Baby,tutto quello che sono sei tu

di Francee
(/viewuser.php?uid=199606)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** So che è difficile per te ammetterlo ***
Capitolo 2: *** Ero strana? No ero normalissima! ***
Capitolo 3: *** Lui non era li con me... ***
Capitolo 4: *** Bello il vestito, però... ***
Capitolo 5: *** Le voci girano...Abbie ***
Capitolo 6: *** Ho saputo che hai... ***
Capitolo 7: *** L'avvicinai ancora di più a me... ***
Capitolo 8: *** Scusa bambolina! ***
Capitolo 9: *** Smettila di fare l'indifferente! ***
Capitolo 10: *** Non ringraziarmi! ***
Capitolo 11: *** Mi dispiace per quella storia... ***
Capitolo 12: *** Sei mia ***
Capitolo 13: *** Io avevo pensato... ***
Capitolo 14: *** Ciao Italia ***
Capitolo 15: *** Noi ci completiamo... ***
Capitolo 16: *** Louis ***
Capitolo 17: *** Una giornata speciale ***
Capitolo 18: *** Tra voglia e desiderio ***
Capitolo 19: *** Test?! ***
Capitolo 20: *** Sarai sempre con me? ***
Capitolo 21: *** -Sono incinta- ***
Capitolo 22: *** Pazzo di voi ***
Capitolo 23: *** Questa festa inizia o no?? ***
Capitolo 24: *** Ti Amo! ***
Capitolo 25: *** Yaser ***
Capitolo 26: *** Ospedale ***
Capitolo 27: *** Nathan ***



Capitolo 1
*** So che è difficile per te ammetterlo ***


La fresca brezza marina, il rumore delle onde e dei bambini che giocavano, il relax assoluto ,era tutto perfetto io con la mia migliore amica Ginnie al mare a divertirci e a guardare i bei ragazzi che giocavano a calcio tutto come avevamo immaginato la nostra estate !
-ABBIE! Ehi Abbie- aspetta un attimo non era la voce di Ginnie !
-Abbie! Abbie Parker! Parker presente o no??-
Mi svegliai di colpo, non ero più in spiaggia ..anzi ero da tutt'altra parte! Nella classe di geometria mi ero addormentata mentre aspettavo che la prof iniziasse la lezione.
-Presente!- questa volta era la voce di Ginnie
-Hai fatto le ore piccole eh?-disse la ragazza
-Non è colpa mia, mio fratello non mi ha fatto chiudere occhio è stato tutta la notte a piangere!- Mike mio fratello più piccolo, se iniziava a piangere non la finiva più ogni volta era una lotta.
-Murray! Parker! Fate silenzio o volete condividere la vostra conversazione?- urlò la prof con quella sua vocina maledettamente stridula
-Ci scusi- dissi seccata, odiavo quando qualcuno mi interrompeva durante una conversazione soprattutto se quel qualcuno era un professore!
-Guarda, quando urla gli dondola tutta la pelle rugosa del collo!- mi sussurrò Ginnie
Mi girai verso la prof che stava gridando contro un povero ragazzo, osservai attentamente il collo dell' insegnante! Era talmente buffa, inizia a ridere, non riuscivo a fermarmi, anche se non era raro io insieme alla mia migliore amica ridevo sempre anche per la cavolate più assurde! Chiamateci oche o quello che volete ma noi ci divertiamo così!
-Parker cos'ha da ridere? Le sembra divertente la mia lezione?-
-No prof è che stavo ripensando ad una cosa che mi è successa e non mi sono trattenuta...-
-Ah bene, perche non libera la tua risata nel corridoio mentre va dal preside !-mi provocò con aria sarcastica tentando di essere simpatica,
-No prof la prego!-
-AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!- Una risata si diffuse per l'aula, capii subito chi fosse e mi girai verso di lui fulminandolo con lo sgardo.
-Signor Malik vedo che anche lei oggi è in vena di risate!-
-Oh prof è solo che ho trovato molto divertente la sua ultima battuta!-disse il ragazzo
-Oooh allora ti farà piacere andare a raccontare di tutta questa mia simpatia al preside!!?-se noi eravamo in vena di risate lei era in vena di battute divertenti come uno spino nel...piede!
Non riuscì a trattenere una piccola risata che la prof fortunatamente non notò.
-Per questa volta vi salvo, non vi faccio far fare la ramanzina dal direttore ma che sia l'ultima volta chiaro!- grido la donna con tutta la sua voce. Abbassai lo sguardo per non guardare il collo dondolare ed evitare un'altra delle mie grosse risate...
-Si professoressa-dissi con un filo di voce
-Chiaro?-questa volta si rivolgeva al ragazzo
Ma lui con aria indifferente fece un sorriso strafottente e si mise a scrivere sul suo quaderno.
La lezione continuò, noiosa come al solito, e non facevo altro che pensare a come fosse stata lunga la giornata e a come fosse già iniziata male che strazio!
Qualcosa mi distolse dai miei pensieri...forse la prof che urlava ad un altro alunno o Ginnie che mi tirava dei pizzicotti di tanto in tanto oppure erano un paio di occhi color cioccolato che mi fissavano...decisi di far finta di niente e mi voltai verso Ginnie.
Cominciammo a parlare -Te l'avevo detto che gli si muoveva il collo!- disse
-Cretina per colpa tua per poco non mi mandava dal preside quel dinosauro!-risposi ridendo


DRIIIIIN
La campanella, la salvezza di tutti gli alunni soprattutto la mia salvezza ,non solo perché mi aveva salvato dell'interrogazione di geografia ma anche perché avevo una fame tremenda!
Come ogni giorno da quando eravamo in quella scuola, mangiavamo davanti al mio armadietto, ormai era tradizione, odiavo il casino che c'era in mensa e cosi costringevo Ginnie a stare con me in corridoio spettegolando e commentando chiunque passasse di li.
La seconda campanella, forse la più odiata da tutti , indicava la fine di quel piccolo momento di "tranquillità" non c'era mai qualcosa di tranquillo in quella scuola!
Infatti....ci dirigemmo verso il bagno da dove provenivano grandi risate di una voce che conoscevamo tutti bene...purtroppo, BETHANY, il capo delle troiette della scuola andava in giro come se fosse la diva ma in realtà tutti le parlavano dietro e vi dico solo che non dicevano cose carine.
-E dove li hai presi quei vestiti al mercato delle pulci? AHAHAHAH- la sua voce nasale mi fece venire un mal di testa terribile poteva essere parente alla prof di geometria.
-AHAHAHAHAHA- ed ecco le risatine delle ochette che le stavano dietro solo perchè era popolare.
Come al solito stava prendendo in giro una ragazza, quanta cattiveria e stupidità in una sola persona, giuro che una volta ascoltai la sua interrogazione di scienze "eh come si chiama il dottore che cura i piedi? beh non saprei PIEDOMANE?"
Quella volta si che risi di gusto!!
Entrammo in bagno per dare una mano a quella povera ragazza che stavano torturando. Naturalmente era Allyson , la secchiona, certo poteva essere pure un po' strana ma non meritava tutto quello!
Intervenne Ginnie- Ehi lasciatela stare!-
Ed ecco ancora quella vocettina fastidiosa-Guardate sono arrivate le supereroine! Ora si che ho paura ahahahah-
Naturalmente il coretto rideva con lei.
Volevo andare subito in classe così non l'avrei più sentita, così intervenni io.
-Senti, non so se ti entrerà bene in testa ciò che ti dirò ma prova un attimo ad ascoltarmi LA DEVI SMETTERE DI ROMPERE LE PALLE ALLE PERSONE!- detto questo presi per mano la secchiona e Ginnie per portarle in classe.

 
Arte. L'ora preferita da tutti, il prof era talmente sordo che non sentiva nemmeno il casino che era in classe. adoravo quell'ora, puro divertimento anche se alla fine del mese bisognava portare un disegno che il prof avrebbe valutato.
Decisi di iniziare a disegnare anche perchè la prossima lezione bisognava consegnare la tavola, ma non sapevo che tema potevo sviluppare, iniziai a pensare alla storia appena accaduta in bagno.
Odiavo le persone come Bethany! Tutta snob che pensa di essere la reginetta mentre tutti gli altri stanno sotto di lei come degli schiavetti....ma la verità era che tutti stavano sopra di lei, tutti...tutti i maschi che se la portavano a letto!
Finalmente mi venne in mente il tema del disegno :LA RABBIA! Doveva venire un capolavoro, doveva salvarmi la media del primo quadrimestre quel  disegno altrimenti addio vita sociale!


Eccoci qui finalmente :gli ultimi dieci minuti dell'ultima ora ! DRIIIIN
Tutti si fiondarono fuori dall' istituto tranne me e Ginnie che con calma ci avviammo verso la fermata dell'autobus.
-Quanto dobbiamo aspettare??- chiese la mia amica impaziente
-Poco 5-10 minu..- non feci in tempo a finire la frase che una mano mi si posò sulla spalla, mi girai fino a trovare
due bellissimi occhi verdi.
-Louis!- gridai felice fino ad abbracciarlo
-Hey Abbie ! Sai dirmi perchè Bethany sta parlando male di te a tutta la squadra di calcio??-
-Ah...niente solo perchè oggi abbiamo avuto una piccola discussione- risposi sorridente io
-Ok dopo ti devo dire una cosa importantissima ti scrivo per messaggio! Ora devo andare. Ciao Abbie ciao Ginnie -
-Ciao- lo salutammo in coro continuando a guardarlo andare nel gruppetto "vip" della scuola dove c'erano Le solite troiette e i calciatori della scuola tra cui anche Zayn il ragazzo che alla prima ora aveva riso di me e che continuava a fissarmi anche adesso.
-Ma che vuole quello!- gridò Ginnie
Scoppiai a ridere -Non lo so magari quella stronzetta ha detto qualcosa su di me e ora mi sta guardando-


Tornai a casa e andai subito in camera a far finta di studiare, la sera sarei uscita con Ginnie per andare al centro commerciale cosi iniziai a cercare qualcosa di decente da mettermi.
Il cellulare vibrò , un messaggio da Louis.
"Oi che ne dici di venire stasera a casa mia a cena mangiamo un po' di pizza e ci divertiamo! Ginnie ha già detto di si ti prego devi venire!! "
Risposi in fretta chiedendo chi fossimo e mi rispose noi ragazze e due suoi amici simpaticissimi.
Erano le cinque e mezza ero già pronta e avevo solo mezz'ora per cercare di convincere i miei per farmi andare da Louis e dopo varie prediche e domande alle quali risposi mi diedero il consenso.

-Quella maglietta blu è fantastica!-urlò la ragazza-Ti starebbe d'incanto Abbie!-
-L'hai detto anche delle altre 300 magliette che abbiamo visto ma questa piace anche a me la provo!-
Aveva ragione mi stava benissimo era blu elettrico con il cappuccio ed era un po' scollata!
La comprai e andai in bagno per indossarla.

Bussammo alla porta ci apri la madre di Louis.
-Abbie Ginnie venite! Mancavate solo voi! Sono tutti in camera-
Salutammo e ci dirigemmo verso la stanza del nostro amico, bussammo ed aprimmo, nella stanza c'erano anche Niall Horan, un biondino da gli occhi azzurri, il portiere della squadra e Zayn, ancora lui, oggi era la nostra giornata.....lui era tutto il contrario di Niall, aveva i capelli mori e gli occhi, che già avevo notato quel giorno, color cioccolato.
-Guarda guarda.. Parker e chi se l'aspettava- disse con tono sarcastico il moro.
Lo ignorai molto facilmente, per me era indifferente la sua presenza non l'avevo mai calcolato forse perché faceva parte del gruppo off limits che tanto odiavo. Ma soprattutto mi stava sulle scatole perchè ogni volta che incrociavo il suo sguardo o sentivo la sua voce mi saliva la rabbia a 1000, nella mia mente si ripresentavano i ricordi delle offese che mi faceva alle medie solo perché ero un po' grassa ma le cose sono del tutto cambiate dell'estate della 3 media in cui sono dimagrita abbastanza, liberandomi da un grosso peso, le offese che ora non sento più.
Niall si presentò con gentilezza, non sembrava uno di quelli che se la tirava al contrario di Zayn e degli altri suoi "simpatici" amichetti.
-Non pensavo che anche le secchione come te uscissero di casa-Zayn si era avvicinato, per dire quella enorme cazzata non gli risposi lo guardai solo un attimo per poi fare una smorfia e girarmi dall'altra parte.
-Abbie secchiona?-intervenne Louis -Questa si che è una battuta Malik in 10 anni che la conosco non ha mai aperto libro!-
Diciamo che studiare non era uno dei miei passatempi preferiti, e se facevo qualcosa era solo leggere una pagina e ripeterla al professore per avere una media decente...quella del 6!
-Ecco il programma- continuò Louis-Pizza, patatine, caramelle e schifezze varie e un bel film...-
-Romantico!-cercò di indovinare Ginnie
-Comico-questa volta era Niall
-Horror-dissi decisa io, conoscevo il mio migliore amico sapevo tutti di lui soprattutto il suo genere di film preferito.
Mi sorrise amorevolmente e io ricambiai, adoravo quei momenti dolci...


Finito il film...
-Dopo questo non dormirò più- affermò la mia amica provocando le risate di tutti, o quasi tutti, Zayn nemmeno la calcolò, era stato tutto il tempo al cellulare. Fortuna che dovevano essere simpatici gli amici di Louis...
Ci ritrovammo a chiacchierare del più e del meno finendo di mangiare gli ultimi pezzi di pizza, e tra tutti quei discorsi a Ginnie scappò ciò che era successo al bagno durante l'intervallo.
-Non ci posso credere! Tu hai detto quelle esatte parole a Bethany? Quella Bethany?-domando incredulo Niall finendo la frase con la sua speciale risata che quella sera avevo sentito molte volte.
-Wow! Abbie e dove l'hai preso tutto quel coraggio di solito sei un tipo tranquillo!-intervenne Louis.
-Beh, non ce la facevo più a sentire la sua voce stridula e poi mi da fastidio quando qualcuno offende un poveretto!-
Zayn non riuscì a trattenere un ghigno, sapeva che alludevo a tutte le sue offese e Louis lo fulminò con lo sguardo. Era lui che ogni volta mi consolava tirandomi su il morale dopo aver sentito le offese del moro, proprio così diventammo migliori amici, lui mi aiutava nel momento del bisogno e io c'ero sempre quando aveva bisogno di una mano.
-Ed ecco la ragazza che tiene testa alla diva della scuola nonché nuova ragazza di Zayn Malik!-Urlò il biondo
-Cosa?- Gridò Louis incredulo.
-Già, è tutta la sera che ci messaggia e lei lo ha anche scritto in bacheca! "FIDANZAMENTO UFFICIALE CON ZAYN MALIK"!-continuò Niall cercando di fare la voce nasale della "diva".
Una grossa risata, che ci fece rimanere tutti perplessi, si diffuse nella stanza.
-Io fidanzato con quella ? Non mi fate ridere! E' solo per un po', diciamo una nottata!-Disse ridendo il moro.
-Ecco il vero Zayn!-Iniziò al ridere anche Louis -Se fai sesso anche con questa a quanto arriviamo?? 14 per questo mese?-
-Hey non diminuire! Arrivo a 16!-
Io e Ginnie ci guardavamo del tutto schifate e imbarazzate. Non c'entravamo in quella conversazione, e nemmeno volevamo averci niente a che fare! Che schifezza quello trattava le ragazze come premi, non so, voleva battere il record del maggior numero di scopate con diverse ragazze in un mese!
Per la prima volta amai mia madre con tutta me stessa! Infatti a rompere quell'imbarazzante momento fu proprio una sua telefonata.
-Ginnie dobbiamo andare! Resti a dormire da me.- dissi felicemente
Salutammo tutti, ringraziammo la madre di Louis per l'ospitalità e ci dirigemmo verso casa mia a piedi. Il nostro era un piccolo quartiere tutte le case erano vicine.
Parlammo fino alle due di notte per poi addormentarci pesantemente


Fui svegliata dal suono del mio cellulare era un messaggio di Louis:
"Buongiornooo vi siete divertite ieri ?? Ti volevo chiedere se sei libera oggi pomeriggio devo parlarti è importante!!"
Gli risposi dicendo che ci eravamo divertite un casino anche se era una tremenda bugia, e ci demmo appuntamento per le tre al bar vicino alla stazione.
Svegliai Ginnie che ancora dormiva pesante e decidemmo di andare al parco.
-Guarda c'è un posto all'ombra mettiamoci sotto quell'albero!-indicai il luogo e ci andammo a sedere. Lei si mise ad ascoltare la musica ad occhi chiusi mentre io mi misi a leggere un libro che avevo iniziato qualche settimana prima.
-Parker? Ancora tu? Wow un' altra volta che ti vedo fuori di casa è un record!-
Non avevo capito chi fosse fino a quando alzai gli occhi e lo riconobbi subito grazie alla cresta tenuta su da un bel po' di gel.
Feci una smorfia di disgusto quando vidi accanto a lui una ragazza con una gonna cortissima e un top, non era Bethany forse con lei aveva già fatto tutto la sera prima e l'aveva appena scaricata per poi andare da quest'altra.
-Perchè non vai a fare la fila per il gelato- si rivolse alla ragazza
-Ok Zayn- disse il suo nome come se fosse un dio o un imperatore o qualcosa del genere, il che mi provocò anche più disgusto.
Zayn si voltò per vederla sculettare e andare verso il bancone dei gelati.
-Si chiama Christine, dicono sia una bomba a letto!-
-Mmm...interessante-ironizzai io- e Bethany dove è finita?-
-Non lo so..mi sono alzato dal suo letto nudo, mi sono rivestito e sono andato via- disse finendo con il suo solito sorrisino del cazzo.
-Ah- non sapevo cosa dire era talmente imbarazzante e senza senso quella conversazione, ma poi che voleva lui era venuto da me!
Gli diedi un ultima occhiata e poi riiniziai a leggere.
-Non pensavo fossi cosi acida!-disse sedendosi accanto a me
-Io non sono acida-gli risposi con un tono piuttosto incazzato
-Con me lo sei-disse alzando le mani
-Domandati perchè- odiavo il suo essere sempre tranquillo e strafottente, faceva come gli pareva se ne fregava degli altri, di ciò che potevano pensare o provare quando quelle troiette venivano scaricate senza nemmeno capire che erano solo il suo passatempo.
-Guarda che è inutile che fai la finta di incazzarti con me solo per nascondere la verità!-
-Eh? Quale verità ?-domandai confusa
-Lo sanno tutti che mi vieni dietro dalla prima media!- io lo guardai perplessa poi iniziai a ridere veramente di gusto e non riuscivo a smettere. Forse ridevo di lui che stava li e mi guardava ancora sicuro di ciò che aveva detto.
-OK QUESTA E' LA CAZZATA PIU' GRANDE CHE ABBIA MAI SENTITO- dissi continuando a ridere
-IO CHE TI VENGO DIETRO- risata -DALLA PRIMA MEDIA- risata -PROPRIO DALLA PRIMA MEDIA, QUANDO HO INIZIATO ODIARTI!- poi mi fermai lo guardai.
-E continui a mentire. Sei proprio una pessima attrice! Se proprio ci tieni possiamo passare una serata insieme. Non so se hai capito che intendo...-
Lo squadrai da cima a fondo, il suo sorriso malizioso mi dava i nervi! Mi incantai sul suo sguardo, mi ero persa in quei due occhi scuri e non riuscivo a rispondere poi mi ripresi, lo osservai di nuovo e dissi seria
-Ascoltami bene Malik!- cercai di continuare ma lui mi interruppe mettendomi un dito sulle labbra
-So che è difficile per te ammetterlo-si avvicino al mio orecchio tirandomi indietro alcune ciocche di capelli -prima o poi troverai il coraggio di dirmelo e quel giorno ti basterà decidere tra casa mia e casa tua- finì con il levarmi il dito dalle labbra e fare uno dei suoi soliti sorrisetti
Sentii dei passi avvicinarsi doveva essere per forza la troietta che ci aveva visti e si era ingelosita vedendoci cosi vicini e venendo a controllare al situazione.
Sorrisi poi dissi seria
-So che è difficile per te comprendere le mie parole dato il tuo scarso livello di intelligenza ma provo a spiegarti. Io non sono una di quelle troiette che ti scopi come hobby, io non faro mai sesso con te e mai mi passerà per la testa questo pensiero da deficienti, ora te lo dico in cinque parole. IO NON SONO UNA PUTTANA!- gli urlai per poi alzarmi, osservare con una smorfia Christine, rimettere il libro nella borsa e andarmene senza voltarmi e senza degnarmi di avvisare Ginnie che stava ancora ascoltando la musica dall'altra parte dell'albero e che non si era accorta proprio di niente.
Quant'era schifoso, pensava veramente che io avrei scopato con lui ma per favore diciamo meno cazzate. Chi pensava di essere per venirmi a parlare così , non aveva proprio capito niente quel cretino. Poteva anche essere un figo assurdo col suo sorrisetto del cazzo che odiavo ma che non riuscivo a levarmi dalla testa, i suoi occhi fantastici che lo rendevano misterioso e i suoi capelli che lasciavano intuire tutto il tempo che passava per curarseli.
Ero arrivata a casa, ma non riuscivo a levarmi dalla testa quello che era successo, quello che mi aveva detto ma non riuscivo a scordare lui soprattutto e ciò era un brutto segno però pensai che fosse per la rabbia che provavo nei sui confronti..


Erano le due mancava un' ora all' appuntamento con Louis, intanto avevo pranzato e mi ero anche scusata con la mia migliore amica per essere scappata in quel modo dicendogli che gli avrei raccontato tutto il lunedì mattina.
Presi dei pantaloni bianchi e una maglietta celeste per poi correre in bagno a farmi una doccia.


Eccolo li seduto al tavolo mi avvicinai e gli copri gli occhi.
-Chi sono??- Gli chiesi ridendo e cercando di fare la voce più strana possibile
-Una cretina che cerca di essere simpatica ma che resta comunque cretina!!-disse per poi alzarsi e abbracciarmi.
-Cosa dovevi dirmi di così importante??-
-Si! Allora...-






 

Salve a tutte! :) Questa è la prima storia che pubblico spero vi piaccia! Se lasciate anche una piccola recensione mi fareste molto FELICEEEEEEEE :D Il prossimo capitolo dopo 3 recensioni almeno :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ero strana? No ero normalissima! ***


-Si allora....mi sono fidanzato!!-disse felice con un sorriso che partiva da un occhio e finiva all'altro.
Lo guardai negli occhi chiari per vedere se scherzava....era tipico di lui dire cavolate ,farmici credere e ridere insieme di quanto fossi stata scema a cascarci in pieno.
Ma stavolta no...NON ERA UNA CAZZATA!
-Primo : è uno dei tuoi soliti scherzi per prendermi per il culo??-dissi seria indicando con le dita il numero uno.
-Ti giuro sulla testa di Gigi che è vero!- Gigi era una zebra di peluche che gli avevo regalato in prima media al suo compleanno.
-Ok mi fido-lo guardai con un' aria da detective mente lui rideva come un cretino -Secondo : chi è la pazza che ha il coraggio oltre a me di starti vicino??-
Louis mi guardò per un po' poi continuando a sorride e ridere mi rispose-Si chiama Eleanor, l'ho conosciuta quest'estate mentre lavoravo al bar, ogni giorno veniva e ci mettevamo a chiacchierare al bancone, fino a quando non abbiamo deciso di scambiarci i numeri e vederci qualche volta...non ti ho detto niente perchè non ero sicuro che funzionasse e non volevo farmi illusioni ma a quanto pare va tutto alla meraviglia- si, sembra strano ma Louis lavorava...nel bar di famiglia, dava una mano quando poteva, di inverno dopo scuola e d'estate quando non usciva con i suoi amici.
-AAAAAAAAAAAA-urlai facendo girare tutti e facendolo vergognare -Lo sapevo che mi nascondevi qualcosa ! Che bello, sono tanto felice per te! Allora?- gli domandai facendo capire al mio amico cosa intendevo.
-Ah no! Se continuerai ad urlare e a fare la matta non te la farò conoscere mai! Penserà che la mia migliore amica è una pazza patentata!-
Mi finsi offesa e lui mi abbracciò istintivamente.
-Sono pazza infatti sono la tua migliore amica!-dissi ancora fra le sue braccia.
Lui rise e mi baciò teneramente sulla fronte.
-Abbie!?-
-Si?-
-Ti voglio bene scema- disse teneramente.
-Anche io scemo- gli risposi con un filo di voce per non far finire quel dolce momento.
-Ti ricordi quello che ci eravamo promessi?-continuò Louis.
-Io ci sarò sempre per te e tu per me!- ricordai io.
-Durerà per sempre- affermò.
-Per sempre- ripetei.


Mi buttai letteralmente sul letto, ero stanca morta, avevo passato tutto il pomeriggio insieme a Louis a passeggere per i vari parchi, a ridere commentando ogni cosa stupida e a rincorrerlo dopo che mi aveva fatto cadere il gelato sulla maglietta.
Mi spogliai e andai a fare la doccia, non avevo voglia di asciugarmi i capelli cosi mi misi a testa in giù e passando il phone un po' dappertutto ma quando rialzai la testa, non potevo credere ai miei occhi, sembravo una strega! Alcune ciocche andavano dove volevano, alcuni capelli erano elettrizzati e andavano verso l'altro e gli altri erano mossi.
Ma non ci pensai più di tanto ero stanchissima, appoggiai la testa sul cuscino e caddi in un sonno profondo.


"Zayn mi interruppe mettendomi un dito sulle labbra, si avvicinò al mio orecchio tirando indietro alcune ciocche e poi mi sussurrò : SVEGLIATI ABBIE!"
Saltai dal letto dallo spavento, mi girai affianco al mio letto c'era Mike mio fratello piccolo che mi guardava divertito del mio sguardo sconcertato, smise di ridere e incominciò di nuovo ad urlare : SVEGLIATI ABBIE SVEGLIATI ABBIE DEVI ANDARE A SCUOLA!!
-Ma che palle! Vai via peste- gli urlai.
Mi lavai, mi piastrai quel cespuglio che avevo al posto dei capelli, mi vesti andai in cucina per fare colazione
-Buongiorno- dissi con aria assonnata.
-Bei capelli sorella!-era Seth mio fratello più grande...
-Grazie-gli dissi schietta io.
-Siamo arrabbiati già di prima mattina!!- questa volta era mia madre....ci mancava solo lei che si affiancava a mio fratello per prendermi in giro...
-Uffa, non sto incavolata, sono solo-
-Acida- era ancora Seth che mi provocava...
-STANCA!- urlai irritata prima di accorgermi che per litigare con quel cretino stavo facendo tardi a scuola.
Presi la borsa e salutai tutti per poi avviarmi velocemente a scuola.
Si...forse ero un po' incazzata...non ci potevo credere avevo veramente sognato quel pervertito di Malik!?? Dovevo ringraziare Mike per avermi svegliato in tempo, ma ne ero certa, mi ero immaginata la stessa scena che era accaduta il giorno prima, di sicuro perchè ero ancora scocciata e seccata dal suo essere cosi sicuro di ciò che aveva detto.


DRIIIN
No cavolo la prima campanella era già suonata avevo solo cinque minuti per posare la borsa nel mio armadietto, prendere i libri di storia e andare in classe prima della prof. , se mi avrebbe messo un altro ritardo sarei andata dritta dal preside e non era tra la lista delle cose da fare andare dal signor. Mazzoch e beccarmi una punizione.


In mensa c'era un casino assurdo, la gente che urlava, spingeva...era una delle poche volte in cui io e Ginnie mangiavamo li e non nel corridoio, questa volta si era scordata il suo solito panino così fummo costrette a pranzare al tavolo.
Ci sedemmo e iniziammo a chiacchierare fino a quando lei mi fece quella fatidica domanda: ALLORA COME MAI IERI SEI SCAPPATA DAL PARCO??
Naturalmente come promesso gli raccontai tutto, nei minimi particolari e non riuscì a guardarla negli occhi quando gli dissi che me l'ero anche sognato, lei scoppiò a ridere e io gli tirai un calcio da sotto il tavolo...
-Ma non è che per caso....- disse, guardandomi in modo malizioso e girandosi verso il tavolo dove era seduto Zayn.
Sicuramente stava per dire che avevo preso una cotta per lui...
-Per favore ! Manco a pensarci è stata solo l'incazzatura che mi ha fatto prendere ieri che mi ha fatto sognare quello che era successo al parco!-dissi sicura di me.
-Ah...l'incazzatura-mi provocò lei.
-Si l'incazzatura-continuai io.
-Ok ok...e adesso sei incazzata?-mi disse con un sorriso ancora malizioso, scoppiando a ridere.
-Smettila ti prego-mi lamentai io mettendo la testa tra le braccia che erano sul tavolo, poi mi rialzai e gli chiesi - Come va con Preston?-
-Ah quello...- disse lei come se non gliene importasse niente -Ci sono uscita ieri pomeriggio e...-attese un attimo poi scoppiò di felicità - Ci siamo baciati! E' stato fantastico..-
Iniziò ad elencare tremila aggettivi per farmi capire come baciasse quel tipo che sinceramente a me stava proprio sul cazzo, dopo un po' scollegai il cervello facendo finta di ascoltarla sorridendo e annuendo ogni cinque minuti.
-Vado a prendere i libri ci vediamo alla lezione di Inglese!- dissi facendo finire il suo interminabile monologo.
Iniziai a cercare nell'armadietto in cerca del libro di inglese sperando con tutta me stessa di non averlo lasciato a casa.
-Dove cazzo sta!- urlai senza pensare alla gente che era nel corridoio e che si era girata verso di me con uno sguardo confuso e sorpreso.
-Che non trovi bambolina?- disse qualcuno dietro di me...avrei riconosciuto la sua voce ovunque anche in una piazza stracolma di persone.
-Non mi voglio nemmeno girare, perchè ho già capito chi sei...-
-Wow! Bambolina non fare l'indifferente!-continuò.
-Smettila di chiamarmi bambolina!-dissi acida continuando a cercare quel libro del cavolo.
-Dai, lo so che ti piace parlare con me Parker!-
Non risposi continuando a sperare di trovare ciò che cercavo, ma le sue mani bloccarono i miei polsi facendomi girare con forza ma capì che cercava di essere il più delicato possibile per non farmi male.
-Che palle ! Ma che vuoi Malik!?- urlai furiosa.
-Ti voglio far ammettere che ti piaccio!- disse lui guardandomi negli occhi.
-Senti! Facciamo così tu mi lasci, io vado nell'aula di inglese e non mi rompi più le scatole!!-
-Oppure oppure...- sussurrò lui lasciandomi i polsi e avvicinandosi a me con tutto il corpo per bloccarmi -Ti dichiari, ti faccio passare la serata dei tuoi sogni nel mio letto e ti senti meglio con te stessa! Non è molto meglio la mia idea? Eh bambolina?-
Lo guardai seria e mi feci scappare un piccolo sorrisetto sarcastico - Ma vaffanculo!- gli dissi sorridendo per poi girarmi e continuare a cercare.
-Perchè scegli la strada più difficile bambolina?- mi chiese con un sussurro mentre mi cingeva la vita con una mano e con l'altra prendeva dal mio armadietto il libro di inglese che era nascosto dal pranzo che avrei dovuto mangiare prima -Allora mi rispondi?-disse porgendomelo.
-Sapevo che avertelo detto chiaramente ieri non sarebbe bastato...TU NON MI PIACI!-gli urlai e mi girai di nuovo verso di lui, per poi andare via e lasciarlo li sentendolo dirmi da lontano un: CI VEDIAMO A INGLESE.
Si era nella mia stessa classe di inglese...
Entrai in classe, fortunatamente la professoressa era in ritardo, mi sedetti vicino ad Anne una delle poche persone normali in quella scuola.
-Buongiorno!-urlò la professoressa con un tono altezzoso, noi la salutammo in coro.
Segnò le assenze di quell' ora, scrisse qualcosa sul registro e poi iniziò la lezione.
-Dunque siamo quasi alla fine del primo quadrimestre e voglio farvi fare un progetto, riassumerete in sei cartelloni tutto il programma studiato, vi dividerete in gruppi ogni gruppo da quattro al quale assegnerò un argomento!-
Iniziò a leggere i nomi che avrebbero lavorato insieme.
-Malik, Whintey, Lohbart, Paker voi tratterete le poesie che abbiamo studiato- disse per poi continuare a formare gruppi.
-Non ci posso credere- sussurrai ad Anne mettendomi le mani tra i capelli...
 

Presi le mie cose dall'armadietto e mi avviai verso il portone della scuola quando qualcuno mi bloccò, mi girai irritata per poi vedere la faccia di Lohbart una delle tante secchione della scuola, lo sguardo assente di Whintey un'altra stupida troietta e di Zayn che aveva l'aria scocciata come non mai.
-Senti Parker, mi hanno messa nel gruppo con voi decerebrati, e sia chiaro non lascerete tutto il lavoro a me! Domani alle quattro a casa mia e non voglio scuse!- disse furiosa la secchiona
Io la guardai scioccata all'inizio ma poi con indifferenza e un filo di voce gli diedi l'ok e me ne andai per la mia strada.
-Hey Abbie!- Ginnie stava correndo verso di me -Sei in gruppo con Zayn! Devi stare attenta alla tua cotta...incazzatura!-sapevo che l'aveva fatto apposta, mi scappò un sorriso e gli risposi -Si con il pervertito della scuola, la troietta numero due e la secchiona! MI VOGLIO SPARARE!-
-Magari ti diverti!-urlò scoppiando in una risata sarcastica.
-Lasciamo perdere...- dissi sconsolata per poi incitare la mia amica a velocizzare il passo per non perdere l'autobus.


La mattinata fu un disastro, il prof. di diritto mi aveva interrogato e quella di economia mi aveva riportato il compito, quindi tornai a casa insieme ad un bel 4 e un 6 e mezzo...beh mica si può andare bene in tutte le materie non sono una secchiona....secchiona...secchiona...secchiona! Mi ero scordata l'appuntamento a casa della Lohbart!
Erano le tre e un quarto avevo poco tempo per arrivare dall'altra parte della città, mi cambiai presi i primi pennarelli che trovai sul tavolo e convinsi mamma a portarmi con la macchina.
Suonai e mi venne ad aprire un uomo pelato con due ciglia folte, doveva essere il padre della ragazza.
-Salve sono Abbie-mi presentai con tono simpatico
-Si lo so-disse con un sorriso forzato-I ragazzi sono nell'ultima stanza in fondo al corridoio prego entra- mi invitò spostandosi per farmi entrare. La casa era enorme, ma trovai subito la camera seguendo le varie risatine acute della Whintey. La porta era aperta c'erano Zayn e la secchiona a litigare per come girare il cartellone e l'altra ragazza a parlare al telefono con qualche altra ochetta.
-Ehm.. ciao!-esclamai per attirare attenzione.
-Alla buon'ora! Di a questa specie di essere umano che il cartellone va scritto in orizzontale!-disse prendendomi di forza Olive (si chiamava cosi la secchiona).
-Scherzi! Bisogna scrivere in verticale!- ribatté il ragazzo.
-Abbie cosa ne pensi?-mi chiese infine la ragazza aggiungendo un -Tanto ho ragione io- con aria da persona superiore.
-Parker darà ragione a me- si avvicinò a me -Perchè mi viene dietro- mi sussurrò così da non far sentire agli altri.
-Nei tuoi sogni Malik- dissi con un filo di voce -Comunque va scritto in orizzontale!- affermai tornando al mio tono di voce normale.
-Visto! Chi ti dava ragione scusa?-lo provocò Olive.
-Già Zayn chi ti dava ragione? Chi ti veniva dietro?- dissi sarcastica io senza far sentire agli altri.
Lui sorrise poi si sedette per iniziare a scrivere il titolo.
La giornata passò cosi tra le litigate di quei due e la signorina con la minigonna che non faceva niente e stava sempre al telefono e che ad un certo punto sbattè di proposito contro Zayn che gli macchiò la maglietta con un pennarello!
Il ragazzo borbottò un -scusa- indifferente ma lei urlò -Guarda che hai fatto adesso vieni con me in bagno e mi aiuti a pulirlo!-
All'inizio la guardò con aria scocciata ma quando capi lo scopo della ragazza di farlo andare in bagno con lei sorrise malizioso girandosi verso di me e io ricambia con una smorfia da -Beh che cazzo vuoi- facendo aumentare il suo sorriso odioso.
Rimanemmo solo io e Olive, naturalmente lei concentrata a fare il progetto del tutto inconsapevole di quello che potevano star facendo quei due in bagno...non ci volevo pensare mi faceva venire il vomito...beh nemmeno io sapevo cosa stessero facendo ma potevo benissimo immaginarlo.
Erano le sette e mezza, il cartellone era terminato e potevamo finalmente tornare a casa, salutammo Olive e i genitori e ringraziammo per la merenda che ci avevano offerto.
Eravamo ancora davanti al vialetto della casa...
-Io devo girare a destra-disse Whintey poi si rivolse a Zayn -Chiamami- gli sussurrò finendo la frase con una risatina e andandosene via, mentre io e il moro ci avviammo alla fermata del autobus.
-Non la chiamerò- disse sedendosi affianco a me sulla panchina.
Lo ignorai del tutto.
-Ma perchè fai sempre l'acida con me bambolina...magari sei gelosa?- mi provocò lui voltandomi il viso con un semplice gesto e guardandomi negli occhi.
-Sto morendo di invidia! Di te con quella e con quell'altra, e con quell'altra ancora!! A quanto stiamo 17?- risposi sarcastica io
-Dunque 18 contando anche quella dell'altro ieri del parco! Lo devo scrivere da qualche parte!-disse ironico lui facendo finta di cercare una penna.
-Comunque anche tu hai le tue possibilità...te l'ho detto basta che dici due parole bambolina: MI PIACI!- continuò lui
-Io le dico ma con il NON davanti- dissi marcando il non!
-Lo so che le vuoi dire! Non aspetti altro!- disse iniziandomi ad accarezzare la guancia con un dito.
-Si hai proprio ragione!- ribattei io-Ma guarda che sfortuna è arrivato il mio pullman!-dissi sarcastica- CIAO!-urlai con un sorriso finto.
-Ciao bambolina- Ammiccò lui.
Mi girai prima di entrare e gli gridai infuriata -Smettila di chiamarmi bambolina cazzo!!-
L'autobus partì e io con la coda nell'occhio lo vidi ridere dal finestrino e guardarmi fisso con quelli suoi occhi fantastici!


Mi misi le cuffiette e ascoltai la musica fino a quando non scesi, attraversai la strada e entrai in casa.
-Sei strana-era Mike -I miei colori?-
-Ecco-dissi porgendoglieli e sorridendogli, lui fece lo stesso poi scappò verso la sua camera.
Ero strana? No invece ero normalissima! Forse ero stanca per la giornata passata.
Entrai in cucina dove erano tutti.
-Salveee! Che si mangia??-
-Adesso invece è felice...queste donne-
-Come sei simpatico Seth-dissi sorridendogli...forse ero davvero felice sorridevo a tutti...
-Abbie che è successo?-chiese sospettoso mio padre.
-Niente tutto come sempre!-dissi rassicurante e sicura io.
-Sei sicura?-si intromise mia madre.
-Si mamma-
-Hai un'aria strana, diversa...-cercò di investigare lei...
-Ma va tutto bene!-
Feci cena ascoltando i vari discorsi stupidi di mio fratello (quello grande ._. ) , i pettegolezzi sui vicini di mia madre, le raccomandazioni di mio padre sul 4 da recuperare e le mie grandissime cazzate del tipo: STUDIERO'!
Andai in camera mia, misi i libri del giorno dopo nella borsa e controllai il diario!
In un attimo sbiancai...avevo il compito di fisica! Me ne ero completamente scordata.
Non ce la facevo a studiare, non avevo voglia...come sempre del resto...così mi misi il pigiama e andai al letto, avrei studiato le prime due ore di lezione tanto in qualche modo me la sarei cavata come sempre.
Trovai la giusta posizione,e appoggiai la testa sul cuscino ma stavolta non mi addormentai subito anzi iniziai a pensare alla giornata trascorsa...alle chiacchierate con Ginnie e alle litigate con Malik
Malik...
Zayn...
Zayn Malik...
Mi misi a pensare proprio a...


Quando mi aveva afferrato i polsi con forza e delicatezza allo stesso momento, mi aveva parlato all'orecchio più volte sussurrandomi quelle enormi cavolate ma che dette con il suo tono di voce basso e tremendamente sexy sembravano vere, quando mi aveva avvolto con un braccio mettendomi una mano su un fianco, non volevo ammetterlo ma in quel momento volevo svenire tra le sue braccia come quando poco prima mi aveva voltato teneramente il viso per poi iniziarmi ad accarezzare la guancia e a guardarmi intensamente negli occhi, lì, volevo chiudere i miei per assaporare il suo tocco in tutti i sensi ,sentire il suo profumo che mi inondava ogni volta che mi si avvicinava e concentrarmi sul calore e la tenerezza che mi emanava quando la sua pelle ambrata sfiorava la mia.
NO NON CI POTEVO CREDERE, NON CI VOLEVO CREDERE...ECCO PERCHE' TUTTI DICEVANO CHE ERO STRANA...NO NON L'AVREI MAI AMMESSO NE' A ME STESSA NE' A NESSUN'ALTRO!

NON AVEVO UNA COTTA PER ZAYN MALIK!

 
 
Ciaooooooo!!
Sono sempre io...la rottura di scatole :3
Mi sono impegnata per scrivere il capitolo al più presto ed eccolo qua :D
Spero vi piaccia :)
Lasciate una piccola recensione pleaseee?? <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Lui non era li con me... ***


"ABBIE SVEGLIATI" mia madre che urlava dal piano di sotto.
-Sono in piedi!-dissi ancora sotto le coperte, la notte non avevo chiuso occhio, avevo pensato in continuazione a quel cretino fino alle 2 del mattino quando ero riuscita a mentire anche al mio cuore, convincendomi di quanto fossi stata stupida a pensare a quella enorme cavolata e maledicendomi per non aver aperto libro per il compito invece di fare le mie contorte riflessioni sulla giornata trascorsa.
Mi alzai svogliatamente dirigendomi verso il bagno per lavarmi per poi indossare i primi vestiti presi dall'armadio e scendere sotto a fare colazione.
-Guarda un po' chi ci degna della sua presenza!-
-Seth stai zitto-dissi acida io.
-Hey non trattare male il tuo fratello preferito-disse sarcastico.
-E io non conto?-disse una voce acuta dall'uscio della porta, era Mike.
-NO!-Urlo il più grande.
Il bambino mi guardò con gli occhi lucidi poi scoppiò a piangere scappando in camera sua.
Tutti lo guardammo andare via lo sguardo sorpreso e arrabbiato nei confronti del più grande.
-Cazzo Seth sei il più grande! CRESCI!- urlai furiosa io.
Lui sbuffò e uscì dalla porta sul retro.
Andai nella stanza di Mike, era tutto in disordine i giochi erano ovunque come i colori e i disegni dei robot che vedeva in tv.
-Hey- dissi con voce sconsolata.
-Vai via! Tu non mi vuoi bene!- urlò il bambino tra i singhiozzi.
Quelle parole mi trafissero i cuore, era una delle poche volte in cui Mike era davvero deluso da me.
-Non è vero!- dissi io con sicurezza e rabbia ripensando al NO che Seth gli aveva urlato contro.
-Allora perchè io non sono il tuo preferito?-
-Io non ho un fratello preferito- dissi rincuorante io sedendomi sul letto affianco a lui che era disteso a pancia in giù con il viso sul cuscino bagnato dalle lacrime.
-Poi se non ti volevo bene non ti portavo il biscotto che ti piace tanto- gli porsi un biscotto del tutto al cioccolato, mamma non voleva che Mike ne mangiasse troppi al giorno e sapevo che appena avesse scoperto che gliene avevo dato uno in più si sarebbe sicuramente arrabbiata ma non me ne importava più di tanto...
-Quello al cioccolato?-chiese.
-Si- dissi speranzosa io.
-Non lo voglio-
-Si che lo vuoi ne vai pazzo- dissi porgendoglielo da sotto il cuscino e facendogli solletico -Dai dai ! Lo vuoi lo soooo!-
Lui iniziò a ridere, si alzò, prese il biscotto e fece un morso, mi guado sorridente.
-Abbie ti voglio bene!-disse infine abbracciandomi con tutta la sua forza.
-Anche io Mike!-gli urlai stritolandolo.
-Mi fai male!-gridò ridendo poi continuò -Ti svelo un segreto!-
-Dimmi!- aspettai con attenzione che lui parlasse.
-C'è una ragazza- si fermò e aspettò un attimo -Che sta facendo tardi a scuola!- disse continuando a ridere.
-No No No! Ho il compito alla prima ora!- mi lamentai dandogli un tenero bacio.
 
 
Durante il tragitto ripensai a come era iniziata stranamente la giornata.
"Povero Mike, quello stronzo di Seth lo aveva fatto piangere che rabbia! E' un bambino bisogna essere dolci con lui è sensibile poveretto. A volte non sapevo davvero chi era il più piccolo se Mike di età o Seth di cervello."
Misi la borsa ,come al solito, nell'armadietto e mi diressi velocemente nell'aula di fisica passando davanti al bagno dei maschi dove c'erano Louis e un' altro a parlare.
-Abbie! Abbie!- urlò lui.
Mi girai per salutarlo e vidi Niall accanto a lui.
-Dove vai così di fretta?- disse ironico il biondo.
-Ho il compito di fisica!!-urlai disperata.
-Hai studiato?-chiese perplesso Louis.
-Ehm...cosa intendi tu per studiare?-
Niall iniziò a ridere e Louis si mise le mani tra i capelli.
-Non ci posso credere-affermò infine
Li salutai e continuai per la mia strada.
Il prof non era arrivato e solo pochi posti erano ancora liberi ,mi misi in seconda fila affianco al muro per essere perfettamente nascosta e copiare facilmente.
DRIIN
La campanella, dovevo consegnare.
"Cazzo Abbie sbrigati! Cazzo Cazzo!"
Era Daniel che mi sussurrava, avevo il suo compito sotto al mio e lo stavo copiando del tutto.
-Ecco mi manca poi e.....finito!-con un abile mossa gli misi il foglio sul suo banco proprio prima che il professore venisse da noi per ritirarcelo.
Uscii dall' aula, ero stanchissima ma libera da un grosso peso, Daniel era bravissimo nelle materie scientifiche avrei preso di sicuro più di 6.Mi passò affianco e io lo presi per una mano tirandolo verso di me per un abbraccio che lui ricambiò felicemente.
-Grazie grazie grazie! Sei la mia salvezza!-gli dissi all'orecchio.
-Ci conosciamo dall'asilo figurati se non ti aiut...-
-Qui c'è qualcosa che non quadra!- qualcuno interruppe Daniel.
Alzai la testa, Zayn. Era fuori che aspettava che si liberasse l'aula per entrare.
-A chi lo dici...- dissi sarcastica scrutandolo dalla testa ai piedi.
-Beh io vado ciao Abbie- mi salutò il mio amico facendo la mossa per darmi un bacio sulla guancia ma la mano di Zayn gli si puntò sul petto.
-No No niente baci in pubblico! Non lo sapete?-disse sorridente il moro.
-No ,non lo sappiamo- continuai io, facendo un sorriso forzato e baciando Daniel che poi andò via perplesso.
-Malik!- il professore di fisica -Vuole entrare in quest'aula o in quella del preside ! Decida!-
-Eccomi- disse Zayn guardandomi negli occhi -poi mi dici chi è quello naturalmente Parker!-
-Mi sa che ti sbagli...io non devo dirti proprio niente Malik!-gli risposi con un tono più basso del suo.
Poi me ne andai verso l'aula di scienze.
 
 
Ginnie correva verso di me tutta felice.
-Abbieeeeeee!-
-Zitta! Che figura! Che cazzo urli!-la ammonì io
-Scusa ma davo dirti una cosa fantastica!-disse ansiosa lei
-Cosa?-chiesi
-Mason mi ha chiesto di te!-
Urlai dalla gioia non riuscivo a trattenermi.
-Mason? Quel Mason?-
-Si quel Mason!- disse felicemente lei.
-Che ti ha chiesto?-dissi curiosa io tenendo la voce il più bassa possibile.
-Ok tieniti forte!- si fermo e prese fiato per poi fare un enorme sospiro -Il tuo numero di cellulare!-
-E tu glielo hai dato?-
-Certo che no, prima dovevo avere il tuo consenso!- affermo seria lei.
-Che cazzo dici.-si spense la mia felicità.
-Scherzo!- iniziò a ridere - Ti dovrebbe scrivere oggi!-
-Ti adorooo!- urlai per poi abbracciarla.
-Si si-disse indifferente lei -Ora devo andare da Preston! Voglio le sue scuse- cambiò umore diventando furiosa appena vide il suo ragazzo dall'altra parte del corridoio.
Aprii l'armadietto e presi i libri per la lezione che avevo....Arte!
-Cazzo no!-borbottai chiudendo l'armadietto e poggiando la testa sul freddo ferro.
-Oggi non te ne va bene una! Prima il compito di fisica e adesso questo-
-Ma se non sai nemmeno che mi è successo-ribattei
-Fammi indovinare! Non hai il disegno per il professore di arte!-
-Che palle! Che vuoi Zayn?-mi lamentai io.
-Come che voglio!Devi dirmi chi era quello!-
-Ma che cazz...io non  devo dirti niente!- mi infuriai io.
-Non è che per caso lo hai usato per farmi ingelosire! Eh Parker?- disse sorridente prendendomi la mano e portandomi verso lui, facendo scendere le sue mani sulla mia schiena.
-Ti piacerebbe!- lo provocai io.
-Mmm...si penso di si...allora chi era?- disse per poi tirarmi con delicatezza verso il suo corpo.
-Non te lo dico- affermai io.
-Sicura che non vuoi dirmelo?-continuò lui avvicinandomi ancora di più al suo viso.
-Si...-sussurrai io, ma dal mio tono si sentiva che avevo detto un si a cazzo...mi ero completamente persa nei suoi occhi e non riuscivo a distogliere i miei dalla sua bocca che era vicinissima alla mia.
-Guarda che ti avvicino ancora di più...-sussurrò con un tono tremendamente sexy.
Da un lato volevo che si avvicinasse, ma se lo avesse fatto ci saremmo baciati e non sarei mai riuscita a spingerlo via sia perchè lui era troppo forte sia perchè volevo sentire le sue labbra sulle mie, volevo sapere se erano calde come il suo tocco e delicate come i suoi gesti. Dovevo resistere, baciarlo voleva dire essere innamorata di lui e segnare la sua vittoria e io sarei diventata una di quelle da una nottata e addio.
-Era un mio amico, mi ha aiutato al compito e lo stavo ringraziando...contento adesso?-dissi facendo una smorfia da stronza patentata.
All'inizio sembrò quasi sorpreso della mia confessione poi sfoderò uno di quei suoi magnifici sorrisi da bastardo e aggiunse -Sei una pessima attrice Parker!- 
Per poi sciogliermi da quell'abbraccio, continuarmi a guardare e iniziare ad avvicinarsi al mio collo con la bocca.
-No No No...non si possono dare baci in pubblico,tu lo sai bene!-dissi fermandolo per il petto e andando via lasciandolo li come un cretino...dopotutto era quello che si meritava.
 
