando scese le scale per andar nella porta si accorse che nel tavolino vicino l’uscita aveva appoggiato il cellulare di Jun, dalla fretta aveva dimenticato di darlo a YoSeob.

Lo prese in mano, era molto curiosa di sapere cosa conteneva, ma dovette reprimere la curiosità, non poteva rovistare nelle cose degli altri, soprattutto se si trattava di JunHyung.
Prese il cellulare e lo mise in tasca, uscì e si diresse nel balcone...c’era molto silenzio, quasi aveva paura che qualcuno spuntasse all’improvviso. Con massima attenzione a non far alcun rumore uscì nella terrazza dove vi erano alcune sdraio, si sedette su di esse.
Anche se era piena estate il vento le creava brividi di freddo, ma eran piacevole restar li ad osservar il mare… anche se lei lo detestava, osservarlo le creava una calma e solo così poté riposar qualche oretta…

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A svegliarla furono i raggi del Sole che dall’orizzonte cominciava ad illuminare il cielo…Aprì gli occhi e si accorse che qualcuno le avesse messo una coperta, spaventata si alzò di scatto.
< Buon giorno…dormito bene? Tranquilla, ti ho vista sdraiata qui tutta sola e ti ho portato una coperta per riscaldarti… >
“ quella voce…” Elena si voltò, era lui fermo sulla sdraio accanto che osservava la sua espressione mezza impaurita, mezza stupita nel vederlo li, proprio lui che qualche ora prima l’aveva catturata con quel sguardo così penetrante…ora invece Jun era li accanto con molta disinvoltura.

< Volevo portarti nella tua stanza, ma oltre a non sapere dove fossero le chiavi non volevo svegliarti…eri molto carina, avevi un’espressione così dolce…non ho resistito… >
Il volto di Elena divenne rosso e si coprì con la coperta fin sotto il mento.
< Ti ho messo in imbarazzo?? Non volevo…Non credevo che fossi così timida…Adoro le ragazze come te. >
Elena era rimasta ad osservarlo.

< C-Cosa intendi per non ho resistito? > chiese distogliendo lo sguardo.
Jun era fermo con una gamba accavallata sull’altra e le mani giunte davanti alla bocca…non rispose
< JunHyung…cosa intendi dire? >
Jun non intendeva rispondere, Elena cominciò ad irritarsi da quel comportamento.
Voleva una risposata, odiava le persone che non rispondevano e tacevano alle domande, era segno di maleducazione! Irritata si alzò e gettò la coperta nella sdraio, Jun era impassibile la guardava semplicemente.
< Perché non rispondi?? Ti ho fatto una domanda! >

Ma niente, e questo non face che aumentare la rabbia dentro Elena.
< Sei solo un maleducato! Nessuno ti ha insegnato l’educazione? Quando qualcuno ti porge una domanda sei pregato di rispondere! Ti ho chiesto cosa intendessi per “ non ho resistito”? Che cosa hai fatto?? >
All’ennesima domanda senza risposta Elena era troppo irritata da quel comportamento che decise di andarsene nella sua suite per calmarsi, cercò dalle tasche il cellulare di Jun ma non lo trovò, era spaventata, credeva di averlo perso per terra…cominciò a cercarlo.
< Cerchi per caso questo? >
Jun tirò fuori il suo cellulare, Elena smise di cercarlo e si alzò da terra si avvicinò a lui.
< Perché ora parli? Come hai fatto a prenderlo? >
< Questo è il mio cellulare, caso mai dovrei chiederti come mai l’avessi ancora tu se ti avevo chiesto di darlo a YoSeob! >
< Me ne son dimenticata…tu hai messo le tue mani dentro le mie tasche…non ti permetter più! >

Elena era rossa sia per rabbia che dall’imbarazzo causato dal fatto che Jun le avesse controllato le tasche per prenderle il suo cellulare..
Si avvicinò a lui, lo osservava dall’alto, aveva un espressione così calma e rilassata che procurava solo ulteriore rabbia dentro Elena.
< Vedere la tua espressione mi da solo i nervi! Sei solo un ragazzo che si è montato la testa! >
Con queste parole Elena si recò verso l’entrata per uscire dal balcone…
< Così è questa l’idea che ti sei fatta di me? >
Elena si fermò. Jun si alzò dalla sdraio, con passo lento si avvicinò verso Elena.
< Per te sarei meschino, maleducato, uno che gioca con i sentimenti delle persone…mi descriveresti così, una persona fredda che non pensa ai sentimenti delle persone che mi stanno accanto che penso solo a me?! >

Elena si trovo di nuovo con le spalle al muro, questa volta Jun l’aveva fermata semplicemente poggiando le sua mani contro la parete avvicinando il suo volto al suo.
Era la seconda volta quella stesso giorno che aveva il suo volto così vicino al suo, ma questa volta oltre a vedere i suoi occhi si soffermò ad osservale le sue carnose labbra…
Non doveva pensare a quello che vedeva ma a ciò che le stava dicendo, ma le era impossibile…l’unica cosa che pensava era quanto fosse splendido.
< Non sono quella persona che pensi tu… non capisco perché ti sei fatta quest’idea. >
Elena era intontita, brividi le percorrevano per tutto il corpo, non capiva cosa le stesse succedendo, le girava la testa, il cuore cominciò ad accelerare il suo battito, vedeva sol quei occhi rivolti verso di lei e quelle labbra muoversi senza poter capire cosa dicesse…
Ci volle un po’ per connettersi al discorso.





Ciao a tutti ^^
Vi piace la fanfiction? Spero tanto di si *^*
Nella recensione dello scorso capitolo mi è stato scritto che Han e YoSeob vanno troppo di fretta... Beh forse è vero ^^' Però ho fatto un sogno con le scene di questo e dei prossimi 2 capitoli quindi mi scuso ma dovevo inserirlo *^*
Ma comunque...
Non vi anticipo niente ma vi dico che io e mia cugina abbiamo riso troppo per scrivere il nuovo capitolo (che non è ne questo ne il prossimo ù.ù)
E i B2ST inizieranno a parlare tutti *sottovoce: wiiiiiiiiiiii*
Ok scusate u.u pubblicare a quest'ora è pericoloso D: Sono in pieno sclero time!
Ok! Stacco se no divento pericolosa ù.ù Ciaaao <3

ps: In questo momento mi sto cullando con la dolce melodia di Day By Day *^*

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Capitolo 6
*** Ricordi - Piacere e Complicazioni ***


Eran fermi li, nessuno dei due si mosse da quella posizione. Elena era ancora ferma a osservar da così vicino il suo volto…non immaginava che dal vivo erano diverse le sensazioni che si provavano.
Li aveva sempre visti nei post o nei link che trovava su internet, e poi il suo preferito era YoSeob…da ciò nascevano delle liti con sua cugina…ma ora vedersi Jun ad un passo da lei, le dava strane sensazioni.
I suoi occhi osservavano i suoi lineamenti del viso, il taglio degli occhi, le sopracciglia ben curate, i suoi capelli color castano così soffici che desiderava toccarli….poi posò lo sguardo sulle labbra…
Quelle labbra perfette, così sensuali…aveva l’istinto di assaporarle non capendo quella strana sensazione!
Desiderava che si unissero alle sue, era un impulso che riusciva a controllar difficilmente e più lui parlava più il desiderio aumentava.
 
< Mi spieghi perché pensi quelle cose su di me? > domandò a un certo punto Jun.
Elena a quella domanda sembrò cader dalle nuvole, non aveva seguito il discorso.
< Ti ho chiesto perché ti sei fatta quell’idea che sia un poco di buono, uno che approfitta di tutto… non mi conosci, non sai come sono nella realtà. >
Elena ritornò alla realtà, frenò i suoi istinti e con mente lucida ricordò cosa fosse successo.
< Perché lo sei. Hai voluto che venissi con te con la scusa di mia cugina, hai controllato le mie tasche prendendo il cellulare, non rispondi alle mie domande, e inoltre hai sempre quell’espressione di superiorità nel volto… >.
< Su questi presupposti tu mi reputi una persona del genere?.. >
Jun aumentò la tensione, i muscoli nelle braccia s’irrigidirono aumentando di poco il loro volume, Elena ne rimase colpita.
 
< …S-Si mi hai dato quest’impressione, non puoi mica star simpatico a tutti! >
< Che significa? Ti sto antipatico? >
< Se continui così, si molto. >
< Che peccato, per me invece te sembri una che sa quello che vuole, determinata e mi incuriosisci molto. Non pensavo che fossi quel genere di ragazza che si sofferma alle apparenze. >
< Non lo sono, infatti. >
< Non credo! Su di me ti sei fatta quell’idea, del tutto sbagliata poi. >
< Sei tu che hai fatto questo! >
Jun abbassò il volto.
< La colpa è mia per uno stupido scherzo??...che bambina. >
< Bambina a chi? >
Elena era infastidita da quella frase, non voleva esser chiamata bambina se era usato in modo da significare immatura, non lo tollerava. Aveva la faccia imbronciata come appunto i bambini.
 
Jun rise…
< E non dovrei chiamarti bambina? Anche quando ti arrabbi, diventi carina…il tuo viso assomiglia troppo a quello dei bambini. La tua pelle è così morbida- le accarezzò il viso-mi vien voglia di baciarla tutta… >.
Elena arrossì, immobile era come ipnotizzata dal suo sguardo…
< Sei una bella bambina… >
< Ti ho già detto di non chiamarmi così! >
< Ma tu per me lo sei. >
< Ti sbagli! >
< Ti soffermi troppo sulle apparenze, sei superficiale!...se non lo sei, prova a conoscermi meglio-Jun avvicinò il suo volto, osservò i suoi occhi- Credevo avessi il mio stesso color degli occhi invece quando la luce li colpisce cambiano e vanno sul verde…hai uno sguardo che mi riesce a catturare. >
Jun stava per baciarla ma Elena si voltò all’ultimo.
< Dovevo immaginarlo…avrai sicuramente il ragazzo. >
Detto questo, si spostò da lei, prese la coperta che era sulla sdraio e la mise intorno alle spalle di Elena.
< Scusami, non volevo crearti problemi col ragazzo…Dimentichiamo tutto. >
Jun uscì dalla terrazza lasciandola ferma, con lo sguardo rivolto verso il basso.


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Ogni volta che Elena ripensava a questa scena, si diceva sempre quanto Jun avesse ragione. Era davvero una persona superficiale, che si soffermava alle apparenze, che giudica sempre senza farsi realmente un’idea di chi avesse di fronte. Ma lei era fatta così e grazie a lui si era resa conto di quanto potesse esser spregevole.
Non era poi così diversa dalle altre persone; aveva fatto di tutto nella sua vita per non assomigliare alle persone che la giudicavano prima ancora di parlarle…e lei cosa aveva appena fatto? La loro stessa identica cosa…
 
Desiderava tantissimo tornare indietro in quel momento per fermalo, per scusarsi, per dire come stavano realmente le cose…ma purtroppo le cose andarono diversamente.
Dopo esser tornata nella sua stanza, vide che si eran fatte le 5 e decise di riposar un altro po’, con la coperta che Jun le aveva dato si avvolse e per un attimo un brivido la percorse…la coperta aveva il suo profumo dolce che aveva sentito quando erano stati vicini, così vicini che resistere a non baciarlo fu un’impresa.
 
Il motivo per cui fece quel gesto era principalmente per non immischiare il lavoro con i sentimenti, era poco professionale e il fatto che ora Jun era convinto che lei avesse un ragazzo l’avrebbe aiutata e tenerlo lontano…ma lei sarebbe riuscita a tener a freno i suoi istinti?
Non credeva lo fosse, solo sentire il suo profumo su di una coperta la mandava in estasi, si sdraiò sul letto cominciò a pensar al suo corpo, a quanto fosse irresistibilmente sexy, a quanto desiderava piacevole esser tra le sue braccia, ai suoi lineamenti così delicati ma perfetti…a quelle labbra troppo vicine per non resister e baciarle…
 
Mentre pensava a tutto questo, un pensiero le venne in mente, aprì gli occhi lentamente…
“Come ho potuto farlo, come posso desiderare un altro quando mi sento ancora legata a te… Anche se ci siamo lasciati da 5 mesi tu sei sempre nei miei pensieri…come posso farcela? Come posso dimenticarmi di te?”
Elena si mise a piangere, con il volto coperto da quella coperta che aveva il profumo di Jun, non seppe più che pensare…
 
“ Non posso…non posso non pensare a quello che siamo stati e far finta che sia stato solo frutto della mia mente…come di un qualcosa che fa parte di un passato troppo distante…Il tuo ricordo è ancor vivo in me…”
Elena pianse finché stremata non si addormentò.
La sua mente era entrata in conflitto con il suo cuore e ancora questo non se n’era resa conto…


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Il risveglio non fu molto rilassante.
Si sentì un peso sopra lo stomaco che le chiuse l’appetito; si preparò per l’appuntamento con i dirigenti cercando anche di nascondere gli occhi gonfi e le occhiaie comparse la sera precedente.


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I due giorni a seguire per le ultime trattative terminarono con Elena intenta nel suo lavoro e Han che stava la maggior parte in piscina a prender il sole e giocare con i membri dei B2st.
Han però si accorse che Jun aveva uno sguardo un po’ malinconico, era sempre seduto sul bordo della piscina con aria di che sta pensando a qualcuno…
< Il nostro Jun è innamorato… >
YoSeob colse alla sprovvista Han che era seduta nella sdraio ad osservar Jun…
< E-Eh?? Innamorato? E te come fai a saperlo? >
< Si capisce…stiamo sempre insieme noi 6, ormai ci conosciamo abbastanza da capire quando c’è qualcosa che non va. >
< Beh certo…ma così però si rovinerà la sua vacanza, non credi? >
< Eh? Che vuoi dire? >
< Siete qui dovete rilassarvi prima di ricapitolare nella vostra vita di sempre. >
YoSeob rise, attirando l’attenzione del gruppo su di se, anche di Jun che si voltò a osservarli.
“ Che hanno poi da ridere quei due?? Le fortune capitano sempre a YoSeob…sarà meglio toglierla dalla testa quella li!” si disse Jun alzandosi dal bordo della piscina.
 
Han lo vide andar via con un’aria infastidita da quello che vedeva tra lei e YoSeob, si rattristì.
< Non devi esser così triste per lui. >
YoSeob si sedette dietro stringendola al suo petto, il cuore di Han cominciò a batter e arrossì.
< Ti prego, non arrossire più- sussurrò- altrimenti non potrei reagire sulle mie azioni. >
Han irrigidì dalla tensione creata, quelle parole sussurrate nell’orecchio le creavano brividi di piacere.
< Han…ti avevo avvisata. >
YoSeob dopo queste parole cominciò a baciarle il collo.
Baci lenti, piccoli e lenti le creavan strane voglie, desideri…chiuse gli occhi abbandonandosi a lui, al desiderio che stava nascendo dentro di se.
Le dite di YoSeob sfioravano le sue braccia, il suo contatto era così morbido, delicato…dalle braccia scese posandosi sui fianchi, la strinse forte a se mentre continuava a baciarla.
 
Il contatto con il suo corpo fece crescer il desiderio di averlo per se, un desiderio che mai aveva provato fin ad allora.
Senza rendersene conto, alzò il braccio destro ponendolo dietro il collo di YoSeob accarezzando i suoi morbidi capelli neri…
Aprì gli occhi…YoSeob si era fermato e con un dolce sorriso la osservava tenendola ancora stressa a se. Non capiva perché si fosse fermato e accorgendosi di toccargli i capelli, abbassò il braccio.
Una stressa improvvisa la fermò.
 
< Non ti ho detto che non potevi farlo. >
Han rimase colpita da quelle parole, ormai i loro volti erano troppo vicini per non rendersi conto di quello che poteva succedere.
< Lo sai, potrei anche finire quello che avevamo cominciato la prima sera che ci siamo visti-disse sussurrandogli all’orecchio destro- ma adoro stuzzicarti…abbiamo molto tempo da passar insieme. >
Le diede un bacio sulle prossimità delle labbra.
< Ti lascio così... principessa... >
Han era incredula, non poteva creder che stava succedendo a lei…era così surreale trovarsi in quel posto e con il suo più grande sogno davanti ai suoi occhi. Lo vide allontanarsi andando nella stessa direzione di Jun…
“Già Jun…chissà cosa le sarà successo…e se YoSeob ha davvero ragione? Che sia innamorato…si ma di chi poi?”.
 
 
Han cominciò a rifletter su come poterlo aiutare, e decise di chieder aiuto a sua cugina incurante di ciò che era successo nei giorni passati tra i due.
Ogni qualvolta si trovavano a vedersi distoglievano lo sguardo, nessuno sembrava rendersi conto di ciò tranne una sola persona…
“ Perché ti ho sempre nei miei pensieri?? Perché?”


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Jun era sdraiato nel lettino da sole ammirando il cielo stellato…
 
<…Quando ti ho vista per la prima volta li, ho pensato di essere stato colpito da un incantesimo…da allora penso di essermi innamorato….Devo resistere…Perché stai ridendo di me? Hey . No , non mi sto prendendo gioco di te, hey.- Jun si guardò attorno…riconobbe la sua canzone-Oh girl…non lo sai ancora. Non riesco a dormire a causa tua…non so neanche perché mi senta così baby. Continuo a pensarti per tutto il giorno…non so per quale motivo tengo stretto il telefono…Ora l’ho capito…tutto quello che voglio e che tu sia accanto a me…>.
( BE MY LOVE)
 
< Avanti YoSeob…so che sei tu…puoi uscire. >
Da dietro una palma uscì YoSeob con uno dei suoi soliti sorrisi.
< Che ci fai qui? > chiese infastidito Jun.
< Sono venuto a cantarti una canzone d’amore…non ti è piaciuta?? >
YoSeob s’inginocchiò davanti a Jun porgendogli una rosa.
< Quando la smetterai di far il pagliaccio?? >
< E tu quando deciderai di dirmi di chi sei innamorato?? >
< Chi te lo fa credere che lo sia? >
< A me non sfugge niente! Ihihihi! >
< Mi sa che cominci a perder colpi. >
 
Jun ritornò sdraiato nel lettino con gli occhi chiusi e le braccia dietro la nuca.
< E’ inutile che fai quell’atteggiamento…fammi indovinare…. La ragazza che ti piace è…ELENA! indovinato? >
Quando sentì pronunciare il suo nome, Jun si alzò di scatto prese YoSeob dal colletto della camicia e lo guardò fisso negli occhi…
< Non dire cose insensate! Quella lì neanche so chi sia! Adesso va-disse mentre lasciava il colletto della camicia- Lasciami da solo! >
 
Irritato, lasciò YoSeob li, che lo guardava con aria impaurita, non l’aveva mai visto ridotto in quello stato…ma sapeva, ne era certo, la ragazza che gli dava da pensar era proprio lei.
Doveva far qualcosa, l’unica che poteva aiutarlo era sua cugina…Hannah!


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Elena uscì dalla vasca dopo un bel bagno rinfrescante, le ci voleva dopo le tensioni che dovette affrontare per quei due giorni…Adesso poteva rilassarsi un pochino prima di affrontare il viaggio verso Seoul.
Si mise l’accappatoio e uscì dal bagno, stremata si buttò sopra il letto. Era molto stanca, non riusciva a non pensar a niente, il suo cervello aveva terminato per quella sera, volava solo un attimo per riposarsi.
Chiuse gli occhi un solo istante, stava quasi per addormentarsi quando il suo cellulare cominciò a suonare…
 
Aprì gli occhi con gran fatica, si voltò e dal comodino prese il cellulare…
Una chiamata da un numero che lei non conosceva…rispose...
< …P-Pronto?? >
< Bonsoir…. >
Elena rimase sorpresa, non capiva chi fosse.
< …mi scusi, avrà sbagliato numero… >
< Non ho sbagliato numero…sono io Ely, sono Daniel! >
< D-DANIEL?! >
Il cellulare le cadde dalle mani, era stupita da quella chiamata inaspettata.
 
< Pronto…Pronto…Ely ci sei??? >
Elena aveva lo sguardo perso nel vuoto, non poteva crederci…dopo 5 mesi risentiva la sua voce…
< Elena ci sei?? Mi sta facendo preoccupare… >
Quando si riprese, sentì Daniel che cercava di chiamarla…non sapeva che fare... rispondere o lasciare che chiudesse la chiamata?





Ciao!! Eccomi qua con un nuovo capitolo *^*

Io e mia cugina ci stiamo divertendo un sacco per scrivere questa FF!
Spero che continuerete a seguirla!

....Oddio oggi ho sonno e non so che scrivere =.=

Parliamo del capitolo!
Io amo la coppia HanxSeob <3 (infatti la maggior parte delle scene le scrivo io *^* tranne questa perchè Jessy mi ha fatto una sorpresa *^* )

Però voglio sapere che ne pensate su Elena e Jun u.u (anche su Han è.è)

Vi lascio <3 Ciaoo! Al prossimo capitolo :D

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Capitolo 7
*** Ricordi - Dolore ***


Elena era troppo confusa…
“Perché si fa sentire solo ora? Perché? Che faccio? Provo a parlare con lui?...ma non voglio”
Elena strinse le mani, cominciò a piangere…le lacrime caddero sulle sue gambe scoperte dall’accappatoio.
Daniel la sentì, preferì chiuder la chiamata, non era più il caso di insistere…dopo tutto eran cinque mesi che non si sentivano.

Il cellulare s’illuminò, Elena lo prese lesse il messaggio che Daniel le inviò…
“So che non mi faccio sentire da mesi, che ti avevo creato problemi con la mia lontananza e che non ho alcun motivo per chiamarti, dopo tutto quello che c’è stato tra di noi, ma prima di andarmene ti avevo chiesto di sentirci…avevo provato diverse volte a contattarti ma non avevi risposto…credevo che non volessi più sapere di me, oggi ho voluto tentare l’ultima possibilità di rintracciarti e quando sentii la tua voce, non ti nego che provai tanta gioia… ma costato che la gioia è stata solo da parte mia…scusa non volevo crearti altri problemi…sappi solo che per te ci sarò sempre…voglio vederti felice”.


Dopo quelle parole, Elena prese il cellulare, con la coperta che la prima notte Jun le aveva messo per coprirsi, si recò fuori nella stessa terrazza…

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“Che notte stellata…dopo domani partiremo per casa…il lavoro ricomincia. Spero che almeno li con la scusa di lavorare potrò non pensare a lei…”

Jun dopo aver parlato con YoSeob si era recato nella terrazza credendo un posto isolato, raramente la sera le persone andavan li…
Disteso sulla sdraio prese il suo cellulare, osservava la foto scattata ad Elena mentre dormiva quella prima sera, chiuse l’immagine…non volle più pensar a lei, ma un rumore disturbò i suoi pensieri…la porta che portava fuori all’esterno si aprì, non volle credere a ciò che vedeva…
I loro sguardi s’incrociarono…

< Ancora tu?!... Mi segui per caso? Non riesci a star lontano da me?? >
Ma Elena non rispose, proprio l’ultima persona che voleva veder in quel momento era li davanti a lei….
< Siamo di poche parole questa sera??- Jun guardò attentamente - MA  SEI  SOLO  CON  L’ACCAPPATOIO!!!!!!!????... >
< Eh…ah si, ma ho la…tua coperta… >
< Copriti bene, prenderai un raffreddore se stai cosi! >
< Fa niente…è l’ultimo dei miei pensieri. >
< Ma sei tutta scema??? >

Elena non aveva le forze per continuare quell’assurda conversazione, si limitò a guardarlo con sguardo perso nel vuoto e a sedersi lì nella sdraio vicino a lui.
Jun la osservava incuriosito, non l’aveva mai vista con quell’espressione cupa; pensò che fosse più bella del solito, ma aveva qualcosa che non andava…
< Va tutto bene?>
Ma non rispose.
La osservava…si leggeva negli occhi che aveva qualcosa che non andava…

< Mm, non vuoi parlare…capito…allora staremo qui in silenzio… >.
Jun si sdraio completamente nella sdraio, chiuse gli occhi rivolgendo la testa in alto, Elena nella sdraio accanto si limitava a far sospiri, lunghi sospiri…irritarono Jun.
< Insomma…che intenzioni hai? Di rimaner tutto il tempo qui sospirando? Se hai litigato col tuo ragazzo, chiam… -si fermò, dal volto di Elena le sembrò di veder una lacrima- …Elena? >.
Dal suo volto cominciarono a cedere delle gocce…

< Perché stai piangendo?... Se ti ho detto qualcosa che ti ha ferita, scusa non volevo… >
Jun si avvicinò pian verso di lei, le posò una mano sulla spalla e lei di scatto si girò e lo strinse nella vita...
< E... Elena… >
Jun si sedette accanto, Elena orami piangeva a dirotto, le sue lacrime bagnarono la sua camicia.
< N-NON SEI S-STATO TU A FARMI P-PIANGERE >
Jun la strinse a se, avvolgendola nella coperta…

< Ssh…tranquilla, quando vorrai sarò qui ad ascoltarti >
Tra le sue braccia, Elena cominciò a sentirsi meglio…finché persa dal suo profumo si addormentò serenamente fra le sue braccia.
“Si è addormentata, è così tenera quando dorme…“.
Si sdraiò con la sua testa nel petto, rimasero lì tutta la notte…le accarezzò i lunghi capelli castano-chiaro che le copriron il volto bagnato dalle lacrime e in quell’abbraccio si addormento…

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Al suo risveglio Jun osservò incuriosito il volto di Elena che dormiva serenamente sul suo petto. Prima che qualcuno li vedeva, decise di portarle nella sua suite; dalla tasca del suo accappatoio prese le chiavi e prendendola in braccio si recò nella sua stanza…
Aprire la porta non gli fu facile ma ci riuscì…la stanza era ancora in disordine, vestiti sparsi sopra il letto, poi quel cellulare tra le sue mani…
Adagiò il suo corpo sopra il letto, si mosse e l’accappatoio si aprì leggermente mostrando le sue esili e ben curate gambe.

Jun deglutì, osservò ciò che aveva davanti, si soffermerò nello spacco vicino all’inguine per proseguire davanti al suo seno…non era ne troppo piccolo ne troppo grande, era in armonia con il suo corpo…non aveva niente che non andava…
Desiderava averlo, frenare i suoi istinti non fu cosa facile…ma lo dovette fare…prese la coperta e la coprì avvicinandosi con il viso porgendogli un bacio sulla fronte.
Il telefono che aveva Elena fra le mani emise un piccolo bip, era la batteria stava per spegnersi.
Tra quel disordine cominciò a cercare il carica batterie, infine lo trovò già inserito nella presa.

“ Ma certo che hai un disordine, cara mia!! Non immagino quello che avrai dentro la tua testa…”
Jun posò il cellulare sopra il comodino, ma con la coda dell’occhio si accorse che il display indicava un messaggio…senza pensarci su e incuriosito lo lesse…era quello di Daniel…
“ Ora capisco, è così che stanno le cose…“.
Guardò Elena che dormiva serenamente avvolta dalla coperta, era così tenera con quell’espressione sul viso, la stessa di quella sera nella terrazza. S’inginocchiò e le spostò una ciocca.
“ Sei troppo dolce per meritare tutta questa sofferenza. Voglio aiutarti a trovare la tua serenità, te la meriti.”

Jun era rimasto colpito dal suo volto dai lineamenti dolci, stentava a credere che avessero la stessa età, le sembrava così piccola, così indifesa, così dolce…non riuscì a frenar l’istinto di darle un bacio, quando qualcosa catturò la sua attenzione nel fermarsi.
Una lacrima… una calda lacrima le scivolò lunga la guancia cadendo sul cuscino.
“ Non posso sopportar di vederti così. ”

Jun si allontanò, le posò la mano destra sul volto e con il pollice asciugò lì, dove un attimo prima quell’unica lacrima le aveva bagnato quel viso tanto amato.
“ Cerca di dormire. Voglio che la tua vita cambi, voglio darti la felicità che hai sempre voluto.”
Con ciò la lasciò dormire, facendo il più piano possibile uscì dalla stanza. Con le mani nelle tasche dei pantaloni si allontano verso l’ascensore, si eran fatte le 6 del penultimo soggiorno in quell’albergo.

Premette il pulsante pochi secondi e la porta si aprì, entrò e con le spalle contro la vetrata pigiò il pulsante per recersi alla reception.
“ Voglio che i suoi due ultimi soggiorni qui siano il ricordo più bello“.
L’ascensore cominciò a scender e dall’alto poté ammirare ciò che in pochi posso permettersi di osservare e in molti immaginare…Il cielo stava cominciando ad illuminarsi dai primi raggio del sole, si tingeva si rosa, giallo, azzurro, arancione…il mare cominciava a schiarirsi.

“ Questo è l’inizio del cambiamento!"

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Le porte si aprirono, solo poche persone erano già sui quei tavoli a far colazione, lui si limitò solamente a prender un caffè, e tra un sorso e l’altro il viso di Elena era sempre nei suoi pensieri.
Adesso sapeva cosa le era successo e renderla felice era il suo primo obiettivo, ci sarebbe riuscito? Chi lo sa, intanto si preparava a passare quei due ultimi giorni lì e aveva deciso di fare un regalo per l’ultima sera.
< Ma buon giorno…non hai dormito di nuovo in camera, hai fatto di nuovo strage di cuori? >
Ki Kwang raggiunse Jun da dietro le spalle prendendolo di sorpresa.

< Kiki mi hai spaventato, che ti salta in mente!  >
< Non pensavo che avresti reagito cosi – si mise a ridere – scusa non volevo…ma come mai oggi così mattiniero? >
< Potrei farti la stessa domanda… >
< Non volevo rimanere a poltrire in quella stanza ancora un’ora in più… ieri sera abbiamo deciso di giocare a carte, che serata >.
< Avete passato la sera a giocare a carte?? >
< Sisi! Tutta la notte. Ci siamo sistemati nella mia suite, abbiamo anche ordinato da mangiare…siamo o no in vacanza?? >

Ki si sedette nel tavolo con Jun mostrando il suo meraviglioso sorriso.
< Che hai da ridere in quel modo? >
< Allora? Come vanno le cose con lei? >
Jun stava sorseggiando il suo caffè e a quella domanda quasi non si strozzò.
< Daiiii! Non tenermi sulle spine. >
Kisi mise a osservarlo con gli occhi dolci, supplicandolo di rispondere a quella domanda, ma Jun non rispose.
< Ma perché fai tanto il misterioso?? >
< Non ho niente da nascondere, non c’è nessuna punto! >
Jun finì il suo caffè e si alzò. Ki rimase lì stupito da quella reazione.

< Se dici che non c’è nessuna allora perché reagisci così? >
YoSeob si avvicinò a loro. Era rimasto in disparte osservando incuriosito la scena analizzando il suo amico.
< Seob, non ti ci metter anche tu! >
< Dai ormai è palese, ti piace quella ragazza…ammettilo! >
Sia YoSeob e sia KiKwang lo guardano con lo sguardo di chi non la da a bere, lo conoscevano troppo bene.
< Ehi ragazzi…ma perché non ci avete avvisato che eravate tutti qui? > disse Dong Woon.
Eran tutti li, anche Hyun Seung e Doo Joon si recarono al tavolo ordinando la colazione.

< Ma cosa succede? Come mai c’è aria tesa? > chiese Hyun.
< Niente, non è successo niente > disse Jun voltandosi.
< Il nostro Jun è innamorato >
< ZITTO! – si voltò verso Seob – impara a farti i fatti propri una buona volta! >
< Ehi voi due non incominciate a litigare – intervenne Ki – non è successo niente. Jun se Yo fa così lo fa per il tuo bene! Tutti ci siamo accorti che hai qualcosa che non va. Parlane con noi >
< Non ho niente che non va. >
< Non sei sincero. Ci conosciamo fin troppo bene, sappiamo quando hai qualcosa per la testa >.

Doo Joon si avvicinò verso Jun e lo guardò dritto negli occhi. Dopo qualche secondo di esitazione Jun si arrese, decise di raccontar tutto e di dire come stavan le cose.
I ragazzi eran attenti a quello che gli veniva  detto, quando finì rimasero a rifletter su; nessuno aveva una buona idea su come risolvere il problema.

< Dal vostro silenzio deduco che neanche voi avete un’idea >.
< E’ una situazione molto complessa > affermò Doo
< Ma ti aiuteremo lo stesso – disse Ki – siamo una squadra! >
< Mmm… secondo me bisogna proceder con calma, senza pressare – disse Dong – se continui a comportarti come hai fatto fino ad ora non concluderai nulla >
< Che dovrei fare allora? >
< Stupiscila! > disse Yo.
< Grazie genio, ma come? >
< Niente cose troppo sdolcinate! Lo fanno tutti! Devi colpirla, avvicinarti e farti desiderare, deve confidarti e farti cercare…> intervenne Hyung.
< Siete tutti bravi a parlare…. Mi sento più confuso di prima! >
< Tranquillo – Yo si avvicinò verso Jun – abbiamo sempre una persona che potrà aiutarci >.
Tutti lo guardarono con aria incuriosita…

< E chi sarebbe??? > chiesero in coro.
< La mia principessa…>
< E chi è?? > domandò Doo
< Hannah…la cugina di Elena! >
< Neanche vi conoscete abbastanza e già la chiami principessa?? > disse Jun
< E’ così carina e dolce – sorrise Yo – mi vien voglia di stringerla forte… vedrai lei ci aiuterà! >
< Intanto pensiamo per domani sera – aggiunse Ki – domani potrebbe esser la prima occasione per far colpo >.
< Che vorresti fare? > chiese Jun
< Un mini concerto solo per loro! > affermò Ki
< Un concerto???!!! > lo guardaron stupiti.
< Che c’è di male?? Da quello che ho capito sono nostre fan… sceglieremo le nostre migliori canzoni e le dedicheremo questo mini concerto solo per loro, per esser le nostre fan “number one”>
< Potrebbe andar bene, ma…se deve far colpo lui…noi che c’entriamo? > domando giustamente Dong

< L’unione fa la forza! Non deve far cose sdolcinate… se le dedichi qualche canzone insieme a noi, lei accetterà! >
< Continuo a non capire, ma se per gli altri va bene…accetto! >
< Allora è deciso! Io e Dong sceglieremo le canzoni da cantare. Questi saranno i vostri compiti: Yo tu cerca di ottener informazioni da Han, Hyun e Doo voi cercate di prender una stanza privata dove cenare e poi cantare. >
< Sono del parere che meglio non far niente, se viene a scoprire che abbiamo progettato tutto potrebbe prendersela > osservò Jun
< Tranquillo, non pensarci. Faremo in modo che questa storia non la verrà a sapere! >
Jun era poco fiducioso sulle ultime parole di Ki, non voleva che i suoi amici potessero mettersi nei guai per colpa sua.
Doveva convincerli a non far nulla dopo la serata di domani sera…l’idea di far un mini concerto era buona in fin dei conti…ma organizzare tutto per farsi accettar da lei…no questo andava oltre i suoi principi.






Ciaooooo! Ho voluto postare oggi per festeggiare l'uscita di Midnight! *^^^^^^^*
Guai a chi dice che non è bella!
... Che dico pure io! Non è bella... è BELLISSIMA, STUPENDA, MAGNIFICAAAAAAAAA!
Sono ore che l'ascolto *____* Ormai è impostato su ripetizione continua *^*
E domani mi sveglierò presto anche controvoglia ma devo vedere il video... SUBITO.
E' già tanto se sto tranquilla per ora... *impazzisce*

Ok parliamo del capitolo!
Ormai la sosta a Dubai sta finendo!
Il concertino avrà successo?
Dovrete aspettare qualche capitolo prima di scoprirlo :3
Mi dispiace ma se facciamo le cose troppo veloci, la ff finisce subito :3 e credo che non vogliate... (Soprattutto MikotoBlue è__è ammettilo <3 )
Ok vi lascio alle vostre recensioni <3
E io torno ad ascoltare Midnight <3 (come se l'avessi fermata un attimo 8D )
CIAOOOO <3
 

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Capitolo 8
*** Ricordi - Organizzazione ***


Quella stessa mattina, Han si era decisa a parlare con Elena… doveva chiedere se poteva aiutarla a capire la situazione che si era venuta a creare con Jun.Quindi, dopo essersi fatta una doccia ed essersi vestita, uscì per andare a bussare alla suite di Elena.
Bussò per almeno dieci minuti pieni, stava iniziando a preoccuparsi poi la porta si aprì.
< Finalmente hai deciso di aprirmi! Stavo chiamando i vigili del fuoco per venirti a salvare! Mi hai fatto sudar freddo…ho pensato le cose più terribili di questo mondo… >
Elena non risposte ma la guardò con sguardo assonato facendola entrare.
< …Ma perché sei vestita in questo modo? >
< Perché? Che ho di strano? >
< Niente, sei solo in accappatoio e mi hai aperto in questo modo…e se c’era qualche maniaco??? >
< E-Ehm… - Elena si guardò ricordando cosa fosse successo la notte precedente – …è una lunga storia. Comunque che cosa volevi? >
Han la osservò con un’espressione incuriosita, conosceva sua cugina fin troppo bene, sapeva che nascondeva qualcosa ma prima voleva risolvere la situazione con Jun.
< Vabbè, comunque. Sono venuta qua perché devo parlarti… di Jun. >
Il cuore di Elena iniziò a battere appena udì il nome del ragazzo.
< Co-Co-Cosa devi di-di-dirmi? >
< … Come mai una reazione del genere? >
Elena non risposte
< Ihhhhh! – lungo sospiro di Han – Allora sai qualcosa di Jun che io non so? > si avvicinò di scatto verso la cugina.
Elena indietreggiò quasi spaventata da Han che insistette fino a che, stremata, gli spiegò quello che era successo in quei cinque giorni insieme a lui.
Han non credeva a ciò che sentiva, ma le cose erano andate come diceva Elena e non capiva, allora, la reazione di Juncosì esagerata nei suoi confronti.
< Beh, questo è tutto….Ma perché t’interessa saperlo? >
< … … … … >
< Han? Devi dirmi niente? Perché sei rossa? Mi nascondi qualcosa? >
< Ihihihihih… - cercando di scappare dalla stanza – Devo andare! >
Han stava per andarsene da quella situazione imbarazzante ma venne bloccata dalla cugina che l’afferrò dalla canottiera.
< Haaaan! Che cosa hai combinato? Spero niente di sconcio! >
< Ehm – unendo le punte degli indici – no niente però… in piscina… - quasi sussurrando le parole – … l’altro giorno… >
< Eh? >
< Ihihih… mi ha quasi dato un bacio – continuando a ridere – e poi… > circondò il proprio viso con le mani nascondendo il rossore delle guancie.
< EEEEEEEEH? VOI COSA?! >
Dallo stupore lasciò la presa e, prendendola per le spalle, la girò urlandogli contro.
< MACOSI’PRESTO?! NON VI CONOSCETE! HO UNA RESPONSABILITA’ NEI TUOI  CONFRONTI! COSA  PENSERANNO DI ME I TUOI GENITORI?! NON CI PENSI A ME?! > portandosi le mani in testa come segno di disperazione.
< Ma è così tenero nei miei confronti! Mi ha chiamato anche principessa! > i suoi occhi iniziarono a brillare.
< OH  MIO  DIO!!!!!!! CONOSCO QUEST’ESPRESSIONE! >
< Perché? Che espressione ho? > ancora con gli occhi lucenti.
< Di una ragazza così innamorata da cadere in qualsiasi trappola! >
< Ma lui è diverso dagli altri… quei baci nel collo... >
< Baci? Che baci? >
< Uhm? No niente! >
< Han! >
< Bene…è ora di andare… BYEBYE! >
Dopo aver scoperto cosa fosse successo a Jun, Han contenta di poter svincolarsi da quella situazione scappò dalla porta, correndo per il corridoio.
< HAAAAAAAAAAN! TORNA INDIETRO! >


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Non ascoltò le urla di Elena che risuonarono per tutto il piano, lasciandola lì dentro la sua suite, a immaginar cosa avesse combinato la sua piccola cugina…che ormai così tanto piccola non era più.
Corse per il corridoio, allontanandosi più in fretta che poteva senza vedendo cosa avesse davanti… pochi secondi dopo andò a sbattere contro una persona.
< Ops! Scusi Non volevo! >
< ... Ma sei tu! Buongiorno Principessa >
Han si trovò stretta tra le braccia di quella persona, alzò lo sguardo, riconobbe subito quella voce… guardò quel viso angelico davanti a lei che regalava un dolcissimo sorriso… si sciolse teneramente.
< Bu-Buongiorno YoSeob! >
< No…non chiamarmi così! Chiamami Seob. >
< Ah – disse incredula Han, al tempo stessa anche euforica – Ok… Seob >.
< Quanto sei dolce quando pronunci il mio nome… - tenendola stretta e se – comunque ti cercavo. Devo parlarti di Jun. >
< Che caso! Anch’io ho qualcosa da dirti! >
< Sarà meglio parlare nella mia stanza. >
Detto questo Seob lasciò la presa sui fianchi di Han indicandole di seguirla.


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Hyun e Doo, dopo essersi divisi dal gruppo, si recarono dal direttore dell’Hotel per cercare una sala adatta alle loro circostanze.
Arrivati all’ufficio della direzione al secondo piano, ebbero un piccolo inconveniente…il direttore non potè riceverli in quanto impegnato per lavori di manutenzione e altre riunioni che riempivano la sua giornata.
Furono presi dallo sconforto, il piano che Kiki aveva progettato stava per concludersi ancor prima che fosse iniziato, ma fortunatamente il direttore gli inviò una persona a sostituirlo….il vice-direttore: il loro piano ritornò alla prima base, avevano ancora tutte le possibilità per farlo funzionare,spiegarono la situazione e quanto fosse l’urgenza per avere una sala entro domani.
Il vice-direttore in un primo momento sembrò titubante, visto il poco anticipo, ma dopo la continua insistenza da parte dei due ragazzi, cedette alle pressioni e decise di mostragli le varie sale disponibili per quell’evento improvviso.
Prima scesero nei piani inferiori ma ai ragazzi i luoghi che visitarono non erano soddisfacenti, o poco illuminati o l’acustica non era delle migliori, rimase l’ultima sala…salirono all’ultimo piano.
Arrivati, rimasero affascinati…
< Come ti sembra questa sala? > chiese Hyun
< Perfetta! > rispose Doo dopo aver osservato attentamente.
Hyun chiese se potessero mettere gli attrezzi adatti a un piccolo concerto, naturalmente a spese loro, e il vice-direttore acconsentì.
Quindi, soddisfatti, scesero per avvertire i compagni che la prima base del piano aveva avuto gran successo.


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Kiki e Dong erano nella suite del primo, ancora in disordine per il semi-party fatto la notte passata…erano intenti a esaminare attentamente ogni singola canzone.
< Dong qualche idea? > domando Kiki mentre scriveva nel suo foglio le canzoni possibili da poter cantare.
< Sto pensando… e tu hai qualche idea? >
< CERTO! E’ UNA QUESTIONE DI VITA O DI MORTE… guarda, queste son alcune canzoni che potremmo cantare… >
< Non la prendi troppo seriamente tutta questa storia? … non credi di sbagliare?>
< No. Non c’è niente da sottovalutare. Dobbiamo far fidanzare quei due! >
< In una sola notte? >
< Io sono cupido! Il re dell’amore! >
Kiki si alzò dalla sedia, mise il piede destro sulla sedia piegando la gamba in avanti mentre posizionò  le braccia come se tenesse l’arco pronto a scoccare una freccia.
< Kiki…almeno una volta nella tua vita fa il serio. >
< Perché? Non lo sono mai? >
< Fammici pensare…ehm… NO. >
Kiki si siede con una faccia triste. Prese un foglio dal tavolo tagliando due sagome a forma di lacrime e le appoggiò sulle guance, chiuse gli occhi fingendo di piangere come in una situazione di un manga…
< Ecco… Appunto… >
In quel momento bussarono alla porta.
Così Kiki si recò ad aprir la porta lasciandosi quelle strisce di carta sul viso, era ancora triste perché Dong gli aveva detto che non riusciva a far il serio neppur in una situazione del genere.
Aprì… erano Hyun e Dong che guardarono increduli l’espressione di Kiki….
< Ma… che hai in faccia? > domando Hyun.
< Dong mi ha detto che non sono mai serio in vita mia… Volevo fare come cupido, far innamorare due persone! >
Tutti scoppiarono a ridere, Kiki era ancora più triste che prese tanti fogli per avvolgersi di finte lacrime... lui voleva davvero aiutare Jun travestendosi da cupido…
< Comunque, che ci fate qua? Avete risolto qualcosa? > chiese Dong
< Abbiamo la sala > rispose Doo
< Quale sala? >
< La sala panoramica. >
Il viso di Kiki s’illuminò, l’espressione cupa che aveva un attimo prima sparì lasciando spazio all’idea che gli venne in mente…
< Perché quell’espressione raggiante sul volto di Kiki??? > chiese Hyun.
< OH  NOOOO!!! Siamo nei guai…a Kiki gli sarà venuta un’altra delle sue geniali idee…>
< Ragazzi ho avuto una splendida idea! >
< Ki, basta con le sciocchezze, fa il serio >.
< Ma io lo sono! Se non c’è da scherzare io divento serissimo!>
< Scusate ragazzi…Ma le canzoni? > Hyun s’insediò nella conversazione.
< Chiedilo a cupido > disse Dong.
< Tranquilli ragazzi…Il vostro re dell’amore ha in mente la combinazione perfetta! >
Kiki schioccò le dita, facendo l’occhiolino, aveva in testa un piano…chissà che piano.

 
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Raggiunta la suite, Han era emozionata di rimanere di nuovo sola con lui, dopo quanto era successo quel giorno in piscina non faceva altro che ripensar a quel momento… tanto che non ascoltava ciò che YoSeob le stese dicendo.
< Hannah? Mi senti? >
< … Si! Dicevi? >
< Han…A cosa stavi pensando? >
Arrossì e non rispose, YoSeob le sorrise…
< Ripensi a quel momento?? >
Han si bloccò, YoSeob si avvicinòdandole un leggero bacio sulla guancia.
< Parlando, che cosa mi devi dire? >
< Eh… si ecco – riprendendosi dal bacio – ho parlato con mia cugina per farmi aiutar con Jun, ma ho scoperto qualcosa...  >.
< Che cos’hai scoperto? >
< Ecco, Elena mi ha raccontato che Jun dimostra certi atteggiamenti d’interesse nei suoi riguardi… sono arrivati a sfiorar le labbra… ma… >
Han si fermò…
< Continua, ma cosa… >
< Jun è convinto che Elena ha un ragazzo. >
< Ah, ma è vera questa storia del ragazzo? >
< Certo che no! Mia cugina si è lasciata ancor prima di venir qua! >
< Allora non c’è niente di strano… >
< Se non fosse di un piccolo dettaglio… il suo ex la scorsa notte si è rifatto sentire… questo ha portato scompiglio >.
< E perché mai? >
< Il loro amore è stato molto intenso… sembravano la coppia perfetta. Chi li osservava credeva che il loro amore fosse eterno… >.
< Ma da quanto è finito il loro amore? >
< Credo fossero 5 mesi…è stata una decisione molto sofferta per entrambi, ma lui in qualche modo prima di lasciarla aveva promesso che il loro legame sarebbe continuato… >
YoSeob rimase un po’ a rifletter su quella storia molto intrecciata e complicata…non gli venne in mente niente che potesse aiutar Jun, non poteva far niente se Elena pensava ancora al suo ex…
< Tu invece – chiese Han riportando YoSeob al discorso – che dovevi dirmi? >
< Ah, già vero… siamo riusciti a far confessar Jun, ma già l’avevi detto anche tu che ha un certo interesse nei confronti di Elena >.
< Ma allora non c’è niente da dire >
< Ci sarebbe una cosa da dire… Jun sa che Elena ha un ex... >.
< Ehhh??!!! Fammi capire… >
< Jun ci ha raccontato che ieri sera quando ha portato Elena in camera sua, ha sbirciato nel suo cellulare leggendo un messaggio dal suo ex… >.
< Ma questo Elena non lo sa >
< E non deve saperlo di certo né da me, né da te… >.
< Certo, ma allora adesso che possiamo fare?? >
< Non so… bisogna capire soltanto una cosa in questo momento… >.
< Cosa? >
< Se a tua cugina è interessata a Jun >
< Sarà difficile… >
< E perché? >
< In queste situazione mia cugina sa fare bene una cosa…>
< Cioè? >
< Negare l’evidenza e … scappare! >
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
I ricordi di Elena erano un miscuglio di emozioni, di rabbia, di rimorsi, di tristezza…di amore.
Anche se quei ricordi non erano i suoi, aveva sentito quella storia raccontata da sua cugina e da Seob tante volte da immaginarsi le scene ogni volta che ne parlava seduti nel divano di casa sua e di Jun…
Già, Jun… si domandava sempre cosa avesse fatto e cosa pensava di loro in quei giorni. Non l’aveva mai chiesto e ora rimpiangeva di non mai averlo fatto.
Il viaggio in aereo era solo arrivato a metà, mancavano poche ore al suo arrivo…
Aprì per un solo attimo i suoi occhi, osservò fuori…non smetteva di piovere e si sentiva ancora qualche turbolenza…
Preferì ritornare ai suoi ricordi sotto le note di “On rainy days”…
 






Rieccomi con il nuovo capitolo :D
Mi scuso per il ritardo ma ogni sera mi dicevo "oggi posto" e poi lo dimenticavo ^^'
Direi che questo capitolo sia il più divertente di quelli scriti fin adesso!
Seob è così dolce <3

Per ora sono fissata con Beautiful Night <3
Sabato, dopo mezz'ora che era uscito il cd, lo avevo ordinato *^* non vedo l'ora di avere il cd con quella maschera fantastica fra le mani *^*
E' tardi ç_ç devo andare a letto ç_ç
Ci sentiamo per il prossimo capitolo!
BuonaNotte :D

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Capitolo 9
*** Assenza ***


Presente di JunHyung


Si eran fatte ormai le 3 di notte, Jun era sempre fermo in quel posteggio solo pensando a Elena.
Guardava quel cielo stellato, lo stesso che osservava con lei; era molto triste perché fino a qualche sera era in sua compagnia…come voleva tornare indietro a quei giorni felici, era calata la notte dentro di se.
Quella sera non riusciva a dormire, come avrebbe potuto riuscirci, gli bastava chiuder gli occhi che la sua immagine era lì, a guardarlo; ma lui doveva tornare, doveva andare avanti.
Sapeva che era troppo triste ritornare in quella casa comprata con tanto amore e tanti desideri ormai svaniti.
Il cellulare cominciò a vibrare, sentì una stretta al cuore e per un istante trattenne il respiro…in cuor suo sperava fosse lei…

< P-Pronto?? >
< …Ehi Jun! Ma dove ti sei cacciato??? Sono sotto casa tua…ha mezz’ora che ti busso ma non apri! >
Era KiKwang, Jun cominciò a respirar normalmente e il suo battito si calmò…
< Kiki sei tu…credevo…niente lascia perdere… No, non sono lì, e credo che mai più ci ritornerò. >
< Hai litigato con Ely??! Dai!!! Se ti ci presenti con un bel mazzo di rose vedrai che risolverete…lascia far a me! Sono espero di queste cose… >
Jun in un primo momento rimase in silenzio…
< Jun… pronto?? Sei in linea?? >
< … si, si… >
< Ah e perché mi hai lasciato parlare solo?? Sai che ti puoi fidar di me! Dai su confidati! >
< Davvero, ormai non c’è più niente da fare… >
< Pessimista! Ha tutto c’è sempre una soluzione! >
< Ki…davvero non c’è soluzione, dovrò andar avanti senza lei… >
< …. Jun, credi sempre nella speranza. >
< Qui non c’entra la speranza… Ki, lei mi ha lasciato… >
< Ma sarà stata una lite stupida che si fanno tra innamorati >
< …è ritornata in Italia…mi ha lasciato con un biglietto…è finita! >

I due rimasero in silenzio, Ki non sapeva cosa aggiungere…aveva solo in testa una sola cosa….
< Perché? >
< Non lo so… a casa ho lasciato il biglietto che mi ha scritto…dice solo che l’ha fatto per me, ma non capisco il motivo… Lei era ed è tutto per me! >
< Cosa hai intenzione di fare? >
< Non so…ma per ora in quella casa non posso tornarci…troppi ricordi >
< E dove andrai? >
< Verrò di nuovo nella mia vecchia camera… Ki, posso chiederti un favore? >
< Dimmi pure Jun. >
< Aiutami a prendere le mie cose, in quella casa non posso tornarci solo...impazzirei >
< Certo, sono qui sotto casa. Aspetto che ritorni >

Jun chiuse la chiamata, era ora di ritornare di nuovo in quei luoghi.
Entrò in macchina, accese la radio sintonizzando sulla prima stazione che capitò.
Alla radio parlavano dei vari programmi a cui i maggior gruppi avrebbero partecipato.
Correva, non ascoltando attentamente cose dicessero i due, doveva arrivare in fretta da Kiki…c’era molta strada ancora da fare…
Quando arrivò, aveva un po’ gli occhi rossi ma erano nascosti dagli occhiali da sole…Kiki non lo fece notare, ma immaginava del perché avesse quei occhiali alle 3 e 30 di notte.
Salirono, ma ogni gradino era un ricordo che rifioriva nella sua mente…
“ Quanti ricordi… mi sa tanto che dovrò vendere questa casa. Viverci sarà un inferno ”

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Si trovò davanti la porta di casa…l’aprì.
Vederla le creò delle strane sensazioni…brutte.
< Va tutto bene? > Domandò Ki vedendo l’espressione sul volto di Jun.
< Si…insomma. E’ sempre la nostra casa, doverla lasciare significherebbe metter la parola fine alla storia che lei, dover dimenticare i nostri momenti qui…come se avessi vissuto in una…fiction… >
< Non è come nelle nostre canzoni! Il vostro amore è stato reale! Ci sarà stato un motivo che avrà portato a tutto questo >
< …Che io sappia non c’è. – prendendo il foglio dal tavolo – tieni questo è il foglio che mi ha lasciato… non so più che pensare… >

Ki lesse il foglio almeno 3 volte, voleva riuscire a capire se da li poteva ricavare informazioni del perché Elena fece quel gesto…ma più leggeva, più non riusciva a capir niente di tutta quella storia…
Jun nel mentre si recò nel salone… era pieno di fotografie…
Vecchie e nuove fotografie che riempivano quella stanza di ricordi…
Prese una cornice, una fotografia scattata l’ultimo giorno a Dubai prima di partire per Seuol…ritraeva tutti e 8 davanti all’albergo…
“ Tutto era iniziato da quel dannato giorno… se solo non fossi stata tu…se solo quella sera i nostri sguardi non si sarebbero incrociati…tutto sarebbe stato diverso…”
Jun accarezzò quella foto con tanta tenerezza…
La sera del loro primo incontro Jun aveva bevuto un po’ di più per dimenticarsi lo stress accumulato nel viaggio fatto a Londra la settimana prima…quella mini vacanza ci voleva.
Insieme al resto del gruppo cominciò a brindare, finché non la vide…
Splendida nel suo vestir classico e semplice…non aveva niente di speciale ma quando i loro sguardi si incrociarono ebbe la sensazione…si che fosse lei… lei la ragazza…
Per tutta la sera stesse ad osservarla, non le toglieva gli occhi da dosso. Irresistibile, solo questo le passava per la testa.
Doveva trovare qualche modo per parlare con lei, ma come?

Cercò di sfruttare l’occasione quando la vide cercare sua cugina, ma il suo modo magari rude fece ottenere risultati opposti a quelli che voleva ottenere… si creò un malinteso che solo dopo esser tornato a Seuol riuscì a risolvere grazie all’aiuto dei suoi amici.
Quella sera del loro primo incontro nel vederla così serenamente dormire in quella sdraio si malediceva per aver dato il suo cellulare a lei per poi consegnarlo a Seob, ma quando vide che da una delle due tasche dei pantaloni usciva un cellulare e che era proprio il suo fu così felice che la prima cosa che fece fu di scattare una foto…quella foto la tenne fino alla fine nel suo cellulare…Era il primo ricordo di lei…
Le mise una coperta, senza accorgersi che l’aveva impregnata con il suo profumo… solo dopo qualche mese venne a sapere che divenne la coperta dei ricordi di Elena portandosela anche a Seoul.
I primi due giorni trascorsi li erano un continuo spionaggio che solo Seob se ne accorse, ma dopo aver scoperto che era stata lasciata e che il suo ex si faceva sentire , oltre a fargli ribollire il sangue, cominciò a diventare apprensivo nel suo atteggiamento…non sapeva bene i dettagli della separazione, almeno fino ad allora non li sapeva, perciò cominciò ad avvicinarsi a lei come amico…
Ma quando le sue attenzioni si fecero più intense anche tutto il gruppo si accorse che era interessato a lei, l’aiutarono come potevan fare… si organizzarono per crear una festa solo per loro…per lei e sua cugina.

Mentre tutti si devan da far per organizzar tutto nei minimi dettagli, lui rimase fuori dalle preparazioni…rimase in piscina, a rilassarsi… alzò per un attimo gli occhi verso l’alto… le venne in mente.
Splendida si diceva era dir poco…la ricordò quando era ferma ad ammirare il panorama nel balcone del terzo piano….i raggi del sole rendevano quel castano chiaro ancora più chiari, il vento delicatamente le spostava i capelli dal suo viso…non ricordò quanti minuti rimase li ad osservarla, chiedendosi che di certo c’eran posti migliori per osservare il mare…ma ancora non sapeva che Elena soffriva di vertigini.
La sera del concerto si divertiron come non mai…da li in poi il loro rapporto cominciò a migliorare…e frenar l’impulso di baciarla era quasi impossibile…
Fu così splendido, naturalmente splendido come lei!
Tanti ricordi, troppi… quella casa era piena. Ogni angolo, ogni fotografia…era un ricordo di lei, di come si divertivano, delle serate romantiche passate in quella casa…
Si alzò dal divano, deciso si diresse nella camera da letto per prendere i suoi vestiti.
Cominciò a sistemarli nella valigia mentre Kiki cercava di aiutarlo come poteva, vederlo in quello stato…non era mai successo si chiedeva come poteva continuare a lavorare in quello stato…con le serate nei vai programmi per lanciare il nuovo album…

< Ki, puoi farmi un altro favore? >
< …sisi dimmi >
< Ci saranno sicuramente vestiti nella lavatrice, fai il bucato…nel mentre sistemo qui >
Ki si diresse in una delle camere dove avevan realizzato una piccola lavatrice, la casa anche se era piccola aveva sfruttato al meglio i piccoli mq2.
In ogni angolo vi eran foto di loro, delle foto scattate nei posti visitati, nei concerti, nelle prove, nei backstage dei vari video musicali, c’erano molte foto scattate da Jun…ritraevano il dolce viso di Elena in pose naturali…non c’era che dire…era davvero splendida.
Aprì la porta, come aveva detto Jun la biancheria era già messa dentro la lavatrice, ma conteneva solo biancheria di lui…non c’era più traccia dei vestiti di Elena.

Premette il pulsante e  la lavatrice partì, erano pochi indumenti ci voleva poco tempo…le avrebbe portati poi ancora un po’ bagnati nel dormitorio.
Mentre Jun rimase solo nella stanza da letto per far le valigie, Ki si recò in bagno, tra un paio di minuti sarebbero andati via da quella casa.
Un’altra cosa che osservò in quella casa fu l’ordine, ogni cosa era al suo posto, era un ambiente sereno, accogliente e anche profumato…tutta la casa odorava di vaniglia.
Osservò ogni sistemazione degli oggetti, non vi era più traccia di Elena era quasi come se in quella casa non c’era mai stata…ma il suo sguardo si soffermò su un piccolo dettaglio…
Nel cestino della spazzatura vide uno scatolo un po’ insolito venir fuori… Kiki curioso si avvicinò, ma solo perché c’era una scritta “clearblue ”.
Il cestino conteneva solo questa scatola, rimase stupito…era un test di gravidanza.

“ Non può essere…è un test di gravidanza…Jun…”
Ki era sconvolto, quel test era il pezzo mancante del puzzle…immaginò che aver un figlio in questo periodo secondo Elena avrebbe sconvolto i suoi piani, i suoi sogni…
“  Ma certo! Avrà pensato sicuramente che Jun avrebbe rinunciato ad una parte dei suoi sogni! Ma non c’era motivo di crescere un figlio senza dirlo a Jun! ”.
Ki aprì lo scatolo, ormai arrivato a quel punto doveva saperlo…doveva vedere se effettivamente Elena avrebbe aspettato un figlio da Jun…e se fosse stato positivo? Se veramente fosse incinta e la causa del suo allontanamento da Jun era questo come avrebbe potuto dirglielo?

Aveva paura di scoprire l’esito, ma doveva… l’estrasse, era un aggeggino elettronico, non c’era quasi segno che quel risultato fosse positivo…
“ O MIO DIO… non è sicuro al 100% ma sembra positivo…la piccola Elena aspetta un piccolo Junnino…e adesso come posso dirlo a Jun! ”
Nel mentre che Kiki rimase a fissarsi nello specchio pensando alla sua scoperta, si sentiì chiamare…Jun finì di sistemare le valigie davanti l’ingresso.
Kiki prese la scatola contenete il test e cercò di infilarlo nei pantaloni, decise di parlarne prima con il resto del gruppo e infine con lui…magari Han avrebbe saputo qualcosa e poteva aiutarli.

< Ehi Ki, aiutami a scender queste valigie. >
< Si, arrivo >
I due si divisero i borsoni, erano pesanti. Jun non aveva più intenzione di rimanere a dormire li.
< Che intenzione hai di far con queste foto? >
< …Non so – disse guardandosi intorno, la casa ne era quasi piena – per ora non voglio pensarci >
< Capito… Jun, no niente sarà meglio andare, sono ormai le 5 del mattino. Dobbiamo riposarci, abbiamo le prove per il lancio del nuovo CD. >
< Si…andiamo >
Ki aprì per primo la porta di casa dirigendosi verso l’ascensore premendo il pulsante che portava giù nel garage, Jun infine seguì il suo amico tirando a se la porta chiudendola a chiave.
“ Sembra come chiudere un pezzo della nostra vita…come conservare tutti i nostri ricordi in un baule, in una scatola…Noi, invece, li abbiamo chiusi dentro queste mura… Ma perché? Perché hai fatto questo…Ely, perché? ”

Ki aspettava davanti la sua macchina quando Jun lo raggiunse i due salirono e si recarono nel dormitorio.
< Jun, la tua macchina? >
< Più tardi la vengo a prendere >
Jun chiuse gli occhi appoggiando la testa nel finestrino, dopo circa 20 minuti arrivarono e in silenzio salirono le valige recandosi nella vecchia stanza di Jun.
< E’ come quando l’avevo lasciata, non c’è niente fuori posto! >
< Siamo stati bravi in tua assenza, ogni tanto Yo con Han venivano e ci aiutavano a pulire…abbiamo anche sistemato la tua, Han diceva che non era giusto far tutta la casa e lasciarti la polvere crescere… >
< MA… non dovevate. Vi chiedo scusa se non sono stato molto presente qui con voi…mi sono lascianto andare con questa storia…sembrava quella giusta… >
< Jun non devi chiedere scusa a nessuno, non devi neanche dire che sembrava perché è stata e sarà quella giusta! >
Jun si sedette stremato nel letto.
< Ti lascio riposare, metterò il cartellino “ dontdisturb” così gli altri non ti disturberanno…dimenticavo, Yo deve passare prima qui da noi >
< Eh…e perché? >
< Ci vengono a prendere tutti qui, l’ultima volta ha ritardato per venire alle prove >
< Ah, capito… >
Ki uscì dalla porta, ormai il povero Jun era stremato che si addormentò senza che se ne accorgesse senza neanche mettersi sotto le coperte e mettendosi il pigiama.
Nella sua testa oltre a ricordi le vennero in mente delle parole…delle frasi, una melodia…

“ … Mi hai trovato più in fretta di un battito d’occhi
Amore che sei andata via da me, non puoi fare questo.
Basta è troppo, smettila di farmi del male
Questa notte che chiamiamo patetica, sembra non finir mai…
Non voglio parlare ancora una volta del passato
Credo che tu mi devi esser davvero piaciuta
Continuo a pensarti, continui a mancarmi col passar del tempo… ”
                                                                                                                          ( Midnight)
Mentre ripeteva queste parole, stava sognando i momenti passati con Elena, dal primo all’ultimo...Ogni ricordo le riaffiorò in mente.

 
< Grazie per questa splendida serata, Jun >
< Non mi devi ringraziare, lo sai che per te farei di tutto >
Elena le sorrise, sentire quelle parole le riempiva il cuore di gioia…
< Lo sai, sentire queste parole oltre a rendermi felice mi fanno creder in te, a quello che dici… fin a qualche tempo fa credevo di non esser più capace di amar nessun’altro…invece mi hai fatto ricredere… sono felice che questa persona sei proprio tu >
Elena era dritta davanti a lui, con quel suo sorriso a quale Jun non resisteva a non baciar, lentamente, mentre lei dalla terrazza era intenta ad osservar la città che tanto aveva sognato, si avvicinò stringendola dalla vita.
Elena fu colta all’improvviso, si trovò il suo volto a pochi centimetri…
< Shh…non muoverti >
Jun da prima le sfiorò, per poi assaporar quelle labbra che fin dal primo momento che la vide desiderava averle…
Fu il loro primo bacio da coppia…

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Si sveglio poco dopo, non riusciva a dormire…aveva in testa quella melodia con le parole.
Prese della carta e una penna…
Stava ormai sorgendo un nuovo giorno, il cielo si schiariva…guardò fuori dalla sua finestra rivolgendo lo sguardo su quell’unica stella…
“ … Piccola stella che brilla, per favore confortami
Senza un posto dove appoggiarmi stanotte crollo
Piccola stella che brilla, per  favore confortami
Senza un posto dove appoggiarmi crollo
La notte conto le stelle, a causa del passare delle stagioni le notti lentamente si trasformano
Ma non riesco ancora ad addormentarmi, questa notte così triste…
….a mezzanotte non riesco a dormire senza te … ”
 





Ciaoooo! Eccomi con il nuovo capitolo!
Come vi sarete accorti, questo capitolo si ricollega al primo!
Abbiamo voluto dare una piccola pausa ai ricordi di Elena per dare un pò di spazio a Jun e, fra qualche altro capitolo, ci sarà un altro capitolo simile dedicato ad Hannah.
Per spezzare un pò...
Spero che vi sia piaciuto!
Arrivederci <3

ps.: Scusate, ma non sono in vena di scrivere commenti oggi ç_ç
Hwayoung cambia agenzia e falli nuovi <3

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Capitolo 10
*** Ricordi - Spettacolo ***


< Fa sempre così? >
YoSeob cercava di capire come far confessare a Elena che è interessata a Jun. Ma lui e anche Hannah, non ne avevano idea.
< Si… Gli unici “problemi” che affronta sono quelli del lavoro. Per il resto evita tutto. – Han girava per la stanza – Li affronta solo se costretta. >
< Allora la metteremo nella condizione di dover affrontare la questione. Costringendola. >
< Sembra facile… >
YoSeob si avvicino ad Hannah e le prese le mani.
< Ci riusciremo! >
< … Mi spieghi come mai sei così interessato? Sicuro di essere semplicemente in pensiero per Jun?>
< Eh? … ehm… Si, certo!! E poi con la scusa parlo con te e non mi dispiace affatto…>
Le guance di Hannah arrossirono così velocemente che YoSeob non poté fare a meno di ridere.
< Ti ho ripetuto già diverse volte che se arrossisci è pericoloso vero? >
< Direi di si! Ma non posso farmi a meno… >
Non poteva credere che l’idol che l’aveva colpita al primo video che aveva visto, con quei capelli biondo platino, stava con lei, le stringeva le mani, e le aveva dato quei baci nel collo…
< Ma dopo tutto, devo stuzzicarti un po’. No? >

La prese per i fianchi e la spinse fino al muro che si trovava alle sue spalle.
Avvicinò le sue labbra all’orecchio di Hannah.
< Direi che mi diverto. Se ti da fastidio è meglio se mi fermi. >
Hannah non voleva fermarlo. Anche se sapeva che sarebbe stato meglio così.
YoSeob prese a baciarle il collo. Aveva capito che era il punto debole della ragazza. Piano saliva verso la mandibola.
Hannah doveva fermarlo se non voleva iniziare ad assecondarlo. Ma, prima che potesse fare qualcosa, si fermò lui.
< Scusa – guardando l’orologio a lato dei ragazzi - Devo vedermi con i ragazzi... >
< Eh? Ah! Si… tranquillo! Io devo vedere se Elena si è calmata! >
< Calmata? Aveva qualcosa? >
< Niente di particolare! >
Uscirono dalla stanza e dandole una piccola carezza nella guancia, la saluto e si diresse verso il corridoio est per andare nella stanza del compagno.
Appena non lo vide più, Hannah inizio a sfiorarsi il collo con le mani e ripensò a c’ho che era successo poco prima. Senza accorgersene inizio a saltare per la stanza ma si bloccò.
< Perché si ferma sempre! Che cavolo! >
Poi si diresse verso la propria camera.

 
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YoSeob bussò alla porta e KiKwang aprì subito la porta.
< Finalmente! Non ti aspettavamo più! >
< Avevo da fare! >
Entrò in camera e si sedette nell’angolo del letto.
HyunSeung prese la parola. < Con Hannah? – disse ridendo – secondo te non ti abbiamo visto in piscina? >
Tutti si girarono per vedere la reazione del ragazzo.
< Che ci posso fare? Ha qualcosa di diverso e mi piace. Peccato che dovevo venire qua… >
DooJoon rispose subito. < Che vorresti dire? >
< Niente. Niente. Comunque ho buone notizie e brutte notizie. >
< Parla. >


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Elena era rimasta nella sua stanza. Non aveva voglia di uscire e pensava sia alla conversazione con Hannah, su YoSeob, sia a Jun e a Daniel.
Non sapeva che fare.
Dopo un’oretta sentì la porta della stanza accanto chiudersi.
“Sarà tornata?”
Quando aprì la porta stava quasi per sbattere, faccia a faccia, con sua cugina.
< Pensavo che fossi entrata in stanza. >
< Si ma sono uscita subito e stavo per bussare! >
< Entra! >
< Invece di stare in stanza… andiamo a farci un giro? >
< Solo se mi dici che è successo con YoSeob in piscina! >
< Ma te l’ho detto! Uffa! Anzi come va con Daniel? E Jun? >
< … Non mi va di parlarne. Scusa. >
Con queste parole, chiuse la porta e lascio fuori Hannah.
< Elena! >
Elena non rispose. Non aveva voglia di prendere l’argomento.
Il resto del giorno lo passò la. Chiusa in camera con il cellulare in mano.
Scriveva e riscriveva un messaggio per Daniel.
Però era sicura che non lo avrebbe iniziato.  Non voleva affrontarlo.


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La mattina dopo, Hannah si svegliò tardi.
Appena prese il cellulare trovò 1 messaggi.
 
From: YoSeob
Oggi non posso farmi vedere ma stasera fatti trovare vestita elegante, con tua cugina. Mi raccomando! Ciao Principessa!
 
Elegante? Con Elena? Chissà che dovevano fare…

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I B2ST erano nella sala che avevano affittato il giorno prima per  i preparativi.
KiKwang era molto indaffarato. Voleva essere un perfetto cupido fuori dal periodo di San Valentino.
Gli altri ragazzi erano occupati a sistemare tavoli e le decorazioni.
L’unico in disparte era Jun che li osservava seduto su una sedia…pensava a cosa potevano fare i suoi compagni e in che modo evitare che s’intromettevano nella situazione.

< Hai mandato il messaggio a Hannah? >
< Si! Sta tranquillo Kiki! Andrà bene! E non ripetere la domanda 10 volte ogni 5 minuti! >
< Jun, invece di poltrire su quella sedia, alzati e dacci una mano – disse Hyun – sei fermo li da una decina di minuti…alla fine tutto questo lo stiamo facendo per te! Ricordatelo >
< Ma il nostro Romeo starà già pensando a cose sconce con la nostra Giulietta > disse ridendo Kiki
< Non dire cazzate Ki… sto solo pensando che stasera non faremo nient’altro che il concerto >
I ragazzi si fermarono a guardarlo.

< Come? – disse Ki – e tutto questo per cosa lo staremo a fare??? Le decorazioni…l’atmosfera…i miei piani per farvi rimanere da soli…vuoi mandare tutto all’aria? >
< Si hai capito bene! È una sciocchezza quella di costringerla a fare cose che non vuole >
< Lei non sarà costretta…ti stiamo solo creando la giusta situazione…dovrai fare da solo >
< Non ho intenzione di seguire i tuoi piani! Lei è diversa…non è come le altre ragazze…ha qualcosa che sfugge al mio controllo, non voglio che sia tutto programmato…quando sarà il momento lo capiremo! >
< Ma il momento se avverrà potrà esser anche tardi! >
< Non succederà…e poi anche se lo fosse vorrà dire che non era destino. >
< Ma… >
< KI! Niente ma… - rivolgendosi a tutti – Stasera balleremo e canteremo…non ci sarà nient’altro, ci siamo capiti? >
< Le decorazioni? > chiese Seob
< Quelle se volete le potete mettere…ma guai se seguirete quello che ha in mente Ki! NON VOLGIO RIPETERMI UNA SECONDA VOLTA… voglio far passare una splendida serata…quello che verrà poi in seguito lo deciderò io…e solo io! >
Jun finito di parlare si recò nella sua stanza, era quasi il momento di iniziar a prepararsi.

< Non lo capisco – disse Dong – prima vuole che lo aiutiamo e poi dice di non far più nulla >
< Ma alla fine tutti i torti non li ha…pensa, se Elena scoprisse che abbiamo fatto tutto questo con lo scopo di farli mettere insieme si potrà arrabbiare… alla fine sono fatti loro dei sentimenti >
< Si hai ragione > disse Dong
< Ragione fino ad un certo punto – intervenne Ki – Se quei due non li si metterà alle strette non cederanno mai. Bisogna solo far una cosa >
< Ki hai sentito quello che ha detto Jun > disse Seob
< Si lo so…voi fate come volete…io ho in mente una cosa. Vedrai in poco tempo si metteranno insieme…parola di CUPIDO! >


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Arriva un nuovo messaggio.
 
From: YoSeob
Principessa, sul comodino ti ho fatto mettere una carta! Compratevi quello che volete per stasera!
 
In effetti, si girò e vide una carta prepagata proprio accanto alla lampada.
Chissà cosa avevano organizzato.
Si vesti di corsa e busso alla porta di Elena.

< ELENA APRII! >
Appena la cugina aprì la porta capì che si era appena alzata perché aveva il pigiama e i capelli erano “leggermente” scompigliati.
< Che succede? – disse mentre sbadigliava – c’era bisogno di gridare? >
< Scusami! Non volevo! Comunque ti sei appena svegliata? >
< Direi di si… >
< Bene… FATTI LA DOCCIA, VESTITI E ANDIAMO! >
< Perché? >
< Ora ti spiego! – la spinge dentro la doccia – si fa shopping! I ragazzi ci hanno prenotato per stasera! Penso sia una sorpresa ma comunque noi ci prepariamo per bene chiaro?! >
< Sisi tranquilla… ORA ESCI DAL BAGNO! >

Aspettò un’ora prima che la cugina fu pronta.
Furono costrette a pranzare prima di andare a fare shopping.
Verso le 4 del pomeriggio iniziarono, finalmente, a provare vestiti.
< Il bello è che ti avevo detto di fare presto. >
< Per prepararsi ci vuole tempo! >
< Vabbè… Che te ne pare? >
Hannah aveva provato una gonna nera, di seta, con balze che si fermavano un po’ sopra il ginocchio, una maglietta verde acqua aderente, senza maniche. Una piccola fascia nera passava sotto al seno e si chiudeva in un fiocco a destra. La parte del seno era decorata con lustrini.

< Sei bellissima! >
< Piacerà a Seobi? >
< Seobi? >
< Si! Mi ha detto che non vuole che lo chiami YoSeob! Che dolce! >
< Sarà… >
< Prova qualcosa tu! >
< SI. >
Elena aveva provato un abito a tubino blu notte. Sopra aveva un velo, dello stesso colore, che copriva anche una spalla fino ad arrivare alla fine del tubino, all’altezza del ginocchio. Era davvero fantastico.
< Devi comprarlo! Sei a dir poco stupenda!>
< Tu dici? >
< Si! Adesso ci mancano le scarpe! Io le devo assolutamente trovare dello stesso colore della maglietta! >

 
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Finalmente, finite le compere, si fece sera.

Hannah e Elena, dopo essersi preparate, salirono ed entrarono in quella sala che le fece rimanere estasiate.
La sala era addobbata in modo elegante.
Sopra le finestre che circondavano tutto il piano erano stati messi dei panneggi rossi acceso che, con le luci puntate sopra, illuminavano la sala.
In alcuni punti dei panneggi erano presenti dei brillanti che mandavano luce ovunque.
I ragazzi le aspettavano al centro della sala.
Il primo ad avvicinarsi fu YoSeob.

< Benvenute signore - disse. E poi avvicinandosi a Hannah - ciao principessa! Sei stupenda. >
Detto questo le prese la mano e ne bacio il retro come un perfetto gentiluomo.
< Ehm... Ciao Seob! Grazie! >
Elena non poteva crederci. Credeva alla cugina ma non pensava che la chiamasse veramente principessa.
Inizio a vagare per la stanza con lo sguardo e si accorse che Jun era l'unico a essere rimasto in disparte dopo che gli altri ragazzi si erano avvicinati.
Di istinto si avvicinò a lui anche se, appena lo raggiunse, non sapeva che dirgli.
Jun si girò a fissarla e questo la fece sentire strana, quasi in imbarazzo.
< Ciao... >

Era riuscita a far uscire quella parola da bocca ma si bloccò di colpo.
Jun rimase colpito dal vestito che indossava. Le stava veramente bene.
< Ti piace? ... La sala? Gli altri hanno fatto davvero un bel lavoro. >
< Si. È davvero bella! >
< Non hanno badato a spese per farvi questa sorpresa. Ci tenevano. In particolare Seob. Voleva fare qualcosa per colpire Hannah. >
< Davvero? Ci tiene così tanto? >
< Si. Andiamo dagli altri? Non vorrei farti annoiare qui con me. >
< Va bene. Ma, comunque, non mi annoi. >
Inizio ad andare verso gli altri e Jun rimase colpito da quelle parole.
Pensava che la ragazza non lo sopportasse però quella frase gli iniziava a far credergli il contrario. Sotto sotto, forse non è così bimba.

Quando furono tutti insieme. Kiki prese la parola.
< Abbiamo voluto farvi questa sorpresa! Ci sembrava giusto visto che stiamo iniziando a conoscerci molto e ci fate davvero simpatia! Visto che lavoreremo spesso insieme, ci sembrava giusto! - diede un colpo con il gomito al braccio di YoSeob indicando Hannah - Direi che come inizio non è male eh Seob? >
Tutti iniziarono a ridere tranne la ragazza, che si sentì leggermente in imbarazzo, e YoSeob che era impegnato ad arrabbiarsi con Kiki.
Appena si calmarono tutti riprese a parlare.
< Come regalo, abbiamo organizzato un piccolo concerto solo per voi due visto che, da quello che abbiamo capito, siete delle nostri grandi fan! >
Ad Hannah si illuminarono gli occhi. Non poteva crederci.
I ragazzi presero due sedie e le fecero accomodare di fronte l'allestimento con i microfoni.
< Bene…adesso che siamo pronti, inizieremo con la prima canzone. – Ki guarda verso Elena – questa ve la dedichiamo…cantare per due magnifiche ragazze non potevamo chiedere di meglio, non credi Jun >

Jun si voltò con sguardo fulminante verso Kiki che non distoglieva lo sguardo su Elena.
“ Cosa avrà in mente di fare quello stupido! Avevo detto niente sceneggiate! ”
Appena tutti presero posizione, la musica iniziò a inondare la sala.
Le ragazze capirono subito di che canzone si trattasse: "Beautiful".
Le parole erano così chiare...

Così bella, la mia ragazza! Oh oh ragazza, oh oh ragazza, anche se il tempo passa, ti tratterò meglio di chiunque altro, my girl! Ti darò tutto ciò che ho! Oh tu (tu) te (te) oh oh. Ovunque tu sia io posso correre da te, penso sempre a te! Ti amerò più di ora, la mia ragazza, tu tu tu la mia ragazza!
[Beautiful ]

Le ragazze osservavano la scena incantate. Avrebbero voluto che quel momento non finisse mai.
Avevano sempre sognato di riuscire ad andare a un loro concerto e cantare, insieme a milioni di fan, le loro canzoni mente ballavano nell'immenso palco.
E invece, adesso, stavano assistendo a un concerto adibito solo per loro due.
E si sentivano molto, forse anche troppo, coinvolte in quella canzone.
Kiki non distoglieva lo sguardo su Elena, facendo innervosire Jun causando un po’ di problemi nel ballo.
Elena non capiva bene perché Jun si comportava strano quel giorno, non era da lui esser così distratto e sbagliar un po’ di passi, ma non ci fece tanto caso…

Conclusa la canzone iniziò "I like you the best".

Tu sei quella che mi piace di più, sei la più carina! Ogni volta che passi, lasci il tuo fascino! Tu se quella che mi piace di più, devi essere tu! Mettilo nel cuore, tu sei la persona più preziosa al mondo! Ogni volta mi piace! Tutto il mio amore è per te, non ho nessuno a parte te!
[ I like you the best ]

Elena guardava la cugina così felice che non riuscì a trattenere una risatina, sprizzava gioia da tutte le parti…urlava, cantava e ballava insieme a loro…sembrava vedere una bambina giocare con i suoi giocattoli preferiti.
Era così dolce vedere quanta felicità avevano regalato senza poter ricambiare il gesto.
Mentre vedeva la scena di Han che ballava con il suo amato Seob sopra il palco insieme agli altri si accorse che Jun la stava ad osservare, si sentì in imbarazzo e non capiva perché…vedere il suo sguardo puntato su di lei la metteva in suggestione.
Era strano. Non si sentiva come le volte precedenti...si sentiva nervosa, fuori luogo, si spostò una ciocca di capelli che le copriva il viso e alzò lo sguardo…ora oltre ad aver lo sguardo di Jun anche Kiki la stava ad osservare regalandogli uno splendido sorriso.
Si chiedeva del perché la stavano ad osservare…aveva per caso qualcosa che non andava? Qualcosa fra i capelli? Magari era il vestito a renderla ridicola?
Mentre pensava a tutto quello, un’immagine le tornò in mente… Daniel.
Si chiedeva il perché in quella situazione le venne in mente proprio lui…cercò di non pensarci. Voleva godersi quella serata. Niente e nessuno gliel'avrebbe rovinata.

Concluso lo spettacolo, Hannah si mise quasi a piangere.
I ragazzi risero e YoSeob cercò di calmarla.
< Scusate! Non volevo avere una reazione del genere! >
< Hannah non ti preoccupare - disse HyunSeung - questo ci fa capire quanto ci tenevi e di conseguenza ti abbiamo fatta felice! >
< Grazie! >

 
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Il resto della serata passò tranquilla.
La musica continuava sottofondo, anche se non si notava molto a causa delle risate del gruppo. 
Jun era rimasto distante degli altri, stava ad osservar il loro comportamento…anche se era stato ben chiaro con loro sapeva che Kiki avrebbe coinvolto qualcuno a far qualcosa.
< Jun – disse avvicinandosi Doo – rilassati, siamo qui per divertirci >
< Con quello c’è poco da star tranquilli >
< Ti riferisci a Kiki? >
< Si esatto…me lo sento, farà qualcosa. Non voglio che faccia niente…non lo capisce che lei è stata ferita e non voglio che pensa che stiamo giocando con i suoi sentimenti?>
< E perché mai dovrebbe pensarlo? Abbiamo fatto questa festa per loro, non c’è niente di male >
< La festa va bene, ma non voglio che faccia altro! >
< Vedrai che non farà nulla…  >
Neanche finì di parlare che Kiki si avvicinò ad Elena prendendola in disparte.
Jun si allertò.

< Dicevi? Non farà niente? >
< Gli avevo detto di non far nulla fino ad un attimo fa…perché il suo cervello è così duro a comprendere >
Jun era preoccupato per quello che poteva far Kiki che decise di avvicinarsi ai due ragazzi, mentre si avvicinò notò come Kiki le si avvicinò portando un suo braccio in torno alla vita avvicinando la ragazza a se…
“ Quello scemo, che intenzioni ha! ”
Kiki le si avvicinò per sussurragli qualcosa all’orecchio e notò Jun fermo ad osservali, lo guardò…spostò i capelli della ragazza e le diede un bacio sul collo.
Preso dalla rabbia, Jun con passo veloce si recò verso i due…prese il braccio di Kiki che aveva messo nella vita della ragazza stringendolo.

< Cosa stai facendo? >
Elena non capì cosa avesse Jun da guardar in quel modo il suo amico, si spostò e cercò di calmarlo senza risultati.
< Tranquilla Elena – le disse Kiki facendogli l’occhiolino – Andiamo Jun…non è carino far in questo modo >
< Ti avevo avvisato di non fare sciocchezze >
< Mi stavo solo godendo la festa… >
< C’è modo e modo…che significa quello che ho visto >
Ki gli sorrise, questo fece irritare di più Jun.
< Dai ragazzi, ci stiamo divertendo…non litigate >intervenne Doo
Elena li guardava un po’ preoccupata, Jun era troppo nervoso…poi Ki gli diede la mano…
< Dai, facciamo pace >

Jun lo guardò perplesso non capendo quel gesto, pochi secondi dopo gli strinse la mano.
Tutti tornarono a divertirsi e a ridere, Jun lo guardava…osservava il suo volto cosi sereno.
< Sta tranquillo – Ki lo tirò a se bisbigliando all’orecchio –non ho intenzione di far niente di che…vedrai farò in modo che tu esca fuori i tuoi sentimenti. È una ragazza davvero carina, se hai intenzione di non far nulla…qualcuno la porterà via da te. >
< Questo qualcuno potresti essere tu >
< Chissà, potrei… ma stai attento, qui siamo fra amici. Quando saremo a Seoul apriti gli occhi, se la vedranno sola non ci penseranno due volte a portartela via >
Ki si allontanò da Jun dirigendosi verso gli altri lasciandolo da solo.
< Va tutto bene, Jun > chiese Elena
Jun la guardò negli occhi, era davvero splendida, se non avrebbe fatto nulla qualcuno ne avrebbe approfittato senza che poteva far nulla per impedirlo.
Cosa poteva far in quel momento? Sapeva cosa gli fosse successo, non voleva approfittare della situazione…se sceglieva lui era solo perché lo voleva e non perché fosse vulnerabile.
< Si, va tutto bene…vai dagli altri, voglio star solo >
< Se stai male ti do una mano >
Elena appoggiò la mano sul suo braccio, era così vicina da poter sentir il suo profumo così delicato…era proprio come immaginava…una ragazza così semplice non poteva che usare profumi leggeri e dolci, ne fu incantato.

< Stai male Jun? >
< Ti ho detto che sto bene, voglio star un attimo da solo…scusa >
Bruscamente allontanò la ragazza per poi uscir fuori dalla stanza.
Kiki osservava con sguardo compiaciuto la situazione.
Cosa aveva in mente di fare?








NYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! E' ARRIVATO IL POSTER DEI B2ST QUINDI FRA POCO ARRIVA IL CD.... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH *sclero time*

BuonaSera :3 Vi sono mancata?
Ecco a voi, il tanto atteso mini-concerto!
Impressioni? Osservazioni? COMPLESSI?
Scriveteli <3
Ciao <3

Ps: Ho Sonno <3

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Capitolo 11
*** Ricordi - Ultima Notte ***


Dall’inizio della festa erano trascorse già 2 ore, avevan mangiato qualche antipasto e decisero di prender qualcosa da bere. Naturalmente potevano solo prendere qualcosa di analcolico era severamente vietato prender bibite alcoliche se non in qualche evento eccezionale.
Si sedettero in un tavolo tutti insieme ridendo su alcune sceneggiature che avevano fatto i ragazzi in alcune loro apparizioni in tv o dietro le quinte o in privato.
Le due ragazze ridevano, Elena si sentiva molto al suo agio e Han…

Elena rivolse il suo sguardo verso di lei….sembrava come se fosse già parte di quel mondo…
Ebbe un brivido, una sensazione strana la ricoprì causando la pelle d’oca, non capì cosa le stesse succedendo, ma quel gelo non la voleva lasciare cercando di non farlo notare agli altri.
In quel tavolo rimase da sola, Han ballava insieme a Seob, Doo e Kiki mentre Hyun e Dong eran in disparte a parlare tra loro.
Osservava con aria compiaciuta Hannah, si stava proprio divertendo cosa che lei non riusciva e tutto perché…già perché la sua testa era impegnata su lui, Daniel.

Verso le 11 cominciarono a recarsi nella loro suite tranne Elena che, recatosi prima in bagno, non sentì che era finito il “mini-concerto” .
< Ma…non c’è più nessuno, è tutto spento…è quella candela? >
Elena si recò nel tavolo dove c’era solo una piccola candela accesa, sotto un foglio con scritto “ SMILE ELY ” .
Era stupita da quella parola, non capiva che potesse averla scritta…forse sua cugina, ma la scrittura non era la sua e poi per quale motivo scritto in inglese…
Si sedette cominciando a riflettere su chi potesse aver scritto quel biglietto, escluse sia Han e sia YoSeob erano intenti a star fin troppo vicini per occuparsi di come stava, Doo e Hyun chiacchieravano tra loro e infine si aggiunse Ki con loro, rimane solo…

< …JUN.. >
Elena pensò subito a lui, per il resto della serata non aveva avuto modo di poterlo veder se non quando si è esibito cantando.
< Chissà se è stato veramente lui a scrivere “ SORRIDI” – disse mentre teneva il cartoncino con la mano destra e il volto appoggiato nella sinistra osservando fuori il vetro – e anche se non fosse lui, mi chiedo come mai questa parola… >
Rimase ad osservar fuori per almeno 10 minuti, la candela stava per spengersi, c’era troppo silenzio e se ne rese conto solo quando ritornò dai suoi pensieri. Stava quasi per alzarsi quando vide comparire un ombra avvicinarsi verso il tavolo dove era seduta.
Dalla paura non riuscì a muoversi, osservava attentamente per poter capire di chi fosse e proprio quando mancava pochi passi da lui, la candela si spense, il suo cuor batté fortissimo, la paura la pietrificò...

L’ombra si fermò.
< Hai paura?? >
Non rispose, non riusciva a pronunciare alcuna sillaba in quel momento, stava cercando di intravedere il suo volto coperto dalla penombra collegando la voce appena sentita.
La persona che stava davanti si avvicinò piano verso lei.
< Non devi aver paura >
< …E perché no? > disse indietreggiando.
< Non sono venuto qui per farti del male – si avvicinò all’orecchio sussurrando – sono qui per renderti felice >
Elena non capiva chi potesse esser quella persona e del perché aveva detto quella frase.
< Non ho bisogno di esser felice >
< Uh?! – disse sempre sussurrando – io credo proprio di si >
< Ma chi sei? >

Elena non riusciva a identificare quella voce, la sua testa era confusa.
< Non ha importanza chi sia io – avvicinò la mano accarezzandole il viso – molto presto lo saprai >
Un brivido le fece venir la pelle d’oca, si allontanò da quella persona avvicinandosi verso la finestra sperando che anche lui sarebbe andato da quella parte, ma non fu così.
Rimasero fermi in quelle posizioni per alcuni minuti, poi la strana persona decise di andarsene.
< No, aspetta – la fermò – dimmi chi sei! Dimmi perché hai scritto quel foglietto >
Si voltò, con quella poca luce non riusciva a vedere bene il suo volto ma le sembrava familiare…
< Ma tu sei…. Sei Jun? >

Lasciò la presa, la persona stava ridendo.
< P…Perché hai fatto tutta questa sceneggiata? >
< Perché, io – si fermò e sorridendo – io ti… >
Si accesero le luci.
Elena rimase stupita…
< Stavi dicendo? >
I due guardarono verso l’ingresso.
< Che ti è saltato in mente????!!! E’ questo che avevi in mente fin dall’inizio??? Lo sapevo che avevi strane cose in mente! >
Elena non capiva…
< Mi, mi volete dare una spiegazione?? >
Jun si avvicinò, osservava Ki ed Elena.

< Si Ki, dobbiamo spiegare >
< Scusami Elena, non volevo spaventarti e solo…ecco ti ho vista così giù in questi giorni che volevo tirarti su di morale – si inchinò – Scusami, non lo farò più >
Elena arrossì.
< Non preoccuparti, non hai fatto niente di male> disse sorridendo
Ki guardò il suo volto che le regalava un magnifico sorriso, ne fa colpito…Jun se ne accorse.
< Ehy, Ki…Kiki… >
< Eh, ehm si Jun…dimmi >
< Non credi sia meglio che vai? >
< Ma perché? > chiese Elena
< Questa è la nostra ultima sera qui, domani ci aspetta il ritorno, sarà meglio riposarci…. >
< Già, già…allora vado…Notte Elena – le diede un bacio nella guancia facendola arrossire ed innervosire Jun – ci vediamo domani >
< B-Buona notte >

Ki le fece l’occhiolino e poi uscì lasciando i due soli nella stanza.
Jun osservò Elena, era ancora tutta rossa per quel bacio di poco fa…
< Devi star ancora così?  > domandò infastidito.
< Eh? Così come, scusa? >
< Con quell’espressione da scema che ti ritrovi >
< Ehi! Senti qui l’unico scemo sei tu! >
< Io sarei scemo? Stai facendo la tonta per un normalissimo bacio sulla guancia >
< E allora? Che fa? >
< … Niente, lasciamo perdere >
< Che ti prende? Perché ora fai così? >
< Niente, piuttosto…come mai eri sola con lui…al buio? >
< Ah ecco… ero andata un attimo in bagno, al mio ritorno era tutto spento e c’era una candela su quel tavolo mi son avvicinata e ho trovat questo biglietto – mostrandolo – rimasi a pensare a chi potesse averlo scritto quando è entrato lui. Ma non avevo capito chi fosse se non quando hai acceso la luce…ero convinta che fossi tu >
< Io? > disse stupito
< Si, pensavo che sia il biglietto e sia la persona fossi tu – le sorrise –mi dai come l’impressione che mi osservi di nascosto, forse mi starò sbagliando. >
< Perché ti darei quest’impressione? >
< Non saprei, è solo una mia sensazione…mi sa che ho sbagliato a dirtela, ma…non so, con te mi sento a mio agio…cioè nel senso che posso parlare più liberamente rispetto agli altri >
Jun osservava con curiosità la ragazza che con il suo vestito color blu e i capelli sciolti la rendevano davvero bella.

< Posso chiederti una cosa? >
< Si dimmi Jun >
< Quella sera, quando hai pianto...perché l’hai fatto? >
< …Ah... – i suoi occhi si rattristirono – ecco >
< Scusa, non volevo esser invadente… fa come se non ti avessi chiesto niente >
Si voltò dirigendosi verso l’uscita.
< Aspetta >
Si fermò.
< Volevo…ecco, volevo dirti scusa – inchinandosi – non volevo che quella sera mi vedessi piangere. Ho fatta la mia classica figura da piagnona, ma non sono così in verità…e che, è un periodo un po’ complicato…tutto qui >
< Tranquilla, a tutti può succedere di avere momenti difficili da affrontare…l’importante e aver le forze per superarli e andare avanti…però, ricordati…certi ostacoli non puoi affrontarli da sola, affidati a qualcuno >
< Me lo ricorderò… è solo che... – alcune lacrime scesero – a volte, uno si sente da solo e non riesce a trovar appoggio … >
Non ebbe il tempo di finir la frase che si ritrovò fra le braccia di Jun.

< Elena… tu non sei sola. Sappi che io ci sarò per sempre… >
A quelle parole, Elena si lasciò andar in un lungo pianto.
Cominciò a bagnare la camicia di Jun, ma lui sembrava importarsene poco. Le accarezzò la testa.
< Sfoga tutto con queste lacrime…sai a volte possono aiutare ad esprimere i propri sentimenti… Se vuoi io sono qui ad ascoltarti >
Elena teneva le mani vicino il proprio volto, cercando di nascondere l’imbarazzo di quel pianto, quando si calmò un po’, lentamente portò le sue mani dietro la sua schiena, stringendolo a se.
Jun ne fu sorpreso, non si aspettava una reazione del genere…il suo cuore cominciò a batter forte, non riusciva a calmarsi: averla lì, tra le sue braccia non le sembrava neanche vero.
< Grazie, Jun… >
< E di cosa? >
< Per le tue parole…mi danno conforto>
La strinse forte, Elena poté sentire il battito del suo cuore.
< Non devi ringraziarmi di niente… te l’ho detto, per qualsiasi problema io ci sarò sempre. Puoi contare sulla mia spalla >
Elena si rattristì, erano quasi le stesse parole che Daniel le aveva detto quella sera sotto casa sua…una lacrima le scese.


Gli venne un colpo, non l’aveva mai chiamata così…
< Posso chiamarti Ely? >
Lo guardò negli occhi.
< …S-SI >
< …Ely – sorridendo – ti va di sederci un po’? >
Il suo sorriso…Elena era la prima volta che lo vedeva sorridere, aveva un’espressione così dolce.
< …Ok >
Si diressero nel tavolo vicino la finestra l’uno difronte all’altro. Per la prima volta da quando stavano insieme da soli, Elena si sentiva nervosa non riuscendo a capire bene il perché.
< Va tutto bene, Ely? >
S’irrigidì.
< …S-Si, va tutto bene >
< Mi sembri strana… non sei mai stata così silenziosa. >
< No…e che, avrò sicuramente il viso sporco dal trucco. Vado un attimo in bagno >
<  Ok, vuoi che ti accompagni? >
< EH? >
< Scema –ridendo – ti aspetto dietro la porta >
< Lo so! – disse imbroccata – cosa intendevi dire! >
< Dai, va beh. Ti aspetto qui >

Elena si diresse verso l’uscita, quando si voltò lo vide che la osservava, si sentiva strana…una sensazione che mai aveva provato.
Quando entrò in bagno, si osservò allo specchio…ormai il trucco era andato, dovette sistemarsi come poteva.
Uscì dopo 10 minuti, e quando entro nella sala non lo trovò seduto dove diceva di aspettarla.
< Jun... – era rimasta ferma davanti l’ingresso – dovrò andarmene anch’io, è inutile restare qui! >
Stava per andarsene quando si accorse di una cosa…le luci erano accese ma nel tavolo dove stavano prima c’era una candela accesa, si avvicinò…c’era un altro biglietto, lo lesse.
< “ Raggiungimi nella terrazza, Jun ”… >
Non capì perché, ma non appena finì di leggere si voltò di scatto per andar nella terrazza…anche se non aveva specificato lei immaginava a quale si riferiva.
Ma una stretta la fermò.
< Dove pensi di andare? >
Si sentì avvolta in unabbraccio. Delle forti braccia le stavano stringendo intorno alla vita…Jun la strinse a se.
Non capiva, non riusciva a capire cosa le stesse succedendo…

Quelle sensazioni di piacere, di desiderio di stringersi a lui…
No, si diceva, non doveva capitare, non doveva innamorarsi, non di lui…non in quel momento…
< Perché stavi correndo? Volevi vedermi? >
< …No ti sbagli>
Stava mentendo, e lei lo sapeva benissimo.
< Dici che mi sbaglio?  Non direi… >
< Invece si…lasciami >
Invece di la lasciarla rafforzò la presa intorno alla sua vita…
< Jun, dai lasciami…cominci a farmi male >
Non aveva intenzione di lasciarla, la teneva stretta e con la mano destra le alzò il volto guardandola dritta negli occhi.
Ebbe paura, ma al tempo stesso era catturata da quello sguardo…
< …Jun… >
Stava quasi per baciarla, chiuse gli occhi…ma un attimo prima che le loro labbra si toccassero Jun allentò la presa…
< Basta così >
< EH? > Elena aprì gli occhi incredula
< Non capisco perché se gli altri ti danno un semplice bacio sulla guarda fai quella faccia da tonta mentre con me hai paura anche se solo provo a sfiorarti… >
Non seppe cosa dirgli, aveva pienamente ragione… se solo provava a sfiorarla sentiva il bisogno di proteggersi, aveva paura…ma perché?
La lasciò andare.

< Avevi detto poco fa che ti senti a tuo agio con me >
Elena lo guardò mentre si dirigeva verso la porta.
< Non sei del tutto sincera… Se fossi stata a tuo agio, avresti avuto la stessa espressione del bacio di Ki… invece tremavi. >
Si voltò a guardarla.
< Ho come l’impressione che tu… hai paura di qualcosa – rimase li ad osservar la sua espressione – come se ti sei creata un muro impenetrabile. >
Dopo quelle parole aprì la porta uscendo.
Elena era rimasta ferma, purtroppo le cose che gli erano state rivolte dicevano la verità, lei aveva paura…paura a dimenticarsi il passato e andare avanti, paura di innamorarsi di nuovo.
“ Non posso, non posso affrontare un’altra delusione. Non devo innamorarmi! Come posso dimenticare il mio passato… la mia storia con lui. E’ un pezzo di vita mia e non riesco a farmi una ragione che da mesi non fa più parte del mio presente. Vivo di semplici ricordi… ”
Elena si diresse verso la porta chiusa, appoggiò una mano.
“ …Non devo innamorarmi di te, le persone che mi amano soffro sempre. Soffrono…perché non sono capace di amarle come loro amano me! ”

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Quel momento, quelle sensazioni… Elena voleva cancellarli del tutto, voleva che non fosse mai accaduto nulla del genere.
Doveva dar retta più ai pensieri che all’istinto.
Su quell’aereo sempre più vicino a casa, rimpiangeva di non aver ascoltato di più la sua mente.
Non doveva più amare nessuno se non era in grado di ricambiare i sentimenti!
 “ Oh Jun…perdonami! ”






Salve come state? *^*
Avevo detto che aggiornavo prima ma non ho potuto y.y
Mi dispiace y.y
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo :3
Dal prossimo capitolo... SI VA A SEOUL *^^^*

Byeeee <3


ps: è arrivato il cd *^* Bellissimo *^*
 

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Capitolo 12
*** Ricordi - In giro ***


“ Anche questa sera è passata. Domani andremo a Seoul…non sto nella pelle ”
Han era nella sua suite che sistemava le ultime cose da mettere nella valigia, desiderava andare a Seoul e finalmente il suo desiderio si stava realizzando.
Tutti quella sera cominciarono a preparare le valigie, anche se il volo sarebbe stato alle 22:15 avrebbero lasciato le loro camere alle 9 e si sarebbero direttia visitare un po’ la città; in quella settimana non avevan messo piede fuori per evitare scandali ma gli era stata concessa l’occasione di visitare la città, tutto naturalmente seguiti delle guardie del corpo che li avrebbero osservati senza destare sospetti.

Anche Elena era intenta a far le valigie, e se da una parte era felice perché avrebbe finalmente iniziato a lavorare realizzando il suo sogno dall’altra era triste, sì perché sarebbe stata molto spesso alle prove con i B2ST incontrando Jun.
Nel sistemare i suoi vestiti, si accorse della coperta che Jun le aveva messo di sopra per coprirla dal freddo, aveva ancora il suo odore, la strinse forte a se…non poteva lasciarla lì…la mise in valigia, era un ricordo che voleva portarsi con sé…
L’ultima sera in quell’albergo c’era chi non riusciva a dormire per l’emozione, chi invece dormiva serenamente, chi prima di dormire giocava con il cellulare o aggiornava il suo stato su un social network, chi non dormiva per i troppi pensieri come Elena.

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La mattina dopo una ricca colazione alle 9 si diressero per far un giro per la città, Han  caricò la sua macchina fotografia, voleva realizzare tante foto tra cui fotografare il suo Seob.
Mentre aspettavano che la macchina venisse a prenderli, Han scattò delle foto al gruppo in pose molto divertenti.
< Han scatta scatta >
Doo e Hyun erano messi davanti all’entrata dell’albergo come da perfette guardie del corpo che proteggevano Ki che nel mentre si atteggiava a grande personaggio famoso.
< AHAHAHAH questa dovrai passarmela quando arriveremo al dormitorio > disse Seob che la sopraggiunse alle sue spalle.
< …uhm…ok >
< Ma…ora dammi – prese la sua macchina – …sorridi >

Seob aveva scattato una foto ma Han non aveva guardato nell’obiettivo, era intenta a guardarlo così da vicino, in quell’abbraccio, con il suo magnifico sorriso…
< Ma no, Han… non hai guardato…rifacciamola! Voglio una nostra foto da metter come sfondo >.
Han arrossì, questo lo fece sorridere e guardandola le diede un bacio sulla guancia scattando una foto.
< Wao! Siamo venuti così carini, non trovi? >
Le mostrò la foto, Han sorrise…
< Sei così carina quando sorridi... – Seob si spostò un secondo – ferma >.
Si dispose davanti a lei, le scattò un’altra foto…
< Ihihihih…semplicemente splendida…questa finirà sul mio pc >.

Seob sorrideva contento mentre porgeva la macchina fotografica a Han che lo guardava con grande stupore.
< Scusate, posso prenderla un minuto? > intervenne Elena che era rimasta in disparte a guardar la scena.
< Si certo – disse Han porgendole la macchina – tieni, cosa devi fare? >
< Grazie – sorridendo – bene…stringetevi >.
Seob non se lo fece ripetere due volte, strinse a se la ragazza e guardando Elena sorrise.
< Han, guarda qui >
Han si voltò verso sua cugina, le fece segno di sorridere e dopo qualche secondo chiuse gli occhi stringendosi a Seob appoggiando la testa al suo petto sorridendo.
< Perfetto… state fermi… fatto >
< Grazie Ely >
< Tieni…di niente Han >

Han era così contenta, mostrò la foto a Seob che come risposta la strinse a se dandole un bacio in fronte.
< Sei stata molto carina con quel gesto, sai >.
Ki andò vicino a Elena che nello stesso tempo si stava allontanando dai ragazzi.
< Mia cugina è una ragazza molto timida con le persone che gli piacciono, ha bisogno solo di sciogliersi e poi prende confidenza. Ho solo dato la possibilità di avere una foto con la persona che tanto ama… spero solo di non aver sbagliato… >.
< Perché sbagliato? >
< E’ una ragazzina di soli 18 anni…non voglio che questa possibilità che le sta accadendo si trasformi in un ricordo da dover dimenticare >
< Mmm…scusa ma non capisco bene quello che vuoi dire… se ti riferisci al comportamento di Seob, puoi stare tranquilla che non la prende in giro >.
< Eh?! >
< Vedi…immaginavo che pensavi questo di noi. Non siamo come le persone che approfittiamo della nostra popolarità per aver le ragazze ai nostri piedi… Fidati – Ki la guardò, si avvicinò – dei nostri sentimenti puoi fidarti, non mentiamo >.

Elena guardandolo negli occhi, pensava a ciò che era successo la sera precedente con Jun…forse poteva credere a quello che Kiki diceva, forse veramente loro erano diversi, non avrebbero giocato con i loro sentimenti.
Ma allora perché con Jun si comportava in quel modo?
Rivolse lo sguardo verso la coppietta felice, vederli così ridere e scherzare senza alcuna preoccupazione la rese un po’ triste e invidiosa di sua cugina…anche lei voleva una storia che la rendeva felice.
Ripensò ai bei momenti trascorsi con Daniel, a quegli attimi dove anche lei era così felice come lo era Han…
< Che ti prende Ely. >
La voce di Jun s’intromise nei suoi pensieri riportandola al presente, lo guardò triste.
< …Niente, tranquillo >
Ma Jun non era convinto.
< Ehi Ki, che hai detto per renderla triste? >
< Io? Niente >
< Davvero Jun, non ho niente… Ki non ha fatto niente, abbiamo solo parlato >
< Non ti credo! – guardandolo – tu le avrai detto qualcosa per renderla così! >
Jun gli si avvicinò minaccioso, Elena s’intromise.
< Jun smettila! Ti ho detto che lui non c’entra! >
< Ehi voi tre – disse Doo – ma che vi prende? >
< …Niente… >

Jun si allontanò dai tre con aria nervosa.
< Ki, scusa mi sento in colpa >
< Elena tranquilla…la colpa non è tua – sorridendo – capisco i suoi sentimenti. >
Elena arrossì, ma non ebbe il tempo di rispondere che si senti una voce gridare…
< Ragazziiiiiiiiii!!!!!!! Venite qui… è arrivato il furgoncino >
Yo corse verso i ragazzi saltellando dalla gioia.
< Andiamo avanti…verso la scoperta della città! >
Si recarono davanti al furgoncino, nelle ultime file si sedettero Jun e Kiki e nel mezzo per spezzare la tensione Dong, nella fila centrale Elena con Han in mezzo e al suo fianco Seob…nelle prime file Doo e Hyun.
< Bene! Ragazzi... siiiiiii parte! >
Yo diede l’ok all’autista che accese e partì…

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Come prima destinazione si recarono al centro commerciale più grande di Dubai, il gruppo visitò quasi tutti i negozi e Seob prese Han indicandole di far finta di niente, si dileguarono allontanandosi un secondo.
< Ma come facciamo con gli altri? > chiese un po’ preoccupata
Seob le fece l’occhiolino
< Tranquilla, ho avvisato Dong! Abbiamo 15 minuti solo per noi. Mi dispiace di non aver potuto prendere più tempo! >
Han era felicissima, sprizzava felicità da tutte le parti; i suoi occhi luccicavano dalla gioia. Mentre camminavano, Han si fermava in tutte le vetrine, ammirando i lussuosi vestiti…ma eran così belli.
Seob amava vederla così contenta…vedeva in lei una parte del suo carattere dolce e tenero.
La afferrò per mano.

< Han…voglio farti un regalo…vieni >
Entrarono in uno di quei negozi.
< Scegline uno, voglio regalartelo! >
Han lo guardò con stupore, non ci credeva.
< Perché mi guardi cosi? >
< MA-MA  SONO CARISSIMI!!! >
Le sorrise.

< E’ un regalo che voglio farti, mi è proibito? >
< E…e che – si guardò intorno – davvero, non mi sentirei a mio agio >.
< Facciamo così…io ne prendo diversi a caso…tu scegli >
< No! – insistette – ti prego, mi sentirei troppo a disaggio >.
< Se non accetti, potrei rimanerci male… >.
< YoSe… >
< AH-AH… come mi hai chiamato? >
< …Seob >
< Ti avevo chiesto di chiamarmi solo Seob >.
Han era troppo imbarazzata, se ne accorse.

< …Tranquilla, non fa niente! – le accarezzò i capelli – volevo solo farti felice >.
< SCUSA…ma io la felicità... ecco… - diventando rossa – la felicità l’ho anche standoti accanto >
Seob ne fu sorpreso, non si aspettava una reazione del genere.
Mentre teneva il viso coperto dalle mani, Seob la strinse…
“ Quanto è tenera, ogni giorno che passo con lei mi piace di più…“.
< Han, non far così. Volevo solo farti un regalo – le prese le mani – i nostri 15 minuti sono finiti…andiamo dagli alti… il regalo te lo farò in un altro momento >
Detto questo uscirono andando nel punto in cui con Dong avevano accordato.
< Avete visto? – disse Dong – son lì quei due… >
Il resto del gruppo si riunì, decisero che prima di andare a veder altre cose di mangiar qualche panino lì stesso al centro commerciale e poi da li si diressero al Dubai Aquarium & Underwater Zoo, una mezz’oretta di strada dall’albergo dove risiedevano.

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Entrati dentro l’acquario Elena, Han e Seob rimasero a bocca aperta.
< Ragazziiiiiiiiiiii non ho mai visto una roba del genere! – disse Seob entusiasta – dai andiamo andiamo >
< FERMI! – disse Ki – invece di girar tutti insieme dividiamoci, così ognuno può veder cose le piace di più senza dover aspettare gli altri... che ne dite? >
< Ci sto > dissero Dong, Hyun e Seob.
< Perfetto ci vediamo in questo punto tra 1 ora >
< Allora noi andremo > Seob prese per mano Han es’incamminarono per l’acquario.
< Quei due non me la raccontan giusta, sonsempre appiccicati > aggiunse Dong.
< L’amore, l’amore… > disse ridendo Hyun
< Dai ragazzi, lasciamoli andare – intervenne Ki – benissimo adesso siamo rimasti solo noi 6…io direi di dividerci in 2 gruppi di 3 persone… io, Elena e Jun e poi voi tre insieme >
< Per me fa lo stesso > Jun passò vicino a Elena che era intenta a osservare Ki.
< Ok, bene ci vediamo tutti qui tra un’ora…mi raccomando >.

I ragazzi si divisero, chi andò a destra e chi a sinistra.
L’acquario era immenso, ospitava tutti gli esemplari marini, Elena era affascinata.
Adorava gli animali, e vederli lì tutti insieme non sapeva quale guardar per prima…si sentiva come pinocchio nel paese dei balocchi.
< Ti diverti? – chiese Ki – sapevo che avresti adorato questo posto >.
< Amo gli animali! Ho sempre desiderato andare in un acquario….e questo è bellissimo, grazie >.
Elena si era rivolta a Ki sorridendogli, non poteva non pensar a quanto fosse così…splendida.
Jun osservava i due a debita distanza, fino a lasciarli soli…vederli insieme gli dava i nervi.
Mentre procedevano tutti nella visita nei vari posti destinati ai vari esemplari, Jun ritornò al punto d’incontro, decise di lasciarli soli, si mise a pensare.
“ Insieme a me, non hai rivolto un sorriso come  quello. Non capisco perché solo con me hai questo atteggiamento ”
Era infastidito dal fatto che con Ki riusciva a esprimersi meglio, senza timori né liti.
Non capiva cosa potesse esserci in lui che non andava.
L’ora passò velocemente, i primi a ritornare furono Dong, Doo e Hyun che quando videro Jun solo lì ad attenderli si guardarono un po’ stupiti ma Jun non diede spiegazioni.
A seguire vennero Han con Seob e infine Ki con Elena.
< Come ti dicevo Ely >
“ Come l’ha chiamata? ”

Jun era seduto con le mani nelle tasche dei jeanscon lo sguardo rivolo verso loro due che si tenevano per mano…vederli in quel modo lo rese nervoso
< Non c’era da preoccuparsi, sapevo che sarebbe ritornato qui – aggiunse Kiki – Jun non è un tipo che si mette a guardare certi luoghi >.
< Sta di fatto che non vedendolo un po’ di preoccupazione c’era! >
< Non c’è bisogno che ti preoccupi per me – disse d’un tratto Jun – so badare a me stesso! >
Jun guardava le loro mani strette l’uno nell’altra, poi si voltò per non assistere a quella scena.
Era sceso un silenzio ed Elena non capiva cosa avesse Jun da innervosirsi fino a quel punto.
< Ki, adesso dove si va? Hai tu il foglio con i luoghi da visitare > disse Doo.
< Bene... – prese il foglio dalla tasca – ci sono altri posti da vedere ma si son fatte le 3… voglio andar in un posto... – guardò gli altri sorridendo – Avete portato i costumi come vi ho chiesto? >
Tutti annuirono.

< Bene… allora la nostra tappa sarà Aquaventure Water Park>.
< Ci vuoi portare in un acquapark? > chiesero in coro
< Yes! Dai presto andiamo >
Ki prese la mano di Elena e insieme al resto del gruppo si recarono sopra il furgoncino. Jun preferì mettersi accanto a Seob in quell’occasione, era troppo irritato dal comportamento di Elena e Kiki…
Arrivarono dopo circa 20 minuti, si diressero negli spogliatori per mettersi il costume.
I ragazzi indossarono tutti i costumi a pantaloncino, Han indossava un bikini color arancio molto semplice che fece spalancare gli occhi a Seob.

< Waoo, principessa…sei uno schianto >
Han si avvolse nella tovaglia dall’imbarazzo causato da quella frase.
< Han, ma tua cugina? > Ki guardava intorno ma non la vedeva ancora uscire.
< Elena sta arrivando, i camerini erano occupati, aspettava che si liberasse uno >.
< Ah capito >
< Ki – disse Doo – noi andiamo a occupare i posti nelle sdraio, aspettateci qui >
< Ok >
Doo, Dong e Hyun si allontanarono lasciando Han con Seob che non faceva altro che guardarla, Jun appoggiato al muro con il suo solito broncio e Kiki davanti all’entrata aspettando che Elena uscisse.

Passarono 10 minuti, i ragazzi tornarono indietro ma ancora di lei nessuna traccia.
< Ma quanto tempo ci vuole per mettersi un semplice costume? > disse sempre più infastidito Jun
< Mia cugina è sempre la solita. Sia per vestirsi sia per lavarsi fa tardi. Sarà meglio che la vado a recuperare >
Han stava per entrare quando finalmente uscì Elena.
< AH finalmente! Ti stavamo aspettan – Jun rimase colpito dalla sua bellezza - …aspettando >.
Elena indossava un costume color nero, aveva la forma particolare, dietro sembrava un normale bikini ma davanti un due pazzi con i lacci ai lati delle mutande, il sopra a triangolo che andava ad unirsi con il pezzo del costume di sotto.

< Scusate per l’attesa, ma i camerini erano tutti occupati e poi ho perso tempo nel metterli il costume…mi sento un po’ a disaggio con questo… ma ero convinta che non li avremmo usati…>
Erano rimasti fermi lì a guardarla…beh madre natura le aveva regalato un corpo slanciato e ben proporzionato, ma lei si lamentava che era stato fin troppo generoso con il suo seno…avrebbe voluto tanto averlo più piccolo da non sentirsi in imbarazzo nel mettersi in costume, in questo modo avrebbe attirato di meno l’attenzione dei ragazzi.
< Dai dai – cominciò a dire Kiki –sarà meglio iniziare con il divertirci, non credete? Sono le 4 abbiamo solo circa 3 ore per far tutte le attrazioni… >
< Ecco... – disse Han – c’è un piccolo problema, io non posso farli >.
La guardarono stupita.
< Come mai? > chiese Seob
< Ehm…come dire, non posso >
< Mmm… - rifletté prima di aggiungere – hai le mestruazioni? >

Doo che in quel momento stata bevendo l’acqua la sputò per la reazione alla domanda posta a Han, la ragazza era rossa dall’imbarazzo.
< Se è così non preoccuparti, ti farò compagnia >.
Seob si avvicinò per stringerla ma Han indietreggiò.
< Che hai? Stai male? >
< Seob – Han cominciò a innervosirsi – TU! RAZZA  DI  STUPIDO!!!  STO  BENISSIMO!!!  HO  SOLO  PAURA  DI  QUEI  COSI! >
Si rivolse verso lui mettendosi sulle punte dei piedi gridandogli contro, il povero Seob dovette mettersi le mani nelle orecchie per quanto le urlava contro.
Le persone che passarono osservavano la loro scena, quando Han si accorse di aver gli occhi puntati su di lei si nascose tra le braccia di Elena, il resto del gruppo scoppiò a ridere.
< Han, non far così – chiese scusa Seob – dicendo in quel modo ero convinto che stessi male>.
< Non è successo niente di grave – disse Elena ridendo – adesso andiamo. Ti faccio compagnia io, ok? >
Han ringraziò sua cugina e insieme ai ragazzi andarono a veder cosa potevan far tutti insieme…
 





ECCOMI TORNATA! :D
Come state? State passando bene le vacanze?
Io il 7 Settembre partirò e mancherò per una settimana!
Quindi, la settimana prima, posterò 2 capitoli invece di 1!
Poi inizierà la scuola ç_ç e qui iniziano le noti dolenti xD
Non potremmo scrivere molto, anche perchè io sono di esami ç_ç
Però stiamo scrivendo capitoli in più per adesso! Quindi tranquilli :D

Vi lascia alle recensioni!
CIAOOO <3

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Capitolo 13
*** Ricordi - Si Parte ***


Tra i giochi che c’erano la maggior parte Han aveva paura di farli, allora Elena decise di rimanere in piscina con lei.
< Mi sento in colpa >
< E perché? > disse Elena
< Stai rimanendo qui con me mentre desideri divertirti con gli altri >.
< Non è vero – disse sorridendo – siamo venuti qui e ci stiamo divertendo…è pur sempre l’ultimo giorno che potremmo rilassarci…quindi godiamocelo >
Ma Han si sentì troppo in colpa.
< Ehi ragazze – Doo le raggiunse – venite un po’ qui >.
Elena e Han uscirono dalla piscina.
< Che è successo? >
< Ho letto che ci sarà uno spettacolo con i delfini. Vi va di vederlo tutti insieme? >
Le ragazze annuirono.

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Lo spettacolo iniziò alle 5 in punto, si misero nelle prime file per osservar da più vicino i delfini.
Elena amava i delfini, sono i suoi animali preferiti.
Osservava attentamente come gli addestratori porgevano il mangiare come premio ai loro ordini, vi furono numerose esibizioni e alla fine, quando lo spettacolo finì, Elena si avvicinò per ammirali.
< Ti è piaciuto? > disse un ragazzo dello staff.
< Si moltissimo, sono i miei animali preferiti >.
< Sono anche i miei…vuoi toccarli? >
< POSSO?? DAVVERO? >
< Certo – allungò la sua mano per farla salire sulla pedana dove c’era un secchio con dei pesci morti – stai attenta a non scivolare >.
Elena salì, il ragazzo la afferrò per la vita stringendola.
< Attenta, potresti cadere nella vasca >
Arrossì.

< Come ti chiami? > chiese il ragazzo prendendo un fischietto per far avvicinare un delfino.
< M-Mi chiamo Elena >
< E’ un bellissimo nome... – disse sorridendo – è bello quanto te >.
< S-Sei molto gentile…tu invece, come ti chiami? >
< Brandon, ma puoi chiamarmi Brand >
Il ragazzo fischiò e dopo qualche secondo uno dei delfini si avvicinò, la fece avvicinare e toccarlo, era così contenta.
< Hai davvero un bel sorriso, sai! >
< Uhm… grazie >
< Sei venuta da sola >
< No, son qui con amici >
< Amici? C’è anche il fidanzato? >
< Ehm… no, però… >
< Quindi potrei chiederti di uscire con me >
< Mmm…mi dispiace ma stasera partirò >
< Di già? Che peccato >
Elena si allontanò dal ragazzo.

< Beh…grazie per quest’opportunità, adesso devo andare. I miei amici mi staranno aspettando >
Elena scese dal palco e cominciò ad allontanarsi, ma quel ragazzo era molto ostinato.
< Quanta fretta – la fermò per un braccio – mi lasci così? >
Elena si ritrovò con le mani bloccate dalla sua forza, il ragazzo si avvicinava lentamente a lei… chiuse gli occhi dalla paura.
< Ehi, tu! >
Il ragazzo fu colpito con ferocia sul viso…
< Ma che cazzo! – disse ritrovandosi per terra con un labbro spaccato – Chi cazzo sei? >
Elena aprì gli occhi… non poteva crederci.
< Sono il suo ragazzo. Hai qualche problema? >
A quelle parole il cuore di Elena cominciò a batter forte.

< Senti coso – disse alzandosi e mettendosi a pari livello – non dire stronzate. Lei stessa mi ha detto di non aver il ragazzo >.
Non finì di parlare che gli arrivò un pugno nello stomaco facendolo inginocchiare per terra dal dolore.
< Hai finito di dire stronzate? >
< JUUUUN >
Elena prese Jun dal braccio per fermar la sua rabbia, pianse.
< TI  PREGO  JUN, ADESSO  BASTA! >
Jun si fermò, si voltò verso lei…la vide piangere.
< Non piangere – asciugò le sue lacrime con un fazzoletto – scusami, non volevo farti paura. Andiamo >
Jun prese la mano di Elena con forza facendole male, dopo essersi allontanati da quel posto Elena si fermò.

< Adesso basta. Mi stai facendo male….Jun >
< Ti faccio male?? – Jun la avvicinò a se – Hai idea di cosa significhi dolore? >
I suoi occhi, erano pieni di rabbia…fecero paura
< Ti prego lasciami >
Elena si ritrovò per l’ennesima volta con le spalle al muro…credeva che ormai a Jun quell’idea piacesse.
< Tu non hai idea di cosa si prova quando si soffre, no…non lo puoi capire >.
Aveva paura, una paura mai provata…lo si poteva legger nel suo sguardo.
< Perché non riesci a capire? – disse Jun guardandola dritto nei suoi occhi – perché non riesci a guardarmi con lo stesso sguardo che rivolgi a Ki, perché solo quando stai con me hai questo sguardo di terrore…di rabbia…io non riesco a sopportarlo >
Ma Elena non sapeva cosa rispondere, era vero…solo lui sapeva metter quella tensione che con altri non aveva.
Abbassò lo sguardo per non veder quei suoi occhi pieni di rabia.
< Non rispondi? Se ti ho fatto qualcosa per meritarmi questo devi dirlo! >
Elena non sapeva cosa poter dire.

< Lasciamo perdere – la lasciò andare – continuerai ad odiarmi, se ti diverte fallo pure… fingerò che non esisterai >
Jun se ne andò per raggiungere gli altri lasciandola lì, sola...
“ Ma non voglio che lui mi ignora…non mi ha fatto niente per meritarsi questo comportamento… Jun…io non posso innamorarmi di te, non posso! ”
Elena si mese a piangere, si sedette per terra non riuscendo a frenare le sue lacrime.
Jun ebbe un ripensamento, non era corretto lasciarla li…no dopo quello che le era successo con quel ragazzo.
Ritornò indietro e la vide lì…a piangere, ma non era sola.
< Non piangere, Ely >
Ki aveva seguito i due e nascosto origliò i loro discorsi.
< Ki…come faccio…come posso fare a non pensarlo? Come posso continuare a stare così? Perché non lo vuole capire? Perché ancora mi cerca? Perché? >
Kiki non sapeva bene cosa potergli dire, Jun, che li stava spiando, non sentiva bene cosa le avesse risposto e cosa diceva Elena…ma aveva immaginato che il ragazzo di cui parlavano fosse lui, che i suoi comportamenti con lei gli creavano solo preoccupazioni, non voleva che per colpa sua lei dovesse piangere…

Si promise che le sarebbe stato lontano, perché l’unico che poteva aiutarla era solo Ki…se questo la rendeva felice, se questo erano i suoi sentimenti non poteva avercela ne con lei, ne con lui…
Se si amavano non poteva ostacolar il loro amore.
Se ne andò così, senza ascoltare bene quello che effettivamente Elena stava dicendo.
< Ely, perché fai così? >
< …Perché… - rivolgendogli lo sguardo – mi sa tanto… che i sentimenti che provo stanno cambiando… questo mi fa paura, e non voglio che succeda >.
< Perché non lo vuoi? Hai paura di dimenticarti di lui? >
< … - piangendo – sì. È stato un amore di 3 anni alla fine, i suoi ricordi sono ancora dentro me… ma Jun…quando lo vedo ho delle strane sensazioni, quando sto con lui mi dimentico di tutto, dei miei problemi, e anche dei ricordi di Daniel… >
< Ely… - la strinse a se - … è normale questo tuo comportamento, se una persona è stata ferita ha timore nell’innamorarsi di nuovo…ma come ti ho detto prima, di noi ti puoi fidare… apriti con lui, se dici che ti senti a tuo agio, non essere timorosa… >
< Come hai fatto a capirmi così bene e lui no? >

< EH?! >
< …niente niente…vecchie cose… - sorridendo – io ti capisco perché con me ti sei aperta. Se farai così anche con lui, vedrai…ti capirà, e sarete felici >.
Elena strinse Kiki forte in un abbraccio.

< Grazie >
< Per cosa? >
< Per esserci… >
Ki le sorrise, a Elena mancava il supporto di un amico su cui poter far affidamento e l’aveva trovato in lui.
< Adesso andiamo, si è fatto tardi. >
Rientrati insieme, Dong e Hyun si misero a ridere…
< Che avete da ridere > chiese Ki
< l’amore…l’amore… > disse Hyun
I due si guardarono, non capirono quell’affermazione di Hyun, Doo allora indicò Han e Seob che erano seduti su una panchina…stavano dormendo.
Ki prese la macchina fotografica che Han aveva portato con sé e scattò la fotografia.
“ Che carini! – pensò Elena – stanno riposando come fanno i bambini quando sono stanchi! ”
Si mise a ridere nel vederli così teneramente appoggiati l’un all’altro. Si guardò attorno, non vide Jun.
< Se certi Jun – disse Doo – è già andato a cambiarsi. Che dite, andiamo anche noi? >
< Sì, andiamo >
Si diressero tutti nelle docce, ormai anche quell’ultimo giorno era finito.

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Il furgoncino li raggiunse portandoli al ristorante Al HallabRestaurant nelle vicinanze di un altro posto scelto da Ki, la fontana che creava effetti di luce e giochi con schizzi di acqua alti.
Cenarono intorno alle 7 e 30, tra un pasto e l’altro osservavano lo spettacolo  creato dalla fontana.
Elena decise di voler ammirarlo all’esterno, la seguiron tutti.
Seob era abbracciato con Han che nel mentre scattava foto, Dong , Doo e Hyun invece di osservar la fontana guardava i due piccioncini imitandoli, Jun invece si isolò guardando Elena.
< Ti piace? > domandò Ki avvicinandosi a Elena
< Si moltissimo! >
Kiki si accorse che Jun li stava osservando.
< Vuoi vedere una cosa? >
< Eh? >
< Non farti vedere…ma guarda la reazione di Jun quando provo a darti un bacio…così vedrai che non sbaglio! >
Ki si avvicinò dandole un bacio in guancia, Jun nervoso distolse lo sguardo dai due.

< Hai visto Ely! >
Elena osservò la scena, era come diceva Kiki…Jun era geloso, provava qualcosa nei suoi riguardi.
< Lo avevo intuito che provava qualcosa, ma ero convinta che mi stesse prendendo in giro >.
< Ti sbagli, Jun ma anche noi, non prendiamo in giro le persone…se amiamo, la desideriamo davvero quella ragazza…fidati di lui, potrà aiutarti >.
Ki le fece l’occhiolino come al suo solito, spingendola verso Jun.
< Vai da lui >
“ Che nervi che mi danno quei due! Ki sei un traditore però! Avevi detto che mi avresti aiutato…invece ti sei fatto abbindolare dal suo fascino anche tu…sol che lei ha preferito te… che nervi! ”
Jun stava guardando da tutt’altra parte, con il suo sguardo irritato.

< …Ciao >
Rivolse il suo sguardo verso lei.
< Che vuoi? >
< Ecco…>
< Se non devi dirmi niente, puoi andartene >.
< … MA PERCHE’ SEI COSI’! Ero venuta per stare un po’ insieme, per parlare un po’…ma vedo che sei troppo nervoso! Ciao! >
< Ecco brava vattene dal tuo… >
< Come?! – disse Elena – Da chi dovrei andare? >
< …Siete sempre insieme…visto che preferisci la sua compagnia, vattene da lui >
< Io non preferisco lui a te! >
Jun si girò di scatto.

< …Abbiamo iniziato con il piede sbagliato questa nostra conoscenza… - si avvicinò verso lui – io non ho preferenze, sto cercando di vivere al meglio quest’esperienza… Lui ha saputo semplicemente capirmi – appoggiandosi al balcone – cosa che invece te non hai fatto >
< …che avrei dovuto fare? Prima dici che con me ti senti a tuo agio e poi…e poi sento che anche lui ti chiama “ Ely ” >.
< Ma è vero, con te mi sento davvero a mio agio…perché hai la capacità di far dimenticare… quando mi tornano in mente certi ricordi, quando vedo il tuo volto…non so, comincio a dimenticarli >
< Che ricordi? >
Elena non rispose…
< Scusa…non sono affari miei >
< Ricordi di un passato che faccio fatica a dimenticare… di una persona che faceva parte della mia vita, ma che ha deciso di non farne più parte >.
Il suo volto si rattristì…
< …Se non vuoi, puoi anche non parlare. Non devi essere obbligata >
Elena le sorrise…

Jun era colpito, per la seconda volta vedeva quel sorriso sul suo volto…
Voleva sempre vederla così, sorridergli sempre anche quando succedevano cose tristi…
Rimasero in silenzio a guardare il cielo stellato che stava incominciando a oscurare quell’ultimo giorno.
< Ragazzi, mi dispiace dirlo… - disse Doo - ma sono le 9 e 20, il nostro aereo ci sta aspettando >
Tutti rientrarono dentro, Doo pagò il conto e aspettarono solo 5 minuti prima che il furgoncino li raggiunse.
Questa volta negli ultimi posti si sedettero Ha, Seob e Doo, nella fina centrale Hyun, Jun ed Elena, nei primi posti Dong e Ki.
Il viaggio in macchina fu molto movimentato da una serie di foto che scattarono come ultimi ricordi.
Ognuno scattò una foto prima di scendere…
Han, Seob e Doo furono i primi a farla… Seob strinse a se Han mentre Doo sorrideva come al suo solito verso l’obbiettivo.
Jun, Elena e Hyun furono i secondi… la foto fu scattata da Ki, che prima di scattare fece un occhiolino ad Elena… Hyun era messo in mezzo tra i due mostrando la lingua…
Riguardando la foto Ki si accorse di due particolari… Jun non guardava verso la macchina fotografia ma Elena…da prima non capì, poi osservò bene…Ely gli teneva la mano…
Infine toccò il turno di Ki e Dong…fu un autoscatto…i due decisero di far le facce più assurde che riuscirono a fare…

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Arrivarono all’aeroporto… il giorno della partenza arrivò.
< AAAAAAAAAH! >
I ragazzi preoccupati guardarono verso Han.
< Che è successo? > chiese Doo
< … Ops, scusate… e che finalmente metterò piede a Seoul!!!!!!! >
Si misero a ridere, Han aveva gli occhi che le luccicavano dall’emozione…
Entrarono di corsa, il loro aereo stava per partire. Sarebbero andati a Doah e da li avrebbero preso l’aereo che li conduceva a Seoul…ma sarebbero rimasti fermi per almeno 4 ore circa…
Il volo da Doah sarebbe partito alle ore 1:55 per arrivare alle 16:55
< Uff che noiaaa!!! > disse Seob.
< Dobbiamo stare qui per altre 3 ore…se volete riposarvi un po’ vi avviso io > disse Elena
Seob ne fu felice, che insieme con gli altri si riposarono un po’.

< Ma guarda un po’ a questi – disse Jun – se ne approfittano della gentilezza >
< Tranquillo, sono stata io a proporlo… è stancante rimanere fermi qui senza far nulla >.
< Ti farò compagnia… vuoi un caffè? >
< Sì, grazie >
Jun ritornò con due bicchierini, uno lo porse a Elena.
< Grazie > le disse mentre sorrideva
< …di niente >
Rimasero in silenzio, non c’era quasi nessuno.
< Che silenzio…mette un po’ di paura… >
< Siamo in pochi a prendere quest’aereo, ma ci sono sempre i vigilanti >.
< Certo – disse sorridendo – ma poi posso fidarmi di te… >.
Jun la guardò stupito.

< Beh…ecco… - disse imbarazzata – come hai fatto oggi. Ti ringrazio, se non fossi intervento non saprei come avrei fatto >
< Ecco, appunto. La prossima volta cerca di non dare tanta confidenza a nessuno, soprattutto con quel costume… >.
Elena sorrideva.
< E adesso perché sorridi? >
< Niente, sono felice…per una volta tanto sono contenta >.
Jun osservava il suo volto, era così felice che non riusciva a non smetter… sorrise anche lui
< Uhm…e tu perché sorridi? >
< …Segreto >
< Ah! La metti così? Allora non ti racconto nulla > Disse mentre gli faceva la linguaccia.
< Perfetto, la stessa cosa farò anch’io > ricambiando il gesto.
Si guardarono, per poi scoppiare a ridere…
Era la prima volta che ridevano così tanto…Jun sperava tanto che quel suo sorriso sarebbe rimasto sul suo volto, era davvero splendida quando sorrideva.
Le tre ore passarono, Jun ed Elena svegliarono i 6 ragazzi che dormivano e finalmente partirono per la grande avventura.








Ciao!
Finalmente siamo a Seoul :D
13 capitoli!
Inizialmente, dovevano essere di meno ma... Meglio tanti!
Ora, inizia la storia vera a propria!
Cosa succederà ad Elena? Deciderà o continuerà ad avere i soiti dubbi?
Come andrà a finire fra Seob e Han?
E soprattutto... Qual'è la verità che si nasconde dietro quel test di gravidanza?
Byeeeeeeee!

ps: A Jessica è arrivata la Limited Edition di Midnight Sun *^* Mi ha dato l'autografo di Seob *^^^^^*

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Capitolo 14
*** Ricordi - Fotoricordo ***


Il viaggio in aereo era davvero lungo.
I loro posti erano, naturalmente, in prima classe.
Le file erano 3, ognuna con 2 posti.
Nella 4 riga i B2ST erano: YoSeob con JunHyung, HyunSeung con DongWoon e KiKwang con DooJoon.
Davanti invece Hannah ed Elena.

A metà viaggio, però, Hannah era riuscita a convincere Jun a far cambio di posto.
< Ora mi spieghi come hai fatto! Io non riesco mai a convincere, in niente, Jun! >
< Nessuno può resistere al mio sguardo da cucciolo! Non dirlo in giro ma è la mia arma segreta! >
Entrambi iniziarono a ridere.
Parlarono per diverso tempo fino a che, YoSeob non riuscì più a trattenere il sonno e così si addormentò.
“E’ così carino quando dorme…”
Hannah non riusciva a smettere di fissarlo.
Il ragazzo era ancora più dolce mentre dormiva.
Dopo un po’ si rese conto che era davvero tardi quindi, appoggiò la testa sulla spalla di YoSeob e anche lei si addormentò.
 
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Verso l’1 i ragazzi furono svegliati dalle hostess per pranzare. Avevano dormito tutto il tempo.
L’unico a non svegliarsi fu YoSeob che aveva semplicemente annuito e poi era ricaduto nel sonno.
Per fare in modo che si svegliasse, Hannah decise di infastidirlo.
Con l’indice continuava a punzecchiargli il naso e lui non accennava nessuna reazione fino a quando…
< AI! >
L’urlo di Hannah aveva attirato l’attenzione dei compagni che si girarono a osservarla.
YoSeob le aveva morso il dito.
< Scusate! Non volevo! È tutto apposto! – si rivolge a YoSeob – Che ti è preso? >
< Tu mi disturbavi! > Detto questo, si mise a ridere e, aprendo gli occhi, rivolse un sorriso a Hannah.
< Ti ho fatto male? >
< N-No… >
< Bene… E scusa! >
I suoi occhi erano rivolti su di lei.
< Ragazzi, sbloccatevi! >
Kiki li aveva fatti tornare in se e si accorsero che tutti li fissavano ancora e guardando le loro facce erano scoppiati a ridere.
 
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Finalmente, alle 16 e 55, erano arrivati a destinazione.
< NYAAAAAAAAAAAH! SONO A SEOUL! IL SOGNO DI UNA VITA CHE SI AVVERA! >
< Hannah calmati! Appena arriviamo nell’appartamento, potrai fare tutto ciò che vuoi! >
Elena non lo faceva vedere ma dentro, aveva una reazione molto simile a quella della cugina.
YoSeob si avvicinarono a Hannah e, mettendole un braccio attorno al fianco, le diede un bacio che sfiorò l’angolo delle labbra.
< E’ meglio che ti saluto adesso perché fuori ci sono le fan… Ci vediamo domani in agenzia ok? >
< Va bene. >
I ragazzi avevano iniziato a uscire dal terminal e le ragazze, anche se un po’ a distanza da loro, li seguirono.
Appena oltrepassarono la porta per andare all’ingresso dell’aeroporto, una massa di fan circondò il gruppo e le ragazze li persero di vista.
Quindi decisero di cercare l’uomo, che era stato incaricato dall’agenzia di accompagnarle nell’appartamento che era stato comprato per loro.

Lo trovaroo molto presto perchè, per fortuna, aveva un cartello con i loro nomi scritti sopra e sapeva parlare un ottimo inglese.
Le fece accomodare in auto e partirono velocemente.
Mentre l’auto si muoveva per le città, le ragazze non poterono fare a meno di guardare tutte quelle meraviglie che le circondavano.
Non ci volle molto per raggiungere il palazzo.
Questo, era molto alto, almeno 15 piani. Era moderno ed era di colore bianco candido.
Il portiere consegnò le chiavi a Hannah e le ragazze salirono.
Il loro appartamento si trovava al decimo piano.

Era di dimensioni “giuste”.
Quando si entrava, un piccolo, ma piccolo, corridoio portava a un salotto che, a differenza di quel corridoio, era immenso. Al centro della stanza era posizionato un tappeto nero che copriva una buona parte del pavimento. A sinistra era posizionato un divano bianco panna, moderno come tutto il resto dell’arredamento, e di fronte a esso una televisione a 40 pollici. Le pareti erano allestite con diversi quadri di arte asiatica, moderna e antica.
 A destra dell’entrata del salotto, un apertura ad arco, portava in una cucina. Era completa di tutti gli utensili e gli elettrodomestici più avanzati.
A lato del televisore, in salotto, una nuova porta portava in un corridoio per la zona notte.
C’erano 3 stanze con ognuna un bagno. E in più c’era un bagno con entrata dal salotto.
Le ragazze erano abbastanza stupite. Non si aspettavano una casa del genere.
Quando andarono nella zona notte, davanti 2 camere, erano incisi i nomi “Hannah” ed “Elena”.

La stanza di Hannah aveva le pareti arancioni, e l’arredamento era di color bianco neve.
A lato della porta c’era una scrivania. Accanto un comodino, reggeva una lampada e un telefono cordless. Al centro della camera, un muretto, nascondeva il letto, posizionato di fronte all’enorme finestra che illuminava la camera.
A sinistra del letto, c’erano 2 porte. Una portava al bagno. L’altra era l’ingresso di un’enorme cabina armadio.
La stanza di Elena era classica, le pareti bianche e tutto in quella stanza riportava quel colori, bianco e le tonalità del blu. Le tende erano azzurre come il colore del cielo e anche nella sua stanza c’erano due porte, una conduceva nel bagno l’altra nella cabina armadio.
Era stupita nel veder tutta quella stanza per lei. Già non vedeva l’ora di riempirla di pupazzi di qualsiasi genere e forma. Si ricordò di un aggeggino portato da casa…un acchiappasogni, lo tirò fuori dalla sua valigia e l’appese vicino la finestra, le piaceva sentir il rumore che faceva quando il vento faceva muovere quei delfini che pendolavano nei fili…adorava la stanza, quei colori le trasmettevano la calma e quando era giù di morale la rassicuravano.

Il suo letto era di una piazza e mezza, ma quando lo vide le sembrò molto più grande e si sdraiò…era comodissimo, avrebbe riposato molto serenamente.
Osservò con molto dettaglio ogni oggetto che era in quella stanza e cominciò a pensar a dove posare i suoi oggetti che si era portata con se, ma prima decise di osserva il resto della casa.
Appena Hannah ed Elena, si trovarono faccia a faccia in salotto, iniziarono a gridare e dopo si buttarono sul tappeto.
< Elena! SIAMO VERAMENTE A SEOUL! >
< Lo so! Non ci posso ancora credere! >
< Pensa a quanti concerti potrò vedere! E ancora non posso credere di aver conosciuto davvero i B2ST! Dopo questa settimana di tranquillità dovevo sfogarmi in qualche modo!... AAAAAAAAAA! >
< Ok! Ora però calma se no, i vicini ci fanno cacciare per inquinamento acustico! >
Finalmente, Hannah si calmò e tornò in piedi.
< Che ne dici se stasera usciamo e facciamo un giro per questa città? >
< Bell’idea! Va bene! >
< Bene! ALLA SCOPERTA DI SEOUL! >
< Non gridare! >
< Scusa! >

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Verso le 8 di sera, dopo essersi rinfrescate con una doccia, da quel pesante viaggio, e ragazze furono pronte e scesero di casa.
Era già buio ma la città era ancora in piena vitalità.
C’erano persone che camminavano per le strade e macchine che andavano e venivano in continuazione.
Negozi stupendi ovunque.
Ad un certo punto, il telefono di Hannah squillò.
< Pronto? >
< Buonasera Principessa! Vi piace l’appartamento? >
< Seob! Buonasera a te! L’appartamento è fantastico! Non pensavamo fosse così grande! >
< E cosa vi aspettavate? – per un attimo non parlò, troppo occupato a ridere – Contente? Comunque scusa per oggi in aeroporto ma c’era troppa confusione. >
< Direi di si! Non ti devi preoccupare! Siamo riuscite a orientarci benissimo! Ora siamo in giro a visitare la città! >
< A quest’ora? Con il buio? Da sole? NON SE NE PARLA! Dove siete? Vi raggiungiamo io e Jun! >
< Cosa? Ma non c’è ne bisogno! >
< Hannah, Principessa, è una scusa. Ti avrei chiesto lo stesso di uscire quindi dimmi dove siete che veniamo a prendervi! >
< Ah… Allora va bene! Siamo vicino casa. Se volete ci vediamo la. >
< Va bene! Arriviamo! >

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Tornate al palazzo, i ragazzi erano già arrivato.
< Principessa! Siamo qua! >
Dall’altro lato della strada, YoSeob e JunHyung, appoggiati al cofano della macchina, chiamavano le ragazze facendo segno con il braccio.
< Seob! Ma siete arrivati subito! >
< In realtà eravamo già qua! Per sicurezza! >
< Certo, per sicurezza! >
Entrambi iniziarono a ridere e subito dopo YoSeob strinse Hannah in un abbraccio.
Elena invece si diresse verso Jun che la salutò con un “Ciao” e uno dei suoi sorrisi che ti bloccavano il battito cardiaco.
< Allora, dove volete andare? >
Elena prese subito la parola. < Visto che non siamo mai state qua, direi che non ne abbiamo idea! >
< Esatto quindi, decidete voi! Basta che si mangi bene e che ci sia poco aglio! >
< Principessa cara, qua troverai quasi sempre aglio. Abituati. Jun tu che dici? Dove le portiamo? >
< Ragazze, soffrite di vertigini? >
Entrambe risposero di no.
< Bene, allora andiamo al Top Cloud en Torre Jongno Restaurant. >

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Elena cercava di non farlo vedere ma in realtà soffriva di vertigini.
Si era seduta al lato opposto alla finestra per non guardare fuori dalla finestra.
Riusciva a sopportare fino al secondo piano poi… Puff. Era meglio tenerla lontana da finestre e da balconi.
Il fatto che la loro nuova casa si trovasse al decimo piano non era una cosa positiva ma non poteva chiedere di cambiare a causa di una sua paura.
O almeno, lei la pensava così.
Han era intenta a osservare il panorama.
YoSeob la guardava incantato.
Jun…
< Jun? Tutto bene? >
Elena lo fece tornare con i piedi per terra.
La fissava ed era quasi incantato.
< Si? Ah… Scusa. Stavo pensando. >
< A cosa? > Gli rivolse un sorriso.
Amava il suo sorriso. < Ah niente di speciale. Ordiniamo? >
< Certo! – Hannah prese la parola – Io prendo il pibim naengmyŏn! >
< Io provo il kimch'i. >
< Jun noi ci dividiamo il solito pulgogi? >
< Che domande sono? Con che coraggio chiedi? > Jun si fece scappare una risata.
< Bene. Allora vi piace l’appartamento? Ci hanno chiesto di dargli informazioni per personalizzarvi le camere! >
< La mia è con l’arancione. A me basta questo! > Hannah esprimeva gioia! Forse anche troppa.
< Grazie ragazzi. La casa è stupenda! Non ci aspettavamo che fosse così grande. >
La sera continuò così. Calma. Rilassata. Fra una risata e l’altra.

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Appena finito di mangiare, i ragazzi pagarono, offrendo la cena, e poi si rimisero in macchina.
< Dove andiamo adesso? >
< A divertirci? Ti dispiace principessa? >
< No! Seob vai pure! >
Arrivarono in un pub.

Sembrava che i due ragazzi conoscessero tutti.
Appena entrarono la prima cosa che le ragazze notarono, fu il tetto.
Sopra la pista da ballo, interamente nera, erano posizionate delle luci a led che cambiavano colore a sezione. Da una parte giallo, dall’altra blu.
Un arcobaleno.
I colori si riflettevano sul pavimento lucido e sulle persone che ballavano e creavano un effetto meraviglioso.
Poi si diressero verso il bancone.
Sopra di esso c’erano dei lampadari a forma circolare.
Dal centro partivano dei fili argentati con delle pietre.
E andando verso il bordo, si facevano sempre più corti.

La luce, a causa dei cristalli, veniva riflessa ovunque e dava quasi l’effetto delle sfere da discoteca, solo che era più romantico e tranquillo.
< Ehi scusa! – YoSeob si rivolse a un ragazzo seduto poco più in la – Potresti farci una foto? >
< Certo! > Il ragazzo prese la macchina fotografica e scattò la foto.
YoSeob cingeva per le spalle ad Hannah e teneva la propria mano incrociata con quella dell’altra.
Elena sorrideva verso l’obbiettivo.
Jun, invece, guardava lei.

Guardava il suo sorriso, i suoi occhi, assolutamente LEI.
Appena arrivarono a casa, Elena corse a letto.
Invece Hannah rimase in piedi, stampò la foto e l’osservò attentamente.
Dopo qualche mezz’ora piena ad osservarla, sorrise, prese un pennarello e dietro gli scrisse. : “Davvero una bella serata!”











ECCOMIIIIIIIIIIIII :D
Vi sono mancata? <3
Ecco il primo di due capitoli di questa sera :)
Mi dispiace che poi dovrete aspettare 2 settimane per il prossimo y.y
Comunque, commentate perchè fino a venerdì sono in città <3
Inizio a postare il secondo capitolo!

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Capitolo 15
*** Ricordi - Sistemazione ***


Era arrivato il primo di agosto, erano 5 giorni che stavano a Seoul.
Elena era presa con il nuovo incarico, rientrava spesso tardi a casa lasciando la piccola Han sola soletta a casa ad annoiarsi.
< Perché non trovi un lavoretto part-time? >
< Non so da dove cercare…e poi vorrei realizzar il mio sogno? >
< Sarebbe? >
< Voglio far la cantante >
Elena guardava sua cugina che sognava ad occhi aperti.
< Ma so che sarà difficile poter far un provino e le selezioni sono difficili…>
< Perché? Le capacità le hai. Provare non costa niente. >
< Lo so, ma bisogna prepararsi bene…non puoi buttarti così >
< Eh allora? >
Han si voltò guardandola con sguardo meravigliato.

< Ma sai cosa significhi prepararsi bene?? Non solo si basano sulla voce, ma devi saper anche ballare…so fare qualcosina, ma non mi prenderanno mai >
< Scusa perché  non ti fai aiutare da Seob… Se è quello che vuoi fare, e sei anche qui, almeno tenta questa carta, può darsi che ti prendono >
< Ma loro sono impegnati…non lo vedo più come prima >
< Impegnati? >
< Si, tra programmi in tv e alla radio…e anche partecipazione in telefilm…non hanno molto tempo. >
< Mmm, capito. Ma io credo che se chiedi qualcosa uscirà fuori >
< Eh?! >
< Vestiti…si va a trovarli! >
< Ma sono già le sette di sera! >
< Si, allora? >
< Staranno riposando, sempre se già sono a casa >
< Se non ci sono chiederemo di entrare >
< Come? Le chiavi del dormitorio l’ha il loro manager >
< C’è sempre un portinaio con le chiavi… >
Han guardava sua cugine incredula.

< Che c’è? Perché mi guardi in quel modo? >
< Ma te come fai a sapere tutte queste cose? >
< Ho chiesto all’agenzia >
< Perché? >
< Niente di che, semplice informazione…ora vestiti che li andiamo a trovare! >
Han si cambiò più fretta che poteva.

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Il dormitorio era distante un paio di isolati da dove stavano loro e decisero di andarci con la metropolitana…due fermate più avanti e scesero, era più vicino di quanto pensassero.
Suonarono ma nessuno aprì, chiesero al portinaio se potevano salire. Dopo qualche insistenza le lasciò passare.
Quando entrarono notarono il grande disordine che avevano lasciato in quella casa.
Le ragazze si guardarono, non potevano credere che loro vivevano in quel caos.
Decisero di iniziare a metter ordine, partirono dal salone…c’erano giochi, riviste, manga, mangiare, bottiglie sparse da per tutto.

Riuscirono a far brillare la stanza ma ci volle molto tempo, si eran fatte già le 19 e 30, non sapendo a che ora sarebbero tornati decisero di entrar nella cucina…cosa che le lasciò a bocca aperta.
< Ma questi non puliscono mai? > disse Han
< Non credo o se puliscono riescono a sporcare tutto in poco tempo…è da guinness dei primati, meriterebbero la medaglia >
< Dai, io inizio a pulire i piatti >
Mentre Han cominciò, Elena sistemò quella che loro consideravano cucina.
Troppo disordine regnava in  quella casa, ci volle un po’ per metter tutto al loro posto e finalmente iniziarono a preparare la cena…o meglio tentarono di cucinare perché si accorsero che molti ingredienti non erano in quella cucina, optarono per una cena ordinata…pizza!
Così ebbero il tempo per sistemar meglio quella che loro definivano camera…c’era una sola cosa che mancava da fare.

< E adesso? > chiese Han
< Non so, vogliamo entrare? >
< Ma non sarà violazione? >
< Esagerata! Stiamo solo sistemando >
< Ma sono sempre le loro camere… >
< Cerchiamo di far solo i letti…e se c’è casino sistemiamo >
Han si lasciò convincere dalla cugina, la prima stanza fu quella di Doo.
Nonostante la sua apparenza da leader, la sua camera era sotto sopra…c’eran vestiti sparsi da ogni lato, fu una fatica individuare il letto e trovare dove iniziavano e finivan le lenzuola.
Uscite da li senza toccare oggetti personali, tocco la stanza di Hyun…almeno quella fu più ordinata…classica come del resto il suo modo di atteggiarsi e vestirsi.
Uno dopo l’altro finirono con lasciar per ultime le stanze di Jun e Seob…

< Vuoi entrarci da sola? > domandò Elena
< Ma che dici? Mica dobbiamo fare chissà cosa… >
< AHAHAHAH semplicemente chiedevo, non c’erano secondi fini… - Elena guardò l’ora – Sono già le nove? Sbrighiamoci, tu fai la sua…io vado in quella di Jun >
< Ok, non voglio che mi trovi a sistemar la stanza…sarebbe troppo imbarazzante >
Elena sorrise nel vederla rossa, gli diede una pacca nella spalla poi si recò nella stanza di Jun.

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Han si trovò sola davanti la porta, fece un lungo sospiro…infine entro…
Quando la vide rimase sorpresa nel veder che era l’unica stanza ordinata in quell’appartamento, non dovette far molto, solo aggiustar le lenzuola…ne approfittò per girar e curiosare tra i suoi oggetti; aveva molte foto di lui piccolo con i suoi genitori…una foto attirò la sua attenzione.
Era la foto di lui con sua madre, la stringeva forte a se. Han la prese fra le mani, l’osservò con sguardo nostalgico…
“ Deve tenere molto alla sua famiglia –cominciò a pensar – Deve voler bene a sua madre, come sono teneri si assomigliano tantissimo: il taglio degli occhi, il naso e la bocca sono di sua madre…adesso capisco perché ha questi lineamenti così dolci e delicati, sua madre è una splendida donna. ”
Han si rattristì nel vedere quella foto, doveva mancare a tutti i ragazzi non veder la propria famiglia per molto tempo; anche lei non vedeva i suoi da quasi 2 settimane, gli mancavano.
Uscì dalla stanza non toccando e spostando nessun oggetto, notò che ancora sua cugina non era uscita dalla stanza di Jun e decise di sedersi sul divano…era pensierosa ancora per quelle foto, si sdraio chiudendo gli occhi immaginandosi i suoi genitori, senza accorgersene si addormentò.

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Elena quando si trovò davanti la porta della camera di Jun l’aprì senza esitazioni, la sua stanza era la più disordinata delle altre che aveva visto…riviste sparse per tutta la stanze, CD per terra, lattine vuote di coca cola sotto il letto, vestiti sporchi messi in un angolo della camera, resti di cibi in scatola o di qualche spuntino messo sulla scrivania…non sapeva da dove iniziare prima…uscì recandosi a prender un sacco della spazzatura, dei guanti e un paio di pinze.
Gli sembrò di dover disinfettare qualche appartamento infestato da tarme e non una camera in disordine, impiegò più tempo del previso. Quando infine sistemò il letto ed eliminato qualche spazzatura sentì la porta aprirsi, doveva far in fretta.

< Oh mio dio > disse Doo entrando per primo
< Ragazzi abbiamo sbagliato casa…siamo sicuri che siamo nella nostra? > disse stupito Hyun.
< Chi mai sarà stato? > domando Ki
Cominciarono a perlustrare la casa così pulita vista solo il primo giorno che gli consegnarono le chiavi.
< Non ci credo, la cucina brilla…tutto luccica > disse esterrefatto Doo.
< Ehm ragazzi – disse Seob attirando l’attenzione di tutti – Shh, fate silenzio e venite in salone >
I cinque ragazzi si recarono da Seob che indicava di non far rumore.

< EH? > dissero in coro

Seob indicò il divano dove Hannah dormiva serena.

< Non è un amore? >
< Ma…come ha fatto ad entrare? > si chiese Doo
< Sarà stato il portinaio – disse Seob – credo che sia merito suo se la casa adesso è in questo stato > disse con gli occhi luccicanti
Hyun, Doo e Dong si sedettero nel divano osservando come ora quei mobili erano ritornati in ordine, come non c’era più quel casino.
Seob era rimasto ad osservar la sua Han dormire sedendosi a terra, mentre Jun si guardava in giro.
< Che fai in piedi? > domando Hyun
< Non vedo Kiki >
< Sarà nella sua stanza, si starà cambiando >
Pochi istanti dopo entrò proprio Kiki con lo sguardo stupito.
< R-Ragazzi, venite a vedere… >

Lo guardarono perplesso, non capivano cosa potesse esserci di così strano da aver quella faccia.
Quando si trovarono nella davanti la sua porta, l’aprì e tutti rimasero a bocca aperta…era pulita da cima in fondo, nessuna cosa fuori posto: non credevano a ciò che vedevano.
Doo, Dong e Hyun corsero nelle loro stanze costatando che anche le loro erano pulite ed ordinate.
< Ragazzi – disse Doo – ma come avrà fatto a pulirle così bene e da sola >
< Non ha fatto da sola > disse Jun appoggiato nella porta della stanza di Kiki
< Che vuoi dire? Si è fatta aiutare? >
< Insieme a lei ci sarà stata sicuramente qualcuno…o qualcuna >
< Sicuramente, ma sarà venuta qui dopo che noi siamo scesi. Per far questo splendido lavoro avranno lavorato tutto il giorno > affermò Hyun
< Dici? Secondo me è ancora qui, e sta pulendo ancora qualche stanza…> disse Jun guardandolo inclinando la testa indietro.
< Per me no…la tavola sembra sistemata per la cena, credo sia in cucina o magari è fuori che sta comprando qualcosa per noi… >
< Come volete, per me è ancora qui >
< Ma di chi state parlando? > intervenne Dong
< Della persona che ha aiutato Han, sua cugina > disse Hyun
< Pensa come credi – si spostò da muro recandosi verso la sua stanza passando davanti Hyun – per me è qui >
< Vado a controllare in cucina, se non è lì tra un po’ aprirà quella porta >
I ragazzi si recarono in cucina lasciando Jun davanti la sua porta, ma oltre allo stupore nel vedere che anche quella stanza era pulita e brillava non videro nessuno.
< Starà arrivando con la cena > affermò Hyun recandosi in salotto insieme agli altri ragazzi

“ Tsk! L’avevo detto io che era ancora qui…qualcosa mi dice che è proprio nella mia stanza ”
Aprì la porta senza far rumore, come pensava la vide lì, sopra quel letto con le lenzuola cambiate intenta a posare dei CD sopra lo scafale.
Era così buffa, si diceva nel vederla, non era ne bassa ne tanto alta; ma in quei scafali arrivava a stento, doveva mettersi sulle punte dei piedi.
Era rimasto ad osservarla all’ingresso appoggiato al muro, Elena aveva i capelli raccolti in una coda e la frangia gli copriva sempre gli occhi e la spostava di continuo, aveva messa un vestito leggero con decorazioni floreali e di tanto in tanto una spallina le scivolava sulla spalla lasciandola scoperta.
Posizionò l’ultimo CD con molta fatica, si lasciò infine cadere nel letto.
< AAAAAAAH! Con questo ho concluso > disse chiudendo gli occhi e coprendoseli con il braccio.
Sembrò quasi addormentata, Jun si avvicinò cautamente verso lei, si avvicinò al suo viso lentamente quando Elena tolse il braccio aprendo gli occhi…
Rimasero ad osservarsi negli occhi pochi istanti, Elena divenne rossa aveva il suo volto così vicino, troppo vicino…Jun infine rise.
< P-Perché ridi? >
< Hai il viso tutto rosso >
Si portò le mani per coprire il suo viso ma Jun la fermò bloccandole i polsi portandoli sopra la sua testa.

< C-Che intenzione hai? >
Jun non rispose, la osservava.
Il suo cuore batté fortissimo, cominciò a muover le gambe per liberarsi dalla presa e da quella situazione imbarazzante che si era venuta a creare ma Jun fu più svelto di lei posizionandosi sopra il suo corpo.
< …J-Jun… >
Lo guardava con sguardo confuso su quella strana situazione che si era creata, non capiva il motivo del suo gesto.
< Ti prego… >

< N-Non c’è un perché! >
< Ah no? Poteva farlo anche tua cugina >
< Lei ha fatto quello di YoSeob >
< E le altre? >
< Le abbiamo fatte prima >
< Quindi hai volutamente lasciato la mia per ultima…perché? >
< Non è vero >
Jun afferrò i polsi della ragazza con una sola mano, portando l’altra sul suo viso accarezzandolo.

< Dici che non l’hai fatto con una motivazione, però hai sistemato con cure le mie cose… >
< Se ti ha dato fastidio…ti chiedo scusa…ora però lasciami, così mi fai male >
< Fastidio? No no, sono solo sorpreso… >
Avvicinò il suo volto sul collo della ragazza respirando il suo profumo.
< Hai un profumo dolcissimo >
Lo bacio, dapprima con baci dolci e sfiorando con le labbra il collo di Elena che a quei tocchi si lasciò tentare socchiudendo gli occhi, abbandonandosi ai piaceri…poi i baci divennero passionali cominciando a scender verso il petto per poi risalire. Con la mano le accarezzò prima il collo per poi con l’indice della mano scese lungo tutto il corpo provocandogli brividi di piacere, scese fino alla gamba accarezzandogli la parte scoperta dal vestito…
Elena stava per cedere a quella voglia che nasceva in lei quando alla fine fu Jun a fermarsi.
Aprì gli occhi, non sentiva più la stretta fermargli i polsi, non aveva più il suo corpo sul suo e non aveva più quel soffio sul suo collo…lo vide seduto sul suo letto a guardarla, si sollevò e imbarazzata abbassava e alzava il suo sguardo verso il suo…quello sguardo le provocava strani desideri.

Era rossa, non riusciva a vedersi ma sentiva il suo volto andar in fiamme…che espressione aveva in quel momento? Se lo domandava perché Jun non smetteva di osservarla. Era calato un silenzio, e non riusciva a capire perché.
Che significava quel gesto di prima?
Era una domanda a cui sapeva rispondere, era palese che lui provava qualcosa nei suoi riguardi ma lei non sapevo cosa fare, forse per questo ogni volta Jun si fermava? Non voleva metter in situazioni che poi avrebbe potuto pentirsi?
Da quando erano arrivati a Seoul non faceva che pensare costantemente a lui, ma perché? Lei non poteva cadere a quel sentimento…non poteva di nuovo mettersi nelle stesse situazioni di quando stava con Daniel, sapeva che se si fosse innamorata sarebbe stato un errore, ne era certa.
Se cedeva a Jun sapeva che un giorno se ne sarebbe pentita, la sua durata li era solo per alcuni mesi, perché far nascere quella storia se sapeva che già non aveva futuro?
Per questo si ripeteva che non doveva cedere, doveva resistere a quelle voglie che nascevano in lei non appena lo vedeva, non appena sentiva il suo profumo, quei suoi occhi puntati sudi lei, non appena vedeva quelle labbra che tanto voleva baciar.
Chiuse gli occhi per non pensarci più, ripetendosi di allontanarsi, era pericoloso per lei rimanere un altro secondo li, in quella situazione.
Si alzò recandosi davanti la porta, Jun rimase fermo sul suo letto guardandola e prima che lei riuscisse ad aprir la porta con un agile scatto riuscì a fermarla rimanendo dietro di lei, l’altezza giocava in suo favore.

< Dove pensi di andare? >
< …D-Devo andar dagli altri… >
< Mi lasci così? >
< Perché…come dovrei lasciarti? >
Jun la voltò verso se.
< Con un bacio >
Lentamente si avvicinò alle labbra della ragazza ma prima che riuscisse a baciarle si voltò.

< Non dire fesserie >
< Non servirà a niente far l’ostinata con me, non fa che aumentare il mio desiderio di averti >
< Non mi avrai mai >
< Vincerò io, si vede già dal fatto stesso che la mia stanza l’hai fatta tu da sola…avresti potuto farla con tua cugina. >
Elena non sapeva come rispondere, è vero l’ha lasciata per ultima perché voleva entrarci sola…
Perché? Perché?
Se lo chiedeva ma era inutile, lo sapeva benissimo perché…stava lentamente innamorandosi di lui.
Ma cercava in tutti i modi di allontanarlo da lei, e sembrava fosse riuscita…

Da quando stavano in due case separate e al lavoro si vedevano poco, sembrava la soluzione perfetta…ma si dimostrò un fallimento…la sera non faceva che pensarlo…era costante nei suoi sogni.
< La verità e che più cerchi di starmi lontana, più desideri vedermi >
< …No! >
< Invece si, non negarlo >
< Ti sbagli...io…io…non riesco a sopportarti >
Jun si mire a ridere.
< Ora perché ridi? >
< Tu mi odi? O mi ami? >
< …Ti odio >
< Come sei bugiarda. Se la tua testa mi odia…il tuo corpo però frena nel desiderio di avermi… come lo spieghi? >
< Non lo spiego perché non è assolutissimamente vero >
< Sei così maledettamente bugiarda. Non vorrei per nessun motivo lasciarti andare, ma devo… purtroppo per me non siamo soli >
Jun si allontano dalla ragazza e aprì la porta che stava dietro le sue spalle.
< Prima di lasciarti andare… ricordati che non smetterò… ti farò confessare. >
Uscì dalla stanza lasciandolo solo, era ancora presa dalle parole di Jun…si ripeteva che non poteva, anche se gli costava fatica…non doveva innamorarsi.

< Ely…stai bene? >
Si girò lentamente, era Ki che si dirigeva verso il salone dagli altri.
Elena scoppiò a piangere.
< Che è successo? >
< I-Io…NON  POSSO!!! >
< Oh Ely! >
Ki la strinse forte tra le sue braccia.
Da dietro la porta Jun aveva sentito.






Ecco il secondo capitolo!
Mi scuso per il ritardo ma come avrete visto, efp non andava y.y
Spero che questi 2 capitoli possano andare bene per queste settimane.
Pubblicherò il 16esimo capitolo appena torno dal viaggio e penso di cambiare giorno!
Il lunedì è triste. E' il primo giorno della settimana, che vuol dire scuola y.y

Ripeto: fino a giovedì, potrò rispondere alle vostre recensioni!

Ciaoooo **
Mi mancherete tanto <3

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Capitolo 16
*** Ricordi - Incomprensioni ***


Dietro quella porta sentiva il pianto di Elena, ma quello che non sapeva era che stava piangendo fra le braccia di Kiki.
< Calmati Ely. Che ti è successo per esser così? >
< …Io non posso…non posso >
< Ma cosa non puoi? >
< …innamorarmi >
A quelle parole, Jun si sentì lacerar il petto.
< Perché non puoi? Chi te lo impedisce? Il tuo ex? >
< … no, io stessa >
< No scusa, non capisco >
Ma Elena piangeva troppo per poter parlare.

< Calmati. Se fai così è peggio…fai respiri profondi >
Elena seguì il consiglio del ragazzo e piano piano si calmò.
< Ecco, così… ora mi puoi dire perché non puoi innamorarti? >
< …non posso immischiare il lavoro con i sentimenti, è poco professionale… >
< ELENA – disse mentre la guardava inclinando la testa – non dire cazzate. Spiegami che è successo? >
Ma non riusciva a spiegar cosa le prendeva quando stava con Jun e la paura che sentiva quando cominciava a pensare che solo pochi mesi poteva durare e poi?
Già, poi?
< Elena, a cosa stai pensando? Perché sei così? >
< …Niente… >
< Piccola – la strinse più forte –mi fai tanta tenerezza. Perché non la finisci di pensare e ti godi la vita? Perché non smetti di programmarti la tua giornata e vivi godendoti questi attimi? >
< Mi dispiace, sono fatta così >
< Ma si può cambiare! Non puoi stare con il rimosso di saper cosa sarebbe successo se non ti fossi fermata…devi rischiare anche te stessa nella vita.
Magari potrai avere ragione tu, ma se invece le cose vanno diversamente? Vuoi avere il rimosso? >
< …Non voglio altri rimosse nella vita >
< Allora cosa aspetti? Cosa ti frena? >
< … - piangendo - … la paura di perderlo, come mi è già successo! >
< Piccola Ely, non puoi frenare i tuoi sentimenti solo perché pensi a una cosa che potrà anche non succedere… >
< Ma c’è sempre la possibilità >
< Solo se questo lo vorrai tu!  - la guardò negli occhi – Ti avevo detto prima di partire che di noi puoi fidarti, apriti a lui…credici. Non farti rovinare dalla paura, da ciò che può non succedere… >
< …mi dispiace, non posso… >
Kiki la guardava mentre le lacrime che scendevano lente sulle guance di Elena le cadevo nelle sue mani.

< …Ho capito, queste lacrime stanno a significare una cosa… allora puoi piangere, se è necessario fallo tutta la notte >
Kiki prese un fazzoletto dalla sua tasca e asciugò gli occhi della ragazza che non smettevano di piangere.
Jun dietro la porta sentì tutta la conversazione, si detestava per il comportamento avuto prima con lei…per colpa sua piangeva e i suoi sentimenti la rendevano triste. Si era ripromesso che non l’avrebbe fatta piangere più, invece non faceva che farlo per colpa sua…se la sua vicinanza creava solo dolore per Elena, doveva allontanarsi per sempre da lei.
Diede un pugno al muro tanto da esser sentito anche fuori dalla sua stanza.
< Che è successo? > domandò Elena dopo essersi spaventata
< Tranquilla, vai anche dagli altri. Controllo io >
Ki invitò Elena a recarsi in salone, quando la vide chiudersi la porta alle sue spalle entrò nella stanza di Jun, dove lo vide seduto nel letto toccandosi la mano destra.

< Che hai combinato, scemo! >
< Non sono cazzi tuoi, sparisci >
< Che siamo di ottimo umore. –si avvicinò per vedere che aveva – lasciami vedere se almeno l’hai rotto >
< Ti ho già detto che non ti riguarda >
< Mi dispiace ma mi riguarda, per interesse sia come membro del gruppo e sia come amico >
Jun si lasciò controllar la mano, per fortuna nulla di rotto ma riportava una grossa contusione che gli avrebbe costato almeno una o due settimane di riposo del braccio destro.
< Con questa mano così alcuni movimenti non li potrai fare, sarai esonerato per almeno una settimana dal ballo >
< Senti non sei di certo un medico >
< Ma ci capisco sempre meglio di te! >
< Non incominciare! >
< Sarà meglio farti visitare >
< No! Non è rotta, qualche pomata e tutto si sistemerà >
< Non essere stupido. Bisogna far dei raggi >
< Ti ho detto che va tutto bene. Riposo e pomata, tutto si rimetterà al suo  posto >

Kiki era rimasto ad osservarlo, nei suoi occhi leggeva odio, ma era diverso da quello che aveva quando l’aveva con altre persone…era odio verso qualche cosa che aveva combinato, forse per quel pugno dato contro la parete?
Jun non faceva che toccarsi la mano che gli faceva male, stava cominciando a gonfiarsi e ad aver qualche livido nero.
< Jun, andiamo a far una visita…lascia che ti accompagni >
Ma era ostinato, non voleva andar da nessuna parte, quella serata era già andata storta non voleva che si aggiungevano altre brutte notizie.
< Va beh, fa come vuoi. Sono stanco per stasera di dover dar retta a due bambini cocciuti! >
< Non darmi del bambino! >
< Ma è così, sei troppo cocciuto. Cerca di crescere! >
Detto questo uscì dalla stanza recandosi dagli altri.
“ Qui l’unica bambina è solo lei!... ma a quella bambina ci tengo troppo. – si alzò recandosi anche lui dagli altri – Ho deciso, ti starò lontano per il tuo bene ”
Jun era troppo triste per la decisione presa che quando finalmente arrivarono le pizze che le ragazze avevano ordinato, non mangiò niente.
Cominciò a distaccarsi da lei. Kiki se ne accorse e Elena non capì il motivo del suo comportamento.

