I Love You Baby

di harrehs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #Prey ***
Capitolo 2: *** #Ass like that. ***
Capitolo 3: *** #Simply unlucky girl ***
Capitolo 4: *** #Tonight we're going hard ***
Capitolo 5: *** #I don't like whores ***
Capitolo 6: *** #Fuck you blonde. ***
Capitolo 7: *** #Catch me now. ***
Capitolo 8: *** #You make me happy. ***
Capitolo 9: *** #She will be mine. ***
Capitolo 10: *** #Let me be better. ***
Capitolo 11: *** #Did you lose the V with Zayn Malik? ***
Capitolo 12: *** #Count on me ***
Capitolo 13: *** #She never learns ***
Capitolo 14: *** #Love doesn't come from sex ***
Capitolo 15: *** #Two words, five letters ***
Capitolo 16: *** #Stole my heart ***
Capitolo 17: *** #What makes you beautiful ***
Capitolo 18: *** #Can I meet yours? ***
Capitolo 19: *** #Tell me a lie. ***
Capitolo 20: *** #Another world ***
Capitolo 21: *** #I wish ***
Capitolo 22: *** #Cry me a river ***
Capitolo 23: *** #I love you baby ***
Capitolo 24: *** #Back for you ***
Capitolo 25: *** #Hurt. ***
Capitolo 26: *** #Powerless. ***
Capitolo 27: *** #The girl of my best friend. ***
Capitolo 28: *** #Irresistible. ***
Capitolo 29: *** #They don't know about us ***
Capitolo 30: *** #Change my mind. ***
Capitolo 31: *** #Taken. ***
Capitolo 32: *** #On the right side of the wrong bed. ***
Capitolo 33: *** #So we can start it all over again. ***
Capitolo 34: *** #Brothers. ***
Capitolo 35: *** #Same mistakes. ***
Capitolo 36: *** #You're just a small bump. ***



Capitolo 1
*** #Prey ***


I Love You Baby

by harrehs





Intro.

A tutti coloro che stanno leggendo,
grazie di cuore, mi sono davvero impegnata a scrivere questa storia.


Ho voluto fare questa breve introduzione per parlarvi un po' di cosa succederà in questi capitoli, ma soprattutto per anticiparvi ciò che (spero) andrete a leggere.
- Inizio con il dire che qui i ragazzi NON sono famosi e NON sono amici per la pelle
- La trama è banale, sicuramente ne avrete lette tante come questa. Il ragazzo che se la fa con tutte finalmente si innamora: WOOO! Sono però riuscita (credo) a svilupparla in modo particolare
- Alcuni capitoli sono scritti dal punto di vista maschile, quindi risulteranno leggermente ''spinti'' (se così li posso definire) 
- Qui i ragazzi NON hanno la passione per il canto, anzi. Per esempio qui Harry vuole fare il cuoco. 
- La FanFiction è un OOC, quindi i ragazzi NON corrispondono completamente a chi sono nella realtà

Spero davvero di avervi incuriosite almeno un po', perchè ci tengo tanto che questa storia venga letta. E inoltre voglio sapere i vostri pareri!
Ma passiamo alla storia vera e propria ora!  

//
 


Chapter 1st.

#Prey


 

La luce che entrava nella stanza era accecante e così tremendamente fastidiosa.

 

 Aprii gli occhi e me la trovai davanti. 
Sentii il calore sulla mia pelle, ma ero talmente disorientato che ci feci poco caso. Dico sul serio, non avevo la più pallida idea di dove fossi. Mi trovavo in una camera da letto mai vista prima. Ero sdraiato ed ero nudo.
Bene; probabilmente mi ero divertito parecchio la sera prima. 
Mi sedetti.
Forse troppo velocemente: una fitta allo stomaco fu accompagnata a braccetto da un giramento di testa.
Avevo la nausea.
Stavo di merda. 
Mi ero ubriacato. 
Ebbene sì, mi ero davvero divertito allora.
 
X:- Buongiorno bel ragazzo- disse una voce femminile.
 
Eh? Dio mio se mi sentivo male.
Mi veniva da vomitare.
A differenza delle altre volte, oggi non dovevo essere un bello spettacolo. 
Mi girai di scatto, pessima mossa, e finii a guardare la ragione principale del mio divertimento di quella sera. 
Occhi blu, pelle ambrata e capelli neri, lisci, ma questo poco importa. 
Aveva solo una camicia, la mia, e il suo sedere era divino, questo importava. 
E io me l'ero portata a letto. Ma il problema era che non ricordavo né chi lei fosse e nè com'era stato. 
H: - Buongiorno- risposi quasi indifferente.
Me l'ero già scopata, ora non mi serviva a nulla. Bè, magari avrei voluto sapere dov'ero e come cazzo c'ero arrivato lì.
Lei mi baciò. Ricambiai. Ma chi era? Non era niente male però. 
Si staccò e cominciò a prendere degli stracci da terra. 
Solo dopo realizzai che erano i miei vestiti. 
X: - Non ricordi il mio nome vero?- chiese voltandosi verso di me.
Cazzo.
H: - Caroline?- poco m'importava.
X: -Carly- rispose delusa.
H: - C'ero vicino- sorrisi io e mi scompigliai i capelli. Oh santo cielo se amavo i miei capelli!
X: -Stronzo- constatò amareggiata.
H: - Nah! Scommetto che neanche tu ricordi chi sono- sdrammatizzai alzandomi e infilandomi i boxer.
X: - Harry Edward Styles, sei nato il 1 febbraio del 1994, devi iniziare il tuo ultimo anno a scuola e hai un'incondizionata passione per la cucina.- sembrava che avesse imparato una filastrocca. Ridicolo, per certi versi, ma ero così disorientato che ci feci poco caso. 
H: - Be' se fai così è ovvio che mi fai sembrare stronzo!- la buttai sul ridere.
X: - Immagino che di stanotte non ricordi nulla, vero? - 
Le ragazze lo odiano, quando sto con loro mentre sono sbronzo. Dicono che non è ''romantico'' o ''sentimentale''
Che cazzo c'era di romantico nel sesso solo loro lo sapevano. 
H: - Sempre le stesse domande, che monotone che siete - mi lamentai divertito mentre mi vestivo.
X: - Che razza di bastardo.- scosse delusa la testa. 
Misi le scarpe, pronto per mettere fine a un'altra stupida recita e tornare a casa. 
Ero ancora a torso nudo, mentre lei continuava a guardarmi, schifata dal mio atteggiamento. 
H: - La camicia tienila, ti dona.- le ammiccai, cercando ora la porta d'uscita. 
Lei mi seguì. Probabilmente non vedeva l'ora che me ne andassi. 
H: - Quindi...- cominciai con la solita pantomima - E' stato bello, tante belle cose, Caroline!- la salutai sorridente aprendo la porta. 
X: - E' Carly.- mi sbattè la porta in faccia una volta che fui uscito, arrabbiata. 
 
Mi trovai in un corridoio. C'erano tante altre porte. 
Vidi le scale: probabilmente dovevo scendere. 
Ad un tratto la porta dell'appartamento di fronte si aprì, e un ragazzo a me molto famigliare fece la sua uscita.
H: - Bionda o mora, Malik? - chiesi divertito al mio migliore amico, facendo riferimento al fatto che il suo programma di ieri sera era sicuramente stato molto simile al mio. 
Vantava un sorriso sghembo e soddisfatto, gli occhi arrossati. Doveva essersi fumato anche qualcosa. 
Io non fumavo, non mi piaceva, ma lui ne andava matto. 
Capelli neri, occhi quasi dello stesso colore, pella ambrata e un filo di barba. 
Zayn Malik era il mio migliore amico.
Z: - Penso di non ricordarmelo. - ammise serio, per poi scoppiare in una rumorosa e cagnesca risata, coinvolgendo anche me. 
Non faceva ridere davvero, in effetti, ma eravamo mezzi sbronzi, non capivamo nulla. 
Eravamo amici da quando avevamo sette anni. Facevamo tutto insieme -be' proprio tutto tutto no eh!- e passavamo la maggior parte del tempo fra di noi, o fra le ragazze. Ubriacarci e fare sesso era ciò che amavamo di più. Dico amavamo perchè ora non lo è più, almeno per me.
Così comincia la mia storia: mi chiamo Harry Edward Styles, e da ''stronzo'' sono diventato in men che non si dica una semplice vittima.
 

***

Ecco il primo capitolo/introduzione
Che ne pensate?
Insultatemi subito se la storia fa schifo, così evito di pubblicare altri capitoli.
O al contrario se vi piace ditemelo, così mi sbrigherò a pubblicare gli altri! 
Grazie ancora a chi sta leggendo questa storia
XXX

harrehs



 

*On the next...*

Harry e Zayn avranno il loro primo giorno a scuola. 
Arriveranno nuovi personaggi.

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Capitolo 2
*** #Ass like that. ***


Chapter 2nd.

#Ass like that.

 





Spinsi il piede sul freno. 
Eravamo arrivati.
Mi voltai verso Zayn al mio fianco: guardava l'edificio davanti a noi, con lo sguardo perso su esso. 
Le cose erano due: o se ne doveva uscire con una delle sue frasi fatte, che secondo lui lo rendevano una sorta di pronipote di Socrate, o si era fumato qualcosa prima di andare a scuola. 
Io optavo per la seconda. 
Z: - Ultimo anno amico.- cominciò. Alzai gli occhi al cielo rassegnato, pronto per le sue profonde riflessioni mattutine - qui finisce tutto. Non sarà mai più lo stesso. Tutte le risate, i pianti.. - continuò con fare poetico. 
Ecco che inizia la frase alla Socrate.
H: - Quando mai hai pianto tu? - lo interruppi subito canzonandolo e dandogli una pacca sullo stomaco.
Z: - Sì, hai ragione! Meglio piangere guardando Titanic! - mi rispose a tono.
Ehi! Quello è un film ben fatto. 
H: - Guai a te se lo dici in giro Malik! - gli intimai serio e iniziammo a prenderci a pizze ridendo.
Z: - Avanti riccio, è il nostro momento - affermò lui interrompendo la ''rissa''. 
Scossi i capelli: ero niente senza di loro. 
Z:- Ma quanto ti piaceranno quei cosi- si riferì ai miei ricci. 
H: - Ehi, ehi, ehi! Sono una calamita per le ragazze!- gli ricordai -Dillo che anche tu fai sogni erotici su di me solo guardando i miei ricci! - e mi avvicinai a lui scoccando le labbra scherzosamente. 
Lui mi allontanò bruscamente divertito 
Z: - Ma piantala! Così mi prendono per finocchio!-
H:- Omofobo! - gli urlai contro e iniziammo a ridere, per poi avviarci verso l'istituto, dove tutti i nostri amici ci stavano aspettando. 
Esatto: aspettavano noi. 
In quella scuola non sarebbe successo nulla senza me e Zayn. Si sarebbero annoiati tutti. Eravamo i migliori, tutti volevano essere come noi e soprattutto le ragazze volevano noi. Io e quel finto filosofo di Malik. 
Cazzo se amavo la mia vita! 
Iniziammo a parlare fra di noi, ridere e scherzare come sempre. 
 
X:- Hai passato una bella estate Styles? - 
Melanie Host, capelli scuri, almeno una quarta di seno e il solito culo che parla che fa impazzire i ragazzi. Dirò la verità, di viso non faceva impazzire nessuno, ma aveva comunque la scuola ai piedi. Che troia! 
Mi amava, ne ero certo. 
Se io l'amavo? Ma neanche morto! 
Troppo troia per essere considerata donna. 
Si faceva mangiare in testa, da chiunque. 
Se me la scopavo? Be', mi pare ovvio.
Quel giorno indossava un top fin troppo aderente con una scollatura che lasciava intravedere buona parte del suo seno, e una gonna davvero corta e attillata. 
Ribadisco, che troia!
H: - Quella gonna non è troppo corta Mel? - le chiesi guardandola negli occhi, con aria maliziosa. 
Le ragazze impazzivano quando si creava il contatto visivo. Non capivo esattamente perchè, ma se funzionava, perchè smettere? 
M: - Be', non è fatta per stare sempre addosso giusto? - rispose con fare malizioso.
Che troia gente!
H: - Interessante- continuavo a fissarla e lei, come ogni gallina che si rispetti, ridacchiava stupidamente. 
Z: - Anche il top mica male! - si intromise Zayn. 
H: - Be', non è fatto per stare sempre addosso - riposi io e entrambi scoppiammo a ridere. 
Lei si sentì in imbarazzo e se ne andò. 
Z: - Che troia! - se ne uscì Zayn.
H: - Mi hai tolto le parole di bocca- 
 
E ad un tratto eccola arrivare.
La si poteva notare da lontano. 
Tutti si girarono a guardarla. 
Tutti la volevano. 
Ma lei guardava solo me. 
Era perfetta, bellissima. 
Capelli biondi lunghi e lisci lasciati al vento, fisico scolpito, alta e magra, un sogno. 
Matura, intelligente, donna. 
Z: - Cazzo se si è fatta più figa st'estate- il solito utile parere di Zayn. 
H: - Tutte ma non lei, Malik- gli intimai fulminandolo.
Appena lei mi vide corse ad abbracciarmi. 
Cazzo se mi era mancata! 
Lei, la mia migliore amica. 
H: - Debbie, dio mio da quanto tempo!- esclamai slegando il caldo abbraccio -Sei... Sei... Sei bellissima caspita! Insomma... Poi non ti lamentare se ci porvano in tanti! - continuai guardandola.
D: - Dai smettila, mi sei mancato anche tu! Sono tre mesi che non ci vediamo e... Ti sei fatto crescere i capelli? -
H: - Più lunghi sono più sono sexy-
D: - Stupida e infondata teoria - alzò gli occhi al cielo divertita. 
H: - Non secondo la tua migliore amica.- e indicai Melanie.
Ancora non capivo come facessero quelle due ad essere così amiche.
Davvero, erano due opposti.
D: - Ma come si è vestita?- la guardò lei stupita.
H: - Quello tu lo chiami ''essere vestita''? - ci scherzai io.
Lei mi fulminò, ma le scappò un sorriso. La presi sotto braccio e la scortai in mezzo al gruppo, facendo invidia a tutti i ragazzi della scuola. 
D: - Zayn..- lo salutò lei.
Z: - Debbie, da quanto tempo! - e l'abbracciò. Lei era in imbarazzo. 
Z: - Sei diventata davvero... Wow! L'estate ti ha fatto bene cazzo!- 
D: - Be' grazie - non lo guardava neanche negli occhi, ma era lusingata. 
D: - Bene... Io vado a salutare gli altri, ciao ragazzi, ci vediamo dopo Harry- e si allontanò.
Z: - Styles... Ti prego, perché no? - si lamentò Zayn. 
H: - Te l'ho detto! Insieme mi piacereste davvero tanto... Ma tu la faresti stare troppo male. E sai quanto ci tengo a lei. - 
Z: - Ma perché tua madre ti ha fatto un cuore? Non potevi essere superficiale e stupido? - continuò lui.
H: - Io sono perfetto caro - la buttai sul ridere. 
A Debbie piaceva Zayn, e questo lo sapevano tutti. Ma Zayn non era un tipo da storia seria e non volevo che la mia migliore amica piangesse per il mio migliore amico. Tenevo troppo a entrambi.
Z: - Ehi, ma quelle?- 
Zayn aveva una soglia d'attenzione bassissima, non riusciva a stare su un argomento troppo a lungo, il cervello gli si consumava così velocemente. Fatto sta che mi girai a guardare la sua distrazione del momento. Due ragazze stavano parlando, erano nuove, non le avevo mai viste prima. Una bionda, una castana. Una riccia, una liscia. Una di fronte e una di spalle. 
 
H: - Bel culetto la castana!-

***


Buonsalve gente! Come va? 
Anyway.. che ne dite del capitolo?
Qui si presentano alcuni personaggi..
ma molti devono ancora fare ingresso! 
Datemi i vostri pareri! Recensite pure!
 Grazie a tutti coloro che leggono la storia
Vi amo.

harrehs



 

*On the next...*


Nuovi personaggi faranno il loro ingresso.
Due amici avranno una piccola discussione.

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Capitolo 3
*** #Simply unlucky girl ***


Chapter 3rd.

#
Simply unlucky girl

*il capitolo non è dal punto di vista di Harry





J: - Ok, non girarti, ma ci sono due gran fighi che guardano da questa parte-
D'istinto mi girai, ma cercando nella folla non riuscii a mettere a fuoco nessuno.  
J: - Ti avevo detto di non girarti! - mi rimproverò severa.
E: - Scusa J, ma sai che quando mi dici così mi giro sempre.-
Era il primo giorno di scuola ed io ero agitata. Ero al secondo anno, quindi per me il liceo non era una novità. Il fatto è che l'anno scorso la mia vecchia scuola fu demolita per farne un centro commerciale, e quindi tutti gli studenti, non eravamo molti, si dovettero trasferire qui. L'edificio era carino, spazioso, e poi avevo Janette con me, la mia migliore amica. Bionda, riccia, alta più o meno come me e pazza per i ragazzi, decisamente troppo. Ma troppo timida per avvicinarsi spontaneamente a loro.
J: - Lo so Liz, tranquilla! - rise divertita.  
Liz sono io. O meglio, Elizabeth sono io. 
Mi chiamo Elizabeth Payne, ho quindici anni e non ho niente altro di particolare da dire su di me. 
J: - Continuano a guadare! Liz, dio mio ora impazzisco, dico sul serio! - continuava ad agitarsi, con gli occhi a cuoricino. 
Alcune volte odiavo questo atteggiamento di Janette. 
Mi voltai di nuovo, alla ricerca dei due ragazzi descritti da Jane. 
Un moro e un riccio guardavano nella nostra direzione. Solo allora capii l'agitazione della mia migliore amica. 
 
X: - Chi è che si sta meritando le tue occhiate, Payne? - qualcuno mi mise il braccio intorno al collo, distraendomi dai miei pensieri. 
E: - Lou! - urlai abbracciandolo. 
Lou: - Tutto quest'entusiasmo, per me? Oh troppo buona, troppo buona! -
J: - Esibizionista- commentò Janette quasi infastidita. 
Lou: - Troppo buona troppo buona! - le rispose lui scherzoso.
Louis Tomlinson era il mio migliore amico. L'avevo conosciuto un anno fa a scuola. Lui era dell'ultimo anno, ma non era un montato come gli altri. Diciamo che, aveva solo troppo, come dire, crudo senso dell'umorismo? Non è che fosse antipatico, questo no. Il problema era che qualche volta ci andava giù pesante. E non tutti apprezzavano. Ma io ne ero abituata: non sarei mai riuscita a stare senza il mio Lou.
J: - Ci vediamo dopo ragazzi, vado a segnarmi per i matleti prima che occupino tutti i posti- si congedò Janette.
Lou: - Che si occupino i posti? Ai matleti? E' da sfigati! - commentò Louis soffocandò una risata. 
Janette gli lanciò un'occhiataccia e se ne andò.
Lou: - Pensavo di starle simpatico- disse sorpreso corrugando la fronte.
E: - Se è per questo st'estate le sei anche piaciuto! - 
Non so perchè glielo dissi, ma ormai i giochi erano fatti. A lui Janette non era mai piaciuta, e lei se l'era bello che scordato.
Lou: - Cosa?!- mi diede una pacca sullo stomaco. Non pensavo la prendesse così, fece anche male - E perchè non me l'hai detto? Insomma Janette è carina! - 
Oh cazzo. 
Allora era davvero interessato. 
Avevo tolto alla mia migliore amica la sua possibile prima relazione? 
Ma forse era meglio così. Neanche io avevo mai avuto un ragazzo: sapere che Janette potesse vivere queste esperienze prima di me, un po' mi dava fastidio.
E: - Scusa non pensavo ti piacesse...- mi scusai.
Lou:- Ma non mi piace!- respiro di sollievo - Solo che non è male- continuò fantasticando -Magari un bacetto, una carezza, una scopata...- finì.
E: - Lou!- lo rimproverai, ma scoppiai a ridere. Dopotutto, quale ragazzo non la pensava così? 
Lou: - Dimenticavo che tu sei troppo piccola per certe cose, verginella- cominciò con aria di chi la sa lunga. Odiavo quando faceva il gradasso. 
Lou:- Pensi che possa recuperare e poter tornare a piacerle? - mi chiese poi, tornando al discorso di prima.  
E: - Lou, l'hai appena definita una sfigata! Sai quanto ci tiene lei ai matleti.- gli feci notare. 
Anche io la consideravo una passione stupida; la matematica proprio non la capivo.
Lou: - Scherzavo, pensavo lo sapesse - si giustificò alzando le mani al cielo.
E: - Tu scherzi sempre Lou... A volte ci vai giù pesante! - mi sentivo quansi in colpa a dirgli queste cose. - Ma ecco perchè sei il mio migliore amico! - continuai, strofinandogli i capelli e abbracciandolo più forte che potei. 
Lou: - Così mi uccidi Lizzie! - disse in un sussurro spezzata. 
E: - Sai che odio quando mi chiamano Lizzie! - slegai subito l'abbraccio, fingendomi offesa. 
Lou: - Giusto, Liz invece è tanto diverso.- commentò sarcastico. 
Tutti mi chiamavano Liz. Lizzie proprio non mi piaceva. Tuttavia, e forse lo faceva proprio per questo, Louis insisteva a chiamarmici. 
E: - Per me sì.- mi lamentai come una bambina, provocando una sua dolce risata.
Ci avviammo poi verso l'entrata della scuola. 
Lou: - Insomma, chi si stava meritando le tue occhiate? - chiese improvvisamente, riportandomi con la mente ai due ragazzi di prima.  
Mi voltai per ritrovarli. 
Il riccio era carino, molto carino. Lo cercai con lo sguardo.
Sì, mi ero fatta troppi film. 
Ma che pensavo, di potergli piacere? 
Lo guardai: stava incollato a una ragazza mora, dalla gonna fin troppo corta anche per essere distribuita nei negozi. Che troia.
E: - Nessuno Lou, era tutta la tua immaginazione. -
 
 
Five hours later
 
Drin! Il secco e piacevole suono della campanella. 
Libertà! Ma che dico, domani ci sarei ritornata.
E: - Lou! Lou! Lou! - lo inseguivo per il corridoio ancora sconosciuto. 
Lou: - Lizzie, non correre troppo ragazzina che ti viene il fiatone- 
Odiavo quando mi prendeva in giro su questo argomento. Avevo poco fiato, e allora?!
Feci per dargli un calcio, proprio sul suo amato pacco, ma lui si ritirò prima. 
Lou: - Ehi, fai la migliore amica quando ti pare, Payne! - mi abbracciò. Uno di quei suoi caldi e meravigliosi abbracci. 
E: - Oggi ci vieni al concerto dei Westlife?- gli chiesi una volta staccati.
Lou: - Sì ovvio, non c'è neanche da chiederlo!- rispose subito con tono sicuro.  -Ma verrà anche...?- domandò insicuro.
E: - Mio fratello? Purtroppo sì. Dice che sono troppo piccola per andare da sola. Non mi lascia mai in pace, mentre lui sta sempre fuori casa a fare chissà cosa! - lo interruppi, facendo appello alle solite scappatelle di Liam, mio fratello. 
Lou: - Io parlavo di Charlotte in realtà... -mi corresse. 
E: - Ah, sì viene anche lei. - 
Charlotte era una mia grande amica, ma in pochi riuscivano a tollerarla. Come Janette pensava spesso ai ragazzi. L'unica differenza era che Charlotte passava subito all'azione. E certe volte passava come una ''donna di facili costumi''. Inoltre, Charlotte sapeva essere davvero stupida. E aveva una cotta per Lou. 
Lou: - Grandioso- sbraitò sarcastico. 
E: - E' simpatica se provi a parlarci - 
Lou: - Sì, come un dito infilato nel... - 
E: - Louis.- lo fulminai.
Il mio telefono squillò, interrompendo la conversazione. 
E: - E' mio fratello. - risposi.
E: - Arrivo. Non agitarti. - e attaccai.
Dovevo correre a casa.
Lou: - Emma è senza baby sitter?- chiese riferendosi a mia sorella minore. 
E: - Sì. Devo correre- dissi tristemente. Odiavo doverle fare da baby sitter.
Lou: - Andiamo allora! - annunciò mettendosi lo zaino in spalla e un braccio attorno al mio collo. 
E: - Sei sicuro?- gli chiesi speranzosa. 
Lou: - Certo, è da tempo che non stiamo insieme.- disse dolcemente - E poi, come squadra di baby sitter siamo imbattibili!- 
E: - Squadra che vince non si cambia.- commentai sorridente, battendogli il cinque.
E insieme andammo a casa mia.
 
 
Harry's Point Of View
Quella giornata non finiva davvero più. Solo una cosa mi consolava: il party da Zayn stasera. Ciò significava sesso, sesso, e tanto sesso. 
D: -  Allora ci vieni alla festa oggi?- mi sussurrò  a biologia. 
H: - Appena stacco dal lavoro arrivo.-
D: - Lavori ancora?- 
H: - Sì certo, devo fare pratica!-
Lavoravo in un forno vicino casa. Non era il massimo, ma avevo bisogno di soldi e esperienza per fare il cuoco.
D: - Quindi ora tu e Mel  state di nuovo insieme?-  
Ecco il tasto che voleva andare a toccare.
Da anni cercava di sistemare insieme me e Melanie. Ma perché non capiva che razza di persona era?
H: - Quando mai siamo stati insieme?- le domandai amareggiato. 
D: - Che stronzo, prima la baci e poi fai così?- chiese stupita, guardandomi delusa.
H: - Non fare la bambina Debs. E' lei che ha baciato me e poi, non si può avere qualcosa di serio con quella lì! Dico sul serio.- troncai subito l'argomento sul nascere. 
Drin! 
D: - Ci vediamo alla festa, Styles. - prese la borsa e se ne andò furiosa. 

Ma che avevo fatto ora?
 


***

Eccovi il new chapter! 

In questo capitolo fa ingresso la nostra cara protagonista: Liz!!!
Spero che vi stia simpatica...
anche perché sentirete spesso parlare di lei in questa storia! 
Voi intanto leggete e RECENSITE questo!
Alla prossima
XXX

harrehs



 

*On the next...*

Nuovi e importanti personaggi faranno ingresso. 
Una notte sconvolgerà tutti.



 

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Capitolo 4
*** #Tonight we're going hard ***


Chapter 4th.

#Tonight we're going hard





 


Elizabeth's Point Of View
L: - Hai preso tutto, Lizzie? - domandò ansioso mio fratello, utilizzando quel nomignolo. Che tuttavia, solo lui aveva il permesso di usare.
E: - Sì, credo- risposi, incerta dandomi un'ultima occhiata in giro. Non riuscivo a fare mente locale su nulla; stavo per andare al mio primo concerto, ero davvero emozionata. 
Musica dal vivo ad altissimo volume, con i miei migliori amici.
Il lato negativo era purtroppo che Liam aveva insistito per venire con noi. 
L: - Quindi, portiamo Emma dalla nonna e poi andiamo al concerto? -
E: -Sei tu che comandi qui.- risposi sarcastica lanciandogli le chiavi. Liam sbuffò divertito, aprendo la porta di casa per uscire. 
Liam Payne, mio fratello. Bello, carismatico, iperprotettivo, infantile e spesso superficiale.
Vivevo con lui da quasi un anno ormai, da quando aveva iniziato l'università. Cioè, vivevo con lui ed Emma, la mia sorellina. 
Tranquilli, la mia non è una situazione problematica e disastrosa, non pensate questo. 
I miei genitori hanno un lavoro che li costringe a viaggiare, spesso e ovunque. Per ora resterò nel vago, ma un giorno magari vi spiegherò cosa fanno per vivere. 
Tornando a noi, io e Liam arrancavamo un po' a fare i ''genitori'' per la piccola Emma, ma ci provavamo. 
L: - Chi dobbiamo passare a prendere?- mi domandò una volta usciti fuori nel parcheggio, mentre la sua testa spariva nell'auto. 
E: - Jane, Charlie e Lou. - ricordai contandoli goffamente sulla punte delle dita.
Aprii lo sportello anteriore dell'auto, ma fui subito fulminata dallo sguardo solenne di Liam. 
L: -Non sederti lì.- mi intimò -Vai nei posti dietro, lì ci va Dani.-
La ragazza di mio fratello, Danielle. 
Alta, pelle ambrata e folti capelli ricci. 
Non so ancora come sia riuscito mio fratello a conquistarla. Certo, in molte dicono che Liam è uno dei ragazzi più belli che abbiano mai visto, ma, insomma, non riuscirei mai a pensare a mio fratello come uno che possa piacere. No, e poi no.
Tuttavia, lei era come acqua necessaria a vivere per lui.
Penso che se lei non fosse mai arrivata, lui sarebbe rimasto lo stesso bambino immaturo e infantile di sempre. Lei lo rendeva migliore. 
Adorava Danielle. E anche io. 
E: - D'accordo- risposi, e svogliatamente mi andai a sistemare sui posti posteriori, rivolgendo la mia attenzione al paesaggio oltre il finestrino, fantasticando sull'imminente concerto. 
 
 
 
Harry's Point Of View
La musica era altissima. 
Ragazzi che saltavano e si scatenavano ovunque. 
Ragazze che mostravano il seno, si chinavano cercando di catturare l'attenzione e pomiciavano in ogni angolo dell'appartamento. 
Puzza di erba e tabacco atturava le mie narici, schifandomi. 
Birra buttata a terra, bottiglia di Vodka vuote sparse in giro. 
Cercavo Zayn, ma sembrava impossibile riuscire a trovare qualcuno. 
Lo intravidi tra la folla, dopo averlo cercato per molto.
H: - Non male il party Malik! - gli urlai avvicinandomi a lui.
Aveva due bottiglie di alcolici in mano, e me ne porse gentilmente una.
 Lo ringraziai inghiottendo tutto il liquido nella bottiglia. 
Sentii il brivido lungo l'intero esofago e la gola urlare pietà. La testa sembro dondolare e le palpebre esitarono. 
Respirai profondamente, desideroso di averne altro.  
Z: - Hai chiarito con Debbie? - mi chiese mentre cercavo di riprendermi.
H: - No Zayn, ancora non l'ho vista.- gli risposi, mentre mi tornava alla mente il litigio con la mia migliore amica. -Pensi che arriverà?- gli domandai poi, preoccupato. 
Z: - Così aveva detto. - rispose scrollando le spalle.  
Cominciai a guardarmi intorno. 
Dovevo trovarla e chiarire con lei. Odiavo questo suo tenere il broncio per una simile stupidaggine. Avevo bisogno di lei, ma non avevo bisogno che mi giudicasse.
Z: - Harry,- mi chiamò distraendomi. -Guarda quelle lì. Le conosci?- 
Indicò un punto nella folla che si scatenava, e ci misi un po' a mettere a fuoco.
Due ragazze. 
Gemelle. 
Ballavano muovendosi a ritmo di musica e strusciandosi con i ragazzi circostanti. Le guardavano desiderosi, le commentavano maliziosi. 
Un'idea mi passò per la mente. 
Sentii l'eccitazione e il desiderio.
Volevo provare. 
E non avevo dubbi che ci sarei riuscito.
Z: - Sono due, Styles. Una per me, una per te. - propose, ma non era nei miei piani. 
Scossi la testa, non riuscendo a togliere il mio sguardo dalle due. 
La smorfia di malizia che avevo dipinta in faccia sicuramente svelava le mie intenzioni, ma Zayn non ci arrivò.
H: - Sono due, Malik. - sussurrai cominciando a fantasticare.
Z: - Non ce la faresti, è troppo anche per te! Non a una festa del liceo!- mi scoraggiò subito, capendo. Ma ormai ero partito in quarta.
H: - Dicono che in tre è più divertente- 
 
E detto questo mi diressi verso le due, sbaragliando la concorrenza, e mi misi all'azione.
 

 
 
Zayn's Point Of View
Quel ragazzo era decisamente folle.
Ma follemente geniale. 
Lo vidi parlare con le due gemelle, e poi allontanarsi nel corridoio. 
Le teneva per mano, mentre le due ridacchiavano fra di loro. 
Probabilmente erano sbronze, ma conoscendo Harry, sarebbe riuscito nel suo intento anche se fossero state pienamente sobrie.
Lasciandomi Harry e le gemelle alle spalle, decisi che era il momento di smetterla di pensare, e cominciare a divertirmi.
Mi guardai intorno: di ragazze ce n'erano, ma ormai mi ero quasi stufato delle stesse.
La musica era davvero alta, e così continuai a bere. 
Non ricordo quanto bevvi, ma tanto. Davvero troppo. 
Presi la prima ragazza che trovai e cominciai a divertirmi come solo io sapevo fare.
 
 
 
Debbie's Point Of View
Ci ero andata lo stesso a quella stupida festa. 
Perchè poi? Harry non lo volevo vedere, e Zayn tanto meno. 
Mi dava fastidio il modo in cui Harry trattava Mel: lui di certo non sapeva quante volte io l'avevo consolata, avevo asciugato le sue lacrime dicendole che lui un giorno si sarebbe accorto di che persona fantastica era. 
Zayn non lo volevo vedere perchè... Be' si sa perchè. 
Gli andavo dietro da anni, ma per lui non esistevo neppure. 
Non ero il suo tipo, ne ero certa. 
 
Entrai. La festa era già in pieno movimento. 
Kesha era al massimo. 
Ecco Zayn. 
Incollato alla secchiona della classe. 
Merda. 
Addirittura? Anche lei? 
Si staccò e cominciò a cantare a squarcia gola, non accorgendosi di me.
Ma perchè mi piaceva così tanto?
 
- Debbie!-
- Vieni qui!-
 urlavano da una parte all'altra. 
 
Li ignoravo. Volevo andare via e piangere.
Volevo Harry.
Iniziai a cercarlo, senza successo.
 
Tonight we’re going hard
Just like the world is ours
We’re tearin’ it apart
You know we’re superstars
We are who we are!
We’re dancing like we’re dumb
Our bodies go numb
We’ll be forever young
You know we’re superstars
We are who we are!
 
La musica era altissima e la testa cominciò a girarmi.
Un blocco sullo stomaco mi perseguitava, tanto che volevo vomitare tutto. 
Riuscivo a pensare solo a Zayn e alla mia stupida speranza di potergli davvero interessare. 
 
M: - Deb sai dov'è Harry? - mi domandò improvvisamente qualcuno, con voce strozzata.
 
Era Mel. Anche lei lo stava cercando. Feci cenno di no con la testa e  lei neppure si accorse dei miei occhi lucidi. 
In quel momento mi sentii inutile, come se a nessuno importasse di me.
Dovevo vedere Harry. 
Mi incamminai per il corridoio, conoscendo benissimo quella casa.
Volevo allontanarmi dalla folla. 
Trovai una porta e, speranzosa che nascondesse al suo interno il mio migliore amico, non esitai a spalancarla. 
Sì, dentro c'era Harry, ma forse sarebbe stato meglio che non l'avessi mai trovato. 
Non avevo mai visto il mio migliore amico nudo. 
Soprattutto non avevo mai visto il mio migliore amico mentre si dava da fare. 
Tutti dicevano che Harry era un esperto in quell'ambito. E capii il perché
Steso su un letto, una ragazza gli sedeva a cavalcioni sul petto, mentre un'altra, nascosta sotto le lenzuola chinata sulle sue gambe, probabilmente era intenta in un lavoretto di cui non volevo sapere nulla.
X: - Chi è lei?- urlò una delle due, con voce stridula.
H: - Deb?- domandò sorpreso, cercando di coprirsi, accorgendosi di me.
Mi coprii la faccia e uscii dalla porta, desiderosa di dimenticare per sempre quell'immagine.
Scoppiai a piangere.
 Ma non ero più sola. 
Neanche un minuto dopo, di nuovo vestito, il mio migliore amico era corso ad abbracciarmi. Insieme stavamo tornando a casa. 
 

 
Harry's Point Of View 
Non ricordo come avevo fatto esattamente a spingerle a farlo.
Non riuscivo a pensare a nulla in quel momento. 
Solo a quanto fossi soddisfatto. 
A quanto mi piacesse. 
Sì decisamente in tre era meglio che in due.
La porta si aprì, catturando la mia attenzione, e interrompendo tutto. 
Mi venne voglia di urlare, rabbioso, a chiunque avesso posto fine alla mia beatitudine. 
X: - Chi è lei? - urlò una delle due gemelle infastidita. Quale non lo so davvero. 
H: - Deb?-  domandai, solo dopo aver messo a fuoco, preoccupato. 
Oh cazzo, Debbie. 
Si richiuse dietro la porta. 
Aveva bisogno di me.
H: - Scusate ragazze - mi alzai e cominciai a vestirmi, svogliatamente. 
Ma avevo altri doveri da compiere. 
X: - Lo rifaremo?- chiese una delle due speranzosa.
H: - Lo spero - sorrisi io. Erano ubriache, ne ero certo. 
Uscii dalla stanza e corsi ad abbracciare la mia migliore amica, lasciandomi alle spalle la notte più bella della mia vita.
H: - Andiamo a casa- le sussurrai dolcemente.  
 

 
Elizabeth's Point Of View
Il concerto era appena finito, e io non facevo altro che tremare. 
Sia per l'emozione, sia per il vento che urtava la mia pelle, gelandomi.
Ero fuori con Janette, sotto le stelle, ad aspettare che Liam, Lou, Charlie e Danielle tornassero dai bagni. 
Un gruppetto di ragazzi, almeno sette o otto cominciarono a guardarci e a ridacchiare. Avevano su per giù l'età di Lou. 
Mi davano quasi fastidio quegli sguardi, mi sentivo messa in mezzo. 
Janette invece cominciò a pavoneggiarsi e a muovere i capelli, cominciò a sorridere periodicamente, nonostante io non stessi dicendo o facendo nulla per farla ridere. 
Ad un tratto uno di loro si staccò e venne verso di noi. Un biondino. 
Davvero un bel biondino.
Si avvicinava sempre di più. Mi girai imbarazzata. 
Sentii un colpo sulla schiena. Mi girai. 
Oh cazzo era lui!?
X: - Ehm.. scusa ma...- era in imbarazzo anche lui. 
Questo mi mise a mio agio. 
X: - Ho scommesso qualche sterlina con i miei amici che mi avresti dato il tuo numero-
Imbecille.
X: - Il fatto è che... Prima di venire qui mi ero preparato un super discorso da figo ma... Ora sembrerebbe così banale- 
Dolce.
X:- Insomma ti prego dì qualcosa perchè altrimenti avrei fatto semplicemente una figura di merda epica.-
Divertente
Risi. 
Che fare?
E: - Elizabeth- 
Gli porsi la mano.
Notai solo allora che la mia mano tremava.
N: - Niall - la strinse lui. Niall. 
Sì, ero già cotta.
N: - Ad ogni modo... Mi dai il tuo numero? Magari, ti chiamo e... - continuò timidamente e imbarazzato. 
Non esitai a dettarglielo, per poi essere salutata con un 'ci si sente, mi raccomando.' 
Tornò dai suoi amici che lo accolsero con risa e pacche sulle spalle. Io continuavo a sorridere come un ebete. Era la prima volta che mi succedeva una cosa simile. 
Poco dopo salimmo in macchina per tornare a casa. Il mio cellulare squillò: un messaggio. 
'' Buonanotte ragazza del concerto. XX Niall ''
Oh cazzo. avevo finito il credito.

 
***
Faccio sempre ritardo... lo so... SCUSATE!
Comunque, che ne pensate?
Ora sono entrati in scena anche Liam e Niall *_*
XXX

harrehs






*On the next...*
 
Finalmente l'incontro tanto aspettato.
   
 

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Capitolo 5
*** #I don't like whores ***


Chapter 5th.

#I don't like whores





Debbie's Point Of View
Drin!
La sveglia suonò, ma io ero già sveglia da tempo. Stavo sdraiata a pancia in giù, nel letto di Harry. Mi sporsi a guardare sul pavimento: accanto a me, coperto da un corto lenzuolo c'era il mio migliore amico. Mi aveva portata a casa sua, proprio non ce la facevo a tornare nella mia, e avevamo parlato tutta la notte. Lo facevamo spesso, o da me o da lui, parlavamo e poi quando eravamo stanchi ci mettevamo a dormire. Per i suoi stupidi principi, era lui quello a cui toccava il pavimento o il letto più scomodo: mai una volta mi ci aveva lasciato dormire a me. Ma Harry era così, anche se non sembrava. La felicità di chi ama è la sua. Le persone non lo capiscono, e a lui non importa, cosa che lo rende ancora più eccezionale. 
Ancora non era sveglio, ma dovevamo pur andare a scuola. Decisi così di svegliarlo io stessa. 
D: - Harry?- niente.- Harry?- ma quanto dorme? - Harry!- urlai tirandogli un cuscino. 
H: - Ma ti pare il modo?- si svegliò di scatto ridendo e mi saltò addosso facendomi il solletico. 
D: - Mi arrendo! - imprecai e continuammo a ridere senza apparente motivo. 
Sì, non esisteva amico migliore di lui. 
 

Elizabeth's Point Of View
L: - Oggi ho convinto la nonna a tenere Emma. Abbiamo la casa tutta per noi.- mi disse Liam mentre mi accompagnava a scuola. 
E: - Davvero? E' fantastico! Ma quindi tu passerai la sera con Danielle vero...?- era sempre così, non stavamo mai insieme!
L: - Nah, oggi è nostro! Abbiamo bisogno di una pausa dall'essere fratelli/genitori... Affitto un film, compro le popcorn e robaccia varia e facciamo baldoria. Ti va?- 
E: - Sì, sì e sì! Ci vediamo dopo scuola, ti voglio bene Liam!- ammisi entusiasta. 
Ma da quando mio fratello se ne usciva con queste idee? Forse anche lui sapeva essere gentile, qualche volta. 
Scesi dalla macchina tutta felice, fino a quando incontrai Janette. Stava seduta in un angolo, imbronciata. Corsi da lei. 
E: - J! Cos'hai?- le chiesi preoccupata.
J: - Hai presente quei due ragazzi dell'altra volta, quelli che ci guardavano?-
Annuii e l'immagine del riccio e della mora attaccati come due polipi mi ritornò alla mente.
J: - Ecco! Sai che Charlotte ci ha chattato sul web? Non ha aspettato altro! Ha scoperto i nomi ed è partita in quarta... Che fastidio! Perchè lei ha sempre tutto?- si lamentò con fare da bambina.
Odiavo questo lato di Janette. Odiavo il suo vittimismo. 
Se Charlotte aveva le palle di fare qualcosa buon per lei, ma perchè Jane doveva piangersi addosso? 
Questo non avrebbe risolto le cose! Per cosa poi? Per due ragazzi che non ci si sarebbero mai filati? 
La mia felicità per Liam sparì dopo i lamenti di Janette. Cercai di dirle qualche parola di consolazione ma poi me ne andai. Mi sentivo stupida io stessa a tentare di sollevarle il morale.
Caso volle che in quel momento incontrai Charlotte.
E: - Charlie!- la salutai raggiante. 
Stranamente lei metteva allegria. Okay che a volte era stupida, superficiale e vipera, ma c'era sempre. Era sincera, sfidava tutti per te, non le importava il giudizio altrui e soprattutto era sempre solare e sorridente. Praticamente il contrario di Janette in tutto e per tutto. 
C: - Liz, non sai con chi ho parlato...- si vantò sorridente. 
Risi anche io.
E: - Sì, l'ho saputo!- 
C: - Dovresti vederli... Dai, uno è tuo! Sei la mia migliore amica. Te lo devo!- 
Oh mia dolce Charlie! C'è un problema. Io non voglio nessuno. Solo Niall. Niall. Niall. Dio, Niall! La serata di ieri era stata magica grazie a lui. Volevo rivederlo. 
Ma non avevo le palle di farlo. 
 


Harry's Point Of View
Z: - E quindi?- 
H: - E quindi mi ha chiesto di fare una cosa seria... Ma dai! Io non ce la faccio proprio...Non con lei!- 
Io e Zayn stavamo discutendo di questo da almeno un'oretta ormai. Ovvero da quando Mel mi aveva chiesto di avere una relazione seria e stabile. Ma che uomo sarei stato con una come lei? Io volevo una donna, con dei principi e con una dignità. Non volevo lei. 
Ma forse se le avessi dato un'occasione, come diceva Debbie, avrei capito che in lei c'è qualcosa in più. Ma non mi andava proprio! 
Al diavolo il primo giorno in cui me l'ero scopata!
Z: - Fottitene Harry! Continua come stai facendo adesso... Non c'è niente di male. Perchè devi avere una cosa seria alla tua età? Sei giovane. Di ragazze ne puoi avere a palate. Cazzo, che altro vuoi? E poi... Melanie Host?! Dai su... Che troia! - 
Zayn aveva ragione, ma il suo discorso non mi convinceva proprio. Avrei dovuto parlare con Debbie, forse. 
H:- Tu con chi ti stai sentendo ora Malik?- chiesi a Zayn. Volevo cambiare discorso.
Z: - Mai con nessuna in particolare, lo sai! Ce ne sta una carina comunque... Quella della chat: Benson! - 
H: - Ah sì! Charlotte Benson! Carina. Ma niente di eccezionale amico.- non mi piaceva poi così tanto. 
Z: - Ma sembra una che te la da'. Io ci proverei.-
Fa come ti pare Malik.
H: - E' dietro di te comuque.- gli dissi. Infatti, Charlotte era proprio dietro di lui, a chiacchierare con un'amica. L'avevo già vista da qualche parte... O meglio, ricordavo il suo sedere. 
Zayn si girò. 
Z: - E' vero! Ehi, ma quella con cui sta parlando non è la castana dal bel culetto di ieri?- 
Ecco dove l'avevo già vista! 
H: - Hai ragione Malik! Però che memoria... Sai, spesso ti sottovaluto. - dissi ridendo. Ecco: l'amica era proprio carina. 
Z: -Aspetta, ora la saluto e le faccio venire qui- fu l'idea di Zayn. Buon'idea. 
Si voltò e salutò Charlotte, costringendo le due ad avvicinarsi. 
 

Elizabeth's Point Of View
C: - Eccoli, sono quelli laggiù!- me l'indicò Charlotte. Certo che il riccio era spettacolare. 
C: - Guarda Zayn mi ha appena guardata! Secondo me gli intersso.- 
Secondo Charlotte lei interessava sempre a tutti. Annuii per farle piacere. Ma forse aveva ragione: poco dopo Zayn le fece un cenno con la mano. 
C: - Mi sta chiamando, io vado a salutarlo! Vieni con me, il riccio è carino! Ma non toccarmi Zayn!- si raccomandò seria.
Risi, ma non avevo intenzione di andare. Mi sarei vergognata fin troppo. 
E: - Secondo me è meglio se vai solo tu- Proprio non mi andava. 
C: - No, tu vieni con me. - mi prese per un braccio e mi portò lì. Mi stavo quasi sentendo male. 
Avanti Liz respira, sono solo persone! Perchè ti agiti? Perchè dai importanza a questa cazzata? Anche se ti prendono per cretina che ti cambia? 
C: - Ciao ragazzi!- disse Charlotte appena li raggiungemmo. 
E: - Ciao- fu il mio timido saluto. 
Ci salutarono anche loro. Si vedeva che a Zayn interessava Charlotte. Io mi sentivo semplicemente stupida. Neanche avevano chiesto il mio nome. Sembravo l'asociale timida e goffa. Qualcosa avrei pur dovuto fare. Però volevo andarmene, così trovai un pretesto per scappare via. Ma non funzionò. 
E: - Charlotte devo copiare i tuoi appunti di chimica.- le dissi.
C: - Sì dopo Liz- rispose lei noncurante. 
Stranamente però, la mia frase suscitò attenzioni. 
H: - Appunti? Inutili.- annunciò il riccio, rivolgendomi per la prima volta la parola. E il suo sguardo. Che occhi.
E: - Ancora non sono così intelligente da ricordare ogni singola parola detta in classe.- risposi io sarcastica con aria superiore. Mi stavo un po' sciogliendo. 
Z: - Be', per quello ci vuole tempo. Tanta esperienza e maturità. - si intromise Zayn. 
Forse a Charlotte diede un po' fastidio il fatto che ora i due concentravano la loro attenzione su di me.
E: - Certo, e immagino che voi potete vantarne a quantità?- ci scherzai su. Stavo iniziando a sentirmi a mio agio. Risero.
H: - Sei perspicace ragazza. Potremmo andare d'accordo sai?- continuò Harry, con aria che a me parse piuttosto maliziosa.
E: - E ti abbasseresti ad essere amico di una persona con così poca esperienza e maturità che ancora prende appunti?- continuai io.
Per qualche strana ragione, fra me e quel riccio si stava creando una particolare alchimia. La mia timidezza stava pian piano andandosi a fottere. 
H: - Per qualcuno posso fare qualche eccezione.- mi ammiccò facendomi un occhiolino. 
E: - Dovrei sentirmi onorata?- lo stuzzicai.
Z: - Questa ragazza non la conosco ma già mi sta simpatica.- fu la risposta di Zayn, che si intromise spudoratamente.
E: - Elizabeth Payne- gli porsi la mano. 
Z: - Zayn Malik.- me la strinse. 
H: - Harry Styles- me la prose anche l'amico.
E: - Elizabeth- la strinsi anche a lui. 
 


Harry's Point Of View
Okay. Forse è ridicolo come fatto, ma quando le strinsi la mano sentii qualcosa. Non so proprio cosa, ma nulla di importante. Comunque non lo diedi a vedere. 
Drin!
La campanella suonò. 
Z: - Noi dobbiamo andare ragazze! - disse Zayn. Avevamo un test d'ingresso, dovevamo andare davvero. Anche se io non ne avevo voglia.
H: - Fatevi vedere ogni tanto.- mi raccomandai io. 
E: - Fatevi vedere anche voi.- ci disse Elizabeth, imitando il mio tono. Sembrava sveglia come ragazza. Mi interessava. 
H: - Tutte le volte che vuole signorina.- le dissi tirando fuori il mio sorriso migliore. La feci ridere. Il che mi fece piacere. 
Ci salutammo tutti e se ne andarono. 
Mentre camminavamo io e Zayn le commentammo. 
Z: - Charlotte è carina... Sì ho deciso. Io ci provo. - 
H: - Facciamo un'uscita a quattro. Io voglio Elizabeth.- dissi seriamente.
Z: - Carina anche lei, ma amico, mi sembra troppo seria, non credi? - 
H: - Qui sta il bello, Malik.- 
Sarebbe stata una sfida. Non vedevo l'ora.
 


Elizabeth's Point Of View
C: - Secondo me gli piacciamo.-  disse Charlie convinta. 
E: - Sono carini...- ammisi, ora nuovamente insicura. 
C: - Zayn è mio.- rammentò. 
Sarà stata la decima volta che me lo diceva!
E: - Charlie, tu vai a conclusioni troppo afrettate. Non ne sappiamo nulla!- 
Anche se mi sarebbe piaciuta come idea. 
C: -Lascia fare a me dolcezza.- mi rassicurò Charlotte. Risi. 
Avevo appena conosciuto i due ragazzi più fighi della scuola, gli stavo simpatica e mi sentivo in paradiso. Chissà che avrebbe detto Janette? Forse mi avrebbe odiata?
C: - Ehi Liz, ma quello non è il ragazzo del concerto?- chiese agitata, ad un tratto, prendendomi a gomitate. 
Mi girai di scatto. Niall Horan stava sistemando i suoi libri in un armadietto.
Niall Horan veniva a scuola qui. 
Mi ero quasi dimenticata di Niall Horan. 
 




***
Eccovi un nuovo capitolo...
Finalmente i due si conoscono!
Che ne pensate? 
Vorrei sapere a quale personaggio vi siete affezionati o quale odiate...
oppure cosa volete succeda!
Vi prego commentate!
Alla prossima
XXX

harrehs


 

*On the next...*


Un litigio alle porte. 
Due amiche avranno un chiarimento. 
Qualcuno farà il primo passo.

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Capitolo 6
*** #Fuck you blonde. ***


Chapter 6th. 

#Fuck you blonde.

 

 

 

Elizabeth's Point Of View

E: - Oddio Niall!? E ora?- 

C: - Vai lì e parlagli, che domande fai? - mi incoraggiò Charlotte. 
Ma Harry!? Harry o Niall? Avanti con Harry non era successo proprio nulla. Andiamo da Niall. 
E: - Ok io vado.- feci un respiro profondo e mi diressi verso di lui. 
Stavolta fui io a picchiettargli sulla spalla. 
N: - La ragazza del concerto! Che ci fai qui?- mi chiese lui entusiasta appena si girò. 
E: - Be', vado a scuola che domande?- risposi io agitata. Ultimamente mi agitavo fin troppo. 
N: - Vieni a scuola qui? Non ti ho mai vista!- 
E: - Sono fra gli studenti dell'altra scuola che si sono trasferiti qui-
 gli spiegai. 
N: - Figo! Io sono all'ultimo anno. Posso farti fare un giro della scuola se vuoi...- mi chiese grattandosi la nuca. 
Oh se era bello!
E: - Certo! Quando vuoi... - ero imbarazzata anche io. 
N: - Senti io ora vado.. ho lezione. Magari ti chiamo qualche volta ok?- e mi salutò.
Annuii. Ma in realtà non avevo poi così tanta voglia che mi chiamasse. Non riuscivo a sentirmi a mio agio con lui. Forse non ero pronta per un ragazzo. Ma quando mai sarei stata pronta? Tornai da Charlotte.
C: - Allora?- mi chiese lei. 
E: - Allora non mi convince- dissi io. 
C: - Se devo essere sincera... anche questo è un gran figo eh!- disse lei. 
E: - Dai Charlie! Non conta solo questo!- la rimproverai. 
C: - Lo so eh! Louis mi piace anche per il carattere!- si giustificò.
E: - Ma quindi ti piace ancora? - le chiesi.
C: - Sì. Ma non sono proprio il suo tipo- 
Si vedeva che a Charlotte Louis piaceva davvero tanto. 
E: - Dai andiamo a lezione!- Dissi prendendola sotto braccio.


 
Debbie's Point Of View 

D: - Darai a Mel una possibilità?- chiesi al mio migliore amico.
H: - Dai non ti ci mettere anche tu! Non lo so - 
Ma perché non capiva che lei aveva molte qualità? Era la mia migliore amica per un motivo! 
D: - Fidati di me Harry- 
H: - Non devo sentirmi obbligato Debbie, ricordatelo- 

Che intendeva dire? Ma perché non capiva?
D: - Ma perché devi fare lo stronzo?- lo incolpai.
H: - Ah lo stronzo sarei io? Ma perché non la smetti di giudicarmi? Almeno tu!- e si alzò arrabbiato.
Io non lo stavo giudicando. O forse sì? 



Harry's Point Of View
Ma che voleva anche la mia migliore amica? Ma potevo fare quel cazzo che volevo una volta ogni tanto, o dovevo sempre spiegazioni a qualcuno? Ma che vadano a fottersi tutti! Ogni volta che facevo qualcosa sbagliavo. Basta! 
La scuola terminò e corsi verso casa. Non volevo vedere nessuno. Neppure Zayn. 
H: - Mamma sei qui?- chiesi appena entrai. Nessuno rispose. Ero solo. 
C'era un biglietto sul tavolo. Era la calligrafia di mia madre:

Io e tuo padre siamo a cena fuori stasera
Hai casa tutta per te, cerca di non distruggerla
Ti voglio bene xxx 
La mamma


H: - Ti voglio bene anche io mamma- le risposi, forse sembrando ridicolo in quella situazione. 
Avevo la casa libera, perchè non sfruttare l'occasione? 
Normalmente avrei chiamato Zayn, le prime ragazze che mi capitavano, ci saremmo ubricati e poi.. be' si sa che succede dopo.
Ma oggi non ero dell'umore. Così decisi di dare retta a Debbie e dare un'occasione a Mel. 
La chiamai e le chiesi di venire da me. 
Accettò.
Quando arrivò cercai di scambiarci qualche parola, ma nulla da fare. Era un incubo parlare con lei!
Avrei di gran lunga preferito passare il pomeriggio con una tipa come Elizabeth Payne. Dovevo assolutamente chiederle di uscire. 
Decisi di piantarla di parlare con Mel, e passare a ciò in cui era più brava. 
Non si poteva avere nulla di serio con lei, davvero.
Quel pomeriggio facemmo sesso, ma non l'amore.



Elizabeth's Point Of View
Il campanello di casa suonò e mio fratello aprì. Era Janette.
E: - Ehi J! Come mai qui?- le chiesi sorpresa di vederla. 
J: - Oggi sei praticamente scappata a scuola! Non ti ho vista più...- mi rispose lei.
E: - Scusa avevo fretta... andiamo in camera mia che ti devo raccontare alcune cose..- le dissi.
L: - Cose che io non devo sentire?- domandò Liam curioso.
E: - Tu torna a cucinare!- lo rimproverai scherzosamente.
Come da lui promesso, io e mio fratello avevamo passato tutto il pomeriggio insieme, e ora stava preparando la cena. 
Portai Janette in camera mia per raccontarle l'accaduto. 
E: - Allora J... oggi ho conosciuto Harry Styles e Zayn Malik!- 
J: - Tu cosa? E me lo dici così? E' fantastico... sono i due ragazzi più fighi della scuola!-
 mi rispose lei entusiasta. 
E: - Pensavo ti arrabbiassi... ti sei arrabbiata per Charlotte...- 
J: - Sai come la penso di Charlotte! Lei non mi va proprio a genio. Non sopporto nulla di quello che fa! Comunque raccontami... che vi siete detti?- 

Le raccontai tutto, di Harry e di Niall. In seguito la sera dormimmo insieme, dimenticando tutte le arrabbiature che avevamo l'una verso l'altra. 



Harry's Point Of View
Z: - Ancora non vi parlate tu e Debbie?- mi chiese Zayn a scuola la mattina dopo.
H: - Mi evita! Io non sto tenendo il muso. Lei è convinta che io debba scusarmi! Per me è tutto come prima ...è lei che ce l'ha con me! - 
Debbie infatti si rifiutava di parlarmi dopo la litigata del giorno prima. 
Z: - Non darci peso! Si sta comportando da bambina... nonostante ciò che dici sempre, Debbie non è poi così matura!- mi rispose Zayn.
H: - La cosa peggiore è che ora proprio non posso darti torto!- 
Zayn aveva ragione, Debbie si stava comportando da bambina. Magari lo era. Cazzo non conoscevo la mia migliore amica? Sembrava tutto così strano, ed era colpa di Melanie. Ma non sarei cambiato perché lo volevano gli altri. Io ero questo, e così sarei rimasto. 
Z: - Ehi! C'è Payne!- mi disse Zayn distraendomi dai miei pensieri. 
Mi girai e la vidi: camminava con una ragazza bionda. 
Avevo bisogno di distrarmi.. e che distrazione migliore di Payne? 
Harry ora o mai più. 
Mi avvicinai a lei da dietro e le diedi un pizzico sul fianco sinistro.


 

***


Come state?
Questo capitolo non è un granchè,
ma spero che vi sia piaciuto comunque!
Se volete lasciamo una recensione!
Alla prossima
XXX
harrehs



*On the next...*


La coppia farà un passo avanti.

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Capitolo 7
*** #Catch me now. ***


Chapter 7th.

#Catch me now.




Elizabeth's Point Of View
Sentii un pizzico sul fianco sinistro. Mi voltai sorridente, convinta di vedere Louis; mi trovai invece davanti Harry Styles, il riccio più bello che avessi mai visto: potevo anche morire ora. Perché era venuto da me? Magari gli interessavo! Liz dai basta farti film mentali.. poi ci rimani male!
E: - Styles! - dissi. 
Lui sorrise. Il suo sorriso mi faceva morire. 



Harry's Point Of View
Si voltò sorridente. Il suo sorriso mi faceva morire. Amo le ragazze che sorridono e amo la loro risata. Tutte hanno un sorriso diverso da sfoggiare, ognuno è speciale ed ognuno esprime il loro essere. E quello di Elizabeth era una meraviglia. 
E: - Styles!- mi disse. Era imbarazzata, lo vedevo.
H: - Io mi sono fatto vedere, come ti avevo promesso! Tu che fai, sparisci così? - la rimproverai scherzosamente.
E: - Be' non ho avuto poi così tanto tempo per farmi viva- si scusò lei spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
H: - Tutte scuse! Ma puoi farti perdonare: perché non mi dai il tuo numero? Così non avrai più scuse! -. Avere il suo numero era il primo passo. 
E: - Sai, non ti facevo così banale nel rimorchiare una ragazza- mi rispose lei sembrando ad un tratto più sicura che mai. 
Davvero... questa non me l'aspettavo!
H: - Wow! La tua amica vuole farsi desiderare eh?! - dissi scherzosamente alla sua amica bionda.
Le due risero. 
H: - A proposito! Non mi pare di conoscere il tuo nome.... - dissi sempre alla biondina - io sono Harry- continuai porgendole la mano. 
J: - Oh, io sono Janette - me la strinse lei. 
H: - E' un piacere Janette! - le risposi lasciandole la mano. 
H: - Allora Lizzie... - ripresi io. 
E: - Ho un nome, non chiamarmi Lizzie - mi interruppe subito lei. 
H: - Ehm, certo Lizzie!- continuai io ignorando il rimprovero e facendola sorridere di nuovo - ci vieni oggi al karaoke sulla spiaggia? - le chiesi mordendomi il labbro. 
E: - Il cosa? - mi domandò lei. 
H: - Oh, non ne sapevi nulla? Si fa ogni anno... qualche studente canta, si balla, c'è una falò... insomma... è figo... - dissi annuendo per convincerla. 
E: - Vedrò cosa posso fare... - mi rispose facendosi desiderare. 
H: - Ci conto! - le dissi guardandola negli occhi. Amo guardare le ragazze negli occhi: gli occhi mostrano la loro sincerità. 
X: - LIZ! - qualcunò da lontano la chiamò. 
E: - Scusate, devo andare...- disse lei scappando via. 
Quando se ne fu andata restammo solo io e la sua amica Janette. 
J: - Se vuoi te lo do' io il suo numero... - propose lei. 
La guardai complice e accettai l'offerta. 



