Di semplici giorni - Quando la normalità non sai più cos'è

di Sciarpata di verde
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Preso dalla follia ***
Capitolo 2: *** Lily White ***
Capitolo 3: *** Un'altra dimensione ***
Capitolo 4: *** And I see fire ***



Capitolo 1
*** Preso dalla follia ***


Di semplici giorni

Quando la normalità non sai più cos’è!

 

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Era un giorno come un altro. Un semplicissimo giorno. Un dannatissimo giorno uguale a quello prima, e sicuramente tale e quale al successivo!

E allora cosa ha trasformato un giorno così perfettamente banale in un giorno di totale follia??

 


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Suonò la campanella dell’inizio dell’ora ed io, stranamente, ero già in classe. Era l’ora di pozioni col professor Piton, come ogni martedì. E come tutti i martedì, noi serpeverde facciamo lezione con i Grifondoro.

Sai che fortuna vedere la faccia di quegli imbranati!

Entrarono tutti gli altri in classe, sorprendendosi della mia presenza, ma io li ignorai.

Cominciò così la lezione, con l’entrata poco garbata del professore in aula.

Solita lezione, solite cose che ripete Piton, soliti mugugni, solite punizioni e soliti punti aggiunti e levati.

All’improvviso entrò ansimante la Granger. Ma guarda! Non mi ero nemmeno accorto che mancava all’appello! Ci saremmo invertiti i ruoli? Io presto e lei tardi? Singolare, ma niente di anormale.

- Scusate professore, non ho sentito la sveglia… - si fermò sulla porta sperando che il prof l’ammettesse in classe.

In risposta gli fece un cenno scortese indicandole di sedersi e non disturbare.

Lei si inchinò leggermente per ringraziare e corse verso il posto che le aveva indicato.

Capitò proprio quel giorno banalissimo che l’unico posto disponibile era uno di quelli vicini al sottoscritto. E di malavoglia la mezzosangue si sedette proprio su quel posto.

- Facciamo le ore piccole, Granger? – domandai per stuzzicarla, come di norma.

- Si, ma non per quello che potresti pensare tu, stupido furetto. Se proprio non devo dormire lo faccio per amici, o per cose veramente importanti. A differenza tua – sussurrò.

Come se la prende!

- Scorbutica – ribattei.

 

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Uscendo dalla classe il professor Piton mi fermò… stranamente.

- Signor Malfoy, vorrei parlarle di una formula che vorrei proporle, sa, vostro padre ha insistito tanto. –

- In pratica dovrei fare una lezione extra? –

- Esattamente –

- Dalle altre lezioni sono esonerato? –

- Su mio ordine… -

- Cosa vuole sta volta mio padre? – domandai esasperato.

- A quanto pare avete problemi con la servitù… -. Mi invitò a seguirlo nel suo studio ed intanto pensai che una semplice lezioncina extra non avrebbe mai potuto stravolgere la mia banalissima giornata. In effetti era già strano pensare una cosa del genere! Insomma, cosa mi stava portando a pensare alla banalità del giorno? Forse… sesto senso?

Entrammo nel suo lugubre studio e il prof, senza neanche voltarsi, cominciò a parlarmi di cosa mi avrebbe insegnato quel giorno.

- Vostro padre, da quando il signor Potter ha liberato il vostro servo, ha avuto seri problemi di crisi isteriche e adesso pretende che anche voi abbiate un domestico… o almeno così mi ha detto vostra madre, quindi il mio compito è quello di insegnarvi ad evocare un domestico-.

Passammo così le ore ad imparare formula, movimenti e via dicendo.

- Ciò che forse non ho rammentato di dirvi è che è possibile fare un solo tentativo, a meno che non evochi un ameba… se il domestico è capace di camminare, maneggiare, parlare ed ascoltare, allora rimarrà legato a voi come servo e non potrete cambiarlo per un bel po’ di tempo… -

- Solo ora me lo dite? – mi irritai.

- è per questo che dovete impararla bene, signor Malfoy –

- E io che la stavo prendendo così superficialmente – parlottai più per me stesso che per lui.

- Non dovreste prendere le mie lezioni extra così alla leggera. Vostro padre si aspetta molto da voi. –

- Lo so… - risposi solo.

Dopo altro tempo (sprecato, secondo me), riuscii finalmente ad imparare alla perfezione come evocare un domestico, ovunque esso sia.

- Siete pronto a provare? –

- Si, mi sento pronto – bacchetta alla mano, formula perfettamente collocata nel mio crevello, movimento pronto…

Formulai ciò che dovevo formulare, mossi quel che dovevo muovere… un fumo immenso si alzò dal punto che avevo indicato con la bacchetta.

Una sagoma cominciò a formarsi. Era indefinita… ma non sembrava propriamente un tipico elfo domestico… almeno per la stazza! L’altezza era troppa per un elfo… e non era certo magrolino e rinsecchito come un elfo… pareva più…

- Basta! Io da questa casa ho deciso di andarmene! E non puoi trattenermi!! –

Una ragazza in lacrime uscì dal fumo come se niente fosse… poi forse dopo si rese conto che parlava di cose che né io, né il professore potevamo capire.

