The GazettE's Pets

di Black Swan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The GazettE's Pets - 01 - Le Croci Di Tsuki ***
Capitolo 2: *** The GazettE's Pets - 02 - La Pazienza Di Koron ***
Capitolo 3: *** The GazettE's Pets - 03 - Le Ansie Di Keiji ***



Capitolo 1
*** The GazettE's Pets - 01 - Le Croci Di Tsuki ***


01. Le Croci Di Luna

I personaggi di cui scrivo non mi appartengono e non ho contatti con loro, esclusi quelli partoriti dalla mia immaginazione. Non pretendo di descriverli come sono in realtà, né di descrivere situazioni realmente vissute da loro.

Quanto scrivo non è a scopo di lucro.

Le mie sono opere di fantasia e rivendico i miei diritti su esse solo in quanto sono state partorite dalla mia immaginazione.

 

 

 

 

 

 

 

The GazettE's Pets

 

01. Le Croci Di Tsuki

 

 

 

 

 

 

 

 

Legenda:

«…» = dialoghi umani

corsivo = pensieri

«…» = corsivo, dialoghi degli animali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ben arrivata.

Non ti vedo ancora ma ti sento.

Chi ti parla è una gattina di tre anni un po’ in difficoltà.

Scusami se ti mostro il lato B, ma come vedi sono incastrata sotto ‘sto mobile.

Mi chiamo Tsuki, il mio umano mi ha chiamata così perché ho il colore della Luna, che è anche uno dei suoi preferiti.

Lo chiama argenteo.

Non ho mai avuto un nome prima che mi desse questo, e mi piace.

Mi prendi proprio in un momentaccio.

Sono sola in casa e, come già accennato, mi si è incastrato l’imbuto sotto il mobile.

Sto pregando la mia Dea Gatta di aiutarmi e mi ha mandato te.

Non offenderti, ma avrei preferito il mio umano.

Sto ancora chiedendomi come accidente ho fatto ad entrarci, visto che non riesco ad uscirne!

Perché ho l’imbuto?

E’ lunga da spiegare, ma purtroppo temo di avere tempo… spero che il mio umano torni presto‼!

Anche se il mio umano mi dice che sono una principessa, sono stata abbandonata con i miei fratellini e sorelline.

Il mio umano mi ha vista nella cesta e mi ha preso con sé. Ero l’unica di un solo colore, ed è questo che lo ha colpito.

Mi dice sempre che ero anche la più piccolina.

Gli umani cattivi che ci hanno abbandonato non hanno permesso alla mia mamma di allattarmi, quindi sono… un po’ delicata.

L’umano che mi cura mi ha definita “immunodeficiente”, ma visto cosa ha scatenato questo fra gli umani che sono sempre con il mio, e non ultimo in ordine di importanza quel quadrupede senza senso chiamato Koron, preferisco “delicata”.

Ah ah aspetta che forse… no niente, sono proprio incastrata.

Mi accuccio buona buona o rischio di farmi male. Come se non avessi abbastanza problemi.

Ti dicevo…? Ah sì, quindi è già il secondo anno che a primavera mi viene la dermatite.

Bella fregatura.

Non solo sto male ma creo un sacco di problemi al mio umano, che è tanto buono e dolce con me.

La chiave dentro la serratura mi fa sussultare.

ECCOLO‼‼

«AIUTAMI AIUTAMI TI PREGOOOOOOOO‼‼!»

«Ma cosa…???? Oh cazzo, TSUKI‼‼ Come hai fatto ad infilarti là sotto??»

«NE PARLIAMO DOPO VUOI???? TOGLIMI DI QUIIIIIIIIII‼‼!»

Sento le sue mani intorno al mio corpo e…

«Ma non esci… come hai fatto ad entrarci??»

Comincio a pensare che forse tu non sei arrivata per caso…

«Kai, non sarà entrata dal lato più corto che è più sollevato da terra e poi si è incastrata a metà?»

«Hai ragione. Ferma Tsuki, che devo riportarti al punto di partenza, se no non ti tiro fuori.»

Sono così agitata che lì per lì non riconosco l’altra voce.

Finalmente sono libera.

Kai, il mio umano, mi fissa atterrito oltre il limite dell’imbuto.

«Lo so, scusami… non so come ho fatto… mi perdoni vero? Vero?»

«Ma quanto chiacchiera ‘sta gatta?»

E come ho potuto dubitarne? E’ Ruki, il degno umano di Koron.

«Ha tutti i diritti di miagolare, accidenti! Da quanto eri lì piccolina? Dimmi che non ti sei fatta male!»

Mi fa i grattini sulla testa e io mi dimentico di tutto… anche di rassicurarlo che non mi sono fatta niente, per fortuna.

«Adoro le fusa, lo sai principessa?»

«Io adoro farle per te, siamo a posto…»

«Senti, per prima cosa ti tolgo ‘sto affare, ma ti prego non grattarti, ok?»

Io ci provo, maledizione, ma a volte la zampa arriva lì ancora prima che decida di grattarmi!

«I gatti non sono vispi in generale, ma tu te ne approfitti bambina.»

Questa voce la riconoscerei anche da sorda.

Finalmente torno a guardare il mondo a tutto tondo.

Quell’imbuto mi costringe ad autentiche acrobazie per guardare davanti a me.

Il già citato Koron se ne sta al guinzaglio ai piedi del “suo padroncino”.

Capisci la differenza vero? Ah, ora ti vedo bene!

Ruki è il suo padroncino, Kai è il mio umano.

Ci tengo a sottolinearlo perché credo proprio di essermi giocata la simpatia di quell’ammasso di pelo quando gli ho fatto notare che lui è lo schiavo del suo padrone, io sono la regina di questa casa.

La verità fa male, eh se fa male.

«Tu non corri di questi rischi vero cane? Non muovi passo senza il tuo…»

«Esattamente, gatta. Io non mi ficco nei guai perché uso la testa.»

«Tu ubbidisci, scodinzoli e basta, magari è il tuo padroncino che usa la testa.»

«E’ una mia impressione o stanno leticando?» chiede Ruki divertito.

E’ un vero peccato, perché questo umano mi piace.

In realtà mi piacciono tutti quelli che ama il mio umano. Oltre Ruki ci sono anche Reita, Aoi, Uruha, la mamma e la nonna del mio umano.

Queste ultime poi hanno un profumo buonissimo e mi coccolano sempre.

Nessuno di loro ha altri animali domestici. Per la pietà della Dea Gatta. Koron è più che sufficiente.

Ehm. No, aspetta. Dimentico un gingillino giallo di nome Keiji. Il pappagallino di Reita.

La prima volta che l’ho visto non riuscivo a smettere di ridere.

Il mio umano pensava che stessi tossendo.

Keiji è terrorizzato da me, dice che voglio mangiarlo. Ma scherziamo? Con la ciotola piena e acqua in abbondanza perché dovrebbe interessarmi quel cosino pelle e piume?

Ovviamente Koron si diverte a dirgli che io faccio scena e aspetto solo il momento migliore per papparmelo.

Koron è un bastardo, te l’ho già detto?

Il suono del campanello attira la mia attenzione e lascio Koron a parlare da solo circa l’intelligenza provata del suo padroncino.

Ancora non ha chiaro che io metto in discussione la sua intelligenza, non quella di Ruki.

Entrano come evocati Aoi, Uruha e Reita. Senza Keiji.

Uruha mi viene incontro e sparisco dentro le sue mani.

Sono grandissime. Ci potrei affogare se fossero piene d’acqua.

