note rosso sangue sul registro

di devilcancry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Where the wild roses grow ***
Capitolo 2: *** IT HURTS ME TOO ***
Capitolo 3: *** Ninna Nanna ***



Capitolo 1
*** Where the wild roses grow ***


Song fic in cui vengono a galla gli scheletri nell'armadio di Stark. La canzone è Where the wild roses grow di Nick Cave e Kylie Minogue. per quanto non ami molto la Minogue, questa canzone precede il suo periodo di fama mondiale e grazie a Nick Cave è riuscita a fare il successo che ha ora. Sempre di Nick Cave vi consiglio Red Right Hand e Henry Lee. Questa cosuccia è venuta fuori mentre mi lambiccavo il cervello in cerca di idee per l'altra mia fic Esilio.

 

Buona lettura!

 

 

"Ma che diavolo?!" senza alcun preavviso si ritrovò a doversi sorreggere alla scrivania, artigliandola con le dita, così forte da far risaltare i tendini della mano. Gli occhi castani fissavano davanti a sè, quello che avrebbe dovuto essere un fantasma.

 

I grandi occhi verdi, le labbra carnose, rosse come le rose selvatiche... rose selvatiche che crescevano così sanguigne e libere.

 

I lunghi capelli rame sciolti sulle spalle... un sorriso bianco smagliante, la faccia e il corpo di una Dea dell'amore fasciata in un corto abitino di lino bianco, candido come la sua essenza.

 

la visione sparì così come era apparsa, così , dal nulla era venuta e nel nulla era sparita " all beauty must die..." si trovò a mormorare con lo sguardo perso nel vuoto.

 

si passò una mano sul viso, Stark, il genio, il miliardario filantropo, l'eroe, Iron Man, col cuore in bella vista, ma così ben nascosto. la rivedeva spesso, vedeva spessissimo Elisa ultimamente. L'errore di gioventù, la sua nota rossa sul registro. Dio come avrebbe voluto farla sparire quella dannatissima nota rossa!

 

Si gettò a sedere sulla poltrona e si versò un drink, anzi, a dirla tutta mentre rimembrava il passato i drink divennero motli, moltissimi.

 "They call me The Wild Rose  But my name was Elisa Day Why they call me it I do not know For my name was Elisa Day "

( Mi chiamano Rosa Selvatica  Ma il mio nome era Elisa Day Non so perché mi chiamino così Il mio nome era Elisa Day )

 

Ricordava ancora bene, fin troppo, il suo viaggio verso l'australia, quel piccolo paesino di mare dove poteva dedicarsi solo a se stesso, al surf , alle donne... fino a che non la vide.

 

"From the first day I saw her I knew she was the one

She stared in my eyes and smiled

For her lips were the colour of the roses

That grew down the river, all bloody and wild "

( Capii che era lei che volevo fin dal primo giorno Mentre mi fissava e mi sorrideva Perché le sue labbra avevano il colore delle rose Che crescono lungo il fiume, sanguigne e selvatiche )

 

Già, sorrideva bella e selvaggia, e saliva le scalette di legno di quell'edificio dipinto di rosa, la Love House, Elisa, si chiamava Elisa ed era bella come una dea. Una dea che lui doveva avere... 

Dopo pochissimo aveva scoperto che Elisa era la nuova attrazione del Love House, non poteva non andare da Lei... La bramava come un bambino viziato e grasso brama un gelato enorme .