- Ma… dove sono? – e si guardò attorno dubbiosa e anche alquanto preoccupata.

No… quella, di sicuro non sarebbe rimasta una “giornata banale” come avrei preferito. Bensì l’inizio della mia follia.

 

 

 

 

Autrice:

salve! Ho poco tempo e devo correre! Quindi volevo solamente aggiungere che è la prima storia che scrivo su harry potter, draco e simili… quindi siate clementi =) ci ho messo tanto impegno! E tanto amore. Inoltre vorrei chiarire che ho altre 3000 storie in corso… (lo so non dovevo scriverne un’altra… ma è stato più forte di me!) quindi, siate clementi anche nell’aspettare gli aggiornamenti =) spero nella vostra comprensione! Buona notte a tutti!

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Capitolo 2
*** Lily White ***


Di semplici giorni

Quando la normalità non sai più cos’è!

 

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Capitolo 2

 

- Ma… dove mi trovo?! –

Piton ed io ci guardammo parecchio sorpresi di vedere una ragazza comparire man mano che il fumo cessava. Inoltre aveva in mano parecchie valige… davvero enormi! Aveva capelli rossi, mossi e crespi come un cespuglio, svariate lentiggini, corpo poco definito, nel senso che sembrava sproporzionata… non so spiegarmelo, come si fa ad essere sproporzionati? Forse era solo la strana felpa che indossava assieme a scarpe qualunque da ginnastica e a dei jeans consumati, non so se dal tempo oppure fatti apposta… la cosa era discutibile!

Comunque, rimanemmo tutti esterrefatti per qualche minuto, senza dire niente, solo domandando a noi stessi cosa stesse succedendo. Poi finalmente mi decisi a rompere il silenzio:- Professore! – la voce mi uscì più irritata di quanto pensassi – Perché è comparsa una ragazza? E alquanto strana?? Non doveva apparire il mio domestico? –

Piton per una volta era senza parole. Giuro! Non sapeva che rispondere, e vi assicuro che cambiava espressione in modo ambiguo!

- Scusate… ma voi chi siete? – interruppe la nostra non conversazione la ragazza.

- No! Qui le domande le faccio io! Tu, piuttosto, chi sei? Da dove sbuchi? Perché sei apparsa?? – ero davvero esaurito.

- Che vuoi che ne sappia io!! Stavo uscendo di casa quando ho visto que-que-quel coso… quella cosa… il fumo! Lì! Tutt’attorno!! E poi poof! Il mio palazzo era sparito! E dove mi ritrovo?? In que-que-questo coso… questo posto… che razza di posto è mai questo poi??! – sbatteva a destra e a sinistra quelle pesantissime valige spesso rischiando di colpirmi! E si agitava come una pazza! E parlava strano… Balbettava dal nervosismo!

- Si può sapere chi sei?! – interruppi il suo delirio urlando.

- Mi-mi chiamo Lily… - pronunciando quel nome mi salì un brivido sulla schiena – Lily White – completò il nome.

Mi turbò parecchio il fatto che avesse lo stesso nome, a parte il cognome, della madre mezzosangue di Potter. E, dopo ci feci caso, anche lo stesso colore di capelli.

Sarà una mia impressione pensai.

 

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- Non c’è altra soluzione. Ormai siete legati per minimo un anno. Lei dovrà essere la tua domestica – chiarì ancora scosso Piton.

- Ma io non riesco a capire. Perché non è apparso un qualunque elfo domestico? – domandai spaparanzato sulla poltrona della sala dei serpeverde.

- Non so dirvelo… evidentemente avete sbagliato qualcosa con la formula – camminava avanti e indietro, dal caminetto fino alle scale a chiocciola, nervosamente – L’avete presa. Troppo. Superficialmente. – accentuò le parole riferendosi ovviamente alla frase che avevo detto sottovoce durante la lezione extra.

- E quindi devo sopportare quella per tutto l’anno scolastico?? –

- è quello che ho detto – si fermò guardandomi serio.

Mi voltai verso la rossa seduta nell’altra stanza circondata dalle proprie valige.

Era rigida e credo anche un po’ impaurita. E dall’aspetto trasandato e “rossiccio” per me o era una Weasley, oppure una qualunque babbana.

- Bene… e se… le regalo degli indumenti? – azzardai a chiedere.

- Non funziona così, non è un elfo domestico, è un qualunque essere umano, non porta segni di schiavitù – si allontanò da me, avvicinandosi invece alle scale – Mi dispiace non poter fare di più. Le auguro tanta pazienza! – e detto questo uscì frettolosamente dalla sala dei serpeverde.

Rimasi un po’ sulla poltrona.

Che razza di problemi dovevano capitarmi! Aspetta che lo venga a sapere mio padre! pensai.

Mi voltai di nuovo verso di lei e… non c’era! Sparita! Svanita! Dove s’è cacciata?!

