La mia vita a Konoha - Storia di una ninja

di DarkGiully
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 – Una nuova mattina ***
Capitolo 2: *** SCUSATEEEMI T.T ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Una visita inaspettata a Suna - Parte 1 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 - Una visita inaspettata a Suna - Parte 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 – Una nuova mattina ***


La mia vita a Konoha - Storia di una ninja
 

Capitolo 1 – Una nuova mattina

La luce di una nuova alba filtrava dalla tenda e si posava leggera sulla mia faccia addormentata.
“Già è mattina…” fu il mio primo pensiero. “Allora saranno quasi le 6…”
Mi stropicciai gli occhi, scostai le coperte e mi sedei sul letto appoggiando i piedi nudi sul pavimento freddo della mia camera. Un brivido mi corse lungo schiena e mi fece ritirare sotto le coperte.
“Suvvia, Elena, pochi capricci e preparati la colazione come tutte le santissime mattine, che se ti sbrighi puoi andare dal nonno!” mi auto convinsi. “Che mi preparo oggi? Vediamo…. ho voglia di biscotti..” conclusi cercando gli ingredienti nella credenza.
 
Oh, scusate, che sbadata sono, non mi sono ancora presentata. Io sono Elena, forse la più giovane ninja donna ad aver salvato il mondo. Ora ho 20 anni, un marito che amo con tutta me stessa, una bellissima e fatale bimba di 3 anni (tutta suo padre) e tantissimi amici. Abito a Konoha, il villaggio dove sono cresciuta, con la mia famigliola. Mio marito fa il pendolare tutti i giorni da qui a Suna(dopo la guerra fu ricostruita e dista poche ore di cammino da Konoha) e io sono a capo delle squadre femminili delle piccole ninja. Comunque sia, questa parte della mia vita la scoprirete più avanti, come scoprirete come sia diventata una grande ninja anche se sono una donna ,e chi sia quel figo di mio marito.
Allooora, dove ero rimasta? Ah si. Era mattina , all’epoca avevo 7 anni ed ero totalmente autosufficiente, essendo sostanzialmente cresciuta da sola sin da quando ne avevo 5 . DING. Ecco il suono tanto atteso del forno con i miei deliziosi biscotti alla panna. Saranno state le 7.30, quando sentii la mia vicina sbraitare contro quel poveretto del figlio:
-SHIKAMAAAAAAAAAAAAAARUUUUUUUUUU!! ALZATI!! DEVI ANDARE A SCUOOOOLAAAA!!
-Uff… che palle, mamma…
Shikamaru Nara. Il figlio dei vicini. Abbiamo uno o due anni di differenza, ma ha la metà della mia voglia di vivere. Teneva( e tiene ancora) i capelli lunghi raccolti in una acconciatura che ricorda un  ananas, portava sempre una maglietta a maniche corte grigia con il simbolo del nostro villaggio, pantaloncini corti e sandali. Andava all’accademia ninja di Konoha e, Dio, quanto l’invidiavo. A volte mi ritrovavo a pensare “Cavolo, perché quello svogliato può andare a scuola e io no? Anche io voglio diventare una ninja!” poi, però mi pentivo di quel pensiero. Io e Shikamaru non avevamo niente in comune, se non l’intelligenza straordinaria e non credevo che saremmo diventati grandi amici in futuro… Non pensavo nemmeno che.. Naaah.. questo non lo dico.. lascio un po’ di suspance….
Il secondo urlo di Yoshino mi riporta alla realtà. Mi scappa un sorriso a fior di labbra .
“Tutte le mattine è così… non capirò mai quel ragazzo...” pensai mentre mi avvicinavo alla finestra per salvare le pigre chiappette del mio giovane vicino.
-Buongioooooorno signora Nara! Ciao Shikamaru! Bellissima giornata, vero?
-Buongiorno, piccola. Dormito bene? Ti vedo di buon umore stamani. – disse Yoshino in risposta al mio entusiastico saluto
- YAAAAWN… ‘giorno… - disse il piccolo Nara con la voce ancora impastata dal sonno.
-Già! Sono contenta perché oggi vado a fare una sorpresa al nonno! Volete dei biscotti?? Li ho appena sfornati, sono alla panna! – dissi con un sorriso smagliante porgendo un sacchetto verso la finestra della camera di Shika, che si trovava a pochi metri di distanza dalla mia.
-Come sei gentile, piccola – disse la signora Nara prendendo i biscotti e avviandosi verso la cucina.
- Tieni, Shikamaru – dissi io porgendogli un altro biscotto – e con questo sono 4 le volte che ti ho salvato le chiappe con tua madre – continuai ridendo.
-Hahahaha, grazie
-Se non ci si aiuta tra vicini..
-Sai… non sei come ti descrivono quelli del villaggio..
-Perché? Cosa dicono di me?
-Beh..
-Shikamaruu!! SEI ANCORA IN PIGIAMA?! DAI MUOVITI CHE FAI TARDI!!
-Uff..che seccatura.. te lo dico quando torno, ok?
-Ok… buona…scuola… - dissi io sorridendo sotto i baffi ma con un tono dispiaciuto, perché anche io volevo andare all’accademia..
