Dreams

di AleCarrots
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Breve introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Breve introduzione ***


- Io, una ragazza di 16 anni, che mi imbatto in un avventura esorbitante e piena di creature che non mi sarei mai immaginata, nel caso in cui dovessi morire, dono tutto quello che è di mio possesso alla mia amica Eleanor, mentre il contenuto del baule sotto il mio letto, deve essere consegnato a Louis. - Ho scritto tante volte cose del genere, ma non ho mai avuto il coraggio di lasciarlo in vista. La mia vita è cambiata, a causa dei vampiri.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Ed è così, la mia solita vita, studio, amici, qualche volta esco con i miei genitori, o con mio fratello, ma non c'è mai niente di diverso. La mia migliore amica, Eleanor o semplicemente El, mi ha raccontato che Jake, il ragazzo che mi piaceva, dava un festa alla quale io ero stata invitata all'ultimo minuto. A dire il vero lui aveva invitato El, e lei poteva portare tutta la gente che voleva, ma siccome non poteva uscire quella sera, aveva passato l'invito a me. Il luogo era nella zona più malvivente della città, probabilmente non ci sarei andata, ma quando El mi ha detto che Jake ci teneva alla mia presenza, anche se non le credetti, mi presi di coraggio, e andai alla festa. Beh, non ero vestita in modo troppo sexy, potevo definirmi casual. Non trovavo la strada, era tardi, probabilmente la festa stava per finire, perciò mi incamminai alla ricerca della strada centrale, tra tutti quei vicoli mi ero letteralmente confusa e avevo perso il senso dell'orientamento. Sentii dei passi dietro di me - C'è nessuno? - urlai. Volevo chiedere indicazioni, ma i passi si fermarono, non sentii più nulla, solo il leggero vento che ululava tra gli alberi e mi scompigliava un po' i capelli. Poi i passi ripresero a camminare, sempre più veloci, il rumore era ogni passo più forte. Mi girai di scatto e non vidi nessuno, di nuovo. Avevo paura. Con la voce strozzata e intimidita dal freddo tentai un - C'è nessuno? Mi sono persa, ho bisogno di aiuto -. Ad un certo punto mi girai e cercai di accelerare il passo, solo quando mi resi conto che stavo correndo, mi fermai di colpo. Non avevo la più pallida idea di quello che stavo facendo, e di dove fossi. Una mano mi prese il polso trascinandomi in una panchina, stavo morendo dalla paura, e la cosa più inquietante era che quella mano non aveva fatto tanta fatica, dal momento che io non avevo fatto resistenza. Sentii il mio cuore scalpitare, in preda al panico chiusi gli occhi, per la paura di ciò che avrei visto. Ad un certo punto, il tizio, con un cappuccio nero probabilmente perché quando aprii gli occhi non vidi nulla a parte quel colore, sta per abbassarmi la cerniera della mia felpa, l'avevo portata in previsione di brutto tempo, e l'avevo messa solo perché non volevo tenerla in mano. Di scatto, tutta la mia vita mi passò davanti, cercai disperatamente di liberarmi da quella stretta, mi teneva le mani unite, e con l'altra mi toccava la pancia. Io urlai, ma il mio urlo venne bloccato dalla sua mano. In un momento di panico me n'ero scordata, ma avevo nella tasca dei pantaloni un mini-spray al peperoncino, dovevo solo arrivarmici con le mani. Piano piano, un po' più giù, eccolo. Mirai in direzione dalla faccia, e spruzzai, sentii il suo gemito di dolore, approfittai del momento in cui mi aveva lasciata per scappare. Percorsi correndo la maggior parte del mio tragitto, poi mi infilai in un vicolo buio, sperando di non essere vista, e presi il cellulare. Non c'era campo, maledetto telefono! Mi guardai in torno, il tempo che i miei occhi si abituassero al buio e poi lo vidi, una figura che avanzava verso di me. Indietreggiai, e sbattei contro il muro, così mi assottigliai e dissi - Per favore, non mi fare