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Nei giorni seguenti portò Han a far lezione con i B2ST, avevano accettato di aiutarla con le prove di ballo mentre Seob l’avrebbe aiutata con il canto, non avrebbe portato interruzioni perché in quel periodo non avevano molte prove per il ballo quindi si trovarono a far i maestri.
Elena ogni giorno finiva di lavorar per le cinque e certe volta anche prima, il lavoro non era impegnativo doveva solo coordinare le operazioni che il suo team stava operando; quando rientrava passava a prender sua cugina.
Rimaneva dietro la porta aspettando che le sue lezioni finivano. All’inizio furono molto difficili e impegnative tanto che Han rientrando a casa preferiva andar a riposare senza toccar la cena, ma dopo qualche giorno sembrò adattarsi ai ritmi.

“ Deve tenerci molto al suo sogno, si sta impegnando parecchi e senza sosta. Ci sta mettendo anima e corpo…spero che si realizzi ciò che vuole  ”
Osservava sua cugina ripetere sempre i stessi passi finché non li eseguiva nel modo corretto, ballava ogni giorno per almeno 5-6 ore e dedicava al canto 2 ore per non sforzar troppo la voce.
< Per oggi finiamo qui > disse il coreografo
< Mamma mia, finalmente > disse Han sedendosi per terra
< Principessa, stiamo migliorando. Continua così > disse YoSeob.
< Davvero? Non stai scherzando? >
< Nono. Sei fatta più precisa con i movimenti >
Han gli sorrise.

< Han –disse Elena entrando nella stanza – hai finito? >

Elena si guardò in giro, non lo vide, non era in quella stanza.
< Ciao Ely! >
< Ah, ciao Kiki >
< Mmm…non mi sembri >
< Nono, sono solo stanca >
< Oppure…perché lui non c’è >
< Eh? Nono che dici > arrossì
< Beh, lui non verrà per altri 5 giorni. >
< Ah >
< Sai, quelle sera che siete venute…ha dato un pugno al muro…quello scemo si è fatto male la mano destra e adesso non può ballare per un po’ >
< Ma è solo una mano, perché non può ballare? Non sarà mica rotto? >

< Almeno non è niente di rotto >
< Che ne dici di far una cosa? >
< Eh? >
< La settimana prossima ci sarà la serata delle stelle cadenti…che ne dici di prenderci 3 giorni di permesso e far un campeggio? >
< Come?! Ma ho il lavoro, e anche voi >
< Non preoccuparti. Per ora noi non stiamo facendo molto e credo neanche tu… se mancheremo due o tre giorno che vuoi che faccia >
< Ne dovrò parlare con il mio capo >
< Lascia far a me! Ehm…che ne dici se lo comunichi tu a Jun? >
< Devo andar a casa con Han >
< Ci penserà Yo >
< Ma voi non state andando al dormitorio? >
< Nono, avevamo deciso di andare a cena fuori >
< Ma Han poi rimarrà sola >
< Verrà con noi! >
< Beh, ecco… >
< È deciso, andrai a comunicarlo tu a Jun mentre io ora vado a parlare con il nostro manager >
Detto questo Kiki prese Elena e uscendo fuori gli studi le diede le chiavi della casa.

< E poi voi come farete a rientrare? >
< Tranquilla, non pensarci >
< Ma spiegami perché devo farlo io? >
< Te l’ho detto, noi ora stiamo uscendo >
< Lo potrai dire anche domani >
< Io voglio che sia al corrente…metti il caso ha già preso impegni >
< Ci andremo solo noi >
< Ely…io voglio che siamo tutti insieme, se lui non ci sarà non si farà niente >
< Eh va bene, ci sto andando… >

Lasciatasi convincere dall’insistenza di Kiki, Elena si diresse verso l’appartamento dei B2ST.

Non aveva molta voglia di andarci, ma da una parte ne fu felice perché l’avrebbe rivisto…
“ Ma un momento. Non devo esser felice. NO, NO, NO, NO… ”
Elena era combattuta nell’esser felice o triste.Dopo tutto sapeva di esser soli, magari questa volta Jun non si sarebbe fermato e avrebbe continuato…anche lui l’aveva detto la scorsa volta…se non fossero stati con gli altri non si sarebbe fermato a quel punto.
Si trovò di fronte l’entrata, strinse le chiavi che teneva nella mano, si fece coraggio ed entrò.
Salì le scale pensando che era ancora in tempo per andarsene ma quando si trovò davanti la porta indecisa se aprire o no, Jun l’aprì; si trovarono faccia a faccia…beh oserei dire faccia e petto visto la sua altezza.
< Che ci fai qui? > chiese sorpreso Jun
< Ecco…è stato Ki a farmi venire qui, devo dirti una cosa >
< Entra, basta che sia una cosa veloce >
La fece entrare e si diressero nel salotto, Elena era tesa come non mai; non era la prima volta che stavano soli ma conoscendo i suoi sentimenti era imbarazzante per lei star li… e poi doveva esser sincera, sopprimere i suoi sentimenti vedendoli si a due passi da lei non era per niente facile.

< Allora? Che dovevi dirmi? >
< E…Ecco, è stata un’idea di Kiki…ha proposto di passare tre giorni fuori a campeggiare, la prossima settimana >
< Allora? Che volete da me? >
< Kiki ha detto di dirti se avevi impegni >
< Forse >
< Ah, allora dovresti dirglielo >
< Perché? >
< Vuole che ci sei anche tu…altrimenti lo spostava a quando eri libero >
< AAAH! Mi sta costringendo a venire come al suo solito…va bene vengo >
< Ok, gli mando un messaggio >
Elena prese dalla tasca dei pantaloni il cellulare, digito sulla tastiera e inviò il messaggio, Jun facendo finta di niente osservava la ragazza…era felice.
< Perché sei felice? >
< EH?! Non lo sono >
< Invece si. >
< Beh ti sbagli >
< Mmm, non direi…comunque tutto qui quello che dovevi dirmi? >
< …Si >
< Ok, allora posso andare >
< Ah, ok >
Il suo volto si rattristi un po’, poi vide la mano fasciata e ripensò a quel momento in cui sentì quel rumore.
< Che hai fatto? > chiese
< Uhm? Dove? >
< Come dove? Li alla mano…l’hai tutta fasciata >
< Ah, niente...l’ho sbattuto…a quell’ordine non sono abituato e nel prendere una cosa ho sbattuto contro il mobile >
< Mi dispiace, è colpa mia >
< Fa niente >
Elena abbassò il viso, si sentiva in colpa. Jun era seduto nel divano accanto e vederla in quello stato gli dava i nervi.

< INSOMMA! – disse alzandosi e andando incontro a lei – SE MI COMPORTO BENE PIANGI, SE CERCO DI ESSERTI INDIFFERENTE SEI TRISTE…NON SO PIU’ COSA DEVO FARE PER VEDERTI SORRIDERE! >
Elena era ferma su quel divano con Jun che gli urlava contro, non l’aveva mai visto in quel modo.
< CHE DIAVOLO TI HO FATTO PER MERITARMI QUESTO TUO COMPORTAMENTO? PERCHE’ FAI COSI SOLO CON ME? >
< N-No è vero… >
< CAZZO SI CHE E’ VERO! Sono stanco! >
Stava per mettersi a piangere.
< Mi raccomando, vai a piangere dai tuo adorato Kiki >
< ..Jun… sei solo uno stronzo…ti odio >
Si alzò lasciandolo in quella stanza con gli occhi spalancati per quella frase.
“ Non hai capito niente, niente! Sei uno stupido…stupido…STUPIDO! ”

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Elena corse più che poteva, senza accorgersi di dove stava andando…
Quando si fermò si guardò intorno…era arrivata in una piazza dove c’erano dei buche per terra e l’acqua fuoriusciva da essi ed erano illuminati da dei fari alternandosi i colori.
< Ma dove caspiterina sono? >
Elena si guardò intorno, eran le 6 e 30 del pomeriggio, si stava affollando di gente che usciva dagli uffici, si sentiva come una pallina dentro il floppy, sbattuta a destra e sinistra.
Finì tra le braccia di un ragazzo.
< Oh mi scusi > disse voltandosi
< Figurati, stai bene? >
Elena era stupita, quel ragazzo indossava dei strani vestiti, aveva un viso familiare ma non riusciva a ricordarlo dove l’aveva visto.
< Si si sto bene, è solo che non so dove mi trovo…insomma mi sono persa >
< Povera stellina, dimmi dove devi andare >
Elena era stupita…l’aveva chiamata stellina? Ma chi era quel ragazzo?

< Si, ecco dovrei raggiungere la CUBE… >
< Sei una fan di qualche gruppo? >
< Non…in realtà sto lavorando ad un progetto >
< Ah, interessante…comunque ti ci accompagno io…con la mia moto >
< Eh?! Moto? >
< Si certo, vieni >
La prese per mano andando vicino ad una moto di grossa cilindrata, una YAMAHA.
< C-Cioè tu guidi quel coso? Ed io dovrei salirci? >
< Certo, questo è il caso. >
Lo strano ragazzo gli passo il casco ed Elena lo mise, aspettò che si accese la moto e il permesso per salire…
< Benissimo, mia dolce fanciulla…l’accompagno al suo regno >
“ Ma questo da dove esce fuori? ”
 




CIAOOOOOOOOOO SONO TORNATAAAAAAA!
Come state? Vi sono mancata? *^*
Mi scuso se non ho aggiornato venerdì ma ero troppo stanca y.y (e ieri non ero a casa D: )
Non posso stare molto perchè domani inizio la scuola ma se trovo recensioni stasera, risponderò subito! :D

BYEEEEEEEEEEEE

PS: Why So Serious? :D

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Capitolo 17
*** Ricordi - Uscita a Sorpresa ***


“ Jun…ti odio ”

Quelle parole si ripetevano costantemente dentro la testa di Jun facendolo sprofondare in un abisso di malinconia.
“ Mi odia… Ha detto di odiarmi… - si sedette nel divano inclinando la testa verso il basso spostandosi i suoi capelli dagli occhi – Era davvero questo quello che volevo sentirmi dire? Che mi odia così da spingerla nelle braccia di Ki? – chiuse gli occhi – Qualsiasi cosa ho detto, adesso starà andando da Kiki e piangere fra le sue braccia…pur di vederla felice…pur di vederla sorridere…metterò da parte i miei sentimenti ”
Sentì aprir la porta di casa, si alzò per vedere se era lei, il suo cuore batteva forte.
< Ah Jun , sei qui? >
Era Kiki e per giunta senza Elena.

< Che fa li con quell’espressione? >
< …No…niente. Credevo fosse con te! >
< Eh…chi doveva esser con me? >
< Elena >
< Perché mai? >
< Perché lei preferisce star con te, si è messa a piangere. Ogni volta che ha problemi corre da te > disse sedendosi nel divano
< LEI CHE?? Ma tu si stupido! Sarai sicuramente caduto dal seggiolone da piccolo perché ti manca qualche neurone in testa! >
< Ehi, non offendere! I miei neuroni sono tutti sani  e non sono mai caduto dal seggiolone! Ti ho solo detto la verità >
< HAI SOLO SPARATO UNA CAZZATA! >
Ki prese il cellulare e corse via sbattendo la porta.

< Io proprio non li capisco…mi rifiuto di capirli! – decise di alzarsi e si diresse nella porta d’ingresso – Meglio andar a far un giro, mi hanno rotto tutti! >

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< GRAZIE PUOI LASCIARMI ANCHE QUI > urlò Elena per farsi sentire dal ragazzo
< OK! >
Si accostò, l’aiutò a farla scendere e si tolse il casco.
< Grazie per avermi aiutata, alle fine neanche mi conosci >
< Non potevo non aiutar una bella ragazza come te >
Elena arrossì.

< …Grazie per il complimento, ma non ritengo di esser tale >
< Ah no? Perché? >
< Ho molti difetti >
< Li abbiamo tutti >
< Questo è vero… >
< Secondo me, l’hai detto perché hai un ragazzo che ti piace ma lui non ti fila >
< Eh? Nono…anzi >
< AH quindi hai un ragazzo >
< …No, non ho il ragaz… >
< Bene, allora ho più possibilità >
< EEEEH? >
< Ti trovo molto carina… - controllò il cellulare per l’ora – scusa ma ora devo scappare, mi stanno aspettando. – si mise il casco e accese il motore – VISTO CHE SO CHE LAVORI QUI TI VERRO’ A TROVARE…MI DOLCE STELLA! >
Dopo aver accurato che la strada era libera, partì allontanandosi da lei.

< ELY! >
Sentì urlar il suo nome, era Kiki che correva verso di lei.
< Ti ho trovato finalmente – respirava a fatica – Jun mi ha detto tutto…che è sta storia che tu vuoi me? >
Arrossì.
< M-MA NON E’ VERO NIENTE! >
< Immaginavo…quello stupido >
< Cioè…scusa ma non volendoti toglier niente…ma con te ho un bellissimo rapporto…ma… >
< …ma quello che ami è Jun >
Divenne più rossa non appena lo disse.
< Lo sapevo, ne ero certo! >
< …M-Ma…c-come hai f-fatto a capirlo? > abbassò lo sguardo
< Per me sei un libro aperto, mi basta guardarti per capire che cosa ti passa per la testa >
< Ma perché lui non è così >
< Eh, purtroppo non tutti siamo nati con lo stesso cervello…c’è chi è stato fortunato come me…c’è chi ha delle deformazioni fisiche come il nostro Jun >
< Quanto vorrei che capisse… >
< Tu…lo vorresti? >
< EH? > lo guardò spalancando gli occhi per quella domanda
< Ti senti pronta per ricominciare una nuova vita? Vuoi che Jun guardi solo te e nessun’altra? Hai dimenticato del tutto la tua vecchia storia? >
< C-Credo…beh credo di s-si >
< Se tu vuoi, io ti aiuto…ma solo se lo vuoi veramente, se hai deciso di andar avanti…se pensi di volerlo veramente, se ti sei lasciata il passato alle spalle >
Dopo qualche secondo di timore, Elena si fece coraggio.

< Si >
< Lo vuoi davvero? >
< Si >
< Bene, lascia far a me >
< Eh? >
< Tranquilla, mi verrà in mente qualcosa – facendo l’occhiolino- intanto facciamogli credere che stiamo insieme >
< P-Perché? >
< Gelosia…voglio vedere come si comporta >
< Ma lo sappiamo che lui mi vuole, perché fargli questo? >
< Lui è convinto che tu vuoi me, ma solo noi due sappiamo che in realtà le cose stanno diversamente…voglio solo vedere dove vuole arrivare >
< Non mi va >
< Eh? Perché? >
< Non mi va di vederlo ancora star male per colpa mia >
< Vuoi andar da lui e buttarti fra le sue braccia gridandogli… Oh Jun scusami, è tutta colpa mia. Sposami! >
< EHH?? Smettila di imitar la mia voce, che poi non fa neanche in quel modo…e poi no! Non voglio buttarmi fra le sue braccia >
< Allora fa come ti dico io. Fidati >
< AAAH! E va bene, farò quello che mi dirai tu…ma ad una condizione >

< Quale? >
< Niente bacio >
< Mmm…OK >

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Han tornò a casa con Seob, sua cugina era sparita senza dirgli niente e lei non sapeva cosa fare!
“ Ti odio Ely! Ti odio!! Mi hai lasciato in palestra senza dirmi niente e per giunta mi sta lasciando Seob ed io son ancora in questo stato…non ho portato il cambio e non ho potuto far la doccia…quanto ti odiooooooo!!!!! ”
Era davvero arrabbiata con sua cugina per averla messa in quello stato.
In macchina, per  il brave percorso i due non parlarono, Seob era impegnato a guidare ed Han era arrabbiata per concentrarsi sulla situazione.
Arrivarono finalmente sotto il suo appartamento.

< Arrivati… >
< AH…ok… ti ringrazio per avermi accompagnato fin qui >
< Ma figurati, lo sai che per te farei tutto >
< Beh non esageriamo >
< Perché? Io sono sincero…è stato un modo per vederci e star un po’ insieme…e se vuoi >
Deglutì.
< …S-Se voglio…c-cosa? >
< Se vuoi – disse avvicinandosi al suo volto – se ti va – ormai era quasi arrivato alle sue labbra – se non hai niente da far…- si fermò a qualche millimetro dalle labbra – ceniamo insieme >
Il cuore di Han sembrò fermarsi per un imminente infarto per quel momento, sembrava volesse baciarlo, invece le aveva chiesto di uscire…
Un appuntamento, pensò…il suo primo appuntamento da sola con lui…
< A…ecco…prima dovrei far una doccia >
< Non c’è fretta, posso aspettare >
< Se vuoi…puoi salire e aspetti sopra >
Seob, che nel mentre si riposizionò nella sua posizione, si voltò a guardarla.
< C-Cioè, ecco…non pensare male >
< Ah no? >
< NO! Era solo per non farti rimanere qui…per il tempo che mi preparo >
< E che dovrei far sopra mentre tu starai a prepararti? >
< Puoi metterti nel divano a guardare la tv >
< Solo? >
< Se vuoi, puoi girar per casa >
< Quindi, potrei anche entrar… - la guardò – nella doccia >
< EH??? > divenne rossa come un pomodoro
< AHAHAH dai sto scherzando…non lo farei mai… a meno che, tu non voglia >
< M-M-MA… ecco, si…cioè no…oddio che vergogna >
Si nascose il viso per l’imbarazzo per quella frase detta da Seob, il ragazzo nel vederla scoppiò a ridere.

< OH piccola Han, stavo solo scherzando…comunque tranquilla accetto l’invito di salire su, ma puoi stare tranquilla più del salone non vado >
Han aprì le mani  e tra uno spazio e l’altro delle dita osservò il ragazzo.
< Sei sicuro? >
< Sicuro. >
Proseguì dentro il garage e posteggiò le macchina.
Salirono nell’appartamento e mentre Han si recò nelle stanza per preparar i vestiti per poi far la doccia, Seob rimase ad attendere nel salone accendendo la tv.
Non trasmettevano nulla di interessante quella sera, e mentre cambiava canale decise di alzarsi per far un giro nell’appartamento.
Sopra un mobile si accorse che vi erano di book fotografici, ne prese uno e l’aprì…erano le foto di lei con sua cugina Elena. Foto di quando erano piccole e giocavano insieme.
“ Quant’era piccolina la mia Han! Che bellina…la voglio questa foto ”disse mentre la estrasse infilandola nel portafoglio.
Sfogliando, osservava che c’erano anche foto di Elena da piccola, ne prese anche una sua…per consegnarla a Jun, pensò che le avrebbe fatto piacere averne una.
Osservò tutte le foto che contenevano quei book, finiti le riposò dove li avevi trovati accurando di rimetterli nelle stesse posizioni. La sua attenzione si posò su una cornice…c’era una fotografia.
La prese.
“ Oh…ma questi siamo noi… ”
Era la foto scattata la prima sera che erano arrivati a Seoul.

“ Quella sera ci siamo proprio divertiti. ”
La posò e mentre si osservava intorno per vedere altre particolarità sentì la porta aprirsi.
Si voltò…la vide sull’ingresso della porta, bella come non mai.
Indossava un abito nero molto semplice e con scarpe abbinate al vestito.
< S-Sono pronta, scusa per il ritardo >
< Ma figurati, non hai perso molto tempo >
< Come?...ma se è passata un’ora da quando siamo venuti? >
< Un’ora dici? Non me ne ero accorto >
< Lo dici per farmi contenta >
< No, davvero…non me ne son reso conto… >
< Sicuro? >
< Certo…e lasciatelo dire… Sei splendida come sempre >
Han arrossì leggermente.
< Allora, iniziamo la nostra serata? >
< Ok > disse sorridendo
Scesero e si diressero in macchina.

Andarono in un ristorante, cenarono e infine si recarono a far una passeggiata lungo le vie della città.
< Ma non sarà pericoloso per te girar per la città insieme a me? >
< NONO, tranquilla…vedi, in realtà non siamo soli >
< No? >
< Nono…con noi ci sono sempre delle guardie del corpo che ci seguono in tutto quello che facciamo, non si fanno vedere per non dar nell’occhio, così se qualcuno scatta qualche foto lui se ne accorge. >
< Ma anche se è così, non è sempre meglio evitare? >
< Di la verità…ti stai annoiando? >
< Nono…non mi annoierei mai con te. Lo dico solo per evitarti problemi >
< Sei molto tenera ma puoi stare tranquilla, non succederà niente >
Seob le sorrise per rassicurarla.
Con quelle parole Han si sentì un po’ meglio.
Camminarono molto osservando le vetrine di alcuni negozi, di notte la città aveva un altro fascino e Han ne era affascinata.

Non sapeva dove guardare prima, tutte quelle luci riuscivano a catturare il suo sguardo rendendola felice…immensa era la gioia che provava nell’esser li, si sentiva dentro qualche favola.
Seob la osservava mentre si spostava da un posto all’altro incantata da quella bellezza.
< Han >
< Si dimmi > disse mentre osservava in alto le luci che illuminavano quella strada
< Vieni con me – le allungò una mano – vieni in un posto speciale >
Han osservò per un attimo la mano che Seob aveva allungato verso di lei in attesa di una risposta.
< O-Ok >
Han afferrò la sua mano stringendola forte, non credeva di poter passeggiare di notte in quella città proprio con il suo bias…si quella doveva essere una favola, perché i sogni non sono così belli.
< Dove mi stai portando? >
< AH AH… è una sorpresa, vedrai ti piacerà >
Han lo guardò incuriosita, voleva capire dove la stava portando e cominciò ad osservare ciò che gli stava intorno…ma nel punto dove si trovavano loro si cominciò ad affollarsi.
< Quanta gente >
< Lo so, scusami… ma desideravo portarti qui fin dalla prima sera >
Han lo guardò, gli sorrideva.
< Vieni >
Si lasciò condurrefino ad arrivar su un ponte, alla sua destra vide una fontana illuminata con dei fari e subito dopo una cascata che conduceva su un canale tutto illuminato dove una scala di lato portava giù.
Molte persone stavano scendendo, alcune invece salivano…altre semplicemente camminavano di lato al letto del fiume o stavan fermi.
< Ti piace qui? >
Gli occhi di Han luccicavano alla vista di tanto splendore.

< E’ bellissimo… - si volto – grazie per avermi portato in questo posto >
< Speravo ti piacesse…è qui che vengo quando mi voglio isolare un po’ e pensare >
< Anche se è affollato, sembra un posto dove si riesca a rilassarsi >
< Ma ci sono attimi in cui non passa molta gente, stasera deve esser un’eccezione… ti va di scender e far una passeggiata? >
< Si > disse sorridendo.
Scesero le scale. Passeggiarono mano nella mano come una coppia, ma Han non ci fece caso all’inizio era presa molto da quel posto, ad osservare quelle luci riflettersi sull’acqua.
Si sedettero su gradino, solo allora si accorse che Seob le teneva la mano.
Guardò quelle dita intrecciarsi con le sue per proseguire pian piano su braccio ed infine sul suo volto, Seob stava guardando in alto, il cielo.
< Peccato >
< Cosa, peccato? >
< Con queste luci non si vedono le stelle…ora entriamo nel periodo in cui si avvistano molte stelle cadenti, le vorrei veder tanto una adesso >
< Come mai? >
< Ho dei desideri che vorrei esprimere >
< Davvero? >
< Si… -rivolgendosi ad Han- tu non hai niente da chiedere? >
Prima di rispondere guardò in alto.

< Mmm… per ora no >
< NO??! > disse stupito
Han rivolse lo sguardo verso lui
< Per ora tutto quello che desidero l’ho già…al mio lato > disse socchiudendo gli occhi in un dolce sorriso.







Hello boys and girls!
Per questa settimana ho cambiato giorno di pubblicazione!
Volete sapere perchè?
Perchè oggi la FF COMPIE 100 GIORNIIIII *^*
E noi che amiamo i coreani, non possiamo non festeggiare come loro! :D
Decidete: nuovo capitolo o info? (Che domanda cretina xD)
Appena mi date la risposta pubblico ciò che preferite quindi, taaaante recensioni *^*

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Capitolo 18
*** Ricordi - Kiss ***


Seob era rimasto a guardala con stupore, non si aspettava una simile affermazione dalla ragazza.
< Posso chiederti cosa avresti al tuo lato? > disse sapendo già cosa avrebbe risposto
< L’hai capito! Per ora non ho dei desideri. Sono a Seoul nella città che tanto sognavo, ho incontrato il mio gruppo preferito, incontrato te che sei il mio bias e stiamo anche uscendo…credo che in una volta sola i miei più importanti desideri si sono realizzati…non chiedo di meglio >
< Ma sono sicuro che hai altri desideri >
< Beh, si li ho…ma non voglio dirteli >
< E per quale motivo? >
< Per evitare che porti sfiga! > disse uscendo la lingua
< AH, ti porterei sfiga??? > disse mentre faceva la sua faccia da cucciolo
< Dai, non far così…stavo solo scherzando >
< Non è vero >
Seob si allontanò dalla ragazza tutto triste per quella frase.

< No ti prego, stavo scherzando…scusami >
Han si sentì mortificata, non sapeva come scusarsi e cercare di rimediare. Si rattristì e abbassò il suo volto guardando l’acqua scorrere nel letto del fiume.
Seob la vide in quello stato, stava scherzando naturalmente ma forse aveva recitato così bene da far credere che si era offeso seriamente.

Si avvicinò. Han non alzava il suo sguardo, era fissa sul fiume.
Decise di farle il solletico, la prese per la vita cominciando a toccarla…la ragazza non riuscì a frenare la sua risata.
Implorava di fermarsi ma Seob non aveva intenzione di farlo, più lei rideva più lui non la smetteva…adorava la sua risata, adorava vederla così felice, amava il suo sorriso.


< Ti prego Seob… AHAHAHAH… basta! Basta!…. AHAHAHAH!>
< Neanche per sogno, ti farò rider per sempre…ti voglio vedere sempre col sorriso >

< Me lo prometti? >

Seob smise e la ragazza fece un lungo respiro di sollievo.
Le persone che passavano ridevano per quella scena che si erano prestati a regalare, chiunque li vedeva pensava a quanto fossero teneri…e lo eran per davvero.
Han aprì gli occhi continuando a sorridere. Era fra le braccia di Seob che la teneva stretta a se.

Han si mise a guardar i suoi occhi, i suoi occhi che tanto amava, così dolci e teneri come quelli di un cucciolo…il suo cucciolo.
< Che mi avevi detto? >
< C-Come? >
< Mi avevi promesso che non smettevi di ridere >
< Si, e non smetterò >
< Ma ora non stai ridendo >
Han allora sorrise.
< Così va bene? >
< Non deve esser forzato…lo devi sentire >
La ragazza allora si addolcì sorridendo.

< Ecco… è questo il sorriso che mi piace… >
Seob la guardava con un sorriso dolce mentre lei arrossì.
< Ti ricordi cosa ti avevo detto? >
< Q-Quando? >
< A Dubai >
< Ehm??! >
< Ti avevo detto che arrivati qui…ti avrei fatto innamorar di me… >
Arrossì diventando rossa su tutto il viso.
< Credo che ci stia riuscendo… >
< Dici? >
< Vuoi vedere? >
Seob si avvicinò lentamente alla ragazza che rimase ferma a guardarlo.

Il suo cuore batteva sempre più forte man mano che il volto di Seob si faceva più vicino.
La stretta si fece più forte, le cominciò ad accarezzare il viso, si trovavano così vicini che pochi istanti dopo le loro labbra si sfiorarono.
Sentì un calore con quel tocco avvolgerle il corpo, socchiuse gli occhi.
In quel posto tanto amato da Seob, con il rumore dell’acqua che scorreva lenta, con le luci della città che tanto amava…si diedero il loro primo bacio.
Un bacio lento, dolce come in quei film romantici, come nelle favole.
Già, le sembrò proprio di esser dentro una favola…e Seob era il suo amato principe delle favole.

Era così perfetto, avvolta dalle sue forti braccia, assaporava quelle labbra…e non poteva crederci che stava davvero succedendo.

Quando Seob si allontanò, rimase li ad osservarla mentre ricambiava lo sguardo con le guance tutte rosse.
< Quindi…il mio scopo di farti innamorar della persona che sono in realtà sta avendo successo… >
< …perché mai vuoi arrivare a ciò? Perché hai aspettato questo tempo per baciarmi? >
< Ogni volta che conoscevo una ragazza mi amava per quello che apparivo, io voglio che tu mi ami per quello che sono in realtà… >
< Perché proprio io? >
< Fin dalla prima volta che ci siamo visti mi sei piaciuta, non volevo star con te perché sapevi chi fossi…voglio farti conoscere chi sono veramente. Amo che le persone non si soffermino solo sull’apparenza, devono saper apprezzare le persone per quello che sono… -la guardò dritta negli occhi – per questo motivo ho voluto aspettar fino a questo momento…voglio farti innamorare della persona che sono non per quello che vedi esteriormente. >

Han fu colpita da quelle parole, Seob le piaceva e anche molto, ma come diceva lui…era più un’attrazione dovuta all’immagine che si era costruito per il pubblico, per il lavoro…ma più stava con lui più conosceva lati del suo carattere che non trapelavano al di fuori di uno schermo televisivo…ne era affascinata, voleva conoscer meglio quel ragazzo, voleva sapere tutto di lui, del suo modo di parlare, di esprimersi con gli altri, il suo passato, tutto…per la prima volta si rese conto che non conosceva molto la persona che amava, anzi che amava per quello che appariva…
Era questo che le diceva Seob, doveva amare la persona che si nascondeva dietro quell’immagine etichettata dal suo ruolo nella band.
Si promise di conoscerlo più affondo, di osservarlo nella sua naturalità, afferrando più lati del suo modo di fare, di pensare…
Dopo esser rimasti li in silenzio abbracciati, decisero di ritornare nelle proprie abitazioni, dopo tutto dovevano andar a lavoro.

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Rientrata in casa, Han si recò nella stanza di Elena, voleva raccontargli ogni singolo gesto di quella serata, ma si accorse che sua cugina non era sul suo letto.
Notò che la tende si mosse.
“ Eccola, siamo alle solite ”
Si recò fuori nel balcone, la vide seduta con le spalle appoggiate nel muro a guardar su.

< Mi spieghi che ci fai per la millesima volta fuori nel balcone, nonostante soffri di vertigini??? >
< Cerco di guardar le stelle, voglio esprimere un desiderio >
< Anche tu con questa storia delle stelle cadenti?? >
< Perché anch’io?? > disse senza distogliere lo sguardo
< Ehm – ricordandosi del bacio – niente…lasciamo perder per stasera… comunque rientriamo >
< Nono…voglio restar qui >
< Elena, forza andiamo >
Fece per sollevarla ma qualcosa attirò la sua attenzione.

< E questa?? – era una bottiglia di vodka alla fragola – Elena che ti è saltato in testa! >
Prese la bottiglia mettendoci forza, credendo di trovarla quasi piena, ma con grande stupore la bottiglia era finita.
< Cioè…Ely ti sei bevuta una bottiglia tu sola???!! >
Non rispose, era intenta a guardare quel manto di cielo sul blu scuro illuminato dalle luci dei palazzi della città.
< Maledetta città…oscura il mio amato cielo, così non potrò vederle…VOGLIO LE STELLE > urlò
< SHHHHHHHHHHH! Zitta! Nel palazzo non siamo sole… andiamo, su…alzati – cercò di farla alzare e con grande fatica ci riuscì – ma quanto pesi…da domani tutti a dieta >
< Nono cugina…sei te che non hai forze…lui si che mi alzerebbe con un dito… >
< Lui chi? >
< Lui, lui…il mio Jun >
Han la fece sdraiare nel letto e la guardò stupita per la frase pronunciata poco prima.

< Come hai detto? >
< Il mio Jun… -disse coprendosi il volto con un cuscino – Il mio Jun…il mio… >
Dal suo volto cominciarono a scender alcune lacrime.
< Adesso perché piangi? > chiese Han mentre si sedette sul letto accarezzandogli la testa
< Perché è un idiota, un cretino, uno scemo, uno stronzo, non capisce un cazzo… io lo odio…lo odio >
Si sdraio accanto a lei, la strinse in un forte abbraccio.
< Perché dici così? Perché lo odi? >
< Perché non riesce a capirmi…perché ogni volta che cerco di parlare con lui finiamo per litigare…>
< Che cosa deve capire? >
< I…I miei sentimenti… >

Han non capiva bene quello che era successo tra lei e Jun, era intenta alla storia tra lei  e Seob e sul fatto di essere in quella città che non ebbe tempo per accorgersi che sua cugina aveva qualcosa che non andava.
< Mi dispiace di non esserti stata vicina…mi dispiace di averti lasciata sola…ora sono qui, ti aiuterò… >
Elena piangeva fra le braccia di sua cugina che per cercarla di consolarla le accarezzava la testa, non sapeva come farla smetter di piangere, non conosceva bene i dettagli della storia e non sapeva cosa poter dirgli.
< … Lo amo… >
Han fu sorpresa nel sentire quelle parole.
< Credo di averlo sempre amato…fin dalla prima volta che i miei occhi hanno incrociato i suoi… Ma non posso amarlo, non devo. >
< Perché? Hai in testa ancora Daniel… >
< Non credo – si spostò dall’abbraccio e si soffermò a guardar il soffitto, per un attimo finì si piangere – non credo di poter dimenticare così in fretta Daniel, è e sarà il mio primo amore, ma… credo di aver paura… >
< Di cosa > Han si mise distesa osservando anch’ella il soffitto illuminato dalle luce che entrava dalla finestra.

< Di trovarmi nella stessa situazione di Daniel, di dover soffrire ancora una volta…quando tutta questa storia del lavoro finirà, che ne sarà di noi? Torneremo alle nostre vite di sempre, questo comporterà unallontanamento…la nostra casa è li… -si voltò verso Han - …la nostra famiglia non è qui…questa è solo un’opportunità che ci è capitata, è solo una parentesi nella nostra vita…quando finirà ognuno tornerà alla vita di prima…anche noi due… >
< Non per me. >
< Han, loro fanno una vita diversa da quella che noi immaginiamo…sono pieni di impegni di lavoro, ogni attimo della loro giornata viene decisa da altri…questa io non la chiamo vita… >
< Lo so, immagino che non avranno tempo…ma io ho dei sogni, ho dei desideri…e sento che da questa storia nascerà una grande opportunità per me. >

< Si...ho deciso, so cosa voglio, so i miei scopi nella vita…da domani sarò più motivata. >
< Quindi, quando finirà questa storia…io tornerò sola >
Si voltò verso sua cugina, le prese una mano.

< Tu non sarai mai sola, questo viaggio l’abbiamo iniziato insieme…è stato e sarà la cosa più bella che ci sia capitato fino ad ora…è il tuo punto di lancio verso una nuova vita…io non voglio che finisca, non voglio che torni alla tua vita senza di me, staremo sempre insieme…nelle gioie e nei dolori…>
Elena osservava la mano stretta alla sua, sua cugina aveva già tutto chiaro mentre lei…per la prima volta in vita sua non riusciva a focalizzare i suoi obiettivi… era così offuscato, le cominciò a girar la testa… l’alcool cominciava a dar i suoi effetti.
Han corse per la cucina in cerca di un secchio, arrivò giusto in tempo per evitar che avrebbe rigettato sulle coperte.
Stava troppo male e l’unico che gli venne in mente di chiamare fu Seob, il ragazzo era nel pieno della dormita, solo dopo diversi squilli riuscì a sentir il cellulare che squillava.

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< Pronto? > disse con gli occhi ancora in sonnacchiati.
< Ti prego devi aiutarmi >
La voce spaventata di Han lo fece riprender dal sonno.
< Che ti è successo? Dove sei? >
< Sono a casa mia, ma Elena sta troppo male… >
< Elena?? Che ha? >
< Ha bevuto una bottiglia di vodka...e sono sicura anche altro, per giunta a stomaco vuoto. >
< Come a stomaco vuoto? >
< Lasciamo perdere questo dettaglio, ti prego da sola non riesco a starci dietro. Ho bisogno di una mano >
< Tranquilla, chiamo Jun e veniamo subito >
Detto questo, chiuse la chiamata e si vestì velocemente. Entrò nella stanza di Jun e con gran stupore ma anche gioia lo vide sveglio intento a scrivere al Pc.

< Che hai da entrare con quell’espressione nel cuor della notte? >
< Vestiti…devi venire con me >
< Vestirmi?? >
< Muoviti! >
< Prima dimmi che succede >
< Mi ha chiamato Han…Elena sta male >
A quelle parole, Jun si alzò dalla sedia, mise le prime cose che trovò ed insieme corsero per la strada più che poterono.

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Non ci impiegarono molto, e quando furono dentro il loro appartamento Jun corse nella direzione indicata da Han per la stanza di Elena.
Quando entrò la vide che riposava nel letto, il suo cuore le sembrò quasi per esplodere…la tensione fu troppa e quando la vide si sentì un peso togliersi dallo stomaco.
< Scusate se vi ho fatto preoccupare così >
Han entrò con Seob nella stanza con lo sguardo dispiaciuto.
< Non devi preoccuparti – le disse Seob- l’importante e che ora si senta meglio >
< Ero così preoccupata, non la smetteva di piangere, urlava…non so cosa abbia, ma Jun… - disse rivolgendosi a lui – qualsiasi cosa sia successa, risolvetela…sta male per questo >
< Vieni Han, andiamo a preparar del caffè amaro per quando si sveglia e qualcosa da fargli mangiare…se è digiuna quando starà meglio le faremo mangiar qualcosa >
I due si diressero in cucina lasciando Jun solo nella stanza mentre guardava Elena sotto la coperta dormire. Si avvicinò cercando di non far rumore, si sedette sul letto osservando il suo viso…dagli occhi vedeva scender di tanto in tanto qualche lacrima, doveva sognarlo, pensò.

“ Solo per colpa mia…stai così solo per colpa mia… ”
Jun si sentiva in colpa per quella situazione, strinse i pugni…ancora una volta era lui la causa di tutto.
Una mano si appoggiò alla sua che stringeva la coperta, si voltò a guardarla.
Aveva gli occhi socchiusi, rivolgeva lo sguardo verso di lui…uno sguardo dolce, sorrise.
< Mi sei venuto a trovare >
< Si, ero…preoccupato per te >
< Preoccupato? Perché? >
< Stai male…ed è tutta colpa mia…del mio carattere > strinse più forte i pugni.
< No…non è così. >
< Invece si… >
< Jun, la colpa è solo mia…che non sono stata sincera con te >
< EH?! > la guardò
< Si, è colpa delle mie paure che sono arrivata a ciò…perciò non far così >
< C-Che paure? >
Lo guardò sorridendo.

< Non dirmi che non te ne sei accorto…che non hai notato il mio comportamento… >
< Che avrei dovuto capire? >
< …Dai, lo sai –si alzò avvicinandosi verso Jun – perché vuoi che sia io a dirlo, mi metti in imbarazzo >
< Quello in imbarazzo sarei io ora… cerca di ricomporti >
Jun si trovò Elena tra le sue braccia, indossava solo una magliettina e non aveva pantaloncini…
< Perché sei in imbarazzo? Un ragazzo come te non deve sentirsi in imbarazzo con me >
< Elena, ti prego… >
Jun riuscì a farla sdraiar nel letto, la coprì e si alzò allontanandosi da lei…
< Perché ti stai allontanando?? Perché più cerco di avvicinarmi a te e più ti allontani?? – si alzò dal letto traballando, la sua testa girava – Perché forse non mi trovi bella? Attraente? Guardami! – si tolse la maglietta rimanendo in intimo – Guardami…che ho che non va? Dimmelo! >
Elena si reggeva a fatica, Jun era senza parole…osservava il suo corpo senza sapere come comportarsi.
< Perché non provi niente per me? – cominciò ad avvicinarsi – Perché?? – stava per cadere ma Jun riuscì a fermarla tenendola stretta fra le sue braccia, Elena lo guardò – Perché non provi quello che sento io quando ti vedo? Perché sei così dannatamente bello? – mettendosi a piangere – Perché ogni volta che guardo i tuoi occhi riesci a confondermi?? >
Jun non sapeva cosa rispondere, fu preso alla sprovvista, la osservava senza riuscir ad aprir bocca.

I loro volti erano vicini, decise di spostarsi. L’aiutò ad alzarsi tenendola stretta ancora a se.
< Sarà meglio che dorma ora… >
Elena abbassò lo sguardo e passo dopo passo si fece aiutare per raggiungere il letto.
Dopo essersi sdraiata, Jun cercò la maglietta che indossava e che aveva lasciato cadere a terra ma con quella poca luce non riusciva a veder molto.
< Se cerchi questa…l’ho io >
Jun da sotto il letto si alzò lentamente guardando Elena, che da sotto la coperta mostrava la maglietta che stava cercando.
< Se l’avevi trovata perché non te la sei messa? >
< Dimmi una cosa prima >
< Cosa vuoi? >
< In questo momento non stai provando niente? >
< Provo solo rabbia per avermi fatto cercare quella cosa inutilmente >
< Solo? >
< Si, quindi ora dammi che ti aiuto a vestirti! >

Jun si avvicinò ad Elena che le porgeva la maglietta, la prese ma con un movimento veloce, Elena riuscì a baciarlo.
Colto alla sprovvista, si ritrovò le sua labbra tra le sue, non sapeva se ricambiar o meno…ma poi cominciò a ricambiar.
Elena, mentre lo baciava, si avvicinò sempre più a lui e prendendolo per la mano lentamente lo trascinò sopra di lei.
 







Come richiesto... Ecco il nuovo capitolo :D

Mikotooooooo, ancora suspance? 8D

Vi terremo sempre sulle spine <3

Per ora, non abbiamo avuto tempo per scrivere molto y.y
Però, vi promettiamo che non ritorneremo, nemmeno di una settimana ^^

A venerdì <3

PS: Grazie a voi che seguite la storia! Non avremmo mai raggiunto i 100 giorni se voi non ci avreste dato la spinta giusta per andare avanti <3
Grazie <3

Vi vogliamo bene <3

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Capitolo 19
*** Ricordi - Svolta? ***


Si trovò sopra il suo corpo, senza capire come avesse fatto, era travolto dalla sua passione.
< Jun…voglio esser tua! >
Jun si fermò, guardava la ragazza che stava sotto il suo corpo cominciar a spogliarlo…si lasciò toglier la maglietta, rimase a petto nudo. Con una mano, Elena cominciò a toccargli il petto.
< …Jun…facciamolo….ora…voglio esser tua >
Mentre Elena cominciava a sbottonargli i pantaloni, Jun la fermò.
< Fermati, sei troppo ubriaca. >
< Non è vero…ti desidero >
< Hai bevuto chissà quante bottiglie >
Si alzò da letto.

< Dillo che non ti piaccio…dillo che mi detesti…per non volerlo fare l’unica spiegazione  e che non sono abbastanza attraente per te! >
< SMETTILA! – le gridò fermandola nel letto tenendogli i polsi sopra il letto – Sai benissimo che quello che dici non è la verità. Mi piaci è vero…ma quel bacio per me non ha significato niente…è stato solo un bacio che mi hai dato ma senza esserne consapevole. Non sai quanto mi costa fermarmi così, ma sotto questo stato non me ne approfitto…se deve succedere voglio che sia consapevole di ciò che stai per fare.>
Gli lasciò i polsi, per la forte presa Elena se li toccò…gli facevan male.
Prese la sua maglietta che era caduta per terra e l’aiutò  a metterla ad Elena.
< Copriti. Hai già dato troppo spettacolo per stasera. >
Elena era impassibile, il suo sguardo era stordito non capiva ciò che stava succedendo; si lasciò aiutare a metter la maglietta che era di almeno 4 taglie più grande e riusciva a coprirla fino sopra le ginocchia.

< Ora riposa. >
Si sdraiò, Jun si spostò dal letto.
< Aspetta –disse sdraiata– quel bacio…sappi che è stato sincero >
Aveva gli occhi lucidi ma Jun non poteva vederli, la stanza era poco illuminata.
< Non andartene via ancora una volta…rimani qui con me >

< Perché ti voglio >
< Ma hai Kiki… >
< No…io voglio te… >
< Stai dicendo fesserie >
< Non sono fesserie…perché non capisci >
Si mise a piangere. Jun si avvicinò nuovamente.
< Non posso vederti piangere >
< Allora, ti prego resta con me >
< Ma solo per questa notte >
Jun si sdraiò al suo lato, Elena ne fu felice ed appoggiò la testa sul suo petto. Sentiva il battito del suo cuore pulsare fortissimo, sorrise.

< Come mai sei felice? >
< Sono con la persona che amo >
Jun ne fu colpito…non capiva più se fingeva, se era lucida, se era ancora sotto l’effetto dell’alcool e non riusciva capire se erano sincere quelle parole.
“ H-Ha detto che mi ama??? ”
Troppo confuso, se erano vere quelle parole allora perché si comportava in quel modo??
Non capiva, non capiva…
< Jun… restami accanto…per sempre >
Con quelle parole Elena si addormentò, il ragazzo la osservava con grande meraviglia, le accarezzò i capelli…voleva credere che fosse tutto reale, che effettivamente l’amasse…
< Elena…spero che quello che hai detto sia la realtà…voglio la tua felicità e se lo vorrai, io te la darò. >

S’inclinò sul suo volto baciandole le labbra.

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< C’è troppo silenzio da quella parte > disse Han mentre osservava la porta chiusa della stanza di Elena.
< Principessa…io non oserei entrar, potresti subire un trauma >
< EH?! C-CHE TRAUMA? >
Seob si mire a ridere.
< Beh, vieni lasciamoli soli… >
< S-SOLI??! >
< Ma davvero non hai capito?
Han scosse la testa come segno per dire di no, aveva un’espressione di dubbiosa.

< Ehm…meglio spiegartelo un’altra volta…anche se comunque da quello che mi hai detto, credo proprio sia meglio che tu dorma da me >
< Dormire…con te? Nel tuo letto?? >
< Se lo vuoi – disse avvicinandosi a lei – se sei pronta, dormiamo attaccati nel mio letto… >
Divenne rossa, immaginò cosa poteva succedere e cominciò a balbettare.
< Adesso ho capito cosa intendevi dire prima…t-tu credi…E-Elena…J-Jun…oddio >
< Probabile…non è da escludere >
< Ma Elena è sotto l’effetto dell’alcool >
< Ho detto che non è sicuro… - lesse nel suo volto un’espressione preoccupata – Dai Han, tranquilla…stavo scherzando poco fa, lo conosco fin troppo bene a Jun…non farà niente che sia quel che pensi tu >
< E se invece se ne approfitta? >
< Tranquilla, non lo farà >
Han era troppo nervosa, non riusciva a concentrarsi nel preparare qualche spuntino, aveva la testa a sua cugina.

< Basta, ora entro >
< Ferma – Seob la bloccò per il polso – non credi sia peggio se entri li? >
< Ma…si hai ragione >
< Fidati su quel che ho detto, Jun non farà niente >
< Che cosa dovrei fare io? >
I ragazzi si girarono verso la porta che si aprì, Jun era uscito lasciando riposare Elena, e prima di uscire recuperò la maglietta…non voleva dare troppe spiegazioni.
< Che gli hai fatto, Jun?! >
< Eh? Niente, abbiamo solo parlato >
< Confessa!! Hai…hai…hai fatto cose sconce???!!!!!! > disse mettendosi sulle punte dei piedi per poter mettersi allo stesso livello degli occhi.
< C-CCHE ASSURDITA’ VAI BLATERANDO – rivolse il suo sguardo su Seob- …. YOOOO! QUESTA E’ COLPA TUA >
< Io non ho detto niente >
< Ti conosco bene! Che gli hai raccontato? >
< Ti ho detto niente! Tu piuttosto…dicci che avete combinato li dentro. >

Jun irrigidì. Sia Han e sia Seob lo guardarono incuriositi.
< N-Niente… comunque, ora sta riposando…non disturbiamola. >
< Allora possiamo anche andare?  >
< Volete rimaner qui a dormire? È tardi > propose Han voltandosi.
< Nono tranquilla…torniamo al nostro dormitorio, non facciamo preoccupar gli altri > disse Seob
< Come volete > disse con un tono di voce un po’ triste.
< Più tardi ti chiamo, così mi dici come sta Elena >
< OK >
Han accompagnò i due ragazzi davanti la porta, li salutò e poi tornò da sua cugina.
Entrò senza far rumore, la vide che riposava serenamente, si adagiò nel letto accanto a lei…quella notte rimase li per controllare se avesse bisogni nel caso in cui si sentisse male.

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Le prime luci dell’alba illuminarono il volto di Elena svegliandola.
Non si rendeva conto di dove si trovava, alla fine stava da pochi giorni in quell’appartamento e dopo le bottiglie che aveva bevuto la notte precedente era logico svegliarsi un po’ intontiti.
Le ci volle tempo per ricollegare un po’ di immagini ed infine ricordò, ma erano ricordi confusi, quasi le sembravano sogni dove fosse venuto Jun, che le aveva confessato i suoi sentimenti e che le aveva messo la sua maglietta…si sentì un po’ in imbarazzo…stava per muoversi quando notò che c’era anche un’altra persona che dormiva con lei.
“ Oh mio Dio! Vuoi vedere…che quello di ieri sera non era un sogno ma ho davvero fatto… non voglio pensarci ”
Lentamente fece scivolare la coperta, tirò un sospiro di sollievo quando costatò che non era altro che sua cugina.
“ Mi sento come se mi fossi tolta un peso dallo stomaco…ma allora è stato solo un sogno…però quel bacio e tutto il resto…sembrava così reale… ma il fatto che Han sia qui dimostra che Jun non è venuto…poi non indosso neanche la sua maglietta…questa è la mia ”
Elena si alzò con fatica e si diresse verso la cucina, notò che sopra il tavolo c’erano dei Kimbap già pronti e tagliati, ne prese qualcuno…non mangiava dalla sera scorsa.

< Buon giorno >
Elena si voltò mentre divorava quelle girelle di riso.
< Buof giofno > disse con la bocca piena lanciando qualche chicco di riso sul tavolo.
< Elena…dove hai lasciato le buone maniere?? Sai benissimo che non si parla con la bocca piena…ed inolte come fai ad avere così tanta fame dopo quella sbornia di ieri sera? >
< Ho fame, non ho mangiato niente ieri >
< Mi spieghi che ti è preso? Mi hai fatto preoccupare >
< Scusa…ma avevo bisogno di bere…e tanto… >
< Che dovevi dimenticare? >
< Eh??! > la guardò stupita mentre avventava l’ultima girella
<  Ti conosco ormai fin troppo bene…quando bevi in quel modo lo fai solo per dimenticare…quindi dimmi >
< Mi conosci fin troppo bene…devo iniziare seriamente a preoccuparmi! >
Han aspettava impaziente che sua cugina inghiottisse per poi ricevere spiegazioni.

< Okok…ora ti spiego, non far più quella faccia che mi irriti… >
Elena spiegò tutto quello che era successo di pomeriggio a casa di Jun, delle lite, di aver incontrato un ragazzo che l’accompagnò su una moto ma tralasciò di dire del piano che Kiki le aveva proposto… e che nel ritornare a casa passò in un supermercato comprando diverse bottiglie.
< Ti sembra un comportamento da una ragazza di 22 anni??? >
< Perché?? >
< Come perché?? Tu la soluzione la trovi nell’alcool? >
< Certe volte si… >
< AAAAH! Ieri sera mi ha fatto terribilmente star in pensiero >
< Scusa –le disse prendendole una mano stringendola – Ti prometto che la prossima volta ne parlerò prima con te >
< Ci conto…ma una cosa…di ieri sera ti ricordi niente? >
Elena cominciò a ricordare, ma erano solo alcuni ricordi senza alcun significato.
< MMM… no, credo di aver dormito tutto il tempo, quindi se ricordo qualcosa saranno i sogni >
< AAAH! Capito… >
< Come mai questa domanda? >
< No, così…domandavo >
Elena osservava con perplessità il volto di sua cugina, i soli ricordi che lei aveva finivano da quando si mise seduta fuori nel suo balcone a pensar a Jun…
Jun…alcune immagini le vennero in mente, ma si diceva che era solo un sogno, non poteva esser accaduto veramente.
Si decise di andar a lavarsi, si erano fatte le otto del mattino, era meglio andar a lavoro.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Scesero dopo una mezz’oretta e sotto casa c’era Kiki che li aspettava con la sua auto.
< Buon giorno mio dolce raggio di sole >
Le due ragazze si guardavano sorprese, soprattutto Elena.
Kiki scese dall’auto e andò incontro ad Elena prendendo la mano baciandogliela.
< Come siamo carini > disse Han guardando sua cugina.
< Mio dolce raggio, lascia che ti accompagni…naturalmente anche Han verrà con noi >
Fece salire le due ragazze per poi recarsi davanti l’ingresso della CUBE.
Li incontrarono Jun con Seob appena arrivati con il resto del gruppo già dentro per parlar con il loro manager per delle trasmissioni televisive.
Quando Jun la vide sul quell’auto le si gelò il sangue, i loro sguardi si incrociarono per qualche istante poi Elena abbassò il viso mentre Jun la fissava fino a quando l’auto non entrò.

< Che ti prende? > domandò Seob nel vederlo immobile davanti l’ingresso.
< Niente…andiamo >
Jun si riprese ed entrò in sala prove. Per tutta la mattinata non faceva altro che riveder quell’immagine davanti ai suoi occhi…si chiedeva cosa significasse, sicuramente c’era una spiegazione…era ovvio…altrimenti che significava quelle parole dette la notte precedente?
Anche se le sue condizioni della mano erano migliorate, decise di prendersi un altro giorno visto che non riusciva a concentrarsi bene sui passi.
Osservava i suoi amici eseguire quei passi 4, 5 volte  e con loro ballava anche Hannah, dopo due ore li dentro decise di uscire e dedicare qualche ora ad esercizi vocali.
Camminava tra i corridoi quando, senza rendersene conto, arrivò nella stanza dedicata al progetto diretto da Elena. Si accostò vicino la porta osservandola seduta sulla sua scrivania dirigendo l’operato, anche sotto quelle vesti la trovava uno splendore, riusciva a trasmettere energia al suo team come un bravo leader.

Poi l’immagine di lei su quella macchina ripiombò nella sua mente. Scosse la testa, non doveva pensarci c’era una spiegazione ovvia a ciò…e poi perché doveva esser geloso di un suo compagno…non c’era niente, si ripeteva, non c’è niente di male.
Decise di recarsi nella stanza di registrazione, ma poco prima di arrivare lo fermarono, era uno dei collaboratori per il lancio della compagnia telefonica che chiedeva la sua presenza.
Fu accompagnato nella stanza dove era passato prima, entrò e vide Elena insieme ad altre persone e al direttore della CUBE.
< Vieni, siediti…dobbiamo darti una comunicazione > disse il direttore indicando la sedia davanti a lui
Prima di sedersi, osservò lo sguardo di Elena…era freddo e distaccato, quasi non la riconosceva… era così professionale, sembrava come se la sera precedente non fosse successo niente tra loro due.
Il direttore le comunicò la sua partecipazione nel creare insieme ad altre persone, la base per lo spot pubblicitario che sarebbe andato in onda.
Avrebbe avuto circa due mesi di tempo per creare la base ed entro i primi di ottobre presentare il montaggio.
Da quel momento in poi avrebbe unito il suo lavoro con quello di Elena, da una parte era felice in quanto avrebbe passato più tempo con lei, ma dall’altra quella freddezza da parte della ragazza lo intimoriva.

Inchinatosi e ringraziato per l’incarico assegnatosi, uscì chiudendo alle sue spalle la porta.
Era ancora un po’ incredulo, e accortasi dell’ora decise di raggiungere gli altri nella sala mensa.
< Aspetta un momento >
Elena lo fermò nel corridoio.
< Devi dirmi altro? >
< Solo una cosa…come hai ben capito dovremmo lavorare insieme, pretendo il massimo da tutti, compreso anche da te. Se il tuo lavoro non mi andrà bene, dovrai ripeterlo eseguendolo alla perfezione…e cerca di non mettere il lavoro con questioni esterne >
Detto questo Elena ritornò nella sua stanza, prima di rientrare i loro sguardi si incrociarono… quello sguardo raggelò Jun, metteva quasi timore.
Non aveva mai visto Elena in quel modo, nel lavoro si trasformava facendo prevalere il suo lato di competizione che nascondeva sotto altri lati del suo carattere.
“ Deve tenerci molto a questo lavoro… Bene, cercherò di non deluderla ”.






IN THE MIDNIGHT A A A! MIDNIGHT A A A!

CIAOOOOO :D

Non si era capito che mi piace il video giapponese di MidNight vero? *^*

Comunque, ecco il nuovo capitolo!
Le cose si fanno divertenti :D (Almeno per me LOOOL)

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Capitolo 20
*** Ricordi - E Ora? ***


Jun raggiunse il resto del gruppo che stava pranzando nella mensa, erano tutti intenti a ripassare ogni movimento, mentre Hyun stava leggendo un copione.
< Ehi ragazzi, mi sono perso qualcosa? > disse Jun sedendosi nel tavolo insieme agli altri.

< Tetro? Chi dovrebbe recitare? >
affermò Doo
Jun rimase sorpreso, non era la prima volta che a uno di loro venisse affidata una parte in qualche drama…ma in un teatro dove non potevi permetterti nessuna sbavatura, nessun errore, non gli era mai stato accettato.

< Sarà molto difficile recitare davanti a decine se non centinaia di persone > affermò Han
< Beh, è logico…non puoi permetterti distrazioni! > disse Dong mangiando il suo riso.
< Ragazzi, io mi sposto in un altro tavolo…ho bisogno di concentrazione, scusate >
Hyun sembrò infastidito dalle voce dei suoi amici, prese il suo vassoio e il copione dirigendosi 4 tavoli più avant.
< Sembra si sia infastidito > Han era dispiaciuta
< Tranquilla, principessa…è solo in tensione per la nuova parte >
< Ma non ha ancora deciso se accetterà, perché dici che è in tensione? >
< Accetterà, lui dentro di se ha già detto di si >
< Come fai ad esserne sicuro? >
< Principessa…ti rammento che stiamo a stretto contatto da ben 3 anni! Se non di più…quindi conosciamo tutto di noi > le fece l’occhiolino.
< Ragazzi – s’intromise Jun – anch’io ho un nuovo incarico, quindi non so quanto tempo potrò dedicarvi ai balli >
< Che incarico? > domando Doo
< Il direttore mi ha dato l’incarico di creare una base per lo spot pubblicitario per il nuovo cellulare >
< Ah, quindi ti avremo meno fra i piedi! >
< Ehi Dong, che vuoi dire? >

< In questi giorni senza di te siamo stati meglio sai? > disse sorridendo
< Sentiamo per quale assurdo motivo? >
< Non c’era nessuno che si lamentava dal troppo lavoro! >
< Vuoi per caso affermare che io mi lamento sempre? >
< Voi due smettetela! – disse infine Doo – non fate come i bambini >
< A cominciato lui! > disse Jun indicando Dong
< Ecco, per l’appunto…solo i bambini si comportano così…cercate di crescere > disse alzandosi prendendo il vassoio.
< Ehi Dong! Lascia star il mio Jun – disse Seob alzandosi dalla sedia e buttandosi sopra le braccia di Jun – prenditela con uno della tua stessa taglia  >
Han lo guardò spalancando la bocca.
< E tu saresti alla mia altezza??>
Dong si posizionò di fronte al ragazzo…la differenza di altezza era notevole.

< Dong, Seobbi non c’entra niente, è con me che l’hai! > Jun prese Seob posizionandolo dietro di se.
< Dillo al tuo maritino, è lui che si è intromesso >
< Voi tre, adesso basta…e tu Seob, non mi bastava dover combattere con questi due ti ci metti anche te? BASTA PREFERISCO ANDARMENE >
Doo uscì dalla mensa lasciando i tre a conversare su che avessi ragione e chi torto ed Han che era rimasta stupida nel vedere come il suo…beh in effetti non ancora del tutto fidanzato sembrava amoreggiare con Jun…e a quel punto non sapeva se sarebbe diventato il suo fidanzato.
< Ehy Seob – disse in un momento di sosta – guarda un po’ Hannah…ci guarda con un’espressione al quanto dubbiosa >
< Già…- si guardarono perplessi, poi si rivolse alla ragazza – Han…che hai da guardarci in quel modo? Abbiamo qualcosa che non va? >
< V-Voi…T-Tu…L-Lui… >
< Io? Lui? > disse sempre più sbalordito Seob
< La-La vostra…è una storia seria?? >
Dong scoppiò a ridere, mentre i due ragazzi non capivano la domanda posta.

< Non fate quell’espressione, si vede lontano un miglio che voi…che voi… >
Jun non capiva quella reazione, poi osservò che teneva la mano stretta a Seob.
< Credo si riferisca a questa > disse all’orecchio indicando le loro mani strette
< AAAAAAAAAAAAH! Ora ho capito – disse sorridente e mostrando le loro mani – Tu dici se stiamo insieme? >
Han annuì deglutendo.
< Si >
“Sorpresa -si disse Han tra se - non era possibile che una cosa nella mia vita vada liscio come l’olio…immaginavo che quei due stessero insieme ” fece un’espressione triste
< Io e Jun stiamo insieme… - disse avvinghiandosi al suo corpo – lui è il mio peluche e certe notti dormiamo anche insieme… >
Han era sconvolta da quella confessione.
< Non è vero tenerotto? > disse Seob dandogli un pizzicotto nella guancia
< Hai finito? > disse Jun infastidito
< MIIIIIII che sei….perché vuoi nasconderlo? Mi avevi promesso l’amore eterno >
< Non ti ho promesso un bel niente >
Seob si allontanò portandosi una mano al petto ed una sulla bocca.

< Vuoi dire che ti stai rimangiando ciò che mi avevi promesso quella sera al chiaro di luna?? >
< MA CHE CHIARO DI LUNA? > gli gridò contro
< Ecco! Lo sapevo… te ne sei voluto approfittar di me, mi hai usato – cadde sulle ginocchia girandosi di lato – hai voluto solo il mio corpo…la mia mascolinità…la mia bellezza…sapevo che dopo che mi sarei concessa a te avrei sofferto…- tese una mano verso Jun- ecco…cedo a te…cedo alla tua forza…alla tua bellezza…prendi questa mano, segno del mio amore…ogni volta che vorrai io sarà a tua disposizione – si voltò a guardarlo-  oh Jun…ormai sono completamente andato, sono preso da te…ti prego, fammi tuo ogni volta che ne vuoi… >
Con quelle parole Han si pietrificò per lo shock mentre Jun diede un cazzotto sopra la testa al povero Seob che pianse per il dolore. Dong era troppo preso a ridere che non riuscì a dar spiegazioni a Hyun che si avvicinò preoccupato nel vedere Han aiutata da Jun.
Pochi istanti dopo Han si sbloccò, Seob le spiegò che era tutta una finzione, che non doveva credere ad una sola parola di quello che aveva detto sul conto di Jun; era timorosa ma credette alle sue parole, era così sincero.
Cominciarono a scherzare di nuovo finendo il loro pranzo, e Hyun tornò al suo posto per continuare la sua lettura del copione.
Si parlava del più e del meno quando Han tirò in ballo sua cugina…

< Mi sa tanto che Jun con mia cugina si troverebbe bene… >
< Eh? > disse Jun che era intento ad aprir la sua bottiglia di coca cola
< Quello che ho detto > sorrise
< Ti sbagli > chiuse gli occhi bevendo un sorso
< Perché? Avete un carattere simile… >
< Io non dire…oserei dire che siamo due poli opposti di una calamita >
< Io invece affermerei che appunto per questo vi sentite attratti >
< Tsk… >
Han appoggiò i gomiti sul tavolo per poi sorreggere la testa adagiata alle mani, osservava sorridente Jun che infastidito dal suo sguardo decise di alzarsi e terminare così il suo pranzo.
< Perché hai detto in quel modo? Ci siamo persi qualcosa? > chiese Dong
< Starete a vedere >
< Spero che tutta questa storia vada bene > disse Seob guardando allontanare Jun.
Kiki era rimasto seduto ad analizzare la situazione, non disse una parola.

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Finito l’ora di pranzo, tutti si recarono nella sala di canto dove con sorpresa trovarono Elena ad attenderli.
< Ely – disse meravigliata Han- che fai qui? >
< Vi stavo aspettando, voglio ascoltare le vostre voci >
< Come mai? > domando Doo
< Per la pubblicità…abbiamo deciso che solo uno di voi avrà la possibilità di prestar il volto alla nostra campagna pubblicitaria, e solouno di voi invece presterà il volto >
< E scusa gli altri? >
< Questo non è dipeso da me, dovete chiedere al vostro superiore >
< Allora io mi tiro fuori > disse Hyun uscendo dalla stanza
< Bene, uno in meno…chi non vuole puoi fare come Hyun >
< Ma Ely… >
< Mi dispiace Han, eseguo solo gli ordini che mi vengono assegnati > disse sedendosi sulla sedia prendendo un paio di cuffie
Han non riconosceva la persona fredda e distaccata che sedeva di fronte a lei, e non capiva perché faceva cosi.

< Te l’avevo detto che siamo completamente opposti > bisbigliò Jun all’orecchio della ragazza.
< Ah Jun, visto che hai già un incarico, sei fuori da questa scelta – disse mentre con il tecnico accanto a lei sistemavano l’acustica all’interno della stanza che stava davanti a loro – gli altri possono accomodarsi all’interno…Han tu insieme a Jun starete qui, mettetevi delle cuffie anche voi e aiutatemi a scegliere…Han, si obiettiva >
Kiki, Dong, Doo e Seob entrarono nella stanza mentre Jun ed Han si sedettero insieme ad Elena.
< Cosa dovremmo cantare? > chiese Dong
< Davanti ai vostri occhi – disse premendo un pulsante che metteva in comunicazione le due stanze – avete alcuni spartiti, solo le vostre canzoni…uno ad uno vi sarà chiesto di cantare...naturalmente non canterete la parte che fate di solito, ma eseguirete quelle che cantano i vostri compagni…intesi? >
I ragazzi annuirono con la testa. Si posizionarono, fecero qualche esercizio per riscaldare le corde vocali, infine partirono con la prima canzone.
Il primo fu proprio il leader: Doo con la canzone SCHOCK, dovette cantare la parte rap di Jun…decisamente poco nelle sue potenzialità ma era riuscito a cavarsela egregiamente, almeno così sembrava visto che Elena si era affidata al giudizio di Jun.
Seguirono Seob con la canzone YOU, Dong con la canzone BECAUSE OF YOU infine Kiki cantando OASIS.
Elena registrò tutto il suo operato, ringraziò i ragazzi che uscirono dirigendosi nelle sale prove.

L’aiuto di Han e Jun era servito per orientarsi nelle scelte ma più ascoltava, più non sapeva chi poter affidar il ruolo.
Si erano fatte ormai le 6 del pomeriggio, era un’intera mattinata che ascoltava le loro voci…era esausta ma prima sceglieva prima finiva il suo compito, anche se si dimostrò un compito molto impegnativo.
Erano poche le persone rimaste li, Han era andata a casa insieme ai ragazzi e saperla li la rassicurava perché sapeva di non lasciarla sola.
Si tolse per un attimo le cuffie, si adagiò alla sedia rivolgendo la testa in alto chiudendo gli occhi; il lavoro richiedeva troppa concentrazione e lei doveva mettere tutta se stessa in quello che stava per realizzare…voleva dar il massimo.
< Non credi di esagerare? >
Si voltò per vedere chi fosse, trovò Jun appoggiato nella porta d’ingresso.
< Ah sei tu, comunque non esagero >
< Per quello che vedo direi che non hai smesso di lavorare un attimo…almeno hai mangiato? >
< Sentimi, quando hai il ballo il tuo futuro non hai tempo neanche per dormire…figuriamo per mangiare, è il mio ultimo pensiero >
< Allora stacca un attimo >
< E perché mai dovrei? >
Jun si avvicinò, la prese per il polso.
< Alzati…vieni con me >
< Ehy… >
Con forza, la sollevò…si trovò vicina al suo collo, riusciva a percepire il suo profumo, il contatto con la sua pelle, delle strane immagini apparvero per qualche istante nella sua mente per poi sparire quando Jun la spinse con forza fuori da quella stanza, fuori dalla CUBE per dirigersi alla caffetteria che era al lato.

< Mi fai male, puoi esser più delicato? >
< No, con te non esiste la delicatezza…ora siediti > disse entrando nel locale e mettendola seduta sulla prima sedia che trovò libero.
< Sei solo un maleducato…mi hai portato fin qui, in una caffetteria >
< Prendi – si sedette di fronte a lei passandole un menù – ordina qualcosa da mangiare >
< EH?! – fece un’espressione stupita- scusa ma questa è una caffetteria >
< Di mattina. Dopo le 13:00 comincia a servire anche qualcosa di pronto…si sono cimentati anche in panini e piadine…perché non li provi? >
Elena era meravigliata, non solo per il posto ma anche per quel lato del carattere di Jun…che forse non era quella persona rozza che credeva fosse in realtà? Che forse sotto quella sua espressione da duro si celava un animo dolce e tenero?
< Che hai da fissarmi in quel modo? > Jun ne fu infastidito
< Niente > Elena ritrasse tutto quello che pensò un attimo prima…quel ragazzo gli dava troppo sui nervi…ma anche per questo l’amava…amava quel suo caratteraccio.
“ Ma che mi metto a dire…se mi sentisse Kik- interruppe i suoi pensieri- Kiki..kiki, lui è solo il mio fidanzato per finta…ho accettato ma neanche ne sono stata sicura del motivo, che sto facendo…se fossi più sincera a quest’ora non mi troverei in questa situazione ”

< Stai ancora pensando al lavoro?! La smetti di farlo almeno per qualche minuto? >
< Senti, sei stato tu a trascinarmi fin qui! >
< Non ti lascio digiuna >
< Tranquillo, solo perché se non mangio per un giorno non muoio >
< Ah un giorno? A me risulta che già questo è il secondo giorno che non mangi >
< Ti sbagli. Chi t’informa lo fa in modo sbagliato…stamani ho mangiato >
< Ah si e sentiamo cosa? >
< Un po’ di Kimbap >
< Questa sarebbe la tua alimentazione? >
< Non puoi dirmi che non ho mangiato >
< Infatti non hai mangiato…quello non è mangiare! Quindi ora apri e scegli >
< Non ho fame >
In quello stesso momento il suo stomaco brontolò.

< Dicevi? >
Jun la guardò con aria compiaciuta per aver avuto ragione mentre Elena arrossì portandosi le mani sullo stomaco.
< E va bene…mangerò > disse infastidita leggendo il menù
“ È davvero carina anche quando si arrabbia…chissà se ricorda qualcosa di ieri sera ”
< Che hai da fissarmi con quel mezzo sorrisetto? >
< Non posso guardarti? >
< Beh, ecco… >
Jun la scrutava, mentre Elena era imbarazzata.
< Finalmente ti ho trovato…raggio di sole >
Jun fu sorpreso nel vedere che Kiki si avvicinò ad Elena dandole un bacio sulla guancia.
< AH…salve Kiki >
< E cosi che saluti…il tuo fidanzato? >
“FI-FIDANZATO???  Che significa questa storia?? ”










BuonaSera!
Come state?

Ho una brutta notizia y.y

Jessica ha l'università.
I miei orari scolastici fanno schifo y.y
Quasi ogni pomeriggio a scuola y.y

E' possibile che ritardi qualche pubblicazione ç_ç
Mi dispiace! T__T

Peace and Love <3

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Capitolo 21
*** Ricordi - Verso un pò di relax... ***


“ FI-FIDANZATA…è la fidanzata di Kiki- pensò tra se Jun ritornando nel dormitorio- l’avevo notato…avevo visto i loro sguardi…era ovvio –si rattristò e arrivato nella sua stanza si sdraiò nel letto pensando e ripensando – ma allora quella scena? Era dettato dall’alcool? Ma certo…aveva bevuto chissà quante bottiglie…Avevo ragione io, loro si volevano ed adesso ho le prove… Però cazzo, quanto fa male! ”
Era disteso rivolgendo il suo sguardo nel soffitto, Elena aveva scelto Kiki ma non riusciva a capire il gesto della sera scorsa nella sua stanza…
“ Quando è successo che si sono messi insieme quei due? Forse quando mi è venuta ad informare che saremmo andati a campeggiare? – era troppo confuso- non so più cosa pensare…ma sarà meglio dimenticarla…devo dimenticarmi di lei ”

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I giorni passarono, Elena scelse Seob per cantare la canzone che avrebbe scritto e composto Jun, mentre Kiki avrebbe registrato dei mini spot prestando la sua immagine, si prevedevano diversi spot girati in Italia in diverse località; le città erano ancora da decidere, ma già erano arrivati ad un buon punto…le riprese dovevano esser pronte per il nuovo anno.

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Era arrivato finalmente il giorno atteso per la partenza, destinazione Nanji Hangang Park.
Arrivarono nel primo pomeriggio, posteggiarono e cominciarono a scendere l’attrezzatura per montare le 4 tende dove avrebbero dormito.
Mentre Han ed Elena andarono in perlustrazione del campo, Jun e Doo cominciarono a montarle.
< Jun, segui me. Questo pezzo va sotto, mentre questo sopra >
< No, devi far l’opposto >
< Ragazzi, che cercate di fare? – disse Dong- lasciate fare a me e Seob >
< Riesco a montare una tenda >
< Evidentemente il tuo cervello si rifiuta di collaborare oggi, Jun >
< Senti, non iniziare >
< Altrimenti? >
< Ma la piantate? – intervenne Doo separandoli – siamo qui per divertirci…non cominciate >

Jun si allontanò dal gruppo, non era molto in vena di esser li dopo la notizia ricevuta nei giorni passati ma doveva; per l’amore dell’armonia del gruppo doveva esserci.
Quando era in città cercava in tutti i modi di non vederli insieme, mangiava fuori, a casa ritornava quando sapeva che Elena non era li e durante le prove non puntava mai a vederla come invece faceva prima…era una sofferenza e saperli li con lui e che doveva vederli…lo faceva star male.
Dopo un a  lunga passeggiata ritornò, vide le tende sistemate e i ragazzi scegliere con chi dormire la notte.
< Io voglio stare con Doo –disse Hyun – ho bisogno di dormire >
< Che vuoi dire? Che noi russiamo? > intervenne Dong
< Semplicemente voglio dormire, e a parte che tu russi, Seob parla nel sogno, Kiki che prende tutto lo spazio mentre Jun si muove tutto il tempo…l’unico con cui riuscirò a dormire è Doo >
< Ehi io non scalcio durante la notte > disse Jun
< Altro che. Perciò scegliete tra di voi…ma Doo è mio >
< Dai, estraiamo a sorte? > propose Seob
< Fate come volete…basta che mi date un posto per dormire >
< Allora staremo insieme…io e te > disse Seob buttandosi tra le braccia di Jun
< Meglio – intervenne Dong- così dormirò con Kiki…almeno riuscirò a riposare >
< Dong, se vuoi tornare con le tue gambe…cerca di far meno lo spiritoso >
disse preparandosi all’attacco

< No, non mi sporco le mani per uno come te…non ne vale la pena > disse Jun guardandolo con aria di superiorità.
< Ma vuoi due state sempre a litigare? Non vi scoccia? > intervenne Han che insieme con sua cugina ritornarono nel loro spazio di terreno.
< Ma che siete stati bravi –aggiunse entusiasta Elena – avete montato anche quelle nostre >
< Mio raggio di sole…questo è altro per una bellissima ragazza… non potevo permettere che le tue lustre mani toccassero questi pezzi di ferro… >
Elena arrossi mentre Kiki le si avvicinò dandole un bacio sulla guancia; a quella scena Jun era irritato aveva il sangue che dentro ribolliva, aveva in tutti i modi cercato di non assistere a scene come quelle e ora…ora erano li stretti l’uno fra le braccia dell’altro…era troppo per lui, non avrebbe resistito un altro giorno in più.
Per un attimo i loro sguardi si incrociarono.
“ Perché ha quello sguardo –si disse Jun – perché mentre stai con lui tu mi rivolgi quello sguardo così triste…Lo sai benissimo, sai quello che ho provato e provo per te… Perché hai fatto questo… Elena…perché? ”
Distolse lo sguardo da quello di Elena, voltandosi si allontanò.
< Ma dove sta andando? Tra un po’ si cena > disse Hyun
< Tranquillo – intervenne Kiki – lasciamolo star un po’ per conto suo, a bisogno di rifletter su – guardò Elena – non lo pensi anche tu, raggio di sole? >
< …S-Si >
Elena avevo lo sguardo triste, vedeva Jun allontanarsi tra la folla fino a perderlo…quanto desiderava correre e gettarsi tra le sue braccia ma se l’avrebbe fatto il piano che aveva in mente Kiki andava in fumo…ma poi che piano era quello?

“ Jun…che sto combinando? Sto sbagliando tutto…tutto ”
< Ma mi togliete una curiosità? – domando Han – ma voi due… >
< Noi due – aggiunse Kiki – stiamo insieme >
Tutti li guardarono sorpresi.
< Scusate…ma quando è successo? > chiese Dong
< Un paio di giorni fa… >
< Elena, perché non mi hai detto nulla! > disse infastidita Han
< Beh, ecco… >
< Il mio raggio di sole è timida, volevamo vedere prima come andava…e poi rendere ufficiale la nostra storia- l’avvicinò a se guardandola- ma direi che procede molto bene, vero amore? >
Elena lo guardò intimidita, aveva le guance rosse, non sapeva cosa dire.
< Allora auguri > dissero in coro
< Qui bisogna festeggiare > disse Seob
< E come sempre manca una persona > aggiunse Dong
< Festeggeremo stasera, quando saremo tutti presenti >

Elena era ancora avvolta nell’abbraccio di Kiki, guardava tutto il gruppo felice per la notizia…ma lei non era molto felice.
Disposero il necessario per preparare un perfetto barbecue, accesero il fuoco e cominciarono a servire.
< Ma questo non è vostro stile > affermò Han
< Si è vero…ma avendo girato un po’ il mondo abbiamo anche assaggiato diverse specialità, volevamo far qualcosa che magari fate anche dalle vostre parti > spiegò Seob
< Ma non dovevate preoccuparvi >
< Principessa…siete nostre ospiti, è nostro compito provvedere alle vostre esigenze >
< Ma resta il fatto che potevate fare anche altro, non dovete preoccuparvi per noi. Voglio conoscere anch’io le vostre specialità > sorrise
< Avrai tutto il tempo che vorrai per conoscerle >
Si avvicinò per baciarla ma fu più veloce di lui e riuscì ad evitarlo.
< Perché mi hai evitato? >
< Ehm…mi sono ricordata che devo aiutare mia cugina…ciao ciao >

< Ferm…è già andata via- la guardò dileguarsi – ormai non puoi più sfuggirmi >

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“ Oh mamma, ci mancava poco…non voglio che mi bacia finché non conoscerò più cose di lui! ”
Han aveva preso a camminare normalmente, ormai si trovava ben lontana da Seob e da qualsiasi situazione che potesse portare a baciarsi; in lontananza si accorse che Elena osservava in giro come se stesse cercando qualcuno o qualcosa…rimase a debita distanza, voleva  capire cosa stava realmente accadendo, non credeva alla storia del fidanzamento con Kiki…non dopo che quella sera gli aveva confessato di amare Jun.
Cominciò a pedinarla, si allontanarono dal gruppo e dal campeggio, raggiunsero un fiume che passava di li.
Era quasi del tutto buio e non riusciva a veder molto, dovette avvicinarsi un po’ per non perderla di vista.
Dopo aver camminato un po’ la vide sedersi vicino il fiume, era un posto fin troppo isolato e cominciò ad aver paura.

“ Che ha da sospirare così tanto? Non sento quello che dice…sarà meglio avvicinarmi un po’, senza farmi sentire ” pensò Han avvicinandosi
< Ma che fa una ragazza così sola da queste parti >

Elena si voltò per veder di chi fosse quella voce; notò che c’erano 4 ragazzi che l’avevano accerchiata senza che lei se ne fosse accorta.
< C-Che volete? > disse alzandosi cercando di poter trovare una via di fuga

Osservava quei volti, che sogghignavano, terrorizzata…aveva sbagliato a cercarlo da sola, ora era finita in quella situazione senza poter far nulla…nessuno sapeva dove fosse.
“ Oddio sarà meglio che chiami gli altri…Elena è in pericolo ”
Han era rimasta ferma, nascosta nella penombra, riuscì solo a cercare il numero quando una persona da dietro l’afferrò; non riuscì a gridare, le aveva messo una mano per chiuder la bocca e trascinata lontano da quella situazione.
< Lasciami andare > gridò Elena
< Altrimenti che farai- disse ridendo il ragazzo che la teneva stretta- vuoi farmi credere che sei capace di darmi un pugno… >
< Lei no…ma io si! >
Elena si voltò per veder chi fosse, era lui…fermo con le mani nelle tasche dei jeans neri…Jun era arrivata per salvarla, come quella volta a Dubai.
< E te chi saresti? Moscerino >
< Capo, lascia far a noi…siamo 3 contro 1…ci impiegheremo pochissimo > disse uno dei ragazzi, dal sorriso che fece non vedeva l’ora di pestar qualcuno.
< Ok – sorridendo – lo lascio nelle vostre mani… >

Il primo dei 4 ragazzi si lanciò contro di lui ma con un movimento veloce riuscì a schivar il pugno ricambiando il gesto colpendolo in pieno stomaco…
< Ed 1! >
Si spostò, il ragazzo si inginocchiò sputando sangue, dal dolore che provò non riuscì a sollevarsi.
< MALEDETTO, PAGHERAI PER QUELLO CHE HAI FATTO AL MIO AMICO! >
Dalla sua destra si lanciò un altro dei ragazzi che accecato dalla rabbia desiderava solo la morte di Jun.
< PAGHERAI IL DOLORE CHE HAI CAUSATO! >
Sferrò prima un calcio, schivato con velocità, per poi passare ad una serie di pugni…alcuni andarono in segno provocando dei livido sul volto di Jun. A quella vista Elena ne fu terrorizzata.
< Tremi dolcezza? – le disse il ragazzo stringendo ancor di più la stretta – e ancora non hai visto niente… > rideva mentre guardava la scena
< Jun…è solo colpa mia >
Jun colpo alla sprovvista si trovò le braccia di quel ragazzo attorno al suo collo, lo stava soffocando sotto gli occhi di Elena che non smetteva un solo attimo di guardarlo.
Recuperato un po’ di respiro riuscì a liberarsi colpendolo con una testata in pieno volto…sicuramente aveva causato la rottura del setto nasale oltre a quella del labro, il suo volto era pieno di sangue.
< … 2 >
< Grrr… >

< Capo…riuscirò a far meglio degli altri…no si preoccupi >
< Sarà meglio per te… >
< Non mi fate paura – disse Jun guardandoli dritto nei loro occhi, alcuni dei suoi capelli si posizionò davanti i suoi occhi – fatevi sotto >
< Non far il presuntuoso – davanti a lui si avvicinò il terzo, un ragazzo poco più alto di lui e muscoloso – Moscerino, hai le ore contate >
Jun non fece trapelare nessun emozione dal suo volto, era impassibile…lo guardava con aria gelida, di sfida.
“ Jun…Jun… ”
Era terrorizza, non faceva altro che vedere il suo Jun senza poterlo aiutare.
Con una mossa agile Jun fu bloccato di spalle, questa volta la presa fu più forte, stava per perdere i sensi e l’unico pensiero fu quello di Elena, posò il suo sguardo su di lei.
Era ferma, stretta da quell’essere viscido…gli sembrò che dai suoi occhi cadevano lacrime, non lo sopportava.
< N-N-NON…DEV-VI…PIAN-ANGERE > cerco di urlare, ma la presa era troppo forte.
< Eh moccioso, non la vedrai più...di addio al tuo amore. >
“ Non posso arrendermi…non posso lasciarla qui da sola… ”
< JUUUUUUUUUUUUUUUUUN! >
“ Elena…è…è preoccupata per me… ”

Jun strinse i pugni, raccolse le ultime forze che gli erano rimaste e riuscì a liberarsi dando una gomitata in pieno stomaco. Non riuscì a batterlo, pochi istanti, il tempo necessario a riprendere fiato, ed era di nuovo li ad affrontarlo…non aveva più energia.

< Non dire cazzate – le urlò – non ti lasci qui >
< Ti prego scappa – si mise a piangere – non voglio che per colpa mia… >
< STA ZITTA! >
< Non voglio che ti facciano ancora del male…ti prego Jun! >
< Ascolta la tua ragazza, non vorrai lasciar le penne? > il ragazzo che stringeva Elena si mise a ridere.
< Non la lascio qui con voi die…lei verrà via con me >
< Allora… -rivolgendosi ad Elena- di a dio al tuo ragazzo >
< NOOOOOOOOOOOOOO >
Elena cominciò ad agitarsi, voleva liberarsi ma era troppo forte per lei.

< Stupida, sta ferma >
< Mai, devo aiutarlo…è colpa mia, lasciatelo…farò qualsiasi cosa…qualsiasi > disse rivolgendosi al ragazzo
< Qualsiasi cosa dici? – avvicinò il suo viso al quello di Elena – allora baciami >
< Non farlo – gli disse Jun – non cedere…ti verrò a salvare >
< Mi dispiace Jun…è colpa mia… >
Elena chiuse gli occhi, stava per farsi baciare.
< NON FARLO! > Jun stava per correre verso lei quando il ragazzo lo trattene
“ Se basta questo per salvarti lo faccio…farò qualsiasi cosa…per te ”
Mancavo poco, erano quasi arrivati a baciarsi…
< ELENA! >
Kiki era arrivato nel momento in cui stavano per baciarsi, riuscì a liberarla dando un pugno in pieno volto.
< NON OSARE TOCCARE ELENA….LURIDO PEZZO DI MERDA! >
< K-KIKI… >
Elena, dopo essersi liberata, si ritrovò tra le braccia di Kiki.

< Stai bene? >
< S-Si…- voltò verso Jun-  ma…lui >
< Tranquilla, ci penso io >
< Ma da solo? Non posso >
< Allontanati… >
Kiki aveva una strana espressione in viso.










Oggi sto male.
Non mi va tanto di scrivere il solito post personale y.y

Abbiate pietà di me <3

Notte <3

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Capitolo 22
*** Ricordi - Pericolo ***


Elena guardava Kiki, quell’espressione sul suo volto non l’aveva mai vista prima d’ora…le faceva paura, poteva leggere odio nei suoi occhi. Come poteva un ragazzo dal cuore d’oro, gentile con tutti, regalare sempre sorrisi, ritrovarsi a far a pugni con altri ragazzi più grandi di lui e ad avere quello sguardo?
< Allontanati – le ordinò guardandola con quell’espressione – vattene via da qui! >

< Vai via! >
Kiki le diede una spinta nella direzione opposta  ai due ragazzi.
< Devi andartene, questo non è posto per te! >
Elena lo guardò impaurita, piano piano indietreggiò, si nascose dietro un albero facendo credergli che fosse ritornata dagli altri.
“ Devo avvisare qualcuno…devo chiamare gli altri…non voglio che accada qualcosa a loro”
Prese il cellulare e chiamò il primo numero che aveva salvato nella rubrica…era il numero di Han ma risultava spento o non raggiungibile, provò con quello di Dong…cominciò a squillare.

< Pronto? >
< Dong finalmente, ti prego ascoltami… > la sua foce tremava dalla paura
< Calmati Elena, che è successo? Dove sei? >
< Non so dirti di preciso…ma Jun…Ki…aiutaci, venite ad aiutarci >
< Ascolta…cerca di calmarti e dimmi qualche punto di riferimento >
< Non so dirti –si osservò in torno, ma non vedeva molto –Dong è buio…non riesco a veder nulla. Siamo nelle vicinanze di un fiume…distanti dal campeggio >
< Devi cercar di dare un punto di riferimento, così non ci sei d’aiuto >
< …Scusami…sono una frana…ma non riesco a veder molto >
Era dispiaciuta, voleva fare qualcosa…ma sembrava che qualsiasi cosa facesse era inutile…
< Cos’era quel rumore? > chiese Dong
Elena alzò il viso…c’erano dei fuochi d’artificio ed erano piuttosto vicini a loro.

< Elena, sono per caso fuochi?  >
< S-Si, sono anche molto vicini >
< …Ho capito dove siete…stiamo arrivando >
Dong chiuse la chiamata, Elena rimase dietro quell’albero intenta ad osservar la scena.
Kiki fermo davanti a quel ragazzo mentre Jun bloccato quasi senza forze.

“ Ti prego Dong…fate in fretta, non voglio che si facciano più male ”

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< Chi era al cellulare? > domandò Doo
< …Ragazzi…dobbiamo andare. – la voce di Dong si fece preoccupata – mi ha chiamato Elena, Jun e Kiki sono nei guai…vedete quei fuochi –indicandoli – dobbiamo dirigerci li…con la massima attenzione. >
< Io rimango qui – ribadì Seob- Han non è tornata e potrebbe esser qui tra un momento e l’altro, non voglio che si preoccupa non vedendo nessuno >
< Va ben, sarà meglio avviarci >
Dong, Doo e Hyun si diressero nella direzione indicatagli proprio da Dong mentre Seob rimase seduto, il suo sguardo era un po’ preoccupato…erano diversi minuti che non vedeva e ne sentiva Hannah.

“ Dove sei finita...Han! ”

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“ In che posto mi ritrovo? Dov’è Elena? ”
Han aprì gli occhi, si trovava dentro un luogo chiuso e sentiva anche caldo, non poteva vedere nulla a causa della scarsa luce che entrava. Provò a muoversi ma sia le sue mani e sia i suoi piedi erano bel legati da una corda.
Fu pervasa dalla paura, paura di non saper cosa le stesse per succedere…tremò.
“ Seob…Elena…ho paura… - chiuse gli occhi - … Dove sono! ”
Non riuscì a spostarsi da quella posizione, le sue gambe avevano dolore a causa della postura assunta ma la paura non riusciva a farla muovere di un passo.
All’improvviso sentì un rumore, aprì gli occhi si accorse che era stata dentro un furgoncino, dalla luce intravide una persona che lentamente si avvicinò a lei.
< C-Chi sei? >
Ma non ricevette nessuna risposta, fu trascinata con forza fuori…li vide che non era del tutto sola, insieme a quella persona che la teneva ferma, davanti c’erano altre 3 persone.
< Ti ho portato la ragazza come mi avevi ordinato >
Han guardò attentamente il posto, erano strani tipi e nelle mani avevano tutti un casco.

< Bene – Han si voltò verso la persona che parlava, lo vide far un sorriso – possiamo andare >
< Ehi! Che intenzioni avete? Dove mi state portando? >
Si voltarono a guardarla.
< Vi ho fatto una domanda…dove intendete portarmi? >
< Non rivolgerti con questo tono, mocciosa…non sono affari tuoi. > le disse il ragazzo che la teneva
< Certo che sono affari miei! >
< Zitta, non parlare più > le mise un fazzoletto legato alla bocca.

Han cercò di ribellarsi ma la presa era più forte di lei, non poté che rassegnarsi a seguirli.

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“ Perché nessuno arriva? – si domandava Elena che dietro l’albero osservava la scena – Dong, fate in fretta a venire ”
< Chi saresti tu? > domandò il ragazzo alzandosi da terra passando la mani sulle labbra per togliersi il sangue
< Il suo ragazzo >
< Eh?! – si voltò verso Jun – non dire stronzate…e quel moccioso invece? >
< Non sono un moccioso! E tu lasciami andare! >
Jun anche se era senza forza cercò di liberarsi dalla stretta del ragazzo, ma era quasi del tutto privo di forza.
< Lui non è nessuno, lascialo andare…se la mia ragazza ti ha fatto qualcosa, prenditela con me! >
Kiki avevo un tono di voce che Elena stentava a riconoscere…era possibile che sotto quell’espressione così dolce potesse esserci un altro Kiki che lei non sapeva?

< Lui non lo lascio…deve pagare per come ha ridotto i miei uomini! >
< Non erano un granché! > disse Jun
< Intanto sei in quello stato > fece notare il ragazzo che lo tratteneva
< Solo perché hai avuto fortuna >
< TSK! Baggianate! >
< Lascia il mio amico, battiti solo con me! >
Kiki si avvicinò verso Jun, ma fu fermato dal ragazzo che si scagliò contro lui colpendolo con un pugno in viso.
< Ricambio il favore >
Kiki si trovò piegano sulle ginocchia, il suo sguardo rivolto verso terra, dalla sua bocca uscì un po’ di sangue ma niente di così grave come pensava invece il ragazzo che l’aveva colpito.
< Tutto qui? – Kiki si alzò guardandolo con occhi pieni di odio – Sai colpire solo alle spalle? –si avvicinò, erano alla stessa altezza – sei solo un codardo >
< Kiki…stai attendo >
< So quello che faccio…tu, più tosto, hai ferite gravi? >
< Niente di rotto…almeno credo >
< Meglio così…non voglio che la mia ragazza si preoccupi >
Jun era rimasto sbigottito da quell’affermazione, abbassò il volto.

“ Allora…è tutto vero, quei due…stanno insieme… ”
Kiki era rimasto fermo immobile con lo sguardo rivolto al ragazzo di fronte che ricambiava, si osservano attentamente con aria di sfida, Kiki non faceva trapelare nessuna emozione.
Elena osservata con molta ansia la scena e non vedeva l’ora che qualcuno arrivasse.
Ebbe un colpo quando il suo cellulare cominciò a squillare.
< P-Pronto? >
< Elena…sono Dong…ma dove siete? >
< Te l’ho detto non ho la più pallida idea >
< Noi abbiamo seguito i fuochi, ma adesso sono finiti…siamo nella riva del fiume >
< Fate attenzione…camminate senza farvi sentire >
< Ma che succede? >
< Jun…l’hanno preso a botte…e Kiki…lui per ora sta temporeggiando per far prendere fiato a Jun >
< Ma chi sono questi? >
< Non so –si mise a piangere – è tutta colpa mia >
< Elena, non far così…aiutati a trover…. >
< P-Pronto?? Pronto Dong! >
Era caduta la linea, il suo cellulare si spense.

< Cazzo…proprio ora doveva scaricarsi la batteria? >

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< Elena Elena??? Niente è saltata la conversazione >
< E adesso che facciamo? > chiese Doo
< Dovresti esser tu a dirci che fare…sei o ne il leader >
< Si…ma a quanto ho sentito la situazione è grave…per giunta non potendo contare su Elena come faremo a rintracciarli? > disse Doo
< So che può sembrare un’assurdità in questo cado –intervenne Hyun – ma priviamo a separarci! >
< Appunto Hyun, è assurdo separarci in questi casi > affermo Dong
< Invece potrebbe andar bene – disse Doo prendendo il suo cellulare – resteremo in contatto telefonico >
< E scusa, come facciamo? >
< Dong, useremo il solito programma, quello che usciamo quando siamo in dormitorio o fuori per mantenerci in contatto…forza dividiamoci e mi raccomando….occhi aperti >

I tre ragazzi si sistemarono e intrapresero strade diverse; chi continuò risalendo lunga la riva del fiume, chi continuò dritto, chi invece si recò più rientrato del fiume…

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“ Dove mi stanno portando? –si domandava Han camminando in mezzo ai ragazzi tenuta legata e imbavagliata- Possibile che mi cacci sempre nei guai per colpa di mia cugina? ”
Han era in mezzo ad un vasto campo, isolato dal resto del campeggio ma dove riusciva a sentire le risate della festa che era appena iniziata nel campeggio.
< Capo l’aspettiamo qui? >
Il ragazzo si guardò intorno prima di rispondere.
< Si, sembra abbastanza isolato. >
Han non capiva a cosa lei potesse servire, forse era capitata semplicemente in un posto sbagliato nel momento sbagliato.
Pregava solo che non le sarebbe capitato niente di grave…nel mentre calò il silenzio una melodia, proveniva dalla tasca dei suoi jeans.
Il ragazzo che la teneva prese il cellulare.

< E chi sarebbe sto tizio? >
< Chi? > disse il loro capo
< Boh, un certo Seobi >
< Dammi un po’ qui, sarà un tizio nuovo che hanno preso…bene, parlerò con lui >
Prese il cellulare.
< Pronto? >
< P-Pronto? –Seob dall’altro lato della chiamata era sorpreso –Scusa con chi parlo? >
< Vorrei saperlo anch’io >
< Questo è il numero della mia ragazza >
< Oh –girandosi verso Han – così questa graziosa fanciulla è la tua ragazza…interessante >
< Ehi! Che sta succedendo –irritandosi – Che le hai fatto? >
< Niente…fino ad ora… >
< Non osarla toccare, dimmi cosa vuoi >
< Voglio solo che vieni qui…e solo >
< Dove? >

Il ragazzo spiegò la sua posizione e dopo chiuse la conversazione.
< Bene, così una volta e per tutte sistemerò quel lurido verme da quattro soldi… e tu –prendendo il viso di Han- mi farai da esca > disse leccandogli la guancia

Han era indignata da quel gesto, voleva in tutti i modi ribellarsi ma era tutto inutile, quei ragazzi erano troppo forti.

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< Kiki – disse Jun – lascia perdere e vattene via >
< Non ti lasci qui…e poi devono spiegarmi che voglion questi! >
< Non ti fermi davanti a niente te… - il ragazzo si allontano sedendosi su di una enorme pietra -… la tua ragazze era li tutta sola, volevo solo farle un po’ di compagnia, ma il tuo amico qui ha rovinato tutto intromettendosi >
< Ehi…quello che stavi facendo non era di certo un “niente di che” > intervenne Jun
< Te stai zitto >
Il ragazzo che lo teneva strinse la presa su Jun che dal dolore si piegò un po’ in avanti.
< Lascia il mio amico >
< Altrimenti? – disse il ragazzo seduto sulla pietra rivolgendosi con un mezzo sorriso – Che vuoi fare? >
< Lascialo – si avvicinò lentamente stringendo i pugni – digli che lo libera…altrimenti sarà la fine per voi >
Si trovò a pochi passi da lui, si guardarono dritto negli occhi.

< Non mi fai paura…non riuscirai a farmi niente >
< Vedremo >
Kiki fu il primo ad iniziare e alcuni dei colpi andarono dritto in pieno stomaco del ragazzo che dalla forza dovette piegarsi sulle ginocchia.
Kiki era rimasto fermo davanti a lui con lo sguardo verso il basso, l’osservava con occhi di odio, senza compassione.
< Hai capito contro chi ti stai battendo? – disse mandandolo in avanti con il piede destro – di al tuo amico di lasciarlo >
Con il piede sul petto, faceva talmente pressione che il ragazzo urlava per il dolore che sentiva…a quelle urla Elena si piegò sulle ginocchia mettendosi le mani nelle orecchie, non voleva più sentire quelle urla...
< Ehi...Ehi… - disse l’amico stringendo più forte la presa su Jun che stringeva gli occhi per il dolore – se non vuoi che lo uccida, lascia il mio capo >
Kiki smise di premer sul petto e rivolse il suo sguardo su quel ragazzo, neanche Jun in tutti quei anni l’aveva visto in quel modo…era un kiki diverso da come era abituato a vederlo.
< Capito??? Lascia il mio capo…e risparmierò la vita al tuo amico >
< Tu lascialo – disse premendo sul petto -… lascia la presa…ed io farò lo stesso >
I due si scrutarono prima di decidere…il ragazzo fu il primo a cedere lasciando Jun e allontanandosi da lui, Kiki tolse il suo piede dal petto e si recò a sorregger Jun che barcollava.

< Come sta? > chiese Kiki
< …Sto...sto bene >
< Mi hai fatto preoccupare, se non arrivavo in tempo avresti perso contro di loro >
< Non è vero – disse facendosi aiutare da Kiki a camminare – è che sono fuori allenamento >
Mentre Kiki e Jun stavano per allontanarsi , si voltarono…alle loro spalle il ragazzo che stringeva Jun si stava rivoltando contro cercando di prenderli alla provvista.
Stava per colpirli quando Elena intervenne tirando piccole pietre che aveva recuperato da terra.
< STUPIDA – gridò Jun – che combini? >
< Elena ti avevo detto di andartene >
< Ragazzi non vi lasci qui >
< Vi ho trovati finalmente >
Da lati diversi uscirono fuori Dong, Hyung e Doo con in mano dei rami dirigendosi davanti Jun e Kiki.

< Ma voi che ci fate qui? > chiese Kiki
< Elena ci ha avvisati…non vi trovavamo ma abbiamo sentito delle urla e siamo corsi immediatamente in questa direzione…temevamo il peggio > disse Doo
< Che credevi –intervenne Jun- non siamo tutti flaccidi come te! >
< Non è il momento di discutere – affermò Hyun – andate verso Elena, a questi ci pensiamo noi >
< Dove pensate di andare - disse il ragazzo che si trovava di fronte a loro – ho un conto in sospeso con loro e se non vi togliete di mezzo ne ho anche per voi  >
< Sono solo parole > disse Dong
Kiki accompagnò Jun da Elena nel mentre i suoi compagni distraevano il ragazzo.
< Ely…- fece sedere Jun appoggiando la schiena nel tronco dell’albero - …io vado dagli altri, prenditi cura di lui >
Kiki guardò con sguardo serio la ragazza, poi si alzò e corse dai suoi amici.
Jun era fermo li ad osservar il volto di Elena che era in pensiero per Kiki.
< Tranquilla… >
Elena ebbe un sussulto, si voltò verso Jun con stupore.
< …non preoccuparti…andrà bene. >

Le sorrise, Elena era sorprese nel vedere quel sorriso sul suo volto e quasi le metteva serenità anche se dentro era preoccupata per le sorti dei ragazzi.
Prese la mano di Jun che era a pochi centimetri dalla sua e la strinse a se.
< Lo spero >
 









Nyah <3 Vi piace? Un pò duro? y.y

Sto ancora male. Non mi riprenderò mai y.y
Notte! <3

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Capitolo 23
*** Ricordi - Fine dei Guai ***


Jun era rimasto a guardar la sua mano stretta dalle dita di Elena che lo guardava amorevolmente, per un solo attimo ricambiò lo sguardo.
“ Elena è la mia ragazza! ”
Le parole di Kiki dette prima rimbombarono nella sua testa come un lampo al ciel sereno interrompendo quell’atmosfera che si stava creando, spostò da prima lo sguardo per poi allontanar la mano dalla sua.
Elena non capiva quel gesto e cercò di avvicinarsi.
< Stai lontana >
< Ma perché? >
< Io sto bene…dovresti solo preoccuparti per Kiki, anche se andrà tutto bene >
< Ma…ma le tue ferite >
< Non sono niente di grave… >
< Mi preoccupo, invece…è stata per colpa mia mi sento troppo in colpa >
< Non è colpa tua >
< Si invece, se non mi fossi allontanata per… >
< Non devi sentirti in colpa, riesco a camminare sono solo dei graffi >

Elena l’osservava, aveva il volto rivolto verso il basso, la gamba sinistra distesa mentre la destra piegata e al ginocchio aveva appoggiato il braccio, i suoi vestiti erano un po’ strappati e avevan delle macchie di sangue…avvicinò lentamente la mano sul braccio sinistro toccandogli i vestiti.
< Che combini?! Vedi che è sangue… >
Si guardava le dita, osservava quel liquido scuro dall’odore nauseante ripensando a quelle scene.
< La colpa è mia…questo sangue potrebbe esser anche il tuo… >
< Ti ho detto che non è tua la colpa >
< Invece si… - rivolse il suo sguardo verso Jun- …se non mi fossi messa a cercati, se non mi fossi fermata li…a quest’ora eravamo tutti a divertirci… è mia la colpa >
Jun rimase colpito, i loro sguardi s’incrociarono…
“ Mi…mi stava cercando…perché? Perché mi cercava se lei sta con Kiki? ”
Era stupito dalla sua frase, non capiva.
< Quindi…ti chiedo scusa – s’inchinò- scusa per averti cacciato in questo stato >
 Non sapeva cosa dirgli, la guardava china in avanti supplicandolo di perdonarlo…ma di cosa? Si domandava…cosa doveva farsi perdonare?

Si limitò semplicemente a posar la sua mano su quella di Elena, quando si alzò guardandolo…le sorrise.

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I ragazzi avevano ormai messo fuori gioco i due ragazzi e li lasciarono svenuti vicino al fiume, ma prima di andarsene si assicurarono di chiamar la polizia.
Si recarono nella loro tenda, Jun si fece aiutare da Doo e Hyun mentre Elena camminava a fianco di Kiki che non faceva altro che stringerla a se.
Arrivati non trovarono ne Han ne Seob ad attenderli, era tutto spento.
< Mi sa che quei due si stanno divertendo > disse Dong
< E-Ehi! – disse Elena- Han è troppo piccola per certe cose >
< Elena mia cara –intervenne Kiki- ha ormai 18 anni, fargli far le sue esperienze >
Elena lo guardava con occhi spalancati.
< C-Chi sei te in realtà! > disse indietreggiando
< Che vorresti dire? >
< P-Prima fai a pugni ora dici quella frase…non ti riconosco >

I ragazzi risero, ma non sapevano ancora niente dei pericoli che in realtà stavano affrontando Han e Seob.

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“ Han resisti sto arrivando! ”
Seob era quasi arrivato, mancavano pochi metri e sarebbe arrivato nel luogo stabilito dal ragazzo con cui aveva parlato al telefono.
Come d’accordo non aveva avvisato nessuno, anche se cominciava a pentirsene…ma come Han era in pericolo anche Jun e Kiki lo erano e i suoi amici erano andati proprio da loro per aiutarli.
Si sarebbe trovato solo ad affrontar quel ragazzo, solo a difendere la sua principessa.
< Ci farà attendere ancora per molto il tuo ragazzo? > disse il capo del gruppo
Si avvicinò vero la ragazza prendendola per il mento sollevando la sua testa in modo da far si che i loro sguardi s’incrociassero.
Han aveva molta paura, era imbavagliata e le avevano legato nuovamente i piedi così da non poter fuggire, intorno era aperta campagna, poco illuminato ma si riusciva a vedere se in lontananza venisse qualcuno.
Da quando aveva chiamato Seob erano passati almeno 20 minuti ed Han sperava tanto che non venisse, ma che avrebbe portato qualcuno per salvarla, ma sapeva benissimo che non l’avrebbe fatto…sarebbe venuto da solo.

< Capo, abbiamo controllato qui in giro – dissero due ragazzi del gruppo- ma non c’è traccia di nessuno >
< Ok, vorrà dire che aspetteremo ancora un altro po’…si staranno preparando per un attacco a sorpresa >
Han osservava tutto quello che vedeva con stupore, era capitata per caso in qualche drama? Era tutto surreale, non poteva accadere realmente… Invece stava davvero accadendo proprio a lei.
Proprio in quell’istante in lontananza un’ombra stava camminando verso di loro.
< Capo – disse uno dei tre ragazzi - …eccolo, sta arrivando >
< Benissimo >
Si voltò verso la direzione, Seob camminava silenziosamente verso la direzione del gruppo, quando fu abbastanza vicino notò che Hannah era non solo legata ma anche imbavagliata, strinse la mani in pugni, la rabbia cresceva nettamente dentro di lui.
< Eccoti finalmente > disse il capo
Seob si fermò al centro del campo, era circondato nel lati dei 3 ragazzi e davanti aveva uno strano ragazzo dai capelli scuri e legati in una coda, indossava dei vestiti scuri e in palle e al collo indossava una sorta di collare.
Aveva Han con se, i suoi occhi supplicavano di andarsene prima che fosse troppo tardi ma Seob non si tirò indietro, ma anzi vedendo quella scena avanzò di qualche passo verso la ragazza.
Fu fermato da uno sparo. Si paralizzò.

Rimase fermo nella sua posizione, con il piede destro in avanti pronto per avanzare ma a pochi passi da lui qualcuno aveva sparato per fermare la sua avanzata.
Guardava con preoccupazione quel buco nella terra causata dal proiettile, il suo sguardo faceva trapelare la paura che lo stava divorando dentro.
Uno dei ragazzi che stavano intorno aveva estratto dalla giacca una pistola e puntato verso i suoi piedi.
< Dove pensi di andare… -rise- non hai ricevuto l’ordine di poterti muovere >
Risero tutti, il ragazzo che aveva davanti che teneva Han aveva fatto solo un accenno di sorriso.
Metteva paura tutta quella situazione, non sapeva cosa fare…ma non era il momento di rimanere li fermo come una statua pietrificato dalla paura.
< Cosa volete da Han? Che volete da noi? >
< Il moccioso sa parlare… - disse il ragazzo con la pistola in mano – credevamo te l’avessi fatta sotto >
Risero di nuovo.
< Vi ho chiesto cosa volete > questa volta alzando un po’ il tono della voce.
< Ehi, non rivolgerti con quel tono con noi, altrimenti questa volta punto in direzione della tua testa >
< Fermati – ordinò il loro capo-… non voglio arrivare a tanto, prima godiamoci lo spettacolo…per arrivare al dolce c’è ancora tempo > lo disse avvicinandosi al volto di Han appoggiando la sua guancia alla sua.

A quella scena la rabbia dentro Seob stava per esplodere come un vulcano inattivo, spoderando la sua energia…
< Lasciala stare – cominciò a tremare dalla rabbia – non osarla toccare  >
< OH… altrimenti? >
Lo strano ragazzo non aveva intenzione di allontanarsi dalla ragazza, anzi provava gusto nel veder che Seob diventava sempre più nervoso con quella scena, gli altri ragazzi eran fermi li a gustarsi la scena.

Seob voleva intervenire, ma se lui osava muoversi di un passo quel ragazzo al suo lato avrebbe di certo sparato un altro colpo, e questa volta non sapeva a cosa avrebbe puntato.

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< Elena, rimani qui con Jun – le disse Kiki- noi andiamo >
< Kiki…ti prego non fate pazzie, non sarà meglio che ci pensi la polizia? >

Kiki la strinse forte a se, poi insieme ai suoi compagni si diresse verso una zona poco illuminata e distante dal campeggio.
Elena rimase fuori ad osservarli finché non sparirono nell’oscurità, rientro in tenda, li Jun stava riposando.
Era quasi del tutto fasciato, le bende che avevan con se non bastavano e dovettero chiederle all’infermeria che c’era nel campeggio.
La ragazza era dell’idea di farlo curar da loro, ma i ragazzi optarono per il silenzio, se avrebbero scoperto che uno dei B2ST era ridotto in quello stato tutti i paparazzi si sarebbero radunati li e sarebbe nato uno scandalo.
Anche se contraria alla fine acconsentì, ma solo per non creare scompiglio alla band.
Si sedette vicino, il suo volto era così sereno, i suoi lineamenti cosi delicati, aveva alcuni lividi sul volto, non troppo grandi e nel giro di pochi giorni sarebbero scoparsi, ma quelli che aveva nel resto del corpo non sarebbero passati così in fretta.
Era così in colpa, per lei si era creata tutta quella sceneggiata; non solo Jun stava rischiando la vita, ma adesso anche Seob e sua cugina erano in pericolo.
Prese il cellulare che Kiki le aveva lasciato, andò nel messaggio e lesse l’ultimo che era stato mandato…era da parte di Seob, stava andando a salvare Han…non riusciva ancora a credere.
“ Se solo non mi fossi allontanata ”

Strinse con forza quel cellulare, se gli fosse capitato qualcosa a sua cugina lei non se lo sarebbe mai perdonato.
Guardò un ultima volta Jun, si alzò e recandosi fuori si sedette nel tavolo che avevan di fronte.
Erano l’una di notte, molte delle tende li vicine avevano le luci spente, il cielo era chiaramente visibile nel suo color blu-notte, alzò il suo sguardo per ammirarlo…quella doveva esser la loro mini-vacanza di ferragosto, invece si stava trasformando in un incubo.
Chiuse gli occhi e fece un lungo sospiro…aveva solo un desiderio…
“ Fa che tutti tornino sani e salvi, fa che Jun si riprenda ”

In quell’istante dal cielo un puntino si accese per poi crear una striscia dietro di se…pochi secondi dopo sparì.

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“ Che cosa posso fare? – stava pensando Seob – devo temporeggiare, da solo non farò nulla…e poi questi hanno delle armi… ”
Seob era rimasto fermo troppo a lungo, si osservava in tutte le direzioni per capire che intenzioni avessero ma dai loro sguardi le cose non potevano che andare come lui stava pensando.
< Che? Hai deciso di mollare? > disse il ragazzo davanti  a se
< Non ho detto questo! >
< Intanto sei fermo li da un bel pezzo…aspetti qualche miracolo? >  fece un mezzo sorriso
< Sto solo riflettendo, non voglio lasciar la vita >
< Oh, hai paura >
< Mi sa tanto che il moccioso qui non è un pivellino – disse il ragazzo con la pistola in mano – Se hai paura vado a chiamarti la mamma >
Le loro risate irritavano Seob e dentro di se la rabbia cresceva.

< Sei così solo perché hai quella pistola in mano – si voltò verso di lui- buttala per terra….e affrontami >
Calò il silenzio, i loro sguardi s’incrociarono…Seob le aveva lanciato una sfida aspettava solo una risposta.
< Perché no! – buttò per terra l’arma – un po’ di box non fa mai male >
< Ad una condizione -disse Seob, si voltò ed indicò Han- se ti sconfiggo, la ragazza è libera >
Il ragazzo che teneva Hannah inarcò uno sopracciglio.
< Va bene – dopo un attimo di esitazione rispose – la libero… >
Seob fece un sospiro di sollievo, doveva solo battersi.
< …ma solo se ti batterai con me… >
Tutti lo guardarono stupiti.
< Ma capo, la sfida era contro di me >
< Voglio avere l’onore io di metterlo K.O – fece un sorriso – in palio c’è la sua ragazza, se lo sconfiggo lei sarà…MIA >
Si avvicinò alla guancia di Han dandole un bacio, queste fece infuriare Seob.
< Bene – disse infine- te o lui non mi cambia molto… basta che mantieni la promessa >
< Oh… io mantengo sempre le promesse >
Dal tono di voce in cui aveva pronunciato le ultime parole, Seob non era molto convinto...aveva accettato la condizione di battersi e di liberar Hannah…si diceva che qualcosa non andava, forse era stato troppo imprudente a lanciare quella sfida.

< Vogliamo iniziare? >
Il ragazzo portò Hannah da uno dei suoi seguaci, si posizionò di fronte Seob e aspettava una sua mossa.
< Sono pronto, quando vuoi possiamo iniziare >
Dopo qualche scambio di sguardi, sotto gli occhi increduli di Han, i due iniziarono a lottare.
“ …Seob… ”
Han era preoccupata per le sorti del ragazzo, non aveva un’aria di uno che sapeva far a pugni, l’aveva sempre immaginato come il classico ragazzo che mette pace in tutte le discussioni…ed in effetti era proprio così, Seob non aveva mai alzato le mani con nessuno, non era mai andato ad un incontro di box, ne di pugilato e quando a scuola o con gli amici qualcuno iniziava a far il prepotente cercava di metter pace, l’armonia nel gruppo era data anche grazie a lui.
Si vedeva nettamente la superiorità di quel strano ragazzo, Seob aveva quasi tutto il viso sporco di sangue, non parlando dei suoi vestiti.
Iniziava a mostrare la sua stanchezza ma ogni volta che si voltava e vedeva Han in quello stato si dava la forza di reagire, non doveva finire in quel modo, no…non poteva lasciar Hannah nelle mani di quelle persone…
< Sei messo abbastanza male – disse il ragazzo – vuoi continuare? >
< …non ti lascio Han nelle tue luride mani… >
< Hai ancora la forza di continuare a far il presuntuoso? – rise – sei temerario, ma non basta a sconfiggermi…nessuno c’è mai riuscito >
Seob raccolse tutta la rabbia e si scagliò contro il suo avversario ma fu fermato con un pugno in pieno stomaco.

I suoi occhi si spalancarono, dalla bocca sputò un po’ di sangue, s’inginocchiò per terra portandosi le mani nel punto in cui fu colpito.
< Fa male? – lo sguardo del ragazzo si fece scuro e malvagio- Questo è niente in confronto a ciò che la tua banda ha fatto a mio fratello >
“ La…la mia…banda? ”
Seob non capiva, a cosa si stava riferendo quel ragazzo.
Si piegò prendendolo per i capelli per parlargli dritto negli occhi, i loro visi era vicinissimi.
< Per colpa vostra…per colpa della vostra stupida bravata…il mio unico fratello ha perso la vita…non mi sentirò appagato finché ognuno di voi non…MORIRA’! >
Quella parola fu detta a denti stretti, Seob poteva legger odio, rancore in quei occhi rivolti verso di lui.
Lasciò i suoi capelli con una forza tale da spingerlo per terra.
“ Credono che io appartenga a qualche banda…sono coinvolto in una situazione che è più grande di quanto pensassi ”
Seob osservava, respirando a fatica, il ragazzo che stava fermo dritto davanti a lui...dal suo sguardo non si pronunciava niente di buono.
< Incomincerò proprio da te…la mia vendetta >
Dalla tasca interna della giacca in pelle, infilò la mano…prese una pistola, la caricò e la puntò verso la fronte di Seob.

Hannah era incredula, pietrificata dalla scena, cercò di urlare e di liberarsi…ma era tutto inutile, non poteva che restar li…subendo quella scena raccapricciante….davvero nessuno sarebbe venuto? Davvero sarebbe finita così? Non voleva, non poteva crederci, chiuse gli occhi per non assistere, cominciò a tremare…aspettava soltanto che il grilletto sarebbe stato premuto per porre fine a tutto…in quel momento voleva morire insieme al suo Seob.
< Se fossi in te metterei giù quella pistola >
“ Questa voce…possibile… ”
Han apri gli occhi, si voltò alle spalle…si era davvero lui…Ki Kwang era venuto, ma con lui c’erano anche Dongwoon, Hyunseung e Doojoon.
I ragazzi avevano approfittato della scena per intervenire senza farsi accorgere da nessuno, di sorpresa avevano colpito di spalle i 3 ragazzi e recuperato dalle loro tasche le 3 pistole, dietro Han Kiki puntava la pistola verso il ragazzo intimandolo di gettarla via.

< Ti ho detto di buttarla… >

< Di che vendetta parli > chiese Doo
< Sta…sta parlando di altre persone...- intervenne Seob, sentirlo parlare in qualche modo rincuorò Han- …lui è convinto che apparteniamo ad una band che uccise suo fratello >
< STA ZITTO! > il ragazzo ormai aveva perso il controllo di se, si era del tutto lasciato controllare dalla rabbia
< Stai attendo Seob… - disse Dong- …non vogliamo che succeda qualcosa >
< Lo so…tranquillo…so quello che faccio >
I ragazzi si avvicinarono lasciando Han insieme a Hyun che la sciolse.
< Hannah, stai bene? >
< Solo quando potrò stringere Seob a me…potrò dire che sto bene >
Hannah guardava tutto con grande spavento, voleva che tutto finisse il più breve possibile, voleva stringere a se Seob e immaginare che tutto questo fosse solo un incubo…si strinse tra le braccia di Hyun per cercar un appoggio.
< Statevi fermi…altrimenti sparo. >
< Non lo farai….- disse Dong - …non te lo lasceremo fare >
< Ne sei sicuro?  >
I tre ragazzi puntarono le pistole dritte davanti a lui.
< Come vedi, anche noi facciamo sul serio > disse Doo
< Non avete cuore per il vostro amico? > disse con una risata isterica
< Butta la pistola! >
Kiki si avvicinò facendo in modo tale che il ragazzo puntasse la pistola verso lui, questo permise a Seob di alzarsi e con un calcio colpire la mano dove teneva la pistola facendola cadere a terra, ma nel momento in cui Seob colpì la mano il ragazzo fece partire il colpo colpendo di striscio il braccio destro di Kiki.
La scena si compì così velocemente che nessuno se ne accorse, Seob raccolse la pistola da terra prima del ragazzo e insieme ai suoi compagni cerchiò lo strano ragazzo.

< E adesso che intenzioni avete? >
< Non siamo gentaglia come te – disse Doo – ti lasceremo andare…ma guai a te se ci seguirai! >
< Oh…che minacce. Non ho ancora finito con voi! >
< Io direi di si >
Dong con uno scatto veloce, si scagliò verso il ragazzo colpendolo nella nuca facendolo svenire.
< Dong! Che cazzo combini! > urlò Doo
< State tranquilli…prima di entrar a far parte del gruppo ho fatto qualche lezioni di pugilato, non molto ma li ho imparato i punti e come colpirli senza creare danno… fidatevi... comunque, adesso andiamo >
< Spero non sia morto, non voglio un peso nella coscienza > disse Hyun
Dong e Doo aiutarono Seob a camminare, quando si voltò e vide Han che l’attendeva le fece un sorriso, il cuore della ragazza era colmo di gioia…tutto era finalmente finito.
Così, corse ad abbracciare il ragazzo.
< Mi dispiace! E’ tutta colpa mia! >
< Non ti devi preoccupare. Stiamo tutti bene! Ora torniamo al campo. >











Ciao! Come state?
Piaciuta la storia? :D

Questa disavventura è finita ma chissà cosa aspetta i ragazzi successivamente!
Quei tizi... Quanto li odio -.-
Non possono fare male al mio Seob D:

Momento sclero: NILLILI LALALA NILLILIYA NILLILIMAMBO!

Amati B2ST scusate se non vi ascolto in questi giorni ma Nillili Mambo mi fa troppo impazzire *^*

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Capitolo 24
*** Ricordi - Desideri? ***


Elena era rimasta fuori, pregando che tutto sarebbe finito al più presto, non voleva immaginare cosa potesse succedere se a sua cugina e ai B2ST fosse capitato qualcosa di grave.
Era meglio non pensarci, aprì gli occhi e osservò il cielo.
Dopo tutto era il 13 agosto, era nella settimana in cui si potevano osservar le stelle cadenti… e pensare che erano venuti fin lì per ammirarle, invece…
“ …invece mi ritrovo qui a pregare per un miracolo… ”
Jun si svegliò, era dentro la tenda ma non c’era nessuno, provò ad alzarsi e con fatica ci riuscì e si recò fuori.
Quando scosto la tenda per uscire la vide ferma a guardare il cielo…gli sembrava un angelo, ma quell’angelo non era il suo.
< Che fai li tutta sola? >
Elena si voltò di scatto, fu colta alla sprovvista… vide Jun davanti l’ingresso che lentamente si avvicinò a lei.

< Te invece che fai! – gli andò incontro aiutandolo a sedersi – in queste condizioni uscire e muoverti! Hai molte ferite, devi stare al riposo >
Elena era vicinissima e Jun poté sentire il suo dolce profumo, non avrebbe mai smesso di annusar il suo corpo, era così dolce… dolce come lei.
< Ero solo, e mi chiedevo che fine avessi fatto… >
< Ah… ero uscita un attimo, poi mi sono messa a pensare… >
< Tranquilla. Ti ho già detto che non devi preoccuparti per me >
< Invece si! È mia la responsabilità su tutto! >
Jun la guardava con il suo solito sguardo, ma si chiedeva come fosse possibile che nonostante fosse fidanzata con Kiki potesse esser in pensiero per lui.
< Pensa come ti pare >
< Perché ora dici così? >
< Perché sei cocciuta, che vuoi sentirti dire? Che è tua la colpa? Se questo ti rende felice te lo dirò! >
< Non è questo il punto… >
< Allora cosa? >
Elena distolse il suo sguardo, non poteva di certo dirgli che era in pensiero per lui perché…perché ne era innamorata...oppure forse era meglio che affrontava questo discorso.

< Il fatto è che a te ci tengo…è mi preoccupo per te >
Jun era incredulo, cosa stava dicendo? Non era possibile che anche lei provava qualcosa per lui, no lei stava con Kiki.
< Ti ho già detto che non devi preoccuparti… perciò – le diede un pizzicotto nella guancia - … smettila di fare quella faccia, farai ingelosire Kiki >
Detto questo Jun si alzò e si diresse nella tenda.
< Per favore – disse prima di entrare – per oggi basta fare altri problemi, perciò entra con me in tenda >
Elena l’osservò, come poteva piacergli un tipo come lui, dallo sguardo cupo, malinconico, quasi triste che aveva quasi sempre, con quell’aria di superiorità che si metteva nei suoi confronti.
< Invece di rimanere li ferma a guardami, potresti degnarti di rispondere >
< …S-Si, arrivo >
Entrati, Elena aiutò Jun a sdraiarsi nel materasso. Aveva un’aria stanca e sofferente, come poteva aiutarlo? Più lo guardava e più soffriva nel vederlo così.
Si era allontanata per lasciarlo riposare, Jun aprì gli occhi.
< Elena >
< Si, sono qui- disse avvicinandosi a quattro gambe- mi sono solo messa da parte per lasciarti riposare >
Elena si era avvicinata senza accorgersene sul suo viso, i suoi capelli lunghi coprivano quasi il viso di Jun, li spostò di lato e notò come le guance di Jun fossero diventate rosse.
< Hai la febbre? Sei tutto rosso – si volò per cercare la sua borsa – tranquillo devo aver messo un termometro... >
Prima che Elena potesse cercare, Jun si sollevò dal materasso, la prese per il polso e l’avvicinò a se.

< J-Jun… che ti prende? Deve esser la febbre >
< Sto benissimo… - la guardò negli occhi - … ma te devi spiegarmi una cosa >
Deglutì, cosa doveva spiegargli?
< …Non ricordi niente, vero? >
< C-Che dovrei ricordare? >
< Ciò che è successo prima di venire a fare questo viaggio >
< Non so a cosa ti riferisci >
< Quando avevi bevuto >
< AHHH ti riferisci a quella volta – disse mettendosi il dito nel mento ricordando il giorno - …ho fatto qualcosa? >
< Direi… non ricordi… non ricordi nulla? >
Elena cercò di ricordare, aveva solo vaghi ricordi e più tosto confusi e non era certa di quello che ricordava.
< Ho solo qualcosa in testa… ma niente che mi faccia preoccupare… perché lo vuoi sapere? Che ho fatto? >
Gli lasciò il polso e distolse lo sguardo.

< Jun… ho fatto qualcosa?? Perché io non ricordo nulla >
< No tranquilla, volevo solo chiederti il perché? >
I due si osservavano, Elena non poteva dirgli che aveva bevuto per causa sua, non poteva dirgli che la causa di tutto era perché non voleva accettare i suoi sentimenti per lui.
Abbassò lo sguardo.
< … >
< Fa niente – disse Jun – fa come se non ti avessi chiesto nulla >
< … il fatto… il fatto è che… >
Elena stava per cedere, non resisteva più a nascondere tutto, aveva come un peso sullo stomaco e anche se non voleva confessar sentiva come la sensazione che da lui non poteva fuggire…non poteva scappare da quel ragazzo.
< … e che io… io… >
< Ragazzi! >
Qualcuno stava urlando fuori la loro tenda, i due si guardarono sorpresi, Elena uscì fuori per vedere chi fosse.
< Elena!!! >
Han corse ad abbracciar sua cugina.
Erano arrivati sani e salvi, anche se con qualche graffio e livido nel corpo.

< Han – disse Elena con le lacrime agli occhi – s-stai bene??? >
< Si tranquilla… scusa se ti ho fatto star in pensiero >
< No no… l’importante e che adesso sia tutto finito >
Dalla tenda uscì anche Jun, tutti finalmente si ritrovarono insieme.
Seob fu portato in un’altra tenda, non aveva molte ferite rispetto a Jun, era graffi superficiali ma aveva molti lividi.
Han entrò con lui in tenda insieme a Dong per verificare le sue ferite, Jun invece guardava Elena che aveva la faccia sollevata, tutti erano li con lei… tutti anche Kiki.
< Elena… >
Si voltò per un attimo nella direzione di Jun, per un solo attimo si guardarono, Jun voleva continuare il discorso detto prima in tenda… cosa stava per dire Elena prima che venissero gli altri?
Questa era la domanda che si poneva Jun e voleva cercare una risposta…
< … Elena… >
La ragazza si voltò nuovamente ma dalla parte opposta, era Kiki che la stava cercando…

Si trovò in mezzo… da un lato Kiki dall’altro Jun che la guardavano… non sapeva dove andare per prima, in mezzo a due fuochi, a due ragazzi.
< … Elena… > dissero entrambi nello stesso preciso momento
Jun e Kiki si osservarono, entrambi volevano la stessa ragazza… Elena; Jun però sembrò quasi indietreggiare, aveva nella testa le parole che aveva detto Kiki… dopo tutto era il suo ragazzo.
Kiki avanzò verso Elena, la prese per la mano ed insieme si allontanarono  lasciando Jun davanti l’entrata della tenda con la testa leggermente piegata verso il basso, ormai doveva farsene una ragione… loro stavano insieme, non poteva farci niente.
Il ragazzo portò Elena un po’ in disparte dal gruppo, voleva sapere cosa fosse successo nel mentre loro erano ad aiutare Seob… oppure sentiva qualcosa per la ragazza e il pensiero di averla lasciata li sola con lui un po’ gli dava fastidio?
Non sapeva neanche lui cosa avesse, ma per istinto presa la mano della ragazza e la portò lontana da lui.
Quando si fermarono, Elena si accorse che dalla mano di Kiki colava del sangue.
< Ma che ti sei fatto?? >
Kiki si osservò, non aveva fatto caso a quella ferita che aveva nel braccio, non era molto profonda ma gli aveva causato la perdita di un bel po’ di sangue; Elena preoccupata andò a recuperare la borsa con tutti i medicinali che si era fatta dar dalla guardia medica del campo, fece sedere Kiki e iniziò la medicazione.

< Ti farò un po’ male… ma cerca di resistere...per fortuna la ferita non è tanto profonda da dover causare punti >
Kiki strinse i denti quando la ragazza le passò l’acqua ossigenata, il bruciore era troppo forte.
< Scusa abbi ancora un po’ di pazienza, sto finendo di disinfettarlo >
Kiki soffriva interiormente, spostò il suo sguardo verso Elena notò come con cura poggiava la garza su quella ferita, quanta dolcezza ci metteva in quel gesto per farlo soffrir di meno, era davvero una persona dolce, amorevole e anche bella.
Per la prima volta Kiki si soffermò a pensare a quanto fosse una bella persona, alla sua bellezza, ad ogni suo gesto, espressione, ai suoi capelli, al suo sguardo… al suo profumo.
Distolse lo sguardo, non poteva permettersi di prendere una cotta per la ragazza del suo amico, doveva solo limitarsi a rispettare il piano, fargli credere che stessero insieme e vedere cosa avrebbe fatto.
Non era un piano logico e non capiva come mai Elena aveva accettato, ma qualcosa gli sarebbe venuto in mente, in ogni caso non doveva innamorarsi…
< Ho finito… ti fa ancora male? >
< …eh? – Kiki guardo sorpreso la fasciatura che aveva nel braccio destro – hai già fatto? Non mi sono accorto di niente, sei stata molto gentile >
< Per così poco > disse arrossendo
Kiki la guardava con molto affetto, quella ragazza meritava tutto l’amore che si possa dare ad una persona, si avvicinò lentamente al suo viso e le diede un bacio sulle labbra… un bacio a stampo, rubato sotto un manto stellato.

Ad osservali c’era Jun che era andato a chiamarli per sistemarsi nelle tende per la notte; rimase sorpreso nel veder quella scena, si voltò e senza chiamarli ritornò verso il gruppo.
Kiki si spostò guardando il volto di Elena sorpreso e del tutto rosso.
< M-Ma … perché? >
< Cosa perché? >
< … I-Il b-b-bacio >
< Sei la mia fidanzata, ricordi? > disse sorridendo
< Avevamo detto niente baci >
< Correggo… tu avevi detto niente baci… io non ho fatto nessuna promessa >
Elena era sorpresa, non sapeva cosa dire e come comportarsi Kiki l’aveva dato un bacio; si portò la mano sulle sue labbra incredula per quello che era successo.
< Adesso non far quella faccia… su è solo un bacio – si alzò e le rivolse una mano - … su avanti andiamo. Sicuramente ci stanno cercando >
“ Perché ho dovuto assister a quel momento? Perché hai preferito lui a me? ”
Jun stava camminando a passo veloce nella direzione opposta a dove erano Elena e Kiki, assistere a quel bacio era stata la conferma ai suoi dubbi, stavano davvero insieme.
Si fermò prima di arrivare nelle tende anche per prendere aria e per sistemarsi, si voltò verso l’albero e con tutta la sua forza tirò un pugno contro.
< MALEDIZIONE  PERCHE’??? >
Quando si guardò la mano era quasi piena di schegge e graffi, cercò di levarseli e mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni ritornò dal gruppo.
 
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I ragazzi erano seduti attorno al fuoco aspettando di vedere qualche stella cadente.
Elena e Kiki erano seduti accanto e parlavano sotto voce.
Jun era intento a fissarli mentre gli altri ragazzi, dietro di lui, parlavano.
Han e YoSeob, invece, erano distesi nel prato, poco lontano dagli altri mentre osservavano il cielo.
< Secondo voi che si dicono quei 2? > DooJoon indica Seob e Han.
< Ma che t'interessa! E non cambiare discorso perchè non ti faccio vincere questa partita! >
Si... Dong e Doo stavano giocando a carte.
 
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< Seob - Stringe la propria mano con quella del ragazzo - Grazie. >
< E di cosa? >
< Per oggi. Sono stata stupida. Mi sono allontanata e mi sono cacciata in quel guaio... E tu... >
< Non dirlo nemmeno per scherzo. Non è colpa tua! Poteva succede a chiunque. >
< Ma ti sei fatto male! Per me! E non mi meritavo quest'aiuto. >
< Ma cosa dici? >
< Era meglio che non venivi... Ti sei fatto male e non me lo posso perdonare... >
< Hannah, non ti pensavo così testarda. - Si gira su un fianco e guarda dritto negli occhi la ragazza - Non è colpa tua. >
< Va bene... Grazie comunque... >
YoSeob non le lasciava la mano e lei restava ferma. Con lo sguardo a guardare le stelle.
Il ragazzo era come incantato.
< Una stella cadente! >
Portò la mano libera al petto e incrociò le dita.

Chiuse gli occhi e in mente ripetè il suo desiderio.
Un viso le comparve un sorriso e quando riaprì gli occhi, YoSeob si trovava più vicino al suo volto.
Stava tentando di nuovo di baciarla e lei... Lo fermò.
< Qualcosa non va? >
< No, va tutto bene - Gli rivolse un sorriso tranquillo e dolce - Ma ho pensato a quello che mi hai detto l'altra sera. >
< Cioè? >
< Hai ragione. Devo e voglio conoscerti meglio. Voglio innamorarmi davvero di te... >
< Sul serio? >
YoSeob divenne ancora più felice di prima e tentò nuovamente di baciarla ma lei le mise una mano a coprirle le labbra.
< Perchè? >
< Fino al giorno in cui avrò finito di conoscerti, l'unico bacio che riceverai da me - si avvicina al suo volto e ... - sarà questo. - ... gli lascia un bacio sulla guancia. - Quando vorrai ma solo questo. Va bene? >
< Per te tutto, Principessa. >
< Sono felice! Ora vado a letto. Il mio desiderio l'ho già espresso! >
Gli lascia un altro bacio nella guancia e si allontana.
YoSeob invece, torna disteso di schiena e si porta le mani ai capelli.
< Ma perchè ho parlato la scorsa volta? >











Ciao ragazze!
Scusate se non ho postato ieri ma a causa di un impegno improvviso, ho dovuto rimandare a oggi y.y

Come state?

Non pensate che Hannah ha fatto una fesseria? °^°
Almeno un bacio lo poteva dare y.y

Ele-Kiki
Ele-Jun
Chi preferite? :D


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Capitolo 25
*** Ricordi - Si Gioca! ***


Il mattino seguente si svegliarono tutti molto tardi… beh si può dire che erano passate del 12 e si svegliarono solo perché cominciarono a sentir il bisogno di…nutrirsi.
< Buon giorno ragazzi >
Elena però stranamente quel giorno fu mattiniero ed era riuscita a portarsi avanti con i preparativi del pranzo.
Gli occhi di tutti i ragazzi erano colmi di gioia nel vedere quanta buona roba aveva già iniziato a preparare.
Dong e Doo, dopo aver gustato la loro ciotola del riso al carry, si diressero ad accendere il barbecue, dopo tutta la sera prima non erano riusciti a gustarsi la cena volevan rimediare quel giorno…dopo tutto era il 14 agosto.
Quel giorno lo passarono a rider, scherzare anche se Jun e Seob riportavano le ferite molto più evidenti dello scontro avvenuto la sera precedente.
Elena si sentiva mortificata con entrambi, cercò di sdebitarsi almeno cambiandogli la benda…ma Han preferì lei occuparsi di Seob.
Mentre i ragazzi ridevano per quella scenata, Elena non aveva capito il gesto della cugina e senza dir nulla preferì entrare nella tenda di Jun, sotto lo sguardo attento di Kiki.

< Posso entrare? >
Jun stava riposando quando entrò Elena, senza far rumore decise di sedersi al suo lato.
Decise di cambiar le bende, almeno quelle che poteva, facendo il minimo movimento.
Dopo averlo medicato, si soffermò a osservarlo; aveva un’espressione così serena, dolce, tranquilla…quasi le sembrava un bambino…
< …già, sembra un bambino che dorme…un bambino un po’ troppo vivace che quando dorme riesce a camuffare quell’espressione da diavoletto che si ritrova > disse a bassa voce per non disturbarlo.
In quel momento un soffio d’aria entrò nella tenda portando alcuni capelli davanti agli occhi.
Elena le spostò portandoli dietro l’orecchio, l’aveva fatto con gesto dolce e delicato…da vicino il suo viso era ancora più bello…le sue sopracciglia così curate e belle lineate, le ciglia lunghe e scure, gli occhi a mandorla e quelle labbra…le labbra a forma di cuore che trovava quasi irresistibili a non baciarle.
Si era soffermata troppo a osservarlo, per non destar sospetti decise di alzarsi e recarsi fuori, ma fu fermata.
< Perché ti trovo sempre qui…insieme a me? >
Elena si voltò, Jun l’aveva fermata dal polso.

< I-Io non sto…non sto sempre con te >
< Invece si…perché le ferite le hai medicate tu? Non c’era nessun altro disposto a farlo? >
Jun era quasi irritato nel vederla sempre nei suoi paraggi, queste fece capire a Elena che non era ben voluta.
< Mi sentivo in colpa – disse chinando il volto- e sono venuta. >
< Ti ho detto che non devi esserlo – disse sollevandosi – quindi non pensarci più >
< …Ok… >
Il polso fu liberato dalla presa e poco dopo uscì dalla tenda.
Quando Kiki la vide, aveva un’espressione triste, giù di morale, era successo qualcosa e voleva scoprir cosa.
Decise di aspettare che Elena andasse a posare la scatola con tutte le fasce e poi entrò nella tenda dove Jun era intento a cambiarsi.
< Jun…devo parlarti >
< Che è successo? >
< Riguarda…Elena >
Jun era sorpreso, ma non più di tanto, si sarebbe aspettato che Kiki avrebbe fatto una conversazione riguardante lei…
< Si…che devi dirmi? >
< Che è successo tra di voi? >
< Che vuoi dire? >
< Perché quando finite per parlare lei, ha sempre quell’espressione triste sul volto! >
< Chiedilo a lei…io non ho fatto un bel niente >
< Speravo te lo sapessi >
< Invece no >
Si guardarono con aria infastidita.
< Se è tutto qui, puoi uscire…stavo sistemando le cose >
Prima di continuare, Kiki rifletté sulle parole da dire…

< Si c’è un’ultima cosa che voglio dirti… >
< E allora dilla, così poi sarò libero… >
< Elena ed Io ci stiamo frequentando per adesso – disse con un tono di voce lento e quieto -… non è nulla di serio per ora…ma potrebbe diventarlo… >
< Con questo > disse stringendo la mano in un pugno, Kiki se ne accorse.
< …Volevo vedere come avresti reagito >
< Come dovrei reagire? >
< Non saprei, dovresti dirlo tu >
< Per me puoi far quello che vuoi…>
< Non ti crea nessun problema se allora gli proporrò di far sul serio? >
< Perché dovrebbe? Lei ha scelto te, non me >
< Quindi…non ti da fastidio che uscirà con me, che la vedrai nel nostro dormitorio con me, che ogni volta che ci saranno programmi televisivi lei starà con me? >
< No! > ma dal suo sguardo faceva trapelare diversamente.
< Benissimo…volevo sentirmi dire questo… - prima di uscire si voltò nuovamente verso il ragazzo - … la vuoi perdere così…senza lottare un minimo? >
< Lei ha già deciso, perché dovrei lottare? >
< Perché –disse soffermandosi un attimo - …mi sa tanto che non sei il solo a volerla >
Prima che Jun potesse parlare, Kiki uscì dalla tenda.

“ che voleva dire con quell’ultima frase? ”
Era rimasto solo a riflettere, ma non capiva…magari stava significando che oltre a loro due c’era un altro? E se si chi poteva essere?
Per tutta la notte non riuscì a riposarsi e il mattino seguente era come uno zombie.
< Jun... va tutto bene? > chiese Hyun
< Uh? …- si voltò verso lui – sisi…va tutto bene… >
< Non si direbbe >
< E certo…- intervenne Doo- …questo qui non ha chiuso tutta la notte! >
< Ecco spiegate le occhiaie – disse Dong – mamma mia Jun…quando arriveremo fatti fare un bel massaggio…forse l’aria del campeggio non fa per te >

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Quel giorno fu molto divertente, seguirono le festività che svolgevano nella città delle ragazze.
Si erano portati piccole pistole ad acqua e palloncini per iniziare una vera e propria battaglia.
Si divisero in due squadre formate da Han, Seob, Doo e Jun, si fecero chiamare Heon, l’altra invece da Elena, Kiki, Dong e Hyun e il loro nome fu Einn.
Decisero che i capi dovevan esser proprio Han ed Elena, essendo le uniche ragazze nel gruppo.
Il campo di battaglia era un boschetto vicino al campo, dove non passava nessuno. Perfetto per il loro gioco.
Divisi in squadre, Kiki fece notare un particolare.
< Ragazzi – disse stringendo a se Elena – ci siamo divisi in coppie… io ed Elena, Han con Seob – dicendo ciò Han arrossì- poi Hyun con Dong – i due ragazzi si guardarono e Hyun saltò in braccio a Dong per la felicità, il suo corpo esile era molto facile da sorregger – e infine Doo con Jun >

< Ehi! – disse Jun con tono seccato – io non sto con nessuno! >
< Esatto! Jun non sta con Doo… Jun è il mio peluche – disse Seob correndo verso il ragazzo – Diglielo JUUUUN! >
< NONONONOOOOO FERMOOO! >
Ma non ebbe il tempo per fermarlo che Seob fece un lungo salto fra le braccia di Jun che non avendolo previsto, si ritrovarono a rotolare per terra.
Quando si fermarono Seob, era fra le braccia di Jun.
< Ma dico – disse Doo – sei impazzito? >
< Vi siete fatti male? > chiese Kiki
Elena aveva una faccia sbalordita, non credeva a quella scena; si rivolse verso la cugina.
< H-Han… >
< Si? > disse quasi con aria scocciata per la scena di prima.
< M-Ma…ma che…che significa? >
< Ah…nono niente, pagliacciate >
< COME PAGLIACCIATEE? MA HA DETTO CHIARAMENTE CHE…CHE JUN…LORO…E TU? >
< Elena, è solo un gioco…non fanno sul serio >

Elena era sempre più stupita, quella per loro era un gioco? Mostrare tanto affetto verso una persona dello stesso sesso era solo un gioco?…non voleva immaginare allora cosa avrebbero fatto se fosse stato amore…si ritrovò a pensarci su costruendosi flash mentali…l’immagine che si ritrovò per la mente non era delle migliori.
Arrossì, era rossa per tutto il viso, quando Kiki lo fece notare, la ragazza cominciò a balbettare e cambiare discorso.
Sistematosi, i ragazzi decisero le regole da seguire.
Ognuno di loro aveva a disposizione una pistola e potevano allontanarsi verso il fiume per ricaricarla, e con loro solo 20 palloncini da tirar all’avversario, ogni volta che finivano intrappolati si passava come prigioniero nella squadra avversaria e si doveva aspettare il compagno per esser liberati.
Il gioco finiva quando o si catturavano tutti i nemici oppure se si prendeva il capo della squadra avversaria ed entro un’ora, nessuno riusciva a liberarla.
Dettate le regole ognuno si cominciò a preparare, Hyun indossava una strana divisa.
< Ehi – disse Dong – ma che ti sei messo? >
< Perché? Che ho che non va? >
< Ma ti sei visto? Che sono quei pantaloncini militari, quei segni sul viso, la fascia in testa e – indicando la cintura che aveva sulla vita - …quei palloncini legati lì >
< AH… beh volevo calarmi nel ruolo…questi sono le mie bombe >
Tutti scoppiarono a ridere; infine decisero il luogo della loro base segreta ( naturalmente senza che la squadra avversaria ne venisse a conoscenza). La battaglia ebbe inizio.
Ognuno si diresse alla propria postazione segreta, decisero che per la sguarda di Han chi doveva sorvegliare fosse Jun per la squadra di Elena, fu scelto Hyung…il resto si mosse lentamente in mezzo agli alberi cercando di non farsi notare e non farsi catturare; Han si muoveva insieme a Seob, mentre Elena preferì agire da sola.

“ Devo cercar di far il meno rumore possibile. Nessuno deve trovarmi ” si diceva tra se Elena mentre camminava furtivamente tra gli alberi.
Ogni minimo rumore si nascondeva come poteva, e proprio da lì si trovò a veder passare Han con Seob.
“ Quei due stanno insieme…peccato, dovrò rinunciarci da sola potrei correre il rischio di far perdere la mia squadra ”
Anche se sapeva che era un gioco, il carattere competitivo di Elena emergeva, detestava perdere…anche se era un gioco tra amici.
Dopo aver costatato che i due si allontanarono senza che si accorgessero della sua presenza avanzò, non aveva una destinazione precisa volveva solo cercar di non farsi notare e catturar qualcuno.
Kiki si manteneva a debita distanza da Elena, osservava i suoi movimenti…proprio come una guardia del corpo, non voleva che potesse succeder qualcosa a lei.
Ma proprio in quel momento notò che Dong stava sfuggendo da Doo che lo inseguiva.

< Mai! Sono ancora carico delle mie munizioni > prese un palloncino e lo lanciò verso il ragazzo che fu preso in pieno viso.
< Ma che fai! Così fai male! >
Dopo aver aperto gli occhi, non vide che fine avesse fatto Dong e proseguì dritto verso la sua caccia.

Ki l’aveva afferrato dai pantaloncini e trascinato con lui nascondendosi tra i cespugli.

< So che è un gioco…ma farti catturar in quel modo >
< L’avevo in pugno…ma Han con Seob si trovarono a passar di la e mi sono trovato le spalle al muro…per fortuna eri da queste parti >
< Stavo seguendo Elena, vuole farcela da sola… >
< Ah…e adesso dov’è? >
< Per salvar te…ho perso le sue tracce >
< Sarà meglio cominciar a cercarla >
Si alzarono e perlustrarono la zona intorno per trovarla stando attenti a non incrociare Han, Seob e Doo che nel mentre si dirigevano tutti nello stesso punto…dove si stava dirigendo Elena.
 
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Dietro un albero, Elena era intenta a vedere chi fosse il ragazzo che vedeva a un paio di metri più avanti seduto di schiena sopra una pietra.
“ Potrebbe essere Doo…in questo caso devo veder se c’è qualcuno ”
Dallo zainetto che aveva portato per tenersi il palloncino aveva uno specchietto, lo prese e da dietro l’albero cominciò a vedere in giro…non c’era traccia di nessuno.
“ Che noia… -si diceva tra se Jun seduto sulla roccia- quando finirà, questo giochetto?! ”
Erano passate non più di 30 minuti dall’inizio e star li aspettando senza far nulla cominciava a seccargli.
“ Quasi mi metto a dormire…tanto non ved… e quella luce? ”
Un raggio di sole attirò la sua attenzione, si voltò tra gli alberi osservava un luccichio, senza dettar sospetti decise di spostarsi per veder cosa fosse.
“ Bene, è il momento migliore per muoversi ”
Elena posò lo specchietto nello zaino, incurante di quello che stava per succeder.

Si mosse rapidamente cercando di far il meno rumore possibile ma notò che il ragazzo non era più fermo su quella roccia.
“ Dannazione…dove sarà finito ora? ”
< Ferma >
Elena fu colta all’improvviso, qualcuno l’aveva trovata.
< Ferma, seguimi >
“ Conosco questa voce…e di certo non è Doo ”
Senza obiettare, Elena proseguì verso la roccia indicata dal ragazzo che da dietro la teneva in ostaggio.
< Benissimo, adesso siediti…abbiamo d’aspettare un’ora… >
< Non t’illudere disse voltandosi – mio caro Jun…presto arriveranno i miei uomini e mi libereranno >
Elena era molto seria nel pronunciare quelle parole che fecero morir dalle risate Jun; non l’aveva mai visto ridere così tanto.

< Perché ridi per  quello che ti ho appena detto? > disse irritata
< Mi fai morire…prendi seriamente ogni cosa. È solo un giorno, perciò siediti e rilassati >
< Che vuoi farci, mi piace vincere… >
< Si era capito >
< Ma tanto staranno arrivando >
< Intanto che aspetti, non puoi muoverti – disse avvicinandosi al suo volto – sei mia prigioniera >
< Mi sono distratta un secondo…quindi non montarti la testa >
< Beh intanto sei qui, mia prigioniera…bene sono già trascorsi circa 5 minuti da quando ti ho catturato, mancano 55 minuti no?... così metteremo fine a questa sceneggiata >
< Se non volevi giocare, potevi dirlo subito >
< No, non volevo esser il guastafeste. Certi giochi non fanno per me >
< Io direi che nessun gioco fa per te > disse sedendosi accanto a lui.
< Te che ne sai! Mica mi conosci >
< Mi sono fatta un’idea >
< Sentiamo, che idea hai di me? >
< Di uno che preferisce lasciar il lavoro agli altri, che non vuole faticare… >
< Si vede che non mi conosci >
< Ti ho solo detto quello che penso >
< Pensi male. >
< Allora perché sembri quasi un lupo solitario? >
< Eh? > disse guardandola in viso

< Perché fai di tutto per sembrar un lupo solitario >

< Non è uguale ma rimane il fatto che mi sembri…mi sembri più sulle tue >
< Te l’ho detto, non mi conosci e non puoi affermare ciò >
< Lasciati conoscere - Elena prese una sua mano e la strinse – lascia che conosca così potrò dirti se sbagliavo o no >
< E per quale motivo? – allontanò la sua mano – sbaglio o stai con Kiki? Perché mai dovresti conoscermi? >
< Voglio solo conoscere il tuo carattere… >
< Non c’è una spiegazione concreta a quello che dici… e poi non è di certo un mio problema, sei te che non ti fai avvicinar da me? >
< Eh? >
Elena fu sorpresa da quelle parole, la colpa era sua? Era sua la colpa se non permetteva di conoscere meglio Jun?
< Non incolpare me! >
< Non do la colpa a nessuno…semplicemente dico che con me non ti apri. >
I due si guardarono molto a lungo, Elena era incredula non capiva cosa volesse dire esattamente Jun.

Il tempo trascorse molto velocemente, mancavano solo 10 minuti alla fine del gioco.
< Ma perché nessuno arriva >
< Non si saranno accorti della tua mancanza >
< Potrebbero aver preso Han e stanno pensando di far in modo che la liberano >
< Impossibile >
< Perché? >
< Han cammina con Seob >
< Si lo so, li ho visti insieme >
< Devi sapere che Seob in questi tipi di giochi è molto abile e poi se riuscissero a catturarla stai certa che l’avrei saputo >
< Sentiamo, e come? >
< Con questo – dirò dai pantaloni il suo cellulare – abbiamo un programma e ci sentiamo con quello…mi tengo informato, ho già comunicato che ti ho catturata e che mancano 10 minuti… >
Elena era stupefatta, incredula a quello che le aveva detto…














Rieccomi :3
Oggi scrivo poco, devo andare a dormire che domani ho compiti ç___ç
Bye <3

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Capitolo 26
*** Ricordi - Una serata in giro per Seoul ***


Ormai il tempo stava per finire, mancavano gli ultimi minuti.
Elena era ferma lì accanto al ragazzo senza dir una parola…sperava che almeno qualcuno sarebbe arrivato, ma il gioco ormai terminò e nessun si era fatto avanti.
Jun prese il cellulare e comunicò la loro vittoria al resto del gruppo che dopo pochi istanti si fecero trovar li.
< Ma come? > si chiese Elena
< Eh? > disse Jun guardandola
< Se sono venuti cosi in fretta perché non mi hanno salvato? >
< Semplice… - indicò gli alberi – vedi ho sparso i palloncini che mi avete dato all’inizio in quegli alberi, dopo di che ho fatto in modo che nessuno potesse entrar senza bagnarsi >
< Ma io sono entrata >
< Gli ultimi li ho messi prima di venirti a prendere >
La rabbia di Elena crebbe, odiava perdere soprattutto contro Jun.
< Dai ragazzi, è solo un gioco > disse Dong
< Si ma io ho avuto solo poche azioni > disse sconsolato Hyun
< Che ne dite di iniziare a far un nuovo gioco? > propose Doo
< Sarebbe > chiesero
Doo impugnò la sua pistola d’acqua la puntò verso Hyun e cominciò a bagnarlo.
< Il gioco consiste in una vera e propria lotta a ridurci tutti bagnati…troppo caldo! > disse infine.
I ragazzi furono d’accordo e cominciarono a rincorrersi, sembravano tornati a esser dei bambini…beh tutti tranne Jun che preferì sedersi sul prato e osservar il cielo, voleva riposarsi anche a causa delle ferite che riportava.
< Che fai li? > chiese Hyun
< Niente >
< Allora vieni a giocare con noi >
< Non mi va…lo sai che non sono portato per questi giochi > disse alzandosi.
< Che intenzioni hai? >
< Ritorno nelle tende, non mi va di star qui > prima di andarsene tirò la sua pistola verso il ragazzo che lo osservò allontanarsi da loro.
I ragazzi proseguirono senza accorgersi dell’assenza di Jun, solo appena decisero di ritornare alle tende Hyun disse che era già andato via da un pezzo.
Trascorsero l’ultima notte in campeggio fu molto rilassante, tra giochi e risate niente di più tranquillo.
Ognuno si recò nelle proprie tende e il mattino seguente, appena svegli, cominciarono a smontarle e prepar tutto il necessario per il rientro dalla mini-vacanza.
< Ely –disse Han – dimentichi niente? >
< Nono, ho preso tutto >
< Uff…e così è finita anche questa >
< Eh già…da domani ritorno al lavoro, chissà come avranno fatto senza di me >
< Sicuramente non hanno sentito la tua mancanza > disse Jun passando vicino le due ragazze origliando la loro conversazione.
< Ehi! – dissi irritata Elena – Non ti permetter ad offender…ricordati che la canzone e la basa devi pensarci tu e dobbiamo consegnare il lavoro entro Ottobre, ricordi? >
< Sisi…lo so non c’è bisogno che mi metti fretta…quando arriveremo, dedicherò il mio tempo libero alla canzone…anche perché mi terranno fermo per un po’ di tempo >
< Non sottovalutare questo compito! E comunque…per le tue ferite…mi dispiace>
< Ti ho già detto che farò del mio meglio e poi basta scusarti…dimentica tutto.>
< Dai su, per oggi niente lavoro – intervenne Doo – domani riprenderemo, dove abbiamo interrotto, ma per oggi lasciamo tutto alle spalle >
I ragazzi si calmarono, cominciarono a sistemare tutto nella macchina che era venuta a prenderli e partirono.
Dopo quei tre giorni trascorsi insieme e la disavventura della prima sera, per Elena non era stato del tutto riposante e non aveva fatto passi avanti tra lei e Jun come aveva in mente kiki, anzi le sembrò che le cose peggiorarono.

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Arrivati al dormitorio, la macchina si recò a lasciar le ragazze nel loro appartamento.
Scesero e ringraziarono con un inchino.
Salirono, e dopo essersi recate nella propria stanza, decisero di riposarsi per poi andare a mangiare qualcosa fuori.
< E i ragazzi? > chiese Han
< Per una volta, lasciamoli da parte…andiamo solo noi due >
Anche se con aria un po’ sconsolata, Han accettò.
Dopo un po’ di riposo e una bella doccia, le ragazze scesero recandosi in un ristorante vicino il loro appartamento.
< Sembra carino > disse Han
< Anche molto accogliente > aggiunse Elena
< Salve- davanti a loro s’inchinò in un saluto un cameriere – posso esservi d’aiuto? >
< Si volevamo cenar qui, avete posti liberi? >
< Oh, un attimo che controllo >
Le ragazze furon accompagnate in una parte del locale per attendere una risposta, passati pochi minuti il cameriere ritornò.

< Il tavolo si è appena liberato, le signore cenano da sole? >
< Si > affermò Elena
< Prego – indicò il ragazzo – seguitemi, da questa parte >
Le ragazze furono accompagnate nel loro tavolo, dove altre due cameriere le invitarono a sedersi portando il menù per le ordinazioni.
< Passeremo fra pochi minuti per le vostre ordinazioni >
Detto questo, i tre ragazzi s’inchinarono e lasciarono Elena e Han a sceglier cosa mangiare.
< Ely, che vorresti prender >
< Non saprei…guardando i prezzi, direi il meno caro >
< Beh, dovevamo immaginarci i prezzi…guarda qui che accoglienza >
< Noi intanto scegliamo >
Dopo essersi consultate, preferirono piatti semplici e meno raffinati, ma soprattutto a base di carne.
Come aveva detto, il cameriere passò poco dopo ed Elena indicò cosa avevan scelto, appuntato nel suo palmare elettronico, il ragazzo s’inchinò nuovamente e si diresse nelle cucine.
< Spero di non dover aspettar molto > disse Han
< Neanch’io, ma cerchiamo di non farlo capire…dopo tutto siamo entrati in un ristorante di classe >
< Si, ma non credi di volerci entrare una seconda volta >
< Perché mai > chiese sorpresa Elena
< Per i prezzi, mi sembran abbastanza cari >
Elena sorrise, cercando di mostrarsi simile alle persone che sedevano nei tavoli accanto.

< Vedi – aggiunse Han – questi posti così non mi piacciono >
< Come mai? >
< Perché mi sembra di esser circondati da tante maschere… >
< È solo il galateo >
< Si, ma è come esser privi della propria personalità…è giusto esser educati, ma comportarsi in questo modo come fanno adesso queste persone mi sembra di dover privarmi del mio esser…un po’ come hai fatto poco fa te >
< Lo faccio solo per non esser fuori luogo >
< Sarà…ma io comunque non credo di rientrarci una seconda volta >
< Dai non puoi giudicare il libro dalla copertina >
< Ah no? – disse guardandola dritta negli occhi – E tu si? >
< Che vorresti dire >
< Con Jun hai fatto così…l’hai giudicato senza conoscerlo. Non credi dia fastidio a una persona? >
< Non l’ho giudicato senza conoscerlo…ho solo criticato il suo modo di fare >
< Non credi che invece lui faccia così solo per fartelo credere? >
< Che motivo avrebbe? >
< Perché tu hai dato questa etichetta >
< Non gli ho dato nessuna etichetta! >
< Invece si…involontariamente ma comportandoti in quel modo non hai fatto altro che sbagliare e lui si sarà stancato di questa storia >
< Secondo me è il suo vero carattere…dici così perché con te non ti stuzzica >
< Non ti chiedi il perché faccia così solo con te? >
< Perché è antipatico >
Han rimase a osservar sua cugina, non credeva proprio che una come lei era riuscita ad aver un lavoro presso l’agenzia della Samsung!

< Adesso che hai da guardarmi in quel modo >
< Niente…non voglio che la tua stupidità possa contagiarmi >
< Stupida a chi? Solo perché la pensiamo diversamente su un ragazzo non significa che sia stupida >
< Invece lo sei…e lo capirai troppo tardi, purtroppo >
La serata proseguì in silenzio, nessuna aggiunse altro dopo quello scambio di opinioni sul comportamento di Jun, ed Elena rifletteva sulle ultime parole che sua cugina le aveva rivolto…avrebbe capito i suoi sbagli troppo tardi? Che sbaglio stava facendo? Si riferiva a ciò che stava facendo con Kiki?
Le domande stavano martellando in testa senza dar un significato ai suoi pensieri.
Conclusa la cena, decisero di far una passeggiata, si trovarono, però, a girar senza far caso a dove eran dirette e come risultato si persero.
< Grandioso – disse Han – ci siamo perse >
Elena allontanò i suoi pensieri e si osservò intorno, riconosceva quel posto.
< Ma…ci sono venuta qui >
< Davvero? >
< Si…è proprio qui che ho incontrato quel ragazzo >
< Che ragazzo? > chiese confusa Han
< Un ragazzo con la moto…ero scappata dal dormitorio dei ragazzi dopo l’ennesima lite con Jun e senza accorgermene sono finita qui >
< Quindi conosci la via per tornare da noi! >
< Ehm…purtroppo no! >
< EH? >
< Quando mi ha riportato vicino casa era in moto e non ho fatto caso alla strada > disse sorridendo mettendosi una mano dietro la nuca
< Che cugina mi ritrovo…va beh, proverò a sentire Seob e vediamo se ci può aiutare >
Han si allontanò per parlare al telefono lasciando Elena seduta in una panchina vicino la fontana.
Era ritornata ai suoi pensieri, la gente passava vicino a lei osservandola ma non ci faceva caso.
Tra la gente che stava camminando, una si fermò dopo averla notata, si avvicinò fermandosi proprio davanti a lei.
Elena non ci fece caso, era immersa nei suoi pensieri.
< Ci rincontriamo, finalmente >
A quelle parole, alzò il viso…
< Ciao…stellina >
Il ragazzo davanti a lei sorrideva, Elena lo riconobbe subito…era lo stesso che incontrò quella volta proprio in quel posto.

< Ti ricordi di me? >
< S-Si…sei quel ragazzo con la moto che mi ha aiutata >
< Sono contento che mi hai riconosciuto, credevo di non rivederti più sai? >
Elena si alzò dalla panchina per salutarlo.
< Oddio… > disse fermandosi
< Che cosa? >
< Non mi ricordavo che fossi così alto >
Il ragazzo scoppiò a ridere, l’espressione stupita di Elena lo divertiva.
< Non è che sono alto…sei te che sei bassa >
< Come?! Non sei per niente simpatico sai! > disse mettendo il muso
< Dai, scherzavo ... ma come mai da queste parti? Ti sei persa di nuovo? >
< E già > disse ridendo
< Da quanto sei in questa città? >
< Mmm…2 settimane circa >
< E ancora non hai imparato le strade vicino il tuo appartamento? >
< Sono stata fuori per tre giorni e poi cammino sempre con la macchina, non ho modo di memorizzare >
< Se vuoi, ti faccio da istruttore >
< In questo momento te ne sarei eternamente grata >
< Addirittura! >
Elena sorrise.
< Ely, tutto risolto…stann…. E lui? > disse Han rivolgendosi al ragazzo
< Lui è il ragazzo che ti parlavo prima, quando mi ero persa proprio qui e mi ha accompagnata… >
< Non ci posso credere > disse Han spalancando gli occhi
< Eh?  >
< M-MA…T-TU SEI…SEI.. SIWON CHOI, VERO? >
< Si > disse il ragazzo ridendo
< Lo conosci? > chiese perplessa Elena
< Ma come hai fatto a non riconoscerlo!! > disse Han mettendosi faccia a faccia con Elena
< Dovevo riconoscerlo? >
< Certo! Lui è un membro dei Super Junior! Il bello è che ascolti le loro canzoni! >
< Ascolti le nostre canzoni? Davvero? >
disse Han con occhi luccicanti

< Anche tu, mia dolce stella? >
< S-Si, ho ascoltato qualche vostra canzone… ti chiedo scusa per non averti conosciuto > s’inchinò.
< Figurati, è bello ogni tanto scambiar quattro parole con delle persone che non ti conoscono >
< Perché? > chiese Elena
< Perché chi ti conosce, finisce sempre per approvare ciò che dici, non proverà mai a dire il suo pensiero…è un po’ seccante… beh visto che sapete chi sono…vorrei sapere almeno i vostri nomi >
< Ah già vero – disse Elena - …scusa non mi sono ancora presentata… il mio nome è Elena Biondo, piacere – disse inchinandosi – mentre lei è mia cugina >
< P-Piacere – disse inchinandosi imbarazzata – mi chiamo Hannah Veneri >
< Piacere mio – rivolse a entrambe un sorriso - …avete bisogno di un passaggio? >
< Se non creiamo distur… > stava per dire Elena ma fu interrotta.
< Veramente stanno venendo i nostri ragazzi > disse Han.
< Ragazzi…ah capito. Quindi ti sei fidanzata, Elena >
< Beh…ecco… >
< Si…è da poco che stanno insieme > disse Han sorridendo
< Fammi indovinare – disse Siwon pensando su - …se lavori alla CUBE, immagino saranno dei B2ST… >
< Esatto > rispose nuovamente Han
< Mmm…sarei proprio curioso di scoprire chi è il fortunato > disse rivolgendo lo sguardo su Elena
< Tra un po’ arriveranno, sono per strada > aggiunse infine Han
< Scusami un attimo solo – disse Elena afferrando per il braccio la cugina e allontanandosi – Perché hai detto in quel modo? Non c’era bisogno voleva solo accompagnarci a casa>

< Chi te lo fa credere?>

< Non avevi detto che stanno venendo? >
Han si voltò.
< …appunto, lui con Jun… > si voltò e continuò a camminar sedendosi nella panchina sorridendo a Siwon.
Elena era rimasta pietrificata.
“ Ma…ma perché c’è sempre Jun in mezzo? Io dovevo fingere di star con Kiki ”
< Elena – disse una voce alle sue spalle – tutto bene? >
La ragazza si voltò, era proprio Jun.

< T-Tu…s-sei già qui? >
Jun abbassò il suo sguardo verso la ragazza.
< Ci avete chiamato, siamo arrivati il prima possibile…questa città è tanto bella quanto pericolosa specialmente per due ragazze come voi >
Han vide finalmente Seob e Jun arrivare, Siwon li osservò.
< Così YoSeob e JunHyun sarebbero i vostri ragazzi? > chiese ad Han
< Esatto > disse mentre si alzò dirigendosi verso Seob e Jun.
< Principessa che combinate >
< Scusami, ma mia cugina voleva cenar fuori nonostante non abbiamo imparato le zone della città>
< La prossima volta avvisateci, ok principessa? >
< Ok > disse Han sorridendo
Jun stava osservando Elena, poi il suo sguardo si rivolse verso il ragazzo che li stava osservando.
< Che vuole? > chiese Jun
< Niente – rispose Elena – ci siamo rincontrati >
< Vi eravate già visti? > chiese Jun
< Si, prima che partissimo per il campeggio. Mi ha aiutato quando mi ero persa qui…è stato gentile >
< Ah, capito >
Siwon lentamente avanzò verso Elena.
< Così, saresti tu…il suo ragazzo >
Seob fu sorpreso, stava per risponder quando Han gli diede un pizzicotto nel braccio facendo segno di non dir una parola.
Jun rivolse il suo solito sguardo gelido; Siwon si stava per avvicinar ancor di più verso Elena e prima che potesse toccarla Jun la afferrò per il braccio avvicinandola a se.

< Scusa…non volevo mica portartela via, volevo solo salutarla >
< Puoi farlo anche da li >
I due si scambiarono sguardi di sfida, Elena non sopportava quella scena, era incomprensibile ma prima che potesse dir la verità, Jun si avviò verso la macchina prendendola con se.
< Ehi aspetta…fammi salutare >
Jun si fermò.
< Bene, salutalo e andiamo >
Elena stava andando verso il ragazzo ma fu fermata.
< Lo saluti da qui >
< Eh? Non ha fatto niente di male! >
< Fallo e andiamo >
Elena si voltò verso Siwon s’inchinò salutandolo.
< Scusa, ora devo proprio andare… >
< Tranquilla…so, dove posso incontrarti. A presto >
Detto questo, Siwon si allontanò dal resto del gruppo disperdendosi tra la folla.















Hello girls and boys (se ci sono u.u)
Come state? :3

Come avete visto si torna a Seoul.
Dopo tutti quelle disavventure serviva un pò di riposo... E INVECE NO :D



AVVERTIMENTO: LEGGETE TUTTI!

E' probabile che pubblichi più di un capitolo a settimana perchè se no, facendo i calcoli, LA STORIA NON FINIRà MAI XD
Non va bene u.u

Invece, fra qualche settimana, i capitoli vi sembreranno più lunghi... perchè saranno più lunghi :D
Se non facciamo così, ci saranno davvero troppi capitoli y.y

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Capitolo 27
*** Ricordi - Partenza Improvvisa ***


Saliti in macchina Jun si sedette accanto ad Elena facendo metter Han davanti con Seob.
< Jun non c’era bisogno di trattarlo in quel modo, e poi vorrei ricordarti che è Kiki il mio ragazzo >
< Lo so, non c’è bisogno che me lo ricordi ogni volta >
Dal volto del ragazzo, Elena poté legger una certa rabbia nel sentir le sue parole, quasi si era dispiaciuta nell’aver pronunciato quelle parole.
Le ragazze furono riaccompagnate nel loro appartamento. Quella sera, Elena non riuscì a dormire, ripensava a quell’espressione nel volto di Jun…non voleva farlo soffrire, non voleva vederlo in quello stato.
“ Jun…che sto facendo? ”

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La mattina seguente Elena ricevette una chiamata dall’agenzia in Italia dove la informavano di un suo rientro per una settimana dovuta alla scelta dei posti dove fare girare le riprese a fine Ottobre. Doveva partire lo stesso giorno.
Senza un avviso, preparò le valigie, avvisò Hannah della sua improvvisa partenza e si recò in taxi all’aeroporto per partire.
Trovò un biglietto anche se era costoso, ma l’agenzia le avrebbe rimborsato queste spese dovute al poco preavviso.
Non riusciva a crederci, stava lasciando sola Han e per una settimana…era preoccupata per quello che poteva succedere.
L’aereo partì ed ebbe solo la possibilità di avvisare Kiki della sua partenza e di occuparsi di sua cugina nel periodo che lei rientrava in Italia.
“ Spero che Han si troverà bene anche se io non sarò li, mi preoccupa il pensiero di lasciarla in un posto da sola, spero di far in fretta e rientrare il prima possibile ”

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Hannah si recò come ogni giorno alle sue prove con il gruppo, questa volta senza Elena; quando entrò Kiki si avvicinò per parlare con lei.
< Elena mi ha detto di prendermi cura di te, perciò abbiamo deciso di farti venire a star da noi per tutto il tempo finché non torna >
< COME?! DA VOI?! >
< Si, non vogliamo che rimani sola in quell’appartamento. Se non starai sola, Elena sarà più tranquilla >
< Beh…ecco…se non creo disturbo… >
< Principessa – li raggiunse YoSeob – non porti nessun disturbo…anzi potremmo stare per una settimana tutti insieme, e noi due vivremo una sorta di “convivenza”. Ti tratterò come la mia mogliettina >
Il volto di Hannah diventò rosso per l’imbarazzo.
< Pensa, dormiremo nello stesso letto…abbracciati, stretti l’uno nelle braccia dell’altro…non vedo l’ora! > disse sorridendo.
< Frena l’entusiasmo – intervenne Doo – Non credo che sia una buona idea quella di dormire con lei! Tu dormirai nel divano mentre Han prenderà la tua stanza >
< CHE COSA??? Ma io voglio dormire con la mia principessa! >
< Non fare il bambino, pulce - lo riprese Jun – Doo ha ragione. Pensa a cosa succederà sei lo venisse a sapere Elena. >
< Non farò niente di male! > disse con gli occhi da cucciolo
< Non incanti nessuno con quello sguardo. Ormai è deciso, dormirai nel divano >
< Allora lasciami dormire con te! > disse correndo verso Jun per poi abbracciarlo
< Non se ne parla! Staccati pulce >
< NOOO! Finché non mi dirai che potrò dormire con te io non ti mollo! Ti starò appiccicato per tutto il giorno >
< Sei un pulce fastidiosa! Staccati! >
< MAI! >
Han osservava la scena, era dispiaciuta per l’accaduto ma non era ne colpa sua ne di sua cugina se era successo quell’inconveniente.

< Hannah – disse Doo – non preoccuparti, più tardi passeremo da te e preparerai le valigie per venire a star da noi >
< Mi dispiace aver creato questa trambusto. >
< Non preoccuparti >
Dopo qualche attimo, gli esercizi iniziarono, ma senza Kiki, Jun e Seob che dopo le ferite riportate quella sera nel campeggio ebbero qualche giorno di riposo.
Jun ne approfittò per iniziare la canzone per lo spot pubblicitario, mentre Kiki e Seob rimasero in palestra osservando gli altri ballare e fare esercizi.
Terminati i vari esercizi, giunse l’ora di rientrare in casa; come prima detto, passarono nell’appartamento di Hannah per procurarsi il necessario per la durata in casa con i ragazzi, infine si diressero nell’appartamento.
YoSeob le indicò come poteva sistemarsi e per sdebitarsi dell’ospitalità, quella sera decise di occuparsi della cena.
Era la prima volta che si trovava in casa con sei ragazzi in una città che non conosceva, il suo cuore batteva fortissimo, anche perché tra quei ragazzi c’era quello che lei amava.
Preparò i suoi piatti migliori e tutti li apprezzarono, finita la cena decisero di veder un film tutti insieme nel salone.
< Che genere di film ti piace vedere, Hannah > domando Hyun
< Mmm…romantici ma non troppo sdolcinati, Horror, Trailer, Drammatici… >
< Beh un po’ tutto > disse Seob sedendosi accanto alla ragazza
< Allora una vale l’altro? > chiede Dong
< Scegliete voi, per me andrà bene tutto >
Scelto il film i ragazzi cominciarono a prendere posto.