 
-Allora ragazzi siamo alla fine del mese!-annunciò il professore di arte -Dove sono le tavole? Così mettiamo i voti!-
Iniziò in ordine alfabetico, Parker la p... speravo con tutta me stessa che suonasse la campanella così avrebbe continuato la prossima lezione dandomi il tempo di finire il disegno.
-Ma cos'è questa cosa?- si senti un urlò del professore.
-L'amore prof!- disse Ginnie entusiasta.
-Questo per te sarebbe l'amore?- chiese scioccato l'uomo.
-Si- continuò la ragazza.
-Oh come si fa...-
-Allora prof quanto mi mette?- disse sempre felice Ginnie.
-5 regalato Murray-rispose mettendosi le mani sulla testa.
Ginnie torno a posto felice e realizzata.
-Abbie! Sentito? 5!!- tipico di lei...non gliene fregava niente della scuola, come se per lei non significasse niente, solo un luogo dove ti dicevano cosa fare e non fare e ti mettevano i voti su come lo facevo...dopotutto era così...
-Brava!-dissi ridendo io.
Il prof continuò.
Mancavano dieci minuti.
"Dai dai ! Suona Suona!"
-Parker!-
-Cazzo!- urlai disperata.
-Venga qui!-
-Ma prof non c'erano tre persone davanti a me??- chiesi io speranzosa.
-Assenti! Tutti quanti!-
Mi alzai facendo un verso di lamento e mi avviai con le mani vuote davanti alla cattedra.
-Allora dov'è?-
-Ecco prof. io mi sono sco-
-Scordata di dirle che abbiamo fatto il disegno insieme prof!-
Mi girai di scatto, e vidi Zayn affianco a me con la sua tavola.
Era stupenda, raffigurava una sagoma umana distesa su di un pavimento e dietro tutto un paesaggio spoglio e buio.
-Ah.- l'unica cosa che il professore riusci a dire vedendo Zayn sorridente affianco a me che invece avevo la bocca spalancata e una faccia sorpresa -Cosa rappresenta...-
-La solitudine!- si affrettò a rispondere il moro.
-Ok ehm si... Malik , Parker buon lavoro. Anche se non mi aspettavo una collaborazione sopratutto da parte vostra, ma non preoccupatevi il voto è sicuramente positivo- disse sorridendoci cordialmente.
Finalmente suonò quella maledetta campanella, una delle solite oche si avvicinò a Zayn tirandolo verso di lei e iniziando a vantarsi sculettando e aprendosi la maglietta il più possibile.
Presi i libri e mi avviai al mio armadietto per prendere la borsa e tornare a casa.
Non avevo avuto neanche il tempo di ringraziarlo che quell'arpia gli si era incollata come una figurina.
Aspettai Ginnie all'entrata che arrivò insieme a Preston , avevano fatto pace, si stava vantando del suo 5 in arte, roba da pazzi...
Poi lo salutò con un bel bacio e ci avviammo verso la solita fermata.  
 
 
Aprii la porta di casa, tutti erano a tavola, ero in estremo ritardo avevo perso il pullman.
-Abbie sbrigati ! Vieni a tavola- Urlò odalla cucina mio padre.
-Eccomi arrivo- salutai tutti e mi sedetti.
-Allora? Come è andato il compito?-chiese Mike.
-Oh benissimo!- dissi ripensando a quando avevo ringraziato Daniel e a Zayn che non voleva che lui mi baciasse...poi aveva voluto sapere anche chi era! 
Mi passò tra la mente una strana idea...il moro poteva essere geloso! 
Perchè senno mi avrebbe obbligato a dirgli del mio amico era l'unica spiegazione...però Malik geloso di una come me..che non vuole scopare? Strano, anzi impossibile...che pensiero stupido! Certo che in questi giorni non facevo altro che sparare cazzate nella mia mente...mah
-Capito Abbie?-mia madre interruppe i miei pensieri.
-Eh?-
-Vengono a cena i nonni!- urlò Mike.
-Ah...i nonni- dissi con un sguardo da rincoglionita.
-Ma stai bene?-chiese serio Seth.
-Si si...-risposi indifferente.
-Naturalmente io e tuo padre lavoriamo di pomeriggio quindi andrete a comprare la roba per la cena- finì mia madre aggiungendo un -Mangia le verdure Abbie-
-Non mi piacciono-
-Ma ti fanno bene!-continuò mio padre.
-Già Abbie ti fanno bene! Mangia tutto!- mi provocò Seth alzandosi e sedendosi  affianco a me.
Prese la forchetta ed inizio ad imboccarmi di forza.
-No Seth fermati!-iniziai ad urlare provocando le risate di tutti e rischiando di strozzarmi.
-Shhh non fare la bambina cattiva!-
-Smettila ti prego!-lo supplicai.
-Ok Seth basta-lo ammonì tranquilla mia madre.
Lui si fermò e io guardai scioccata tutti.
-Seriamente! Io mi sto strozzando e voi ridete! In questa famiglia sono tutti pazzi!-
-Come te!- disse teneramente Mike.
Quanto potevo amare quella peste!
 
 
-Abbie forza! Ci chiude il supermercato!- gridò Seth dal piano di sotto.
-Ma se sono le cinque!- risposi io.
-Ti do 10 secondi per scendere dopodiché ti faccio andare da sola! Già è tanto se ti do l'onore di starmi affianco mentre compro il cibo per la cena!- continuò modesto lui.
-E non c'è cosa che desidero più al mondo, stare con te!-
Chiudemmo casa e ci avviammo tutti e tre verso il supermercato.
-Dunque dunque dunque....il pane,il pollo.... Abbie vai a prendere bevande mentre io faccio la fila al bancone con Mike-
-Ok-
Mi diressi verso gli scaffali delle bevande.
"La birra,l'acqua, il succo... quanta cazzo di roba devo prendere" sussurrai.
-Tanta!-
Mi girai di scatto impaurita ma poi mi tranquillizzai vedendo Zayn.
-Ma tu sei sempre dietro di me?-
-Se ti giri ti sarò davanti!-
Mi scappò un piccola risata che fece sorridere anche lui. 
Lo guardai in quei suoi occhi scuri.
-Ehm...ti volevo ringraziare per la tavola di arte...-dissi vaga io abbassando lo sguardo.
-Non ti preoccupare bambolina- mi rassicurò lui -Saprai ripagarmi il favore- aggiunse poi strizzando l'occhio per poi alzarmi il viso verso il suo.
-Eh?- oggi cascavo proprio dalle nuvole.
-Hai presente il bacio che non mi hai fatto dare oggi?-disse lui avvicinandosi sempre di più a me e alzando un mano per carezzarmi il viso e finire con un dito che delicatamente si muoveva sul mio collo, proprio dove la mattina stava per posare le sue labbra. 
-Zayn non penso sia il caso- dissi sicura io
Si avvicinò al mio orecchio -Ma me lo devi altrimenti...-si interruppe appena senti la vibrazione del mio cellulare, eravamo talmente vicini.
Presi il cellulare e lanciai un piccolo grido quando vidi il numero sconosciuto.
"Hey Abbie, sono Mason Collins. La tua amica mi ha dato il tuo numero, ti volevo chiedere se sei libera per sabato per andare alla festa di Louis insieme."
Rilessi il messaggio 100 volte non ci potevo credere! Mason mi piaceva dalla terza media ma non glielo avevo mai fatto capire, ero talmente presa a rispondere al ragazzo che non mi accorsi di Zayn che aveva letto il messaggio.
Sembrava incazzato come non mai, si era staccato completamente da me e mi guardava con aria severa.
-Questo invece? Da dove sbuca!- disse con tono secco.
-Bè non so di preciso...ma di solito si nasce dalla...-
-Non fare la cretina e rispondimi.- alzò la voce.
-Wow! Abbassa il tono di voce con me non sono una di quelle troiette da scopare!-
-Ma sei sulla mia lista!-rispose a tono lui.
-Basta mi stai facendo infuriare! Lasciami in pace ! Tu hai la tua vita e io ho la mia!-
-Perfetto ma mi devi ancora quel favore!-
Mi prese di forza e mi tirò verso il magazzino del supermercato con una velocità e una rabbia che mi fecero intravedere appena le sagome dei miei due fratelli che mi stavano cercando tra i vari reparti.
Chiuse la porta e si voltò verso di me.
Sapevo cosa volesse, aveva cercato di farlo la mattina e anche pochi secondi prima del messaggio che gli aveva fatto perdere le staffe, ma ora aveva campo libero. Eravamo appartati in un stanza per la maggior parte buia perchè illuminata solo dalla luce del negozio che passava attraverso un vetro incassato nel legno della porta.
Io non mi sarei certo opposta, devo dire che quel suo sguardo incazzato e furioso mi provocava disagio e timore.
-Tu cosa pensi di me?-disse quasi calmo ma era ancora arrabbiato.
Non risposi subito, persi tempo a guardare quei grossi scatoloni ancora chiusi che contenevano chissà cosa.
Poi mi soffermai su di lui, si stava avvicinando a me sempre di più niente lo avrebbe fermato, mi prese con una mano dietro la schiena mentre con l'altra mi accarezzava il braccio.
Salì con due dita fino alla mia spalla, mentre io lo guardavo negli occhi impaurita.
Aveva uno sguardo sicuro, sapeva cosa fare.
Mi avvicinò ancora di più tirandomi verso lui, portando la mano, che prima era sulla mia spalla,tra i miei capelli che accarezzava con movimenti circolari.
Iniziò a baciarmi delicatamente, prima affianco alla bocca poi sul mento, seguì la mia mandibola con piccoli baci fino ad arrivare all'incavo tra il collo e l'orecchio dove si soffermò facendo sfiorare più volte le sue labbra alla mia pelle, si fermò un attimo e mi ripeté la domanda delicatamente -Tu cosa pensi di me?- , un sussurro che fece eco nella mia testa e a cui non feci in tempo a rispondere.
Con un movimento dolce e veloce inclinò il collo, sentivo il suo tocco su di me, era l'unica cosa calda in quella stanza fredda e buia.
Il silenzio dominava l'atmosfera, non sentivo alcun rumore tranne l'aria che Zayn inspirava dalla bocca per continuare a baciarmi intensamente sullo stesso punto.
Prima la sua presenza sul mio collo era dolce e delicata ma poi iniziò ad essere più intensa, aveva accelerato la respirazione andava mille volte più veloce, succhiava la mia pelle con voracità e avidità, la sua stretta si fece più forte, ogni suo movimento mi provoca dei brividi indescrivibili come indescrivibile era il vuoto di stomaco che stavo provando. Il moro stava superando il limite, decisi di far finire quel pazzesco momento, ripresi possesso del mio corpo, mi ero lasciata andare troppo per i miei gusti, poggiai i palmi delle mani sul suo petto con forza tentando in tutti i modi di tirarlo via.
Fermò ogni sua azione,  alzò la testa e mi guardò stranito e scocciato per poi fare uno delle sue smorfie compiaciute osservando ciò che mi aveva lasciato sul collo. Non avevo idea di quanto si potesse essere visibile il segno ma dal suo sguardo doveva essere molto evidente.
-Ce ne hai messo di tempo per reagire bambolina!- si avvicinò ancora a me sussurrandomi all'orecchio -Ora sappiamo entrambi che lo volevi anche tu- mi provocò.
-Non è vero-dissi acida io,non lo sopportavo quando mi provocava, ma aveva un modo di farlo talmente....
-Faccio finta di crederci- continuò lui tranquillo-Allora? Abbie! Non mi hai ancora risposto-aggiunse.
-Cosa posso pensare di te!- dissi sarcastica io cercando di far cadere quel momento imbarazzante.
-Già...che domanda stupida- disse abbassando il tono facendolo diventare un sussurro al mio orecchio, con la sua parlata ancora una volta attraente -Tu mi odi...Perchè ho fatto quello, perchè ho fatto questo, ti ho offeso un paio di volte e bla bla bla...tutte cavolate-
-Tutte cavolate un cazzo!-urlai io spostandolo ancora una volta con forza -Per te è tutto un gioco vero? Mi scopo quella poi quell'altra! Me ne frego di quello che possono pensare le ragazze! Io posso fare tutto quello che voglio! Sono Zayn Malik! Manco fossi Dio! Senti scendi dal piedistallo che fai un favore a tutti! Specialmente a me!- scoppiai di rabbia.
Non riuscivo più a sopportarlo! Il suo modo impertinente di prendermi e farmi un succhiotto, la sua tranquillità e spavalderia nei momenti meno opportuni mi mandava in bestia e il suo modo si essere tremendamente sexy anche quando mi sussurrava qualcosa, qualcosa che di sicuro mi avrebbe fatto sciogliere dall'emozione.
C'ero andata giù pesante, forse troppo, mi senti una merda quando lui si distaccò da me, lasciandomi le mani che era l'ultima parte del corpo che segnava il contatto tra di noi, mi guardò sorpreso e deluso per poi tornare serio e arrabbiato, e andarsene sbattendo la porta più forte che potè, rischiando di rompere il vetro.
Guardai ancora la porta chiusa, fino a quando non vidi la testa di mio fratello, mi affrettai ad uscire da quella specie di prigione.
 
 
-Abbie abbiamo un nuovo fidanzatino??-disse Seth per provocarmi.
-No quello è solo un coglione- risposi infuriata mettendo la spesa sul nastro trasportatore della cassa.
-Abbiamo litigato col fidanzatino Mike!- continuò lui.
-Cresci Seth.- gli risposi brusca io.
-Che è successo la dentro?-
-Diverse cose di cui non te ne deve fregare- dissi acidamente.
-Hai ragione a me non me ne dovrebbe fregare ma forse a papà si...!-
-Ma per favore non dire cazzate! Non è successo niente!-
-Ops guarda un po' sul cellulare è apparso il numero di papà!-
-Ok Ok ! Tralasciando il fatto che non è successo proprio niente tranne una litigata orribile...cosa vuoi per stare zitto?- mentì coprendomi con il collo della maglietta il segno che ancora dovevo vedere.
-Devi badare ai bambini il prossimo venerdi quando ci sarà la festa di Mike!-
-No ti prego!-
-Sta squillando!....-
-Ok affare fatto ma tu non dirai niente di quello che è successo!-
-Io non vedo, non sento e non parlo!-
L'avevo scampata, mi ricordai che dovevo ancora rispondere a Mason, avevo intenzione di accettare, sarei andata alla festa di Louis con lui. Il mio migliore amico avrebbe organizzato un'altra delle sue famose feste e li avrei finalmente incontrato Eleanor!
 
 
Dovevo pensare solo a come mi sarei vestita per la festa, non mi dovevo rammaricare per la sfuriata con Zayn o farmi illusioni su Mason.
Dovevo rivedere le mie priorità e i miei desideri e quello maggiore era naturalmente vedere la ragazza di Louis! La curiosità mi divorava.
 
 
Tornammo a casa e andai direttamente in bagno, chiusi la porta a chiave e accesi la luce. Mi girai verso lo specchio e mi levai la maglietta.
La sfumatura rossa-violacea risaltava sulla mia pelle, sfiorai il segno con due dita, ripercorrendo il percorso che aveva fatto Zayn con le sue labbra, si ripresentarono i brividi e il vuoto di stomaco ma in maniera lieve...forse perchè era solo un ricordo e lui ora non era li con me...
 
 
Eccomi qua! Ho fatto tardi? NO, non stavolta ù.ù
Dunque ho cercato di far diventare un po' più accattivante la storia altrimenti era sempre la stessa cosa...
Spero apprezziate questo capitolo come avete fatto con gli altri due! :)
Lasciate una recensione?? Dai Dai Dai me la merito no?
Il prossimo capitolo dopo 4 recensioni almeno :3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Bello il vestito, però... ***


-Abbie i nonni sono arrivati !-Mike che bussava alla porta del bagno.
-Ehm si e-e-ecco arrivo- dissi balbettando. Tipico di me, quando ero insicura su qualcosa o mentivo iniziavo a balbettare come una deficiente.
Ero nel panico non avevo idea di come nascondere quel segno, se solo avessi potuto cancellarlo,se avessi avuto la possibilità di tornare indietro e bloccare Zayn prima che mi iniziasse a baciarmi.
Appoggiai la testa al muro come segno di disperazione.
"Dunque dunque dunque...come cazzo lo nascondo" sussurrai disperata e incazzata, abbassai lo sguardo e vidi la mia unica salvezza!
Il fondotinta di mia madre.
-Si grazie mamma!- urlai entusiasta.
Spalmai accuratamente la crema, cosi da non far notare il cambiamento di colore sul collo, indossai la maglietta e scesi a salutare gli ospiti.


-Abbie- disse il nonno facendo tacere il rumore delle forchette che sbattevano sui piatti -Ce l'hai l fidanzato?-
Seth scoppiò a ridere come un cretino -Oh arrivano le domande dolenti!- si intromise mia madre dandomi dei colpetti sul braccio con il gomito.
-Dai Abbie, ce l'hai il fidanzatino? Alla tua nonnina puoi dirlo!-
Non mi davano neanche il tempo di rispondere, cercai di trattenere la rabbia e dire la mia nella maniera più tranquilla possibile.
-No, non ce l'ho- dissi sorridendo, dopotutto era la verità.
Seth iniziò a ridere ancora più forte, seguito da mio padre mio nonno e tutti gli altri compreso Mike!
Li guardavo sconvolta, quella famiglia non era normale! Iniziavo a pensare di essere stata adottata!
Decisi di far smettere le risate di tutti i miei parenti urlando un - Seth come va con la tua fidanzata invece?-
Mi fucilò con lo sguardo, mentre io ridevo sotto i baffi. Eh si caro, ride bene chi ride ultimo.
-Oh Seth! Hai una fidanzata! E a nonna non lo dici?-
La scena che mi si presentava era fantastica, mia nonna che continuava a fare domande su domande a Seth che non riusciva più a trovare scuse per non rispondere e il nonno che la rimproverava perchè non si faceva i fatti suoi, mia madre che urlava perchè Mike non voleva mangiare le sue verdure e mio padre che non riusciva a calmarla.
Iniziai a ridere veramente di gusto, non riuscivo a smettere, erano strani ma talmente divertenti, in poco tempo mi avevano fatto dimenticare tutti i miei problemi.
-Sabato Louis da una festa...posso...-
-Chiedi a tuo padre- mi interruppe subito mia madre.
-Babbo posso...-
-Non sei piccola per le feste?- stavolta era mio nonno a interrompere la mia frase.
-No ho...-
-Abbie non è più una bambina può benissimo andare a quella festa- adoravo quando nonna mi dava ragione.
-Non so...ne riparliamo- aggiunse mio padre.
-No dai! Ne parliamo ora!- ribattei.
-Non so Abbie...vedi...-
-Torno presto!-
-Presto quando?- mi interrogò mia madre.
-L'un...- vidi la sua espressione acida - mezza notte!- poi aggiunsi con un filo di voce - e 55-
-Ci sono i genitori?-
-C-c- certo!- mentì io.
-No non è vero! Non ci saranno i genitori!- disse Seth per farmi infuriare.
-Zitto tu non ne sai niente!- gli urlai io.
-Ok calmatevi!- mio padre alzò la voce -Va bene, puoi andarci, ma a mezza notte e mezza ti voglio già a letto!-
-Grazie Grazie!-
Lo so, mezza notte e mezza, l'unica ora decente che ero riuscita a contrattare con i miei...


-Abbie Abbie! Cazzo svegliati!-
-Eh?- risposi scocciata.
-Sei tornata sulla terra?- chiese Ginnie scettica.
-Scusa, è che stavo pensando a...-
-Parker interrogata!-
Sbuffai e mi alzai dal banco svogliatamente e mi avviai verso la cattedra dove la mia amata professoressa di geometria mi aspettava con un sorrisetto soddisfatto.
-Studiato Parker?-
-Certo professoressa!- risposi a tono io.
-Vedremo- aveva il coltello dalla parte del manico pronta a trafiggermi con un bel 2 sul registro. Merda.


-Che interrogazione di merda. 4 e mezzo....come lo recupero!- mi disperai.
-C'è tempo non ti preoccupare.- cercò di essere rassicurante Ginnie -Comunque a che stavi pensando prima??- continuò maliziosa lei.
Mi ricordai della chiacchierata prima dell'interrogazione e mi accorsi che le dovevo ancora dirle della storia del succhiotto.
-Ah giusto, ieri ero al supermercato....- iniziai a raccontare la storia naturalmente senza soffermarmi sui particolari.
Mentre la mia amica mi sussurrava infuriata tutto ciò che pensava su di Zayn, iniziai a ripensare a quel fantastico contatto che odiavo ma che mi aveva lasciato un segno indelebile non solo sul collo... la sua delicatezza iniziale e poi la forte intensità negli ultimi momenti, il suo tocco dolce e le sue morbide labbra... ed ecco di nuovo i brividi, mi girai verso la porta del bagno e incrociai il suo sguardo. Era circondato dalle solite ragazze con cui si era divertito a giocare, ma non le calcolava, guardava me...non me, ma il mio collo, il segno c'era ancora, ma era ben nascosto dal fondotinta. Il moro fece una smorfia stranita nel vedere il mio collo pulito senza nessun colore violaceo sopra. Gli lanciai uno sguardo furioso per poi andare verso la mia classe seguita da Ginnie.
Mentre aspettavo il prof. di scienze mi misi le cuffiette e iniziai a sentire la musica, mentre la mia amica copiava i compiti.


-L'altra volta un 4 in diritto e ora un 4 e mezzo in geometria! Abbie avevi detto che ti saresti impegnata di più!- mi rimproverò mio padre.
-Ti giuro che studierò di più, è stato solo un momento di distrazione.- cercai di trovare una scusa.
-Lo voglio sperare, ma se non inizi a riportare dei bei voti puoi scordarti qualsiasi festa!-
-Si...- dissi demoralizzata io.
Sali le scale e mi diressi in bagno, spalmai ancora crema per coprire la presenza violacea-rossa di Zayn sul collo.
Entrai in camera e iniziai a studiare...questa volta veramente! Non volevo deludere mio padre...dopotutto era stato lui a darmi il consenso per la festa. Iniziai con diritto avevo due giorni per imparare un capitolo a memoria, poi venerdi sarei andata volontaria all'interrogazione.
"Studiare, studiare, studiare...come faccio se non ho voglia" pensavo fra me e me, facevo di tutto per distrarmi... mettevo la musica, cantavo, ballavo, saltavo sul letto, riordinavo l'armadio e rileggevo i diari delle scuole medie.
Ero intenta a riordinare il cassetto del mio comodino quando mi arrivò un messaggio.
Era di Ginnie :" Aiutoooooo, non ho niente da mettermi per la festa! devo lasciare senza fiato Preston!"
Gli risposi subito: "C'è solo una soluzione....Shopping!"
E non tardò ad arrivare la sua conferma per passare il venerdì pomeriggio tra i negozi.
Iniziai a leggere una nuova pagina fino a quando non sentì le urla di mia madre che mi incitava a scendere per la cena con i nonni che sarebbero partiti la mattinata successiva.
-Allora Abbie che vestito ti metti per la festa?- iniziò a domandare la nonna.
E' già...lei era amorevole, dolce e dava anche ottimi consigli...ma non riusciva mai a farsi i fatti suoi e questo mandava su tutte le furie il nonno.
-Ma cosa te ne frega!- continuò lui.
Quelle situazioni così buffe non facevano altro che provocare la mia risata.
-Beh ancora non lo so...venerdì vado con Ginnie a vedere qualcosa per i negozi- dissi indifferente.
Finimmo la cena e ci ritrovammo a parlare del più e del meno in salotto con Mike che stava crollando per la stanchezza.
-Oh che amore...si sta addormentando- commentò la nonna accarezzando la delicata guancia al bambino.
-Abbie porta nella culla tuo fratello, per piacere-
-Come vuole contessa-ironizzai io facendo un inchino a mia madre per poi prendere Mike in braccio e portarlo super le scale.
Wow, quella piccola peste stava crescendo, iniziava a pesare troppo, lo misi il più delicatamente possibile nella culla e lo coprì bene con le coperte. Adoravo far finta di essere sua madre, mi dava un senso di responsabilità!


Giovedi...il giorno più pesante della settimana, inglese, fisica, ginnastica e tutte altre materie che non sopportavo.
Naturalmente il prof. di fisica non aveva ancora corretto i compiti e mi ero dimenticata il cambio per la ginnastica...quella giornata iniziava bene!.
La prof o il prof ancora dovevo capire se era maschio o femmina quell'essere umano, decise di farmi fare da segretaria, in sostanza dovevo, prendere i palloni e le corde, fissare la rete da pallavolo e le porte da calcio, segnare i voti dei test sul registro e cronometrare le varie prove...il lavoro più faticoso.
Stavo tenendo il conto dei canestri fatti da Lucas, un mio compagno di classe...uno dei tani, quando qualcuno mi chiamò.
-Abbie!- era Mason.
-Mason, ciao-dissi sorridente.
-Hey- fu l'unica cosa che riuscì a dire per poi iniziarmi a osservare dalla testa ai piedi.
-Ehm come mai qui?- cercai di aprire discorso...
-Oh quello di scienze ci fa fare una lezione all'aperto, e ne ho approfittato per venirti a salutare-
-Che pensiero dolce- che ebete, che frase stupida. Non potevo stare zitta no...
-Allora per la festa...siamo d'accordo no? ci vediamo davanti alla stazione alle 8 e mezza?- chiese lui speranzoso.
-Certo Mas..-
-Collins, invece di stare con quella perchè non vieni ad aiutarci a classificare le foglie che il bastardo ci mette il voto!- urlò qualcuno da lontano.
-Arrivo Malik!- Zayn? Erano in classe insieme? Che roba ! Mi aveva chiamato quella! Come se non mi conoscesse!
-Beh allora ci vediamo alla festa- fini il discorso io lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia e tornando a contare i canestri di Lucas.
Sbattei la porticina dell'armadietto talmente forte che il tonfo rimbombò nel corridoio vuoto.
-Mi ha chiamato "quella" ! Quella! come se non mi conoscesse capito?- ero infuriata.
-Calmati Abbie!- Ginnie cercava di calmarmi in tutti i modi ma non ci riusciva più di tanto.
-Nessuno può venire da me, farmi un succhiotto e due giorni dopo chiamarmi QUELLA ! CHIARO!- mi stavo sfogando, non c'era niente di meglio -Ma prima o poi mi sentirà quello stronzo! Vediamo chi è più bastardo!-dissi per poi salutare Ginnie e avviarmi da sola verso la fermata dell'autobus. Lei sarebbe tornata a casa in motorino, dietro al suo Preston, beata lei.
-Indovina chi sono??- disse coprendomi gli occhi.
-Un cretino!-
-Come fai a indovinare sempre Abbie!-
Mi girai per ribattere acidamente, non avevo proprio voglia dei suoi giochetti, ma mi fermai quando vidi quei bellissimi occhi chiari.
-Louis ti voglio bene lo sai??- dissi abbracciandolo fortissimo.
-Abbie stai bene? Cos'è questa tenerezza improvvisa??- disse lui tentando di mettere una mano sulla mia fronte.
-Dai cretino- iniziai a ridere come una scema, avevo bisogno di lui, dei suoi abbracci, delle sue parole dolci , delle sue cazzate e dei suoi scherzi era il mio migliore amico e lo volevo sempre accanto a me.
Ci iniziammo a dare i pizzicotti e a giocare come due bambini sotto gli occhi increduli delle persone che aspettavano l'autobus insieme a noi, era troppo divertente guardare quegli sguardi scioccati.
Però a rovinare quel momento arrivo l'autista dell'autobus che si fermò proprio davanti a me per farmi salire.
Salutai Louis con un morso sulla guancia e andai a trovare un posto libero per sedermi.


Un'altro pomeriggio a studiare, mi dovevo impegnare!
Ormai sapevo tutto il capitolo alla perfezione...volevo solo recuperare un brutto voto non diventare avvocato, decisi di smettere di studiare, misi i libri delle materie del venerdì in borsa e iniziai ad ascoltare un po' di musica.
Sexy Bitch una delle migliori!
Iniziai a saltare sul letto durante il ritornello,alzando a tutto volume lo stereo con il telecomando , e a cantare come una pazza...me lo potevo permettere ero sola in casa!
I miei erano andati a lavorare , i nonni erano partiti e seth aveva accompagnato al parco Mike.
Saltando sul letto riuscivo a vedere dalla finestra aperta anche la strada, e non solo quello, c'era Zayn del tutto appiccicato a una delle tante ochette che non aveva problemi a farsi toccare, e da quel che vedevo, lui sapeva dove mettere le mani.
Di improvviso caddi sul letto a peso morto e iniziai a pensare a quanto poteva farmi schifo quel ragazzo quando faceva così, in pochi minuti mi ricordai delle sue labbra calde e morbide che adesso mi sembravano viscide e fredde, del suo tocco delicato che ora era solo un ricordo e che stava svanendo, come tutto quello che mi ricordava lui nei nostri momenti migliori.
La rabbia sali a mille, quando diedi un'altra occhiata alla finestra, lei lo stava portando verso casa sua, e lui la seguiva tranquillamente con un ghigno sotto i baffi.
Che incazzatura! Non ci potevo credere, anzi non ci volevo credere... non sapevo nemmeno perchè la cosa mi dava fastidio....dopotutto non me ne doveva fregare niente, era la sua vita, poteva fare quello che voleva e io non glielo avrei impedito naturalmente, figuriamoci. Però sentivo una strana sensazione addosso, nello stomaco e un po' più su...nel cuore... come se fossi delusa da lui ed.......ero.....GELOSA?
Io...Gelosa...Di Lui...LUI ZAYN MALIK?
-Oddio ma a che vado a pensare- dissi iniziando a ridere come un cretina e tornando a sentire la musica facendo finta di niente.
Stavo mentendo ancora a me stessa, ma questa volta il cuore non voleva sentire bugie, infatti....la situazione mi faceva un po' male.


-Le fonti del diritto?- mi chiese direttamente il porf.
Iniziai ad elencargliele una per una, senza problemi, l'interrogazione stava andando bene.
-7 e mezzo , a posto Parker!- disse soddisfatto.
-Grazie prof.!- gli urlai per poi andare a posto e fargli continuare il giro delle interrogazioni.
Una materia la potevamo eliminare dalla lista...Ma ancora restava geometria, un'impresa.
Mentre pensavo a come organizzarmi per levarmi l'altro voto orribile, mi si posò sul banco un foglietto accartocciato.
"ALLE CINQUE AL CENTRO COMMERCIALE?" la scrittura era di Ginnie gli risposi con un cenno della testa facendogli capire che era un si, per poi continuare a pensare ai fatti miei.
Suonò la campanella e ci avviammo verso il bagno, Ginnie si sistemò il trucco e io riempì la bottiglietta d'acqua.
-Ieri l'abbiamo fatto a casa mia- disse una voce tutta eccitata.
-Oddio che bello- continuò un'altra.
-Mi ha detto che mi richiamava...ma ancora niente, aspetterò un altro giorno-
-Se non richiama?-ipotizzò l'amica.
-Figurati! Zayn non può far a meno di tutto questo-fini l'altra...modesta.
Capì subito che era quella di ieri, mi venne naturale iniziare a ridere sotto i baffi, per poi scoppiare in una fantastica risata in corridoio insieme a Ginnie.
-Io non ci posso credere- dissi continuando a ridere.
-Cosa?- una voce maschile...ci girammo era Niall insieme a Louis e un'altro che non conoscevo, ma che avevo visto molte volte...un'altro vip della scuola.
-Niente, niente- come facevo a spiegargli la storia.
-Abbie, non saluti la persona che ami di più al mondo?- continuò Louis indifferente.
-Ancora non è arrivata!- scherzai io.
-Stronza!- adoravo quando faceva il finto offeso. Gli saltai letteralmente sopra, iniziando a dargli dei piccoli pizzicotti sulle guance.
-Ahi, Ahi , Abbie!- urlo ridendo - Ti prego basta!- smisi, gli diedi un bacio e tornai vicino a Ginnie.
-Contento?- chiesi sorridendogli.
-Non sai quanto...- rispose massaggiandosi le guance.
-Che materia avete ora?- ci chiese Niall iniziando a massaggiare anche lui le guance a Louis.
Non trattenni un piccola risata e poi risposi -Fisica- mi si accesero le lampadine - Mi riporta il compito! Oh cazzo!-
-Tu Ginnie?-
-Biologia-disse distratta stava guardando Preston, che sfilava in corridoio con un'altra ragazza.
-Quella?- dissi diretta.
-Non lo so e non me ne frega- disse prendendo i libri e dirigendosi verso la classe di biologia.
Non riusci a rispondere perchè suonò la campanella, salutai tutti e mi sbrigai ad andare nella mia aula.
Eccoli li, il prof seduto sulla scrivania a scrivere delle cose sul suo registro, e i compiti sull'angolo a sinistra.
Mi fermai istintivamente sull'uscio della porta, qualcuno mi prese la mano.
-Pronta?- era Daniel, che tenero.
-No- risposi incerta io.
-Ok...Adesso?- lo guardai sorpresa e lui iniziò a ridere seguito da me.
-Andiamo- dissi trascinandolo dentro.
Iniziò la lezione, i compiti li avremmo visti alla fine, bastardo, gli piaceva vederci soffrire.
L'ora più lunga della mia vita, pregavo per prendere almeno un 6, pregavo per far passare più veloce quell'ora...speravo.
La campanella,mi alzai, presi il mio compito e uscì per poi aspettare Daniel fuori dalla classe.
-OK al mio tre vediamo i voti!-
-1 2 3!- girammo i fogli, 7 , tutti e due, del resto erano uguali.
-Ahhhh- non riusci a trattenere un urlo. Abbracciai forte il mio amico, non volevo mollarlo più.
Sembravamo pazzi, sotto gli occhi di tutta l'altra massa di studenti che doveva entrare dopo di noi, sotto gli occhi di Zayn....mi ero scordata di lui.
-Riportatemeli firmati per la prossima lezione!-urlo il prof ancora seduto sulla cattedra.
Salutai Daniel e mi girai per andare verso il mio armadietto.
Vidi Zayn con la coda nell' occhio. Mi fissava stranito e scocciato, mi limitai ad ignorarlo. Erano giorni che non ci consideravamo, forse le cose stavano tornando come prima, magari mi sarei liberata di lui, delle sue insinuazioni e dei problemi che mi aveva dato.


-Guarda quello!- Ginnie non poteva credere ai suoi occhi, c'erano milioni di vestiti, e aveva intenzione di provarli tutti!
-Dunque....questo, questo e questo! - disse prendendo tre abiti uno più corto e attillato dell' altro e avviandosi verso il camerino.
Iniziai a cercare qualcosa per me, ce ne erano alcun veramente belli, ne presi tre anche io.
Il primo era rosa, a maniche corte e lasciava scoperta del tutto la schiena.
Il secondo era verde, ma non mi stava bene anzi ero orribile.
Mentre il terzo era perfetto! Era blu scuro, attillato con le bretelle, una cintura sulla vita e la gonna, a palloncino, non era nè troppo corta nè troppo lunga.
Al contrario di me, Ginnie provò altri modelli, eravamo li da ore oramai.
-Che ne dici di questo?-provai a convincerla io.
-Troppo scollato-
Mi iniziai ad innervosire, poi trovai il vestito giusto per lei.
Era nero, con le spalle scoperte e una doppia fila di strass che scendeva sui lati.
-Wow e questo?-
-Sono troppo brava a cercare...devo fare la commessa!-
Comprammo gli abiti, poi andammo a mangiare un pezzo di pizza, con tutto il tempo passato li dentro si erano fatte le otto.


Vestito, tacchi..non troppo alti..., trucco e un'ultima aggiustatina ai capelli e mi avviai verso casa di Louis insieme alla mia migliore amica.
-Oddio Abbie-
Mi girai, c'era Mason...ed era veramente bellissimo.
Aveva una giacca bianca e dei pantaloni azzurri che facevano risaltare i suoi bellissimi occhi,i capelli erano tutti scompigliati ma tenuti su dal gel.
Stava venendo verso di me.
-Abbie?- chiese incredulo.
-Mason-dissi sorridente io.
-Wow, sei....wow-
-Oh ehm grazie- ringraziai arrossendo - Anche tu sei wow!- ironizzai io per far finire quel momento di imbarazzo.
-Grazie-rispose ridendo lui.
Mi prese delicatamente la mano, ed entrammo in casa.
La festa era iniziata da un bel po', la gente era ubriaca, alcune ragazze erano sul tavolo a ballare e qualcuno era già al piano di sopra nelle camere.
-Cretina!!- Louis mi era piombato davanti.
-Scemo!!- gli urlai come lui aveva fatto con me.
-Allora, guarda che roba! Sono bravo ad organizzare le feste eh!- si vantò lui in modo scherzoso.
-Si Louis davvero davvero bravo- scherzai io -Allora.... dov'è?-
-Chi?-
-Eleanor!- gli risposi io in tono ovvio.
-Oh...non c'è- disse alzando le mani.
-Cosa?-
-Non si è sentita bene è rimasta a casa-
-Ma non è giusto!- continuai lamentandomi mentre lui rideva come un pazzo.
-Posso rubarti l'amica un' attimo?- ci interruppe Mason.
-Per cosa? Baciartela? Farla ubriacare e portartela a letto?- disse cinico Louis. Lo fucilai con lo sguardo.
-Louis!- lo rimproverai io.
-No... per ballare- rispose con un filo di voce. 
Presi il mio accompagnatore per una mano e lo portai al centro della sala, dove c'erano tutti gli altri, ed iniziammo a ballare.... mi muovevo a destra e sinistra...l'unica cosa che riuscivo a fare decentemente...almeno per le prime canzoni, ma poi iniziarono i balli di gruppo.
-Vado a bere qualcosa- dissi a Mason che continuava a ballare.
Mi diressi verso il tavolino, birra alcolici vari e... coca cola!.
Presi un bicchiere e versai la bevanda.
-Ti scateni in pista- disse qualcuno dietro di me, cingendomi i fianchi con le braccia.
ZAYN.
-Lasciami- gli dissi diretta, senza guardarlo in faccia poichè ero girata.
-Quanta acidità- ribbattè tranquillo, si avvicinò a me con il viso fino a sfiorare con le labbra il mio collo, dove prima c'era la macchia violacea -E' sparito?- domandò retorico, alzò la testa per arrivare al mio orecchio e sussurrare -Dobbiamo rimediare-
Inizialmente lo ignorai, ma poi mi girai di scatto verso di lui per evitare un'altro succhiotto.
-Smettila mi sono stancata- gli risposi scocciata, sbattendo il bicchiere vuoto sul tavolo e cercando di andarmene, ma lui mi prese ancora una volta per i fianchi facendomi sbattere contro il suo corpo.
Lo guardai scioccata.
-Tu ti sei stancata di me?- chiese ironico.
-Si. Di te e dei tuoi modi di merda!-
-Nessuno si stanca di me, bambolina-
-Piacere, nessuno- dissi ironica con un sorriso da bastarda, porgendogli la mano.
Si guardò intorno, come se stesse pensando a qualcosa che gli altri non dovevano sapere.
Con una veloce mossa mi prese per le gambe e iniziò a salire le scale mentre io urlavo, mi dimenavo e cercavo di tenermi in vestito che si stava alzando troppo.
Con una mano teneva me e con l'altra aprì una porta. Fece qualche passo e mi buttò su di un letto. La riconobbi subito, era la camera dei genitori di Louis, i muri bianchi dello stesso colore delle tende e le coperte azzurre di velluto su cui ero distesa.
Il moro si mise sul letto in ginocchio, con una gamba tra le mie, mi guardava dall'alto con aria di dominio, che poi cambiò in un sorriso malizioso.
Solo in quel momento lo osservai bene, era stupendo, aveva come sempre la cresta, indossava dei pantaloni bianchi con una camicia nera attillata che non lasciava niente all'immaginazione.Si avvicinò ancora una volta a me con il viso, ma stavolta eravamo più vicini del solito, nessuno dei due smetteva di guardare l'altro, i nostri occhi sembrava volessero unirsi, i nasi si toccavano e alle bocche mancava veramente poco, sentivo il suo respiro delicato che ogni volta passava per le labbra e finiva sul mio collo per poi disperdersi nell'aria.
-Bello il vestito- mi sussurrò iniziando a baciarmi come la prima volta, seguendo la mia mandibola, e finendo sul mio orecchio.
-Però per i miei gusti, è un po' troppo lungo- disse in fine, iniziando ad accarezzarmi la coscia con due dita per poi arrivare alla gonna del vestito e cominciare ad alzarla, sempre di più...

 


 

TATARATA'! Il 4° capitolo, spero vi piaccia :3 Recensiteee :D <3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Le voci girano...Abbie ***


Le dita che prima sfioravano la mia pelle e alzavano sempre di più la gonna ora erano una mano che cercava in tutti i modi di salire fino agli slip, e ci sarebbe anche riuscita.
Voleva farlo, ne ero sicura, ma ero altrettanto sicura che voleva anche trattarmi come una di quelle puttanelle. Scoparmi e lasciarmi li...con me non lo avrebbe fatto. Non ci sarebbe mai riuscito, non glielo avrei mai permesso. Non volevo finire in mezzo alla massa delle ragazze facili, non volevo essere etichettata come troia e non volevo che la mia prima volta servisse a soddisfare la voglia di un puttaniere.
Sapevo cosa fare, avevo capito tutto appena mi aveva buttato sul letto... forse mi ero lasciata andare un po' troppo...
Era sopra di me, il suo viso era del tutto nascosto tra i miei capelli e aveva iniziato a baciarmi, chiusi gli occhi e assaporai un attimo quel momento per averne un ricordo preciso e significativo.
Cominciai a muovere le mani, passando sui suoi fianchi e alzando un po' la maglietta per poi lasciarla stare e concentrarmi sui pettorali dove finì la mia corsa.
Con le mani erano ancora sul suo petto, lo spinsi via facendo forza sulle braccia e girandomi dall'altra parte.
-Si, la bambolina si è stancata di te- annunciai alzandomi dal letto e andando via.
Mentre tornavo da Mason, qualche sorrisetto si era presentato sul mio viso.
Mi veniva troppo da ridere, l'avevo lasciato li, come un cretino, gli avevo fatto credere che avrei fatto sesso con lui. Non ero riuscita a vedere la sua espressione, dopo essermi alzata gli avevo dato le spalle, ma la potevo immaginare benissimo. Forse ero stata un po' brusca...potevo dirgli gentilmente che non l'avrei fatto...ma non mi sarei divertita! E poi se lo meritava, sono piccole rivincite.


-Dove sei stata?- Ginnie che spuntò da dietro. 
-In una camera- risposi indifferente.
-Ma sei pazza? Con chi?- urlo sorpresa.
-Malik- continuai sempre più indifferente
-Abbie hai scopato con Zayn Malik?-
A sentire quella frase due ragazze si girarono e mi guardavano scocciate.
-Che cazzo volete?- mi rivolsi a loro infuriata. Mi guardarono sconvolte e andarono via a passo veloce.
-Non ho fatto proprio niente con quello! Ci ha provato ma me ne sono andata!- continuai la conversazione con Ginnie e camminando per il corridoio verso la sala dove era Mason.
-Quindi Zayn ci ha provato ma tu l'hai lasciato li come un cretino?- urlo di nuovo lei, attirando l'attenzione di altre due persone. Una ragazza e un altro che faceva parte della squadra di calcio ma che stava sempre in panchina.
La presi di forza per un braccio -Vuoi stare zitta per piacere! Cazzo Ginnie ora quelli lo vanno a dire in giro!-
-Non penso avranno sentito...Abbie-
-Speralo-
Lasciai la mia amica li nel corridoio e mi diressi da Mason, non riuscivo a trovarlo da nessuna parte, non era al tavolino delle bibite, o in pista a ballare o in cucina o in bagno.
-Hey Abbie!!-
-Daniel e tu?-
-Sono venuto a divertirmi!- disse iniziando a ballare come un cretino. Quanto poteva essere divertente quel ragazzo?
-Smettila scemo!- cercai di fermarlo ridendo.
-Una ragazza bella come te non dovrebbe stare da sola ad una festa cosi!- continuò lui facendo il finto serio.
-Ma per favore- gli risposi io cercando di dimenticare il suo complimento -Sono con Mason ma l'ho perso-
-Però hai trovato me!- gridò lui felice alzando le sopracciglia e aprendo le braccia in segno di abbraccio.
Lo osservai per un po', sorrisi e mi fiondai su di lui per abbracciarlo.
Mentre ero ancora stretta tra le braccia di Daniel vidi scendere dalle scale Mason con due ragazze, una bionda e l'altra mora, avevano vestiti 1000 volte più corti del mio e gli stavano addosso come le figurine su un album.
Come incrociò il mio sguardo, sbarrò gli occhi, io lo guardai piena di delusione, poi mi rivolsi verso Daniel.
-Andiamo a fare due passi?- gli chiesi sorridente.
-Sicura che vuoi fare solo quello? Eh?- rispose malizioso.
-Cretino!- gli urlai dandogli un leggero schiaffo su una spalla e ridendo.
Lo presi per una mano e lo portai verso la porta della casa e uscimmo. Nel giardinetto c'era altra gente, anche Zayn con in mano una bottiglia intera di birra. Mi guardò con uno sguardo indagatore, accennando un piccolo sorriso sulle labbra e bevendo un'altro sorso di birra.
Tentai di ignorarlo del tutto, ma non ci riuscì, era appoggiato al cancello e stava parlando con Louis e il ragazzo che era con lui qualche giorno fa. Era alto e riccio, mi ricordavo dei suoi occhi color verde smeraldo che mi avevano colpito a scuola, ma ancora non sapevo il nome.
Passai il più lontano possibile da loro per evitare di fermarmi a parlare ma evidentemente non riuscì a nascondermi bene.
-Scemaaaaa!- urlò Louis dall'altra parte del giardino.
Mi limitai a sorridergli per fargli capire che non volevo parlare, ma lui si avvicinò.
-Non ti diverti?- chiese lui un po' deluso.
-Certo!- risposi io sincera....sinceramente bugiarda.
-Allora dove stai andando?- continuò con tono interrogatorio.
-Oh, andiamo a fare due passi...così per chiacchierare un po'- non potevo dirgli che stavo andando via per non vedere Mason che mi aveva lasciato da sola per andare con due troie.
-Parker! Anche alle feste vieni?- Malik, che falso. Come se non mi avesse già visto, salutata e buttata su un letto.
-Ma per favore- mi limitai a dirgli scocciata.
-Ho visto il tuo amichetto, Collins, entrare in una camera con due ragazze...non penso siano andati a giocare a carte, non so se mi spiego...- continuò lui guardandomi negli occhi, fregandosene del fatto che io non volessi parlargli.
-Zayn!- lo interruppe Louis sorpreso.
-Eh?- si girò verso l'amico.
-Oggi non ti ho visto con nessuna ragazza da una botta e via ! Ti senti male?-
-Che simpatico Louis-
-AH!- gridai io -Con nessuna? Allora che ci facevi al piano di sopra?- gli chiesi bastardamente.
-Cercavo un amico- rispose subito, sfoggiando uno dei suoi magnifici sorrisi.
-Comunque sapevo con chi era Mason- dissi per poi continuare a tirare Daniel e andare via.
Da lontano riuscì solo a sentire la voce di Louis incazzato che urlava un : BASTARDO, STRONZO , COME SI E' PERMESSO.


Dopo un po' che camminavamo il ragazzo ruppe il silenzio.
-In un certo senso....ti ha tradita...?- chiese incerto.
Mi scappo un sorriso di amarezza -Non me ne frega...dopotutto siamo solo andati insieme a una festa, non significa niente-
-C'è un motivo però se te l'ha chiesto, magari gli piaci e voleva una possibilità- continuò lui.
-Si, ma se l'è giocata!-
-Sei forte Abbie- affermò lui.
-Cioe'?- chiesi io ridendo.
-Gli vai dietro da anni, lui ti invita ad una festa poi ti tradisce...qualunque ragazza avrebbe pianto l'anima!- mi guardò ovvio -Invece tu ridi!-
-Sei tu che mi fai ridere! E poi non si merita le mie lacrime-
-Sei un mito- iniziammo a ridere e a scherzare.
-Che ora è?- chiesi dopo un po'.
-Quasi le due perchè?-
-Perfetto! Sarò in punizione a vita! Dovevo rientrare due ore fa!-
-Ma come ti fai a scordare il coprifuoco??- urlò incredulo lui.
-Non lo so! Se mi uccidono? Ti lascio io eredità tutti i miei libri!- gli dissi iniziando a correre verso casa.
-Ti prego rallenta Abbie!-
-Non posso! Devo arrivare il prima possibile-


Aprì la porta di casa, lentamente senza fare rumore, avevo salutato Daniel e lo avevo ringraziato per la compagnia, mi aveva fatto ritornare il sorriso, dopo l'incazzatura con Zayn perchè pensava di potermi trattare come un troia e la delusione con Mason.
Mio padre era sdraiato sul divano e guardava la tv.
-In orario Abbie eh?-
-Scusa...sono andata a fare una passeggiata con Ginnie e il tempo è passato velocemente-
-Naturalmente sei in punizione-disse alzandosi e dirigendosi verso camera sua.
-Lo so.....quanto?- chiesi seguendolo.
-Due settimane senza uscire, senza internet e il cellulare-
Diedi il cellulare a mio padre e feci lo stesso con il mio computer, poi mi misi a dormire.


-Dove eri finita ieri! Ti ho inviato cento messaggi! Pensavo fossi morta!-Ginnie, mi aveva raggiunto appena mi aveva visto al mio armadietto.
-Sono in punizione- gli dissi in tono piatto io.
-Fantastico! Sei sempre la solita! Non riesci a tenerti il cellulare per più di tre mesi!-
-Questo è un grande problema!-
-No...questo è il problema minore....sta arrivando Mason-
Mi uscì solo un verso di disprezzo, chiusi gli occhi e sentì la sua voce.
-Abbie possiamo parlare?Da soli..-
-Me ne vado...ci vediamo a pranzo!- Ginnie salutò e ando via.
Iniziò una delle conversazioni più patetiche e stupide che avevo sentito in vita mia.
-Non è come pensi-
-Oh certo, sisi hai ragione tu...-
-Cosa pensi che abbia fatto con quelle due Abbie?-
-Non so... dimmelo tu? Siete andati in una camera, tu e due ragazze...mmm...naturalmente! Elementare Watson!- dissi schioccando le dita -Siete andati a mettere a posto la camera e a rifare il letto per fare un favore alla madre di Louis!-
Al ragazzo gli scappò un sorriso che poi mutò in una smorfia bastarda.
-Dalle voci che girano a scuola però....mi sembra che anche tu ti sia divertita ieri-
-Come scusa?-
-Vado a prendere qualcosa da bere Mason- disse cercando di rifare la mia voce, si avvicinò a me all'orecchio per sussurrarmi, come faceva sempre Zayn...ma stavolta era diverso, non era lui a farlo e devo dire che non mi piaceva se non era Malik a fare quella mossa.
-Potevi benissimo dirmi VADO A SCOPARE CON ZAYN MALIK , MASON!-
-Cosa?- dissi incredula io -NON HO SCOPATO CON QUELLO- urlai attirando l'attenzione di chi era nel corridoio.
-Non è quello che si dice in giro-
-Non pensavo ascoltassi le cazzate che girano per la scuola-
-Sempre meglio delle scuse che prendi tu per andare a letto con qualcuno-
-Non sono andata a letto con nessuno! Come te lo devo dire! Non sono come le tue amiche di ieri sera-
-Sarà ma io non ci credo...-
-Bè non è un problema mio- dissi chiudendo l'armadietto e cercando di andare via, ma lui mi fermò.
-Comunque ho parlato con il tuo amichetto Louis! Mi ha fatto una bella predica...devo andargli a dire chi aveva ragione... sei stata tu la prima a tradire Parker-
-Fanculo Collins-
Non me ne fregava di quello che andava a dire a Louis, poteva dire che avevo scopato pure con tutta la scuola ma sapevo a chi avrebbe creduto il mio migliore amico.
Mi diressi verso la classe di matematica per due ore di lezione...odiavo avere due ore consecutive della stessa materia.
Non seguì per niente la lezione naturalmente, ero presa dalla pioggia che sbatteva ogni secondo sui vetri della scuola, alle persone che facevano avanti e indietro per andare alla lavagna a correggere gli esercizi e alla figura della bidella che entrava in continuazione per portare i fogli alla prof.
-Scusi, posso andare in bagno?- chiesi alzando la mano, dopo il cenno con la testa della professoressa che era indaffarata a firmare delle circolari, mi alzai e uscì dall' aula.
Non avevo voglia di tornare in classe, mi annoiavo troppo, quella era una di quelle giornate in cui non si vuole fare proprio niente.
Iniziai a girare per la scuola, i corridoi erano deserti e quasi tutte le porte erano chiuse. Passai affianco a due ragazze che parlavano in tono basso, ma grazie all'eco capì ciò di cui parlavano.
-Ho sentito che ha scopato con Zayn Malik. Quello che è nella squadra di calcio.-
-No ti sbagli, lui ci ha provato ma lei lo ha respinto- sussurravano tra di loro.
Mi fermai di colpo, mi girai e sotto i loro occhi increduli gli urlai un : FATEVI I CAZZI VOSTRI!