del male -. La figura si bloccò, io aprii gli occhi, allibita dal tizio che eseguì il mio comando. Poi un'altra figura nera avanzò, ma con fare più disinvolto e si mise davanti a me, si girò verso il molestatore e sentii un ringhio, poi si scontrarono, e una figura scappò, mentre l'altra avanzò verso di me, e mi riportò verso la luce. Il suo tocco era gentile, non brusco come quello di prima con il molestatore, perciò non mi preoccupai. Mi asciugai le lacrime che erano scese da sole, poi arrivata alla strada piena di lampioni, mi voltai verso il mio salvatore. Aveva i capelli neri, un po' tirati su, era alto e con una carnagione né troppo chiara né troppo scura, era vestito di nero, e aveva gli occhi azzurri, un azzurro glaciale, mi resi conto che i miei occhi si erano abituati bene al buio per vedere un soggetto vestito di nero. - Chi sei? - chiesi. - Sono il tuo salvatore, mi chiamo Louis, come ti senti? -. - Sto bene, grazie, io mi chiamo Ale, e beh, grazie, io sto bene, credo, mi stava aprendo la felpa, poi mi toccava la pancia, e beh, io.. - ero sconvolta. - E' tutto finito, ti accompagno a casa - disse con tutta la tranquillità del mondo, e la sua voce mi fece sentire al sicuro. - Okay -. Arrivati a casa, lo ringraziai, e corsi in camera mia, senza dire una parola a nessuno, dato che non sapevano che fossi uscita, anzi tutti dormivano, io sarei dovuta stare in camera mia, perciò niente festa, niente incubo. Mi svegliai e andai a scuola, come tutte le mattine, evitando ogni centimetro all'ombra, preferivo il sole. Vidi Eleanor che mi salutava con un sorriso furbetto e un occhiolino, lei era una ragazza bellissima, scura di capelli, con qualche colpo di sole naturale, gli occhi marroni, e la pelle sensibile e rosata. Le raccontai tutto subito, anche se non ero molto sicura di quello che sapevo. Poi, girando per i corridoi della scuola alla ricerca del mio armadietto, e poi dell'aula di biologia, vidi un ragazzo che mi parve il salvatore della notte precedente, Louis. Lo guardai meglio e più attentamente. - Lui è quello nuovo, viene da una scuola privata, e mi sa che ti piace, dato che non riesci a levargli gli occhi di dosso - disse El. - Io? Cosa? Scherzi! Stavo vedendo il suo abbigliamento, viene proprio da una scuola privata! -. Non le avevo detto che era lui il mio eroe, e non glielo avrei detto probabilmente molto presto. Credo che lui mi vide, perché quando El andò a prendere una cosa nel suo armadietto, allontanandosi, Louis si avvicinò a me - Hey, come va? Ti sei ripresa? - disse in tono allegro. - Emh.. credo di si, ma devo ringraziarti per aver allontanato il "tizio" - dissi facendo il segno delle virgolette con le mani. Lui si mise a ridere - Bene, allora ci vediamo in gir.. aspetta, non mi hai detto che facevi in quel luogo a quell'ora.. - Disse, ma con un tono interrogativo, aspettava una risposta. Mi misi sulla difensiva - Dovevo andare ad una festa, ma non trovavo la strada, e mi sono imbattuta in un grosso guaio. Ma credo di avere imparato la lezione -. Così dicendo, feci un cenno di saluto, e mi avvicinai a El che mi guardava male.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Andammo a mangiare. -Allora che vi dicevate tu e il tizio nuovo?-. -Niente di speciale, l'avevo già incontrato prima.. al bar -. Lei rispose in modo sospetto -Sicura? Lui ti guardava come se già foste amici, non so credo di capire bene le persone, e tu mi stai mentendo.. Dove l'hai già visto?-. Mi avvicinai di più a lei -Non ti fidi di me?- Lei si allontanò -Certo che mi fido, ma questa volta so per certo che menti, allora..?-. - E' lui il tizio che.. serve i panini al fast-food.- Mentii. -Lo so che menti, ti leggo dentro.- Non presi quella frase sul serio, ma comunque la trovai inquietante. -E' lui il mio salvatore-. Dissi sperando di non ricevere rimproveri. -E io lì ti volevo!