La spiaggia di diamanti

di SupremeVictini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 {inizio dell'avventura} ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 {la leggenda della vipera} ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 {Il suo nome è Kei} ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 {Daiyamondo} ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 {sarà la spada} ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 {inizio dell'avventura} ***


Quella sera mi addormentai tranquillamente nel mio letto, sentivo caldo e avevo sete. Mi svegliai per andare in cucina e mi ritrovai in una stranissima spiaggia, piena di Diamanti bianchi, azzurri e di tutti i colori dell'arcobaleno, era una visione meravigliosa. Il mare sembrava lontano ma appena feci un passo mi ritrovai dentro l'acqua. All'orizonte si poteva osservare l'alba di tre soli meravigliosi uno più splendente dell'altro ma una volta innalzati notai l'ultima stella del mattino. Non sembrava la stessa stella con cui mi svegliavo ogni mattina ma era molto più piccola e sembrava lontanissima, proprio come il mare, chissà se anche quella era vicinissima a quella spiaggia meravigliosa.
Iniziai a cercare qualcuno, ero disorientata e non avevo una meta. A quante persone capita una mattina di addormentarsi nel loro letto e svegliarsi in una spiaggia di Diamanti?
Ero sicura di non essere più nella terra, proprio come nel libro che avevo letto una sera prima. Avevo troppa sete, ero completamente disidradata. Vagai ancora alla ricerca di una città, ma la spiaggia continuava e continuava, non sapevo più che fare. L'unica cosa certa era che se provavo a bere l'acqua marina sarei svenuta. Tentai lo stesso. I tre soli mandavano un calore che mai mi sarei sognata in tutta la mia vita. Quando l'acqua toccò la mia lingua non la sentii salata ma dolce, probabilmente quello non era mare.
Finalmente trovai una piccola casa e cercai di raggiungerla, ma, al contrario della distesa d'acqua sembrava allontanarsi sempre più.
Avevo le vertigini e mi sentivo male. Ad un certo punto vidi la porta della casa aprirsi, avevo qualche speranza di trovare qualcuno che mi avrebbe aiutata?

xxx
 

Avevo la vista appannata e non vedevo quasi niente apparte una forma umana di immaginabile bellezza.
Lo strano essere vivente non era un umano, portava sul corpo una strana armatura che sembrava di un impensabile pesantezza.
Si avvicinò a me e mi chiese come stavo. Era bruno di capelli e di occhi, aveva una voce dolcissima e mi disse:
- va tutto bene? come sei arrivata qui?

 

FINE CAPITOLO 1


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 {la leggenda della vipera} ***


Avevo la vista appannata e non vedevo quasi niente apparte una forma umana di immaginabile bellezza.
Lo strano essere vivente non era un umano, portava sul corpo una strana armatura che sembrava di un impensabile pesantezza.
Si avvicinò a me e mi chiese come stavo. Era bruno di capelli e di occhi, aveva una voce dolcissima e mi disse:
- va tutto bene? come sei arrivata qui?

