Adozione

di I_Am_Myself
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** beginning and adoption ***
Capitolo 2: *** change of town and of family ***
Capitolo 3: *** First day in a new school ***
Capitolo 4: *** Two new friends: Elizabeth and Deniel ***
Capitolo 5: *** First appointment ***
Capitolo 6: *** Examination ***
Capitolo 7: *** Story of my life and Eve Christmas ***
Capitolo 8: *** Confessions and Christmas ***
Capitolo 9: *** A special Day ***
Capitolo 10: *** Football match ***
Capitolo 11: *** New year's day ***
Capitolo 12: *** New schoolfellow and a new friend ***
Capitolo 13: *** Jealousy ***
Capitolo 14: *** Nightmare ***
Capitolo 15: *** Explanation ***
Capitolo 16: *** Birthday - first part - ***
Capitolo 17: *** Birthday - second part - ***
Capitolo 18: *** Easter ***
Capitolo 19: *** Plans for the Summer holiday, what if? ***



Capitolo 1
*** beginning and adoption ***


 

 

 Beginning and Adoption
La famiglia Fergusson era composta da 3 membri e viveva a Las Vegas.
Il membro più anziano della famiglia aveva 44 anni e il suo nome era Thomas: era un uomo molto alto e robusto, con gli occhi azzurri e i capelli rossi. Il suo abbigliamento tipico era quello sportivo, in altre parole una tuta, una t-shirt e un paio di scarpe da ginnastica. Ovviamente, facendo l’avvocato, non poteva vestirsi così al lavoro, doveva, infatti, andarci vestito in modo “professionale”.
Sua moglie si chiamava Anastacia, ed aveva 43 anni.
I suoi occhi erano castani, mentre i suoi capelli erano biondi.
 Era una casalinga.
Infine, l’ultimo membro della famiglia era Robert: un ragazzo di 16 anni che frequentava il terzo anno delle scuole superiori. Il suo carattere si adattava alle situazioni, ma era generalmente gentile e gioioso.
La sua corporatura era abbastanza robusta e presentava un'altezza media... Il suo abbigliamento tipico era: i Jeans, una t-shirt e scarpe sportive .
I suoi capelli erano come quelli della madre, biondi, con gli occhi d'un colore contrastante, ovvero azzurri .
Il suo hobby, fin da piccolo, era quello di giocare a pallone.
 
 
Un giorno, mentre stava tornando da scuola, vide una casa in fiamme, la sua casa; vide i pompieri e il loro camion, vide i mattoni di cui era costruita l'abitazione a terra; vide un disastro.
– Cos’era successo? – Si domandò, per poi correre
 dai pompieri facendosi strada tra la folla, che se ne stava a guardare meravigliata:
- Ma cos’era quello? Uno spettacolo?- Si richiese quando arrivò davanti alla propria abitazione; Osservò quel disastro per qualche secondo, per poi correre verso i corpi di alcune persone; non poteva crederci, erano...i suoi genitori, morti!
 L’unico vivo era il suo gattino, per dire, infatti era un cucciolo di ghepardo, portato a casa dal padre quando era andato in una foresta. Robert gli corse contro e lo abbracciò, per poi piangere, per poi urlare, per poi soffrire. Chi era stato? Chi li aveva uccisi? Non lo sapeva nessuno, nessuno aveva visto niente!
Ma, lui era un ragazzo forte e si riprese all’istante, continuando a soffrire in silenzio… Troppo, troppo da sopportare, 2 giorni fa aveva perso sua sorella, Elena,  in un incidente stradale: il pullman non era riuscito a fermarsi e cadde nella rupe davanti ad esso… 34 morti, tra cui lei.
 
Flashback - Due giorni prima -
POV'S ELENA
Stavamo viaggiando, ormai, da 1 ora... Tra 30 minuti saremmo dovuti arrivare alla nostra destinazione: Los Angeles.
- Ugh, can't this thing go faster? -
- No, it can't -
Fu la mia amica a rispondermi, ero così abituata, ormai, a parlare italiano che quasi le risposi nella medesima lingua...
- Perchè? -
Ok, non avrei dovuto utilizzare il termine "quasi"
- And why? -
Mi corressi all'istante
- With all this traffic! -
- Yes, it's true -
Mi misi il cuore in pace, ma, tutto d'un tratto, il pullman sbandò ed io cercai di tenermi al primo oggetto che vidi, ma, purtroppo, non servì molto, infatti, non poté bloccare quello che successe dopo...
________________________________________________________
 
E, adesso questo; poi, cosa succederà? Sarà lui a morire?
Si ritrovò da solo, ad abitare in un orfanotrofio; anche se per pochi giorni, infatti, dopo una settimana, una famiglia lo adottò e si spostò a vivere da New York a Venezia... Fu un gran cambiamento.
Tutto quello era nuovo e, allo stesso tempo, triste per lui: Prima aveva perso sua sorella, poi i suoi genitori erano morti, e, infine era stato adottato da dei totali sconosciuti, per andare ad abitare in una casa sconosciuta, in un luogo sconosciuto, a trovarsi degli amici per lui sconosciuti, e, poi, cosa aveva dimenticato? E, poi, quante altre volte avrebbe dovuto utilizzare la parola sconosciuto? Quante… forse poche, o forse troppe? Non sapeva perché, ma quella parola gli sembrava strana… sconosciuta… Perché? A niente sapeva dare una risposta.
 
A.A:Ciao a tutti! Allora, questo capitolo è stato riscritto quando la storia era ormai giunta al quindicesimo capitolo in seguito ad una recensione neutra; ovviamente vorrei precisare alcune cose:
- Un flashback, anche l'unico, è stato aggiunto per supportare il lettore nel capire lo svolgimento dei fatti -
- Non è stata tolta la descrizione dei genitori di Robert, come aveva detto "Frindli, poiché mi sembrava appropriato tenerla per i vari paragoni che si svolgeranno nella storia e per dare un'idea, anche se breve, su come fossero i genitori del protagonista -
- L'uso dei tempi è stato corretto -
- Alcune imprecisioni sono state corrette -
- La scrittura è cambiata, anche se non in parti come quella finale, nella quale era ripetuto, ed evidenziato, la parola "sconosciuto" -
Ok, spero che rileggiate il capitolo - o che leggiate per la prima volta - e che mi diciate cosa ne pensate...
Non so ancora se correggerò anche gli altri capitoli...
CiaobyLory110
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 2
*** change of town and of family ***


CHANGE OF TOWN AND OF FAMILY
Ormai era passata una settimana dall’adozione di Robert.
Però, nonostante i suoi nuovi genitori fossero tanto gentili con lui, faceva fatica a chiamarli “ papà” e “mamma”, li chiamava, perciò, per nome, ovvero “Ann” e “Patrick”.
 Quest'ultimi gli davano tutto: un computer, un cellulare, del cibo, una stanza tutta sua, una casa, un pallone per giocare a calcio, ma soprattutto gli davano affetto... Ma niente.
Lunedì, Robert uscì dalla sua camera e scese al piano sottostante per fare colazione; ma, appena arrivò lì, trovò i suoi nuovi genitori che lo guardavano in un modo strano, stando in silenzio. Ciò si ruppe quando Patrick cominciò a parlare, in italiano; lingua che Robert era in grado capire, poiché la madre gliela aveva insegnata perfettamente siccome era previsto che si dovettero trasferire in Svizzera, dove parlavano italiano:
"Lo sappiamo che non ti senti a tuo agio qui, ma dicci cosa possiamo fare per farti sentire meglio e noi lo faremo. Allora?"
"Niente, proprio niente. Qui, sto bene. Il problema è che…che -
 "Che?"
 "Che… che non posso dimenticare i miei veri genitori... Che ho perso mia sorella due Giorni prima che morissero; non avevo ancora superato l'accaduto e non l'ho superato ancora ora... Ormai, ho imparato che non bisogna affezionarsi a nessuno per non soffrire"
Disse per poi incominciare a piangere lacrime dure, amare!
Ann e Patrick non sapevano cosa fare...
Anche se, poi, la madre trovò la soluzione più logica... Infatti gli si avvicinò e lo abbracciò:
"Su, dai... Guarda che tutto si può superare"
"Vero...Scusatemi"
Patrick fece lo stesso gesto della moglie; a quanto pare un abbraccio poteva bloccare ogni dolore...
"Noi non possiamo capire il tuo dolore, però, sempre che tu ci dia una possibilità, possiamo aiutarti a superarlo... Non a dimenticare perché sarebbe ancora più doloroso ed anche inutile"
"Va bene, allora una possibilità ve la posso dare"
"Perfetto... Adesso che ne dici di andare a fare colazione?"
"Dico che è un'ottima idea"
Dopo aver finito la loro colazione, i tre si avviarono a fare un giro per la città; videro i canali di Venezia, la piazza di S.Marco ed altro ancora...
Inoltre fu proprio in quel momento che Robert scoprì che il suo nuovo padre era un burlone:
"Sai che quando avrai una ragazza dovrai portarla a fare un giro sulla gondola?"
"E perchè?"
Fu questa la contro-domanda di Robert
"Perchè tutti i fidanzati che abitano qui lo fanno"
"Io... Io dovrei dirvi una cosa"
"Cosa?"
Chiesero incuriositi
"Beh, la mia ragazza mi ha lasciato dopo tre anni che stavamo insieme e da allora ho paura d'innamorarmi... Diciamo così"
"E come è successo?"
"Un equivoco: una ragazza ha provato a baciarmi, ci è riuscita e..."
"Lei ti ha visto e ha frainteso?"
"Già..."
Si capiva benissimo che Patrick era un pò disorientato in questo campo, fu, infatti, la madre a parlare:
"Non ti preoccupare, ricordati che c'è sempre un'altra opportunità e che non tutto il male non viene per nuocere; magari non eravate destinati a stare insieme..."
"Sì, forse... Comunque riprendiamo il giro?"
Videro di tutto e di più....  Si fermarono solo davanti alla scuola...
"Robert, qui sarà dove verrai a studiare"
"Davvero?"
"Sì, tra un mesetto"
"E i miei libri?"
"Non preoccuparti; riposati per un'altra settimana, anzi due... Poi penseremo allo studio, ok?"
"Certo"
Ripresero, per l'ennesima volta, il giro
 
Angolo autore:Allora, anche questo capitolo è stato riscritto e corretto, spero che lo leggiate e che lo recensiate...
Grazie...
  CiaobyLory110  

 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** First day in a new school ***




Paura, tensione… ma, infondo, era tutto lecito. Ogni cosa lo era, infatti, stava per attraversare il cancello che lo avrebbe portato all’interno del nuovo edificio scolastico, in cui avrebbe studiato per quest'anno, e per i due anni avvenire... .
 Prese un respirò e lo attraversò; ma non passò molto che la prima campanella suonò e lui raggiunse la propria classe [sezione A] per poi sedersi in uno dei pochi banchi liberi.
La sua compagna di banco era un certo Elizabeth, da quel che aveva capito; aveva, infatti, origliato una piccola conversazione tra lei e delle sue amiche, che appena lo videro si zittirono. Erano sorprese del nuovo compagno, tranne la mora, che da quel che aveva visto, era la più carina della classe e che, di lui, non si stupì...
La seconda campanella suonò e il professore entrò. Gli alunni si alzarono per salutare il prof.; si risedettero subito dopo, quando l'uomo fece un annuncio:
 "Innanzi tutto, spero che abbiate trascorso delle belle vacanze estive"
Ovviamente che, come accadeva spesso in quella classe, l'alunno meno rispettoso della sezione interruppe il discorso del teacher:
 "Prof, le mie vacanze sono state fantastiche!"
L'insegnante, ormai abituato a quel suo comportamento, non si scompose e, semplicemente, lo richiamò senza alzare la voce:
"Deniel, non vorrai incominciare l’anno con una nota, vero?"
 A quelle parole, dette con un pizzico d’ironia, Deniel s’irrigidì. Non voleva rischiare d'uscire, ancora una volta, con tutti sei ed un sette; anche per non rischiare che gli fosse impedito, ancora, di giocare alla play-station                                      
- Bene, prima che il vostro compagno c’interrompesse, stavo dicendo che avrete un nuovo compagno di classe, ovvero quel ragazzo che ha attirato la vostra attenzione, “Robert”...-
La classe lo guardò per qualche secondo, fino a quando il prof. non tossì per richiamare l'attenzione della classe su di sé:
"Could you come from there, Robert?"
Il biondo andò alla cattedra e si posizionò di fianco all'uomo...
"Lui è americano, quindi dovrete parlagli in inglese"
Il ragazzo, in fretta, lo controbatté:
"veramente, so parlare italiano"
Il professore si meravigliò
"Ah, ok... Potresti dirci qualcosa su di te?"
Lui incominciò il suo breve racconto
"come già detto dal professore, io sono americano, e vengo da New York. Ho 16 anni e mi sono trasferito in Italia con i miei genitori, ed il mio animale domestico, per dei problemi familiari"
- Può bastare. Avete domande? - chiese il professore
- Come fai a conoscere l'italiano? - chiese una ragazzina piuttosto minuta dal fondo dell'aula
- Prima di venire in Italia, io e la mia famiglia, dovevamo trasferirci in Svizzera, ove parlano italiano - rispose prontamente, accennando a una piccola bugia
- Altre domande? - richiese, per l'ennesima volta, il prof.
- No! - rispose la classe in coro
- Bene, Robert puoi andare a sederti -
 Disse il prof mandando il ragazzo al suo posto...
                                                 [...]
Le ore passarono e, alla fine, la campanella, che avvisò la fine del primo giorno di scuola, suonò; gli alunni si prepararono in fretta e uscirono, tranne Robert che venne bloccato da Valerio; l'unico professore della classe 3°A
- Robert, vorrei vedere la tua preparazione sulle varie materie, quindi che ne diresti di un... -
- Esame? Per me è ok! -
Rispose interrompendo il professore
- Prof. se vuole, posso aiutarlo io?-
Disse una ragazza... La stessa Elizabeth
- Ah, perfetto. Robert, ho visto la tua pagella, e potresti far concorrenza ad Elizabeth per voti, però per non rischiare... -
Lasciò la frase in sospeso
- Va bene! accetto -
I due ragazzi salutarono il loro professore, e uscirono dalla classe.
Intanto che camminavano.
Elizabeth pensò ad una cosa: entrambi erano i migliori della classe, o per lo meno lo era lei, però da quel che aveva detto il prof poco prima... poi, entrambi erano i più carini delle classi terze, insomma bastava vedere se sé la cavava bene negli sport e, poi... avrebbero potuto fidanzarsi. Subito dopo aver fatto questo ragionamento si bloccò con la mente: stava davvero pensando che bastasse questo per essere fidanzati?!
Si stupì di se stessa, ma per non pensarci, poi, cominciò a parlare con il ragazzo che aveva di fianco; il ragazzo che aveva continuato a fissarla in silenzio, durante quei suoi strani pensieri
- Allora,... quando ci vediamo per il primo incontro di studio? -
-
Scegli tu, è gia tanto che ti sei offerta per aiutarmi -

Gentilezza 

 - Ok, domani va bene? -
- Certo, è perfetto. Ma a che ora ci incontriamo? e dove?
- Beh, alle 5.00 del pomeriggio,... alla gelateria di fronte alla scuola -
Robert annuì e salutò la ragazza, che si mise a correre per arrivare a casa sua. Ma, prima di attraversare la strada, si fermò e disse a Robert:
"Ricordati di stare attento la sera"
"Perché?"
"La città è pericolosa"
"Ok"
Quando lo disse lei era già sparita
 
Angolo autore: Ciao a tutti! Non vi preoccupate per la parola "gentilezza", scritta in mezzo ad un discorso totalmente diverso. Capirete più avanti. Inoltre, avviso che ci saranno altre scritte di questo tipo.
Bye//Bye da Lory110 
 

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Capitolo 4
*** Two new friends: Elizabeth and Deniel ***


Two new Friends: Elizabeth and Deniel

... Robert uscì di casa per andare a quella specie di appuntamento, alla quale avrebbe partecipato, oltre a lui e ad Elizabeth, anche Deniel, poichè, già dall'anno scorso, era molto indietro con lo studio.

Quando arrivò al posto da Elizabeth dettogli, la vide chiacchierare allegramente con Daniel. Si avvicinò a loro e li salutò; gesto che loro ricambiarono. Poi, Elizabeth indicò loro di seguirla; cosa che fecero.

Camminarono per un pò in silenzio, ma, poi Daniel incominciò a parlare.

- Allora, Eli.... siamo arrivati? -

- No, fra 10 minuti arriveremo... intanto, Den dimmi in che cosa devo aiutarti?-

- Dunque, devi aiutarmi in storia, inglese, algebra, francese e scienze -

- Avevi detto che erano poche materie!! -

- Eh, infatti. Perchè quante te ne aspettavi?-

Rispose con ovvietà.

- 1 o 2... però, visto che sono poche... oggi ne facciamo tre, ok? Tanto, sono poche...-

- No, va bene. Hai ragione. Scusa. Puoi aiutarmi? Ovviamente, è sottointeso che non devi uccidermi di studio -

Den si inginocchiò per pregare Elizabeth di aiutarlo.

- Va bene, oggi sono buona, però ad una condizione... -

- Quale?-

Gli si avvicinò e, nell'orecchio, gli sussurrò:

- Alzati, così non attiriamo più tutta questa attenzione, visto che sembri un mendicante, ok?-

Di scatto il rosso si alzò, scaraventando, senza volerlo, Elizabeth a terra, che venne prese al volo da Robert, ritrovandosi davanti i suoi occhi color mare, che in un qualche modo, la fecero arrossire.

- Ti sei fatta male?-

- No, grazie. Ah, Den... quell'aiuto, nonostante tu mi abbia quasi mandata ferita gravemente, te lo do -

- Guarda, che se non ti sei fatta male, puoi alzarti, o vuoi restare qui in eterno? -

Disse Robert con sarcasmo.

- No, no, no...-

Elizabeth si rialzò dalle braccia del ragazzo, e ricominciò a guidare il gruppo: condusse Robert e Daniel  in un posto desolato, tranquillo e calmo, nel quale avrebbero potuto studiare tranquillamente.

Era una piccola collinetta; una semplice, ma bella distesa d'erba.

I tre scaraventarono i loro libri a terra e si misero a studiare.

- Ok, solo per vedere come sei messo in inglese, incominciamo con te,   Daniel.... Ah, Robert puoi darmi una mano? Infondo sicuramente tu sarai più bravo di me -

- Non ti preocuppare. E, poi, dicono che sei inteligentissima, e se la tua bellezza pari alla tua intelligenza, ce la farai anche da sola. Comunque, sì, ti posso aiutare -

S'interruppe per poi continuare.

- Ma perchè sei arrossita? -

 

Sincerità

 

- Robby... Robby... Impara una cosa...-

Disse con aria sapiente.

- La sincerità può sia far male che imbarazzare -

- Wow, Den, la prima cosa intelligente che ti sento dire -

Disse Elizabeth appena riprese il suo colorito naturale.

- Ehi, io ho detto tante cose intelligenti nella mia vita -

- Sì, solo riguardo ai videogame... Ah, già che ci sono, cosa significa? -

- Cosa? -

- Video-game, Den -

- Io... Io non lo so -

Le rispose grattandosi la testa.

- Lo sapevo... -

- Eli... -

- Sì, Robert? -

- Scusa, non volevo farti arrossire -

- Oh, non fa niente... Non è colpa tua -

Ricambiò il sorriso per poi riprendere la sua espressione seria.

- Den, dimmi il condizionale di un qualche verbo -

- Il condizionale... I'don't know -

- Futuro -

- I will be... credo... -

- Come credi?... Vabbeh, lavoriamo solo sul verbo essere -

- Ok -

- dimmi l'imperfetto -

- I were -

- Cosa?!! I was, you were, he/she/it was, we/you/they were.... C'è qualcosa che sai d'inglese?-

Disse loro urlando.

A quella reazione della ragazza i due si spaventarono, cosa che lei capì solo poco dopo.

- Su, dai... Non è colpa mia se sono una frana in tutte le materie -

- Ok, scusatemi. Riprendiamo -

Per l'ora e mezza consecutiva i ragazzi studiarono insieme, poi Daniel se ne tornò a casa sua.

Tutto ciò continuo per altre molte settimane, ma, già, alla nona Elizabeth e Robert erano ufficialmente migliori amici.

Un giorno, dopo che Daniel se ne era tornato a casa, Robert chiese una cosa a Elizabeth:

"Posso chiederti una cosa, Eli?"

"Certo"

"Ti andrebbe... insomma, vorresti venire ad un appuntamento con me? Possiamo andare dove vuoi tu"

"Ehi, eravamo d'accordo che io non ti avrei corteggiato; pensavo sarebbe stato lo stesso anche per te..."

"Sbagli, io nont i sto corteggiando; sei tu che fraintendi troppe cose"

Rispose alzando le spalle.

"E tu hai sempre un tono ovvio"

Rispose a sua volta.

"Adesso sei tu che sbagli... Sei tu quella ovvia"

"Io non so..."

Fù interrotta dal ragazzo che le mise una mano sulla bocca, ammutolendola... Non ci riuscì per molto, infatti la ragazza gli morse il pollice.

- Ahia! -

- Così impari -

- Allora, vuoi venire? -

Chiese agitando il suo dito.

- Ti darò quest'onore -

- L'onore sarebbe tuo, veramente... -

Disse sottovoce.

- Cosa hai detto? -

- Niente lady modestia -

- Meglio -

Rispose con lo sguardo pronto a fulminare il ragazzo.

Ovviamente non mantenne quel suo sguardo per molto, anzi si stese sulla solita distesa d'erba di fianco all'amico.

- Scusa -

Gli sussurrò nell'orecchio.

- Litighiamo come due bambini... -

- Ehi, almeno come ragazzini? -

- Va bene, lady modestia -

- ... -

- Vabbeh, io devo andare -

- Ok -

Gli rispose mentre si stava rialzando per salutare l'amico.

