All I need is on the other side of the door.

di __Sabotage
(/viewuser.php?uid=113738)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1: what's your number? ***
Capitolo 2: *** Day 2: that's the way i love you. ***
Capitolo 3: *** Day 3: Roomies. ***
Capitolo 4: *** Day 4: Remember love, remember you and me. ***



Capitolo 1
*** Day 1: what's your number? ***


Day 1: Movie/TV AU.
«Voglio fare solo una piccola, piccolissima tappa, poi andiamo a casa, giuro!» Implorare il mio migliore amico, ultimamente era quello che facevo più spesso, ma con Finn era facile, si lasciava presto convincere dai miei occhi da cucciolo.
«Giura che non sfoglierai tutte le riviste dell'edicola ma ne sceglierai subito una e la leggerai poi a casa!» Facevo sempre così, lo ammetto perchè se fosse stato per me mi sarei comprata tutta l'edicola.
«Te lo prometto, guarda siamo arrivati!» Mi fermai di fronte al piccolo chioschetto, con i miei immancabili dolci.
«E va bene.. – Finn cedette, finalmente – Ma guarda che ti cronometro!» Io ormai avevo già un sorriso a 32 denti e mi ero tuffata nella dozzina di riviste che l'edicola proponeva. Dopo una buona decina di minuti, tornai con la mia rivista da lui, che mi stava guardando più che male.
«Avevi giurato di dare solo un'occhiata!» esclamammo contemporaneamente, solo che io in più gli stavo facendo il verso.
«Invece di fare la bisbetica, guarda cosa ti ho preso, Hudson!» Gli porsi il giornalino di fumetti che avevo appositamente nascosto sotto la mia rivista.
«Ti sei sentita in colpa, vero? Ho forse risvegliato la tua coscienza?» mi chiese ridendo, per poi ringraziarmi per i fumetti.
«Un pochino, dai!» ammisi ridendo anche io, mentre ci incamminavamo per tornare a casa.
Io e Finn eravamo amici praticamente da sempre, perchè oltre ad essere compagni di scuola eravamo anche vicini di casa e quindi eravamo cresciuti assieme.
Ci salutammo sulla porta di casa ed io salii in camera per potermi finalmente leggere la rivista che era costata dieci minuti d'attesa al mio migliore amico.
Non mi mettevo mai a leggere gli articoli, sfogliavo distrattamente le pagine ma un titolo mi colpì in particolare: QUAL E' IL TUO NUMERO?
E non parlava di cellulari o scarpe, ma delle persone con cui si era andati a letto.
L'articolo diceva che una persona nella media ha avuto dieci relazioni e che probabilmente la persona giusta si nascondeva tra quella decina.
«E' impossibile!» Esclamai rompendo il silenzio ed attirando l'attenzione di mia madre che liquidai con una scusa.
Io avevo avuto molte più di dieci relazioni, quell'articolo era una bufala.
Era anche vero che mi aveva incuriosito il fatto che la persona giusta si trovasse tra i miei ex, solo che il mio numero superava leggermente la media. E avrei dovuto ricontattarli tutti.
Finn poteva aiutarmi a rintracciarli, gli avevo sempre raccontato ogni cosa e in più aveva una grande memoria. Tanto oggi era giornata di suppliche.
«Hudson, ho trovato un articolo che..» Composi in fretta il numero e il mio migliore amico mi rispose dopo due squilli.
«Lopez, se parla delle ultime mode uscite, sai che non me ne intendo!» Mi interruppe, pensando volessi parlargli di un articolo di moda, è vero lo facevo spesso.
«Lasciami finire, diceva che una persona nella media ha avuto dieci relazioni..»
«Tu ne hai avute almeno venti!» Mi aveva interrotto di nuovo, lo odiavo quando lo faceva però aveva ragione.
«Lo so! E diceva che la persona giusta spesso si trova tra gli ex, devi aiutarmi a rintracciare tutti i fidanzati che ho avuto, magari ho fortuna ed io ti aiuterò con le tue, sarà divertente..»
«Avanti, San..» «Smettila di interrompermi, Finn!»
«Questa volta mi hai interrotto tu.» puntualizzò con una risatina.
«Per dirti di non interrompermi!» Ok, stavano leggermente divagando ma era sempre così tra di noi.
«Non ci credo che stai seguendo i consigli sull'amore da una rivista..dai, hai sempre dettato tu le regole, perchè ora segui quello che ti dice uno stupido articolo?» Riuscivo ad immaginarmi la sua faccia contrariata, presi un lungo respiro e confessai la verità.
«Perchè mi sono rotta, Finn. Non è vero niente di quello che ho sempre detto, anche io voglio tenere per mano il mio ragazzo e sentirmi amata, voglio i fiori e i cioccolatini e tutte quelle cose sdolcinate che si vedono nei film più smielati. E se uno dei miei ex può darmi queste cose, perchè non provarci?» Mi era difficile ammettere che io, Santana Lopez, avessi bisogno dell'amore, ma Finn era il mio migliore amico e comunque prima o poi l'avrebbe capito.
«L'ho sempre saputo che la mia migliore amica ha un cuore, ti aiuterò, promesso.»
«Grazie. ­– Sorrisi, piena di gratitudine – Ma se lo dici a qualcuno ti spezzo.» Tornai seria, anche se in realtà stavo solo scherzando.
«Ok, ok! – Rise, sapendo che non gli avrei mai fatto nulla – Da domani inizia il piano "Santana in realtà è una super romanticona.."»
«Smettila Hudson, giuro che ti uccido!» Lo interruppi alzando il tono di voce. Sentii la sua risata divertita.
«La smetto, ok! ­– Disse ridendo – Per le tre sono da te, va bene?»
«Sì, mi raccomando non perderti durante il tragitto!»
«Ah ah, simpatica. – Fece ironicamente – A domani Lopez.»
«A domani Hudson.» Agganciai sorridendo, era davvero l'amico migliore del mondo.

