Il Vampiro e la Bambina di murdershewrote (/viewuser.php?uid=198375)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Umani ***
Capitolo 2: *** Cheesburger e babysitter ***
Capitolo 3: *** I ricordi, il dolore, la speranza ***
Capitolo 4: *** Di Principi e Principesse ***
Capitolo 1 *** Umani ***
Appena aveva percepito
che qualcosa non andava Eric era letteralmente
volato verso la fonte che richiedeva disperatamente aiuto. Mentre
atterrava vide la scena che si presentava sotto i suoi piedi: stupidi
umani!
Due
macchine erano incastrate tra loro in una morsa di ferro e acciaio.
Nonostante fossero ridotte ad un ammasso di lamiere, il vampiro non
ebbe difficoltà a riconoscere la piccola utilitaria gialla,
diventata ormai più che familiare. La proprietaria se ne
stava seduta per terra con la testa stretta tra le mani e lo sguardo
fisso davanti a sè. Quando le fu abbastanza vicino, quella
alzò gli occhi a guardare il vampiro.
“Sookie,
stai bene?” le chiese, anche se aveva già
visto diversi graffi sul viso e sul collo e un’altra ferita,
più profonda ma non tanto grave, sulla coscia destra.
Lei
non rispose ma era chiaro che non stava affatto bene. La ragazza si
voltò nuovamente a guardare ciò che restava della
sua auto con occhi sbarrati dalla paura.
Allora Eric si
diresse a
esaminare quel disastro e capì subito da cosa derivava tanta
preoccupazione.
Sentì
l’odore del sangue.
Guardò
all’interno dell’utilitaria e si trovò a
fissare una giovane donna dai capelli scuri. Stava riversa in avanti,
sul cruscotto dell’auto, con gli occhi chiusi. Eric
sentì distintamente un gocciolio lento e continuo ma non
riuscì a trovarne la fonte, tanto quella donna era coperta
di sangue. Non era morta comunque, anche se il cuore si faceva
più debole ogni secondo che passava. Mentre in lontananza
risuonavano delle sirene Eric si disse che se quei soccorsi umani non
fossero arrivati in fretta la donna non ce l’avrebbe fatta.
Assorto in questi pensieri, il vampiro si irrigidì di scatto
sentendo qualcos’altro.
Si
voltò a guardare la
parte posteriore della macchina e la
vide. Accucciata nello stretto spazio tra i sedili anteriori e quelli
posteriori stava una bambina. Viva. Teneva le braccia premute contro la
testa come se si stesse ancora proteggendo dal terribile impatto che si
sera verificato.
Eric la
guardò ancora un secondo poi
richiamò l’attenzione di Sookie dicendo
“Sookie, credo che dovresti venire..”
Lei
capì il perché e si alzò in fretta,
perdendo quasi l’equilibrio inciampando nell’erba
alta ai lati della strada. Raggiunto Eric, la ragazza guardò
dentro a sua volta ed esclamò “Meredith! Oh mio
Dio, Meredith..!”. Sookie, bloccata dallo shock dello
schianto, non aveva avuto il coraggio di controllare le sue condizioni,
terrorizzata forse all’idea che la bambina poteva essersi
fatta male davvero.
Sentendosi
chiamare, questa alzò piano
il capo mostrando due occhi spaventati. Sookie spalancò la
portiera e si chinò per vederla meglio e le disse
“Non preoccuparti tesoro. Ti tiro subito fuori di
qui..”
Detto
ciò allungò le mani per
tirarla verso sè ma si accorse con sgomento che non poteva:
nell’impatto i sedili si erano talmente stretti tra loro che
la bambina risultava ora incastrata tra essi. Così Eric fece
spostare Sookie di lato mentre lui allontanava con molta più
facilità i sedili. Poi estrasse delicatamente la bambina che
Sookie prese subito tra le braccia. Entrambe tremavano visibilmente,
talmente forte che Eric pensò che sarebbero crollate al
suolo. Invece Sookie tornò sul ciglio della strada e si
sedette nuovamente sulle erbacce affioranti con la bambina in grembo.
Nel giro di un
paio di minuti la strada, prima deserta e buia, si
riempì di gente, luci e voci concitate: soccorritori,
pompieri e poliziotti iniziarono a muoversi freneticamente cercando di
prendere in mano la situazione.
La prima cosa
che fecero fu di mettere
sull’ambulanza la donna agonizzante, dopo averla
estratta dall’auto con estrema cautela, e poi partire a razzo
verso l’ospedale più vicino. Poi un poliziotto con
un taccuino in mano si avvicinò a Sookie per chiederle cosa
fosse successo esattamente. Lei, seppur con voce malferma, diede la sua
versione dei fatti. In questo modo Eric, che era sempre rimasto al
fianco della ragazza, ebbe modo di soddisfare la sua
curiosità. Alla fine del resoconto non poté fare
a meno di pensare a quanto potessero essere stupidi gli umani.
Perché, pur consci della brevità della loro
esistenza, si divertivano tanto a sfidarla e non pensavano invece di
viverla il più lungo possibile? Oppure era proprio questa
consapevolezza che li spingeva a viverla appieno, fino in fondo, e non
sprecare nemmeno un minuto di essa? Qualunque fosse il motivo Eric
proprio non lo capiva. Avrebbe voluto scambiare qualche parola con il
conducente dell’altra auto che aveva osato schiantarsi contro
Sookie con quella violenza inaudita. Se quello non fosse già
morto nell’impatto, Eric probabilmente avrebbe provveduto con
le sue mani. Il poliziotto si offrì di accompagnare Sookie e
la bambina in ospedale per eventuali accertamenti e per farle stare al
corrente delle condizioni della donna che era con loro – la
madre della bambina –. Prima di andare Sookie chiese a Eric
se poteva raggiungerla in ospedale con la macchina.
Ovviamente lui
diede una risposta affermativa.
Arrivate in
ospedale, Sookie e Meredith furono visitate abbastanza
velocemente col risultato finale di trovarsi entrambe addosso qualche
cerotto ma per fortuna niente di più. Sookie venne informata
che Anjie, una delle sue più care amiche, era stata portata
in sala operatoria per subire un delicato intervento chirurgico atto a
stabilizzare le sue condizioni, al momento davvero critiche. Nel
frattempo arrivò Eric.