«Ma ciao batuffolo! Come stai??»

«L’ho trovata incastrata sotto il mobile, non ci voglio pensare.»

«Si è fatta male?» chiede Reita.

«No, credo di no. Spero di no, ne ha abbastanza a cui star dietro, mi sembra.»

Il mio umano… si preoccupa sempre per me. So di dargli un sacco di problemi in momenti come questo, ma mi difende sempre.

Il suo “manager” già lo scorso anno gli ha detto che doveva disfarsi di me, perché se pensa a me si distrae mentre lavora.

Ero preoccupata fino a quando non ho capito il significato di “sbarazzarsi”. Capito quello, sono passata all’essere angosciata.

Inutile dire che quell’umano non deve entrare in questa casa e credo di essere stata chiara in proposito. E’ un po’ che non lo vedo nei paraggi.

Morirei se il mio umano si sbarazzasse di me.

«Vuoi mangiare piccolina?»

Cerco con lo sguardo il mio umano, sento solo il suo dito che mi accarezza la testa, ma le mani di Uruha sono un muro.

«Secondo me, sì» dice Uruha e mi mette in terra davanti alla mia ciotola.

Comincio a mangiare.

«Posso… posso bere? Ho camminato un sacco.»

«Certo che puoi. Abbiamo opinioni diverse riguardo la tua intelligenza, ma non te ne faccio una colpa.»

Koron incassa e si piazza accanto a me.

Non ci sono problemi, il mio umano riempirà la ciotola appena Koron si allontana.

Forse forse questo cane non è poi così stupido. I suoi interessi li sa fare.

«Poco fa sembrava volessero sbranarsi a vicenda…» dice Ruki perplesso alle mie spalle.

«La mia principessa ha un cuore d’oro» lo informa il mio umano.

Queste sono soddisfazioni!

«Appena ha mangiato andiamo da me?» chiede Reita.

«Devo medicarla e darle le medicine…»

Aaaahhhhh, dolenti note.

Koron non ha reazioni di sorta. Mi svuota la ciotola e puntuale il mio umano la riempie.

«Posso…?»

«Bevi quanto vuoi.»

«Grazie.»

Sono contenta che mi abbia chiesto il permesso, significa che al di là del fatto che ci punzecchiamo ha chiaro che questa è casa mia.

E’ più forte e più vecchio, quindi è importante che lo abbia fatto.

«Ma Koron!» esclama Ruki.

Sento il rumore dell’acqua fermarsi.

Quel deficiente ha smesso davvero di bere?

«Bevi, cane. Lui non può sapere che tu ne hai bisogno. L’acqua è mia, hai il mio permesso e tanto basta.»

Percepisco l’indecisione di Koron.

Ci sono stati dei momenti in cui mi ha messa in seria difficoltà, quando ci siamo contesi un pupazzo mi ha trascinata per tutta la casa, particolare che mi ha confermato che è molto più forte di me, altri come questo che lo fanno sembrare anche più piccolo di me.

Il rumore dell’acqua ricomincia.

«Lascialo stare Ruki» dice il mio umano, «lo hai fatto camminare, ha sete. Tsuki è d’accordo, siamo a posto.»

Finisco di mangiare e Koron si è ritirato ai piedi di Ruki che gli accarezza la testa mormorandogli qualcosa.

L’acqua fresca è a mia disposizione come previsto.

Ne approfitto.

«Non si gratta» dice improvvisamente Aoi.

«E’ troppo occupata a mangiare» dice Ruki.

«Non vedo l’ora di toglierle l’imbuto.»

«Ci credo» dice Reita. «Quanto è durato lo scorso anno?»

Il mio umano sospira profondamente. Mi fermo un attimo.

La sua inquietudine è quasi palpabile.

Mi volto verso di lui.

«Che hai?»

Mi guarda un attimo e sorride, «Finisci di bere dai…» mi incita dolcemente.

Ubbidisco.

«Non c’è paragone con lo scorso anno» riprende poi. «Mi fa male pensarci. Lo scorso anno la dermatite ha aggredito la parte superiore, fra le scapole e sotto l’orecchio destro. Si è grattata talmente furiosamente che è arrivata alla carne viva.»

«Oh cazzo…» geme Uruha, «me lo ricordo. Piccina. Non voglio pensare a quanto poteva star male.»

Mi fermo di nuovo.

Male? Da morire.

La differenza è che la prima volta l’umano che mi cura, quei cosi terribili che si chiamano “aghi”, l’imbuto, le medicine … mi sono sembrate delle punizioni. Poi ho capito che il mio umano lo fa per me. Per farmi stare meglio.

Credo di essermi definitivamente innamorata di lui in quel momento. Quando ho visto l’angoscia nei suoi occhi mentre mi medicava.

Finisco di bere e mi appresto a pulirmi.

Oggi non ho ancora potuto farlo.

«No no Tsuki, aspetta!» esclama il mio umano «Se cominci a pulirti non andiamo più!»

«Le dai le medicine ora e si pulisce da me?» chiede Reita.

«L’alternativa è che io e lei non ci muoviamo di casa.»

«Ok, Tsuki… ti tocca» mi informa Reita sollevandomi.

Uffa.

«E’ proprio un batuffolo» dice Reita massaggiandomi ovunque. Anche lui a mani è messo bene. «E’ così piccolina.»

«Ha solo tre anni.»

«Già, e tu la porti dal pediatra…»

La risata del mio umano esplode gioiosa.

AMO quel suono.

Lo AMO.

AMO il mio umano.

«E’ una bambina, certo che la porto dal pediatra!» sembra sfidarlo.

Passo da mani a mani e mi trovo davanti gli occhi del mio umano, «Io sono perdutamente innamorato di questa gattina… e anche lei mi ama, vero?»

«E me lo chiedi anche???»

Cerco il suo naso e lo lecco.

Altra risata. «Sai cosa mi ha detto il pediatra?»

«Cosa?» chiede Reita riprendendomi «Tu ignora che stiamo preparando le medicine per te, ok?»

Eh, è una parola.

La mia attenzione viene rapita dallo strano coso che Reita ha al collo.

Bellllllllloooooooooooooooooo… lo voglio!

Ho già una zampa tesa verso quel gingillo…

«… Quindi, quando mi lecca il naso, mi dice che mi ama!»

Rimango bloccata.

Incredula.

Ma allora lo sa davvero‼‼‼!

Quando mi dice parla più piano che non ti capisco, non scherza‼‼

Sono una gattina felice, il mio umano mi capisce!

La mia felicità si schianta (e ha decisamente la peggio) contro una siringa che a tradimento il mio umano mi mette in bocca, svuotandola in un lampo.

Ingoio per non soffocare.

«CHE SCHIFO‼‼! MA COS’E’E’E’E’????»

Dea Gatta, questa è diversa‼‼

«Cazzo, è una tigre!» esplode Reita.

«NO NON LASCIARLA AND…‼‼‼»

Mi trovo pressata contro il torace del mio umano che mi accarezza la schiena, «No no… buona… dai principessa… fa schifo vero? Questa è nuova, la devi prendere oggi e domani e basta, te lo giuro… domani ti tolgo questo cazzo di imbuto piccolina, te lo prometto…»

Continuo a piagnucolare. E’ cattivissima‼‼!

«Ma che succede???» chiede agitatissimo Aoi.

«La piccolina si è trasformata in una belva!» risponde Reita.

«Ma ti ha fatto male?» chiede il mio umano.

«Ma no, è un graffio. Poverina, deve proprio fare schifo per farla reagire così. Aspetta, dammela, non voglio che ce l’abbia con me…»

Passo di nuovo, stavolta da torace a torace, e mi sistemo per piagnucolare tranquillamente.