Lo sbattere della porta di casa Nara mi fece capire che Shikamaru era partito e che io mi dovevo sbrigare se volevo trovare il nonno in ufficio. Misi il resto dei biscotti in un’altra bustina e mi incamminai verso la magione dell’Hokage pensando “Chissà se al nonno piaceranno i miei biscotti…”.
Camminando sovrappensiero mi scontrai con l’ultimo degli abitanti di Konoha che volessi incotrare: Uchiha Sasuke, un ragazzo di un paio d’anni più grande di me,con i capelli neri e lisci, gli occhi neri come la pece che guardavano chiunque con superiorità e con addosso sempre una maglietta blu con il simbolo del suo clan, pantaloncini e sandali. Tutte le ragazze del villaggio erano cotte di lui. Tutte meno una: LA SOTTOSCRITTA. Io sola lo trovavo odioso. Trovavo odioso ogni suo singolo movimento, ogni singolo sguardo sprezzante.. Lo odiavo dalla punta dei capelli a quella delle scarpe. In un attimo mi trovai sopra quell’odioso ragazzino di 9 anni e per la prima volta mi persi in quegli occhi neri come la notte, ma distolsi subito lo sguardo e mi alzai borbottando una sottospecie di scusa e ripresi a camminare. Erano ormai le 8.30 e decisi di fare una pausa al parchetto antistante l’accademia ninja, e, come al solito, non appena misi piede nella zona le madri “premurose” presero i loro figlioletti indifesi e li portarono il più lontano possibile da me. Da un lato era positivo che non avessi gente intorno, così potevo avere un po’ di pace, ma ero triste perchè non avevo uno straccio di amico, se non Shikamaru, se quel nostro rapporto tra vicini potesse essere considerato una sottospecie di amicizia. Assorta nei miei pensieri, mi riportò alla realtà una voce molto conosciuta al villaggio:
-HAHAHAHA PROVATE A PRENDERMI SE CI RIUSCITE, DATTEBAYO!!
-NARUTOO VUOI FERMARTII!!
-CAVOLO, QUEL RAGAZZO CI PORTERÀ UN SACCO DI GUAI, ME LO SENTO!!
La figura di Naruto comparve in quel che fino a pochi secondi prima era un tranquillo parchetto:si guardava intorno in cerca di un posto in cui nascondersi, ma chi veramente voleva nascondersi ero io: non avevo la minima voglia di essere di nuovo sgridata da quei due deficienti delle guardie per il mio scherzo di pochi giorni prima: avevo nascosto una carta puzza (in pratica è una carta bomba modificata che quando la tocchi non esplode, ma rilascia una puzza tremenda) davanti alle porte di Konoha, ma mi avevano scoperta. Naruto è un ragazzo biondo, con bellissimi occhi azzurri e  tre segni su ogni guancia che sembrano vagamente dei baffi,si veste sempre con abiti di colore arancione, e quella era la prima volta che lo incontravo in sette anni.  A quanto pareva, anche Naruto era nei guai, perché lo vedevo cercare un nascondiglio molto freneticamente.
-Psss – sussurrai io
Naruto sussultò – C-c-c-chi è?
Non persi tempo in spiegazioni, gli presi un braccio e lo tirai sull’albero che era il mio momentaneo nascondiglio, visto che le guardie stavano arrivando, e gli tappai la bocca con una mano perché, a quanto pare, stava per gridare come una femminuccia.
-SSSSSSSCHHHH!! Zitto, che se no ci beccano.. – sussurrai io
-Chi sei? – chiese lui osservandomi con i suoi occhi blu intenso visibilmente confuso dall’essere salvato da una ragazzina.
-Piacere, sono Elena. Finalmente conosco il famoso Naruto, l’autore dei più grandi scherzi qua a Konoha.- gli risposi io con tono di ammirazione
-Già, sono proprio io, anche se a volte mi incolpano di scherzi che non ho fatto, ad esempio l’aver messo della tintura blu nelle terme, l’aver sabotato l’impianto luce dell’accademia… - confermò il biondino
-Oh, quelli…. Sono stata io..
-Davvero??
-Si
-Veramente un ottimo lavoro, devo ammetterlo.
-Grazie…. TESTA GIÙ!- gli intimai, perché avevo avvistato una delle due guardie che guardava dalla nostra parte. Quando sentii dire che era scappato di nuovo,nonostante la loro “impeccabile” sorveglianza, consigliai a Naruto di tornare in classe, dato che anche lui andava a scuola. Mi ringraziò ancora per l’aiuto e mi disse che un giorno gli sarebbe piaciuto fare un mega-scherzo insieme a me. Gli risposi che ci poteva contare. Feci per dirigermi verso la magione, ma mi girai in direzione dell’accademia e vidi Naruto che cercava di spiegare a una donna che lo guardava tra lo spaventato e l’arrabbiato che non aveva fatto niente di male al figlio:  quella  se ne andò gridandogli contro tutto il suo disappunto ed il suo disprezzo più profondo.  “La prossima volta che vedo quel ragazzino mi farò spiegare il perché di quel comportamento vagamente familiare da parte di quella signora, ma ora non mi importa più di tanto, perché sto per fare una sorpresa al nonno!”pensai mentre furtivamente entravo nella magione.

