Anche l'odio è passione

di NellieLestrangeLovett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Anche l'odio è passione

 
Capitolo 1:

“Lestrange, lascia la mia bambola!” strillò la bambina cercando di afferrare il giocattolo sospeso sopra la sua testa. Lui però si limitò a ridere e a farle il verso: “Lestrange, lascia la mia bambola” disse usando un odiosa vocetta. “Altrimenti cosa fai? Vai a piangere da mammina?”. Bellatrix Black, nove anni, odiava essere trattata come una bimbetta capricciosa e viziata, e quando Rodolphus Lestrange, che di anni ne aveva undici, pronunciò quella frase non riuscì più a trattenersi ed aggredì il suo aguzzino. Lui, nonostante fosse piuttosto alto e muscoloso per la sua età, perse l’equilibrio e i due caddero per terra insieme. Bella iniziò prima a colpirgli la faccia, voleva fargli male sul serio. Rodolphus invece cercava di schivare i pugni ben assestati della bambina, che sembrava impazzita. Ma quando lei iniziò a graffiarlo e a morderlo iniziò a picchiarla a sua volta, mentre si rotolavano sul pavimento come due animali. La giovane Black però sentì due mani che la afferravano di peso e la trascinavano verso l’alto. “Bellatrix!” le gridò suo padre “Ti sembra il modo di comportarti, signorinella? A casa faremo i conti” e la rimise a terra. Intanto Lestrange si era rimesso in piedi: su una guancia aveva due profondi solchi, dei quali uno sanguinava, oltre ad un occhio nero ed un altro livido sul mento. Inoltre gli usciva il sangue dal naso. Bella sorrise fra sé e sé: glielo aveva fatto vedere a quel pallone gonfiato chi comandava! Raccolse in fretta la bambola da terra e raggiunse il resto della sua famiglia dall’altra parte della grande sala. Quando tornarono a casa ricevette un paio di schiaffi per la sua deplorevole condotta e fu mandata in camera sua. Più tardi arrivarono Dromeda e Cissy a farle compagnia. “Ma perché l’hai colpito?” chiese Dromeda, che nonostante i suoi sette anni era già una pacifista convinta, “Saresti dovuta andare da mamma e papà”. “Non sono una mocciosa viziata, Andy” rispose asciutta la maggiore. “Beh, non è una buona scusa per conciare quel poveraccio di Rodolphus in quel modo!” ribatté ancora la sorella. Narcissa, o Cissy, che se ne era rimasta in silenzio per tutta la durata della breve discussione fra le altre due, constatò tranquillamente: “A te quel Lestrange non piace”. Non era una domanda. Bella alzò lo sguardo, come se notasse per la prima volta la sorellina, ed annuì. “No” rispose “Non è che non mi piaccia. Io odio Rodolphus Lestrange”.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 Capitolo 2:

