La pioggia può arrivare fin dentro l'anima per purificarla?

di Alya20
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1° Capitolo. ***
Capitolo 3: *** 2° Capitolo. ***
Capitolo 4: *** 3° Capitolo. ***
Capitolo 5: *** 4° Capitolo. ***
Capitolo 6: *** 5° Capitolo. ***
Capitolo 7: *** 6° Capitolo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Il primo ricordo che ho di lui, è di quando eravamo amici e passavamo tutti i pomeriggi a non fare niente; eravamo insieme, ma ricordo ancora quella sensazione di vuoto, come se accanto a me non ci fosse nessuno.
Eravamo solitari, non ci piaceva stare in mezzo alla gente e così avevamo scelto di stare in una stazione abbandonata fuori dalla città, dove potevamo stare soli insieme.
Non ricordo come fossimo diventati amici, ma ogni giorno mi ritrovavo in quel posto dimenticato dalla gente, con lui, si proprio lui: Louis Tomlinson.
Ora quel ricordo è lontano, lontano perchè quel giorno cambiò tutto, quel giorno fu il momento in cui capimmo che non eravamo destinati a rimanere amici, ma la paura era forse più forte dell'amore...

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Capitolo 2
*** 1° Capitolo. ***


 Era un pomeriggio di marzo e come sempre seduti sulla panchina della stazione ascoltavamo la voce del silenzio e scrutavamo nel cielo ogni singolo movimento delle nuvole.
Mi ero stancata di quelle nuvole pizzose, ma ne parlai lo stesso, «Le nuvole oggi sembrano non portare niente di buono.»
«Già! Oggi pioverà di sicuro... Non credi che dovremmo andare da qualche parte prima che piova, questo posto è così lontano e soprattutto in un posto così sperduto che impiegheremo mezz'ora per tornare a casa!»
«No, non mi va, perchè dovrei tornare lì dove tutti possono vedere quello che faccio e sentire quello che dico, quando posso stare qui tranquilla, e poi, a me piace la pioggia!»
«Come vuoi tu, tanto a me non cambia assolutamente niente.»
«Appunto!»
«E poi anche per me è rilassante stare qui, lontano da tutti, specialmente se ci sei tu!»
Quell'affermazione mi scombussolò la giornata, ma feci finta di niente, rimasi impassibile e silenziosa, mentre dentro di me, morivo. Era così strano quel giorno, aveva una luce diversa, uno sguardo così profondo, così come non lo avevo mai visto. Mi ci ero persa così tante volte in quegli occhi, ma mai in quel modo.
Qualche ora dopo, eravamo ancora lì a fissarci e puntuale come avevamo previsto, la pioggia si fece sentire. Volsi gli occhi al cielo e tutto il mascara scivolò sulle mie guance. Lui mi guardava con aria stupita. Abbassai la testa e lo guardai, sorrisi, non so per quale motivo, ma gli sorrisi. Era fin troppo strano il nostro comportamento.
Poco dopo ci fù un tuono fortissimo che mi fece saltare, così mi asciugai gli occhi e decidemmo di tornare in città. Non avendo un ombrello usammo il suo cappotto.
Aveva ragione, la pioggia ci aveva rallentati, anzi bloccati, ma non mi importava. Decidemmo di aspettare un pò perchè la pioggia era troppo forte ed era pericoloso continuare il cammino. Trovammo riparo in una casa abbandonata che tutto era tranne che una casa, non aveva tutto il tetto e le pareti portavano grossi buchi al centro, ma era una casa resistente, si vedeva. Entrammo e stemmo seduti in un angolino della casa, mentre la pioggia aumentava a dismisura.
Oltre alla pioggia, mancava solo il freddo! Il freddo alle 18.15 si faceva sentire e come, e lui lo notò.
«Ma stai tremando...»
«Direi! Si muore di freddo, penso che diventerò un cubetto di ghiaccio tra un pò.»
«Ahahahah non saresti male come cubetto di ghiaccio!»
«Tu nemmeno con un occhio nero, ti darebbe un aria così macabra e allo stesso tempo così sexy ahahah.»
«Oh, forse si, sarei sexy anche con un occhio nero!»
«Io non ho detto che sei sexy, ho detto che lo saresti solo con un occhio nero!»
Si avvicinò a me e mi abbracciò così forte da non farmi quasi più respirare, ma era una sensazione così bella che sarei stata lì anche per sempre, pregai la pioggia che non finisse mai di scendere.
Stemmo così per un tempo che mi sembrava infinito, e ne ero felice, finchè i miei pensieri si offuscarono piano piano e mi addormentai...
Mi svegliai e non ricordavo nemmeno dove fossi. Guardai il telefono, risultato: erano le 20.00, ero ancora abbracciata a lui mentre dormiva e avevo cinque chiamate perse da parte di mia madre, doveva essere furiosa. Così cercai di svegliarlo e ci riuscii solo dopo vari tenativi.
«Muoviti dobbiamo tornare a casa o addio pomeriggi fuori, addio uscite il sabato sera, addio tutto, addio alla mia vita!»
«Ok ok, calmati, pensi che per me non sia lo stesso? Andiamo..»
Pioveva ancora, ma molto piano, le pozzanghere erano dappertutto e solo con il potere del volo saremmo riusciti ad evitarle! Il cammino fino a casa fu accompagnato da un lungo silenzio, era davvero straziante non parlare.
Per fortuna arrivammo sotto casa mia in poco tempo, ci fermammo per alcuni minuti lì, ci guardavamo negli occhi, immobili, quando mi ricordai di mia madre.
«Mi ero dimenticata di mia madre, non so ancora cosa mi aspetta! Ci vediamo domani, signor Tomlinson sonosexyancheconunocchionero.»
«A domani, signora White/Tomlinson stobenecomecubettodighiaccio.»
Quasi sussurò il secondo nome, come se volesse che io non lo sentissi, ma non fu così. Ero ancora più confusa, ma prima che potessi rispondere, lui era già andato via e io rimasi lì ferma davanti il portone con mia mamma che gridava dal citofono di salire.
Lo guardai mentre si avviava lentamente, fino a quando sparì dietro l'angolo. Mi scappò un sorriso, di nuovo. Corsi verso le scale e le salì correndo fino la porta.