- Tieni -

- Perché mi dai la tua felpa? -

- Fa freddo e tu sei in maniche corte... Su, se non la prendi continuerò a chiamarti "lady modestia" -

- Come vuoi -

- Me la ridai domani -

- Sììì... Certe volte rompi... -

- Lo so -

Le rispose prima di darle un bacio sulla guancia.

- Sai Robby, sei molto dolce -

- E altruista... Non scordarlo! -

Precisò .

- Sì, anche quello -

- Bene, bye -

Le disse per poi avviarsi a casa.

 

Dolcezza e Altruismo

 

 

Angolo Autore: Quarto capitolo pubblicato!! Grazie a chi recensirà.

Ah, già che ci sono, vi do il titolo dei prossimi quattro capitoli: - che devo solo modificare: -

5) First appointment

6) Examination

7) Story of my life and eve Christmas

8) Confessions and Christmas

Ciao a tutti!!!!

 

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Capitolo 5
*** First appointment ***


First Appointment
 
[...] Era il giorno dell’appuntamento tra Robert ed Elizabeth ; il ragazzo si stava preparando, e ci stava mettendo molto tempo: si era messo il dopobarba, si era rasato quell'accenno di pizzetto, lasciandosi una strana sensazione sul contorno delle labbra… Successivamente si era fatto una doccia e si era lavato i denti.
Quando finì di prepararsi, cercò qualcosa da indossare, ma, al momento, si ricordò ciò che la ragazza gli aveva detto una settimana prima:
 
FlashbackUna settimana prima, in Piazza S.Marco -
Stavano passeggiando tranquillamente in Piazza S.Marco, ed Elizabeth aprì la questione “appuntamento”:
“Robby, ricordati una cosa”
“ … ”
Silenzio da parte del ragazzo
“Che, se mai dovessimo uscire insieme, non venirci tutto sistemato come un maggiordomo, ok?”
“Va bene”
Rispose alzando le spalle
_____________________________________________________________________
 
Allora, prese un paio di jeans blu, una t-shirt, e delle scarpe sportive [le Nike]…
Poi salutò i suoi genitori e si avviò verso la famosa collinetta; si fermò solo una volta nel tragitto infatti, ricordandosi che ad Elizabeth piacevano i fiori , si bloccò davanti al fioraio. Qui, comprò delle rose rosse per la "divina" Elizabeth, poi riprese il cammino verso l'appuntamento.
Non passò molto che raggiunse l’amica e iniziò a dialogare con lei:
“Ciao, Eli!”
 “Ehi, hai seguito il mio consiglio, vero?”
 “Eh, già. Questo è per te –
Disse porgendole il mazzo di rose:
“Grazie sono molto belle”
Commentò annusando l’inebriante odore
 “Dove vuoi andare? -
“Dunque… Direi che il parco è il posto più tranquillo”
“Va bene…”
“E romantico”
“ Romantico?”
Chiese mostrando una strana espressione…
Quasi indecifrabile, infatti non si riusciva a capire se era arrabbiato, imbarazzato o compiaciuto…
Nemmeno si accorse che la ragazza si stava avviando:
“Ehi, Robby, hai intenzione di restare lì in eterno?”
“No, andiamo”
Disse dopo essersi svegliato dal mondo dei sogni
[…]
- I silenzi non dovrebbero essere imbarazzanti? –
Continuarono a domandarsi in silenzio…
Ormai erano avviati in uno dei parchi più grandi di Venezia… E non era stata una passeggiata:
“Uffa, un parco più lontano, no?”
“No”
Rispose col suo solito sorriso… Certo, non lo mantenne quando un borseggiatore le rubò la boorsetta….
Ovviamente, come succedeva spesso nei film, Robert aiutò Elizabeth a rialzarsi e poi incominciò a inseguire l'uomo... Quando lo raggiunse lo colpì e riuscì a fargli cadere la borsetta e a riprenderla.
 

Coraggio

 
Il ragazzo raggiunse Eli, che aveva lasciato da sola su una panchina:
"Ecco, fatto!"
"Grazie al cielo sei salva!"
"Guarda che non sono una donna!!"
"Ma io non dicevo mica a te; secondo te tu vali 500£?"
"Cosa??500£?"
Disse tirandosi indietro
"Sì, perché?"
"Ma ti sembra normale portarti dietro una borsetta costata 500£?"
"Certo, se no a cosa serve comprarla? Bisogna vantarsene!"
Disse alzando le braccia mentre si avviava per il cammino
"Ah, le donne... Tutte uguale!"
Rispose Robert sbattendosi la mano destra sulla fronte
"Ah, ma il borseggiatore?"
"Credo d'avergli rotto qualche dente"
Disse facendo spallucce ed ingrossando un pò la verità
"Sì, certo"
"Guarda che è vero"
"Sììì, non era andato molto lontano, sono riuscita a vedere benissimo la scena"
"Beh, non c'entra niente"
"Se lo dici tu..."
"Già... Andiamo"
"Ok"
Disse riprendendo a seguire Robert:
"Che facciamo?"
"Uhm, sei tu la ragazza!"
"... Sei sempre d'aiuto"
"Lo so"
"Sì, adesso vieni"
Non si era nemmeno accorto che l'aveva preceduto...
Beh, non c'era molto da dire; continuerano a passeggiare per la piazza, mettendosi, qualche volta, a spiare la gente per strada...
 
Dopo un'oretta, Robert riaccompagniò Elizabeth a casa, e si avviò verso la propria.
Una volta arrivato, bussò e la porta gli venne subito aperta, ed ovviamente  i genitori gli fecero qualche domanda:
- Come è andata? -
- Molto  bene -
- Che avete fatto? -
- Camminato, chiacchierato, litigato ed affrontato un borseggiatore... Cose che capitano tutte i giorni... -
- Già... Vi siete divertiti? -
- Sì,  Adesso ve la faccio io una domanda, ovvero quest'interrogatorio è finito? -
- Sì! -
Rispose la madre un pò divertita...
Detto ciò i tre andarono a cenare
 
Angolo Autore:
We see at the next part of this strange story!
Bye//ByedaLory110
 

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Capitolo 6
*** Examination ***


Examination

Il giorno dell'esame era, ormai, arrivato ed i ragazzi si erano precipitati a scuola...

 

<< Calmati, Den! Respira >>

Era da venti minuti che Elizabeth cercava di far calmare Deniel, ma senza ottenere nessun risultato.

<< Io? Come faccio a calmarmi?? Infondo sono io che devo fare l'esame che deciderà se sarò bocciato o no? >> Disse lui, gironzolando per il corridoio.

<< Sì, hai ragione... Scusa >>

Elizabeth era esasperata e, non sapendo più cosa fare, chiese aiuto all'unico che poteva salvarla... Robert, il quale intervenì subito.                  

<< Den! >> Gridò lui ad alta voce.

<< Sì, cosa c'è? >>Chiese cercando di riprendersi.

<< Non eri tu quello forte della situazione? >>

<< Sì, ma che c'entra? >> Disse smettendo di correre avanti e indietro ed ascoltandolo.

<< Non ti farai spaventare da un semplice esame, giusto? >>

<< Beh... >>

<< Beh, cosa? Allora? >>

<< Sì, hai ragione >> Disse, una volta essersi ripreso definitivamente.

<< Appunto! Quindi, in primo luogo, smetti d'ansimare come una donna incinta ed in secondo prendi un bel respiro e calmati! >>

 

Astuzia

 

Quelle parole raggiunsero il proprio obbiettivo: calmarono, infatti, il ragazzo... E fecero anche respirare Robert ed Elizabeth.

<< Ma l'esame è scritto o orale? >> Chiese il ragazzo

<< Credo orale... Però... >> Lasciò il resto da capire agli altri due ragazzi

<>

<< Già >> Rispose con tono triste, fiacco, debole.

<< Perché quel tono? >> Chiese il rosso.

<< Perché mia madre dev'essere operata... E questo esame, grazie a voi due, vale metà della mia media scolastica >>

<< Grazie...>>

<< Comunque... Se... Se >> Una lacrima le passò il viso << Se mia madre non viene operata, nonostante non ci siano segni per ora, il cancro... Verso luglio la potrebbe uccidere... Dobbiamo, per forza andare in una clinica privata... >> Singhiozzò.

<< Perché privata? >>

<< Perché i medici hanno un istruzione maggiore e ci sarebbero, così, più possibilità per mia madre... Mio padre deve già pensare a mantenere me e lui, all'affitto della casa... >> Altre lacrime.

Robert le s'avvicinò e l'abbracciò.

<< Su, Eli, vedrai che tutto andrà bene, e, poi, ci siamo con te >> Cercò di consolarla, sembrò che il tentativo andò a buon fine.

<< Sì, hai ragione... Però cercate di passare l'esame, ok? >>

<< Sì, non ti preoccupare,... Vero Den? >>

<< Ah, sì... Non ti preoccupare, credo che, almeno con l'otto, riuscirò a passarlo >>

Fu il professore ad interromperli.

<< Ragazzi, l'esame sarà contemporaneo, avrete circa 5 ore... >>

<< Ok >>

<< Bene, seguitemi! >>

Detto ciò i due ragazzi lo seguirono e si sistemarono negli unici banchi vuoti... Uno nel lato sinistro, quello di Robert, ed uno nel lato destro, quello di Deniel.

<< Avete tutto l'occorente sul banco... Perciò Lavorate! >>

<< Sì, prof >> Risposero all'unisono mentre Robert già era partito di quarta... Per lui sarebbe stata una passeggiata, ma chissà Deniel...

 

[...]

 

Robert riuscì a finire nel tempo stabilito, mentre Deniel ebbe bisogno di un altro quarto d'ora, che il prof gli concesse...

<< Finito! >> Esultò il moro dopo la fine del tempo bonus.

<< Bravo, consegnami il lavoro.>>

<< Certo, prof >> Dopo di ché gli consegnò il lavoro e, come Robert, uscii... Non ci volle molto, dopo dieci minuti il professore raggiunse i ragazzi e gli disse i risultati.

<< Devo dire che siete andati benissimo entrambi... >

<< Davvero? >> Chiese Eli

<< Sì, tu, Robert, hai preso 10 e lode mentre tu Den... >>

<< Prof, vuole finire la frase? >>

<< Sì, Deniel sei passato con un nove pieno >>

<< Vuol dire che io prenderò la mia borsa di studio? >>

<< Sì, Eli, you'll get it! >>

<< Evvai >>

<< Eli, guarda che mancano due mesetti a Natale >>

<< Uhm... Già >>

<< E altri 5 mesi alla fine dell'anno... >>

<< Vero >>

INTELLIGENZA

 

<< Vabbeh, arrivederci, prof... Io devo andare >> Disse Elizabeth.

<< Okay, voi restate a fare altri compiti? >>

<< Nooo... Andiamo! >> Disse Den, prendendo gli altri due per le braccia e trascinandoli via; Robert non riuscii nemmeno a salutare il prof.

Den fu lasciato solo nel bel mezzo della piazza.

<< Bene, adesso col tuo permesso, Den, io me ne vado >>

<< Aspetta, ti accompagno! >> Disse Robert.

<< Va bene >> Rispose la ragazza, sorridendo... Una volta che i due se n'erano andati, lasciando Den da solo, quest'ultimo, alzando le braccia all'aria, disse con tono ovvio:

<< Ah, quei due sono propri innamorati >>

 

 

 

 

 

Angle Author: Here me to my A.A: how are you, today?

I'm well... I must go away to write a new part of this story...

Sorry for this A.A in English, but I wanted to change a little, because... Because... Boh, I don't know!

Bye//Bye by Lory 110 - Today everything must be in English, except for the text.

 


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Capitolo 7
*** Story of my life and Eve Christmas ***


Story of my life and Eve Christmas

Passarono molti giorni dall'esame; arrivò il periodo natalizio.

- Verrai alla festa natalizia scolastica? - 

- Io...  No, non credo, e tu, Eli? -

- Sì, ... Però, se tu non verrai, mi annoierò -

- Lo so! -

- E se uscissimo noi due? -

- Va bene! -                   

- Fantastico! Ci vediamo a casa tua domani, alle 12.30 -

- Che? -

- Sì, hai ragione! Pranzo da te, così non dobbiamo faticare per prepararci, ed io non rischio di arrivare tardi... Ciao -

Non gli diede nemmeno il tempo di replicare, che subito gli tirò le guance, gli diede un bacio su quella destra, per poi andarsene via.

 - Quella ragazza è stramba... -

Tirò un sospiro.

- Vabbè, vado a casa ad avvisare i miei -

 

[...]

 

- Mamma, papà! -

- Aspetta! Abbiamo una cosa da dirti -

Disse il padre.

- Cosa? -

- Partiremo per New York, dal 19 dicembre al 28 dicembre -

- Ah, bello... -

- Perchè hai quell'espressione così triste? Non sei felice di tornare a New York? Rincontrerai i tuoi vecchi amici... -

- Niente, è che avevo già preso un impegno per la Vigilia -

- Davvero? E con chi? -

- Beh,... con una mia amica, "Elizabeth" -

- La tua ragazza? -

- Ho detto "amica!" -

Ribattè con tono arrabbiato, scatenando una risata ai due genitori.

- Che c'è da ridere? Me lo spiegate! -

Disse con tono serio.

- No, scusaci... Comunque, dobbiamo per forza andare a New York -

- Why? -

- Beh... Vedi la direttrice del tuo orfanotrofio vuole farti alcune domande su come ti trovi qui -

- Bene, mi trovo benissimo -

- Non vuoi proprio venire? -

Intervenì l'adulta. -

- No, vabbeh... -

- Sicuro? -

- Yes, troverò una scusa con Eli -

- Ok -

A questo punto il ragazzo salì le scale ed andò in camera sua, ma si bloccò, dopo aver sentito le parole dei suoi genitori

- Poi... Ce la farai conoscere la tua amichetta, vero? -

- Ah, certo! Vado a studiare -

- Cosa dirai alla tua amica; guarda che noi possiamo comprare un biglietto per farla venire con noi, infondo non ci sono problemi se non conosce l'inglese -

Non li ringraziò nemmeno, che corse in camera sua, si scaraventò sul suo letto e chiamò la mora.

- Eli, sono Robert -

- Ciao! Che c'è? -

- Ciao, c'è che devo partire per New York -

- Quindi? -

- Dal 19 dicembre al 28 dicembre -

- E quindi? -

La sua voce diventò triste, molto triste.

- Ah, quindi mi lasci sola per la festa natalizia? -

- Non proprio -

Lo sguardo della ragazza tornò splendente, felice... RIuscì a notarlo anche Robert; nonostante non lo riuscisse a vedere.

- I miei... -

-  I tuoi? -

- hanno detto che puoi venire con noi a New York -

- Davvero? -

- Sì, l'unico problema è che i tuoi, sempre che tu voglia, forse non ti lasceranno partire -

Passarono 5, 10  minuti, ma la ragazza non rispose.

- Eli, ci sei ancora? -

- Sì, sono solo andata a convincere i miei genitori a lasciarmi partire e... -

-...E? -

- E posso venire -

- Davvero?-

- Sì, tra una settimana finisce la scuola, e tra due parto con te -

- Fantastico! Chissà se capirai la gente di New York -

 - La capirò! Non ti preoccupare -

- Ne sono sicuro -

- Grazie, ci vediamo domani; ciao -

- Ciao -

Che faccia che aveva... sembrava essere in paradiso:

- Perchè? -

Non lo capiva neanche lui,  forse ci era vicino...  Ne era certo... Si stava innamorando

- Mamma, papà! -

urlò dopo essersi ripreso da quel suo silenzio.

- Che c'è? -

chiesero in coro

- Elizabeth parte con noi -

- Bene, così ci farai conoscere la tua migliore amica -

- Perfetto! Vado a studiare -

- Ok! -

Quel pomeriggio di studio passò in fretta, tanto che, senza accorgersene, arrivò l'ora di cena. Allora, al richiamo della donna di casa, i due uomini corsero a tavola.

- Calma! -

Urlò loro la madre.

- Abbiamo fame! -

Protestarono i due.

- Ecco fatto! Mangiate -

- Grazie -

Quella fu una cena molto allegra... Dopo aver cenato ed aver pulito la tavola, andarono tutti a dormire.

Il mattino seguente si alzarono, fecero colazione, tranne Robert, che non era abituato a farla, si lavarono e si vestirono, per poi andare ognuno alla propria occupazione: Lavoro, casa e scuola.

- Robby!! -

- Eli, ciao -

- Ciao -

Gli saltò al collo.

- Sono contento che la notizia ti sia piaciuta -

- Non vedo l'ora di partire... -

S'interrompé per un secondo, per poi scoppiare a ridere.

- Perchè ridi? -

- Robby, perché hai lo zaino? -

- Per la scuola... E tu, perché, ridi? -

- Non c'è scuola -

- Oggi? -

- Sì!! -

Smise di ridere.

- Vieni con me -

- Dove andiamo? -

- A posare il mio zaino, così ti faccio conoscere i miei -

Camminarono ed entrarono a casa del ragazzo. La porta era ancora aperta; entrarono in casa ed andarono a posare lo zaino del biondo, poi scesero la rampa di scale ed andarono in salotto.

- Robert, che ci fai ancora qua? -

Gli chiese la madre, una volta aver notato che era tornato a casa.

- Ho scoperto che oggi non c'è scuola -

- Ah, davvero? -

Intervenì il padre.

- Non dovevi andare al lavoro? -

- Sì, hai ragione amore -

L'uomo diede un bacio alla moglie, per poi avvicinarsi a Robert e dargli una pacca sulla spalla... Ma non finì lì, infatti disse una delle sue solite battutine, che non avrebbe fatto ridere manco un'idiota,  perciò s'avvicinò al ragazzo e gli disse:

- Molto carina la tua fidanzata; ditemi quando c'è il matrimonio, ok? -

- Papà! -

Al contrario del ragazzo, Elizabeth scoppiò in una leggera risata. [A volte ci sono delle eccezioni]

- Eli, ti metti a ridere dopo quello che ha detto?! -

- Sì, scusa, sono di umorismo facile -

- Ah, figliolo, lei si che mi fa sentire un comico nato -

- Amore, non dovevi andare? -

- Sì, hai ragione. Ciao a tutti -

E se ne andò al lavoro.

- Quindi... Devo dedurre che lei sia Elizabeth -

- Sì, osservazione corretta -

- Io mi chiamo Ann, mentre mio marito si chiama Patrick -

- Ehm... devo darle del lei, o del tu? -

- Molto meglio il tu -

- Ok! -

- Strano Eli... -

- Cos'è strano Robby? -

- é strano il fatto che tu non ti sia auto-invitata per la cena -

- Per me è ok, se vuoi puoi restare a cena, allora ti fermi? -

- Sì, si ferma sicuramente; intanto ti salutiamo ed andiamo da qualche parte -

Il biondo tirò la mora e la portò fuori.

- Ciao-oooo! Piano Robert! -

Cercò di dire.

- Andiamo -

Uscirono di casa.

- Andiamo su quella bella collinetta che mi hai mostrato -

- Sì, ma non tirare -

- Va bene... comunque, mi dici perchè non c'è scuola -

- Perchè... perchè...

- Perchè? -

- Vedi... Ecco... -

- Non dirmi che... -

- Sì, è vero, oggi c'era scuola; volevo solo chiederti una cosa -

- Mariniamo la scuola solo perchè tu mi devi chiedere una... Dico una cosa?!! -

- Sì, non ti preoccupare, entreremo per la seconda ora -

- Iniziamo ad avviarci -

- Ok, comunque io ti piaccio? -

Domanda che fece bloccare il ragazzo.

- Vabbè, ho capito... Andiamo -

Disse con tono molto secco.

 

Passò una settimana, era il giorno del viaggio, ed Elizabeth arrivò all'aeroporto.

- Eccomi, scusatemi per il ritardo -

- Non ti preoccupare; andiamo! -

Aspettarono 10 minuti, poi si sentì un avviso.

- I passegeri dell'aero per New York si avviino -

Fecero come detto dalla signora e salirono sull'aero.

Qui, i 4 riderono, scherzarono, chiacchierarono e mangiarono, poi, dopo un'oretta, verso le 22.30, si addormentaronno.

 

[...]

 

- Eli, Eli, sei sveglia? -

- Sì, perchè?-

- Come mai mi hai chiesto se ti piacevo? -

A quel punto la ragazza si tirò il lenzuolo che aveva fino al collo.

- Non lo so! -

- Come non lo... -

- Dimenticalo! -

Fu la sua ultima parola, prima di girarsi verso il finestrino. Da lì poteva vedere il mondo.

- Ok -

Si riaddormentarono.

Quando si svegliarono, verso il pomeriggio, fecero finta che quello che si erano detti ieri non fosse mai accaduto, poi presero i propri bagagli e scesero da quell'aero.

Presero un pullman e si avviarono nella vecchia casa di Robert. Il viaggio durò due orette. Nessuno parlò.

Una volta arrivati, il ragazzo, da bravo cavaliere, prese i bagagli della sua amica e glieli portò nella sua camera; quella degli ospiti.

- Grazie -

- Di niente Eli... sei stanca? -

- Un pò... Il viaggio in pullman non è stato dei migliori -

- Già... Dormi, domani ti faccio visitare New York -

Andò nella propria camera e si buttò nel letto, addormentandosi subito.

Il giorno seguente fecero un giro per New York.

I giorni passarono, ed arrivò la Vigilia di Natale; ci sarebbe stato un grande pranzo. Tutti erano ansiosi di mangiare, compresa Elizabeth, che in pochi giorni aveva scoperto le doti da cuoca di Ann.

Due orette prima del pranzo, Elizabeth Trovò una foto in cui erano rappresentati Robert, e i suoi ex genitori.

- Robby! -

Disse, per poi prendere la foto.

- Vieni qua fuori -

- Fa freddo, Vieni tu dentro! -

- Devo farti vedere una cosa -

- Cosa? -

- Vieni! -

La ragazza seguì l'ordine dell'amico ed andò fuori; si meravigliò; era da molto tempo, all'incirca da un tre anni, che non vedeva uno spettacolo del genere a Venezia: Neve; pura e bianca neve.