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Capitolo 2
*** SCUSATEEEMI T.T ***


Vi chiedo umilmente perdono… ho avuto un problemone a casa e non ho potuto continuare a scrivere… ma.. non temete (sempre che vi importi di quello schifo che sto scrivendo).. arriverà presto il prossimo capitolo… scusatemi ancora….

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Una visita inaspettata a Suna - Parte 1 ***


Innanzitutto, grazie per aver iniziato a seguire la mia orrida fanfiction.. e spero che continuerete a seguirla, anche se non ho molto tempo per scrivere... mia madre crede che sia tempo sprecato levato allo studio... mi sta togliendo ogni svago... beh.. fortuna che ogni tanto riesco a toccare il pc... beh.. spero che vi piaccia il capitolo.. premettendo che l'ho scritto in fretta xD Buona lettura e lasciate un commentino qua sotto, per favore :) ...

Capitolo 2 – Una visita inaspettata a Suna - parte 1


-EHI!! PICCOLA PESTE, TORNA QUII! – mi urlò dietro la guardia della magione.
-HAHAHAHAHA! PROVA A PRENDERIMI! – risposi entrando di corsa nell’ufficio dell’Hokage.
-FERMA!!
-Nonnoo!! – urlai saltando al collo del 3° Hokage.
-Ehi, piccola mia, ciao! Che sorpresa!
-Gra..Grande Hokage! M..mi dispiace… no..non sono ri..riuscito a…a fermarla…-disse la guardia con il fiatone
-Non c’è problema: è la mia nipotina. Non mi da’ fastidio.
-Visto? Te l’avevo detto! – dissi facendogli la linguaccia
-Grr…- mugugnò la guardia uscendo dall’ufficio.
-Nonno.. ho interrotto qualcosa? –chiesi notando solo in quel momento il tipo seduto davanti alla scrivania che mi guardava truce.
- In realtà io e il signore qui presente stiamo studiando un piano per contrastare dei ninja del villaggio della roccia che ci vogliono attaccare – disse il nonno indicando un dettagliatissimo modellino del bosco che si trovava intorno a Konoha con tanto di miniature dei ninja del nostro e del loro villaggio.
-WOOOOOW! Che bel modellino!! Me ne regali uno uguale?? – chiesi con gli occhi che brillavano.
Lo sconosciuto si schiarì la voce con un colpo di tosse, come per avvisarci della sua presenza.
-Oh, mi scusi, mi scusi.. suvvia! Dove eravamo rimasti, mio caro Teyaki? – si scusò il nonno.
- Stavamo decidendo un piano d’attacco. – rispose secco l’uomo di nome Teyaki
- Oh si, giusto.
-Posso ascoltare anche io, nonno?
-Ma certo, piccola.
- Ehm… come dicevo, prima che il piccolo demonio mi interrompesse, non è possibile effettuare un attacco frontale, come da lei consigliato.
-E perché mai?
-Perché i nostri nemici sono abili combattenti corpo a corpo e non si faranno intimidire molto facilmente.
-Cogliamoli alle spalle – propose allora l’Hokage spostando le pedine che intuii essere i nostri shinobi.
-Hanno dei veggenti nel loro gruppo, se ne accorgerebbero – rispose Teyaki con quel tono irritante.
Dopo un po’ di minuti ruppi il silenzio con una domanda improvvisa:
-Che tipo di chakra hanno?
-Come? – chiese confuso Teyaki
Ripetei la domanda scandendo bene le parole.
-Non capisco che cosa centri ora, piccolo demonio.
- Punto primo, io ho un nome. Punto secondo, mi risponda.
-Beh… vengono dal paese della terra, quindi avranno il chakra della terra – rispose calmo il nonno.
Terra..Terra…” pensai