***


Era andato tutto per il verso sbagliato, i miei ex si erano rivelati delle delusioni e mi avevano ricordato il motivo per cui avevo rotto con loro.
Noah Puckerman, con il quale avevo condiviso una storia poco seria, era innamoratissimo di Quinn Fabray e credeva che io avessi una cotta per il mio migliore amico. Patetico, davvero.
Ma il peggio era arrivato quando era uscita con Sam Evans, mi aveva portata ad una convention di Avatar, dove c'erano dappertutto tipi travestiti e pitturati di blu, che parlavano uno strano linguaggio.
L'unico lato positivo era che avendo delle labbra enormi, era un grande baciatore.
Per concludere in bellezza, avevo chiamato Sebastian Smythe. Al telefono mi aveva detto che aveva da fare con Blaine e mi ringraziava per avergli fatto capire di essere gay. Avevo toccato il fondo, proprio.
Avevo anche litigato con Finn, per colpa di una canzone cantata al Glee Club. Il tema di quella settimana era cantare una canzone che rappresentasse il nostro stato d'animo e dopo la mia confessione di voler accanto un ragazzo dolce e sensibile, il mio migliore amico si aspettava che cantassi qualcosa che parlasse di quello.
Ma io non me la sentivo, non volevo che tutti mi vedessero come una persona debole e così avevo cantato U&Ur Hand di Pink, che parlava dell'esatto opposto. Finn si era arrabbiato con me, io mi ero arrabbiata con lui e così erano trascorsi due giorni senza parlarci.
Non ce la potevo fare, avevo deciso che era meglio mettere da parte l'orgoglio e così avevo chiesto al professor Shuester se potessi cantare una canzone, che faceva più o meno così.

I said, "Leave," but all I really want is you
To stand outside my window, throwing pebbles, screaming, "I'm in love with you."
Wait there in the pourin' rain,
Come back for more.
And don't you leave,
'cause I know all I need
is on the other side of the door.
Me and my stupid pride
I'm sittin' here, alone.
I'm going through the photographs,
Staring at the phone.
I keep going back over
Things we both said
And I remember the slammin' door,
And all the things that I misread.
So babe if you know everything
Tell me why you couldn't see
That when I left I wanted you to
Chase after me?