«No, non ti odia Rei» dice Uruha.

«Come la porti via?» chiede Reita mentre cerca di grattarmi il collo.

Non mi faccio ripetere l’invito la seconda volta e sollevo il muso al limite, quasi vedo il mio umano sottosopra dietro di me.

«Occhio Rei, è lì la dermatite» dice il mio umano. «La metto nella gabbietta. Però devo rimetterle l’imbuto.»

Trattengo a stento un soffio.

Ognuno ha le sue croci, vero? Ecco le mie.

«Kai, vengo in macchina con te, ok?» chiede Ruki.

E parlando di croci…

«Sì, ok.»

… sembrano non finire mai: in macchina con il cane per andare dal pappagallino.

Dea Gatta, che male ti ho fatto in questa vita?

 

 

 

______________________________________________

 

NOTE:

 

Ok, è arrivata dal fatto che la mia gattina è nelle stesse condizioni di Tsuki, io in quelle di Kai (pediatra incluso).

 

Da lì ad immaginarmi un’interazione con Koron e Keiji… il passo è stato anche troppo breve. Specie perché fino ad ora non credo di aver mai inserito gli animaletti nelle ff.

 

Sono contenta di aver riscritto di getto.

 

Credo che la novità assoluta, a parte l’aver dato la parola agli animali, sia di aver cercato di coinvolgere chi legge, dando l’impressione che gli animali si rivolgano anche a lei.

Spero non faccia semplicemente ridere.

 

Sono solo 3 one shots, una per ogni “pet”, adoro questa parola.

Essendo pronte aggiornerò presto XDDDDD

 

Ovviamente la Dea Gatta è una licenza poetica…

Tsuki () = Luna… giusto per togliere ogni dubbio. Me la sono inventata di sana pianta.

 

Ho lasciato perdere i giapponesismi. Non era di quello che avevo bisogno.

 

Il meccanismo si sta sbloccando, alla fine.

 

Ah, colgo l’occasione per farvi presente, a chi mi legge e non lo sa già e a chi mi legge per la prima volta, che fra i miei link c’è il collegamento alla pagina di autrice (suona molto bene vero?) su Facebook. Lì pubblicherò aggiornamenti, scleri, idiozie e quant’altro…

 

Alla prossima!

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Capitolo 2
*** The GazettE's Pets - 02 - La Pazienza Di Koron ***


02. La Pazienza Di Koron

The GazettE's Pets

 

02. La Pazienza Di Koron

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A volte con questa gatta ci vuole una pazienza monumentale.

Davvero.

Per mia fortuna il Dio dei Cani mi ha donato una pazienza infinita.

Ce ne vuole tanta anche con il mio padroncino, intendiamoci.

Quando mi ha detto che Kai aveva adottato un’amica per me, francamente ho pensato ad altro. Diciamo anche sperato.

Lo adoro, ma è senza testa, per quanto mi sforzi di difenderlo anche con Tsuki.

E’ un creativo, un artista, una J-rock star. Si scorderebbe i pantaloni se non glieli portassi sul letto la mattina.

Le sue fans, le stesse che mi fanno complimenti e versetti quando mi vedono con lui, mi massacrerebbero a bastonate se immaginassero che non esce nudo di casa per colpa mia. Ma son dettagli. E resteranno fra di noi, vero?

Stamani poi… per poco ci ha chiusi fuori casa, tutti e due! Mi ci è voluta tutta la forza che ho per impedirgli di uscire di casa con le chiavi della cantina!

Senti, tu che ci fai qui? Da dove salti fuori?

Sì, parlo con te. Ti ho vista subito, appena entrato in casa del Leader, come lo chiama il mio padroncino.

Adoro Kai, sono poche le persone che illuminano lo sguardo del mio padroncino così.

Posso affermare che gli altri non ti vedono. Se il mio padroncino ti avesse vista avrebbe sicuramente chiesto a Kai cosa ci facevi a casa sua!

Beh, benvenuta, se già non te l’ha detto Tsuki.

Non se la passa bene, forse ha accantonato le buone maniere. Ah no? Meglio. Sono arrivato secondo.

Anche tempo fa si è trovata con quell’affare di plastica al collo, ma ora è un po’ più grandicella, lo gestisce meglio.

Salvo rimanere incastrata sotto i mobili. Quale misterioso universo può nascondersi sotto il mobile che sta lì da quando è entrata in quella casa? Non poteva aspettare a ficcarcisi senza quel tubo intorno alla testa?

Quella fuori di testa, perdona il gioco di parole. Non è fuori di testa? Tu non l’hai vista fare la funambola sulla ringhiera della terrazza! Non ho mai visto quei cinque così perfettamente sincronizzati: si sono precipitati verso di lei per “salvarla”.

No, non puoi capire. Per poco si sono ammazzati loro e lei neanche era davvero in pericolo. Anzi: ha usato la testa del mio padroncino come intermezzo per raggiungere il tavolo!

Fermo restando che Kai abita ad un piano terra leggermente rialzato, addirittura io so che i gatti cascano sempre sulle zampe e Tsuki, per quanto giovane, non fa eccezione. Io se provassi una manovra come quella (ringhiera-testa del mio padroncino-tavolo), sicuro mi ammazzerei! E forse ammazzerei anche il mio padroncino‼

E’ così fuori di testa, a mio modesto avviso, perché sa di poter contare su nove vite. Anche se non so quante ne ha già bruciate.

Che stavo dicendo?

Ah sì… incastrata a coda all’aria. Quando sono entrato e l’ho vista non so cosa mi ha trattenuto dal collassare dalle risate. E’ sempre così composta, anche quando gioca o salta. Vederla in quella posizione è stato troppo divertente.

Deve essere stato il tono di Kai a fermarmi: era stravolto. Beh, anche il mio padroncino si preoccupa per me, ma l’angoscia nella voce di Kai mi ha fermato il cuore.

Saliamo in macchina e Tsuki è chiusa dentro una gabbia di plastica.

Il mio padroncino mi sistema sulle sue gambe, ma ho il presentimento che adesso non è lui ad aver bisogno di me.

Con un piccolo salto passo dietro.

Uff, stavo per finirti addosso!

«Koron, stai attento, se il guinzaglio si incastra da qualche parte ti strozzi!»

«Stai tranquillo!»

Non voglio che si preoccupi per me.

«A volte ho davvero l’impressione che mi risponda!» dice il mio padroncino.

«Io sono convinto che Tsuki mi risponde a tono!» ribatte Kai «E fra l’altro vuole sempre avere l’ultima!»

Sono intelligenti.

Comoda? Mh, ottimo.

«Sai che per poco mi sono scordato le chiavi di casa in casa? Non capivo come mai Koron non voleva uscire, quando mi ha trascinato fino al tavolo del salotto le ho viste! Avevo preso quelle della cantina!»

«Ruki, fai di me un uomo felice e tieniti per te certe informazioni, ok?»

«Tranquillo Kai… ci tengo alla mia reputazione.»

«Mh, forse ti ho sottovalutato, Koron.»

Mi sembra abbattuta, la gattina.

Non so come comportarmi. E’ la prima volta che la vedo così.

Ci mancava solo la gabbia.

«Stai là dentro perché potresti scappare… secondo loro.»

«Tu stai al guinzaglio per la stessa ragione.»

Mi accoccolo accanto a lei per guardarla attraverso la parte bucherellata.

Ti spiace se ti uso come sponda? Grazie infinite.