xxx

Già al primo sembrava una meraviglia divina.
-si tutto a posto- risposi con tono cupo e stanco.
-bhe mi sembra lo stesso che hai bisogno di una mano, e poi in queste zone non si vedono mai persone- mi disse ridacchiando - vuoi venire a casa mia? mia zia ti potrebbe dare qualche cosa da bere e da mangiare-
-non c'è bisogno- risposi, ma mene pentii subito.
-come vuoi. ti svelo un segreto, questo posto è un pò particolare e se vuoi percorrere spazi lunghi in poco tempo devi semplicemente lasciarti andare e ascoltare al mare- mi fece un occhiolino -se hai bisogno di me raggiungimi-
Lo vidi andare verso la strana casa. Solo vederlo andarsene mi faceva rimpiangere di non averlo seguito. Provai, come aveva consigliato, di lasciarmi trasportare e di andare più in la.
Il trucco funzionò ma ad un certo punto, su tutta la spiaggia, si abbattè un ombra, i cristalli non brillavano più, provai a guardare il cielo e vidi una strana creatura. Sembrava un drago, proprio come nelle fiabe che mi leggeva per farmi addormentare mio padre. Ma questa volta non era fantasia, era tutto reale.
Ero appena arrivata alla casa, era molto più grande di come mel'aspettavo ma non feci in tempo ad ammirarla che lo strano ragazzo di prima uscì insieme a un bambino e un uomo. Quest'ultimo mi disse -Corri dentro, subito!- proprio come per dire che stava succedendo qualcosa di pericoloso e io dovevo mettermi a riparo.
Entrai nella misteriosa casa.
Dall'interno era meravigliosa. Aveva piante ovunque e doveva avere minimo tre piani. Notai che in un angolo si trovavano moltissime armi e svariate armature di tutti i generi.
Non avevano cucina, ma soltanto delle strane pentole. Le uniche finestre si trovavano in alto dove io non sarei riuscita ad arrivare.
Ad un certo punto scese dalle scale un'anziana signora che mi disse -ciao io sono Ralia e questa è casa mia- (direi che usava un tono un pò troppo amichevole per i miei gusti)
-piacere Ralia io sono...- venni interrotta da uno strano botto.
-cel'hanno fatta- rispose la vecchietta.
-a fare cosa- risposi ignorante come sempre
-a sconfiggere il faltos-
-faltos?- risposi io con aria insospettita
Il bambino rientrò in casa e disse a Ralia -zia avevi ragione-
Ma su cosa aveva ragione, ma soprattutto, in che situazione mi sono cacciata?
Entrò anche il ragazzo. Era ferito al braccio destro ma non sembrava fargli troppo male. Per ultimo arrivo l'uomo, stranamente coperto da uno strano liquido. 
-accomodati, abbiamo tante cose di cui parlare.-

xxx
 

-vedi qui da noi abbiamo una leggenda chiamata "della vipera". Questa narra che un giorno con tanto sole una principessa di un altro pianeta sarebbe arrivata qui, sulla spiaggia di diamanti. Al suo arrivo avrebbero dovuto iniziare arrivi di strane creature e lei, con l'aiuto di tre cavalieri, avrebbe salvato il nostro regno. Vedi qui non sono mai arrivati faltos quindi, per quanto ne sappiamo, potresti essere tu la "principessa" che tanto aspettavamo

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 {Il suo nome è Kei} ***


La leggenda della Vipera [parte 2]


-vedi qui da noi abbiamo una leggenda chiamata "della vipera". Questa narra che un giorno con tanto sole una principessa di un altro pianeta sarebbe arrivata qui, sulla spiaggia di diamanti. Al suo arrivo avrebbero dovuto iniziare arrivi di strane creature e lei, con l'aiuto di tre cavalieri, avrebbe salvato il nostro regno. Vedi qui non sono mai arrivati faltos quindi, per quanto ne sappiamo, potresti essere tu la "principessa" che tanto aspettavamo
 

xxx

 
-io?? Principessa??- non capivo
Il bel ragazzo fece cenno di sì
-ma come potrei io?? Abito persino in un altro mondo e bhe…- già era complicato comprendere la strana storia dell’altro mondo, figuriamoci questo.
-bisogna averne pur sempre la certezza, quindi dovrai affrontare delle prove anche se noi crediamo sia proprio tu!- disse l’uomo
-bhe prima direi di presentarci- disse il ragazzo –piacere io sono Kei- in quel momento pensai “Kei che bel nome”
-io sono Hochi- disse il bambino sorridendo
-mi scusi io sono…- un fortissimo rumore interrompé la frase dell’uomo
-Takuro, cos’era quel rumore??- disse Kei urlando
-credo siano atterrati i nostri alleati- disse con tranquillità l’anziana –dicci mia cara, qual è il tuo nome?-
-Hi-i-kari- risposi tremando per il botto di prima.
Qualcuno bussò alla porta… erano quattro strani contadini con le rispettive mogli e figlie.
-ben arrivati-
-mio caro Takuro!- disse uno di questi –abbiamo saputo la notizia dall’oracolo-
-oracolo?- chiesi molto dubbiosa
-non sai cos’è l’oracolo?!- chiese la figlia di una contadina con modo stupefatto –ma in che mondo vivi?!... questa non può essere la principessa che tanto aspettavamo, non ha un minimo di conoscenza!-
-lasciala stare!- urlò Kei alzandosi… rimasi come di pietra a tutto ciò che aveva detto la ragazza ma ancor di più a come mi aveva difesa il ragazzo dai meravigliosi occhi scuri.
-ahahaha- riprese la ragazza –come la proteggi!-
A quella frase Kei se ne andò indifferente sbattendo la porta.
-Hikari esci pure tu- mi ordinò Ralia.