Tornai a casa, distrutta. Mi aveva involontariamente convinta a mettermi allo scoperto, stupido, stupidissimo Finn Hudson. Che a me mancava da morire.
Mi buttai sul letto, quando sentii dei colpi al vetro. Chi osava disturbarmi proprio ora? Lo avrei riempito di insulti.
«You said leave, but all you really want is me. To stand outside your window, throwing pebbles, screaming "I'm in love with you" – Canticchiò Finn, guardandomi sorridente – Tutto quello che voglio sei tu. Ed eccomi, a tirare sassolini alla tua finestra e ad urlarti ti amo. Ti amo davvero San, non solo come amici. Amo il modo in cui aggrotti le sopracciglia, la tua faccia da cucciolo quando vuoi convincermi ad aspettarti, il modo in cui canti e sorridi e mi confessi i tuoi segreti e le tue paure. Ma soprattutto amo il fatto che sei stata la migliore amica che abbia mai avuto e lo rimarresti comunque, anche se non mi amassi nel modo in cui ti amo io.» Concluse guardandomi dal basso.
Scesi in fretta le scale e mi precipitai a raggiungerlo, perchè sì lo amavo. Non perchè aveva detto tutte quelle belle cose, ma perchè gli avevo dedicato una canzone d'amore senza saperlo e me ne ero accorta solo ora.
Non dissi niente, ci baciammo.
«Finn Hudson, non sarà facile. – Dissi, infine mettendogli a posto i capelli – Ma non ce la farei senza le tue fossette, la tua parlantina e lo spazio tra i tuoi dentini.» Sorrisi prendendo le sue guanciotte tra le mani.
«Non ho mai detto che sarà facile, solo ne varrà la pena.» E mi baciò di nuovo, appassionatamente.

_______________________

Angolo autrice (che sono io, che emozione :D) : SSSalve a tutti! Ringrazio in anticipo chi leggerà, recensirà, odierà (?) questa storia! Sono un tantino in ritardo, ma volevo comunque seguire la Finntana Week su Tumblr perchè adoro questa coppia e sì, sono la dolcezza *-*
L'ispirazione è giunta da un post straordinario di Tumblr, luogo di perdizione peggio della selva di Dante xD
Sappiate che i personaggi sono OOC ed essendo una swiftie sfegatata, ho fatto cantare a Santana una bellissima canzone chiamata 'The Other Side Of The Door'
Infine, ringrazio Marti, cioè damnhudson per la pazienza con la quale segue e supporta me e le mie storie, ora devi sentirti onorata u.u
Direi di concludere con un grazie a tutti e alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Day 2: that's the way i love you. ***


Day 2: Kids
La piccola Santana Lopez fece i salti di gioia quando udì la notizia che sarebbe andata in vacanza al mare con la sua famiglia. Non vedeva l'ora di utilizzare i suoi nuovi giocattoli e i suoi nuovi costumini, ma soprattutto di fare tanti bagni nel mare, fino a che la mamma l'avrebbe sgridata.
Salutò con un bacio sulla guancia la nonna, prima di salire con un salto sulla macchina, insieme ai suoi due peluche preferiti che non lasciava per nessun motivo al mondo.
Infatti, si mise a giocare con loro durante il viaggio, per poi torturare i suoi genitori perchè 'si stava annoiando e voleva vedere il mare'.
Infatti, appena arrivarono sulla spiaggia la bambina si tolse le scarpette e iniziò a correre coi piedi nudi sulla sabbia, mentre i genitori la guardavano sorridendo, raggiungendola poco dopo.
«Mi dai la paletta e il secchiello, mamma?» chiese la piccola latina, correndo dalla mamma.
«Aspetta che ti metto la crema abbronzante prima!» rispose la donna, spalmando la crema sul viso, le braccia e le gambe della sua figlioletta.
«Ma mamma, me l'hai messa anche in bocca!» disgustata, sputacchiò cercando di togliersi lo sgradevole sapore della crema.
«Scusa tesoro, ecco a te.» disse pazientemente passando alla figlia i suoi amati giocattoli.
«Grazie mami!» Santana diede un bacino sulla guancia alla madre e corse verso la riva per iniziare a giocare.