Quella storia mi aveva già stancata. Si stava parlando male di me, di una cosa che in realtà non era successa. Mi girai dall'altra parte e continuai per la mia strada, vedendo con la coda dell'occhio, le facce sconvolte degli alunni in una classe.
Mi diressi verso il bagno. Erano passate solo due ore e già mi ero rotta le palle, di stare a scuola, delle persone che spettegolavano e si facevano i miei affari, e avevano anche il coraggio di farlo davanti a me.
Volevo piangere dalla rabbia, mi ero stufata di tutto...avevo bisogno di stare sola, come sempre mi tenevo tutto dentro e mi sfogavo in solitudine, solo quando qualcuno mi chiedeva cosa avevo allora condividevo il mio dolore.Ma lì ceravamo solo io e i miei dispiaceri.
-Ce l'hai la voce per urlare- riconobbi la voce di Zayn. Ancora una volta gli davo le spalle.
Sentivo che si stava avvicinando, arrivò perfettamente dietro di me e come al solito mi prese per i fianchi.
-Le voci girano....Abbie- era la prima volta che mi chiamava per nome, faceva uno strano effetto.
-Si dice che mi hai lasciato li come un cretino e si dice che ti ho portata a letto con una tale facilità...- cercava di fare lo stronzo, come al solito. Non riuscivo più a tenere le lacrime.
Mi girai verso di lui, aveva il suo sorrisetto bastardo, certo lui era abituato ad essere etichettato e ad essere la notizia del giorno. Ma per me era diverso ero molto più sensibile e non accettavo certe cose.
Si avvicinò ancora di più a me, i nostri fianchi aderivano perfettamente, aveva in mente qualcosa, lo sapevo, ma non avevo intenzione di ostacolarlo, non avevo la forza.
Era sempre più vicino, voleva farmi un altro succhiotto, ma presi l'iniziativa, schivai le sue labbra muovendo il collo e lo lasciai spiazzato.

Sentivo il suo calore, per avvicinarmi gli avevo sfiorato la pelle ambrata, inclinato la testa per posizionarla tra la sua spalla e il suo collo e stretto le mie braccia al suo collo....si....lo stavo abbracciando.



Come promesso ecco il 5° capitolo :)
L'ho postato il prima possibile, spero vi piaccia :D
Fatemi sapere che ne pensate lasciando una piccola recensione (?) <3 :3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Ho saputo che hai... ***


Iniziai a singhiozzare e a piangere, mi stavo sfogando, come le lacrime cadevano anche tutti i miei problemi e le mie preoccupazioni.
Non mi aspettavo niente da lui, pensavo mi avesse rinfacciato subito il gesto che avevo fatto continuando ad insinuare della mia cotta, ma al contrario ricambiò l'abbraccio.
Sentivo la sua presa dietro la schiena, mi aveva avvicinato di più rispetto a come ero prima, mi diede un piccolo bacio vicino all'orecchio e poi rialzò la testa, feci lo stesso e ci guardammo negli occhi, mi persi ancora una volta in quello sguardo magnetico e misterioso, ma quel momento durò poco, forse anche troppo poco per i miei gusti, suonò quella maledetta campanella.
Distolsi il mio sguardo, lui sciolse la presa dalla mia schiena si girò e si incamminò verso il corridoio. Sull'uscio della porta si fermò e si voltò verso di me, che ero rimasta li da sola a fissarlo ancora con le guance bagnate.
-Non farci l'abitudine Parker- disse in tono piatto e mostrando uno dei suoi sorrisetti bastardi che odiavo e amavo allo stesso tempo.
Non feci in tempo a rispondergli che uscì.
Tutto il calore che mi aveva trasmesso in un solo abbraccio svanì, tra le sue braccia mi sentivo meglio, se ero con lui i dispiaceri non potevano farmi niente, come uno scudo protettivo.Volevo rincorrerlo e abbracciarlo di nuovo, ma sarebbe stata solo una cavolata,non avrebbe mai ricambiato se fossimo stati in pubblico.
Così imitai il ragazzo e mi diressi verso il mio armadietto per prendere le mie cose.


-Abbie mangia qualcosa!- Ginnie mi incitava da tre ore..ma non avevo fame.
-Non mi va- la mia voce rimbombò nel corridoio vuoto.
Stavamo mangiando li, come sempre.
Presi i libri dall'armadietto, salutai la mia amica che mi obbligò a prendere il mio pezzo di pizza e mi diressi con un bel po' di anticipo verso l'aula di storia.
Mi sedetti sul mio banco e mi misi a guardare fuori dalla finestra, aveva smesso di piovere, era nuvoloso e...
-Scemaaaa!- Urlò Louis da dietro, iniziò a darmi dei piccoli pizzicotti sul braccio.
-Louis smettila!- iniziai a ridere.
Mi guardò per un po' divertito, poi cambiò la sua espressione in uno sguardo preoccupato.
-Mason mi è venuto a parlare- cominciò un discorso sensato.
Smisi di ridere, sapevo cosa volesse chiedermi.
-Non ho fatto niente con quel pervertito dell'amico tuo- dissi sicura di me.
-Ti credo Abbie, però in giro si dice qualcos'altro- continuò lui.
-Anche tu ascolti le cazzate ora?-
-No però....se non era successo niente...- cercò di formulare la frase adatta -Perchè non mi hai detto niente alla festa, subito dopo che  era successo!- sembrava incazzato...
-Cosa ti dicevo forza! Hey ciao Louis, lo sai che Zayn ci ha provato con me? Ti pare una cosa normale-
-Poteva succedere di tutto in quella camera! Malik è mio amico, ma entrambi sappiamo come è fatto!-
-Lo sai benissimo anche tu che non gli avrei permesso di fare niente!Poi non mi pare bello da parte tua parlare alle spalle di un tuo amico!-
-Non è questo il punto è che...tu...io...non puoi andare con il primo che ti capita!-
-Pensi che sia una puttana?-
Le nostre urla si sentivano ovunque.
-No ma....-
Mi alzai di scatto dalla sedia.
-Ma un cazzo, so badare a me stessa! Non ho bisogno della protezione di nessuno, tanto meno della tua! Non sono una bambina che accetta le caramelle dagli sconosciuti e non sono una troia che va con il primo che gli capita! Non c'è bisogno che mi dici di stare attenta a chiunque mi trovi davanti, un padre già ce l'ho! Tu dovresti essere mio amico non la mia guardia del corpo!-
-Essere tuo amico vuol dire anche proteggerti!-
-Ma io non ti ho chiesto di proteggermi!-
-Bene! Non ti aiuterò la prossima volta, fai come ti pare! Ci si vede Parker.- disse andandosene.
Era la prima volta che litigavamo così, mi ero sfogata si....ma molte delle cose che mi erano uscite dalla bocca non volevo dirle.
Mi stava salendo fino allo stomaco il senso di colpa e la rabbia si faceva spazio tra i miei sentimenti, ero incazzata con me stessa! Perchè gli avevo urlato certe cose. Aveva pienamente ragione..avevo bisogno di lui, c'era sempre stato e mi aveva sempre aiutato.
Mi aveva sempre protetto, soprattutto da Zayn, ed era comprensibile la sua rabbia verso ciò che era successo. Ma non potevo accettare il fatto che non mi credesse!


Era il fine settimana, i giorni erano passati lenti...finalmente le voci a scuola stavano scomparendo. Non avevo parlato più con Louis e vedere la distanza che si era creata tra di noi, mi faceva solo male. Era da lunedì che non ci calcolavamo e oggi era Venerdi!
Ma ora avevo solo un pensiero in testa, dovevo organizzare la festa per il compleanno di Mike.
Avrei passato un bellissimo sabato, la mattina sarei stata impegnata a decorare la casa, mentre il pomeriggio avrei fatto da baby-sitter a 25 bambini.
La sveglia era suonata con venti minuti di ritardo.Il venerdì iniziava bene.
Mi ero lavata e vestita in tempo record, avevo fatto colazione senza litigare con Seth e mi stavo dirigendo verso la fermata dell'autobus.
Il bus si fermò e insieme ad altre ragazze salii, timbrai il biglietto e cercai un posto a sedere.
-Siamo in ritardo Parker?- Zayn spuntò da dietro di me e alzandosi per venire a sedersi al mio fianco.
-Si...- risposi indifferente.
-Be', come va?-
-Bene- dissi in tono secco io.
-E tu Zayn tutto bene?- continuò lui cercando di ricopiarmi la voce ed iniziando un monologo.
-Tutto bene si!- si rispose da solo.
Lo guardai sconcertata.Aprì la bocca per dire qualcosa ma una voce femminile mi precedette.
-Ehm ciao- una ragazza mezza vestita e mezza no, con tre chili di trucco in faccia per nascondere tutti i brufoli, si rivolse al ragazzo.
Lui la squadrò per bene, per poi fare cenno con la testa di continuare.
-Non so se do fastidio alla tua ragazza parlandoti- disse fissandomi -Ma volevo chiederti se non ci siamo già visti-
Decisi di far finta di niente e guardare fuori dal finestrino. Ma senti dei brividi percorrermi sulla schiena e vidi una mano spuntare da sotto il mio braccio, che si posò sul mio fianco e iniziò a tirarmi verso il moro. Il calore, che avevo provato pochi giorni fa, si ripresentò nel mio cuore.
Mi girai di scatto, e mi trovai il viso di Zayn a pochi centimetri.
-No mi sa proprio che ti stai sbagliando io non ti ho mai vista- rispose alla ragazza senza guardarla, stava guardando me, alternava lo sguardo dai miei occhi alla mia bocca come se volesse baciarmi...
Mi piaceva stare vicino a lui, adoravo sentire la sua presa dietro la schiena e le sue braccia che mi cingevano i fianchi, sognavo guardando il suo sguardo e anche io non riuscivo a non fissare le sue labbra ,che erano tanto vicino alle mie.
Volevo godermi quel momento il più possibile, sapevo che però sarebbe finito prima o poi.
-Ho saputo che hai litigato con Louis- sussurrò dopo un po'-Per colpa mia...-
-No per colpa di Mason- dissi, cercando di scollarmelo di dosso.
Pareva non volersi staccare però...
-Eh mollami!- urlai esasperata.
-Buona bambolina-
-Sei monotono Malik- gli dissi, dopo aver sciolto la sua presa sul mio fianco ed essermi rimessa al mio posto.
Iniziò a ridere, non sopportavo quando lo faceva. Rideva di me, e non sapevo nemmeno il perchè.
-Non hai nient'altro da fare?- chiesi acida io.
-Wow! Bambolina sentiti onorata! Per te ho rinunciato alla ragazza numero 5 del mese!-
Lo guardai stranita.
-Ogni mese si ricomincia da capo! Non lo sai?-
-Oh scusa, se non cerco di fare il record di ragazzi scopati in un mese!-
-Però potresti farlo... di sicuro sarei il primo della lista-
-Non desideri altro!-dissi girandomi il più possibile per non vedere i suoi occhi dopo quello che avevo detto.
-Se proprio la vuoi mettere così...Possiamo dire che è un desiderio reciproco- sussurrò lui all'orecchio, con tono provocante, mentre con la mano iniziava ad alzarmi un piccolo angolo della maglietta.
Mi scappò una smorfia e gli fermai subito la mano.
-Si...reciproco...- dissi alzandomi e aspettando che il pullman aprisse le porte per poi scendere e dirigermi verso la scuola.
Svoltai l'angolo e mi bloccai di colpo, facendo sbattere il moro, che era alcuni passi dietro, contro di me.
-E stai attento!-
-Scusa ma qualcuno mi si è fermato di colpo-
Davanti al cancello della scuola c'era Louis con una ragazza, pensai fosse Eleanor.
-Ti muovi Parker!-
-Non posso!-
-Ti si sono incollati i piedi sulla strada?- chiese ironico abbassando lo sguardo ai miei piedi.
-Spiritoso- ribattei facendogli una smorfia - C'è Louis davanti al cancello-
-E allora?-
-Dopo sembra che gli passo davanti di proposito!-
-Ma quella è l'unica entrata! Ci devi passare per forza!-Urlo disperato lui.
-Uffa va bene! Ma stammi lontano!-
-Sisi Ti sto lontano!- disse agitando le mani e rifacendomi la bocca.
-La smetti di copiarmi- lo sgridai, iniziando a camminare verso la scuola.
Mancavano pochi passi, Louis ancora non mi aveva vista, ma bastava che girasse un po' la testa.
Ecco mi stava fissando mentre baciava Eleanor un' ultima volta.
-Hey Abbie come va???- urlò Zayn tutto felice, mettendomi un braccio sulla spalla.
-Che cazzo fai coglione!!- sussurrai incazzata.
-Quello che mi hai detto no?-
-Cosa non hai capito della frase : stammi lontano?-
Mentre gli sussurravo le offese peggiori che mi potessero passare per la testa, avevamo passato il cancello, Zayn mi prese e mi tirò facendomi appoggiare al muretto.
-Io ho capito tutto...sei tu che ancora non hai capito che io non prendo ordini- mi scrutò dal basso verso l'alto -Tanto meno da una come te... e poi mi dovevo divertire!-
-Ecco per oggi penso ti sia divertito abbastanza non pensi?-
-Non so...dimmelo tu- disse ancora una volta con tono provocante, iniziando ad abbassare le mani che erano che inizialmente erano sulla mia schiena e che stavano scendendo sempre di più, sempre più in giù, troppo in giù.
-Non ci provare- dissi fermandolo per gli avambracci.
-Dai Parker! Lasciati andare un po'...per una volta!- continuò avvicinandosi alla mia guancia, e sfiorando la mia pelle con le sue labbra.
-Oh non preoccuparti...mi lascerò andare! Ma non con te- risposi sorridendo, levando le sue mani dal mio corpo e andando via lasciandolo li da solo.
Ormai era un'abitudine, mollarlo li....controvoglia...


I festoni erano tutti appesi, alcuni palloncini erano per terra, la scritta BUON COMPLEANNO appesa al soffitto, le bevande e il cibo erano sul tavolo e avevo messo dei festoni anche sulla porta di casa.
I bambini iniziarono ad arrivare, il salotto si popolava di urla e risate, di corse e giochi.
DRIIIN, il campanello suonò per l'ennesima volta.
-Abbie vai ad aprire!-
-Si- misi le ultime patatine nel bicchiere e mi diressi verso la porta.
-Scusate il ritardo, ma abbiamo perso il pul....Parker?- disse una voce.
-Si?- alzai lo sguardo - Malik!- sbarrai gli occhi - Sei una persecuzione-
-Zayn voglio entrare!-
-Si ecco-
Affianco a lui c'era una bambina, aveva il suo stesso viso e il suo stesso colore ambrato di pelle.
Le sorrisi e lei ricambiò.Non sembrava come il fratello.
-Entra, la ci sono tutte le tue amichette!- dissi indicandole il tavolino dove alcune bambine stavano disegnando.
Mi volsi verso il moro che era rimasto ancora fuori a fissarmi.
-Zayn ciao! Come sta tua mamma?- si intromise mia madre
-Ora meglio, mi ha detto di ringraziarti per la torta!- disse sfoggiando un sorriso magnifico!
-Oh non è niente dopo quello che ha passato!-
Chissà cosa aveva avuto sua madre, ma non erano fatti miei.
Lasciai i due parlare e andai a controllare la situazione.
Alcuni bambini giocavano con i palloncini e altri a nascondino. Alcuni davano fastidio alle ragazzine che giocavano tra di loro.
Mi misi a sedere tra le bimbe che stavano disegnando.
-Che belli cosa sono?-chiesi cercando di fare amicizia. Non avevo niente da fare.
-Questo è un fiore con il sole che brilla!- mi rispose una bambina con gli occhi azzurri e i capelli biondi raccolti in due codine.
-E il tuo?- chiesi ad un altra.
-E' il mio gatto Briciola- disse indifferente, continuando a colorare di rosso la figura.
-Chi è quella donna?- chiesi infine a l'ultima che era alla mia destra.
-E' la mia mamma!- urlò felice lei sorridendomi, era la sorella di Zayn.
-Come è bella! Che bei capelli lunghi- continuai io.
-Grazie!- era dolcissima, a differenza dell'altra lei aveva smesso di colorare e mi guardava negli occhi. Gli occhi erano uguali a quelli del fratello e anche il magnifico sorriso. Non potevo smettere di sorridere anche io.
-Sei bravissima a disegna..- non riusci a finire la frase che un bambino andò a sbattere contro il tavolo e fece rovesciare un bicchiere d'acqua sul foglio dalla bambina che non sorrideva più e aveva gli occhi lucidi.
-Non piangere! Non piangere rimediamo subito!-
Mi alzai e la presi in braccio. Teneva il foglio in mano e lo guardava con aria triste.
Salì le scale e la portai in camera mia, la poggiai sul letto.
-Allora vediamo cosa si può fare!!!- dissi saltando per cercare di farla sorridere, ma invano.
Misi il disegno sulla mia scrivania e mi diressi verso il bagno per prendere il phone.
-E questa e la camera di Mike- sentì la voce di mia madre.
Usci dalla stanza e sbirciai dall'uscio della porta. Era con Zayn! Ma che gli era preso, gli stava facendo vedere la casa! Non è normale!
-Abbie, a cosa ti serve il phone?- mi aveva beccato.
-Ci asciugo- risposi ovviai io.
-Ma va!- si intromise il ragazzo ridendo e contagiando anche mia madre.Feci una smorfia e andai via.
Tornai in camera. La bambina non era più sul letto, era davanti al muro, stava vedendo i quadri.
-Che bello quello! Chi l'ha fatto?- mi chiese.
-Io! Quando avevo la tua età!- gli risposi sorridendogli e accendendo il phone.
Corse verso di me e si mise a guardare mentre il foglio si asciugava.


Ad un tratto la porta si spalancò.
-E questa è la camera di Abbie!-
-Mamma ma non si bussa? Se ero nuda!- le urlai, ma lei mi ignorò, qualcuno la chiamò dal piano di sotto e scese, lasciando Zayn li.
-Meglio per me no?- Chiese entrando in camera.
-Cos' è meglio per te?- urlò la bambina.
-Safaa? Che ci fai qua?- gridò, pentendosi di ciò che aveva detto. Iniziai a ridere girandomi di nuovo verso la scrivania e continuando ad asciugare gli angoli ancora bagnati.
-Stiamo asciugando la mamma!-
-Eh?-
-Si guarda!- esclamò tirandogli una mano e portandolo verso di me.
-Ti piace?- chiese dolcemente al fratello.  
-Si è bellissimo!-era la prima volta che sentivo il suo tono dolce.
-Ecco a te!- dissi a Safaa.
La bambina mi fece cenno di abbassarmi e io obbedì.
-Grazie- disse sorridendomi e dandomi un tenero bacio sulla guancia per poi scappare di sotto dalle sue amiche.
Restammo soli, iniziò a camminare per la stanza, osservando i vari oggetti.
-Quello ce l'ho pure io!-disse indicando un biglietto di cartone che ci avevano fatto fare il primo giorno delle medie -Ma il mio è più bello!!-
-Si Zayn è come dici tu, il tuo è più bello! E' fantastico!- ironizza io, muovendo le mani e sgranando gli occhi. 
-Come me!- gli lanciai uno sguardo stranito che lui non vide perchè mi dava le spalle.
-Mmmmm quella casa non mi è nuova- annunciò pensieroso.
Stava guardando fuori dalla finestra, fissava la porta della palazzina dove non si ricordava di esserci entrato con quell'ochetta della scorsa settimana. Incredibile si era già scordato di essere andato con quella.
-E ci devi pensare sopra?- chiesi retoricamente io, facendo una smorfia schifata, sedendomi sul letto e iniziando ad arrotolare la spina intorno al phone.
Si girò, intuendo tutto.
-Gelosa?- disse avvicinandosi e sedendosi accanto a me.
-Non sai quanto- risposi senza guardarlo negli occhi. Si...mi ero ingelosita quel giorno, ma non lo ammettevo a me stessa, figuriamoci a lui.
-Tanto lo sai che hai la tua possibilità-
Non risposi, mi feci solo scappare un verso stranito mentre mi alzavo per mettere il phone sulla scrivania.
Mi voltai verso di lui, per chiedere che intenzioni avesse, ma appena mi girai lo trovai a saltare sul letto da seduto.
-Ma che cazzo fai!- urlai tra le risate.
-Il tuo letto è più comodo del mio!- annunciò smettendo di fare il cretino.
-E quindi?-chiesi avvicinandomi
-Quindi ho deciso che lo faremo qui!-disse alzandosi e mettendosi davanti a me.
-Ma per favore-
-Parliamo un attimo chiaramente,Parker-
-Ti ascolto! Vediamo le cazzate che dici- gli sussurrai incrociando le braccia.
-Succederà tanto!- continuò facendo il finto dispiaciuto.
-E' vero- ribattei annuendo -Succederà....nei tuoi sogni però
-Oh ho capito...-
-Ah! Fermi tutti il genio ha capito!-ironizzai io.
-Non fare la sciocca!- mi ammonì lui.
Sbuffai.
-Ti vergogni di farti vedere nuda da me!Non ti preoccupare possiamo farlo anche a luce spenta-
-E io pensavo che avessi capito veramente....che stupida...il tuo cervellino non ci arriva purtroppo-
-Perchè devi fare sempre la suora?-
-Io non faccio la suora!-
-NOO mica! Non mi toccare, non mi parlare, non voglio scopare! GneGneGne!-
-Smettila cretino!- sbottai io lasciandolo senza parole -Non faccio la suora, è diversa la cosa! Non sono una puttana, questa è la verità! Purtroppo non sono tutte come le troie che ti porti a letto, Malik! Perchè se voglio posso andare anche io con il primo che capita! Non mi ferma nessuno!-
-Ora non ti ferma nessuno, prima c'era Louis, con lui facevi tanto la ragazzina per bene-
-Louis non c'entra un cazzo, faccio come mi pare!-
-Non avresti mai il coraggio- mi sfidò lui.
-Scommettiamo?- chiesi retorica io.
Mi avvicinai pericolosamente a lui, fino a far toccare i nostri corpi. Alzai una mano e dai suoi fianchi la feci finire fino ad una sua spalla, sulla quale diedi una piccola spinta per farlo cadere sul letto. Naturalmente stette al gioco e si sdraio sulle coperte.
Mi misi a cavalcioni su di lui, evitando qualsiasi contatto, tranne per le cosce dove si andarono a posare le sue mani che salirono fino ai miei fianchi.
Mi fermai un attimo, lo guardai in faccia per un po'. Aveva un espressione tra il divertito e il preoccupato.
-Che c'è?- chiesi ingenua.
-Ci sai fare se vuoi...ma stai rischiando-
-Cosa?-
-Se voglio posso anche sverginarti qui, ora-
-Non ne saresti capace-
-Si che ne sarei capace invece...solo che mi diverte vederti soffrire mentre cerchi di nascondere la tua cotta-
-Ancora con questa storia!- mi lamentai alzandomi -Non ti stanchi di dire sempre la stessa cosa?-
-Non mi stanco mai di dire la verità!- ribattè alzandosi anche lui.
-La verità!- urlai io iniziando a ridere, mentre aprivo la porta per uscire dalla camera.
-Non ti ho detto che puoi andare- disse abbracciandomi per i fianchi e girandomi verso di lui.
-Non sto agli ordini di nessuno, tanto meno ai tuoi- imitai ciò che aveva detto il giorno prima.
Mi guardò negli occhi poi sorrise dolcemente.
Si avvicinò a me col viso, mi prese delicatamente la mano e iniziò a giocare con le mie dita, senza smettere di fissare il mio sguardo, lasciò stare le dita e avanzò concentrandosi sull'avambraccio, facendomi dei grattini. Chiusi gli occhi istintivamente e poggiai la testa sulla sua spalla. Sentì il suo respiro sul collo e poco dopo anche un tocco delicato, mi aveva dato un tenero bacio.
Salì ancora con la mano sulla mia guancia. Mi accarezzò con due dita per poi tirarmi indietro una ciocca di capelli che mi era finita sul viso. Seguì la mandibola sfiorando la mia pelle leggermente, fino ad arrivare al mento. Con un dolce gesto mi alzò il viso, si avvicinò sempre di più fino a far sfiorare le nostre labbra.
Le nostre lingue iniziarono a scontrarsi e cercarsi avidamente, le mie braccia circondavano il suo collo mentre le sue erano scese e premevano contro la mia schiena per avvicinarmi sempre di più a lui.
Non riuscivamo a staccarci, in quel momento volevo solo che lui rimanesse li, che non andasse mai via, che non smettesse di baciarmi. Sapevo che quel momento sarebbe finito, che tutto sarebbe tornato alla normalità e che sarebbe tornato il solito stronzo che mi avrebbe rinfacciato quel bacio, ma non ci pensai, ero concentrata sulle sue labbra.
Smise di baciarmi e iniziò a mordicchiarmi il labbro inferiore, stavolta aveva gli occhi aperti e poteva benissimo capire il mio imbarazzo e la mia vulnerabilità in quel momento.
Si fermò davanti a me, sorrise e mi diede un dolce bacio a stampo dal quale difficilmente ci staccammo.

 

IL 6° CAPITOLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Spero vi piaccia...non penso sia tanto bello.... mah, fatemi sapere :)
Baciii <3


 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** L'avvicinai ancora di più a me... ***


-Scusa, è stato uno sbaglio!- disse mollando la presa dai miei fianchi e uscendo dalla porta con una velocità strabiliante.
Ero rimasta li, ferma, mi aveva baciato e poi se ne era andato dicendo che era stato tutto uno sbaglio, un fottuto errore.
Mi avvicinai alla finestra e scostai la tendina bianca, stava percorrendo il viale con la sorellina in braccio, giusto il tempo di vederlo  un' ultima volta svoltare l'angolo che qualcosa di bagnato cadde sulla mia mano dopo esser passata lungo la mia guancia. Il sapore  che mi aveva lasciato non era più dolce anzi ora era un gusto amaro, forse l'amarezza della delusione o peggio dell' illusione.
Magari l'aveva fatto apposta...era tutto programmato, baciarmi e lasciarmi soffrire. No, era troppo, nessuno l'avrebbe mai fatto...ma  Zayn mi aveva sempre odiata, mi aveva sempre reso la vita complicata e questo era di sicuro uno dei suoi piani.
Uscii dalla camera e mi diressi verso il bagno, senza ascoltare la voce di Seth che mi chiamava per la torta.
Mi guardai allo specchio, passai un dito sul collo dove prima aveva lasciato dei piccoli e caldi baci, ora la pelle era fredda, le labbra si  erano seccate e ogni tanto venivano bagnate dalle lacrime che scendevano ininterrottamente.
Non dovevo piangere, non per lui, non se lo meritava. Lo sapevo benissimo, ormai ero andata...mi ero follemente innamorata di un  coglione che mi odiava e che con me ci giocava e basta.
Mi lavai il viso e cercai in tutti i modi di nascondere gli occhi gonfi e rossi, scesi sotto e cercai di fare un sorriso decente alla  fotocamera che ci inquadrava per la foto di famiglia con il dolce.


-Abbie che hai?- chiese sospettosa Ginnie.
-Niente tutto bene...-
-Non sembrerebbe-
-Sono solo un po' stanca ho studiato per cercare di recuperare il voto di geometria...- mentii io. Si avevo studiato un po' la materia,  per l'interrogazione che mi attendeva alla quinta ora, ma non era quella la ragione per cui stavo così male.
Continuammo a parlare mentre andavamo verso l'aula di economia, nel corridoio non c'era quasi più nessuno, solo qualche gruppetto  di ragazzi e ragazze, in uno di questi riconobbi i capelli castani di Louis.
-Abbie!- grido Niall affianco del moro, quest'ultimo lo fucilò con lo sguardo.
-Hey  Niall!- finsi un sorriso e proseguì diritta avendo capito che lì non ero molto desiderata.
Mi sedetti in terza fila e iniziò la lezione.
-Le tasse le dovete...- la professoressa spiegava e solo in pochi ascoltavano giusto quei due o tre in prima fila che si appuntavano di  tutto e di più sul quaderno, altri disegnavano sul banco o come me messaggiavano.
"Se ci facciamo un giro in bici?" domando Ginnie.
"Si perchè no...tanto per distrarci"
"Da cosa?"
Da Zayn! Era la mia risposta iniziale ma poi cancellai e mentii dicendo "Dallo studio"
Dall'altra parte dell'aula parti la risata della ragazza che fece girare mezza classe verso di lei, compresa la prof che la guardò con aria severa e smise di spiegare per poi riprendere a parlare dopo le scuse dell'alunna.
La lezione continuò cosi, scrivendo e ridendo per i messaggi di Ginnie, chiacchierando e facendo finta di seguire l'insegnate e  scrivere ogni tanto qualche parola sul foglio.


-Mentre il triangolo ha...- l'interrogazione stava andando abbastanza bene, tralasciando tutte le correzioni della professoressa e le  domande a trabocchetto che mi faceva alle quali non riuscivo mai a rispondere.
Naturalmente nessuno seguiva l' interrogazione, neanche Ginnie che era stesa sul banco, forse si era addormentata. Solo la secchiona  di turno che alzava la mano ogni tre secondi per far vedere la sua conoscenza sulla materia e due occhi color cioccolato che invece  mi fissavano con serietà e dolcezza allo stesso momento...


POV. Zayn


Ad ogni domanda della prof esitava un po', ma alla fine rispondeva correttamente. Si era accorta che la stavo fissando, infatti ora era  più agitata e si era velocizzata, voleva finire l' interrogazione il prima possibile per tornare a posto e darmi cosi le spalle.
-Zayn- sussurro una voce stridula.
Mi girai scocciato e indifferente.
-Che fai oggi pomeriggio?- era Mimì, una delle tante...non so quando me l'ero portata a letto...non ricordavo. Però come le altre non  si dava pace, cercava in tutti i modi di uscire con me e magari di fidanzarci ed essere la coppia più bella della scuola...tutte lo  volevano alla fine.
-Vado in giro- risposi freddo voltandomi verso la lavagna per sentire la fine dell'interrogazione, ma era già finita, feci in tempo solo a  sentire la voce della professore gridare "Parker, 6 e mezzo!" e vedere Abbie fare un piccolo salto di gioia sulla sedia e iniziare a ridere  insieme all' amica che era nel banco affianco.
Mentre l'insegnante scriveva il voto sul registro, la campanella suonò e tutti i ragazzi si diressero verso il corridoio compresi me e il  mio amico.
-Allora?- chiese Harry.
-Allora cosa?- domandai curioso continuando a guardare davanti a me mentre ci dirigevamo verso la mensa.
-Ci sei per la festa di sabato prossimo?- gridò ovvio il riccio.
-Ah...no, ho un matrimonio- risposi indifferente.
-Fingiti malato!-
-Si e poi vado ad una festa- lo guardai serio.
-Che palle! Vorrà dire che le ragazze le porto tutte io! Mi sacrifico- disse alzando le mani. Mi scappò un piccolo sorrisino che si  trasformò in una smorfia da senso di colpa.
Era sempre con la sua amichetta, stavano parlando appoggiate al suo armadietto. Una stava convincendo l'altra a mordere un pezzo  di panino che la ragazza cercava in tutti i modi di non mangiare.
-Che hai?-
-Niente...-
-E' per la Parker?-
-Ti pare?- dissi facendo una finta smorfia
-Te la stai mangiando con gli occhi...- si giustificò lui.
 -Ma per favore...La conosci?- chiesi diretto e curioso.
-Non di persona...Louis parla sempre di lei, che hai combinato stavolta?-
-Niente di che, l'ho baciata e poi me ne sono andato via-
-Sempre il solito! Prega che non lo venga a sapere Louis che senno ti uccide!- mi avvertì.
-Lo so... sembrano padre e figlia non due amici-
-Bè, in un certo senso sono teneri- azzardò lui.
-Torna uomo riccio!- gli ordinai iniziando a ridere mentre passavamo davanti alle due ragazze.
Si era accorta che ero io, aveva abbassato lo sguardo, lo vidi con la coda dell'occhio. L'altra invece era intenta a mangiare senza  preoccuparsi dell'amica che stava morendo di delusione... dico come si fa a non capire che sta male! Per colpa mia... mi sentivo un verme era la prima volta che mi succedeva. Non era per niente una bella sensazione. Avevo illuso migliaia di ragazze, portandole a  letto e lasciandole da sole. Con lei invece era bastato un bacio per provocarmi quell'orribile sensazione.
Presi due posti a sedere e aspettai che Harry portasse i vassoi con il nostro pranzo.
-We!- disse Niall dandomi una pacca sulla spalla e sedendosi nella sedia accanto, seguito da Louis.
-Che si dice in giro?-iniziò il moro.
-Niente di che...- generalizzai.
-Il weekend? Con chi c'hai provato eh?- chiese malizioso.
-Ma...niente di che-
-Già Zayn non ha combinato nulla ne venerdì ne domenica ne tanto meno sabato!- esclamò iniziando a mangiare il riccio che fulminai  con lo sguardo.
-Sabato? Che è successo?-
Diedi un morso alla pizza e scossi la testa per indicare che non era accaduto niente di importante, Louis stava per farmi un'altra  domanda ma Niall lo bloccò.
-Ah proposito di sabato, allora come ci organizziamo per la festa?-
-Malik non viene...- annunciò deluso Harry.
-Perchè?- chiese incredulo il biondo.
-Ho il matrimonio di mia zia, infatti oggi mi aspetta una fantastica giornata tra i negozi per cercare il vestito- dissi sconsolato.
-Tirati su amico… magari puoi provarci con una commessa...se è carina- cercò di tirarmi su Louis mettendomi un braccio sulla spalla.
-O con un commesso! Dipende dai tuoi gusti- ironizzò Harry provocando la risata di Niall seguita dalle nostre.


-Sono a casa!- urlai dopo aver chiuso la porta alle mie spalle.
-Zayn devo ancora mettere la pasta, guarda un po' di tv con Safaa- disse mia madre dalla cucina.
Mia sorella era seduta sul divano del tutto concentrata a vedere un episodio di Spongebob, mi sedetti al suo fianco e le circondai una  spalla con il braccio che lei levò subito.
-Che ti ho fatto?- domandai sorpreso.
Mise il broncio poi si decise a parlare -Mi hai fatto andare via prima dalla festa! Io volevo la torta!-
-Sono passati tre giorni, ancora con questa storia?- chiesi scocciato.
-Si-
-Va bene...come vuoi tu, allora ci gioco io con la barbie che ti volevo regalare- cercai una scusa per far pace con lei, ma non ci  sarebbe mai cascata.
-Bene...la casa delle bambole è in camera mia, te la presto- disse alzandosi e andando verso la cucina.
Sbuffai e presi il telecomando per spegnere il televisore.
-Se andiamo in quel negozio in centro?- ipotizzò mio padre prima di bere il bicchiere d'acqua.
-No non ci sono cose carine...- affermò mia madre -C'è quello sul lungo mare!-
-Dove abbiamo comprato il vestito per la comunione!-
-Esatto-
-Allora andremo lì!-
Ascoltavo la conversazione distrattamente mentre mangiavo il piatto di pasta e ogni tanto controllavo il cellulare per vedere se Harry  mi aveva risposto.


Finito di fare di fare pranzo andai in camera e mi allungai sul letto.
"-Scusa è stato- non feci in tempo a finire la frase che riprese a baciarmi, la strinsi più forte sui fianchi e mentre mi baciava con più  foga di quanto potessi aspettarmi mi trascinò verso il letto e mi buttò sulle coperte. Mi guardò negli occhi con un sorriso strafottente,  come quello che spesso le facevo io, mi alzai fino a sedermi sul materasso, si mise a cavalcioni su di me, non resistetti, passai le mani  sulle sue cosce fino a farle arrivare sulla base della schiena, l'avvicinai ancora di più a me e iniziai a baciarle il collo con violenza e  avidità. Lei gemeva e tirava indietro la testa ogni volta che le mie labbra premevano contro la sua pelle. Allontanai la bocca e la feci  scivolare verso la spalla, feci salire le mani fin sotto la sua maglietta, si avvicinò al mio orecchio ed iniziò a sussurrare il mio nome in  modo suadente: Zayn, Zayn, Zayn"
-ZAYN!-
Saltai dal letto, mia madre era sull'uscio della porta.
-Sei pazza?- urlai spaventato.
-Dobbiamo andare! Siamo in ritardo!-
Mi alzai di malavoglia dal letto mi diedi una rinfrescata e scesi sotto per poi salire in macchina e partire verso il lungo mare.
L'avevo sognata di nuovo...non era la prima volta, ma stavolta era diverso. Sembrava così reale, forse perchè una parte del sogno  l'avevo vissuta veramente, la sua pelle delicata, la sua voce dolce e il suo tocco caldo... un' insieme di fantastici aggettivi che le si  addicevano e che non facevano altro che aumentare la voglia incontrollabile di averla mia in tutti i sensi.


-Girati- feci come mi aveva ordinato mio padre -Sembra adatto non pensi?-
Mi guardai allo specchio, non potei far altro che fare una smorfia schifata e lasciarmi scappare un commento sincero -E' orribile-
-Bè te lo farai piacere visto che è l'unico decente!- anche lui non era felice di essere lì, c'erano vestiti vecchi e modelli di abiti che  poche persone avrebbero avuto il coraggio di indossare.
-Vado a cercare qualcos'altro-
Mi diressi verso l'altra sala per cercare qualche cosa da abbinare, presi un paio di pantaloni color panna e una camicia nera.
-Per il matrimonio ci vuole anche la cravatta- disse una voce femminile alle mie spalle.
Un'anziana signora, ipotizzai fosse una sarta visto che aveva un metro sulle spalle, avanzò verso di me porgendomi una cravatta in  tinta con i pantaloni.
-Grazie- le sorrisi per poi vederla dirigersi verso mio padre per andarlo ad aiutare.
-SCEMA!- sentì una voce che proveniva da fuori al negozio.
Era lì dall'altra parte della strada, rideva come al suo solito, l'amica era caduta dalla bicicletta dopo aver frenato di colpo per far  passare alcuni pedoni. Come muoveva la testa all'indietro per ridere ancora più forte, i capelli ,ormai in disordine per la corsa in bici,  ricadevano delicatamente fino alla schiena, che, pochi giorni prima avevo sfiorato ed accarezzato con le mie stesse mani.
Accostò la bici sul marciapiede e cercò in tutti i modi di alzare l'amica tirandola per un braccio continuando a ride.
Era parte di lei, la sua risata contagiosa e acuta, riusciva a mettere allegria a chiunque in qualsiasi momento in qualunque giornata,  anche a quella più brutta! Ma non era come tutte le altre volte, era diversa... stavolta dalla sua voce trapelava un briciolo di amarezza  che solo le persone che non erano superficiali e non si fermavano a guardare il sorriso potevano comprendere, non arrivava dalla gola  ma bensì dal cuore, la delusione che aveva provato si era trasformata in un gusto amaro che si ripresentava ogni volta, in ogni gesto  che faceva.
Girò la testa verso il negozio fino ad incrociare il mio sguardo, l'espressione cambiò da un momento all'altro, le morbide e rosee  labbra sulle quali avevo posato le mie si incurvarono andando a completare il suo volto che ora esprimeva tutto l'odio che prova nei  miei confronti. E come biasimarla, ero stato uno stronzo, ogni secondo che passavo guardando quei suoi fantastici occhi mi faceva  aumentare il senso di colpa che si faceva strada con prepotenza dentro di me.
Quanto ero stato stupido. Uno sbaglio... non era per niente uno sbaglio era ciò che desideravo come non mai, ma era l'unica cosa  che usci dalla mia bocca quel giorno, mi ero esposto troppo, avrebbe capito che era l'unica che era nella mia testa in quel periodo.
Avevo solo due modi, o reprimere ogni desiderio su Abbie o dare sfogo a tutte le mie voglie e ero sicuro che non sarei riuscito a  controllarmi ancora una volta, come quando eravamo nella stanza di Louis non ero riuscito a fermare le mani infatti era stata lei a  bloccarmi.
Ero sicuro che non aveva raccontato nulla a nessuno, mai avrebbero creduto ad una storia simile. Fortuna che Louis non era venuto a  conoscenza di niente, altrimenti ora avevo un occhio nero...anche se avevano litigato lui non riusciva a fare finta di niente, le voleva  troppo bene e in qualsiasi momento sarebbe arrivato per aiutarla.
Il senso di colpa si fece insopportabile, abbassai lo sguardo e mi girai per andare verso i camerini e provarmi i vestiti che sembravano  decenti.


-Zayn riordina camera tua che stanno arrivando gli ospiti!- salii le scale fino ad arrivare nella mia stanza, era un casino, i vestiti buttati  a terra o sulla sedia, i libri (chiusi) sul letto disfatto.
Che palle, proprio oggi dovevano venire questi a cena? Era stato uno dei sabati più brutti e noiosi mai passati, una tipa con cui  dovevo uscire e divertirmi un po' il pomeriggio mi aveva dato buca all'ultimo momento dicendo che non poteva venire, così avevo  passato tutto il giorno in casa e ora mi toccava anche mettere a posto.
Buttai tutti i vestiti arrotolati nell'armadio, rialzai le coperte e misi i libri sulla scrivania, poi scesi per accogliere gli "amici"...persone  che nemmeno conoscevo o forse si...
Come mi vide scendere le scale si irrigidì, teneva la mano al fratellino più piccolo e la rabbia le fece aumentare la stretta tanto che il  poveretto si lamentò -Ahia Abbie!-
-Scusa Mike- si scusò lei abbassandosi per dare un bacio sulla guancia del bambino.
Era tremendamente bella, si era arricciata i capelli e li teneva fermi con una molletta sulla testa, indossava dei jeans attillati e una  maglietta grigia con un po' di scollatura non troppo ampia, dalla quale però i miei occhi si distaccavano difficilmente.
-Era da un sacco che non vedevo Mike!- mio padre si rivolse al bambino -Sei un uomo ormai!-
-Ciao Safaa- esclamò
-Ciao Mike, ciao Abbie- disse timidamente mia sorella.
La ragazza la salutò con un fantastico sorriso poi tornò a guardare in basso per non incrociare il mio sguardo. 
-Bè andiamo a mangiare no?- chiese mia madre retoricamente.
Ci avviammo verso il tavolo, mamma si era data da fare, era tutto elegante dalla tovaglia bianca al centrotavola con i fiori.
Tutti avevano preso posto, non potei far altro che sedermi a capotavola dove alla mia destra c'era Safaa che chiacchierava con Mike  e alla mia sinistra c'era Abbie che messaggiava sotto il tavolo. Iniziai a guardarla aspettando che alzasse la testa e mi notasse, sapeva  benissimo che la stavo fissando, mi aveva visto con la coda nell'occhio infatti alzò lo sguardo e si girò subito dalla parte opposta.
Iniziammo a mangiare, mi sentivo un estraneo da una parte mia sorella parlava con il suo amichetto e dall'altra la ragazza non mi  cagava di pezza, così decisi io di rompere quel silenzio.
Iniziai a darle fastidio, come al mio solito, dandole delle spinte sul gomito impedendole di prendere con la forchetta il pezzo di carne  che aveva appena tagliato, dopo vari tentativi si arrese, si girò verso di me scocciata e io non potei far altro che ridere a quella scena  facendo scattare la sua rabbia che represse con un calcio che mi mandò da sotto il tavolo.
-Antipatica- le sussurrai provocandola, sapevo che avrebbe reagito, era fatta così.
-Rompi palle!-disse digrignando i denti.
Cominciai a ridere sotto i baffi sotto il suo sguardo sorpreso e stranito, odiava quando lo facevo.
-Smettila!- mi sussurrò incazzata.
-Siamo permalose oggi...- la provocai io.
Si girò dall'altra parte ignorandomi e iniziando ad ascoltare la conversazione dei genitori.
-Zayn vai a prendere la frutta!- mi ordinò mia madre dall'altro lato del tavolo.
-Si...-le risposi con un filo di voce alzandomi e andando verso la cucina.
Portai a tavola il vassoio e tornai a sedermi.
-Mi passi un'arancia?- chiesi alla ragazza cercando di essere il più gentile possibile.
Senza nemmeno guardarmi, passò lo sguardo dal piatto al vassoio e per poi prendere una di quelle più brutte e rovinate...
-Grazie- dissi con una smorfia. Le mi fissò con aria di sfida e con un sorrisetto da bastarda che la rendeva ancora più bella.
Dalla parte finale del tavolo piombò il silenzio si sentivano solo gli adulti che sussurravano qualche pettegolezzo del quartiere.
Abbie stava fissando i nostri fratelli dolcemente cosi passai lo sguardo su di loro.
Si stavano tenendo la mano come facevano spesso i bambini della loro età, ad un certo puntò Safaa si avvicinò verso Mike e gli  strappò un bacio a stampo. Si guardarono negli occhi e subito arrossirono.
-Scusa ho sbagliato- disse la bambina guardando in basso.
Mike stava per rispondere quando una voce lo precedette.
-Non preoccuparti è un gene di famiglia- disse la Parker ironizzando e rassicurando Safaa che però non poteva capire la battuta.
Abbassai lo sguardo e iniziai a ridere di nascosto.
-L'ultima porta a destra del corridoio- disse mia madre
La ragazza si alzò e uscì dalla sala.


-E' ora del dolce!- annunciò fiera mia madre -Dov'è Abbie?-
-Oh penso sia ancora in bagno... Questo periodo sembra strana più pensierosa, forse non sta bene- rispose la mamma.
Scattai a quelle parole -Vado a chiamarla, voi intanto iniziate- rassicurai tutti e mi diressi verso il corridoio.
Bussai alla porta.
-Abbie?-
-Si?- rispose la ragazza.
-Sei qui dentro?-
Sentì sbattere la mano contro il ripiano del lavandino, come se fosse seccata.
-No ti sto parlando da un' universo parallelo guarda!-
-Che simpatica!- esclamai con una voce da donna.
Aprì la porta, mi scrutò dalla testa ai piedi poi si soffermò sui miei occhi.
-E' ore del dolce...- dissi portandomi una mano sulla testa.
-Bene- rispose con tono piatto.
Chiuse la porta  alle sue spalle e fece per camminare verso la sala ma la bloccai per un braccio portandola verso il mio torace.
-Ehm...possiamo prima parlare?- chiesi incerto.
-Di cosa?-
Ok, aveva passato il limite. Di solito ero io il bastardo e non lei, bisognava mettere i ruoli a proprio posto.
Non le risposi, girai la testa per vedere se c'era qualcuno nel corridoio poi la tirai verso la mia camera mentre lei si lamentava e si  dimenava. La spinsi dentro la stanza facendola cadere sul letto a pancia in giù, la guardai un attimo, era impaurita dal mio  comportamento, iniziai a ripensare al sogno fatto e la voglia di saltarle addosso si ripresentò più forte di prima.
Chiusi la porta a chiave e mi avvicinai a lei pericolosamente...

 

TADAAAAAAAAAA!
Il 7° capitolo **
Dunque...ho fatto qualcosa di diverso, stavolta parla Zayn in prima persona e forse sarà cosi anche per il prossimo capitolo, devo decidere :) Ci è voluto un po' a scriverlo, non voleva venir fuori ma poi alla fine mi è venuto in mente ed eccolo quaaaa :D
Spero vi piaccia, fatemi sapere che ne pensateeee
BACII <3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Scusa bambolina! ***


Premetto che questo capitolo non mi piace per niente… però è l’unica cosa che sono riuscita a buttar giù.
Non succede un gran che ma ho buone idee per il continuo :D 
Detto questo, vi volevo ringraziare :) non pensavo di arrivare fino a questo capitolo quindi GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!! <3
 
 Pov. Zayn
 
Ogni passo che facevo verso di lei, la faceva ritrarre e allontanare da me. I capelli disordinati, la maglietta che si era sollevata e lasciava intravedere un po' di pancia, in quel momento ogni cosa mi faceva pensare a innumerabili desideri e pensieri su cosa avrei potuto farle.
Un ultimo passo e mi piantai ai piedi del letto, la guardai dall'alto verso il basso con aria di sufficienza e con un sorriso malizioso... forse anche troppo. La poveretta sgranò gli occhi tentando di capire le mie idee, che erano facili da immaginare. Alzai il ginocchio fino a portarlo sul materasso, a quel gesto indietreggiò ancora senza trovare però il letto sotto la sua mano e cadendo sul pavimento.
Si senti solo un piccolo urlo e un tonfo seguito dalle mie grosse risate, saltai dalla parte opposta e sbucai con il viso dalle coperte.
-Tutto ok?- le chiesi ancora ridendo. 
-Secondo te?-
Ci guardammo per un attimo, ma poi cominciai a ridere di nuovo di gusto.
-No scusa, non voglio prenderti in giro!- continuai -Ma sei caduta come una pera!- le feci notare urlando tra le risate.
Come al solito anche lei non si trattenne, la sua fantastica risata mi entrò dalle orecchie passando per la mia mente e scendendo fino al cuore. 
Mi piazzai davanti a lei porgendole le mani per rialzarla, le strinse e con un piccolo salto me la ritrovai davanti che ancora rideva, era tutta rossa in viso, o per la vergogna oppure perchè non respirava più per aver riso troppo. La osservai per un po' tenendola tra le mie braccia, con una mano si appoggiava alla mia spalla mentre tirava indietro la testa continuando a ridere. Si riprese e mi guardò un attimo per poi abbassare lo sguardo e tornare seria.
L'avvicinai ancora a me fino a far congiungere in nostri corpi mentre lei teneva i nostri visi ad una certa distanza per cercare di non far nascere altre situazioni imbarazzanti.
-Mi dispiace- le sussurrai avvicinando la mia bocca alla sua.
-Non preoccuparti... tutto dimenticato- disse incerta.
Mi uscì un piccolo sorriso.
-Non si può dimenticare un mio bacio- affermai avvicinandomi.
-Non era un tuo bacio, era un tuo sbaglio- mi sfidò guardandomi negli occhi.
-Hai ragione bisogna rimediare- diminuì ancora la distanza ma lei cercò in tutti i modi di allontanarsi, la presi per i glutei e la bloccai con il mio corpo, iniziò a dimenarsi muovendo la testa e cercando di levare le mani dal suo fondo schiena.
-Smettila di fare la bambina, è solo un bacio- iniziai a stranirmi.
-Se io non volessi baciarti?-
-Per favore, sei la solita santarellina-
-Non sono santarellina, è che non voglio essere una puttana-
-Non hai il coraggio nemmeno di baciarmi-
-Non iniziare a rompere- disse seriamente distaccandosi da me.
Iniziai a prenderla in giro copiando la sua voce come facevo di solito -Ciao Mason, certo che puoi andare a scopare con quelle due io ti aspetto qui, Louis vieni a proteggermi tu! Oh mio grande santo protettoreeeeee, un bacio? E' troppo non sono una puttana! Sono solo una gran suora! Mi farò monac..- non feci in tempo a finire la frase che si era fiondata verso di me.
Fece congiungere le nostre labbra, poi iniziò ad approfondire il bacio facendo unire le nostre lingue, istintivamente riportai le mani suo fondo schiena e l'avvicinai a me, a piccoli passi mi trascinò verso il letto continuando a muovere le nostre labbra a ritmo, la tirai più verso il mio corpo fino a far cadere entrambi sul materasso.
Io sotto e lei sopra, si fermò un attimo e alzò la testa per sentire sua madre che la chiamava, la ignorò e riabbassò lo sguardo per trovare il mio, aveva un' espressione tra l'indecisa e la bastarda, aveva capito che non volevo finisse li quel bacio, mi stavo mordendo il labbro inferiore con forza, si avvicinò col viso e iniziò a baciarmi con foga.
Decisi di rendere più interessante il tutto, mentre lei si concentrava sulla mia bocca iniziai a muovere le mani sul suo corpo, passai sul tessuto dei pantaloni per accarezzargli le cosce, salì fino alla schiena a arrivai fino ai suoi fianchi toccando finalmente la sua pelle sotto la maglietta e, diminuendo la velocità, arrivai fino al seno che sfiorai con una mano.
Si ritirò di colpo alzandosi subito dal letto, avevo esagerato anche questa volta non riuscivo mai a fermarmi in tempo con lei.
Mi guardò un altro momento, si avviò verso la porta, fece scattare la serratura e uscì dalla stanza lasciandomi solo sul letto ripensando al quel meraviglioso momento su cui avrei potuto fantasticare nei giorni seguenti.
 