Non poteva sparire! Mi serviva! Avevo perso tempo ad evocarla, eravamo uniti dal non si sa cosa, e considerando che mi serviva urgentemente un domestico, una cameriera… un qualcosa, dovevo assolutamente ritrovarla!! E poi gironzolando per la scuola avrebbe solo attirato attenzione con quei capelli a leone che si ritrova.

Così preoccupato cominciai a guardarmi intorno e ad osservare meglio nella stanza di prima, ma di lei nemmeno l’ombra.

- Come hai detto che ti chiami? – lei sbucò dietro la poltrona facendomi saltare dalla paura – No, perché il tuo volto non mi è nuovo. Sei un attore? Uno famoso? E cos’è questo posto? Come sono finita qui? Come fai a conoscermi? –

- Sta un po’ zitta! – la bloccai prima che continuasse la sua parlantina a raffica – Non sto capendo niente! Allora… – mi calmai – Io sono Draco Malfoy e… - non terminai in tempo la frase riguardante il suo ruolo di domestica quando sentii la sua grassa risata invadere la sala.

- Oh si certo, come no! Cos’è? Uno scherzo del mio fratellone beota? – incrociò le braccia con sguardo beffardo – È una candid vero?! Maddai, tu vorresti farmi credere d’essere il vero Draco Malfoy?! Guarda che… NON CI CASCO FRATELLO DEFICIENTE! – prese ad urlare – SE HAI I SOLDI PER PAGARE UNA CANDID CAMERA ALLORA POSSIAMO NON VIVERE IN UNA CATAPE… - la interruppi.

- Smettila di urlare!! Attirerai tutti gli studenti della scuola!! E non so nemmeno cos’è una candid! cosa vai farfugliando?? – questa ragazza già mi irritava.

- Vorresti farmi credere che questa è la vera Hogwarts?! – sbraitò – FRY! NON MI FARAI CAMBIARE IDEA!! NON RIMARRò A CASA CON TE!! – continuò.

- Ho detto che devi piantarla! Mi stai uccidendo i timpani!! – mi tappai le orecchie tanto che urlava!

- Ok, cos’hai da dire a tua difesa? – mi guardò con aria sospetta.

- Cos’altro dovrei dirti?? Sono Draco Malfoy! Cos’altro c’è? -  mi tolsi le mani dalle orecchie.

- Beh si, la somiglianza è impressionante! Mi verrebbe da domandarti se non sei stesso Tom Felton! Ma so che Fry non si può permettere una star come lui … -

- Chi è questo Fry? –

- Mio fratello! – esclamò come se fosse qualcosa di ovvio.

- E chi è questo Tom Felton?! – domandai ancora più confuso.

- Il vero attore di Draco Malfoy!! Maddai! Tutti lo conoscono! –

- Cosa cosa?? Aspetta! Frena!! C’è un altro me?! – ora ero veramente spaventato…

- Cosa? –

- Cosa?? –

- Cosa, cosa?! –

- Ma di che stai parlando?! – imprecai.

- Oh mio dio! E se non lo sai tu?! – s’agitò.

Ci guardammo per un po’…quando poi mi resi conto di star discutendo, a mio parere, con una pazza, allora frenai la situazione. Mi massaggiai con due dita la radice del naso chiudendo gli occhi per un secondo. Mi stava salendo un mal di testa!

- Senti, credi quello che vuoi, ma da oggi in poi (o almeno per un anno) sarai la mia domestica –

- Cos…? – non le permisi di interrompermi.

- Mi spiego: mio padre, Lucius Malfoy, è uscito fuori di testa, e ha preteso che io avessi un domestico (è una lunga storia!), ed io non ho rifiutato dato che qualcuno mi servirebbe proprio!

Per evocare un domestico a quanto pare è più difficile di quanto pensassi (non esiste un centro per domestici??) e nel formulare la frase eccetera, ecco, sei apparsa tu! Io avevo fatto tutto giusto, eppure non è apparso un elfo domestico! Il che per me è strano! E noto anche una certa pazzia in te! Ma dovrò arrangiarmi. Il professor Piton dice che ormai siamo uniti dall’incantesimo. Sei la mia domestica. –

Rimanemmo in silenzio.

Dopo un po’ di silenzio imbarazzante la buffa ragazza se ne uscì con:- Elfo domestico? –

Dubbiosa si avvicinò alla porta, ispezionò, aprì e curiosò in giro, cercando il non si sa che.

- Ok… il tuo ragionamento non fa una piega e… - mi guardò impaurita – …la cosa mi terrorizza!

 

 

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- Okay… poniamo il caso… che tu abbia ragione – mi si avvicinò tremando – In che anno siamo? –

Strana domanda! Perché chiedermii una cosa simile?

- Nel… beh, siamo alla fine del 1993… ottobre. Perché? –

- Ah! E certo, lui mi domanda pure perché! Ah! Ovvio! – sbraitò qua e là – Come se fosse una cosa normale! Normalissima!! – continuò ad urlare con un’espressione mista tra la preoccupazione, l’isteria, la paura e l’ironia… Come si fanno ad unire tutte ste espressioni in una?? Questa è matta.