- Wow! -

Ma, nello stupore, le cadde la foto, che Robert s'affretto a prendere, rivolgendo, poi, uno sguardo di domanda alla ragazza.

- E questa? -

- Ah, volevo chiederti chi erano quelli nellla foto -

- Sono dei miei amici -

- Cavolo, ti somigliano...  E poi sono un pò grandi per essere tuoi amici... -

- Uno non può avere degli amici più grandi? -

Incominciava ad arrabbiarsi.

- No! Chi sono? Ti giuro che non lo dico a nessuno -

- Nessuno, dico davvero -

- Non ci credo... Avanti, chi sono? -

- Nessuno che penso tu conosca! -

Il suo tono sembrava non mantenere più la solita dolcezza, incominciava ad essere arrabbioso, ma nonostante se ne fosse accorta, continuò sulla sua via.

- Basta!! Che te ne frega!?? Riesci a non impicciarti degli affari degli altri??Non mi sembra difficile!! Santo cielo!! -

Ecco, glielo disse in modo quasi brutale; le uscirono poche lacrime che si mescolarono con la bianchezza del manto bianco che li circondava

- Senti, Robert, non me la sento di mangiare oggi; ciao e buona cena -

Disse, cercando di mascherare le lacrime.

- Aspetta -

Il ragazzo cercò di fermarla dal scappare allungandole una mano.

- Non fa niente -

La ragazza scappò nella camera che, ancora per qualche giorno, sarebbe restata sua, lasciando il ragazzo imbambolato per qualche minuto, che, dopo essersi ripreso, corse in camera della sua preziosa amica; non bussò nemmeno; entrò e basta.

In quel momento sembrava un docile agnello, ma non quanto lo era la ragazza.

- Eli -

- Che vuoi? Vattene! Non ho voglia di parlare con nessuno -

 Non l'ascoltò, poichè si sedette sul letto occupato dalla mora.

- Senti, scusami! -

Elizabeth incominciava a calmarsi.

- Non ti devi scusare -

Non riuscì a continuare la propria frase; il ragazzo le si era avvicinato per asciugarle le lacrime che prima scendevano copiose dal suo viso,  ma le era troppo vicino, troppo... Ma, nonostante la minima distanza che li separava, non riusciva a baciarlo... Si scostò.

- Grazie -

Sussurrò in modo imbarazzato.

- Per cosa? -

- Per essere venuto a consolarmi -

- Di niente! Infondo, avevo sbagliato... Che ne dici se ti raccontassi chi erano quelle due persone, in pratica, posso confidarmi con te? Posso raccontarti una parte del mio infelice passato che non ho mai raccontato a nessuno, tranne a poche persone? -

Chiese, sperando in un "sì".

- Non sei obbligato! E, poi, se me lo chiedi così, mi fai spaventare -

- Ti prego, dimmi si, ho bisogno di raccontarlo a qualcuno, di raccontarlo a te, Elizabeth -

 - Ok -

- Vedi... Ann e Patrick non sono i miei veri genitori, sono stato adottato -

- Cosa? C'è, scusa, le domande te le faccio alla fine -

- Sì, comunque i miei genitori naturali si chiamano, o meglio, si chiamavano "Thomas" ed "Anastacia", purtroppo, in un giorno in cui stavo tornando da scuola, trovai la mia casa in fiamme -

Si bloccò per qualche secondo, sicuramente si ricordò il disastroso spettacolo che successe durante quel giorno; la ragazza se ne accorse ma se ne restò ferma, immobile, del resto cosa poteva fare?

- Perchè sorridi? -

- Niente... -

Un mezzo sorriso apparve sulle labbra della ragazza.

- Da quell'incendio si salvò solo il mio piccolo ghepardo, ovvero quell'animale che stai accarezzando -

  - Vuoi dire che quello che sto accarezzando da 10 minuti, è un ghepardo? -

- Yes, è quello che ho detto, ma sta tranquilla; è innocuo! -

- Ma va? Non mi ha ancora morsa! -

- Hai ragione! Comunque, dopo aver passato qualche giorno in orfanotrofio, Ann e Patrick mi adottarono e... -

- Stai piangendo? -

- Sì -

Lo abbracciò.

- Non sei obbligato a raccontarmi ciò -

- Forse hai ragione, ma io voglio farlo -

Gli sorrise. Si stese sulle sue gambe.

Rimase lì per qualche minuto. Se ne stavano lì, immobili, senza compiere nessun gesto.

- Ragazzi! La cena è pronta...-

Disse  il padre del ragazzo, entrando nella stanza.

- Arriviamo -

I due s'affrettarono a rispondere ed a scendere, rischiando anche di travolgere l'adulto uomo.

- Eccoci! -

- Ragazzi! -

- Sì, papà? -

- Mi avete quasi scaraventato giù dalle scale, ed adesso mi guardate come se niente fosse accaduto?! -

- Scusa -

Risposero con sguardo mortificato.

-Vabbeh, non fa niente -

- Fantastico! Adesso possiamo mangiare? -

- Ottima idea -

- Eh, già... La mia Eli ha sempre ragione -

- Lo so di aver sempre ragione, ma spiegami questo aggettivo possessivo -

Robert rimase spiazzato, ma, per fortuna, fu salvato da Ann.

- Ecco a voi! -

Era un pranzo a base di pesce; unico piatto di diverso tipo era quello posto al centro della tavola, composto da un tacchino contornato da dell'insalata con un pizzico di limone sopra.

Mangiarono e parlarono a sazietà, poi andarono a dormire, ma, mentre i due adulti si addormentarono subito, Elizabeth non riuscì a prendere sonno.

- Robby... Robby -

Il ragazzo si girò verso l'amica.

- Che c'è? non riesci a prendere sonno? -

- No -

- Come mai? -

- Continuo a chiedermi perchè hai raccontato a me quelle cose? -

- Beh, semplicemente perchè tu sei la mia migliore amica -

- ...Uhm... -

Non sapeva se il ragazzo aveva voglia di continuare a parlare, quindi mugugnò soltanto.

-  Sappi solo che ti voglio bene e che di te mi fido -

Dopo quelle parole, Robert scese dal letto e lo avvicinò a quello della ragazza.

- Che fai? -

- Avvicino il mio letto al tuo -

La ragazza non rispose, semplicemente guardò il ragazzo.

- Ecco fatto! -

Una volta aver avvicinato i letti, Robert salì sul proprio e prese la mano della ragazza.

- Promettiamo che saremo per sempre amici...-

- Non è  troppo da bambini?

- In effetti...-

- Lo saremo... -

Disse, rompendo il silenzio.

- Lo promettiamo? -

- Sì, lo prometto... Ora dormi! -

- Eli, ti voglio bene -

- Anch'io te ne voglio... Adesso dormi -

- Va bene -

Quelli furono gli ultimi sguardi e le ultime parole che si scambiarono pe quel giorno, poi entrambi s'addormentarono profondamente.

 

 

A.A: Hello and thanks to all!

Ringrazio sia i recensori, che i lettori!

Volevo chiedervi se, per farmi sapere se il capitolo vi era piaciuto, potevate recensire.

Lo so, non ho reso realistica la storia per la questione dell'alternanza d'orario e di stagioni.

Vabbè, [ma si scrive "vabbè" o "vabbeh"?] non siete obbligati, comunque volevo dirvi che, nonostante io stia già scrivendo questa storia, ho pubblicato una raccolta di poesie in corso.

 

Se volete questo è il link:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1202229&i=1

Cercherò di aggiornare al più presto.

 

Ciao by Lory110

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Capitolo 8
*** Confessions and Christmas ***


Ne approfitto per chiedere una piccola recensione ad una ragazza che ho visto che segue questa storia, ovvero Mollichina.

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Confessions

 

 

and Christmas

Il giorno seguente i due ragazzi si svegliarono tardi, all'incirca verso le 10.00, chi prima e chi dopo, ma infondo era meglio così: stava nevicando in modo quasi violento e, non potendo uscire, poiché le strade erano interamente coperte da candida neve bianca, non si poteva fare granché.

Erano nella stessa posizione della sera precedente; ognuno sul proprio letto, ognuno stringeva la mano dell'altro.

Ormai Robert era abituato a vederla dormire, infondo si svegliava sempre prima di Elizabeth, ma questa volta non sè ne stette immobile a guardarla, bensì incominciò ad accarezzarle dolcemente il capo... Ma, nonostante la leggerezza di quei semplici, ma sinceri gesti, Elizabeth si svegliò; purtroppo Robert se ne accorse in ritardo per smettere e, quando sè ne accorse, diventò leggermente rosso; sia per l'imbarazzo sia per l'espressione incuriosita e divertita che la ragazza aveva in quel momento.

- Allora? non si dice più "ben svegliata" o cose del genere? -

- Oh, sì-s-sì... Giusto... spero che tu abbia dormito bene -

- Grazie, buon giorno anche a te -

Gli rispose, per poi alzarsi e mettersi di fronte a lui.

- Beh,... Ecco... Io -

Non sapeva cosa dire.

Non era comune da parte sua perdere la parola, visto che solitamente sapeva sempre cosa dire. Elizabeth, allora, rise sonoramente.

- E dai! Piantala di ridere! Uffa, solo perchè, per una volta, non sapevo cosa dire -

- Beh... almeno hai azzeccato il motivo -

- Guarda che se non stai zitta ti lancio il cuscino, anzi ti tappo la bocca -

- Divertente... Sarebbe una minaccia? -

Ribattè la mora sempre ridendo.

Il ragazzo non esitò; prese un cuscino, poi, per lo meno senza arrecarle nessun danno, lo scaraventò contro di lei, buttandola sul letto e ammutolendola.

- Ah, che bello! Niente rumori, posso continuare a dormire tranquillamente -

- Dai! Lasciami andare -

- Cosa si dice? -

- Non riderò più -

- Brava! -

Detto ciò, le tolse il cuscino dalla faccia.

- Ed io che pensavo che scherzassi -

- Così impari! -

- Sì, forse hai ragione -

Subito si rimisero sotto le coperte, ognuno nel proprio letto, ricominciando a chiacchierare.

- Ho un regalo un pò speciale per te, Eli -

- Davvero? Quale? -

- Sì, ma non te lo posso dire -

Alla ragazza venne in mente che il suo amico già le aveva fatto un regalo, ovvero di darle la possibilità d'andare a New York, in più gliene voleva fare un altro, e, come se non bastasse, sarebbe stato speciale.

- Perchè hai quell'espressione così triste? -

- Io... non... ti... -

- Non mi hai fatto nessun regalo? -

La ragazza non rispose, era troppo mortificata.

- Non ti preoccupare; uno me lo hai fatto... Vuoi sapere quale? -

- Quale? -

- Sei venuta con me in vacanza, se no mi sarei annoiato -

- Beh... -

Non la fece rispondere.

- Non ribattere! Non sono nemmeno sicuro che il mio regalo ti piacerà, ti dico di più, potresti odiarlo -

- Non potrei odiare niente che arrivi da te -

- Forse -

Sussurrò piano, la ragazza non rispose, forse perché non aveva sentito l'ultima parola, o forse perché non ne ebbe il tempo, poichè dopo quel "forse" entrò Patrick.

- Finalmente vi siete svegliati -

- Beh, eravamo stanchi -

Ribatterono i due.

- Sì, comunque fra qualche decina di minuti, scendete per il pranzo; ci sarannò dei tuoi parenti, Robert -

- Di quale famiglia? -

Gli chiese, mentre Elizabeth se ne stava in disparte tra le braccia del ragazzo, ad ascoltare silenziosamente.

- Beh... Ma... Di cosa parli? -

Chiese il padre al giovane, cercando di far finta di niente.

- Patrick, Robby mi ha raccontato tutto -

Si intromise lei.

- Davvero? -

Chiese rivolgendosi al figlio, il quale annuì.

- Ah, certo che voi due vi volete proprio bene... -

- Vero! -

- Già... Forse, forse, riuscirai a far innamorare di te Robert, così non avrà più questa rivoltanza verso l'amore -

Disse rivolgendosi ad Elizabeth, che non potè far a meno di guardarlo con uno sguardo spaesato.

- Vabbeh, chiudiamo questa parentesi -

- Bene. Di quale famiglia? -

- Un pò di entrambe; riposatevi ancora un pò -

- Va bene! -

I giovani accettarono quella fantastica condizione e si rimisero sotto le coperte.

- Senti... -

- Cosa c'è? Non vuoi dormire? -

- Beh, non proprio -

- Devi... chiedermi qualcosa? -

- Sì -

- Allora? -

- Ah, sì. Beh, cosa vuol dire che hai una rivoltanza nei confronti dell'amore? -

- Non te l'ho raccontato? -

- No, questa parte mi manca -

- Va bene. Te la racconto proprio brevemente, ok? -

- Sì, ma adesso racconta! -

- Allora, io, fin'ora, ho avuto soltanto una relazione -

- Con chi? -

- Fammi raccontare... Comunque la ragazza si chiamava Annalisa; lei era la mia miglior amica. Noi due stavamo insieme da circa 3 anni, purtroppo, un giorno, una ragazza mi baciò -

- Lei ti ha visto e ha frainteso? -

- Esatto... Ecco spiegata questa "

love-fear" -

- Ah, grazie... -

Si fermò per pensare a qualcosa da dire.

- Quando hai detto che me l'avresti raccontato in modo breve, non scherzavi -

- Già -

Mentre la ragazza stava diventando stranamente triste, e mentre l'ingenuo cercava di capire il perchè, entrò in camera loro la rossa madre.

- Ragazzi! Meglio che vi prepariate, tra un pò arrivano i parenti! -

- Tra un pò? -

- Sì, tra 20 minuti, muo-ve-te-vi!! -

L'ultima parola fù messa molto in rilievo, sopratutto l'ultima sillaba.

- Dai Robby, alziamoci -

- Va bene -

I due s'alzarono e si prepararono, poi scesero e si sedettero sul divano... Non passò molto tempo, che il campanello suonò, e dalla porta entrò una quindicina di persone, che subito salutarono genitori ed i due ragazzi -

- Fortuna che questa casa è grande -

Osservo Elizabeth sottovoce. Robert, senza un motivo, sorrise.

- Robby, chi è questa ragazzina? -

- Lei si chiama Elizabeth ed è la mia miglior amica, perchè? -

- ... Uhm, non mi sembra americana -

- Beh, in effetti lei è italiana -

- Cosa?!! -

Rihanna (zia naturale di Robert) quasi si scandalizzò a quella risposta.

- Italiana?! -

- Beh, cosa c'è? -

- Potresti andare un attimo su? -

Chiese alla sconosciuta, e la ragazza, dopo aver guardato Robert, che accennò a un "vai" con la testa, non poté far altro che annuire... Fu quando la ragazza andò nella camera di Robert che Rihanna si decise a parlare.

- Robert!! Un'italiana in casa nostra? -

Il suo tono era molto più che infuriato.

- Sì, e quindi? -

- Lo sai che non sopporto le persone di nazionalità straniera? -

- No, zia, non lo sapevo! E poi cosa cambierebbe? E, tanto per precisare, questa non è casa tua! -

Disse, alzandosi in piedi.

- Te lo dico in poche parole... Quella ragazza se ne deve andare!!-

- Perchè?? -

- Semplicemente perchè te lo dico io -

- Sai che me ne frega del tuo parere -

Quella risposta sorprese tutti, ma fece soprattutto arrabbiare la zia, che gli tirò un ceffone, lasciandogli un segno.

- Ti ricordo che io ho l'eredità dei tuoi genitori, in cui c'erano tutti i loro beni ed affetti; potrei decidere di tenerli tutti per me, così tu non avrai più ricordi di famiglia e, inoltre, terrò tutto il denaro per me, così... -

- Va bene!! Ma vuoi dirmi come torna a casa sua?! -

- Con questo biglietto, inoltre non la dovrai mai più vedere -

A Robert venne quasi un colpo.

- Come mai avevi quel biglietto? E poi come farai a sapere che non la vedrò più? -

- Ho saputo dai tuoi genitori che c'era un ospite, una tua amica italiana per la precisione... Non preoccuparti; se non rispetterai queste condizioni ti toglierò tutto -

- Serpe, vipera -

Ogni parola che gli diceva sembrava veleno.

- Allora? -

Il ragazzo prese il biglietto ed andò in camera sua, ci trovò Elizabeth che giocherellava con i suoi capelli, mentre guardava i fiocchi di neve cadenti dal cielo... Aspettò poco, e poi entrò, sbattendo la porta ed attirando l'attenzione dell'amica.

- Robby... -

Si bloccò all'improvviso, non aveva mai visto l'amico così triste, così smise di giocare con l'acconciatura e gli prestò attenzione.

- Posso sedermi? -

- Beh, facendo conto che questa è camera tua -

Si sedette vicino all'amica, ma gli occhi gli diventarono lucidi: perchè doveva dirle quella cosa che sembrava così semplice? perchè doveva avere una serpe in famiglia? perchè s'era affezionato tanto ad Elizabeth? perchè sentiva addiritura un sentimento d'attrazione verso di lei?

- Robby, cosa hai? -

- Eli, senti... -

Non ce la faceva a dirlo e, nonostante si fosse girato per non guardarla, per non rituffarsi in quei suoi bellissimi occhi, ad ogni parola che diceva gli scendeva una lacrima, aveva tante lacrime copiose che gli scendevano dal viso; la ragazza non ce la faceva a vederlo triste, quindi, non sapendo se faceva bene o no, s'avvicinò a lui e, guardandolo in quei suoi occhi, che pur se bagnati erano belissimi, lo baciò dolcemente sulle labbra, bacio che venne ricambiato... Quando si staccarono nessuno voleva parlare, ma dovevano farlo.

- Scusami, mi sono lasciata travolgere dai miei sentimenti -

- .... -

- E dai, almeno credevo di saper baciare bene... Va bene, ho capito -

- Cosa? -

- Pensavo che io ti piacessi, ma evidentemente ho sbagliato; ho anche scordato di quel tuo fatto, e pensare che me l'avrai detto circa venti minuti fa -

Adesso era soltanto Elizabeth ad essere triste, Robert s'era ripreso, ed aveva anche preso due decisioni: La prima era quella di non darla vinta alla zia, e la seconda...

Era di baciarla; un semplice bacio, come quello di prima, solo più trasgressivo, più passionale.

- Era questo il regalo speciale che volevo farti -

- Davvero? -

- Sì, mi piaci molto Eli, quasi ti direi che ti amo -

- Anch'io -

Si diedero un altro bacio, ma forse quella zia non era solo una vipera, bensì era anche una "rompi momenti speciali".

- Robert! Cosa stai facendo? -

- Sto soltanto baciando la persona che mi piace di più al mondo, perchè? -

- Ti avevo detto di dirle d'andare via! -

Urlò con aggressività.

- No!! -

Quello fu un totale game-over per la zia siccome Robert le strappò il testamento dei suoi genitori dalle mani e la cacciò fuori di casa, appoggiato da tutti i parenti.

- E non tornare mai più -

- Bravo figliuolo, qualcuno doveva insegnargli le buone maniere -

- Adesso chiama la tua amichetta e pranziamo -

Disse lo zio Peter, che era uno dei parenti a cui Robert voleva più bene, ovviamente quest'ultimo lo corresse

- Non amica, bensì ragazza -

- Vi siete messi insieme? -

- Esatto -

Tutti erano un pò storditi da quella notizia improvvisa, si ripresero soltanto quando sentirono dei passi provenire dalle scale... Elizabeth.

- Perchè mi guardate così?... Robert vi ha detto che ci siamo messi insieme?... Avete anche voi qualcosa contro gli italiani? -

- No, non ti preoccupare. Siamo solo un pò sbalorditi del fatto che vi siete messi insieme in due secondi -

Disse zia Monica; moglie di Peter.

- Ah, ecco -

Rispose, mentre si stava sedendo a tavola.

- Pranziamo o vi devo vendere come statue? -

Chiese ironicamente.

- Va bene -

Risposero in coro.

- Io mi siedo vicino alla mia ragazza -

Annunciò, marcando le due parole finali.

- Infondo posso dire che, in un certo senso, sei mia -

Durante quel delizioso pranzo tutti chiacchierarono allegramente, ovviamente facendo le dovute domande ad Elizabeth, e qualche volta anche a Robert.

Dopo quel pranzo, che era stato migliore di quello della sera scorsa, i parenti se ne andarono, restavano soltanto i genitori, che andarono a dormire subito dopo, e la nuova coppietta.

Quest'ultima era salita sul tetto della casa di Robert con una scala, rischiando anche di ferirsi. Erano molto vicini: Elizabeth era tra le gambe semi-aperte del ragazzo, appoggiata al suo petto, quasi stesa, con una tazza di cioccolata calda tra le mani.

Riusciva a sentire il caldo respiro del ragazzo sul proprio collo; le infondeva calore.

I due stavano guardando una specie di spettacolo, ovvero il contrasto degli ultimi, caldi, dorati raggi del sole con la fredda neve bianca.

- Bello, no? -

- Sì, questo secondo regalo è meraviglioso -

- Sì, ma non è finita quì -

- Come? c'è un altro regalo -

- Certo! -

- Ma non erano due? -

- Ero sicuro che questo spettaccolo che stiamo ammirando ti sarebbe piaciuto... -

- Ma non eri altrettanto sicuro sul primo... -

- Esatto, quindi ti ho comprato una cosa... Quindi rigira la testa -

La fece girare e le mise al collo un ciondolo; una collana con appeso un cuore rosso rubino, sul quale era incisa la scritta "

I love you "

- Ti voglio bene o ti amo? -

- Io ti amerei, però tu.. -

- Devo dire che io ti amo, è strano? -

- Ci conosciamo da poco,

ma se è amore è amore -

- E già -

Si guardarono un pò negli occhi, poi si diedero un bacio e, dimenticandosi della cioccolata che lasciarono lì, rientrarono e si prepararono per andare a dormire.