< Aspettate – disse Seob alzandosi – non iniziate senza di me! >
< Pulce ti sei ricordato di far la pipì? >
< Spiritoso. Ma no! Se dobbiamo vederci un film…ci servono pop-corn, patatine e dolci vari… >
< EEEEH?! – esclamò Han- Mi vuoi fare ingrassare? >
< Ma no principessa, però senza non guardo mai la TV >
< Poi mi spieghi come fai a rimanere così in forma >
< Duri allenamenti! > disse dirigendosi in cucina
< Si ma anche con una sana alimentazione > aggiunse Kiki
< State sempre a dieta? > domandò Han curiosa
< Abbiamo un’alimentazione sana e nutriente, ogni tanto ci concediamo qualche peccato di gola. Ma se ci vedono fuori forma dobbiamo rispettare la dieta ferrea che ci affidano > rispose Kiki
< Bene ragazzi…che lo spettacolo inizi > disse Seob giungendo in salone stracolmo di pacchetti di patatine e dolciumi vari
< Sei sempre il solito > disse Dong premendo il tasto “invio” facendo partire il film.
La serata passò allegramente guardando un film comico e tra una risata e l’altra si era fatta l’ora di andare a riposarsi.
< Bene, direi che è meglio andare a dormire > disse Doo alzandosi dal divano
< Domani ci attendono le registrazioni di un programma…Han sarai da sola a provare >
< Tranquillo Dong, so che avete molti impegni…ma i provini si stanno avvicinando e devo prepararmi >
Tutti si erano alzati e si recarono nelle rispettive stanze.

< Perfetto – Seob prese Han per la mano aprendo la porta della sua stanza – Allora noi adesso andiamo a dormire, buona not… >
< Dove pensi di andare, ah? >
Jun l’afferrò per il colletto della camicia
< A dormire, mi sembra ovvio >
< Avevamo detto che avresti dormito nel divano >
< Ma è scomodo! Il mio letto è abbastanza grande per me e per lei…e poi non farò niente! > disse mostrando un sorriso malizioso
< Pulce…sei fastidioso! E va bene… > disse Jun allentando la presa
< …SI! > Seob era contento che avanzò di un passo ma si fermò
< …dormiremo insieme…- prese la mano trascinandolo – andiamo >
< MA…MA…MA…PRINCIPESSA! > urlò Seob mentre Jun entrò chiudendo la sua porta
< Mi dispiace creare questo problema >
< Tranquilla Hannah – disse Hyun – non preoccuparti per Seob e di questa situazione. Poi scommetto che non gli dispiace che dorme con Jun >
< Eh? >
< Non pensar chissà cosa. Il loro legame ha sempre creato un’idea diversa dalla realtà…
Seob è una persona molto sensibile, allegra, giocosa, a volte combina problemi e bisogna sempre riprenderlo, sembra un eterno bambino…se dovessi identificarlo con una storia prenderei in riferimento Peter Pan.
Jun, invece, è un tipo che sta sulla sue, che esterna difficilmente i suoi sentimenti, ma quando prende confidenza da tutto se stesse per le persone a cui tiene. Può sembrare freddo, distaccato per la sua espressione e per come si mostra ma bisogna conoscerlo affondo per giudicarlo, le persone però si soffermano solo a quello che appare e si fanno un’idea sbagliata; questo gli procura molto fastidio ma sembra quasi averci fatto l’abitudine.
Ma anche se uno fa l’abitudine, ci rimani sempre male e Seob è sempre rimasto vicino in tutti i momenti regalandogli sorrisi, adesso molti sono convinti che formano una bellissima coppia, ma le cose come ti ho spiegato non stanno così…perciò non pensare male… > disse sorridendo
“ Per questo sono così legati… Seob, sei una persona magnifica ”
< Adesso andiamo a riposare…. Buona notte >
< Notte anche a te >

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La mattina seguente, dopo essersi recata in cucina lesse il biglietto che era posizionato accanto alla colazione.
-Mia dolce principessa, innanzitutto buon giornooo!!! Volevo augurarti una serena giornata. Mangia tutto e impegnati oggi con le prove. Torneremo tardi, non aspetarci. Baci SEOB! –
“ Mi viene voglia di riempirlo di baci. Stando a stretto contatto potrò conoscerlo meglio. – disse leggendo il foglietto sorridendo – Bene, adesso mangio e poi mi preparo ”
Finito di mangiare, sistemò i piatti, si sistemò e scese.
Mise tutto il suo impegno, tutte le sue energie…non voleva deludere se stesse ne tanto meno le persone che le stavano accanto e che contavano su di lei.
Tornata a casa, posò la sua borsa nella stanza che aveva preso in prestito da Seob e con molta fatica si sdraiò nel divano. Guardò l’ora, erano le 19:00 ma le avevano detto che sarebbero tornati tardi, sarebbe stata sola.
Si alzò sedendosi composta, osservò l’ambiente che la circondava…si sentiva a disaggio con tutto quel silenzio: in una casa così ben arredata ma silenziosa…
“ È così che sarà se starò con lui? A trovarmi sola in una nostra casa? – la sua mente cominciò a far pensieri su una vita passata con Seob, era triste e vuota – No, ma che vado a pensare… Seob è una persona solare, non mi renderebbe mai triste, non mi farà mai restare sola…sono sicura che subito dopo il lavoro correrebbe a casa…ne sono più che convinta. Non devo farmi queste paranoie… - guardò l’orologio, adesso segnava le 19:20 – Non sapendo a che ora arrivano, voglio fargli trovare qualcosa pronto ”
Deciso cosa cucinare, si recò davanti i fornelli preparandogli qualcosa…
< E con questo ho concluso – disse finendo di apparecchiare – Spero sia di loro gradimento. Anche se sono le 20:00 passate ho deciso di aspettarli, guarderò un po’ di televisione >
Si sedette nel divano, ma quella sera non trasmettevano nulla di interessante e non faceva altro che cambiare canale. Si erano fatte le 20:30 ed ancora non erano tornati.
“ Non devo preoccuparmi, avevano detto che avrebbero fatto tardi… - cominciò a sentirsi debole - …devo restar sveglia, ma i miei occhi cominciano a bruciarmi – cominciò a chiuder e aprir le palpebre - …li chiuderò un solo minuto, poi li aprirò… ”
Distasa nel divano con la tv accesa, si addormentò senza rendersene conto. Riposò serenamente senza accorgersi di nessun rumore, era nel suo mondo, nella sua realtà dove tutti i suoi desideri era realizzati.

Piano piano, lentamente aprì gli occhi, una luce la stava riportando alla vita reale.
“ Ma…cosa è successo? ”
Non era più nel divano in salotto, adesso era nella stanza di Seob…non riusciva a ricordar nulla e non riusciva a spiegarsi come fosse successo.
Si alzò e ancora in sonnacchiata si recò in cucina.
< Buon giorno >
Una voce familiare le giunse da dietro le spalle…era Jun.
< B-Buon giorno… >
Jun entrò in cucina e cominciò a preparare il caffè nella macchinetta.
< Lo prendi anche tu? >
Han era ancora incredula, non era ancora abituata all’idea che era in casa dei ragazzi e non nel suo appartamento, dopo tutto erano solo trascorso un giorno da quando stava li.
< Allora? >
< …Ah, sisi…lo prendo >
Jun la osservava, aveva come un’aria incredula.
< Che ti prende? >
< Come? >
< Sei strana stamattina, è forse successo qualcosa ieri sera? >
< Uh? – stavolta era lei a guardarlo perplessa – Ieri sera? Dovrei chiedertelo io…visto che mi sono svegliata nel letto di Seob >
< Quando siamo tornati ti abbiamo trovato nel divano che dormivi, Seob non ha resistito e oltre a scattarti una foto ti a portano nel suo letto…ed è rimasto li per mezz’ora >
< COSA? > Esclamò incredula
< Per questo ti ho chiesto perché quella faccia >
< Io…io… - si portò le mani sul viso - …io non ricordo…dormivo… >
< Se è così…allora non sarà successo niente >
Jun si voltò, il caffè era pronto, prese due tazzine ed una la portò ad Han che era ancora un po’ sconvolta dalla notizia…anche se non c’era niente da meravigliarsi.

< Non far quella faccia – disse sorseggiando – non è successo niente alla fine >
< Si, si lo so…allora il bacio che ho sognato sulla fronte sarà stato vero >
< Probabile… >
< Ma, adesso dove stanno gli altri? >
< Sono tutti in sala prove >
< Di già? >
< Come di già! – disse posando la tazzina – Vedi che sono le 10 del mattino >
< EH?! È COSÌ TARDI? >
< Hai dormito parecchi ieri sera, dovevi esser molto stanca…. Non solo hai fatto le prove ma hai anche cucinato per noi e rimasta ad aspettarci, lo sai che non dovevi >
< Ma l’ho fatto per sdebitarmi >
< Era tutto molto buono, sapessi la faccia di Seob mentre mangiava… >
< Davvero? > disse sorridendo
< Si – prese il cellulare dalla tasca, pigiò qualche pulsante e poi lo diede alla ragazza – guarda tu stessa >
Era una foto di Seob mentre assaggiava il piatto preparato da lei, aveva un’espressione raggiante, di felicità xul volto, ad Hannah gli si illuminarono gli occhi.
< Grazie per avermi mostrato questa foto >
< E di che, l’ho fatta apposta per mostrartela… sai, non fa altro che parlare di te >
Han era stupita.
< Deve tenerci molto al vostro rapporto…. – disse appoggiandosi nel marmo della cucina di fronte alla ragazza – Non è mai stato così preso da una ragazza come con te, gli piaci molto >
Era rimasta senza parole.
< …Quando siamo rimasti a dormire insieme, l’altra sera, mi parlava di quanto ti trova interessante, di come sei diversa dalle altre ragazze… mi ha anche detto che vuole farti innamorare di lui per come è realmente. E devo crederci…ti ha mostrato il suo posto di rifugio, sei la prima ragazza a cui lo mostra…neppure io che sono più vicino mi è stato rilevato così in fretta… ritieniti fortunata – si allontanò dirigendosi verso lei - …non prendere decisioni affrettate, stai al suo gioco, conoscilo bene…e vedrai che non te ne pentirai >
Dicendo quello uscì dalla stanza, lasciandola sola.
Era quasi arrivato nella sua stanza, stava per aprir la porta ma ripensava alle parole di Seob, per un attimo le scacciò via, entrò e passando nella scrivania vide la foto che era stata data dal ragazzo…la foto che aveva preso nell’appartamento delle ragazze.

Dapprima rimase fermo con le mani nelle tasche dei pantaloni ad osservarla, poi si avvicinò e la prese fra le mani…la guardava attentamente.
“ Il suo viso, il suo sorriso…non sono cambiati…. Perché mi fai quest’effetto… ”
I suoi pensieri furono interrotti da una chiamata, era Seob che chiedeva come andavano le cose a casa…dopo qualche minuto chiuse la conversazione e decise di sdraiarsi nel letto osservando quella foto di Elena da bambina.
“ Potrò un giorno guardarti senza che riuscirai a farmi batter il cuore così velocemente? ”










SONO STANCA. 7 ASSEMBLEE SCOLASTICHE IN 5 GIORNI. BASTA

Piccolo sfogo <3
Autogestione del cavolo :3

Domani c'è anche manifestazione °°

Vi piace il capitolo? *^*

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Capitolo 28
*** Ricordi - Ospitalità ***


I giorni trascorsero nella normale routine, i 7 ragazzi si alzavano, facevano colazione, si preparavano, svolgevano le attività che erano prefissate e poi ritornavano nel loro appartamento.
Han non poteva che esser serena con loro, la trattavano con molto riguardo senza fargli mancar niente, e lei per sdebitarsi aiutava con le faccende domestiche e preparar loro la cena.
Erano trascorsi così i 5 giorni da quando Elena era partita, ma sembrava che gli unici a sentir la sua mancanza erano principalmente Han e Jun ogni volta che il cellulare della ragazza squillava entrambi speravano in una sua chiamata…ma da quando era ritornata in Italia non si era fatta sentire.
< Hannah – disse Seob sedendosi accanto a lei nel divano dove erano riuniti gli altri ragazzi che guardavano tranquillamente un film – va tutto bene? >
< Sisi, tranquillo… >
< Lo sai con me puoi confidarti, se c’è qualche problema puoi dirlo >
< OK > rispose con sorriso
Ma quell’espressione non convinceva molto il ragazzo, si avvicino all’orecchio bisbigliandogli qualche cosa che la mise in imbarazzo.
< SEOB! SEI SEMPRE IL SOLITO…. STO BENE… - disse tirandogli un cuscino in faccia, facendo ridere gli altri ragazzi - … e solo che… che … >
< …EH? Solo che cosa? > disse sposando il cuscino e guardandola
< … non sento mia cugina da un po’, mi aveva detto che si sarebbe fatta sentire e che non avrebbe perso molto tempo…invece sono passati già 5 giorni >
< Per questo sei così triste? > disse prendendole una mano.
Ma Han non rispose, i suoi occhi divennero lucidi.

< Piccola Principessa… - la strinse a se  - … vedrai che torna presto, non si farà sentire perché sicuramente avrà molto lavoro…e poi sa di averti lasciato in ottime mani… >
Seob cominciò ad accarezzarla, era così tenera, pensava, la voleva riempire di baci, coccolarla fino a farla star bene.
< Grazie…grazie per consolarmi…e che mi manca… tutto qui >
< Figurati – disse sorridendo – lo sai che ci sono e ci sarò sempre per te >
Jun osservava le lacrime che scendevano sul volto di Hannah, osservava il suo volto, le ricordava Elena…vedeva alcune somiglianze che prima non aveva notato.
“ Perché, perché adesso anche guardando Hannah mi viene in mente?... devo essere impazzito, non c’è spiegazione ”
< Ehi Jun – disse Dong – Ti sei preso una cotta per Hannah? Non fai che guardarla ultimamente >
A quelle parole, Jun distolse lo sguardo mentre Seob si voltò per lui.
< Ehi! Non ti azzardare a rubarmi la ragazza! – lo disse stringendola a se – HAN È  MIA! >
Con quelle parole la ragazza arrossì.
< Ma non ti rubo niente! – cominciò a giustificarsi – ero solo sovrappensiero >
< Oppure perché noti delle somiglianze > intervenne Kiki
< EH? > dissero in coro
< Hai visto somiglianze tra lei ed Elena, vero Jun? >
< Ma certo – disse Dong – Han è sua cugina, è normale che hanno qualche tratto simile…e con questo? Che c’entra? >
< Jun lo sa bene >
In quel momento si creò silenzio, nessuno parlò…Kiki osservava Jun che ricambiava lo sguardo e solo Han e Seob avevo capito a cosa si riferiva Kiki con quell’affermazione.

< A proposito – intervenne Doo – Kiki non hai notizie di Elena? Siete o no fidanzati? >
< Spiacente, neppure io ho sue notizie… >
< Beh, sarà così impegnata che non ha tempo di mandare un messaggio, visto che non riesce a chiamare il suo ragazzo > aggiunse Hyun
< Ma lei aveva detto che sarebbe mancata non più di una settimana – continuò Kiki – quindi penso che avremmo presto sue notizie; perciò rilassati Hannah > le rivolse uno dei suoi sorrisi.
Han osservava i due ragazzi con si scambiavano occhiate, non voleva che si creasse una lite per causa di Elena.

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Anche il 5 giorno passò, e di Elena ancora nessuna telefonata, nessun avviso di quando sarebbe tornata…e non faceva che preoccupare Hannah che restava nel divano fino a tarda sera con la speranza di ricevere qualcosa.
< Hannah >
Una voce a tono basso la stava chiamando.
< … Hannah…svegliati >
Aprì gli occhi, era Jun che la stava svegliando.
< …Han, che fai qui a dormire? >
< …stavo…speravo in una qualche telefonata… >
< Forza, ti accompagno nella stanza >
Jun prese Han aiutandola a camminare fin nella stanza.
< Adesso dormi. Non fare preoccupare Seob più di quanto non lo è già >
< È preoccupato per me? > disse sistemandosi sotto la coperta.
< Tutti lo siamo…non fai che guardare il cellulare, vedrai che starà bene… >
< Mi dispiace farvi preoccupare >
< Tranquilla… >
< E solo… e solo che non siamo mai state così tanto tempo senza sentirci in questo mese… e mi sento anche sola… >
< Sola? Ma ci siamo noi >
< Vi ringrazio che mi state vicino, ma… sono sempre sola in una città che non conosco…non…non so che fare e cerco appoggio su di voi… >
Han cominciava ad aver la voce tremante a causa degli occhi lucidi, Jun si sedette vicino.

< Hannah…non pensar più che sei sola, adesso anche tu fai parte di questa famiglia. – a quelle parole la ragazza alzo il suo sguardo verso lui – Qualsiasi problema ti capita, puoi contare sul nostro supporto….quindi non pensare più di esser sola. >
Quelle parole erano d’aiuto per la ragazza, sapere che poteva contare su di loro l’avrebbe aiutata in futuro.
< Vedrai presto ti chiamerà >
< Grazie per essermi vicino >
Jun le sorrise, si alzò dal letto recandosi davanti la porta.
< Manca anche a te, vero? >
Stava per aprir la porta, ma a quelle parole si fermò.
< Ti piace, è vero? Ti si legge chiaramente negli occhi…anche a te piace Elena >
< Ma lei sta con Kiki… a scelto lui >
< Ma lei ama te >
Jun si voltò verso Han con sguardo stupito.
< È stata proprio lei a dirmelo…e non capisco perché ha scelto Kiki… >
< QUA-QUANDO TE L’AVREBBE DETTO? >
< Mmm… prima di fare il campeggio…quando aveva bevuto chissà quante bottiglie >
< Ma era completamente andata…non capiva cosa stava dicendo >

< Non credo, non stava pensando a quello che diceva. Agiva d’impulso >
< Ma ha detto chiaramente “ Lo amo…Credo di averlo sempre amato…fin dalla prima volta che i miei occhi hanno incrociato i suoi…” >
< Può essere anche riferito a Kiki, chi ti dice che sia io >
< Perché prima ti ha chiamato “ IL MIO JUN”. Pensi ancora che fosse riferito a Kiki >
“ Non posso crederci…ma allora perché? ”

< La cosa che mi ha stupito e il fatto che abbia scelto lui e non te, e poi così senza parlarmene…. È molto strano >
< Lo penso anch’io…. Non credo che Kiki sia quel genere di ragazzo che tradisce gli amici, ma allora perché? >
< Non resta che attendere il suo ritorno >
< Che vuoi fare? >
< Non so, mi verrà in mente qualcosa…. Tu comunque apriti gli occhi… >
< Starò attento ad ogni sua mossa. >
< Non mi riferisco solo a Kiki >
< E a cosa?4 >
< Credo che avrai problemi anche con altri ragazzi…. >
< Quindi è come credo…ti riferisci a…>
< Siwon…. Quando l’abbiamo incontrato in quella piazza mi ha detto di averla già incontrata, e quando parlava non faceva che osservarla…credo che abbia intenzione di mettersi fra voi due >
< Fra me e lei? >
< Siwon è convinto che sei tu il suo ragazzo e non Kiki… quindi dovrai star attendo >
< Che assurdità… e poi mica c’è possibilità di rivederlo >
< Hai detto che sarebbe venuto a trovarla >
< Fino ad ora non si è fatto vivo…non credo spunterà >
< Sarà…ma meglio restar in guardia. Dobbiamo fargli credere che sei tu il suo ragazzo >
< E con Kiki? >
< Ah, già vero… >
< Sarà meglio che lo spiegate voi. Se lo facessi io rischierei di creare altri malintesi>
< Mi sa di si >
< Adesso però meglio andare a letto. >
< Ok. Buona notte > disse sorridendo
< Notte anche a te >

Jun uscì dalla stanza chiudendo la porta lentamente cercando di far il meno rumore possibile e per non rischiare di svegliare Seob che dormiva nel suo letto, decise di sdraiarsi nel divano a riposare .
Ma la sua mente era occupata dall’immagine del volto di Elena, da quello che poteva succedere quella sera nella sua stanza, dalle serate trascorse nel campeggio, ed infine alle parole di Han…lei era innamorata ma non riusciva a capire perché allora aveva scelto Kiki.
Sei sicuro di voler rinunciare così facilmente a lei? ”
Ricordò il dialogo avuto dentro la tenda con Kiki; quando erano a Dubai aveva detto di aiutarlo, aveva organizzato il concerto, deciso quali canzoni cantare…possibile che il suo piano era quello fin dall’inizio di approfittare della situazione per provarci con lei?
“ Ma certo – cominciò a pensare – quella sera, subito dopo il concerto, aveva fatto credere ad Elena che fossi io e prima di interromperlo stava per dire che l’amava… - si alzò dal divano – allora era tutta una scusa per approfittarsene della situazione… ma non posso…non voglio credere che sia realmente una persona così…non lo farebbe mai…no, non lui…però tutto, tutto mi fa pensare a questo… ”
Più pensava, più non arrivava ad altra conclusione: Kiki aveva fatto tutto quello per allontanarla da lui.
Era una situazione che non voleva accettare, non si dava pace. Ad interrompere quell’atroce situazione fu una chiamata. Il cellulare cominciò a vibrare.
“ Chi potrà mai essere a quest’ora. ” disse prendendo il cellulare dalla tasca della felpa
Quando lesse sul display il suo nome non poté credere che fosse realmente lei.

< P-Pronto? >
< Jun, sapevo di trovarti sveglio…scusa se ti chiamo a quest’ora, sono già le 4 del mattino ma sapevo che mi avresti risposto.
< E-Elena…è successo qualcosa? >
< Nono, tranquillo. Scusa se non avete ricevuto mie notizie ma chiamarvi ogni giorno dall’Italia avrei speso un patrimonio ed inoltre non ho fatto altro che girare di città in città…non sono stata ferma un attimo >
< Ah, capisco… >
< Ti ho chiamato per dirti che fra circa 18 ore parte l’aereo da Roma, dovrei esser li da voi alle 18:00 di domani pomeriggio se tutto va bene >
< Quindi arrivi domani? >
< Si, ho scelto i posti dove girare…ma a proposito, li come procedono i lavori? La canzone? >
< Ci sto lavorando da 6 giorni, ho messo su qualche idee >
< Quando ci vediamo me le farai vedere >
< O-OK! >
< Han come sta? Sarà stata in pensiero in questi giorni >
< In effetti si… >
< Oh! La mia cucciola…mi dispiace averla fatta preoccupare…ma ha creato disturbo? Vi ho chiesto di occuparvene così senza avvisarvi, scusate! Ma non sapevo cosa fare…avevo la testa confusa quel giorno >
< Ma no, tranquilla. È stata con noi e con Seob, non ha portato nessun tipo di disturbo e l’abbiamo trattata da regina… >

Elena rise. Sentirla dopo tanto tempo gli procurava strane sensazioni di piacere, e sentirla ridere lo rendeva felice.
< Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per lei, mi rincuora sapere che sta bene >
< In questi giorni è presa dalle prove, manca poco ed iniziano i provini >
< Davvero? >
< Si sta impegnando con tutte le forze…è molto determinata >
< Ci credo, è il suo sogno…. Spero che riuscirà  a farcela. >
< Credo proprio che la troverò come mia collega molto presto! >
< Dici? > disse ridendo
< Già…lo credo >
< Allora tiferò ancora di più per lei! >
-BIIIP -
< Cos’è questo rumore? > chiese Jun
< Sarà la mia scheda, starà finendo il credito >
 -BIIIP-
< Oh maledizione…. Devo lasciarti prima che la comunicazione s’interrompa… Ci vediamo allora domani alle 18:00, non dimenticartelo >
< S-Si si tranquilla, mi vedrai li… >
< Appresto…salutami a tutti… >
-tu,tu,tu-
< È caduta la linea >
Jun osservò per qualche secondo il cellulare, ancora incredulo di aver parlato con lei.

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Il mattino, mentre gli altri facevano normalmente colazione, lui era rimasto ancora a dormire nel divano, stava ancora pensando a quella conversazione…di tutti aveva chiamato lui, era felice e mentre dormiva aveva un’espressione serena con un sorriso stampato sulle lebbra.
Al suo risveglio era già ora di pranzo, quel giorno i ragazzi avevano fatto solo poche ore essendo sabato e volevano dedicare il resto della giornata a rilassarsi, magari uscendo un po’.
< Ma buon giorno! > dissero in coro quando lo videro entrare nella cucina
< Salve! >
< Certo che stavi facendo un bel sogno, immagino > disse Seob
< Perché? >
< Sorridevi…non ti ho mai visto sorridere mentre dormi >
< Ah, davvero? >

< Addirittura…comunque ragazzi ho una notizia da darvi, soprattutto per te Han – rivolgendosi alla ragazza – ieri, o meglio stamattina ha chiamato Elena – tutti lo guardarono sorpresi – Ha detto che torna domani sul tardi pomeriggio >
< Davvero? Che ti ha detto? > chiese Han
< Si sta bene, non poteva chiamare perché era impegnata in viaggio ed inoltre le chiamate internazionali costano molto, ha solo detto che sarebbe arrivata verso le 18 di domani >
Hannah era molto contenta, finalmente Elena sarebbe ritornata a casa…quei giorni senza averla accanto, anche se aveva il supporto dei B2ST, si sentiva spaesata.
< Che ne dite se facciamo una piccola festa? > propose Dong
< Certo, è una bell’idea > dissero
< Allora dopo pranzo andremo a comprare il necessario >
Mentre erano tutti felici per la splendida notizia, Kiki rimase in disparte ad osservare il volto felice e raggiante di Jun…anche se non doveva, sentiva dentro una rabbia crescergli: perché Elena aveva chiamato Jun e non lui per avvisare che sarebbe tornata?

Quella domanda lo stava divorando dentro e non capiva perché…forse provava invidia?
Ma non aveva senso, era stata una sua idea quella di far finta di stare insieme per vedere come se sarebbe comportato, ma allora perché provava quei sentimenti?
Perché quella volta l’aveva baciata?
Non riusciva a darsi una spiegazione concreta perché tutte le sue domande portavano ad una risposta…che stava cominciando ad interessarsi ad Elena, questo era impossibile perché conosceva i loro sentimenti.

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Il pomeriggio trascorse allegramente nei vari negozi per comprare tutto il necessario per la festa da preparagli.
Rientrati in casa sfiniti erano già le otto di sera e il cellulare di Han cominciò a suonare.
< Un messaggio? – prese il cellulare e cominciò a leggere – Elena! >
I ragazzi si voltarono verso la ragazza aspettando notizie.
< Dice che sta partendo adesso da Roma, tra 15 ore e arriva! Aaah che bello non vedo l’ora! >
< Sei felice adesso, principessa? >
< Si molto. Dopo una settimana senza vederla non vedo l’ora di poterla abbracciare >
< Domani mattina decideremo come sistemarci e chi la va a prendere – intervenne Doo – adesso pensiamo a mangiare qualcosa, non so voi…ma il mio stomaco si lamenta >
Tutti scoppiarono a ridere,  Jun ed Han si guardarono…la ragazza gli sorrise e Jun si fermò.
“ …quel sorriso, quell’espressione… Elena… ”
 











BuonaSera :D
Come state?
A poco a poco, si avvicina un importante avvenimento che cambierà la vita di una persona :D
Di chi? Dite cosa ne pensate *^*


PS.: Sono fuori di testa perchè mi sono arrivati i cd *^*

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Capitolo 29
*** Ricordi - Prova ***


La domenica mattina appena si svegliarono tutti, decisero come decorare la casa e dopo pranzo iniziarono.
< Ma non sarà troppo eccessivo mettere anche queste decorazioni? > disse Hyun
< Mmm… è sempre una festa > disse Dong
< Ci dobbiamo divertire… io penso alla musica >
< Kiki tu sei sempre l’addetto alla musica > precisò Hyun
Tutti erano intenti a dar una mano tranne Jun che era rimasto in dispare in cucina con Seob e Han che stavano preparando la cena.
< Jun, poiché sei l’unico che non sta facendo niente, direi che andrai tu a prendere Elena >
< EH?! IO? Han ti ricordo che il suo fidanzato è … >
< Lo so benissimo, ma è impegnato > disse facendo l’occhiolino.
< Dai Jun, non discutere. Preparati sono quasi le 17, tra un’ora dovrebbe atterrare. >
Dopo qualche attimo di esitazione, Jun decise di prepararsi.

< Bene, allora vado >
< Dove vai? > chiede Doo
< A prendere Elena >
< Pensavo…va beh niente, mi raccomando stai attento e non guidare da spericolato >
< Io so guidare meglio di te >
< Ma se sei l’unico di noi a prendere le multe per l’alta velocità! Dai non polemizzare e sbrigati >
Jun prese le chiavi della sua macchina che si trovavano dentro un cofanetto situato sopra il tavolino all’ingresso e mentre il gruppo stava sistemando il tavolo, lui chiuse la porta…Kiki era rimasto a osservare.
“ Guarda un po’ cosa mi tocca sentire… Se intendeva dire che sono indisciplinato beh, si sbaglia di grosso. – entrò in macchina e sul display si accorse che erano già le 17:40, meno di una ventina di minuti ed Elena sarebbe arrivata – Sarà meglio sbrigarsi…c’è mezz’ora prima di arrivare, ma non so se c’è traffico ”
Mise in moto è partì, non rendendosi conto che effettivamente aveva una tenuta di strada al quanto veloce, soprattutto nel centro della città. Imboccò l’autostrada e con gesto automatico, pigiò sull’acceleratore.

“ Devo far in fretta, se dovessi ritardare e lei fosse già lì penserà che nessuno è venuto a prenderla…. Devo far in fretta ”
Il traffico era molto scorrevole ma nonostante andasse a una velocità superiore a quella consentita, riportò un ritardo di 15 minuti…. Davanti l’ingresso dell’aeroporto non c’era nessuno ad attendere.
“ Maledizione! ”

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Cominciò a cercare all’interno,  nei bar, nei negozi, sopra…ma non c’era traccia. Preso dallo sconforto si sedette in una panca, stava iniziando a far buio, si voltò a osservare dall’ampia vetrata gli aerei atterrare e partire.
“ E pensare che ho percorso tutta questa strada con il cuore che batteva all’impazzata per vederti…e non sono riuscito nell’intento… - si mise a ridere - … che stupido! ”
< Avvisiamo che l’aereo di linea Roma-Icheon  delle ore 18:00 è appena atterrato. La compagnia aerea si scusa per il ritardo >
Jun era incredulo per ciò che aveva sentito. Qualche istante dopo il cellulare cominciò a suonare, sul display lesse il suo nome.
< Elena? >
< Ciao Jun, sono appena arrivata, prendo le valigie…dove ti aspetto >
< S-Sono fuori nel posteggio verso l’uscita >
< Perfetti…aspettami li, a dopo >
Chiuse la chiamata, guardò ancora una volta fuori dalla vetrata.

“ Ed io che pensavo di esser arrivato in ritardo – le sua labbra fecero un leggero sorriso. Mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni, si diresse verso la macchina – L’attenderò li, finalmente la rivedrò ”
Arrivato nella macchina, Elena ancora non era uscita.
“ Ma che sta combinando quella! Quanto ancora dovrò aspettare qui! ”
Era impaziente, ma non tanto per il ritardo ma per l’attesa di vederla.
< …Ehy… >
Un colpo al cuore…
“ Questa voce…può essere… ”
Si voltò con espressione sorpresa, e la vide li…dietro le sue spalle, al di là della macchina, in tutta la sua bellezza…ne fu incantato.
< Scusami se ti ho fatto aspettare…l’aereo ha ritardato – disse sorridendo - ma che fai lì intontito…aiutami con queste valigie, sono pesanti per me sola….uhm…allora? >
Era rimasto a osservarla, senza rendersene conto, per molto tempo.
< Jun, va tutto bene? > chiese un po’ preoccupata
< Ah…sisi scusa – si avvicinò prendendo le valigie aiutandola a sistemarle nella porta bagagli –Bene, possiamo andare >
Saliti in macchina, il silenzio era calato fra i due…Elena cominciò a parlare, non poteva sopportare di restar per tutto il tempo in quell’atmosfera.

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< Grazie per esser venuto a prendermi >
< Figurati >
< Quando sono atterrata, ho chiamato a Hannah dicendomi che eri venuto tu, mentre loro erano rimasti a casa… quindi stiamo andando da voi? >
< Gli altri hanno una sorpresa per te >
< Per me? – ridendo – sono solo mancata un paio di giorni e poi sarei io a far una sorpresa per voi data l’ospitalità di mia cugina >
< Ma tu non ci conosci…siamo fatti così…. Adoriamo sorprendere le persone >
< Ho notato…. Ricordo ancora il mini concerto a Dubai. Che bella serata >
< Ti è piaciuta? >
< Tantissimo, ricordo che Han è anche salita e cantava con Seob… era così contenta >
< Mi rende felice >
< Un evento raro >
< Perché? >

< Tu felice per un ricordo trascorso insieme? Che mi sono persa in questi giorni? >
< Molto simpatica. Te l’ho detto non mi conosci, quindi non puoi sapere molto su di me >
< E te l’ho ripeto, lasciati conoscer meglio >
< Se lo permetterà… >
< Chi deve permettertelo? Non dipendo da nessuno… >
< E Kiki? >
Elena smise di ridere, parlare di Kiki le fece riaffiorare la stupida sceneggiata che avevan messo in atto.
< …Già, vero – disse a bassa voce inclinando la testa verso il basso – come mai non è venuto lui a prendermi? >
< Aveva da fare, scusa se non venuto io >
< Nono, anzi grazie >
Ritornò il silenzio, nessun dei due parlò per il resto del tragitto…Jun intento a guidare, Elena con la testa appoggiata al finestrino osservando nuovamente quelle luci della città.
Arrivati, ad attenderla c’erano tutti i ragazzi nel salone, dove avevano preparato tutto per il suo rientro. Rimasero a dormire lì per quella sera, dormirono nella stanza di Seob ma Elena non riuscì a riposare bene.
“ Sono tornata alla situazione di prima…. Se in Italia non dormivo perché avevo in testa lui, adesso che sono ritornata non avrò pace, tutto è come quando sono partita…. Devo trovar una soluzione altrimenti impazzirò! ”

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Era passata una settimana da quella piccola vacanza in campeggio. E rientrati a casa e nella vita di prima, Hannah era diventata nervosa e sempre più in tensione.
In quei giorni la CUBE era davvero movimentata.
Era giunta l'ora dei provini per formare un nuovo gruppo femminile.
In precedenza, si erano già svolti i provini in Giappone e da quanto YoSeob aveva anticipato alle ragazze, avevano già trovato un membro.
Hannah era davvero nervosa all'idea.
Aveva passato le 3 settimane precedenti a farsi dare lezioni di canto e ballo dai B2ST.
Adesso, era giunto il momento di dimostrare che aveva imparato tutto ciò che le era stato insegnato.
La mattina, era arrivata insieme alla cugina che, però, era dovuta salire per continuare il progetto pubblicitario e i ragazzi, naturalmente, non avevano potuto salutarla.
Se si sarebbero acconti che li conosceva, le altre partecipanti avrebbero pensato che avrebbe avuto dei favoritismi.
Quindi, YoSeob, si era limitato a mandarle un occhiolino, quando erano passati e si erano diretti nella stessa direzione di Elena.
L'ingresso era stracolmo di ragazze che continuavano a provare dei vocalizzi o mosse di canzoni che Hannah riconosceva benissimo.
Si sentiva a disagio. Quelle ragazze le sembravano tutte più preparate e sicure di sé.
"Devo stare tranquilla... Andrà tutto bene..."

< La signorina Hannah Veneri? Tocca a lei! >
Non si accorse quasi che l'avevano chiamata. Era troppo occupata a pensare
< Si! Arrivo! >
La prima cosa che notò, erano le persone sedute davanti a lei.
Al centro, riconobbe il direttore che aveva già visto parlare con Elena.
Le altre 6 persone, sicuramente, erano collaboratori.
La sala dove si tenevano i provini era una sala di ballo che spesso era utilizzata per delle trasmissioni sui gruppi.
Il parquet era in risalto in confronto alle pareti bianche e con la parete blu con il logo della CUBE che si trovava alle sue spalle.
Accanto al direttore era posta una videocamera.
< Benvenuta signorina Veneri. >
Il direttore aveva subito posto.
Le mani di Hannah tremavano per la tensione.
Non sarebbe mai riuscita a passare il provino se continuava così.
La ragazza si mise al centro della sala e s'inchinò.

< ... Grazie... Scusate, sono un po’ tesa. >
< Non si preoccupi. Lei è italiana, giusto? >
< Si... >
< Sa che diamo precedenza agli orientali per formare i nostri gruppi? >
< Si. Certo... Però voglio provare comunque. So che potrei essere eliminata in un qualsiasi momento ma va bene. >
< Bene. Allora... Ha 18 anni. E' giovane. >
< E' un problema? >
< No! Per niente! Stia tranquilla! Poi... Da dove viene precisamente? >
< Vengo da Palermo, in Sicilia. >
< Ha mai studiato coreano o altre lingue orientali? >
< Ho preso lezioni di coreano. Quindi se volete, possiamo anche parlare in coreano per questo provino. >
< Se per lei non è un problema. >
< Affatto. >
< Bene. Preferisce partire dal ballo o dal canto? >
< Ballo. >
< Ha portato la musica o improvvisa? >
< Ho la musica ma se vuole, posso anche improvvisare. >
Il signore che l'aveva chiamata in precedenza, aveva preso il cd con la musica della ragazza.

Aveva portato 2 canzoni.
La prima era "Genie" delle SNSD.
Odiava le SNSD, però, le loro coreografie le venivano bene quindi si era rassegnata a impararle quasi tutte.
La canzone successiva era "Because of You" delle After School.
Finito di ballare, le fecero riprendere un po’ di fiato e iniziarono il provino di canto.
Il provino consisteva in 2 canzoni.
Una inglese e una coreana.
Preferì iniziare da quella inglese.
Forse perché aveva paura che, per il nervosismo, avrebbe potuto sbagliare qualche pronuncia.
La prima canzone fu Complicated di Avril Lavigne.
Le era sempre venuto bene cantare le canzoni di Avril Lavigne ma da quando aveva preso lezioni con YoSeob, le venivano meglio.
La scelta per la canzone coreana, invece, era caduta su Go Away delle 2NE1.
Erano il suo gruppo femminile preferito in assoluto.
Le seguiva da quando hanno debuttato e sperava di poter cantare una loro canzone.
Le mani le continuavano a tremare ma andando avanti con il provino iniziò a tranquillizzarsi.

Appena finì di cantare, vide due persone parlare con il direttore.
Dopo pochi secondi si girò di nuovo verso di lei.
< Ha fatto veramente una bella prova. >
< Davvero? >
< Si. Mi piace molto il suo modo di cantare e il suo stile di ballo. Il coreografo è d’accordo. - Indica uno dei due uomini con cui aveva parlato poco prima - Sarà un piacere rivederla per il secondo turno di domani. >
< ... - Sul suo viso comparve un sorriso - Grazie! >
L'uomo che si trovava accanto all'ingresso le restituì il cd e l'accompagnò alla porta.

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Era ora di andare a letto ma non riusciva a prendere sonno.
< Hannah, domani devi svegliarti presto! >
< Lo so ma non riesco a dormire... >
Hannah era seduta sul divano con indosso il suo pigiama bianco e azzurro, con una coperta nelle spalle. Anche se era fine agosto, faceva freddo.
< Hai paura? >
< No... Sono preoccupata. So che danno la precedenza agli asiatici ma... A me piacerebbe riuscire a passare... E se non riesco ad entrare dovrò tornare a casa... Io voglio restare qua. Seoul mi piace, è la città dei miei sogni e ho trovato amici che mi vogliono bene... Non voglio lasciare tutto... >
< Non vuoi lasciare tutto o non vuoi lasciare YoSeob? >
< Entrambe. YoSeob è un tesoro. Lui mi tiene sempre su di morale! E' impossibile essere tristi quando lui è nei paraggi! Mi trovo davvero bene... >
< E allora perché non glielo dici? >
< Cosa? >
< Che ti piace! >
< Ma lo sa già! Mi ha anche baciato... >
< COME?! >
< Non te lo avevo detto? >

< Direi proprio di no. > Si buttò nel divano come se fosse seccata.
< Però vuole che prima lo conosca bene. E' sono felice di questo. >
< Quindi quanto tempo devi aspettare? >
< Quanto preferisco. Quando penso di conoscerlo bene, glielo devo solo dire. Però... Voglio perdere un po’ di tempo. >

< Primo. - alza l'indice della mano - Non ho tutto questo tempo per potergli parlare e conoscerlo presto. Secondo. - alza il dito medio - Voglio divertirmi un po’. >
< ... - Ride - Divertirti? >
< Si! E' da quando eravamo a Dubai che mi stuzzica! >
< Ah si? >
< SI! Mi bacia il collo... E sai come sono... >
< Si, lo so che è il tuo punto debole, e te vorresti far la stessa cosa? >
< Ovvio! Ricambierò il trattamento! >
< Detto così mi sa di minaccia >

< Ma no! Non è minaccia...voglio solo divertirmi un po’ >
< Voglio proprio vedere come e quanto reagirà il ragazzo a queste tue azioni... Buon lavoro cara! >
< In che senso? > chiese Han
< Lo sai, i ragazzi sono molto deboli nel resistere e se li stuzzichi troppo, potrai farlo arrivar al culmine > disse ridendo.
< Elena! Ma che pensieri ti vengono in mente? > disse Han arrossendo
< Dico un mio punto di vista... - disse alzandosi e recandosi nella sua stanza - non giocare troppo col fuoco, mi raccomando! >
Han non capì bene ciò che volveva dire sua cugina, dopo tutto anche Seob aveva avuto lo stesso comportamento con lei per tutto quel tempo e aveva intenzione di ricambiare lo stesso comportamento.
Decise di non pensarci poi molto, doveva dedicare anima e corpo alle prove successive da li dipendeva il suo futuro!

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I giorni successivi passarono velocemente.
Turno dopo turno, Hannah stava riuscendo a farcela.
L'ultimo consisteva nel cantare una canzone scritta da se.
Hannah, aveva composto la canzone in questi 3 giorni.
Voleva vedere ciò che riusciva a creare in poco tempo.
E secondo lei, c'era riuscita benissimo.
Il provino, questa volta, si sarebbe tenuto sempre nella stessa sala ma all'interno ci sarebbero state tutte le ragazze oltre che il direttore e i colleghi.
La canzone di Hannah parlava di un amore passato, triste e malinconico.
Una storia su cui c'è passata una sola volta.
Ma ne aveva già avuto abbastanza.

E sperava che con YoSeob non sarebbe stato così.
Dopo 4 ore, furono libere di andare.
Ma questa volta, non le dissero nulla.
Hannah tornò a casa nervosa. 
Questa volta, aveva paura di non passare.
< Bene. Passiamo alla prossima. Hannah Venere. >
< L'italiana. - il direttore iniziò a parlare - Secondo me ha una bella voce. Merita di far parte di un gruppo. >
< Balla molto bene. Ha uno stile particolare. > Il coreografo aveva preso la parola.
< Concordo sulla voce... Però dovremmo dare la precedenza alle asiatiche. >
< Già. >
< Ha talento. E secondo me, potrebbe essere di aiuto per il futuro debutto in Occidente. >
< Allora? Che facciamo? >
Il direttore chiuse un attimo gli occhi, prima di dare il giudizio finale.












Buona sera a tutti!
Oggi, visto gli impegni della giornata (che regala a tutti un giorno di vacanza <3) posto un pò prima :)

Come avevo anticipato, la storia inizia a prendere una piega speciale :D

Con mia cugina, abbiamo deciso di scrivere dei capitoli speciali per parlarvi un pò di qualche personaggio che non conoscete ancora bene :3

E poi...! *Rullo di tamburi*
Riceverete un dolce regalo di Natale!
Che regalo?
Dovete aspettare per scoprirlo.

Perchè?
Perchè come tutti i regali, bisogna scartarlo il 25 Dicembre :D

Alla prossima settimana!

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Capitolo 30
*** Passato - Tristezza ***


Passato di Hannah

< Hannah sbrigati o arriviamo in ritardo! >
< Sai che non ho mai avuto tante forze per correre a lungo! >
< Allora ci vediamo a scuola fra mezz'ora! >
La ragazza aveva iniziato a correre più velocemente lasciando l'amica indietro.
< Claudia aspettami! >
Continuava a correre.
L'ora di entrata a scuola era passata da 5 minuti.
La sveglia non era suonata... Di nuovo!
Erano giorni che arrivava in ritardo perchè la sveglia non suonava.
I suoi genitori scendevano prima di lei quindi non potevano nemmeno chiamarla.

La ragazza in questione si chiama Hannah Veneri.
Era nata il 7 aprile 1994 a Palermo, in Sicilia.
I suoi genitori avevano vissuto qualche anno a Londra e, per questo, le avevano dato un nome inglese.
Frequenta il Liceo Artistico.
Ama la musica, in particolar modo il kpop. Ama l'Asia.
Le piace leggere di tutto. Libri, manga, magazine (solo quelli che parlavano dei suoi idols perchè non sopportava quei cantanti italiani e americani che si sentivano chissà che e che cantavano canzoncine stupide per le ragazze stupide che li seguivano.)
No.
Non era proprio il suo genere.

Ogni mattina di quel mese, la sveglia non suonava e l'amica Claudia l'aspettava alla fermata dell'autobus di Piazza Politeama.
Non capiva perchè restava la e non andava a scuola senza di lei.

In quel momento si trovava a correre.
Non era per niente brava! Amava ballare, muoversi ma correre non rientrava nelle sue abilità.
L'amica Claudia, invece, era davvero brava, infatti non la vedeva più.

< Questa volta non mi fanno entrare! >
< Vuoi un passaggio? >
Un ragazzo in motorino la seguiva.
< Non accetto passaggio dagli sconosciuti! >
< Io sono uno sconosciuto? Allora me ne vado! >
< No! Scherzavo! Fammi salire! >
< Prima metti il casco. C'è la fai a salire mentre cammino? >
< Si dai, mi butto. MA CHE SCHERZI?! >
< No! - Il ragazzo si ferma e, mentre le passa il casco, si mette a ridere. - Sei davvero buffa! >
< Perchè? >
< Hai i capelli tutti scombinati! >

Dopo 5 minuti erano arrivati a scuola!
< Grazie, grazie, grazie! Tu non entri? >
< Seconda ora. >
< Ah, ok. Grazie ancora! >

Il ragazzo in moto era Pietro.
Era più grande di lei di un anno.
Le piaceva da 3 anni ma era riuscita, solo, a diventare un intima amica.
Niente di più.
Tutti le dicevano di buttarsi, di provare ad avvicinarsi di più, di fargli capire ciò che provava… ma non ci riusciva.
Forse era destino che non stessero insieme…
Lei era troppo timida per avere il coraggio di parlargli…

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< Ben Arrivata! >
< Professoressaaaa! Non è colpa mia! Le giuro! >
< Certo. La sveglia. Vatti a sedere e inizia a lavorare! >
< Subito! >
Andava al quarto anno. Ma solo perché aveva fatto la primina.
In quel periodo, stava finendo di raffigurare un particolare del Tondo Doni di Michelangelo.

Quel giorno usciva all’una quindi tornava a casa con Claudia e Simona.
Simona era in classe con l’amica mentre Han, era in un’altra sezione.
Ma comunque, erano davvero amiche.
Uscivano spesso, condividevano gli stessi interessi.
< Sei riuscita ad arrivare in tempo? >
< Non dirmi che ti sei svegliata di nuovo tardi! >
< Beh… Si! Però Pietro si è fermato e mi ha dato un passaggio! >
< AAAAAA! PERCHè NON MI HAI MANDATO UN MESSAGGIO DOVE MI AVVERTIVI CHE ERI CON LUI?! >
< Perché ero in moto e andavo di fretta. >
< Non m’interessa! Devi tenerci informate su tutto! >
< Ma che! Tanto non succede niente e niente succederà mai! Ok? >
< No! Devi essere positiva! >
Claudia s’interessava molto. Era più curiosa della cugina.
< Scusa Claudia – Simona prese la parola – Sono fatti suoi! E comunque… DIMMI TUTTO! >
< Non ti ci mettere anche tu! >
< Ok scusa! Comunque… Avete sentito la nuova canzone di G-Dragon? Non è stupenda!? >
Entrambe sono delle VIP sfegatate.
Simona, anche se fidanzata, pensava tutto il tempo a G-Dragon.
Claudia, invece, non riusciva a togliere gli occhi dalle foto di TOP.
< Ma convertitevi alle B2UTY! >
< I BigBang sono più importanti! >

Potevano passare ore a parlare di KPOP senza stancarsi.

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Il giorno successivo, finalmente, la sveglia suonò puntuale.
Claudia era rimasta stupita da quella puntualità.
< Oggi parlerai con Pietro? >
< No… Ma voglio chiedergli di uscire… >
< Sul serio?! FINALMENTE! >
< Ma se dice di no, darò la colpa a tutti voi che mi state facendo forza! >
< Ok! Facciamo una cosa. Se dice si, uscite con me e Alessio. Così non sarai sola. >
< Magari! >
< A questo punto, veniamo pure io e Dario! - Simona era scesa dall’autobus poco prima. – ancora meglio, no? >
< Perfetto! Grazie ragazze. >
< Bene. Ora vogliamo 100 euro l’uno! >
< Ma anche no! E io che pensavo che eravate buone. >
Han aveva iniziato a camminare e le amiche la seguirono.
< Noi siamo… > Claudia s’interruppe e…
< … Buonissime! > … Simona continuò.

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La settimana passò velocemente.
L'uscita del sabato pomeriggio era andata benissimo.
La sera, visto che le amiche non potevano rimanere fuori, Pietro invitò Han a mangiare fuori insieme a i suoi amici.
Dopo quella giornata, si era presa di coraggio.
Aveva deciso che tornata a scuola, gli avrebbe detto tutto ciò che provava.
Non poteva andare male.
Si notava da un miglio che stavano bene insieme.

Lunedì.
Era ora di pranzo.
Durante quella mezz'ora, uscivano tutti nelle scale anti-incendio.
Claudia, Simona, Pietro, i suoi compagni di classe e le compagne di Han.
Doveva dirglielo.
Il ragazzo, era appena sceso al secondo piano. Dove si trovava lei.

< Pietro... Scusa. Non voglio disturbarti. Posso parlarti un minuto? >
< Certo! E' successo qualcosa? >
< No... Vieni. >
I due rientrarono nell'edificio e si misero in disparte.
< Che succede? >
< Allora... Ricordi che Fabrizia ti diceva che piacevi a una ragazza? La tua "ammiratrice"? >
< Certo! >
< Ecco... Quella ragazza sono io... Pietro... Mi piaci. Non ho mai trovato il coraggio di dirtelo... >
< Han... Mi dispiace... >
< Ti dispiace? >
< Si... Mi sto frequentando con un'altra ragazza. Ricordi Sabrina? Quella di sabato sera? >
< S-SI... >
< Appunto... Mi dispiace. >
< ... Scherzi? Non ti devi preoccupare! E' normale che ti frequenti con un'altra ragazza... >
< Scusa... Torniamo fuori? >
< N-No... Scusa! Devo prendere una cosa in classe! Ci vediamo dopo! >
< Ok... >
Il ragazzo tornò fuori e Han, invece di andare in aula, scese al primo piano.
Mentre scendeva le scale, prese il telefono e inviò un messaggio.

To: Marco
Ti prego. Esci dall'aula. Ho un bisogno disperato di parlarti.

Marco era il suo migliore amico.
Come Pietro, frequentava il quinto anno.
Si conoscevano da soli 2 anni ma erano davvero molto amici.
Han riusciva a dirgli tutto.

Quando Marco uscì dall'aula, trovo l'amica in lacrime.
< Ehiehiehi! Tesoro riprenditi! Che è successo? >
Han non riusciva a parlare.
Per riuscire a calmarla, la tirò a se e l'abbracciò.
< Calmati. Respira profondamente e calmati... Che è successo? >
< Ho detto tutto a Pietro... >
< Perfetto! Allora perchè piangi? >
< Si sta frequentando con un'altra... >
Con quella frase, scoppiò nuovamente in lacrime.
< Ehi! Avanti tranquilla! E' solo uno stupido. Non ti merita. >
< E chi mi merita allora? Non piaccio a nessuno! >
< Non dire cavolate! >
< E' vero! Con lui, ero convita che fosse diverso! Stavamo bene insieme... >
< ... Facciamo una cosa! Domani non entriamo a scuola. Ci facciamo un giro così ti riprendi ok? >
< Sei sicuro di voler saltare un giorno di scuola? >
< Si. Per far star meglio la mia Han, si! >
< Grazie... Meglio che vada in classe... >
La campana aveva appena squillato.
< Allora. Domani. 8 e mezza all'angolo. >
< Va bene... >

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Le ultime 2 ore di lezione passarono velocemente e Han dovette andare a casa.
Si era fatta prestare del correttore da una compagna di classe ma le occhiaie si notavano comunque.
E, per di più, gli occhi erano lucidi.
Le bastava un niente per ricominciare a piangere.
Rosalba se ne sarebbe accorta.
Ah già. Rosalba e Roberto sono i genitori di Hannah.
< Mamma. Sono a casa! >
< Bentornata! Com'è andata la giornata? >
< Come sempre. >
< Cioè? >
< Come sempre. >
< Non hai voglia di parlare. Capito... >
Rosalba diceva sempre così. Non voleva interferire.
Peccato che prima che passasserò 5 minuti, era in camera sua per sapere che era successo.
< Avanti. Raccontami che hai. >
< Mamma! E' possibile che per te ho sempre qualcosa?! Sono solo stanca! >
< Sai che mi preoccupo per te. >
< Si, lo so. Anche troppo a volte. >
< Ti da fastidio? >
< ... No. Scusami. Però succede che esageri... Sono stanca. >
< Va bene. Ti lascio dormire... - Le da un bacio in fronte - Hai compiti per domani? >
< No... >
< Ok. Allora rilassati. >

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From: Marco
Dove 6?

To: Marco
Sto arrivando!

"Maledetta sveglia! "

Si. Correva di nuovo.
E anche se aveva più tempo per arrivare, era comunque in ritardo.
< Eccomi! >
< Avevo detto 8 e mezza non 9! >
< Scusa, scusa, scusa, scusa, scusa! Mi scusi? >
In volto, aveva i suoi soliti occhi dolci.
Impossibile non intenerirsi.
< Eh va bene... - Le prese la mano - Andiamo! >
< Dove mi porti? >
< In giro! L'importante è che ti svaghi. >
< Bene. Allora voglio fare shopping. >
< Hai i soldi, vero? Io non ti compro niente! >
< Almeno offrimi un gelato! >
< Ma non ne senti freddo?! >
< No. Il gelato va bene in qualsiasi giorno dell'anno! >
< Che amica mi sono trovato? >
< Una stupenda? >
< Si. Stupenda. Ma anche stupida! >
< IO NON SONO STUPIDA! >
< Allora non sei nemmeno stupenda! >
< Lo so... >
A quelle parole, il ragazzo si fermò e si posizionò davanti a lei, prendendole il volto fra le mani.
< Non dirlo. Chiaro? >
< Ma è vero! >
< No. Continua a dirlo e ti lascio qua. >
< Ok... >
< Allora. Vuoi andare da H&M? >
< SIII! >
La mattinata passò fra un negozio e l'altro.
Hannah, stranamente, aveva comprato solo una magliatta e un jeans.

Dopo 3 orette, Marco accettò la breve pausa per il gelato.
< Io cioccolato. Tu Hannetta? >
< Indovina. >
< Uno vaniglia e cocco. >
< Ma che bravo! >
< Lo so! >
Hannah amava il gelato. Anche quello fritto comprato al ristorante cinese.
< Allora... Mi spieghi che ci trovi di bello in quel tizio? >
< Ha un nome. >
< Va bene. Mi spieghi che ci trovi di bello in Pietro? >
< Non lo so... E' simpatico, dolce, mi faceva stare bene... >
< Ma sono cose che puoi provare con qualsiasi persona. >
< Si... Però, con lui... Non so... Mi dava una sensazione di leggerezza... Di libertà... >
< ... Mai provata con qualcun'altro? >
< Mai... >
< ... >
< Tutto bene? >
< Sisi... Scusa... Andiamo? >
< Dove? >
< Giardino! >

Il giardino distava 10 minuti a piedi dalla gelateria.
Non ripresero più il discorso in quei minuti però Marco era diventato strano.
Come triste...

< Ci sediamo? Sono stanca... >
< Tu sei sempre stanca, esserino! >
< Esserino a chi? Io non sono un esserino! >
< Per me si! >
< MIIIII! - Han si era seduta, "gettandosi" sulla panchina - Non è vero! >
< Si. Invece si. >
Appena Marco si sedette accanto, lei alzò le gambe appoggiandole alle sue.
< Hannah... Posso chiederti una cosa? >
Le cinse la schiena con il braccio e l'avvicinò a se.
< Dimmi. >
< Perchè... Non riesci a provare ciò che provi per Pietro... Per qualcun'altro? >
< Non lo so... >
< Voglio una risposta certa. >
< Perchè mi piace. >
< Non ha senso... >
< Come non ha senso? >
< Deve esserci un motivo "vero" per cui ti piace... >
< ... E' l'unico che si sia interessato, almeno un minimo a me... >
< Non è vero. >
< Come? >
< Non è vero che è l'unico che si sia interessato a te... >
< Chi altro si è interessato a me? >
< Hannah... L'hai sempre avuto davanti... >
In un primo momento non capì a chi si riferiva ma, appena se ne rese conto, non riuscì a staccare gli occhi dal suo viso.
< N-non p-pens-savo... >
< Visto? L'ho detto che sei stupida! >
< No!... Scusami. Sono davvero una stupida... >
< No... - Con l'altra mano le iniziò ad accarezzare la guancia e avvicinò il viso al suo - ... Sei stupenda. >
Erano vicini. Anche troppo.
Han chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal ragazzo.
Quel bacio dolce, lento e delicato...
Avrebbe voluto che fosse infinito.
Che non finisse mai.
Ma a un certo punto si allontanò.
< Scusa... Non dovevo. >
< No... Scusa me per essere stata così idiota. >
< Non sei idiota. >
< Si... Mi piacerebbe provarci... Sempre se tu sei daccordo... >
< Davvero? >
< Si... >
< Quasi non ci speravo. >
Le diede un altro bacio. E un altro. E un altro ancora.
Era una giornata perfetta.

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< L'altro ieri piangevi. Ieri eri triste. Oggi sei più allegra di me. Mi spieghi che hai?! >
< Non ho niente. Ho solo capito che non mi devo preoccupare per Pietro. >
< Tu non sei Hannah. Dov'è la nostra amica?! DOV'è?! >
Han non aveva ancora raccontato niente a Simona e Claudia.
Tanto l'avrebberò scoperto quasi subito.
< Non è possibile farsi fassare una cosa del genere in 5 minuti! >
< Questa volta è diverso... >
< Come?! COME?! >
< Buongiorno ragazze! Che succede? >
Marco era arrivato da dietro le spalle delle ragazze. Probabilmente, era appena sceso dall'ast.
Non abitava in città ma a Carini.
< Ciao Marco. Hannah non vuole dirci come ha fa a non pensare più a Pietro! >
< Ah! Mi sembrava qualcosa di più serio! - Si avvicina ad Hannah e la tira a se, mettendogli le mani nei fianchi - Buongiorno... >
< Buongiorno! >
I 2 si scambiarono un bacio e le ragazze rimasero stupite.
< Da quando state insieme?! >
Hannah prese subito la parola.
< Alle 12 e 30 è un giorno. >
< Fai pure il conto? >
< Tesoro, abituati. >
< A me non dispiace! Era per sapere! >

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Erano già passati 8 mesi dall’inizio di “prova” della relazione.
Marco si era diplomano.
Pietro pure. E non lo vedeva dalla fine dell’anno scolastico.
Era settembre. Secondo giorno di scuola.
Finalmente, ora di uscita.
< Hannah torniamo a casa insieme? >
< Scusa Claudia, ma oggi vado con Marco! >
< Ha preso la macchina finalmente? >
< Si. Ha detto che devo essere il suo primo passeggero! Ci sentiamo più tardi! >
Il tempo di salutare e si avviò verso “l’angolo” della scuola.
Solito punto d’incontro mattutino.
Il ragazzo era già la.
Seduto al lato guida con il telefono all’orecchio.
Hannah salì in macchina e Marco aveva uno strano sguardo.
< Buongiorno! – Si avvicinò e gli lasciò un bacio vicino le labbra – Devo dirti una cosa! >
< Anche io… Inizia tu! >
< Ho riflettuto molto e pensavo… Questi 8 mesi che sono passati sono stati stupendi. Penso che sia ora di far diventare tutto ciò… una relazione seria! Che ne dici? >
Hannah aveva un sorriso che le illuminava il volto.
Marco, al contrario, era cupo.
< Domani parto. >
< Dove vai? >
< Mi hanno ammesso all’università di Milano… >
< Oh… >
< Han, mi dispiace. Non pensavo potesse succede. Ho provato… così. Tanto per dire. Ma visto che mi hanno preso e ho quest’opportunità… Voglio andare. >
Gli occhi della ragazza diventarono subito lucidi ma trattenne le lacrime.
Non voleva piangere davanti a lui.
< Quindi domani parti… >
< Visto che la storia non era seria pensavo che non ti avrebbe pesato… >
< Marco… Sono felicissima per te! Devi andare per forza! È una grande opportunità! >
< Sono felice che sei d’accordo! >
< E come non potrei! >
Durante il tragitto i due non parlarono più.
< Quindi domani verrai a salutarmi in aeroporto?  >
< Certo! – Hannah stava aprendo la portiera visto che erano arrivati - Non posso non salutarti. >
< Allora a domani. >
< A domani… >
In realtà, Hannah non andò a salutarlo.
Restò chiusa nella sua stanza.
Non mangiò e non andò a scuola.
Si era fatta una promessa.
Nessuno, e dico nessuno, l’avrebbe più fatta soffrire.














BuonaSera :D

(Scusate se non ho aggiornato la storia prima ma efp non mi pubblicava il capitolo .-.)

Bello vero? Non vi faccio sapere come finisce il capitolo precedente XD

Mi scuso se c'è qualche errore ma a a causa di un problema del pc, non ho potuto fare le correzioni.
Appena lo sistemo, modificheò il capitolo con la fersione sistemata y.y



Beh... Come anticipato, questo capitolo vi fa conoscere qualcuno che, a differenza di Elena, non conoscete ancora bene :3
Però se volete, lo scriviamo comunque quello di Elena :D


Mi consigliate un titolo migliore per il capitolo? y.y

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Capitolo 31
*** Ricordi - Nuova Vita ***


Erano passati 2 giorni e Hannah aveva rinunciato all'idea di aver passato anche questo turno.
"La precedenza va alle orientali... Così ha detto, così hanno sempre fatto..."
Brrr.... Brrr....
Il telefono inizò a squillare.
< Pronto? >
< Pronto? Signorina Veneri? >
< Si, sono io. >
< Sono il segretario del direttore della CUBE. Potrebbe passare dall'agenzia verso le 16? >
< Uhm? Certo... Va bene! >
Chiuse la chiamata, era rimasta perplessa.
< Chi era? > Elena era appena entrata nell'appartamento.
< Era il segretario del direttore. Dice che devo passare verso le 16... >
< Preoccupata? >
< Un pò... >
Quella mattina, Han non riuscì a pensar ad altro che a cosa aveva da dire il direttore della CUBE, era in ansia non riuscì neanche a pranzare.
< Hannah, devi mangiare…dai >
< No Ely, ho lo stomaco sotto sopra…non riesco a pensare ad altro che a quella chiamata… e se sono stata rifiutata? Se non ho passato? Che faccio? Devo tornar a casa! >
< Han, tranquilla vedrai che sicuramente hai passato. Abbi fiducia nelle tue potenzialità. >
Elena cercò di rincuorare la cugina.
La tensione però era troppa, Han aveva il timore che tutti i suoi sogni non si fossero realizzati. Per lei superare quei provini era la chiave che le avrebbe permesso di rimanere li, in quella città…accanto a Seob; se questo non fosse successo allora sarebbe dovuta ritornare in Italia, non poteva restar li in quell’appartamento per molto, solo per il tempo che Elena avrebbe impiegato per la pubblicità del cellulare.

Si eran fatte le 15:00, Han cominciò a prepararsi e pochi attimi dopo scese da sola, Elena aveva del lavoro sa sbrigare quella mattina a casa e non poteva accompagnarla.
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Per tutto il tempo della strada, il suo cuore era come un tamburo, pulsava ed era tesa.
Si trovò davanti l’entrata.
“ Eccomi qui, sono arrivata ” si fece coraggio ed entrò.
Seguì le indicazioni che le erano state delle dal portinaio, salì fino al 5 piano, percorse il corridoio e alla 3 porta a sinistra si trovò davanti la porta del direttore della CUBE.
“ Ci siamo…dietro questa porta si cela il mio futuro ”
Han si fece coraggio, mise la mano nella maniglia della porta e dopo un lungo sospiro busso alla parta, aspetto qualche secondo poi con decisione entrò.
Si trovò le stesse persone che vide nei provini sedute davanti a lei dietro una scrivania.
< Prego signoria, attendevamo solo lei – disse il direttore alzandosi in piedi – Si metta accanto alle due ragazze > disse infine indicandole
Han si avvicinò incredula, non capiva cosa stesse succedendo e del perché erano solo in tre.
< Bene – iniziò a parlare – non voglio dilungarmi troppo, e non mi sono mai piaciuti troppo i giri di parole perciò arrivo dritto al nocciolo della questione…>
Il cuore di Han cominciò a battere fortissimo, non riusciva a tranquillizzarsi…era troppo ansiosa e sapere che tutto era nelle mani di quelle persone e da ciò che stava per sentire non la tranquillizzava.
< Con questo voglio dirvi, congratulazioni… da oggi siete il nuovo gruppo che la casa CUBE ENTERNEMENT sta per lanciare nel mercato. Abbiamo scelto tre ragazza dalla nazionalità differente per una nuova proposta nel mercato. Vogliamo aprirci anche fuori, in altri settori e dopo accese discussioni abbiamo deciso di unire alla Corea anche il Giappone e l’Italia.Con il Giappone non è una grande novità, visto che abbiamo molto successo, ma il vero scoop nasce con l’inserimento di un’italiana. Non deludetemi ragazze, specie tu Hannah! Date il meglio, non arrendetevi di fronte a niente e nessuno, e dalle critiche che nasceranno prendetele come spunto per fortificarvi.So che saranno dure, che molti avranno da ridire, ma voi lottate e siate sempre unite! >
Il discorso del direttore era abbastanza chiaro e intuitivo: poneva grandi aspettative delle ragazze; era un nuovo progetto della CUBE e tutto risiedeva nelle loro mani.
Dopo essersi presentate ed aver conosciuto il loro manager e con il personale che le avrebbe seguite, furono accompagnate nel loro alloggio.
Per Han era tutto un sogno ad occhi aperti, non credeva, non era possibile…era passata ai provini, faceva parte di un gruppo nella stessa compagnia dove lavorava la persona più importante che avesse.

Arrivati nell’appartamento, le ragazze furono accompagnate a visitare l’immensa casa e scegliere la loro camera.
Era grande ed accogliente: entrati dentro si notava un immenso salone ben illuminato grazie ad una parete vetrata che dava sull’interno della struttura offrendo un giardino, dal salone si procedeva a destra che ospitava una cucina stile moderno con la migliore tecnologia e dalla finestra si poteva accedere nel terrazzo che ospitava due dondoli, un tavolo di legno massiccio color ciliegio con sei sedie.
Tutto il terrazzo era grande quando il salone e decorato con piante esotiche; rientrati si diressero nuovamente nel salone dove una porta conduceva in un lungo corridoio che portava in una stanza dedicata alla sala prove di ballo.
Era composta da attrezzi per riscaldare i muscoli e poter esercitarsi per il ballo, ¾ della pareti era formata da specchi e una sola di esse era lasciata libera in modo che le ragazze potessero osservar i loro movimenti, le restante pareti avevano la sbarra rigida incastonata a metà della parete per poter effettuare esercizi di danza classica ( anche se la maggior concentrazione era data dall’esercitazione di passi di Hip Hop ).
Lasciata anche questa stanza notarono che dal salone vi era una scala che conduceva nell’appartamento di sopra.
< Come ben avete intuito sopra vi sono le camere da letto, ognuna con le stesse dimensioni, stessi mobili e confort…tutto per non avere discorsi in futuro di eventuali disparità…naturalmente ogni stanza con il proprio bagno fatto appositamente per non creare lunghe file di attesa… >
L’ultimo commento del direttore fece scappare qualche risatina alle ragazze.
Dopo aver perlustrato la casa, lasciarono le ragazze da sole.
Han era un po’ intimorita, si trovava in una casa, in un mondo che ancora era strano per lei con altre due ragazze…non sapeva ancora bene cosa le fosse successo.
< Beh... – disse una ragazza dietro le sue spalle - …non ci resta che conoscerci meglio, non credete? >
< Inizio col presentarmi – avanzò la ragazza dai lunghi capelli neri legati in una coda di cavallo – Il mio nome è Ai Sato, ho 19 anni e vengo da Tokyo, piacere di fare la vostra conoscenza – disse inchinandosi – abbiate cura di me >
< Piacere nostro > dissero in coro Han e la ragazza al suo lato
< Mio chiamo Yurim Chung, ho 20 anni e vengo da Seoul, sono lieta di fare la vostra conoscenza – s’inchinò – prendetevi cura di me >
< Piacere > dissero il coro Han e Ai
< Sono rimasta solo io a presentarmi. Piacere, mi chiamo Hannah Veneri, vengo da Palermo ho 18 anni > disse inchinandosi,
< Palermo?> chiese Ai
< S-Si… perché? >
< Scusa, ma non conosco questa città > disse Ai
< Oh, beh si trova nel sud dell’Italia, in Sicilia >
< Mmm…Sicilia… > disse Ai portandosi l’indice della mano destra nel mento
< S-Se non lo conosci fa niente > disse Han timidamente
< Han, giusto, perché non ci mostri la tua città su internet? Anch’io sono curiosa di sapere dove si trova >
Le ragazze si avviarono nella scrivania dove era situato un PC, aspettarono che si avviasse e pochi istanti dopo, tramite Google Maps e navigando nelle immagini su internet, Han ebbe modo di poter far illustrare il luogo di provenienza.

< È una città incantevole – aggiunse Yurim – voglio proprio visitarla >
< Sono contenta che vi piaccia >
< Anche se voi conoscete Tokyo- disse Ai- vi mostro, almeno dall’alto, la mia città >
Tra immagini, risate le ragazze passar il resto della giornata senza accorgersi dell’ora.
< Oddio, sono già le nove – fece notare Yurim – che ne dite di andare a festeggiare fuori? >
< Ci sto! >
< Io… - disse Han attirando l’attenzione delle ragazze -… Io… dovrei fare prima una chiamata >
< Certo, intanto noi sistemiamo i bagag… a ma ragazze, non abbiamo ancora scelto le nostre stanze > aggiunse Ai
< Per me una vale l’altra >
< Idem > disse Yurim
< Beh allora saliamo e la prima che capita prendiamo? >
< Ok > dissero Han e Yurim
Saliti al piano superiore, la ragazze si trovarono in un piccolo corridoio dalle pareti bianche che dara sul salone con il passa mano fatto interamente di vetro. Davanti a loro si trovarono tre porte, una di fronte e due nelle pareti oblique.
< Eccoci – disse Ai – adesso come avete intenzione di scegliere? >
< Ripeto – disse Han – per me una vale l’altra >
< Esatto, hanno detto che sono tutte uguale, con le stesse caratteristiche >
< Si, ma chi va dritto, chi a destra e chi a sinistra?? >
< Ai, ti fai complessi inutili – fece notare Han – Essendo che sei la più grande scegli per prima, Yurim>
< I-Io? >
< Si, andiamo per ordine di età. Essendo la più piccola e non avendo preferenze, faccio scegliere a voi per prima >
Dopo qualche attimo di esitazione, Yurim scelse la porta alla sinistra, mentre Ai scelse quella di destra.
< Ok- aggiunse Han – così a me resta quella centrale > disse col sorriso
Posizionate davanti le parte delle loro stanze, aprirono contemporaneamente le porte e tra lo stupore notarono un’immensa camera con aria condizionata, lezzo a due piazze, con impianto stereo, tv 47” (pollici) e due porte…una conduceva alla loro cabina armadio grande metà della loro stanza che conteneva già alcuni abiti e accessori, uno spazio dedicato ai cosmetici e trucchi vari ed infine due enormi specchi per controllarsi; la seconda porta portava al bagno che metteva a disposizione altre al box doccia anche una vasca idromassaggio.
Quel appartamento sembrava più una suite di qualche albergo di super lusso, aveva i migliori accessori che c’erano in quel momento nel mercato.
< Wao…mi sento una super star! > disse allegramente Yurim sedendosi nel divano, insieme alle due ragazze

< Allora, andiamo? > disse Ai
< Un attimo solo, faccio una chiamata veloce >
< Devi chiamar il ragazzo? > chiese in tono scherzoso Ai
< Ehm… nono…e che sono qui con mia cugina… Non ho ancora comunicato la bella notizia >
chiese nuovamente Ai
< NOOO! Che dovrei nascondere? >
< MMM…capito > disse Ai osservando il suo comportamento
< Quando hai finito andiamo a cenare, si son fatte già le nove e mezza > aggiunse Yurim
< O-Ok, faccio in un attimo >
Han uscì fuori dalla terrazza, in realtà voleva festeggiare la bella notizia insieme a sua cugina e ai B2ST, ma non poteva dire alle sue nuove compagne che aveva una mezza storia con Seob… almeno per il momento doveva esser un segreto, non voleva far creder che era stata scelta per opera sua.
Prese il cellulare e compose il numero di Elena.
< Pronto? >
< Ely, sono Han >
< HAAAN ma che fine hai fatto??? Sei uscita alle 15:00 e non mi hai fatto più sapere notizie! MI SONO PREOCCUOPATA! >
< Si scusa! E che è successa qualcosa che non mi sarei mai aspettato! >
< Che cosa?? >
< Una bella, strepitosa notizia! …mi hanno preso…ho superato il provino >
Dalla parte opposta della cornetta non si sentì più parlare.
< Elena…pronto? Ci sei ancora? >
< … >
< Elena? Sarà caduta la linea? >
Stava per chiudere, quando senti un rumore.
< Pronto? Elena? >
< S-si… >
< Ma che hai fatto?! >
< Scusa ma sono caduta… >
< CADUTA? >

< La solita! Ma sei a casa? >
< Ehm…nono >
< Ma dove sei? >
< Sono ancora in ufficio. Ora ritorno a casa e festeggiamo! >
< Ma no figurati, dai sto per arrivare… >
< …Ely, aspetta devo dirti una cosa…. >
< Dimmi >
< Ne parliamo domani, di presenza…ma sappi che questa sera non vengo a casa. Quindi non aspettarmi >
<…- per un attimo non rispose – ah, va bene! >
< Adesso devo andare. Ci sentiamo domani >
< A domani, stai attenta >

Chiuse la conversazione con un po’ di dispiacere, lasciar sua cugina sola in quell’appartamento le creava un po’ di rimorsi…ma era riuscita ad ottener ciò per cui aveva sempre sperato che si avverasse.
< Hannah – disse entrando in veranda Ai – Hai fatto la chiamata? >
< Eh…sisi>
< Allora possiamo anche andare? Yurim ha detto che ci porta in un pub a festeggiare…DAI non vedo l’ora! >

< Arrivo > disse fingendo un sorriso, era ancora in pensiero per sua cugina.

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“ Ha detto che non viene, che strano. ”
Elena prese le ultime cose dalla scrivania e le sistemò nel cassetto, lo richiuse e recandosi vicino alla porta prese la giacca ed uscì.
“ Domani ne parleremo…forse mi dovrà dire che andrà a viver con le altre del gruppo? – camminava lungo il corridoio deserto. In quell’ufficio ormai tutti eran andati via da un paio d’ore, era rimasto solo il guardiano – Del resto tutti i gruppi vanno a viver insieme, quindi anche lei sarà costretta ad andar via. Così…. Così…. ”
Uscì da quell’edificio, teneva la giacca con il braccio sinistro. Le luce si spensero, rimasero accese solo quelle del pian terreno che dalle grandi vetrate illuminarono il marciapiede dove stava ferma pensando che adesso si sarebbe ritrovata sola in quell’appartamento, sola senza più la compagnia di sua cugina.
“ …adesso quell’appartamento sarà troppo grande per me, per me sola… ”
Fino a quell’attimo non aveva preso in considerazione che se Hannah avrebbe superato i provini sarebbe dovuta andare in un dormitorio con il gruppo, cosa avrebbe fatto d’ora in avanti?
Se lo chiese ma non trovava una risposta: erano venute insieme con la promessa che non sarebbero tornate indietro senza prima aver giocato tutte le chance, promettendosi che niente li avrebbe separate, ed invece…
“ …il lavoro ci ha separato. Sono felice, davvero sono felice che sei riuscita nel tuo intento – senza guardare dove andasse, cominciò a camminare in mezzo alla gente…vagava senza una metà…senza rendersi conto di ciò che la circondava - …ho solo paura, paura che adesso rimango sola… ”
Si fermò davanti ad una piazza, non capiva dove fosse ma in quel momento non era la sua priorità.
Pensava solo che da quella sera molte cose sarebbero cambiate…e non si sentiva pronta.

Era rimasta seduta su una panchina ripensando alla sua vita, in quel momento si rese conto di quanto niente di quello che aveva era giusto: nel lavoro che stava svolgendo ultimamente commetteva piccoli errori ma che la costringevano a riprendere tutto il lavoro rimanendo fino a tardi in ufficio; e poi con Jun e Kiki…era tutto sbagliato…
“ …Oh mio dio! – disse tra se facendo un lungo respiro, inclinando la testa all’indietro chiudendo gli occhi – la mia vita è un D I S A S T R O! Vivo nel pieno disordine! In questo momento voglio far le valigie e scappare via, il più lontano da qui… ”
Rimase così per un paio di secondi, un vento leggero e fresco le accarezzo il viso: era ormai i primi di settembre, il clima stava cambiando e non era abituata , o meglio non immaginava che fosse così diverso dal clima che aveva nella sua città.
“ Comincia a far freddo la sera, sarà meglio che rientri – si alzò, guardò la zona… - Ehm, da che parte dovrò prendere??!! – si era nuovamente persa in quella città – Sono un completo fallimento. E adesso che faccio? – prese dalla tasca della giacca il cellulare – A chi potrei chiamare? Han è fuori, non so neanche dove, potrei chiamar Kiki…ma sono già le 22:00 e se starà dormendo? Magari lo disturberò… - sospirò rimettendo il cellulare nella giacca – Mi toccherà girare per le vie come una scema in cerca di qualche indizio. Non ricordo neanche la via, non posso ne chiedere a qualcuno ne prender un taxi… Però potrei chiedere di dar l’indicazione per arrivare alla CUBE, si però poi? Di notte non saprei orientarmi. ”
Era nella più totale disperazione, osservava le vetrine e le insegna dei negozi per cercare di ricordarsi un particolare, un qualcosa che l’avrebbe riportata a casa…ma niente.
Si era arresa, ormai vagava per la città da circa un’ora e credeva di essersi allontanata piuttosto che avvicinata all’appartamento. Si sporse da un ponte per il passaggio pedonale, osservava le luci della città…con la vista annebbiata a causa del fresco che entrava negli occhi quelle luci le ricordava in un certo qual modo il natale…
“ …Natale, mancano circa 4 mesi e quest’anno lo passerò anche da sola, lontana dalla famiglia…- si appoggiò con le mani al muretto inclinando la testa – Non avrò neanche Hannah in casa, sarò sola…come adesso ”
Dai suoi occhi scesero alcune lacrime.

< Ho visto bene, sei proprio tu… Elena >
Fu colta di sorpresa, si voltò per vedere chi fosse…sperava che si trattasse proprio di Jun, ma non era la sua voce.
< Da lontano ti avevo notata tutta sola soletta, e non credevo fossi proprio tu. Ma più mi avvicinavo, più ricordavo il tuo dolce viso. – notò le sue lacrime che scendevano lentamente – Come mai piangi? È successo qualcosa con il ragazzo? >
Elena fu felice, felice di veder un viso a lei familiare.
< S-SIWON! > senza rendersene conto si ritrovò fra le braccia del ragazzo che colpo alla sprovvista non seppe come reagire.
< E-Elena…calmati, spiegami perché piangi >
Ma era contenta che qualcuno era li con lei, non riusciva a trattener il pianto. Con quelle lacrime si sentì più leggera, sfogarsi un po’ era proprio quello che aveva bisogno.
Calmatasi, si staccò dall’abbraccio…rendendosi conto di ciò che aveva appena fatto ne fu terribilmente imbarazzata.
< Ora che sei più calma, mi spieghi che ti è successo? >
< Beeh…ecco. È un periodaccio, sono colta dallo stress e per ultimo – abbassò lo sguardo – sono anche rimasta sola >
< Come sola? >
< Ti ricordi la ragazza che stava con me quella ser, mia cugina? Ha superato i provini ed adesso dovrà abbandonar l’appartamento che divideva con me…ed io resterò sola >
< Tu non sei sola, Elena >
< Si che lo sono. Lei era il mio sostegno quando rientravo in casa, dopo una giornata passata in ufficio rientrar con lei mi dava conforto…ma adesso che non c’è più, che ne sarà di me…. >
< Hai sempre Jun… >
Un attimo di esitazione, rivolse il suo sguardo verso il ragazzo che le teneva le mani...

< Visto, non sei sola. E poi sappi che io ci sarò sempre, quindi non dir che sei sola > le sorrise.
Aveva ragione, si diceva, non era sola…ma saper di rientrar in un appartamento che non avrebbe più condiviso con la cugina ancora un po’ le metteva nostalgia.
< Ora mi spieghi che ci fai in questa zona? >
< Ah, ecco – mise una mano dietro la nuca – mi sono persa >
< … Sei un caso perso, mi spieghi come fai a perderti in una città come questa? >
< Se per questo mi perdo anche nella città in cui sono cresciuta >
< Un giorno di questi ti regalerò un navigatore satellitare, e se ti perderai anche con quello, credimi, sarò io il primo a rinchiuderti in casa >
< EHI! Non sono mica così tonta! Riesco a badar a me >

< Eh??? >
< Come mai quell’espressione? Che ho detto di sbagliato? >
< Ah, nono niente…e solo che… come posso dirtelo… - si mise a ridere nervosamente – Non mi andava di disturbarlo…magari starà anche dormendo>

Il suo cuore cominciò a batter in modo irregolare, non rispose alla domanda appena posta da Siwon.
< Mmm…quindi avete litigato? Ecco perché le lacrime…. Elena – disse posando le mani sulla sua spalla – non c’era bisogno che t’inventassi una simile scusa, mi riferisco al discorso di tua cugina… se lui ti fa soffrire, non starci troppo male…. Il mare è pieno di pesci - disse facendole l’occhiolino – In ogni modo, io non posso andarti a lasciar. Sono uscito con alcuni amici… >
Elena lo guardò perplessa; poteva chiamar Kiki lui sarebbe venuto di certo a prenderla, ma se l’avrebbe chiamato ciò avrebbe significato spiegar ogni cosa al ragazzo…per quella sera ne aveva avute fin troppe, in un’altra occasione avrebbe spiegato tutto.


< Come?? >
< Adesso devo proprio andar. Mi piacerebbe rimaner ancora in tua compagnia, ma mi stanno proprio aspettando. – le diede un bacio sulla guancia – Buona notte mia piccola stella, ci vediamo presto >
Detto ciò, Siwon scese le scale allontanandosi con molta fretta, in pochi istanti lo perse tra la gente.
“ Questo ragazzo mi mette paura, come appare sparisce ”
D’un tratto il telefono cominciò a vibrare.
< P-Pronto? >
< RAZZA DI STUPIDA! DOVE SEI? DIMMI SUBITO DOVE SEI? >
Dalla parte opposta della linea, Jun era molto agitato.
< Oh, colmati…. L’orecchio è mio e ci sento benissimo >
< NON COMINCIARE A SCHERZARE, DIMMI DOVE SEI… SONO IN MACCHINA, STO GIRANDO A VUOTO PER LA CITTA’. >
Elena spostò il cellulare dell’orecchio, gridava fin troppo forte per lei….si sentiva come se avesse messo il vivavoce, le persone che passavan di li si voltavano verso lei.
< JUN, non urlare! Qui le persona sentono tutto quello che dici. >
< NON MI INTERESSANO GLI ALTRI, DIMMI SOLO DOVE TI TROVI >
Elena si guardò in torno, non aveva la più pallida idea di dove si trovava. Diede solo i nomi dei negozio che vedeva da sopra il ponte.
< FERMA LI, PENSO DI AVER CAPITO DOVE TI TROVI >
Sentì un brusca frenata, nonostante fosse ancora al cellulare.
< Che è successo? >
< Niente, ho solo frenato. >
< FRE-FRENATO? MA SI PUO’ SAPERE QUANTO STAI CORRENDO? >
< Come guido sempre… >
< SEI UN PAZZO! RISCHI DI FAR QUALCHE INCIDENTE! – sentì un’altra frenata – Jun, non mi piace questo tuo modo di guidare… - ma non sentì risposta – Jun…Jun… - osservò il cellulare, non si era resa conto che la chiamata era stata interrotta – DEFICIENTE! Non si è accorto che la chiamata è interrotta. – provò a richiamare ma in quel momento il cellulare si spense – Ma che cazzo! Sono proprio sfortunata! >
Guardando il cellulare con il display oscurato, ripensò al mondo in cui Jun era preoccupato.
“ Anche se gridava, poteva sembrar violento…l’avrà fatto perché era in pensiero per me. – pensando ciò le comparve un sorriso sulle labbra – A dir il vero, lui si è sempre preoccupato per me. Anche se a volte il suo modo mi fa alterare, credo che sia il suo modo per esprimer i suoi sentimenti. – guardava quel display premendo il pulsante di accessione stando nella speranza che il cellulare dasse un segno di vita, ma niente – Sono proprio in un mare di guai! – si arrese, posò il cellulare nella tasca della giacca e si mise a sedere nei gradini di una selle due rampe, sospirò – Dico sempre che devo parlare con Kiki ma per un motivo o per un altro non lo faccio mai. Più faccio passare il tempo più credo che questa storia mi stia sfuggendo dalle mani. Ma a volte Jun mi fa talmente arrabbiare che dimentico tutto quello che devo dire, e finisco per rovinare tutto… - guardò le sue scarpe con sguardo malinconico - …Già io rovino sempre tutto – Senti dei passi alle sue spalle che correvano nella sua direzione, poi una figura le si fermò accanto – E adesso chi sarà mai ”
< Se ti diverti in questo modo, ti prometto che non ti verrò mai più a cercare >

Riconobbe quella voce, anche se aveva il fiatone per la corsa, quella voce era inconfondibile. Alzò lo sguardo verso la sua sinistra, lo vide dritto accanto a se con il volto rivolto verso lei.
< Io non mi sono divertito. È stata una fatica cercarti… >
“ Jun… sei proprio…sei proprio qui… ” nel vederlo, i suoi occhi s’illuminarono di gioia.
< …Adesso che hai da guardarmi in quel modo? >
< … - era rimasta stupita nel vederlo proprio li - …e che… >
< E che? Cosa? >
< … - sorrise - …e che mi ha reso felice vederti qui… >








Ciao a tutti!
Oggi vado di corsa quindi scrivo solo per salutarvi u.u

Baci <3

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Capitolo 32
*** Ricordi - Vite Separate ***


Rimase seduta in quel gradino. Lo guardava sorridendo.
Jun era colpito dalla sua espressione, amava il suo sorriso…identico a quello della foto, alla foto che Seob aveva portato dall’appartamento e che osservava di tanto in tanto, soprattutto quando lei era stata via per una settimana.
Decise di sedersi al suo fianco.
< Eh? Che fai? >
< Non vedi, mi sono seduto…mi è proibito? >
< Ah, nono … e solo… >
< Sono stanco, ho fatto una corsa sia in auto che a piedi per venirti a cercare –la guardò -  e non mi hai neanche ringraziato… Quindi mi merito un po’ di riposo >
Elena arrossì, averlo così accanto e per giunta anche soli la mise in imbarazzo.
Jun portò il suo peso all’indietro poggiando le mani sull’asfalto, ispirò profondamente…sentì il suo profumo, il suo dolce profumo alla vaniglia, chiuse gli occhi rivolgendo la testa verso l’alto. Era catturato da quel dolce profumo che non si accorse che Elena lo stesse osservando con la testa appoggiata alle braccia che tenevano strette le gambe al suo petto.
< Sei pensieroso o…oppure sei solo stanco? > chiese dopo averlo osservato per un bel po’.
Senza aprì gli occhi e muoversi di un passo rispose < Semplicemente mi godo questa sensazione di relax >
< AAAAAh capito…. – distolse la sua attenzione dal ragazzo osservando il cielo. Si era fatto nuvoloso, il cielo era di un color rossastro – …il cielo è pieno di nuvole, sarà meglio rientrare? >
< Ti preoccupa il fatto che possa venire a piovere o non vuoi star qui seduta con me? >
Fu colpa di sorpresa con quella domanda < C-Che dici, per quale motivo non dovrei star con te? >
< Non so, dimmelo tu >
Si voltò, Jun era rimasto fermo in quella sua posizione. Pensò molto a cosa rispondere…
< …Restiamo ancora un altro po’ – disse distogliendo lo sguardo con occhi colmi di tristezza - …voglio restar ancora un altro po’ qui – strinse più forte le gambe al suo petto cercando di nasconder il viso - …non ho nessuno che si preoccuperà di me… >
Jun aprì gli occhi, inclinò la testa in modo da osservar il suo corpo. Si accorse che cominciava a tremare, la temperatura era scesa di qualche grado e il vento portava frescura; gli abiti che indossava erano di un tessuto leggero non adatti per quel tipo di clima.
Decise di alzarsi, si tolse la giacca disponendola sopra le spalle della ragazza che, al tocco dell’indumento, spalancò gli occhi per quel gesto così inaspettato…
Jun le era vicino, cercando di riscaldar il suo corpo.
“ Si è accorto che sentivo freddo. È stato gentile a mettermi la sua giacca sulle spalle ”

< Non dir più che nessuno si preoccupa per te – Elena rimase sorpresa per quelle parole – Ci sono molte persone che sono preoccupate per te ogni giorno >.
Abbassò lo sguardo < Si, so a chi ti riferisci…la mia famiglia… >

< Mia cugina avrà altro cui pensare >
< Allora hai saputo della notizia – Elena ritornò nella posizione assunta prima, con il volto vicino alle gambe – Per questo sei così? Per questo sei triste? … Pensi che d’ora in avanti sarai sola? >
“ Come ha fatto a capirmi? – disse sorpresa da quelle parole – Per la prima volta ha colto i miei sentimenti…e se…se ”
Si voltò, non accorgendosi di quanto fosse vicino…si ritrovò il suo viso a un soffio dal suo. Irrigidì.
< Ti senti sola? >
Deglutì, mentre fissava i suoi occhi così vicini…troppo vicini.
< Elena – disse mentre lentamente si avvicinò toccandole il naso col suo, Elena chiuse gli occhi. Le sue guance si colorarono di rosso – Non sei sola…puoi contar su di me…sempre > spostò una chiocca di capelli dal suo viso allontanandosi  da lei.
Dischiuse gli occhi, ne fu colpita dal fatto che non l’avesse baciata…eppur in quel momento sentiva il suo cuore batter come un tamburo dentro il suo petto, aveva la sua mano sul suo viso. Era così calda, quel gesto era così dolce…non l’aveva mai visto comportarsi in quel modo. Era diverso, non era il solito ragazzo scontroso di prima.
I suoi occhi non erano tinti da quella sensazione di tristezza, di malinconia che aveva notato nella sua espressione, no…adesso trasmettevano affetto, amore, felicità…
Rimasero in quella posizione finché Elena smise di tremare.
< Ti riaccompagno a casa. >
Si alzò mentre Elena rimase seduta portandosi la sua mano nel punto in cui c’era la mano di Jun.
< Vuoi rimaner tutta la notte qui? >
< …No…no. Ma non cambia il fatto che ormai dovrò viver sola >
< Allora…- disse porgendole una mano - … vieni a viver con noi >.
Quella proposta fu così inaspettata, non sapeva cosa rispondergli.
< Se ti senti sola, se non vuoi viver in quell’appartamento tutta sola…allora stai con noi. >
Elena ci pensò su, non volveva star sola e quella sarebbe stata la scelta più facile per lei, ma…
< … Ti ringrazio – rispose con sorriso posando la mano nella sua - …ma non posso accettare… >.
Si alzò sotto lo sguardo meravigliato del ragazzo che le chiese una spiegazione, ma come risposta ricevette sola un altro sorriso.
Rassegnatosi, si diressero nella macchina. Per tutto il percorso non si scambiarono parole: Elena ammirava le luci fuori il finestrino mentre Jun era intento a guidare.
Arrivati sotto casa, Jun spense la macchina e scesero.

< Sei sicura? >

< Da come ti sei comportata, non sembri… >.
< Vedrai – lo interruppe – sarò forte…. Non sono mica così piccola… ricordati che abbiamo la stessa età…anzi, io sono di due mesi più grande di te, portami rispetto! > disse uscendogli la lingua
< Oh, quindi dovrei chiamarti “NOONA”? >

Si mise a ridere. Elena rimaneva sempre sorpresa nel vederlo sotto quel profilo, non lo vedeva quasi mai sorridere…almeno non con lei.
< Adesso salgo. Ti ringrazio per quello che hai fatto per me… >.
S’inchinò per ringraziarlo e si diresse verso l’ingresso, Jun aveva notato il suo sguardo triste. Stava per entra dentro il portone…
< Elena… – la ragazza si fermò sul ciglio dell’ingresso, si voltò - …Almeno per oggi vieni da me >.
< …Stai tranquillo, mi passerà. È questione di giorni…il tempo che mi abitui >
< Allora permettimi di farti compagnia…solo per stasera. >
Vide l’ora sull’orologio che era appeso dentro l’edifico, segnava quasi l’una di notte, ripensò anche a tutto quello che aveva fatto per lei, alle sue parole…alla fine era solo per una notte, per poche ore…
< …O-Ok – quelle parole lo resero felice – Per questa notte, per ringraziarti per quello che hai fatto per me… >.
I ragazzi salirono così su nell’appartamento.
Poco distante da li, una macchina si accese dopo che la porta fu chiusa alle loro spalle.
“ Così allora è vero che stanno insieme. Ed io che credevo fingessero. Beh sono felice che il mio intervento è servito a farvi riappacificare… ”
Era Siwon che dopo aver lasciato i suoi amici, osservò i due ragazzi per tutto il tempo rimanendo nascosto.
“ Adesso posso anche andr…ma quello li – disse osservando una figura allontanarsi dall’edificio – quella persona mi sembra…Ki-kwang? Che fa qui? - rimase a guardalo mentre scomparve girando l’angolo –Mmm…dovrò verificare ”

Detto ciò, mise la prima marcia e si allontanò verso il suo appartamento.
 
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Elena era nervosa, non riusciva a dormire. Sapendo che nella stanza di Hannah adesso dormiva Jun la agitava.
“ Forse è meglio preparar una tisana, cosi mi potrò rilas…sare ” ma quando entrò in cucina vide che anche Jun era intento a prepararsene una.
< Scusa ti ho disturbato? >
< Nono, e che non riuscivo a dormire, così… >.
< Sei venuta per una tisana? Prendi pure la mia >
< Ma no, sei tu l’ospite. Lascia la preparo… - prese il pentolino versando dell’acqua e accendendo il fuoco - ma… ora che ci penso… >.
< Uhm? >
< Come hai fatto a saper dove tengo le cose? Non ricordo di averti mai visto qui >
< Ooh, quindi non ricordi? >
< Che dovrei ricordare? >
< …. – rimase a guardarla mentre attendeva che l’acqua bollisse - …niente >.
< Jun, dimmi…dovrei ricordar qualcosa? >
< No…niente. Adesso vado nella stanza di Han, vedrò di rilassarmi un po’ >.
< Ehi tu! Dove pensi di andar…. >
< Vedi che l’acqua sta bollendo > disse chiudendosi la porta alle spalle.
< Uff! Si prende sempre gioco di me! >
Elena verso l’acqua in una tazza, prese una bustina e attese il tempo che si sciolse; infine si diresse nella sua stanza, era abbastanza grande da aver anche una piccola poltrona dove lei l’aveva avvicinata alla finestra.

Aveva scostato le tende permettendo così di veder la città, erano al 10 piano e ciò consentiva di poter osservar il fiume in lontananza che divideva la città in due.
Bevve la sua tisana poco alla volta, era caldo e non volveva bruciarsi la lingua come faceva tutte le volte. Osservava fuori cercando di ricordare la volta in cui Jun era salito, ma non ne aveva la più pallida idea anche perché che lei sapeva era venuto solo Seob e nessun altro.
Pensava, cercò di ricordare… infine qualcosa le venne in mente…
“ … Oh mio Dio! – disse mentre spostò la tazzina dalle labbra - …vuoi veder che quella volta…quella volta...che avevo bevuto così tanto, quel sogno così realistico…non era un sogno…”
Nel modo in cui cercò di posar la tazza,delle gocce caddero sulla mano. Cominciò a urlar mentre la tazza cadde sul pavimento rompendosi.
< ELENA! – gridò Jun mentre di corsa entrò nella sua stanza – Che ti è successo? >
Vide la ragazza in piedi con le lacrime e la mano vicino la bocca, per terra vicino i piedi la tazza rotta.
< Jun…mi sono bruciata…e la tazza… >
Nel vederla in quello stato, la prima cosa che fece fu di ridere…era così tenera.
< Io mi faccio male e te ridi? > lo riprese
< Scusa…- disse cercando di smetter di ridere – ma non ci riesco…sei troppo buffa. Non avevi detto che sapevi badar a te stessa? >
< E mi! Sono cose che possono capitare a tutti! >
< E va beh! Stai ferma lì – Jun si recò in cucina. Prese una tovaglia e a uno a uno raccolse i frammenti che erano intorno alla ragazza. Infine le prese le ciabatte che aveva vicino al letto e le porse – Usale, non vorrei che ci fossero ancora piccole schegge >
< G-Grazie >
< Ora vieni con me. Dove tenete le bende?! >
< Nel bagno, te le prendo io >
< Ok ti aspetto in cucina >
Dopo aver recuperato la scatola dalla vetrinetta del bagno, si recò in cucina dove Jun l’attendeva seduto nel tavolo.

< Jun, ecco ques… - si accorse che il ragazzo era appoggiato sul braccio disteso nel tavolo - … sta dormendo >.
Senza far rumore si sedette nella sedia accanto osservando il suo volto così sereno, rilassato.
Non voleva svegliarlo, cercò di bendarsi la mano da sola; finito, si recò nella sua stanza e dall’armadio prese una coperta pesante.
“ Con questa almeno non sentirà freddo. – si recò in cucina – Purtroppo non sono abbastanza forzuta da prenderlo e portarlo nel letto o magari nel divano. ”
Porse la coperta sul suo corpo assicurandosi di coprirlo bene. Infine rimase lìa osservarlo.
“ Come dorme sereno. Deve esser molto stanco – era rimasta a osservar i lineamenti degli occhi. Fece un piccolo movimento e una ciocca si dispose davanti al viso, la prese e la spostò di lato…sfiorò le sue ciglia – Spero non si sveglia, è così carino mentre dorme… - cominciò a toccargli i capelli – sono così morbidi. Jun, perché non sei sempre così gentile come hai fatto oggi? Perché cerchi sempre di farmi arrabbiare? Eppure… eppure, mi piaci…mi piaci anche quando mi fai alterare – disse mentre fece un piccolo sorriso – Oggi mi hai sorpreso chiedendomi di andar a star da voi…ma come potrei venire? Se prima non risolvo e non metto ordine nella mia vita come potrei venir a star a stretto contatto con te… e poi devo incominciar a farmene una ragione, sono abbastanza grande da poter viver da sola. Come dice sempre mia madre: ho fatto la mia scelta, adesso devo portarla avanti con i pro e i contro. Se mi resti vicino, sono sicura di poter affrontar qualsiasi ostacolo. ”
Smise di accarezzargli i capelli, il sonno cominciava a farsi sentire. Senza accorgersene chiuse gli occhi posando la mano su quella del ragazzo.
“ …Jun…non lasciarmi anche tu da sola… ”

Con quelle parole si addormento, li seduta accanto a Jun, con la sua mano stretta alla sua.
 
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Il mattino seguente si sveglio con l’odore del caffè, aprì gli occhi… Jun non era lì dove la notte precedente si era addormentato.
Si alzò dal tavolo, osservò la cucina ma c’era solo la macchinetta del caffè già accesa con il caffè pronto. Notò anche che la benda della mano era stata cambiata...ma Jun dov’era andato?
Si alzò, ma nel modo di alzarsi la coperta che la copriva cadde per terra.
“ Ma questa l’avevo messa a lui… ”
< Ah, buon giorno…dormigliona >
Si guardò alle sue spalle, Jun era entrato in cucina appoggiandosi nell’arco che separava il salone con la stanza.
< Bu-Buon giorno… >
< Così ieri mi hai fatto compagnia? >
Raccolse da terra la coperta < Avevo messa questa a te, coprendoti in modo da non sentir freddo. Scusa ma non avevo le forze per potarti nel letto >.
< Ti ringrazio – si avvicinò nella macchinetta, prese due tazze e le riempì. – Bevi, così ti riscaldi anche un po’ >
< Sei gentile… - prese la tazza che l’era stata data, soffiò per raffreddar e poi sorseggiò. – Invece di comportarti come un ospite…sembri un coinquilino >.
Mentre beveva il suo caffè, osservava la ragazza. Posò la tazza dentro il lavello.
< Sai la domanda che ti ho posto ieri? >
< Ehm…quale? >
< Quella di venir a star con noi… >
< Ah si… perché? >
< Ecco, dimenticala >
< EH?! >
< Ho cambiato idea – disse recandosi nella porta – Non riuscirei a viver con una come te >
< JUN! >
< Dico la verità…non ho mai visto una ragazza così imbranata come te. – si voltò verso lei prima di aprir la porta – e dicevi che saresti stata in grado di poter viver sa sola? Tsk! Se farai come ieri, do tempo un giorno e verrai a supplicarci di farti venir da noi >
Aprì la porta chiudendola alle sue spalle.

< Grrr! TI DETESTO! >
Elena non riusciva a capirci niente: come poteva aver cambiato carattere in una sola notte? Perché prima era stato così gentile mentre ora…ora la rendeva così irritata?
Mentre posò la sua tazzina nel lavello, sentì una suoneria provenir dalla stanza che portava alle camere.
Senza far rumore si avvicinò alla porta, era il cellulare di Jun. Non capiva bene con chi stesse parlando ma dalla fretta con cui chiuse la conversazione doveva trattarsi di un’urgenza.
Aprì la porta per recarsi verso la sua stanza ma si ritrovò davanti proprio Jun che aveva fretta nell’uscire.
< Scusa se scappo così, ma ho ricevuto una chiamata…mi aspettano >.
< Figurati >
Si spostò lasciandolo passare. Lo vide recarsi davanti all’ingresso e fermarsi guardandola mentre apriva la porta.
< Vado > disse rivolgendosi alla ragazza
Si guardarono per posti istanti, infine avanzò verso fuori.
< Jun – il ragazzo si voltò – Grazie per quello che hai fatto per me… sei stato…sei stato molto gentile >
Jun ricambiò con sorriso, infine chiuse la porta alle sue spalle lasciandola sola.
“ Chissà che impegno sarà da richiederlo con tanta urgenza “.
Non pensandoci molto, si ricordò che Hannah doveva parlagli quel giorno.
Dalla tasca della giacca prese il cellulare mettendolo sotto carica.
Prima d’allora non aveva fatto caso l’ora, e solo vedendo il display si accorse che eran le 10 del mattino e si ritrovò 4 messaggio di sua cugina che aveva provato a chiamarla.
Senza saper se magari era intenta nel suo lavoro, la chiamò. Dopo diversi squilli, Han finalmente rispose.

< ELENA! Finalmente, non puoi capire per quanto ho provato a rintracciarti. Ma che fine hai fatto >
< Scusa Han, poi ti spiego… Ieri hai detto che dovevi dirmi qualcosa >
< Si. Ci vediamo oggi nel bar accanto alla CUBE. Non avrò molto tempo quindi per l’una cerca di esser li… ma oggi non sei andata all’ufficio? >
< Cavoliiii! – disse ricordandosi che aveva un’importante riunione quel giorno – HO UNA RIUNIONE FRA MENO DI MEZZ’ORA >.
< Non cambierai mai! >
< Devo ancora vestirmi! Han ci vediamo più tardi >
Chiusa la conversazione, si preparò più in fretta che poteva. Una volta scesa per strada osservò l’ora, mancavano solamente 15 minuti all’inizio.
< Cavolo non arriverò mai in tempo >
< Serve un passaggio? >
“ Ma…possibile? ” quando si voltò, lo vide con le braccia incrociate appoggiato alla macchina
< Allora? Sbaglio oppure oggi hai un’importante riunione? >
< Come fai a saperlo, Jun? >
< Semplice, in quella riunione oggi ci sarò anch’io. Poco fa mi ha chiamato il manager ricordandomi di presentarmi nella riunione… quindi? Lo vuoi un passaggio? >
< … Me lo chiedi pure? – disse avvicinandosi. – Certo che mi serve un passaggio. Sai benissimo che… – fu fermata prima ancora di finir il discorso. Jun l’aveva bloccata tenendo un braccio teso - … adesso che ti prende? >
< Dillo >
< Dire cosa? >

< Che non sai badar a te stessa, che hai bisogno diqualcuno >.
< Ora solo perché sto facendo tardi a una riunione vuoi che ammetta… >
< Si, perché non è solo la riunione… quello che è successo ieri notte l’hai dimenticato? >
< Sono cose che possono succeder >
< Peccato che a te accadano ogni giorno. Ti perdi sempre ogni volta che metti piede fuori >.
< Ma è successo solo poche volte >
< 3 volte! >
< Solo perché ancora non conosco la città >.
< Tsk! Non prender scuse…. Dai, si sta facendo tardi. Ammetti che senza qualcuno non puoi cavartela >.
< Anche se lo dicessi, te che otterresti? >
< Solo una piccola soddisfazione >
< Egoista presuntuoso >
< Quindi? Lo dici o no? >
Elena era irritata da quel comportamento, non voleva cedere ma mancavano solo pochi minuti e non credeva potesse farcela ad arrivar in tempo. Se non avesse confuso la strada, avrebbe impiegato almeno 20 minuti per arrivar li con un ritardo di 10 minuti se non di più. Che doveva fare? Sceglier l’orgoglio o arrivar in tempo per il lavoro?
< Fai in fretta, le lancette corrono… >
< Sono capace di badar a me stessa…te lo dimostrerò! < infine scese l’orgoglio.
Voltandosi, cominciò a camminar a passo svelto verso quello che per lei era la direzione giusta.
“ Non mi va giù il fatto che prima si comporta in un modo così gentile e poi il giorno dopo ritorna ad esser il cattivo della storia! Mi fa innervosir troppo! – persa tra i suoi pensieri, si ritrovò di fronte ad un vicolo cieco – Ma che cazzo! Proprio oggi che dovevo esser li puntuale devo proprio sbagliar le traverse? Mi tocca tornare indietro – osservò l’ora – Merda! Mancano solo 5 minuti ”
 Tornò indietro e svoltò nella direzione opposta a quella presa. Aveva sempre la testa all’ora controllandola ogni secondo.

Stava per attraversa la strada, non si accorse che il semaforo era diventato rosso ed una macchina stava per prenderla quando qualcuno la tirò verso di se.
Si ritrovò stretta fra le braccia di un ragazzo alto almeno 15 centimetri più di lei.
< Gra-Grazie >
< Stai bene? >
< S-Si >
< Razza di stupida – sentendo quella voce, Elena non poteva crederci. Alzò la testa per accertarsi di ciò che pensava… - Sei una stupida! Non vedi che il semaforo era rosso! >
< Tu…tu mi hai seguita? >
< Ed ho fatto bene! Sai che rischio hai corso? >
Jun lasciò la ragazza che ancora intontita osservò il volto del ragazzo.
< Adesso tu camminerai con me, che lo vuoi o no! >
Le prese la mano e s’incamminò verso un violetto li vicino dove aveva posteggiato la macchina.
< Sali! – una volta dentro, accese la macchia e partì – Sapevo che saresti passata qui, ma avevo stimato che l’avresti percorsa un 6 minuti fa; ed invece che mi ritrovo? Te che con la testa fra le nuvole ti stavi facendo metter sotto una macchina >.
Con lo sguardo teso verso il basso, Elena si stringeva le mani nei pantaloni del completo scelto per quella riunione.
< Hai ragione…hai pienamente ragione. Non sono capace di badare a me stessa, sono una combina guai, sono tonta, infantile, dormigliona, una stupida…tutto quello che hai detto su di me è vero. – Jun era intento a guidare ma ascoltava anche ciò che diceva - … Ma anche se sono questa, voglio cambiare. Voglio farcela da sola, senza chieder l’aiuto di nessuno … >.
.
Elena guardò l’ora, erano le 10 e 30 la riunione stava per iniziare e si trovava sotto l’edificio della CUBE. Tutto questo era stato possibile grazie all’aiuto di Jun, non sapeva come poter ricambiar quel gesto.

Scese dalla macchina ed entro dentro recandosi dritta nella sala riunioni dove stavano cominciando a occupare posto.
“ Che giornata! Se l’inizio è così movimentato, non voglio immaginare cometerminerà la giornata! – si sedette nel suo posto osservando la porta per veder quando sarebbe entrato – Se non fosse stato per Jun, non sarei qui in questo momento…forse sarei anche finita in ospedale a causa di quell’incidente sfiorato dai suoi riflessi. Devo ringraziarlo in qualche modo. È anche merito suo se adesso l’idea di rimanere da sola non mi spaventa più come prima ”
La riunione stava per iniziare, Jun arrivò in tempo occupando posto due sedie più avanti di Elena. Stavano discutendo sul punto in cui erano giunti con l’organizzazione e altri punti vari, ma Elena non vedeva l’ora che tutto si concludesse anche perché aveva un appuntamento con sua cugina proprio nel bar li accanto.
< Con questo è tutto – disse Hong Seong Sung – rinvio tutto alla prossima riunione che si terrà fra circa un mese per definire gli ultimi passaggi >.
“ Oh grazie al cielo, sembrava non volesse più finire – Elena scaricò tutta la tensione alzandosi dalla sedia in modo da poter stirar le gambe che a forza di star seduta le dolevano – Ed adesso non mi resta che correr da Han “.













Ciao :D

Come va?
Eccomi con il nuovo capitolo :3
Che ne pensate?


Per chi non se ne fosse accorto, il regalo di Natale è stato pubblicato sotto forma di NUOVA FF xD

"...Per Te... - Special Edition"

Andate a leggere! Mi raccomando :D


Buonanotte e Buon Anno nuovo!

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Capitolo 33
*** Ricordi - Dimmi un pò di te! ***


Prese la sua giacca e corse giù nel bar, dove ad attenderla c’era Han appena giunta.
< Han! >
< Ely, come mai stai correndo? >
< Ha una mattinata che corro per arrivar puntuale agli appuntamenti >.
< Vedi che io sono arrivata anche adesso >.
< Meno male. Mi sa che oggi tra le tante cose negative, qualcuna positiva la trovo >.
Si mesero a ridere. Si sedettero nel tavolino ordinando qualcosa da mangiare, Han aveva pochissimo tempo da dedicarle doveva rientrar in studio.
< Mangi così poco? >
< Non posso abbuffarmi. Seguo un’alimentazione e poi subito dopo ho allenamenti, non posso presentarmi colma di mangiare altrimenti come potrei far gli esercizi >.
< Beh, certo… Quindi… - disse osservandola - … da oggi sarai un’IDOL? >
< Ancora è presto per definirmi tale – sorrise – di strada ne devo ancora percorrere e la vedo molto difficile >.
< Ma conoscendoti la supererai alla grande >
< Lo spero! >
< Ma racconta…. Non mi hai detto nulla di ieri… su su>
Mentre Elena mangiava il suo panino, Hannah racconto ciò che era successo nelle ultima 24 ore: da quando l’avevan chiamata a quando era entrata in quella stanza comunicandole la liete notizia; da quando aveva messo piede nel dormitorio a quando erano uscite a festeggiar.
< Sono felice per te Han! Finalmente i tuoi sforzi sono stati ripagati. Hai fatto così tanti sacrifici andando ad allenarti tutti i giorni che era il minimo che dovevan prenderti! >
< Solo che adesso… >
< Cosa? – la guardò dubbiosa – Che cosa è successo? Non vanno bene le colleghe? >
< Nono…anzi, sto iniziando a conoscerle ma già ci troviamo in armonia >.
< Ma allora cosa? >
< E che…come ben sai… per poter istaurar un buon rapporto dovrò viver con loro >
< Si lo so – disse sorridendo – Tranquilla, pensi al fatto che dovrai lasciar l’appartamento così trovandomi sola? >
< Si esatto, mi dispiace >
< Non devi preoccuparti per me…. Starò bene e poi non sono mica del tutto sola! Anche se vivremo in due case diverse, potremmo sempre sentirci >
< Davvero non ti crea dispiacere? >
< Se devo esser sincera…ieri sera dopo la tua notizia mi sono ritrovata a pensarci ed ero molto triste al fatto di non averti in casa…ma questa è la tua vita, la tua scelta. Non posso sempre basarmi e farmi forza sugli alti, è il momento che anch’io cominci a farmi forza con le mie sole energie… Quindi – disse facendo l’occhiolino – metticela tutta, voglio assister al tuo primo concerto! >

< Ovvio! Metterò tutta me stessa in questo lavoro! E tu sarai la seconda cui darò il biglietto per assister al concerto>.
< Come la seconda? >
< Ovviamente il prima sarà SEOB! >
< Giusto…giusto! Però mi hai messo dopo lui… >
< Che credevi? Non puoi mica sperar di raggiunger la sua fama! >
< Han ti rammento che è grazie all’opportunità che mi è stata data per il lavoro che l’hai conosciuto…un po’ di gratitudine > disse uscendo la lingua.
< Ma è grazie al mio fascino che l’ho conquistato… >
< Che cuginetta ingrata! >
< Piuttosto… dimmi, da quando in qua sei diventata così “filosofa” dicendo tutte quelle belle parole? >
< Che vorresti dire? >
< Che dalla tua testolina che ti ritrovi, dubito siano state elaborate tali concetti…quindi dimmi… di chi sono? Chi è stato a dirtele! >
< Nessuno! Sono state create ed estratte da me >
< Non ci credo… se non vorrai dirle, farò a modo mio >.
< Cioè? >
< Te le farò dir con la forza >
< Non ne saresti capace >
< Ah no? >
< NO NO! >
< Mi sfidi?! >
< Voglio proprio veder >
< L’hai voluto tu >
Han cominciò proprio dal suo punto debole: il solletico.
Purtroppo sapeva che la ragazza anche sfiorandola, cominciava a rider a crepa pelle, era più forte di lei: una volta iniziato non poteva che arrendersi per far smetter la persona.
< HAN TI PREGO! >
< Ti avevo avvisato. Quindi dimmi chi è stato o non la smetto >
< OKOK TE LO DICO, MA TU SMETTI >
Han si sedette al suo posto, dopo essersi composta nella sedia e asciugata le lacrime, Elena cominciò a parlare…
< …e va bene, di dico tutto. – Han era attenda a ogni sua parola – a dir quelle frasi… è stato … - Elena di colpo si alzò sotto lo stupore di Han che rimase sbigottita – Mi dispiace Han, non dico nulla > prese e cominciò a correr verso fuori.

< ELY! COSI’ NON VALE! >
 
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Hannah era riuscita a passare il provino e di conseguenza doveva lavorare sodo.
Con le compagne si trovava bene.
Però, a causa delle prove non riusciva più a passare molto tempo con i suoi Idol.
Finalmente aveva trovato qualche ora per riposarsi.
Quindi, decise di tornare al dormitorio.
< Ehi! Han sei libera a pranzo? È tanto che non passiamo un po’ di tempo insieme... >.
YoSeob l’aveva colta di sorpresa.
Sembrava stranamente triste e la ragazza, anche se era un po’stanca, non se la sentiva di dirgli di no.
< Mi farebbe piacere! >
Mentre camminavano, Hannah non seguiva la conversazione.

< Vuoi andare a casa? >
< Come? >
< Sei stanca... >
< Te ne sei accorto... Ma non voglio andare a casa. - gli rivolge un sorriso - Voglio passare un po’ di tempo con te... >
< Facciamo una cosa. Andiamo a casa mia e mentre cucino, ti rilassi o se vuoi ti addormenti un po’! >
< Non mi sembra il caso... >
< Allora, ti riporto a casa. >
< Eh?! No!... Andiamo a casa tua... >
< Benissimo! Allora... - apre lo sportello della macchina accanto cui si era fermato - ... Sali! >
< Hai cambiato macchina? >
< Sì ma non ho avuto la possibilità di fartela vedere. >
< E’ davvero bella! >
< E sarai la prima persona, oltre me a salirci. >
Hannah salì in macchina, anche se il dormitorio non distava molto.
Appena raggiunto il dormitorio salirono e la casa era vuota.

< Non ci sono gli altri? >
< No… Andavano a mangiare fuori. Io preferivo stare con te… Ti dispiace? >
< Scherzi vero? Mi dispiace solo che sono stanca… Potevamo uscire… E per colpa mia stiamo in casa… >.
< Non dirlo nemmeno! Chiaro? – Chiude la porta e da dietro le mette le mani nei fianchi – Ora vai a riposare. >
< Non c’è ne bisogno! Davvero! >
< Non m’interessa! Ne hai bisogno eccome! – Apre la porta della sua camera – Ora stai qua e dormi! Ti sveglio appena è pronto! >
YoSeob chiuse la porta e Hannah si rassegnò all’idea.
Fece cadere la borsa ai suoi piedi e si mise a osservare la camera.
Era sempre ordinata. Proprio come l’aveva lasciata l’ultima volta che era stata lì dentro.
Dalla finestra, il panorama era davvero bello.
Si spostò a osservare la libreria.
Era piena di libri, anche se era un po’ disordinata.
Forse era l’unica parte di tutta la stanza. Ma solo perché c’era un libro non riposto bene.
Hannah lo prese e lo aprì. Al suo interno c’era una sua foto.
Che ci faceva li? Non lo capiva però non era infastidita… Invece, era felice. Era un piccolo segno che s’interessava a lei, no?
Posò il libro e si distese nel letto. Non riusciva più a reggersi in piedi.
Nel cuscino, si sentiva il suo profumo, lo stesso che aveva sentito quando si erano baciati.
Fresco, dolce… Strinse quel cuscino fra le braccia e si addormentò cullata dal profumo del ragazzo.
 
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YoSeob ormai, aveva finito di apparecchiare e di preparare il pranzo.
Entrò in camera e si diresse subito verso il letto.
Si sedette accanto alla ragazza.
Il suo viso, era illuminato da un sorriso.
Con la mano, le sposto un ciuffo da davanti agli occhi.
Era così dolce… Avrebbe voluto continuare a osservarla per tutta la giornata ma doveva svegliarla quindi si avvicinò al suo viso…
< Principessa… >
< Uhm? > Aveva ancora gli occhi chiusi.
< E pronto. Devi mangiare qualcosa. >
< Resta qui con me… >
A quelle parole Hannah si avvicinò e si strinse a lui.
Stava ancora dormendo.
< Magari potessi… Principessa… >
La ragazza aprì gli occhi e vedendo il viso dell’amico vicino al suo si allontanò di colpo.

< Attenta! >
< Scusa non volevo! Non pensavo fossi così vicino! >
< Veramente ti sei avvicinata tu! >
< EH?! > Hannah diventò tutta rossa.
< Arrossisci eh? >
YoSeob si avvicinò a lei, sempre di più, finche non si trovò con le mani ai lati della sua testa, per reggersi sopra di lei.
< E’ pronto? Andiamo a mangiare! >
Riuscì a scappare e il ragazzo cadde nel letto portandosi le mani ai capelli.
Finito di pranzare, Hannah decise che era giusto aiutare lavando i piatti.
< Allora… Posso iniziare con le domande? >
< Certo! >
< Perché hai deciso di fare l’Idol? >
< Dopo aver ascoltato Brian McKnight, la mia passione per la musica è salita a dislivello. Volevo che facesse parte della mia vita… Stupido vero? >
< No… Secondo me è stupendo… >
< E tu? Perché hai deciso di diventare un’Idol? >
< Beh… Per restare qua. Anche se la voglia me l’avete fatta venire voi… Non sai come facevo prima di conoscervi… Ero estasiata dalle vostre canzoni… La tua voce mi faceva venire i brividi… Volevo diventare Idol per potervi finalmente conoscere… E quasi non ci credo di essere a casa vostra. Se lo sentisse mia cugina… >

< Non è entrata anche lei qua? >
< Non Elena! È un’altra cugina! Si chiama Serena! >
< Bel nome! >
Hannah si girò e lo guardò male.
< Tranquilla. Primo, non la conosco, secondo non penso che a te… >.
< Ma io sono tranquilla. >
Finito di sistemare, si mise a sedere di fronte YoSeob.
< E te la senti di lasciare la tua famiglia? >
< Sarà difficile, ma avevo comunque intenzione di trasferirmi in questa città, non a 18 anni ma comunque me ne sarei andata... >
< È difficile a quest'età? >
YoSeob aveva allungato una mano, fino a sfiorarle le dita e accarezzarle.
< Forse perché mi trovo in un altro continente... Un po’ lo è... Ma ho mia cugina, poi ci siete voi, penso che riuscirò a sopravvivere! E poi ci sono anche Yurim e Ai! >
< Giusto. Le altre ragazze del gruppo. Come sono? >
< Sembrano simpatiche! Ancora non abbiamo potuto parlare molto ma sembra che andremo d'accordo! >
Hannah sorrise.
< Sei così carina quando sorridi... >
Hannah, in quel momento, aveva preso la mano di YoSeob e la stringeva.
< E invece com'è la tua famiglia? >
< Simpatica e dolce direi... Te li devo presentare! Sono sicuro che gli piaceresti! >
< Sempre se non fraintendono... >
< Che cosa dovrebbero fraintendere? >
Hannah si alzò e si avvicinò al ragazzo.

< Non so... - fece appoggiare YoSeob allo schienale della sedia e si sedette nelle sue gambe - ... Forse questo... - appoggia le sue braccia nelle spalle di YoSeob - ... O questo... - gli diede un bacio nella guancia - o qualcos'altro! >
< Forse, allora sei tu che vuoi far fraintendere. >
< O invece, mi sto vendicando di quando mi stuzzicavi... Non credi? >
< Ok, forse me lo merito. >
< Forse? >
< Ok. Me lo merito eccome. >
< Esatto! >
Entrambi risero e Hannah poggiò la testa nell'incavo del collo di YoSeob.
< Sei davvero comodo... >
< Oh grazie! - la stringe a se - Sembri più piccola, sai? >
< È una brutta cosa? >
< No... >
Hannah teneva gli occhi chiusi e nelle labbra aveva un sorriso.
< Ecco un altro motivo per cui non sento troppo la mancanza della mia famiglia. >
< Cioè? >
< Ci sei tu... >
YoSeob era felice di aver sentito quella frase.
La ragazza si addormentò e Seob, mettendole una mano sotto le ginocchia e lasciando l’altra nella sua schiena, la sollevò fino a portarla nella sua stanza e la poggiò nel letto per farla riposare con tranquillità.
 
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Quando i ragazzi entrarono in casa, erano già le 7 di sera.
YoSeob era seduto nel divano ed era impegnato a fare un po’ di zapping.
< Yo allora sei qua! Pensavamo che tornassi e ci eravamo preoccupati... >.
Doo aveva un tono ironico.
< Parlate piano! Hannah sta dormendo. >
< Hannah è qua? >
< Sì, è nella mia stanza. >
< Che avete combinato? >
< Ehi! Non pensate male! Abbiamo pranzato qua e lei era molto stanca a causa delle prove e si è addormentata. Non potevo mica svegliarla! >
< Certo, povera cara! >
< E dai! E poi, è così dolce quando dorme... >
< Sono così dolce? >
Hannah era poggiata allo spigolo della porta, con le braccia incrociate al petto e un sorrisino nelle labbra.
< Ti hanno svegliato loro? >
< No. Non ti preoccupare! Ciao ragazzi! Com'è andato il pomeriggio? >
< Tutto bene. Grazie per l'interessamento. >
Hyun s'inchinò per ringraziare.
< Sarà stata una giornata pesante. Vi preparo la cena. >
< Non ti preoccupare! >
< Invece si! Voi avete lavorato sodo ed io ho dormito tutto il tempo! Ora cucino! >
< Ma anche tu sei stanca, principessa! >
< Mi sono ripresa! >
< Allora ti aiuto. >
< Se è l'unico modo per convincerti, va bene. >
I due ragazzi andarono in cucina e lasciarono gli altri nel salotto.
< Quei due, ultimamente, passano più tempo insieme no? >
< Sì, ma non penso che si fidanzeranno. >
< Perché? >
< YoSeob è spesso impegnato e anche Hannah ormai. Non hanno il tempo. >

< Hai ragione... >
 
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< Hai riposato bene? >
< Sì, il letto era davvero comodo. Però non c'era bisogno di portarmi nella tua stanza. Potevo anche stare nel divano. >
< La maggior parte dei divani sono scomodi per dormire. >
< E grazie anche per la coperta. >
< Mi merito un bacio? >
< ... E va bene. >
Hannah si avvicinò a YoSeob, gli poggiò le mani nel petto e, mettendosi nelle punte visto che il ragazzo era 10 centimetri più alto di lei, gli lasciò un piccolo bacio sulla guancia.
< Ora cuciniamo! >
 
 
 
 


BuonaSera! :D
Per iniziare, facciamo gli auguri a YoSeob che in Korea, per ora, è IL SUO COMPLEANNO E COMPIE 24 SPLENDIDI ANNI! <3

Continuamo...
Come vi è sembrato il capitolo? *^*

Domani, per festeggiare la befana, pubblico un altro capitolo *^*
AMATEMI <3 *sogna un applauso tutto per lei*
GRAZIEEEE :D

*si vanta*
Ok, il cloro mi ha dato alla testa y.y

Vi lascio <3 A DOMANI!

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Capitolo 34
*** Ricordi - Tentazioni. Resistere... O cedere? ***


I B2ST si trovavano comodamente seduti nel salotto cercando di riprendere le forze perse durante gli allenamenti.
In cucina, invece, Hannah e Seob avevano appena finito di cucinare la cena; la ragazza era ben disposta ad aiutarli e poi…era anche una scusa per restar sola con lui.
Era diventata un’abitudine quella di preparare insieme la cena. Prima di entrare a far parte del gruppo, ogni volta che ne aveva la possibilità andava a trovarlo e cucinare insieme era così divertente e piacevole che non sentiva la stanchezza di dover preparare la cena per 8 persone… ma da quando aveva iniziato il suo lavoro, vedersi era diventato difficile e pur di star in sua compagnia era disposta a far tutto.
Questa era anche un modo per conoscerlo meglio, d'altronde era stato proprio lui a voler che lei conoscesse tutto di lui…non c’era cosa migliore di passare del tempo anche davanti i fornelli.
In quel periodo, inoltre, si erano ripromessi di dedicarsi ad un dettaglio che era rimasto in sospeso da Dubai: far qualcosa per aiutare Jun ed Elena.
Già, a causa del loro avvicinamento, alla scoperta dei loro caratteri, avevano dimenticato il discorso di Jun.
Ultimamente si erano accorti di strano anomalie, e da quella sera dove Elena aveva bevuto…di cose strane erano aumentate, una di questa era il rapporto che si era costruito tra lei e Ki-Kwang.
Si domandarono come poteva una persona aver dichiarato di aver interesse per una determinata persona e di punto in bianco dimenticarsi tutto mettendosi con un’altra?
Volevano vederci molto chiaro…e Seob aveva in mente un piano che doveva attuare con Hannah.

< Hannah, che ne dici di venire a pranzo qua domani? Elena è libera no? >
< Sì, mi ero informata e dice che domani non ha molto da fare e può tranquillamente venire…ma io ho le prove e non so se faccio in tempo >.
< Vabbè, possiamo dire al tuo manager se ti accompagna e poi ti ritorna a prendere >.
< Posso provare a chiedere >
< Sennò – disse avvicinandosi alle sue labbra – posso accompagnarti io, che ne pensi? > infine la baciò…sulla guancia.
Quel bacio la sorprese, rimase per un attimo ferma non sapendo che pensare, per poi ricambiare il bacio che aveva ricevuto.
< Mi hai colto di sorpresa, non mi aspettavo questo tuo gesto >.
< Beh, sorprenderti sarà il mio obiettivo - disse baciando nuovamente la sua morbida guancia – Lo sai – ritornò davanti al banco della cucina prendendo i vassoi - …profumi di fragola – schiacciando l’occhio – Comunque, ragazzi è pronto >
Hannah era rimasta a osservarlo.
“ Ha detto…che so di fragola…non ho mai fatto caso… anche se non ho messo il profumo… ”
I suoi pensieri furono interrotti quando Dong entrò per prendere le altre portate.
< Hannah, che fai lì pensierosa? >
< Oh, niente… >
I suoi pensieri tornarono a vagare.

“ …ma…Il bagnoschiuma non era alla fragola… “.
 
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Erano tutti seduti nei loro posti, quella sera mancava solo Elena che era uscita con i suoi colleghi per una cena di lavoro: Han osservava Jun, forse fin troppo attentamente che finì per insospettirlo.
< Han, ho qualcosa che non va? >
< Ehm…nono, va tutto bene >
< Allora perché continui a fissarmi? >
< OOOH…beh…. – disse sorridendo - …perché sei molto bello >.
Quell’affermazione fece rimaner di stucco tutti, compreso Seob che fece cader le bacchette sul piatto.
< Che c’è? Che ho detto? > disse osservando i loro volti
< PRI-PRI-PRINCIPESSAAAA –Seob le mise le mani sulle sue braccia girandola verso di se – COME PUOI AFFERMARRE UNA SIMILE COSA DAVANTI A ME? >
< M-Ma non ho detto niente di male >
< COME NIENTE DI MALE! – rivolgendosi verso Jun – LUI NON PUO’ MAI ESSERE CARINO COME ME! >
< Ehi!!! Non cominciare ad offendere >
< Io non offendo nessuno – disse incrociando le braccia mettendo il broncio – Dico solo la verità >.
< Non montarti la testa PULCE! >
< Calma calma > disse Doo
< Dai Seob – intervenne Hannah – ho solo fatto un complimento, ma lo sai benissimo come la penso >.
< Dici??? Intanto in questi giorni passati insieme non mi hai mai fatto un complimento – rivolgendosi nuovamente verso lei – NEANCHE UNO!! > facendole il segno con il dito.
Quel gesto fece ridere i ragazzi.

< Ragazzi non c’è niente da ridere, sono cose SERISSIME >.
< Seob – il ragazzo si voltò verso Hannah – tu per me – disse avvicinandosi al suo volto – sei…sei… >.
< …Han?... > disse Seob
La ragazza si fermò a qualche centimetro dalla sua guancia, si accorse di aver tutti gli occhi puntati su di lei.
< …oh... e-ehm… - ritornò al suo posto con lo sguardo verso il basso e le guance rosse - … >.
< Han? Tutto bene > disse Dong cercando di trattenere la risata.
< …- Si alzò di scatto - …scusate, mi allontano un attimo >.
La ragazza si spostò nel salotto buttandosi nel divano
Seob rimase seduto avvicinando la mano sulla guancia dove la ragazza stava per darle un bacio…sapeva che ciò che provava, il suo è stato solo gesto scherzoso ma Hannah non aveva capito e si era messa in quella situazione…le venne da ridere.
< …Seob – disse Jun mentre stava iniziando a mangiare con aria disinvolta da ciò che era successo – perché non vai da lei… >.

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Seob, seguendo il suggerimento di Jun, andò da Hannah.
Lei, aveva il volto rosso nascosto fra le mani ed era piegata sulle ginocchia.
< Principessa posso parlarti un momento? >
YoSeob non era più divertito dalla situazione precedente, anzi era diventato abbastanza serio.
< C-certo… > Non lo guardò in viso.
Non voleva rischiare di diventare ancora più rossa per la vergogna.
I due si allontanarono dalla cucina, lasciando gli altri 5, che erano ancora seduti al tavolo, che li fissavano mentre entravano nella stanza di YoSeob.
 Hannah entrò per prima e alle sue spalle, YoSeob entrò chiudendo la porta.

< Che succede? Come mai sei così serio? >
< Devo dirti una cosa importante, riguarda Ki-Kwang >.
< A che proposito? >
< La storia tra Elena e Kiki…c’è qualcosa di strano. – disse pensieroso – non si comportano come una vera coppia. >
< Beh, se devo esser sincera, anch’io non li vedo così affiatati…e poi >.
< E poi cosa? >
< Devi sapere che Elena mi ha sempre detto di voler Jun, non mi hai mai detto niente su Ki-Kwang >.
< Ah, capisco…vuoi vedere… >
< Cosa? >
< …che questa storia è nata per il comportamento di Jun? >
< Che vuoi dire? >
< Ma certo, Jun non ha fatto altro che irritarla tutto il tempo. Magari lei si sarà stancata di aspettarlo e si è buttata fra le braccia di Kiki >.
< …Mmm – riflettendo un po’ - …potrebbe esser come dici tu, Elena è capace di far qualsiasi cosa >.
< Dobbiamo organizzar qualcosa: fare in modo di avvicinare Elena a Jun in modo da chiarire questo malinteso >.
< In che modo? > chiese Hannah
< Creeremo delle situazioni in modo tale che i due s’incontrino casualmente…poi tutto il resto verrà da se >
Hannah in un primo momento dubitò che una simile cosa potesse funzionare, ma si lasciò convincere dalla persuasione del ragazzo.

< Han – disse posizionandosi davanti la ragazza – il motivo per cui ti ho fatto venire qui è anche un altro. So che hai detto che devo resistere fino a quando non mi conoscerai bene ma... Tu ti comporti così e io non resisto. Scusami per quello che sto per fare... >
< Che cosa f... >
Hannah non concluse la frase perché YoSeob aveva già posato le proprie labbra sulle sue.
Un semplice bacio a stampo.
Peccato che nemmeno Hannah, a quel punto, riuscì a resistere.
Quel semplice bacio a stampo si trasformò in un bacio vero e passionale.
YoSeob stringeva Han per i fianchi e lei portò le sue braccia attorno al suo collo.
Per YoSeob sembrava passata un'eternità ma sentiva come il bisogno di avere di nuovo quelle labbra.
Le sue mani, iniziarono a scendere.
Dai fianchi, passarono ai glutei, poi alle cosce e si fermarono alle ginocchia che, con forza, sollevo e le porto all'altezza del suo bacino.
Sposto Hannah fino a raggiungere la scrivania e la fece sedere.
Le braccia tornarono di nuovo a circondarle i fianchi e la stringeva a se in modo da lasciare il meno spazio possibile fra i due.
Con le labbra scese fino al collo e fece gemere Hannah di piacere.

Il solito punto debole.
Poi con una mano, scese fino a sfiorarle l’interna coscia.
A quel tocco Hannah inarcò la schiena ma... fermo subito il ragazzo.
< Seob... Scusami. >
< Che c'è? Ho fatto qualcosa di male? >
< No... Sono io... Non mi sento pronta. Sarebbe la prima volta e.... >
Il ragazzo si allontanò dalla scrivania dov'era seduta la ragazza.
< ... Scusami, davvero... Non me la sento... >
< No. E' colpa mia. >
< Non è vero. E poi non ti ho mica detto che dovevi staccarti da me. >
Hannah prese il polso di YoSeob e lo avvicinò a se, in modo da poter riprendere a baciarlo.
Baci più calmi. Più dolci. Più teneri.
Però, questa volta fu il ragazzo a fermarla.
< Non avevi detto che gli unici baci che mi avresti dato, sarebbero stati dei baci - indica la guancia con il dito - qua? > Rise.
< Si ma non ci riesco! Facciamo una cosa... - si avvicina di più al suo viso - Non diciamo niente a nessuno, per ora... - ancora - ... Vediamo come va, ci conosciamo ancora un po’ di più... - gli lascia un piccolo bacio nelle labbra - ... ma nel frattempo, ti devo dei baci che ti ho fatto perdere. >
< Un bel po’ di baci... >
Rivolgendogli un sorriso, Hannah prese il viso del suo principe fra le mani e tornò a baciarlo.

Toc toc.

Bene. Benissimo. Propria ora dovevano bussare alla porta vero?
< Ragazzi sono Dong. Posso entrare? >
YoSeob si allontano velocemente da Hannah che scese dalla scrivania e si mise a sedere nella sedia.
Dong aprì la porta e rivolse uno sguardo strano ai due ragazzi ma poi, riprese il discorso per cui era entrato.
< C'è il tuo manager. Dice che è ora di tornare nell’appartamento, domani avete una giornata piena d’impegni. >
< Ah… Ok! Arrivo >
Il ragazzo richiuse la porta e, allo scattar della serratura, Han e Seob si alzarono, andando l'uno verso l'altro per scambiarsi un ultimo bacio.
< Allora ci vediamo domani per preparare il piano? >
< Si... Non avrò più molto tempo libero ma farò l’impossibile per esserci... >
< Ok. Almeno…hai tempo per pensare al vero me no? >
< Si... - Si dirige verso la porta - E per l'appunto, anche lo stuzzicarti faceva parte del conoscerti. Volevo vedere come avresti reagito. >
< Ed è stato un esame esauriente? >

< Direi - Apre la porta - Che quest'esame l'hai passato. >
 
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Dopo averla vista andar via, Seob si diresse nella cucina, dove i ragazzi avevano finito di cenare e stavano cominciando a pulire; si accorse che non era rimasto quasi niente…
< …Scusate, ma la mia cena? >
< Domanda a Dong > disse Doo indossando un grembiulino.
< Perché? >
< Ha divorato tutto quelle che avevate preparato per noi – aggiunse Hyun, poi rivolgendosi a Doo – Certo che comunque – osservandolo – sei molto carino >
< Mi dona vero? Non tende a farmi grossa? >disse mentre girò su se stesso
< Ma cara…qualsiasi cosa indossi ti rende più bella >
< Voi due siete…lasciamo perdere – Seob si avvicinò nella saletta dove vide Jun intento a controllare qualcosa nel cellulare, Kiki guardare la Tv e lui….Dong disteso con un volto sorridente sul divano – TU! – si avviò minaccioso verso il ragazzo che lo guardò con occhi socchiusi, stanchi per quella giornata piena di lavoro – HAI MANGIATO TUTTO LASCIANDOMI A STOMACO VUOTO! >
< Oh…aaah era tuo? – disse ridendo – Era tutto deliziosamente buonooo… > portandosi le mani sul ventre.
< MA…MA…MA… - facendo la faccia da cucciolo disperato – NON HAI RIMORSO PER QUELLO CHE HAI FATTO? >
< Per niente – continuando a ridere soddisfatto – farò sempre cucinare te e la dolce piccola Han >.
< LA PICCOLA DOLCE HANNAH D’ORA IN POI CUCINERA’ SOLO PER ME! >
< Vedremo – si alzò dal divano dirigendosi verso il corridoio – bene ragazzi, direi che è adesso di andare a dormire…nanna! >
< DOVE PENSI DI ANDARE!!! – cercò di fermalo, ma ormai era diretto per la sua stanza – Ed io adesso…cosa mangio – il suo stomaco cominciò a brontolare – Seob…avere molta fame >
Si sedette stanco ed affamato sul divano con aria triste, non aver potuto assaggiare la cena preparata con Han lo rattristava molto.
< Jun… - intervenì Kiki – Su forza…non far finta di non aver assistito a tutto ciò >.
< Uh… a cosa dovevo assistere? > disse senza distoglier lo sguardo dal cellulare.
< Al povero Seob affamato > rivolgendosi verso Seob
Jun alzò lo sguardo, osservò Seob agucchiato nel divano.
< AAAH! E va bene – si alzò dal divano dirigendosi verso la cucina – Solo perché mi fa tenerezza >.
Aprì il frigo prendendo qualcosa, si diresse verso il ragazzo che aveva lo sguardo verso il pavimento.
 
< Tieni, pulce >
Seob lentamente alzò il volto verso il contenitore di plastica che Jun gli porgeva.
< Che? >
< Lo tenevo da parte per domani, volevo mangiarlo da solo >.
Seob si alzò lentamente, prese il contenitore e aprendolo si accorse che era un po’ della cena che aveva preparato con Han, i suoi occhi s’illuminarono.
< So che non è molto, ma spero ti basti >
< MA…MA… - lo posò accanto al divano – TI ADOROOOOO JUUUUUN! > buttandosi fra le sue braccia
“ Oh, adesso questo qui chi lo schioda più! ” pensò Jun mentre Seob lo stringeva forte a se.
 
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< Elena > disse Han incontrando sua cugina davanti all’ingresso della CUBE.
< Ciao Han, devi dirmi qualcosa? >
< Sì. Oggi a pranzo vieni con me >
< Dove? >
< Siamo invitate a pranzo dai ragazzi…non far tardi >.
< Come? Dai B2ST? >
< Yes – disse facendo un sorriso – Adesso vado che mi aspettano. Ci vediamo per le dodici da loro. Cercherò di arrivare puntuale, a dopo >
< Che significa “cercherò”? >
Ma non ebbe modo di aver risposta che già sua cugina era entrata correndo verso l’edificio.
“ Siamo alle solite. – sbuffando – mi toccherà tornare con uno di loro, ho fatto già fatica a memorizzare la strada da casa fin qui, figuriamoci saper andare da loro… Uff! ”
Le ore passarono così velocemente per Elena che si era già fatto l’ora di pranzo. Sistemate le carpette nella scrivania, uscì dall’ufficio dirigendosi verso la palestra dove di solito i ragazzi si preparavano; con sua grande sorpresa in quell’aula non trovò nessuno, era completamente vuota.
“ Ma che fine hanno fatto tutti? – entrò dentro osservando la stanza vuota – Speravo di poter andare insieme a loro, invece mi toccherà aspettare Han o tentare di raggiungerli da sola…senza perdermi… ”

< Come mi aveva detto – disse una voce alle sue spalle – sei proprio qui. Sei diventata prevedibile ormai >
Si voltò, davanti all’ingresso della porta c’era Jun. Teneva il suo borsone sulla spalla destra mentre era appoggiato alla porta.
< Jun, che fai qui? >
< Mi ha chiamato tua cugina dicendomi di venirti a prendere >.
< Han? Ti ha detto che sarei stata qui? >
< Sì, ha detto di raggiungerti e accompagnarti fino a casa… >.
< Ma…io non avevo detto che ero qui >
< …Non ci arrivi? – disse avvicinandosi verso lei – Immaginando che non sai ancora orientarti bene, sapeva che saresti venuta qui con la speranza di trovarci per venirtene con noi… >
< Oh… - sorridendo – mi conosce così bene. Ma…come mai proprio te? >
< Ed io che ne so. Eravamo in sala canto oggi tutto il tempo quando prima di andarcene lei mi ha detto di raggiungerti qui… Quindi, ora possiamo andare >













Ciao :D

Come promesso... ECCO IL NUOVO CAPITOLO XD

Dopo tanta attesa, finalmente arriva una svolta nella storia di Han e Seob! Che ve ne pare? :3
Spero vi piaccia <3

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Capitolo 35
*** Ricordi - Via col piano... ***


< Vogliamo andare?>
Jun si diresse verso la porta aspettando che Elena andasse incontro, ma era rimasta li, ferma a guardarlo incredula.
Si chiese coma mai di tutti proprio lui Han avesse chiamato per venirla a prendere?
Perché più cercava di non pensarlo e più lo vedeva intorno a lei?
Non riusciva a spiegarselo, ma restava il fatto che ciò la rendeva felice.
< Mi spieghi che hai da ridere? > le chiese Jun invitandola ad uscire da quella stanza.
La ragazza si avvicinò, uscì, ma non rispose.
< Siamo solo noi? >
< Si, gli altri sono già nell’appartamento a preparar il pranzo. Ti crea disturbo? >
< No > rivolgendosi al ragazzo sorridendo.
Si allontanarono, l’uno di fianco all’altro.
< Seob – disse Han rimanendo in disparte, dietro la porta dell’ingresso della CUBE – il piano sta prendendo forma. Speriamo in bene >
< Perfetto! Ma non ti hanno visto, vero? >
< Nono, puoi star tranquillo >
< Ma non dovevi finir tardi? >
< Si, infatti sono uscita solo per 5 minuti dalla sala canto, ora rientro. Finirò credo fra una mezz’oretta >
< Va bene. Aspetterò te >
< A dopo. >

Han, dopo aver dato un’ultima occhiata ai due che si allontanarono chiacchierando, rientrò dentro la sua stanza di canto…doveva finir di provare le nuove canzoni. Per lei tutto quel mondo era nuovo: non avendo mai fatto lezioni di canto, se non con le poche lezioni che Seob le aveva fatto fare, era tutto difficile…e poi cantare mentre si balla non è da tutti e richiede un impegno, un lavoro con il respiro maggiore.
< Siamo tornati > disse Jun entrando in casa
< Ben tornati > rispose Seob avvicinandosi con indosso il grembiule.
Con quell’immagine sia Elena e sia Jun scappò un sogghigno.
< Che avete voi due da sorridere? Non avete mai visto un ragazzo vestito così? > disse mettendosi le mani nei fianchi
< Non è questo… > rispose trattenendo una risata Jun
< …ma vederti così – continuò Elena – non è da tutti i giorni >
< E allora? Mi dona! > disse mettendosi un’aria di superiorità
< Lasciamo perdere – disse Jun smettendo di ridere – di un po’, come mai cucini tu? >
< Gli altri non ci sono >
< COME? > esclamò esterrefatto Jun
< Hanno deciso di mangiare fuori… >
< E per quale ragione? >
< Indovina? Mi hanno visto metter questo grembiule e non vedendo Han se la sono filati. Che ingrati >
Jun si sedette nel divano, Elena rimase tra il salone e la cucina dove Seob riprese a cucinare.
< Quindi saremo noi quattro? > chiese Jun intento a prendere il telecomando accendendo la TV
< Beh… non direi >
< Sentiamo…che devi dirmi? >
< Han mi ha chiamato dicendo che non sarebbe venuta…aveva troppo lavoro da fare > naturalmente le cose non stavano realmente così…ma tutto era già stabilito nel piano.
< MA COME! – intervenne Elena – era stata proprio lei a dirmi che avremmo pranzato qui tutti insieme >
< Lo so, ma ha riferito questo… >
< Ma, allora tu stai cucinando solo per noi tre? >
< Ehm…in verità solo per voi due >

Elena rimase sorpresa da quell’affermazione, Seob stava cucinando solo per lei e…
< Fammi capire – disse Jun seduto nel divano rivolgendosi verso il ragazzo –Non è che per caso ci stai usando per una qualche cenata che vuoi fare ad Hannah? >
< Ma che ti salta in mente! > disse orrossendo
< Lo dico perché…cucinare così tante cose per solo due persone, beh porta a due spiegazioni. La prima te l’ho detta… >
< Ti ho già detto che non è per quel motivo >
< Allora devo desumere che si tratti di un vostro complotto? >
< EH? COMPLOTTO? > dissero in coro Elena e Seob.
< Non è che avete organizzato questa scenata per farmi rimaner solo con Elena? > chiese osservando Seob.
< Ma che ti salta in testa! – rispose Elena – Per quale ragione loro due avrebbero messo in atto questa scenata? >
< Lo so io… > affermò Jun senza distoglier lo sguardo dal ragazzo.
< Non è come dici tu! Diglielo anche tu Seob, digli che non avete organizzato niente…e poi per quale assurdo motivo dovrei rimanere a pranzo con te>
Nessuno parlò, i due si osservavano in silenzio mentre Elena cercava di spiegare che non era plausibile una simile affermazione.
< Ragazzi mi sono stancata di questo silenzio e giochi di sguardi! – Elena prese la borsa che aveva posato all’ingresso – Ho altro da fare. Voi appena uscite dall’edificio tornate a casa e vi rilassate, io no! Ho alcune cose che devo controllare e restare qui a guardarvi non fa che farmi perdere tempo, vi saluto >
< No, Elena. Resta! > Seob l’afferrò per il braccio prima che potesse aprir la porta.
< Rimanere a fare cosa? Siete rimasti ad osservarvi senza far niente… >
< Ti chiedo scusa… >
< Come? >
< Jun ha ragione – Il ragazzo li raggiunse vicino l’ingresso –c’è un motivo per cui ho voluto che rimaneste solo voi due >
< Sarebbe? > domandò Jun appoggiato nel muro con le braccia conserte.
< L’hai appena detto tu? >
< Complotto? >
< … >
< Allora ha ragione Jun? Avete fatto di proposito questa scenata? >
< Tsk! Che stupidi >
< Ma no… - disse Seob – Non si tratta di complotto. >
< Se non è complotto, vuoi dire… > disse Elena
< …SI! – disse arrossendo, inclinando la testa verso il basso – Voglio organizzare una cenetta romantica per Han…per fargli gli auguri per il suo ingresso…. >
Calò un silenzio prima che Elena parlasse.
< Per questo? Hai fatto tutto questo per lei?  - l’abbracciò, sotto lo stupore di entrambi…e sotto la gelosia di Jun – Ma quanto sei dolceeee! Perché non esistono più ragazzi come te! Quanto è fortunata mia cugina ad aver un ragazzo come te. >
< Eh eh eh! Ma ancora non stiamo insieme >
< No?! Ma sono sicura che presto lo sarete… AAAAAAH! Anche a me piacerebbe una simile cosa…una bella cena romantica preparata dalla persona che amo>
Jun osservava la scena, era un po’ irritato dal fatto che stava stringendo Seob…ma sentendo quell’affermazione qualcosa in lui gli fece pensare a qualche sorpresa da fargli…
“ Una sorpresa? – si ritrovò a pensare – Ma per qualche ragione dovrei far una cena per lei, quando ha Kiki. ”
Jun ritornò a sedersi nel divano, lasciando i due all’ingresso.

< Ti aiuterò >
< Come? >
< Ti darò una mano in cucina >
< Beh, ti ringrazio ma se mi aiuti non sarà più una cosa cucinata da me… >
< Oh be, è vero…ma ti prego lasciami far qualcosa! >
< E va bene, andiamo in cucina >
< Evviva! >
Entrarono nel salone per poi dirigersi davanti i fornelli, Jun osservò il volto felice di Elena…raggiante come adesso non l’aveva mai vista.
Per quasi tutto il tempo dei preparativi era rimasto seduto nel divano, girava i canali senza trovar niente che non lo facesse pensare a quello che stava facendo Elena di la in cucina…pensava solo a lei intenta a cucinare, a sbucciar le patate, a bollire la carne, a cuocer tutto dentro un tegame…il desiderio di vederla sotto quell’aspetto fu più forte di lui.
< Ahi! >
Di scatto si alzò nel sentir quella frase, dal divano corse davanti il lavello…vide Elena che teneva l’indice della mano destra sotto l’acqua.
< Va tutto bene? > chiese Seob
< Si tranquillo…è un piccolo taglio >
< Vedia… >
Non ebbe il tempo di toccar la mano, che subito Jun la prese e la controllò.
Quel gesto fece rimaner senza parole Elena e Seob, ma il ragazzo era proprio quello che si aspettava…tutto andava proprio come aveva progettato, tranne quel piccolo inconveniente.
< Vieni con me di la > disse infine Jun
< Come? >
< Vieni con me – prendendole la mano facendola camminar verso lui – nella mia stanza ho dei cerotti, dobbiamo medicarla >
< Questa piccola ferita non merita un cerotto >
Jun si voltò portando il suo indice tra i loro sguardi, fece pressione sulla feritae questo causò un piccola perdita. Dal dolore, Elena socchiuse gli occhi.
< Come vedi oltre a farti male, la ferita sanguina >
< Ma grazie scemo, l’hai stretta >
< Se era un piccolo taglio, tutto questo non sarebbe successo. Senza far storie, tu vieni con me >
Uscirono dalla cucina andando verso il corridoio che portava alle loro stanze. Seob rimase ad osservarlo facendo un piccolo sorriso.

To: Hannah
Le cose procedono più che bene…adesso si trovano nella stanza di Jun.

From: Hannah
o.O Come ci sono finiti nella stanza di Jun? Ma che stai combinando?

To: Hannah
Fidati di me, so quello che faccio.

From: Hannah

-.- Me lo auguro
 
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< Ahi…potresti far più piano? >
< Se smettessi di tremare…potrei mendicarlo senza farti male >
Elena osservava il suo dito mentre veniva curato da Jun, sentiva il tocco della sua mano così delicato mentre lo fasciava. Il fatto che tremava era a causa del bruciore che avvertiva per la piccola ferita.
< Come va la bruciatura? >
< Eh? Quale bruciatura? >
< Quella che ti sei fatta l’altra sera, ricordi? >
Elena rifletté un secondo, poi si ricordò: la sera in cui era rimasta a dormire nel tavolo della cucina tenendogli la mano.
Arrossì.
< Te lo sei ricordata, vedo >
< S-Si, ricordo. Comunque bene, come vedi è solo un po’ arrossata >
< Già. Di quella sera ricordo anche un piccolo particolare – disse rivolgendo lo sguardo all’altezza della ragazza – ricordo molto bene >
< CH-CHE PARTI-TICOLARE? > deglutì
< Ricordo perfettamente – disse avvicinandosi lentamente verso lei – di averti detto una cosa >
< EH? CO-O-OSA? >
< … - si fermò, guardò i suoi occhi. Infine si alzò dalla sedia e si avvinò nel letto sedendosi nella bordura – Ti avevo detto che non eri capace di badar a te stessa >
 In quel momento in cui aveva così vicino il suo volto, non riuscì a percepire alcun battito…era come in trans.
Si riprese dopo aver sentito l’ultima affermazione.
< Io so badar a me stessa >
< Davvero? – si sdraiò nel letto appoggiando il gomito su cuscino sorreggendo così la testa – e quel taglio cos’è >
< Sono cose che succedono >
< Con te troppe cose accadono per pura casualità… ma lo dici solo per non voler ammettere che sei sbadata, che non sai badar a te stessa. E meno male che avevi detto di voler cambiare… è questo il tuo modo di fare? >
< Ma perché…perché fai sempre in modo di litigar con me? >
< Non stiamo litigando >

< Si invece – si alzò dalla sedia, si diresse verso la porta – non fai che cercare pretesti per litigare. Prima sei gentile, mi aiuti, mi curi, mi ascolti, mi cerchi nel cuor della notte per le vie della città, mi copri con la coperta che ti avevo messo, e poi? …poi non fai che incolparmi…nel dirmi che non sono capace di far nulla da sola… - Jun era rimasto fermo ad ascoltarla, Elena si fermò davanti la porta – Mi spieghi perché lo fai? Perché ti comporti in questo modo? – era quasi in lacrime – Devo saperlo, devo capire se posso… >
< Se puoi cosa? > si alzò dirigendosi verso lei
< …Se posso sorreggermi su di te quando sentirò che da sola non sarei capace di andar avanti… >
< Perché io? …. Perché lo stai chiedendo proprio a me? > si fermò a qualche passo da lei.
Elena abbassò lo sguardo, chiuse gli occhi…
< Perché io e non qualcun altro… Se ricordo bene Ki-Kwang è il tuo ragazzo, o sbaglio? Perché non lo chiedi a lui? >
Dai suoi occhi chiusi caddero alcune lacrime proprio vicino ai suoi piedi, si morse il labbro inferiore, chiuse le mani in pugni, voltò leggermente la testa verso sinistra…
Era una bugia, era tutta una bugia…bastava dire solo questo, solo che non era vero niente, che era stata una sciocca bugia…se avrebbe avuto il coraggio di aprir bocca…se da quelle labbra chiuse sarebbero uscite quelle parole, adesso tutto si sarebbe risolto…lui l’avrebbe stretta…lui l’avrebbe perdonata…lui si sarebbe preso cura di lei…lui l’avrebbe resa felice…lui…
Ma non lo fece, indietreggiando via daaprì la porta della sua stanza in lacrime.
< Scusami >
Corse, corse via da quella situazione…corse via dall’unica persona che nel suo piccolo, nelle sue piccole azioni la rendeva felice.
< Elena? – disse Seob spostandosi dai fornelli quando la vide passare – ELENA! > urlò, ma la ragazza prese la borse e chiuse la porta dietro le sue spalle senza voltarsi.
Elena correva, neanche lei sapeva ben dove andare, ma voleva andare lontano.
Le domande che si poneva all’inizio avevano tutte una risposta.
Non poteva dimenticarsi di lui, come poteva…l’amava più di quanto avesse immaginato.
Ormai non poteva più nasconderlo, i suoi sentimenti si erano fatti evidenti anche sotto i suoi occhi…anche lei ormai si era resa conto di ciò che provava…lei che non capiva mai neppure se stessa, ora si ritrovava a piangere per quell’emozione così grande che era nata dentro di se, senza capire quando era successo.
< JUN! > urlò Seob andando verso la sua stanza.
Il ragazzo però era rimasto inerte, guardava quella porta aperta ripetendosi l’ultima frase di Elena: “ SCUSAMI ”.

< JUN! – Seob entrò – si può sapere che è successo? – Ma Jun non rispose – Parlami, rispondimi…non rimanere così senza dir una parola… Perché Elena era in lacrime? Perché ogni volta che vi lasciamo soli tu non fai che ferirla? >
< Io non la ferisco > disse con un filo di voce, quasi percepibile.
< Come? Ho sentito bene? Hai appena detto che non la ferisci? Ma allora perché piangeva? Cazzo Jun! Non fa che piangere con te, sfido qualsiasi persona a mettersi con un ragazzo che la fa soffrire >
< Ti ho detto che ti sbaglio…io non la ferisco >
< Allora quella ragazza che usciva da questa casa in lacrime non era Elena?  Jun… per una buona volta, mi spieghi perché? Perché la tratti così? >
< Io non la tratto in nessun modo…e lei…lei che mi manda in confusione >
< Perché? – ma non rispose. Seob si appoggiò con la schiena nel bordo della porta, sospirò – Un giorno o l’altro credo che uscirò pazzo con voi due. – lo guardò con le braccia conserte – Che fai…non la segui? >
Ma neanche a quella domanda rispose, pensava solo…si pensava solo al suo volto in lacrime, alla sua corsa, al fatto che non sapeva dove andare…era li, fuori chissà dove…
Qualcosa in lui scattò, si voltò verso il letto dove c’era il cellulare, lo prese. Cercò nei jeans le chiavi…
< Cercavi queste? > disse Seob tenendo le chiavi della macchina tra l’indice e il pollice della mano sinistra
Jun l’afferrò e corse via, inseguendola.
Non aveva la più pallida idea di dove fosse, ma era intenzionato a cercarla…doveva trovarla, doveva parlargli.
Voleva capire, c’erano troppe cose che non capiva…troppi perché lasciati in sospeso, era giunto il momento delle spiegazioni.

Entrò in macchina e cominciò a girare per la città, non sapeva dove iniziare...
 
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“ Sono solo una scema…una scema innamorata… ”
Era ferma su di un ponte, era affollato, c’era chi scendeva, chi saliva per andare sul bordo del fiume. Decise di scendere e camminar un po’.
Da quando era stata li, non aveva avuto occasione di passeggiare su quel punto, si accorse che sulla bordura del marciapiede c’erano alcuni lampioni che si sarebbero illuminati solo al calar della sera.
Si fermò ad osservare, alcune persone erano ferme, altre sedute su alcune piattaforme che facevano sia da grossi gradini e da decorazione; si sedette anche lei…dove poteva andare.
Quella città non riusciva ad impararsi tutte le vie, tutte le zone, tutti i quartieri…a mala pena aveva memorizzato la strada che la conduceva da casa sua al lavoro!
Ripensò a ciò che era successo, adesso non sapeva più come comportarsi…cosa dirgli non appena si sarebbero visti?
Si mise le mani sul volto, non riusciva a non pensar a niente.
D’un tratto il cellulare cominciò a vibrare: sul display si leggeva Seob.

< S-Seob? >
< Elena! Dove ti trovi? Jun è li con te? >
< No, veramente sono sola…ma perché? >
< Sola? E Jun? >
< Non era li con te? >
< No, è sceso per cercarti…ma allora ancora non ti ha trovato? Dimmi dove ti trovi >
“ Jun mi cerca? – la mano che teneva il cellulare le scivolò lentamente senza sentir più cose dicesse Seob – Lui mi sta cercando…ma perché? Perché ora è preoccupato? Perché prima mi ferisce o poi corre verso me? Non lo capisco…non capisco il suo carattere… ”
< Elena? Elena mi senti? >
< … Si, scusa >
< Ma che era successo? >
< Non preoccuparti, Seob…adesso devo andare >
< No, aspet… >
Non ebbe modo di rispondere che Elena riattaccò la chiamata e corse verso la rampa di scale…il suo cuore andava a mille, non riusciva a contenere i battuti.
Il suo unico pensiero era uno solo: Jun era li a cercarla.
Il problema era…dove?
Non aveva la minima idea di dove potesse esser, da dove iniziare a cercare. E se poi l’avesse trovato che le avrebbe detto?
In quel momento non ci pensò molto, la priorità era cercarlo.
Non c’erano posti specifici dove iniziare visto che non avevano mai avuto modo di poter uscire, le venne in mente una sola cosa.

From: JunHyung
Sono seduta in una panchina di una piazza. La stessa dove quella sera mi sei venuto a prendere con Seob… Sono qui….

Lesse il messaggio 5 volte prima di prendere coraggio e mandarlo. Fece un lungo respiro, si portò il cellulare nel petto e sollevò la testa verso l’alto.
Rimase nell’attesa di una qualche risposta, ma non vi fu; perse le speranze…credette che non sarebbe mai venuto a prenderla.
Passati 20 minuti dall’invio del messaggio, si arrese e si alzò.
“ Non verrà…sono passati diversi minuti… - sospirò – E poi per qualche motivo avrebbe dovuto venirmi a prendere? È vero, Seob aveva detto che mi stava cercando…ma se invece era solo un pretesto per fargli sapere dove fossi? Ma certo – cominciò a muoversi – tutto questo spiegher… ”
Si fermò, era incredula…
< Riesci a spostarti da casa per andare al lavoro a mala pena, e decidi di venire qui, a diversi isolati dall’appartamento? Dillo chiaramente che non vuoi più esser trovata >
Era Jun. Era li davanti ai suoi occhi increduli, sorpresi nel vederlo davanti a lei.
< Adesso che hai da guardarmi in quel modo? Come se avessi visto un fantasma?  >
< …Perché…perché non credevo venissi veramente >
< Scommetto che Seob ti ha informata che ti stavo cercando >
< S-Si >
< Tipico di lui…ecco spiegato il tuo messaggio >
< …perché… > pronunciò quasi bisbigliandole.
< Cosa? >
< Perché? > chiese un tono più marcato
< Cosa perché? >
< …mi cercavi >
Jun si mise la mani in tasca, si avvicinò alla ragazza.
< Dobbiamo parale >











CIAO!
Oggi sarò molto veloce.
Domani ho compito e devo finire di studiare çç

Passate un buon Week-End!

*scappa via*

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Capitolo 36
*** Ricordi - Parziali chiarimenti... Mi rendi confusa! ***


“ Dobbiamo parlare ”
Quelle parole risuonavano nella testa di Elena lasciandola incredula, senza parole: di cosa voleva parlare?
Era preoccupata, la tensione dentro di lei la stava assalendo…quasi cominciava a mancarle il respiro.
< Elena, seguimi… cerchiamo un posto più tranquillo dove parlare >
< Dove vorresti andare? >
< Non so >
< Possiamo metterci li infondo > disse indicando i gradini lungo il corso d’acqua
< Qui non va bene, dobbiamo stare soli >
Jun si diresse verso il parcheggio, mentre Elena rimase a guardarlo.
< Non rimanere li ferma, ti ho chiesto di seguirmi >
< Stavo solo pensando. >
< Fallo in macchina >
I due ragazzi così si diressero verso la macchina di Jun, quando furono al suo interno il ragazzo accese e partì senza una destinazione.
 
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Elena era pensierosa: non solo per quello che Jun avesse da dirle, ma anche sulla scelta del posto.
< A cosa pensi? > chiese Jun mentre attendeva che il semaforo diventasse verde
< Tante cose >
< Capito. Rientra anche il discorso mio? >
< Anche >
< Perché ti fa pensare? >
< Perché non so cosa devi dirmi >
< È molto semplice…. – si voltò a guardarla – perché vuoi che sia io a starti vicino? >
Rimase in silenzio, scattò il verde e Jun dovette pigiar l’acceleratore…
Teneva un mano salda al volante mentre con l’altra si toccava le labbra pensando a quel silenzio creatosi con la sua domanda.
< …Jun… >
< Uh? > non distolse lo sguardo, era intento a guidare
< …io non so spiegarti perché, ma…sento che fra noi vi è una sorta di legame, una forza che ci spinge ad avvicinarci… >
< Una forza dici? … - imbucò l’autostrada – Per te tutto questo dipende da questa “forza”? >
< Non so spiegartelo bene…ma ho cercato di allontanarti…di non vederti…di non pensarti, ma non ci sono riuscita >
< Perché? >
< Perché eri sempre li >
< No, ti ho chiesto perché mi volevi allontanare…che ti ho fatto! >
Rimase in silenzio, pensava a qualcosa che potesse servirle per spiegarsi.

< …Non facciamo altro che litigare… litighiamo su tutto… Quando ho avuto la possibilità di venir qui non sapendo ancora con quale gruppo avrei lavorato, ero così felice…il mio scopo era anche quello di poter vedere finalmente questa splendida città… Non ho intenzione di avere brutti ricordi >
< Quindi io sarei un brutto ricordo? >
< Certo che no! >
< Allora perché hai detto in quel modo >
< Ho solo detto che voglio solo ricordi felici >
< E con me non li hai? >
< … >
< Questo silenzio significa che non li… >
< Si…con te ho ricordi felici…anche se… >
< Anche se, cosa? >
< Anche se abbiamo iniziato questo strano rapporto in maniera del tutto sbagliata… >
< Rapporto strano?... >
< Non sei d’accordo? >
< No…non è strano, neanche complicato. >
< E cosa sarebbe? >
< Solo un rapporto… >
Jun accostò la macchina in un piazzale.
< Siamo arrivati >
< Come? > disse rivolgendo la sua attenzione fuori dal finestrino.
Scesero, il paesaggio era isolato, nessun’altra macchina, nessuna persona…erano solo loro due e un’immensa distesa di prato che portava poi ad un precipizio, davanti a loro s’intravedeva il mare.
< Ma…che posto è? >
< Siamo vicino la città di Ansan >
< Di chi?? >
< Ah, dimenticavo che non conosci molto bene la nostra nazione >
< Beh, scusami ma ho approfondito ciò che m’interessava maggiormente rispetto ad altre particolarità >
< Ho notato… >
< Tralasciamo questo punto… Perché siamo qui? >
< Per parlare >
< Allora parliamo >
Si trovarono l’uno difronte all’altro, soffiava un po’ di vento che faceva scuotere i capelli della ragazza.

< Te l’ho già posta prima di venir qui: Perché io! Voglio una risposta >
< … perché sei l’unico che riesce in qualche modo a capirmi, ad aiutarmi in modi strani… >
< Capirti ed aiutarti in modi strani? Non ti seguo >
< …. È complicato da spiegartelo >
< Tu prova…perché in questo momento sono confuso >
< Anch’io sono confusa… >
< Da cosa? >
< Da te! – altro silenzio. Si osservarono attentamente… - Tu non fai che crear confusione nei miei pensieri… >
< IO? Quella che mi crea problemi sei tu >
< Da quando ci siamo visti la prima volta non fai che scombussolarmi...All’inizio mi ero fatta un’idea sbagliata di te >
< Chissà perché ma l’avevo intuito… >
< Beh, scusa ma uno che ti vede per la prima volta e per sapere informazioni sulla cugina deve salire in camera tua…come pensi che avrei dovuto reagire? >
< AAAH! – sospirò – quella volta…quella sera che ci siamo incontrati… avevo bevuto. >
< Ma allora? Solo perché avevi bevuto un po’ di più rispetto ad altre volte dovrei giustificarti? >
< Non dico questo…ma cavoli – si voltò guardando l’orizzonte in direzione del mare – credevo fossi diversa >
< Che vuoi dire? >
< …Che non avresti giudicato le persone alla prima vista >
< Ma io non sono così >
< Lo sei…anche tu mi hai giudicato senza conoscermi. Solo perché in quell’occasione mi ero comportato in quella maniere, per te ho avuto l’etichetta di quello che si pavoneggia per la sua fama, che ottiene tutto quello che vuole solo per la popolarità… ma non è così! Per arrivare a dove sono adesso ho lottato per guadagnarmelo…e lo continuo a fare! Ho dei miei obbiettivi e sono intenti a realizzarli! >

< Anche per me non è stato di certo facile ottenere questa possibilità!  Da dove vengo io opportunità come questa capitano 1 su un 1000, e certe volte devi anche aver conoscenze per ottenerle…. Non è stato facile il mio percorso, e fin da quand’ero piccola non facevano altro che dirmi quanto non fossi portata a fare certe mansioni, di quanto fossi incapace, ed invece mi ritrovo qui… le persone non facevano altro che far sentenze senza sapere esattamente che persona ero, mi guardavano e mi hanno sempre selezionato… >
< Allora visto che ci sei passata, perché l’hai fatto con me? >
< Non ti ho giudicato, mi ha solo dato fastidio quel tuo modo… >
< No, non è stato solo li…perché hai continuato. Non mi davi modo di potermi avvicinare a te…mi respingevi, ogni contesto creavi una situazione di lite fra noi… quando entravo io nella stanza o in quel luogo, cambiavi espressione come a dire “Oh, eccolo” >
< Non facevo nessun espressione! Ti guardavo come facevo con gli altri. Non capisco perché dici questo. >
< Il tuo modo di fare, i tuoi atteggiamenti…erano diversi da quelli che facevi con le altre persone. Ti ricordi quella sera del mini concerto? Ti dissi che con un semplice bacio di Ki-Kwang ti imbarazzavi, mentre con me non facevi che stare in allerta, non so come se avessi creato un muro, una barriera per evitare che entrassi… >
< Barriera? Ti stai sbagliando… >
< Allora spiegami perché io vedo questo… vedo il tuo distacco nei miei confronti, questo tuo comportamento diverso… >
< Io non ho nessuno comportamento diverso, non ha creato nessun muro! Se tu eri freddo nei mie confronti perché vuoi far ricader la colpa su di me? >
< Il mio modo di comportarmi era ed è la conseguenza delle tue azioni >
< La cosa è reciproca, ma io non sono la persona che tu credi…non sono così come mi descrivi…Ma non hai voluto conoscermi >
< Sei tu quella che non ha permesso di farlo attaccandomi sempre >
< Non è vero. Più di una volta ti ho chiesto di avvicinarci…di poter chiarire e conoscerci, ma tu non l’hai voluto >
< Adesso sarebbero mie le colpe? >
< Chi si comportava freddo nei miei confronti? Chi mi irritava con battute? >
< Di certo non lo facevo di proposito. Non lo facevo per un puro divertimento. >
< Per me lo facevi e lo fai solo per puro divertimento >
< Si vede che proprio non mi conosci >
< Non mi dai la possibilità… >
< Sei tu che non vuoi, che non mi hai permesso di farlo… - la guardò negli occhi, osservò il suo viso…il vento le muoveva i lunghi capelli chiari, con i raggi del sole i suoi occhi divennero sul verde acqua… - è inutile continuare questa conversazione…non si va da nessuna parte. Non facciamo che ripetere sempre le stesse cose: è colpa mia…è colpa tua. >
< Prima mi porti qui per parlare, ed ora dici che è inutile? >
< Mi dispiace, ma con te è difficile poter parlare e chiarire… >
< Non è poi così difficile… - lo guardò – anch’io…voglio solo…delle spiegazioni >
Jun la guardava attentamente, la sua espressione era diventata seria…non faceva trapelar nessuna emozione.
< Che spiegazione vuoi? >
< Devo capire perché….perché prima mi aiuti e poi te ne vai via >
< Io non vado via >
< Si invece. Prima mi aiuti, mi stai accanto, mi sostieni…e poi ti allontani >
< Non mi allontano >
< Jun lo fai…e voglio una spiegazione… dimmi perché lo fai >
< Io non vado via…semplicemente… - si avvicinò – resto a guardati da lontano >
Si era avvicinato, Elena aveva il cuore che gli batteva forte senza poterlo controllare.