Tutti e tre si
trovavano in una
piccola sala d’aspetto e nessuno fiatava.
Sookie, seduta
su
una scomodissima sedia verde in plastica, batteva nervosamente un piede
sul pavimento lastricato in marmo producendo un rumore sordo. Meredith
si era appollaiata sulla sedia accanto a Sookie e si stava tormentando
il ginocchio sinistro sul quale era stato appena applicato un piccolo
cerotto rettangolare, mentre Eric si limitava a fissarle appoggiato
alla parete di fronte.
Appena nella
sala entrò
un’infermiera dal corpo esile e dai corti capelli
accuratamente raccolti in un piccolo chignon Sookie scattò
in piedi e le andò incontro per avere qualche aggiornamento.
Eric capì che se la giovane infermiera aveva avuto il buon
senso di tenersi lontano dalla bambina e parlare con un tono sommesso
ci doveva essere un motivo. Dall’espressione che si dipinse
sul volto di Sookie era chiaro che c’era stata qualche
complicazione.
Uscita
l’infermiera, la ragazza
guardò Meredith. Aveva assunto un’espressione
neutra per non spaventarla ma la voce tradiva tutta la sua
preoccupazione.
Le disse
“Tesoro, si sta facendo
tardi...Che ne dici se qui rimango solo io?”. La
bambina alzò le spalle.
Allora Sookie
disse ad Eric
“Non dovrebbe stare qui”. Lui la guardò
con aria interrogativa.
Sookie
continuò
“..Sarebbe meglio portarla da qualche altra parte ma da me
non c’è nessuno perché ho detto a Jason
di venire. Non posso affidarla a nessun’altro”.
Ancora il vampiro sembrò non capire.
Poi, dopo un
attimo di
riflessione, spalancò gli occhi e disse “No, non
guardare me!”
“Eric,
per favore..”
“Non
so nemmeno cosa fare! Che so, se le viene
fame?”
“Qualcosa
ti verrà in mente, non
è così difficile!”
Eric fece un
profondo sospiro e disse “D’accordo..”
Deciso questo
Sookie prese per mano Meredith e seguì Eric
fuori dall’edificio fino al parcheggio. Si fermarono davanti
alla macchina fiammante di lui.
Sookie prese
in braccio la bambina
dicendole “Tesoro, io e la mamma torniamo
presto...Tu farai la brava con il mio amico Eric?”.
La bambina annuì.
Sookie le
sorrise, poi guardò
Eric che le disse “Fammi sapere qualcosa”
accarezzandole una mano.
“Certo,
grazie..”. Poi si avviò a passo svelto verso
l’ospedale.
Eric
la seguì con lo sguardo mentre si allontanava, poi si
accorse che la bambina era rimasta nel punto esatto in cui
l’aveva lasciata Sookie e lo fissava.
Dopo un
momento di
sconcerto chiese alla bambina “Hai fame, piccola?”.
Meredith annuì ed Eric pensò “Ecco,
lo sapevo..!”.
Restò
un attimo in silenzio a pensare, poi disse
“Ok. Andiamo a mangiare”.
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Capitolo 2 *** Cheesburger e babysitter ***
Il primo posto che gli
venne in mente fu il Merlotte’s, così fecero
strada diretti in città. Arrivati lì, Meredith
entrò guardandosi attorno seguita da Eric. Quella sera non
c’era molta gente e Sam stava sistemando alcune vettovaglie
dietro il bancone.
Questo alzò lo sguardo dal boccale che stava asciugando e
disse “Eric Northman, quale buon
vento…”. Notando la bambina aggiunse “Se
non ti conoscessi, penserei che sia tua figlia..”
“Si, certo…E chi lo direbbe a Pam?”
disse Eric sogghignando.
Sam rise e chiese “Allora chi è la
piccola?”
Eric raccontò brevemente quanto era successo.
Alla fine Sam esclamò “Accidenti! Che brutta
storia..”
“Si, infatti. Sono venuto qui proprio per lei..”
disse indicando la bambina. “Avrebbe fame e io non ho idea di
cosa darle”
“Certo, capisco. Ci penso io”
Sam chiese alla bambina “Allora tesoro…cosa
vorresti da mangiare? Qualcosa di dolce, tipo una bella fetta di torta
allo yogurt oppure un buon cheeseburger?”
“Il cheeseburger è con doppio
formaggio?” chiese la bambina timidamente con la sua voce
minuta.
“Certo. Lo preparo come vuoi tu”
“Allora va bene..”
“Perfetto. Va a sederti che te lo porto subito,
signorinella”
La bambina sorrise quel tanto che le era permesso dal suo stato
d’animo in quel momento e andò a sedersi ad un
tavolino libero. Eric le si sedette di fronte. Non sapeva bene come
comportarsi con una bambina così all’inizio stette
in silenzio a osservarla. Capì perché Sam aveva
pensato che potesse essere sua figlia: la bambina aveva dei bei capelli
lunghi e ondulati, giallo paglierino, e la pelle chiara, di un rosa
pallido che sembrava ancora più tenue per il contrasto che
faceva con gli occhi. Questi erano di un azzurro intenso e
risplendevano come zaffiri incastonati sul suo volto.
Quando si accorse che anche lei lo stava scrutando alzò un
sopracciglio e quella gli chiese “Tu sei un
vampiro?”
“Si. Non avrai mica paura?”
“Non lo so, non ne conosco altri. Ma tu non sembri
cattivo”
Eric sorrise e disse “Non tutti i vampiri sono
cattivi..”
Nel frattempo arrivò Sam con il panino dicendo “Ed
ecco qua il tuo panino con doppio formaggio”
La bambina gli diede un morso e commentò
“Mmmh…è buonissimo! Mi piace tanto il
formaggio”. Eric guardò quel panino inarcando le
sopracciglia, perplesso.
Sam se ne accorse e rise “Che ci vuoi
fare…è questo che mangiamo noi! A proposito, ti
porto qualcosa?”
“No, grazie. Solo il conto”
“Lascia stare. Offre la casa”
Eric lo ringraziò con un cenno del capo.
Quando Meredith finì di mangiare rimase un po’ a
giocare con il cane di Sam fuori dal locale sotto l’occhio
vigile di Eric. Poi sbadigliando gli disse “Eric, sono
stanca..”