Elizabeth's Point Of View
Forse ci sarei andata a quel falò. Ma non mi andava che lui mi considerasse una ragazza facile come le altre... Perché non lo ero! 
Corsi via dirigendomi verso il ragazzo che mi aveva chiamata. 
E:- Louis! Dimmi tutto - dissi al mio migliore amico una volta arrivata da lui. 
Lou: - Io...- iniziò lui grattandosi la nuca - devo dirti una cosa...- 
Lo guardai incoraggiante. 
Lou:- Insomma io ho... - 
X: - Hey ragazzi! - ci interruppe una voce. 
E: - Ciao Charlotte! - la salutai. 
C: - Che succede?- 
E: - Louis mi stava dicendo una cosa...- 

Lou: - Non fa niente.. ci vediamo dopo eh!- se ne andò arrabbiato. 
E: - Ma che ha?!-
C: - Io... non lo so...- rispose guardando a terra. 
E: - Ci vieni al falò oggi?- le chiesi cambiando discorso. 
C:- Stavo venendo a chiederti questo! Penso che non ci andrò... Non sono dell'umore - 
E: - Ehi ehi ehi! Charlotte Benson che non va a un evento sociale?! Che hai ragazza? - le domandai sorpresa. 
C: - Nulla che ora abbia importanza...- Non ne voleva parlare. 
La salutai e mi diressi verso la classe... ma che avevano tutti oggi?!
E chissà cosa doveva dirmi Louis... sembrava una cosa importante. 


Come due classiche adolescenti, io e Janette passammo tutto il pomeriggio insieme, alla ricerca dell'abito giusto per la serata. 
E: - Che ne dici di questo? - le domandai mostrandole un top senza spalline molto attillato. 
J: - E' carino ma... Non è proprio il tuo genere! - 
E: - Io infatti dicevo per te! Provalo dai! -

Ed ecco che, abito dopo abito, ci ritrovammo pronte nel salone di casa mia, ad aspettare che mio fratello ci desse un passaggio. Alla fine io avevo optato per una semplice canottiera bianca abbinata al mio paio di pantaloncini preferiti e una giaccia leggera color marrone chiaro. Janette aveva un abbinamento molto più casual: pantaloncini e maglietta larga verde, con una grande scritta in nero "FREE HUGS". 
L: - Pronte ragazze? - chiese mio fratello. 
Noi annuimmo emozionate e ci dirigemmo insieme al famoso falò sulla spiaggia. 
Quando arrivammo restammo entrambe sbalordite: era incredibile cosa erano riusciti a creare sulla spiaggia. C'era un piccolo palco sormontato da microfoni e qualche strumento musicale; c'erano numerosi tavoli circolari con attorno sedie e più vicino alla riva c'era un grande falò, dove attrono erano seduta una decina di ragazzi, anche se la maggior parte degli studenti ora era ad ascoltare la serata karaoke. 
Io e Janette ci avvicinammo ai tavoli, ma visto che erano tutti occupati non sapevamo dove sederci. Mi guardai intorno: non riuscivo a trovare Harry. 
X: - Non sapevo che venissi! - mi disse una voce da dietro facendomi sussultare. Mi voltai e vidi l'angelico viso di Niall. 
E: - Devi smetterla di spuntare sempre da dietro all'improvviso! - 



Harry's Point Of View
Z: - Allora... dici che verrà?- mi chiese riferendosi a Elizabeth. 
H: - Guarda là!- risposi indicando un punto nel buio, dal quale erano appena apparsi Janette, Elizabeth e il suo amico Louis Tomlinson. 
Z: - E' il tuo momento Styles!- 
Mi aspettavo che venissero a sedersi accanto a noi, ma restai deluso. Un altro ragazzo la avvicinò prima che potessi farlo io; l'altro ragazzo era il mio amico Niall. Non era un donnaiolo, anzi, era timido e qualche volta impacciato, dolce come lo zucchero filato. A me avrebbe fatto venire il diabete uno così! Soprattutto perché ora aveva messo gli occhi sulla mia donna! 
Z: - Uhuh Horan ti sta fregando la ragazza!- rise Malik. 
H: - Perché non chiudi la bocca e vai a sistemarti quella rampa che hai in testa?- commentai sarcastico alludendo ai suo capelli. 
Z: - Sei solo geloso Styles! Horan ti sta fregando la ragazza con i suoi trucchi da gentiluomo... Non credo che con Payne funzioneranno i tuoi di trucchi! -
H: - Mi sottovaluti allora...- dissi estraendo il mio cellulare dalla tasca.
Z: - Che fai?- mi domandò.
H: - Vedrai...- 
E cominciai a digitare i tasti del telefono. 
Z: - Però è carina la biondina...- riprese Zayn alludendo all'amica di Elizabeth, Janette. 
H: - Ho fatto!- ignorai la sua frase, schiacciando il tasto invia. 
Ora restava solo aspettare la sua risposta. 



Elizabeth's Point Of  View
E: - Devi smetterla di spuntare sempre da dietro all'improvviso! - 
N: - Scusa ehm... non lo faccio apposta - mi rispose Niall grattandosi la nuca. 
E: - Non fa niente, tranquillo. Comunque... loro sono Louis e Janette- presentai i miei amici. 
N: - Io sono Niall! Perché non venite a sedervi con noi? C'è spazio! -
Accettai volentieri l'offerta. Quel ragazzo era così dolce, divertente, insomma il principe azzurro. E poi caspita se era bello!
N: - Ti stai divertendo? - mi chiese. 
E: - Io... sì certo...- ma fui interrotta da un telefono che squillava. 
J: - Credo sia il tuo- si intromise Janette. 
Estrassi il mio telefono e notai di avere un nuovo messaggio. 

Sei la ragazza più carina stasera. 
Harry XX


Alzai gli occhi al cielo: quel ragazzo sapeva essere davvero banale. 
J: - Chi è?- mi sussurrò.
Le mostrai lo schermo del telefono e lei sorrise. 
E: - Dopo facciamo i conti- la rimproverai. 
J: - Che ho fatto?!-
E: - Gli hai dato il mio numero?! -
J: - Devi essermi riconoscente!? Dai, che gli dici ora? -

Alzai lo sguardo per trovare la frase adatta, ma i miei occhi trovarono subito quelli del mittente del messaggio: era seduto qualche tavolo più in là assieme a Zayn e qualche amico. Mi guardò e mi sorrise. 



Harry's Point Of View
H: - Non resisterà vedrai-
Z: - Pensi che verrà qui a parlarti? - 
H: - Certo!- 

Il mio telefono squillò: aveva risposto.

Puoi fare di meglio... 
Liz XX


Guardai esterrefatto il messaggio. Da quando una diceva no?!
Z: - Che dice?- mi chiese curioso. 
H: - E' una pazza! Che puttana! - ero arrabbiato, ma ciò mi faceva interessare a lei ancora di più. 
Z: - Due di picche Styles? Ahahahahha ma quella ragazza è geniale! 
Ma chi stava sfidando quella Payne?! Avevo più esperienza di lei, ne ero certo; avrebbe presto ceduto. 
H: - Certo che posso fare di meglio! - sussurrai a me stesso. 

Non hai ancora visto nulla...! 
Harry XX


Cominciai a fissarla: il modo in cui digitava i tasti al telefono e commentava il messaggio con l'amica, il modo in cui si mordicchiava le unghie, convinta e consapevole di quanto io la volessi. E aveva ragione. Ma non sapeva che presto io sarei diventato il suo pensiero fisso; era solo questione di tempo, nessuna riusciva a resistermi. 

Che aspetti allora?!
Liz XX


Mi rispose lei. 
H: - Quella ragazza mi sta provocando!- 
Z: - Fammi leggere!- disse prendendomi il telefono. 
Lesse con attenzione per poi accennare un sorriso. 
Z: - Se ci esci insieme presentami l'amica! - 
H: - Non cambi mai tu eh?! - 
Z: - Che fai ora? Le mandi un'altro messaggio? - 
H: - No. Le dimostro che posso fare molto di più. - 

Una ragazza salì sul palco e partirono le note di ''White Horse''. Non lo dicevo in giro, ma amavo Taylor Swift. 

Say you're sorry 
That face of an angel 
Comes out just when you need it to 
As I paced back and forth all this time 
Cause I honestly believed in you....


E mentre gli studenti ascoltavano in silenzio la canzone, io, sotto gli occhi di tutti, mi alzai e mi diressi verso di lei.

H: - Ciao. - dissi una volta arrivato lì.
E: - Ciao. - rispose lei. 
H: - Vieni a ballare? - le chiesi. 
E: - Ma nessuno sta ballando - mi rispose sbalordita lei. 
H: - Ci deve sempre essere qualcuno che comincia giusto? - e le porsi la mano. 
Lei la prese e insieme, mentre tutti assistevano alla scena, ci facemmo spazio fra i tavoli e cominciammo a ballare.

I'm not a princess, this ain't a fairy tale 
I'm not the one to sweep off her feet, 
Lead her up the stairwell 
This ain't Hollywood, this is a small town, 
I was a dreamer before you went and let me down 
Now it's too late for you 
And your white horse, to come around ....


E: - Amo Taylor Swift...- commentò lei mentre ballavamo. 
Intanto anche altre coppie ci imitarono e cominciarono a ballare. 
H: - Anche io sai?- 
E: - Sì, ti facevo un tipo da Taylor Swift.- 

Risi. Quella ragazza mi piaceva, e io non potevo farci nulla.
E: - Perché ridi?- mi chiese. 
H: - Perché penso di essermi preso una bella cotta per te - sussurrai dolcemente, come fa un bambino alla sua prima fidanzatina. 
E: - E questo ti fa ridere? - mi domandò. 
Non riuscivo a capirla quella ragazza. E non riuscivo neanche mai a trovare le parole giuste per conquistarla: era un enigma. Il mio enigma, che soltanto io dovevo e potevo risolvere. 
H: - Ma cos'hai tu in più delle altre?- le domandai, cercando davvero di trovare una risposta. 
Lei mi si avvicinò e cominciò a sussurrarmi parole all'orecchio. 
E: - Di solito io lo chiamo cervello- e detto questo si allontanò tornando a sedersi, e lasciandomi senza parole, di nuovo.

Oh, whoa, whoa, whoa 
Try and catch me now 
Oh, it's too late 
To catch me now


La canzone terminò, e poco dopo terminò anche la festa. 
Quella ragazza era diventata il mio pensiero fisso. 
Domani le avrei chiesto di uscire. 



***
Eccomi qui con un nuovo capitolo! 
E devo dire che mi sento fiera di ciò che è uscito fuori! 
Vedrete che da ora in poi la storia diventerà davvero moooolto movimentata!
E... che dire... chi vi piace di più? 
Chi non sopportate?
Per che coppia tifate??
Ok ora la smetto! 
Alla prossima
Un bacio!
XXX

harrehs





 

*On the next...*

Farà ingresso un altro personaggio. 
Ci sarà un'importante rivelazione. 
Un litigio è vicino.

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Capitolo 8
*** #You make me happy. ***


Chapter 8th. 

#You make me happy.




Harry's Point Of View
H: - Grazie a lei di essere stata qui! Spero di rivederla presto- ammiccai alla solita cliente. 

X: - Se ci sarai ancora tu... Tornerò volentieri- mi rispose. 
Le feci l'occhiolino e la lasciai andare via. 
In quel momento mi venne incontro Paula, il mio capo, che mi sussurrò le solite parole:
P: - Ti licenzierei subito se non facessi quest'effetto ai clienti- 
H: - Tornano tutte per me!- 
P: - Questo spiega perché in media i nostri compratori hanno tutti fra i 12 e i 19 anni e...-
H: - E perché tutti indossano gonne corte e top aderenti-
finii la sua frase divertito. 
Lei alzò gli occhi al cielo e tornò al lavoro. Mi stava simpatica quella donna. Stava sulla cinquantina, era bassetta e un po' tozza, ma aveva un carattere di ferro. Non cedeva mai al mio carisma, ma non si poteva dire che mi trattava come tutti gli altri dipendenti: infatti, ero io che attiravo i nostri clienti in negozio; il mio flirtare qualche volta serviva a qualcosa. 
P: - Styles, tra dieci minuti si chiude... Evita di trattenere troppo le clienti- 
H: - Agli ordini capo!- 

Ero stanchissimo: appena uscito da scuola mi ero fiondato al lavoro, e non vedevo l'ora di tornare a casa e farmi una bella dormita. 
Ma mi piaceva il mio lavoro, non potevo lamentarmi più di tanto; amavo cucinare. 
Purtoppo, non ero ancora riuscito a chiedere a Elizabeth di uscire. 
Ad un tratto, e si può dire che la fortuna quel giorno fu dalla mia parte, la porta del negozio si aprì e la ragazza protagonista dei miei pensieri fece il suo ingresso. 
H: - Buonasera, posso offrirle qualcosa?- le chiesi maliziosamente. 
E: - Non dirmi che lavori qui!- disse lei sorpresa. 
H: - Ebbene sì. Sono un uomo impegnato! Cosa ti porta da queste parti?- 
E: - Be', volevo un po' di pizza...- 
H: - Per te e chi...?- 
E: - Non ti interessa- 
H: - Di certo mi interessa sapere cosa fai sabato pomeriggio- 
E: - Nulla, perché?- 
H: - Esaudiresti il desiderio di questo povero ragazzo e usciresti con me?-
le chiesi facendo il labruccio. 
Lei rise. 
E: - Possibile. Può venire anche Janette?- 
Janette? Che centrava? Cazzo.
H: - Ehm... Janette? Io pensavo... Solo noi due ecco...- mi prese alla sprovvista. 
E: - Non si può subito avere tutto Styles. - 
H: - Affare fatto- 

Sabato pomeriggio sarei uscito con Elizabeth Payne e Janette. Ma state certi che mi sarei portato dietro anche Zayn!
Poco dopo Elizabeth se ne andò, e soddisfatto mi recai in cucina per chiudere il negozio. 
X: - Allora dovrei smetterla di sbavarti dietro- mi disse una voce alla mie spalle. 
H: - Se è per questo allora dovresti anche smetterla di venire al letto con me- le risposi. 
Mi voltai: una ragazza dai lunghi e lisci capelli neri mi guardava con accesi e seducenti occhi azzurri, in attesa di qualcosa. 
X: - Sai, siamo rimasti solo noi qui dentro- e pian piano si avvicinava a me. 
H: - Non ti conviene Kimberly... Continui a farti male da sola.- 
Kimberly era una quindicenne che lavorava al forno con me. Era la nipote di Paula. Da quando eravamo andati al letto insieme, lei sosteneva di essersi innamorata di me, e così come Melanie, faceva l'errore di pensare che se me la fossi scopata ogni giorno, mi sarei innamorato di lei. 
Ma ogni volta rimaneva delusa, perché io non avevo alcun interesse affettivo per lei. 
La scopavo, e poi piangeva. Ogni volta la stessa solfa. 
K: - Non mi interessa Harry. Tu sai come andrà a finire. - 
H: - No Kim, non lo so. Sono un ragazzo, non vado a pensare come andrà a finire. E tu sei una ragazzina. Molte ragazze alla tua età sono ancora vergini-
le dissi mentre mi infilavo il giacchetto per andare a casa. 
K: - E allora? Io l'ho fatto con il ragazzo che amo!- cominciò a sbraitare lei. 
H: - Smettila! Tu non sai cos'è l'amore... neppure io lo so! Come potresti saperlo tu? Mi sento già abbastanza un verme per averti privato della tua purezza, non peggiorare la situazione- 
K: - Ma io ho voluto tutto ciò-
stava iniziando a piangere. 
H: - Buonanotte Kim- dissi dandole un bacio sulla fronte e lasciandola lì impalata. 
Riucivo a pensare solo a Elizabeth e all'appuntamento di sabato pomeriggio. 


SABATO POMERIGGIO


Harry's Point Of View 
Z: - Mi sembri quasi emozionato...- mi disse Zayn mentre aspettavamo l'arrivo delle due ragazze su una panchina del parco. 
H: - No è che... Io insomma... - ero agitato davvero?
Z: - Non ci credo... Styles che ci tiene davvero a una ragazza? Ma che fine ha fatto il mio migliore amico?!- 
H: - sono ancora qui ok? E' solo che... Insomma nessuna ragazza ha mai richiesto così tante attenzioni. E' come se dovessi rincorrerla... E ad essere sincero questa cosa mi piace- 
Z: - Io invece vorrei semplicemente scoparmi Janette. - 
H: - Maiale- 

E la mia battuta scatenò l'animalesca risata di Zayn, che contagiò anche me. 
E mentre ridevamo come pazzi, le due ragazze fecero il loro arrivo. 
E: - Che avete tanto da ridere?- il suo arrivo ci fece sobbalzare.
Dopo essermi ripreso mi alzai dalla panchina per andare davanti a lei.
H: -Ciao.- 
E: - Ciao.- 

Ed ecco che ci perdemmo di nuovo ognuno negli occhi dell'altro. 
Nel frattempo facevano le loro presentazioni Zayn e Janette. 
Z: - Allora, vogliamo andare?- ci interruppe Malik. 
H: - Certo..- feci fatica a distogliere lo sguardo. 
E: - Destinazione?- 
H: - Ehm.. Noi avevamo pensato... quello!- 

E indicai un punto lontano. Tutti si girarono a guardare: il campo di Paintball. 
Ci fiondammo tutti e quattro all'interno e ci divertimmo come non mai. 
Il mio bersaglio era ovviamente sempre Elizabeth, che ricambiò tirandomi in faccia un palloncino di vernice rossa. A spargermi il verde nei capelli fu invece Zayn, a cui come vendetta lasciai due manate gialle sul sedere. 
Le due ragazze scherzarono molto anche fra di loro. Vedere Elizabeth ridere e scherzare faceva felice anche me. Passammo lì l'intero pomeriggio. Non si trattò esattamente di un appuntamente romantico, ma posso dire di essermi divertito ed essere stato me stesso per tutto il pomeriggio.
Verso le sette, ci dividemmo: Zayn accompagnò Janette a casa sua, e io accompagnai Elizabeth. 
H: - Ti sei divertita?- le chiesi alla fine dall'appuntamento. 
E: - Sì, è stato meraviglioso- 
Grazie al cielo. 
H: - Allora deduco che uscirai di nuovo con me?- 
E: - Non stai correndo troppo Styles?- 

Che voleva dire? 
H: - In che senso?- ero sorpreso. 
E: - Io non sono una di quelle ragazze che riuscirai a portarti al letto con uno schiocco di dita, o una di quelle che farà tutto ciò che vorrai o che sarà ai tuoi piedi o che..- 
La bloccai subito. 
H: - Un no era sufficente- le dissi ad un tratto cupo. 
E: - Non era ciò che intendevo- cercò di rimediare lei. 
H: - Ho capito il concetto. Buonanotte Elizabeth.- e la lasciai sola. 
Mentre andavo a casa cominciò a piovere. Avevo lasciato Elizabeth poco lontano da casa sua, quindi non si sarebbe bagnata più di tanto. Perché me ne ero andato? Sapevo perché faceva così, voleva essere inseguita. Ma io ero poi così sicuro di continuare? Lei non era come le altre, forse non mi avrebbe mai dato le stesse soddisfazioni. O forse me ne avrebbe date altre?



Elizabeth's Point Of View
Ma che avevo fatto? Avevo rovinato tutto. Lui mi piaceva, davvero. E ora avevo perso tutto. Mannaggia a me che non mi faccio mai gli affari miei. 
Cominciò a piovere,e i miei occhi si inumidirono di lacrime. Continuai a camminare verso casa, ma una volta giunta davanti al cancello, trovai una persona familiare che mi aspettava. 
E: - Lou, che ci fai qui?- gli chiesi sorpresa. 
Lou: - Scusa io, dovevo parlarti- 
E: - Entra dentro! Qui fa freddo - 

Lou: - No! Devo togliermi il peso, devo dirtelo!- 
E: - Lou cos'è successo? -

 

***
Hola gente!
Eccovi un nuovo capitolo,
non è niente di che, ma ci doveva essere!
Stasera parto,
e questo vuol dire che fino all'11
(mio ritorno)
non potrò pubblicare capitoli!
Comunque... che ne pensate?
Alla prossima! 
Un bacio! 
XXX

harrehs





*On the next...*

 

Importanti rivelazioni. 
A qualcuno si chiariranno le idee. 
Altri capiranno qual'è la cosa giusta da fare.

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Capitolo 9
*** #She will be mine. ***


Chapter 9th.
 

#She will be mine.




Elizabeth's Point Of View
E: - Lou cos'è successo? -
Ero preoccupata: se Louis veniva a casa mia, con la pioggia e il freddo, doveva davvero dirmi qualcosa di importante. 
Lou: - Io... io ...- 
Lo incitai. 
Lou: - Sono andato al letto con Charlie, la sera del concerto- 
Cosa? Come? Perché? Il mio migliore amico e Charlotte? Perché non me lo avevano detto prima? 
E: - Che cosa? Perché non me lo avete detto prima?-
Lou: - Non sapevamo come l'avresti presa...- 

Cosa intendeva? La mia amica alla sua prima volta con il ragazzo che amava, ovvio che ero felice! Ma forse avevo capito ciò di cui parlava Louis... 
E: - Lou ti prego, dimmi che la ami!- 
Lou: - E' questo il punto... a me di lei non importa nulla! Ho fatto una cazzata Lizzie, mi dispiace- 
E: - Ma perché Lou? Perché? Sai cosa prova lei per te! Perché?- 
Lou: - Mi dispiace ho detto! - 

Urlavamo, ed eravamo entrambi zuppi. 
E: - Non devi scusarti con me! Io non centro nulla! Al massimo dovevi dirlo a lei, ma ormai è troppo tardi! Le hai spezzato il cuore. - 
Stavamo litigando?
E: - Senti, domani ne parliamo meglio. Ora voglio andare a dormire. Buonanotte!- 
E lasciandolo lì senza che potesse dire nulla, come poco prima Harry aveva lasciato me, salii le scale per arrivare al mio appartamento. Quando entrai però, mi pentii di essere salita. 
Emma piangeva, fortissimo. Quasi non si sentiva nulla. C'era anche un biglietto appeso alla porta:

Domani mattina ho un esame, resto a studiare fino a tardi. Mi dispiace di lasciarti sola stanotte. 
Bada a Emma. 
Dormi bene
Liam XXX


Una notte da sola, con Emma? Iniziai a piangere. Era troppo. Non ero sua madre cazzo! Avevo paura a passare la notte da sola. Ma ad un tratto mi venne un idea. 
Corsi sul balcone e cominciai a chiamare il mio migliore amico, sperando che fosse ancora nei paraggi. 
E: - LOUIS! LOUIS! TOMLINSON!- urlavo a squarciagola. 
Niente. Rientrai dentro e mi sdraiai sul divano a peso morto. Sarebbe stata una notte in bianco. 
Il campanello di casa suonò. Avevo paura. Erano solo le otto, ma era buio. Mi avvicinai alla porta e guardai dall'occhiolino. Vidi una maglietta a righe bagnata. Aprii la porta. 
E: - Liam stanotte non c'è... Ho paura. Resti qui per favore? - 
Louis mi abbracciò e, una volta riappacificati ci addormentammo velocemente. 



Harry's Point Of View
H: - Debbie, DEBBIE? Possiamo parlare? - la chiamai mentre infilava i libri nel suo armadietto. 
D: - Non è aria Styles!- rispose lei scortese andandosene. 
La bloccai prendendole il polso. 
H: - Dovrà finire questa cosa prima o poi- 
D: - Tu rimangiati tutto quello che hai detto sulla mia migliore amica- 

Come poteva chiedermi una cosa simile? Insomma, non ero anche io il suo migliore amico? O lo ero quando le andava di più? 
Le lasciai il polso e la lasciai andare. Poi mi appoggiai a peso morto sugli armadietti, aspettando forse un miracolo dal cielo. 
Ce l'avevo con me per troppi motivi: avevo perso la mia migliore amica, mi scopavo solo per divertimento la migliore amica della mia ex migliore amica, avevo un migliore amico troppo bastardo per essere vero, avevo privato la verginità a una quindicenne che ora non si dava pace e per finire in bellezza, avevo dato troppe speranze a Elizabeth, ora che avevo deciso di rinunciare. 
Da solo e in silenzio, mi allontanai verso la palestra. Era vuota. Sentii una palla da basket colpire il pavimento. 
X: - Che ci fai qui Styles? - mi chiese una voce. 



Zayn's Point Of View
Ma dove si era cacciato Harry? Dovevo parlargli e saperne di più su Elizabeth. Sapevo che gli piaceva, ci tenevo alla sua felicità. Ieri sera non aveva voluto parlarne, diceva che era andata a finire male, ma oggi volevo saperne di più. Decisi infine di andare a cercarlo nei bagni, era l'unico posto in cui non avevo guardato. La campanella suonò e le lezioni stavano per cominciare. Tutti gli studenti entrarono nelle loro classi. Ma a fottersi tutto! Io dovevo trovare il mio migliore amico. Entrai in bagno: non c'era. 
Uscendo, andai a urtare contro una ragazza bionda, facendole cadere tutti i libri a terra.
Z: - Ehi scusa non l'ho fatto apposta!- mi scusai prontamente. 
X: - Da quando Zayn Malik si scusa?!- commentò sarcastica lei, chinandosi a raccogliere i libri. 
Riconobbi subito quella voce. 
Z: - Scusa Debbie... io... Stavo cercando Harry. Non è che l'hai visto?- le chiesi aiutandola con i libri. 
D: - Io... Sì l'ho visto un attimo fa ma... poi non so dove è andato... non mi interessa - 
Z: - Finiscila di fare la bambina- le dissi alzando lo sguardo per guardarla bene in viso. Era bellissima, e i nostri volti erano a un palmo di distanza. 
D: - Non sto facendo la bambina, sto solo difendendo le persone che amo - mi rispose, riferendosi a Melanie. 
Z: - E Harry non lo consideri? Dovresti sapere che anche ai ragazzi fa male essere abbandonati così dalla loro migliore amica - continuai, ma stavamo perdendo in controllo. Le nostre labbra arrivarono quasi a toccarsi, sentivo la voglia di lei più di ogni altra cosa. La volevo mia, in quel momento. Ero così vicino. Ma ad un tratto ricordai la promessa fatta a Harry. Se mai in quel momento avessi baciato Debbie, poi l'avrei fatta soffrire. 
Se mai in quel momento avessi baciato Debbie, avrei perso il mio migliore amico.
Ecco perché, prima che le nostre labbra si raggiungessero, abbassai lo sguardo. 
D: - E tu dovresti sapere che anche alle ragazze fa male essere rifiutate da quello che le piace!- 
E detto questo, in lacrime, si alzò e se ne andò, lasciandomi solo seduto a terra, a riflettere su tutto. Ero un bastardo?
Alla fine mi alzai, e ricominciai la ricerca del mio migliore amico. 



Louis' Point Of View
Tutti gli studenti erano nelle loro classi. Io ero in cortile. Avevo bisogno di pensare, di essere solo. Ma perché l'avevo fatto? Perché me l'ero portata a letto? 
Non ero vergine, non avevo bisogno di una prima volta. Ma qualcosa quella sera era scattata. 
Ragionando su ciò che era successo, ripercorsi ogni parola e ogni frase che ci dicemmo quella sera.

Qualche giorno prima...

Lou: - Grazie del passaggio Liam! Gran concerto! A domani ragazzi- salutai tutti mentre scendevo dall'auto. 
L: - Charlie lasciamo anche te qui? - chiese Liam a Charlotte. 
Oddio no! Non volevo subirmi quella palla al piede anche dopo il concerto. 
C: - Certo! Grazie Liam! Ciao a tutti- e anche lei salutò tutti uscendo dall'auto. Abitavamo molto vicini, quindi era ovvio che Liam avesse fatto scendere anche lei. 
Ci avviammo vicini verso casa: era notte, non l'avrei lasciata sola. Tuttavia lei continuava ad allungare il passo. 
Lou: - Charlie aspettami! Non puoi girovagare da sola di notte! Non c'è gente affidabile a quest'ora!- la richiamai. Continuava ad allungare il passo. 
C: - Che cosa vuoi che succeda?! Non esistono solo persone inaffidabili!- disse poi lei. 
Lou: - Ehi! Non ci si può fidare di nessun uomo tranne che del nostro papà!- citai una frase dal mio film preferito. 
C: - Non osare farla passare per frase tua, Didi Conn potrebbe arrabbiarsi! - mi rimproverò scherzosamente. 
Conosceva quella frase? 
Andai a scoprire che Grease era anche il suo film preferito, e che entrambi amavamo il musical e la recitazione. Quella sera avevo visto qualcosa in più in Charlotte: non più la stupida ragazza, non più la troia, ma c'era qualcosa in più. Aveva quella cosa che mi costringeva a starle vicino. E poi quando rideva, mi mandava su di giri. Mi piaceva sul serio? 
La invitai a salire su da me e successe, facemmo l'amore. 

Tornando alla realtà...

Quindi che dovevo fare? Mandai un SMS a Charlotte, chiedendole di raggiungermi. Dovevo chiarire la situazione. 
La aspettai seduto sul bordo della fontana. 
C: - Ho dovuto saltare la lezione per colpa tua, chissà magari ora la professoressa mi starà cercando, verrò espulsa o qualcosa di simile oppure...- sbraitò venendo verso di me. 
Seguii l'istinto. Mentre ancora parlava mi alzai e i diressi verso di lei. Presi il suo viso fra le mani e la baciai, come non avevo mai baciato nessuna ragazza. Sentivo il suo respiro e sentivo che poteva essere mio. 
C: - E questo? - mi chiese alla fine del bacio. 
Lou: - Non è la stessa domanda che mi hai fatto quando abbiamo scopato? - le chiesi divertito. 
C: - Sì, penso di sì. Ma puoi rifarlo. -
E detto questo, la ribaciai con la stessa intensità del bacio precedente. 



Harry's Point Of View
X: - Che ci fai qui Styles? - mi chiese una voce. 
H: - Potrei farti la stessa domanda Horan...- 
N: - Io mi alleno, tu?- mi chiese passandomi la palla. 
H: - Pensavo - risposi facendo canestro. 
N: - Payne? - riprese la palla e la tirò a canestro anche lui. 
H: - Forse, ma a te che importa? - dissi andando a riprendere la palla, per poi passargliela. 
N: - Lo sai che ci avevo messo gli occhi prima io Styles. E' disonesto- disse ripasandomi la palla. 
H: - Non è un giocattolo! Ha la libertà di pensiero e di parola. Può fare ciò che vuole- e gliela ripassai. 
N: - Appunto Styles, non è un giocattolo. Tu non puoi farci ciò che vuoi.- disse guardandomi negli occhi e ripassandomi la palla per un'ultima volta. 
H: - E chi ti dice che io ci voglia fare solo quello?- e gliela ripassai nuovamente, un po' più forte. 
Mi stavo arrabbiando. 
N: - Perchè, sai farci altro?- e stavolta mi tirò la palla sullo stomaco, facendomi piegare in due. 
H: - Non voglio fare a botte Horan!- dissi minaccioso. Non ero il tipo che faceva a botte, ma non volevo essere stuzzicato. 
N: - Magari io sì. Così la facciamo finita. Chi vince se la prende - e venne minaccioso verso di me. 
H: - Horan non è il medioevo! E smettila di fare il gradasso, ci fai solo una brutta figura - 
Ma ecco che improvvisamente, e inaspettatamente un pugno mi colpì in faccia, facendomi sanguinare il labbro. 
H: - Ma sei impazzito! - 
N: - Scusa Harry io... Non so cosa mia sia preso- disse davvero dispiaciuto. 
N: - Pace? - disse porgendomi la mano. 
Lo guardai storto, ma poi strinsi la sua mano. Da questa posizione , gli sferrai un calcio sullo stomaco, che lo fece piegare a terra in due dal dolore. Dovevo vendicarmi. Poi mi avvicinai al suo orecchio.
H: - Amici come prima. Ma sappi che sarà mia. - gli sussurrai. 
E me ne andai infuriato con il labbro sanguinante. 
Poi incontrai Zayn.
Z: - Ma dove eri finito? E che hai fatto al labbro?- 
H: - Elizabeth sarà mia, o mi sono rotto il labbro per nulla- 

E incazzato più che mai me ne andai. 




***
Sono tornata!
E come promesso un nuovo capitolo!
Lo so, questo è molto lungo, ma posso dire che è un capitolo molto importante!
Nel prossimo ne succederanno delle belle,
ecco perché spero che continuerete a leggere!
Bene, adesso vado a scrivere. 
Voi lasciate una piccola recensione, please! 
Alla prossima
Un bacio!
XXX

harrehs







*On the next...*
 
Qualcuno darà una svolta alla situazione.

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Capitolo 10
*** #Let me be better. ***


Chapter 10th. 
#Let me be better.




Elizabeth's Point Of View
L: - Faccio fatica a crederci!- mi disse Liam mentre eravamo in auto per tornare a casa. 
E: - E' quello che ho detto anche io quando l'ho saputo!- 
L: - Ma sei sicura? Insomma... Louis e Charlotte? - chiese sbalordito. 
E: - Già. E' ufficiale. Si frequentano.- affermai infine. 
L: - Roba che si tengono per mano...?- 
E: - E si sbaciucchiano in pubblico...- finii per lui. 
L: - WOOOW! Però... dovrò farci l'abitudine!- 
E: - anche io! Grazie del passaggio Liam! - lo salutai mentre scendevo dalla macchina, appena arrivata davanti al cancello di casa. 
L: - Di niente! Vado a prendere Emma e torno ok? Ci vediamo fra una mezz'oretta!- mi salutò e sparì ripartendo velocemente. 
Aprii il cancello e entrai in casa. Quel giorno avrei dovuto sfruttare quella mezzora di tranquillità lontana dai pianti di Emma per fare i compiti, così, aprii il libro di chimica e cominciai a leggere e ripetere. 
 
Bip-bip-bip
 
Il mio cellulare squillò: era un messaggio.
 
Affacciati al balcone
 
Il mittente non c'era. Tuttavia feci ciò che era scritto sul messaggio. Uscii sul balcone e mi affacciai. 
Harry Styles teneva in mano un cartellone con su scritto a lettere cubitali: '' SCUSA. POSSIAMO PARLARE?'' 
Sorrisi e gli aprii il cancello, aspettando che suonasse alla porta. Il campanello non si fece attendere e ansiosa andai ad aprire la porta. 
E: - Scuse accettate. E sì, possiamo parlare.- gli dissi tenendolo sulla soglia della porta. 
H: - Allora, cercherò di essere chiaro e veloce. Tu mi piaci.- disse tutto d'un fiato.
E: - Hai finito?- gli chiesi. Che gli piacevo me l'aveva già detto, ma sapevo ciò che lui voleva davvero da me, e non avrei potuto accontentarlo. 
H: - Sei così acida con tutti o lo sei solo con me? Se lo sei solo con me posso definirmi fortunato visto che riservi questi attegiamenti solo per me...- disse malizioso.
E: - Ciao Styles. - e feci per chiudergli la porta in faccia, ma lui la bloccò con la mano. 
H: - Ad ogni modo. Stasera ci sarà l'ennesima festa sulla spiaggia, per l'inizio del torneo scolastico di calcio. Quindi, ci vieni con me?-mi chiese mordendosi il labbro. 
E: - E' un appuntamento?- gli chiesi incerta. 
H: - Possiamo dire di sì. Ti vengo a prendere alle otto?- 
E: - Certo... a dopo allora- e chiusi la porta, ma lui la bloccò di nuovo. 
H: - Un attimo... Io ti ho detto che mi piaci. E tu?- 
Mi colse alla sprovvista. Sì, lui mi piaceva, ma non potevo dargliela vinta così. 
E: - Be' tu... Sei a posto!- 
Risposta del cavolo Lizzie. 
H: - Mh.. a posto... Be'... grazie? Ok... a stasera- e se ne andò. 
Chiamai subito Janette per raccontarle tutto, poi chiamai Charlotte e infine Louis. 
Poi cercai di tornare a studiare, ma la mia mente riusciva solo a concentrarsi sull'imminente appuntamento con Styles.
 


Harry's Point Of View
Suonai il citofono e aspettai che la mia accompagnatrice scendesse. Mi rinfilai in macchina e continuai ad aspettare.
Lo sportello si aprì. 
E: - Aspetta... Devo venire in macchina con te? Cioè... Mentre tu guidi?- 
Ignorai del tutto la sua preoccupazione, ma rimasi ad ammirare la sua figura. 
H: - Sei bellissima- le dissi dolcemente. 
E: - Grazie. Anche tu stai bene- mi rispose lei, spostandosi una ciocca di capelli dietro le orecchie. 
Accesi la macchina, spinsi sul pedale e mi avviai verso la spiaggia.
Una volta arrivati scesi dalla macchina e le aprii lo sportello. 
E: - Ma grazie!- disse lei sorpresa del gesto. 
H: - E' un appuntamento... Cerco di essere galante. - affermai in fine. 
E: - Senti io... Devo un attimo cercare Janette e salutare Charlotte e Louis. Ci vediamo fra qualche minuto ok? - 
H: - Certo! Anche io ne approfitto per salutare qualche amico. - 
E ci dividemmo. Scesi in spiaggia: come al solito c'era il falò, un palco e qualche gazebo piazzato qua e là per chi voleva avere un po' di privacy. La spiaggia era anche piena di studenti. 
Vidi Zayn da lontano e mi avvicinai a lui.
H: - Zayn! - 
Z: - Harry! La tua ragazza?- mi chiese non vedendo Elizabeth. 
H: - Lei preferisce non essere definita ancora la mia ragazza. Comunque è andata a salutare i suoi amici. Dovrebbe essere qui fra qualche minuto. - 
Ad un tratto due mani mi coprirono gli occhi.
X: -Ehi sparito! Da quanto tempo non ci si vede!- 
Riconobbi subito la voce di quella ragazza. 
H: - Ciao anche a te Melanie.- non ero poi così entusiasta di vederla. 
M: - Devo farti vedere una cosa.- mi prese per un polso e cominciò a trascinarmi da qualche parte. 
H: - Non sono poi così sicuro di volerla vedere- cercai inutilmente di divincolarmi io. 
Lei rise divertita. 
Mi porto all'internò di un piccolo gazebo e chiuse a chiave l'entrata. 
H: - Mel che devi fare?- chiesi iniziando a preoccuparmi. Quella ragazza era folle, e io non ero venuto con lei alla festa. Magari ora Elizabeth mi stava cercando, ed io ero rinchiuso in un gazebo con Melanie Host. Volevo andarmene. 
Lei si abbassò fino a sparire dalla mia vista. Sentii i miei pantaloni slacciarsi. Un'onda di piacere mi travolse. Ma dovevo tornare da Elizabeth. Eppure in quel momento insiteva in me il desiderio di restare lì ancora qualche minuto. 
H: - Mel... tu... ohhh... dovresti... cazzo... santo cielo... smetterla...- 
Ad un tratto tutto cessò. 
M: - Sei sicuro che io debba smettere?- 
Al diavolo tutto! Ero in un gazebo chiuso, nessuno avrebbe sentito nulla. 
H: - No...- 
E stavolta fui io a toglierle i pantaloni e ad abbandonarmi completamente alla passione. 
 
H: - E' stato divertente- dissi riallacciandomi i pantaloni. 
Lei sorrise soddisfatta. 
M: - Mi aiuti?- mi chiese indicando il reggiseno e quindi chiedendomi di riallaccarglielo. 
H: - Sono qui con un'altra oggi. Non deve venire a sapere di nulla lo sai?- dissi riallacciandoglielo. 
Lei si voltò di scatto. 
M: - Un'altra? Non ci può essere un'altra. Styles noi due siamo storici ormai. - 
H: - E' una storia che non mi piace sentire.- 
Aprii la porta e feci per uscire, ma qualcosa mi bloccò. Una grande folla attendeva attorno al gazebo e alla nostra uscita cominciò ad applaudire fortissimo.
 
X: - E bravo Styles!- 
X: - Il migliore!- 
X: - Sei un grande! - 
 
Oh cazzo. Avevo sbagliato. Alla grande. Vidi Zayn fra la folla. Andai verso di lui. 
H: - Zayn dov'è Elizabeth?- 
Z:  - Hai fatto una cazzata amico!- mi urlava per sovrastare il rumore della folla, che ora stava acclamando Melanie. 
H: - Lo so ma dov'è Elizabeth?- chiesi insistendo. 
Z: - Sulla riva. A piangere. - 
H: - Cazzo... fammi l'in bocca al lupo- 
Facendomi spazio fra la folla mi diressi verso la spiaggia, fino a scrutare una figura lontana che camminava solitaria e silenziosa. Corsi verso di lei. 


 
Elizabeth's Point Of View
Ero stata umiliata di fronte tutte quelle persone. Il mio accompagnatore si era scopato un'altra. Ma come potevo essere stata così stupida? E perché sprecavo le mie lacrime per lui? Era tutto così inutile. 
X: - Elizabeth! ELIZABETH!- 
Sentii la sua voce chiamarmi da lontano. E un po' il fatto che lui mi avesse cercata mi sollevava. Ma non mi voltai. Con la manica della giacca cominciai ad ascigarmi qualche lacrima, per sembrare meno vulnerabile.
Lui continuò a correre verso di me, fino ad arrivarmi davanti per bloccarmi la strada. 
H: - Liz io... ho fatto una cazzata lo so... ma...- aveva il fiatone. 
H: - Ti prego perdonami- 
E: - E' già la seconda volta che mi chiedi perdono- dissi senza rivolgergli lo sguardo. 
H: - E ricorda che non c'è due senza tre- la buttò sul ridere lui.
Questo mi fece ancora più arrabbiare, e ripresi a camminare. 
Lui mi ribloccò. 
H: - Scusa scusa... scherzavo... io.. allora... fammi spiegare..- 
E: - Spiega allora! Perché mentre eri a un appuntamento con me ti sei scopato Melanie Host?- gli chiesi con aria di sfida, incrociando le braccia al petto e guardandolo finalmente negli occhi. 
H: - Perché sono un coglione! - 
E: - Su questo non c'era dubbio.- 
H: - Senti... Melanie è una troia, una puttana, una sgualdrina...- 
E: - Hai usato tre parole per dire la stessa cosa- 
H: - Il fatto è... che a me piaci tu. E voglio te. Altrimenti non sarei qui. -
E: - Giusto... altrimenti saresti a scoparti Melanie Host- dissi secca e ripresi a camminare, ma fui di nuovo bloccata da lui. 
H: - Ma ora sono qui!- 
E: - Non c'entra nulla! Ora sei qui, prima eri lì. Come posso fidarmi di te? - 
H: - Prova a fidarti di noi allora. Non fidarti solo di me, ma di te e me insieme. Potrebbe essere tutto diverso - 
Non capivo. Che intendeva dire? 
E: - Non ti capisco, scusa. -
H: - E' normale. Dai una possibilità a noi Liz! Ti prego...- sembrava serio davvero. Sembrava volerlo davvero. 
Non sapevo che fare. Mi affidai all'istinto: mi chinai a terra e presi un po' di sabbia, per poi gettargliela sui capelli. 
E: - Sai, sei più sexy con i capelli insabbiati!- e cominciai a ridere per la sua faccia sorpresa. 
H: - Ah sì? Vieni qui che ti aggiusto per bene!- 
Mi prese in braccio e mi buttò scherzosamente a terra, per poi riempirmi di sabbia. Mi alzai e cominciai a correre mentre lui mi inseguiva. E fu in quel momento che mi afferrò per un polso e mi portò a un palmo davanti a lui. Successe tutto troppo velocemente. In men che non si dica le nostre labbra erano incollate e le sue mani mi tenevano dolcemente il viso. 
Sentii un brivido per tutto il corpo, come se stessi facendo la cosa giusta. Come se lui fosse quello giusto. Sentivo la passione e l'armonia, sentivo la dolcezza e la voglia di lui. Lo sentivo mio e sentivo di essere sua. Come se ci appartenessimo. 
H: - Avrei dovuto farlo tempo fa...- disse interrompendo il bacio. 
E: - E allora perché non l'hai fatto prima? - chiesi ancora scossa. 
H: - Ma è possibile che riesci sempre a farmi sentire così stupido?- 
Lo guardai negli occhi: era perfetto. 
E riprendemmo da dove avevamo interrotto. 
Ora, ero la ragazza di Harry Styles.


 
***
Questo è quello che mi piace definire un ''capitolo boom''
Se devo essere sincera sono fiera di questo capitolo. Sì, mi piace. 
Voi che ne pensate?
Volevo anche dirvi che per qualsiasi cosa,
per sapere le novità e informazioni sulla storia o sui personaggi, 
per darmi la vostra opinione,
per dirmi cosa vorreste che accadesse,
o per qualsiasi altra cosa
contattatemi pure! 
Mi metto a vostra completa disposizione!
Sarò felice di sentirvi!
Alla prossima
XXX

harrehs






*On the next...*
 
La coppia farà la sua prima apparizione. 
Qualcuno soffrirà.
Un importante segreto sarà svelato.

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Capitolo 11
*** #Did you lose the V with Zayn Malik? ***


Chapter 11th.
#Did you lose the V with Zayn Malik?





 
Harry's Point Of View
Z: - Quindi ora state insieme?-
H: - Credo di sì-
Z: - Ufficialmente?- chiese come se fosse una cosa anomala. 
H: - Strano vero? - 
 
Continuava a rimbombarmi nella testa la conversazione fra me e Zayn, fatta la sera prima. Ero davvero un uomo impegnato? 
Non ci avevo mai provato a stare fisso con una ragazza. Era sempre stata una cosa senza impegno. Ma con lei mi sentivo bene, era come se non avessi bisogno di nessun'altra. 
Ora mi trovavo in macchina, di fronte casa sua. Aspettavo che scendesse, pronti per andare a scuola e mostrare a  tutti la nuova coppia. Finalmente la vidi da lontano; un sorriso raggiante padroneggiava sul suo volto e illuminava i miei occhi. 
Aprì la portiera della macchina. 
H: - Buongiorno. - la salutai io.
E: - Buongiorno. - mi rispose lei, dandomi il dolce bacio del mattino. 
H: - Si parte!- affermai e misi in moto. 
 
Lei cominciò a cambiare le stazioni radiofoniche, alla ricerca di una che trasmettesse qualche canzone piacevole. 
E: - Uhuhuhuh! Questa la adoro! - disse entusiasta come una bambina, mettendo i piedi sul cruscotto. 
H: - Ehiehiehiehi! Giù i piedi da lì! - la rimproverai scherzosamente io. 
Lei come risposta si tolse le scarpe e rimise i piedi sul cruscotto. 
E: - Così non si sporca!- commentò lei. 
Notai solo ora la canzone che rimbombava nella mia macchina: ''She Will Be Loved'' dei Maroon 5. 
 
Beauty queen of only eighteen 
She had some trouble with herself 
He was always there to help her 
She always belonged to someone else 
I drove for miles and miles 
And wound up at your door 
I've had you so many times but somehow 
I want more 
 
E: - I don't mind..na... na... everyday... na... na... corner in the pouring rain... Look for the girl with the broken smile... na...na...mmmm... na.. na.... stay awhile - cominciò a canticchiare lei. 
H:- Sì, insomma la conosci bene la canzone! - scherzai io. 
Lei in risposta mi diede una forte pacca sulla pancia e riprese a cantare il ritornello.
E: - And she will be loved, and she will be loved and she will be loved and she will be loved!- 
Risi della scena. 
E: - Che hai da ridere?!- 
H: - Niente niente.... qualche volta hai steccato però... sei fantastica. - ammisi dolcemente. 
E: - Vorrei sentire anche te! - mi incitò a cantare. 
H: - I know where you hide 
Alone in your car 
Know all of the things that make you who you are 
I know that goodbye means nothing at all 
Comes back and begs me to catch her every time she falls - cominciai io. 
E: - Poi ero io quella che steccava?!- rise anche lei. 
H: - And she will be loved! And she will be loved...-
E: - And she will be loved, and she will be loved....- 
E insieme, sempre ridendo, completammo la canzone. Se mai ci avessero sentito i Maroon 5, ci avrebbero rinchiuso fino alla fine dei giorni.
 
H: - Eccoci arrivati- commentai quando arrivammo davanti all'edificio scolastico. 
Con fare da divo mi misi i miei RayBan da sole, pronto a sfilare davanti a tutti. 
E: - Puoi anche smetterla sai?- mi disse Elizabeth ridendo riferendosi al mio atteggiamento da figo. 
H: - Non è colpa mia! Insomma, vedrai, ci guarderanno tutti! Ti sentirai molto osservata...- la avvertii. 
Lei alzò gli occhi al cielo. 
E: - Non pensi che ti stai montando un tantino troppo la testa?- mi chiese ora seria. 
Io sbuffai e mi aprii lo sportello prendendo la giacca. Poi mi diressi dal lato di Elizabeth, le aprii lo sportello e la feci scendere. 
Poi mi infilai la giacca. 
E: - Giacca di pelle? Ora stai sul serio esagerando - commentò lei alzando le sopracciglia. 
H: - Questa è la nostra uscita ad effetto! Dobbiamo essere perfetti! - commentai io. 
E: - Styles, nessuno ci sta guardando. Stai esagerando. - mi rimproverò. 
Ma lei non capiva. Non sapeva cosa voleva dire stare sotto gli occhi e sulla bocca di tutti. Ma fra poco l'avrebbe scoperto. 
H: - Vedrai fra poco.- le sussurrai all'orecchio dolcemente. Poi le diedi un dolce bacio fra i capelli e per la prima volta incrociai le mie dita fra le sue. 
E: - Non ti facevo il tipo che prendeva la sua ragazza per mano - mi sussurrò sorridente lei. 
H: - Ehi, gli altri devono capire che sei proprietà privata - le risposi. 
E con altri intendevo ovviamente Horan. 

 
Elizabeth's Point Of View
Quel ragazzo stava esagerando. Pensava davvero che la gente avrebbe dato così tanta importanza a una cosa simile? Ma quanti anni aveva, due?
H: - Vedrai fra poco.- mi sussurrò all'orecchio e poi mi diede un dolce bacio fra i capelli, che mi provocò numerosi brividi lungo la schiena. Forse, mi avrebbe fatto piacere essere sulla bocca di tutti, essere considerata e conosciuta da tutta la scuola. 
Inaspettatamente Harry incrociò dolcemente per la prima volta le sue dita fra le mie. 
E: - Non ti facevo il tipo che prendeva la sua ragazza per mano - gli sussurrai mentre un sorriso si dipingeva involontariamente sul mio volto.
H: - Ehi, gli altri devono capire che sei proprietà privata - mi rispose. 
E con quello mi venne subito in mente Niall. Mi sentivo in colpa verso di lui. Era come essermelo dimenticato? Mettermi con Styles era la cosa giusta?
Tenendomi sempre per mano, Harry cominciò a camminare e mi condusse fino all'entrata. 
Ok, nel momento in cui varcammo la soglia della scuola mi accorsi che Harry Styles aveva ragione. 
Gli occhi di tutti gli studenti erano puntati su di noi. 
Ma soprattutto, gli occhi di tutte le studentesse erano puntati su di noi. 
Le ragazze mi squadravano e mi lanciavano occhiataccie. Ma ciò mi piaceva. Mi sentivo invidiata, come se tutte volessero essere al mio posto. Sorrisi, ed Harry se ne accorse. 
Mi guardò e mi lanciò uno sguardo alla ''Te l'avevo detto''. 
E per farmi morire ancora di più, mi tirò davanti a se' e mi diede un romatico e dolce inaspettato bacio, che presto sarebbe stato sulla bocca di tutti gli studenti pettegoli.  
 
Le ore a scuola passavano e ovunque andavo sentivo dei pettegolezzi e delle voci su di me. Era strano dire che mi faceva piacere?
X: - Sai di essere sulla bocca di tutti? - mi chiese Janette appena mi vide. 
E: - Sì, me ne sono accorta.- commentai sorridente. 
Vidi che anche lei vantava un sorriso che le andava da un orecchio a un altro, e solo allora notai che i suoi magnifici capelli biondi erano diventati di un acceso rosso. 
E: - I tuoi capelli? - le chiesi sbalordita. Ma devo ammettere che le stavano davvero bene. 
J: - Be' sì io... Ho voluto fare un piccolo cambiamento. - mi disse, ma c'era qualcosa sotto. 
E: - J, devi dirmi qualcosa? - le chiesi ad un tratto preoccupata. 
La conoscevo, sapevo che era importante.  
Lei annuì entusiasta. 
J: - Ecco, il giorno del falò... Quando tu e Harry vi siete messi insieme... io...- cominciò balbettando - Io ho cominciato a parlare con...- 
Sussurrò piano ciò che doveva dirmi. 
Non ci credevo.
Non me l'aspettavo. 
Non era da lei. 
Magari da Charlie, ma non da lei. 
- Ti sei giocata la V con Zayn Malik?! - le chiesi sottovoce incredula. 

 
Harry's Point Of View
- I don't mind spending everyday
Out on your corner in the pouring rain 
Look for the girl with the broken smile 
Ask her if she wants to stay awhile
 And she will be loved...- continuavo a canticchiare mentre prendevo i libri dal mio armadietto. 
X: - Qualcosa ti rende felice Don Giovanni?- mi chiese una voce. 
Chiusi l'armadietto e mi ritrovai il mio migliore amico appoggiato al muro che mi osservava sfoggiando un sorriso sghembo. 
H: - Inizia con la E e finisce con Lizabeth- gli risposi io. 
Z: - Lo immaginavo- mi disse scompigliandomi i capelli. 
Z: - Senti,- riprese - stasera ci vieni a ballare? Rimorchiamo due tizie e... Be' sai cosa succede dopo giusto? - mi chiese sorridendo malizioso. 
H: - Togliti quel sorriso da maniaco. E comunque no. Ho una ragazza.- gli risposi senza pensarci due volte. 
Z: - Sì ma, che ti frega? Non puoi rinunciare a tutto questo...- insistette. 
H: - Non capisco...- 
Z: - Hazza, che fine facciamo noi due? Ci siamo sempre comportati così! Siamo i due fighi che si scopano tutte, non possono cambiare le cose. Non per una ragazza che neanche ti porti al letto!- 
Le parole di Zayn mi fecero riflettere: avrei davvero dovuto rinunciare a ciò che di più mi piaceva fare solo per una ragazza che neanche mi portavo al letto?
 
 
Melanie's Point Of View
Lui non capiva che io ci stavo male davvero. Lui non capiva che io l'amavo. Lui non capiva e basta. 

 
Janette's Point Of View
L'avevo fatto, non potevo crederci. 
Avevo fatto la cosa giusta?
Quella sera era successo di tutto: il mio primo bacio aveva accompagnato a braccetto la mia prima volta. 
Zayn Malik era stato meraviglioso. E io l'amavo. 

 
Zayn's Point Of View
Non avrei fatto si che il mio migliore amico abbandonasse ciò che eravamo. 
E non per una stupida ragazza. Ma cos'aveva quella di tanto eccezzionale da fargli dimenticare tutto?
Io non ci avevo messo niente a scoparmi l'amichetta, perché non ci provava anche lui?
Che cosa lo bloccava, diamine?!


 
***
Questo capitolo è più corto dei soliti, e neanche mi fa impazzire. 
Ma amen!
Voi che ne pensate?
Vi piace? 
Praticamente  ho voluto anche mettere i punti di vista di altri personaggi,
per farvi capire l'attuale stato d'animo di tutti. 
Spero di avere qualche recensione!
Mi piacerebbe anche arrivare fra le storie più popolari... Ma mi risulta difficile xD
Vabbe io ci spero!
Alla prossima 
XXX

harrehs


 
*On the next....*

La relazione di Harry e Elizabeth farà un gran passo avanti.
Janette capirà qual'era la cosa giusta da fare. 
Charlotte e Louis dovranno fare i conti con una nuova situazione. 
Il pianto di una ragazza farà ricredere Harry. 

 

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Capitolo 12
*** #Count on me ***


Chapter 12th.
#Count on me




Elizabeth's Point Of View
Era passato un mese da quando io e Harry ci eravamo dati il nostro primo bacio.
A scuola ormai non c'era ragazzo che non conoscesse il mio nome, ma soprattutto non c'era ragazza a cui andassi perfettamente a genio. Di amiche potevo davvero contare solo su Charlotte e Janette. 
Charlotte e Louis si frequentavano ancora, ma da tempo le cose erano diventate diverse. 
Lou non era il tipo che ti si appiccicava o che ti dava tanto spago, mentre Charlotte a volte preferiva stare sola con lui e dirsi qualche smanceria di troppo. Diciamo che cominciava ad avere dei dubbi su quanto Lou potesse amarla. 
Janette invece continuava la sua ''relazione'', se così può essere definita, con Zayn Malik. 
Non stavano esattamente insieme, scopavano e basta. Detto sinceramente, non ero felice per Janette, mi aspettavo di più per lei. Ma soprattutto non mi aspettavo che potesse cedere così in fretta. Ultimamente, a volte, riusciva a ricordarmi quella troia di Melanie Host. 
Nella mia relazione con Harry, Host era sempre in mezzo. Continuava a mandargli messaggi e una volta gli era addirittura piombata a casa senza preavviso. 
Harry me l'aveva detto, ma lui ci dava poco peso. 
Riguardo a Niall...Oh Niall!
Devo ammettere che mi faceva ancora effetto quando lo vedevo, ma nulla in confronto alle scintille che avevo con Harry. Era come se ogni giorno fosse il primo, nulla era monotono. Mi aveva insegnato a giocare a calcio, e anche a parecchi videogiochi. Le prime volte mi faceva sedere fra le sue gambe e insieme tenevamo il joystick. Avevamo fatto numerose sfide contro Zayn e Janette in questa posizione. Poi avevo imparato, e ci eravamo staccati. 
Mi aveva anche dato qualche dritta in cucina, a detta sua era davvero bravo. 
Con lui i giorni passavano senza che me ne accorgessi. 
 
Quel pomeriggio, dopo aver salutato Harry, corsi velocemente a casa; le grandi e grigie nuvole in cielo prevedevano un brutto temporale. 
La pioggia non si fece attendere, da tempo non si vedevano acquazzoni del genere. 
Sentii il pianto di Emma e corsi velocemente in camera sua per prenderla e rassicurarla dei numerosi tuoni. 
Accesi la televisione e girai sul telegiornale: le strade erano bloccate e così molte persone. 
Pensai subito a Liam. Lui era all'università in centro e di certo gli sarebbe stato difficile tornare a casa. Poggiai a terra Emma e gli tirai fuori qualche bambola per giocare, digitai il numero di Liam al telefono ma partì la segreteria. Cominciavo a preoccuparmi. 
L'acquazzone non terminava e presto si fecero le nove di sera. Avevo cucinato qualcosa per Emma, ma io non riuscii a toccare cibo: Liam ancora non rispondeva ed io ero preoccupata. 
Lo chiamai di nuovo, nulla. 
Emma ricominciò a piangere. Le accesi i cartoni alla televisione e mi buttai sul divano. 
Ad un tratto sentii l'acqua scorrere nel bagno. Mi alzai e mi diressi verso il rumore. Acqua ovunque. Mi ero praticamente dimenticata che stavo preparando il bagno per Emma! 
Presi l'asciugamano e cominciai ad asciugare a terra. Guardai l'orologio sul muro: erano le undici e mezzo. Avevo sonno. Ed evidentemente anche Emma, visto che continuava a piangere. Lasciai bagnato a terra, ci avrei pensato dopo. Feci il bagno a mia sorella, le preparai il latte e la misi nel lettino con il suo lumino acceso: non dormiva senza una piccola luce accesa. 
Poi tornai in bagno e ripresi ad asciugare. Non avevo ancora mangiato, e il mio stomaco cominciò a brontolare. Il temporale non cessava e il tempo continuava a passare. 
L'acqua cominciò ad invadere il pavimento. La mia casa non era soggetta ad allagamenti, ma se gli acquazzoni erano molto forti tutto era possibile. Fortunatamente l'allagamento si limitò a meno di un centimetro, ma dovetti comunque cominciare a pulire. Non ce la facevo più. 
Il telefono squillò e io corsi a rispondere. 
E: - Pronto? - chiesi agitata.
X: - Lizzie va tutto bene? - 
Riconobbi subito la voce di mio fratello. 
E: - Liam grazie al cielo stai bene! Emma ha pianto tutto il tempo, la casa si è allagata, è notte fonda e io ho fame. Tu dove sei?- gli chiesi quasi dandogli la colpa. 
L: - Scusami Lizzie, ma qui le strade sono bloccate. Danielle mi ha detto che potevo rimanere a dormire da lei. Sai che abita vicino l'università? Inoltre le linee telefoniche sono disturbate. Giuro che quando l'acquazzone finisce faccio di tutto per tornare a casa! - 
E: - Si Liam ma io...- 
La telefonata fu interrotta. Tutte le luci si spensero. Era scattata la corrente. Emma riprese a piangere. 
Cercai di trattenere le lacrime e mi aggrappai all'unica persona che poteva proteggermi. 
 
