Il Vampiro e la Bambina

di murdershewrote
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Umani ***
Capitolo 2: *** Cheesburger e babysitter ***
Capitolo 3: *** I ricordi, il dolore, la speranza ***
Capitolo 4: *** Di Principi e Principesse ***



Capitolo 1
*** Umani ***


Appena aveva percepito che qualcosa non andava Eric era letteralmente volato verso la fonte che richiedeva disperatamente aiuto. Mentre atterrava vide la scena che si presentava sotto i suoi piedi: stupidi umani!
Due macchine erano incastrate tra loro in una morsa di ferro e acciaio. Nonostante fossero ridotte ad un ammasso di lamiere, il vampiro non ebbe difficoltà a riconoscere la piccola utilitaria gialla, diventata ormai più che familiare. La proprietaria se ne stava seduta per terra con la testa stretta tra le mani e lo sguardo fisso davanti a sè. Quando le fu abbastanza vicino, quella alzò gli occhi a guardare il vampiro.
 “Sookie, stai bene?” le chiese, anche se aveva già visto diversi graffi sul viso e sul collo e un’altra ferita, più profonda ma non tanto grave, sulla coscia destra.
Lei non rispose ma era chiaro che non stava affatto bene. La ragazza si voltò nuovamente a guardare ciò che restava della sua auto con occhi sbarrati dalla paura.
Allora Eric si diresse a esaminare quel disastro e capì subito da cosa derivava tanta preoccupazione.
Sentì l’odore del sangue
.
Guardò all’interno dell’utilitaria e si trovò a fissare una giovane donna dai capelli scuri. Stava riversa in avanti, sul cruscotto dell’auto, con gli occhi chiusi. Eric sentì distintamente un gocciolio lento e continuo ma non riuscì a trovarne la fonte, tanto quella donna era coperta di sangue. Non era morta comunque, anche se il cuore si faceva più debole ogni secondo che passava. Mentre in lontananza risuonavano delle sirene Eric si disse che se quei soccorsi umani non fossero arrivati in fretta la donna non ce l’avrebbe fatta. Assorto in questi pensieri, il vampiro si irrigidì di scatto sentendo qualcos’altro.
Si voltò a guardare la parte posteriore della macchina e la vide. Accucciata nello stretto spazio tra i sedili anteriori e quelli posteriori stava una bambina. Viva. Teneva le braccia premute contro la testa come se si stesse ancora proteggendo dal terribile impatto che si sera verificato.
Eric la guardò ancora un secondo poi richiamò l’attenzione di Sookie dicendo “Sookie, credo che dovresti venire..”
 Lei capì il perché e si alzò in fretta, perdendo quasi l’equilibrio inciampando nell’erba alta ai lati della strada. Raggiunto Eric, la ragazza guardò dentro a sua volta ed esclamò “Meredith! Oh mio Dio, Meredith..!”. Sookie, bloccata dallo shock dello schianto, non aveva avuto il coraggio di controllare le sue condizioni, terrorizzata forse all’idea che la bambina poteva essersi fatta male davvero.
Sentendosi chiamare, questa alzò piano il capo mostrando due occhi spaventati. Sookie spalancò la portiera e si chinò per vederla meglio e le disse “Non preoccuparti tesoro. Ti tiro subito fuori di qui..”
Detto ciò allungò le mani per tirarla verso sè ma si accorse con sgomento che non poteva: nell’impatto i sedili si erano talmente stretti tra loro che la bambina risultava ora incastrata tra essi. Così Eric fece spostare Sookie di lato mentre lui allontanava con molta più facilità i sedili. Poi estrasse delicatamente la bambina che Sookie prese subito tra le braccia. Entrambe tremavano visibilmente, talmente forte che Eric pensò che sarebbero crollate al suolo. Invece Sookie tornò sul ciglio della strada e si sedette nuovamente sulle erbacce affioranti con la bambina in grembo.
Nel giro di un paio di minuti la strada, prima deserta e buia, si riempì di gente, luci e voci concitate: soccorritori, pompieri e poliziotti iniziarono a muoversi freneticamente cercando di prendere in mano la situazione.
La prima cosa che fecero fu di mettere sull’ambulanza la donna agonizzante, dopo averla estratta dall’auto con estrema cautela, e poi partire a razzo verso l’ospedale più vicino. Poi un poliziotto con un taccuino in mano si avvicinò a Sookie per chiederle cosa fosse successo esattamente. Lei, seppur con voce malferma, diede la sua versione dei fatti. In questo modo Eric, che era sempre rimasto al fianco della ragazza, ebbe modo di soddisfare la sua curiosità. Alla fine del resoconto non poté fare a meno di pensare a quanto potessero essere stupidi gli umani. Perché, pur consci della brevità della loro esistenza, si divertivano tanto a sfidarla e non pensavano invece di viverla il più lungo possibile? Oppure era proprio questa consapevolezza che li spingeva a viverla appieno, fino in fondo, e non sprecare nemmeno un minuto di essa? Qualunque fosse il motivo Eric proprio non lo capiva. Avrebbe voluto scambiare qualche parola con il conducente dell’altra auto che aveva osato schiantarsi contro Sookie con quella violenza inaudita. Se quello non fosse già morto nell’impatto, Eric probabilmente avrebbe provveduto con le sue mani. Il poliziotto si offrì di accompagnare Sookie e la bambina in ospedale per eventuali accertamenti e per farle stare al corrente delle condizioni della donna che era con loro – la madre della bambina –. Prima di andare Sookie chiese a Eric se poteva raggiungerla in ospedale con la macchina.
Ovviamente lui diede una risposta affermativa.
 