 
 
Era un mese che nella classe di letteratura inglese si discuteva del luogo per la gita, quelle più agguerrite erano le ragazze. Si davano battaglia fino a litigare e ogni volta c'era una scena da ricordare.
L'altra volta la secchiona si era messa a gridare contro una cheerleader facendo perdere alla prof tre quarti d'ora di lezione tempo in cui mi ero fatto grandi risate insieme ad Harry.
Ma oggi la litigata era epica!
-Devi votare Parker!- urlò la Davis contro la ragazza seduta sul banco che l'ascoltava indifferente.
Le due alle medie erano grandi amiche ma poi si erano iniziate ad ignorare di colpo.
L'insegnante era uscita per un po' e nell'aula si sentiva solo la voce di quella che gridava a squarcia gola.
Erano indecise tra Praga e Parigi e naturalmente Abbie si era astenuta dal voto.
-Ma io non voglio!- esclamò
-Lo vedi devi sempre fare il contrario degli altri! Io non voto!-
La Parker poveretta la guardava sconvolta e a stento riusciva a trattenere le risate.
-Eh?- fu l'unica cosa che riusci a dire facendo aumentare l'ira dell' ex-amica.
-Non hai il coraggio di fare niente! Nemmeno di votare!- 
A quelle parole rimase di stucco, si girò istintivamente verso di me perplessa, era simile alla frase che le avevo detto pochi giorni fa e faceva parte del discorso che aveva fatto scattare la molla tra di noi. Osservò di nuovo la ragazza che era rimasta con la bocca spalancata dopo aver finito di dire la frase e sbottò a ridere come non aveva fatto mai, la risata era nuova, forse perchè non era di divertimento... ma di disagio.
Non avevamo più parlato dall'altro giorno, quando mi aveva baciato dopo averla sfidata ed avevo approfondito quel bacio, forse anche troppo, mi ero spinto troppo ed ero sicuro che anche lei fosse consapevole che in parte era colpa sua.
Tornai con la testa in classe, Abbie aveva smesso di ridere e si era presa una sgridata dalla prof che era rientrata e che ora stava distribuendo dei fogli, erano le autorizzazioni.
-Restando in argomento con programma svolto e quindi con l'ultima lettura Romeo e Giulietta ho deciso di andare in una città fantastica! VERONA!-
-UUUU le italiane- si fece scappare Harry beccandosi una fulminata dalla prof.
-Naturalmente chi non viene non riceverà i crediti, ha capito signor. Malik?-
Tutti gli occhi erano puntati su di me, tranne quei due che avrei voluto incontrare, era girata e mi dava le spalle. La prof mi stava ancora guardando aspettando una risposta, non ero mai andato in nessuna gita con la classe, troppo noiose! Io voolevo divertirmi, ma quella volta era diversa, i crediti mi servivano se volevo passare l'anno cosi...
-Certo professoressa- mi limitai a dire senza alzare gli occhi dal foglio.
Andare in aereo fino in Italia solo per stare alcuni giorni a vedere musei o edifici vecchi e decadenti, e fare infine una stupida relazione su cui avrebbe messo il voto e sulla quale mi avrebbe messo di sicuro il voto più basso, non era nella liste delle cose preferite da fare.
-Si migliora di anno in anno! L'anno scorso ti sei perso le spagnole! Ma le italiane... WOW!- mi sussurrò tutto eccitato il riccio.
-Tanto questa non mi farà muovere... avrà gli occhi puntati su di me-
Ne ero sicuro, sapeva come ero fatto e sapeva che non mi perdevo in chiacchiere con le ragazze... non pensate male! Non mi sono portato a letto la prof ! Ma la figlia! E naturalmente quella stronzetta dopo avergli fatto il bastardo lo era andato a dire alla madre! 
-Mi spiace amico... per solidarietà mi sacrifico, me ne porto a letto due! Una per me e una per te!-  Lo guardai male ma poi iniziai a ridere, quanto poteva essere cretino quel ragazzo!
 
 
-Firma va!- dissi a mia madre porgendogli l'autorizzazione.
-Oh e dove andate di bello??-
-Verona- risposi in modo piatto.
-Oddio! Caro ti ricordi quando siamo andati noi due a Verona?- urlò rivolgendosi a mio padre che era in sala.
-E chi se lo scorda!- disse continuando a vedere la tv.
La donna fece un verso di rabbia ascoltando il tono indifferente del marito e si diresse verso di lui per fargli la solita sfuriata dopo avermi riconsegnato il foglio firmato.
Salì in camera e iniziai a cercare il caricabatteria del cellulare che stava per morire letteralmente.
-Safaa sai dov'è il mio caricatore?- chiesi a mia sorella andando verso la camera sua.
Con lei c'era Mike, che mi salutò con un cenno della mano, stavano facendo un puzzle.
-Hai visto nel cassetto del corridoio?-
-Ah giusto!- esclamai lasciando i due da soli.
Nel cassetto c'erano caricabatteria di tutti i tipi e di tutti i cellulari che avevamo oltre alle cartacce che ogni tanto ci mettevo per non andare fino al cestino della cucina!-
In un foglietto c'era un numero di telefono con scritto A.P. lo presi e andai a sdraiarmi sul letto per poi mettere in carica il cellulare.
La scrittura era la mia...
-Ma chi cazzo è sto A.P.!- urlai dopo un quarto d'ora che pensavo al foglio.
-Parker lascia la bambola!- urlò Safaa dall'altra stanza.
Parker? Poteva essere il suo, una volta avevamo organizzato uno scherzo per farle credere che uno le andava dietro e per prenderla in giro... ma naturalmente non c'era cascata. C'era solo un modo per saperlo.
"Ciao Bambolina" inviare il messaggio mi fece uscire un piccolo sorriso.
Naturalmente la sua risposta non tardò ad arrivare.
"Che vuoi Malik?" solo io la chiamavo con quel fantastico nomignolo, era normale che avesse capito chi fossi.
"Niente.. ho trovato il tuo numero"
"Chi te l'ha dato?"
"L'ho trovato"
"Che rompi palle che sei dimmi chi te l'ha dato!"
Era troppo divertente farla incazzare e ogni volta  mi facevo delle grandissime risate "Te l'ho detto l'ho trovato" dopo la mia risposta non mi scrisse più, era fastidioso quando non stava più al gioco così continuai a dargli fastidio a modo mio iniziando a mandargli messaggi su messaggi.
C'era scritto ogni volta qualcosa di diverso "Rispondi" "Abbieeee" "Che noiosa che sei! Dai rispondi!" ed altri ancora, come era divertente!!
 
 
 
POV. Abbie
 
 
 
Il cellulare suonava in continuazione, quel deficiente non riusciva a trovare un momento peggiore per rompere le scatole, aveva iniziato anche a chiamarmi.
Dovevo sapere chi gli aveva dato quel benedetto numero.
Quel ragazzo era una persecuzione, ogni settima c'era qualcosa che mi portava a pensare a lui... come se non bastasse questa volta mi sentivo anche in colpa, ero stata io a baciarlo e mi ero spinta troppo... mettermi sopra di lui, ma che mi era vento in mente in quel momento.
Stavo cambiando, me ne ero accorta, Zayn mi stava cambiando, quel ragazzo riusciva a tirar fuori il lato peggiore di me, di solito quando qualcuno mi toccava mi ritiravo subito, ma gli avevo dato troppo spago e le sue mani erano scivolate dal mio fondo schiena al mio seno...
Ripresi il cellulare e lessi i messaggi, quanto era scemo mi venne anche da ridere, poi c'era anche un messaggio di Derek, un ragazzo che avevo conosciuto quando ero uscita una volta con alcuni amici di Ginnie, era da un bel po' che ci scrivevamo ed era simpatico, ma da una settimana le cose erano cambiate, parlavamo più spesso e sapevo che prima o poi mi avrebbe fatto quella richiesta...
"Ti va di uscire uno di questi giorni??" mi fermai un attimo a pensare... era un bel ragazzo e anche molto simpatico ed era ora di non dare più tanta importanza a Zayn che con me ci giocava solamente e poi con il passare del tempo mi stava iniziando a piacere.
"Certo" mi limitai a dire per fargli scegliere il luogo e il giorno.
"Che ne dici di un frappè venerdì"
"Perfetto" gli scrissi accompagnando il messaggio con uno smile sorridente.
Spensi il cellulare per non essere disturbata e mi misi a studiare.
 
 
-Dai cazzo! Facciamo tardi!- mi incitò Ginnie per correre più veloce.
-Non ce la faccio più!- esclamai esausta.
-Dai prima che chiudano in cancelli-
Arrivammo davanti alla scuola e passammo affianco al bidello che stava chiudendo il portone prendendoci una bella sgridata, pioveva e avevamo sporcato tutto l'atrio con le stampe delle scarpe.
-Guarda che casino! Vandaleee!- urlò la bidella con in mano lo scopettone agitandolo verso l'alto. Si era pazza, ma niente era normale.. nemmeno a scuola!
Iniziai a ridere e mi fermai appena in tempo davanti all'armadietto.
-Ci vediamo a pranzo??-
-No, devo fare una cosa con Preston!- la guardai sconvolta -Non pensare male Abbie!- urlò Ginnie continuando a correre.
Iniziai a ridere da sola ripensando alla scena con la bidella, presi il libro di storia e chiusi l'armadietto.
In quel momento stava passando Zayn insieme al ragazzo riccio, Harry mi pare l'avesse chiamato una volta Niall.
-E quindi...- il moro non fini la frase, era troppo concentrato a fissarmi.
-Oh! Oh! Zayn!- cercò di richiamarlo l'amico urlando e facendogli fare una figura di merda. 
Ma a Malik non importava, sapevo perchè mi stava fissando e naturalmente lui non stava guardando i miei occhi ma il mio corpo dove pochi giorni fa aveva messo le mani.
Senza pensarci troppo mi girai e mi diressi verso l'aula ignorando l'amico che rideva e il moro che continuava a fissarmi scrutandomi fino all'ultimo centimetro.
Bussai e entrai timidamente nell'aula, gli alunni erano già a sedere,  avevano preso il quaderno e stavano scrivendo mentre la professoressa dettava qualcosa.
-Ehm, scusi il ritardo ma....-
-Parker vada a sedersi non voglio scuse- mi rimproverò senza nemmeno guardarmi, che simpatia... mi avviai verso l'ultimo banco libero e iniziai a scrivere gli appunti.
Mentre la prof spiegava a qualcuno l'ultima frase appena detta sentì il cellulare vibrare, accavallai le gambe e feci scivolare il cellulare tra l'incavo che si era creato.
Era un messaggio di Derek, gli risposi subito e da li iniziò una serie di messaggi uno più stupido dell'altro al quale non potevo far altro che ridere.
-Parker esca!- sobbalzai sulla sedia.
-Eh?-
-Non solo è arrivata in ritardo, ma ha anche la sfacciataggine di ridere durante la lezione!-
-Ma prof-
-Fuori!- si rivolse ad un alunno che era in prima fila -Dammi una nota che gli scrivo la penna- a quella frase non riusci più a trattenermi, la gaffe della prof fece ridere tutti ma lei si concentro su di me...
Morale?
"L'alunna Parker Abbie arriva in ritardo, durante la lezione ride da sola senza motivo e per di più deride l'insegnante"
 
 
 
Dopo essere andata in bagno, andai a poggiare la roba nell'armadietto.
-Hey Abbie! Che ci fai qui?- una voce incredula alle mie spalle.
-Daniel!- esclamai, erano settimane che non parlavo con lui, -La prof di storia mi ha cacciato con tanto di nota... tu?-
-Ho arte, sai com'è quello se esci e non ritorni non gliene frega... che nota?-
-L'alunna Parker ride da sola e deride la prof, qualcosa del genere- dissi facendo la voce alla prof e iniziando a ridere.
-Sempre tu!- urlò il ragazzo incominciando a ridere insieme a me -Ti va di fare un giro?-
-Si dai-
Ci incamminammo verso il portone secondario che portava al cortile della scuola, era grande, c'erano i vari campi da gioco ma anche le panchine per mangiare all'aperto d'estate.
Ci sedemmo e incominciammo a parlare dei vecchi tempi, delle medie... dei compagni che avevamo in classe!
-E quando quello sfondò la finestra del cesso??-
-Oddio, e la prof di inglese che ha cacciato fuori dall'aula te e Ginnie-
-Cristo... quelli si che sono stati momenti di terrore! Tutto il tempo a pregare perchè la prof non lo dicesse ai genitori!-
-Quando invece quella di storia ha detto "SUCCHIATELO"  e tutti abbiamo iniziato a ridere per il doppio senso?-
-Non me lo ricordare che muoio!- iniziai a ridere sempre più forte ricordando i momenti migliori di quei tre anni, senza pensare a quelli più brutti... quando piangevo.
Mi tirai indietro con la testa, ma essendo seduta sullo schienale della panchina iniziai a barcollare all'indietro cercando di tenermi a qualche cosa, afferrai il braccio di Daniel che, essendo nella mia stessa posizione iniziò a cadere trascinandomi giù con lui.
Chiusi gli occhi per lo spavento e senti solo un grande tonfo...
-Sei vivo?- chiesi preoccupata.
-Si- affermo con un filo di voce per poi scoppiare a ridere, ero completamente sopra di lui, faccia a faccia...
-Tu tutto ok??- annui con la testa.
Cercai di rialzarmi scivolando verso destra ma qualcosa mi cadde sulla testa.
-Ahia!- urlai portando una mano sulla nuca.
Girai lo sguardo, una palla da basket, mi voltai ancora e vidi Zayn venirmi in contro per prendere la palla.
-Scusa bambolina ma eri nella mia traiettoria!-
-Sei fortunato a non essere tu nella mia- borbottai alzandomi e aspettando Daniel che si era aggrappato alla panchina per rimettersi in piedi.
Mi senti cingere la vita da un braccio che con forza mi fece sbattere contro il corpo di qualcuno del quale riconobbi subito la pelle ambrata.
-Mi pare che nella tua traiettoria ci sono già stato...sai un paio di giorni fa- mi sussurrò all'orecchio lasciandomi un piccolo bacio sotto al lobo e tornando dai compagni tutto soddisfatto. 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Smettila di fare l'indifferente! ***


Scusate scusate scusateee D:lo so che sono in ritardo :( però mi godo l'ultimo mese di vacanze... T.T
Ecco qua il capitolo :) Non succede molto però non penso sia nemmeno tanto male.. credo..datemi voi il vostro parere recensiteee :3
Scopriamo perchè Ginnie sta molto più tempo con Preston, ci sono nuove amicizie e nella storia spunta un'altro dei one direction :)
Spero vi piaccia :D
AVVISO
Si sta avvicinando il momento migliore della storia. spero abbiate intuito cosa... dal prossimo capitolo inizierò a scrivere il terza persona dato che mi sarà più facile descrivere certe cose ;)



Pov. Zayn


-E' logico che non trovi mai niente non metti mai in ordine la tua stanza bla bla bla-
Le urla di mia madre sovrastavano il silenzio che era nella casa, dopotutto c'eravamo solo io e lei, era l'ennesima predica che mi  faceva mentre mi aiutava a cercare ciò che gli avevo chiesto e mentre fingevo di essere pentito sul disordine che c'era in camera.
-Trovati- annunciò interrompendo il monologo e porgendomi i pantaloncini della divisa di calcio.
-Grazie ma'- dissi stampandole un bacio sulla guancia frettolosamente dato che ero in estremo ritardo.
Liam mi aspettava sotto casa, era un altro dei miei amici frequentava un'altra scuola ma ci vedevamo spesso insieme.
-Zayn! Ma quanto ci hai messo?-
-Scusa non riuscivo a trovare...- non mi fece finire la frase che riprese a parlare.
-Ci dobbiamo sbrigare, dobbiamo passare a prendere mio cugino, tanto siamo di strada-
-Gioca con noi?-
-Si, ma non penso lo conosci, è più grande- disse mentre ci incamminammo.
Iniziammo a chiacchierare fino a quando non ci fermammo davanti a una casa dove ero già stato, era quella di Abbie.
Liam andò a suonare e qualcuno ci venne ad aprire.
-Hey Mike!- esclamò il mio amico.
-Liam?- chiese il bambino sorpreso per poi girarsi dandoci le spalle e urlare -C'E' LIAM!-
Si sentirono dei passi sulle scale.
-Mike io esco starai da solo per mezz'ora perché Seth va via anche lui, non fare casini e non farti male, la vicina verrà ogni tanto a  controllarti, hai capito?-
Scese la Parker dalle scale, doveva essere un' uscita importante visto che si era vestita benissimo, magari per fare colpo.
-Si..è la nona volta che lo dici, piuttosto con chi esci?- chiese il fratellino ammiccando.
-Con un' amica- disse frettolosamente continuando a camminare velocemente dandoci le spalle per andare a prendere la giacca,  non si era ancora accorta di noi.
-Ginnie è in palestra quindi non è lei... mmmm qualcosa mi puzza...-  intervenne Seth dalla cucina.
-Magari sono le tue scarpette da calcio, controlla- ribatté lei entrando in sala.
-Simpatica-
-Grazie-
Liam si schiarì la voce con un colpo di tosse per ricordarli della nostra presenza.
-Liam? Tu?- domando sorpresa la ragazza.
-Andiamo a giocare a calcio insieme- rispose prontamente il cugino.
-Con quell'essere?- disse indicando il fratello che la fucilò con lo sguardo.
Il biondo annui
-E da quando?- continuò Abbie.
-Da oggi!- mi intromisi nella conversazione spuntando da dietro al mio amico lasciandola sorpresa più di prima, quasi sconvolta.
Si riprese -Oh, ma guarda un po', c'è anche lui!- disse indicandomi -Bè buona fortuna Payne-
Venne verso di noi, diede un bacio al cugino e uscì di casa per poi sparire voltando l'angolo.


-Abbiamo fatto lo stesso un ottima partita- ci incoraggiò Liam.
-Se solo quel cretino mi avesse passato la palla avremmo pareggiato- mi limitai a dire un po' irritato.
-Che ne dite se ci andiamo a bere qualcosa? Offro io- propose Seth.
-Non rifiuto mai- esclamò il biondo alzando le mani e provocando una piccola risata di gruppo.
Andammo verso il bar più vicino e ci sedemmo ad un tavolo aspettando il cameriere che arrivò dopo un po'.
-Dunque... un frappè al cioccolato- ordinò Payne
-Un cappuccino, per te Zayn?-
-Una coca con il limone- dissi porgendo al cameriere il menù.
-Quindi tu vai in classe con mia sorella?- mi chiese il ragazzo che avevo davanti.
-Si, con Abbie-
-E che fa in classe? Sta con i ragazzi? Fa certe cose?- domandò velocemente.
Guardai Liam che rideva.
-Lasciala stare la povera Abbie!- supplicò il cugino.
-Ho bisogno di qualcosa per ricattarla!- si giustificò il fratello.
-No, non fa niente di che in classe- risposi infine tra una risata e l'altra.
-Che tu sappia, ce l'ha il ragazzo?-
-No- risposi schietto subito prima di bere un sorso dal mio bicchiere.
-Si- ribatté subito Liam.
-Come?- domandai curioso.
Fece cenno di girarmi indicando un tavolo un po' più in la del nostro.
La Parker era seduta con un tizio, stavano bevendo dei frappè e... si tenevano la mano.
-E quello chi è!- intervenne incazzato Seth.
-Mmm... Derek!- affermò tranquillo Liam.
-Chi?- chiesi cercando di non far capire di essere un po' infastidito.
-Derek Leew, fa il corso di spagnolo con me-
-E che ci fa con mia sorella qui?- urlò infastidito Seth attirando l'attenzione di alcune persone ne locale.
Da quello che avevo capito Seth era molto geloso di sua sorella e ciò giocava molto a mio favore, potevo ancora scombinare un po' i  piani di Abbie, giusto per divertirmi un po'.
Così iniziai il mio fantastico discorso.
-Secondo te? Quello in città lo conoscono tutti. Fa sempre così ogni giorno una ragazza nuova, la invita ad uscire e poi boom subito  dopo la ragazza si trova nel suo letto senza nemmeno capire cosa stia succedendo. Poi senza nemmeno lasciarla parlare la sbatte  fuori di casa sua lasciandola sola e illusa. Un puttaniere in poche parole- dissi tutto d'un fiato per non cercare di scoppiare a ridere  per la grossa cazzata appena detta.
Liam mi guardava misterioso come se stesse cercando di capire il mio scopo, ma non ci sarebbe mai riuscito era troppo contorto.
-Che cosa? Scherzi dimmi che scherzi!- mi squadrò il ragazzo -Cazzo escono, dobbiamo seguirli!- continuò Seth alzandosi e  andando verso la cassa per pagare.
-Che? No aspetta io devo andare a - cercò di dirgli Liam.
-Non preoccuparti vai, ci penso io- lo rassicurai io.
Liam mi saluto con una pacca sulla spalla e usci andando verso casa sua.


-Secondo te dove sono finiti?- urlò Seth che era un po' più avanti di me.
Pioveva, e non poco, stavamo attraversando un viale cercando di non bagnarci passando sotto i balconi delle case che erano ai lati  della strada.
-Non lo so...magari è andata a casa- cercai di convincerlo per tornare nella mia.
-Quale, nella mia o nella sua- ironizzò il fratello.
Non risposi, restammo in silenzio continuando a camminare verso casa Parker.
Svoltammo a destra, ero pochi passi davanti a Seth che intanto parlava al cellulare con la ragazza, mi incamminai per andare verso il  portone ma mi bloccai subito.
C'era Abbie con quel tizio di prima e ora non si tenevano più la mano, si stavano baciando e non era un bacio al volo era molto  approfondito, che palle adesso ci si metteva di mezzo anche questo come se non fosse già abbastanza difficile convincere la Parker a  venire con me.
I due si allontanarono e con un sorriso e un cenno con la mano si salutarono... puff patetici.
Intanto arrivò Seth che per sfortuna non aveva visto la scena, mi sarebbe piaciuto vedere la sua reazione.
La ragazza era già entrata in casa cosi ora il vialetto era libero.
Entrammo, finalmente un posto caldo, non mi sentivo più le mani dal freddo, eravamo tutti bagnati perchè eravamo rimasti sotto la  pioggia lui a telefonare io a guardare la scenetta d' amore...
-Piove?- chiese Abbie dal divano.
-Io e te dobbiamo parlare!- disse serio Seth ignorando la piccola provocazione e indicando la sorella che si limitò ad alzarsi dal  divano e a fare cenno con la testa al fratello per dirgli di andare avanti.
Ero bagnato, sentivo freddo, volevo sedermi dalla stanchezza ma la scena che si stava presentando davanti ai miei occhi avrebbe  ricompensato tutte le mie fatiche.
-Sai come nascono i bambini?- la ragazza fece un passo indietro non sapendo dove volesse andare a parare il fratello.
-Ma sei scemo, che domande fai! Mike vai in camera tua- disse al fratello più piccolo.
-Allora lo sai?-
-Si, si lo so- rispose sconvolta.
-Ah, lo sai! Allora vuoi un figlio!-
-Sei ubriaco? Che stai dicendo!-
-Sai benissimo di cosa sto parlando!-
-No non lo so , e non voglio saperlo- fece per salire le scale ma Seth la blocco per un braccio.
-Che vuoi ancora?- sbottò la ragazza infastidita.
-Sei uscita con Derek!-
-E tu che ne sai?- chiese sconvolta.
Stavo per scoppiare dalle risate, non mi trattenevo più.
-Lo so e basta, quello vuole solo scoparti! Solo tu sei la stupida che ancora non l'ha capito!-
-Stupido ci sarai tu! Derek non vuole portarmi a letto, non è quel genere di persona ti stai sbagliando! Tu non lo conosci!-
-Forse io non lo conosco! Ma Zayn sa bene come è fatto quello li!- urlò indicandomi e andando verso le scale per poi salire e gridare  -Zayn ti aspetto su!-
La Parker si posizionò davanti alle scale.
-Se ti sposti vado in camera di tuo fratello-
-Tu non ti muovi di qui- disse seria la ragazza.
-Perchè?- giocai la prima carta quella del "finto tonto"
-E lo chiedi pure! Cretino!- urlò saltandomi sopra e iniziando a menarmi.
-Stupido, scemo, imbecille, deficiente, puttaniere, rompi palle, rovina giornate!- iniziò ad elencarle una per una fino a quando non  smise per riprendere un po' di energie.
-Altre offese? Ci sbrighiamo? Ho poco tempo!- dissi indifferente.
-Io ti ammazzo!- cominciò di nuovo a cercare in tutti i modi di farmi male ma con nessun risultato, le bloccai le braccia.
-Hai finito?-
-Smettila di fare l'indifferente! Adesso vai a dire a mio fratello che quello che gli hai detto erano tutte cavolate!-
-Altrimenti?- la sfidai abbassandogli le braccia per portarle lungo i suoi fianchi.
Non trovava le parole per rispondermi così restai un po' a guardarla pensare.
-Altrimenti... ti scjndeowp- borbottò qualcosa di incomprensibile.
-Cosa?- chiesi ridendo.
-Non lo so va bene?-
-Ci provo io ok?-
-No-
-Ci provo lo stesso- scrollai le spalle -Altrimenti ti salto sopra per stuprarti- iniziai ad avvicinarmi a lei.
-Non è da me- mi interruppe.
-Altrimenti ti salto sopra per stuprarti perchè sei sexy- ancora più vicini.
-Ma per favore- ribatté incrociando le braccia.
-Altrimenti ti salto sopra per stuprarti perchè sei tremendamente sexy tutto bagnato-
Stavolta però non le diedi il tempo di controbattere.
Le passai accanto e salii le scale senza problemi sentendo le sue lamentele continue da lontano.


Pov. Abbie


-Si! Per la prima volta in anticipo!- urlai prendendo una mano a Ginnie e alzandola al cielo in segno di vittoria!
-Eh brave volete un applauso?- chiese uno passando per il corridoio. Lo guardai spiazzata, la gente stava impazzendo...
Mi voltai verso la mia amica che stava per scoppiare dal ridere ma che subito sfoggiò il suo sorriso migliore vedendo il suo fidanzato  venirle incontro.
-Amore!- esclamò lui dandole un bacio a stampo e poi guardarla negli occhi.
-Ciao Debbie!- mi saluto con un cenno di mano.
-Abbie...mi chiamo Abbie- risposi acidamente girandomi verso il mio armadietto.
-Scusala è che oggi non ha fatto colazione- si giustificò Ginnie da parte mia con un enorme cazzata. Odiavo quando stava con quello  li, diventava scema, a malapena riusciva a dire qualcosa di sensato come se andasse in tilt...
-Vieni un attimo con me?- si rivolse alla ragazza.
-Si- rispose prontamente e partirono mano nella mano girando l'angolo del corridoio da dove subito dopo spuntò il fantastico Malik!  Si andava di bene in meglio... in quei giorni lo trovavo ovunque, anche dentro casa mia tutto bagnato con un sorriso da stronzo che  aveva detto una cazzata enorme solo per darmi fastidio...
Cercai di ignorarlo, girandomi e tornando a cercare i vari libri.
Si fermo davanti a me, chiuse lo sportello dell' armadietto e mi iniziò a fissare senza dire ne' fare niente.
-Che minchia guardi?- chiesi dopo un po' snervata.
-Niente... pensavo...-
-Ah, proprio qui devi metterti a pensare?- chiesi... tra l'ironia c'era anche un briciolo di curiosità, a cosa poteva pensare lui mettendosi  al mio fianco.
-Si perchè ieri ho visto un film e la protagonista ti assomiglia molto-
-Parlava di un cretino che rompeva perennemente le scatole a una ragazza?-
-No! Sbagliato! Dunque... c'era una ragazza che era davanti alla porta di casa sua, e mentre pioveva baciava un ragazzo-
Lo guardai perplessa.
-Il ragazzo si chiamava Derek... mi pare- continuò lui trattenendo un sorriso.
Non ci misi molto a fare due più due.
-Oddio...- dissi con un filo di voce.
-Un bacio sotto la pioggia...patetico!-
-Lo so... non è da Derek, un puttaniere come lui non bacia una ragazza sotto la pioggia- sorrise, stava ripensando di sicuro alla  cavolata di ieri.
Riaprii l'armadietto che aveva chiuso misi la borsa nell'armadietto e mi incamminai verso l'aula di geometria, con affianco Zayn che  continuava a seguirmi e a guardarmi.
-La smetti?-
-Di fare cosa?- chiese meravigliato come se non stesse facendo niente di male.
-Di seguirmi!-
-Ma se andiamo nella stessa aula, non posso fare un' altra strada!-
-Ah... che palle pure in classe...- dissi aumentando il passo e lasciandolo alle mie spalle.


Mi sedetti al mio solito banco, aspettando che Ginnie entrasse e si sedesse al mio fianco.
Stava per cominciare la lezione, senti affianco a me la sedia muoversi e qualcuno si sedette.
-Oh, finalmente ma dove eri finita!- mi girai verso la mia amica ma non c'era lei... c'era Malik.
-Ero a farmi i capelli- disse con una voce da femmina toccandosi il ciuffo.
-Cretino. Levati che il posto è occupato.-
-Penso che la tua amica non verrà oggi...- rispose facendo cenno di voltarmi.
Un po' di banchi indietro c'era Ginnie che era incollata al carciofone.
Mi girai di nuovo e vidi Zayn continuandomi a fissare.
-La smetti?-
-No! Adesso mi dici cosa ho fatto!- sbottò.
-Mi guardi!-
-Scusa la prossima volta mi cavo gli occhi-
-Sarebbe un'ottima soluzione...- risposi voltandomi dall'altra parte.
-Ti consumi se ti guardo?- chiese ironico.
Lo ignorai del tutto.
-Fate l'esercizio a pagina 342. Alla fine dell'ora lo controlliamo-
-Hai un foglio?- domandò Zayn.
-Tieni- lo staccai dal quaderno e tornai a fare l'esercizio.
-Hai una penna?-
-Tieni- non alzai nemmeno lo sguardo e gliene diedi una presa dal mio astuccio.
Mi picchiettò un dito sulla spalla.
-Che c'è!- urlai esasperata.
-Parker! Lavora!- urlò la prof.
-Scusi...- dissi scocciata -Stronza- completai la frase sussurrando l'ultima parola.
Zayn si mise a ridere piano per non farsi scoprire -Metti il libro in mezzo?-
-Sei uno strazio! Vuoi pure metà merenda?-
-Beh... non so se mi piace... dopo vediamo-
Era un quarto d'ora che stavo sulla stessa operazione, non riuscivo a capire perchè non mi riportava...
Sbuffai e buttai la penna sul foglio.
-Li è meno non più ti sei sbagliata genio-
Ricontrollai, aveva ragione che scema...
Sbirciai il suo foglio aveva finito e stava messaggiando... invece a me mancava  ancora più della meta dell'esercizio.
Fortunatamente suonò la campanella e lasciai li il problema chiudendo il quaderno tra le parole della prof -Finitelo per casa-

 


Ginnie era sparita, neanche a pranzo era venuta da me, capivo che aveva il suo fidanzato e che voleva stare con lui, ma  nemmeno ero riuscita a dirle di Derek...
-Eee pesante la giornata vero?-
Zayn si mise affianco a me porgendomi una mano.
-Che vuoi?-
-Hey, ti sono venuto a fare compagnia! E poi mi avevi promesso metà della merenda!-
Sorrisi senza accorgermene e gli diedi meta della mia pizza.
-Come va con Louis?-
-Male-
-Hai litigato con l'amichetta del cuore?-
-No perchè?-
-Di solito state sempre insieme...-
-Voleva stare un po' con il carciofo ehm Preston-
-Il carciofo?- iniziò a ridere.
-Shhh zitto! Ginnie non vuole che lo chiami così!-
-Ma tanto lei non c'è...-
-Potrebbe sbucare da un momento all'altro!-
-Ne dubito, é impegnata in bagno con il carciofo...-
-Che fanno in bagno?- chiesi ingenuamente.
Mi squadro dalla testa ai piedi, fece un sorrisetto bastardo e continuò a parlare.
-Scopano!-
-Che delicatezza...-
-Come volevi che te lo dicessi scusa?-
-Fanno l'amore magari...-
Iniziò a ridere molto più forte di prima.
-La smetti di prendermi per il culo?-
-Ora ascoltami bene, sono agli inizi è logico che vogliono stare da soli e vogliono scopare ogni volta! E' un' attrazione che non finirà  mai...fino a quando non si stancano l'uno dell'altra-
-Ecco pure quest'altro, ieri mio fratello che mi chiede come nascono i bambini adesso tu... volete aprire un corso e dare lezioni?-
Si avvicinò a me, facendo aderire i corpi e sovrastandomi, tirò indietro una ciocca dei miei capelli.
-Poi alla fine del corso devi passere l'esame pratico però!-
Iniziai a ridere seguita da lui che mi mise le braccia sulla vita e mi diede un bacio sulla guancia e poi mi morse...
-Mi hai morso?- chiesi incerta.
-Può darsi...-scrollò le spalle.
-Scusa, non sai se mi hai morso o no?-
-Fammi controllare di nuovo-
Iniziò a darmi tanti baci sulla guancia, facendomi ridere e divertire, dopotutto la giornata non era andata male....

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Non ringraziarmi! ***


-Ed ecco il cross e GOL!- urlò Zayn alzando le mani al cielo insieme al joystick.
-Tutta fortuna! Voglio la rivincita- disse Seth mentre prendeva il telefono.
-Sono morto- continuò.
-Lo so, sei finito ti batto in tutti i casi-
Rise e poi iniziò a spiegare -7 messaggi e 5 chiamate da Taylor... la mia ragazza-
-In bocca al lupo amico!- disse con un piccolo sorriso di finta comprensione.
-Voglio vivere gli ultimi minuti di vita al meglio... pronto per un' altra partita?-
-Non rifiuto mai!- rispose il ragazzo
Iniziò la partita...
Giurò che se avrebbe passato un altro minuto sui compiti sarebbe diventata pazza, ma fortunatamente qualcosa le diede la possibilità di distrarsi, infatti suonarono alla porta. Si alzò e andò ad aprire.
-Ciao sono Taylor c'è tuo fratello?- chiese una ragazza con i capelli biondi e gli occhi verdi che non aveva mai visto prima.
-Si è di sopra entra- la fece entrare senza problemi e la accompagnò fino alla porta della stanza del fratello e bussò.
-Abbie non rompere le palle!- fu l'unica risposta che ricevette.
-Apri- disse senza troppa non timidezza.
-Sto giocando-
-Bene allora entro da sola!-
Aprì la porta e vide due ragazzi impegnati a giocare davanti al televisore, uno era Seth l'altro era....Zayn? Rimase un attimo scioccata dalla vista del moro, non sapeva ci fosse lui... da quando loro erano amici? i suoi due peggiori nemici insieme, per lei era il peggior incubo pensò subito.
-C'è Taylor- disse con un sussurro con gli occhi ancora su Malik.
Il ragazzo più grande stoppò di colpo il gioco.
-Scherzi?-
-No-
Dalla porta spuntò la ragazza.
-Seth- disse con tono di rimprovero.
-Amore!-urlò lui cercando di essere il più dolce possibile.
-Ci lasciate soli per favore?- chiese la bionda.
-Certo!- le sorrise -Ti porto un coltello da cucina?-
Seth fucilò la sorella con lo sguardo mentre lei rideva seguita da Zayn e da un piccolo sorriso dell'altra ragazza.
-Non preoccuparti faccio con le mie mani-
Il ragazzo chiuse la porta dopo che furono usciti sia lei che il suo amico ed entrambi scesero sotto.
Si sedette al tavolo della sala e continuò a studiare.
-Posso avere un bicchiere d'acqua?- chiese il moro mentre scendeva gli ultimi scalini.
-La cucina è la!- rispose indicandola con un dito senza alzare lo sguardo dai libri di geometria.
-Di solito...- non gli fece finire la frase che subito alzò la testa lo guardo -Sto studiando- affermò acidamente, sarebbe anche andata in cucina a servirlo dato che era un ospite, ma non voleva distrarsi mancava poco per il compito in classe e lei di tutte quelle operazioni e quegli esercizi non capiva niente, era una frana in quella materia.
Zayn andò a bere e dopo un po' tornò e si sedette affianco alla ragazza concentrata sui compiti e che intanto mormorava fra se e se i conti che teneva a mente -L'area del trapezio più la metà dell'area del rombo fa...-
-3867!- disse Malik guardando il foglio -Serve aiuto?-
-No so fare tutto....-
Diede un altro sguardo al foglio.
-Ma sono tutti sbagliati i problemi! Si vede che a lezione parli sempre e non segui- la provocò lui abbassando il tono di voce.
-Io seguo è la prof che non sa spiegare- si lamentò distendendo un braccio sul tavolo e appoggiandoci la testa sopra, Zayn la osservò attentamente, in classe lo faceva spesso quel gesto, durante la lezione, durante i compiti in classe, non c'era stato un giorno in cui non l'aveva vista del tutto allungata sul banco di scuola.
-Si certo-
Prese la penna e iniziò a spiegare dopo che Abbie si fu rialzata e avvicinata a lui.
-Allora, questo non si fa cosi, devi fare lo schema e il disegno è sbagliato-
La ragazza ascoltò attentamente e alla fine cancellò tutto e iniziò da capo.
La stava osservando bene, il modo in cui si tirava indietro i capelli quando quest'ultimi cadevano sul foglio dandole fastidio, gli piaceva tremendamente quella ragazza, lo faceva impazzire, lo eccitava e lo inteneriva allo stesso tempo, adorava quando cacciava fuori la punta della lingua ogni volta che doveva fare qualcosa che richiedeva precisione come il disegni geometrici.
Riprese subito possesso dei suoi pensieri che lo portarono a chiedersi del perchè stava pensando in quel modo a lei, non era da lui, essere così... dolce? Si può dire così?
-Mi consumo eh!- scherzò ad un tratto la ragazza.
Rise un attimo e poi spostò lo sguardo sul foglio continuando ad osservarla con la coda nell'occhio.


-Quindi questo fa...- si interruppe un attimo ricalcolando il tutto, ma il silenzio fu spezzato da qualcuno che urlava dal piano di sopra, -Scusa scusa amore!- era Seth che pareva molto in difficoltà con la sua ragazza.
-Che uomo...- commentò alzando gli occhi al cielo e fissando il punto dove si trovava la camera del fratello.
Zayn si girò verso di lei e la incitò a continuare -Abbie non ti distrarre sempre quanto fa?-
-Ehm...- controllò di nuovo il foglio -4298?-
-Si! Ce l'abbiamo fatta! Ha capito come si fa!- esclamò Malik.
-Ah- si alzò entusiasta dalla sedia -Sono un genio! Sono un genio!-
-Non ti montare! Solo grazie a me bambolina!- disse alzandosi anche lui
Lo guardò per un attimo poi però non trattenne la felicità e gli saltò addosso -Grazie grazie grazie-
-Buona mi spettini il ciuffo bambolina-
Ok...si aspettava di tutto dopo quell'abbraccio, ma non che dicesse che gli stava spettinando il ciuffo. Ci rimase quasi... male.
Si staccò da quell'abbraccio lasciandolo solo mentre la guardava stranito, si girò dall' altra parte e cercando di non far vedere la sua delusione incrociò le braccia e fece la finta offesa quando invece lo ero veramente.
-Acido- disse mettendo il muso.
-Ha parlato quella che mi tratta sempre bene...- rispose abbassando la voce.
-Te lo meriti-
Fece dei passi verso di lei che senti le mani del ragazzo scivolare dalle sue spalle fino alla vita che stinse con delicatezza.
Piombò il silenzio, nessuno sapeva cosa dire, aspettavano il momento giusto per parlare, Abbie sentiva il respiro suo respiro sul collo, si alternava il suo soffio caldo al vento freddo della primavera di Londra che entrava nella casa dalla finestra aperta che era davanti a loro.
-Sei un cretino!- si senti da sopra.
Iniziò a ridere pensando alla possibile scena che si stava svolgendo al piano di sopra, ma non rideva solo per quello, anche per la situazione in cui erano si sentiva un po' in imbarazzo era passato abbastanza tempo e loro erano rimasti in quella posizione, senza dire niente senza dare spiegazioni l'uno all'altra del perchè l'aveva abbracciata in quel modo cosi affettuoso o del perchè non si era distaccata.
Il perchè era semplice da capire, ma nessuno dei due voleva crederci, era troppo strano, loro due che si odiavano a morte fin dalle medie ora si stavano abbracciando ed entrambi sapevano che non era un abbraccio da amici, c'era qualcosa di più sotto...
-Che ne dici se li lasciamo soli e ci andiamo a fare un giro?-  le sussurrò dopo un po' Zayn all'orecchio con il suo solito tono tremendamente sexy che avrebbe fatto effetto su qualunque ragazza, ma Abbie non voleva essere una delle tante ragazza che cadevano ai suoi piedi, ma non voleva nemmeno essere la solita ragazza sostenuta che non sapeva divertirsi.
Non rispose subito, prima esaminò bene le circostanze verificando i pro e i contro...forse si concentrò molto di più sui pro visto che accettò rischiando di tradirsi con la felicità che si sentiva nel tono che aveva usato.


-Ci vai in gita?- le chiese, mentre camminavano chiacchierando del più e del meno, senza farsi troppi problemi come se fossero amici da sempre, non ne era sicura, ma stava iniziando a credere che esistesse un lato di Zayn diverso da come appariva, forse aveva sbagliato ad inquadrarlo, come si dice.. mai giudicare un libro dalla copertina, accantonò subito quel pensiero nel suo cervello, non era lei che lo odiava, ma lui che dalla prima media si faceva odiare con tutto quello che le diceva, non sapeva come le era passato in mente quel pensiero così stupido... non era colpa sua se non avevano mai legato veramente.
-Si tu?- rispose ritornando alla vita reale senza
-Sono costretto... con chi vai in camera?-
-Non lo so...- disse mentre pensava a Ginnie che si stava distaccando sempre di più.
-Non vai con la tua amichetta del cuore?- come al solito la prese un po' in giro, era da lui..da loro.
-Mr simpatia! Comunque non vorrei trovarmi il carciofone nudo nel letto, mi bloccherebbe la crescita!-
-E già sei bassa di tuo se poi ti blocchi!-
-Scemo!- iniziarono a ridere all'unisono.
-Ciao Zayn!- una ragazza si fermò davanti a loro, entrambi la conoscevano, aveva il corso di inglese in comune.
-Ciao.....- non fini la frase, non riusciva a ricordarsi il nome della sconosciuta.
la ragazza squadrò Abbie dalla test ai piedi con uno sguardo che non prometteva niente di buono, rabbia gelosia? Di tutto...
-Beh vi lascio parlare, vado a prendere un frullato...ciao eh- disse quest'ultima dileguandosi e andando verso il bar più vicino.
Le vibrò il cellulare, nemmeno pochi passi e Zayn le aveva già scritto.
"Questa me la paghi!" diceva il primo.
"Che fai oggi pomeriggio?" il secondo era di Derek a cui rispose dicendo che ero in giro con un amico, pagò il frullato e torno indietro sorseggiandolo ogni tanto mentre si guardava intorno.
La ragazza gesticolava velocemente, Zayn era del tutto annoiato e non l'ascoltava per niente, le cose andarono per le lunghe cosi Abbie si sedette sul marciapiede bevendo e godendosi la scena e facendo ridere Malik ogni volta che incrociava il suo sguardo con delle facce assurde.
Ad un certo punto, la ragazza girò i tacchi lasciandolo solo, lui fece lo stesso e andò dalla giovane che era a sedere per terra.
-Una vecchia amica- disse indicandola -Andiamo- continuò porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Camminarono fino ad un parco e si sedettero su una panchina all'ombra.
-Mi fai fare un sorso?- le chiese indicando il frullato che ancora avevo in mano.
-No-
-Perchè?- domandò deluso.
-Perchè me lo finisci!- rispose ovvia la ragazza.
-Dai!-
-No-
-Ti prego!-
-Noo!-
-Antipatica-
Si sedette comodo e iniziò a guardare le  persone che passavano dando ogni tanto delle gomitate sul braccio della ragazza senza farla riuscire a bere il frullato.
-ZAYN FINISCILA!-
Iniziò a ridere -Solo se mi fai bere!-
-Tieni finiscilo!- urlò infine esasperata. Lo guardo bere quel po' che restava della bevanda, era così fastidioso e scemo, a volte sembrava non volere crescere, un bambino si, alcune volte Zayn Malik si comportava come un bambino!
-E' finito- annunciò alla fine porgendole il bicchiere.
-Vallo a buttare- disse Abbie indicandogli il secchio alcuni passi più in la.
-Ma guarda quanta strada è!-
-Non è un mio problema-
Erano le 19 e 30, i bambini stavano andando via dal parco per andare a mangiare, così si liberarono anche i giochi.
-Finalmente!- urlò la giovane iniziando a correre verso le altalene.
Zayn si girò di scatto vedendola correre e vi si diresse anche lui ma essendo nella squadra di calcio era molto più veloce, la ragazza vide soffiarsi via l'altalena libera da sotto il naso.
-Alzati!- gli ordinò mettendosi davanti a lui.
-Sono arrivato prima io-
-Non vale però-
-Perchè?-chiese scansandola delicatamente da davanti a lui e iniziando a dondolarsi.
-Perchè tu vai più veloce!-
Le rispose andando a tempo con l'altalena -Non- -E'- -Un- -Mio- -Problema-
-Bastardo- fini lei appoggiandosi sulla trave di legno del gioco e aspettando il suo turno.
La guardò dall'alto , si fermò -Va bene tieni- disse alzandosi.
-Davvero??-
-No Ahahahah-
Odiava quando la prendeva in giro, lo faceva in un modo talmente stupido che si sentiva ingenua, così mi piazzò sopra di lui e non lo fece muovere.
-Vediamo chi vince!- esclamò infine vittoriosa.
-Io!- urlò di rimando Zayn.
Subito si girò verso di lui allarmata, che prese le mani della ragazza e le strinse alla catena dell'altalena, fece lo stesso e si diede una grossa spinta con le gambe.
-Ti prego fermati!- disse cercando di non urlare dalla paura di cadere.
-E' divertente-
-No-
-Volevi fare l'altalena!-
-Si ma non cosiiii- strillò impaurita, era appena scivolata da un lato perdendo la presa dalla catena ma prontamente il moro la riprese dalla vita e mi tenne stretta fino a quando non poggiarono i piedi a terra.
-Che paura- disse stremata mentre si incamminavano verso casa Parker.


"Aspettami all'uscita che ti vango a prendere :)" lesse il messaggio di Derek da sotto il banco per non farsi scoprire dalla professoressa che stava spiegando dalla cattedra.
"Certo :)" rispose al messaggio felicemente, si girò per dirlo a Ginnie al suo fianco ma quando si girò non c'era lei...giusto.. aveva fatto scambio posto con Zayn per stare vicino al carciofone..
Sospirò, come per far uscire tutta la felicità che la stava quasi per far esplodere e tornò a guardare la professoressa.
I vecchi metodi funzionano sempre, pensò Abbie, mentre strappava un pezzo di carta dal foglio del quaderno:
"Derek mi viene a prendere a scuola **" scrisse poi chiamò Sarah, la ragazza che era dietro di lei.
-Lo passi a Ginnie per favore?-
-Certo-
La risposta non tardo ad arrivare, ma pur troppo arrivò dalla parte sbagliata, aveva fatto il giro opposto, Ginnie aveva passato il bigliettino all'amico di Preston, Dawson... un deficiente che l'aveva passato a Zayn e che ora, come previsto lo stava leggendo.
-Dammi quel biglietto!-
-Sto leggendo un attimo- rispose seccato il moro bloccando la mano della ragazza che cercava di riprendere il foglietto.
-Così il finocchio ti viene a prendere...-
-Si...no, si ma non è finocchio e ora fammi vedere che mi ha risposto Ginnie-
-C'è scritto : Wow.... molto interessata alla vicenda- tagliò corto ridandole il foglietto che lei mise nell'astuccio.
Solo una stupida esclamazione aveva scritto la sua migliore amica? Ogni volta che l'altra le parlava di Preston le prime volte cercava di essere il più interessata possibile anche se odiava quel tipo, non gliela raccontava giusta...
-Parker!- la ragazza alzò la testa di scatto ritornando alla realtà e lasciando i suoi pensieri alle spalle dopo il richiamo della professoressa.
-Si?- chiese guardando la lavagna piena di operazioni di algebra.
-Perchè non viene a risolvere questo problema?-
-Ma p...-
-Non era una domanda- continuò la donna con tono sempre più severo.
La ragazza si alzò andando alla cattedra in modo lento e mettendosi davanti alle scritte con in mano il gesso e un mare di confusione in testa.
-Allora?-
-Non so farlo prof.-
-Pensaci-
Fece finta di pensarci poi si girò verso Zayn, vide sul suo foglio l'esercizio svolto e il risultato che però non riusciva a leggere, continuò ad osservarlo fino a quando il moro non alzo la testa e iniziò a guardare lei.
Sapeva che gli stava chiedendo aiuto eppure non voleva aiutarla, si limitava a scrutarla inespressivo mentre lei era nel panico totale, le mani le sudavano e non aveva proprio idea da dove cominciare l'esercizio, pensava fosse diventato suo amico, pensava l'avesse aiutata suggerendole qualcosa, invece niente...la guardava. Che cazzo guardi? Pensò istintivamente.
Si trattenne dallo sbottare di rabbia davanti a tutti, guardò un' ultima volta la professoressa che sorrideva bastardamente.
Pensò a tutte le volte che un professore le faceva uno sgarbo e al fastidio che provava dentro... per una volta voleva essere lei la maleducata, non rispondeva mai ai richiami e se lo faceva era perchè si era letteralmente stufata.
Porse il gessetto alla prof che lo prese incredula.
-Le avevo detto che non lo sapevo fare- si limitò a dire mentre tornava a posto e si sedeva affianco al ragazzo senza nemmeno guardarlo.
La lezione non durò a lungo, infatti suonò subito la campanella e mentre tutti andavano via la professoressa fermò Abbie.
-Questo 4 le abbassa la media Parker- le annunciò senza alzare gli occhi dal registro.
Non le rispose affatto, si girò e andò verso l'armadietto.


Aveva mangiato sola anche quella volta, neanche Zayn che era passato lì nel corridoio quella volta si era fermato a parlare.
Pensava che fossero tutti impazziti in quella scuola... o forse era lei quella strana, però si consolò subito pensando a Derek che la veniva a prendere, almeno avrebbe parlato con qualcuno.


Aspettava da più di 10 minuti che un Phantom nero con gli adesivi verdi svoltasse l'angolo, e finalmente dopo una lunga attesa si fermò davanti a lei.
-Come va?- chiese dopo aver fermato il motorino ed essersi alzato il casco integrale per ricevere un bacio che la ragazza non gli negò.
-Tralasciando un 4 in matematica tutto bene tu?- sorrise guardandolo perplesso mentre si chiedeva fra se e se come avesse fatto a prendere un voto così basso.
-Tralasciando un incidente che mi ha fatto ritardare tutto bene- rispose mentre lei era ancora fra le sue braccia.
-Guarda chi c'è! Il finocchio!- esclamò una voce da dietro la siepe.
Entrambi si girarono vedendo due figure che uscivano dal proprio nascondiglio.
Erano Zayn e il riccio.
-Cazzo, no ti prego...-si limitò a sussurrare a se stessa Abbie abbassando lo sguardo a terra per non guardare quello che stava per succedere.
-Perchè sta abbracciando la tua ragazza?- chiese il moro all'amico che rimase sorpreso.
-Non era questo il piano...-sussurrò all'altro.
-L'ho modificato...-
Harry cerco in tutti i modi di stare al gioco -Già perchè c'è un braccio intorno alla vita della mia ragazza?-
-Non è la tua ragazza- si limitò a dire Derek ancora sulla moto, ma stavolta si era levato del tutto il casco.
-E allora perchè sto per baciarla?- continuò il riccio.
-No non stai per baciarla!- borbottò Malik.
-Ma se è la mia ragazza!-
-Ma non la baci!-
-Non è il mio ragazzo! Quello nemmeno lo conosco!- esclamò la ragazza facendo un passo verso Derek che però aveva ormai levato il suo braccio intorno a lei.
-Amore così ti metti solo nei guai, quante volte ti ho detto che non devi mentire!-
-Che?- ma il piccolo grido di Abbie fu coperto dalla voce del riccio -Scusala, è solo gelosa perchè parlo con le altre ragazze e per farmi ingelosire ci prova con gli altri...-
Derek spostò lo sguardo da Abbie ad Harry a Zayn che lo guardava con rabbia e divertimento allo stesso tempo mentre si accendeva una sigaretta.
-Non so cosa stia succedendo- iniziò Derek - Ma se avevi un ragazzo potevi dirmelo prima- finì rimettendosi il casco e partendo verso casa sua.
-Devo andare ci vediamo domani- disse velocemente il riccio dileguandosi e lasciando davanti al cancello della scuola Zayn e Abbie da soli.
-Io ti ammazzo!- urlò la ragazza correndo verso il moro che subito la bloccò stringendola a se.
Aspirò un tiro mentre la guardava e poi buttò via l'aria girando la testa e iniziando a camminare.
-Non ringraziarmi!- fu l'ultima cosa che disse mentre svoltava l'angolo.