 
Janette's Point Of View
Fuori pioveva a dirotto, e io stavo chiusa in camera mia sotto le coperte davanti un bel film.  Guardavo ''Beastly''. Da quando mi ero innamorata di Zayn adoravo i film romantici. 
E poi, era davvero amore? Insomma, ci amavamo davvero? Io ne ero quasi certa, ma a volte avevo l'impressione di non essere ricambiata. 
Non eravamo come Harry e Liz, di loro tutti sapevano che stavamo insieme. 
Ma tra me e Zayn nessuno sapeva. Solo noi. Ma perché?
Il mio cellulare squillò. Parli del diavolo...
J: - Ehi Zayn!- lo salutai. 
Z: - Ehi bellezza... Senti io credo che... noi dobbiamo parlare.- mi disse serio. 
Voleva mollarmi?
Cominciai a respirare affannosamente. 
J: - Io... Sì certo dimmi pure.- dissi  agitata. 
Z: - Ecco, io pensavo che... Visto che tra Harry e Liz le cose vanno bene... Perché non proviamo anche noi ad avere una cosa stabile?- mi chiese balbettante. 
Non potevo crederci. 
Allora mi amava anche lui! 
Accettai senza pensarci due volte. 
 
 
Zayn's Point Of View
Le avevo chiesto di avere una cosa seria, non perché l'amassi o qualcosa del genere, ma fra Elizabeth e Harry durava... Perché io non avrei potuto farcela?
 
 
Charlotte's Point Of View
C: - Lou? Lou? LOU?- gli ripetevo mentre giocava ai videogames.
Lou: - Charlie non vedi che ho da fare?!- mi sbottò lui. 
C: - Ah allora scusa!- dissi alzandomi dal divano. - Vado a casa.- affermai arrabbiata. 
Lui mollò il joystick e si alzò. 
Lou: - E dai non prendertela!- disse sorridente. 
Amavo il suo sorriso, ma ora gli avrei dato un pugno per rompergli tutti i denti. 
C: - Uno stupido videogioco è più importante di me! Tutto sembra più importante di me! 
E' come se io non valessi nulla.- dissi andandomene. Ero incazzata. 
Misi la mano sulla maniglia e uscii con foga dal suo appartamento. 
Lou: - Aspetta Chalie!- mi correva dietro. 
C: - Che c'è?- mi girai urlandogli. Piangevo. 
Lou: - Ti amo.- 
Cosa?

 
Harry's Point Of View
Driiiiiiin, driiiiiiiiin!
Cosa?
Driiiiiiiin, driiiiiiiiin!
Il telefono?
Driiiiiiin, driiiiiiiiin!
Riprenditi dal mondo dei sogni Styles. 
Mi svegliai per colpa del telefono che squillava. Svogliatamente lo presi. 
C'era una chiamata di Elizabeth. Risposi subito. 
H: - Liz? Cosa c'è?- dissi con voce assonnata. 
E: - Stavi dormendo?- mi chiese quasi sorpresa. 
H: - Sì... - le dissi svogliatamente. Volevo solo tornare a dormire. Guardai la sveglia sul comodino: erano le tre di notte. 
E: - Scusami ma io dovevo chiamarti! Harry qui è tutto allagato, mia sorella dorme, io ho fame, mio fratello non c'è e la luce è...- disse agitata. 
La interruppi subito. 
H: - E tu mi stai dicendo questo perchè vuoi che venga lì?- le chiesi cercando di tenere gli occhi aperti. 
E: - Forse...- disse lei speranzosa. 
Non se ne parla! Sto morendo di sonno!
H: - Ti rendi conto di che ore sono?!- le chiesi esterrefatto. 
E: - Io sì ma... Scusa hai ragione. Non fa niente. Ciao. - e attaccò. Piangeva. 
Merda... Ma perché mi hanno fatto un cuore?
Mi alzai lentamente e mi infilai i primi pantaloni e la prima maglietta che mi trovai a tiro. 
Poi andai in camera dei miei.
H: - Ehi papà! Sveglia!- lo scossi un po'. 
X: - Harry che c'è? Vai al letto.- mi ordinò infilando la testa sotto il cuscino. 
H: - Mi dai le chiavi dell'auto?- gli chiesi impaziente. 
Lui prese un mazzo di chiavi dal comò e me lo porse. 
X: - Dove vai a quest'ora?- mi chiese mentre uscivo.
H: - Vado a fare il supereroe.- risposi sarcastico. 
X: - Non fare tardi! - si intromise mia madre. 
H: - E' già tardi...- commentai silenziosamente. 
Spesso i miei mi facevano uscire di notte, ma si fidavano di me e sapevano che se mi svegliavo a quest'ora e chiedevo la loro auto era per un motivo serio. 
Uscii di casa, pioveva ancora. Le strade erano bloccate, ma io non abitavo molto lontano da Elizabeth, sarei arrivato in tempo. 
Di andarci a piedi non se ne parlava. 
Arrivai dopo una decina di minuti e suonai il citofono. Lei mi aprì. Poi bussai alla porta e fui accolto da un suo grande abbraccio. 
E: - Grazie per essere qui!- mi ringraziò felice. 
 
 
Elizabeth's Point Of View
E: - Grazie per essere qui!- lo ringraziai felice. Lo aveva fatto davvero? Mi sentivo fortunata ad averlo. 
H: - Di niente. Allora, sistemiamo la situazione. Qual'è il problema?- mi chiese. Aveva le occhiaie, quindi doveva avere molto sonno. Gli ero così riconoscente!
Presi un respiro e cominciai. 
E: - Allora, il pavimento è tutto bagnato, Emma piange, mio fratello non c'è, la casa è illuminata da un'unica torcia, io ho fame e sonno e sono quasi le quattro di notte. - mi sfogai all'improvviso. 
H: - Ok, allora, tu non hai mangiato niente? Sdraiati sul divano e prova a chiudere gli occhi. Dai Emma a me, qui ci penso io. Tu dormi. - mi disse prendendo in braccio mia sorella e cominciando a coccolarla con frasi dolci e teneri sorrisi. Presto lei smise di piangere e Harry sparì dalla mia vista. 
Io feci come aveva detto e in men che non si dica mi addormentai. 
 
Aprii gli occhi per colpa di rumori provenienti dalla cucina. Il pavimento era asciutto e Emma non piangeva più. Harry maneggiava delle pentole. Mi porse un vassoio: un semplice e fumante petto di pollo era affiancato da patate al forno tagliate perfettamente. Poi c'era un succo d'arancia e un grappolo d'uva. 
H: - Mangia.- mi ordinò mentre faceva avanti e indietro per la casa. 
Finii presto di mangiare e mi riaddormentai. 
 
Qualcuno mi stava trasportando. Aprii gli occhi nuovamente: Harry mi stava adagiando sul mio letto.
 
 
Harry's Point Of View
Avevo fatto tutto; era il momento di mettere a dormire anche lei. 
La adagiai nel letto ma lei aprì gli occhi. 
H: - Buonanotte meraviglia- le sussurrai. 
E: - Harry tu... c'è una coperta nello scaffale più in alto. Resti a dormire qui? Il divano è comodo. - mi propose. 
Non era il massimo ma non l'avrei lasciata sola. 
H: - Qualunque cosa tu voglia...- le sussurrai ancora. Feci per andarmene ma lei mi bloccò. 
E: - Senti oggi ho visto Debbie piangere per Zayn. Lei lo vuole e ci sta peggio.- mi sussurrò.
Non centrava davvero nulla. 
H: - Non fa niente ora. Dormi. Buonanotte.- le dissi e tornai a dormire. 
Mentre sistemavo la coperta sul divano ripensai a Debbie. Vederla così era peggio. Forse avrebbe dovuto davvero avere la sua occasione con Zayn. Poi pensai ad Elizabeth. La cosa si stava facendo sempre più seria e io ero felice.


 
***
Ecco il nuovo e lungo capitolo! 
Non mi piace poi così tanto, ma deve piacere a voi giusto?
Poi volevo chiedervi... Se io pubblicassi una nuova storia, chi di voi la leggerebbe?
Che ne pensate?
Ora svanisco!
XXX

harrehs






*On the next...*
 
Harry avrà un particolare incontro con un membro della famiglia di Elizabeth.
Zayn proverà il nuovo esperimento. 
Harry e Zayn avranno un chiarimento. 
Vi sarà un tradimento alle porte...

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Capitolo 13
*** #She never learns ***


Chapter 13th.
#She never learns


 

Harry's Point Of View
Mi svegliai lentamente. 
''Il divano è comodo'' mi aveva detto Elizabeth. 
E' comodo un corno!
Quella notte, per quanto avessi potuto dormire, non avevo chiuso occhio. 
Mi alzai pian piano e mi diressi verso il bagno. Poi guardai l'orologio: erano le sette meno un quarto. 
Tutti dormivano. Entrai in bagno e mi ci chiusi dentro. 
Si sentì una chiave che girava nella serratura della porta di casa. 
X: - Elizabeth?- urlò una voce che non avevo mai sentito prima. 
- Sono a casa!- continuò. 
Ma chi era?
In soli boxer e canottiera, solitamente dormivo nudo ma quel giorno per avere un po' di contegno mi ero reso ''presentabile'', uscii dal bagno scompigliandomi i capelli. 
Mi trovai di fronte un ragazzo abbastanza alto, con una camicia a quadri e capelli sul castano chiarissimo. 
Si voltò e i suoi occhi color nocciola, gli stessi di Liz, prima mi guardarono strabuzzanti e poi mi fulminarono. 
L: - E tu chi sei?- mi chiese puntandomi il dito contro. 
H: - Io? Al massimo chi sei tu!- stavolta fui io a puntargli il dito contro. 
L: - Questa è casa mia! E che ci fai in boxer? ELIZABETH!- urlò afferrando la scopa che gli stava accanto. 
Come in un film d'azione cominciò a rincorrermi e io a fuggire. Saltavamo su tavoli, sedie e divani, mentre quel ragazzo, che dedussi essere Liam il fratello di Elizabeth, cercava di bastonarmi con la scopa. 
L: - Pervertito che ci fai in casa mia? Vattene via! - urlava. 
H: - Io sono Harry. Solo Harry! Lo giuro non sono un pervertito!- e continuavo a scappare.
 
Finalmente la mia ragazza si decise ad uscire dalla camera. Aveva un paio di pantaloncini corti e un felpa larga da uomo, probabilmente del fratello che ora mi stava rincorrendo. Aveva anche tutti i capelli scompigliati, ma la trovavo adorabile comunque. 
E: - Che succede qui?- chiese bloccando la situazione. Io ero piegato a terra e suo fratello era a un centimetro da darmi la scopa addosso. La buttò sul pavimento e si rivolse alla sorella. 
L: - Dovrei farti io questa domanda! Che mi rappresenta questo?- chiese indicandomi. 
Mi aveva per caso chiamato ''questo''?
Tutti attedevamo la risposta della ragazza. Lei guardò prima me, poi il fratello. 
Un piccolo sorriso le si dipinse sul volto. In men che non si dica scoppiò a ridere. Poggiò la testa al muro e scivolò buttandosi a terra, mentre continuava a ridere come una pazza. 
La sua risata era meravigliosa, e lei lo era mentre rideva. Quasi non me ne accorsi che scoppiai a ridere anche io, buttandomi per terra. Liam guardava la scena stupefatto. 
L: - Ma cos'è questa, una candid camera?!- 
 
Ci volle un po' per farci smettere di ridere, ma presto ci sedemmo tutti e tre al tavolo: Liam a capotavola e io e Liz ai lati. 
L: - Ricapitolando. Tu chi sei?- mi chiese guardandomi male. 
H: - Ecco io sono...- non riuscivo a dirlo. Perché non ci riuscivo? ''Io sono il ragazzo di tua sorella'', dai Harry non è difficile!
E: - Lui è il mio ragazzo- disse di botto Elizabeth. Mi aveva salvato. 
Liam si girò verso di lei e sgranò gli occhi. 
L: - Lui è cosa?- disse alzando la voce. 
Poi si voltò verso di me. 
Io annuii. 
L: - Tu sei cosa?- chiese ora a me, alzando la voce.
E: - E dai Liam! E' normale a quest'età...- 
Liam si grattò la testa. 
L: - Ora ti prego, spiegami perché lui era in boxer nel salone di casa mia e dimmi che non è per quello che penso...- le chiese quasi sussurrando. 
H: - Ieri sera Elizabeth era da sola e mi ha chiesto di venire a dormire qui con lei. Ma non è successo nulla. Io ho dormito sul divano.- presi finalmente parola. 
Lui mi guardò e schioccò le labbra. Poi fece un respiro di sollievo. 
L: - Io vado a farmi una doccia- disse alzandosi e lasciandoci soli. 
H: - Io sono Harry!- gli urlai mentre andava in bagno. 
L: - Ringrazia di essere ancora vivo!- urlò lui. 
E: -Be', non mi immaginavo un primo incontro del genere- ammise lei.
H: - Perfetto! Tuo fratello mi odia! Che inizio! - mi alzai buttando le braccia al cielo. 
E: - Non farne un dramma. Mio fratello odia tutti!- 
H: - Davvero?- chiesi speranzoso. 
E: - No...- 
H: - Fanculo!- dissi al nulla buttandomi sul divano. 
E: - Comunque... volevo ringraziarti per ieri sera. - 
H: - Di niente Liz... Ho fatto solo ciò che c'era da fare.- 
E: - Grazie. -
Il mio telefono interuppe la conversazione. 
Era un messaggio. 
E: -Chi è?- 
H: - Zayn... dice che è urgente. Devo andare.- 
La salutai, mi infilai di fretta i pantaloni e corsi a casa del mio migliore amico. Se Zayn diceva che era urgente, era successo davvero qualcosa. 
 
 
Elizabeth's Point Of View
Era scappato così, senza dire niente. Prima faceva quello dolce, poi spariva. 
L: - Se ne è andato?- chiese Liam dal bagno. 
E: - Sì!- gli dissi io e aspettai che uscisse. Non era davvero andato a farsi una doccia, voleva solo lasciarci soli. Conoscevo mio fratello e me l'aspettavo. 
L: - Quindi... lui ti piace?- 
E: - Sì, o almeno credo. Sto bene con lui... Serve questo, vero?- gli domandai incerta. 
L: - Forse...- 
Era strano, doveva forse dirmi qualcosa? 
E: - Liam che succede?- gli chiesi preoccupata. 
L: - Ecco... stamattina... Io e Danielle abbiamo rotto.- disse tutto d'un fiato. 
E: - Perché?- ero delusa. 
Sapevo quanto mio fratello tenesse a lei e quanto lei potesse renderlo migliore. 
L: - Lei voleva di più.- 
E: - Non capisco... Che intendi?- 
L: - Voleva che andassi a vivere da lei.- ammise. 
E: - Perché le hai detto di no?- 
L: - Le ho detto che avevo già una famiglia a cui badare e che veniva prima di tutto! Le ho detto che non potevo e non volevo lasciare sole tu e Emma.- disse sottolineando l'ultima parte. 
Liam aveva rinunciato alla donna della sua vita per noi?
L: - Ce la dobbiamo fare insieme. Non posso lasciarti sola.- mi disse prendendomi le mani. 
E: - Quindi ora siamo solo io e te?- chiesi insicura. 
L: - Per sempre piccola.- mi abbracciò e mi baciò la fronte. Questo era l'amore che preferivo.
 
 
Harry's Point Of View
Avevo dovuto lasciare Elizabeth così, senza dirle niente. 
Arrivato al cancello di casa di Zayn presi le chiavi (sì, avevo le chiavi del suo appartamento) le infilai nella serratura ed entrai nel viale. 
Zayn viveva da solo. I genitori avevano comprato quest'appartamento e lui non aveva esitato ad andarci a vivere. 
Abitava all'ultimo piano; aveva davvero un appartamento da urlo. Spesso ci portava le ragazze, ma devo dire che la maggior parte del mio tempo anche io la passavo lì dentro. 
H: - Zayn?- chiesi entrando. - Sono qui.- 
L'appartamento vantava il solito disordine: vestiti ovunque e quella intollerabile puzza di tabacco. Per terra c'era polvere; Zayn non si occupava molto della pulizia. Alcune serrande erano tirate, il che rendeva la casa di una particolare oscurità.
Lo vidi uscire fuori dalla sua camera in soli boxer, con una birra in mano. 
Aprì  il frigorifero e ne prese un'altra. 
Z: - Vuoi?- mi chiese. 
Io annuii e lui mi tirò la bevanda. 
Cominciai a berla. 
H: - Hai detto che era un'emergenza. Cosa è successo?- chiesi impaziente. 
Z: - Ecco io... Ieri sera ho chiesto a Janette di avere una cosa seria. Davvero, io volevo provare. Se ce l'hai fatta tu potevo farcela anche io. Poi, con questo fatto che ora tu giochi a fare il ragazzo fedele io non potevo divertirmi più con nessuno e quindi volevo fare la stessa cosa...- camminava da una parte all'altra della stanza e beveva birra. 
H: - E dov'è il problema?- 
Lui andò verso camera sua e mi fece cenno di seguirlo.
Io feci come diceva. 
Entrammo insieme nella sua camera e restai sbalordito. 
Melanie Host era completamente nuda nel suo letto, e ora provava invano a coprirsi con un semplice lenzuolo. 
H: - Ma ti diverti a fare la troia?- chiesi io senza rifletterci. Lei non mi rispose. 
Z: - Capisci ora?- 
H: - Non posso crederci Zayn! Stai con una ragazza da neanche ventiquattro ore e già la tradisci! Sono senza parole!- lo rimproverai. 
Lui si accese una sigaretta: lo faceva solo quand'era stressato. 
Z: - Non è questo il punto!- 
H: - E allora qual'è?- chiesi riflettendoci. - A te non frega nulla di Janette vero?- domandai incerto.
Melanie intanto restava in silenzio.
Zayn le rivolse il suo sguardo, come se ci vedesse qualcosa di più. 
H: - E' per Debbie vero?- gli chiesi a un tratto dopo aver capito. 
Z: - Sono andato a letto con la sua migliore amica. Che penserà di me?- 
H: - Che penserà di lei al massimo! Zayn lei ti amerà comunque! Io... Io ci ho pensato. Vederla così mi fa più male. E se tu ci tieni devi darle un'opportunità. - 
Z: - Ora è tardi! Guarda chi mi sono scopato!- e riscomparì in cucina.
Guardai Mel: io davvero non capivo perché faceva così. 
H: - Cosa pensi che penserà ora la tua migliore amica?- le chiesi. 
M: - Lei non lo saprà...- disse guardando a terra. 
H: - Perché l'hai fatto?- le domandai. 
Lei mi indicò puntandomi il dito sul petto. 
H: - Io ho Elizabeth- 
M: - Tu non capisci- disse lei facendo sgorgare qualche lacrima. 
Le presi la testa fra le mani e la alzai. 
H: - Tu sei molto più di questo Mel- le sussurrai. 
Odiavo vedere una ragazza piangere, chiunque essa sia. Odiavo anche vederle stare male e non considerarsi affatto. Melanie aveva una bassissima autostima e faceva così solo per farsi notare. Un atteggiamento che più che altro mi faceva pena. 
M: - Così peggiori la situazione. Mi fai credere che io possa avere possibilità con te. - ammise lei tristemente. 
Stavolta non potevo fare nulla, lei aveva ragione. 
H: - Ehi, non esisto solo io! Milioni di ragazzi potrebbero fare la fila per te, se solo tu fossi te stessa. Ma ti rendi conto di come ti stai comportando? La tua migliore amica ora ti odierà. E farà bene. - 
Mi alzai per raggiungere Zayn. 
M: - Tu sarai mio prima o poi. Non mi arrendo. Anche se serve metterti i bastoni fra le ruote.- mi sussurrò mentre uscivo. 
Mi girai guardandola. 
H: - Non impari mai.-
 
 
Elizabeth's Point Of View
Il campanello di casa suonò. Aprii la porta. Janette mi si buttò addosso fra le lacrime. 
J: - Zayn si è scopato la Host!- disse fra i singhiozzi. 
Non impara mai.

 
***
Eccovi un nuovo capitolo. 
Le cose cominciano ad assumere una nuova  prospettiva!
Vorrei anche ringraziarvi per avermi fatto arrivare a 99 recensioni!
(aspetto con ansia la centesima!!!)
Grazie ancora a chi legge! 
Alla prossima
XXX

harrehs


 

 
*On the next...*

Chiarimenti in vista. 
Consigli d'amore per qualcuno. 
Qualcosa tornerà alla normalità.

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Capitolo 14
*** #Love doesn't come from sex ***


Chapter 14th.
#Love doesn't come from sex


 
 
Elizabeth's Point Of View
La notizia di Janette era piombata come un fulmine a ciel sereno. 
J: - Solo ieri sera mi aveva detto che voleva provarci davvero, darmi un'occasione. Ed ecco che mi chiama e dice non era la cosa giusta da fare!- continuava a ripetere. 
E: - Ma io non capisco... Se lui non voleva nulla di serio con te, perché te l'ha chiesto? - domandai insistente. 
J: - Io non lo so, davvero.- disse sbuffando e buttandosi a peso morto sul divano di casa mia. 
L: - Tieni, è ancora calda.- s'intromise mio fratello porgendole una fumante tazza di cioccolata calda. 
Poi prese una sedia, la mise davanti al divano voltandola dalla parte dello schienale e ci si sedette al contrario. Poi ci guardò impaziente. 
In risposta io alzai un sopracciglio in cerca di spiegazioni. 
L: - Che ne dite di spiegarmi la situazione?- chiese infine. 
Io e Janette ci scambiammo un'occhiata interrogativa. 
L: - Io ho di certo più esperienza di voi. Posso aiutarvi.- 
Janette mi guardò e annuì.
Fui io a prendere parola. 
E: - Ecco, c'è questo ragazzo...-
J: - Zayn-
E: - Con cui Janette...- balbettavo. Come facevo a dire a mio fratello una cosa simile?
J: - Con cui scopavo.- disse lei schietta. 
Mio fratello spalancò gli occhi incredulo, per poi arricciare le labbra e sospirare rumorosamente. 
L: - Vai avanti, anche se già so come finirà.- 
J: - Ecco lui, solo ieri mi aveva chiesto di avere una cosa stabile. E un attimo fa mi chiama dicendomi che nel suo letto c'è Melanie Host e che gli dispiace per avermi illusa! - concluse fra i singhiozzi. 
Liam si alzò e andò a prendere un fazzoletto, per poi porgerglielo. Si risedette. 
L: - Vedi Jane - mio fratello era solito chiamarla così - I ragazzi spesso non danno molta importanza ai sentimenti delle ragazze. Ma soprattutto, noi siamo molto più impulsivi di voi. Insomma, se ci capita una ragazza che si offre di...- 
E: - Liam!- lo rimproverai io. 
L: - E dai Lizzie è una cosa normale! E' istinto maschile!- 
E: - No, è istinto animale...- 
J: - Non è tanto diversa come cosa...- 
L: - Ehi siete due contro uno, smettetela e fatemi parlare! Stavo dicendo, quando ci troviamo una ragazza a tiro è raro che qualcuno dica di no. Magari lui ieri sera si sentiva di fare qualcosa di serio con te, ma poi magari gli è spuntata davanti questa Host ed è successo ciò che è successo.- finì Liam. 
J: - Ma se è come dici tu, le vere storie d'amore dove stanno? Se tutti danno retta all'impulsività, l'amore che fine fa?- chiese Janette insistente. 
Liam si alzò di nuovo e andò a mettersi di fronte a Janette, in ginocchio. Le prese le mani e le sussurrò con fare fraterno:
L: - Jane, l'amore non nasce con una semplice scopata. Adesso non so cosa tu potevi provare, ma evidentemente, e so che fa male saperlo, lui non prova la stessa cosa.- 
Questo servì solo ad incrementare le lacrime di Janette. 
J: - E ora che dovrei fare?- gli chiese vulnerabile. 
Lui le spostò una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio e riprese a parlare. 
L: - Tornerai a scuola e sorriderai come non hai mai fatto prima, dimostrando al mondo che un uomo non è in grado di distuggerti.- 
J: - Ma io lo amerò comunque. -
L: - Questo non cambierà le cose Jane.- le disse infine, stringendola in un caldo abbraccio, lasciando che le sue lacrime gli bagnassero la camicia. Poi si alzò e si diresse verso camera sua. Mentra andava via gli sussurrai un lieve ''grazie'', avendo come risposta uno dei suoi magnifici sorrisi. 
Poi mi sedetti vicino a Janette, aspettando che lei finisse la sua cioccolata calda. 
J: - Sta attenta.- mi disse a un tratto. 
Io la guardai in cerca di spiegazioni. 
J: - Perché è solo questone di tempo affinchè Harry ti faccia la stessa cosa che mi ha fatto Zayn- disse senza neanche guardarmi. 
E: - Perché dici questo?- le chiesi delusa. Come poteva la mia migliore amica augurarmi questo? 
J: - Perché non sono poi così diversi come dici. Prima ti fanno sentire speciale e poi ti mollano su due piedi.- 
E: - Scusa J, ma le situazioni sono completamente diverse. Io e Harry stiamo insieme, tu e Zayn non stavate insieme. E poi io e Harry non facciamo ciò che facevate tu e Zayn.- 
J: - E pensi che questo ti porterà da qualche parte? Liz, Harry si stancherà! Lui è come gli altri, ricordati le mie parole.- 
E: - Non fare di tutta l'erba un fascio J. Io sono qui per consolarti e tu mi dici questo? Ma che amica sei?- 
J: - Scusa, ti sto solo avvertendo.- piangeva ancora. 
In quel momento capii di cosa aveva bisogno: mi avvicinai a lei e la abbracciai forte, cercando di non farla sentire sola. 

 
 
Harry's Point Of View
E fu dopo aver parlato con Melanie che richiusi la porta della camera di Zayn e ritornai nel piccolo salone di quell'attico. Trovai il mio migliore amico completamente spaparanzato sul divano intento a fissare il vuoto. Teneva una sigaretta fumante fra le labbra e si divertiva a farla muovere su e giù. Con una mano invece teneva la bottiglia, ormai vuota, di birra. 
H: - Ti prego, spiegami.- 
Z: - Che c'è da dire Styles?- mi chiese ancora guardando il vuoto e alzando le braccia al cielo. 
H: - Perché l'hai fatto? Perché fra tante proprio lei?- gli chiesi insitente. 
Lui si alzò e si mise di fronte a me. 
Z: - Ma guarda chi è a farmi questa domanda? Tu te la sei scopata per anni.- mi incolpò. 
H: - E riconosco che è stato un errore! - stavo alzando il tono di voce. 
Lui fece l'ultimo tiro di sigaretta, per poi buttarla nel portacenere e tornare a guardarmi mordicchiandosi nervosamente le labbra. 
H: - Com'è successo?- gli chiesi ora calmo. 
Lui sospirò e si ributtò sul divano. 
Z: - Ieri sera, dopo aver chiamato Janette, sento suonare il citofono e vado ad aprire. Mi trovo una Host in lacrime. Mi dice che vuole parlare. Io le apro e la faccio entrare, mi pare ovvio. Sono una persona gentile io! Dice che stava male per te. Mi dice che ti ama. Allora io mi metto vicino lei e l'abbraccio. Lei si avvicina e mi bacia. Io non sono scemo, non rifiuto di certo! E poi le cose sono avvenute da se'...- mi disse tutto d'un fiato. 
Non ero poi così sorpreso. 
H: - Sai perché succede tutto questo?- gli chiesi retorico alzando le braccia. - Perché tu non riesci mai a frenare i tuoi istinti animali!- lo incolpai puntandogli il dito contro. 
Z: - Ehi! Il bue che dice cornuto all'asino! Ma non ti ricordi chi eri fino a un mese fa?- mi chiese anche lui alzando la voce. 
H: - Le persone cambiano!-
Z: - No, qui nessuno è cambiato. Puoi prendere in giro chi ti pare, ma non me. Io sono tuo fratello, non dirmi cazzate. E quando vorrai finirla con questa cazzata del bravo ragazzo innamorato che stai mettendo su, ne riparleremo!- 
Ma cosa voleva saperne lui? Che voleva saperne lui di quello che provavo? Era lui l'animale qui, io ero cambiato! Io ero cambiato? No, qui non è cambiato nessuno, ho solo una ragazza, qual'è la cosa strana?
Ma che sto dicendo? Non ci stavo più capendo nulla.
Z: - Non ci capisci più nulla vero?- mi chiese lui vantando un sorriso soddisfatto. 
Solo ora mi resi conto dell'espressione confusa che avevo assunto. 
H: - Io non sono così- dissi buttandomi anche io sul divano mentre guardavo il vuoto. 
Z: - No Harry, e quando aprirai gli occhi farai un favore all'umanità.- 
H: - Ma io sono felice ora.- dissi riflettendoci. 
Z: - Tu pensi di esserlo, ma non lo sei!-
H: - Perché dovrei pensare una cosa simile Zayn? E' surreale. Se sono felice, lo sono e basta. Io sto bene. - 
Z: - Ma che ti sta succedendo?- mi chiese sconvolto. 
Ed ero sconvolto anche io, ve lo assicuro.  Ma ora avevo capito. 
Mi alzai di botto e aprii la porta. 
Z: - Ma dove stai andando?- mi urlò dietro. 
Lo ignorai, cominciai a correre. 
Avevo capito. Dovevo farlo. Ora. 
Correvo più forte che potevo. 
 
X: - Harry?- una voce piangente mi costrinse a fermarmi. 
Mi voltai di scatto e vidi l'immagine che tanto avevo desiderato non vedere. 

 
 
Charlotte's Point Of View
Lou: - Ti amo.- 
Cosa?
Lou: - Ora rientra dentro, forza!- mi disse e rientò nel suo appartamento, come se non fosse successo nulla. 
Rientrai silenziosamente e lentamente. 
Lo ritrovai attaccato al televisore a giocare col suo videogame, sembrava che non fosse cambiato niente. 
Lui mi amava? 
Perché non ci dava importanza? 
C: - Lou?- lo chiamai. 
Lou: - Che c'è?- si girò impaziente, mentre con la coda dell'occhio continuava a giocare con il suo gioco. 
C: - Pensi davvero quello che hai detto?- gli chiesi. 
Si alzò lentamente e venne verso di me.
Arricciò le labbra e si portò in basso un angolo della bocca, emettendo un suono di schiocco. 
Lou: - Lo davo per scontato da tempo ormai- disse sorridendo. 
C: - Wow, ci sai fare con le dichiarazioni. - commentai sarcastica riferendomi al suo poco romanticismo. 
Lou: - Stai dicendo che sono poco romantico?- chiese pizzicandomi i fianchi e facendomi il solletico. 
C: - Lou ti prego smettila!- imprecavo ridendo. 
Lou: - Rimangiati quello che hai detto!- continuò. 
Continuammo a ridere come due imbecilli, mentre il videogame esclamava un forte ''game over''. 

 
 
Liam's Point Of View
Ero sdraiato sul mio letto accanto a Emma, mentre per l'ennesima volta guardavamo Toy Story. Emma lo amava, come me modestamente, e mi costringeva a guardarlo spesso. 
Qualcuno bussò alla porta. La testa di mia sorella spuntò dalla soglia dell'entrata di camera mia. 
E: - Posso entrare?- mi chiese sussurrando. 
Le feci cenno di avvicinarsi e sdraiarsi comodamente con noi nel letto. 
La guardai per un attimo: era davvero diventata grande. 
L: - Com'è questo Harry?- gli chiesi ad un tratto. 
Lei sospirò. 
E: - Be' lui è...- 
La interruppi. 
L: - Pensi di amarlo o cose simili?- 
Lei si girò e mi guardò interrogativa. 
E: - Io non lo so. Non so cos'è l'amore.- 
L: - Sì che lo sai. Tutti lo sanno! E' quello che provi per me, per Janette, per Emma.- 
E: - E' diverso Liam. Io voglio bene anche a Louis, ma non lo amo.- 
Per un certo verso aveva ragione. 
L: - Mettiamola così: capirai di amare davvero qualcuno quando la sua felicità verrà prima della tua.-
Lei mi guardò cercando spiegazioni, ma io rimasi in silenzio. 
E: - Tu ami Danielle?- mi chiese interrompendo il silenzio. 
Quella domanda mi mise in difficoltà. 
L: - Io credo di no. La sua felicità è venuta prima della mia, ma poi questa cosa è cessata.- ci riflettei. 
E: - Si può smettere di amare?- mi chiese quasi spaventata. 
L: - Ci sono troppi ti amo e tante persone che si mollano. Poi si ridicono ti amo e si lasciano di nuovo. Io non lo so. Ma una cosa è certa,- dissi avvicinando il mio viso al suo - Non smetterò mai di amare te.- le dissi sorridente baciandole dolcemente il naso. 
E: - Ma quanto sei dolce Payne! Mi farai venire la carie.- ci scherzò lei. 
L: - No ti prego! Non mi va di portarti anche dal dentista!- finii io ridendo e beccandomi una cuscinata in faccia da mia sorella. 

 
 
Melanie's Point Of View
Mi aveva lasciata da sola, mentre piangevo. 
Presi coraggio e afferrai il cellulare. 
Composi tremante il numero. 
Una voce familiare rispose al secondo squillo. 
M: - Debs, devo dirti una cosa...- 
Feci un respiro e cominciai a parlare. 


 
***
Scusate per il ritardo, ma avrei voluto qualche recensione in più prima di pubblicare.
Per esempio, per questo ce la facciamo ad arrivare a dieci recensioni?
Comunque, spero di aver creato un po' di suspence con questo capitolo, ma non ne sono certa! 
Voi che ne pensate?
E dopo questo, mi dileguo di nuovo!
A presto con un altro capitolo!
XXX

harrehs





 
*On the next...*

Harry capirà cosa vuole veramente. 
Una richiesta particolare. 
Un ritorno.

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Capitolo 15
*** #Two words, five letters ***


Chapter 15th.
#Two words, five letters


 
Harry's Point Of View
X: - Harry?- una voce piangente mi costrinse a fermarmi. 
Mi voltai di scatto e vidi l'immagine che tanto avevo desiderato non vedere. 
Una ragazza bionda piangeva disperatamente e correva verso di me.
X: - Harry io... Mi dispiace...Ma... Tu avevi ragione...- disse fra i singhiozzi. 
L'abbracciai forte. 
Quanto mi erano mancati i suo abbracci, i suoi capelli biondi che profumavano di shampoo alla lavanda. Una cosa che però non mi era mancata erano le sue lacrime. 
H: - Debbie che succede?- gli chiesi sciogliendo l'abbraccio che tanto mi era mancato. 
D: - Melanie me l'ha detto! Lei e Zayn, non posso crederci. - 
H: - Lo so.- 
D: - Mi dispiace. Io avrei dovuto crederti. Sei il mio migliore amico, la persona su cui posso più contare, tu sei...- 
H: - Io sono la persona che non ti sei fatta scrupoli abbandonare.- la interruppi serio. 
Ripiombava così dopo tanto tempo, pensando che io non ci fossi stato male?
D: - Mi dispiace Harry. Perdonami. Ho bisogno di te. - mi chiese con gli occhi ancora rossi e lucidi. 
Nonostante tutto anche io avevo bisogno di lei. 
La abbracciai, facendole intendere il mio perdono. Lei mi strinse forte. Mi era davvero mancata. 
D: - Tu correvi.- disse facendo riferimento a cosa stavo facendo prima. 
Dovevo andare. 
Slegai l'abbraccio e annuii. 
Lei capì.
D: - Vai. E' fortunata. Ti aspetto a casa tua.- mi disse e mi lasciò andare. 
Ripresi a correre.
 
Suonai il citofono. Ripetutamente. 
Il cancello si aprì e io corsi velocemente alla porta di casa. 
Bussai. Anche quello ripetutamente. 
Un ragazzo, ormai molto familiare, venne ad aprirmi la porta. 
Quando notò che ero io, borbottò un ''ah sei tu'' e mi fulminò.
H: - Liam, c'è Elizabeth?- gli chiesi con il fiatone. 
L: - E' al parco, perché la cerchi e sei così... ansimante?- mi chiese curioso. 
H: - Al parco? Io... Ho capito una cosa!- dissi andando via. 
Ripresi a correre di nuovo, diretto verso il parco. 
Arrivai velocemente; avevo il fiatone. 
 
Lei stava su una panchina, mentre la piccola Emma giocava con gli altri bambini. 
Quando mi vide si alzò di fretta e mi guardò sconvolta. 
E: - Harry? Che ci fai qui? E perché hai il fiatone?- mi chiese scettica. 
Prendi coraggio Styles. 
H: - Ti amo.- dissi tutto d'un botto. 
Lei spalancò gli occhi. Era sorpresa, e giuro che lo ero anche io.
Si avvicinò a me e mi guardò come se fossi un alieno. 
H: - Ti amo.- ripetei. 
E: - Che dici?- mi chiese scrutandomi bene. 
H: - Due parole, cinque lettere.- dissi riprendendo fiato. 
E: - Harry sei sicuro di stare bene?- mi chiese preoccupata. 
H: - Sì, ora che ho capito. Non riuscivo davvero a capire perché stavo così, che cos'era! Ed ecco la risposta: ti amo. T-I-A-M-O. Pensavo sarebbe stato difficila da dire, invece non lo è.- dissi soddisfatto ridendo. Davvero non credevo di esserci riuscito. 
E: - Sei sicuro?- ora sorrideva anche lei. 
H: - Io...sì! Ti amo.- dissi alzando il tono della voce. - Ti amo!- ora urlavo. 
E: - Harry ti guardano tutti!- mi fece notare lei. 
H: - Non mi importa.- dissi aprendo le braccia e ridendo. Sembravo un ubriaco. - Io amo questa ragazza!- dissi urlando. Le persone si girarono e mi guardarono come se fossi un folle. 
Elizabeth rideva. La amavo. 
H: - Io amo Elizabeth Payne!- e urlai ancora più forte, per poi scoppiare a ridere. 
Scoppiò a ridere anche lei. Non sembrava esattamente romantico come nei film, ma per me era perfetto. 
Mi avvicinai a lei e le spostai i capelli dietro le orecchie, per guardare bene il meraviglioso viso. Poi lo presi fra le mani, sentendolo mio. 
H: - Grazie- le sussurrai. 
E: - Per cosa?- mi chiese lei. 
H: - Per avermi fatto capire cos'è l'amore.- 
Detto questo la baciai dolcemente e mi godetti il momento. 
Ero innamorato. Non potevo crederci. Dei brividi mi percorsero tutto il corpo, ed era la prima volta che una ragazza mi faceva quest'effetto. 
Sentii qualcuno tirarmi la manica della giacca e interrompere il bacio. Mi voltai, ma non vedevo nessuno. Poi guardai a terra e sorrisi alla disturbatrice. 
Em: - Ziao Hally!- mi disse sorridente la piccola Emma. 
H: - Ciao adorabile disturbatrice- dissi prendendola teneramente in braccio e dandole un bacio sulla guancia. 
Em: - Comme tai?- mi chiese con la sua vocina, che riuscì a farmi sorridere ancora. 
H: - Benissimo. Sai che amo tua sorella?- le dissi. Non riuscivo a smettere di dirlo. Era così strano e piacevole allo stesso tempo. 
Elizabeth rise. 
E insieme accompagnai le due a casa. 
 
E: - Grazie del passaggio.- mi disse quand'era sulla soglia della porta. 
Io continuavo a fissarla come un ebete. 
E: - Vuoi entrare? - mi chiese, interrompendo i miei pensieri. 
H: - Io? No, ora vado a casa. Sai, io e Debbie abbiamo fatto pace. Mi aspetta lì.- dissi, ricordandomi imporvvisamente dalla mia migliore amica. 
Liz sorrise: era felice che finalmente Debbie aveva aperto gli occhi. Ma soprattutto era felice perché anche io ero felice. 
E: - Allora buonanotte Styles. - mi disse avvicinandosi a me e lasciandomi un dolce bacio a stampo. 
H: - Buonanotte- dissi spostando le mie labbra sulla sua fronte e lasciandole un bacio. 
La porta stava per richiudersi, ma ad un tratto ebbi una folle idea. 
H: - Ehi Liz!- la richiamai. 
E: - Sì?- mi chiese affacciandosi. 
H: - Ti va di conoscere i miei?- 
L'avevo chiesto davvero?

 
***
Hoooooooola! (?!)
Anyway... Ecco il nuovo capitolo, troppo sdolcinato?
Ma chi lo sa, le cose potrebbero sconvolgersi ancora di più!
Non so se vi fa piacere, ma alla fine della storia manca ancora moooolto!
Insomma, possiamo dire di stare ancora all'inizio! 
Detto questo, sparisco!
XXX

harrehs


 
*On the next...*

Be', non c'è tanto da rivelare! 
Liz conoscerà la famiglia di Styles!

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Capitolo 16
*** #Stole my heart ***


Chapter 16th.
#Stole my heart



 

Harry's Point Of View
Non so esattamente perché le avevo chiesto di conoscere i miei. Fatto sta, che la settimana dopo l'avrei portata a casa mia per una cena, in compagnia dei miei genitori. 
E: - E quindi questa è la tua tana?- mi chiese varcando la porta d'entrata.
H: - Già. Non è il massimo, ma è casa.- dissi buttando le chiavi nel portachiavi e togliendomi la giaccia, per poi sistemarla sull'appendiabiti. 
Presi anche quella di Liz e l'appesi. Erano i primi di Novembre, e posso accertarvi che qui in Inghilterra cominciava a fare molto freddo. 
E: - I tuoi sono già qui?- chiese agitata. Di certo sarebbe stato più imbarazzante per lei che per me. 
H: - Arriveranno verso le otto, per ora non ci sono. Accomodati- le dissi indicando il divano. Mancava ancora un'ora e mezza, e io ancora dovevo preparare la cena. 
L'angolo cucina si trovava nel salone, dove c'erano un tavolo con quattro sedie, un impianto stereo e un normale televisore molto usato da mio padre. Davanti al televisore c'era il divano in pelle nero, dove ora stava seduta la mia ragazza. 
La guardai per un attimo, che mi bastò: per quel giorno si era messa una gonna a balze alta che le ricadeva un po' più su del ginocchio. Poi aveva una canottiera bianca scollata quanto basta. E infine la giacca di pelle rossa che indossava il primo giorno in cui l'avevo vista. Si era piastrata i lunghi capelli color cioccolato che le incorniciavano il viso. 
Devo ammettere, che il pensiero della mia ragazza nuda e il desiderio di fare l'amore con lei diventava sempre più ossessivo. Ma lei sembrava ancora non pronta, e io, invano, aspettavo.
Prima, il sesso, era una cosa che facevo abitualmente due, tre, quattro volte alla settimana, spesso con ragazze diverse e in luoghi diversi, ma ora erano quasi due mesi che ero a secco. 
Amavo Elizabeth, ed ecco perché fermare i pensieri su di lei era più difficile che fermarli su qualcunque altra ragazza. 
Zayn me lo diceva sempre, che non era la cosa giusta da fare. Ma io avevo fatto una scelta ormai. E tutto questo perché l'amavo. O almeno penso che questo sia amore. 
E: - Cucini tu?- mi chiese, facendomi tornare alla realtà. 
H: - Perché, non la trovi una buona idea?- le chiesi sorridendo lievemente. 
E: - Potresti avvelenarmi!- commentò lei scherzando. 
H: - Ah sì?- dissi andando vicino a lei e facendole il solletico. 
Lei rise, con la solita risata che amavo sentire. 
E: - Vuoi che ti aiuti?- mi chiese mentre mi mettevo ai fornelli. 
H: - No, peggioreresti la situazione.- 
In cucina ero così; soltanto io ci potevo mettere le mani. 
E: - Guarda che anche io sono brava.- disse venendo verso di me e sedendosi su una sedia che circondava il tavolo. 
H: - Di certo non quanto me.- 
E: - Cucini spesso?- mi chiese mentre accendevo il forno. 
H: - Be', diciamo che quando non ho nulla da fare, o quando sono giù di morale, amo mettermi ai fornelli.- le risposi. 
E: - Chi ti ha insegnato?- 
H: - Nessuno in particolare. Un po' mia madre, un po' i libri di ricette. Ma mi piace, e sono bravo, quindi mi viene naturale.- 
Diciamo che non ero un gran modesto. 
E: - Lo vedo. Come ti è nata la passione?- mi chiese curiosa. Era la prima volta che parlavo con qualcuno di questo; la prima volta al di fuori di Debbie e Zayn. 
H: - Hai presente il ristorante italiano qui sotto?- domandai riferendomi al ristorante al piano inferiore.
Infatti, forse un segno del destino, i miei avevano comprato l'appartamento sopra il ristorante più rinomato della città.
Elizabeth annuì, e io ripresi a parlare. 
H: - Ecco, quando ero piccolo andavo spesso a trovare il cuoco e i camerieri, insomma ero diventato uno di loro, come una piccola mascotte. Ricordo che stavo sempre in cucina e qualche volta mi facevano tagliare le verdure. E mi promisi che un giorno sarei diventato come loro. Mi piacerebbe lavorare con loro, ma ancora non ho molta esperienza.- finii il mio racconto. 
E: - Magari un giorno potresti diventare come loro, l'esperienza si accumula.- 
Era strano come Elizabeth vedesse sempre i lati positivi delle cose, e come potesse rendere il suo universo un popolo di sogni. 
H: - Non posso accumulare esperienza qui in Inghilterra.- commentai. 
E: - E' questo quello che vuoi fare? Intendo, dopo il diploma?- 
H: - Sì. Lo spero.- dissi riprendendo a cucinare. 
 
E: - Quell'impianto stereo è meraviglioso! Si può mettere della musica?- domandò. 
Io annuii e gli indicai i miei CDs sulla mensola. Ne prese uno e mise play. 
E: - E' la mia canzone preferita- commentò. 
La musica partì e sentendo le prime note della canzone mi girai di scatto con un sorriso malizioso. 
 H: - ''Isn't she lovely'' di Stevie Wonder. Ma dove sei stata tutto questo tempo?- commentai mantendendo sempre lo stesso sorriso. 
Lei rise, si avvicinò a me, e come due deficenti cominciammo a ballare sulle note della canzone. Intanto continuavamo a cucinare, le feci assaggiare qualcosa e ci tirammo anche un po' di farina. Ridevamo e scherzavamo, e io ero me stesso. 
 
X: - I festeggiamenti sono già cominciati e nessuno ci ha detto niente?- ci interruppe una voce femminile che tanto mi era familiare. 
Ci stavamo divertendo così tanto che avevamo perso la cognizione del tempo; erano già le otto e i miei genitori erano appena arrivati a casa. 
Io e Elizabeth ci girammo di scatto: lei aveva della farina sul viso e io ne ero pieno fra i capelli. Nel momento in cui i miei fecero irruzione, le cingevo i fianchi da dietro e ridevamo come pazzi. 
H: - Mamma!- salutai la voce che ci aveva interrotto. - Papà!- salutai l'uomo che era entrato con lei. 
Slegai Elizabeth dall'abbraccio e la presentai. 
H: - Lei è Elizabeth!- dissi imbarazzato. 
E: - Vi stringerei la mano se non fosse piena di farina.- commentò sorridente lei. 
X: - Scommetto che è stata colpa di mio figlio- disse mia madre raggiante venendo verso di lei e stringendola in un caldo abbraccio. 
X: - Io sono Anne.- disse prensentandosi e porgendole la mano. 
E: - Elizabeth.- disse lei stringendogliela e sporcandola di farina. 
X: - E' un piacere averti qui Elizabeth.- disse mio padre venendo verso di lei e porgendole la mano. 
X: - Des.- si presentò. 
E: - Felice di conoscerla.- 
Des: - Non osare darci del lei, sia chiaro!- si raccomandò mio padre. 
E: - Certo, giuro che non lo farò più- 
Sembrava averli già conquistati. Ma dopottutto, conquistare le persone era un suo talento. 
H: - Ehm, accomodatevi! La cena è pronta.- annunciai.
 
Des: - Quindi tuo fratello studia all'università? Cosa studia?- chiese curioso mio padre a Elizabeth durante la cena.
E: - Sì, ha appena cominciato giurisprudenza. So che anche la sorella maggiore di Harry studia, vero?- 
A: - Sì, Gemma. Presto tornerà qui, così potrai conoscerla!- 
E: - Ne sarò felice!- 
A me questo nessuno lo aveva detto. 
H: - Gemma tornerà qui?- chiesi esterrefatto. 
Des: - Sì-
A: - Non te l'avevamo detto?- chiese con fare indifferente versandosi un po' d'acqua. 
Io feci un lento cenno di no con la testa. 
A: - Oh be'...- cominciò mia madre imbarazzata - Ora lo sai!- e riprese il sorriso. 
Non avevo nulla contro mia sorella, per carità. Però non mi andava giù che tornasse qui. Insomma, lei era un tantino... esuberante? Se così posso dire. 
Ci somigliavamo molto, ma per i difetti. Il che non era una gran cosa. 
Ad un tratto mia madre si alzò. 
A: - Elizabeth, puoi venire un attimo? Devo farti vedere una cosa!- le disse. 
Liz annuì e si incamminò nel corridoio con mia madre, fino a sparire dalla mia vista. 
Des: - Non è niente male Harry...- disse mio padre commentando la mia ragazza. 
H: - Già.- annuii io sorridente. 
Des: - E' intelligente, bella, simpatica, brillante... Non stai esagerando?- mi chiese ad un tratto serio. 
Non capivo. 
H: - Che intendi, scusa?- chiesi, ma quella nota di serietà nella sua voce mi stava innervosendo.
Des: - Intendo... Non è bello far soffrire una ragazza così, non trovi?- 
H: - Io non sto facendo soffrire proprio nessuno.- ora ero decisamente nervoso. 
Ma neanche mio padre era dalla mia parte?
Des: - Dai Harry, sono tuo padre. Ti conosco e so cosa ti piace fare con le ragazze. E' sbagliato, ma alla tua età sono cose che capitano.- 
H: - Papà...- sibilai. 
Des: - Hai sempre fatto così, non voglio giudicarti- 
H: - Papà, Elizabeth è vergine.- la frase mi uscì come acqua che scorre dal rubinetto. 
Mio padre strabuzzò gli occhi e sorrise. 
Des: - Se questa ragazza è riuscita a farti quest'effetto deve essere davvero speciale. - sorrise compiaciuto. 
L'arrabbiatura sembrò svanire. 
H: - Io penso di amarla.- ammisi. 
Lui spalancò sorpreso la bocca. 
Des: - Chi sei tu e che ne hai fatto di mio figlio?- mi chiese sbalordito. 
Io risi felice. Pensava che ero cresciuto? Forse lo ero davvero. Forse amare mi aveva reso migliore. E tutto grazie a Elizabeth?
Mio padre si alzò e prese una bottiglia dal liquido trasparente nella credenza.
H: - Che fai papà?- chiesi confuso riferendomi alla Vodka che aveva in mano. 
Lui mi fece cenno di abbassare la voce. 
Des: - Dobbiamo festeggiare...- sussurrò. 
Io sorrisi. 
H: - E la mamma?- non penso che mia madre sarebbe stata felice di vedere il marito e il figlio che si ubriacano liberamente. 
Des: - Non osare dirle che ho bevuto!- rise lui. 
H: - Questo vale anche per te!- dissi mentre versavo il liquido nei bicchieri e facevamo un brindisi. 
 
Notai che mia madre e Elizabeth ancora non erano tornate, così andai a cercarle. Provenivano voci da camera dei miei genitori e entrai senza bussare. 
A: - E questo è Harry a sei anni...- diceva mia madre indicando una foto sull'album di famiglia. 
Feci irruzione in camera. 
H: - Mamma ti prego! Le foto no!- protestai, mentre mia madre mostrava alla mia ragazza una foto in cui ero completamente nudo. 
A: - E questo è sempre lui a dieci anni in giro per casa. Ama stare nudo tutto il tempo, te l'ha detto?- 
Elizabeth rise, e io giurai di essere diventato tutto rosso. 
H: - Dai mamma chiudi quel coso!- protestai di nuovo. 
E: - Anne, sono bellissime, ma ora devo andare. Mio fratello è venuto a prendermi. E' stato un piacere conoscervi. - 
Elizabeth salutò i miei e uscì dalla casa, promettendomi che il giorno dopo ci saremmi visti. 
Chiusi la porta e sorrisi soddisfatto. 
A: - Amo quella ragazza!- commentò mia madre. 
H: - Anche io.- dissi felice e me ne riandai in camera mia. 

 
***
Hoooooola peaple! 
Comunque, ho deciso che ogni capitolo sarà pubblicato o ogni Sabato sera
o ogni Domenica sera! 
Quindi uno alla settimana! 
Ma ora, passando alla storia...
So che state per dirmi: ''Ma Anne non sta più con Des blablabla...''
LO SO. 
Ma ora mi serviva il vero papà di Harry, e non il partigno. 
Ricordatevi  che è un OCC, e quinid neanche Gemma rispecchia la realtà!
''Isn't she lovely'' l'ho scelta sia per XFactor e sia perché è la mia canzone preferita!
Amo Stevie Wonder! 
Ok, ora vi lascio... Ma prima ammirate queste gif! *_*
XXX

harrehs





 

*On the next...*

 - E sono solo un illusa a pensare che ora tu mi stia dicendo la verità...- 
Non mi guardava. Le presi una mano e le alzai il viso. 

 - E' questo ciò che ti rende bella...- le sussurrai. 
//

 - Non ho mai portato nessuna ragazza qui.- rivelai. 
 - Sul serio?- mi guardò. 
 - Mi sono sempre detto che la prima ragazza che avessi portato qui sarebbe stata quella di cui ero innamorato sul serio. - 
Mi voltai a guardarla. 
 - Io penso di aver trovato quella giusta -
 

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Capitolo 17
*** #What makes you beautiful ***


Chapter 17th.
#What makes you beautiful




Baby you light up my world like nobody else 
The way that you flip your hair gets me overwhelmed 
But when you smile at the ground it ain't hard to tell 
You don't know oh oh 
You don't know you're beautiful 
If only you saw what I can see 
You'll understand why I want you so desperately 
Right now I'm looking at you and I can't believe 
You don't know oh oh 
You don't know you're beautiful 
Oh oh 
That's what makes you beautiful 
- One direction

 
 
Liam's Point Of View
L: - Quindi lui dice che ti porterà in un posto speciale... Nessun indizio?- 
E: - Non ne so niente Liam.- 
L: - Non posso crederci che ti stia lasciando andare...-
E: - Neanche io ci credo.- mi disse dandomi un bacio sulla guancia. 
E: - Io vado, ciao Liam!- e si sbattè dietro la porta di casa. 
Perché ce l'avevo mandata? 
A quanto sembrava, quell'Harry voleva fare una sorpresa a mia sorella,  e portarla in un posto speciale. Solo loro due. Sorpresa. Ero stato liceale anche io, sapevo cosa sarebbe potuto succedere! 
Sapevo ciò che lui aveva in mente. Continuavo a guardare fisso la porta. 
Il telefonò squillò e mi distrasse. 
Era mia madre. Strano che chiamasse!
 
 
Elizabeth's Point Of View
Uscii di casa e trovai Harry ad aspettarmi in macchina. Ero un po' agitata, ma ero certa che vederlo mi avrebbe messo a mio agio. 
Aprii la portiera dell'auto e lui mi donò il solito e spettacolare sorriso. Indossava gli occhiali da sole e quella fottuta e odiosa giacca di pelle nera. 
H: - Buongiono splendore.- mi salutò baciandomi mentre entravo in macchina. 
E: - Allora, questa sorpresa?- gli chiesi impaziente. Amavo le sorprese. 
Il sorriso gli si spense, e si grattò la nuca. 
H: - Ecco io...- alzai un sopracciglio in cerca di spiegazioni - Io ti avevo promesso che saremmo stati noi due da soli ma... Ecco a quanto pare Zayn e Debbie verranno con noi...- ammise infine.
Non ci vedevo tanti problemi, ero quasi sollevata. Anche se in realtà, Zayn lo sopportavo davvero troppo poco, e con Debbie neanche ci avevo mai parlato. 
E: - Non fa niente dai...- 
H: - E Zayn ha invitato anche Louis e Charlotte... Sorpresa!- mi disse anche l'ultima. 
Uscita a sei? Wow. 
E: - Sarà divertente...- sorrisi, anche se notai la sua faccia delusa. 
H: - Speravo che saremmo potuti stare un po' insieme...- 

 
Harry's Point Of View
H: - Speravo che saremmo potuti stare un po' insieme...- 
Certo che lo speravo! Volevo che finalmente potesse succedere! Non ce la facevo davvero più a resistere. La volevo mia. In tutti i sensi. 
Ma quel coglione di Zayn doveva per forza imbucarsi?! Voleva farsi la mia migliore amica, ne ero certo... Ma non poteva farsela da qualche altra parte?! 
Spinsi sul pedale dell'accelleratore e passai a prendere gli imbucati. Uscita a sei? Wow. 

 
Elizabeth's Point Of View
Stavamo uscendo dalla città. Eravamo in campagna. 
E: - Harry dove stiamo andando?- gli chiesi curiosa. Lui sorrise e non disse nulla. 
Io incorociai le braccia offesa. 
E: - Ti odio quando fai così.- 
Lui rise. 
Lou: - Si sta stretti qui dietro lo sapete?- ci interruppe Louis. 
Io ero seduta davanti, mentre dietro c'erano Zayn, Debbie e Louis con in braccio Charlie. Mi pareva ovvio che stavano stretti! 
H: - Se volete posso fermarmi qui... Magari uno di voi vuole scendere!- ribbattè Harry. Non gli andava a genio il fatto che ci fosse tutta quella gente in più. 
D: - Hey Harry ho saputo che la scuola a fine anno metterà in scena ''Grease''...- disse Debbie. - E la professoressa mi ha già promesso la parte di Sandy... Ma gli altri attori maschili non sono un granché sai? Insomma io mi chiedevo se...- diceva imbarazzata. 
Harry spalancò gli occhi preoccupato. 
H: - Non mi starai chiedendo di partecipare vero?- 
D: - Se vuoi... danno crediti extra!- insistette. 
Sorrisi al pensiero di Harry in un musical. 
C: - Crediti extra dici? Sarebbe bello partecipare! Che ne dici Lou?- 
Lou: - Sì, perché no! Amo Grease!
Sapevo che entrambi i miei migliori amavano il teatro, quindi non era una sorpresa che avrebbero accettato. 
Anche se mi piaceva l'idea di Harry in stile ''Grease''...
E: - Il musical è figo!- dissi spronando Harry. 
Z: - Se ti piace la calzamaglia! - commentò credendo che la nostra fosse una stupida idea. 
D: - Ci vuole coraggio e carisma a cantare e recitare davanti un pubblico!- gli rispose con tono. 
C: - Debbie ha ragione!- e si batterono il cinque. 
D: - Dai Harry ti prego...- chiese facendo il labbruccio. 
H: -Ok, basta che la smetti!- 
Aveva accettato davvero? Wow. 
 
Dopo un'ora di viaggio Harry ammise finalmente che eravamo arrivati. Avremmo pranzato lì e poi saremmo andati via la sera. 
Scesi dalla macchina e mi trovai davanti una piccola casa in stile di montagna, con una grande giardino che la circondava, e un lago poco vicino. 
E: - Ma è bellissimo qui...- sussurrai estasiata. 
H: - Già, ed è il posto che preferisco...- disse avvicinandosi a me e prendendomi le mani. 
Z: - Sìsì, molto romantico blablabla!- ci interruppe Zayn passandoci in mezzo. 
Harry lo fulminò, ma a me venne da ridere. 
D: - Cafone!- lo incolpò Debbie mentre si avviavano verso la casa. Sembravano esserci già stati molte volte. 
H: - Mi dispiace...- disse tornando a guardarmi. 
E: - Per cosa?- 
H: - Perché speravo che potesse essere una cosa romantica, ma invece...- e guardò gli imbucati. 
E: - E' tutto perfetto.- dissi lasciandogli un dolce bacio sulle labbra. 
Cucinò Harry, fece la brace. Un'ottima brace devo dire. Aveva davvero talento. 
Il resto del pomeriggio fu un culmine di giochi e risate. Giocammo a Twister e poi al mimo, e ci divertimmo tutti come matti. 
Verso sera però, ogni coppia andò per conto suo. 