Arrivate in ospedale, Sookie e Meredith furono visitate abbastanza velocemente col risultato finale di trovarsi entrambe addosso qualche cerotto ma per fortuna niente di più. Sookie venne informata che Anjie, una delle sue più care amiche, era stata portata in sala operatoria per subire un delicato intervento chirurgico atto a stabilizzare le sue condizioni, al momento davvero critiche. Nel frattempo arrivò Eric.
Tutti e tre si trovavano in una piccola sala d’aspetto e nessuno fiatava.
Sookie, seduta su una scomodissima sedia verde in plastica, batteva nervosamente un piede sul pavimento lastricato in marmo producendo un rumore sordo. Meredith si era appollaiata sulla sedia accanto a Sookie e si stava tormentando il ginocchio sinistro sul quale era stato appena applicato un piccolo cerotto rettangolare, mentre Eric si limitava a fissarle appoggiato alla parete di fronte.
Appena nella sala entrò un’infermiera dal corpo esile e dai corti capelli accuratamente raccolti in un piccolo chignon Sookie scattò in piedi e le andò incontro per avere qualche aggiornamento. Eric capì che se la giovane infermiera aveva avuto il buon senso di tenersi lontano dalla bambina e parlare con un tono sommesso ci doveva essere un motivo. Dall’espressione che si dipinse sul volto di Sookie era chiaro che c’era stata qualche complicazione.
Uscita l’infermiera, la ragazza guardò Meredith. Aveva assunto un’espressione neutra per non spaventarla ma la voce tradiva tutta la sua preoccupazione.
Le disse “Tesoro, si sta facendo tardi...Che ne dici se qui rimango solo io?”. La bambina alzò le spalle.
Allora Sookie disse ad Eric “Non dovrebbe stare qui”. Lui la guardò con aria interrogativa.
Sookie continuò “..Sarebbe meglio portarla da qualche altra parte ma da me non c’è nessuno perché ho detto a Jason di venire. Non posso affidarla a nessun’altro”. Ancora il vampiro sembrò non capire.
Poi, dopo un attimo di riflessione, spalancò gli occhi e disse “No, non guardare me!”
“Eric, per favore..”
“Non so nemmeno cosa fare! Che so, se le viene fame?”
“Qualcosa ti verrà in mente, non è così difficile!”
Eric fece un profondo sospiro e disse “D’accordo..”
Deciso questo Sookie prese per mano Meredith e seguì Eric fuori dall’edificio fino al parcheggio. Si fermarono davanti alla macchina fiammante di lui.
Sookie prese in braccio la bambina dicendole “Tesoro, io e la mamma torniamo presto...Tu farai la brava con il mio amico Eric?”. La bambina annuì.
Sookie le sorrise, poi guardò Eric che le disse “Fammi sapere qualcosa”  accarezzandole una mano.
“Certo, grazie..”. Poi si avviò a passo svelto verso l’ospedale.
Eric la seguì con lo sguardo mentre si allontanava, poi si accorse che la bambina era rimasta nel punto esatto in cui l’aveva lasciata Sookie e lo fissava.
Dopo un momento di sconcerto chiese alla bambina “Hai fame, piccola?”. Meredith annuì ed Eric pensò “Ecco, lo sapevo..!”.
Restò un attimo in silenzio a pensare, poi disse “Ok. Andiamo a mangiare”.

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Capitolo 2
*** Cheesburger e babysitter ***