Salve a tuttii :)
Prima cosa (la più importante) volevo ringraziare chi segue la mia storia e chi la recensisce :D Grazie Millee Seconda cosa, ecco il decimo capitolo! Spero vi piaccia non ne sono molto sicura su come è venuto, non mi piace molto.. fatemi sapere cosa ne pensate cosa dovrei cambiare, ditemi la vostra :D Vi salutoo <3 BACI FRAAAA :3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Mi dispiace per quella storia... ***


Si buttò letteralmente sul letto, non aveva fatto pranzo e nemmeno aveva salutato la famiglia.
Era una settimana che si ripeteva quella scena, da quando Derek l'aveva "mollata" era incazzata con tutti ma soprattutto con Zayn. Quella stessa sera gli aveva mandato offese e colpi di tutti i generi sia mentalmente che per messaggi ai quali naturalmente il ragazzo non rispondeva.
Aveva passato il limite, non capiva il perché di quella messa in scena, non ci arrivava.
Anche quella volta era andata a scuola non aveva parlato con nessuno tranne Sarah e Mary, due ragazze che conosceva da anni ma con cui non aveva molta confidenza, Ginnie... l'aveva persa, stava sempre con quel cretino e con quei suoi amici pompati, a volte la chiamava per lamentarsi su tutto quello che non le andava bene ma quando si incontravano molte delle volte nemmeno la calcolava.
Prese un altro minuto per pensare a tutto quello che le stava succedendo mentre guardava fuori dalla finestra la piccola pioggia primaverile che stendeva un velo di freschezza sulla città.
Si fissò a osservare ogni minima goccia che brillava prendendo i colori del cielo brillando come piccoli diamanti.
-Abbie prepara la valigia!- la voce della madre la fece tornare nel mondo reale, si alzò e iniziò a classificare i vari abiti da portare.
Da una parte c'erano quelli pesanti, dall'altra quelli un po' più leggeri, non aveva la minima idea di com'era il tempo in Italia.
Naturalmente accese lo stereo e a tempo di musica iniziò a preparare tutto quanto.
Stava quasi per finire quando le squillò il cellulare, chi poteva essere se non Ginnie?
Rispose di malavoglia...
-Pronto?-
-Dimmi come faccio a fare entrare tutto in una sola valigia!-
-Non lo so...- disse con tono indifferente per far capire alla ragazza che stava incazzata nera con lei.
Ma forse non lo voleva capire -Puoi mettere un po' dei miei vestii nella tua??-
-No!- si apprestò a esclamare, solo dopo si accorse del tono forse troppo severo e così si giustificò -La mia è piena...-
-Ah...comunque devi sapere che ha combinato Preston...- ecco ora sapeva perché aveva chiamato, per la solite cose, raccontare ed essere compatita, la solita storia, iniziava il suo monologo...
Era più di mezz'ora che parlava e Abbie fingeva di ascoltarla facendo uscire delle piccole esclamazioni per dirle che stava seguendo tutta la storia.
-Sono le otto devo andare a cena!- urlò ad un certo punto Abbie dall'altra parte del telefono.
-Proprio ora?-
-Si...- altra bugia.
-Tanto ci vediamo alle tre davanti alla scuola per prendere il pullman! Continuò a raccontarti dopo!-
-Che bello!!- si fece uscire una frase sarcastica la ragazza che attaccò subito dopo e scese sotto ad aiutare la madre a cucinare.
 
 
La sveglia del cellulare rimbombava nella stanza silenziosa per avvertire la ragazza che si doveva svegliare, erano le due di mattina quando Abbie mise i piedi fuori dal caldo letti fino al freddo pavimento.
Prima di andare in cucina a mangiare qualcosa si guardò allo specchio, si tirò indietro il ciuffo con una mano e si impaurì quando vide le due enormi occhiaie che erano proprio sotto i suoi occhi. Dopotutto quando si svegliava era sempre qualcosa di indescrivibile, anzi ogni tanto ci scherzava su urlando "sono un quadro cubista!" tanto per mettere un po' di allegria nella casa e far sorridere sua madre di prima mattina.
Si fece una doccia veloce e si legò i capelli in una coda alta per stare comoda, visto che sarebbe rimasta 4 ore in aereo.
Una maglietta e i pantaloni di una tuta, prese la valigia e cercando di non far rumore per le scale la portò fino al portone, erano le due e mezza, svegliò sua madre che doveva portarla all'appuntamento e dieci minuti più tardi partirono per andare verso la scuola.
I pullman erano già li, doveva sbrigarsi a prendere un posto in fondo, salutò sua madre che riprese la macchina  dirigendosi verso casa, e si andò a sedere, naturalmente, come ogni anno il posto vicino al finestrino per guardare il paesaggio che si muoveva insieme a loro.
Ma non c'era solo il paesaggio da osservare, c'erano anche le facce dei suoi compagni stanchi morti, le ochette che di solito erano tutte perfette e truccate a quell'ora del mattino sembrava zombie, anzi senza trucco erano altre persone.
-E' libero?- chiese una ragazza alta e snella.
-Certo- le sorrise Abbie.
Almeno affianco a lei non c'era Ginnie insieme alla sua fantastica descrizione di Preston...
Dopo l'appello e le varie raccomandazioni delle professoresse il pullman partì verso l'aeroporto insieme all'eccitazione per la gita e alle grida di tutti i ragazzi.
-Il portellone dell'aereo 401 sta per chiudersi!- si senti la voce di una ragazza dagli altoparlanti.
-Forza correte!- urlò la professoressa di inglese in preda al panico.
Eravamo in ritardo, avevano trovato la fila a causa di un brutto incidente.
Dopo aver svoltato l'angolo si trovarono di fronte al portone per l'imbarco.
-Fermi! Manchiamo noi!- urlò la professoressa sventolando i vari biglietti.
Ci fecero disporre in più file e uno alla volta ci fecero oltrepassare la porta e andare nell'aereo.
I posti erano a due.
-Arrivata in tempo!- esclamò Ginnie buttandosi a peso morto affianco al sedile di Abbie che roteò gli occhi senza farsi notare.
-Allora ti dicevo...- iniziò lo straziante monologo.
Si appoggiò al lato sinistro del sedile, quello più vicino al finestrino e più lontano all' "amica", si mise le cuffiette e chiuse gli occhi cercando di dormire. Non gliene importava se la compagna si sarebbe offesa, doveva capirlo, lei non era li per ascoltare tutte le sue lamentele.
 
 
Forse aveva dormito troppo... infatti al suo risveglio Ginnie non era più al suo fianco, la cercò con lo sguardo e naturalmente stava con Preston.
Si lasciò scappare una smorfia di disgusto.
-Tutti a sedere! Non è sicuro stare in piedi- urlò la professoressa.
-Hey!-
Malik...
Si rimise subito le cuffiette e iniziò a guardare fuori dal finestrino come se nessuno l'avesse chiamata.
Una mano delicatamente le sfilò una cuffietta, mentre lo faceva per sbaglio le sfiorò il collo, provocandole un brivido che le percosse tutta la schiena costringendola a chiudere gli occhi.
-I Green Day, sono forti!- esclamò il ragazzo.
Continuò ad ignorarlo.
-Senti, ti conviene parlarmi dato che resterò qui-
-No! Rivai al tuo posto!- rispose subito la ragazza.
-Vorrei, ma la tua amichetta mi ha fregato il posto- disse indicando Ginnie seduta alcuni sedili più in la di loro.
Batté una mano sul poggia braccio per far capire all'altro che era di troppo.
-Senti....- cominciò il moro ma la ragazza lo zittì subito con il cenno della mano e si girò verso il finestrino.
-Allora...- riprovò il ragazzo non avendo però nessun cenno di vita da Abbie.
-Mi ascolti?- urlò con tono duro facendo girare l'intera classe verso di loro -Ti prego- questa volta le sussurrò all'orecchio con dolcezza.
Abbie girò la testa e lo guardò fisso negli occhi, voleva vedere cosa avrebbe fatto, sapeva che si sarebbe scusato e se non l'avrebbe fatto lo avrebbe obbligato.
-Mi dispiace per quella storia- disse infine abbozzando un sorriso da bambino.
-Tutto qui?- lo guardò incerta alzando un sopracciglio.
-Ehm si?-
-Cretino- fini la discussione la ragazza voltandosi di nuovo verso il paesaggio che stava passando veloce. Mancava poco all'atterraggio già si intravedevano le bellissime coste italiane dall'alto.
-Attenzione, si prega di allacciare le cinture di sicurezza per l'atterraggio- disse la donna con il microfono in mano, tutti fecero come ordinato e finalmente l'aereo toccò terra.
Davanti all'aeroporto c'era un altro autobus pronto a portarli verso l'hotel.
-Ciao di nuovo!- urlò Zayn ad Abbie sedendosi affianco a lei.
-Ancora tu! Sei il mio peggior incubo-
-O la tua miglior fortuna- la ragazza gli lanciò un occhiata che era tutt'altro di simpatia.
Fece per girare la testa per non vedere il moro ma lui la bloccò.
-Non fare la bambina e per una volta guardami in faccia- sussurrò facendo avvicinare le loro labbra.
Ma lei subito si scansò evitando un bacio che sarebbe stato di sicuro un errore.
Stettero in silenzio per un bel po' fino a quando Zayn non riuscì più a tenere tutto dentro...
-Davvero non capisci?- sbottò d'un tratto facendo sussultare la ragazza.
-No- rispose secca lei, non sapendo dove volesse arrivare il moro.
-Non pensavo fossi così- affermò abbassando la voce abbozzando un piccolo sorriso ironico e amaro allo stesso tempo.
-Cosí come scusa?- chiese iniziando ad interessarsi alla conversazione.
-Così stupida- finì la frase alzando la testa e puntando gli occhi color cioccolato in quelli di lei, guardando la curiosità svanire nel suo sguardo per fare spazio alla sorpresa e infine alla rabbia.
-Io? Io sarei stupida? Tu saresti quello intelligente quindi?- la voce si alzò diventando più acuta del solito.
-Non ho detto questo...- cercò di ritirare le parole sbagliate il ragazzo.
-Ah no, giusto, mi hai dato solo della stupida!- fece per alzarsi e andarsene ma lui prontamente la bloccò.
-Non intendevo dire che sono più intelligente di te, stavo solo dicendo che sei stata stupida a non accorgerti del perché io abbia fatto quella scena l'altro giorno!- spiegò con fermezza.
La ragazza non si mosse e fece continuare il moro con il suo discorso.
-Ero geloso, di te! Quando ti ho baciato, non mi hai dato nemmeno un segno, non ho mai capito se ti è piaciuto o se invece lo hai detestato, non sai quante volte non ho dormito pensando a tutti gli errori che ho fatto con te. Ogni volta che ripenso a quando ti offendevo mi sento un vero e proprio coglione-
-Lo so- lo interruppe.
Solo lei in un momento del genere gli avrebbe fatto quell'osservazione... dopotutto aveva ragione.
Voleva continuare a parlare con Zayn, sapeva che le stava per dire qualcosa di importante, ma il ragazzo venne interrotto dal suo amico dell'altra volta.
-Malik andiamo a prendere le valigie! Siamo arrivati!-
Abbie si girò dalla parte del finestrino, dietro di lei c'era un palazzo enorme, era l'hotel dove avrebbero alloggiato. Altissimo, non sapeva quanti piani fossero ma era di sicuro uno dei più alti.
 
 
-Stanza 1128- disse Sarah porgendo le chiavi della camera alle due ragazze.
-Il piano?- chiese Abbie.
-17, dobbiamo fare la fila per l'ascensore-
-Che palle- si lamento Ginnie -Oh c'è Preston!- urlò ritornando allegra e dileguandosi per andare dal ragazzo.
Dopo 10 minuti che aspettavano, riuscirono finalmente a salire al loro piano e ad entrare in camera.
Sarah correva come una pazza, era eccitata come una bambina, voleva vedere la camera. Abbie fece solo in tempo per vedere Zayn con due suoi amici entrare nella stanza dall'altra parte del corridoio.
-Beh...carina- cercò di ironizzare la ragazza davanti al viso deluso dell'amica.
C'erano tre letti attaccati, un piccolo corridoio che dava sul bagno e una scrivania con sopra un piccolo televisore.
-Fantastica si...-
Neanche 5 minuti che erano lì e già bussavano alla porta.
-Devo andare in bagnoooo- urlò Ginnie entrando e fiondandosi in camera.
Dopo un po' si senti una botta ed entrambe le ragazze si diressero verso l'amica che usci subito dal bagno con mano la tavoletta del wc.
-Raga... giuro non sono stata io!- si guardarono incerte poi scoppiarono tutte a ridere.
-Che diciamo alla prof??- chiese a un certo punto Abbie.
-Che era già rotta dai!-
Si ricomposero e iniziarono a sistemare le loro cose per la stanza.
-Vado a farmi una doccia- affermò Sarah prendendo l'asciugamano e dirigendosi verso il bagno.
Ginnie e Abbie rimasero sole nella stanza e la ragazza non si fece scappare l'occasione di parlare all'amica di quello che stava succedendo.
-Ginnie...dobbiamo parlare- la ragazza si girò verso l'altra e si sedette affianco a lei sul letto.
-Dimmi- disse semplicemente lei.
-Ehm.. si...dunque- cerco di formulare la frase perfetta...non era per niente brava con le parole.
-Compra una vocale- scherzò l'altra provocando una piccola risata da entrambe le ragazze.
-Penso che in questo periodo tu ti stia allontanando troppo da me- ecco l'aveva detto, come al solito, sbatteva la verità in faccia alle persone non riuscendo a trovare il modo giusto per parlare.
-In che senso? Parliamo sempre io e te...- Ginnie non capiva ancora.
-Si, però parliamo dei tuoi problemi...-
-Le vere amiche si ascoltano- disse incerta.
-Ma tu non ascolti mai me- concluse la ragazza.
-Io... io non ci avevo pensato...- affermò sincera l'amica -Sono stata egoista...una stronza! E' solo che, non riesco a non pensare ad altro che a quel cretino-
-Preston?- chiese lei curiosa, non pensava avesse dei problemi con lui.. la loro storia era tutte rose e fiori.
-Penso che mi stia tradendo...anzi ne ho la certezza-
-Con chi?- chiese delusa.
-Carly Rason...del 3b-
-Allora perché non lo lasci?-
-Lo amo troppo! E poi...dopo ho paura che non troverò mai nessun altro-
Le parole dell'amica la lasciarono senza fiato, aveva anche lei dei problemi e non erano di poco conto.
-Cretina... come fai a dire che non troverai mai nessun altro! Non devi svalutarti così sei fantastica e troverai uno 100 volte meglio di lui!-
L'altra la guardò con gli occhi lucidi.
-Ti voglio bene Abbie- disse abbracciandola.
-Ti voglio bene anche io, però dopo lasci quel cretino-
-Si- rispose ridendo.
-Ragazze una manooo- urlò Sarah dal bagno.
Entrarono, la ragazza era avvolta nell’ asciugamano e aveva in mano il rubinetto della doccia.
-Raga lo stiamo distruggendo sto bagno...- affermò Abbie prendendo in mano l'oggetto.
-Mettiamo anche questo nella lista dei "già rotti" ?- chiese Ginnie cercando di non ridere.
-Penso proprio di si- affermò l'ultima ragazza trattenendo delle grosse risate.
 
 
-Dobbiamo stare attente, siamo troppo casinare, stiamo distruggendo l'hotel-
-Dai divertiti un po'- la interruppe Ginnie.
-Manca solo che facciamo crollare il pavimento-
-Ci hanno dato il programma-
Sarah iniziò a leggere il programma.
-Ci dobbiamo svegliare alle 6...-
-Scherzi?-urlò Ginnie alzandosi dal letto.
-Che palle...-
-Su però... levate tutte queste valigie da giù per terra senno inciampo e cad...-
Abbie non fece in tempo a finire la frase che inciampò e si schiantò verso la porta del bagno. La porta era scorrevole così si inclinò e nessuna delle tre ragazze riuscì a rimetterla a posto.
-Siamo delle macchine da guerra- affermò ridendo Ginnie sedendosi sul letto insieme alle altre dopo l'ennesimo tentativo.
-Un cesso, una doccia e una porta... Ma come si fa...- continuò Abbie.
-Oh ci hanno dato un programma in più, questo lo dobbiamo portare nella stanza 1131, chi va?- chiese Sarah dividendo i due fogli.
-Io devo andare a lasciare Preston- disse l'amica con naturalezza lasciando le altre due sorprese.
-A me invece manca da riordinare tutta la valigia-
-Ho capito vado io pigrone!- le rimproverò scherzando Abbie, prese il foglio e usci dalla stanza.
 
 
 
Camminò nel corridoio leggendo i vari numeri sulle stanze,  fino ad arrivare alla 1131, bussò.
-Ciao- disse senza nemmeno alzare o sguardo dal foglio -Abbiamo il vostro programma ecco-
-Abbie- la ragazza alzò la testa sentendo il suo nome.
-O cristo, ancora tu!- esclamò guardando il moro che la guardava con un sorriso timido, poi però divenne serio, apri del tutto la porta e la fece entrare nella stanza.
-Perché mi hai fatto entrare... di forza?- chiese restando vicino alla porta con le braccia incrociate.
-Guarda che non ti faccio niente di male- rispose ridendo -Volevo solo finire la conversazione di prima-
Non le piaceva stare in quella stanza, sola con Zayn, cercò di tagliate corto.
-Bene sei perdonato ciao ci si vede eh!- esclamò girandosi e aprendo la porta.
Lui le prese la mani da dietro e la fermò, non parlò, si limitò a baciarle la parte del corpo scoperta.
Ogni bacio diventava sempre più intenso, la ragazza non riuscì più a resistere e tirò indietro la testa.
Il ragazzo si avvicinò all'orecchio di lei.
-Ti ho sognato, una volta, poi due tre....Eri sempre pronta ad apparire ogni volta che chiudevo gli occhi- le sussurrò mentre la faceva girare verso di se' facendola rimanere fra le sue braccia.
Si avvicinò e le diede un piccolo bacio all'angolo della bocca, la guardò negli occhi mentre vedeva il suo sguardo sorpreso e imbarazzato, le sue mani scesero fino alla schiena iniziando a spingere dolcemente la ragazza verso di lui.
I loro bacini si scontrarono e i due si ritrovarono più vicini del solito. Le bocche si sfioravano ma lui non la baciò, aspettava che lei per una volta facesse il primo passo.
Non poteva staccarsi dalle braccia di Zayn, non poteva o forse non voleva, le piaceva rimanere li con lui, tra le sue forti braccia circondata dal suo profumo e dal suo calore.
Fece scorrere le mani dal petto del ragazzo fino alle spalle, inclinò un po' la testa e sfiorò con le labbra la pelle del collo del moro, che  la strinse ancora di più a se' dopo quel leggero contatto.
Si alzò un po' sulle punte, azzerò le distanze che prima c'erano tra i loro visi, i nasi si sfiorarono soltanto ma le bocche si unirono in un bacio passionale...
 
 
 
 
 
Salveeee, volevo ringraziare chi a recensito e chi ha letto il capitolo :)
La scuola è iniziata D: però ho sempre un po’ di tempo per scrivere la storia, che penso stia quasi per finire, stimo giungendo all'epilogo!
Datemi dei consigli, cosa vi è piaciuto? Cosa vi ha fatto schifo di questo capitolo?? Fatemi sapere cosa ne pensate, non siate timide :3 ahahhaaha
In bocca a lupo a tutte per la scuola!
Baciii <3

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Sei mia ***


Le braccia muscolose del moro le cinsero la vita e il contatto con le labbra la portò in un altro mondo, Zayn cercò di approfondire il bacio, ma per la prima volta lei glielo negò, cerco di liberarsi dalla stretta ma prontamente il ragazzo aumentò la forza e con pochi passi la bloccò facendo trovare la ragazza con la schiena al muro.
Con insistenza intensificò il bacio, anche se Abbie opponeva resistenza, continuò a insistere fino a quando non si fermò e terminò  la tortura della bocca della ragazza.
Le fronti erano appoggiate l'una sull'altra, i visi erano vicinissimi, i nasi si sfioravano e i respiri si univano. Ripresero entrambi fiato dopo quel lungo bacio.
Abbie si accorse di volere ancora assaporare quelle fantastiche labbra.
Zayn iniziò a balbettare qualcosa per scusarsi della sfrontatezza che aveva avuto pretendendo quel bacio ma non riuscì a dire niente, la  ragazza aveva già azzerato le distanze e aveva già ricongiunto le labbra con quelle del moro, ogni tanto uno dei due si allontanava per  riprendere fiato e prontamente l'altro richiedeva il contatto trovando di nuovo la bocca morbida e soffice dell' altro.
Continuarono a baciarsi passionalmente fino a quando non sentirono entrambi il bisogno di avere di più, il moro avvicinò ancora di più il corpo di Abbie al suo, voleva sentire il contatto ma non ci riusciva, i vestiti erano di troppo e la voglia era tanta.
Le mani che prima erano sui fianchi della ragazza iniziarono a scendere e a salire cercando disperatamente il bordo della maglietta, finalmente riuscì a trovarlo, con un gesto veloce si inserì al di sotto del cotone e sentì la pelle calda che rabbrividì al contatto con la mano fredda che accarezzava espertamente e ispezionava ogni centimetro del ventre della giovane.
Abbie emise un piccolo gemito di protesta ma era quasi un sussurro svogliato, anche lei chiedeva di più.
Per pareggiare i conti fece lo stesso ma in maniera molto lenta tanto da far impazzire il moro che non riuscendo più a controllarsi si tolse la maglietta da solo. Le scappò un sorriso compiaciuto che contagiò anche il ragazzo.
Fece salire ancora di più le mani, oltrepassando il reggiseno della ragazza e arrivando fino alle braccia che Abbie aveva alzato per aiutarlo a levare la maglietta ormai inutile.
Senza pensarci due volte si fiondò sul collo nudo lasciando baci e scie umide passando le labbra sulla  pelle liscia. La giovane non resistette a lungo, porto le mani tra i capelli di Zayn, emise un gemito di piacere e lasciò andare la testa all'indietro godendosi quei piccoli ma fantastici contatti fra di loro.
Il moro continuò fino a quando non decise di concentrarsi su un punto e iniziare la tortura fino alla creazione della piccola macchia viola.
Abbie ormai aveva capito, Malik voleva farla morire di piacere, alzò la testa e gli diede un bacio a stampo, continuò sfiorando con le labbra la guancia del ragazzo fino ad arrivare alla parte dietro l'orecchio dove si fermò e incominciò delicatamente a stuzzicare.
Zayn si fece scappare un gemito di piacere, invertì le posizioni e si trovò con le spalle al muro, fece qualche passo in avanti obbligando la giovane a fare lo stesso.
Si scambiarono di nuovo, Zayn si trovò ai piedi del letto.
Si concentrarono di nuovo sulle labbra, il moro si sedette sul letto alzando il viso per non far cessare lo scambio di baci, prese le mani della ragazza e le portò fino al suo petto, la giovane accarezzò la pelle ambrata e poi salì fino alle spalle muscolose e ampie, si mise a cavalcioni posizionandosi sul bacino del ragazzo, si abbassò per continuare a dare quei veloci e intensi baci fino a quando il giovane non rallentò facendo diminuire l'intensità.
Abbie alzò la schiena, ora davanti agli occhi del moro non c'era più il viso della ragazza ma il petto, lasciò piccoli baci delicati sul seno lasciato scoperto dal reggiseno, dal ventre le mani salirono sfiorando i seni e arrivando fino al viso della giovane, la avvicinò a se e le diede un piccolo bacio, salì ancora, portò delle ciocche di alcuni capelli della ragazza dietro le orecchie e scese accarezzando le spalle e arrivando al gancetto del reggiseno. Con delicatezza sganciò quest'ultimo e lo accompagnò nella caduta dalle spalle di lei che rimase del tutto spoglia sulla parte superiore del corpo.
Zayn intuì l'imbarazzo che provava Abbie a mostrarsi così a lui, si girò e la fece stendere sul letto, avvicinò i corpi il più possibile cercando di riscaldarla e di coprirla. Si stese al suo fianco, posizionò la testa nell' incavo del collo della ragazza che aveva un braccio intorno al collo del moro, mentre lasciava piccoli baci sulla pelle chiara, con una mano accarezzava delicatamente il ventre della giovane salendo fino al petto e fermandosi sulla rotondità sinistra di quest'ultima. Un brivido le percorse la schiena, provò piacere e vergogna allo stesso tempo, emozioni mai provate prima o mai provate in quella situazione.
Il giovane si posizionò sopra la ragazza facendo leva sulle braccia per non pesarle, si abbassò un po e le diede un leggero bacio sulle labbra. Fece scendere un braccio verso il ventre della giovane e con una mano sbottonò i pantaloni che caddero ai piedi del letto.
Diede un ultimo bacio alla ragazza, si alzò e tirò giù le coperte del letto facendo cenno a Abbie di mettersi sotto di esse .
La giovane non se lo fece ripetere due volte, faceva freddo e lei era rimasta in slip, si mise a pancia in giù girando il viso verso la finestra dalla quale si vedeva solo il cielo buio e qualche insegna pubblicitaria.
Il moro stava cercando il preservativo che aveva nascosto nella valigia, finalmente lo trovò, aprì la bustina arancione e si preparò per poi tornare dalla ragazza che era nascosta tra le coperte.
Le scostò i capelli e iniziò a baciarla seguendo una linea immaginaria dal collo fino alla spalla, mentre continuava a lasciare piccoli baci si infilò anche lui tra le coperte raggiungendo la giovane che si voltò a sua volta verso il ragazzo che l'accolse fra le sue braccia.
Si guardarono negli occhi, poté benissimo capire l' insicurezza che provava la ragazza in quel momento, la strinse di più a se per rassicurarla e ci riuscì. Abbie riprese ad accarezzare i muscoli scolpiti del giovane fino a quando quest'ultimo non si posizionò ancora una volta sopra su lei.
Si avvicinò al suo collo e si beò del dolce profumo della pelle della ragazza, fece scendere una mano che poggiò delicatamente sull'intimità ancora coperta della giovane che non riuscì a trattenere un sospiro di piacere. Si alzò e delicatamente sfilò gli slip che scivolarono fino ai piedi di lei e che vennero poi tolti definitivamente.
Zayn salì con una mano fino all'interno coscia accarezzando la pelle morbida che lo faceva impazzire, le divaricò leggermente le gambe e  con un gesto veloce avanzò fino all'intimità della ragazza che penetrò con due dita. Sentendo quel contatto così violento ed inaspettato Abbie tirò la testa all'indietro e si fece scappare un urlo di piacere e dolore allo stesso momento. Aspettò che si fosse abituata a quel contatto e poi aggiunse anche un terzo dito. Un'altra volta la giovane presa alla sprovvista buttò via un urlò, ma più piccolo rispetto all' ultimo.
Il moro non poteva più aspettare, voleva anche lui provare il piacere che stava sentendo la ragazza. Tirò via le dita dall'intimità di Abbie e dopo essersi posizionato nel migliore dei modi entrò in essa delicatamente e lentamente.
La ragazza si dimenava alzando il bacino per il dolore ma prontamente Zayn seguiva ogni suo movimento, fece scendere le mani sui fianchi e la bloccò impedendole di dimenarsi troppo. Si allungò verso la giovane per calmarla con un bacio ma così facendo  penetrò ancora più affondo e il bruciore che provava la ragazza aumentò così tanto da farle scendere una lacrima sulla guancia.
Le accarezzò con la mano, con il pollice asciugò la lacrima e poi scese fino a sfiorare la spalla, il seno e il ventre per poi tornare sul fianco.
Si fermò un attimo per far abituare la giovane alla sua presenza.
Abbie sentì il bruciore diminuire, iniziò a calmarsi ma la tranquillità svanì di colpo quando sentì le leggere spinte che man mano diventavano più intense e veloci.
Furono travolti dal piacere rompendo il silenzio con dei gemiti che ogni tanto venivano soffocati da baci delicati e intensi. Un ultimo urlo portò entrambi al culmine dopodiché si lasciarono cullare della passione che ormai era padrona dell'atmosfera che stagnava i quella stanza.
-Sei mia- le sussurrò dolcemente all'orecchio prima di addormentarsi abbracciandola.


Controllò l'orologio, erano le otto, era ora di cena.
Si alzò dal letto e si accorse di essere completamente nuda, cercò velocemente tutti i suoi vestiti cercando di ricordarsi dove li avesse fatti cadere il moro.
Si vestì e uscì dalla camera del ragazzo, il corridoio era vuoto, si avviò verso la sua camera sfilando dalla tasca dei jeans la card che usava come chiave.
Non arrivò nemmeno alla porta che le vibrò il cellulare.
"Dove diavolo sei finita? Stiamo cenando!" era un messaggio di Ginnie.
Cambiò subito direzione e si avviò lungo le scale per scende nell'enorme mensa dell'hotel.
Ad ogni scalino che attraversava si poneva una domanda nuova.
Arrivò agli ultimi tre scalini: cosa avrebbe detto alle ragazze? Che scusa avrebbe preso per essere sparita per ore? CHE AVREBBE FATTO SE AVESSE INCROCIATO LO SGUARDO DI ZAYN?

 

*SI NASCONDE DALLA VERGOGNA*
(non dico niente troppo imbarazzo) T.T
Bacii Fra <3

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Io avevo pensato... ***


SALVEE :)
SCRIVO QUI COSI MAGARI QUALCUNO MI CAGA :3
1 GRAZIE PER LE RECENSIONI DELL' SCORSO CAPITOLOO ** <3
2 SCUSATE IL RITARDO, NON AVEVO IDEA SU COME CONTINUARE T.T
3 DOMANDINA: COME VA LA IMMAGINATE ABBIE?? (ASPETTO FISICO INTENDO :) )
4 HO MESSO QUALCOSA INSIEME, ED E' USCITO FUORI QUESTO COSO QUA SOTTO, SORVOLANDO SUL FATTO CHE FACCIA SCHIFO VI AUGURO UNA BUONA LETTURA :) 
BACII FRAA (GRAZIE ANCORA PER LE RECENSIONI, PER CHI METTE LA STORIA TRA LE SEGUITE LE PREFERITE E LE RICORDARE <3 SIETE FANTASTICHEEE )

 Scese anche gli ultimi scalini e dopo alcuni passi svoltò a destra per entrare nell'enorme sala.
C'era una fila enorme di persone che sceglievano il cibo e quasi tutti i tavoli erano occupati, prese il vassoio blu e il piatto con le posate che davano a disposizione.
Il cibo in Italia era buonissimo ma in quell'hotel lasciava molto a desiderare, optò per due tranci di pizza margherita e un po' di patatine fritte insieme a una bottiglia di acqua naturale.
Uscì dalla fila e si girò verso i tavoli, non riusciva a  vedere dove fossero sedute le sue amiche fin quando una delle due non si sbracciò e non le diede segno di raggiungerla. Si avviò verso il tavolo cercando di tenere un' espressione normale, il suo solito sorriso stampato in viso, ma quest'ultimo sparì quando si accorse che il tavolo dove erano sedute era lo stesso in cui stava mangiando Zayn.
Ormai non poteva tornare indietro, si bloccò cercando di trovare una via d'uscita ma niente, neanche una finestra da cui lanciarsi.
Riprese il passo, senza alzare gli occhi dal vassoio lo posò sul tavolo e si sedette iniziando a mangiare.
Aveva trovato un piano prefetto, avrebbe mangiato tutto velocemente e poi sarebbe andata subito in camera fingendo di non sentirsi bene, era l'unico modo e doveva riuscire alla perfezione anche se lei era una pessima attrice.
-Abbie?- chiese scettica Ginnie guardando l'amica divorare tutte le patatine in un solo boccone.
-Si- rispose con la bocca piena di cibo.
-Stai bene?- si intromise Sarah osservando il suo comportamento.
-Certo perché?- disse facendo la finta tonta.
-Tra un po' divori anche il vassoio- ironizzò Ginnie.
-Oh- fece una finta risata -Avevo fame- la prima scusa che le venne in mente.
-Ah- si limitò a dire l'altra ragazza.
La conversazione finì li sotto gli occhi di tutti i presenti al tavolo. compreso il moro che la guardava divertito.
Anche l'ultimo pezzo di pizza finì così si alzò dal tavolo.
-Dove vai?- continuò l'interrogatorio di prima Sarah.
-In camera- rispose scocciata la ragazza dalle troppe domande.
-Non resti a parlare con noi?- domandò Ginnie indicando tutti i compagni di classe che si girarono verso la ragazza in piedi.
-Ehm... no non mi sento molto bene- mentì -Ci vediamo domani mattina!- salutò tutti con un sorriso finto e si diresse di corsa verso la sua camera.
Aprì la porta e si buttò sul letto matrimoniale cercando di riflettere su quella strana situazione.
Sembrava un film, non la vita reale, continuava a tormentarsi la testa con svariate domande come: perché l'hai fatto? oppure perché con lui?
Si sentiva ancora il profumo di Zayn sulla pelle, poteva immaginare ancora il suo corpo sul suo, i suoi respiri sempre più forti e i gemiti sempre più frequenti.
Si risvegliò di soprassalto da quel mezzo ricordo, doveva pensare, doveva trovare un modo per uscirne.
Decise di andare a fare una bella doccia, lo faceva spesso, prima di trovare la miglior soluzione doveva rilassarsi e non c'era niente di meglio dell'acqua che scorreva sul corpo e che trascinava via tutti i pensieri.
Prese l'asciugamano e i vari flaconi di sapone, entrò in bagno e chiuse la porta.
Fece uscire l'acqua per farla riscaldare e intanto si specchiò iniziando a spazzolarsi i capelli per levare i vari nodi.
Spostò la chioma tutta sulla spalla sinistra e con sua grande sorpresa notò una macchiolina viola sulla sua spalla. Un succhiotto! Di Zayn! Ogni cosa le ricordava quel ragazzo, era un ossessione.
Vide il vapore uscire dalla doccia, così entrò e iniziò a bagnarsi i capelli.


Uscì dopo una buona mezz'ora, si asciugò i capelli lasciandoli mossi e li fermò con un cerchietto. Prese dalla valigia i leggins neri che arrivavano alle ginocchia e la maglietta lunga che usava come pigiama.
Prese il cellulare dal comodino, c'era un messaggio di Ginnie.
"Andiamo a prende il gelato tra un po' torniamo" l'aveva scritto quasi tre quarti d'ora prima, come aveva fatto a non vederlo?
Iniziò a scrivere un messaggio di risposta ma si bloccò sentendo bussare alla porta.
Si affrettò ad aprire, dovevano essere per forza le ragazze, erano le 21.15 i professori no li facevano tardare più di tanto.
Aprì la porta.
-Avete portato il gelato per me??- chiese allegramente.
L'allegria sul suo viso scomparve subito vedendo la sagoma del moro davanti ai suoi occhi.
Fece per chiudere la porta ma il ragazzo gliela bloccò e entrò con molta naturalezza.
-Non puoi scappare per sempre, prima o poi dovremmo parlare- disse mentre camminava per la stanza guardandosi in torno.
Non rispose, si limitò a guardare in basso per non incontrare gli occhi di Zayn.
Il giovane si sedette sul letto facendo cenno alla ragazza di sedersi al suo fianco. Esitò un po' ma poi con passi timidi lo raggiunse, incrociò le gambe e porto le mani sulle caviglie senza mai alzare il viso.
Nessuno dei due parlava, il silenzio regnava sovrano nella stanza.
Abbie continuò a guardare basso finché non si senti prendere con due dita da sotto il mento che la obbligarono ad alzare il viso.
Gli sguardi si scontrarono, rimasero un momento a guardarsi poi, gli occhi del moro cambiarono direzione incantandosi sulla bocca rosea della ragazza. Si avvicinò lentamente e poggiò dolcemente le labbra su quelle di lei, un semplice e casto bacio che sostituì molte frasi e molte parole non dette.
Le mani del ragazzo scesero fino alla vita della giovane, Zayn si avvicinò lentamente e pericolosamente, lei iniziò a tirarsi indietro fino a quando non poggiò la testa sul cuscino e la schiena sul materasso. Il moro si fermò sopra Abbie e dopo aver contemplato la sua bellezza, si stese sul letto al suo fianco.
-Abbie- iniziò lui.
La ragazza però non voleva parlare, preferiva mille volte stare li in silenzio a guardare il moro sbattere ogni tanto le palpebre e aggiustarsi più volte la cresta. Non rispose, si limitò a girare un po' il viso verso il giovane per incontrare di nuovo i suoi occhi.
-Io avevo pensato...- continuò -Noi due- non riusciva a trovare le parole, strano, di solito era il migliore nei discorsi.
Si alzò innervosito e tornò a sedersi sul letto seguita alla giovane.
-Potremmo provarci- affermò come se avesse già detto tutto.
-C..cosa?- chiese la ragazza immaginando a cosa stesse per dire il moro, veramente già sapeva cosa stava per dire ma lei non ci poteva credere.
-A stare insieme, cioè...-
La ragazza lo interruppe per la prima volta -Non so se è la cosa giusta...- voleva veramente stare con Zayn solo che c'era qualcosa che la bloccava forse il passato.
Gli sguardi si scontrarono di nuovo, il ragazzo vide l'insicurezza nei occhi della ragazza e capì che non era un no, era un debole si.
Sorrise istintivamente e le si avvicinò sfiorandole la bocca con le sue labbra.
Si staccò di pochi millimetri -So che sono stato stronzo, stupido, egoista, menefreghista e molto altro però... le persone cambiano-
Abbie pensò a quelle parole, distolse lo sguardo dagli occhi di Zayn e fissò sulla bocca, voleva un altro bacio, ma più intenso, si avvicinò per assaporare quel fantastico contatto, ma per la prima volta il moro gli negò le sue labbra. Si alzò e uscì dalla stanza.


Guardò per un ultimo istante la porta chiusa, poi si buttò di peso sul letto. Aveva bisogno di schiarirsi le idee.
Si vesti velocemente, un paio di leggins neri e un felpone che le arrivava alle ginocchia, prese il giacchino nero e uscì dalla stanza velocemente.
Il corridoio era deserto, corse con passo leggero fino all'ascensore, era occupato qualcuno stava salendo, continuò fino ad arrivare alle scale. Scese velocemente.
-Abbie?- chiese incerta Ginnie.
La ragazza era seduta sull'ultimo scalino che l'altra aveva appena sceso.
-Che fai qui?- continuò l'amica.
-Ehm..sto uscendo- confessò abbassando la testa.
La fatidica domanda non tardò ad arrivare -Ma non stavi male?-
Non trovò più scuse o cazzate da dire, si mise a sedere affianco alla ragazza e iniziò a torturare le maniche della felpa.
-Ginnie... non so se ho fatto una delle cazzate più grosse di tutta la mia vita- confessò lasciando l'amica confusa.
-Come? Che dici?- domandò.
-Ehm, mi sono lasciata prendere dal momento così...-
-Smettila di fare la deficiente e parla!- sbroccò alla fine Ginnie.
Era tipico di Abbie, girarci intorno senza mai arrivare al punto.
-Ok.. ma non qui- disse girando la testa a destra e a sinistra per vedere se qualcuno le stava vedendo.
-Usciamo- si alzò dallo scalino e prese per una mano la ragazza aiutandola ad alzarsi.
-Non possiamo..- provo a contestare ma subito dopo si trovo a correre dietro l'amica che si stava dirigendo verso il grande portone dell'hotel.
Iniziarono a camminare in silenzio, aspettava che Ginnie prendesse l'argomento.
Dopo dieci minuti buoni parlò.
-Quindi... qual è questa cazzata?- chiese quasi come un sussurro.
-Sono andata a letto con Malik- annunciò di botta subito dopo abbassò la testa puntando lo sguardo sulle sue scarpe aspettando la reazione della ragazza.
-Oddio- affermò con un filo di voce alla fine.
-Già- disse Abbie mentre si sedeva sulla panchina che era alla fermata dell' autobus, prese le gambe e se le portò il più vicino possibile posando la testa sulle ginocchia.
Ci furono altri minuti di silenzio poi Ginnie riprese il discorso.
-Ora però lo devi ammettere per forza che ti piace- cercò di buttarla sul ridere.
La giovane si trovò a sorridere sentendo le parole dell'amica.
-Si nota tanto?- chiese preoccupata.
-No.. lo sai nascondere bene- continuò l'altra.
-Mi ha chiesto di metterci insieme- annunciò infine.
-Ma sei stupida!- sbottò l'altra alzandosi dalla panchina -Allora di che ti preoccupi! Non è stata una botta e via per lui!-
Non capiva perché l'amica fosse così preoccupata, per un attimo credette di star parlando di un altro Zayn Malik, ma no lui era unico ed inconfondibile.
-Non posso fidarmi di tutti!- ribatté l'altra.
-Come fidarti? Non penserai ci sia qualcosa dietro? Che cosa potrebbe fare di cattivo sentiamo...-
-Illudermi! Umiliarmi davanti a tutti come faceva alle medie magari! Non lo so!-
-Per una volta smettila di farti 3000 problemi e vivi!- urlò spalancando le braccia.
-Che disastro- ammise abbassando la voce Abbie mentre si allungava sulla panchina.
Ginnie la guardò un attimo.
-Sembri un morto- le prese in giro fissandola.
-Ci manca poco tanto!-
-Che depressione ragazza!- esclamò saltando sopra all'amica -So io come farti ridere!- detto questo iniziò a farle il solletico ad Abbie che iniziò a scalciare da tutte le parti, a ridere e a strillare come una pazza.
-Basta bastaa- disse ancora ridendo.
Si alzarono entrambe e tornarono indietro. Era tardi, la prof le avrebbe uccise, Sarah sarebbe stata preoccupata e magari si sarebbero prese anche un richiamo dal segretario che stava alla hall, ma loro ridevano e ogni tanto si davano delle leggere spinte cercando di far cadere l'amica affianco mentre tornavano in hotel.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Ciao Italia ***


-Dietro di voi- fece un cenno con la mano la guida -C'è l'Arena di Verona-
Tutti si girarono a guardare tranne Abbie che stava parlando al telefono con sua madre.
-Non preoccuparti sto bene- disse per l'ennesima volta cercando di tagliare la conversazione.
-Si ma se poi..- continuò la donna
-Tutto ok!- la interruppe ancora una volta.
-Stai attenta-
-Si-
-Copriti-
-Si-
-Mangia-
-Quello non è un problema!- affermò seriamente mentre guardava la sua amica tornare un due fette di pizza.
-Devo tornare a lavoro, ciao- la salutò la madre.
-Ciaoo- chiuse la telefonata.
-Guarda qua!- disse alzando i due tranci di pizza che aveva tra le mani Ginnie -La tua fantastica, bellissima, gentile, dolce,  amorevole...-
-Taglia corto- urlò divertita la ragazza mentre rimetteva il cellulare in tasca.
-Non mi hai fatto finire!!- si lamentò.
-Ci metti tre ore a dire una cosa-
-Uffa, non interrompermi- le ordinò Ginnie -La tua migliore amica.....rullo di tamburi.... ti ha offerto la pizza!- gridò entusiasta  facendo girare tutti verso di noi.
-Che figura di merda- sussurrò Abbie avvicinandosi all'amica rimasta a fissare i compagni sorpresi.
-Ehm... scusate- si scusò Ginnie trattenendo le grosse risate.
Mentre tutti si rigirarono, Abbie si avvicinò ancora di più all'amica e le scoccò un baciò sulla guancia -Grazie bella!- disse prendendo  il pezzo di pizza più grande.
Dalla parte opposta della fila Zayn stava guardando le due amiche e si trovò a desiderare di volere anche lui un bacio dalla ragazza,  non poteva ed era tutta colpa sua, era stato lui a comportarsi da bastardo e a perdere la totale fiducia che Abbie aveva in lui.
-Terra chiama Zayn, rispondete prego- lo chiamò Harry da dietro.
Si girò, il riccio con le braccia circondava le spalle di due ragazze, entrambe un po' basse, una bionda e l'altra mora.
-Loro sono Wendy e Lin- disse indicandole con i pollici.
Erano dell'altra classe, non le aveva mai viste prima e non aveva  intensione di conoscerle in quel momento.
-Quale vuoi?- chiese intendendo le ragazze che facevano finta di non sentire, quel ragazzo non aveva un minimo di tatto.
-Nessuna- affermò secco e deciso girandosi di nuovo.
Abbie e l'amica non erano più lì, si erano spostate e stavano scherzando con due loro amici.
-Che succede?- chiese Harry avvicinandosi al moro.
Aveva lasciato le ragazze da sole per un momento e già stavano sottobraccio ad altri due ragazzi, molto coerenti penso Zayn.
-Niente- mentì.
-Da quanto ti conosco?- chiese il riccio.
-Non lo so... 6, 7 anni...- sparò a caso.
-Mi hai mai nascosto niente?- continuò.
-No-
-Quindi- si fermò un secondo -Che succede?-
Espirò fortemente, alzo lo sguardo verso Abbie che stava facendo delle foto con l' amico e rideva come al solito.
Fece cenno al ragazzo di guardare verso la sua stessa direzione.
-E' la ragazza a cui abbiamo rovinato l'appuntamento! Quella che si doveva vendicare!- iniziò a ridere -L'ha fatto?- domandò con  naturalezza.
-Cosa?- chiese a sua volta Zayn.
-Si è vendicata?- gli ripeté la domanda.
-Si...-
-Come?- Harry si face scappare un ghigno pensando alla possibile vendetta della ragazza.
-Mi ha fatto innamorare- disse secco il moro.
Il sorriso di Harry sparì alla velocità della luce.
-Cazzo...- sussurrò dopo un po'.
Sapeva, quando uno di loro due si innamorava era la fine. Entrambi erano stati presi dalla fiamma dell'amore e tutti e due ne erano  usciti col cuore bruciato. Harry dopo un mese già non pensava più alla ragazza che lo aveva lasciato senza un motivo, ma Zayn stava  messo peggio, aveva visto con i suoi occhi la ragazza che tanto amava tradirlo con Jeremy, il suo migliore amico a quei tempi.
Dopo quell'esperienza iniziarono a trattare le ragazze in modo superficiale, non mostravano sentimenti verso di loro erano freddi e  distaccati.
Ed ora, quel deficiente del suo amico si era innamorato. Si girò a guardarlo, aveva gli occhi puntati sempre verso di lei e non smetteva  un attimo di fissarla, guardava i suoi movimenti, osservava l'ondulare dei capelli quando buttava indietro la testa e memorizzava ogni  centimetro del sorriso ce era stampato sul suo viso. Era partito.
-Che farai?- lo fece tornare nel mondo dei vivi.
-Non lo so- disse assente l'altro.
Annuí confuso, lasciò l'amico e tornó dal il gruppo.
 
 
-Ginnie mi passi l'acqua?-
L'amica non rispose, era troppo impegnata a ridere con Daniel che aveva appena fatto una delle sue solite battute.
"Dove vivono i panda? In via d'estinzione" AHAHAHAHAH
-Ginnie- -Ginnie- -Ginnie- iniziò a chiamarla ininterrottamente senza però ricevere risposta dall'altra parte del tavolo.
Smise di chiamarla quando una bottiglia d'acqua sbatte contro la superficie del tavolo, una mano dalla pelle ambrata e color caramello gliel' aveva portata e poggiata vicino. Non riuscì ad alzare lo sguardo.
-Grazie- borbottò in imbarazzo.
Senti il moro muoversi e avvicinarsi a lei.
-Puoi pure guardarmi in faccia, non ti mangio mica- le soffiò sul collo a poca distanza dalla pelle.
Abbie si immobilizzò, sentì i brividi passarle per tutta la schiena, sentì i ricordi del primo pomeriggio in albergo riaffiorare nella sua  mente.
Si alzò di scatto dalla sedia sotto gli occhi di tutti, anche di Zayn che la guardava confuso.
-Vado un attimo in bagno- disse indecisa.
Si affrettò ad arrivare al bagno, fortunatamente era vuoto. Si guardò allo specchio, che le stava succedendo, stava andando nel  panico.
Era giusto voler fare la scelta sbagliata? Forse davvero era cambiato ma non ne era sicura, perchè dopo tutti quegli anni doveva  cambiare così, perchè proprio per lei poi...
Aprì il rubinetto, unì le mani e le fece riempire d'acqua che poi si gettò sul viso.
Doveva riprendersi, doveva levarsi dalla testa i suoi sorrisi, la sua voce, tutto.
Aprì la porta e torno al suo tavolo, quel ristorante era maledettamente piccolo, non ci si entrava con le sedie. Per tornare al suo posto  fece alzare cinque persone, non ci passava.
Se da dentro al locale Abbie stava iniziando a mangiare, Zayn era fuori e si stava dirigendo verso un negozio.
-Dove vai?- chiese Harry.
-Devo comprare una cosa a mia madre- affermò sicuro.
-Ok-
Alla madre aveva già comprato una di quelle palle con la neve un classico.
Entrò cercando il regalo giusto da fare a lei...
 
 
-Che palle- urlò sbattendo la porta alle sue spalle Sarah -Domani mattina si riparte-
-Mi mancherà l'Italia- affermò Ginnie buttandosi sul letto.
-A chi lo dici- disse Abbie cercando di mettere in ordine il casino che c'era nella sua valigia cercando di farci entrare i regali che  aveva comprato ai fratelli.
Sarah entrò in bagno a farsi una doccia mentre Ginnie si stese sul letto con le cuffiette alle orecchie, il silenzio inondò la stanza e la  ragazza rimase sola nei suoi pensieri.
Non voleva tornare a casa, odiava ammetterlo ma il più possibile stava dalla sua famiglia meglio era per lei. Non per i suoi fratelli ma  per i genitori, il clima era diventato insopportabile, litigavano spesso e mancava poco al divorzio. Tutta colpa di suo padre e del suo  stupido lavoro, li lasciava sempre soli e tornava si e no due volte al mese. Non si poteva continuare così, lo sapevano tutti in quella  casa, Abbie e Seth potevano capire erano diventati grandi, ma Mike il più piccolo piangeva sempre sentendo le urla dei due e il  portone della casa sbattere violentemente.
Iniziò a pensare a quando la sua famiglia sembrava quella del mulino bianco, tutti felici e contenti, ma nella vita reale il "felici e  contenti" non esiste, almeno non per tutti, non per lei....
-Avete dello shampoo?- urlò la ragazza da sotto alla doccia.
La voce squillante la fece tornare nella realtà spezzando il filo dei suoi pensieri, si alzò e prese la boccetta che era nella valigia, aprì la  porta la passò a Sarah e senza nemmeno sentire il "grazie" come risposta chiuse e tornò a sistemare le sue cose.
Mentre ripiegava l'ultima maglietta guardò l'ora, le 18.30, si annoiava a morte in hotel. Chiuse la valigia e la posizionò vicino alla porta,  prese il cellulare e uscì dalla stanza senza fare rumore.
Prese l'ascensore e scese al sedicesimo piano, li c'erano le stanze di Liz, Jessica e Mara, altre tre ragazze della loro classe, magari  poteva rimanere a parlare un po' con loro.
Le porte si aprirono, fece alcuni passi poi svoltò l'angolo del grande corridoio, non fece nemmeno in tempo a chiedersi quale fosse la  stanza giusta che andò a sbattere contro qualcuno... e non una persona qualsiasi, proprio lui.
-Ciao- abbozzò un sorriso il ragazzo che la guardava dall'altro in basso.
-C..ciao- si maledì per aver balbettato l'unica parola che era riuscita a dire.
Abbassò il capo, il moro la stava ancora fissando, fece per andare via ma lui la bloccò.
-Come mai qui?- chiese gentilmente.
-Oh, mi annoiavo allora sono venuta a trovare delle amiche- disse cercando di non sembrare imbarazzata.
Zayn annuì e per l'ennesima volte le rivolse un sorriso fantastico.
-E tu?- domando la ragazza provando a essere cordiale almeno quanto lui.
-Cercavo il mio amico, quello riccio... l'hai visto?-
Fece finta di pensarci.
-Ehm.. si eccolo li!- esclamò indicando un ragazzo a cui Zayn dava le spalle.
-Oh grazie- salutò con la mano Abbie e si diresse verso Harry che lo guardava sorridendo maliziosamente.
-Allora che ti ha detto??- domandò l'amico.
-Cosa doveva dirmi scusa?- chiese a sua volta confuso il moro.
-Non lo so, del tipo o Zayn voglio essere la tua ragazza non lasciarmi mai- disse il riccio facendo la voce da ragazzina.
Malik si fermo, mise una mano sulla spalla di Harry e affermò sorridente -Si vede che non la conosci-
Riprese a camminare seguito dall'amico.
-Ok, hai ragione magari non la conosco, però fammi un favore levati quel sorriso da ebete dalla faccia, sembri cretino- lo prese in  giro Harry.
 