When he knocked on my door and entered the room

My trembling subsided in his sure embrace

He would be my first man, and with a careful hand

He wiped at the tears that ran down my face

 

They call me The Wild Rose

But my name was Elisa Day

Why they call me it I do not know

For my name was Elisa Day

 

(Quando bussò alla porta e si fece avanti Il mio tremito si calmò nel suo caldo abbraccio Sarebbe diventato il mio primo uomo e con mano gentile Asciugò le lacrime che mi scendevano lungo il viso  . Mi chiamano Rosa Selvatica Ma il mio nome era Elisa Day Non so perché mi chiamino così Il mio nome era Elisa Day )

 

Entrò, bussò ed entrò senza pensarci... la vide così fragile seduta seminuda sul letto, la vide così sola... la abbracciò con forza e sentì che il piccolo corpo di lei aveva smesso di tremare, si scansò un poco e le asciugò le lacrime che scendevano senza tregua dalle sue gote di porcellana. Se ne andò senza dire una parola, era così delicata, così bella, così fragile.

 

On the second day I brought her a flower

She was more beautiful than any woman I'd seen

I said, "Do you know where the wild roses grow

So sweet and scarlet and free?"

( Il secondo giorno le portai un fiore Era più bella di ogni altra donna che avessi mai visto Le dissi: "Conosci il posto dove crescono le rose selvatiche Così dolci, scarlatte e libere? )

Andò da lei anche il giorno seguente, portandole una rosa rossa, rossa come le sue dolci e bellissime labbra...

 

On the second day he came with a single red rose

Said: "Will you give me your loss and your sorrow"

I nodded my head, as I lay on the bed

He said, "If I show you the roses, will you follow?"

 

They call me The Wild Rose

But my name was Elisa Day

Why they call me it I do not know

For my name was Elisa Day

( Il secondo giorno lui arrivò con una rosa rossa Disse: "Mi darai la tua perdizione e il tuo dolore?" Dal mio letto feci cenno di si Mi disse: "Se ti mostrerò le rose mi seguirai?"

 Mi chiamano Rosa Selvatica Ma il mio nome era Elisa Day Non so perché mi chiamino così Il mio nome era Elisa Day )

 

Aveva colto quella rosa solo per lei, voleva fosse sua, eppure solo sua, non poteva essere. Non lo sarebbe mai stata. Ma voleva che lo seguisse, la desiderava così tanto...

On the third day he took me to the river

He showed me the roses and we kissed

And the last thing I heard was a muttered word

As he knelt above me with a rock in his fist

( Il terzo giorno mi portò al fiume Mi mostrò le rose e ci baciammo E l'ultima cosa che sentii fu una parola sussurrata E lo vidi sopra di me con un sasso nel pugno )

la portò al fiume finalmente, la portò in quel posto che le ricordava tutti i giorni Lei, la portò da quelle belle rose selvatiche... le parlò d'amore e lei rise, ricordava ancora le Sue parole

"Dio Tony perchè? perchè mi chiedi questo? Vuoi il mio amore?Già l'hai avuto, già lo hai, o non sarei qui con te... " la vide abbassare la testa e scuotere il capo " Non posso Tony... non verrò in America con te.. Io sono questa, solo una puttana e niente di più... e una puttana non sà amare come tu vuoi essere amato, una puttana può compiacerti e nulla di più "

Poi quando la baciò la sentì fremere , di piacere e dolore insieme... Le sussurrò qualcosa all'orecchio prima di...

On the last day I took her where the wild roses grow

And she lay on the bank, the wind light as a thief

And I kissed her goodbye, said, "All beauty must die"

And lent down and planted a rose between her teeth

 

They call me The Wild Rose

But my name was Elisa Day

Why they call me it I do not know

For my name was Elisa Day

For my name was Elisa Day

For my name was Elisa Day

For my name was Elisa Day

 

( L'ultimo giorno la portai dove crescevano le rose selvatiche Si distese vicino all'acqua, il vento era lieve come un ladro E con un bacio d'addio dissi: "Tutta la bellezza muore sempre" Poi mi curvai e le piantai una rosa fra i denti

Mi chiamano Rosa Selvatica Ma il mio nome era Elisa Day Non so perché mi chiamino così Il mio nome era Elisa Day Il mio nome era Elisa Day Il mio nome era Elisa Day Il mio nome era Elisa Day )

 

La mano si mosse da sola... Tutta la bellezza deve morire... Tu devi morire perchè non vuoi essere mia. Prese una rosa selvatica e gliela mise fra quei denti candidi... Le posò un bacio sulla fronte e se ne andò come nulla fosse.