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Spero che questo primo capitolo vi piaccia.
Era da molto che volevo pubblicare una storia ma non ero sicura del risultato, oggi ho pensato che se non avessi provato, non avrei mai saputo come sarebbe andata a finire e quindi eccomi qui.
Aspetto i vostri commenti sulla storia..
Alla prossima :)

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Capitolo 3
*** 2° Capitolo. ***


Il mattino seguente mi svegliai prima del solito con un solo pensiero fisso in mente: rivedere il prima possibile quegli occhi color del ghiaccio, ma capaci di farti bruciare dentro appena li guardi.
Così per la prima volta nella mia vita andai a scuola con un sorriso stampato in faccia.
Entrai nel cortile pieno di ragazzi, che a parer mio sembravano tanti animali ammassati che sapevano solo urlare o giocare come bambini, neanche fossimo all’asilo!
Quel giorno non mi importava, ma per quanto mi sforzassi di cercarlo, lui non c’era.
Possibile che l’unica volta che avevo voglia di vederlo sul serio, lui non c’era?!
Suonata la campanella entrai nella mia classe, così grigia e monotona, non accadeva mai niente di veramente eccitante al suo interno, una vera e assoluta noia che ogni giorno mi uccideva sempre più, sarei morta prima o poi a furia di stare con quei quattro deficienti che mi ritrovavo come compagni, per fortuna avevo trovato una persona sana di mente in quel ammasso di inutili incompetenti, ma non bastava una singola persona a reprimere la noia delle lezioni che sembravano non terminare mai, così la mia espressione tornò annoiata e assonnata come sempre.
Come se non bastasse, non avevo studiato niente per quel giorno, e la fortuna, che come sempre mi assisteva, fece in modo che fossi la preda preferita dai professori proprio durante quelle ore. Me la cavai con un bel quattro in latino e uno splendido cinque in fisica, meglio di così non si può! Ma in quel momento mi sarei preoccupata di tutto tranne che di quegli stupidi numeri scritti su un foglio, per me non avevano importanza.
Finalmente dopo cinque ore passate in quella sottospecie di carcere per minorenni, riassaporai l’aria pura del cortile che sapeva di libertà e di voglia di tornare subito a casa per fare una doccia fredda e dormire tutto il giorno!
 
Appena mi buttai sul letto, sentii il sole provenire dalla finestra accarezzarmi le guance mentre l’aria fresca mi spostava delicatamente i capelli, segno che già ai primi di marzo il tempo ci avvertiva della primavera in arrivo.
Si dice che la primavera sia il periodo dei risvegli, ma soprattutto dell’amore, forse hanno ragione, o forse no, fatto sta che io non credo molto a tutte queste scemenze che dice la gente!
Mi addormentai con quei pensieri nella mente e il mio Ipod nelle orecchie, mentre le canzoni continuavano a girare non curanti del fatto che io dormissi e non le ascoltassi!
 