Era il primo giorno di settembre, e la famiglia Black al gran completo era alla stazione londinese di King’s Cross per salutare Bellatrix, che avrebbe preso l’Espresso di Hogwarts per la prima volta nella sua vita. L’undicenne indossava già la divisa scolastica ed era pronta a partire. Le sorelle la salutarono con affetto ed anche una punta d’invidia, sarebbe piaciuto anche a loro partire subito per Hogwarts, ma Andromeda avrebbe dovuto aspettare ancora due anni, e Narcissa quattro. “Sii attenta ed ubbidiente” le disse la madre “E porgi i nostri saluti al professor Lumacorno”. “Onora il nome dei Black” aggiunse il padre “E rendici orgogliosi di te”. Dopo questo freddo saluto Bella salì sul treno e cercò un posto dove sedersi. Conosceva già tanti ragazzi, della sua età o più grandi, ovviamente tutti Purosangue ed amici di famiglia, ma era diventata di colpo troppo timida (Bellatrix timida, ve lo immaginate?! xD) per unirsi a qualche gruppetto che aveva già trovato un posto. Stava passando davanti ad uno scompartimento quando si sentì chiamare da una voce che purtroppo conosceva: “Ehi Black!”. Bellatrix prese un profondo respiro, si voltò e si trovò di fronte a Rodolphus Lestrange ed un paio di suoi amici. “Black, perché non vieni a sederti con noi?”. “No grazie” rispose in tono altezzoso Bella, ma lui le aveva afferrato il polso. “Avanti, non fare la guastafeste e siediti!” insistette Lestrange. La giovane aveva il pessimo presentimento che il ragazzo avesse in mente qualcosa. Tirò fuori la bacchetta dalla tasca della tunica. Vedendola Rodolphus scoppiò a ridere: “Cosa vorresti farmi? Scommetto che non sai nemmeno usarla”. “Stupeficium!” strillò la ragazza. Un lampo di luce rossa ne scaturì dalla punta e colpì Lestrange in pieno petto. Il ragazzo finì per schiantarsi contro il finestrino, fortunatamente senza romperlo, dalla parte opposta dello scompartimento. I suoi amici lo circondarono spaventati. Intanto Bellatrix si allontanò silenziosa ed inosservata. Trovò un posto per sedersi dall’altra parte del treno e rimase per il resto del viaggio zitta, immersa nei suoi pensieri. Si sentiva in colpa per quello che aveva fatto, eppure non riusciva a fare a meno di provare un senso di trionfo: era la sua prima magia ufficiale e sembrava essere riuscita piuttosto bene. Se l’era fatta spiegare a voce da un cugino, Evan, che frequentava Hogwarts già da cinque anni, ma sapeva che non l’avrebbe appresa in classe fino al terzo anno e che quindi non avrebbe nemmeno dovuto conoscerla o utilizzarla. Però l’immagine di Rodolphus Lestrange che sbatteva contro il vetro la faceva sentire terribilmente potente e non vedeva di rifarlo. Adesso quell’idiota avrebbe imparato a rispettarla sul serio.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 Capitolo 3:

“Ehi Black!”. Bellatrix alzò lo sguardo dal libro di Trasfigurazione e focalizzò la sua attenzione sul ragazzo in piedi di fronte a lei per qualche secondo, poi tornò alla sua lettura. “Cosa ti serve, Lestrange?” chiese con fare disinteressato. “Mi dai ripetizioni in Pozioni?”. Bella a quel puntò posò il libro ed affondò nella poltrona su cui era seduta. “Ti rendi conto che abbiamo due anni di differenza e non conosco il programma delle tue lezioni, vero?”. Rodolphus alzò le spalle: “E’ stato Lumacorno ad avermi detto di chiedere a te, dice che mi mancano le basi”. Davanti allo sguardo scettico della ragazza imitò la voce del professore e Capo della casa di Serpeverde: “Oh, Lestrange, non ci siamo per niente: il tuo rendimento in Incantesimi è calato a picco! Credo che tu abbia bisogno di un tutor nei tuoi studi. E penso che la signorina Black faccia al caso tuo! Sissignore, anche se è molto giovane raramente nella mia carriera ho conosciuto un’aspirante strega brillante e carina come la signorina Bellatrix Black!”. Bella non riuscì a trattenersi dal ridere. Poi però con tono inquisitore gli domandò: “Sei sicuro che abbia detto proprio ‘carina’?”. Rodolphus abbassò lo sguardo, colpevole, e rispose: “Ehm… certo che sì… comunque… me le dai queste ripetizioni o no?!”. La strega sospirò: “So che me ne pentirò fra meno di cinque minuti ma… va bene”. “Fantastico! Allora facciamo domani sera alle sette?”. Prima che Bellatrix avesse avuto il tempo di rispondere che era un po’ troppo tardi, il ragazzo la anticipò: “Perfetto allora! E, Black…” le si avvicinò e le spostò una ciocca di capelli dietro un orecchio “Con i capelli legati sei molto più carina”. Lei rimase immobile, senza parole mente Rodolphus si allontanava soddisfatto. Non poteva fare a meno di toccarsi il punto dove le dita di lui l’avevano sfiorata pochi secondi prima. Quella notte non dormì, e la mattina seguente si ritrovò con delle scure occhiaie. Ti odio, Rodolphus Lestrange pensò fra sé e sé mentre cercava di coprire i due enormi segni bluastri sotto gli occhi con del trucco.
Solo una piccola nota: secondo me non è vero che Bellatrix proprio non provasse nulla per Rodolphus, certo non lo amava, ma secondo me comunque un po' le piaceva, altrimenti avrebbe anche potuto sposare qualcun altro, no?