 
xxx

 
-ma…- feci cenno di si e mene andai. Al di fuori della porta c’era il ragazzo, seduto per terra che ammirava i cristalli.
Mi avvicinai e chiesi –non so perché tu mi abbia protetta con quella ragazza, né perché sono qui ma vorrei delle spiegazioni su questo pianeta, su ciò che è successo e che sta succedendo…-
-allora mi tocca spiegarti. Circa un secolo fa…

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Capitolo 4
*** capitolo 4 {Daiyamondo} ***


Capitolo 4. Il Daiyamondo
 
-ma…- feci cenno di si e mene andai. Al di fuori della porta c’era il ragazzo, seduto per terra che ammirava i cristalli.
Mi avvicinai e chiesi –non so perché tu mi abbia protetta con quella ragazza, né perché sono qui ma vorrei delle spiegazioni su questo pianeta, su ciò che è successo e che sta succedendo…-
-allora mi tocca spiegarti. Circa un secolo fa…
XXX
Un tempo la terra di Daiyamondo era divisa in tre grandi imperi governati da tre fratelli, due dei quali gemelli. L’armonia governava indiscussa fra le tre zone, popolate da tre diverse civiltà, in quanto i tre fratelli tenevano un grande rapporto di amicizia e fratellanza che il popolo approvava. Un giorno d’inverno, però, al fratello maggiore morì il primogenito e preso dalla follia si gettò in mare, così affogò e se ne persero le tracce. Il popolo della terra governata da esso iniziò rivolte per decidere chi sarebbe diventato il nuovo imperatore e nell’indecisione iniziarono crudeli duelli che avrebbero proclamato il nuovo regnante. Per circa sei lunghi mesi ebbero luogo questi scontri senza mai definire un vincitore. I due fratelli gemelli decisero allora di spartirsi le terre dell’amato fratello per eliminare i conflitti interni che infangavano il buon nome dell’impero costruito con tanta buona volontà da parte dell’ormai caduto primogenito della famiglia regnante. Così facendo però scoppiarono altre rivolte fra le popolazioni. I nuovi arrivati nei territori non andavano d’accordo con le famiglie più importanti del luogo. Uno dei due gemelli decise quindi di scappare dall’impero  per levarsi questo fardello dalle sue spalle e da colui che sarebbe stato suo figlio. Rimase quindi uno solo dei tre fratelli a governare sul mondo, ma anche lui come il gemello non riusciva più a sopportare quei conflitti fra gli abitanti delle tre terre, così, diede il tutto alle mani del figlio che aveva appena compiuto i suoi venti anni, scappò anche lui, ormai arrivato ad una veneranda età, e si dice che si rifugiò su un altro pianeta, lontano dai tanti dolori che aveva provocato la guerra dentro il suo cuore. Il figlio però non fu in grado di governare ,in quanto pensava solo alla ricchezza, e venne detronizzato dall’alta borghesia. Il mondo andò in preda al panico, migliaia di persone morirono nei conflitti e altre migliaia si suicidarono in preda al panico o scapparono in luoghi sperduti. Non si seppe mai dove furono andati a finire i due gemelli e l’ultimo imperatore e perciò su quella terrà iniziò il caos più totale. Le creature che la abitavano cercarono di scappare sulle alte montagne lontane dalle atrocità del popolo, draghi, fenici e basilischi non si fecero più vedere. Un’anziana signora trovò una spiaggia piena di diamanti e cristalli e all’interno di uno di essi lesse una profezia …
 
“Un antico nemico arriverà sulle nostre terre per cercare vendetta, tenterà di distruggere questo mondo controllando le più sinistre e oscure creature create da esso. Una giovane ragazza proveniente da un'altra terra, figlia del secondogenito dell’antico imperatore codardo, arriverà su queste spiagge dopo una tempestosa notte senza nuvole e al suo arrivo, le creature oscure si mostreranno al mondo e con esse anche i grandi draghi scomparsi ormai da tempo si faranno vivi per andare in soccorso  alla principessa perduta. Con l’aiuto di tre valorosi cavalieri si stabilirà la fine di quest’era di dolore e la pace tornerà sovrana.”
 
Parte della profezia si rivelò corretta, un oscuro nemico salì al potere e con i suoi incantesimi e maledizioni creò orrendi mostri conosciuti come faltos ed emperum.  Da quel giorno si spera nell’arrivo della principessa e diverse famiglie decisero di riunirsi per decidere cosa fare durante questa attesa. Alcune persone iniziarono a combattere per salvarsi la vita, altri si rifugiarono con le famiglie nei boschi e una famiglia restò a vegliare su quella spiaggia dove la profezia fu data.
 