Mi svegliai un ora dopo e mi ricordai di Louis e del nostro appuntamento giornaliero sotto casa mia, ma ero ancora in tempo. Dopo essermi resa presentabile, scesi sotto ad aspettarlo, ma era in ritardo.
Aspettai mezz’ora inutilmente e poi tornai in casa.
Un’ora dopo mi arrivò un messaggio. Era lui. Luna mi dispiace.
MI DISPIACE!? E me lo viene a dire adesso e senza nessuna spiegazione? Di solito mi diceva tutto, non mi mandava un misero messaggio con una semplice frase buttata a caso e senza senso.
Aveva un velo di mistero su di sé ultimamente con quel suo fare così insolito, solo non capivo cosa ci fosse di tanto importante da turbarlo. Un solo fatto era certo: era strano, strano più del normale.
Non ero solita preoccuparmi di lui, semplicemente non mi importava, lui per me era solo un passatempo per non stare sola fisicamente, tanto con lo stare soli e con lui c’era poca differenza; anche se lui mi sembrava così silenzioso e timido, aveva molti più amici di quanti ne avessi io e non si comportava in quel modo misterioso che aveva in mia presenza, anzi sembrava un'altra persona, così solare, aperta, tanto che in me era sorso il dubbio su quel comportamento, forse con me non riusciva ad essere se stesso, allora perché starmi accanto ogni singolo giorno? Sicuramente non aveva niente di meglio da fare, sì, forse questa era l’unica soluzione!
Eppure quel giorno non riuscivo a fare finta di niente, sentivo un vuoto e sapevo che solo lui sarebbe riuscito a colmarlo, anzi ne ero certa. Come ero certa del fatto che i sentimenti che provavo per lui erano mutati, non lo riuscivo più a vedere come un semplice amico e questa cosa mi preoccupava, e molto!
Alla fine decisi però di non rispondergli e di distrarmi da quel pensiero che da quella mattina mi tormentava, così decisi di chiamare l’unica amica che mi era rimasta: Charlotte.
Lei era forse l’unica che mi capiva e che mi ascoltava seriamente.
Decisi che forse era meglio parlare di persona, così le inviai un messaggio. Vieni urgentemente. Devo parlarti.
Dopo pochi minuti mi rispose. Cosa è successo questa volta? Devo preoccuparmi? Arrivo, ci vediamo tra dieci minuti sotto casa tua.
Almeno a qualcuno importavo, finalmente qualcuno che sapeva che esistevo anche io in questo mondo! Le risposi per anticiparle il discorso che le avrei dovuto fare. Credo di essermi innamorata!

 

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Ecco il secondo capitolo...
Spero come sempre che vi piaccia :)

 

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Capitolo 4
*** 3° Capitolo. ***


«Che cos’hai ora? Ogni cosa che faccio non va mai bene vero? Non vado mai bene per te… Sei così cocciuta e io così stanco di questa storia, così stanco di te!»
«Ma che cosa dici!» Replicai cercando di trattenere le lacrime. «Non è affatto vero che ho detto che ciò che fai non mi va bene, tu sei libero di fare quello che vuoi, Louis. Solo che non capisco questo strano comportamento che hai nei miei confronti ultimamente, una volta io esistevo per te, mi dicevi ogni cosa e ora? Ora sei troppo occupato a stare con i tuoi amichetti che a stare con me. Mi vuoi spiegare cosa succede?»
Ormai le lacrime avevano iniziato a scendere ininterrottamente rigandomi le guance, anche se avessi provato a fermarle non ci sarei riuscita.
«Il problema è che non riesco più a confidarmi con te da quel giorno in cui pioveva, ricordi? Quel giorno è successo qualcosa, non so se a me o a te, ma è successo qualcosa che ci ha divisi, allontanati in qualche modo e non è più lo stesso, scusami Luna, ma non ce la faccio.»
Quelle parole erano come lame, lame taglienti capaci di ridurti in mille fragili e minuscoli pezzettini, perché a me, perché a noi!
Gridai mentre ormai lui se ne stava andando. «Cosa ho fatto di male, Louis, dimmelo, cosa ho sbagliato?»
Sentendo quelle parole si girò lentamente. «Tutto Luna, tutto. Ma non sei stata solo tu a sbagliare, anche io. Tutto, abbiamo sbagliato tutto.»
Dopo che ebbe pronunciato quelle parole se ne andò e mi lasciò da sola. Non riuscivo a smuovermi da quella posizione, ero come bloccata, immobile, finché le mie gambe non cedettero e caddi per terra. Arrivò la pioggia. Quella stupida e maledetta pioggia che tanto amavo era stata la causa di tutti i miei problemi!
 
 «Perché devo farmi tutti questi problemi inutili, lui non mi sembrava così distrutto…»
Ero sul letto ancora bagnata per via della pioggia e non riuscivo a non pensare a tutto ciò che era successo poco fa. Ero arrabbiata, anzi era furiosa. Decisi che se a lui non andavo bene così com’ero, non sarei mai andata bene a nessuno e la voglia di essere nel corpo di qualcun altro si impossessò di me come un assassino cattura velocemente la sua vittima.
Nessuno mi avrebbe più ferita in quel modo, niente mi avrebbe più reso debole , non mi avrebbero mai più riconosciuta, la vecchia Luna era come addormentata, sì, l’avevo addormentata come aveva fatto la strega cattiva con Biancaneve. La nuova Luna stava per arrivare.
Ero decisa più che mai, ma per prima cosa volevo modificare il mio aspetto, o cambiavo radicalmente o rimanevo la solita goffa, ridicola e patetica Luna, quella che mi aveva portato fin qui e che odiavo con tutta me stessa.
 