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 Capitolo 4:

“Avanti, Lestrange, da capo. Cos’è un bezoar?” chiese esasperata Bellatrix. Erano quasi due ore che i due erano in biblioteca a ripassare, e la giovane strega aveva capito che cercare di insegnare Pozioni ad un muro sarebbe stato più producente. “Allora… un bezoar è una pietre che si trova nello stomaco delle capre e serve… come rimedio per molti… ehm… veleni?”. Bella chiuse in libro soddisfatta. In una sola lezione Rodolphus aveva imparato solo quello, ed era già un risultato decente! “Bene” disse “Per questa sera abbiamo finito, ora scusami ma sono distrutta, me ne vado a dormire”. Si alzò e fece per allontanarsi, ma lui la richiamò: “Black!”. “Sì?”. “Ti andrebbe, solo se ti va, di venire con me a Hogsmade, il prossimo fine settimana?” le domandò con una punta di imbarazzo nella voce. Mentre nella sua mente Bellatrix si ordinò da sola: No! Devi dire di no!, dalle sue labbra uscì la risposta contraria. “Fantastico! Ora scusami ma devo proprio scappare. Si alzò in piedi e, prima di allontanarsi, le diede un leggero bacio sulla guancia sinistra. Durò soltanto qualche secondo, ma mandò Bella in conclusione. Dovette risedersi e rimase lì a fissare il vuoto in silenzio per un tempo indeterminato, cioè fino a quando madama Prince non la cacciò fuori dalla biblioteca. Tutto quello che aveva provato per Rodolphus Lestrange in quegli anni sembrava essere cambiato soltanto grazie a quel casto bacio. Forse non ti odio così tanto, Rodolphus Lestrange pensò.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5:

Aveva passato la notte in bianco. Di nuovo. La mattina si svegliò che sembrava uno zombie. Decise di fingersi malata e rimanere tutto il giorno tranquilla in Sala Comune. Non era da lei saltare un intero giorno di lezioni, ma ne aveva bisogno per pensare. Erano quelli i momenti in cui le sarebbe piaciuto che sua sorella Andromeda, che adesso frequentava il secondo anno, avesse seguito la tradizione di famiglia e fosse stata smistata in Serpeverde con lei, infatti la sorella minore era molto sensibile e le avrebbe saputo dare i giusti consigli. Aspettò che le sue compagne di stanza uscissero, si vestì, prese un paio di libri e qualche pacchetto di cioccorane che gli avevano spedito quei tesori di Sirius e Regulus per Pasqua e si recò in Sala Comune. Si accoccolò su una poltrona di pelle nera ed iniziò a leggere. Passarono pochi minuti e sentì dei passi alle sue spalle che provenivano dal dormitorio maschile. Si voltò e si trovò davanti a… Rodolphus. È una persecuzione! pensò. “Buongiorno” la salutò lui “Anche tu non hai voglia di andare a lezione, vero?”. Bella annuì e tornò alla suo lettura. Lestrange le si sedette accanto, facendola sentire di colpo a disagio. Rimasero fermi ed in silenzio un lungo momento, poi lui la prese per mano e la fece alzare. “Vieni con me! Conosco un posto fantastico!”. Lei fece in tempo a mettere giù il libro e venne trascinata dal ragazzo per tutto il castello, fino al cortile, e poi sempre più lontano, sulle rive del lago nero. “Aspettami qui” le disse Rodolphus facendola sedere. Poi si allontanò. Tornò nel giro di cinque minuti con un cestino pieno di cibo. “E quello da dove viene?” chiese Bellatrix sospettosa. “Dalle cucine, gli elfi domestici lo hanno preparato apposta per noi”. Passarono tutto il giorno seduti uno accanto all’altra a parlare e a mangiare. Quando iniziò a farsi buio decisero di tornare in Sala Comune. Lui si alzò e le offrì il braccio. “Tutta questa galanteria tutta d’un tratto ha un doppio fine, Rod?” gli chiese scherzosamente. “Forse” rispose lui con un sorriso. Poi si incamminarono ridendo dentro al castello.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6:

Era arrivato il giorno dell’appuntamento ad Hogsmade. Era un appuntamento, giusto? Si chiese Bellatrix mentre cercava di sistemarsi i lunghi ricci ribelli in una coda di cavallo. Non riusciva a capire il perché, ma era elettrizzata: era dalla giornata passata sulla riva del lago nero che non parlava più con Rodolphus, e per qualche strana ragione fremeva al pensiero di rivederlo. È solo perché è stato carino con te l’altro giorno si disse mentre si passava il rossetto sulle labbra. Un ultimo sguardo allo specchio ed era pronta. Uscì quasi correndo dal dormitorio e dalla Sala Comune, attraversò il castello e raggiunse il cortile. Lestrange era appoggiato ad una colonna. Appena vide Bella le sorrise, ed il cuore della giovane strega accelerò di parecchi battiti. La prese sottobraccio e si avviarono insieme per le stradine che portavano ad Hogsmade. Passarono da Mielandia e da Zonko, dopodiché occuparono un tavolo ai Tre Manici di Scopa. Mentre sorseggiava con piacere la sua Burrobirra, Bellatrix si accorse che il ragazzo continuava a fissarla sottecchi. Dopo aver finito di bere i due si alzarono e Rodolphus propose di fare una passeggiata. Arrivarono quasi alla Stamberga Strillante, e si sedettero una accanto all’altro. Di colpo era calato un imbarazzante e scomodo silenzio. Lei tentava di iniziare una conversazione seria ogni venti secondi, ma Lestrange si ostinava a rispondere a monosillabi. Così alla fine Bella decise di animare un po’ la situazione: inaspettatamente spinse a terra il giovane e poi corse via ridendo. Lui iniziò ad inseguirla per qualche minuto, poi riuscì ad afferrarla per i fianchi e caddero a terra insieme. In un secondo Rodolphus era sopra di lei. Rimasero a guardarsi negli occhi per un tempo che sembrò infinito. A Bellatrix il cuore batteva sempre più forte. Vide il viso di Lestrange avvicinarsi al suo. Chiuse gli occhi e sentì che il ragazzo le aveva iniziato a baciare la tempia destra e poi lentamente era sceso verso la guancia, la mascella, il collo, e poi era tornato verso l’alto, raggiungendo finalmente le labbra. Bella rispose con trasporto al bacio. Lentamente Rodolphus iniziò a slacciarle la camicetta. Lo lasciò fare, anche quando le sfiorò esitante un seno. Rimasero a baciarsi per terra a lungo, poi si rialzarono e si avviarono insieme sulla strada di ritorno al castello. Per mano. Come una vera coppia.  

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 Capitolo 7

“Dannazione!” esclamò Bellatrix staccandosi di colpo dalle labbra del fidanzato. Cercò anche di trovare un posto dove ripararsi, ma lui la teneva ancora stretta per i fianchi. “Lasciami, idiota! Non ho voglia di bagnarmi!”. Aveva iniziato a piovere e la coppia era nel parco a passare uno di quei piacevolissimi pomeriggi che entrambi adoravano. “Avanti, piccola, è romantico” sussurrò lui tenendola ancora stretta. Bella cercava ancora di divincolarsi. “Oh sì, lo troverò molto romantico domani quando sarò a letto con l’influenza! E tanto per la cronaca, se mi chiami ancora ‘piccola’ ti uccido!” rispose in tono minaccioso la giovane strega. Era passato un anno dal loro primo bacio ad Hogsmade e i due, nonostante le numerose litigate, erano ancora fidanzati. Era l’ultimo anno ad Hogwarts per Rodolphus, ed il quinto per Bellatrix. Poi lui probabilmente sarebbe andato a lavorare al Ministero della Magia. “Facciamo un patto: non ti lascio andare finché non mi rispondi” disse Rod. “Te l’ho già detto! Non ho intenzione di diventare tua moglie!”. Era da un po’ di tempo che il ragazzo insisteva perché, una volta finita la scuola, i due si sposassero. Bella ovviamente la trovava un’idea medievale e stupida: aveva solo quindici anni e voleva godersi l’adolescenza, e inoltre sposarsi significava anche abbandonare Hogwarts, cosa che lei non voleva assolutamente fare. “Allora penso che ci bagneremo fino alle ossa!” gridò ridendo Rod. “Rod! Mollami immediatamente! Rod, no…”. Ma le parole della giovane strega erano state soffocate dal bacio passionale del fidanzato. Rimasero in cortile, sotto la pioggia, tutto il pomeriggio. Ed il mattino dopo si risvegliarono entrambi con il raffreddore.  