- Ti rendi conto, sempre supponendo che tutto questo sia vero, che io sono nata nel 1995? – si avvicinò con un sorriso isterico e con le mani sui fianchi.

- Sei nata… tra 2 anni e 3 mesi? Mi sembra un po’ impossibile! Non starai delirando?! Tu sei matta! – finsi di non pensarla affatto, anche se un minimo di preoccupazione mi salì… sarà sesto senso?

- Eh beh! Sai… io adesso ho 17 anni! E fino a… - guardò il proprio orologio da polso – …15 minuti fa ero nel 2012! Quindi, o io mi sono bevuta il cervello, o tu ti sei bevuto il cervello… o nel peggiore dei casi… tu (perché ho notato che qui quello che ha più colpe sei tu!) facendo quell’incantesimo hai aperto un portale, un qualcosa spazio temporale che dal mio palazzo e dal 2012, mi ha trasportato nel 1993 esattamente in un’invenzione di una scrittrice dei miei stivali (con tutto il rispetto, scusi! È il nervosismo!), ovvero ad HOGWARTS!! Ti rendi conto che io vengo dal futuro e da probabilmente un’altra dimensione?!! – mi sbraitò un’ultima volta davanti puntandomi contro quel dito indicatore che ancora non capisco perchè mi mette tanta, ma tanta ansia!

Sarà sesto senso?

 

 

 

 

Angolo autore: eeeeeeh! Già il secondo capitolo!! Incredibileeeee! Beh, tra un “tutti pazzi per amore” e l’altro e tra uno “shava shava” e l’altro, sono riuscita a completarlo! Spero vi dia quale soddisfazione e che vi sia piaciuto perché in verità non avevo alcuna intenzione di variare la storia! Anche se adesso è deciso che sarà una Draco/Hermione. ^^ spero sarete contenti! Io vado a preparare le valigette che parto per la Calabria! Ma non preoccupatevi, cercherò di aggiornare anche lì! ;) vi voglio bene belli!

 

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Capitolo 3
*** Un'altra dimensione ***


Di semplici giorni

Quando la normalità non sai più cos’è!

 

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Capitolo 3

Un’altra dimensione.

 

- Il mio destinoooo è di stare accanto a teeee… con te vicinoooo più paura non avròòò! La là i la là!...

- Taci, cornacchia! E non ricordarmi anche con le canzoni drammatiche il mio orrendo avvenire in tua compagnia!! – urlai a quella bestia dai capelli ricci, rossi e spettinati.

- Scusami tanto! – esclamò lei con ironia – Ma non riesco a stirare le tue camice di seta pura – mi fece il verso – Con questo ferro vecchio che voi chiamate “da stiro”, e annoiarmi mortalmente a vedere te che fai compiti! Che pretendi? – mi guardò con aria di sufficienza.

- Io che pretendo?! Pretendo che tu faccia la cameriera, che è il motivo per il quale ti ho evocato! Non mi sembra così difficile.

Lily alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa e la massa di capelli.

- Mi annoio. E a me piace cantare.

- Me ne sono accorto! – tornai ai miei studi sentendola sbuffare.

 

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Più tardi, quando finii di studiare (miracolo!), Lily mi chiese di farle fare il giro della scuola. Se fosse stato per me non l’avrei mai fatta uscire dalle mie camere, ma… diciamo che fu molto convincente.

- Voglio visitare Hogwarts! O mi metto a strillare talmente tanto che mi sentirà tutto il continente!

E così la condussi fuori mostrandole, con davvero poca voglia, le varie aree del castello. Non dico che Hogwarts sia noiosa, ma quella ragazza mi sembrava un po’ troppo euforica per ritrovarsi in una scuola come serva di un serpeverde. A voi sembra normale? Insomma saltellava in ogni angolo della scuola esplorando e curiosando dappertutto, manco fosse stata in gita!

Purtroppo per me, perché oggi era stata una giornata troppo rilassante, lei si era messa a correre in tutte le direzioni urlando quanto fosse grande Hogwarts. Ma non mi dire! Seguirla mi fu più difficile del previsto.

- Ehi! – le strillai dietro. Non riuscii a mantenere il passo e pian piano si allontanò da me – Devi finire di stirarmi le camicie, stupida! – urlai non vedendola praticamente più ormai. In mezzo alla folla proprio in quel momento urtai qualcuno che correva nella mia direzione.

- Scusami! – una voce femminile si rivolse a me e quando la guardai era solo la mezzosangue.

- Granger, guarda dove cammini! – le rivolsi uno sguardo innervosito. Lei rimase un attimo interdetta guardandomi, si fermò e con uno sguardo più sorpreso che altro mi disse: - Malfoy! Allora sei tu quel pazzo che urla ordini? – Come se fosse una novità poi.

- Si. La mia domestica non fa altro che scappare – feci per andarmene, ma con la sua voce riuscì a fermarmi.