«Andiamo in vacanza?» chiese Finn Hudson incredulo, non ci andavano quasi mai perchè le spese erano troppe, ma i nonni Hudson avevamo messo qualcosa da parte e regalato qualche giorno al mare al piccolo e alla madre.
Carole annuì sorridendo, ritirando la borsa in macchina «Sì, salta in macchina che si parte!» Finn, senza protestare si posizionò nel suo sedile posteriore e se ne stette buono buono per tutta la durata del viaggio.
Una volta arrivati, Finn trotterellò dietro la madre andandosi a sedere sulla sabbia e iniziando a giocare.
«Che fai, amore?» chiese Carole Hudson, sorridendo al figlio.
«Un grandissimo castello di sabbia!» Il piccolo enfatizzò la parola grandissimo agitando le mani come per indicarne la grandezza, in realtà non avendo nè la paletta nè il secchiello, la sua costruzione era più simile ad una montagnola e neanche tanto alta.
«E' davvero bellissimo! Perchè non vai a giocare con quella bambina? – La donna indicò Santana che era tutta indaffarata a riempire il suo secchiello – Mi sembra che abbia bisogno di una mano!» In realtà la signora Hudson voleva che anche il suo unico figlio avesse i giocattoli che ogni bambino desiderava, ma crescere un figlio da sola non era facile.
Il piccolo Hudson osservò nella direzione indicata dalla mamma e rimase colpito da quella bambina.
Era moto graziosa, aveva i lunghissimi capelli corvini raccolti in un grande nastro, il costume era di un blu molto vivace, il blu che piaceva a Finn, così le si avvicinò un pò titubante.
«Ciao, mi chiamo Finn. Ti va di fare un castello di sabbia insieme?» chiese grattandosi la testa, tipico di quando era nervoso.
«Ciao, io sono Santana. Va bene, però vai tu a prendere l'acqua.» Finn obbedì, zampettando fino alla riva per riempire il secchiello d'acqua e ritornare dalla piccola latina.
«Grazie, sei davvero forte!» commentò la bambina.
«Gioco a football con i miei amici!» si gongolò il piccolo, sfoderando un grande sorriso.
«Io faccio danza.» gli spiegò.
«Bleah, è da femminucce. – Constatò Finn con una smorfia, ricevendo una spinta dalla sua nuova amica – Wow, anche tu sei forte! E assomigli a Minnie» Disse paragonandola ad uno dei suoi personaggi dei fumetti preferiti.
«Lo so e non sono una femminuccia. Tu mi ricordi Pippo.» rispose la piccola sorridendo.
Gli occhi di Finn si illuminarono, era il suo personaggio preferito in assoluto. «Woo! D'ora in poi sarai la mia migliore amica.»
Santana fece un grande sorriso e diede un bacino sulla guancia a Finn, che subito si pulì con la manina, facendo una smorfia. «Però non baciarmi mai più.» Guardò serio la sua piccola amica.


Era il loro primo vero anniversario e Finn aveva preparato qualcosa di speciale. Il liceo era finito ed era passato un anno da quando Finn e Santana avevano scoperto di non essere fatti per essere amici, ma per stare insieme.
«Ti ricorda qualcosa?» Chiese Finn togliendo la benda alla sua ragazza, l'aveva praticamente rapita e bendata, per far sì che fosse una sorpresa, e portata sulla spiaggia dove si erano conosciuti.
«Ma questa...è la nostra spiaggia!» esclamò la latina guardando estasiata il quaterback.
Finn rise e la condusse al tavolo, addobbato per l'occasione, per poter cenare, infine fecero un tuffo in acqua e si misero a guardare le stelle, sdraiati sulla riva.
«Davvero ti avevo chiesto di non baciarmi mai più? Dovevo essere pazzo, completamente fuori di testa!» esclamò il ragazzo sorridendo, stringendo tra le braccia la fidanzata.
Santana rise. «Spero tu abbia cambiato idea, ora.» fece alzando un sopracciglio.
«Oh, assolutamente. Hey, ti va di fare un castello di sabbia insieme?» Il ragazzo ricordò le sue parole.
«Assolutamente. Ma vai tu a prendere l'acqua.»

Angolo autrice:  SSSalve! Sono giusto poco in ritardo, ma tra scuola, ispirazione (maledetta!) e stanchezza non riesco a stare dietro a tutto, come vorrei.
Comunque vi presento la mia versione del Day 2, cioè i Finntana da piccini! Non sono adorabili?! *-* Sì lo sono. O forse sono io che vedo dolcezza ovunque, LOOOL.
Spero che vi piaccia e spero di aggiornare il più presto possibile!
Ah, ringrazio le tre meraviglie che hanno recensito il Day 1, cioè damnhudson (onnipresente u.u), santana_kiss e lovecalledbrittana, vi adoro ufficialmente! <3
Direi che ora posso anche andarnene, a presto! :D