-. Stranamente mi sentii presa in giro, è possibile che mi abbia davvero letto dentro? -Come lo sapevi?-. -Me l'ha detto lui-. La guardai male, per un attimo avevo creduto.. ma che dico! Sono solo una sciocca, non poteva avere qualche forma di potere. Mentre pensavo a Louis, e El mi guardava male, il protagonista dei miei pensieri si avvicinò al nostro tavolo e con un cenno indicò la sedia -Posso sedermi?- disse. -Certo- rispose El. Io ero indecisa, dovevo fare l'indifferente, o cercare di essergli amica, o continuare a ringraziarlo? Come se Eleanor mi avesse letto nel pensiero, disse -Ale mi ha spiegato tutto, spero che potreste essere qualcosa di più di semplici conoscenti, sennò continuerebbe a ringraziarti ogni volta che ti vede-. La guardai male. -Beh, ecco, sono d'accordo. Piacere, ufficialmente mi presento, sono Alessia, e ho origini italiane, di solito questo fatto interessa gli inglesi (lui rise), e come vedi, sono così. Parlami di te-. Lui aprì la bocca, ma si richiuse in un sorriso, poi riattaccò e disse -Io sono un ragazzo, come dire, speciale, non fraintendermi, è che non sono un tipo normale-. Dopo questo, come se non avessi sentito nulla, dissi -Cosa prendi da mangiare?-. -Niente-. Eleanor mi mandò un messaggio che diceva "Questo tizio non mi ispira proprio fiducia e sincerità, andiamocene, cioè, io devo scappare e tu verrai con me" Io esclamai un NO, e Louis mi guardò male. -No, che non puoi mangiare, ovviamente-. Che figuraccia. El si alzò -Scusate, io devo andare, spero di rivederci presto, ci sentiamo sta sera noi due-. Ed ecco che ero sola con lui, da un lato mi attraeva, ma dall'altro sapevo che non era assolutamente normale, mi sembrava un po'.. strano -Quindi, non ci sei andata a quella festa?-. Io lo guardai male -Assolutamente no!-. -Mi ispiri fiducia, e ti vorrei dire una cosa, ma non siamo pronti, né io a rivelarlo, né tu a sentirlo-. -Ma così mi hai fatto venire la curiosità-. -Beh, ci sentiamo, io devo andare-. -Aspetta! Dove vai? Posso venire? Ho un po' di domande anche io!- Urlai quasi. -Emh.. Io dovrei andare al bagno, se vuoi venire!-. Lo guardai con una faccia da "STAI SCHERZANDO, SPERO!". -Scherzo scherzo-. Si affrettò a dire lui, poi continuò -Vado a studiare in biblioteca, vuoi venire?-. -Okay-. -Però devo andare veramente in bagno.. se vuoi venire..- Mi sforzai di dire il meno imbarazzata possibile -Ti aspetterò qui-. 
In biblioteca, chiesi -Che ci facevi quella notte lì?-. Lui staccò gli occhi dal suo libro, probabilmente di biologia. -Ero in cerca di cibo-. Cibo? -A quell'ora speravi di trovare cibo lì?-. -Ti stupiresti-. Ripresi a leggere il mio capitolo di storia. -E come hai sentito che ero lì, cioè, non è che c'era tanta luce..-. Cercai di ipotizzare qualche risposta. -Beh, ho un udito abbastanza sensibile-. -Invece, come mai giusto quando mi hai salvata, sei comparso nella mia scuola?-. -Beh, capita, pura coincidenza-. Mi alzai sulla sedia e mi mostrai più interessata -Beh, peccato che io non credo alle coincidenze, su dimmi, mi seguivi? Sei una specie di stalker? Confessa-. Mi guardò impaurito -Non credo che stiamo studiando, e domani ho una prova d'ingresso, mi piacerebbe superarla. E poi cos'è questo un terzo grado? Mi consideri uno stalker?-. -No, mi sembra solo un po' strano. Che mi dici se facciamo che non sia successo nulla, e ricominciamo daccapo? Sei un tipo interessante.- Ops! Mi è scappato. -CIOE', sei un tipo speciale, ecco, come hai detto tu-. Ero sicuramente rossa, e la faccia di Louis me lo dimostrò. -Calma, faccio quest'effetto alle donne-. Disse tutto convinto. -Erm.. forse è meglio che vada..- Dissi, prima di fare un altra bella figura. -No, perchè? Devi andare in bagno? Posso venire?- Io lo guardai stile "scusa?" -Stai flirtando?-. -Perchè? Ti dispiace?-. -Ehm.. devo andare, ci si vede-. -Domani al bar?-. -Perfetto-.