«Almeno ti fa sentire meglio il trattarmi male?»

Silenzio.

«Poco fa abbiamo leticato, stai invecchiando ad un ritmo preoccupante.»

Non è il momento adatto per renderla partecipe del particolare che un anno dei suoi equivale a sette nel conteggio dei miei. No, direi di no.

La cosa ha sconvolto il mio padroncino, ha detto che così invecchio sette volte più velocemente di lui.

«Poco dopo mi hai lasciato bere la tua acqua, l’ho preso per un armistizio.»

«Ti faccio così pena che hai deciso di essere accondiscendente?»

«Paziente è la parola giusta. Stai male, sei costretta a tenere quel coso, ti hanno dato una medicina cattiva e messa in gabbia. Per me sarebbe abbastanza per una giornata. Davvero senti la mancanza di qualcuno che ti complichi la vita adesso?»

«Ma stanno per uccidersi a vicenda?» chiede preoccupato il mio padroncino «Koron chiacchiera così solo con lei!»

Lo vedo girato verso di noi.

In effetti non ho l’abitudine di parlare da solo e per quanto cerchi di renderlo partecipe dei miei pensieri, il mio padroncino non è sempre ricettivo. Pensa sempre che abbia fame o che voglia uscire.

«Sembra quasi che cerchi di consolare Tsuki» dice Kai.

«E Tsuki fa la sostenuta. I ruoli si sono invertiti con i nostri amichetti a quattro zampe!»

Li sento ridere.

Incrocio lo sguardo di Tsuki e la vedo… sorridere. Per quanto un cane possa riconoscere il sorriso di una gattina mezza sommersa da un aggeggio di plastica.

L’ho vista ridere fino quasi a piangere quando ha visto Keiji per la prima volta.

E’ così piccola.

Credo davvero che possiamo diventare amici, forse già lo siamo in un certo senso, ma a volte anche io sbaglio, perché mi diverto a punzecchiarla sapendo perfettamente quanto è orgogliosa.

«Ok Koron. Fino a quando non mi rimetto sulle zampe, va bene?»

«Affare fatto bambina.»

«Significa che ti sfogherai con Keiji?»

«Ovviamente. E tu mi darai una zampa.»

Beh, sei la testimone di un miracolo.

Stai comoda, sei sicura? Fra poco siamo arrivati.

«Mah, chi li capisce è bravo» dice il mio padroncino. «Sembra stiano conversando in un salotto. Per quanto devi dare quelle medicine a Tsuki?»

«Fino a domenica, ma quella che ha preso oggi deve prenderla solo domani. Per fortuna.»

«E la schiuma che per poco ti sei scordato a casa?»

«Quella per tutta la settimana. Però Tsuki è contenta di quella. Quel massaggio deve essere un sollievo visto che non può grattarsi. Oh accidenti, spero che Reita abbia del cotone in casa!»

«Sicuro ha i dischetti per struccarsi.»

«E’ vero. Ma per pulirle il pelo non saranno sufficienti… a meno che non gli svuoti una confezione. Beh, ci arrangeremo con quelli, ok principessa?»

«Non preoccuparti. Quella schiuma è fresca. Mi piace.»

«Per fortuna mi è toccata una gatta collaborativa.»

«Ha graffiato Reita.»

«Accidenti Ruki, quella medicina deve essere amara come il veleno e Reita quando doveva tenerla ferma non l’ha fatto e quando doveva tenerla forte l’ha lasciata andare!»

«Quindi è colpa di Reita?»

«Certo non di Tsuki!»

«Ti amo umano mio.»

«Fra poco siamo arrivati Tsuki, resisti.»

«Ok.»

«Io non so come fai ad affrontare una cosa del genere tutti i giorni. Mi è toccato medicare Koron solo tre volte ed è un’esperienza che spero di non ripetere più.»

«Beh, non te la sei cavata male.»

«Tolto che per poco mi ha staccato una zampa per medicarla, è ad un passo dalla laurea!»

«Visto? Neanche lui è d’accordo! Credo di avergli staccato quasi una zampa una volta. Si è nascosto sotto il…»

Tsuki solleva la testolina incredula. E la plastica va a sbattere contro la parte superiore della gabbia.

«… letto e non è uscito per tutta la notte. Non ti dico lo strazio. Non ho chiuso occhio.»

«Ehi principessa, tutto ok?» chiede immediatamente Kai.

«Devo solo prendere le misure! Ma ti capisce anche lui allora!»

«Mh, ogni tanto. Indubbiamente per poco mi ha azzoppato quella notte.»

«Forse non è stata una buona idea metterla nella gabbia…»

«Per la Dea Gatta, il mio umano è bravo. Non ti preoccupare, mi sono mossa senza pensare, accidenti.»

«Ma ti sei fatta male?»

«No… uffa, non sono così goffa di solito! Non sbatto contro ogni superficie disponibile!!»

Si sta innervosendo. Accidenti. Devo distrarla.

«Ma… perché lo chiami umano?»

«E’ ciò che è.»

«Come fai a saperlo?»

La vedo perplessa.

«Lo so. Come so che devo pulirmi, che quando mi scappa devo andare nella cassetta con quegli strani cosini bianchi, che quando ho fame glielo devo dire.»

«E come glielo dici?»

«Ho fame.»

«Come? Ancora?» chiede Kai.

«Cosa ancora?» chiede il mio padroncino mentre Tsuki mi guarda soddisfatta cercando di aggirare quel coso che le avvolge la testa.

Ci sono ottime possibilità che diventi strabica se non le tolgono quel tubo in tempi brevi!

«Kai, da bravo, guarda la strada» dice il mio padroncino.

«Non è possibile, Tsuki ha fame. Non ho portato niente.»

«Come fai a sapere che ha fame?»

«Me lo ha detto.»

«Quando?»

«Quel miagolio che ha fatto prima…»

«Quale?»

«Ho fame.»

Però Kai ha ragione: mai vista gatta così collaborativa in vita mia. Almeno con gli altri.

«Quello. Piccina, stai scherzando vero?»

Tsuki soffoca un maestoso sbadiglio e parte quel suono che mi piace tanto.

«Ah, per fortuna. Scherzava.»

«Scherzava perché fa le fusa?»

«Certo, quando fanno le fusa i gatti stanno bene. Mi sono informato. Starà facendo le prove per vedere se la capisco!»

«Veramente io so che fanno le fusa per tranquillizzarsi.»

«Beh, lasciati dire che funzionano alla grande: tranquillizzano anche me!»

Ridono.

«Si chiama fusa quel rumore?»

«Il mio umano lo chiama così. Mi piace. E’ l’unica cosa che ricordo bene della mia mamma.»

Altro dolente tasto. La mia mamma… io posso vederla ogni tanto, il mio padroncino mi porta a trovarla… lei ha perso tutti, anche se ha guadagnato un padroncino come Kai.

«Lo rifai per favore?»

Tsuki ricomincia.

Bene.

E fra poco mi divertirò un po’ con Keiji.

Ti piacerà quando lo vedrai, al di là dell’essere paranoico, è carino.

Tutto sommato la mia pazienza è ricompensata.

Almeno fino a quando Tsuki non si rimette sulle zampe.

E forse, chissà, andando d’accordo si accorgerà che è meglio così.

 

 

 

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NOTE:

 

Dea Gatta, ok… Dio Ca… meglio di no! Non potete immaginarvi la mia espressione quando mi son trovata a scriverlo la prima volta. Va bene licenza poetica, ma ho trovato un mio limite!

Dio dei Cani è preferibile!