-Ci sono. – dissi d’un tratto – Il chakra della terra è forte su quello dell’acqua, ma debole con quello del fulmine, giusto? – entrambi gli uomini annuirono – Bene. Allora direi di radunare tutti i nostri ninja con il chakra dell’acqua e se non bastano mettiamo anche quelli del fuoco e di mandarli in un attacco frontale come diversivo – mentre dicevo questo presi alcune miniature e ci disegnai il simbolo dell’acqua e del fuoco e li posizionai per un attacco frontale. – Poi manderei tutti i nostri shinobi con il chakra del fulmine per un attacco alle spalle, i ninja veggenti saranno occupati in battaglia e non se ne accorgeranno e.. Bam. Abbiamo vinto. – conclusi soddisfatta.
-Ma non ha sens… - cercò di dire Teyaki
-Geniale! Potrebbe funzionare! – disse entusiasta l’Hokage
-Ma Hokage… vuole dare ascolto a una bambina che forse non sapeva nemmeno quello che stava dicendo?
-Mi sembrava abbastanza sicura e poi potr… - la voce del nonno si affievolì fino a diventare un leggero rumore di sottofondo, ma non perché abbassasse la voce : ero io che eliminavo ogni rumore superfluo, sentivo i sensi che aumentare di intensità.. olfatto… vista… tatto.. udito… senza accorgermene, chiusi gli occhi e non udivo alcun suono, se non un sibilo, come di qualcosa che veniva lanciato,  e lo sentivo sempre più forte, sempre più vicino... Sbarrai gli occhi:avevo capito cosa lo provocasse.
-STIA ATTENTO! – urlai scaraventando giù dalla sedia Teyaki
-Ma cosa.. – fece in tempo a dire lui prima di vedere un kunai attraversare la finestra e dirigersi nella sedia dove fino a pochi secondi prima stava seduto lui, ora occupata da me.  Quando l’arma era a pochi cm da me le mie mani si mossero da sole, formando i cinque sigilli: pecora, cinghiale, bue, cane e serpente e urlai :
-Tecnica della sostituzione!
Al posto del mio corpo comparve un tronco che venne infilzato dal kunai e io mi ritrovai sul tetto esattamente fuori dalla finestra con gli occhi stupiti dei due uomini puntati addosso.
-Che c’è? – chiesi con la voce più innocente che riuscii a fare.
-Quella tecnica.. la insegnano solo al secondo anno all’accademia… dove l’hai imparata?? - chiese Teyaki
-L’ho.. l’ho vista fare a un ninja….. aveva i capelli argentati e portava il copri fronte in modo che gli coprisse un occhio…- risposi io
-Oh si, deve essere Kakashi Hatake… ma lui è famoso per la sua velocità nel fare i sigilli, come hai fatto a caprili? – chiese il nonno
- Non lo so… devo averlo fatto inconsciamente…
- Beh, ok.. però non usarla più.. hai visto che ancora non sai controllare dove finisci una volta sostituita, potresti finire in un altro villaggio….
- Hai ragione nonno. Non la utilizzer…. ATTENTO!! – urlai spostando il nonno e usando ancora una volta la tecnica della sostituzione.
Riuscii solo a vedere mio nonno in salvo e un secondo kunai infilzare un tronco e poi il buio.
Una luce fortissima mi costrinse a socchiudere gli occhi e, una volta abituati alla nuova luce osservai meglio il paesaggio attorno a me. Non che ci fosse molto da vedere: c’era solo sabbia. Moltissima sabbia. Sabbia a est, sabbia a ovest, sabbia a sud e una porta enorme a nord. “Una porta?”
Realizzai di essere seduta davanti a una porta enorme circondata da due alte mura di sabbia e sorvegliata da due guardie, che sembravano molto più sveglie di quelle che c’erano nel mio villaggio. Feci mente locale. “Dove ho già visto un paesaggio simile? Dai, Elena.. Pensa al libro di geografia del nonno….” Nei territori circostanti c’erano solo due deserti che ricordavo: quello roccioso del Paese della Terra e quello sabbioso del Paese del Vento.“Ok.. sono nel Paese del Vento… Qui c’è una porta, quindi devo essere vicino a un villaggio, e, essendoci delle alte mura, deve essere la più importante…” pensai. “Devo essere a Suna…” conclusi mentre mi avvicinavo timorosa a quelle due guardie. 