Questo capitolo non mi piace, non so perchè ma non mi piace...
Scusatemi se ci metto più tempo a pubblicare e i capitoli che scrivo sono molto peggio di quelli di prima, ma ho ventimila idee per la testa e non so da quale iniziare... e sono anche piuttosto confusa...
Scusate ancora!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8:

Quel giorno a colazione Bellatrix, che ormai aveva compiuto diciassette anni, ricevette una lettera con il sigillo della famiglia Black. Niente di strano, i genitori scrivevano a tutte e tre le figlie una volta al mese. Aprì la busta e lesse in silenzio il foglio di pergamena. Sua sorella Narcissa, che era seduta di fronte a lei, la vide impallidire e poi correre via. Senza un attimo di esitazione la seguì fino alla Sala Comune di Serpeverde. Bella si era chiusa nel suo dormitorio e si rifiutava di uscire. A giudicare dai singhiozzi sembrava che piangesse. Quando Cissy la convinse ad aprire la porta, trovò la sorella seduta per terra accanto al letto e la lettera sul pavimento accanto a lei. La raccolse:

Cara Bellatrix,
Speriamo vivamente  che tu stia bene, prosegua i tuoi studi con diligenza e mantenga alto in nome della nostra famiglia. Ti abbiamo scritto per comunicarti che ieri il giovane Rodolphus Lestrange ha chiesto la tua mano, e noi abbiamo accettato. Il matrimonio è stato fissato per il giorno 28 agosto, abbiamo iniziato anche a mandare gli inviti. Gran parte delle famiglie che contano nella Comunità Magica saranno presenti. Ti chiediamo di comportarti in modo appropriato alla tua posizione sociale e di non tentare di ribellarti al nostro volere. Rodolphus è un ottimo partito, la famiglia Lestrange è molto facoltosa ed antica, e ci consentirà di salvaguardare il sangue puro fra le famiglie di veri maghi.
Con affetto
Cygnus e Druella Black

Narcissa era senza parole: non poteva credere che i genitori costringessero la sorella a sposare quel ragazzo. Sapeva che i due stavano insieme, e che Rodolphus aveva proposto a Bellatrix più volte di sposarlo, ma lei aveva sempre rifiutato. “Non voglio passare la mia vita come una brava padrona di casa” rispondeva sempre “Desidero avere una vita mia, essere indipendente e libera di fare ciò che mi piace”. La stessa ragazza che aveva pronunciato queste parole ora era seduta a terra con gli occhi arrossati, scossa dai singhiozzi. Cissy le si sedette accanto e le passò un braccio attorno al collo, tentando di consolarla. Provava ad immaginarsi come doveva sentirsi la sorella maggiore, se la avessero costretta a sposare qualcuno non sapeva come avrebbe reagito, ma probabilmente avrebbe abbassato la testa ubbidiente. “Bella” le disse “Stai tranquilla, vedrai che troveremo una soluzione. Dì a mamma e papà che non vuoi sposarlo”. “Non posso, Cissy, hai letto cosa hanno scritto, mi obbligheranno contro la mia volontà, se mi rifiuto”. “Allora parlane con Rodolphus, Bella devi fare qualcosa!” esclamò ancora la ragazzina. Bellatrix alzò la testa ed annuì, poi si rimise in piedi e, ricacciando indietro le lacrime ed asciugandosi il viso, uscì dalla stanza, seguita a ruota da Narcissa. 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9:

Bella aveva scritto a Rodolphus di vedersi ad Hogsmade. Quando il giorno dell’appuntamento arrivò, la ragazza era decisa a farla pagare a quell’idiota. Appena lo intravide in lontananza strinse in una mano la bacchetta. Lui probabilmente si aspettava che lei fosse felice della proposta di matrimonio, perché appena la vide le sorrise e le corse incontro, cercando di prenderla fra le braccia, ma lei si era scansata e in un lampo gli aveva assestato un sonoro schiaffo in faccia. “Questo è perché ora sono obbligata a sposarti” strillò indignata Bellatrix. Lestrange non fece altro che guardarla stupito e poi farfugliò: “Ma io pensavo che… insomma che io e te… cioè, noi due stiamo insieme!”. “Stare insieme è ben diverso andare dai genitori per chiedere la mia mano… tu stupido…”. “Adesso basta, Bella. Ormai la decisione e presa e non puoi farci più niente!” la interruppe il giovane. “Lo so, dannazione, lo so! Ma me la devi pagare comunque”. Tirò fuori la bacchetta dalla tasca del mantello e gridò: “Crucio!”. Sentì uno strano formicolio al braccio e vide Rodolphus cadere per terra e contorcersi urlando. Si crogiolò nella sofferenza del ragazzo per qualche secondo, se lo meritava in fondo, ma poi si rese conto di cosa aveva fatto: aveva usato una Maledizione Senza Perdono, e sul suo fidanzato, oltretutto. La bacchetta le cadde mentre si portava entrambe le mani alla bocca con un’espressione di puro terrore sulla faccia. “Rod…” mormorò. Il giovane era ancora steso a terra scosso da tremiti mentre tossiva violentemente. “Rod…” ripetè “Mi dispiace…”. Gli si accucciò accanto, cercando di aiutarlo a rimettersi in piedi. “Non… mi… toccare” sussurrò lui. “No, Rod, io non… non intendevo… ero arrabbiata… io non…”. “Non volevi? Eppure l’hai fatto, Bella. La realtà è che ti è anche piaciuto torturarmi. Sei una pazza, ti piace vedere le persone soffrire! Non ti sposerei, se non fossi così innamorato di te e non mi fossi preso le mie responsabilità davanti ai tuoi genitori. Sì, Bellatrix Black, io ti amo! Ma perché lo dico a te?! Tu non sai nemmeno cosa significhi amare!”. Detto questo si rimise in piedi barcollando e si allontanò. Bella rimase lì inginocchiata ancora a lungo. Era triste eppure non riusciva a piangere. Sapeva che Rodolphus aveva ragione, le era piaciuto far del male. Quando si rialzò si sentiva rinata: le avevano detto che non sapeva amare? Bene, allora non avrebbe più amato! 

Bene, siamo arrivati quasi alla fine della storia, e finalmente la vera Bellatrix inizia ad uscire fuori. Il prossimo probabilmente sarà l'ultimo capitolo... Non ci posso credere, ho finito un'altra storia! :'D

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10: 

“Bella sta’ ferma o rovinerai il mio capolavoro” esclamò Narcissa. “Vorrei farti notare che stai pasticciando la mia faccia!” rispose la sorella maggiore. Andromeda, dall’altra parte della stanza scoppiò a ridere, mentre Cissy faceva la sua teatrale faccia imbronciata. “Se questo lo chiami pasticciare non oso immaginare quali disastri avessi fatto se ti fossi truccata da sola”. In quel momento la minore delle sorelle Black rimise al suo posto il rossetto e fece qualche passo indietro per ammirare il risultato finale. “Apri gli occhi e guardati” ordinò poi alla maggiore, che era seduta con alle spalle un’enorme specchio con i contorni argentati nella camera di Cissy. Bellatrix osservò il suo riflesso soddisfatta, Narcissa aveva fatto proprio un buon lavoro. Era il 28 agosto, il giorno del suo matrimonio con Rodolphus. Non riusciva ad essere felice. Fin da piccola sapeva che sarebbe stato il suo destino sposare un mago purosangue ma sperava almeno di farlo di sua spontanea volontà. E ora eccola lì, in abito verde smeraldo (si era categoricamente rifiutata di sposarsi in bianco) e i capelli neri raccolti in un complesso chignon che le lasciava sciolti alcuni riccioli attorno al viso. Era semplicemente incantevole. In quel momento Cygnus Black si affacciò alla porta della stanza. “Bella” le disse “E’ ora di andare”. 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11: 