< Io resto in disparte a guardare ogni tua singola mossa, ogni tua espressione, ogni tuo comportamento…l’ho sempre fatto. >
< Perché? >
< … perché… >
Si fermò. Non aggiunse altro, solamente l’avvicinò abbracciandola sotto il suo stupore.
“ Mi chiedi perché sono sempre vicino a te? … di motivi te ne darei milioni, ma non servirebbero a nulla… a volte me lo chiedo anch’io… nonostante so che non potrei averti, nonostante tu appartenga ad un’altra persona, non riesco a fare a meno di starti vicina… ”
< …Jun… > disse Elena nel completo stupore di quel gesto.
< …non riesco a starti lontano… >
< Come? >
< La risposta alla tua domanda: non voglio, non posso starti lontano… Anche se so che c’è una persona a cui sei legata, non riesco a tenerti lontano da me…. Ho provato diverse volte, ma sono sempre tornato da te…sempre…ogni volta per offrirti il mio sostegno. Però…se questo ti crea disagio, posso… >
< No – Elena non fece finire il discorso del ragazzo, ricambiò il gesto appoggiando la testa sul suo petto – No…non voglio. >
< C-Cosa…cosa non vuoi >
< Non voglio che esci della mia vita, ti prego >
Jun strinse più forte la ragazza, fece un lieve sorriso.
< Non uscirò dalla tua vita >

“  Voglio  stare  con  te…
Voglio  amare  con  te…
Ti  dirò  una  cosa, ascolta…
Mi  avvicinerò  lentamente, sorriderò  per  te.
Baby  girl, oh  my  baby  girl, yeah!
Anche  se sembra  che  non  mi  piaccia, alla  fine  sorriderò.
Baby  girl, oh, lo so…che  mi  vuoi  anche  tu!
Bum bum, il  mio  cuore  inizia  a  battere  forte…continuo  a  pensare  a te!
Anche  se  non  dico  nulla, lo  sai  già!
È  a  causa  tua, girl…
Tu  non  lo  sai, girl…
Più  ti  guardo  ogni  giorno, più  voglio  vederti, perché  faccio  così?
Quello  che  chimi  amore, girl…io  non  lo  conosco.
Ora  che  lo so  lo  confesserò, la  mia  ragazza.
Tutto  ciò  che  devi  fare  è  stare  con  me  come  ora…
Oh  la  mia  ragazza  luminosa… ”            [ because of you ]
 
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Rimasero li, fermi, l’uno stretto all’altro accarezzati dal tiepido vento che soffiava leggero…un vento fresco.
Soli, senza che nessuno potesse interrompere quel liete silenzio…come se tramite quell’abbraccio fossero riusciti a comunicare i loro sentimenti.
< Torniamo indietro? > domandò Jun
< Possiamo rimanere ancora un altro po’? >
< Certo >
Elena si allontanò, si avvicinò alla macchina appoggiandosi al cofano, poco dopo fu raggiunta da Jun che si appoggiò al suo fianco.
< Come mai sei voluta rimanere? >
< Perché qui è bello…mi rilassa. Amo questi paesaggi, mi…mi trasmettono tranquillità. Sono i miglior posti dove riflettere >
< Già, anche a me piace osservare certi posti. >

Osservavano silenziosamente il paesaggio, erano passate 2 ore da quando erano usciti da casa lasciando Seob in cucina senza una spiegazione.
 
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< Sono a casa… Yo? >
Hannah era rientrata nell’appartamento dei ragazzi con il suo borsone. Non aveva più ricevuto notizie dal ragazzo ed iniziava a preoccuparsi.
< HAN! > dalla cucina Seob corse verso l’ingresso stringendo la ragazza che face cader il borsone ai suoi piedi.
< SE-SEOB…calmati, che è successo? >
< Elena…Jun…spariti! >
< Spariti??? Che vuoi dire? >
< Non si fanno sentire da 2 ore, ho provato a chiamarli diverse volte ma i loro cellulari sono irraggiungibili! >
< Ma…come, non erano nella stanza di Jun? >
Seob fece seder la ragazza in salotto spiegandogli ciò che era successo fino a dove aveva ottenuto notizie.
< Non ti posso lasciare solo un secondo che accadono certe cose – sbuffò Han distendendosi nel divano chiudendo gli occhi – Ed adesso che faremo? Se continuano a litigare per ogni cosa sarà meglio non farli incontrare… >
< Ma no! Dobbiamo trovare una soluzione. >
< Si e come? >
< Ho in mente una cosa >
< Cioè? >
< Li lasceremo per una giornata intera al luna park! >
Han lo guardò con perplessità, non credeva che un piano del genere avrebbe funzionato, ma…

< …E va bene. Anche se ho i miei dubbi, ti darò ascolto >
< Fantastico! Sai già gli impegni di Elena? >
< No, ma posso sempre chiedere >
< Perfetto. Jun in questi giorni è intento a scrivere la nuova canzone per lo spot, quindi i suoi impegni non richiedono molto tempo…l’ideale sarebbe un giorno della settimana dove non c’è molta confusione >
 < Lunedi?! >
< Tutto dipende da Elena >
< Vedrò di far in modo che lunedì non prenda impegni >
< Si ma… >
< Ma cosa? >
< Anche noi dovremmo esserci >
< COME? Per quale ragione? >
< Primo – disse avvicinando l’indice al suo naso – dovremmo andarci con loro senza far capire all’altro che si tratta di una uscita in 4. Secondo – avvicinando questa volta il medio – con una scusa li lasceremo soli! Terzo… - avvicinando l’anulare, sogghignando – sarà una scusa per uscire, non credi? >
Han guardò dapprima le dita, poi spostò lo sguardo verso il suo viso sorridente.
< Se tutto questo lo stai facendo per uno scopo personale…bastava solo chiedere >
< Beh…anche >
Si avvicinò al suo viso, Han poggiò una mano sul petto e il ragazzo mise una gamba tra le sue. Con quel gesto la ragazza deglutì.
< C-Che vuoi fare…? >
< Niente che tu non voglia. >
 











Ciao :D

Mi scuso se non rispondo alle recenzioni.
Non ho davvero il tempo çç

E mi scuso anche che pubblico un solo capitolo alla volta...
A causa di scuola e università abbiamo poco tempo per scrivere.

... E mi scuso ancora (in anticipo) perchè da maggio a giungo, penso, che non avrò il tempo materiale per aggiornare la storia a causa degli esami.

Scusate çç

Spero che la storia vi sia piaciuta!

PS: Se volete, vi do il mio contatto di FB così da poterci tenere in contatto e se volete qualche info sulla storia, potrete chiedere :3
        Basta un messaggio o una recenzione <3

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Capitolo 37
*** Ricordi - Conflitti e rivalità ***


< Ragazzi rientriamo? > propose Dong stanco di girar per la città
< Si, credo che ormai il pericolo sia scampato > affermò Doo guardando l’orologio
< Brrrr… mangiare ciò che ha cucinato Seob, se ci penso ho ancora i brividi > disse Dong stringendosi le spalle.
< Dai ragazzi, ma non credete di aver esagerato? - domando Hyun – quando l’altra sera ha cucinato con Hannah non vi siete lamentati >
< Ecco appunto. Hai detto bene – fece notare Dong – ha cucinato con Hannah, solo per questo era tutto buono! >
< Sei molto cattivo! >
I ragazzi stavano rientrando tutti nell’appartamento, Ki-Kwang sembrava molto pensieroso.
< Kiki? Che hai? > chiese Doo
< Come? >
< Sembri star sulle tue…problemi con Elena? >
< Nono, tranquillo Doo. Va tutto bene…solo un po’ di stanchezza >
< Se lo dici tu… >
Camminarono tra la gente che passava accanto senza notarli, oramai erano diventati dei veri esperti in camuffamenti per non farsi notare a causa della loro popolarità che di giorno in giorno aumentava sempre più. Non che questo gli dispiacesse, ma quel che a loro mancava era poter girare per strada senza esser assaliti dalla moltitudine delle fans.

< E siamo arrivati… - disse Dong stendendo verso l’alto le braccia per rilassar i muscoli in tensione. Osservò attentamente davanti l’ingresso – Ma ragazzi, che succede? >
< Che vorresti dire? > chiese Hyun
< Guardate li…quella macchina…quella persona…ma non è… Siwon? >
Tutti osservarono nella direzione data da Dong.
< Hai ragione – disse Doo – è lui. Ma che ci fa qui? >
< Non saprei…qualcuno di voi ha fatto qualcosa di strano? >
< Io no > dissero in coro Dong e Doo
< Se non siamo stati noi… - tutti si voltarono verso Kiki che era intento a guardare in basso nel marciapiede – Kiki! >
Nel sentir il suo nome, il ragazzo li osservò con sguardo interrogativo.
< Che avete da guardarmi in quel modo? >
< Sapresti dirci per qual motivo Siwon è davanti l’ingresso del nostro appartamento? >
< Che ne so! – poi rifletté un secondo  - vuoi vedere che è venuto… >
< Sai qualcosa? > domandò Hyun
< Forse è venuto per parlare con Jun >
< EEEEEH??? > affermarono in coro
< Salve >
I ragazzi si voltarono, Siwon era alle loro spalle.
< Scusate se vi disturbo ma ho urgente bisogno di parlare con uno di voi >
< Se cerchi Jun – disse Kiki – è sopra >
< Non cerco lui – disse mentre i ragazzi l’osservarono con sorpresa. Fece un mezzo sorriso – Voglio parlare con te…Ki-Kwang >
< Come? Con me? >
< Si. Hai un minuto? >
< Come mai? >
< Tu seguimi. >
Dapprima dubbioso, Kiki lo seguì mentre i ragazzi li osservarono salire nella macchina ed allontanarsi.
 < Qualcuno di voi…sa cosa sta succedendo? > domandò Doo

< Non abbiamo idea…ma – disse Hyun – ho come l’impressione che stia per succeder qualcosa di grosso…. >
 
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< Di cosa vorresti parlare? >
< Non te l’immagini? >
< Per domandartelo…direi di no >
< Fai il finto tonto?  - sorrise – e va ben… Si tratta di Elena >
< Di Elena? – ne fu sorpreso – Che vuoi da lei? >
< Semplicemente chiederti cosa provi >
< Non credo sono cose che ti riguardano >
< Oh, come siamo scontrosi – si fermò al rosso del semaforo. Lo guardò dritto negli occhi – Se non vorrai dirmelo, devo considerarti fuori >
< …Fuori sa cosa? >
< Da coloro che ritengo miei rivali >
< Non capisco >
< Ho osservato il tuo comportamento e quello di Jun in questi giorni >
< Non avevi niente di meglio da fare? > disse ironicamente Kiki
< Vi guardavo, ho notato che entrambi avete interesse per quella ragazza… >
< Con questo? >
< …Beh, anch’io nutro un certo interesse >
Ki-Kwang tese in muscoli.

< Non c’è bisogno di scaldarsi – osservando i muscoli intensione del ragazzo – Non ho intensione di giocar sporco con voi. Vedi…non credo che quei due stiano veramente insieme >
< Di cosa stai parlando? >
< Del fidanzamento che Jun mi ha detto…di star insieme ad Elena? >
< Come? >
< … - si voltò nel finestrino, osservo il semaforo – Jun ha affermato di star con lei, ma non credo sia vero. Perciò ho intenzione di portargliela via… -scattò il verde, inclinò leggermente lo sguardo verso Ki-Kwang inserendo la prima – A meno che lei non scelga te…Ki-Kwang! >
Siwon osservò solo per pochi secondi il suo volto nel completo stupore a quanto avesse affermato poco prima, distolse lo sguardo per concentrarsi sulla guida…anche se erano solo le 16, il traffico stava aumentando.
Per il resto del  percorso i due non apriron bocca, Kiki rifletteva sulle parole dette da Siwon: Jun aveva affermato di star con Elena, non c’era niente di strano…era questo ciò che voleva raggiungere, ma allora perché, si stava chiese, perché quel sentimento di…di odio verso quell’idea di vederli insieme?
Che gli stava succedendo? Che fosse nato qualcosa dentro senza rendersene conto?
“ No! No…è impossibile! Non può succeder proprio questo…non ora che sono quasi ad un passo da…. Ma quest’immagine, l’immagine di loro due…non posso accettarla… ”
La macchina si fermò, Siwon si voltò verso il ragazzo che era rimasto a pensare a ciò che era appena successo.
< Siamo arrivati >
< …Come? >
Ki-Kwang si voltò per osservare dal finestrino
< Siamo sotto il tuo appartamento. Ho fatto il giro dell’isolato, dovevo parlarti prima di iniziare la mia sfida. >
< La tua sfida?...Stai dicendo… >
< La conquista di Elena. Sei interessato? >
< Elena non è un trofeo da vincere >
< Lo so. Ma devo solo capire chi altro ha interesse nei suoi confronti >
< Lei è una mia amica! Non ti permetto di prenderti gioco dei suoi sentimenti >
Detto questo, Kiki scese della macchina allontanandosi in direzione dell’ingresso dell’edifico.
Anche Siwon scese, chiuse lo sportello si avvinò al cofano e incrociò le braccia.

“ Sono così curioso di scoprire come finirà questa storia. – si guardò la mano. La chiuse in un pugno, sorrise – Vi terrò d’occhi ogni secondo…tengo le redini della storia ”
 
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Si erano fatte le 5 del pomeriggio…era passata un’ora da quando erano sul quella distesa di terra, Elena era rimasta a guardare il lontananza il mare respirando la sua ebrezza, mentre Jun, dopo aver preso un quaderno dalla macchina, era intento a scrivere.
< Che fai? > chiese Elena accorgendosi di ciò che Jun stava facendo
< …Non vedi? Sto scrivendo… >
< Si ho visto…ma cosa scrivi… >
< Dei versi, chissà…potranno servire per comporre una canzone… >
< E te cammini sempre con un quaderno ed una penna? >
< Nella mia macchina non mancano mai, ne fogli ne penne… Bisogna sempre saper coglier il momento. >
< AAAH, capisco – si avvicino cercando di sbirciare - …potrei… >
< Ah no. Mi dispiace, non puoi leggere >
< Come! E perché? >
< Le mie opere vanno ascoltate, ciò che viene scritto nei bozzetti non li legge mai nessuno >
< Vuol dire che sarò la prima… >
< NO! – disse allontanando il quaderno dalla sua vista – dovrai aspettare che sia pronto >
< Uff – sbuffando – allora non saprò mai cosa hai scritto >
< Donna di poca fede! – rimase a guardarla mentre cominciò a prendersela con un misero sassolino tirando calci – E va bene. >
Si avvicinò porgendole il quaderno.

< Per questa volta farò uno strappo alla regola, puoi legger ciò che ho scritto… - Elena stava per iniziar a legger prendendolo in mano, quando Jun lo riprese – Ad una condizione >
< Cioè? >
< Non dovrai ridere se ti sembra sciocco >
Elena lo guardò, poi sorrise.
< Che hai da ridere? >
< Per ciò che hai detto >
< Che ho detto di così divertente? >
< Non riderò… Non riderò alle tue parole. – Jun le diede il quaderno. Lo prese in mano e cominciò a leggere – Sappi che io amo ciò che scrivi >
Quell’ultima frase lo colse di sorpresa. Aveva affermato che amava le sue canzoni, non credeva a ciò che aveva appena sentito. Quella ragazza sapeva scuoterlo mandandolo in confusione.
< Hai solo scritto questo? > disse riportandolo nel presente
< Per ora si… >
< Mi piace > sorrise.
< Mi fa piacere…che ti piace. Avevo pensato di utilizzarle per la canzone dello spot >
< Mmm…dovremmo deciderlo insieme al team. >
< Certo. >
< Hai anche in mente come sarà la base musicale? >
< Non è ben chiara, ho solo qualche idea. Ma non posso decider se non so in che circostanza sarà ambientata >
< Hai ragione, saprò tutto in questa settimana. Quindi puoi iniziare a preparati – si voltò a guardarlo – Bene. Non credi sia l’ora di rientrare? >
Jun guardò l’ora sul suo orologio.

< Sono le 5 passate…è meglio rientrare, ci vorrà circa un’ora per tornare a Seoul >
< Manchiamo da un paio d’ore, chissà perché nessuno ci ha cercato > disse Elena mettendosi l’indice della mano sinistra sulla guancia
< Avranno avuto altro da fare, credo >
< Ma, sarà… >
Salirono, Jun accese la macchina e partirono in direzione dell’autostrada. Questa volta Elena chiese di poter accendere la radio, almeno un po’ di musica l’avrebbe fatto di compagnia.
< Preferisci CD o la stazione radiofonica? > chiese mentre era intento a guidare
< Scegli tu, fa lo stesso >
< Mettiamo un po’ sulle stazioni radiofoniche, anche perché dei CD… > ma non finì il discorso
< …anche perché i CD, cosa? >
< Niente >
< Continua, che stavi dicendo? >
< Lasciamo perdere >
Accese la radio, si sintonizzò sulla prima stazione radio che trovò, stavano trasmettendo “ Oh Yeah” dei MBLAQ.
< Conosci questa canzone? > chiese Jun cercando di evitar il discorso
< Non funziona – disse seriamente Elena – Dimmi cosa non va con i tuoi CD! Dove li tieni. >
< Mi sono ricordato di non averli portati >
< Bugiardo. E va bene…comincerò a frugare >
< Non farlo, se non vuoi che ti lasci per strada >
< Fai pure…non funzionano le tue minacce > cominciò ad aprir e cercare in tutta la macchina.
< Ah no? Non hai paura di quello che potrei farti? >
< Certo che no! – riuscì a trovarne alcuni – Ma guarda, qui ne ho trovati 3…  >
< Non farlo! > disse irritato Jun mentre cercava di provar a toglierle dalle mani
< Non ti azzardare, tu devi pensare a guidare > uscì la lingua tenendo i CD vicini al petto
< Così non vale! Ok l’hai voluta tu…alla prima possibilità mi fermo lasciandoti qui >
< Non saresti capace… - osservò i CD, rimase sorpresa…infine rise – Ma come! >
< Ridi, tsk! Riderò poi io! >
< Ora capisco perché  non hai voluto che chiedessi dei CD. – non riusciva a smetter di ridere – Tieni solo quelli con le tue canzoni >
< E con questo? >
< Niente, niente > senza poter smettere di ridere
< Ok, ora smettila…cominci ad irritarmi >
< Scusami, ma non riesco a smettere… credevo avessi anche CD di altri gruppi…ma invece tieni solo quelle con le tue canzoni >
Fece una brusca manovra seguita da una frenata. Elena ne fu preoccupata.

< Hai smesso di ridere >
< C-CHE intenzioni hai? >
< Ora vedi >
Pigiò sull’acceleratore facendo slittar le ruote provocando fumo, la lancetta della velocità cominciò a salire sempre più rapidamente….70km/h…. 80km/h… 90km/h… Elena era terrorizzata… ora segnava 100km/h e non aveva intenzione di fermarsi, 110km/h...
Jun era fermo, osservava la strada dritto davanti a lui, non distoglieva la sua attenzione mentre Elena era ferma, immobile in silenzio nella sua posizione, aveva gli occhi rivolti un po’ sulla strada osservando con velocità le macchine che ad una ad una venivano superate e un po’ alla lancetta che adesso segnava i 130km/h.
Era tutta autostrada, in soli 35 minuti furono vicini all’aeroporto di Icheon, mancavano altri 30 minuti per ritrovarsi a Seoul, ma con quell’andamento ne sarebbero bastati solo una ventina per ritrovarsi anche nell’appartamento dei B2ST.
La preoccupazione di Elena non era tanto la tenuta in autostrada, ma nel rientro in città dove il traffico stava aumentando a causa del fine giornata.
Mancavano pochi chilometri e sarebbero usciti dall’autostrada.
< Po-potresti… potresti diminuire la velocità? > chiese quasi sussurrando
< Come? Non ho sentito >
< Potresti….andar più piano? > domando schiarendo la voce
< Perché? – distolse lo sguardo osservandola – Ti crea problemi se guido così? >
< Per favore, tieni gli occhi rivolti verso la strada – Jun sorrise, si rimise a guardar dritto tenendo le mani ferme sul volante. – E comunque io ci tengo alla mia vita >
< Vuoi dire che questa velocità ti fa paura? >
< Lo fai solo per vendicarti del mio comportamento? Se è questo ti chiedo scusa…ma adesso smetti di correre… >
Jun fece un mezzo sorriso, invece di diminuire, premette con vigore sull’acceleratore aumentando di velocità…adesso stavano procedendo a 180km/h.
Elena cominciò ad aver seriamente paura quando si accorse che la prossima uscita era quella che avrebbe preso Jun per rientrare nella città. Chiuse gli occhi. Non voleva assistere alla scena che Jun aveva in serbo per lei.

Accorgendosi della cosa, Jun cominciò a diminuire la sua velocità portandola nella norma.
< Puoi aprire gli occhi >
Lentamente, la ragazza li aprì. Si ritrovò in città, fra le vie che conosceva…fino a qualche minuto fa era in piena corsa in balia della furia di Jun, ora si trovava a girar per le via della città in tranquillità. Si rilassò, fece un lungo sospiro rilassando i nervi.
< Spero che ti sia servita da lezione – Elena inclinò la testa verso il ragazzo – Così sai che non scherzo! >
Arrivarono fin sotto l’appartamento della ragazza che quando scese, ne fu immensamente felice.
Si salutarono, Jun poteva leggere ancora sul suo volto un po’ di terrore…ne fu divertito.
< Stai ridendo delle mie sofferenze? > disse con tono irritata.
< Siamo alla pari >
< Ti sbagli! Mi ricorderò di non salire più in macchina con te! >
< Mica guido sempre così… >
< Invece si! Per me questo è il tuo modo di portare la macchina >
< Che fai, ricominci a giudicare senza sapere come stanno realmente le cose? > disse portandosi le mani nelle tasche della felpa.
< Oh, si hai ragione…mi dispiace >
Rimasero per un po’ in silenzio, Elena distogliendo la sguardo, mentre Jun aveva la sua attenzione si di lei.
< Sarà meglio che vada. Ci sentiamo >
Si voltò, lasciandola li davanti l’ingresso. Aprì lo sportello della macchina, stava per salire quando….
< …Non hai risposto alla mia domanda, alla fine… >
Fu colpa di sorpresa. Jun stava osservando la maniglia dello sportello della macchina, attendeva una sua risosta.
< Elena… Non hai risposto >
Lentamente distolse la sua attenzione sulla sua figura che era rimasta immobile a guardarlo li, ferma sull’ingresso davanti quel portone con le vetrate scure.
< …La mia domanda di oggi: perché vuoi che sia io a starti accanto? – tolse la mano nella maniglia, adesso era rivolto solo verso la ragazza – Io ti ho risposto alla tua domanda. Ti ho detto che non riesco a starti lontano…ma tu? Tu non hai risposto… - Elena era rimasta con le labbra semi aperte, non riusciva a trovar il coraggio di dirgli ciò che provava – Perché? Perché non mi rispondi… >
Si osservarono per qualche istante, infine Jun si arrese aprendo nuovamente  lo sportello della macchina, entro e se ne andò lasciandola li, senza riuscire ad ottenere la sua risposta.
Elena osservava quella macchina allontanarsi da lei, mentre nella sua testa si ripeteva quanto fosse stata sciocca, e rimpiangersi di non aver trovato il coraggio di aprire quella maledetta bocca e dirgli che voleva lui per la semplice ragione che…l’amava.

Per la prima volta era riuscita a dirsi a se stessa che era riuscita ad innamorarsi, ed accettare i sentimenti che provava verso Jun dopo la separazione da Daniel.
Riuscire a ricominciare ad amare dopo una storia che era stata importante  durata 3 anni, non le sembrava possibile…invece.
Era rimasta ad osservarlo fino a quando non vide più la macchina, i suoi occhi divennero lucidi, voleva mettersi a piangere…ma per cosa?
Per quale ragione piangere? Non sarebbe servito a niente, non avrebbero potuto risolvere quella situazione, non avrebbero detto al suo posto ciò che sentiva dentro. No, non serviva niente piangere.

Inclinò la testa verso il basso e lentamente prese le chiavi dalla borsa ed entrò salendo nel suo appartamento vuoto…vuoto come ciò che sentiva quando non era insieme a Jun.
 
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Correva verso la direzione del suo appartamento, nel sedile dove un attimo prima era seduta Elena adesso c’erano i 3 CD che aveva tirato fuori chissà dove. Entrò la macchina nel garage, mise l’allarme e si diresse verso l’ascensore che portava fin nell’ingresso dell’edificio.
< Ti aspettavo >
Fu colto di sorpresa, non si era accorto che una persona appoggiata al muro nell’ingresso l’attendeva.
< Chi sei? >
< Come chi sono – si avvicinò verso Jun – non mi hai riconosciuto? >
Era Siwon, rimasti li ad attenderlo.
< Che vuoi da me? >
< Devo solo dirti una cosa >
< Dilla, allora… >
< Prima ho parlato con Ki-Kwang. Ciò che ho detto a lui, dirò a te >
< Che c’entra Ki-Kwang >
< Per Elena – nel sentire il suo nome, Jun ne fu irritato – ti pongo la stessa domanda: che sentimenti hai verso quella ragazza >
< Non sono affari che ti interessano. Adesso va via… >
< Come siete suscettibili…  - si voltò di mezzo lato – Visto che non avete intenzione di dichiararvi … - voltò la testa verso lui - …lo farò io. >
< Tu non farai un bel niente >
< Vedremo! – si voltò dando le spalle uscendo dall’edificio – Te la porterò via, puoi stanne certo >
< Ti ho già detto che lei è mia >
Siwon si girò di schiena, sul suo volto si poté osservare un sorriso.

< …che la sfida abbia inizio… >
Detto questo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un mazzo di chiavi, aprì la macchina e se ne andò lasciando Jun  con i pugni stressi.
“ Siwon! Maledetto stronzo! Non ti permetterò di portarmela via! ”









BuonaSera!

Mi sto rendendo conto che, settimana dopo settimana, arrivata a questo punto, mi perdo di strada.
Non so più cosa scrivervi çç

Vedrò di inventarmi qualcosa çç

Scusate <3

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Capitolo 38
*** Ricordi - Giornata al Lotte World! ***


< Lunedi dici? >
< Si, hai impegni? >
< Non so, ma credo di no perché? >
< NYAAAA! Allora ritieniti impegnata >
< EH??? Perché? >
< Uscirai con me! È passata una settimana ormai da quando ho intrapreso questo cammino, voglio trascorrere un po’ di tempo conte…. Voglio andare al LOTTE WORLD! >
< Sarebbe? >
Elena era stata invitata a pranzare nel bar della CUBE da Hannah, per metter in atto lo stratagemma escogitato il giorno prima a casa di Seob. Ma la ragazza era allo scuro di ciò che era successo proprio ieri fra i due…e dell’entrata in scena di Siwon.
< Come che sarebbe!!!! È il luna park di Seoul, ed io voglio andarci con te! >
< Con me? – disse prendendo la bottiglia dell’acqua, sorseggiò un po’…infine aggiunse – Ne sei sicura? Non è che…con Seob è finita male? >
< CHE ASSURDITA’ VAI BLATERANDO!!!! – urlò con tono irritato. Notando gli sguardi rivolti verso loro, ritornò al tono moderato – Con Seob va tutto bene! >
< Allora coma mai spunti con quest’uscita? >
< Se non ti va di uscire con tua cugina dillo chiaramente >
< Sai che non è questo, è solo che… >
< Non c’è niente sotto! Solo una giornata da trascorrere insieme… preferibilmente con tranquillità >
< Ok – disse anche se con qualche dubbio – andremo al Luna Park >
< EVVIVA! > disse portandosi la mani sul viso sorridendo
< Sembri una bambina > affermò Elena osservandola così contenta.
 
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< Lunedi, dici? Seob sai benissimo che non ho molti impegni…sto aspettando notizie da Elena per la canzone da inserire nello spot, quindi sono libero… >
< Perfetto! Allora verrai con me >
< E dove? >
< Al Lotte World >
< Scordatelo > disse portando le bacchette sulle labbra
< E daiii! È da molto che non usciamo noi soli a divertirci >
< Spiegami per quale ragione proprio in quel luna park >
< Perché ho bisogno di rilassarmi e divertirmi… Cosa c’è di meglio se non li >
< Un centro benessere? >
< No! Voglio andare li – cominciando a fare i capricci come i bambini – Portami al luna park….portami al luna park! >
< Puoi andarci con altre persone… >
< Ma io voglio andarci con te… - si avvicinò cominciando a stuzzicarlo – Portami al lotte world… Portami al lotte world… Portami al lotte world… Portami al lotte world – quell’insistenza non fece che innervosir Jun. Non finiva mai di ripetere quelle parole – Portami al lotte world… Portami al lotte world… Port… >
< E VA BENE! TI PORTO A QUEL CAVOLO DI LUNA PARK! BASTA CHE NON RIPETI PIU’ QUELLA FRASE > disse infuriato sbattendo le bacchette sul tavolo
< SIIIIII! – Seob saltò addosso al ragazzo – Ti adoro Jun! >
Il ragazzo sbuffo, dovette arrendersi alla sua insistenza. Quando vuole Seob riesce ad esser molto persuasivo!
 
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Trascorse così il fine settimana nella normale routine di sempre, Elena indaffarata con le consegne di documenti e aggiornamenti del progetto, Hannah alle prese con la sua avventura, Seob e Jun con il solito lavoro di tutti i giorni.
Arrivò il giorno tanto atteso sia per Seob che per Hannah. Come stabilito in precedenza, ne Elena ne Jun erano a conoscenza che entrambi avrebbero trascorso un intero giorno insieme… da quella volta i due non ebbero modo di potersi incontrare se non per pochi istanti ma la ragazza aveva sempre evitato il contatto visivo.
Non sapeva come comportarsi, ne cosa dirgli…le mancava il coraggio di esprimere le sue emozioni.
< Han… siamo qui ferme da 10 minuti – disse Elena sistemandosi il berretto – Che intenzione hai? >
< Niente Elena >
Han osservava le persone che passavano di li, si erano messi d’accordo su ogni punto del piano: alle 9 davanti l’ingresso e con una scusa banale lasciarli soli… ma qualcosa nel piano era andato storto.
“ S-E-O-B! – si disse mentre con sguardo nervoso inquadrava ogni viso che incontrava – Avevamo un piano, e non l’hai rispettato…spera per te che il motivo per cui stai facendo questo sia sensato…altrimenti…altrimenti io!!! ”
< HANNAH! Allora? >
< Eheheh, arrivo arrivo >
Si misero in coda per prendere il biglietto ed entrar finalmente all’interno. Non aspettarono molto e quando furono dentro si ritrovarono in un grande spazio con negozi, pista di pattinaggio, decorazioni di varie piante e varie attrazioni.
Rimasero a bocca aperta, non credevano che esistesse un simile posto.
< OH –MIO-DIO – esclamò Elena mentre girava su se stessa – Han, credimi…mi sento in paradiso >
< Ah chi lo dici >
Non riuscivano a smettere di osservare tutto con grande stupore.
< Dove vogliamo andare per prima? > chiese Elena
< Non saprei…prendiamo una mappa guida e vediamo se ci sono giostre che possiamo fare >
< Ah, già dimenticavo che non sei fanatica delle montagne russe >
< Scusami tanto se mi mettono un po’ di terrore…e poi scusa te che soffri di vertigini com’è che ti piacciono? >
< Fattelo dire: sei un caso perso! >
< Dai non perdiamoci in chiacchere….entro questa sera li voglio provare tutti >
< Povera me! > disse Han sospirando.

Uscirono dall’edificio e si ritrovarono a passare dal tunnel illuminato da fari e nelle pareti aveva delle locandine con le foto delle attrazioni e spettacoli vari che erano messe a disposizione in quel periodo per i visitatori. Superato il tunnel camminarono e si ritrovarono in un ponte che passava sopra la strada ed era immerso da alberi che nascondevano un edificio.
< MA-MA…MA QUELLO?! >
< È UN CASTELLO > disse Han rimanendo ferma insieme a sua cugina nel costatare che il ponte collegava il resto dell’edifico su un isolotto dove avevano costruito un enorme castello bianco e azzurro con al lato sinistro una enorme scala che portava fin sopra il terrazzo.
Affianco del castello, altri edifici lo circondavano con varie attrazioni, spettacoli e ristoranti…
< Sto sognando…tutto questo mi sembra surreale > affermò Elena
< Fidati…è tutto vero! >
Passarono nel ponte osservandosi meravigliate da tutto quel splendore. Si trovarono così nell’isola davanti a quell’enorme castello.
< Adesso che facciamo? > chiese Elena mentre teneva la testa alta per ammirare l’altezza dell’edificio che era di fronte a loro
< Vediamo – prese la mappa ed osservò le indicazioni – Se andiamo a destra ci sono le giostre meno pericolose, c’è quella che piace tanto a me >
< Sarebbe? >
< La giostra con l’altalena >
< Ok, facciamo questa. Da che parte si va? >
< A destra… >
Elena cominciò ad inoltrarsi in mezzo alla folla senza rendersi conto che Han era rimasta indietro, qualcuno l’aveva fermata per un braccio.
 
< Finalmente ti ho trovata! >
Han si voltò, non aveva riconosciuto quella voce, ebbe paura. 
< Han, sono io – disse togliendosi il berretto e gli occhiali da sole – Seob! >
< Seob???!! – osservò attentamente il viso – ALLA BUON ORA! > disse costatando che sotto tutta quella mascheratura si nascondeva proprio lui.
< Scusa ma ho avuto un piccolo contrattempo >
< E cioè? >
< Jun si era addormentato ed io non avevo puntato la sveglia > disse mettendosi una mano dietro la nuca
< Ahhh! Non solo mia cugina, ma anche tu non scherzi mica – si osservò intorno – a proposito, dove? >
< Chi? >
< Jun! Dove l’hai lasciato? >
< Ah, ecco…lui si trova all’inizio…davanti la pista pattinaggio>
sbuffò infastidita dalla cosa.
< Credevo l’avessi perso… >
< Certo che no, Han! Sto seguendo il piano come avevamo progettato…adesso bisogna farli incontrare. Ma – disse osservandosi intorno – Elena dove l’hai lasciata >
< Lei sta andando in quella direzione – disse indicando il punto in cui la vide l’ultima volta – è diretta nelle giostre anche per bambini >
< … - rifletté prima di rispondere - …Ok>
< Cosa ok? >
< Ihihih > sorrise
< Perché adesso ridi?>
< Ho in mente una cosa >
< Dimmi >
Seob prese il cellulare 
< Stai a vedere >
 
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“ Maledetta pulce – parlò tra se Jun – prima mi costringi a venire qui e poi mi lasci solo! Piccola pulce questa me la paghi ”
Jun era rimasto all’inizio dentro il grande edificio di fronte la pista da pattinaggio, anche se di lunedì non c’era molta folla, avevano preso giuste precauzioni sistemandosi in modo da non farsi riconoscere…fino a quel punto era andato per il verso giusto…ma di Seob non aveva la più che minima idea di dove si trovasse e come per cambiare.
“ Mi allontano un attimo aveva detto… vatti a fidare di lui – si disse Jun stanco di aspettare -  Basta, ora lo chia.. ”
Proprio in quell’istante il suo cellulare suonò. 
< SEOB! Ti davo per disperso >
< Jun! Sono nelle giostre per i bambini, raggiungimi li. Devo chiudere…il cellulare è scarico >
< Seo... -  ma non ebbe modo di finir la sua frase che la chiamata si chiuse – Comincio ad infastidirmi – ricompose  il numero ma … - Ha il cellulare spento!!! QUELLA PULCE!!! LASCIA CHE TI TROVA! ”
 
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Elena vagava per il parco in cerca della giostra indicata dalla cugina, non si era resa conto però del piccolo particolare: Han era rimasta indietro con Seob.
< Han, credo di averla trovata – disse nel mentre si voltò alle sue spalle. – Han? Han?? >
Si osservò intorno, ma di sua cugina neanche l’ombra. Cominciò a preoccuparsi quando il suo cellulare squillò
< Elena? >
< HAAAN! Dove ti trovi? >
< Tranquilla sto bene… Sono rimasta ferma al punto di fronte il castello >
< Stai ferma li, vengo a prenderti >
< Elena!  - disse interrompendola Han – C’è solo un piccolo problema >
< Cioè? >
< La mia batteria del cellulare è scarica come farò a rintracciarti? >
< Come scarica???! E va bene…vorrà dire che ti aspetterò qui dove c’è la giostra >
< OK. >
La chiamata si chiuse. 
“ Ci mancava solo il cellulare scarico. Che giornata ”
La ragazza mise il cellulare nella tasca della felpa, cominciò ad osservarsi intorno…non sapeva da che parte sarebbe arrivata e non voleva correre il rischio di non trovarla visto il fatto che il cellulare aveva la batteria scarica.

< E con Elena siamo sistemate > disse Hannah chiudendo e spegnando il cellulare.
< Io ho appena finito di parlare con Jun, ho riferito di avviarsi verso la giostra… >
< Bene, adesso non resta che osservare cosa combinano >
Prese la mano del ragazzo e iniziò ad incamminarsi verso la direzione dell’incontro.
< Aspetta  > Seob la fermò avvicinandola verso se 
< Che succede? >
< Mi dispiace >
< Di cosa? Non capisco >
< Mi dispiace…ma il mio piano prevede un’altra cosa – la strinse per i fianchi – ma tu adesso vieni con me >
< EH??’!!! COSA??!!! >
< … - le sorrise - ….Sei la mia principessa, no?! – indicò il castello – per un giorno fingeremo che questo è il castello fatto costruire per te, mia dolce principessa >
< CH-CHE HAI IN MENTE >
< Come, non hai capito? – le diede un leggero bacio sulla fronte – Voglio stare con te, piccola Han… Voglio passare un’intera giornata con la mia principessa >
 
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Jun camminava disinvolto fra la gente in cerca di Seob, era giunto sul posto ma non lo vedeva.
< Pulce, dove ti sei cacciato! – si osservò, in lontananza vide, fra la folla, un cappello blu scuro – Ah, eccoti finalmente! >
Si diresse nella direzione della persona che indossava quel cappello, si fece spazio e afferrò la sua mano.
< Tu adesso vieni con me! >
Trainò il ragazzo verso un luogo meno affollato, se avrebbero scoperto che due dei B2ST erano li tutte le ragazzine non li avrebbero lasciati riposare. Il loro scopo era quello di riposarsi e divertirsi.
Si fermarono, con la forza, Jun fece avanzare il ragazzo davanti a lui.
< Si può sapere che ti è saltato in mente di lasciarmi li da solo ad aspe… > si fermò.
Osservò la persona che aveva davanti, non era un ragazzo. Dal cappello fuoriuscivano lunghi capelli castani, indossava abiti femminili e decisamente era poco più basso di Seob.
< Ma tu non sei… >
< Vorrei proprio saperlo anch’io…vorrei proprio sapere che ti è saltato in testa di trascinare così una persona! – alzò il volto per guardarlo dritto negli occhi – nessuno ti ha insegn… >
I due rimasero ad osservarsi.
< ELENA? >
< J-JUN? >

Erano increduli, si osservarono con sguardo stupefatto per l’accaduto.
< MA CHE CI FAI QUI? – si chiesero in coro. – ero qui con Seob… sono venuta con Han – continuarono a parlar insieme – Insomma, mi lasci parlare? > conclusero osservandosi infastiditi. 
< AAAH! Elena, per una buona volta, finiamola di discutere >
< Non ho intenzione di litigare! Anche perché sono venuta fin qui per rilassarmi >
< Stesso discorso vale anche per me >
< Ma – fece notare Elena –mi spieghi perché mi avresti trascinato qui? >
< Ti ho scambiato per Seob >
< TU CHE???? – esclamò la ragazza – PER TE IO SAREI UN RAGAZZO?? >
< Il caratteraccio l’hai, e poi in mezzo a quella folla ho notato che il cappello era simile a quello di Seob… >
< Sempre pronto ad offendere! >
< Non è colpa mia se indossi accessori maschili >
< Questo è per ragazze >
< Sarà… - osservò intorno – hai detto di essere venuta con Hannah >
< Si, mi starà aspettando… quindi adesso vado >
< Fossi in te non aspetterei >
< Perché? >
< Non hai ancora capito? >
< Sentiamo, che dovrei capire >
< Qui due…l’hanno fatto di proposito >
< Spiegati >
< Fammi indovinare: ti ha chiamato Hannah dicendoti che sarebbe venuta in questo posto ma che il cellulare era scarico >
< Come fai a saperlo – disse cominciando a preoccuparsi – Non dirmi che… >
< Anche Seob ha detto le stesse cose >
< No, non ci credo – Jun la guardò – Ci hanno usato! Ci hanno teso una trappola! Il loro scopo era un altro. >
< Ci sei arrivata >
< Che vorresti dire con quella frase! >
< No, niente….pensavo che era un concetto fin troppo complicato per te! >
< JUUUN! Mi fai innervosire quando fai così! Io so capirle le cose! – disse sbuffando – Non ci voleva molto a capire che volevano esser lasciati da soli! Hanno usato la scusa di venire qui con noi per non dar nell’occhio e alla prima occasione ci hanno dato appuntamento qui in modo che loro passassero un intero pomeriggio da soli… che romanticoni >
Il ragazzo osservo incredulo Elena, non aveva capito niente di ciò che realmente fosse accaduto. Si mise a ridere.

< Adesso che hai da ridere? >
< Niente, niente >
< No, ora me lo dici! >
< Davvero, non credevo fossi così… >
< Così come! > chiese ancora con l’espressione infastidita per quanto avesse detto prima.
< …così percettiva… > nel rispondere, rise nel vederla.
Si avvicinò dando un leggero tocco sulla fronte della ragazza, era davvero molto buffa.
“ …Sei così ingenua, non hai capito che l’hanno fatto di proposito lasciandoci soli?! Altro che cena romantica ed uscita per vedersi con me… Era tutto studiato, mi caro Seob… - disse mentre prese la mano di Elena che lo guardava incredula - …sono in debito con te ”
< Perché mi hai preso la mano? >
< Siamo venuto fin qui con l’inganno, ormai che ci siamo…divertiamoci >
Elena si lasciò trasportare da Jun, camminarono fra le persone con le loro mani strette l’una sull’altra…le sembrava quasi un sogno, per lei tutto questo era surreale…non poteva che esser un sogno.
Passare un’intera giornata con Jun in quel parco divertimenti, in completa serenità e senza che nessuno li interrompesse.
“ Si – si disse fra se – questo non può che esser un sogno ” abbassò il volto che nascondeva dal berretto, le sue guance arrossirono mentre strinse di più la sua mano.
A quel tocco, Jun la guardò con stupore. Addolcì lo sguardo, tornò a guardare dritto davanti a lui ricambiando la presa.
 
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Han e Seob si erano allontanati dai 2 ragazzi e dopo tanto tempo potevano passare qualche ora insieme. 
< Sai pattinare? >
Seob camminava tenendo un braccio intorno al fianco della ragazza.
< Ehm... Veramente... >
< Allora cercherò di essere un buon insegnante. Prometto che con i miei insegnamenti con cadrai mai >
< Può essere che mi butti a terra tanto per farmi prendere... > 
Hannah si fermò di colpo, si voltò verso YoSeob e l'abbracciò buttando gli le braccia al collo. Il ragazzo rimase sorpreso da questa azione ma non se lo fece dire due volte e ricambiò immediatamente il gesto della ragazza.
< Come mai questo gesto di affetto improvviso? >
< Ti dispiace? >
< No, per niente >
< Bene... Sono felice di essere con te in questo momento. >
Il ragazzo di allontanò di pochi centimetri e appoggiò le labbra su quelle della ragazza. Le dolci e morbide labbra a cui, ormai, pensava sempre. 
Dopo qualche secondo, tornarono a camminare, tenendosi mano nella mano come se fossero già una coppia.
Sulle labbra della ragazza, comparve un sorriso che la illuminava.
< Adoro quando sorridi, adoro i tuoi occhi che brillano quando sei felice. Adoro te. >
< Non diventare più sdolcinato di me! E' un mio compito... Guarda! La pista è tutta libera! >
Era quasi ora di pranzo e la pista era vuota, solo per loro due.
 
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Si recarono all’ingresso per prendere i pattini, li indossarono e per primo entro Seob.
< Avanti principessa, entra >
< Ma ho paura di cadere >
< Tieniti forte nelle mie mani, ti terrò io >
Timorosa, Hannah si fece coraggio. Entrò adagiando il piede sul ghiaccio, fin lì non ci furono problemi; avanzò per tenere le mani del ragazzo ma in un secondo si ritrovò fra le sue braccia: aveva perso l’equilibrio.
< Tutto bene, mia principessa? >
< S-Si, ma te l’avevo detto…non so pattinare >
< Ci sono io ad insegnartelo. >
Seob la strinse per i fianchi spingendosi in avanti, Han per la paura di cadere chiuse gli occhi stringendosi al ragazzo.
< Non avere paura – con un movimento veloce si posizionò alle spalle della ragazza – Segui i miei passi – si avvicinò alla sbarra lungo il recinto della pista – Per ora con la mano tieniti qui >
Hannah ascoltò i consiglio del ragazzo, sapeva pattinare ma non sul ghiaccio: era totalmente diverso.
Lentamente, Seob cercò di allontanarla dalla sbarra in modo da iniziare a pattinare al centro della pista.
< Ora cado... Cado... CADO! >
< Stai tranquilla! Non ti faccio cadere! >
Seob si trovava costretto a pattinare all'indietro perché teneva per le mani Hannah per mantenerla in equilibrio.
< Tieni gli occhi dritti davanti a te, non guardare mai in basso >
Gradualmente, il ragazzo lasciò le sue mani. Adesso Hannah stava iniziando a pattinare da sola.
< No no no no, Seob torna qui! Non lasciarmi >
Ma il ragazzo girava intorno alla ragazza, stava li ad ammirarla.
< Seob, ti prego…sto per cadere >
< Non lo farai… - notò come Han avesse iniziato a perdere il controllo, non si stava rendendo conto di andare a sbattere contro il recinto – Han! Stai attenta >
Mancava pochissimo, non riusciva a frenare era presa dal panico.
Si sentì tirare, poi una stretta forte, un calore, un rumore, il freddo.
Aprì gli occhi. Era fra le braccia di Seob distesi nel pavimento ghiacciato.

< SE-SEOB >
< Principessa, stai bene? >
< Io si, ma tu… >
< Mi rende felice sapere che stai bene. Mi hai fatto prendere un bello spavento sai?! >
< Mi dispiace >
Han era molto dispiaciuta, per colpa sua Seob aveva rischiato di farsi male. 
Si alzarono, per fortuna non era successo niente di grave.
Uscirono e si sedettero in una panchina li vicina. Non sapeva cosa dirgli ne come comportarsi.
< Hannah, come mai quell’espressione? Ripensi a ciò che è successo prima? >
Il suo viso s’inclino verso il basso, i suoi occhi divennero lucidi. 
Sentì qualcosa di caldo appoggiarsi sulla sua guancia: era la sua mano.
< Mia piccola principessa, non essere così triste. È stata colpa mia, ti ho lasciata da sola anche se ero consapevole del fatto che non avessi mai pattinato. – la strinse a se – Ti chiedo scusa, ti ho fatto preoccupare. D’ora in poi non ti lascerò mai più da sola, ti terrò stretta a me >
Quelle parole la colpirono, era lei che doveva scusarsi, invece Seob l’aveva appena chiesto scusa. 
< Abbiamo un intero pomeriggio tutto per noi – le prese le mani, la tirò su – sai…qui vicino c’è la giostra panoramica. Ti va di far un giro? >
Con sguardo triste, senza guardarlo in viso, inclinò la testa acconsentendo di andar a far un giorno.
< Perfetto. – le strinse la mano, si diressero fuori verso il castello. – Ah, un’ultima cosa – la fermò, alzò il suo volto e la baciò lasciandola senza parole – adesso sorridi >
 
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< Che vorresti fare? > chiese Jun mentre erano fermi a davanti alle diverse giostre
< Mmm – Elena osservava con perplessità, aveva il dito sulle labbra semiaperte – TUTTE! > esclamò infine sollevando le braccia verso l’alto sorridendo
< Non vorrei dirtelo, ma – rimase a guardarla – … sembri proprio una bambina >
< Non sono una bambina! >
< No! Uffa! Non posso farci niente…fin da piccola mi affascinavano le giostre, e continuano ad entusiasmarmi. Non c’è niente di strano in questo >
< Okok, come dici tu! – le si avvicinò all’orecchio – quale di queste vuoi far per prima…mia piccola bambina? > dopo aver pronunciato la domanda si spostò, aveva un leggero sorriso.
“ Ecco, ci siamo…sta per venir un infarto. – Elena era rimasta ad osservarlo, non riusciva a far altro….li come una tonta a guardarlo – Mi piace ogni giorno di più…come faccio a dirtelo! ”
< Allora? >
< ….E-Ehm. S-Si…ecco. – senza distoglier lo sguardo dal suo – iniziamo con quella > indicò una bancarella.
< Con quella? – disse mentre osservò ciò che aveva indicato, poi tornò a guardarla – Ne sei sicura? >
< Si, sicura >
< E va bene – la voltò – Ti sfido a giocare con me >
< Come??? Mi-Mi sfidi…. – si trovò davanti la bancarella - …e questo che sarebbe? >
< Come, l’hai scelto tu. – prese il fucile – Benissimo, ti sfido a colpire più mirini >
Aveva scelto un bancarella con premi, uno di quel giochi cui Elena non aveva mai voluto provare in quanto non erano nella sua portata.
< Eheheheh, io passo >
< Nono, hai voluto far questo. Ora giochi! >
< Ma non so neanche come impugnarla >
< Te lo spiego io >
Jun si avvicinò posizionandosi dietro le sue spalle, prese il fucile posizionandolo nelle sue mani spiegando la giusta posizione.
< Adesso prendi la mira e spara >
Era troppo tesa, non riusciva a rilassar i muscoli.

< Elena non essere così rigida – si avvicinò di più verso lei, aveva il suo viso accanto al suo. Posizionò le mani sulle sue – fai un respiro profondo… - Elena sospirò, chiuse gli occhi, rilasso le spalle - …adesso spara >
Senza capire come, premette il grilletto. Anche se non aveva preso niente, si sentì felice…quella sensazione di averlo così vicino…per lei era più di un premio.
< Beh, questa è stata la tua prima volta. Non restarci delusa >
< Prima ed ultima volta > rise Elena
< Adesso tocca a me >
Jun prese la pistola, osservò i bersagli che doveva colpire e iniziò a sparare. La ragazza lo guardava incredulo.
< Con questo fanno 30!  - disse posando la pistola ad aria compressa ne balcone – non li ho presi tutti, ma credo che 30 è un ottimo punteggio >
< Che regalo desidera? >
< Non so > disse Jun osservando i peluche messi ad esposizione 
< Facciamo scegliere alla sua ragazza? >
I due si osservarono, Elena divenne rossa in viso mentre Jun sorrise. 
< Certo – disse avvicinandola a se – quali ti piace di questi? >
Stupefatta…era rimasta stupefatta da quella sua reazione. Lo guardava con molto stupore.
< Allora? – Jun ricambiò lo sguardo – quale vuoi che ti prenda? >
Lentamente, Elena rivolse la vista sui premi che le venivano indicati. 
< Questo – indicò un piccolo peluche a forma di delfino – questo…mi piace questo >
< Il delfino? >
< Si > disse con voce intimidita
< Prendiamo il delfino >
Jun era divertito per quella scena, non l’aveva mai vista comportarsi in quel modo prima d’ora. Anche se non capiva, poco gli importava…voleva solo passare una tranquilla giornata in sua compagnia, e fino a quel punto ci stava riuscendo.
< Adesso quale proviamo? > chiese mentre si allontanarono  dalla bancarella
Ma Elena era intenta a guardar il suo peluche.
< Elena??? >
< S-Si? Che c’è? >
Rise, rideva…era proprio una bambina, si disse. Si chiese se davvero bastava così poco per renderla felice, se quel piccolo pupazzo riusciva a renderla così allegra e contenta.

< Che ho da farti ridere? >
< La tua espressione >
< Che ha? >
< È come quella dei bambini quando ricevono un regalo…sei molto buffa >
< Tu ami tutto…non c’è una cosa che non ami >
< Ho qualcosa che non amo >
< Sarebbe? >
< Perché oltre ad essere un bambina, sei anche testarda. >
Elena osservava Jun mentre sorrideva, vederlo così felice dopo quella volta che avevano parlato non le sembrava possibile. L’aveva lasciata sotto casa e non aveva avuto il coraggio per esprimergli i suoi sentimenti: quale occasione migliore se  non quella?
Si, si disse che era arrivato il momento, che quella era la volta buona…doveva parlargli. 
Si fece coraggio.
< Jun > disse stringendo i pugni.
< Si dimmi > si voltò a guardarla, aveva una strana espressione.
< Devo…devo dirti una cosa >
< Dimmi pure >
< Ecco… - cominciò a diventare rossa in viso. Jun la guardava stranito dalla cosa – Ecco… io…  >
La voce cominciò a diminuire, era imbarazzata per ciò che voleva dire… Non ci riuscì.
< Ho capito – disse Jun – devi andare in bagno? >
< MA NO! NON È QUESTO CHE DEVO DIRTI! > gridò mettendosi sulle punte
< E cosa – le si avvicinò al viso, questo fece sciogliere Elena che lo guardò intontita – Cosa devi dire? >
< E-Eh…De-Devo…U-Una…Io…Io…Io… >
Non riusciva a mettere due parole sensate di fila, averlo così vicino, osservandolo nel suo sguardo…era troppo, la mandava in confusione.
< Ahh! – si allontanò guardandosi intorno – Riuscirà a dirla entro fine giornata? – La sua attenzione fu catturata da una macchina per far foto – Nel mentre ci  pensi, vieni con me >
< Do-Dove mi stai por-portando? >
< Sh! Seguimi senza far domande >

Jun prese la mano della ragazza e la trascinò verso la macchinetta, quando giunsero li davanti Elena rimase sorpresa…che intenzione aveva Jun? 
< Rendiamo memorabile questa nostra uscita >
< Eh? > si voltò stupita a guardarlo
< Ci stiamo divertendo e – mostrando attorno – siamo anche soli…non credi sia un evento più unico che raro? >
Elena si mise a ridere, aveva ragione, per la prima volta da quando si erano conosciuti non avevano passato un momento come quella giornata: soli e si stavano anche divertendo senza litigare.
< Hai ragione – le prese la mano – dobbiamo ricordarlo in qualche modo > disse entrando dento la macchinetta.
Scattarono alcune foto, voleva ricordar quel momento: il primo momento senza litigare, senza scappare in lacrime, senza complicazioni…il momento che tanto aspettava, che voleva da un po’.
Un po’ di felicità finalmente ritrovato, dopo mesi aveva ritrovato il sorriso e la gioia di amare un’altra persona.
< Siamo venuti bene, non trovi? > chiese Jun osservandole
< Già, di solito odio farmi fare le foto…vengo sempre male > disse mentre le guardava con il ragazzo
< Ora come facciamo? >
< In che senso? >
< Chi le tiene? >
< Facciamo metà l’uno… Scegli quelle che ti piacciono, io terrò le altre >
< Devo scegliere io? >
< Si, scegli quelle che preferisci >
< Ok…se vuoi fare così…. – le guardò, una in particolare attirò la sua attenzione. – Scelgo questa >
< E poi? >
< Le altre tienile tu >
< Ma, avevamo detto di far metà >
< Mi basta tenermi questa >
< Ne sei sicuro? >
< Si…. Le altre puoi tenerle tu >

Elena non riusciva a capirlo, aveva solo scelto una foto e non capiva che avesse di così speciale… ma era felice, stringeva quelle foto a se come se fosse un tesoro.
< Elena >
< Si? >
< Che dovevi dirmi prima? >
Si fermò all’improvviso, quella domanda le fece ricordare quel che stava per dirgli…
< N-NI-NIENTE >
< Dai su, che dovevi dirmi? >
< Non era niente di che > cominciò a camminare cercando di deviare il discorso.
 
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Dopo una giornata impegnata fra il nascondersi da Elena e Jun e da diversi giochi, i ragazzi decisero di andare.
< ... >
< Tutto bene? Sei silenziona. >
< ... Voglio riprovare a pattinare. >
< Eh? Sei sicura? >
< Si. Mi sento pronta. >
< Va bene allora! Ultima attrazione: pista di pattinaggio! >
Ripresi i pattini, Seob iniziò subito a pattinare mentre Han, era un pò titubante.
< C'è la fai? >
< Si... Però stammi vicino. >
< Non mi allontano nemmeno di un centimentro. >
Han sapeva che poteva riuscirci. Serviva solo un pò più di coraggio... Che non aveva, ma l'avrebbe trovato.
Si allontanò dalla ringhiera e inizio a pattinare. Piano, passo dopo passo, e dopo qualche piccola perdita di equilibrio Han riuscì a pattinare per bene.
< Sto pattinando sul serio? DA SOLA? >
< Si! Principessa sei bravissima! >
< Grazie al mio maestro. >
< Modestamente... >
Entrambi risero e, dopo una piccola passeggiata, decisero di dirigervi verso la macchina.
 
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Terminò la giornata, Elena e Jun l’avevano trascorsa andando su ogni tipo di giostra mentre Seob e Han preferirono star nella pista da pattinaggio e rilassarsi un po’ scambiando qualche chiacchera sul nuovo lavoro che aveva intrapreso.
Era giunto il momento di ritornare ognuno nei propri appartanti.
< Dobbiamo aspettarli? > chiese Elena stringendo a se il peluche
< Non ho idea, non si sono fatti sentire per tutto il giorno… >
< Provo a chiamare Hannah – prese il cellulare, digitò il suo numero – niente, l’ha spento. Che sia davvero scarico? >
< Provo con Seob – compose il suo numero ma… - Anche il suo è spento. >
< Ed ora che facciamo? Sono già la 8 >
< Siete venute a piedi? >
< Certo, il suo agente aveva lavoro da sbrigare e non poteva lasciarci >

Si mise a ridacchiare.
< Perché ridi? >
< Quel Seob – disse a bassa voce – Andiamo. > prese la sua mano camminando verso l’uscita.
< Ma che fai… e Seob ed Hannah? >
< Non hai davvero capito? >
< Cosa dovrei capire? >
< Che avevano già progettato tutto… - erano quasi verso il parcheggio. Si avvicinò alla sua – Sali >
< Dobbiamo aspettarl… >
< Elena – guardandola sbuffando – ti accompagno a casa, sali. Seob aveva già tutto programmato. >
< Vuoi dire che… >
< Siamo venuti qui con due macchine. Mi sembrava strana la scusa che aveva preso per farmi venire fin qui con due macchine, ma ora capisco tutto. >
< Ma se volevano venire qui soli, perché far venire noi? >
< …sei un caso perso. Non capisci niente – Elena continuava a guardarlo sorpresa, non aveva la minima idea di quello che quel giorno era successo… salirono in macchina, Jun accese la macchina e partirono. Vide l’ora: le 20e30 – Hai fame? >
< Uh? … Bhe, mangerò qualcosa a casa >
< Capito, ti porto in un posto >
< Davvero, non c’è bisogno…a casa ho… >
< Ti piace il Ramen? >
< Oh…tantissimo >
< Benissimo. >
Jun accelerò, senza dire dove stava andando lasciando la povera Elena a fargli mille domande…ma senza risposte.
Infine giunsero davanti un ristorante giapponese.
< Jun… >
< AH AH…niente lamentele. Una giornata come questa – disse prendendola a braccetto – non poteva che concludersi in questa maniera. >















Ciao! :D

Oggi aggiorno prima visto che ho tempo :3

Che mi raccontate?
Come avrete notato, questo capitolo è mooolto più lungo degli altri ><

E non vi parlo di uno che abbiamo appena finito di scrivere D: 

Vi saluto <3
Bye!

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Capitolo 39
*** Ricordi - Partenza per Tokyo! ***


Era esterrefatta: una giornata trascorsa in tutta tranquillità ed adesso la stava portando a cena.
Che poteva chieder di più?
Era troppo perfetto…troppo per essere successo tutto per una semplice casualità.
< Prego signori, da questa parte >
Jun tolse la mano della ragazza posandola intorno alla sua vita, era un tocco leggero, quasi la sfiorava.
Giunsero al tavolo e si sedettero nel kotatsu.
< Ecco il MENU’. Prego fate pure le vostre ordinazioni >
Elena prese il cartoncino che le era stato gentilmente posto ma Jun la fermò.
< Ricordi – disse prendendole il menù – siamo qui per il Ramen > le sorrise.
Porse i due cartoncini del menù ordinando le due porzioni, quando rimasero soli Jun rimase a fissarla senza dir una parola.
Silenzio, Elena non sapeva come comportarsi. Quel silenzio la metteva in imbarazzo, per lei era una situazione che mai avrebbe pensato si realizzasse.
< Devi restar .. ancora li a fissarmi? > chiese con sguardo rivolto verso il basso per la troppa vergogna
< Ti crea disturbo? >
< Semplicemente mi metti in imbarazzo >
< Perché mai? >
< Sei li in silenzio a fissarmi, senza neanche un motivo > sollevò la testa rivolgendo lo sguardo su di lui
< Penso >
< A cosa? >
< Al tuo imbarazzo. – poggiò il gomito sul tavolo posando la testa sulla mano, inclinando leggermente il viso – Sei strana >
< Strana dici? E perché? >
< Fino a qualche giorno fa sembrava non potessi vedermi, mi attaccavi sempre, eri fredda, ed ora guardati…sei persino a cena con me… >

Intimidì maggiormente. Aveva ragione, come potergli controbattere;  qualcosa nel suo comportamento era cambiato, ma neanche lei sapeva dargli una spiegazione.
< C’è un altro motivo per cui ti ho portato qui >
< Quale sarebbe? > chiese incuriosita
< Fra due giorni avremo un Fan meeting in Giappone, a Tokyo… >
< Come mai me lo stai dicendo? >
< Vorresti venire con noi? >
Domanda diretta, la colse di sorpresa, non si sarebbe mai aspettata una simile richiesta soprattutto da parte sua.
< Mi piacerebbe, ma… >
< Niente ma: devi rispondere con si o…con un no >
< Il mio lavoro >
< Per due giorni non farà niente, e poi saresti anche sola… >
Non sapeva più cosa pensare, era così strano per lei tutto quel comportamento…come se fosse un altro ragazzo, come se lo Jun di prima non esistesse.
Si chiese se era per gentilezza o perché non voleva lasciarla qui sola, ma restava il fatto che un simile gesto la rese felice.
Arrivarono i loro piatti, cenarono nel completo silenzio…
Elena era imbarazzata per tutto, Jun se ne accorse e rideva sotto naso.
Finito, prima di andarsene Jun ordinò anche dei Takoyaky da portare via.
< E questi? > chiese Elena mentre erano intenti a dirigersi verso la macchina.
< Li hai mai mangiati? >
< Nono, non so neanche cosa sono >
< Apri la bocca – Elena arrossì – Dai su – ne prese uno e l’avvicinò alla sua bocca – Assaggia, sono buoni >
Timidamente, Elena aprì bocca. Era caldo ma anche morbido, dal sapore dolce. Lo gustò lentamente…
< MA È BUONISSIMO! >
< Te l’avevo detto >
< Ma non capisco cosa sono… >
< Sono polpettine il cui ingrediente principale è il polipo. Se verrai con me a Tokyo ti farò assaggiare altre specialità. >
Li avvicinò alla ragazza che ne prese un altro.

< Allora, ci verrai in Giappone? >
< Quindi è per questo che mi hai portato fin qui? >
< Anche, volevo cenare qui… - si accorse dell’ora ormai tarda – Nel mentre che pensi alla risposta da darmi, ti riaccompagno a casa >
Salirono in auto, Elena era indecisa: non era tutti i giorni una simile proposta, ma doveva anche pensare che era li per lavoro e non per divertirsi…aveva già preso troppe scuse per divertirsi e non mancava molto per il lancio della pubblicità.
Che doveva fare: partire o restare li? Alla fine erano solo due giorni, ma il lavoro…
< Elena, siamo arrivati >
Quelle parole la riportarono alla realtà, aveva pensato molto ma non sapeva cosa rispondergli.
< Stavi pensando alla mia domanda? >
< Si…e che…con il lavoro, non vorrei farmi passare per una che è venuta fin qui per divertirsi e non lavorare… >
< Perché mai dovremmo pensarlo, finora hai fatto un ottimo lavoro…e poi state aspettando me con la musica >
< In effet…ehi, ma è vero! A che punto sei? >
< Mmm… - le si avvicinò al viso – se ti dicessi che è pronto ma te la darò solo se vieni con me in Giappone, che faresti? >
Domanda a trabocchetto, la voleva metter con le spalle al muro.
< Non ci casco, prima o poi dovrai consegnarla >
< Potrei anche farlo il mese prossimo, alla prossima riunione… Invece se vieni con me, potrei anche consegnartela domani stesso >
< Chi mi dice che è pronta >
< Vuoi una prova? >
< Si >
Jun si spostò, cercò nel cruscotto il suo quaderno, l’aprì e lo passò alla ragazza.
< Ecco >
< Ma…questo… > lesse le prime righe, erano proprio le stesse frasi di quella volta che erano in quel posto.
< So che ti avevo detto che mi sarebbe servita la scenografia e tutto il resto, ma – prese un CD – ho anche pronta la base musicale >
< Di già? >
< Che credi, non sono un nulla facente. È il mio lavoro – schiacciò l’occhiolino mentre premette il pulsante PLAY – Ascolta, dimmi come ti sembra >
La musica partì: dolce ma anche malinconica.
Era diversa dalle solite canzoni che componevano, non sapeva spiegarsi il motivo ma…sembrava esser stata scritta per lei.
Lesse alcune delle frasi scritte nel quaderno, cercò di intonarle al ritmo.

Vorrei  rivedere il  tuo  sorriso,
quel  sorriso  che  m’illuminava  le  giornate  piene  di  malinconia.
Vorrei  che  il  tuo   sguardo  si  posasse  solo  sul  mio,
che  guardassero  solo  i  miei.
Vorrei  poterti  stringere a me…
Ma  sei  sparita  dalla  mia  vita, da  me
Sei  diventata  un  sogno
Perciò…ritorna…

< Come mai così silenziosa? – Elena si voltò a guardarlo – Da quando ho messo questa musica sembri giù, per caso non ti piace? >
< Oh, no no. Mi piace molto >
< Però? >
< Senza però > le sorrise.
< Ne sei sicura? Possiamo sempre cambiarla >
< No, è perfetta così com’è >
< Allora… verrai a Tokyo?! >
< Beh…ci dovrò pensare >
< Non puoi >
< Come no! >
< In realtà… - prese una busta che aveva messo dentro il cruscotto – questa è per te >
Elena la prese, l’aprì e con grande stupore estrasse un biglietto: partenza per Tokyo il 15 settembre dall’aeroporto di Icheon alle 11.
< Ma…che significa tutto questo? >
< Speravo dicessi subito di si… Abbiamo fatto, o meglio Han e Seob hanno fatto il biglietto non appena fu trapelata la notizia >
< EEEEH???’ SEOB E HAN HANNO FATTO QUESTO? – ne rimase meravigliata – ma perché? >
Osservava quel biglietto riflettendo sul perché di questo mentre Jun la guardava nella semidisperazione di trovarla non solo buffa, non solo bambina…ma anche ottusa nel capire le cose.
< Allora non mi resta altra scelta > disse rivolgendosi verso il ragazzo
< A meno che tu non voglia fargli un dispetto e non venirci, beh…si, non ti resta che venire >
< Pur se mi dispiaccia lasciar il lavoro – lo disse sorridendo – sono felice di partire con voi >
< … - un batticuore, una sensazione di  trepidazione lo pervase prima di ricambiare il sorriso e rispondere – Anch’io…anch’io sono felice che vieni con noi >

Elena osservò il biglietto che aveva fra le mani, tra meno di due giorni sarebbe partita per Tokyo.
 
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Erano già le  10 di sera, Han e Seob si trovavano sotto il dormitorio della ragazza. La serata si stava concludendo presto perchè il ragazzo doveva iniziare a sistemare la valiga per il viaggio.
< Ti sei divertita? > Seob le teneva la mano e la guardava negli occhi.
< Si... - Tratteneva a stento una risata ma alla fine scoppiò a ridere - E finalmente so pattinare!  >
< Sei stata bravissima! Tranne per qualche urlo di troppo per paura di cadere >
< Dettagli che possono essere trascurati. >
< Certo... E la caduta? >
< Mi sento ancora in colpa! >
< Ehi! Io scherzo - Seob rise e poi si concentro sul sorriso di Hannah - Stasera il tuo sorriso è più bello del solito. >
< Grazie... - Arrossì - Era tanto tempo che non passavo una serata così bella... >
< Sono felice che ti sia divertita... >
YoSeob poggiò la mano libera sulla guancia della ragazza e avvicinò il viso al suo.

< Non ti preoccupi se Yurim e Ai ci possano vedere? Ogni tanto scendono a quest'ora per incontrare qualche amico... >
< Tanto non mi riconoscono >
Hannah non ebbe il tempo di ribattere che Seob poggiò le labbra sulle sue.
Un bacio dolce e veloce. Giusto per zittirla.
< La smetti di preoccuparti? Non succederà niente... >
< Ok... Quando ci rivedremo? Intendo, prima che tu parta. >
< Domani a pranzo con gli altri. >
< Solo? Speravo di poter stare almeno 20 minuti da sola con te... >
< Sai che sto via solo per 3 giorni, no? >
< Si... Ma appena torni ci sarà il debutto. E dobremmo stare lontani per più di 3 giorni. Speravo di poterti salutare come si deve... Giovedì mattina sono libera. Non potresti fare un salto qua? >
< Non ci sono le ragazze? >
< Se tu mi dici che vieni, non ti devi assolutamente preoccupare. >
< Va bene. Ma non potrò stare molto. >
< A questo punto, mi bastano anche pochi minuti. Basta che li passi con te... >
< Va bene. - Seob gli rivolse un sorriso. Non gli dispiaceva per niente quella proposta - Principessa devo andare. Devo iniziare a preparare la valigia. >
< Va bene. Allora, Buona Notte >
< Buona Notte principessa... >

Un ultimo bacio, dolce, delicato ma, per come pensava Hannah, un bacio come si deve. Dopo nemmeno 5 minuti Hannah era già a casa. Doveva aspettare solo 1 giorno per un altro bacio.
 
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Il giorno seguente tutto era ritornato nella routine di sempre: Han era impegnata con le prove per il suo imminente debutto, i ragazzi erano impegnati nei vari lavori che gli erano stati assegnati, alle presentazioni nelle trasmissioni televisive ed anche alla radio, mentre sia Jun che Elena presentarono il brano per lo spot.
Fu apprezzato da tutta la commissione, non restavano che gli ultimi preparativi e solo di girar i mini spot.
La giornata trascorse così velocemente che finalmente era arrivata la sera, mancava solo un giorno alla partenza ed Elena non aveva ancora preparato le valige!
Come al solito lasciò i preparatiti all’ultimo giorno, quella era stata una giornata ricca di tensione per far approvare il brano composto da Jun, fortunatamente accolto con entusiasmo.
Cercò di rilassarsi riempendo la vasca, non c’è niente di più rilassante di un bel bagno caldo a fine giornata.
Aspettò che la vasca fu riempita, prese il bagnoschiuma rigorosamente alla vaniglia, ne versò un po’ nella vasca: adorava far il bagno con la schiuma, la rilassava del tutto.
Si spogliò ed entrò in vasca.
“ E finalmente anche oggi è finita. Domani ho da prepararmi le valige…non so neanche cosa portarmi. Bah, non voglio pensarci per ora – s’immerse coprendosi del tutto con la schiuma – Che buon profumo…amo la vaniglia – quella frase appena detta le fece ricordare di Jun, rise – Se mi avesse sentito, mi avrebbe ripreso dicendo VISTO, TU AMI TUTTO! – rideva – ma non posso farci niente se ho più cose che amo rispetto a quelle che odio – poi ricordò un particolare – Ma a proposito… chissà che hanno fatto Han e Seob. Sono letteralmente scomparsi quei due. Dovrò chiamare Han! Ho delle cose da chiedere ”
 Elena ripensò al bellissimo pomeriggio trascorso con Jun, non si era divertita mai come ieri.

“ Vero, è stato solamente ieri. Ma ho come l’impressione che sia trascorso più tempo…sarà perché…perché sento la sua mancanza già nell’istante in cui lo saluto? Che mi piaccia così tanto? ”
Trascorse il resto del tempo a riflettere, il suo comportamento era del tutto cambiato, non era più chiusa con lui, ma adesso riusciva anche a sorridergli più spesso.
“ Che avesse ragione proprio lui? Che ero chiusa in me senza permettergli di avvicinarsi? E se si…perché lo facevo? ”
Uscì dalla vasca, era rimasta fin troppo che l’acqua ormai si era raffreddata, si tolse la schiuma che era rimasta sul corpo. Asciugò i capelli e, dopo essersi messa il pigiama, si sdraiò nel letto. Aveva ancora in testa il discorso di prima.
Era strano per lei tutto quello che aveva detto Jun, non aveva mai notato quel suo atteggiamento.
Si comportava di conseguenza alle sue azioni.
“ Che in realtà è  Jun quello ad esser cambiato? – disse girandosi e posizionandosi sul fianco destro socchiudendo gli occhi – All’inizio mi sembrava un tipo solitario, scontroso…aveva qualcosa nel suo sguardo che mi faceva un po’ di paura, ma se lo guardo adesso…il suo sguardo e più dolce, è sempre preoccupato per me. I suoi sentimenti non sono cambiati, sono rimasti sempre gli stessi… è questo quello che mi ha sempre ripetuto Kiki… Già Kiki…che tutto questo è successo perché mi sono avvicinata a lui? ”
Proprio mentre Elena stava riflettendo su tutto quello che gli era successo negli ultimi giorni, il suo cellulare cominciò a squillare.

< Pronto? >
< Ciao Ely, sono Han… che fai? >
< Ciao Han, stavo pensando proprio a te >
< A che proposito? >
< Ieri…che fine hai fatto? Non ci vediamo quasi mai, mi chiedi di uscire e poi? Vengo a scoprire che invece ti organizzi con Seob? >
< Nyaaaa, Ely…se sapevo che eri così infuriata non ti chiamavo…ed io che volevo chiederti come avevi passato la giornata con Jun >
< E perché mai volevi saperlo? >
< Ehm, così curiosità…allora? >
< Solo se poi rispondi alla mia domanda di prima >
< Ok ok…allora? >
< Tutto bene, siamo stati un po’ in giro e ci siamo diverti…poi la sera mi ha portato a mangiar fuori >
< NYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA A CENA FUORI???? >
< Han, non gridare – disse spostando l’orecchio dal cellulare – non pensare come al  tuo solito – riportò il cellulare all’orecchio – è stata una normale cena tra amici >
< Si si, certo…tra amici >
< Ehi, non iniziare…bene adesso dimmi…rispondi alla domanda >
< Oh beh, ti chiedo scusa per averti trascinato in quella situazione…ma sai, essendo molto conosciuto non volevamo creare scandalo >
< Mmm, va bene…anche se non mi convince >
< Perché? >
< Ogni volta mi fai uscire con Jun… >
< Primo perché tra Seob e lui c’è molta complicità, e secondo...non far finta che tutto questo ti dispiccia >
Rimasero a ridere per un po’, era da molto che entrambe non passavano un po’ di tempo a parlare e scherzar tra di loro, da quando Han aveva intrapreso questa carriera di cantante era super impegnata.

< Comunque…ti è piacito il regalo?? > domandò Han.
< Che regalo? >
< Come, il viaggiò per andare a Tokyo >
< Oh, sisi moltissimo…ma anzi volevo domandartelo. Come mai hai voluto farmi questo regalo? >
< Semplice… per ringraziarmi di avermi fatto venire qui a Seoul, di avermi fatto conoscere i B2ST  e con loro Seob…e per concludere: aver potuto così realizzare il mio sogno! >
< Ma lo sai che l’ho fatto perché era il nostro sogno quello di venire fin qui. Non C’era bisogno di ringraziarmi >
< Invece si e poi…almeno così ti sentirai meno sol. Io sono sempre impegnata con le prove, non ho molto tempo da dedicarti. >
< Non preoccuparti, pensa solo a mettercela tutta per il debutto >
< Ovviamente e te…quando sarai a Tokyo… mi terrai informata su tutto >
< Certo! Ti terrò d’occhio Seob >
< Ma non intendevo questo >
< Ah no…e cosa? >
< Niente, niente >
< Boh, sei strana >
< Lasciamo perdere. Come sei messa con le valige? >
< A niente, farò tutto domani quando rientro dal lavoro. >
< MA COME DOMANI! PARTI TRA UN GIORNO E NON HAI NIENTE DI PRONTO? >
< Non so cosa portarmi, non so se farà freddo, se invece farà caldo… >
< Sei la solita! Senza qualcuno che ti dia una mano combini solo danno! Se vedi le previsioni su internet saprai cosa portati >
< Ma io non ci faccio affidamento …Basta ho deciso! Mi porto la qualsiasi! >
< CHE COSA??? Sei impazzita? >
< Per ogni evenienza sarà pronta! >
< Sei un caso perso, fattelo dire cugina >
< Sarò pur un caso perso ma almeno sarò pronta per qualsiasi tipo di clima incontrerò! >
< Mi dispiace per i ragazzi che ti dovranno sopportare per tre interi giorni >
< Almeno non si annoieranno! >
< No ma torneranno distrutti! Peggio di un concerto! Li compatisco >
< HAN! Non sono così terribile! – la cugina rise – Porterò lo stretto necessario >
< Lo stretto necessario? Promemoria per me: mai, mai e poi mai ti chiederò di far un viaggio insieme >
< Devo rammentarti che questo, all’inizio, era partito come un viaggio insieme >
< Ma infatti ho detto che da parte mia non avrai inviti >
< Ti odio sempre di più >
< Ed io ti voglio sempre più bene. Adesso devo chiudere, si è fatto tardi. Ci vediamo domani al solito orario così ci salutiamo  >
< AH AH AH AH AH diventi sempre più simpatica. Ci vediamo domani allora. Notte >
< Ok. Notte >
Terminata la chiamata, Elena  si tirò su, spostò le coperte puntò la sveglia e si sdraio nel letto.

Chiuse gli occhi, mancava un solo giorno e avrebbe preso l’aereo per Tokyo.
 
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Ora di pranzo, tutti si trovarono al solito tavolo nel solito locale. Han era un po’ giù di morale.
< Han, dai non far quella faccia – disse Elena – mancheremo solo per pochi giorni >
< Lo so, ma non è questo il motivo per cui sono un po’ giù >
< E per cosa? > chiese Elena.
Tutti la guardarono: Jun sospirò mettendosi una mano davanti gli occhi, Han la guardava con aria di stupore, i ragazzi cominciarono a ridere.
< Ehi, perché fate così? Che ho detto di strano? >
< Niente – disse Jun avvicinandosi a lei – Ssh, niente che il tuo cervello non possa comprendere >
< Non prendermi in giro come sempre, Jun! Ti odio quando fai così >
Risero tutti, mentre Ki-Kwang era rimasto ad osservarli sorseggiando il succo di frutta alla pesca. Aveva un’aria un po’ troppo pensieriosa.
L’ora di pranzo terminò, mentre il resto del gruppo rientrò, Elena si recò a casa…aveva ancora le valige da preparare.
Arrivata, la prima cosa che fece fu di tirar fuori le valige dall’armadio.
Aprì e notò che avevano ancora alcuni oggetti e vestiti che non aveva tirato fuori.
Li uscì posizionandoli in un angolo in disparte della stanza, aprì il suo armadio e cominciò a prender quelli che si sarebbe portata nei giorni seguenti.
Erano trascorse 2 ore, 2 interminabili ore…di pronto non c’era ancora niente.
La sua stanza era un enorme caos, vestiti sparsi sul letto e le due valige aperte vicino al letto: non faceva che sistemarle per poi accorgersi che non andavo bene: o erano abbigliamenti troppo estivi o troppo autunnali, doveva creare una via di mezzo.
Doveva darsi una sbrigata, durante il pranzo si erano messi d’accordo che nel tardi pomeriggio i ragazzi sarebbero passati a prendere le valige in modo tale che erano tutte pronte e sistemate nel furgone
Rimase a guardare i suoi vestiti sparsi sul letto e  le sue valige vuote.
“ Non finirò mai in tempo! Adesso basta…mettiamo quel che capita…sono solo tre giorni! Sabato sarò già di ritorno ”

Finì di prepararle giuste in tempo.
 
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Il giorno della partenza per Tokyo, infine, arrivò. Elena non vedeva l’ora di arrivare, in quei pochi mesi erano cambiate fin troppe cose.
Sistemò la casa in modo da ritrovarla almeno un po’ ordinata, stava per sedersi un po’ nel divano quando il cellulare cominciò a suonare.
< Si, pronto? >
< Ely…. Scendi, ti aspettiamo giù >
< Kiki? O-Ok sto per scendere >
Era rimasta sorpresa nel sentire la voce di Ki-Kwang, era da molto che non passava un po’ di tempo con lui.
< Buon giorno >
Kiki era davanti il suo portone con le braccia incrociate impaziente nel vederla.
< Buon giorno anche a te > disse sorridendogli
< Pronta per il viaggio? >
< Si, non vedo l’ora di partire >
< C’è un però… >
< Eh? Sarebbe? >
< Per evitare problemi, il tuo volo è prima del nostro >
< Ah…quindi partirò da sola >
< No, non parti sola. Ci sarà qualcuno con te per tutto il viaggio, ti porterà nell’albergo e li ci rincontreremo >
< Allora – disse mostrando la macchina – è per questo che sei venuto solo >
< Si, gli altri si stanno preparando. >
Era rimasta un po’ delusa nel non vedere che Jun fosse li e che l’avrebbe accompagnata Kiki.
< C’è qualcosa che non va? > chiese Ki-Kwang
< No, no niente >
< Sicura? – osservo il volto sorridente di Elena, sapeva che nascondeva qualcosa…ma non volle insistere – Ok, come vuoi. Allora siamo pronti? >
< Prontissimi >
Salirono in auto, per il resto della strada nessuno parlò. Elena faceva piccoli sospiri osservando fuori il finestrino.

“ Non devo esser triste, anche se non è venuto lui non voglio che Kiki si possa offendere…dai su, cerchiamo di sorridere ”
< Elena – La ragazza si voltò verso Kiki – siamo quasi arrivati >
< COME, DI GIA’? >
< Abbiamo fatto la solita strada, eri tu che non sei stata attenta >
Arrivano, Kiki accompagno fin dentro Elena stando attento a non farsi vedere.
Il volo era per le 11, loro sarebbero partiti invece alle 12e50.
 < Ci vediamo li > disse Kiki dandole un bacio sulla fronte.
Era rimasta colpita, non si sarebbe aspettata un simile gesto.
< Come mai questo sguardo? >
< Per ciò che hai fatto >
< Non potevo? – chiese sorridendo – Sei sempre la mia ragazza… – si spostò da lei. Stavano chiamando il suo volo, doveva andare – … oppure è cambiato qualcosa? >
< Oh…e che… >
Ma la lasciò così, senza poter dar una risposta.
Ki-Kwang uscì dall’aeroporto dirigendosi verso la macchina, ritornò a Seoul non vide neanche partire l’aereo.

“ Fra poche ore ci rivedremo. Anche se so che le cose stanno cambiando, dentro di me spero sempre in un qualcosa che non si avvererà mai. – Kiki osservava l’edificio in lontananza – Elena…perché mi sto innamorando di te? ”
 
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< In questo momento Elena è già in volo > disse Han stretta fra le braccia di Seob
Erano nell’appartamento di Han, nella sua stanza. Seob era andata a trovarla, quella mattina non avevano impegni in quanto stavano decidendo per i loro look per il debutto. Erano soli. Hannah era riuscita a convincere le college a fare un giro per negozi.
< Si, il suo volo partiva alle 11. Alle 12 e 20 sarebbe arrivata a Tokyo. >
< Poveretta, è dovuta partire sola >
< Lo so principessa, ma sono gli inconvenienti della nostra fama. Abituati. – la strinse più a se – Però, a differenza nostra, lei è più fortunata >
< Fortunata? Perché? >
< Lei e Jun possono stare più tranquilli nel frequentarsi, noi… dopo il tuo debutto, dovremmo stare attentissimi a non creare scandali. >
< Vuoi dire che per un po’ non potremo vederci? >
< No, non riuscirei a starti lontano. Voglio solo dire che se scoprissero la nostra storia avremmo occhi puntati su di noi e questo potrebbe compromettere anche la tua carriera. >
Han sapeva benissimo i rischi a cui si riferiva Seob, mancava davvero poco al suo debutto, solo pochissimi giorni.
Essendo un nuovo gruppo sarebbe stata già di suo sulla bocca di tutti, era già pronta a sentirsi criticare sa eventuali giornali, e se sarebbe uscita fuori la sua storia con Seob…questo non solo avrebbe significato la fine del suo lavoro, ma anche complicazioni per i B2ST e la casa discografica.
Nella sua testa già immaginava cosa avrebbero potuto scrivere i giornali:

•         LA CUBE DA FAVORITISMI
•         ESSENDO LA FIDANZATA DI UN NOTO IDOL, E’ STATA AIUTATA
•         L’ULTIMA ARRIVATA RUBA IL POSTO ALLE SUE RIVALI.

Non voleva, non voleva che tutto questo si avverasse.
Era pronta a tutto, ma non a questo.
< Ehi, principessa – Seob la sentì tremare – che ti succede? >
< Niente… >
< Stai pensando a quello che ti ho detto prima – prese il suo viso fra le mani. Han non riusciva a guardarlo dritto negli occhi – Allora ho ragione, stai pensando a ciò che ti ho detto. Ma mia piccola principessa…non devi condizionarti, non succederà niente perché ci sarò sempre io al tuo fianco. >
< Ma no…non puoi – abbassò il viso verso il basso – …e poi…non voglio… >
< Non vuoi? >
< Non capire male. Non voglio solo perché non sopporterei di vederti soffrire per causa mia >
Aveva gli occhi lucidi, le sue labbra tremavano.
 Seob fece un dolce sorriso, lentamente si avvicinò al suo viso e alle sue labbra.
Un tocco, dolce, tenero.
Racchiudeva il loro amore, il loro desiderio di stare insieme, oltre al pericolo, oltre al rischio di farsi vedere, contro tutte e tutti…
Dischiusero le labbra, Seob cominciò a toccargli i capelli neri che adesso erano diventati più lunghi rispetto a prima.
L’altra mano scese lungo il corpo fermandosi alla vita della ragazza e la strinse avvicinandola più che poteva a se.
Han portò le mani dietro la sua nuca accarezzandogli i suoi morbidi capelli castani appena pettinati.

Lentamente si spostò a baciar il suo collo, sentiva il suo respiro farsi più affannoso, poi un brivido. La senti ansimare.
Si staccò dal suo collo delicatamente, sfiorandolo con le sue labbra.
Un dolce sorriso apparve sul suo volto.
< Han – disse sussurrando – non aver paura di niente. Io sarò sempre al tuo fianco >
Riprese a baciarle il collo, in quell’attimo Hannah chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dalla passione del ragazzo e dalla sua che cresceva sempre più.
D’un tratto però il ragazzo smise di baciarla.
< Mi dispiace non poter continuare, ma ora devo prepararmi. Devo scendere. >
Le diede un ultimo bacio sulle labbra stringendola a se.
Stava per allontanarsi, quando Han lo fermò. Mise le sue mani sul suo volto, si mise in punta di piedi dandogli un bacio.
< E questo? >
< Per farti capire che ti aspetto, fai un buon viaggio >
< Certo principessa >
Rimasero 10 secondi in silenzio.
< Mia principessa…adesso devo proprio lasciarti. >
< Ok... >
< Non credere chissà cosa – le diede un pizzicotto nella guancia – lasciarti nel senso che devo partire >
< Lo so, scemo > tirò fuori la lingua.
Si staccò dalla ragazza.
< Vado. Ci sentiamo. >
< Certo >
Han accompagno Seob fino alla porta d’ingresso.
Dopo aver chiuso la porta, Han si sentì un vuoto, una sensazione strana la pervase.
Senza rendersene conto, si ritrovò seduta a terra con la schiena appoggiata alla porta, in lacrime…non capiva il perché di quelle lacrime.
Seob le aveva detto che tutto sarebbe andato per il meglio, che adesso c’era lui con lei, che non l’avrebbe lasciata sola…
“ Allora perché piango – si disse fra se – perché mi sembra come se fossi sola? ”
Si diresse verso la sua stanza, aprì la porta e si lasciò cadere sul suo letto con la testa nel cuscino.
Le lacrime non volevano smettere di scendere.
“ Lo so che non sarà facile d’ora in poi… so che i nostri impegni ci porteranno a farci stare lontani, che ci saranno quelli che si metteranno contro il nostro rapporto, che dovrò fidarmi di te…ma ho paura. Seob, ho paura di perderti ”













BuonaSera! :D
Come state? *^*

Volevo dirvi che grazie a voi abbiamo superato di molto le 1000 visite *^*

VI AMIAMO! <3

Per questo, ho creato una pagina su facebook!
Voglio conoscere tutte voi che seguite la storia!
Sotto, vi posto il link :3

http://www.facebook.com/pages/Per-Te-EFP/337429203023783

Baci <3



....
Ok io sono tranquilla ma qualcun'altro no. (Immaginate chi possa essere yy)
Perchè non recensite più? D:
La persona "non tranquilla" è preoccupata ><

Non fatela stare così che poi devo sopportare io D:

Kiss <3

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Capitolo 40
*** Ricordi - Soggiorno in Giappone ***


Seob rientrò nell’appartamento, non aveva notato l’espressione sul volto di Han e ne immaginava cosa pensasse la ragazza.
Il suo unico pensiero era di prendere i bagagli, salire su quell’aereo e atterrare a Tokyo.
< Ben tornato, bel principino. – disse Dong nel vederlo rientrare – Hai salutato la dolce principessa prima di quest’avventura? >
< Dong, smettila! >
< Wao, come siamo nervosi…siamo rimasti con l’amaro in bocca > rispose sorridendo, questo fece innervosire di più il piccoletto.
< Dai, su – intervenne Doo Joon – Iniziate a preparare le ultime cose. Fra meno di 10 minuti vi voglio vedere tutti pronti davanti all’ingresso, intesi? >
< Si, signore > risposero in coro Dong e Seob.
< Bene…adesso nelle vostre stanze! >
Doo Joon è un ottimo leader del gruppo, ma sa anche essere dolce, dare ottimi consigli, ascoltare e aiutare i loro compagni.
Da quando hanno formato il gruppo, ha portato con successo la fascia del Leader e nessuno dei suoi compagni ha mai avuto da risentire di questo ruolo, anzi…ne sono grati, sono felici che sia proprio lui a esserlo.
L’armonia del gruppo è data anche al suo intervento.

< Ragazzi: tutti al raduno. Sono trascorsi 10 minuti, vi voglio qui davanti alla porta pronti a scendere >
< Ehi Doo – rispose Hyun – fattelo dire, saresti un ottimo sergente >
< Facciamo meno gli spiritosi. Voglio ordine e disciplina. >
< Signor si, capitano > si affrettarono a controbattere i ragazzi scherzosamente, schierandosi sulla parete dritti, fermi e con le mani lungo i fianchi.
< Bravi, è così che vi voglio >
Dopo qualche secondo, iniziarono a ridere.
< No, seriamente – continuò Doo – non siamo mica in caserma. >
< Non voglio pensarci, non voglio pensare che fra qualche anno anche noi dovremmo partire per il servizio militare – intervenne Hyun – non voglio radermi, non voglio indossare quelle uniformi >
< Rispetto a voi, io sono il più piccolo – disse Dong – a uno a uno mi lascerete anche solo…il nostro amato gruppo subirà una modifica, oppure sarà sospeso o…nell’ipotesi più tragica, potrà essere anche chiuso >
< Ehi – richiamò tutti Doo – possiamo non pensarci?! Vogliamo concentrarci sul presente? >
< Va bene > dissero con tono un po’ triste e preoccupato Dong e Hyun.
< Credo che i vostri timori siano nei pensieri di tutti noi – i ragazzi inclinarono la testa per affermare ciò che aveva appena detto Doo – ma per ora non pensiamoci, godiamoci questi momenti… attimo per attimo. Lo dobbiamo anche per le nostre fans: sia a quelle che ci seguono fin dal nostro lancio, sia alle nuove che entrano nel nostro fanclub! È per questo che oggi partiamo, è per andarle a ringraziare per il loro sostegno. È grazie a loro che noi siamo qui. Lo diciamo anche nella nostra canzone – rivolgendosi a Jun e Seob – Prendiamo quell’aereo e andiamo a condividere con loro questi 2 anni insieme! >

Capito adesso perché è il leader? Doo Joon è il meglio che la casa discografica ha potuto scegliere, per i B2ST, credo che senza di lui, come del resto anche senza i ragazzi, i B2ST non sarebbero quelli che oggi noi amiamo.

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 Aeroporto di Incheon, ora del decollo 12:50, ora presunta di arrivo…
I ragazzi erano rimasti a guardare quel tabellone increduli. Il volo per Tokyo era stato cancellato, causa: mal tempo in avvicinamento.
< E adesso? > domando Hyun
< Non ho idea > rispose Doo
< Qualcuno ha notizie di Elena > chiese Dong.
< Nessuna > risposero in coro Ki-Kwang e Jun guardandosi.
< Neanche tu Seob? > domando Dong
< Provo a chiamare Hannah > prese il cellulare e si allontanò di poco dal gruppo.
I ragazzi erano preoccupati, Elena era rimasta lì in aeroporto ad attenderli in modo che al loro arrivo si sarebbero diretti insieme in albergo…ma quel maltempo aveva causato un blackout per i voli in partenza su tutte le linee.
< Ma – chiese Hyun – se fuori c’è una splendida giornata, come fa a esserci allerta meteo? >
< Dicono che nelle isole Jeju si stia formando un vortice, è sotto monitoraggio > rispose Doo.
< Chi l’ha detta questa notizia? > domandò Dong
< Voltati – i ragazzi guardarono ciò che il ragazzo stava indicando – è apparso da poco in tv. Speriamo rientri il più presto…purtroppo questo è il periodo >
< Già, il periodo che si formano i tifoni: i cicloni tropicali > aggiunse Jun che osservava quegli schermi con preoccupazione.

Erano passati diversi minuti, i voli erano ancora tutti sospesi e notizie da parte di Seob su Elena ancora non erano giunte.
Il ragazzo non riusciva a rintracciare Han a causa delle troppe chiamate che avevano affollato le centraline telefoniche.
L’unica cosa che potevano fare era rimanere lì con i loro sguardi fissi sugli schermi.
Le notizie che giungevano, però, non erano molto incoraggianti anzi, era anche giunta la notizia che i venti stavano iniziando a soffiare più di 100km\h; di questo passo prender quel volo non sarebbe stato facile.
< Ci vuole un miracolo > disse Dong senza toglier la sua attenzione alle notizie che passavano sugli schermi.
< Non ci voleva – disse Doo andando avanti e indietro – sono anche in pensiero per Elena che è lì ad attenderci >
< Ma non è sola > disse Kiki
< Come? > chiesero i ragazzi
< Con lei è partito un nostro agente. >
< Spiegati – chiese Doo – noi non sapevano niente, eravamo convinti che lei fosse li sola ad attenderci >
< Prima, quando sono venuto a lasciarla con lei è partita una nostra guardia del corpo. Non potevo lasciare che partisse completamente sola. Inoltre ci saremmo visti solo in auto. Al nostro atterraggio un’auto ci attende fuori l’aeroporto e li abbiamo l’incontro con lei >
< Questa è una notizia che mi rassicura > Doo si sentì un po’ più sollevato nel saperla che non fosse sola.
< Hai fatto bene a prendere questa precauzione > disse Dong.
< Già. È pur sempre…la mia ragazza >
Ki-Kwang si voltò osservando il volto di Jun, rimasero lì senza dirsi una parola. Solo a scambiarsi sguardi.

< Ehm – disse Dong avvinandosi a Doo – tu sai perché tra quei due ultimamente non scorre un buon rapporto? >
< Come, te ne sei dimenticato? >
< Cosa? >
< Che a Jun piace Elena >
< Mmm – Dong cominciò a pensare. Ricordò il viaggio fatto a Dubai, quando furono presentate le due ragazze e tutto il resto – Hai ragione! Kiki si era anche offerto di aiutarci…ma – si voltò a guardarli – com’è che adesso siamo in questa situazione? >
< Vorrei saperlo anch’io. >
< È da quando siamo stati in campeggio che mi chiedo cosa sia successo tra quei tre > si intromise Hyun.
< Anche a te tutta questa situazione non ti convince? > chiese Doo
< No, c’è qualcosa che non capisco – si avvicinò per parlare a bassa voce senza farsi sentire dei due ragazzi – Li ho osservati molto attentamente, il rapporto che hanno Elena e Ki-Kwang non è quello di una normale coppia che è all’inizio del loro rapporto. E poi… >
< Cosa > chiesero i due
< E poi Ki-Kwang non è il tipo che ruba la ragazza all’amico >
Si ritrovarono a osservarli ponendosi mille domande, cercando di trovare un perché ai loro dubbi.
< Ehi – disse all’improvviso Dong. Si rivolse verso Hyun – Ma si può sapere quando hai avuto il tempo di osservarli se sei super impegnato? >
Hyun era rimasto stupito nel guardarlo, Doo invece si mise a ridere.

< Allora? >
< Che vuoi che ti risponda. Io agisco nell’ombra >
< Se dici così – indietreggiò il ragazzo – devo iniziare a preoccuparmi >
< … - Hyun fece un mezzo sorriso – Chi ti da la sicurezza che già non ti spii? >
< EH? NON CI PROVARE! >
< Ah, se dici così – si avvicinò minaccioso – hai qualcosa di grosso da nascondere…magari qualche amore segreto >
< … -irrigidì nel sentire le ultime parole – n-non h-ho nie-ente da nascon-ondere io! >
< Staremo a vedere >

Hyun incrociò le braccia portandosi il pollice e l’indice della mano destra sul mento.

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I secondi divennero minuti. I minuti ore.
Erano trascorse 2 ore da quando i voli furono cancellati per il mal tempo che non aveva intenzione di migliorare.
Non si riusciva ad avere notizie né di Hannah né di Elena, sembravano dentro qualche film di fantascienza.
< Ma insomma! – disse Dong alzandosi stanco di aspettare – perché nessuno ci dice niente! >
< Dong non iniziare – lo riprese Doo – se non dicono niente in TV, sarà per non creare allarmismi >
< Ma io sono stanco di aspettare >
< Lo siamo tutti. Non vedi? > fece notare il ragazzo.
Seob, intanto, provava a rintracciare Han ma per le linee in tilt non riusciva a poter parlare con lei.
< Ragazzi – disse Hyun – ma avete provato a rintracciare direttamente Elena? >
< Veramente… >
< E secondo te non ho provato! >
Doo stava per rispondere ma fu interrotto da Jun che, seduto con le gambe incrociate in un’aria di semi tranquillità, non smetteva di usare il cellulare.
< Jun > disse Doo guardandolo
< Da quando le linee hanno cominciato a operare, sto cercando di rintracciarla. Ma dopo un po’ la linea cade. Non vorrei che questo vento si stia spostando verso il Giappone >
< Nei notiziari non hanno portato nessuna notizia del genere – aggiunse Ki-Kwang – Sarà un problema di segnale. Se è rimasta in aeroporto, il segnale sarà più debole e non prenderà >
< E neanche la guardia che è con lei si può rintracciare? > chiese Doo
< No, non riesco a rintracciarla >
< Ragazzi – disse Seob avvicinandosi – non risponde. È sicuramente a provare, non manca molto per il debutto >
< Tranquillo Seob – lo rincuorò Doo – Sia Kiki che Jun hanno cercato di mettersi in contatto con Elena, ma a quanto pare la linea cade prima ancora di mettersi in contatto. Speriamo solo che tutto rientri…tutto questo tempo per un presunto tifone è fin troppo >
Erano tutti riuniti su quella panchina nella speranza che qualche notizia giungesse.

Seob aveva in mano il cellulare in attesa di qualche chiamata da parte di Hannah, Jun provava sempre a rintracciare Elena mentre Kiki era in attesa di notizie dall’agente che era partito con la ragazza.
Dong, Doo e Hyun, invece, rimasero in disparte a guardare la scena di Kiki e Jun: avevano il timore che tra i due qualcosa sarebbe scoppiata.
< Ragazzi, dobbiamo far qualcosa > disse Dong.
< L’unica cosa che dobbiamo fare ed evitare ogni possibilità di farli litigare >
< Ma se la causa è Elena, c’è poco da evitare > rispose Hyun
< Che vuoi dire > chiese Doo
< Semplice, è Elena che deve scegliere…chiunque lei sceglierà, porterà una lite >
< Dobbiamo evitare ciò, non voglio che il gruppo possa sciogliersi a causa di una ragazza! > controbatté Dong
< Doo, devi parlare con Elena > disse Hyun.
< Io? Che dovrei dirgli? >
< Sei il nostro leader. Devi cercare di capire come stanno le cose, e far in modo che lei non porti liti all’interno del gruppo >
< Avete dei suggerimenti? >
< Io si! Digli di tornarsene da dove è venuta! > rispose Dong
< Ehi! – disse Doo – che modi sono questi! >
< Pensaci, da quando l’abbiamo conosciuta, non ha fatto che buttarsi fra le braccia di Jun e poi di Ki-Kwang! Sta giocando con i loro sentimenti. L’unica soluzione è andarsene >
< Dong, non puoi dire una cosa del genere >
< Perché no, Doo? È lei la causa, e sarà anche la soluzione >
< Sei sicuro che sia tutta colpa sua? > chiese Hyun
< Che vorresti dire? > domandò Dong
< Che lei sia la causa, che sia stata lei a buttarsi fra le braccia dell’uno e poi dell’altro >
< Le ragazze sono così >
< Magari quelle che hai frequentato tu – rispose Hyun – Elena non mi sembra una ragazza del genere, e poi Kiki non starebbe mai con la ragazza di nessuno di noi. Deve esser successo qualcosa… >

< Qualsiasi cosa sia successa – disse Doo – evitiamo che nasca una lite in questi giorni >
Rimasero li, tutti pensierosi…ognuno per un motivo diverso.
Si erano fatte le 15, erano trascorse 3 interminabili ore da loro arrivo in aeroporto e appreso la notizia.
Finalmente qualcosa stava cambiando. Era apparsa la notizia che i venti stavano rientrano nella normalità, alcuni voli erano stati ripristinati ma ancora del loro non era aperto.
< Beh, che l’allerta meteo è cessato e che alcuni voli sono stati ripristinati è già un buon segno > disse Doo.
< Sarebbe splendido sentir la comunicazione che anche il nostro volo possa esser ripristinato – affermò Dong – non vedo l’ora di potermi rilassare in albergo >
< Qualcuno sa come saranno disposte le nostre camere? > chiese Seob
< Come al solito – rispose Hyun – divisi in due gruppi da tre >
< Evviva! – esclamò entusiasta Seob – Io sto in camera con Jun >
< Nanetto, sei appiccicoso > rispose Jun cercando sempre di rintracciare Elena, ma con scarsi risultati.
< Doo – bisbigliò Dong all’orecchio – è meglio far mettere Jun e Kiki in due camere separate, che dici? >
< Si, è meglio, perciò – disse mettendogli una mano sulla sua spalla – tu sarai in camera con loro! >
< CHE COSA? PERCHE’ PROPRIO IO! >
< Sei statu tu a proporlo, e poi che hanno Seob e Jun da non voler condividere la stanza con loro >
< Niente…e solo che con te mi diverto di più in camera. >
< Niente scuse, andrai in camera con loro >
< Scusate, ed Elena > chiese Ki-Kwang
< Lei ha una camera di fronte la nostra… -rispose Doo – spiacente, ma non vogliamo scandali amorosi >
“ Tsk! Volevi dormire con lei per caso? Che sciocco! ” si disse Jun soddisfatto per la notizia delle sistemazioni.

< Jun – alle sue spalle Hyun era giunto cogliendolo di sorpresa – che fai? – notò sul display del cellulare il nome di Elena – Sei ancora intento a rintracciare Elena? >
In quel momento Kiki si voltò a guardare i due ragazzi, era al quanto infastidito della cosa…anche se dentro di lui non voleva esserlo, ma gli creava fastidio ciò che Jun tentava di fare.
< Si – rispose il ragazzo – ma cade sempre la linea. > prese il cellulare e lo posò in tasca
< Capito. >
Passarono pochi minuti, finalmente giunse la comunicazione che attendevano: i tratti erano stati riaperti tutti e il loro fu il primo ad essere riaperto.
Corsero a far il check-in, imbarcarono i bagagli, passarono nel metaldetector e, infine, attesero che aprissero le porte per entrare nel tunnel che li conduceva fin dentro l’aereo.

Occuparono i loro posti indicati nei biglietti, qualche istante dopo, finalmente erano in rotta per Tokyo.

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“ Quanto tempo ci impiegano per arrivare?! ”
Elena era impaziente, era più di 4 ore che stava ferma su quella panchina ad attendere il loro arrivo.
Alla fine giunse la notizia del loro atterraggio.
Impaziente, corse nel posto indicatole da Kiki prima del suo volo.
< Non sono ancora arrivati…ed io che l’ho fatta di corsa per arrivare qua >
Con dispiacere, Elena giunse davanti al furgone…ma di loro nessuna traccia.
< Quanto ancora dovrò attenderli… uff – si poggiò di schiena nello sportello con braccia conserte osservando l’asfalto – nel galateo è scritto che è la donna a farsi attender… >
< Il galateo dice un sacco di fesserie >
Fu colta di sorpresa.
“ Questa voce – alzò gli occhi – non ho dubbi… ”
< Ciao Elena >
“ …Jun… ”
Erano tutti li, stanchi per il lungo viaggio intrapreso.
< Scusa per averti fatto attendere, ma c’è stato un piccolo problema > le disse sorridendo Seob.
< Che vi è successo? Qui era arrivata la notizia che i voli erano stati cancellati >
< SI, ti spiegheremo tutto quando saremo arrivati in albergo > rispose Hyun.
< Ok >
Entrarono nel furgone che li accompagnò nel loro albergo.

La loro partenza da Seoul fu alle 16:30 arrivando così alle 17:50, ebbero solo il tempo di arrivare in albergo, prendere le loro camere, sistemarsi e scendere per la cena.
Era un moderno e classico albergo, niente di troppo appariscente.
Quando Elena entrò nella sua stanza, proprio di fronte a quella dei ragazzi, la prima cosa che fece fu quella di mandar un’email a sua cugina.
Accese il cellulare, inserì il codice che le avevano dato per la connessione e mandò la sua posta.
Decise di prender visone di ciò che comprendeva la camera: aveva un letto matrimoniale, una tv con varie possibilità di scelta dei miglior film messi a disposizione in diverse lingue, e sia una vasca che una doccia.
Si sentiva in paradiso, scattò qualche foto e le mandò a sua cugina.
< Sarà meglio se mi cambio, tra un po’ andremo a cena. >
Sistemò le sue valigie dentro l’armadio, fece una doccia veloce e si preparò. Alle 20 qualcuno busso alla sua porta.
Andò ad aprire.
< Salve – era Doo Joon – sono venuto a prenderti, noi tutti siamo giù scesi >
< Cavolo, sono sempre l’ultima a prepararsi! >
Prese le ultime cose, chiuse la porta e con Doo si recarono davanti alla Hall dell’albergo, dove i ragazzi erano lì ad attenderla.

< Scusate, sono sempre l’ultima >
< Non preoccuparti – si avvicinò Ki-Kwang – vale per il nostro ritardo di oggi >
< Ma il vostro è stato per altri motivi >
< Non fa niente > le rispose sorridendole
< Siamo tutti pronti? - chiese Doo. Risposero tutti. – bene allora possiamo uscire >
< Uscire? > chiese Elena.
< Certo, ti portiamo nel nostro ristorante > le rispose Ki-Kwang.
Elena si voltò verso Jun, che era rimasto in disparte silenzioso a guardarla mentre era rimasto insieme a Seob.
Salirono tutti in auto e poco dopo li lasciò davanti ad un edificio.
Nel guardarlo, Elena rimase colpita dalle insegne. Aveva studiato qualcosa di giapponese ma tutti quegli ideogrammi la mandavano in confusione.
Entrarono dentro, la prima cosa a colpirla furono gli odori: sentiva proprio qualcosa di diverso da quelli che aveva avvertito nel ristorante dove Jun l’aveva portata, questi erano quelli tradizionali.
Chiuse gli occhi e fece un lungo respiro: si, adesso poteva proprio dir di essere in Giappone.
I ragazzi avanzarono verso l’ingresso, dove c’era riservato il loro solito tavolo.
Una voce fece riaprir gli occhi a Elena, si trovò un ragazzo quasi della stessa statura, magrolino, con indosso un kimono a dirle qualcosa.
“ Oddio, questo che vuole da me…non capisco niente di quello che sta dicendo! ”
Era in difficoltà, il coreano con il giapponese erano differenti, non avevano alcun punto d’incontro. Aveva iniziato a studiarlo ma…più di dire “Buon giorno” o “ Salve” o “Grazie” in quel momento non le veniva da dire.
Quando finì di parlare, lo strano ragazzo fece un piccolo inchino e rimase lì a sorridere.

“ Adesso che ha da sorridere in quel modo! Che ho fatto – si guardò e cominciò a toccarsi – Ho qualcosa che ho addosso a farlo ridere? Cavolooooo! Che ho fatto da farlo ridere ”
Era agitata, cercò di comunicargli in coreano... poi in inglese…ma si rivelò un disastro.
< Ooooh, insomma… che vorrà mai questo! >
< Ti ha chiesto di toglierti gentilmente le scarpe, metterti questi e infine ti ha augurato una buona cena >
Elena si voltò, Jun era arrivato alle sue spalle.
< G-Grazie >
Osservò come Jun riusciva a comunicare con quel ragazzo e a spiegargli che Elena non parlava la loro lingua.
< Bene, ho spiegato che qualsiasi cosa dovranno dirti, la diranno a noi >
< Dirmi? Perché? Che dovremmo fare? >
< Niente, ma… - disse invitandola a cambiarsi le scarpe – se dovrai ordinare, ci penseremo noi a te >
< EH? >
< Elena, ma sei proprio… ci penseremo noi a dirgli cosa prenderai! >
I ragazzi giunsero così nella loro stanza, nel guardarla Elena ne rimase affascinata: era proprio così che immaginava le loro abitazioni; proprio come apparivano nelle loro anime o in qualche film che aveva visto in TV.
Prima che furono portate le loro ordinazioni, i ragazzi parlavano del disastro del volo e di come stavano per perderlo, delle impressioni di Elena nel veder quel poco della città e infine parlarono di come avrebbero fatto nei due giorni seguenti.

< Come sai – disse Doo – in questi due giorni noi siamo impegnati a fare la pubblicità al nostro album in versione giapponese di FICTION&FACT e poi l’incontro con le nostre fans…non abbiamo molto tempo da dedicarti >
< Lo so, non dovete preoccuparvi per me. Prima di partire ho controllato su internet alcune delle cose che vorrei vedere >
< Dimentichi una cosa > precisò Jun
< Cosa? > chiese Elena
< Che tu sai fare una cosa bene…perderti! >
< Ho una mappa con me, quindi non mi perderò >
< Ma se non hai nemmeno imparato a orientarti nella nostra città, e ci stai da quasi due mesi…vorresti orientarti con una mappa? >
< Uff, non sono problemi tuoi! E poi non mi allontanerò >
< Elena – disse Ki-Kwang – se vuoi, possiamo chieder a un nostro agente di star con te >
< Sei molto gentile, Kiki…ma serve più a voi che a me. Tranquilli, non mi perderò >
< Le ultime parole famose > disse infine Jun.
Arrivarono le ordinazioni, cominciarono a cenare.
Era tutto molto buono, tutti piatti tipici che mai aveva provato. Quando era in Italia, capitava che qualche volta con Hannah erano andati nel ristorante giapponese, ma non aveva mai assaggiato ciò che i ragazzi avevano ordinato per farle provar.
Finito, tornarono in albergo. Non avevano molto tempo da dedicarle, i due giorni erano molto impegnativi per loro mentre lei si sarebbe dedicata a far la turista.
Augurò la buona notte ai ragazzi, entrò nella sua stanza; si sdraiò nel suo letto molto soddisfatta del primo giorno nella città.
Prese il cellulare, entro nella sua posta d’internet e notò che aveva ricevuto un messaggio da sua cugina: le chiedeva del primo impatto di Tokyo e come procedevano le cose.

To: Hannah

Ciao Han, qui è stato tutto magnifico…anche se l’inizio non è andato come avrei sperato. Sono rimasta circa 4 ore in aeroporto ad attenderli, ma hanno spiegato che vicino le isole Jejù si era creato allarmismo per il mal tempo cancellando così tutti i voli in partenza. Per fortuna è andato tutto bene, siamo rientrati adesso dalla cena in un magnifico ristorante giapponese. Ho scattato delle foto, le allego a questo messaggio ( ci sono anche quelle con Seob ) ho mangiato benissimo, tutto gustosamente buono! I prossimi due giorni i ragazzi saranno impegnati, resterò sola ma ho già alcune tappe che vorrei vedere. So che starai pensando, mi è già stata fatta la ramanzina a cena e puoi stare tranquilla che non mi perderò! Ho una mappa…e spero comunque di non dover chiedere qualche indicazione ai passanti, mi è bastata la figuraccia nel ristorante…quel ragazzo in kimono che mi parlava ed io…io rimasta come un imbecille a guardarlo come a dire “Che vuoi tu da me” è stata un’esperienza da non ripetere! Adesso vado. Ti auguro la buona notte e fammi sapere come procedono i preparativi per il debutto! Baci

Finito di inviarlo, Elena si mise il pigiama e sotto le coperte cominciò a riposare.

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Il giorno seguente, i ragazzi uscirono molto presto. Dovevano andare negli studi televisivi a registrare la loro apparizione per pubblicizzare il loro album e poi in altre interviste.
Elena, invece, era ancora in albergo a riposare.
Si sveglio quando i raggi del sole non le permettevano più di poter riposare, si voltò e si accorse che erano già le 10 del mattino.
Iniziò a prepararsi, sapeva di non trovare i ragazzi, l’avevano avvisata ieri che si sarebbero svegliati molto presto.
Scese e uscì dall’albergo, pronta ad andare a far visita alla città.
Era una splendida giornata di sole, non faceva molto caldo e stare a mezze maniche era piacevole.
Prese la metropolitana e iniziò il suo giro visitando musei, piazze, monumenti che aveva solo visto nelle riviste o solo nei film.
In ogni angolo che visitava, scattava una marea di foto che poi avrebbe mostrato a sua cugina in una sorta di semi tortura per lei: molte delle foto effettivamente non avevano molto senso ed erano anche sullo stesso soggetto ma visto in diverse angolazioni ( ecco perché tortura ).
Nel modo di girare, si accorse di alcuni negozi che mai avrebbe potuto veder in Italia ma che aveva sentito esserci anche a Seoul ma mai avuto occasione di vederlo…uno strano negozio dove si stava in compagnia di gatti.

Ne fu affascinata. Osservò della vetrina, c’erano tavoli, sedili, tappeti, tutto come un normale negozio o bar…solo che in più vi erano gatti che si lasciavano accarezzare o tranquillamente stavano li.
Chiunque entrava si divertiva a giocare con loro, la curiosità l’aveva di provare quell’esperienza ma…aveva un “trauma”, più che altro un blocco verso i gatti.
Quando era piccola, uno dei gatti dei vicini senza una ragione l’aveva graffiata nel braccio…da quella volta, ogni volta che qualcuno le provasse a far accarezzare uno lei si andava a nascondere…
Amava gli animali ma…per quanto riguarda loro, non correva buona simpatia.
Scartata così l’ipotesi di provare, continuò il suo viaggio turistico.
Vagava per la città nei diversi quartieri, si muoveva con la metropolitana che in pochi minuti la portava da una punta all’altra delle diverse zone.
Si era fatta ora di pranzo, nelle locandine che aveva preso all’aeroporto per la guida alla città di Tokyo lesse che nel quartiere di Shinjuku vi si trovavano boutique, grandi magazzini, negozi e centri commerciali sotterranei che si sviluppano tutto intorno alla stazione, unico problema? La stazione era di per sé labirintica, correva il rischio di perdersi al suo interno.
Decise ugualmente di proceder e visitate i centri commerciali, di certo lì qualcosa da mangiare l’avrebbe trovato senza faticare con la comunicazione.
Arrivò in pochi minuti, effettivamente la stazione era immensa è molto caotica ma tutto per causa dell’orario.
Cerco di farsi spazio fra la folla e riuscì a uscire fuori, quando alzò lo sguardo, si ritrovò immersa in una marea di grattacieli, insegne di marche prestigiose di abbigliamento, gente che andava in qualsiasi direzione, le sembrava di essere stata catapultata in un’altra dimensione.
Ripresa, entrò in uno dei tanti centri commerciali che notò, si guardò intorno, cercava un qualche ristorante o bar o qualcosa dove potesse ordinare facendosi capire.
Ma non trovò nulla, si sedette in una delle tante panchinette che in centro commerciale offriva.
< Sto morendo di fame - sentì lo stomaco brontolare – Se non trovo qualcosa di commestibile al più presto, credo che sverrò qui >
In quell’istante sentì una suoneria, osservò intorno, poi capì che proveniva dalla sua borsa: era il suo cellulare che squillava.
Lo prese e subito rispose, senza leggere sul display chi fosse.

< Pronto? >
 < Ti stai divertendo? >
< … - allontanò dall’orecchio il cellulare, poi l’avvicinò – Come, scusa? >
< Ti ho chiesto se ti diverti >
< Ma con chi parlo >
< Elena, ma stai dicendo vero? Non mi riconosci più? >
Si trovava confusa, non capiva chi potesse essere quella persona che la stava chiamando.
< Te l’ho detto! Tu non puoi uscire da sola, sei capace persino di perder la memoria! – sentì sospirare – Sono io, Jun >
< Ju-un? – disse sorpresa – Se parli a bassa voce non avrei mai potuto riconoscer la tua voce… Ma dove ti trovi? >
< Lasciamo stare. Siamo negli studi televisivi nel quartiere di Shibuya, tu, dove ti trovi? >
< Sono arrivata poco fa, mi trovo ferma in un centro commerciale a Shinjuku >
< Sei vicina, allora pranziamo insieme >
< Insieme? Ma non state lavorando? >
< Si, ma fino alle 16 siamo liberi, quindi ti aspettiamo davanti alla stazione. Devo andare, ci vediamo dopo >
Chiuse senza poter dare parola alla ragazza.
“ Ha detto che è a Shibu…Shibu… non ricordo il nome. – cominciò a dirigersi verso la stazione – Va beh, ora vedrò i tabelloni, dovrà pur spuntare da qualche parte ”
Riscese la metropolitana, arrivò davanti alle varie fermate e cercò nei tabelloni.
Erano tutti ideogrammi e la voce che informava quale treno stava partendo era solo in giapponese.
Fin lì si era orientata con l’opuscolo che indicava i tratti e quale linea prendere, ma adesso era un po’ difficile poter chiedere informazione.

“ Cavolo, non era meglio se veniva lui a prendermi? Io qui mi sento come un pesce fuor d’acqua. – prese il libretto e cominciò a leggerlo – Come cavolo si chiamava la zona, Shi…Shi…. – una parola attirò la sua attenzione – SHIBUYA! – con l’indice della mano destra traccio quale linea doveva prendere, alzò gli occhi osservandosi intorno in modo da poter così orientare per arrivare nella giusta fermata. Avanzò tra la folla, si fermò – Ci siamo, dovrebbe essere questa la fermata ”
Pochi secondi e il treno arrivò, puntuale com’era indicato sul display. Almeno i numeri erano comuni.
Si sedette sul primo posto che trovò libero, riprese il suo opuscolo per vedere quale fermata doveva scendere.
“ Se il treno è quello giusto e la tratta è quella corretta, alla prossima dovrei scendere ”
Il treno cominciò a rallentare, era giunta nella fermata.
Scese facendosi sempre spazio tra la folla, salì le scale e si trovò in una zona più affollata, megaschermi su quasi tutti i palazzi che trasmettevano programmi, pubblicità, video musicali, da quello che aveva letto di Shibuya era la zona più dinamica e vi si trovava una grande varietà di negozi (soprattutto d’abbigliamento e musica) ristoranti ma anche….love hotel.
Ripresa da ciò che osservava, cercò Jun: aveva detto che si sarebbe fatto trovar li.
Prese il cellulare, cercò il suo nome nella rubrica per poterlo chiamare ma non ebbe il tempo, si sentì posare una mano sulla spalla.
< Oh – disse nel voltarsi con un gran sorriso – Jun ti stavo per.. > ma si bloccò.
Non era Jun la persona che le poggiò la mano ma Hyun.

< Spiacente, ma Jun mi ha incaricato di venirti a prendere. Su, andiamo >
Il suo sorriso sparì dal suo volto, non capiva. Se era stato proprio lui a dirgli che sarebbe venuto a prenderla, perché al suo posto adesso c’era Hyun?
Era questa la domanda che si poneva mentre, insieme al ragazzo, entrarono in un edificio: non si era resa conto di dove stava andando né di dove fosse.
Solo quando alzò lo sguardo da terra, mise a fuoco che erano giunti dentro il Mc Donald.
< Siamo arrivati – disse Hyun voltandosi verso la ragazza indicandole i tavoli dove erano riuniti tutti i B2ST – Vieni >
Da lontano Seob si alzò agitando la mano per salutarli.
< Ciao Ely – disse con gran sorriso Seob – dove sei stata di bello? >
< In giro nei diversi quartieri dalla città > disse sedendosi.
< Credevo ti perdessi, come al tuo solito >
< Questo potevi solo dirlo tu, Jun! >
< Davvero – disse il ragazzo bevendo la tua bibita, naturalmente coca cola – mi hai sorpreso >
< Quanta ironia nella tua frase! >
< Dai, dai su. – Doo e Seob si alzarono, poi Doo rivolgendosi ai ragazzi chiese – menù classico per tutti? >
Annuirono, deciso, i due andarono a prendere le ordinazioni.

< Hai visto qualcosa d’interessante? > chiese Ki-Kwang che le sedeva di fronte
< Tutto – rispose con gran sorriso – ogni zona è diversa dall’altra, sono sorpresa. Da noi tutto questo lo possiamo solo sognare >
< Com’è la tua città? > le chiese Dong
< Oh, beh… è ricca di monumenti storici, molto più tranquilla, non abbiamo tutta questa tecnologia esposta per strada, intendo schermi nei palazzi, e grattacieli... Però, anche se tutto questo manca, è una città che da molto calore. – i ragazzi la ascoltarono ma non comprendevano il senso dell’ultima frase – Perché mi fissate? >
< Che significa “ da molto calore?” > chiese Dong.
< Significa che è sempre allegra. Le persone sono molto cordiali, anche se non vi conoscono, danno del tu senza problemi. Ci sono posti splendidi, quasi paradisiaci.. oddio, non è tutto così splendido. >
< Eh? > dissero Dong e Kiki
< Ecco, voglio dire… che ci sono sempre quelle persone che, come dire… >
< Arroganti? Presuntuosi? > aggiunse Jun
< Si, una specie >
< Io dico sempre – aggiunse Ki-Kwang – mai giudicare un libro dalla copertina. Con questo voglio solo dire che non è perché siamo di un altro continente, le cose sono diverse da voi, il mondo è tutto uguale. >
Mentre continuarono a parlare, giunsero Doo e Seob con le loro porzioni di Hamburger, patatine e bibite varie.

Chiacchieravano del più e della mano, avevano finito di mangiare i loro panini e la pausa pranzo stava anche per terminare.
< Certo che però ieri sera eravamo in un ristorante mentre oggi ci siamo ritrovati a mangiare panini – fece notare Dong – che cose >
< Ieri sera è stato fatto per Elena > disse Doo.
< Ma non dovevate >
< Figurati, era anche un’occasione per assaggiare i piatti tipici giapponesi. – disse Hyun – Lì in corea ci sono i ristoranti, ma non è la stessa cosa. >
< Già. Ogni volta che veniamo qua, almeno una sera ci gustiamo i piatti in un autentico ristorante e quando veniamo a Tokyo, la sosta è nel ristorante di ieri > aggiunse Dong.
< Dopo che noi andremmo – chiese Kiki – che farai? >
< Mmm – disse avvicinando la mano verso l’ultima lattina di coca cola rimasta sul tavolo – ancora non ho idea…ehy – Jun prese la lattina prima della ragazza – la stavo prendendo io >
Jun fece uno sguardo fulminante verso lei.
< Giù le mani, è mia. Se vuoi, prenditi la Pepsi >
< Puoi fare la stessa cosa! Io preferisco la coca cola >
Elena avvicinò nuovamente la mano verso la lattina ma Jun fu più veloce di lei, lo avvicinò, tolse la linguetta e cominciò a sorseggiarla.
< Jun! Almeno potevi dividerla! > disse Doo
Ma il ragazzo non volle sentir ragione, si voltò con aria di superiorità.
“ Che antipatico! ” si disse fra se Elena.
< Se vuoi, vado a prendertene una > le disse gentilmente Kiki
< Fa niente – ricambiò con un sorriso – Berrò la pepsi >
Il tempo ormai stava finendo, i ragazzi dovevano rientrar negli studi.
Uscirono del locale.

< Noi rientriamo negli studi – disse Doo – Sono quasi le 16, hai intenzione di andare in giro? >
< Credo di si >
< Allora diremo di farti venir a prendere > affermò Kiki.
< Non c’è bisogno. Poss.. >
< Vuoi rimanere fino a tardi fuori? > chiese Jun
< Eh? Fino a tardo? Certo che no! Rientrerò per le 20 >
< SEI IMPAZZITA? FINO A SERA FUORI! > disse con tono alto Jun
< Elena, noi staremo fino a tardi negli studi. Dobbiamo registrare un programma che andrà in onda domani mattina – intervenì Doo – Vuoi farci stare in pensiero sapendoti tutta sola in questa città? >
< No…però… >
< Niente però – si avvicinò Hyun – Chiameremo un nostro agente che ti accompagnerà con la macchina dove vorrai. Per cena ti riaccompagnerà in albergo. Intesi? >
I ragazzi furono molto insistenti che Elena fu costretta ad accettare. Doo chiamò così una persona che avrebbe fatto da compagnia alla ragazza e nel mentre che attendeva, Elena, si mise a osservare i vari negozi.
< NON CI CREDO > disse all’improvviso portandosi una mano davanti alla bocca spalancando gli occhi.
I ragazzi si voltarono a guardarla chiedendosi che avesse da esser sbalordita.
< NON CI POSSO CREDEREEE! >
< Elena – disse avvicinandosi Dong – stai bene? >
< Vi prego – si voltò con occhi da cucciola – ditemi che ho ancora del tempo per andare in quel negozio > disse, indicandolo.
I ragazzi si voltarono nella direzione indicata, nella parte opposta della strada c’era una grande porta a forma di castello con scritto DISNEY STORE.
Si misero a ridere, erano increduli…una ragazza della sua età che ancora si comportava come una bambina di 3 anni non appena vedeva l’insegna della Disney.
< VI PREGO VI PREGO VI PREGO – il suo sguardo tenero supplicava di poter entrare – ditemi che posso, anche per soli 5 minuti >
Dopo uno scambio di sguardi, i ragazzi si accordarono: Doo, Hyun e Dong rimanessero di guardia attendendo l’auto mentre gli altri accompagnarono Elena fin dentro.
< Grazie mille > disse euforica mentre attraversò la strada.
Quando fu lì davanti, i suoi occhi cominciarono a luccicare. L’ingresso era a forma del simbolo delle orecchie di topolino, subito dopo un portone e all’interno vi erano diversi articoli per bambini.
Nella parte sinistra si trovavano: scarpe, tovaglioli per neonati, pigiami, ciucci, e altri tipi di accessori.
Nella parte destra…il paradiso, l’isola del tesoro, per Elena.

Peluche, tazzine, bacchette, costumi per halloween, televisione che trasmetteva scene tratte da alcune parti dei vari film, di tutto e di più.
Elena non sapeva dove guardare per prima, ma la sua attenzione fu catturata da un pupazzo.
Corse verso la sua direzione come un lampo, i ragazzi la persero di vista in mezzo alle altre ragazze che non solo affollavano il negozio ma erano di più rispetto ai bambini.
< Ragazzi – disse Seob – da che parte è andata? >
< Non ho idea, è stata così veloce a infilarsi tra queste ragazzine che non ho visto niente > disse Jun.
< Il negozio non è così grande, la troveremo >
< Kiki – disse Seob – aspetta qui, noi andiamo a cercarla. Anche perché non abbiamo molto tempo da poter perdere. >
Jun e Seob si fecero spazio tra le ragazzine, cercando il modo di non dettar sospetti ma…
< Jun, credo che sia una pessima idea >
< Che vuoi dire? >
< Non vedi? Sono tutte ragazze…e noi gli unici ragazzi. E se ci scoprono? Meglio evitare… > si fermò
< Che? Che intenzione hai? >
< Buona ricerca, Jun – Seob si voltò – ci vediamo fuori. Sarò qui davanti ad attenderti con Kiki >
< SEOB…SEOB! >
Jun cercò di chiamarlo, ma non poteva di certo urlagli contro altrimenti avrebbero scoperto chi fossero; non rimase altro che cercarla.
Osservava con aria disinvolta tutte quelle ragazze; si avvicinò infine vicino uno scaffale pieno di bambole e alcuni peluche e la vide li, a osservare il pupazzo che teneva stretto fra le mani. Incuriosito, si mise al suo fianco.
< Perciò… è per lui che sei scappata in quel modo >
 Elena si spaventò, fu colta di sorpresa mentre era intenta a osservare il pupazzo. Si girò per vedere chi fosse.
< Jun… >
Rimase per qualche secondo a guardarlo tenendo in mano quel pupazzo.

< … - sospirò – Se hai finito possiamo andare? I ragazzi attendono fuori >
< Si, scusa… - abbassò il volto guardando ciò che teneva per mano - …lo poso a vi raggiungo >
Jun notò la sua espressione.
< Come mai sei così pensierosa? >
< Uhm? No – disse posando il peluche – non lo sono >
< Allora sei triste? >
< Nono, neanche >
< Allora cosa? Fino a un attimo fa, quando sei entrata, era raggiante, mentre adesso – osservò il pupazzo – sei giù. >
< Non è niente > disse facendo un leggero sorriso.
< Sarà. Certo che però – osservandola – hai gusti strani >
< Perché? >
< Con tutti i pupazzi che ci sono, hai preso questo… Ci sono pesci, scagliatoli, paperi, topolini, orsacchiotti… e tu, preferisci questo? >
< Shi - disse con tono da bambina e dolce – è stato il mio primo regalo fatto da mio padre da bimba… la cassetta del cartone "La bella e la bestia". >
< Per questo ti piace questo? > disse indicando la bestia.
< Non è solo per il ricordo. Ma anche per il significato che c’è dietro la loro storia: la bellezza risiede all’interno di noi. – il suo sguardo si rattristò, era la stessa espressione di prima – Non importa se esternamente sei una bella persona, perché quello che conta è ciò che si ha dentro, quello che offri. Puoi essere miss universo, la persona più bella, ma se sei marcio dentro… vali poco. – Jun era colpito da quelle frasi, non l’aveva mai sentita pronunciare simili affermazioni – Queste parole me le ripetevo da piccola, quando credevo nelle favole, che esistesse il principe azzurro e tutto il resto, ma… adesso sono solo parole… >
Rimase in silenzio a guardarla.

< Lasciamo stare – iniziò a sorridere – credo che sia giunto il momento di andare >
< ..Già.. >
< Andiamo dagli altri >
Adesso sul suo volto c’era un sorriso ma Jun ne era certo…quel sorriso nascondeva un dolore dentro.
Uscirono dal negozio, dove ad attenderli non solo c’erano i ragazzi ma anche la macchina con l’autista che avrebbe accompagnato Elena ovunque lei volesse.
< Ci salutiamo qui – disse Hyun – passa un buon pomeriggio. >
< Grazie, anche se mi dispiace. Io mi rilasso mentre voi… >
< Elena, è il nostro lavoro > fece l’occhiolino Doo.
< Però mi sento lo stesso in colpa! >
< Dai su – disse Kiki facendola entrare in macchina – vai e goditi questo pomeriggio. Ci vediamo domani. Non aspettarci sveglia! >
La macchina partì, Elena rimase a osservarli dietro il finestrino mentre si allontanava.
< Bene, adesso non ci resta che andare negli studi > disse Dong.
< Voi andate. Io entro un secondo > affermò Jun dirigendosi all’interno del negozio.
< Che gli sarà preso? > chiese Doo
< Vuoi vedere che ha scoperto di amare i peluche? > affermò Dong
< Impossibile, Jun non è un tipo del genere – disse Doo – Comunque, andiamo altrimenti faremo tardi. >
< Lo lasciamo qui? > domandò Dong
< Anche lui l’ha detto: andate avanti. Ci raggiungerà dopo. >
Doo proseguì seguito da Dong mentre Kiki era rimasto a guardare l’ingresso del negozio.
< Non vieni? > chiese Hyun
< Uhm? Oh si…arrivo >
 
 












BuonaSera! :D
Come state? Vi sono mancata?

Mi scuso per non aver pubblicato venerdì ma di tempo, da ora in poi, ne ho e ne avrò davvero poco quindi non avrò più data fissa e la cosa, mi dispiace molto.
Fino a Luglio pubblicherò quando ne avrò la possibilita...
Mi dispiace... *S'inchina*

Spero che questo capitolo vi piaccia.

Ciao ~

ps.: Ricordate di seguirmi nella pagina di Facebook! <3

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Capitolo 41
*** Ricordi - Ultimo giorno ***


La giornata la trascorse andando in giro per Tokyo visitando i vari quartieri e scattando una marea di foto. Per ultimo si recò nella zona di Roppongi ammirando La Mori Tower.
Tramontato il sole, l’autista ebbe il compito di riaccompagnarla in albergo.
Arrivò verso le 19:30, ringraziò il suo autista per averla accompagnata ed ebbe il tempo di cambiarsi per scender per la cena.
Era sola in quel tavolo con la guardia a debita distanza che la sorvegliava.
“ Mi chiedo come facciano i ragazzi ogni giorno a fare questa vita ” si disse mentre cercava di non notare quegli occhi puntati su di lei.
Terminata la cena, si diresse verso la hall dell’albergo. Erano solo le 20:30 e decise di sedersi su di una poltrona; voleva attendere il loro rientro.
“ Chissà se è vero che ritardano molto. Non hanno detto un orario…quindi potrebbero arrivare da un momento all’altro. ”
I minuti passarono, era seduta li osservando le persone passargli accanto, o uscire o entrare in albergo. La stanchezza del giorno cominciava a farsi sentire, i suoi occhi cominciarono a chiudersi lentamente.
“ Non posso addormentarmi – si disse componendosi sulla sedia. Osservò che nei tavolini vi erano delle riviste – bene, proverò a leggere…cercherò di star sveglia – ne prese una, ma… - No, è tutto in giapponese… uff, provo con le altre – controllò tutte, ma erano in giapponese – non mi resta che osservare le immagini senza capirci niente! ”
A una a una, prese le riviste guardando le immagini. Era meglio di niente, si disse, almeno la tenevano impegnata e sveglia oh… così sperava.
“ Oh cavolo – disse aprendo lentamente gli occhi – mi sono addormentata mentre lì aspet… - si bloccò, notò che la stanza era al buio – Ma, che è successo… - tra le mani si ritrovò una coperta – EEEH? MA DOVE MI TROVO. NON SONO PIU’ NELLA HALL, QUESTA….questa – disse accendendo la luce - …è la mia camera. – si osservò, era ancora vestita – La guardia del corpo mi avrà visto e portata in camera. – scese dal letto, guardò l’ora sull’orologio. Erano quasi le undici di sera – Chissà se i ragazzi saranno arrivati. ”
Si avvicinò alla porta per uscire, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
“ E questo che sarà? ”
Era un pacco dalle dimensioni medie, incuriosita, si avvicinò. Si accorse di un biglietto. Lo lesse.

                                              PER  ELENA..

“ Come…tutto qui? ”
Era rimasta sbigottita per il biglietto, si aspettava di scoprire chi fosse a mandarlo.
Tolse la carta che avvolgeva il pacco con molta delicatezza ( apriva i pacchi senza rompere o strappare né la carta né la confezione regalo ) al suo interno vide un sacchetto, la estrasse e rimase senza fiato in gola.
Era la borsa della Disney. Al suo interno trovo un altro biglietto con una rosa rossa, petali di rosa e il pupazzo della Bestia.
Era senza parole, l’unico che era a conoscenza di questo era…
“ …Jun… ”
Prese il biglietto che era avvolto su se stesso legato con un filo di spago color oro che teneva ferma la rosa rossa. Iniziò a leggerlo.   

Spero di averti reso felice regalandoti questo peluche.
Non so come faccia a piacerti questo quando il negozio era pieno di tanti bei pupazzi.
Ma se sei così legata alla storia, spero ti faccia piacere riceverlo.
 
Ps: la rosa è vera ma…si tratta di una rosa incantata, proprio come quella della storia. Trattala con cura e lei farà realizzare un tuo desiderio.
Ci vediamo più tardi. Fatti trovare pronta per le 8.

Era stato così dolce, non aveva mai ricevuto un gesto simile.
Prese il peluche, insieme alla rosa e al biglietto, e si diresse sul letto.
Li posò al suo fianco, si spogliò mettendosi il pigiama.
Prese il cellulare che era sopra il comodino, mandò un’email a sua cugina infine puntò la sveglia.
Quella sera dormì stretta alla sua BESTIA.

“ Jun…grazie per tutto questo. ”
 
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Il mattino seguente, Elena si svegliò stringendo il peluche.
Aveva puntato la sveglia alle sette in modo da prepararsi e andare con i ragazzi.
Dopo tutto quello era l’ultimo giorno che trascorreva a Tokyo la sera sarebbero rientrati.
Preparò i bagagli, si fece la doccia e alle 8 scese giù.
“ Per la prima volta in vita mia sono arrivata puntale – si disse mentre arrivò davanti la hall con le due valige in mano – Bene…ma… ”
Era sola, nessuno dei ragazzi era ancora sceso dalle loro camere.
Decise di aspettarli seduta in uno dei divani, non avrebbero ritardato perché avevano l’incontro con le fan quella mattina stessa.
Passarono 10 minuti, nessuno era ancora sceso.
“ Uff! – era nervosa, avrebbe potuto sistemarsi con più calma se avrebbe saputo del loro ritardo – quanto tempo hanno intenzione di perdere quelli! ”
Stava quasi per decidere di salire quando udì le loro voci. Si voltò, erano tutti e sei che si stavano dirigendo verso la sala per far colazione. Passarono senza accorgersi di lei.

< INSOMMA – urlò alzandosi dal divano attirando la loro attenzione – NON SOLO SCENDERE CON 15 MINUTI DI RITARDO MA NON VEDETE NEANCHE CHE SONO QUI AD ASPETTARVI!! ”
Lo osservarono con sguardi ancora assonnati.
< Buon giorno Ely – disse Ki-Kwang sbadigliando – scusaci ma ieri abbiamo fatto tardi con le registrazioni e siamo molto stanchi. >
< Si, scusaci – intervenì Hyun – ma stiamo ancora dormendo! Quando abbiamo molto lavoro e la mattina ci tocca alzarci presto, abbiamo tanto di quel sonno – sbadigliò – che a volte non ci riconosciamo neanche >

< Noi andiamo a fare colazione, tu l’hai già fatta? > chiese Seob
< Veramente, io non faccio mai colazione >
< Scherzi? – disse Dong – io morirei se non mangio qualcosa la mattina! >
< Non accetto una cosa del genere – Doo si avvicinò, la afferrò per mano e la portò con loro – Tu adesso ti siedi e fai colazione! >
< Ma davvero, non mangio mai…non ho fame >
< Sbagli! – disse Dong  facendola sedere – La colazione è il pasto principale e più importante della giornata. Perciò … - le passò un piatto con alcune fette biscottate e dei vasetti di marmellata - …prendi e mangia >
La ragazza rimase lì a guardarli, il solo vederli le creava nausea.

 < Che ti prende? > chiese Jun nel sedersi di fronte
< Nie-ente, perché? >
< Sei pallida. Sei sicura di stare bene? >
< …E che… non sono abituata a mangiare se non ho fame e… - si alzò di scatto - …scusate >
< Elena! > urlò Jun nel vederla correre via.
< Che è successo? >
I ragazzi corsero nel tavolo osservando la scena.
< Jun – Doo si accostò al ragazzo – Che è successo >
< Non so…ho solo chiesto come mai era così pallida…e poi, è corsa via >
< Abbiamo fatto qualcosa di male? > domandò Dong
< Che avremmo fatto di sbagliato – rispose Hyun – le abbiamo solo detto di far colazione >
I ragazzi erano preoccupati, non sapevano cosa pensare e come comportarsi.
Decisero di aspettarla nel tavolo ma erano passati diversi minuti e non arrivava.
< Vado a cercarla – Jun si alzò dal tavolo. Era nervoso, agitato, non aveva quasi toccato nulla di quello che i ragazzi avevano portato – Non ritorna, e se è svenuta? >
< Jun, stai qui. Ci vado io - Kiki fermò Jun per il braccio. – Tra i due, sarei io quello che deve andar a cercarla. >
Si scambiarono occhiate, si era creata una certa atmosfera carica di tensione…infine Jun si arrese.

< Allora vai. – disse ritornando al suo posto – Valla a cercare >
Ki-Kwang lasciò la presa e iniziò le ricerche-.
Nello stesso tempo, nella tavola, nessuno disse niente al riguardo: cosa doveva aggiungere? Che dovevano dire?
Tutti, ormai, avevano capito che la situazione stava arrivando a un punto di rottura…se non avrebbero fatto qualcosa, alla fine la bomba sarebbe esplosa.
Seob osservava il suo amico con aria preoccupata, i suoi sforzi, i suoi piani con Hannah avevano portato a qualcosa…ma adesso tutto rischiava di andar in fumo se non finiva alla svelta, se non faceva in modo che quei due rimanessero soli.
Si, dovevano rimanere soli….ma come? Come se Ki-Kwang era sempre in mezzo a quei due?
< Scusate – Jun si alzò – ho bisogno di prendere un po’ d’aria. Ci vediamo fuori >
Uscì, si allontanò dai ragazzi uscendo nel balcone.
< Dobbiamo fare qualcosa – iniziò a parlare Dong – prima che qui scoppia la guerra >
< L’unica cosa che possiamo fare e cercare di non metterci in mezzo tra loro tre – disse Doo – è una cosa che devono vedersela loro >
< Ma non possiamo rimaner a guadare mentre quella ragazza porta alla rovina il gruppo! >
< Dong! – lo riprese Doo – ti ho già detto di non dire certe cose >
< Ho cercato di esser gentile con lei, ma… non posso vedere che per colpa sua due nostri amici stanno per farsi la guerra… >
< Loro non litigheranno – intervenne Seob – non hanno motivo per farlo. >
< Il motivo è Elena, perché non volete ammetterlo >
< Perché non è come dici tu - Hyun prese la sua tazza di the verde e la posò nella tazzina, aveva un’aria serena a differenza degli altri – Dong, perché l’hai tanto con Elena? >
< Come perché?! Da quando ha iniziato a lavorare con noi quei due… >
< Jun e Kiki – interruppe Hyun – non sono mai stati in freddo fin dall’inizio. Come ben sai è stato lui a volerlo aiutare a conquistarla, poi è successo qualcosa e si è avvicinato a Elena…da quel momento i rapporti tra Kiki e Jun si sono allontanati >

< Visto, è come dico io! È stata lei a metterli contro >
< Una nostra Fan non farebbe una cosa del genere > intervenne Seob
< Ma non farebbe neanche in modo che quei due non si parlassero più > ribatté Dong
< Ragazzi, non mettiamoci a litigare adesso noi! – cercò di calmare gli animi Doo – qui dobbiamo solo capire come stanno effettivamente le cose. >
< Già. Secondo me – continuò a parlar Hyun – centra qualche piano contorto di Kiki…solo che gli sta sfuggendo alla situazione >
 < Che vuoi dire? > domandò Doo
< Sai che carattere ha Kiki. Si sarà messo nei casini con qualche suo piano, ne sono sicuro >
< Se è vero, dobbiamo scoprirlo > disse Dong
< Non faremo un bel niente! – affermò Doo – rischieremo solo di complicare la situazione. Ragazzi…dobbiamo rimanere solo a guardare, interverremmo solo se le cose peggioreranno >
< Mi chiedi l’impossibile > disse Dong alzandosi dal tavolo dirigendosi verso l’uscita
< Dove stai andando – Doo gli andò dietro – non fare cose insensate! >
Hyun e Seob rimasero seduti a pensare: Seob pensava che il suo piano avrebbe servito a portare l’armonia e la serenità nel gruppo, ma dopo quello che era appena successo non ne fu più tanto sicuro.

Se quella situazione si era creata anche per colpa sua? Se il suo piano progettato con Hannah aveva solo portato a peggiorare le cose?
Non volle pensarci, non voleva credere che potesse essere anche colpa sua.
“ Devo parlare con Hannah… Dobbiamo cambiare strategia ”
< Hyun – disse il ragazzo alzandosi – vado un attimo in camera. >
< Ma…fra un po’ dovremmo andare >

< Lo so, ma tanto dovete venire a prendere i bagagli. >
 
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Elena era uscita fuori, tutto quel cibo le aveva creato nausee e se non si sarebbe allontanata, avrebbe potuto…cercò di non penarci.
Fece lunghi respiri, era una splendida giornata e faceva abbastanza caldo per essere metà settembre e solo alle 8e30 del mattino.
“ Sarà meglio che entri, gli altri potrebbero preoccuparsi ”
Si voltò per rientrar dentro, fece alcuni passi ma in lontananza vide un ragazzo camminare verso lei, man mano che si avvicinò, lo riconobbe: si trattava proprio di Jun.
Il ragazzo si fermò a pochi passi da lei, si osservarono.
< Ehm…ciao > disse intimidita
Jun rimase immobile senza parlar, la guardava soltanto.
< Oh… - disse piegando il braccio destro portandolo verso il ventre e con la mano si toccava l’avambraccio sinistro, infine abbassò gli occhi – ecco…io… >
< Stupida >
< Come? > rivolse lo sguardo su di lui
< Sei una stupida – la avvicinò a se stringendola – scappare in quel modo – le mise una mano sulla sua testa mentre con l’altra la poggiò dietro la sua schiena tenendola ferma dai fianchi – non puoi capire che paura mi hai fatto prendere >
Stupita, quell’azione la mandò in confusione.
Che stava succedendo? Dov’era quel ragazzo freddo, scontroso, arrogante di qualche settimana fa?
A stento riconosceva quel ragazzo che la stringeva a se, non poteva essere che fosse lo stesso ragazzo che fino a qualche settimana fa si dimostrava indifferente alla sua presenza.
Cosa gli era successo!

< …Jun… >
Il ragazzo allentò la presa, adesso gli accarezzava i lunghi capelli. Fece un lungo respiro, assaporando il suo dolce profumo fra i capelli.
< Stai bene? > le chiese dopo averla lasciata andare dal suo abbraccio
< Si, adesso va meglio > divenne rossa
< Cosa ti era successo? >
< Beh…tutto quel cibo di prima mattina…mi ha causato nausee >
< Capito… - le mise una mano sulla fronte – non è influenza… non è che, sei in quel periodo? >
La domanda le creò molto imbarazzo.
< JUN! SEI SEMPRE IL SOLITO – disse con il viso rosso come un peperoncino – Ed io che….naaaah lasciamo perdere. Sarà meglio che entri e vada dagli altri >
Elena, infastidita dall’affermazione di Jun, entrò sbuffando. Doveva ritirar ciò che aveva detto prima: Jun è rimasto sempre lo stesso ragazzo di quando l’aveva conosciuto. Si fermò davanti alla porta d’ingresso, osservò Jun che lentamente avanzava verso lei.
“ No… - addolcì lo sguardo - …non sei cambiato, sei rimasto lo stesso… Ero io a non accorgermi della tua presenza ”
< Che hai da sorridere adesso? > le chiese mentre le passò accanto
< Niente… - si mise al suo fianco - …penso solo al mio desiderio da esprimere. > disse guardando dritta davanti a se.
Sentendo quella frase, Jun fece un mezzo sorriso.
 < Dove hai lasciato le tue valige? > chiese cambiando discorso
< Le ho scese nella hall, poi le ho portato con noi nella sala per far colazione. Ho già consegnato le chiavi >
< Allora andiamo a recuperarle, si è già fatto tardi. Il nostro incontro con le fan è per le 10. Per fortuna che abbiamo la macchina >
I ragazzi si diressero nella sala, non si accorsero di esser guardati.
Ki-Kwang era rimasto a osservar la scena da dietro un mobile, abbassò lo sguardo.


“ Tutta questa gelosia che provo nel vederli insieme è ridicola. So che non dovrei provarla, so che dovrei essere felice per lei adesso che sta bene con Jun…ma - si osservò le mani - …allora perché m’innervosisco quando li vedo sorridere, quando li vedo stretti l’uno nelle braccia dell’altro? – si portò le mani su viso – Non posso, non posso…Non posso provare gelosia per Elena, non posso provare questi sentimenti! – portò la testa all’indietro distendendo le braccia lungo i fianchi – Devo allontanarmi da lei. Si...devo starle lontano, per il mio bene, per quello suo…e per l’intero gruppo ”
 
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Si erano fatte le 9, i ragazzi consegnarono le chiavi delle loro camere, ringraziarono per l’ospitalità e salirono nel furgone.
Erano diretti verso l’ultima tappa del viaggio, verso il fan meeting.
Giunti sul posto, fecero prima scendere Elena che si avviò verso le fans che iniziarono ad affollare la piazza con striscioni, cartelloni e senza farsi mancare le rose e la loro sciarpa.
Cercò di mettersi il più possibile vicino il palco, dove i membri dello staff avevano iniziato a sistemare le casse e a provare i microfoni, quando giunsero, vi fu un boato di urla che dovette avvicinare le mani alle orecchie.
Rivolse la sua attenzione su loro, era così strano vederli li…una strana sensazione.
Era passata dagli schermi di un PC alla quasi convivenza…e adesso li stava osservando li, in mezzo a tante ragazze che urlavano i loro nomi, intonavano pezzi di canzoni e qualche coro di cui non capiva una sola parola di quello che dicevano.
Finirono le ultime sistemazioni e l’incontro ebbe inizio.
Le ragazze che erano nelle prime file, che tra cui anche Elena, si sedettero per terra in modo tale che anche in fondo potessero vederli.
Per prima cosa si presentarono e ringraziarono tutte per esser giunte li festeggiando il quasi secondo anno di attività del gruppo. Mentre tra chiacchere, scherzi e aneddoti vari, alcuni ragazzi dello staff passarono dei fogli fra le ragazze per porre delle domande.
Uno di questi fogli arrivò anche a Elena, osservò come le altre avevano già riempito di domande quel piccolo foglio di cartoncino colorato, in quel momento la sua mente non pensava a niente…
Si osservò intorno, tutte avevano scritto qualcosa…notò che non tutte le ragazze erano di nazionalità giapponese, vi erano alcune che venivano dalla Corea, altre anche dalla Cina ma anche da altri stati.

Alcuni bigliettini che giungevano dalle file dietro la sua erano scritte in inglese per facilitare la comprensione; man mano che venivano raccolte, li passavano ai ragazzi che cercavano di rispondere il più possibile a tutte…ma anche nei limiti.
Alcune domande erano ripetitive, altre chiedevano se tra loro vi erano rapporti di coppie… e a questa domanda le ragazze cominciarono a urlare JUNSEOB, KISEUNG, DOOSEOB, KISEOB, JUNSEUNG, 2JUN, DOOWOO, KIWOON…tutte le combinazioni possibili fra i 6 ragazzi, che, all’occasione, non si fecero mancare qualche scherzo molto provocante alle ragazze.
Seob era il più giocherellone di tutti, a ogni domanda rispondeva con qualche battuta già pronta, come se fosse un comico nato, Doo lo assecondava in tutto e la vittima di turno era sempre Jun: venne soprannominato il più noioso del gruppo per la sua aria così seria e che non riusciva a far una faccia carina.
Il tempo per le domande stava finendo, cercò qualcosa da potergli chiedere ma niente le passava per la testa, osservò Jun…in quel momento, qualcosa da chiedergli le venne in mente.
Scrisse la domanda e la passò al ragazzo dello staff che raccolse gli ultimi bigliettini: l’incontro stava per finire.
< Bene ragazzi – disse Doo – ci sono le ultime due domande –prese i due biglietti – una è diretta a Jun…l’altra…l’altra  a Ki-Kwang >
I due ragazzi avanzarono verso Doo.
< Vediamo – lesse entrambe le domande – Siete pronti? – i ragazzi annuirono – Bene iniziamo con Ki-Kwang. Qui chiedono: credi nel colpo di fulmine? >
< Oh beh… - osservò le ragazze - …si…ci credo…. Anche perché adesso sono innamorato di tutte voi > disse sorridendo
< Kiki sei il solito romanticone > disse Hyun
< Non dimentichiamoci che Kiki è il RE CUPIDO! – affermò scherzosamente Doo – Ok, ora che hai risposto passiamo alla domanda successiva per Jun, un attimo solo perché è in inglese – rilesse diverse volte la frase riuscendo a interpretarla – Ci siamo, Jun sei pronto? >
< Prontissimo > disse sorridendo

< Questa ragazza si chiede qual è il tipo di ragazza che ti piace >
Prima di rispondere, Jun rifletté qualche secondo…osservò le ragazze.
< La ragazza ideale… - tra le prime file intravide Elena, era lì a osservarlo – la mia ragazza ideale… - fece un leggero sorriso – Vi rispondo in inglese, in modo tale che chi ha scritto questa domanda possa capirla… La mia ragazza ideale deve avere lunghi capelli castani, occhi sul verde, una bocca piccola ma con delle labbra carnose, deve essere determinata, grintosa, sicura…ma al tempo stesso esser dolce, infantile, una pasticciona che combina sempre guai – rimasero tutti sorpresi nel sentire quell’affermazione – una ragazza con cui si può scherzare liberamente senza che si offenda se la provoco…questa…questa è la mia ragazza ideale >
Naturalmente tutto questo era indirizzato a Elena, era stata proprio lei l’artefice di quella domanda.
< Ah…ok  - disse Doo riprendendo il discorso – Con questa domanda, il nostro tempo sta per finire. Vogliamo solo dirvi che è stato splendido passare un po’ di tempo qui con voi, non finiremo mai di ringraziare tutte voi, e anche voi ragazzi, di seguirci, di ascoltare le nostre canzoni e i nostri concerti! Vi ringraziamo – disse inchinandosi seguito da tutti i ragazzi – vi amiamo moltissimo! >
Con quest’ultimo discorso i ragazzi s’inchinarono nuovamente, mandarono alcuni baci verso le ragazze e si diressero verso un furgone che era pronto per portarli lontano da lì prima che le fans li avrebbero rincorsi.
Elena, invece, si trovava in balia delle urla, fu assalita e sbattuta fra le ragazze che saltavano dalla gioia: si chiese se tutta quella non fosse una grossa esagerazionie. Ok erano i B2ST, ed è comprensibile una simile gioia, ma arrivare quei livelli di spingersi rischiando anche di far male…beh, non riusciva a comprenderlo.
Ripreso il controllo, si fece spazio fra quelle che ora come ora non erano più ragazzine ma delle pazze scatenate, e riuscì a uscire da quell’inferno. Sentì un suono familiare, era il suo cellulare.

< Pronto? >
< Elena, sono Doo. Dove ti trovi adesso? >
< Mi sono liberata solo adesso dalle “fans” se così le possiamo chiamare…non so se sentite le urla >
< Eh eh eh, le sentiamo.  Comunque, ti ho chiamato per dirti di farti trovare il più lontano possibile da dove sei adesso, altrimenti non possiamo prenderti >
< Ok, ma…dove possiamo incontrarci? Non conosco la zona >
< Allora ti manderò qualcuno a prenderti, basta che non ti muovi da dove sei adesso >
< OK >
Doo chiuse la chiamata, la ragazza rimase ferma in quel punto come le era stato richiesto. In quell’attesa ripensò alla risposta di Jun…
“ Però, ora che ci penso…non è che mi rispecchia… - sbuffò seccata – allora non è che sarei proprio ideale per lui ”
Si sentì poggiare una mano sulla spalla. Si voltò, era un ragazzo incappucciato.
< Posso aiutarti? > chiese, ma il ragazzo non rispose.
“ Oh no, speriamo che non sia un giapponese che vuole qualcosa da me…. Non capirei una parola di quello che mi dirà ”
< Mmm… I’m sorry , can I help you? >
Ma neanche con quella domanda era riuscita a ottenere una risposta. Non sapeva più che fare, finché il ragazzo la prese la mano allontanandola da li.
< Ehi – cercò di metter resistenza ma era più forte di lei – Ehi…lasciami andare, lasciami andare ti ho detto! >

Il ragazzo si osservò intorno, di ragazze che urlavano adesso, non ve vedeva traccia, era un posto più isolato; decise di fermarsi li.
Lasciò la mano di Elena e si voltò.
< Che vuoi da me? – ma il ragazzo la osservava senza darle una risposta – Cavolo, non capisci davvero quello che ti sto chiedendo… >
< Ti capisco, invece – Elena rimase sorpresa – Mi stupisco solo di una cosa… - poco alla volta, il ragazzo si tolse il berretto, il foulard che copriva il volto e gli occhiali da sole - …di quanto sei ingenua, ma anche tanto tonta…non riesco ancora a riconoscermi? >
< Ma tu sei… JUN! >
< Come fai ancora a non riconoscermi dopo tutte le volte che ci vediamo! >
< Beh scusa, ma si vede che lo fai così accuratamente che mi è difficile capire chi tu sia >
< Non cercarti giustificazioni per la tua stupidità – con quella frase la ragazza uscì la lingua – Quanto sei infantile! Piuttosto, andiamo che ci stanno aspettando >
Elena seguì il ragazzo, pochi isolati da lì e videro un furgone posteggiato; fece salire Elena senza farsi vedere da qualche paparazzo che magari li avevano seguiti di nascosto: la prudenza non è mai troppa in  questi casi.
Sistemati, il furgono si accese e si spostò da quel posteggio.
< Bene, e con questa abbiamo finito – disse Hyun – adesso abbiamo un pomeriggio tutto per noi >
< Si ma dobbiamo essere in aeroporto per le sette, il volo è verso le otto e mezza >

< Sono soltanto le 3 – fece notare Dong – che possiamo fare? In albergo non possiamo andarci >
<  Non saprei – Hyun si voltò versi il sedile di dietro – Elena, hai qualche posto che vorresti vedere? >
< Mmm, ieri ho fatto dei giri veloci della città… >
< E la torre di Tokyo l’hai vista? >
< Solo da lontano >
< Allora è deciso – disse Hyun sorridendole – ti porteremo lì e saliremo fi sopra >

< EEEEEH! > esclamò incredula.
 
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Elena osservava la torre: alta 333 m, è la seconda più alta struttura artificiale del Giappone, una torre reticolare ispirata alla Torre Eiffel dipinta di bianco e di arancione.
Alla base vi è un negozio di quattro piani.
 Il primo piano comprende l'Acquarium Gallery, una hall con reception, il "Tower Restaurant", un negozio di generi alimentari e un negozio di souvenir.
Si diressero verso i 3 ascensori che portano diretti all’osservatorio principale posizionato all’altezza di 145 m; ma proseguendo ancora più su, vi era l’accesso all’Osservatorio Speciale, più piccolo del precedente, a 250 m.
< Dai, avanti entriamo > disse Hyun spingendo la ragazza all’interno.
Quando entrarono, Dong pigiò sul primo pulsante che portava all’altezza di 145m; Elena cominciò a sentirsi un po’ strana.
Le porte si aprirono, tutti i ragazzi si avvicinarono alle vetrate felici di vedere come fosse piccola la città vista da quell’altezza, riuscirono anche a vedere il monte Fuji grazie alla splendida giornata.
< Elena, vieni a vedere – Doo le prese la mano avanzandola verso la finestra – Guarda, non è splendido? >
< Eh eh eh…si molto >
Cercò di non vedere in basso, si sentiva la testa come in un pallone: tutto le cominciava a girare e si sentiva come se le mancasse la terra sotto i suoi piedi.
Su quello stesso piano sono disponibili due “look down windows” che consentono ai visitatori di stare su una piccola finestra guardando il suolo a 145 m…attrazione che i ragazzi non si fecero mancare, soprattutto per la “gioia” di Elena.

La ragazza era terrorizzata all’idea di doversi mettere su quella piccola fessura e guardare verso il basso, se solo avesse osato farlo…sarebbe svenuta all’istante.
Si svincolò da questa pazza e assurda proposta di Doo e rimase solo a guadare, a debita distanza, il paesaggio dritto davanti a lei.
All’interno di questo piano, un piccolo ascensore portava a un secondo piano a un’altezza di 150 m: in quel momento Elena voleva esser morta, per lei tutto questo era una tortura.
Bastava dire solamente che soffriva di vertigini, ma non sopportava l’idea che una cosa che portava gioia a loro doveva esser interrotta per un suo malore…cercò di resistere.
Giunsero infine all’osservatorio più alto: 250 m una sola cosa pensava…voleva scendere al più presto, toccare la terra sotto i suoi piedi. Era pallida, Doo e Hyun insistevano nel farla avvicinare per osservare il paesaggio, ma la ragazza aveva superato molto il suo limite di sopportazione del dolore. Le immagini erano un continuo muoversi intorno senza poter vedere chiaramente i contorni. Si appoggiò a un pilastro per evitar di cadere per terra.
< Stai bene? > chiese Seob avvicinandosi
< Sisi, solo un giramento…ma ora è passato > disse sorridendo
 < Ma sei sicura? Sei bianca >
< Non preoccuparti, va tutto bene >

Elena cercò di farsi forza, mentre fingeva di star bene nascondendo tutto sotto un falso sorriso, si avviò verso i ragazzi che stavano iniziando a scendere.
“ Non vedo l’ora di poter essere a terra…tutto questo è stata un’esperienza da non ripetere mai più in vita mia! ”
Giunsero così al secondo piano, dove si recarono al Mc Donald concedendosi un paio d’ore di relax.
< Ragazzi – disse Elena – voi mangiate pure. Io vado a vedere l’aquario >
< Non hai fame? > chiese Seob
< Nono, mangerò qualcosa non appena arrivo a casa >
< Come preferisci – disse Doo – Dopo aver mangiato faremo un giro anche noi qui. Non ti allontanare, rimani sempre in zona intesi? >

< Va bene > rispose sorridendogli.
 
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Elena girava per l’acquario osservando i vari esemplari, di tanto in tanto rimaneva a guardarli mentre nuotavano dentro tutta quell’acqua. Sembrava essersi ripresa ma la sensazione di vuoto che avvertiva non l’era passata, le pareva di galleggiare in uno spazio privo di gravità.
< Forse è meglio se prendo un po’ d’aria fresca, invece che star al chiuso qui. >
Uscì fuori dall’edificio vi avviò verso la parcò che era lì vicino, si sdraiò nella prima panchina.

“ Chiuderò per un po’ gli occhi, speriamo che queste vertigini passino… ”
 
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< Che giornata, e domani ci aspetteranno altre interviste > affermò Dong
< Già…abbiamo due settimane piene d’incontri e interviste! – disse Hyun – In questo modo, Seob, non potrai vedere la tua Hannah! >
< Non ci saremmo potuti veder ugualmente > disse con lo sguardo cupo.
 < Perché? > chiese Hyun
< Tra pochi giorni…debutterà >
< Ah, è vero…adesso anche lei è entrata nella nostra casa discografica. – Hyun prese la sua bottiglia d’acqua e ne bevve un po’ – Sai che dovrai fare ora, vero? >
< Si lo so…lo so benissimo >
< Sappi che sarà solo per il vostro bene > rispose Hyun
Seob strinse i suoi pugni, sapeva benissimo cosa voleva dire Hyun, aveva affrontato questo discorso prima di partire proprio con Hannah…far un passo falso adesso significa compromettere non solo la sua di carriera, ma anche quella di Han.

< Ragazzi direi che è ora di andare – disse Doo – chi va a chiamare Elena? >
< Ci vado io > disse Ki-Kwang
< Ci vediamo fuori l’edifico allora >
Si separarono, Kiki entrò dentro l’acquario ma dopo aver perlustrato tutto della ragazza nessuna traccia, era come scomparsa nel nulla.
< Non trovo Elena – disse quando fu con i ragazzi – Dentro non ci sta >
< Come non è li? – domandò Doo – prova a chiamarla >
Ki-Kwang prese il cellulare e compose il numero, squillava ma nessuno rispondeva.
< Gli avevo anche detto di non allontanarsi. Adesso che facciamo? >
< Direi di separarci e iniziare a cercarla > propose Hyun
< Non sarà andata lontana. Perlustriamo tutti i negozi, ci rivedremo qui. > disse Seob
Si separarono e iniziarono le ricerche, entrarono in ogni negozio ma di Elena non vi erano tracce. Salirono fin all’ultimo piano della torre, ma niente; quando si riunirono davanti l’ingresso erano già le 6 del pomeriggio.

< Si è fatto tardi – disse Doo osservando l’ora – dobbiamo andare altrimenti rischiamo anche di perdere l’aereo. Ma dove può esser andata!! >
< Ragazzi, voi andate in aeroporto. Elena la cercherò io, farò il più presto possibile > disse Jun
< Ma come farai a cercarla da solo > domandò Doo
< Qualcosa farò ma voi non potete perdere l’aereo, perciò andate li >
Kiki era silenzioso, non disse nessuna parola. Voleva cercarla lui la sua Elena…ma si era ripromesso che era giunto il momento di finirla con quell’assurda recita.
< Jun non puoi cercarla da sola – disse Hyun – è meglio che stiamo anche noi qui ad aiutarti >
< No ragazzi – Kiki si era fatto avanti – lasciamo che la cerchi, noi attenderemo in aeroporto. Sono sicuro che tornerai in tempo. >
Erano in creduli, non si sarebbero aspettati una simile affermazione proprio da lui. Dopo qualche discussione, Jun rimase da solo, gli altri erano andati avanti senza di lui.
“ E adesso cominciamo a cercati ”

Prese il cellulare e cominciò a chiamar il suo numero nella speranza che alla fine avrebbe risposto.
 
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“ Che cos’è questo suono…è fastidioso, non riesco a riposare bene ”
Elena era rimasta distesa nella panchina del parco, quando riaprì gli occhi, si accorse che il sole stava iniziando a tramontare, era ancora stordita non ricordava del perché si era distesa.
Si guardò, cercava di capire, dove venisse quel suono…poi ricordò: si era distesa perché aveva ancora le vertigini, quel suono era la sua suoneria; tra le tasche dei jeans e della giacca cercò il cellulare, lo prese in mano ma aveva appena finito di squillare.
Vide chi fosse, erano 12 chiamate fatte tutta dalla stessa persona…da Jun.
Digitò il suo numero, non si era accorta di che ore fossero, ma di certo i ragazzi erano in pensiero per lei e che avrebbero corso per prendere puntuali l’aereo. Rispose.
< Elena dove ti trovi! >
< Mi dispiace, sono in una panchina nel parco vicino la torre. Scusatemi… >
< Sto arrivando >
Cercò di alzarsi dalla panchina, ma avvertiva ancora dei giramenti e preferì non muoversi.

< Ti ho trovato – Jun corse verso la ragazza che era rimasta ferma nella panchina, era molto stanco a causa della corsa appena fatta – Ma che ti è successo? >
< Scusatemi, mi sono distesa qui ed ho perso la cognizione del tempo. Gli altri ragazzi dove sono? >
< Loro sono già all’aeroporto. Se ci sbrighiamo, riusciremo a raggiungerli >
Elena cercò di alzarsi ma non appena cercò di mettersi in piedi, si sentì pesante e senza forze. Jun la sorresse per non farla cadere.
< Oh, grazie. Adesso va… >
< Non stai bene. Non stai bene da quando siamo saliti in cima a quella torre, è vero? >
< Nono, è stato solo un giramento. Adesso posso farcela > cercò di muoversi ma dopo un passo, perse il controllo.
< Si può sapere che ti prende? >
< Non è niente, ora passa >
< Siediti – la fece risedere nella panchina – Vado a prenderti l’acqua e un po’ di zucchero. >
Rimase lì seduta ad attendere il ritorno del ragazzo, prese il suo cellulare e controllò l’ora…erano quasi le sette.

“ Ma…dobbiamo andare, perderemo l’aereo così! ”
 
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< Ecco, prendi un po’ >
Jun era arrivato con una busta di zucchero presa al bar e una bottiglia.
< Perché non mi hai detto che è tardi! Sono quasi le sette…dobbiamo andare. >
< Tu da qui non ti muovi. Ho già risolto >
< Come? >
< Ho chiamato i ragazzi. Noi prenderemo il primo volo domani mattina >
< EEEEEH?! DOMANI? >esclamò
< In queste condizioni non ti faccio prendere nessun aereo. Rimaniamo qui seduti per un po’ >
< E poi? Che intenzione hai? >
< Uh? – la osservò con aria sospetta – che ti salta in testa con quell’affermazione? Non hai mica pensato chissà che! >
< Che vai a pensare! Quello che volevo dire e che se dovremmo partire domani con il primo volo dove andremo stanotte >

< … - si voltò a guardarla – per ora pensa a riposarti >
 
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< Ascoltate – disse Doo – Jun rimane qui a Tokyo con Elena >
< Perché? > chiesero
< Elena si è sentita male quando eravamo su nella torre e Jun non vuole farla sforzare per correre qui in aeroporto >
< Che ha? > chiese Seob
< A quanto pare soffre di vertigini e non ha voluto dire niente… >
< Quella ragazza – disse Dong – porta solo guai! >
< Poteva dirlo che stava male, avremmo fatto altro > affermò Doo
< Appunto per questo non l’ha detto – rispose Hyun – se lei avrebbe detto di star male, noi saremmo andati da un’altra parte e si sarebbe sentita in colpa. Ha preferito tenersi il dolore pur di farci contenti >
< Non c’era niente di male! > affermò Seob
< Dai l’importante e che si riprenda. Non ci resta che ritornare, dobbiamo prepararci poi per l’imminente volo per la Spagna. Stanno chiamando il nostro volo >
Doo prese anche i bagagli di Elena e Jun e si diressero verso l’imbarco; Ki-Kwang rimase in disparte dal gruppo con il volto rivolto verso il basso.
“ Quando ritornerai le cose cambieranno…Elena ”

Ki-Kwang seguì il gruppo, porse il suo bagaglio alla hostess e si recò nell’angolo attendendo che aprissero le porte per far salire.
 