 
Abbie stava vagando per il lungo corridoio cercando di ricordarsi il numero della stanza delle amiche, ma i suoi pensieri erano da  tutt'altra parte.
Quel ragazzo, possibile fosse cambiato? Il suo sorriso era così sincero e pulito ed era stato così cordiale, come se fossero stati  sempre amici. Lei al contrario non riusciva ad essere sciolta come lui, nella mente riemergeva ogni tipo di ricordo, e la maggior parte  erano tutti orribili.
Però quel sorriso... era rimasto nella mente, era entrato prepotente nella sua testa e nel suo cuore, e lo odiava ancora di più per  questo, era troppo, si stava innamorando lo sapeva però aveva paura, aveva paura delle ombre del passato.
 
 
"Drin Drin" allungò un bracciò e alzò la cornetta del telefono, ogni mattina alle sei e mezza suonava per far svegliare i ragazzi.
-Ho capito!- Urlò all'altro capo del telefono, ma no c'era nessuno...
-Ragazze svegliatevi- disse cercando di alzarsi dal letto, Ginnie dormiva prendendosi tutto lo spazio possibile mentre Sarah era  costretta a stare rannicchiata in un piccolo spazio.
"Poveretta" pensò Abbie lasciandosi scappare un piccolo sorriso mentre si alzava dal letto che era attaccato al muro.
Nessun cenno dalle due belle addormentate, ma dovevano ripartire si dovevano alzare per forza.
Si avvicinò alla finestra e con uno strattone alla tenda fece entrare la luce nella stanza, con un piccolo salto, arrivò sul letto  matrimoniale dove erano le ragazze e iniziò a saltare urlando come una matta, adorava quelle giornate in cui era felice e non sapeva  nemmeno il perchè, strano vero?? MA LA VITA E' FATTA COSI', GIORNI NO E GIORNI SI (da dove l'ho ricacciata questa boh..)
-Basta Abbie!- gridò Sarah mettendosi un cuscino in testa, mentre Ginnie il cuscino glielo aveva tirato addosso rischiando di farla cadere a terra.
-Hey! Non si fa!- disse saltando addosso all'amica e iniziando a farle il solletico.
-Mi alzo, mi alzo basta ti prego- esclamò fra le risate Ginnie, si alzò dal letto e si strizzò gli occhi -Sono sveglia... purtroppo..-  affermò andando al bagno.
Abbie si girò verso Sarah, ancora dormiva... era proprio alla fine del letto, così con una piccola spinta la fece cadere per terra.
-Ops, scusa fatta male?- chiese mentre rideva.
-Fanculo!- urlò l'altra saltandole addosso e riempendola di cuscinate in faccia.
-Questa me la paghi!- stava per sferrare la cuscinata più forte quando bussarono alla porta.
-Chi è?- chiese Abbie alzandosi dal letto.
Non rispose nessuno.
-Chi è?- provò di nuovo, questa volta Sarah la raggiunse preoccupata.
Ancora nessuna risposta.
-Oh chi cazzo è?- urlò Ginnie spuntando dal bagno con un asciugamano che le copriva il corpo e un altro attorcigliato sui capelli.
Si avvicinò e guardò dall'occhiello.
Abbie stava per chiederle chi fosse quando l'amica iniziò ad urlare come una pazza seguita dalle altre due che invece gridavano dalla  paura pensando al peggio, magari al di là della porta c'erano, dei ladri, o dei killer o degli stupratori... o magari tre amiche deficienti  che entrarono nella stanza urlando e iniziando a saltare sul letto, Liz, Jessica e Mara.. chi se non loro.
-Cretine!- urlò Abbie iniziando a ridere seguita da tutte le altre cinque ragazze.
-Ancora in pigiama Abbie? Tra poco si parte sbrigati!- l'ammonì Liz.
-Guarda, sono tre ore che cerco di svegliarla ma non si vuole sbrigare- disse Sarah prendendo in giro l'amica.
-Io vero? Sono io quella che non si voleva svegliare?- chiese incredula Abbie scoppiando a ridere seguita da Sarah.
-Forzaa!- urlò Jessica guardando le due ragazze ancora in pigiama.
 
 
7.15
Dopo vari incitamenti e risate, più risate... le ragazze erano pronte con le valigie in mano pronte per tornare nell' pullman.
-Bè... è arrivato il momento- disse Abbie tristemente.
-Ci facciamo una foto?- chiese Mara prendendo dalla borsa a tracolla la macchinetta fotografica.
-Daniel vieni qui!!- Ginnie prese per mano il ragazzo che stava parlando tranquillamente con un amico.
Gli mise in mano la macchinetta e si posizionarono tutte e 6 per farsi una fantastica foto di gruppo.
-Pronte?- chiese Daniel.
-Un attimo!- rispose Jessica sistemandosi i capelli spostati dal vento.
-Cosa diciamo?- domandò Sarah alle altre.
-Lo so io!- Abbie sfoggiò un sorriso alle amiche e disse le giuste parole.
Daniel premette il pulsante, aspettò che la macchinetta mise a fuoco l'immagine poi..
- 1 2 3..-
-CIAO ITALIA- urlarono le ragazze in coro sfoggiando sorrisi fantastici nella foto.
 
 
 
Scusate il ritardoooooo, colpa della scuola e di me che non ho molte idee :S
Però ce l'ho fatta :3 Ditemi cosa ne pensate, anche se a me non piace molto D:
Naturalmente ringrazio chi recensisce, chi segue, ricorda, preferisce (?) la storia :3
Grazie
Thank you
Merci
Ve lo direi in tutte le lingue del mondo ma so solo queste (eheheh)
Bè ci si rivede al prossimo capitolooo
Vado a studiare anche se prenderò lo stesso due all'interrogazione di chimica, lo faccio giusto per levarmi il senso di colpa :)
 
Bacii Fra <3

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Noi ci completiamo... ***


Batté la porta della camera dietro le spalle, stavano gridando ancora e non voleva sentirli.
Con un po' di fatica mise la valigia sul letto e l'aprì iniziando a disfare e a mettere in ordine le magliette nell'armadio.
Erano passati si e no due giorni da quando era tornata a casa e già non vedeva l'ora di ripartire per andare via da lì, stava cercando di  ripiegare il golfino nero quando la porta si spalancò mostrando un piccolo bambino con il viso rosso e le guance bagnate dalle  lacrime che scendevano ininterrotte dagli occhi, aveva le mani strette a pugno e lo sguardo basso.
-Mike!- esclamò sorpresa la ragazza guardando il fratellino disperarsi.
Alzò gli occhi lucidi e li puntò in quelli della sorella, fece per dire qualcosa ma si bloccò, le parole furono strozzate dai singhiozzi.  Scelse di non dire niente, si limitò a buttarsi fra le braccia della ragazza che lo stava aspettando, ansiosa di dargli un abbraccio per  calmarlo e tranquillizzarlo.
-Calmati, tra poco smettono- cercò di rassicurarlo, ma nemmeno lei ci credeva più di tanto erano mesi che litigavano.
Si allungarono sul letto, Mike si mise sotto le coperte e si addormentò tra un singhiozzo e l'altro.
Abbie stette un po' a guardarlo, stava crescendo e tutto quello non gli faceva bene, erano soli con quei due pazzi che non capivano  che stavano rovinando la pace della famiglia.
Sentí il rumore di un piatto rompersi.
Stavano esagerando, non ce la faceva più a stare li dentro. Non era un casa quella, era un accumulo di rabbia e tensione.
Si alzò di scatto dal materasso, rimboccò le coperte al fratellino che dormiva pieno e che fortunatamente non aveva sentito niente,  prese il piumino e scese le scale della casa cercando di non fare rumore.
I suoi genitori erano in cucina con la porta chiusa e continuavano a discutere.
Prese le chiavi di casa e le mise nella tasca destra del giubbetto, controllò di aver preso il cellulare, girò il pomello della porta e uscì di  casa velocemente e silenziosamente.
Si girò dopo aver cercato di chiudere il portone senza fare rumore.
Il cielo era buio e nuvoloso e l'aria fredda le faceva arrossire il naso e le guance, si strinse di più nel giacchino, mise le mani in tasca e  si incamminò superando le lampade da esterno che illuminavano il vialetto della casa.
Andò verso il parco, l'unico posto dove poteva stare sola, per strada l'avrebbero riconosciuta e poi alle sette di sera i bambini non  erano più li a giocare.
Girò a destra, superò le siepi che facevano da entrata e si sedette sulla prima panchina che trovò.
Accavallò le gambe e vi posizionò sopra i gomiti alzando le braccia fino a quando il viso bagnato dalle lacrime non fu coperto dalle  mani infreddolite.
-Che vita di merda- costatò ad alta voce.
-Siamo pessimisti eh?- disse una voce alle sue spalle.
Si girò spaventata, le mani nelle tasche del giacchino di pelle, la gamba appoggiata al palo della luce che funzionava a malapena e il  solito sorriso malinconico che lo caratterizzava da quando erano tornati dalla gita.
"Ci mancava solo lui" penso Abbie guardando il ragazzo staccarsi dal lampione e andare verso di lei.
Salì coi piedi sulla panchina e si sedette sullo schienale, abbassando la testa e portando lo sguardo su Abbie che lo guardava stranita e  confusa.
-Come va?- ruppe il silenzio Zayn mostrandosi cordiale.
-Bella domanda- abbozzò un sorriso.
-Che ti è successo?- chiese preoccupato.
-Cosa ti fa pensare che te lo voglia dire?- rispose fredda, non voleva parlare con nessuno.
-Niente- disse semplicemente -Però....considerando che siamo soli in un parco mezzo illuminato e che tu stai perdendo acqua peggio  del rubinetto della scuola, avrai pur bisogno di sfogarti-
Si guardarono per un istante fino a quando il moro non si mosse e si mise a sedere poggiando i piedi a terra.
-E poi, non me ne vado fino quando non me lo dici...- aprì le braccia come segno di aver detto una cosa ovvia e poi le richiuse  mostrando un sorriso fantastico guardando la ragazza che lo osservava con gli occhi sbarrati.
-Stai bene?- domandò sorpresa.
-Si- rispose ovvio.
-Ti hanno drogato per caso?-
-No-
-Hai spesso di prendere quelle pasticchette...-
-Io non prendo psicofarmaci-
-Sicuro?-
-Abbie!- la rimproverò lui.
-Calmati calmati, sei sicuro di non essere il gemello di Zayn Malik?-
-La finisci?- domandò facendosi scappare un sorriso.
-Ok Ok-
Si guardarono di nuovo, Zayn le si avvicinò, le accarezzò una guancia fredda e lei istintivamente piegò la testa per sentire il calore e il  tocco di quella mano fra la pelle del viso e quella del collo, il moro scese fino al braccio e continuò prendendo la mano della ragazza  e stingendola alla sua.
-Allora?- le soffiò sul collo prima di darle un piccolo bacio e tornando alla distanza iniziale tra i due visi.
-Dei piccoli problemi a casa...- disse vaga lei.
Il ragazzo le lanciò un' occhiata strana.
-I miei litigano in continuazione e io... non ce la faccio più, non li sopporto più-
-Magari è solo un periodo, poi passa-
-Magari o magari no- ribatté cercando di non far uscire di nuovo le lacrime davanti al giovane, ma non ci riuscì.
Le rigavano le guance e scendevano fino a finire sulla stoffa dei pantaloni.
Puntò lo sguardo sul prato che senza luce sembrava solo una distesa di buio, nella quale lei stava per cadere.
Sentí un brivido percorrerle le spalle e il braccio.
Si trovò distesa sulla panchina fra le braccia di Zayn che canticchiava qualcosa dentro di se per calmarla.
Non ci poteva credere che stesse tra le braccia del ragazzo che l'aveva sempre tratta male e offesa e che adesso invece era con lei, su  una panchina congelata, in un parco buio dove faceva un freddo tremendo e che cercava di calmarla canticchiando.
-Zayn?- lo chiamò insicura lei.
Con un verso il moro si girò verso Abbie che gli dava le spalle.
-A cosa pensi?- domandò curiosa.
-Che potrei anche morire abbracciato a te- disse dolcemente.
-Dai sul serio?- esclamò stranita.
-Ma è vero!- urlò con certezza.
Si alzarono entrambi dalla panchina mettendosi faccia a faccia.
-Smettila di prendermi in giro per una volta una!- gridò lei.
-Perchè non mi credi! Perchè non credi che sono cambiato! Perchè non capisci che sto impazzendo!-
Abbie rimase immobile a guardare il moro che parlava senza mai respirare.
-Sto diventando pazzo sai! Per colpa di una ragazza!- riprese fiato una attimo riempiendo la gola di ossigeno fresco -Una ragazza che  non mi ha mai sopportato perchè l'ho sempre presa in giro, una ragazza che mi reputava e mi reputa un coglione perchè lo sono stato  e lo sono! Una ragazza che si è vendicata facendomi innamorare di lei perdutamente e che ora ho paura di perdere per le cazzate che  ho fatto- la guardò un' ultima volta.
-Una ragazza che ancora non si è accorta che muoio per lei e che ha perso la totale fiducia in me, ma che io voglio riconquistare e  quindi ti chiedo solo una cosa Abbie-
Si avvicinò portando le mani sulla schiena di lei e abbracciandola facendo aderire i corpi.
-Dammi un'altra possibilità, ho sbagliato ma tutti fanno degli errori, ero stupido e mi credevo di essere chissà chi... ma tu mi hai  aperto gli occhi mi hai fatto capire che in realtà qualcuno mi odia e che per qualcuno non conto niente e purtroppo quel qualcuno sei  tu- disse sconfitto.
-Cosa ti fa credere che io ti odi e che per me non conti niente?-
-Io... non lo so-
-Se non contassi niente per me sarei venuta a letto con te?-
-No-
-Se non contassi niente per me sarei rimasta a sentire tutto il tuo fantastico discorso?-
-No- rispose abbozzando un sorriso.
-Allora perchè dici così?-
-Non lo so, non so più niente tranne che voglio stare con te-
Fu l'ultima cosa che si sentì da qual parco, rimasero solo il freddo e i due ragazzi abbracciati che si scambiarono un bacio lungo e  appassionato.


-Ti vengo a prendere domani e andiamo a scuola insieme?- chiese Zayn davanti alla porta di casa di Abbie mentre stavano ancora  mano per mano.
-No- disse.
Il moro rimase sorpreso.
La ragazza gli si avvicino e l'abbracciò ispirando il suo profumo.
-Resta con me ti prego, rimani qui a dormire-
-Ma come facciamo?-
-Non se ne accorgerà nessuno-
-Penso che se ne accorgano i tuoi che c'è un estraneo nel letto della loro figlia-
-Chiudiamo la porta-
-Capitan ovvio-
Abbie rise sul collo di Zayn, alzò un pò il viso fino ad arrivare all'orecchio.
-Dunque sono le dieci di sera e tutti dormono, i miei escono di casa alle sette con Mike e nessuno mi viene a svegliare quindi non se  ne accorgerà nessuno-
-E Seth?-
-E' all'università! Dai vieni- lo implorò di nuovo.
-Mi sembra una pessima idea... però se ti rende felice! Andiamo!-esclamò superandola ed entrando nella casa buia.
Salirono piano le scale tenendosi per mano, Abbie controllò le stanze chiudendo le porte fino a quando non arrivò alla fine del  corridoio dove si trovava la sua stanza, fece entrare Zayn e chiuse la porta.
Cercò di accendere la luce ma il moro le bloccò la mano iniziando a baciarle il collo.
-No, non serve- disse tra un bacio e l'altro.
-Ma io devo mettere il pigiama- rispose sottovoce.
Il ragazzo si fece scappare una piccola risata, si avvicinò all'orecchio della ragazza -Non serve nemmeno quello- le sussurrò  delicatamente.
Le mani scesero dal collo fin sotto la maglietta andando a cercare la pelle dei fianchi e salendo con lentezza e delicatezza.
Abbie alzò le braccia facendo scivolare la maglietta che cadde per terra e poi le abbassò incrociandole dietro al collo di Zayn, si  avvicinò, gli diede un piccolo bacio sull'angolo della bocca e gli tirò giù la zip della giacca di pelle che il moro tirò sulla sedia della  scrivania.
Si staccò di malavoglia dalla giovane, le prese la mano e la portò alla fine del letto facendola distendere.
Con delicatezza le slacciò i pantaloni e li abbassò iniziando ad accarezzare la pelle delle gambe che man mano veniva scoperta.
Diede piccoli baci partendo dalla coscia e salendo toccando con le labbra la stoffa degli slip poi la pancia e la spalla della ragazza  fino ad arrivare di nuovo al collo e alla bocca.
I baci divennero sempre più intensi e passionali fino a quando Abbie non portó una mano sul petto ancora coperto dalla maglietta del   ragazzo, allontanandolo un po' da se.
-Devi dire ai tuoi che non torni no?-
-Dopo- si avvicinò -Ora voglio stare con te- le sussurrò incominciandola a baciare di nuovo.
Abbie sorrise guardando la testa mora e il viso ambrato insinuarsi tra l'incavo del collo e del suo viso, alzò le mani e iniziò ad  accarezzare la pelle al di sotto della maglietta.
Invertirono i ruoli, ora lei stava sopra, prese a baciare il petto del ragazzo scendendo con la mano fino al bordo dei jeans, decise di  stuzzicarlo un po' iniziando a giocare con la stoffa fino a quando non sentì il verso di dissenso del giovane.
Slacciò il bottone e tirò giù la zip, Zayn alzò il bacino e si tolse i pantaloni, invertì di nuovo lasciando che Abbie si distendesse sul  morbido materasso.
Le diede un piccolo bacio sulla bocca -Aspetta- si alzò e andò a prendere la bustina del preservativo dalla tasca del giubbetto.
Tornò dalla ragazza che intanto si era rannicchiata su se stessa, aveva portato sul viso le ginocchia che venivano avvolte dalle braccia,  gli dava le spalle e stava vedendo il paesaggio fuori, aveva iniziato a piovere e a tirare vento.
Zayn le si avvicinò e l'abbracciò dai fianchi, le baciò la spalla destra e poi alzò il viso in contemporanea a quello di lei e si  guardarono.
Non avevano nulla da dirsi, condividevano le stesse emozioni, la voglia di andare avanti e continuare ciò che stavano facendo, la  paura di essere scoperti e la sfrontatezza di volere di più da entrambi.
Tornò ad osservare fuori e lui continuò con delicati baci, avanzò con le mani e slacciò il reggiseno, le fece segno di distendersi.
Zayn cambiò modo, la delicatezza divenne voglia e la tenerezza mutò in passione.
I baci si fecero sempre più intensi, dal collo fino ai seni che il ragazzo baciava con avidità, la giovane riusciva a stento a trattenere i  brividi che il moro le procurava, cercò di sfogarsi stringendo forte la coperta che era stesa sotto di loro.
Altri gemiti, ma più forti, cercarono di uscire dalla sua bocca quando il giovane la penetrò con le dita.
Il moro si allungò verso di lei e posò le labbra sulle sue, Abbie si fece scappare piccoli versi strozzati quando Zayn iniziò ad andare  più a fondo con ritmi regolari.
Sfilò le dità dall'intimità di lei e poi gli slip, diede piccoli baci sulla pancia e salì di nuovo fino al seno.
Si sistemò al meglio, alzò le braccia della ragazza e le porto dietro la sua schiena, portò le sue mani sulla spalliera del letto e con  delicatezza entrò in lei, la giovane portò indietro la testa e si aggrappò con le unghie alla schiena di lui cercando di non urlare dal  piacere, la cosa divenne quasi impossibile quando il ragazzo iniziò a dare spinte che man mano diventavano sempre più forti e veloci.
Fortunatamente Zayn capì la situazione, rallentò un po', poggiò di nuovo le labbra su di lei cercando di rendere più silenziosi i gemiti,  ci riuscì, il silenziò tornò nella stanza affiancato dal rumore dei respiri affannati che avevano i due ragazzi.


La sveglia disturbò il suo sogno fantastico, infastidita la spense, si girò dall'altra parte del letto, Zayn dormiva beatamente coperto  soltanto dalla vita in giù dal lenzuolo bianco del letto.
Non ci pensò due volte e si fiondò tra le sue braccia, il moro le circondò la vita e la strinse di più a se, fece aderire i due corpi e le  diede un piccolo bacio sulla guancia.
-Buongiorno- disse mentre allargava le braccia e si stiracchiava dopo quella fantastica dormita.
-Giorno- rispose mentre si girava per prendere il cellulare che aveva vibrato.
Era un messaggio di Ginnie.
" Andiamo a fare colazione al bar??"
" No ho altri programmi :P " risposi semplicemente.
" Poi mi spieghi" quel messaggio fece uscire un piccolo sorriso sulle labbra di Abbie che dopo aver bloccato il cellulare, si nascose  sotto le coperte.
Zayn si era già messo i pantaloni e stava cercando il verso della maglietta.
-Abbie dai alzati- incitò la ragazza a uscire dal letto.
-No-
-Dai-
-No-
-Perchè non vuoi alzarti?-
-Ho sonno- sospirò tirandosi sulla testa le coperte.
-Preferisci dormire piuttosto che stare con me?- domandò dolcemente lui avvicinandosi al letto.
-Si-
-Bastarda- urlò il ragazzo lanciandosi sulle coperte che avvolgevano la sagoma della giovane.
Di sua risposta Abbie tirò un grido divertito quando sentì il peso del ragazzo addosso a lei.
Si posizionò e le si mise a cavalcioni sopra.
-Allora?- chiese dando un bacio sulla bocca della ragazza che era coperta del lenzuolo.
-60 minuti- disse la giovane uscendo fa sotto le coperte con il viso.
La guardò per un momento stranito poi non riuscì a trattenere una risata.
Le iniziò a fare il solletico premendole i fianchi cercando di bloccare le gambe della ragazza che tiravano calci per difendersi da  Zayn.
Lui si avvicinò al viso di lei, le blocco le mani e iniziò ad inondarla di baci dal collo fino alla bocca e viceversa.
Rimasero per un po' distesi sul letto poi il moro alzò lo sguardo sull'orologio.
-Sono le sette e mezza- constatò girandosi verso la ragazza, la sua ragazza.
-Mi alzo mamma- fece per alzarsi dal letto ma una mano la fermò.
Zayn la spinse verso se, la bloccò con un braccio dietro la schiena e le diede un intenso bacio sulla bocca.
-Dove vai?- chiese deluso.
-A farmi una doccia-
-Uffa... però dopo torni qua?-
-Certo- disse ovvia.
-Ti aspetto!-
-Non vado in guerra eh!- scherzò prima di andare in bagno.
Appoggiò l'asciugamano sull' appendino che era fuori dalla doccia, fece uscire l'acqua per farla riscaldare mentre si svestiva poi  quando la temperatura fu al punto giusto entrò e incominciò ad insaponarsi.
Odiava farsi le docce veloci solo che erano in ritardo e non poteva permettersi di stare troppo tempo sotto l'acqua.
Avvolse l'asciugamano sul corpo e dopo aver messo la schiuma sui capelli iniziò ad asciugarseli.
Uscì dalla camera, la luce era spenta ma si vedeva qualcosa grazie alle finestre alzate.
La stanza aveva un colorito azzurro a causa delle nuvole che ogni tanto oscuravano la luce gialla del sole.
Abbie si sentì prendere da dietro, Zayn le scostò i capelli ricci portandoli tutti sulla spalla destra, accarezzó quella sinistra e baciò la  pelle profumata di bagnoschiuma e ancora un po' bagnata.
Si decise, estrasse dalla tasca dei pantaloni la piccola scatolina, l'aprì delicatamente e con le mani prese le due estremità.
La ragazza sentì il materiale freddo avvolgersi intorno al suo collo, il moro agganciò la collana.
La portò davanti allo specchio per farle vedere il ciondolo.
Accarezzò con la mano l'oggetto, era il simbolo dello Yin e lo Yang.
-L'ho presa in Italia- dichiarò il moro dopo attimi di silenzio.
Si girò verso di lui.
-L'hai presa per me?- chiese sorpresa.
-Certo, l'ho presa pensando solo a te- disse abbassando la voce e unendo le labbra a quelle della ragazza.
Si girarono di nuovo verso lo specchio.
-E' il simbolo che ci identifica, ci completiamo a vicenda, come le tenebre e la luce, la luna e il sole o la notte il giorno... se non esiste  l'una non esiste l'altro-

 

Scusate il ritardoooo, sono un po' impegnata con la scuola :(
Ce l'ho fatta :D
Ho pubblicato finalmente :)
Volevo ringraziarvi per le recensioni, GRAZIEEEE <3
e volevo anche ringraziare chi mette la storia fra le preferite, le seguite e le ricordate GRAZIEEE <3
Beh, fatemi sapere che ne pensate :D
Vi aspetto al prossimo capitolo, spero di aggiornare prima :)

BACI FRA :3

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Louis ***


SCUSATE PER IL RITARDO MA HO ALCUNI PROBLEMI :S
Comunque il capitolo non è incentrato proprio su Abbie e Zayn, ma su un'altra coppia: Abbie e Louis :)
Vi ricordate quando hanno litigato di brutto? Beh ora è il momento per fare pace...
Buona lettura
Baci Fraa <3



 "Pranziamo insieme?" lesse il messaggio nascondendo il cellulare tra le gambe.  
La professoressa era girata, stava spiegando l'esercizio alla lavagna e naturalmente nessuno seguiva la lezione.
Si rigirò fra le dita della mano destra la collana e velocemente rispose al messaggio di Zayn.
Non le sembrava vero, erano due giorni che stavano insieme, il ragazzo era talmente dolce che Abbie a stento credeva che quella  fosse la realtà, forse aveva dei problemi in famiglia, ma il moro riusciva sempre a farle dimenticare ciò che di brutto c'era nella sua vita.
Le mancava solo una cosa tremendamente, sentiva la mancanza delle abituali cene tra amici che da mesi ormai non faceva più, le  mancavano le risate con Louis e le sfide con Niall, con il primo era da molto che non ci parlava e sapeva ben poco di lui, come se  per lui fosse sparita da un momento all' altro, con il biondino invece non ci parlava più di tanto, naturalmente Louis l'obbligava a non  parlarle o a salutarla e basta.
Doveva affrontare la situazione, voleva ricomporre il gruppo e riavere le risate di entrambi i suoi vecchi amici, e ci sarebbe riuscita,  sapeva che ci sarebbe riuscita.
Finalmente la campanella suonò, aspettò Ginnie davanti l'aula di scienze e insieme si diressero in bagno.
-Oggi non pranzo con te- disse felice.
-Bell'amica! Preferisce andare con il suo ragazzo super fico!- scherzò l'amica andando a lavarsi le mani.
-Mi biasimi?- la sfidò ridendo lei.
Quando tornò il silenzio nel bagno deserto Abbie si decise a parlare.
-Senti..- esitò un attimo.
La ragazza si girò verso di lei guardandola in modo confuso.
-Volevo parlare con Louis...- affermò abbassando il la testa.
-Wow... ti piacciono le sfide- scherzò di nuovo.
-Ginnie ti prego è una cosa seria- disse puntando lo sguardo in quello dell'amica.
-Sarà un po' difficile dopo la grande litigata...- ammise incerta -Però siete amici da tanto tempo... perchè rovinare tutto per una  cazzata-
-Lo so, sono stata stupida, però un po' di torto ce l'aveva anche lui- constatò Abbie.
-Si ma voleva solo proteggerti...-
-Ma da chi?- chiese esasperata, non doveva essere protetta da nessuno odiava quando ripensava alla sfuriata con Louis certo era suo  amico e voleva il meglio per lei, ma non aveva bisogno di protezione sapeva cavarsela benissimo da sola.
-Da Zayn, Abbie- rispose in modo ovvio.
-Ma non mi ha fatto o non mi farà del male, anzi con lui sto bene!- 
-E che bene..- ammise con un sorriso malizioso.
-Cretina!- esclamò ridendo e dando una spallata all'amica mentre uscivano dal bagno.
Tornarono agli armadietti.
-Guarda quel cretino- disse Ginnie girandosi e guardando Preston.
-Chi il carciofone?-
-Si Abbie-
Stava appoggiato all'armadietto di una ragazza, parlando e flirtando senza curarsi della presenza della sua ragazza nel corridoio.
-Perchè non lo lasci qual cretino?-
-Aspetto un po'... voglio fargli credere che non sospetto niente dei suoi tradimenti- dichiarò con un sorriso cattivo.
-Malefica- iniziò a ridere Abbie.
 
 
Mancava un' ora al pranzo, purtroppo Abbie era arrivata tardi alla lezione di Storia e si era dovuta sedere nell'unico posto libero che  c'era nella classe, in prima fila davanti alla cattedra.
-Parker hai capito?-
-Si prof- quella l'aveva presa di mira non ce la faceva più, aspettava con ansia il suono di quella maledetta camp...
DRIIN
Si alzò velocemente prese i libri e uscí di fretta dalla classe e andò verso il suo armadietto.
 
 
Il compito di chimica era stato difficilissimo, aveva fatto solo due esercizi e gli altri li aveva copiati dal compagno affianco ma non  sapeva se erano giusti. Prese lo zaino e lo mise sulla spalla, uscì dalla classe e si incamminò sul corridoio.
Alcune ragazze si giravano a guardarlo, ma a lui non interessava aveva in testa solo lei e la doveva trovare per pranzare insieme.
I suoi occhi si spostarono sulla fila destra degli armadietti cercando il suo. Era li stava cercando di mettere i libri nell'armadietto  cercando di non farli cadere.
Si avvicinò di più lentamente senza farsi sentire, le narici si bearono del profumo dei suoi capelli che mossi ricadevano tutti sulla  spalla sinistra, li teneva sempre lì. Alzò una mano, delicatamente le accarezzò l'altra spalla, salì fino alla guancia e tirò una ciocca di  capelli dietro l'orecchio.
-Ciao- le sussurrò dolcemente.
Si girò e lo fissò negli occhi, un sorriso le comparve sul volto, era felice di vederlo come del resto lo era anche lui.
-Hey- disse timidamente.
Il moro si abbassò per ricevere un bacio a stampo che Abbie non gli negò.
-Andiamo?-chiese sempre a bassa voce aiutando la ragazza a mettere anche l'ultimo libro a posto.
-Certo- gli sorrise.
Intrecciarono le mani e si diressero al cortile fuori dal istituto.
Si sedettero sugli scalini e iniziarono a mangiare e a parlare.
Zayn finì il panino quando Abbie ancora stava dando il primo morso, era concentrata, si era incantata a guardare i suoi piedi mentre  pensava a qualcosa a lui sconosciuto.
Si alzò e si sedette sullo scalino dietro alla ragazza cingendole con le gambe i fianchi, le portò le mani sulle spalle e iniziò a farle un  piccolo massaggio.
-Abbie- le chiamò dolcemente.
Di tutta sua risposta la giovane emise un verso di piacere per il rilassante massaggio e tirò indietro la testa. Il moro abbassò il viso e le  diede un piccolo bacio a stampo.
-Che succede?- chiese curioso.
-Pensavo- si limitò a rispondere scrollando le spalle.
-Oddio!- urlò Zayn esterrefatto.
La ragazza si alzò dallo scalino spaventata.
-Che c'è?- gridò impaurita.
-Tu pensi? Questa cosa mi ha stravolto la vita!- affermò iniziando a ridere.
-Cretino!- esclamò ridendo e saltandogli sopra per menargli -Mi hai fatto spaventare!-
Zayn la prese per i fianchi prontamente, la alzò un po' per vedere il suo viso da vicino, era fantastica. Le sorrise la baciò di nuovo e  poi la strinse forte a sè per non farla muovere.
Era più forte di lui non riusciva a stare senza baciarla o senza accarezzarle la pelle, voleva averla sempre accanto a lei e voleva sentire  il suo calore sul corpo.
-A cosa pensavi?- chiese dopo un po' allentando la presa, Abbie si alzò e si mise a sedere sulle sue gambe.
-Ti ricordi la litigata con Louis?-
-E chi se la scorda- rispose velocemente facendosi scappare un sorriso malefico.
-Voglio fare pace- disse tutta d'un fiato.
-Cosa?-
-Louis è mio amico da molto e non voglio rovinare tutto-
-Ma lui non accettava noi due... cioè non tu e me, noi, noi due insieme- cercò di ragionare ad alta voce.
-Lo so però...-
-E se ti mette davanti ad una scelta?-
-Come?- chiese Abbie assottigliando gli occhi.
-Se ti farà scegliere tra me e lui, tu chi sceglierai?- chiese Zayn alzando un po' il tono di voce.
-Non...non- non sapeva come rispondere, teneva ad entrambi -Non lo farebbe mai...- si limitò a dire.
-Davvero? Tu credi che non lo farebbe?- il moro si alzò dallo scalino, facendo alzare anche la ragazza.
-Si-
-Si è incazzato solo perchè ci provavo con te!-
-Magari è cambiato!-
-Non puoi saperlo!- urlò il giovane.
-Non lo saprò mai se non ci provo!-
-Non puoi fidarti sempre di tutti Abbie...- il tono di voce tornò normale.
-Con te l'ho fatto, mi sono fidata di te e mi fido di te- continuò lei.
-Si ma...- non sapeva più come rispondere, certo da un lato aveva ragione lei, come era cambiato lui poteva farlo benissimo anche  Louis, però aveva paura aveva una tremenda paura di perderla, aveva paura che lo avrebbe lasciato per dare ragione all' amico e non  lo avrebbe sopportato. Ma visto da un altro punto di vista se Abbie voleva tornare ad essere amica di Louis chi era lui per  impedirglielo...
Dopo attimi di silenzio il moro parlò.
-Va bene- si avvicinò ad Abbie e le strinse la mano, la abbracciò e le poggiò la testa sulla sua spalla accarezzando i morbidi capelli.
-Se riallacciare i rapporti con Louis ti rende felice, allora voglio che tu sia felice-
Un sorriso comparve sul viso della giovane, la campanella suonò e lei prima di andare via gli lasciò un piccolo bacio sulla guancia.
-Ti voglio bene- gli sussurrò all'orecchio.
-Anche io- le sorrise per poi lasciarla rientrare per la lezione.
 
 
Louis stava parlando con Niall, i due sembravano molto seri.
Fece alcuni passi e si trovò alle spalle del primo.
-Abbie- la salutò sgranando gli occhi il biondo.
-Ciao Niall- 
Louis nemmeno si girò e ciò deluse molto la ragazza che però non si arrese.
-Louis- lo chiamò per farlo girare.
Quando finalmente vide il viso dell' "amico" sentì il mal di stomaco, l'espressione era vuota ed emanava solo tristezza. Dove era finito il Louis solare e simpatico di una volta?
-Ehm- si schiarì un attimo la voce -Possiamo parlare?- chiese timidamente.
-Beh io vado- esclamò l'irlandese salutando entrambi con un cenno di mano.
Fece un bel respiro e disse tutto d'un fiato per togliersi il pensiero.
-Louis so che sei incazzato con me, che magari preferiresti non vedermi o vedermi morta, so che ho un po' esagerato quando  abbiamo litigato però penso che la colpa sia anche un po' tua, non che abbia sbagliato a volermi difendere però non penso io ne  abbia bisogno ecco-
Prese un attimo fiato, alzò lo sguardo e vide l'espressione confusa del moro.
-So che a te non va a genio Zayn, ma a me piace ed è cambiato veramente, ma non è questo il punto, la cosa più importante che  volevo dirti è che mi manchi, non posso stare senza te e senza tutte le tue cazzate, non voglio buttare dei fantastici anni di amicizia per  una stupida litigata e non voglio nemmeno rinunciare alle uscite e alle scommesse da pazzi nelle quali mi mettevi in mezzo-
Era il discorso che si era preparata, l'aveva ripetuto 300 volte e lo sapeva a memoria. Ora non sapeva più che cosa dire, guadava il  ragazzo davanti a lei che era rimasto in silenzio tutto il tempo e che non si era nemmeno mosso. Non aveva fatto una piega e non si  era neanche sprecato a salutarla.
Quel silenzio faceva più male di tutte le offese subite in quegli anni.
-Louis- prese coraggio e ricominciò a parlare -Non voglio perderti...-
Ancora attimi di silenzio, il corridoio ormai era vuoto e per lei era il momento di andare via altrimenti avrebbe perso l'autobus.
-Beh io c'ho provato... se cambi idea fammi sapere, il mio numero ce l' hai... se non l'hai cancellato, ciao- fu l'ultima frese  che disse  per poi dare le spalle al moro e andare via cercando di trattenere le lacrime.
 
 
Aveva anche perso il pullman per parlare con Louis e non era servito a niente, era rimasta delusa ma si ripeteva che almeno ci aveva  provato.
Gli aveva dimostrato che a lui ci teneva ancora ma aveva capito che non gliene fregava più niente di lei.
Stava attraversando il parco per tornare a casa, erano le cinque del pomeriggio, aveva passato due ore a casa di Ginnie a farle un po'  di compagnia e ora con lo zaino ancora sulle spalle non vedeva l'ora di tornare a casa e stendersi sul letto.
-Abbie- si sentì chiamare da una voce familiare.
Era la sua, non lo sentiva da mesi ma non si era scordata del fantastico calore che emanava il suo tono. Non le sembrava vero, le  pareva un sogno ma era la realtà lui era li su una panchina. Louis era su una panchina da solo con le lacrime sulle guance e gli occhi  arrossati.
-O santo cielo Louis che hai fatto?- chiese preoccupata correndo dall'amico.
Si levò lo zaino dalle spalle e lo buttò per terra affianco alla panchina poi si sedette per ascoltare il ragazzo.
Le raccontò tutto quello che aveva passato da quando avevano litigato.
Dalle giornate felici e giocose con Eleanor a quelle più tristi come quando sua nonna era in ospedale. Per un attimo Abbie credette che  la nonna di Louis non ce l'avesse fatta ma fortunatamente il moro continuò il racconto, la nonna stava bene e come sempre  continuava a sfornare quei fantastici biscotti che tutti e due adoravano. Ricordarono i momenti in cui dopo aver giocato per ore nel  parco davanti casa di Katy, la nonna di Louis, puntualmente alle 17.30 la donna li chiamava li faceva entrare in casa e li faceva  accomodare sul morbido divano con una tazza di latte o un'aranciata e con un piatto di fumanti e caldi biscotti al cioccolato.
-Ora nonna sta  bene- annunciò il ragazzo -Era solo un momento di debolezza per lei- continuò rassicurandola.
-Allora cosa c'è che non va Lou?-
-Sono in crisi con Eleanor.. penso voglia prendersi una pausa- disse alla fine tristemente.
Abbie si lasciò un attimo andare tra i suoi pensieri, da una parte era felice Katy stava bene e il suo vecchio migliore amico le stava  ancora parlando però lui stava male, si ricordava ancora della felicità nei suoi occhi quando le aveva annunciato che si era fidanzato,  lui era sempre felice e solare ma quel giorno lo era particolarmente ed ora invece si ritrovava a piangere su una stupida panchina.
-Sei sicuro?- chiese teneramente.
-No..non lo so, è tutta colpa del trasferimento-
-Quale trasferimento?- domando sorpresa.
-Di suo padre, i suoi sono divorziati e lei deve stare un po' qua e un po' là e lo studio e gli amici e io... e poi- iniziò a borbottare cose  sconnesse e Abbie si chiese se stesse bene.
Gli porto una mano sulla fronte mentre l'altra era stretta tra le mani di lui.
-Stai bene? Chiamo l'ospedale ti ricoverano!- urlò lei facendo girare una vecchietta un po' più là spaventata.
L'amico iniziò a ridere osservando la figura fatta dalla ragazza.
-Oh cielo ma cosa urla signorina!- la ammoni la signora altezzosa andandosene via con il cagnolino che sembrava più un topo peloso.
-Scusi- si scusò Abbie con un filo di voce.
Ora il parco era deserto c'erano solo loro due e il rumore del vento che soffiava accompagnato dal dolce tenore della voce di Louis  che rideva come un cretino.
Era tornato. Lui. Il suo fantastico scemo ma dolce e sensibile migliore amico.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Una giornata speciale ***


SALVE A TUTTI  :)
Finito di scrivere il 16 capitolo mi sono messa subito a creare il 17, eccolo qui :D
Parla sopratutto di Zayn e Abbie e... non vi anticipo niente :P
Buona lettura
Bacii Fraa <3


Abbie e Louis chiarirono tutto, parlarono anche della storia di lei e Zayn, all'inizio il moro sembrava non esserne molto contento, però  si accorse degli occhi che le brillavano mentre parlava del suo ragazzo. Era innamorata pazza, l'aveva capito subito, e forse stava  iniziando a credere anche lui a Zayn, forse era veramente cambiato.
Andarono a prendere un frullato al bar davanti al parco e poi Louis la riaccompagnò a casa. 
-Ci vediamo domani a scuola- le sorrise dandole un leggero bacio sulla guancia.
Abbie non rispose, si limitò a saltargli addosso abbracciandolo con tutta la forza possibile.
-Lou dimmi che non mi lascerai più- disse con la voce un po' soffocata perché le labbra sue labbra erano attaccate alla maglia del  moro.
-Ci sarò sempre per te- le annunciò con un sorriso di tenerezza misto alla felicità che provava in quel momento.
Si rese conto che le era mancata la sua migliore amica come qualsiasi altra cose, all'inizio non voleva ammetterlo a se stesso per colpa  dell'orgoglio ma ora non gliene fregava più niente. Le voleva bene e sarebbe andato in giro a urlarlo per tutto il mondo se fosse stato  necessario, ma non aveva bisogno di farlo perché Abbie sapeva che per lui era una delle cose più importanti.
 
-PASSANO LE SETTIMANE-
 
DRIIIN 
Anche l'ultima campanella suonò. Non ne poteva più di sentire tutte le chiacchiere dei professori. Aprì l'armadietto e prese la borsa.
-Chi sono?- due mani le chiusero gli occhi e una voce le soffiò sul collo facendo diventare la pelle calda.
-Zayn- mormorò lei dopo essersi ripresa dai brividi che le passarono la schiena.
-Oggi stai con me- continuò il moro dandole un piccolo bacio sul collo lasciato scoperto dalla coda di cavallo -Ieri non ci sei stata  mai-
-Ero con- la giovane non riuscì a finire la frase che il Zayn la precedette con un piccolo lamento.
-Non voglio sapere niente, solo che oggi starai con me fino a dopo cena, perché ho un programma stupendo- continuò sempre a  bassa voce.
-Cosa?- urlò entusiasta girandosi verso il ragazzo.
-Abbie così rovini il momento romantico!- si lamentò di nuovo lui.
-Ah scusa- cercò di rimediare lei con un sorriso innocente al quale lui non resistette, si avvicinò e le poggiò delicatamente le labbra  sulle sue.
Mentre stavano per approfondire il bacio Zayn si bloccò e le sfiorò la guancia con qualcosa di freddo e delicato.
Abbie si staccò e guardò che li ragazzo aveva in mano una rosa rossa bellissima. 
Quando si era girata non si era accorta che il giovane nascondeva dietro la schiena qualcosa, era troppo concentrata a guardare gli  occhi nitidi di lui che si perdevano nei suoi.
-Buon mesiversario- annunciò lui felice dandole un altro bacio a stampo.
-Per me??- chiese felicemente sorpresa.
Zayn guardò la rosa poi la sua ragazza -No per l'armadietto che hai capito!- esclamò superandola e tentando ti abbracciare la fila  metallica di armadietti appoggiati al muro.
-Cretino- disse ridendo abbracciandolo da sotto le braccia da dietro.
-Grazie- sussurrò al ragazzo che aveva stretto le mani nelle sue.
Il moro si girò lasciando una mano ma tenendo sempre l'altra intrecciata in quella di lei. 
-Andiamo, ho una giornata speciale per te!- esclamo entusiasta tirandola per una mano delicatamente, ma Abbie non si muoveva.
Si girò curioso.
-Ti sei scordata come si cammina?- la prese in giro teneramente.
-Fortunatamente no- disse sorridendo, poi apri la tasca inferiore della borsa e ne estrasse un piccolo pacchetto -Pensi di essere  l'unico a ricordarsi delle feste importanti?- stavolta fu lei a prenderlo in giro e un velo di soddisfazione apparve sul suo viso.
Zayn avanzò verso di lei con un sorriso tenero, sfilò delicatamente il pacchetto regalo dalla mano della ragazza.
Lo scartò era un cd, dentro c'erano le loro canzoni preferite, quelle che ascoltavano sempre quando erano dentro il pullman per  andare a scuola.
Come copertina la custodia del cd aveva una loro foto e dentro c'erano 13 brani, i loro brani:
WILD ONES
FIX YOU
HEY THERE DELILAH
STEREO HEART
ANGEL
ISN'T SHE LOVELY
SHE'S THE ONE
FEEL
CRY ME A RIVER
JUST CAN'T GET ENOUGHT
NOT GIVIN IN
SO SICK
LET ME LOVE YOU
Zayn guardò la scrittura accurata della ragazza, la foto posizionata alla perfezione e i disegnini buffi che lei stessa aveva disegnato sul  retro della custodia.
Non disse niente, prese Abbie e la rintanò fra le sue braccia la strinse più forte che poté anche se avrebbe potuto farle male.
-Grazie- disse dolcemente.
Pensava che nessuno avrebbe mai fatto qualcosa del genere per lui, anche se era un piccolo gesto, rappresentava molto.
La forza dell'abbraccio diminuì e portò le braccia sulla vita della ragazza cingendola completamente.
La guardò sorridendo per un attimo, lei alzò lo sguardo e lo incatenò a quello di lui.
Era tutto perfetto.
Le labbra di Abbie si schiusero in un sorriso dolce che gli occhi di Zayn colsero subito, la visuale cadde quindi sulla bocca della  giovane, non resisteva più di tanto senza baciarla, fece alcuni passi trascinandola con se fino a farla poggiare con la schiena sul muro  freddo, l'avvicinò a se' di nuovo, fece combaciare i bacini e intrecciò le gambe.
Si avvicinò lentamente, facendo morire la ragazza che non aveva più voglia di aspettare.
Si fermò quando i nasi e le fronti si toccarono, a quel punto diede un leggero bacio sulle labbra rosee di lei, ancora una volta non  permise alla giovane di approfondire il bacio facendo aumentare in lei il desiderio di sentire il suo sapore. Deviò la direzione e si  spostò finendo a baciare la mascella, scese fino alla guancia e tornò sulla bocca.
Finalmente dopo tanta agonia Abbie ebbe ciò che voleva, un bacio profondo e intenso. Entrambi schiusero le labbra e lei portò le  mani sul collo di lui iniziando ad accarezzare i capelli del moro che le solleticavano le dita.
Le lingue stavano per scontrarsi in una nuova lotta ma
-Ragazzi che fate- urlò il bidello dalla fine del corridoio.
Zayn si girò e appena riconobbe la figura paffuta dell'uomo si scusò cercando di trattenere le risate per la figura che avevano appena  fatto mentre Abbie non si faceva problemi a ridere nascosta tra l'incavo del collo e della spalla di lui.
-Andiamo- annunciò ridendo per poi alzarle il mento con due dita e baciarle la punta del naso.
 
 
-No mamma non torno a cena- le disse per l'ennesima volta.
-Sono in giro, con chi mi pare- odiava tutte le domande che faceva la donna.
-Ok Ciao- tagliò corto alla fine guardando il moro che tornava verso di lei.
Era andato a vedere l'orario dei pullman per accertarsi di aver programmato tutto alla perfezione, e come volevasi dimostrare stava  andando tutto per il verso giusto.
-Allora?- chiese sedendosi affianco a lei sulle scalette.
-Allora cosa?- domandò a sua volta curiosa.
-Come è andata con Louis?-
-Oh- si fece scappare un verso sorpreso, non pensava gli interessasse la cosa -Bene, anzi meglio di come pensassi- annunciò  sfoggiando un sorriso.
-Comunque- continuò senza per aprire bocca al moro -Non mi va di parlarne e poi...-
-E poi?- la incitò a parlare.
-Sono tre ore che aspetto che mi baci ma c'è sempre qualche rompi scatole che ci interrompe- si lamentò lei come una bambina.
Zayn rise, una risata cristallina che poche volte si sentiva.
-Vieni qui- si avvicinò velocemente a lei e le prese il viso fra le mani delicatamente, si avvicinò e fece scontrare le bocche.
-Il pullman!- esclamò il giovane guadando il veicolo andare verso di loro, anche quella volta non erano riusciti ad avere un vero e  proprio bacio.
Le prese la mano e la trascinò più vicino alla fermata facendo cenno all'autista di fermarsi.
Si aprirono le porte e salirono.
Si sedettero in fondo dove c'erano gli unici posti liberi.
-Che novità eh?- ironizzo la ragazza battendo le mani -Di nuovo interrotti dopo il bidello, il cellulare che squillava, la turista che  chiedeva informazioni ora ci si mettono anche gli autobus-
Zayn rise ancora una volta, poi l'avvicinò a se', le diede un piccolo bacio sulla guancia.
-Il bello sta nell'attesa- le sussurrò all'orecchio.
Poi torno al suo posto sorridendo.
-Dove andiamo?- chiese dopo un po' rompendo il silenzio.
-Non te lo dico-
-Ti prego?-
-No-
-Faccio tutto quello che vuoi ma ti prego dimmelo- lo supplico di nuovo.
La guardò con un sorriso malizioso e lei ripenso subito alla frase detta -Beh non proprio tutto- affermò subito lei.
-Ti dò un indizio-
Lei si avvicinò per sentire meglio.
-Ti porto in un posto- 
Abbie rimase ferma aspettando la fine della frase che però non arrivo.
-E' questo l'indizio?- chiese scettica.
Il moro annui ridendo.
-Bene, ora si che ho capito tutto, tutto molto più chiaro ma che dico cristallino!- 
Zayn adorava stare con Abbie, lo faceva ridere, sapeva che odiava quando rideva di lei ma prenderla in giro gli piaceva perché sapeva  che non era permalosa e che avrebbe preso tutto come gioco, era tutto perfetto, lei era perfetta. Non si aspettava un regalo simile per  il mesiversario, le ragazze normali gli avrebbero regalato qualche cosa materiale e invece lei no, aveva fatto un cd, con le canzoni che  entrambi conoscevano e che ogni mattina cantavano a squarcia gola nell'autobus facendo continuamente figuracce, e anche se non  facevano altro che cavolate adorava dividere quei momenti con lei, forse lei non lo sapeva ma ogni giorno gli regalava qualcosa, ogni  giorno gli regalava un bellissimo ricordo.
-Zayn l'autobus ha fatto già dieci fermate non è che ci siamo persi?-
La voce di Abbie lo riportò alla realtà.
-Non preoccuparti siamo quasi arrivati- la rassicurò -A proposito sei stanca?- aggiunse poi.
-No perché?-
-Beh... dobbiamo camminare un pochino- disse lasciando uno spazio di due cm tra il pollice e l'indice.
La ragazza lo guardò incerta ma poi decise di fidarsi, dopotutto quanto avrebbero dovuto camminare??
 