 

Erano passati quasi venticinque anni da quel giorno... ma il fantasma di Elisa lo tormentava ancora. Lui era il buono no? Era l'eroe no? Prendeva a calci un culo i cattivi no? No? No?

Un gemito strozzato gli uscì dalla gola. Ormai era ubriaco. E da ubriaco la vedeva là, sul letto del fiume, i verdi occhi vitrei ed i capelli sporchi di sangue... E le labbra rosse erano violacee e il suo senso di colpa era in costante crescita...

 

 

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Capitolo 2
*** IT HURTS ME TOO ***


ho deciso di far diventare questa fic una raccolta di note rosse sul registro della vita dei nostri amici Avengers. so che non ha riscosso molto successo il primo capitolo ma.... mi sono impuntata ormai!



It Hurts me too

"Stevie Stevie... quando ti deciderai a diventare uomo?" così diceva sua madre, tutte le sere... Tutte le volte che tornava a casa con il naso rotto e il labbro sanguinante dopo l'ennesima rissa finita male. Lui, il piccoletto di Brooklin che se le cercava sempre.  


"Steve! razza di fannullone! aiuta tuo padre a raccogliere i rottami! " così diceva sua madre quando papà tornava la sera con la carretta piena di ferri vecchi da rivendere alle industrie di armi per aiutare " quei baldi giovanotti" che prendevano a calci in culo i nazisti.

E Steve si faceva sempre più piccolo davanti alla matrona dispotica e batteva in ritirata come un cane, con la coda fra le gambe.  Ma provava e riprovava ad essere come "quei baldi giovanotti " .

E Steve alla fine c'era riuscito... era un baldo giovanotto in divisa, grosso e muscoloso, un Super soldato! e ora... cantava.

Si, cantava e ballava e faceva la scimmietta del cazzo a giro per il paese.. ora sua mamma non diceva più fannullone, no... si limitava a chiamarlo finocchio. Finocchio in calzabraga.

E lui taceva e soffriva.  Taceva e la rabbia lo rodeva. E SUA MADRE RIDEVA. E Le Sue mani ora grosse e forti, si stringevano su quel collo rugoso da vecchia... E l'osso fece Crack, e lei emise un gemito strozzato da gallina.

E la radio dava un vecchio  blues , It Hurts Me Too ...

 

It Hurts Me Too


It Hurts Me Too - Elmore James

You said you were hurting
You almost lost your mind
Now the man you love
he hurts you all the time
but when things go wrong
go wrong with you
It hurts me too

You love him more
when you should love him less
why lick up behind him
and take his mess
but when things go wrong
go wrong with you
It hurts me too

He loves another woman
yes I love you
but you love him
and stick to him like glue
but when things go wrong
go wrong with you
It hurts me too

Now he better leave you
or you better put him down
no I wont stand
to see you pushed around
but when things go wrong
go wrong with you
It hurts me too

 


 




OOOOOOkkk k angolo dell'autrice
 


che dire, è corto lo sò... ma volevo mettere una bella notaccia rossa sul registro di Stevie!

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Capitolo 3
*** Ninna Nanna ***


"Ninna nanna ninna ò, questa bibma a chi la do?

La darò all'uomo nero che la tenga un anno intero...

la darò alla befana che la tenga una settimana..."

Parole sbiascicate... I cubetti di ghiaccio nel suo liquore oramai erano del tutto sciolti... Guardò disgustato la brodaglia acquosa color ambra e con un gesto di stizza lanciò il bicchiere lontano da lui. Un titinnar di vetro gli fece capire che il bicchiere era ormai in frantumi.