 
Charlotte's Point Of View
Lou: - Harry si può fare un giro qui nei dintorni?- gli chiese. 
H: - Certo... ci rivediamo qui per le nove e mezza?- 
Lou: - Certo- gli rispose. Poi si rivolse a me. - Vieni con me.- fu quasi un ordine, ma detto dolcemente. Mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla casa. 
C: - Dove stiamo andando?- gli chiesi mentre percorrevamo le strade buie in mezzo all'erba. 
Lou: - Dove mi dice il cuore. - mi rispose. Non riuscii a capire davvero il senso di quella frase. 
Sembrava una frase fatta, senza originalità. Solo dopo capii che Louis era così, impulsivo, ed ecco cosa voleva dire. 
Continuava a trascinarmi, e riuscivo a vedere davvero poco con tutto quel buio. 
Poi si fermò. 
Lou: - Non è bellissimo?- mi chiese guardando il panorama: di fronte a noi c'era il lago, su cui si rifletteva la grande luna piena e le stelle che la circondavano. 
C: - Meraviglioso...- dissi mentre contemplavo quella bellezza. 
Ero così distratta che non notai ciò che mi succedeva intorno, ma ad un tratto sentii rumori provenienti dall'acqua. Mi voltai a guardare Louis ma non c'era più. 
Lou: - Entri?- mi chiese. Lo guardai: si stava facendo il bagno tutto vestito. 
C: - Ma sei impazzito? Sarà fredda e ti prenderai una polmonite!- 
Lui non mi ascoltò e mi porse la mano. 
Lou: - Ti fidi di me?- 
C: - Louis questo non è Titanic.- 
Lou: - In tal caso...- e non finì la frase. Mi prese per un braccio e mi buttò in acqua. Cominciai a ridere, ma lui mi interruppe con uno dei suoi meravigliosi baci. 
C: - Sono davvero stupida, davvero troppo stupida per cascare sempre nei tuoi scherzi!- protestai ridendo. 
Lou: - Questo è ciò che ti rende bella.- mi sussurrò stringendomi a se. 

 
Zayn's Point Of View
H: - Zayn noi usciamo un attimo...- mi disse Harry, per poi chiudersi dietro la porta, insieme a Elizabeth. Sapevo benissimo dove l'avrebbe portata, non era la prima volta che venivo qui. 
In casa eravamo rimasti solo io e Debbie; stranamente non sapevo ne' cosa dire, ne' cosa fare. 
Lei stava seduta da una parte, neanche mi guardava. Io invece, altrochè se la stavo guardando. Era perfetta, in tutto e per tutto. 
Z: - Allora, che ti va di fare?- le chiesi. 
D: - Smettila con questa stupida recita!- disse, ancora senza guardarmi.
Sapevo dove voleva arrivare. 
Z: - Scusa, sto improvvisando. Non conosco le battute.- 
D: - Perché hai scelto il copione sbagliato.- disse alzandosi e andando verso l'uscita. 
Mi alzai di scatto cercando di fermarla. 
Z: - Deb fermati! Tu mi piaci!- dissi tutto d'un botto. 
Lei si voltò lentamente, ma la sua reazione  non fu quella che mi aspettavo. 
D: - Io ti piaccio? E da quando scusa?- urlava ed era arrabbiata. - Sono anni che dico di essere cotta di te, anni che mi ripeto di non essere all'altezza e di non essere abbastanza, e solo per colpa tua! E tu che fai? Mi dici che ''ti piaccio''?!- 
Non pensavo che Debbie potesse provare queste cose, nemmeno lo immaginavo. 
Z: - Deb mi sei sempre piaciuta ma Harry diceva che non potevo...- cercai invano di scusarmi. 
D: - Non osare dargli la colpa! Lui è forse la persona migliore di questo mondo e sono stata una stupida a lasciarlo andare per quel periodo! Se lui diceva così è perché in realtà io non ti piaccio davvero come dici!- 
Z: - Deb ti prego...- mi avvicinai a lei, ma gli occhi le si inumidirono. 
D: - E sono solo un illusa a pensare che ora tu mi stia dicendo la verità...- 
Non mi guardava. Le presi una mano e le alzai il viso. 
Z: - E' questo ciò che ti rende bella...- le sussurrai. 
Mi avvicinai ancora a lei, sentii di nuovo il suo respiro a un palmo dal mio viso. Ma questa volta potevo. Finalmente potei poggiare le mie labbra sulle sue, e finalmente ebbi ciò che avevo tanto desiderato. 

 
Harry's Point Of View
E: - Immagino che la vera sorpresa deve ancora arrivare vero?- mi domandò mentre la trascinavo nel buio. Le avevo messo una benda sugli occhi, così che non potesse sbirciare nulla. 
H: - Esatto.- la tenevo per mano. 
Mi trovai di fronte il posto dove la volevo portare. 
H: - Ora devi salire delle scale...- le dissi e la aiutai a salire. 
Le scale erano ovviamente ripide, ma arrivammo in cima. C'era sempre lo stesso magnifico odore di fiori e erba tagliata. 
E: - Ma dove siamo?- mi chiese. 
Sospirai e mi misi dietro di lei. Le tolsi la benda. 
H: - Sei nella mia infanzia- le sussurrai, mostrandole il posto. 
Eravamo sulla casa sull'albero che io e mio padre avevamo costruito quando avevo solo sei anni, e lì dentro avevo conservato tutti i ricordi che avevo: disegni, lavoretti e cose simili. 
Elizabeth li osservò tutti, e poi tornò davanti a me. 
E: - E' tutto meraviglioso. Tu sei meraviglioso.- 
La avvicinai a me e la portai al centro della casetta. 
H: - Guarda in alto.- e indicai il soffitto. 
Un enorme lucernario era sopra di noi, e il cielo stellato si estendeva luminoso. 
Con mia sorpresa lei si sedette, e poi si sdraiò per osservare meglio quello spettacolo. Io non esitai e mi sdraiai accanto a lei, mettendomi una mano dietro la nuca, e con l'altra strinsi la sua. 
H: - Non ho mai portato nessuna ragazza qui, se escludiamo mia madre, mia sorella, e ovviamente Debbie.- rivelai. 
E: - Sul serio?- mi guardò. 
H: - Mi sono sempre detto che la prima ragazza che avessi portato qui sarebbe stata quella di cui ero innamorato sul serio. - 
Mi voltai a guardarla. 
H: - Io penso di aver trovato quella giusta Liz.- 
Era fantastico stare lì con lei, da soli. Non mi serviva nient'altro... Almeno per quel momento. 
E: - Parlami di te.- mi disse dolcemente. 
Ormai ero abituato alle sue folli domande e richieste. 
H: - Cosa vuoi sapere?- 
E: - Parlami della tua prima volta.- 
Che domanda era quella? Da quando una ragazza voleva sapere una cosa del genere?!
H: - Sei seria?- chiesi sorpreso. 
Lei annuì. Io tornai a guardare il cielo. 
H: - Avevo tredici anni.- lei spalancò gli occhi. - Lei era pià grande. Diceva che ero uno sbruffone, e che aveva in testa un modo per farmi soffrire e spezzarmi il cuore. Quindì mi scopò, e da lì fui diverso. Più sicuro e ancora più sbruffone. Quella ragazza non mi spezzò il cuore, mi aiutò. - 
E: - Non la amavi?- 
H: - Non ho mai amato nessuna prima di te. - dissi in imbarazzo. 
E: - Wow, che onore. E il tuo primo bacio?- insistette. 
H: - Ecco, lì ne avevo undici. C'era una ragazza a scuola, aveva la mia età, che era cotta di un mio amico, ma a lui piaceva stare con le altre, baciarle tutte e cambiarle in continuazione. Lei era sempre triste, e voleva fare il gran passo anche lei. Quindi un giorno mi chiese di baciarla davanti a tutti, per far capire che lei era rinata, diversa. La accontentai. Da quel giorno divenne la mia migliore amica. -
E: - Il tuo primo bacio fu con Debbie?- chiese sbalordita. 
H: - Già... Ma non voglio che tu sia gelosa- 
E: - Non lo sono- mi interruppe subito. - Il ragazzo di cui era cotta era Zayn?- mi chiese poi. 
Io annuii divertito. 
H: - E il tuo di primo bacio?- le chiesi.
E: - Non c'è niente da raccontare. Tu eri lì.-
Io ero stato il primo?
H: - Davvero? Wow...- 
E: - E' da sfigati vero?- 
H: - No. E' normale. Ed è bello sapere che sono il primo, perché questo vuol dire che resterò per sempre impresso nella tua mente.- 
E: - Io non potrei mai dimenticarti. Sai che sono la tipa sentimentale, sbadata, romantica, imbranata, quella che da' troppa importanza ai fatti e che si affezziona troppo facilemente e...-
La interruppi. 
H: - E quella che mi ha aperto gli occhi e che mi rende felice, migliore, quella che sa come farmi ridere perché è una tale imbranata, e insicura, tanto che vorrei essere io la sua forza. Quella che con la sua semplicità sa essere unica e folle. Quella che mi manda su di giri per ogni cosa che fa. Quella che ancora mi fa venire i brividi. Quella che ha illuminato il mio mondo, e che non sa di esserne capace. Questo è cio che ti rende bella.
La baciai. Fu la serata migliore che avessimo passato insieme.

 
***
Ok, questo capitolo è diabetico. 
Fin troppo!
Ma necessario nella storia...
Comunque sono parecchio delusa...
Insomma... mi fate prima 11 recensioni... e allo scorso capitolo me ne trovo solo 5?!
Non vi piace più la storia? 
Comunque, vorrei fare una prova...
Tutti quelli che leggono potrebbero lasciare una recensione?
Solo per vedere quante persone leggono la storia...
Per sapere se devo continuarla sì o no!
Una piccola recensione (più lunga di 10 parole!)
Grazie mille se lo fate!

Comunque... avete sentito LWWY?! Spettacolare!
Aggiorno sabato prossimo!
XXX

harrehs





 
 

 
*On the next...*

Un gran ritorno, e nuovi particolari incontri. 
Una dichiarazione.

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Capitolo 18
*** #Can I meet yours? ***


Chapter 18th.
#Can I meet yours?


 

Elizabeth's Point Of View
Era stata una giornata fantastica. Harry era fantastico. Forse l'amavo. Io non gliel'avevo mai detto. Perché poi? Avevo forse paura? Mi fidavo di lui.
 
Dopo averlo salutato lo guardai andare via con l'auto, sorrisi, e cominciai a dirigermi verso casa. Salii le scale e mi trovai di fronte la porta dell'appartamento. Era quasi mezzanotte e non volevo svegliare nessuno. Presi le chiavi e aprii la porta lentamente. Era buio. Mentre cercavo l'interruttore della luce però, qualcuno mi saltò addosso, donandomi un caldo abbraccio. Fu strano, ma riconobbi subito chi stavo abbracciando. Non mi staccai, avevo aspettato questo momento da tempo. 
 
E: - Mamma, che ci fai qui?- le sussurrai mentre eravamo ancora attaccate. 
Lei però si allontanò, accese la luce e mi guardò raggiante. Era esattamente come me la ricordavo. Non troppo alta, ora aveva i tacchi, truccata leggermente, elegante, magra come al solito e con i soliti capelli biondi tinti piastrati. Mia mamma è molto giovane: Liam è nato quando aveva solo diciannove anni, quindi alcune volte si sentiva ancora una ragazzina. Ma era anche molto matura, e anche se non sembra, c'era sempre stata, per tutto. 
Sorrise e fece sorridere anche me. Quasi sembrava un sogno averla di nuovo così vicina. 
M: - Fra una settimana ci sarà il matrimonio di Zia Amber... e appena al lavoro ci hanno dato il via libera siamo corsi qui. Mi sei mancata così tanto.- disse senza riprendere fiato. 
E: - Anche tu mamma!- e la riabbracciai. 
X: - Perché solo mia moglie deve beccarsi gli abbracci migliori?- ci interruppe una voce, da me molto amata. 
Mi staccai da mamma e corsi da mio padre. Lo abbracciai forte. 
Alto, brizzolato e ancora muscoloso, anche mio padre era parecchio giovane. Parecchio severo e protettivo, qualità che aveva purtroppo passato anche a Liam. Si poteva dire che i miei erano nati per fare il lavoro che ancora facevano.
E: - Mi sei mancato papà.-
P: - Anche tu piccola.- 
Ci staccammo. 
M: - E' meraviglioso essere di nuovo insieme!- constatò. 
L: - Puoi dirlo forte.- disse Liam spuntando all'improvviso con Emma in braccio. Mamma subito gliela tolse dalle braccia e la prese con sé, cominciando a coccolarla. 
E: - Tu lo sapevi?- gli chiesi. 
L: - Ti giuro di no.- 
P: - Che ne dite di una cioccolata calda? - propose mio padre, e tutti ne fummo entusiasti. 
 
Era passato tanto tempo da quando io e Harry ci eravamo messi insieme, davvero tanto. Era passato Natale, Capodanno e anche l'Epifania. Ormai era già febbraio, e io mi accorsi  quanto il tempo potesse passare velocemente. 
In quel momento, ero estremamente felice: avevo un ragazzo fantastico, e i miei genitori erano appena tornati dal tour in Spagna. Ebbene sì, i miei genitori andavano in tour e viaggiavano a più non posso. Da giovani erano ballerini professionisti ma dovettero interrompere la loro carriera dopo la nascita di Liam. Mia madre ne soffrì molto, per lei ballare era tutta la sua vita. Continuavano ad allenarsi, ma solo per hobby. Entrambi amavano la loro famiglia, e avevano rinunciato al loro sogno solo per questa. 
Ma due anni dopo la nascita di Emma, io e Liam avevamo insistito affinché loro potessero riprendere la loro carriera, ballare di nuovo i loro meravigliosi passi a due, e ancora oggi fanno spettacoli ovunque. All'inzio non volevano abbandonarci, Emma era piccola e mia madre non se la sentiva, non voleva essere una di quelle mamme poco presenti. Però finì con l'accettare il ritorno sul palcoscenico, anche se questo implicava vedere la sua famiglia così poco. Entrambi ne soffrivano, ma noi non avremmo mai fatto sì che tornassero alla vita di prima, rinunciando di nuovo a ciò per cui avevano lottato per anni.

Quella notte, ero seduta con l'intera famiglia in salone, a prendere la tanto desiderata cioccolata calda. 
L: - Allora, com'è andato il tour?- chiese mio fratello. 
P: - Abbastanza bene, ma ormai anche noi cominciamo ad avere una certa età...- 
M: - Parla per te. Io mi sento ancora giovane e arzilla!- gli rispose a tono mia madre. 
P: - Donne...- cominciò mio padre guardando Liam. 
L: - Tutte uguali...- finì per lui, ridendo. 
Io e mia madre ci guardammo complici. 
M: - Uomini...- 
E: - Tutti uguali...- e ci battemmo il cinque. 
L: - Tu ne sai qualcosa, vero sorellina?- mi chiese sarcastico Liam. Lo guardai strabuzzando gli occhi. 
Cazzo Liam!
I miei mi guardarono esterrefatti. 
L: - Non gli hai detto nulla?- mi guardò fingendo sorpresa. 
M: - Cosa devi dirci tesoro?- chiese preoccupata. 
E: - Nulla mamma, tranquilla. - cercai di svagare. 
L: - Nulla? Da quando Harry si chiama nulla?- 
Liam vai a quel paese!
P: - Harry? E chi diavolo è Harry?- 
 
Harry's Point Of View
Capelli? A posto. 
Smoking? Messo. 
Profumo? Un altro po' dai. 
Sorriso? Smagliante. 
Panico? Abbastanza. 
Perché lo sto facendo? Elizabeth. 
Cosa devi dire? Piacere di conoscerla Signor Payne. Signora Payne la vedo in forma!
Se ti chiedono che indirizzo di studi vuoi prendere? Dì giurisprudenza, funziona sempre. 
 
Questi erano i dubbi che mi ponevo quel sabato mattina. 
I genitori di Elizabeth erano tornati, per un matrimonio, al quale io, tramite Elizabeth, ero stato invitato come suo accompagnatore. Ciò voleva dire che avrei dovuto conoscere i suoi genitori. Non solo ci sarebbe stato suo fratello, che per giunta mi odia, ma sarei stato posto a un esame completo del genere: ''Allora, che hai intenzione di fare con mia figlia?''
Deglutii rumorosamente, salutai i miei e mi infilai in macchina. Feci un respiro profondo e mi avviai verso la chiesa dove si sarebbe svolto il matrimonio di Zia Amber, a un'ora di distanza da qui. Elizabeth e la sua famiglia mi aspettavano lì, e io ero molto agitato, davvero troppo.
Arrivai in perfetto orario. Parcheggiai e vidi Elizabeth corrermi incontro. 
Era bellissima come sempre: indossava un leggero vestito lilla, stretto sul busto e morbido sulle gambe. Ovviamente aveva anche una giacca elegante, altrimenti sarebbe morta di freddo. Si era truccata leggermente, e per quell'occasione si era anche arricciata i capelli in  morbidi e lunghi boccoli. 
H: - Sai, sembri una sorta di me al femminile.- dissi mentre uscivo dall'auto, riferendomi alla sua acconciatura. Poi la presi e la baciai. 
E: - Buongiorno.- mi disse. Le sorrisi, ma poi mi cominciai a guardare intorno: la chiesa era lì vicino e c'erano molti invitati, i genitori di Elizabeth dov'erano? 
E: - Sono nella folla, sta tranquillo.- Cazzo, ma leggeva nel pensiero?
H: - No è che... Insomma io... - ero agitato. 
E: - Sei pronto?- 
Annuii. Lei mi prese per mano, portandomi fra la folla. 
Prima di trovare i suoi genitori, beccammo molti suoi parenti, e a tutti io fui presentato come ''Il ragazzo della piccola Lizzie'', cosa che mi divertì leggermente. 
X: - Hally! Hally!- sentii chiamare. Mi voltai e trovai la piccola Emma che mi correva incontro ridendo. La presi in braccio e le lasciai un bacio sulla guancia. 
L'arrivo della sorellina fu seguito da quello del fratello maggiore, che mi scambiò un'occhiata delle sue. 
L: - Styles. - fu il suo saluto. Almeno mi ha salutato! 
H: - Ciao Liam...- dissi imbarazzato.
Lui neanche mi guardava. 
H: - Senti Liam siamo partiti con il piede sbagliato...- cercai di rimediare. 
L: - Puoi dirlo forte!- mi rispose sorridendo e allontanandosi. 
Poi qualcuno mi picchiettò la spalla e mi girai. 
Elizabeth stava accanto a una donna e un uomo. Lui era alto, brizzolato: incuteva quasi terrore (perfetto!). Lei invece era una bella donna: bionda, molto curata, e abbastanza elegante. Capii da chi aveva ripreso Elizabeth. 
E: - Mamma, papà, lui e Harry: il mio ragazzo. - 
Quando Elizabeth disse quelle parole sentii i brividi sulla schiena: mi faceva ancora un certo effetto. 
H: - E' un piacere conoscervi. Elizabeth mi ha molto parlato di voi.- allungai la mano in segno di presentazione. Entrambi me la strinsero e si presentarono. 
In quel momento mi trovai di fronte l'intera famiglia Payne: avevo Emma in braccio, padre, madre e accanto a loro Elizabeth, affiancata da Liam. 
M: - Ma sei così carino!- disse la madre. Sorrisi. 
H: - Grazie...- dissi imbarazzato grattandomi la nuca. 
E: - Mamma...- le sussurrò Elizabeth, più imbarazzata di me. 
L: - Sì, quanto il ketchup spalmato sugli occhi.- commentò sarcastico, ma si beccò una gomitata nei punti bassi da parte di Elizabeth. 
P: - Allora Harry, che fai nella vita?- 
Ecco che arrivava il terzo grado. 
H: - Studio, sono all'ultimo anno. - 
Tranquillo, respira. 
P:  - Fantastico.. scommetto che avrai già in mente cosa fare dopo...- 
H: - Di certo il college signore...- 
P: - Sei un ragazzo sveglio Harry... mi piaci.- 
Grazie al cielo. 
M: - Mi dispiace interrompervi, ma tutte le donne devono correre a fare la foto di gruppo. Liam, ci scatti tu la foto?- 
L: - Mi pare ovvio...- disse svogliatamente. 
E: - Ci vediamo dopo...- mi sussurrò Elizabeth solo muovendo le labbra. 
Diedi Emma alla madre, e rimasi solo con il padre. 
Mentre Elizabeth se ne stava andando, il mio sguardo cadde, inevitabilmente, sul suo fondoschiena. Sono un uomo, è naturale! E poi era la mia ragazza!
Ma fu comunque lo sbaglio peggiore che potessi fare. 
P: - Che guardi ragazzo?- mi chiese il padre con un tono di severità. 
H: - Nulla...- risposi riprendendomi. 
P: - Brutto maniaco, guarda di nuovo mia figlia in quel modo e ti faccio vedere io...- mi sussurrò a denti stretti avvicinandosi a me. 
Ma perché tutti i maschi della famiglia Payne dovevano odiarmi? 
H: - Ma non ho fatto proprio un bel niente! E' la mia ragazza...- 
P: - Ma rimane pur sempre mia figlia... toccala con un solo dito e vedi che ti succede...- 
Cazzo Styles.
H: - Senta, secondo me lei ha frainteso qualcosa...- 
P: - Ah no? Senti piccoletto, sono stato ragazzino anche io... So cosa vogliono fare quelli come te con le ragazze..-
Ma mi aveva per caso preso per un pivello questo?
H: - Lei non capisce...- 
P: - Sono più vecchio di te, abbassa la cresta e non toccare mia figlia, che di donne, avendone sicuramente avute più di te, ne capisco molto di più .- 
Ok, questa non gliel'avrei fatta passare liscia. 
H: - Io non ne sarei così sicuro.- gli risposi a tono. 
Tu e la tua stupida boccaccia Styles. 
Spalancò gli occhi incredulo.
P: - Sei un po' troppo sveglio per i miei gusti...- 
Ma ormai non c'era più nulla da fare: c'era l'odio. Ci guardavamo fulminandoci a vicenda, e non smettevamo di fissarci. 
M: - Ci siamo perse qualcosa?- chiese tornando. 
E: - Harry?- mi chiese preoccupata. 
P: - Harry ha un impegno e se ne stava andando. - continuava a fissarmi. 
Di certo non sarei rimasto lì un minuto di più. 
Distolsi lo sguardo. 
H: - Mi dispiace di averle fatto perdere tempo signora Payne. Alla prossima.- la salutai e me ne andai verso la macchina. 
 
X: - Harry? Harry!- sentii qualcuno che mi chiamava, ma non mi voltai. 
X: - Styles voltati immediatamente!- 
Ok, meglio non farla arrabbiare. 
Mi voltai. Elizabeth correva verso di me. 
E: - Che succede?- 
H: - Non vado a genio a tuo padre...- 
E: - Me ne sono accorta.- 
H: - E lui non va a genio a me! Non vado neanche a genio a tuo fratello... io non capisco...- 
E: - A proposito di questo...- mi interruppe. Sapevo dove voleva arrivare. 
H: - Senti se vuoi farla finita dimmelo subito, perché io non ce la faccio. Sai che darei tutto per te, ma non riesco a stare con la tua famiglia, mi dispiace.- e mi voltai per ritornare alla macchina, lasciandomi dietro un passato da dimenticare. Non volevo sentire le parole di Elizabeth, quelle che avrebbero messo fine a tutto, me ne sarei andato senza dire nulla. 
 
Lei mi prese per un braccio. 
E: - Ma sei impazzito? Harry a me non interessa! Io amo te, non il fatto che tu vada d'accordo con i miei! Insomma ok, sarà...- 
La interruppi. Rimasi di stucco. 
H: - Riavvolgi per favore...- 
E: - Ma sei impazzito? Harry a me...- non capiva. 
H: - Più avanti...- 
Lei sorrise. 
E: - Ti amo. Ne sono sicura. - 
La presi e la baciai, come non avevo mai fatto. La volevo, più di ogni altra cosa. 
H: - Posso dire che probabilmente questo non farà piacere a tuo padre...- le sussurrai ridacchiando soddisfatto.
Mi sentivo amato. Non era come quando le ragazze mi volevano e dicevano di amarmi, era diverso. Sentivo che qualcuno mi voleva bene, e che ero indispensabile. 
La baciai di nuovo. 
Ma volevo di più.

 
***
Hoooola! 
Scusatemi tutte, avevo promesso che avrei aggiornato ieri
ma non ho avuto tempo!
Comunque, volevo ringraziare tutte quelle che leggono
siete meravigliose!
Poooooi,
passando alla storia...
Harry ha conosciuto i genitori di Liz
non sono così carini insieme?!  *_*
Ma non abituatevi a quest'Harry così dolce...
la ''stronzaggine'' è ancora dentro di lui
(ops! Vi sto dicendo troppo)
Anyway...
Mi fareste un grandissimo piacere se passaste
a leggere la mia nuova storia...

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1284292&i=1
Q
uesto è il link! Passate dai!!
Aggiornerò presto!
XXX

harrehs




 

*On the next...*

 - Ehi...- lo salutai raggiante, avvicinandomi a lui per baciarlo. 
Con mia sorpresa fece un passo indetro, e abbassò lo sguardo. 
Non capivo? Che c'era che non andava? Che avevo fatto?
Si grattò nervosamente il naso, e poi tornò a guardarmi. I suoi occhi verdi non erano gli stessi, così come lui. 
 - Non penso che tu vorrai ancora farlo...- disse lentamente. 
 

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Capitolo 19
*** #Tell me a lie. ***


Chapter 19th.
#Tell me a lie.


 


 
Harry's Point Of View
Aprile. 
All'incirca erano passati sei o sette mesi. 
Non me lo ricordavo. 
Io e Elizabeth stavamo ancora insieme, ma fra noi due ancora non era successo nulla di ciò che davvero desideravo. L'amavo, certo. 
Ma amavo anche altro, ciò che lei non mi dava. 
Questo ricordo mi fa ancora uno strano effetto, indimenticabile. 
29 Aprile, il giorno in cui tornai me stesso. 
E fu lo sbaglio peggiore di tutti. 
 
 
Elizabeth's Point Of View
Uscii velocemente da scuola, per evitare di far tardi al mio appuntamento. 
Harry oggi era mancato, ma il motivo non lo sapevo. Tuttavia, mi aveva chiesto di raggiungerlo in spiaggia dopo scuola, quella spiaggia per me tanto speciale. Aveva visto di tutto, dal nostro primo ballo al nostro primo bacio. Era il nostro posto e lo sarebbe stato per sempre. 
Mentre felice mi incamminavo verso quest'ultima, pensai a Harry. Lo amavo davvero, e non smettevo mai di ripeterglielo; era fantastico, mi faceva sentire amata, bella, in paradiso. Da tanto stavamo insieme, ma io non avevo ancora avuto il coraggio di fare il grande passo. 
Non ero pronta. Lui eccome se lo era, ma mi amava, ed ero certa che mi avrebbe aspettata. Perché io per lui ero più importante di uno stupido bisogno, vero?
Ogni volta che lo vedevo mi sentivo su di giri. Ecco perché, anche quel 29 aprile, ero su di giri per vederlo. 
Arrivai in spiaggia, con un sorriso stampato da un orecchio all'altro, e lo vidi. 
Era seduto a guardare l'orizzonte, con il vento che gli scompigliava i capelli. Si voltò e mi vide. Non sorrideva; l'atmosfera era strana. Mi diressi verso di lui, che si alzò. 
Io sorridevo, cercando di incitare anche lui. 
E: - Ehi...- lo salutai raggiante, avvicinandomi a lui per baciarlo. 
Con mia sorpresa fece un passo indetro, e abbassò lo sguardo. 
Non capivo? Che c'era che non andava? Che avevo fatto?
Si grattò nervosamente il naso, e poi tornò a guardarmi. I suoi occhi verdi non erano gli stessi, così come lui. 
H: - Non penso che tu vorrai ancora farlo...- disse lentamente. 
E: - Che succede?- chiesi di botto, spaventata. Avevo paura, sospettavo qualcosa. 
E i miei dubbi risultarono essere veri. 

 
Harry's Point Of View
H: - Non penso che tu vorrai ancora farlo...- dissi lentamente. 
Dovevo dirglielo, assolutamente. 
A una parte di me non importava, mi diceva che stavo facendo la cosa giusta, che sarei stato meglio. 
All'altra, più ragionevole, importava eccome. Mi diceva che sarei stato male, e che forse era meglio tacere. 
In quel momento diedi retta alla prima. 
E: - Che succede?- mi chiese preoccupata. E faceva bene. 
La guardai: il viso che avevo guardato continuamente per sei mesi, l'unico che avevo voluto. Almeno fino a qualche settimana prima...
H: - Sono stato con un'altra.- 
Lo dissi di botto, guardandola. Facendole capire che sapevo del male che le stavo facendo, che vedevo nei suoi occhi. Sorpresa, dolore, incredulità, rabbia. Era inevitabile. 
Ma lei doveva saperlo. Io non riuscivo più a tenere in me questo peso. 
Mi guardava ancora incredula, con gli occhi lucidi. Sei mesi che stavamo insieme, e avevo visto piangere Liz solo una volta: su quella spiaggia, sei mesi fa, quando mi scopai la Host. 
Strano, come queste cose possano ripetersi. 
E: - Che stai dicendo?- mi chiese. Sperava che fosse uno scherzo?
H: - Mi dispiace Liz... Ma non ce la facevo più... Cerca di capire...- cercavo un appiglio, cercavo perdono. 
Lei spalancò ancora di più gli occhi, quasi con cattiveria. Finita la fase dell'incredulità, arrivava la peggiore: la rabbia. 
E: - Ti... ti dispiace dici?- mi fulminava, non era più lei. Io ero ancora fermo lì, a fissarla, senza trovare le parole. 
E: - Ma che cazzo ti dice la testa eh? Io non ho parole...- camminava avanti e indietro, agitando le braccia, e io stavo fermo. 
E: - Tu avevi detto di amarmi!- mi puntò il dito contro. Quasi sussurrava, non era una tipa da scenate, ma feceva male comunque. Non potevo più stare fermo, ora mi stava dando del bugiardo. 
H: - Non ti ho mai mentito in vita mia! E lo sai benissimo...- protestai, anche se ero nel torto. 
E: - Lo so? So questo come so che mentre dicevi di amarmi, mentre dicevi che ero l'unica, mentre dicevi che ti rendevo migliore e stronzate simili, tu eri a scoparti chissà chi! - e riprese a camminare avanti e indetro, mentre io tornai alla mia posizione ferma, a guardarla, con la testa bassa. Mi bagnai le labbra, quasi per trovare coraggio. 
Si voltò di scatto, guardadomi come per scrutare qualcosa, per leggere nei miei occhi. E ci sarebbe riuscita, perché glielo stavo permettendo. 
E: - Perché?- chiese quasi esausta, forse la domanda che voleva fare da tempo. 
Non volevo mentirle ancora. 
H: - Volevo di più.- dissi, lentamente, ma senza indugiare. 
E: - Ed era logico che io non bastavo vero?- chiese, forse sperando che io mi arrampicassi sugli specchi, invece di dirle ciò che non voleva sentire. 
H: - Non ciò che mi davi.- 
Forse sarei sembrato uno stronzo, ma probabilmente lo ero davvero. 
Lei si voltò, trattenendo le lacrime. Ma non poteva nascondersi a me, non dopo tutto quel tempo. 
Tornò a guardarmi, ma poi abbassò subito lo sguardo. Io no. 
Guardava a terra e socchiuse gli occhi, sperando di risvegliarsi dal brutto sogno. 
E: - Io non capisco...- 
H: - Il difetto peggiore di voi donne è sperare di poter cambiare noi uomini. Sapevi anche tu che prima o poi sarebbe successo.- 
Non so perché le stavo dicendo questo, ma era ciò che davvero sentivo. 
Lei capì, ma preferì ignorare l'affermazione. 
E: - Da quanto tempo?- chiese timidamente. 
Non risposi, non potevo. 
E: - Da quanto?- chiese ancora, stavolta guardandomi e alzando la voce. 
Presi coraggio.
H: - Un mese o poco più...- 
E: - Un mese? Io mi sto facendo prendere in giro da un mese? - ecco ancora la rabbia. 
Sospirai, volevo solo che questo momento finisse. Forse volevo addirittura che tutto finisse, e che lei se ne andasse, finalmente. 
H: - Mi dispiace per averti fatto perdere tempo.- 
Era sbagliato ciò che stavo dicendo, ma non mi importava più. 
E: - Perdere tempo? Ma fai sul serio?- era incredula. 
E: - Com' è successo?- continuò. Quelle domande le facevano male, ma non riusciva a non farle. 
H: - La sera in cui sono andato a ballare...- cominciai - Ho bevuto qualcosa di troppo e... Mi dispiace.- ammisi. 
Si voltò, voleva andarsene. 
Ma tornò indetro, fulminandomi di nuovo.
E: - Quante volte?- mi chiese sibilando.
Non risposi, di nuovo. 
E: - Con quante ragazze?- riformulò la domanda. 
H: - Non mi ricordo...- 
Non mi ricordavo davvero. Ma posso essere certo, che fra queste c'era anche Melanie. 
E: - Più di una?- riprese. 
Io annuii lentamente. 
Ero un codardo, e lo sapevo. 
Lei mi spinse, mi fece quasi male. 
E: - Vaffanculo Harry!- cominciò a piangere, e scappò via. 
Alzai lo sguardo, per vederla andar via. 
In quel momento capii che stavo sbagliando. Capii che mi sarebbe mancata. Capii che ero un imbecille. 
H: - Cazzo Harry...- sussurrai a me stesso e cominciai a seguirla. 
H: - Elizabeth!- urlavo, cercando di fermarla. 
Le correvo dietro, dovevo scusarmi, scusarmi davvero. 
Lei non si fermava, e neanche io volevo fermarmi. 
 
 
Elizabeth's Point Of View
Correvo e fuggivo da tutto. Una menzogna, tutto una menzogna. E io che davvero ci avevo creduto? Ero stata così stupida? Questa non ero io. 
Scappavo ancora, fino ad arrivare a casa mia. Sapevo che Harry mi stava seguendo, ma che altro voleva? Vai a farti fottere Styles! Ero un oggetto?
Salii di corsa le scale, e entrai in casa. Di fuori cominciò a piovere, e io a piangere. 
Chiusi la porta con forza, e trovai Liam che mi fissava stupito. 
L: - Che succede?- 
Lo ignorai e andai in camera mia. 
Chiamai Janette. 
E: - Ti prego... Non dire te l'avevo detto...- le chiesi piangendo. 
J: - Sto arrivando.- disse subito, chiudendo la telefonata. 
Mi rannicchiai nel letto, buttando la testa sul cuscino, soffocando le lacrime.

 
Harry's Point Of View
Stavo fuori casa sua, sotto la pioggia. Forse aspettavo che uscisse, forse speravo in una macchina del tempo. Insomma, speravo in un miracolo. 
Sentii il cancello aprirsi, e le mie speranze si riaccesero. 
Niente di più inutile: un membro della famiglia Payne camminava verso di me, ma non quello che desideravo. 
L: - Non farti più vedere hai capito? Se ti trovo un'altra volta da queste parti, sei morto.- mi disse senza indugio, per poi sparire. 
Non volevo litigare con nessuno, così me ne andai. 
 
Non volevo vedere nessuno, così andai a casa. 
Trovai mia madre che riempiva una valigia. Perché? 
H: - Traslochiamo?- le chiesi sorpreso. 
A: - Noi no. Tuo padre sì. - disse secca. 
Piangeva. 
Il mondo mi crollò addosso. 
H: - Che vuoi dire?- chiesi ancora. 
A: - Che è finita Harry, mi dispiace. - 
Cosa era finita? Come? Che significava?
In quel momento entrò mio padre. 
Des: - Anne ti prego, fammi spiegare!- la supplicava. Io mi sentivo uno spettatore indesiderato. 
A: - Non qui.- gli rispose guardandomi, e tirando su con il naso.
Poi andò in camera da letto, a prendere altre cose da infilare nella valigia. Mio padre la seguiva. Io non capivo, e mi stavo spezzando. 
Des: - Ti prego, cerca di capire!- continuava a dire. 
A: - Capire cosa? L'unica cosa che capisco è che sei andato a letto con un'altra! Capisco bene?- la sentii urlare, nonostante si era chiusa in camera. 
A quelle parole rabbrividii. Lui l'aveva tradita? Mio padre? L'uomo che io avevo sempre avuto come riferimento? Pensavo che fra i miei genitori fosse vero amore, mi sbagliavo? 
Ripensai a me e Elizabeth: mi sembrava di vedere la scena da fuori. 
Urlarono qualcos'altro, che mi rifiutai di sentire. Ad un tratto mia madre uscì di botto, con la valigia in mano. Si avvicinò a me e mi abbracciò. 
A: - Vado a stare dalla zia per qualche giorno. Ne ho bisogno. Gemma torna domani.- e detto questo mi lasciò così. Successe tutto troppo velocemente. Gli occhi mi si inumidirono, ma resistetti. Mio padre arrivò quando mia madre era già andata via. Mi guardò, quasi chiedendo perdono. Ma non ero disposto a darglielo, non ora. Lo guardavo, come poco prima Elizabeth guardava me. Mi aveva deluso. 
Des: - Harry io...- 
H: - Non devi dirmi niente. Mi fai quasi schifo.- 
Des: - Sono tuo padre, non parlarmi così.- 
H: - Qualsiasi uomo che tradisce la sua donna va trattato così.- 
Queste parole, se pur dette da me, mi fecero male. 
Des: - Lo so che sei arrabbiato..- 
Ero deluso. Uscii di casa, senza dire nulla. Per scappare. 
Carcavo riparo, e così andai a fare l'unica cosa che mi aveva sempre salvato. 
Presi il cellulare e digitai il numero. 
Una voce rispose subito. 
H: - Mel?- chiesi. - Sono Harry. Sto arrivando. Niente preliminari, non oggi.- 
Andai solo a peggiorare la situazione. 
Stavo sbagliando tutto, e ne ero cosciente.

 
***
Vi prego, non mi odiate. 
So che ora non ci capite nulla, ma volevo il colpo di scena. 
Ve l'avevo detto che l'Harry stronzo sarebbe tornato. 
Ma ora soffrirà anche lui, state tranquille. 
Inoltre ci tengo a dire che la rottura fra i genitori
di Harry è totalmente inventata:
non so perché hanno divorziato nella realtà,
ma qui non è reale. 
Nei prossimi capitoli capirete tutto meglio. 
Non odiate Harry. 


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*On the next...*

- La trovi bella?- 
- Non si può certo dire che sia brutta ma che centra?- 
- Allora perché non vai da lei no? O magari già ci sei andato visto che per te lei è meglio di me!- stavo urlando

- Ma tu sei fuori di testa! Calmati e vatti a fare una camomilla! Chiamami quando avrai messo il cervello a posto, se non è andato a farsi fottere anche quello.-
//

- Allora non gli dispiacerà se usciamo qualche volta...?- chiese timidamente. 
- Non penso se ne farà un problema.- risposi sorridente. 
//
- Hai cinque minuti per portare le tue chiappe fuori da qui. Poi non farti più vedere, hai capito?- mi minacciò. 
- Ti prego no. Ho bisogno di questo lavoro!- la implorai. Questa non ci voleva. 
 

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Capitolo 20
*** #Another world ***


Chapter 20th.
#Another world




Harry's Point Of View
X: - Ognuno di voi brillerà su questo palcoscenico...- ripeteva la professoressa. Tutti sembravano entusiasti.
 Tutti, tranne me.
 ''Blablabla...'' era l'unica cosa che riuscivo a percepire e mi incitava a un sonno profondo. Era purtroppo arrivato il giorno della prima lezione di teatro. Circondato dall'entusiasmo di tutti i neo-attori seduti nell'auditorium, avevo solo voglia di andare via. Anche perché la voce squillante e felice della professoressa Newman mi dava ai nervi.
Riposavo beato tra le braccia di Morfeo, quando la mano di Debbie mi schiaffeggiò sonoramente la gamba, facendomi tornare alla realtà. Aprii gli occhi e incontrai il suo sguardo fulmineo, come se dicesse ''sei qui per recitare, non per dormire''. 
Ma io era qui solo per lei, non perché mi piacesse il teatro. 
La professoressa parlava ancora, ignorando il mio risveglio. 
X: - Tuttavia ragazzi... Mi serve qualcuno di voi che rinunci all'occhio di bue e si occupi delle luci e della scenografia...- disse ad un tratto con tono solenne. 
Oro per le mie orecchie. 
Alzai di scatto la mano sorridendo a trentadue denti. 
Almeno avrei potuto dormire di più durante quelle ore.
 La professoressa scosse la testa con ovvietà. 
X: -Dubitavo che tu avresti davvero recitato.- ammise. 
Debbie mi guardò delusa, ma sapeva benissimo che per me era già un gran sacrificio essere lì. 
X: - Oh, mi serve anche un regista!- aggiunse dopo. 
Lou: - Ma non può farlo lei?- chiese senza pensarci. 
Lei quasi lo fulminò. 
X: -Io sono il produttore.- disse secca, lasciando perplesso l'intero auditorium. 
X: - Allora, chi si offre?- continuò. 
Nessuno osò alzare la mano. Tutti, tranne me, erano lì per recitare, non per stare dietro le quinte. 
H: -Posso farlo io...- proposi con tono annoiato. 
X: - Non farei mai dirigere uno spettacolo a te Styles. Lo trasformeresti sicuramente in un porno.- mi rispose secca, facendomi sorridere maliziosamente, per poi crollare di nuovo tra le braccia di Morfeo. 
X: - Mh... Allora io credo... Benson! Ti va?- chiese la professoressa, interpellando Charlotte. 
Uh, ora sì che l'avrebbe fatta arrabbiare!
C: -Professoressa... Ma io...- boccheggiava. 
X: - Allora è deciso! Benson regista, Styles aiuto-regista. Lavorerete insieme!- annunciò. 
Mi risvegliai di scatto. 
Io e Charlotte? Che cosa?
La sua reazione fu la stessa, e mi guardò preoccupata. 
X: - Andate in fondo alla sala e cominciate a sfornare qualche idea. Io intanto penso ai provini. Cominciamo da Tomlinson!- continuò. 
Io, Charlotte e Louis ci alzammo. I primi due si diressero svogliatamente in fondo alla sala, mentre l'altro entusiasta si preparava per l'audizione. 
Ci sedemmo, e Charlotte guardava insoddisfatta la scena: lei voleva essere la protagonista, e ora il suo ragazzo si stava divertendo senza di lei. Guardai la scena divertito. 
Pensai che forse in quelle ore di teatro avrei di certo trovato un modo per ingannare il tempo.
 
X: - E ora... Debbie Shane!- annunciò la professoressa. 
Io e Charlotte eravamo seduti sulle ultime poltrone da almeno una mezz'ora; io dormivo, mentre lei guardava il palcoscenico con le braccia incorociate al petto e l'aria di chi aveva appena assistito a un tradimento. 
Come regola dovevamo lavorare allo spettacolo, ma se lei preferiva tenere il broncio, di certo non sarei stato io a disturbarla. O almeno così credevo. 
H: -Sai, mi sono quasi stancato di dormire- interruppi il silenzio, tenendo ancora gli occhi chiusi. 
C: - Allora vatti a fare una sega e chiudi il becco.- mi rispose secca. 
Sorrisi divertito. Volevo farla arrabbiare. 
H: - Perché non me la fai tu?- le risposi a tono, sperando che urlasse da un momento all'altro. Mi guardò fulminandomi, mentre io aprii solo un occhio per osservare la sua reazione. 
Mi stavo annoiando, volevo diverirmi. 
Spostai lo sguardo sul palcoscenico e notai Debbie che recitava un monologo. 
H: - E' brava.- dissi riferendomi alla mia migliore amica. - Magari lo saresti stata anche tu, ma non ne avrai occasione, visto che lavorerai con me dietro le quinte.- la stuzzicai, sottolineando le ultime parole.
C: - Giuro che se non ti togli quello stupido sorriso dalla faccia ti faccio ingoiare il mio pugno.- mi minacciò. Io risi sonoramente. 
H: -Augh!- commentai sarcastico e divertito. 
Lei si voltò e decise di ignorarmi, ma io avevo appena cominciato. 
Mirai quindi al suo punto debole. 
H: -Guarda il tuo ragazzo...- cominciai. - Guarda come fissa la mia migliore amica...- 
Lei concentrò l'attenzione sul palco. Effetivamente Louis stava davvero guardando Debbie. 
H: - Come la desidera... Secondo me se la vuole scopare.- continuai. 
C: - Smettila.- disse subito, troncando. 
H: - Che c'è? La piccola Benson ha paura che il suo dolce e sveglio ragazzo cominci a cercare altrove?- continuavo a stuzzicarla, con ottimi risultati. 
C: - Come hai fatto tu dici?- mi rispose lei a tono, pensando di avermi colpito e affondato. 
Ingorai quella domanda; non mi andava di parlare di ciò che avevo fatto, non in quel momento. 
H: - Perché non glielo chiedi? Al tuo ragazzo, se trova carina Debbie. Di certo non ti piacerà la risposta.- le intimai con tono di sfida, per poi poggiare di nuovo la testa allo schienale della poltrona e chiudere gli occhi. Non notai la sua reazione, ma sentii che si stava alzando.
Fummo purtroppo interrotti dal suono della campanella.
C: - Vai a farti fottere Styles.- disse, per poi sparire. 
Sorrisi soddisfatto della sua arrabbiatura.
Harry Styles era tornato.
Solo dopo mi ricordai che finalmente la giornata scolastica era finita e potevo finalmente concedermi un po' di riposo.
 
Camminavo svogliatamente per le vie del quartiere, col pensiero di tornare a casa, ma me ne mancava la voglia. Come potevo tornare lì ora che non c'era nessuno? In quel momento ricordai il litigio fra i miei genitori, cosa mio padre le aveva fatto. Cosa io avevo fatto ad Elizabeth. Ero come mio padre? Ero stato così imbecille? Stronzo? 
E ora mia madre che avrebbe fatto? Dovevo starle vicino, ma ne sarei stato all'altezza? Potevo diventare l'uomo della sua vita e aiutarla?
Ed Elizabeth invece che avrebbe fatto? Basta pensare a lei. Era finita e io stavo meglio. Non mi importava. Ora ero libero. Eppure sembrava mancarmi, ma era naturale.
Stavo mentendo a me stesso? 
Decisi che era meglio smettere di pensare e decidere la mia meta del momento. Optai per il forno dove lavoravo, almeno avrei trovato svago, tra chicchiere con colleghi e cose simili. Almeno fino alle sei e mezza, ora in cui sarei dovuto andare a prendere Gemma all'aereoporto. Il pensiero di mia sorella mi provocò un blocco allo stomaco; non avevo voglia di rivederla. Le voglio bene, questo sì, ma è meglio che lei stia da una parte e io dall'altra, soprattutto ora che mamma è di nuovo sola e ha bisogno di me. Mia sorella combina solo guai. Mia sorella è come me. 
Voltai l'angolo, immerso nei miei pensieri, e mi trovai di fronte l'edificio che stavo cercando. Era purtroppo chiuso; dimenticavo che Paula chiudeva il venerdì pomeriggio.
Tuttavia, mentre osservavo la vetrata qualcuno mi aprì. Qualcuno che forse era meglio non beccare quel giorno. 
H: - Kimberly?- chiesi -Che ci fai qui?- 
Lei mi guardò con malizia. A cui ora non mi andava di resistere. 

 
Charlotte's Point Of View
Ma guarda con chi dovevo avere a che fare?! Forse era meglio che Elizabeth si fosse mollata con quell'essere, almeno non avrei più dovuto passare del tempo con lui. Anzi, per colpa di quello stupido corso di teatro ne ero costretta. 
Stavo per uscire di scuola quando ripensai involontariamente alle parole di Harry: forse aveva ragione. Perché mi doveva mettere in testa certe idee? Magari Lou non aveva secondi fini con Debbie! E se si fosse iscritto a teatro solo per lei? Stupido Styles. 
Il mio dolce ragazzo veniva verso di me, sorridente come non mai. 
Lou: - Amo il musical!- disse mettendomi un braccio attorno al collo entusiasta. 
Io assunsi una smorfia di dispiacere. 
C: - Anche io lo amo. Ma praticamente non farò nulla...- 
Lui mi guardò davvero dispiaciuto, e mi consolò con uno dei suoi meravigliosi baci. 
Lou: - Dai non fartene un problema. Alla fine sono tutti un po' scarsi lì dentro. Debbie è l'unica che si salva- commentò. 
Aveva detto Debbie? 
Non avrebbe dovuto. 
Non ci avrei mai fatto caso, se quello stupido riccio dagli occhi verdi non mi avesse mai messo in testa certe idee. 
C: - Debbie? Che ci trovi in lei?- mi uscì spontaneo. 
Lui mi guardò sorpreso alzando meravigliato le sopracciglia. 
Lou: - E' brava tutto qui.- 
C: - Ti piace?- dovevo saperlo. 
Lui era ancora più incredulo. 
Lou: - Ma che dici?- 
C: - Ho visto come la guardavi... - mi stava uscendo tutto, involontariamente. Io non ero così. 
Louis mi si allontanava lentamente, non mi riconosceva. 
Lou: - Come guardavo cosa? Charlotte che stai dicendo?- 
C: - La trovi bella?- 
Lou: - Non si può certo dire che sia brutta ma che centra?- 
C: - Allora perché non vai da lei no? O magari già ci sei andato visto che per te lei è meglio di me!- stavo urlando. Era una scenata, senza senso. Louis odia le scenate. 
Lou: - Ma tu sei fuori di testa! Calmati e vatti a fare una camomilla! La mia ragazza sei tu, non Debbie. Chiamami quando avrai messo il cervello a posto, se non è andato a farsi fottere anche quello.- mi rispose freddo troncando la questione, lasciandomi lì da sola, in preda a un imminente pianto. 
Stupido Styles. 

 
Elizabeth's Point Of View
Quella mattina non ero andata a scuola, con che coraggio? Non ne avevo voglia. 
Mai avevo pianto per un ragazzo, quella era la prima volta. E per chi poi, per Harry? Ma siamo fuori di testa?! Sì.
Fortunatamente quella mattina ero stata sola a casa; né mio fratello né Emma erano lì. 
Per il pomeriggio non avevo programmi. Almeno fino a quando piombò a casa mia il mio migliore amico, dicendomi che doveva svagarsi un po' e che anche io ne avevo bisogno. 
Non mi andava di uscire, ma lui mi costrinse e malvolentieri accettai. 
E: - Dove andiamo?- gli chiesi mentre ci stavamo incamminando per le vie del quartiere. 
Lou: - Da Nando's. Ho fame e ho bisogno di parlarti.- 
Accettai, e mi raccontò tutto. Della scenata di Charlotte e della sua gelosia, di come lei non si fidasse di lui e di come non capisse perché le erano venute in mente certe idee. 
Ci sedemmo al tavolo mentre ancora lo ascoltavo parlare. 
Louis aveva ragione, avevo bisogno di svago. Almeno, per quell'oretta in cui eravamo stati fuori, ancora non avevo pensato a Harry. Anche perché il mio migliore amico cercava di evitare ogni argomento che lo riguardasse. 
E: - Vuoi rompere con lei?- gli chiesi riferendomi a Charlie. 
Lui fissò il vuoto per un momento, prese un respiro e parlò. 
Lou: - Ho detto di amarla Liz. E sono stato sincero. Solo che ora non la riconosco. Ho bisogno che lei mi ricordi perché mi sono innamorato.- ammise poi. 
Non ci voleva anche la mia migliore amica che soffriva d'amore. 
Ad interrompere il silenzio che si era creato fu il cameriere, a me non nuovo. 
X: - Cosa vi porto?- chiese guardandomi. 
Spalancai gli occhi sorpresa. 
E: - Niall? Che ci fai qui?- chiesi. 
N: - Lavoro no?- mi rispose sorridente con ovvietà, indicandosi il camice da cameriere. 
 E: - E' da tempo che non ti vedo sai?- ci feci caso. 
Lui arricciò le labbra e spostò lo sguardo. 
N: - Io sono sempre lì a scuola. Forse eri tanto impegnata con Harry...- disse deluso. 
Harry. Perché doveva dirlo?
Abbassai lo sguardo anche io. 
E: - Forse sì. Ma ora non ha più importanza. Io e...- non riuscivo quasi a dirlo. - Io e Harry abbiamo rotto- ammisi tutto d'un fiato. 
Niall tornò a guardarmi raggiante, facendo sorridere anche me. 
N: - Allora non gli dispiacerà se usciamo qualche volta...?- chiese timidamente. 
Fanculo Harry. Lui si era fatto tutte quelle ragazze mentre stava con me. Io sarei uscita con Niall Horan. Era un bravo ragazzo, e sicuramente mi avrebbe salvato. Non mi andava di iniziare una nuova relazione subito, non ero pronta, ma non potevo rimanere nel guscio a vita. 
Se amavo ancora Harry? Ovvio. 
E: - Non penso se ne farà un problema.- risposi sorridente. 
Lou: - Oh ,ma fate finta che io non ci fossi eh!- commentò sentendosi escluso. E lo era davvero, perché io e Niall lo ignorammo completamente. 

 
Harry's Point Of View
Cadevo di nuovo nell'errore, stavolta con Kimberly. La piccola Kimberly. 
Continuavo a baciarla, a toccarla, ma non sentivo nulla. Era come un libro sfogliato troppe volte, di cui ora conoscevo già il finale. Eppure non smettevo, perché ne avevo bisogno. 
Tuttavia, fummo interrotti e maledissi anche quel momento. 
X: - Che cazzo state facendo?- urlò sbalordita e delusa una voce, trovandoci in posizioni che dovrebbero sempre restare private. 
Mi voltai di scatto, e lo stesso fece Kim. 
Era Paula. Sua zia Paula. Il mio capo Paula. 
Mi trovò mentre lo stavo facendo nella cucina del forno, sdraiati sul bancone, con sua nipote. 
Cazzo Styles. 
K: - Zia io posso spiegarti...- cominciò, ma Paula aveva occhi solo per me, guardandomi fulminea e delusa. 
P: - Hai cinque minuti per portare le tue chiappe fuori da qui. Poi non farti più vedere, hai capito?- mi minacciò. 
H: - Ti prego Paula no. Ho bisogno di questo lavoro!- la implorai. Questa non ci voleva. 
P: - Non mi interessa!- urlò. - Anche io avevo bisogno della purezza che hai privato a mia nipote!- 
K: -Zia io lo amo!- urlò lei. Così peggiorava solo la situazione. 
P: -Zitta tu! Con te faccio i conti dopo. Tu invece - disse rivolgendosi nuovamente a me - Sparisci.- 
Non me lo feci ripetere. Giunto sulla soglia della porta mi voltai di nuovo, chiedendole un'altra possibilità, che non mi fu data. 
La situazione degenerava sempre di più, anche perché ora sarei dovuto andare a prendere mia sorella.




 
***
Che ne pensate? Vi piace?
Posso dirvi che da questo momento in poi
per il nostro Harry sarà tutta in discesa!
E' tornato anche Niall! 
E che dire, recensite!
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*On the next...*

-I vestiti non ti piacciono?- chiesi sgarbatamente, riferendomi al suo abbigliamento.
-Senti chi parla.- rispose a tono mordendo una mela e scomparendo in bagno. 
Deluso guardai il ragazzo che mi era accanto.
Riconobbi la sua espressione, lo conoscevo bene.
-Non pensarci neanche.- dissi serio, senza ammettere obiezioni. 
Tutto ma non lei. 
//
- Ho fatto una scommessa con me stesso!- urlò per farsi sentire. 
- E qual'è?- chiesi, urlando anche io. 
- Che sarei riuscito a baciarti prima della fine della canzone!- 
 
 

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Capitolo 21
*** #I wish ***


Chapter 21st.
#I wish

 
 

Harry's Point Of View
Finalmente sabato. 
La sera prima ero andato a prendere Gemma. Un bacio, un abbraccio, ed era finita lì. 
Tornati a casa mi ero fiondato sotto la doccia e poi ero andato a dormire. Lei qui non serviva a nulla, forse solo a peggiorare la situazione. 
Da quando era andata al college i miei avevano avuto numerose discussioni: mia madre diceva che lei era pronta per il mondo del lavoro e doveva studiare, mio padre invece la riteneva ancora un'immatura. Io ero d'accordo con lui.
A quanto pare però, io ero immaturo quanto lei, visto che ero stato licenziato neanche ventiquattro ore fa. 
Stavo nel mio letto, con gli occhi semichiusi e il braccio a penzoloni, la pancia rivolta verso il materasso e la bocca spalancata, perso in quei pensieri che avrei tanto voluto trascurare. 
Nulla andava per il verso giusto. Nulla, da quando Elizabeth non faceva più parte di me. 
 
Sentii improvvisamente un rumore provenire dalla cucina, ma ci diedi poco peso. 
H: - Geeeeeeeeemma?- urlai, accertandomi che fosse lei. 
Nessuno rispose. Svogliatamente mi alzai, trascinandomi dietro la coperta e mettendomela sulle spalle. Dormivo in boxer, faceva freddo!
Mi trascinai letteralmente verso il salone, con così poca voglia che se avessi trovato un ladro in cucina l'avrei lasciato fare e mi sarei steso sul divano ignorandolo. 
Inutile dire che, quando raggiunsi il luogo da dove proveniva il rumore, mi trovai davanti quella faccia così tanto familiare che smanettava con le padelle. 
H: - Fermo fermo fermo! Nessuno tocca i miei attrezzi da cucina, sia chiaro.- lo rimproverai, gettandomi verso il mio migliore amico e togliendogli le stoviglie dalle mani. 
Z: - E io che volevo fare qualcosa di carino per te!- si giustificò serio. 
Zayn aveva capito che c'era qualcosa che non andava in quel periodo e mi stava vicino; era l'unica vera persona su cui potevo contare. 
H: - E come? Incendiandomi casa?- gli chiesi affettuosamente sorridendogli e abbracciandolo. 
H: - Spostati pivello, la colazione la preparo io.- dissi interrompendo quel momento e facendolo accomodare a sedere. Presi in mano la situazione nella mia cucina e mi misi al lavoro; mi aiutava stare ai fornelli. 
H: - Inutile chiederti come sei entrato qui...- 
Z: - Chiavi sotto lo zerbino. Sei così banale!- 
H: - Mio padre le metteva sempre lì...- dissi, assumendo involontariamente un tono malinconico - Ma ora che non vive più qui dovremmo cambiare posto, altrimenti i furboni come te non si faranno scrupoli a piombarmi in casa- dissi cercando di riprendermi. 
Zayn se ne accorse e cercò di cambiare argomento. 
Z: - Gemma non c'è? E' da una vita che non la vedo!- 
H: - Sì, dovrebbe essere in camera sua... Sento russare. Non svegliare can che dorme!- mi raccomandai.
Zayn alzò gli occhi al cielo. 
Z: - Dovreste migliorare il vostro rapporto voi due! Siete fratello e sorella, dovreste aiutarvi in questo momento...- disse serio. 
Wow, era saggio davvero!
H: - Fra due settimane lei partirà di nuovo e tutto tornerà come prima.- troncai. Lui capì che non volevo più parlarne e stette in silenzio. 
''Quando parli del diavolo spuntano le corna!'' dice sempre Debbie, e ha ragione. In quel momento, dopo aver sentito tirare lo sciacquone del bagno ecco che mia sorella fa il suo ingresso trionfale in cucina; solo mutande e maglietta larga che lasciava scoperta la pancia: a noi Styles piaceva girare mezzi nudi. 
G: - Che c'è per colazione?- chiese indifferente. 
Z: - Gemma?- domandò sorpreso. L'ultima volta che Zayn l'aveva vista era stata qualche anno fa; non se la ricordava molto bene. 
Lei si voltò e sorrise incredula. 
G: - Zayn Malik? Sei davvero tu? Il piccolo moccioso pervertito che si divertiva con mio fratello a fare stupide chiamate anonime alle ragazze?- chiese ricordando; era passato davvero tanto tempo, e quelli non erano momenti da ricordare!
Z: - E tu sei davvero la ragazza con l'apparecchio che nascondeva i brufoli con chili di fondotinta, e che per ingannare il tempo si divertiva a tagliare i capelli del mio migliore amico?- 
H: - Bei ricordi, davvero.- commentai sarcastico, ma nessuno dei due sembrò darmi peso. 
G: - Sai, non sembri più poi così tanto piccolo e pervertito.- constatò maliziosamente perdendosi nei suo occhi. 
Z: - Posso dire che anche tu sei cresciuta molto bene...- commentò lui. Alla sua affermazione mi voltai a guardarlo strabuzzando gli occhi. Che aveva detto? Ci stava provando con mia sorella? Mia sorella Gemma? No. 
E poi, lui stava con Debbie, ma che voleva?
Gemma finalmente distolse lo sguardo, e lo rivolse nuovamente verso di me, assumendo la solita espressione annoiata. 
G: - Allora, che hai preparato per colazione?- chiese nuovamente. 
Questo suo atteggiamento mi dava fastidio: non ero mica il suo servo!
Le porsi le padelle e gli attrezzi da cucina. 
H: - Dilettati.- la incoraggiai, vantando un sorriso soddisfatto. Sapevo benissimo che lei in cucina non sapeva neanche cos'era il mestolo. 
G: - Opterò per una mela!- sorrise lei. Sbuffai. Afferrò il frutto e lo maneggiò con cura. Quanto mi dava sui nervi!
H: -I vestiti non ti piacciono?- chiesi sgarbatamente, riferendomi al suo abbigliamento.
G: -Senti chi parla.- rispose a tono mordendo una mela e scomparendo in bagno. 
Deluso guardai il ragazzo che mi era accanto. Riconobbi la sua espressione, lo conoscevo bene.
H: -Non pensarci neanche.- dissi serio, senza ammettere obiezioni. 
Tutto ma non lei. 
Lui di risposta sorrise fingendo innocenza. 
Z: - Ehi sono un uomo impegnato, non ricordi?- 
H: - Vorrei che te lo ricordassi anche tu ogni tanto.- dissi serio. Tenevo a Debbie. E poi con mia sorella proprio no!
Z: - Però non è niente male...- 
H: - Ti prego Zayn. E' mia sorella. No. - cercai di porre fine ai suoi pensieri. Lui mi guardò e capì. Annuì convinto. 
Z: - Solo perché sei il mio migliore amico!- disse allargando le braccia e venendo verso di me per un abbraccio. Sorrisi allegramente e ricambiai. Ne avevo bisogno. 