Sam suggerì “Può stare qui se
vuole..”
“No. La porto con me al Fangtasia. Aspetto notizie da
Sookie..” gli disse Eric.
“Ok, come vuoi. Comunque hai il mio numero, nel caso ti
servisse qualcosa”
“Certo…Allora Meredith, andiamo?”. La
bambina annuì e sbadigliando salutò Sam.
Arrivati al Fangtasia si sentì subito un gran brusio. Appena
entrarono nel locale molti vampiri si voltarono ad osservarli. Uno in
particolare, dai modi grossolani e l’aria famelica,
adocchiò la bambina dicendo “Signor Northman,
cos’è…la nuova attrazione del
locale?”
Meredith non capì esattamente il significato di quelle
parole ma intuì che si riferivano a lei così,
istintivamente, afferrò e strinse la mano di Eric. Questo la
guardò, sorpreso dal gesto ma non dal motivo.
Allora la prese in braccio e si schiarì la voce, dicendo
“Gradirei avere la vostra attenzione un momento..”.
Tutti lo guardarono e si misero in ascolto, anche Pam che se ne stava
appoggiata al bancone del bar cercando distrattamente con lo sguardo
qualche vampirofilo con cui giocare un po’.
“Vedete questa bambina? Sarà nostra ospite questa
notte…”
Fu interrotto dal vampiro di prima che disse ghignando
“Allora dobbiamo intrattenerla?”
Eric lo fulminò con lo sguardo e disse “Non
interrompermi mai più…non avevo finito!”
Quello si ammutolì, mentre Eric ruotò piano su se
stesso, in modo che tutti potessero vedere la bambina, e
continuò “Stavo dicendo…Per tutto il
tempo che sarà qui è libera, se lo desidera, di
girare dove vuole indisturbata anche senza me accanto, anche se non
credo che lo farà. In ogni caso va lasciata in
pace…”
Sentendo qualche risata sommessa aggiunse “Che nessuno osi
toccarla. Intesi?”. Tutti annuirono e risposero
affermativamente.
“Bene” Eric fece scendere la bambina e le disse
“Puoi stare tranquilla, ok?”. Meredith
annuì.
Pam le si avvicinò “Me che carina…come
ti chiami tesoro?”
“Meredith”
“Ciao Meredith. Sai, sembri proprio una
bambolina..!” poi si rivolse ad Eric con voce leggermente
stridula “Che ci fa qui?”
“Non preoccuparti Pam, Sookie verrà a prenderla
presto. Ma starà qui per ora, anzi…Mi faresti un
favore se portassi nel mio ufficio un cuscino e una coperta..”
“Ma certo, con piacere!” disse ironicamente lei e
lui “Grazie Pam!”.
Eric guidò la bambina fino all’ufficio, dove il
suono era più attenuato. La bambina si sedette su un divano
dalla stoffa rosso cupo mentre Eric occupò la robusta
poltrona di pelle nera dietro la scrivania.
Le pareva un po’ insofferente così le
domandò “Ehi, cosa
c’è…stai bene?”
“..devo fare la pipì…”
Eric si trovò impreparato a quell’affermazione, di
per se banale.
Cominciò a farfugliare “Oh, si..certo..aspetta un
attimo..”
Per sua fortuna in quel momento arrivò Pam e disse
“Pam, appena in tempo!”
La vampira lo guardò diffidente chiedendo “In
tempo per cosa..?”
“La accompagneresti in bagno?”
“Sicuro! Vieni cara..”
Pam prese per mano la bambina e uscì dalla stanza, non prima
di aver lanciato un’occhiataccia al suo creatore. Eric
ridacchiò al pensiero di come Pam dovesse essere irritata
con lui. Nel frattempo sistemò il cuscino e la coperta sul
divano. Poi si sedette guardando il cellulare: nessun messaggio di
Sookie.
Meredith
entrò nell’ufficio accompagnata da Pam ma questa
non entrò, temendo forse che Eric le rifilasse qualche
noioso compito da babysitter.
Si fermò sulla soglia e disse “Posso fare altro
per te?”
Eric sogghignò dicendo “Potresti suggerirmi
qualche canzoncina da cantarle”
Pam lo guardò inarcando le sopracciglia ed Eric le
spiegò “..sai, per conciliare il
sonno…Ma forse è meglio di no..”
“Ecco, infatti!”. Detto ciò Pam si
dileguò.
Meredith si sedette sul divano ed Eric le disse “Ho messo un
cuscino…così stai più
comoda”. La bambina si poggiò ad esso ma non si
sdraiò. Sembrava triste.
Eric le chiese “Sei preoccupata per tua madre?”.
Lei annuì. Lui stette un attimo in silenzio.
Non era certo la persona più adatta per consolare qualcuno,
soprattutto una bambina che stava rischiando di perdere la madre.
Così disse, cercando di essere il più spontaneo
possibile “Vedrai che andrà tutto bene”
“Già…” disse Meredith con un
tono per niente convinto.
Poi sembrò voler cambiare discorso dicendo “Prima
dicevi sul serio?”
“Riguardo a cosa?”
“La canzone..”
“Beh, se ti fa piacere…”
“Allora me la canteresti una?”
Lui si sentì un po’ imbarazzato ma poi disse
“Ne ricordo una…Me la cantava mia madre quando ero
piccolo. È molto antica..”
La bambina si mise in ascolto ed Eric intonò quella breve
filastrocca.
Alla fine Meredith disse “Non ho capito nemmeno una
parola…ma..è carina!” lui sorrise e
disse “Grazie…è una canzone svedese,
per questo non hai capito nulla..”
“Ah…allora tu sei svedese?”
“Si”
Poi vedendo che la bambina si stava tranquillizzando
continuò dicendo “Ci credi se ti dico che mia
madre e mio padre erano i sovrani di un regno in Svezia?”
“Sovrani? Tipo re e regina?”
“Esatto”
“Wow!” disse lei entusiasta.
Poi, dopo aver riflettuto qualche secondo, disse con tono concitato
“Quindi tu sei un principe! Che
bello…Chissà quante storie avrai da
raccontare!”
“Beh, succedono tante cose in un regno..”
“Mi piacerebbe tanto ascoltarle…re e regine,
damigelle in pericolo perse in una foresta incantata e principi che
affrontano terribili draghi per salvarle..!” disse lei
fantasticando. Eric rise e disse “Se ti piacciono
così tanto te le racconto con piacere…ma non ora.