Il primo posto che gli venne in mente fu il Merlotte’s, così fecero strada diretti in città. Arrivati lì, Meredith entrò guardandosi attorno seguita da Eric. Quella sera non c’era molta gente e Sam stava sistemando alcune vettovaglie dietro il bancone.
Questo alzò lo sguardo dal boccale che stava asciugando e disse “Eric Northman, quale buon vento…”. Notando la bambina aggiunse “Se non ti conoscessi, penserei che sia tua figlia..”
“Si, certo…E chi lo direbbe a Pam?” disse Eric sogghignando.
Sam rise e chiese “Allora chi è la piccola?”
Eric raccontò brevemente quanto era successo.
Alla fine Sam esclamò “Accidenti! Che brutta storia..”
“Si, infatti. Sono venuto qui proprio per lei..” disse indicando la bambina. “Avrebbe fame e io non ho idea di cosa darle”
“Certo, capisco. Ci penso io” 
Sam chiese alla bambina “Allora tesoro…cosa vorresti da mangiare? Qualcosa di dolce, tipo una bella fetta di torta allo yogurt oppure un buon cheeseburger?”
“Il cheeseburger è con doppio formaggio?” chiese la bambina timidamente con la sua voce minuta.
“Certo. Lo preparo come vuoi tu”
“Allora va bene..”
“Perfetto. Va a sederti che te lo porto subito, signorinella”
La bambina sorrise quel tanto che le era permesso dal suo stato d’animo in quel momento e andò a sedersi ad un tavolino libero. Eric le si sedette di fronte. Non sapeva bene come comportarsi con una bambina così all’inizio stette in silenzio a osservarla. Capì perché Sam aveva pensato che potesse essere sua figlia: la bambina aveva dei bei capelli lunghi e ondulati, giallo paglierino, e la pelle chiara, di un rosa pallido che sembrava ancora più tenue per il contrasto che faceva con gli occhi. Questi erano di un azzurro intenso e risplendevano come zaffiri incastonati sul suo volto.
Quando si accorse che anche lei lo stava scrutando alzò un sopracciglio e quella gli chiese “Tu sei un vampiro?”
“Si. Non avrai mica paura?”
“Non lo so, non ne conosco altri. Ma tu non sembri cattivo”
Eric sorrise e disse “Non tutti i vampiri sono cattivi..”
Nel frattempo arrivò Sam con il panino dicendo “Ed ecco qua il tuo panino con doppio formaggio”
La bambina gli diede un morso e commentò “Mmmh…è buonissimo! Mi piace tanto il formaggio”. Eric guardò quel panino inarcando le sopracciglia, perplesso.
Sam se ne accorse e rise “Che ci vuoi fare…è questo che mangiamo noi! A proposito, ti porto qualcosa?”
“No, grazie. Solo il conto”
“Lascia stare. Offre la casa”
Eric lo ringraziò con un cenno del capo.
Quando Meredith finì di mangiare rimase un po’ a giocare con il cane di Sam fuori dal locale sotto l’occhio vigile di Eric. Poi sbadigliando gli disse “Eric, sono stanca..”
Sam suggerì “Può stare qui se vuole..”
“No. La porto con me al Fangtasia. Aspetto notizie da Sookie..” gli disse Eric.
“Ok, come vuoi. Comunque hai il mio numero, nel caso ti servisse qualcosa”
“Certo…Allora Meredith, andiamo?”. La bambina annuì e sbadigliando salutò Sam.
Arrivati al Fangtasia si sentì subito un gran brusio. Appena entrarono nel locale molti vampiri si voltarono ad osservarli. Uno in particolare, dai modi grossolani e l’aria famelica, adocchiò la bambina dicendo “Signor Northman, cos’è…la nuova attrazione del locale?”
Meredith non capì esattamente il significato di quelle parole ma intuì che si riferivano a lei così, istintivamente, afferrò e strinse la mano di Eric. Questo la guardò, sorpreso dal gesto ma non dal motivo.
Allora la prese in braccio e si schiarì la voce, dicendo “Gradirei avere la vostra attenzione un momento..”. Tutti lo guardarono e si misero in ascolto, anche Pam che se ne stava appoggiata al bancone del bar cercando distrattamente con lo sguardo qualche vampirofilo con cui giocare un po’.
“Vedete questa bambina? Sarà nostra ospite questa notte…”
Fu interrotto dal vampiro di prima che disse ghignando “Allora dobbiamo intrattenerla?”
Eric lo fulminò con lo sguardo e disse “Non interrompermi mai più…non avevo finito!”
Quello si ammutolì, mentre Eric ruotò piano su se stesso, in modo che tutti potessero vedere la bambina, e continuò “Stavo dicendo…Per tutto il tempo che sarà qui è libera, se lo desidera, di girare dove vuole indisturbata anche senza me accanto, anche se non credo che lo farà. In ogni caso va lasciata in pace…”
Sentendo qualche risata sommessa aggiunse “Che nessuno osi toccarla. Intesi?”. Tutti annuirono e risposero affermativamente.
“Bene” Eric fece scendere la bambina e le disse “Puoi stare tranquilla, ok?”. Meredith annuì.
Pam le si avvicinò “Me che carina…come ti chiami tesoro?”
“Meredith”
“Ciao Meredith. Sai, sembri proprio una bambolina..!” poi si rivolse ad Eric con voce leggermente stridula “Che ci fa qui?”
“Non preoccuparti Pam, Sookie verrà a prenderla presto. Ma starà qui per ora, anzi…Mi faresti un favore se portassi nel mio ufficio un cuscino e una coperta..”
“Ma certo, con piacere!” disse ironicamente lei e lui “Grazie Pam!”.
Eric guidò la bambina fino all’ufficio, dove il suono era più attenuato. La bambina si sedette su un divano dalla stoffa rosso cupo mentre Eric occupò la robusta poltrona di pelle nera dietro la scrivania.
Le pareva un po’ insofferente così le domandò “Ehi, cosa c’è…stai bene?”
“..devo fare la pipì…”
Eric si trovò impreparato a quell’affermazione, di per se banale.
Cominciò a farfugliare “Oh, si..certo..aspetta un attimo..”
Per sua fortuna in quel momento arrivò Pam e disse “Pam, appena in tempo!”
La vampira lo guardò diffidente chiedendo “In tempo per cosa..?”
“La accompagneresti in bagno?”
“Sicuro! Vieni cara..”
Pam prese per mano la bambina e uscì dalla stanza, non prima di aver lanciato un’occhiataccia al suo creatore. Eric ridacchiò al pensiero di come Pam dovesse essere irritata con lui. Nel frattempo sistemò il cuscino e la coperta sul divano. Poi si sedette guardando il cellulare: nessun messaggio di Sookie.

Meredith entrò nell’ufficio accompagnata da Pam ma questa non entrò, temendo forse che Eric le rifilasse qualche noioso compito da babysitter.
Si fermò sulla soglia e disse “Posso fare altro per te?”
Eric sogghignò dicendo “Potresti suggerirmi qualche canzoncina da cantarle”
Pam lo guardò inarcando le sopracciglia ed Eric le spiegò “..sai, per conciliare il sonno…Ma forse è meglio di no..”
“Ecco, infatti!”. Detto ciò Pam si dileguò.
Meredith si sedette sul divano ed Eric le disse “Ho messo un cuscino…così stai più comoda”. La bambina si poggiò ad esso ma non si sdraiò. Sembrava triste.
Eric le chiese “Sei preoccupata per tua madre?”. Lei annuì. Lui stette un attimo in silenzio.
Non era certo la persona più adatta per consolare qualcuno, soprattutto una bambina che stava rischiando di perdere la madre.
Così disse, cercando di essere il più spontaneo possibile “Vedrai che andrà tutto bene”
“Già…” disse Meredith con un tono per niente convinto.
Poi sembrò voler cambiare discorso dicendo “Prima dicevi sul serio?”
“Riguardo a cosa?”
“La canzone..”
“Beh, se ti fa piacere…”
“Allora me la canteresti una?”
Lui si sentì un po’ imbarazzato ma poi disse “Ne ricordo una…Me la cantava mia madre quando ero piccolo. È molto antica..”
La bambina si mise in ascolto ed Eric intonò quella breve filastrocca.
Alla fine Meredith disse “Non ho capito nemmeno una parola…ma..è carina!” lui sorrise e disse “Grazie…è una canzone svedese, per questo non hai capito nulla..” “Ah…allora tu sei svedese?”
“Si”
Poi vedendo che la bambina si stava tranquillizzando continuò dicendo “Ci credi se ti dico che mia madre e mio padre erano i sovrani di un regno in Svezia?”
“Sovrani? Tipo re e regina?”
“Esatto”
“Wow!” disse lei entusiasta.
Poi, dopo aver riflettuto qualche secondo, disse con tono concitato “Quindi tu sei un principe! Che bello…Chissà quante storie avrai da raccontare!”
“Beh, succedono tante cose in un regno..”
“Mi piacerebbe tanto ascoltarle…re e regine, damigelle in pericolo perse in una foresta incantata e principi che affrontano terribili draghi per salvarle..!” disse lei fantasticando. Eric rise e disse “Se ti piacciono così tanto te le racconto con piacere…ma non ora. Si è fatto tardi, dovresti dormire..”
“Ummh…va bene”. Detto ciò si mise sotto la coperta.
Eric si alzò dalla poltrona e, levandosela, le poggiò sopra la giacca. Si accorse che la bambina lo guardava così le chiese “Che c’è?”
“Tu rimani qui, vero?”. Eric si sorprese a quella domanda. Una bambina che mentre dormiva voleva accanto a sè un vampiro?
Con un tono particolarmente comprensivo le rispose “Non vado da nessuna parte. Sono qui”
Meredith gli sorrise, poi si girò verso lo schienale del divano mettendosi a dormire. Lui la guardò ancora un attimo, poi anch’egli si sedette su un divano posto di fronte alla scrivania stendendo le gambe e incrociando le braccia sul petto. Cantare la filastrocca alla bambina gli aveva riportato alla mente vecchi ricordi.
Reclinò indietro la testa e si abbandonò al flusso di quei pensieri.