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Day 3: Roomies. ***


Day 3: Personality swap (Finn as badass & Santana as nerd)
Santana Lopez non poteva più stare in quell'appartamento. Odiava la sua coinquilina, era antipatica, lasciava sempre tutto in giro e ogni sera si portava a casa un ragazzo nuovo, così era costretta ogni volta ad assistere alle sue performance sessuali.
Era ora di trovarsi un altro posto dove stare, ma ovviamente non poteva sostenere le spese dell'affitto da sola, così lesse un annuncio che faceva al caso suo.
Telefonò al numero indicato sul volantino e fissò un appuntamento per vedere l'appartamento in questione.
Era un classico buco da studenti, niente di sorprendente. La vera sorpresa fu scoprire chi era l'artefice dell'annuncio.
«Finn Hudson?» chiese l'ispanica accigliata. Aveva perso i contatti con lui dal liceo e non aveva riconosciuto la sua voce al telefono.
«Lopez? Sei tu la ragazza dell'appartamento?» L'ex quarterback era altrettanto sorpreso e un pò demoralizzato dal fatto che avrebbe dovuto dividere il suo spazio con una sfigata come lei.
«Tu sei il ragazzo dell'annuncio? Non ti avevo riconosciuto al telefono..»
Santana e Finn erano esattamente due opposti, lui al liceo era il quarterback figo e popolare, lei era la nerd impacciata ma con una voce portentosa. Non sarebbe resistiti due personaggi sotto lo stesso tetto.
«Ebbene sì e no, nemmeno io.» disse secco, non voleva avere niente a che fare con Santana Lopez, gli avrebbe trasmetto la sfigataggine.
«Beh, posso entrare?» chiese incerta, guardando il ragazzo.
«Senti Santana.. Noi apparteniamo a due mondi differenti,  non possiamo condividere un appartamento, sarebbe come se una tigre e un gattino condividessero la stessa cuccia, semplicemente non si può..» cercò di spiegare il ragazzo, agitando le mani per dare enfasi alle sue parole.
«Il liceo è finito da un pezzo, Finn.» constatò la mora aggrottando le sopracciglia.
«Ma noi non siamo cambiati.. Mi dispiace, dovrai cercare qualcos'altro..» fece per chiudere la porta, ma Santana la bloccò con un piede, non si sarebbe arresa facilmente e non poteva tornare dalla sua vecchia coinquilina.
«Da quanto è che cerchi un coinquilino, eh? – Notando la sua espressione, la ragazza capì che la sua intuizione era giusta, era abbastanza disperato, quindi proseguì nel suo discorso –  Il mese sta per finire e i soldi per l'affitto non li hai, o sbaglio? – Sfoderò un sorriso eloquente –  Possiamo fare un accordo.. Sarò la tua coinquilina fino a che non avrai trovato qualcun'altro di meglio.»
In effetti le affermazioni di Santana erano vere, quindi il ragazzo fece per pensarci su e poi accettò «Va bene Lopez, però appena qualcun'altro risponde all'annuncio, giuro che ti butto fuori.» sospirò seccato, mentre la ragazza fece il suo ingresso trionfante.

***
«Esci subito da quel bagno! E' da un'ora che ci sei dentro!» urlò il ragazzo picchiando contro la porta.
«Tre secondi e ci sonooo.» urlò di rimando la mora, finendo di piastrarsi i capelli.
«Ok, uno due tre. – disse apparentemente calmo, contando fino a tre con le dita – Ora entro, non mi importa se sei nuda.» Finn aprì la porta furiosa, trovandosi davanti la sua coinquilina che si guardava allo specchio.
«Ti piacerebbe! E comunque sono pronta!» La ragazza prese la lima e iniziò a sistemarsi le unghie.
«Fuori dal mio bagno!» esclamò esasperato, cacciandola.
«Hey hey, è anche il mio bagno ora.» sottolineò la mora sorridendo, lasciando campo libero.