- Ti permettono di avere un domestico qui? – chiese più sbalordita di prima.

- No, appunto! Ho una domestica – accentuai la parola per farne capire il vero senso.

- Esistono elfe domestiche fem….? – non le permisi di terminare la frase.

- Non ho mai detto che fosse un elfo domestico. E da quando tu qualcosa non la sai? – le rivolsi uno sguardo talmente agghiacciante che lei rimase paralizzata. Feci per andarmene, ma lei interruppe nuovamente il mio cammino, sta volta parandosi di fronte a me.

- Che razza di domestica hai?- chiese con una strana curiosità negli occhi.

- A te che importa?

- Perché non me lo dici e basta?

- Perché mi stai intralciando?

- Perché continui a rispondermi con altre domande? Sono curiosa, qual è il problema? – accennò un sorriso come se avesse detto qualcosa di ovvio.

- Lo sai che la curiosità uccise il gatto?

- Malfoy! – mi richiamò come una brava maestrina offesa.

- Okay come vuoi! – dissi esasperato – Dovevo evocare un elfo domestico, ma non so per quale motivo è uscita fuori una ragazza stramba e schizofrenica che va blaterando di altre dimensioni – gesticolai.

Lei ci pensò un po’ su, poi aggiunse:- Certo che non hai evocato un elfo! – sempre con quell’aria da saputella – Qui a Hogwarts non è permesso averne! Che razza di incantesimo hai fatto?

- Me l’ha insegnato Piton – e non chiedetemi perché io mi stessi giustificando, mi era venuto spontaneo dare la colpa a qualcun altro.

- Beh, allora Piton ti ha fatto un bello scherzo, perché lo sa benissimo che non è possibile evocare qualcuno del mondo magico qui, ci sono delle regole e delle magie apposite per controllare questo genere di cose. Si rischia di evocare qualcuno mondo babbano! – mi rimproverò, ed io come un emerito idiota la guaredai come uno appena caduto dal pero, e dopo qualche minuto di silenzio lei continuò:- Ossantocielo, hai evocato una babbana!

- Sssh! – le feci segno di abbassare la voce prima che attirasse l’attenzione su di noi – Lei dice di venire da un’altra dimensione.

- Ma è pur sempre babbana!

Sospirai e la superai ancora più convinto a ritrovare quella pazza svitata.

- Dove vai? – chiese la Granger.

- A cercarla prima che combini qualche guaio.

- Ti aiuto! – mi affiancò nel cammino.

- Tu cosa? – la guardai sbalordito.

- Ti aiuto, perché a differenza tua che non aiuteresti una mezzosangue manco a pagarti oro, io ho pietà delle persone in difficoltà, anche se sono di un’altra razza.

- Non ho bisogno della tua pietà, non hai altro da fare?

- Io dico che ne hai bisogno, e quello che devo fare potrà aspettare.

Alzai occhi e braccia al cielo rassegnato, ma scossi anche il capo in segno dio disapprovazione.

Aiutato da una grifondoro…


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Quando trovammo Lily era letteralmente appiccicata a San Potter. Bleah. Che scena disgustosa. Weasley cercava di staccarla dall’amico, ma invano, e Potter cercava di sorridere, probabilmente pensava fosse una fan qualunque. Lo era, ma non una qualunque…

- Qualcosa mi dice che è quella appiccicata ad Harry.

- Che intuito Granger.

- Scusa tanto se non l’avevo mai vista prima, e di certo non si fa notare poco…

- Tra tante persone al mondo che potevano capitarmi proprio una fan di Potter dovevo evocare?...

Ci avvicinammo velocemente a quel gruppetto e sentii chiaro cosa diceva Lily a quel grifondoro:- Ti prego fammi un autografo! – le mancavano solo gli occhi a cuoricino. Disgustoso. E quel moretto continuava a balbettare cose senza senso per l’imbarazzo. Qualcuno mi uccida. Subito.

- White! – attirai la sua attenzione, e lei si girò quasi se lo aspettasse di trovarmi li – Smettila di fraternizzare col nemico e vieni a fare quello per cui sei stata evocata! – le ordinai, ma un sonoro:- No! – risuonò dalla sua bocca.

Le rivolsi uno sguardo omicida prima che Hermione intervenisse:- Come ti chiami? – le si avvicinò con gentilezza.

- Lily, Lily White – il trio rimase alquanto interdetto da quell’informazione, ma più stupito di tutti era Potter.

Lo sapevo, non dovevo coinvolgere la mezzosangue.

- Ti chiami Lily? – il moro si scollò sta volta facilmente di dosso quella ragazza, guardandola negli occhi.

Scommetto che sta notando gli occhi verdi… i capelli rossi… che bella rimpatriata familiare

Mi stavo praticamente trattenendo dal vomitare.

- Che coincidenza… - intervenne Hermione che le si avvicinò per osservarla quanto Harry.

- Quale coincidenza? – chiese la rossa.

Senza aspettare ancora, ero stufo di quella sceneggiata, la presi per un braccio e la trascinai con me sotto gli occhi allibiti del trio.