 
Elizabeth's Point Of View
Chiusa in camera, guardavo quel film per l'ennesima volta. Mi ricordava la mia infanzia, mi aiutava ad andare avanti. Ero stata immersa nel libro fino a un attimo prima, e ora avevo deciso di godermi il film aspettando l'ora di cena. 
Ecco la parte che mi piaceva di più, calcolando il mio stato d'animo: lui tornava, lei lo insultava. Era tornato così, come se niente fosse, come se lei non avesse mai sofferto. Ma almeno lui era tornato. 
Ecco che ora Ron tirava fuori la storia della pallina di luce e Hermione sembrava addolcita. Ma si poteva perdonare qualcuno, dopo che ti aveva abbandonata? 
Spensi la televisione e passai nuovamente al libro; la magia era migliore e mi aiutava ad immergermi in quell'universo parallelo dove Harry Styles non esisteva. 
 
Purtroppo però, poco prima che il trio trovasse il medagione dei Serpeverde, qualcuno bussò e spalancò la porta, distraendomi da quella quiete che mi si era creata attorno. 
L: - Hai visite...- mi sussurrò mio fratello, quasi preoccupato. E un attimo dopo capii perché. 
A demolire completamente la dolce quiete, furono le mie due migliori amiche, che entrarono rumorosamente in camera. 
C: - Alzati su!- continuava a dire Charlotte. 
J: - Stasera si esce!- ordinò Janette. 
Non ne avevo voglia, volevo leggere. 
E: - Divertitevi.- dissi loro e cercai di tornare mentalmente al magico mondo. Ma ormai era impossibile. 
C: - Chiudi quel libro, tu vieni con noi.- 
E: - Ragazze non mi va- protestai. 
Loro si guardarono sospirando. Strano vederle insieme: si odiavano. 
J: - Liz non esci da giorni!- 
C: - Stai facendo la muffa per un ragazzo.- 
J/C:  - Non è da te!-  urlarono in coro.
L: - Hanno ragione- si intromise mio fratello, che ancora non era uscito dalla camera. 
Era vero. Sospirai e sorrisi. 
E: - E dove mi portereste?- 
Charlotte sorrise felice. 
J: - Mio fratello oggi suona con il gruppo. Ha bisogno di pubblico. Che ne dici?- domandò entusiasta.
E: - Non so...- esitai. 
C: - Non accetteremo un no!- 
J: - Liz, io e Charlotte stiamo addirittura collaborando!- 
C: - E questo solo per te!- 
J: - E sai benissimo che rapporto c'è fra di noi. Senza offesa Charlie.- 
C: - Non preoccuparti Jane.- 
Ma stavano bene?
E: - Ok vengo! A patto che sceglierò da sola cosa mettere!-
Quelle due già si stavano agitando troppo, chissà cosa mi avrebbero costretto ad indossare!
Infatti, Charlotte sbuffò subito.
C: - Basta che sia attillato!- disse subito.
Storsi la bocca e arricciai il naso. 
E: - Non è il mio genere.- 
Ma le cose dovevano cambiare. 
 
Entrammo in quel locale: la musica a palla, gente che ballava e cantava a squarciagola. Tutti ovviamente metallari e rockettari. Io mi sentivo quasi un pesce fuor d'acqua. Ma capii che neppure Janette e Charlotte erano a loro agio: il massimo del trasgressivo che ascoltavano era P!nk. 
C: - Che ne dite di andare a prendere qualcosa da bere?- chiese urlando, così che la potessimo sentire. Annuimmo e ci spostammo tra la folla. La band ora suonava ''Ultraviolet'', una canzone abbastanza sconosciuta, ma che io amavo. 
E: - Ehi poi hai chiarito con Louis?- le chiesi, ricordandomi del litigio. 
C: - Non ci siamo ancora rivolti la parola. Forse è finita.-  disse amareggiata, cercando di non piangere. 
Ma non capivo, perché lei gli aveva fatto quella scenata? Cosa le era saltato per la testa?
E: - Perché Charlie? Chi ti ha messo quelle idee in testa?- 
Non mi rispose. Si guardò attorno, ma non disse nulla. 
E: - Mi dispiace. - dissi poi. 
Lei mi abbracciò, e io ricambiai. Entrambe avevamo il cuore fatto a pezzi e dovevamo superarlo. 
J: - Ehi Liz! - mi chiamò. - Ho visto un viso conosciuto qui in mezzo...- anticipò. 
Poi fece qualche gesto a Charlotte, e prima che potessi capire ciò che stesse succedendo, le due scomparsero. 
Non capivo. 
Ad un tratto sentii picchiettarmi la spalla. Mi voltai. 
Oh cazzo. 
E: - Niall! Che ci fai qui?- chiesi sorpresa. Quel momento mi ricordò estremamente il nostro primo incontro. 
N: - Ho fatto una scommessa con me stesso!- urlò per farsi sentire. 
E: - E qual'è?- chiesi, urlando anche io. 
N: - Che sarei riuscito a baciarti prima della fine della canzone!- 
Quella frase mi paralizzò. Non avevo mai baciato nessun ragazzo oltre Harry. 
Rimasi lì a fissarlo, senza dire nulla. 
E: - E perché non lo fai?- gli chiesi subito. Un tipo come Harry lo avrebbe già fatto, senza chiedermelo due volte. 
N: - Perché se ora rovinassi tutto non riuscirei a perdonarmelo.- ammise tutto d'un fiato. Mentre parlava percepii il suo accento. Mi faceva morire. 
E: - Sei irlandese?- chiesi sorridente. 
N: - E te ne accorgi solo ora?- mi rispose lui divertito, con ovvietà. 
Risi. Quel momento era fin troppo simile al nostro primo incontro. 
E: - La canzone sta finendo.- constatai. Volevo che mi baciasse. In quel momento. Non dovevo più pensare a Harry. Io ero migliore di questo. Non dovevo buttarmi giù per un semplice uomo. 
Niall sorrise e annuì. Prese coraggio e lo fece, fece ciò che tanto desideravo. Dolcemente mi prese il viso fra le mani e fece incontrare le nostre labbra, assaporando ogni attimo di quel magico momento. 
Non sapevo cosa sarebbe successo da allora, ma di certo sarei stata diversa. 
Harry Styles doveva capire cosa si era perso. 

 
Debbie's Point Of View
Avevo aiutato mamma a mettere in ordine la casa per l'arrivo degli zii, stasera. Pensavo di non riuscir a racimolare un po' di tempo per vedere Zayn, invece mi sbagliavo. Volevo rivederlo, assolutamente, così decisi di fargli una sorpresa andando a casa sua. Avevo le chiavi del suo appartamento, non mi sarebbe stato difficile entrare. 
Andai di fronte la porta e bussai. 
Nulla. 
Bussai nuovamente. Nulla. 
D: - Zayn?- chiamai a gran voce, ma nessuno rispondeva. 
Ero certa che fosse a casa! Magari non aveva sentito. Quindi decisi di optare per la chiave. La infilai nella serratura, per poi girarla pian piano, aprendo la porta. 
 
Ciò che mi trovai di fronte non fu piacevole. Cominciai a correre, velocissima, lontano. 
Avevo bisogno di piangere. Avevo bisogno di Harry. 

 
Zayn's Point Of View
Stavo sbagliando e lo sapevo, ma non era la prima volta che sbagliavo, da quando stavo con Debbie. Stavolta però era diverso. Il torto lo stavo facendo a Harry. Gli avevo promesso che non l'avrei toccata, ma la voglia era troppo forte. 
Lei mi aveva chiesto di poter vedere il mio appartamento, e io l'avevo accontentata. Le cose erano venute da se. 
 
Improvvisamente la porta si aprì. Debbie. Merda. 
Mi fermai immediatamente. Lei richiuse subito la porta, e scappò. 
G: - Chi era?- chiese Gemma, volendo conoscere la causa del perché ci eravamo interrotti. 
Z: - La mia ragazza. - dissi fissando ancora la porta. -Ex ragazza ormai- mi corressi.  
Lei si alzò di scatto e cominciò a rivestirsi. 
Z: - Che fai?- chiesi sbalordito. 
G: - Tu che fai? Che stai aspettando? Corrile dietro! Avanti!- mi incitò. 
Capii al volo e cominciai a rivestirmi anche io, dovevo fermarla. 
Z: - Stavolta Harry non mi perdonerà facilmente.- ci ragionai. Ero certo che Debbie stava andando da lui. Come avrei sistemato le cose?
G: - Non perdonerà neanche me- pensò lei malinconica e delusa da se stessa. 
La baciai per l'ultima volta e scappai di fuori, correndo. 
Dovevo raggiungere Debbie, prima che fosse troppo tardi. 
Il cellulare squillò. Un messaggio. Di Harry. 
Non ne fai una giusta, stronzo. 
Harry



 
***
Eccomi con un altro capitolo, come ogni sabato!
Allora, che ne pensate?
Gemma ha combinato un bel casino, 
ma anche Zayn non è da meno!
Vedrete comunque, ci sarà anche 
un momento fraterno fra gli Styles :3
Comunque... Boom fra Liz e Niall! 
Vabbe doveva succedere!
Ma non abituatevi!
Ok, visto dicendo troppo. 


Riguardo la parte su Harry Potter...
Ho voluto inserirla perché anche per me è molto importante!
Posso dirvi che adesso sto vedendo il film *_*
(ma sono anche una gran fan dei libri)
Ah, se HP vi piace...
HO UNA FF ANCHE SU QUELLO!
(non me ne faccio scappare uno!)


Il link, se volete leggerla e recensirla se vi va:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1124190

Ho appena creato una pagina facebook, passate?

https://www.facebook.com/BaitishIsTheWau

I
noltre ho creato un account Twitter solo per voi
https://twitter.com/SheWillBeLove15

E
 per finire... passate alla mia nuova storia?
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1284292&i=1

O
k, penso di aver finito...
Ah, forse presto cambierò nickname!
XXX

harrehs









  
*On the next...*

-Potresti essere una persona migliore!- urlai per farlo voltare nuovamente. 
-Ne ho bisogno quanto ne hai bisogno tu.- mi rispose sorridente alzando le spalle e andando via. 
//
-E' irlandese? - 
-Ma a te che importa?-
-Come posso competere con un irlandese?-
-Competere? Amico di che parli?!-
//
-Mi dispiace per essermela presa con te...-
-Non fa niente. Alcune volte sono io che sbaglio.-  

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Capitolo 22
*** #Cry me a river ***


Chapter 22nd.
#Cry me a river



 

Harry's Point Of View
Lunedì mattina: un incubo. Una nuova pesante settimana. Tuttavia, eravamo già a Maggio, del mio ultimo anno di scuola. Non sapevo che avrei fatto dopo, la sola idea mi spaventava. 
Ma ora avevo problemi più importanti a cui pensare: mia madre ancora non era tornata a casa,  non parlavo né con mia sorella, né con il mio migliore amico da due giorni e avevo perso il lavoro. 
Dovevo diventare adulto, ma non ne avevo voglia. 
 
Quel lunedì mattina mi avviavo verso casa per prendere le cose della scuola. Non avevo dormito a casa, né quella notte, né la notte prima. Ero stato prima da Debbie, ad asciugarle le lacrime e a farle compagnia, e poi da Melanie, per sfogarmi. 
Tornare a casa voleva dire rivedere Gemma, quindi ne avevo fatto volentieri a meno. Giunto sulla soglia della porta infilai la chiave nella serratura e svogliatamente la feci scattare, aprendo la porta. 
Con mia sfortuna, Gemma era già sul divano, sguardo basso, mi aspettava. Cercai di ignorarla, ma lei mi fermò. 
G: - Harry?- chiamò. 
H: - Mh?- risposi noncurante per farle capire che la stavo ascoltando. 
G: - Mi dispiace.- era stranamente seria.
La guardai, scrutando ogni angolo di quel volto, che vedevo da tempo, ma non conoscevo affatto. 
H: - Non è con me che devi scusarti.- risposi freddo e cominciai a cercare libri e quaderni. 
G: - Non è per Zayn che mi sto scusando!- urlò, ma le diedi poco peso. 
H: - Ah no?- chiesi quasi ignorandola mentre radunavo gli oggetti scolastici. 
G: - Sto parlando del nostro rapporto Harry. Siamo fratello e sorella, ricordatelo. - 
Balle. Se ne ricordava solo ora?
Presi la borsa con dentro i libri e mi avviai verso la porta. 
G: - Harry!- chiamò di nuovo, sperazosa. 
Mi voltai, infuriato. 
H: - Quando torno non voglio trovarti qui. Stammi bene Styles.- le intimai, per poi sparire verso l'edificio scolastico. 

 
Elizabeth's Point Of View
Le prime ore di scuola non passavano mai, e il lunedì era straziante. Inoltre, da quando ero entrata in quell'edificio, quella mattina, le persone non facevano altro che parlare di me. Cercavo di ignorarle, di far buon viso a cattivo gioco, ma non era poi così semplice. 
In quel momento avevamo chimica, ed ero seduta al banco a tre, tra Janette e Charlotte; nessuna delle tre stava davvero ascoltando la lezione. 
Charlotte continuava a torturarsi le unghie, mordicchiandosele nervosamente, agitata: non vedeva Louis da giorni, e alla fine di quell'ora forse avrebbe potuto chiarire con lui. Lei lo amava, non voleva che finisse tutto così. 
Janette invece aveva lo sguardo fisso nel vuoto; i suoi pensieri erano sempre gli stessi: Zayn, Zayn, Zayn. Era ormai pubblico anche il fatto che Malik avesse tradito l'adorabile Debbie, e quindi Janette sperava in un improvviso ritorno di fiamma. 
Anche lei lo amava, o almeno così diceva. Ma amava chi, se si erano parlati sì o no una decina di volte? Per me questo non era amore. Eppure lei ci stava male. 
E poi c'ero io, ma è inutile che sto a esporvi i miei problemi; li sapete già. 
X: - Io non sarei venuta a scuola, con che faccia?!- qualcuno spettegolava dal banco posteriore al nostro.
C: - Non ascoltarle.- mi sussurrò rassicurandomi. 
Presi un respiro e cercai di seguire la lezione. 
X: - Secondo me l'ha tradita più di una volta! - continuavano a spettegolare le tre ragazze dietro di noi. 
X: - Mi pare ovvio! Se avessi avuto io uno del genere non avrei aspettato...- 
X: - Vedi a forza di fare i preziosi che fine si fa!- ridacchiarono. 
Era troppo. Mi voltai di scatto e le fulminai. 
E: - Almeno io ci sono stata con Harry Styles, e voi?- risposi a tono, sempre sussurrando, e poi mi voltai nuovamente verso la professoressa, lasciandole di stucco. Janette e Charlotte scoppiarono a ridere, e io con loro, soddisfatta. 

 
Harry's Point Of View
Nonostante fossi incazzato con lui, ora ero in macchina con il mio migliore amico, pronti per un nuovo giorno scolastico. 
Z: - ...E quindi tutta convinta ha detto...- continuava a blaterare da almeno dieci minuti. 
H: - Zayn, non mi interessa perché tua sorella vuole fare l'organizzatrice di matrimoni!- troncai il suo discorso, in maniera fredda. Seguì un lungo e teso silenzio. 
Z: - Grazie.- mi disse appena arivammo. Mi voltai a guardarlo: la sua espressione era sincera. Espressione che solo io conoscevo. 
H: - Di cosa?- 
Z: - Per avermi perdonato per tutto quello che ho fatto.- 
Sorrisi e tornai a guardare la scuola di fronte a me. 
H: - Io penso che... In questo momento ho bisogno di te. E non mi conviene un allontanamento.- ammisi tornando a guardarlo. 
Z: - Questo mai.- 
Sembravamo come due smielate migliori amiche, ma non ci importava. Erano rari questi momenti fra me e Zayn, ma lui c'era sempre. Era come un fratello. 
Scendemmo poi dalla macchina, per affrontare quella dura giornata. 
 
Le cose per i corridoi erano tornate le stesse: sguardi complici con ogni ragazza, i loro numeri infilati nel mio armadietto e qualche frase maliziosa sussurrata in lontananza. Quando stavo con Elizabeth, sembravano passati secoli, nessuna di loro osava guardarmi e provarci con me. Era come se fossi proprietà privata. 
E ugualmente succedeva con Elizabeth: i ragazzi la volevano, ma non lo davano a vedere, perché non volevano mettersi contro di me. Ma dopotutto lei era proprietà privata. Mia proprietà. 
Mi avvicinai all'armadietto e lo aprii con cautela, era mezzo rotto. Presi i libri e cercai di richiuderlo, ma inutilmente. Si era bloccato. Gli diedi un forte pugno e sembrò richiudersi, ma poco mi importava. 
H: - Cazzo...- sussurrai all'oggetto. Ci mancava solo quello per farmi perdere la pazienza! 
X: - Che delicato Styles.- mi disse una voce. Mi voltai. Melanie Host, sempre con il solito abbigliamento da troia, stava appoggiata all'armadietto accanto al mio, e mi guardava maliziosa. 
M: - Non c'eri stamattina.- constatò. 
H: - Avevo da fare.- 
M: - Capisco, ma dovevo darti una cosa.- 
La guardai cercando spiegazioni, che non si fecero attendere. Mi buttò le braccia al collo, lasciandomi un lungo e appassionato bacio. Io le risposi indifferente. Volevo solo il suo corpo, ma quando la baciavo non provavo nulla. Neppure chiudevo gli occhi. Le misi un evidente mano sul sedere, e cominciai poi ad accarezzarle le cosce. 
In quel momento però, con la coda dell'occhio, vidi qualcosa che mi lasciò di stucco. Lasciai subito Melanie, fissando incredulo quella scena. 

 
Elizabeth's Point Of View
Camminavo nei corridoi, sotto gli occhi di tutti. 
Immediatamente vidi il biondo che parlava con gli amici. Un sorriso si dipinse sul mio volto, quasi corsi per raggiungerlo. Era di spalle, e mi ci buttai letteralmente addosso, fregandomene di quello che avrebbe detto la gente. 
E: - Ciao bell'irlandese!- lo salutai. Lui si voltò felicemente stupito, e prima che potesse dire nulla, gli lasciai un dolce bacio sulle labbra, sotto gli occhi di tutti. 
Solo dopo mi accorsi che fra i tanti occhi, ne spiccavano due verdi in cui tante volte mi ero persa. Alla fine del bacio, mi voltai involontariamente e lo vidi: con una mano ancora sul sedere della Host, guardava la scena infuriato e allibito. Cosa che mi fece piacere. 
 
 
Harry's Point Of View
Fermi tutti. Che qualcuno mi spieghi. La mia Elizabeth e chi? E quel biondino? No. Non se ne parla. Proprio no. Lui ha capito male. Malissimo. Aspettate, mia Elizabeth? Che stavo dicendo? Ci eravamo lasciati. Io avevo lasciato lei. 
Eppure perché ora mi sembrava così irragiungibile?
Perché la volevo come non l'avevo mai voluta?
Perché mi sembrava più bella del solito?
Lei era il mio enigma, non di quel biondino. 
Un nodo mi si piazzò nello stomaco. Presi i libri e me ne andai, prima che arrivasse l'impulso di spaccare qualcosa. 
 
H: - Ti rendi conto? Ti rendi conto di cosa ha fatto quella troia?- sbraitavo al telefono con il mio migliore amico. Seduto sul divano di casa mia avevo lasciato prima la scuola. Non volevo vedere nessuno. 
Z: - Harry ma dov'è il problema? Tu l'hai tradita, te la fai con le altre. E lei se la fa con l'irlandese!- spiegò.
H: -E' irlandese? - chiesi con maggiore furia. 
Z: -Ma a te che importa?-
H: -Come posso competere con un irlandese?-
Z: -Competere? Amico di che parli?!-
Deglutii rumorosamente. Di che parlavo? 
H: -Io niente... Ora devo andare. Ciao Zayn.- chiusi la telefonata.
Mi misi le mani fra i capelli. Avevo gli occhi umidi. Perchè? Me li asciugai velocemente, e sbattei con forza la testa al muro. 
X: - Vieni con me. Non accetto no.- affermò una voce. 
Mi voltai. Mia sorella era davati a me con le braccia incrociate al petto. La assecondai e andai con lei, non avevo le forze per ribellarmi. 

 
Charlotte's Point Of View
C: - Lou ti prego!-
Lou: - E' finita Charlie basta.- 
C: - Ma perché?- 
Lou: - Tu non sei più la stessa. E non voglio far perdere tempo a nessuno dei due.- mi disse andando via, e lasciandomi lì, in mezzo al corridoio, a piangere. 
 
 
Elizabeth's Point Of View
N: - Mi hai baciato perché c'era Harry?- mi chiese quando il bacio fu terminato.
E: - No.- risposi sincera. 
N: - Liz non voglio essere preso in giro. Tu lo ami ancora?- 
Non risposi. 
N: - Ho capito.- mi disse andandosene e lasciandomi di stucco. Perché anche quel poco che mi rendeva felice doveva abbandonarmi? 
Sapevo dove andare, anche se non era la cosa migliore. 
 
 
Harry's Point Of View
H: - Fai sul serio?- le chiesi. Mia sorella mi aveva appena portato in un teatro, mi aveva fatto sedere e ora mi stava dicendo che una sua amica di lì a poco avrebbe tenuto una sorta di concerto, e che mi avrebbe aiutato. 
G: -Zitto, sta cominciando.- 
La musica partì. ''I have nothing'' di Whitney Houston. Che banalità. Tutte convinte che potevano essere come la Houston. Beate loro! 
Tuttavia quella ragazza era brava. All'acuto spalancai gli occhi sorpreso. Stavo provando emozioni mai provate prima. Gemma aveva ragione. Dimenticai tutto e mi concentrai solo sulla canzone, cominciando a canticchiarla muovendo le labbra.
Usciti da là mi sentivo diverso, più libero. Cominciai a correre per le strade e cantare la canzone a squarcia gola, mentre mia sorella mi imitava. Sembravamo due folli, ma non ci importava. Era come se finalmente avessimo trovato un legame. 
Stanchi e ancora in preda alle risate, ci sedemmo sulla prima panchina che trovammo. Seguì poi un lungo silenzio. 
G: - Ti manca, quella ragazza?- mi chiese. Non le avevo mai parlato di  Elizabeth, ma forse l'aveva fatto Zayn. Non le domandai come faceva a saperlo, mi limitai a risponderle. 
H: - Sì.- fu secco, senza indugio. 
G: - La ami?- 
H: - Sì.- 
 G: - E allora torna da lei!- 
H: - Ma lei non vuole più vedermi! E ha ragione.- 
G: - Harry. Tu sei un ragazzo d'oro, devi solo capirlo. Ricordale chi è il ragazzo di cui era innamorata, falle vedere chi è davvero Harry Styles. Non la tua maschera. - 
La guardai, e per la prima volta mi accorsi di conoscerla. Mi accorsi che era importante per me, e che non potevo farne a meno. 
H: - Grazie.- dissi sincero. - E mi dispiace per essermela presa con te...- continuai. 
G: -Non fa niente. Alcune volte sono io che sbaglio.-
H: - Non parlo di Zayn.- precisai. Lei non capiva. 
H: - Sto parlando del divorzio di mamma e papà. Non volendo ho gettato la colpa su di te, cercando di trovare il perché era successo, cercando di darmi spiegazioni ma...- mi accorsi che i miei occhi erano nuovamente umidi. 
G: - Harry se cominci tu sai che...- non fece in tempo a dirlo. In quel momento, l'uno nelle braccia dell'altro, io e mia sorella sfogammo i nostri problemi con un silenzioso pianto, che tuttavia servì a entrambi.
 
 
Elizabeth's Point Of View
Seduta su quella spiaggia guardavo l'orizzonte. Perchè ero lì? La spiaggia in cui ci eravamo baciati, in cui avevamo ballato, in cui lui mi aveva detto che non ero abbastanza. Perché ero lì?
X: - Fa male il tradimento eh.- disse una voce al mio fianco, che riconobbi subito. 
E: - Che cosa vuoi Malik?- le chiesi stanca. Lui si sedette a guardare l'orizzonte con me. 
Z: - Ti dice di amarti e poi ti lascia sola. Che brutto eh? Ma magari non eri ciò che lui voleva, non eri abbastanza.- 
E: - Smettila.- intimai, sapendo che le lacrime stavano per uscire. Purtroppo lui se ne accorse. 
Z: - E piangi anche per lui?  Come cadi in basso Payne.- 
E: - Che cosa vuoi?!- quasi urlai. Voleva che piangessi? Ci stava riuscendo. 
Z: - Capisci ora? Capisci che vuol dire stare male? Pensi che lui non lo stia provando?- 
E: - Cosa frega a lui?! Zayn lui mi ha tradita!- sottolineai. 
Z: - Hai provato a vedere le cose dall'altra parte della medaglia?- mi chiese lasciandomi di stucco. 
Z: - Magari pensando che la colpa non va attribuita tutta a lui.- 
Lo fissai incredula. 
E: - Zayn quando un ragazzo dice a una ragazza che la ama, lei ci crede. Quando un ragazzo dice a una ragazza che lei è l'unica, lei ci crede...- 
Z: - E quando una ragazza dice a un ragazzo che per lei lui è tutto, lui ci crede. Quando gli dice che per lui farebbe qualsiasi cosa, lui ci crede. Quando gli dice che lo desidera, lui ci crede.- mi interruppe, ma non capivo. 
Z: - Lizzie,- mi chiamò con quell'odioso soprannome - Harry avrebbe fatto tutto per te, e lo sai. Tu sei stata un'egoista nella vostra relazione. Come li avevi tu, anche lui aveva dei bisogni. Ti sei dimenticata di tutto quello che ha fatto per te? Non te lo ricordi?- 
E: - Stai dando a me la colpa della rottura?- ancora non ci credevo. 
Z: - Dipende da come lo stai intendendo.- disse alzandosi e fece per andarsene.
E: -Potresti essere una persona migliore!- urlai per farlo voltare nuovamente. 
Z: -Ne ho bisogno quanto ne hai bisogno tu.- mi rispose sorridente alzando le spalle e andando via.
Zayn Malik era forse la persona peggiore che avessi mai conosciuto. Tuttavia, era l'unica che aveva parlato chiaro senza indugi. 

 
Harry's Point Of View
Ero di nuovo a casa quandò mi squillò il telefono. Zayn.
H: - Dimmi.-
Z: - Oggi ero in spiaggia. Ho visto Elizabeth. Piangeva. Per te.- e attaccò. 
Lei soffriva per me. 
Lei era andata su quella spiaggia.
La nostra spiaggia. 
Una lacrima mi rigò nuovamente il viso, ma ero così stanco che non ebbi neanche la forza di asciugarla. 

 
Charlotte's Point Of View
Ancora immersa fra le lacrime andavo verso casa, quando li vidi. 
Capii perché era finita. Perché mi aveva lasciato. 
Appartati in un vicolo, Louis Tomlinson e una bionda erano intenti a baciarsi passionevolmente. 
Non ci volevo credere. 
La bionda si staccò. 
Sgranai gli occhi e trattenni un singhiozzo. 
I sospetti di Harry erano veri. 
Quella bionda era Debbie.  

 
***
Cccccccciao bella gente! 
Eccomi qui, come ogni sabato, 
con un nuovo e lunghissimo capitolo!
Mai scritto uno così lungo, penso xD
Be', qui ne succedono di tutte e di più!
Poi vorrei chiedervi una cosetta...
Vedo che le recensioni diminuiscono sempre di più
Ma non vi piace la storia?
Ditemelo vi prego, perché almeno la smetto di scrivere!
Vabbe...
So che è stato brutto mettere la gif di Harry che piange :'(
Ma era necessaria...


Comunque:

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S
appiate anche che ho cambiato nickname!
Presto non sarò più SheWillBeLoved_
Quindi...
XXX

harrehs



 
*On the next...*

- Pensi che questo basti a sistemare le cose?- 
-Ci speravo...- 
//
- Tu che ne pensi?- 
- E me lo chiedi?- 
- Significa stare lontano da te... E non si tratta di un paio di settimane.- 
- E' il tuo sogno.- 
//
- Puoi dirmi di no adesso, ma insisterò fino a quando non mi dirai sì-

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Capitolo 23
*** #I love you baby ***


Chapter 23rd.
#I love you baby

*capitolo ispirato al film ''10 cose che odio di te''


 

 
Louis' Point Of View
Era finita. Tutti quei mesi, sprecati per nulla. In realtà, per me era stato tutt'altro che uno spreco, ma forse non per lei. 
Mentre camminavo per quella stradina che spesso facevamo insieme, davo qualche calcio ai ciottoli che incontravo per il cammino. Quella non era stata per niente una bella giornata. 
Ad interrompere i miei passi, fu un lieve singhiozzo, proveniente dal vicolo dietro l'angolo. Mi affacciai, più per curiosità che per altro. 
Lou: - Debbie?- chiesi, osservando la ragazza piangente. 
Lei si voltò a guardarmi, gli occhi rossi e le guance bagnate, mostrandosi senza vergogna. 
Lou: - Che succede?- le domandai avvicinandomi piano. 
D: - Va tutto male Lou, tutto.- imprecò. 
Lou: - Dai, è impossibile!- 
D: - Zayn mi ha tradita Louis! E io che mi sono innamorata, che stupida.- singhiozzò ancora più forte. Le misi dolcemente una mano sulla spalla, per darle conforto. 
Lou: - Eh dai Debbie! Zayn non è tutto! Anche io e Charlie ci siamo appena lasciati- e feci quasi fatica a dirlo. 
D: - Avete rotto?- mi interruppe.
Lou: - Già, ma mi manca. Penso che le andrò a chiedere perdono in ginocchio o qualcosa di simile. Più vado avanti più mi accorgo di aver fatto una cazzata...- ci pensai su. 
D: - Lei è fortunata ad essere amata così!- singhiozzò più forte.
Lou: - Debbie, sei una bella ragazza, intelligente, non ti manca nulla, che vuoi di più?- 
D: - Lo pensi davvero?- chiese quasi meravigliata. 
Lou: - Certo.- la rassicurai sorridendo. Tuttavia, lei fraintese le mie intenzioni. In men che non si dica, improvvisamente, mi gettò le braccia al collo, facendo unire le nostre labbra. 
Non capii nulla, ma quasi d'impulso la allontanai subito da me. 
Lou: - Ma che fai?!- le chiesi stupito. -Ti ho appena detto che amo Charlie!- 
Lei stette zitta, vicina a una nuova crisi di pianto. Mi guardai intorno, sperando che nessuno ci avesse visti. Troppo tardi. 
Con la mia solita fortuna, in quel momento, Charlotte passava per quella strada, e guardava la scena delusa e sbalordita. 
Lou: - Oh cazzo.- sussurrai. 
Ora avrebbe pensato che avevamo rotto perché io la tradivo. 
Non potevo dare la colpa a Debbie, non in quelle condizioni. 
Di Charlotte si potevano dire tante cose, ma una, forse la più importante, era che lei non perdonava. Mai. Non me l'avrebbe mai fatta passare liscia. Scappò via,  mentre continuavo a fissarla, non sapendo trovare una soluzione. 

 
Harry's Point Of View
Camminavo avanti e indietro per la stanza, agitato, mentre Zayn mi fissava, seduto beatamente sul mio divano. 
H: - Ho già usato i cartelli, la spiaggia, che altro?- 
Z: - Andare semplicemente da lei e scusarsi?- 
H: - Si vede che non conosci Elizabeth- sorrisi. 
Z: - Quindi come la riconquisterai?- mi chiese ancora.
H: - Io non lo so...- ammisi buttandomi sul divano accanto a lui. 
H: - E se non funzionasse nulla? Insomma, se non ne volesse più sapere?- chiesi stranamente insicuro. 
Z: - Non dirlo neanche! Harry, se lei ti ha amato, tornerà.- 
Lo guardai confuso, che voleva dire?
Z: - Harry, tutto finisce, l'amore è l'eccezione che conferma la regola. Lei ti ama ancora, che lo voglia o no.- constatò seriamente. 
H: - Wow amico, questa era davvero bella.- gli misi una mano sulla spalla, ammirando la sua frase filosofica. 
Z: - Te l'ho sempre detto che avevo talento- ci scherzò lui. 
Z: - Altre idee?- mi domandò, tornando al discorso di prima. 
H: - C'è una cosa ma... E' completamente folle. E non so se ne sono capace...- 
Z: - Da quando sei così insicuro per una ragazza?! Di che si tratta...- 
H: - Sarà difficile e mi servirà il tuo aiuto. E quello di molti altri...- 
Z: - Conta su di me.- 
H: - Rischieremo molto. Forse una sospensione. - lo preparai. 
Z: - Fossi stato sospeso solo una volta?!- 
H: - Grazie Zayn.- 
L'idea che avevo in testa era quasi impossibile, ma dovevo farcela. Non avrebbe potuto dirmi di no dopo quella. 
Z: - Almeno mi dai un'anticipazione?- 
H: - Lei ha sempre detto di amare Heath Ledger.- 

 
Elizabeth's Point Of View
Mancavano ancora trenta minuti al suono della campanella. Mi stavo quasi addromentando. Le lezioni erano estremamente noiose. 
X: - Tutti fuori ragazzi, emergenza!- entrò urlando il capo delle cheerleader. 
X: - Avanti ragazzi, in fila, ordinati, e uno alla volta.- ordinò la professoressa, ma nessuno le diede peso. Tutti uscirono velocemente e si recarono nel campo da calcio della scuola, o almeno, la folla si trascinava verso esso. Giunti lì sentii chiamare il mio nome da molti, tutti volevano che andassi in prima fila. Lo vidi. 
Sulle tribune, affiancato da un impianto stereo e dalla banda della scuola, Harry Styles teneva in mano un microfono e mi guardava chiedendo perdono. 

 
Harry's Point Of View
Ero riuscito a far evaquare l'intera scuola, che ora era davanti a me. C'era anche lei, in prima fila. Avevo fatto sì che ce la portassero, così che potesse godersi il momento. La guardai speranzoso, prima di prendere parola. 
H: - Vi ho fatto venire qui oggi, perché ho un annuncio da fare.- cominciai al microfono. -Una volta mio padre mi disse che un giorno, vicino o lontano, sarebbe arrivata quella persona che mi avrebbe reso la vita impossibile, che avrebbe cominciato a farmi trascurare facendomi pensare solo a lei, che mi avrebbe fatto ridere, incazzare, urlare, piangere. Aggiunse anche però, che non avrei mai dovuto farmela scappare.- dissi rivolgendomi alla folla. 
H: - Ma ha dimenticato che io sono un coglione, vero Payne?- tornai a guardarla, facendo rivolgere l'attenzione di tutti verso di lei. Non capiva cosa stava succedendo, e mi guardava sconvolta, meravigliata, sull'orlo del pianto. Sperai con tutto me stesso, che quello fosse un pianto di gioia. 
H: - Quando vuoi Josh.- mi rivolsi al capo della banda. Quest'ultima non mi avrebbe mai aiutato, se non mi fossi mai scopato la ragazza col clarinetto. 
La musica partì, presi un respiro, e proprio come aveva fatto Patrick Verona per Kat Stratford mi lanciai sulle note di ''Can't take my eyes off you''. 
 
You're just too good to be true. 
Can't take my eyes off you. 
You'd be like heaven to touch. 
I wanna hold you so much. 
At long last love has arrived. 
And I thank God I'm alive. 
You're just too good to be true. 
Can't take my eyes off you. 
 
Cantai all'inizio lentamente, per indicarla alla fine. 
La banda alzò il volume all'arrivo del ritornello. 
 
I love you baby, and if it's quite all right, 
I need you baby to warm my lonely night. 
I love you baby. 
Trust in me when I say: 
I love you baby, don't let me down, I pray. 
I love you baby, now that I found you. Stay. 
And let me love you, baby. Let me love you ..
 
La musica finì e la scuola applaudì. La guardai: aveva ormai le guancie bagnate e sorrideva involontariamente. Sotto gli occhi di tutti mi avvicinai a lei. Gli altri avevano tutti fatto un passo indietro, lasciando a noi il centro della scena. Cosa che mise molto in imbarazzo Elizabeth. Eravamo uno di fronte all'altro, in silenzio; parlavano solo i nostri occhi. 
E: - Pensi che questo basti a sistemare le cose?- chiese riprendendosi e rivolgendomi un tono di sfida. Me lo immaginavo.  
H: -Ci speravo...- ammisi senza pensarci. 
E: - Bella voce. Iscriviti a Xfactor. Ciao.- fece per andarsene ma la bloccai prendedola per un polso e costringendola e voltarsi nuovamente verso di me. Non avrei lasciato che se ne andasse, non di nuovo. Intanto l'intera scuola continuava a guardarci come se fossimo un film. 
H: - Ti amo. E' l'unica cosa che so, e l'unica cosa che conta. La cosa più vera del mondo, tanto quanto il fatto che la terra è sferica...- cominciai con tono solenne. 
E: - Harry...- mi interruppe. 
H: - Fammi finire!- 
E: - Harry la terra non è sferica!- mi corresse divertita. 
H: - Ah... cazzo...- 
E: - Ma ho capito il concetto...-  disse, quasi per esortarmi a continuare. 
H: - Io ti amo Liz.- ammisi nuovamente, poiché non mi ero preparato nessun discorso romantico. 
E: - La fiducia non si riconquista con uno spettacolino del genere.- 
H: - Serve una seconda possibilità per riconquistarla. - incalzai, improvvisando. 
E: - Una seconda possibilità? Tu non sai cosa si prova ad essere presi in giro Harry. Non sai come sono stata e come sto tutt'ora..- 
H: - Pensi che la cosa non mi tocchi minimamente? Liz guarda cosa ho fatto oggi! Mi sono umiliato davanti a tutti per te! Pensi che l'avrei fatto se non me ne importasse nulla?- 
E: - Come posso crederti?! Mi hai tardita una volta, perché non dovresti farlo di nuovo? Su quella spiaggia, quel giorno, tu mi dicesti che dovevo fidarmi di noi, di me e te insieme. Io l'ho fatto, ma forse non avrei mai dovuto. Sei stato l'esperienza più bella della mia vita Harry, ma è il momento di finirla qui.- annunciò con gli occhi gonfi, ma la voce decisa. Quelle parole mi facevano male, e non le avrei mai accettate. 
H: - Ho sbagliato e sono qui per riconoscerlo. Non può finire così Liz, lo sai. - 
E: - Tu sbagli sempre Styles. Io mi sono rotta. Passerà.- disse e fece per andarsene, dandomi le spalle. 
H: - Una volta un amico mi disse che tutto finisce, l'amore è l'eccezione che conferma la regola. Puoi dirmi di no adesso, ma insisterò fino a quando non mi dirai sì- alzai leggermente il tono, per farmi sentire da tutti, così che la bloccassero e non la lasciassero andare via. 
X: - Dai Lizzie!- 
X: - Come puoi dirgli di no!- 
Furono le urla della folla. Un sorriso di soddisfazione si fece spazio sul mio volto. 
E: - La tua popolarità ti si ritorcerà contro un giorno...- disse voltandosi nuovamente, mentre mi avvicinavo a lei, soddisfatto. 
H: - Ti amo.- ripetei prendendole il viso fra le mani. 
E: - Non puoi sempre fare quello che ti pare.- cominciò a borbottare mentre i nostri visi si avvicinavano sempre di più. 
H: - Ti amo. - dissi di nuovo. Ora le nostre labbra quasi si toccavano e nessuno dei due sembrava volersi tirare indietro. La volevo mia e non ce l'avrei fatta a resistere ancora di più. Era come aver camminato giorni nel deserto, avere una brocca d'acqua davanti, ma non poterla bere. Era come aver digiunato per mesi, avere il tuo piatto preferito davanti, ma non poterlo assaggiare. O semplicemente, avere quelle labbra che tanto avevi desiderato, e non poterle toccare. 
Aspettavo fosse lei ad avvicinarsi, non volevo costringerla. Ma volevo che lo facesse. Mi guardò nuovamente, mi fece capire. 
Lei mi aveva perdonato. 
 
 
Elizabeth's Point Of View
Aveva fatto tutto questo. Per me. 
Arrivai alla conclusione che lo amavo, e che non mi andava di distruggermi ancora di più. Se lui diceva la verità, non potevo lasciarmelo sfuggire. Non tutti avrebbero perdonato un ragazzo dopo questo. Ma non tutti avevano il rapporto che si era andato a creare fra di noi. Lo avevo davanti, a pochi centimetri da me. Le nostre labbra quasi si toccavano. Volevo che lo facesse, ma lui si aspettava che lo avrei fatto io. Volevo sapere fino a che punto era capace di arrivare. Lo guardai e glielo dissi, che l'avevo perdonato, solo guardandolo. 
Lui capì. 
Non se lo fece ripetere due volte. Mi baciò come non aveva mai fatto prima, come se non lo facesse da anni. Non era diverso, provai le stesse sensazioni di brivido e di ebrezza. 
Era solo più intenso. 
Capii che ci appartenevamo, nonostante volessi girarci intorno.  
Capii che avevo fatto la cosa giusta, nonostante nessuno la pensasse come me. 
Ma avevo smesso di ascoltare il giudizio degli altri. 
Ora ero felice, e tutto grazie a uno stupido riccio dagli occhi verdi e due fossette irresistibili. 


 
1st July, 11:30 a.m.
 
Harry's Point Of View
La scuola era finita. Io ero diplomato. Quasi non ci credevo. 
Mia madre era di nuovo a casa e sembrava essersi ripresa, grazie all'aiuto mio e di Gemma. 
Mia sorella sarebbe ripartita a settembre, e ora ero certo di poter dire che mi sarebbe mancata. 
Il mio migliore amico viaggiava ancora da un letto a un altro, senza nessun problema. Non ci trovavo nulla di intelligente in ciò che faceva, ma dopottutto, ormai io la pensavo in modo diverso. 
La mia migliore amica ora frequentava quel certo Louis Tomlinson. Sapevo che era cominciata come un malinteso, ma poi era andata avanti. 
Melanie invece, l'avevo persa di vista, ma giravano voci che ora frequentasse quel biondino irlandese che tanto mi dava sui nervi. 
Kimberly era stata spedita in collegio dalla madre, uno solo femminile. Mi dispiaceva che lei era stata l'unica a rimetterci.
Riguardo a Elizabeth, be', lei ora stava uscendo con un certo Harry, e insieme erano davvero felici. 
 
Quella mattina rientrai in casa dopo essere stato fuori con Zayn. In salone trovai mia madre, mia sorella e la mia ragazza che mi guardavano entusiaste, senza dire nulla. Notai che mia madre aveva una busta in mano. Non capivo. 
H: - Ehm... Va tutto bene?- chiesi incerto. 
A: - Prima che ti diplomassi... Compilai un modulo d'ammissione a tuo nome. Non sapevi che fare dopo e sapevo che ci tenevi. Lo so, dovevo dirtelo, ma se non ti avessero accettato non l'avresti presa bene...- cominciò mia madre cercando di trattenere l'entusiasmo. 
H: - Non capisco.- 
G: - Falle vedere- disse mia sorella, e mia madre mi porse la busta. Riuscii a leggere solo ''Italian Food Style Education'' prima che mia sorella sputò subito la bella notizia. 
G: - Sei stato ammesso all'IFSE.- 
Non capivo. Cosa? 
E: - E' la scuola di cucina migliore che c'è in...- spiegò Elizabeth. Solo allora guardai la busta per bene e capii. 
H: - In Italia...- dissi incredulo e l'eccitazione prese parte di me. Un sorriso mi si dipinse in volto, non riuscivo a trattenermi. 
H: - Siete serie?- 
A: - Si tratta di un corso  di sei mesi. Parte a settembre. - annunciò. 
Non riuscivo a crederci. Erano i miei sogni, ce l'avrei fatta. Dovevo fare esperienza, e quello sarebbe stato il modo migliore. 
Una cosa però, mi bloccò subito. Mi rivolsi a Elizabeth.
H: - Tu che ne pensi?- chiesi indeciso.  
E: - E me lo chiedi?- 
H:- Significa stare lontano da te... E non si tratta di un paio di settimane.- spiegai.  
E: - E' il tuo sogno.- disse sincera. Sapevo che un po' le scocciava, ma mi stava mettendo davanti al resto. Per lei i miei sogni contavano più dei suoi. 
H: - Italia sia!- urlai entusiasta. 


 
13rd September, 6.00 a.m. 
 
A: - Quindi ci vediamo a febbraio...- disse fra le lacrime. 
H: - Mamma non sto andando in guerra!- le sorrisi. 
A: - Mi mancherai.- la abbracciai come risposta. 
Passai poi da mia sorella. 
G: - Fai il bravo, piccola peste. E quando torni vedi di cucinarmi un bel pranzo!- 
H: - Stammi bene Styles.- le ripetei come qualche mese fa, ma stavolta con dolcezza, abbracciandola sinceramente. 
Fu poi il turno della mia migliore amica. 
H: - Tienimi aggiornato su tutto, mi raccomando! - 
D: - Sempre Harry! Divertiti laggiù!- 
H: - E se quel Tomlison allunga troppo le mani...-
D: - Sarai il primo che chiamerò!- ci scherzò lei. La salutai abbracciandola e andai dal mio migliore amico. 
H: - Comportati bene mentre non ci sono.- 
Z: - E tu vedi di ingrassare poco, non voglio un migliore amico cesso- 
H: - Io cesso? Non in questa vita!- dissi abbracciandolo. 
H: - E controllami anche tutti i brutti ceffi che metteranno gli occhi sulla mia ragazza, mentre non ci sono. Soprattutto quell'irlandese. - gli sussurrai in confidenza. 
Z: - Mi mancherai Hazza.- disse con gli occhi lucidi. 
H: - Non eri il tizio che non piangeva mai?- 
Z: - Ho solo una fottuta ciglia nell'occhio...- e ci abbraciammo nuovamente, consapevoli che l'uno non era niente senza l'altro. 
Poi fu il suo turno. Di lei. 
E: - Non allungare troppo l'occhio sulle italiane, altrimenti quando torni qui facciamo i conti.- 
H: - Cercherò di trattenermi.- le dissi divertito, ma sapeva benissimo che avevo smesso di guardare le altre. Appoggiai poi la mia fronte sulla sua, per assoporare ogni attimo di quell'ultimo momento. Per ricordare tutti i bei momenti, che mi avrebbero fatto compagnia per quei futuri sei mesi. 
H: - Ti amo.- le dissi, per poi baciarla, una, due, tre volte. Avrei voluto farlo fino a quando non mi stancavo, ma sapevo che quel momento non sarebbe mai arrivato. 
X: - Si pregano i passeggeri del volo per Torino di fare ingresso sull'aereo.- annunciò una voce, che mi distrasse. 
E: - Ti amo anche io.- disse. Mi staccai, dovevo andare. Diedi un'ultima occhiata a tutti loro. 
Mi voltai prendendo le mie valigie, mettendomi in marcia. Mi accorsi solo allora, che nonostante non volessi crescere, involontariamente, l'avevo già fatto. 
Un nodo si appropriò del mio stomaco. Mi voltai nuovamente: non c'erano più. Lasciai le valigie lì in mezzo e cominciai a correre. 
H: - Elizabeth!- urlai, fino a raggiungere l'uscita dell'aereoporto. La vidi e le corsi incontro. 
Lei non capiva, ma era meravigliata. 
La baciai, di nuovo. Così doveva essere il nostro ultimo bacio. Così inaspettato e desiderato. Ora potevo anche andare. 
H: - Ti amo.- dissi, voltandole di nuovo le spalle e lasciandola in lacrime. 

 
Zayn's Point Of View
Era andata bene a tutti. Tutti avevano avuto quello che volevano. Tranne me. Ciò che volevo io mi era stato privato. Rubato. 
Qualcuno se ne era appropriato prima di me. 
Ma era solo questione di tempo.


 
*Spazio a me*
Ccccciao gente!
Oggi ho aggiornato di venerdì!
Comunque, il capitolo è lunghissimo, 
ma è anche ricco di colpi di scena!
Da qui potremmo anche dire un ''Fine prima parte''
Dal prossimo capitolo in poi sarà tutto diverso,
e cominceremo con sei mesi dopo!
A parte questo...
Avete visto il nuovo video di Little things?!
Ajbafsbfdpanbfs *_*
Ok, ora sparisco!
Mi lasciate una recensione?
XXX

harrehs





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Capitolo 24
*** #Back for you ***


Chapter 24th.
#Back for you



 


 
Sei mesi sono in media centottantacinque giorni. 
Erano passati sei mesi e due settimane. 
Quindi, in media centonovantanove giorni. 
Quattromilasettecentosettantasei ore, all'incirca. 
Duecentottantaseimilacinquecentosessanta minuti. 
Sono sempre stato bravo con i calcoli. La matematica era una delle poche materie in cui andavo bene.
 
Stavo letteralmente impazzendo, mentre comprimevo con forza i pollici fra di loro, per scaricare la tensione, e mi torturavo il labbro inferiore. Tenevo lo sguardo fisso sul finestrino: sempre nuvole. 
Ancora non eravamo arrivati, diamine. 
Inspirai profondamente e appoggiai la testa allo schienale, chiudendo gli occhi e abbandonando i pensieri. Non ce la facevo. 
Riuscivo a pensare solo a casa. 
La mia casa. 
Quindi, a lei. 
Sei mesi. Sei fottuti mesi e due settimane. Io ora ero tornato, tornato per lei. 
Il cellulare squillò improvvisamente, costringendomi a sobbalzare. 
Lessi il nome sul display: ogni giorno leggevo quel nome almeno una decina di volte. 
H: - Mamma?- chiesi rassegnato, ma non potei negare che sentire la sua voce mi face piacere. 
A: - Harry, sei atterrato? Com'è il tempo? E' tutto apposto? L'hai messo il maglione?- 
H: - Quasi, c'è qualche nuvola, e va tutto alla grande. E sì, ho messo quello bianco di lana che mi ha fatto la nonna a Natale.- risposi come se fosse la solita filastrocca. 
A: - Perfetto. Fai il bravo. Ci vediamo presto.- 
H: - Mi manchi anche tu mamma.- sorrisi involontariamente, sentendo dall'altro lato della cornetta un timido singhiozzo. Attaccò e mi rimisi il telefono in tasca, tornando alla mia quiete. 
Troppo tardi; il telefono squillò di nuovo.
Stavolta però, quando lessi il nome sul display mi precipitai a rispondere. 
H: - Ehi...- salutai timidamente, tanto era l'emozione di vederla. 
E: - Sono qui.- disse solo. E mi bastò. 
Una scossa  percorse il mio corpo, e mi costrinse a portare in avanti il busto, irrigidendomi.  Strinsi il telefono con entrambe le mani, così per portarlo più vicino all'orecchio e sentire meglio. Sorrisi come un ebete. Non riuscivo a smettere. 
H: - All'aereoporto? Cazzo Liz giuro che... - appena ti vedo potrei saltarti addosso - ... Non vedo l'ora di vederti.- mi trattenni. 
Sentii la sua risata: aveva capito comunque cosa intendevo. 
E: - Quanto ti manca?- 
H: - Non so, - risposi e poi mi affacciai al finestrino. Strabuzzai gli occhi: terra. - Ci siamo Lizzie. - 
E: - Ci vediamo fra qualche minuto allora.- disse entusiasta. 
H: - Dopo sei mesi era ora. - 
E: - E due settimane.- aggiunse. Risi e attaccai, emozionato all'idea di rivederla. Era passato tutto quel tempo, quante cose erano cambiate? 
Sarei stato un estraneo a quel nuovo mondo. Eppure non vedevo l'ora. 
L'aereo toccò terra solo dopo una decina di minuti. Il mio stomaco si contorse violentemente. 
Notai che alcune persone cominciavano ad alzarsi. Le imitai immediatamente. Mi guardai intorno: cercavo l'uscita. E velocemente. 
Ero affamato. 
Assetato. 
Di lei. 
Uscii di fretta, camminando a passo svelto. Lei doveva essere vicino alla pedana scorrevole delle valigie. 
Scossi i capelli nervosamente; lo facevo sempre, prima di qualcosa d'importante. 
Oh cazzo: mai vista così tanta gente in vita mia. 
Gente con cartelli. Gente con valigie. Ovunque. 
Mi sporsi un po' per guardare meglio, salendo sulle punte, mentre altri passeggeri che dovevano tornare a casa mi spingevano da una parte all'altra. 
Non ci volle tanto, però. 
Gonnellina a balze a vita alta, blu. 
Canottiera bianca, spalle coperte da un cardigan di filo rosso e blu. 
Era dimagrita. 
Era più alta. 
Il viso aveva tratti da donna, ora. 
Il sorriso però, aveva la stessa innocenza di sempre. 
Innocenza in cui io trovavo qualcosa di eccitante. Qualcosa che mi stuzzicava. 
Capelli di sempre, lisci, lasciati sciolti. 
Solo un filo di trucco, troppo le aveva sempre fatto irritazione. 
Le linee erano più evidenti. 
Il seno era più abbondante. 
Mi accorsi che sei mesi fa avevo lasciato una semplice ragazzina, ora avevo ritrovato una donna. 
Mi vide, mentre io ancora la fissavo imbambolato. 
I suoi occhi. I suoi fottuti occhi. 
Fu lì che cominciai a correre, spingendo via la folla. 
Non la abbracciai. 
Non la strinsi romanticamente a me. 
Mi fiondai semplicemente sulle sue labbra, assaporandole. 
Sapore che non era mio da sei mesi e due fottute settimane. 
Le presi il viso fra le mani, in modo da non farla staccare da me. 
E: - Harry...- cercò di dire, tirandosi indietro. 
H: - Non ti ho avuta per sei mesi. Ora non voglio sentire scuse.- protestai, dedicandomi nuovamente alle sue labbra. 
E: - Harry...- riprese, allontanandomi. 
H: - Che c'è?- protestai, irritato. 
E: - Sai che se non prendi subito la valigia potrebbero rubartela?- disse con tono da so-tutto-io, per poi scoppiare a ridere. 
H: - Ragazza, non sei divertente.- constatai fingendomi offeso. Ma poi imitandola e cominciando a ridere. 
Mi era mancata. 
Ripresi a fissarla; ora dolcemente, ignorando la foga di poco prima, le poggiai le mani sui fianchi, sentendo quel corpo che era solo mio. 
La avvicinai a me, e cominciai di nuovo a baciarla, come se non avessi mai smesso. 
Lì, in mezzo alla folla, menefreghisti del resto, recuperavamo il tempo perso. 
Ma ci sarebbe stato bisogno di più di un semplice bacio. 
E sperai con tutto il mio cuore che lei la pensasse allo stesso modo. 
 
Ci staccammo, dopo un periodo che mi sembrò pari a epoche. 
Le cinsi il fianco e insieme andammo a prendere la valigia, per poi uscire dall'aereoporto. Respirai profondamente l'aria inglese; dopotutto, mi era mancata anche quella. 
Alzai lo sguardo verso il cielo: nuvole. Non si vedevano spesso in Italia, ci avevo quasi fatto l'abitudine. 
Mentre ero perso nei miei pensieri Elizabeth prese la mia mano e cominciò a strattonarmi. 
Non potei fare a meno di posare lo sguardo sulle balze della sua gonna, che continuavano a muoversi su e giù. Un sorriso di malizia mi si dipinse involontariamente in volto. 
Poi si fermò di scatto. 
E: - Bella vero?- chiese, indicando una Range Rover grigio perla di fronte a noi.
H: - Caspita. - cominciai girandole intorno. - Penso che un giorno, se mai avrò i soldi, me la comprerò una macchina del genere.- fantasticai. 
La vidi sorridere. 
Mi voltai verso di lei staccando gli occhi da quella meraviglia di veicolo. Alzai un sopracciglio e inclinai la testa, non capendo il perché dalla sua domanda. 
Con mia sorpresa tirò fuori un mazzetto di chiavi, con lo stemma di quella Range Rover impresso sopra. 
Spalancai gli occhi incredulo. 
E: - Buon compleanno, anche se in ritardo! - annunciò correndo ad abbracciarmi.
Quello era il mio regalo? Pochi giorni fa avevo compiuto diciannove anni. E ora, avevo una Range Rover?
H: - Come?- le chiesi una volta che ci fummo staccati. 
E: - E' stata di tua madre l'idea, ma tuo padre ci ha messo la carta di credito.- spiegò, per poi aprire la macchina con il telecomando.
Papà, da un po' non lo sentivo. 
Tornai entusiasta a guardare quella bellezza: era mia. 
La mia macchina. 
Cazzo. 
Presi a ridere istericamente, saltellando qua e la'. 
Aprii lo sportello del posto di guida e mi misi a sedere. Sfiorai il volante, e aspirai quell'odore di nuovo, fiero e orgoglioso del mio nuovo giocattolo. 
Poi abbassai il finistrino e mi sporsi verso Elizabeth. 
H: - Vieni bellezza, ti porto a fare un giro!- 
Lei rimase ferma. 
E: - Scendi da lì Styles. Guido io.- 
Spalancai gli occhi. 
H: - Liz non hai la patente. Ti mancano ancora due anni.- le ricordai.
Ora infatti lei aveva sedici anni. Quando la conobbi era ancora una timida quindicenne che non si era mai avvicinata a un ragazzo.  
E: - Come pensi che sia arrivata qui? Volando? Dai, Liam mi ha insegnato!- 
H: - Non se ne parla.-
Solo allora realizzai che la mia Range Rover solo qualche minuto fa era stata guidata da una ragazza senza patente; avrebbe potuto distruggerla! Al solo pensiero rabbrividii. 
E poi, Elizabeth rischiava di fare un incidente. Rabbrividii anche a quello. 
Sbuffò e si mise a sedere al sedile accanto al mio, poggiando, come era solita fare, i piedi sul cruscotto. 
H: - Liz...- mugolai infastidito. 
E: - Alla spiaggia Styles. Ora.- mi ordinò. 
H: - Vorrei andare a casa...- 
E: - No, fidati di me.- 
La spiaggia? Perché voleva che andassimo lì? 
Un pensiero mi passò per la testa. 
Che lei volesse...?
Che finalmente si fosse decisa?
Misi in moto la mia nuova macchina e la portai alla spiaggia, mentre come ai vecchi tempi canticchiavamo le canzoni che passavano alla radio. 
Mi era mancata. 
 
H: - Contenta?- le chiesi una volta arrivati, dopo aver parcheggiato. 
E: - Ora chiudi gli occhi.- 
Sentii un blocco piazzarsi nello stomaco, e l'eccitazione aumentare. 
Che dovesse davvero succedere?
Tutto quadrava: macchina nuova, su quella spiaggia, dopo sei mesi. 
Sorrisi, lo stesso sorriso malizioso di poco prima. 
Sentii uno sportello asprirsi. 
Niente. 
Posso dire che improvvisamente mi si ammosciò tutto, giuro. 
Mi prese per un polso e mi trascinò fuori, ripetendomi sempre di non aprire gli occhi. 
Passammo dall'asfalto del parcheggio alla sabbia. 
Ci fermammo. 
E: - Si prenderanno il merito, ma sappi che è stata una mia idea.- mi sussurrò dolcemente, per poi passare alle mie labbra, e lasciarmi uno di quei baci che tanto mi erano mancati. 
 X: - Ehi sfigato, la smetti di pomiciare una volta ogni tanto?- urlò una voce. 
L'avrei riconosciuta fra mille. 
Aprii gli occhi e mi staccai da Elizabeth, riassumendo quell'espressione da ebete che avevo avuto fin troppe volte quel giorno. 
Mi voltai verso il mare: una folla di gente era lì per me. C'erano tutti: mia madre, Charlotte, Janette, Debbie, Louis e gli altri di scuola. Addirittura Kimberly.  
E poi c'era lui, che aveva fatto quell'adorabile battuta. 
Corsi verso il moro lasciandomi il resto alle spalle, non pensando neppure a salutare gli altri invitati. C'era solo lui. 
Sei mesi senza le sue cazzate. 
Senza le nostre battute. 
La mia sporca metà. 
Da quando avevo sette anni eravamo abituati a vivere ogni singolo giorno insieme. 
Quei sei mesi, senza di lui e senza Elizabeth, erano stati duri. 
Loro due erano le persone più importanti della mia vita. 
Loro, e la mamma ovviamente. 
Lo abbracciai appena lo raggiunsi, salendogli quasi in braccio per quanto mi era mancato. 
Z: - Vaffanculo Styles mi fai sempre essere sentimentale. - 
H: - Non puoi immaginare quanto mi sei mancato stupido coglione.- 
Z: - Certo che posso. Pensi che ci si diverta a bere birra da soli?- 
H: - E io ora dovrei credere che tu eri davvero solo a fare certe cose?- 
Attaccammo a ridere entrambi.
Solo in quel momento notai i suoi capelli; c'era qualcosa di diverso. 
H: - Ciuffo biondo?- gli chiesi stupito. 
Z: - E' sexy.- rispose con ovvietà. 
H: - Nah!- sorrisi dopo aver fatto finta di averci pensato un po' su.  
Tornai poi dagli altri, e li salutai tutti con lo stesso affetto. C'era anche del cibo. Mi ci avventai subito, nonostante non fosse paragonabile a ciò che avevo avuto in Italia. 
Restammo su quella spiaggia, con la musica a palla, fino a sera. 
 