Per una settimana non mi presentai a scuola, ma a chi importava veramente se io andassi o no in quel buco per malati mentali? Solo a mia madre, che ovviamente credeva fossi una ragazza normale che aveva il suo gruppo di amiche, il ‘fidanzato’ e che andava regolarmente tutte le mattine a scuola. L’ultima cosa che sospettava è che fossi un asociale senza uno scopo preciso nella vita, senza alcun amico, figuriamoci il ‘fidanzatino’.
Non ero poi quel tipo di ragazza a cui aspirano tutti i ragazzi, non mi sentivo particolarmente bella e credo che nemmeno loro mi vedessero così.
 
«Luna?! Ma sei tu?»
Ero seduta su dei gradini per strada, sola, e appena sentii pronunciare quelle parole e alzai la testa quanto bastava per vedere degli occhi cristallini puntati nei miei di un misero verde con riflessi castani che in confronto ai suoi non erano niente, capì di chi si trattava e cosa stesse succedendo.
«E chi vuoi che sia! Sentiamo, cosa vuoi adesso?» Dissi con rabbia.
«Niente, solo che vedendoti sola e seduta qui, pensavo stessi male e ti servisse una mano.»
«Da quando ti importa di me, come sto e che cosa faccio?»
«Ma che cosa hai fatto a Luna, non sembri nemmeno tu!Sei diversa!»
Notò il mio nuovo taglio di capelli a cui avevo persino cambiato il colore e i vestiti che indossavo che non erano sicuramente abiti che che prima avrei messo. Diciamo che nessuno non poteva fare a meno di notare che ero cambiata!
«Non sono affari tuoi e ora, se non ti dispiace, me ne vado! Non intendo stare un minuto di più qui con te!»
Feci come per alzarmi da quella posizione, ma senti la sua mano bloccarmi per un polso e la sua bocca avvicinarsi al mio orecchio, fino a quando non mi sussurrò qualcosa, quasi come se mi stesse pregando con la sua voce calma e rilassata.
«Ti prego, torna quella che eri, ti prego Luna, non fare tutto questo solo per quello che ti ho detto!»
Come aveva fatto a capire il motivo di quella mia metamorfosi? Devo ammettere che non ero mai stata una brava attrice, non sapevo mentire facilmente, specialmente con lui che mi guardava ogni volta con quegli occhi, quello sguardo era come un siero della verità, come ci riusciva?
Cercai di mentire evitando il suo sguardo. «Ma chi ti credi di essere, Louis Tomlinson, non sei al centro dei miei pensieri. Tu ormai non esisti più. Sei solo un ombra del mio recente passato, un ombra, niente di più!»
Riuscì a liberarmi dalla sua presa che dopo le mie parole era diventata sempre più debole, gli voltai le spalle e me ne andai via di lì con passo svelto lasciandolo da solo chinato sulle scale e con aria sconvolta, quasi delusa.

 

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Ecco a voi il terzo capitolo.
Alla prossima :D

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Capitolo 5
*** 4° Capitolo. ***


Finalmente un pomeriggio tra amiche, era da secoli che non trascorrevo questo tipo di pomeriggi, cibo sparso per la camera, musica a tutto volume, riviste buttate sul letto e semplici e pure chiaccherate tra amiche con, perché no, confessioni e pettegolezzi!
«Non sono mai stata ad una festa in maschera se non a quella squallida che ogni anno fanno per il carnevale… Ho deciso che andremo a quella festa, Charlotte!» replicai guardando la mia amica con tutta la sicurezza che avevo.
«Sei sicura? Non mi sembra una buona idea.. vestiti da comprare, trucco, alcool, ragazzi ubriachi pronti ad ogni follia…»
«Pensiamo a vivere la vita per una volta, sento che questa è l’occasione giusta per far vedere definitivamente che la vecchia me è morta ormai.»
Charlotte non sembrava così sicura di quello che stavamo per fare, ma sono convinta che sarebbe venuta per me!
 
Entrammo dentro quell’immenso centro commerciale pieno zeppo di vestiti, potevano dirmi quello che volevano, ma amavo andarci per fare shopping anche se non ero la solita ragazza con tutti vestiti firmati, sempre alla moda e cose varie..
«Era da troppo tempo che non venivo qui.» confessai alla mia amica.
«Lo so, io sono venuta qui la settimana scorsa, ma tu eri troppo impegnata a deprimerti!»
«Basta pensare al passato, andiamo a prendere quei maledetti vestiti!» Non sorridevo così forse da settimane, avevo bisogno di questa festa, me lo sentivo…
Dopo circa due ore eravamo già verso la strada di casa con le nostre buste sotto il braccio, eravamo così soddisfatte delle nostre scelte.
 