 
-Vuoi scherzare?- domandò spalancando gli occhi Abbie.
Davanti a loro c'era una salita lunghissima che portava alla cima di una collina.
-Avevi detto che non eri stava!- esclamò Zayn ridendo.
-Giuro che se non ti uccido oggi non lo farò mai più-
-Rassicurante- continuò scherzando il moro facendo ridere anche la ragazza.
-Cretino- 
Iniziarono a camminare mano nella mano, passo dopo passo e arrivarono quasi a metà dove Abbie si buttò letteralmente a terra.
-Lasciami morire qui- urlò col fiatone.
-Dai manca poco!-
-Tu non ci vedi, manca ancora mezza salita!-si lamentò.
-Ti prego Abbie fai un piccolo sforzo, fallo per me- disse mostrando una delle più belle facce da cucciolo.
-Oddio- gridò alzandosi e continuando a camminare -Se dopo questo quella di educazione fisica mi fa fare ginnastica giuro che gli  sparo- iniziò a borbottare facendo i primi due passi.
Zayn la bloccò per una mano, la tirò a se' e le sfilò lo zaino pesante che aveva sulle spalle e lo caricò insieme a quello che portava già  lui.
-Ma così...- tentò di protestare lei che fu subito bloccata dalle labbra del moro che si erano impadronite delle sue.
Abbie si avvicinò e schiuse le labbra chiedendo l'accesso al ragazzo ma lui glielo negò.
-Solo se arrivi in cima- la ricattò iniziando di nuovo a camminare.
-Oh ma dai!- protestò cominciando a camminare spedita anche lei.
 
 
Mancavano pochi passi alla fine, Zayn aveva i due zaini sulle spalle e per di più trascinava Abbie che si era rifiutata di camminare.
Finalmente arrivarono in cima e la ragazza si buttò a terra stremata.
-Che faticaccia- esclamò prendendo fiato.
Il moro la guardò scettico mollando la sua mano e facendo cadere con un tonfo i due zaini per terra.
-Già ti sei stancata molto a portare tutto quel peso- 
-Sono una donna che pretendi-
-Domani ti segni in palestra- annunciò il ragazzo alludendo alla troppa stanchezza che la ragazza provava solo camminando.
-Poi mi innamoro dell'istruttore-
-Domani resti a casa a dormire- si corresse lui ridendo e facendo ridere anche l'altra.
Zayn si stese vicino ad Abbie e la guardò negli occhi.
-Sono arrivata in cima- annunciò poi lei.
Al moro gli scappò un sorriso, si sollevò da terra e si stese sulla giovane portando il peso sulle braccia. Si avvicinò lentamente e le  diede il bacio tanto desiderato.
Per lei fu come riacquistare tutte le forza perse durante la camminata. Mentre le lingua finalmente riuscirono a scontrarsi, legò le  braccia intorno al collo del ragazzo, invertì le posizioni e si staccò un attimo per riprendere fiato.
Nel momento in cui le labbra si staccarono Abbie alzò il viso e si trovò davanti ad un paesaggio favoloso.
Un viale alberato di fiori di pesco che cadeva quando un piccolo soffio di vento raggiungeva i rami facendoli scuotere. Scendevano  leggiadri fino a posarsi sul verde prato che aveva ogni tanto macchioline rosee a causa dei cumuli di fiori che finivano per terra.
-E' bellissimo- disse sorpresa con un filo di voce.
-Lo so- sorrise Zayn guardando il volto meravigliato della sua fidanzata.
Abbie si alzò da sopra il ragazzo che la segui a ruota, si trovarono davanti a una immensa distesa di spazio dove stare soli e in libertà.
La abbracciò da dietro iniziandole a dare piccoli baci sul collo.
-Non so stare senza di te- le confessò con un sussurrò.
-Neanche io- affermò lei tirando indietro la testa e inclinandola verso il moro per stampargli un piccolo bacio sulla mandibola.
Zayn la girò verso di lui e le diede un piccolo bacio che poi chiese di essere approfondito, ma lei glielo negò.
Porto le mani su quelle di lui e le fece staccare dai suoi fianchi, fece alcuni passi indietro e poi guardò divertita l'espressione confusa  di lui sul viso.
-Il bacio te lo do...- disse piano -Solo se riesci a prendermi!- annunciò poi iniziando a correre lungo tutto il viale.
Il moro la segui velocemente cercando in tutti i modi di prenderla, entrambi sapevano che ci sarebbe riuscito, era molto più veloce di  lei, ma correndo fra un albero e l'altro lei si nascose e sparì.
-Abbie!- la chiamò con il fiatone per la corsa lui.
Si guardò un po' intorno cercandolo ma niente, stremato si sedette su una vecchia panchina di legno e si lasciò cadere sullo schienale.
Due mani fredde gli coprirono gli occhi, delicatamente gli tirò indietro la testa e si avvicino facendo sfiorare le labbra senza farle  toccare.
-Abbie?- chiese curioso lui.
-Mmm... forse- rispose divertita lei.
Il ragazzo sfoggiò un sorriso felice, si girò di scatto e intrappolò in un forte abbraccio la ragazza.
Si trovavano dietro la panchina, fece sedere la giovane sullo schienale della sedia, posizionò le mani sui fianchi e lei fece lo stesso  però sulle spalle possenti del moro.
Zayn le si avvicinò delicatamente, respiri si unirono e le bocche si toccarono, le labbra si schiusero e le lingue si incontrarono.  Iniziarono a scontrarsi prima delicatamente, ma poi il bacio divenne più profondo e intenso, indescrivibile e passionale. Ognuno  cercava l'altra con desiderio e voglia, voglia di avere di più, voglia di sprecare le ultime energie in quel bacio.
-Zayn- lo chiamò tra un bacio e l'altro.
Il moro rispose con un verso.
-Ti voglio, ora- mormorò piano lasciando sorpreso per un attimo il ragazzo.
-Non si può qui, lo sai- le disse tranquillamente.
L'unica risposta che ricevette fu un verso di lamento e di dissenso da parte della ragazza, mentre continuavano a baciarsi  ininterrottamente.
-Zayn- lo chiamò di nuovo, e di nuovo come risposta ricevette un verso dal giovane.
Questa volta si staccò completamente da lui e si guardarono negli occhi.
-Ho fame- annunciò felice.
Il moro la guardò un attimo sorpreso e poi sorrise divertito.
-E io che pensavo a chissà cosa- si tranquillizzò.
-Bastardo-
Le prese la mano e la fece scendere dallo schienale della panchina, tornarono camminando al punto dove avevano lasciato gli zaini,  Zayn prese il suo e lo aprì.
Diede un panino a Abbie e uno lo prese per lui, poi poggiò a terra una bottiglia d' acqua e una alla pesca.
Mangiarono e parlarono divertendosi e scherzando come era loro solito fare.
-A che ora passa l'autobus?-chiese dopo un po' la ragazza.
Il moro guardò l'orario sul cellulare allarmato.
-Fra dieci minuti!- esclamò agitato.
Si alzarono allarmati, presero tutte le cose sparse per terra e si misero gli zaini in spalla.
Si voltarono entrambi verso la discesa che avevano davanti ai loro occhi.
-Pronta per un' altra corsetta?-
-Sono nata pronta- rispose con tono fiero
Stavano per partire quando Zayn la fermò per una mano.
-Cerca di non cadere, senno ti fai male-
Abbie lo guardò sorpresa da ciò che aveva detto -Si papà- sdrammatizzò prima di iniziare a correre con il rischio di perdere uno dei  pochi autobus che passavano di lì.
 
 
-Buonanotte- la baciò per l'ennesima volta davanti al portone di casa Parker.
Non voleva lasciarla li e lei non voleva che lui andasse via.
-Non andare- gli chiese abbracciandolo e nascondendo il viso tra l'incavo del collo e della spalla come era solita fare.
-Devo-
-No- ribatté subito lei -Sali in camera-
Le sorrise triste -Non posso ci sono i tuoi e sono svegli-
-Uffa- si lamentò incrociando le braccia.
Il moro rise, le prese le mani e se le porto dietro il collo, la baciò un ultima volta.
-Ci vediamo domani a scuola- le sussurrò all'orecchio.
Fece per andare via ma Abbie lo bloccò.
-Grazie Zayn- sorrise dolcemente stringendo la mano che aveva intrecciata alla sua.
Zayn le si avvicinò di nuovo sorridendo, la bloccò al muro e le iniziò a baciare languidamente e intensamente un punto fisso del collo  fino a formare una piccola macchiolina viola. Abbie in quel momento non rimase impassibile, anzi al contrario, i brividi le percorsero  tutto il corpo fino ad obbligarla a tirare indietro la testa dal piacere. Adorava i baci sul collo, e lui lo sapeva.
-Buonanotte- le sussurrò prima di andare via.
Abbie aprì la porta delicatamente e facendo altrettanto piano la richiuse, vi si appoggiò con la schiena e istintivamente si portò la  mano sul collo dove era rimasto il segno di Zayn.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Tra voglia e desiderio ***


Salve a tutti :)
Avevo detto che avrei postato il capitolo oggi pomeriggio ma non ho fatto in tempo così l'ho pubblicato solo ora :)
Fatemi sapere cosa ne pensate :3
Come al solito non voglio anticiparvi niente perciò.. BUONA LETTURA! :D
Bacii Fraa



-Abbie sbrigati che stanno arrivando- urlò la madre dal piano di sotto.
La situazione tra i suoi genitori si era stabilizzata abbastanza bene, in casa c'era più armonia.
-Chi viene?- chiese sorpresa la ragazza scendendo velocemente le scale.
-Sei ancora in pigiama?- le chiese suo padre mentre si aggiustava la cravatta.
-Ma chi viene?- domandò di nuovo.
-Dai Abbie vuoi che ti trovino così?-
Spazientita richiamò l'attenzione dei genitori indaffarati con un urlo -Mi dite chi viene per piacere?- gridò infine esasperata.
-La famiglia Malik-
-Sii- urlò Mike dalla sua stanza, il bambino era entusiasta, avrebbe rivisto Safaa ed aveva una tremenda cotta per lei.
Abbie rimase impalata guardando la madre che decorava la tavola con un centro tavola e il padre che sistemava le sedie.
Si riprese e realizzò la cosa, il suo ragazzo stava andando a cena dai suoi genitori perchè erano amici di famiglia, lei non ne sapeva niente e si trovava in mezzo all'enorme salone in pigiama con il campanello della porta che suonava.
Il padre si precipitò ad aprire, ma prima che potesse spalancare la porta la ragazza salì le scale due a due per tornare subito in camera e vestirsi in cinque minuti.
Iniziò ad imprecare contro tutti, in primis verso i suoi genitori che non l'avevano avvisata. Erano le sette, mancava un'ora alla cena, quindi avrebbero speso un bel po' di tempo a chiacchierare.
Si spogliò ed entrò in doccia, aveva i minuti contati, si insaponò e si sciacquò velocemente, come al solito si era scordata di portare i vestiti al bagno, si asciugò i capelli mettendo della schiuma e si avvolse un asciugamano intorno al corpo che la copriva fin sopra le ginocchia.
Aprì la porta, la sua stanza distava solo due camere più in là, si accertò che fossero tutti di sotto e uscì velocemente.
Passò davanti alla camera di Seth che era vuota dato che era ancora all'università, poi davanti a quella di Mike, si sentivano le voci di Safaa e del fratellino che giocavano tranquillamente ed infine arrivò all'ultima stanza del corridoio la sua.
L'aprì velocemente e la richiuse in fretta appoggiandocisi con la schiena sopra, chiuse gli occhi e espirò tranquillamente, l'aveva scampata, forse...
-Ciao- disse una voce sorpresa ma allo stesso tempo divertita.
Alzo lo sguardo e il viso velocemente trovandosi davanti Zayn che con le mani in tasca era appoggiato al muro affianco alla finestra.
Aprì la bocca per dire qualcosa ma non trovava le parole adatte per spiegare quella strana situazione.
Il moro la precedette e parlò prima di lei.
-Stavo guardando il paesaggio fuori dalla finestra ma quello che sta qua dentro è molto meglio- disse sorridendo e ammiccando all'asciugamano che aveva addosso la ragazza.
Il giovane fece alcuni passi verso di lei fino a piombarle davanti, le si avvicinò e azzerò le distanze, le diede un dolce bacio che si trasformò subito da tenero e casto a passionale e intenso.
La mano del ragazzo senza troppi complimenti scese fino all'orlo dell'asciugamano, lo alzò un po' e andò ad accarezzare la coscia della ragazza mentre con l'altra chiuse a chiave la porta della stanza.
-Non si può- disse infelice lei ricordandogli della presenza dei genitori di sotto.
-Manca ancora un'ora alla cena- affermò iniziando a baciare il collo che profumava di bagnoschiuma -Abbiamo tempo-
Abbie mandò indietro la testa godendosi ognuno di quei fantastici baci.
Si lasciò trasportare dal piacere e portò le mani intorno al collo di Zayn, che la strinse ancora di più a se' e la portò verso il letto facendola stendere senza mai smettere di baciarla.
Le accarezzò il braccio e arrivò fino alla spalla, scese un po' più giù e iniziò a giocare con il risvolto che teneva chiuso l'asciugamano.
Dopo un po' di esitazione slacciò il tutto e lasciò cadere l'unica cosa che la teneva coperta verso i suoi fianchi.
La sua immagine spoglia di ogni cosa lo eccitava, le piaceva anzi ne andava pazzo. Le accarezzò delicatamente le gambe poi salì verso i fianchi e riprese a baciarle il collo. Scese fino al seno dove lasciò baci sempre più intensi, si spinse ancora più in giù sorpassò l'ombelico fino ad arrivare all'intimità della ragazza.
Diede un tenero bacio sull'interno coscia e poi senza preavviso la penetrò con due dita.
Il fiato di Abbie si smorzò e prima che potesse far uscire qualsiasi verso, Zayn risalì fino al suo viso e le diede un dolce bacio per tenere chiuse le labbra.
Si staccò e iniziò a muoversi con spinte regolari, mentre le labbra si sfioravano e i piccoli gemiti di Abbie venivano soffocati dai baci di Zayn.
Il moro uscì da lei prima che venisse, si mise a cavalcioni e continuò a baciarla.
La ragazza arrivò con le mani al bordo della maglietta del moro e la levo senza troppi indugi. Accarezzò la pelle ambrata, scese fino alla cintura dai pantaloni e la slacciò insieme al bottone, con dei movimenti del bacino il ragazzo la aiutò a sfilarglieli  e rimase in boxer.
Abbie giocò un po' con l'orlo poi scese giù accarezzando il ragazzo da sopra la stoffa.
Tolse finalmente quel tessuto di troppo e il giovane fu finalmente libero.
Ripresero a baciarsi con foga fino a quando Zayn non si alzò, prese la solita bustina quadrata e poi tornò da Abbie posizionandosi sopra di lei come ogni volta. Ma forse questo alla ragazza non andava bene perchè emise un lamento di dissenso.
Il moro la guardo confuso.
-Voglio stare sopra- disse semplicemente dimenandosi per togliersi il ragazzo di dosso.
Il giovane sorrise divertito, si scansò lasciando spazio alla ragazza che prese il suo posto.
Gli si mise sopra e avvinghiò le gambe al suo bacino, Zayn a sua volta le prese prontamente i fianchi e la strinse ancora di più verso di lui.
Abbie iniziò a dettare il ritmo, facendo scontrare il ventre dell' uno verso quello dell'altro, le spinte da lente e indecise si fecero più veloci e sicure, una sicurezza che mai Zayn aveva visto negli occhi della sua ragazza, entrambi facevano fatica a trattenere i gemiti, la maggior parte delle volte ci riuscivano ma quando la cosa diventava impossibile si avvinghiavano l'uno all'altro e cercavano di soffocare i versi con baci o sulla bocca o anche sul collo.
Vennero insieme e Abbie si lasciò cadere di fianco al ragazzo che la strinse automaticamente a se'.
I respiri ancorano erano veloci come i battiti del cuore.
Gli occhi le si chiudevano ma sapeva ce non poteva rilassarsi, i genitori erano al piano di sotto e lei non era ancora vestita.
Di malavoglia si sciolse dall'abbraccio di Zayn che si alzò a sua volta iniziando a cercare per la stanza i suoi vestiti.
Velocemente la ragazza aprì il cassetto e prese l'intimo. Dall'armadio prese un paio di jeans e una semplice maglietta e infilò le scarpe.
-Pronta- esclamò poco prima di sentire la voce della madre chiamarla dal piano di sotto.
-Arriviamo- urlò a sua volta.
Diedero una sistemata al letto ormai disfatto, poi delicatamente cercando di non far rumore girarono la chiave e aprirono la porta.
Abbie fece per uscire ma il moro la bloccò.
Le si avvicinò e la baciò a stampo delicatamente, morse un po' il labbro inferiore e poi con la lingua chiese l'accesso che la ragazza non gli negò. Avrebbero continuato a baciarsi in eterno se solo la madre di Zayn non li avesse chiamati di nuovo per la cena.
Il giovane fece un verso di dissenso e di malavoglia si staccò dalle labbra della sua amata.
Abbie uscì dalla camera ma il ragazzo la bloccò di nuovo.
-No- disse semplicemente lasciandola confusa -Prima io- gridò sorpassandola e iniziando a correre per il corridoio.
La giovane lo rincorse ridendo fino ad arrivare alle scale dove lo raggiunse, lo prese per un braccio e lo tirò indietro. Lo superò e si affrettò a finire la scalinata.
-Prima!- urlò alzando le mani in segno di vittoria sotto lo sguardo sorpreso di tutti.
Si guardò in torno poi iniziò a ride e senza smettere si sedette a tavola e fu raggiunta subito dopo dal moro che si sedette al suo fianco.
 
 
La signora Parker portò in tavola la prima portata, fece i piatti e iniziarono a mangiare.
Abbie stava per mangiare il primo bottone ma si bloccò quando senti qualcosa di caldo accarezzarle la coscia.
Si girò verso il ragazzo che mangiava tranquillo, si sporse alzando un po' la tovaglia e notò la mano di Zayn che era poggiata delicatamente sui suoi jeans, sorrise e portò la sua mano sinistra vicino a quella del moro e fece incrociate le dita con quelle di lui.
Il giovane si voltò sorridendo dolcemente poi tornò a mangiare normalmente.
-Abbiamo parlato tutto il tempo noi- esclamò dopo aver finito la frutta la madre di Zayn.
-Giusto-aggiunse il signor Parker facendo spazio alla moglie che portava il dolce -Facciamo parlare i giovani-
-Abbie dimmi la verità- iniziò abbassando la voce la signora Malik -Ce l'hai il fidanzato?-
Zayn si strozzò con l'acqua che stava bevendo portando l'attenzione di tutti verso di lui, con un cenno della mano fece indicare a tutti che stava bene poi iniziò a stringere la mano della ragazza ridendo sotto i baffi e facendo ridere anche lei che non riusciva a rispondere alla domanda.
-No no- mentì alla fine dopo un lungo respiro.
La mano che prima era sulla sua coscia si ritrasse e andò a finire sul fianco sinistro, Abbie cercò di staccare la presa del moro, aveva paura che qualcuno li vedesse, un conto era sotto la tovaglia ma se qualcuno fosse passato dietro di lei avrebbe visto tutto.
Il ragazzo però non si mosse, non gliene importava, voleva rimanere così accarezzandole il fianco e giocando con il lembo della maglietta che lei indossava.
-Zayn perchè non le fai conoscere uno dei tuoi amici magari fai da cupido no?- domandò la madre al figlio.
Il moro spalancò gli occhi sorpreso, anzi scioccato dalla domanda. Brontolò qualcosa del tipo -Non gli interesserebbero-
-Ma che dici, ad esempio Harry, perchè non le fai conoscere lui è un bravo ragazzo-
-E' fidanzato- mentì velocemente.
-Oh- rimase spiazzata un attimo -Ci penso io a te Abbie, c'è una mia amica che ha un figlio della tua età molto carino-
La ragazza aveva cambiato colore sul viso, dalla pelle chiara che aveva ad un rosso fuoco, era imbarazzata ma non perchè affianco aveva il suo ragazzo e sua madre le stava cercando un fidanzato non sapendo della relazione dei due, ma la scena si stava svolgendo davanti a tutti, soprattutto davanti a suo padre che la guardava scettico e confuso.
-Il dolce- urlò Zayn interrompendo le chiacchiere inutili della madre facendo riprendere tutti.
La signora Parker porto a tutti una fetta di torta al cioccolato.
-Si chiama Ted è dolcissim-
-Mamma mangia la torta- gridò freddo il figlio. Tutti si girarono sorpresi dalla reazione del ragazzo che si accorse di aver esagerato
-Ehm, mangiala che è buonissima non sai che ti perdi- disse con tono più dolce.
Quella cena stava diventando particolarmente strana con la signora Malik che metteva in costante imbarazzo Abbie e che faceva incavolare Zayn.
 
 
Gli ospiti erano andati via da quasi un ora e Abbie stava guardando la tv in salotto.
-Spegni tu le luci?- le chiese la mamma salendo le scale -Noi andiamo a dormire-
La ragazza rispose di si con un cenno della testa, sentì i passi della madre che camminava per il corridoio e lo sbattere della porta che chiuse andando in camera.
"Vieni?" mandò un messaggio a Zayn.
"Parto da casa e arrivo"
Attese una decina di minuti e senti il cellulare vibrare, il moro le stava chiamando segno che era davanti alla porta.
Spense la tv e tutte le luci e andò ad aprire.
Il ragazzo era stretto nel giubbetto di pelle e subito gli fece spazio per entrare e riscaldarsi un po'.
-Mi sembra di essere un clandestino- sussurrò avvicinandosi alla ragazza che azzerò le distanze e gli diede un piccolo bacio sulle labbra per poi accoccolarsi sul petto del giovane che la strinse a se.
Si sciolsero dall'abbraccio e lentamente salirono le scale, camminarono fino all'ultima porta in fondo al corridoio cercando di non fare rumore e una volta entrati nella stanza la chiusero alle loro spalle.
Zayn poggio la giacca sulla sedia dove ancora c'era l'asciugamano che la ragazza aveva prima della cena, vederlo ripiegato lì gli fece scappare un sorriso, si girò verso la ragazza e rimase sorpresa nel vederla in intimo.
-Che fai?- chiese divertito.
-Tu che dici?- disse lei cercando di togliersi i pantaloni -Mi metto il pigiama-
Il moro si avvicinò, si levò la maglietta con una mossa veloce e le si fermò davanti. Si avvicinò e le poggiò le mani sulle cosce nude, si sporse verso il viso di lei e le diede un bacio, si staccò e la guardò negli occhi.
-Non ti serve- disse sicuro.
Spostò le mani sui fianchi e continuandola a baciare la fece distendere sul materasso.
Si accoccolarono tra le coperte calde, Abbie gli dava le spalle e lui con un braccio la stringeva a se' mentre con una mano accarezzava ogni parte di corpo scoperta della ragazza voglioso e desideroso di averla sua un'altra volta.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Test?! ***


Abbie tornò a casa dopo una lunga giornata di scuola non ne poteva più, e ogni giorno che passava tracciava un crocetta sul  calendario per tenere il conto dei giorni che mancavano all'estate.
45 giorni per l'esattezza.
Prese le chiavi dalla tasca inferiore dello zaino e aprì la porta, si aspettava di vedere di tutto ma non quello.
Sul divano erano seduti comodamente sua madre, la signora Malik in compagnia di Zayn e di un ragazzo che non aveva mai visto  prima.
Il moro lanciava sguardi di fuoco al biondino che era seduto al suo fianco e che non riusciva a capire perchè ce l'avesse tanto con lui.
-Abbie- urlò sua madre entusiasta -Vieni sbrigati-
Fece alcuni passi avanti e salutò imbarazzata con una mano, si fermò con lo sguardo sul suo ragazzo e a sua volta lui la guardò. Fece  alcune mosse con la testa a Zayn come modo per chiede cosa diavolo stava succedendo e di tutta risposta lui scrollò le spalle.
-Lui è Ted- annunciò alzandosi di scatto la signora Malik e trascinando con se anche il ragazzo imbarazzato.
Le tese la mano per salutarla e lei stava per stringerla quando fu bloccata e trascinata via da qualcun'altro.
-Torniamo subito- disse Zayn trascinando Abbie in cucina.
Chiuse la porta e si accertò che gli altri iniziassero a parlare.
-Mi spieghi che ci fa quello in casa mia?- chiese sconvolta.
-Colpa di mia madre ce non si fa mai i cazzi suoi!-
-E adesso che facciamo!- si lamentò lei mettendosi a sedere sul ripiano.
-Dici che non sei interessata...- ipotizzò lui.
-E se poi tua madre continua a trovarmi ragazzi?- domandò scettica.
-Zayn, avete fatto?- urlò la donna dal salone.
-Un attimo- la risposta del figlio fu imminente.
-Torniamo la- annunciò dopo un po' avvicinandosi alla ragazza.
Le si parò davanti e le premette i fianchi con le mani, fece aderire i due petti e delicatamente le diede un bacio a stampo.
Abbie portò le mani sul suo collo iniziando ad accarezzare i capelli del moro che le facevano solletico sotto i palmi delle mani, mentre   quelle di lui cercavano bramose il contatto con la pelle calda della ragazza.
Arrivò al bordo della maglietta e delicatamente la alzò un po' infilandocisi e iniziando a toccare ogni parte di pelle dall'ombelico alla  schiena.
-Forza- gridò la signora Malik aprendo la porta di scatto e trovando i due ragazzi a baciarsi.
I due si staccarono immediatamente, ma la donna li vide lo stesso.
Zayn cercò gli occhi di Abbie, ma la ragazza era concentrata a vedere tutt'altro, cioè la signora che ancora con la mano sulla maniglia  aveva un'espressione sorpresa. Il moro si girò lentamente pensando a un modo per sfuggire da quella situazione ma non gli veniva in  mente niente.
L'unica cosa che li salvò in quel momento fu il cellulare della madre di Zayn che prese a squillare senza sosta e la donna fu costretta a  rispondere.
 
 
Al telefono era la madre di Ted, il biondo doveva rientrare subito a casa perchè aveva le ripetizioni, così salutò tutti e uscì.
-Dovete dirci qualcosa?- le madri parlarono all'unisono, erano in piedi dall'altra parte del divano rispetto a dove si trovavano Abbie e  Zayn.
-Su cosa?- chiese il moro facendo il finto tonto.
-Lo sai bene signorino!- la signora Malik puntò il dito contro il figlio -Ti conviene parlare altrimenti...-
-Altrimenti cosa mamma?- la sfido lui.
Le donne si girarono e iniziarono a confabulare.
-Meglio puntare su Abbie... Zayn non cederà mai- disse la signora Parker girandosi subito dopo.
Delicatamente si sedette sul divano e fece cenno alla figlia, battendo una mano sul posto affianco al suo, di sedersi accanto a lei.
La ragazza era un po' titubante all'idea, ma fu costretta a sedersi.
-Abbie, tesoro- disse ad un tratto sfoggiando un sorriso dolce.
-E' inutile che ci provi mamma... non dirò niente- un ghigno si presentò sul viso di Abbie e il sorriso della donna sparì  immediatamente.
Zayn non riuscì a trattenere uno sbuffo di risata notando l'espressione che aveva la signora e si meritò una gomitata da parte della  madre che era al suo fianco.
-Vi ho visto baciarvi! Non potete negare l'evidenza-
-Forse si... forse no- scrollò le spalle Zayn.
-Abbie tu mi hai sempre detto tutto- intervenne la signora Parker guardando la figlia negli occhi e trovando una delle espressioni tenere  a cui la ragazza non resisteva.
Il silenzio piombò nella stanza e alla mine un sospirò si diffuse nell'aria.
-Va bene, avete vinto- annunciò Abbie abbassando lo sguardo -Io e Zayn stiamo insieme da più di un mese-
 
 
 
                                                     *********************************************
 
 
-Buon anniversario!- urlò Zayn felice spuntando dalla porta della camera di Abbie che ancora era nel letto e si stava stiracchiando.
Non avrebbe mai pensato che sarebbero arrivati fino ad un anno di fidanzamento, e ne avevano passate tante insieme.
Mentre il moro entrava con in mano un vassoio pieno di delizie i ricordi di quei 12 mesi le si ripresentarono davanti.
Si ricordò di Sharon, una ragazza che aveva fatto di tutto pur di separarli, ma non c'era mai riuscita, perchè Zayn aveva occhi solo  per Abbie. Anche Derek si era fatto rivedere in quei mesi, c'era un periodo in cui tempestava la ragazza di messaggi e anche se lei non  aveva mai risposto a Malik davano fastidio, un bel giorno accompagnato dal suo fedele amico Harry gliele avevano date di santa  ragione a lui e ai suoi due amici che gli facevano da spalla.
Ma non mancavano mica i bei ricordi come le cene tra amici, molte volte si trovavano a casa Abbie, Ginnie, Louis, Niall, Harry, Zayn,  Seth e Liam. Chiuse di nuovo gli occhi cullata dalla voce del ragazzo che la incitava a svegliarsi, quella voce calda come il suo stesso  tocco, adorava ripensare alle notti passate con Zayn e agli abbracci e alle carezze, alle risate e anche alle discussioni.
La mano del moro le accarezzò la guancia e subito Abbie aprì gli occhi.
Zayn si era alzato presto quella mattina si era messo d'accordo con la madre di Abbie per farlo entrare di nascosto di tutti e per  portare la colazione alla ragazza.
Della loro storia in quella casa come del resto nella sua lo sapevano solo le mamme, durante le serate in cui era presente anche Seth i  due si evitavano e anche i loro amici nascondevano la loro relazione al fratello di lei.
Stranamente le due mamme riuscivano a mantenere il segreto senza andare a dirlo a mezza città.
Abbie diede il suo regalo a Zayn, una catenina con inciso il giorno del loro fidanzamento.
-Grazie amore- disse il moro dandole un piccolo bacio sul naso -Ora iniziamo a mangiare!- esultò addentando un cornetto.
Si girò verso la ragazza che guardava l'intero vassoio incerta.
-Non hai fame?- chiese con la bocca piena.
-Ho un po' di mal di stomaco, niente di che- ammise portandosi una mano sulla pancia -Credo mi stia venendo il virus-
-Dovresti andare dal dottore- le consigliò prendendo in mano un bicchiere di aranciata.
-Prendo appuntamento domani, oggi ho sonno- ammise girandosi e dando le spalle al ragazzo.
Zayn prese il vassoio e lo poggiò sul tavolino.
-Ricordati che domani abbiamo la cena con i ragazzi- le ricordò prima di addormentarsi abbracciandola.
 
 
 
-Alle quattro? Ok- ringraziò la segretaria e salvò sull'agenda del cellulare l'appuntamento con il dottore.
Doveva aspettare una settimana prima di essere visitata, in quei giorni si sentiva stanca e non aveva voglia di fare niente, solo di stare  seduta o sul suo comodo letto o sul banco della scuola, le facevano male le gambe e aveva forti giramenti di testa.
Si stese sul letto e guardò il soffitto fino a quando il suono del campanello la svegliò dal suo stato di trans.
A fatica scese le scale e andò ad aprire.
Ginnie aveva in mano una busta, con dentro delle scarpe e un vestito ed entrò saltellando felicemente.
-Il vestito l'ho preso di colore azzurro chiaro, come gli occhi di Niall- esclamò tirando fuori il l'abito.
Era stracotta del biondino, erano mesi che messaggiavano e siccome il ragazzo era troppo timido per fare il primo passo Ginnie  aveva deciso di farlo lei, quella sera stessa.
-Poi ci sono le scarpe che..- si fermò scrutando scioccata il viso dell'amica -Abbie stai bene?-
-Non proprio perchè?- chiese portandosi una mano sullo stomaco e una sulla testa.
-Sei pallida- si avvicinò preoccupata la ragazza.
Anche Ginnie portò una mano sulla fronte dell'amica ma non fece in tempo a sentire la temperatura perchè l'altra iniziò a correre  diretta verso il bagno.
La segui velocemente e la trovo cuccia sul water.
-Oddio Abbie- urlò sconcertata.
Avanzò velocemente e aiutò l'amica a rimettersi in piedi dopo aver finito di rimettere.
-E' meglio se non vieni alla cena-
-No, voglio esserci- disse riprendendosi -Sto bene, è passato tutto- sorrise all'amica.
Corse al piano di sopra e si infilò i jeans e una maglietta e aiutò Ginnie a mettere il vestito.
 
 
-Non si preoccupi signora Parker, sua figlia non ha il virus- annunciò il dottore rassicurando la madre di Abbie.
La donna sorrise tranquillizzata, salutarono il dottore e tornarono a casa.
-Bene, non hai niente tesoro- ripeté la mamma convinta.
-Allora perchè vomito?- chiese scettica la ragazza.
-Sarà un po' di stress, tra un po' hai gli esami-
Aveva ragione, mancavano pochi mesi agli esami e si stava impegnando molto per portare una tesina da otto.
-Mamma aspetta, tu torna a casa io vado un attimo al bar, ho voglia di cioccolata calda-
-Ma siamo a Maggio- disse sorpresa la donna.
-Si ma ho voglia- scrollò le spalle e svoltò l'angolo.
Si sedette ad un tavolo libero e attese l'arrivo della cameriera.
-Vuole ordinare?-
-Certo, una cioccolata calda-
La ragazza la guardò incerta -Non le facciamo di questo periodo-
Abbie la guardò stranita e prima che potesse urlarle contro per obbligarla a farle quella dannata cioccolata modificò l'ordine e prese un  frullato.
Mandò giù l'ultimo sorso e buttò il bicchiere nel cestino del parco.
Zayn era agli allenamenti e lei aveva tutto il pomeriggio libero dato che Ginnie era a casa della nonna per il compleanno della signora.
Inspirò l'aria pulita del parco e si soffermò a guardare i bambini giocare.
Si ricordava di quando pochi anni prima ci portava Mike che era cresciuto e come ogni bambino della sua età preferiva giocare alla  playstation. 
Due bambini si rincorrevano e uno dei due cadde proprio davanti a lei e scoppiò a piangere.
D'istinto lo aiutò a rialzarsi e gli pulì i pantaloncini che si erano sporcati di terra.
-Ecco fatto come nuovo- disse levando anche l'ultimo granello di polvere.
-Grazie- una ragazza giovanissima bionda con gli occhi castani prese in braccio il bambino e lo cullò fino a farlo smettere di piangere.
-E di che-
Fu affiancata da un ragazzo biondo con gli occhi celesti, erano entrambi giovani e dedusse che fossero i genitori.
-Forza andiamo, torniamo a casa- il papà prese in braccio il figlio e lo mise nel passeggino.
Salutarono Abbie e scomparirono tra gli alberi del parco.
Sorrise alla vista di quella bellissima famiglia e istintivamente pensò a Zayn. Magari loro sarebbero potuti essere una famiglia?
Il telefono vibrò e fu costretta a tornare alla realtà.
-Ginnie- esclamò chiamando la ragazza dall'altra parte del telefono.
-Buone notizie! Ho convinto i miei a farmi tornare in città prima di lunedì! Ci vediamo a scuola!- urlò entusiasta.
La nonna della ragazza abitava in un paesino abbastanza distante dalla città e quando l'andavano a trovare si fermavano per una  settimana o due, invece quella volta solo il weekend. Ginnie aveva preso la scusa dell'esame per tornare da Abbie.
-Grande!-
-Come va li?- domandò la ragazza riferendosi allo stato di salute dell'amica.
-Non ho il virus sono solo un po' stressata-
-Ah- Abbie non riuscì a capire il significato del verso che aveva emesso la ragazza, come se non fosse del tutto convinta della  risposta che aveva dato.
-Ah? Qualche problema?- scherzò prendendo la borsa dalla panchina e avviandosi verso casa.
-NoNo, tutto ok-
-Niall che fa?- la teneva informata su ogni mossa del biondo, parlarono fino per tutto il tragitto fino a quando Abbie non arrivò in  casa e dovette chiudere la telefonata perchè era ora di cena.
 
 
 
-Che abbiamo alla prima ora?- chiese distrutta Abbie.
Ginnie ci pensò su -Storia-
Un lamento soffocato uscì dalla bocca della ragazza che era ormai stanca di quella scuola.
-Saltiamo l'ora?- chiese d'un tratto.
L'amica la guardò sorpresa, non era da lei saltare le ore però lo vedeva che non stava bene così accettò.
La portò in bagno e rimasero a guardare le persone alla finestra fino a quando la campanella non segnalò la fine dell'intervallo.
Tutti gli alunni entrarono nelle proprie classi e il bagno rimase deserto tranne che per le due ragazze.
Ginnie iniziò a trafficare nella borsa che portava sempre dietro.
-Tieni- disse porgendo una scatola bianca all'amica.
Abbie inizialmente credeva fosse un regalo che aveva comprato nel paese della nonna, si era già preparata la solita frase "Non dovevi  grazie" ma quello che vide era del tutto inaspettato.
-Un test di gravidanza?- domandò scrutando la scatola passando poi lo sguardo sull'amica spaventata.
-Si, fallo- le ordinò Ginnie indicando la porta del gabinetto.
-No- ribatté subito l'altra.
-Abbie, ascoltami, è importante per una volta prendi qualcosa sul serio!- sbottò rabbiosa.
La ragazza guardando la migliore amica incavolata nera quasi si spaventò non l'aveva mai vista così.
Prese in mano la scatola, chiuse la porta a chiave e dopo 5 minuti buoni tornò porgendole il test chiuso nella scatola.
-Qui dice di aspettare 3 minuti-
-3 minuti.. solo 3 minuti- si ripeteva.
In realtà il tempo non passava, ogni secondo le lacerava un pezzetto di anima, non ce la faceva più voleva sapere il risultato, voleva  che Zayn fosse li con lei, voleva sentire la sua voce calda che le dice che sarebbe andato tutto bene me lì, in quel freddo bagno  c'erano solo lei e Ginnie che si guardavano una più preoccupata dell'altra.
-Ginnie- la chiamò con un fil di voce.
La ragazza alzò la testa.
-Come ti è venuto in mente di portarmi un test di gravidanza?-
L'altra sorrise, e Abbie per un momento la detestò, cosa aveva da sorridere in quella situazione?
-Sono passate più di tre settimane dall'ultima volta che hai avuto il ciclo e ancora non ti sei lamentata-
A sentire quell'affermazione anche l'altra sorrise e si buttò tra le braccia dell'amica cercando un po' di protezione.
-Ho paura- confessò cercando di trattenere le lacrime ma fu tutto inutile.
-Lo so, lo immagino-
L'orologio di Ginnie suonò, segno che il test di gravidanza poteva essere visto.
La ragazza porse la scatola ad Abbie che con la mano la prese e delicatamente la aprì.
Tremava troppo per la paura e il bastoncino cadde per terra lontano da loro.
Ginnie ed Abbie si presero per mano e a piccoli passi si sporsero per vedere il risultato.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Sarai sempre con me? ***


A grande richiestaaaaa IL CAPITOLO!!
Dunque dunque dunqueee NON VI ANTICIPO NIENTEE :P
Ci sentiamo l'anno prossimooo, BUON CAPODANNO A TUTTI <3
eeeeee buona letturaa !
Bacii Fraa :*
 
Gli occhi divennero lucidi e si riempirono di lacrime che cadevano e rigavano le candide guance della ragazza.
Il test era per terra e Ginnie cercava di sorreggere l'amica che sconvolta guardava il bastoncino.
Non riuscendo più a tenere la ragazza la fece cadere lentamente per terra con la schiena appoggiata al muro, la testa finì tre le gambe e  si sfogò in un pianto liberatorio.
Abbie non credeva sarebbe potuto succedere, a lei.. a loro, erano sempre stati attenti e avevano preso le dovute precauzioni ogni  volta ma forse non era bastato. Aveva paura, si sentiva sola anche se lì con lei c'era la sua migliore amica, ma la ragazza non poteva  fare niente, era caduta in un buco nero e non vedeva neanche un filo di luce e di speranza, non riusciva a trovare una soluzione per  risolvere quella situazione, preferiva scappare e cambiare nome, aveva timore che Zayn si potesse arrabbiare e la potesse rifiutare  lasciandola ancora più sola, aveva paura della reazione della madre che si sarebbe sentita di sicuro in colpa per averli coperti ma  soprattutto non sapeva come avrebbe reagito suo padre, la sua bambina ormai non era più tale, era cresciuta e si trovava in un bagno  a piangersi addosso perchè era stata imprudente e irresponsabile.
Ginnie raccolse il test da terra e controllò bene, la linea disegnata non mentiva, era positivo, Abbie era incinta.
-Abbie- la chiamò piano.
L'altra non rispose, continuava a piangere, si sedette per terra affianco all'amica, lasciò cadere il bastoncino al suo fianco e con  entrambe le braccia l'abbracciò con tutta la sua forza, ma sapeva che non sarebbe servito a nulla.
-Aiuto- sussurrò tra un singhiozzo e l'altro. Si copriva il viso con le mani, si vergognava di farsi vedere anche dalla sua amica di  infanzia.
La ragazza stava per rispondere con parole incoraggianti ma la porta del bagno si aprì mostrando la figura di una ragazza che la  richiuse subito dopo.
Bethany chiuse la porta del bagno e si diresse verso la classe da dove era uscita, quella era Abbie Parker la ragazza di Zayn, iniziò a  pensare al ragazzo e alla nottata passata lo scorso anno quando ancora non si era messo insieme a quella santarellina.
-La tua ragazza sta piangendo disperata al bagno- annunciò rientrando in aula e rivolgendosi al moro che alzò subito la testa dal libro.
Senza nemmeno chiedere il permesso al professore uscì velocemente e si diresse al bagno delle ragazze.
Ignorò le grada della bidella  e entrò chiudendosi la porta alle spalle.
Osservò attentamente la scena, il silenzio veniva continuamente rotto dai singhiozzi della sua ragazza mentre la sua amica l'abbracciava  affondando il viso nei suoi capelli.
Si avvicinò, non si erano ancora accorte di lui, stava per chiamarle quando notò una scatolina bianca per terra proprio affianco a  Ginnie. Quest'ultima si girò e quando riconobbe il ragazzo sgranò gli occhi, tentò di chiamare Abbie per farle alzare il viso ma non  fece in tempo.
Zayn aveva aperto già la scatola e guardava con gli occhi spalancati il test che era nelle sue mani.
Per un attimo il cervello andò in tilt, stava succedendo tutto troppo in fretta per poterlo assimilare bene, Abbie che piangeva e il test  positivo, non riusciva a reggere tutta la responsabilità che di colpo gli piombò sopra, temeva che da un momento all'altro sarebbe  svenuto.
Respirò piano e riprese possesso di se. Fece cenno a Ginnie di lasciarli da soli e lei ubbidì senza esitazioni.
 
 
Ad un tratto le braccia dell'amica la lasciarono e senti la porta chiudersi... Ginnie l'aveva lasciata da sola?
Non aveva ancora il coraggio di levarsi le vani dagli occhi e aveva paura che se avesse alzato lo sguardo avrebbe visto il bagno  deserto e sarebbe sprofondata ancora di più nella disperazione.
Due mani strinsero le sue, erano calde e morbide, avrebbe riconosciuto quel tocco in qualsiasi circostanza. Alzò di scatto il viso e si  trovo davanti due occhi castani che aveva sempre desiderato, sempre... tranne in quel momento. Aveva paura di cosa avrebbe detto  Zayn, aveva paura di essere abbandonata da lui.
-Abbie ti prego non piangere- disse risoluto il moro, ma la ragazza non riusciva a smettere troppe erano le lacrime che ancora  dovevano uscire.
Dopo alcuni secondi di attesa, il giovane si lasciò scappare un sospiro, si alzò e tirò su anche Abbie.
Sempre con le mani unite la porto fino al lavandino e fece scorrere l'acqua bagnandosi le mani.
Le passo sul viso della ragazza delicatamente e le fece aprire gli occhi.
La fece girare e l'abbracciò da dietro, entrambi erano davanti ad uno specchio e ognuno guarda il riflesso degli occhi dell'altra.
Cosa sarebbe successo dopo quel lungo attimo di silenzio?
Abbie scoppiò di nuovo a piangere, non riusciva a trattenersi, si voltò e si nascose con il viso tra l'incavo del collo e della spalla del  ragazzo.
Zayn l'abbracciò forte stringendola a sé fino a sentire il battito del cuore di lei che si scontrava con il suo.
Entrambi sapevano che in quel momento le parole non servivano a niente, a Abbie servivano solo abbracci per tranquillizzarsi, per  sapere che lui era li con lei e non voleva nient'altro in quel momento. 
Non voleva uscire da quel  bagno anche se era già suonata la campanella e stava perdendo un'altra ora di lezione.
Si staccarono e si guardarono negli occhi.
Abbie aprì la bocca per dire qualcosa ma non ci riuscì, sbottò di nuovo in singhiozzi e si riparo poggiando il viso sul petto di Zayn.
-Tranquilla- le sussurrò dopo molti minuti di silenzio e singhiozzi -Andrà tutto bene-
La ragazza non rispose, si limito a scuotere la testa non convinta di quell'affermazione.
-Invece si risolverà, te lo dico io- 
Si staccò dal ragazzo.
-No Zayn, non si sistemerà, non è una cosa banale o una cazzata- sbraitò sfogandosi -Sono incinta!- quella frase non fece altro che  peggiorare le cose dentro di lei, era la realtà cercava di autoconvincersi che non fosse vero ma era così che stavano le cose.
-Non sei l'unica a cui succede!- ribatté il ragazzo impreparato a quella reazione.
-Forse non volevo che succedesse a me! Io non voglio diventare mamma! Io non sono pronta io sono piccola- piccola... come la  chiamava suo padre, aveva sempre desiderato di cresce in fretta ma in quel momento aveva voglia di tornare bambina, tornare all'asilo  a giocare con il pongo e soprattutto tornare tra le braccia di suo padre quando l'abbracciava se aveva fatto un incubo.
-Abbie calmati troveremo una soluzione- cercò di farla ragionare.
-Calmarmi? Come posso calmarmi  in una situazione del genere! Riesci a capire che sono incinta o sei troppo stupido?- la ragazza si  pentì subito della frase detta ma ormai non poteva tornare indietro.
-Si, hai ragione sono troppo stupido- mise le mani in tasca e si avviò verso la porta -Chiamami quando vuoi tanto lo stupido  risponderà-
-Zayn- lo chiamò piano ma il moro non sentì, era già uscito chiudendosi la porta alle spalle.
Si accasciò per terra e pianse fino a quando non sentì anche l'ultima campanella suonò.
Si alzò, andò al suo armadietto e prese la borsa e si avviò verso la fermata dell'autobus.
 
 
Tornò a casa con mezz'ora di ritardo, si era fermata un po' al parco a vedere i bambini giocare pensando che prima o poi ci sarebbe  andata anche lei li con suo figlio o sua figlia, iniziò a fantasticare pensando a nomi e completini da comprare e cercò di creare nella sua  mente l'immagine del bambino, gli occhi il naso la bocca tutto e si trovò a piangere pensando a Zayn che l'aveva lasciata sola nel  bagno, era stata tutta colpa sua, l'aveva offeso, l'aveva ferito, aveva ferito una delle poche persone che in quel momento le erano  vicine.
Prese dalla borsa le chiavi e camminò lungo il vialetto di casa Parker.
Si bloccò davanti ai primi gradini.
Il moro era appoggiato con la schiena a una delle colonne che sostenevano la veranda e guardava incantato il cielo che ogni tanto  veniva coperto da una nuvola bianca.
-Zayn- il ragazzo si girò verso di lei e un sorriso si dipinse sul suo volto.
-Hey- si alzò e si portò una mano dietro la nuca iniziando a grattarsi per il nervosismo.
-Mi dispiace di averti lasciato sola- disse abbassando lo sguardo dopo averla raggiunta.
Anche Abbie abbassò il suo -Non è stata colpa tua, sono stata io ad offenderti- affermò sicura.
Prese la mano del giovane e lo portò fino alle scalette dove di sedettero.
-Invece si, sono stato stupido, pensavo di poter gestire la situazione e invece mi è sfuggita completamente di mano-
-Smettila!-esclamò lei -Non è vero che sei stupido, sono solo io quella che non capisce niente, quella che non riesce mai a  combinarne una giusta- dopo un po' di silenzio continuò il discorso -Io ti invidio- ammise guardando il ragazzo -Sai sempre cosa fare  e come fare, riesci in un modo o nell'altro a trovare sempre una soluzione senza scomporti mai! Mentre io sono l'esatto contrario,  vado nel pallone e nel panico piango come una bambina, io non sono responsabile come te, non mi sento pronta per un...-
Non riuscì a finire la frase, il moro le aveva circondato i fianchi con le mani e la stava baciando delicatamente, iniziò a mordere il  labbro inferiore e il bacio si fece più intenso nel momento in cui le due lingue si scontrarono.
-Andra tutto bene, te lo prometto- disse Zayn dopo essersi staccati.
-Entriamo?- chiese Abbie, i due si alzarono e aprirono la porta.
 
 
Erano soli in casa, Abbie era avvolta in una coperta e si era addormentata abbracciata a Zayn che le accarezzava costantemente la  pancia.
Avevano guardato la tv e parlato tutto il tempo fino a quando la ragazza sfinita non aveva chiuso gli occhi e ora il moro aspettava con  ansia il suo risveglio per poter sentire la sua voce e vedere un suo piccolo sorriso che in quella giornata piena di sconvolgenti  sorprese non era mai apparso sul suo viso.
-Zayn- mormorò la ragazza nel sonno -NO!- urlò dimenandosi e scalciando.
Stava facendo un incubo, il moro la scrollò facendola svegliare, Abbie aprì gli occhi e ancora una volta li trovò pieni di lacrime, ma  non di tristezza, di felicità, il ragazzo non era andato via come nel sogno, era lì e la stava abbracciando ancora più forte per farla  tranquillizzare.
Aveva sognato che Zayn la lasciasse da sola con un bambino e se ne andasse via per sempre, ma lui era li, era tra le sue braccia e  sentiva il calore del giovane.
L'abbracciò stringendolo al collo e sentendo il suo odore appropriarsi del suo respiro, la pelle ambrata fu la prima cosa che vide  quando riaprì gli occhi.
-Sarai sempre con me?- chiese ad un tratto strusciando una guancia sulla spalla del moro.
-Sempre- rispose accarezzando i capelli dalla giovane.
Si staccò da quell'abbraccio e si mise a sedere affianco a Zayn.
-Quando glielo diciamo?- domandò incerta.
-Il prima possibile- annunciò il ragazzo in modo serio -Prima lo diciamo meglio è- Abbie annuì rassicurata dalle parole del moro.
Secondo i piani del moro avrebbero aspettato una settimana prima di parlarne con i loro genitori, dovevano realizzare prima loro la  situazione e poi ne avrebbero fatto parola. Aveva paura della reazione che potevano avere ma era giusto così dovevano sapere e  dovevano accettare la cosa a tutti i costi.
-Sei incinta- disse d'un tratto Zayn guardando la pancia della ragazza che era coperta dal maglione.
Gli scappò un piccolo sorriso.
-Anche tu- scherzò Abbie scrollando le spalle.
Il moro si fece scappare una risata e strinse forte a sè la ragazza.
 
 
 
Erano già dieci minuti che erano chiusi in quella piccola cucina.
Seth, Mike e Safaa erano in salotto mentre i genitori con Abbie e Zayn erano nell'altra stanza.
La ragazza era seduta sulle gambe del moro che la stringeva forte dandogli forza mentre gli adulti erano seduti intorno al tavolo e ogni  tanto lanciavano sguardi di delusione o di preoccupazione ai ragazzi, la giovane riusciva a stento a trattenere le lacrime mentre il  ragazzo cercava in tutti i modi di sostenere gli occhi dei due uomini davanti a lui.
Il signor Parker osservò attentamente sua figlia che mortificata non riusciva a guardarlo e distoglieva lo sguardo dopo pochi secondi.
La sua bambina era incinta, non era più piccola, era cresciuta e sarebbe diventata mamma.
L’uomo si alzò di scatto facendo leva sulle braccia e attirando l'attenzione preoccupata di tutti che si chiedevano cosa avrebbe fatto.
Lentamente camminò fino ad arrivare difronte a sua figlia che alzò il viso e mostrò i suoi occhi lucidi e pieni di lacrime.
Aprì la bocca per dire qualcosa...