- Eli. perchè ti sei innamorata di me? -

- Mi aspettavo questa domanda... La vuoi la risposta? -

- Mi sembra ovvio -

- Allora... perchè sei

bello, sincero, dolce, altruista, coraggioso, forte, astuto ed intelligente -

- Cavolo, qualità che nemmeno sapevo d'avere... Non me lo chiedi perchè mi sono inna... -

- No, tanto mi risponderesti nello stesso modo in cui ti ho risposto io -

- In effetti... -

Si stesero e si addormentarono.

 

 

 

A.A:

 

Questo capitolo, stranamente, mi sembra abbastanza lungo e intenso.

Mi aspetto ancora una recensione da parte di Mollichina, va bene anche se è corta.

Scusatemi se aggiornerò un pò lentamente.

Intanto vi do i titoli dei prossimi capitoli:

- A special day

- Football match

- New year's day

- A new schoolfellow and a new friend

- Jealousy

- Explanation

- Birthday

- School end and plans for the summer holidays

- Start of the summer holidays

- Engagement?

- That's all right

- Return home

- Starting of a new year

Ultimo avviso: Il secondo e il terzo capitolo potrebbero essero invertiti.

Ciao by Lory110

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

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Capitolo 9
*** A special Day ***


A fine capitolo c'e un pò di pubblicità =>/ :-)/ :) - quale preferite? -

________________________________________

A

 

special Day

Quello sarebbe stato, sia per Robert sia per Elizabeth, un giorno speciale; Soprattutto per Elizabeth poichè quella sarebbe stata la prima volta per lei di andare in un luna park, il bello era che era un luna park di New York!

La combricola, quel giorno, s'era svegliata alle 8.30 ed era uscita di casa alle 17.30, quando il parco aprì le porte.

Ovviamente, al luna park c'erano andati usando la macchina del padre di Robert: una decappotabile rossa con i sedili in pelle...

Passati una ventina di minuti da quando erano partiti Elizabeth si slanciò in avanti chiedendo:

- Si può mettere un pò di musica? -

- Certo! -

Rispose l'uomo.

- Aspetta! Chi è che vuoi ascoltare? -

Chiese sospettoso Robert; la conosceva fin troppo bene per lascierle decidere la musica.

- Alessandra -

I due uomini si guardarono e poi le risposero:

- No, guarda che il "crisantemo" ce lo puoi risparmiare* -

- 1) Non è un crisantemo

2) Canta benissimo e ti penetra l'anima

3) Se non vi piace, facciamo a votazione; ci state? -

- Per me va bene -

- Idem -

- Uguale -

- Bene, prima dici chi vorresti ascoltare tu Robby, poi toccherà a te -

Disse indicando il padre.

- Ed infine a te -

Continuò ed indicò la madre.

- Ok, io vorrei ascoltare Emma -

- A me piacerebbe ascoltare la regina della musica italiana, spagnola, portoghese e francese: "Laura Pausini" -

- Io vorrei ascoltare Annalisa, la sua voce delicata è fantastica, però non vincerei se votassi lei, quindi voto per Sandrina -

La ragazza, con sguardo vittorioso, diede il cd che s'era portata dietro a Patrick, il quale lo mise dentro il lettore cd. Appena cominciarono le canzoni le due donne iniziarono a canticchiare, dimostrando di sapere ogni singola canzone dell'ultimo cd di Sandra ( Ancora di più - cinque passi in più ), sopratutto la fanatica giovane.

Passarono 5, 10, 20, 30 minuti ed arrivarono al luna park...

- Yeah, dopo mezz'ora con quel crisantemo ce l'abbiamo fatta -

- State zitti! Voi due non sapete apprezzare la buona musica -

- Da quale pulpito -

Ribatterono prontamente gli americani, che, dopo aver pagato i biglietti, si avviarono verso le montagne russe.

- Adesso la piantate di litigare? -

- Sì, mamma -

- Hai ragione. Dai americani, andiamo! -

- Ehi, aspettaci! -

Tutti si precipitarono da Elizabeth, che si era messa a correre peggio d'un felino... Ecco, quando la raggiunsero videro una fila di circa 100 persone, eppure il luna park aveva appena aperto.

- Ehm, perchè siete così sorpresi voi tre? -

- Piccola, amore, Eli... Non hai visto quanto è lunga la fila? -

- Certo, cosa vi aspettavate? Dovremo solamente apettare una mezz'oretta -

I minuti passarono abbastanza lentamente, ma quando arrivò il loro turno, tutti erano entusiasti.

- Eli, vuoi salire con me? -

- Certo -

Gli rispose gentilmente prima di prendere posto vicino a lui, stringendosi a lui, infondo la paura ci stava.

- Paura? -

- Sulle montagne russe ci sta, no? -

- Sì -

Le montagne russe partirono ed Elizabeth si strinse ancora di più al fidanzato; puri brividi ed emozioni, di cui Robert approfittò per stare più vicino ad Elizabeth, per abbracciarla per sentire il suo profumo ed anche per darle qualche lieve bacio sulla nuca.

Quando scesero dalle montagne russe, erano tutti un pò storditi, tranne Robert che non aveva fatto nient'altro che dare attenzioni alla sua "girlfiriend".

- Ehi, che ne dite se ci separassimo? -

- Come? -

- Semplice, noi giovani andiamo da una parte, mentre voi, di una certa età, andate da un'altra parte -

- Per me va bene -

- Allora anche per noi due -

Si separarono, ovviamente non mancò la solita battutina del padre.

- Ah, Robby, se volevi restare da solo con Elizabeth, bastava che ce lo dicessi... -

Robert rabbrividì, per poi girarsi e cercare il padre tra la folla, ma non lo trovò, si era già dileguato.

- Volevi stare solo con me? -

Robert, grattandosi una guancia leggermente rossa, le rispose:

- Beh, sì... Insomma, negli ultimi giorni.. Da quando stiamo insieme... -

- Beh, avresti potuto dirmelo. Potevamo fingere che tu t'eri ammalato e che io volevo restare a casa per starti avvicino, inoltre avremmo anche detto che non volevamo si rovinassero la giornata.... Non sarebbe stato più semplice in questo modo? -

- Sì, la prossima volta faremo così... Avresti davvero preferito restare a casa con me, invece che andare... -

- Ovvio -

Gli sorrise.

- Ehi, che ne dici se li abbandoniamo quì... Andiamo in qualche altro posto... Dove vuoi tu -

- Uhm, fammi pensare... -

Passò qualche secondo e lei prese la sua decisione.

- Ok, però prima saliamo sul sali e scendi, tanto dovremo aspettare solo una mezz'oretta -

- Va bene, andiamo -

Si misero in coda ad spettare il proprio turno.

- Robby, posso chiederti una cosa? -

- Certo -

- Puoi parlarmi della tua ex? -

- Mi sembra giusto -

- In stile CSI -

- Nome: Elenoir Sophie

Cognome: Pausinian

Sua madre era francese, mentre suo padre era americano -

- Non ci arrivavo... A tuo padre doveva piacergli molto il suo cognome... -

- Sempre scontata... Sì, comunque gli piaceva.

Occhi: Verdi, solo che i suoi erano verde acqua

capelli: castani

Anni: 17 anni

Corporatura: Media, 4 o 5 chili in più

Sport: Salto in lungo e salto in alto

Colore preferito: Azzurro, come il cielo e come i miei occhi

Cantanti preferiti: Avril Lavigne, One Direction, Blink 182*

Canzoni preferite: L'amore non è un gioco di Alessandra Amoroso; è l'unica canzone di una cantante italiana che le piace.... -

Si fermò a guardare l'espressione compiaciuta apparsa sul viso dell'interrogatrice.

- Bell'espressione... Ti bastano queste informazioni? -

- Uhm, sì, tanto adesso dobbiamo salire -

La bella coppietta salì sulla giostra e si fece un bel giretto; una volta scesi, si sentivano un pò storditi, ma si ripresero in fretta, poi Robert chiamò i suoi genitori e disse loro:

- Papà, possiamo prendere un pullman e tornare a casa? -

- Perchè? -

- Beh, vorrei stare un pò da solo con... -

Lasciò la frase in sospeso, lasciando che la finisse l'uomo.

- Uhm, va bene, però fate attenzione -

- Certo! -

Detto questo, il giovane prese la sua ragazza per un braccio e la trascinò verso la prima fermata del bus, poi pagò i biglietti e si sedette vicino ad un finestrino accompagnato dalla fidanzata.

- Amore, dove vuoi andare? -

- Io vorrei stare semplicemente con te, che ne dici sul tetto di casa tua? -

- Casa mia? -

- Sì, quando abbiamo visto il tramonto l'ultima volta, ieri, siamo rientrati troppo presto -

- Vuoi davvero andare lì? -

- Sì -

- Ok -

Dopo 15 minuti di silenzio, Elizabeth si voltò verso Robert, il quale la stava accarezzando dolcemente, e gli fece una domanda, una piccola ma grande domanda:

- Che sentimento provavi verso la tua ex? -

- Sicuramente l'amavo -

- Più di me? -

Si paralizzò; cosa le avrebbe risposto?

- Domanda stupida, scusami -

- Perchè? -

- Amore, la conoscevi da più tempo di me, mi sembra ovvio -

- Va bene. Ma amo molto anche te -

La ragazza non potè far altro che sorridere.

- Grazie -

Il pullman si fermò alla loro meta, e così scesero. Robert, mentre Elizabeth salì sul tetto, andò in cucina a preparare due cioccolate calde, come la volta scorsa, poi raggiunse la ragazza e le porse la cioccolata, facendola mettere tra le sue gambe.

- Amore, grazie -

Gli disse a bassa voce, guardando prima la loro immagine all'interno della cioccolata, che fungeva da specchio, e poi il cielo di New York; si mise ad osservare e a scrutare quel dorato contrasto tra l'elemento primato nominato ed il sole.

- Eppure, nonostante New York sia molto lontana da Venezia, il cielo era sempre lo stesso, così come lo era il sole; le davano sempre tante emozioni.... -

Pernsò.

Bevve un sorso della sua bevanda e si mosse per risistemarsi sul petto del ragazzo, poi guardò il suo fidanzato, lo baciò e gli disse.

- Vorrei restare per sempre così -

 

* Come dice mia cugina che, al contrario della gemella, preferisce Emma Marrone.

Per chi non lo sapesse, il crisantemo è il fiore dei morti, lo so adesso vi starete chiedendo cosa centri. Ve lo spiego subito:

Alessandra Amoroso piange sempre, così mia cugina la associa ad una persona triste, ovvero alla morte, ovvero ad un crisantemo; ovviamente io, che sono come Sandrina, ovvero molto sensibile fuori, ma forte dentro, mi comporterei nello stesso modo.

Lei è semplicemente sensibile!

* Avril Lavigne: una delle mie cantanti straniere preferite.

One Direction: Mi fanno così schifo e pena che li ho messi tra i cantanti preferiti della ex ragazza di Robert.

Blink 182: In onore d'una mia amica conosciuta su questo sito.

A.A:

 

How are you?

Allora... Spero che il capitolo vi sia piaciuto... Io lo adoro, poi non so voi.

Vi chiedo, come sempre, una piccola recensione, sopratutto a Mollichina!

Adesso vi lascio al mio spazio pubblicitario; in cui consiglierò alcune fanfiction da leggere... Prima mi permetto di ringraziare alcune persone:

- Alessandra Amoroso con la canzone "ciao", è da quella che ho preso ispirazione.

- Laura Pausini con "la solitudine", anche quella mi ha aiutato....

SPAZIO PUBBLICITARIO

- Questa storia si chiama "

Otory Academy", dell'autrice "Skizzata98", facente parte della categoria "One Direction" - Band che, come avrete capito, mi fa schifo; solo che lei ha letto le mie storie ed anch'io ho fatto così.... La parte più bella sono sicuramente gli insulti verso i ragazzini -

- Questa fanfiction si chiama "

La Magia Delle Lucciole", dell'autrice " Happy Ending ", facente parte della categoria " Harry Potter "

- Questa poesia si chiama "

Un sorriso mi regali ", dell'autore " Watashiwa ", facente parte della categoria " Poesia "

_Bye_Bye_da_I_am_So_

 

 

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Capitolo 10
*** Football match ***


Football match

Erano in aereo. Stavano tornando a casa, in Italia, più precisamente nella splendida Venezia. Tutti erano contenti della vacanza trascorsa insieme, soprattutto i giovani Elizabeth e Robert, i quali si erano dichiarati; certo, Elizabeth sapeva che il sentimento, che il ragazzo provava verso di lei, sarebbe restato ancora per un pò inferiore a quello che provava verso la ex; ma sapeva anche che lei lo conosceva da meno tempo in confronto a Sophie; tutto poteva cambiare... doveva solo aspettare.

A distoglierla dai suoi pensieri fu Robert, che l'aveva vista pensierosa ed aveva subito intuito il motivo, però voleva averne la conferma.

- Eli, a che stai pensando? -

- Io... -

Si fece attendere quella futile bugia.

- A niente-

Rispose in modo calmo e tranquillo.

- Sei pensierosa, non ti credo -

Forse doveva aiutarla a rispondere, così le afferò il braccio, non sapeva il perché di quel suo gesto e, ovviamente, sapeva anche che lei non avrebbe per forza dovuto confidarsi con lui, però...

- Eli, dai, che hai? -

- Nulla di importante -

- Mmmmm... Allora dimmi che cos' è, infondo non è nulla di importante, giusto? -

Ce l'aveva quasi fatta, mancava solamente che la faccia preoccupata, che aveva in quel momento, diventasse triste... Tappa raggiunta, la faccia da cagnolino bastonato raggiungeva sempre il proprio obiettivo con Elizabeth.

- No, amore... Ti prego, non fare così -

- Scusa, tu non mi dici che cosa hai.... -

Passò qualche secondo e Robert arrivò alla fatitica conclusione, la quale lo fece indietreggiare, puntando il dito contro la sua fidanzata, sembrando anche un bambino.

- Tu.. Tu hai un altro ragazzo! -

- Io che? -

Quest'ultima non tranne una risata.

- Perchè ridi? -

- Semplicemente perchè questa è la più grande cavolata del secolo -

S'avvicino a lui e lo baciò... Lo guardò per un pò negli occhi, facendogli capire due cose.

- Amore, sai che con questo baci ho capito due cose? -

- 1) Io non ho un altro ragazzo

2) Sì, hai azzeccato anche sul punto number two; sto pensando a Sophie -

- Perchè? -

- Ma perchè tu la ami ancora! -

- Mettiamo in chiaro una cosa, ok? -

- Ok, ma cosa? -

- Il primo amore non si scorda mai; ma ti posso giurare che io, nella quantità di tempo che è passato da quando ci conosciamo, non ho mai amato nessuno così tanto -

- Davvero? -

- Sì, non aver più queste paure, okay? -

Le sorrise in modo sincero.

- Va bene, ti credo... Ah, sembravi un ragazzino di 4 anni -

- Fantastico! Grazie del bel complimento... Devo anche chiederti una cosa -

- Cosa? -

- Tu verresti alla partita di calcio che si svolgerà tra una settimana e mezza? Ti prego, non puoi dirmi no... -

- Va bene. Tanto ci sarei comunque venuta -

- Ché? Ti aveva già invitato qualche altro ragazzo -

- No, è ché... -

- Fammi finire; che ti ha scongiurato con la faccia da cane bastonato -

Lo interrusse un'altra volta.

- No, non è così; è ché sono -

- Aspetta!... Ah, sì, Tu sei buona e così hai accettato l'invito? -

Non trattenne un urlo.

- No, è che sono il capo childleader -

- Ah, non ti avevo mai notata nel campo -

- Sei sempre troppo occupato a calciare un pallone -

Il viaggio durò per altre 6 ore, quando arrivarono erano distrutti, ed Elizabeth tornò a casa e raccontò tutto ai suoi genitori, tra cui il fidanzamento con Robby...

- Amore, sono così felice per te -

Disse la madre, stritolandola.

- Grazie mamma, ma non mi devi stritolare, se no come farò a rivedere Robby un'altra volta? -

- Oh, scusa, però passerà Capodanno con noi! -

- Co-co-sa? -

- Perché quel tono così preoccupato -

- Niente, voglio evitare le figuraccie -

- Ah, tesoro non ti preoccupare, la mamma cucina benissimo -

- Papà, non ti ci mettere pure tu! -

- Ok, ma questo è il nostro verdetto: Robert e i suoi genitori pranzeranno da noi, infondo ce li ho come amici su Facebook -

La ragazza restò interdetta, con una faccia del genere -> 0_o -> What?

 

 

 

 

A.A:

 

Battuta finale stramba, lo so.

Scusatemi per il capitolo estremamente corto, ma mi stavo preparando per partire, e così ho scritto questo.

Comunque, visto che i protagonisti sono in un aereo, a me questo sembra abbastanza, infondo non potevo scrivere chissàche... Sono accettatissime le critiche... ovviamente, sono accettate anche recensioni positive o neutre.

Vi lascio col mio solito saluto; il mio marchio di fabbrica chiamiamolo così:

_Bye_Bye_Da_I_Am_So_

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** New year's day ***


New year's day

Pov's Elizabeth

Adesso cosa posso fare?

Non voglio invitarlo a pranzare da noi; come reagirebbe a mia sorella?

Una vipera...

L'ultima volta che ho portato un ragazzo a casa, quella ci ha subito provato e... E niente; era solo il mio miglior amico - Den -, solo che poi gli ha spezzato il cuore.

Vabbeh, tanto la serpe è più piccola di me d'un anno, non dovrei rischiare niente.

"Adesso fatti coraggio"

Non serve niente continuare a ripetermelo; ormai sono quasi davanti al suo armadietto e devo chiederglielo... Nonostante io sia troppo insicura... Ho paura di tutto e allo stesso tempo di niente....

"Every time is so"

 

Pov's Robert

Ho appena preso i libri dall'armadietto. Mi giro...

Vedo Elizabeth; sembra pensierosa:

Non sarà così per la partita?

Non lo so... Ultimamente sono sicuro di poche cose, ovvero:

- Io lei siamo fatti l'uno per l'altra.

- Ci amiamo.

[ ... ]

Si avvicina a me e subito le domando:

"che cosa hai?"

Lei non mi risponde, perciò glielo ridomando:

"Eli, che hai?"

Mi risponde:

"Vorresti venire a pranzare a casa mia a Pasqua?"

Finalmente.... chissà perchè era così preoccupata. Annuisco e le chiedo:

"Sono invitati anche i miei?"

Domanda ovvia, alla quale, però, risponde:

"Certo, allora..."

Crea un silenzio.... E, senza neanche accorgermene, suona la campanella...

Mi dà un lieve bacio sulla guancia e si avvia in classe ; dovrei farlo anch'io... Ma non lo faccio.

Unica spiegazione? Sono ancora imbambolato da quel suo sguardo...

Mi è sembrata preoccupata...

Suona la seconda campanella, la quale mi distoglie dai miei pensieri...

Incomincio a correre verso l'aula. Per fortuna il prof. non è ancora arrivato, sarebbe stato il primo ritardo in vita mia.

Finalmente arriva e noi incominciamo le lezioni normalmente.

 

___________________________________________

 

Pov's Daniel

Evvai, le lezioni sono finite e domani è Sabato, ciò vuol dire che domani mangerò pizza con gli amici, oppure inviterò Eli ad uscire -

Oh, mi sono appena accorto di una cosa, mezzo corridoio mi ha sentito urlare

- Ehm, ciao a tutti! -

Corro via... Almeno fino a quando non vedo Elizabeth e Robert seduti su una panchina; hanno dei libri in mano, anche se è evidente che Robert

sta guardando Eli da sopra il libro... Uhm, si alza e lo sgida:

"Robby, piantala di guardarmi e studia"

Si preannuncia un bel botta e risposta:

"No, amore non è vero che ti stavo guardando"

Amore?

"Se menti mi fai arrabbiare ancora di più"

"Scusa, amore... Me lo dai un bacio? Così facciamo pace..."

Amore? un bacio?

"Rimettiti a studiare!"

"Il bacio?"

"Dopo!"

"Ora..."

" Va bene, ma piantala di fare il bambino, ok?"

"Sì"

Baciati... Non ci vuole molto per fare due più due.... Si sono messi insieme!

Grande scoop!

Pov's Robert

Uhm... E adesso che vuole Den?

- Ragazzi toglietemi un dubbio, voi due state insieme? -

Cosa... Calma, non arrossire! Come fa a saperlo?

- Sì, Den... C'è qualche problema -

Ah, a quanto pare Eli mi ha preceduto.

- Co-co-cosa? E non me l'ho avete detto -

- Ehm... Se non lo sapessi ci siamo messi insieme alla Vigilia... -

- Finalmente parli! -

Mi dice Eli.

- E dai! C'è qualcosa che possiamo fare per farci perdonare? -

- Sì, Robby... Potete invitarmi al pranzo a casa di Eli... -

Adesso che mi ricordo...

- Amore, perchè ti stai alzando? -

- Dan, potresti darmi il tuo cellulare -

- Sì, a che ti serve? -

- Dovrebbe essere in messaggi... -

- Perchè parli da solo? -

- Eccolo!!!... Ma perchè vi siete tappati le orecchie? -

- Mai pensato di fare il lirico? Avresti molte possibilità... -

- No, comunque leggi qua -

- Un sms di Eli:

<

bye, Eli =>

- Non l'avevo letto... Ok, ciao... Ah, la prossima volta che tu, Eli, proponi un'idea come quella di restare a scuola per recuperare un giorno di lezione perso col prof. di Scienze... Te la vedrai con me, ok? -

- Sì, anche se non mi sembra d'aver fatto niente di male, ciao -

- Già, la prossima volta te la vedrai anche con me... -

- Non mi sembra che ti sia dispiaciuto fare questo giorno-extra standomi a fianco -

- Tu eri bella da guardare -

Non sapeva come rispondere.

- Lo sai che è fra quattro giorni il pranzo, vero? -

- Certo, guarda che non sono uno smemorato! -

Dico, acquisendo uno sguardo un pò spaesato.

- Che c'è? -

- Approposito, a che ora hai detto che era? -

- Ecco, lo sapevo! Prendi un foglio e scrivi quello che ti dico io, siamo intesi? -

- Sì -

Prendo il quaderno degli appunti ed una penna.