Bellatrix venne svegliata da una serie di baci sulla fronte e sulle labbra. Mugugnando qualcosa di incomprensibile si girò dall’altra parte tentando di riprendere sonno, ma ormai era bloccata nell’abbraccio di Rodolphus. “Lasciami, idiota! Voglio tornarmene a dormire!”. “Non finché non mi dai un bacio” le sussurrò lui in un orecchio. Bella si coprì la testa con il cuscino. “Ti prego” la implorò “Solo un bacetto, poi ti lascio dormire”. Esasperata la strega si rigirò per guardare in faccia l’uomo e gli diede un fugace bacio. Provò a rigirarsi per rimettersi a dormire, ma lui l’aveva presa per i polsi ed era carponi sopra di lei. Le accarezzò lentamente il viso, solo con un dito, guardandola negli occhi. “Signora Lestrange” mormorò prima di appoggiare le labbra su quelle della moglie. Il bacio durò fu lungo e passionale, o almeno per Rod era così. Quando si separarono Bella tornò in posizione fetale cercando di nuovo di riprendere sonno, ma ormai era sveglia e non c’era niente da fare. Così si alzò e si mise la vestaglia nera di pizzo, regalo di nozze da parte di Cissy. “Dove sei stata ieri sera? Non ti ho sentita rientrare” sentì dire a Rodolphus. “Sì, ho fatto tardi. Ero in missione” rispose asciutta. “Lo sai che preferirei che mi avvisassi”. “Il Signore Oscuro mi ha convocato d’urgenza ieri pomeriggio, non ho avuto il tempo di dirti dove sarei andata”. Come sempre quando parlava di Lord Voldemort, a Bella brillavano gli occhi, e questa cosa non poteva non infastidire il signor Lestrange. “E in cosa consisteva questa ‘missione’” continuò l’uomo in tono investigatore. “Oh, niente di che… solo un paio di Babbani”. A Rodolphus non piaceva per niente la noncuranza con cui la moglie aveva risposto a quell’ultima domanda. Ormai, soprattutto in missione, sembrava sempre di più quella diciassettenne che per pochi secondi si era divertita a torturarlo e sempre meno la donna di cui si era innamorato. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12:

Rodolphus si inginocchiò nell’erba e appoggiò per terra un mazzo di rose rosso sangue. Erano i suoi fiori preferiti. Era stanco, vecchio e solo. Non una lacrima attraversò il viso dell’uomo, mentre iniziava a parlare con la persona che giaceva nella tomba di fronte a lui. “Mi manchi, lo sai?”. Non si aspettava una risposta e continuò: “Ricordi quando eravamo bambini e mi hai picchiato perché non ti ridavo la tua bambola? È stato allora che hai iniziato a piacermi, mi hai dimostrato di non essere una mocciosetta viziata, mi hai fatto vedere di che pasta eri fatta. E quando mi hai lanciato quello Schiantesimo sull’Espresso di Hogwarts? Appena mi sono ripreso ho pensato: ‘Sposerò questa ragazza, qualunque cosa succeda’. E mi ricordo come se fossero ieri le ripetizioni, non mi entrava in testa niente, con te al mio fianco che mi aiutavi a studiare. Il nostro primo bacio ad Hogsmade è stato il più bello che tu mi abbia mai dato. I momenti migliori a scuola li ho passati con te, ma poi sei cambiata: dopo il matrimonio ci siamo uniti ai Mangiamorte e qualcosa è cambiato, non eri più mia. Eri troppo presa dalle missioni e dal tuo Oscuro Signore. Non c’era più posto per me nei tuoi pensieri. Nel tuo cuore c’era solo Lui… l’ho odiato per questo. Quando ti ho vista colpita dall’incantesimo di Molly Weasley per un attimo ho pensato che stessi scherzando. ‘Non può morire’ ho pensato ‘E’ troppo potente’. Eppure eri lì a terra, inerme. Il dolore che ho provato è stato… indescrivibile. Mi è sembrato di tornare ad Azkaban. Azkaban… abbiamo passato anche quello, insieme. Devo dirti solo un’ultima cosa: ti ho amata, ti amo e ti amerò sempre, anche se tu non l’hai mai fatto. Mi manchi da morire”. Detto questo si rialzò e si allontanò. Sulla lapide che si era lasciato alle spalle c’erano incise poche parole: ‘Bellatrix Lestrange; 1951-1997; Fedele fino alla fine’. 

Bene, questa storia si conclude davvero in modo deprimente, ma mi è piaciuto scriverla :D 

E' ambientato alla fine della II Guerra Magica, Bellatrix è stata uccisa dalla signora Weasley (sigh...) e Rod, che è riuscito a scampare ad una pena ad Azkaban, va a visitare la tomba della amata moglie :'( 

Un grazie speciale a chi ha recensito e seguito questa storia fino alla fine, grazie davvero di tutto, anche chi ha solo letto <3 mi fate venire voglia di scrivere <3 Un bacione a tutti

NellieLestrangeLovett

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