Giusto per non perdere l’abitudine agli spoilers, vi preannuncio che Keiji per par condicio avrà il suo Dio dei Pappagallini! XDDDDDDD

 

Era… diciamo un anno che non mi divertivo così tanto a scrivere!

 

Sono a conoscenza che esiste l’opzione di rispondere alle recensioni attraverso le recensioni stesse, ma sono una nostalgica e uso quell’opzione se per esempio ricevo una recensione e non c’è un aggiornamento in tempi brevi.

 

 

Quindi…

 

_Aelite_: non preoccuparti per la recensione. XD *abbracc e stritola e porge la medaglia*

Quando è in gabbia Perla non sta zitta un attimo, ma quando la metto in gabbia è per portarla dal pediatra… e quella gatta impara molto velocemente‼

 

Shinushio: no, non sei banale. Sottolinei concetti. XD

Dopo questo capitolo Tsuki ti sta simpatica? E… Koron? XD

 

Cucciola_81: grazie Cucciola! *abbracc*

Ho pensato che il fatto di far rivolgere il personaggio alla lettrice fosse un po’ strano. Non ero sicura di come sarebbe stato preso. J

“…ma è come se Kai ce l'avesse davvero la gatta ora…”, ecco, con questa frase mi hai stesa. ‘azie! <3

 

kenia kenny: *stritola ma non preleva piume* arigatou‼

In realtà ho semplificato non poco, perché i gatti ci vedono come loro simili più grossi. E’ anche per questo che guadagnarsi il rispetto di un felino non è una passeggiata. -.-’’

Per esempio, quando si strusciano alle gambe, oltre a lasciarti il loro odore addosso marchiandoti come loro proprietà, è segno che riconoscono che (in quel momento) sei superiore a loro e stanno cercando di conquistarsi i tuoi favori. Che poi Perla sia una paracula senza vergogna 24 ore su 24 anche quando dorme, è un altro discorso‼! XDDDDDD

Di cani me ne intendo un po’ meno, per non dire affatto. Spero di non aver tirato strafalcioni. Tu ne hai avuti vero? *cerca consulenza in ritardo*

Era quasi scontata una certa empatia fra te e Keiji… XDDDD

 

Porco_spino: prima cosa, benvenuta nel mio mondo!

Grazie per la recensione e i complimenti. *si inchina*

Temo di sembrare una perfetta deficiente quando dialogo con la mia gatta. Lei mi risponde e di solito troviamo un accordo! XDDDD

Mio nonno mi ha detto che la tratto come un fidanzato, nel senso che mi viene spontaneo rivolgermi a lei con “amore mio” ed è parecchio che non inciampo su un essere umano che mi vada bene!

Adesso la situazione è un po’ spinosa perché devo impormi per medicarla e rimetterle il collare…

 

 

Un ringraziamento anche a chi ha letto ma non ha recensito, a chi ha aggiunto la creaturina alle preferite e alle seguite. Mi sento a casa. ;)

 

 

La prossima sarà la conclusiva! … Il protagonista sarà Keiji.

Devo solo revisionarla (e chi mi conosce sa che valle della morte mi appresto ad attraversare…), quindi prevedo un aggiornamento in tempi brevi!

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Capitolo 3
*** The GazettE's Pets - 03 - Le Ansie Di Keiji ***


03. Le Ansie Di Keiji

The GazettE's Pets

 

03. Le Ansie Di Keiji

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ssssssììììììììììììììììììì eccolo finalmente!

E’ tornato‼‼!

E non è solo!

«Bentornato padroncino‼‼ Ciao Ruki, ciao Aoi, ciao Uruha, non ti conosco ma ciao lo stesso, ciao Koron, ciao Kai…‼»

La voce mi muore in gola.

Oh Dio dei Pappagallini aiutami tu‼‼‼!

No, c’è anche LEI‼‼‼!

«Ciao piccolino, come stai?» mi chiede il mio adorato padroncino avvicinandosi alla gabbia.

«E me lo chiedi?? Ti ha seguito a casa e non l’hai vista??»

«Uh, come siamo agitati. Sei felice di vedermi?» Lo vedo guardare nella gabbia mentre la apre, «La pappa c’è, l’acqua anche. Allora sei felice di vedermi!»

«Sono ad una zampetta dalla morte!»

«Pennuto, sei noioso. E’ stata una giornataccia. Non provocarmi.»

Mi cheto all’istante mentre Koron mi racconta la giornataccia di Tsuki. La mia poteva essere una giornata come tante altre fino a quando lei è entrata in questa casa!

Nel frattempo Kai la fa uscire dalla gabbia… cosa che mi inquieta e non poco.

Dal resoconto di Koron, effettivamente non se la passa bene. Se non avesse un arsenale tale che la coda basta per uccidermi, potrei anche provare simpatia per lei.

«Mi fanno passare la voglia di prendere animali» dice improvvisamente Uruha. «Ma come fanno ad essere così rumorosi?»

Spero con tutto il cuore che non cambi idea! Mi sembra di avere già abbastanza preoccupazioni!

«Ti sei mai ascoltato? Fai più casino tu da solo di loro tre messi insieme» ribatte Ruki.

Intanto mi sono spostato sul dito del mio padroncino.

Ho bisogno di distrarla. Oggi ho anche te come diversivo.

«Ma lei chi è?»

«La vede anche lui.»

«Certo che la vede Tsuki. Sono loro che non la vedono. Era in macchina con noi, ma tu non potevi vederla.»

«Ah, quindi la vedi anche tu. Credevo fosse un aiuto inviato dalla mia Dea e la vedessi io e basta. Ma perché non parla?»

«E’ probabile che sia troppo occupata a cercare di capire perché ci capisce.»

«O forse sta cercando di capire cosa ci fa qui? E’ la prima volta che la…»

Mai intromettersi quando quei due non mi prestano attenzione. Un pappagallino saggio come me dovrebbe saperlo.

Fare l’indifferente.

Beh, chiunque tu sia, sei la benvenuta. … Eh? Sono il terzo che te lo dice? Me lo immagino. Sarò anche l’ultimo perché ci siamo solo noi tre… almeno fino a quando Tsuki non deciderà di fare di me il suo antipasto.

«Reita, ma lo hai pettinato come te?» chiede Ruki.

«Lui non si pettina Ruki, c’è nato così.»

«Ah, allora sei tu che ti pettini come lui» dice Aoi.

Tsuki comincia a ridere.

Non l’ho capita. Che significa che il mio padroncino si pettina come me? Che significa pettinare?

Uruha gli tocca la testa…

Aaaaaahhhhhhhhh aspetta‼‼ Ha la cresta come me‼‼ Ma certo!

Ci sono arrivato. Di solito sono molto più sveglio sai? E’ che quella gatta mi innervosisce.

Nel frattempo, Kai le si è inginocchiato accanto, «Oh no, ricomincia a tossire‼‼»

«Ringrazia Tsuki, Aoi. Non sarà allergica a Keiji…» dice preoccupato il mio padroncino.

Oh, magari. Sarei relativamente al sicuro. Purtroppo so che non è così.

Ride perché già mi immagina nel suo stomaco.

Mi vien voglia di piangere. Ma per il mio padroncino mi faccio forza e gli volo sulla spalla per dargli quello che lui chiama il bacino del bentornato.

Devo stare attento perché ho il becco molto più duro del suo. Morirei se gli facessi del male. Lui è così buono con me.

«Ah ecco, pensavo che te ne fossi scordato, Keiji!»

Mi accarezza affettuosamente e per un attimo scordo tutto il resto.