A una cert'ora, io e il mio migliore amico ci appartammo in un angolo, e cominciammo a parlare dei sei mesi passati. 
Z: - Debbie ha mollato Louis, non si sentiva amata.- 
H: - Sì, me l'aveva detto. Riuscirà mai ad essere felice quella ragazza?- domandai mentre camminavamo sul bagnoasciuga a piedi scalzi, allontanandoci dalla folla che continuava a scatenarsi sulle note di Katy Perry. 
Si fermò di scatto, guardandomi e tagliandomi la strada. 
Z: - Dai ora siamo soli. - cominciò - Quante te ne sei scopate lì in Italia? Conoscendoti, una diversa ogni settimana?- chiese con una leggera eccitazione nella voce. 
Scossi la testa con un mezzo sorriso. 
Tornai a guardarlo, mentre lui mi incitava a parlare. 
H: - Zayn io...- cominciai, ma ciò che stavo per dire mi sembrava così ovvio, che neanche andava detto. - Io ho una ragazza.- dissi infine. 
Z: - Wow, fino qui c'ero arrivato. Quindi, quante?- insistette. 
H: - Nessuna Malik. - dissi tranquillo.
Lui sbarrò gli occhi. Sembrava... Preoccupato?
Z: - Neanche una? Per sei mesi? Amico, ma da quanto tempo tu non...- 
H: - Quasi nove mesi, e credimi, è una tortura.- ammisi sospirando e guardando all'orizzonte. - Soprattuto se Elizabeth continua a mettersi dei vestiti del genere.- aggiunsi, riferendomi alla gonnellina blu di oggi. 
Zayn mi mise una mano sulla spalla. 
Z: - Torniamo a festeggiare innamorato.- disse sorridente e insieme ci incamminammo nuovamente verso la festa. 
 
Tornai poi stanco a casa. La mattina dopo Elizabeth sarebbe venuta a casa mia. Le avevo pormesso un gran pranzo, dopo ciò che avevo studiato in Italia. 
Ma soprattutto, dopo pranzo le cose dovevano cambiare. 
Dovevamo fare quel fottuto passo avanti. 
Sarebbe successo. 
 
 
Elizabeth's Point Of View
Mi stavo preparando per andare a casa di Harry. 
Dovevo dirglielo. 
Dovevo farmi coraggio. 

 
***
Eccomi qui bellezze!
Oggi ho aggiornato di giovedì. 
Cioè, 16 recensioni all'altro capitolo?!
Ma voi siete spettacolari :')
Mi incitate a continuare, vi amo. 
Ringrazio quindi le 119 persone che hanno messo la storia nelle seguite
Le 20 che l'hanno messa fra le ricordate
e le 56 che l'hanno messa fra le preferite!
Questa storia non si merita tutto questo.
E un grazie speciale a chi recensisce!

Ora passiamo alla storia,
Harry è tornato, ed è follemente innamorato di Liz
ma soprattutto, vuole fare il grande passo!
Che Elizabeth sia pronta?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo xD

Per stavolta niente ''On the next...'' 
Vi lascio con il fiato sospeso!

Poi volevo chiedervi...
Questa storia è molto Zarry,
qual è la vostra bromance preferita?
E che bromance vorreste vedere di più in questa storia?
La mia, se non l'avete capito, è proprio Zarry xD
Poi,
che coppia tifate?
O chi vorreste vedere insieme?
Che personaggi vi piacciono di più?
E chi odiate?

Solo per curiosità xD

Seguitemi qui: 
https://twitter.com/xsmilecmon

Se volete ricambio il follow!

Vabbe, ora me ne vado
XXX

harrehs




 

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Capitolo 25
*** #Hurt. ***


Chapter 25th.
#Hurt.



 

 
Harry's Point Of View
Era tutto perfetto. 
Le lasagne erano fumanti. Le adoravo; la ricetta l'avevo imparata in Italia.
Era pronto un pranzo coi fiocchi. 
Lo stereo riproduceva in sottofondo tutte le canzoni che avevano accompagnato la nostra relazione, a partire da ''Isn't she lovely''
Avevo pensato a tutto. Mi ero davvero superato. 
Avremmo pranzato a casa mia, ero solo quel giorno, e poi dopo... Era tutto da vedere. 
Ma sarebbe successo, ne ero sicuro. 
Il campanellò suonò e, con l'anticoncezionale ben incartato in tasca, avevo ovviamente pensato anche a quello, andai ad aprire. 
Ma cos'era quell'anno, la moda delle gonne corte?
Stavolta la mia ragazza ne indossava una gialla, sempre con quelle solite balze accattivanti, a vita alta. 
Lo faceva apposta?
H: - Buongiorno dolcezza, vuole accomodarsi?- le chiesi, una volta dopo aver distolto lo sguardo dal suo abbigliamento. 
Lei entrò senza dire nulla e si mise subito a sedere a tavola. 
Sembrava tesa.
Strano, solitamente mostra a tutti il suo sorriso invidiabile. Oggi no. 
Mi sedetti di fronte a lei. 
H: - Tutto bene?- le chiesi preoccupato. 
Strofinava gli indici con i pollici nervosamente e guardava in basso. 
E: - Harry,- cominciò sospirando e alzando indecisa lo sguardo. - Chi hai baciato a capodanno?- chiese. 
Ero sconcertato, ma tirai un sospiro di sollievo. Per qualche strana ragione mi ero davvero spaventato. Sorrisi. 
H: - Liz è questo il problema? Chi ho baciato a capodanno?- le domandai incredulo e divertito. 
Lei però restava seria. 
E: - Insomma?- mi incitò. 
H: - Lavoravo quella sera. Non ho baciato nessuno a capodanno Liz, mi pare ovvio.- le risposi tranquillo. Quella sera infatti, io e i miei compagni di corso ci saremmo dovuti occupare del catering per una festa importante. Era andato tutto bene, e avevo addirittura ricevuto numerosi complimenti. 
Lei tuttavia, dopo la mia frase, respirò rumorosamente e si agitò ancora di più. Sembrava quasi delusa. 
La guardai negli occhi. Rabbrividii. Speravo di non aver capito bene. 
Elizabeth per me era un libro aperto; ero sempre stato bravo a leggere lo sguardo delle ragazze, e i suoi occhi neri per me non avevano più segreti. Sapevo quando mi mentiva, quando doveva dirmi qualcosa, quando era sull'orlo di un pianto. 
Tremava. 
Il mio respiro si fece più affannoso, ma cercai di mantenere la calma. 
Voleva abbassare lo sguardo, ma per qualche strana ragione si stava trattenendo. 
E: - Harry, io ho baciato qualcuno a capodanno.- ammise tutto d'un fiato, decisa, colpevole. 
Fu una pugnalata. Ne sentii il dolore. 
Il sapore delle sue labbra, al quale solo io avevo il diritto, era appartenuto a qualcun'altro.
Per un attimo l'odore delle lasagne fumanti mi diede il voltastomaco. 
Tutto mi stava dando il voltastomaco. 
Strinsi i pugni, per trattenermi. 
Ma poi riflettei: a capodanno è naturale baciare qualcuno. Tutti si baciano, anche sconosciuti fra di loro. Finisce lì. E' un rito. 
Sì, mi dava fastidio, ma era solo uno stupido bacio di capodanno. 
H: - Dai Liz, non è niente. E' normale baciare qualcuno a capodanno. E' finita lì. Si dimentica.- le dissi per rassicurarla, un po' incerto. 
La sua espressione però non si rilassò. 
Perché non si rilassò?
Lessi il suo sguardo nuovamente. 
C'era la colpa. Solo questo. 
Fece un lento e deciso cenno di no con la testa. A che era riferita?
Cazzo. 
Rabbia. Sentii solo questo. 
H: - Stai continuando a vederlo?- le chiesi furioso, sporgendomi leggermente verso di lei. 
Fece un altro veloce cenno di no. 
Mi rilassai. 
Lei no. 
Sospirò, sull'orlo del pianto, il mento tremante. 
E: - Harry...- cominciò, per poi fare una lunga pausa. - Io ho perso la verginità quella notte.- 
Vuoto. 
Dolore. 
Incredulità. 
Scherzava. 
Non era vero. 
Ma allora perché continuava a guardarmi in quel modo. 
Mi passai nervosamente una mano fra i capelli, scuotendoli ferocemente. 
H: - Tu cosa?- riuscii solo a chiedere, con un filo di voce. 
E: - Mi dispiace.- rispose, trattenendo un singhiozzo. 
Ecco di nuovo la nausea. Era tutto vero. 
Lei. 
Il suo corpo. 
Era stato di qualcun'altro, prima di essere mio. 
Prima di essere dell'uomo che lei diceva di amare. 
Quasi non riuscivo a respirare. 
Lei. Un'altro. 
No.
Non la mia innocente Liz. 
Una presa in giro. Non era innocente. 
Dopo l'incredulità arriva la parte peggiore. 
Misi le mani tremanti sul tavolo, per poi scaricare la rabbia e spostarlo bruscamente in avanti. Non riuscivo a controllarmi. 
Elizabeth si spaventò, ma non mi importava. 
Rabbia. 
Mi alzai e cominciai a camminare avanti e indietro, pur di non spaccare tutto. 
H: - Come? Cosa? Tu non fai certe cose.- balbettai, furioso e incredulo allo stesso tempo, senza fermare la mia camminata nervosa. 
E: - Io...- balbettava anche lei, ma in questo momento davvero non riuscivo a provare tenerezza nei suoi confronti -... Sei mesi sono tanti e... Tu non c'eri...- continuò -...E io ne avevo voglia.- finì. 
Mi bloccai. 
Quell'ultima frase mi spiazzò. 
Mi voltai a guardarla. 
Non potevo neppure immaginare che sguardo avessi avuto in quel momento, ma lei era spaventata. 
H: - Tu avevi voglia?- chiesi all'inizio sibilando. - Sono nove mesi cazzo che ti aspetto Liz!- urlai. 
Non ho mai avuto un gran temperamento. E la mia voce è sempre stata fin troppo alta. 
In quel momento forse neppure mi sarei riconosciuto. 
Ma ero fuori di me. 
Ero ferito. 
Sapevo di averle urlato in faccia, ma era il minimo. Cercavo di contenermi, non sapevo per quanto avrei resistito. 
E: - Fa male stare dall'altro lato vero? Ti capisco.- disse. 
La parola ferisce più della spada. 
Sapevo a cosa si riferiva; quasi un anno prima quella conversazione era già stata fatta, ma i ruoli erano invertiti. Su quella spiaggia, quando io le dissi che l'avevo tradita. 
H: - Esci da qui.- dissi secco, freddo. 
Lei non capì. 
Ma doveva andarsene, perché io sarei scoppiato. E non volevo farle del male. 
Il respiro era sempre più affannoso, e numerose scosse dominavano il mio corpo. 
H: - Elizabeth va via.- dissi nuovamente, voltandomi per non guardarla. 
Per vedere ciò che stavo perdendo. 
Sentii una sedia muoversi. 
Scarpe strusciare sul pavimento. 
Un singhiozzo. 
Una porta chiudersi. 
Mi voltai. 
Ero solo. 
Respirai profondamente, chiudendo gli occhi. 
Ma venne fuori tutto, come un conato di vomito. 
Gettai a terra la sedia con un calcio, spinsi il tavolo lontano da me, presi a pugni il muro. 
Sentivo che stavo perdendo la ragione. 
Sentivo che prima o poi mi sarei stancato di spaccare tutto. 
Sentivo che non ero più io, perché lei non era più lei. 
 
Mi ritrovai accasciato a terra, con la guancie bagnate. 
Mi sentivo uno sfigato, perché ci avevo creduto. 
Mi sentivo uno sfigato, perché un altro era riuscito ad averla prima di me. 
Mi sentivo uno sfigato perché sapevo che senza di lei perdevo tutto. 
Non poteva averlo fatto davvero. 
Eppure non stavo sognando. 
Presi il telefono dalla tasca dei pantaloni, e composi il solito numero. 
H: - Zayn...- dissi con la voce tremante. Tirai su con il naso e ci passai sopra con la manica della giacca, sbattendo le palpebre velocemente per evitare altre lacrime. - Ho bisogno di te.- dissi senza girarci intorno. 
Z: - Arrivo.- 
Sapevo che lui ci sarebbe sempre stato. 
 
H: - Non è vero Zayn, non è vero.- continuavo a ripetere, mentre mi corpivo il viso con le mani e appoggiavo la schiena al muro, ancora accasciato a terra con le ginocchia vicino al petto. 
Il mio migliore amico stava seduto di fronte a me. Guardava, annuiva e ascoltava. Ma era ciò di cui avevo bisogno. 
Sentii improvvisamente puzza di tabacco: Zayn doveva aver acceso una sigaretta mentre parlavo. Tolsi le mani dalla faccia e lo guardai serio. 
H: - Mi fa fare un tiro?- chiesi. Se lo facevano tutti, magari portava via i pensieri. 
Lui mi guardò sconcertato. 
Z: - Da quando fumi?- tuttavia mi passò la sigaretta. 
Neanche sapevo come si teneva quella cosa. 
H: - Da oggi.- ammisi, guardando l'oggetto curioso e spaventato. Deglutii e la avvicinai alle labbra. Aspirai profondamente. Merda. 
Tossii rumorosamente espellendo via tutto. Gli ripassai la sigaretta. 
H: - Questa roba fa schifo!- constatai mentre continuavo a tossire. Lui scoppiò a ridere. 
Z: - Dipende dai punti di vista.- e aspirò. A lui non fece lo stesso effetto che aveva fatto a me. 
Guardai schifato quell'arnese che teneva fra le labbra, mentre ancora sentivo il sapore stomachevole nella bocca.
Poi mi ricordai cosa era successo quasi un'ora prima. Sbattei con forza la testa al muro: se me la fossi spaccata magari non avrei più sentito nulla. 
Ero deluso. 
Ferito. 
Capii come si era sentita lei un anno prima. 
Ma me ne infischiavo ora. Ero io quello che stava una merda. 
Ed era solo l'inizio. 
Z: - Dai Harry, ora torna il vecchio Styles.- cercò di incoraggiarmi. 
Sbuffai. Da nove mesi che non si vedeva quello Styles!
Zayn poi si alzò di scatto, porgendomi la mano. 
Z: - Vieni.-  mi ordinò. 
Non avevo voglia di alzarmi, così lo ignorai. 
Z: - Vieni ho detto.- 
Lo assecondai stavolta: che alternativa avevo? Ero come morto. 
H: - Dove andiamo?- 
Z: - A vivere.- sorrise compiaciuto e mi trascinò fuori da casa mia. 
 
H: - Un pub per te è vivere?- gli chiesi appena fummo entrati in quel piccolo locale che sapeva di tabacco e alcool. L'odore era rivoltante. 
E pensare che una volta amavo questi posti. 
Z: - Be', quelle sono vita, non credi?- chiese indicandomi un gruppo di ragazze, mentre ridevano e scherzavano attorno a una bottiglia di Vodka. 
Una volta la cosa mi avrebbe eccitato, ma stavolta non ci trovavo nulla di interessante. 
Z: - Harry, non puoi stare in astinenza per sempre. Lei ti ha tradito, fattene una ragione.- 
Zayn ha sempre parlato chiaro. 
Andai dalle ragazze, mentre lui osservava da lontano la scena compiaciuto, sorseggiando un drink. 
Feci il cascamorto, occhiate maliziose, toccate occasionali. 
Fui il vecchio me, quello che tenevo nascosto nell'armadio da nove mesi. 
Quello che pensava di essere cresciuto per amore. 
Forse lo ero. Ma se lei era fuori a divertirsi e a scoparsi chissà chi, perché non potevo farlo anche io?
Ci furono particolari sguardi con una delle ragazze. Loro erano cinque. 
Lei era bionda, capelli a caschetto, truccata pesantemente. Ma non mi interessava. 
In quel momento volevo solo una cosa. 
Da tempo non desideravo ragazza fuori da Elizabeth. 
In effetti, non che quella bionda mi facesse impazzire, ma dovevo sfogarmi. 
Sfogare il mio dolore. 
E quella fottuta voglia di lei. Lei, che era stata con un altro. 
Rabbrividii al pensarci, e cercai di allontanare quei pensieri. Utilizzai la bionda per questo. 
 
Mi portò a casa sua. Succedeva spesso con le ragazze, ai vecchi tempi. 
Sempre io a casa loro. Mai a casa mia. Era una regola. 
Le sfilai l'abito addirittura prima di entrare nell'appartamento. 
Nove mesi. 
Ne avevo una voglia assurda. 
Sembravo un pivello alla sua prima volta; in quel momento tutto di quella ragazza mi faceva piacere. 
Eppure usava trucchetti banali, non era poi così brava. 
Gemevo, per ciò che non provavo da tempo. 
Anche lei gemeva, e ne stavo godendo da impazzire. 
Ad un tratto tutto cessò.  
Fui costretto a fermarmi. 
Non era mai successo. 
Non poteva essere. 

 
***
Non uccidetemi. 
Vi prego. 
Non uccidete Liz. 
Vi prego. 
Giuro che scrivere questo capitolo mi ha distrutta. 
Comunque, ho aggiornato prima questa settimana!
Cioè, 19 recensioni al capitolo precedente?!
Ma mi volete davvero morta allora!
Cioè, siete meravigliose/i!
E poi, 130 seguite
22 ricordate
67 preferite. 
Muoio. 
Non so come dirvelo, grazie infinite.
Crazie, crazie!

Passando alla storia... 
Eheheheh 
Lizzie ha parlato! 
Che ne pensate?
Ve lo aspettavate?

E poi devo dire,
mia dolce shit, ma come hai fatto?
Cioè, sapevi già tutto?!
Cazzo, siamo telepatiche! 
I love you so much my shit!

Account twittah: https://twitter.com/xsmilecmon

Niente ''On the next...'' neanche stavolta! 
I'm sorry!
Comunque, 
non temete,
questo straordinario sorriso qui sotto tornerà
prima o poi.

Mi dileguo, 
a presto!
XXX

harrehs


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Capitolo 26
*** #Powerless. ***


Chapter 26th.
#Powerless.


 



 
Harry's Point Of View
H: - Giuro, non è mai successo prima.- cercai di scusarmi, imbarazzato. 
Lei finse un sorriso. 
X: - Non è niente. Forse sono io il problema.- 
Forse era lei. 
Ma come era possibile se a me, nonostante tutto, stava piacendo?
H: - Io, mi dispiace giuro...-continuai, completamente sbalordito e deluso dalla situazione. 
X: - Anche a me...- sussurrò scontenta lei. 
H: - Penso di dover andare...- 

 
Zayn's Point Of View
Un suono sordo e acuto mi strappò dalle braccia di Morfeo. 
Mugolai, ma il suono si fece sentire di nuovo. 
Mi girai dall'altro lato, mettendomi il cuscino sull'orecchio. 
Ancora quel dannato suono. 
Il campanello.
Non volevo alzarmi, neppure sapevo che ore erano. 
Mi sporsi verso il comodino e presi il cellulare per vedere l'orario: le tre e venticinque, di notte. 
Avevo lasciato Harry in quel localetto, si stava divertendo, almeno così a me era sembrato. Ed era ciò di cui aveva più bisogno ora. 
Di nuovo quel rumore. Sospirai infastidito e mi alzai bruscamente. 
Aprii la porta: il mio migliore amico teneva le braccia aperte, con le mani appoggiate sugli stipiti. Espressione fredda, preoccupata, infuriata. 
Z: - Harry, ti rendi conto di che ore sono?- sbadigliai. 
H: - Sono impotente.- sputò di botto, schifato. La sua frase mi risvegliò immediatamente; spalancai gli occhi incredulo e sorpreso. 
Z: - Ma che dici?- chiesi, lui andava sempre a conclusioni affrettate. 
H: - Sono serio.- 
Entrò in casa e si andò ad accasciare sul divano, sbattendo la testa al muro, come era solito fare. 
Z: - Harry dai, sei esagerato. Ti pare che non...-  cercai di sdrammatizzare, ma il suo sguardo fulmineo mi interruppe subito. 
Z: - Quando te ne saresti accorto?- chiesi, arreso. 
H: - Con la biondina.- cominciò dopo un gran sospiro. 
Z: - E non...?- 
H: - Sì, all'inizio. Poi niente. - 
Z: - Magari non ti piaceva.- 
H: - Dopo nove mesi di astinenza? Zayn, mi sarebbe piaciuto in qualsiasi caso. - sbraitò. 
Z: - Fa' vedere dai.- lo incoraggiai ad un tratto.
Luì alzò lentamente lo sguardo spaventato, facendo un veloce cenno di no con la testa. 
Z: - Andiamo Harry! Ce l'ho anche io su. - 
H: - No, tu non guarderai lì sotto. - troncò ancora scandalizzato. 
Z: - Smettila di fare il bambino e alzati! Vediamo se c'è qualcosa che non va.- 
Luì deglutì rumorosamente, per poi alzarsi lentamente e piazzarsi di fronte a me. 
H: - D'accordo, ma non toccare troppo!- si raccomandò iniziando a slacciarsi la cinta. 
Z: - Smettila di fare il coglione, sai che non toccherei mai nulla lì sotto.- 
Si abbassò poi i pantaloni e la biancheria, mentre si guardava attorno imbarazzato. 
H: - Questa situazione potrebbe essere fraintesa.- constatò sull'orlo di una crisi. 
Osservai bene le sue parti intime, ma non c'era davvero nulla di anomalo. 
Z: - Tutto normale Harry.- ammisi, andandomi poi a sedere sul divano. Lui si tirò velocemente su i pantaloni, come se avesse appena fatto qualcosa contraria alla legge. Scoppiai a ridere nel vederlo così imbarazzato.
Si sedette accanto a me, sbuffando. 
H: - Ho diciannove anni. - cominciò esausto - Solo diciannove anni. E non mi si drizza. Io... Sto perdendo tutto.- si lamentò. 
Z: - Esistono delle pasticche che...- cercai di consolarlo. 
Lui si voltò di scatto verso di me, lanciandomi un'occhiata dura e fredda, che capii al volo. 
H: - Non è lo stesso, lo sai.- 
Era vero. Se una cosa del genere fosse successa a me, non so cosa mai avrei fatto. 
Z: - Hai provato a stuzzicarlo un po'?- gli domandai, ma conoscevo già la risposta. 
H: - Non mi sono mai masturbato in vita mia, non comincerò ora.- rispose immediato. Infatti, erano sempre stati gli altri a fargli certi lavoretti. Lui lo riteneva una cosa squallida, provare piacere da solo, e io ero totalmente in accordo. 
H: - E' lei.- disse poi. 
Z: - Che intendi?- 
H: - E' colpa sua.- continuò furioso e ostile. 
Z: - Ma chi?- chiesi, convinto di aver capito. 
H: - Elizabeth.- disse secco. 
Sospirammo all'unisono. Il mio migliore amico ci stava male, e a quanto pare, questa depressione si stava scaricando anche fisicamente, privandogli di ciò di cui lui andava più fiero. 
Z: - Harry, lei è solo una ragazza. Ce ne sono milioni che farebbero carte false per te. Probabilmente non era quella giusta...- cominciai - Succede spesso; le persone si conoscono, si mettono insieme, si lasciano, e il giro ricomincia. Non è la fine del mondo.- lo consolai battendogli dolcemente la mano sulla spalla. 
Lui come risposta si mise le mani sul viso, coprendoselo completamente. 
H: - Lei era la mia fine del mondo.- constatò senza neanche pensarci. 
Lo scossi brutalmente.
Z: - Non mi va di vederti così. Nessuno si merita che tu stia così. Anche perché Harry...- faceva male dirgli la verità, ma dovevo pur farlo - ... Ormai è successo.- finii senza esitare. 
H: - E' così surreale...- 
Nessuno infatti avrebbe mai detto che Elizabeth fosse capace di tradimento. 
Z: - Lo so fratello. Lo so.- cercai di consolarlo. 
H: - Non so cosa farei se non ci fossi tu.- mi rivolse timidamente lo sguardo. Ricambiai, cercando di colmare quel vuoto che gli si era creato dentro. 
Z: - Non dirlo neanche per scherzo, capito?- dissi scherzoso dandogli un buffetto sulla spalla. 
Seguì un lungo periodo di silenzio. 
H: - Giuro che se lo becco lo faccio fuori.- se ne uscì improvvisamente, furioso. C'era collera nella sua voce. 
Lo guardai curioso e inclinai la testa; non capivo il senso della sua frase.
H: - Quel figlio di puttana.- ribadì. Non l'avevo mai visto così incazzato. Non urlava, sibilava, il che lo rendeva ancora più inquietante. 
Z: - Di chi parli?- 
Mi guardò con ovvietà. 
H: - Certe cose si fanno in due, fratello. Se scopro chi ha messo le mani sulla mia ragazza io...- non completò la frase, lasciando intendere le sue brusche intenzioni.
Z: - Lei non ti ha detto chi...?- domandai meravigliato. 
Lui scosse lentamente la testa. 
H: - Ma io so benissimo chi è stato. E ha i minuti contati.- 
Z: - Harry...- cercai di tranquillizzarlo; mi faceva quasi paura. 
H: - No Zayn. - rispose freddo. - Elizabeth è stata una stronza, mi ha tradito. Questo è un conto. Quell'altro invece ha toccato qualcosa che era mio. Quel bastardo. E nessuno, può mancarmi di rispetto, sia chiaro. Si è messo contro la persona sbagliata.- 
Dopo aver detto ciò, si alzò pericolosamente e uscì dalla casa. Non capivo il suo comportamento, ma avevo qualche sospetto riguardo a dove stesse andando. E questo mi spaventava ancora di più.

 
Elizabeth's Point Of View
Lou: - Ehi era fuori gioco!- protestò indicando lo schermo del televisore, buttando a terra il joystick. 
L: - Non rosicare troppo Tomlinson. Avanti, puoi recuperare, siamo solo dodici a tre.- lo canzonò divertito. 
Sbuffai, per l'ennesima volta.
E: - Volete smetterla di fare tutta questa confusione? Vi ho detto che ho appena messo Emma al letto, la sveglierete.- li rimproverai, cominciando svogliatamente a cucinare. 
Dopotutto, era dalle otto di stamattina che quei due continuavano a giocare a quello stupido videogame, senza fare pause. E contando che era ora di pranzo, ci avevano sprecato una gran parte della giornata. 
Lou: - Lizzie, solo perché tu sei depressa, non devi venire a rompere le scatole a noi.- constatò il mio migliore amico, addentando una fetta di torta. Esatto, i due si erano anche portati il cibo accanto al televisore. 
Fulminai il mio migliore amico dopo quell'affermazione; insomma, sapeva che ci stavo male. Io di certo non mi ero comportata così quando lui e Charlie avevano rotto. 
E: - Che amico, grazie.- 
Lou: - Dai Liz, le conseguenze vanno pagate. E tu hai davvero fatto una cosa terribile.- disse con nonchalanse, non sapendo che ogni sua parola era una pugunalata al cuore. 
In quel momento mio fratello mi rivolse la sua solita occhiata di rimprovero. Ormai me la riservava da un mese e poco più, ovvero da quando gli avevo detto ciò che avevo fatto. 
All'inzio, non era stata piacevole la sua reazione: non solo ero stata segregata in casa, ma neanche mi aveva rivolto la parola per giorni. Poi le cose si erano aggiustate, ma provava ancora un po' di rancore. Delusione. La stessa che provavo io nei miei confronti. 
Neppure sapevo perché l'avevo fatto. Ce l'avevo con me stessa. 
Era stata una stupida avventura di una notte. 
Mi sentivo una troia. 
Puttana. 
Zoccola. 
E in quel momento, pensavo di esserlo. 
Che fine avevano fatto i miei valori?
Lou: - E smettila ora!- protestò, ma non capii - So benissimo che in questo momento stai avendo i tuoi soliti complessi!- continuò. 
Ma come faceva a saperlo?
Lou: - Sappiamo entrambi perché l'hai fatto...- 
L: - Ripicca.- finì per lui Liam. 
Mi lasciarono di stucco, tanto che non riuscii a dire nulla. 
Ripicca? In che senso? Intendevano che volevo vendicarmi di Harry? Io amo Harry, non ho nulla di cui vendicarmi. Forse non ero mai riuscita a perdonarlo?
Stupidi dubbi.
Iniziai a toccarmi il collo e a grattarmi la schiena, lo facevo spesso quando ero agitata. 
L: - E' crudele da dire ma... Un lato positivo in questo c'è...- lo guardammo sorpresi - Almeno ci siamo liberati di quello Styles. Non vedevo l'ora.- sdrammatizzò scoppiando a ridere e coinvolgendo anche Louis nella risata. Io non ci trovavo nulla di divertente. 
Solo allora notai che qualcosa mancava sul mio collo. 
Una catenina. Non c'era più. 
La portavo sempre: Harry me l'aveva regalata prima di partire. 
Era d'argento, con un ciondolo che rappresentava una H. Secondo lui, stava a simboleggiare il fatto che io ero di sua proprietà. Ridicolo sì, ma devo dire che mi aveva fatto piacere. 
L'avevo persa, e ricordavo benissimo dove. 
E: - Io ho bisogno di una boccata d'aria.- 
Dicendo così uscii di casa congedandomi dai due.

 
Harry's Point Of View
Era quasi ora di pranzo. 
Ero appena arrivato di fronte quel portone. Suonai e qualcuno mi aprì. 
Non ero mai stato in quella casa, ma già la odiavo. Era il territorio nemico. L'avrei fatto a pezzi, giuro. 
Stavo scoppiando. Vendetta. 
Vendetta perché aveva sedotto la mia ragazza e se l'era portata al letto, nonostante sapeva che fosse mia. 
Vendetta perché era sparito, senza dire niente. 
Vendetta perché anche lui, indirettamente, mi aveva reso impotente, privandomi della mia virilità. Ma di certo, ed era questione di minuti, anche io l'avrei privata a lui. Con un bel calcio nei coglioni. 
Salii velocemente le scale. Una porta. Quella di casa sua. Bussai, una, due, tre, non ricordo quante volte, incessantemente. 
Qualcuno aprì. Lui.
Il biondo stava a petto nudo, con aria sconcertata e stupita. Di certo non si sarebbe mai aspettato di trovarmi lì. 
N: - Styles? Da quanto tempo. Che ci fai qui?- domandò, ma non riuscì a finire la domanda che scoppiai seriamente. 
Non ricordo con quanta forza gli colpii il viso, ma il suo naso sanguinava. 
Lo presi poi per il collo; l'avrei ucciso se solo avessi potuto. 
H: - Allora, raccontami come è stato scoparsi la mia ragazza, ti è piaciuto non è così? Non vedevi l'ora immagino?- domandai furioso, sibilando fra i denti. 
La sua espressione spaventata e ansiosa subito si trasformò. Un sorriso di soddisfazioni gli si piazzò in volto, e il suo stomaco scaturì una risata rozza e cagnesca, che mi mandò su di giri ancora di più. Gli colpii lo stomaco, lasciandogli il collo, ma lui non la smetteva di ridere. 
N: - Elizabeth ti ha tradito? Dolce vendetta. Sì, la vendetta è proprio un piatto che va servito freddo, e dio, quant'è piacevole!- sbraitò fra una risata e l'altra, lasciandomi di stucco. 
X: - Niall c'è qualcosa che non va?- urlò una voce. 
Una ragazza. 
Non capii bene chi fosse, le risate del biondo la sovrastavano. 
Ma era una voce molto conosciuta, potei giurarci. 
Spalancai gli occhi. 
Lui era a torso nudo, lui stava scopando. 
Una ragazza, nel suo letto. Elizabeth. 
H: - Fammi entrare Horan.- gli ordinai. 
N: - No.- smise di ridere e assunse nuovamente quell'espressione preoccupata, piazzandosi di fronte alla porta. 
H: - Ti ho detto di farmi entrare!- sbaitai urlando e cercando di spingerlo via. Lui opponeva resistenza. 
N: - Questa è casa mia Styles, levati dai coglioni.- 
H: - Togliti o ti rispedisco in Irlanda su una carrozzella e fidati, non sarà indolore.- lo minacciai.
Lo spinsi ancora più forte per farlo spostare e a passo deciso perquisii la casa, fino alla camera da letto.


 
***
Ciao bellezze!
Che ve ne pare?
Vi piace? Lo spero. 
Spero anche di avervi lasciato un po' di suspence...
I hope!

Comunque, riguardo la storia 
Zarry si fa sentire ancora!
E ecco Niall!
Vi mancava?
Harry è leggermente incazzato eh...

Volevo dirvi che non metterò più
l' ''On the next...''
Mi piace lasciarvi col fiato sospeso

Grazie ancora alle persone che hanno lasciato quelle straordinarie 20 recensioni allo scorso capitolo!
Le 134 che mi hanno messo nelle seguite
Le 25 nelle ricordate
E le 75 nelle preferite!
Amo le vostre recensioni ragazzi!
Ringrazierò tutti coloro che continuano a recensire ogni capitolo, vedrete!

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Capitolo 27
*** #The girl of my best friend. ***


Chapter 27th.
#The girl of my best friend.




 
Harry's Point Of View
Avevo la vista quasi annebbiata dalla rabbia. Se davvero quella ragazza era Elizabeth, il biondino era morto. Sentivo che continuava a urlare il mio nome, per farmi uscire da casa sua, mentre io spedito esploravo l'intera dimora, cercando quella ragazza. 
Aprii una porta; le avevo aperte tutte, quella doveva essere la camera da letto, per forza.
Un letto sfatto. 
Una ragazza in reggiseno e mutande cercava di coprirsi con il lenzuolo. 
Mi guardava con gli occhi spalancati, spaventata. 
Ero incredulo.
La mia espressione feroce e rabbiosa si trasformò immediatamente. 
Scoppiai a ridere, costretto anche a mettermi una mano sullo stomaco, mentre mi piegavo in due. 
In quel momento anche il biondino comparve nella stanza, sospirando arreso. 
H: - Non posso crederci...- dissi fra una risata e un'altra. - Non so chi di voi due è messo peggio.- continuai, mentre la ragazza si sentiva profondamente offesa. Eccome se la conoscevo. 
H: - Dico sul serio, Benson cadi così in basso? Ti scopi Horan? A me stava più simpatico Tomlinson!- mi rivolsi a lei: Charlotte Benson. 
H: - E poi tu, - dissi ora rivolto a Niall - Davvero, scommetto che piagnucola e si lamenta anche a letto, vero?- continuai a ridere, senza riuscire a smettere. 
N: - Almeno io stavo scopando Styles. Scommetto che probabilmente anche la tua ragazza lo sta facendo ora, vero?- esordì con aria di sfida e vendicativa. Smisi immediatamente di ridere e lo guardai torvo, avvicinandomi pericolosamente verso di lui e sbattendolo al muro. 
H: - Cazzo hai detto, Horan?- avevo un pugno in aria, che presto si sarebbe andato a posare sul suo dolce faccino. 
C: - Non mi sembra il modo di risolvere le cose questo.- constatò diplomatica fermandoci. Entrambi ci voltammo verso di lei, quasi infastiditi dalla sua intromissione.
H: - Benson, stanne fuori.- 
Lei, che nel frattempo si era infilata la maglia, incrociò con superiorità le braccia al petto e scosse la testa divertita. 
C: - Non è lui che stai cercando, se ti riferisci ad Elizabeth.- 
Mi voltai poi verso Niall, sbalordito: non era lui che si scopava la mia ragazza?
N: - Charlotte ha ragione. Davvero Harry, non vedo Elizabeth da mesi ormai. - si affrettò a dire - E poi, siamo seri, se ti avessi fatto un torto simile ora me ne starei di certo vantando- sorrise sincero. Avrebbe dovuto darmi ai nervi, invece mi face sorridere. Il fascino dell'irlandese stava avendo effetto anche su di me?
H: - Mi dispiace Niall, non avrei mai dovuto fare irruzione in casa tua, pestarti in questo modo e...- in quel momento rivolsi lo sguardo a Charlotte -... Interrompervi.- finii maliziosamente. 
C: - Se può consolarti, qui avevamo finito.- disse ancora offesa dal mio comportamento.
H: - Mi sfugge una cosa... Perché vi nascondete?- domandai riflettendoci. Infatti Niall non voleva che entrassi, perché?
N: - Sei già piombato qui dentro senza invito, non peggiorare la situazione.- mi rispose dandomi una pacca sulla spalla. 
C:  - Allora io vado.- annunciò. 
H: - Ti accompagno a casa, ho la macchina.- mi offrii, ma la vidi esitare. 
H: - Ti aspetto di sotto allora.- e mi diressi verso la porta. 
C: - Harry, è da Elizabeth che devo andare. Sei sicuro di volermi accompagnare lì?- domandò dubbiosa. 
Mi fermai. Casa di Elizabeth. Troppi ricordi. 
H: - Saluta il tuo principe azzurro irlandese e andiamo, non ho tempo da perdere.- risposi freddo, uscendo da quella casa e immagazzinando un nuovo ricordo da dimenticare. 
Mentre aspettavo Charlie in macchina pensai alla mia vita. 
Il ristorante sotto casa mia voleva mettermi in prova. Questo era positivo. 
Mia madre mi aveva detto che stava frequentando un uomo ed era felice, ma ancora non mi aveva fatto il suo nome. Anche questo era positivo. 
Ma avevo comunque quel fottuto blocco sullo stomaco; oggi avevo esagerato. Non mi ero riconosciuto. Io non volevo fare del male alle persone, eppure non ero riuscito a trattenermi. 
Ad interrompere i miei pensieri fu l'apertura dello sportello dell'auto. Appena Charlotte si fu accomodata misi in moto, senza parlare. 
C: - Non eri costretto ad accompagnarmi.- disse fredda. 
H: - Chi è stato? Tu devi saperlo. Parla.- andai subito al punto. Lei si lasciò sfuggire una lieve risata da superiore, che mi diede sui nervi. 
C: - Harry, Harry, Harry, perché dovrei essere io a dirtelo? Sì, lo so, ma non te lo dirò. - affermò divertita. 
H: - Cazzo Benson giuro che ti lascio qui in mezzo alla strada se non parli.- protestai serio. 
Anche la sua espressione divenne ad un tratto solenne e sincera. 
C: - Styles, non potrei mai dirtelo.- ammise - Ti farebbe troppo male.- finì, socchiudendo gli occhi. 
Non capivo. Più male di così?
Chi era lui?
Sarei impazzito prima o poi, parola mia. 
H: - Siete così complicate.- sbuffai senza pensarci. 
Lei si voltò a guardarmi, alzando sbalordita un angolo della bocca e un sopracciglio. 
C: - Noi eh? Harry, hai quasi ucciso il mio...- si bloccò immediatamente, mentre io spalancai gli occhi -... Niall.- si riprese. 
H: - Tu e lui...?- 
Non ce li vedevo bene insieme. Lui era così tranquillo, dolce, timido. Lei no. Tutto l'opposto. 
Scosse la testa velocemente. 
C: - No, noi...- si fermò di nuovo, timidamente. 
H: - Scopate e basta.- finii io per lei divertito. 
C: - Non vogliamo che la gente lo sappia. E' squallido lo so... E sono mesi che andiamo avanti così. Ma entrambi abbiamo bisogno di qualcuno che ci tiri su il morale, che ci faccia sentire speciali. - rivelò senza vergogna. Non conoscevo quel lato di Charlotte. Avevo sempre dato per scontato che fosse la solita ochetta pronta a mettersi in mostra. Forse, non lo era davvero.
H: - Ma lui non usciva con Melanie?- domandai, ricordandomelo, corrugando la fronte. Mi ero perso molte cose. 
Si voltò verso di me alzando le sopracciglia, lasciando intendere la risposta; si erano ovviamente lasciati dopo un paio di settimane.
H: - Mi dispiace Charlie.- ero sincero. 
C: - Parli di Louis vero?- mi chiese pronta. No, non mi riferivo a Louis, ma a quello che stava passando. Il senso di colpa mi trapassò lo stomaco, attorcigliandomelo accuratamente. 
H: - Io... Ero sottopressione. Giuro, non so perché ho detto quelle cose. Mi sono inventato tutto, probabilmente a Louis di Debbie non fregava proprio niente...- 
C: - Avevi ragione.- mi interruppe con gli occhi lucidi, guardando la strada davanti a lei. 
H: - No.- le risposi sicuro. 
C: - Louis mi tradiva con Debbie.- 
H: - Ma che dici Charlie? Louis non te l'ha detto?- domandai meravigliato e curioso, mentre il suo viso assumeva un'espressione incredula e avida della verità.
C: - Non parlo con Louis da mesi- 
H: - Debbie baciò Louis. Ma lui si tirò indietro dicendole che amava te e che aveva fatto una cazzata a lasciarti andare. Tu li vidi e... Beh, il resto lo sai.- le svelai. 
Non voleva crederci. Probabilmente aveva passato mesi a credere in una versione diversa. 
Si riprese subito. 
Una forte pacca sulla gamba destra mi destò dalla tranquillità del viaggio, facendomi sobbalzare dal dolore. 
H: - Ma sei impazzita?!- le chiesi sorpreso e dolorante. 
C: - E tu cosa aspettavi a dirmelo, idiota!- mi urlò contro, cominciando a colpirmi violentemente la spalla. 
H: - Da quando è compito mio?- cercai di tranquillizzarla.
Smise e incrociò le braccia al petto, mettendo il broncio.
C: - Se voleva tornare davvero con me un modo l'avrebbe trovato. E' finita e sto bene così.- annunciò poi, cercando di sentirsi superiore. 
H: - Ma a chi vuoi darla a bere?- le domandai retorico, chiudendo il discorso. 
Eravamo quasi davanti casa di Liz, e fermai l'auto. Lei si voltò, corrugando la fronte, verso di me. 
C: - Ma non siamo arrivati.- constatò. 
H: - Pensavi davvero che sarei passato davanti casa di Elizabeth?- le chiesi con ovvietà. 
Lei sospirò rassegnata e aprì lo sportello. 
C: - Grazie Harry, e... Potresti non dire in giro di me e Niall, per favore?- 
H: - Certo Charlie.- la rassicurai. 
C: - Ci si vede in giro.- mi salutò raggiante, uscendo dall'auto. 
H: - Ormai non frequentiamo più le stesse persone.- constatai amareggiato, ormai rimasto solo. 
Avevo bisogno di parlare con qualcuno; mi fiondai a casa di Zayn. 

 
Charlotte's Point Of View
Non potevo dirlo a Harry. Forse doveva dirglielo Liz. O forse doveva dirglielo lui. Ma non io. Suonai il campanello della casa della mia migliore amica, e aspettai che qualcuno aprisse il cancello. 
Dopo questo, mi avviai per le scale fino alla porta di casa. Liam mi aprì sorridente, ma sparì immediatamente dalla mia vista. 
C: - Che accoglienza Liam, complimenti.- constatai sarcastica. 
L: - Scusa, ma sto vincendo!- disse trionfante.
Entrai in casa e lo trovai seduto sul divano attaccato a un videogame. 
C: - Contro chi?- notai che era solo.
Maledetta domanda. 
In quel momento Louis Tomlinson uscì dal bagno, in soli boxer. Non che non l'avessi mai visto così ma, insomma, fece un certo effetto. 
Feci finta che non ci fosse, ignorandolo totalmente, mentre lui restava esterrefatto.
C: - Elizabeth?- chiesi. 
L: - E' uscita. Ora torna.- disse secco, concentrandosi sul tasto ''cerchio'' del joystick. 
C: - Allora... Io la aspetto in camera sua...- annunciai imbarazzata, mentre Louis, ignorandomi come poco prima io avevo fatto con lui, si buttava a peso morto sul divano afferrando l'altro joystick. 
Non aspettai la risposta di Liam e mi fiondai in camera della mia migliore amica, lasciandomi alle spalle Louis Tomlinson. 
 
Dopo una decina di minuti la porta dalla stanza di Elizabeth si spalancò, ma non fu lei a fare ingresso. 
C: - Jane, che ci fai qui?- domandai a Janette, che mi guardava sorpresa di trovarmi lì. 
J: - Elizabeth mi aveva chiamata, ma non è qui a quanto pare.- constatò sedendosi accanto a me. Le cose fra noi due erano molto migliorate. Eravamo un trio ora e stavo cominciando a considerare Janette una delle mie migliori amiche. 
J: - Certo che io proprio non capisco.- disse ad un tratto. 
Mi voltai verso di lei e inclinai la testa curiosa. 
J: - Insomma, lei e Harry stavano così bene insieme. Perché l'ha mollato?- chiese quasi indignata. 
Spalancai gli occhi sorpresa, ma poi mi ricordai. 
Elizabeth non le aveva detto la verità. 
Non avrebbe mai potuto farlo. 
Lei non l'avrebbe mai perdonata. 
Alzai le spalle fingendo di non saperne nulla. 

 
Harry's Point Of View
Bussai alla porta del mio migliore amico, ma non rispose. Poi guardai l'orologio: le quattordici e mezza. Sicuramente si stava facendo una doccia; amava lavarsi dopo pranzo. 
Tirai fuori dalla tasca le chiavi di casa sua, ne avevo un paio anche io, e entrai. Richiusi dietro la porta e andai verso il bagno, ma non c'era nessuno. 
Decisi allora di chiamarlo.
Z: - Dimmi Harry.- disse dopo il terzo squillo. 
H: - Ehi sono a casa tua, tu dove sei?- gli domandai. 
Z: - Ho portato fuori a spasso il cane di mia sorella, sono al parco.- 
H: - Okay, ti raggiungo allora- 
Z: - A dopo amico- e chiusi la telefonata. 
Uscii dal bagno e passai di fronte alla camera di Zayn. Sorrisi. Letto sfatto, finestre spalancate: quel ragazzo era un gran disordinato. 
Entrai nella stanza e decisi di mettermi al lavoro; lui faceva così tanto per me, optai per premiarlo mettendogli in ordine la camera. 
Tirai via le lenzuola e le piegai buttandole a terra. Spesso rifacevo i letti a casa mia, quando mia madre non c'era, o era fuori per lavoro. 
Presi i cuscini e li sfilai dalle federe: sembravano sporche, non osai pensare da quanto tempo non le cambiava. 
Tolti i cuscini, qualcosa attirò la mia attenzione. Qualcosa che prima era nascosto. 
Qualcosa che mi tolse il respiro. 
Uno strano luccichio proveniva da un angolo del materasso. 
Una catenina d'argento probabilmente. 
La presi. La riconobbi subito. 
Quel ciondolo. Una grande H d'argento luccicava di fronte ai miei occhi. 
''Ti farebbe troppo male'' mi tornarono alla mente quelle maledette parole di Charlotte. 
Buttai a terra la collana. 
Buttai a terra il suo comodino. 
E la sua lampada, spaccandola in mille pezzi, come loro avevano fatto con me. 
Era troppo. 
La vista mi si annebbiò. 
Il sangue pulsò sempre più forte. 
Il respiro si fece affannoso. 
Tirai fuori le chiavi di quell'appartamento e le gettai a terra, liberandomene. 
Uscii a passo deciso. Non sapevo cosa stavo facendo, non sapevo più nulla. 
Il parco. 
Pensai solo a quello. 
Mi infilai in macchina. Lasciavo che il corpo mi guidasse, la mente non lavorava più. 
Non volevo crederci. 
Mi stavo sbagliando. 
Non era possibile. 
Lo stomacò mi si aggrovigliò appena arrivai. Scesi dall'auto e a passo veloce mi diressi verso il verde del parco. 
Lo vidi. 
Il mio migliore amico. 
Fumava una sigaretta, seduto su una panchina. 
Appena mi vide sorrise e mi salutò con la mano, alzandosi in piedi.
Una scossa mi percorse ferocemente il corpo. 
Odio. 
Andai verso di lui. Se ne era accorto. 
La sua espressione, da raggiante e sorridente, si fece subito instabile, preoccupata, spaventata. Colpevole. 
Ero a un passo da lui, e non resistetti. Lo spinsi, fino a buttarlo a terra, catturando l'attenzione di tutti. 
Non ci vedevo più dalla rabbia. 
Lui non era il mio migliore amico. 
Era il nemico ora. 
Bastardo. 
Figlio di puttana. 
Z: - Mi spieghi che ti prende?- chiese urlando, sorpreso dal mio atteggiamento. Si rialzò. 
H: - Perché non me lo spieghi tu? O sei troppo occupato a scoparti la mia ragazza?- incalzai irato. Vidi che gli mancò il respiro. 
Z: - Harry, io dovevo dirtelo...- 
Il mondo mi crollò addosso. 
Era stato lui. 
Lui; mio fratello. 
La mia sporca metà. 
Lui, che sapeva tutto. 
Che mi era stato vicino. 
Lo aveva ammesso. 
Lo colpii, più forte che potei. Prima sullo stomaco, poi sulla faccia. 
Cadde a terra, mentre tutti ci guardavano spaventati. Uomini, donne, bambini. 
Si alzò. 
Lo colpii nuovamente. Doveva soffrire, come aveva fatto soffrire me. 
E io dovevo sfogarmi. Lui era il mio sacco da boxe. 
Dolore e odio combattevano dentro di me. 
Non avevo mai fatto una cosa del genere, ma non ero più io. 
Stavolta però lui rispose, piantandomi un pugno sulle gengive. 
Lo buttai a terra di nuovo. 
Ma non me ne andai. Aspettai che si rialzasse. 
Per farlo cadere di nuovo, di nuovo e di nuovo.
Mentre accasciato a terra si contorceva dal dolore, mi sporsi verso di lui, arrivando al suo orecchio, sussurrandogli parole che mai mi sarei sognato di potergli dire. 
H: - Tu per me sei morto.- 
 
***
*si nasconde*
ehi... ehm... che ne pensate?
Sì ecco, tadan!
Zayn e Liz, Boom!
In molti già ve lo aspettavate,
quindi non era una sorpresa c':
Comunque, beh, è stata dura per il nostro Styles.
Ed è solo l'inizio.
Quindi le domande sono:
- Perché Elizabeth l'ha fatto?
- Perché Zayn l'ha fatto?
- Cosa accadrà a Zarry?
- Che dirà Janette?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo! 
E ci tenevo a dire...
Il nostro irlandese mica dorme sugli allori eh!?
Si da' da fare il signorino...

Grazie mille a tutti,

Le 142 che mi hanno messo nelle seguite
Le 27 nelle ricordate
E le 90 nelle preferite!
E soprattutto un grande grazie a tutti coloro che recensiscono!
Controllerò chi di voi ha assiduamente recensito ogni capitolo
sarete ringraziati, non temete!
Grazie infinite.


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Capitolo 28
*** #Irresistible. ***


Chapter 28th.
#Irresistible.



 

 
New's Year Day
 
 
Erano solo le undici e dieci ma la festa era già nel pieno. Tutti ballavano, bevevano, si divertivano. Tutti, tranne lei. Più che altro spinta dalle amiche a partecipare a quell'evento mondano, che trovava fin troppo ridicolo, Elizabeth stava seduta da una parte, estranea alla situazione. Anche la sua mente infatti era altrove: era in Italia, in una scuola di cucina, accanto a lui. Le mancava moltissimo. Niente era più lo stesso. Si sentivano ogni giorno, vero, ma non era la stessa cosa. Nonostante sapesse quanto il ragazzo tenesse a lei, si sentiva incosciamente dimenticata. Era felice per lui, non fraintendete, ma ora lì con lei, in mezzo a tutte quelle coppiette che ballavano e si divertivano insieme, a lei mancava la sua metà. 
Seduta su un divano che dava le spalle a una delle pareti della sala, neppure si era accorta che un ragazzo alquanto sbronzo le si era seduto accanto. 
X: - Perché tutta sola signorina?- le domandò maliziosamente, portando lo sguardo sul suo seno e avvicinando le mani al suo corpo. Elizabeth di risposta si spostò lateralmente. Era sicura che quello di certo non era un cattivo ragazzo, ma che era l'alcool a farlo comportare così, e poi non voleva dare nell'occhio. 
X: - Avanti torna qui...- si lamentò quello ridendo, appiccicandosi a lei. 
E: - Vattene immediatamente.- gli intimò seria. Lui però travisò le sue intenzioni. 
X: - Ti va di giocare eh...- 
Quella situazione sarebbe di certo finita nel peggiore dei modi, se qualcuno non fosse arrivato in suo soccorso. 
Z: - Per oggi ti sei divertito troppo Zac. Vai a fracassare i coglioni a qualcun'altro.- 
Zac: - Che c'è Malik? Vuoi favorire anche tu?- cominciò a ridere con una sorta di spaventoso latrato. 
Zayn gli si avvicinò, mostrandogli il pugno. 
Z: - Dico sul serio Connory, sparisci di qua se non vuoi che ti spacchi il bel faccino.- lo minacciò in un sussurro. Quello rise, ma poi se ne andò sbuffando, probabilmente diretto a importunare qualche altra ragazza. 
E: - Grazie...- gli disse sincera, tornando poi ai suoi tristi pensieri rivolti al fidanzato. 
Z: - Che ne dici se ce ne andiamo?- 
Lei lo guardò sbalordita: Zayn Malik che rinunciava a una festa? Una festa di Capodanno, per giunta?
E: - Sei sicuro?-
Z: - Champagne a casa mia. Solo io e te. Ti va?- 
Nonostante non avesse mai sopportato quel ragazzo, le andava, ma non rispose. 
Z: - Anche a me manca, Liz. Non mi va di stare qui senza di lui. Non è la stessa cosa.- ammise, riferendosi ovviamente al suo migliore amico. Qualcosa aveva unito quei due in quel momento, tanto che, nonostante l'iniziale odio, Elizabeth aveva addirittura accettato di andare a casa sua.
 
E: - Sai, è strano che Zayn Malik abbia rinunciato a una festa.- constatò, seduta sul divano di lui. Non c'era mai stata in quella casa, nonostate fosse la casa del migliore amico del suo ragazzo. 
Z: - Strano anche che Elizabeth Payne abbia accettato di passare Capodanno con me, e non mi abbia ancora insultato.- rispose lui sarcastico. 
E: - La notte è ancora giovane Malik.- 
Lui sorrise. Non era un sorriso di felicità però. Stare con lei gli faceva male, ma non riusciva a farne a meno. 
''E' di Harry'', continuava a ripetere la sua testa. E nel suo caso testa e cuore purtroppo non la pensavano alla stesso modo. 
Elizabeth intanto continuava a toccare a sfregare il ciondolo della sua catenina. Lo faceva ogni volta che sentiva la sua mancanza. Lo sentiva stranamente vicino quando strofinava quell'H. 
Gli occhi di Zayn si soffermarono sul gesto della ragazza, e fu una pugnalata. Non era mai stato invidioso di Harry, non ne aveva mai avuto il motivo. Stavolta però avrebbe dato oro per essere lui. 
Z: - Ti manca vero?- chiese indicando il ciondolo. 
Lei sorrise involontariamente: succedeva sempre quando pensava a lui. 
Z: - Ti brillano gli occhi quando parli di lui.-  constatò, ferito, notando il brilluccichio delle sue iridi quasi nere. 
Lei rise, facendoci caso per la prima volta. 
E: - Be' lui è...- 
Z: - ... Perfetto.- finì per lei amareggiato. Elizabeth annuì entusiasta, ignorando completamente il dolore di lui. 
Harry infatti era davvero perfetto. Non aveva difetti come fidanzato: era premuroso, protettivo ma non troppo, dolce, divertente, e profondamente innamorato. Così come lei. 
E: - Ehi, ma mancano pochi minuti a mezzanotte!- annunciò guardando l'orologio. 
Zayn si alzò e andò a prendere lo spumante. Accese il televisore, per il conto alla rovescia; mancava un minuto. 
E: - Sai, ho sempre pensato che finalmente quest'anno avrei baciato qualcuno a mezzanotte. Invece...- la voce però  si spezzò, mentre con forza continuava a tastare quell'H. 
Quelle parole si presentarono nel momento sbagliato; un barlume di ridicola e inadeguata speranza si accese nel moro. 
Z: - Noi potremmo...- cominciò. Elizabeth si voltò subito verso di lui, con gli occhi spalancati e increduli. 
Z: - Era solo un'idea insomma... -
E: - Non significherà nulla.- disse poi, sorprendendolo. 
X: -10...9...8...- cominciò una voce.
E: -...7... 6... 5...- continuò, mentre i loro visi si avvicinavano automaticamente. 
Z: - 4...3...- disse deglutendo. 
E: -...2...-
Z: -...1...- 
X: - Buon anno!- annunciò la voce, festeggiando. 
Le loro labbra si toccarono. 
I loro respiri si unirono. 
Le loro lingue si cercarono. 
Le mani di lui si posarono possessive sul suo viso. 
Non si accorsero neanche che il bacio diventava sempre più intenso. 
Lui non si accorse che la stava toccando più del dovuto.
Lei non si accorse che il tocco di lui le faceva venire i brividi.
Non si accorsero neppure che neanche una decina di minuti dopo giacevano nudi, uno accanto all'altra, nel letto di lui, sporchi di tradimento. 


 
Harry's Point Of View
Lo buttai a terra di nuovo. 
Ma non me ne andai. Aspettai che si rialzasse. 
Per farlo cadere di nuovo, di nuovo e di nuovo.
Mentre accasciato a terra si contorceva dal dolore, mi sporsi verso di lui, arrivando al suo orecchio, sussurrandogli parole che mai mi sarei sognato di potergli dire. 
H: - Tu per me sei morto.- 
Tirai su il busto, mentre dall'alto, sprezzante, lo osservavo dimenarsi, mentre cercava di alzarsi. 
Z: - Harry... Ti prego... Fammi spiegare...- gemette. 
H: - Per farmi predere ancora in giro? Scordatelo.- urlai, piantandogli un calcio sullo stinco. Lui si riprese e mi diede un pugno nello stomaco, facendomi piegare in due. 
Z: - Io la amo, cazzo, vuoi capirlo?!
Ci misi un po' a capire quelle parole. 
Lui la amava.
Amava la mia donna. 
Lui, il mio migliore amico, amava la mia ragazza. 
No. 
H: - Chi ami tu?- domandai alzando il tono, con aria di sfida. Ora avevamo smesso di ferirci con la mani; iniziava il duello orale, che faceva ancora più male. 
Z: - Harry io non so come sia successo ma...- cominciò a giustificarsi. 
H: - No, tu non hai capito un bel niente. Tu non ami nessuno! Tu non la conosci, non puoi amarla.- protestai. 
Z: - Non è stata una mia scelta, okay?-
Continuava a farmi imbestialire. 
H: - E questo da quando, sentiamo?-
Z: - Da sempre Harry.- ammise, sincero. 
No. 
Non poteva essere. 
Non lui. 
Zayn non si innamorava. 
Ma lei era speciale. Lei faceva quest'effetto. 
Lei era irresistibile.
H: - No, no, no.- continuavo a ripetere, cercando di convincermi che fosse solo un brutto sogno.