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< Se ti senti meglio possiamo andare >
Jun prese la sua mano e la strinse a se; Elena era imbarazzata, si alzò lentamente dalla panchina e seguì il ragazzo che la teneva vicina a lui.
< Ora che ci penso – disse osservando il suo volto – ma i nostri bagagli sono già imbarcati… MA CHE FAREMO? > disse portandosi le mani sul volto
Jun rise nel vederla in quello stato.
< Tranquilla, mi hanno detto che le portano loro. Al rientro domani ti verranno a prendere >
< Come? > disse fermandosi e osservarlo perplessa.
< Perché quell’espressione >
< Perché parlavi riferendoti solo a me? >
< Senti tu. Non vuoi creare uno scandalo, vero? >
< Certo che no >
< Allora che domandi a fare! Prenderemo lo stesso aereo ma all’atterraggio ci divideremo >
< Ah giusto, se ti verrebbero con me, inizieranno a seguirci >
< Oh, noto che ogni tanto qualche neurone funziona >
< NON PRENDERMI IN GIRO! >
< Chi ti prende in giro. Dico la verità >
< Juuuun! Ti detesto! >
< Sbrigati, andiamo. >
< E dove? >

< Conosco un albergo che è vicino all’aeroporto. Andiamo >
Si diressero verso la metropolitana, attesero il loro treno per quasi 10 minuti e per tutto il tempo Elena ripensava a quei giorni appena trascorsi ma anche al fatto che per colpa sua adesso si stavano dirigendo verso un albergo.
Era rimasta seduta mentre Jun le era accanto in piedi osservando i tabelloni.
< Come mai sei così silenziosa? >
< Uh? Io? >
< Vedi qualcuno attorno a noi a cui potrei domandargli qualcosa? Ahh, devi esserti rimasta solo un neurone. Gli altri staranno dormendo >
< Smettila! Non sei divertente > disse mentre uscì la lingua
< Come siamo infantili! – a un tratto si sentì una voce che comunicava l’arrivo di un treno – Andiam. Il nostro treno è arrivato. Sbrighiamoci a entrare >
Le prese la mano, l’avvicinò stringendola a se per evitare che nella confusione l’avrebbe persa di vista. La fece sedere nell’unico posto libero che aveva trovato…erano giunti nell’ora di punta, nel momento in cui le persone avevano terminato la loro giornata lavorativa e tornavano nelle loro case.
Scesero dopo due fermate, dovettero attendere l’autobus che li avrebbe portati così, vicinò al loro albergo.
< Com’è che aspettiamo il bus? >
< Volevi prendere il taxi? > la guardò voltandosi verso lei che era seduta.
< Ho solo fatto una domanda, avevi detto che era vicino l’aeroporto…quindi pensavo che avremmo camminato >
< Si lo è, ma con il bus ho intenzione di andare a comprar dei vestiti per stanotte >
Salirono e si sedettero in fondo, scesero dopo qualche fermata e si diressero verso un negozio di abbigliamento. Comprarono solo il necessario per quella ser e da li raggiunsero l’albergo a piedi verso le 8.
Jun andò a prenotare la loro camera mentre Elena rimase ad attenderlo seduta nella poltrona.
< Possiamo salire. >
< O-Ok > disse tendendo la mano verso il ragazzo che rimase a fissarla
< Che stai facendo con questa mano tesa? >
< Sto aspettando >

< Aspettando cosa? >
< La chiave della mia camera >
< EH? Vedi che – tirò dalla tasca dei pantaloni la chiave – avevano solo questa >
< COME? >
< C’è solo questa. Se non vuoi condividerla, puoi anche rimanere qui nella Hall >
< N-No…vengo con te >
Raggiunse il ragazzo che era quasi arrivato davanti all’ascensore, premette il pulsante e le porte si aprirono.
La loro camera si trovava al secondo piano, si trattava di una piccola stanza ma molto accogliente, la prima cosa che notò Elena era il letto…un letto matrimoniale.
Avrebbe non solo diviso la stanza ma anche il letto.
< Bene, ho bisogno di farmi la doccia. Vuoi farla per prima tu? >
< E-EH? N-N-NO PRE-PREGO. Falla prima tu >
Jun era divertito nel vederla imbarazzata.
< Come vuoi. Allora vado >
Prese i suoi vestiti dalla busta e si diresse verso il bagno, quando si chiuse la porta alle sue spalle Elena, si buttò sopra il letto, fece un lungo respiro.
“ CALMATI…CALMATI…CALMATI… - disse cercando di portare il battito cardiaco alla normalità – Devo stare calma. Ma cavolo…come faccio. – guardò verso la porta – Lì dentro c’è Jun…in questo momento si starà spogliando… Kyaaaa! Non devo pensarciii ” disse nascondendo il volto tra il cuscino.
Sentì il rumore dell’acqua e la sua mente cominciò a far immagini di Jun sotto la doccia.
“ ELENAA – si disse fra se – DEVI SMETTERLA DI FARTI FLASH! ”

Decise di alzarsi e mettersi un po’ fuori nel balcone, forse un po’ d’aria fresca avrebbe calmato i suoi bollenti spiriti.
Fece lunghi respiri, l’aria era davvero molto fresca, si sentivano rumori di clacson in lontananza…dopo tutto era in una grande città molto frenetica.
Era molto diversa da Seoul che al suo confronto, sembrava una città più tranquilla. Osservò il cielo…
“ In questo momento saranno già partiti. Se solo non mi fossi fermata in quella panchina anche noi, saremmo con loro, invece mi tocca dividere la stanza con Jun…non è che mi dispiace, però…. - poi rifletté – Cacchio, devo avvisare a Hannah che oggi non rientro. – cercò il cellulare nelle sue tasche ma si accorse di averlo lasciato sopra il tavolo della scrivania – Devo manda… ”
In quello stesso momento era uscito Jun dalla porta del bagno, aveva solo il sotto del pigiama e una tovaglia in testa per asciugarsi i capelli.
< Elena, se vuoi, puoi usarlo tu >
Spostò la tovaglia e osservò il volto della ragazza pietrificato per l’imbarazzo.
< Che ti prende?  - disse con disinvoltura avvicinandosi al bordo del letto – Non hai mai visto un ragazzo in vita tua? >
< No…cioè…si…i miei fratelli…ma tu….noi…qui…adesso… >
< Eh? Che vuoi dire? Ah… - disse infine con aria provocatoria avvicinandosi al suo viso - …stai fantasticando su qualcosa? >
< MA CHE DICI! – aveva tutto il viso rosso – Naaah, mi vado a lavare… > disse infine sbattendo la porta alle sue spalle.

Jun era rimasto a guardarla con un leggero sorriso sul suo volto, prese la maglietta che era adagiata sopra il letto e la mise.
 
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“ Quel ragazzo ha la capacità di rendermi confusa… - si diceva fra se Elena mentre asciugava i capelli – Mi fa passare dalla gioia alla rabbia in pochi secondi. – posò il fono sopra il lavello, prese il pettine e iniziò a lisciare i capelli – Il solo pensiero che dovrò stare con lui nel letto…oddio, già divento rossa! ”  
Smise di pettinarsi e si guardò allo specchio, doveva uscir da lì con più calma, eliminando quel rossore ma non ci riusciva. Il suo battito aumentò man mano che si avvicinava alla porta.
Aprì prudentemente la porta aspettandosi di vederlo sdraiato nel letto ma…
“ Dov’è?  - uscì da bagno richiudendo la porta dietro di se – fino a 20 minuti fa era qui ”
< Ah, finalmente – la ragazza si voltò alle sue spalle – credevo avessi intenzione di dormire in vasca >
< Ehi! Non solo mi cogli alla sorpresa ma critichi anche?! Non sono affari tuoi di quanto tempo impiego per lavarmi…e comunque sappi che ho anche fatto in fretta… >
< 20 Minuti, per te sarebbe un record? – le passò accanto – Va beh, andiamo a dormire >
A quella frase Elena irrigidì.
< DO-DO-DORMIRE? INSIEME? >
< Ti da fastidio? Se vuoi…dormi per terra >
< Dov’è finita la galanteria? >

< Ho intenzione di dormire e riposarmi, se per te è un problema, c’è sempre la vasca da bagno – disse mettendosi sotto le coperte – Quando hai deciso spegni la luce, domani dobbiamo cercare di partire preso. > disse prendendosi anche il secondo cuscino
< EHIII! Quello serve a me >
< Dentro l’armadio c’è ne un altro. Buona notte >
“ Ed io che pensavo chissà cosa… - aprì l’anta dell’armadio, prese il cuscino e la fodera – Sono stata solo una stupida a credere che poteva succedere qualcosa…. ”
Spense la luce, era completamente buio.
Con il cuscino stretto al petto, cercò di orientarsi verso il letto. Passo dopo passo si avvicinò ma non aveva calcolato bene le distanze e finì per sbattere contro la sbarra del letto e caderci sopra.
< Ti sei fatta male > disse Jun accendendo la luce della bagiù.
In quel momento Elena aveva realizzato una cosa: si trovava nella parte sbagliata del letto, era caduta sopra Jun.
Aveva il viso a pochi centimetri da quello del ragazzo. Chiuse gli occhi, si alzò, dire che era rossa era poco.
< S-Si va tutto bene – riaprì gli occhi – Mi metto nel mio lato del letto >
Jun osservò la sua goffaggine, rise…era molto buffa.
Elena si mise sotto le coperte all’estremità del letto di fianco dandogli le spalle, non si muoveva; non osava far un movimento per evitare di toccare una parte del suo corpo involontariamente.
Jun, invece, era rimasto quasi su fianco destro osservando la sua testa, era completamente coperta.
Nessuno dei due riusciva a dormire, ma la stanchezza di quella giornata si cominciò a sentire; Jun chiuse lentamente gli occhi mentre era rimasto a guardar la sua testa.
Era sereno perché l’aveva al suo fianco, poteva stringerla, poteva sentire il suo respiro, il suo profumo tutto di lei.

Scivolò delicatamente, senza accorgersene, verso lei.
A quel tocco, Elena sentì un batticuore. Si voltò, lo vide con la testa appoggiata alla sua.
Il viso era a un soffio dal suo, poteva sentir suo respiro sulla sua pelle.
Comparve un leggero e timido sorriso sulle sue labbra.
Senza svegliarlo, si sollevò un po’, prese il suo viso e lo adagiò accanto al suo cuscino.

Gli diede un dolce bacio sulla fronte e chiuse gli occhi, addormentandosi così, l’uno di fronte all’altro.
 
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Il giorno arrivò troppo presto.
Le prime luci del sole svegliarono la ragazza che, ancora intontita, nell’aprire gli occhi si accorse che Jun era già sveglio.
Era rimasto lì vicino a lei a guardarla dormire. Spalancò gli occhi, si sentì imbarazzata.
< Buon giorno > disse Jun ridendo
< BU-BUON GIORNO > si coprì portandosi la coperta sul viso.
< Come ti senti oggi? >
< Be-bene >
< Ti va di fare un po’ di colazione? Lo so, hai detto che non la fai mai…ma ieri sera sei rimasta a digiuno. >
< Beh… in effetti – disse portandosi la mano sullo stomaco – Ho un leggero languorino >
< Allora ho fatto ben >
< A fare cosa? >
< Ho chiamato il servizio in camera. Tra non molto saranno qui. >
< CHE COSA? > disse tirandosi su dal cuscino.
< Sh! – disse portando il dito sulle sue labbra – Sei molto rumorosa fin dalle prime luce del giorno. >

Si alzò dal letto dirigendosi davanti la porta d’ingresso, avevano bussato. Aprì ed entro un cameriere con la loro colazione.
Rimasti soli, Elena si sollevò.
< Nono – disse Jun – rimani nel letto. Questi si possono poggiare sul letto, vedi – fece vedere che avevano delle apposite aste – Quindi non muoverti >
Portò i vassoi e si posizionò di fianco ad Elena, ne diede uno a lei e cominciarono a mangiare.
< Spero che questo ti piaccia – le disse mentre beveva il suo caffè – non sapevo cosa avresti gradito >
< Si, va bene > ricambiò con sorriso
< Sono quasi le 8, dobbiamo essere in aeroporto fra un po’ >
< Mm? – disse prendendo un cucchiaino immergendolo nello yogurt – Perché? A che ora prenderemo l’aereo? >
< Quello delle 10, ma essendo che non abbiamo fatto i biglietti dovremmo recarci lì >
< Capito >
Finirono la loro colazione, si sistemarono e lasciarono la camera. Si recarono nella metropolitana recandosi così all’aeroporto, mancava circa un’ora dal loro volo.
Si sedettero aspettando così l’ora per tornare a Seoul.
< Jun – il ragazzo si girò per verso la ragazza – volevo ringraziarti > disse timidamente
< Per cosa? >

< Per tutto. Sia per ieri che mi sei stato vicino quando stavo male, sia per… per il regalo >
< Ah, ti riferisci al pupazzo? >
< Thi. È stato carino da parte tua far quel regalo >
< È stato un piccolo pensiero, niente di che >
< Per me è stato più di un pensiero. >
Rimase a guardarla, prima di porle una domanda.
< Ma che volevi dire l’altro giorno con quel discorso? >
< EH? Quale? >
 < Che le persone anche se sono belle, lo sono solo in apparenza… >
< Oh, beh… perché fin da piccola ero presa in giro e isolata dalle persone. Per essere accettata mi abbassai ai loro livelli e ferii i sentimenti di un ragazzo che mi confessò la sua cotta solo perché gli altri mi deridevano…all’ora era piccola e non capivo, ma con il tempo mi resi conto di aver sbagliato atteggiamento…quel ragazzo nonostante tutto ciò era molto dolce con me, figurati che per san valentino mi aveva messo dentro lo zaino una scatola di cioccolatini… >
< Solo per questo? >
< Che vuoi dire? >
< Tutto questo discorso solo perché da piccola hai fatto quel gesto? >

< Si, perché guardando quel cartone mi ero ripromessa che non mi sarei mai soffermata all’aspetto fisico ma che dovevo conoscere la persona  >
< Allora su questo punto devi migliorare.... >
< Perché? > lo guardò perplessa
< Perché ancora ti fermi sull’apparenza… >
Le diede un tocco di dito sulla fronte. In quel momento chiamarono il loro volo.
“ Questo viaggio mi ha riservato una marea di sorprese, mi ha anche dato la possibilità di poterti conoscere meglio. – Elena prese posto vicino al ragazzo sopra l’aereo – Mi dispiace che questo tempo che abbiamo trascorso sia già terminato, non vorrei tornare… Jun – lo guardò di profilo – non voglio tornare, voglio stare con te… ”
< C’è qualcosa che non va? > le chiese accorgendosi della sua attenzione
Elena sorrise semplicemente, non diede risposta.
L’aereo cominciò il decollo, tra un’ora e mezza sarebbero ritornati a Seoul, nella vita di sempre.
Elena strinse a se la mano di Jun osservando il finestrino. Il ragazzo, dapprima sorpreso del gesto, guardò nella stessa direzione di Elena stringendo la mano.
Avevano da poco lasciato Tokyo, ma per Elena sembrava di aver lasciato un po’ di se, un po’ della vecchia Elena…











CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO :D

Come state? Mi siete mancati çç

Scusate l'assenza ma si sente troppo che ho gli esami çç
Ma quand'è Luglio? QUAND'è?!

Comunque, vi piace il capitolo?
E' abbastanza lungo :3
Dopo un mese, direi che ci voleva :D


Vi lascio ai commenti, bye! <3

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Capitolo 42
*** Ricordi - Debutto ***


Arrivarono così all’aeroporto, anche quest’avventura era appena finita.

Elena si sentiva sia felice, ma anche triste: aveva passato un’intera ora con Jun a ridere e parlare…già le sembrava quasi surreale ma senza accorgersene era riuscita ad avvicinarsi a lui, e ciò la rendeva su di giri.

Quando l’aereo atterrò Jun si allontanò dalla ragazza di qualche posto, come le aveva detto la sera prima, per non creare scandali, era meglio separarsi all’arrivo.

Vederlo lontana da lui le creò un vuoto dentro, come una solitudine…ciò che lo legava a lui non era più un’amicizia, ma era qualcosa di più forte.

Le hostess aprirono le porte e le persone cominciarono a scender giù dal veicolo, prima di uscir Jun si voltò a guardarla, non fece nessun gesto, nessun sorriso, solo un ultimo sguardo prima di oltrepassare quella porta andando verso l’uscita.

In quell’istante senti come un fitta al cuore, con sguardo triste s’incamminò lungo il bordo centrale attendendo di uscire. Accese il cellulare e pochi istanti dopo cominciò a suonare; con molta curiosità aprì la cartella ma…era da parte di Doo, le diceva che il taxi era pronto ad attenderla per portarla nel suo appartamento.

Uscì ritrovandosi a passare nel tunnel che la conduceva all’interno dell’aeroporto dove era pieno di gente che andava in qualsiasi direzione, si osservò in giro nella speranza di vederlo…ma con tutta quella gente l’era impossibile.

Abbassò il volto e si diresse verso l’uscita dove ad attenderla trovò l’autista del taxi con un cartello dove era scritto il suo nome.

Si avvicinò presentandosi, ringraziò dell’attesa con un inchino…aveva aperto lo sportello della macchina per entrare quando il cellulare le vibrò di nuovo.

Lo tirò fuori dalla tasca della felpa e iniziò a leggere….i suoi occhi si spalancarono, si voltò alle sue spalle portandosi il cellulare al petto, ed era li…a qualche metro da lei, fermo davanti la sua auto scura con i suoi occhiali da sole.

Stava quasi per avanzare quando lo vide aprir lo sportello dell’auto e far un cenno con la mano prima di entrar dentro; non le rimase che ricambiare il saluto.

Abbassò lo sguardo e rilesse il messaggio che aveva ricevuto…

“ …Sono dietro di te… ”

L’auto scura le passò accanto, rivolse lo sguardo cercando di poterlo vedere ma i finestrini scuri non facevano veder bene all’interno.

Un po’ scontenta entrò in auto, rilesse ancora una volta quel messaggio con il sorriso sulle labbra…qualche istante dopo il cellulare vibrò nuovamente.

Un altro messaggio di Jun.

From: JunHyung

Mi dispiace essermene andato in quel modo, ma avevo alcuni giornalisti che mi pedinavano.

To: Elena

Tranquillo, capisco…

Ti ringrazio per ieri. Sei stato gentile a prenderti cura di me…

Grazie ancora per il regalo…prometto che mi farò sdebitare.

From: JunHyung

Mmm…allora mentre sarò in Spagna penserò a cosa chiederti

Dopo aver letto quel messaggio, Elena rimase incredula…

To: Elena

Vai in Spagna? Non sapevo nulla…

From: JunHyung

Si, abbiamo un concerto.

Partiremo domani per ritornare il 21.

To: Elena

Io…non sapevo…

Scusa, con ciò che è successo ieri ti avrò creato qualche problema…

Mi dispiace, mi farò perdonare.

From: JunHyung

Alla fine non è successo niente di grave…

Penserò a cosa chiederti per sdebitarti.

To: Elena

Certo! Mi farò perdonare.

Allora…attenderò il tuo ritorno!

Dopo aver mandato quel messaggio, Elena guardò fuori da finestrino.

Era una splendida giornata di sole, tutto le sembrava risplendere…quei paesaggi che aveva già visto le apparivano diversi… Sorrideva, pensando che quei giorni dovevano passare in fretta…si in fretta per poterlo rivedere.

La macchina correva su quell’autostrada, molto più avanti la macchina dove si trova Jun era quasi arrivata all’uscita per immettersi nella città di Seoul.

Erano tornati alla loro vita di sempre…ma in lontananza, nonostante la giornata serena, s’intravedevano delle nuvole nere...come a significare un brutto presagio.

 

 

Il giorno della partenza arrivò, i B2ST si recarono tutti insieme all’aeroporto e con loro c’erano anche le 4MINUTE e G.na: era già tutto organizzato per i primi concerti europei della United Cube.

Nei giorni in cui erano stati a Tokyo, alla CUBE era successo un evento molto importante: avevano pubblicato la canzone debutto del nuovo gruppo composto dalle ragazze scelte nei provini del mese scorso.

In pochi giorni, il brano ebbe molto successo e così non rimase che comunicare il giorno in cui avrebbero fatto il loro debutto al Music Bank.

Il giorno tanto atteso per Hannah e le due ragazze era arrivato...il giorno della loro entrata in scena davanti gli schermi.

Erano molto agitate, Han era nella sua stanza senza poter chiuder occhio per la troppa emozione.

Decise di alzarsi, erano le 4 del mattino si diresse in cucina preparandosi una tazza di camomilla, giusto per calmarsi. Di solito funzionava.

Il singolo aveva già venduto molto in soli 3 giorni ma la televisione era un’altra cosa.

Aveva paura di sbagliare, di dimenticare una parola o qualche passo e rendersi ridicola davanti a tutti.

Se sbagliava, che sarebbe successo? L’agenzia l’avrebbe mandata via? L’avrebbero buttata via dal gruppo perché aveva sprecato una chance e pensavano che era meglio un’asiatica?

Non poteva succedere una cosa del genere. Non poteva.

Era il suo sogno e non voleva buttarlo all’aria.

Avrebbe sbagliato se continuava a pensare in negativo.

Invece, doveva pensare a cose belle.

Dopo il debutto, passato il periodo del lancio, avrebbe iniziato ad avere un po’ di tempo libero, rilassarsi un minimo e magari avrebbe potuto ricominciare a passare più tempo con Seob visto che tra il suo viaggio e i preparativi era quasi una settimana che non lo vedeva.

Sorseggiò la sua camomilla, erano quasi le 4e30 e sentì dei passi che provenivano da sopra. Con grande sorpresa, poco dopo, si ritrovarono tutte e tre in cucina.

< Non riuscite a dormire? > chiese Hannah

< No… Nemmeno tu? > rispose Yurim

< Esatto… >

Avevano tutte lo stesso timore: la paura di sbagliare qualche passo o dimenticare le parole.

Si misero a parlare e a confidarsi tra loro come delle vecchie amiche e, senza accorgersene, si fecero le 6.

Era ora di prepararsi.

Prima di andare negli studi, sarebbero andate alla CUBE per gli ultimi ripassi e scaldare le corde vocali.

Giunsero molto presto, erano solo le 7e30; Hannah osservò in giro nella speranza di incontrare Seob o magari anche sua cugina…ma niente. Fece un sospiro ed entro dirigendosi nella sala prove.

Provavano senza tregua; forse per la tensione o per l’emozione, ma le ragazze si trovarono in difficoltà nel coordinare i passi con le parole.

Dopo un’ora dai loro allenamenti, entrò in sala il direttore Hong Seung-Sung.

< Buon Giorno ragazze. Vedo che state provando il pezzo. Volevo dirvi solo di stare calme, non pensate a niente. Salite su quel palco con mente serena e vuota. Non pensate che li ci sono telecamere o persone a guardarvi. Chiudete gli occhi ed immaginate questa sala…immaginate su quel palco di essere in sala prove e di provare il pezzo. Solo in questo modo riuscirete a far un’ottima performance. Con ciò vi auguro buona fortuna per la diretta televisiva. Siamo felici di come avete lavorato e come, in un solo mese, siete migliorate tantissimo. >

< Grazie! > Le ragazze risposero in coro e s’inchinarono.

Quelle parole le aveva tranquillizzate.

< Sappiamo che potete fare molta strada. Tutto dipende da voi. Da oggi siete Idols. Non dimenticatelo! >

Con quelle ultime parole, il direttore uscì dalla sala e tutti tornarono ai loro posti.

< Dobbiamo mettercela tutta. Va bene? > disse Hannah

< SI! > Yurim e Ai risposero in coro.

Ripresero le loro prove, avevano una nuova carica e i movimenti era migliorati rispetto a prima…avevano bisogno di un piccolo incoraggiamento.

In quel momento passò di li Elena, erano giorni che si sentivano soltanto per messaggi, voleva passare un po’ di tempo insieme, parlargli…ma le era impossibile.

“ Volevo farti i miei auguri, ma sei sempre impegnata. Uff – si disse mentre osservava la cugina da dietro il vetro oscurato – Wao. – era rimasta sorpresa – Il suo stile è migliorato! ”

Poggiò entrambe le mani sulla finestrella della porta con sguardo incantato per il suo miglioramento….Era sola nel corridoio, mentre osservava sua cugina ballare sulle note di quella che sarebbe stata la canzone del suo inizio.

 

 

Si fecero le 13 e dopo una lunga doccia, fecero una pausa e un pranzo equilibrato.

Avevano un’ora prima di dirigersi agli studi per trucco, vestiti ed acconciatura…infine avevano giusto 5 minuti per ripassare la canzone e poi sarebbe arrivato il momento di entrare in scena.

Era turbata e le compagne se ne accorsero.

Era il giorno più importante della sua vita e non aveva nessuno che le dava coraggio. Di solito c'era sua madre o suo padre ma questa volta... Nessuno. Elena non era potuta andare via subito con lei a causa del lavoro, mentre YoSeob era in Spagna...

Di mattina presto, mentre che le ragazze si preparavano, aveva parlato con sua madre ma non era riuscita a rassicurarla... E non poteva parlargli di quanto la terrorizzava l'essere sola in quel giorno perché sapeva che ci sarebbe stata male come quando le aveva detto che sarebbe rimasta a Seoul...

In macchina, i pensieri barcollarono da tutte le parti.

Le vennero in mente tutti i parenti che tramite la madre gli avevano mandato gli auguri. Serena, Michele, Renato, i nonni, gli zii...

Voleva che tutto andasse bene anche per loro ma qualcosa la bloccava, la terrorizzava al tal punto da aver paura.

< Han, tutto bene? > Yurim interruppe i suoi pensieri mettendole una mano nella spalla e pronunciando quella frase con un tono dolce e rilassato.

< Ho paura... >

< Tranquilla! Ci aiuteremo a vicenda se succede qualcosa. >

< Lo so... Ma avevo sempre una persona cara ad aiutarmi in queste situazioni. >

< Han, noi ora siamo una famiglia. Se non ci aiutiamo fra di noi, come dobbiamo fare? >

< Grazie... >

Le ragazze si strinsero in un caloroso abbraccio che la fece calmare un po'.

Yurim si stava rilevando un ottima Leader.

Arrivate nel retro dell'edificio le tre ragazze si presero per mano. Era ancora preso ma dall'ingresso principale, si sentivano voci e urletti di diverse fan.

< Siete pronte? > la Leader era pronta a rassicurare chiunque.

< Io no - disse Ai - se dentro vedo gli U-KISS svengo! >

< Bene, allora noi stiamo dietro di te così se li vedi, noi, ti spingiamo subito via e, in caso, se svieni, andiamo via e ti lasciamo a loro! >

< Grazie mille Han. >

< Di niente! >

Le ragazze si scambiarono un sguardo e non riuscirono a fare a meno di ridere.

< Ragazze - Yurim richiamò le 2 - entriamo. >

L'interno del palazzo era molto affollato. C'erano gli uffici e tutti i lavoratori che andavano da una stanza all'altra evitandoti come se fossi invisibile. Attraversato questo lungo corridoio giunsero a una porta molto grande: stile "pub con buttafuori".

Dentro, diverse ragazze, forse hostess, erano messe in fila una dietro l'altra ad aspettare. La prima in fila si avvicinò al gruppo e le rivolse un inchino.

< Annyeonghaseyo, seguitemi. Vi porto al vostro camerino. >

< Grazie. >

Han osservò la compagna.

"Sarà anche la Leader... Ma non ci credo che non abbia un minimo di timore!"

Yurim si trovava a suo agio, come se li dentro ci avesse passato tutta la sua vita.

Arrivate, si misero a sedere su delle poltrone, pronte per trucco e parrucco.

< Sei tranquilla Ai? Non ci sono per ora. >

< Peccato che prima o poi dovranno arrivare. >

< Per ora non ci pensare. >

Lo stanzino non era piccolo ma nemmeno grande. Era giusto per loro. Di lato all'entrata c'erano 3 grandi specchiere decorare con lampadine e brillanti che, colpiti dalla luce, sembravano molto più luminosi. Di fronte, invece, si trovavano i vestiti di scena, esposti in dei manichini.

Il concept del debutto era "Alice nel Paese delle Meraviglie".

Il video, gli abiti, i capelli, la scenografia, tutto ricordava la famosa favola.

Il vestito di Han ricordava molto l'abito di Alice con alcune modifiche. Non era del solito azzurro ma blu con decori rossi, le scarpe a decoltè con tacco di 10 cm si abbinavano perfettamente con l'abito. I capelli mori, abbelliti da un nastro rosso, erano stati tagliati a scalare e le punte erano diventate biondo platino.

Ai impersonava il Cappellaio Matto con pantaloni attillati, stivali alti e un cappello posizionato diagonalmente sui corti capelli arancioni.

Invece, Yurim, era la Regina di Cuori. Indossava una gonna a palloncino e un corpetto nero. I capelli, rossi con mesh nere, erano cuscino di una corona decorata da dei cuori di rubini.

Finito con trucco e parrucco, girarono alcune scende di presentazione che sarebbero andare in onda durante la puntata, prima della loro uscita in scena.

Ormai, mancava davvero poco.

 

 

Erano le 5 del pomeriggio e mancava solo un'ora all'inizio del programma.

L'aereo stava quasi arrivano a Seoul e Yoseob era fin troppo nervoso. Voleva arrivare in tempo per il debutto di Han, non voleva lasciarla sola in un momento del genere.

Le strade della città erano affollate in quell'orario quindi sarebbe stato complicato raggiungere lo studio.

Appena l'aereo atterrò, il ragazzo si mise a correre lasciando i compagni in attesa di prendere le valige.

< Seob! > Jun corse dietro l'amico sperando che si fermasse.

< Che c'è? >

< Tieni! - Gli tira un sacchetto - Non puoi girare per la città da solo e senza niente! >

< Grazie Jun. >

< Cerchiamo di arrivare il prima possibile! >

YoSeob nascose il viso sotto gli occhiali e un cappello che si trovavano dentro il sacchetto e salì sul primo taxi che aveva trovato.

 

 

A poco a poco, dall'esterno, si sentivano sempre più voci e passavano in continuazione persone. Han riuscì a intravedere anche le KARA, era un sogno.

L'unico problema: mancavano poco meno di 20 minuti e la tensione continuava a sentirsi.

Han, che teneva strette le mani delle amiche, era imbambolata. A differenza loro, lei non riscaldava la voce e non ripassava i passi da seduta. Non faceva che guardare il pavimento.

Dopo 5 minuti, la ragazza che le aveva accompagnate al camerino arrivò per accompagnarle al palco. Toccava a loro.

Fuori dal camerino, alcuni giornalisti le rivolgevano continue domanide, il manager continuava a parlare cercando di tranquillizzarle e ripeteva tutto ciò che dovevano fare. Alcuni idols che passavano s'inchinavano e auguravano loro buona fortuna.

Dentro la testa di Han c'era soltanto confusione. Arrivata all'ingresso del palco si bloccò mentre le amiche andarono dritto nei loro posti. Era buio, le uniche luci che si vedevano erano quelle delle lightstick e si potevano sentire le voci dei fan.

Il respiro si fece affannoso, la fronte stava iniziando a sudare, le gambe erano paralizzate, riuscì a muoversi solo di qualche millimetro all'indietro. La vista si appannò leggermente e le sue orecchie non sentivano altro che il suo battito del cuore.

Dietro di lei il manager le ripeteva di entrare in scena ma non riusciva a muoversi... finchè, in lontanaza, si sentì una voce.

< Han! >

La ragazza si girò di colpo e dietro ai giornalisti, video la figura del ragazzo, che più sperava vedere, rivorgerle un enorme sorriso che la fece sentire leggera.

< Han tocca a te! >

Quelle ultime parole la fecero tornare con i piedi per terra. Seob era riuscita a farla stare bene con 4 semplici parole. Si girò e corse sul palco prendendo posizione. Era il suo momento.

La canzone s'intitolava "Wonderland Show".

La scenografia era divisa in 3:

- A destra l'ambientazione ricordava la tavola del tè, adatta a Ai;

- A sinistra il rosso regnava, come se fosse un angolo dov'era sempre San Valentino, con un trono al centro, perfetto per Yurim;

- Nella parte centrare, in fondo, era stato ricostruito un albero dove, Han, riposava appoggiata.

All'inizio dell'esibizione era abbastanza timorosa ma, a poco a poco, inizio a divertirsi. Le urla dei fan la facevano gioire. Non poteva capire perché avesse paura di tutto quello perché... Perché era perfetto! Tutto ciò era il suo mondo, quello dove trovava una giusta posizione.

Era del tutto diverso dal mondo finto in cui aveva sempre vissuto e dove non si trovava a suo agio, era questo il mondo reale, il mondo dove, finalmente, si sentiva apprezzata e amata.

Appena finì la canzone, le urla delle fan si fecero ancora più forti che quasi non ci credeva. Adesso, aveva solo un pensiero.

Doveva tornare da Seob.

Voleva abbracciarlo, baciarlo, ringraziarlo perché senza di lui non avrebbe trovato il coraggio di salire su quel palco e di cantare davanti a tanta gente.

Rientrò nel camerino di corsa, sperando che il ragazzo si trovasse la ad aspettarla ma, invece,trovò l'intero gruppo dei B2ST e la cugina ad aspettarle.

Il primo che le corse incontro fu Jun.

Tutti lo guardarono stupiti…

Elena li osservava incredula, immaginava una simile scena con Seob non di certo con…Jun!

“ Ma da quando quei due sono diventati così…così…COSI’ AMICI???! ” pensò fra se la ragazza mentre osservava Jun prendere in braccio Hannah e, senza farselo dire due volte, la fece girar stretto a lui...

Hannah era talmente felice che assecondò tutto ciò che Jun faceva.

< Han sei stata bravissima! >

< Jun, grazie!... Ero così tesa, non pensavo di riuscirci! >

< Invece ci dei riuscita. >

Han gli rivolse un enorme sorriso, si voltò osservando i ragazzi che eran ancora rimasti increduli su quanto appena visto, ma il suo sguardo si posò subito sul ragazzo che, dietro Jun, rideva allegro, senza togliergli lo sguardo di dosso.

Appena si distaccò dall'amico, arrivarono le sue compagne che, alla vista del gruppo, si misero "leggermente" a urlare.

< AAAAH! I B2ST! >

< Ai, calma. >

< Si, scusate - S'inchina - è un piacere incontrarvi >

Doojoon prese la parola.

< Tenevamo a farvi i nostri migliori auguri per il debutto. Speravamo di arrivare prima dell'esibizione ma non c'è l'abbiamo fatta. >

< Non vi preoccupate. Ci fa piacere avere il vostro supporto > rispose Yurim…. Entrambi parlavano allo stesso mondo. Non erano normali.

< Allora... Brindiamo? > propose Hyun

< Siiiiiiii > esclamarono tutti.

Dopo aver brindato, Han cercò di avvicinarsi a Seob ma fu fermata da Elena.

< Han! >

La ragazza fu colta di sorpresa.

< Elena…mi hai spaventata! >

< Mi togli una curiosità? >

< Uh? Quale? >
< Da quando…com’è successo… >

< Eh? Non capisco >
< Tu e Jun…da quando va avanti questa storia? >

< AAAH! Ti riferisci a prima – disse mettendosi l’indice sul mento – Che c’è di strano? Non dirmi che ti sei ingelosita? >

< M-M-A CHE VAI DICENDO! No non è questo…semplicemente… >

< Sisi, faccio finta di crederti – disse mentre l’osservava con sguardo divertito – Comunque è successo quando ancora dovevo fare i provini, nella settimana che mi hanno ospitato…. Poi da li è nata quest’amicizia. Diciamo che ci siamo aiutati >

< Che vuoi dire che vi siete aiutati?? >

< Niente, niente… lunga storia! – si allontanò dalla cugina – Un giorno, sedute su un divano a bere una calda cioccolata… - si voltò ad osservarla – …ti racconterò tutto > disse facendo l’occhiolino.

Elena era rimasta ad osservarla mentre Hannah era riuscita ad avvicinarsi a Seob ma…solo per parlare perché, con gli altri presenti, particolarmente con Yurim e Ai, era impossibile far di più.

< Ti stanno benissimo i capelli così. È questi costumi... Sei bellissima. >

< Grazie... Sono felice che sei arrivato in tempo. Ero paralizzata... Forse, sarei riuscita solo a correre via... >

< Ma non l'hai fatto. Hai fatto un'esibizione stupenda e ora fai parte di questo mondo. Dovrai mettere da parte le paure. >

< Se ci sarai tu accanto a me, ci riuscirò senza problemi. >

< ... Vieni con me. >

Senza che gli altri se ne accorgessero, Seob prese la mano della ragazza e la portò fuori e la fece entrare in uno sgabuzzino, lontano da sguardi curiosi.

Senza darle il tempo di rispondere, mise le mani attorno ai suoi fianchi e, tirandola a se, poggiò le labbra sulle sue.

< Scusami. > disse a fior di labbra.

< Scherzi? Ci sono rimasta male quando ho visto gli altri nel camerino. Mi ero fatta le corse per abbracciarti. >

< Sei ancora convinta che dobbiamo conoscerci? > domandò tenendola stretta a se

< ... – rimase un po’ a guardarlo negli occhi – Anche se non ho dubbi… voglio esserne del tutto sicura... >

< Mi vuoi far soffrire così tanto? > disse corrugando leggermente le sopracciglia

< Non ti voglio far soffrire! >

< Ma io soffro! Vorrei stare abbracciato a te tutto il tempo – le strinse al suo petto – vorrei accarezzarti, vorrei baciarti. Anche tanto - prese a baciarle il collo - e non m'interessa se ci sono gli altri li a vederci. >

< Seob – disse mentre cercò di spostarsi da lui in modo da guardarlo negli occhi – prima di partire siamo stati chiari nel parlarci no? >

Il ragazzo smise di sorridere, l’espressione sul volto di Han lo preoccupava.

< Sei pentita di qualcosa? >

< NO! Certo che no! … Ho solo – disse abbassando lo sguardo – riflettuto un po’ >
< E su cosa? Che ti prende? > aveva la sensazione di perderla

< Quando sei partito per Tokyo…mi sono sentita sola… - disse staccandosi dal suo corpo – è stata una brutta sensazione…se non fosse stato per Ai e Yurim, sarei rimasta dentro l’appartamento senza uscire… - Seob aprì bocca ma fu interrotto – Lo so, so cosa stai per dire…da una parte condivido perché non voglio rovinarti la carriera per colpa mia; ma dall’altra – lo guardò dritto negli occhi – come potrebbe funzionare se i presupposti sono questi? >

Han aveva gli occhi lucidi, non voleva piangere…ma rivederlo dopo tanto tempo rendeva le cose più complicate: voleva lui, adesso ne era sicura…l’amava come lui voleva esser amato, ma iniziare una storia senza poter fare come una qualsiasi coppia…no, era fin troppo per lei.

< Mi sei mancato tantissimo in questi giorni. – le lacrime iniziarono a scendere una dopo l’altra – Volevo condividere quest’esperienza con te, volevo sentirti vicino…ma tu non c’eri… so che non è dipeso da te, so che non è stata colpa tua…ma per me tutto quello che sta succedendo è nuovo e…ne sono spaventata. Ti volevo vicino perché per me….sei importante >

A quelle parole, Seob la strinse forte al suo petto, sotto lo stupore della ragazza.

< Se…Seob... >

< Mi dispiace – disse allentando la stretta – Mi dispiace di non esserti stato accanto in un giorno importante come questo. >

< So che non è stata colpa tua >
< Perdonami… Perdonami per tutta la sofferenza che ti ho creato… Perdonami per tutte le altre occasioni in cui non potrò essere presente… Perdonami se non potrò portarti fuori come le altre coppie… Perdonami… >

< Non hai niente da farti perdonare… >
< Invece si…perché non sarò in grado di renderti sempre felice…perché ti troverai ad affrontare situazioni che potranno ferirti ed io non potrò esser li con te… Voglio solo la tua felicità…voglio vederti sorridere, sempre… >
I due rimasero li ad osservarsi, Seob era dispiaciuto per come si era evoluta la storia…l’ultima cosa che voleva era di veder quel volto che tanto amava, versare lacrime per colpa sua.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa…pur di non vederla piangere a causa sua.

< Seob…io lo so che ci saranno momenti difficili e che mi renderanno triste, ma… - addolcì lo sguardo – pensando, in questi giorni, mi sono detta che…senza averti accanto…non potrei più stare. >

Seob si affrettò ad asciugare il suo viso che, a causa delle lacrime, stava portando via tutto il trucco.

< Principessa… - disse mentre con il fazzoletto toglieva tutto il nero del mascara – lo sai che anche quando piangi sei bella? >

Han amava quell’espressione sul suo viso, amava tutto di lui…la sua dolcezza, il modo in cui la faceva sentire speciale, il suo tocco così delicato, così amorevole, non c’era niente in lui che avrebbe cambiato…era perfetto in tutto.

< Han – disse cogliendola di sorpresa - Non m'interessa. Farò di tutto per vederti. >

< Seob... >

< Perché anch’io… - si fermò ad osservarla – senza di te non posso più stare >

Poco alla volta, si avvicinò alle sue labbra riprendendole a baciare…lentamente, dolcemente…

“ Come potrei continuare a stare senza te! – pensò fra se Han – Hai voluto farmi conoscere il tuo vero carattere, la tua vera persona. Sei entrato come un tornado dentro la mia vita travolgendo tutti i miei piani…ed adesso che sono innamorata, non rinuncerò a questa felicità… anche se ci saranno milioni ad ostacolarci, io lotterò…voglio essere all’altezza delle tue prospettive…sarò forte per te! ”

< Seob? – disse spostandosi – non credi…sia meglio rientrare? Si potrebbero insospettire. >

< Lascia che pensino quel che vogliono… >

< Seobi >

< Dimmi. >

Nel viso della ragazza comparve un sorriso, così da far felice il ragazzo.

< Sarà meglio dirlo agli altri? >

< Mmm… - alzò gli occhi pensando – Nah! Tanto credo che lo sappiano già! >

< Come?? >

< Aspettano solo di aver la conferma, ne sono sicuro >

< Ma…Ma…allora… > iniziò a balbettare

< Tranquilla! Non aver timore >

< Tranquilla una parola…. Che vergogna > disse coprendosi il volto

< Non posso farci niente – disse stringendola – Mi piaci in qualunque situazione. >
< Se…Seob…è così imbarazzante >

< Non ti devi preoccupare di niente… >

< Per te è facile! >

< Han... sai che sei anche stupida? >

< Ma che dici! >

Il ragazzo non potè fare a meno di ridere.

< Non sei divertente... >

< Per me si – gli diede un bacio nella guancia – andiamo. Se no poi t'imbarazzi di più! >

< Uffaaaaaa! >









CIAOOOOOOOO!

DA QUANTO TEMPO *^*

Come state?
Come ho detto precedentemente, siamo impegnate con gli esami quindi ci scusiamo per l'assenza ma sono felice di dirvi che diversi capitoli sono pronti, così che, fra 1-2 settimane torniamo a pubblicare! *applaude*

Ora vi chiederete, perchè avete pubblicato oggi?

Perchè? PERCHè LA FF FA UN ANNO!

Grazie a voi siamo arrivate a un anno e continuiamo a pubblicare <3 GRAZIE 


(ps.: scusate la grafica ma ho cambiato pc e non ho imparato bene a sistemare lo spazio nella linea çç) 

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Capitolo 43
*** Ricordi - Fotografia. Dietro un bacio si cela un segreto ***


Erano tutti intenti a festeggiare il grande debutto del nuovo gruppo.

Da quando erano tornati da Tokyo, Ki-Kwang si era deciso a parlar con Elena ma…tra il concerto in Spagna e poi la corsa per arrivare negli studi ,non aveva trovato un momento per affrontare l’argomento. Quando la vide allontanarsi da Han decise che era il momento giusto.

< Elena… hai un momento? >

Ki-Kwang fermò la ragazza che stava andando verso Jun

< Kiki…è successo qualcosa? >

< Devo parlarti, puoi seguirmi fuori un attimo? >

Sotto lo sguardo di Jun, i due si diressero verso una zona tranquilla e appartata, via da sguardi indiscreti.

< Kiki…che devi dirmi? >

< Si tratta del nostro accordo… – quest’affermazione scosse la ragazza che iniziò a preoccuparsi – Sono stato attento in questi ultimi giorni…ti ho guardata molto, e non solo io >
< Mi guardavi? Che vuoi dire con “non solo io”? >

< Elena – disse guardandola dritta negli occhi – è vero che Jun è il tuo ragazzo? >

< EEEEH??? Ma chi ti ha detto una simile cosa? >

< Dimmi: è vero o no? >

< …No, ma…siamo solo amici...o almeno credo >

< Che vuoi dire? >

< Beh…non è come prima. Ho seguito i tuoi consigli e mi sono aperta… >

< Capito. >

< Mi spieghi che volevi dire con quella domanda? >

Ki-Kwang osservò intorno, sentiva come se con loro ci fosse un’altra persona.

< Allora? > chiese insistendo

< Per ora andiamo. >

< Kiki! >

< Elena – porse un dito nelle sue labbra – parleremo….ma non ora, non stasera, non qui… - allontanò il dito dalle labbra - Domani…domani pomeriggio finito il lavoro, ti passerò a prendere >

< Domani? >

< Solo un giorno…solo per poche ore… >

< Ok…attenderò domani >

Rimasero per pochi attimi ad osservarsi in silenzio, infine rientrarono nel camerino continuando i festeggiamenti.
 

 

 

Il giorno seguente, Elena era impaziente di saper dove avesse intenzione di portala… per tutta la mattinata non pensava ad altro.


Giunsero finalmente le 5 del pomeriggio, l’ora in cui finiva abitualmente quando non vi erano riunioni o altri lavori da fare; Kiki era giù davanti l’entrata che l’attendeva.

< Ciao, Elena >

< Ciao Kiki…Allora, dove hai intenzione di portarmi? >

< Hangang Park >

< Ma, li sarà affollato >

< Troveremo un posto solo per noi. Vieni >

Titubante, la ragazza lo seguì sperando di non dover correre il rischio di esser visti.

Salirono in auto rimanendo in silenzio, creando un clima di tensione.

Arrivati, Ki-Kwang posteggio e si diressero all’interno del parco alla ricerca di un posto un po’ meno affollato, dopo un po’ di camminata si sedettero nella prima panca che trovarono libera. Di tanto in tanto si sentivano le risate di alcuni bambini che giocavano nelle altalene più avanti, ma era piuttosto isolato dal resto del parco…

< Sai una cosa? – disse Kiki per rompere la tensione – sai dirmi in nome del fiume che c’è più avanti? >

< Mmm…non ho idea, perché? >

< Si chiama come tua cugina… Han >

< No! Ma davvero? > esclamò incredula.

< Sisi… questo il parco si chiama per appunto Hangang Park >

< Beh, pensavo che era un nome scelto a caso… >

< Ogni cosa ha un suo perché nella vita… - si rivolse guardandola in viso – Anche noi…anche noi due abbiam avuto un perché in questa storia… >

< EH? Che vuoi dire? > chiese ricambiando lo sguardo

< Volevo fare un po’ il filosofo…ma non mi si addice. – sospirò – Beh… ti ho portato qui per parlarti, è giusto che incominci… credo ti sei accorta da sola del mio allontanamento >
< Si, ho notato. >

< … - si alzò dando le spalle – questo mio atteggiamento…ha un suo perché >
< Cioè? >

< …si tratta di Jun.>

< Che è successo con lui >

< Credo di essermi spinto fin oltre il piano…e di averlo istigato fin troppo… - fece un mezzo sorriso voltandosi a guardarla – Credo…anzi, è meglio finirla qui… >

< Ti riferisci al piano? >

< Volevamo raggiungere questo. No?! Arrivare al punto di avvicinarvi in modo da conoscervi e confessare i vostri sentimenti >

< Si, avevamo deciso questo… >

< Oggi ti ho portato fin qui per smettere di fingere ed essere normali amici. >

< Ma noi siamo sempre stati amici >

< Si…è vero, siamo solo stati amici…niente di più > abbassò lo sguardo.

< Allora spiegami una cosa >

Elena si alzò mettendosi davanti il ragazzo osservandolo dritto negli occhi.

< Cosa? > le chiese

< Perché da un paio di giorni ti sei allontanato? Se siamo sempre stati amici…perché adesso ti sei allontanato da me? >

< Perché conosco Jun…conosco il suo temperamento. >

< E con questo che vuoi dire? Che non potremmo mai più vederci, ne sentirci? >

< Jun è un ragazzo molto geloso delle persone cui tiene maggiormente. Non voglio dire che è possessivo, ma voglio solo evitare che il gruppo possa risentirne di questa tensione in futuro… credo che già siano preoccupati per tutto questo >

< Ma io non voglio >

< Cosa??? > la guardò incredulo.
< Non voglio perderti… Sei stato l’unico ad offrirmi il tuo aiuto, a farmi capire che posso andare avanti. Lo so… l’hai fatto in un modo insolito, ma sei stato vicino quando più ne avevo di bisogno…. Io ci tengo a noi >

Prese le sue mani stringendole alle sue, quel gesto rese Ki-Kwang stupito, sorpreso ma anche se…

< Per ora lasciamo che le cose vadano così – tolse le sue mani abbassando lo sguardo – Per ora è meglio così, in modo tale da non creare altri problemi. Dopo tutto dobbiamo ancora parlarne con Jun di questa storia. >
< Ki…Kiki… >

Ki-Kwang le sorrideva, ma aveva come la sensazione che dietro a quel sorriso…si nascondeva qualcosa di cui il ragazzo non voleva parlarne, come di un segreto che non voleva rivelare per evitare complicazioni.

< Quindi per noi… - disse avvicinandosi verso la ragazza - …è giunto il momento di porre fine a questo accordo >

Si trovò faccia a faccia con il suo volto, Elena sentì come un batticuore…rimase ferma, quasi inerte davanti al suo sguardo mentre il ragazzo si avvicinò alle sue labbra rubandole un bacio, un piccolo bacio

Poteva spostarsi, poteva evitarlo…ma non lo fece.

< Ti riaccompagno a casa > le disse a fior di labbra

Il suo volto era rosso per l’imbarazzo per ciò che era appena successo, nella sua mente cercava di darsi una spiegazione mentre pensava a Jun; già che avrebbe potuto pensare Jun se nel dire non solo che il rapporto con Ki-Kwang era solo una finzione ma che l’aveva persino baciata?

Si diressero verso la macchina, salirono e per tutto il tempo non faceva che ripetersi in testa la domanda.

Le cose si erano complicate, le erano sfuggite dal controllo: da una situazione semplice adesso si ritrovava in una tela di ragnatela e non riusciva a scappare…

< Siamo arrivati >

Erano giunti fin sotto il suo appartamento senza che se ne accorgesse.

< Mh…ok >

Con sguardo quasi assente, prese la sua borsa e scese dalla macchina.

< Elena – la fermò – Per quel bacio… - nel dir quella frase, il volto di Elena divenne sempre più rosso – vedi… Non ha…non ha significato niente. Non crearti problemi d’ora in poi. Non avresti motivo….è stato solo un modo per dir addio… >

< Un…addio? > lo guardava perplessa per quell’ultima affermazione.

< Non farti troppi problemi. Dimenticalo…pensa solo ai tuoi sentimenti… Vai e confessa tutto! Ti meriti di esser felice ora che hai fatto chiarezza in te >

Ki-Kwang aveva il suo solito sorriso, ma ora Elena ne era più consapevole…quel sorriso nascondeva qualcosa, qualcosa che se avrebbe saputo avrebbe comportato problemi ulteriori.

Abbassò lo sguardo ed annuì prima di scendere dalla macchina e vederlo andar via nell’oscurità che stava scendendo nella città.

“ Le cose si fanno sempre più interessanti – nascosto in penombra, Siwon era seduto in sella alla moto con indosso ancora il casco. Aveva pedinato i due ragazzi fin dalla loro uscita dalla CUBE e assistito a tutta la scena nel parco. Prese la sua macchina fotografica che teneva stretta con il lacco al collo – Chissà cosa ne penserà Jun quando mostrerò questa foto… ”
 

 

Arrivato nell’appartamento, Ki-Kwang si sdraiò nel divano cercando di allentare la tensione accumulata in quella settimana.

< Va tutto bene? > Hyun si sedette accanto al ragazzo

< Mmm…si, si diciamo di si >

< Perché? Ti è successo qualcosa? >

< Niente di preoccupante – chiuse gli occhi – ho solo smesso di recitare una parte >

< Che?? Stavi girando un drama senza dirci niente? > domandò Dong che era appena uscito dalla doccia e si era recato nel salone.

< Una specie…ma adesso è tutto finito… - riaprì gli occhi e si alzò dal divano – Sapete dove sia Jun? >

< Dovrebbe essere di ritorno – rispose Hyun – aveva del lavoro da fare >

< Capito. Beh…quando ritorna fatelo venire nella mia stanza – disse recandosi verso il corridoio – ho una cosa che devo dirgli… >

Uscì lasciando Dong e Hyun confusi da quella sua frase.

Aprì la sua stanza completamente al buoi e orientandosi con la poca luce che entrava dalla finestra si sdraiò nel letto con sguardo rivolto verso il soffitto ripensando agli ultimi mesi, a ciò che era successo da quando Elena era entrata a farne parte.

“ Perché sono arrivato a questo? …Cosa è successo in questi ultimi giorni che mi ha portato a questa situazione? … Dove ho sbagliato!!! – fece un lungo sospiro prendendo il cuscino posizionandolo sopra il viso – Perché mi sono messo in mezzo a tutta questa situazione! Perché di tutte quelle che ho incontrato proprio di lei dovevo innamorarmi! ”
 

 

Elena era seduta nel letto in camera sua, quell’appartamento così vuoto.

Pensava alle parole dette da Kiki e a quel bacio: avrebbe dovuto dirlo a Jun ma…già le era complicato affrontare il discorso di quel piano ideato, figuriamoci tutto il resto!

Fece un lungo sospiro prima di sdraiarsi a peso morto su quel letto enorme. Fissò per un attimo il soffitto, poi si voltò di mezzo lato posando gli occhi sulla rosa rossa regalatagli da Jun.

Non aveva fatto caso ma…quell’idea di metterla nel vaso sopra il cassettone era sicuramente opera di Hannah.

“ Che carina…che dolce che è stata Han ad occuparsi della mia rosa… - poi rifletté – Dove sarà la mia bestiolina? ”

Si alzò facendosi forza sulle braccia, la stanza era in penombra. Accese la luce della bagiù e iniziò a cercarla…lo vide, era posizionato nel divanetto vicino al cassettone.

Rise nel vederlo.

Si alzò dal letto, si recò li vicino. Aprì il primo cassetto e tirò fuori una coperta; l’avvicinò al viso ed annusò.

“ Sa ancora del profumo di Jun – si avvolse intorno ad essa, prese il pupazzo in mano e si sedette nel divano. Osservò la rosa stringendo a se le cose più care che aveva – Questa è la coperta che mi sono portata da Dubai…non capivo… o meglio, non volevo rendermene conto ma…fin dal primo incontro…si fin dal primo momento che i miei occhi hanno visto i tuoi, ho iniziato ad innamorarmi di te ”

Si addormentò così, lasciandosi trasportare dai ricordi che le riaffiorarono nella sua mente portandola ai primi momenti trascorsi con Jun.
 

 

< Sono ritornato >

Jun era stanchissimo. Aveva lavorato fino a tardi negli studi per la canzone che aveva realizzato; da una settimana non aveva potuto lavorarci su per iniziarla ad incidere e trovar i giusti effetti voluti e gli toccava velocizzare.

< Finalmente di rientro – disse Dong vedendo il ragazzo distendersi nel divano – ti davamo per disperso, sai? >

Jun era senza energie, lo guardò semplicemente.

< Almeno hai cenato? > chiese Doo avvicinandosi

< No, ma adesso mi vado a rilassare con una bella doccia calda e poi a letto…voglio solo riposarmi >

Così dicendo, prese le sue cose dirigendosi prima nella sua stanza a poi nel bagno.

< Sta lavorando così duramente – affermò Doo – ma deve mangiare. Gli preparo qualcosa >

< Ti aiuto, ti aiuto > disse sbucando dal nulla Seob.

< Quando si tratta di Jun, fai la qualsiasi > disse Dong intento a cambiare canale

< Perché a lui ci tengo tantissimo! Mi ha sempre aiutato fin dall’inizio. >

< Sarà…ma sembri quasi il suo cagnolino. Così fedele >

< Naaah! Non è vero! >

< Lascialo star Dong. – Doo si avvicinò al ragazzo – Andiamo Seob. Facciamo qualcosa di buono >

Doo fece un gran sorriso mentre si dirigevano nella cucina.
 

 

Finita la doccia, Jun avvolto nell’accappatoio si diresse nella stanza.

Una bella doccia calda dopo una dura giornata, preceduta da una settimana stressante, gli ci voleva.

Dopo aver messo il pigiama si distese nel letto ascoltando un po’ di musica.

Ripensò agli ultimi giorni: erano stati segnati da un gran fatto…finalmente era riuscito a trascorrere più tempo con Elena.

Ricordò uno ad uno tutti i momenti con lei, ricordando il suo sorriso. Alla fine era riuscito a farla sorridere, proprio come si era ripromesso.

Non importava che stava con Ki-Kwang, gli interessava la sua felicità anche se un po’…

“ Solo adesso sono riuscito a farti sorridere. Desideravo esser io l’unico ad esserselo… l’unica persona che ti avrebbe fatto dimenticare il tuo passato. Ma invece… ”

Il fatto che aveva preferito Ki-Kwang un po’ gli creava rabbia, ma come poteva impedirgli di stare insieme?

No, preferiva amarla in silenzio piuttosto che mettersi fra loro due.

Prese il cellulare, si recò nella cartella dei messaggi salvati…erano tutti di Elena.

Lesse quelli che precedevano la sua partenza per la Spagna, gli aveva ripromesso che avrebbe ricambiato il gesto per il regalo ricevuto.

Scrisse un messaggio, premette invio.

Ascoltando i brani uno dopo l’altro, attendeva un messaggio di risposta ma lentamente i suoi occhi si chiusero ricordando l’ultima sera a Tokyo, quando si trovò a dormire fra le sue braccia.

La porta si aprì, lentamente Seob entrò. Si avvicinò nel suo letto, osservò il suo volto…il suo volto sereno e felice.

Decise di lasciarlo riposare, era entrato per portargli la cena che aveva preparato con Doo ma preferì di evitar di svegliarlo…non lo vedeva così felice da molto tempo ormai.

Si diresse nella cucina dove Doo, Hyun e Dong erano intenti a far uno spuntino di mezzanotte.

< Ehi! Che fate tutti qui! > esclamò Seob

< Abbiamo fame! > rispose Dong intento a riscaldarsi un pasto precotto.

< Sembra che non mangi da secoli > disse ironicamente Hyun

< Ma Jun? > chiese Doo

< Dorme come un angioletto >

< Jun che riposa sereno?? > disse mentre stava per mangiare Dong

< Deve essergli successo qualcosa in questi giorni > affermò Hyun

< Ragazzi – disse entrando Kiki – ma state facendo una serata party? >

< Ti vuoi aggiungere anche tu? > chiese Doo

< No, sono venuto per bere un po’ d’acqua. Di cosa stavate parlando prima? >

< Di Jun che riposa beato > rispose Seob mentre era intento a posar la cena che aveva preparato per il ragazzo

< Ma quando è rientrato?? Vi avevo chiesto di avvisarmi >

< Mmm…è venuto circa un’ora fa. Voleva riposarsi, non ha neanche mangiato > disse Doo

< Che sia perché è innamorato? > domandò Seob

Dong, Doo e Hyun si scambiarono un’occhiata prima di guardare Kiki che stava versando l’acqua nel bicchiere.

< Mah. Chissà! Comunque, non so voi…ma io comincio ad esser stanco. Ragazzi a domani! > disse Seob andando nella sua stanza

< Mh! Che avete da fissarmi? > chiese Kiki

< Oh! Niente niente, non farci caso > cercò di giustificarsi Doo

< Sarà! – posò il bicchiere nel lavandino – Vado anch’io, sono stanco. A domani >

I ragazzi rimasero da soli.

I loro sguardi che si scambiarono avevano detto tutto: se Jun era innamorato, l’unica non poteva che essere lei: Elena.
 

 

Il display del cellulare lampeggiava insistentemente, ma Elena dormiva serena avvolta nella sua coperta.

La stanza era solo illuminata dalla luce della bagiù, una luce tenue.

Il suo volto era sereno, sicuramente stava sognando Jun o ricordando i giorni passati con lui.

Dolcemente, aprì gli occhi. Il sogno che aveva fatto le aveva lasciato un dolce sorriso.

Decise di alzarsi per distendersi nel letto, prese la coperta e il pupazzo…quella sera non voleva separarsi da loro.

Qualcosa attirò la sua attenzione, era il cellulare. Lo prese e si accorse di aver ricevuto un messaggio.

Lo lesse. Era da parte di Jun, il suo cuore cominciò a trepidare.

Si mise sotto le coperte, si sistemò accuratamente ed iniziò a leggere:

 

Mi stavo domandando : Ma hai sempre l’idea di ricambiare al mio regalo?

Stavo pensando a qualche cena fuori, se sei libera ”

 

Non credeva fosse vero, non credeva a ciò che aveva letto: un appuntamento, Jun le stava proponendo un appuntamento.

Presa dalla gioia cercò mille modi per come potergli rispondere…ma non lo fece.

Non perché non volesse, ma si addormentò pensando alla felicità che provava in quel momento e come poter fargli capire quanto stava aspettando tutto ciò.

Il mattino giunse, e quando riaprì gli occhi si rese conto di aver dimenticato di rispondere al suo messaggio.

Cercò di potar il battito cardiaco nella “normalità” ma non ci riuscì, come del resto non aveva la più che minima idea di come rispondergli.

Non voleva essere diretta con un semplice “si”, ma voleva qualcosa che gli dimostrasse che ci teneva a quell’uscita.

Infine decise che un messaggio non le fosse bastato…era meglio cercar di farlo di presenza, anche se…c’è da metter il conto dell’imbarazzo, ma era qualcosa che doveva superare; si doveva superare.

Si preparò per recarsi in ufficio, era una giornata come tutte le altre tranne di un fatto…

Si stava recando alla CUBE come faceva abitualmente ogni giorno, non aveva notato che il tempo stava cambiando: delle nuvole cominciarono ad offuscare il cielo.

Per tutto il giorno sbrigò le sue faccende, e quando ebbe finalmente del tempo libero nel cercarlo…ecco la notizia che non si sarebbe aspettata: quel giorno i B2ST avevano un servizio su una rivista.

Durante la pausa pranzo si ritrovò da sola, sia i B2ST che sua cugina erano impegnati con il lavoro…le sembrò come se l’avessero isolata.

Ritornò nella sua scrivania, prese quei fogli e iniziò a leggerli: ormai anche il suo lavoro li stava per concludersi.

Come sempre alle 6 terminò e s’inchinò salutando il suo team.

Prese la borsa recandosi davanti l’ingresso, fu solo all’ora che si accorse di avere un piccolo problema: fuori stava piovendo, ed anche abbastanza forte.

< Cavolo, ci mancava solo questa. Ed ora? – osservò il cielo, le nuvole erano molto compatte tra loro, non accennava a diminuire – Mi sa tanto che dovrò attendere qui. >

Attese, attese seduta nella sedia dell’ingresso per circa mezz’ora ma la pioggia non cessava.

< E tu che ci fai qui? >

Fu colta si sorpresa, seduta osservando la pioggia che scendeva, stava pensando ad un modo per andar a casa. Guardò alla sua destra per osservare la persona che, ferma quasi a pochi passi da lei, le porse la domanda.

< Non dovevi essere a casa? >

< EEEEH??! Potrei farti la stessa domanda! Non dovevi essere con i ragazzi? >

< Avevo del lavoro da fare qui, ho preferito rimanere >

Jun si avvicinò sedendosi accanto alla ragazza.

< Stai componendo la base musicale per poi inciderla? >

< Si, stiamo migliorando gli accordi ed adattarla alle nostre tonalità. Tu – disse guardandola – invece dovevi essere a casa >

< Oh...ecco. Non ho con me l’ombrello… - disse arrossendo – Aspetto che passi >

< Allora ti direi di sistemarti comodamente, ne avrà ancora per molto >
< Come?? >

< Dovresti saperlo che il nostro clima è diverso dal vostro. Qui cade molta acqua quando ci avviciniamo al cambio di stagione, e poi…non so te, ma comincia anche a far un po’ di freddo per uscire in modo leggero come fai te >
< Mi ero informata ma non credevo che fosse così diverso. >

< La prossima volta porta sempre un ombrello con te. >

< … - sospirò – ora che lo so, lo farò senz’altro >
< Avanti – si alzò dalla sedia invitando la ragazza – Ti riaccompagno a casa >

< Davvero? – lo guardò con occhi pieni di gratitudine – Ti ringrazio >

< Devo far comunque quella strada per tornare, saresti di passaggio >
< Oh, quindi lo fai solo per questo? > cambiò espressione

< Tsk. Che credevi >

< Ed io che… - sospirò nervosamente - lasciamo perdere >

Jun osservò il suo volto infastidito da quell’affermazione, non poté far a meno di ridere.

< Che hai da ridere in quel modo? >

< Andiamo. Si sta facendo tardi >

Prese la sua mano portandola vicino a se, uscirono fuori e prese il suo ombrello.

< Ma, non avevi detto che avevi la macchina? >

< … - la guardò – Certo, solo che l’ho lasciata fuori dal garage. Tieniti vicina a me, se non vuoi rischiar di bagnarti >

Fecero una piccola corsa sotto l’ombrello prima di entrar un po’ bagnati in macchina.

Jun accese e partì, era molto vicino l’appartamento ma con quel traffico ci impiegarono un paio di minuti.

< Mi raccomando, fatti sempre una doccia calda se non vuoi rischiar di prenderti qualche malanno. Mi dispiace che un po’ ti sei bagnata >

< Figurati, anzi ti ringrazio per il passag… > ma si fermò, portandosi le mani davanti la bocca spalancando gli occhi.

< Uh? Che succede? >

< Adesso sono doppiamente in debito con te. >

< Sono sicuro che troverai un modo… >
< Jun… - il ragazzo si voltò a guardarla – …per la cena…invece di mangiar fuori, ti andrebbe… - arrossi, portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio e rivolgendo lo sguardo verso il basso – ti andrebbe se…ecco >

< Mh? Che stai cercando di chiedermi? > osservandola addolcito dalla sua timidezza

< Beh….ecco… ti andrebbe di salire da me? Cioè… ti preparo qualcosa io… >
La proposta lo rese felice, cercò di non farlo vedere ma…sotto quell’aria tranquilla nascondeva una grande gioia.

< Mmm…lasciami pensare > disse distogliendo lo sguardo
< Se…se non vuoi io… >

< Dove potrei posteggiare? > osservava la strada dietro i finestrini

Quella domanda la rese felice, al settimo cielo.

< Dentro – Jun la guardò – li dentro c’è il garage per i condomini. Ognuno ha un posteggio riservato, io non lo uso mai perché non ho la macchina, ma nel contratto mi spetta in quanto è compresa nella quota dell’affitto. >

Entrò dentro il garage al coperto, posteggiarono, scesero dalla macchina e si diressero nell’ascensore fino al 10 piano.

Non era molto spazioso e si ritrovarono a stretto contatto.

< Ora che ci penso – disse ad un tratto Jun – ma come fai a stare al 10 piano se soffri di vertigini? >

< Ehm…cerco di non affacciarmi > rispose sorridendo

< Non facevi prima a chieder di spostarsi verso piani inferiori? >

< Non volevo crear disturbo…. Siamo arrivati >
L’ascensore arrivò, si ritrovarono davanti la porta; entrando Elena chiese se voleva asciugarsi un po’, ma il ragazzo preferì sedersi nel divano nel mentre Elena decise di cambiarsi...

< Bene… cosa vuoi che ti cucini? > chiese entrando nel salotto.

< Il piatto che meglio ti riesce >

< Ehm… - disse portandosi l’indice sul lato della fronte – ecco…per farlo ho bisogno di ingredienti che non ho… >

< Mh? Che ti serve? >

Si recarono in cucina, aprirono la dispensa…era quasi una desolazione.

< Aaah! – Jun fece un lunghissimo sospiro – Prima di invitare a cena, accertati di aver abbastanza cibo a casa >

< Scusa > disse con la testa china, il broncio e sbattendo l’un con l’altro gli indici.

< Vediamo un po’ cosa potremmo cucinare… >

< Ma dovevo farlo io >

< Eh?! – disse osservandola – Se lascio fare a te…chissà quando e SE mangeremo! – prese più cose che poteva e le dispose sul tavolo della cucina. Osservò con attenzione le scatole ed aprì il frigo. – Le verdure ci sono, la carne c’è…bene – si voltò a guardarla – faremo un piatto semplice. >
< Cioè? > disse inclinando leggermente la testa

< Non è difficile da preparare, anche una dilettante saprebbe farlo. Cucineremo la carne e verdure. Prepareremo questi – indicando la “pasta” – e salteremo tutto nella padella. >

< Io…non ho idea di cosa dovrei fare! > disse sorridendo timidamente.

< Non mi stupisce la cosa… Osserva me…nel mentre che aspettiamo che la carne si scongeli, prepariamo la verdura. >

Elena si affiancò al ragazzo che prese un coltello e iniziò a tagliare le verdure passandole poi dentro la padella.

Preparò la pentola per cuocere la “pasta” aspettando il momento di ebollizione, era molto attento ad ogni dettaglio…Elena ne rimase incantata.

< Wao! – esclamò – Non ti facevo così bravo >

< Che credevi? Fin da ragazzo mi hanno insegnato a cucinare. Mi sono sempre dato da fare >

< A che età hai iniziato? >

< Mmm…13. Dal primo anno di liceo. Tu? >
< Beh…se sapere la cottura della pasta e fare cose semplici come una semplice fetta di carne impanata è cucinare, allora ti dico 14… Ma effettivamente ho iniziato a 18 anni >

< Chissà perché la cosa non mi meraviglia… - poi l’osservò – Mi spieghi una cosa? >

< Certo, dimmi >

< Ok, ti avevo detto che se cucinavi tu non avremmo mai cenato…ma… >

< EH? >

< Sto facendo tutto io. Direi che potresti aiutarmi, no?! Inizia a prendere una piastra per far la carne >

< Giusto, hai ragione >

Tra una chiacchera ad un’altra, finalmente erano giunti ad avere qualcosa di pronto.

Nel mente che Jun pensava a saltar tutto nella padella, Elena era intenta a preparare la tavola; prese una tovaglia, la sistemò ed iniziò a portare posate, bicchieri, acqua e…non poteva mancare la coca-cola.

Tutto fu servito e pronto…non restava che cenare.

Jun fece sedere Elena difronte, posizionò le fette di carne davanti alla ragazza e gli passò il piatto di spaghetti.

< Sembra così tutto buonissimo >

< Sembra? – disse sedendosi – Assaggia, e poi dimmi come ti sembra >

Elena prese le sue posate ed iniziò a mangiare.

< Allora? – ma non ebbe risposta. Elena aveva gli occhi che le brillavano – Che significa quello sguardo? >
< Jun… - disse osservandolo – io ti invidio >

< Eh? > era stupito per quell’affermazione

< Ti invidio…sai…sai cucinare meglio di me! >

< Solo per questo? – prese con le bacchette una fetta di carne – Non ci vuol un genio per cucinare. Se vuoi…posso farti da maestro >

< DAVVERO? LO FARESTI? > si portò la forchetta sulle labbra con sguardo da gratitudine

< Si…ma sempre se poi ricambierai facendo qualcosa per me >

< Farò tutto quello che vuoi >

Jun rimase a guardarla, mentre felice completò la sua porzione di cena.
 

 

< Bene, e con questo ho finito >

Elena, dopo aver sistemato tutti i piatti puliti dentro la vetrina, raggiunse Jun nella stanza accanto.

< Jun, che stai… >

Il ragazzo si era addormentato seduto appoggiando la testa sul lato destro della spalla.

Elena si avvicinò senza far rumore, si piegò sulle gambe e rimase a fissarlo per qualche attimo…era così carino.

Sorrise, si rialzò e, recandosi nella sua stanza, prese dall’armadio la sua adorata coperta.

Rientrò nel salone e coprì così Jun, lo fece molto delicatamente, non voleva svegliarlo.

< Com’è carino quando dorme… - disse a bassa voce sorridendo – Mi piace sempre di più…. >

< Chi ti piace? >

Elena rimase a bocca aperta, Jun era sveglio.

< M-M-MA TU…. Non stavi dormendo? > disse sorpresa.

< Tenevo gli occhi chiusi… - li riaprì, vide davanti a se la ragazza che, piegata sulle ginocchia, era ad un passo da lui – Dicevi? >

< Eh?...Cosa?... I-I-Io…ecco…. >
Era terribilmente imbarazzata…aveva sentito tutto, ammettere i suoi sentimenti era proprio quello che voleva…ma in quel modo…in quel momento…si sentiva come un calore provenire da dentro, le sue guance arrossirono.

Stava quasi per allontanarsi da quella situazione ma Jun fu più veloce di lei.

< Non mi scapperai più… - era serio, guardava il suo volto che era rimasto pietrificato – Adesso mi spieghi perché hai detto quella frase…e non inventarti scuse. >

La teneva stretta a se, così stretta che la ragazza non sapeva come liberarsi…voleva sfuggire, nascondersi per la troppa vergogna che sentiva.

Abbassò lo sguardo, Jun strinse ancora di più…doveva arrendersi, doveva parlare…non poteva più tirarsi indietro.

< …Jun… - con voce fina e timida - …tu…mi… - chiuse gli occhi mentre il viso era diventato rosso - …tu mi… >

Ma non riuscì a continuare, il ragazzo allentò la presa.

Ormai era diventato palese, ciò che stava per dir l’aveva sempre sognato…ed adesso era diventato reale.

Lasciò la presa sul suo corpo, si sistemò nel divano e cominciò a pensare.

Elena si ritrovò seduta per terra davanti a lui con occhi increduli. Ora che stava trovando il coraggio di parlare lui si era fermato.

< …Jun...non capisco… >

< Scusa. Mi dispiace. Ho sbagliato tutto – si alzò dal divano recandosi verso la porta d’ingresso – Perdonami. Per un attimo ho pensato solo… >

Elena lo fermò stringendogli la mano.

< Per favore. Non andartene >

Basito per quell’atto, si voltò verso lei che stringeva entrambe le mani alla sua tenendo il volto verso il basso.

< Non devi essere tu a scusarti…ma io >

< Non capisco >

< Jun…tu mi piaci >

Quelle sue parole si ripetevano di continuo nella sua testa, le aveva appena detto quello che voleva sempre sentirsi dire…per l’incredibilità non riusciva a credere che fosse realmente successo.

< Tu mi piaci…ma… >

Quel “ma” lo fece ritornare alla realtà…

< Ma ami Ki-Kwang… >

< No!... – questo fece spalancar gli occhi del ragazzo che si trovò spiazzato dall’incredulità – Jun… Devo dirti una cosa…quando la sparai…mi auguro che non te la prenda >

Il ragazzo seguì Elena sedendosi nel divano ed una volta seduti, le raccontò dall’inizio il piano ideato da Kiki.

Elena si ritrovò con lo sguardo fisso su Jun che, invece, osservava il pavimento con sguardo tra l’incredulità e l’assurdità.

< So…so che tutto questo ti sembra una pazzia senza senso…ed effettivamente un po’ lo è. Ma un suo perché l’ha avuto. >

< Allora spiegalo… - disse osservandola – Spiegalo, perché in questo momento non credo di capirti >

< Quando ho accettato questo lavoro stavo con un ragazzo che ho amato moltissimo. È stata la prima storia seria in tutta la mia vita. Ma le nostre strade si separarono per motivo legati al lavoro. All’inizio stavo per rifiutare questa proposta di lavoro, ma sentii che non dovevo…che sarebbe stato un grande sbaglio…un gran rimorso che mi sarei portata per tutta la vita. Mi dedicai pienamente a tutte le trattative, giungendo fino al nostro incontro. Quella sera…quando ti vidi insieme agli altri, avvertì una strana sensazione. Anche se cercai di evitarti all’inizio, non facevo che averti accanto… in qualsiasi momento, eri sempre li, vicino a me. Ne fui attratta…ma non potevo, mi dicevo, non poteva succedermi questo. Non così in fretta. Come avrei potuto dimenticarmi dei sentimenti che ancora sentivo per il mio ex e provarne altri verso di te. No…questo lo rifiutavo. L’unico che capii tutto fu proprio Kiki. In quel giorno, l’ultimo giorno a Dubai, dentro l’acquario lui mi promise di essermi vicino in qualunque situazione, ma non poteva aiutarmi se prima non accettavo questo mio cambiamento. Arrivati poi qui, una vita nuova, una nuova città, da sola…era tutto nuovo, l’unica cosa che volevo era solo una persona che mi fosse stata vicina…. >

< Ed è per questo che ti avvicinasti a Kiki >

< …volevo tanto che fossi stato tu, ma…ogni volta che provavo tu mi respingevi…e fu in uno di quelle occasioni che Kiki mi propose quell’assurda messa in scena… Ma adesso… le cose sono diverse. >

< Perché? >

< Per il semplice motivo che questi sentimenti che provo non sono dovuti al fatto di volermi aggrappare ad una persona. Non volevo stare con te per dimenticar il dolore di una separazione…. Volevo che fossero dovuti al fatto che senza di te…io… - addolcì lo sguardo - …senza di te, io non so starci. >

Jun aveva sentito tutto collegando ogni cosa, tutto quello che era successo adesso aveva un suo perché…ma…

< Non capisco perché sei dovuta arrivare a tutto questo… ok, capisco che non volevi star con me per dimenticarti lui, ma arrivare a tanto… non puoi lontanamente immaginare cosa ho dovuto provare…quanto mi hai fatto penare… Ogni volta vederti avvolta dalle sua braccia, era una pugnalata… >

< Ti chiedo scusa >

Il suo volto era quasi in procinto di piangere, voleva sprofondare, scappare…da tutta quella scena.

< Chiedere scusa…sai che non basta… >
< lo so. – aveva il volto triste rivolto verso il basso – Capirò anche se non vorrai più ne vedere, ne sentire… >

< Elena – le toccò la guancia con la sua mano – hai provocato molte sofferenze…non ti basta chiedere semplicemente scusa pretendendo quasi il mio perdono…. – la ragazza non riusciva a guardarlo negli occhi – Dovrei fartela pagare, se fosse esattamente come tu immaginavi…mi sarei dovuto alzar e lasciarti qui…seduta stante. Ma come vedi, io sono ancora qui… non ti chiedi perché? >

< …si… >

< Perché ci tengo a te. – quella semplice frase illumino i suoi occhi – dovresti averlo capito. L’esserti accanto nonostante credevo stessi con Kiki non mi ha allontanato da te. Come avrei potuto! Non sai quanto lo desideravo, quanto desideravo odiarti piuttosto che soffrir nel vederti con lui…ma bastava averti accanto, vedere il tuo sorriso, sentire la tua risata…da alleviare le mie sofferenze. – Si trovò stretta a lui, avvolta nella coperta – Io lo so che questa è la coperta che ti misi quella sera nel balcone dell’albergo a Dubai, ho riconosciuto le sigle che sono incise verso il basso. Se davvero tieni a me…a noi...giurami che quello che c’è stato tra te e Ki-Kwang era davvero una finzione... >

< …È stata solo una bugia…nient’altro che una bugia…perdon… >

Jun la strinse a se, più che poteva…
< Allora cancelliamo tutto…ricominciamo dall’inizio…come se niente fosse successo…riscriviamo la nostra storia….da questo momento… Elena…io voglio stare con te >









Ciao a tutti! :D Come state? Spero bene :3 

Ecco il nuovo capitolo >< 
Oggi non so che scrivere çç 

La mia mente si è svuotata a causa del caldo *si sventola*

AVETE SENTITO SHADOW?!

L'adoro. E' indescrivibile *^* Secondo me è la miglior canzone dell'anno per non parlare del concept dark che riporta a Shock ç___ç
Sono così felice ç^ç


 

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Capitolo 44
*** Ricordi - Gran Galà - 1° Parte ***


< Jun devo parlarti >

Ki-Kwang fermò il ragazzo che si stava dirigendo nella sua stanza.

Era appena rientrato da quella cena con Elena.

Rimasero ad osservarsi per qualche secondo, infine Jun decise di parlarne dentro la sua stanza: sapeva cosa doveva dirgli.

Entrati, fece sedere il ragazzo nella sedia mentre lui si diresse verso il bordo del letto.

< Allora, cosa dovevi dire >

< Si tratta di me ed Elena. Ho una cosa da dirti…e non posso più continuare a nasconderla >

< Forse…ti riferisci al piano che hai messo su con lei? >

< Deduco che Elena è riuscita a confessarti tutto >
< Già, anche se…questa cosa non me la sarei mai aspettata da un tipo come te >

< Dovresti saperlo, Jun…. Non sarei mai stato il suo ragazzo sapendo quanto tu ci tenessi. Ho solo cercato di aiutarla… >

< All’inizio, anche se con grande fatica, ero convinto che ti fossi dimenticato cosa fosse successo in quei giorni a Dubai, in quell’albergo... credevo ti fossi dichiarato quel giorno dentro l’acquario prima di tornare a Seoul.. >

< Acquario? – ripensò a quel giorno – Ah, ti riferisci quando ci siamo separati visitando quella struttura…perché l’avresti pensato? >

< Perché sei venuto incontro a noi chiamandola “Ely”. Non sai che rabbia ho provato quel giorno >

< Ora mi spiego perché sei andato via in quel modo. Resta il fatto che li, quando ci hai lasciato soli, non abbiamo fatto che parlare di te e lei…tuuuutto il tempo. Ci tiene tanto a te, dovresti averlo capito ormai. Era solo spaventata per tutto quello che le stava succedendo, solo che tu, alle volte, rendevi complicate le cose >

< Ah io – disse osservandolo con aria infastidita – sarei quello che ha reso tutto complicato? >

< Beh…ok ammetto che è stato tutto un enorme sbaglio; ma alla fine, quel che conta, e che voi due avete risolto. Ora non hai più motivo per allontanarti. >

< No – disse guardandolo attentamente – non voglio più allontanarmi da lei, solo che…. Adesso però… >

< Pensi a Siwon? >

< Si lui…scommetto che non si fermerà tanto facilmente. >

< Jun… se vorrai, io sarò sempre disposto ad aiutarti >

< … - in un primo momento, si limitò ad osservar la mano tesa del ragazzo che si era alzato dalla sedia avvicinandosi a lui. – Già…siamo una famiglia – strinse la sua mano facendo un mezzo sorriso – e in famiglia si ci aiuta sempre. Basta che non mi combini un’altra storia del genere >

L’armonia del gruppo si era ristabilita, ora ogni cosa era ritornato nella normalità…. Si ma, fino a quanto?

I giorni erano trascorsi serenamente, Jun ed Elena avevano iniziato a frequentarsi regolarmente evitando occhi indiscreti. I ragazzi furono messi a conoscenza spiegandogli esattamente cosa fosse successo e l’assurdo piano di Ki-Kwang.

Dong si sentì in un certo qual modo in colpa per aver dubitato dei sentimenti di Elena, il quale le spiegò che a sua insaputa e dei ragazzi voleva far si che lei andasse via; a quella confessione seguì una sfuriata di Jun mentre Elena cercava di tranquillizzarlo….

Alla fine tutto si era sistemato, i chiarimenti servirono così ad avvicinarsi l’un l’altro: adesso Elena aveva trovato una famiglia su cui poter far affidamento.

 

Dal gran debutto di Han e dalla liete notizia di Jun ed Elena erano trascorsi esattamente 7 giorni. Tutto procedeva alla perfezione ma un evento stava per scombussolate tutto l’equilibrio che si era creato.

Giunse la notizia dell’imminente Galà di beneficienza che si sarebbe svolto il 29 di settembre.

Naturalmente insieme ai B2ST fu invitato anche il gruppo di Han che gli permise di ampliare la loro conoscenza.

Jun non fece mancare l’invito ad Elena che, in un certo modo, si sentì in imbarazzo per recarsi ad una festa senza essere pronta a ciò che l’attendeva.

Il gran giorno infine arrivò.

Elena stava iniziando a prepararsi, da quando Hannah era andata a star nel dormitorio la casa era sempre più vuota, le mancava quelle scene in cui iniziavano a prepararsi insieme e quella era la prima volta che doveva farlo senza di lei.

L’inizio della serata era fissato per le 19:00 ma nell’invito era riportato l’orario in cui iniziare a presentarsi e cioè verso le 17:30.

Si era già messa d’accordo con il gruppo dei B2ST che qualcuno sarebbero passata a prenderla per di recarsi all’evento.

Per l’occasione, Elena scelse un vestito color bianco stretto di sopra e si allargava verso il basso dal bacino in giù dove partiva la sfumatura verso l’azzurro, davanti del vestito aveva delle decorazioni con piccole pietre che illuminate creavano degli effetti di luce, mentre dietro aveva una chiusura come un corpetto dove i lacci erano di raso e verso la parte finale, chiusa in una V perfetta, le formavano un fiocco. Sul collo aveva avvolto una sciarpa leggera trasparente che richiamava l’azzurro del vestito.

Finita di prepararsi qualcuno suonò al citofono; si affrettò a rispondere: era un’autista mandato dalla CUBE che l’avrebbe portata in sala.

Un po’ dispiaciuta, scese recandosi davanti la macchina…avrebbe preferito fosse Jun ma era sconsigliato, avrebbe portato pettegolezzi al riguardo...

Recarsi li tutta sola…si sentiva come un pesce fuori d’acqua: Hannah aveva il suo futuro appena iniziato e viveva con le sue colleghe, e con Jun…da quando avevano iniziato a frequentarsi, ogni sera cenavano a casa della ragazza ma sempre cercando di non farsi vedere.

Scacciò quei pensieri dalla sua mente, dopo tutto quella era una serata di beneficenza e avrebbe conosciuto altri gruppi appartenenti alle diverse case discografiche…

 

Hannah si trovava all’ingresso del suo nuovo appartamento mentre aspettava le compagne.

Ai, visto che aveva tempo, si sistemava in continuazione la borsetta, uscendo ed entrando tutto ciò che c’era dentro.

Hannah decise di indossare un abito blu notte a tubino senza spalline. Sotto il seno, una fascia nera stringeva i fianchi. Da questa fascia, scendeva un velo di tulle dello stesso colore del vestito. Davanti, era della stessa lunghezza del tubino mentre dietro le arrivava all’altezza delle caviglie. La parte del seno, era ricamata in modo da formare un perfetto disegno geometrico a righe.

Le scarpe, erano aperte, formate da fasce di cotone nero che tenevano il piede bloccato all’altezza delle dita e nella caviglia. I tacchi di 11 cm le facevano sembrare il vestito più lungo.

I suoi occhi erano messi in risalto dall’ombretto argentato. Agli angoli, invece, aveva un ombretto blu scuro.

I vestiti delle compagne erano molto simili.

Il vestito di Ai era bianco e nero. Il modello era simile a quello di Hannah ma il tulle era della stessa lunghezza e aveva le spalline.

Yurim, invece, aveva un abito azzurro e nero. Dalla parte centrale della fascia, sia nella parte superiore che in quella inferiore, il tulle si univa, passando da sopra la spalla, alla parte posteriore dell’abito in modo da formarle una manica di tulle che le copriva l’intero braccio.

< Yurim sei pronta? > chiese Ai

< Si! Ora si! >

< Ora si? A me sembra che sei uguale a 20 minuti fa! > disse Han

< Ho dovuto scegliere quale mascara stava meglio con il look! >

< Hai perso 20 minuti per questo? > le chiese Han

< 20 minuti importanti! >

< Oh cielo… Andiamo! > si affrettò a rispondere Ai

Le ragazze si affrettarono a scendere, il loro autista era giù che fremeva della lunga attesa.

Quando le vide arrivare ringraziò non so chi per il miracolo concesso, buttò per terra la sigaretta che stava fumando, entrò in macchina ed accese la macchina.

Le ragazze entrarono e l’autista partì con una certa fretta di arrivare.

 

I B2ST erano ancora nel loro appartamento a prepararsi: decisamente dovevano darsi una regolata perché la macchina con l’autista era già arrivata e non aspettava che loro.

La causa del ritardo?

Beh…la sera prima decisero di divertirsi organizzando un torneo di calcio davanti i grandi schermi: serata passata a giocare a PES2011.

Il torneo che si disputò non fu uno solo…ma ben 3!

Il vincitore?

Con grande sorpresa di tutti fu Hyun.

Il mattino nessuno riuscì a svegliarsi in tempo, il primo a farlo fu Doo che, accortosi dell’ora ormai prossima alle 12, cominciò ad intrufolarsi dentro ogni stanza svegliando come poteva: tirando via le coperte, puntando la sveglia e avvicinandolo più vicino l’orecchio, mettendo la musica ad alto volume…e quando non poté far a meno…l’arma più temuta: un bacio lieve in prossimità delle labbra.

Il primo scelto per questa tortura fu il piccolo Dong. Dormiva sereno nel suo letto tenendo la testa sotto il cuscino, Doo entrò, l’osservò, prese il cuscino, si avvicinò e gli diede il bacio.

A quel contatto, Dong spalancò gli occhi ed emise un gran acuto che non servì ripetere la scena in quanto tutti furono svegliati.

Svegli e quasi pieni di energie, si ritrovarono tutti davanti il banco della cucina a far colazione…si perché dire pranzo non fu il caso. Dong era ancora scioccato per quel gesto dell’amico e tutti ne risero per la descrizione fatta da Doo.

Infine decisero di prepararsi, era giunto il momento…mancavano poche ore per l’inizio del Galà non erano ancora pronti per scendere.

Indossarono vestiti sul elegante ma ognuno lo personalizzò con il proprio gusto.

Si prepararono giusto in tempo. Scesero e la macchina li portò al grande incontro.

 

La prima ad arrivare fu Elena ed insieme a lei arrivarono grandi gruppi musicali tra cui: SHInee, 4MINUTE, SUPER JUNIOR, MBLAQ , 2NE1, BIG BANG, che permisero la sua entrata inosservata, tutti erano intenti a fotografar le grandi star.

I B2ST e THE ALICES arrivarono insieme e percorsero il grande tappeto rosso insieme, sia per la gioia delle ragazze sia per la felicità di Han e Seob che, per non far nascere pettegolezzi, si scambiarono solo un tenero sorriso.

Attraversato il tappeto, fatto un paio di foto e rilasciato la loro prima intervista in un evento importante come quello, i due gruppi entrarono dentro il palazzo che si trovava vicino il fiume Han e alle sue spalle aveva un immenso giardino che portava alle prossimità del fiume.

Il palazzo esteriormente appariva con uno stile moderno in quanto ristrutturato dal nuovo proprietario, ma l’interno sembrava ritornare indietro di qualche epoca…stile europeo della Francia ottocentesca: ebbene si, il proprietario era un ricco francese che aveva investito in quella struttura per ospitare alcuni dei suoi convegni fuori l’Europa.

Han ne era molto affascinata, si sentiva quasi a casa: fuori quelle mura c’era il suo presente, dentro un po’ aria di casa.

< Han! Finalmente! >

Una voce familiare la riportò a guardare davanti, era sua cugina che si avvicinò al gruppo.

< Ely. Quanto tempo >

Le due cugine si strinsero in un forte abbraccio, a causa degli impegni del nuovo lavoro di Han erano diventate poche le volte che riuscivano a vedersi…ed ormai Elena era quasi abituata a viver sola e all’idea che sua cugina stava iniziando il cammino verso quello che era sempre stato il suo sogno.

Il resto del gruppo iniziò ad avviarsi verso i posti loro assegnatogli, lasciando le due stretta nel loro abbraccio.

< Preferisci stare con lei…piuttosto che venir tra le mie braccia > chiese Seob

Elena ed Han si guardarono negli occhi per poi sposare lo sguardo verso i due ragazzi che erano di fronte a loro.

< Han, credevo che avresti stretto prima me…invece… >

Seob e Jun erano rimasti delusi nel vedere quella scena, è vero che le due cugine erano legate…ma si aspettavano un atteggiamento diverso adesso che nelle loro vite erano presenti anche loro.

< Ma Jun…Han non la vedo da un paio di giorni – disse stringendola a se – Voglio coccolarla, mi manca un casino >

< Questo discorso vale anche per te, Han? >

< Beh…ecco… >

La ragazza era intenta ad osservare i due ragazzi, voleva bene a sua cugina, ma…Seob….sicuramente Elena avrebbe capito.

Spostò la cugina recandosi a stringer il suo amato Seob.

< Sapevo che preferivi me > disse contento Seob

< HAN! > disse Elena con sguardo amareggiato per la scena

< Scusami, ma anche se è da molto che non ti vedo…. Seob rimane sempre al primo posto >

I due ragazzi si allontanarono raggiungendo il resto del gruppo lasciando soli Elena e Jun.

< Scema >

Elena si voltò, vide il ragazzo con le braccia conserte e sul viso si leggeva chiaramente un’espressione di fastidio.

< Adesso perché mi hai chiamato scema? >

< Perché lo sei > le passò accanto

< Ehi, dove vai? >

< Dagli altri >

< Ci vai lasciandomi qui sola? >

< Sai benissimo dove siamo diretti, se vuoi ci raggiungi li. >

Elena ne rimase sorpresa, non credeva che Jun potesse continuare a dir certe frasi nonostante il fatto che uscivano insieme.

“ Nonostante usciamo insieme e ci frequentiamo, non ha cambiato le cose fra noi…il suo modo di esprimersi non è cambiato ”

Era rimasta ferma li, quasi davanti l’ingresso ripensando a quelle parole dette prima dal ragazzo.

Lentamente entrò nella sala rimanendo sotto il grande arco sorretto da due colonne, osservò la maestosità di tanto splendore; tutto era decorato con precisione: le numerose luci si riflettevano nei prismi di cristallo che erano sparsi un po’ per tutta la sala creando un effetto di luce scintillante, i colori che predominavano erano il rosso e il dorato, in ogni angolo della stanza vi erano vasi contenenti rose dai colori bianchi, rosse e gialle.

I tavoli erano disporsi a semi cerchio e al centro un piccolo palcoscenico era stato idealizzato per l’occasione.

Osservò i tavoli per cercare il proprio, la stanza era abbastanza grande ma con tutta quella gente si sentì in confusione.

Avanzò per cercar meglio il tavolo quando alle sue spalle sopraggiunse una persona, si fermò…da dietro una mano portò davanti al suo petto porgendole una rosa rossa.

< Credevi davvero che ti avrei lasciato da sola? >

Jun si portò di fronte tenendo la rosa dinanzi al suo viso.

Quando vuole, sa sempre come farla rimanere senza parole.

 

Si ritrovarono tutti insieme al tavolo loro assegnato, Seob ed Han cercarono di star vicini ma non tanto per creare sospetti…ma le due compagne, Ai e Yurim si guardarono scambiando delle occhiate.

< Non fingere, Han – disse d’un tratto Ai – Sappiamo che tra voi c’è qualcosa >

< Esatto. Quindi smettila di nasconderci le cose, siamo un gruppo adesso…bisogna fidarsi > sorrise Yurim

< Ragazze, vi state sbagliando…ecco… > disse imbarazzata Han

< Han – intervenì Seob – credo sia giunto il momento di dire esattamente le cose >

< …hai ragione… - si voltò verso le compagne - mi dispiace avervelo tenuto nascosto – disse chinandosi – ma credevo mi avreste giudicato male… >

< Mh? Perché? > chiese Ai

< Perché…ecco… in verità… >

< Noi ci conosciamo già da prima che lei entrasse nel gruppo > finì il discorso Seob

< COSA??! > dissero in coro

< Per questo non ve l’ho detto prima, non voglio che ora crediate sia stata favorita rispetto alle altre >

< Beh… - disse Ai - …la cosa ci lascia stupite, ma non credere basti aver conoscenze per entrare >

< Eh? >

< Entrare nella CUBE per una ragazza che non ha tratti orientali è impossibile, quindi devi aver conquistato molti i giudici con il tuo talento…più per le tue conoscenze. Non credo che basti conoscere i B2ST per entrar > finì il discorso Yurim

< Quindi…non pensate che sia stata favorita per questo? >

< Certo che no – le disse sorridendo Ai – non lo penseremo mai! Però potevi presentarceli subito invece di evitare di conoscerli! >

< Poveretto, chissà quanto avrà sofferto i primi giorni vedendola ma non poterle parlare > affermò Yurim

< Credetemi, ho soffermo molto…ma adesso mi rifarò pagare…tutte in una sola volta, vero…Principessa? > disse sorridendo

< L’ha chiamata PRINCIPESSA > dissero insieme Ai e Yurim con lo sguardo tenero

< Si – disse avvicinando Han a se – Lei è la mia piccola principessa. Perciò…quando io non potrò esser con lei, prendetevene cura > infine le diede un bacio sulla guancia sotto gli occhi di tutti.

Ai e Yurim erano rimasti sorpresi, mentre i ragazzi ed Elena ridevano osservando il viso di Han che, nonostante ormai era abituata a quei gesti, arrossiva.

Prima che il Galà sarebbe iniziato, decisero di recarsi ad osservare il giardino uscendo fuori nella terrazzo. Era una splendida serata, senza una nuvola in cielo. Era fine Settembre e la temperatura stava iniziando a scendere, ma quella sera era piacevole star fuori.

< È un bel posto non trovi? > disse Seob rivolgendosi ad Han

< Già, non credevo avesse questo immenso parco > era rimasta ferma nella terrazza ad ammirare il panorama.

< Vieni – disse Seob prendendola per la mano – scendiamo e facciamo un giro >

< Ehi non allontanatevi troppo > aggiunse Kiki

< Tranquillo. Arriviamo fino a quella grande fontana e poi torniamo indietro >

 

Lasciata la terrazza, s’incamminarono lungo il vialetto del giardino circondato da numerose piante e decorate da qualche statua e piccole fontane….

< Principessa… >

Seob teneva Han per la mano, era da molto che i due ragazzi non facevano una passeggiata da soli.

< …Principessa… >

Continuava a chiamarla, ma Han era catturata da quel suo sguardo, così dolce e tenero come un cucciolo, il suo cucciolo che amava come non avesse mai fatto prima d’ora.

Si era persa nel suo sguardo, più lo guardava, più non riusciva a farne a meno…adesso che avevano iniziato ad uscire insieme, a frequentarsi che sarebbe successo?

< …Principessa… >

Le parole del ragazzo la portarono alla realtà.

< …S-SSI… >

< Principessa, stai bene? È da un po’ che provavo a chiamarti ma eri come avvolta nei tuoi pensieri >

< Oh, scusami… >

< Hai qualcosa che non va? Pensi al lavoro? >

< Nono, tranquillo >

< Vuoi tornare indietro? >

< Fra un po’…per ora voglio stare con te, è da molto che non abbiamo un attimo per vederci…non so te – disse sorridendosi a lui-…ma questa lontananza dovuta alle mie prove mi ha fatto sentire la tua mancanza >

< Ti sono mancato così tanto? > la strinse dai fianchi

< Abbiamo avuto poche occasioni per vederci e stare anche un po’ insieme…. Tra i nostri impegni, il tempo è sempre limitato > lo guardò con sguardo provocatorio

< E già, il tempo manca sempre > la strinse avvicinandola sempre più vicino

< Oppure c’è qualcuno che ci interrompe >

Han mise una mano sul braccio destro del ragazzo e l’altra dietro la nuca accarezzandogli i capelli neri, avvicinò il suo viso al suo, si morse il labbro inferiore per poi socchiuderle aspettando di ricevere il bacio da parte del ragazzo che aveva le mani posizionate nella parte bassa della schiena cercando di stringerla a se più che poteva.

I due furono fermati da Dong che li aveva raggiunti avvisandoli di rientrare dentro.

 

Anche Jun seguì l’esempio di Seob.

Si avvicinò ad Elena sussurrandogli di seguirlo; mentre tutti erano intenti a parlar tra loro, i due si diressero verso un posto più appartato della terrazza.

< Qui può anche andare bene, non trovi? > chiese Elena

< Mmm, si può andare… > rimase ad osservarla mentre Elena si avvicinò al balconcino osservando il paesaggio

Per la prima volta, si trovava un po’ in imbarazzo; era stata diverse volte da sola con lui ma sentirsi gli occhi rivolti su di lei la metteva in suggestione non sapeva cosa fare e come comportarsi.

< Va tutto bene? > chiese Jun avvicinandosi alla ragazza

< …S-Si. E che inizia a far un po’ di freddo… >

< Ah, capito >

“ Devo cercare di star calma…non succederà niente… Eh? ”

Elena rimase sorpresa quando Jun le mise la sua giacca sopra le spalle

< Così non dovrai sentire freddo >

< Ma non dovevi >

< Potevo dirti di rientrare, ma non mi andava…voglio passare del tempo solo con te >

< C-Come m-mai? >

< Perché mi andava, e poi… è una splendida serata, non trovi? > chiese mentre osservava in lontananza il parco illuminato dalla luce dei faretti posizionati lungo il sentiero che portava fin nel fiume

< G-Già, è davvero una splendida serata > arrossì dopo aver distolto lo sguardo dal ragazzo

Jun osservò il suo viso, infine fece un mezzo sorriso.

< Mi trovi irresistibile? >

Quella domanda improvvisa fece bloccare i pensieri di Elena, il suo sguardo tramutò nel sentirle.

< Non ti sei comportata così come stai facendo ora – si rivolse verso lei -…a cosa stai pensando? >

Era li, senza dire una parola…e cosa poteva dirgli?

Rimase con lo sguardo rivolto verso il vuoto mentre Jun la osservava aspettando una sua reazione.

< Non riesci a trovare le parole? >

Mantenendo lo sguardo fisso su di lei, si avvicinò prendendole la mano.

< Scommetto che in questo momento stai desiderando di baciarmi >

La strinse, non sapeva cosa fare, cosa dire, era tutto così confuso…era ammaliata dal comportamento di Jun ed anche dalla sua bellezza.

Si faceva sempre più vicino, sapeva cosa comportava quella vicinanza …era come se lo sguardo di Jun gli avesse annebbiato la mente.

< Jun scusa ma dobbiamo riprendere i nostri posti >

Dalla porta che conduceva all’esterno giunse Hyun ad avvisarli.

< Che tempismo – disse a bassa voce allontanandosi dalla ragazza – Va bene, rientriamo dentro… >

 

Tutti presero posto nei rispettivi tavoli, per il Galà era previsto l’esibizione dei vari gruppi con una canzone scelta nel loro repertorio che conteneva una parola che era la chiave principale, ed un’altra scelta dal gruppo.

< Quale avete scelto voi? > chiese Elena a Kiki

< Mmm… non saprei. Doo cosa c’è scritto nel foglio? >

< Ora controllo. – Doo prese il foglio che gli era stato consegnato da un valletto nel momento in cui avevano preso posto al tavolo – Qui c’è scritto “FINZIONE”. Non abbiamo dubbi, no? Fiction >

< Come seconda? > chiese Dong

< Voi che proponete? > affermò Hyun

< FREEZE – propose Seob – è una dedica che voglio fare alla mia principessa >

< Kyaaa – urlò Ai – Han, come ti invido. Seob ti farà una dedica >

La ragazza era rimasta incredula osservando il volto sorridente di Seob.

Doo si apprestò a comunicare l’esito al valletto che passava di tavolo in tavolo scrivendo le canzone che avevano scelto i vari gruppi così da organizzare la serata.

Si fecero le 19:30 ed il Galà iniziò.

Fra i primi gruppi che furono chiamati ad esibirsi ci furono i SHInee con “ONE”.

Seob colse l’occasione per invitare Han, mentre Ai e Yurim ballarono con Dong e Hyun.

Le luci divennero più soffuse, tenue e si sparse in quasi tutta la sala l’effetto della finta nebbia creando un’atmosfera più soffice, più romantica…iniziarono a cantare….

 

“ …La luce del giorno è come te,

potrebbe esser un po’ infantile, ma mi piace.

Se sono al tuo fianco quando mi sveglio non ho niente di più da desiderare.

Voglio vederti.

Non pensare che non possiamo amarci perché siamo giovani,

prima che sia troppo tardi, prima che io invecchi, puoi stringermi…

 

Elena era rimasta seduta nel tavolo portando ad appoggiare il viso sulla mani giunte vedendo Han stringersi a Seob appoggiando il suo viso sulla sua spalla, in quel momento il suo sguardo si addolcì.

“ Hannah è davvero una ragazza fortunata. Ha ottenuto ciò che voleva in così poco tempo…mentre io - disse rivolgendo lo sguardo su Jun che sedeva due posti avanti lei – per aver ciò che voglio stavo rischiando di perderlo, e non so neanche se sono riuscita ad averlo ”

Rimase sorpresa quando vide Jun alzarsi dirigendosi davanti a lei….i loro sguardi si incrociarono…

< Ti va di ballare? > chiese porgendo la mano…

Erano le parole che il suo cuore aspettava di sentire per tutto il tempo, senza un attimo di esitazione mise la sua mano su quella del ragazzo che l’aiutò ad alzarsi.

Raggiunta la pista, Elena si posizionò di fronte Jun che non aveva un solo attimo smesso di guardarla, posizionò entrambe le mani nella vita della ragazza avvicinandola a se mentre lei, con gesto un po’ impacciato, le adagiò alle sue braccia.

Nonostante avesse messo le scarpe con un tacco 8 cm il suo sguardo era più basso rispetto al suo e poté nasconderlo dietro l’acconciatura della sua frangia ma sentiva, percepiva i suoi occhi rivolti su di se.

Era tesa, sentirsi stretta a lui la rendeva felice.

Intorno era come se non ci fosse nient’altro che loro e la musica che accompagnava i loro passi.



“ …Ogni volta che i nostri cuori s’incontrano, mi chiedo se il sorriso che cresce sul mio viso potrebbe raggiungere un angolo del tuo cuore.

Sussurro dentro il tuo bel orecchio, dentro il tuo cuore incerto, i sentimenti d’amore per te.

Ti pretendo ragazza, lo so senza te…

senza te, mi manchi… ti vorrò per sempre….

I miei sentimenti di desiderio e speranza, il mio amore profondo cresce di nuovo,

non posso nasconderli a lungo, tu sei la mia ragazza…

 

Lentamente Elena alzò il viso guardando dritto negli occhi di Jun, la strinse più vicina…poté sentire il suo dolce profumo, sembrava fosse un fiore per quanto fosse delicato il suo tocco…non voleva separarsi da lei…voleva che quell’attimo durasse per sempre.



“ …Il mio cuore ti afferrerà e non ti lascerà andare via: lo senti cosi bene?

Prima che sia troppo tardi, prima che io invecchi, puoi stringermi?

So che ancora il tuo cuore non può venire al mio fianco, posso solo chiamarti mia unica?

Andiamo tutti insieme, uno, due e tre, iniziamo.

Tu sei l’unica, il mio tutto.

Davvero, davvero voglio il tuo amore come un pazzo.

Posso farlo adesso, giusto? …
 


Si fermarono…la musica si attenuò, avevano finito di esibirsi, ma loro rimasero li a guardarsi mentre si stringevano in quell’abbraccio.

< …Elena, io… > stava per dirle qualcosa fu interrotto.

< Ciao, piccola stella – si voltarono, era Siwon che li stava osservando appoggiato ad un pilastro – Oggi sei più splendida che mai, lasciatelo dire > disse avvicinandosi prendendo la sua mano baciandola.

< Siwon, cosa vuoi? > disse in tono irritato Jun

< Semplicemente sono venuto a salutarla. Prima ho cercato ma vi avevo visti appartati, mi sembravate molto intimi ed ho evitato – disse scrutando il viso di Elena che divenne un po’ rosso - …ora che la canzone è finita mi sono deciso a portarti il mio saluto e chiederti di concedermi un ballo… >

< COSA?! Sai benissimo che lei sta con me…è fuori discussione >

< È solo un innocente ballo…e poi deve decidere lei con chi ballare, no? >

< È la mia ragazza – disse avvicinandola a se attirando l’attenzione quasi di tutti – lei ballerà solo con me! >

Si osservarono, Elena si sentiva così imbarazzata per quella sceneggiata, non sapeva cosa fare; all’improvviso si sentì trascinare via da Jun.

< Ora basta – rivolse il suo sguardo alle sue spalle – non mi sembra il momento per discutere, non credete! Usciamo un attimo fuori. >

Era Kiki, l’aveva presa con se.

Uscirono nella terrazza, il Galà aveva ripreso con la seconda esibizione degli SHINee con la canzone “Better”.

 

< Allora? – chiese Siwon rivolgendosi a Kiki – che devi dirmi? >

< Voglio mettere in chiaro una cosa….una volta e per tutte >

Siwon cominciò a guardarlo incuriosito mentre Jun era appoggiato nel muretto della terrazza con lo sguardo rivolto verso il basso, Elena era attenta ad ogni sua parola.

< Sentiamo, cosa devi mettere in chiaro? >

Si era creata un’atmosfera ricca di tensione, i tre ragazzi si trovavano fermi su quella terrazza…ma in quel momento Elena voleva solo che tutto finisse…e nei migliori dei modi.

< Allora Ki-Kwang? Sto aspettando >

< Voglio che questa storia finisca >

< Che storia? > domandò

< La tua…. Non credi che questo tuo atteggiamento si sia spinto un po’ più in la? >

< Perché mi stai domandando questo? – il ragazzo mise la mani nelle tasche dei pantaloni – Fin dall’inizio il mio comportamento è stato corretto e leale… Quelli che qui hanno barato e giocato scorretto, siete voi tre >

< COSA! > disse Jun preso dalla rabbia

< Non scaldarti – continuò Siwon – Vi ho sempre tenuto sotto controllo, a volte per capire come si evolvevano le storie…altre volte eravate proprio voi a servirle su un piatto d’argento! >

< Cosa? – disse incredula Elena – Ci spiavi? E poi quale storie? Non capisco >

< Mi dolce piccola stella. Sai benissimo a cosa mi riferisco. La storia fra te e Jun…ma anche fra te e Ki-Kwang. >

< Lei non è mia stata con me > affermò Kiki

< Ah no? >

< La storia fra me e Kiki non è mai esistita. È stata solo una falsa… >

< Un falsa dici? > disse mentre osservava il volto rilassato di Jun

< Non guardarmi in quel modo…. Mi hanno raccontato tutto! >

< Mh, tutto dici? Anche del loro bacio? >

Quella domanda fu come un tuono al ciel sereno: il volto di Jun pietrificò, mentre Elena e Kiki si osservarono increduli.

< Oh, quindi deduco che non sono stati del tutto sinceri con te – avanzò lentamente verso il ragazzo tirando fuori da una delle due tasche una foto – Guarda tu stesso. >

Jun prese in mano la foto che ritraeva il bacio dato nel parco fra Elena e Ki-Kwang, ne rimase sorpreso….ma anche molto irritato.

< Jun, posso spiegarti >

Elena si avvicinò al ragazzo cercando di poter spiegare come fossero andate le cose.

< Vai…via >

< Jun…ti prego >

La ragazza mise una mano sul suo braccio ma…con un gesto Jun si ritrasse.

< In questo momento…ne voglio vederti…ne sentirti…tanto meno…non voglio che mi tocchi >

Ki-Kwang non disse una sola parola, era fermo con sguardo rivolto verso il basso…che altro doveva dire?

Se in quel momento avrebbe detto qualcosa, sarebbe stato frainteso da tutti.

< Ho visto abbastanza – Jun si avviò verso l’entrata in sala, passò di lato a Siwon portando la foto al suo petto – Le tue mosse…non sono state poi più corrette delle sue >

Detto questo, con le mani nelle tasche dei pantaloni e sguardo irritato tornò nel tavolo con gli altri, lasciando i tre in silenzio; Elena l’osservò ancora incredula per ciò che era appena successo…

Se solo avesse raccontato tutto…se solo quella sera gli avrebbe anche detto di quello stupido bacio, Jun non sarebbe andato via.

< Devo andare da Jun – disse Elena senza distoglier lo sguardo – Devo spiegargli tutto >

Stava per avanzare quando Kiki la fermò per il braccio.

< Per ora non puoi far niente >

< Ma devo spiegargli che quel bacio non è stato niente…è stato solo un errore, un bacio senza significato… >

< Oh, mia piccola ingenua…stellina > disse Siwon, rimasto ad osservare la scena.

Elena era meravigliata, sorpresa nel vedere lo sguardo di Kiki…ad ogni parola che lei aveva appena pronunciato, il suo sguardo si abbassò.

< Ki… Kiki…tu… > disse spalancando gli occhi, adesso aveva capito cosa nascondeva il ragazzo quel giorno dietro quel falso sorriso.

< Te ne sei finalmente reca conto > disse Siwon con mezzo sorriso.

< Ma tu…mi avevi detto che quel bacio non significava…niente >

< Ha mentito, mi piccola. Ha mentito come sempre…. – Siwon si avvicinò alla ragazza posandole le mani sulla spalla parlandole vicino l’orecchio – Lui in realtà ha sempre provato qualcosa per te – si spostò nell’altro orecchio – All’inizio era tutto sotto controllo, ma poi…i suoi sentimenti si sono fatti sempre più chiari, fino al punto di non poter frenarli. – Si spostò lasciandoli soli – Vi lascio, avete una questione da risolvere >

Con ciò Siwon entrò dentro.

Elena osservava il volto di Kiki che guardava verso il basso, non aveva il coraggio di rivolgerle gli occhi.

< Perché l’hai tenuto nascosto? > disse ad un tratto Elena

< Che domande, come avrei potuto dirti una simile cosa… e poi, non potevo fare questo a Jun >

< Potevamo affrontare le cose insieme. >

< Affrontarle? – strinse forte le mani in pugni – Come pensavi di affrontare con la confusione in testa che ti ritrovavi? Non riuscivi neanche ad ammettere che ti stavi innamorando di Jun….figuriamoci se dovevo dirti cosa provavo nel vederti > osservò il suo volto.

Elena aveva gli occhi lucidi, era vero…tutto quello che Kiki aveva detto era tutto vero.

Come avrebbe reagito se anche lui avesse confessato i suoi sentimenti visto che lei non riusciva ad ammetterli quelli suoi?

Già, era come le aveva detto Kiki…sarebbe entrata nel panico, proprio come adesso era.

< Mi dispiace averti creato questo. Ora capisci perché non volevo starti vicina per un pò? Se continuo a vederti – disse mentre le posò una mano sulla guancia – continuerò a provare questi sentimenti verso te. – le diede un bacio sulla fronte. Si spostò lasciandola li. Prima di entrare inclinò la testa verso lei – Cercherò di rimediare al mio sbaglio, non preoccuparti. Con Jun andrà bene. >

Elena sentì un vuoto riempirla dentro: non solo Jun, ma adesso anche Kiki si era allontanato.

Non aveva idea di cosa fare.

Si appoggiò al muretto, una lacrima le cadde sul viso…che poteva fare?

Niente. Neanche piangere le avrebbe risolto le cose.

“ Per colpa mia. È tutta colpa mia e della mia stupida insicurezza. Ma io devo…io voglio provare a parlare con Jun…devo dirgli ciò che provo. Lui deve sapere… ”

 

Dentro il Galà procedeva nella normalità.

I ragazzi seduti nel tavolo si divertivano cantando e ballando le varie canzoni dei gruppi che, ad uno ad uno, venivano chiamati per esibirsi.

Per il gruppo delle THE ALICES il momento era appena giunto.

Essendo formato da poco tempo, si esibirono con la loro canzone debutto.

I loro cuori battevano all’unisono, erano terrorizzate nel sbagliare intonazione o qualche passo visto i vestiti indossati.

Tutto procedette senza errori, ritornati nel tavolo i ragazzi le fecero tanti complimenti.

< Siete state favolose. > disse sorridendo Doo

< Grazie, avevamo paura di commettere qualche errore > affermò Ai

< Non siamo ancora delle grandi esperte come voi >

< Han non pensare che sia stata facile - disse Seob prendendole la mano – All’inizio anche noi avevamo paura di sbatter l’uno con l’altro sul palco. >

< Seob – intervenì Dong – Non dire che era paura…perché tu durante le prove l’hai fatto >

< Beh nelle prove succede – disse sorridendo – E poi anche te non eri così tranquillo >

< Dai susu, non il moment… >

Doo stava cercando di sdrammatizzar la cosa, quando tutti si fermarono. Dall’esterno erano giunti Jun e poi Kiki, di Elena non c’era traccia.

< Ragazzi… > stava per chiedere Dong ma fu fermato da Hyun che fece un cenno con la testa per evitare di aggiungere altro.

Su quel tavolo calò un tremendo silenzio, tutti si scambiarono sguardi mentre Jun e Kiki, seduti lontani, erano fissi a guardare il presentatore.

< Sono preoccupata > disse Han bisbigliando a Seob

< Anch’io. Non li ho mai visti così quei due. >

< Ho paura che sia successo qualcosa ad Elena, non è rientrata con Jun… >

< Con loro c’era anche Siwon…che – disse osservandola negli occhi – c’entri qualcosa lui in tutto questo? >

< Spero di no… Vado a cercarla… - stava quasi per alzarsi quando la vide arrivare – Ely >

Tutti si voltarono a guardarla entrare, esclusi Ki-Kwang e Jun.

Mostrava un leggero sorriso sul volto, ma Han capì subito che era successo qualcosa.

< Ely… - si avvicinò verso la ragazza che stava ferma a guardare i ragazzi – stai bene >

< Certo – aumentò il sorriso forzato – Va tutto bene >

Si sedette nel suo posto di fronte Jun, ma il ragazzo nel vederla distolse lo sguardo.

Han notò come quel gesto non fece cambiare espressione ad Elena, ma ne era convita…dentro il suo cuore stava andando in mille pezzi.

< Devo capire cosa è successo >

< Han, per ora è meglio lasciare le cosa come stanno >

< Ma non posso vedere mia cugina in questo modo. Sarebbe capace di fingere fino al limite di esplodere. >

< Non possiamo far altro che limitarci a star accanto; lei lo sa…sa che quando vorrà tu sarai li… >

“ Seob ha ragione – pensò mentre strinse la mano del ragazzo che l’invitò a risedersi al tavolo insieme a tutti gli altri – Ma vederla così, dopo che finalmente era riuscita a trovare un po’ di serenità mi fa male… Spero che tutto si risolti al più presto, per il suo bene ”


                                                                                                                                                                                                                       To be continue…





 

Ciao a tutti!

Oggi aggiornamento pomeridiano u.u

Dobbiamo festeggiare? Ma vi chiederete cosa!

Dobbiamo festeggiare due motivi:

1 - La FF è salita al quinto posto della classifica delle più popolari *applaude*

2 – La FF ha ricevuto 100 recensioni!

Grazie a tutti <3

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Capitolo 45
*** Ricordi - Gran Galà - 2° Parte ***


 

La serata trascorse nel silenzio dei tre ragazzi e nell’allegria delle persone che in sala si divertivano ascoltando ogni brano dei vari gruppi che si succedevano.

Quasi a metà della serata, arrivò una pausa.

Per l’occasione quasi tutti si recarono in giro per il palazzo. Anche i ragazzi si alzarono rimanendo nel tavolo Han e Seob.

Han era rimasta li seduta pensando a ciò che poteva esser successo a sua cugina, seguì il consiglio di Seob e lasciò che fosse stata lei, quando avrebbe avuto la necessità di farlo, a cercarla restando sempre accanto in silenzio.

Ma il suo volto non faceva che mostrar quanto fosse in pensiero per lei.

< Han, stai ancora in pensiero per lei? >

< Si…oh scusami. – disse guardandolo negli occhi – Sto rovinando la nostra possibilità di star insieme. Mi dispiace >

< Principessa tranquilla. – disse accarezzando la testa – Vedrai andrà tutto bene >

< Lo spero >

Guardò il suo viso, sorrideva e non smetteva di accarezzar i suoi capelli.

“ Seob… sei così dolce, sensibile, ti preoccupi sempre e mi regali sorrisi anche se sono triste. Mi sei sempre vicino in tutti i momenti, sia belli sia tristi e mi conforti con parole che mi fanno sperare per il meglio…. Ti prego, non lasciarmi mai sola, mai… ”

< Piccola principessa > disse bisbigliando mentre si guardavano negli occhi, senza smettere di toccarle i capelli.

< Hai detto qualcosa? >

< Che sei la mia piccola principessa - rispose sorridendo – Sei mia, solo mia >

< Posso chiederti perché lo fai? >

< Fare cosa? >

< Questo – indicò il gesto che la stava accarezzando – perché lo fai? >

< Semplice, no? – con un dolce sorriso – Perché voglio vederti sorridere. Sbaglio ho ti ho detto che voglio che sorridi sempre? >

< Si, lo ricordo >

< Io non voglio vederti triste ne preoccupata…se sei triste lo divento anch’io…. Quando sei felice, anche se mi è successa una giornata storta, mi basta vederti per sentirmi meglio… >

Era sorpresa nel sentire quelle parole, ma al tempo stesso felice. A quella frase rispose sorridendogli.

< Grazie Seob…. Mi aiuti sempre, standomi sempre vicino….è questo che mi piace di te. Posso sempre contare sul tuo sostegno, sulla tua presenza. Dalle trasmissioni in TV e sulle interviste che rilasciavi mi ero fatta un’idea di te che sorridevi sempre, giocoso, un cucciolo tutto da sbaciucchiare…ma adesso posso dirti che non sei solo questo, mi hai dimostrato che oltre al tuo lato infantile ( detto nel senso buono ) hai anche un lato da un ragazzo dolce, affidabile, sincero, maturo…sai accostare lo scherzo alla serietà…. È mi piaci molto, non credevo potesse esistere una persona come te, con molti pregi…sono felice di averti incontrato. >

Non rispose, semplicemente guardava il suo volto sorridere, quel sorriso che amava, che sapeva dargli la serenità che gli serviva per affrontare lo stress di ogni giorno.

Lentamente si avvicinò alla ragazza….non gli importava se in quel momento milioni di persone l’avrebbero visto, se avrebbero scattato chissà quante foto e sarebbero apparsi su tutte le riviste di Seoul, lui desiderava baciarla, sentire il suo sapore, sfiorargli la pelle mentre dentro cresceva il desiderio di averla.

“ Adesso posso ricambiare i tuoi sentimenti, le tue carezze, le tue attenzioni…i tuoi baci – disse mentre assaporava le calde labbra di Seob sulle proprie – Adesso posso dimostrarti quanto tengo a te, a quello che potremmo essere. ”

< Sarà meglio cercare un posto più isolato, non trovi? > disse mentre osservava il rossore sul volto della ragazza

< Ed il galà? Tra un po’ riprenderà e non sappiamo quando dovrete esibirvi >

< Voglio passare un po’ di tempo da solo…con la mia ragazza, non chiedo molto >

Detto ciò, prese la mano di Hannah e si diressero nel parco.

“ I tuoi sentimenti sono rimasti sempre gli stessi, Seob? Mi hai davvero aspettato così pazientemente facendomi conoscere ogni lato del tuo carattere…hai fatto tutto questo, per me?

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Kiki era tra gli ospiti, osservava come si atteggiavano, i loro movimenti, le loro discussioni a vote assurde ed inappropriate…quando incrociava alcuni sguardi ricambiava con falsi sorrisi proseguendo il suo vagar nella sala.

< Chi stai cercando? > chiese una voce giungendo alle sue spalle.

< Perché pensi che stia cercando qualcuno? > rispose

< Dai questa impressione…scommetto che cerchi Elena, ho indovinato? >

< Non cerco nessuno – si voltò – Siwon >

< Non si direbbe > disse bevendo il suo drink

< Lei sarà cercando lui in questo momento…dopo quella foto che hai mostrato, hai solo complicato le cose >
< Oh, avrei complicato tutto? E per quale ragione? – sorseggiò nuovamente – In questo modo abbiamo un rivale in meno da cui preoccuparci…un rivale molto pericoloso >

< Non dire stronzate Siwon. Ammetti che il tuo non è interesse nei suoi confronti >

< Mh? Stai mettendo in dubbio le mie azioni? >

< Si. Per me tutto quello che hai fatto è per un puro divertimento >

< Tsk! Vedrai – disse avanzando verso lui – Sappi solo una cosa: qualsiasi cosa tu faccia per lei, nella sua mente, nel suo cuore non potrai mai prender il posto di Jun. >

< Perché lo stai dicendo proprio a me? Non eri tu quello interessato a lei? >

< Si, lo sono… ma vedi – si voltò e sorrise – la differenza e che io ne sono pienamente consapevole e non soffro…ma tu, mio caro, si vede lontano un miglio che hai il cuore in mille pezzi. >

Kiki si fermò, osservò Siwon portarsi il bicchiere sulle labbra e dirigersi verso gli altri ospiti salutando chiunque incontrasse.

“ Si nota così tanto che ci sto male per questa storia? ”

Ki-Kwang rimase fermo in mezzo alla sala. Tutti ridevano, tutti scherzavano, tutti…mentre lui fingeva di stare bene.

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Era una splendida serata, Han e Seob si trovarono a far una passeggiata tra il parco raggiungendo il fiume. Si sedettero su una panchina situata in un passaggio lungo il fiume ammirando le luce della citta riflettersi su di esso.

Sembrava essersi creata un’atmosfera romantica, c’erano solo loro due…un posto un po’ isolato come aveva detto Seob, un posto dove stare da soli.

< Non credi di esserci allontanati troppo? >

< Principessa, non preoccuparti. Queste occasioni così prendono sempre un po’ di tempo per non far annoiare i loro ospiti. Vedrai, abbiamo ancora del tempo per star da soli…oppure hai cambiato già idea? >

< Lo sai, non voglio che trascuri il lavoro >

< Non trascuro il lavoro…e poi questa sera non è per lavoro. Ma comunque… non voglio neanche trascurare te >

Si avvicinò prendendo il viso accarezzandolo con le mani e le diede un bacio.

Han chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dalla dolcezza di quella sensazione, non credeva fosse possibile che i baci potessero trasmettere anche simili emozioni.

< Seob... - disse Han staccandosi da quelle irresistibili labbra - ... devo dirti una cosa. >

< Mi devi fare preoccupare? >

< Ma no! >

< Ok. - Rise e le rivolse un sorriso - Che devi dirmi? >

< Per quanto riguarda l’altra sera, quando ho fatto il debutto…diciamo che il discorso non era del tutto concluso… >

< Hai altro da dirmi? > chiese preoccupato.

< Quando ci siamo visti per la prima volta avevi detto che volevi che ti conoscessi meglio, che se dovevo innamorarmi di te sarebbe stato per il tuo vero carattere e non per quello che mostri negli schermi… >

< Si…ti ho detto questo… >

< Quando siamo arrivati qui a Seoul, quella sera...quando mi hai mostrato il tuo posto preferito, hai detto di conoscerti meglio e che volevi che succedesse al più presto… >

< Mh? >

< Poi c’è stato il mio provino, la selezione, le prove, il debutto…è stato tutto così veloce che non abbiamo avuto più tempo per noi, per decidere sul nostro rapporto… >

< Ma di questo ne abbiamo parlato >

< Si…è vero…ma quella volta ti ho solo raccontato le mie paure…questa volta – guardandolo negli occhi – ho altro da dirti >

< Cosa? >

< In questi giorni trascorsi insieme ho potuto capire e conoscere la persona magnifica che sei…Ti ho conosciuto e ho capito che non mi piaci più come prima, ma molto di più. E, lo dico con sincerità, questo periodo in cui non sono stata vicino a te è stato durissimo da affrontare… >

< Perché ti sono mancato? >

< Si, anche…ma principalmente perché avevo il timore che tu…avresti potuto incontrare un’altra… >

< Mia dolce Han…sai benissimo che per me sei la numero uno >
< Si, però… - arrossi – non è ufficiale quindi potevi cambiare idea in qualsiasi momento! >

< Ma sai che non ho cambiato idea. - prese le mani della ragazza – Vuoi che sia ufficiale? – arrossì maggiormente – Hannah… vuoi essere, ufficialmente, la mia ragazza? >

Era incredula…Le sembrò di sognare, tutto quello non stava succedendo realmente, le sembrava impossibile. Fino a 4 mesi fa tutto quello era frutto dei suoi sogni, sogni di una ragazza che fantasticava per il suo bias preferito…invece era tutto reale.

< Seob…se è un sogno, ti prego, non svegliarmi > disse stringendosi a lui

< Mia principessa, è tutto reale… - le sorrise - …questa è la nostra favola… la tua risposta? >

< La conosci già…. > rispose

Seob sorrise per poi avvicinarsi alle sue labbra per baciarle.

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Elena si trovava a girare per quei giardini sola, sola con i suoi pensieri.

Si odiava per non aver detto subito per quel bacio, ma aveva creduto alle parole di Kiki…aveva creduto che quel bacio non aveva significato, anche se aveva notato qualcosa in Kiki che nascondeva...

“ Sono solo una stupida…una stupida che crede in tutto ciò che vede e che le persone dicono… ”

Si sedette sul bordo della grande fontana, osservò il riflesso della luna sull’acqua…con la mano sfiorò la superficie creando dei cerchi che andavano via via allargandosi.

L’acqua era fredda…fredda come la sensazione che avvertì dietro le sue spalle…

Si voltò, aveva sentito la presenza di qualcuno… Jun si era fermato quasi dietro di lei.

Spalancò gli occhi per la sorpresa di vederlo li, lui che aveva detto di non volerla più vedere…adesso era li, davanti a lei.

< ..Jun… >

< Allora eri qui che ti nascondevi >

< Mi cercavi? >

< Si, ti cercavo. – iniziò ad avvicinarsi – …Pensavo a tutta questa messa in scena, a voi due…a quello che abbiamo passato noi. Ho riflettuto su quello che Ki-Kwang mi ha detto, e su quello che tu la stessa sera mi ha raccontato… >

< …devi credermi, quel bacio… a quel bacio io non ho ricambiato. >

< Elena…non puoi capire quanto mi abbia ferito vedere quella foto. Ricambiare o no, non conta se penso al fatto che sia tu e sia lui l’avete tenuto nascosto. Mi domando il perché >

Elena era rimasta li ad osservarlo, senza aprir bocca…senza riuscire a dir una parola.

< Elena…Dimmi qualcosa… >

< …io… - fece un lungo sospiro – è vero, ho tenuto nascosto il bacio perché avevo paura >

< Paura? >

< Si, paura che se ti avrei raccontato tutto…avrei rischiato di perderti >
< Tenerlo nascosto sarebbe stato meglio? >

< Certo che no…ma in quel momento mi è sembrata la scelta migliore >
< Avresti dovuto dirmelo quella sera. > distolse lo sguardo, non riusciva a veder il suo volto senza immaginare che quelle labbra avevano baciato un altro.

< Jun…ti prego >

< Elena…sto cercando le parole giuste per dirti una cosa >

< Stai pensando di finirla qui? > disse in un unico fiato.

< Può darsi, non so… >

< Capisco – abbassò il volto – So di averti ferito, che me la sono meritata, ma sappi che i sentimenti che sento per te sono sinceri… - iniziarono a scendere alcune lacrime – Jun…mi dispiace… > corse ad abbracciarlo

< Che stai facendo? >

< Non voglio che finisca, non voglio perderti. Non voglio! >

Sollevò il suo viso, i suoi occhi erano pieni di lacrime che scendevano una dopo l’altra rovinandogli il trucco, poggiò la sua mano sulla guancia.

< Riesco solo a farti piangere, mi dispiace. >

Con quell’ultima frase, Jun tolse la mano…la guardò per l’ultima volta prima di andar via da lei.

“ Perché riesco sempre a rovinar tutto? Perché non posso essere felice?! ”

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Erano quasi tutti rientrati in sala, il Galà stava iniziando, mancavano gli ultimi gruppi ad esibirsi tra cui i B2ST ed i Super Junior.

Si affrettarono a riprendere i posti, ma l’unica che mancava nel tavolo era Elena.

< Che fine ha fatto Elena? > domandò Han osservando il suo posto vuoto.

< Sarà rimasta nel giardino a far un passeggiata. Non preoccuparti, arriverà > le disse Hyun

< Non è da lei far tardi >

< Che si sia persa anche qui? > disse ironicamente Dong

< Puoi stare tranquillo – disse Elena arrivando dietro le sue spalle – non mi perdo in un giardino… >

< Ely – disse osservandola Han, ma dal suo sguardo…intuì che avesse pianto, il trucco era un po’ tolto. Prese la sua mano – Vieni con me >

< Han – la ragazza tolse la mano – Va tutto bene, la serata sta riprendendo. È meglio sederci >

< Ma tu.. >

< Va tutto bene – le disse sorridendole – non facciamo scenate >

Elena prese posto seguita da Han che non fece che osservarla per tutto il tempo.

< Han – disse Seob prendendole la mano – sei ancora preoccupata?

< Si, Seob…sono preoccupata sia per Elena che per Jun… L’amore non deve portare sofferenza! – strinse la sua mano – Amare qualcuno è la gioia più grande che ci sia; e per mia cugina ricominciar ad amar un’altra persona che non fosse Daniel sembrava impossibile, per non dire assurdo… ma quando ha incontrato Jun, quando si sono visti è stato come se si fosse svegliata da un incantesimo, da un lungo sonno; ha ricominciato a credere nella possibilità di poter amare una seconda volta. Non so cosa sia successo, ma sono convinta che in questo momento vorrebbe esser nel suo letto a piangere…. Vorrei poterla aiutare, voglio vederla felice…ma come? >

< Non saprei…ma qualsiasi cosa succeda dobbiamo restar vicino ad entrambi! Jun può sembrar forte, riesce a camuffar bene i sentimenti…ma con me non ci riesce, lo conosco fin troppo bene. Sono sicuro che anche lui, dentro se, sta soffrendo. >

Rimasero li a guardarsi negli occhi stringendosi la mano, in quel tavolo regnava un gelido freddo, nessuno parlava, non avevano il coraggio di dire una sola parola: da una parte c’era Jun che con aria indifferente osservava il suo bicchiere vuoto dopo aver bevuto, di fronte al ragazzo c’era Elena che aveva un aria triste, guardando in basso nel tavolo cercando di non incrociare il suo sguardo; dalla parte opposta, distante da Jun , Kiki aveva un’aria assorta ripensando a ciò che aveva detto Siwon, per un attimo spostò la sua attenzione guardando Elena che con la mano sul tavolo giocherellava con un fogliettino di carta.

La ragazza, dopo essersi accorta di Kiki, lo guardò e pochi istanti dopo sorrise…ma lui sapeva che non era sincero, voleva solo far creder di star bene quando in realtà voleva scappare da tutta quella serata.

Pochi attimi a seguire il Galà riprese, ritornò in sala l’atmosfera gioiosa, tutti cantavano e ballavano…tutti ad esclusione di Elena, Ki-Kwang e Jun che erano rimasti seduti nel tavolo.

La tensione fu sciolta solo quando il presentatore chiamò all’esibizione proprio i B2ST.

< Gentili ospiti, adesso invito sul palco uno dei gruppi che sta avendo un gran successo anche se nato da quasi due anni. Nonostante il loro nome faccia pensare e dar un’immagine diversa da quello che sono, questi sei favolosi ragazzi sono dei veri e propri “mostri” del k-pop…. Sto parlando naturalmente dei B2ST! >

I ragazzi si alzarono dal tavolo, Kiki prima di dirigersi sul palco strinse la mano di Elena regalandogli un sorriso.

< Ma perché quasi sempre devono far quel “giochino” di parole con il loro nome > affermò Han

< Non saprei, forse volevano esser ironici > rispose Elena

< Sarà… >

Le ragazze si voltarono guardandoli salir sul palco ed inchinarsi per salutar i vari ospiti.

< Quanto è bello il mio Seob > disse Han con gli occhi che gli brillavano

Le ragazze sorrisero. Elena osservava i sei ragazzi schierati di fila illuminati dalle luci del palco, vederli così dal vivo era piacevole, provava una grande gioia che non aveva mai provato; era quasi due anni che li seguiva e non era mai riuscita a vederli in un loro concerto, solo sui video che trovava in internet.

Ad uno ad uno rivolgeva il suo sguardo, vedendo le loro espressioni…erano tutti bellissimi ed eleganti.

< Ragazzi so che siete reduci da un concerto fatto in Spagna e di un recente incontro con le vostre fan in Giappone – disse il presentatore – ho letto che rispetto alle volte passate sono raddoppiate, immagino siate contenti di questo >

< Si tantissimo – rispose Doo – non ci aspettavamo così tanti ragazze, ma neanche tanti ragazzi >

< Siamo felici che a seguirci ci siano così tante fan ma la cosa che ci rende felici e riuscire a colpire con le nostre canzoni anche i ragazzi – aggiunse Dong – Farsi numerose fan è molto facile per un gruppo composto da ragazzi, come lo è per un gruppo femminile conquistar un gran numero di fan maschili…ma per un gruppo veder che tra numerose fan vi siano anche un gran numero di ragazzi ci rende orgogliosi del nostro lavoro >

< Questo ve ne fa onore. - dopo qualche attimo di applausi, il presentatore aggiunse – Bene, per questa sera le vostre esibizioni son due. La prima scelta era dettata dalla vostra “parola-chiave” che se ricordo bene era “FICTION” >

< Esatto > rispose Doo

< Coincidenza vuole che sia anche il titolo del vostro nuovo minialbum >

< Si esatto – rispose Hyun – è il nostro ultimo lavoro : “Fiction&Fact”, pubblicato anche nella versione giapponese…era anche per questo che eravamo a Tokyo >

< Siete un gruppo che in pochi anni ha avuto molto successo, dovette esserne orgogliosi – i ragazzi ringraziarono con un inchino – Bene allora vi lascio con la vostra esibizione di Fiction in versione orchestrale…che i violini e la dolce musica del pianoforte iniziano a suonare…. >

Le luci che illuminarono la sala si spensero, i sei ragazzi furono illuminati con luci soffuse, leggere creando l’atmosfera giusta per catturar l’attenzione su quelle parole…la musica partì…

I violini, accompagnati dal piano, iniziarono a comporre la dolce melodia; mentre in sala calò il silenzio…Doo iniziò…
 

“ …Non riesco ancora a dimenticarti.

Non riesco ancora a creder a tutto questo.

Ancora oggi non riesco a lasciarti andare in questo modo.

La riscriverò di nuovo, la nostra storia non finirà.

Per ora seppellirò il fatto che la realtà è già dentro la mia pelle.

La riscriverò ancora una volta… la storia inizia con noi due che sorridiamo felicemente.

Nel caso in cui mi lascerai, lo scenario sarà una piccola stanza senza uscita…
 

Elena era attenta alla loro esibizione e a guardar Jun, quelle parole sembravano esser rivolte a lei, distolse lo sguardo posandolo su Kiki…
 

“ …Ti bacio come se non ci fosse nulla di sbagliato,

non posso lasciar andare la tua dolce presenza…

per noi la parola “FINE” non esiste...


Mentre stava ad osservarlo notò che anche lui la guardava…i loro sguardi si incrociarono per tutto il tempo del suo pezzo.

“ Kiki…questa canzone rispecchia la nostra realtà…Abbiamo iniziato tutto fingendo, ma…mi sono resa conto che tutto questo non è stato corretto nei confronti sia tuoi che di Jun. – abbassò lo sguardo – Ho sbagliato tutto, adesso l’unico desiderio che ho è irraggiungibile…. È qualcosa che non potrò avere, mai! ”

Mentre i ragazzi continuavano a cantare, alcuni iniziarono a raggiungere la pista, anche se era una canzone che parlava d’amore…era triste da ballar.

< Piccola stella >

Elena fu colta di sorpresa

< Siwon, mi hai spaventato >

< Non volevo. Mia dolce stella – prese la sua mano – mi avevi promesso un ballo, ricordi? >

< Non ricordo nessuna promessa del genere…e poi dopo tutto quello che hai fatto, pretendi che balli con te? >
< Solo un ballo >

Elena arrossì, mentre Siwon l’aiutò ad alzarsi e raggiungendo la pista.

Sotto gli occhi dei B2ST, il ragazzo la strinse a se iniziando a ballar un lento.

< Dimmi un po’…l’hai fatto di proposito a metterti proprio di fronte a loro? >

< Forse…magari perché mi voglio divertire > rispose ridendo

Mentre ballava stretta a lui, sentiva gli occhi dei sei ragazzi rivolti su loro due…soprattutto quello di Kiki, che non smetteva di osservarla da quando era seduta.
 

“ …Ora ci sono solo storie felici qui,

le storie felici sono solo di noi due ( diversi dalla realtà )

sono scritte qui, lentamente si stanno arricchendo.

Corro verso di te e ti abbraccio,

non ti libererai mai del mio abbraccio, non potrai…

Per noi la parola “FINE” non esiste…
 

< Che strano – disse Siwon – sembra quasi che Kiki rivolga quelle parole proprio a te…una storia felice di voi due basata sua una finzione ben diversa dalla realtà.... ma adesso – lo disse guardandola – la piccola stella cosa desidererà fare… >

< Che vuoi dire? >
 

“ …È un’altra volta così ( Finzione nella Finzione)

Non può finire ( Finzione nella Finzione )

Sto scrivendo la storia che non finirà mai nel mio cuore.

Ti stringo a me ( Finzione nella Finzione )

Non ti lascerò andare ( Finzione nella Finzione )

Anche oggi sono ancora nella nostra storia che non ha fine nella finzione...
 

Si fermarono, Elena aveva lo sguardo fisso sul volto del ragazzo.

< Che voglio dire? Semplice… - si avvicinò e sussurrandole nell’orecchio – Per restar in tema con la canzone: hai davanti un foglio bianco, sia Kiki sia Jun aspettano solo quello che scriverai di fare… >


“ …Lo dirò un’altra volta, ora sei vicina a me.

Ci sto credendo. ( Ma è una finzione )

Sono uno scrittore che ha perso il suo scopo alla fine di questo romanzo,

come faccio a scriverlo? ( La mia finzione )

Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo… ( tutto è una finzione )

Continuo a scrivere queste due parole.

La penna sul foglio vecchio viene offuscata dalle lacrime,

questa storia non può essere ne felice ne triste…
 

Rimase senza parole. Sentire quel pezzo di Jun della canzone di certo non l’aiutò a riflettere su ciò che Siwon le aveva appena detto…

< Come ha detto Jun – continuò il discorso – “…questa storia non può essere ne felice ne triste…”. Ciò che deciderai di fare sappi che porterà a far soffrire uno dei due, è inevitabile >

< Lo so già da me questo… però… >

< Però, cosa? Vuoi trovar un modo per non ferire nessuno? Mi dispiace ma non esiste >

< So anche questo! Sto solo cercando di dire che… che forse la storia ha trovato il suo proseguo senza che io facessi una scelta… >
 

“ …Ora sto scrivendo una storia felice.

Eppure è tutto solo un sogno irrealizzabile.

Sono felice ( Finzione nella Finzione)

Siamo insieme ( Finzione nella Finzione )

Questo è l’inizio ( Finzione nella Finzione )

Non c’è fine ( Finzione nella Finzione )…
 

La musica finì esattamente come era iniziata…. Vi fu un lungo applauso e i sei ragazzi s’inchinarono per ringraziare.

Elena rimase fra le braccia di Siwon che la guardava aspettando una risposta a ciò che aveva affermato prima.

< Ragazzi! Ottima performance! – disse il presentatore avvicinandosi ai sei ragazzi…adesso aspettiamo con gran emozione il prossimo pezzo >

< Beh grazie per il complimento – si affrettò a rispondere Doo – il prossimo che canteremo è tratto dal nostro precedente album… >

< Ho una dedica da fare – avanzò Seob verso il centro del palco sotto gli occhi preoccupati dei suoi compagni, e la preoccupazione di Han – Questa canzone la voglio dedicare… - il cuore della ragazza stava quasi per scoppiare – …a tutte le nostre Fans che fin dall’inizio ci seguono >

Per un attimo tutti credettero che volesse dedicare il pezzo ad Hannah, così da creare uno scandalo; invece aveva trovato un modo per farlo senza far capir niente a nessuno.

Seob guardò in direzione del tavolo dove, seduta, Han lo guardava; fece un occhiolino e la musica iniziò.
 

“ …Oggi sono di nuovo ubriaco di te, inciampo.

Anche le stelle si nascondono di fronte a te

Freeze freeze freeze

Questo momento freeze freeze freeze…

Nel caso in cui un addio ti porterà via da me,

per far in modo che nulla possa mettersi contro di noi,

questo momento freeze freeze freeze….

lo fermerò lo congelerò, lo congelerò, lo congelerò.

Spero che tu ed io

saremo insieme ora e per sempre anche se non ci posso credere.

Ti vedo nei miei sogni, tu sei la mia

dream girl, vieni vicino a me.

Baby, yeah, ci sarò

non importa dove sei, sarò li

non sono una persona che cambia facilmente idea.

Ti prometto il mio amore.

Congelato, così così

in modo che questo momento duri per sempre.

Congelato, così così

in modo che questo momento duri per sempre... ”
 

Per tutto il resto dell’esibizione, il ragazzo non fece che guardare in direzione del tavolo dove la ragazza era rimasta ad osservarlo con un gran sorriso mentre le sue compagne cantavano a squarciagola.

Un particolare, invece, catturò l’attenzione degli altri ragazzi: Elena era uscita dalla sala in compagnia di Siwon.

Finito anche questo brano, i ragazzi si diressero nei loro posti, erano un po’ preoccupati visto che la ragazza non era ancora rientrata.

< Bene signori e signore…siamo quasi prossimi all’ultima esibizione…. Vorrei che l’ultimo gruppo ad esibirsi salisse qui sul palco… Ed ecco a voi....i SUPER JUNIOR! >

Ad uno ad uno i ragazzi salirono sul palco…tutti, ad esclusione di Siwon.

< Bene ragazzi…spero ci siate tutti, non vorrei che si fosse smarrito uno >

< Beh… - disse Leeteuk – Ne manca uno >

< Oh… bene… siete in tanti… >

< Manca Siwon > disse infine sorridendo

< Ma che fine avrà fatto? > chiese EunHyuk bisbigliando con Donghae

< Ahh! Non so, ma spero per lui sia una cosa importante. >

< Che momento – disse il presentatore – Vi chiediamo un attimo solo, il tempo di recup… >

< Scusate per il ritardo – Siwon entrò dalla terrazza dirigendosi verso il centro del palco – Non mi sono reso conto dei minuti che sono trascorsi >

< Sei sempre il solito – disse Leeteuk – questa volta dovrai essere tu solo a giustificarti con il capo >

< Scommetto che eri con una ragazza > disse Donghae sorridendogli maliziosamente

< Il nostro Siwon è il rubacuori delle donne > affermò YeSung spalleggiando il suo amico

< Yaaah, siete per caso gelosi??? >

< Ehehehe, non vorrei interrompere i vostri discorsi – disse il presentatore quasi imbarazzato per la scenetta, oltre che per il ritardo – ma c’è uno show da concludere… >

< Ci scusi > dissero inchinandosi i tre ragazzi

Ritornata la tranquillità i ragazzi iniziarono la loro esibizione; nel tavolo dei B2S, tutti erano rimasti ad osservare i ragazzi esibirvi riflettendo sul perché Elena non rientrasse.

Non sapevano come comportarsi, Jun aveva la sua solita aria di indifferenza ma che nascondeva una certa preoccupazione, Ki-Kwang osservava di tanto in tanto la finestra nella speranza di vederla, e gli altri si osservavano con aria tesa per ciò che sarebbe successo non appena la ragazza sarebbe giunta….

Finita la prima esibizione con le note di “MrSimple”, i SUPER JUNIOR si concessero un attimo di pausa per riprendere fiato e dopo un paio di minuti le luci si riposizionarono su i loro corpi illuminandoli come tante stelle…

Dall’entrata della terrazza giunse Elena che rimase li ferma a osservarli…

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< …Vuoi dire che il triangolo amoroso è finito? >

< Non c’è mai stato un triangolo amoroso, per me esisterà solo Jun… >

< Dici così – si avvicinò alla ragazza – ma intanto ho immortalato il momento del bacio con Ki-Kwang >

< Quel bacio non è stato niente >

< Ma solo per te, mia dolce stellina. Il nostro amico non la pensa allo stesso modo >
< Ki-Kwang mi ha chiesto scusa, mi ha detto di non pensarci più…che è stata solo debolezza…. Non farebbe mai una cosa del genere ad un suo amico >

< AMICO? – le sorrise – un ragazzo che confessa di volere una ragazza ai proprio amici e poi uno di loro s’innamora della stessa, scusami…ma non lo definirei “amico”. – avvicinò il suo viso a quello della ragazza – Mettiti in testa che d’ora in poi loro saranno in lotta per te… - le bisbiglio all’orecchio – ma non saranno soli >

Detto questo Siwon si spostò dalla ragazza ed accortosi che era arrivato il momento dell’esibizione rientrò dentro, ma proprio sulla soglia venne fermato dalle parole della ragazza.

< Lotta?? Non sarò mai il trofeo di nessuno – disse con molta rabbia – perché l’unica persona che voglio è…Jun! >

< Tsk! Vedremo – affermò a bassa voce, infine voltandosi – Ti farò cambiare idea, eliminerò Jun dal tuo cuore…Ti dedicherò la seconda canzone, perciò…affrettati ad entrare… >

Detto ciò, Siwon rientrò dentro salendo sul palco, mentre Elena rimase appoggiata sul davanzale della terrazza.

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“ Nessuno…nessuno potrà prendere il posto di Jun…nessuno, neanche tu…Siwon ”

Elena se ne stava ferma, immobile, davanti l’entrata ricordando ciò che Siwon le aveva appena detto

Rimase ad osservare, ma non provava nessun sentimento per quel gesto…nessuna emozione.

< Questa canzone – disse Siwon nel mentre che la base iniziò – la dedico alla mia stellina >

Quella dichiarazione colse tutti sopresi, persino i suoi compagni che rimasero ad osservarlo per un attimo prima di iniziare a cantare…
 

“ …Stella splendente, come un piccolo diamante, mi fa amare

guardandomi con il dolce sorriso che per me è come un sogno, mi sussurri

saremo sempre insieme, fino alla fine dei tempi.

Oh! Giorno dopo giorno, resta sempre al mio fianco.

Resta nel mio cuore, abbagliante, il mio cuore splendente.

Sempre sperando…che sarai sorridente in quel luogo

Anche quando stai soffrendo a causa di malintesi e di odio irrazionale,

guarda un ulteriore luogo… è l’inizio ora. Quando vuoi piangere appoggiati a me

anche se sono carente, ti proteggerò.

L’amore vola verso la parte più profonda del cuore

fin dall’inizio e mi riscalda

il tremore non cambia niente…tu sei…

Stella splendente, come un piccolo diamante, mi fa amare

guardandomi con il dolce sorriso che per me è come un sogno, mi sussurri

saremo sempre insieme, fino alla fine dei tempi … ”

 

“ Neanche con queste parole potrai farmi passare ciò che provo per Jun. Il legame che ho con lui va oltre tutto ciò che potrai fare…lo capirai da solo ”

Quasi a metà della loro esibizione, Elena si diresse verso il tavolo dove, al suo arrivo, i ragazzi osservarono in silenzio; l’unica domanda che volevano porgli era solo che era successo li fuori.

Ma nessuno disse niente, rimasero in silenzio fino alla fine della canzone.

Finita l’esibizione, gli undici componenti del gruppo salutarono recandosi nel loro tavolo; il Galà stava per concludersi ormai…tutti avevano fatto le loro esibizioni, non c’erano nient’altro da fare.

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< Bene – disse il presentatore – Con quest’ultima performance vi salutiamo ringraziandovi per la vostra collaborazione ed augurandovi una buona notte. Buona serata >

Con quelle ultime parole, tutti si alzarono ricambiando con un lunghissimo applauso.

< Adesso che si fa? > chiese Yurim

< Che domande, si torna a casa > disse Ai

< Di già?? – disse sbuffando Yurim – non ho per niente sonno >

< Ragazze che ne dite se andiamo un po’ da noi? > propose Dong

< AAAAAAAAAAH! NEL VOSTRO DORMITORIO??? > urlarono Ai e Yurim

< SHHH! – disse Han – Non fate come delle ragazzine di 15 anni! Contenetevi >

< Dici così perché tu li hai conosciuti prima di noi > disse Yurim

< Già. Scommetto che sei stata da loro altre volte, è vero?? >

< Beh…ecco…e allora??? >

< Per noi è la prima volta! Devi capirci > rispose Ai

< Dai su – si affrettò a rispondere Doo – Non è successo niente. Vogliamo andare? >

< Scusate – i ragazzi si voltarono verso Elena – io preferirei tornare a casa >

< Ma perché? > chiese Han

< Domani ho del lavoro da fare…non vorrei fare tardi >

< Dai Ely! Vieni anche tu > insistettero Ai e Yurim

< Vi ringrazio ma… - s’inchinò per salutare – torno a casa >

Detto questo, Elena si allontanò in direzione dell’uscita dove l’attendeva un’autista pronto a riaccompagnarla nel suo appartamento.

< Han, tutto bene? > chiese Seob stringendole la mano

< Avrei preferito concludere la serata diversamente >

< Vedrai che col tempo tutto si aggiusterà > le diede un bacio in fronte

Quel gesto colse tutti di sorpresa, i due si voltarono…avevan tutti gli occhi puntati.

< Che….Che vi prende a tutti? > chiese Han

< E lo chiedi anche??? – disse Ai – Che sta succedendo fra di voi? >

< Mmm…è da un po’ che ci penso su – disse Yurim – Non è che oltre a nasconderci che già vi conoscevate…voi due uscite anche insieme?? >

Quell’affermazione fece rimanere senza parole Han, le sue compagne avevano capito tutto…erano più sveglie di quanto immaginava.

< Allora?? > chiesero in coro

< Ecco…noi…io… >

< Han – intervenì Seob – Non abbiamo niente da nascondere, no? >

< Vuoi dire…. >

< Ebbene si – continuò il ragazzo – tra di noi c’è qualcosa…l’abbiamo voluto tenere nascosto per capire come si evolvevano le cose… >

< Lo sapevo! > disse Yurim

< Adesso non c’è niente da nascondere, voglio renderlo noto prima di tutto a voi. – prese la mano di Han e l’avvicinò a se – Da questa sera, io e la mia principessa, saremo una coppia ufficiale >

A quelle parole, il volto di Han arrossì per l’imbarazzo.

Le due ragazze, dalla gioia, corsero ad abbracciare Hannah che era rimasta ancora stordita per quanto detto da Seob.

< Non l’avremmo mai immaginato che la vostra storia era arrivata fino a questo punto > affermò Yurim

< Siamo felici per te > disse entusiasta Ai

< Gra-Grazie >

Seob era divertito nel vederla così imbarazzata, la rendeva ancora più carina. Poi si voltò a guardare i suoi compagni.

< E voi, non avete nulla da dire? >

Tutti rimasero in silenzio, senza dire una parola…semplicemente rimasero ad osservarlo.

< EH?? Davvero non mi dite niente??? >

< E che – si affrettò a rispondere Dong - …ora per colpa tua devo pulire la stanza di Hyun per un mese! > disse sbuffando

< EH?? > Seob era incredulo

< Seob – si avvicinò Doo – Vedi….noi avevamo già intuito che fra voi due c’era del tenero…e su questo Hyun e Dong avevano scommesso…. >

< Sco…Scommesso??? >

< Si – rispose seccato Dong – Avevo scommesso con Hyun su quando avreste deciso di mettervi insieme… Io avevo scommesso non prima di Novembre…mentre Hyun aveva detto entro Settembre…. Ora per colpa vostra mi toccherà pulirgli la stanza….Grrr!!! che nervi – disse mettendosi le mani in tasca – Non potevi aspettare qualche giorno??? >

Tutti iniziarono a ridere, Seob era ancora sconvolto per quanto appreso da Dong, Han era stretta dalle sue compagne mentre Jun e Ki-Kwang li osservavano con aria di indifferenza, come due estranei.

< Comunque – disse Seob ripreso dalla notizia – per un po’ vorrei tenere la notizia solo fra di noi…capite bene il motivo >

< Certo, lo capiamo – rispose Doo – Anche perché non gioverebbe a nessuno dei due spifferare la vostra relazione. Terremmo la notizia fra noi, nessuno deve saper niente. Per quanto riguarda te, Han – si posizionò davanti la ragazza, l’osservò ed infine s’inchinò – Benvenuta nella nostra famiglia. Prenditi cura del nostro Seob e se lui ti tratterà male, vieni pure da noi! >

< Ehiiii! Come potrei trattare male la mia principessa??? >

< Dai, era un modo di dire – aggiunse – Mi raccomando, fate in modo che nessuno si accorga di voi! >

Finiti gli auguri, lasciarono la sala raggiungendo le macchine per dirigersi nell’appartamento dei ragazzi dove continuarono i festeggiamenti fino a tarda sera.

< Dong – disse Hyun sedendosi accanto – Da domani voglio che la mia camera profumi sempre di pulito! >

< Grrr! Si….ho capito > disse il ragazzo infastidito

< Povero Dong! – disse Yurim – Tutto questo per una scommessa, se solo Seob avrebbe aspettato qualche giorno non sarebbe successo! >

< Esatto – il ragazzo si alzò dirigendosi di fronte a Seob – Tutto questo è perché non hai tenuto chiuso quella boccaccia!!! Da domani mi aiuterai! >

< Ehiii! Ma io non ho fatto niente! Tu hai scommesso >

< Ma se tu non avresti detto niente, non sarei a questo punto! – lo prese per un braccio – Tu adesso vieni con me, ci portiamo avanti con i lavori >

< Non vengo da nessuna parte – si aggrappò nella spalliera del divano – Farai tutto da solo >

< Non costringermi a trascinarti con la forza > disse prendendolo per la vita, tirandolo di peso

A quella scena non restava che ridere, ma Jun ne era infastidito da quelle risate e si diresse nella sua stanza. Si sedette sul letto e si sdraiò.

Chiuse gli occhi, voleva solo che al suo risveglio tutto quello che era successo fosse stato solo un incubo!

 

 


Ciao a tutti! :D Come avevo promesso nella pagina di FB, ecco il nuovo capitolo :D
Che ve ne pare? Aspetto numerose recensioni!

Vi ricordo di seguire la storia nella pagina:  https://www.facebook.com/pages/Per-Te-EFP/337429203023783?fref=ts

*Manda baci con una mano e saluta con l'altra*

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Capitolo 46
*** Ricordi - Ovunque sei, io ti troverò. ***


Dal giorno del Galà, le cose erano un po’ cambiate: con la presenza di Siwon che andava a trovare la ragazza ogni giorno, rendeva la situazione non facile da gestire; Jun evitava di farsi vedere dalla ragazza e Ki-Kwang rimaneva solo ad osservar da lontano senza intervenire, pensando che sarebbe stata la scelta più giusta.

Hannah, in quei giorni, era concentrata sul proprio lavoro e quel poco tempo a sua disposizione lo dedicava a Seob: da quando avevano confessato ai ragazzi che stavano insieme, ogni occasione di piccoli spazzi tra un lavoro ed un altro lo dedicavano solo a loro due.

Per non finire, il lavoro alla CUBE era triplicato a causa di cambiamenti improvvisi: adesso il progetto prevedeva la presenza dei 6 ragazzi più una ragazza ancora da scegliere, la partenza era prevista per il 24 del mese e le riprese dovevano terminare entro il 1 novembre, infine per evitare troppi sprechi furono scelte solo 3 città…Venezia, Roma e San Teodoro in Sardegna.

Tutto doveva essere pronto prima dell’ultima riunione a metà mese, e tra lo stress causato dal troppo lavoro e sia dalla presenza di Siwon che l’attendeva ogni sera fuori l’edifico, il corpo della ragazza non riusciva a reggere.

Erano trascorsi 8 giorni da quando tutto era iniziato, 8 giorni a sopportare tutto quel peso da sola.

Dopo aver concluso uno delle tante riunioni, era giunta l’ora di pranzo ed Elena si stava per recare al bar per mangiare qualcosa, sperando almeno di non incontrare a quell’ora Siwon fuori l’edifico. Vacillava per i corridoi, sentiva come se le forze la stessero per abbandonare quando qualcuno la prese prima che sarebbe caduta.

< Ti ringrazio > voltò la testa per ringraziare la persona.

< Elena, posso chiederti che ti succede? >

Con sua grande stupore, ad aiutarla era DooJoon.

< Riesco a star in piedi adesso – disse arrossendo – era solo un po’ di stanchezza >

< Per cosa? >

< Il lavoro…è la prima volta che affronto questa situazione, solo per questo. Non voglio che ti preoccupi >

< Sicura? Non c’entra niente tutto quello che sta succedendo fra voi tre? >

< …ah…n-no, non c’entra >

< Lo spero. Adesso devo andare…sicura di riuscire a farcela? >

< Si, adesso va meglio…ti ringrazio >

Dicendo questo, Doo l’osservò per l’ultima volta prima di allontanarsi. Sapeva che qualcosa non andava, doveva far qualcosa sia per lei…ma anche per il gruppo. Voltando l’angolo, vide Jun appoggiato alla parete, si fermò ad osservarlo.

< Hai visto tutto? > chiese passandogli accanto.

< Si >

< Hai intenzione di continuare così? Vuoi che arriviamo al punto di doverci separare? >

< Non voglio questo >

< Allora – disse guardandolo – se non vuoi farlo tu, ci parlerò io con Siwon >

Rimasero in silenzio per qualche secondo, dopo di che Doo riprese a camminare.

< Doo – il ragazzo si fermò – lui è affare mio >

Con questo, si staccò dalla parete camminando nel corridoio.


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Erano le sei del pomeriggio, i dipendenti stavano uscendo fuori dalla SM ENTERTAINMENT uno dopo l’altro e con loro anche alcuni componenti dei vari gruppi della casa discografica, nessuno di loro sospettava della persona appoggiata all’auto scura parcheggiata di fronte l’edificio.

Quasi per ultimo, Siwon uscì salutando i suoi amici dirigendosi nella sua adorata moto quando avvertì la presenza di qualcuno che lo stesse osservando; all’inizio non fece tanto caso, prese le chiavi dalla tasca della giacca, accese il motore e prima di mettersi il caso, si fermò per qualche istante.

< Sei venuto fin qui per rimanere in silenzio ed osservarmi? – disse ad alta voce – Oppure hai qualcosa da dirmi? >

Senza voltarsi, Siwon capì che quella persona si spostò ed iniziò ad avvicinarsi a lui.

< Così hai capito che sono venuto fin qui per te, mio caro Siwon >

< Oh, quindi sei tu – poggiò il casco nella sella e fece un mezzo sorriso prima di voltarsi – Quale onore averti qui, JunHyung >

< Sai, volevo ricambiare le visite che hai fatto tu…per una volta, visto, ti sono venuto a trovare io >

< Hai fatto bene…avevo tanta voglia di scambiare quattro chiacchere con te, ma… avevo di meglio da fare >

< Adesso sono qui…dove preferisci parlare? > chiese Jun fermandosi ad osservarlo negli occhi, nonostante il fatto che Siwon era più alto di lui di qualche centimetro.

< Possiamo farlo anche qui…tanto immagino già cosa vorrai dirmi, o meglio di chi parlare >

< Bene, allora sarò diretto – lo guardò minaccioso – Stai lontano da Elena >

< Oooh, che paura. – rispose con mezzo sorriso – Queste tue semplici parole mi dovrebbero fermare? >

< Quale era il tuo scopo, Siwon! Per quale motivo ti sei interessato a lei! >

< Scopo? Motivo? Tsk…chi te lo fa credere che c’è sotto qualcosa? >

< Perché non ho capito che ruolo hai svolto in questa storia >

< Ruolo dici? – sorrise – di che parli! >

< Sai benissimo a cosa mi riferisco: la foto, la scenata al galà, le improvvisate visite ad Elena e quei discorsi fatti sia a me che a Ki-Kwang…andiamo, so benissimo che avevi in mente qualcosa >

< Davvero amico, non so a cosa ti stai riferendo. Tutto quello che ho fatto…era per sbarazzarmi di voi due >

A quelle parole, Jun l’osservò con sguardo serio e incredulo mentre Siwon manteneva il suo sorriso nel ricambiare lo sguardo.

< Cosa rappresenta per te Elena – chiese Jun d’un tratto – Uno dei tanti trofei di cui vantartene con gli amici? >

< Pensi questo? Pensi che ho fatto tutto ciò per un semplice e puro atto di egoismo? >

< Si >

< Beh… - sospirò spostando per un attimo lo sguardo dal suo volto – Allora mettila pure così. >

< Quindi era un trofeo che volevi a tutti i costi! Bastardo >

< Non offendere, amico. La tua cara Elena era il mio passatempo per riempire le mie giornate noiose…ed ho fatto bene a rimanere ad osservarla. Fin dalla prima volta che l’ho incontrata, l’ho trovata interessante…con lei ho fatto bingo. – sorrise malizioso – Ho solo mosso qualche pedina, causato alcuni problemi, ma non avevo idea di tutto quello che già avevate costruito voi…certe cose me l’avevate servite su di un piatto, non ho potuto rifiutarle. >

< Ti sei divertito alle nostre spalle – irrigidì le mani in pugni pronti a sferrare qualche mossa – Ti sei preso gioco di lei per un tuo capriccio! Questa me la paghi… >

< Non c’è bisogno che ti scaldi. – disse osservandolo con sguardo serio – Non vorrei finire su qualche rivista per colpa tua. >

< Allora andiamo da qualche altra parte >

< E per quale motivo, sentiamo! – prese in mano il casco – Non ho intenzione di rimetterci una serata in compagnia solo perché un moccioso come te vuole battersi >

< Dannato! Invece di perderti in chiacchere perché non mi affronti >

< Te l’ho già detto – si voltò – non voglio finire su delle riviste. Sparisci >

Siwon indossò il suo casco ed allacciò il gancio sotto il suo mento, stava per salire quando avvertì una forte prese sul braccio dentro; Jun era ad un passo da lui, pronto a colpirlo…ma non lo fece.

< Voi due, che state combinando >

Una voce familiare era giunta sul posto in tempo per fermare il ragazzo a commettere un grande errore.

< Oh, ma guarda. Ci sei anche tu >

< Che sei venuto a fare, Doo Joon >

< Ad impedirti di fare cazzate di cui puoi pentirtene. - disse avvicinandosi ai due – Ho fatto bene a seguirti, guarda tu stesso che stai per combinare. È così che avevi intenzione di risolvere la questione? A pugni? >

< Questo qui… >

< Jun, qualsiasi cosa abbia fatto e detto…lascia quel braccio – il ragazzo non aveva la più che minima intenzione di fallo, la presa non diminuiva e Siwon iniziava a scaldarsi – Jun…non vorrei prendere seri provvedimenti, non dopo tutto quello che c’è stato nel nostro gruppo. Perciò, lascia immediatamente la presa…prima che sia troppo tardi >

Il ragazzo, a malincuore, lasciò il braccio di Siwon, abbassò il volto e teneva i pugni serrati dal nervoso.

< Tsk! Hai fatto bene ad ascoltarlo. Saresti finito in guai molto seri…potevi rischiare di perdere tutto il tuo duro lavoro. Io me ne vado. >

< Aspetta – intervenì Doo – Prima ascolta ciò che ho da dirti. – il ragazzo si voltò a guardarlo attentamente - Non giustifico l’atteggiamento che Jun ha avuto poco fa, ma capisco il perché l’abbia avuto. Ho ascoltato la vostra conversazione…per colpa del tuo puro divertimento abbiamo avuto dei momenti di tensione nel nostro gruppo, perciò…spero che non c’è ne siano altre in futuro, non vorrei che questa volta sia il tuo posto ad esser al rischio. Intesi? Non voglio vederti girare intorno alla causa di tutto ciò…finiamola qui! >

Siwon sorrise semplicemente prima di salire in sella e partire lasciandoli li, completamente da soli.

< Quel tipo – disse Jun – Spero non si faccia più vivo >

< Ehi tu! Che ti è saltato in testa…se non ti avessi fermato a quest’ora… >

< Non avresti dovuto interrompermi – disse Jun – volevo davvero prenderlo a pugni quello li >

< Si certo, così saremmo stati travolti tutti nel vostro scandalo. Ahhh! Invece di ringraziarmi hai anche il coraggio di criticarmi, che insolente >

< Non ti ho chiesto io di pedinarmi. Tutto questo dovevo farlo la prima volta che l’ho visto >

< Spiacente, era una cosa che ha coinvolto l’intero gruppo, non solo voi due. >

< Capito… >

< E poi, resta il fatto che non possiamo permetterci di perderti per una simile sciocchezza. >

< Uhm?! >

< Altrimenti chi comporrà e scriverà le nostre canzoni >

< Ah, quindi è così che stanno le cose > disse seccato.

< Ma no! Scherzavo – iniziò a ridere prendendolo per il braccio iniziando a camminare. – Bene, visto che siamo da queste parti ed io sono anche venuto a piedi, che ne dici se con la tua macchina andassimo a mangiare qualcosa fuori? >

< Ma te pensi sempre a mangiare??? >

< Con tutto quel casino di prima, mi era salita una forte tensione che adesso mi ha aperto lo stomaco…andiamo a cenare! > mise le braccia intono al suo collo

< Scordatelo! Non dopo tutto quello che mi hai detto > mise le mani in tasca, scrollando il braccio del ragazzo.

< Ma io stavo solo scherzando >

< Sai, c’è un detto che fa: “scherzando, si dice la verità!”. Quindi vai a cena con gli altri > camminò in direzione della macchina

< Ma Jun!!! Fallo per il mio stomaco! >

 

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Il giorno seguente Elena riprese a lavorare come se niente le fosse successo. Osservava quel foglio in inglese senza tanta attenzione, aveva capito poco di ciò che c’era scritto: la sua mente era ferma a ciò che aveva sentito da dei ragazzi dello staff…i B2ST dovevano andare a New York per partecipare, insieme ad G.NA e 4MINUTE, all’esibizione nei famosi studi di MTV di Times Square dall’8 al 10…

Visto i rapporti in freddo, non aveva ricevuto nessuna comunicazione da loro, e ne tanto meno da Hannah: si sentiva come isolata dal gruppo.

Rammaricata per tutto quello, uscì dall’edificio pronta ad affrontare Siwon come era abituata a fare, con sua grande sorprese notò che quella volta non c’era nessuno.

“ Che strano – disse osservandosi intorno – ne ieri, ne oggi è venuto. Che abbia capito quanto fosse inutile venire qui? Oppure che sia una mossa per cogliermi di sorpresa? Con quel tipo c’è solo da star in allerta ”

Dando l’ultima occhiata, decise di ritornare a casa. Dal giorno in cui Jun e Doo avevano parlato con Siwon, non si era più fatto vivo davanti la CUBE, questo aveva sollevato il morale alla ragazza e rincuorato Jun che, anche se ancora infastidito dal suo comportamento, non smetteva di osservarla.

Giunsero così al 15 Ottobre dove i ragazzi, si recarono all'Asia Song Festival a Daegu; in quello stesso giorno alla CUBE si organizzò l’ultima riunione per la conclusione del progetto per il lancio.

Terminata anche quell’ultima riunione, Elena sbrigò dei documenti che servivano ad autorizzare le riprese nelle città ed a far un budget per le spese che avrebbero sostenuto in quei giorni…concluso anche per lei quel girono, spense le luci del suo studio e si ritrovò sola davanti l’ingresso del grande edificio; si osservò in giro, si sentiva diversa, ora che le cose erano cambiate, non si sentiva più a suo agio in quel contesto...niente di quel mondo le apparteneva.

S’incamminò verso la porta dell’uscita con sguardo rivolto verso il basso, quando le porte si aprirono un vento legger ma freddo le fece rivolgere la sua attenzione all’ambiente che la circondava…Il tempo era cambiato, iniziava a far freddo e in quei giorni pioveva quasi sempre.

Aprì il suo ombrello ed iniziò ad incamminarsi verso il suo appartamento, durante il tragitto ripensò a quella volta che era rimasta fino a tardi al lavoro e fuori pioveva…in quell’occasione Jun l’aveva riportata a casa e preparato la cena insieme…da quella volta non aveva mai dimenticato di portar con se l’ombrello.

Un timido sorriso apparve sulle sua labbra, si fermò.

La pioggia non cessava di scendere; scostò l’ombrello, alzò il viso con gli occhi semi aperti osservando il cielo: la pioggia fredda ricadeva sulla sua pelle provocandole una sensazione di calma, come se intorno non ci fosse che lei…

Quel suo gesto fece incuriosire i passanti che l’osservavano incredula…

“ Non importa se tutta questa gente mi osserva – chiuse gli occhi – sentire questa pioggia bagnar il viso mi porta serenità…perché…perché queste gocce mi fanno ricordare i momenti passati con te… ”

Era immobile, ferma in quella posizione ripensando a tutti quei giorni trascorsi con Jun.

“ Perché ogni volta che riesco ad essere felice c’è sempre qualcosa o qualcuno che lo impedisce? Perché ogni volta che sono ad un passo da ciò che desidero, la vita mi pone degli ostacoli? ”

Ormai era completamente bagnata dalla testa fin ai piedi, ma non le interessava voleva godersi quella pace ritrovata fra quelle gocce. Le persone che erano rimaste li ad osservarla ripresero a camminare lanciando ogni tanto un’occhiata.

“ Mi ritrovo sola, Jun…anche tu adesso mi hai lasciato – nella sua mente rivide quella sera di inizio settembre che dopo aver appreso la notizia di sua cugina, si era persa nella città e Jun l’aveva ritrovata confortandola da tutto quello che sarebbe successo – questa volta non ci sarai tu a portarmi a casa, non ci sarai più a farmi da sostegno…non potrò appoggiarmi sulla tua spalla e piangere rincuorata da te… Ora – strinse i pugni ed abbassò lentamente il viso rivolgendolo verso i suoi piedi – ora davvero sono sola ”

Era sotto la pioggia da pochi minuti sotto occhi di passanti che le passavano accanto senza far niente…

All’improvviso sentì dei passi avvicinarsi verso lei, aprì gli occhi quei passi si erano fermati e vide una persona ferma davanti a lei.

< Ti ho trovata, finalmente >

Elena lentamente, con gli occhi molto stanchi e lacrimanti, rivolse lo sguardo su quella persona.


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< Ragazzi abbiamo finito, grazie per la vostra pazienza > disse uno dei ragazzi che si trovava nel pullman che aveva portato i ragazzi a Daegu.

< Finalmente > disse Hyun alzandosi.

< Eh già…. Le mie povere corde vocali domani ne risentiranno > affermò Doo

< Io vado > disse Jun dirigendosi verso lo sportello.

< EH?? > esclamò Seob

< Sono stanco, e poi abbiamo altri impegni…c’è da incidere la nuova canzone >

< Si…ma avevamo intenzione di mangiare qualcosa fuori > disse Seob

< Fate senza di me >

< JUUUUUN!! > esclamò Seob fermandolo tirandogli la giacca

< Seob lascialo stare! Non puoi comportarti come un bambino capriccioso. > disse Doo incrociando le braccia

< Ma una volta tanto che avevamo deciso di cenare insieme…ci tenevo >

< Sarà per un’altra volta, giusto….Jun? > disse Doo

< ….si…un’altra volta >

Jun uscì così dal pullman e si allontanò dirigendosi verso l’uscita del parcheggio. Seob era rimasto ad osservare lo sportello aperto, aveva notato quello sguardo altre volte…quando faceva così, Jun stava soffrendo in silenzio senza chiedere appoggio a nessuno.

< Bene, allora in che locale si va? > domandò Dong

< Direi il solito, anche perché è vicino al nostro appartamento > rise Doo

< Bene…è deciso. – disse Hyun alzandosi – eeeh…Kiki?! Dove stai andando? >


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Jun camminava incappucciato, da quando era uscito avvertiva come la presenza di qualcuno alle sue spalle...

< Devi seguirmi ancora? > disse fermandosi

< Visto che lo sapevi, perché non ti fermavi prima >

< Volevo capire che intenzioni avessi – si voltò – Kiki >

< Dobbiamo parlare >

< Non abbiamo niente da dirci >

< Invece si >

Si osservarono per qualche istante, infine Jun si diresse verso una panchina.