Si è fatto tardi, dovresti dormire..”
“Ummh…va bene”. Detto ciò si
mise sotto la coperta.
Eric si alzò dalla poltrona e, levandosela, le
poggiò sopra la giacca. Si accorse che la bambina lo
guardava così le chiese “Che
c’è?”
“Tu rimani qui, vero?”. Eric si sorprese a quella
domanda. Una bambina che mentre dormiva voleva accanto a sè
un vampiro?
Con un tono particolarmente comprensivo le rispose “Non vado
da nessuna parte. Sono qui”
Meredith gli sorrise, poi si girò verso lo schienale del
divano mettendosi a dormire. Lui la guardò ancora un attimo,
poi anch’egli si sedette su un divano posto di fronte alla
scrivania stendendo le gambe e incrociando le braccia sul petto.
Cantare la filastrocca alla bambina gli aveva riportato alla mente
vecchi ricordi.
Reclinò indietro la testa e si abbandonò al
flusso di quei pensieri.
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Capitolo 3 *** I ricordi, il dolore, la speranza ***
Il lampadario che gli
penzolava sopra la testa a poco a poco sfumò così
come l’intero ufficio.
Tutto mutò aspetto. Sembrava un posto nuovo ma Eric sapeva
esattamente dove si trovava.
Era al centro di una stanza da letto illuminata dal fuoco di un camino.
Poteva sentire il suo confortevole calore sfiorargli il volto.
Sembrava essere solo.
Poi udì qualcosa, un fruscio alle sue spalle. Si
voltò e vide che il letto era occupato da un bambino di
quattro, forse cinque anni.
Eric si avvicinò per vederlo meglio. Aveva i capelli di un
biondo chiarissimo che alla luce del vicino fuoco apparivano quasi
bianchi. Gli occhi azzurri erano spalancati e fissavano
l’unica piccola finestra nella parete di fronte. Al di fuori
di quelle mura sicure stava infuriando una bufera di neve e il vento
faceva risuonare in modo inquietante la sua voce nelle orecchie del
bambino il quale, impaurito, si tirò la pesante coperta di
lana fin sotto il mento.
Poi guardò la porta e si mise in attesa.
Anche Eric fece lo stesso e un attimo dopo vide la porta aprirsi con un
cigolio. Entrò una figura che inizialmente Eric non vide in
faccia poichè voltata di spalle ma non aveva dubbi sulla sua
identità. Eric cercò di metterla a fuoco nella
luce fioca e appena questa si voltò per poco non gli venne
un colpo.
Era una donna bellissima, con dei lunghi capelli biondo rame raccolti
in una treccia e splendidi occhi blu. Indossava una veste bianca
stretta appena sotto il seno da un nastro di stoffa verde scuro. Non
era particolarmente raffinato come vestito ma lei lo portava con la
grazia che solo una vera regina poteva avere.
Si era soffermata sulla soglia sorridendo al bambino che si
issò a sedere sul letto. Lo guardò teneramente e
si andò a sedere accanto a lui. Appena gli passò
accanto Eric poté sentire il suo profumo che non aveva
niente a che fare con le moderne fragranze. Non si può
racchiudere in una bottiglietta la freschezza della brezza marina o del
bosco dopo un temporale o, ancora, il soave odore di una rosa
selvaggia. Ecco ciò che aveva percepito Eric sul cui viso
corse una fuggevole lacrima. Si asciugò la guancia e
guardò la donna mentre cingeva le spalle del bambino per
tranquillizzarlo. Questo, rassicurato, si rimise sotto la coperta. La
donna gli fece un gran sorriso e intonò quella che sembrava
essere una ninna nanna. Eric ascoltò con
attenzione…Era la voce più dolce che avesse mai
sentito.
Il canto ebbe l’effetto sperato: il bambino sembrava essersi
addormentato. La donna lo guardò continuando a sorridere,
gli accarezzò il viso poi lo baciò e gli
sussurrò qualcosa all’orecchio. Fatto
ciò si alzò e uscì piano dalla stanza,
dopo aver dato un’ultima occhiata al bambino. Eric
ripeté le sue ultime parole: “..Dormi, mio dolce
principe, dormi…”
Poi aggrottò le sopracciglia sentendo il trillo di un
telefono.
Un telefono..?
Fu scosso da
quelle riflessioni dallo squillare del suo cellulare. Era Sookie.
Quando rispose sentì subito la voce frammentata della
ragazza “Ehi, sono ancora in ospedale..”
“Sookie, hai bisogno di qualcosa? Vuoi che venga
lì?”
“No, no…c’è Jason con me.
Come sta Meredith?”
“Bene, sta dormendo. Tu invece? Sua madre?”
“Io sto bene. Anjie invece…”. Fece una
pausa, poi disse singhiozzando “Non ce la
fatta…Eric, è morta!”
Eric sentì Meredith muoversi e guardandola disse
“Capisco…mi dispiace”
“Oh Eric…come farò con Meredith? Come
posso dirle che sua madre non c’è
più?..dovrei essere lì con lei e
invece…Cercherò di venire in tempo in
mattinata”
“Non preoccuparti...troveremo una soluzione”
“Ok...grazie..”
“Non devi ringraziarmi, Sookie...Lo sai che lo faccio per
te”
“Lo so...Ok, ci vediamo dopo..”. Sookie
terminò la chiamata.
Eric fissò davanti a sè facendosi, per un attimo,
sopraffare dal suo lato pre-vampirico.
Nella visione che aveva avuto gli era sfuggita una lacrima umana,
cristallina. Ma adesso sentì scorrergli sul viso la cruda
realtà. Non sapeva se quel pianto fosse per il dolore che
provava Sookie in quel momento o quello che avrebbe provato la bambina.
O per quello che provava
lui ormai da secoli.
Si asciugò furtivamente sperando che Meredith non notasse
niente. Poi la guardò e disse “..Lo so che sei
sveglia”
La bambina ruotò su se stessa, lo guardò e chiese
“Era Sookie, vero?”
“Si”
“Ti ha detto qualcosa della mia mamma?”
Lui annuì e lei chiese ancora “N-non
c’è più? Mia mamma se ne è
andata…è così?”