- Che centra Malfoy con lei? – sentii dire da Weasley.

- Lei è la domestica di Malfoy… - rispose Granger. Io intanto mi allontanai nonostante le svariate ed animate proteste della ragazzina. Cominciai quindi a non sentire più di cosa parlavano, ma potevo immaginarlo.

- Cavolo, potevi farmi dare un autografo da Harry Potter! – disse arrabbiata. Io non risposi, la trascinavo e basta. Lei sbuffò e poi continuò:- Incontro il protagonista della serie più amata dai giovani del mio tempo e lui non mi fa…

La interruppi:- Cosa?! – mi voltai fermandola e fissandola all’improvviso. Lei si paralizzò e zittì al mio sguardo profondamente stupefatto dalla notizia.

- Protagonista? Serie?? Ma di che diavolo stai parlando?! – le urlai quasi contro, attirando gli sguardi di molti studenti. Lei tremò leggermente prima di dire con relativa fermezza:- Niente!

- Tu adesso parli, o ti scaglio contro qualche maleficio! – feci il gesto di cacciar fuori la bacchetta.

- Niente… - sbuffò – Nella mia dimensione voi siete i personaggi di una serie di libri… di cui hanno anche fatto i film… - era ovvio che si sentisse a disagio. Ovvio anche che quelle informazioni io non dovevo averle. Per una volta questa ragazza si è resa utile.

- Ecco di cosa blateravi quando ti ho evocata… - parlai tra me e me.

- Comunque io ho visto soltanto i primi film… gli ultimi non ancora.

- Ci sono degli ultimi?! – la guardai sempre più stupefatto – Vuoi dire che abbiamo una fine che non è la morte??

Lei ci rifletté parecchio sopra, forse non voleva informarmi di qualcosa, quindi insistetti:- Parla!

- In un certo senso si…Beh, ma non ne posso essere certa. Nella mia dimensione siete solo un racconto, una storia, una finzione. E qui invece sembra tutto reale! Come faccio a dirti cosa è sicuro?

- Per esempio puoi dirmi come finisce! – per un attimo pensai che potevo sperare.

- Non posso. Non ho mai finito di vederli i film… e i libri neanche li ho aperti…Anche se avessi saputo la fine non avrei dovuto dirtela! – mi gesticolò animatamente davanti.

- Avrei potuto costringerti – sussurrai assottigliando gli occhi malefico.

- Beh, non ci avresti cavato un ragno dal buco… - riprese a camminare mogia e con le braccia incrociate al petto verso i sotterranei.

Che razza di modo di dire era quello?!

- Quindi è Potter il protagonista? – dissi con parecchia stizza dentro.

- Beh si, tu saresti quello tra i cattivi ma… diciamocela tutta: sei comunque tra i personaggi preferiti dai fans.

- Ah! Interessante – mi sentii per un attimo più apprezzato, intanto stavamo scendendo nei sotterranei, e sentii un brivido percorrermi la schiena.

Non è un buon segno… Non è una cosa normale…

Mi voltai un attimo a guardare i corridoi sentendomi osservato, ma non vi era nessuno, e proseguii per il mio cammino.

 

 

Angolo Autrice:

Lo so… sono anni che non scrivo… lo so… non potrete mai perdonarmi. L’università mi impegna troppo tempo… non so organizzarmi, anche perché l’ispirazione mi viene puntualmente quando non sto pensando allo studio. E quand’è che non penso allo studio? Mai! Ecco appunto… comprendetemi.

Spero comunque che il capitoletto vi sia piaciuto, e mi auguro di riaggiornare a breve perché sto in fissa con Harry Potter, o meglio con Draco <3. Beh… che altro dirvi? Vogliamose bene peppiacere <3

Pace e successo!

Sciarpata di verde.

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Capitolo 4
*** And I see fire ***


Di semplici giorni

Quando la normalità non sai più cos’è!

 

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Capitolo 4

And I see fire

 

 

Come ogni mattina da una settimana a questa parte, quel giorno non trovavo Lily. Non era nel suo letto, che in realtà non era un letto… era un materasso poggiato sul pavimento con alcune lenzuola e coperte. E un cuscino. Ai piedi del mio letto.

È una serva! È già tanto che mi sia occupato di dove dormisse.

Comunque, pensai di trovarla in sala grande a colazione, e invece non si presentò nemmeno. Non che io fossi preoccupato. Chiariamo. Ma doveva svolgere i suoi doveri! Quindi mi serviva al più presto. Ovviamente non potei cercarla  durante le lezioni, quindi attesi l’ora di pranzo, ma non si presentò neanche in quel momento.

Girai per la scuola alla ricerca di quella ragazza difficile da confondere con le altre e impossibile da raggiungere…

Mi ricordai poi che l’ultima volta che l’avevo vista guardava fuori dalla finestra di una delle torri più alte, e ci avevo messo anche parecchio a trovarla. Avrei dovuta punirla.