***

«Finn, Finn..» Santana bisbigliò, scuotendo il ragazzo che stava dormendo. Hudson mugugnò, voltandosi dall'altra parte. «Lasciami in pace Lopez, sto cercando di dormire.» disse con la voce impastata dal sonno.
«Ho avuto un incubo.» spiegò la latina, noncurante del disinteresse dell'ex quarterback.
«Tu sei il mio incubo, Lopez.» si sfregò gli occhi assonnoliti.
«Posso dormire qua stanotte?»
«Non se ne parla! – sbottò il ragazzo – Vai a prepararti una camomilla e poi torna a letto, vedrai che sognerai tante belle cose.» cercò di convincerla, tra uno sbadiglio e l'altro.
«Non mi piace la camomilla, sa di piedi.» commentò l'ispanica.
A Finn scappò involontariamente un sorriso, poi propose «Ok, se mi racconti il tuo incubo, poi mi lascerai dormire?»
Santana annuì e si sedette sul bordo del letto «Ho sognato questa torta gigante che mi inseguiva e voleva mangiarmi..»
Finn la interruppe «Ma le torte sono buonissime, non possono essere cattive.»
«Lo so, infatti volevo mangiarla! Però lei era più grande di me e meno male che mi sono svegliata o sarei finita dritta nel suo stomaco da torta.» sentenziò la latina.
«Questo è l'incubo più stupido che abbia mai sentito!» esclamò Finn mettendosi a ridere.
«Allora, posso stare qui per stanotte? Prometto che mi faccio piccola e me ne sto buona dalla mia parte..» chiese con due occhi da cucciolo.
Il ragazzo infine acconsentì e la latina si sdraiò accanto a lui. «Posso avere un abbraccio?» gli domandò.
«Neanche per sogno!» esclamò il ragazzo, risistemandosi per dormire.
«Ok, notte.» Santana chiuse gli occhi, per poter prendere sonno. Poco dopo si sentì circondata con un braccio, alla fine Finn aveva ceduto, di nuovo. «Mi stai abbracciando?» chiese, come per esserne sicura.
«Sì. Così nessuna torta cattiva cercherà di mangiarti.» Santana cercò di nascondere il sorriso nel cuscino, anche se tanto lui non l'avrebbe visto.

***
«Hey, Lopez. Ho bisogno della casa libera stasera, esco con una ragazza e sai com'è, verremo qui quindi..»
«Oh, anche tu..» sospirò delusa, possibile che tutti i suoi coinquilini dovessero essere maniaci?
«E' sabato sera, uscirai anche tu no?» chiese, come se avesse fatto una domanda ovvia.
«Sì certo! Ho un sacco di cose da fare, gente con cui uscire..» si affrettò a dire Santana, anche se in realtà aveva in programma di starsene spaparanzata sul divano a guardarsi un film.
«Bene, allora buon divertimento!» esclamò il ragazzo sorridendo, dirigendosi in bagno per prepararsi.
Sarebbe stato un altro schifo di sabato, in compagnia di una schifo di ochetta urlante e il suo coinquilino, divertente.
Santana ci aveva provato, a cavarsi da quella situazione. Aveva fatto un giro di telefonate, ma era troppo tardi, tutti avevano già degli impegni, così aveva optato per la sua serata film, tanto Finn e la sua "amichetta" sarebbe arrivati sul tardi.
Quando sentì il rumore della chiave che girava nella toppa della porta, subito spense la televisione e corse in corridoio per non farsi vedere, visto che il suo coinquilino pensava fosse fuori a divertirsi.
Prima di andare a nascondersi in camera, sbirciò il salotto per vedere che genere di ochetta si era portato a casa, ma non c'era nessuno insieme a lui.
Le scappò un'esclamazione di sorpresa. «Finn..»
«Lopez! – Si voltò di scatto – Che ci fai qui? Non avevi un sacco di cose da fare, gente con cui uscire..?» ironizzò riprendendo le sue parole.
«E tu non avevi una bambolina da portare a casa?» ribattè la latina.
«Non sono affari tuoi.» rispose brusco.
«Vuoi raccontarmi com'è andata?» chiese dolcemente la ragazza, avvicinandosi e accomodandosi sul divano.
«Non è andata.. non era interessata.»
«Non sa cosa si perde..» Santana provò a consolarlo.
«Smettila di provarci con me
«Non ci sto provando con te, stupido egocentrico!» esclamò la ragazza scioccata.
«Oh oh, questo insulto fa davvero male!» Finn rise, figendo di aver ricevuto una pugnalata al cuore.
«Visto che non c'è nessuna ragazza in giro, posso continuare a vedere il mio programma di moda!» esclamò la latina, accendendo il telecomando.
«Non ho intenzione di vedere questa roba, ci sarà il football da qualche parte!» esclamò l'ex quarterback, rubando lestamente il telecomando alla coinquilina.
«Stavo guardando, gira subito!» si oppose subito alla decisione del coinquilino.
«Neanche per sogno, anzi ora metto il telecomando in un posto sicuro.» ribattè, sedendocisi sopra, mentre l'ispanica cercava di riprenderlo, con scarso successo.
«Smettila di palparmi, Lopez!» disse ridendo.
«Allora, cambia canale!»
«No e taci che non sento niente!»
Allora Santana si ingegnò e iniziò a fare il solletico al ragazzo, che iniziò a dimenarsi lasciando il telecomando incustodito.
«Tadaan!» fece la ragazza con il telecomando in mano alzandosi in piedi sul divano, Finn scoppiò a ridere.
«Ok, Lopez possiamo fare un accordo. Guarderemo qualcosa che va bene ad entrambi.» propose Hudson.
«Però faccio io zapping.» Santana dettò le condizioni e iniziò a scorrere i canali, alla fine decisero di guardare un film.
O meglio, Finn lo guardò perchè dopo un pò l'ispanica si addormentò, proprio sulla spalla del ragazzo.
Aveva un viso così angelico quando dormiva che il ragazzo canadese non potè fare a meno di sorridere, aveva paura di svegliarla alzandosi, così la prese in braccio e la adagiò sul suo letto, andando anche lui, a sua volta, a dormire.