Varcai la soglia di quell’immensa sala addobbata a dovere, si vedeva che era una di quelle feste curate in ogni minimo dettaglio, quelle che si fanno una volta l’anno, ma che vale la pena vivere.
Scesi le scale guardando tutti i ragazzi che erano già in pista e ballavano, avevo optato per un abito diciamo ‘semplice’ per quelle feste nero con un grosso nastro dorato che partiva da sotto il petto e fasciava il mio corpo fino a qualche centimetro sopra il ginocchio e indossavo una maschera sugli occhi di color oro e scarpe con il tacco nere, infine avevo legato i capelli in una coda di cavallo e lasciato scendere alcune ciocche.
La musica era così alta da non riuscire a sentire nulla di quello che diceva la gente. Ci sedemmo ad un tavolino dopo aver preso delle bibite mentre ammiravamo gli altri vestiti con le rispettive maschere della gente che ballava in pista.
Dopo nemmeno due minuti vidimo avvicinarsi a noi una figura maschile, mi sembrava familiare..
«Non balli? Su dai vieni con me…»
Guardai la mia amica allontanarsi con quello strano ragazzo, la osservai per bene, indossava un vestito color salmone che le fasciava il corpo della stessa lunghezza del mio con una piccola cintura nera e indossava tacchi e maschera nere, mentre i capelli erano perfettamente legati in una coda di cavallo. Pensavo ancora a quel ragazzo, ma decisi che non era tempo di pensare a quelle cose, dovevo assolutamente andare a ballare, anche da sola!
Bevvi tutto il mio cocktail e anche quello della mia amica.
Mi gettai in pista e iniziai a ballare seguendo il ritmo della musica, mi stavo lasciando trascinare anche troppo da quella musica…
Proprio mentre ballavo sentii qualcuno stringermi i fianchi, mi voltai di scatto e ritrovai un ragazzo con ovviamente una maschera sugli occhi, ma non riuscivo a vedere niente, figuriamoci se potevo mettermi a pensare in quel preciso momento, dovevo divertirmi? Bene, mi sarei divertita.
Ballai con quel ragazzo anche se ignoravo totalmente chi fosse, finché non lo vidi più in pista, non so perché ma qualcuno o qualcosa mi spingeva a cercarlo, così girai per la sala ormai invasa da ragazzi. Era davvero difficile vedere in quella sala pieni di luci colorate che non facevano altro che confondermi le idee.  Andai nel terrazzo per prendere un po’ d’aria, fino a quando non sentii dei passi..
«Ti ho vista da dentro e ho deciso di venire a farti compagnia come prima, in pista…» Continuavo a non capire chi fosse.
«Non so perché tu mi stia seguendo da una serata intera, ma nonostante tutto non ho ancora capito chi sei!» ribattei.
«Siamo o no ad una festa in maschera? Eppure se devo dire la verità, non ho ancora capito chi sei nemmeno tu, mi sono avvicinato semplicemente perché eri l’unica che si sapeva muovere su quella pista e poi qualcosa mi diceva di venire da te!Praticamente sto seguendo una sconosciuta a causa del mio istinto!» Non sapevo più a cosa pensare, stavo parlando con uno sconosciuto, che non mi conosceva nemmeno, non poteva andare meglio! «Allora non dici niente bella fanciulla?»
Mi sentivo veramente male ora, non riuscivo a formulare neanche una frase che avesse senso, avevo esagerato con quei cocktail, pensavo che due bicchieri non mi avrebbero fatto nulla, ma ripensando alle dimensioni dei calici, dovevo aver bevuto una bottiglia intera! E sicuramente non ero abituata a reggere tutto quell’alcool. Dopo due secondi svenni per terra.
 
«Che ci faccio nella TUA macchina?!» dissi appena mi svegliai.
«Eri svenuta e mi sono preso il permesso di riportarti a casa..»
Era molto strano, avevo ancora la mia maschera, possibile che non fosse curioso di chi ci fosse dietro quella maschera? «Perché non mi hai tolto la maschera?»
«Perché mi piace il mistero…»
«Questo perché tu sei un mistero di tuo. Ma se posso chiedere, dove stai andando?»
«Non ne ho idea credimi!» affermò con un sorriso stampato sulle labbra.
«Bene, allora lascia che ti faccia da navigatore fino a casa mia!» Passai dal sedile posteriore a quello anteriore scavalcando il sedile, nemmeno fossi stata un supereroe!
«Di già?!»
«Cosa pensavi di fare con me? Beh sai una cosa, non lo voglio nemmeno sapere, quindi senza niente domande e senza parlare, portami a casa!»
«Sì signora!»
«Avevo detto senza parlare!» Sorrisi e poi voltai la testa verso di lui, era davvero bello anche se non riuscivo a vedere gli occhi.
 