Arrivai a casa, e chiamai El, mi disse una dozzina di parole senza senso e poi mi attacò il telefono, non avevo capito nulla, ma forse era meglio lasciare stare per quella sera. Poi mi chiamò un numero non registrato in rubrica. Risposi -Pronto?-. -Sei andata in bagno?-. -Louis?-. -Sono io-. -Come hai il mio numero?-. -Basta chiedere in giro, sei abbastanza popolare!-. Io popolare? Ma se non mi saluta nessuno per i corridoi della scuola.. -ERM..okay. Ma adesso devo studiare.. a domani-. -Non puoi sbarazzarti di me così. Se continui così non ti dirò il mio segreto-. -Non mi sto sbarazzando di te, devo solo studiare, caso mai ti chiamo dopo. Devo andare, byee-. Prima che potesse dire altro attaccai, provavo qualcosa, ma non sapevo cosa, fino a prova contraria potrebbe essere stata anche paura. Così dopo aver studiato, aprii il mio portatile e cercai Louis, niente riguardo il suo stato, niente Facebook, niente Twitter, niente di niente. Chissà chi era veramente. Chiusi il pc scoraggiata e mi sdraiai pensando "lo chiamo o non lo chiamo?", e alla fine mi sono addormentata. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Mi trovavo in una foresta, la più buia che avessi mai visto. Guardai in lontananza, solo alberi, sempre più alti, montagne tutte uguali, non un segno di riferimento. Mi girai e rigirai, fino a quando non lo vidi.. Era una sagoma alta, scura, che si muoveva come se fosse un fantasma che non sapeva dove andare. Mi misi a correre, mi sentivo in un videogioco, davo il comando alle mie gambe di correre e accelerare come volevo, senza pensare alla stanchezza. O cavolo quella sagoma mi stava seguendo, e la sua velocità era sovrumana. Quando finii a terra, ero caduta in una buca, il mio primo pensiero fu "giusto, adesso ci voleva anche questo". Mi guardai in torno, in cerca di qualche radice resistente sul quale arrampicarmi.. E guardandomi intorno vidi un vecchio monumento. Era una grossa porta, una di quelle che, se fossimo nel mondo dantesco, segnerebbero l'entrata per l'inferno. L'osservai per un minuto ancora prima di capire che i segni che erano scritti su di esso, erano delle scritte in chissà quale lingua. Stranamente, in un modo così strano da essere persino inquietante, mi resi conto che io stavo traducendo quelle frasi. Leggendo ad alta voce quelle frasi, sentii un rumore che proveniva dalla porta, di un materiale così pesante che per sollevarla occorreva una gru. Il rumore stava a indicare che la porta si stava aprendo. Quando mi avvicinai per vedere cosa si nascondeva all'interno, tante ombre nere uscirono così velocemente che caddi a terra. All'improvviso, mi svegliai. Era un sogno, ma così strano che mi spaventai realmente. Guardando l'orologio capii che ero in ritardo per andare a scuola. Mi alzai, mi misi qualcosa a dosso, riuscendo a levarmi il pigiama, e scesi di colpo. Non si sentiva nessun rumore, possibile che erano già a lavoro se quando me ne andavo a scuola c'era mio padre ancora in pigiama e mia madre che ritirava la biancheria che puntualmente scordava la sera prima? Era tutto fin troppo strano quella mattina. Oh cazzo, ma oggi è sabato, questo significa, niente scuola, niente lavoro, e quindi più ore di sonno per tutti, tutti tranne me. Verso le dieci, sentii bussare alla porta, era El, dovevamo andare al bar, dove io avrei dovuto incontrare casualmente Louis. Okay.. -Sono pronta! Andiamo?-. -Dove sei stata? Ieri sera non mi hai richiamata, e sta mattina non ti sei fatta sentire-. -Non sapevo se dormivi o meno-. -Beh, andiamo?