Eric sospirò e disse “Mi dispiace che tu debba
venirlo a sapere da uno sconosciuto ma si...purtroppo
è così”
Gli occhi della bambina si gonfiarono di lacrime così Eric
le fece segno di andare da lui. Meredith scese dal divano avvolta nella
coperta e si sedette accanto al vampiro che le disse “Sai,
anche io ho perso i miei genitori quando ero molto
giovane..”. La bambina stava piangendo in silenzio.
Eric continuò “..ero triste e arrabbiato, non
sapevo cosa fare. Poi un vecchio saggio mi disse che dovevo smettere di
piangere e tranquillizzarmi..” “Come potevi stare
tranquillo se i tuoi genitori non c’erano
più?”
“Anche io pensai la stessa cosa e quello mi spiegò
che i miei genitori erano andati in un posto dove sarebbero stati per
sempre bene. Così smisi di piangere e capii che loro mi
proteggevano dall’alto e che un giorno li avrei
rivisti..”.
Grandi lacrime scivolarono sul volto della bambina che poi chiese
“Allora anche la mia mamma è volata in
cielo?”
“Certo...e sicuramente ti sta già pensando. Magari
ora è insieme e alla mia e ci stanno guardando..”
rispose lui cercando di convincere anche se stesso con quella teoria.
La bambina abbozzò un sorriso ma il suo pianto non si
arrestava.
Allora Eric allungò un braccio alla scrivania e prese un
fazzoletto. Con questo asciugò le lacrime sul volto di
Meredith e le disse “Non devi piangere. Vedrai ancora tua
madre, così come io vedrò la mia, mio padre e
tutte le persone care che ora non ci sono più. Basta
aspettare..”
Poi con tono più tenero disse “E poi se piangi
troppo consumerai il tuo bel visino...”
La bambina sorrise ed Eric aggiunse “Vedi? Sei molto
più carina quando ridi!”
Lei rise ancora nonostante gli occhi umidi e gli chiese
“Posso restare qui?”
Eric si sentì inchiodato da quei lucidi occhi blu.
Poté solo dirle “Certo..”
Detto ciò Meredith si sedette su di lui accoccolandosi sul
suo petto come nessuno avrebbe osato fare con un vampiro. In poco tempo
si riaddormentò arrestando così il tremito che la
scuoteva leggermente. Meravigliandosi di se stesso Eric le
sfiorò i capelli e le sussurrò in un orecchio
“Dormi bene piccola..”
Poco prima dell’alba qualcuno bussò alla porta
dell’ufficio.
Entrò Pam dicendo “Eric, è quasi
l’alba..”
Lui indicò la bambina dormiente e disse a voce bassa
“Non voglio lasciarla sola. Aspetterò che venga
Sookie”
“Come vuoi..”
La vampira fece per andarsene, poi aggiunse “Sai, se non ti
conoscessi penserei che sia..”
“..mia figlia?”
“Esattamente!”
“Non ti darei mai questo dispiacere..” disse lui
sogghignando.
Pam rise e chiuse piano la porta. Eric chiuse gli occhi.
In effetti anche lui stava iniziando a sentire il bisogno di riposarsi.
Ma Sookie sarebbe arrivata presto e voleva farsi trovare sveglio.
Poco tempo
dopo Eric spalancò gli occhi avendo sentito qualcosa.
Infatti nell’ufficio entrò Sookie.
Eric le sorrise dicendo “Ehi...che ci fai qui?”
“Mi ha aperto Ginger...”
“Ah, certo...Ginger”
Sookie si avvicinò ai due stesi sul divano e
mormorò “Oh, che amore...Come sta?”
“Credo abbastanza bene...aveva già capito
tutto..”
“Mi dispiace di averti dato questa
incombenza…avrei dovuto esserci io con lei..”
“E’ stata incredibilmente forte...è solo
una bambina”
Sookie si sedette sul divano e appena accarezzò i capelli di
Meredith questa schiuse lentamente le palpebre e la guardò
con aria assonnata, poi si strofinò gli occhi ed
esclamò “Sookie! Sei qui!”
Le gettò le braccia al collo dicendo “La
mamma non c’è più..”
“Tesoro, mi dispiace..”
“Mi manca tanto!”
“Anche a me…Comunque la mamma ti starà
sempre vicino, lo sai?”
“Eric mi ha detto che nel posto dove è ora
starà bene e che un giorno la vedrò di nuovo,
quindi non devo essere triste..”
“E’ vero...è proprio
così..”
Sookie, stringendo la bambina tra le braccia, guardò grata
Eric che le rispose con un sorriso.
Poi sentirono bussare alla porta dalla quale si affacciò
Ginger che disse “Scusami Eric ma c’è
qui Sam Merlotte..”
“Grazie Ginger, fallo accomodare..”
“Certo”
Sookie prese in braccio la bambina e uscì dalla stanza
seguita da Eric.
Quando lo vide, Meredith lo salutò agitando una mano. Sam
rispose al saluto e, appena la bambina scese, andò da Sookie
e abbracciandola le disse “Sookie…Eric mi ha
raccontato cosa è successo. Come stai?”
“Bene…e purtroppo sono l’unica”
“Mi dispiace..”
Meredith li interruppe dicendo a Sookie “Sai, Sam mi ha fatto
il cheeseburger più buono del mondo!”
“Sono contento che ti sia piaciuto” disse Sam con
un sorriso, poi aggiunse “A proposito ho un’altra
cosa per te, sempre che la vuoi..”
“Cos’è?”
“Ora vedrai..”
Sam chiese ad Eric “Posso utilizzare il tuo
bancone?”
“Fa pure..”
Così Sam e Meredith si spostarono al bancone.
Rimasti soli, Sookie si rivolse ad Eric “Grazie ancora. Spero
che non ti abbia arrecato troppo disturbo..”
“Nessun fastidio, mi aspettavo di peggio e
invece…è così dolce e indifesa. Pensa
che anche Pam l’ha trovata carina...a modo suo,
ovviamente..!”
Sookie rise e disse “Per dirlo lei!”.
Anche Eric rise poi si fece serio dicendo “Sookie,
Sookie…Ti preoccupi sempre per gli
altri…scordandoti di come stai tu..”