Allungò il collo e ridacchiò nel vedere la chiazza di brandy che colorava col suo ambra parte dell'angolo di un tappeto persiano da milioni. Regalo del capo. " hihih.. maledcetto raccattapolvere...." la voce gli uscì storpiata, aveva detto davvero maledcetto anzicè maledetto? BHO. Scosse il capo l'occhio di falco, il miglior agente insieme alla Romanoff. Si passò stanco una mano sul viso e aprì il cassetto della scrivania.

Prese una altro sorso di coraggio liquido direttamente dalla bottiglia e uscì barcollando.

Percorse i sette chilometri che lo separavano dalla sua meta , smaltendo seppur di poco, la sua sbronza.  Al cancello comperò dei fiori. Dei bianchi e puri gigli bianchi. Bianchi come la carne di un cadavere pensò macabramente Clint .

Secondo filare a destra, l'odore di morte nel naso che lo rivoltava, una... due... tre... eccola. Piccola. Bianca. Fiori secchi sopra.

" Ciao Isabel, papà è venuto a trovarti" . Posò i bianchissimi fiori sulla piccola lapide. Marzo 2004, Settembre 2011. Sette Anni. Sette anni aveva la sua bambina. Sette fottuti anni... Lui avrebbe dovuto proteggerla. Lui doveva proteggerla. Lui doveva scagliare la freccia. Lui doveva uccidere i cattivi. Lui non avrebbe dovuto gozzovigliare con gli amici la sera prima ... e Isabel suuell'aereo non ci sarebbe salita da sola. Ci sarebbe salita con lui. E sarebbe viva.

Stringe i pugni l'agente Burton, occhio di falco e vermi a rodergli l'anima. Il disprezzo della Hill.. Maria, il ricordo dei tempi passati insieme lo stringe in una morsa dolorosa.

 

"papà ha mal di testa amore... " aveva biscicato dopo la sbornia " ti chiama un taxì e vai da mamma Maria da sola vero? " La piccola Isabel aveva annuito, con il piccolo broncio e lo aveva apostrofato" Ma papà... Perchè? mi avevi promesso che venivi anche te... " poi ben sapendo che era inutile insistere aveva atteso buona buona il taxi... poi l'aereo... infine la morte.

Se fosse salito con lei... Se solo fosse stato un padre migliore... Avrebbe ucciso i terroristi.. avrebbe salvato la sua bimba... aveva ucciso i Chitauri. Non aveva avuto tempo per la sua bambina però...Aveva tempo per tutti... Non ne aveva avuto per l'unica cosa davvero importante.

"

Ninna nanna ninna ohh
questo bimbo a chi lo dò
lo darò a l'uomo nero che
lo tenga um mese intero
lo darò alla befana che
lo tenga una settimana
lo darò alla sua mamma che
lo ninna e lo nanna. "

 

Canta Clint, canta. Stringi i pugni e assapora le lacrime amare. Canta per lei Clint canta. Perchè non la rivedrai.  Perchè tutti sbagliamo. E paghiamo. E chi amiamo paga per noi. Prega Clint prega. Prega che le fiamme non ti rodano in eterno... Così potrai riverere i suoi occhioni nocciola e i capelli neri, e quel piccolo nasino a patata. Prega Clint occhio di Falco. Così bravo a vedere il nemico, così cieco a vedere chi ti ama.

Piangi Clint Burton occhio di falco... Piangi l'unica cosa che non riavrai.

 

Va via ora, lasciando candidi gigli su una tomba minuscola. Va via con gli occhi rossi di pianto. E con una ninna nanna che gli risuona nella testa.

 

 

 

 

 

 

Angolino della pazza pazza Autrice.

 

Ok, non volevo far sembrare Clint trooppo cattivo ma... che diavolo un pochinini di sensi di colpa no? ^^

Una bacio enorme a Babsi e Jo che continuano a sostenermi in questa folle impresa!

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