 
-sembra una delle storie delle favole- dissi rimanendo a bocca aperta
-purtroppo in questo caso è la realtà- rispose Kei con un sorriso leggermente sofferto
-ma perché dovrei essere io la principessa? Perché non qualcun altro? E poi perché, sempre se sia vero, mio nonno dovrebbe essere un imperatore?-
-troppe domande in una sola frase non trovi?- fece un altro sorriso –so soltanto che tu sei arrivata qui su questa spiaggia e per quanto ne sappiamo sei arrivata da un altro mondo come se niente fosse…-
-ma… un attimo… io come dovrei fare a tornare a casa?- chiesi io preoccupata
-a questo ci pensano i cristalli- si alzò e prese un piccolo cristallo sulla sabbia –portalo sempre con te e quando vorrai potrai tornare nel tuo mondo-
-e come si usa- chiesi alzando un sopracciglio e guardando il cristallo
-prova semplicemente a desiderarlo, so solo che è l’unico modo per venire nel mondo dove si rifugiò l’imperatore, nessuno l’ha mai usato dopo quella volta…- rispose lui
Desiderai con tutte le mie forze di tornare a casa mia ma non accadde niente. Rintentai più volte ma non ci riuscì. Ad un certo punto vedo Kei spostarsi e prendere un altro cristallo –non so come si usano ma vorrei provare anche io…-
-e se non funzionasse?- chiesi inarcando le sopracciglia mentre il ragazzo si risiede accanto a me, si avvicina al mio orecchio e sussurra –vorrà dire che resterai qua-. Mi spaventai con questa risposta e con il tono che aveva usato. Mi ritirai indietro da lui e dissi –ma io devo tornare ho una vita anche li- dissi senza neanche pensare a cosa stessi dicendo.
Iniziò a ridacchiare –cos’hai da ridere ora?- chiesi con tono arrabbiato
-stò scherzando ovviamente… se sei veramente la principessa allora quando ti addormenterai con il cristallo in mano potrai tornare- disse con un sorriso. Ero un po’ stupita da come mi aveva spaventata, avevo seriamente la paura di non riuscire più a tornare a casa, dalla mia famiglia, dai miei amici e dalla mia scuola. Mi alzai scocciata e mi incamminai verso la casa di Kei. Sulla porta faccio per bussare ma la spalancano di botta facendomi arretrare e cadere di lato. L’uomo che appena entrato salutò Takuro se ne andò senza neanche notarmi e con lui uscirono le persone che erano prima entrate nella casa. La ragazza che prima mi aveva derisa uscì annoiata e non mi notò neache lei. Ralia si affacciò e mi vide, mi prese per la mano e mi aiutò ad alzarmi –cos’è successo?- chiese stupita per avermi vista seduta per terra.
–sono caduta- risposi stirandomi un po’ la maglietta.
-Ralia le ho raccontato della leggenda…- disse Kei che arrivò velocemente spaventandomi un po’ –bene- rispose lei sorridendo –prego- ci fece segno di entrare e noi ci accomodammo.
-Kei dobbiamo preparare le prove- disse l’uomo salendo le scale. Kei fece per alzarsi ma lo fermai al polso –aspetta prima ti devi curare la ferita- dissi ricordandomi che era stato graffiato a un braccio –mh.. me la curi tu?