«Siamo arrivati!» annunciai al mio autista (?)
«Peccato… Ci ho pensato sai, mi sa che non mi interessa più il mistero, voglio toglierti quella maschera.» Disse mentre accostava vicino casa mia. In realtà gli avevo fatto credere di abitare in un altro palazzo vicino al mio per non destare sospetti sulla mia identità.
«Tu hai voluto il mistero, quindi ora ti tieni il mistero!»
«Non ci penso minimamente!» Stava per togliermi la maschera, non volevo che la magia sparisse, se alla fine l’avessi deluso? No, non avrei rischiato.
Lo baciai prima ancora che facesse la sua mossa. Fu uno di quei baci intesi ma che durano un minuto. Mi staccai da lui e mi persi nei suoi occhi che prima non avevo notato, un brivido mi percosse la schiena, avevo già visto quello sguardo, mi sentivo disarmata di fronte quello sguardo di ghiaccio!
«Hai perso, non vedrai il mio volto per questa sera!» Scesi dalla macchina e me ne andai lasciandolo lì mentre mi seguiva con gli occhi…
Quei maledetti occhi!
 

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Scusate il ritardo, ma non sapevo come continuare la storia.
Al prossimo capitolo allora. :)

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Capitolo 6
*** 5° Capitolo. ***


Ero stanchissima, mi ero svegliata presto ed ero dovuta andare a scuola anche se la sera prima avevo fatto tardi, tutto questo per colpa della preside che ignara della festa della sera prima aveva organizzato una conferenza alla quale dovevano partecipare tutti gli alunni della scuola, solo per problemi seri che dovevano essere comunicati potevamo assentarci. I miei genitori non mi avrebbero mai fatto una giustifica quindi ero costretta ad andare, come la maggior parte dei ragazzi.
Entrai nel cortile della scuola sbadigliando, credo che in quel momento il cortile sembrava popolato da zombi, ne riconobbi una in particolare, Charlotte, che la sera prima aveva sicuramente fatto più tardi di me. Si vedeva da come barcollava mentre camminava!
«Charlottee!» Urlai correndole in contro prima che se ne andasse e continuasse a camminare. La raggiunsi. «Scusa per ieri, sono dovuta correre via, stavo troppo male e poi ti avevo perso di vista completamente..» Dissi mentre mi accasciavo sulle ginocchia per la corsa di prima…
«Non ti preoccupare, io ero con quel ragazzo che mi aveva invitato a ballare, sai chi era? Tieniti forte, Zayn!. Ti rendi conto Zayn mi aveva invitato a ballare con lui, sai ci siamo baciati, dopo esserci tolti la maschera e aver svelato la nostra identità.» Era così emozionata, le piaceva da così tanto tempo Zayn, secondo me anche a lui piaceva e dall’inizio della serata aveva capito che era lei.
Zayn non era altro che un amico che faceva parte del gruppo di amici di Louis!
«E tu? Non fare finta di niente, ti ho vista da sola con un ragazzo sul terrazzo…» ribatté.
Ok, mi aveva già beccata, ma come faceva?
«Ehm, si è vero ero con lui, mi aveva seguito tutta la sera, ma nessuno aveva capito chi si nascondesse dietro le maschere. Poi credo di aver bevuto un po’ troppo e così sono svenuta. Lui mi ha riaccompagnato a casa con la sua auto e alla fine voleva sapere chi ero… Ma io non volevo rovinare quell’atmosfera…»
«!» E allora cosa hai fatto? Su non mi tenere sulle spine in questo modo
«……l’ho baciato Charlotte, l’ho baciato, ed è stato bellissimo finché non ho visto i suoi occhi…» La mia espressione era diventata seria e triste allo stesso tempo.
«Perché cosa avevano di strano i suoi occhi?» Continuava a non capire.
«Erano occhi di ghiaccio, occhi di ghiaccio come quelli di…»
La campanella interruppe il nostro discorso, così entrammo in classe per passare cinque ore di pura noia, anche se durante la conferenza avrei potuto dormire tranquillamente… Ma questo significava dormire davanti tutta la scuola e se non lo avessi fatto significava anche vedere Louis, quindi era meglio dormire, non mi importava della scuola…
 
«Charlotte tu vai io ti raggiungo, ho bisogno di camminare per i corridoi dopo tre ore seduta su quella poltrona ad ascoltare la preside e cose varie..» dissi prima di girarmi e camminare tranquillamente per le ‘vie’ della scuola..
«Harryyy ti vedo dire una cosa, è da ieri che ci penso!» Sentii una voce provenire da una classe vuota, probabilmente quella di Louis che raccontava una di quelle scemenze al suo migliore amico…
Non avevo niente di meglio da fare, così mi misi ad origliare i loro discorsi.
«Dimmi Louis..» Non avevo sbagliato allora, come potevo non riconoscere la voce di Louis dopo tutto.
«Ieri come sai a quella festa mi sono allontanato da voi…» COSAAA?! Louis Tomlinson e la sua banda erano alla festa in maschera e io non lo avevo notato?! Beh avrei dovuto capirlo già quando Charlotte mi aveva detto di Zayn!
«Si, bene e allora?»
«Ho incontrato una ragazza, cioè veramente l’ho seguita per tutta la sera..»
«Era carina?»
«Certamente era stupenda, l’ho accompagnata a casa con la tua auto e prima che gli togliessi la maschera mi ha baciato… Credo di essermi innamorato di lei!»
Tutti i miei dubbi erano stati chiariti con una sola frase. Io e ripeto io avevo baciato Louis, ora si spiegavano troppe cose, ma ero troppo sconvolta per pensare, Louis era innamorato di me come io lo ero di lui. Peccato che lui non sapesse la mia vera identità.
«Finalmente Louis, finalmente ti sei dimenticato di Luna, non c’è la facevo più a vederti in quel modo, credo che questa ragazza sia quella giusta.»
«Basta solo capire chi è quella ragazza…»
Eeeeeh?! Non potevo sopportare due shock in un giorno solo.
Decisi di andarmene prima di scoprire altre cose..
 