- Allora... Pranzo di capodanno a casa della bellissima e fantastica Elizabeth; tra parentesi "la mia fidanzata" -

- Lady modestia... -

- Ci basterebbe un brivido, solo un contatto fisico... -

- E che centra? -

- Cosa? -

- "Ci basterebbe un brivido, solo un contatto fisico..." -

- Ah, stavo canticchiando "splendida follia" di Alessandra.... Miglior cantante dell'universo -

- Sì, certo -

- Qualcosa da ribattere?... No, bene... -

- Veramente.... -

- Zitto e scrivi... Allora, alle ore: 12.45 devo essere a casa sua...

_________________________________________

 

Mercoledì, Ore 13.50, Venezia, Piazza S. Marco, Casa di Elizabeth, Nel salotto, A fine pranzo

- Grazie signora Giorgen -

- Di niente Robby, sono contenta che il pranzo sia stato di tuo gradimento -

- Veramente è piaciuto a tutti cara... No? -

Osservò la madre di Den.

- Sì -

Risposero tutti in coro.

- Comunque noi dobbiamo andare, tra 20 minuti dovrebbero venirci a trovare -

- Ok, allora ci vediamo signori Stellato -

- Eli, accompagnali alla porta -

- Ok -

Li accompagnò alla porta.

- Eli -

- Che c'è Robby? -

- Niente, volevo avvisarti che oggi dormirò da te -

- Davvero? -

- Sì, però trattieni pure l'entusiasmo -

Lo abbracciò.

- Amore, mi strozzi -

- Scusa, ma l'hai detto tu di trattenermi -

- Appunto, ma quante persone hai ucciso? -

- Io... zero... Perchè? -

-Potresti fare la killer professionista.... -

- Divertente -

Scoppiarono tutti in una sonora risata.

 

Sera, camera di Elizabeth; Robert ed Eli

Eli, perchè Dan mi ha detto che tua sorella era una vipera? A me non è sembrato -

- Ah, vedi quella ci ha provato con tutti i ragazzi che ho portato a casa e Dan è stato l'ultimo di una lunga catena; vuole provarci pure con te.... Credo che la prossima volta ti chiederà alcuni dei tuoi interessi e lei annuirà e ti dirà: " Oh, guarda che coincidenza è anche il mio".... Che ne so... Il mio sport preferito -

- Il contrario di te.... -

- Già, comunque domani dobbiamo tornare a scuola, dormi -

- Ok -

 

 

 

 

 

A.A:

 

Here me! Come avete visto sono tornato nel mondo della scrittura - sto anche lavorando ad una raccolta di poesie - e con questo rimedio al capitolo precedente, il quale era corto....

Non so che dire; so che mi sono fatto attendere, ma eccomi!!!!

I pov's sono al presente. [poiché i personaggi raccontano, in prima persona, ciò che sta succendo. Invece i tempi del racconto normale sono coniugati al passato remoto/imperfetto.]

Bye//Bye

 

da Lory110

 

 

 

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Capitolo 12
*** New schoolfellow and a new friend ***


A new schoolfellow and A new friend

Dopo le vacanze natalizie le lezioni avevano ripreso e tutti gli alunni, se pur scontenti, furono obbligati a tornare al liceo.

[...]

Intanto Elizabeth, Robert e Daniel s'erano dati appuntamento di fronte a un gelataio per poter andare a scuola insieme.

- Uffa, perché capitano tutte a me? -

Chiese, guardando gli amici che continuavano a ridere.

- E voi due piantatela di ridere! -

- Ok, ok... No, è impossibile smettere -

- Dai, Dan ha ragione... Poteva capitare a tutti -

- Ecco! Eli diglielo! -

- Cosa? D'essere morsi da un Husky? -

- Va bene è insolito, anche per il fatto che Dan pensava fosse una statua... -

- E così s'è seduto sopra -

Continuò Robert, che venne interrotto, poi, da Daniel.

- per dire, non mi sono nemmeno appoggiato che subito ha incominciato ad abbaiare e mordere -

- Dai, poteva andarti peggio... Quello era un morso lieve -

- Giusto! -

- Ehi, ragazzi... Vi muovete? Ho una notizia da da darvi -

Quei due, dopo essere corsi da Elizabeth, averla tirata per il braccio ed essersi beccati una sberla a testa, vollero sapere la notizia.

- Allora? Qual è? -

- New entry -

- In cosa? -

- Classe; nuova compagna di classe... Scommetto che tu Dan avrai capito al volo, no? -

- Sì, sì... -

Eli e Robert si guardarono e poi, esasperati, alzarono gli occhi al cielo; si dovevano rassegnare: Dan era un tipo senza speranza!

- Che avete? -

- Niente, andiamo! -

In the pullman

Pov's Daniel

Elizabeth legge tranquillamente il suo libro, ma sono troppo curioso...

Vado da lei e le chiedo:

"Eli, che tipo è la nuova arrivata?"

"Vuoi provarci con lei?"

" Ma... forse sì, o forse no"

"L'amore non è un gioco, quando lo capirai?"

"Quando mi innamorerò per davvero... E tu hai capito ciò ascoltando le canzoni di Alessandra?"

"Sì, comunque questa è una suo foto"....

Mi porge una foto rappresentante una ragazza.

"Uhm... Sì, abbastanza carina..."

"Se lo dici tu... Comunque si chiama Martina..."

"Guarda che ho usato l'aggettivo <>"

"Uhm, vero... Ah, bravo Dan. Continua a sostenere che io sono la più bella"

"Ma tu lo sei"

"Sì, e noi arriveremo in ritardo, se non scendiamo alla nostra fermata"

Penso che sia questo ciò che Robert ha detto.

"Robert chiama voi due; siamo arrivati"

Continua.

"Ah, ok, scendiamo!"

Rispondo dopo aver connesso tutti i fili del cervello.

 

In Classe

Pov's Martina

Uffa, tra l'agitazione per il cambio di scuola e la corsa fatta per arrivare puntuale, ci si mette anche il prof., che non vuole arrivare....

Ah, no, almeno l'ultimo dei miei problemi è risolto; il professore è arrivato.

- Allora ragazzi... Da questo punto dell'anno in poi, avrete una nuova compagna di classe, ancora -

Non ho ancora capito se il prof. è gentile o no.... Comunque penso di dover entrare.

- Brichese può farci l'onore di entrare? -

Dice con aria brusca.

- Sì, certo -

Questo deve avere degli sbalzi d'umore; troppi per i miei gusti...

- Vuole presentarsi alla classe? -

- Certo... Come già detto dal prof. mi chiamo Martina Brichese e mi sono trasferita quì dal Friuli, da Moruzzo precisamente, poiché mio padre ha trovato lavoro in questa zona -

- E che lavoro fa suo padre? -

- Dirigente d'una fabbrica... -

- Ah, però... Può bastare. Imparerete a conoscerla meglio nell'arco dell'anno -

- Prof. dove mi siedo? -

- Uhm... Vicino a Dan -

Faccio un respiro profondo e mi avvicino al banco vuoto di fianco a quel ragazzo che ha l'aria simpatica; mi sorride e sposta le sue cose dal mio banco, facendomi poi segno di sedermi... Eh, sì, sembra proprio simpatico...

[...]

Le lezioni passano in fretta, ed io, al termine di esse, noto una ragazza, che definire carina è proprio poco, venire da me. Mi porge dei fogli.

- Allora... Forse è meglio che prima mi presenti; sono la capo-classe e mi chiamo Elizabeth.... Di conseguenza sono stata incaricata di fornirti le informazioni principali -

- Ah, ok -

Mentre mi spiega le varie cose da sapere, osservo che un ragazzo le si avvicina, pur restando qualche banco indietro di lei. Resto paralizzata...

Pov's Elizabeth

Già l'ho capito, ma dallo sguardo che ha rivolto al mio ragazzo, ne ho la conferma.

Non avrei dovuto perdere la calma, continuo a spiegare, saranno affari suoi in caso non capisse, però prima:

"Amore, da quando sei timido?"

"Da mai... Ti stavo solo aspettando"

"Entra..."

"Ok"

Uffa è un'oca o cosa quella, sono diventata più gelosa di quando Robert mi ha visto, una volta, con un ragazzo che non aveva mai visto:

"Ehm... Adesso che hai smesso di ammirare il mio fidanzato, come fanno tutte le altre <>, posso continuare a spiegarti il programma?"

"Sì...Sì,certo... E comunque non sono un'oca"

"Se non lo sei, non guardare il mio ragazzo così"

"Calmati!"

"Non mi calmo quando si parla di te"

"Amore, non esagerare..."

"Tu sta zitto che l'ultima volta hai quasi spaccato un bicchiere di vetro in testa ad uno solo perchè ci aveva chiesto informazioni"

"Ci stava provando con te"

"Questa è la stessa cosa"

"No, io non ci stavo provando con lui"

"Sta zitta gallina!"

"Io che?"

Pov's Robert

Basta litigare!!! -

Questa è l'unica cosa che sono riuscito a dire.

- Che vuoi?! -

- La volete piantare! -

Ho perso la pazienza ed Eli, come da copione, prende i propri libri e se ne esce dall'aula sbattendo la porta; devo scusarmi per il suo comportamento con Martina.

- Scusa, è che ha paura di qualsiasi ragazza mi guardi -

- Me ne sono accorta -

- Ti va un gelato per dimenticare? -

- Sì -

In Gelateria

Pov's Robert

Grazie, tieni -

Offro questo benedetto gelato a Marty...

- Scusa ancora per il comportamento della mia fidanzata -

- Di niente.... -

- Sicura che l'hai perdonata? -

- Certo! -

Mangiamo il nostro gelato tranquillamente, ma a metà mi accorgo che Elizabeth ci ha visti, per poi correre via... Non posso andarmene via inseguendola, farei la figura del maleducato, così finisco il mio gelato e poi la saluto.

- Ci vediamo domani -

- Ok, ciao -

Esco dal bar e poi, appena svoltato l'angolo, incomincio a correre verso casa sua.

A casa di Elizabeth

Pov's Robert

Busso alla porta di Eli e sua madre viene ad aprirmi.

- Robby, ma che sorpresa... Cerchi Elizabeth? -

- Sì, è di sopra? -

Annuisce.

- Mai che passa a salutare? -

- Su, lascialo stare, caro; è un bravo ragazzo, c'è ne sono pochi come lui -

- Vero -

Sento solo questo mentre salgo le scale; raggiungo la camera di Eli e ci entro, senza bussare.

Pov's Elizabeth

Non ti hanno insegnato a bussare? -

Ha semplicemente chiuso la porta e ci si è appogiato sopra a braccia incrociate.

- No, gelosa? -

Meglio dire "spiazzata".

 

 

A.A:

Ciao... Spero che il capitolo vi sia piaciuto...

Vi prego, avrei bisogno di una lista con tutti gli errori fatti; mandatemela se riuscite.

Bye//Bye da Lory110

 

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Capitolo 13
*** Jealousy ***



Note dell'autore: Dunque... Ciao a tutti!

Vi starete chiedendo il perché di questa mia "introduzione del capitolo" .- chiamiamola così -

Il motivo è semplice: vorrei sapere quali sono state i capitoli della storia che vi sono piaciuti di più - magari me lo scrivete in un capitolo che non avete recensito, ovvero non in questo... Che spero recensirete comunque -

Vi chiedo di fare ciò - E chiedo ai vari autori che leggono la storia di non copiare quest'idea - per il semplice motivo che vorrei sapere cosa vi è interessato di più fin'ora.

  - Lo richiederò anche nell'ultimo capitolo -...

Ci vediamo infondo!

 

Jealousy

POV'S ELIZABETH

Mi ha "spiazzata", letteralmente... Beh, non devo temere niente... Infondo è la verità...

- Sì, perchè non posso esserlo? -

"No, certo che puoi"

- E allora perchè sei venuto a cercarmi, pensavo stessi con la tua nuova "amichetta" -

Dalla sua espressione capisco che quel tono freddo non gli è piaciuto e che a pronunciare quell'ultima parola sono stata fin troppo dura.

Mi sbaglio, infatti mi si avvicina e mi guarda dritta negli occhi, poi si abbassa per raggiungere la mia altezza; sono appoggiata al muro con la schiena, a gambe aperte.

Riprende a guardarmi. Per me è strano essere osservata in quel modo; non è uno sguardo arrabbiato, nè derisorio, nè tanto meno di compassione; è dolce... Ma, proprio quando si sta per avvicinare, [credo per baciarmi] il suo telefono squilla... Mi sorride e si rialza, poi prende il cellulare dalla tasca... Riesco solo a leggere un nome:

Martina...

Cerco di mantenere la calma...

POV'S ROBERT

Uhm... Martina.... Accetto la chiamata:

- Pronto -

"Ciao, Robert, ti disturbo?"

- No, certo che no... Hai bisogno di qualcosa? -

Non riesco a sentire la sua risposta: Eli mi ha preso il cellulare... L'ha messo in viva-voce e me lo ha ridato. Vuole chiaramente sentire quello che ci diciamo io e Martina per intero... Non mi oppongo.

- Scusa, Marti, puoi ripetere? -

"Sì, ho detto che hai lasciato la tua felpa qui al bar"

- Ah, puoi riportarmela domani a scuola? -

"Certo!"

- Ok, grazie... Allora ti saluto -

- Va bene, ciao -

- Ciao -

Chiudo la chiamata e mi soffermo a guardare Elizabeth... Adesso devo pensare a lei.

 

POV'S ELIZABETH

Robert è tornato a guardarmi, adesso con uno sguardo scrutatore... Si sta riavvicinando... Credo di star per fare lo sbaglio più grande che potessi mai fare:

gli do uno sberla; ciò lo fa indietreggiare. Gli ho sicuramento fatto male; il suo labbro continua a sanguinare, inoltre, grazie alle mie unghie, l'ho pure graffiato.

Quando si riprende, nonostante l'evidente dolore, prende il cellulare che gli è caduto a terra e se ne va. Questa volta è lui a sbattere la porta.

Ho esagerato; non l'avrei mai dovuto fare... Mi sento in colpa... La gelosia fa impazzire, ed io l'ho capito troppo tardi.

Mi rialzo e mi butto sul mio letto. Cerco di riaddormentarmi, ma il letto, in questo momento, sembra essere fatto di mattoni... Non riesco nemmeno a smettere di piangere.

Questo resterà in eterno uno dei giorni più brutti della mia vita...

Associerò per sempre il 13/1/12 come il giorno in cui io e Robert abbiamo litigato per la prima volta...

 

POV'S ROBERT

L'ho sempre detto che le donne combinano solo guai ed Elizabeth ne è la prova.

- Che dolore! Il labbro non vuole smettere di sanguinare... -

Ma che le sarà preso?

- Va bene che è gelosa; ma un pò di auto-controllo avrebbe potuto avercelo; e poi se le taglia mai le unghie o cosa? -

[...]

Appena arrivo a casa, apro la porta, vado in camera mia e controllo sul diario, se ho dei compiti.

- Mmm... No, niente -

Rimetto il diario in cartella e mi stendo sul letto... Mi metto a pensare; niente; l'unica cosa che mi può aiutare è ascoltare un pò di musica... Scelgo Laura. Prima non mi piaceva, ma adesso che mio padre mi ha fatto ascoltare un pò delle sue canzoni, l'adoro...

Prendo il suo cd in inglese "Love comes from inside" dalla mensola e lo metto all'interno del lettore cd, shiaccio"play" e mi ributto sul letto...

I minuti passano in fretta ed alla settima canzone [credo] mi addormento.

Mia madre mi sveglia per l'ora di cena:

"Robert, la cena è pronta"

disse lei entrando in camera mia

- Ok, arrivo subito -

Rispondo con la voce ancora impastata. Stranamente scendo davvero subito... Tutta questa storia mi ha fatto venire fame...

 

POV'S ELIZABETH

Sono ancora stesa sul mio letto a piangere; non ho nemmeno fame...

Perchè mi sento in colpa solo per una sberla? Ne ho date tante di sberle, ma non mi sono mai sentita così...

Perchè ho reagito così?

Però è stata colpa sua... Apparte che il suo numero di cellulare io ce l'ho avuto dopo un mese, mentre lei, dopo nemmeno un giorno, è riuscita ad ottenerlo.

Forse sto esagerando, però non riesco a non essere gelosa di quell'oca.

A sto' punto lo chiamo.

 

POV'S ROBERT

L'unica cosa positiva di questa giornata è stata la cena...

Mmm, il cellulare squilla... Eli... Vorrà strillarmi contro, inoltre dopo quello che mi ha fatto, perchè dovrei risponderle?

Meglio staccare e andare a dormire.

- Buona notte -

"Vai già a dormire?"

- Sì -

- Ok, good-night -

 

POV'S ELIZABETH

Non mi ha nemmeno risposto... Meglio andare a dormire... Devo prepararmi ad affrontarlo, domani; ho una dignità io!

Anche se a volte mi domando se faccio bene ad essere così orgogliosa... Vabbeh, meglio cercare di dormire.

 

[...]

 

 

A.A: Allora... Quello che vi ho chiesto... Vi ho chiesto; adesso ho deciso che aggiungerò una specie di capitolo bonus... Chiamato l'incubo...

Aperte le scommesse... Di chi sarà l'incubo? Cosa rappresenterà?...

Ricordatevi di fare quella famosa recensione extra... Grazie ' \-/ ' - Carina la faccina sorridente? -

 

Bye//Bye da Lory110

 

 

 

 



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Capitolo 14
*** Nightmare ***


Nightmare

Quella notte, il 13/1/12, Elizabeth ebbe un incubo...

La mattina seguente, quando si svegliò, era tutta sudata... Voleva assolutamente raccontarlo ai suoi genitori, quindi, dopo essersi fermata a ragiornarci per indeterminato tempo, si alzò dal suo comodo letto e scese la rampa di scale che, in quel momento, le sembrava infinita.

La causa? Era ancora addolorata per il litigio di ieri con Robert, in più il sonno e quell'incubo l'avevano resa ancor più stanca e stressata...

- Buon giorno -

Riuscii a dire solo questo.

- Amore, che hai? -

- Niente, papà... Ho solo avuto un icubo -

- Che genere di incubo? -

- Posso raccontarvelo? -

- Sì, ma era spaventoso? -

- No, era più che altro... -

- Più che altro? -

- Doloroso... -

- Doloroso? -

- Sì, è il termine più esatto... Allora... Posso.? -

- Certo -

Dopo quest'ultime parole, Elizabeth si stese sul divano, in quel momento le avrebbe fatto comodo aver Robert al suo fianco...

POV'S ELIZABETH

- Innanzitutto, non ho le idee chiarissime, di conseguenza non aspettatevi che tutto sia ben collegato, ok? -

- Eli, ci stai trattando come bambini... Credi che non abbiamo mai avuto incubi? Tutti ne hanno, almeno, avuto uno -

- Va bene... Posso iniziare? -

- Sì -

____________________________________________________

Ero da sola, stesa su un pavimento... alle mie spalle c'era solo un portone, mi trovavo in una casa maestosa.

Non era spaventosa, però, appena capiì di trovarmi in un luogo sconosciuto, mi alzai e saliì la rampa di scale che si trovava di fronte a me... Apriì la porta in cima ad essa e mi si presentò di fronte una sala enorme.

____________________________________________________

- Com'era? -

- Non me lo ricordo proprio bene, però qualcosa ve la posso dire -

- E la parte dolorosa? -

- Alla fine... Comunque, tu, papà, sei troppo curioso -

- Lo so... Continua -

____________________________________________________

Allora... Una sala enorme:

la porta in legno alle mie spalle, ed anche l'unica, era decorata con delle linee rossastre che partivano da un unico punto ed arrivavano fino agli estremi di essa, mentre le pareti della stanza erano di un colore simile all'oro... Dovevano essere abbastanza vecchie, non dico antiche perchè non credo raggiungessero quella longevità...

Comunque, all'incirca al centro della stanza, vi era un grande tavolo rettangolare...

Non c'erano altri oggetti... O, per lo meno, questo è quello che ricordo...

____________________________________________________

- Preferisco le storie di terrore, comunque -

- Caro, è una cosa seria; sta zitto -

- Scusa -

Mamma è sempre stata l'unica a riuscire a zittire papà, apparte me, ovviamente.

____________________________________________________

Poi, dopo essere uscita da quella stanza, riscesii la rampa di scale ed andai verso la porta sottostante alla colonna destra che reggeva la scala, poichè non era fissata a terra, bensì era sospesa.... Fù la scena che mi si presentò che mi fece male, troppo male.

____________________________________________________

- Cosa avevi visto? -

- Papà, sta zit-to! -

- Va bene, non scaldarti -

____________________________________________________

In quella stanza vidi Robert e Martina che si stavano baciando, un semplice bacio... Solo che, quando, poi, esso finì, Robby venne verso il portone da cui ero entrata e mi vide...

Avevo gli occhi in lacrime, e lui mi disse semplicemente:

"Cosa hai da piangere? Quando una persona è ricca è ricca... Arrangiati!"

Non riuscivo a trattenere le lacrime, mi accasciai a terra e lì... Lì il sogno [incubo] finì.

____________________________________________________

- Amore, ma stai piangendo? -

- Sì, papà... E se fosse un sogno premonitore? -

- Tesoro, ma da quando è che credi a queste cose?-

- Da quando io e Robby abbiamo litigato... Da ieri io non so più che fare -

- Amore, facciamo che oggi non vai a scuola, ok? Così ti calmi e, magari, ne parliamo insieme più tardi -

- Va bene -

[...]

A.A:

 

 

 

 

Allora... Lo so che l'idea non è originale, ma infondo è una semplice storia d'amore, non voglio scrivere cose troppo eccentriche, anche perchè così il lettore, a parere mio, riesce ad immedesimarsi meglio nella storia.

Comunque, per sapere il resto, dovrete aspettare il prossimo capitolo...