Mi ha detto che sono famoso perché mette le mie foto in rete… ancora non ho capito cosa ci fanno le mie foto in una rete (ho capito cosa è una foto quando me ne ha messa una davanti al becco…), ma se ce le mette il mio padroncino va bene di sicuro, quindi tu sai chi sono?

Ma mi capisci? Ah, ok.

Anche Koron è conosciuto. Sempre nella solita rete.

Mah, fino a quando mi parlano di reti ma non le vedo va tutto bene.

Tsuki invece no. Kai preferisce tenerla nascosta, specie ora che è piccola.

Piccola. E’ un carro armato accidenti. E cresce a vista d’occhio.

Sono nervoso e quando sono nervoso non riesco a…

Dio dei Pappagallini cosa sta facendo Kai???????

LE TOGLIE QUEL COSO DALLA TESTA????? SONO MORTO‼‼‼!

«Rilassati Keiji, Tsuki ha già mangiato a sazietà stasera, vero?»

Li vedo scambiarsi un’occhiata che mi gela il sangue.

Da quando questi due vanno così d’accordo?

«Più o meno. Oh, finalmente senza quell’aggeggio infernale mi posso pulire a dovere. Potete sopravvivere un po’ senza di me?»

E’ una domanda trabocchetto?

Mi nascondo fra i capelli del mio padroncino mentre Koron, che sghignazza, si accuccia sui piedi di Ruki e Tsuki fa sua una poltrona e comincia a lavarsi.

Mi sa che ti tocca stare in piedi, a te.

«Keiji, occhio a non incastrarti di nuovo fra i capelli» mi dice il mio padroncino.

«Sì, sto attento.»

«Ecco, bravo, così.»

«Quella gatta è incredibile» dice Aoi. «Si è presa una poltrona.»

«Non preoccuparti tesoro, ti prendo in collo io!» dice Uruha.

Scoppiano a ridere tutti.

«Con le medicine hai finito stasera, vero Kai?» chiede il mio padroncino dopo avermi appoggiato sul supporto di legno. Avrei preferito rimanere su di lui. «Ah no, la schiuma.»

Tsuki solleva di scatto la testa e la vedo puntare con intenzioni chiaramente assassine…

«NON OSARE FARE DEL MALE AL MIO PADRONCINO!»

Silenzio totale.

Tsuki si volta lentamente verso di me, come tutti gli altri.

La differenza è che lei ha gli occhi ridotti a due fessure.

Oh Dio dei Pappagallini stavolta avrai bisogno di rinforzi per aiutarmi.

«Keiji… che hai?» chiede preoccupato il mio padroncino.

Cosa ho? Te lo riassumo in due parole:

«Tanta paura!»

Torna vicino a me e mi permette di risalire sul suo dito.

Se non altro, torno su di lui.

«Ma… che era quel ruggito?» chiede Ruki perplesso «Ero pronto a scommettere che fosse un pappagallino.»

«Chi avrebbe mai detto che dietro un pappagallino si nascondesse una tigre?» chiede Uruha fissandomi con la testa reclinata.

Ma mi sta facendo il verso?

Sbaglia parte.

Gli mostro come si fa.

Ah, ha capito. Adesso è reclinata dalla parte giusta.

«A volte ho l’impressione che questo pappagallo mi prenda per il culo con quella testolina reclinata» dice Uruha.

«Sembra che gli fai il verso! Sbaglierai parte!» dice il mio padroncino.

Rimango un attimo bloccato. Mi capisce. Ecco la prova suprema. Io lo adoro quando capisce al volo le situazioni. Come fa a non capire quanto quella gatta mi metta in crisi?

«Ma figurati» dice Uruha.

«Ma con chi ce l’aveva?» chiede perplesso Aoi.

«Keiji, cosa ti hanno messo nel mangime oggi?»

Koron è chiaramente divertito.

Chi ha detto che cane e gatto non vanno d’accordo non ha visto questi due.

Ti rendi conto in che situazione sono?????

«Ci deve essere qualcosa che non va oggi» dice Kai lentamente. «Anche Tsuki e Koron hanno… diciamo discusso a casa, ricordate? Ed in macchina sono stati zitti per poco.»

E’ una buona o una cattiva notizia? Discutevano di come uccidermi e hanno trovato un accordo prima di arrivare qui?

«Forse sentono il nervosismo di Tsuki che sta male» dice Uruha. «Quando sta male una femmina ne risentono tutti.»

Specie se la femmina in questione è una killer nata.

«Koron e Tsuki sono cane e gatto» dice il mio padroncino che mi sta studiando attentamente. Effettivamente lui la testa la reclina sempre dalla parte giusta. «E’ quasi ovvio che a furia di miao e bau diventino rochi. Keiji dovrebbe essere un giocatore esterno.»

«Sarò un giocatore più che interno di questo passo, interno al suo stomaco. Quella mi mangia padroncino‼‼»

Non sono riuscito a trattenermi, nella foga ho anche teso un’ala verso quella gatta.

Io più chiaro di così non riesco ad essere.

Tsuki ricomincia a ridere.

Stavolta Koron la segue e si rovescia di schiena.

Ecco, vedo che stai ridendo anche tu.

Il mio padroncino mi guarda basito. «Keiji, non ti ho mai sentito chiacchierare così. Peccato non capisca un benemerito cazzo di quello che dici, perché devi essere un comico nato.»

«Ma che stai dicendo, Reita?» chiede Aoi.

«Ma non li vedi? Tsuki e Koron stanno ridendo.»

Scoppiano a ridere anche Aoi, Kai, Ruki e Uruha.

«Che serataaaaaaaaaaaaaaaaaaaa‼‼!» esclama Uruha piangendo da come ride.

«Questa mi mancava!» dice Aoi «I gatti non ridono!»

«Nnnnooooo» dice Ruki, «ma hanno un miagolio preciso per dire che hanno fame!» Si getta in ginocchio davanti a Tsuki e… «Come si dice ho fame, Tsuki?»

Tsuki lo fissa come se volesse mangiarselo, poi…

«Ho fame.»

Kai ricomincia a ridere e si sdraia sul divano andando addosso ad Aoi, Ruki fissa basito Tsuki.

«Siete tutti testimoni: me lo ha chiesto lui.»

Detto questo, la belva assassina ricomincia a lavarsi.

«Ma… ma… non è possibile. Ha rifatto esattamente quel miagolio!» dice Ruki rivolto a Uruha.

«Quale miagolio?» chiede Uruha.

«Lasciamo perdere, ok?» dice Aoi «Leader, ricomponiti!» aggiunge spingendolo di nuovo a sedere.

Tsuki gli lancia un’occhiataccia, ma credo di averla vista solo io.

E’ molto gelosa di Kai, ti fosse sfuggito. Lo chiama “il suo umano”. Ha ringhiato e soffiato al manager un paio di volte (me lo ha raccontato il mio padroncino, intendiamoci: io sarei morto d’infarto se fossi stato presente), credo perché ha detto che Kai doveva disfarsene.

E’ stato Koron a spiegarmi cosa significa… e la capisco. Eh se la capisco. Non ricordo di aver avuto una vita prima del mio padroncino. E’ come… come se fossi nato quando ha detto Keiji la prima volta.

Intanto il mio padroncino mi appoggia sulla sua spalla. «Tu resti con me, ok? Sei parecchio agitato oggi, piumino.»

«Come lo chiami??» chiede Kai fra altre risate.

«Piumino. Che vuoi? Tu chiami quella gatta principessa

«A volte proprio non li capisco. Il mio padroncino mi chiama piccolo di papà.»