«Charlotteee, non so più cosa pensare!» Corsi dalla mia amica cadendole tra le braccia.
«Racconta.»
Le dissi tutto ciò che avevo sentito, di Harry e Louis, di me..
«Luna andrà tutto bene! Vedremo cosa fare per sistemare questa faccenda!»
Meno male che c’era lei, altrimenti non so cosa avrei fatto, probabilmente sarei andata a suicidarmi moolto tempo prima.
Ogni volta che le chiedevo consigli o avevo bisogno di sostegno, lei c’era! Come io c’ero sempre per lei!
«Credo che ora sia il momento di andare, ormai i corridoi sono vuoti e il bidello ci potrebbe anche chiudere qui, dentro la scuola e io non ho intensione di rimanere in questo posto un secondo di più! Ciao Charlotte e grazie!»
 
Andai dritta a casa dopo essere uscita da scuola, mi misi le cuffie e camminai con un solo pensiero in mente, Louis! Se era vero quello che avevo sentito, perché non me lo aveva detto prima? Perché si era invece allontanato da me in quel modo, non capivo…
Non capivo mai un bel niente di lui.
Non capivo i suoi comportamenti, non capivo cosa volessero dirmi i suoi occhi ogni volta, non capivo i motivi che lo spingessero a litigare con me, ma soprattutto non capivo perché se ne era andato nonostante aveva detto ad Harry che mi amava!
Era l’unico ragazzo capace di stordirmi con uno sguardo, l’unico capace di farmi sentire le farfalle nello stomaco quando lo vedevo, l’unico capace di farmi sentire una stupida in sua presenza, l’unico di cui mi fossi innamorata così tanto e così intensamente.
Era chiaro ormai, lo amavo!

 

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Scusate ma ieri non ero a casa e non sono riuscita a pubblicare il capitolo.
Spero vi piaccia.
:D

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Capitolo 7
*** 6° Capitolo. ***


Il ricordo di quella festa in maschera era un ricordo così lontano, era quasi passato un mese, ma io quel bacio non lo avevo dimenticato, tanto meno la conversazione che avevo ascoltato tra Louis ed Harry.
Camminavo per strada con l’ipod nelle orecchie e cantavo, cantavo, ma quei pensieri di quegli attimi tornarono a farsi largo nei miei pensieri. Qualcosa però mi bloccò all’improvviso e poiché vidi delle labbra muoversi di fronte a me e delle mani agitarsi come se volessero dirmi ‘Hey tu, mi sentiii!’ fui costretta a spegnere l’ipod sul più bello di una canzone.
«Ciao Luna!»
Appena sentii quelle parole credo che il mio cuore si fosse fermato, così come il resto del mio corpo, ero incapace di compiere qualsiasi movimento e di dire qualsiasi cosa di fronte a due occhi colore del ghiaccio che mi sbarravano la strada mentre tranquillamente mi dirigevo verso quell’edificio che io tante volte avevo paragonato all’inferno o cose simili…
Avevo i miei occhi puntati nei suoi, finchè non decisi che se non avrei fatto qualcosa non solo avrei fatto la figura della scema, ma non avrei risolto mai niente con lui.
«Ciao Lou!» Cercai di essere il più naturale possibile.
«Scusami per tutto quello che è successo in questo periodo, vorrei ricominciare a vederti, amici come prima, ormai ho chiarito con i miei sentimenti, sono successe tante di quelle cose, devo raccontarti.»
In questi giorni avevo subito tanti di quelli shock che sarei potuta morire da un momento all’altro.
Non sapevo proprio cosa dire, ero sicura che lui voleva tornare mio amico perché era sicuro di non provare più niente per me, non poteva sapere che la ragazza di cui era innamorato ora era sempre la stessa!
«Beh Louis non saprei..»
«Luna dammi la possibilità di rimediare, ti prego!»
«Ma lo sai che se mi guardi così io non resisto! Io ti… voglio bene Louis, sei o no il mio migliore amico?»
«Tutta la vita!»
«Forse è meglio andare a scuola che ne dici?»
Cosa avevo fatto adesso? Avevo accettato di essere la migliore amica di Louis, di nuovo, quando sapevo benissimo che io non potevo essere solo un amica. Io volevo poter camminare con lui mano nella mano, poter baciare le sue splendide labbra così perfette, poterlo abbracciare e dirgli quanto lo amo.
Mentre ero persa nei miei pensieri, avvertii le braccia di Louis cingermi a se, era una sensazione fantastica e lui era così dolce..
Mi girai verso di lui, i suoi occhi erano puntati su di me e sorridevano, lui sorrideva, con il suo sorriso mozzafiato. Ricambiai il sorriso. Ero felice in quel momento!