Sookie lo guardò con gli occhi colmi di lacrime. Lui aveva
capito come si sentiva. Lo abbracciò forte ed Eric non
poté essere più lieto di accoglierla tra le sue
braccia senza dire nulla.
Poi entrambi sentirono qualcosa. Un forte respiro alle loro
spalle.I suoi sensi da vampiro gli avevano fatto captare una
presenza ma Eric non si era soffermato a guardare quella figura buttata
su una nera poltrona in un angolino della sala, con la testa reclinata
all’indietro e la bocca semi aperta, intenta a schiacciare un
pisolino.
Sookie notò lo sguardo perplesso del vampiro e questo la
fece ridere, per poi esclamare “Povero Jason...E’
stato tutta la notte con me in ospedale. Si è imbottito di
caffeina per portarci qui..”
“Ti avevo detto che potevi venire quando volevi. Potevate
tranquillamente tornare a casa a riposarvi…avrei
accompagnato Meredith da te..”
“So che l’avresti fatto...Ma se fossi tornata
direttamente a casa sarei stata tutto il tempo a pensare a quello che
è successo. Avrei continuato a vedere il volto di Anjie che
entrava in sala operatoria e che non ne usciv...No, non ce
l’avrei fatta a stare sola a letto. Ho preferito venire qui e
sapere che almeno Meredith stava bene...”
“Non è mai facile quando si perde qualcuno a cui
si tiene. Ma tu sei una delle persone più tenaci che
conosca…Sei più forte di quello che pensi e
supererai anche questo momento. Devi solo darti un po’ di
tempo..”
Sookie annuì, ancora stretta al vampiro.
Eric le schioccò un bacio sulla testa poi disse “A
proposito di Meredith…”
Sookie si scostò da lui giusto in tempo per vedere la
bambina saltarle addosso. Sookie la strinse a se e le disse
“Mmmh, che buon odore! Sai di ciliegia..”
“Ma non sono io. È la torta allo yogurt che mi ha
portato Sam...era così buona!”
“Piace tanto anche a me. Qualche volta ci torniamo insieme e
ce la prendiamo, ok?”
“Si!”
Meredith chiese ad Eric “E a te piace la torta alla
ciliegia?”
“Non lo so, non l’ho mai mangiata. Ma quando ero
piccolo le donne di casa facevano dei dolci per me e miei fratelli, se
facevamo i bravi”
“Davvero? Anche la mia mamma! Fa dei biscotti
buonissimi!”
Sembrò accorgersi di quello che era successo e si corresse
prontamente “Faceva..dei biscotti buonissimi..”
Per un attimo il suo viso si oscurò e sia Sookie che Eric
trattennero il respiro temendo che sarebbe scoppiata a piangere. Invece
lei con molto calma e lucidità chiese a Sookie
“Pensi che nel posto dove è ora potrà
continuare a fare i biscotti? Così si ricorderà
di quando li mangiavamo insieme..”
“Penso che continuerà a fare tutte le cose belle
che faceva quando era qui, anche quei biscotti squisiti!”
La bambina sorrise tranquillizzata e disse ad Eric “Magari se
mia madre incontra la tua possono scambiarsi le ricette,
così non si annoiano a fare sempre le stesse cose”
Eric inarcando le sopracciglia rispose “Si...credo che si
possa fare”
Meredith chiese a Sookie “Ma tu lo sapevi che i genitori di
Eric erano dei sovrani?”
“Davvero? Non ne avevo idea..” disse rivolta ad
Eric. Questo si limitò a ricambiare il sorriso complice
della bambina.
Poi Sookie disse a Meredith che il padre era già in viaggio
e che sarebbe venuto a prenderla quella sera. Era quindi necessario
tornare a casa per prendere le cose che aveva lasciato da lei e a darsi
una sistemata. Sam svegliò Jason che, seppur contrariato, si
alzò dalla poltrona che aveva occupato ormai da
un’oretta. Così Eric poté scortare i
suoi ospiti alla porta. Prima di aprirla Jason lo ringraziò
per la sua comodissima poltrona, assicurandogli che sarebbe tornato a
trovarla. Sam lo salutò con un cenno del capo
complimentandosi invece per l’ottimo baby-sitting.
Meredith guardò Eric dal basso chiedendogli se
sarebbe venuto a salutarla quando sarebbe partita.
Lui si inginocchiò per stare alla sua altezza e le rispose
sorridendo “Certo che ci sarò. Non posso mica
lasciarti andare senza salutarti!”
Lei sorrise felice. Sam vide che Sookie doveva ancora dire qualcosa ad
Eric, così prese la bambina per mano e uscirono insieme a
Jason.
Sookie disse “Ma cosa le hai fatto? Sembra pazza di
te!”
“Beh, che ci vuoi fare…Quando sei così
affascinante cadono tutte ai tuoi piedi, senza eccezioni...”
disse lui ridendo
Sookie per contro gli disse “Ma dai! Che modesto..!”
Risero entrambi guardandosi negli occhi e Sookie gli chiese
“Allora vieni davvero da me stasera? A salutare
Meredith?”
“Come potrei fare un torto a quella dolce
creaturina..?”
Sookie sorrise e disse “E dire che nemmeno ne volevi
sapere...Comunque mi farebbe piacere se restassi anche dopo..”
“Dopo?”
“Si, insomma...Vorrei che restassi un po’, per
farmi compagnia”
Eric le rispose “L’avrei fatto anche se non me lo
avessi chiesto. Starò con te tutto il tempo che
vorrai”
Sookie gli rispose sorridendo “Allora ci vediamo
stasera..” mentre lui le sfiorava le mani con le labbra.
Dopo di che anche Sookie lasciò il Fangtasia per tornare a
casa dopo una notte d’inferno.
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Capitolo 4 *** Di Principi e Principesse ***
Il padre di Meredith
venne un po’ in anticipo rispetto a quanto aveva riferito a
Sookie ma forse era meglio così. La bambina aveva bisogno
della figura a lei più vicina, dopo la madre. Meredith
stette tutto il pomeriggio attaccata al padre mentre questo cercava di
trattenersi dal piangere di fronte a lei che stava dimostrando una
forza d’animo straordinaria per una bambina di soli otto anni.
Verso le 18:00
Thomas - così si chiamava - si fece coraggio e chiese alla
figlia “Allora...Sei pronta per tornare a casa?”