- chiese innocente girandosi. –ma io non so curare una ferita- dissi un po’ imbarazzata sentendo un leggero calore alle guance, dovevo essere arrossita in quel momento. –tranquilla cara- disse Ralia –posso aiutare io- face un sorriso e cercò delle bende. In quel momento potei osservare meglio quella casa, sembrava una di quelle tane degli Hobbit nel film il Signore degli Anelli in dimensioni adatte agli umani, due divani uno davanti all’altro verdi dei quali uno appoggiato al muro, un tavolo in legno abbastanza rustico al centro di questi e un armadio marrone scuro dal quale Ralia tirò fuori uno straccio. A destra del tutto una scala a chiocciola in legno e a sinistra una porta che probabilmente conduceva alla cucina. –prima dobbiamo disinfettarla- disse l’anziana dopo aver frugato un po’ di più trovando dell’alcool e un po’ di ovatta “quindi esistono anche qua questi oggetti” pensai io ignorante su cosa esistesse o meno su questa nuova terra. Mi porse il materiale per curare la ferita e gettai un po’ di alcool su un po’ di cotone –non mi fare male mi raccomando- disse Kei alzandosi la manica della maglietta, aveva un braccio non troppo muscoloso ma si vedeva la forza che aveva.
-farò del mio meglio- risposi io senza sapere cosa fare. Appoggiai il batuffolo che avevo creato con l’ovatta sul suo braccio e iniziai a tamponarlo un po’ sulla ferita. Sembrava un taglio profondo ed era lungo circa quindici centimetri. Presi un pezzo di stoffa e lo divisi a metà per poi arrotolarglielo al braccio e stringerlo con una spilla a forma di fiore che tenevo sulla maglietta. –ecco fatto- risposi io preoccupata che avessi sbagliato qualcosa
-per essere la prima volta sei stata brava- disse il ragazzo sorridendomi per ringraziarmi
-g-grazie- dissi nascondendomi con i capelli.
-che bella spilla, è un peccato che la usi per me, potrebbe sporcarsi con un po’ di sangue- disse prima guardando la mia spilletta e poi me –fa niente- risposi guardandolo negli occhi che sotto alla luce della lampadina diventavano poco più chiari.
-Kei- si sentì una voce che lo chiamava, era Takuro. Nel frattempo Hochi stava dormendo e Ralia era andata a cucinare qualcosa.
-arrivo- rispose lui avvicinandosi un po’ a me con la sedia –grazie ancora Hikari- disse lasciandomi un bacio sulla guancia e salì di sopra. Dovevo essere arrossita parecchio in quel momento. Iniziai a pensare alla leggenda e a tutto per poi ricordarmi del pezzo di cristallo che mi diede il ragazzo. Lo presi in mano e lo guardai un po’ per poi pensare a come potessi tenerlo con me. Mi accorsi che sulla sedia dove era seduto Kei c’era il suo cristallo, che, molto probabilmente, gli era caduto dalla tasca. Li presi entrambi in mano e mi accorsi che i lati combaciavano perfettamente “che coincidenza”. Presi una collana che avevo al collo e intrecciai il mio cristallo in modo da poterlo tenere al collo e nel frattempo ricordai di avere anche un bracciale. Lo presi senza pensarci e, rompendo il mio ciondolo, incastonai la seconda pietra all’interno del bracciale.
Nel frattempo vidi Kei sulle scale –va bene per te se domani facciamo un po’ di allenamento per le prove?- chiese lui –prove?- chiesi ignorante –dobbiamo vedere se sei tu la principessa no?!- -giusto- risposi guardando la collana e il bracciale.
-prima però tieni questo- gli dissi porgendogli il bracciale, lui lo fissava stupito –l’hai fatto tu?- chiese prendendolo in mano e guardandolo –si così non lo perderai- dissi alzando la mia collana –a bhe, se è così lo metto subito- disse con un sorriso scherzoso stampato sul viso. Se lo mise al polso senza esitare e prese di colpo la mia collana che avevo ancora in mano –se permetti…- si gira veloce dietro di me, mi alza i capelli e me la mette come se nulla fosse. –ora vado di sopra che Takuro mi aspetta per preparare le prove, a dopo principessa- disse dandomi le spalle e salendo le scale.
 