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Capitolo 3
*** I ricordi, il dolore, la speranza ***


Il lampadario che gli penzolava sopra la testa a poco a poco sfumò così come l’intero ufficio.
Tutto mutò aspetto. Sembrava un posto nuovo ma Eric sapeva esattamente dove si trovava.
Era al centro di una stanza da letto illuminata dal fuoco di un camino. Poteva sentire il suo confortevole calore sfiorargli il volto.
Sembrava essere solo.
Poi udì qualcosa, un fruscio alle sue spalle. Si voltò e vide che il letto era occupato da un bambino di quattro, forse cinque anni.
Eric si avvicinò per vederlo meglio. Aveva i capelli di un biondo chiarissimo che alla luce del vicino fuoco apparivano quasi bianchi. Gli occhi azzurri erano spalancati e fissavano l’unica piccola finestra nella parete di fronte. Al di fuori di quelle mura sicure stava infuriando una bufera di neve e il vento faceva risuonare in modo inquietante la sua voce nelle orecchie del bambino il quale, impaurito, si tirò la pesante coperta di lana fin sotto il mento.
Poi guardò la porta e si mise in attesa.
Anche Eric fece lo stesso e un attimo dopo vide la porta aprirsi con un cigolio. Entrò una figura che inizialmente Eric non vide in faccia poichè voltata di spalle ma non aveva dubbi sulla sua identità. Eric cercò di metterla a fuoco nella luce fioca e appena questa si voltò per poco non gli venne un colpo.
Era una donna bellissima, con dei lunghi capelli biondo rame raccolti in una treccia e splendidi occhi blu. Indossava una veste bianca stretta appena sotto il seno da un nastro di stoffa verde scuro. Non era particolarmente raffinato come vestito ma lei lo portava con la grazia che solo una vera regina poteva avere.
Si era soffermata sulla soglia sorridendo al bambino che si issò a sedere sul letto. Lo guardò teneramente e si andò a sedere accanto a lui. Appena gli passò accanto Eric poté sentire il suo profumo che non aveva niente a che fare con le moderne fragranze. Non si può racchiudere in una bottiglietta la freschezza della brezza marina o del bosco dopo un temporale o, ancora, il soave odore di una rosa selvaggia. Ecco ciò che aveva percepito Eric sul cui viso corse una fuggevole lacrima. Si asciugò la guancia e guardò la donna mentre cingeva le spalle del bambino per tranquillizzarlo. Questo, rassicurato, si rimise sotto la coperta. La donna gli fece un gran sorriso e intonò quella che sembrava essere una ninna nanna. Eric ascoltò con attenzione…Era la voce più dolce che avesse mai sentito.
Il canto ebbe l’effetto sperato: il bambino sembrava essersi addormentato. La donna lo guardò continuando a sorridere, gli accarezzò il viso poi lo baciò e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Fatto ciò si alzò e uscì piano dalla stanza, dopo aver dato un’ultima occhiata al bambino. Eric ripeté le sue ultime parole: “..Dormi, mio dolce principe, dormi…”
Poi aggrottò le sopracciglia sentendo il trillo di un telefono.
Un telefono..?