***

Santana sentì Finn parlare al telefono di metri quatri, bagni e camere da letto e quindi si rese conto che stava parlando di un appartamento, il suo probabilmente. Purtroppo era arrivata la sua ora, qualcuno aveva risposto all'annuncio e se ne sarebbe dovuta andare. Era un peccato perchè stava quasi per affezionarsi a quel ragazzo che al liceo detestava. Quando il ragazzo riaggiancò, gli domandò «Era per l'appartamento, vero? – Il ragazzo annuì – Hai trovato un coinquilino?­» abbassò lo sguardo.
Il ragazzo fece cenno di sì col capo. «Vado a preparare le valige allora..» Sconsolata, fece per dirigersi in camera, ma Finn la fermò.
«Sì, prepara le valige e porta tutta la tua roba perchè ho trovato una nuova coinquilina.» Santana fece un'espressione corrucciata, non capiva.
«Ho detto di no al ragazzo al telefono, ho già una coinquilina.. Sei tu, Lopez.» Santana fece un grande sorriso, lasciandosi scappare un gridolino di gioia. Infine abbracciò il ragazzo, che anche se sorpreso da quel gesto, ricambiò l'abbraccio. Sì, in fondo non era tanto quella sfigata di Santana Lopez.
  

Angolo autrice: SSSalve! Ecco il Day 3, l'ispirazione mi è stata propizia! :D
Questa è una delle cose più stupide che abbia mai scritto, ma comunque mi ha divertito e spero vi piaccia :)
Ringrazio come sempre per le recensioni, siete delle meraviglie *-*
Al prossimo capitolo, a presto <3


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Day 4: Remember love, remember you and me. ***


Day 4 : Pregnancy/Babies/Family


Un giorno, mentre girovagava per casa si imbatté in un album di fotografie che si trovava su una mensola un pò troppo alta per la sua piccola statura, dato che aveva solo quattro anni.
Santana e Finn, sentendo rumori sospetti provenire dal salotto, accorsero e videro il loro bambino sulle punte che cercava di portare a termine la sua impresa.
Papà Finn lo sollevò da terra e lo prese in braccio «Cosa stavi cercando di fare?» La sua voce era dolce anche se doveva suonare come un rimprovero.
«Niente!» esclamò subito il bimbo guardando il papà con aria innocente
«Ah sì? Perchè non lo dici alla mamma?» Chiese con tono di sfida mentre Santana scompigliò la cascata di capelli neri del figlioletto.
«Ok, volevo vedere le foto!» ammise il piccolo Hudson sentendosi addosso lo sguardo indagatrice della madre.
«Quali foto? – chiese l'ispanica mentre apriva l'album, oggetto del desiderio del figlio, per poi mostrare un grande sorriso –  Ma sono le nostre foto, Finn!»
Hudson si sporse per vedere meglio ciò che la sua mogliettina gli stava mostrando.
«Da dove è spuntato questo album? Voglio vedere!» esclamò Finn avvicinandosi al divano, mentre Santana lo seguiva.
Kyle scese dalle braccia del padre e si buttò sul divano aspettando l'arrivo dei suoi genitori.
«Spero per te che non ci sia nessuna foto mia vestita da infermierina.» sussurrò all'orecchio del marito.
«Perchè no? Sei sexy.» le rispose ridendo con un bacio sulla guancia.
«Cosa vuol dire secchisi?» chiese il bambino, che li aveva sentiti parlare.
Finn e Santana risero e si sedettero sul divano accanto al figlio.
«Vuol dire bello, come te.» rispose Finn schiacciando il nasino al piccolo.
«E papà.» aggiunse San, ammiccando un pò.
L'ex quarterback sorrise e aprii l'album, rivelando molte foto di loro due al liceo e poi all'università, quando ancora Kyle non c'era.
«Papà, cos'è questa?» Kyle indicò con il suo ditino la foto di Finn vestito da quarterback al suo stand dei baci.
«Avevo aperto uno stand dei baci, ogni bacio costava un dollaro così ho racimolato un po' di soldi per il Glee, ero figo!» esclamò Frankenteen ridendo.
«Mamma, anche tu hai baciato il papà?» chiese il piccolo guardando la latina.
«Certo, come potevo farmi sfuggire l'occasione di baciare il quarterback?» esclamò Santana retoricamente, lasciandosi sfuggire una risatina.
«Il bacio della mamma è stato quello che ho preferito, sai Kyle?» ammiccò Finn, per poi girare la pagina dell'album.
La foto che si presentò dopo fece scoppiare a ridere i due genitori e anche il piccolo Kyle. Era il loro primo vero appuntamento da quando erano all'università.