-. -OKAY-. -Hai sentito più Louis?-. -Dopo che ci hai lasciati al bar, siamo andati in biblioteca per studiare per un compito-. -Ho capito-. -Tu che hai fatto?-. -Niente, ho studiato-. Al bar incontrammo Louis, che mi guardò quasi deluso. Louis disse -Non mi hai chiamato più ieri sera..-. El mi guardò, senza mettermi in imbarazzo però si mostrò intenta a leggere il menù. -Lo so, ma ho finito tardi, e non mi sembrava il caso-. Chiamammo il cameriere per ordinare. Si chiacchierò di tutto, scuola, compiti e argomenti vari. Poi decidemmo di fare una passeggiata al parco e addentrarci nel bosco. Rincorremmo Louis perché mi aveva rubato il cellulare, quando alla fine non cascammo in un fosso. Déjà vù. Mi alzai di scatto per capire se tutto non fosse solo un sogno, o incubo. Era tutto reale, le scritte che non riuscivo a decifrare, oh, aspetta, mi ricordo.. "Per aprire la porte occorre leggere il seguente incantesimo, ma ciò che direte si avvererà solo se a leggere sarà una strega puro sangue".. Ricordandomi qualche parole di quella strana lingua, dissi -Mimi kufungua milango ya kuzimu ambayo kuleta tamaa na hofu katika nchi, laana kwa ajili ya mashindano yote, mengi ya maafa zitaanguka juu ya vizazi binadamu-. Eleanor spaventata da quello che stavo dicendo si avvicinò a Louis, Louis era quasi meravigliato, ma tranquillo. Le porte si aprirono, e io rimasi così scioccata da avvicinarmi a loro, quasi saltellando. Ero una strega? Ad un certo punto, vidi tante "anime" sconfinate risalire a galla da un terribile passato trascorso in quel posto buio e maledetto. Scappammo da quel luogo a gambe levate. Louis accompagnò a casa El, e mi portò a casa sua. Viveva solo mi aveva detto, quando dal nulla vedo comparire un ragazzo, non si assomigliavano per niente, ma questo non significava che non potevano essere parenti in qualche modo. Mi baciò la mano -Lieto di conoscervi madame, sono Harry, il fratello di Louis, voi siete la sua...-. -Io sono la sua amica, tu invece sei?-. Louis s'intromise -Fratello, ormai non si ci da più del voi, ma del tu. Dovrò spiegarti un po' di cose-. -Fratello, mi scombini tutti i giochi, lo so, non vengo mica da un secolo fa, forse tre, ma mi sono evoluto come tutti gli altri-. Parlavano come se non ci fossi, ma ero lì. -Harry, credo che sia meglio che tu ci lasci soli-. -Ahh ho capito, il mio fratellino ha una ragazza, e molto carina pure, chissa, magari anche buona-. Mi schiacciò un occhiolino. Che succedeva? -Vabbe, Louis, ci vediamo domani, con permesso..- Prima che Louis potesse fermarmi chiusi la porta e sfrecciai verso la stazione dell'autobus, al quanto distante, ma ce l'avrei potuta fare.
Intanto:
Louis: So come sei arrivato fin qui. Quella ragazza? E' una strega.
Harry: Ma no? Solo che mi è sembrato che lei non lo sapesse, cioè, ti avrebbe respinto subito.. Visto il passato amorevole tra vampiri e streghe.
Louis: Lo so. Non devi fare il cascamorto con tutte, voglio conoscere meglio Alessia. Sarà una strega, ma è attraente in tutti i sensi. 
Harry: E se ci provo io..
Louis: Non fare mosse azzardate, dobbiamo prendere con le pinze questa situazione, per esempio dobbiamo scoprire quello che ha fatto con l'incantesimo che ti ha fatto uscire dal bosco. Non sappiamo le conseguenze..
Harry: Io so solo che la fame mi sta divorando. Ho bisogno di assaggiare le bionde del ventunesimo secolo, non ne assaggio una da ormai qualche anno.. o forse qualche secolo. 

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