Girai quindi sui tacchi per arrivare a quella stessa torre. Percorsi le scale ed arrivai in cima dove, come sospettavo, la mia cameriera era li seduta sul davanzale della finestra con le ginocchia strette in un abbraccio, che toccavano quasi il suo mento e i capelli talmente lunghi e vaporosi che la circondavano nascondendo alla mia vista la sua schiena. Mi avvicinai a lei tossendo per farmi sentire:- Sei stata qui tutto il giorno?

- Si… - rispose solo. Quasi calò il silenzio tra noi. Cosa che non era mai accaduta prima!

- Stai bene? Hai mangiato? – la guardai un po’ preoccupato dal suo atteggiamento bizzarro.

- No… Sono stata qui a pensare… E tu da quando ti preoccupi per me? – mi rivolse uno sguardo serio, ma allo stesso tempo molto triste. Notai che i suoi occhi erano rossi e aveva grosse occhiaia. Mi sedetti al suo fianco:- Per me puoi rimanerci anche per sempre qui. Che ti è preso? Sei meno insopportabile del solito – guardai il punto in cui lei rivolgeva lo sguardo.

- Mio fratello… - rispose mogia.

- Cosa? – le rivolsi un po’ della mia attenzione.

- E’ a casa… Mi starà cercando… è da una settimana che sono qui, chissà cosa sta facendo, cosa sta combinando. Senza di me lui è come un… un bambino. Non sa cucinarsi, non sa cosa comprare, non sa stirarsi le camice, non sa fare niente – sentii la sua voce rotta e tremolante.

- Se non ricordo male quando ti ho evocata tu te ne stavi andando.

- Si, ma… è una scena… - appoggiò la fronte contro le ginocchia strette a se.

- In che senso – le rivolsi uno sguardo confuso.

- Lui… Quando io e lui litighiamo per qualcosa io faccio finta di andarmene, preparo al volo una valigetta e me la porto dietro, dormo un paio di notti fuori, da un’amica e quando lui si rende conto di aver sbagliato o quando ha bisogno di me mi contatta e mi prega di tornare a casa… Così io non devo sopportare le sue urla e lui placa la sua ira per tutto il tempo che gli serve… Ma ormai è passata una settimana! – rialzò il viso svelando due righe di lacrime che non mi aspettavo e le scappò un singhiozzo – E le ultime cose che ci siamo detti erano orribili!

Una cascata emotiva stava sgorgando non solo dalle sue parole ma anche dai suoi occhi e non avevo idea di cosa fare.

- Ehm… - per una volta mi sentii impotente di fronte a tutto quel sentimento che qualcuno mi mostrava. A pensarci forse non mi era mai successo che qualcuno facesse tali scenate di fronte a me.

- Ehi, ehi! Perché piangi di questa maniera? – scorbutico gli passai tutti i fazzoletti che potevo avere in tasca.

- Ma non capisci?! – quasi mi urlò contro prendendo bruscamente tutti i fazzoletti per asciugarsi – Mi manca da impazzire!! – continua singhiozzando.

Pianse per un po’, ed io non seppi fare altro che accarezzarle piano la schiena, provando ad essere comprensivo. Ma guarda te cosa mi tocca fare!

- Mi spiace… - sussurrai ad un tratto e lei improvvisamente alzò lo sguardo opaco verso di me e soffiò:- E’ la prima volta che chiedi scusa, sai?

Rimasi per un attimo interdetto:- Cosa?

- Da quando sono qui… e da quando conosco la tua esistenza credo…credo tu non abbia mai chiesto scusa…

Dopo pochi secondi di pausa in cui riflettei sulla questione risposi:- Beh… ti vedo disperata… cosa dovrei fare?

- Allora hai anche tu un cuore – accennò un sorriso, e senza accorgermene davvero feci lo stesso.

- Non esagerare – aggiunsi e lei sorrise. Smise del tutto di piangere asciugandosi il viso per poi poggiare la testa sulla mia spalla, quasi accoccolandosi a me. Non sono abituato a tutte quelle coccole che, col senno di poi in quel momento non riuscii nemmeno a ricambiare, talmente mi erano estranee.

- Ho deciso una cosa… - aggiunse dopo alcuni minuti catturando la mia attenzione:- Devo imparare alcune magie.

- Che?! – quasi saltai alla notizia. Lei si sollevò dalla sua posizione e con sguardo serio mi rivelò:- Draco, devo tornare a casa, non posso aspettare tutto l’anno, ho bisogno di qualcuno che mi insegni… che mi insegni bene!

- E speri che ti insegni io?! – chiesi sconvolto.

- N-non so! Qualcuno deve! Io… io amo questo luogo, non hai idea di come sia incredibile per me essere qui, ma devo tornare indietro – si alzò in piedi.

- Non sei nemmeno una maga! – sbraitai.

- E allora?! Cosa vuoi che mi importi? Se sono qui è per un motivo! E non solo perché tu non sei capace di essere ordinato! – gesticolò, tornando la ragazza agitata di sempre, allora mi alzai anch’io seguendola mentre si avviava verso le scale.