«Già, ma se fossi un po’ più attento ti saresti accorto che lo fa quando gli altri non lo sentono.»

Koron ci pensa un attimo e poi si rassegna tornando a sdraiarsi.

E’ proprio vero: a quella gatta non sfugge nulla. Figurati quante possibilità ho io, di sfuggirle.

Il mio padroncino per fortuna va a sedersi sul divano, ma dalla parte opposta alla poltrona dove sta Tsuki.

«Quando le metti la schiuma?» chiede Uruha.

«Subito prima di rimetterle l’imbuto. Non deve assolutamente leccarsi dopo l’applicazione.»

Koron con un sospiro sembra comprimersi sul tappeto.

«Mi si sta deprimendo il piccolino» dice Ruki.

«Ma smettila» dice Uruha.

«Dico sul serio. Oggi sembra ci sia empatia fra Koron e Tsuki. Hanno iniziato male, ma poi…»

… magari si sono trovati d’accordo? E’ la mia fine.

«Ruki ha ragione» dice Kai. «In macchina sembrava quasi che Koron la stesse consolando.»

Dio dei Pappagallini, ho sentito bene? La situazione è anche peggiore di quanto temevo.

Fisso basito Koron che, ovviamente, se ne accorge.

«Pennuto, falla finita, ok? Siamo in pieno armistizio e solo tu non te ne sei accorto. Tsuki ha altro a cui pensare. Goditela fino a quando non si rimetterà sulle zampe.»

Per la seconda volta, stento a credere alle mie stesse orecchie.

Guardo di sfuggita Tsuki che si sta lavando accuratamente.

«Ma… ma stai davvero male?»

Parlarle può essere pericoloso, lo so… ma la parola “armistizio” mi piace un sacco, e se lo dice Koron tutto sommato posso fidarmi, quindi corro il rischio.

«Vuoi vedere il vero problema pennuto?»

La vedo sollevare la testa e mi rendo conto che parte del pelo sul collo, esattamente sotto il muso, non c’è più. Al suo posto c’è una macchia rossa.

Mi sento quasi male anche io.

«Mi… mi dispiace.»

«Compassione da parte di un pennuto? Oggi è la mia giornata. Comunque, grazie. Ne ho proprio bisogno.»

Mi ha sorriso? Era un sorriso quello?

Oh Dio dei Pappagallini, sta proprio male poverina.

«Che devo fare per far fare le fusa a Tsuki?» chiede Aoi.

«Mah, grattale la testa» risponde Kai, «ma ora si sta lavando, potrebbe non apprezzare.»

«Ma non è un po’ troppo… indipendente?» chiede Ruki.

Le orecchie di Koron schizzano come me quando ho paura.

«Mmmmmhhhhh… no» risponde Kai. «Ho imparato un sacco di cose da quando è con me. Adora i grattini sulla testa ma non sulla pancia… specie da quando l’ho fatta sterilizzare. Le piace giocare e dormire sotto il piumone con me. Se non la fermassi passerebbe ore a fare le fusa e la “pasta” sulla mia pancia. Detesta le cose che volano, essenzialmente perché non riesce a prenderle. Se non vuole stare in braccio non c’è modo di prenderla, ma se mi sale in collo… in quel momento è un esserino che vuole dare e ricevere amore. Ed è incondizionato. Guardala ora. E’ lì e sembra che non presti attenzione a niente, ma è con noi e ci controlla. Quando entro in casa mi trotterella incontro e mi da il benvenuto. Non sono più solo. A prescindere dall’avere qualcun altro in casa con me o no.»

Tsuki interrompe la pulizia e, in un attimo, è in collo a Kai.

Tu hai visto come ci è arrivata? Io non ho fatto in tempo a muovere la testa.

E’ velocissima.

Ecco come morirò. Mi ha appena dato un assaggio di quello che è capace di fare.

Struscia il muso contro il viso di Kai e gli da una leccata sul becco…

«Non per niente sei il mio umano. Ti amo.»

Si sistema sulla pancia di Kai e ricomincia a lavarsi.

«Anche io» risponde Kai con un sorriso accarezzandole la schiena.

«Anche tu cosa?» chiede Uruha perplesso.

«La amo» risponde Kai.

«Non prenderò mai un animale» decide Aoi. «Vi state completamente rincoglionendo!»

«Se tu avessi un gatto dovresti prendere una femmina e chiamarla En» dice Ruki grattando la gola a Koron che se la gode.

«Sei simpatico come un calcio in culo alle 6.00 la mattina» ribatte Aoi fra le risate generali.

«Se prendessi un gatto avrei un compagno di bevute fisso in casa» dice Uruha.

Se prendi un gatto tu, giuro che mi suicidio. Sei il migliore amico del mio padroncino, maledizione‼‼ Stai più qui che a casa tua‼‼

«Se tu avessi un gatto lo uccideresti in meno di due minuti!» ribatte il mio padroncino dopo un attimo di silenzio generale «Gli animali non bevono alcolici‼»

Uruha lo fissa un attimo, poi… «Peccato non possano guidare allora. Ci sarebbe sempre qualcuno sobrio che mi riporta a casa.»

«Già, uno chauffeur che si ricarica ad acqua e croccantini» dice Kai divertito.

«Sei scemo forte eh…» dice Ruki.

Tsuki si stiracchia improvvisamente e si appallottola in grembo a Kai che l’accarezza. «Sei stanca, vero principessa?»

«Forse è anche l’antibiotico che la destabilizza» dice Ruki.

Ah, ecco… ci doveva essere una spiegazione. Vorrei conoscere questo Antibiotico e farmi spiegare come si fa a destabilizzare quel bulldozer.

«Quasi certamente» dice il mio padroncino. «Per fortuna Keiji non ha problemi di salute. Non saprei come fare.»

«Fino a quando mi tratti così, non avrò problemi di sorta.»

Gli do una beccatina sotto l’orecchio.

Lo sento ridere. «Ho il pappagallino più affettuoso del mondo!»

«Ma perché non viene mai sulla spalla a me?» chiede Uruha.

Ora sei troppo vicino a Tsuki. Troppo. Spiacente.

«Fallo contento, Keiji. Tsuki, io e te siamo in armistizio.»

Guardo Koron per qualche secondo, poi prendo la decisione.

Sperando che non sia l’ultima della mia vita.

Con un breve volo mi sposto sulla spalla di Uruha.

Cala il silenzio più assoluto.

«Ditemi che sto sognando…» mormora Uruha sbalordito.

Il mio padroncino mi sta fissando stupefatto. Non penserà mica che lo preferisco a lui vero??

Il sorriso che gli illumina improvvisamente il viso mi blocca dal tornare di corsa sulla sua spalla. «Bravo Keiji, sono orgoglioso di te‼!»

Uruha mi gratta dolcemente sotto il becco con un dito, «Ma bastava chiedere? Se lo avessi saputo prima!» dice ridendo contento «Come sei piccolino, sei tutto piume!»

«E’ quello che gli salva la vita… non mi fa neanche da antipasto. E poi le piume non le digerisco, è già fastidioso rigurgitare il mio pelo.»

Mi volto verso Tsuki. Avrei giurato che stesse dormendo! Non si è mossa di un millimetro, occhi chiusi.

O quasi.

No, a guardarla bene uno è un po’ aperto.

Diavolo di una gatta!

«Mi stai proponendo un armistizio a vita o è l’Antibiotico?»

Koron schizza sulle zampe e comincia a saltellare da come ride.