XXX
 
 
Angolo dell’autrice
E per la prima volta in un anno e mezzo mi sentite [?] parlare [?] xD
Intanto premetto levando ogni minimo dubbio che possiate avere che i nomi dei personaggi [Hikari e Kei] li ho scelti a posta perché Hikari è il mio nome in giapponese e invece Kei ha un altro significato che no posso dirvi perché sennò spoilero mezzo mondo u.u, quindi non li ho scelti come i personaggi di Special A [del quale sono venuta a conoscenza solo dopo aver scritto i nomi] quindi spero li pensiate come i miei personaggi e non come quelli presenti nell’anime. Chiarito ciò passiamo alla storia. Ho letteralmente partorito un figlio ç-ç ho scritto il tutto in una mattina per farmi perdonare dei vecchi capitoli corti e della mia assenza. Mi sono stabilita l’obbiettivo di scrivere almeno 2 pagine d’ora in poi [queste sono 3  ;)].
Spero che la storia vi piaccia e se trovate errori di battitura o di grammatica vi prego di dirmelo u.u comunque ecco fatto, il mistero della terra è svelato in parte ;) vi aspetto al prossimo capitolo
Byebye minna <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 {sarà la spada} ***


Capitolo 5 {sarà la spada}
-è pronto il pranzo- urlò Ralia svegliando il piccolo Hochi e facendo cadere qualcuno al piano di sopra. Vidi scendere Takuro e subito dietro di lui Kei con la mano sulla testa “ecco chi si era fatto male!”. L’uomo si avvicinò a me dicendo –abbiamo quasi finito i preparativi, dopo pranzo ti allenerai un po’ con Kei e domani potrai svolgere le prove- “ancora con queste prove?! Non ho ancora detto di volerle fare!” pensai dopo quelle parole. Intanto tutti erano già a tavola nell’alta stanza. Entrando vidi un enorme frigorifero, simile a quello di un gigante, che non si addice proprio al resto della casa, un tavolo rotondo in legno lucido con le rispettive sedie di colore chiaro. La tavola era perfettamente apparecchiata e sul piatto una piccola montagna di qualcosa che sembrava quasi muoversi. –ti piace lo stufato di carne e melanzana- mi chiese Ralia. In quel momento dovevo avere una faccia che esprimeva quasi sensazione di vomito ma speravo nessuno mi notasse. –non l’ho mai assaggiato ma lo proverò- più che stufato assomigliava a una fanghiglia marrone ma tutti la iniziarono a mangiare. Provai a metterne un boccone in bocca ma non mi piacque affatto e dovetti correre in bagno a… bhe vomitare. Uscita dalla porta vedo le facce di Kei e Ralia, erano preoccupati e probabilmente si sentivano anche in colpa per avermi fatto assaggiare quel pasto. –stai bene?- mi chiese Ralia che quasi piangeva –non credo di sentirmi molto bene- dissi con sincerità rispondendo alla domanda, avrei dovuto dire che stavo benissimo ma quello stufato mi aveva completamente atterrita facendomi stare talmente male da non poter mentire.
–sicura?- chiese di nuovo la signora –Kei accompagnala nella camera degli ospiti e falla riposare un po’- disse rivolta al ragazzo “falla riposare? Non sono un cane” pensai in quel momento. –dai vieni- disse Kei prendendomi per il polso e trascinandomi vicino alle scale. –non ho bisogno di riposare tranquillo, stò già un po’ meglio- dissi per non farmi portare di sopra –dai andiamo, oggi pomeriggio dobbiamo allenarci quindi dovrai stare bene- disse in risposta. Salimmo le scale a chiocciola che mi fecero girare la testa e una volta superato l’ultimo gradino caddi addosso a Kei, che si trovava d’avanti a me, e mi tenne per la vita in modo da non farmi cadere e portarmi lui dietro. La testa mi girava tantissimo e senza dire una parola arrivammo d’avanti a una porta che conduceva alla stanza degli ospiti. –dai ora riposa- disse lui, ma io non avevo alcuna intenzione di riposare ma risposi semplicemente con un ‘grazie’. La stanza era enorme, con un letto matrimoniale e un armadio alla parete destra, non l’avrei detto da fuori ma quella casa era davvero grande. Mi sedetti sul letto spinta dalla sensazione di vomito. –avete cercato di avvelenarmi eh!- dissi a Kei che rispose con una risatina –anche io una volta mi sono sentito male a causa di quello stufato- disse continuando a sorridere –ma ormai ci sono abituato- feci una faccia perplessa “come si fa ad abituarsi a questo??” pensai con disgusto.