“Si
però non possiamo ancora partire”
“Ma
come...Perché no?”
“Devo
salutare Eric!”
Thomas si
voltò perplesso verso Sookie e chiese “Eric? Chi
è Eric?”
“Oh..è
un...un amico”
Poi Thomas
chiese ancora alla figlia “Ma sei sicura che venga,
tesoro?”
“Si!
Ha detto che veniva! Ti prego, possiamo aspettarlo?” disse
con tono supplichevole.
Lui, dopo
averci pensato un po’ su, rispose “E va bene.
Aspettiamo questo Eric..”
Nell’attesa
si sedettero tutti nella veranda a chiacchierare del più e
del meno e, soprattutto, dell'immediato futuro che attendeva Thomas e
la figlia mentre questa si mise all’erta sugli
scalini.
La sua attesa
non durò a lungo. Infatti, passato nemmeno un quarto d'ora i
tre seduti nella veranda videro la bambina scattare in piedi
all’improvviso ed esclamare “Eric!”.
Sookie vide il vampiro spuntare dalla sopraggiunta oscurità.
Questo si diresse lentamente verso la casa fermandosi in mezzo al
giardino. Guardò la bambina e le sorrise.
A quel segno
Meredith disse “Eric! Sei arrivato!” e gli corse
incontro.
Eric la prese
in braccio e lei gli disse “Sapevo che saresti
venuto!”
“Come
sarei potuto mancare?” disse lui mentre raggiungevano la
veranda.
Arrivati
lì, Sookie e Thomas si alzarono e questo chiese
“Così è lei Eric”
Il vampiro
annuì e disse “Vedo che stavate proprio per
partire. Forse l’ho fatta attendere ma mi era proprio
impossibile venire prima..”
“Oh,
non si preoccupi, non è un problema...Anche se non mi
sarebbe dispiaciuto partire con un pò più di
luce”
La bambina
intervenne dicendo “Ma papà, lui non poteva mica
venire con il sole!”
A
quell'affermazione un pensiero si fece strada nella testa di Thomas.“E
perché mai? Cosa ha che non và? In effetti
è un po’ pallido, però…Non
sarà mica un…No, cosa mi salta in
mente..?!”
Per levarsi
ogni dubbio chiese alla figlia “Davvero? E
perché?”
“Che
domanda, papà! Eric è un vampiro..!”
Thomas si
sentì mancare. “Un
vampiro? Cosa ci fa mia figlia insieme ad un vampiro?”
E invece disse
solamente “Un...un vampiro?”
Eric disse
“Eric Northman, piacere” e gli tese la mano, cosa
che non faceva con tutti.
L’altro
esitò un momento. Poi vide con quanta sicurezza la figlia si
teneva stretta a lui, così ricambiò la fredda
stretta del vampiro dicendo con un tono il più possibile
cordiale “Thomas, il padre di Meredith. Molto
lieto..”
Poi la bambina
disse qualcosa che gli fece capire che quel vampiro non era il solito
succhia sangue.
“Eric
mi ha fatto compagnia quando la mamma e Sookie erano in ospedale...Poi
mi ha portato a mangiare un cheeseburger e mi ha fatto conoscere una
sua amica vampira davvero bella!”
Sookie chiese
sottovoce ad Eric “Si sta riferendo a Pam?”
“Si..!”
rispose lui ridendo.
Thomas disse
“Mi fa piacere che sei stata bene ma ora dobbiamo andare
tesoro”
“Lo
so..” disse lei mestamente mentre Eric la metteva
giù.
Poi chiese al
padre “Potrò vederlo ancora?”
“Tesoro,
sei sicura? Non mi sembra una buona idea…” disse
lui ma vedendo gli occhi imploranti della figlia aggiunse
“...ma se per te è così importante, va
bene!”.
Lei sorrise
mentre Sookie le diceva “Meredith, vieni con me a prendere la
tua giacca dentro..”. Le due entrarono in casa.
Thomas
approfittò di quel momento per parlare al nuovo amico della
figlia.
Si
avvicinò ad Eric schiarendosi la voce e disse
“Signor Northman, devo ammettere che prima mi è
saltato il cuore in gola. Da genitore mi sono chiesto “Cosa
ha che fare mia figlia con i vampiri?”. Io mi reputo un uomo
di ampie vedute ma lei capisce che all’inizio fa un certo
effetto...”
Eric
annuì e Thomas proseguì “..In ogni
caso, io volevo ringraziarla per essersi preso cura di Meredith. Io ho
perso una moglie, lei una madre...ma sta metabolizzando il tutto con
grande tranquillità e questo, a quanto pare, lo deve a lei.
Uno sconosciuto le ha fatto compagnia in un momento terribile che
nessuno dovrebbe mai vivere e ha scoperto un amico di cui potersi
fidare, anche se un pò...diverso..!”
Si
fermò vedendo Eric sorridere a quelle parole.
Infine disse
“Quando ho visto la felicità negli occhi di mia
figlia appena è arrivato e la premura con cui la prendeva in
braccio ho capito che potevo fidarmi anche io. Quindi, grazie di
cuore..”
Eric
sollevò un sopracciglio e disse “Ad essere
sincero, neanche io mi aspettavo tutto questo interesse da parte di
Meredith...Sookie me l’aveva affidata e io le stavo facendo
solo un favore. Ma ho capito subito che Meredith non avrebbe creato
problemi. Al contrario di quello che pensa la mia socia, io trovo i
bambini molto interessanti...Sono indifesi e ingenui ma anche molto
intelligenti. Sua figlia, oltre ad avere queste caratteristiche,
è curiosa e, soprattutto, non ha alcun tipo di pregiudizio.
Non ha avuto alcun timore a starmi vicino, l’ha vista lei
stesso. Mi ha davvero colpito...così tenera”.
Thomas
annuì con un sorriso.
Nel frattempo
tornarono Sookie e Meredith che aveva indossato un giacchino sulle
spalle scoperte.
Raggiunse il
padre che le chiese “Stavolta sei pronta davvero? Dai,
salutiamo..”
La bambina
annuì e salutò per primo Jason che le disse
“Ciao signorina...attenta a non fare strage di cuori dovunque
andrai!”
Lei
arrossì leggermente poi andò da Eric.
“Allora...forse
ci rivedremo un giorno. Ti ricorderai di me?”