Bye//Bye

 

 

da Lory110

 

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Capitolo 15
*** Explanation ***


 

EXPLANATION

POV'S ELIZABETH

Sono da sola a casa mia, i mie genitori avrebbero voluto restare, ma io li ho convinti ad andarsene insieme a mia sorella che, essendo finite le vacanze, è stata obbligata ad andare al liceo come tutti gli altri studenti.

Sto troppo male per muovermi dal mio letto; stupido incubo, stupido Robert, più che altro stupida me.

Forse dovrei chiamarlo e parlargli... No, non posso; letteralmente, tanto, durante le lezioni, il suo cellulare è sempre spento.

[...]

Sento il campanello suonare; perché dovrei aprire?

Va bene, infondo devo solo alzarmi, scendere le scale ed aprire, per poi decidere se richiudere la porta di botto, o se lasciarlo entrare...

Purtroppo, appena apro la porta, mi ritrovo di fronte Robby...

E già, purtroppo...

Rimango paralizzata, non so cosa dire nè cosa fare, non so se essere felice o triste, non so se litigheremo o se faremo la pace. Speriamo in quest'ultima!

POV'S ROBERT

Entro, Elizabeth sembra sconvolta... In effetti non sarei dovuto arrivare così all'improvviso, però è giunto il momento di chiarire questa situazione e lei dovrà ascoltarmi...

- Robert, perchè sei venuto? -

Mi chiede solo questo quando riesce a riprendersi, ha l'aria piuttosto triste.

- Amore, è giunto il momento di chiarire questo litigio -

- ... -

Sguardo invariato, triste.

- Su, almeno ti siedi vicino a me? -

No comment, ma, per lo meno, mi ascolta e si siede di fianco a me.

- Allora... Che ne dici se mi racconti il perchè di questa tua gelosia... -

- Dico che io, in primo luogo, non sono gelosa e che, in secondo luogo, io... Io... -

- Tu? -

- Io niente! -

- Comunque tu sei gelosa, la devi piantare di negarlo -

- Va bene, è inutile che perda tempo e parole a negarlo -

- Ma amore, gelosa di chi? Di una che ho appena conosciuto? -

- Sì, e poi, l'altra volta, quando ti eri accorto di me, perché non l'hai piantata lì e mi hai seguito? -

- Ah, questo è un concetto di educazione -

- Chissene! -

- Amore, stiamo litigando da due giorni -

- Due giorni non sono tanti -

- Per me sì -

Sembra che si stia arrendendo, so benissimo che lei soffre come me...

Ho un'unica domanda in questo momento: un litigio può causare questo? A quanto pare sì.

- Va bene -

Sono queste le parole a riportarmi alla realtà... un'altra domanda: è bastato davvero così poco per convincerla?

- Davvero? -

- Sì, però tu.. Non devi più uscire, da solo, con lei! -

Il campanello suona, so chi è, ma Eli no...

- Robby, vai ad aprire? -

- Sì, amore -

POV'S MARTINA

Chissà perchè Robert mi ha chiesto di saltare scuola per venire quì...

La porta s'apre con la medesima persona che sorride:

"Marti, prego entra..."

"Grazie"

Rispondo io, entrando in quella villetta:

"Allora, Eli, vieni qui! -

Eli, ho sentito bene; Elizabeth?

"Cosa?"

Riesco a dire solo questo quando lei mi si presentedi fronte, entrambe guardiamo Robert con un'espressione di domanda.

Ed ecco che arriva la spiegazione:

- Eli, ho chiesto a Martina di venire qui per un semplice motivo -

- Ovvero? -

- Beh, Marti... Dovrà chiederti  "scu-sa" -

- Cosa? Io? Perché? -

- Perché così ho la prova che non sei più gelosa di Martina -

- Io... Io non l'ho mai detto! -

- Quindi sei ancora gelosa? -

- Non ho detto nemmeno questo -

Risponde incrociando le braccia, in questo momento sembra davvero una bambina testarda. Eppure io non ho proprio niente da invidiare ad Elizabeth.

-  Allora? -

Chiede il biondo.

- Va bene, le chiederò scusa -

- Che? Guarda che non sei obbligata! -

- Sì, che lo sono; se no Robert mi assillerà a vita -

- Ah, ok -

Ci sentiamo a disagio tutte e due...  Quello ad interrompere il nostro silenzio è proprio Robert:

"Su ragazze! Mica vi dovete baciare!"

"Va bene...."

"Allora?"

"Scusami Martina"

Mi sorprendo.... Devo esserne contenta? Sì, decisamente!

- Uhm... -

- Bene, allora da oggi sarete amiche -

- Sì, Robby! -

Risponde esasperata.

- Meglio che vada -

 

POV'S ROBERT

- Allora, posso restare a dormire da te? -

- Ma se non è nemmeno sera! -

- Su, amore, posso? -

- Sì, nonostante non siano passate nemmeno le 10... Sì! -

Mi sorride.

- Intanto che facciamo? -

- Andiamo a fare un giro -

Rispose lei alzando le spalle.

Annuisco.

 

 

 

 

 

 

 

A.A: Eccomi!

Ovviamente non ho scritto molto per il seguente fatto:

dovevo farli riconciliare, cosa potevo scrivere? [I consigli sono accettati, basta che non siano critiche inutili; e, poi, l'ho già detto, è una semplice storia d'amore...

 Comunque vi ringrazio per le 40 recensioni.... Spero di arrivare alle 60 entro il 21/22  capitolo...

       Bye//Bye da Lory110

 

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Capitolo 16
*** Birthday - first part - ***


Note dell'autore:

Mi dispiace ma devo dirvelo: devo posticipare [ancora] il capitolo "Quarrel"...

Purtroppo credo che lo eliminerò definitivamente, infatti, aggiungerò altri capitoli bonus [come la Pasqua], la ragione è semplice: i capitoli, che avevo annunciato nell'ottavo capitolo, erano, in realtà, ciò che avevo pensato fino ad allora, (la storia doveva, infatti, essere chiusa al diciottesimo) però, come avrete già visto, ne ho aggiunti altri e continuerò ad aggiungerne... Ovviamente avvisandovi di ciò...

Said this... I leave you to the story!

 

P.s: leggete questo:

 

Birthday - First part -

PoV's RoBeRt

Oggi è Domenica ed io non so proprio cosa fare... Beh, tranne stare con Elizabeth.

Infatti, finalmente, ormai da una settimana, abbiamo chiarito tutto.

Chissà se sarei riuscito a sopravvivere un altro giorno senza di lei, nonostante non le parlassi da un giorno o poco più.

Vabbeh, ciò che è stato è stato, ora posso solo pensare al futuro.

Sono talmente immerso nei miei pensieri che non m'accorgo di mia madre che è entrata in camera mia:

"Ehi, Robert, c'è la tua fidanzata"

Mi dice. Basta quello per riportarmi alla realtà:

"E dove sta?"

"Dietro di te!"

Risponde una voce alle mie spalle:

"A che stavi pensando?"

"A noi"

"Ehm, volete che vi lasci da soli?"

"Sì, anche perché gli devo parlare"

"Ok, se avete bisogno di qualcosa, io sono giù"

"Va bene"

Rispondo io, alzandomi:

"Cosa devi dirmi?"

"Posso sedermi?"

"Of course"

"Allora..."

Dice lei, sedendosi sul mio letto, di fronte a me:

"Posso restare da te per il mio compleanno?"

"Sì..."

Rispondo io preoccupato, per poi chiederle:

"Ma perché?"

"Niente, non voglio restare a casa con i miei... Diciamo che è un brutto momento"

"Cosa è successo?"

Le chiedo io, guardandola in faccia....

 

pOv'S EliZaBeTh

<< Litigi >> Rispondo io con voce calante, oltre che triste << I miei non fanno altro che litigare ultimamente ed, almeno per il mio compleanno, non voglio sentirli urlare l'uno contro l'altra... Ti da fastidio? >>

<< Ma certo che no! >> Mi risponde lui.

<< Sicuro che non ti crei problemi? >> Chiedo ancora preoccupata per i suoi affari personali, pur sapendo che rinuncierà a tutto pur di restare con me.

<< Amore, davvero, non ci sono problemi >> Continua lui.

<< Va bene, allora, per il mio compleanno, resterò da te >>

<< Ok, intanto lo vuoi un gelato? >>

<< Sì, però sono stanca >>

<< Perché? >>

<< Mi sono svegliata verso le 4.00 stamattina >>

<< I tuoi stavano litigando? >>

<< Già >>

<< Beh, allora tu riposati un pò, io vado a comprare i gelati >>

<>

<>

Dice lui mentre esce dalla porta.

 

PoV's RoBeRt

<< Povera Eli >> dice << Ma, del resto, adesso passerà un pò più di tempo con me >>

<< Che fai? Parli da solo? >> Ironizza una voce dietro di me.

<>

<< Ciao, ma parlavi da solo? >>

<< No, ho appena scoperto del periodo nero che stanno avendo i suoi genitori >>

<< Di Eli? >>

Annuisco.

<< Già, ne so qualcosa anch'io >> Risponde lui, abbassando gli occhi. Lui è chiaramente preoccupato quanto me.

<< Comunque vuoi accompagnarmi in gelateria? Così poi andiamo da Eli >>

<< Dimmi che sta a casa tua! >>

<< Certo, don't worry >>

La sua espressione fu questa: O_o...

<< Ah, comunque seguimi >> Dico, scordandomi della sua bravura in materia.

<< Andiamo >> Riprende lui mettendosi a correre verso la gelateria.

<< Aspettami >> Mi metto a correre per cercare di stargli dietro. Non si può dire che non sia veloce.

In poco tempo ci ritroviamo nella gelateria. Prendiamo un gelato alla fragola per Eli, uno alla nocciola per me ed uno al cioccolato fondente per Den, poi torniamo a casa mia.

<< Den, ciao >>

<< Salve >> Saluta lui, rispondendo al saluto dei miei genitori.

<< Den sali! Su. non perdere tempo con loro! >>

<< Beh, scusatemi >>

<< Den! >>

<< Sì, arrivo >> Risponde, salendo le scale.

Entriamo silenziosamente in camera mia e controlliamo che Eli non stia dormendo...

<< Ehi, Den, ciao! >>

<< Ciao, Eli >> Risponde lui, salutandola contemporaneamente con la mano.

 

PoV's DeN

<< Certo che siete proprio una bella coppia >> Osservo mentre guardo  Robert dare il gelato alla mia miglior amica.

<< Sì, è vero >>

<< Poi c'è chi è più intelligente e chi meno >> Aggiunge lei.

<< Eli, i tuoi complimenti sono sempre i migliori >>

<< Lo so, Den... >>

<< Comunque... >> Dico io, sedendomi di fianco a "lady modestia" << ...La situazione fra i tuoi è cambiata? >>

<< No, purtroppo no >> Abbassa lo sguardo.

<< Credo che adesso stiano ancora litigando >>

<< Ne sei certa? >>

<< Non sono mai stata più certa di niente nella mia vita, tranne che amo Robert e che, se io ne avrò bisogno, voi ci sarete per me, vero? >>  Tenta di fare un sorriso.

Io e Robert ci guardiamo, per poi rispondere all'unisono.

<< Ovvio, che ci saremo! >>

<< Grazie. ragazzi >>

<< Di niente >>

Restiamo in silenzio per qualche secondo, poi io lo interrompo.

<>

<< Non resti a pranzare?... Infondo sono quasi le 12.00 >>

<< Per voi va bene? >>

<< No problem >> Rispondono insieme.

<< Perfetto >> 

Un'idea geniale.

<< Genio in persona, vieni un attimo con me? >>

<< Oh, sì... >>

Dopo di ché, lo conduco in salotto e, qui, apro la bocca per rilevargli la mia idea.

<< Robert, che ne dici di org... >>

<< Una festa a sorpresa per Eli a casa mia? Ci sto! >>

Mi anticipa...

<< Ok >>

<< Il suo compleanno è dopo-domani... Dovremo tenerla lontana da casa mia >>

<< Vero >>

<< Sarà abbastanza facile >>

 

[...]

 

Angolo autore:

Ho voluto dividere questo capitolo i due parti:

la prima per introdurlo, la seconda per lo svolgimento e la conclusione... Mi sembra più corretto che recensiate quando le avrete lette entrambi...

Bye//Bye da Lory110

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** Birthday - second part - ***


Angolo autore:

Ciao a tutti!

Ci credete? Sono tornato alla fine. Credo che vogliate sapere perché sono sato assente per così tanto tempo.

Ve lo dico subito: ho corretto gli altri capitoli. Non so se ne ho saltato qualcuno; perciò avvisatemi se vi accorgete di ciò.

Meglio che vi spieghi cosa [in generale] ho cambiato:

- I tempi.

- Aggiunta di pov's. [non è un errore se vi ritrovate dal tempo della narrazione, che dovrebbe essere l'imperfetto alternato al passato remoto o al trapassato prossimo, al tempo dei pov's. Questi ultimi sono stati scritti al presente/passato prossimo. Come avrete capito ho usato due tempi per entrambi i casi] Infatti, già nel primo capitolo, è stato aggiunto il pov's di Elena, la sorella di Robert. Capirete più avanti perché l'ho aggiunto.

- I dialoghi. [Ho, però, sempre tralasciato il punto in essi. Da ora in poi lo metterò. Comunque non dovrebbe essere un errore, secondo molti. Io li ho acoltati fin'ora, ma è il momento che faccia di testa mia.]

- L'impaginazione: ho variato il carattere con cui scrivo. Ne troverete di diversi in ogni capitoli. Per ora quello che mi piace di più è il verdana in grassottello ed in corsivo con la grandezza di dodici. Io l'ho usato nel programma wordpad.

- Alcune parti, se pur poche, le ho cambiate.

- Gli angoli autori. Non è molto importante, ma è sempre meglio dire tutto.

Questo è tutto; per qualsiasi chiarimento chiedete.

Chiedo a tutti voi di leggere l'angolo autore infondo al capitolo. Ci sarà un piccolo giochino.

Said this, I leave you to the story.

Birthday - second part -

Il piano era quello: tenere lontano Elizabeth dalla casa di Robert. C'era, però, una parte negativa del loro piano. Infatti, poiché il ragazzo, Den ed alcuni loro amici dovevano organizzare la festa a casa del biondo, Elizabeth doveva restare nella propria abitazione ad ascoltare i loro genitori litugare e, di conseguenza, a soffrire; sembrava una ragazza forte, ma era molto legata ai suoi genitori; soffriva ogni volta che li sentiva litigare. Loro non se ne accorgevano.

D'oltre canto, quelli erano solo due giorni.

Poteva uscire o poteva restare a soffrire nella sua stanza.

In quel momento, e solo in quel genere di momenti, voleva essere come la sorella minore; quest'ultima era sempre stata meno attaccata alla famiglia.

Pov's Elaisa

Sto per uscire con alcuni miei amici.

Vado a chiedere a mia sorella dei soldi. Lei è molto più responsabile di me. Esco dalla mia stanza e mi dirigo verso la sua. Ci entro senza bussare, come al solito.

Questa volta non mi urla contro; credo che sia troppo triste per farlo.

Meglio che la consoli. Non che io non mi diverta a vederla così; per una volta vorrei dirlre io << Te l'avevo detto >>. Però non so nemmeno cosa ha, non potrei farlo senza una ragione.

Mi avvicino a lei. Non si gira. Incomincio a parlare io.

<< Ehi, come mai questa faccia da funerale? >>

Non mi risponde.

<< Ciccia, guarda che non era complimento! >>

Non si gira. Non mi risponde. Non si muove.

<< Ma che diavolo hai? sei morta o cosa? >>

Solitamente, per la parola "diavolo", mi avrebbe urlato contro. invece non lo fa. Incomincio a preoccuparmi e le vado davanti. Mi accorgo solo ora che sta piangendo. Per fortuna che non s'è messa il trucco; avrebbe sporcato il lenzuolo.

<< Ho capito che cosa hai. >>

Incomincia a guardarmi. Si asciuga le lacrime, sarà pure responsabile, ma è molto orgogliosa di se stessa.

<< Ah sì? >> Dice con voce tremolante, più che altro, triste.

<< Già! >>

Mi guarda.

<< Robert! Ti è successo qualcosa e c'entra lui! >>

Mi guarda come se avessi appena detto una cavolata.

<< No, proprio per niente. Con lui si è tutto risolto. >>

<< Ah, perché avevate litigato? >>

<< Che grande scoperta! >> Ironizza.

Ok, prima ho preso un granchio, ma non vuol dire che ricapiti una seconda volta.

<< Allora sei triste per i nostri genitori... Giusto? >>

Abbassa lo sguardo.

<< La seconda volta è sempre quella buona. >>

Lo rialza e si mette a fissare il cielo che si vede dalla finestra.

<< E perché saresti preoccupata? >>

<< Sei sempre stata meno attacata alla famiglia. Se loro litigano... >>

<< Se loro litigano? >>

<< A te non importa molto. Esci e ti fai una passeggiate e tutto passa. Ascolti un pò di musica rock, ancora non capisco come ti piaccia, ed è come se niente accadesse. >>

<< E chi te l'ho dice che è come se niente fosse successo? >>

<< ... >>

<< Allora? Non lo sai. E sai il perché di ciò? >>

<< No. >> Ammette.

<< Semplicemente perché non è vero. Sì, forse sembra che non me ne importi, ma non è vero! Io ci penso. Ci ragiono sopra. E sai qual è la risposta che mi do? >>

<< No, non la so. Quale sarebbe? >>

<< Strano che tu non c'arrivi: sei sempre stata più matura di me. >>

<< Piantala di infierire! E dimmi qual'è la spiegazione!! >>

<< La spiegazione è che c'è una vita da vivere >>

M'interrompe. Non mi lascia finire.

<< E vivere vorrebbe dire ubriacarsi nelle discoteche?vorrebbe dire divertirsi senza prendersi le proprie responsabilità? Quali sarebbero lo studio. Vivere per te vorrebbe dire evitare ciò che t'accade intorno chiudendoti nel tuo mondo? >>

<< No, carina. Io non mi chiudo nel mio mondo; sei tu quella che si chiude dentro questa stanza, che non vuole accettare che i nostri genitori stiano, rischino di divorziare!! Goditi la vita, non pensare nè a loro, nè al passato nè al futuro, pensa al presente! Pensa a divertirti!!Pensa a te stessa!!! >>

Prendo un bel respiro. Sembra sorpresa. Si alza e mi guarda. << Sai che ti dico? Hai ragione. Devo godermi la vita! >> Dice.

Mi abbraccia; io ricambio il gesto.

Ci stacchiamo subito. Lei recupera una felpa e del trucco ed esce.

<< Ah, i soldi sono sulla scrivania! >> Mi urla dalle scale. Sorrido al vuoto e li prendo. Esco dalla stanza e dall'abitazione. Vedo i miei amici e li raggiungo.

Pov's Elizabeth

Quanto ha ragione mia sorella; non devo preoccuparmi solo della relazione tra i miei. Più ci penso e più sto male. L'ascolterò.

- Anzi andiamo a chiamare Robby! - Urlo, saltando felice come una bambina che ha appena ricevuto una caramella.

[...]

Sono davanti a casa sua. Suono il citofono e mi risponde lui stesso.

- Chi è? -

- Robby, amore, sono io, Elizabeth. -

- Ah, amo, che c'è? -

- Niente, volevo semplicementi chiederti se ti andava d'uscire. Ti va? -

- No, mi andrebbe, solo che mi sono preso la febbre e non vorrei peggiorare. -

- La febbre? Quando? -

- Sì, ieri sono uscito, nonostante il freddo che ci fosse, per andare a prendere un libro in biblioteca. Non mi sono portato nemmeno una felpa dietro e, come tu sai, la biblioteca è abbastanza lontana da casa mia... -

- Robby, se vuoi resto con te. -

- No, non vorrei mischiartela. Non preoccuparti, vai e goditi la giornata. - Mi dice dolcemente.

- Ok, vedi di guarire in fretta. Un bacio. - Gli dico.

Poi mi avvio verso la casa di Den.

[...]

Suono, ancora una volta, il citofono, questa a volta a casa di Den.

- Pronto? -

- Ciao, sono io, Elizabeth. C'è Den? -

- No, ha detto che aveva da fare ed è uscito. -

- Ah, ok, grazie. Arrivederci signora. -

- Ciao. -

Me ne vado e cammino per un pò senza meta. Ad un certo punto incontro Daniel con Martina. Ultimamente quest'ultima mi è diventata più simpatica.

Vado loro incontro.

- Ragazzi! - Dico, salutandoli con la mano.

- Ciao! - Rispondono in coro.

- Vi va di uscire? -

- No, non possiamo. -

- E perché? -

- Perché dobbiamo studiare e Martina mi aiuterà. Vero? -

Sembra sorpresa, ma annuisce.

- Ok, ciao, ragazzi -

Ora che so che anche Den e Martina sono occupati, non so più cosa fare. Ho altri amici, ma non sono come loro.

[...]

Continuo a camminare, fino a quando...

<< Ma cosa? >>

Vedo mia sorella davanti ad una una discoteca.

Mi trovo in un piccolo vicolo. Esco e mi mischio alla folla, per poi posizionarmi dietro all'angolo della strada opposta a quella da cui mi sono spostata.

Incomincio ad ascoltare.

 

Pov's Elaiza

<< Cos'è? La piccolina ha fifa? >>

<< No, George non non ho fifa! Proprio per niente!! >>

<< E allora, perché non ti muovi ed entri? >>

<< Ci entrei se non dovessi bere un alcolico. >>

<< Già, lasciatela in pace!! >>

<< Cos'hai Senjy? Ti sei schierato dalla sua parte? >>

Guardo Senjy, sono contenta che mi abbia difeso. Ma non penso che questo faccia cambiare idea a George e a Michel. Non penso proprio.

<< George ha ragione: hai perso ed ora devi scontare la tua "pena". >>

<< Beh, e, comunque, è solo un bicchierino. >>

Vedo mia sorella avvicinarmisi.

<< Cosa vuole fare? >> Sussurro a bassa voce.

La vedo prendermi per un braccio.