Continua...

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 - Una visita inaspettata a Suna - Parte 2 ***


Ecco la seconda parte del secondo capitolo.. spero vi piaccia :)

Devo essere a Suna…” conclusi mentre mi avvicinavo timorosa a quelle due guardie che sembravano voler squartare chiunque si avvicinasse e chiesi il permesso di entrare nel villaggio perché mi ero persa e dopo pochi minuti di consultazione tra loro, mi fecero entrare. Ringraziai e mi avviai per i viali della cittadina costruita interamente in sabbia. “Qui fanno tutto con la sabbia… però…”
Contemplando i palazzi mi persi in quelle vie e non mi accorsi nemmeno di dove andassi. Un urlo mi riportò alla realtà: proveniva da dietro alcune abitazioni. Sentii la voce di un ragazzino urlare :
-Vi prego… non andatevene.. io voglio solo giocare con voi…
-NO!! NO!! QUESTO CI VUOLE UCCIDERE, SCAPPIAMO!!
Mi avvicinai alla scena e vidi un ragazzino che aveva più o meno la mia età, con i capelli rossi e ribelli, aveva in mano una palla e tendeva l’altra verso un gruppetto di ragazzini, i quali tentavano di scappare, ma qualcosa li trascinava verso il ragazzino dai capelli rossi. Quel qualcosa era sabbia. Sembrava avesse vita propria: li stringeva alle caviglie e li trascinava mentre quelli gridavano e si divincolavano… una scena raccapricciante e triste allo stesso tempo. Poi, arrivò un uomo sulla trentina, che intuii essere un parente di uno dei ragazzi intrappolati nella sabbia e prese a calci il ragazzino con i capelli rossi e gli urlò di smetterla di far male agli altri bambini, e che era solo un mostro. “Anche lui…” pensai mentre osservavo la scena nascosta dietro a un cassonetto. Al primo calcio la sabbia si fermò, lasciando andare le caviglie, ormai sanguinanti, dei ragazzini, che corsero via urlando seguiti dall’uomo, lasciando il ragazzino con i capelli rossi piangente e a terra. Quando furono abbastanza lontani, mi avvicinai piano al ragazzino e sorridendo lo salutai con dolcezza.
Il rosso sussultò, e con voce scossa dal pianto rispose al mio saluto, chiedendomi se volevo punirlo anche io.
- Perché mai dovrei punirti, scusa? Non hai fatto niente di male.. su, dai. Ora alzati. –lo incoraggiai
Il ragazzino si alzò, eravamo alti uguali, nonostante fossi più giovane di lui, e lo osservai meglio.
Aveva due grandi occhi di colore azzurro chiaro come il ghiaccio, privi di pupilla, con le palpebre superiori e inferiori completamente nere, che facevano risaltare ancora di più la trasparenza ialina dello sguardo, tenero, sconcertato, intimorito; la pelle era diafana, nonostante il sole che batte incessante sul villaggio e non dava segni di imperfezioni, neanche un ematoma, nonostante avesse appena preso dei calci davanti ai miei occhi. Gli chiesi se fosse ferito, dato che avevo assistito alla scena, e lui rispose, sempre con voce cauta, che il primo calcio lo aveva colpito, ma per gli altri era stato difeso dalla sabbia, e si alzò una gamba dei pantaloni per mostrarmi la ferita appena sopra il ginocchio.
- Tu governi la sabbia? – chiesi incuriosita
- Beh, si.. lo faccio fa quando sono nato.. mio padre dice che è un dono..
- Foorte.. vorrei avere anche io un potere così..