< Preferirei farlo in un posto più isolato >

< Sono quasi le otto di sera, chi vuoi che ci sia nei paraggi >

< C’è sempre qual… >

< Parla > disse interrompendolo

< AAAAH, fai sempre di testa tua – si avvicinò, sospirò e si sedette – Sai già di chi parleremo >
< Con questo? >

< Ci sono delle cose che vorrei tu sapessi >
< Vuoi avere la coscienza pulita? >

< Non è per questo che voglio parlarti >

< Ah no! >

< Jun…devi ascoltarmi seriamente! – il ragazzo si tolse il cappuccio e inarcò un sopracciglio – Riguarda la foto che Siwon ti ha mostrato al Galà, c’è una spiegazione del perché non te l’ho detto >

< Non ho intenzione di ascolta… >

< ASCOLTAMI! – Jun stava per alzarti ma il tono di voce di Kiki lo fece risedere – Si è vero, per Elena sento qualcosa e non posso nasconderlo. Non ti ho detto del bacio per il bene del gruppo, non volevo che si creasse un malinteso. Anche se lei ormai sa cosa provo, questo non ha comportato nessun cambiamento in lei…ha fatto la sua scelta…e sei tu. Lo sei sempre stato! >

< Se sapevi benissimo come stavano le cose…allora perché ti sei innamorato di lei? Perché quel bacio? >

< Io…non lo so perché l’ho fatto. È successo è basta. Non posso più fingere ciò che provo – rispose senza distogliere gli occhi su Jun – Non posso cancellare quel bacio, come non posso cancellare i miei sentimenti. Non volevo causare tutto questo, non ora che Elena aveva ritrovato la serenità. – rimasero in silenzio per qualche istante – Io lo so cosa hai fatto a Siwon >
< Cosa?! Che vuoi dire? >

< Lo so perché non si è fatto più vedere. Sei andato da lui, non è così? >

< Con questo? >

< Il motivo era perché vedevi Elena soffrire, la vedevi star male per tutto questo…ti creava fastidio vederlo gironzolare intoro a lei. Ti osservavo >

< Quindi? Si, ho fatto in modo che la piantasse – lo guardò minaccioso – Vuoi che faccia lo stesso con te? >

< Non c’è di bisogno >

< Paura? >

< No…semplicemente ho rinunciato a lei. – sospirò abbassando il volto – Ho rinunciato a lei quando sotto la torre di Tokyo, ci siamo separati in modo da cercarla e non trovandola ti sei offerto di rimanere li in modo tale da non farci perdere i biglietti del ritorno…da quella volta ho capito quanto tenessi a lei e quanto sono stato stronzo a cercare di mettermi fra voi due >

< Continuare a parlare con te di questo mi da solo fastidio >

< Non possiamo continuare così – disse interrompendolo – Non possiamo, stiamo creando tensione nel gruppo e non voglio! Perciò…se devi picchiarmi, fallo! Se questo ti basta per farmi perdonare di tutto… - si alzò posizionandosi davanti a lui – Eccomi! >

Jun rimase a guardarlo con aria disinvoltura, osservava i suoi occhi pieni di rabbia e sconforto; voleva in tutti i modi porre fine a tutto…se prenderlo a pugni sarebbe servito a qualcosa era pronto.

< Vorresti che ti prendessi a pugni? Pensi che così mi basti? >

< Che altro dovrei fare? – lo prese per un braccio tirandolo su – Se questa storia va avanti, il gruppo arriverò a sciogliersi. Vuoi questo? >

< E secondo te di chi è la colpa? > disse liberandosi dalla presa

< Ti ho chiesto scusa! Che altro potrei fare? > gli urlò contro

< Che altro? – preso dal nervoso l’afferrò per il colletto della maglietta – Prenderti a pugni non riporterà le cose per com’erano! >

In quel momento, giunsero Doo, Dong, Hyun e Seob. Osservando la scena da lontano, corsero incontro per evitar il peggio.

< Jun. Kiki… - disse Doo separandoli insieme a Dong – Che intenzioni avete?! >

< Non è successo niente > disse Kiki

< Per il momento >

< Voi due – aggiunse Hyun – piantatela di comportarvi come due bambini e crescete. Non abbiamo più intenzione di starcene in silenzio d’ora in poi. Che intenzione avete? >
< L’unica soluzione è che io esca dal gruppo > disse Jun staccandosi da Dong

< Cosa??? No non puoi > disse Seob

< Perché non dovrei! È stata per colpa mia tutto questo, no? >

< Allora lascio anch’io – disse Kiki – La colpa è anche mia >

< Qui nessuno lascia niente – intervenì Doo – La soluzione non è lasciare il gruppo, non vi do il consenso. Siete abbastanza adulti per non fuggire davanti i problemi…quindi se è il caso noi vi terremmo compagnia finché non troverete una soluzione. >

< Non dire cavolate, non ho intenzione di morire da freddo – disse Jun - Hai visto come piove no? >

< Allora sbrigatevi > rispose Dong allontanandosi insieme agli altri lasciandoli soli, ma sempre tenendoli sotto controllo.

< Jun – aggiunse Kiki – ti ho già ripetuto quanto ho sbagliato nel fare quel gesto, di quanto mi è dispiaciuto averti taciuto prima ciò che provavo per Elena e poi per il bacio…ma davvero, finiamola…sembriamo due bambini che litigano per chi ha mangiato la caramella dell’altro. Quando ho capito che provavo qualcosa per lei, sapevo benissimo di non aver alcuna possibilità…ma le sono rimasto accanto ugualmente per aiutarla ad avvicinarsi a se, nonostante mi facesse male. Quando quella sera del galà aveva capito ciò che io provavo, non l’ha frenata a voler venire da te per chiarire tutto. In quel momento mi sono sentito strappar il cuore dal petto…ma ho reagito, le avevo promesso che tutto sarebbe tornato come prima. Da quel momento ho represso i miei sentimenti perché volevo renderla felice…e se lo vuoi anche tu, se anche tu vuoi vederla felice…allora corri da lei. Valla a cercare. Io lo so – disse con un leggero sorriso – lo che freni dalla voglio di stringerla, di abbracciarla a te. Che aspetti >

Jun osservava quel volto sorridente di Ki-Kwang, voleva tanto tirargli un pugno, aveva tanta rabbia dentro…ma era vero, lui fremeva nel correre a cercarla.

< Ma perché deve sempre finire in questo modo – quasi bisbigliando – Perché finisce sempre con me che corro a riprenderti > disse voltandosi di scatto cominciando a correre.

Ki-Kwang rimase li a guardarlo con un leggero sorriso sulle labbra. Doo, Hyun, Dong e Seob, rimasti in disparte, videro Jun correre via e decisero di avvicinarsi a Ki-Kwang.

< Ma che è successo ora? Perché Jun sta correndo? > chiese Doo preoccupato

< Ehi Kiki – disse Dong – che gli prende? > disse con aria infastidita

< … - si girò verso i ragazzi – semplicemente va a cercarla >

< Quindi – disse Doo – la vostra rivalità finisce così? >

< Si – rispose – è finita >


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“ Maledetta stupida! Sei una scema…non faccio altro che correrti dietro e cercarti fra la gente…. Ti diverte tanto farmi stare così? Ti diverte sapere che io ti verrò sempre a prenderti e a trovarti? – si diceva mentre la pioggia, incessante, bagnava il suo viso e i suoi vestiti che si aderirono al suo corpo snello. – Ma dove ti sei cacciata! Stupida! – ansimava per la corsa e per il freddo che avvertiva tra la pioggia ed il vento leggero della notte. Aveva provato a cercarla dentro l’edifico, ma era tutto spento, non vi erano più nessuno; provò a chiamarla al cellulare, ma non rispondeva – Giuro che se ti trovo io…io…io… ”

Si fermò, a pochi passi c’era Elena…li, ferma con il volto rivolto verso il basso, bagnata come un pulcino e teneva nella mano destra l’ombrello.

Con passi lenti le si avvicinò fino a ritrovarla davanti, tremante per il freddo.

< Ti ho trovato, finalmente >

Osservò il suo viso sollevarsi fino a notare che stava piangendo. D’istinto le prese la mano sinistra e la trascinò verso il suo petto stringendola forte a se. Il volto della ragazza non mostrava espressioni, non riusciva a credere di essere veramente fra le sue braccia, che quello era Jun.

Il ragazzo la teneva stretta a se con un braccio intorno alla sua vita e con l’altra mano le accarezzava la nuca.

< Scema – disse allentando la presa – vuoi sempre giocare a rincorrerti fra la gente? – con quella domanda, dal volto di Elena scesero altre lacrime – Per quanto tu possa scappare, io saprò sempre trovarti …in qualsiasi posto…in qualsiasi circostanza > osservò il suo viso bagnato dalla pioggia e dalle sue calde lacrime.

Le posò una mano sul suo viso e con il pollice le accarezzò lo zigomo spostando una lacrima che le scese; nel vederla così piccola, fece un mezzo sorriso, addolcì lo sguardo e avvicinò le labbra sulla sua fronte posandole un dolce e timido bacio.

A quel tocco, Elena chiuse gli occhi…le sembrava tutto così surreale, eppure quel tocco caldo sulla sua fronte le sembrava così vero…riusciva a sentire il suo tocco, il suo respiro, il suo profumo. Fece cader dalla mano l’ombrello e dolcemente adagiò le sue braccia al petto del ragazzo stringendo fra le mani la sua giacca.

< JU…JUN > riuscì a bisbigliare

< Sono qui >

< … - con voce tremante – mi…dispiace >

Con quelle parole, scoppiò a piangere nascondendo il suo volto nel petto di Jun; il ragazzo la strinse nuovamente a se avvicinando il volto al suo…poteva sentire con quel contatto il suo delicato profumo, che nonostante la pioggia, non era scomparso. Un profumo dolce, delicato, leggero…proprio come era lei.

< Ti riaccompagno a casa – disse mentre continuava a stringerla – stai tremando >

< Non importa…non voglio più staccarmi dalle tue braccia…mai… - nel dir quella frase ebbe un cedimento – …più… >

Svenne fra le sue braccia, a causa di tutta quella pioggia il suo corpo non aveva più retto.


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Un rumore la svegliò, era il tegamino del bollitore che fischiava insistentemente. Con occhi molto stanchi osservò la stanza, fece fatica a far mente locale su dove si trovasse…se quello era un sogno o fosse la realtà.

Cercò di sollevarsi un po’ ma qualcosa la teneva ferma, si voltò e vide qualcuno al suo fianco. Con la poca luce che entrava dalla finestra, mise a fuoco l’immagine accorgendosi che quel corpo sdraiato che la teneva ferma con un braccio disteso sul suo ventre era Jun.

Il ragazzo dormiva serenamente con la testa appoggiata al suo cuscino sfiorandole la testa; Elena fece un lieve sorriso ma il fischio insistente del bollitore la richiamò alla realtà…doveva cercar di alzarsi e spegnerlo senza svegliarlo.

Avvertiva una debolezza su tutto il corpo e la sua testa era come un palloncino…tutto cominciò a girarle intorno, non riuscì a muovere un muscolo per qualche secondo, le sembrava di pesare una tonnellata; ma non per questo si dette per vinta.

Fece un lungo respiro, tolse il braccio del ragazzo e provò a muovere una gamba, ma era come muovere un mattone…duro e pesante. Non appena fu in grado di spostarlo di qualche centimetro si sentì afferrare una mano.

Preoccupata, voltò la testa alla sua sinistra incrociando due occhi castano scuri puntati su di lei.

< Dove pensi di andare >

Con quel movimento, Jun si svegliò fermando le azioni della ragazza.

< Non volevo svegliarti. Torna a dormire…lo spengo io il… >

Jun non disse niente, si sollevò dal letto e si diresse verso la cucina lasciando la ragazza perplessa nella sua posizione. Dopo qualche secondo il fischio non si sentì più.

“ Cavolo, dovevo far con più delicatezza…non dovevo svegliarlo. – dopo qualche attimo di riflessione però pensò ad una cosa – Ma…aspetta un attimo – cercò di sollevarsi ma le fu impedito da un forte senso di nausea e dalla debolezza – Cacchio! Sto a pezzi. – osservò bene la stanza, non aveva dubbi…era a casa… - Ma, se questa è casa mia…perché mai è rimasto a dormire qui?? Non mi dire che…che… oddio ” si portò le coperte fin sopra il viso che divenne rosso dall’imbarazzo.

Inaspettatamente la luce della stanza si accese.

< Che fai li sotto – chiese Jun entrando in stanza avvicinandosi al suo letto – Non mi dire che ti è risalita la temperatura >

“ Cosa? – si disse osservandolo mentre si avvicinava con un vassoio in mano – Che mi è successo? Io ricordo solo tanta pioggia…e lui…davanti a me…poi niente ”

< Non far quell’espressione da innocente! – disse sedendosi al suo fianco porgendo il vassoio – Adesso mangia, devi recuperare le forze…è normale sentirsi così flaccidi dopo aver trascorso quasi tutta la notte con la febbre alta… >

< Sei stato tutto il tempo qui….prendendoti cura di me? > chiese cercando si sollevarsi su appoggiando le spalle nella sbarra del letto.

< Mh….si – le sistemò un cuscino e posizionò il vassoio sopra le sue gambe. – Ho passato quasi tutta la notte a farti scendere la temperatura…ma è stata molto difficile >

< Eh?? Perché? > chiese assaggiando la zuppa che gli aveva preparato.

< Non facevi altro che parlare a vanvera… Urlavi, ti agitavi, davi calci – gli lanciò un’occhiata – si può sapere che razza di sogno hai fatto? >

Elena mise la posata in bocca ripensando a ciò che aveva sognato… A quella domanda non rispose, ma rise sotto lo sguardo dubbioso del povero Jun che per colpa sua non aveva dormito bene.

Finito di mangiare, Jun si affrettò a portare tutto in cucina in modo che Elena potesse cambiarsi gli abiti. Datasi una leggera rinfrescata, la ragazza raggiunse il letto dove ad attenderla vi era già Jun.

< Hai fatto in fretta > chiese alla ragazza.

< Beh…che credevi? >

< Di solito ci stai una vita li dentro >

< Non quando sto male – era giunta nel letto, sollevò la coperta ma prima di sdraiarsi osservò il ragazzo – Ehm… >

< Che ti prende >

< Adesso sto meglio… >

< So dove vuoi arrivare – lo disse mentre si sdraiò – Ma io non ti lascio sola >

< Eh eh eh… almeno potresti… >

< Sdraiati – si voltò dando le spalle – Dormirò meglio sapendo di poterti esser d’aiuto se sono qui accanto a te. Adesso però dormi, devi riposarti >

Rimase a guardarlo per qualche istante, in cuor suo sapeva che Jun voleva esser solo gentile e quello era il suo modo per dimostrarle quanto teneva a lei.

Con un dolce sorriso sulle labbra, si distese nel letto, si avvolse nelle coperte e Jun spense la luce.

Sembrava molto teso, questo fece sorridere la ragazza…per tutto quel tempo le era stato vicino occupandosi della sua salute…era di nuovo in debito con lui…doveva in qualche modo ricambiare quel gesto così carico di sentimento. L’aveva raggiunta sotto la pioggia, portata a casa e si era occupato di lei, nonostante tutti i discorsi che c’erano stati, nonostante il fatto che non le rivolgeva ne la parola ne uno sguardo, adesso Jun era li…ad un passo da lei.

Con molta attenzione e delicatezza le poggiò dapprima una mano sulla schiena e poi la sua fronte, avvertì la tensione del ragazzo che fu colpo di sorpresa.

< Jun… - disse con occhi chiusi - …ti ringrazio per esserti preso cura di me… >

Con risposta, il ragazzo si voltò guardando il volto felice di Elena, la strinse dandole un bacio sulla fronte.

“ Adesso so che non potrò mai esser sola…perché ovunque io sarò, tu veglierai su di me…” pensò fra se Elena ispirando profondamente avvolta dalle braccia di Jun.

“ Non so spiegarmi ancora bene il perché, ma…io mi sento legato a te. – pensava mentre le accarezzava i capelli – Così legato che ovunque tu sarai, io…riuscirò sempre a trovarti… Potranno esserci migliaia di persone, ma i miei occhi ti troveranno sempre…


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Quando giunse l’alba, Jun si svegliò aprendo lentamente gli occhi: vederla riposare serena fra le sue braccia lo rese felice, vederla in quel modo la faceva sembrare più piccola di come già non lo fosse.

La luce entrava tenue nella stanza illuminando piano piano ogni cosa, fino ad arrivare sul suo viso; i raggi fecero socchiudere gli occhi della ragazza…ma Jun non voleva che si svegliasse così, non in quel modo, non così velocemente.

Prese la coperta sollevandola in modo da coprir il suo volto che tornò a rilassarsi…

Osservava tutto di lei, voleva poter fermare quell’attimo e viverlo per sempre… con molta delicatezza si alzò dirigendosi verso la cucina. Prima di uscire le lanciò un’ultima occhiata chiudendo la porta lentamente.

Ormai era giorno, la febbre era del tutto scesa; Jun stava preparandole qualcosa per mangiare, in cucina se la cavava abbastanza bene fin dalle scuole superiori dovette prepararsi la cena da solo a causa degli impegni dei suoi genitori...doveva cucinare anche per suo fratello minore che ritornava sul tardi per via degli allenamenti in palestra.

Ricordare quelle sere lo rattristava molto, sentiva molto l’assenza della sua famiglia ma con il passare degli anni tutto quello era diventato un’abitudine… si, era abituato all’assenza dei suoi genitori, tanto da non soffrirne più.

< Jun >

Il ragazzo, che stava tagliando il Kimbap, si fermò. Alzò lo sguardo e la vide li, davanti l’ingresso avvolta in una coperta intenta ad osservarlo.

< Che ci fai alzata! >

< Non ti ho visto e sono venuta qui >

< Torna a letto >

< Sto bene adesso, voglio… >

< Avevi la febbre alta, non si scherza con la salute! E poi – disse continuando la preparazione – come ti è saltato in mente di stare sotto la pioggia per tutto quel tempo. Quando ti ho vista svenire fra le mie braccia non sai che colpo mi hai fatto prendere >

< Mi dispiace >

< Sono stato in ansia per tutta la notte… >

< Ti chiedo scusa – disse abbassando lo sguardo andando verso il bancone della cucina dove il ragazzo stava tagliando – Mi dispiace che ti ho fatto preoccupare…non volevo >

< Razza di stupida! – le prese la mano e facendola girare nel bancone, la strinse a se – In quel momento ho pensato a tutte le cose brutte che ti potevano capitare…ho pensato anche alla possibilità di non rivederti è questo mi ha terrorizzato >

< Jun….io… >

< … - la stretta si fece più forte – Non farlo mai più…non voglio che ti accade qualcosa di brutto…non voglio perderti > le appoggiò il viso alla sua spalle, mentre Elena era stupita per le sue parole, per il suo gesto…non si aspettava una simile azione da parte sua.

Addolcì lo sguardo e si affrettò a ricambiare l’abbraccio.

< In questi giorni che non ci siamo parlati, mi è crollato il mondo addosso. Credevo di averti perso, che le cose non si sarebbero mai risolte e che non mi avresti mai più parlato… quando uscendo ho visto quella pioggia mi è venuto in mente il giorno che mi hai riaccompagnato a casa ed abbiamo cenato insieme… può sembrarti strano, assurdo, ma sentire quelle gocce sul viso mi faceva sentire meno sola…mi faceva ricordare te e questo mi rendeva felice… >

< Che stupida…come fa la pioggia a farti stare bene e ricordar me! – si staccò dall’abbraccio osservandola – Dimmi un po’…non è che ascoltavi qualche mia canzone, ultimamente? >

< C-Che te lo f-fa cred-dere?? > rispose imbarazzata

< La pioggia…il ricordare… sai, mi suona tutto come il testo di una canzone che ho scritto… già On Rain Days, ascoltavi questa…vero? >

< P…PER NIENTE! > si allontanò con il viso tutto rosso.

< Ho indovinato, allora > sorrise

< Ti odio, quando fai così > rispose corrugando la fronte

< Tsk! Solo perché ho ragione, mi odieresti? >

< Beh…non è che ti odii >

< Ah no, allora cosa? Che pensi di me? >

< Certe volte sei davvero fastidioso…. – si mise a sedere in una sedia li vicino – ma… - si avvolse nella coperta accennando un sorriso – altre volte eri davvero….davvero dolce nei miei confronti >

< Eh? Solo a volte? >

< Si! >

< Così è questo ciò che pensi – finito di tagliare, prese un piatto e lo portò alla ragazza – Adesso mangia…. Devi recuperare le forze >

La ragazza rimase ad osservare quel piatto, doveva ammetterlo: Jun era cambiato; nonostante rimaneva con un carattere scontroso…adesso mostrava un lato del suo carattere che mai si sarebbe aspettata…

< Vedi di mangiare. Io vado di la a sistemarti la stanza…non venire finché il piatto non sarà vuoto >

Rimase con il piatto nelle mani mentre con la coda dell’occhio intravide la sua sagome sparire dietro la porta che conduceva nel corridoio.

Si voltò e poggiò il piatto sul tavolo, non aveva molta fame ma Jun aveva ragione…doveva pur mangiare qualcosa, non toccava cibo nutriente da giorni…forse era anche per questo che le era venuta la febbre.

Un morso dopo l’altro, era arrivata a quasi metà piatto quando la porta si aprì ed entro Jun con in mano le coperte che aveva cambiato al letto.

Quando lo vide, le venne da ridere.

< Aaaaah, che hai da ridere in quel modo > disse con tono irritato

< Non è una scena che si vede tutti i giorni > rispose cercando di trattenersi nel ridere

< Mh! Che bella gratitudine…ed io che faccio tutto questo per te >

Jun si recò nella porta che accanto che conduceva in un piccolo ripostiglio dove vi era la lavatrice. Rientrato in cucina, non degnò di uno sguardo la ragazza che era rimasta sul suo posto trattenendosi dal ridere, ma con scarso successo.

L’immagine di Jun nella sua mente non era di certo quella che era appena uscita da quella porta con in mano il bucato, ne tanto meno di un ragazzo intento a preparare qualcosa per mangiare…l’aveva sempre immaginato capo di una qualche band di ragazzacci in sella a qualche moto correndo come tanti pazzi tra le vie della città…

Più immaginava le due figure di Jun di come appariva e di come lo immaginava, più non riusciva a trattenersi.

< Nono…figurati, continua pura – disse Jun seduto davanti a lei appoggiando il gomito sul tavolo in modo da posar la testa sulla mano – mi fa piacere che questa situazione ti faccia venir il buon umore. >

< Oddio, scusami – cercò di dire tra un sogghigno ed un altro – ma vedi – fece una piccola pausa seguita da un lungo respiro per cercar di smettere – fin dall’inizio, da quando ho conosciuto il gruppo…mi sei sempre apparso un tipo un po’….mmm…come dire – portò una mano sotto il mento – mi trasmettevi l’aria di un ragazzo duro, scontroso, ribelle, che bastava uno sguardo da scatenar una lite… >

< Mh? – disse inarcando un sopracciglio – questa era l’immagine che avevi su di me? >

< Si, ed era per questo che pensavo a tutte quelle cose ma adesso… - riprese a ridere – dopo la scena a cui ho assistito – si portò le mani davanti la bocca trattenendo le risate – non ho più dubbi…in quelle immagini la casa discografica voleva che apparissi in quel modo. E poi con questi capelli biondi, non hai più l’aria da cattivo… >

Jun rimase fermo osservandola mentre sorrideva; in un certo senso, anche se gli creava fastidio, quello che più gli importava era la sua felicità…non gli importava se rideva di lui, gli bastava vedere il suo sorriso per star bene.

< Ne hai ancora per molto? > disse sbuffando

< Ora la smetto…. – fece un lungo sospiro – ti prometto che la smetto… > le scappò da ridere, chiuse gli occhi.

In quel momento il ragazzo di scatto si alzò e sotto lo sguardo sorpreso di Elena, le si avvicinò fermandola per i polsi.

< C-Che ti prende? >

Non una parola uscì dalla bocca di Jun che rimase con sguardo fisso su di lei.

< Lo so…avevo promesso che non ridevo più….non lo farò più… > ma nella sua mente apparvero le due immagini e riprese a ridere.

La stretta sui polsi si fece più forte tanto da fargli chiudere gli occhi.

< Jun…se questo è uno scherzo ti prego di smetterla…adesso inizi a farmi male >

Ma il ragazzo, invece di allentare la presa l’aumentò costringendola ad alzarsi dalla sedia e rimanere ferma dritta davanti a lui.

< Jun…fai male, smettila >

Elena cercò un modo per liberarsi iniziando a divincolarsi senza successo…perché con l’ultimo tentativo si ritrovò spinta ritrovandosi con le spalle nella porta che portava nello sgabuzzino. Il colpò ricevuto le causò una fitta al centro della schiena e fu costretta ad alzar la testa verso l’alto ritrovandosi così le labbra di Jun contro le sue.

Spalancò gli occhi, era incredula…quello era un bacio.

Non riusciva a credere che stava davvero succedendo a lei, in quel modo, in quel momento…

Molto lentamente, Jun si discostò dalla ragazza che era rimasta come pietrificata.

< Adesso, dimmi…cosa pensi su di me? > domandò facendo un mezzo sorriso.

Elena era troppo scossa per ciò che era appena successo e non rispose.

< Tsk – disse distogliendo lo sguardo – è stato così tremendo baciarmi? – ritornò a guardarla, ma il suo volto non mostrava emozioni – Ho capito.... Visto che ti senti meglio e qui non hai bisogno del mio aiuto, io ritorno nel dormitorio. Ho bisogno di riposarmi >

Così, Jun raccolse sia il cellulare che la giacca lasciati all’ingresso ed uscì dall’appartamento lasciandola li, ancora con le spalle rivolte verso la porta e lo sguardo perso nel vuoto.

“ Un bacio… Jun… Jun mi ha appena baciata ” la sua mente pensava solo a questo.

 







Buonasera! Dopo un mese di assenza, faccio ritorno e auguro ad alcune di voi un buon ritorno a scuola :D

XOXO, CL_Kiki <3
(Alla Gossip Girl XD )
 

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Capitolo 47
*** Ricordi - Compleanno di Elena ***


Nel dormitorio, tutti erano già svegli da pochissimo tempo e si stavano concedendo il meritato giorno di riposto.

Avevano molte cose a cui pensare, sia impegni lavorativi sia l’incisione della canzone; ma dopo il festival la casa discografica aveva concesso un giorno di stacco.

Il loro programma era di starsene comodamente distesi in un posto qualsiasi della casa, l’importante era rilassarsi; Hyun non la pensava come il resto del gruppo e mentre sorseggiava il suo the verde, leggeva la parte che gli stavano proponendo per il musical.

Ad interrompere quella tranquillità fu l’apertura della porta d’ingresso; i ragazzi, che in quel momento si trovarono tutti nella saletta, smisero quello che stavano facendo e scambiarono delle occhiate prima di recarsi fortuitamente davanti l’ingresso per capire che succedeva.

Prima che potessero far un ulteriore passo si sentirono dei rumori provenire verso la saletta ed ognuno ritornò velocemente al proprio posto; quando Jun passò davanti l’ingresso, i ragazzi l’osservarono con la coda dell’occhio…erano curiosi di scoprire cosa fosse successo con Elena…fin dove si fosse spinto con la ragazza.

Osservarono ogni sua mossa, dalla cucina fino a quando non aprì la porta che conduceva nel corridoio…quando la chiuse alle sue spalle, tutti fecero un sospiro.

< Ma perché non ha detto niente?! > disse sbuffando Seob

< Non siamo mica invisibili! > affermò Dong

< Sarà solo stanco… - disse Doo – Dopo tutto è stato tutta la notte fuori… >

< Eh già….deve recuperare le sue energie! Dopo una dormita tornerà in forma > disse Hyun continuando a sfogliar il copione.

Era calato un silenzio in quella stanza, stavano pensando a cosa fosse successo tra i due per far tornare Jun a quell’ora del mattino…erano tutti pensierosi tanto da non accorgersi della presenza di Jun, che intanto erano rientrato in cucina per un bicchiere d’acqua.

< Che sono quelle facce? > domandò sorseggiando cogliendoli di sorpresa.

< E-E-Ecco...noi… > balbettò Seob

< Senza giri di parole…ditemi che succede > disse Jun sedendosi insieme al gruppo nel salone.

< Allora andremo al punto – disse Hyun poggiando il copione sul tavolino – Ieri ti abbiamo visto correre via, Kiki ci ha spiegato che andavi a cercare Elena… - Jun osservò Ki-Kwang, poi tornò su Hyun – Volevamo sapere che succede…ci siamo accorti che tra voi le cose non andavano bene… >
< Insomma Jun, questa storia non può andare avanti > intervenne Dong

< Avete ragione…in questi giorni sono stato nervoso…ci sono state delle complicazioni …ma adesso è stato risolto… >

< Ne sei sicuro? > chiese Doo

< Si…adesso è tutto finito. A meno che – osservò i ragazzi – non mi nascondete altre notizie! >

< Non ci sono altre notizie – aggiunse Ki-Kwang – Visto che hai già parlato con Siwon >

< Cosa?! – chiesero Dong e Seob – Che c’entra lui? >

< Niente… - rispose Jun – ma spero solo di non rivedere la sua faccia intorno ad Elena. Altrimenti… >
< Jun – intervenì Doo Joon – se dovesse capitare una situazione del genere, non fare mai di testa tua. Intesi? >

Il ragazzo, anche se non molto contento, annuì alla domanda posta dal suo amico. I ragazzi si osservarono perplessi, non avevano la più che minima idea di cosa fosse successo tra Siwon e Jun.

< Comunque, cambiando discorso – disse Seob interrompendo quel silenzio – Ieri dove sei stato con Elena? >

< Uh? A casa sua…è ovvio >

< NYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! –urlò Seob alzandosi dal divano – quindi…voi….soli… AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! >

< Beh…non ti sei perso in chiacchere e sei passato direttamente ai fatti > disse Doo ridendo

< Cosa?? > domandò Jun

< Non far quell’espressione… - disse Dong – era anche l’ora che vi deste una mossa…anche se passare direttamente alla terza base, poteva esser rischioso >

< Terza base?? Non vi seguo >

< Spero che almeno hai usato le giuste precauzioni… non voglio scandali di nessun genere, intesi? > affermò Doo

< Quando gireremo gli spot in Italia puoi contare sul nostro aiuto…ti prenderemo una camera matrimoniale solo per voi due… > aggiunse Hyun.

< Ehy!! Che sono questi favoritismi! – disse Dong – anch’io voglio una camera matrimoniale >

< Piccoletto, tu sei ancora piccolo per certe cose > affermò Seob portandosi le mani dietro la nuca

< Senti da che pulpito viene la predica! Sei invidioso?! > rispose facendo la linguaccia

< Io? Io sarei invidioso di te? – rispose ridendo – Sentiamo, per cosa? >

< Per il mio successo con le ragazze – disse Dong – Si sa, le ragazze preferiscono i tipi come me… >

< Non farmi ridere…mi sa che quello invidioso sei te >

< Tsk! Non dire cavolate…perché dovrei esserlo? >

< Perché ho una ragazza e tu no > disse Seob

< Solo per questo – rispose ridendo – io sarei invidioso??? Non ho ancora nessuno perché non ho intenzione di impegnarmi seriamente – si alzò dal divano – Sono ancora troppo giovane ed attraente, quando sarò vecchio come te inizierò a trovare quella giusta. Per ora sono disponibile per chiunque ragazza mi desideri >

< Chi sarebbe qui il vecchio??? > chiese irritato Seob alzandosi dal divano

< INSOMMA! – esclamò Jun – ma si può sapere che avete tutti quanti?? – i ragazzi l’osservarono - Si può sapere che cosa sta passando in quelle teste perverse che vi ritrovate??? Ieri sono stato a casa di Elena solo perché la scema è rimasta sotto la pioggia prendendosi la febbre >

< CHE COSAAA!!!?? > gridarono

< Adesso come sta? > chiese Doo

< Dopo una nottata con la temperatura alta, ora è diminuita >
< Ma allora che fa qui! > disse Seob

< Eh? Mi sembra ovvio…riposare >

< La tua ragazza sta male e te sei tranquillo qui??? >

< Seob ho detto che sta bene, l’ho lasciata che aveva finito di mangiare >
< CORRI IMMEDIATAMENTE DA LEI >

Il ragazzo prese la sua mano tirandolo verso la porta d’ingresso.

< Fermo, che intenzioni hai??? Ho bisogno di farmi una doccia e riposarmi >

< La farai quando Elena si sentirà meglio – si fermò davanti l’ingresso – Bene – aprì la porta e si voltò osservandolo – Adesso prenditi cura di mia cugina >

< EEEEH?? > esclamò incredulo Jun

< …bye bye… > disse facendolo uscire con un’espressione felice sul volto.

< Seob…Seob…ehiiii! >

In un attimo Jun si ritrovò fuori il suo appartamento.

< Prenditi cura di Elena – disse Dong – più tardi ti farò avere una valigia con il cambio. >

< Ma io ne ho bisogno adesso! > si affrettò a replicare bussando alla porta

< Fintanto che Elena non starà bene non ti farò entrare a casa – disse Seob – Vai da lei! >

< Non dire cavolate! Aprite questa porta! Ho bisogno di… >

Jun si fermò, dall’altra parte della casa sentì lo stereo del salone messo ad alto volume in modo da coprire la sua voce. Irritato per questo gesto, sbatté i pugni forte contro la porta.

< BENISSIMO! IGNORATEMI PURE! TSK… >


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Elena corse davanti l’ingresso, non riusciva a crederci…era impossibile, eppure…

< Scusa >

Jun era davanti ai suoi occhi…

< Che…Che ti è successo? >
< Ahhhh! I ragazzi – disse scomponendosi i capelli – Mi hanno buttato fuori dall’appartamento >

< Avete litigato?? > chiese preoccupata

< No… - incrociò le braccia – mi hanno costretto ad occuparmi di te… >

< Come?? – disse con stupore – ti hanno costretto?? >

< Si…quindi se non ti…ehi! Che stai facendo! >

< Non lo vedi? Visto che ti hanno costretto ti rimando al mittente > disse mentre cercava di chiudere la porta che fu bloccata tempestivamente dal ragazzo

< Non ti azzardare! >

< Digli che non ho bisogno di nessuno, sono capace di stare da sola….e poi non ho più febbre >

< Tsk! Non dire cavolate…non ti reggi neanche in piedi >

< Non ho bisogno del tuo aiuto >

< Elena… >

< Uhm? Cosa? >

< … - fece un lungo respiro – non voglio discutere anche con te…perciò – nel dire così diede una spinta più forte riuscendo ad entrare in casa – fai la brava >

< Ehi tu! >

< Shh! Un po’ di tranquillità…neanch’io volevo che finisse in questo modo… >

< Uff! non ho altra scelta?! >

< Mmm…no! >

< AAAAAAAH! E per quanto? > chiese seccata

< Il tempo che ti riprenda…ti vanno bene tre giorni? >

< Io sto bene! Non ho bisogno che stai qui per tre giorni >
< Bene, vedrò domani stesso di andarmene…ma per stanotte resterò! E poi – si voltò a guardarla – sono sicuro che sotto sotto sei contenta >

< I-I-I-O CHE?? > iniziò a diventare rossa

< Visto?! È come dicevo… - si recò nel divano – più tardi mi porteranno una borsa con il cambio vestiti, me ne starò qui un po’ a riposarmi >

< Certo, fai come se fosse casa tua > disse con tono infastidito

< Te, più tosto, che fai ancora in pigiama? >

< Non sono cose che ti riguardano! > disse sbuffando

< Che odiosa! Dai…vieni a sederti accanto a me >

< Come scusa? Prima dici che ti costringono a venire qui ed ora dovrei sedermi con te? >

< Mh! Aaaah per prima dici… beh, ero nervoso…ho detto la prima cosa che mi è venuta in mente >

< Finiscila…lo so che dicevi sul serio >

< Se dicevo sul serio…allora perché mai starei qui? Avrei potuto andare in un albergo, non credi? >

< Beh… in effetti….ma tu stesso hai detto che ti avrebbero portato una borsa e… >

< La borsa è già pronta….l’ho lasciata in macchina >

< C-C-CHE COSA???! >

< Ho mentito…quei “cosi” avevano tutto programmato – disse col tono infastidito – non so come, ma in un modo o nell’altro mi avrebbero costretto a stare qui con te >

< Eh eh eh…perché? Con tutto quello che è successo con il galà…non abbiamo più deciso che fare…se ritornare insieme >

< Non stiamo insieme? > disse a bassa voce Jun.

< Come? >

< No…niente….comunque, vado a prendere la borsa…. >

< Capito – il ragazzo si avvicinò verso la porta – Ma comunque…davvero, non c’è bisogno che rimani qui per assistermi >

< Come vuoi, andrò a stare in una camera d’albergo, ma…se dovesse spuntare fuori che ho dormito in albergo, lo spiegherai tu ai media >

< Uh? Perché? >

< Semplice…per quale motivo dovrei dormire fuori quando ho la mia camera? Tutti penseranno a qualche lite >

< Anche se rimani qui! Metti il caso qualcuno ti abbia visto entrare… >

< Impossibile…dall’appartamento a qui c’è poca strada da fare e poi non c’è mai nessuno in giro… ma se vuoi correre il rischio… >

< E va bene! – disse arrendendosi – puoi rimanere, ma lo faccio per il gruppo! >

Jun fece un mezzo sorriso prima di aprire la porta e scendere in macchina per la borsa.

“ In che situazione mi sono cacciata!!!!??? ” pensò fra se Elena mentre osservò la porta chiudersi.

 

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< Quindi…rimarrai per una notte? > chiese mentre osservava Jun entrare nella stanza che una volta era di Hannah

< Vedremo…i ragazzi non sono stati chiari su questo >
< Che c’entrano loro? >

< Se rimango una sola notte mi rispediranno qui immediatamente… >

< Quindi, in sostanza, quanto rimarrai? >

< Come detto prima, tre giorni – l’osservò – Cerca di sopportarmi > disse mentre la raggiunse in salotto

< Vedrò! >

< Come mi sento stanco… - disse strofinandosi un occhio – per colpa tua non ho dormito bene >

< Allora vai di la e dormi >

Prima di rispondere la guardò dritta negli occhi.

< Spiacente, devo prendermi cura di te >

< Ancora con questa storia!? Ti ho detto che sto bene > rispose mentre cambiava canale

< Allora visto che stai bene – si distese nel divano appoggiando la testa nelle gambe della ragazza – io riposerò un po’ >

< Ehi!!! Di la hai un letto >
< Qui sto più comodo >

< Beh io … >

< Shh! – le poggiò l’indice sulle labbra – voglio dormire >

Lentamente fece scivolare la mano lungo la sua pelle fino a poggiarla lungo il suo fianco; Elena non sapeva cosa fare se alzarsi e spostarsi o rimanere li. Osservava il suo volto così rilassato, sereno, alla fine decise di rimanere in quella posizione…dopo tutto lui era rimasto accanto a lei quando più ne aveva bisogno.

Erano passate un paio d’ore da quando Jun si era disteso sul divano per riposare, ancora assonnato aprì gli occhi e con sua sorpresa si ritrovò solo nella stanza; si alzò di scatto e si osservò intorno cercando di capire dove fosse la ragazza.

< Oh, ti sei svegliato – Elena si trovava nella cucina – stavo per svegliati >

< Che fai? > chiese entrando con occhi socchiusi.

< Sto prendendo appunti per le cose da comprare. Bene – disse scrivendo un’ultima cosa – io scendo >

< Come? >

< Ho fatto la lista, faccio subito…decidi cosa vuoi fatto e lo farò >

< Aspetta, non puoi scendere >

< Ancora con questa storia – disse sbuffando – Io sto bene. Non preoccuparti >
< Hai avuto la febbre alta! >

< Ma ora non ho più niente. Scend… >

< Ti accompagno >

< Non c’è bisogno >

La fermò per il polso.

< Ti ho detto che vengo con te. – aveva uno sguardo gelido – aspettami, mi cambio >

Lasciò il polso e si diresse nella stanza; Elena era rimasta colpita, non aveva mai visto quello sguardo sul suo volto fino ad allora.

Attese pochi minuti, quando uscì Jun indossava una felpa con un berretto ed occhiali da sole per non farsi riconoscere.

< Ora possiamo andare. >


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Rientrati in casa, cominciarono a preparare la cena con ciò che avevano comprato. Non si scambiarono molte parole, sembrava esser calato un gelido freddo.

Tutto era abbastanza tranquillo e dopo aver sistemato e pulito, si ritrovarono nel divano in cerca di qualcosa da guardare.

< Mi sa che non trasmettono niente di bello > disse Elena cambiando di canale in canale.

< Già… >

< Se mentre cambio trovi qualcosa che ti interessa dillo pure >
< Ok >

Stanca di cambiare e di quel silenzio, decise di spegnere la tv.

< Ora perché hai spento? >

< A parte che non fanno niente, poi non capisco questo tuo comportamento >

< Che vuoi dire? >

< Prima sei tutto gentile, ti prendi cura di me e poi sei così…freddo >

< Non sei stata tu a dirmi che mi vedevi così? >

< Con questo? Ho solo detto cosa pensavo all’inizio su di te…ma adesso non è più cosi >

< Ah no? – chiese voltandosi nella sua direzione – ed adesso cosa pensi? >

< Che sotto quella corazza che mostri c’è un ragazzo molto dolce >

< Mmm…interessante. C’è voluto tutto questo tempo per accorgetene? >
< Di certo non me ne davi l’occasione per… >

< Nah! Lascia perdere, sono discorsi già presi e risolti. >

< Ok… >

< Bene…visto che non fanno niente io me ne vado in stanza – disse alzandosi – tu che farai? >

< Leggerò qualche libro >
< Wao… non avrei mai immaginato che sapessi leggere – Elena lo guardò male – Dai su, non far quella faccia che poi ti spuntano le rughe! Notte > le si avvicinò baciandola sulla guancia.

Quel gesto la colse di sorpresa.

< No-Notte… >

Aveva tutto il viso rosso per l’imbarazzo, Jun sapeva sempre come sorprenderla. Rimase per qualche minuto a pensare a quel bacio…e al bacio che le aveva dato di mattina chiedendosi del perché un simile gesto. Dei sentimenti che provavano ne era a conoscenza, ma dopo il fatto causato da Siwon non avevano più ripreso il discorso e non sapeva se quello fosse stato il momento adatto visto che avevano fatto pace da pochi giorni…

Si sentiva confusa, non sapeva cos’altro pensare…a distrarre i suoi pensieri fu l’orologio a pendolo che segnava le 10 di sera; era rimasta li ferma per circa un’ora senza concludere niente. Fece un lungo respiro e si diresse nella sua stanza…quando si ritrovò ferma davanti l’ingresso si voltò osservando la porta della stanza di Hannah, voleva bussar, entrare per chiedergli alcune cose…ma non aveva il coraggio. Decise che era meglio così…per ora era meglio vedere come si sarebbe svolta la situazione.


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I giorni della permanenza di Jun passarono velocemente e ritrovarsi di nuova sola le fu strano. Non aveva avuto il coraggio di parlare con lui…ed adesso che non era più in casa rimpiangeva di non averlo fatto prima.

Con gli impegni che aveva, non l’avrebbe visto non prima del 21, quel giorno i B2ST dovevano partecipare al 31° Sport Festival per Disabili.

Quello stesso giorno ricadeva il compleanno e questa volta l’avrebbe passata da sola…visto che né i ragazzi e né Hannah erano liberi.

Così i giorni passarono arrivando al suo compleanno. Si recò al lavoro come se fosse un giorno come tutti gli altri, le sembrava quasi deserta…sarà perché era venerdì, o magari perché mancavano loro, ma aveva la sensazione di stare sola anche se vi erano il personale.

Durante la sua lunga ed interminabile giornata aveva ricevuto solo una chiamata da parte di Han che le faceva tanti auguri e che si scusava che quel giorno non era li con lei.

Finalmente era arrivata la fine della giornata, spense tutte le luci e chiuse la stanza come faceva sempre. Dopo un sospiro, si voltò dirigendosi verso l’ascensore; arrivata così al piano terra si diresse verso l’uscita pensando che quella era la sua prima volta che non festeggiava il compleanno.

Non è che per lei era molto importante, ma in quel giorno avvertì la lontananza da casa di più rispetto ad altri giorni… Scacciò quel pensiero così triste e con passo veloce oltrepassò la porta d’uscita, voleva al più presto tornare a casa e rilassarsi con una doccia calda.

< Ehi tu! >

Elena si fermò, qualcuno alle sue spalle l’aveva fermata…si voltò e con sua grande sorpresa si ritrovò Jun.

< Quanta fretta di tornare a casa! >

< Jun...che fai qui? Non devresti essere al festival? >

< Sono ritornato prima…avevo una cosa più importante da fare >
< Sarebbe? > chiese incuriosita.

< Rendere felice una persona >
< Ah – aveva uno sguardo dubbioso – capito…beh io andrei… >

< AAAH! Come al solito non hai capito…. – disse seccato – Dai seguimi > prese la sua mano trascinandola verso la macchina

< Ehiii! Dove mi vuoi portare >

< Entra…dai su, non abbiamo molto tempo da perdere >

< Che vuoi fare >

< Vieni con me e lo saprai >

Incuriosita, Elena entrò in macchina seguita da Jun che dopo aver acceso la macchina iniziò ad allontanarsi dalla CUBE imboccando l’autostrada.

< Ma da qui usciamo da Seoul… >
< Elena – disse Jun intento a guidare – mi fai un favore? >

< Quale? >

< Per un po’ – distolse lo sguardo verso lei – tieni la bocca chiusa >

< Per qual…. >
< Shh! – fece il segnale di far silenzio – devo concentrarmi sulla guida! >

Infastidita sia per esser stata costretta a salire senza sapere dove fosse diretta e per non avere spiegazioni, appoggiò il viso al finestrino osservando le luci della città farsi sempre più lontane e tutto intorno a lei era avvolto dalle poche luci dell’autostrada e dalle macchine…

Dopo circa un’ora di cammino, Jun uscì dall’autostrada imboccando un viale che portava verso una zona panoramica…la ragazza non aveva idea di dove l’avesse portata e cominciava a preoccuparsi.

< Non hai ancora capito dove ti ho portato, vero? >

< Come? > disse osservandolo

< Non ti ricorda davvero niente tutta quella strada? >

< Mmm…dovrebbe? >

< Ricorderai fra un paio di minuti >

La ragazza era confusa, cosa doveva farle ricordare quella strada?

Si voltò ad osservare fuori dal finestrino ma era quasi del tutto buio e non si vedeva molto…poi la macchina si fermò.

< Siamo arrivati, possiamo scendere >

I ragazzi uscirono, Elena si osservava intorno ma la scarsa luce non permetteva di capire in che posto l’avesse portata, sentì un suono…erano le onde del mare che si infrangevano sulla costa…ma quel poco non bastava.

Jun si diresse nel portabagagli uscendo un pacco portandolo davanti la ragazza, la quale osservava incuriosita.

< Che c’è li dentro? >

< Ora lo scoprirai >

Poco alla volta, il ragazzo uscì alcuni tubi che assemblati formarono un telescopio.

< Waaao – esclamò Elena – ne ho sempre desiderato uno >

< Adesso l’hai >

< Come??? Davvero? Vuoi dire che questo… > lo guardò incredula

< È tuo >

La ragazza era stupita, non credeva ai suoi occhi…Jun le aveva regalato un telescopio. Si avvicinò piano piano, toccandolo leggermente, non poteva crederci che fosse realmente suo.

< Adesso le stelle puoi osservarle con questo > disse Jun

Mentre Elena osservava il regalo appena ricevuto, il ragazzo si diresse verso la macchina cercando nel cruscotto qualcosa.

< WAAAO! È così stupendo osservare le stelle ed i pianeti così da vicino – esclamò Elena intenta ad ammirare il cielo – Non avrei mai immaginato che un giorno tutto questo sarebbe diventato realtà…ed è merito tuo >

Elena si voltò verso Jun che, nel mentre, le andò incontro con in mano un foglio di carta. Fermato davanti a lei, le porse ciò che aveva appena preso dalla macchina. Esitante, Elena osservava quel foglio.

< Prendilo, è per te >

< Un foglio? >

< Devi leggerlo…non è un semplice foglio >

Allungò la mano prendendolo infine lo lesse…rimanendo a bocca aperta.

< Dimmi che è uno scherzo – Jun fece un mezzo sorriso – Non ci credo…è impossibile >
< Prova a cercare, poi vediamo se è tutto falso > replicò Jun mentre prendeva il foglio fra le mani.

< Hai dato il mio nome ad una stella? > aveva gli occhi spalancati, con sguardo incredulo, verso il ragazzo intento a cercar la sua stella.

< Eccola…l’ho trovata – si allontanò dal telescopio – Vieni a veder con i tuoi occhi se ciò che è scritto è una bugia >

Presa ancora dall’incredulità, Elena osservò nel punto indicato dal ragazzo rimanendo col fiato sospeso: era davvero una stella…Jun aveva davvero fatto un gesto simile. Quasi con le lacrime agli occhi, si rialzò osservando il suo volto soddisfatto per il suo obiettivo.

Adesso, una sola domanda la tormentava…

< Perché? > chiese osservandolo

< L’ho detto prima quando ti ho fermata: volevo far felice una persona…Cioè tu >

< Perché proprio oggi? >

< Me lo chiedi anche? Ma hai ancora qualche sintomo di febbre??? >

< Sono seria! Perché proprio oggi hai voluto regalarmi tutto questo! >

< Oggi è il tuo compleanno…ho voluto farti una sorpresa >

< Come fai a saperlo? > domandò sbalordita.

< Uh?! L’ho saputo da Han tramite Seob… - disse deluso – una cosa così importante sono venuto a saperlo da altri e non da te! Ho fatto tutto di fretta – sospirò – sono anche uscito prima dal festival >
< Ma non dovevi! Il lavoro è importante > lo riprese
< Anche tu lo sei >

Quella frase la colpì, era stato diretto…niente giri di parole, lasciandola sorpresa nel sentirle. Non pensava di poter sentire, ancora una volta, una simile affermazione…non dopo tutto quello scandalo causato durante il Galà.

< Ho fatto tutto questo per renderti felice…perché fin dal momento in cui ti ho vista il mio scopo era di vederti sempre sorridere. Mi dispiace che in alcune occasioni la causa delle tue sofferenze ero proprio io…ma adesso spero di aver riscattato quei giorni… >

Elena addolcì lo sguardo prima di rispondergli.

< Credevo che dopo il Galà non avresti voluto più sapere di me…invece ti rivedo qui, al mio fianco, con questi regali fatti apposta per me…mi sembra di sognare >

Si avvicinò alla ragazza e con la mano destra le accarezzò dapprima una ciocca di cappelli, poi la poggiò sulla guancia.

< Non ho intenzione di perderti… non è un sogno, renderò tutto questo molto più di una favola… >

Lentamente si avvicinò al suo viso, Elena socchiuse gli occhi…si era creata l’atmosfera giusta per entrambi, per mettere fine al loro passato ed iniziare una nuova fase, ma l’attimo prima di baciarsi il cellulare di Jun cominciò a squillare.

Il ragazzo ignorò completamente la suoneria, ma Elena insistette per far rispondere. Infastidito, il ragazzo rispose….dall’altra parte, a chiamare, era il suo manager molto preoccupato per come aveva lasciato tutti in quel modo, di non ripetere una simile azione in futuro e che tutto il gruppo sarebbe rientrato il giorno successivo.

Finita la ramanzina, Jun cercò di ricreare la situazione di prima, ma...

< Ora che ci penso – disse allontanandosi di alcuni passi da Jun – Ci siamo già stati qui >

< Uh! Cambi discorso… >

< Se non ricordo male è stato il mese scorso…mi avevi fatto leggere la canzone >

< AAAh! Maledetto me a quando ho risposto – bisbigliò fra se – Andiamo, sarà meglio rientrare > disse prendendo il telescopio rimettendolo nello scatolo.

Un po’ dispiaciuta ed in colpa per come la sera si stava concludendo, Elena lo raggiunse sedendosi in macchina. Per il resto del percorso si sentiva in imbarazzo non riuscendo ad aprir bocca; arrivati finalmente in città Elena ricordò una cosa… prese la borsa e frugò al suo interno, proprio come sospettava.

Il suo volto tramutò, si mise ad osservare Jun con sguardo di terrore.

< Che ti prende adesso? >

< JUUUUN! –esclamò – Aiutami >

< EH?? – distolse lo sguardo un solo secondo – Che succede? >

< Ho dimenticato sia il cellulare e sia le chiavi sopra il tavolo dell’ufficio - disse con tono quasi spezzato dalle lacrime – Adesso cosa posso fare? >

< Come si fa ad essere così tonta. Vediamo se riusciamo a trovare un guardiamo ed entriamo dentro >

Il ragazzo corse verso l’edifico più in fretta che poteva; giunti sul posto era quasi mezzanotte ma non c’era nessuno all’entrata. Cercarono in qualsiasi posto, del guardiano non vi era l’ombra.

< Adesso che posso fare? > disse sedendosi su di una panchina.

< O attendere qui…oppure… >

< Oppure, cosa? > disse con aria triste

< Puoi venire da me. >
< Da te?? – Elena pensò che fosse una buona idea…ma significava restare soli, quell’idea un po’ la imbarazzava – ecco… >
< Puoi stare tranquilla. Dormirai nella mia stanza…io in un’altra. – la guardò per qualche secondo – Non vorrai mica restare qui tutta la notte aspettando che venga qualcuno?! >

< Nono…verrò da te >
 

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Arrivarono nell’appartamento, tutte le luci erano spente. La ragazza si sentiva a disagio sapendo che erano solo loro due.

< Seguimi – disse Jun recandosi verso il corridoio – Ti do una maglietta ed un pantalone, spero ti vengano. – Elena lo seguì fino alla stanza – Se vuoi farti la doccia, fai pure >

< G-Grazie… >

< Se hai di bisogno mi trovi nella stanza di Seob >

Elena annuì, quando rimase sola si osservò intorno. Da quella volta niente era cambiato, a parte l’ordine nel sistemare i vari oggetti, respirò profondamente…si sentiva circondata dal suo profumo. Dopo aver poggiato la giacca sul letto decise di farsi la doccia; prese gli indumenti che Jun le aveva prestato e si recò nel bagno. Una doccia calda prima di dormire era proprio quello che aveva bisogno per levarsi la stanchezza di quella giornata.

I vestiti che doveva indossare erano di due taglie più grandi, le bastava solo la maglietta per coprirla tutta, si vide allo specchio e sorrise…era davvero molto grande; strinse l’elastico dei pantaloni e quando uscì decise di recarsi nel terrazzo…

Silenziosamente, aprì la porta recandosi verso la ringhiera ma senza esporsi molto, non era molto alto ma preferì evitare.

Quella sera soffiava un po’ di vento ed era piacevole stare li, senza pensar a niente, solo a godersi quella sensazione di piacere che il vento le provocava.

< Se starai qui…prenderai un raffreddore! - Una coperta l’avvolse, si voltò. – Quante volte devo ripeterti che qui il clima è diverso da dove provieni tu >

< Jun…non c’era bisogno…sarei scesa giù >

< Intanto eri bloccata qui – le si avvicinò – Volevi avere di nuovo l’influenza? Questa volta non ti avrei aiutata! >

< Solo perché la settimana scorsa sono stata male, non è detto che ho un corpo debole >
< Invece si…sei molto fragile, devi mangiare cibo nutriente >

< Sei venuto per farmi la predica? >

< Mh! Volevo solo vedere che facevi…come sempre ammiri le stelle >

< Non c’è niente di strano, adoro osservare il cielo, mi trasmette calma e poi mi fa riflettere >

< Allora ho indovinato a farti come regalo il telescopio… >

< Credevo fosse stata Hannah a dirtelo >
< No, lei ha solo detto di farti gli auguri… - inclino il viso alla sua altezza – cosa che mi aspettavo facessi tu >

< E come? Mandarti un messaggio con scritto “ comunque oggi è il mio compleanno ” ?! E poi a quale scopo? >

< Quale scopo dici? – sospirò – Niente…sei solo un caso perso >

Dopo le ultime parole Jun si allontanò dalla ragazza che si voltò osservandolo perplessa mentre si stava dirigendo verso la porta…

< …JUN… - A metà, il ragazzo si fermò - Grazie per questa splendida serata… - sorrise – Grazie per esserti preso cura di me, di esserci sempre >

< Non mi devi ringraziare, lo sai che per te farei di tutto >

Rimasero li ad osservarsi, Elena avvolta dalla coperta mentre Jun fermo quasi sulla soglia della porta messo di profilo.

< Sai – disse Elena – sentire queste parole mi hanno resa felice…non credevo di poterle sentire un giorno, visto tutto quello che è capitato…credevo di… - abbassò il volto – credevo di averti perso, che non mi avresti più rivolto la parola… sono felice che adesso le cose siano migliorate e tornate a come eravamo prima. Perché… fin a qualche tempo fa credevo di non esser più capace di amar nessun’altro…invece mi hai fatto ricredere… sono felice che questa persona sei proprio tu >

Elena era li, dritta a qualche passo da lui, con quel suo sorriso a quale Jun non resisteva a non baciar; lentamente, mentre lei si voltò osservando la città che tanto aveva sognato, si avvicinò stringendola dalla vita.

Elena fu colta all’improvviso, si trovò il suo volto a pochi centimetri…

< Shh…non muoverti > bisbigliò a fior di labbra.

Dapprima le sfiorò, per poi assaporar quelle labbra che fin dal primo momento desiderava averle…

Anche se in altre occasioni si erano scambiati dei baci, quello era diverso…

Fu il loro primo vero bacio…

Un bacio lento ma passionale…

Un bacio sentito, voluto, desiderato…

Un bacio che racchiudeva i sentimenti che provavano per entrambi.

Si erano voluto fin dalla prima volta in cui i loro sguardi si erano incrociati, desiderati fino al punto di non volere che quelle labbra, quel corpo…

Su quella terrazza in quella notte di metà Ottobre...è iniziata la mia storia con te...

La coperta con la quale Jun aveva coperto Elena, da quando iniziarono a baciarsi, scendeva sempre più giù...fino a caderle ai suoi piedi.

La strinse più forte a se, i baci divennero sempre più passionali, vogliosi...Elena lo desiderava, da tempo desiderava esser sua.

Da sotto la maglietta, Jun cominciò ad accarezzarle la schiena, la sua pelle era cosi morbida al tatto e questo creò ad Elena un brivido di piacere...

Le mani cominciarono a salire e ogni movimento creava dentro la ragazza la voglia immensa di sentir il suo corpo.

Jun si spostò portandola a seguirlo fino alla sdraio; l'adagiò delicatamente e guardandola negli occhi si posizionò sopra di lei.

Elena era imbarazzata, anche se lo desiderava... Si lasciò trasportare dalla passione.

Jun era proprio sopra lei, con quel suo sguardo rivolto sulle labbra...con una mano sotto la nuca e l'altra che accarezzava le morbide labbra.

Lentamente si avvicinò e riprese a baciarla con molta più passione, le loro lingue si unirono in un gioco di intreccio, la sua mano cominciò a salire…salire fino ad arrivar al suo seno…

< Aspetta – Con una mano bloccò il bacio che si stavano scambiando – Aspetta un secondo… >

< Cosa c’è? – chiese sorpreso – Forse ho sbagliato qualcosa…o ti sto forzando a fare qualcosa che non vuoi? >

< No…no… non è questo >

< Allora cosa > disse con sguardo dolce e passionale avvicinandosi alle sue labbra

< No, davvero aspetta > disse sposando il suo viso, ma Jun le cominciò a baciar il collo.

A quella sensazione la ragazza fu presa per un attimo dal piacere che provava, mise una mano fra i capelli del ragazzo e lasciò che continuasse a baciarla…

< J-Jun… aspetta solo un secondo >

Il ragazzo smise e mettendo forza nelle braccia si alzò guardandola per sentir cosa avesse da dire.

< Jun… >

< Si dimmi… >

< Ecco… - portandosi gli indici nelle mani davanti gli occhi - … ecco… >

< Ely – disse posizionando la sua fronte sulla sua – è successo qualcosa che dovrei sapere >

< No…ma… ecco… guardaci – disse facendo notare in che posizione erano messi- … direi che qui…daremo spettacolo non trovi? >

Jun non capiva a cosa si stava riferendo.

< Dai Jun, non fare quella faccia…hai capito > disse coprendosi il viso.

< Tu… - si avvicinò al suo orecchio bisbigliando -… tu sei pronta? >

Elena credette che per un secondo il suo cuore avesse smesso di battere. Allargò le dita, tra lo spazio creato osservò i suoi occhi, scuri come la notte, ma dolci come quelli di un bambino…eran li dritti davanti a lei a fissarli.

Non ebbe il coraggio di rispondere e semplicemente inclinò la testa in avanti indicando “ Si ”

Jun fece un mezzo sorriso. Si osservò intorno e poi aggiunse…

< In effetti…qui daremo spettacolo…ma non credi? Faremo un’ottima performance! > fece l’occhiolino

< Ma che dici…scemo! >

A quelle parole Elena divenne rossa, più rossa del peperoncino.

Il ragazzo si sollevò e, dopo aver preso la coperta che era caduta, si diresse con Elena verso la porta.

< Andiamo giù…staremo anche più comodi >

Ogni passo che portava verso il piano inferiore, non faceva che aumentare il battito del suo cuore, era tesa.

Jun si diresse verso la sua stanza, aprì la porta e fece entrar la ragazza.

Era buio, la poca luce che entrava dalla finestra illuminava la stanza ma non permetteva di veder bene gli oggetti…lei la conosceva fin troppo bene, anche se era entrata poche volte, sapeva orientarsi anche nella penombra.

< Jun… >

Il ragazzo aveva chiuso la porta alle sue spalle ma Elena non l’aveva più sentito, era nervosa e per qualche strana ragione anche impaurita.

“ Impaurita? – si domandava- perché mai dovrei avere paura? ”

Non capiva girava per la stanza senza saper bene dove cercare, sbatté contro l’angolo del letto.

“ Sono…sono arrivata nel letto… ”

Stava per girarsi ma si sentì stringere dai fianchi.

< Perché sei così impaurita? – era arrivato di sorpresa dietro di lei e bisbigliava nel suo orecchio – Stai tremando come una foglia…hai freddo? Posso riscaldarti io, se vuoi! >

Jun spostò dal collo i suoi lunghi capelli e cominciò a baciarlo.

Lenti, dolci baci che sembrava quasi sfiorar il collo anziché baciarlo, fece calmare e sciogliere la tensione ad Elena che si lasciò nuovamente trasportare dalla sensazione che dentro le stava crescendo.

“ Non devo aver paura di lui…non potrà mai farmi del male ”

Lasciò cadere nuovamente la coperta, in questo modo Jun poté stringerla e avvicinarsi a lei posizionando le sue mani dentro la maglietta e toccarle la pelle.

Elena portò una mano sul ventre dove il ragazzo la stava toccando ed una dietro la nuca di Jun.

Si voltò verso lui, lo guardò negli occhi, amava il suo sguardo…tenebroso ma al con tempo dolce.

Amava tutto di lui, e non credeva fosse possibile amare così tanto una persona…si perché la paura che aveva, che cresceva dentro di lei era dettata dalla voglia di averlo, paura che fosse solo un sogno che al suo risveglio tutto sarebbe finito, che era solo questione di tempo e si sarebbe accorto che lei non era niente di che.

Senza volerlo e senza far niente per fermarsi, alcune lacrime caddero sulla sue guance.

< Elena…perché piangi? >

La paura di provare un’emozione così grande che mai aveva provato, le metteva strane idee in testa.

Jun la strinse a se.

< Non piangere…se non sei pronta possiamo fermarci qui >

Jun prese la coperta, la poggiò sulla sedia e si diresse davanti la porta.

Elena era ferma, con le lacrime che scendevano.

“ Non voglio che vada via…no, non voglio…deve sapere…deve saper che io…io.. ”

Chiuse gli occhi e con un filo di voce…

< Jun… - Il ragazzo aveva già la mano nella maniglia della porta, si girò verso Elena - …Jun…io…io… ti a…- aprì gli occhi, non ebbe il tempo di finir la frase che si vide stringere da lui – ti…amo >

Era avvolta dalle braccia di Jun, un abbraccio forte come quelli che di solito si vedevano nel film.

< Era per questo che piangevi? >

< …- si appoggiò nel petto - …Si >

< Stupida…non devi farmi preoccupare in questo modo >

< P-Preoccupare? >

< Credevo che per colpa del tuo passato…ti fosse venuto un rimorso… >

< Non devi preoccuparti… il mio presente adesso sei tu. >

I ragazzi si scambiarono diversi baci, Jun fece sdraiare la ragazza sul letto e cominciarono a spogliarsi.

La voglia di averlo cresceva di respiro in respiro, da bacio in bacio, da movimento in movimento…

< Ti prego…fa piano >

Jun l’osservò incuriosito…

< Scusa…non volevo…e che… >

< Fai piano…ugualmente… > disse imbarazzata

< Tranquilla… mia rosa delicata… - disse iniziando ad avvicinarsi – farò in modo che sentirai meno dolore possibile >

Jun entrò delicatamente dentro di lei, per un istante Elena chiuse gli occhi per il dolore.

< Cercherò di star attento >

I movimenti erano lenti e ad ognuno di essi Elena premeva le sue dita nella schiena di Jun.

< EHI…EHI… così fai male > le disse mordendole il labbro.

< Scusa, ma così sai cosa provo io >

< Pensavo ti piacesse >

< Si. Ma non sai il dolore che provo quando aumenti la pressione >

< Ah…tipo così? >

Jun fece un movimento più forte e questo creò un gemito alla ragazza.

< Cosa fai? > chiese Elena

< Volevo vedere la tua reazione >

< Beh, non farlo più…fai male >

< Va bene… - disse spostandole una ciocca di capelli dal viso - …te lo prometto, non lo farò più >

“ Sto sognando??? – si ripeteva – Certo, tutto questo non può che essere un songo…allora, vi prego…che nessuno mi svegli. Voglio godermi ogni singolo attimo, fino all’ultimo respiro…voglio che questa notte non finisca mai… ”

 

Ricordo ancora quella sera, la nostra sera…è il ricordo d’amore che custodisco con gelosia, non voglio che scompaia, non voglio che il tempo lo porta via… Per tutta la mia vita voglio ricordare le sensazioni che mi hai fatto provare. Non te l’ho mai detto, ma quando la magia era finita io rimasi sveglia a guardarti disteso accanto a me…osservavo ogni tua espressione, la tua immagine è impressa nei miei pensieri…per sempre!

 









Buonasera! Dopo un mese, eccoci tornate :D
Che ne pensate? Finalmente una smossa, eh? XD

Spero che ci continuiate a seguire come sempre *^*

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Capitolo 48
*** Ricordi - Partenza ***


“ Quella notte mi sembrava magica, come se stessi vivendo in una favola…era un sogno, mi ripetevo, non poteva che essere un sogno perché l’idea di te e me insieme…finalmente insieme non poteva che esser tale ”

La mattina seguente i ragazzi rientrarono nell’appartamento, non avevano la più che minima idea di ciò che era successo la sera prima.

< AAAAAH casa dolce casa > disse Seob facendo un lungo respiro quando mise piede nel salotto.

< SHH! – disse Doo – ricordati che sono le 7 del mattino e Jun è rimasto qui, sicuramente starà dormendo >

< Il mio peluche che dormeeee – disse Seob con gli occhi luccicanti – Lo voglio svegliare >

< Ma lascialo riposare > disse Hyung

< Deve svegliarsi tanto, dobbiamo andar a far le prove…lo sveglio io >

Seob corse verso la stanza incurante delle parole dette dai suoi compagni.
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Il sole ormai stava entrando dalla finestra illuminando la stanza e il volto di Elena.

“ È già giorno??? – disse aprendo gli occhi a causa della luce – voglio dormire ancora un altro po’ ”

Si girò dalla parte opposta del letto, notò che Jun la stava stringendo al suo petto e le rivolgeva un tenero sorriso.

< Buon giorno…torna a dormire, è presto >

Gli occhi della ragazza si richiusero e si lasciò cullare da quel calore, da quelle braccia e dal battito del cuore…

“ Sono fra le sue braccia…se quello che è successo è stato un sogno…nessuno mi deve svegliare… ”

Jun era rimasto ad osservar la ragazza appoggiata al suo petto, desiderava che il tempo non trascorresse che si sarebbe fermato…voleva solo esser felice con lei in quell’attimo, per sempre.

Mentre la stava osservando, sentì la porta d’ingresso aprirsi, non ebbe il tempo necessario per capire cosa stava per succedere che la porta si aprì…

< BUON GIORNOOOO…. >

Seob entrò incurante della scena. Rimase incredulo, fermo davanti la porta con gli occhi rivolti verso il letto…la scena che vide non era cosa che succedeva tutti i giorni.

< Cazzo, Seob…la prossima volta bussa prima di entrare > disse Jun coprendo Elena.

< M-M-M-MA…C-CC-CHE…CHE… > disse spalancando gli occhi

< Esci da qui! >

< Che cos’è successo > disse Elena togliendosi la coperta che Jun le aveva messo per coprirsi

Seob rimase a bocca aperta, non poteva crederci….

< E-E-EELANA??? >

La ragazza, ancora in sonnacchiata, lentamente rivolse il suo sguardo verso la porta, quando vide che c’era Seob che li guardava con aria incredula si rifilò sotto le coperte con il viso rosso. Solo allora si rece conto di esser ancora nuda e che lo fosse anche Jun; chiuse gli occhi e urlò.

Jun cercò di farla star zitta, ma le sue urla avevano attirato l’attenzione di tutti i ragazzi che si diressero nella sua stanza.

< Hai vito che hai combinato? > disse Jun con un tono di voce irritato verso Elena.

< Scusa…ma…ma… > non riusciva a finir la frase, per lei era tutto fin troppo imbarazzante.

< Ragazzi ma… - disse Doo entrando insieme agli altri dentro la stanza - … JUN??? ELENA??? >

La ragazza si ricoprì nuovamente ma questa volta chiuse gli occhi.

< E così era per questo che ieri te ne sei scappato di corsa dal festival! – disse Dong appoggiato alla porta – Se volevi la casa senza la nostra presenza bastava dirlo > li osservava con aria infastidita

< Ragazzi – disse Jun – se ci date il tempo, ci sistemiamo e vi racconterò tutto…ma non in questa stanza, non credete che sia troppo imbarazzante? >

I ragazzi si guardarono e dopo pochi secondi scoppiarono a ridere.

“ Ma che hanno da ridere questi? – pensò Elena – Io sono morta dall’imbarazzo ”

Uno ad uno, i ragazzi uscirono lasciandoli finalmente soli, Jun tirò un sospiro di sollievo e si sdraiò accanto alla ragazza che era ancora avvolta nelle coperte. Si posizionò di lato.

< Puoi venir fuori da li adesso - Ma non aveva intenzione di togliersi la coperta che la copriva - Non c’è più nessuno, siamo di nuovo soli > disse prendendo la coperta facendola scivolare scoprendogli il viso.

Elena aveva gli occhi chiusi e le guance rosse, Jun si mise a ridere.

< Che ridi! – disse aprendo gli occhi e colpendolo con il cuscino – è stato un risveglio troppo imbarazzante! >

Jun si soffermò a guardarla, nonostante tutto quello che era successo, era felice di averla fra le sue braccia, di ridere insieme a lei, di poterla amare.

< Adesso che hai da guardar in quel modo? >

< Penso a tutto quello che abbiamo passato prima di arrivare a questo momento >

< …ah, capito… >

< Perché quest’espressione triste? Ti sei pentita? >

< Pentita??!! Come potrei…no è solo che – si sollevò coprendosi con la coperta – spero che tutto sia stato risolto, che non ci saranno più ulteriori problemi, che finalmente potremmo vivere felici…anche se… >

< Anche se cosa? >

< Il mio tempo qui ha una scadenza…non mi resta molto >

< Elena – la ragazza si voltò a guardarlo – io ti prometto che non ti lascerò mai, per arrivare fin qui ne abbiamo passate molte… Per ora non pensiamoci, godiamoci ogni giorno – le diede un piccolo bacio prima di uscire dal letto – Bene, adesso direi di andarci a lavare e parlare con gli altri >
< Ju-Ju-Jun! – il ragazzo si voltò notando l’espressione imbarazzata sul suo volto – Se-Se-Sei completamente nudo! > disse indicando proprio li.

< Uh! Ed allora?? Perché tanto stupore? >

< Usa qualcosa per coprirti!! > distolse lo sguardo

< Eh?! Ti faccio schifo per dirmi di coprirmi? >

< N-N-N-Non è que-que-questo! >

< MMMH! Allora – salì sopra il letto posizionandosi sopra il corpo della ragazza che l’osservò dritto negli occhi – facciamo il secondo raund? >

< Ch-Che dici!!!! – il suo volto era rosso – Ci sono gli altri li fuori >

< Aspetteranno – cominciò a farsi più vicino al volto fino ad iniziar a baciare – Non dirmi che non hai voglia >

< Ma…non possiamo… mi vergogno troppo > disse chiudendo gli occhi

< … - fece un sospiro – e va bene – si allontanò dirigendosi verso l’armadio – resta qui, ti preparo alcune cosa per indossarle >

< O-OK… >
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I ragazzi erano tutti radunati nel salotto parlando di ciò che era appena successo e visto nella camera di Jun.

< Era ora che si dessero una mossa - disse Dong – Adesso in questo modo non avremmo più problemi >

< Mmmh…direi proprio di si > rispose Doo

< Lo spero – disse Hyun – con quel caratteraccio che si ritrova Jun, non c’è da star sicuri di niente >

< Vedrete che non combinerà niente – affrettò a rispondere Ki-Kwang – non dopo tutto quello che hanno passato >

< Questo è pur vero, ma restiamo sempre in allerta > disse Hyun

< Non vedo l’ora di raccontarlo alla mia principessa > disse Seob con un sorriso a trentadue denti

< Che dovresti dire te? >

Tutti si voltarono davanti l’ingresso; Jun era appena giunto nel salone ascoltando la frase detta dal ragazzo, alle sue spalle spuntava la testa della ragazza imbarazzata nascosta per non farsi vedere.

< Come, avete già finito voi due? >

< Dong cerca di far meno battute – i due si sedettero con gli altri, ma Elena era troppo imbarazzata per poter parlare e si limitò a restare ferma, rigida come una statua lasciando che fosse Jun a spiegare tutto – E questo è quello che è successo ieri > concluse il ragazzo

< Quindi ieri era il tuo compleanno? > chiese Doo

< Si > rispose timidamente Elena

< Potevi anche dirlo, avremmo festeggiato tutti insieme > disse Hyun

< Ma no….non dovevate… e poi… >
< E poi avresti preferito passarlo da sola con Jun > affermò Dong rendendola imbarazzata

< Certe cose evitale di dirle, Dong! > lo riprese Seob

< Comunque siano andate le cose, adesso mi rilassa una cosa – aggiunse Doo – Che voi due avete risolto ogni problema. Adesso siete una coppia…e proprio come abbiamo detto a Seob e ad Han, state attenti ai paparazzi, non esponetevi troppo, evitate più che potete di farvi vedere da soli ed infine – si alzò dirigendosi davanti la ragazza che l’osservava intimorita – Benvenuta nella nostra famiglia > Doo s’inchinò facendo un gran sorriso.

La notizia arrivò velocemente alla conoscenza di Hannah che, una volta raggiunti la CUBE, si precipitò dalla cugina abbracciandola forte a se.

Finalmente dopo tutto il trambusto, i giorni grigi erano finiti e l’arcobaleno risplendeva in alto nel cielo!
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Dal giorno del suo compleanno, i giorni erano volati giungendo al fatidico giorno della partenza per l’Italia: un’intera settimana dedicata a girare i mini spot.

Purtroppo per il lavoro, Seob ed Hannah non avevano avuto modo di salutarsi bene visto che la ragazza era impegnata a far pubblicizzare il loro mini album nei vari programmi ed in quei giorni erano impegnate in vari registrazioni.

Arrivati nell’aeroporto, si diressero nell’area a loro riservata attendendo l’ora per l’imbarco: per non destare sospetti Elena e Jun dovettero far finta di niente fino a che non erano al sicuro da occhi indiscreti.

Attesero quasi un’ora prima di potersi vedere a causa delle interviste rilasciate prima di salire.

Il volo da Seoul fino a Milano durava circa 14 ore, con uno scalo a Dubai di 2 ore: partenza da Seoul alle 8:30 arrivo a Milano alle 15:30 per poi arrivare a destinazione intorno alle cinque del pomeriggio… tempo sufficiente per Elena e Jun di poter stare qualche ora insieme data l’impossibilità di farlo una volta giunti a destinazione.

Per tutto il tempo, Elena aveva anche osservato Seob…aveva un’aria afflitta, per loro stare insieme era molto più difficile rispetto al suo rapporto con Jun: a causa dei loro impegni ma anche ai paparazzi, le possibilità di vedersi erano diminuite…rendere ufficiale la loro relazione non giovava a nessuno dei due, anzi non avrebbero lasciato Han in pace neppure un secondo e poi era da poco entrata in quel pazzo mondo senza saper come gestire situazioni del genere.

Ma Elena, più osservava Seob, più voleva far qualcosa per entrambi…era anche merito loro se adesso si trovava fra le braccia di Jun…si perché il ragazzo le aveva raccontato il piano ideato da sua cugina e Seob per farli rimanere da soli in modo da confessarsi, ma con scarsi risultati…. Quindi adesso toccava lei aiutarli, il problema restava il come poteva fare!

Aveva una settimana per pensarci su.

Il lungo viaggio sopra l’aereo era concluso, giunti a Milano dovettero attendere un altro volo che li avrebbe condotti a Venezia ed infine alle loro camere.

Fu un vero inferno, sia per Elena sia per i ragazzi…non aveva idea di quanto materiale, di quanta energia serviva per girare dei semplici video di qualche minuto; o meglio i B2ST avevano idea di cosa l’attendeva ma non avevano mai girato in un luogo così lontano da casa, mentre per Elena fu la prima volta.

Stanchi e sfiniti anche a causa del fuso orario, quel giorno decisero che era meglio restar ognuno nelle proprie camere, anche perché non aveva il tempo necessario per montare l’attrezzatura e girare le scene; mentre la troupe iniziò a preparare il set, i ragazzi si recarono nelle rispettive camere per sistemarsi e riposare…Jun ed Elena, per loro sfortuna, dovettero restare separati ma non rinunciarono alla possibilità di vedersi.

L’albergo dove erano ospiti dava sia su un canale dove passavano le tradizionali gondole, e dall’altra parte si affacciava su un’immensa distesa d’acqua…nonostante fosse Ottobre, le giornate erano serene senza traccia di pioggia o di freddo, ma neanche tanto caldo…

Terminata la cena, Elena si diresse nell’enorme giardino affacciata alla ringhiera osservando il mare respirando profondamente; in un certo senso era ritornata a casa.

< Ti è mancata la sensazione di essere di nuovo nel tuo stato? >

Jun era giunto alle sue spalle spaventandola, la ragazza si voltò di scatto anche se aveva riconosciuto la voce.

< Jun…non arrivare più all’improvviso, mi hai spaventato >

Il ragazzo la strinse da dietro avvolgendola nel suo abbraccio, sorridendo appoggiò il viso nella sua spalla.

< A cosa pensavi? Ti ho vista assolta nei tuoi pensieri tutto il giorno >

< Te ne sei accorto? Pensavo a Seob e ad Hannah…loro non hanno la possibilità come noi di vedersi più spesso, il fatto che io sia qui e posso starti accanto mi fa sentire in colpa. Voglio fare qualcosa per loro >

< Ascolta Ely – Jun si mise di fronte alla ragazza – il fatto che ti preoccupi per loro te ne fa atto, ma ci sono alcune cose che non puoi fare niente >

< Perché dici questo?? Jun loro ci hanno aiutato…ed io voglio far lo stesso >

< Come ti sei resa conto, non è la stessa cosa. Hannah ha fatto una scelta quando si è presentata ai provini, sa che adesso la sua vita sarà piena di contratti, di impegni lavorativi e poco tempo da dedicare ad altre cose…soprattutto nel primo anno. Penso che loro due, di questo discorso, ne abbiano parlato…altrimenti non avrebbero continuato a frequentarsi, non credi? >

< …già… - disse abbassando lo sguardo – però resta il fatto che vederli star male perché non possono stare insieme, mi rende triste >

< Non preoccuparti >

Seob era giunto alle spalle dei due ascoltando tutto.

< Se…Seob… >

< Elena, ti ringrazio che ti preoccupi per noi…ma sia io che Han sapevamo già cosa ci attendeva, ne avevamo parlato e nonostante ciò abbiamo deciso ugualmente di star insieme. Sarà difficile, ci saranno momenti in cui potremmo dubitare dei sentimenti dell’altro…ma saremo forti >

Il suo volto era sorridente, Elena era rimasta colpita dalle sue parole…se fosse successo a lei non avrebbe potuto sopportare tutto quello stress…ne era certa.

< Visto – disse Jun dandole un pizzicotto sulla guancia – Non ti devi preoccupare di tutto e tutti! Fammi un favore – le disse stringendole la mano – promettimi che non penserai a niente…promettimi che vivrai attimo per attimo senza preoccupandoti del futuro…per ora pensiamo a noi, va bene? >

Elena rispose con un gran sorriso; Jun aveva ragione non doveva pensare a niente…solo a loro due, solo a quei attimi felici…niente che non fossero loro due!

< Ragazzi mi dispiace interrompervi – chiese Seob – ma vi cercavo per chiedervi un favore >

< Dicci pure > disse Elena

Rimasero seduti nei tavolini della terrazza fino a tarda notte, accorti dell’ora decisero di rientrare nelle loro camere riposando qualche ora…i giorni che li attendevano avrebbero richiesto molte energie e concentrazione visto che non potevano permettersi di sbagliare e ripetere più spesso le varie scene.
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Hannah era seduta nella sdraio della loro terrazza, quella mattina era una splendida giornata di sole e ne aveva approfittato per rilassarsi un po’ dopo gli ultimi giorni. Avrebbe preferito trascorrere un po’ di tempo con Seob, ma era in Italia da 4 giorni senza neanche una chiamata.

Con le cuffie nelle orecchie, pensava a cosa stessero facendo di così impegnativo da non mandare neanche un’email!

Più ci pensava, più diventava nervosa: sapeva che quel nervoso non doveva sentirlo, che non aveva niente di cui preoccuparsi, ma…non poteva che sentirsi così; pensò che fosse era meglio continuare a lavorare che riposarsi…ma dopo tutto non potevo sempre cantare, si sarebbero stancate di quel passo…

Si erano fatte le due quando Yurim la raggiunse per chiamarla.

< Hannah…Hannah… HAN! > urlò infine togliendole una cuffia dall’orecchio

< Ehi!!! Non c’è bisogno che urli così tanto >

< Ti ho chiamato ma te come al solito ti rifuggi nel tuo mondo >
< Hai qualcosa da dirmi? >

< Beh se sono qui è normale che ho da dirti qualcosa >
< Dilla allora >

< Capisco che l’assenza di Seob ti porta problemi, ma non prendertela con noi…comunque volevo avvisarti che io e Ai stiamo uscendo e mangiamo qualcosa fuori…tu che intenzioni hai? >

< Avete ragione, da quando Seob è partito e da quando abbiamo tanto lavoro lo vedo poco e niente – disse con aria triste – vi chiedo scusa… >

< Allora vieni con noi >

< No, davvero…sarei di peso >

< Non puoi startene qui tutta sola…o vieni con noi, o noi staremo con te! >

< Ma è il primo giorno di riposo, non potete stare con me a deprimervi >
< Siamo un gruppo, dobbiamo sostenerci – fece un sorriso strizzando l’occhio – scegli cosa vuoi fare: uscire o stare dentro? >

< Beh…forse…è meglio uscire >
< Saggia decisione – la prese per la mano – Allora cambiati…si esce! >

Passarono l’intero pomeriggio nel centro della città, girando per i negozi e non potevano rientrar senza aver fatto nuovi acquisti.

Per quel giorno la mente di Han si era liberata dai cattivi pensieri che l’offuscavano la mente, adesso era più rilassata e tranquilla: se non si faceva sentire era sicuramente per via delle riprese che dovevano essere fatte in pochissimo tempo, era sicuramente questa la spiegazione.

Rientrati in casa trovarono un pacchetto davanti l’ingresso, era una piccola scatolina con allegata una cartolina. Ai prese fra le mani e lesse: rimase a bocca aperta.

< Che ti prende, Ai? Perché quell’espressione? > chiese Yurim

< Han – rivolgendogli il pacchetto – è per te. E' una raccomandata. >

La ragazza prese fra le mani ciò che Ai le porgeva osservandola con perplessità; osservò l’oggetto e poi spostò l’attenzione sulla cartolina spalancando gli occhi: era da parte di Seob.

Urlò e saltò dalla gioia, anche se si chiedeva come fosse arrivata così velocemente…pur essendo una raccomandata, ci avrebbe dovuto mettere almeno altri due giorni; aperta la porta di casa, le tre ragazze andarono nel salotto per vedere cosa le avesse spedito Seob da Venezia.

< Ragazze sono emozionata….sto tremando > disse Han cercando di controllare il respiro

< Dai dai…aprilo…siamo curiose > dissero insieme le due

Con mani tremanti, Han prese la scatola, tolse la carta che la rivestiva trovandosi nelle mani un piccolo cofanetto.

< OH MIO DIO! Vuoi vedere… - disse Ai portandosi le mani sul viso – ma no…non può essere che si tratti proprio… >

< E se invece è proprio quello che pensiamo – continuò Yurim – Se si tratta proprio di un anello?? >

< Ragazze…se è così a me viene un infarto!!! > aggiunse Han nella più totale ansia.

< Forza…per scoprirlo basta aprire > disse Yurim

La ragazza lentamente aprì il cofanetto, sotto lo stupore di tutti, all’interno trovarono solo un foglietto con un fiore secco.

< Un foglio? – disse sbalordita Ai – che significa? >

< Non ho idea >

< Non è che vuole che lo raggiungi in Italia? > domandò Yurim

< No, è impossibile…sa che sono molto impegnata >

< Han, non c’è nient’altro nella scatola? >

< Nono. Solo questo > disse prendendo fra le mani il piccolo fiore.

< Nella cartolina? C’è solo scritto che viene da parte di Seob? > chiese Yurim

< Beh…io realtà ho solo letto Venezia e Seob…poi sono corsa qui con voi >

< Vedi se c’è qualche indizio > disse Ai

La ragazza prese in mano la cartolina ed osservò il retro, come le suggeriva Yurim, in quella cartolina c’era qualcosa.

< Ragazze – disse con incredulità – non ci credo > fece cader la mano lungo il fianco

< Che succede!!! > disse Ai

< Hannah che ti prende?! >

< Le…leggete >

Le ragazze si osservarono per un istante, poi Yurim prese la cartolina dalle mani della ragazza ed avvicinatosi ad Ai lessero cosa c’era scritto…rimasero a bocca aperta.

< Han…ma sta scherzando? > chiese Ai tra lo stupore e l’incredulità.

< No…Non…non ho idea… > rispose con lo sguardo perso nel vuoto.

< Ma sai che significa tutto questo, vero? > le chiese Yurim

< Si…si…o, almeno credo… >

< Apri il foglietto! >

Han aprì il foglietto che teneva fra le sue mani tremanti e lesse. Era un codice di cinque cifre.

< Allora... Seob ha preso casa…un appartamento solo per voi – disse Ai – Lo dice chiaramente! Vuole andare a vivere con te >

Han era sotto shock…non si sarebbe aspettata una simile proposta, non così in fretta e senza potersi consultare con lei. Prese con se sia la cartolina e sia il cofanetto recandosi nella sua stanza sotto gli occhi preoccupati delle sue compagne.

< Non capisco perché faccia così – si chiese Ai – Dovrebbe far salti di gioia…io al suo posto l’avrei fatto >
< Questo perché sei impulsiva e non ci ragioni sulle cose >

< Che vorresti dire??? >

< Pensaci! Abbiamo fatto un mese proprio la settimana scorsa dal nostro debutto, non pensi che lei sia preoccupata? >

< E per quale motivo? Che c’entra tutto questo con noi? >

< Sei troppo ottusa per arrivarci: Hannah ha paura di non riuscire a controllar tutta questa storia! Non è una comune ragazza, adesso fa parte di un gruppo, la sua vita privata sarà sulla bocca di tutti, non vuole commettere un solo sbaglio…anche per non compromettere la carriera sua e ne quella di Seob. Pensaci…se uscirebbe una notizia del genere, saremo invase di giornalisti sia qui…che in ufficio, non si parlerebbe di altro! >

< Hai ragione, non ci avevo pensato >

< Penso di sapere come si debba sentire – disse Yurim osservando le scale in direzione della sua stanza – Deve essere confusa, non sa quale sia la decisione più giusta da prendere >

Le ragazze rimasero sedute nel divano in completo silenzio pensando a tutta quella situazione, a come poter essere d’aiuto per la loro amica in quella tormentata scelta.
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Han era distesa nel letto osservando la scatola appoggiata al comodino, non sapeva che pensare: doveva essere felice o triste? Doveva accettare o rifiutare la proposta?

Mille dubbi la tormentavano facendola rimaner sveglia per tutta la notte.

Il mattino seguente le ragazze avevano un servizio fotografico per sponsorizzare una nota marca di abbigliamento, ma durante tutto il servizio Han era distratta, non faceva che pensare a quei numeri incisi nel foglietto e sbagliava tutte le pose; di questo passo avrebbe complicato il lavoro anche alle sue compagne.

All’ennesimo richiamo, Yurim prese la ragazza recandosi nel camerino.

< Han si può sapere che ti prende?? Stai così per quel pacco?? >

< Scusatemi… >

< Di certo non concludi niente chiedendo scusa a me o allo staff. – Yurim sollevò lo sguardo nel veder l’espressione sul suo volto – Han! Dimmi…pensi che sia sbagliata la vostra relazione? – a quella domanda la ragazza la guardò perplessa – Pensi che stando con lui non porterà nulla di buono? >

< Non…non potrei mai pensare questo >
< Allora cosa? >

< Penso solo…che vivere insieme è rischioso >

< Perché? >

< Come perché! Lo sai benissimo Yu >

< Ascolta. – fece un respiro profondo – Io so cosa ti passa per la testa, non dico che non debba pensarci ma neanche affannarti così tanto da non riuscire a fare un che minimo sorriso! Non pensi che se questa storia la venga a sapere Seob ti farà una bella sgridata? >

< Beh…si >

< Allora dimentica per un istante tutti i tuoi problemi, tutti i pensieri; esci e mostra il tuo smagliante sorriso scusandoti con tutti mettendoci il massimo impegno >

< Per te sarà facile, ma non è così per me >

< Credi davvero che io e Ai non abbiamo pensieri che ci tengono sveglie la notte? Credi che nessuno li fuori vorrebbe mandare tutto all’aria per occuparsi dei problemi propri? Han, tutti noi abbiamo qualcosa che vorremmo risolvere ma quando c’è da lavorare accantoniamo tutto, fingiamo di stare bene e solo quando tutto finisce riprendiamo i nostri pensieri. Se non sei in grado di fare questo, beh…mi dispiace dirtelo, ma questa vita non fa per te >

Quelle parole, per Han, furono come tante lame taglienti che le si conficcavano nel petto. Lei aveva voluto quel posto ad ogni costo, aveva lavorato sodo per arrivare li…ma adesso era come se quei duri allenamenti non fossero serviti a niente se continuava in quella maniera.

< Se ti dico questo è solo per spronarti a reagire. – continuò Yurim – Se credi che stare con Seob porta tanta complicazione per il tuo lavoro con noi, faresti bene a porre fine a tutto >

Con quelle parole, la ragazza uscì dal camerino lasciandola sola.

“ Mi dispiace dirti queste parole, Han – pensò fra se Yurim tornando nel set – ma è giusto che qualcuno ti mostri la verità ora prima di sbagliare in futuro ”

< Bene, riprendiamo gli scatti. Voglio tutte le ragazze in posa > disse il fotografo

Yurim ed Ai si diressero verso l’obiettivo della macchina fotografica illuminati dai fari, rimasero ad attendere qualche secondo per l’arrivo di Han.

< Insomma, non ho tempo da perdere qui! Ho altri lavori da fare….non posso giocare con una ragazzina di 18 anni che si diverte a fare la diva… >

< Ci scusi – disse il loro manager – provvederemo a risolvere la situazione. >

< Yu, che hai detto ad Han? > le chiese Ai all’orecchio.

< Niente di grave > le rispose

< Ma allora perché non esce dal camerino?! > domandò preoccupata

Ma Yurim non le rispose, osservava la scena con la speranza di vederla arrivare da un momento all’altro. Più i secondi passavano, più la tensione aumentava.
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“ Se credi che stare con Seob porta tanta complicazione per il tuo lavoro con noi, faresti bene a porre fine a tutto ”

Queste parole risuonavano continuamente nella testa di Han; era inerte, immobile, non riusciva a pensare ad altro se non a quelle parole.

“ Dovrei…dovrei lasciare Seob per non rovinare la carriera sia del gruppo e sia la sua?... che questa sia la decisione giusta? – iniziò a pensare ricordando i vari momenti passati insieme a lui – Ma io non voglio…non voglio rinunciare a lui…non voglio rinunciare alla mia felicità, al mio amore che ho verso lui… Ma non voglio neanche rifiutare quest’opportunità… non so che fare…non so come comportarmi… ”

< Han – disse il manager entrando nel camerino – Che fai qui! Devi immediatamente tornare sul set e finire ciò che avevi iniziato…e per favore, senza commettere errori! > la prese per un braccio

< Non voglio > disse a bassa voce

< Come?? Non ho sentito che hai detto > si avvicinò il volto

< Non voglio farlo >

< Ma che ti prende! Non è da te comportarti in questo modo, mi meraviglio di te >

< Non mi sento bene, torno in macchina >

Han stava per uscire quando il manager la bloccò.

< Tu non vai da nessuna parte! – il suo tono di voce cambiò, Han si voltò a guardarlo – Non so che cosa sia successo fra te e Yurim, ma i problemi, qualsiasi essi siano, vanno tenuti fuori dal rapporto lavorativo. Hai firmato un contratto oggi, hai garantito la tua presenza e non puoi tirarti indietro quando le difficoltà ti si presentano davanti…devi affrontarle, sei abbastanza grande ormai! Esci da quella porta con un sorriso sul tuo volto e porta a termine il lavoro…se non vuoi perdere questa grande opportunità che ti è presentata. – le passò accanto – Non sai quanto sia stata difficile sceglierti e farti accettare da tutti, perciò sta a te ora decidere se continuare o fermarti qui >

Il manager uscì da quella porta lasciandola nuovamente sola.

“ Lo so che questa è una grande opportunità, che non mi ricapiterà mai più nella vita – si piegò sulle ginocchia – ma adesso che non è più un sogno non so più che fare…non so cosa sia giusto per me…se continuare su questa strada o se rimanere semplicemente accanto a Seob - nascose il viso fra le gambe – Seob…perché quando ho bisogno di te…non sei mai qui accanto… io…non credo di essere abbastanza forte da continuare…sono una delusione… ”

< Hai deciso di ritirarti? >

Han sollevò il viso, Yurim era ritornata nella stanza.

< Che…che altro devi dirmi? >

< Non ti credevo così poco determinata…. Se è bastato dirti quella frase per ridurti così non sarai mai in grado di affrontare situazioni ancora più grandi di questa, finirai anche col perdere Seob – Han smise di piangere – Se non sei disposta a continuare a nascondere la tua relazione per colpa di tutto questo, ritirati…ma non è detto che sarai in grado di affrontare i paparazzi al di fuori della vita esterna. Non potrai mai continuare a nasconderti in eterno e fare affidamento su di lui…fattene una ragione subito. Qualsiasi sia la tua scelta, non aggrapparti ad un ragazzo che lavora nel campo della musica…ti farà solo soffrire >

Yurim abbassò il viso, aveva un’espressione triste, cupa…come se stesse ricordando un qualcosa.

< Seob non è un qualsiasi ragazzo – Yurim si voltò a guardarla – Lui è diverso >

< Diverso? Tsk! Tutti i ragazzi sono uguali, vogliono solo divertirsi…appena raggiungono il loro obiettivo, ti lasciano con una scusa banale >

< Lui non lo farebbe mai! > disse alzandosi

< Come fai ad esserne sicura! Che ne sai se li in Italia non ha già conosciuto un’altra! Che ne sai se il vostro rapporto durerà per sempre, se lui non si stancherà mai di te! >

< Io lo so per certo, sono sicura di lui….dei suoi sentimenti…del suo amore! Mi ha aspettato per tutto questo tempo, facendomi conoscere il suo vero aspetto e non quello che mostra davanti alle telecamere. Anche se sarà lontano, anche se in momenti come questi lui non è sempre presente…posso sempre contare su di lui, sempre >

< Ma allora perché ti sei tirata indietro! Perché avere paura di quel regalo >

< Perché è un qualcosa che ti cambia la vita…lui l’ha fatto per me, per noi…Se vivremo insieme, mi sentirei meno sola…potrei averlo accanto sempre. >

< Come puoi avere tutta questa fiducia! >

< Perché lo conosco… - addolcì lo sguardo – Mi ha fatto conoscere tutto di lui…ho piena fiducia in quel che fa >

Calò il silenzio fra lei due che rimasero ad osservarsi.

< Hai detto che hai piena fiducia in quel che fa…ma prima non la pensavi così >

< Chiunque avrebbe reagito in quel modo. È successo tutto così velocemente che la paura di poterlo deludere mi tormentava nella mente…ma con le tua parole ho capito che in quel modo non avrei fatto che peggiorare la situazione, che non sarei andata in nessuna parte… - si avvicinò alla compagna – Lo so che le tue parole non erano dette per fermi ma solo per reagire…e sono fiera di avere un leader come te nella nostra band. Mi dispiace avervi procurato tutto questo…non succederà più. >

Le due ragazze si osservarono per qualche istante prima di abbracciarsi l’un con l’altra.

< Mi dispiace averti detto quelle parole…ti avrò ferita >

< No…non fa niente, hai fatto bene a comportarti in quel modo…così ho potuto reagire. Se avresti usato altri metodi, a quest’ora sarei uscita abbandonando tutto >

< Saresti stata una pazza…ma io, comunque, te l’avrei impedito! Siamo una famiglia, prima che un gruppo…e tra i familiari si ci aiuta! Ricordati – disse staccandosi dall’abbraccio – un problema tuo…e un problema di tutti >

A quella frase, Han si mise a ridere…si, il modo di parlare di Yurim ricordava tanto quello di DooJoon.
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Chiarito tutto, si presentarono nel set finendo ciò che avevano iniziato; Han chiese scusa per l’enorme problema che aveva causato per la consegna in orario delle fotografia ma in compenso lavorarono tutte senza sosta fino alla fine.

Tornate stanche dal lavoro, decisero di rilassarsi con una doccia calda e per cena ordinarono cinese.

Distese nel divano, erano soddisfatte per come si era conclusa la serata.

La prima che crollò dal sonno fu Ai che rimase nel divano con un enorme sorriso sulle labbra; Yurim ed Han si spostarono nella terrazza.

Era una serata tranquilla, con poco vento ma il freddo iniziava a farsi sentire…anche perché alla televisione informavano che le temperatura stavano iniziando a scendere, ma nonostante ciò le ragazze si sedettero nelle sdraio osservando le strade della città.

< Yurim – disse Han all’improvviso – ho una domanda da farti, ma non vorrei essere troppo invasiva >

< Chiedi pure >

< Oggi…mentre parlavamo in camerino, hai detto di non aggrapparmi ad un ragazzo che lavora nel campo della musica, che portano solo sofferenze… - la ragazza la guardò – è tutto il giorno che ci penso…non è che per caso… >

< Si – disse senza farle finire il discorso – è come pensi, il ragazzo con cui stavo mi ha lasciato non appena ha firmato con una casa discografica. >

Era sceso di nuovo un silenzio fra le due; i sospetti che Han aveva erano stati appena confermati dalla sua compagna ed ora si sentiva quasi in colpa per tutto quello che era successo.

< Non preoccuparti – continuò – è successo un paio d’anni fa, quando andavo ancora al penultimo anno di liceo. Lui faceva parte di un gruppo, sapeva suonare la chitarra in modo divino…è stato ad una festa che l’ho conosciuto e da li non ho più fatto a meno di seguirlo. Abbiamo iniziato ad uscire insieme…era più grande di me di 3 anni, mentre io non avevo idea di cosa fare nel futuro, lui progettava grandi cose…fu grazie a lui che mi appassionai al canto. Fin da piccola i miei volevano farmi iscrivere in quelle scuole per migliorare il mio talento, ma ho sempre rifiutato…però con lui era diverso…cantare mentre suonava la chitarra mi faceva librare in aria, come a trasportarmi in un altro mondo…come ad isolami dal mondo intero, dai problemi…credo che la musica debba trasmettere queste sensazioni, non credi anche tu? – le rivolse un sorriso, ma Han continuava ad osservarla – Poi però… >

< Che è successo > chiese

< Finito il liceo provammo a mettere su una nostra band, mi diceva che voleva suonare solo per me…che dovevo essere solo io a cantare le sue canzoni…. Quelle parole mi riempirono di gioia, di speranza…credevo di essere il suo mondo, la sua musa ispiratrice, il suo tutto…non sai quanto ho sofferto per quei ideali da me costruiti. – tirò a se le gambe ed abbassò il volto appoggiandole alle ginocchia – Sono stata tanto ingenua e crede a tutto quello che mi diceva. >

< Che vi è capitato dopo? >

< Un giorno, andando nel luogo dove provavamo, vidi una macchina posteggiata nel vialetto e da li uscì un uomo vestito con giacca e cravatta; entrò dentro, incuriosita entrai anch’io senza farmi vedere…scoprii che era un manager di un’importante casa discografica giapponese… Gli avevano proposto di firmare con loro per cedergli tutti i testi delle sue canzoni ed in più volevano che fosse il loro chitarrista della prossima band che stavano formando… Rimasi sorpresa, era sempre stato quello che voleva, il suo sogno stava per realizzarsi. Era contenta per lui, anche se mi dispiaceva il fatto di vivere in due città diverse. Solo che da quel giorno le cose cambiarono…drasticamente. Non era più quello di prima, non mi cercava quasi più, quando cantavo con lui pretendeva il massimo da me…era diventato insopportabile, ma nonostante questo io…io l’amavo, non riuscivo a stare senza di lui…ma non era così per lui. Due settimane prima che partisse mi disse che era meglio per entrambi finir tutto li, che non credeva nei rapporti a distanza e che poteva lavorare meglio senza essere assillato da me per tutto…. Soffri molto in quel periodo, andavo a vederlo sempre di nascosto fino al giorno della sua partenza… - sollevò il viso osservando il cielo – Due anni…sono trascorsi due anni da quando non ho avuto più sue notizie. Ho cercato informazioni su di lui, ma sembra come scomparso nel nulla… magari non vuole farsi trovare da me…oppure non ho cercato bene. Ma dovunque sia adesso…spero solo che stia bene – Han osservava a l’amica con sguardo dispiaciuto, non immaginava di aver avuto un passato così burrascoso – Si sta cominciando a sentir freddo, sarà meglio entrare dentro >

Yurim era quasi arrivata davanti l’ingresso quando Han la fermò.

< Mi dispiace – la ragazza l’osservò confusa – Mi dispiace per oggi, le tue parole adesso hanno una sua spiegazione >

< Non preoccuparti – rispose con un sorriso – Va tutto bene. Ti auguro di non passare quello che ho passato io…. E poi hai ragione, Seob è diverso da tutti gli altri ragazzi…quindi – disse abbracciandola – non lasciartelo sfuggire, goditi questa felicità senza rimpianti e preoccupazioni. Noi saremo sempre qui a darti una mano, qualsiasi decisione tu prenda... > prima di scendere le diede un bacio sulla guancia.

Han era felice per il sostegno che riceveva dalle sue compagne; parlare con Yurim le era servito per mettere un po’ d’ordine in testa…ma ancora qualcosa in lei la tormentava.

Dal giorno che ricevette quella foglio, non faceva altro che pensare a come la sua vita sarebbe cambiata non appena Seob sarebbe arrivato in città. Quel cambiamento le creava ancora forti dubbi e paure…

< Han – disse da dentro Yurim – è meglio che entri, non vorrai mica prenderti qualche malanno. Ti preparo un thè caldo >

Hannah non rispose, semplicemente osservava la città, non aveva la più che minima idea di cosa dover rispondere a Seob…ciò che era scritto nella cartolina era abbastanza chiaro, ma la sua risposta era piena di controverse.

“ Cosa devo fare, Seob…ascoltare ciò che la testa mi dice…o dar retta al mio cuore? ”
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Da quando erano partiti per girare le riprese in Italia, erano passati 6 giorni…con molta stanchezza erano arrivati in Sardegna dove li attendeva l’ultima ripresa…quella finale.

Per loro fortuna, quelli erano stati giorni di sole e caldo, ottimi per girare le riprese nella spiaggia.

Dall’albergo si poteva ammirare il golfo dove già la troupe stava montando le attrezzature, ed i ragazzi li guardavano con aria molta stanca, di chi non vedeva l’ora di giungere alla conclusione.

< Mi manca il mio letto > disse Dong gettandosi sulla sdraio

< Siamo tutti stanchi – aggiunse Doo – Dobbiamo semplicemente stringere i denti fino a stasera…domani finalmente avremmo finito >

< Preferirei affrontare un fan meeting ogni giorno, piuttosto che rifare quest’esperienza > rispose Hyun

< Mi manca la mia principessa > sbuffò Seob sorseggiando una granita alla fragola.

< Ma hai avuto sue notizie?? > chiese Jun

< Nono…niente… - osservò con sguardo tenero Elena – Tu? > le chiese infine

< Ehm…No…mi dispiace… > abbassò lo sguardo

Il ragazzo, quasi rassegnato, sospirò allungo sorseggiando nuovamente la sua granita.

< Seob…Seob… - disse Dong sollevandosi dalla sdraio – vuoi vedere che…ha cambiato idea?? >

< NON DIRLO NEANCHE PER SCHERZO! > rispose alzandosi dalla sedia sbattendo il bicchiere nel tavolino.

< Daiii, stavo solo scherzando…non agitarti! >

< La mia principessa avrà un motivo giustificato per non rispondere! Sarà a causa del troppo lavoro… >

Dicendo questo, prese il suo bicchiere e si diresse verso la spiaggia privata dell’albergo dove la troupe aveva finito di sistemare l’attrezzatura.

< Ultimamente non fa che sospirare – disse Elena – Non vorrei che con quel gesto si fosse complicato la situazione >

< Perché pensi questo? > chiese Ki-Kwang

< Per mia cugina è tutto nuovo, andare nella città che tanto ha amato, vedere voi, stare con la persona che ama ed adesso anche di viver insieme…si sentirà confusa, impaurita…poi col fatto che adesso fa parte di un gruppo, le preoccupazioni sono moltiplicate >

< Non c’è niente di cui preoccuparsi – aggiunse Jun alzandosi dalla sdraio – vedrete che quando torniamo in città le cose si sistemeranno da sole. Non dobbiamo preoccuparci di niente…. >

< Esatto, pensiamo solo a finire queste riprese ed a goderci le ultime ore in questa splendida terra > disse Doo

< Domani ci lasciano mezza giornata libera se finiamo con successo oggi! Quindi – disse Hyun – scendiamo in spiaggia e mettiamocela tutta! >

I ragazzi raggiunsero YoSeob e dopo aver indossato gli abiti di scena, iniziarono le riprese: tutti erano molto stanchi, volevano finire il prima possibile e tutto in modo impeccabile.

La scena che dovevano girare non era molto impegnativa: la ragazza alla quale davano la caccia era circondata dai sei ragazzi che le andarono incontro sia dal mare con le moto d’acqua, sia dall’alto calandosi dall’elicottero e sia dalla spiaggia con il Quad.

Tutto si svolse in pochissime ore, molte riprese furono girate più volte in diverse inquadrature; Elena era in pensiero per YoSeob, aveva paura che a causa dei suoi pensieri rivolti verso sua cugina avrebbe sbagliato rallentando il programma…ed invece si mostro all’altezza dell’aspettativa, aveva un’aria molto professionale, come se quello che era successo prima non fosse mia accaduto.

< Bene, con questa abbiamo finito. Vi ringrazio per la vostra collaborazione > disse entusiasta il registra rivolgendosi ai suoi uomini.

Tutti ringraziarono con un caloroso applauso prima di dirigersi ognuno agli ultimi compiti: quello di smontare il set delle riprese.

< Non posso ancora crederci che abbiamo finito – disse Dong – mi sembra un sogno >

< Ragazzi – Elena si avvicinò a loro con un vassoio – Che ne dite di far un brindisi? >

Tutti e sei si avvicinarono alla ragazza prendendo un bicchiere e festeggiarono la fine delle riprese.

< Sono così stanco, me ne andrei dritto in stanza >

< Ma non puoi Dong, dobbiamo andare a cena – disse Elena – Il regista vuole offrire la cena a tutto lo staff >

< Non ho molta fame > disse sbuffando

< Questa è la nostra ultima sera qui, non voglio di certo passarmela in camera – disse Hyun – voglio andare per le vie del centro >

< E poi…una cena non si può mai rifiutare – aggiunse Doo – perciò andiamo > prese per il braccio il povero e stanco Dong recandosi, insieme allo staff, nella sala a loro riservata.

< Quando si tratta di mangiare, Doo è sempre il primo > disse osservandoli Hyun

< Eh? Non l’avrei mai detto che Doo fosse un tipo che mangia così tanto >

< Mia cara Elena, quante cose non sai bene di noi…credo che ti divertirai a scoprirle > disse Ki-Kwang alle sue spalle

< Ci sono cose che avete tenuto nascosto alle vostre fans? >

< Ovviamente – risposte Hyun – sono profili della nostra vita che non vogliamo rilevare. >

< Come mai? > chiese incuriosita

< Sinceramente – disse Hyun – non voglio che tutti vengono a sapere quel che faccio o quello che ho fatto in passato, mi darebbe troppo fastidio. >

< Lo stesso vale per tutti noi – aggiunse Ki-Kwang – Essere persone così famose ha i suoi lati anche negativi >

< E poi non avremmo un attimo ti pace – continuò Seob – saremmo sempre circondati dalle nostre fans…beh, non è che ci crea fastidio, anzi ci fa molto piacere perché significa che i nostri sforzi sono serviti a qualcosa…ma avere uno spazio tutto nostro dove ritagliare i nostri spazi e staccare solo per qualche attimo la spina da questo mondo deve esserci….e poi credo che anche a te darebbe fastidio se tutto quello che fa il tuo Jun lo saprebbe l’intero mondo…o sbaglio? > nel fare quella domanda il volto di Elena divenne rosso.

< Ehy – li raggiunse Doo – che fate ancora qui, presto rientriamo che fra due ore si cena…ho una fame > disse portandosi le mani sullo stomaco

< Non cambierai mai, Doo!!! > esclamarono in coro Ki-Kwang e Seob

Doo spinse dalle spalle Hyun e Seob portandoli dentro il locale seguito da Ki-Kwang che rideva nel vederli, Elena li osservava in silenzio con aria riflessiva.

“ E così ci sono molte cose che loro non riferiscono alle loro fans, ed io che credevo di sapere abbastanza… - abbassò lo sguardo – Quante cose ancora non so di Jun…e chissà se le saprò mai… ”

< Tutto bene? – Jun la raggiunse alle spalle cogliendola di sorpresa – Scusa, non volevo spaventarti, ti ho vista ferma qui tutta sola >

< Tranquillo, stavo solo pensando >

< A cosa? >

< … - le rivolse un leggero sorriso – Che alla fine questi giorni sono passati senza poter stare un po’ da soli. >

Il ragazzo rimase un po’ colpito da quell’affermazione, ma non lo diede a vedere. Anche lui avrebbe voluto trascorrere del tempo da solo con lei, ma avevano preferito evitare il sorgere di pettegolezzi…era stato già faticoso nascondere il loro arrivo in Italia, figuriamoci se loro andavano in giro come una normale coppia.

< Sarà meglio andare adesso, gli altri ci staranno aspettando >

Avanzò con uno guardo rammaricato, come se avrebbe preferito restare con lui da soli. Le passò accanto e prima ancora di rendersene conto, Jun le prese un braccio girandola e stringendola a se.

< J-Jun…ch-che fai! >

< Quello che avrei voluto sempre fare. Mi sei mancata…mi è mancato non poterti avere fra le mie braccia…io non voglio più fingere, vorrei poterti stringere, baciarti, tenerti per mano come un normale ragazzo fa con la persona che ama >

< Jun – addolcì lo sguardo ricambiando – anche a me tutto questo è mancato, come sei mancato anche tu. Ma noi…non potremmo mai essere come una normale coppia, ed io ne sono consapevole, e nonostante ciò sto qui con te. Voglio star con te…anche se sarà diverso e molto più complesso…ma sono pronta a tutto quello che mi attenderà. >

< Allora perché poco fa hai finto di sorridere? Me ne sono accorto che avevi qualcosa di strano…hai qualcos’altro per la testa, è così? >

< Te ne sei accorto – si spostò da Jun – in realtà pensavo a quello che mi ha detto Seob…che ci sono lati di voi che nessuno conosce >

< Te l’abbiamo spiegato il motivo >

< Sisi, è vero…e che, pensavo… - lo guardò dritto negli occhi – potrò mai conoscere tutto di te? >

< Davvero per questo avevi quell’aria così assente? >

< Non avrei dovuto dirtelo…scusa… >

< E perché no? Non hai niente di cui scusarti… - avvicinò il suo volto – Tu sarai l’unica che conoscerà tutto di me – si fece sempre più vicino al suo volto fino ad arrivare a sfiorare le labbra – E poi…anch’io voglio conoscere tutto di te >
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L’ultima notte era trascorsa allegramente, tutti si erano divertiti, non restavano che poche ora prima di riprendere il viaggio per tornare a casa.

Quella mattina, come aveva promesso il regista, era dedicata al completo relax e nonostante fosse fine di Ottobre, la giornata era abbastanza soleggiata per permettere un tuffo in piscina o, se preferivano, un bagno a mare.

Il tempo a loro disposizione non era molto, solo poche ore prima che il pullman li avrebbe raggiunti e portati all’aeroporto più vicino: sarebbero partita da Milano alle 11 di sera per arrivare a Seoul alle 8 di sera del giorno successivo, li attendevano altre 14 ore di volo.

Sistemati i bagagli, tutti si ritrovarono davanti la Hall dell’albergo in attesa dell’arrivo del pullman.

< Ragazzi – disse Dong – non vi sembra una scena già vissuta? >

< Eh?! > dissero in coro

< Si…come quando eravamo a Dubai quest’estate, stavamo aspettando il pullman. Come oggi, anche quella volta eravamo fermi nella Hall…anche se manca una persona… >

I ragazzi si voltarono verso Seob che se ne stava in disparte ad osservare lo schermo del suo cellulare nella speranza di leggere un qualche messaggio da parte di Hannah, ma erano trascorsi 2 giorni.

< Vedrai – Elena si avvicinò – il lavoro la tiene così occupata che quando arriva a casa crolla dal sonno. Sono sicura che non vede l’ora di poterti dare la sua risposta di presenza >

YoSeob rispose con un accenno di sorriso, dentro il suo cuore sperava tanto che quelle parole dette per incoraggiarlo fossero vere, ma aveva come una brutta sensazione…

Il pullman arrivò, tutti salirono sopra e partirono. Tra una chiacchiera e l’altra, e tra un volo e l’altro, giunsero sull’aereo che finalmente li avrebbe riportati a casa.

< Seoul dolce Seoul stiamo arrivando! >

< Dong è da quando abbiamo lasciato l’Italia che non fai che ripetere sempre la stessa frase ogni volta che cambiamo volo – disse Hyun sistemandosi nel posto a lui assegnato – Abbiamo capito che non vedi l’ora di essere nel tuo letto >

< Hyun, abituati…lo fa sempre. – aggiunse Doo – ogni volta che partiamo, lui fa sempre così >

< Sempre? > chiese Elena

< Ogni volta > sbuffo Ki-Kwang

< Non posso farci niente, per me è difficile separarmi dalla città dove sono cresciuto…anche se per un giorno, per pochi minuti, io non vedo l’ora di sentir il profumo di casa >

Tutti iniziarono a ridere finendo di sedersi nei corrispettivi posti, Elena osservava incuriosita Dong.

“ Non avrei mai pensato che Dong fosse così nostalgico e che amasse la sua città fino a questo punto. Ma lo capisco – osservò dietro il finestrino – anche a me è mancata l’aria di casa ”

Tutti erano seduti nei loro posti, le hostess iniziarono la consueta routine prima della partenza, il comandante assicurò di rispettare le norme di sicurezza e di spegnere ogni macchinario elettronico e dopo aver ricevuto la conferma dalla torre di controllo, l’aereo decollò: il lungo viaggio verso casa stava giungendo al termine.

< Informiamo i passeggeri che l’aereo è in fase di atterraggio, da questo momento in poi non è consentito alzarsi e dirigersi in bagno. >

La voce del comandante, che annunciava l’arrivo a Seoul, svegliò i sei ragazzi che, intontiti , richiusero gli occhi non appena finì di parlare.

“ Devono essere molto stanchi. Avevano criticato Dong per tutto il tempo, ma alla fine sono crollati anche loro ” rise fra se Elena.

Giunti a destinazione, presero i bagagli e dopo aver salutato la folla delle fans che li accolsero clamorosamente, si diressero nel furgoncino portandoli nel loro appartamento; Elena li salutò prima e, sia per non creare scandalo e sia perché nessuno della casa discografica era a conoscenza della loro relazione, insieme allo staff venne accompagnata alla CUBE per consegnare il lavoro portato al termine.

< Elena lavora anche oggi? > chiese Doo

< Si, hanno detto che devono solo portare il materiale li e poi iniziano il montaggio da domani >

< Non la invidio per niente – disse Dong salendo nel furgone – ma d'altronde fino ad ora, siamo stati solamente noi sei a lavorare quasi ininterrottamente in questi giorni. Adesso mi merito una bella dormita >

L’unico ad avere l’aria pensierosa era Seob: erano appena tornati, ma Hannah non aveva mandato ancora nessun messaggio…sapeva benissimo che sarebbe tornato quella sera. Qualcosa in lui iniziò a preoccuparlo seriamente.








BuonaSera!
Ragazze, scusate l'assenza ma siamo state davvero occupate. 

News: Avete letto che i B2ST faranno il nuovo Tour Mondiale? *^* Noi li andremo sicuramente a vedere ;D
E voi?
Che ne dite dei premi vinti ai MMA? Secondo me, meritavano anche il premio per la canzone dell'anno, però accontentiamoci yy
Voi che ne pensate?

Parlateci un pò di questi punti e magari diteci qualcosa di nuovo ^^

Che ve ne pare del capitolo? Siete impazienti di leggere il prossimo? Prometto di che non ci faremo più attendere molto! 
XOXO, B2UTY-Girl!

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Capitolo 49
*** Ricordi - Fine riprese e ritorno a Seoul. Solo con te. ***


Hannah si trovava distesa nel suo letto, la luce del mattino l’aveva svegliata anche se non era del tutto addormentata. La sera precedente erano ritornati i ragazzi e Seob l’aveva riempita di chiamate e messaggi, ma oltre a lui anche la cugina e Jun.

Era spaventata, non aveva ancora preso una decisione e quella mattina avrebbe sicuramente visto il ragazzo.

Si alzò, aprì le tende e, senza far rumore, entrò in cucina e iniziò a preparare un po’ di caffè, che la rendeva leggermente più nervosa, ma non riusciva a farne a meno.

Yurim e Ai si alzarono poco dopo, quando aprirono le porte delle loro stanze un profumo li attirò: il caffè fatto da Hannah si era diffuso nell’appartamento.

< Buon giorno > disse Ai entrando in cucina

< Buon giorno anche a voi – disse voltandosi verso le ragazze che si diressero nel tavolino per la colazione – Ho appena fatto il caffè, se volete >

< Grazie > rispose Ai sorridendo

Han portò le due tazze alle ragazze che l’osservarono ancora intontite dal sonno.

Finita la colazione, si dettero una mossa per arrivare in perfetto orario al lavoro, ma Hannah aveva qualcosa di strano che solo Yurim notò: di solito era sempre la prima a farsi trovare pronta davanti l’ingresso con lo sguardo rivolto verso l’orologio mettendo fretta alle compagne, questa volta fu l’ultima a scendere.

In macchina regnava il silenzio, Ai ne approfittò per mettersi le cuffie ascoltando le loro canzoni gesticolando con le mani i passi delle loro coreografie, mentre Han osservava fuori dal finestrino con aria assente.

< Va tutto bene? > chiese Yurim

< Mh?! …s-si perché? >

< Stamattina mi sei sembrata strana...hai qualcosa che non va? >

< No niente – rispose sorridendo – stavo solo pensando >

< Ah…capito – l’osservò per qualche istante – Fammi indovinare: stai ancora pensando a cosa dirai a Seob quando lo vedrai, giusto? >

< C-come sai... che non so ancora che risposta dargli?! > chiese meravigliata.

< Semplice, ti ho osservata molto in questi giorni…eri molto assente sia alle prove e sia in casa. Come fai ad essere ancora così insicura dopo quella chiacchierata?! >

< Lo so, ma in queste cose non ho avuto esperienza…e non voglio fare passi affrettati di cui poi potrò pentirmene >

< Mia cara…come ti avevo già detto, noi siamo sempre qui a darti il nostro aiuto. Anche se ti dico prenditi il tuo tempo…credo che evitarlo fino al punto di non rispondere alle sue chiamate sia troppo >

< Eh? Sai anche questo? > spalancò gli occhi

< Credimi, non mi sfugge niente >

Tra una chiacchierata e l’altra, erano giunti davanti l’ingresso dell’edificio, ed Hannah ebbe un tuffo al cuore: i ragazzi, stranamente in anticipo, erano nell’entrata e Seob era davanti al gruppo a parlare.

Che doveva fare? Che gli avrebbe detto? Non riusciva a pensare a niente, solo a fuggire da li, più fretta che poteva.

Quando i loro sguardi si incrociarono, il volto di Seob si illuminò.

< Principessa! >

Si avvicinò di corsa verso la sua direzione e in quel momento Hannah era entrata nel panico, che cosa avrebbe potuto dirle se voleva delle spiegazioni?

Tremava per la troppa tensione, ma rimase stupita quando, infine, Seob la strinse a se…in un primo momento era rimasta inerte, colta dalla sorpresa, poi ricambiò. Le mancava il suo profumo, il suo tocco delicato quando l’abbracciava.

< Ben-Bentornato… >

< Tutto bene? > Seob sembrò quasi preoccupato.

< Si… certo. – Poi rivolse lo sguardo agli altri ragazzi – Vi siete divertiti? >

< Si. L’Italia è bellissima! > rispose Doo.

< Oh, sono felice… >

< Hannah – Seob la guardò dritto negli occhi – hai un minuto? Devo dirti una cosa… >

Un vuoto al cuore. Sapeva l’argomento e preferiva evitarlo.

< S-Sono in ritardo… A dopo! >

Dette queste parole scappò via e le compagne la seguirono.

< Hannah… > il ragazzo non riuscì a fermarla, rimase fermo mentre lei entrava dentro.

Dong si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla.

< Io mi preoccuperei… >

Il suo sguardo adesso era rivolto verso il nulla, non riusciva a darsi una spiegazione al suo comportamento misterioso.

< Dai, saliamo… > disse Doo avvicinandosi a Seob.
 

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Hannah aveva appena finito di farsi la doccia. Le prove erano sempre più faticose e con lo stato d’animo attuale non le rendeva più facili.

Voleva tornare a casa, aveva bisogno di stare sola per un po’, quindi salutò le amiche prima che fossero pronte e andò.

< Hannah! – la ragazza si girò di colpo. Dietro di lei c’era Jun, con il suo solito sguardo teso. – Perché ti fai le corse? Non aspetti Seob? >

< Ecco… vedi… >

< Era preoccupato. E anche Elena. Non rispondevi mai… Che ti è preso? >

< Io… > disse con voce tremante.

< Potevi anche rispondere a qualche messaggio… Come stai? >

< … Non troppo bene, in realtà… >

< Con me puoi parlare, se ti va… >

Hannah aveva lo sguardo rivolto al pavimento, le dispiaceva quella situazione, non voleva far preoccupare nessuno…specialmente Seob.

Dopo qualche secondo di silenzio, si voltò in direzione dell’uscita; Jun stava per raggiungerla quando la vide fermarsi davanti la porta. La fissava, non capiva cosa stesse facendo, Han mise la mano in tasca e ne estrasse un foglietto.

< Non ho ancora visto la casa… - disse all’improvviso, senza voltarsi – Non ne ho avuto il coraggio… Ti va… - si voltò – di venire con me? >

< Hannah – le si avvicinò – avevo intuito che qualcosa non andava… Verrò con te. > le mise un braccio intorno alle spalle, stringendola a lui.

< Grazie… > disse con un filo di voce.


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Seob, affacciato ad una finestra al secondo piano, rifletteva su cosa fosse successo in quei giorni in cui era mancato alla sua amata principessa. Rifletteva su qualsiasi possibilità, senza scartarne una. Ad un tratto la vide uscire, voleva chiamarla ma si fermò subito: dietro di lei comparve Jun.

< Scusa, avevo lasciato le chiavi dentro. >

< Tranquillo. > gli rivolse un sorriso

I due si diressero verso l’auto del ragazzo; per tutto il tempo era rimasto ad osservarli quasi incredulo per quello che stava succedendo, era salita in macchina con lui anziché cercarlo e passare del tempo insieme.

Li seguì con lo sguardo finché non voltarono e non riuscì più a vederli. In quel momento, nella sua testa, rimbombava una sola domanda.

“…Perché mi stai evitando, Han... ”


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Il palazzo non era molto distante dall’edificio della Cube. Era molto alto, aveva un design molto elegante e si affacciava sul fiume Han.

Aveva una forma abbastanza geometrica ma i balconi avevano un andamento curvo che dava al palazzo un qualcosa che lo faceva sembrare strano ma allo stesso tempo speciale.

L’appartamento era all’ultimo piano. La mano le tremava, non riusciva a inserire il codice, infatti, Jun le prese il foglio di mano e digitò la chiave che fece aprire la porta.

Era stupendo, Hannah rimase senza parole ed osservava ogni dettaglio.

Oltre la soglia della porta si entrava direttamente nel salotto. Il pavimento era ricoperto di parquet color ocra che faceva risaltare le pareti di color panna. La prima cosa che si notava era l'enorme porta finestra che portava al balcone che girava tutto l'appartamento. Perpendicolarmente alla parete della finestra c'era un divano rosso e bianco curvo posizionato nella parete opposta al piccolo corridoio che partiva alla sinistra della porta d'ingresso. Di fronte al divano, unito e dello stesso colore della parete, c'era un enorme scaffale che ricopriva tutta la parete. Girandosi per andare a vedere il resto della casa si accorse che alla destra della porta d'ingresso c'era una rientranza dov'era posizionato un tavolo di vetro con sei sedie attorno ad esse.

Prese per il corridoio e si ritrovo di fronte alla cucina, tutta d'acciaio. Girando a destra nel corridoio trovò diverse stanze. Prima un piccolo studio, poi un bagno molto moderno sui toni del panna con mattonelle color terra di Siena, probabilmente per ospiti poiché era leggermente piccolo, e, di fronte a quest'ultimo una stanza per ospiti.

Tutte le porte erano scorrevoli e ogni stanza aveva una porta finestra che si collegava con il balcone.

Arrivata in fondo, davanti all'ultima porta, si fermò. Sapeva cosa ci doveva essere la dentro ed ebbe timore di aprire. Dietro di lei arrivò Jun che le posò le mani sulle spalle.

Hannah mise la mano nella maniglia d'acciaio ed aprì.

La stanza era molto grande. A sinistra c'era un'altra porta, che si rivelò condurre a un bagno privato e accanto un armadio della stessa grandezza dello scaffale del salotto e, anch'esso, ricopriva tutta la parete. A destra, invece, il pavimento era rialzato quanto un gradino e, sopra d'esso, c'era un letto matrimoniale e due comò.

Finito di osservare quella stanza, uscì sul balcone per vedere la visuale e, in effetti, era davvero sorprendente.

< Perché non hai preso una decisione? > chiese Jun riportandola con i piedi per terra.

< Non lo so… Sono così confusa… - rientrò dalla porta del salotto e si sedette nel divano – Non me lo aspettavo… >

< Dovresti essere felice. – si sedette accanto a lei e le prese una mano – Avresti YoSeob tutto per te. – ma la ragazza non riuscì a trattenere le lacrime – Ehi! – l’abbraccio di fretta – perché piangi adesso? >

< E’ solo che… Ho paura Jun, ho paura! - Non riusciva a smettere di singhiozzare – Stiamo insieme da poco e non vorrei che… questa convivenza rovinasse tutto… >

< Calmati, dai… - non la lasciava. – non avere paura perché non si rovinerà niente, lui ti vuole veramente bene. Non l’ho mai visto così felice come quando sta con te… >

Jun non riusciva a lasciare quell’abbraccio. Non credeva che si sarebbe affezionato tanto a lei ed invece, dopo la convivenza di una settimana in casa loro, dopo le chiacchierate varie sulla cugina e su Seob, si rese conto che era davvero una buona amica.

< Lo so ma, in mente, mi girano solo possibili avvenimenti negativi e non riesco a decidere… >

< Non devi pensare al peggio, non pensare a cosa potrebbe succedere se la vostra storia si scoprisse. Se l’ami veramente, fidati di lui…delle sue scelte, delle suae azioni, del suo amore. >

< Ma ho il timore che continuando così, con i nostri impegni…lui potrebbe… > ma le lacrime non le permisero di finir di parlare.

Jun le mise una mano dietro la nuca accarezzandola dolcemente, in quella situazione, così nuova, non sapeva cosa dirle per riuscir a farla calmare…in quel momento le venne in mente Elena, forse sua cugina avrebbe avuto le parole giuste e fatta calmare.

< Han…forse è meglio se chiamo Elena.. >

< No! Non voglio farla preoccupare >

< Anche lei è in pensiero per te, alla fine ti conosce meglio di me…saprebbe consigliarti su cosa è giusto fare. Che altro potrei fare io per te… >

< Il fatto che tu mi abbia ascoltato…e questo tuo abbraccio…sono già sufficienti >

< Ne sei proprio sicura? >

Han si strinse di più nel suo abbraccio, stringendo i bordi della sua maglietta nei pugni cercando di trattenere le ultime lacrime; in quel momento fece un lungo respiro cercando di calmarsi ed ebbe un sobbalzo e si staccò dalle sue braccia.

< Che ti prende?! > chiese preoccupato per la reazione.

< Questo…questo profumo… lo senti anche tu? >

< Profumo?? Non capi… Aaaah, ti riferisci a questo? > si avvicinò facendole odorare il collo.

< Si…è quello...quello di Seobi >

< Questa mattina ero di fretta ed ho preso il primo che ho trovato...non credevo fosse il suo >

< Saprei riconoscerlo fra tutti... >

La ragazza si mise a osservare la casa, immaginandosi mentre si muoveva dentro quelle pareti riempita del profumo che usava sempre Seob e che lei adorava. Iniziò a immaginarsi con lui mentre parlavano e ridevano, distesi nel divano, tranquilli, senza il timore di doversi nascondere, senza alcuna preoccupazione, senza doversi più separare perché…perché quella era la loro casa, la casa dove potevano essere loro stessi, insieme.

< Che hai ora? >

< Stavo immaginando... >

< Hannah, non penso che possa succedere qualcosa se venite ad abitare insieme. Sai, prima di mandarti il pacchetto, ha chiesto consiglio a me ed Elena perché aveva lo stesso identico dubbio... - lo guardò stupito – Aveva paura di perderti; che per un niente, anche di un minimo litigio, tu l’avresti lasciato...paura che ti potesse succedere qualcosa a causa della vostra relazione, paura di feriti in qualche modo. Allora per incoraggiarlo gli abbiamo detto che se avrebbe continuato ad avere dubbi, prima o poi sarebbe successo per forza qualcosa. Invece, se andava sicuro sarebbe andato tutto bene. >

Hannah lo fissava, quelle parole l'avevano colpita. Aveva ragione, doveva essere sicura perché l'insicurezza sarebbe stata peggio. Non doveva più esitare.

< Avete ragione... Devo essere sicura perché l'insicurezza potrebbe diventare la mia rovina della mia storia con Seob… Ho deciso! Verrò a vivere con Seobi! Grazie mille Jun...grazie per essermi stato vicino >

< Non devi ringraziarmi, ho solo ricambiato il favore… e poi, avevi solo bisogno di essere spronata! >

Hannah si buttò nuovamente tra le braccia del ragazzo che ricambio senza esitare.

< Ehi…Ti va un gelato? >

< Veramente vorrei andare a parlare subito con Seobi. >

< Allora un caffè? Vieni da noi così gli parli. >

< Va bene! >

Hannah si lasciò alle spalle la porta di quell'appartamento e scese, risalì in macchina e si diresse a casa dei ragazzi. Durante il viaggio, visto che la ragazza era tornata allegra, parlò molto con l'amico che le raccontò tutto sul viaggio della settimana precedente in Italia.

Raggiunto il dormitorio, si accorsero che i B2ST non erano ancora tornati quindi si misero in cucina; mentre il ragazzo preparava il caffè, Hannah pensava alle parole da dir a Seob.

< Sono nervosa... >

< Han, rilassati…cosa abbiamo detto nella casa? Devi solo pensare positivo. Non ti fidi delle mie parole? >

< Di te si... ma ho qualche dubbio su me stessa >

Il ragazzo si mise a ridere.

< Sei uguale a tua cugina! >

< Davvero? >

< Si, me ne vado rendendo sempre più conto >

Hannah si alzò e si mise dietro al ragazzo che non se ne accorse e, per sbaglio, sbatte su di lei, versandole il caffè sui vestiti.

< Hannah! Scusami, non volevo! >

< Oh, non preoccuparti! Non è successo niente! >

< Prendi una maglietta di Seob e cambiati, ti metto i vestiti a lavare altrimenti rimarranno macchiati. >

< Ma non ce ne è bisogno! Posso lavarli appena arrivo a casa! >

< Non fare storie, cambiati. Lo sanno tutti che le macchie sono difficili da togliersi >

Con quelle parole spinse la ragazza nella camera di YoSeob. La ragazza si tolse sia la maglietta sia i jeans, prese una maglietta e un pantalone dall’armadio portando così i suoi indumenti a lavare.
 

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I B2ST erano appena scesi dall'auto che li accompagnò al dormitorio e salirono.

Il volto di Seob era ancora triste; il ragazzo aveva raccontato ciò che aveva visto fuori dalla finestra quel pomeriggio, sapeva che l’atteggiamento di Jun non aveva altre finalità e quello che lo rendeva preoccupato era ben altro, ma tutta quella situazione fece allarmare i ragazzi, non volevano che si formassero altri scompigli…non dopo che erano usciti tra quelli di Kiki e Jun.

Quando entrarono, videro Jun seduto nel divano.

< Ci avete messo tanto ad arrivare. >

< Abbiamo perso tempo alla fine, per un imprevisto > spiego il leader Doo.

< Davvero, era inaspettato e... > Hyun stava continuando a parlare ma Seob lo interruppe.

< Posso parlarti? > chiese il ragazzo entrando nel salone

< Uhm? Certo, che c'è? >

I ragazzi rimasero fermi a fissarono a lungo Seob finché non continuò a parlare.

< Che... facevi oggi con Hannah? >

Conclusa la frase, vide la porta che separava la cucina ed il corridoio aprirsi ed uscire Hannah con indosso una maglietta ed un pantalone di Seob. La ragazza non si era accorta della presenza dei ragazzi e saltò in aria quando li vide.

Erano rimasti stupiti quando osservarono ciò che indossava…Seob osservò Jun con aria perplessa chiedendosi cosa stesse succedendo prima del loro arrivo.

Si era creata una situazione di forte tensione, quello che i ragazzi non volevano era un ulteriore lite all’interno.

< Hannah – disse ad un tratto Seob – Possiamo parlare... da soli? >

Jun si alzò dirigendosi nella sua stanza, gli altri ragazzi lo seguirono fino al corridoio…ma per la troppa curiosità rimasero ad origliare dietro la porta socchiusa.

< Cosa devi dirmi? > domandò Han non appena furono soli

< Ho molte domande da porti… ma per ora quella che mi tormente è una sola… perché mi eviti? >

Han rimase in silenzio facendo aumentare la preoccupazione del ragazzo.

< Han…che cosa è successo in questi giorni… - cercò di avvicinarsi, ma la ragazza indietreggiò. Quel suo gesto lo scombussolò – Non capisco, hai… hai per caso cambiato idea? >

L’osservò cercando di trapelare qualche indizio per rispondere alla sua domanda, ma niente. Quasi rassegnato, sospirò…quel silenzio stava solo a significare che Han non provava i suoi stessi sentimenti.

< Ho capito – disse osservandola – questo tuo silenzio…questo tuo comportamento…dovevo rendermene conto da solo e da un paio di giorni. Prima di partire hai cercato di dirlo con parole tue ma non volevo rendermene conto…però adesso è così evidente – la ragazza l’osservava quasi con le lacrime agli occhi – Mi dispiace – a quelle parole, le lacrime cominciarono a scender una dopo l’altra – Non devi piangere, è stata solo mia la colpa…ti ho coinvolto in qualcosa più grande di te…scusami >

Seob la guardò per l’ultima volta prima di passarle accanto.

< Non andare >

Hannah riuscì a pronunciare solo quelle parole, fermandolo tenendogli la mano. Erano l’uno accanto all’altro, il ragazzo osservò la sua mano che la stringeva forte.

< Han… >

< Ti prego – disse raccogliendo il coraggio dentro di se – non andare. Non è come pensi…non è come credi…scusarmi per non aver risposto né ai tuoi messaggi né alle tue chiamate in questi giorni... Mi dispiace – il ragazzo spostò lo sguardo su di lei – mi dispiace per questo comportamento…ma ho avuto paura…è successo così in fretta: la tua conoscenza, il tuo corteggiarmi, il mio amore per te…tutto questo mi sembrava così perfetto da dirmi “non può succedere a me…a me che sono una comune ragazza, che avrò di così speciale…” mi sono chiesta fin troppe volte questa domanda e l’unica risposta che sono riuscita a dirmi è stata “niente, io non ho niente di speciale” ed è stato per questo che ad uno ad uno mi sono assaliti mille dubbi…ho dubitato di me…di noi…però tu mi sei sempre stato accanto dimostrando quanto tenevi a me, a quanto ci tenessi…hai persino preso un appartamento. – rimase per un attimo in silenzio – il motivo per cui mi sono comportata così è solo perché ho avuto paura…paura di tutto questo che mi sta succedendo. Io non voglio perderti, per nessun motivo…Seob, io… > non ebbe modo di parlare, il ragazzo la strinse a se

< Ero così preoccupato. >

< Lo so e mi rendo conto di aver sbagliato... >

< Credevo di averti persa. Hannah tu – la guardò negli occhi – per me sei speciale. >

< Seob... - si strinse forte a lui – ti voglio bene... >

< Ti voglio bene anch’io – ricambiò l’abbraccio – non combinarmi un’altra sceneggiata simile….intesi? >

< …Si… > dopo essersi divisi dall’abbraccio, si sedettero nel divano

< Mi spieghi una cosa? – domandò osservandola – Per primo…perché indossi i miei vestiti? >
< Ecco…è perché...sono andata a sbattere contro Jun mentre stava versando il caffè… > rispose timidamente.

< Mh? Perché sei andata a sbattere contro lui? >

< Beh… per ringraziarlo >

< Di cosa? > chiese dubbioso

< Per avermi aiutato oggi >

< C’entra il fatto di avervi visti uscire insieme dalla casa discografica? >

< Allora ci hai visti? >
< Si…e mi sono assaliti mille pensieri…alcuni anche tremendi di voi due…che…che… > non finì il discorso

< Ma che pensi! – disse sconvolta – Sono stata con lui perché non avevo il coraggio di andare a vedere l’appartamento! >
< Eh? Cosa?! Perché l’hai chiesto proprio a lui? >

< Perchè avevo bisogno di confidarmi con qualcuno che fosse fuori, o almeno in parte, da questa storia... >

< Ah...non è che per caso… >

< Seob! – lo guardò con sguardo fulminante – che ti salta in testa. Avevo paura... Ho solo 18 anni e non ho mai convissuto insieme a qualcuno che non fosse un parente... è una situazione del tutto nuova e non sapevo come affrontarla! Poi Jun mi ha raccontato un po' del viaggio e mi ha fatto capire... >

< Questo vorrebbe dire che…hai deciso di accettare la convivenza? Di stare insieme anche in quella casa? >


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Da dietro la porta Hyun, Doo, Dong e Kiki origliavano la conversazione senza farsi notare. Volevano capirci qualcosa di tutta quella storia, e se nessuna raccontava niente…A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI!

Il fatto che Jun non fosse coinvolto in tutto quello li rassicurò, per il momento era ritornato il sereno. Adesso, però, erano curiosi di sapere come sarebbe finita la storia di Han e Seob.

< Secondo me gli dice di no. >

< Dong sei sempre negativo! > rispose Kiki

< SSSH! Fate silenzio, altrimenti non sentiamo cosa risponde Han > disse Hyun

< Ragazzi, quando Seob se ne andrà di qui…faremo della sua stanza una sala giochi > propose Doo

< SE – fece notare Dong – andrà via >

< Si si vedrai, tra meno di una settimana quella stanza sarà nostra > continuò Doo

< Ragazzi, un po’ di silenziò non sento niente > disse Hyun appoggiato con l’orecchio sulla porta

< Che state combinando voi quattro >

Alle loro spalle, Jun era giunto cogliendoli di sorpresa. I ragazzi rimasero fermi ad osservarlo senza aprire bocca. Con tutta risposta, il ragazzo ordinò loro di allontanarsi in fretta da quella porta prima che Seob si sarebbe accorto della loro presenza.

< Dai Jun, non sei curioso? > chiese KiKwang

< Per niente >
< Vogliamo far solo il tifo per Seob > disse Doo

< Potete farlo rimanendo chiusi nelle vostre stanze >

< Solo un attimo solo – disse Dong – Quel piccoletto mi ha già fatto perdere una scommessa…non può andarsene così lasciandomi solo a badare ai capricci di Hyun >

< Ragazzi – disse Hyun – ci siamo… >

Tutti rimasero in silenzio avvicinandosi il più possibile alla porta, facendo il meno rumore possibile, ad esclusione di Jun rimasto ad osservarli con aria seccata.

 

 

Hannah era diventata tutta rossa, Seob attendeva con ansia la risposta alla domanda.

< Hannah… >

< Vuol dire... – disse interrompendolo – che… che mi piacerebbe molto venire ad abitare con te... >

La ragazza arrossì e nel volto del ragazzo comparve un enorme sorriso.

< Davvero? >

< Si... - la ragazza le ricambiò il sorriso e si avvicinò a lui per baciarlo – scusa se ti ho fatto attendere a lungo per la risposta. >

< Principessa, va benissimo così. > le prese il viso fra le mani.

Proprio nel momento in cui i due stavano per baciarsi, sentirono un cigolio dietro la porta. Lentamente si voltarono ad osservare quando ad un tratto la porta si aprì rivelando i cinque ragazzi nascosti.

Hannah era completamente imbarazzata mentre Seob era rimasto stupito.

< SEOB – disse Dong dirigendosi verso i due ragazzi – NON PUOI FARMI QUESTO! NON PUOI ANDARTENE COSÌ! >

< Oh, Seob! Sono così contento per te – disse Doo – Adesso potrò finalmente costruir una stanza per i divertimento >

< Tu che??? > disse Seob spalancando la bocca

< Ne ero certo – Ki-Kwang si avvicinò ad Hannah – l’avevo detto a tutti che avresti accettato >

< I-Io…non…non capisco > balbettò per l’imbarazzo Hannah

< Ragazzi un po’ di contegno – disse sedendosi Hyun – hanno preso una decisione molto importante, bisogna lasciarli festeggiare >

< Esatto! – fece notare Doo – Qui bisogna festeggiare! >

< No, no e poi no! – disse Dong – io a questa scelta mi oppongo >

< Perché mai? > chiese Doo

< Perché lo fa per farmela pagare a causa della scommessa fatta con Hyun >

< Dong rassegnati – disse Hyun – per certe cose non hai olfatto. Bene, lascerò fare tutto a te >

< Fare cosa? > chiese

< I preparativi! Su avanti…comincia a preparare >

< GIÀ MAI!!! >

Seob ed Hannah erano sconvolti, si osservarono preoccupati e perplessi per la sceneggiata a cui stavano assistendo.

< Mi dispiace – alle loro spalle li raggiunse Jun – ho cercato di evitare il verificarsi di questo, ma…come vedi non è servito a niente. Li conosci come sono >

< Tranquillo – rispose Seob – avremmo preferito dirvelo in un altro modo, ma fa niente >

Alla fine, Dong fu costretto, per ordine di Hyun, ad organizzare una mega festa per la liete notizia di Seob…

Le uniche a rimanere all’oscuro erano le compagne di Hannah ed Elena.


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“ Chissà dove si è cacciata Han ”

Elena vagava nei locali della CUBE alla ricerca della cugina, da quando era partita non l’aveva più sentita e dal suo ritorno aveva provato a chiamarla ma non rispondeva al cellulare. Era in pensiero per ciò che Seob le aveva regalato, aveva dato una mano al ragazzo per spedirlo ma non immaginava come avrebbe potuto reagire sua cugina.

Ad uno ad uno, esplorava i locali ma senza trovarla; osservato l’ora sul display del cellulare pensò che forse era rientrata nell’appartamento con le altre ragazze e si avviò verso l’uscita dove, con grande sorpresa, vide le sue compagne.

< Ai…Yurim – disse correndole incontro – aspettate ragazze, ho una cosa da chiedervi >

Le due ragazze si voltarono.

< Ciao Ely – rispose Ai – cosa devi chiederci? >

< Avete visto Hannah?? Come mai non è con voi? >

< Hannah è uscita di corsa questo pomeriggio subito dopo gli allenamenti – disse Ai – è strano, non l’ha mai fatto. Mi domando cosa le sia successo >

< Sai dove si sia diretta? >

< No, mi dispiace…non ha detto niente >

< Tu, Yurim, sai qualcosa? >

< Beh…ecco…non so niente, ma da un paio di giorni è sempre fra le nuvole >

< Come??? Perché?? >

< Per via del regalo ricevuto da Seob, non fa che distrarsi…sono preoccupata per lei >

In quel momento, il cellulare di Elena cominciò a suonare. La ragazza tirò fuori dalla tasca della giacca e legge sul display il nome di Jun.

< Pronto >

< Ely…dove sei? >

< Mi trovo all’uscita della CUBE, sono con le compagne di Hannah…è successo qualcosa? >

< Ci sono anche Yurim ed Ai? Allora venite tutti qui da noi…c’è qualcosa che dovete sapere >

< Dobbiamo venire li? – era preoccupata, non ebbe risposta alla sua domanda, Jun chiuse la chiamata – Ragazze, dobbiamo andare tutte e tre nell’appartamento dei B2ST >

< Come mai? > chiese Ai

< È successo qualcosa? >

< Non saprei. Sbrighiamo ad andarci >

Le ragazze si affrettarono a salire sopra il furgone e si recarono più in fretta che poterono verso l’appartamento. Appena giunsero sotto il loro portone d’ingresso, con passo affrettato, salirono le scale ritrovandosi davanti la porta…i loro cuori battevano così forte per il timore che fosse successo qualcosa di grave ad Han.

Quando la porta si aprì, trovarono Jun che lo fece entrare.

< Dov’è Hannah? > chiese Elena mentre seguiva Jun

Il ragazzo non rispose, le loro preoccupazioni crebbero immaginando le peggiori sciagure; non appena entrarono nel salone videro tutti i ragazzi seduti nei divani con aria seria che le osservarono, quando videro che tra loro, vicino Seob, era seduta Hannah fecero un lungo sospiro di sollievo…vederla li, sana e salva senza un graffio tanto bastò per riprendersi.

< HANNAH! –disse Yurim avvicinandosi – ci hai fatto prendere un colpo >

< Ti abbiamo vista uscire questo pomeriggio, poi tua cugina è venuta a cercarti…eravamo tanto preoccupate. Non fare più una cosa del genere >

< Ragazze, mi dispiace…e che – abbassò il volto – Oggi ho preso una decisione >

Le ragazze rimasero in silenzio ad osservare in attesa che Hannah continuasse, mentre Elena si era avvicinata a Jun.

< Han – disse Yurim – se stai in silenzio non fai che farci stare in ansia…è una brutta notizia? > posò le mani sopra le sue.

< Nono…anzi >

< Allora dicci > continuò Ai

< Vi ricordate il regalo che ho ricevuto una settimana fa? – le ragazze annuirono – Beh…oggi ho preso una decisione…ma non vorrei che questo potrebbe complicare i nostri rapporti >

< Hannah, dicci…non girar intorno al discorso > replicò Ai

< Da venerdì…da questo venerdì andrò a star con Seob, nell’appartamento che ha preso per noi due >

Calò un timido silenzio, le tre ragazze si osservarono: Hannah aveva paura che con quella decisione presa con tanto coraggio potesse segnare una qualche complicazione per il formarsi del gruppo, mentre Ai e Yurim era rimaste spiazzate per quella decisione.

Sapevano quanto avesse sofferto, quante notti in bianco aveva affrontato, ed ora sapere la risposta a quel regalo le riempiva di gioia; senza dir una sola parola, si gettarono sopra la loro amica iniziando a riempirla di baci…Hannah era sconvolta per la loro reazione.

< Ragazze – disse mentre cercò di calmarle – aspettate un momento…questo significa che… >

< Significa che siamo felici per te, Han > le rispose Ai

< Era ora che ti decidessi…non sai quanto ci hai rese felici per questa notizia! – disse Yurim sorridendo – Pensavo che eri troppo fifona per affrontare tutta questa situazione, invece ti sei dimostrata forte…hai preso la decisione giusta. E poi - le fece l’occhiolino – non devi preoccuparti per noi. La tua relazione non complicherà il nostro gruppo, perché pensare questo? >

< Perché siamo un gruppo formato da poco – le rispose timidamente – non volevo che pensaste che con voi non mi trovo bene >

< Hannah, non pensarlo più….intesi? > disse Ai

< Esatto! Noi siamo state sempre favorevoli alla tua storia. Anzi se ti ricordi al Galà ti avevamo detto che non ci piaceva che nascondevi le cose… - la riprese Yurim – Quindi d’ora in poi racconta ogni singola cosa. >

Hannah era felice che questa sua scelta di vivere con Seob, non avrebbe dato fastidio alle ragazze.

Quella sera, Dong aveva ordinato grandi porzioni di piatti sia cinesi che giapponesi: non era molto contento del fatto che uno dei membri si allontanasse dal gruppo, stavano insieme in quell’appartamento da quasi due anni…li sentiva così uniti che era come se una parte del suo corpo si fosse staccato, quello era un segnale…un segno che le cose stavano per cambiare.


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Dal giorno in cui Seob aveva preso le sue cose e traslocate nella nuova casa, erano passati tre giorni ma li dentro regnava ancora il caos: Hannah, per via delle prove ed vari registrazioni nei programmi, non aveva avuto il tempo necessario per sistemare le sue cose mentre Seob aveva avuto l’obbligo di non toccare per nessuna ragione le sue scatole personali; ogni volta che rientrava prima a casa e non la trovava, rimaneva ad osservarle incuriosito del loro contenuto…in varie circostante aveva tentato di sbirciare, ma si faceva sempre prendere in flagrante, rinunciando così alla scoperta del contenuto.

Essendo molto impegnata, quelle prime sere dormire insieme non le sembrò molto imbarazzante perché tornava a casa distrutta per i vari esercizi gettandosi nel letto, dopo aver fatto una doccia calda. Coccolata da Seob, infine, chiudeva gli occhi in un dolce riposo.

Questa era la sua nuova vita, la vita che aveva scelto di viverla con Seob.

Da quella cena, ritrovarsi tutti riuniti per pranzo era stato difficile, ma finalmente avevano trovato l’occasione giusta…anche se per poche ore, giusto il tempo di scambiare bravi chiacchierate.

Seduti vicini, Seob ed Hannah si sentirono gli occhi puntati su di loro: i ragazzi guardarono con sorriso malizioso il volto di Seob, le ragazze scrutavano il viso di Hannah per cogliere anche un minimo segnale.

< Ehm…scusate – disse Seob imbarazzato – posso chiedervi perché ci state tutti fissando? >

< Beh è facile – rispose Doo – non ci dite niente, quindi facciamo da soli >

< Fate da soli cosa? > chiese con sorriso

< Scoprire cosa sia successo in questi tre giorni > disse Dong

< Potete essere più specifici?! Non vi seguo >

< Insomma, è successo o no?! > chiese Hyun

Quella domanda fece arrossire i volti dei due poveri ragazzi.

< Hannah, insomma – disse Ai – che ti avevamo detto??? Devi dirci tutto…e quando dico tutto…intendo dire anche quello! >

< Hai passato tre notti sola con lui… - disse Yurim – siete completamente soli in quella casa…e ci tieni ancora sulle spine??? >

< Ragazze – disse Elena – io questa cavolata che dite voi sul cambiamento del viso non la noto >

< Che…che…che cambiamento? > chiese Hannah portandosi le mani sul viso toccandolo in ogni parte.

< Dicono che con la prima volta il viso cambia espressione – rispose Elena – Sarà, ma io non ci credo poi tanto >

< Per-Perché? >

< Come??? – dissero in coro Ai e Yurim – Allora è successo?? >

< Ma…ma che domande sono!!! > urlò imbarazzata

< Eh?? > dissero tutti

< Seob…questo significa… > chiese Doo

< Si…esatto – inclinò leggermente la testa in avanti sospirando – non abbiamo fatto altro che sistemare e risposarci…ma la casa è ancora sotto sopra >

< Come mai? > chiese Elena

< Beh, le mie cose per la maggior parte sono già posate…ma vedi – disse osservando Hannah – la tua carissima cugina ha delle scatole che contengono materiale altamente personale che mi ha vietato di toccarle >

A quella risposta di Seob, tutti scoppiarono a ridere: avevano avuto tutti dei flash su come avevano passato le prime notti, fantasticato certe situazioni…ed invece, niente di tutto quello era successo…

< Hannah – chiese Elena ripresa dal ridere – Che hai in quei scatoloni che non può toccare >

< Cose mie – disse sbuffando – non voglio che le osservi >

< Mmm…e se ci pensassi io? >

< Tu? > le chiese

< Si, per adesso ho molto tempo libero…ed invece di passarlo a casa alle volte senza far niente, potrei sistemarti la casa mentre tu sei qui >

< Lo faresti davvero? > chiesero Seob ed Hannah

< Certo! Se vuoi posso aiutarti oggi >

< Si, se non chiedo troppo > rispose con occhi pieni di gratitudine.

Hannah prese un foglio di carta dalla sua borsa e scrisse una serie di numeri, era la combinazione per entrare nell’appartamento, dopo di che la passò alla cugina.

< Elena – disse Jun – non ti dimentichi una cosa? >

< Ehm, cosa? >

< Hai problemi di memoria seri tu! – sbuffo – Oggi avevamo deciso di uscire, visto che tra i vari impegni di lavoro non ci siamo visti… > disse quasi arrossendo un po’ a causa dei fischietti di Dong e Doo

< Ah, è vero – si portò l’indice sulla fronte – ti ho anche accompagnato a tingerti i capelli… quel biondo ti dona molto >

< AH! Ora dici che mi dona…ma fino a due giorni fa mi prendevi in giro dicendomi che con il nero e i capelli più lunghi stavo meglio >

< Il nero ha il suo fascino… - disse sorridendo – Comunque voglio davvero aiutarla, ha fatto molto per noi…e poi, prima si sistema…prima potranno godersi il loro appartamento. Dopo tutto sono entrambi impegnati…come fanno da soli >

< Elena…. – osservò il suo volto felice quasi a supplicare di non insistere – Ahhh, è va bene – rispose con aria seccata – Vorrà dire che ti aiuterò >

< Come?? > disse Elena

< Verrò con te, anche perché non conosci la strada…o sbaglio? >

< Beh in effetti…hai ragione! – ripensando un po’ – Ma perché, tu conosci la strada?? Come mai?? >

< Lunga storia > rispose Jun

< Racconta, racconta > chiese curiosa, ma il ragazzo non pronunciò nessuna parola.

< Bene – disse Doo osservando il suo orologio – Ragazzi è meglio rientrare, l’ora pranzo sta terminando. >

< Come – chiese Elena – avete del lavoro oggi? Perché lui non lavora? > disse indicando con il dito Jun

< Ehi tu! – disse Jun – Che vuoi dire con “ perché lui non lavora”! >

< Perché fai parte del gruppo, no? Quindi perché oggi loro stanno lavorando? > chiese un po’ confusa.

< E con questo?? Ognuno di noi riceve diverse offerte…alle volte richiedono nei programmi solo tre di noi, oppure fanno interviste singole…e poi fino ad ora sono stato impegnato con altre case discografiche… >

< Quindi significa che tu – iniziò a ridere – sei stato scartato >

< CHE?????? TU RAZZA DI…. AAAH, basta – si alzò – me ne vado. Non voglio essere insultato da una come te! > disse dirigendosi fuori il locale

< No, no…dai aspetta, stavo solo scherzando! – disse alzandosi continuando a ridere – Come sei permaloso > le andò incontro.

< Ma quei due – chiese Yurim assistendo alla scena – fanno sempre così? >

< Si – rispose Hannah – Alle volte anche peggio >

< E non puoi capire il retroscena della loro storia – continuò Seob – ci servirebbe un libro per raccontarlo >


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Arrivati davanti al palazzo, entrarono dentro dirigendosi al piano dell’appartamento.

L’ingresso era così ben definito in ogni suo dettaglio, la scala centrale era bel illuminata da un’ampissima finestra alta quanto il palazzo, naturalmente con delle decorazioni tra un piano e l’altro. Presero l’ascensore premendo il tasto 10…

Jun ricordava perfettamente come si sentiva Elena nel stare su piani alti, gli prese la mano stringendola alla sua; il volto della ragazza era sorpreso e, dopo aver visto la sua mano stretta a quella del ragazzo, rivolse la sua attenzione a Jun.

< Come mai questo gesto così improvviso? >

< Soffri di vertigini, no? Ti starò accanto in ogni circostanza >

< Sei molto gentile – rispose sorridendo – Ma adesso va meglio, essendo che anche il mio appartamento sta al decimo. Diciamo che ho fatto un po’ l’abitudine >

Arrivati, Elena prese il foglietto con il codice e digitò la combinazione, pochi istanti dopo la porta emise un bip…

Quando l’aprì, rimase esterrefatta…anche se la casa non era del tutto sistemata, era un gioiellino. Ne fu colpita per ogni suo dettaglio.

Ripresa dallo stupore, osservò gli scatoloni riservi in un angolo della stanza, si avvicinò per accertarsi del contenuto: al suo interno vi erano foto sue e della cugina nella fase adolescenziale ed alcune anche di loro in fasce…alcune erano imbarazzanti da mostrare in quanto erano state scattate all’improvviso e con espressioni orribili, oppure in atteggiamenti di bambine che a quei tempi si faceva senza una giusta motivazione. Altre foto erano state scattate mentre frequentava il liceo e mostrava tutto il suo cambiamento, se si accostava una sua foto delle medie con quelle delle superiori, si poteva dire che erano due persone completamente diverse. In quelle foto delle superiori c’erano molte fatte con le sue amiche e diverse con il suo primo ragazzo…forse non voleva che Seob lo venisse a scoprire, in quel momento Elena pensò sola a quella spiegazione.

Prese i diversi album fotografici, si diresse verso la stanza da letto…aprendo la porta si accorse che altri scatoli erano disposti vicino l’armadio. Perplessa, posò ciò che teneva su letto ed aprì i restanti scatoloni: erano i suoi abiti e biancheria intima.

Nel vedere ciò, emise una piccola risata: come poteva imbarazzarsi nel far mostrare il contenuto della scatola quando ormai l’avrebbe vista ogni giorno?

Però, anche se rideva, capiva come si sentiva…era sempre un po’ imbarazzante. Decise di iniziare dalla stanza, prese la prima scatola ed iniziò a sistemare.

Jun era rimasto in disparte ad osservarla, quasi sembrava stesse sistemando la propria casa…nella sua testa iniziò a formarsi un susseguirsi di immagini di loro due in una propria casa, quell’idea lo rese molto felice. Si recò nel divano dove aveva posato il suo cellulare, lo prese e dopo essersi seduto, iniziò a girare su alcuni siti.

Per l’intero pomeriggio, Elena non aveva fatto altro che sistemare quei scatoloni lasciando il povero Jun seduto nel divano. Terminata di pulire anche la casa, si accorse dell’ora e decide di far trovar pronto qualcosa da mangiare.

< Jun…ti va di aiutarmi con la cena? – disse entrando nel salone – Jun? >

Il ragazzo si era addormentato, nel vederlo si sentì in colpa per averlo lasciato tutto il tempo da solo senza far niente…però quella scena la divertiva. Decise di lasciarlo riposare dirigendosi davanti ai fornelli.

Con occhi ancora chiusi, Jun avvertiva la presenza di qualcuno che di fronte a se lo fissava per poi sedersi accanto, certo che si trattasse di Elena, fingendo ancora i dormire, si distese lungo il divano appoggiando la testa sulla sue gambe.

All’iniziò non fece caso, ma avvertì qualcosa di strano, di diverso in quelle gambe…cercò di sistemarsi trovando una giusta posizione per non avvertire quel fastidio ma lentamente aprì gli occhi, ciò di diverso che avvertiva non era causato di qualcosa di strano fra le gambe di Elena…perché quelle non erano le sue.

< Ben svegliato, mio caro. Hai riposato bene? >

Aprì del tutto gli occhi, osservò il volto sorridente e rimase sorpreso.

< Seob…Jun si è svegliato?? Tra poco è tutto pronto > chiese Hannah sistemando la tavola.

< Si è appena svegliato…ma qualcosa ha turbato il suo risveglio > disse ridendo

Quella brutta sensazione voleva dimenticarla, doveva riprendersi.

< Tutti al proprio posto – disse Elena entrando con in mano dei vassoi – Jun, alla buon ora! Quella che dovrebbe riposare sarei io…visto che sei rimasto li a poltrire tutto il giorno >

Anche se voleva tanto ribattere alla sua provocazione, lasciò perdere…si alzò e si posizionò nel suo posto sotto lo stupore della ragazza.

Terminata la cena e di aver pulito i piatti, si ritrovarono seduti nel divano a chiacchierare ritornando alla volta in cui si erano conosciuti. Elena non aveva mai saputo tutto il retroscena nei giorni a Dubai, ed era rimasta a bocca aperta nel costatare come si era evoluta la storia di sua cugina con Seob…e poi di altri fatti che coinvolgevano Jun.

Era stata una piacevole serata che si concluse con la scelta di un film. La maggioranza optò per la visione di un film horror, non che questa scelta fu contrariata da Elena…ma la terrorizzava l’idea di dover vedere un film basato su fantasmi…purtroppo per lei, credeva in quelle cose e il pensiero di dover tornare a casa e dormire sola, la terrorizzava parecchio.

Scelto il film, spensero tutte le luci per aumentare la tensione, Elena, all’inizio del film, sembrava abbastanza rilassata…rideva e scherzava, ma quando era giunta sul metà del film…iniziò a stringer la felpa di Jun, una stretta che diventava sempre più forte; nelle scene dove avvertiva che sarebbe successo qualcosa, avvicinava il suo volto alla spalla del ragazzo e quando compariva il volto di qualcuno all’improvviso, si voltava urlando facendo ridere gli altri.

Terminato anche il film, si era fatta l’ora di ritornare nel proprio appartamento, Hannah e Seob ringraziarono i due ragazzi per la serata in compagnia e per aver sistemato la loro casa.

Salutati i ragazzi, Elena camminava scrutando ogni angolo, era terrorizzata ma nel vederla in quello stato non faceva che far ridere Jun.

Quando giunsero sotto casa di Elena, la ragazza si voltò verso Jun.

< Jun… - disse quasi imbarazzata – Non è che – abbassò il tono di voce, quasi bisbigliando – per questa notte rimani a dormire da me? >

Il ragazzo scoppiò a ridere, era davvero così tanto fifona?

Decise di rimaner li, almeno per tranquillizzarla. Saliti in casa, Jun avanzò con dietro Elena che si aggrappava alla sua felpa; accese le luci e solo allora fece un sospiro di sollievo.

< Ma che c’è di così pauroso? > chiese osservandola

< Io credo nei fantasmi! Quand’ero piccola, nella casa dove stavo prima…ne ho visto uno… >

< Ed allora? Che possono farti? >

< Non so…ma ho il terrore > tocco le braccia, in quel momento le venne la pelle d’oca.

Jun le si avvinò e la strinse a se.

< Scema, non c’è niente di cui aver paura e poi…ci sono io >

Elena si strinse in quel calore, appoggiò la testa al suo petto lasciandosi coccolare dal ragazzo.

All’improvviso la luce andò via, la stanza venne illuminata da un lampo e pochi istanti dopo si sentì un forte boato. Per la paura, Elena si strinse con molta più forza fra le braccia di Jun, stringendo la felpa nelle sue mani, il ragazzo la tranquillizzò accarezzandole la testa.

< Va tutto bene…ehi > la sentiva tremare in tutto il corpo

< Ho-ho paura dei…dei temporali >

< Ma non devi averne – le disse avvicinandosi all’orecchio – Ti ho detto che ci sarò io accanto a te > iniziò a baciarle il collo, tiepidi, dolci baci che salirono fino a toccar le labbra.

Con quella sensazione, Elena riuscì a tranquillizzarsi e quasi a dimenticarsi del temporale; poco alla volta, con piccoli passi, il ragazzo la portò all’ingresso della sua stanza…entrarono dentro senza smettere di baciarsi.

Cercando di intravedere qualcosa, Jun spostò il corpo della ragazza verso il letto facendola sedere; si tolse la felpa e continuò a baciarla mentre la ragazza, posizionando le mani intorno al suo collo, lo invogliava a distendersi sopra di lei.

Distesi sul letto, Jun le sbottonò la camicia per poi toccar il seno, così morbio, così caldo…caldo, come il suo corpo preso dalla voglia di averla nuovamente a se.

L’aiutò a disfarsi sia della maglietta, sia dei pantaloni, per pochi attimi posò lo sguardo sul suo corpo per poi iniziare a baciar e leccar il collo; Elena inarcava la schiena ad ogni brivido che le creava quella sensazione di piacere e godimento nel sentir le sue labbra toccare la sua pelle; portò una mano sulla schiena del ragazzo mentre con l’altra le accarezzava i suoi capelli biondi.

Aprì gli occhi, intravedeva il suo corpo nella penombra della stanza, non riusciva a vedere il suo volto ma sentiva il suo respiro sulla sua pelle farsi sempre più ansimante.

Un altro lampo illuminò i loro corpo quasi privi dei loro vestiti, a seguire un altro boato, presa dalla paura chiuse gli occhi con forza.

< Non avere paura – pronunciò quella frase sfiorandole la pelle. – se continui così, non farai che invogliarmi ancora di più >

Con le ultime parole salì fino alle labbra baciandola con molta passione; staccandosi dal suo corpo, Jun si privò degli ultimi indumenti rimasti prima di poter baciar i seni della ragazza.

 

“ Quella è stata la sera in cui decisi di non volerti stare lontano, neppure un secondo. L’immagine di te di quel pomeriggio, nella casa di Seob a disfare quei cartoni, è ancora impressa nei miei ricordi…è stato li, in quell’istante, che in me è nato il desiderio, la voglia di avere un luogo tutto nostro, un luogo dove ritagliare attimi della nostra vita solo per noi due…volevo anch’io, come Seob, un posto dove sentire il profumo, la presenza, la voce della persona che più amavo…volevo un posto che noi due avremmo chiamato, insieme, casta nostra… ”

 

Ad ogni spinta, Elena inarcava la schiena e premeva le sue dita sulla schiena del ragazzo il quale, quasi per provocazione, prendeva a morder la parte inferiore delle sue labbra. Le spinte si fecero sempre più vogliose, desiderose, sensuali…era tutto diverso dalla loro prima volta, adesso era sempre più carico dei loro sentimenti, delle loro voglie, del loro desiderare l’un il corpo dell’altro…

Jun riprese a baciar il collo della ragazza con respiri sempre più affannati, seguendo il movimento del suo corpo; Elena socchiuse gli occhi accarezzando i capelli…i suoi capelli intrisi del suo sudore; quando sollevò la sua testa, poté intravedere il suo sguardo tra i capelli…quello sguardo che fin dal primo istante l’aveva ammaliata, così profondo, scuro, ma che nascondeva tanta dolcezza.

Il ragazzo si avvicinò al suo volto poggiando la fronte su quella della ragazza, in quel momento Elena era catturata dal suo sguardo da aver le guance completamente rosse…poi a fior di labbra…

< Ti amo >

Quelle parole, pronunciate un attimo prima di sigillarle con un bacio, risuonarono nella testa di Elena…quasi non riusciva a credere di averle sentite, di aver sentito Jun dirle che l’amava…invece era tutto vero, non aveva immaginato niente. Con un gran sorriso, fra la penombra e i capelli che quasi coprivano i suoi occhi, prese il coraggio di ricambiare alle sue parole.

< Jun…anch’io…anch’io ti amo >








Ciao a tutte! Scusate se aggiorno tardi ma ogni sera mi dicevo "oggi devi pubblicare" e, puntualmente, arrivavo alle 3 di notte senza fare niente çç
*s'inchina* Mianhae!

Comunque, per farmi perdonare, vi ho pubblicato questo capitolo iper lungo ed entro natale aggionerò di nuovo *esulta*
Wiiiii *^*


...
Però non recensite più çç mi avete abbandonato Bye <3
XOXO B2UTY Girl ~

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Capitolo 50
*** Ricordi - Pepero Day ***


Dalla cena in casa di Seob, erano trascorsi due giorni…e sia nelle strade che nei vari spazzi pubblicitari non si faceva che parlare del PEPERO DAY: festa svolta ogni anno in Corea 11 novembre, dove, principalmente coppie e giovani ragazzi, si scambiano bastoncini di biscotto avvolto nello sciroppo di cioccolato.

Nei vari negozi la principale vendita erano i pepero, anche nel caffè della CUBE non poterono mancare…attirando l’attenzione dei ragazzi su Jun e Seob intendi a conversare con le rispettive ragazze.

< Allora – disse Doo con sguardo provocatorio – non manca molto al giorno >

I ragazzi risero mentre osservarono i volti di Jun e Seob.

< Di cosa stai parlando? > chiese Elena

< Come, non lo sai? Fra due giorni è il PEPERO DAY >

< Il che?? > chiese perplessa.

< Non sai che giorno 11 è la festa dove le coppiette si scambiano dei bastoncini di cioccolato?? > disse incredulo Dong

< Beh…ne avevo sentito parlare in tv, ma non credevo fosse così importante >

< Immagino che già Jun ti abbia comprato qualcosa > disse ridendo Doo

< Ma io scommetto che già Seob avrà tutto pronto > disse Dong

< Mah, chi lo sa > rispose sorridendo Seob.

< Quindi – intervenì Elena – si scambiano solamente dei dolci? Come a san valentino >

< Si, esatto…è una sorta di preparativo per il 14 febbraio > rispose Ki-Kwang

Terminato l’ora di pranzo, i ragazzi dovettero scappare per l’ennesimo servizio fotografico mentre Hannah rimase insieme alla cugina, quel giorno non aveva impegni e con la scusa che i ragazzi non c’erano ne voleva approfittare per preparare dei dolci fatti in casa.

Comprato tutti gli ingredienti, si diressero nella casa di Hannah. Quando Elena entrò sembrò quasi un’altra casa: non c’erano più scatoloni e nelle pareti e nei mobili vi erano foto scattate da Hannah nei primi giorni che si erano conosciuti.

Era così strano vederla in quella casa comportandosi con così naturalezza, quasi aveva invidia di poter stare con Seob anche la sera…

< Elena, tutto bene? > chiese Han osservando il suo sguardo triste.

< S-Si…e che pensavo >

< A cosa? >

< Al fatto che adesso vivi con Seob. Sei così fortunata…puoi stare con lui >

< Già – rispose con un gran sorriso – è l’unico modo che abbiamo per poter mantenere la nostra relazione >

< E pensare che lo scorso anno l’unico problema che avevi erano gli esami di maturità >

< Vero! – risero – adesso invece mi preoccupo di cosa fargli trovare a cena, a sistemare casa…al lavoro. >

< Come una perfetta moglie – rimase ad osservare il suo viso così felice. Osservava come si muoveva con sicurezza in quell’ambiente per lei tanto familiare, come se aveva sempre vissuto in quella casa e conosceva quei mobili da sempre – Vedendoti così…ho un po’ di invidia >

< Eh??? – disse voltandosi di scatto – Perché? >

< Perché anche a me piacerebbe poter vivere con Jun…. >

< E perché non parli con lui? Digli che vuoi che lui venga a stare da te >

< EEEH??? – diventò rossa – Non avrei mai il coraggio di chiederlo…e poi quella casa è così grande per noi due soli >

< Se non vuoi farlo tu…lo farò io >

< NO!!! – obbiettò imbarazzata – Fa-Fai come se non avessi detto niente >

< Insomma Elena! - sbuffò la cugina – Quando imparerai ad essere più sicura e meno timida >

< Eh…eh…eh… ma comunque – disse prendendo le buste della spesa – non siamo venute qui per preparare i pepero? >

< Sisi, certo…cambia discorso >

 

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Terminati i preparativi per i dolci, Elena salutò la cugina e si diresse a casa.