Inutile dire che spaventa a morte Ruki che balza in piedi. «KORON, PICCINO, CHE HAI???» si getta in ginocchio accanto a lui «Ti è andato di traverso qualcosa?? Oh cazzo, aiutatemi voi‼»

Tsuki non si è mossa e Kai non si azzarda a disturbarla.

«Fammi smaltire l’antibiotico e poi te lo dico.»

«Uruha, se cominciassi a parlare di prendere un qualsiasi animale in casa, anche da ubriaco, ricordami questa scena, intesi?»

«Stai tranquillo Aoi. Tu farai lo stesso, ok? Ti prendi il nano o il sacchettino di pulci?»

«Il nano.»

«Perché ho perso tempo a chiedertelo?»

Mi trovo improvvisamente il viso del mio padroncino vicinissimo e mi appoggio a lui.

«Se mi ci metto d’impegno uno dei due lo convinco ad adottare la tua fidanzatina. Chi preferisci?» mi sussurra.

Lo guardo incredulo.

Dio dei Pappagallini, grazie. Grazie per questo padroncino meraviglioso.

«Aoi?»

Scuoto la testa e il resto del corpo per riflesso.

«Uruha allora?»

Gli do una leggera testata sulla guancia.

«Aggiudicato Uruha.»

«Io ti adoro. Mi getterei nelle fauci di Tsuki per te. Ma ti prego non mettermi alla prova.»

Il mio padroncino mi gratta dolcemente il petto. «Se mi stai dicendo che mi vuoi bene, te ne voglio anche io.»

Con il mio becco cerco il suo e lui mi asseconda. Mi viene da piangere per quanto sono felice.

«Ehi Tsuki, hai qualcosa in comune con Keiji» dice improvvisamente Kai.

Koron è in collo a Ruki e gli sta lavando la faccia a suon di leccate. Per farsi perdonare, quel cane non ha uguali su questo pianeta.

«Già, di questo passo dovrò mettere in pensione la fascetta per il naso.»

«Starai scherzando?» chiede Uruha attonito «Che c’entra?»

«Tsuki esterna il suo amore per Kai leccandogli il naso, Keiji mi ci struscia il becco.»

C’è un silenzio assoluto per qualche secondo.

«Ok, dobbiamo trovare un diversivo per Keiji» stabilisce Uruha.

«Io un’idea ce l’avrei…» dice il mio padroncino chiudendo velocemente solo un occhio e riaprendolo subito.

«Sentiamo.»

Mi piace quando fa così. Cerco di imitarlo ma proprio non ci riesco.

«Adotta una femminuccia gialla con la cresta e siamo a posto.»

«Co… co… COSA????» esplose Uruha «E’ arrivato il momento di andarmene!»

«Ma Uruha…!» comincia Ruki.

«Di corsa anche! A domani ragazzi‼ Ryo, tu dormici sopra e rinuncia all’impresa, per cortesia!»

Se ne va davvero.

Posso dire addio alla mia fidanzatina.

Mi è venuta voglia di comprimermi sul tappeto.

«Oooohhhh non preoccuparti Keiji. Siamo appena all’inizio!» dice il mio padroncino «Azzardando un pronostico conoscerai la tua fidanzatina entro un mese!»

Aoi si alza con lentezza.

«Dove vai?» chiede Kai.

«Me la do a gambe levate prima che a te o a Ruki vengano strane idee.»

«Io non voglio un fidanzato, ho già il mio umano.»

L’informazione è data senza muovere baffo o zampa.

«Invece io una fidanzatina la gradirei davvero‼‼»

Questa invece è scodinzolata, con la lingua al pavimento e a dir poco entusiasta.

«Una fidanzata per Koron?» sembra chiedere Ruki come a voler essere sicuro di aver capito bene.

«A domani scellerati‼!»

E anche Aoi sparisce.

«Ruki, io e te dobbiamo mettere a punto un piano» dice il mio padroncino.

«UNA FIDANZATA, SSSSSììììììììììììììììììì‼‼ REITA TI ADOROOOOOOOOOOOO‼‼‼‼ ADOTTAMI‼‼‼!»

Koron è impazzito.

E Reita è il mio padroncino. Senza compromessi.

Ma la mia saggezza mi dice che è meglio tenermelo per me. Rinsavirà.

«Io e Tsuki invece stiamo bene così adesso, vero?» chiede Kai.

Per tutta risposta, Tsuki solleva la testa e lo guarda.

«Però quando saranno due cani e due pennuti mi aiuterai, vero?»

«Ma certo, che ce ne facciamo noi di un fidanzato e una fidanzata?»

Un nuovo sorriso si disegna sul muso di Tsuki e si conclude con uno sbadiglio che, se ce ne fosse bisogno, mi conferma che potrebbe fare di me un solo boccone.

Quelle zanne sono spaventose anche viste da qui.

Aspetta.

Non… non penserà mica che mi fidanzo per sfamarla meglio vero?????

Devo assolutamente conoscere questo Antibiotico‼‼!

Aspetta, ora che ci penso: tu come ti chiami? Sei per caso tu Antibiotico??

 

 

 

______________________________________________

 

NOTE:

 

 

En = alzi la mano chi non sa che è il nome delle chitarre di Aoi. ;)

 

 

kenia kenny: “Questa sarà una di quelle fic che leggerò in quei momenti in cui voglio essere felice *-* grazie <3” … ma grazie a te. <3

Stai certa che te la ricorderà. Quella fan art! XDDD

 

Kryss369: benvenuta! Grazie della recensione!

Soddisfatta di Keiji e Reita?

 

Principessa Neve di Luna: non ho mai avuto disegni romantici per Koron e Tsuki. Proprio non esiste. Sono cane e gatta! XDDDD

Grazie per la richiesta di amicizia su FB e per aver deciso di “seguirmi”!

 

Ami For a Dream: Arigatouuuuuu!

Spero che Keiji non abbia deluso… se scrivere di una gatta e un cane è stato un po’ un terno al lotto, entrare in quel capino giallo è stato un salto nel buio‼! >.<

 

_Aelite_: ti adoro watashi mo, premesso questo…. scusami chibi ma deve finireeeeeeeeeeeeee‼‼ *si dispera anche lei*

E’ proprio pensata come una istantanea di una serata qualsiasi.

Il rapporto Kai/Tsuki è pari pari quello che ho con Perla. Ho perso il conto delle serate passate con lei sul divano a farle da materasso (fusa e “pasta” a volontà). Quando sono tornata dall’ospedale per settimane mi è venuta addosso circumnavigando la pancia. Senza che le dicessi niente. Mi si accucciava sul petto, sotto il mento. Mi seguiva in bagno, mi riaccompagnava a letto. Mi ha fatto la guardia. XDDD

 

Vortex: Ben trovata! Benvenuta!

Grazie della recensione e dei complimenti.

Mi fa sempre piacere leggere la prima recensione di qualcuno che mi legge, magari per la prima volta.

Keiji il paranoico ha passato l’esame?

 

Riot Star: ma ciao bella‼ Da quanto tempooooooooooo???

Spero tu abbia ragione, perché mi manca tantissimo lo scrivere come facevo un anno fa. Ho anche aggiornato e odiato ciò che ho scritto. Allucinante.

Leggere dei cavalli mi ha fatto sorridere. Quando ami gli animali, qualsiasi animale, cerchi di capirlo e speri che ti capisca.

 

 

 

Ed eccoci alla fine.

Risponderò alle recensioni dell’ultimo capitolo con l’opzione di risposta del sito.

Spero sia stato un bel viaggio anche per voi.

Alla prossima.

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