<< Uffa, tu dovevi restare a casa a pulire la tua stanza!!! Non ci penso nemmeno a farlo io. >>

Mi stringe il braccio. La guardo. Non avrei mai pensato, fino a questo momento, che avrebbe mai potuto aiutarmi.

<< Ehi, bella, che stai facendo? >>

<< Ehi, ciccio, che stai facendo tu? Fino a prova contrario io sono più grande di te d'un anno. >>

<< E quindi? >>

<< Non lo so. Ma che ve ne pare se chiamo la polizia? >>

<< E cosa le racconteresti? >>

<< Non si risponde ad una domanda con una domanda. A quanto pare non brillate per intelligenza. E, comunque, le racconterò che avete cercate di far drogare una certa persona... Quale sarebbe lei. >>

<< Ma tu l'hai fatto! >>

<< Io sono speciale, ragazzino! >>

In questi momenti, l'ammiro. Lei è sempre stata una grande nelle minacce. Anche se queste sono cose da niente, se non fosse che ha seguito un corso di recitazione dai 7 ai 15 anni; è capace di recitare e di far credere alla polizia ciò che vuole lei.

<< Allora? >>

<< Va bene, scusa, Elaiza. >>

Mi hanno chiesto "scusa"?

<< Oh, ok. >>

<< Bene, adesso, vieni con me. Andiamo così ti faccio pulire la tua camera! >>

<< Cosa? >>

Non ha scherzato prima. Adesso, mi toccherà pulire la mia camera per davvero.

La seguo.

[...]

A casa di Elizabeth e di Elaiza

Pov's Elizabeth

Sono in camera mia. Sto scrivendo tranquillamente al computer. Oltre alla pallavolo, la musica e la scrittura sono le cose che preferisco per sfogarmi.

Nella musica provo ad immaginare storie scritte da altri, cantate con voce a dir poco divine. Dietro ad ogni canzone c'è una storia segreta. Ben nascosta; che sia triste o gioiosa. Una canzone non è niente senza un significato da scoprire, nascosto al suo interno.

Invece, con la scrittura è esattamente il contrario. Infatti, qui, sono io che scrivo la musica delle mie storie, sono io che invento la storia dei miei personaggi, sono io che decido il loro destino, sono io che scrivo e, volendo, riscrivo la loro storia.

Non bisogna confondere la realtà con i sogni.

Sono fondamentali entrambi. Non so nemmeno perché sto pernsando a ciò. Sorrido da sola. In modo silenzioso; un sorriso non può far rumore se non in compagnia di coloro che ti amano e che ti sentono vicino.

Sento il cigolio della porta. Mia sorella entra piano piano. Solitamente entra in modo tempestoso. M'avrà fatto un centinaio di volte quel quadro che ritrae me e Robert insieme. Eppure stiamo insieme da solo da quattro mesi.

Mi s'avvicina.

<< ho finito di pulire la mia stanza. >> Mi dice timidamente.

Non mi stupisco solo per il suo tono, ma anche per il fatto che l'abbia fatto davvero.

<< L'hai fatto davvero? >>

Mi fa segno di seguirla; mi conduce in camera sua. La trovo perfettamente in ordine. Quasi non posso credere ai miei occhi.

Mi giro verso di lei e le tocco la fronte; non scotta.

<< Allora... Perché l'avresti fatto? >>

<< Perché mi hai tolto da un bel casino. Non mi preoccupava che dovessi bere un bicchierino... >>

<< Ma ti preoccupava come avessero reagito mamma e papà, giusto? >>

<< Già, riguardo a questo, è una mia impressione o mamma e papà non stanno più litigando? >>

<< Già, ma sono fuori. Penso sia per questo. >>

<< Ah, vieni a casa di Robert alle 18.30 >>

<< Perché? >>

<< Boh! >>

Esce dalla mia camera e, penso, poiché si è preparata e truccata, che esca. Chissà perché il mio amore vuole che vada da lui.

__________________________________________________

Intanto a casa di Robert

Pov's Robert

<< Ok, posiziona questo qua; questo qui e quella là! >> Dico.

Ci manca da preparare solo un bel banchetto per mangiare qualcosa e, poi, avremo finito.

Suona il citofono. Siamo già in giardino, non serve che io vada a rispondere dall'altra parte di quella specie di telefono.

Vado direttamente davanti al cancello di casa mia. Lo apro e mi ritrovo Elaiza davanti.

<< Ciao. >> Mi dice.

<< Cos'ha fatto Elizabeth per convincerti a venire ad aiutarci? >> Le chiedo con aria sospettosa.

<< Niente. E, poi, cosa avrebbe potuto fare? Non sospetta nulla! >>

<< Davvero? >>

<< Già. Adesso, posso entrare per aiutarvi o mi lasci qua fuori? >>

<< Certo che entrambe avete un bel caratterino. >> Osservo, spostandomi, lasciandola entrare.

<< Chi? Io e mia sorella? Lo so. >>

S'avvicina e ruba un decorazione dalla mano di Den.

Si guardano. Si sorridono. Si spostano. Si sfiorano.

Den viene, poi, chiamato da Martina e, così, sé ne va per la sua strada; lo stesso fa Elaiza.

<< Chissà se a Den piace di più Martina o Elaiza... >>

So già che questa domanda avrà risposta prima o poi.

Intanto che penso a come e quando avverrà ciò, guardo il mio orologio. Mancano circa 40 minuti. Dovremmo e ce la faremo a finire.

<< Ehi, ciccio, muoviti ed aiutami! >> Mi dice Martina.

Le prendo le scatole che ha in mano e noto che sono leggerissime.

<< Scusa, ma sono leggerissime. Perché me le hai date? E a che ci servo? >>

<< E che vuoi che ne sappia! Le ho trovate a terra e te le ho portate. >>

<< Ah, che ragionamento logico. >>

Prendo ancora qualche snack dalla credenza in cucina e li posiziono sul tavolo che abbiamo messo in giardino.

Non sapevo se fare una festa molto grande o più intima.

Così ho invintato circa una decina di persone, optando per la seconda opzione.

Tutti gli invitati sono pronti: Io, Den, Martina, Elaiza, Vanessa, Sarah, e Roberta [alcune delle sue migliori amiche], Christian [amico d'entrambi], Laura [altra sua grande amica], Lorence e Anthony [Amici carissimi].

<< Ehi, ragazzi, eccomi! >>

E, per finire, è arrivata anche Sophia.

<< Allora... Quando dovrebbe arrivare? >> Mi chiede Vanessa.

<< Tra una mezz'oretta. >> Le rispondo.

<< Siamo sicuri d'aver preparato tutto? >> Chiede Christian.

Lui è sempre stato un tipo avente molte insicurezze; ha sempre creduto molto nell'amore. Eppure, nonostante sia un bel ragazzo l'amore vero non l'ha mai trovato.

Ha i capelli rossicci e degli occhi castani; è alto circa 1.70, con una corporatura abbastanza muscolosa. Pesa, se non mi sbaglio, e difficilmente mi sbaglio, 58 chili.

Non so nemmeno perché lo sto pensando.

Dovrebbe essere innamorato di Vanessa.

<< Ehi, Robert! >>

<< Sì, certo... Che c'è? >>

<< Sei sicuro d'aver preparato tutto? >>

<< Beh, penso di sì. Fammi controllare la lista. >>

Prendo un pezzo di carta dalla mia stasca.

<< Dunque:

- Invitare gli invitati.

- Predisporre i regali nel salone.

- Preparare il giardino.

- Comprare delle bibite e degli snack e posizionarli sul tavolo.

- Aspettare Elizabeth. >>

<< Una mappa molto precisa. >>

<< Sì, come no... >>

I minuti passano in fretta. Il campanello viene suonato.

Mi avvio ad aprire.

Pov's Elizabeth

Sento dei passi.

<< Sarà Robert. >> Dico sottovoce.

Infatti viene ad aprirmi.

<< Ehi, ciao. >> Mi saluta, sorridendomi in modo sincero.

<< Ciao. >> Gli rispondo.

<< Allora..., hai intenzione di restare lì o entri? >>

<< Entro, ovvio. >>

Attraverso l'ingresso; ma subito dopo, mi sento un braccio sulla spalla; è Robert.

<< Aspetta, mettiti questa. >>

Mi porge una benda. Io me la lego dietro alla testa e prendo per mano Robert, il quale mi guida verso ad un certo punto.

<< Ehi, Robby, perché mi hai fatto mettere questa benda? >>

<< Beh, toglitela e scoprilo da sola. >>

Me la tolgo. Non riesco a credere ai miei occhi.

<< Sorpresa! >> Mi gridano tutti.

<< C'est fantastic! >>

<< Non sapevo che tu sapessi il francese. >>

<< Beh, Christian, L'ho studiato alle medie, qualcosa me la ricordo ancora. >>

<< Allora, ti è piaciuta la sorpresa? >>

<< Vanessa... Non so proprio cosa dirvi. >>

<< E allora perché stai piangendo, sorellina? >>

<< Elaiza, ci sei anche tu? >>

<< Che domande! Puoi ancora chiedere ai tuoi occhi, comunque perché piangi? >>

<< Perché nonostante tu mi abbia detto tutte quelle parole, io ancora soffro per i miei genitori e vorrei che non litigassero più. >>

<< E qui viene la vera sorpresa. Guarda dietro di te. >>

Mi giro. Continuo a piangere, solo che io, ora, piango per la gioia. Corro incontro ai miei genitori; loro mi abbracciano.

<< Tesoro, ci dispiace averti ferito... >> Dice mia madre.

<< Ma non volevamo. E non preoccuparti se litighiamo, è normale in un matrimonio. >> Continua mio padre.

<< Questo vuol dire che non state per divorziare? >>

<< Già. >>

<< Bene, detto questo, via quelle lacrime e diamo il via alla festa. Voi adulti potete rientrare in casa. >>

I grandi della situazione si guardano e, poi, rientrano in casa dei genitori di Robert.

Noi, intanto, incominciamo la festa; e, tra scherzi e chiacchiere, la serata finisce. Se ne vanno via tutti verso le 22.00. Abbiamo dato fastidio al vicinato e, così, non ho potuto scartare i regali con loro. Lo farò domani; intanto, prima di tornare a casa mia, mi avvicino a Den e Robert che stanno pulendo i resti della festa, e li abbraccio.

<< Grazie, per avermi regalato la più bella festa in assoluto che ho mai avuto e che mai avrò. >>

Loro mi sorridono. Mi giro e me ne vado via con i miei.

 

 

Angolo autore:

Ecco qui la mia idea: una gara a chi ha dato più recensioni a questa storia. Questa gara durerà fino alla fine della storia. Per tanto, vi lascio alla storia, e ricordate questo: recensite.

Lo faccio sia per ottenere più recensioni [e quindi più pareri] sia per farvi divertire.

Questo ritorno nel mondo della scrittura mi sembra molto buono. Questo è il secondo capitolo più lungo della storia. Senza gli angoli autori sono 9 pagine di wordpad contro il capitolo "Story of my life and Eve Christmas" che ne ha 11.

Spero che continuiate a leggere la storia. Il nuovo capitolo è in fase di scrizione. Purtroppo, a causa della connessione, questo capitolo sarà pubblicato circa 10 giorni dopo alla sua scrittura.

La prossima tappa è...

School end and plans for the Summer holiday!!!

Bye_Bye_da_I_am_so [ Che, per chi non lo sapesse, è la mia nuova fima. Non ho cambiato nome, come potete ben vedere.]

 

 

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Capitolo 18
*** Easter ***


Angolo autore: Io vivo per lei... Sopra un palco contro luce; vivo per lei!Ascoltate questa bellissima canzone: Vivo per lei. La conoscerete sicuramente. Ma non so se l'avete mai ascoltata; quindi ve la consiglio. A fine capitolo darò i risultati di quelli che sono entrati nella classifica del gioco annunciato nel capitolo scorso; inoltre, chiedo a coloro che hanno inserito la storia tra le seguite, preferite o ricordate, ma che non hanno ancora recensito, un piccolo parere a coloro per farmi sapere cosa è piaciuto loro e cosa no; il parere mi va bene anche a fine storia.

Ah, ho appena scoperto che posso tralasciare la linea nei dialoghi in cui non ci sono interruzioni, tipo:

- Come stai?

- Bene. E tu?

Invece, nei dialoghi dove ci sono interruzione bisogna metterla:

- Come sta? - Chiese, per poi prendere un pezzo di pizza - Sei sicuro che stia bene? -

Per chi non lo sapesse "Zara" è una marca di vestiti. Lo metto nel testo perché quando mia cugina è venuta qui e siamo andati nel centro di Milano, il suo scopo principale era entrare nei negozi di moda. Li conosceva tutti; il mio, invece, era di trovare i negozi di musica. :)

Vi lascio all'ennesimo capitolo extra: Easter.

Easter

Pov's Elizabeth

Pasqua? Odio la Pasqua: è proprio in quel periodo che mi hanno annunciato che mia madre ha il cancro. Non voglio uscire. Preferisco restare con Robert. Lui è di fianco a me. Sta leggendo la fanfiction che ho letto prima io: "Sono già solo" di Evangeline143 [

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1205574 ]. Io, invece, leggo una storia di una mia amica sul libro "Angeli e Demoni", ovvero di Skizzata98 [ http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1132048 ]; poi penso che leggerò "Piccole cose" di Happy Ending ;[ http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1273827 ] è la sua prima storia originale, ma è bellissima.

- Amore, sicura di non voler uscire?

- Guarda che non sei obbligato a restare qui con me.

- Ma io voglio restare a casa con te...

- Avrei preferito uscire con te, anziché stare qui a leggere storie.

- E allora perché me lo chiedi?

- Così...

- Però scrivono bene, devi ammetterlo!

- Sì, effettivamente sono molto dotate per la scrittura.

- Già... Senti, se vuoi possiamo uscire?

- Davvero?

- Sì, insomma, infondo se non ci credo io che mia madre possa guarire, allora chi dovrebbe crederlo?

- Giusto. Andiamo! - Mi dice prendendomi per mano e portandomi fuori da questo mio "rifugio" dal mondo esterno, casa mia - Sai cosa facciamo adesso?

- No. - No, non lo so davvero. Robert è davvero imprevedibile a volte.

- Vieni! - Mi urla. Mi accorgo solo ora che è già andato avanti. Lo raggiungo, anche se non riesco a seguire il suo passo.

Alla fine, mi accorgo che mi ha portata ad una fermata di un treno.

- Perché siamo qui? - Gli chiedo.

- Perché andiamo a Milano! -

- Cosa?! - Gli domando sbigottita.

- Sì, hai capito bene: ho comprato due biglietti per questo giorno; per questo mi dispiaceva il fatto che tu non volessi uscire... Perché, vedi... I miei poveri soldi... - Rimango immobile - E, poi, anche perché avrei perso una giornata con te, ovviamente... -

- Ah, ecco! - Dico - comunque quanto durerà il viaggio? -

- Sì e no due ore... Don't worry! - Mi dice sorridendomi.

Entriamo nel treno. Io, intanto, mi addormento.

- Ehy, Eli, siamo arrivati. - Mi dice una voce. Mi sveglio. Mi ritrovo Robert a due centimetri dal mio viso. Sposta il suo viso per farmi rialzare il capo. Mi sono addormentata sulle sue gambe. Mi rialzo completamente da lui.

- Vieni, andiamo. - Mi dice con voce soave, o, per lo meno, essendo mezz'addormentata, sembra a me che la sua voce sia così - Siamo nel centro di Milano. - Mi dice - Sei mai stata a Milano? -

- No. - Ammetto.

- Come no?! - Risponde lui stupito.

- Perché tu ci sei mai stato? - Rispondo io irritata.

- Beh, se consideriamo che sono in Italia da meno d'un anno... -

- Sì, anche questo è vero. - Sorrido spontaneamente.

- Perché sorridi? - La prima domanda in vita mia a cui non so rispondere.

- Non lo so. -

Camminiamo per un'altra decina di minuti e, poi, finalmente, arriviamo al duomo di Milano.

 

- Certo che è affollato qui! -

- Perché? Cosa ti aspettavi da Milano? Insomma... Risulta essere la seconda città con il maggior numero di abitanti all'interno della Lombardia... E, poi, Milano è un centro storico, artistico e pieno di opportunità di lavoro! -

- Sì, hai ragione. Aggiungiamo anche il fatto che è piena di stranieri. -

- E questo cosa c'entra? -

- Niente, volevo avere l'ultima parola... Entriamo? -

- Sì, ma, a quanto pare, non sei riuscita ad avere l'ultima parola. -

- C'è ancora un giorno intero. Vedrai che vincerò io... Adesso entriamo! -

- Ma è chiuso! -

- Eh?! -

- Beh, Pasqua è oggi. Il Duomo non è aperto sempre! Cosa credi? -

- Scusa, allora perché mi hai portato qui? -

- Sei nervosa. - Mi dice sorridendomi.

- Da cosa l'hai capito? -

- Dal fatto che picchietti nervosamente il piede a terra. -

- Ah, pensavo dal mio tono. - Gli rispondo. Mi ricordo solo ora che Robert, pur conoscendomi da meno di un anno, mi conosce, ormai, alla perfezione; stessa cosa per me: conosco il suo carattere come conosco bene il mio.

- Allora, non vuoi sapere perché siamo venuti qui? -

- A 'sto punto... -

- Beh, visto che a Venezia ti hanno comunicato il cancro di tua mamma, pensavo che stare lontano da quella città ed andare in un'altra città ti avrebbe fatto bene. Lo so che è un pensiero stupido... Ma, come ben sai, a volte, sono troppo premuroso nei tuoi confronti. - Mi sorride. Lo abbraccio. Ci guardano tutti, ma io continuo ad abbracciarlo, io inizio e continuo a piangere sulla sua spalla. Lui mi stringe a sé. Mi guarda.

- Su, dai, ti ho portata qui per farti dimenticare il tuo dolore almeno per un giorno... Non piangere, ti prego, fallo per me. -

- Ok. - Gli dico mentre asciugo le lacrime sul mio viso - Andiamo. - Gli sorrido teneramente. Mi prende per mano; sembriamo due bambini.

- Allora, visitiamo un po' la zona. Oggi è Domenica, non dovrebbero esserci molti monumenti aperti, magari i bar e basta. -

Pasqua? Odio la Pasqua: è proprio in quel periodo che mi hanno annunciato che mia madre ha il cancro. Non voglio uscire. Preferisco restare con Robert. Lui è di fianco a me. Sta leggendo la fanfiction che ho letto prima io: "Sono già solo" di Evangeline143 [ ]. Io, invece, leggo una storia di una mia amica sul libro "Angeli e Demoni", ovvero di Skizzata98 [ ]; poi penso che leggerò "Piccole cose" di Happy Ending ;[ ] è la sua prima storia originale, ma è bellissima.

- Amore, sicura di non voler uscire?

- Guarda che non sei obbligato a restare qui con me.

- Ma io voglio restare a casa con te...

- Avrei preferito uscire con te, anziché stare qui a leggere storie.

- E allora perché me lo chiedi?

- Però scrivono bene, devi ammetterlo!

- Sì, effettivamente sono molto dotate per la scrittura.

- Già...

- Senti, se vuoi possiamo uscire?

- Sì, insomma, infondo se non ci credo io che mia madre possa guarire, allora chi dovrebbe crederlo?

- Giusto. Andiamo! - Mi dice prendendomi per mano e portandomi fuori da questo mio "rifugio" dal mondo esterno, casa mia - Sai cosa facciamo adesso?

- No. - No, non lo so davvero. Robert è davvero imprevedibile a volte.

- Vieni! - Mi urla. Mi accorgo solo ora che è già andato avanti. Lo raggiungo, anche se non riesco a seguire il suo passo.

Alla fine, mi accorgo che mi ha portata ad una fermata di un treno.

- Perché siamo qui? - Gli chiedo.

- Perché andiamo a Milano! -

- Cosa?! - Gli domando sbigottita.

- Sì, hai capito bene: ho comprato due biglietti per questo giorno; per questo mi dispiaceva il fatto che tu non volessi uscire... Perché, vedi... I miei poveri soldi... - Rimango immobile - E, poi, anche perché avrei perso una giornata con te, ovviamente... -

- Ah, ecco! - Dico - comunque quanto durerà il viaggio? -

- Sì e no due ore... Don't worry! - Mi dice sorridendomi.

Entriamo nel treno. Io, intanto, mi addormento.

- Ehy, Eli, siamo arrivati. - Mi dice una voce. Mi sveglio. Mi ritrovo Robert a due centimetri dal mio viso. Sposta il suo viso per farmi rialzare il capo. Mi sono addormentata sulle sue gambe. Mi rialzo completamente da lui.

- Vieni, andiamo. - Mi dice con voce soave, o, per lo meno, essendo mezz'addormentata, sembra a me che la sua voce sia così - Siamo nel centro di Milano. - Mi dice - Sei mai stata a Milano? -

- No. - Ammetto.

- Come no?! - Risponde lui stupito.

- Perché tu ci sei mai stato? - Rispondo io irritata.

- Beh, se consideriamo che sono in Italia da meno d'un anno... -

- Sì, anche questo è vero. - Sorrido spontaneamente.

- Perché sorridi? - La prima domanda in vita mia a cui non so rispondere.

- Non lo so. -

Camminiamo per un'altra decina di minuti e, poi, finalmente, arriviamo al duomo di Milano.

 

- Certo che è affollato qui! -

- Perché? Cosa ti aspettavi da Milano? Insomma... Risulta essere la seconda città con il maggior numero di abitanti all'interno della Lombardia... E, poi, Milano è un centro storico, artistico e pieno di opportunità di lavoro! -

- Sì, hai ragione. Aggiungiamo anche il fatto che è piena di stranieri. -

- E questo cosa c'entra? -

- Niente, volevo avere l'ultima parola... Entriamo? -

- Sì, ma, a quanto pare, non sei riuscita ad avere l'ultima parola. -

- C'è ancora un giorno intero. Vedrai che vincerò io... Adesso entriamo! -

- Ma è chiuso! -

- Eh?! -

- Beh, Pasqua è oggi. Il Duomo non è aperto sempre! Cosa credi? -

- Scusa, allora perché mi hai portato qui? -

- Sei nervosa. - Mi dice sorridendomi.