Nel mentre che Hannah stava sistemando la cucina, sentì la porta d’ingresso aprirsi: era arrivato Seob e come ogni sera, Han gli andò incontro solo che con sua grande sorpresa notò che con lui c’era anche Jun

< Jun…come mai qui? > chiese incuriosita

< Sono stato io a farlo venire…Elena non è con te? >

< Lei è scesa un paio di minuti fa… >

< Allora io la raggiungo > disse mentre stava per rimettersi le scarpe.

< No, aspetta – disse Han – Perché non rimani qui per cena? >

< Come? > chiese stupito Jun

< Seob, perché non vai a comprare qualcosa? > chiese con sguardo languido.

< Credevo avessi preparato già la cena >

< Ancora no. Stavo pulendo la cucina. >

< E va bene…arrivo > disse mettendosi le scarpe.

Chiuso la porta, rimasero Hannah e Jun davanti l’ingresso. Il ragazzo era quasi imbarazzato, non sapevo come comportarsi, osservava il viso di Hannah che mostrava un sorriso…ma non era il suo solito sorriso. Capì che c’era qualcosa sotto.

< Avanti – disse cogliendola di sorpresa – Cosa devi dirmi? >

< Come hai fatto a capirlo? >

< Ti ho osservato abbastanza da distinguere alcuni cambiamenti sul tuo viso. Quindi…di chi si tratta questa volta? >

< Di Elena >

Quella frase lo stupì; la ragazza lo fece sedere sul divano e rimase a fissarlo.

< Hannah, dimmi…dimmi cosa è successo oggi pomeriggio con Elena > chiese tra la preoccupazione e la curiosità.

< Niente di allarmante, abbiamo preparato alcuni dolci… >

< Allora che devi dirmi, se gli è successo qualcosa… > strinse le mani in pugni.

< Jun – osservò le sue mani – non è niente di cui innervosirti. Volevo chiederti come andavano le cose con lei? >

< Come? – chiese stupito – solo questo? >

< Si…scusa se ti ho fatto preoccupare >

< Ah, beh…vanno molto bene. Cerchiamo sempre di passare il più tempo possibile insieme…ed alle volte capita che rimanga a dormire da lei >

< Dormi nel suo appartamento? >

< Si, ma non sempre…e che saperla li tutta sola, mi fa stare in pensiero >

< Beh, ci sarebbe un modo per non sentirti così >

< Cioè? >

< Andare definitivamente da lei! – disse osservandolo negli occhi – Anche a me non piace che sta tutta sola in quella casa, il fatto che potresti andarci tu… - fece un sorriso – mi farebbe star meglio. Non saperla sola, farà stare bene anche me >

< Su questo discorso – il volto del ragazzo divenne serio. Han lo scrutò – avevo già pensato. Da quando Seob ci ha confidato di aver preso casa per voi due, mi era passata per la testa l’idea di andar nel suo appartamento…ma quando l’ho vista sistemare questa casa – osservò l’ambiente – è cresciuto un forte desiderio di averne una tutta nostra… Per questo… >

< Uhm? Per questo cosa? >

< Quel pomeriggio ho cercato alcune case in affitto. Ieri ne ho viste due…ma non mi sono piaciute. – si voltò a guardarla – Potresti…venire con me domani? >

< Domani? Dove? >

< Ho preso appuntamento con un’agenzia per visitare un appartamento. Se neanche questo mi piacerà…deciderò di stare con Elena dove per ora vive. >

< Jun – rispose con un gran sorriso – per te ci sarò sempre. Mi sei stato di grande aiuto per affrontare questo mio passo…ed ora che ricambi il favore >

Il ragazzo strinse Hannah in un forte abbraccio, in quel momento Seob aveva appena aperto la porta d’ingresso rimanendo sorpreso per ciò che aveva assistito.

Spiegato cosa fosse successo, Seob, per la gioia, saltò in braccio a Jun complimentandosi per la liete notizia…aiutato Hannah a preparare la tavolo, cenarono e brindarono.


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Il giorno seguente, Hannah attese fuori dalla CUBE l’arrivo di Jun rimasto fermo con il gruppo a parlare con il direttore in quanto l’11 sarebbe uscito l'album "United Cube": raccolta di 17 brani tra i gruppi delle 4Minute, di G.NA e dei B2ST ed il 12 si sarebbero recati a Sydney per il "Kpop Concert Music Festival".

Liberato dagli impegni, raggiunse la ragazza e si diressero verso il centro della città; era un posto tranquillo ma di qualche metro lontano dal posto di lavoro.

Scesi dalla macchina, osservarono l’edificio…la prima cosa che notarono fu l’altezza, per Jun fu un colpo…sperava di non dover salire fin in cima. Era tutto stile moderno, dalle porte scorrevoli si entrava davanti ad una stanza ovale dove, quasi di lato a sinistra, vi era il portinaio e alle sue spalle vi era un lungo corridoio che portava a doppi ascensori con ai lati due rampe di scale a semi cerchio e conducevano ai diversi piani del palazzo. I muri erano color panna e dalla metà del muro fino alla parte in basso erano rivestiti di carta da parati con disegni floreali, mentre il pavimento era marmo.

< Siete per l’appartamento in affitto? > chiese l’uomo dentro il banco

< Si > rispose Jun

< Prego – disse facendo cenno di avanzare – da questa parte >

Con molta ansia, Jun, con accanto Hannah, seguirono giungendo dinanzi l’ascensore.

< Dovete salire fino al secondo piano, prima porta a destra. Li troverete già una persona che vi sta aspettando. >

Ringraziarono con un inchino per poi salire dentro l’ascensore. Premuto il pulsante 2, pochi istanti dopo l’ascensore cominciò a salire…i ragazzi osservarono la grandezza al suo interno e pochi istanti dopo, da dietro le loro spalle, una luce cominciò a scendere dall’alto verso il basso cogliendo sui volti dei due ragazzi un gran stupore: dal primo piano in su, si poteva assistere ad una veduta del giardino che vi era al centro dell’edificio.

< Questo posto è magnifico > esclamò Hannah appoggiata al vetro osservando la scena.

< Piacerà molto ad Elena >

Arrivati, le ante si aprirono trovandosi al centro di un corridoio il quale circondava l’edificio.

< Ha detto la prima a destra – disse Jun avanzando verso la porta – Sarà questa? >

< Prova a suonare > disse Hannah raggiungendolo.

Jun premette il pulsante e qualche minuto dopo la porta si aprì, ne uscì una donna con indosso una divisa tipica di quelli di un agenzia immobiliare. Con sorriso, si inchinò facendoli accomodare all’interno.

< Voi dovete essere la coppia che era interessata per quest’appartamento, giusto? >

< Oh nono… - disse Hannah – sono la cugina della ragazza. Sono venuta per accompagnarlo >

< Ah, capito. Mi scuso per l’errore. Prego, prego…da questa parte. >

La casa non era molto spaziosa come quella di Hannah, ma era molto accogliente e ben arredata: entrati dentro, si giungeva davanti ad un piccolo ingresso dove a sinistra c’era cucina-soggiorno mentre sul lato destro, dietro una porta, vi era un piccolo corridoio che conduceva a due stanze da letto, un piccolo ripostiglio ed un bagno. La prima stanza, sul lato sinistro del corridoio, era una grande camera, Jun osservandola immaginò la loro camera da letto, la seconda stanza era il ripostiglio e l’ultima infondo conduceva ad una piccola stanzetta che immaginò di far nascere uno studio dove avrebbe potuto lavorare sulle sue canzoni; al fianco di quest’ultima stanza, vi era il bagno.

Ritornati al salone, Jun chiese le abituali domande che si pongono dopo aver visto un appartamento; per tutto il tempo, Hannah, era rimasta affascinata da quel suo lato così sicuro di se, serio, senza sbagliare a porgere le giuste domande.

< Bene – disse la donna dopo aver consegnato un libretto al ragazzo – Questo è per lei, contiene tutte le informazione che le ho dato. >

< La ringrazio. > lo prese fra le mani.

< Attenderò una vostra risposta >

Ringraziati, i due ragazzi si recarono fuori dall’appartamento.

< Che te ne sembra? > chiese Jun in attesa che le ante dell’ascensore si aprissero.

< In un quadro generale, non è niente male: è piccolo ma molto accogliente, per giunta è al secondo piano quindi è perfetto per le sue esigenze, la zona è abbastanza tranquilla…dovrà solo ricordare un paio di strade in più. >

< Quindi…potrebbe essere quella giusta? >

In quel momento le ante si aprirono.

< Conoscendo mia cugina – disse entrando – ogni posto sarebbe quello giusto…l’importante e che ci sia tu >

Usciti dall’edificio, Jun l’osservò per l’ultima volta prima di salire in macchina rientrando nei corrispettivi appartamenti.


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I giorni erano volati, il famigerato PEPERO DAY era così giunto anche per le nostre ragazze.

Quel giorno alle CUBE uscì l'album "United Cube" come detto dal direttore, e vi era un gran fermento: i ragazzi furono impegnati tutto il giorno tra interviste ed alcuni scatti fotografici, si liberarono solo a metà pomeriggio.

< Anche per oggi, il duro lavoro è concluso > disse Doo distendendosi nel divano nella loro stanza.

< Due di noi, però, questa sera saranno impegnati > affermò Dong lanciando uno sguardo verso Seob e Jun.

< Ragazzi, che programmi avete fatto??? > chiese curioso Ki-Kwang sedendosi in una delle sedie.

< Beh – rispose Seob – passeggiata, ristorante, passeggiata…e pooooi…REGALO! > disse facendo l’occhiolino.

< Allora questa sera sarà il grande giorno! > rise Doo

< Se succederà o meno, per me sarà importante lo stesso >

< E tu, Jun? Che intenzione hai? > chiese Dong

< Non ho ancora deciso >

< EEEEH! > dissero in coro sorpresi.

< Perché tanto stupore? > chiese uscendo dal mini frigo una bottiglia di acqua.

< Perché oggi è un giorno importante! – disse Ki-Kwang – non puoi dire di non aver niente preparato >

< Non credevo fossi un tipo così insensibile – disse Hyun – e pensare che Elena ti avrà preparato sicuramente qualche dolce >

In quel momento, la porta si aprì. I ragazzi rimasero in silenzio, nessuno si sarebbe aspettato un simile gesto.

Dalla porta avanzò un carrello con sopra un vassoio ricoperto da pepero di vari gusti, ad uno ad uno entrarono il gruppo di Hannah ed Elena.

< Che fate qui?? E questi? > chiese Seob

< Sono per voi tutti – rispose Yurim – Questo giorno non è dedicato solo alle coppie, ma anche per ringraziare le persone a noi care per il loro aiuto. Noi vi siamo grate per il vostro supporto ed aiuto in questa fase del nostro primo debutto > detto questo Yurim, Hannah ed Ai si inchinarono.

< WAOOO! – esclamò Dong avvicinandosi al vassoio – Sono così tanti che non so decidermi su quale mangiare prima >

< Prendi tutti quelli che vuoi > disse timidamente Ai.

< Siete state molto gentili per aver preparato questa sorpresa – si avvicinò Doo verso Yurim – Noi vi sosteremmo sempre > sorrise, quella sua espressione fece arrossire la ragazza.

< Guarda guarda – affermò Hyun mangiando un biscotto – mi sa tanto che fra non molto resteremo solo noi due, Kiki >

< Uhm? Perché? > il ragazzo si stava ingozzando di dolcetti.

< Niente – disse guardandolo - continua pure a mangiare >

< Pefchè?? Chfe ho fatto? > chiese mentre cercava di mandare giù il boccone.

< Sei un caso perso > disse con aria rassegnata ormai all’idea che la storia stava cambiando.

Tutti si riunirono intorno al carello assaggiando i vari Pepero preparati da Hannah ed Elena, quelli più gettonati furono i biscotti preparati con cioccolato al latte con pezzi di nocciola avvolti da un filo di caramello.

Scambiate alcune chiacchere, Hannah si avvicinò a Jun con in mano un pacchetto regalo. Rimasero stupiti nel vedere la scena, Seob compreso.

< Scusa se ti disturbo – disse porgendo il pacchetto – Ma volevo ringraziarti per il sostegno e la tua amicizia. – sorrise – Ti sei dimostrato molto prezioso, ti considero il mio miglior amico. Questi dolcetti sono dati in segno di amicizia e gratitudine per esserci sempre stato. >

< Ha-Han… Gra-Grazie, non pensavo che avresti fatto un simile gesto… > disse imbarazzato.

< Non devi preoccuparti – rispose timidamente - Te l’ho detto. L’ho fatto per ringraziarti di tutto. >

< Prin-Pri-Principessa??!! – chiese Seob avvicinandosi perplesso ai due – Che succede fra voi due? >

< Niente, perché? > rispose tranquillamente Han

< Allora…quei dolci? > indicò il pacchetto che Jun teneva in mano.

< Semplici dolcetti, che c’è di strano? > lo guardo dubbiosa

< Ah...beh. Si direbbe che IO, non che il TUO ragazzo, abbia condiviso con altri i miei dolcetti…mentre LUI, non che un AMICO, hai appena dato dei dolcetti >

< Quindi? Dove sta il problema?? >

< EEEH? ME LO CHIEDI ANCHE?? – disse infastidito – Pretendo anch’io dei dolci!! >

< Anch’io non ho ricevuto niente da te – disse incrociando le braccia – Quindi non lamentarti >
< Ma io…avevo già tutto organizzato…ti avevo preparato una sorpresa >

< Seob – il ragazzo la guardò con aria triste – secondo te…io non avrei preparato niente per te? Anch’io avevo in mente di darteli in un altro modo…ma se fai così… niente >

Con questa frase si allontanò dal ragazzo, il quale la raggiunse per chiedere spiegazioni al riguardo.

Era giunta l'ora di tornare ognuno nel proprio dormitorio, Seob ed Hannah erano già usciti dirigendosi in un ristorante prenotato dal ragazzo…Jun era rimasto a guardare Elena che finiva di sistemare il carello insieme a Ki-Kwang e Hyun, mentre Dong e Doo avevano lasciato la stanza insieme ad Ai e Yurim dirigendosi in qualche pub.

< Secondo me – disse Hyun – qui finiremo circondati da tante coppie… >

< Perché ne sei così sicuro?? > chiese Elena

< Dong e Doo non me la raccontano giusta, ogni volta che c’è il gruppo di Hannah si mettono a parlare con le due ragazze… >

< Sarà perché le loro personalità si assomigliano > rispose sorridendo Elena.

< Sarà…ma se non ci diamo una mossa – disse rivolgendosi a Ki-kwang – noi resteremo da soli. >

< Saremo noi due coppia fissa > disse avvicinandosi al ragazzo cercando di stringerlo a se.

Hyun si allontanava da Ki-Kwang, non aveva intenzione di formare una coppia con lui.

Tra una chiacchera e l’altra riuscirono a sistemare la stanza…salutati i due ragazzi, Elena e Jun si recarono verso l’uscita, prima di salire in macchina, Jun la fermò per un braccio.

< Jun... - disse la ragazza osservandolo - aaaah, capisco - rise - i tuoi dolci li ho da me, tranquillo >

< Per i dolci lascia stare, voglio mostrarti una cosa prima >

Elena era rimasta sorpresa per il comportamento di Jun: che intenzione aveva? Dove la stava portando?

Erano scesi dalla CUBE ma il ragazzo l'aveva bendata così da non vedere il luogo; quella situazione la rendeva ansiosa...ma anche molto emozionata. Forse aveva organizzato una cena romantica in un ristorante, o magari voleva riportarla nel luogo dove per il giorno del suo compleanno aveva regalato il telescopio...ma più il tempo passava, più l'agitazione cresceva.

Ad un tratto l'auto di fermò, Jun si affrettò ad aiutarla a scendere per poi camminare al suo fianco lungo un sentiero che per Elena era al completo oscuro.

< Jun...dove mi stai portando? - ma il ragazzo non rispose. Per un attimo si fermarono, sentì un rumore e poi ripresero a camminare per rifermarsi un secondo dopo - Insomma, che sta succedendo? Questo rumore non è mica...ho capito, hai preparato qualche sorpresa a casa mia. Indovinato, giusto? - ma il tempo di finire la frase che si sentì un altro rumore e Jun riprese a camminare - Aspetta, questa non è casa mia. Adesso sono più confusa di prima. >

Il ragazzo si fermò, Elena sentì dei bip e poi qualcosa aprirsi, tre passi più avanti e Jun lasciò la sua mano.

< Jun…Jun dove sei! Che succede??? >

Qualcosa la bloccò.

< Adesso è il mio turno – disse il ragazzo bisbigliando vicino l’orecchio - Per tutto questo tempo sono rimasto colpito da ogni tuo sorriso, da ogni tua parola, da ogni tuo sguardo - iniziò a toglierle la benda dagli occhi - questa volta sarò io a farti rimanere col fiato sospeso >

Lentamente la benda scivolò via dal suo viso, quando aprì gli occhi Jun poté chiaramente leggere il suo stupore.

Si trovava in una stanza al buio illuminata da candele profumate alla vaniglia ed al centro della stanza vi era un tavolo decorato con fiori ed altre candele.

< Ti avevo avvisato - disse il ragazzo dietro le sue spalle - ti avrei lasciata senza parole...e ci sono riuscito. – le prese la mano avvicinandola al tavolo – In tutto questo tempo sono sempre rimasto ad osservarti, silenziosamente ad amarti…ma finalmente ti ho qui, fra le mia mani…e posso toccarti – le sfiorò la pelle lungo il braccio fino al arrivare al viso – e baciarti – le diede un leggero bacio sulle labbra – posso perdermi in questo profumo così delicato del tuo corpo, dei tuoi splendidi capelli; poter assaporar le tue labbra e rimanere incantato dinanzi al tuo sguardo… - Elena era rimasta ferma sul posto osservando i suoi movimenti, attenta ad ogni sua parola… - Anche se adesso posso farlo, ci sono alcune volte dove questo non è possibile perché stiamo in due posti distanti…voglio accorciare le distanze, voglio poterti stringere a me tutte le volte che lo desidero, dormire circondato dal tuo profumo e semplicemente restare a guardarti finché non ti sveglierai…voglio vivere con te – a quella frase il cuore della ragazza cominciò a battere dell’emozione – voglio renderti sempre felice, voglio prendermi cura di te, sempre… - porto le sue mani dietro la schiena della ragazza, avvicinandola a se – Se tu lo vorrai…tutto questo che vedi, sarà l’inizio della nuova fase della nostra storia… >

Osservava quei suoi occhi così sinceri, così affascinanti, tutto quello che il suo cuore voleva dire era SI! Ma per l’emozione, le sue labbra tremavano…era impossibile fermarle, per la gioia, i suoi occhi divennero lucidi; non voleva piangere, non voleva rovinare quell’atmosfera. Si osservò intorno per trattenere le lacrime, ma in quel momento Jun accese lo stereo e si sentì una melodia…

 

“ Una persona è apparsa nella mia mente, senza una parola,

nel momento in cui aprivo gli occhi.

Per qualche ragione, mi è piaciuto e così ho sorriso.

In una giornata intensa, continuavi ad apparire davanti ai miei occhi,

eri così sorprendente.( sei tu quella persona? )

Sei l’unica persona che vive silenziosamente nel mio cuore ( sei tu quella persona? )

Sei una persona veramente affidabile.

Anche solo a pensarla, il mio cuore si riscalda

come se il sole splendesse su di esso… ”

 

Elena osservava il volto sorridente di Jun, mentre il ragazzo aveva iniziato ad ondulare su se stesso seguendo il ritmo della canzone…

Ripensava a ciò che le aveva detto un attimo prima, era ancora incantata dalle sue parole…ci volle qualche minuto prima di capire che il posto, deve adesso stavano ballando sotto la canzone di Seob: I Cherish That Person, non l’aveva mai visto, un luogo dove Jun voleva iniziare insieme questo percorso…

Si fermò quando tutto le fu chiaro…

 

“ …In una notte solitaria, quando improvvisamente sento la sua mancanza,

i miei sentimenti sono così travolgenti che mi bloccano il respiro.

Mentre cammino per strada mi preoccupo inutilmente di lei,

i miei passi si bloccano e penso… .( sei tu quella persona? )

Sei l’unica persona che vive silenziosamente nel mio cuore ( sei tu quella persona? )

Sei una persona veramente affidabile.

Anche solo a pensarla, il mio cuore si riscalda

come se il sole splendesse su di esso.

Io veramente avrò cura…avrò cura di quella persona.

Forse sono nato qui perché qui c’è quella persona.

Parole come “ti amerò per sempre” o “mi manchi sempre”,

I giorni in cui non l’amata abbastanza,..

Io veramente avrò cura…avrò cura di quella persona.

Le parole “ti amo” non possono fare tutto.

Se solo potessi addormentarmi e svegliarmi al suo fianco,

farei tutto ciò che posso…

per prendermi cura di quella persona… ”

 

La musica terminò, i due ragazzi erano fermi l’uno di fronte all’altro…

Jun era in attesa di una risposta da parte di Elena, ma la ragazza fissava il suo sguardo incredula: quella era la casa che Jun aveva preso per loro due, da quel momento avrebbe potuto vivere con lui...bastava dire solo che anche lei lo desiderava. Aprì bocca, ma le parole non gli uscivano...la voce era spezzata dall'emozione; strinse i pugni e si morse il labbro inferiore...alcune lacrime le scendevano lungo il viso

< Tranquilla - disse mentre le accarezzò la guancia - non devi darmi una risposta subito. Prenditi il tempo che ti serve. >

Le diede un bacio sulla fronte e la strinse a se.

< Jun - disse bisbigliando - Jun...io... >

< So che è una decisione importante…non c’è bisogno che rispo… >

< Asp-Aspetta un attimo - lo trattenne dalla camicia - Io...io - divenne rossa in viso - ...io sarò felice di...di venire a stare qui con te > aveva il viso rivolto verso il basso.

Sentendo quelle parole, Jun prese il suo viso fra le mani e senza lasciar il tempo di aggiungere altro alla ragazza, la baciò…uno di quel baci lenti ma carichi di sentimento; dolcemente, fece scivolare una mano lungo il suo corpo fino a cingerla per i fianchi, mentre l’altra le accarezzò i suoi capelli fino a poggiarla nella nuca.

Non pensarono a nient’altro che a quell’attimo di felicità, si diressero in quella che sarebbe diventata la loro stanza e chiusero la porta alle loro spalle…lasciando tutto com’era, non toccando niente se non i loro corpi.

Il mattino seguente, il sole sorse fin troppo in fretta per Jun…con il gruppo doveva dirigersi a Sydney per il "Kpop Concert Music Festival". Lasciala in quel letto quasi si dispiaceva, rimase per qualche istante a guardarla amorevolmente prima di alzarsi dal letto.

Rivestito, accese il cellulare e dando un’ultima occhiata alla ragazza, uscì dall’appartamento…prima, però, le lasciò un biglietto sul tavolo.


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Con il viso ancora assonnato, si voltò dall’altra parte del cuscino sperando di vederlo ancora li, con i suoi occhi rivolti su di lei. Più volte, e con velocità, sbatté le palpebre per mettere a fuoco l’immagine che si trovava di fronte a lei.

< Jun?... – si sollevò coprendo il corpo con la coperta – Jun?? >

La sua voce risuonava in quella stanza silenziosa e per tutto l’appartamento…il ragazzo era già andato via. Una suoneria la colse di sorpresa, era arrivato un messaggio. Tirata via la coperta dal letto, si coprì per dirigersi nella cucina…era da li che il suono proveniva.

Percorse quel piccolo corridoio e scostò la porta che emise un piccolo cigolio, la stanza era rimasta come l’aveva lasciata la sera scorsa: il tavolo preparato per la cena, le candele, ormai spente, sui mobili ed un mazzo di rose rosse poggiato sul divano con attorno petali sparsi.

Per la troppo emozione, ieri sera non aveva fatto caso a tutti quei dettagli…ma doveva ammetterlo, questa volta Jun aveva superato le sue aspettative, l’aveva sorpresa; mai avrebbe immaginato che fosse stato capace di un simile gesto. Ripensò a quella giornata in Sardegna, a quelle sue parole…

“ Jun…io davvero…davvero conoscono così poco di te – posò il suo sguardo sul foglietto che il ragazzo le aveva lasciato poco prima – Riuscirò, un giorno, a sapere tutto di te?... questa domanda mi spaventa un po’… ”

Lesse attentamente ciò che vi era scritto, nel leggerla fece un mezzo sorriso; sollevò lo sguardo e, girando su se stessa, ammirò la stanza.
 

                        “ Sarò di ritorno domani sera.

                                   Aspettami…”

 

Vestita e dopo aver sistemato la stanza, ignorando completamente il messaggio ricevuto qualche minuto prima, si diresse verso la porta, si voltò per guardarla un’ultima volta…sorrideva, da domani in poi quella sarebbe diventata la loro casa; si girò ed aprì la porta per dirigersi un’ultima volta verso il suo appartamento.

Aveva già in mente come sarebbe stata la sua vita con lui, piena di gioia, di amore, di felicità, niente problemi, sarebbe stata sempre al suo fianco…per sempre.

Attraversò la soglia della porta per, infine, chiuderla alle sue spalle…quello che non sapeva e che un giorno, quella stessa scena, l’avrebbe ripetuta…andando via da quel luogo che tanto aveva amato…

Si diresse verso l’ascensore, aspettò qualche istante per poi entrare dentro; pigiò il pulsante e cominciò a muoversi verso il basso…con sua grande emozione poté scrutare che da li si poteva ammirare il giardino che il palazzo aveva al suo interno…non vedeva l’ora di poterci andare con Jun al suo ritorno. Superato anche il primo piano, da basso, l’immagine cominciava ad oscurarsi, pochi secondi dopo era arrivata al piano terra. Le porte si aprirono e lei si diresse verso l’esterno…salutò con un inchino il portinaio che ricambiò con molta gentilezza e quando si trovò fuori pensò ad una sola cosa…

“ Beh…il posto mi piace, è tutto colorato e profumato, sembra un quartiere tranquillo…c’è solo un piccolo problema…. ”

Si osservava in giro, era una splendida giornata di sole, anche se la temperatura segnava 15 gradi, in quel momento si sentiva sola, perduta…

< Elena! Elena!! >

La ragazza osservò intorno a lei, qualcuno la stava chiamando senza capire da dove.

< Elena, insomma!!! – qualcuno le arrivò alle sue spalle – Ti ho anche mandato un messaggio, perché non hai risposto? >

Elena si voltò, sua cugina era venuta fin li per lei…ma la domanda che in quel momento le passò per la testa era un’altra…

< Han??? Che ci fai qui? Come conosci questo posto! >

< Lunga storia. – disse sorridendo – Piuttosto, mi hai lasciato qui ad aspettarti per più di mezz’ora sotto il sole… >

< No – disse osservandola incredula – Adesso mi spieghi tutto >

< Lo farò…ma solo dopo che ti avrò accompagnato a casa… >

Hannah si era fatta accompagnare dal loro manager fin li, ed ora si stavano dirigendo verso l’appartamento della ragazza, che una volta era anche suo.

Per tutto il tempo della strada, Elena era intenta a guardare fuori dal finestrino mentre Hannah scambiava messaggi con le sue colleghe.

Arrivati, salirono dirigendosi verso il penultimo piano del palazzo; per Han era al quanto strano rientrarci dopo tanto tempo…tra il suo trasferimento con le sue compagne e poi nell’appartamento con Seob, non aveva avuto occasione di stare con la sua cugina li, in quella che era stata il loro punto di inizio nella storia.

Sedute nel divano, Elena iniziò a domandare alla ragazza come conosceva quel posto.

< Ci sono stata con Jun…un paio di giorni fa >

< EEEH??? > disse esterrefatta.

< Non pensare chissà che! Visto che lui mi aveva aiutato nell’affrontare la mia indecisione, ho voluto ricambiare il favore e così…quando l’altro giorno mi ha chiesto di andare con lui a vedere l’appartamento, sono stata felice di aiutarlo a decidere. >

< Perché eri li oggi? >

< Se avessi letto il messaggio – sbuffò – avresti capito. Jun mi ha chiesto un favore >

< Che? Un favore? >

< Visto che è facile perderti…mi ha chiesto di venirti a prendere e portarti qui. >

< Adesso riesco a non perdermi! > disse quasi infastidita.

< Si, come se non ti conoscessi. Dai – si alzò – adesso devo proprio salutarti. Ai e Yurim mi aspettano alla CUBE. >

< Ah, ok. Ti accompagno fin giù >

< Non c’è bisogno. – sorrise – Adesso devi pensare al trasloco… >

< Attenderò il suo ritorno >

< Andrete a vivere insieme da lunedì? >

< Si – le sorrise – mi ha lasciato un biglietto con scritto di aspettarlo…andrò nell’appartamento solo quando lui sarà ritornato >

< Beh, allora inizia a prepararti con le scatole. Di lavoro ne hai da fare >

< Già… ho molte cose da portarmi >

< Ti conviene iniziare…mentre a me – osservò l’ora nel cellulare – mi conviene correre, sto ritardando. >

Salutata in fretta, Han con molta fretta si recò sotto l’edifico dove il suo manager l’attendeva: doveva fare delle prove perchè il giorno successivo avrebbe avuto un’intervista con il gruppo.

Rimasta nuovamente sola, Elena osservò il salone con nostalgia: anche se erano passati solo 3 mesi da quando era li, in quella casa erano capitate molte cose ed aveva molti ricordi.

La prima sera che erano arrivate, si sdraiarono sul quel pavimento iniziando a gridare dalla gioia…si sedette per terra ricordando quanta emozione aveva provato, sollevò lo sguardo per posarlo sul divano…quel divano che aveva condiviso molte sere le loro risate, i loro abbracci, ma anche la tensione che Hannah provò per i provini…

Ricordò che quei giorni, la cugina era sempre nervosa, ripetendo che non sarebbe stata presa per la sua poca preparazione…invece…

“ Invece è andato tutto bene – si alzò da terra per passare dietro il divano – sono stata così felice quando ho saputo che eri stata presa, ma anche molto triste perché non ti avrei avuto qui con me…se non fosse stato per Jun chissà che avrei fatto…già, Jun… ”

Lasciato il salotto, si diresse verso la cucina dove, con l’immagine di Jun impressa nella mente, ricordò la sera in cui , dopo averla riportata a casa, l’aveva aiutata ad accettare quel cambiamento dovuto all’entrata di Han nella CUBE.

“ Quella sera il mio cuore batteva così forte sapendo che eri ad un passo dalla mia stanza…e quando avevo il tuo viso vicino al mio, sembrava un sogno. Toccai i tuoi capelli così morbidi e mi soffermai a guardarti dormire finché, anch’io, mi addormentai vicino a te…la mattina seguente eri ritornato in te, con i tuoi giochetti a stuzzicarmi…non sai quante volte ti odiai, ma sapevo benissimo che quello non era odio… ” .

Dalla cucina si spostò nel corridoio dirigendosi nella sua stanza. Con la mano destra, mosse la maniglia verso il basso e con una lieve spinta, aprì la porta entrando nella stanza: la luce proveniente dalla finestra illuminò il suo sguardo e la stanza, quei colori bianchi e azzurri che caratterizzavano la sua camera, furono la prima cosa che la colpirono quando la vide per la prima volta; già all’ora, immaginava di sistemarla riempendola di peluche ed altre decorazioni, ma tra i vari impegni la sua idea svanì…rimanendo semplice e come le era stata data.

Tanti, troppi ricordi erano collegati con quell’ambiente, così tanti che offuscarono la sua mente. Sfiorando le tende e la poltrona, si sedette nel letto chiudendo gli occhi.

“ Non saprei quale ricordo sia quello più importante, perché lo sono tutti… - riaprì gli occhi e poggiando le mani all’indietro, si lasciò cadere lentamente su di esso – Questo è stato il mio letto fino ad ora, mi ha visto ridere quando mi succedevano cose belle, ma ha anche dovuto assorbire le lacrime quando le cose andavano male…ed è stata qui la mia seconda volta con Jun. – si mise di lato tirando a se il cuscino per poggiar la testa – Tante cose sono cambiate in così poco tempo, e ne cambieranno in futuro…ma sta di certo che adesso non sarò più sola… Mi mancherà questa stanza, questo letto, questa casa…ma c’è una cosa che ho imparato venendo qui e conoscendo Jun… - poco alla volta chiuse gli occhi – che non tutti i cambiamenti sono portatori di cattive notizie, ci possono essere alcuni che, pur essendo inaspettati, ti riempiono di felicità…da una storia finita male, bisogna saper affilare le unghia, stringere i denti, risollevarsi e quando meno te l’aspetti, c’è già pronta una persona a volerti amare come vorresti tu. Il cambiamento avvenuto qui mi ha portato quella serenità che non avevo da un paio di mesi….quanto vorrei che niente e nessuno me la portasse via…ti prego, Jun, torna presto…torna presto da me ”


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< Si informano i passeggeri che il volo Sydney-Seoul delle ore 10:30 sta iniziando a far salire a bordo. A causa di alcuni ritardi e delle condizioni climatiche, il volo subirà dei rallentamenti. L’arrivo previsto a destinazione per le 19:00 avrà un lieve ritardo. La compagnia si scusa per gli inconvenienti.

We inform passengers that the flight Sydney-Seoul at 10:30 am… >

I ragazzi, fermi nella sala d’imbarco, iniziarono ad avanzare verso il bancone dove le tre hostess avevano finito di comunicare l’apertura dell’imbarco.

< Anche questo evento è finito – disse Dong – voglio fare un bel bagno caldo appena arriviamo >

< Per almeno due giorni non voglio lavorare > disse Hyun.

< Tutti vogliamo riposarci appena tornati a casa…ma qualcuno di noi non potrà > disse Doo osservando Jun.

< Quindi d’ora in poi avremo due persone in meno, in casa > sorrise Ki-Kwang

< Già, già…vi mancheremo, non è così?? > disse Seob

< Nah! Ci troveremo qualcosa da fare durante la vostra assenza – disse scherzando Doo – ci sarà più spazio e la casa sarà più silenziosa… >

< E poi in frigo non saremo costretti a vedere tutte quelle lattine di cocacola > affermò Hyun

< Tsk! Avete finito di parlarmi alle spalle? > domandò Jun rivolgendosi ai compagni rimasti indietro.

< Dai Jun! Non fare così…appena atterreremo ci dovremmo salutare, no? > domandò Ki-Kwang.

< Con questo?! Che vorresti dire >

< Lasciaci divertire ancora un altro po’ con voi due – si avvicinò Doo posandogli un braccio intorno al collo – dopo tutto ci vedremo al lavoro d’ora in poi >

< Quanto la fate lunga, mica sto andando via dal paese… - spostò il braccio dell’amico – Sto andando a vivere a pochi isolati da voi. >

< Con questo ci darai il benv… > disse Doo

< No! – disse prontamente Jun – per il momento nessuno di voi verrà a disturbarmi. Intesi???! >

Con quella frase, il ragazzo si avviò verso il bancone, diede il suo biglietto alla hostess ed entrò lungo il corridoio che li avrebbe condotti verso la navetta che li avrebbe condotti nell’aereo.

< Che modi! – disse infastidito Doo – Se non ci voleva fra i piedi bastava dirlo in altri termini >

< Ma devi capirlo Doo – intervenì Seob – dopo tutto quello che gli è successo, adesso vuole godersi questa pace e serenità trovata >

< Ha ragione Seob – disse Hyun – e poi ricordati come stavano Seob ed Hannah i primi giorni…incasinati con il trasloco. Per un po’ lasciamoli in pace >

Tra una chiacchera e l’altra, i ragazzi raggiunsero Jun rimasto appoggiato al muretto in attesa che la navetta li conducesse fino all’aereo; in quel momento solo Dong non aggiunse nulla, rimase in silenzio per tutto il tempo. Gli altri ragazzi erano convinti che si trattasse solo di stanchezza, ma in realtà quello che passava tra i suoi pensieri e che le cose stavano cambiando…e questo non gli piaceva.

Da quando era nato il gruppo e fatto parte, aveva sempre fatto affidamento su ognuno di loro: erano la sua nuova famiglia, non erano dei semplici amici o compagni d’avventura…no, loro non erano questo per lui. Anche se con alcuni si era istaurato un rapporto diverso, più intimo, più stretto rispetto ad altri, questo non stava a significare che la loro assenza fosse superflua.

Aveva accettato, pur sempre a male in cuore, il trasferimento di Seob…in un certo senso le ragioni che l’avevano portato a quella scelta le capiva ed erano sensate; ma quello di Jun…no, quello non lo poteva capire e di conseguenza non l’accettava.

“ Perché anche lui deve andarsene? – prese a sedere nel posto assegnatogli nel biglietto – Non capisco il motivo…non vedo la sua esigenza! Se ognuno andrà per la sua strada…il gruppo…il gruppo dovrà… ”

< Buon giorno e benvenuti a bordo della compagnia. Da questo momento è severamente vietato l’uso dei cellulari o altri macchinari elettronici non dotati della modalità “volo”. Si prega di allacciare le cintura d’emergenza e di prestare attenzione alle norme di sicurezza che vi illustreremo fra poco. Durante il volo sarà servita, qual ora desideriate, degli antipasti. Potrete usufruire delle toilette solo quando l’aereo avrà raggiunto la sua quota… potrete slacciare la vostra cintura d’emergenza solo quando il simbolo sopra di voi verrà spento, ma vi preghiamo di tenerlo sempre messo per la vostra sicurezza… >

Molto lentamente l’aereo cominciò a spostarsi dirigendosi verso la pista di decollo, i motori si accesero prendendo potenza, le hostess spiegarono le norme routine da seguire e subito dopo il comandante comunicò la partenza da Sydney…10 ore di volo e sarebbero ritornati.

I ragazzi ne approfittarono per riposarsi un po’, mentre Dong, con sguardo perso nel vuoto, rifletteva su ciò che sarebbe successo da lì in poi nella loro vita di gruppo…anche se con Jun i rapporti non erano mai stati così forti, non voleva che andasse via da casa. La sua storia con Elena non l’aveva mai vista di buon occhio, aveva sempre dubitato di lei…anche se avevano chiarito la storia con Ki-Kwang e poi dell’intervento di Siwon, non voleva che un ulteriore problema li avrebbe portati, questa volta, a doversi davvero separare.

Quello che provava era paura, paura che il suo mondo, quello che aveva sempre voluto, potesse disciogliersi in un attimo, proprio come si era creato.


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Hannah, Yurim e Ai si trovavano allo studio televisivo del programma “Hyen Sool Schetchbox” per partecipare a un intervista.

Era la loro vera prima intervista, senza giochi o altri gruppi a partecipare. Sarebbe stato tutto concentrato su di loro e Hannah era quasi sicura che le avrebbero posto diverse domande, per non dire molte. Mancava meno di un'ora ed erano tutte in tensione. Dovevano stare ferme perchè le stavano truccando ma le loro mani tremavano quasi come per il loro debutto televisivo.

Hannah sentiva di aver bisogno di muoversi, di camminare e fu felice che la truccatrice si stacco da lei prima del previsto. Andava avanti e indietro per la stanza e non aveva intenzione di fermarsi. Voleva chiamare Seob ma in questo momento era in aereo. Prima di partire le aveva mandato un messaggio che l'aereo tardava quindi non sarebbe arrivato prima delle 8 di sera.

Il loro manager le aveva chiamate e le aveva avvertite che dovevano entrare in studio perchè fra meno di 5 minuti sarebbe iniziata la trasmissione. Le tre uscirono dal camerino tenendosi per mano e si staccarono proprio prima di entrare in scena.

I conduttori si avvicinarono, si inchinarono e le ragazze ricambiarono il gesto e poi si sistemarono nelle poltrone a fianco a loro. Dietro la telecamera, il regista faceva il conto alla rovescia indicandolo a loro con le mani.

5...4...3...2...1...Sigla.

Era il momento.

< Buonasera a tutti! - salutò … - Siamo tornati con una nuova puntata di (da inserire)! >

< Oggi abbiamo un gruppo che è ospite da noi per la prima volta! Le “The Alice”! >

Yurim ripeté 3,2,1 e poi, all'unisono dissero: < Ciao a tutti! Le “The Alice” sono qui! > Il loro motto era ancora da perfezionare ma per adesso, il direttore aveva detto di utilizzare questo.

Poi iniziarono a presentarsi.

< Ciao a tutti! Io sono Yurim, leader e visual del gruppo! >

< Ciao ragazzi! Io sono Ai, main dancer! >

< Buonasera! Io sono Hannah, maknae e main vocal delle “The Alice”! >

I conduttori iniziarono subito riempiendole di domande sulle sensazioni e su cosa provavano.

< Quindi – aveva iniziato … - come vi trovate quando siete nel palco? >

< Penso di parlare a nome di tutte quando dico che è sempre come la prima volta. Sempre emozionante, sempre una nuova esperienza perché è sempre diverso. - parlava quasi sempre la leader – All'inizio avevamo paura e penso sia anche naturale. Non avevamo mai avuto contatto con un pubblico e non sapevamo cosa aspettarci... Invece ora siamo felici ma abbiamo comunque paura, anche se in senso positivo, perché le fan hanno pronto sempre qualcosa di nuovo ed è sempre una sorpresa. >

I conduttori risero e sembravano abbastanza allegri.

< E una risposta che non riceviamo spesso sai? Mi piace. E a te piace …? >

< Tantissimo! Ragazze voi la pensate come Yurim? >

Hannah e Ai annuirono scambiandosi degli sguardi insicuri.

< Quindi avete un rapporto positivo con i vostri fan? >

Questa volta prese parola Hannah. < Si. Fino a ora ci hanno sempre sostenute visto che è un periodo difficile... sono solo passati 2 mesi dal debutto ma loro sono sempre più numerosi e questo ci da coraggio anche se dobbiamo far sempre di più per non deluderli. Però questo ci sprona sempre di più e ci divertiamo anche di più durante le prove! Ogni tanto diciamo “chissà cosa penserebbero i fan se facessi questo o se utilizzeremo questa mossa in una coreografia – imitando i gesti – però sarebbe divertente far vedere tutto quello che combiniamo. >

Aveva preso sicurezza e si stava non se la stava cavando così male e, in particolar modo, il suo coreano sembrava suonare meglio del solito.

< Parliamo un po' della promozione. L'avete conclusa da poco, giusto? >

< Si. >

< Ora che farete? Avete qualche impegno importante in programma? >

< Per ora no, tranne qualche fan meeting – disse Ai – ora penso che ci concentreremo un po' su di noi e magari su qualche possibile comeback >

< Quindi ci possiamo aspettare un nuovo grande cd da parte delle “The Alice”? >

< Direi di si ma non so in che periodo. >

< Sentito fan? Mettete da parte i soldi perchè potete aspettarvi un nuovo album... a proposito! Avete già pensato a un nome per il vostro Fandom? >

< Si, abbiamo qualche idea ma il nome definitivo verrà annunciato più avanti... >

 

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< Qui è il comandante che vi parla. Stiamo per procedere alla fase di atterraggio, mancano solo poche miglia a destinazione. Da questo momento vi preghiamo di rimanere seduti con le cinture d’emergenza messe. Chiediamo scusa per il ritardo a nome della compagnia…. >

I ragazzi si erano svegliati al suono della voce metallica del comandante, osservarono fuori…era completamente buio. Doo guardò l’ora sull’orologio da polso e rimase stupito, erano le 19:45…il ritardo portato era quasi un’ora.

< Capisco che siamo partiti in lieve ritardo…ma 45minuti sono troppi! > disse lamentandosi Doo

< Hai dormito tutto il tempo, non ti sei neanche reso conto delle turbolenze – disse Dong osservando il finestrino – ci hanno accompagnato per tutto il tempo. È ovvio che ci hanno rallentato >

< Sta di fatto che è troppo! >

< Dai Doo, non pensarci – si girò Ki-Kwang – basta che atterriamo, per me non fa differenza se ha fatto tutto questo ritardo >

< Esatto – aggiunse Hyun – l’importante è scendere vivi! >

Quando l’aereo arrivò all’aeroporto, erano le 8 di sera. Attesero qualche minuto prima che giungessero le loro valigie.

Per tutto il resto del viaggio, Dong rimase silenzioso…questo fece insospettire il gruppo.

< Ehi Dong – si avvicinò Doo – come mai così silenzioso? Non è da te >

< Già – disse Ki-Kwang prendendo il suo bagaglio – di solito ti lamenti sempre che non vedi l’ora di arrivare a casa…come mai questa volta non dici nulla? >

Il ragazzo non rispose, dopo aver preso il suo borsone si recò verso l’uscita scortato dalle guardie del corpo.

< Ma qualcuno di voi sa che gli è successo? > chiese preoccupato Doo

< Non abbiamo idea > disse Hyun

< Ragazzi – disse Seob – sentite, io vado a casa. C'è l'intervista di Hannah e sono ancora in tempo per vedere la fine quindi io vado! >

< Oh-ooh – disse Hyun – come siamo fatti teneri. >

< Ma questa è la prima volta che non assisto ad una sua intervista…non voglio perdermi niente! >

Detto ciò, il ragazzo corse verso l’uscita dove le guardie facevano spazio tra le fans per permettergli il passaggio.

< Fuori uno – Doo si rivolse verso Jun – Tu non corri? >

< Tsk! Perché dovrei farlo >

< Non c’è la tua dolce Elena ad aspettarti nella vostra dimora?! > disse Hyun stuzzicandolo

< Finitela… - prese la sua valigia – piuttosto, vedete che succede a Dong. Di problemi ne abbiamo avuti fin troppi per averne altri. Risolvete tutto e per bene >

< E ne rimasero 3… > disse Doo osservando Jun uscire dalla saletta.

< Non dirlo in quel tono…fai venire i brividi > disse Ki-Kwang

< Perché? Come l’ho detto >

< Con un tono cupo, come in un film dell’orrore… > rispose Ki-Kwang

< Voi due, finitela di scherzare…piuttosto, prendete queste…ed aiutatemi con i bagagli… > intervenì Hyun


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Giunto finalmente a casa, la prima cosa che Seob fece fu quella di accendere la televisione.

Era già passata un'ora dall'inizio della trasmissione e le ragazze si trovavano finalmente a loro agio. O Hannah credeva di esserlo.

Avevano iniziato ad intervistarle singolarmente sulla loro vita prima del debutto e sulla loro città natale.

Mancava solo Hannah e Ai stava finendo di rispondere all'ultima domanda sul Giappone. Hannah non voleva parlare di casa o della sua vita...

< Grazie mille Ai. Ora passiamo ad Hannah! La ragazza Italiana! Sei felice di essere riuscita a debuttare? >

< O-oh... Si, era il mio desiderio... >

< Hannah – probabilmente i conduttori avevano capito la sua timidezza di quel momento – sta tranquilla, non ti mangiamo! >

Tutti scoppiarono a ridere e la ragazza cercava in tutti i modi di rilassarsi.

< S-si... scusate! - fece un piccolo inchino da seduta – continuiamo >

< Quando è diventato un tuo sogno? >

< Beh, seguo il kpop da quando andavo al liceo e mi è sempre piaciuto cantare. Della Corea del Sud ho sempre adorato la cultura, la lingua (anche se difficile) e... diciamo tutto! Quando, diplomata, mia cugina mi ha detto di avere la possibilità di venire in Corea per qualche mese, non ho potuto non approfittarne! Poi in quel periodo si sono svolte le audizioni alla Cube, ho tentato ed eccomi qua a parlare davanti a milioni di persone in una trasmissione televisiva. Non me lo sarei mai aspettata... >

< Ed è strabiliante che una ragazza non asiatica sia riuscita a debuttare. >

< Esattamente. >

< Quindi tua cugina ti è stata vicina? >

< Si! >

< E nessun altro? >

< Beh... Diciamo che c'è stata una persona a cui tengo molto che mi ha sostenuto tutto il tempo e mi ha aiutato a raccogliere il coraggio per continuare quest'avventura. >

< Per caso... è il tuo ragazzo? >

“Dio, fa che Seob non stia guardando in questo momento. “

< Eh? Oh no... Non sono fidanzata! >

< Ah si? - poi si rivolse alla telecamera – Bei ragazzi! Questa giovane cantante è libera! Affrettatevi! >

Tutti risero e Hannah si sforzò di fare altrettanto anche se le compagne la fissarono per qualche secondo.

< Dai, cambiamo discorso. La tua famiglia che pensa del tuo trasferimento in Corea? >

Ecco la goccia che fa traboccare il vaso.

< Beh... Mamma ha sempre avuto questa paura e appena gli ho dato la notizia non ne è stata per niente felice, anzi, il contrario... Papà lo stesso... Diciamo che non mi sono proprio stati vicino... Speravano che così mi avrebbero convinto a tornare indietro. - le salirono le lacrime agli occhi. Non doveva piangere però non riusciva a trattenerle come sperava. - Adesso qua ho persone a cui tengo. Tutti quelli con cui lavoro alla Cube, Yurim e Ai e altre persone con cui ho fatto amicizia... Sono la mia famiglia, qua, e spero che i miei lo capiscano... Non voglio tornare a casa per abbandonare tutto questo. >

< E il resto della tua famiglia? >

< Beh, naturalmente prende le difese dei miei genitori e l'unica che mi è stata dalla mia parte e mia cugina che per ora sta qua con me. Se avessero saputo ciò che sarebbe successo, non mi avrebbero mai fatto venire. >

< Scommetto che il direttore ti darà la possibilità di tornare a casa quando vorrai. >

< Si, ne abbiamo parlato ma preferisco aspettare che si abituino tutti all'idea. >

< Una storia triste... >

< Si, ma se ne faranno una ragione! - si sforzò di sorridere – So che sono diverse ore di aereo ma quando vorranno potranno venire a trovarmi, a costo di pagare tutte cose io! E se chiedo alle ragazze di poterli ospitare, non si rifiuteranno. >

Yurim e Ai, che ora le tenevano la mano, annuirono.

< Siete molto unite. È davvero bello vedervi così. >

< Grazie > risposero tutte contemporaneamente.

< Grazie a voi per essere venute qua stasera a parlare con noi. >

Le tre ragazze si alzarono e si inchinarono. Poi si girarono verso la telecamera e dopo il conto di Yurim dissero: < Siamo le “The Alice”! Per favore, abbiate cura di noi! Fighting! >

La trasmissione era durata davvero tanto e Hannah non si aspettava certo queste domande ma, non le piaceva mentire se non era per un bisogno vero e proprio come nel caso di Seob.

Il manager aveva già lasciato le 2 compagne al dormitorio e ora si stavano dirigendo verso casa di Han.

< Ci sono notizie sulla mia patente? Ho fatto richiesta più di un mese fa! >

< Le regole in Corea sono diverse, devono controllare i tuoi risultati in Italia per darti la patente prima di aver compiuto, qua, 20 anni. >

< Uffa... >

Il resto del tragitto lo trascorsero in silenzio.

Arrivati, prese l'ascensore e si appoggiò alla parete di esso, sfinita.

Quando aprì la porta trovò il borsone di Seob accanto all'entrata e il ragazzo era seduto sul divano.

< Ehi. Bentornato. >

< Principessa! >

< Scusa il ritardo... >

Lui le andò incontro e le lasciò un bacio leggero nelle labbra.

< Tranquilla. So come sono queste interviste... Perchè non mi hai detto dei tuoi genitori? >

< Quindi l'hai visto? Avrei preferito non dire niente, però non mi piace mentire... - si sedette nel divano - anzi, scusa per la storia del ragazzo... >

< Ah, tranquilla. Avevamo detto di tenere tutto nascosto, no? Non hai niente di cui scusarti. >

< Lo so ma mi è sembrato così strano dirlo. >

Seob la circondò con le braccia e la strinse a se.

< … Tutto bene? >

< … No... Non faccio che pensare a questa storia dei miei genitori... sono giorni che ci penso. >

< Che hai intenzione di fare? >

< Non lo so. - le lacrime le rigarono le guance – Seob, non ne ho la ben che minima idea. ><

< Ehi! - Le prese il viso fra le mani e lo portò di fronte a se quasi a sfiorarsi con la punta del naso – Non piangere! Ci sono io ad aiutarti. È per questo che quando sono andato in Giappone piangevi? >

< Si... Ho quasi perso la mia famiglia – continuò fra un singhiozzo e l'altro – non voglio perdere nessun altro. Li ho persi a causa della distanza e non volevo perdere te o Jun o gli altri e mia cugina a causa di questa... >

< Hannah, guardami – la ragazza guardava dall'altro lato ma con quelle parole fissò i suoi occhi su quelli di Seob - tu non mi perderai mai. Io voglio stare con te e non ho intenzione di allontanarmi. Mi credi? - la ragazza annuì – Perfetto, io non voglio vederti piangere... >

Con i pollici le asciugò le lacrime e poi si porto il viso in contatto con il suo. Bacio dopo bacio, respiro dopo respiro, rimasero insieme. Non volevano lasciarsi.

A poco a poco Hannah scivolò, distesa nel divano con Seob sopra di lei, continuando a scambiarsi quei baci che non volevano interrompersi. Anche se Hannah non si sentiva arrivare fino a quel punto, aveva bisogno di sentirlo vicino e non voleva interrompere quel poco che le bastava.










Buonaseraaaa! Come promesso, postato il nuovo capitolo! Giusto in tempo per festeggiare Natale <3
E, con la scusa, festeggiamo anche l'arrivo del 50esimo capitolo! *applausi da parte di una grande folla*
Grazie mille ç^ç
Spero che la storia vi piaccia e vi assicuro che il meglio deve ancora arriva!

Vi auguro Buon Natale e Buon Anno Nuovo! 
Arrivederci dalla B2UTY Natalina <3

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Capitolo 51
*** Ricordi - Cambiamenti... ***


Quando entrano nel loro appartamento, erano già le 10 di sera. Mentre Seob e Jun corsero via, il resto del gruppo fu trattenuto per rilasciare qualche scatto ad alcune riviste. Rientrare a casa era sempre piacevole per tutti, ognuno si recò nella propria stanza per disfare le valigie; non avendo del tutto cenato, Doo pensò di preparare un piatto semplice e veloce.

Ad aiutarlo si aggiunse Hyun, mentre Ki-Kwang rimase seduto ad osservarli; Dong si era chiuso nella sua stanza senza uscire.

La situazione iniziò a far preoccupare i 3 ragazzi, durante il soggiorno non era successo niente che potesse aver un collegamento con il suo comportamento…

< Ragazzi – intervenì Hyun – e se il nostro makne si fosse innamorato? >

< EEEEEEH???! > dissero in coro Doo e Ki-Kwang

< Che male ci sarebbe? Ultimamente lo vedo parlare e scherzare con Ai… >

< Mmm…questo è vero, ma il suo atteggiamento non mi convince > disse Doo

< Ha iniziato a fare così da quando Jun ci ha comunicato la sua decisione > aggiunse Ki-Kwang

< Vuoi vedere… > disse Doo, i ragazzi lo guardarono.

< VUOI VEDERE CHE È GELOSO DI JUN??? > dissero insieme Hyun e Ki-Kwang

< Ma tra loro due non scorrevano buoni rapporti > fece notare Doo

< Non lo sai – aggiunse Hyun – Dall’odio nasce sempre l’amore. >

< L’avrà fatto per non rilevare i suoi sentimenti…sai come la pensa Jun su questo punto… > rispose Ki-Kwang

< Si, non saprebbe come comportarsi se all’interno del gruppo qualcuno provasse certi interessi verso uno di noi… >

< Esatto Doo. Quindi – disse Hyun finendo di preparare – bisogna affrontare un passo alla volta, dovremmo parlare prima con Dong… >

< Cos’altro c’è adesso? >

I tre ragazzi furono colti di sorpresa, Dong era entrato in cucina, non aveva ascoltato tutto…ma era stanco di sapere altre novità.

Si avvicinò al bancone scrutando i loro sguardi, nessuno aveva intenzione di parlare.

< Insomma – disse ad un tratto – se anche voi avete intenzione di andare via ditelo ora, sono stufo di questa situazione. >

< Eh? – i 3 si osservarono – qui nessuno vuole andare via > disse Doo

< Ah no?! >

< Perché mai dovremmo farlo? > domandò Ki-Kwang

< Sembra che vada di moda > si sedette appoggiando il gomito sul tavolo in modo da sorreggersi la testa, aveva l’aria seccata.

< Ah! – intuì Hyun – Allora è per questo >

< Tu hai capito? > domandò Ki-Kwang

< Credo di si – rispose Hyun – Dimmi un po’, perché sei contrario a questi trasferimenti? >

< Mh?! Non è che sarei proprio contrario…ma… >

< Ma cosa? > chiese Doo

< Non vedo l’esigenza. Ho capito perché Seob l’abbia fatto, ma Jun… - corrugò la fronte – lui non capisco >

< Semplice, è innamorato > rispose Ki-Kwang

< Poteva continuare come aveva sempre fatto fino ad ora, no? Perché tutta questa fretta di andare da lei >

< Sei troppo piccolo per capire certe cose > rispose sorridendo Doo

< Come fa a stare con lei dopo tutto quello che ha dovuto affrontare! Se fosse stato per me, non l’avrei mai… >

< Dong – lo riprese Doo – hai ancora dei risentimenti verso Elena? >

< …Può darsi, con questo? >

< Sai benissimo come sono andate le cose, le hanno spiegate ed avevamo chiuso il discorso…perché continui su quel fronte! >

< Doo… - il ragazzo era rimasto ad osservar il suo sguardo serio, fece un lungo respiro prima di parlare – Il motivo è perché non voglio che in futuro vi siano altri problemi a causa sua da portare il gruppo a dividersi. Insomma….eravamo sei in quest’appartamento, adesso ci troviamo in quattro! Queste separazioni non ci fanno bene…non dopo tutto quello che è successo tra Kiki e Jun! E chi era la causa? Elena! Quella ragazza ha portato scompiglio nel nostro gruppo…con il suo arrivo ci sono stati troppi cambiamenti, ed io non ci sto! >

< Jun e Seob sono abbastanza maturi per prendere le decisioni da soli – aggiunse Hyun – Se questa è la loro decisione bisogna accettarla. Siamo un gruppo e bisogna sostenerci l’un l’altro…sempre! >

< Credevo che una simile reazione sarebbe uscita fuori da Kiki – Doo si rivolve verso il ragazzo che lo guardò perplesso – non credo che i suoi sentimenti verso Elena siano scomparsi – in quel momento Ki-Kwang sorrise affermando ciò che aveva detto – eppure…eppure se ne sta zitto ed ha accettato questa situazione. Dong – prese le posate e passò vicino al ragazzo – prima o poi questa situazione si sarebbe creata. Ognuno prenderà la sua strada, ognuno di voi farà un percorso diverso dall’altro…ma non per questo smetteremo di essere un gruppo. >

< Doo ha ragione – intervenì Ki-Kwang sorridendo – anche se adesso siamo così, non è detto che il gruppo si scioglierà….anzi, potrebbe rafforzare la nostra unione >

< Adesso tutti a tavola – affermò Hyun prendendo il tegame – Qui è pronto, meglio mettere qualcosa di caldo nello stomaco prima di andare a dormire >

Mentre i tre ragazzi si affrettavano a sistemare la tavola, Dong era rimasto a riflettere su quello che i compagni avevano detto: forse avevano ragione, forse tutto quello li avrebbe rafforzati, forse non si sarebbero separati e sarebbero rimasti sempre uniti…ma l’idea che aveva nella sua mente non rispecchiava più la realtà, ed era proprio questo a dar maggior fastidio.

< Dong, ti unisci anche tu? > chiese Ki-Kwang con le bacchette in mano

Il ragazzo, lentamente, spostò lo sguardo sul tavolo...su quel tavolo dove fino ad una settimana fa erano in sei, mentre adesso solo in quattro. Quell’immagine senza gli altri due compagni era come vedere un quadro incompleto. Lo rese nervoso.

< Voi non potreste mai capire – si alzò, quel gesto fece cader la sedia per terra – non potreste mai capire come mi sento adesso >

Nel dir ciò, corse verso la porta dell’ingresso sbattendola violentemente. A nulla valsero le parole del leader nel fermarlo.

< Adesso che dobbiamo fare? > chiese preoccupato Ki-Kwang

< Dovremmo avvisare anche Jun e Seob > disse Hyun

< Mentre voi li chiamate, io andrò a cercarlo >

Doo prese due giacche che erano nell’appendiabiti, uno lo indossò….l’altro lo strinse a se nel petto con il braccio. Aprì la porta e scese in strada alla sua ricerca.

 

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Dopo aver lasciato l’aeroporto, Jun si era recato con la propria auto , fatta lasciar li dalla sicurezza, verso l’appartamento di Elena: prima di partire le aveva lasciato un biglietto, sarebbe andato dritto da lei non appena sarebbe atterrato.

Non l’aveva ancora avvisata del suo arrivo e la ragazza non aveva provato a chiamarla, voleva fargli una sorpresa anche se immaginava il suo stato d’animo nel non ricevere sue notizie da quasi 11 ore.

Arrivato sotto il suo appartamento, posteggiò nel posto assegnato e si avviò verso l’ascensore; nel attendere che le ante si aprissero, estrasse il cellulare dalla tasca dei jeans scuri, sbloccò il display, digitò il suo numero e premette invio.

Le ante si aprirono nello stesso istante in cui la ragazza rispose al cellulare; ignara di dove fosse, rispose con gioia alle sue domande, giunto al decimo piano, Jun aprì le ante e il rumore avvertito dalla ragazza la portò alla fatidica domanda…

< Jun, ma dove sei in questo momento? >

Il ragazzo non rispose, con sorriso si posizionò davanti la porta del suo ingresso e senza darle una spiegazione, chiuse la chiamata.

< Jun?? Pronto Jun!... ma…sarà caduta la linea >

Elena osservò il display del suo cellulare, la chiamata era terminata ma non capiva se era dato da un problema di linea o fosse successo qualcosa; provò a chiamare nuovamente ma in quell’istante qualcuno suonò alla porta. Con il cellulare in mano, con il numero di Jun sul display, si recò davanti l’ingresso; chiese chi fosse a suonare ma non ricevette nessuna risposta…con molta cautela aprì la porta fino a ritrovarsi davanti proprio Jun che la fissava dritta davanti gli occhi con mezzo sorriso.

Per lo stupore e la sorpresa, Elena si gettò fra le sue braccia…era da un giorno che non si vedevano, ma era come se fosse passato più tempo. Il ragazzo ricambiò il gesto portandola fino all’ingresso della stanza chiudendo la porta alle sue spalle, era sempre una gioia rivederla.

< Mi sei mancato tantissimo, Jun >

< Anche tu… - le diede un bacio sul collo – Adesso che sono tornato, possiamo decidere il giorno del trasloco >
< Neanche sei arrivato da un minuto e vuoi decidere quando traslocare? – fece un’espressione compiaciuta – Sei così impaziente di andare a vivere insieme? >

< Perché tu no? > ricambiò lo sguardo

< Beh…in effetti….aspettavo con ansia il tuo ritorno >

< Allora non fare quell’espressione di prima – la prese per i fianchi ed iniziò a spostarla nel divano – quando anche tu vuoi le mie stesse cose >

< Chi ti dice che sia così? > indietreggiò fino a toccare il divano

< Il tuo corpo – la spinse giù – non puoi negarlo >

Dopo essersi sistemata, Jun si adagiò sopra il suo corpo sostenendosi su di un braccio appoggiato vicino al viso della ragazza, mentre con l’altra mano le sollevò la maglietta toccandole il ventre dolcemente; tra uno sguardo e l’altro si scambiarono teneri baci che diventavano sempre più intensi, passionali…

Il dolce sapore delle sue labbra, era da un solo giorno che non le baciava, ma le sembrava un sapore nostalgico; con la mano, il ragazzo, iniziò a salire sempre più su fino a toccar il seno.

Amava tutto di lui: il suo modo di provocarla, di baciarla, di toccarla. Voleva esser sua, che quelle labbra baciassero solo lei, solo il suo corpo e di nessun’altra.

La mano del ragazzo si fermò sopra il suo petto per poi scendere sempre più giù sfiorandole la pelle, fino ad arrivare nel bottone degli jeans…allentato, passò ad abbassare la zip, quando il cellulare cominciò a suonare.

Uno squillo, due squilli, tre…chiunque stesse chiamando, non aveva intenzione di smettere…al quinto, il ragazzo, infastidito, si spostò dal corpo della ragazza per rispondere alla chiamata. Sul display compariva il nome di Ki-Kwang.

< Che vi prende adesso – disse con aria seccata – se questo è uno sche… >

< Jun non è uno scherzo – Ki-Kwang rispose con tono serio – abbiamo parlato con Dong, è meglio che tu ed Elena veniate qui >

< Che è successo? > chiese preoccupato.

La ragazza vedendo l’espressione sul suo volto si alzò andando incontro per sentire cosa fosse successo.

< Dong è convinto che il gruppo si scioglierà se ognuno andrà per la propria strada…non ha accettato il tuo trasferimento con Elena >

< CHE COSA?? – strinse le mani in pugni – Quel piccolo…arrivo subito >

< Jun aspetta – disse prontamente prima che la chiamata venisse chiusa – Dong è uscito correndo…Doo lo sta cercando >

< Lascia che lo trovi…e poi ti faccio vedere come lo sistemo a quello! >

< Jun! JUN!! >

Ma il ragazzo non aveva più intenzione di sentire le giustificazioni da parte di Ki-Kwang, tutto quello che gli passava per la testa era di trovare Dong e…neanche lui, in quel momento, sapeva bene cosa volesse fare.

< Che è successo? – chiese preoccupata Elena vedendo la sua reazione a quella chiamata – Con chi stavi parlando >

< Scusami – disse senza guardarla negli occhi e dirigendosi verso la porta – Devo proprio andare. Ti spiegherò tutto quando ritorno >

< Ma dove devi andare, Jun…dimmi almeno chi riguarda >

Il ragazzo aprì la porta, si fermò e si voltò osservando il suo volto preoccupato.

< Non devi preoccuparti di niente. Risolverò tutto nei migliori dei modi >

Con ciò, chiuse la porta dirigendosi verso il parcheggio.

 

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< Come al solito Jun fa di testa sua – disse Ki-Kwang a Hyun – Quando gli sale il sangue al cervello niente lo porta a ragionare…spero non faccia una scenata delle sue >

< Immagino non abbia neanche avvisato Elena >

< No di certo…vorrà risolvere tutto da solo per non farla preoccupare…Secondo te – lo guardò – se direi ad Elena di raggiungerci…sbaglierei? >

< Se non vuoi morire per mano di Jun, faresti meglio ad evitare…ma d’altronde… >
< Questo lo so, l’avevo anche immaginato. Ma lei… - osservò il cellulare – non può rimanere allo scuro di tutto >

< Kiki – sospirò – faresti meglio ad evitarla per un po’…almeno fino a quando non l’hai completamente dimenticata. Comunque, vado ad avvisare Seob di questa situazione… >

Hyun si allontanò dal salone, Ki-Kwang rimase completamente solo nella stanza…solo con i suoi pensieri.

“ Lo so…so che farei meglio a stare lontano da questa storia, che i sentimenti verso lei non sono ancora finiti…ma non posso far finta di niente… - strinse il cellulare nella mano – Mi dispiace Hyun – accese il display e compose il suo numero – Io…io devo chiamarla. La terrò informata su ciò che succede, gli parlerò come amico…e la proteggerò. Perché adesso, solo per adesso, questo posso farlo… ”

 

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Dong era seduto nel suo posto preferito, nel suo tavolo del ristorante Top Cloud Grill situato al 33º piano del Jongno Tower Building. Sorseggiava il suo bicchiere di sakè osservando fuori la finestra, stare li e bere lo distraeva dai sui pensieri e trovare la sua serenità.

In pochi conoscevano quel usuale modo di isolarsi, ognuno dei 6 ragazzi ne aveva uno, ed il suo era di recarsi su quel tavolo, su quello stesso posto, ad osservare la città.

Nessuno l’avrebbe disturbato, nessuna distrazione, il cellulare era come di norma spento in modo che qualsiasi problema non potesse disturbarlo nel trovare la pace interiore.

Dei ragazzi del gruppo solo in due conoscevano quella sua abitudine nei momenti di stress…Doo e…

< Sapevo di trovarti qui… >

Dong stava sorseggiando l’ennesimo bicchiere di sakè osservando fuori quando qualcuno si avvicinò; poggiò il bicchiere sul tavolo, aveva già finito mezza bottiglia media. La persona si sedette di fronte a lui, ma non aveva intenzione di guardarlo…era come se fosse solo, in quel momento.

< Le abitudini sono dure a finire – Dong affrettò a riempir nuovamente il bicchiere senza prestare attenzione a quelle parole – è inutile, non crescerai mai! >

Riempito fino all’orlo, posò di fianco al bicchiere la bottiglia quasi finita ed afferrò il bicchiere; una mano lo fermò.

< Non farlo. Dobbiamo parlare e voglio che tu sia cosciente di quello che mi dirai >

Dong sollevò lo sguardo lentamente rivolgendolo dritto davanti a se. Fece un mezzo sorriso nel vedere che davanti a se aveva la causa del suo stato.

< Che fai. Adesso ti preoccupi di come sto? – il sorriso che aveva sul volto sparì – Leva quella mano dalla mia >

Jun non aveva intenzione di toglierla, gli lanciava sguardi di sfida; con gesto violento Dong tolse la mano del ragazzo e, avvicinando il bicchiere alle labbra, mandò d’un colpo il liquore.

< Anche se fai così, io ho intenzione di parlarti…questa storia deve finire qui. >

< Non ho niente di cui discutere con te, puoi andare dalla tua RAGAZZA adesso… - prese a sorridere – hai di meglio da fare che stare con il tuo gruppo >

< Che ti prende?! Perché ti stai comportando da persona immatura! – ma il ragazzo non rispondeva; riempito nuovamente il bicchiere, guardava fuori dalla finestra – Sono venuto fin qui per parlare…voglio che tu la smetta di fare il bambino. >
< Fare il bambino? – ruotò lentamente la testa verso lui – Non sono immaturo, ma tu sei stato egoista abbandonandoci per una ragazza…dopo tutto quello che ti ha fatto, tu sei sempre corso da lei. Di questo passo – fece un finto sorriso – saresti capace anche di lasciarci per sempre, pur di stare con lei… >

< Che assurdità stai dicendo! – osservò la bottiglia – Tu adesso la smetti di bere! >

< CHI SEI TU PER DIRMI COSA DEVO FARE! – il suo tono di voce, nella stanza , fece attirare l’attenzione dei clienti – Sei solo un traditore...ti sei mangiato la promessa fatta 2 anni fa… >

< Promessa? > lo guardò perplesso.

< Tsk! Non mi meraviglio di questo tuo stupore – prese a bere – non ti ricordi neanche di questo posto >

< Che dovrebbe ricordarmi questo posto…dimmelo, Dong! >

< Lascia perdere… - poggiato il bicchiere sopra il tavolo, osservò con sguardo malinconico fuori – è solo una cosa che non ha più significato – si sollevò e, barcollando, prese a camminare; sollevato lo sguardo vide davanti a se Doo – Oooh, il leader fa la sua comparsa… - sorrise – Ma sei arrivato in ritardo – indicò Jun seduto, smise di sorridere – me ne vado >

Dong avanzò nella sua stessa direzione per uscire da quel posto, ne aveva avuto abbastanza per quella sera; adesso ciò che gli serviva era un po’ d’aria fresca ed un letto per riposare. Una mano, però, lo fermò.

< Tu da qui non ti muovi >

Doo l’aveva fermato, quel suo sguardo severo che mai aveva visto di presenza se non al di fuori di un set, ora era rivolto verso lui.

< Lasciami andare. >
< Siediti e fai il bravo bambino >

Con forza, Doo lo prese per un braccio facendolo risedere nel tavolo con Jun.

< Adesso devi dire tutto quello che ti passa per la testa – disse Doo puntandogli il dito davanti gli occhi – se non dirai niente, il discorso finirà così e tu non dovrai più uscire altri discorsi…intesi?! >

 

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Erano passati 15 minuti da quando Ki-Kwang aveva avvisato Elena di quello che stava succedendo e la ragazza li aveva raggiunti nel loro appartamento.

< Com’è possibile che non ci siamo accorti del suo comportamento – disse sorpresa sedendosi nel divano – Credevo che quella volta i cui abbiamo raccontato come stavano le cose, Dong avesse chiarito tutto >
< Ma adesso il problema è un altro – disse Ki-Kwang – prima Seob, adesso anche Jun…lui non accetta il fatto che loro siano andati via. >

< Elena – continuò Hyun - Dong è cresciuto con noi…siamo stati per lui una famiglia…anche se con Jun non ha avuto molto feeling, il fatto che già due di noi si stiano creando un percorso distante da quello che eravamo mesi fa…per lui ha rappresentato come una rottura >
< Ma noi saremo sempre qui, le cose non cambieranno…. >
< Le cose cambiano, ed è giusto che sia così – affermò Ki-Kwang – prima o poi tutto questo l’avrebbe dovuto affrontare, non saremmo per sempre solo noi sei…Ognuno di noi si creerà la propria famiglia, quando anche lui conoscerà quella giusta capirà i suoi sbagli >
< Ma io no voglio che per questo fatto lui soffra… >

< La verità e che – alle loro spalle, erano giunti Han e Seob – Dong…non ha mai conosciuto la vera importanza ed il valore di essere in una famiglia…. >
Elena rimase sorpresa per quell’affermazione; osservò i due ragazzi avanzare verso il divano dove erano riuniti e si sedettero con loro.

< Che…che significa quello che hai appena detto > chiese incredula Elena.

< Da quando abbiamo conosciuto Dong, ci siamo accorti che qualcosa non andava: era piuttosto silenzioso e quasi sempre per i fatti propri. Solo quando dovevamo esibirci dava il meglio di se, cooperando con l’intero gruppo. Quando le luci dello spettacolo si spegnevano, ritornava ad essere isolato da noi. Come ben sia, se nel gruppo non si crea un buon rapporto, questo si verrà a sciogliere prima o poi… Decisi a scoprire cosa vi fosse sotto, decidemmo di andare tutti e sei a mangiare fuori, era da un mese che il gruppo si era formato…con questa scusa riuscimmo a farlo venire con noi… ed in quell’occasione siamo riusciti a scoprire cosa avesse… >

Seob si fermò, osservò gli altri due ragazzi che ricambiarono lo sguardo.

< Che avete scopeto > chiese curiosa Elena

< Che Dong, pur avendo una famiglia che lo sosteneva, era cresciuto completamente solo – rispose Hyun – Ci aveva spiegato che, nonostante i suoi genitori erano sempre presenti, non gli dedicavano più tempo… Fin da piccolo osservava le altre famiglia che si divertivano, mentre lui doveva accontentarsi di quel poco tempo che i suoi gli concedevano. Si sentiva come se fosse stato inserito in quel contesto e lasciato camminare nel percorso che i suoi gli avevano avviato. Stanco di quella vita, provò più volte a farsi notare dai suoi…aveva persino commesso atti di vandalismo sia dentro che fuori la scuola, ma i suoi coprivano tutto giustificando quel suo atteggiamento solo momentaneo a causa dell’età. Arreso all’idea che quella famiglia che aveva sempre sognato, non si sarebbe mai realizzata, iniziò ad isolarsi e a non comunicare. I suoi non si accorsero del cambiamento, per loro era come se niente gli fosse capitato… Quando fece i provini e fu accettato come membro del gruppo, l’idea che doveva dividere l’appartamento con estranei non tanto gli piaceva…. Da quella sera, da quando aveva condiviso con noi i suoi sentimenti, avevamo fatto una promessa >

< Avevamo promesso che mai ci saremmo divisi, che adesso eravamo noi la sua famiglia… - continuò Ki-Kwang – Lentamente, siamo riusciti a comunicare finché si è fidato di noi e delle nostre parole. Ma adesso – rivolgendosi ad Hannah e poi ad Elena – che siete entrate anche voi, si è sentito come se qualcuno gli strappasse via di nuovo quell’ideale di famiglia che si era costruito >
< Ma non è per niente così > disse Hannah

< La nostra intenzione non era di certo questa – continuò Elena – Capisco i sentimenti di Dong, li accetto…ma anch’io, anche noi…in questo momento, siamo lontane chilometri dalle nostre famiglie…anche noi abbiamo passato quello che lui ha vissuto. Ma non per questo abbiamo fatto come lui >

< Non avercela con lui – disse Hyun – dagli il tempo necessario affinché accetti questa situazione. >

< Adesso dove si trova? – chiese osservandosi in giro – Ora che ci penso, non vedo neanche Jun, avevo capito che stava venendo qui >

< Loro, in questo momento, si trovano nel posto speciale di Dong > disse Ki-Kwang

< EEEH? Cosa sarebbe? >

< Ognuno di noi ha un luogo dove potersi rilassare lontano da tutti – rispose Seob – solo alcuni di noi conosciamo i rispettivi luoghi… quello di Dong lo conoscono solo Doo e Jun >

< Siete un gruppo, ma vi ritagliate spazi solo per voi?? > domandò perplessa Elena

< Ma è giusto che vi sia – rispose Hyun – siamo pur sempre persone, con sentimenti, e quando siamo nervosi o vogliamo stare da soli…dobbiamo evadere da tutto ciò…sono posti segreti e nessuno deve scoprire >

< Allora rintraccerò Jun, se lui sa dove si trova…sarà sicuramente con lui >

< Perché vuoi andarci? > chiese Seob

< Se le cose stanno così – prese il cellulare – è una cosa che mi riguarda e voglio esserci anch’io > compose il numero di Jun.

Il cellulare squillava, ma nessuno rispose. Tentò a chiamarlo per una seconda volta, ma il finale era sempre lo stesso.

 

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< Non rispondere – disse Doo – Questa storia deve essere risolta fra voi due. >

Jun osservò il display del cellulare, Elena aveva provato più volte a chiamarlo…se non avrebbe risposto alle sue chiamate avrebbe cominciato a preoccuparsi; aveva promesso che al suo ritorno gli avrebbe raccontato tutto, ma, vedendo come le cose si stavano mettendo, non era più così convito a dirgli la verità.

< Perché, invece, non lo fai rispondere – rispose Dong rivolgendosi al leader – Tanto sappiamo già chi sia…è lei, no? È la tua ragazza >

Dong si era rivolto verso il ragazzo osservandolo attentamente. Il ragazzo stringeva nella mano il cellulare, tutta quella situazione non poteva continuare…non reggeva quella tensione.

< Dong smettila – intervenì Doo – Adesso stai oltrepassando il limite. – si rivolse verso Jun – è Elena? >

< Si > rispose Jun

< … - rimase per qualche istante in silenzio per riflettere. Era meglio farla venire o no? - Falla venire > infine decise di chiamarla.

< COSA??? – disse Dong – Se permetterai di venire qui, io andrò via >
< Perché mai dovrei dirle di venire >

< Visto che Dong la ritiene responsabile, che lo dica alla diretta interessata. Se non lo farai tu – prese il cellulare – la chiamerò io >

< Fai come ti pare > disse Dong distogliendo lo sguardo.

Jun osservò per qualche secondo Doo, non voleva coinvolgere Elena in tutta quella storia, voleva tenerla lontana…le avrebbe solo detto di aver avuto un incomprensione con Dong ma che avesse risolto tutto, chiamarla e renderla consapevole avrebbe portato ulteriori problemi per lei.

Credeva che dopo la storia di Siwon, tutto sarebbe andato bene…che non avrebbero avuto altri discorsi con nessuno. Quella situazione l’aveva colto alla sprovvista.

< Allora, Jun! Che vuoi fare? Se non ti decidi entro 3 secondi, premerò invio per la chiamata >

Il ragazzo fissava il suo sguardo, serio e deciso, poi si voltò a guardare Dong appoggiato allo schienale della sedia guardando fuori: si chiese come si fosse creata tutta quella storia, che sbaglio avesse fatto per ridursi così.

Fece un lungo sospiro, poi decise…

< La chiamo io >

 

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Elena era giunta davanti l’ingresso dell’edificio, l’osservò in tutta la sua grandezza…deglutì, il pensiero di salire fino in cima la spaventava, ma ancor di più a terrorizzarla era ciò che l’attendeva.

Dopo aver parlato con Jun, si recò immediatamente nel posto da lui indicato: per non farla perdere, chiamarono un taxi che l’avrebbe condotta nel luogo di incontro; con tutto quel fracasso, mancava solo lei che si perdesse per le vie del centro.

Si recò davanti l’ascensore, aspettò che le ente si aprissero e salì all’ultimo piano. Arrivata, ad attenderla c’era proprio Jun, nel guardarla fece un respiro profondo.

< Per di qua > disse indicandole la direzione.

Era tesa come una corda di violino; prima di giungere all’incontro, per la testa, si era fatta tutto un discorso, era decisa su i punti da trattare ma adesso…

< Siamo tutti qui > disse Doo facendola sedere davanti a se, al suo fianco Dong non distoglieva lo sguardo dalla finestra.

“ Avevo fatto tutto un discorso in testa, adesso che mi trovo qui…non mi escono le parole. Ho paura di dire qualcosa di sbagliato...di insensato… ”

Elena sorrise timidamente ai due ragazzi che aveva di fronte a se; voleva che tutto finisse per il meglio…ma anche al più presto, situazioni come quella le creavano disaggio.

< Elena – disse ad un tratto Doo – sono stato io a farti venire qui, ma credo che già sai il motivo >

< Si – rispose – Kiki mi aveva fatto venire nel vostro appartamento e li, insieme agli altri, mi ha spiegato più o meno ciò che stava succedendo. – si rivolse verso Dong con aria dispiaciuta – Mi dispiace… - chinò la testa – non volevo crearti problemi con il mio arrivo. Scusami… >

Calò un timido silenzio. Jun osservava il volto di Dong, voleva capire cosa gli stesse passando per la testa…dopo tutto era per colpa del suo comportamento tutto quella sceneggiata.

< Dong – continuò la ragazza sollevando lo sguardo – io non so nulla di voi, del vostro passato, di come vi siete conosciuti e di ciò che avete passato insieme…fino a qualche mese fa ero una semplice fan come tutte le altre, leggevo di voi solo su internet…ma erano notizie che chiunque avrebbe potuto sapere. Ora che ho avuto la fortuna di conoscervi meglio, capisco che in realtà…io…non conosco che solo una minima parte di quello che in verità siete. – Doo e Jun ascoltavano attentamente le sue parole, mentre Dong sembrava pensare ad altro – Ho commesso molti errori in questi mesi, credevo di averli risolti e di non aver coinvolto l’intero gruppo…mi sono resa conto solo ora che il mio comportamento ha ferito anche voi, vi chiedo scusa anche di questo. Avrei dovuto comportarmi diversamente, senza pensare troppo a me stessa… So che adesso è tardi, ma ti prego di accettare le mie scuse e permettermi di conoscervi meglio… >

< Hai detto bene – disse Dong – è troppo tardi – si voltò a guardarla in viso – per rimediare ai tuoi sbagli. – con il suo sguardo, Elena ebbe un brivido…era gelido come il ghiaccio – Io non sono come gli altri che perdonano facilmente. Per anni sono rimasto con la speranza di esser circondato da qualcuno che fosse al mio fianco, che avrebbe gioito con me…ci ero riuscito, ma tu – corrugò la fronte – hai distrutto tutto quanto! – la guardava con occhi pieni di odio – Sei arrivata portando scompiglio nel gruppo, hai messo Kiki e Jun l’uno contro l’altro, poi, come se non ti bastasse, hai coinvolto Siwon e da li il gruppo cominciò a vacillare…Sei solo un problema, la soluzione è che tu sparisca dalle nostre vite… >

< Sparire?! – Elena fece un piccolo sorriso – quindi l’idea che ti eri fatto su di me non è scomparsa dalla tua mente. Anche l’altra volta mi avevi detto la stessa cosa: volevi cacciarmi via. >

< Si! Volevo che ritornassi da dove fossi venuta… >

< Speravo che quella volta tutti i malintesi fossero stati chiariti >

< Tsk! Avrei potuto accettar la vostra relazione, alla fine è Jun che decide della sua vita…ma andare a vivere insieme…questo è troppo! >

< Perché ti comporti come un bambino di 5 anni, Dong! > replicò Jun

< Ragazzi, abbassiamo i toni della voce. Cerchiamo di non attirare troppo l’attenzione >

< Bambino, io? Quello sei tu…hai preso decisioni senza consultarti con noi. Hai sempre fatto di testa tua. Sembra che lei ti abbia fatto un lavaggio del cervello! Il Jun che io conoscevo non avrebbe mai lasciato tutti noi… >

< Dong, ognuno di noi è libero di fare le proprie scelte. Se Jun ha ritenuto andare in un appartamento suo, è una sua responsabilità…. Di certo questo non porterà scompiglio nel gruppo >
< LO FARA’ INVECE! – disse con tono più forte – Tutti voi andrete via, lascerete il gruppo…ed io ritornerò solo…e la promessa che ci facemmo qui, 2 anni fa, svanirà… >

< Allora è per questo che vieni sempre qui – affermò Doo – Perché sei legato a quel ricordo >

< Quale ricordo? > chiese Elena

Calò un attimo di silenzio, prima che Dong prese parola…

< Quando hanno formato il nostro gruppo e ci hanno selezionato fra tanti…dopo un mese circa dalla formazione siamo venuti qui a festeggiare. – rispose Dong con il volto chino sulle mani – Dopo vari discorsi e conosciuti meglio, avevamo promesso che mai ci saremmo lasciati, che avremmo continuato questa strada insieme… Credo che Ki-Kwang ti abbia raccontato il mio passato: non ho avuto un passato felice con i miei genitori che non erano quasi mai presenti…ma quando loro si sono dimostrati così amichevoli e disposti a darmi il loro supporto, mi sono sentito parte di qualcosa…ero così felice. Era come se avessi trovato quel calore che avevo disperatamente voluto dalla mia famiglia. Ma adesso… - sollevò lo sguardo verso Elena – per la tua presenza, hai portato via quella serenità che avevo faticosamente costruito… >

< Non ho portato via niente – replicò con sguardo dispiaciuto – loro saranno sempre con te >

< Sia io che Seob non abbiamo cambiato paese, siamo sempre qui…non andremo via >

< Dong, vedila come una famiglia allargata – Doo si alzò e si mise alle spalle dei due ragazzi – Non puoi obbligare nessuno a stare per sempre insieme senza farsi una propria vita. I tempi di quand’eri piccolo sono passati, non puoi comportarti da egoista e pensare solo a te…la promessa che ci siamo fatti non verrà dimenticata, nè tralasciata. Siamo un gruppo, una famiglia…e come in ogni famiglia, arriva un punto in cui le strade si separeranno ma nessuno dimenticherà l’altro. – il ragazzo osservò attentamente Jun ed Elena, poi passò a guardare Doo – Noi sei saremo sempre una famiglia, ci sosterremo come abbiamo sempre fatto…potremmo decidere di vivere separati, o cambiare città, oppure smettere di cantare…qualsiasi cosa succederà, sono sicuro di una cosa: la nostra unione. Spetta a te credere alle mie parole… - Doo poggiò la giacca che aveva portato per il ragazzo, nella sedia accanto a lui…poi si spostò dirigendosi verso l’ascensore – Quello che avevo da dirti l’ho detto…non rovinare tutto. >

Con ciò, lasciò i tre ragazzi seduti in silenzio nel tavolo. Dong rifletteva sulle parole appena sentite: il leader aveva ragione, dopo tutto erano sempre una famiglia, ed era giusto che ognuno di loro avrebbe intrapreso un percorso diverso e fatto nuove esperienze…ma stava succedendo così in fretta…troppo in fretta rispetto a quello che aveva idealizzato. Non era egoismo…non era come aveva detto Doo, no! Lui voleva solo assaporare quell’affetto che da parte dei genitori era venuto a mancare.

< Sarebbe bastato un altro po’ – disse a bassa voce osservando Doo andarsene via – Bastava solo qualche mese in più… >

< Cosa sarebbe bastato? > chiese Jun leggendo le sue labbra per capire cosa stesse dicendo.

Dong lentamente spostò lo sguardo verso i due rimasti fermi ai loro posti; chiuse gli occhi mentre fece un sospiro.

< Tutto questo potrà essere passato per un mio puro egoismo…ma vi sbagliate. – riaprì gli occhi e si alzò dal tavolo – Dovrò farmene una ragione, dovrò abituarmi a non avervi in casa… - prese la giacca lasciatagli da Doo e si diresse verso l’uscita – è tempo di cambiamenti… >

< Dong – lo fermò per un braccio Jun – non devi pensare che adesso non saremo più presenti. Sia io che Seob verremmo molto spesso… >

< E poi – intervenì Elena – sarete sempre i benvenuti da noi > fece un sorriso.

Dong dapprima guardò Jun, poi spostò l’attenzione sulla ragazza; alle sue parole rispose con un mezzo sorriso. Si voltò nuovamente verso l’uscita liberandosi dalla presa del ragazzo. Arrivato nell’ascensore si voltò verso i due in attesa che si aprissero le ante.

“ Avrei voluto che tutto ciò succedesse solo dopo aver vissuto con voi tutte le tappe di un gruppo nascente, che saremmo stati in quell’appartamento ancora per un po’ a gioire come facevamo sempre dopo qualche esibizione…ma d’ora in poi non sarà più così – il rumore delle ante aprirsi, richiamò la sua attenzione; entrò dentro pigiando il pulsante che l’avrebbe riportato giù ed indossò la giacca – E’ davvero giunto il momento di voltare pagina e scrivere un altro capitolo in questa storia. Il ragazzino che voleva affetto deve diventare un uomo ed accettare tutto quello che succede come insegnamento per la vita. – in pochi secondi arrivò fino all’ingresso; scese e senza osservarsi in giro, percorse la poca strada che lo conduceva fuori l’edificio con aria disinvolta – Da oggi, non esisterà il vecchio Dong che faceva affidamento sugli altri…da ora ci sarà un nuovo Dong, più forte…più maturo… - si fermò e guardo l’edificio alle sue spalle - …Si, è tempo di cambiamenti ”

 

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Rimasti soli, Elena e Jun si sedettero nel tavolo pensierosi per ciò che era accaduto. Fino in quel momento, non erano stati molto fortunati…avevano dovuto affrontare mille ostacoli per un po’ di serenità.

< Quanto potrà durare questa serenità ritrovata? > chiese Elena osservando il bicchiere vuoto preso da Dong.

< Perché dici questo? >

< Ogni volta che risolviamo un problema, ne spunta sempre fuori un altro – alzò lo sguardo per guardarlo – Sono preoccupata per ciò che potrà capitarci. >

< Non devi preoccuparti inutilmente – le prese le mani fra le sue – pensa solo al presente. Ricordati – le sorrise – da domani andremo a vivere insieme…non sei più sola. >

< Hai ragione – ricambiò il sorriso – adesso ho te al mio fianco… Voglio pensare solo a noi…solo a noi due >
< A causa di questo piccolo trambusto, non abbiamo festeggiato come si deve la liete notizia – il ragazzo si recò al bar e subito dopo si avvicinò al tavolo dove Elena era rimasta a guardarlo perplessa – E’ giusto festeggiare, non credi? >

< Ora?? E poi...qui? >

< Se ci sei tu – le prese una mano per invitarla ad alzarsi – ogni posto è sempre quello giusto. >

Partì una musica dolce, lenta, melodica…

 

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I giorni successivi furono intensi per Elena e Jun, dovettero caricare e scaricare pacchi per il trasloco. Per la ragazza non fu molto impegnativo, ma per Jun si: dovette far tutto di nascosto e di notte…ma per non destare ulteriori sospetti, portò solo lo stretto necessario.

Le prime sere trascorsero a sistemare casa, quando furono del tutto pronti, organizzarono una cena con tutto il gruppo…senza far mancare Hannah e le sue compagne.

I rapporti con Dong andavano via via attenuandosi, il ragazzo stava iniziando a farsene una ragione…anche se all’interno soffriva per la lontananza dei due, cercava in qualche modo di non farlo vedere…non per orgoglio, ma per il bene futuro del gruppo.

Sembrava davvero essere ritornata la felicità.

In quel periodo i sei ragazzi erano impegnati su diversi fronti: tra concerti e varie apparizioni in tv e radio, nella CUBE si preparavano anche alla formazione di un nuovo gruppo formato da Hyuna e HyunSeung che si sarebbe chiamato “Trouble Maker” e avrebbero debuttato il 1 dicembre.

Mentre i due ragazzi incidevano il loro primo album, i B2ST avevano l’agenda piena di appuntamenti in quel periodo…Jun era anche intento a realizzare incisioni di alcuni brani tanto da lasciare Elena in disparte; la loro convivenza era appena iniziata ma le cose non erano del tutto cambiate: si trovava per la maggior parte del tempo da sola in casa ma il pensiero che da quella porta sarebbe rientrato la rendeva felice ed emozionata, ogni sera preparava pasti che l’avrebbero reso felice.

Quando trovava del tempo libero, Jun organizzava delle uscite per mostrarle la città ed i luoghi che Elena voleva tanto visitare: ad ogni luogo visitato, i due scattarono diverse foto...in questo modo, quando la ragazza avvertiva la mancanza di Jun quando lui era troppo impegnato, vedendole avrebbe ricordato quei momenti felici ed attenuato la sua assenza.

In quei giorni, inoltre, alla CUBE vi fu molto fermento. Diverse persone entravano ed uscivano da quell’edificio e nei corridoi si vociferava un’imminente collaborazione con un’altra casa discografica e che il gruppi scelti erano i B2ST con le SISTAR…a quella notizia, non appena fu giunta alle orecchie di Han, creò un po’ di preoccupazione…ma essendo solo voci e nulla di concreto, la ragazza non dette molta importanza.

Purtroppo gli impegni del fine mese erano innumerevoli: il 20 furono invitati al "GFSC Concert" tenutosi al Yokohama Arena, dove cantarono ben 7 canzoni. Al ritorno dell’evento, Jun rientrò nell’appartamento…sperava di trovare la ragazza ancora sveglia intenta ad aspettarlo ma, come aveva già immaginato, la trovò nel letto distesa con un plaid a coprirla. Nel vederla sorrise, non aveva le forze per spogliarsi; così com’era, dopo aver preso un ulteriore coperta pesante, si distese al suo fianco e, facendo in modo da non svegliarla, fece appoggiare la sua testa al petto…le accarezzò i capelli e in un attimo si abbandonò alla stanchezza.

Il 21 vennero premiati dal Ministro della Cultura al "2011 Korea Pop Culture Awards", il 24 parteciparono ai "Melon Music Awards 2011" esibendosi con "Rainy Days" e "Fiction" vincendo il premio come migliori artisti dell'anno; mentre il 25 e il 26 si diressero a Las Vegas per il "Billboard KPOP MASTERS Concert".

Non era la prima volta che Elena vedeva partire Jun, ma da quando avevano iniziato a convivere…quelle lunghe separazioni erano piccole torture, aspettava con molta trepidazione il suo arrivo…contando le ore che mancavano al loro incontro; anche per Hannah le separazioni erano difficili da affrontare ma, affrontando anche lei le stesse situazioni, in qualche modo, la sua assenza l’avvertiva di meno tendendo la sua mente occupata.

Rientrati in Corea, ebbero finalmente due gironi di riposo che dedicarono a rilassarsi per riprendere le forze; Hyun ne approfittò per provare e ripassare la coreografia con Hyuna, il resto dei ragazzi non aveva niente di programmato: Seob ed Hannah, in quei pochi momenti liberi, si dirigevano in luoghi poco affollati per poter stare insieme, Elena e Jun avevano già visto tutti i luoghi segnati dalla ragazza e decisero di rimanere in città per restare insieme agli altri.

Nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo nei giorni a seguire…

 

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Nel secondo giorno libero, i ragazzi si recarono alla CUBE come ogni mattina…avevano ricevuto una chiamata dal loro manager per del lavoro di poco da svolgere che avrebbero solo impiegato mezza giornata, ad esclusione di Hyun impegnato con il comeback imminente e la partecipazione al Music Awards che si sarebbe svolta il giorno seguente; mentre il gruppo di Hannah, dopo un lungo periodo di impegni, poteva dedicare molto più tempo al riposo…anche se il lavoro non sarebbe mancato.

Si trovarono tutti davanti l’ingresso quando sentirono una voce in lontananza chiamare uno di loro…

< YoSeooooob! >

Il ragazzo si voltò, incuriosito di chi potesse essere, ed anche Hannah si voltò per osservare. Rimasero stupiti quando si accorsero che era una ragazza scesa da un furgone e stava avanzando nella loro stessa direzione con un gran sorriso. Aveva chiamato Seob con una voce amichevole ed abbastanza dolce. Forse anche troppo, tanto da infastidire Hannah.

Alle spalle della ragazza, ne uscirono altre che, non appena si accorsero della presenza dei B2ST, s'illuminarono i loro visi. Ad uno ad uno, le ragazze raggiunsero i B2ST che salutarono con molto piacere.

< Ragazze! Siete già qua? Pensavamo che veniste nel pomeriggio. > domandò Doo

< Abbiamo voluto anticipare l’incontro per avere modo di visitare la struttura – rispose una delle ragazze – La volta scorsa non abbiamo avuto modo per farlo... >

< La volta scorsa?? > chiese perplesso Doo

< Si – sorrise – quando voi eravate partiti… siamo venute qui ma solo per formalità. >

Mentre i ragazzi erano intenti a scambiare qualche chiacchere con le 4 ragazze, Hannah ed Elena rimasero in disparte osservando la scena, insieme ad Yurim ed Ai, le quali erano emozionate di vedere un altro gruppo di idol.

< YoSeob! Non ci vediamo da un paio di mesi… - la ragazza che prima l’aveva chiamato adesso si era avvicinata fin troppo tanto da infastidire Hannah. Si sentì osservata – Scusa, ma loro chi sono? >

< Ciao Hyorin...già è da molto che non ci vediamo – Seob le rivolse un sorriso e si voltò verso le ragazze –Han, Elena, Ai e Yurim…loro sono le Sistar: Hyorin, Bora, Soyu e Dasom. >

Le 4 ragazze si inchinarono per salutarle, Ai e Yurim erano molto imbarazzate che i loro gesti erano rigidi a causa dell’emozione di vedere dal vivo.

< Piacere. Io sono Hannah... – fece un mezzo inchino – Scusate ma devo andare. >

Hannah si allontanò subito dal gruppo seguita da Yurim ed Ai che le corsero dietro, mentre Elena si avvicinò a Jun.

< Molto piacere! Io sono Elena. >

< La mia ragazza! > Jun la cinse per i fianchi e le diede un dolce bacio sulla guancia. Da quando stava con Elena, si era addolcito.

< Come mai qui? Non siete di un'altra agenzia? > domandò Elena

< Si – rispose Hyorin - ma le case discografiche hanno un lavoro da farci svolgere insieme, quindi staremo qua per un po’ – ad ogni risposta che dava, sorrideva…questo fece insospettire Elena – Seob ha bisogno di compagnia per lavorare al meglio, vero tesoro? >

< Hyorin, Seob è fidanzato! > disse Dong.

< Dong tranquillo! – rispose Seob – Siamo solo amici… Hyorin, visto che non avete visto molto la volta scorsa, vi mostro la Cube! Seguiteci >

A quella proposta, Hyorin gli si illuminò il viso e prese a braccetto il ragazzo seguendolo insieme alle compagne e a Ki-Kwang e Doo.

Hyun si diresse verso una delle sale prove dove l’attendeva Hyuna intenti a provare per l’ennesima volta la coreografia; Dong e Jun trascorsero il tempo in sala canto con il manager; mentre Elena si recò nella sala riunioni per aggiornare la situazione riguardante il lancio della pubblicità.

 

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Seob, Ki-Kwang e Doo mostrarono alle ragazze i vari piani dell’edificio e le sale che avrebbero usato per il lavoro: per prima mostrarono il bar in quanto vicinissimo all’entrata per poi salire nei vari piani giungendo così nelle sale dedicate alle prove delle coreografie.

In una di quelle sale, vi erano le The Alice intente a provare diversi passi, e mentre Hannah provava, vide allo specchio alle sue spalle il gruppo. Fermati per prendere respiro, li vide entrare accorgendosi che Hyorin teneva il braccio intorno a quello di Seob.

< Ragazze, loro sono le The Alice…le avete incontrate prima ma non ho avuto modo di presentarle come si deve. Hanno debuttato da 2 mesi. Anche Hannah fa parte del gruppo… >

< Voi siete le Sistar! – si avvicinò Ai – Oddio siete stupende! > la ragazza andò di testa nel vederle li, ad un passo da loro.

< Ragazze, possiamo provare, per favore? >

Hannah era rimasta distante dal gruppo, non sopportava ciò che vedeva…e come se nulla importava, Seob non le impediva di toccarlo; tutto ciò era fastidioso.

< Ah si – rispose Hyorin guardandola – Scusa Hannah, togliamo subito il disturbo. >

Si inchinarono e si diressero fuori; Hannah era abbastanza tesa, nervosa. Si voltò dal lato opposto e iniziò a provare. Seob, accortosi del comportamento strano della ragazza, lasciò Hyorin avvicinandosi ed abbracciandola da dietro.

< Tutto bene Principessa? >

< Sì... Tutto benissimo... > rispose un po’ con aria seccata.

< Non sembra. >

< E’ che…mi da solo fastidio come si comporta quella Hyorin con te... >.

< Sta tranquilla, a me piaci solo tu. >

Le rivolse un sorriso e, facendola girare verso di lui, gli diede un bacio. Un bacio costretto a interrompere a causa del coreografo che li guardava male.

< Mi scusi! Ci vediamo dopo Principessa! >

Le sorrise e fece l’occhiolino, a quell’espressione Hannah non sapeva resistere e per un attimo le sue preoccupazioni erano come scomparse nella sua mente.

< Bene – disse l’insegnate – Riprendiamo da dove avete interrotto >

 

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< E' la tua ragazza? > domandò Hyorin quando Seob li raggiunse

< Si! >

< E' una bella ragazza! >

< Già, e per favore... – gli rivolse un sorriso – Non fare più come prima. Vedi, è da poco che stiamo insieme e non vorrei avere problemi con lei. >

< Si è ingelosita? Oddio mi dispiace! – fece un’espressione dispiaciuta portandosi le mani sul volto – Non volevo! Scusami! >

< Tranquilla! Non è colpa tua! Allora dimmi, ti piace l'edificio? >

< Si! Molto! > Sorrise dolcemente tenendo le mani sul volto.

Illustrato tutte le varie sale, Seob lasciò un attimo le ragazze per rivolgersi al manager che aveva bisogno di parlargli ma prima Hyorin lo fermò.

< YoSeob, pranziamo insieme? Come amici naturalmente! >

< Mmm... Si! Perché no! Hannah è impegnata quindi sono libero. >

< Va bene, allora ti aspetto qua fra 2 ore! Noi dobbiamo andare. Abbiamo una riunione. Ciao ciao Yo! >

La ragazza sorrise e si recò all'ultimo piano dell'edificio insieme alle altre componenti del gruppo.

< Hyorin cos'hai in mente? > chiese Bora.

< Niente perché? > chiese con aria allegra.

< Sei troppo su di giri da quando hai saputo di questa proposta di lavorare con i B2ST > rispose Dasom.

< Quindi dicci che ti passa per la testa > disse Soyu.

< E va bene… A me YoSeob piace. Questo sentimento va avanti da quando l'ho visto la prima volta nei programmi televisivi. E fra non molto, anch’io piacerò a lui. >

< SEI IMPAZZITA!!! – le urlò Bora – Lui è già fidanzato! >

< Si lo so…ma le do massimo una settimana. – rise – Penso che dopo 3 giorni scappi da lui per la troppa gelosia! >

< Non è giusto! > disse Soyu.

< Non m’interessa. >

< Come pensi di farlo innamorare? – domandò Dasom. La sua domanda fece girar di colpo le due ragazze – Che avete da guardare in quel modo? Sono solo curiosa >

< Basta che gli faccia vedere la ragazza che sono realmente: sportiva, in gamba ed allegra. Non la "so tutto io" che la casa discografica fa credere che io sia. Vedrete, riuscirò a conquistarlo con la mia semplicità >

Lo sguardo di Dasom era cambiato, quasi convinta del piano di Hyorin.

< E' quando vorresti dare il colpo di grazia? > domandò infine

< Al ballo in maschera che si terrà questo Venerdì >

< Sappi che ciò che stai per fare noi non l’approviamo > disse Bora

< In amore tutto è lecito – affermò Dasom avvicinandosi alla ragazza – Io ti sosterrò >
< DASOM!!! > disse con tono infastidito Soyu

< Tranquille ragazze, qui nessuno soffrirà più di tanto! > disse Hyorin.

Con questo, le ragazze entrarono nella sala chiudendo la porta alle loro spalle.





Salve *^*
Scusate se non pubblico da tanto ma ho avuto diversi problemi e l'ho tolto dalla mente çç

Entriamo nel nuovo punto cruciale della storia! Cosa vi aspettate? :3 Ditecelo nelle recenzioni *^*
Baci <3

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Capitolo 52
*** Ricordi - Bisogna Aver Fiducia ***


Giunta l'ora di pranzo, Seob si recò nel luogo d’incontro…era fermo all'entrata dell'edificio in attesa dell’arrivo di Hyorin in ritardo di mezz'ora. Controllava ogni 5 minuti l’ora sul cellulare quando si sentì chiamare.

< Yo! Scusa il ritardo! La riunione è durata più del previsto. >

< Non ti preoccupare! Ma... – si soffermò a guardarla – ti sei cambiata? >

Indossava un Jeans attillato di tonalità chiara, una maglietta che doveva essere una taglia più grande della sua, se non due, bianca con diverse righe che andava in tutte le direzioni di diversi colori e le scarpe Adidas, del modello simile a quelle disegnate per il gruppo 2NE1…. In realtà la riunione era durata 1 ora. Il tempo restante l'aveva impiegato per andare al dormitorio a prendere i vestiti adatti e i trucchi per prepararsi.

< Si! Non stavo comoda, sono abituata a vestirmi così ma il direttore non è d’accordo quindi, per lavoro, devo vestirmi in modo mooolto femminile! >

< Capisco! > Si lascia sfuggire una piccola risata.

< Non ti piace? >

< Oh si! Direi che stai molto meglio! Dove vuoi andare? > domandò iniziando a camminare.

< Andiamo al ristorante che c'è a 3 isolati da qua! Amo andare li a mangiare! Cucinano cose buonissime! Ogni volta che ci vado, prendo quasi tutto quello che c'è nel menù! >

< Davvero? Non si direbbe dalla tua linea perfetta. > disse incredulo.

< Ma io ho un trucco > disse facendo l’occhiolino

< Sarebbe? > domandò curioso

< La palestra! – rispose inclinando la testa da un lato e con il braccio destro fece forza – Come vedi eseguita tutti i giorni, fa davvero bene! >

Il ragazzo rise nel vedere la sua espressione così buffa. Arrivarono subito al ristorante e, come aveva anticipato Hyorin, dopo essersi seduti, ordinò quasi tutto il menù che però divise con Seob.

< Ah Yo! - disse dopo aver preso una bacchettata di riso - Alla riunione hanno detto che dobbiamo scrivere la canzone da fare e indovina? Saremo i protagonisti del video! Non è fantastico? > portò le mani, chiuse in pugni, sotto il mento con espressione raggiante sul viso.

< Cosa? Davvero? > Per poco non si affogava con un po’ di curry.

< Ehi, respira e guarda in alto! - Rise sonoramente - Si! Non è un problema vero? >

< Per niente! Sono solo sorpreso, non sapevo ancora nulla…Con te mi trovo davvero bene quindi sarà una passeggiata! > ricambiò il sorriso.

< Perfetto! Sono felice! Però, abbiamo tempo fino a venerdì per scrivere la canzone. La vogliono al più presto. >

< Con così poco preavviso? – domandò perplesso – Mmm…Non c'è problema. Vieni a casa mia e iniziamo a scrivere stasera, ok? Domani chiederò consiglio anche a Jun >

< Va benissimo!- rispose con entusiasmo – Ah scusa! Mi sono dimenticata di mandare un messaggio. >

Mentre il ragazzo continuava a mangiare, Hyorin prese il telefono e scrisse un messaggio.

 

To: Dasom

Va tutto secondo i piani.

 

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Per tutta la giornata, Hannah ripensava alla scena di Hyorin stretta a Seob…a causa di questo i suoi allenamenti non andarono bene come al suo solito…rimase fino all’ultimo ad allenarsi, ormai non c’era quasi più nessuno in sala prove, le altre erano già andate negli spogliatoi… non aveva mai fatto così tardi, si aspettava qualche chiamata da Seob ed ansiosa prese il cellulare dalla borsa ma con suo grande stupore non aveva ricevuto né chiamate né messaggi. Quando decise di fermarsi si accorse che erano già le 9 e 30 di sera, stanca e sfinita si sedette per terra.

"Che strano..." pensò appoggiandosi al muro distendendo le gambe in modo da rilassare i muscoli.

Ogni giorno, appena finiva, trovava sempre un messaggio di Seob che l'avvertiva se tardava o se andava a casa prima, se voleva qualcosa per cena o tante frasi dolci che solo lui sa da dove li prendeva. Al massimo trovava una chiamata persa se non poteva mandare messaggi. Ma quella volta non aveva ricevuto niente. Di solito questo succedeva perché lui arrivava mezz'ora/un’ora prima ed entrava la, in sala prove, per guardarla mentre ballava e tornare a casa insieme.

< Tutto bene? – disse Ai entrando in sala e vedendola seduta per terra – Ho visto la luce ancora accesa e mi chiedevo se l’avessero dimenticata. >

< Si. Tutto bene. – la ragazza si alzò – Sono rimasta fino all’ultimo, oggi non mi sono concentrata al massimo >

< Come mai? Hai problemi…con Seob? > domandò avvicinandosi

< No…almeno fino ad ora va tutto bene…e che… Oggi l’ho visto trascorrere del tempo con quella Hyorin e poi…non ha mandato nessun messaggio, neanche una chiamata… >

< Sul serio? E' strano! >

< Già... Vabbè, io vado a casa che sto morendo di fame! Ci vediamo domani! >

Uscì subito dalla sala passando negli spogliatori, fece una doccia veloce e lasciò i capelli un po’ umidi. Aveva molta fretta di rientrare in casa per capire cosa fosse successo ma prima di arrivare all'atrio, incontrò le ragazze che aveva conosciuto quella mattina. Si accorse, però, che ne mancava una.

< Ehi ragazze! – disse avvicinandosi a loro – Ciao! Scusate, per caso avete visto YoSeob? >

< No, mi dispiace. – rispose Dasom – L’ultima volta che l’abbiamo visto è stata stamattina…Abbiamo saputo della notizia che deve scrivere una canzone ma non lo abbiamo visto per tutto il pomeriggio. >

< Ah... – fece una faccia meravigliata – Grazie. Buona serata. >

Salutate le ragazze, si recò verso il manager che la accompagnò subito a casa poiché, avendo 18 anni, in Corea non era ancora maggiorenne anche se, aveva richiesto un permesso particolare ed aspettava ancora risposta. Aveva un’espressione preoccupata, sentiva come se qualcosa non andava; era strano il comportamento di Seob tenuto per l’intera giornata. Arrivata sotto casa, prese l'ascensore e salì nell'appartamento. Digitò il numero e la porta si aprì…

< Seobi! Sono a casa! >

Chiuse la porta e senti una voce femminile. Seob non era solo. Non capì subito di chi fosse, pensava che Jun ed Elena era li insieme a lui.

< Principessa! Sei arrivata! > la sua voce proveniva dallo studio.

< Si! Finalmente ho finito! – Han si recò in cucina, prese una mela e si recò dal ragazzo – Seobi, come mai non ho trovato nessun messaggio nel… – non finì la frase perché rimase stupita nel vedere che la voce femminile che aveva sentito non era Elena – Ah, Hyorin... Che sorpresa! Come mai qua? >

Cercava di non far vedere quanto quella situazione le creasse fastidio, perciò fece come ogni sera: posò il borsone, tolse gli abiti sporchi e preparò il borsone con il cambio.

< Io e Yo dobbiamo scrivere una canzone insieme e mi ha invitato qua! ... Non sapevo che abitaste insieme. >

< Non ti da fastidio Principessa, vero? >

< Certo che no! Fa come a casa tua... > rispose con un sorriso forzato.

Uscì dalla stanza e si recò in cucina, erano già le 10 di sera ma doveva pur mangiare qualcosa, anche se con i nervi che aveva gli era passata la fame.

"Aveva detto Yo? Da quanto si conoscono quei due da chiamarlo con un abbreviativo? " pensò mentre preparava.

Seob si avvicinò a lei e le diede un bacio dolce ma che sembrava, allo stesso tempo, freddo e leggermente distaccato.

< Ti aiuto a cucinare. E scusa per il messaggio ma ho saputo che la canzone la vogliono entro venerdì. Mi sono messo subito a preparare qualche bozza… >

< Non preoccuparti – rispose mentre spegneva il fuoco – Però la prossima volta avvisami se vieni a casa con ospiti > indicò la ragazza ferma davanti l’ingresso.

< Lo farò. E stai tranquilla…siamo solo amici > le diede un altro bacio prima di iniziare a sistemare la tavola.

 

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Finita la cena e lavato i piatti, Hannah salutò Hyorin e si diresse in camera da letto. Era molto stanca, non riusciva più a stare in piedi. Cercò di rimanere sveglia per poter addormentarsi fra le braccia di Seob, come faceva ogni sera. Sperava massimo 15 minuti il ragazzo la raggiungesse, invece...si addormentò. Aprì gli occhi, erano le 2 e 30 di notte. Si girò dall’altra parte del letto dove riposava di solito Seob, così da poter riaddormentarsi stretta a lui ma non trovò…e senza accorgersene si ritrovò per terra facendo molto rumore.

Alzatasi, era perplessa sul fatto di non trovare Seob nel letto con lei e che non era neanche venuto per capire cosa fosse successo. Si accorse che nel corridoio vi era una luce che proveniva dallo studio e sentì dei bisbigli.

Non capiva cosa fosse succedendo e con indosso una maglia lunga che le copriva poco le gambe si recò nella stanza. Con sua enorme sorpresa vide Seob e Hyorin che ridevano e continuavano a parlare.

< Siete ancora svegli? > disse andando verso di loro.

< Si! Scusa. Ti abbiamo svegliato? Hyorin mi stava raccontando di quando è partita con il suo gruppo. >

< No, sono solo passata di qui, devo prendere del ghiaccio in cucina ... >

< Che ti è successo? > Hyorin sembrava preoccupata ma si notava che non lo era veramente.

< Pensavo che Seob fosse a letto e mi ero girata. Però sono caduta e ho sbattuto... vado in cucina.. e poi ritorno a letto. >

< Ti sei fatta male? >

< No, cioè, si ma con un po' di ghiaccio passerà... >

< Vuoi che ti aiuti? > chiese gentilmente Hyorin

< Non ne ho bisogno – rispose prontamente la ragazza – Sei gentile, ma sto bene così…non vorrei disturbarvi molto >

Hannah socchiuse la porta recandosi verso la cucina.

< Arrivo fra poco. > disse Seob.

< Buona notte cara Hannah. > le disse Hyorin con tono molto dolce.

 

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La sveglia suonò presto e Hannah si alzò dopo un po’, a causa del braccio di Seob che la teneva intrappolata.

Così, si girò e gli diede un bacio, sia perché doveva svegliarlo, sia perché ne aveva una voglia tremenda, aveva bisogno di sentirlo vicino a lei... forse anche di più.

< Buongiorno. > si rivolse a lui con un tono di voce basso, per non dargli fastidio visto che si era appena svegliato.

< Buongiorno Principessa - ricambiò il bacio - dobbiamo proprio alzarci? >

< Purtroppo si. Dobbiamo andare a lavoro. E poi stasera devi andare agli studi. >

< Ma io voglio stare qua con te! >

Hannah stava per alzarsi ma Seob la tirò di nuovo sul letto, prendendola per un braccio.

< Anch’io ma recuperiamo stasera al tuo ritorno. Te lo prometto. > gli diede un bacio e si alzò pronta a dirigersi in cucina.

< Stasera non si può... >

< Perché? Hai le prove? >

< No... e che…dopo che finisco, devo andare al dormitorio di Hyorin... >

Il viso della ragazza mutò.

< Come scusa? > si girò di colpo osservandolo incredula per quanto affermato.

< Mi dispiace ma devo scrivere con lei una canzone entro 2 giorni e se non facciamo così, non abbiamo tempo. >

< Ah già... La canzone... >

< Ed a proposito… >

Seob non continuò la frase perché Hannah, passando per il corridoio, notò la porta aperta dello studio dove, nel divano, dormiva dolcemente... Hyorin.

< E'-E' rimasta qua a dormire? > disse esterrefatta nel vederla li.

< Erano le 4 di notte, non mi andava di farla tornare a casa a quell'ora. >

< Potevate finire prima... Non credi? >

< Hannah è per lavoro! >

< Certo... Per lavoro. >

Hannah tornò indietro verso la stanza da letto e dopo aver passato mezz'ora in bagno, uscì ed iniziò a vestirsi.

< La colazione è pronta! > disse il ragazzo.

Hyorin si era svegliata e stava cucinando con Seob. A quella scena, Hannah prese il suo borsone; infastidita dalla sua presenza costante intorno al ragazzo, decise di uscire da quella casa il prima possibile ma fu fermata dal ragazzo.

< Non mangi? > domandò fermandola per la mano

< Scusa... Mi è passata la fame. > scostò la presa e si recò verso la porta d’ingresso.

< Buongior... >

Mentre Hyorin stata salutando Hannah aveva sbattuto la porta di casa ed era già uscita.

< Hyorin, scusala. > disse Seob con un espressione preoccupata sul volto.

< E' nervosa? > domandò facendo un’espressione dispiaciuta.

< E' solo stanca... >

 

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< E cinque, e sei, sette e…. insomma Han! Che ti prende in questi giorni?! – disse il coreografo interrompendo la musica – Hai la testa da tutt’altra parte >

Hannah non riusciva a concentrarsi sulle prove, pensava solo a quanto stava succedendo tra Seob e Hyorin…più voleva dimenticare, più quelle immagini eran impresse nella sua mente. Per farla riprendere e continuare il lavoro con le altre due colleghe, il coreografo la mandò a prendere un po’ d'aria e lei si recò al bar dove incontrò Elena.

< Buongiorno Hannah! > disse la cugina nel vederla seduta al tavolo, completamente sola e con aria assente.

< Ciao... > rispose sollevando il viso nella sua direzione.

< Che succede? > domandò scrutandola attentamente

< Niente... > sospirò

< Mmm… non ti credo. Lo sai che a me non sfugge niente! >

< Davvero, non è successo niente. >

< Hai qualcosa. Lo so. > domandò sedendosi di fronte alla cugina

< Eh?... – disse guardandola – Come fai a capirlo sempre? >

< Ti conosco fin troppo bene… su avanti, raccontami che ti è successo >

Hannah osservò per qualche secondo la cugina, incerta se raccontare o no ciò che le era successo. Dopo qualche attimo di esitazione, decise che forse era meglio parlarne con lei…le avrebbe dato qualche consiglio oppure aiutato in qualche modo. Le raccontò di come, in due giorni, Seob era sempre attaccato a quella Hyorin e di doverla vedere persino a casa per il lavoro.

< E' rimasta a dormire da voi? >

< Già... YoSeob dice che è per lavoro ma non lo so... > disse con aria seccata

< L'hai chiamato YoSeob? – fece una faccia stupita – Sono 4 mesi, se non di più, che non lo chiami così! Deve essere una cosa seria. > era preoccupata.

< E che… per ora mi fa infuriare il suo comportamento! – sbuffò – Mi da fastidio che stia così con quella… Non so perché ma non riesco a fidarmi di quella Hyorin... >

< Se non vuoi fidarti di lei ok... Ma devi fidarti di Seob! E' il tuo ragazzo! Dopo tutto quello che ha fatto per stare con te, direi che è il minimo! >

< Hai ragione... Ora lo chiamo e gli parlo! Tanto, sarà a pranzo a quest'ora! >

La ragazza si allontanò dal tavolo e compose il numero del ragazzo.

"Non risponde nessuno... "

Pensò osservando il cellulare, erano già passati diversi secondi da quando era partita la chiamata…di solito rispondeva immediatamente. Infine, prima che la ragazza chiudesse la chiamata, rispose.

< Seob! Sono Hannah! >

< Ah, ciao Hannah. Sono Hyorin. >

< Hyorin? Che ci fai con il telefono di Seob? >

< Lui è andato in bagno e non sopportavo il cellulare che squillava. >

< Ah... Ok... Puoi dirgli di richiamarmi? >

< Scusa ma è impegnato, con me. Non disturbare ancora. >

La ragazza dall'altro lato del telefono le chiuse la chiamata, senza dargli il tempo di rispondere. Hannah ne rimase stupita. Sospettava che qualcosa in lei non la convinceva, che dietro a quei sorrisi, in realtà, si nascondeva una persona diversa…e quell’atteggiamento di prima le dava conferma ai suoi timori.

Ritornata al tavolo dalla cugina, si sedette senza dare spiegazioni alle domande poste da Elena…la quale rimase in silenzio ad osservarla.

 

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Salutata Elena, ritornò in sala prove ma commetteva un errore dietro l’altro rallentando di conseguenza il lavoro a tutti.

La giornata passò lentamente. Ma nella sua mente si ripeteva quella frase….

"Scusa ma è impegnato, con me. Non disturbare ancora."

Non riusciva a togliersela dalla mente.

Rientrò da sola in casa, quella sera il gruppo era impegnato in quanto dovevano ritirare il premio come Best Dance Performance per "Fiction" agli "Mnet Asian Music Awards 2011". In quell’occasione vi erano diversi gruppi musicali e fu introdotto anche il nuovo due della CUBE: "Trouble Maker" dove i due fecero scandalo con un bacio sul palco e suppliche al quanto "striscianti" da parte di Hyun.

Finita la programmazione, mentre il resto del gruppo si recò ai rispettivi dormitori, Seob si recò, insieme a Hyorin, nel suo dormitorio per completare la canzone che stavano scrivendo.

Ripensando a questo, al fatto che quella sera Seob non sarebbe tornato e che doveva stare con quella ragazza da soli in camera, Hannah non riuscì a chiudere occhio e la mattina si alzò con un paio di occhiaie che non riuscì a coprire nemmeno con il correttore.

Arrivata alla Cube, vide i ragazzi fermi davanti il bar che chiacchieravano con le SISTAR e Seob arrivare con Hyorin. A quella scena si innervosì.

< Ehi! Tu! – disse dirigendosi in tutta fretta verso la ragazza – Spiegami che vuol dire quella frase! >

< Come scusa?? > chiese Hyorin con aria perplessa.

< Non fare quella faccia! Cosa vuol dire la frase che hai detto ieri al telefono?! >

< Hannah calmati! - Seob s'intromise fra le 2 - Che succede? >

< Ieri ha risposto al tuo telefono e mi ha detto che eravate impegnati e che non dovevo disturbarvi! Ma non intendeva per la canzone! L'ho capito! >

< Ma io non ho detto niente! Non so di che parli! > disse facendo finta di non capire a cosa si stesse riferendo.

< Invece si! Ho chiamato all'ora di pranzo! Mi ha visto anche Elena! >

Elena, che era accanto a Jun, annuì.

< Hannah, calmati – disse il ragazzo prendendola per una mano – Vedi… io nel cellulare non ho trovato nessuna chiamata. >

< Certo! Ha risposto lei! >

< No. – mise una mano nella tasca afferrando il telefono – Non c'è nessuna chiamata! >

Il ragazzo lo mostrò ad Hannah, effettivamente non vi era traccia della chiamata da parte sua in quell'orario.

< Come? Non è possibile... > aveva lo sguardo meravigliato.

< Avrai sbagliato numero. >

< No! Giuro! Avrà cancellato la chiamata! > disse osservando il suo volto.

< Hannah non credo che l'abbia fatto! >

Con quella frase piombò il silenzio all'interno del gruppo, finchè Hannah non riprese a parlare.

< Tu… - continuò a guardarlo incredula – Tu non mi credi... Davvero? >

Seob era perplesso, non rispose…voleva crederle ma non aveva nessuna prova concreta che sosteneva le sue parole. Odiava le persone che accusavano senza prove, avvalendosi solo su supposizioni.

Gli occhi di Hannah si fecero lucidi e quasi subito, delle lacrime iniziarono a rigarle il viso.

< Principessa non piangere. >

Provò ad asciugargli le guance, ne era certo, Hannah non era una di quelle persone che lui odiava…per affermare quello che aveva detto c’era una spiegazione, sicuramente era stato uno scherzo. Avvicinò la sua mano ma lei lo fermò.

< N-Non chiamarmi principessa... Stai lontano da me... > indietreggiò di qualche passo.

< Hannah… > disse Elena cercando di avvicinarsi a lei.

< Principessa…ascolta… >

Hannah non lasciò il tempo di farlo parlare, riprese il borsone che le era caduto durante la discussione e si diresse verso le scale; mentre le ragazze ed il resto del gruppo era rimasto li, fermo, ad assistere alla scena. Hyorin la guardava allontanarsi con uno sguardo compiaciuto.

In quello stesso istante, Yurim e Ai, appena arrivate davanti l’ingresso, videro Hannah correre in direzione della sala prove, andarono subito in contro cercando di farla calmare; tentarono in qualsiasi modo ma sembrava tempo perso...con quelle lacrime e gli occhi gonfi, non riusciva a far i passi per la coreografia e ne riusciva a cantare…la sua presenza in mattinata era servita a poco.

Il manager, infine, vedendola in quello stato, la riaccompagnò nel suo appartamento: in quelle condizioni non poteva far che danno. Avrebbe inventato una scusa per la sua assenza quel giorno.

Appena arrivò a casa, però, si rese conto che non era sola anche quel pomeriggio, Seob e Hyorin erano li per finire il testo della canzone. Entrata in cucina, colse i due a chiacchierare serenamente come se quella mattina non fosse successo niente; Hannah non gli rivolse la parola e filò in camera da letto, stanca di tutto quella situazione e del comportamento di Seob, tirò fuori la valigia ed un borsone iniziando a riempirli con i propri vestiti.

< Che fai? >

Alle sue spalle era giunto Seob che, vedendola ripiegare i vestiti , aveva un’espressione preoccupata e stupita.

< Ho deciso di tornare un po’ al dormitorio con le altre... – ritornò a prendere i vesti dall’armadio per piegarli sistemati nella valigia e nel borsone – Ho bisogno di una pausa per un po’... O almeno, finché ci sarà lei. >

< Hannah… - avanzava verso la ragazza con piccoli passi – non c'è bisogno di arrivare a tanto. Questa è casa tua, casa nostra! Non puoi andartene! >

< YoSeob – Hannah si fermò a guardare l’espressione stupita sul suo volto, non l’aveva chiamato più così dopo quella sera a Dubai. Poggiò una mano nel suo petto, all'altezza del cuore... – Scusa – … e distolse lo sguardo – ma dopo oggi non ne sono più sicura... >

Era ferma a qualche centimetro dal suo corpo: tutto quello che stava succedendo, si ripeteva, non stava accadendo per davvero, no… quello era finzione, non poteva che essere solo uno scherzo per farla pagare del fatto successo quella mattina.

< Han, ti prego… > provò a riprendere la mano che si era appena allontanata da lui ma la ragazza si spostò.

< Ho bisogno di una pausa – prese il borsone e la valigia – Mi dispiace >

Passò di fianco al ragazzo rimasto fermo con lo sguardo perso nel vuoto. Uscì dalla porta, da quell’appartamento con le lacrime agli occhi…sotto casa non c’era nessuno ad attenderla e, stando attenta a non farsi vedere, si recò verso l’appartamento che divideva con le altre; Seob era rimasto seduto sul letto ad osservare l’armadio semi aperto…lo spazio che divideva con Hannah era vuoto…in un attimo gli sembrò come se avesse portato via una parte di se, rimase a fissare quel posto con la speranza che, da un momento all'altro, la sua Principessa sarebbe rientrata da quella porta e tutto sarebbe tornato come prima.

< Yo... – sul ciglio della porta, Hyorin era appoggiata osservandolo – Mi dispiace...Vuoi che ti lasci solo? >

< … - fece un sospiro – Non preoccuparti – si alzò dal letto – dobbiamo finire la canzone... >

< Ma è un brutto momento. >

< Lo so, ma domani dobbiamo consegnarla quindi... dobbiamo continuare. >

Il ragazzo uscì dalla stanza passando accanto ad Hyorin che per tutto il tempo era rimasto ad osservarlo dispiaciuta per quella separazione; era ciò che voleva, farli separare…il prezzo di ciò, però, fu la sua felicità...

Ritornati seduti nella scrivania dello studio, osservava i suoi occhi: adesso non avevano più quell’aria serena, raggiante, felice che avevano fino a poco tempo prima, no…adesso erano tristi, cupi…

Voleva fare qualcosa per rimediare, per farlo sorridere ancora una volta, ma più rifletteva, più il tempo trascorreva; Seob era intento a riflettere sul perché Hannah avesse preso quella scelta, su cosa fosse cambiato nei suoi sentimenti, aveva lo sguardo rivolto su quel foglio con alcune scritte, il tempo passava e mancavano pochissime ore prima di consegnare il testo della canzone.

Rifletteva, pensava, la sua mente era confusa…di tanto in tanto dava una controllata all’ora che passava così in fretta e controllava se avesse ricevuto qualche messaggio o chiamata da parte di Hannah, ma niente.

Hyorin si recò nella cucina, si erano fatte l’una di notte ed in quell’andamento ne avevano per tutta la sera; decise di preparar del caffè e quando ritornò vide Seob intento a scrivere.

Poggiò la sua tazzina accanto ai fogli dove scriveva, rimase in silenzio per tutto il tempo: scriveva, cancellava, ricontrollava cosa avesse scritto e poi riprendeva a scrivere…

L’ora passava velocemente, i suoi occhi si fecero sempre più pesanti infine cedette alla stanchezza e si addormentò appoggiando le mani sul tavolo e sopra di esse, poggiò la testa; mentre il ragazzo scriveva su quei fogli con tanta voglia, come se avesse trovato l’ispirazione per quella canzone.
 

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Hannah aveva camminato fino al dormitorio e per non farsi riconoscere indossava felpa con un cappuccio molto grande; non riusciva a trattenere le lacrime che continuavano a scendere come se avesse delle cascate.

Appena arrivò, il portiere la riconobbe e la fece salire senza problemi; in casa non vi era ancora nessuno perché le ragazze erano ancora in studio.

Si recò direttamente in quella che era la sua stanza all'inizio del debutto: era rimasta come l’aveva lasciata.

Lasciò la valigia ed il borsone davanti la porta e si gettò sul letto, aveva mal di testa per il troppo pianto.

Con la testa rivolta sul cuscino, ripensava a quella sua decisione presa con troppo impulso, a mente calda, senza ragionarci su…ma quel giorno ne aveva avuto abbastanza di Hyorin.

“ Perché Seob non capisce come mi sento!? Perché non mi ha creduto?! – le lacrime scendevano sulle sue guance bagnando il cuscino – Perché…Perché? ”

Era così confusa, ripensava a ciò che era successo quella mattina…più ricordava il suo volto, le sue parole, più cresceva rabbia dentro di se. Voleva darsi una spiegazione per tutto, ma non riusciva a trovarne…era come se Hyorin avesse fatto qualche magia e stregato la sua mente.

Voleva cancellare quei giorni, svegliarsi da quell’incubo in cui era capitata e trovarsi fra le braccia di Seob; voleva il suo Seob…vedere il suo sorriso rivolto solo verso lei e a nessuna.

Da li a poco, sentì la porta d’ingresso aprirsi e dei passi salire frettolosamente le scale; in cuor suo sperava di vedersi aprire la porta da Seob, ma sapeva benissimo che ciò non poteva succedere…

La maniglia si piegò ed entrarono Ai e Yurim che, vedendola sdraiata sul letto, preoccupate si avvicinarono.

< Tesoro! Che è successo? > disse Ai stringendola a se in un forte abbraccio.

< YoSeob... Hyorin... Basta... > parlò a singhiozzi; le lacrime che scendevano non le permettevano di parlare.

Yurim scese giù in cucina e poco dopo tornò in camera con un bicchiere d’acqua e dei fazzoletti.

< Bevi un po’ d'acqua e calmati. >

Hannah si sollevò e si staccò dalle braccia della ragazza, tese il braccio afferrando il bicchiere con mano tremante a causa della rabbia, a piccoli e brevi sorsi cominciò a bere.

< YoSeob... Sono tornata a casa ed era... di nuovo con lei mentre parlavano e scherzavano... - prese un sorso d'acqua - A quel punto mi sono stancata... e ho fatto le valigie. >

< Cosa?! > esclamò Ai

< Non ha provato a fermarti? > chiese Yurim, ferma davanti al letto osservando il volto della ragazza.

< Si…ma sono andata via lo stesso. Vederla li, in quella casa con lui, anche a lavoro…non ho resistito. Sono davvero stufa di lei e dei suoi atteggiamenti. – con le lacrime che scendevano guardò il volto di Yurim – Non mi ha nemmeno creduto quando gli ho raccontato che lei mi ha chiuso la chiamata per non disturbarli…ha affermato che avessi sbagliato a chiamare, che a lui non risultava la chiamata… Ieri è stato tutta la notte a casa sua... – si portò le mani sul volto – Ho paura… Ho paura di non piacergli più... – strofinò gli occhi con la felpa – Non lo vedevo ridere così tanto da prima che iniziassi questa carriera…e se avessi sbagliato tutto? Forse era meglio… >

< Hannah! – disse con tono infastidito Yurim – Non dire più queste cose! Mi fai incazzare...Non è uno sbaglio, non devi dirlo più! Non pensare che la tua carriera ha ostacolato il vostro futuro. Se ha cambiato idea, è lui quello che ci perde…e non tu. >

< Yu… – disse Ai – perché dici così?! In questo momento Hannah ha bisogno di persone che le stiano accanto e… >

< Hai ragione – aggiunse Hannah – Yu, hai ragione… >

< Hannah, anche tu…non ascoltarla >
< Ai, sei molto gentile a preoccuparti per me così…ma quello che ha detto Yu è giusto – si asciugò una lacrima che lentamente scendeva sul suo viso – Se le cose sono andate così, forse…forse è perché… - si avvicinò le gambe al petto piegandosi per nascondere il volto – perché… >

< Hannah – la strinse Ai – non pensare al peggio…troveremo il modo di risolvere tutto nel migliore dei modi. Pensa adesso a riposarti >

< Peccato che non ci riesco... >

< Allora c'è solo una cosa che può farti riprende! >

< Cioè? > chiese guardandola negli occhi.

< Venerdì c'è il ballo in maschera. Quindi, SHOPPING! >

Hannah non aveva molta voglia di uscire di casa, figuriamoci se doveva andare a comprare un vestito per una festa; Ai insistete fino a che la ragazza fu costretta a cedere alle sue suppliche…

Lasciata sola a riposare, Hannah si raggomitolò sotto una pesante coperta…aveva nella testa l’immagine di Seob.

“ Chissà che farai in questo momento…forse sei anche tu a letto che pensi a me – chiuse gli occhi – o magari sei ancora con lei… Perché ti sei comportato così con lei?! Perché?! Che lei sia più importante di me? ….Seob – si coprì il volto – che succederà d’ora in poi? ”

 

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La mattina seguente, Hannah si svegliò con un fortissimo mal di testa e gli occhi gonfi per aver pianto tutta la sera. Le ragazze le avevano preparato qualcosa da mangiare, ma non aveva voglia.

Finito di prepararsi, si recò nei negozi per vedere cosa poter indossare: girava per i vari reparti con aria assente, nessun vestito attirava la sua attenzione; ne provò alcuni che scelsero Ai e Yurim senza però entusiasmarla.

Mentre osservava le due ragazze intente a sceglierne altri, ricevette una chiamata da parte della cugina…osservò il display, in quel momento si rese conto di non averla ancora avvisata degli ultimi avvenimenti. Rispose solo dopo molti squilli.

< Pronto Han, ma dove sei?? >

< Ciao Ely, sono fuori con le ragazze >
< Capito… - rimase per qualche secondo in silenzio – Hannah…Jun mi ha raccontato tutto…so che adesso sei nella tua stanza con le altre. >

< Oh, Ely…non puoi capire come ci sono rimasta male > i suoi occhi iniziarono a diventare lucidi.

< Han, posso capire che vedere Hyorin sempre con Seob possa darti fastidio…ma gettare tutta la colpa su di lui. Non prendere decisioni di cui potresti pentirti. Parlane con lui…perché non venite qui a pranzo, vedremo di risolvere questo malinteso >

A quella proposta della cugina, Hannah rifletté per qualche minuto…rivedere la sena di Hyorin avvinghiata su Seob la rendeva già nervosa…non aveva molta voglia di accettare, ma Seob le mancava così tanto, non avevano mai litigato e stare separati senza sentirlo la faceva soffrire.

Convinta della proposta, si affrettò ad andare nel luogo dove avrebbero pranzato con i B2ST e le SISTAR; Elena le aveva assicurato che sarebbe andato tutto bene, sperava davvero che tutto si sarebbe risolto, che rivederlo sarebbe bastato per far pace e tornare come una volta…ma le aspettative non vanno mai come si sperano.

Giunti nel luogo d’incontro, Hannah notò come Hyorin era seduta accanto a Seob, le si gelò il sangue; niente era cambiato, tutto era rimasto per com’era. Nel vederla, il ragazzo si alzò per cercar di parlare ma Hannah indietreggiò e le amiche la strinsero a se facendo in modo da farlo risiedere nel suo posto.

Elena fece sedere Hannah di fronte al ragazzo e per tutto il tempo si sentiva gli occhi rivolti su di lei, desiderava così tanto poter parlare con lui, ma appena alzava gli occhi vedeva quella Hyorin rivolger un sorriso e chiacchierare serenamente con lui.

Arrivato il cibo ordinato, tutti iniziarono a mangiare…ad accezione di Hannah che rimase li ad osservare quei piatti senza toccarne uno.

< Perché non mangi? >

Le venne una palpitazione, rivolse lo sguardo dritto davanti a se; Seob le aveva rivolto parola, la stava osservando e si era accorto che non aveva mangiato. Stava per rispondere ma in quel momento Hyorin gli lanciò uno sguardo malizioso e con le bacchette avvicinò alla bocca del ragazzo un po’ degli spaghetti che aveva ordinato.

< Yo, devi assaggiare questi spaghetti…sono buonissimi. – Seob fu colto di sorpresa, la ragazza sorrideva nel porgergli le bacchette – Avanti, di “AH” >

Timidamente, Seob aprì la bocca, quasi forzato dalla ragazza, assaggiando così il cibo offertagli; sul volto di Hannah si poteva vedere quanto quella scena, a cui fu costretta ad assistere, gli desse terribilmente fastidio. Senza dare ulteriori spiegazioni, si alzò dal tavolo allontanandosi con molta fretta; Seob si alzò di scatto ma si fermò non appena si accorse che già Jun le corse dietro.

“ Non posso più stare li ferma semplicemente ad osservare…NO! Perché Seob gli permette di fare tutto questo…perché…perché! ”

I suoi passi divennero sempre più veloci, fino a correre senza rendersene conto. Nella sua mente era impressa l’immagine di Hyorin con le bacchette in mano che imbocca Seob, era il limite che poteva sopportare di vedere…

D’un tratto si sentì afferrare per la mano e tirare dalla parte opposta a dove era diretta, ritrovandosi stretta in un abbraccio. Non capì chi fosse, ma per primo pensò si trattasse di Seob; quando realizzò che la persona che la stava stringendo era più alto di lui, le sue speranze crollarono in un unico pianto.

Senza aver la più pallida idea di chi l’avesse raggiunta e fermata, Han si aggrappò a quelle braccia, stringendo quelle spalle, appoggiando il suo viso al suo petto pensando ad un’unica cosa…

“ Davvero, Seob, tu…tu, davvero, ti stai innamorando di quella ragazza? ”

< Non piangere >

Udendo quelle parole, Han aprì gli occhi per lo stupore, senza smettere di piangere, accorgendosi che quella persona che la stringeva così forte fosse Jun…

< Non piangere più, Han – avvicinò il suo volto al suo – Non cadere nella sua trappola, non permettere che una ragazza come lei possa ferirti in questo modo. Seob ama solo te, non permetterà a nessuna di farti allontanare…abbi solo pazienza, tutto tornerà come prima >

Ma, nonostante le sue parole di conforto, il volto della ragazza era immerso nelle sue lacrime tanto da bagnare anche la camicia del ragazzo. Come poteva stare tranquilla e senza far niente dopo aver assistito a tutte quelle scene, con Seob che non obiettava a nessun atteggiamento!?

La sua mente aveva raggiunto il limite, non voleva più assistere a scene come quella…se Seob preferiva lei…se il suo amore che nutriva nei suoi confronti fosse così debole da permettere alla prima di offuscargli la mente…allora era meglio finir prima che tutto iniziasse a diventare più serio.

Dopo essersi quasi del tutto calmata, Han spostò il viso lentamente dal suo petto e si allontanò dal suo abbraccio; osservò il suo volto preoccupato per ciò che stava succedendo. Aprì la bocca ma era come se le parole non volessero uscire; innervosita, strinse le mani in pugni, gli occhi divennero lucidi, le labbra iniziarono a tremare per l’emozione.

< Starò…bene > disse infine con un filo di voce e la voce spezzata dal pianto.

Una goccia cadde sulla sua guancia, si voltò…odiava farsi vedere in quello stato in pubblico, decise che era meglio tornar nel suo appartamento. Jun avanzò di un passo e la fermò poggiandole le mani sulle spalle.

< Ti prego…non seguirmi….starò bene… >

Con quest’ultime parole, dando le spalle al locale dove dentro Seob chiacchierava con Hyorin, Han si immerse tra la folla; Jun rimase li, fermo, davanti l’ingresso finché non la perse d’occhio. In un piccolo angolo, Elena assistette a tutta la scena.

“ Come può dire che starà bene quando è così evidente che per questa storia sta soffrendo! – lentamente uscì dal suo nascondiglio dirigendosi verso Jun – So che adesso vorrai stare da sola, ma non puoi affrontare tutto con le tue sole forze… ”

< Ely. >

La ragazza raggiunse Jun fermandosi accanto stringendo la sua mano.

< Sono preoccupata per tutta questa storia > disse Elena

< Già, anch’io… >

< Vorrei fare qualcosa per loro due, ma non vorrei complicare ulteriormente…già è stato troppo oggi – abbassò lo sguardo – non credevo venissero anche loro… >

< Quella Hyorin sta davvero esagerando – disse stringendo le mani – ed Hannah non capisce che facendo così non fa che aiutarla nel suo piano. >

< Beh…non è che Seob abbia aiutato molto Hannah >

< So a cosa ti riferisci, ma vedi… - la guardò – questo è il nostro lavoro. Avremmo a che fare con fan che ci amano a tal punto che chiunque ragazza sia al nostro fianco, potrebbe essere vittima di scherzi, alle volte anche abbastanza violenti; potremmo avere a che fare con ragazze di altre band, come è successo con Seob, che farebbero di tutto per ottenere ciò che vogliono…ma quello che possiamo fare noi è semplicemente evitare l’insorgere di pettegolezzi. Non vogliamo scandali…e gente come Hyorin ne è capace di girar la frittata nella sua parte… bisogna fidarsi l’un dell’altro. >

< Ma Seob…credo che lui si stia facendo coinvolgere un po’ troppo in questa storia… >

< Non saprei…staremo a vedere. >

 

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Finito anche quel girono, Seob rientrò nell’appartamento senza la compagnia di Hyorin…la canzone era terminata e consegnata alla produzione, in questo modo la ragazza non aveva più scuse per rientrare con lui.

Chiusa la porta alle sue spalle, si osservò: in quell’ambiente c’era fin troppo silenzio…un silenzio che non c’era abituato. A quell’ora, di solito, Hannah era intenta a preparar qualcosa di buono da fargli mangiare. Adorava la sua cucina, amava i suoi piatti ed il suo modo di servirli a tavola: anche la più semplice delle portate, la faceva sembrare un piatto gustoso da mangiare.

Passò per la cucina, ebbe per qualche istante l’immagine di Han intenta a cucinare: quel suo volto così sereno; anche se stanca per il duro lavoro, trovava sempre il modo di regalarsi tempo solo per loro due.

Rivedeva in quella cucina tutti gli atti abituali che la ragazza faceva, ogni volta lui rimaneva seduto in disparte ad ammirarla pensando a chissà quale piatto gli avrebbe preparato….della cucina coreana, ben poco sapeva e non si era ancora cimentata, ma da quando avevano iniziato a viver insieme, gli aveva promesso di far assaggiare i piatti tipici della sua nozione.

Ripensare a quei momenti gli fece venir un leggero sorriso che, però, scomparve quasi subito nel ricordare che adesso…lei non era più li, che non sarebbe rientrata da un momento all’altro dagli studio o dagli allenamenti; lei era andata via per motivi che non comprendeva bene.

Si alzò recandosi nel salone, si distese nel divano, chiuse gli occhi, portò un braccio davanti gli occhi mentre l’altro lo lasciò cader a peso morto lungo il materasso; nella sua mente era impressa la sua immagine, voleva, la desiderava…no accettava quella situazione.

“ Perché sei voluta andare via così! Che ti è successo in questi giorni! – rifletteva tenendo gli occhi chiusi – Non ti ho mai vista così, sai benissimo come devo comportarmi in campo lavorativo, ne avevamo parlato…ma allora…perché, Hannah… ”

Come lei, anche Seob non riusciva a darsi delle spiegazioni; intuì che fosse dettato dalla presenza di Hyorin, che magari certi comportamenti della ragazza gli hanno dato fastidio, ma come poteva mettere in dubbio così i suoi sentimenti?

“ Spero che sotto non ci sia altro – pensò – Spero che i tuoi sentimenti non siano cambiati, che mi ami come io amo te… - tolse il braccio davanti gli occhi e li aprì, la stanza era poco illuminata – Principessa…resterai sempre la mia principessa, qualsiasi cosa succederà d’ora in poi… ”

Con l’immagine della ragazza impresso nella sua mente, fece un lungo respiro prima di lasciarsi addormentare disteso su quel divano circondato dalle foto che avevano riempito insieme in quella casa.










Ciaoooo *^* Scusateci davvero tanto, non ricordavamo che fosse passato così tanto tempo dall'ultima pubblicazione ç_ç Però, meglio tardi che mai.
Per questo capitolo, abbiamo deciso di concentrarci un pò più su Hannah e abbiamo lasciato stare un pò Elena.
Che ve ne pare? Commentate in tanti <3

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Capitolo 53
*** Ricordi - Tu sei l'unica per me ***


La festa tanto attesa, sia da Hyorin che da Ai, era giunta, finalmente.

Ognuno, nei corrispettivi appartamenti, si stava organizzando per l’evento tanto desiderato: Hannah non aveva molta voglia di andarci ma le ragazze, specie Ai, insistettero fina a farla cedere. Elena si recò nel luogo designato in compagnia di Jun mentre i ragazzi li raggiunsero in un secondo momento; le SISTAR furono puntuali ed impeccabili nell’aspetto come sempre.

La festa si svolgeva in un'antica villa un po’ fuori da Seoul, dall'aspetto poteva sembrare una casa infestata da fantasmi: si alzava su 3 piani e , dall'esterno, si capiva che i tetti erano molto alti, almeno un metro in più rispetto a quelle delle abitazioni moderne.

Intorno alla villa, c'era un enorme giardino con tutti i tipi di piante e alberi, i più alti erano pini, pioppi e querce e, in lontananza, si notavano anche dei salici. Molto probabilmente, c'era anche un cimitero nei dintorni.

Per arrivare all'entrata bisognava camminare per diversi metri su un sentiero illuminato da torce, all’impatto il fuoco sembrava esser vero, ma osservandoli attentamente si poteva notare la finta fiammella creata con effetti di luce.

Tutto sembrava, all’infuori di una festa in machera.

In lontananza, le varie auto che accompagnavano i vari ospiti arrivavano…tra questi all’interno, vi era il gruppo di Han, quando le ragazze furono aiutare a scendere, rimasero quasi pietrificate per lo scenario a cui assistettero.

"Potevano organizzare una festa per Halloween in questa villa. Hanno tardato di un mese." pensò Hannah osservandosi con aria sospetta e quasi terrorizzata.

< A-Andiamo? > disse Ai con voce tremante.

Incoraggiate scambiandosi un’occhiata, si inoltrarono nel sentiero e man mano che si avvicinarono, Hannah riuscì a distinguere ulteriori dettagli: la villa era stile moderno ma poco curata; in alcune delle pareti avevano rivestimenti in legni che però, in alcuni punti, mostravano la presenza di muffa o buchi causati da termiti ed anche dal deterioramento causato dal tempo.

Giunsero dinanzi ad un porticato illuminato da solo due lampioni posti ai lati dei tre gradini per accedere alla porta. Salirono con passi incerti e delicati, ad ogni movimento che facevano si sentirono cigoli dati dai gradini di legno…Hannah, al primo si fermò osservando con attenzione dove poggiava il piede, poi sollevò lo sguardo.

“ Deve essere una villa molto antica…potrebbero almeno renderla più presentabile e mantenerla nel suo splendore ”

All'ingresso, degli uomini vestiti in smoking, ritiravano gli inviti e le giacche.

Hannah indossava un abito lungo, blu notte. Era formato da un corpetto lavorato con del pizzo nero e, in alcuni punti, dei brillanti blu facevano risaltare il disegno, portava dei guanti che coprivano solo le mani, le scarpe erano decolté nere. I capelli erano attaccati in una coda di cavallo e il viso era nascosto da una maschera, di quelle da tenere con la mano attraverso un bastoncino attaccato a una delle estremità. Nei lati, era a punta e lo stile era abbinato al corpetto.

I vestiti di Ai e Yurim erano molto simili a quello indossato da Hannah cambiando i colori: quello di Ai andava dal rosso al rosso scuro, quello indossato da Yurim era unica tinta sul verde scuro.

Rimaste ferme davanti l’ingresso, la porta fu aperta ed i loro corpi furono immersi in una luce quasi accecante. All’interno, l’ambiente, era l’opposto di quello che avevano visto facendo rimanere chiunque stupito per la sorpresa.

L’arredamento, anche se nessuno avrebbe mai immaginato, ricordava tanto la reggia di Versailles, Hannah non vi era mai stata ma, avendo studiato in un liceo artistico, ne aveva visto qualche immagine sui libri; rimase incantata ad osservare il soffitto con tutti quegli affreschi e l’immenso lampadario di cristalli dove la luce, infrangendosi, lo rendeva maestoso.

Ritornata sui suoi passi, seguì le sue compagne dirigendosi in una delle tante stanze adibite alla festa: vi erano molte persone importanti e molti altri idol che ancora non aveva avuto modo di conoscerli di persona. Mentre le sue compagne osservavano rimanendo quasi incredule ai loro occhi, Hannah scrutava ciascun viso…non aveva ancora incontrato né Elena né i BEAST...

“ Forse ancora non sono arrivati…conoscendo Ely, starà ancora in bagno a truccarsi. – pensò spostandosi osservando i vari volti – Magari lui non sarà venuto…magari adesso… ”

Infine, lo vide li… a parlare allegramente con Hyorin insieme al resto del gruppo; distolse lo sguardo non appena si accorse che anche lui rivolse la sua attenzione verso di se.

Nel costatare che fosse lei, Seob si ammutolì di colpo. La guardava estasiato, come se non avesse mai visto una ragazza in vita sua.

Anche gli altri osservarono nella sua stesa direzione accorgendosi così della loro presenza; riuniti, Han salutò tutti ad esclusione del ragazzo.

< Hannah sei bellissima! > disse Elena ammirando il suo vestito.

< Grazie Ely. Anche tu sei stupenda! >

Elena indossava un vestito con un corpetto color panna con scollatura a cuore, ed una minigonna nera dove, da metà vita, scendeva un velo di tulle che si apriva allungandosi da dietro man mano che scendeva il vestito. Indossava una maschera molto semplice dai bordi color oro che sfumava al bianco e, sul lato destro, aveva una rosa dalle sfumature rosse con piccole piume arancioni. In testa, infine, aveva un cappello a cilindro da cui scendeva un velo a rete che le nascondeva gli occhi.

< Jun, spero tu le abbai fatto i complimenti! >

< Sta tranquilla! Non mi risparmio di niente. >

Con quella frase, Jun strinse la ragazza al suo fianco per darle un bacio dolce, Hannah sorrise nel vedere finalmente sua cugina felice…con Jun stava bene e Kiki continuava a essere il suo migliore amico, ma chiaramente si percepiva che provava ancora dei sentimenti verso la ragazza.

Anche se continuava a parlare con gli amici, Hannah non riusciva a stare più di 5 minuti senza guardare il suo ragazzo, sempre se poteva definirsi ancora tale...

Ogni volta che si girava, Seob le ricambiava lo sguardo e lei non poteva fare a meno di arrossire e tornare a concentrarsi nella conversazione.

Era dura stargli lontano.

< Yo, tutto bene? >

Seob non distoglieva gli occhi dalla ragazza, Hyorin, per tutta la serata le era stata vicina per completare il suo piano, cercò di riportarlo alla sua attenzione…

< Si… - disse sorseggiando il suo drink senza guardarla – Tutto bene. >

< Non sembra affatto - Gli prese la mano – Sai, è tutta la sera che la guardi…non è corretto nei miei confronti…Se è finita così, vuol dire che non era destino che t'innamorassi di lei, non pensi?

< Non è come dici – la guardò negli occhi – ho fatto di tutto per stare con lei e per farla innamorare per quello che sono, anche se... > abbassò leggermente lo sguardo

< Anche se? >

< Anche se... – ritornò a guardare Hannah – …Niente.>

I due incrociarono lo sguardo per un po’ ma poi Seob riprese a parlare con la ragazza.

< Voglio riuscire a parlarle. >

< Che vorresti dirle? >

< Tante cose… – osservò il volto di Hyorin – Scusami…ti starò annoiando con questi discorsi. Siamo in una festa ed io non riesco a divertirmi >

< Non fa niente, non mi sto annoiando. - gli lasciò la mano – Yo… Io ci sono se hai bisogno di qualcuno con cui parlare. Puoi contare sul mio sostegno. Ci sarò sempre per te > sorrise dolcemente.

< Sei molto gentile... > ricambiò il sorriso.

 

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Hannah continuava a osservare l'addobbo dell'atrio che trasformava del tutto la casa.

I lampadari erano dorati con molti diamanti appesi a esso, le pareti, di color bianco candido, facevano risaltare le tende rosse che incorniciavano le finestre.

Fra una finestra e l'altra, erano presenti dei tavolini con vasi di cristallo, adornati con tulle argentato e tantissime rose rosse.

La sala dove, invece, si teneva la festa era almeno quattro volte la grandezza dell'atrio (e l'atrio non era per niente piccolo).

Entrando nella sala, la prima cosa che si notava era l'enorme scalinata a ventaglio che conduceva ai piani superiori. Come nella sala precedente, era adornata di lampadari con diamanti, tende e fiori rossi. Il pavimento era in marmo, di diversi colori che formavano disegni geometrici al centro della sala.

Le persone erano vestite con abiti sfarzosi ed eleganti. Le maschere di tutte le misure e colori.

Ricordavano molto le maschere utilizzate al carnevale di Venezia a cui lei era riuscita ad assistere quando, l'anno prima, era andata a visitare l'università.

Al centro dell'enorme stanzone era già pieno di persone che erano intente a ballare sulle note classiche suonate dall'orchestra posizionata ai piedi delle scale.

< Wow! Non avevo mai visto una sala così! Cioè, si ma non avevo mai immaginato una festa al suo interno! > disse Han con sguardo meravigliato per ciò che vedeva.

Yurim e Ai, dopo esser entrate in quella villa, avevano adocchiato due ragazzi e, non appena li videro vicino ad una della porte al lato della scale, andarono nella loro direzione per presentarsi lasciando la ragazza sola a vagare per quell’immensa sala.

I BEAST ed Elena entrarono, successivamente, nella stessa sala dirigendosi verso il tavolo a loro assegnato; Elena, come la cugina, era rimasta incantata con tutti quei dettagli che ornamentavano la stanza, le brillavano gli occhi.

Insieme a loro entrarono anche Seob, con Hyorin stretta al suo braccio, e le SISTAR dirigendosi nel tavolo di quest’ultime; il ragazzo, guardando, si accorse di Han che vagava sola. Si allontanò dalle ragazze con una scusa disperdendosi fra la gente.

“ Che meraviglia – pensò fra se Han – è tutto così magico, mi sembra di essere nel passato con tutte queste luci ”

A un certo punto, delle mani la fermarono prendendola per i fianchi ed il suo cuore iniziò a battere forte.

Si voltò per capire chi fosse, alle sue spalle vi era un ragazzo con indosso una maschera che gli copriva l’intero volto; la ragazza era intimorita.

< Chi sei? >

Ma la strana persona non rispose, cercò di liberarsi ma la presa si fece più forte.

< Lasciami andare. Che vuoi da me? >

< Un ballo > le disse avvicinandosi al suo orecchio sussurrandogli.

A quel tono così dolce e pacato, Hannah riconobbe subito chi si nascondeva dietro quella maschera…ebbe un batticuore.

< Mi faresti l'onore di ballare con me? > disse schiarendo la voce e scoprendo il viso.

< Seob non voglio parlare. >

< Infatti, non dobbiamo parlare. Balliamo e basta. Ok? >

La ragazza osservò quel volto, quello sguardo e non riuscì a trattenersi; posò la mano su quella del ragazzo e si diressero verso la pista da ballo.

In quel momento, l'orchestra iniziò a suonare "Sul bel Danubio blu" di Strauss.

Posò l'altra sulla sua spalla mentre lui, tenendola stretta per la mano, poggiò l'altra nel fianco della ragazza.

Iniziarono a danzare.

Altre coppie ballavano intorno a loro, ma per Hannah sembrava che non ci fosse nessun altro.

Si sentiva come in una stanza vuota, tutta buia con un riflettore puntato su di loro mentre, con l'unico suono presente nella sala, ballavano e ballavano senza smettere.

Il suo cuore batteva sempre più forte quando il suo sguardo si posava sul sorriso che il ragazzo continuava a rivolgerle.

Non voleva essere arrabbiata con lui ma non poteva farne a meno dopo quello che era successo.

A un certo punto, tornando al presente, si ritrovò a girare su se stessa e un attimo dopo, Seob non aveva più la maschera e le sue braccia le avevano circondato i fianchi... il suo viso si trovava troppo vicino.

Doveva andarsene, doveva scappare da quella presa…non sapeva che fare, come comportarsi dopo il suo atteggiamento. Non l’aveva cercata in quei giorni in cui era andata via dalla loro casa, non aveva idea di cosa avesse fatto con Hyorin…se restava ancora un secondo insieme a lui, separarsi del tutto sarebbe stato ancor più doloroso.

Si voltò di colpo, riuscì a staccarsi dalla presa dirigendosi verso il tavolo senza dir una parola, era quasi giunta quando il ragazzo le prese la mano, tirandola a se. Un secondo dopo le sue labbra erano già poggiate su quelle di Hannah. Un bacio dolce che esprimeva tristezza ma allo stesso tempo felicità.

“ …Seob… - la mente della ragazza era completamente vuota, non riusciva a pensa ad altro se non a lui, a quel bacio – mi sei mancato tanto ”

Non riuscì a fare a meno di ricambiare a tanta passione.

< Scusami se sono stato stupido. Non capivo ciò che stavo facendo. >

< Si, lo sei stato davvero... >

< Già – rise – Ma voglio rimediare... Mi darai questa possibilità? >

< ... Posso provarci. Mi manchi... >

Affondò in quel caldo abbraccio che non sentiva più da qualche giorno.

Si allontanarono dalla sala, tornando all'atrio che era, ormai, quasi vuoto.

Nella sala si diffondeva la dolce musica del pianoforte mentre intratteneva gli ospiti, alcuni intenti a parlare, altri a danzare, altri ancora a dirigervi vero i tavoli per il buffè.

In un angolo della sala, intente ad osservare Seob ed Hannah uscire insieme da quella stanza, Hyorin e le altre li osservarono scrutando ogni loro movimento…

< L'ha baciata...avete visto??! Hyorin il tuo piano non ha funzionato… >

< Ho visto! Non c'è bisogno che me lo ripeti Bora! >

< Ma sono innamorati! Lasciali stare! >

< No... Devo fare qualcosa... >

< E io non ti aiuterò >

< Nemmeno io. > Soyu era entrata nella discussione.

< Bene. Allora chiederò a Dasom. È giunto il momento di porre fine a tutto ciò … > disse con sguardo ostile osservando i due ragazzi.

 

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Seob, rientrato nella sala per prendere qualcosa da bere ad Hannah rimasta nell’atrio seduta ad aspettare, venne fermato da Hyorin, che si avvicinò con il suo solito sguardo allegro e tenero.

< Yo, possiamo parlare? >

< Scusa ma Hannah mi sta aspettando >
< Solo un attimo - supplicò con lo sguardo. – e poi ti lascerò andare da lei >

< Va bene! – sospirò – Che devi dirmi? >

< Andiamo da un'altra parte, per favore. >

Perplesso, il ragazzo la seguì fino ad arrivare in una stanza piccola ed allestita all’antica, molto simile all’esterno della villa e poco illuminata rispetto alle restanti stanze.

< Di cosa volevi parlare? > chiese mentre Hyorin si muoveva per la stanza

< Hai parlato con Hannah? >

< Ah... Si le ho parlato. >

< E quindi? – si fermò – L'hai lasciata? >

< No, certo che no >

< Allora ti ha lasciato lei? >

< Hyorin…non ci siamo lasciati… che… >

< Ah no? – disse sfiorando, con la mano sinistra, la spalliera del divano davanti a lei – Credevo che la vostra storia fosse giunta al termine >

< Cosa te l’aveva fatto credere >

< Tu – disse senza indulgi – il tuo atteggiamento...nei mei confronti. Il tuo sguardo, le tue attenzioni…il fatto che adesso sia qui, anziché essere da lei >

< Hyorin... – sospirò - Ascolta... Tu sei dolce, simpatica, mi trovo benissimo con te e, non lo nascondo, sei una bellissima ragazza. Sei sportiva, mi fai ridere, e non ho trovato nemmeno un motivo per cui litigare con te! >

< Ne sono felice! – si avvicinò - Anche tu piaci a me! >

< Però... > Seob fece 2 passi indietro.

< Però? Cosa… >

< ...Però non sei Hannah. Ho capito che amo solo lei. Quel bacio di prima, mi ha fatto ricordare ciò che ho fatto per farmi amare davvero da lei, mi ha fatto ricordare ciò che abbiamo passato! La sera al campeggio, mano nella mano a guardare le stelle cadenti, la sera del galà, il nostro primo vero bacio, quando ha deciso di essere la mia ragazza, quando ha accettato di vivere con me, i giorni passati in sala prove o in sala canto... Non posso dimenticarli. Non posso lasciarla. Poi non vedrei più il suo sorriso, non vedrei i suoi occhi al mattino che mi danno il buon giorno, non potrei più consolarla quando è triste e non potrei più sfiorare le sue labbra... Scusami. >

 

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Nello stesso istante, mentre Hyorin portò Seob nella stanza, Dasom si avvicinò verso Hannah con una certa fretta.

< Hannah! > la ragazza si affrettò ad andarle incontro

< Dasom? – disse fermandosi davanti - Che succede? >

< Ti stavo cercando. YoSeob mi ha chiesto di portarti da lui! >

< Davvero? - rimase incredula – Grazie. Ma dove si trova? >

< In una stanza qua di lato. Seguimi! >

“ Questa ragazza è molto facile da ingannare – pensò fra se la ragazza – Non immagina neanche che sotto c’è una trappola per lei ”

< Ma dove stiamo andando? > chiese osservandosi intorno

< Ci siamo quasi… - indicò la porta – Li dentro troverai YoSeob che ti aspetterà >

Hannah avanzò lentamente e con sospetto verso la porta indicatale dalla ragazza, non sapeva perché, ma qualcosa le diceva di star attenta.

Arrivata, si accorse che la porta era socchiusa ed all’interno sentiva delle voci: capì subito che si trattava di Seob e Hyorin. Scostò la porta senza farsi notare e rimase sorpresa per ciò che stava succedendo…

 

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< Ho capito. – il suo volto si rattristò – capisco…quindi mi hai solo preso in giro, o cosa? >

< Io non ti ho preso in giro! – si avvicinò di poco – Non ho mai avuto questo intento >
< Invece per me è stato così. Credevo… - spostò la sua attenzione verso la porta, la vide aprirsi leggermente – Credevo che tu provassi i miei stessi sentimenti, che in questi giorni trascorsi insieme avessi provato le mie stesse sensazioni >

< Scusami. Forse sarei riuscito a provare questo per te, ma solo se Hannah non fosse comparsa nella mia vita... >

Seob continuava a parlare e Hyorin non riusciva a trattenere la rabbia, cercò di non guardarlo in viso e si girò…in quell’istante si accorse che Hannah era li, il suo piano stava giungendo a termine…

"Perfetto." pensò fra se con un sorriso malizioso.

Hannah era rimasta pietrificata davanti a quella porta osservando da un piccolo spiraglio.

< Allora provaci! >

Hyorin, con gesti veloci, mise le braccia intorno al collo di Seob e lo baciò, senza dar il tempo al ragazzo di opporsi.

Un bacio passionale.

Un bacio che fu interrotto subito.

< No. – disse Hannah, con voce lenta e preoccupata, da dietro la porta - Non ci credo. >

Il suo volto si rigò subito di lacrime, Seob e Hyorin si voltarono in direzione della porta. Quando il ragazzo si accorse della sua presenza rimase senza parole. I loro sguardi si incrociarono; per la delusione subita, Hannah corse via.

< Hannah! Aspetta! – prima di correrle dietro, lanciò uno sguardo di rabbia verso Hyorin, la quale indietreggiò…non aveva mai visto quello sguardo prima d’ora – Hannah! Ti prego! Fammi spiegare! >

Seob raggiunse la ragazza fermandola per la mano, non aveva intenzione di voltarsi e con forza la costrinse a guardarlo.

< Che c’è! Cosa c'è da spiegare?! Stavi baciando Hyorin, no?! >

< Ascoltami! Ma non è come sembra! >

< Come scusa?! Non è come sembra? YoSeob ho aspettato, ti ho conosciuto, mi sono innamorata di quello che sei veramente perché dicevi che io ero diversa e che ti piacevo davvero! Ho deciso di prendere questa carriera anche per te! Per poter passare più tempo con te! Ho lasciato la mia famiglia, i miei amici – la lacrime ricadevano sul suo volto - ed adesso…ti passa davanti un'altra, ti fa gli occhi dolci e tu…dimentichi tutto e cambi idea? E' stata qua 1 settimana ed è già riuscita a farti dimenticare tutto ciò che abbiamo vissuto in 5 mesi? – il ragazzo cercò di rispondere, ma non ebbe modo di poterlo fare. – Hai creduto alle sue menzogne, sei rimasto con lei dopo che ho fatto le valige e sono andava via. Adesso basta! Sono stanca! – Seob cercò di avvicinarsi, ma Hannah lo respinse – Non osare avvicinarti…non toccarmi, non dopo tutto quello che hai fatto…E poi, secondo te, è bello vederti con lei quando usciamo tutti insieme,?! >

Voleva che tutto quello fosse stato solo un incubo, nient’altro che un brutto sogno e che al suo risveglio tutto sarebbe svanito…che Hyorin non fosse mai entrata nelle loro vite, che non avrebbe mai portato scompiglio fra loro due. Lei si sarebbe risvegliata fra le braccia di Seob come ogni mattina, avrebbe fatto colazione insieme, sarebbero andati alla casa discografica e poi tornati nuovamente nel loro appartamento come ogni giorno….come avevano fatto negli ultimi giorni…invece quello non era un incubo, non si trattava di una pura allucinazione. Il bacio era vero, quello che aveva visto non era frutto della sua mente contorta…

In quell’istante ripensò ad una cosa, un aneddoto che le era successo prima di conoscerlo…

< Sei proprio come Marco... > disse sotto voce, distogliendo lo sguardo.

< Hannah... >

< YoSeob, non ne voglio più sapere... – voltò le spalle – Non voglio sapere più niente né di te né di questa storia. Adesso Basta. >

Con quella frase, senza sapere bene in che direzione prendere, Hannah uscì dalla stanza recandosi all’esterno della villa: l’unica cosa che voleva era ritornare nella sua stanza, nel suo letto…lontano da quell’ambiente, lontana da lei…lontana da Seob…

 

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All’interno delle varie stanza, Seob era alla ricerca della ragazza…aveva provato a fermarla, a parlargli, ma non ne voleva sapere niente…ma lui doveva, voleva provare a farsi sentire, a spiegare cosa fosse realmente successo.

“ Han…maledizione, dove sei?! – scrutava ogni viso, ogni persona che incontrava – Hai frainteso…quel bacio non ha significato niente! ”

< Seob >

Il ragazzo si voltò. Elena, intenta a scherzare insieme ai ragazzi, notò qualcosa di strano sul suo volto.

< Va…va tutto bene? >

< Ele…na.. – con passo veloce si diresse verso la ragazza – Elena, hai visto Han? >

< No…perché? Che succede? >

< Ma dove può essere andata... > disse sollevando il volto verso l’alto chiudendo gli occhi, portandosi le mani ai capelli e facendo un lungo respiro.

< Mi dici che succede! Che è successo ad Hannah!?>

< Ho…Ho avuto una lite…non riesco a trovarla >
< COSA??! > esclamò Elena

< Riuscirò a trovarla, sarà qui…non può essere andata lontana >

< Ti aiuterò a cercarla >

< Che succede qui? > chiese Jun raggiunto i due ragazzi.

< Non troviamo Han, aiutaci a cercarla > rispose Elena.

< Eh?! Perché? Che succede?... Seob, che hai combinato? >

< Io… - Seob guardò i due, poi distolse lo sguardo – Devo cercala…devo trovarla… >

Così dicendo, Seob si allontanò dei due ragazzi rimasti sbigottiti per il suo comportamento.

< Che gli prende! > chiese Dong seguito dai ragazzi

< Sta cercando Han – rispose Elena – Non ho capito cosa sia successo…ma dice di aver avuto una lite e che sia scappata >
< Che sia ancora per colpa di quella ragazza? > chiese Hyun

< In questi giorni mia cugina è stata molto strana, spero non abbai fatto qualche gesto di cui potrebbe pentirsene >

< Cerchiamo Han – disse Doo – così potranno risolvere questa lite >

I ragazzi si divisero in gruppo setacciando la villa in ogni stanza, ma di Hannah non vi era l’ombra; ritornati al punto d’inizio notarono che Seob era ancora intento a cercarla.

< Ragazzi – alle loro spalle giunsero Ai e Yurim – che sta succedendo a Seob >
< Ai! – si avvicinò Elena – per caso avete visto Hannah da qualche parte? >

< Mmm…beh l’ultima volta che l’ho vista, stava ballando con lui – rispose Ai – poi non l’ho più vista >

< Tu, Yurim, l’hai vista? >

< Beh, l’ho vista andare con Dasom una mezz’oretta fa… >

< Con Dasom? > esclamò Doo

< Si. Loro sono andate da quella parte – indicò la porta – ma mi sono distratta qualche minuto e quando mi sono girata lei non c’era più. Credevo fosse con Seob >

< Questa storia non mi piace – disse Doo – faremo meglio ad andare da Dasom >

 

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< Allora, Hyorin, il piano è andato come volevi? > domandò Dasom bevendo il suo drink

< Mh…non so. > rispose con aria pensierosa.

< Eh? Stai scherzando spero! Dopo tutto questo, non è cambiato niente? >

< Una cosa è cambiata >

< Cioè? >

< … - la ragazza ripensò a quello sguardo che Seob le rivolse prima di rincorrere Hannah - …i suoi… > disse bisbigliando

< Cosa? > chiese avvicinandosi

< Ehi ragazze – Bora si avvicinò insieme a Soyu – dove eravate finite? Vi stavamo cercando >

< Eravamo impegnate > rispose Dasom

< Spero per non quella faccenda > affermò Soyu.

< A differenza vostra, io la stavo aiutando >
< Ma perché appoggi sempre i suoi piani assurdi! > esclamò Soyu

< Che c’è di male nel voler conquistare un ragazzo >

< Niente, a meno che lui non ha già un’altra….in quel caso è sbagliato >
< In amore tutto è lecito! E poi se è bastato così poco per farla cedere…si vede che non l’amava abbastanza >

< Ragazze – si intromise Bora – smettetela subito…abbiamo visite >

In lontananza, con passi svelti, Seob si stava dirigendo nella loro parte…dietro di lui vi erano anche i suoi compagni con le tre ragazze. Alla sua vista, Hyorin rabbrividì…quello sguardo era fisso nella sua mente.

< Hyorin! Che cosa ti è venuto in mente?! – era terribilmente arrabbiato – Perché hai fatto quel gesto? >

< Yo, ancora non l’hai capito? – rispose quasi infastidita per la domanda – perché tu mi piaci! Volevo fartelo capire con un bacio! >

< Farmelo capire con un bacio? E le parole? Non ti bastavano? Sai che hai combinato con quel gesto? – la guardava con occhi pieni di rabbia – che Hannah ha frainteso tutto, ed ora non so dove sia >

< Mi dispiace... Non volevo! >

< Non ci credo! Magari l'hai fatto anche a posta no?! >

Hyorin a quell'affermazione distolse lo sguardo dal suo viso; in quel momento la rabbia lasciò il posto allo sgomento.