- Ehm… - mi bloccai dal parlare.

- Cosa? – mi guardò dubbiosa.

- Niente… - la superai per le scale scendendo più velocemente.

- No! Adesso parli!

Sospirai. Come si fa a parlare a persone così disobbedienti?!

- Non ne sono sicuro… ma la Granger pensa che Piton, che mi ha insegnato la formula, mi abbia insegnato apposta qualcosa che evocasse te.

- Ottimo! Allora non è una mia invenzione! – mi seguì per le scale.

- Non è detto che sia così! Io mi fido ciecamente di Piton! – le puntai contro il mio dito accusatore.

- Si, si, lo sappiamo tutti – si smorfiò – Ma io no. Quindi andremo a parlare con Hermione.

- Cosa?! No! – mi alterai.

- Come no? Certo che si! La Granger sa tutto! Risolve sempre tutto! Andremo da lei!

- Ma…! – non riuscii a completare alcuna frase che Lily mi fermò voltandomi verso di lei.

- Tu farai come dico io o puoi scordarti la schiavetta che sta sotto i tuoi piedi! Perché non farò un bel niente finché tu non mi darai una mano!

In quel momento i suoi occhi verdi parevano fuoco, i suoi capelli fiamme e la sua voce forte come il ruggito di un vero leone. Assurdo da pensare, ma mi fece venire i brividi lungo tutta la schiena.

Quando ebbi la forza di rispondere contrassi la mascella e accennai un:- Va bene…

 

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La mezzosangue, come al solito, era in biblioteca e fu facile trovarla. Lily non perde tempo quando si tratta di fraternizzare col nemico eh?

- Allora… Ti sembra una cosa impossibile? – chiese la rossa.

- Mh… beh, nessuno c’è mai riuscito… Non so che dirti… Farò qualche ricerca se vuoi, posso provare. La tua teoria comunque non è del tutto errata! Ho pensato a qualcosa del genere quando Malfoy mi ha detto che è stato Piton a volere tutto questo.

- Vi ripeto che non è sicuro! – mi caddero quasi letteralmente le braccia.

- Non gliel’hai ancora chiesto? – chiese la Granger stralunata.

- Ovviamente no! Io mi fido… - non terminai ancora una volta la frase.

- Si, si, ora tutta Hogwarts lo sa! – rispose in malo modo White.

- Beh dovresti – insistette l’altra. Io sbuffai scocciato e risposi:- Va bene! Vado a chiedergli tutto!

- Malfoy – mi fermò Grenger mettendomi una mano sulla spalla e guardandomi con uno sguardo stranamente comprensivo e quasi dolce: - Non vogliamo metterti contro il tuo padrino… Noi vogliamo solo capire la verità. Così facendo aiutiamo anche te, non solo lei.

Il suo tocco era un calore che si propagò dalla sua mano lungo tutto il mio corpo fino alla mia testa, che divenne più leggera. Non mi ero mai sentito così strano. Improvvisamente era come se mi trovassi in mezzo a due fuochi, Lily e Hermione, ma erano due fiamme molto diverse. La prima rossa ed intensa, materica e fisica, la seconda blu, come il fuoco più cocente, quello che ti scioglie anche se in apparenza non sembra così pericoloso, quasi spirituale.

Per la seconda volta un brivido mi percorse la schiena e fui costretto a scostarmi dal suo tocco.

- Lo so… vado… - e mi allontanai veloce.

 

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Quando fui davanti alla porta dello studio del mio padrino percepii una presenza dietro di me e prima di bussare mi voltai veloce. Mi sentivo osservato, ma li non c’era nessuno! Nessuno!

Troppi film mentali pensai. Colpa di White.

Mi girai nuovamente verso la porta che sta volta era aperta e di fronte a me un uomo cupo ed inquietante mi fronteggiava accigliato.

- Che ci fai tu qui? – mi chiese col suo tono sprezzante.

- Professore… - per un attimo non riuscii a parlare, poi ingoiai un groppo alla gola e continuai:- Dobbiamo parlare.

 

 

Angolo Autrice:

Eh si, mi fermo qui. Ho in mente una gran bella storia e spero che piacerà anche a voi, tanto quanto sta piacendo a me. Spero anche di ricevere qualche recensioncina ^^ Ho aggiornato di giovedì perché credo che da oggi in poi non riuscirò ad essere costante ad aggiornare di venerdì, quindi quando potrò aggiornerò prima, sennò dopo… insomma cercherò di aggiornare una volta a settimana come da promesso. Ma spero anche di sopravvivere all’ultimo anno di università XD in cui dovrò anche lavorare… che casino… vabbene dai, la speranza è l’ultima a morire. Il titolo è preso dalla famosa canzone dello Hobbit “I see Fire” che ha ispirato questo capitolo più serio degli altri :) non preoccupatevi non sarà sempre serio, anche perché io non riesco ad esserlo sempre XD

Continuate a seguirmi! Che vi amo troppo <3

Pace e successo a voi.

 

La ragazza con la sciarpa verde.

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