-Hai sonno?- chiese lui dopo mezzo minuto, quella domanda mi spiazzò –un po’ causato dal mal di testa, perché?- chiesi leggermente sorpresa –allora se non vuoi tornare a casa devi levarti la collana- disse ignorando la mia domanda e indicando il cristallo. Ricordai il modo per tornare a casa e decisi di levarmi il ciondolo dal collo senza rifletterci. Lui si sedette su una poltroncina e io restando seduta sul letto chiesi –e allora? Devi controllare che non scappi?!- lui restò un poco sorpreso da quella domanda ma sorrise –direi più che altro per controllare che non sporchi il pavimento con lo stufato che hai nello stomaco- disse iniziando un'altra volta a ridacchiare, però sorrisi anche io e senza contestare appoggiai la schiena sul materasso e mi addormentai…
-principessa ti devi allenare- disse Kei sussurrando al mio orecchio e svegliandomi dal mio stato di lumaca in dormiveglia. Mi alzai di colpo spaventata da quel sussurro e gli sbattei sulla spalla ormai libera dall’armatura. –Ahia, mi hai fatto male- disse lui simulando un piccolo urlo –non è colpa mia se mi stai addosso- dissi indifferente. Si spostò e si andò a sedere ai piedi del letto –come va lo stomaco?- chiese guardandomi –meglio e anche la testa- risposi
-allora preparati perché ti devi allenare prima di domani, fra dieci minuti sotto va bene?-
-ma aspetta perché mi devo allenare, non devo far vedere le mie capacità?- chiesi dopo aver pensato per pochi secondi –e poi cosa dovrei mettere? Non va mica bene la divisa di scuola!- dissi notando che ero stranamente arrivata in divisa sulla spiaggia.
-cerca nell’armadio troverai qualcosa- disse uscendo dalla stanza. Mi avvicinai all’armadio e spalancai le uniche due ante. All’interno c’erano due vestiti e una specie di tuta con pantaloncini e canotta. Presi questi ultimi e mi cambiai. Erano della misura giusta!
Scesi le scale barcollando ancora un po’ verso gli ultimi scalini per il giro che avevo fatto. Senza riflettere un momento aprì la porta e vidi Kei seduto sulla sabbia con una spada e un arco nelle mani. Lo raggiunsi senza farmi sentire “potrò avere la mia vendetta” pensai a come mi aveva fatta spaventare in mattinata. Mi abbassai e avvicinandomi a lui provai a urlargli nell’orecchio ma non feci in tempo perché si girò di scatto verso di me –sei in ritardo- mi disse ridacchiando. Mi alzai in una posizione eretta e lui mi imitò. –scegli, arco o spada?- chiese porgendomi le due armi. Istintivamente presi in mano la spada senza neanche rispondere, era a dir poco pesante ma riuscivo tranquillamente a tenerla in mano, sin da quando ero piccola desideravo poter usare una spada e finalmente sarebbe stata una buona occasione.
-non ci avrei giurato sulla tua scelta, non avrei immaginato neanche che saresti riuscita a tenerla una spada- iniziò come al solito a ridacchiare e io gli puntai l’arma addosso. –okok calma non volevo offenderti- disse alzando le mani come se fosse colpevole e continuando a ridacchiare. –ancora non mi hai detto perché mi devo allenare- dissi abbassando la spada.
-Hai mai usato una di queste?- chiese indicando la spada –no- risposi senza capire
-ecco perché devi allenarti almeno un pomeriggio, giusto per imparare le basi- fece spallucce e prese un cristallo verde –prova a tagliarne almeno un minimo- disse sicuro –e come dovrei fare a rompere un cristallo?- chiesi un po’ dubbiosa –questo è tenero dovresti riuscirci almeno a scalfirlo minimamente- non capivo come avrei potuto fare ma tentai. Rimase a bocca aperta quando vide quel pezzo di minerale essere tagliato quasi come burro a metà e lo stesso feci io. –ma… come hai fatto??!- chiese Kei guardandomi stupito, sembrava gli luccicassero quasi gli occhi –io veramente non credevo potesse essere possibile rompere a metà un cristallo…- dissi guardando nuovamente il taglio –questo lo prendo io- disse prendendo le due metà e incamminandosi verso la casa –hei aspetta ma tu non mi dovevi allenare?- chiesi urlando mentre lui si allontanava –aspettami li!- urlò girandosi e poi tornando a camminare. Mi sedetti sulla sabbia e appoggiai la spada e attesi che Kei tornasse. Dopo una mezz’ora piena
 
 
 
Angolo dell’autrice
o.o due capitoli lunghi in un solo giorno… questo è un RECORD!! *^* cel’ho fatta e spero mi perdoniate ancora per l’assenza u.u intanto vi dico di scusarmi perché in questi capitoli non c’è molta azione… ma dal prossimo in poi tutto cambia *^* si scoprirà qualcosa in più su tutti  e avremmo più punti di vista ;) spero il capitolo vi piaccia e lo dedico alla mia amichetta Lucy-chan *^* alla quale piace molto la mia storia u.u [non so come faccia ma gli piace xD], commentate in tanti mi raccomando ;)
byebye minna!! ^^

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