Fu scosso da quelle riflessioni dallo squillare del suo cellulare. Era Sookie.
Quando rispose sentì subito la voce frammentata della ragazza “Ehi, sono ancora in ospedale..”
“Sookie, hai bisogno di qualcosa? Vuoi che venga lì?”
“No, no…c’è Jason con me. Come sta Meredith?”
“Bene, sta dormendo. Tu invece? Sua madre?”
“Io sto bene. Anjie invece…”. Fece una pausa, poi disse singhiozzando “Non ce la fatta…Eric, è morta!”
Eric sentì Meredith muoversi e guardandola disse “Capisco…mi dispiace”
“Oh Eric…come farò con Meredith? Come posso dirle che sua madre non c’è più?..dovrei essere lì con lei e invece…Cercherò di venire in tempo in mattinata”
“Non preoccuparti...troveremo una soluzione”
“Ok...grazie..”
“Non devi ringraziarmi, Sookie...Lo sai che lo faccio per te”
“Lo so...Ok, ci vediamo dopo..”. Sookie terminò la chiamata.
Eric fissò davanti a sè facendosi, per un attimo, sopraffare dal suo lato pre-vampirico.
Nella visione che aveva avuto gli era sfuggita una lacrima umana, cristallina. Ma adesso sentì scorrergli sul viso la cruda realtà. Non sapeva se quel pianto fosse per il dolore che provava Sookie in quel momento o quello che avrebbe provato la bambina.
O per quello che provava lui ormai da secoli.
Si asciugò furtivamente sperando che Meredith non notasse niente. Poi la guardò e disse “..Lo so che sei sveglia”
La bambina ruotò su se stessa, lo guardò e chiese “Era Sookie, vero?”
“Si”
“Ti ha detto qualcosa della mia mamma?”
Lui annuì e lei chiese ancora “N-non c’è più? Mia mamma se ne è andata…è così?”
Eric sospirò e disse “Mi dispiace che tu debba venirlo a sapere da uno sconosciuto ma si
...purtroppo è così”
Gli occhi della bambina si gonfiarono di lacrime così Eric le fece segno di andare da lui. Meredith scese dal divano avvolta nella coperta e si sedette accanto al vampiro che le disse “Sai, anche io ho perso i miei genitori quando ero molto giovane..”. La bambina stava piangendo in silenzio.
Eric continuò “..ero triste e arrabbiato, non sapevo cosa fare. Poi un vecchio saggio mi disse che dovevo smettere di piangere e tranquillizzarmi..” “Come potevi stare tranquillo se i tuoi genitori non c’erano più?”
“Anche io pensai la stessa cosa e quello mi spiegò che i miei genitori erano andati in un posto dove sarebbero stati per sempre bene. Così smisi di piangere e capii che loro mi proteggevano dall’alto e che un giorno li avrei rivisti..”.
Grandi lacrime scivolarono sul volto della bambina che poi chiese “Allora anche la mia mamma è volata in cielo?”
“Certo...e sicuramente ti sta già pensando. Magari ora è insieme e alla mia e ci stanno guardando..” rispose lui cercando di convincere anche se stesso con quella teoria.
La bambina abbozzò un sorriso ma il suo pianto non si arrestava.
Allora Eric allungò un braccio alla scrivania e prese un fazzoletto. Con questo asciugò le lacrime sul volto di Meredith e le disse “Non devi piangere. Vedrai ancora tua madre, così come io vedrò la mia, mio padre e tutte le persone care che ora non ci sono più. Basta aspettare..”
Poi con tono più tenero disse “E poi se piangi troppo consumerai il tuo bel visino...”
La bambina sorrise ed Eric aggiunse “Vedi? Sei molto più carina quando ridi!”
Lei rise ancora nonostante gli occhi umidi e gli chiese “Posso restare qui?”
Eric si sentì inchiodato da quei lucidi occhi blu.
Poté solo dirle “Certo..”
Detto ciò Meredith si sedette su di lui accoccolandosi sul suo petto come nessuno avrebbe osato fare con un vampiro. In poco tempo si riaddormentò arrestando così il tremito che la scuoteva leggermente. Meravigliandosi di se stesso Eric le sfiorò i capelli e le sussurrò in un orecchio “Dormi bene piccola..”
Poco prima dell’alba qualcuno bussò alla porta dell’ufficio.
Entrò Pam dicendo “Eric, è quasi l’alba..”
Lui indicò la bambina dormiente e disse a voce bassa “Non voglio lasciarla sola. Aspetterò che venga Sookie”
“Come vuoi..”
La vampira fece per andarsene, poi aggiunse “Sai, se non ti conoscessi penserei che sia..”
“..mia figlia?”
“Esattamente!”
“Non ti darei mai questo dispiacere..” disse lui sogghignando.
Pam rise e chiuse piano la porta. Eric chiuse gli occhi.
In effetti anche lui stava iniziando a sentire il bisogno di riposarsi. Ma Sookie sarebbe arrivata presto e voleva farsi trovare sveglio.