Lui si
inginocchiò e disse “Certo...Non potrei mai
dimenticarti”
Notò
uno scintillio nei suoi occhi. Lei cercò di trattenersi ma
una lacrima le sfuggì per scorrerle lungo la guancia rosa.
Eric le asciugò quel rivolo sfiorandole delicatamente il
morbido viso e disse “Ehi...non devi piangere. Questo
è solo un arrivederci. E poi lo dovresti sapere..”
“Cosa?”
“Che
un principe può anche stare lontano a lungo ma alla fine
raggiunge sempre la principessa, giusto?”
“Giusto!”
affermò lei riacquistando il sorriso.
Sookie
notò l’espressione di sorpresa che si dipinse sul
volto del vampiro quando Meredith gli diede un bacio, un tocco di
calore sulla gelida gota.
Eric non se lo
aspettava. Non erano tante le dimostrazioni
di affetto
di quel genere che riceveva, a parte quelle di Sookie...
Dopo un attimo
di stupore Eric ricambiò il dolce sorriso della bambina che
gli disse “Ciao Eric..”
“Ciao,
piccola”
Sookie fu
l’ultima a salutare Meredith. La bambina
l’abbracciò forte e Sookie disse “Ti
voglio tanto bene, tesoro mio!” e lei
“Anch’io, Sookie!”
Anche Thomas
salutò Eric “Arrivederci e grazie ancora, signor
Northman”. Lui gli rispose con un cenno del capo. Terminati i
saluti, Meredith e il padre salirono in macchina. Dopo aver fatto un
ultimo cenno di saluto con la mano, Meredith sparì
nell’auto.
Jason
rientrò a casa mentre Sookie si andò a sedere sul
divano in vimini della veranda seguita da Eric. Lui si
appoggiò allo stipite della porta mentre lei si sfilava le
scarpe e incrociava le gambe.
Poi gli chiese
“Allora, cos’è questa storia del
principe?”
Lui rise e
disse “Niente di che...solo la verità”
“Mmmh...Non
me lo hai mai detto”
“Perché
tu non me lo hai mai chiesto”
“Vero.
Ma di solito non vado in giro a chiedere alla gente se ha il sangue
blu..! La maggiorparte delle volte sono le persone
stesse vanno in giro vantandosi!”
“Effettivamente
c'è il rischio di gasarsi troppo..”
Risero
entrambi.
Poi Sookie
chiese “Hai intenzione di rimanere lì tutto il
tempo?”
Eric la
fissò un momento negli occhi poi si sedette accanto a lei
mettendole un braccio intorno alle spalle.
La
guardò ancora e le chiese “Stai bene?”
“Credo
di si..”
Nonostante la
risposta affermativa, Eric sentiva che non era così, almeno
non pienamente. A conferma di ciò Sookie abbassò
lo sguardo. Ma lui le risollevò il capo chino sfiorandole il
mento.
Sookie gli
disse “Immagino che nel corso della tua vita avrai perso
qualcuno a te caro..”
“Non
puoi sapere nemmeno quante persone abbia visto passare oltre senza
poter fare niente...mentre io continuavo ad andare avanti. Non
rimpiango di essere quello che sono ma..." esitò un momento
"..non è bello affezionarsi a qualcuno quando sai
già che lo perderai..”
“Già...è
davvero triste” disse lei prendendogli una mano.
Sapevano
entrambi che quel discorso riguardava anche loro. Tuttavia non volevano
parlarne. Non ora.
Senza
aggiungere altro Sookie si strinse ad Eric abbandonandosi tra le sue
braccia.
Adorava
stargli così vicino. Poggiava sempre la testa sul suo petto
per poi sfiorargli il colletto della camicia con il naso e inspirare a
fondo il suo odore...Sotto un classico dopobarba sentiva distintamente
un retrogusto fresco e intenso, quasi a ricordare le origine nordiche
di lui.
Sarebbero
rimasti così a lungo se non fosse intervenuto Jason a
destare la sorella dicendo “Ehi, Sookie, inizio a preparare
la cena, ok?”
“Si..ok”
“Eric...ti
unisci a noi? Ti porto qualcosa? Abbiamo del True Blood se
vuoi..”
Ponendogli la
domanda, il ragazzo aveva avuto la vaga impressione che quel
vampiro
preferisse del cibo fresco ma preferì non indagare oltre
anche perchè offrirgli qualcosa
di fresco avrebbe significato offrirgli un collo volontariamente...e
non la reputò affatto una buona idea.
Il vampiro,
come previsto, si limitò a rispondere “No,
grazie..”
“Lui
non ama quella roba!” spiegò Sookie prontamente.
Eric
confermò dicendo “E’ vero. In ogni caso
credo che vogliate rilassarvi, sarete stanchi. Non voglio trattenermi a
lungo”
Jason
sollevò le spalle e disse “Come vuoi. Se cambi
idea fammelo sapere”. Detto ciò sparì
in casa.
Sookie
guardò Eric negli occhi con aria pensierosa.
“Che
c’è?”
“Un
principe...Chi l’avrebbe mai detto!”
Lui le sorrise
e disse “Beh...Tecnicamente sono re, dato che mio padre non
c’è più”
“Cosa?
Ora credo che lei si stia vantando un po’ troppo, signor
Northman..” disse lei gonfiando le guance in una finta
espressione seccata, scoppiando a ridere subito dopo.
Gli
gettò le braccia al collo e lo baciò.
Lui la strinse
a sè baciandola di rimando. Rimasero abbracciati a lungo.
Poi Sookie si scostò sbadigliando e disse “Ora
è meglio che vada..”
Lui
annuì e lei aggiunse “Domani ci potremmo
vedere...magari quando esco dal Merlotte’s”
“Credo
che ci sarà un bel da fare al locale e Pam si infurierebbe
se la lasciassi sola...Ma verrò a trovarti,
ovviamente”
Lei sorrise,
contenta di questa dichiarazione. Poi si alzarono e si misero
l’una di fronte all’altro davanti alla porta.
Sookie disse
“Allora, buonanotte...mio
principe!”
Eric sorrise
dicendo “Buonanotte, mia
dolce Sookie..”
Si
chinò per baciarla ancora una volta. Aspettò che
entrasse e si chiudesse la porta alle spalle, per poi sparire nel buio.
Fine
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