 
Elizabeth's Point Of View
Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria. Aria pura. Al contrario di me. 
Il senso di colpa mi divorava, uccideva, stritolava, disintegrava. 
Non so per quanto camminai, ma ero almeno a una ventina di minuti da casa. Passai di fronte al parco: mi ricordava Harry, e la prima volta che aveva detto di amarmi. Sorrisi involontariamente. Ma qualcosa quel giorno attirò la mia attenzione, in mezzo a quel verde. Un folla. Attorno a qualcosa. O qualcuno. 
Mi avvicinai verso essa, tant'era la curiosità. Volevo distrarmi da tutto. 
Sentii delle urla. 
Mi sporsi per guardare meglio. 
Due ragazzi facevano a botte. 
Per una ragazza. 
Cazzo Liz.
Mi mancò il respiro. 
Urlavano, si pestavano, sanguinavano. 
Quasi non li riconoscevo. 
Mi sentii tirata in causa. Dovevo intervenire. 
H: - No, no, no.- urlò. Nessuno dei due si era accorto della mia presenza. 
Presi coraggio e mi feci spazio fra la folla, fino a raggiungere la prima fila e poi andare verso i ragazzi, piazzandomi fra i due. 
E: - State attirando l'attenzione di tutti. Crescete, porca puttana.- sgridai entrambi, sorpresi di vedermi lì. Non riuscivano quasi a crederci. 
Avevano smesso di urlare, ora boccheggiavano stupidamente. 
Z: - C...C...Che ci fai qui?- 
E: - Salvo la situazione a quanto pare. Voi due siete amici per la pelle, quasi fratelli. Tutto questo è ridicolo. E' colpa mia e basta. Smettetela di comportarvi in questo modo.- 
H: - Lui è un traditore.- esordì, parlando per la prima volta. - Così come lo sei tu.- continuò, puntando i suoi occhi nei miei, sussurrando. Quello sguardo, quel tono, quel rancore che vedevo nei suoi occhi, misto a delusione e incredulità, mi ferì come non mai. 
E: - Tu hai ragione Harry...- riuscii solo a dire, come una stupida. 
Mi prese per un polso, portandomi a pochi centimetri di distanza da lui. Il mio cuore cominciò a battere a mille. 
Potevo sentire il suo respiro, che tanto mi era mancato. 
In quel momento Zayn era come scomparso. 
Eravamo solo noi due. 
H: - Dì la verità, mi hai mai amato?- mi soffiò sulle labbra. 
E: - Io non ti ho mai mentito.- dissi convinta. Era la verità. 
H: - Io ci avevo creduto davvero.- sussurrò, pieno di rancore. - Troia.- sputò. 
Troia. 
Non mi ci aveva mai chiamato. 
Disprezzo. Era quello che provava. 
Mi traflisse. 
E mi fece ancora più male l'idea che avesse ragione. 
Z: - Dai Harry lasciala stare. Non c'entra nulla. E' una cosa fra noi due.- si intromise in mia difesa. 
Invece c'entravo anche io. 
Harry spostò lo sguardo da me al suo ex migliore amico. 
H: - Hai ragione. Prima risolviamo la cosa fra di noi.- 
Si avvicinò a lui e lo colpì. Fortissimo. 
Vidi del sangue. Non l'aveva mai colpito così forte. 
Tutta la rabbia, la collera, la delusione, il disprezzo, il dolore, fu sfogato con un unico colpo sul viso del moro. 
Mi fece quasi paura. 
H: - Non farti più vedere, fratello.- gli intimò infine, sprezzante.
Poi gli diede le spalle, consapevole di ciò che aveva fatto. Probabilemente ora ce l'aveva con se stesso. 
Tornò quindi da me.
H: - Auguri e figli maschi. Spero che ti faccia stare male quanto tu hai fatto stare male me.- e se ne andò, creandosi un corridoio fra la folla, a passo deciso. 
Rimasi lì, impietrita. 
Ero riuscita a odiarmi. Complimenti Liz. 
Mi voltai poi verso il moro, che cercava di tamponarsi il labbro dolorante e sporco di sangue. Molto sangue, arrivava fino al mento. 
Tutto quello era successo per colpa mia. 
E: - Tu sanguini.- constatai, non sapendo cosa dire. 
Z: - Però, perspicace. - commentò sarcastico.
E: - Andiamo a casa, ho del disinfettante.- 
Z: - Anche io ce l'ho a casa mia.- rispose scorbutico. 
E: - Dobbiamo parlare Zayn. Non qui. Andiamo a casa mia.- gli intimai alla fine e insieme ci dirigemmo verso casa mia, portandoci dietro anche il cane di sua sorella. 
 
***
Ehilà!
Giuro, scrivere questo capitolo mi ha distrutta. 
Troppo dolore. 
Ma il morale si solleverà di nuovo, spero (?)
Okay, ora passiamo al capitolo vero e proprio:
- Harry è più che incazzato, e deluso. 
- Elizabeth si sente una merda. 
- Zayn a quanto pare si definisce innamorato. 
- Avete la parte id Capodanno, che ne pensate?
- Ora andranno a casa Payne, ma ricordate chi è che si trova lì?
Guai in vista. 

Passiamo ai ringraziamenti:
159 seguite,
31 ricordate,
102 preferite,
19 recensioni al capitolo precedente. 
Grazie mille!
Inoltre, ci tenevo a dire che 15 capitoli hanno superato le 1000 visite. 
Vi amo ancora di più. 
Questa storia non sarebbe nulla senza di voi. 

Seguitemi su
twitter, fatemi tutte le domande che volete, ricambio se me lo chiedete: https://twitter.com/xsmilecmon

Me la lasciate una recensione? 
Passate in questa storia per favore? E' meravigliosa: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1364276

Ah, se scorrete ancora più in basso troverete....
L' ''On the next...''
Dai, non potevo togliervelo seriamente!
Ora me ne vado!

XXX

harrehs





*On the next...*


-Uh, guardate chi c'è, il ''complice''!-
-Non sei divertente.- 
//
-Che ci fa lui qui?-
- Non faccio altro che sbagliare. Ti ho mentito. Perdonami.- 
//
-Smettila di fare la bambina.-
-Bambina io? Sei tu che hai infilato il tuo pene nella mia vagina.- 
-Non mi sembravi così dispiaciuta in quel momento.- 
//
- Non posso crederci, quella puttanella ce la pagherà.- 
- Non ho smesso di amarla per questo.- 

 

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Capitolo 29
*** #They don't know about us ***


Chapter 29th.
#They don't know about us



 
Elizabeth's Point Of View
Durante il tragitto dal parco a casa mia era regnato il silenzio. Né io, né Zayn osavamo dire una parola. Vergogna e imbarazzo ci accompagnavano e l'unico rumore che percepivamo era lo strascicare a terra della gamba di Zayn; il calcio sullo stinco ricevuto da Harry era stato talmente forte che ora zoppicava. Intanto, continuavo a cercare di capire la ragione per la quale mi ero comportata in quel modo quella notte. Che provassi qualcosa per Zayn? Ma no. Io ho sempre odiato quel ragazzo. Vero?
Per culminare quel distacco che si era creato fra di noi, per salire a casa mia lui prese l'ascensore e io le scale. Ci incontrammo poi di fronte alla porta del mio appartamento. 
Z: - Non c'era bisogno di tutto quest'interessamento.- esordì scorbutico. 
E: - Mi sento tirata in ballo Zayn.- 
Z: - Lo sei.- disse infine fingendo un sorriso d'ovvietà, mentre io infilavo la chiave nella serratura. 
L: - Finalmente sei tornata...- mi salutò Liam, ma si bloccò subito quando notò l'entrata di Zayn di seguito alla mia. 
Lou: - Uh, guarda chi c'è, il ''complice''!- disse sorridendo e con aria vivace. 
Lo fulminai immediatamente. 
E: - Non sei divertente.- 
Riuscii solamente a provocare una sua irritante risata. 
Z: - Scusatemi di essere piombato così in casa, sono solo di passaggio.- si scusò garbatamente. 
L: - Ma che ti è successo?- chiese notando il sague e la gamba zoppicante, mentre io cercavo ovatta e disinfettante nei cassetti. 
Lou: - Penso sia opera di Harry.- rispose per lui con aria ovvia. 
L: - Vi siete picchiati?- domandò a un tratto preoccupato. 
Z: - No, niente di serio.- 
E: - L'ho trovato.- esordii appena ebbi la bottiglietta di liquido blu in una mano e un batuffolo d'ovatta nell'altra. 
Lou: - Che ne dici anche di un po' di ghiaccio?- suggerì come se ne sapesse di più. Ma aveva ragione, così presi anche quello. Poi mi andai a sedere sul divano, ora vuoto.
E: - Avanti vieni qui.- dissi rivolta a Zayn. Lui prima esitò, ma dopo venne a sedersi accanto a me, poggiando la testa sulle mie ginocchia, così che potessi tamponargli megli il labbro. Quella posizione metteva ovviamente a disagio entrambi e a peggiorare la situazione ci si mettevano Louis e Liam che ci guardavano divertiti. 
Lou: - Preferite che vi lasciamo soli?- incalzò ad un tratto, trattenendo una risata e provocando quella di mio fratello. Fulminai entrambi con lo sguardo e si ricomposero.
Z: - Dannazione Lizzie! Porca puttana.- imprecò spostandomi il braccio, dopo la prima tamponata. 
E: - Se tu la smettessi di muoverti in questo modo riusciremmo a portare a termine qualcosa. Stai fermo e non chiamarmi Lizzie.- risposi a tono. 
 
C: - Abbiamo sentito delle urla- disse entrando in salone. Mi ero quasi dimenticata di averla invitata qui a casa. 
E: - Charlie mi dispiace, ultimamente sembra come se avessi perso la memoria- mi scusai subito.
C: - Ehm, ma penso che hai avuto un buon motivo per...- disse riferita al ragazzo sulle mie ginocchia. 
Lou: - Rissa.- si intromise. 
C: - Rissa? Harry? Dio, l'ha scoperto? Come? E cavoli Zayn, sei pieno di sangue.- 
Z: - Che occhio.- le rispose sarcastico. 
C: - Il tuo è nero.- gli fece notare. 
J: - Ma che sta succedendo qui?- 
Janette. Dannazione. 
Ci voltammo tutti verso di lei, appena apparsa nella stanza, ma nessuno osò dire nulla.
La sua espressione fu prima curiosa, poi confusa e infine, quando notò me e Zayn, irata. 
J: - Che ci fa lui qui?- chiese indicandolo e alzando la voce. 
E: - Io...- balbettai - Non faccio altro che sbagliare Jane. Ti ho mentito. Perdonami.- cercai di improvvisare, mentre Zayn si alzava dalla mie ginocchia, convinto che quella situazione avrebbe assunto la peggiore delle fini. 
J: - Non ti sto capendo Liz...- 
E: - Avrei dovuto dirtelo.- cominciai, sotto gli occhi di tutti. 
J: - Lizzie, mi stai facendo proccupare...- 
E: - Io e Zayn...- ma non fu necessario continuare. Lei, la mia migliore amica, colei che mi conosceva da anni, colei che presto mi avrebbe abbandonata per sempre a causa di uno stupido errore, aveva capito tutto.
J: - Elizabeth, non tu. No. Sei la mia migliore amica Liz... Tu... No. E' per questo che hai mollato Harry vero? Vero?- chiese fra le lacrime incredula. Una lacrima rigò anche il mio viso, consapevole delle conseguenze delle mie azioni. 
E: - Mi dispiace Jane...- 
Mi sentivo stupida. Imploravo perdono, che sapevo benissimo non avrei ricevuto.
Urlò qualcosa, mi augurò di soffrire, mentre io annichilita ascoltavo senza ribattere. Sapevo di meritare tutto, così che per non stare peggio neppure ascoltai le sue imprecazioni e i suoi insulti. 
J: - Non è da te Liz, no. - sputò infine indemoniata, indirizzandosi verso la porta. - Sparisci dalla mia vita, stronza!- urlò, uscendo via, lasciandomi vicina a una crisi di pianto. 
 
Lou: - Wow.- ruppe il silenzio. 
Z: - Non mi sembra il momento Tomlinson.- intimò. 
Io ormai li ignoravo, guardando il basso, delusa da me stessa. 
Prendevo atto delle conseguenze, crescevo, ed era estremamente difficile. Presto sarei rimasta sola. Avevo perso Harry, e ora Jane. 
C: - Stai facendo cazzate su cazzate Liz.- mi disse, distraendomi dai miei pensieri. 
Non anche lei. 
Cercai inutilmente di trattenere altre lacrime, in un pianto silenzioso. 
Se avessi perso anche lei, cosa che meritavo, sarei impazzita. 
E: - Lo so Charlie, lo so. Ma ti prego, non andartene anche tu.- 
C: - Sono la tua migliore amica Liz. Qualsiasi cosa tu farai, giusta o sbagliata, io sarò comunque dalla tua parte. Ma devo dirtelo quando sbagli, altrimenti non sarei una buona amica.- ammise dolcemente, venendo verso di me e stringendomi in un caldo abbraccio di cui avevo tanto bisogno. 
Lou: - La stessa cosa vale per me Lizzie.- 
L: - Io è inutile che te lo dica. Abbiamo gli stessi geni, non potrei fare altrimenti.- mi assicurarono gli altri due, tirandomi su di morale. Ma c'era ancora un problema da affrontare.

 
Debbie's Point Of View
D: - Non posso crederci, quella puttanella ce la pagherà.- affermai dopo aver sentito tutta la storia. Elizabeth e Zayn? Assolutamente no. 
H: - Non ho smesso di amarla per questo.- ammise vulnerabile. Corsi ad abbracciarlo, lacerata da tutto ciò. 
D: - Lui è stato uno stupido, Harry. Tutto solo per una stupida scopata...- ci pensai, trovando tutto estremamente ridicolo. 
H: - Lui la ama, Deb. Non è mai successo, e lui si è innamorato proprio di lei.- disse. 
Quelle parole mi distrussero. Il mio Zayn innamorato di un'altra. 
Ora era personale, lei me l'avrebbe pagata.  
Assolta dai miei pensieri, fui distratta dall'accensione del televisore che elencava  le previsioni del tempo. Harry stava spaparanzato sul divano di casa sua, mentre io ero seduta accanto a lui, le gambe accavallate e le mani giunte sulle ginocchia. 
H: -Non c'è più nulla di decente in televisione, che merda.- protestò amareggiato. Ultimamente era sempre cupo e scorbutico tanto che alcune volte mi passava anche la voglia di passare del tempo con lui. 
Deglutì improvvisamente, catturando la mia attenzione; aveva gli occhi ridotti a fessure, i pugni chiusi e un'espressione irata. Solo dopo capii: una ridicola pubblicità aveva come colonna sonora ''Isn't she lovely'' di Stevie Wonder. La loro canzone. 
Gli presi la mano, per farlo calmare. 
H: - Canzone di merda.- sentenziò infine cambiando canale, mentendo, visto che lui amava Stevie Wonder. 
 
La porta si aprì e ci distrasse di nuovo. Anne entrò, salutando entrambi. Solo io risposi, Harry era come impassibile. Ho già detto che ultimamente era davvero insopportabile? 
La madre lo guardò dolcemente, sospirando. Capiva il dolore del figlio, anche lei ci era passata qualche tempo fa. Avrebbe voluto fare qualcosa per lui, aiutarlo, ma si sentiva impotente. 
A: - Harry, hai sentito tuo padre?- chiese ad un tratto. Il padre?
A quella domanda Harry si voltò di scatto, allibito. Non sentiva Des da tempo. In effetti, l'ultima volta che si erano parlati era proprio il giorno in cui lui se ne era andato. Des lo aveva cercato, ma Harry aveva sempre ignorato le sue telefonate. Quindi, a un certo punto, Des aveva smesso di insistere, sperando che il figlio lo perdonasse di sua spontanea volontà. 
H: - Di che parli mamma?- 
A: - Lui vorrebbe parlarti... Sa che stai male e sperava di poterti aiutare.- a quelle parole il viso di Harry sembrò prendere fuoco. 
H: - E lui come fa a saperlo?- urlò. 
A: - Gliel'ho detto io.- rispose lei tranquilla. 
H: - Tu lo senti ancora? Avete mantenuto un contatto?- chiese furioso. Lei non rispose e si avviò in cucina. Allora anche lui si alzò seguendola, e io riuscii solo a sentire le loro urla. 
H: - Ti ha fatto una cosa orribile mamma, non potete restare amici.- 
A: - Harry, nonostante tutto quello che lui abbia fatto, ci tiene a te! - 
H: - Non mi interessa! Ha fatto soffrire te, mi basta.- la sua voce si ruppe. Da un singhiozzo. 
Seguì un lungo silenzio, ma potei immaginare che un momento madre e figlio regnava in quella cucina. 
 
 
Elizabeth's Point Of View
C: - E' meglio che io vada.- annunciò una decina di minuti dopo. 
Lou: - Vado anche io.- disse - Ti accompagno?- propose a Charlie, lasciandola di stucco. 
C: - Scusa, ma non accetto passaggi dagli sconosciuti.- gli rispose secca, uscendo dalla casa. 
Louis spostò a terra lo sguardo deluso, sospirando. 
L: - Sai cosa devi fare.- incalzò. 
Di risposta Louis uscì di casa a passo svelto, sparendo dalla nostra vista. 
Eravamo rimasti solo io, Zayn e Liam. Ancora per poco. 
L: - Io vado a...- cercò una scusa -...Trovare la nonna con Emma. Voi... Non sentite la mia mancaza.- si congedò impacciatamente. Voleva lasciarci soli, ma era l'ultima cosa di cui avevamo bisogno. E io non ne avevo voglia. 
Andò a prendere Emma e uscì di casa. Per i cinque minuti che seguirono, né io né Zayn osammo proferire parola. Stavamo seduti sul divano marrone, uno accanto all'altro, in silenzio, imbarazzati. 
Fui io a rompere quell'agonia. 
E: - Vi siete comportati da bambini prima. Lì, davanti a tutti, non è da voi. -
Si voltò a guardarmi, spalancando gli occhi e corrugando la fronte, forse cercando un senso alla mia frase. Si era creato un muro fra di noi, e quelle parole che avevamo urgenza di dirci non uscivano dalle nostre bocche. 
Z: - Certo, sarebbe stato meglio farmi uccidere a suon di cazzotti vero? Tanto a te cosa cambiava? Perché è di questo che alla fine stiamo parlando: te, te e soltanto te, vero?- 
Mi stava accusando di egoismo?

 
Zayn's Point Of View
Non volevo accusarla di essere egoista, ma lo era. Stavo combattendo per lei. Avevo perso il mio migliore amico per lei. Per questa stupida ossessione che era nata nei sui confronti. Per questo desiderio. Per questa voglia di vederla felice. Per quello stupido sentimento che mi costava ammettere era amore. 
E: - Sarebbe mia la colpa ora? Siete voi quelli che non riescono a parlare civilmente e devono ricorrere per forza alle mani. Esistono modi e modi di risolvere un problema, e voi avete scelto il peggiore. -
Senza accorgercene eravamo uno davanti all'altra, in piedi, a urlarci contro.
Z: - Questo è quello che succede nella favole Payne, apri gli occhi, questa è la vita reale, smettila di fare la bambina.- continuavo a  far ricadere su di lei tutti quei problemi che si erano andati a creare per un mio stupido errore. 
E: - Bambina io? Sei tu che hai infilato il tuo pene nella mia vagina.- sputò fredda. Arrivammo finalmente all'argomento che dovevamo toccare da tempo, ma per cui non avevamo mai avuto il coraggio. Ci colpevolizzavamo a vicenda, inutilmente. 
Z: - Non mi sembravi così dispiaciuta in quel momento.- la stuzzicai. 
E: - Fingevo!- improvvisò, pur di non darmi ragione, ma sapevo mentiva. 
Z: - Ah davvero? E illuminami, saggia ragazza, come fa una persona alla sua prima volta a fingere un orgasmo, se neanche sapeva cosa fosse prima?- 
E: - Io non ho avuto nessun orgasmo!- si stava arrampicando sugli specchi e la cosa mi divertiva tanto che non riuscii a nascondere un sorriso soddisfatto. 
Z: - Scusa, devo aver frainteso, ma i tuoi 'Oh Zayn, oh Zayn' mi hanno confuso.- 
E: - Che cosa, io non ho detto nessun 'Oh Zayn', sia chiaro! E non era di orgasmi che dovevamo parlare.- cercò di cambiare discorso. Risi. 
E: - Senti, quella notte non doveva succedere, e non so perché sia successo.- riprese seria. 
Z: - Ovvio, per te non ha senso. Tu non provi nulla.- constatai amareggiato. 
E: - Non ho mai detto questo.- rispose, sorprendendo sia me che se stessa. - Probabilmente sei tu che hai rovinato tutto solo per infilarmi nella tua lunga lista. Grazie, ne sono lusingata, ma tra tutte, perché dovevi andare a prendere me?- cominciò a urlare, incolpandomi, mentre ogni frase era una lama nel petto, sia mio che suo. - Perché fra tutte quelle che potevi avere sei venuto proprio da me? Da me, che sapevi fossi debole. Perché Zayn, perché?- 
Z: - Potrei farti la stessa domanda Liz, certe cose si fanno in due.- 
E: - Tu mi hai portata a casa tua quel giorno. Tu hai proposto quello stupido bacio.- 
Z: - Ma tu mi hai baciato.-
E: - Tu mi hai portato in camera tua!- 
Z: - Perché sono innamorato di te, va bene? E' questo che volevi sentirti dire? Complimenti sei riuscita a fare un'altra vittima, congratulazioni Lizzie!- sputai tutto, senza neanche accorgermene. 
E: - Non chiamarmi Lizzie!- mi urlò di risposta, non volendo accettare la mia. 
Z: - Chiamo la mia ragazza come mi pare!- 
La mia ragazza? Perché l'avevo chiamata ''la mia ragazza''?

 
***
Cccciao gente!
Allora, questo capitolo mi fa davvero schifo,
giuro
spero almeno che piaccia a voi
ma non credo. 
Allora, passiamo alla storia:
-Harry e il padre non sono in buoni rapporti
- Che succederà ora fra Liz e Zayn?
- E fra Charlotte e Louis?
- E non dimentichiamoci di Debbie che progetta vendetta contro Elizabeth.

Ora, vi farei qualche domanda:
- Che coppia tifate? Chi vedreste bene insieme?
- Personaggio preferito?
- Quello più odiato?


Ah, ci tenevo a precisare che presto rivedremo anche Niall!


Passiamo ai ringraziamenti:
164 seguite,
34 ricordate,
112 preferite,
21 recensioni al capitolo precedente. 
Grazie mille!
Inoltre, ci tenevo a dire che 17 capitoli hanno superato le 1000 visite. 
Vi amo ancora di più. 
Questa storia non sarebbe nulla senza di voi. 

Seguitemi su twitter, fatemi tutte le domande che volete, ricambio se me lo chiedete: https://twitter.com/xsmilecmon

XXX

harrehs




*On the next...*

- Lei non è mai stata importante per me.-
- Dimmi che non ci sei stato a letto.-
//
- Scusami, devo aver sbagliato porta-
- Peccato...- 
//
- E' tutto così maledettamente sbagliato.- 

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Capitolo 30
*** #Change my mind. ***


Chapter 30th.
#Change my mind



 
Charlotte's Point Of View
Ma chi si credeva di essere quello lì?
Ero rimasta davvero senza parole. 
Oggi troppe persone mi offrivano passaggi in macchina; dovevo cominciare a prendere i mezzi pubblici. 
X: - Charlie, ti fermi per favore?- mi domandò una voce alla mie spalle. La sua. 
Non lo ascoltai. Accellerai il passo.
Lou: - Sai che sono più veloce di te.- disse prendendomi per un polso e facendomi voltare verso di lui. Subito, involontariamente, mi persi nei suo occhi. Quei suoi meravigliosi occhi chiari che sempre mi mandavano su di giri. 
Sorrise. Il suo sorriso era un mio punto debole, ma cercai di non guardarlo. 
Lou: - Hai il fiatone, quindi il passaggio a casa ti serve...- annunciò felice. 
Avevo il fiatone? Me ne accorsi solo in quel momento. 
Incapace di dire nulla mi feci scortare alla sua auto, costringendo me stessa ad ignorare quel meraviglioso ragazzo al mio fianco. 
Lui mi aveva tradita. 
Umiliata. 
E mai gli avrei concesso perdono.
Incrociai le braccia al petto e rivolsi lo sguardo al finestrino, silenziosa. 
Lui mise in moto e sentii il suo sguardo su di me, ma resistetti.  
Lou: - Okay, ora puoi anche porre fine a questa sceneggiata.- 
Non risposi: ero convinta che avrebbe toccato questo tasto. 
Lou: - Stai facendo la stupida, ed entrambi sappiamo che non lo sei, quindi basta.- continuò. 
Stupida io? Ora osava anche darmi della stupida?
C: - E cosa vuoi che io faccia, Tomlinson?- domandai con aria di sfida. 
Lou: - Forse spiegarmi perché ce l'hai tanto con me?- 
C: - Louis, mi hai tradita. Ti basta?- chiesi retorica, infuriata. 
Lou: - Charlie tu non sai come le cose sono andate realmente...- 
C: - Sì che lo so. Ma non è una giustificazione Lou. - lo interruppi. 
Lou: - Sì che lo è! Ti prego Charlie...- 
C: - Perché non sei venuto a dirmi prima queste cose? Se davvero mi amavi, perché non ti sei mai scusato prima d'ora?- gli chiesi pungente. 
Lou: - Perché sapevo che non mi avresti mai ascoltato. Ma io ti ho amata davvero Charlie.- ammise tristemente. Quelle parole per qualche strana ragione mi facevano male. Desiderai solo per un attimo di avere una macchina del tempo e tornare ai bei momenti: io e lui insieme, senza problemi. 
Ma ormai c'erano troppe complicazioni. 
C: - Sono capaci tutti a dire così Lou.-
Lou: -Debbie non è mai stata importante per me.- disse tutto d'un fiato. 
Forse era vero, forse mentiva. 
Ci sperai per un attimo, ma un attimo soltanto. 
C: - Dimmi che non ci sei stato a letto.- 
Era solo una stupida speranza. Conoscevo Louis: se davvero non gliene fregava nulla, non l'avrebbe mai fatto. 
Lou: - Charlie io... Uscivamo insieme... E... Sì, mi sembra ovvio.- ammise infine. 
Sospirai e misi una mano sulla maniglia dell'auto. 
C: - Fermati qui.- intimai. 
Lou: - Perché?- 
C: - Ti ho detto di fermarti.- 
Lou: - Prima dimmi perché?- 
C: - Ti prego Lou...- la mia voce venne interrotta da un mezzo singhiozzo, ma dovevo resistere. 
Lui capì e si fermò. Io scesi senza neanche rivolgergli un ultimo sguardo e scappai via, in lacrime. 


 
Elizabeth's Point Of View
Z: - Chiamo la mia ragazza come mi pare!- urlò. 
Eh?
L'arrabbiatura passò. Arrivò la confusione. Sia mia che sua. 
La sua espressione irata divenne subito preoccupata, meravigliata, un miscuglio che non riesco neppure a spiegarvi, per quant'ero confusa. 
E: - La tua cosa?- domandai balbettante. 
Lui si guardò intorno, boccheggiando, non sapendo cosa dire. 
Z: - Io devo andare.- disse, fuggendo via, zoppicante. 
Sparì dalla mia vista. 
Non riuscivo a crederci. 
In quel momento passai in rassegna tutte le cose che ci eravamo detti per arrivare a quel ''la mia ragazza''. 
Solo allora ricordai un particolare; aveva detto di amarmi?
Una forza estranea prese vita in me e mi fiondai fuori dalla casa. Dovevo raggiungerlo. 
Perché? Non lo sapevo neppure io. 
Non lo vidii. 
L'ascensore. 
Le porte si stavano chiudendo, e riuscivo a scorgere la sua figura all'interno. 
E: - Zayn!- urlai. Si accorse di me e cominciò a spingere pulsanti a raffica: probabilmente sperava che lo strumento ripartisse in fretta. 
Riuscii a infilarmici dentro, proprio all'ultimo minuto. Lui, deluso, mi diede le spalle e incrociò le braccia. Io, di risposta, forse per infastidirlo ancora di più, bloccai l'ascensore. 
Z: - Che cazzo hai fatto?- mi domandò alzando la voce. 
E: - Tu hai detto di amarmi.- constatai. 
Z: - No.- mentì lui, imbarazzato. 
E: - Ti ho sentito.- 
Z: - Ti immagini le cose.- constatò amareggiato, tirando fuori un pacchetto di sigarette. 
Non voleva mica mettersi a fumare? Lì dentro? Che pensava, che facendo così avrei fatto ripartire l'ascensore?
Fu lì che mi venne un'idea. 
E: - Dammene una.- dissi. 
Lui mi guardò stupito. 
Z: - Scherzi vero?- 
E: - No, voglio provare.- 
Z: - Non in mia presenza.- mi ammonì. 
E: - E perché?- domandai, sperando che saremmo presto arrivati al punto. 
Z: - Perché non se ne parla, questa roba fa male.- 
E: - Ma a te cosa importa?- incalzai pungente. 
Capì dove volevo arrivare. 
Si avvicinò pericolosamente verso di me, intrappolandomi fra di lui e la fredda parete di ferro di quell'ascensore. 
Z: - , ho detto di amarti e no, non mentivo. E sì, questa cosa mi sta uccidendo, e sai perché? Lo sai?- 
E: -... Perché è tutto così maledettamente sbagliato.- completai la frase per lui. 
Questa cosa, stranamente, distruggeva anche me. 
Perché lo desideravo tanto?
Perché volevo che in quel momento fosse mio?
O meglio, perché lo consideravo già mio?
Si avvicinava sempre di più. Chiuse gli occhi, e accompagnato da una smorfia di dolore si allontanò. 
E: - Quindi che si fa ora?- chiesi, cercando una soluzione. 
Z: - Le cose non torneranno mai come prima, vero?- domandò. 
E: - Possiamo provare a far finta di niente. Come se non fosse mai successo...- improvvisai, ma non volevo che accadesse davvero. 
Z: - Non è ciò che voglio.- disse, guardandomi negli occhi. 
E: - E quindi?- chiesi insistente. 
Z: - Okay, facciamo finta che non sia mai accaduto. Ricominciamo da capo. Tu non sai chi sono io e io non so chi sei tu. Siamo due sconosciuti, che si incontrano, okay?- propose. 
Annuii, anche se non capivo il vero senso di tutto ciò. 
Mi porse la mano. 
Z: - Zayn Malik.- disse. Gliela strinsi, non capendo. 
E: - Elizabeth Payne.- lo assecondai. 
Ci guardammo per un attimo, che sembrò infinito: i nostri occhi dicevano e volevano le stesse cose. 
Non mollammo la stretta. Ad un tratto, mi tirò verso di sé, e senza neppure accorgersene, le nostre labbra erano nuovuamente posate l'una sull'altra. Le nostre lingue si cercarono di nuovo e sembravano combaciare perfettamente. 
Tuttavia, sentii che mancava qualcosa. Qualcosa che con Harry non mancava. 
Pensai al riccio, e mi lasciai andare. Il bacio, da casto, si trasformò in tutt'altro. 
Ci staccammo per riprendere fiato. 
E: - Tu così saluti le sconosciute?- domandai divertita. 
Z: - Solo alcune.- rispose e riprese a baciarmi. 
Quel giorno, in quell'ascensore, perdemmo nuovamente il controllo. 
Quel giorno, in quell'ascensore, decidemmo che la cosa avrebbe preso un'altra piega. 
Decidemmo che potevamo provarci. 
 

 
Two days later...
 
Harry's Point Of View
Ero appena uscito dal lavoro. Avevo bisogno d'aria fresca. 
Mia madre diceva che aveva una novità per me, anzi, per me e Gemma. Esatto, presto anche lei sarebbe tornata. 
Quel giorno mi diressi verso un supermercato vicino, per comprare qualcosa. Avevo intenzione di prepararle una bella cenetta, visto che saremmo stati soli per tutta la sera. 
Mi fiondai al reparto dei dolci: mia mamma li ama. 
Tuttavia, l'immagine che mi trovai di fronte mi fece ribrezzo. 
Dolore.
Rabbia.
Di nuovo. 
In una mano lui si rigirava una confezione di torta precotta, mentre divertito parlava a vanvera. Lui è sempre stato una frana in cucina. 
Lei invece, con una mano si copriva la bocca, mentre rideva a crepapelle. 
Con l'altra stringreva quella di lui. 
Lo guardava, come tempo fa guardava me. 
Lui posò la torta e mise una mano sulla sua guancia. 
Non si erano accorti di me, ne ero certo. 
Si avvicinò ancora di più a lei. 
La baciò. 
Sentii un tonfo; avevo appena fatto cadere una scatola di cereali. 
Solo allora si staccarono e si voltarono verso di me. 
 
 
Debbie's Point Of View
Dovevo parlare con lei. 
Dovevo farla vergognare. 
Troia. 
Rubarmi così il ragazzo?
Sapevo dove abitava, e mi fiondai a casa sua. 
Bussai numerose volte alla porta, il quale campanello portava la scritta ''Payne''
Infuriata mi ricordai il discorso che prima avevo preparato. 
Qualcuno aprì. 
Un ragazzo, ma chi era?
Un bel ragazzo. 
L: - Scusa, ci conosciamo?- chiese sorridente. 
Il suo sorriso era magnifico che quasi mi sciolsi. 
D: -Io... Scusami, devo aver sbagliato porta.- mi scusai imbarazzata. Volevo morire. 
L: - Peccato...- disse lui mentre mi voltavo. 
Lo guardai di nuovo. 
Qualcosa nel suo sguardo mi rassicurava. 
Qualcosa nel suo sguardo mi disse che sarebbe stato importante.

 
***
Eccomi con un nuovo capitolo!
Che ve ne pare?
Sarà strano... Ma a me (stranamente) piace
Allora, volevo dirvi che ahimé non ho l' ''On the next...''
Non ho ancora scritto l'altro quindi non so le battute...
Comunque, passiamo alla storia:
- Ve l'aspettavate Debbie e Liam? Dite la verità!
- Poi... Zayn e Lizzie fanno progressi... Davanti a Harry.
- Anne ha una sorpresa per i figli... Cosa?
- Charlotte e Louis... Oh Charlotte e Louis!


Passiamo ai ringraziamenti:
182 seguite,
35 ricordate,
123 preferite,
35 recensioni al capitolo precedente?! 
Non è mai successo, cazzus!
Cioè, voi siete aofdoasnpadn **
E siete la forza che mi aiuta a scrivere.
Grazie mille!

Questa storia non sarebbe nulla senza di voi. 

Un ringraziamento speciale va a 
Yeahdude_
Che ha segnalato la storia per le storie scelte. 
Io ti amo. 


Poi, qui su EFP girano molte storie, 
ma la migliore che io abbia mai letto è questa:
Only us .
Non solo è scritta bene,
ma è anche piena di colpi di scena 
ed è abdoabdoabn **
Ve la consiglio. 


Seguitemi su twitter, fatemi tutte le domande che volete, ricambio se me lo chiedete:
harrehs.
Vabbe ora sparisco!
XXX
harrehs



*gif spettacolare.*

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Capitolo 31
*** #Taken. ***


Chapter 31st.
#Taken.





 
Debbie's Point Of View
D: - Come scusa?- domandai imbarazzata. 
Lui sorrise dolcemente e catturò il mio sguardo, facendolo suo. 
L: - Chi cercavi?- 
D: - Elizabeth Payne ma...- cominciai a spiegare il malinteso. 
L: - E' mia sorella- disse -Ma non è qui.- 
Quindi quello era Liam? Harry era solito descrivermelo come burbero e severo, ma in quel momento, a me sembrava il totale opposto. 
Non sapevo cosa fare; mi voltai per andare via, ma era come se lui mi stesse chiedendo di rimanere. Girai su me stessa, come una stupida e lui rise. 
L: - Ti sei persa?- domandò divertito. Dolcemente divertito.
D: - Io...-  stavo per rispondere, ma riflettei. Perché ero lì? A che scopo? Per dire a Elizabeth che lei mi aveva rubato il ragazzo? Zayn non è il mio ragazzo. 
Per dire a Elizabeth che ha fatto soffrire Harry? Lei già lo sa. 
Ridicolo, come un ragazzo mai visto prima, che aveva lo stesso sangue della mia acerrima nemica, potesse aver scombussolato i miei piani. E le mie idee. -Sì.- risposi convinta. 
Mi ero persa. 
Nei suoi occhi.
L: - Senti, so che mi prederai per una specie di maniaco, o peggio, ma... Ti va di entrare?- mi chiese speranzoso. 
Restai positivimente allibita da quella richiesta. 
D: - Ma non sai neanche il mio nome...- 
Lui alzò le spalle e premette le labbra fra di loro. 
L: - Tu non me lo hai detto.- rispose come un bambino, facendomi ridere. 
D: - Debbie.- dissi riprendendomi dalla risata. 
L: - Liam.- rispose lui stringendomi delicatamente la mano che gli avevo porso. 
D: - Lo so.- mi lasciai sfuggire ma me ne pentii subito. Mi misi una mano sulla bocca, e l'altra sugli occhi, mentre sentivo lui ridere divertito. Dolcemente divertito. 
L: - Davvero?- commentò. 
Scossi la testa imbarazzata. 
D: - Sto rovinando tutto, vero?- 
L: - Stranamente no...- rispose. Mi tolsi la mani dal viso e potei ammirare il suo splendido sorriso. 
D: - Sì.- dissi poi. 
L: - Sì cosa?- domandò curioso. 
D: - Sì ho voglia di entrare.- ammisi sospirando. 
Avevo progettato un'accesa discussione con Elizabeth, ma ora era come se me ne fossi completamente dimenticata. 
 
 
Harry's Point Of View
La baciò. 
Sentii un tonfo; avevo appena fatto cadere una scatola di cereali. 
Solo allora si staccarono e si voltarono verso di me. 
H: - Porca puttana.- borbottai mentre mi chinavo a raccogliere i cereali ormai sparsi a terra. 
X: - Aspetta, ti aiuto.- disse una voce a cui non diedi molto ascolto; ero troppo occupato a dienticare l'immagine di quel bacio. 
Il sapore delle sue labbra era mio. Di nessun altro. 
Sentii una presenza chinarsi di fronte a me, e delle mani accostare le mie per raccogliere il cibo caduto a terra. 
Alzai lo sguardo e mi trovai a pochi centimetri di distanza un viso fin troppo conosciuto. Ma che da fin troppo tempo non avevo così vicino. 
Sempre gli stessi occhi scuri, le stesse guance, lo stesso naso, le stesse labbra. 
Anche lei aveva alzato lo sguardo. 
Ho sempre detto che il legame che si creava fra i nostri occhi era unico, speciale. 
Vidi il dispiacere e la collera, misto alle sue iridi marroni.
Non potei far a meno di sorridere, per rassicurarla. Ce l'avevo con lei, vero. Ma l'amavo ancora. 
Sorrise anche lei. 
H: - Ciao.- dissi dolcemente beandomi della vicinanza fra di noi. 
X: - Strano trovarti qui Harry, come vanno le cose?- domandò una voce maschile. 
Un ronzio, uno stupido fastidio. 
Lei si allontanò, distruggendo tutto. Si alzò e io feci lo stesso. 
Mi ritrovai nuovamente quell'immagine davanti: lui, lei, e le loro mani intrecciate.
H: - Va' alla grande Malik.- risposi freddo. Non era di certo cessato il mio odio verso di lui, e neppure si era affievolito. 
La mia espressione era serrata, cruda, come la sua. Elizabeth era l'unica che sembrava provare emozioni in quella situazione. Guardai i suoi occhi: delusione, dispiacere e speranza che nessuno dei due si facesse male. 
Sospirai, volenteroso di togliermi da quella situazione. 
Z: - Mh, mi fa piacere.- 
C'era tensione. Presto uno dei due sarebbe scoppiato. 
E: - Come mai qui?- mi domandò sorridendo. Voleva recuperare, farmi star bene. Ma di certo, continuando a stare con lui, non ci sarebbe riuscita. 
H: - Facevo la spesa, voi?- domanda ridicola. 
E: - Idem.- si affrettò a ridere. 
Z: - Volevamo cucinare qualcosa di buono per stasera ma...- 
H: -... Ma tu sei un disastro in cucina.- completai rancoroso. 
Arricciò le labbra offeso, ma riprese a parlare. 
Z: - Hai ragione. Elizabeth lo dice sempre, non so neppure fare una crema pasticcera?!- rise guardandola, convinto che ciò mi avrebbe dato fastidio. 
E aveva ragione. 
H: - Si sa che il segreto per una buona crema pasticcera è...- 
E: - ...L'aggiunta di un po' di scorza di limone.- completò per me, con aria da saputella. 
La guardai e sorrisi. 
H: - Notevole.- 
E: - Ho avuto un ottimo insegnante.- rispose. 
Sentì un groppo alla gola. Aveva gli occhi lucidi. Stava male. E questo fece male a me. Zayn non se ne era accorto, ma dopottutto, lui e lei non avevano ciò che una volta avevamo noi. 
H: - Be', è stato... Insolito rivedervi.- dissi - Ciao.- mi voltai, non aspettando neppure il loro saluto. Dovevo fuggire, da qualche parte. 
Chiamai mia madre, dicendole che non sarei tornato per cena. Non volevo che lei mi vedesse così. 
La magia fra me ed Elizabeth non era mai scomparsa, ma si nascondeva dietro all'immagine di lei e Zayn, e non sapevo come riuscire a svelarla di nuovo. 
 
 
Elizabeth's Point Of View
Sdraiata nel letto di casa di Zayn, mi chiedevo come avevamo fatto ad arrivare a quel punto. 
Un anno fa avevo a malapena avuto la mia prima relazione, ed ora era cambiato tutto. 
Folle. 
Negativamente folle. 
Sentii tirare uno sciacquone e un ragazzo completamente nudo uscì dal bagno, sorridendo. Si buttò poi a peso morto sul letto, sdraiandosi su un fianco, rivolto verso di me. Feci lo stesso, rivolta verso di lui. 
Z: - E' ridicolo, ma penso che passerei ore così.- disse dolcemente. Risi sonoramente, lusingata. 
E: - Sì, davvero ridicolo Malik.- risposi, mentre lui mi carezzava una guancia. 
Z: - Sembra che l'abbia accettato, alla fine.- disse dopo una pausa di silenzio. 
Non c'era neppure bisogno di chiedergli chi: Harry. Mi faceva male pensare a lui. I suoi occhi, i suoi capelli, le sue labbra, tutto di lui mi mancava. Ma non potevo permettermelo ora. 
E: - Già...- dissi. Lui l'aveva accettato. Probabilmente nemmeno pensava più a me. 
Cercai di cambiare discorso, in un modo o in un altro. 
E: - Ancora non ti ho visto alitare fumo, come mai?- chiesi, riferendomi al fatto che ancora non aveva toccato le sue sigarette. 
Z: - Sto cercando di smettere.- ammise.
E: - Come mai?- 
Z: - So che ti da' fastidio, e poi il fumo passivo ti farebbe male, non credi?- spiegò. Mi sentii subito in colpa. 
E: - Zayn, non devi cambiare per me.- 
Z: - Non sto cambiando, sciocca. Sto migliorando, il che è diverso.- disse facendomi accoccolare al suo petto. Appoggiò il suo mento sul mio capo, sospirando. 
Z: - E' ancora cotto di te.- disse poi. 
E: - Come lo sai?- chiesi... Speranzosa?
Z: - Lo conosco.- ammise amareggiato, stringendomi ancora di più a sé, facedomi intendere che io ero sua. 

 
Harry's Point Of View
Andai nel primo fastfood che trovai. Avevo bisogno di cibo. 
Mi sedetti a un tavolo libero, e ordinai un paio di cosce di pollo, molto piccanti. 
Un biondino dall'aria molto conosciuta, in camice da lavoro, si avvicinò a me. 
N: - Styles, hai gradito tutto?- domandò Niall sorridente. 
H: - Horan, è sempre un piacere vederti.- commentai sarcastico. - Forse un po' meno peperoncino la prossima volta, e non siate così avari con la salsa.- 
N: - Faremo tesoro dei tuoi consigli.- disse sempre con il solito sorriso, sedendosi davanti al mio tavolo. Corrugai la fronte e arricciai le labbra. 
H: - Fai pure.- 
N: - Styles detesto quello stupido broncio.- cominciò. - Facciamo così: ho quasi finito qui, ci andiamo a fare un giro, beviamo qualcosa.- 
H: - E perché?- domandai stufo. 
N: - Perché no?- 
H: - Noi non siamo amici Niall.- dissi brutalmente. 
N: - Quanto sei noioso Styles. Sai che ti dico? Rimani qui a deprimerti pure, io volevo solo aiutarti. Fottiti stupido.- rispose alzando il tono di voce e fece per alzarsi. 
Ma che voleva quel ragazzo ora?
Porca puttana. 
H: - Horan.- dissi per fermarlo - Quando hai detto che stacchi dal lavoro?- domandai ormai rassegnato, mentre lui mi concedeva uno dei suoi soliti sorrisi. 
 
Entrammo in un piccolo pub. Sembrava più rinomato di quelli in cui solitamente andavo. 
E pareva anche molto caro.
N: - Non preoccuparti, è di mio zio, non ci farà pagare.- disse Niall, cercando due posti al bancone, accorgendosi delle mie preoccupazioni. Non mi sentivo esattamente a mio agio lì, ma me ne fragai. Misi le mani in tasca e mi guardai intorno per notare il tipo di clientela: uomini e donne avanti con l'età, o sulla quarantina. Di certo, a parte Niall, non avevo coetanei lì in mezzo. Ci sedemmo al bancone e chiedemmo un paio di whisky, solo questo.
H: - Come va con Charlotte?- gli chiesi.
Lui alzò le spalle indifferente, facendo una smorfia con la bocca. 
N: - Quella è stata l'ultima volta. E' inutile continuare a vederci, non abbiamo nulla in comune e...- 
H: - Capisco.- lo interruppi, mandando giù il mio drink. Non mi interessava davvero.
N: - Sai Harry, sono felice che tu possa vedere Elizabeth e Zayn insieme.- disse. Mi voltai verso di lui, fulminandolo. - Almeno puoi capire cosa ho provato io guardando voi due insieme.- finì lasciandomi di stucco. 
H: - Mi dispiace Niall.- dissi, guardandolo con sincerità. - Ma non è così.- finii. 
Lui mi scrutò non capendo. 
H: - Elizabeth non ha mai detto di amarti. Non hai aspettato sei stupidi mesi per stare con lei. Non ha mai conosciuto la tua famiglia. Non è mai stata una parte di te.- ripresi. - E tu non sei mai stato una parte di lei.- lui deglutì, capendo che avevo ragione. -Tu non sai quanto sia difficile per me ora starle lontano. Averla così vicina, avere la voglia di prendere il suo viso fra le mani, sbatterla al muro e baciarla come mai l'ho baciata prima. Desiderare che lei mi guardi come mi guardava una volta, come ora guarda lui. Tu non sai cosa si prova.- ammisi tutto d'un fiato. Era incredibile che finalmente ero riuscito a parlare, a dire tutto, a un ragazzo che odiavo. 
Seguì il silenzio, imbarazzante silenzio. 
Aprì la bocca e prese fiato, ma poi la richiuse, forse non convinto di ciò che stava per dire. 
N: - Dovremmo essere amici noi due.- 
Risi, ma poi annuii. 
H: - Perché no?- domandai retorico. 
 
Cinque minuti dopo, una ragazza si sedette accanto a noi, al bancone. Mi guardava, e aveva qualcosa di stranamente familiare. Pelle ambrata, occhi chiari. 
H: - Caroline?- chiesi voltandomi verso di lei e scrutandola bene. 
Lei alzò gli occhi al cielo. 
Car: - E' Carly.- mi rispose rassegnata. Sorrisi di essermi ricordato. 
H: - Ne è passato di tempo.- pensai. 
Car: - Ma tu sempre il solito stronzo. - commentò sarcastica. 
H: - Quante cose non sai di me.- risposi più a me stesso che a lei. 
N: - Penso di non conoscere la tua amica Harry.- si intromise il biondo. Mi sentii così in dovere di fare le presentazioni. 
H: - Ehm, Niall, lei e Caroline...-
Car: - Carly.- mi interruppe seccata, porgendogli la mano. 
N: - Niall, è un piacere.- rispose prendendole la mano e baciandola dolcemente, facendola arrossire. Alzai gli occhi al cielo divertito da tanta dolcezza. 
Car: - Non ci credo che sei amico di Harry.- rispose. 
H: - Mi sento di troppo, scusate.- dissi congedandomi, ma nessuno di loro ci fece caso.
 
Mi andai a sedere più in la', accanto a una donna sulla quarantina e un uomo barbuto.
Ordinai un altro semplice whisky, non volevo esagerare. 
X: - Non sei troppo piccolo per queste cose ragazzo?- chiese la donna. Mi voltai verso di lei: capelli corvini, tagliati in un caschetto preciso. Era tinta, potevo notare la ricrescita. 
Molto truccata, non riusciva completamente a nascondere le rughe sulla fronte. 
H: - E tu non sei troppo vecchia?- domandai con lo stesso tono di sfida. 
Sorrise. I denti erano leggermente ingialliti; probabilmente era un'accanite fumatrice. 
X: - Voi ragazzi siete così sfacciati al giorno d'oggi.- commentò. La sua voce era profonda, calda, rauca. Vecchia. 
H: - Tu invece ne hai visti di inverni eh.- la stuzzicai. 
X: - Quarantasei.- rispose con nonchalance. 
Quarantacinque anni. Stavo flirtando con una quarantacinquenne. 
Aveva un'ampia scollatura a V, sulla quale mi ci cadde lo sguardo. Vedevo le smagliature sul suo grande seno, ormai non più sodo come una volta. 
H: - Strano per una quarantacinquenne frequentare certi posti. Tuo marito dov'è?- le chiesi maliziosamente. Avevo la sensazione di cadere in basso, ed era ciò che stavo facendo. Ma mi sentivo solo, non amato, trascurato. 
X: - Probabilmente ora è a scoparsi una tua coetanea.- rispose, bevendo il suo drink tutto in una volta. Teneva il bicchiere con forza, frustrazione. 
Mi leccai le labbra, guardandola. 
H: - E tu? Tu dove sei?- 
Mi guardò, alzando le sopracciglia, sorpresa. 
X: - Non ho mai conosciuto nessun ragazzo che ci provasse con donne molto più vecchie di lui.- disse maliziosa. 
H: - E io non ho mai conosciuto nessuna donna che ci provasse con uomini molto più piccoli di lei.- risposi, con il suo stesso tono. 
Sorrise anche lei, e intuii i suoi pensieri. Che erano i miei. 
Entrambi avevamo bisogno di qualcuno, di sentirci desiderati, di sfogarci. 
Si chiamava Grace, ed era stata appena mollata dal marito, per la sua giovane segretaria. Lui l'aveva lasciata senza pagare le bollette, e senza un quattrino. 
Pochi giorni prima Grace aveva perso il lavoro. 
Grace aveva bisogno di qualcuno. 
Quella sera mi invitò a casa sua. 
Facemmo sesso, ma non fu come le solite volte. Non ci fu passione. Lei era stanca, vissuta. Non aveva un corpo giovane. Non mi piacque più di tanto. 
Ma per qualche strana ragione, quella sera, tornai me stesso. La mia impotenza sparì e mi sentii libero. Mi sentii soggetto del suo piacere. 
Sentii che tutto poteva tornare come prima. Come prima di conoscere Elizabeth.
 


*** 
Ho fatto ritardo, lo so. 
Ma la storia di Harry e Taylor mi ha fatto perdere l'ispirazione. 
Quindi, eccovi un lungo capitolo
a me non piace, poi boh. 
Ricapitolando:
-Liam e Debbie.
-Harry e Niall ora sono amici?
-Elizabeth si sta accorgendo della verità.
-Zayn è innamorato.
-La magia fra Harry e Liz non si è spenta. 
-Carly e Niall?


Passate nelle altre mie storie:
Big Girl FF su Louis
Until you're mine. FF sugli One Direction
Nothing is forever FF su Twilight



Passate anche qui: (ve le consiglio)
Only us .  FF sugli One Direction
Rock me. FF sugli One Direction 



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harrehs.

Passate anche dallo special natalizio di questa storia:

Stuck on Xmas Eve.


XXX

harrehs

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Capitolo 32
*** #On the right side of the wrong bed. ***


Chapter 32nd.
#On the right side of the wrong bed.





 
Harry's Point Of View
Erano passate due settimane da quando avevo conosciuto Grace in quel pub. 
Le cose da quel giorno erano cambiate radicalmente; io non ero più lo stesso. 
O meglio, io ero il vecchio me. 
Grace mi aveva aperto gli occhi e mi aveva fatto capire cosa mi stavo perdendo della vita. Il suo pessimismo e la sua pessima esistenza avevano fatto sì che io realizzassi che non volevo finire come lei. 
Mi impegnavo al lavoro e conquistavo una ragazza diversa ogni notte. 
Compresa Caroline, o Carly, come si chiamava. Ora lei usciva con Niall, e io me la scopavo. Ovviamente, l'irlandese ignorava tutto ciò. 
Si piacevano sul serio però. Avevo anche cominciato a vedere Niall ogni giorno; era a posto il ragazzo. 
Inoltre, novità dell'ultima settimana, dopo il ritorno di mia sorella Gemma in città mia madre ci aveva presentato la sua nuova fiamma, Robin. Mi piaceva, era molto simpatico, ma cosa più importante rendeva felice mia madre. 
Anche Debbie stava uscendo con un ragazzo, ma si era stranamente rifiutata di dirmi il suo nome. 
La mia vita sembrava essere quella di prima; ero solare, spensierato, senza problemi. Ma non felice. 
Da ben due settimane lei non mi era tornata alla mente, neppure il suo nome. Neppure per un attimo. 
Avevo dimenticato Elizabeth. O almeno, con tutte le distrazioni che mi obbligavo ad avere, mi pareva di averla dimenticata. 
Quel Giovedì sera, come ogni singola sera da due settimane a questa parte, ero con Grace. Di solito però sparivo da quella casa prima dell'alba, ma questa volta mi ero incosciamente addormentato. Grace invece cadeva fra le braccia di Morfeo quasi subito. Se infatti fosse rimasta sveglia ci avrei scommesso i ricci che già mi avrebbe intimato di andarmene. 
Mi svegliai lentamente, a causa del suo russare. 
Grace non mi piaceva per niente, e il fatto che emettesse questi suoni durante la notte mi infastidiva ancora di più. La luce entrava attraverso le tapparelle e per la prima volta potei vedere la sua stanza completamente illuminata. 
Era parecchio spoglia e vi erano fogli sparsi ovunque. Non le domandai mai il perché. 
Alzandomi dal letto mi infilai i boxer e i miei pantaloni. Nel raccogliere la camicia urtai contro il comodino. Mi ci cadde lo sguardo: c'era una lampada da tavolo, un vaso con all'interno cioccolatini al liquore e una fotografia. Strizzai gli occhi per mettere a fuoco l'immagine: una bambina dai capelli corvini mi guardava sorridente. Le mancavano due denti davanti e sembrava così fiera di aver finalmente perso i dentini da latte. 
Iniziai ad avvampare. Il respiro si fece nuovamente affannoso. 
La testa scoppiava e  un groppo in gola mi costrinse a sputare quella domanda che ora mi tormentava. 
H: - Chi è lei?- domandai, non curante se Grace fosse sveglia sì o no. 
Sentii uno sbadiglio e le ribadii la domanda. 
Gr: - Mia figlia.- rispose indifferente. Figlia?
Sentivo che prima o poi avrei vomitato qualcosa. Cominciai a camminare avanti e indietro per la stanza, mentre sfregavo fra di loro le mani sudate. 
H: - Non mi hai detto di averne una.- 
Gr: - Già, ma non è spesso a casa. Sai, ha la tua età?- mi rispose affettuosamente. Come se potesse paragonarmi a sua figlia. Mi voltai di scatto a guardarla, schifato da quella donna. E schifato da me stesso; poteva essere mia madre. 
Dovevo andarmene da lì. 
Mi chinai a raccogliere la camicia e mi infilai sbrigativo le scarpe. 
H: - Scusami, ma non ce la faccio.- mi congedai scappando via, mentre lei assumeva tutt'ad un tratto un' espressione preoccupata e stupita. 
Mi allontanai da quella stanza il prima possibile, per ritrovarmi nell'umile salone di casa di Grace. 
Notai una ragazza che riordinava la spesa. E lei, purtroppo o per fortuna, notò me. 
Non l'avevo mai vista così. 
I suoi capelli neri come la pece erano raccolti in un cipollotto sfatto, e aveva una grande tuta porpora, che non metteva affatto in risalto le sue forme. 
Non aveva neppure il trucco, probabilmente si era svegliata da poco. 
Non l'avevo mai vista così bella. 
 
Mi guardò, spalancando gli occhi dall'incredulità. Boccheggiava, non riuscendo a dire nulla. 
E io stavo lì davanti impalato, non sapendo neppure io cosa fare, tant'era la sorpresa. 
Poi la sua espressione cambiò, facendosi rabbiosa e furente. 
X: - Harry. Styles. Tu. Ti. Scopi. Mia. Madre?- mi domandò fredda urlando, scandendo ogni singola parola. 
Deglutii colpevole. 
Caspita se era piccolo il mondo. 


 
Elizabeth's Point Of View
Mio fratello era così: amava farmi venire attacchi di cuore. 
Quella notte avevo dormito da Zayn e la mattina avevo ricevuto una chiamata in cui Liam mi intimava di 'venire subito a casa, c'è un'emergenza'. 
Anche Zayn si era preoccupato, tanto che aveva insistito per accompagnarmi a casa lui stesso e salire per vedere che tipo d'emergenza ci fosse. 
Quando entrai e spalancai la porta, tre persone (e mezzo, se contiamo anche la mia sorellina) mi urlarono un sonoro 'sorpresa'. 
Ma fui io a fare la sorpresa a loro, tenendo ancora Zayn per mano. 
Mio padre e mia madre non avvertono mai quando tornano?
Mi fiondai ad abbracciarli felici di rivederli, mentre il mio ragazzo, timidamente, restava ancora sulla porta. 
E: -Valerie, Paul, dovreste cominciare ad avvertirci quando venite.- li rimproverai scherzando, ancora emozionata all'idea di poterli riabbracciare. Chiamavo i miei genitori per nome quando ero 'arrabbiata' con loro. 
V: -Non si chiamerebbe sorpresa altrimenti!-
P: -A proposito di sorprese... Quel giovanotto scuro laggiù chi è?- chiese con tono solenne mio padre, prestando per la prima volta attenzione  a Zayn.
Quest'ultimo, prendendo coraggio, rivolse un cordiale sorriso ai miei genitori, avvicinandosi a loro e porgendo la mano. 
Z: -Sono Zayn, Zayn Malik.- si presentò, mentre i miei genitori, sorpresi da tanta cordialità gli stringevano la mano e proferivano i loro nomi. 
La cosa sembrava andare per il meglio, al contrario di quanto era successo con Harry. Stranamente infatti, anche Liam adorava Zayn. 
E: -Il mio ragazzo.- mi affrettai a dire. Mio padre spalancò gli occhi meravigliato e cinse poi il fianco di mia madre. Lo stesso fece con me Zayn, come se fossimo due coppie sposate da tempo. 
P: - E che fine ha fatto quell'Harry? Non che mi piacesse, era un tale pervertito e poi era così immaturo!- chiese terminando la frase con una fragrante risata. 
Quella frase mi diede fastidio, fin troppo. 
E: - No, non lo era.- mi lasciai sfuggire fredda, catturando l'attenzione di tutti. 
V: -A me era simpatico.- 
Mio padre le rivolse uno sguardo interrogativo, non capendo. 
P: - Simpatico? Aveva in testa solo una cosa e sono così felice Lizzie,- continuò poi rivolgedosi a me -che tu l'abbia lasciato stare.- 
E: -No papà, no.- non avrei dovuto ribattere, non davanti a Zayn almeno, ma le parole di mio padre mi stavano dando alla testa. -E' ciò che tu non hai mai voluto capire papà. Gli sei sempre andato contro, quando non hai mai capito che il motivo per cui io ero felice era proprio lui. Harry era...- mi fermai, per correggermi -è un ragazzo perfetto. Ed è fortunata la ragazza che se lo aggiudicherà, così che potrà provare ciò che ho provato io. E' stata la mia prima relazione papà, portagli rispetto.- finii, avendo detto qualche parola di troppo. Zayn si voltò a guardarmi, deglutendo deluso. 
Il silenzio regnava e l'imbarazzo mi crollava addosso. 
V: -Tu lo conoscevi Zayn?- domandò mia madre curiosa. 
Zayn sospirò. 
Z: - Di vista.- mentì. 
La situazione era diventata insostenibile e scappai in camera mia. 
Z: - Scusate...- sentii sussurrare ai miei genitori. 
Perché Zayn doveva essere così perfetto?
Se avessi trovato in lui dei difetti, non sarebbe stato così difficile ammettere che provavo ancora qualcosa per Harry. 
Mi sedetti sul letto, coprendomi il volto con le mani. 
Poco dopo sentii qualcuno entrare e chiudere la porta alle sue spalle. 
Quel qualcuno si chinò di fronte a me e mi scostò le mani dal viso. Potei ammirare il volto di Zayn Malik che mi sorrideva incoraggiante. 
E: - Zayn mi dispiace, non avrei mai dovuto dire quelle cose.- mi affrettai a scusarmi, colpevole. 
Lui scosse la testa divertito. 
Z: - Ciò che avevate tu e Harry era stupendo Liz, davvero. E' ovvio che tu pensi queste cose. E lo invidio. Spero che un giorno potrai pensare queste cose anche di me, Liz.- 
Sorrisi a tanta dolcezza. 
E: -Smettila di essere così...-
Z: -Così come?-
E: -...Perfetto.- finii. Lui rise lusingato e terminò la conversazione con un dolce bacio sulle labbra. Insieme tornammo poi in salone assieme ai miei genitori, che sembravano aver accettato volentieri il nuovo membro della famiglia. 