Poco tempo dopo Eric spalancò gli occhi avendo sentito qualcosa. Infatti nell’ufficio entrò Sookie.
Eric le sorrise dicendo “Ehi...che ci fai qui?”
“Mi ha aperto Ginger...”
“Ah, certo...Ginger”
Sookie si avvicinò ai due stesi sul divano e mormorò “Oh, che amore...Come sta?”
“Credo abbastanza bene...aveva già capito tutto..”
“Mi dispiace di averti dato questa incombenza…avrei dovuto esserci io con lei..”
“E’ stata incredibilmente forte...è solo una bambina”
Sookie si sedette sul divano e appena accarezzò i capelli di Meredith questa schiuse lentamente le palpebre e la guardò con aria assonnata, poi si strofinò gli occhi ed esclamò “Sookie! Sei qui!”
 Le gettò le braccia al collo dicendo “La mamma non c’è più..”
“Tesoro, mi dispiace..”
“Mi manca tanto!”
“Anche a me…Comunque la mamma ti starà sempre vicino, lo sai?”
“Eric mi ha detto che nel posto dove è ora starà bene e che un giorno la vedrò di nuovo, quindi non devo essere triste..”
“E’ vero...è proprio così..”
Sookie, stringendo la bambina tra le braccia, guardò grata Eric che le rispose con un sorriso.
Poi sentirono bussare alla porta dalla quale si affacciò Ginger che disse “Scusami Eric ma c’è qui Sam Merlotte..”
“Grazie Ginger, fallo accomodare..”
“Certo”
Sookie prese in braccio la bambina e uscì dalla stanza seguita da Eric.
Quando lo vide, Meredith lo salutò agitando una mano. Sam rispose al saluto e, appena la bambina scese, andò da Sookie e abbracciandola le disse “Sookie…Eric mi ha raccontato cosa è successo. Come stai?”
“Bene…e purtroppo sono l’unica”
“Mi dispiace..”
Meredith li interruppe dicendo a Sookie “Sai, Sam mi ha fatto il cheeseburger più buono del mondo!”
“Sono contento che ti sia piaciuto” disse Sam con un sorriso, poi aggiunse “A proposito ho un’altra cosa per te, sempre che la vuoi..”
“Cos’è?”
“Ora vedrai..”
Sam chiese ad Eric “Posso utilizzare il tuo bancone?”
“Fa pure..”
Così Sam e Meredith si spostarono al bancone.
Rimasti soli, Sookie si rivolse ad Eric “Grazie ancora. Spero che non ti abbia arrecato troppo disturbo..”
“Nessun fastidio, mi aspettavo di peggio e invece…è così dolce e indifesa. Pensa che anche Pam l’ha trovata carina...a modo suo, ovviamente..!”
Sookie rise e disse “Per dirlo lei!”.
Anche Eric rise poi si fece serio dicendo “Sookie, Sookie…Ti preoccupi sempre per gli altri…scordandoti di come stai tu..”
Sookie lo guardò con gli occhi colmi di lacrime. Lui aveva capito come si sentiva. Lo abbracciò forte ed Eric non poté essere più lieto di accoglierla tra le sue braccia senza dire nulla.
Poi entrambi sentirono qualcosa. Un forte respiro alle loro spalle.I suoi sensi da vampiro gli avevano fatto captare una presenza ma Eric non si era soffermato a guardare quella figura buttata su una nera poltrona in un angolino della sala, con la testa reclinata all’indietro e la bocca semi aperta, intenta a schiacciare un pisolino.
Sookie notò lo sguardo perplesso del vampiro e questo la fece ridere, per poi esclamare “Povero Jason...E’ stato tutta la notte con me in ospedale. Si è imbottito di caffeina per portarci qui..”
“Ti avevo detto che potevi venire quando volevi. Potevate tranquillamente tornare a casa a riposarvi…avrei accompagnato Meredith da te..”
“So che l’avresti fatto...Ma se fossi tornata direttamente a casa sarei stata tutto il tempo a pensare a quello che è successo. Avrei continuato a vedere il volto di Anjie che entrava in sala operatoria e che non ne usciv...No, non ce l’avrei fatta a stare sola a letto. Ho preferito venire qui e sapere che almeno Meredith stava bene...”
“Non è mai facile quando si perde qualcuno a cui si tiene. Ma tu sei una delle persone più tenaci che conosca…Sei più forte di quello che pensi e supererai anche questo momento. Devi solo darti un po’ di tempo..”
Sookie annuì, ancora stretta al vampiro.
Eric le schioccò un bacio sulla testa poi disse “A proposito di Meredith…”
Sookie si scostò da lui giusto in tempo per vedere la bambina saltarle addosso. Sookie la strinse a se e le disse “Mmmh, che buon odore! Sai di ciliegia..”
“Ma non sono io. È la torta allo yogurt che mi ha portato Sam...era così buona!”
“Piace tanto anche a me. Qualche volta ci torniamo insieme e ce la prendiamo, ok?”
“Si!”
Meredith chiese ad Eric “E a te piace la torta alla ciliegia?”
“Non lo so, non l’ho mai mangiata. Ma quando ero piccolo le donne di casa facevano dei dolci per me e miei fratelli, se facevamo i bravi”
“Davvero? Anche la mia mamma! Fa dei biscotti buonissimi!”
Sembrò accorgersi di quello che era successo e si corresse prontamente “Faceva..dei biscotti buonissimi..”
Per un attimo il suo viso si oscurò e sia Sookie che Eric trattennero il respiro temendo che sarebbe scoppiata a piangere. Invece lei con molto calma e lucidità chiese a Sookie “Pensi che nel posto dove è ora potrà continuare a fare i biscotti? Così si ricorderà di quando li mangiavamo insieme..”
“Penso che continuerà a fare tutte le cose belle che faceva quando era qui, anche quei biscotti squisiti!”
La bambina sorrise tranquillizzata e disse ad Eric “Magari se mia madre incontra la tua possono scambiarsi le ricette, così non si annoiano a fare sempre le stesse cose”
Eric inarcando le sopracciglia rispose “Si...credo che si possa fare”
Meredith chiese a Sookie “Ma tu lo sapevi che i genitori di Eric erano dei sovrani?”
“Davvero? Non ne avevo idea..” disse rivolta ad Eric. Questo si limitò a ricambiare il sorriso complice della bambina.
Poi Sookie disse a Meredith che il padre era già in viaggio e che sarebbe venuto a prenderla quella sera. Era quindi necessario tornare a casa per prendere le cose che aveva lasciato da lei e a darsi una sistemata. Sam svegliò Jason che, seppur contrariato, si alzò dalla poltrona che aveva occupato ormai da un’oretta. Così Eric poté scortare i suoi ospiti alla porta. Prima di aprirla Jason lo ringraziò per la sua comodissima poltrona, assicurandogli che sarebbe tornato a trovarla. Sam lo salutò con un cenno del capo complimentandosi invece per l’ottimo baby-sitting. Meredith guardò Eric dal basso chiedendogli se sarebbe venuto a salutarla quando sarebbe partita.
Lui si inginocchiò per stare alla sua altezza e le rispose sorridendo “Certo che ci sarò. Non posso mica lasciarti andare senza salutarti!”
Lei sorrise felice. Sam vide che Sookie doveva ancora dire qualcosa ad Eric, così prese la bambina per mano e uscirono insieme a Jason.
Sookie disse “Ma cosa le hai fatto? Sembra pazza di te!”
“Beh, che ci vuoi fare…Quando sei così affascinante cadono tutte ai tuoi piedi, senza eccezioni...” disse lui ridendo
Sookie per contro gli disse “Ma dai! Che modesto..!”
Risero entrambi guardandosi negli occhi e Sookie gli chiese “Allora vieni davvero da me stasera? A salutare Meredith?”
“Come potrei fare un torto a quella dolce creaturina..?”
Sookie sorrise e disse “E dire che nemmeno ne volevi sapere...Comunque mi farebbe piacere se restassi anche dopo..”
“Dopo?”
“Si, insomma...Vorrei che restassi un po’, per farmi compagnia”
Eric le rispose “L’avrei fatto anche se non me lo avessi chiesto. Starò con te tutto il tempo che vorrai”
Sookie gli rispose sorridendo “Allora ci vediamo stasera..” mentre lui le sfiorava le mani con le labbra.
Dopo di che anche Sookie lasciò il Fangtasia per tornare a casa dopo una notte d’inferno.