- Da cosa l'hai capito? -

- Dal fatto che picchietti nervosamente il piede a terra. -

- Ah, pensavo dal mio tono. - Gli rispondo. Mi ricordo solo ora che Robert, pur conoscendomi da meno di un anno, mi conosce, ormai, alla perfezione; stessa cosa per me: conosco il suo carattere come conosco bene il mio.

- Allora, non vuoi sapere perché siamo venuti qui? -

- A 'sto punto... -

- Beh, visto che a Venezia ti hanno comunicato il cancro di tua mamma, pensavo che stare lontano da quella città ed andare in un'altra città ti avrebbe fatto bene. Lo so che è un pensiero stupido... Ma, come ben sai, a volte, sono troppo premuroso nei tuoi confronti. - Mi sorride. Lo abbraccio. Ci guardano tutti, ma io continuo ad abbracciarlo, io inizio e continuo a piangere sulla sua spalla. Lui mi stringe a sé. Mi guarda.

- Su, dai, ti ho portata qui per farti dimenticare il tuo dolore almeno per un giorno... Non piangere, ti prego, fallo per me. -

- Ok. - Gli dico mentre asciugo le lacrime sul mio viso - Andiamo. - Gli sorrido teneramente. Mi prende per mano; sembriamo due bambini.

- Allora, visitiamo un po' la zona. Oggi è Domenica, non dovrebbero esserci molti monumenti aperti, magari i bar e basta. -

- Ok, ma i bar non sono monumenti! -

- Per te no, ma per il mio stomaco che è affamato sì; andiamo a mangiare! - Rido un poco per la sua battuta.

- Ok, andiamo.

Andiamo, ovviamente, nel bar più prestigioso della zona: Mc Donalds, o, per lo meno, quello che offre il cibo migliore a basso prezzo. Prendiamo delle patatine, due cole e delle crocchette di pollo. Paghiamo, o, meglio, lui paga cinque euro in totale.

Mentre ci avviamo verso Zara, il mio negozio preferito, mangiamo il nostro cibo.

- Eli, la finisci la coca? - Mi chiede.

- No, perché ne vuoi un po'? - Gli domando, mi fa gli occhi da cerbiatto - Non c'è bisogno che tu mi faccia gli occhi da cerbiatto, te la do lo stesso. - Gli dico.

- Grazie. - Mi risponde mentre gli porgo la cola che, in meno di 10 secondi, finisce. Prima di entrare all'interno dell'edificio di Zara, buttiamo tutti i resti del nostro cibo all'interno di un cestino nei dintorni.

- Sì, Zara è aperto! - Urlo.

- Già, purtroppo... - Dice dispiaciuto. Si guadagna, così, un'occhiataccia da parte mia.

Io incomincio a correre all'interno del negozio. Ma lui mi ferma con un braccio.

- Ce li hai i soldi?

- Certo che no! Ma tanto tu me li presterai, vero?

- Hai un budget limitato ai 250 euro, non posso alzartelo. -

- Io avrei usato un centinaio di euro... - Gli rivelo.

- Ok, allora, abb... - Gli blocco la bocca con il palmo della mano.

- Troppo tardi. - Gli dico.

Dopo un'oretta, esco dal negozio.

- Ho speso solo 249.99£, contento? - Gli sorrido per prenderlo in giro.

- Sì, un centesimo mi salverà la vita in caso ci fosse una crisi economica maggiore di quella che stiamo passando; a proposito, sei stata lì dentro per un'ora ed hai preso solo quello? - Mi domanda sbalordito.

- Certo, avevo bisogno di scegliere cosa comprare, ti pare?

- No, non mi pare. - Mi risponde - Visto che si sono fatte le 18.00, abbiamo ancora un'oretta e mezza per girare Milano.

- Così poco?

- Se tu non avessi voluto entrare in questo negozio, ora avremmo ancora due ore e mezza!- Mi rimprovera.

- Sì, hai ragione, ma l'ora è fruttata bene. - Rispondo con indifferenza, alzando le spalle.

- Che testarda che sei!

- Da quale pulpito viene la predica!

- Sì, in effetti...

- Vabbeh, andiamo. - Gli indico una direzione. Lui va avanti, io lo seguo.

- A quanto pare, ho scelto una direzione fortunata - Ammetto, complimentandomi con me stessa per avere scelto la direzione che passa per il museo di storia naturale e della basilica.

Purtroppo l'ora passa in fretta e noi dobbiamo tornare a casa.

Quando arriviamo alla stazione, io mi fermo, ma Robert va avanti.

- Scusa, Robby, ma dove vai? -

- A casa. Mi sembra ovvio. - Risponde mentre cammina con le braccia incrociate dietro alla testa e fischietta una strana melodia.

- E allora perché non ti fermi? - Gli chiedo mentre corro per raggiungerlo. Raggiunto.

- Ah, giusto, non te l'ho ancora detto...

- Cosa non mi hai ancora detto? - Gli chiedo incerta sulle sue intenzioni, ma come ho già detto: certe volte, nonostante io lo conosca benissimo, è imprevedibile.

- Beh, che ho prenotato un albergo in zona. - Mi risponde con sorriso spavaldo.

- Cavolo, hai fatto le cose in grande; manca solo una cena fuori.

- E chi ti dice che non l'abbia organizzata? Anche se, non essendo ricco, avrei preferito una colazione a letto. - Ammette.

- Non ti preoccupare, hai già fatto troppo per me per oggi. Mi va benissimo anche una colazione a letto.

- Mi aspettavo questa risposta.

- Davvero?

- Sì, comunque è meglio prendere un taxi, vieni. - Mi dice. Intanto, lui fa il classico gesto di chiamata del tassì: pollice destro all'insù. Dopo qualche minuto ne arriva uno. Lo prendiamo; Robert dice al tassista una meta. Il tassista mette in moto; ci arriviamo dopo una ventina di minuti.

- Un albergo a quattro stelle? - No, non smetterà mai di stupirmi.

Saliamo le scale ed, intanto, io incomincio a voler mettere fine ai miei dubbi misti a curiosità.

- Puoi dirmi come hai fatto a fare tutto ciò? - Gli chiedo.

- Nell'ultimo mese non sono riuscito a venire a molti appuntamenti, giusto? - Annuisco - Sai il perché? -

- No. - Rispondo in balia della confusione e dell'incertezza.

- Beh, perché ho fatto molti lavoretti per guadagnare un po' di soldi.

- Tipo?

- Commesso, assistente di palestra, insegnate di ripetizioni per le medie... - Mi risponde con aria triste.

- Ah. - Rispondo mentre lui apre la porta - Ma perché non me l'hai detto? - Gli chiedo.

- Perché non sarebbe stata una sorpresa! Ti pare?

- Sì, hai ragione.

Entriamo nell'appartamento e ci stendiamo su letto.

- Senti... Vado a farmi una doccia.

- Ok, Eli.

Vado nel bagno, mi spoglio e mi butto sotto il getto dell'acqua calda. Passano 10 minuti; ancora non sono uscita, ma me lo fa ricordare Robert dicendomi: - Eli, sei svenuta o cosa? - Mi chiede dall'esterno del bagno bussando rumorosamente.

- No, adesso esco.

- Bene.

Esco dalla doccia, mi asciugo, mi rivesto ed esco dal bagno.

- Prego. - Gli dico in tono ironico.

- Grazie. - Sorride.

Entra nel bagno; io, invece, mi ristendo sul morbido letto, prima lasciato per lavarmi.

- Chissà com'è il Duomo di Milano all'interno... - Chiedo al vuoto - Vabbeh, non possiamo rimanere di certo a bocca asciutta, meglio che vada a preparare qualcosa di buono da mangiare...La pasta con la panna e il prosciutto a cubetti andrà bene. -

Mi alzo dal letto per la seconda volta, purtroppo, e vado in cucina.

- Uffa, non c'è niente in dispensa!

- Ehy, Eli, che stai facendo in cucina? - Mi chiede Robert uscito dalla doccia. Lo guardo, rido.. Rido, continuo a ridere...

- Uffi, volevo farti ridere, ma non così tanto.

- Scusa, hai un pigiama con gli orsacchiotti che dicono "ti voglio bene".

- Ok, ok, smettila...

- Va bene, va bene... - Dico. Cerco di respirare - Comunque... Devo andare a comprare gli ingredienti per la cena. Sai se c'è un negozio nelle vicinanze?

- C'è ne è uno al piano terra; puoi trovarci tutto ciò che vuoi. - Mi risponde col suo solito sorriso.

- Ok, grazie. - Gli rispondo mentre esco dall'appartamento. Prendo l'ascensore e scendo al piano terra; non mi ci vuole molto per trovare il negozio, in quanto sull'icona in alto c'è scritto: "Hotel Market, tutto ciò che vuoi lo trovi qui da noi". Ci entro e, seguendo le indicazioni dei cartelli posti in alto, riesco a trovare subito tutto ciò che mi serve.

Vado alla cassa e pago. Una volta uscita, valuto quanto ho speso e subito mi viene spontaneo da dire: - Certo, il servizio è efficiente, ma sono dei veri e propri ladri! Vabbeh, meglio tornare a casa che Robert avrà fame a giudicare dai 17 messaggi che mi ha inviato con scritto: "Ho fame!!! :(".

Mi affretto a tornare a casa e mi precipito in cucina dove Robert, per fortuna, si è tolto quel ridicolo pigiama, se no avrei rischiato di rifare ancora quella sonora risata di prima.

Mi affretto a cucinare, in 10 minuti è tutto pronto e Robert, che è restato dietro di me assillandomi continuamente con i suoi "ho fame", smette finalmente di rompere le scatole e mangia; in pochi minuti, forse secondi, ha finito tutto il piatto mentre io non sono nemmeno a metà.

- Complimenti, cucini bene. - Si complimenta.

- Lo so, se no non c'avrei nemmeno provato.

Dopo qualche minuto anch'io finisco il mio piatto. Prendo i bicchieri, i piatti e le posate e le appoggio vicino al lavandino; incomincio a lavarle ed, ovviamente, Robert mi chiede premurosamente: - Hai bisogno d'aiuto? -

- No, amore, grazie. Va' a riposarti. - Gli rispondo, per una volta, sembra che mi ascolti, infatti, si alza e si dirige verso la camera di prima; a quanto pare ho sbagliato, è andato a prendere semplicemente due felpe: una per lui ed una per me. Mi si avvicina e me l'appoggia sulle spalle, poi prendo un tovagliolo di stoffa ed incomincia ad asciugare i piatti.

- Certo che qualsiasi cosa dica per non farmi aiutare... -

- Sì, ti aiuterò sempre. - Conclude lui.

Dopo aver terminato di asciugare, lavare e mettere a posto le stoviglie, ci stendiamo sul letto precedente per l'ennesima volta. Questa volta, però, ci restiamo per un lungo periodo, affinché io non mi addormento cullata dalle carezze di Robert.

Quando mi sveglio il mattino seguente, Robert non è più di fianco a me. Io mi alzo, ma una mano mi blocca per un braccio, infatti la persona che prima ho creduto se ne fosse andata da qualche parte è di fianco a me.

- Aspetta. - Mi sussurra; lui si alza e torna dopo qualche minuto con un vassoio con 1 cappuccino, 1 cornetto con macchie color cacao sui bordi, quindi ripieno di cioccolato, 1 brocca ripiena di succo d'aranciata e della frutta. Lo appoggia un attimo sulle mie gambe e, poi, si stende di fianco a me riprende il vassoio e mi dice: - Ecco per lei la frutta più fresca che ho trovato. -

- Scusa, ma perché io della frutta e tu un cornetto?

- Perché tu fai sempre colazione con della frutta. - Mi risponde con fare ovvio. Io, invece, per risposta, gli prendo il cornetto di mano e gli porgo la mela da lui portatami; lui non se ne accorge e, così, l'addenta.

- Ma cosa? - Riapre gli occhi e solo ora si accorge che io mi sto gustando il suo ex-cornetto. Mi guarda perplesso.

- Oggi non ho intenzione di mangiare sano; per una volta, gustatela tu la frutta. - Lui mi guarda con fare indispettito.

- Va bene. - Morde la mela e, poi, beve il suo succo all'arancia mentre io mi gusto in modo evidente il suo ex-cappuccino.

Dopo questa colazione durata una ventina di minuti per tutte le volte che ho riso, lui mi dice: - Dai, andiamo, è il momento di tornare a casa. -

Io, pur volendo restare qui, annuisco.

- Dai, facciamo una cosa...

- Cosa? - Mi giro verso di lui.

- Ti riporto qui in estate insieme a Martina ed a Deniel, ok? -

- Ok. - Gli sorrido.

Ci alziamo, recuperiamo quei pochi oggetti nostri in quell'appartamento e Robert prende le posate dell'albero.

- Roby! Che cosa stai facendo?! - Lo sgrido.

- Mi prendo i miei souvenir. - Mi risponde lui con fare innocente.

- Tu stai rubando? - Lui ride.

- Lo sapevo che avresti reagito così!

- E allora perché lo stai facendo?

- Perché volevo vedere se avevo ragione. - Mi risponde lui mettendo tutte le posate al loro posto - Andiamo.

In un'oretta siamo alla stazione del treno; ci vuole un'altra ora e mezza per tornare a Venezia, poi lui mi accompagna a casa ed io, quando se ne sta per andare, lo blocco per un braccio e lo ringrazio:- Ehy, Robert, grazie tante per la splendida giornata. - Gli do un bacio.

- Di niente. - Risponde sorridendo.

Rientro in casa mia.

- Perché quel sorrisino? - Mi chiede mia madre.

purtroppo per me, quelle parole mi ricordano che mia madre è gravemente malata; invece, per fortuna, mi ricordo anche la giornata trascorsa con Robert e così mi riprendo subito. Mi avvicino a lei e le racconto della giornata passata con Robert a Milano.

- Wow, certo che Robert fa sempre le cose in grande. - Mi dice alla fine del racconto.

- Lo so. - Le rispondo.

 

Angolo autore: 1) Skizzata 98

2) Evangeline 143

3) Happy Ending

Avete visto quanto è lungo questo capitolo? Ben 11 pagine word.

Spero vi sia piaciuto. Volevo dirvi che ho pubblicato due nuovi capitoli nella mia raccolta di poesie (questo è il link:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1416472&i=1 ) ed il primo capitolo di una storia horror, all'inizio non è proprio horror perché devo spiegare l'inizio, ma se volete leggerla, eccovi il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1416442

Bye_Bye_da_I_Am_So ( va a finire che il nickname lo cambii davvero in I am so)

 

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Capitolo 19
*** Plans for the Summer holiday, what if? ***


Angolo autore:
Eccomi! facciamo una cosa: da ora in poi non vi dirò più se il capitolo sarà extra poiché, come ho già detto, quelli erano i capitoli previsti fino ad allora. Invece, ora, come sapete, continuo ad inventare cose nuove. E, per tanto, voglio tornare ai momenti tristi, ai momenti iniziali, ai primi quattro capitoli. Già, come andrebbero le cose se succedesse qualcosa ad uno dei protagonisti (Robert, Elizabeth), o ad uno dei co-protagonisti (Martina, Den)? Scopritelo in questo nuovo capitolo. La sorpresa a fine capitolo... Sì, avete capito bene, o se non l'avete ancora capito, il capitolo è diviso in due parti. A sostenere questa mia tesi c'è il fatto che i capitoli stanno diventando troppo "dolci", troppo!

Ps: Kristina, continua così. Le tua storia si sta evolvendo e migliorando, forse, molto probabilmente in uno dei prossimi cinque capitoli, ti farò un po' di pubblicità.

Vi saluto. Eccovi il prossimo capitolo:

Plans for the Summer holiday, what if?

La scuola era ormai finita.

I ragazzi stavano preparando le valigie. Perché? Perché Den, per una volta, aveva avuto una splendida idea: una vacanza insieme.

Certo, era solo per una settimana, ed, inoltre, nessuno di loro voleva considerarla ancora una vera e propria vacanza. Quello era solo l'inizio poiché ognuno di loro, con la propria famiglia, dopo, sarebbe andato in posti fantastici.

Intanto, poiché i ragazzi avevano lavorato duramente per tutto Giugno, fino a terminare quasi tutti i loro compiti, i loro genitori vollero premiarli. Fu per questo che Den, quando i genitori di tutti e quattro li radunarono e dissero loro - Visto che avete fatto un gran bel lavoro, vogliamo premiarvi, perciò scegliete un qualche premio che volete e ditecelo. Basta che non esagerate! -, rispose: -Una vacanza insieme! -. A tutti sembrò una buona idea e, così, i grandi del gruppo affittarono due camere in un albergo a quattro stelle nel Lazio, a Fornia, una città vicino al bel litorale laziale.

Sarebbero partiti il giorono dopo.

La sera seguente tutte le quattro famiglie si ritrovarono all'aeroporto di Venezia. Avrebbero preso l'aeroporto per andare a Roma, per poi prendere un tassì ed andare all'albergo affittato dai genitori. Meno male che i genitori di Den, coloro che avevano avuto quest'idea, avevano già comprato i biglietti due settimane prima.

Gli adulti, dopo aver dato ai figli le solite raccomandazioni, come ad esempio: - Non parlate con gli sconosciuti. -, oppure: - Assicuratevi di non mangiare robe scadute, e non accettate oggetti dagli sconosciuti! -, o ancora: -Evitate di rientrare nell'appartamento troppo tardi! -, a cui i ragazzi risposero con un semplice cenno di capo o con uno smorto 'sì', li lasciarono andare.

Il viaggio durò circa un'ora e mezza. Quando scesero dall'aereo, Quando scesero anche da questo mezzo pagarono 86£. Dopo aver recuperato tutti i bagagli, si diressero verso il bancone principale dell'hotel e, poiché stanze era stato affittato a nome di 'Giorgen', dovettero dire questo nome per poter accedere alle loro camere.

Il viaggio era stato duro e così decisero di andare a dormire direttamente poiché erano molto stanchi. L'imminente domani avrebbero fatto tutto ciò che avrebbero voluto fare, ora dovevano pensare a dormire. I ragazzi erano disposti così: Robert con Den, Elizabeth con Martina. Maschi con maschi, femmine con femmine.

Fu una nottata abbastanza tranquilla.

Si svegliarono tutti intorno alle 9.30. Verso le 10.00 scesero a fare colazione nel bar al primo piano.

L'unico problema fu che Robert, non riflettendo sul fatto di trovarsi all'undicesimo piano, utilizzò le scale per scendere al primo piano anziché l'ascensore. Il risultato: dieci minuti persi.

La colazione non fu molto allegra: Elizabeth, il perché nessuno lo sa, si mise a sgridare Robert per la sua sbadataggine. Alla fine dovettero intervenire Martina e Deniel per calmarli: - E dai! Calmatevi, siamo appena arrivati e già volete scannarvi?! -

La loro risposta fu un flebile "scusateci".

Restarono a parlare per un poco di tempo e poi si ritrovarono nella stanza di Robert e Deniel a decidere cosa fare nel pomeriggio.

Le proposte furono: compre, (- Subito bocciata per fortuna. - Questo il commento di Deniel dopo aver bocciato insieme a Robert e Martina la proposta di Elizabeth.), gita per la città, giro in spiaggia, visita ai musei e pizza fuori. Alla fine scesero la gita per la città.

Alle 15.30 erano già fuori dall'albergo. Viaggiavano per la città senza meta, ognuno aveva il proprio compito: Robert, viste le sue notevoli abilità di fotografo, scattare fotografie, Deniel far ridere il gruppo, Martina scegliere con attenzione la prossima canzone da mettere a tutto volume sul suo Mp3, ed Elizabeth, beh, lei è Elizabeth, doveva semplicemente girare per la città.

C'è da dire che Martina aveva solo canzoni dei Simple Plan nel suo Mp3.

- Ehi, che ne dite se ci fermiamo a prendere qualcosa da mangiare? - Disse Deniel.

- Sì, perché no? Anch'io ho fame! - Rispose Robert.

- E va bene! Però io non sborso nemmeno uno spicciolo, capito?

- Bene, vorrà dire che non mangerai! - Rispose Martina a Elizabeth.

- Uhm, se lo dici tu... Tanto il mio panino me lo compra Robert, vero?

- Perché ho qualche altra possibilità?

- No, andiamo!

Si avviarono verso il primo bar che trovarono. Veramente era un night club, nessuno voleva entrare in quel luogo; dove sicuramente ci sarebbero state persone pronte a tutto pur di mettere le mani su qualcosa da rubare o sul corpo di uno di loro; ma, secondo tom-tom, il quale diceva che il prossimo bar era a 2km di distanza e i loro stomaci affamati, dovevano entrare.

Appena entrati tutto andava bene, anche una volta essersi seduti al bancone, e anche dopo aver ordinato dei panini, anche quando Deniel dovette avviarsi al bagno... Purtroppo quest'ultimo li aveva piantati in asso lì da venti minuti, così andarono a ripescarlo nel bagno degli uomini, o, per lo meno, ci andò Robert mentre le ragazze rimasero fuori. Appena entrato, subito chiamò le ragazze e disse loro di entrare. La scena che videro non era delle migliori; Deniel a terra, col labbro sanguinante ed una scala di ferro sulle gambe, svenuto. Dovevano essere tutti ubriachi se non l'avevano soccorso prima....

ANGOLO AUTORE:

Adesso il mistero è questo: La scala gli è caduta addosso, il labbro sanguinante, a terra svenuto, a voi i pensieri, Cos'è successo?

Il capitolo è corto, ma ho preferito così; almeno i lettori non si stancano di leggere. D'ora in poi i capitoli saranno minimo di 3 pagine fino alle 8; così è meglio, no? Purtroppo non riesco ad aggiornare velocemente, scusate :( Cercherò di recuperare appena possibile; infondo, sono pochi i lettori che seguono ancora questa storia, vorrei evitare di deluderli.

Ps: Buon Natale e Buon Anno Nuovo, anche se già passati.

Bye_Bye_da_Lory_110

 

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