«Ultima foto della serata, come vuoi farla?» chiese un impacciato Finn Hudson, appena ventenne.
«Facciamo le persone serie, su.» rispose Santana preparando la faccia più seria che le venisse.
Finn annuii «Al mio tre, facce serie. 1,2.. click!»
«Fammi vedere!» esclamò Santana avvicinandosi alla fotocamera. Scoppiarono entrambi a ridere, il ragazzo aveva fatto una pernacchia, mentre Santana aveva roteato gli occhi mostrando una linguaccia.


«Te la ricordi, San?» chiese l'uomo, ormai papà, sorridendo.
«Che stupidi!» esclamò la donna ridendo, facendo sghignazzare il loro bambino che continuava a ripetere tupidi.
«Uh, questa è Santa Monica, la nostra prima vacanza insieme!» osservò Santana estasiata.
«Avevamo fatto il bagno, nonostante minacciasse temporale!»
«Tupidi!» esclamò il piccolo Kyle, facendo scoppiare a ridere i suoi genitori.
«Si dice stupidi, amore.  – disse la donna correggendolo  –
E sì, abbastanza!»
«Ma questo sono io?» chiese il bambino sorridendo indicando una foto di Santana all'ospedale che reggeva un pargoletto tra le braccia, accanto a Finn che era indeciso se guardare suo figlio o la donna che gli aveva donato quella spendida creatura.
«Sei proprio tu, non noti la somiglianza?!» chiese Hudson retoricamente.
Kyle scosse la testa e fece sorridere la sua mamma.
Santana Lopez non aveva avuto una vita facile, le superiori erano state difficili e i suoi genitori non sempre l'avevano appoggiata ma in quel momento, guardando ,i suoi due angeli era felice. L'avevo capito subito che Finn avrebbe potuto regalarle la felicità, bastava uno dei suoi sorrisi o delle sue battute per rallegrarle anche la giornata più nera.
«Che c'è, San?» chiese l'uomo, notando che la moglie era sovrappensiero. Anche per Finn Hudson la vita non era stata una passeggiata e il liceo erano state le montagne russe. Anche per colpa di Santana Lopez. Ma una volta finita la pressione del liceo, aveva imparato a conoscerla e a non riuscir più a fare a meno di lei, dei suoi modi bruschi, delle sue parolacce in spagnolo, ma soprattutto dei suoi sorrisi, che erano pochi, ma scaldavano il cuore. E Finn guardandola si sentiva felice, come non mai.
«Niente..  – La donna alzò lo sguardo, rivolgendolo agli occhi nocciola del marito – Sono solo felice.



Angolo autrice:  Odiatemi pure! ù.ù E' da millenni che non aggiorno, è vero, però tra scuola, scarsa ispirazione (maledetta T.T) e questo tema che non era proprio il mio cavallo di battaglia, eccomi qua! Beh, spero comunque che qualche anima pia continui a seguire questo sclero e che vi piaccia :)
Baci, __Sabotage :)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1027358