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Capitolo 4
*** Di Principi e Principesse ***


Il padre di Meredith venne un po’ in anticipo rispetto a quanto aveva riferito a Sookie ma forse era meglio così. La bambina aveva bisogno della figura a lei più vicina, dopo la madre. Meredith stette tutto il pomeriggio attaccata al padre mentre questo cercava di trattenersi dal piangere di fronte a lei che stava dimostrando una forza d’animo straordinaria per una bambina di soli otto anni.
Verso le 18:00 Thomas - così si chiamava - si fece coraggio e chiese alla figlia “Allora...Sei pronta per tornare a casa?”
“Si però non possiamo ancora partire”
“Ma come...Perché no?”
“Devo salutare Eric!”
Thomas si voltò perplesso verso Sookie e chiese “Eric? Chi è Eric?”
“Oh..è un...un amico”
Poi Thomas chiese ancora alla figlia “Ma sei sicura che venga, tesoro?”
“Si! Ha detto che veniva! Ti prego, possiamo aspettarlo?” disse con tono supplichevole.
Lui, dopo averci pensato un po’ su, rispose “E va bene. Aspettiamo questo Eric..”
Nell’attesa si sedettero tutti nella veranda a chiacchierare del più e del meno e, soprattutto, dell'immediato futuro che attendeva Thomas e la figlia  mentre questa si mise all’erta sugli scalini.
La sua attesa non durò a lungo. Infatti, passato nemmeno un quarto d'ora i tre seduti nella veranda videro la bambina scattare in piedi all’improvviso ed esclamare “Eric!”. Sookie vide il vampiro spuntare dalla sopraggiunta oscurità. Questo si diresse lentamente verso la casa fermandosi in mezzo al giardino. Guardò la bambina e le sorrise.
A quel segno Meredith disse “Eric! Sei arrivato!” e gli corse incontro.
Eric la prese in braccio e lei gli disse “Sapevo che saresti venuto!”
“Come sarei potuto mancare?” disse lui mentre raggiungevano la veranda.
Arrivati lì, Sookie e Thomas si alzarono e questo chiese “Così è lei Eric”
Il vampiro annuì e disse “Vedo che stavate proprio per partire. Forse l’ho fatta attendere ma mi era proprio impossibile venire prima..”
“Oh, non si preoccupi, non è un problema...Anche se non mi sarebbe dispiaciuto partire con un pò più di luce”
La bambina intervenne dicendo “Ma papà, lui non poteva mica venire con il sole!”
A quell'affermazione un pensiero si fece strada nella testa di Thomas.“E perché mai? Cosa ha che non và? In effetti è un po’ pallido, però…Non sarà mica un…No, cosa mi salta in mente..?!”
Per levarsi ogni dubbio chiese alla figlia “Davvero? E perché?”
“Che domanda, papà! Eric è un vampiro..!”
Thomas si sentì mancare. “Un vampiro? Cosa ci fa mia figlia insieme ad un vampiro?”
E invece disse solamente “Un...un vampiro?”
Eric disse “Eric Northman, piacere” e gli tese la mano, cosa che non faceva con tutti.
L’altro esitò un momento. Poi vide con quanta sicurezza la figlia si teneva stretta a lui, così ricambiò la fredda stretta del vampiro dicendo con un tono il più possibile cordiale “Thomas, il padre di Meredith. Molto lieto..”
Poi la bambina disse qualcosa che gli fece capire che quel vampiro non era il solito succhia sangue.
“Eric mi ha fatto compagnia quando la mamma e Sookie erano in ospedale...Poi mi ha portato a mangiare un cheeseburger e mi ha fatto conoscere una sua amica vampira davvero bella!”
Sookie chiese sottovoce ad Eric “Si sta riferendo a Pam?”
“Si..!” rispose lui ridendo.
Thomas disse “Mi fa piacere che sei stata bene ma ora dobbiamo andare tesoro”
“Lo so..” disse lei mestamente mentre Eric la metteva giù.
Poi chiese al padre “Potrò vederlo ancora?”
“Tesoro, sei sicura? Non mi sembra una buona idea…” disse lui ma vedendo gli occhi imploranti della figlia aggiunse “...ma se per te è così importante, va bene!”.
Lei sorrise mentre Sookie le diceva “Meredith, vieni con me a prendere la tua giacca dentro..”. Le due entrarono in casa.
Thomas approfittò di quel momento per parlare al nuovo amico della figlia.
Si avvicinò ad Eric schiarendosi la voce e disse “Signor Northman, devo ammettere che prima mi è saltato il cuore in gola. Da genitore mi sono chiesto “Cosa ha che fare mia figlia con i vampiri?”. Io mi reputo un uomo di ampie vedute ma lei capisce che all’inizio fa un certo effetto...”
Eric annuì e Thomas proseguì “..In ogni caso, io volevo ringraziarla per essersi preso cura di Meredith. Io ho perso una moglie, lei una madre...ma sta metabolizzando il tutto con grande tranquillità e questo, a quanto pare, lo deve a lei. Uno sconosciuto le ha fatto compagnia in un momento terribile che nessuno dovrebbe mai vivere e ha scoperto un amico di cui potersi fidare, anche se un pò...diverso..!”
Si fermò vedendo Eric sorridere a quelle parole.
Infine disse “Quando ho visto la felicità negli occhi di mia figlia appena è arrivato e la premura con cui la prendeva in braccio ho capito che potevo fidarmi anche io. Quindi, grazie di cuore..”
 Eric sollevò un sopracciglio e disse “Ad essere sincero, neanche io mi aspettavo tutto questo interesse da parte di Meredith...Sookie me l’aveva affidata e io le stavo facendo solo un favore. Ma ho capito subito che Meredith non avrebbe creato problemi. Al contrario di quello che pensa la mia socia, io trovo i bambini molto interessanti...Sono indifesi e ingenui ma anche molto intelligenti. Sua figlia, oltre ad avere queste caratteristiche, è curiosa e, soprattutto, non ha alcun tipo di pregiudizio. Non ha avuto alcun timore a starmi vicino, l’ha vista lei stesso. Mi ha davvero colpito...così tenera”.
Thomas annuì con un sorriso.
Nel frattempo tornarono Sookie e Meredith che aveva indossato un giacchino sulle spalle scoperte.
Raggiunse il padre che le chiese “Stavolta sei pronta davvero? Dai, salutiamo..”
La bambina annuì e salutò per primo Jason che le disse “Ciao signorina...attenta a non fare strage di cuori dovunque andrai!”
Lei arrossì leggermente poi andò da Eric.
“Allora...forse ci rivedremo un giorno. Ti ricorderai di me?”
Lui si inginocchiò e disse “Certo...Non potrei mai dimenticarti”
Notò uno scintillio nei suoi occhi. Lei cercò di trattenersi ma una lacrima le sfuggì per scorrerle lungo la guancia rosa. Eric le asciugò quel rivolo sfiorandole delicatamente il morbido viso e disse “Ehi...non devi piangere. Questo è solo un arrivederci. E poi lo dovresti sapere..”
“Cosa?”
“Che un principe può anche stare lontano a lungo ma alla fine raggiunge sempre la principessa, giusto?”
“Giusto!” affermò lei riacquistando il sorriso.
Sookie notò l’espressione di sorpresa che si dipinse sul volto del vampiro quando Meredith gli diede un bacio, un tocco di calore sulla gelida gota.
Eric non se lo aspettava. Non erano tante le dimostrazioni di affetto di quel genere che riceveva, a parte quelle di Sookie...
Dopo un attimo di stupore Eric ricambiò il dolce sorriso della bambina che gli disse “Ciao Eric..”
“Ciao, piccola”
Sookie fu l’ultima a salutare Meredith. La bambina l’abbracciò forte e Sookie disse “Ti voglio tanto bene, tesoro mio!” e lei “Anch’io, Sookie!”
Anche Thomas salutò Eric “Arrivederci e grazie ancora, signor Northman”. Lui gli rispose con un cenno del capo. Terminati i saluti, Meredith e il padre salirono in macchina. Dopo aver fatto un ultimo cenno di saluto con la mano, Meredith sparì nell’auto.