 
Harry's Point Of View
Caspita se era piccolo il mondo. 
H: -Melanie Host?- riuscii solo a domandare, ancora sorpreso. 
Lei neanche riusciva a crederci. 
Fu lì che arrivò Grace correndo, e la figlia, la bambina della foto, colei che mi ero scopato innumerevoli volte, rivolse l'attenzione alla donna che ormai si era rivestita. 
M: - Mamma?- chiese una spiegazione. 
Gr: -Melanie, questi non sono affari tuoi.- le rispose brusca. 
Guardai Grace per l'ultima volta, se possibile ancora più schifato di prima. 
Quando la mia attenzione tornò su Melanie, notai che era sparita, scappata dalla porta a vetri, in cortile.
Sarei potuto sparire, andarmene. 
Ma non avrei mai potuto lasciarla così. 
Mi diressi verso il cortile, ancora senza camicia. Quando uscii fuori, vidi Melanie seduta sulle scalette del portico, sotto la pioggia. Teneva la gambe attaccate al petto e la testa sulle ginocchia. Appena misi la testa fuori di casa i ricci mi si appiattirono bagnati sulla cute, e la pioggia bagnò il mio petto nudo. Rabbrividii, ma mi era completamente saltato di mente il rinfilarmi la camicia. 
Mi sedetti accanto a lei, in silenzio. Sentivo i suoi singhiozzi, e ognuno di questi era una pugnalata nel petto. 
H: -Io non sapevo fosse tua madre, Mel.- cominciai a scusarmi. 
Lei non disse nulla. 
H: - Non avrei dovuto comunque, ma non mi aspettavo che avesse una figlia.- 
Silenzio ancora. 
H: -Mel ti prego dì qualcosa!- la pregai, mentre le mettevo una mano sulla guancia, per farla voltare verso di me. 
Riuscii a vedere i suoi occhi rossi colmi di lacrime. 
M: - Sai Harry, ho sempre avuto quegli stupidi complessi da adolescente, chiedendomi perché non potessi piacerti... E ora anche mia madre?- chiese disperata. 
Mi sentivo in colpa, tremendamente in colpa. 
H: - Hai avuto di meglio Mel... Che mi dici di Niall?- le domandai. Sapevo che erano usciti insieme per un periodo.
Lei alzò gli occhi al cielo esasperata. 
M: -Harry non sono mai andata con nessun altro ragazzo oltre te. E Zayn quella volta. Ma io volevo te e nessun altro... Solo che tu non l'hai mai capito.- confessò.
Ogni singola parola mi lasciava di stucco. Mi sentii stupido per non aver capito nulla di quelle cose, quando dovevo. 
H: -Io... Non avrei mai immaginato che...- 
M: - Che mi vestivo in quel modo per te? Che mi truccavo in quel modo per te? Che facevo finta di essere una sgualdrina per te? Che mi umiliavo davanti a te... Per te?- domandò pungente. 
H: -Non ti servivano tutte quelle cose. Sei molto meglio così Mel.- dissi sincero. 
M: -Oh, se tu me l'avessi detto prima sai quanti soldi avrei risparmiato per il fondotinta?- commentò sarcastica. Risi. 
H: -Non ti serve quella robaccia.- cercai di infoderle fiducia, speranzoso che mi perdonasse. 
Lei sorrise, e per la prima volta trovai qualcosa di estremamente interessante e sincero in quel sorriso. 
Tanto che le misi dolcemente una mano sulla guancia, per afferrarle il viso e portarla vicino  a me. I nostri visi erano vicinissimi, come lo erano stati molte volte. Ma stavolta era diverso. 
Le lasciai un romantico bacio sulle labbra, inaspettato per lei. 
M: - Per te questo non è significato nulla vero?- mi domandò, ancora a un palmo di distanza dalle mie labbra, riferendosi al bacio. 
Ci riflettei un attimo, per poi scuotere la testa. 
H: -No.- ammisi sincero. 
Lei si allontanò, ma l'atmosfera era cambiata ora. Più serena e pacifica, quasi amichevole. 
M: -Come sta Elizabeth?- domandò curiosa. 
Risi e gettai le braccia al cielo. 
H: -Chiedilo a Zayn.- 
M: -Harry, ho sempre pensato che le persone incontrano l'anima gemella a un certo punto della loro vita. La persona perfetta, quella che l'amerà per sempre. Una volta che quelle due persone si sono incontrate non possono più stare l'una senza l'altra, nonostante provino a stare lontani.- disse -Secondo me Harry, per quanto mi faccia male ammetterlo, tu ed Elizabeth siete quelle persone.- finì.
Sapevo che aveva ragione, ma non sapevo trovare una soluzione. 
H: - Ma lei sta con un altro! Cosa dovrei fare io?- domandai disperato. 
M: -Va' da lei Harry! Dille che la ami!-
H: -Se lei ricambiasse sarebbe tornata da me.- 
M: -Harry, tu sei maschio, non puoi capire.- proferì di botto -Lei pensa che tu l'abbia dimenticata, e non ha il coraggio di tornare. Noi ragazze siamo così. Dovresti solo rinfrescarle la memoria. Poi lascia fare a lei.- 
Inclinai la testa, non capendo. 
H: -Non capisco Mel.-
Lei sbuffò spazientita. 
M: -Quando amiamo qualcuno Harry dobbiamo fare degli sforzi e dei sacrifici. Bisogna essere disposti a perdonare, e a tornare, nonostante non siamo noi a doverlo fare.- continuavo a non capire, e lei se ne accorse. -Vuol dire Harry, che se tu la rivuoi indietro non aspettare. Combatti per lei.- 
H: -Mi umilierei soltanto e non ne ho intenzione.-
M: -Ricordi quella frase?-
H: -Che frase?-
M: -'Tutto finisce, l'amore è l'eccezione che conferma la regola'. Lei non ti ha dimenticato, e di certo non ha smesso di amarti. Devi solo ricordarglielo.- 
Solo allora capii e ricordai cosa voleva dire essere innamorato. 
Melanie aveva ragione e mi aveva aperto gli occhi. 
Se forse lo avessi fatto prima avrei evitato tanti sbagli e perso meno tempo. Mi alzai, convinto che avrei fatto ciò che andava fatto. 
H: -Grazie Mel. Spero che anche tu incontrerai quella persona speciale.- le augurai, mentre rientravo in casa.
M: -Ci si vede in giro Harry.- 
 
Ed eccomi lì, quella Domenica mattina, sul cancello di casa Payne. 
Mi ero prima accertato che Elizabeth fosse sola in casa quel giorno. Dovevo agire, dirle tutto. 
Suonai il campanello e il cancello si aprì. 
Presi un gran respiro e lo varcai, convinto che potevamo ricominciare da capo. 


 
***
Salve gente!
Come va?
Nuovo capitolo!
Che ne pensate?
Be', succedono parecchie cose qui...
E mi dispiace dirvi,
o magari a voi farà piacere...
Che siamo quasi giunti alla fine della storia.
Si tratta di tre o quattro capitoli alla fine.
Spero che il finale vi piacerà, lo spero davvero **
Comunque, 
Harry e Elizabeth si amano ancora,
è evidente,
ma riusciranno ad ammetterlo?


Passiamo ai ringraziamenti:
208 seguite,
44 ricordate,
143 preferite,
Siete la forza che mi aiuta a scrivere.
Grazie mille!

Questa storia non sarebbe nulla senza di voi. 

Sto aihmè notando che le recensioni diminuiscono sempre...
Non vi piace più?
Okay, vi dico che...
Se questo capitolo riesce a raggiungere molte recensioni,
pubblico il seguito dopodomani stesso **
Grazie ancora, a tutti.



Passate nelle altre mie storie:
Big Girl FF su Louis
Until you're mine. FF sugli One Direction
Nothing is forever FF su Twilight



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harrehs.

Passate anche dallo special natalizio di questa storia:

Stuck on Xmas Eve.





p.s. Sotto c'è il caro *On the next...*

XXX
harrehs




*On the next...*

-Lui non avrebbe mai fatto tutto questo per farmi sentire in colpa!- 
-Questo perché lui non ti ha mai amata.- 
 
-Perché non lo fai?- 
-Perché io non tocco la donna degli altri.-
 
-Credi nell'amore a prima vista?- 
-Ho sempre pensato fosse una cosa stupida.-
-Quindi no?-
-Se si tratta di te è diverso.-

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Capitolo 33
*** #So we can start it all over again. ***


Chapter 33rd.
#So we can start it all over again.



 


 
Harry's Point Of View
Suonai il campanello e il cancello si aprì. 
Presi un gran respiro e lo varcai, convinto che potevamo ricominciare da capo. 
Salii le scale, respirando lentamente e profondamente ad ogni gradino. 
Più mi avvicinavo al suo appartamento, più dimenticavo la ragione per cui ero lì. Dimenticavo cosa avrei detto o fatto, come le avrei spiegato la mia improvvisa visita. 
Tutto questo non aveva senso. 
Quando arrivai di fronte alla porta di quella casa esitai; stavo per umiliarmi, per lei, di nuovo. 
Volevo davvero tutto ciò? Perché ora avevo così paura di vederla, quando prima eravamo così a nostro agio insieme? 
Quasi come se fosse un gesto meccanico bussai alla porta, pentendomi immediatamente dopo di ciò che avevo fatto. Potevo andarmene, ma prima che potessi voltare le spalle e darmela a gambe la porta si spalancò e Elizabeth fu sulla soglia. 
L'attimo in cui i nostri occhi si incontrarono mi sembrò infinito.
Mi sembrava ad un tratto vulnerabile, innocente, pura. Come sempre mi era sembrata. 
Cazzate.
Appena aprì la porta un'ondata di profumo mi travolse: lampone. Capii che si era appena fatta la doccia grazie a quell'aroma; lei utilizzava solamente bagnoschiuma al lampone. E ne usava molto. Si era anche lavata i capelli, dato che erano sciolti, gonfi e spettinati. 
E non aspettava visite, a giudicare del suo sciatto abbigliamento, composto da una lunga maglia del fratello e semplici pantaloncini del pigiama. 
Era anche scalza. 
Appena mi vide rimase di stucco, scioccata. Non se l'aspettava, era ovvio. In quel momento mi ricordai che ero stato davvero stupido ad andare fin lì. 
Stavamo zitti e immobili, non sapendo cosa dire o cosa fare. Ma prima che io potessi aprire bocca, lo fece lei. 
E: -Harry,- mi salutò esitando. -E' un piacere vederti...- 
H: -Anche per me e...- risposi -Come stanno i tuoi?- domandai impacciato. 
Non c'entrava nulla, ma fu la prima cosa che mi venne in mente. Mi sarei ucciso dopo quella ridicola e insensata domanda. 
E: -Ehm... Benone.- rispose, forse più impacciatamente di me. -E i tuoi? So anche che tua sorella è tornata in città...-
H: -Sì, infatti. Si è presa una pausa dallo studio e ha deciso di tornare.- 
E: - Ti va di entrare?- chiese, interrompendo quell'imbarazzante pantomima che eravamo andati a creare. 
Annuii flebilmente e lei indietreggiò tornando in casa. Infilai le mani in tasca e indifferente entrai nell'appartamento. Mi guardai intorno: era tutto come ricordavo, tutto ciò che mi mancava. Sorrisi, al pensiero dei bei momenti passati lì dentro. Momenti che mi stringevano il cuore e grattavano la gola. 
E: -Siediti pure- suggerì, mentre si dirigeva verso il bancone della cucina. Feci come mi aveva consigliato, sedendomi sulla poltrona su cui eravamo soliti accoccolarci. 
Notai che stava preparando qualcosa in cucina, ma non feci domande. 
E: -Vuoi qualcosa da bere? Caffè, thè, acqua?- domandò. 
H: - No grazie.- risposi cordialmente. Qualche minuto dopo tornò dalla cucina con in mano una fumante tazza di thé. Si sedette sulla poltrona davanti a me e cominciò a sorseggiare cautamente la bollente bevanda. 
Restammo per qualche minuto così in silenzio, a disagio. 
Era come se si fosse creato un muro, un muro invisibile, così impossibile da immaginare fino a qualche mese fa. 
Emisi un colpo di tosse, per schiarirmi la voce. 
H: -Quindi hai detto che...-
E: -Che ci fai qui?- mi interruppe subito lei, portando lo sguardo dalla bevanda ai miei occhi. 
Che ci facevo lì? 
Neppure io lo sapevo. 
O almeno, lo avevo dimenticato. 
Scossi la testa, non sapendo cosa dire. 
H: -Io...- presi un respiro, cercando in fretta la risposta giusta, che non trovai -Non lo so.- risposi alla fine, poggiando i gomiti sulle ginocchia e mettendomi la testa fra le mani, volenteroso di tirarmi fuori da quella situazione. 
Sentii una sua lieve risata e alzai nuovamente lo sguardo. Scuoteva la testa con un ghigno di delusione stampato in volto. 
E: - Notevole Harry.- cominciò in tono di sfida. -Prima mi dai della puttana e poi ti presenti a casa mia, niente male.- 
H: -Sai che non è ciò che volevo dire.- 
E: - Era esattamente così Harry.- disse solenne. -E avevi ragione.- finì colpevole, portando nuovamente lo sguardo sulla tazza fumante. 
H: -Liz tu non sei una troia. Io ero arrabbiato. Ferito. Mi capisci?- le domandai, come si domanda ai bambini che si rifiutano di capire. 
E: -E allora perché sei qui? Per farmi sentire in colpa?- domandò pungente. 
H: -Forse sì.- risposi imitando il suo tono. 
Mi alzai di scatto, cominciando a camminare avanti e indietro per la stanza, cercando di trattenere i miei istinti e di essere il meno impulsivo possibile, pur di non rovinare tutto. 
E: - Bene, complimenti Styles.- 
H: -Vuoi sapere perché sono qui?- urlai d'un tratto, avvicinandomi alla sua poltrona. Poggiai le mani sui bracci del mobile, intrappolando Elizabeth fra il mio petto e la morbida superficie di stoffa su cui era seduta. -Per umilarmi. Di nuovo. E mi sento così stupido per questo.- confessai, sputando i miei sentimenti, una volta per tutte. Mi staccai poi, notando il suo silenzio e ripresi a camminare ininterrottamente. 
H: - Pensavi che sarei riuscito a dimenticarmi tutto così facilmente? Pensavi che avrei trovato qualcun'altro che raccogliesse i miei cocci e li rimettesse insieme. No Liz, non è così semplice. Io non sono te.- incalzai, liberando la verità a ogni parola. 
H: -Vuoi sapere perché sono qui?- domandai nuovamente, dandole le spalle, vergognoso e umiliato da ciò che stavo per dire. -Perché penso che se tu mai tornassi da me, chiedendomi perdono, chiedendomi amore, io, stupidamente, incosciamente, insulsamente, ti concederei tutto ciò di cui hai bisogno.- finii, con le guance ormai rosse e il cuore a mille. 
Silenzio. 
Mi pentii subito di aver detto quelle cose, di aver fatto nuovamente la figura dello stupido. 
Mi voltai nuovamente a guardarla: lo sguardo sempre fisso sulla bevanda, tremava, timorosa di guardarmi. 
E: -Io sto con Zayn ora.- riuscì solo a rispondere, ferendomi ancora di più. Non fu però un'affermzione, lo percepii. Era come un lamento, un ostacolo. 
Poi si alzò, tornando in cucina. La seguii con lo sguardo, per vederla appoggiare il bacino al bancone, dandomi le spalle. Teneva le mani poggiate sulla bianca lastra di marmo, nascondendo i singhiozzi che da me non potevano, tuttavia, celarsi. 
Mi alzai e la raggiunsi, con quella domanda in gola. Di soppiatto mi piazzai dietro di lei, avvicinandomi pericolosamente. 
Si accorse della mia presenza solo quando poggiai le mie mani sulle sue, e le mie labbra sul suo collo, così desideroso di lei. 
Sussultò.
H: - E dimmi- cominciai sussurrandole all'orecchio.  -Quando Zayn quella notte di Capodanno ha cominciato a sfilarti i vestiti- continuai malizioso. - Hai detto anche a lui che eri impegnata?-  finii con quella domanda, che da tempo desideravo farle. 
Di risposta lei si voltò di scatto. Ora eravamo uno di fronte all'altra. 
Non seppi neppure contare i centimetri che ci separavano, ma ricordo che continuavo in tutti i modi ad avvicinarmi. I nostri nasi si toccavano, e potevo sentire il sapore delle sue labbra così vicino, ma pur sempre così irraggiungibile. 
H: - Tu non sai quanto male mi stai facendo ora Liz.- confessai, mai spostandomi però da quella posizione che tanto bramavo. -Starti così vicino, sentire l'aroma delle tue labbra, averle a portata di un ultimo bacio che mai ci siamo dati...- bramavo quell'ultimo bacio. Me lo doveva. Io ne avevo bisogno. 
Ma non potevo. 
E: - Perché non lo fai?- domandò, stuzzicando ancora di più la mia voglia.
H: -Perché io non tocco la donna degli altri.- ammisi, mostrandomi forse migliore del suo attuale ragazzo. Perché sì, lei non era più mia. Ora io ero l'altro. 
Non mi spostai però. Se quel bacio doveva esserci, doveva essere lei a decidere. 
Se lei mi amava ancora, avrebbe fatto quel fottuto passo. O almeno così aveva detto Mel. 
E: -E così deve essere.- troncò, spostandosi di lato e sparendo nuovamente in salone. Lasciandomi lì, poggiato a quel bancone, scioccato, deluso, umiliato. Di nuovo.
H: -Quindi è questa la tua scelta?- le urlai, per farmi sentire. 
E: -Di che parli?- mi chiese tornando. 
H: -Tu lo ami.- realizzai, rifiutando l'idea. 
E: - Harry è tardi per questo ormai. Ti prego.- implorò sull'orlo di una crisi di pianto. 
Divorato dalla rabbia, a gran passo mi diressi verso la porta di uscita, lasciandomi Elizabeth alle spalle, senza neppure salutarla. Lei lo amava. Lei era felice. Lei aveva dimenticato. 
Aprii la porta, desiderando solo di uscire di lì. 
E: -Vuoi sapere perché sto con Zayn?- mi domandò urlando, costringendomi a voltarmi di nuovo. Prese un gran respiro. -Lui non avrebbe mai fatto tutto questo per farmi sentire in colpa!- mi rinfacciò. Ma io avevo la risposta. 
H: -Questo perché lui non ti ha mai amata.- risposi tranquillamente, di getto. Ora era lei quella furiosa. 
Venne con forza verso di me. 
E: - E io devo credere che il mio ragazzo non mi ami solo perché è Harry Styles a dirlo?- 
H: - Lo so Liz, lo conosco! So cosa c'è fra di voi e fidati, non è vero amore.- 
E: - Ma cosa ne sai tu del vero amore?!- 
H: - Perché ricordo cosa c'era fra di noi!- a quella frase persi la ragione. Cominciai ad urlare e sbraitare come mai avevo fatto. Forse solo con Zayn quella volta al parco. -Ricordo tutto io, porca puttana! Tutto quello che ho provato, tutte le volte che dicevi di amarmi! Come potrei dimenticarlo? Io ricordo, non ho dimenticato. Come invece hai fatto tu.- la incolpai alla fine, freddo. 
E: - Non ho mai detto di aver dimenticato Harry. E' tardi, solo questo.- mi ammonì, con un filo di voce. Respirai profondamente e mi avvicinai a lei, afferrandole il viso fra le mani. 
Quel viso che tanto amavo. 
Che tanto mi distruggeva. 
H: -Come vuoi.- le soffiai sulle labbra. -Ma allora sia chiaro adesso: se è troppo tardi ora lo sarà per sempre. Capito? Per te io non esisto più. Non ripensarci Liz, non tornare mai. Perché io sarò troppo occupato a vivere la mia vita, a stare meglio, senza di te.- le intimai alla fine, lasciandola poi lì, fuggendo via. 
Scesi le scale in fretta e furia, convinto di aver fatto uno sbaglio ad essere andato lì. 
Un altro ridicolo ricordo da dimenticare. 
Dimenticare. 
Dimenticarla. 
Per sempre. 
Lei amava lui ed era felice, io dovevo smetterla di guardare al passato. 
Arrivato all'esterno del palazzo fui di nuovo coinvolto in un vortice di emozioni. 
Sentii un forte dolore allo stomaco e mi dovetti appoggiare alla ruvida parete dell'edificio. Mi chinai su me stesso, cominciando a tossire. Sentivo la testa che girava, il mento tremante e gli occhi colmi di sentimenti da gettare via. Poggiai la schiena al muro, sedendomi sul freddo asfalto. Mi misi la testa fra le mani, abbandonandomi ad un silenzioso e doloroso pianto, che da tempo doveva essere sfogato.


 
Debbie's Point Of View
Si stavano facendo serie le cose fra me e Liam. 
Non sapevo cosa mi stava succedendo. 
Mi sentivo libera, amata, felice. E tutto grazie a un semplice ragazzo, sconosciuto, in fin dei conti. 
Ero convinta di amarlo, ma timorosa di rivelarmi. E se lui non provasse lo stesso?
Si era rifiutato di dirlo a sua sorella. Mai ci facevamo vedere in giro. Diceva che era troppo presto per farlo sapere alla sua famiglia. 
Forse, per lui, io ero solo un'avventura, un passatempo. Perché non rivelarci? Sempre nascosti. 
Come quel giorno, quella Domenica mattina. 
Stavamo andando a casa sua, o meglio, a casa del suo vicino, Andy. Lui era partito e aveva l'appartamento libero. Le intenzioni di Liam mi sembravano ovvie, ma dopottutto, ero io che avevo insistito la prima volta. 
A casa sua ovviamente non potevamo andarci, c'era sua sorella. 
Così timoroso che Elizabeth potesse vederlo, aveva anche suggerito di entrare da entrate diverse: lui dal retro, io da quella principale del palazzo. 
Folle, ma io ero d'accordo, perché lo amavo. 
Tuttavia, mentre ci avviavamo in macchina verso la casa, tentai in ogni modo di togliermi il dubbio, e dirgli la verità. 
D: -Credi nell'amore a prima vista?- domandai fingendo disinteresse.
L: -Ho sempre pensato fosse una cosa stupida.- rispose divertito.
D: -Quindi no?- ci rifettei, spaventata.
L: -Se si tratta di te è diverso.- mi disse, guardandomi per un attimo, sorridendo. Lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Mentre per me fu tutt'altro. Mi sentii scaraventata in paradiso, e mostrai inconsapevolmente un acceso sorriso di felicità. 
D: -Idem.- mi affrettai a dire, scatenando la sua risata. 
 
Scendemmo poi dall'auto e mi avviai verso l'entrata principale, mentre lui mi aspettava nell'appartamento, che aveva raggiunto dall'entrata sul retro. 
Fui però distratta da qualcosa. O qualcuno. 
D: -Harry?- chiesi scioccata, precipitandomi accanto a una figura piegata su se stessa, piangente, attaccata al muro. 
Gli scostai le mani dal viso, bagnato dalle lacrime. 
D: -Ehi, che succede?- domandai preoccupata. 
H: -Lei ha dimenticato tutto, Deb. Io sono uno sfigato. Ma perché sono stato così stupido? Venire qui? Ma che mi diceva la testa?- 
Lo abbracciai, sentendo che fosse l'unica cosa che potessi fare. Lasciai che soffocasse le sue lacrime sulla mia spalla, dimenticando che l'uomo che amavo mi aspettava di sopra. 
 
H: -Tu che ci fai qui?- mi chiese, dopo essersi calmato. 
Presi un gran respiro, convinta di dover confessare. 
D: -Esco con Liam Payne.- rivelai. 
Lui non disse niente. Fece un mezzo sorriso, per poi guardarmi; le sue iridi verdi risaltavano nei suoi occhi rossi e bagnati. 
H: -In bocca al lupo, brutta bestia i Payne.- 

 
***
Okay, 
vi avevo promesso il capitolo molto prima
ma ci sono stati dei problemi
e non sono riuscita a pubblicarlo prima d'ora. 
Mancano tre capitoli alla fine della storia. 
Tenterò di pubblicare il prossimo al più presto,
promesso.

Passiamo alla storia:
-Harry e Elizabeth, sempre la stessa solfa ormai. 
-Debbie e Liam sono adorabili insieme, vero?
-Elizabeth lo ama, ma è troppo testarda per capirlo. 


Passiamo ai ringraziamenti:
221 seguite,
48 ricordate,
157 preferite,
Siete la forza che mi aiuta a scrivere.
Grazie mille!

Questa storia non sarebbe nulla senza di voi. 

Poi volevo chiedervi,
che finale vi aspettate?
E che emozioni vi suscita la storia?
In che personaggio vi identificate?
Fino ad ora qual'è stato il vostro capitolo preferito?

Semplici curiosità!


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XXX
harrehs





*On the next...*
 
-Possiamo essere amici.- 
-Sai che non riuscirò mai ad essere tuo amico.-
-Questo è un tuo problema.-
 
-Non possiamo rovinare tutto per una ragazza.- 
-Lo so, ma non potrò mai dimenticarlo. Non sarebbe mai lo stesso.- 
 
-Tu lo ami.- 
-Mi dispiace.- 

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Capitolo 34
*** #Brothers. ***


Chapter 34th.
#Brothers.




 
Charlotte's Point Of View
Avevo lo sguardo fisso sulla panna della mia cioccolata calda. 
Amavo le cioccolate con la panna di Starbucks.
Il sapore che ti lasciavano in bocca, quella dolcezza infinita. 
Addentai svogliatamente il cornetto alla nutella; detestavo fare colazione da sola, ed ora neppure avevo fame. 
Ma chi mai avrebbe avuto fame in una situazione come quella?
Louis mi aveva chiesto un appuntamento. O meglio, un chiarimento. 
Lì, da Starbucks. 
Solitamente ero io quella sempre in ritardo, ma stavolta lui mi stava battendo. E alla grande. 
Perché ero così agitata?
Avanti, era solo Louis Tomlinson. 
Portai nuovamente lo sguardo sulla panna, setacciata dal cioccolato. Tenero e gustoso cioccolato; era il mio punto debole. 
Ed è mentre prestavo attenzione e facevo fantasticherie su quelle deliziose gocce marroni, che il mio 'principe azzurro' fece ingresso.
Mi sorrise lievemente e affrettò il passo per raggiungere il mio tavolo. Feci un gesto con la mano, e gli indicai la sedia di fronte alla mia. 
Si tolse la giacca, restando a mezze maniche, ma mai separandosi dal suo cappellino di lana rosso bordò. 
Lou: -E' buona, vero?- domandò riferito alla bevanda. 
C: -Più dolce di te.- commentai pungente, sperando che quella pantomima finisse presto. 
Lui rise.
Lou: -E chi non lo è? Charlie, dobbiamo mettere in chiaro alcune cose.- sentenziò serio. 
C: -Ti ascolto.- 
Lou: -Tu mi piaci, Charlie.- confessò tutto d'un botto. Lo disse tranquillamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo. 
Mi pimbò addosso come un fulmine a ciel sereno. Cosa?
C: - Okay.- riuscii solo a ripondere, cercando di riprendermi. 
La sua espressione cambiò rapidamente; divenne sorpresa, delusa, incredula. Umiliata?
Lou: -Okay Charlie? Io ti sto confessando il mio amore e tu mi dici...Okay?- 
C: -E' quello che ho detto, sì.- 
Lou: -Io non ti capisco.- protestò alzando le braccia al cielo. 
C: -Lou, cosa c'è da capire? Mi hai tradito, non si recupera tutto con una dichiarazione. -
Lou: -Ma ti ho detto come sono andate davvero le cose!- 
C: -E con questo? Ti ho già detto come la penso.- terminai alzandomi e facendo per andarmene. 
Lui però bloccò il mio polso con la mano. 
Lou: - Cosa devo fare, per recuperare?- mi domandò vulnerabile. 
C: - Possiamo cominciare con l'essere amici.- suggerii. No, non volevo essere sua amica, ma volevo ripartire da zero. 
Lou: -Sai che non riuscirò mai ad essere tuo amico.- disse con ovvietà. 
C: -Questo è un tuo problema.- 
Lou: - Amici sia.- 


 
Elizabeth's Point Of View
Richiusi la porta.
Ma non riuscii a contenermi. 
Scappai più veloce che poteii in bagno, e vomitai nel lavandino tutte le mie colpe, i ricordi, e il mio amore. 
Respiravo affannosamente, e la testa scoppiava. 
Il mio telefonino squillò, riportandomi alla realtà. 
E: - Pronto?- sussurrai, con ancora in bocca un rivoltante sapore.
Z: - Oh Elizabeth dannazione, ti ho chiamato una decina di volte. Cominciavo a preoccuparmi, tutto bene?- 
Era Zayn. Sentire la sua voce incrementò il mio senso di colpa. 
E: - Io... Ho un po' di mal di stomaco.- ammisi, non confessando pienamente la verità. 
Z: - Ti va se passo nel pomeriggio?- domandò. 
Accettai. Forse per un chiarimento?
Fatto sta che, una volta attaccato il telefono, fui costretta ad andarmi a sdraiare sul mio divano. Sarei di certo svenuta, se non l'avessi fatto. 
 

 
Niall's Point Of View
Car: - Niall?- mi domandò, mentre mi rivestivo. Portai lo sguardo su di lei: sdraiata a pancia in giù nel letto, ancora sfatto, mi guardava seria. Ci frequentavamo da un po' ormai, non era male. 
N: -Sì?- domandai curioso. 
Car: - Sono andata a letto con Harry.- disse tutto d'un fiato. 
Restai immobile. 
Non disse nient'altro. 
Uscii in fretta e in furia da casa sua. Me lo aspettavo, ma avere la certezza di certe cose fa male. 
 
 
Elizabeth's Point Of View
Non so quanto tempo passò, ma ero rimasta tutte quelle ore su quel divano, senza alzarmi un attimo. Neppure per mangiare. 
Il campanello suonò. 
Mi alzai svogliatamente e poi posai lo sguardo sull'orologio: le quattro e trenta. Bene. 
La visita di Harry mi aveva scombussolata. La vicinanza di Harry mi aveva scombussolata. Le parole di Harry mi avevano distrutta. 
Zayn si presentò alla mia porta, sorridente. 
E: - Ciao.- lo salutai io, con ancora la nausea, invitandolo dentro e chiudendo la porta. Mi sedetti su una sedia, e lui mi venne incontro, notando che c'era qualcosa che non andava. 
Z: - Va tutto bene Liz?- domandò preoccupato. Presi un gran respiro, perché mentirgli?
E: - Prima è venuto Harry.- confessai. La sua espressione rimase neutra, ma non osai guardarlo. Avevo paura di essere giudicata nuovamente. 
Z: - E che avete fatto?- chiese, come se si aspettasse il peggio. Scossi lentamente la testa. 
E: - Nulla Zayn, ma io...- dovevo dirglielo, lui aveva bisogno di sapere. 
Z: - Tu lo ami ancora.- finì lui per me. 
E: - Mi dispiace.- dissi con voce strozzata, per poi tornare a guardarlo. Aveva lo sguardo basso e gli angoli della bocca inclinati verso il basso. 
Sospirò. 
Z: - Io non ce la faccio così, Liz.- annunciò. 
Annuii, dandogli il mio appoggio, ma non capendo. 
Z: - Io ti amo, Lizzie. Ma tu hai sempre amato lui. Non saresti mai arrivata a questo punto se io non avessi buttato le carte in gioco.- 
E: - Zayn, sono errori che si fanno in due.- 
Z: - Io non ce la faccio.-  riprese non ascoltandomi. -Ogni volta che ti guardo, che ti tocco, che assaporo le tue labbra, il pensiero di Harry mi uccide. Io non ce la faccio. Lui mi manca infinitamente ed è il mio migliore amico. Non gli ho mai fatto un torto del genere e lui è...- 
E: - ... La persona di cui più ti fidavi al mondo.- completai, capendo il suo dolore. 
Z: - Non smetterò di amarti per questo, Lizzie. Ma non posso neppure costringerti ad amarmi.- 
Inclinai la testa, restando sempre più sconcertata. 
Z: - Pensi che io non abbia mai fatto caso al fatto che tu non hai mai detto di amarmi?- 
E: - Cosa?- chiesi, facendoci davvero caso solo ora. 
Z: - Sapevo che con Harry ti ci era voluto un po', e quindi avevo aspettato ma... Quella frase non arrivava. E' finita Liz.- 
E: - Mi dispiace.- continuavo a dire. 
Si diresse verso la porta, ma poi si voltò di scatto.
Z: -Aveva ragione.- proferì. -Quando diceva che eri speciale.- 
E: - Non diventeremo mica una di quelle coppie che smette di parlare, vero?- 
Z: - Non sono il tipo.- sorrise. -Quindi, ci si vede in giro, amica.- si congedò sorridendo. 
 
Zayn era sempre così perfetto. 
Ero riuscita ad ammettere che amavo Harry, ma ora c'era un problema: lui aveva detto che non voleva vedermi. 


 
Harry's Point Of View
Ero al parco. Quel parco in cui io e Zayn avevamo litigato. Il parco in cui avevo confessato il mio amore a Elizabeth. 
Mi sedetti su una panchina, non sapendo cosa fare, e aspettando un tempo indefinito. 
Mi squillò il telefono: Niall.
H: -Ehi biondo, come va?- domandai, sperando almeno di poter contare su di lui. 
N: - Io qui ho appena finito, ora se vuoi passa pure tu, così te la fai di nuovo. O stavi già arrivando?- chiese pungente. 
H: - Che dici?-
N: - So che ti scopi Carly. Ed è finita, fra me e lei, e fra me e te.- silenzio. 
Attaccò. 
Sbuffai, ma poco mi importava. Misi la testa all'indietro, sperando che il dolore finisse. 
Mi addormentai. 
 
X: - Sapevo che ti avrei trovato qui.- annunciò una voce. La conoscevo. 
Aprii lentamente gli occhi e mi voltai; accanto a me Zayn Malik mi guardava sorridente. 
H: - Buon per te.- risposi freddo. 
Z: - Harry possiamo smetterla?- 
H: - Smettere cosa, scusa?- 
Z: - Siamo amici da troppo tempo Hazza, non possiamo distruggere tutto così.- insistette. 
H: - Ti capisco Malik, davvero. Tu ora mi dici così, e magari stasera te la scoperai di nuovo. Come dovrei stare io?- gli risposi a tono. 
Z: - Elizabeth mi ha appena lasciato.- disse tutto d'un fiato. 
Spalancai gli occhi. Il mio discorso era forse servito a qualcosa?
Sentii un colpo al cuore, e ci sperai di nuovo. 
Z: - Sì, ti ama ancora, se te lo stai chidendo.- ammise, capendo i miei pensieri. 
Deglutii rumorosamente, bramando quell'idea, ma convinto del contrario. 
Z: - Io vorrei che le cose potessero tornare come prima.- si affrettò ad aggiungere. 
H: - Come prima?- domandai riprendendomi. 
Z: - Harry, siamo fratelli, da quando avevamo sette anni.- 
H: - E tu lo ricordi solo ora?- chiesi pungente, rinfacciandogli tutto. 
Z: - Io ho sbagliato, Harry. Ma sono umano. Ci eravamo promessi che non avremmo mai rovinato tutto per una ragazza, ti ricordi?- 
Sì che ricordavo. Avevamo quattordici anni. Sorrisi al ricordo. 
H: -Lo so, ma non potrò mai dimenticarlo. Non sarebbe mai lo stesso. Anche se io ti perdonassi, non riuscirei a togliermi dalla testa quella fottuta immagine di te ed Elizabeth insieme. E di ciò che sei riuscito a farmi.- 
Z: - Ti ho chiesto scusa, Harry.- ribadì, urlando, con gli occhi lucidi. 
Mai avrei pensato che io e Zayn saremmo arrivati a quel punto. 
H: - Eri la persona di cui più mi fidavo al mondo.- confessai, rancoroso verso il passato. 
Z: - Che cosa significa quindi?- voleva un veredetto. 
H: - Che nulla potrà mai tornare come prima. Non smetterò mai di volerti bene, questo no. Non ho mai smesso. Ma non saremo mai più come prima. Perché non riesco neppure a vederti, senza provare l'istinto di ucciderti.- 
Z: -Non deve essere così.- 
Mi alzai, volendo andarmene via. 
H: - Stammi bene. Ti odierò per sempre, fratello.- dissi sincero, non lasciandogli opportunità di chiarire e me ne andai. 
Avevo una meta precisa ora. 
Se le cose dovevano aggiustarsi, sarebbe successo lì. 
Lei di certo mi avrebbe trovato. 


 
Niall's Point Of View
Entrai in un panificio, deluso e distrutto un'altra volta. 
Volevo un pezzo di pizza, l'unica cosa che sarebbe riuscita a tirarmi su il morale. 
La ordinai e una ragazza me la portò. Era carina. Mora, piccola e minuta. Imbronciata. 
X: - 1.50 £- disse. Pagai. 
N: - Come ti chiami?- le chiesi poi, curioso e affascinato. 
K: - Kimberly.- rispose. -E tu?- aggiunse poi. 
N:  -Niall- sorrisi. -Non innamorarti mai, Kimberly.- le consigliai. Lei rise. 
K: - Già mi è successo. Terribile esperienza.- 
N: - Ti va di uscire, Kim?- 
Lei accettò. 


Debbie's Point Of View
Avevamo passato anche il pomeriggio a casa di quell'Andy. Non l'avevo mai conosciuto, ma sapevo che lui e Liam erano molto amici. 
Erano le cinque, quando mi decisi a parlare con Liam. 
D: - Ho detto a Harry di noi due.- dissi. Lui, che intanto stava preparando delle frittelle, si voltò a guardarmi, rimasto di stucco. Mi prese poi per un polso, e cominciò a trasportarmi in giro per la casa, senza dire una parola. Non era una presa stretta, ma ne ero comunque spaventata. Cosa stava succedendo?
Uscimmo da quell'appartamento, per andare poi verso il suo. Perché?
Bussò alla porta, qualcuno aprì. 
Entrammo in casa, prima che quel qualcuno potesse dire nulla. 
Elizabeth Payne era in piedi impalata a guardarci, incredula. 
E: - Debbie?-
L: - Elizabeth, lei è Debbie, la mia ragazza.- annunciò, lasciandomi di stucco. Sorrisi. Lo amavo, sì, lo amavo. 
Anche Elizabeth sorrise, e solo in quel momento mi resi conto di quanto i due fratelli fossero simili. Venne verso di me e mi abbracciò. 
E: - Benvenuta in famiglia, Debbie.- mi augurò. Io restavo lì, senza dire nulla. 
L: - Vado a prendere lo spumante a casa di Andy, c'è da festeggiare.- annunciò, per poi sparire via. 
Eravamo rimaste solo io e Liz in casa, così ne approfittai per prendere al volo l'occasione.
D: - Prima c'era Harry, vero?- chiesi, pungente. 
Lei annuì. 
D: - Cosa ti blocca Liz, Zayn?- 
E: - Io e Zayn ci siamo lasciati.- 
D: - Va da lui.- 
E: - Cosa?- 
D: - Si è umiliato, è tornato. Ora è il tuo turno.- annunciai. 
Lei cominciò a capire. 
D: - Ora.- le ribadii. 
Capì, e in meno di dieci secondi era già in strada, a cercare di recuperare ciò che pensava fosse andato perso.  
 


 
***
Tadan!

Ho pubblicato presto, vero?
Ditemi di sì... Vi prego.
Il prossimo arriverà presto. 
E sarà in penultimo.
Mi ero affezionata a questa storia. 
Comunque, 
domani esce il video di Kiss You
sjhdbchkabj
e fra poco è il compleanno del nostro Dj Malik.
L'unica cosa negativa è che domani si torna a scuola.
Vi dico che probabilmente il capitolo
arriverà proprio insieme al compleanno di Zayn.

Presto pubblicherò una nuova FF... Chi passarebbe?

Passiamo alla storia:
- Abbiamo delineato il rapporto fra Charlie e Louis
-Kimberly e Niall.
-Elizabeth ha capito.
-Harry è andato in un certo luogo, potete immaginare quale?
- Liam e Debbie. aoejbjfoan. 


Passiamo ai ringraziamenti:
230 seguite,
52 ricordate,
172 preferite,
Siete la forza che mi aiuta a scrivere.
Grazie mille!

Questa storia non sarebbe nulla senza di voi. 



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XXX
harrehs



*On the next...*


 - Ti amo. E' l'unica cosa che so, e l'unica cosa che conta. La cosa più vera del mondo, tanto quanto il fatto che la terra è sferica...-

 

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Capitolo 35
*** #Same mistakes. ***


Chapter 35th
#Same mistakes.




*vi consiglio di ascoltare la canzone mentre leggete


 
Elizabeth's Point Of View
Giravo senza fiato per le strade del quartiere. Avevo freddo, non ero coperta più di tanto. 
Ma il mio obiettivo era un altro ora; non facevo altro che pensare a lui. Lo volevo, e sarebbe stato mio. Sì, lo amavo.
Lo amo.
Lo amerò. 
Ma lui mi avrebbe mai perdonata?
Dovevo raggiungerlo, ovunque lui fosse. Presto. 
 
Ero finalmente giunta di fronte casa sua. In men che non si dica mi fiondai verso la porta d'ingresso. Ero pronta. 
Respirai profondamente, riprendendomi dalla lunga corsa. 
Respirai nuovamente e, con il cuore che finalmente annunciava scacco matto al mio cervello, bussai decisa alla porta della sua casa. 
Passarono pochi secondi, che mi sembrarono infiniti. 
Quando la porta si aprì, però, non fu il riccio a comparirmi davanti. Bensì, sua sorella. 
E: - Gemma, ciao.- la salutai sorridente, cercando di essere il più cordiale possibile. Lei, di risposta, fece un freddo cenno con la testa, e mi squadrò da capo a piedi; come biasimarla?
G: -Che ci fai qui?- mi domandò irritata. 
E: - Io sto cercando Harry.- 
G: - Non è qui.- rispose velocemente. 
E: - Ehm... D'accordo.- dissi voltando le spalle sconsolata. L'entusiasmo sembrava volato via.
G: - Io non so dov'è andato- continuò ad un tratto, facendomi voltare nuovamente speranzosa -Ma ha detto che sarebbe andato in un posto molto importante per lui.- disse solenne, e allora capii -Io non conosco quel luogo, ma tu sì, vero?- finì con aria ovvia. 
Annuii convinta e consapevole, pronta nuovamente a mettermi in marcia e a correre all'impazzata. 
G: - Sbrigati, stronza.- proferì seria, costringendomi a ricominaciare la mia corsa verso l'ignoto. Ignorai addirittura l'ultima parola che Gemma mi aveva riferito.
Sapevo di esserlo. Ma sapevo anche che avrei potuto rimediare. 
 
Ripresi a correre e mi fermai solamente dopo essere arrivata lì. 
Il nostro posto. 
Lo vidi: seduto e solo guardava l'orizzonte, non accorgendosi di me. 
Cauta mi avvicinai a lui, fino ad inginocchiarmi al suo fianco. Aveva lo sguardo fisso sul tramonto e ancora non sospettava minimamente la mia presenza. 
Lo osservai attentamente, prima di cominciare a parlare. 
Il suo profilo era maledettamente perfetto; sembrava disegnato a mano da un pittore, e colorato con le migliori tonalità. In quel momento mi sentii la ragazza più fortunata del mondo, solo per essermi aggiudicata il suo amore. 
Avevo vinto alla lotteria, ma avevo sperperato tutta la mia fortuna.  
Non c'era nessuno accanto a noi, solo lui ed io. Però, lui ancora ignorava la mia presenza. 
Fu lì che cominciai a parlare. 
 
 
Harry's Point Of View
Non avevo scelto di andare su quella spiaggia. 
Ci ero andato e basta, come se le mie gambe avessero fatto tutto da sole.
Mi ero seduto sulla riva, bagnandomi i pantaloni, ma poco mi importava. Quella spiaggia aveva infiniti significati per me. E mi ero seduto proprio lì, sul punto in cui ci eravamo baciati la prima volta. 
Ero solo, attorno a me nessuno. Dopottutto, quella spiaggia non era un granché frequentata, ma soprattutto, non a quell'ora. 
Il sole stava tramontando, e la sua figura sembrava ipnotizzarmi. Tutti quei perfetti dettagli della natura spesso mi facevano riflettere su quanto il mondo fosse meraviglioso. E quanto io fossi imperfetto a confronto. 
Pensai, che se forse non avessi fatto quei continui e innumerevoli errori forse non sarei arrivato a questo punto. 
Forse la mia storia sarebbe stata più noiosa, o più felice. Forse non sarei mai cresciuto. 
Forse sarei rimasto sempre lo stesso ragazzo lascivo di sempre. 
Forse non avrei mai fatto caso ai sentimenti delle persone. 
Forse avrei avuto amici diversi, esperienze diverse. 
Eppure ero lì, con lo sguardo fisso sulla linea che separa quell'immenso mare con quel perfetto cielo. 
 
Ed è ora, che siamo giunti a un momento critico della mia storia. Un momento che cambiò tutto, e che mi ha convinto a raccontarvela. Uno di quei momenti che ti porti dietro per tutta la vita. Che ti fanno riflettere. Non avrei mai pensato di poter provare simili sensazioni, simili emozioni, tutto questo. Mai. 
Così è cominciata la mia storia: mi chiamo Harry Edward Styles, e da ''stronzo'' sono diventato in men che non si dica una semplice vittima.
 
Mentre ancora ero intento a guardare l'orizzonte, il mio pensiero fisso, lo stesso degli ultimi mesi, era lei. 
Lei, ormai così estranea e lontana. 
Lei, che non era mai stata mia, nonostante io fossi stato suo per tutto quel tempo. 
Ero così perso nei miei pensieri, che sobbalzai appena sentii una voce accanto a me. 
X: - Ti amo.- disse. 
Colto all'improvviso mi voltai: lei, Elizabeth Payne, era seduta in ginocchio al mio fianco, e mi guardava, creando quel solito contatto che i nostri occhi erano soliti creare. 
Solo allora realizzai: ero un sogno? O stava davvero accadendo?
Aveva detto 'ti amo'?
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, tant'era l'incredulità, ma non lo diedi a vedere. La guardai, neutro, aspettando che continuasse. 
Ora era il suo turno.
E: - Ti amo.- ripetè - E' l'unica cosa che so, e l'unica cosa che conta. La cosa più vera del mondo, tanto quanto il fatto che la terra è sferica...- continuò sorridendo. 
Sorrisi anche io: ricordai immediatamente quelle parole. Le stesse parole e la stessa dichiarazione che avevo usato io, su per giù un anno prima. 
H: - La terra non è sferica.- sentenziai, imitando le parole che lei mi aveva detto quel giorno. 
Era incredibile come ancora entrambi ricordassimo tutto. Ma era stato infatti anche quello uno di quei momenti che ti porti dietro tutta la vita. 
E: - Io ti amo Harry.- ripeté. Parole che mi erano mancate. Parole che non sentivo da un'eternità. Parole che mi scioglievano il cuore, parole di cui avevo bisogno. 
Ma ora, tuttavia, mi si presentava quel problema, che mai mi sarei sognato di avere. 
H: - La fiducia non si riconquista con uno spettacolino del genere.- proferii. Ed era vero. La mia fiducia si era pian piano sgretolata, timoroso che ciò che era successo potesse succedere di nuovo. 
E: - Serve una seconda possibilità per riconquistarla. - insistette. 
Sospirai, volendo sputare quella dolorosa domanda. 
H: - Perché proprio il mio migliore amico, Liz?- chiesi finalmente, cercando la verità nel suo sguardo. 
E: - Perché proprio Melanie Host?- incalzò lei con lo stesso tono. Abbassai la testa, deglutendo: aveva ragione. Anche io avevo fatto lo stesso errore, su per giù un anno prima. 
H: - E' diverso.-
E: - Stiamo girando in cerchio, Harry. Sempre gli stessi errori, gli stessi vecchi giochi. Io ho sbagliato, tu hai sbagliato. Lo abbiamo superato, Harry.- cominciò. Non dissi nulla, aspettai il resto. - Tu una volta, su questa spiaggia, mi chiedesti di fidarmi di me e te, insieme. Io lo feci, Harry, mettendo in gioco me stessa. Tu una volta, su questa spiaggia, mi dicesti che io ero speciale. Io ci credetti. Tu una volta, su questa spiaggia, mi rivelasti i tuoi errori. Io soffrii. E ora sono qui, per rimettere in piedi quei pezzi che non andavano distrutti. Questa spiaggia ha visto tutto di noi, Harry. Dimostriamole che siamo pronti a ricominciare da capo.- finì speranzosa. 
Ragionai per un attimo sulle sue parole, e non riuscii a darle torto. Ma per quanto la volessi, ancora qualcosa mi bloccava. Avevo paura di provare nuovamente quel dolore, una paura assurda. 
H: - Liz, i mesi passati senza di te sono stati orribili. Ma ancora più orribile è stato il momento in cui ho capito che tu mi avevi tradito davvero. Cosa mi assicura che non lo farai di nuovo?- chiesi insistente, volendo una risposta. 
Lei mi guardò, inclinando la testa, quasi sentendosi offesa. 
E: - La stessa cosa che ha assicurato a me che tu non l'avresti fatto di nuovo: fiducia. E amore.- disse solenne. Non risposi, ma riflettei. - Una volta- riprese, cotringendomi a rialzare lo sguardo su di lei. - un amico mi disse che tutto finisce, l'amore è l'eccezione che conferma la regola.- continuò, ripetendo quella frase che le avevo detto io quasi un anno prima. - Puoi dirmi di no adesso, ma insisterò fino a quando non mi dirai sì.- ammise, lasciandomi senza parole e in preda alle emozioni. 
Era lì, a pochi centimentri da me, e io avevo il via libera. 
Era successo tutto così velocemente che mi ci volle un po' per realizzare. 
Mi guardava implorante, implorante che la capissi. Ma in realtà, io avevo deciso di perdonarla sin da quando si era presentata accanto a me. 
Le misi lentamente una mano sulla guancia, carezzandola dolcemente. Pensando e convincendomi che era di nuovo mia. 
Reduce dagli sbagli, dalle sofferenze, dai bei momenti che avevamo vissuto insieme, e dalla voglia di lei, mi sporsi il più lentamente possibile verso lei, assaporando ogni singolo momento. 
Elizabeth restava ferma: aspettava il perdono. E lo avrebbe capito in un unico modo. 
Le nostre labbra erano vicinissime ormai; potevo nuovamente sentirne l'odore, la punta del suo naso che sfiorava il mio, e il suo respiro agitato e affannoso. 
Rimasi per un poì in quella posizione, beandomene totalmente. Ma poi, la voglia di lei si appropriò di me. 
Le mia labbra toccarono le sue, dopo tanto tempo. Troppo tempo. Ma non avevo dimenticato il loro sapore, e non avevo dimenticato ciò che si provava. 
Fu dapprima un bacio casto, con cui cercai di assaporare ogni singolo angolo di quelle labbra che perfettamente combaciavano con le mie. 
Sì, io e Elizabeth eravamo come quelle anime gemelle, quelle che non possono stare lontane. E che quando si ritrovano, provano di certo le migliori sensazioni del mondo. 
Poi ci fu un altro bacio, meno casto di quello di prima, ma ci beammo entrambi di ciò che ci era mancato, rendendoci conto che avevamo ormai tutto il tempo che volevamo davanti a noi. 
Ci godevamo ciò che avevamo stupidamente perso e dimenticai tutto il resto. Dimenticai di avere dei problemi.
Mi sentii il ragazzo più fortunato del mondo: non soltanto per avere nuovamente con me la ragazza che amo, ma perché il dolore, in quel momento, era completamente scomparso. 
I baci casti sparirono di colpo, e le nostre lingue si incontrarono nuovamente. Si intrecciarono, e le nostre labbra si assaporarono e si mossero in sincronia. 
Sentii le sue mani insinuarsi fra i miei capelli, lasciandomi intendere che ora lei voleva di più. 
La mia voglia della sue labbra si estese al resto del corpo. Le cinsi il fianco possessivamente, volendola mia, una volta per tutte. 
Mi sentivo come un ragazzo alle prime armi, ma le avrei mostrato chi ero davvero. E cosa ero in grado di fare. 
Sentii l'eccitazione corrermi per tutto il corpo, e la passione si intromise fra noi, facendoci scordare del resto. 
Le sue mani dai miei capelli passarono alle mie spalle, fino a infiltrarsi sotto il tessuto della mia maglia, e solo allora mi accorsi che stava davvero succedendo. 
H: - Qui?- riuscii solo a chiedere; avevo bisogno di una conferma, dopo tutto quel tempo. 
Lei annuì e basta, parecchio spaesata. Deglutii incredulo e mi alzai velocemente, in procinto di togliermi gli abiti da dosso. 
Non sarebbe stato parecchio comodo, ma era la voglia di lei a comandare in quel momento. Mi sfilai le scarpe e la maglietta, poiché avevo capito le sue intenzioni. 
Mi voltai, per portare nuovamente lo sguardo su Elizabeth, ma lei, come avevo sospettato, non era più lì.
Allora portai gli occhi sul mare: Elizabeth era stata più veloce di me a spogliarsi ed immergersi in acqua. Mi sorrise maliziosamente, e lo stesso feci io, trattenendo una risata d'eccitazione e liberazione. Sfilai anche i pantaloni, e per ultimi i boxer, per poi tuffarmi in acqua. 
 
Fu forse la notte più bella della mia vita. 
Fu inaspettato, ma aspettato da tempo. 
Fu diverso, perché c'era amore. 
Fu tutto come doveva essere, su quella spiaggia, solo noi due. 
Fu uno di quei momenti che ti porti dietro per tutta la vita. 


 
***
Ta dan!

Okay, voi non ci crederete,
ma ci ho messo davvero l'anima
per scrivere questo capitolo.
Non ne sono neppure soddisfatta.
Me lo immaginavo in un modo preciso,
e non sono sicura di averlo riportato per il meglio.
Insomma, non mi piace.
Ma spero che almeno piaccia a voi. 

E siamo alla
fine.
Manca solo un breve epilogo.
Che di certo pubblicherò al più presto.
Ringrazio ancora tutti coloro 
che perdono tempo a recensire
e leggere i miei capitoli.
La soddisfazione che ho
quando vedo una visita in più,
o una recensione in più,
è impagabile.
 
Grazie davvero.

E che dire?
Doveva succedere fra Liz e Harry
non trovate?
E sì, questo capitolo è romantico.
Ed è parecchio di crescita per il nostro riccio.
Ricordo ancora quando pubblicai il primo capitolo,
com'era bastardo il ragazzo!

Poi, non so se avete notato,
ma ho usato una frase del primo capitolo,
e la stessa conversazione del capitolo 23. 
Ma me lo immaginavo così!




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E ora smammo.
A presto...
Ah, una cosa

AUGURI ZAYN!

Okay, ora vado.
XXX

harrehs




 

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Capitolo 36
*** #You're just a small bump. ***


Epilogue
#You're just a small bump.







 
Harry's Point Of View
Camminavo avanti e indietro per il corridoio, di fronte alla porta del bagno. 
Mi torturavo i capelli con le mani, sudate per l'agitazione. 
Respiravo affannosamente. 
C: - Devi stare calmo.- mi ribadì nuovamente Charlotte, che appoggiata allo stipite della porta chiusa osservava i miei movimenti. 
Come sarei potuto stare calmo? Un groppo allo stomaco mi dava la nausea. 
Neppure Charlie, dopottutto, era calma: stava ferma e rigida, la mascella serrata. 
Mi femai di fronte alla porta e bussai con forza. 
H: - Elizabeth, va tutto bene?- chiesi insistente. Da venti minuti era lì dentro. 
Silenzio. 
H: - Io entro.- dissi convinto a Charlie. Lei fece per fermarmi. 
C: - Dalle tempo.- 
H: - Non ci vuole così tanto per una cosa del genere!- le risposi brusco guardandola male. 
Bussai nuovamente. 
H: - Liz, fammi entrare ti prego.- la implorai sull'orlo della disperazione. 
Sentii la serratuta scattare. Elizabeth aveva aperto la porta. 
Tremavo. 
Sospirai profondamente. 
''C'é qualcosa che non va'' mi aveva detto qualche giorno prima. 
E in quel momento pregavo fosse tutto apposto. 
Entrai in bagno. Silenzio. 
Mi voltai subito verso Elizabeth; seduta per terra, appoggiando la schiena sul marmo del water teneva lo sguardo fisso sul lavandino, gli occhi arrossati e le guance bagnate dalle lacrime. Mi precipitai velocemente verso di lei, chinandomi e prendendole le mani. 
Lei mi guardò, annuendo velocemente. 
No.
Non era possibile. 
C'era un errore. 
No. 
Feci un veloce cenno di dissenso con la testa, non volendo accettare l'idea. 
Sentivo gli occhi lucidi, ma dovevo essere forte per entrambi. 
Mi alzai lentamente e mi diressi verso il lavandino, per avere di fronte la spiacevole sorpresa. 
Appoggiai la mani sul marmo bianco ai lati del lavabo, scaricandoci sopra tutto il mio peso. 
Evitai di guardare in avanti, per non vedere la mia immagine riflessa nello specchio. 
Mi odiavo. 
Era colpa mia. 
Tutta colpa mia. 
Ero stato stupido. 
Come avevo fatto a non pensarci?
Mi sporsi per guardare all'interno del lavabo bianco; tre test di gravidanza esibivano la loro positività. 
Mi mancò il respiro. 
Un groppo in gola. 
In tutta la mia vita avevo sempre usato precauzioni, sempre. 
Tranne quella volta. 
Alzai lo sguardo, incontrando quello colpevole nello specchio. 
Mi disgustavo da solo. Avevo esagerato e mi ero ficcato in un guaio da dove non sarei uscito facilmente. Il problema, era che avevo coinvolto anche la mia ragazza. 
Respirai profondamente, cercando di calmarmi, inutilmente. 
E: - E ora che si fa?- domandò alzandosi e venendo verso di me, pulendosi una lacrima con la manica della maglia. 
Ero colto alla sprovvista. 
Non mi sarei mai immaginato una situazione simile. 
Scossi la testa, non riuscendo a realizzare la novità. 
H: - E' tutta colpa mia.- riuscii solo a dire, con la voce spezzata. 
E: - Non dirlo neanche per scherzo.- mi rimproverò lei abbracciandomi. Strinsi la presa e appoggiai il mento sulla sua cute. 
E: - Tu sei fantastico.- ribadì, affondando il viso sulla mia spalla. 
Strinsi più forte, lasciandole un dolce bacio fra i capelli. 
Non sapevo cosa sarebbe successo ora, ma mi limitai a sussurrarle un -Andrà tutto bene.- ma non ne ero davvero certo. 
Era forse troppo presto per sentirmi chiamare papà. 
Eppure non ne ero totalmente spaventato. 
 
Bel casino del cazzo, Styles.



 
***
Giuro, vorrei vedere le vostre facce ora.
Non dite che ve lo aspettavate,
non ci credo.
Vero?
Okay, quindi, questo è un gran e bel colpo di scena.
Ciò vuol dire che...
Se voi volete
ci sarà un seguito.
Ma solo se voi volete.
AHAHAHAHA
e sì,
mi sento una bastarda ad avervi detto che
sarebbe finita,
mentre sapevo di tutto ciò.

Apparte ciò,
questo bel colpo di scena...
Ora è davvero finita questa storiella.
Ma, ho qui il seguito:


 


I'll Look After Her


Che altro dire?
Mi sono affezzionata tantissimo a questa storia,
che non potevo assolutamente 
lasciarla così.
Le mie giornate sarebbero vuote senza di lei
e senza voi. 






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- Phoeben
Grazie a voi, per aver recensito un gran numero di capitoli. 
 
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Ora i ringraziamenti speciali:
 
|per aver recensito praticamente ogni singolo capitolo, grazie a:
-  Mileysmile
-  Miley ray Cirus 
- TheCurlyHaired_Girl
- GaGhi 1D
- _AllYouNeedIsLOL_
 
 
|Per avermi definita la sua scrittrice preferita: VasHappeninPotato
 |Per aver suggerito la mia storia fra le 'scelte': Yeahdude_
|Per essere una grande amica anche su Twitter: hugmeStyles_
|Per non avermi abbandonato, con le sue magnifiche recensioni: COLGATE
|Per le recensioni migliori e più lunghe che abbia mai avuto, che mi facevano sempre spuntare un sorriso: Astrea_

| @Change_xx su Twitter, per essere una fantastica lettrice
 
E ora mancate solo voi: 
teodion : il mio correttore personale; le mie storie sarebbero sgrammaticate senza di te. 
Leeyum_ : grazie, per sopportarmi sempre e per assillarmi ogni volta per continuare a scrivere.
Penso che se tu non ci fossi stata, non sarei mai arrivata a questo punto. 
shit : Oh dannazione, sei perfetta. Ho bisogno di te 24 ore su 24,
soprattutto ora che abbiamo una band (?)
Grazie di tutto, non ho neppure le parole.
Grazie, ci incontreremo un giorno, lo so. 
Aphrodias_: che dire di te?
Ho sempre detto che se io morissi tu saresti l'unica che potrebbe continuare la mia storia.
Sei la migliore amica che tutte vorrebbero avere,
e io ho avuto questa fortuna.
Ricordi quando nacque questa storia?
Quando ebbi l'idea?
Tu c'eri.
Esattamente quattro anni fa.
E ti ricordi quando ti dissi che volevo cambiare i portagonisti con i Oned?
Tu alzasti gli occhi al cielo, sorridendo della mia follia.
Grazie di tutto amica,
sei la prima che mi incoraggia sempre a seguire i miei sogni.
Non lo dimenticherò, mai. 


 
E infine tu...
Mrs_Tommo : Tu, che hai vissuto la storia a 360°
Tu, la mia Charlotte.
Tu, che incoraggi i miei film mentali.
Tu, che mi sopporti, perché io sopporto te.
Grazie di tutto, mio Tommo. 
 
E grazie anche a tutti i lettori assidui e silenziosi, non scherzo dicendo che questa storia non sarebbe nulla senza di voi. 
Siete la forza che mi aiuta a scrivere. 
Se non ci foste voi, non ci sarebbe neppure questa storia, che finalmente è giunta a questo punto. 

 
Ma il grazie più grande va' a loro, senza i quali ora non sarei la ragazza che sono fiera di essere.
 
 







Thank you.

XXX


harrehs

 
 

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