La scuola era così noiosa che passai tutte le ore a dormire, finchè non arrivò la mia unica salvezza: la campanella che diceva che era arrivato il momento di riposarsi!
Finalmente un po’ di pausa tra lezioni, finalmente potevo passeggiare pei i corridoi della scuola mentre mangiavo patatine a più non posso! Ne avevo proprio bisogno!
E come sempre Tomlinson mi sbarrò la strada e mi stritolò tra le sue braccia, riducendo tutte le patatine in mille pezzettini. Ricambiai l’abbraccio finchè non sentii il rumore delle mani entrare furtive nel mio pacchetto seguito dal suono di patatine messe in bocca e masticate! Mi scostati subito da Lou per vedere la scena! Davanti a me un ragazzo biondo con occhi che facevano invidia al colore del mare stava mangiando le mie patatine.
«Ehm scusa biondino nessuno ti ha insegnato a chiedere il permesso prima di prendere le cose degli altri?!»
Mi sorrise e notai che portava l’apparecchio… Devo ammettere che era carino!
Louis divertito guardava la scena, fino a quando decise che era il momento delle presentazioni! «Luna lui è Niall, ha sempre fame, è la sua natura!»
«Ha ragione, non è colpa mia!» Disse il biondo con la bocca piena!
«Siete davvero strani voi due, ora mi hai fatto passare la fame! Tieni biondino!»
«Oh grazie! Louis la tua amica è davvero simpatica, ma ora lasciatemi con il mio piccolo pacchettino di patatine!» Se ne andò lasciandomi a bocca aperta mentre guardava quel pacchetto come se fosse un dio!
«Strano il tuo amico, Louis!»
«Non hai conosciuto gli altri, ecco perché dici così, siamo troppo divertenti!» disse con uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
«Non ne avevo dubbi!» Dissi incantata, ero come stregata, Louis mi aveva stregata!
La magia se ne andò non appena vidi una ragazza bionda abbracciarlo da dietro…
«Amore è da stamattina che ti cerco, dove eri finito!»
«Ero con Luna… Ah, non vi ho ancora presentate! Luna lei è Jennifer, la mia nuova ragazza, ricordi che ti dovevo raccontare una cosa? Beh dovevo parlarti proprio di lei! L’ho incontrata ad una festa in maschera, lei una settimana dopo era venuta da me e si era rivelata quella ragazza misteriosa della sera prima!»
«Piacere, Luna! Ora vi lascio soli, devo andare da Charlotte!»
Corsi via da lì il prima possibile, non potevo reggere a ciò che c’era pochi secondi fa davanti i miei occhi, non potevo!
Jennifer?! JENNIFER?! Ecco un’altra impicciona! Non mi bastavano tutti i problemi che avevo, c’era anche lei ora, che sicuramente avrebbe contribuito a farmi riallontanare da Louis!
E se era veramente lei la ragazza misteriosa?! Forse era solo un caso quello mio e di Louis, poteva benissimo essere un altro, no? NO ERA LOUIS NE ERO SICURA, OCCHI COME I SUOI LI SAPREI RICONOSCERE FIN TROPPO BENE!
Era il momento di riprendermi ciò che mi apparteneva da sempre, e subito! Dovevo riprendermi il MIO Louis. Si, lui era MIO e di nessun’altra, tanto meno di Jennifer!
 
Dopo la scuola mi misi a correre verso casa senza guardare niente e nessuno, ne pagai le conseguenze!
Mi ritrovai per terra, avevo sicuramente ucciso qualcuno, ma quando alzai lo sguardo mi ritrovai una ragazza davanti che mi aiutò ad alzarmi.
La guardai meglio… LILY?!
«Lily da quanto tempo!» Esclamai saltandole letteralmente addosso.
«Luna?! Oddio Luna!»
«Su dai vieni a casa mia così stiamo un po’ insieme e ti racconto un po’ di cose… non sai quante ne sono successe ultimamente, ma prima dimmi, perché sei qui?»
«Torno a vivere qui!»
«Che bello potremmo ritornare a scuola insieme! Ora con calma mi racconti com’è Londra, poi ti racconto di Louis!»
«C’è ancora lui nella tua mente!»
«Ovvio!» Dissi sorridendo.
Lily mi aveva sconvolto la giornata, era da un anno che non la vedevo! Almeno una cosa positiva era successa!
Forse avrebbe potuto aiutarmi con il mio problema… 

 

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Ecco a voi il 6° capitolo.
Cosa ne pensate?
:D

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