Jason rientrò a casa mentre Sookie si andò a sedere sul divano in vimini della veranda seguita da Eric. Lui si appoggiò allo stipite della porta mentre lei si sfilava le scarpe e incrociava le gambe.
Poi gli chiese “Allora, cos’è questa storia del principe?”
Lui rise e disse “Niente di che...solo la verità”
“Mmmh...Non me lo hai mai detto”
“Perché tu non me lo hai mai chiesto”
“Vero. Ma di solito non vado in giro a chiedere alla gente se ha il sangue blu..! La maggiorparte delle volte sono le persone stesse vanno in giro vantandosi!”
“Effettivamente c'è il rischio di gasarsi troppo..”
Risero entrambi.
Poi Sookie chiese “Hai intenzione di rimanere lì tutto il tempo?”
Eric la fissò un momento negli occhi poi si sedette accanto a lei mettendole un braccio intorno alle spalle.
La guardò ancora e le chiese “Stai bene?”
“Credo di si..”
Nonostante la risposta affermativa, Eric sentiva che non era così, almeno non pienamente. A conferma di ciò Sookie abbassò lo sguardo. Ma lui le risollevò il capo chino sfiorandole il mento.
Sookie gli disse “Immagino che nel corso della tua vita avrai perso qualcuno a te caro..”
“Non puoi sapere nemmeno quante persone abbia visto passare oltre senza poter fare niente...mentre io continuavo ad andare avanti. Non rimpiango di essere quello che sono ma..." esitò un momento "..non è bello affezionarsi a qualcuno quando sai già che lo perderai..”
“Già...è davvero triste” disse lei prendendogli una mano.
Sapevano entrambi che quel discorso riguardava anche loro. Tuttavia non volevano parlarne. Non ora.
Senza aggiungere altro Sookie si strinse ad Eric abbandonandosi tra le sue braccia.
Adorava stargli così vicino. Poggiava sempre la testa sul suo petto per poi sfiorargli il colletto della camicia con il naso e inspirare a fondo il suo odore...Sotto un classico dopobarba sentiva distintamente un retrogusto fresco e intenso, quasi a ricordare le origine nordiche di lui.
Sarebbero rimasti così a lungo se non fosse intervenuto Jason a destare la sorella dicendo “Ehi, Sookie, inizio a preparare la cena, ok?”
“Si..ok”
“Eric...ti unisci a noi? Ti porto qualcosa? Abbiamo del True Blood se vuoi..”
Ponendogli la domanda, il ragazzo aveva avuto la vaga impressione che quel vampiro preferisse del cibo fresco ma preferì non indagare oltre anche perchè offrirgli qualcosa
di fresco avrebbe significato offrirgli un collo volontariamente...e non la reputò affatto una buona idea.
Il vampiro, come previsto, si limitò a rispondere “No, grazie..”
“Lui non ama quella roba!” spiegò Sookie prontamente.
Eric confermò dicendo “E’ vero. In ogni caso credo che vogliate rilassarvi, sarete stanchi. Non voglio trattenermi a lungo”
Jason sollevò le spalle e disse “Come vuoi. Se cambi idea fammelo sapere”. Detto ciò sparì in casa.
Sookie guardò Eric negli occhi con aria pensierosa.
“Che c’è?”
“Un principe...Chi l’avrebbe mai detto!”
Lui le sorrise e disse “Beh...Tecnicamente sono re, dato che mio padre non c’è più”
“Cosa? Ora credo che lei si stia vantando un po’ troppo, signor Northman..” disse lei gonfiando le guance in una finta espressione seccata, scoppiando a ridere subito dopo.
Gli gettò le braccia al collo e lo baciò.
Lui la strinse a sè baciandola di rimando. Rimasero abbracciati a lungo. Poi Sookie si scostò sbadigliando e disse “Ora è meglio che vada..”
Lui annuì e lei aggiunse “Domani ci potremmo vedere...magari quando esco dal Merlotte’s”
“Credo che ci sarà un bel da fare al locale e Pam si infurierebbe se la lasciassi sola...Ma verrò a trovarti, ovviamente”
Lei sorrise, contenta di questa dichiarazione. Poi si alzarono e si misero l’una di fronte all’altro davanti alla porta.
Sookie disse “Allora, buonanotte...mio principe!”
Eric sorrise dicendo “Buonanotte, mia dolce Sookie..”
Si chinò per baciarla ancora una volta. Aspettò che entrasse e si chiudesse la porta alle spalle, per poi sparire nel buio.

Fine

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