- Non è un granchè quando la gente ha paura di te per quel potere..
- Bah… la gente ha comunque paura di me, quindi.. potere in più, potere in meno.. – dissi abbassando lo sguardo e calciando una pietra.
Credo capì che non volevo parlare della mia vita sociale, perché cambiò argomento:
- Comunque, chi sei? Non ti ho mai vista da queste parti…
- Beh.. perché non sono di questo villaggio
- Oh, allora sei qui per una vacanza. Ti hanno accompagnata i tuoi genitori?
Abbassai di nuovo lo sguardo.
- No..Non ce li ho…
- Mi..mi dispiace.. non lo sapevo
- Non importa…
- Allora.. chi ti ha accompagnata qui?
- Non  mi hanno accompagnata … se ti dico come sono arrivata qui, mi prenderesti in giro…
Il ragazzino mi sorrise incoraggiante, ma io continuai a guardare le mie scarpe.
Allora mi propose di giocare a palla con lui, e io acconsentii.
Giocammo per un po’, poi non capii bene cosa accadde. Forse lanciai la palla troppo forte, o feci una mossa strana, fatto sta che vidi la sabbia venirmi incontro e circondarmi completamente. Per quanto gridassi, non accennava a mollare la presa. In sottofondo sentivo il ragazzino urlare, forse alla sabbia, di lasciarmi andare, ma sembrava non ascoltarlo. D’un tratto cominciò a stringere, stringere sempre più forte e mi iniziò a  mancare l’aria, e l’unico modo per uscirne viva era quella maledetta tecnica che mi aveva fatto finire in quella città. Riuscivo a malapena a muovermi, però in qualche modo eseguii tutti e cinque i sigilli per la tecnica della sostituzione.
Di nuovo il buio. Focalizzai il viso del ragazzino dai capelli rossi. Volevo tornare là. Per avvisarlo che stavo bene e che non mi aveva uccisa. E funzionò. Mi ritrovai alle spalle del ragazzino, ormai inginocchiato sulla sabbia che balbettava :
- L-l-l-l‘ho f-fatto di nu-nuovo…
- Fatto cosa? – chiesi io con voce innocente sporgendomi dalla sua spalla.
Il rosso sussultò, e vedendomi sbiancò, cioè.. diventò più bianco di quello che era, e, indicandomi, mi chiese se fossi un fantasma.
- Un fantasma? Ma che dici??
- Ti ho vista morire ora, davanti ai miei occhi… -rispose iniziando a tremare
- Ehi, sono viva, sono qui. Non mi hai uccisa, vedi? – gli presi le mani e le appoggiai al mio petto – riesci a toccarmi senza trapassarmi e senti il mio cuore battere.
A quella dimostrazione sembrò calmarsi un po’, e mi chiese come avessi fatto a sopravvivere alla morsa della sabbia, quindi io gli raccontai della tecnica e, di conseguenza, del motivo del mio arrivo a suna.
Lo vidi portarsi una mano alla bocca per trattenere una risata e lo fulminai con lo sguardo.
- Ehm… mi hanno detto che quella è una tecnica che insegnano all’accademia.. come hai fatto a impararla?
- E due… me l’ha chiesto anche mio nonno, e, come ho detto a lui, non lo so…
- Tuo nonno?
- Si… L’hokage
- Potevi dirlo prima.. mio padre è il kazekage! Ti potrà dare una mano…
- Davvero?
- Certo! Mio padre potrebbe mandare una lettera a tuo nonno, così un ninja verrà a riprenderti tra 3 giorni!
- Beh, allora cosa aspettiamo? andiamo!
- No, dai… che fretta c’è? Sai…. È la prima volta che riesco a parlare con qualcuno che non sia mio padre..
- Effettivamente è la prima volta anche per me, al massimo parlo con il figlio dei vicini per poco tempo prima che lui vada a scuola..