< L'hai fatto a posta? > domandò quasi intimorito per paura di commettere un terribile sbaglio.

Ma la ragazza non rispose; le sue compagne rimasero in silenzio…assistendo a tutta la scena, Dasom voleva intervenire per difenderla, ma che avrebbe potuto dire…anche se le atre due avevano cercato di persuaderla, lei l’aveva appoggiata in tutto…parte della colpa spettava anche a lei.

< ALLORA! – alzò il tono della voce – Rispondimi! Avevi pianificato tutto? >

< YoSeob… - intervenì Dasom – ho ideato tutto io >

< COSA?? > esclamarono i ragazzi alle spalle di Seob

< Si, ho pensato tutto io…lei ha solo… >

< Dasom – la interruppe Hyorin – basta così. Non complicare di più le cose >

< Ma …io, volevo aiutarti >

< Non serve che tu lo faccia. >

< Potrei capir qualcosa? > domandò infastidito Seob.

< Fin da quando ti ho incontrato davanti la CUBE – iniziò a parlare Hyorin – ho pensato ad un modo per farti innamorar di me. Ho fatto tutto da sola…volevo far in modo che lei ti lasciasse e che tu…ti saresti accorto di me… >

< Allora – disse Yurim – è per questo che ho visto Dasom portar Hannah dietro quella porta >

A quell’affermazione, Seob guardò entrambe le ragazze incredulo: che mente contorta avevano quelle due per far tutto quello!

< Quindi…è anche colpa tua >
< Lei non c’entra nulla – rispose subito Hyorin – la sua unica colpa è stata quella di assecondare le mie idee…Yo - gli prese le mani – Ho fatto tutto questo perché mi piace davvero, volevo che capissi che lei con te non c’entra niente…noi siamo fatti per stare insieme! Anche…non negarlo…anche tu hai provato dei sentimenti nei miei confronti…. >

< Sta lontana da me! - Si scostò velocemente da Hyorin – Magari, all’inizio, avrò provato qualcosa; ma non come hai creduto tu! Si, mi piaci! Ma non come ragazza! Come amica al massimo! Tu non puoi sostituire Hannah! >

< ORA BASTA! – disse infastidita – Mi sono stufata! Che ha quella che io non ho?! Che può darti lei che io non potrei darti?! Guarda me e lei! Che differenza c'è?! >

< C'è che io AMO Hannah! – rispose guardandola dritto negli occhi – Io sono innamorato di lei…E forse non sarà ancora nessuno, come dici tu, ma per me è importante... A me non importa che sia come te. Lei è unica! E per la tua stupida bravata adesso l'ho persa... >

< Ma... >

< Hyorin basta! - Bora aveva preso la parola, interrompendola. - Non hai causato abbastanza guai? >

< Non ti ci mettere anche tu! >

< Mi ci metto eccome! Non puoi farci niente, non puoi comportanti come una bambina viziata che vuole ad ogni il suo giocattolo! Cresci e fartene una ragione…e per quanto riguarda te - si rivolse verso Dasom – che ti serva da lezione >

< Io me ne vado. Grazie per la serata... Veramente grazie... >

Detto questo, Seob si girò e si diresse verso l'uscita. Mentre i due gruppi discutevano dell’accaduto, Yurim raggiunse il ragazzo.

< YoSeob – nel sentirsi chiamato, il ragazzo si fermò girandosi verso la ragazza – mi dispiace dirtelo, ma anche tu hai delle colpe in tutto questo >
< Come? >

< Per colpa del tuo atteggiamento, Han ha soffermo molti in questi giorni…non è riuscita ad allenarsi correttamente e si è assentata. Passava tutto il tempo rinchiusa in camera a piangere per il tuo atteggiamento nei suoi confronti. Quindi…assumiti le tue colpe e non scaricar tutto addosso a Hyorin! Se dici di tenerci davvero a lei, non l’avresti permesso di farla andar via da quell’appartamento e non avresti permesso a Hyorin di aver certi atteggiamenti con te. Sono venuta fin qui per dirti questo… >

A quelle parole, il ragazzo rimase quasi pietrificato: forse non aveva tutti i torni…forse la colpa era anche sua che non aveva fatto niente per evitare tutto ciò.

< Yuri! – da lontano, Ai le si avvicinò – Vieni, dobbiamo andare… >

< Dove? >

< Hannah…>

< Cosa? – disse Seob – Sai dove si trova? Devi dirmelo >

< Lei adesso… >

< Non dir niente – la fermò Yurim, guardò Seob – per ora non ti permetterò di vederla. Non per questa sera. Lasciala in pace per un po’ >

Anche se Ai non capiva bene cosa fosse successo fra i due, insieme alla ragazza si diressero verso la macchina dove ad attenderla vi era il manager.

 

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Era passata forse un'ora, non aveva idea…. Non aveva orologio ed il cellulare si era spento da qualche minuto.

Dopo la conversazione con Seob, Hannah era uscita di corsa da quella villa.

Non aveva avvertito nessuno, non voleva parlare con nessuno e, quindi, aveva deciso di tornare a casa, a piedi.

Voleva sfogarsi, voleva fuggire da quella casa che le aveva portato solo dolore.

Era ancora lontana da Seoul ed ormai le facevano male i piedi.

Si tolse le scarpe e ricominciò a camminare.

Adesso basta! Sono stanca!... YoSeob non voglio più saperne. ”

Gli aveva davvero detto queste parole? ...Dopo tutto, era vero….era quello che pensava.

Era da agosto che non lo chiamava più YoSeob. Era strano pronunciarlo.

Il viso era ancora rigato dalle lacrime nere a causa del mascara e dell'eye-liner non resistenti all'acqua.

" L'ha fatto davvero... Ed io l'ho lasciato... Davvero..."

Scoppio di nuovo in lacrime, lasciò cadere le scarpe a terra, s'inginocchiò e si coprì il volto con le mani.

Non riusciva più a muoversi, si sentiva senza forze, aveva camminato tanto e prima di arrivare nel suo letto doveva percorrere molti chilometri: per quale assurda pazzia le era venuto in mente di andarsene a piedi?

Non doveva andarsene ma non poteva stare la. Seob l'avrebbe sicuramente cercata e non voleva farsi vedere in quelle condizioni. Più che altro, non voleva vederlo e basta. Aveva trovato il coraggio di dirgli tutto in faccia ma si sentiva anche in colpa... forse doveva ascoltare ciò che voleva spiegarle.

“ …No. Non potevano esserci altre spiegazioni…. Lei lo stringeva per il collo e lui ricambiava…l’ho visto con i miei occhi…quello era un bacio…se non l’avrei lasciato io, lui…lui sicuramente l’avrebbe fatto…. ”

Si scoprì leggermente il volto e vide delle luci arrivare da dietro di lei.

Dopo poco, una macchina si accostò un po’ più avanti a lei e dai sedili posteriori scesero 2 persone.

< Hannah! >

< Stai bene? >

Erano Ai e Yurim, le due ragazze le andarono subito incontro preoccupate per come stava.

< Ti cercavamo ed il signore che si trovava all'ingresso ha detto che te ne eri andata! Che ti è saltato in mente?! > chiese Ai

Hannah guardò in viso le amiche, aveva tutto il trucco sciolto a causa delle lacrime. Non riuscì a resistere e scoppiò nuovamente in lacrime, mentre si gettava nelle braccia delle amiche.

< Han.. > disse Yurim

< YoSeob era preoccupato per te! > disse Ai

< NON VOGLIO PIU’ SENTIRE IL SUO NOME! - Si alzò di colpo e si allontanò dalle amiche - Non voglio più sentirlo... >

< Hannah... Andiamo a casa. Ok? > le si avvicinò Yurim.

La ragazza annuì e salì nella macchina.

Durante il tragitto, rimase con la testa nascosta sulle gambe di Yurim mentre, lei e Ai, le accarezzavano i capelli, scambiandosi sguardi tristi e preoccupati.

Non pronunciarono nessuna parola.

Arrivate al dormitorio, Hannah andò subito in camera sua e Yurim e Ai la seguirono.

< Hannah – disse Ai – abbiamo saputo cosa ti è successo >

La ragazza si coprì la testa con il cuscino.

< YoSeob... ha baciato Hyorin... – si mise a sedere e portò le gambe al petto – ... L'ho visto... Lei aveva le braccia intorno al suo collo e lui... e lui... >

Non riusciva a continuare.

< Hannah, vedi… > Ai stava per spiegare cosa fosse successo durante la sua assenza ma Yurim la fermò.

< Prima mi aveva baciato... Mi aveva detto che voleva far tornare le cose come prima... Ed io, come una scema, ci stavo credendo... >

< Non sei una scema! E non pensare più a lui! Non ti merita! > disse Yurim

< Vi dispiace se torno ad abitare qua? >

< Scherzi vero? Questa è casa tua! E' normale che puoi restare. A noi fa solo piacere! > disse Ai

< Grazie ragazze... >

< Hannah non preoccuparti…farò in modo che lui non possa avvicinarti! Se solo arriva all'ingresso del dormitorio, non esce vivo! Domani mattina avverto anche il portiere! >

Le 3 si strinsero in un forte abbraccio e dopo poco, Hannah si addormentò e le amiche uscirono facendo silenzio.

Non volevano svegliarla.

< Questa storia mi sembra così tanto assurda...quella ragazza era così dolce che chiunque ragazzo avrebbe creduto alle sue parole…i ragazzi sono così ingenui. >

< In effetti, è vero... tutti i ragazzi sono uguali! C'era da aspettarselo! > disse Yurim

< Povera Han... Speriamo che si riprenda. E domani si sveglierà con gli occhi gonfi quanto due angurie fra trucco e lacrime! >

< Domani ci penseremo. - Si dirige verso la sua stanza - Buona Notte Ai >

< Buona Notte... >

 

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Il girono seguente, Seob cercò in ogni modo di poter parlare o, almeno, riuscir a vederla… ma la ragazza si era rinchiusa nella sua stanza e né il portiere e né il loro manager permetteva di poter salire. L'unica che era riuscita a parlarle era Elena, che poi aveva raccontato tutto a Jun.

Così, da quella serata, passarono 3 giorni, nei quali il ragazzo non fece che appostarsi sotto il suo dormitorio provando in ogni modo a chiamarla, ma la stretta vigilanza anche delle loro amiche rendeva tutto ancora più complicato.

Anche quella mattina, Hannah non se la sentiva di scendere e recarsi alla casa discografica, ma le due ragazze, pur essendo in pensiero per lei, non potevano saltar le riunioni con i vari sponsor e così furono costrette ad andare alla CUBE. Salutata la ragazza, scesero recandosi in macchina dove li attendeva il loro manager.

Seob, era nascosto dietro un pilastro accanto all'entrata del dormitorio, appena le vide salire in macchina, entrò di corsa nel palazzo e, dopo aver aspettato che il portiere si distraesse, prese le chiavi che teneva in una piccola dispensa e salì fino all'appartamento.

Era riuscito ad entrar senza problemi, con molta cautela si diresse verso le scale. Sentendo aprirsi la porta, Hannah si alzò recandosi verso la porta.

< Yurim hai dimenticato di nuovo qualcosa? – domandò con un tono di voce triste, stava per scendere le scale - Allora? Mi risp… >

Aveva sceso i primi tre gradini quando si trovò proprio la causa dei suoi problemi…era come se fosse in standbye.

< Ho bisogno di parlarti. >

Seob la guardava fisso, sul suo volto…in un secondo tutto si sbloccò rendendosi conto che in casa erano solo e che indossava una camicia lilla con un paio di pantaloncini bianchi, i suoi capelli erano spettinati, era senza trucco e gli occhi erano gonfi, a causa delle lacrime.

< Devi andartene – si voltò – Sei fortunato che Yurim e Ai non siano qui, altrimenti ti avrebbero spedito lontano… >

< Ho aspettato che andassero via. Dovevo vederti… - salì un gradino – in qualsiasi modo, ma dovevo vederti. Ho delle cose da dirti >

< Non credi che ci siamo detti abbastanza? >

< No. > salì un altro gradino.

< Invece si! > si voltò.

< Invece no! – salì ancora – Non mi hai dato tempo di spiegarti come sono andate le cose! >

< Ma che c'è da spiegare?! Sempre la solita storia! >

< Ti ripeto che io non l'ho baciata! >

< Ma vi ho visti! E tu stavi ricambiando il bacio... >

Il tono della voce scese, quasi avesse timore di pronunciare quelle parole.

Seob camminò verso di lei, cercando di avvicinarsi...

< Io non stavo ricambiando il bacio... >

< E perché ti trovavi la? >

< Mi aveva chiesto se poteva parlarmi un attimo. >

< Mentre io ti aspettavo seduta, tu eri li con lei! – si voltò verso lui, ma distolse lo sguardo – che ti doveva dire di così importante… >

< Ha iniziato a fare un discorso dicendo se ti avessi lasciata… >

< Bene... >

< Ed ho risposto di no, perché sei speciale. Perché ogni volta che ricordo ciò che abbiamo passato insieme, penso solo che siano stati i momenti più felici della mia vita... >

Sulle labbra di Hannah comparve un piccolo sorriso ironico.

< Davvero? >

< Si. E poi, perché ti avrei baciato durante il ballo? Dopo la nostra discussione dell'altro giorno? >

< Per prendermi in giro, è ovvio! >

< Han... – era quasi ad un passo da lei – Non potrei mai prenderti in giro… Mi manchi. >

< Ti manco?! – disse con aria infastidita – dici che ti manco ma vai a baciare le altre? Quella che ha sofferto son solo io! Quella che ha sentito la tua mancanza sono stata io! Ho passato una settimana da incubo… pensavo a quando stavi a casa nostra con lei ed era come se io non ci fossi, a quella sera che sei dovuto andare nel suo appartamento…a quella volta che non mi hai fermato! – aveva tanta rabbia dentro di se – Non dire che ti mancavo, perché mentiresti solamente. >

< Non dire stupidate! >

< A certo! Sono io quella che dice stupidate! - La voce di entrambi si fece più forte. - Giusto! E' perché dico stupidate che quella volta in cui ti avevo detto di averti chiamato tu non mi hai creduto vero?! >

< Non era una questione di crederti o meno… >

< Ah no! E cosa, sentiamo! >

< Come potevo prender una posizione senza delle prove! Come avrei potuto accusare lei e crederti! Sai benissimo che in mezzo vi era un progetto, non potevo permettere che potesse saltare tutto per questioni di gelosia! >

< Allora per questo non hai preso le mie difese? Per uno stupido contratto? >

< Ti avrei difesa se non c’erano questioni di lavoro >

< Ribadisci ancora che si trattava solo di questioni di lavoro! Mi dai solo fastidio! >

< Credimi! >

< Crederti?! – fece un lieve sorriso dovuto ai nervi – Spiegami… perché mai io dovrei credere a te adesso? Perché mai io… >

< Perchè io ti amo! >

Seob la fermò stringendola fra le spalle.

< H-Hai detto... > era quasi incredula, incerta di aver capito bene ciò che le avesse detto.

Lentamente, Seob prese il suo viso fra le mani.

< Han….io ti amo. >

< N-Non…non lo avevi mai detto... - Non riusciva a togliere lo sguardo dagli occhi del ragazzo - Lo pensi davvero? >

< Ora ne sono sicuro. Han io ti amo. In questi giorni che non ti avevo qui accanto a me non facevo altro che star male. Quando te ne sei andata, mi sono sentito come quella nostra casa…vuoto senza di te. Quando tornavo li, speravo di vederti uscire da qualche stanza e che venivi a darmi un bacio. Non averti li, non vedere il tuo volto, il tuo sorriso…mi sono sentito come se mancasse qualcosa…Non sapevo più che fare. Mi sentivo vuoto. E ho capito che senza di te io non posso stare…ho bisogno di te... Sei tu la mia vita... Io ti amo Han! >

< Seob... >

Non ebbe modo di parlare, il ragazzo si avvicinò appoggiando le labbra sulle sue. Dapprima con baci lenti, dolci…finché, a poco a poco, si fecero sempre più passionale.

I due ragazzi si spostarono verso la camera da letto ed Hannah chiuse la porta alle sue spalle. Tenendola per i fianchi, Seob si spostò verso il letto facendola seder su di esso; seduta, la ragazza iniziò a sfilare la maglietta dal corpo di Seob, staccando il meno possibile le labbra dalle sue.

Tolta, la gettò per terra, senza far caso in quale punto venisse gettata; la osservò per qualche istante, era così dolce nel suo essere così timida, aveva voglia di lei…del suo corpo, ma l’avrebbe aspettata finché non fosse stata pronta... avvicinò il suo corpo al suo e la baciò.

< Han sei sicura? > chiese osservando il suo volto arrossato.

La ragazza non rispose ma si limitò ad annuire.

Con gesti molto dolci e delicati, quasi a voler sfiorar la sua pelle, prese i bordi della sua camicia e l’aprì, lasciandola scivolare lentamente lungo le sue braccia. Toccava il suo corpo come se fosse fatto di porcellana, come se lei fosse fatta di un materiale fragile che, ad un gesto sbagliato, poteva distruggersi; con tocchi delicati, salì lungo le braccia fino a posar le mani sul suo petto…e da li i baci si fecero sempre più vogliosi.

Voleva controllarsi, voleva frenare la voglia che cresceva sempre di più dentro di se, ma era incontrollabile; con un colpo veloce, il ragazzo la fece cadere nel letto, sotto il suo corpo.

Una mano era poggiata dietro la sua schiena mentre l'altra le accarezzava la spalla, poi iniziò a scendere verso il braccio, passò dai fianchi e si fermò al bacino che liberò dai pantaloncini.

Lasciò per un attimo le labbra della ragazza e iniziò a baciarle il collo ed Hannah, questa volta, non riuscì a trattenere un gridolino di piacere.

Con foga, liberarono i loro corpi dagli indumenti per poi unirli in un uno solo...

Alla prima spinta, il volto della ragazza si contorse dal dolore, ma non appena si adeguò a quella sensazione, le spinte si fecero sempre più forti ed intense provando entrambi piacere...

Hannah inarcava lentamente la schiena, facendo scappare qualche gemito e con le mani, si teneva stretta alla schiena del ragazzo.

Non avrebbe mai immaginato che la sua prima volta fosse stata così…con il ragazzo che osservava soltanto in delle immagini e visto solo attraverso uno schermo; era così perfetto…l’atmosfera, il posto, lui…era tutto perfetto.

I loro corpi erano riuniti in uno solo, pieno di passione, di piacere, di calore; i loro respiri erano affannati, i loro volti rossi e bagnati a causa del sudore…

I capelli del ragazzo aderivano sulla sua fronte portandoli davanti ai suoi occhi, con molta timidezza, Hannah li sposto accarezzandogli il viso rimanendo incantata ad osservare i suoi occhi così dolci e quello sguardo pieno di amore verso lei….

< Ti amo. >

Sussurrò Hannah prima di sigillare con un bacio le sue labbra.

Tu non sai che se l'unica al mondo,

Sei la migliore al mondo.

Credo nei sogni per te e me!

Tu sei la pioggia tanto attesa nei miei giorni aridi!

Hai riempito il mio cuore e mi hai dato coraggio.

Mi fai volare e sorridere di nuovo!

Come l'arcobaleno dopo la pioggia!

Silenziosamente, vieni tra le mie braccia, dammi felicità...

Voglio fare l'amore!

 

[ Oasis ]

 

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Capitolo 54
*** Ricordi - La mia felicità sei tu ***


Erano passate circa 2 ore.

Seob era seduto sul divano e Hannah era distesa accanto a lui, con la testa poggiata sulle sue gambe. Parlavano e ridevano, cose se non fosse successo niente.

Il sole entrava dalle finestre e probabilmente era l'ora di pranzo... nessuno dei due ci aveva fatto molto caso.

< Hannah... Posso farti una domanda? Ma non devi rispondere per forza. >

< Dimmi. > Gli rivolse un sorriso, quasi a tranquillizzarlo.

< Quando eravamo nella villa... prima di andartene... hai detto che ero come Marco. Chi è? >

Il sorriso scomparve velocemente dalle labbra della ragazza che distolse lo sguardo e si girò verso la finestra, mettendosi a sedere accanto a Seob.

< Marco era il mio ex... >

< Han, non sei costretta a parlarne. >

< Non ti preoccupare. Prima o poi ti avrei dovuto dire tutto, no?... Marco era il mio ex ragazzo e migliore amico. Mi è sempre stato accanto e dopo che ero stata rifiutata da un ragazzo che mi piaceva da diversi anni, mi confessò di piacergli e così abbiamo provato a stare insieme. Siamo stati insieme 8 mesi e mi sono trovata benissimo. Non era il mio migliore amico per niente... >

Sorrise, senza distogliere lo sguardo dalla finestra e Seob si era avvicinata a lei, per guardarla meglio mentre parlava.

< Poi arrivò settembre. Lui si era diplomato e aveva comprato una macchina nuova. – si lasciò scappare una risatina – Aveva detto che dovevo essere il suo primo passeggero. Sarebbe stato meglio non salire in quella macchina e tornare a casa come sempre con Claudia e Simona... >

< Claudia e Simona? >

< Mie migliori amiche e compagne di scuola. Prima o poi te le presenterò... Stavo dicendo. Era meglio non salire in quella macchina. Mi ha detto che il giorno dopo sarebbe partito per Milano e che non sarebbe sceso spesso... quindi era meglio che ci lasciassimo. Mi aveva anche chiesto di andare a salutarlo all'aeroporto... Ma io non mi presentai. Sono stata male fino a dopo Natale. Mi ero ripromessa che nessuno mi avrebbe più fatto soffrire. A volte mi chiedo come sarebbe andata a finire se fossi andata all'aeroporto e se avrei lasciato i ponti con lui... >

Si era poggiata allo schienale del divano e guardava le sue mani, incrociate sopra le sue gambe. Anche il ragazzo fissava le sue mani, immobile. Ma poi posò una delle sue sopra di esse.

< Non volevo che entrassi conoscenza di questa storia così presto. >

< Invece sono felice che me lo hai detto. Però, posso dirti una cosa? >

< Si. >

< Io non sono uguale a lui. Io non ti lascerò così facilmente. È lui è stato stupido. Se fossi stato al suo posto avrei fatto di tutto per non staccarmi da te, anche se sarebbe stato difficile avrei trovato un modo... >

Hannah fissò gli occhi del ragazzo.

< ...E ti faccio una promessa. Non ti farò soffrire più. >

< Davvero? >

< Davvero. >

Mise un braccio sotto le gambe della ragazza, le fece appoggiare sopra le sue e poi si avvicinò al viso della sua principessa.

Era tutto perfetto.

Clak.

Il rumore di una serratura.

Hannah si staccò da Seob e si rivolse a lui sottovoce

< Ci siamo dimenticati di Ai e Yurim. >

Erano nei guai. Le compagne non volevano più sentire il nome di YoSeob, quindi, quale sarebbe stata la loro reazione se lo avessero visto davanti a loro, nel loro appartamento? Secondo Hannah, non sarebbe stata una bella scena.

Si alzarono di corsa e il ragazzo non fece in tempo a nascondersi che le due erano già entrate in salotto.

< Lui che ci fa qua?! >

Probabilmente il portiere non aveva detto nulla.

< Yurim, posso, anzi, possiamo spiegare >

Hannah si era istintivamente posizionata davanti a lui, forse per evitare un possibile attacco di rabbia da parte di una delle due.

< Spero che sia una spiegazione decente! Quando sei arrivato?! >

< Quando siete andate via dall'appartamento... >

< Ci spiavi per caso?! >

< Era l'unico modo per riuscire a salire per parlare con Hannah! >

< Sono sicura che lei non voleva parlare con te ma l'hai costretta, vero?! >

< Nonono! - Hannah si era intromessa – Non mi ha costretto nessuno a parlare con lui! >

< Allora? Che vi siete detti? >

< Ci siamo chiariti... e ci siamo detti tutto ciò che dovevamo dirci. >

Lo sguardo di Hannah trovò quello di Seob e lui gli prese la mano, avvicinandosi a lei.

< È tutto a posto... >

Si scambiarono un bacio ma le compagne non erano del tutto calme.

< Non sarà tanto facile che noi ti perdoniamo come ha fatto lei, lo sai, no? > affermò Yurim.

< Si, ma farò di tutto per far passare anche questo. > Seob sembrava sicuro di quello che diceva.

< Falla soffrire ancora e te la vedrai direttamente con noi. >

< Ho promesso che non sarebbe successo più. >

< Sarà meglio... >

Yurim e Ai si diressero nelle loro stanze Han e Seob si abbracciarono. Avevano passato anche questa.

Rimaneva solo una cosa da fare.


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Il mattino dopo Hannah arrivò prima dei B2ST ma non poté fare a meno d'incontrare le Sistar.

Hyorin era raggiante come sempre.

< Buongiorno Hannah. >

< Hyorin. Per me è davvero un buongiorno. Vedremo per te. >

Hannah aveva incrociato le braccia al petto e in viso aveva un sorriso quasi “malizioso”.

Rimasero in silenzio, senza muoversi di un millimetro fino a quando dall'interno dell'edificio, non comparve Seob.

< Yo! > disse Hyorin alzando leggermente il braccio destro.

Il ragazzo non calcolò la ragazza e si diresse direttamente verso Hannah, lasciandole un bacio sulle labbra.

< Buongiorno Principessa! >

< Buongiorno. >

Nel vedere quella scena, Hyorin raggelò.

< Pensavo che non eravate ancora arrivati! >

< Infatti ci sono solo io per ora, il direttore mi ha chiamato per parlare di una cosa >

Delle voci si sentirono provenire dalle loro spalle, erano gli altri cinque ragazzi che venivano dal posteggio in direzione dell'ingresso.

< Oh, bene! Siamo tutti qua, allora. > disse Seob

< Seob, perché ti sei alzato così presto? > Disse Dong non appena lo vide.

< Mi aveva chiamato il direttore e sono corso qua. Ho una notizia per tutti. >

Tutti guardavano con aria curiosa il ragazzo che era molto contento.

< Dii cosa avete parlato! > chiese curioso Ki-Kwang.

< Riguarda il progetto con le Sistar - il ragazzo osservava il volto di Hyorin e poi delle altre - Hanno deciso di chiuderlo >

< COSA?! > esclamarono tutti osservando il suo volto.

Le Sistar non sembravano felici di questa notizia.

< E' sta una decisione del direttore – indicando le Sistar – non canterete con noi ma, anzi, canterà solo Hyorin, con Hyuna e altre 3 ragazze e un'altra del gruppo con altre 4, mentre io e Kiki saremo in altri 2 gruppi. >

< EEEH??! - esclamò Ki-Kwang - Adesso ci sono anch'io di mezzo?? >

< Più avanti verranno spiegate le procedure e cosa faremo, quindi ti verrà spiegato tutto >

Hannah fissava incredula Seob che sembrava davvero divertito dalle espressioni di quelle ragazze; quello che aveva detto significava solamente che Seob e Hyorin non avrebbero più collaborato insieme al progetto e che non vi era alcun video da realizzare...ne fu sollevata.

< Che...che significa tutto questo?! - domandò Hyorin avvicinandosi al ragazzo - Questa è opera tua, non è vero?! >

< Mi dispiace contraddirti - rispose - ma non è opera di nessuno. Questa mattina il direttore ha avuto personalmente questa comunicazione...il programma ha suddiviso i ragazzi in 4 gruppi: 2 maschili e 2 femminili...per ora sappiamo questo. >

< Non...non ci credo... - era rimasta senza parole - Fino ad ieri... >

< Puoi chiamare la tua casa discografica e fatti dire se quello che ti ho riferito è o no la verità... - diede un'ultima occhiata al suo volto - Mi dispiace...niente è andato secondo i tuoi piani...Da questo momento preferirei conservare solo un rapporto lavorativo, né più né mano...non ho intenzione di avere altre complicazioni per causa tua - Hyorin era rimasta senza parole, non capiva come quella storia le fosse scivolata via tra le mani senza poter controllare più le redini - quello che avrai da me sarà solo un rapporto tra persone che condividono lo stesso interesse; quando e se capiterà di vedersi sarà solo nel lavoro e li si fingerà che niente di tutto questo sia accaduto. Spero che sia stato chiaro questa volta, che non si creino mai più malintesi...Detto questo vi saluto > si chinò per salutare le ragazze dirigendosi, insieme ad Hannah e gli altri, all'interno dell'edificio

" Dovevo immaginarlo...dovevo ascoltare Bora, non dovevo fare niente... - Hyorin sospirò, aveva gli occhi delle ragazze su di se - Ho fatto di testa mia, come sempre...ed ora pagherò le conseguenze... "

< Hyo... > disse Dasom ma la ragazza avanzò verso l'auto che era appena giunta nel parcheggio.

< Sarà meglio rientrare per capire meglio cosa sia successo > disse raggiungendo l'auto.

Le ragazze la raggiunsero, per l'intero tragitto nessuno provò a chiederle qualcosa, avevano il timore che stesse peggio di quanto poteva far credere.

" Mi servirà da lezione...però spero che questo non abbia contribuito alla decisione della casa discografica di lavorare con loro...non vorrei che il mio comportamento ha solo portato complicazioni... - Hyorin appoggiò la testa sul finestrino oscurato - Ho fatto qualcosa di stupido...ma non si dice che l'amore rende incapaci di ragione?? Quello che provo per te, Seob, non può sparire dall'oggi al domani...nonostante le tue parole, non posso far a meno di provare questi sentimenti. - una lacrima scivolò lungo il suo volto - Ho aspettato troppo per dichiararti i miei sentimenti, dovevo farlo quando avevo la possibilità...a quest'ora, chissà, potevo esserci io tra le tue braccia...i tuoi occhi sarebbero rivolti verso me...avresti protetto me, sarei stata io quella ragazza che, al sol pensarla, faceva spuntare il sorriso sulle tue labbra... Purtroppo non sono nessuno di queste cose... "


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< Seob davvero non dovrai lavorare con lei? > chiese sorpresa Hannah

< Sisi...stamattina il manager ha chiamato dicendo che la canzone che avevamo scritto ha ispirato il direttore del programma a modificare il progetto dividendo i gruppi >

< Pechè non hai comunicato subito questa decisione?? >

< Volevo vedere la tua espressione non appena sentivi questo cambiamento >

< Almeno così abbiamo risolto anche questo problema - sospirò Doo - Sapete voi quattro in soli pochi mesi avete portato un grosso scompiglio all'interno del gruppo...Mi auguro solo che non ne verranno altri >

< Per quanto riguarda me e la mia principessa abbiamo intenzione di rendere la nostra relazione ufficiale > Seob strinse a se la ragazza per i fianchi.

< COOOSA???! > esclamarono tutti.

< Ma così...senza prima parlarne con noi? > chiese Doo

< Ma non comporterà un rischio grosso per il gruppo di Hannah? > chiese Hyun.

< Per questo vogliamo la vostra approvazione e il vostro appoggio prima di andare dal direttore...vogliamo capire fino a che punto possiamo spingerci fuori per non avere altri problemi >

< Se rendete tutto alla luce del sole in questo momento potranno pensare che la formazione del nuovo gruppo è servita solo da copertura alla vostra relazione > disse Hyun

< Abbiamo pensato a tutto questo...a tutto quello che potevano far nascere da questa rilevazione...ma vedete - Seob guardò il volto di Han - non voglio più nascondere il mio amore, non ha fatto che causare trambusto. Se saremo liberi di poterci vedere e dire che stiamo insieme nessun'altro potrà mettersi in mezzo. Spero che voi appoggiate questa nostra decisione >

Per qualche attimo nessuno parlò, Seob ed Hannah osservavano i volti perplessi dei ragazzi che riflettevano sulle sue parole.

< Beh... - disse alla fine Doo - Se è quello che volete, se ne siete convinti e pronti ad affrontare tutto...potete contare sul mio sostegno >

Il ragazzo si avvicinò appoggiando una mano sulla sua spalla, Seob ringraziò con un inchino.

< Non posso che ribadire quello che ha detto Doo > affermò Hyun avvicinandosi anche lui.

< AAAH! Come ha detto Doo prima - si lamentò Dong - da quando siete arrivate voi avete solo portato problemi al gruppo... >

< Dai Dong, non far il guasta feste > lo riprese Doo

< Sisi...avete anche il mio sostegno... >

< Io mi associo a loro - rispose Ki-Kwang - Dopo tutto sono o no il "re cupido"? >

< Ancora con questa storia? - disse Dong - Come cupido non sei eccezionale >

< Fai solo complicare tutto > continuò Hyun.

Ki-Kwang fece una smorfia mentre tutti ridevano.

< E tu, Jun? > chiese Seob

< Devo anche rispondere? >

< Voglio sapere che ne pensi >

< Ti avrei appoggiato anche se fossi stato il solo a farlo >

< AAAAH il mio Juuuun!!! >

Seob corse ad abbracciare il ragazzo che sbuffò per il suo l'atteggiamento alle volte fin troppo infantile.

In quel momento dall'ingresso giunse Elena, osservando quell'atteggiamento si chiese cosa stava succedendo tra i due. Doo riassunse il tutto in brevi parole e la ragazza andò ad abbracciare la cugina, anche lei l'avrebbe aiutata in qualsiasi momento...

< Aspettate un momento - disse ad un tratto Dong, i ragazzi si voltarono - Non è che adesso tu, Jun, dirai la sua stessa cosa? >
< Quale cosa? >

< Che anche tu renderai ufficiale il vostro rapporto >

< Perché dovrei? >

< Se indagheranno sul passato di Hannah verranno a sapere che la cugina è Elena...di conseguenza scopriranno anche voi >
< Ah - disse Seob - a questo non avevo pensato >

< Come no? - esclamò Dong - Questa è la prima cosa che salterebbe fuori! >

< Beh, adesso grazie a te, possiamo pensare a qualcosa > sorrise Seob

< Odio quando fai quell'espressione di "non preoccuparti, a tutto c'è una soluzione">

< Dong non preoccuparti - disse Jun - basterà non esporci molto >

< Ma Jun... - disse Seob - come farete... >

< Non preoccupatevi - rispose Elena con sorriso - Saremo impegnati in questi giorni, e poi farò in modo di evitare giornalisti e mi guarderò meglio intorno >

< Elena... - strinse la mano la cugina - sei sicura? >

< Si...per ora preoccupiamoci di un problema alla volta >

Con ciò, la ragazza salutò tutti recandosi al suo studio.

Jun l'aveva osservata attentamente, ormai sapeva capirla, gli bastava poco per leggergli cosa le passava per la testa osservando i suoi occhi.

< Jun...la lasci andar così? > domandò Kiki

< Si > prese il suo borsone e si recò nella sala prove.

< Ma Jun... >

< Andiamo anche noi, Kiki - disse alle sue spalle Doo - dobbiamo allenarci >

< Ma Elena... >

< Kiki - intervenì Hyun - faresti meglio ad andare...Hai sentito le sue parole no? Non dobbiamo preoccuparci di tutti. Pensiamo ad un problema alla volta. >

Trascinato da Hyun, Ki-Kwang raggiunse la sala da prova seguito da Dong, Doo e Seob mentre Hannah attese le altre per andare ad una trasmissione radiofonica.


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L'unico motivo per cui Elena non aveva dato molta importanza alle parole di Jun era per il semplice fatto che mancavano pochi giorni al suo compleanno e non aveva la più pallida idea di che regalo fargli.

Seduta sulla sua scrivania, pensava a cosa poter organizzare...quando si trattava di dover far dei regali ad una ragazza aveva sempre moltissime idee e non sapeva quale scegliere fra le tante, ma quando doveva fare dei regali ad un ragazzo optava sempre per un set composto da profumo, crema e dopobarba...sapeva che non era molto originale, ma per lei era complicato scegliere il regalo giusto che non sarebbe rimasto posato in un angolo della casa...ma se il regalo da fare era per il proprio ragazzo entra nel panico. Pensava solo a quello, era la priorità su tutto...anche sul lavoro.

" Non so che fargli...non voglio sembrare banale, ma non voglio neanche sembrare esagerata...voglio fargli capire i miei sentimenti in un qualcosa che gli resterà per sempre con se... - con lo sguardo rivolto verso il foglio bianco davanti, agitava la penna che teneva nella mano destra, mentre con la sinistra sosteneva la testa - Un regalo originale...un regalo originale...cosa farebbe piacere a Jun??!! Voglio che rimanga sorpreso...un regalo che ricorderà per sempre...pensa Elena, pensa... "

Più pensava, più le uniche cose sensate che aveva erano regali che avrebbe ricevuto dagli altri...stanca di pensar su, accese il pc per farsi venir in mente qualcosa, avrebbe copiato l'idea da qualcuno...

Non aveva idea di cosa cercare in specifico, navigava a caso cercando tra le parole "regalo" e "compleanno"; dopo un'ora a cercare le uniche cose che aveva annotato erano dei bracciali, un orologio, ed una crociera. L'idea di fa un viaggio cominciò a girar per la testa, ma con gli impegni sia suoi che di Jun, era impossibile.

< Mi sarebbe piaciuto andare su qualche isola solo noi due...quello di Dubai si può dire che è stata l'unica vacanza che abbiamo fatto insieme...in Italia abbiamo sempre girato e non c'è stato modo di isolarci per soli 5 minuti - spostò la sua attenzione sull'orologio del pc - Come?! Di già è mezzogiorno? Gli altri saranno già al bar... >

Sistemato il tavolo e spento il pc, scese dirigendosi verso il bar affianco alla CUBE; all'interno trovò il gruppo di Hannah intento a sedersi nel tavolino.

< Han! > disse giungendole alle spalle

< Ely...oggi non sei in ritardo, che strano >

< Stavo rischiando però...adesso vado ad ordinare qualcosa e vi raggiungo. Ma i ragazzi? >

< Loro erano ancora in sala prove...credo che non pranzeranno con noi >

< Capito...dai allora vado a prender qualcosa. >

Scelto cosa prendere, si affrettò a pagare ed a sedersi insieme alle altre che erano intente a parlar tra loro per il prossimo progetto che la casa discografica aveva in mente di realizzare.

< Quindi si parla già di un prossimo album entro maggio? > chiese Elena dopo aver ascoltato i loro discorsi

< Già - sorrise Ai - Dicono che le nostre vendite vanno alla grande, se continuiamo così hanno in mente di pubblicare un altro prima dell'estate >

< Sono contenta per voi > affermò Elena

< Frenate l'entusiasmo >

Una voce maschile giunse dietro di loro, tutte e quattro si voltarono per capire chi fosse.

< Dong! Avete finito ora? Ma dove sono gli altri? > esclamò Ai

< Stanno per arrivare - disse facendo il giro del tavolo con in mano il vassoio - Comunque...Prima del vostro futuro lancio ci siamo noi! >
< EEEH??!! - esclamò Han - farete un album?? Ma ho sentito dire che voi avete in mente di realizzare un tour mondiale >

< Cosa? > domandò sorpresa Elena

< Ops... - si mise le mani davanti la bocca - forse ho detto qualcosa che non dovevo... >

< Che storia è questa? Non sapevo nulla >

< Jun non ti ha detto niente al riguardo? > chiese Dong sedendosi di fronte alla ragazza

< No, niente...quando...dovrete partire? Per quanti mesi? >

< Ancora non sono uscite le date ufficiali...ma andremo anche verso l'europa...inizieremo a Febbraio > rispose mentre aprì la bottiglia d'acqua

Il volto della ragazza mutò all'improvviso, si domandava come mai Jun non aveva detto una cosa così importante come quella...

< Allora se partirete a Febbraio - disse Ai - quando tornerete qui in Corea? >

< Mmm...intorno a Maggio... - sorseggiò prima di continuare a rispondere - Abbiamo ideato di scrivere le nuove canzoni mentre siamo impegnati con i vari concerti... >

< Ma allora il nostro album verrà spostato??? > domandò sempre la ragazza.

< Vedremo... > rispose Dong

Elena non credeva a ciò che aveva appena sentito: un tour che li avrebbe impegnati per diversi mesi saputo dalla cugina e non da lui. Questo significava che non sarebbero stati insieme, che lei sarebbe rimasta li ad attenderlo...ma sempre che il contratto che aveva stipulato non sarebbe scaduto.

L'accordo prevedeva pochi mesi, non era specificato per quanto...ma da pochi giorni pensava alla possibilità di restar li, insieme a Jun, aveva cercato su diversi annunci offerte lavorative ed informato se all'interno della casa discografica serviva aiuto nei settori amministrativi...ma adesso le cose stavano prendendo una piega del tutto inaspettata.

< ...Elena? >

La cugina aveva osservato la sua espressione, si sentiva in colpa per averla avvisata così della partenza dei ragazzi.

< Elena...va tutto bene?? > chiese preoccupata

< S-Si...e che...pensavo ad una cosa... >

< Che pensavi? >

In quel momento, il resto dei ragazzi giunse nel tavolo. I suoi occhi incrociarono quelli di Jun: per quanto avesse provato a capirlo, nonostante fosse un po' cambiato da quando si erano conosciuti, per lei rimaneva sempre un mistero capire cosa provasse realmente, cosa gli passava per la testa...

< Elena... - continuò Hannah - a cosa pensavi? >

< C'è...c'è una cosa... - osservò per tutto il tempo il volto del ragazzo, inespressivo come sempre, anzi...le sembrava come se per un attimo fosse tornato come un tempo - ho dimenticato che dovevo fare una cosa in ufficio... >

< Ma non pranzi? > chiese Ki-Kwang

< Ho già pranzato >

< Ma se... > Hannah stava per parlare quando la cugina la fermò

< Scusate ma devo andare... >

Jun rimase fermo ad osservarla, non mosse un dito per fermarla, continuò a seguirla finché non la vide chiudere la porta.

< Si può sapere che succede adesso?? - chiese Doo - Ne ho abbastanza dei problemi...ne risolviamo uno ed ora vi mettete voi due a litigare?? >

< Sarà per il discorso che ho fatto io stamattina? > domandò Seob

< No - rispose Dong - non è per quello... >
< Che ne sai tu? > disse Hyun

< Per il fatto che prima, mentre parlavo con le ragazze, Hannah ha tirato fuori il discorso del nostro tour che faremo a Febbraio ed Elena sembrava non saperne nulla > rispose prendendo con le bacchette un pezzo di pollo fritto.

< Jun! - Doo puntò le bacchette davanti al suo volto - Come mai non hai detto una cosa così importante?! >

< Perché avrei dovuto parlarne con lei > rispose freddamente senza farsi intimorire.

< Come perché? State insieme no? Dovevi prepararla a questa separazione! Lei resterà qui mentre noi saremo impegnati con le varie date dei concerti! Dobbiamo anche preparare le canzoni per il nuovo album...quando troverete il tempo per sentirvi e vedervi??? Rendi sempre le cose più semplici complicate!! >

< Non vedo dove sta il problema... - disse portandosi le bacchette in bocca - sarà solo pochi mesi - deglutì - inoltre sapeva cosa l'attendeva quando abbiamo iniziato la nostra relazione >

< Ma questo non significa che non dovevi riferirlo a lei! >

< Che cambia se ero io o un'altra persona? Nulla - poggiò le bacchette sul tavolo - Noi partiremo ugualmente, mentre lei... - si sollevò dal tavolo prendendo il suo vassoio con ancora un pò del cibo che aveva ordinato - ...potrà anche non essere qui...quando avremo finito >

Si allontanò dal tavolo verso il bancone per poggiar il vassoio prima di uscire, i ragazzi erano rimasti silenziosi...è vero, non sapevano fino a che punto Elena sarebbe rimasta li con loro, magari sarebbe rientra prima della loro partenza, oppure sarebbe rimasta li ma al loro rientro lei non ci sarebbe stata...

Capivano benissimo come si sentiva Jun, ma non giustificavano il suo comportamento...se aveva qualche timore doveva riferlo a lei...doveva comunque dirgli della sua partenza fra 2 mesi.


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Elena si trovava fuori seduta su una panchina del viale, era una splendida giornata nonostante fosse Dicembre e si avvertivano appena i 4 gradi. Rifletteva su ciò che era appena successo dentro al bar, della notizia che aveva sentito ed avuto conferma da Dong.

" Perché non hai detto che saresti andato via per un paio di mesi...perché mi hai tenuto una cosa così importante per te senza condividerla! Credevo che arrivato fino a questo punto potevo far affidamento su di te...che non ci saremmo nascosti niente e detto tutto...Allora perché? "

< Che fai qui? >

Jun l'aveva seguita fino a quel punto, voleva capire dove stesse andando. Aveva l'aria di chi pensava a troppe cose e non stava attenta a dove andava...conoscendola correva il rischio di perdersi nuovamente, cosa che non succedeva da quando avevano iniziato a vivere insieme.

< Jun...che fai più tosto tu qui? Possono riconoscerti > si osservò in giro notando che non erano più nelle vicinanze della sede

< Ti ho seguita perché avevi l'aria pensierosa...che ti succede? >

< Dovrei essere io quella a farti questa domanda >

< Ti riferisci al discorso del tour? >

< Si... - osservò il ragazzo sedersi al suo fianco in modo opposto dando le spalle alla strada - perché? >

< Mi chiedi perché devo partire...o perché non ho prima detto a te cosa dovevo fare? >

< Perché non hai detto nulla... - abbassò lo sguardo - Credevo che a questo punto della nostra relazione non avremmo nascosto nulla, ma mi sbagliavo...se adesso hai deciso di tenerlo nascosto vuol dire che l'idea che avevo di noi era del tutto sbagliata >

< Che idea ti eri fatta? >

< Vivere insieme...il nostro inseguirci...le nostre promesse...credevo contassero qualcosa, che avrebbero portato il nostro rapporto a diventare più solido, a dirci tutto...a diversi i problemi, le nostre preoccupazioni...ma forse era solo un'idea che mi ero costruita io... >

< Perché ora dici così? >

< Ho saputo che parti da Hannah e Dong...- lo guardò dritto negli occhi - ho saputo che partirai fra meno di 2 mesi...dove andrai? Quando ritornerai? Ci sarà la possibilità di vederci o sentirci? Io...io non so niente...non so niente su di te... >

< Perché ti fai questi problemi? >

La ragazza lo guardò con espressione di stupore sul volto.

< Co-Come?! >

< Perché mai ti preoccupi così tanto se non sai fino a quanto ti fermerai qui...io stesso non mi sto ponendo il problema >

< Perché adesso ti comporti così! Io sto cercando di rimanere qui...sto cercando la possibilità di stare al tuo fianco...ma evidentemente è solo una cosa che volevo solo io. - i suoi occhi divennero lucidi - Se questo era quello che pensavi fin dall'inizio non dovevi insistere con me...non dovervi farmi innamorare di te >

Iniziò a piangere, di scatto si alzò dirigendosi verso il parco più vicino.

" Mi sono solo illusa per tutto questo tempo. Credevo che per lui contassi qualcosa...ma invece non era così. Per tutto questo tempo ho solo creduto che anche lui volesse le mie stesse cose... "

Entrata nel parco, si fermò verso un chioschetto. Sarà per l'ora, o forse perché non era molto affollato, ma in quel luogo non vi era nessuno...si sentiva solo il cinguettio di alcuni uccellini che volavano nei dintorni del parco.

Si sedette sulla panchina, non poteva far a meno di immaginare la sua espressione così fredda, così distaccata, era così diverso da quella volta che l'aveva proposto di andare a vivere insieme. Era come se non gli importasse di quello che sarebbe successo tra di loro, se la loro storia sarebbe finita o continuata.

< Ed io che volevo organizzare un viaggio... > disse quasi bisbigliando tra se

< Possibile che devo rincorrerti per tutta la città? >

Elena rivolse la sua attenzione davanti a se, Jun era appena arrivato.



 

Senza dir una sola parola, prese la mano della ragazza e, con un movimento netto e sicuro, gli diede lo scatto per farla alzare e stringerla a se; Elena rimase sorpresa, incredula per ciò che aveva fatto, pochi secondi dopo iniziò a guardarsi intorno preoccupata se qualcuno potesse riconoscerlo.

< Jun...potrebbe passare qualcuno... >

< Siamo completamente soli...non c'è niente di cui preoccuparci >

< Allora...dimmi perché adesso mi stringi...Sarà...sarà perché vuoi lascia... >

< STUPIDA! - la strinse più forte - Non è per questo che sono qui. Non è per questo che adesso ti tengo così stretta a me. >

< Allora...spiega, perché non riesco a capirlo >
< Ti tengo stretta perché così tu non possa andar più via da me - a quelle parole, Elena avvertì un batticuore. Jun le accarezzò i lunghi capelli castani - Scusami per non averti detto prima del mio viaggio di lavoro, è stato solo un gesto di puro egoismo da parte mia...come a punirti per il fatto che un giorno tu dovrai andar via da me...e questo non l'accetto. Ti voglio qui...in ogni istante della mia vita, voglio averti al mio fianco. Poterti stringere così, come adesso...sentire il tuo profumo - la spostò per guardarla il volto - vedere i tuoi occhi e... - lentamente si avvicinò - baciarti... - appoggiò le labbra alle sue assaporandole dolcemente - Voglio averti per sempre >

Era incredula nell'ascoltare quelle parole.

< Credevo...che non mi amassi più...che per te non contassi niente... >

< Come avrei potuto smetter di amarti! Per me è impossibile >

< Quindi non mi hai detto niente solo perché io dovrò andar via? >

< Si... >

< Sarei io la stupida? > disse guardandolo attentamente

< Si...sei stupida...ma ti amo per come sei >

La strinse nuovamente a se...Erano completamente soli, nessuno passava da li...ad un tratto Jun iniziò a canticchiare una canzone.
 

" Tutto quello che devi fare è restare così...

Sei così bella....

Devi sapere che per me sei la più bella..

Sei la ragazza che mi piace di più,

per me sei la più bella...

Una figura snella,

altezza minuta,

viso picciolo e

capelli morbidi...

Voglio averti e abbracciarti dovunque...

ti voglio al mio fianco.

Anche se gli altri parlano male di te,

questo è il prezzo della tua bellezza.

Non devi preoccuparti...

Tu ed io innamorati per tutta la notte... "

( I Like you the Best )


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Rimasero per qualche minuto l'uno stretto fra le braccia dell'altro, erano rari i momenti in cui potevano stare fuori senza doversi nascondere dalle persone; quasi non le sembrava vero tutto quello...star stretta a lui in un parco in pieno giorno senza preoccuparsi di essere scoperti.

< Allora... - disse ad un tratto senza separarsi dalla stretta - dove volevi andare? >

< Cosa?? >

< Prima...ho sentito che bisbigliavi di voler far un viaggio...Dove volevi andare? >

< H-Hai...sentito?? - diventò rossa - L'ho detto così piano, non pensavo l'avessi sentito >

< Dimmi...che intenzione avevi? >

< In realtà... >

< Cosa? > la guardò sul viso che cercava di nascondere

< Beh...era una sorpresa ma...lasciamo perdere >

< Dimmi... >

< So già che è impossibile, tra i tuoi impegni ed i miei...non si può organizzare >

< Mmm...volevi passare il Natale da soli su qualche isola tropicale? >

< Beh, la mia idea era un'altra...ma anche questa non è male....Resta il fatto che non si avvererà >

< Ne sei sicura? >

< Vuoi dire... - alzò il viso verso il suo, aveva lo sguardo speranzoso - che posso organizzare un viaggio? >

< Dipende dove vuoi andare e quando >

< Uff...visto - abbassò gli occhi - Niente...vorrà dire che penserò ad altro per il tuo compl... > si fermò

< Eh? Volevi partire per il mio compleanno?? > disse prontamente Jun

< Ecco...ah! - si coprì il volto con una mano chiedendo gli occhi - Cavolo doveva essere una sorpresa...ho rovinato tutto. Pazienza - ritornò a guardarlo - ora sai cosa avevo in mente di fare, ma a quanto ho capito non si potrà realizzare....Vedrò cos'altro posso farti. - osservò l'ora sul cellulare - Faremo meglio ad entrare, la pausa pranzo è quasi terminata. >

Staccata dal suo abbraccio, Elena stava iniziando a camminare quando Jun la fermò tenendogli la mano.

< Aspetta...non hai sentito tutto quello che dovevo dir >

< Uh?! C'è altro che nessuno mi ha detto? >

< Non questo...mi riferisco alla tua proposta. >

< Ah quella??? Hai già detto che non... >
< Per viaggi lunghi è vero, per ora non posso...ma faranno un'eccezione per il mio compleanno... >

< Davvero?? >

< Si...chiederò 4 giorni, così potremmo festeggiarlo come vuoi tu >

Sul suo volto comparve un enorme sorriso di felicità.

< Sono davvero felice... corro subito a prenotare i biglietti... >

< Una cosa >

< Dimmi > Elena si preoccupò

< Avendo a disposizione così pochi giorni e con poco preavviso, sarà meglio scegliere una destinazione vicina... >

< Mmm...hai ragione... Hai preferenze? >

< Nessuna...l'importante è esser insieme. >

Si avvicinò alla ragazza dandole un bacio in fronte, prima di avviarsi verso l'edificio.

 

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< Spero per Elena di non averle creato problemi dicendole del vostro progetto >

Hannah era rimasta insieme a Seob nel bar, gli altri erano rientrati subito dopo aver finito di pranzare.

< Non preoccuparti principessa, vedrai che risolveranno anche questa volta >
< Lo spero...mi sentirei in colpa visto che si avvicina anche il compleanno di Jun. Non vorrei che andasse storto >

< Non sarà così... Jun è un tipo che nasconde le sue preoccupazioni sotto un atteggiamento freddo... sono sicuro che già avranno risolto tutto >

< Dici?? Ma se non sarà così?? >

< Lo conosco fin troppo bene - disse accarezzandogli la mano - quando è uscito l'avrà sicuramente cercata, avranno già parlato e chiarito tutto >

< Vorrei essere così ottimista come te >

< ... - sorrise - Faremo meglio a raggiungere gli altri, non credi? >

< ... - controllò l'ora - Già, dobbiamo decidere alcune cose per il programma di domani...>

< Allora andiamo >
Sistemato il tavolo, si recarono verso l'uscita. I tiepidi raggi del sole non riuscivano a riscaldare l'aria gelida che avvolgeva la città.

< Non riuscirò mai ad abituarmi al vostro clima... - Hannah indossava guanti e cappello di lana indossando un cappotto che la copriva per intero - fa troppo freddo da queste parti >

< E non siamo in pieno inverno >

< Come??? Farà ancora più freddo?? >
< Mmm...di solito questa è la temperatura massima che si raggiunge quando arriva l'inverno, la minima può anche arrivare ai -10 se non anche al di sotto >

< EEEEH?? COSA???!!! Morirò congelata > disse stringendosi le mani sulle spalle.

< Non preoccuparti principessa - disse facendo un leggero sorriso - ci sarò io a riscaldarti d'ora in poi >

< Mmm... ho come l'impressione che il tuo modo di riscaldarmi non prevede guanti o coperte pesanti, vero? > disse guardandolo con malizia.

< Eh eh eh, io non ho detto nulla...la testolina della mia principessa è molto maliziosa > disse accarezzandole la testa.

< Si si, certo la mia - si voltò - Guarda...laggiù ci sono Elena e Jun... >
< Dove? >

< Li. Stanno per entrare dentro. Il vederli insieme mi solleva un pò - aggirò le mani verso l'alto - Ely.... Jun... - i ragazzi si voltarono nella direzione della ragazza - Venite qui >

< Perché li hai chiamati? >

< Voglio sapere se hanno sistemato tutto...non riuscirei a concentrarmi se so che hanno litigato per causa mia >
< Testolina buffa > le mise una mano in testa.

< Han - disse Elena - è successo qualcosa? >

< Nulla...volevo solo....solo sapere se... >

< Voleva sapere se avete risolto tutto > concluse Seob

< Si...ecco, mi sento responsabile per la vostra lite > disse con sguardo dispiaciuto portandosi le mani sul viso.

< Tranquilla - le rispose Elena con sorriso - abbiamo risolto tutto, non sentirti in colpa >
< Davvero, Jun? >

< Sisi - strinse Elena per i fianchi - abbiamo chiarito tutto, non era niente di grave.... >

< Allora il tuo compleanno è salvo, meno male... > fece un sorriso di sollievo

< Come? > chiesero Elena e Jun

< Han si sentiva così in colpa da fantasticare sul fatto di aver rovinato i piani per il compleanno di Jun >

< Perché mai? > chiese Elena

< Perché è una testolina buffa la mia principessa >

< Ma adesso è andato tutto per il meglio > rispose Han facendo la linguaccia.

< Così bene da prendermi 4 giorni di permesso >

< EEEH??? - esclamò Seob - Perché così tanti? >

< Elena ed io andremo in viaggio per il mio compleanno >

< Woooo, una fuga d'amore! > urlò di gioia Han

< Non è una vera e propria fuga - rispose Elena - ma non abbiamo mai del tempo solo per noi... >
< Avete già deciso la destinazione? > chiese Seob

< Ancora no >

< Per me è lo stesso, basta che sto insieme a lei >

< Dovremmo andare a parlare con il manager - propose Seob - altrimenti questo viaggio non potrà esser fatto >

< Hai ragione, sarà meglio parlare prima con lui e poi decidere la nostra destinazione >
< Allora attenderò la tua risposta >

Salutati i due ragazzi, Elena ed Hannah rimasero per un attimo a commentare quella decisione presa; riflettendo su quanto fosse successo in quei giorni e di quanto doveva ancora succedere.

< Fra pochi giorni sarà Natale - disse Han - Ci pensi? Noi qui, in questa città...Ancora non riesco a crederci per davvero. Ho il timore che sia solo un bellissimo sogno e che presto o tardi dovrò svegliarmi >

< Non dirlo a me...stiamo facendo lo stesso sogno allora, ed io non voglio svegliarmi...Devo solo attendere la sua risposta e poi partirò con Jun.. >
< Avete già in mente quale destinazione andare? >

< Mmm...volevo qualche isola tropicale, ma abbiamo pochi giorni. Inoltre ha detto un posto nelle vicinanze per essere pronto per ogni evenienza >
< Allora opti per le isole JeJu o qualche località sciistica? >

< Avevo pensato le isole JeJu, ma stiamo andando incontro all'inverno...non sarà lo stesso scenario che si vedrà in primavera... >
< Allora mi sa che andrete in montagna... >
< Non so...è tutto da vedere - disse la ragazza coprendosi il volto - Intanto entriamo che qui fuori si gela >
< Ma te non eri quella che ama il freddo? >

< Si ma cavolo....si gela!! >

< E pensa...questo è niente >
< EEH?? Che significa? >

< Seob ha detto che in pieno inverno le temperature scendono anche al di sotto... >

< Quindi avremo la neve anche qui in città? >

< Già... - si coprì i volto - tutto questo per la tua gioia. Hai voluto sempre andare in una città dove nevicasse... >
< Ed ora ci sto.... > sorrise

< Che gioia... - disse guardando il suo volto - Entriamo...meglio che ci riscaldiamo un pò... >


 

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Rientrata a casa, Elena poggiò la sua giacca sopra il divanetto e si recò nel salone; tutto l'ambiente odorava di vaniglia, quel profumo la rilassava per questo, ogni volta che usciva, lasciava accesa una candela profumata, sentirlo era come se quell'ambiente diventasse sempre più parte di se.

Jun non era ancora rientrato, erano quasi le sette doveva iniziare a preparar la cena ma la sua mente era concentrata alla risposta che doveva riferir il ragazzo; per tutto il pomeriggio non aveva pensato che a quello...tutto il suo piano dipendeva dalla risposta di Jun, sperava, pregava che arrivasse il prima possibile e che fosse stata una risposta positiva.

Prima di rientrare era passata in un'agenzia di viaggi per scegliere una destinazione che andasse bene per ogni esigenza...alla fine aveva scartato la possibilità di vedere le isole JeJu e concentrato su qualche posto molto più tranquillo, dove potevano passeggiare senza che nessuno riconoscesse Jun, o che qualche paparazzo li pedinasse. Erano poche le opzioni e non voleva prendersi tutta la responsabilità, voleva farsi consigliare dal ragazzo, voleva un posto tranquillo per passare una serena vacanza ed organizzare il compleanno.

Osservava le riviste che aveva selezionato; erano solamente in tre ma una sola l'aveva maggiormente colpita più delle altre: si trattava di un viaggio nella valle di Murŭng per due giorni e gli altri due dedicati al pieno relax nell'albergo November Resort situato nella città di Gyeongju, un albergo a 4 stelle dove aveva già anche ideato cosa far per il giorno del compleanno. Attendeva con ansia l'arrivo di Jun per mostrar le sue decisioni; posate le locandine sul tavolino del salotto, si recò in cucina per preparar il suo piatto preferito: spaghetti fritti con i frutti di mare.

Si eran fatte le nove di sera, tutto era pronto, la tavola era sistemata mancava solo l'arrivo di Jun; di solito non tardava molto, prima delle nove era di rientro perciò quel ritardo la preoccupava. Osservava ogni 10 secondi il display del cellulare...sia per controllare l'ora sia per verificare se avesse mandato qualche messaggio. Quando passarono 15 minuti di ritardo, pensò di chiamare ma si bloccò non appena le passò per la testa l'idea che forse era in una riunione con l'intero gruppo.

Con il cellulare in mano si sedette nel divano del salotto pregando che arrivasse in fretta, in più fretta che poteva. Superata la mezz'ora di ritardo, presa dallo sconforto, si recò in cucina osservando la tavola sistemata con cura, definita in ogni dettaglio...aveva pensato di festeggiare la decisione di andar a far un viaggio solo loro due, aveva preparato il suo piatto preferito per l'occasione seguendo di pari passo tutti i suoi suggerimenti...

" Tutto questo...per niente. Come sempre dovrò cenare sola - si voltò verso la porta - Volevo sceglier insieme a te il nostro primo viaggio, veder la tua espressione felice nell'ideare e programmare tutto insieme...Ma - distolse lo sguardo sospirando - mi rendo conto che anche la più semplice cosa da fare per noi è complessa da realizzare...è e sarà sempre così - preparò il suo piatto, si sistemò la tavola, riempì il bicchiere...osservò il posto davanti a se, sollevò il bicchiere - Si...sarà sempre così "

Nella sua mente, nel posto davanti a se, si materializzò l'immagine di Jun che brindava insieme a lei.

< Alla nostra felicità... >

Sorseggiò il vino ed iniziò a mangiare. L'immagine per com'era apparsa, svanì nel nulla.


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Il codice di protezione emise un piccolo segnale, la sicurezza che bloccava la porta fu tolta, la porta lentamente si aprì...senza far rumore e nel completo buio, Jun era rientrato a casa.

L'orologio segnava la mezzanotte passata, il ragazzo si recò nel salone per entrar in cucina dove vide la tavola pulita con solo un piatto, bicchiere e le posate sistemate per il suo arrivo. Camminando facendosi luce con il cellulare, Jun arrivo vicino il bancone della cucina, allungo la mano verso la parete e, trascinandola su di essa, cercò il pulsante per accendere delle piccoli luci posizionate al di sotto degli scaffali.

Era riuscito così a farsi luce in quel piccolo ambiente, osservò in giro notando come con cura aveva pensato al suo arrivo. Fece un piccolo accenno di sorriso; passò dietro la sedia dove, davanti a se, era sistemato il piatto vuoto, si voltò e vide nel piano cottura la pentola dove all'interno vi erano gli spaghetti che aveva preparato per l'occasione.

" Mi dispiace per questa sera...non ho avuto modo di poterti avvisar della riunione con il direttore. - posò il piatto, il bicchiere e le posate - Avrai aspettato il mio ritorno fino all'ultimo, mi farò perdonare "

Finito di sistemare, e bevuto un bicchier d'acqua, spense le luci prima di dirigersi verso il salotto aiutandosi con il cellulare. Questa volta si soffermò a guardare il tavolino, sopra di esso vi erano delle locandine. Incuriosito ne prese una per veder di cosa si trattava. Rimase sorpreso quando costatò che erano riferite al loro viaggio. Una alla volta, le svogliò per farsi un'idea di ciò che stava pensando Elena.

" Sono tutte delle belle idee - stava per sistemarle nuovamente sul tavolino quando notò che li accanto vi era un foglietto, lo prese... vi erano segnate delle date specifiche - dal 17 al 20 dicembre...saranno i giorni in cui vorrà partire - senza far caso, riposò il biglietto nella stessa posizione in cui era. "

Si alzò riflettendo sulle riviste che aveva preso ed ai giorni che erano stati scelti, s'incamminò verso la camera da letto quando un dubbio gli passò per la testa. Fece qualche passo indietro e dal tavolino prese una rivista, quella che si riferiva all'escursione nella valle del Murŭng; cercava alcune date...ne era certo, da qualche parte aveva già letto quelle date che aveva segnato sul foglio...

" Eccole...allora è come pensavo, è qui che vorresti andare... "

Jun aveva intuito il piano della ragazza, il viaggio che voleva far ma che avrebbe fatto sceglier a lui qual'era meglio per loro. Con quella poca luce, cercò di capir meglio di cosa si trattava e immaginava, più o meno, la sua espressione visitando quei posti. Con quest'idea in mente, si avviò verso la camera. Lentamente, aprì la porta...Elena dormiva nella parte a lui assegnata dalla ragazza. Facendo il massimo silenzio, si cambiò velocemente e la raggiunse sollevando con molta attenzione le coperte. Si avvicinò al suo corpo, la sollevò e posizionò la sua testa sul suo petto.

< Sono a casa - disse bisbigliando vicino all'orecchio, Elena emise un piccolo suono scuotendo leggermente la testa - Mi dispiace per non esser arrivato prima, mi farò perdonare... - le diede un piccolo bacio in fronte - Continua a dormire >

Cullata dal suo calore e dalle carezze, il volto della ragazza si rasserenò, adesso che Jun era li con lei, al suo fianco, si sentiva più tranquilla, con meno preoccupazione; tutta la sua felicità, la sua serenità, era racchiusa in quella casa.


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Il mattino seguente, Elena si svegliò con il suo viso poggiato sul petto del ragazzo. Chiuse gli occhi per poi riaprirli, non voleva che stesse ancora dormendo. Accertata che ciò che vedeva era la realtà, sorrise e si strinse a lui.

< Buon giorno >

Jun si era appena svegliato, teneva gli occhi chiusi ma la strinse più forte a se.

< Buon giorno... >

Il ragazzo si voltò osservando la sua testa appoggiata al petto, quell'immagine, quella sensazione, gli portava una gioia immensa mai provata fino ad all'ora.

< Oggi fa molto freddo - disse la ragazza senza muoversi di un centimetro - non voglio alzarmi, voglio rimanere stretta a te >

< Mmm... >

< Che c'è? > chiese dubbiosa sollevando leggermente la testa verso l'alto

< Stavo pensando alla stessa cosa...rimaniamo così. Non voglio staccarmi da te >
< Davvero? Neanche se ti chiamassero d'urgenza?? >

< Nono...rimaniamo così finché ne avremo voglia >

La stretta si fece più forte tanto da sollevar la ragazza facendola arrivar il suo volto davanti al suo; la guardò dritto negli occhi, sposto qualche ciocca di capelli che erano scivolati davanti al viso per poi darle un piccolo bacio.

< Se tutte le mattine fossero così - disse la ragazza con un timido sorriso - quando viene la notte vorrei che il giorno giungesse presto >

< Lo vorrei anch'io >

< Ieri mi sei mancato molto... >

< Scusami per non averti avvisato, ma all'ultimo ho avuto una riunione con il direttore...dovevamo parlare per il tour che a breve inizierà, e per la promozione delle varie locandine che metteremo nelle varie città... >

< Ah.. - il volto della ragazza si rattristì - vero, a breve ci sarà il tour, me l'avevi detto... >

< Ci stiamo preparando per sponsorizzare l'evento...non potevo non presentarmi >
< Lo so - si abbassò il volto ritornando ad appoggiarsi al suo petto - lo capisco...e solo... >

< Che pensi? >

< Che nei giorni in cui non ci sarai...sentirò la tua mancanza...e che sarò come ieri sera... >

Jun fece un piccolo sospiro, stava immaginando i giorni in cui sarebbe mancato per diverso periodo e lei che rientrava sola in quell'appartamento: avrebbe cenato, dormito, pulito da sola quella casa...si sentiva quasi in colpa, non voleva pensar a quella sua immaginazione. Chiuse gli occhi.

< Vieni via con me >

Elena rimase sorpresa nel udir quella frase, si voltò di scatto verso il ragazzo che, nel mentre aprì gli occhi e la guardò con un'espressione seria sul volto.

< Vieni via con me....partiamo insieme. Non sai ancora se il contratto verrà prolungato o meno...allora - poggiò una mano sulla sua guancia - perché non andiamo insieme per le varie città in cui faremo i concerti! In questo modo non sentirò la tua mancanza, non avrò per la mente l'idea tua qui tutta sola...non sentirò la mancanza della tua voce, della tua pelle, del tuo profumo se deciderai di venire insieme a me... >






Saaaaaaalve! Scusate per il giorno di ritardo, ma eccoci con un capitolo "un pochetto" lungo :'D 

Oggi festeggiamo (in ritardo) l'uscita del nuovo cd dei B2ST, Good Luck <3 Oggi, ho appena speso gli ultimi soldi che mi erano rimasti dall'etnacomics per comprare entrambe le versioni Come vi sembra questo capitolo? *^* Vi piace? Bene, allora recensite! <3 

Vi amiamo fan belle <3

ps: siamo seconde fra le FF più seguite! Grazie!

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Capitolo 55
*** Tu e io.... Sotto un unico cielo. ***


< Han... Haaan... Principessa - Seob era entrato in cucina - Cos'è quest'odore di brucia-a-at... >

< Mh? - la ragazza era seduta con aria pensierosa - Cosa? >

< I-I-IL POLLO!! > indicò il forno dietro di lei con espressione di terrore.

< Il pollo?? - la ragazza si voltò, dal forno fuoriusciva del fumo nero - OH NO!!! - si alzò di scatto, prese i guanti da cucina, spense il forno ed aprì... a causa del fumo tossì leggermente ma della loro cena... - Mi dispiace... >

Seob osservava quella che doveva essere la loro cena: pollo al curry.

< Il mio dolcissimo pollo... assaporavo già il gusto della carne sul mio palato... >.

< Scusami tanto - Hannah aveva il volto calato ed un'espressione dispiaciuta per l'accaduto - preparo subito qualcosa per rimediare... >
< No... lascia perdere >

< Perché? > si stupì per ciò che aveva appena detto Seob.

< Ormai il danno è fatto...il mio desiderio andato distrutto - disse portando le mani sopra il tavolo con il volto rivolto verso il pollo fumante - Niente può colmare questa mancanza...questo desiderio di pollo al curry >

< OOOH insomma - sbuffò - non l'ho fatto mica apposta a bruciarlo! Lo farò domani sera >

< No...tu non capisci... - girò leggermente la testa osservandola con la coda dell'occhio - io volevo mangiarlo questa sera. Degustavo già il suo sapore...adesso niente potrà saziarmi! >

< Quanto la fai teatrale - disse prendendo il vassoio e buttando il contenuto all'interno di un sacco - è solo un pollo >.

< Addio...mia dolce cena > disse mentre osservava la scena.

< Seob! Adesso basta scherzare... >

Hannah era seriamente stufa di quanto la stava portando allungo quella situazione, era dispiaciuta per aver fatto bruciare la cena...adesso doveva cercar di preparar qualcosa in pochissimo tempo, per preparar il pollo aveva impiegato quasi l'intero pomeriggio, erano quasi le otto di sera, doveva darsi una mossa.

< Ma io ero serio...volevo davvero mangiar il pollo questa sera >

< E ti ho ripetuto che mi dispiace per averlo bruciato > rispose mentre cercava tra gli scaffali.

< Mm... > chiuse gli occhi facendo un'aria pensierosa.

< Adesso che hai?> domandò osservandolo curiosa.

< Ho deciso! >

< Cosa! Hai pensato a cosa vorresti per cena? - si mise a cercare nuovamente tra gli scaffali - Dipende cosa ti passa per la testa non posso far miracoli... >

< Lascia tutto come si trova >

< Eh?? Che intenzioni hai? > si voltò stupita.

< ... - sorrise mentre le prese la mano - Andremo a mangiare indiano questa sera >.

< CHE COSA?! Vorresti uscire??? >

< Si! Che c'è di strano >

< Seob ti rammento che non siamo come le coppie normali...e se dovessero riconoscerci? Non abbiamo avuto ancora il consenso della casa discografica per rivelare la nostra storia >.

< Ti fidi di me? >

Hannah osservava il suo volto, aveva paura a dire si...non voleva correre il rischio, ma l'idea di cenare fuori come una normale coppia lo desiderava da tempo...

< ....dovrei accettare? > disse titurbande

< Non te ne pentirai... >

< Va bene - disse infine dopo qualche secondo di indecisione- Ma ad una condizione >

< Cioè? >

< Non scegliere posto affollati...vorrei cenare normalmente, senza problemi. >

< Conosco il posto giusto... >

Sistemati per l'occasione, scesero da casa in direzione del locale dove Seob andava di solito con il resto dei ragazzi. Era un quartiere poco affollato, isolato della periferia...effettivamente li non li avrebbero riconosciuti, non vi erano molti ragazzi della loro età o su di li...ma persone molto più avanti negli anni.

Hannah osservava incuriosita le strade, sembravano come quelle che aveva sempre visto negli anime giapponesi, solo con uno stile diverso.

< Manca poco - disse il ragazzo sorridendo - Qui puoi stare tranquilla, le persone che frequentano questo locale sono miei amici...e tutti quelli che frequentano non ascoltano il nostro genere musicale...sono...mmm...molto più tradizionali. >

Il volto della ragazza era sempre più confusa, in che razza di quartiere era finita? Era questa la domanda che si poneva osservando sia il volto di Seob, sia quello che vi era fuori dal finestrino.

Pochi minuti dopo, l'auto si fermò davanti ad un piccolo locale interrato.

< Siamo arrivati...adesso devo solo posteggiare >

< Dici sul serio? - chiese dubbiosa vedendo il posto -Davvero tu venivi qui a mangiare?? >

< Certo! E' il posto dove fanno il miglior cibo indiano della città. Vedrai...appena assaggi ti ricrederai! >

Trovato il posto un po’ più avanti, Seob strinse la ragazza per i fianchi e si avviò verso la gradinata per scendere giù nel locale. Hannah era molto dubbiosa, il quartiere sembrava quasi abbandonato, nell'insegna del locale qualche luce non funzionava e non dava la sensazione di esser pulito...voleva solo scappare da li, ma aveva promesso a Seob che si sarebbe fidata di lui.

< Ci siamo... - disse Seob scendendo l'ultimo gradino ritrovandosi davanti ad una porta completamente di legno...ad Hannah sembrava quasi marcio... - Erano mesi che non venivo qui... >

Hannah osservò il suo volto così raggiante di felicità, quasi stentava davvero a credere a quello che stava succedendo. Il ragazzo aprì la porta, ed una luce avvolse i loro corpi immersi nel buio.

Hannah dovette socchiudere gli occhi per quanto fosse forte il contrasto fra la luce all'interno e il buio all'esterno. Non appena furono all'interno, rimase stupita...era tutt'altro come se l'immaginava. Non era una taverna, un posto sporco e puzzolente come aveva immaginato, al contrario...era splendente, le pareti erano di color ocra dove delle tende rosse e blu ricadevano fino al pavimento di mattoni; i lampadari erano delle finte candele che davano quella sensazione di calore che di solito si avvertiva visitando quei luoghi originali.

Il locale non era abbastanza grande, all'ingresso c'erano alcuni tavoli ed un enorme arco centrale divideva la stanza con un'altra dove erano sistemati altri tavoli ed, infondo alla stanza in un angolo, erano posizionati dei grossi cuscini...li, seduti sopra, vi erano alcune persone che parlavano tra loro ed al centro vi era posizionato il narghilè.

< Benvenuti >

Un uomo vestito con una tunica arancione ed un turbante bianco in testa fece un inchino mettendo le mani giunte davanti al petto.

Seob ricambio il saluto seguito da Hannah che era rimasta ancor colpita da quel locale.

< Come posso esservi utile > domandò ritornando alla sua posizione iniziale.

< Vorremmo sederci al tavolo... > rispose con sorriso Seob.

< Prego - disse indicando con la mano destra - da questa parte >.

I due ragazzi lo seguirono fin nel posto indicato.

< Di solito ragazzi giovani come vuoi non se ne vedono in giro da queste parti...Vi siete imbattuti per caso in questo luogo? >

< Nono - rispose prontamente Seob - ci venivo già prima... >.

< ... - per un attimo rimase in silenzio, stava riflettendo sulle sue parole - Venivi tu prima qui? >

< Sì...l'ultima volta è stato circa 6 mesi fa >

< Allora tu conoscere mio padre >

< Eh?...vuoi dire il cuoco? >

< Si...lui è il titolare di qui...io sono venuto fin qui per aiutarlo...Sai...lui essere molto stanco >

Tra un discorso e l'altro, Hannah era rimasta ad osservar il ragazzo parlare e ricordare vecchi aneddoti causati al cuoco, quella sera aveva conosciuto una parte del passato di Seob...e ciò la fece riflettere su una cosa: lei non conosceva tutto di lui, del suo passato, dei luoghi che frequentava, delle persone che conosceva, dei suoi amici.

Voleva saper molto di più, voleva conoscere anche quel lato di lui che nessuno sapeva. Si era già ripromessa di saper tutto di lui, ma si era soffermata solo al presente, solo da quando era entrato a far parte del gruppo; tutto quello che era prima non aveva idea di cosa nascondesse.

< Han?! >

< ...S-Si? > disse concentrandosi sulla conversazione.

< Che ti prende...è da prima che volevo chiedertelo...non fai che pensare - sorresse la testa con la mano sinistra assumendo un'aria seccata - ed è per questo che siamo qui, non che la cosa mi dispiace... >

< Per prima mi dispiace, davvero...e che pensavo ad una cosa che era successa ad Elena >

< Elena? Ha problemi con Jun? >

< Mh...direi di si, spero che quello che le ho detto gli sia servito per trovare una soluzione >

< Che è successo questa volta >

< Jun le ha proposto di venire con voi quando farete il tuor >.

< WAO! - disse sollevando la testa ed appoggiando la mano sul tavolo - Incredibile, mi stupisce quel ragazzo >

< Già, ma ha sorpreso anche Elena...era confusa se accettare o no. E come suo solito evitava il problema nascondendosi...non imparerà mai la lezione > disse con aria seccata.

< Beh, questa volta ha avuto il suo perché - la ragazza la guardò dubbiosa - Venir con noi non è una scelta facile da fare. Jun l'avrà detta consapevole di quello che sarebbe comportato. Non avremo tempo libero, saremo sempre in giro ed a provare...mentre mangiamo dobbiamo anche trovare il tempo per scrivere...ci riposeremo solo quando finiremo le prove o il concerto...Se Elena deciderà di venir avrà pochissimo tempo da dividere con lui... >

< Il suo problema non era per il poco tempo che Jun le avrebbe dedicato >.
< Ah no? Allora cosa? >

< Si preoccupava per il fatto che lei sarebbe stata una distrazione per lui >
< Fidati...Jun non è un tipo che si distrae facilmente dal suo lavoro...Se si mette in testa una cosa, niente e nessuno potrà fermarlo! Neppure Elena... >

< Lo conosci così bene da scommetterci su? >

< Si! Vincerei ad occhi chiusi >

< Sarà... - disse prendendo il menù - Vedremo più avanti come si evolverà la storia >.

< Si ma... - la ragazza lo guardò - dopo? >

< Dopo...cosa? >

< Quando hai bruciato il pollo l'hai detto, ma poco fa a cosa pensavi? >

< Aaaah... prima... - distolse lo sguardo - a cosa ordinare..non conosco tutti i piatti >
< Haaan....dimmi, ti conosco più di quanto immagini >

< Davvero...pensavo ai piatti... - iniziò a leggere sul menù - Per esempio...che cos'è il Palak Rice? >

< Riso agli spinaci >

< Bleh! Non mi piacciono gli spinaci...mmm...allora, vediamo... >

Seob osservava con molta attenzione la ragazza, capiva benissimo che sotto c'era qualcosa...ma voleva star al suo gioco, quando si sarebbe sentita pronta le avrebbe detto quello che nascondeva.

< Vuoi un consiglio? >

< Mh? Quale? > chiese senza distogliere lo sguardo.

< Prova il Prawn Biryani >

< Il che???? Che roba è? > disse osservandolo

< Risotto piccante ai gamberi e curry... >

< Mmm... visto che a casa ho detto di fidarmi di te, e visto il posto dove mi hai portato...continuerò a fidarmi...proviamo con questo. E tu, invece? >

< Io? Ovvio no? - rispose con sorriso - Il Chicken Tikka Masala! >

< Sarebbe?? >

< Pezzi di pollo serviti assieme ad una salsa che è il masala, ovvero il curry. >

< Ah...adesso capisco perché indiano...Visto che prima hai detto che volevi il pollo al curry e che niente ti avrebbe saziato sei venuto fin qui... >

< BINGO! - scroccò le dite - La mia principessa capisce al volo tutto quello che faccio >

< Tu sei un caso perso...tutta questa strada per un pollo al curry >
< Qui fanno solo il meglio...ed io - disse vantandosi - merito il meglio, no?! >

Con quell'affermazione Hannah si mise a ridere, era buffo...in ogni situazione riusciva a trarre sempre il lato ironico; con lui niente poteva essere preso seriamente...per un verso si sentiva sollevava per questo suo lato, almeno così a casa aveva qualcuno che l'avrebbe distratta dai pensieri.

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Jun era appena entrato in casa; era tutto silenzioso, si avviò verso la cucina dove il tavolo era già preparato per la cena. Sentì alcuni rumori provenire dalla camera da letto e incuriosito andò a controllare.

Quando aprì la porta vide la ragazza in accappatoio prendere una lozione per il corpo che era caduta a terra.

< Jun... - si sollevò da terra - quando sei arrivato? >

< Un istante fa... - disse avvicinandosi alla ragazza - Non ti ho sentito ed iniziavo a preoccuparmi >

< Scusami - disse passando la crema sulle gambe - Sono rientrata prima dall'ufficio e ne ho approfittato per farmi un bagno. Con questo freddo la mia palle sta diventando molto secca >

Jun osservava attentamente la ragazza, aveva notato che alcuni suoi atteggiamenti era insoliti...quando tornava prima l'avvisava o per messaggio o lasciando qualche biglietto.

< Ho già preparato tutto - disse rivolgendosi al ragazzo - Vuoi far prima la doccia o vuoi mangiare? >

< Ceniamo... farò dopo la doccia >

< Ok... mi vesto ed arrivo. >

Rimase in silenzio per tutto il tempo, più la osservava, più era convinto che stesse nascondendo qualcosa.

Seduti a tavola, nessuno dei due disse una parola... finito di cenare, Jun si recò a farsi la doccia mentre Elena sistemò la cucina... il silenzio si prolungò anche quando andarono a dormire. Li, di solito, prima di spegnere tutte le luci, si scambiavano alcune parole su quello che avevano fatto durante il giorno, ma quella sera nessuno dei due disse niente.

Il gioco del silenzio durò anche il giorno successivo... nessuno saluto, nessuna parola, niente di niente. Elena arrivò anche ad evitar il suo sguardo mentre erano seduti tutti al tavolo a pranzo. I ragazzi notarono questo suo atteggiamento e chiesero spiegazioni a Jun, il quale, si limitò a dir solo che non era niente di serio.

< Elena - Han fermò la cugina per il corridoio - Sicura che va tutto bene? >

< Mh? S-Si... perché? >

< A me non sembrava... stai ancora evitando Jun?? >

< Non lo sto evitando >

< Si che lo fai. Prima a pranzo non hai rivolto la parola...che stai combinando >
< Non gli ho rivolto parola perché non avevo niente da dire - disse distogliendo lo sguardo - Uno mica può inventarsi un discorso per parlare! >

< Ah, si certo... - fece un profondo respiro socchiudendo gli occhi - Lo vuoi capire che facendo così sbagli!!! Cavolo Elena...non puoi continuare così, prima o poi lo perderai >
< Ma che ho fatto di male >
< Tutto!!! - si allontanò di qualche passo - No davvero, se non ti accorgi che stai sbagliando...io rinuncio a darti consigli. Sarebbe tempo sprecato >
< Tu mi avevi detto di non evitarlo, no? Ed io lo sto facendo...non parlare con lui non significa evitarlo >
< Non è questo il punto! Non ti sei mai comportata così con lui... neanche all'inizio quando litigavate sempre... ed ora, addirittura, non gli parli? Lo eviti? Allora non oso immaginare quello che fai a casa >

< Quello che faccio sempre... >

< No, Ely... questo che fai non è quello che fai sempre...e se non lo capirai in tempo, sarà tardi >

Rimasero qualche secondo a guardarsi negli occhi prima che Hannah si voltò proseguendo verso la direzione opposta da cui era giunta. Elena non capiva tutto quel discorso, non capiva cosa stava sbagliando...era stata lei prima a dir di non nascondersi, di star accanto a lui..

Ma più i giorni passarono, più il suo atteggiamento nei confronti di Jun era peggiorato; adesso non solo evitava di parlar e distoglieva lo sguardo dal suo, ma evitava di stargli accanto in modo da non toccarsi. Hannah e Seob erano gli unici del gruppo a saper il motivo di tutto quello, avevano provato a far ragionare Elena, ma era stato tempo sprecato. Arresi, rimasero a guardare inermi allo scenario preoccupati per quello che poteva succedere.

Era passata un'intera settimana da quando Jun aveva fatto quella proposta, ed una settimana da quando i due non si rivolgevano più né una parola, né uno sguardo...

Terminato il lavoro nell'ufficio prima del suo solito orario, Elena prese la borsa, salutò i colleghi di lavoro, ed uscì dalla CUBE. Non avvisò Jun, ormai non mandava più messaggi...

Seduta su una panchina di una fermata, osservò la foto che aveva messo come sfondo del suo cellulare: era un'immagine di Jun che aveva preso da un'intervista di una rivista.

Sorrise leggermente, desiderava vedere quel suo sguardo rivolto verso di se...gli mancavano quei suoi occhi, quelle sue labbra, la sua voce, i suoi abbracci.

< Hai sentito le ultime notizie su Yong Jun Hyung dei BEAST?! >

Nel sentire il suo nome, Elena si voltò a guardare alcune ragazzine con indosso ancora l'uniforme scolastica che attendevano l'arrivo del bus.

< Che succede al nostro oppa! >

< Ho sentito dire che per il suo compleanno prenderà alcuni giorni... questo significa che non lo passerà insieme agli altri ragazzi >.

< EEEEEH!? - urlò una ragazza con i capelli legati in una coda - Non sai perché ha chiesto questi giorni?? >

< Purtroppo no - disse l'amica con tono dispiaciuto - l'ho sentito dire da alcune persone davanti all’ingresso della CUBE >.

< Ed io che volevo saltare la scuola per mettermi li davanti in attesa di vederlo per fargli i miei auguri... - disse sospirando una di loro appoggiandosi al palo della fermata - Oppa... >

Nel sentire quei discorsi, Elena si alzò di scatto iniziando a camminare.

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Quella sera, Jun rientrò a casa al suo solito orario. Chiuse la porta dietro si se e poggiò il borsone di fianco l'entrata. Si osservò in giro, questa volta non sentiva nessun rumore provenire da nessuna stanza... Elena non era li.

Prese il cellulare, controllò se avesse mandato qualche messaggio o ricevuto chiamata, ma niente. Iniziò ad innervosirsi. Diede un calcio al borsone prima di dirigersi verso la camera da letto.

Entrò dentro e si sedette sulla punta del letto; iniziò a pensare a cosa le fosse successo per comportarsi in quel modo, dove avesse sbagliato. Si alzò, decise di far un doccia...magari l'avrebbe calmato.

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Quando la porta di casa si aprì, eran passate le sette di sera. Elena osservò la borsa, capì che Jun era arrivato. Si tolse il giubbotto che sistemò con cura dentro un armadio posando anche la borsa.

Prima di preparare la cena, decise di cambiarsi dirigendosi così in camera. Passò davanti alla porta del bagno, la luce era accesa.

" Si starà facendo la doccia... deve essere appena arrivato... "

Osservò per qualche istante con sguardo triste, poi passò ad entrar in camera. Si spogliò e cambiò rapidamente sistemando i vestiti sopra il mobile, d'un tratto la porta si aprì e vide Jun davanti l'ingresso. Indossava solo il sotto della tuta e con una tovaglia in testa cercava di asciugare i capelli. Rimase colpita da quella scena, imbarazzata per essere rimasta troppo tempo a guardarlo, distolse lo sguardo facendo finta di sistemare i vestiti.

Jun lentamente e senza distogliere l'attenzione su di lei, si avvicinò ad un mobile aprendo un cassetto in cerca di una maglietta.

" Adesso che faccio - pensò tra se Elena imbarazzata - Avrà notato che sono rimasta a guardarlo come una tonta... però cavolo, sembra come se l'avesse fatto apposta ad entrare così... - si voltò verso lui lentamente, come se avesse il timore di essere scoperta - Stiamo insieme da pochi mesi, ma ancora non mi sono abituata all'idea di vederlo mezzo nudo girar per casa... - osservò la sua schiena - e non credo mi ci abituerò... "

Jun indossò la maglietta scelta accorgendosi che la ragazza lo stava osservando e si voltò rapidamente. Non capiva cosa le stava succedendo, quell'atteggiamento iniziava seriamente ad innervosirlo.

" Si è accorto che lo stavo osservando... - chiuse gli occhi per la vergogna - so che non ho motivo per comportarmi così...visto che è successo anche altro, cavolo allora perché mi sento come se la mia faccia andasse in fiamme?! Devo sembrargli una completa stupida...sarà meglio uscire da questa stanza "

Elena si spostò verso la porta ma Jun fu più veloce nel fermarla e tirarla verso il letto, la spinta fu forte da farli cader entrambi su di esso. Elena si ritrovò il viso del ragazzo a pochi centimetri dal suo, diventò rossa e distolse lo sguardo.

< Guardami - Jun strinse la presa che aveva sui suoi polsi faccendole socchiudere gli occhi - Ho detto GUARDAMI! > disse quasi urlando

Elena, poco alla volta con gli occhi chiusi, rivolse il suo volto verso lui; aveva paura di quello che poteva succedere...che le avrebbe detto? Che avrebbe fatto?

Jun non era il tipo da picchiare una ragazza, non era così aggressivo come voleva far credere, ma non capiva allora quella paura a cosa derivava...

< Guardami negli occhi - disse con un tono più pacato - dimmi che ti prende adesso...dimmi che cosa ti è successo in questi giorni...perché, credimi... - il ragazzo allentò la presa avvicinandosi al volto della ragazza - ...io così...non riesco più a stare...Perché non mi parli? Perché mi eviti? Perché non vuoi che ti tocchi? - la ragazza non parlava, né aprì gli occhi - Elena... - stava per accarezzarle il viso, quando si voltò. Jun ritrasse la mano e si sollevò - Se ho fatto qualcosa di sbagliato, perdonami... Se i tuoi sentimenti sono cambiati...Se non provi più quello che provavi prima, dillo chiaramente...così da farmene una ragione...Se è davvero così, non ti disturberò più. >

Elena aprì gli occhi, il ragazzo non era più sopra il suo corpo, attendeva una sua risposta stando davanti al letto. Si sollevò sedendosi con il volto rivolto verso il basso, doveva parlare, doveva dire come stavano esattamente le cose, ma non riusciva...le parole si fermavano.

Jun sospirò.

< Come devo fare con te?! Qualsiasi cosa faccia ci porta a litigare... - si sedette al suo fianco - Mi ero ripromesso una cosa - avvicinò la mano sui suoi capelli lunghi - che ti avrei fatta sempre sorridere, che non avrei visto più il tuo volto triste né in lacrime - la ragazza si voltò a guardarlo, lui le accarezzò la guancia - Quando ti ho visto la prima volta, ho sempre desiderato vedere il tuo sorriso...che, a differenza di altri, io ti avrei reso felice ma...non credo di riuscirci... >

Gli occhi della ragazza divennero lucidi, tutto quello che stava dicendo non era vero...voleva, cercava di parlare, ma non riusciva, non trovava la forza di farlo...strinse le mani in pugni.

Jun lasciò cadere la mano lungo il suo braccio, distolse lo sguardo...

" Non andare - pensò fra se Elena mentre osservava il ragazzo - Non andare via... “.

Dai suoi occhi scese una lacrima, Jun si alzò...

" No...non andare "

Stava per far il primo passo, quando si sentì afferar una mano e si voltò a guardarla.

< N-NO... N-Non andare... >

< Che succede? - chiese impassibile - Stai male? >

< No... Non è vero... >

< Cosa? >

< Tu... è vero che... >

< Io, cosa? - si girò nella sua direzione - Che cerchi di dirmi >

< Non è vero che mi rendi triste... Non è vero che non sono felice, che non ti amo più...Non è vero che voglio finirla qui...Non è vero >

Jun era rimasto fermo ad osservare i suoi occhi: quegli occhi marroni - verdi rivolti verso di se erano lucidi e, ad una ad una, le lacrime cominciarono a scendere.

< Non è vero? - disse poggiandole una mano sulla guancia - Allora perché piangi? >

< Perché riesco solo a far casini... solo a creare problemi inutili... a rovinare la felicità - il ragazzo si sedette nuovamente accanto a lei - Io voglio stare con te, voglio essere felice come lo siamo stati fin'ora...voglio passare le mie giornate ad attendere il tuo rientro...a messaggiare, a sentire la tua voce...ad osservare i tuoi occhi... - mise una mano sopra la sua testa - toccare i tuoi capelli... -lentamente la posizionò sulla guancia - toccare il tuo volto - la spostò verso le labbra - sentir le tue labbra sulle mie... >

< Se è così, allora perché in questi giorni hai fatto di tutto per starmi lontana? >

< Perché riflettevo sulla tua proposta... ma ancora non so dar una risposta... ed ho finito per allontanarti, mi dispiace >.

Le lacrime iniziarono a fermarsi; i due non smisero di osservarsi rimanendo per un attimo in silenzio.

< Stupida - disse Jun tirandola a se - Mi hai fatto preoccupare come al tuo solito >

< Mi dispiace > lo strinse forte.

< Non importa se deciderai di venire o no... basta che non mi farai preoccupare come hai fatto in questi giorni. >

< Va bene >

Chiarito ogni malinteso, i due si recarono in cucina intenti a preparare qualcosa per la cena: non avevano fatto la spesa e si adattarono con quel che era rimasto nella dispensa e nel frigo.

< Domani ho la giornata libera - disse Jun - La prima cosa che farò e andar a far un po’ di provviste >

< Ti darò una mano >
< Non hai da sbrigar cose in ufficio? >

< Finirò presto... potremmo andarci insieme >.
< Ok... allora attenderò il tuo rientro >

< Perfetto > sorrise la ragazza mentre era intenta a dosare il sale per il riso.

Era rimasta a osservarlo mentre preparava degli involtini di carne, era così bello... chissà quante altre ragazze l'avevan visto sotto quell'aspetto...

" Già - pensò fra se - quante altre l'avranno conosciuto?! Chissà a quante ragazze avrà rivolto il suo sorriso, i suoi occhi... - le venne in mente le ragazze di quel pomeriggio - e chissà quante ragazze l'avranno chiamato "oppa"... “.

Jun si accorse dello sguardo assente della ragazza.

< Che ti prende? >

< Cosa? > disse osservandolo

< Che stai pensando adesso? >
< Ah... ecco... in verità... >

< Allora? Dimmi >

< Ehm... - disse picchiettando fra se gli indici con lo sguardo rivoto verso il basso - Ad una cosa stupida, ma è da oggi che ci penso su >
< Quindi dimmi >

< Oggi, in fermata... ho sentito alcune ragazze delle superiori parlare di te chiamandoti "oppa" >.

< Di me? Che dicevano? >

< EH? Che dicevano? > domandò stupita

< Si, che hanno detto da farti pensare così tanto >

< Non è quello che hanno detto loro su di te... >.
< Ah no?! Allora cosa? >

< Il fa-fatto che ti hanno chiamato "oppa"... >

< Ti ha dato fastidio? > chiese intento a preparar senza mai distogliere lo sguardo.

< Un po’... ma lo so che mi ci devo abituare... e solo... e solo che...che mi chiedevo, quante ragazze ti hanno definito con quel termine? >

< Quante? - si fermò a pensarci su - Non saprei... >

< Ma non mi riferisco alle tue fan...intendo.... >
< AAAH - disse osservandola - intendi con le ragazze con cui sono stato? >

Il volto di Elena arrossì, aveva capito fin dall'inizio a cosa si riferiva... ma voleva veder fin a che punto si sarebbe spinta.

< Visto che lo sapevi già a cosa mi riferivo, perché non hai risposto subito >
< Così... - sollevò le spalle - mi divertivo >.
< Comunque... rispondi >
< Mmm... quante? > Jun si fermò per qualche secondo a riflettere.

La ragazza deglutì, erano così tante da pensarci pure? Era questo quello che pensava tra se mentre era in attesa di una risposta.

< Non molte, in realtà >

< In quante? >

< Alle superiori sono stato solo con tre ragazze... Da quando ho iniziato a far parte del gruppo non ho avuto storie ma solo ragazze che stavano insieme a noi che mi chiamavano così >

Quella sua risposta la sollevò, fece un lungo sospiro di sollievo.

< Come mai adesso mi chiedi questa cosa? >

< Eh?... >

< Eri gelosa per il fatto che le altre mi hanno chiamato "oppa" >

< Beh... ecco... Il fatto è che noi ci siamo sempre chiamati con il nostro nome...e mai con un aggettivo >

< Veramente - disse Jun osservandola - Solo io ti ho chiamato con il tuo vero nome >.
< EH?? Che significa? >

< Credevo sapessi che JunHyung è un nome che ho scelto per il gruppo >.

< N-Non... Non lo sapevo > disse con stupore

< In realtà... il mio vero nome è JaeSoon >.

< Quindi...ti ho sempre chiamato con un nome d'arte? > chiese sorpresa per la notizia

< Già... >
A quella verità, Elena si sentì per un attimo triste... voleva trovare un modo per essere più intimi, più vicina a lui...ma il fatto di non saper neanche che fino a quel momento l'aveva sempre chiamato con il suo nome d'arte la faceva sentire più distante di quanto non lo fosse prima.

< Come mai adesso sei silenziosa? >

< Perché... volevo cercare un modo per sembrare più intimi... - disse avvicinandosi a lui - Credevo che chiamandoti per nome fosse un modo per sembrare più vicini...ma mi sbagliavo >

< Mmm... vuoi chiamarmi anche tu "oppa"? >

< EEEH? - disse diventando rossa - dovrei chiamarti così?? >

< Lo usano anche le ragazze in una relazione - disse portando gli involtini sul piano cottura - Quindi... vuoi chiamarmi anche tu così? >
< ... - Elena ci pensò per qualche minuto - In realtà... vorrei trovare un altro nomignolo >.

< Come mai? >

< Perché "oppa" sono in molti a chiamarti così, io voglio uno tutto nostro >
< Allora in che modo? >

< Non lo so ancora... ma ci penserò su >

Jun sorrise nel vedere la sua espressione determinata su quell'impresa, per lui non aveva molta importanza...basta che era felice con lei, senza problemi, non importava come si sarebbero chiamati in intimità.

< Per ora pensiamo a finire di cucinare - disse osservando gli involtini cuocersi nella pentola - Ci penseremo dopo >.
 

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Terminata la cena, sistemata la cucina, si recarono sul divano... si sedettero comodamente coprendosi con un plaid ed accese il lettore DVD per la visione di un film che avevano scelto di vedere mentre stavano cenando.

Per l'intera visione del film, i due si stuzzicavano a vicenda per la paura di Elena nel vedersi spuntare all'improvviso persone dal nulla, non era un film horror ma un thriller ma in alcune scene la tensione che si creava permetteva a Jun di creare piccoli scherzi alla ragazza.

Finito il film, si recarono a letto; anche se Jun non aveva lavoro, Elena doveva recarsi in ufficio. Come ogni sera, tranne che nell’ultima settimana, i due si stringevano l'un l'altro per trovare la giusta posizione per dormire. Elena era felice di aver chiarito il malinteso che lei stessa aveva creato e felice per aver prenotato il viaggio...

" Ah vero - disse ricordandosi di non averlo ancora detto a Jun - Devo avvisarlo "

< Che succede? > chiese Jun notando la sua agitazione.

< Jun... ti ricordi che ti ho detto di aver sentito quelle ragazze parlare di te? >

< Mh?...si... >

< Ho sentito - disse sollevandosi per guardarlo nel viso - che hai preso dei giorni di permesso... durante il tuo compleanno >.
< Davvero? Si è già diffusa questa notizia? >

< Si...ed io... >

< Cosa? > chiese incuriosito

< A quella frase sono corsa via... era dispiaciuta per loro e tutte le fan perché non ti avrebbero fatto gli auguri di presenza... Però...allo stesso tempo ero anche felice >

< Felice? Perché? >

Senza dar spiegazioni, Elena sorrise e si recò verso la porta ed uscì lasciando Jun sospettoso per il suo atteggiamento. Qualche istante dopo rientrò con in mano una busta.

< Cos'e? > chiese mentre Elena lo porgeva sul letto.

< Apri... e lo scoprirai >
Jun non se lo fece ripetere due volte, aprì attentamente la busta dove trovò all'interno un itinerario con due biglietti per una mini vacanza nelle località della valle di Murŭng e due giorni nell'albergo Novembre Resort nella città di Gyeongju; sorpreso per ciò che teneva fra le mani, guardò il volto soddisfatto di Elena.

< Non mi avevi detto che i giorni te li avevano concessi, non mi avevi detto neanche quale località ti avrebbe fatto piacere vedere... ma essendo un mio regalo per il compleanno e sentendo la notizia, sono corsa nell'agenzia di viaggi ed ho scelto questa... dicono che in quella valle si possa trovare pace e tranquillità... essendo anche Dicembre troveremo la neve, potremmo riposarci un po’ mentre osserveremo i posti che ho fatto segnare come escursioni... spero che questo piccolo regalo ti sia piaciuto. >

Jun non rispose, semplicemente rimase sorpreso per il gesto che la ragazza aveva appena fatto. Nessuno, fino a quel momento, aveva scelto per lui il posto dove si sarebbe riposato per un paio di giorni, soprattutto nessuno aveva mai fatto un regalo del genere.

< Sei...sei felice, oppure... > chiese osservandolo preoccupata.

< Si...Sono felice... > le rivolse un sorriso

< Ah, meno male - fece un sospiro di sollievo - Avevo la preoccupazione che non ti sarebbe piaciuto andare in quei posti >
< Lo sai benissimo che qualsiasi posto scegli, se ci sei tu, io ci andrei anche ad occhi chiusi >

Elena sorrise, era questo suo modo di essere, di sorprenderla, di essere dolce a modo suo, da farla innamorare ogni giorno di più.
 

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I giorni successivi prima della partenza, li trascorsero tra il lavoro e lo shopping. Per Elena quella era la prima volta che sarebbe partita con il proprio ragazzo soli per una vacanza; si sentiva emozionata ma aveva anche paura di combinare una delle sue. Per ogni evenienza, aveva messo un porta fortuna che aveva comprato in una bancarella...non credeva molto a quelle dicerie, ma voleva che per una volta nella sua vita le cose andassero per il verso giusto.

Il giorno della partenza arrivò; per l'occasione, Elena aveva noleggiato un auto e l'autista che nei giorni successivi li avrebbe condotti nei posti designati: era o no anche un modo per far riposare Jun per il duro lavoro che aveva fatto fino ad ora??? Di certo non gli avrebbe fatto far fare tutti quei chilometri.

Il viaggio per arrivare alla prima destinazione nella valle fu abbastanza lunga con 3 soste volute da Elena, i lunghi viaggi fatti sulla macchina per lei era una sofferenza...non tanto perché soffriva la macchina, ma per l'esigenza di stendere tutti i muscoli del corpo.

Dopo 4 lunghissime ore, arrivarono alla destinazione. La prima tappa fu una piccola dependance vicino ad un tempio dove avrebbero riposato per una sola notte in quanto il giorno successivo si sarebbero recati nella città di Gyeongju. Sistemati i loro bagagli, rinfrescati un po’ respirando l'aria così leggera, furono pronti per affrontare la lunga e ripida salita lungo un sentiero per ammirare le meraviglie dei posti circondati in quei boschi.

I posti da visitare erano molte, ma a causa della poca disponibilità di tempo, optarono per una veloce giuda verso i posti più vicini da poter vedere; fra questi vi era una zona abbastanza isolata che si raggiungeva inoltrandosi in mezzo ai fitti alberi: immerso nel verde, iniziarono a sentire un forte fruscio che diventava sempre più forte man mano che si avvicinavano. Alla fine del sentiero, videro una grotta dove un fiume si gettava verso un lago formando una cascata. Dei deboli raggi del sole riuscirono a penetrare fra i rami degli imponenti alberi che circondavano la zone che, a contato di piccole gocce che s'infrangevano con le rocce, formavano un arcobaleno. Elena rimase sorpresa nel veder tale paesaggio; rimpianse il fatto di dover stare per solo un giorno, se tutti i luoghi che vi erano lì eran come quello che osservava, niente valeva al confronto di ciò che provava. Era come diceva la locandina. In quei posti così isolati, così tranquilli, si avvertiva una sensazione di pace, serenità, gioia... nessuno li aveva riconosciuti, nessuno era lì con loro, nessuno aveva ancora chiamato Jun al cellulare... erano davvero soli... finalmente soli.

Rimasero seduti su delle rocce in completo silenzio finché non si fece l'ora di rientrare. Quella notte, dopo aver cenato presto, rilassati nelle acque calde e dopo una doccia, riposarono tranquillamente come se tutta quella passeggiata, quel bagno caldo, quel posto, li avesse liberati dai problemi, dalla tensione che avevano accumulato.

Il giorno seguente non avevano molto tempo da dedicare alle varie escursioni che avevo proposto la sera precedente, nel tardo pomeriggio avrebbero lasciar quel posto. Decisero di affittare delle mountain bike far un giro nelle vicinanze.

Rientrati, sistemati, riposati un po’ e pranzato, finirono di preparar i bagagli e l'auto fu già pronta per portarli nella seconda tappa... hotel Novembre Resort. Li, Elena aveva organizzato una piccola sorpresa per il compleanno di Jun.

Arrivano per l'ora di cena, un cameriere li aveva condotti nella suite all'undicesimo piano: all'entrata vi era un piccolo soggiorno con TV 50 pollici ad alta definizione, un divano ad angolo ed una parete con un camino elettrico divideva l'ambiente con il resto della stanza dove vi era una vetrata che mostrava l'intera città. Proseguendo a destra vi erano due porte, una portava alla camera da letto dove l'arredo era moderno, con pareti bianche, letto rotondo con coperte rosse e petali sparsi sopra, un lampadario con i fili delle luci che creavano l'effetto spirale, una finestra che portava all'ampio balcone dove vi era un tavolo con due sedie. L'altra porta portava al bagno... ma quello di certo non si poteva definire tale...per Elena sembrava più un piccolo centro benessere. Aperta la porta adiaceva ad un piccolo angolo dove si ci poteva privare degli indumenti ed indossare l'accappatoio, proseguendo oltre un separé, al centro della stanza vi era una vasca idromassaggio a forma quadrata, alla sinistra vi era una parete dedicata alla doccia ma che fungeva anche da sauna, a destra, invece, un mezzo muretto e tre gradini dividevano il tutto con quello che per lei rappresentava l'essenziale di un bagno.

Lasciati soli, dopo aver spiegato cosa comprendeva il pacchetto ordinato dall'agenzia, i due ragazzi si prepararono per la cena.

Tutto quello sembrava più un sogno per lei che un regalo per Jun, era più sorpresa lei di lui... sdraiati finalmente nel letto, Elena osservò il viso contento e rilassato di Jun che, non appena appoggiò la testa sul cuscino, chiuse gli occhi per la stanchezza.

" Già dorme - sorrise - Jun... spero che domani tu ti possa rilassare con quello che ti ho preparato... spero che per il tuo compleanno io ti possa lasciare sorpresa come tu hai fatto con il mio... “.

Lentamente si avvicinò al suo viso, non voleva svegliarlo. Osservò l'orologio, segnava la mezzanotte; diede un piccolo bacio sulle labbra.

< Buon compleanno... Jea... >

Jun era ancora sveglio, nel sentire quella frase, strinse al suo petto la ragazza facendo un leggero sorriso. Tutto stava andando come lei aveva desiderato.

Il mattino seguente, Elena si svegliò prima di Jun; aveva organizzato tutto per l'intero giorno. Colazione a letto, passeggiata per le vie del centro, rientro in stanza dove si sarebbero rilassati in quella vasca per poi recarsi nel posto in cui la ragazza aveva scelto per la cena. Tutto era stato scelto dettagliatamente... ma non aveva considerato una sola piccola variante: il tempo.

Fin a quei giorni, il sole risplendeva portando temperature gradevoli... ma quella mattina il cielo si andava comprendo da nuvole. Elena non si fece intimorir da quel piccolo contrattempo insignificante.

La giornata iniziò per come aveva ideato fino alla sera precedente. Aveva fatto portare la colazione, dopo il suo risveglio le aveva portato sul letto e lì mangiato. Si erano presi tutto il tempo che volevano...e dopo aver terminato, si recarono per le vie del centro. La città era abbastanza movimentata, ma tranquilla, nessuno aveva fatto caso a Jun. Entrarono in ogni negozio, fatto acquisti di regalo di ogni genere, comprato piccoli ricordi e scattato foto che avrebbero poi fatto sviluppar per tappezzare la casa come avevano idea prima di partire.

Rientrati in hotel, si rilassarono dentro la vasca come programmato...era tutto perfetto.

" Tutto va secondo i piani... è tutto così perfetto - pensava Elena mentre si rilassava cullata da quelle bolle mentre era appoggiata al petto del ragazzo con occhi chiusi - già...fin troppo perfetto - d'un tratto aprì gli occhi - In questi giorni è andato tutto liscio, nessun impedimento, nessuna lite...nessuno che ci fermava...sarà mica un sogno?? - si diede un pizzicotto e per il dolore strinse gli occhi - Ahi... allora... questo non è un sogno... è tutto vero "

< Che hai adesso? > chiese Jun intento ad accarezzar il viso.

< Stavo pensando a quanto sto bene così...a come sono felice di star stretta a te...a festeggiar insieme a te... >

< Anch'io - disse stringendola - sono felice di stare qui con te >.

< Ti sei divertito in questi giorni? >

< Si...sono stato bene insieme a te >

< Sono contenta... ma ho lasciato una sorpresa per ultima >.

< Cosa? > domandò sorpreso

Elena si staccò dal suo abbraccio e lo guardò sorridendo.

< Credevi che il mio regalo finisse con questo? Il viaggio doveva essere il mio regalo per te... ma alla fine ne ho goduto più io che tu... >.
< Elena... >
< Per questo ho organizzato qualcosa per questa sera... voglio che ti vesta elegante... >.

Con ciò, la ragazza uscì dalla vasca.

< Ely... dove stai andando >
< Ci vediamo dopo... > disse mentre si avvolse nell'accappatoio.

Jun non ebbe il tempo di vedere dove stava andando che, dopo aver raggiunto la porta d'ingresso e controllato in giro, la perse di vista.
 

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Jun era ormai pronto da quasi venti minuti, indossava un completo blu scuro, camicia bianca ma senza cravatta, ed i primi bottoni della camicia erano aperti facendo intravedere il tatuaggio che si era fatto qualche anno fa sul petto. Indossava un orologio sul polso sinistro ed aveva lasciato scomposti i suoi capelli biondi. Aveva seguito le istruzioni che Elena aveva lasciato sopra il letto, indossato quel completo e spruzzato e passato sul corpo il profumo e la crema corpo che si trovava sul comodino, era quello che Elena aveva scelto per lui quel pomeriggio: Calvin Klein black. Non aveva notizie di Elena da 2 ore, aveva lasciato dire da un cameriere di farsi trovare pronto per le otto, mancavano ormai 5 minuti...

Si sedette nel divano, in preda al nervosismo si portò il pollice sinistro sul labbro intento a masticare l'unghia. Qualcuno bussò alla porta; colto di sorpresa, corse ad aprire nella speranza di trovarsi la ragazza, ma così non fu. Dietro quella porta, un cameriere si chinò indicandogli la strada che l'avrebbe condotto dalla ragazza.

Tutto quello per Jun era incredibile; fece un sogghigno prima di seguirlo. Nel tragitto, ripensò a tutti i momenti trascorsi con lei; dalla prima volta che l'aveva vista, al loro primo bacio; a quelle sere in quel balcone dell'albergo a Dubai, alle sere trascorse a Seoul; dalla loro prima volta, alla loro convivenza.

Il cameriere si fermò davanti ad un porta, l'aprì indicando di proseguire all'interno. Titubante e con le mani nelle tasche, Jun oltrepassò la porta ritrovandosi in un'ala dell'albergo con uno spiazzarle grande, quasi al centro un tavolo con una tovaglia bianca dal merletto color oro, candele accese e fiori al centro tavola... erano rose rosse. Le luci erano soffuse, le pareti erano vetrate dove dal soffitto ricadevano delle tende bianche dal tessuto leggero, una finestra era leggermente socchiusa ed il vento che entrava faceva muovere le tende.

A quello scenario rimase colpito, si osservò in giro, ma di Elena neanche l'ombra. Avanzò verso il tavolo con piccoli e lenti passi; quando lo raggiunse lesse un biglietto che la ragazza aveva lasciato li per lui.

" Hai sempre fatto tu delle sorprese per me, adesso è il mio turno di sorprenderti “.

Riposò il biglietto e fece un lieve sorriso quando sentì una musica lieve provenire da fuori. Si mese la mani in tasca, si avvicinò alla finestra, scostò le tende...fuori vi erano altre candele posizionate su alcuni angoli dei vari muretti e dentro la piscina vi erano dei fiori di loto con dentro piccole candele. Dritto davanti a lui, vi era un sol palco di legno dove intravide una figura...non poteva che essere Elena.

Con passo lento, si recò davanti ai gradini che salì soffermandosi per qualche secondo. Arrivato sopra, la vide li, ferma ad ammirare la città illuminata dalle luci artificiali dei lampioni e delle abitazioni.

Indossava un lungo abito nero che con la luce si notavano dei brillantini, era avvolta da una pesante sciarpa ed i capelli erano raccolti in una mezza coda a media altezza lasciando quelli sotto leggermente ondulati.

Jun era rimasto colpito dalla sua bellezza, ma non lo diede a vedere... l'unica cosa che pensò in quel momento fu...WAO.

Elena si voltò leggermene verso lui.

< Sei arrivato... - disse sorridendo - Spero che la sorpresa sia di tuo gradimento... Ho voluto ricambiare per tutte le volte che tu l'hai fatto per me...e dirti... Saeng il chuk ha hae >

Jun non aveva parole per descrivere ciò che provava in quel momento, per la prima volta qualcuno era riuscito a sorprenderlo fino a quel punto. Un lieve vento spostò i capelli della ragazza e sentì un dolce profumo, Elena lo riconobbe subito... Jun aveva messo il profumo che le aveva chiesto di mettere. Socchiuse per un attimo gli occhi facendo un lungo respiro per avvolgersi in quel dolce aroma. Quando li riaprì, Jun era sempre fermo li...a pochi passi da lei.

Si voltò ad osservar il cielo...sospirò.

< Mi dispiace che sia capitata questa giornata... il mio regalo, almeno per oggi, rimarrà coperto. - Jun non capì cosa volesse dire - Credevi che tutto si sarebbe soffermato qui? - disse voltandosi per guardarlo appoggiando la schiena nel balcone - Credevi che avessi fatto tutto questo solo per una cena? Beh...non solo - Elena indicò qualcosa infondo a quella terrazza - Li...vedi? Li ho fatto posizionare qualcosa che te l'avrebbe mostrato, ma... - osservò in alto - non questa sera >

Jun cominciò ad intuire a cosa si riferisse...tutto quello...era come lui aveva realizzato per lei, ma non credeva che fosse solo per ricambiare...

< Perché? > domandò senza muoversi e con le mani dentro le tasche.

< Mh?! Beh...non ho considerato una variabile al mio programma - sorrise - il tempo...Quando ho organizzato tutto questo pensavo ci fosse una di quelle sere limpide, senza una nuvola in cielo...solo oggi ho costatato che, anche se avevo organizzato tutto in modo perfetto...qualcosa mi ha impedito di realizzarlo...allora mi sono munita diversamente >
< In che senso? >

< Ho controllato le previsioni... - si allontanò dalla ringhiera - Sai, adesso difficilmente si sbagliano... quindi voglio verificare una cosa... >.

< Cosa? >

< Se davvero nevicherà... >
Un silenziò calò fra i due, le nuvole in cielo iniziarono a comprimersi, era tutto coperto...

Jun non capiva cosa volesse fare con ciò Elena... in che senso aspettava che nevicasse?! Questa era la domanda che si poneva mentre rimase lì ad osservarla in silenzio.

< Ho letto in diversi siti che con la prima nevicata abbondante che rimane fino all'indomani, porti fortuna alle nuove coppie e che bisogna far una passeggiata >.

< Ma la prima nevicata c'è già stata... >

< Ma si è sempre sciolta... adesso che siamo quasi sul procinto dell'inverno, la neve non dovrebbe sciogliersi...e poi non abbiamo fatto la nostra passeggiata >

< Vuoi farla oggi? >

< Si...e poi - sorrise avvicinandosi al ragazzo - Spero di darti il mio regalo >
< Perché non darlo ora >
< Nono... voglio solo aspettare un altro po’ >.

Elena si appoggiò al petto del ragazzo stringendo a se; adorava quel profumo... ne andava pazza, sentir la sua presa, le sue braccia intorno alla sua vita mentre veniva avvolta dal suo profumo, non chiedeva altro.

Tutto era PERFETTO!

Rimasero stretti l'uno all'altro per un paio di minuti, osservando quelle luci ed il paesaggio prima di dirigersi all'interno dove li attendeva la cena che aveva ordinato Elena.


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Con la conclusione della cena, si spostarono al piano superiore del ristorante dove, ad attenderli, vi era un cameriere che li condusse verso dei divanetti messi attorno ad un camino a legna accesa per l'occasione. I divani erano rivolti verso le vetrate della stanza e, solo quando Elena fu vicina a loro, si accorse che aveva cominciato a nevicare.

< Guarda fuori Jun > disse la ragazza appoggiando le mani sul vetro.

Jun la raggiunse mettendole una mano sulla spalla avvicinandola a se; con il volto pieno di gioia, Elena osservava come quei piccoli fiocchi cadevano appoggiandosi a terra ricoprendo tutto di bianco. Adorava la neve, nella città dov'era cresciuta non nevicava mai...doveva spostarsi un paio di chilometri per poter vederla; fin da piccola desiderava stare in una città che potesse soddisfarla in tutto ciò che desiderava...ed in quel momento l'aveva trovata.

< Adesso sento che ho tutto quello di cui ho bisogno > disse con il volto pieno di gioia.

< Che volevi? > chiese Jun osservandola

< La mia felicità... - addolcì lo sguardo - Ho un lavoro che mi permette di poter soddisfare le mie esigenze e desideri, vivo nella città che ho sempre voluto veder, sono circondata da persone che mi vogliono bene per ciò che sono e poi - lo guardò - ho trovato te... e tu completi la mia felicità... Con te sento di poter affrontare qualsiasi ostacolo perché mi dai la forza che non credevo di avere. Ti sono grata per tutto quello che hai fatto fino ad ora per me...per avermi aspettato per tutto questo tempo, per accettarmi con tutti i miei difetti...per amarmi, per avermi detto di rendermi felice ogni giorno...Inoltre - fece una lunga pausa che incuriosì il ragazzo, stava per chiederle cosa volesse aggiungere quando Elena continuò - ho fatto tutto questo sia per stupirti, ma anche per ringraziarti... - si allontanò dal ragazzo avvicinandosi alla finestra - So che aspetti una mia risposta alla tua domanda >

< Quale? > chiese Jun rimanendo fermo mentre osservava la ragazza.

< Di venire con te... di partire insieme a Febbraio... >.

< Hai deciso? >

La ragazza rimase in silenzio osservando la neve scendere lentamente, poi si voltò a guardarlo con un leggero sorriso.

< ... Mi dispiace... >

< Vuoi... Vuoi dire che... > era incredulo
< Avevo trovato tutto un discorso, avevo fatto mille progetti...non volevo dirtelo così...ma adesso... >

Elena si recò verso il tavolino nei divanetti, prese un foglio che era appoggiato sopra e lo passò al ragazzo.

< Fino a stamattina mi ripassavo tutto i punti mentalmente, ma questo contrattempo della neve ha rovinato il finale... >.

< Che... - prese il foglio titubante - .Dovrei preoccuparmi? >

< No - sorrise - anzi... credo che ne rimarrai sorpreso - Jun aprì lentamente il foglio e, come aveva detto Elena, si stupii nel leggere il contenuto - In questo modo, quando sentiremo la nostra mancanza, non dovremmo far altro che osservar il cielo... Nel lungo periodo che saremo divisi, quando sentirò la tua mancanza mi basterà veder le nostre stelle...così mi verranno in mente tutti i nostri momenti felici passati insieme, e saper che anche tu le vedrai, mi farà sentire vicino a te... - Jun la strinse forte a se - Anche noi avremmo momenti in cui saremo vicini ma non abbastanza per poterci vedere e né toccar, ma, come le nostre stelle, saremo li...sotto quell'unico cielo - Jun osservò quei suoi occhi illuminati dalla luce soffusa, rimanendo incantato dalle sue parole - E tanto ci basterà per non sentici soli >

Jun avvicinò le sue mani sul suo viso e molto lentamente iniziò a baciarla.
 

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" Mentre la neve silenziosamente scendeva ricoprendo tutto di bianco, noi rimanemmo lì a guardarci l'uno negli occhi dell'altro... dimenticammo di far la nostra passeggiata sotto quel manto di neve... in quel momento eravamo soli, tu ed io...

Niente... niente avrebbe rovinato quel momento, quella gioia, quell'amore che provavamo l'uno per l'altro.

Ne ero certo... saremmo stati per sempre insieme, allora... adesso perché sono qui, seduto nel nostro divano, in quella che era la nostra casa, con un bicchier di vino fra le mani sperando di veder la porta aprirsi e sentire la tua voce e vedere il tuo sorriso...

Perché, Elena... perché sei andata via? "








Chi non muore si rivede si dice.... E infatti eccoci tornate con il nuovo capitolo! 
Ci siamo riuscite a pubblicare. Ci dispiace esserci assentate così tanto ma, come avevo risposto alle ultime recensioni, l'università ci stringe davvero molto il tempo per scrivere çç

Ma comunqueeeee, come state? Noi abbastanza bene! Siamo tornate ieri da Milano, perchè siamo andate al concerto dei NU'EST, il mio secondo gruppo preferito dopo i BEAST ç/////ç È stata troppo un emozione vederli dal vivo e io, sono riuscita anche a incontrarli, a parlare con loro, con il mio secondo ultimate Min e a farmi autografare Face ç____ç 
Se ci penso piango ancora e vorrei tanto tornare indietro nel tempo per poter rivivere quella giornata altre infinite volte, anche le 12 ore di fila che mi sono fatta, si!
Qualcuna di voi c'era?

Recensite in molti, non vedo l'ora di leggere i vostri pensieri su questo nuovo capitolo! Byee <3

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Capitolo 56
*** Ricordi - Che succederà fra noi? ***


Quella mattina, Hannah si svegliò prima che suonasse la sveglia, in preda all'ansia per ciò che l'aspettava da li a poco; si domandava se tutto sarebbe andato secondo i loro piani o se qualche ostacolo li avrebbe bloccati.

Da quando avevano preso quella decisione, Seob non faceva altro che ripeterle che tutto sarebbe andato per il meglio ma anche se gli rispondeva che aveva ragione, la ragazza non riuscì a convincersi del tutto.

Lentamente, si liberò dalle braccia del ragazzo, cercando di non svegliarlo e si diresse in bagno per farsi una doccia e riflettendo sulle parole che avrebbe dovuto usare.

Ripeteva frase per frase, parola per parola, tutto il discorso preparato nei giorni passati insieme al ragazzo.

Quando si recò in cucina per preparar il caffè, trovò Seob seduto intento ad aspettarla.

< Seob...sei sveglio >

< Come avrei potuto dormire... se non mi hai lasciato il modo? >

< S-Scusa...non volevo - disse avvicinandosi e mettendosi a sedere proprio al suo lato - E che.. >
< AAAAH! - sbuffò - Ti ho ripetuto mille volte che andrà liscio come l'acqua! Perché non mi vuoi credere?! >
< Ma non è che non ti creda....e solo... > disse con lo sguardo rivolto verso le mani che teneva strette sulle sue gambe

< Han - le poggiò una mano sopra la sua - Devi fidarti di me...ok? >

La ragazza osservò il suo sguardo, aveva paura che qualcosa andasse storto, che una volta affrontato tutto ci fosse stato qualche impedimento... ma osservando i suo occhi scuri così fiduciosi, così sinceri, le trasmettevano fiducia che a lei tanto serviva...

Si, doveva fidarsi di lui.


 

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Finito di preparasi e darsi un'ultima controllata allo specchio, scese da casa dirigendosi al lavoro. Li davanti trovarono Dong, Ki-Kwang e Doo intenti a parlare fra loro.

< Ehi ragazzi - disse Seob avvicinandosi incuriosito - Che vi prende? Ci sono novità?? >

< Seob... Han...buon giorno - rispose Doo - Stavamo decidendo sul da farsi per la vigilia di Natale che è... >

< Fra 3 giorni > continuò Dong

< Voi due immagino avrete già stabilito un programma - disse Ki-Kwang sfoderando uno dei suoi sorrisi maliziosi - Non è cosi? >

< Veramente... > disse Seob

< Noi due... > continuò Han

< ..non abbiamo ancora programmato niente > dissero infine in coro.

< EEEH?? COME NIENTE! > esclamarono increduli

< Seob mi meraviglio di te - si avvicinò Ki-Kwang poggiando una mano sulla sua spalla - Non hai appreso niente dal Re Cupido?? Ah?? >

< Re Cupido? - disse sollevandogli la mano - Guarda... meno male che non ho appreso niente... altrimenti non saprei dove fossi in questo momento >
Tutti i ragazzi risero a quella battuta sotto lo sguardo infastidito del povero Ki-Kwang.

< Comunque...come mai eravate qui fuori a discuterne? > domandò Han

< Beh... - disse goffamente Doo - volevamo chiedere a tre ragazze di passare con noi la vigilia, ma sia le a-pink sia le 4minute sono impegnate... >.
< C'è sempre G.na > disse Seob

< Bravo - rispose Dong ironizzando - E poi la dividiamo in tre... >.
< Potete sempre chiedere ad Ai e Yurim di venire con voi...non credo rifiuterebbero un vostro formale invito >
< Ma poi... - chiese Seob scrutando i loro occhi - Che piani avete?! >

< Niente che ti riguarda, adesso scusateci ma dobbiamo organizzare una festa - rispose Ki-Kwang passandogli di lato - Ci vediamo!! >


 

< Quei tre non mi convincono molto > disse Han

< Si...neanche a me. Hai sbagliato a metter in mezzo le tue colleghe >
< Peché? >

< Non si sa mai cosa può uscire da quella testa di Kiki... > disse mettendosi una mano fra i capelli.

< Ma con loro c'è Doo..almeno lui >

< No - disse irrigidendosi ricordando un aneddoto - Lui...lui quando entra...nella sua fase di caccia - immaginò una caricatura del volto di Doo in preda ad una trasformazione come accade con i lupi mannari - è pericoloso - si portò le mani sulle braccia stringendosi forte mentre un brivido percorse tutta la colonna vertebrale - No...N-N-Non è conveniente lasciarle con lui.... >

< Se-Seob - disse Han sorridendo nervosamente - Mi stai mettendo paura >.

< OOOH... ma questo è niente rispetto allo scontro diretto >.


 

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< Ragazzeeee! >

Yurim ed Ai avevano appena finito di riscaldare i muscoli per preparasi alla lezione di danza che avevano quella mattina, quando sentirono delle voci provenire dietro le loro spalle...erano Dong, Ki-Kwang e Doo...intenti a sfoggiare il loro fascino sperando di far colpo su di loro.

< Ehi... salvi ragazzi > rispose Ai

< Serve qualcosa? > chiese Yurim rivoltandosi osservando la sua immagina allo specchio

< Passavamo di qui... > rispose Ki-Kwang

< E ci chiedevamo come andavano le cose > finì la frase Dong.

< Va tutto bene > rispose con un dolce sorriso Ai.

< Tutto qui? - chiese Yurim osservando i loro corpo nello specchio mentre teneva in allenamento i muscoli delle gambe - Tutto questo solo per chiedere come andava? >

< No...beh...in verità ci chiedevamo...se... > iniziò a balbettare Ki-Kwang

< Se voi per il 24 eravate libere > finì il concetto Doo

< Il 24 dici? - disse Ai portandosi il dito indice della mano sinistra sul mento - Mmm... è la vigilia di Natale. Io personalmente non ho nessun impegno. E tu Yurim? >

< Neppure... quest'anno a causa del trambusto improvviso del nostro debutto non ho avuto modo di organizzare con i miei amici >.
< Perfetto! > gridò Dong

< EH?? Cosa perfetto? > chiese Ai

< Abbiamo intenzione di prenotare una stanza di qualche locale dove far una piccola festa... che ne dite di unirvi a noi? > affermò Ki-Kwang

< AAAAhH Che idea splendida - rispose Ai - E chi parteciperà? >

< Noi 5... > rispose sorridendo Doo

< Solo? > l'osservò Ai perplessa

< Hannah e Seob, Jun ed Elena lo passeranno sicuramente insieme... quindi resteremmo solo noi a farci compagnia > rispose Dong.

< Dovremmo chiedere ad un'altra ragazza di partecipare > disse Ki-Kwang

< Scusa... perché? > domandò Yurim

< In questo modo siamo dispari > rispose Dong.

< Quindi?? Che problema c'è? > fece Ai notar

< Per tenerci meglio la compagnia > disse Ki-Kwang.

< Mmm... - Yurim osservò i loro sguardi attentamente, c'era sicuramente sotto qualcosa ma non li conosceva molto abbastanza per poter intuire dove stava l'eventuale inganno - ...non so >

< Non sai cosa? > domandò Doo

< Se venirci >

< Daiii Yurim! Andiamo... ci divertiremo. Tanto che hai da fare? > disse l'amica

< Tutta questa storia non mi convince >

< Non essere così preoccupata - rispose Ki-Kwang sfoggiando uno dei suoi sorrisi che ti lasciano senza fiato - Non faremo nulla di male. Passeremo la vigilia tutti insieme a divertirti... >

Yurim era rimasta in silenzio a pensarci su, aveva tutti gli occhi puntati su di lei... persino quelli di Ai che la guardava con occhi languidi sporgendo il labbro inferiore.

< E va bene - disse alla fina facendo un lungo respiro - Visto che mi avete promesso di non far nulla di male...verrò >

< KYAAAA! - urlò dalla gioia Ai - Ti ringrazio amica mia >

< Bene - disse Doo - Allora ci aggiorneremo più avanti...non appena avremmo deciso il posto >

< E trovato anche la terza ragazza > appuntò Dong.

Dopo averli salutati, Yurim rimase a riflettere su ciò che potevano organizzare i ragazzi mentre Ai era su di giri pensando di passar il Natale in compagnia di alcuni membri dei B2ST.


 

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< Han... Han...Ehi, Han >

Seob era fermo davanti alla porta in attesa che la ragazza, seduta in una poltrona, si alzasse.

< Han! >

< S-SI! - la ragazza si alzò di scatto - E-Eccomi >

< Che ti prende? Hai ripensamenti?! >
< N-No... solo un po’ di ansia >

< ... - sorrise mentre le strinse per la mano - Andrà tutto bene >.

A quel sorriso, Han ricambiò alleviando così quella sensazione di preoccupazione che le saliva su per lo stomaco. Seob bussò alla porta e, dopo aver ottenuto il permesso di entrare, l'aprì avanzando all'interno.

Ad accoglierli vi era il presidente della compagnia, Hong Seung-sung, intento a firmare alcune pratiche che aveva sopra la scrivania.

< Prego, accomodatevi - sollevò lo sguardo - vi attendevo da un pezzo >

A quelle parole ad Han le legò il sangue e la sensazione di poco prima di entrare ritornò.

< Seob... Hannah... >

Da dietro le loro spalle, i loro manager chiusero la porta osservando i loro sguardi confusi; neanche loro sapevano nulla della loro presenza.

< Bene - disse il presidente spostando il suo peso all'indietro giungendo le mani davanti al petto - adesso che tutte le persone sono qui possiamo iniziare. Vi ascolto ragazzi >
Hannah era terrorizzata, non riusciva ad aprir bocca, tutto il discorso che si era preparata adesso non ne ricordava neppur una parola.

< Presidente Hong - si affrettò a parlare Seob stringendo la mano della ragazza - Credo lei sappia già il motivo per cui ho voluto parlarle - il presidente sollevò un sopracciglio - Bene, allora non occorrono ulteriori giri di parole...Siamo qui perché vogliamo rendere pubblica la nostra relazione >

I loro manager, che si erano messi d'accordo con i ragazzi per nascondere e coprir tutto, fecero un passo indietro osservando lo sguardo serio del presidente. Per alcuni minuti calò il silenzio nella stanza... nessuno parlava, era un continuo scambiar di sguardi fra il presidente e Seob.

< Yang... - disse infine togliendosi gli occhiali e strofinandosi gli occhi - Sai che comporterebbe diffondere la vostra relazione? >

< Si > disse con tono deciso il ragazzo

< E tu, signorina Veneri...hai idea di ciò che ti attenderà? >

Han non rispose subito, aveva lo sguardo pieno di terrore ma la mano di Seob le fece ricordare che lui era li... e lo sarebbe stato per sempre.

< S-Si, presedente... so che significa >
< ... Bene... - sospirò rimettendosi gli occhiali e guardando i loro manager - Avete sentito anche voi...loro vogliono portar fuori la loro storia affrontando i MassMedia, voi come avete intenzione di comportarvi? >

< Beh... io... > disse il manager di Hannah.

< Noi appoggiamo la loro scelta - disse senza esitare il manager di Seob - Staremo accanto ai ragazzi evitando ulteriori scandali >

< Capisco... - il presidente si voltò con la sedia ammirando il paesaggio fuori dalla finestra - Quindi siete venuti solo per aver un mio permesso, non vi fermerà nessuno?! >

< No, signore > rispose Seob

< Lo immaginavo... - rimase fermo nella sua posizione dando le spalle ai ragazzi - E bene... accetterò la vostra decisione... - suoi volti dei ragazzi comparve un sorriso di speranza, avevano ottenuto ciò che tanto desideravano - ... ma c'è una condizione... >.

La gioia che un attimo prima riempiva i loro volti, per un attimo svanì.

< Quale condizione? > chiese Seob

< Che tutto verrà rimandato al prossimo album delle THE ALICES > si voltò a guardarli

< Che significa!? Quanti mesi dovremmo aspettare! > chiese avanzando di un passò Seob

< Solo il tempo necessario affinché tutto verrà prodotto. Non posso rischiare di perdere due gruppi...uno appena formato - indicò Hannah - e voi...che siete già piazzati in un'ottima posizione nelle liste dei gruppi nazionali >

< MA... >

< Questa è la mia offerta! Non ci sono alternative... >

Seob era titubante, aveva promesso che tutto sarebbe andato per il meglio ma quella condizione aveva portato un po’ di scompiglio ai loro piani.

< Allora? Che mi dite? >

< Accettiamo >

Seob si voltò verso la ragazza che, con sguardo sicuro di se, aveva appena accolto la richiesta del presidente.

< Ne sei sicura? > domandò Seob stringendole la mano

< Si, Seob. Si tratta di aspettare solo qualche mese. > addolcì lo sguardo mentre lo guardava

< Ma non era quello per cui sei venuta fin qui >

< Lo so. Ma...il presidente ha ragione, non voglio né rovinare il tuo gruppo né tanto meno il mio. Oltre a noi ci sono di mezzo altre persone che, pur non avendo a che far con tutto ciò, potrebbero rischiar di diventarlo ed io non voglio. Dovremmo solo attende qualche mese... >

< Se per te va bene così... - Hannah annuì con la testa. Il ragazzo si rivolse verso il presidente - Allora è deciso... aspetteremo fino a quando non uscirà il nuovo album...per poi... >
< Non vi preoccupate - disse sollevando leggermente le mani - le mantengo le promesse >.

A quelle parole, sia i manager e sia i ragazzi si sentirono più sicuri... adesso non dovevano mantenere il segreto anche con la casa discografica ed erano più "liberi" di frequentarsi anche al suo interno. Dopo aver deciso il loro comportamento da utilizzare eventualmente uscisse qualche informazione al momento fra loro, furono liberi di uscir dalla stanza... tutti ad eccezione di Seob che rimase li.


 

< Yang...come avevo detto prima...ero impaziente della vostra visita.... - L'osservò mentre si sedette nuovamente ed avvicinò una mano al cassetto - Non ti domandi il perché? >

< In effetti...si...mi chiedevo il perché ma deduco che la nostra relazione era giunta anche alle vostre orecchie >

< Non solo - prese una busta bianca e la porse sul tavolo - Prego... siediti pure lì e vedi bene il contenuto di questa busta. >
Seob, molto lentamente, si avvicinò scrutando attentamente sia il suo volto e sia la busta. Una busta bianca ma che conteneva di certo qualcosa di grosso visto l'ampiezza. Una volta seduto, si affrettò a prenderla per capir cosa contenesse...

" Ma questa sono... - disse mentre osservava al suo interno - ...Questo sono io con Han - spalancò gli occhi nel veder immortalati attimi della loro vita su quelle foto - Come...Come avrà fatto "spostò i suoi occhi sul presidente.

< Eh! Ti starai domandando come abbia queste foto! Ho indovinato? >

< Che significa tutto questo! Credevo... Credevo che avessimo raggiunto un accordo! >

< Quello vale... vi ho dato la mia parola... ma quello che mi ha dato fastidio del vostro comportamento non è stato il nascondermi la vostra relazione... ma nascondermi questo >

Dalla tasca del completo, tirò fuori una nuova foto che fece gelare il sangue al ragazzo: erano loro due mentre uscivano insieme dal portone del loro appartamento...non solo li aveva fotografati in atteggiamenti intimi fra loro, ma adesso era anche a conoscenza dalla loro convivenza.

< Che vi è saltato in mente! - iniziò ad alzar la voce - Volevate distruggere tutto!!! Non ve lo permetterò >

< Non...non volevamo distruggere un bel niente > disse Seob senza distogliere lo sguardo verso quelle foto.

< Ah no! Come sono riuscito ad ottenerle io queste foto, benissimo poteva essere qualche rivista che si occupa solo di scandali e tutti i nostri profitti sarebbero scesi di colpo. Tu avresti perso le fan ed il gruppo credibilità.... Io mi preoccupo per voi! Cerco di non farmi mancare nulla, faccio finta di non accorgermi di determinate cose...ma voi mi nascondete tutto ciò?! NO! Non lo tollero! - disse sbattendo un pugno sopra il tavolo - Da questo momento voglio che tu faccia una cosa >

< Cosa?! > chiese con sguardo di rassegnazione...

Rimasero a guardarsi per alcuni attimi prima che il direttore iniziasse a parlare...


 

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" Baby, tu

Quando i miei ricordi iniziano a svanire

Baby, tu

In qualche modo riesci a trovarmi e mi rimani accanto.

Così come sei, ho bisogno di te

i giorni senza di te, sono sempre gli stessi

Quando verrà il momento in cui

potremmo sognare insieme?

Noi, sotto lo stesso cielo "

[Dreaming ]


 

Jun si svegliò a causa dei raggi del sole che penetravano dalla finestra socchiusa da leggere tende bianche; la scorsa notte avevano festeggiato il suo compleanno in quella camera d'albergo facendo le ore piccole ed ora si ritrovava il corpo di Elena al suo lato stringendosi al suo.

Guardò il suo viso così sereno, così felice... stava sicuramente sognando lui.

Le accarezzò la fronte spostando una ciocca di capelli che le coprivano parte del viso, non voleva svegliarla... aveva un forte desiderio che tutto rimanesse in quel modo, in quel tempo, per sempre.

Gli occhi della ragazza si mossero, stava per svegliarsi... e quando si aprirono Jun era proprio ad un passo da lei e, con tanto amore, le diede un bacio sulla fronte.

< Ben svegliata, Ely >

< Buon giorno anche a te... Jae >

< Come? - disse corrugando la fronte e facendo un lieve sorriso - Hai intenzione di chiamarmi col mio vero nome? >
< Per ora si... >

< Che ha il nome Jun che non ti piace? >

< Non è che non mi piace...ma...come avevo detto prima di partite, voglio avvicinarmi ancora di più a te > lo disse mentre si strinse al suo petto

< Capisco... - le annusò i capelli - Allora troverò un nomignolo per te >.

< Non ti piace Ely? >

< No... >

< EEEH? - si sollevò per guardarlo - Come non ti piace?! >

< Ci sono troppe persone che ti chiamano così... >.

< E quindi? >

< Anch'io voglio trovare un nome che solo io potrò usare... così da essere più vicina a te >

Si avvicinò alle sue labbra iniziando a baciarla... prima lentamente per poi diventar più intenso, passionale.

Ormai i giorni dedicati alla mini vacanza erano terminati e quel giorno stesso, dopo essersi rilassati nella sala termale, ritornarono a Seoul.

Rientrarono nel tardo pomeriggio, ma non avevano idea di ciò che li attendeva.


 

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< COSA?! SEI TORNATO NEL TUO VECCHIO DORMITORIO?! > esclamò Elena.

< Si...è per il bene di Hannah e il suo gruppo > rispose Seob facendo un finto sorriso

< Han! - disse Elena - ... mi spieghi questa storia?! >
< Non c'è niente da spiegare - aveva lo sguardo un po’ triste - Dopo che ieri abbiamo parlato con il presidente abbiamo deciso che era meglio per entrambi che per ora ritornassimo nei corrispettivi alloggi... >
< Ma con la vostra casa? > domandò Elena

< Stiamo decidendo se tenerla o venderla > rispose Seob.

< Io non capisco... è stata una vostra scelta oppure... >.

< Una nostra scelta - rispose Seob senza far finire il discorso ad Elena - Ho riflettuto molto. Effettivamente noi sei abbiamo trascorso molto tempo insieme avendo avuto modo di conoscerci...mentre Hannah non ha passato tempo a sufficienza con il suo gruppo >
< Allora ci sono stati discorsi con le ragazze? > domandò perplessa Elena

< Certo che no! > rispose Han

< Non capisco allora il mo… >
< Elena, non c'è niente da capire - disse infine Seob quasi infastidito dalla sua insistenza - Solo che non era il momento di vivere insieme... Hannah prima doveva instaurare un rapporto con le sue compagne così come ho fatto io con loro...e poi...poi avremmo avuto la nostra possibilità >

Detto quelle parole, il ragazzo si allontanò dal resto del gruppo dirigendosi verso l'entrata della casa discografica.

< Non ho mai visto Seob reagire così > affermò Elena.

< Già... - intervenì Hyun - deve essergli successo qualcosa. >

< Infatti, non è da lui questo comportamento > notò Dong.

< Secondo voi è meglio indagare o... >

< No... - disse Han interrompendo la frase di Doo - ragazzi vi ringrazio per il vostro interessamento, ma è una cosa che riguarda noi due... e... vorrei... vorrei che nessun altro intervenisse per ora - inclinò la testa in avanti - Se non riuscissi a trovare una spiegazione a tutto ciò allora...solo allora...accetterò il vostro aiuto. Ma per ora - strinse le mani in pugni - lasciate far ciò che vuole >

< Ma Han! > disse Elena

< Vi prego > alzò la testa osservando i loro sguardi.

< E va bene - disse infine Doo - Faremo come hai detto, ma se le cose dovessero peggiorare noi interverremo >

< Vi ringrazio >


 

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I giorni che seguirono a quella decisione di Hannah, i due ragazzi riuscivano a male pena a star 5 minuti insieme e con l'imminente concerto che si sarebbe tenuto il 23, il tempo era diminuito.

Il 23 i B2ST, insieme ad altri gruppi tra cui Super Junior, le Wonder Girls, le T-ara, i CN BLUE, le SISTAR, le SECRET, G.NA, HyunA, le miss A, le f(x), gli INFINITE, i Boyfriend, le A Pink, i B1A4, The ALICES furono presenti al KBS Music Bank, dove DooJoon fece da MC insieme a Siwon dei Super Junior, a Yonghwa dei CN BLUE.

Il programma, anche se seguiva la sua programmazione consuetudinaria, era organizzato in particolar modo per l'evento natalizio realizzando un vero e proprio concerto natalizio con tutti i vari gruppi.

Anche Elena fu invitata a quella registrazione e, dopo aver completato tutto, insieme agli altri, avevano deciso di cenare fuori visto che il giorno seguente tutti avevano preso impegni differenti.

Mancavano pochi minuti prima di iniziare, tutti furono chiamati per sistemar il trucco o ripassare le scalette da programma; Elena girava dietro le quinte ammirando il duro lavoro di tutti gli impiegati pensando a quanto duro lavoro serviva per mettere in piedi un programma televisivo.

< Ti sei persa... stellina?! >

A quella domanda, le si gelò il sangue...non sentiva quella voce da circa due mesi, risentirla dopo tutto quello che era successo le rivoltava lo stomaco. Si voltò lentamente incrociando così il suo sguardo.

Indossava un completo bianco, era di scena... anche Doo ne avrebbe indossato uno simile; sul suo volto era inciso un lieve sorriso che le provocò vecchi ricordi.

< Siwon... >
< Ci si rivede...ero convinto che ormai fossi rientrata nella tua città >

< Non ancora... >

< Immagino che lui sarà felice di averti qui... ma... - chiuse gli occhi voltandosi verso l'entrata sul palco - mi chiedo quanto possa continuare questa falsa... >.
< NON E' UNA FALSA! > disse quasi urlando

Siwon non si voltò, continuò a camminare senza neppur ascoltarla.

" Non lo vedo da molto, ma riesce a rendermi di cattivo umore ogni volta che mi rivolge parola! " disse fra sé Elena.


 

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La registrazione proseguì tutto secondo il copione del registra, metà dei gruppi si esibirono mancavano ormai gli ultimi quando tutto si bloccò.

< Che succede? > domandò Han

< Non ho idea > rispose Ai

< Ma non toccava a noi? > chiese Yurim

< Secondo la scaletta prima di voi dovevano esibirsi le SISTAR > rispose Doo controllando alcuni fogli.

< Ma...ero convinta... > disse Yurim

< Prima... Dopo...che vi cambia - disse una voce femminile alle loro spalle che costrinsero tutti a voltarsi - Siete un gruppo di 3 ragazze insensate e di poco conto, non potete niente contro il nostro >

< Hyorin!!! > disse Han a denti stretti

< Ragazze non è il momento di litigare > cercò di allentare la tensione Seob.

< Cosa!!? LA DIFENDI ANCORA NONOSTANTE TUTTO?! > Han si mise quasi in punta di piedi di fronte il ragazzo che cercava in qualche modo di calmarla.

< TSK! Che credi... Soebi difende e sa riconoscere un talento vero...di certo un gruppetto come il vostro non può esser riconosciuto come tale... - li osservò con aria di superiorità - Dovete ringraziare chissà chi per apparire in un programma come questo in un evento così importante > disse andandosene lasciando tutti irrigiditi per quelle parole.

< Meglio che non date retta alle sue parole - disse Doo mentre si avvicinava alle ragazze - Sarà meglio se vado a controllare cosa succede di la >

< Dai Han, non fare così...lo sai benissimo che in uno show televisivo non posso iniziare a litigare con tutti. Sarà meglio per voi non farvi troppi nemici >.

< E che quella... >

< Lo so benissimo - le disse passandole una mano sul fianco - Anche a me ha dato fastidio quel suo atteggiamento, ma vedi - disse spostandosi leggermente da lei - qui ci sono giornalisti...non fare mosse azzardate. Comportati come se niente fosse successo. Non fare il suo gioco >

Detto questo, il ragazzo si allontanò insieme al resto del gruppo lasciandola li a pensare fra se.

< Ehi Hannah! - la chiamò Yurim riportandola dai suoi pensieri - Seob ha ragione... la vostra situazione è delicata, non farti nemica quella tizia >

< Siamo con te - le poggiò una mano Ai - Non piace a nessuno questa situazione e poi...come osa definirci di seconda classe se non addirittura inferiori. Diamole una dimostrazione di quello che valiamo! >

< Ragazze... Grazie mille per il vostro sostegno! >

Le ragazze si strinsero in un forte abbraccio per farsi sostegno l'una all'altra. Dopo un 10 minuti di pausa forzata, le riprese iniziarono e come da scaletta il gruppo di Han si esibì subito dopo quello delle SISTAR.

" Darò il meglio di me questa sera... e tutte le prossime volte! - si disse fra se Han mentre si posizionava nel suo posto assegnatogli durante le prove - Ho faticato per arrivare qui, qui dove sono adesso. Non voglio che persone come te, come Hyorin, mi buttino giù rovinando quello che io e le mie compagne stiamo creando. Farò vedere a tutti chi sono le THE ALICES... farò vedere cosa può ancor dare Hannah Veneri! - come da coreografia, quando le luci sul palco illuminarono i loro corpi, Han si voltò non appena sentì il suo pezzo iniziare - Questo è il mio momento...MIO E' DÌ NESSUNO! "


 

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Quando tutte le luci si spensero, quando anche l'ultimo gruppo finì la sua esibizione e tutti insieme cantarono la consueta canzone di Buon Natale, i B2ST insieme alle THE ALICES si recarono in un pub per festeggiare tutti insieme la vigilia di Natale... anticipata di un giorno...

< Come mai siamo qui?! > domandò Ai

< Per festeggiare > rispose Ki-Kwang

< Ma non abbiamo prenotato per domani sera?! >

< Ai... domani alcuni di noi non ci saranno > rispose Doo.

< AAAH... capito. >
< Beh... io ed Hannah ci uniremmo a voi, se è possibile >

< Cosa?! > esclamò Ki-Kwang

< Abbiamo deciso che è meglio passarlo con voi, così non destiamo sospetti >.

< MA...MA Seob! >

< Tranquillo Ki... E' una decisione che abbiamo preso in comune accordo > disse Han, ma tutti notarono che dai sui occhi si intravedeva un filo di tristezza.

< Dobbiamo far qualcosa > bisbigliò Hyun a Ki-Kwang.

< Si ma cosa? >

< Non sei te "l'esperto"?! >

< Si...ma qui la situazione è più complicata del previsto. >

< Sono sicuro che ti verrà in mente qualcosa. Allora contiamo su di te > disse Hyun facendogli un sorriso.


 

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La mattina seguente Ki-Kwang era molto agitato, dal nervoso camminava su e giù per la casa.

< Ma adesso che si fa! Perché proprio oggi >

< Vedrai che troveremo una soluzione > aveva detto Doo.

< Ma è la vigilia...dove vuoi trovare un posto adesso! > affermò Dong

< Che succede...che sono queste voci? > Seob, che era nella sua stanza a scegliere i vestiti per la sera, si recò nel salone, con lui anche Jun.

< Hanno chiamato dal pub - iniziò a spiegare Hyung - Per questa sera hanno avuto un’incomprensione con altri clienti... >.

< E quindi? > chiese perplesso Seob

< Siamo senza locale > finì il discorso Ki-Kwang sedendosi con aria seccata nel divano.

< Va beh... dove sta il problema? Troveremo un altro locale > disse Seob

< Oggi... a 18 ore dalla vigilia?? > affermò Dong

< Non esser pessimista... vedrai. Fammi far un giro di chiamate e troverò una soluzione >

Seob prese il cellulare dalla tasca pronto a selezionare la rubrica quando Doo lo fermò.

< Lascia stare >
< Perché? Non avete detto che volevate una soluzione? La troverò >

< Fa niente... vorrà dir che festeggeremo qui... in casa > disse Doo

< Non vi capisco... Vi lamentate tanto, vi posso trovare una soluzione...e poi mi dite che lo farete qui a casa?! Bah! >

Tutti i ragazzi, incluso Jun, si osservarono con aria compiaciuta e soddisfatta per aver messo in scena una tale falsa.

Adesso non bastava che passare alla fase due del piano...far rimanere Seob ed Han soli nella loro casa.

Ai decori avevano pensato tutto le ragazze che, all'oscuro di Hannah si erano allontanate per l'intera mattinata e preparato tutto. Ora dovevano solamente far spostare i due ed indirizzarli nel loro appartamento.

< Che scusa possiamo inventarci? > chiese Doo

< Questo è il punto - affermò Ki-Kwang - A questo non mi è venuto nulla in mente >.
< Ma come fai ad attuare un piano a metà! - lo riprese Dong - O sai tutto o non fai niente! Non puoi lasciare le cose a metà! >
< Dong in qualche modo improvviseremo >
< EEEH?! Improvvisare???! >

< Sh! Non farti sentire > lo riprese Hyung

< Mi è venuto qualcosa in mente - affermò Ki-Kwang - Sarà scontata ma è la sola cosa che ho pensato. Diremo che le ragazze hanno proposto di andare nell'appartamento di Seob ed Hannah e che hanno già tutto organizzato. >
< Che squallore... tutto qui quello che ti è passato in mente?! > sbuffò Dong

< Se non ti piace... prova a pensare a qualcosa di meglio! > affermò seccato Ki-Kwang

< Mmm... - rifletté per qualche secondo - Va bene... faremo come hai detto tu >.

Decisi sul da farsi, avvertirono le ragazze su cosa comunicare ai rispettivi ragazzi: ad Hannah dissero che Seob aveva deciso di festeggiare nel loro appartamento e che si sarebbero recati li per l'ora di cena...a Seob...l'opposto. Non restava che attendere il momento.

Per non far suscitare sospetti, Hyung e Dong uscirono prima degli altri, così fecero anche Yurim ed Ai lasciando Han a prepararsi per la serata.

< Seob sei pronto? > chiese Doo bussando alla sua porta.

< Si, 5 minuti ed arrivo >

< Allora ti aspettiamo già in macchina? >

< Devo solo mettermi le scarpe. >

Ma non ebbe risposta di conferma; finito di sistemarsi controllò la casa...era rimasto solo, Anche Jun era sceso per il suo programma che aveva organizzato con Elena. Messo le scarpe, scese giù ma quando arrivò non vide nessuno e proprio in quell'istante arrivò un messaggio: i ragazzi erano tutti già nell'appartamento mancava solo lui.

" Certo che potevano aspettare" si disse fra se mentre si recava nel suo vecchio appartamento.

Non era molto distante da dove stavano loro e preferì recarsi a piedi. Arrivato proprio sotto il suo ormai ex-appartamento, sentì il cellulare squillare.

< Pronto? >

< Seob dove sei? >

< Ehi Ki-Kwang. Sono proprio sotto... >
< Perfetto... aspetta qualche istante, sta per arrivare Hannah così salite insieme >

Dopo aver chiuso la telefonata, il ragazzo si sedette su una panchina li vicino in attesa che Han arrivasse; aveva solo un pensiero in testa...il timore che da li sarebbero passati dei giornalisti e li avrebbero fotografati insieme ed il discorso del Presidente si insinuò nuovamente nei suoi pensieri...


 

< Devi lasciare l'appartamento... Non accetto questa vostra decisione. Prima di decidere qualcosa dovete parlare con me... >.

< Ma...presidente.. >

< Yang! Non c'è niente su cui discutere. Vuoi rischiare tutta la tua carriera e il suo avvenire per una storiella nata da poco? >

< Non è una storiella! >

< Ah no?! Vuoi farmi credere che in così poco tempo voi vi siete innamorati? - ma il ragazzo era rimasto immobile a fissare il suo sguardo - Allora? Sto aspettando una tua risposta Yang! >

< Non...non è una storia di poco conto... >
< Ma non sai neanche convinto tu stesso dei vostri sentimenti....quindi perché rovinare il vostro futuro? Farai bene a seguire i miei ordini, uscite da quell'appartamento. >


 

Ricordare quei discorsi rendeva Seob sempre nervoso, avrebbe dovuto credere di più ai propri sentimenti, al loro amore, ma in qualche modo rinunciare a vivere insieme avrebbe aiutato Hannah a far crescere il suo gruppo, era solo questo che l'aiutava ad andare avanti ed accettare quell'assurdo compromesso.

< Ehi... Seob >

In quell'istante, Han era giunta alle sue spalle facendo prendere uno spavento. Vedere il suo volto sempre sorridente e felice quando stavano insieme alleviava il suo dolore.

< Sarà meglio se saliamo, non credi? > disse Hannah.

< Mh... sì... meglio salire >

Con complicità negli occhi, si avviarono verso l'entrata.

< Certo che fa uno strano effetto ritornare qui. > disse Han.

< Già... anche se non è passato molto tempo, però... ritornare qui è una strana sensazione >.
< Sembra come se fosse la prima volta. > disse un po’ imbarazzata.

< Vero... >

Seob osservò il suo volto, non era cambiata... il suo volto diventava sempre rosso quando si imbarazzava ed era questo che più amava in lei.

Attesero qualche istante che l’ascensore giungesse ed entrarono dentro pigiando il bottone che li avrebbe condotti nel piano del loro appartamento. Non dissero nessuna parola, erano molto tesi…ed era molto strano per loro due esserlo; da quando si erano visti per la prima volta, avevano iniziato a scambiarsi occhiate complici e Seob era stato così deciso e chiaro in ciò che voleva da non usare mezze misure fino ad ottenerlo.

In pochi secondi si ritrovarono davanti all’ingresso.

La porta era socchiusa e quando la spinsero per entrare, al suo interno, non trovarono nessuno; era completamente vuota ma ben decorata.

< Che significa questa storia? – si chiese Hannah cercando in ogni posto della casa – Qui non c’è nessuno e la cena è già nel tavolo in cucina >

< Ma la porta era aperta, saranno scesi per comprare alcune cose. Sbadati per quanto sono credo che Dong li abbia costretti ad andare a far compere. >

< E ci vanno tutti? >

< Vedrai che tra non molto saran… >

Seob si fermò attirato da un foglio lasciato sopra il tavolino nella sala d’ingresso. Lesse ciò che era scritto e si mise a ridere.

< Che hai da ridere in quel modo??! > chiese la ragazza avvicinandosi

< Leggi… > le passò il foglietto.


 

-- “ Han…Seob… MIAN HAEYO! Non era nostra intenzione di mentirvi ma se l’abbiamo fatto c’è un motivo.

Da quando, di punto in bianco, siete ritornati a vivere con noi abbiamo notato come il vostro comportamento è cambiato, vi vedevate poco, eravate sempre giù di morale e quando avete comunicato di passare oggi con noi ci siamo preoccupati di una vostra possibile rottura ed abbiamo pensato di farvi stare insieme…noi non vogliamo che la vostra storia finisca, perciò risolvete il vostro problema e passate una splendida vigilia di Natale. Baci ” --

 

< Hanno fatto tutto questo… per noi? > disse Han dopo aver letto il foglio.

< Dici che abbiamo sbagliato a non dir niente a loro? >

< Ma siamo stati chiari. Abbiamo detto loro che era una nostra decisione di dividerci per un po’ >
< Beh… non è proprio una nostra decisione >

< Seob, non possiamo tornare indietro… dobbiamo resistere, dopo il lancio del nostro prossimo album potremo dichiarare la nostra relazione e… >

< Han, vorrei tanto che fosse… > Seob si fermò e guardò il suo sguardo.

Avrebbe voluto continuare, dirle ciò che il presidente aveva deciso sulla loro storia, che non era sicuro che avrebbe approvato il diffondersi e rendere pubblico tutto… ma non aveva il coraggio, non poteva sopportare di vedere altro dolore in quello sguardo. In qualche modo avrebbe risolto con il presidente, doveva… o per loro sarebbe stata la fine.

< Vorresti cosa? >

< …Vorrei… - fece un sospiro e si sedette nel divano – vorrei che il tempo passasse in fretta. – la guardò – Mi sei mancata >

< Anche tu… Seob – la ragazza lo raggiunse e si strinse nel suo petto – Mi sei mancato >

Seob le accarezzò i capelli e le diede un piccolo bacio sulla fronte; quei momenti, quelle gesta, quelle sensazioni erano da molto che non le provava, le era mancata… gli mancavano tutti quei momenti di loro così, uniti senza problemi, senza preoccupazioni, senza nessuno…completamente soli.

< Oggi saremo soli – disse Seob – Che ne dici se dimentichiamo tutti i nostri pensieri, paure, il lavoro e ci rifacciamo del tempo perso? >

< Direi che dovremmo ringraziarli per averci regalato quest’opportunità >

< Allora… - disse sollevandole il viso – Vuoi iniziare dall’antipasto o passare direttamente al dolce? > le si avvicinò lentamente sulle labbra sfiorandole.

< Direi di scartare i regali. >

Han poggiò le labbra su quelle del ragazzo sistemandosi nel divano; aveva resistito a non scambiarsi sguardi, baci, carezze ed adesso le sembravano ancora più dolci, più morbide, si domandava come avesse fatto tutto quel tempo a non desiderarlo; si lasciarono completamente travolgere dalla passione dimenticandosi della cena che i ragazzi avevano preparato per loro… avevano molte cose da recuperare.


 

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< Chissà se Hannah e Seob hanno apprezzato il nostro gesto di lasciarli soli > domandò Ai mentre i ragazzi stavano scegliendo una lista di canzoni da cantare tutti insieme.

< Vedrai domani ci ringrazieranno > disse Hyun

< Sperando che fra nove mesi non abbiamo da preparare un regalo! > disse ironicamente Dong

< EHI! – lo riprese Doo – Spero per Seob che su quel punto abbia preso dei provvedimenti, altrimenti… >

< Seob ed Hannah non sono così stupidi da commettere “errori” – aggiunse Yurim – non si giocheranno la carriera per una notte di passione. Più che altro mi fa riflettere questo loro cambiamento di decisione… Tanta fretta nel voler vivere insieme e poi… >

< Già, anche a me fa molto riflettere questo > rispose Doo

< Ehi ragazzi, di che parlate? Cosa vi fa riflettere? >

In quel momento era entrata nella stanza G.Na, alla fine Ki-Kwang aveva chiesto alla ragazza se avesse degli impegni e se gli andava di uscir tutti insieme, non avendo nessuno con cui festeggiare la ragazza accettò il loro invito ma con lei si aggiunsero due suoi amici…

< Oh…il fatto di essere qui senza nessun ragazza speciale con cui festeggiare il natale > disse prontamente Doo

< Eh già…fortunati sul lavoro ma non in amore > continuò Ki-Kwang

< Ma non scoraggiatevi – li riprese G.Na – Questa sera siete circondati da belle ragazze come noi – si avvicinò ad Ai e Yurim – Perciò niente bronci, intesi?! Ed adesso…. VAI CON LA MUSICA >

G.Na prese il microfono, con il telecomando pigiò su START ed il primo brano partì, sullo schermo iniziarono a scorrere le parole…

< Ehy HyunSeung…farò io la parte di Hyuna, prendi quel microfono e vieni a cantare! >

< Eheheh…sembra tanto più una minaccia che una richiesta > disse Hyun prendendo il microfono sopra il tavolo

< E pensare che vedendola negli schermi sembra tanto dolce e carina… > disse Ai sussurrando a Dong

< Qui nessuno è come appare in tv, dovresti ormai saperlo. Anche tu verrai giudicata per come appari. Preparati psicologicamente >

< Ma io non voglio! Farò di tutto per far risaltare il mio vero carattere >

< Buona fortuna, allora >

< Vedrai, ci riuscirò! >

< Ehi voi due. Se non avete intenzione di cantare, fate un po’ di silenzio > li riprese G.Na


 

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La neve che cadeva da diverse ore, aveva coperto l’intera città, per le strade non si vedeva quasi più nessuno… tutti erano ormai a festeggiare chi in un pub, chi a casa con amici o nei locali che rimanevano aperti fino alle 2 di notte.

I vari ristoranti stavano cominciando a chiudere, era giunto il momento, anche per loro, di andare a festeggiare la vigilia.

Su, nella Torre di Namsan, Elena e Jun aveva appena terminato di cenare e si stavano dirigendo verso lo spiazzale dedicato all’osservazione.

< Scusa – disse Jun stringendo Elena a se – So che soffri di vertigini e star qui ti creerà qualche malore, ma voglio farti vedere una cosa >

Elena lo seguì incuriosita, non aveva mai visto il ragazzo così impaziente nel far una cosa.

< Ecco, è questo >

Davanti a loro, in uno spiazzale all’aperto imbiancato, su di una parete vi erano alcuni lucchetti con su inciso dei nomi e date.

< Che…che significa? > disse rivolgendosi verso Jun

< Mi sono informato. Qui vengono le coppie a “sigillare” il proprio amore… Mmm…In Italia avete una cosa del genere, un ponte, credo… >

< S-Si..ma ci servono dei lucchet… >

Dalla tasca dei pantaloni, Jun tirò fuori un lucchetto rosso e lo porse alla ragazza.

< Sono venuto qui con l’intento di farlo. Non...non è da me fare una cosa del genere, anzi…mi imbarazza molto, ma con te voglio farlo. Qui…in questo momento, ora, per sempre, qualsiasi ostacolo dovremmo affrontare in futuro, io non smetterò mai di amarti. >

Posizionò il lucchetto nel primo spazio libero che trovò; Elena era emozionata, gli occhi erano lucidi sia per il gesto del ragazzo sia per il vento freddo che si era alzato, si avvicinò per veder meglio cosa si intravedeva…Jun aveva scritto le loro iniziali e la data della vigilia.

< Perché hai messo la data di oggi? >

< Con oggi facciamo: 38 giorni che viviamo insieme, 80 giorni che stiamo insieme ma se contiamo i giorni da quando ci siamo chiariti e dati il primo bacio sono già trascorsi i 100 giorni. >

< Sono trascorsi tutti questi giorni? E tu li hai contati? >

< S-Si…strano vero? >

< Beh…si…cioè voglio dire, di solito è la ragazza che tiene il conto dei mesi, giorni, ore, minuti e secondi…ma io non sono così. Non vuol dire che non ci tengo e solo che per me conta lo star insieme. >

< Ma lo sono anch’io, per me conta di più il tempo che passiamo insieme non la quantità e solo… >

< Jun – si avvicinò al ragazzo – Mi sono forse espressa male. Ho apprezzato molto il tuo gesto, per me significa molto. Per metterti a contate tutti questi giorni, per portarmi qui ed incidere sul lucchetto i nostri 100 giorni insieme che sono caduti per la vigilia vuol dire che ci tieni davvero a me, al nostro rapporto ed, inoltre, è il regalo più dolce e più bello che potessi mai farmi. >

< Ma questo non è il solo regalo che ti ho fatto >

< No?! >

< Ho in servo per te un’altra sorpresa…guardati intorno… non noti niente di strano? >

Elena osservò l’ambiente circostante, effettivamente, anche se erano appena le 23:30 li, a parte loro due, non vi era nessuno..erano completamente soli.

< Siamo…soli >

< Esatto… siamo noi due soli. Ho chiesto di rimanere noi due. Non volevo che altri potessero disturbare questo momento. >

< Di-Disturbare?! >

Il ragazzo si spostò leggermente, dalla tasca del cappotto prese un cofanetto nero e, guardando l’espressione di gioia e stupore della ragazza, rise compiaciuto.

Aprì e al suo interno vi erano due anelli d’oro bianco legati fra loro da un piccolo filo rosso.

< Sai del perché di questo filo? >

< No-Non saprei… >

< C’è una leggenda giapponese, che ha origine in una credenza cinese, dove si dice che ogni persona, sin dalla nascita, ha un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega in modo indissolubile alla propria anima gemella. Il filo è invisibile, indistruttibile ma lunghissimo e proprio per questo può succedere che si ingarbugli e creare difficoltà ai due innamorati prima che possano ricongiungersi l’uno all’altra. Ma qualsiasi sia l’ostacolo le due persone destinate riusciranno ad incontrarsi e star insieme legati nel cuore e nell’anima, per sempre. – Elena era completamente incantata dalla storia che le veniva raccontata – Io non ho mai creduto in niente, soprattutto ad una leggenda come questa…e forse starò impazzendo o non so io…però adesso voglio crederci, Elena. Voglio credere che la persona che è nel mio destino ora e per sempre sia tu. Tu che sei venuta dall’altra parte del pianeta hai saputo catturar sin da subito la mia attenzione, abbiamo aspettato tanto per star insieme ma alla fine ci siamo riusciti…perché siamo destinati. – Prese la sua mano sinistra e nell’anulare, lentamente, infilò l’anello – Elena tu sei il mio destino. – la ragazza si osservava la mano incredula – Questo è solo l’inizio, per ora sono dei semplici anelli che simboleggiano il nostro amore, ma un giorno vorrei che fossero ben altro…e spero che quel giorno arrivi presto. >

Con una mano dietro la sua schiena e l’altra appoggiata sulla sua guancia, l’avvicinò a se baciandola.

La mente di Elena era vuota, nessuno pensiero, nessuna parola, era stordita, colta di sorpresa, non era pronta per quel regalo così inaspettato. Ci volle un paio di minuti per mettere in ordine ciò che le stava succedendo: erano andati a cena fuori sul ristorante della torre, Jun l’aveva portata fuori nella terrazza ed li ha messo un lucchetto con inciso i loro nomi e dato un anello…

Ma nonostante formulasse in testa quella frase, le ultime parole non riusciva a renderle reali…non poteva credere davvero a quello che aveva appena visto, non era da Jun quel gesto…lui che fin dall’inizio credeva fosse così freddo, distaccato, insensibile, si era dimostrato il contrario.


 

< Piaciuto il regalo? > disse Jun stringendo da dietro la ragazza che era intenta ad osservare l’anello

< Piaciuto? Sto tremando dalla gioia…ma è vero, no? Non sto sognando?! >

< Se è un sogno – la baciò – dopo questo dovresti svegliarti… >

< …allora…è tutto…vero. – pensò fra se a quanta gioia provava, poi però – Ma! Adesso come faccio >

< A fare cosa? >

< Il tuo regalo…io…non ho avuto modo di fartelo >

< Ma non serve >

< Si invece! Pensando al lavoro e poi ad Hannah, da quando siamo tornati dal viaggio non ho avuto modo di comprarti un regalo. >

< A me basta solo averti accanto. >

< Jea! – disse osservandolo dritto negli occhi – Non essere così sdolcinato…non mi sembri neanche tu. Prometto che entro il 31 avrai il tuo regalo, anche se sarà difficile per me farti qualcosa che raggiunga il tuo >

< Qui non si tratta di far regali dello stesso valore, conta solo… >

< AH-AH! Shh! So quello che stai per dire. > mise un dito sulle labra

< Quindi?! >

< …Ri-Ridammi il mio Jun >

< EEEH?! Che vuoi dire? >

< Non è da te tutta questa smanceria. >

< Mi è forse proibito dirle? >

< Si…cioè no, oooh insomma. Tu sei stato quello che a Dubai mi hai invitato a bere qualcosa nella tua stanza per sapere dove fosse mia cugina… >

< Elena, ancora questa storia > disse sbuffando

< Quello che mi malediceva per averti fatto credere di star con Kiki, per aver creato scompigli con Siwon…per un bacio senza significato…per averti fatto preoccupare ogni volta… Jun.. > il ragazzo la guardava seccato per ciò che aveva detto

< Quindi io per te sarei solo questo? Non posso avere momenti in cui voglio esprimere il mio amore per te in questo modo? >

< ..p-puoi… >

< Allora tutti questi discorsi non hanno sen.. >

< Jun….io non ti conosco >

Elena rimase ferma davanti a lui. Per la prima volta, ciò che lei pensava solo fra se, l’aveva pronunciato liberamente.

< Che vuoi dire che non mi conosci. Elena, stiamo insieme, viviamo nello stesso appartamento. Come fai a dire di non conoscermi. >

< Ma è vero. Io conosco solo una parte di te…quella che vedo ogni giorno, ma… quella che facevi prima di conoscermi? Quella..voglio conoscere quella. Voglio sapere quella parte di vita che nessuno conosce: dove sei nato, chi erano i tuoi amici, se hai mai saltato le lezioni, se studiavi o se capitava di prendere voti bassi…tutto questo. >

< Perché adesso tiri fuori questo? Perché vuoi sapere queste cose? > chiese perplesso.

< Perchè per te, io sono come un libro aperto. In poco tempo sei riuscito a capire tutto. Io, invece, non ti ho compreso a pieno. >

< E vorresti scoprirlo conoscendo il mio passato? >

< S-Si… >

< ….- fece un lungo respiro – Non ho mai sentito una sciocchezza come questa fino ad ora. – rimase ad osservarla per qualche secondo – Ma se proprio ti interessa, un giorno ti racconterò quello che vuoi sapere. >

< Davvero?! > chiese stupita

< Si..tanto, prima o poi, le verrai a sapere… > fece l’occhiolino

< Perché? >

< Come perché? – la strinse nuovamente a se – Sei la donna che il destino volesse per me – indicò l’anello – e un giorno – disse infine bisbigliando nell’orecchio – sarai mia moglie >.







.... Vi prego. Non odiatemi ç^ç
So che è tanto che non pubblico e me ne prendo tutte le colpe! Mia cugina non c'entra niente, sono stata proprio io a non avere tempo di pubblicare Scusatemi. Spero che il capitolo valga il tempo che avete aspettato!
Vi ricordiamo il link della nostra pagina Facebook e ci sentiamo al prossimo capitolo :3 E recensite!


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