- Allora che ti va di fare?
- Mi fai fare un giro della città?
- Non saprei.. qua tutti hanno paura di me…
- Allora… c’è qualche parco giochi qui vicino? Almeno giochiamo di nuovo insieme
- Si.. ne conosco uno dove non va mai nessuno..
- Vada per quello, allora – dissi con un sorriso
- Bene.. è da questa parte.. – iniziò lui correndo verso la direzione indicata
- Aspetta! – urlai mentre lo raggiungevo – non andare troppo veloce, se no non ti vedo più...
- Scusa… - rispose lui rallentando e io, in risposta, gli presi la mano e la strinsi, suscitando uno sguardo interrogativo
- Così tu non perdi me, no? – risposi sorridendo e quando vidi un sorriso nascere dalle sue labbra capii che quell’amicizia che stava nascendo non si sarebbe intaccata facilmente.
Raggiungemmo il parchetto abbastanza in fretta e iniziammo a dondolarci sulle altalene.
-A proposito… io sono Elena. –  mi presentai io porgendogli la mano
-Piacere, io sono..
-DEMONIEEETTTOO? DOVE SEEII??
-oh, no.. arriva mia sorella…
Nel parchetto comparve un uragano biondo, poco più grande del ragazzino, con i capelli raccolti in due ciuccetti che iniziò a sgridare il rosso per essersi allontanato senza avvisare.
- .. e non provare mai più ad allontanarti senza avvisa… chi è lei? – chiese notando, finalmente, la mia presenza
- Lei è Elena.. e..
Non lo lasciò finire che mi venne incontro e iniziò a scannerizzarmi.
- Com’è che vai dietro a mio fratello?
-Eh?
- sei la prima ragazzina che non scappa in sua presenza, come mai?
- Veramente io..
- Non ti ho mai vista da queste parti, da dove vieni?
- Io..
- Com’è che il demonietto non a ancora tentato di ucciderti?
- Ma che cos’è? Un terzo grado?
- No, ma ci è molto vicino.
- Andiamo, sorellona, lasciala stare..
- Finchè non mi risponde io non la mollo.
Allora iniziai a raccontare come fossi finita a Suna e che mi serviva una mano dal Kazekage.
- E io dovrei credere a una storia del genere? Le ragazzine della tua età non sanno usare il chakra.
- Ma l’ho visto con i miei occhi! La stavo per stritolare con la sabbia ma ha usato una tecnica e è sopravvissuta! – disse deciso il rosso
- Nessuno ti ha interpellato Ga..
- Che succede qui? – una voce profonda bloccò le parole della ragazzina.
- Papà! – fu il coro dei due ragazzini
- Tem, non avevo detto di stare dietro a tuo fratello?
- Guarda che è qua..
- Io intendevo l’altro..
- … OH MIO DIO! MI SONO SCORDATA DI… - non riuscii a sentire il nome perché “Tem” è corsa via dal parco, così io e il ragazzino rimanemmo soli con suo padre.
- Papà… lei è Elena.. viene dal villaggio della foglia si è persa.. - Il padre alzò gli occhi - .. è la nipote dell’Hokage – il viso dell’uomo si illuminò
- Potevi dirlo prima! Dai, vieni, ti trovo un posto per questa notte e poi manderò una lettera a Konoha.
- La ringrazio, Quarto Kazekage.
- Oh.. non è me che devi ringraziare..
Riuscii solo a vedere un ghigno formarsi sul viso del Kazekage poi si girò e imboccò l’uscita del parchetto. Il ragazzino mi prese la mano e mi sorrise, e quel gesto mi fece dimenticare ogni dubbio. Ci incamminammo all’uscita del parco ridendo e scherzando. Credo che quel ragazzino sia il mio primo amico.

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