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** -Sono incinta- ***


Salve a tuttiii <3 
Dopo tanto tempo ecco un altro capitolo, scusate l'attesa ma le feste mi hanno messa K.O.
Dunque, volevo ringraziare chi legge e sopratutto chi recensisce la storia :3 GRAZIEE <3 
Non pensavo di arrivare fino al capitolo 21, seriamente O.O e invece eccoci quii **
Vi lascio alla lettura! 
Bacii Fraa



Aprì la bocca per dire qualcosa ma solo un verso strozzato uscì dalle labbra dell'uomo, la gola era secca e le parole non riuscivano a formare una frase adatta a quella situazione, forse perchè non c'era una frase giusta. 
Gli occhi divennero lucidi e le lacrime iniziarono a rigare le guance, abbracciò stretta sua figlia per darle coraggio e per dare coraggio anche a se stesso, il signor Parker non si scomponeva quasi mai, la ragazza non l'aveva mai visto piangere, tranne in quel momento.
Abbie aumentò la stretta, tra le braccia del padre si sentiva protetta, come quando era con Zayn, ma forse suo papà era molto più maturo del ragazzo e si rendeva conto di tutto meglio di loro, sapeva cosa avrebbero passato i due giovani. Ma sapeva anche di ciò che avevano bisogno e in quel momento la cosa essenziale era l'affetto e il coraggio.
All'abbraccio si unì anche la madre mentre singhiozzando anche lei accarezzava delicatamente la guancia bagnata della figlia.
-Tesoro- sussurrò sentendo la pelle umida.
Dopo un po' si staccarono e tornarono tutti a guardarsi negli occhi.
-Avete pensato all'aborto?- domandò dopo un po' la signora Malik.
-No!- rispose risoluto Zayn, doveva farsi sentire anche lui aveva voce in capitolo in quella situazione, Abbie si limitò a scuotere la testa e portò una mano sulla pancia guardandola e sorridendo amaramente per un attimo, anche solo il pensiero di uccidere una creatura così piccola e indifesa le faceva rivoltare lo stomaco, si sarebbe sentita in colpa per il resto della vita e non avrebbe mai pensato di abortire.
Dalla risposta che aveva dato il moro la ragazza capì che per nulla al mondo il giovane l'avrebbe acconsentito all'aborto, la pensavano alla stessa maniera anche se non avevano parlato di quell'argomento.
-Bene- sospirò il signor Malik, si alzò dalla sedia e si avviò verso la porta -E' ora di andare- 
Nessuna espressione si leggeva sul suo viso, Abbie aveva intuito la sua stanchezza e la sua voglia di andarsene da quella casa.
Il moro salutò la ragazza con un dolce bacio sulla guancia e uscirono da casa Parker.
Percorsero il vialetto e dopo un silenzioso tragitto in macchina entrarono nella loro dimora.
Zayn sapeva che il discorso non era finito li, conosceva l'uomo, suo padre l'avrebbe preso in disparte e gli avrebbe fatto un discorso che l'avrebbe fatto sentire ancora peggio di come si sentiva, l'avrebbe fatto sentire in soggezione e  magari l'avrebbe convinto a ripensare sulla scelta dell'aborto. Ma no, doveva crescere, avrebbe tenuto testa a suo padre, facendogli capire che non era più un ragazzino e che era in grado di costruirsi un futuro anche se doveva prendersi cura di un figlio o di una figlia più della sua ragazza, dopotutto all'uomo importava solo del futuro del ragazzo, era da quando aveva iniziato le superiori che gli parlava dei college più ambiti della zona ma con i voti che portava a casa era già tanto se sarebbe andato in un college normale e l'arrivo del bambino aveva complicato tutti i piani del signor Malik.
Era steso sul letto mentre sfogliava il libro di chimica, Safaa era andata a dormire e i suoi genitori erano in salotto, sentiva i sussurri dal piano di sopra.
Il rumore dei passi delle scale lo distrasse dalle frasi che stava leggendo svogliatamente, la porta si aprì e come previsto suo padre entro in camera. Si sedette sul letto, poggiò i gomiti sulle ginocchia e unì le mani.
-La mamma ha confessato, vi coprivano- ammise con tono amaro -Perchè ce lo avete tenuto nascosto?- chiese riferendosi ai due padri che non sapevano delle loro relazione.
-Non c'era bisogno di dirlo- rispose tranquillamente guardando il libro tra le sue mani.
-Certo.... ma poi guarda come è andata a finire la vostra bugia- 
-Poteva andare peggio-
-Ne dubito Zayn- il tono di voce si alzò e il moro spostò lo sguardo negli occhi di suo padre. L'uomo si era alzato dal letto ed era perfettamente davanti a lui, lo sguardo severo e i pugni alle mani, si assomigliavano, quando si arrabbiavano facevano le stesse mosse.
-Mi hai deluso, per te avevo progettato una vita migliore di così, un college un lavoro... ma tu hai rovinato tutto, e ringraziami perchè a quest'ora dovevo buttarti fuori di casa- gridò puntando il dito fuori dalla porta.
-Ti ho deluso? Sai dire solo questo vero! Io cosa devo dire di te? Non ci sei mai, io non ho mai avuto una figura paterna, sei sempre fuori per lavoro anche quando non ne hai, solo per stare fuori da questa casa, me la sono sempre cavata da solo e solamente ora ti ho chiesto aiuto, in un momento in cui un padre serve perchè tra poco più di otto mesi io sarò al tuo posto-
L'uomo stette in silenzio facendo continuare il figlio nel suo discorso.
-Io riuscirò a fare tutto, studierò e andrò al college, forse non il migliore ma farò quello più utile, troverò il prima possibile un lavoro per far vivere dignitosamente la mia futura famiglia ma allo stesso tempo ci sarò per i miei figli, perchè so cosa vuol dire crescere da soli-
Si alzò anche lui dal letto.
-Manca un mese all'esame di maturità, ti prometto che prenderò il massimo dei voti agli esami, non ti faro pesare la storia del bambino e inizierò ad inviare delle richieste per il college, ma tu fammi il favore di smetterla di guardarmi come se fossi il tuo più grande errore-
Il padre di Zayn aveva abbassato lo sguardo già da un po', le parole del figlio l'avevano sorpreso, non si aspettava un discorso del genere come Zayn non si aspettava una reazione del genere dal suo papà, era raro che l'uomo non ribatteva ogni opinione del ragazzo e quel giorno l'avrebbe ricordato per tutta la vita, aveva fatto capire a suo padre che era in grado di fare tutto, gli aveva detto che anche se lui non c'era mai suo figlio era riuscito a crescere diventando responsabile e autonomo e dopo quelle parole aveva fiducia nel ragazzo, aveva ragione in tutto e credeva in lui, anche se era sempre fuori per lavoro lo conosceva bene, se Zayn prometteva qualcosa lo manteneva.
Si avvicinò di scatto al figlio e lo abbracciò, un abbraccio che il moro aveva atteso per 18 anni.
-So che non mi deluderai- ammise in un sussurrò.
-Grazie papà-
 
 
 
-Oggi è il gran giorno!- irruppe Zayn nella stanza di Abbie.
Sarebbero andati a cena insieme con tutta la compagnia, li avrebbero dato la notizia.
Erano passate due settimane e Maggio stava per finire.
Abbie si stese sul letto appoggiandosi con la schiena alla spalliera e iniziò a studiare il capitolo di storia che avrebbe portato agli esami.
Mentre Zayn era impegnato a fare gli esercizi per il compito scritto di matematica.
-43y-(65y) alla...- il moro non riuscì a finire la frase che senti un tonfo alle sue spalle, la porta della camera si era aperta di botta e la ragazza stava correndo disperata verso il bagno, doveva rimettere per l'ennesima volta.
Zayn la seguì per aiutarla.
-So che sono un bel vedere ma se c'è troppa gente mi imbarazza- disse Seth uscendo mezzo nudo dalla doccia.
Abbie si riprese, appoggiò le mani sulla tavoletta del wc e si alzò.
-La prossima volta vado a vomitare in camera tua- annunciò con un ghigno guardando la faccia sconvolta del fratello.
-Per quanto ancora dovrà vomitare questa qui?- chiese indicando la sorella.
-Fino a quattro mesi- disse ridendo il moro.
-Cambio casa- ammise alla fine chiudendosi la porta alle spalle e tornando in camera sua.
Quando Seth aveva saputo che la sua sorellina era incinta ci era rimasto davvero sconvolto.
Non aveva parlato ad Abbie per una settimana intera, forse era quello che l'aveva presa peggio, a contrario di Mike che ogni tanto si avvicinava alla sorella e si metteva a parlare con il bambino che piano piano cresceva in lei.
Tornarono a studiare fino a quando non arrivò l'ora di cena e uscirono per andare verso il ristorante.
Camminavano mano nella mano e intanto chiacchieravano del più e del meno.
-E se poi divento enorme?- chiese Abbie ad un certo punto.
-Saresti bella comunque-
-Non è vero-
-Si invece- ribatté Zayn cingendole delicatamente i fianchi e dandole un leggero bacio a stampo.
Entrarono nel locale.
-Sarà, comunque mangio poco così evito di ingrassare- annunciò sedendosi Abbie.
-Fa come vuoi- scrollò le spalle il moro poco convinto della frase detta dalla ragazza.
I loro amici erano tutti lì.
Harry stava parlando con Liam, avevano stretto amicizia, Zayn aveva anche invitato Seth alla cena ma quella stessa sera doveva uscire con la sua ragazza.
Louis circondava la spalla di Eleanor mentre la guardava e ogni tanto le accarezzava una guancia.
Niall e Ginnie si scambiavano dei teneri baci a stampo, si alla fine si erano messi insieme.
Abbie guardava quella scena così tenera pensando a quando anche lei e Zayn erano così, loro aspettavano un bambino e non avrebbero più avuto tempo per quelle sdolcinatezze.
-Volete ordinare?- la cameriera la distrasse dalla realtà.
-Amore che vuoi per cena?- chiese Zayn dolcemente.
-Ah si, dunque... una pizza margherita con sopra le patatine, mi può portare anche una porzione di patatine a parte? Con le salse grazie, per dessert un budino al cioccolato e magari dopo prendo anche un frullato- disse sorridendo alla cameriera che sorpresa annotava tutto velocemente.
-E.. da bere?-
-Oh giusto, una coca cola.. light! Sa non vorrei ingrassare- annunciò -Voi non ordinate?- chiese riferendosi agli amici che la guardavano con gli occhi sgranati.
Ordinarono e la cameriera andò via.
-Wow, Abbie- esclamò Ginnie -Quanto mangi, come una donna incinta- ammiccò l'amica tirando una frecciatina alla ragazza.
Abbei non fece in tempo a rispondere che intervene Niall -Vuoi sfidarmi ad una gara di cibo? Guarda che hai perso in partenza!- la sfidò il biondo.
Dei mormori divertiti si crearono per il tavolo e Zayn si schiarì la voce facendo tornare il silenzio.
-Ragazzi, dobbiamo dirvi una cosa importante- disse prendendo coraggio.
Non sapeva perchè ma non aveva la minima idea di come dirlo agli altri, eppure era riuscito a dirlo ai loro genitori non sapeva cosa lo bloccava in quel momento.
Una mano da sotto il tavolo strinse la sua, quella di Abbie.
-Lo dici tu?- chiese nervoso.
-No dillo tu- 
-No tu-
-Tu-
-Ragazzi vi sposate?- domandò divertito Louis scatenando delle risate tra gli amici.
Tutti smisero di ridere quando videro Abbie e Zayn preoccupati.
-Ehm, tu l'hai detto ai nostri genitori quindi mi sembra giusto che io lo dica a loro- ammise la ragazza.
Delle espressioni confuse si diffusero per il tavolo.
Zayn annuì.
-Sono incinta- annunciò chiudendo gli occhi non sapendo che reazioni aspettarsi.
Harry alzò lo sguardo fissando dritto gli occhi di Zayn.
Louis allarmato strinse la mano di Eleanor.
Niall sconvolto trovò coraggio in un sorriso di Ginnie.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Pazzo di voi ***


Un silenzio imbarazzante cadde sulla tavola, gli sguardi perplessi e confusi degli amici vagarono fino ad arrivare alla pancia di Abbie nascosta dalla maglietta.
La ragazza si aspettava quella reazione, iniziò a pensare di aver sbagliato a dire la verità così presto, poteva nascondere la gravidanza fino a quando le rotondità non fossero stare evidenti, ma non voleva mentire o far finta di niente davanti ai suoi amici e davanti a Louis, il suo migliore amico, non sapeva come l'avrebbe presa e questo l'agitava un pochino... o forse molto. I suoi occhi erano puntati su di lui, coglieva ogni minimo movimento e ogni tipo di espressione, dalla confusione che appariva sul suo viso mentre assimilava la notizia, allo sguardo pensieroso che aveva mentre pensava ce fosse tutto uno scherzo, dagli occhi che aveva sgranato preso dallo shock, alla serietà che ora mostrava cercando di restare calmo.
Erano già passati due minuti buoni, in cui nessuno aveva spiccicato parola, la cameriera aveva portato le bibite e subito Louis si era buttato sulla birra, magari perché si doveva rilassare pensò Abbie ancora incerta su come si sarebbe evoluta quella situazione.
Con la coda dell'occhio guardo Zayn, il moro si lanciava diversi sguardi con Harry che spaesato muoveva gli occhi dall'amico alla pancia di Abbie, mentre Niall si era bloccato totalmente e incantato a guardare sempre la ragazza mentre Ginnie da dietro lo scuoteva cercando di farlo riprendere. Liam si era portato una mano sulla fronte sprofondando nelle sue riflessioni mentre Eleanor cercava in tutti i modi di alleggerire la tensione facendo un timido sorriso quando incrociò lo sguardo con Abbie.
Si lasciò cadere indietro contro lo schienale della sedia, tirando un forte sospiro, quella settimana era stata abbastanza stressante, la notizia della sua gravidanza si era diffusa per la famiglia e per il vicinato, le famiglia della altre case la guardavano con scetticismo mentre i vari parenti avevano telefonato in continuazione per sapere se stesse andando tutto bene o per farle le solite prediche sulle precauzioni. Come se lei non lo sapesse già, erano sempre stati attenti e ancora non riusciva a ricordare durante quale rapporto quell'attenzione fosse calata e avesse portato a tutto quello.
-Cosa sono quelle facce, è una bella notizia!- esclamò Ginnie cercando di far riprendere tutti.
-Più o meno- sussurrò esterrefatto Niall mentre cercava la mano della sua ragazza.
-Piuttosto che quella direi scioccante- annunciò Liam calmo rialzando la testa e puntando lo sguardo in quello dei ragazzi che si tenevano per mano. Si alzò trascinando la sedia e facendo rumore, andò verso Abbie e Zayn che si alzarono a loro volta.
-Sono contento per voi- ammise con un dolce sorriso abbracciandoli insieme.
-Anche io- disse una voce alle loro spalle, anche Eleanor si era alzata lasciando solo Louis che era ancora fra i suoi pensieri.
La ragazza scoccò un bacio rumoroso sulla guancia di Abbie e diede una leggera spinta al moro che rispose con una grossa risata.
Ginnie spingeva Niall verso di loro incitandolo a dire qualcosa.
-Dai Niall- gridò la ragazza tirandolo con tutta la forza possibile. Il biondo prese a camminare da solo, andando velocemente tra le braccia di Abbie e rimanendo incollato a lei per un bel po' di tempo.
-E chi se lo aspettava- esclamò Niall sull' orlo di un pianto preoccupato.
Si staccò dall'abbraccio per andare a parlare anche con Zayn ma il moro era occupato con il suo migliore amico.
-Zayn...- disse Harry incerto.
Il moro si voltò con un sorriso di felicità, entrambi sapevano che non era da lui, se fosse stato ancora quel ragazzo che cambiava donna facilmente avrebbe lasciato Abbie da sola, ma non aveva più cambiato delle ragazze da un anno e l'unica persona che era cambiata nella sua vita era lui. Era diventato più responsabile e affettuoso, era cresciuto e maturato, si considerava un uomo, aveva paura del futuro ma sapeva che in quel momento aveva in mano la situazione e il presente non lo spaventava affatto.
-Harry- lo chiamò a sua volta lui.
Il riccio portò una mano fra i capelli in segno di nervosismo.
-Io non...-
-Hey- lo fermò il moro -So che ti sembrerà strano, ma io voglio prendermi questa responsabilità-
Harry non disse niente colpito dalla sicurezza dell' amico che solo un anno fa sarebbe scappato da quella situazione mentre in quel momento era lì a proteggere la sua ragazza da qualsiasi cosa e in qualsiasi modo.
I suoi amici erano tutti intorno tranne Louis, era ancora seduto e stava guardando la scena sotto i suoi occhi ancora confuso e scioccato.
Abbie decise di avvicinarsi, sapeva che lui non l'avrebbe mai fatto.
Cercò di non farsi vedere e ci riuscì fino a quando non si trovò dietro di lui.
Silenziosamente appoggiò la mano sulla sua spalla e lo vide un attimo irrigidirsi ma poi il ragazzo si tranquillizzò capendo di chi fosse quel tocco.
-Vuoi parlare?- gli chiese dolcemente -Da soli...- aggiunse poi Abbie.
Louis annuì flebilmente e tra tutto quel caos uscirono dal ristorante senza farsi notare.
 
 
Erano seduti sulla panchina del parco giochi che era dietro il ristorante, Louis guardava per terra mentre Abbie era decisa e lo osservava ogni secondo che passava.
-Dimmelo- disse alla fine la ragazza dopo troppi attimi di silenzio.
-Cosa?- chiese alzando la testa.
-Che ho fatto l'errore più grande della mia vita- annunciò con amarezza.
-Forse, ma forse no…-
-Cosa intendi?- domando confusa dall’affermazione dell’ amico.
-Che ho sbagliato a giudicare Zayn l’ anno scorso e secondo me… se è successo tutto questo- disse indicando la pancia di Abbie –Magari era destino, e sempre a parer mio- continuò con un sorriso timido –Siete pronti-
La ragazza lo gradò allibita, pensando al cambiamento di idea di Louis. Pensava fossero pronti, pronti per un bambino. Ma forse lui non se ne rendeva conto… erano giovani, non sarebbero mai stati pronti.
Abbie accarezzò la mano di Louis e si bagno con una lacrima che scendeva dalla guancia di quest’ ultimo.
-La mia piccola Abbie è cresciuta- ammise dolcemente tra un singhiozzo e l’altro prima di abbracciarla con forza stringendola a se.
-E crescerà suo figlio… o figlia- aggiunse lei accarezzando i capelli del moro.
-Sarai una mamma fantastica- annunciò poi accarezzandole il viso con due dita.
-Ho dei seri dubbi- scherzo lei facendo ridere l’ amico.
-Io no- esclamò una voce alle loro spalle… Zayn.
-Beh io torno da Eleanor- disse Louis dopo aver dato una pacca sulla spalla al moro che sorrise.
-Se le succede qualcosa…- ammiccò Louis riferendosi ad Abbie.
-Mi uccidi, lo so- scherzò Malik alzando le braccia in segno di resa.
Rimasero soli su quella panchina abbracciati a guardare il cielo ormai buio.
 
 
-Tu come lo immagini?- chiese ad un tratto Abbie.
Il moro fece finta di pensarci un attimo poi si girò verso la ragazza e le sorrise –Essendo figlio mio… sarà bellissimo- esclamò indicandosi con un dito.
La giovane scoppiò a ridere dandogli un leggero schiaffo sulla nuca.
-Scemo- disse ridendo.
Dopo un po’ di silenzio Zayn cominciò a parlare seriamente.
-Sarà il bambino più bello del mondo, perché assomiglierà a te non a me. Crescerà con tutto l’amore che gli daremo e anche se non avrà tutti i giocattoli che vorrà non piangerà perché saprà che ci sono bambini che hanno meno di lui. Ci darà tantissime soddisfazione e ci renderà fieri di lui. Forse non ci dirà sempre che ci vuole bene e forse non sempre noi lo diremo a lui, ma sarà implicito…-
Il moro stava per continuare ma la ragazza gli mise una mano davanti alla bocca e lo zittì, si avvicinò guardandolo negli occhi, grazie ad un lampione acceso li vicino Zayn poté vedere gli occhi lucidi di Abbie fino a quando le figure non si fecero indistinte perché lei era troppo vicina e già si stavano baciando, chiuse gli occhi e si godé quel leggero tocco pieno d’amore.
 
 
****
 
Quella mattina la pancia si era molto più gonfia, doveva solo resistere per quella settimana, poi la scuola sarebbe finita e sarebbe iniziata la sessione d’esami per i quinti, la tesina l’aveva preparata e studiata, si era esercitata abbastanza ed era pronta per affrontare gli esami di maturità.
Nelle ultime settimane non si era vista molto con Zayn visto che anche lui era impegnato tra i libri, aveva un solo obiettivo in quel periodo il ragazzo, studiare, voleva prendere il massimo e voleva rendere fiero suo padre facendolo ricredere sul suo unico figlio maschio.
Si guardò un ultima volta allo specchio e con un po’ di fatica riuscì a chiudere il bottone dei jeans ma sapeva che non si poteva andare avanti così, Abbie aveva deciso, durante gli esami avrebbe indossato solo tute e poi finita la maturità sarebbe andata a comprare insieme a sua madre degli abiti prémaman.
Il clacson della macchina di Zayn la fece riprendere dai pensieri, prese il giubbetto e lo zaino e uscì di casa velocemente.
Neanche il tempo di varcare la soglia che il moro era già sceso dalla macchina e l’ aveva raggiunta.
-Ciao amore- le sorrise dandole un dolce bacio sulle labbra.
-Ciao- salutò a sua volta dopo essersi staccata da lui.
Face per camminare ma qualcosa la bloccò.
Il ragazzo l’aveva fermata e stringeva in una mano lo zaino che lei teneva in spalla tirandolo verso di lui.
-Te lo porto io, ti pesa- disse tirandolo ancora verso di se.
-Non preoccuparti- gli sorrise teneramente –Ce la faccio-
-Ma…-
-Zayn- lo richiamò iniziando a camminare.
-Mi sto preoccupando per niente vero?- chiese il moro dopo averla raggiunta portandosi una mano sulla nuca.
-Esatto-
Il ragazzo salì in macchina e si sporse verso la portiera del passeggero per aprirle.
Abbie salì in macchina e gli sorrise come gesto per ringraziarlo.
-Allora come vanno gli studi?- gli domando osservandolo guidare.
Un sorriso di entusiasmo si creò sul viso di Zayn, dopo un po’ di silenzio il moro esplose.
-Ho finito tutto!- urlò saltando sul sedile del guidatore.
La giovane si spaventò ma poi iniziò a ridere guardando la faccia del ragazzo.
-Tu sei tutto pazzo- annunciò ridendo.
-Pazzo di voi- aggiunse lui guardandola per un attimo e tornando ad osservare la strada.
All’ iniziò Abbie non capì perché avesse usato il “voi” ma poi abbassò lo sguardo e si incantò ad osservare quel piccolo gonfiore. Un sorriso nacque sul suo volto e iniziò ad accarezzare il pancino.
Una terza mano, quella di Zayn che stava parcheggiando l’ auto davanti alla scuola, si aggiunse a quel momento di tenerezza portando anche la seconda mano sulla pancia della ragazza.
-Ma ciao- disse con voce buffa avvicinandosi al futuro bambino.
-Si nota tanto?- domando riferita al gonfiore.
-Un po’- sorrise incantato –Ma è una delle cose più belle che abbia mai visto- si avvicinò alla giovane e le diede un piccolo bacio sul naso, poi con una mossa veloce le slacciò la cintura di sicurezza.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Questa festa inizia o no?? ***


Okkkkkkk.... non uccidetemi... SCUSATE SCUSATE SCUSATE :S
Lo so, sono tremendamente in ritardo... ma non è colpa mia!! MI SI E' ROTTO L'OROLOGIOO ok... non fa ridere..
Comunque, ecco a voi dopo più di un mese (chiedo ancora umilmente scusa :3 ) il capitolo :D
Non vi anticipo niente... vi dico solo una cosaaaa... BUONA LETTURAAA 
BACIII FRAA <3 <3


Tutti ormai per la scuola la guardavano e le sparlavano dietro, ma Abbie ci aveva fatto l'abitudine…
 
FLASHBACK
-Guarda è quella incinta- sentì mormorare da una di prima che era nel corridoio con le sue amiche.
Cercò di fare finta di niente ma in quel momento non si sentiva come una ragazza che era tranquillamente a scuola, da quella mattina tutti la guardavano, la notizia si era diffusa per la piccola città, forse neanche la metà delle persone che la indicavano sapeva il suo nome, per tutti era: la ragazza incinta.
Quello orribile soprannome la faceva sentire a disagio esattamente come si sentiva in quel momento dopo la frase di quella stupida ragazzina.
Le lacrime invasero gli occhi e rigarono le guance, tirò su col naso e corse in bagno a piangere da sola.
 
Zayn la stava aspettando da più di cinque minuti davanti al suo armadietto, non era ancora arrivata e non aveva avvisato nemmeno tramite messaggio, l'intervallo era già finito ed era in ritardo per la lezione, ma non gliene importava più di tanto, l'unica cosa a cui pensava era la propria ragazza.
Guardò un'ultima volta il cellulare dove non c'erano nuovi messaggi ne chiamata, si aggiustò con un colpo secco il colletto della giacca di pelle e si avviò verso le varie classi per cercare Abbie.
Sbriciò nella classe di chimica, a quell'ora la ragazza aveva quella materia ma lei non era in classe.
Confuso continuò a cercare per la scuola con un po' di preoccupazione addosso, aveva paura che si fosse sentita male o che fosse svenuta e che non gli avesse detto niente.
Arrivò fino all'ultimo piano dell'edificio e cercò anche in biblioteca ma la ragazza non c'era, di solito era li che passava le ore in cui non era a lezione.
Gli venne in mente l'idea di chiedere a Ginnie, per vedere se Abbie fosse con lei ma non sapeva neanche dove fosse e non aveva il suo numero.
Stanco e preoccupato si appoggiò alla cattedra delle bidelle, che in quel momento non c'erano e iniziò a pensare a dove potesse essere la sua fidanzata.
Un singhiozzo che rimbombò nel corridoio vuoto interruppe il filo dei suoi pensieri. Il rumore proveniva dal bagno delle ragazze .
Non sapendo chi stesse piangendo decise di andare a vedere, controllò che nel corridoio non ci fosse nessuno e con una mossa repentina entrò nel bagno e iniziò a guardarsi intorno fino a quando non incrociò lo sguardo lucido, a causa delle lacrime, della ragazza che lo guardò confusa.
-Abbie!- esclamò allarmato correndo verso di lei per poi stringerla in un abbraccio.
-Mi hai fatto preoccupare- ammise avvicinandola di più a se, le accarezzò la schiena e le diede un tenero bacio sulla nuca.
La giovane non parlava, era troppo presa a singhiozzare e a chiedersi perchè fosse così stupida e così fragile da piangere solo per delle parole dette a voce troppo alta, ma quella frase l'aveva ferita anche a causa del poco tatto usato da quella ragazzina.
-Che succede?- le chiese in un dolce sussurro staccandola dalle sue braccia per guardarla negli occhi che erano ancora in lacrime.
Le regalò un sorriso di tenerezza e le accarezzò la guancia con due dita e lei parva calmarsi.
Lo guardò con aria triste poi si avvicinò al termosifone che era nel bagno e che era spento essendo a maggio.
Si lasciò cadere fino a sedersi per terra, portò le gambe il più vicino possibile alle spalle avvolgendole con le braccia.
Zayn la raggiunse, si sedette al suo fianco e poggiò la testa sulla sua spalla.
Alzò lo sguardo dopo un po’ di tempo, aveva ancora le lacrime che scendevano, stava piangendo silenziosamente. Le si posizionò davanti e le poggiò le mani sul viso e con i pollici asciugo le guance.
-Hey- la chiamò dolcemente -Perchè piangi?-
-Io..- tentò lei ma un singhiozzo spezzo la frase e abbassò lo sguardo -Una ragazzina…-
Il moro le strinse un amano per incitarla a continuare e le sorrise.
-Sarò per sempre “quella che è rimasta incinta a 18 anni”- disse con amarezza.
Zayn la guardò confuso e stranito.
-No- annunciò duro il ragazzo.
-No cosa?- chiese lei.
-Non sarai mai “quella che è rimasta incinta a 18 anni”, tu sarai la giovane mamma di una bellissima bambina o di un bellissimo bambino, sarai la madre perfetta e la moglie perfetta, e noi… noi saremo la famiglia migliore del mondo, non sentirai mai più nessuno giudicarti e se lo faranno beh…- disse scrollando le spalle -..tu non ascoltarli loro non sanno cosa stanno dicendo-
 
 
Suonò la campanella del cambio dell’ora quando i due uscirono dal bagno mano per mano, sorridenti e felici.
Abbie si era calmata e dopo le belle parole di Zayn tutti gli sguardi e tutti i giudizi degli altri le scivolavano addosso come le gocce di pioggia sul vetro di una finestra.
 
FINE FLASHBACK
 
Il moro le passo un braccio sulle spalle e la avvicinò ancora di più a se. Attraversarono il corridoio e arrivarono all’ armadietto di lei.
Abbie posò i libri e, sempre insieme al ragazzo, si avviarono verso l’aula di Chimica per la prima ora di lezione.
 
 
-Niall mi passi la maionese?- urlò Harry dall’altra parte del tavolo.
Con un lancio il biondo accontentò l’amico, gli tirò il barattolo della salsa che prontamente il riccio prese con una mano.
-Grazie- gridò.
Si riunivano ogni giorno a quel tavolo, si scherzava e si chiacchierava del più e del meno.
-Abbie che hai?- chiese preoccupata Ginnie.
L’attenzione di tutti i presenti cadde sulla ragazza.
-Niente ho solo un po’ di mal di stomaco- rispose con un sorriso sghembo per rassicurare tutti.
Ma Zayn non si tranquillizzò affatto, trattenne lo sguardo preoccupato sulla figura della ragazza che era davanti a lui, aveva un gomito appoggiato al tavolino e con la mano si teneva la testa mentre l’altra mano era sulla pancia che era molto più grande rispetto ad alcune settimane prima.
-Sei sicura di stare bene?- chiese il moro.
La ragazza annuì.
-Sono solo un po’ stanca e forse dovevo mangiare di meno a pranzo-
Il ragazzo stava per chiederle qualcos’altro ma Ginnie lo interruppe.
-Ti ricordi che oggi c’è la festa di fine anno a casa di Holding? Ti ricordi di quante volte abbiamo sognato la festa di fine anno dell’ultimo anno di liceo? Non puoi sentirti male oggi…- gridò disperata l’amica.
-Ginnie è incinta! Non è colpa sua se si sente male- l’ammonì Niall.
-Si però…- disse sconsolata la ragazza –Se lei non va..io con chi vado?-
-Con me!- le sorrise il biondino.
-Ma io mi volevo divertire!!- scherzo Ginnie facendo ridere il ragazzo.
-Hey, io non ho mai detto che non sarei venuta- entrò nel discorso Abbie.
-Tu non vai da nessuna parte in queste condizioni!- esclamò Zayn preoccupato.
-Perché? Sto bene! Per stasera mi passera tutto ne sono sicura!- annunciò la ragazza prima che la campanella suonò.
Si alzarono tutti dal tavolo e andarono ognuno nelle rispettiva aule.
 
-Abbie come stai?- le chiese sua madre.
La ragazza era distesa sul letto, la coperta la copriva fino al viso e il colore pallido della pelle risaltava sulla federa color verde del cuscino.
-Non molto bene…- annunciò con un sussurrò.
Erano le sei, era tornata a casa da due ore e aveva già rimesso due volte, aveva avvertito Zayn che era uscito prima dagli allenamenti e stava correndo da lei e aveva anche mandato un messaggio a Ginnie dicendole che non sarebbe andata alla festa.
Si fecero le otto di sera, il moro non si era ancora fatto vedere ne sentire e neanche la sua migliore amica.
La noia iniziò a farsi sentire, era stesa su quel letto da più di quattro ore e nonostante gli antidolorifici lo stomaco e la testa non smettevano di farle male.
Sistemò meglio il cuscino e cercò di prendere sonno ma qualcuno bussò alla porta della sua camera.
-Abbie- disse felice la madre –Hai visite-
La ragazza girò il volto e vide entrare uno ad uno i suoi amici sorridenti e scherzosi come al solito.
Il primo ad entrare fu Louis insieme ad Eleanor.
-Wow, neanche mia nonna sta nel letto alle 8 di sera Abbie, hai fatto un record!- urlò il moro prendendosi uno scappellotto di rimprovero dalla ragazza.
Quest’ultima si avvicinò al letto e si sedette affianco ad Abbie prendendole una mano.
-Sera a tutti!- urlarono n coro Ginnie e Niall carichi di buste per la spesa dalle quali spuntavano i pacchetti di patatine e di caramelle.
-E’ qui la festa?- domandò il riccio entrando con dei DVD in mano.
-Scusate il ritardo stavo parcheggiando- per ultimi entrarono Zayn e Liam, entrambi con il fiatone.
-Abbiamo corso per arrivare in tempo- annunciò il moro.
-Avevo paura che Niall si finisse le patatine- disse Payne spostando lo sguardo da Abbie al biodo che aveva già aperto il primo pacchetto di patatine e che gli sorrise con la bocca piena.
Abbie si alzo dal letto confusa.
-Che ci fate qua?- chiese facendosi scappare una risata di gioia.
-Come cosa ci facciamo?- chiese Harry.
Tutti si guardarono intorno.
-Non era oggi la festa di fine anno?- domando Niall.
-Quella a cui non avresti mai rinunciato?- continuò Ginnie.
-Non ci posso credere- disse scuotendo la testa e ridendo Abbie.
-Se tu non puoi andare alla festa…- disse Louis.
-La festa viene da te!- finì Eleanor.
-Oddio, io vi amo- esclamò felice la ragazza.
Si sentì un botto e un tappo di sughero volò fino all’altra parte della stanza.
Tutti si girarono verso il Zayn.
-Bè? Questa festa inizia o no?- sorrise divertito con la bottiglia di champagne in mano.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Ti Amo! ***


Niall e Ginnie erano andati via già da un pezzo, e Liam aveva accompagnato Harry a casa mentre Louis ed Eleanor stavano salutando.
Era l'una e mezza ed Abbie e Zayn stavano cercando di mettere un po' in ordine la stanza levando almeno i bicchieri e le bottiglie vuote.
-Vai a stenderti, sei stanca! Qui ci penso io- le sorrise il moro, la ragazza fece un cenno con la testa buttò gli ultimi rifiuti rimasti e si andò a sdraiare sul morbido letto cadendo in un sonno profondo.
Il giovane la guardò addormentarsi mentre sorrideva, era così bella e tenera.
Chiuse con un nodo la busta nera dei rifiuti, si levò la maglietta e i pantaloni e si avvicinò al letto.
Si era addormentata per orizzontale sopra le coperte ancora vestita, la prese in braccio e la posizionò nella posizione giusta, delicatamente le sfilò la maglietta e i pantaloni, niente sarebbe riuscita a svegliarla era stanchissima.
Era rimasta in intimo, le accarezzò la pancia che con il passare del tempo cresceva e si gonfiava e le diede un delicato bacio.
Si diresse verso l'armadio e aprì l'ultimo cassetto, quello dei pigiami, ormai conosceva ogni singolo spazio di quella camera.
Ce ne era uno grigio ma era troppo pesante per dormire a maggio poi ce ne era uno di cotone leggero color rosa con tutti orsacchiotti disegnati, decise di mettergli quello cosi per divertirsi un po'.
Delicatamente la vestì, prese le coperte e la coprì per bene poi camminò fino all' altra parte del letto, si infilò anche lui nelle coperte, si sporse verso il comodino e spense la luce.
 
 
La luce filtrava dalla tenda, erano le dieci della mattina, la ragazza si girò e vide il moro addormentato, le coperte lo coprivano per metà torace mentre la parte superiore restava scoperta mentre la pelle ambrata veniva illuminata dai raggi solari.
Gli si avvicinò e si accoccolò tra le sue braccia e lui la strinse ancora di più a se sussurrandole un buongiorno con gli occhi ancora chiusi.
La giovane alzò la testa per guardarlo meglio, sorrideva ed era felice perché lei era al suo fianco.
-Come stai?- le chiese.
-Meglio di ieri di sicuro- gli sorrise per tranquillizzarlo -Zayn?-
Il moro rispose con un verso mentre si godeva il calore della ragazza e del sole.
-Ti piacerò anche se diventerò enorme?-
-Abbie, perché ti preoccupi sempre di questa cosa? Tutte le donne che rimangono incinta ingrassano, non sei la prima e non sarai

l'ultima! Amore mi piacerai anche se diventerai enorme, mi piacerai sempre perché hai questo dubbio costantemente?-
Non era la prima volta che gli faceva quella domanda, più passava il tempo, più le rotondità diventavano evidenti e più le venivano i dubbi e la paura.
-Ho paura- confessò, non riusciva più a trattenere quel peso.
-Di cosa?- Zayn si alzò con il busto, era seduto non più sdraiato e anche la ragazza si era alzata.
Si guardarono negli occhi per qualche secondo quelli di lui profondi che fissavano lo sguardo di lei incerto.
-Che torni tutto come prima- disse abbassando lo sguardo.
Il moro la squadrò incerto, non riuscendo a capire.
-Hai paura che ti tradisco? Non ti fidi?- cercò di fare chiarezza il giovane.
-No, si cioè... ho paura che ti allontani da me, perchè diventerò enorme, come alle medie, come quando mi odiavi e mi prendevi in giro, ho paura che preferisci le altre, ho paura di restare da sola... come prima-
Si riferiva al passato, il moro sapeva che prima o poi sarebbe successo, prima o poi avrebbero dovuto parlare del passato.
La guardò ancora negli occhi, stavolta erano lucidi, il giovane si intenerì e con un sorriso di amarezza cercò anche lui di trattenere le lacrime.
-Vieni qui- le disse semplicemente. Lei si avvicinò lui l'abbracciò e si stesero di nuovo sul letto.
-Mi dispiace, sapevo che prima o poi ne avremmo parlato, certo non in questa situazione- sorrise alludendo al fatto che la ragazza fosse incinta -Abbie, ero stupido, lo ammetto, ho sbagliato tante cose nella mia vita, ho fatto degli errori ai quali so che non riuscirò a rimediare. Però su una cosa sono certo, non tornerò mai più quello di prima, sono cambiato, ho molte responsabilità tra più o meno tre mesi diventerò papà e non lascerò mai da solo ne il bambino o bambina ne tantomeno la mamma- la guardò negli occhi poi finì il discorso -Non tornerò più ad odiarti e spero che tu non mi odia più perchè ora io Ti Amo-
Lei lo guardò fisso poi gli sorrise.
-Ti Amo- gli disse prima di abbracciarlo e baciarlo sulle labbra.
 
 
-Dai Zayn!- urlò Abbie dal piano di sotto -Siamo in ritardo!-
-Eccomi!- disse il moro cercando di non cadere mentre scendeva velocemente le scale.
-Mamma noi andiamo!- disse la ragazza alla madre.
-Ok! Attenti alla strada!-
Salutarono e salirono nella macchina di Zayn.
Partì e si diressero verso l'ospedale.
-Allora a che ora abbiamo l'appuntamento?- il giovane si girò verso la ragazza che cercava in tutti i modi di far arrivare la cintura della macchina fino al pulsante per bloccarla. Certo era difficile con il pancione.
-Amore vuoi una mano?- le chiese divertito vedendola impacciata.
-No!- esclamò stranita.
Il moro si mise a ridere, aiutò la ragazza e le scoccò un bacio sulle labbra.
 
 
-Qui c'è un posto libero- gli disse, il giovane accostò e spense la macchina.
Rimasero fermi li per un po'.
-Questa è l'ultima ecografia- annunciò il ragazzo guardandola.
-Lo so-
-Ci dicono se è maschio o femmina?- le chiese.
-Se lo vogliamo...-
-Non vuoi saperlo?- chiese il giovane sorpreso.
-Volevo aspettare la nascita? Che ne dici?-
Il giovane ci pensò un po' su -Ok, aspetteremo- le sorrise e le diede un bacio.
Scesero dalla macchina e si avviarono verso l'ospedale.
-Malik?- chiese l'infermiera.
I ragazzi si alzarono ed entrarono nella stanza della dottoressa.
-Ciao Abbie, Ciao Zayn- li salutò  cordiali la dottoressa.
La ragazza si distese sul lettino e alzò la maglietta lasciando scoperta la pancia.
-Dunque siamo al settimo mese-
Prese il gel e lo spalmò sulla pancia e accese il macchinario.
-Allora questo è il battito del cuore-
Piombò il silenzio nella stanza erano tutti concentrati a sentire quei piccoli battiti che si distanzavano per alcuni secondi e poi ricominciavano.
Era il cuore del loro bambino, Zayn si avvicinò ad Abbie e le prese la mano che strinse forte le sorrise felice e gli occhi del moro diventarono lucidi.
La dottoressa interruppe quell'attimo di felicità.
-Volete sapere il sesso?-
A quel punto il giovane si fece avanti -No, preferiamo aspettare la nascita- lei le sorrise.
 
 
Era mezzogiorno e mezza, e stavano facendo una passeggiata cercando un posticino per mangiare, trovarono una piccola paninoteca e si sedettero al tavolo aspettando che arrivasse il cameriere.
-Se è maschio?- domandò ad un certo punto il moro.
-Non saprei... che ne dici di Daniel?-
-Mmmmm.... Frank!- urlò il moro.
-No Frank non mi piace- la ragazza lo guardò stranita.
-Karl!- continuò a scherzare il giovane.
-Amore!- si mise a ridere -Dai un bel nome!-
-Non mi viene in mente niente- pensò il moro.
-Neanche a me- affermò la ragazza -Ci penseremo un'altra volta-
-Volete ordinare?- chiese il cameriere.
-Certo- rispose Zayn.
 
 
-Tutto bene?- le chiese il giovane preoccupato.
Erano li, di nuovo tutti insieme, mancava l'ultimo esame, quello orale e poi ognuno per la sua strada.
Niall stava ripassando l'ultima volta la sua tesina mentre Ginnie ripeteva.
Louis continua a camminare impaziente aspettando il suo turno per entrare mentre Harry messaggiava tranquillo.
Abbie sorrise a  Zayn -Si, sono solo un po’ agitata- ammise sospirando.
Lui l'abbracciò -Andrà tutto bene, e stasera festeggeremo con questi cretini- la tranquillizzò indicando i loro quattro amici facendole spuntare un tenero sorriso.
-Eccoci!- esclamarono in coro Liam e Eleanor facendo l'ultima rampa di scale.
Eleanor aveva già finito gli esami da giorni ed era andata a dare forza al suo fidanzato che sorrise vedendola arrivare.
Mentre Liam era di un anno più grande, era al college ed era li per vedere gli esami dei suoi amici, alla fine erano diventati una grande famiglia, c'erano le tre coppie Abbie e Zayn, Louis e Eleanor e Niall e Ginnie, poi c'era Harry che ogni tanto faceva entrare nel gruppo una ragazza... ma non durava mai molto al massimo due o tre mesi e Liam che invece era più riservato si stava sentendo con una ragazza ma non ne parlava quasi mai.
-Pronti?- chiese Liam.
-Più o meno- rispose Harry facendo una smorfia.
-Malik!- urlò la voce stridula della professoressa di inglese.
Era il suo turno, Niall aveva finito ed era appena uscito dall'aula.
Gli augurarono tutti buona fortuna, Abbie lo baciò e lo incitò a fare del suo meglio, il moro l'abbraccio poi si abbassò...
-Augura buona fortuna al papà- sussurrò dando un bacio alla pancia della ragazza.
Entrò e si sedette mentre aspettava che i professori si organizzassero per iniziare l'esame.
Era la sua ultima opportunità, voleva riscattarsi di tutto, voleva prendere il massimo voleva far vedere a suo padre che non era una delusione come figlio.
I suoi pensieri furono interrotti dalla professoressa.
-Allora iniziamo Signor Malik!- gli sorrise maligna.
 
 
Il massimo, avevano dato entrambi il massimo e avevano ricevuto il massimo dei voti.
Tornarono a casa felici e impazienti di dare la notizia ai genitori.
-Allora ci sentiamo dopo per telefono?- le chiese il moro.
-Si Amore- le sorrise.
Erano abbracciati e lei aveva le braccia incrociate al collo di lui.
-Già mi manchi- ammise guardandolo negli occhi e sorridendo.
-Amore Mio, Ti Amo- le sussurrò piano iniziando a baciarle il collo piano sentendo i brividi della pelle della ragazza formarsi sotto il tocco delle sue labbra.
-Ti Amo-
Zayn si diresse verso casa, aprì la porta ed entrò.
Nella casa cera uno strano silenzio, la madre doveva essere in cucina visto che sentiva odore di pollo arrosto, salì le scale e passò davanti alla stanza della sorella piccola, era impegnata a pettinare i capelli ad una bambola.
-Hey- la chiamò, lei si girò ed andò ad abbracciarlo contenta.
-Giochi con me?- gli chiese dolcemente.
Il moro annuì ed entrò nella stanza della piccola.
-Tu sei Shally io invece sono Barbie!-
-Io voglio essere Barbie- borbottò il moro.
-No la bambola è mia e decido io!- lo sgridò Safaa.
Per risposta il ragazzo le fece la linguaccia e la bambina ride.
-Mamma dice che tra poco diventi come papà! E' vero?- chiese curiosa.
Zayn la guardò per un attimo e poi annuì.
La piccola rimase sconvolta -Oddio diventi vecchio come lui!-
-No! Che hai capito!- il moro iniziò a ridere, lasciando perplessa Safaa.
Si alzò la prese in braccio e la fece sedere sulle sue ginocchia.
-Vedi vuol dire che anche io diventerò papà!- le spiego semplicemente.
-Quindi anche tu andrai sempre via per lavoro?- chiese triste, il suo viso fece intenerire il giovane.
-Nono, Safaa vuol dire che la cicogna porterà un bambino o una bambina a me e ad Abbie-
-Quindi non mi lasci sola pure tu?- domandò ancora.
-Non ti lascerò mai sola!- esclamò felice il ragazzo.
-E quando arriva il bambino o la bambina? Io ci voglio giocare!-
-Ehm... devi aspettare un paio di mesi- le disse.
-Bene allora tengo il conto dei giorni!- urlò felice la piccola.
-Bravissima e intanto pensa a quale gioco giocare!-
-Siii!- gridò scendendo le scale e andando ad informare la madre.
Andò in camera sua e prese il cellulare perchè stava squillando.
-Pronto?-
-Zayn alle otto sotto casa che ti passo a prendere, andiamo a cena io e te da soli!-

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Yaser ***


Eccomi qui :3 ...dopo un bel po' di tempo... dettagli... non mi uccidete vi prego... se lo fate dopo non potete sapere come va a finire la storia :P
Ho appena finito di scrivere il 25 capitolo (wow!), quindi aggiorno la storia (wow!) e poi vado a studiare per l'interrogazione di inglese (...questo non è wow...)
Fatemi sapere cosa ne pensate mi sono impegnata tantoo :3 ci tengoo **
Al prossimo capitolooo!
Baciii Fraaa <3


Andò in camera sua e prese il cellulare perchè stava squillando.
-Pronto?-
-Zayn alle otto sotto casa che ti passo a prendere, andiamo a cena io e te da soli!-
La voce del padre risuonò nella stanza silenziosa.
-Ma mamma ha già cucinato!- esclamò il ragazzo, il padre tornava tardi la sera e mangiava da solo poche volte Zayn gli aveva fatto compagnia, fu sorpreso di ricevere quella telefonata dato che di solito a quell'ora il padre era ancora nel suo ufficio a compilare pratiche e fatture.
-Non preoccuparti la mamma sa già tutto, tra dieci minuti sono li!-
Salutò il padre e avvertì Abbie.
Scese le scale e aprì la porta appena in tempo per sentire il clacson del padre, salutò la madre e la sorellina piccola che stava disegnando in cucina e uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle.
La macchina nera del padre era in sosta davanti al vialetto di casa, aprì lo sportello e si sedette.
Senza dire niente il padre ingranò la marcia e partirono.
-Allora- iniziò -Com'è andato l'esame?- chiese guardando la strada.
-Bene- si limitò a dire.
Yaser distolse un attimo lo sguardo per fissare il figlio -Voglio sapere il voto Zayn, lo sai che avevi fatto una promessa- disse.
Il moro guardò fuori dal finestrino -Ma niente di che... ho preso solo il voto massimo papà-
Le labbra del padre si incresparono in un sorriso di felicità, poche volte il figlio l'aveva reso così orgoglioso. Si dimenticò di tutte le volte che il ragazzo portava una ragazza diversa a casa, di tutte le volte che per colpa sua era dovuto uscire dal' ufficio perchè era stato convocato dal preside, i motivi erano molti, scazzottate, risposte ineducate verso i professori... e  molte altre.
Si fermarono davanti a un piccolo ristorante lontano pochi chilometri dal loro quartiere.
Il padre aprì la porta di ingresso e si appoggiò al bancone dove era posizionata la cassa, un uomo sulla cinquantina spuntò da una porta e rimase sorpreso guardando i due.
-Malik- esclamò -Yaser Malik è tornato!- urlò con felicità, attraversò il lungo bancone e andò a salutare Yaser.
-Jack, questo è mio figlio Zayn!- disse presentandolo.
Il signore lo squadrò per un po' per poi affermare -Sei uguale a tuo padre ragazzo!-
-Allora hai un tavolo per due?- chiese il padre.
-Per te ho tutto Yaser, vieni- seguirono il proprietario del ristorante finendo in una grande sala.
-Eccolo qui, tavolo per due vicino alle finestra, come piace a te- esclamò poi.
-Grazie mille- lo ringraziò prima di sedersi.
Mentre sceglievano cosa mangiare parlarono del più e del meno.
-Sempre qui, io e tua madre venivamo a mangiare sempre qui prima di trasferirci in una casa più grande nell' altro quartiere- si fermò un attimo e sospirò -E su questo tavolo le feci la proposta di matrimonio e lei proprio qui, un anno dopo, mi disse di essere incinta di te, quanti ricordi-
Il moro lo ascoltava interessato mentre aspettava che arrivasse il piatto. Aveva sempre visto suo padre come un uomo tutto d'un pezzo, che non si scomponeva mai e manteneva sempre la calma, e lui lo prendeva come esempio. Però quella sera riuscì a vederlo sotto una luce diversa, Yaser aveva gli occhi lucidi mentre ripensava a tutti quei momenti di felicità. Sorrise, sapeva cosa si provava quando si veniva a sapere di stare per diventare padre, certo le situazioni erano diverse, i suoi genitori erano adulti e sposati mentre il giovane e Abbie erano appena diciottenni, dovevano affrontare ancora il college, le prime esperienze di lavoro e dovevano crescere u  figlio. Ma sapeva che ce l'avrebbero fatta.


Yaser pagò la cena e iniziarono a camminare.
Arrivarono a un parco, Zayn si sedette su un muretto mentre il padre si appoggiò al tronco di un albero.
-Sei cresciuto in fretta ragazzo- disse rompendo il silenzio -Mi sembra ieri quando di divertivi ad andare su quell'altalena- fece cenno con la testa verso le altalene per i bambini posizionate al centro del parco.
-E ora... tra pochi mesi diventerai tu papà- annunciò sospirando -Ancora non posso crederci, sarà difficile abituarsi all'idea- esclamò con una piccola risata.
Si girò e si avvicinò al ragazzo, entrambi si guardarono negli occhi.
-Voglio solo dirti che non importa a quante difficoltà andrai incontro e quanti ostacoli troverai nella vita, so che tu li supererai tutti, so che ce la farai ma sappi che di qualunque cosa tu abbia bisogno io e la mamma ci saremo sempre, ti aiuteremo in ogni momento- 
Zayn rimase fermo, rielaborò tutto il discorso del padre poi scese dal muretto e abbracciò il padre.
-Sarai un bravo padre ne sono sicuro- affermò convinto mentre stringeva il figlio -Dopotutto hai imparato dal migliore!- esclamò in modo scherzoso. I due sciolsero l'abbraccio e si guardarono in silenzio per altri secondi.
-Grazie papà- disse con gli occhi lucidi il moro.
Di risposta Yaser gli sorrise e insieme si diressero verso la macchina per tornare a casa.


Non aveva sentito Zayn per tutta la serata, solo qualche messaggio ogni mezzora.
Si sentiva sola anche se non lo era e iniziò a detestare gli ormoni per averla resa così sensibile.
Si spogliò e prese il pigiama da sotto il cuscino, ma prima di indossarlo si fermò davanti allo specchio.
La pancia era enorme per i suoi gusti, si intravedeva un piccola smagliatura, si accarezzò la pancia e delicatamente indossò la grande maglia del pigiama e successivamente i pantaloni elastici.
Tirò giù le coperte, prese il librò dalla scrivania e si avviò verso il letto, ma poco prima che si infilasse sotto le coperte qualcuno bussò alla porta della sua camera.
-Vieni- esclamò pensando fosse sua mamma.
Una cresta di capelli scuri seguita da un viso color ambrato con due occhi castani apparve dall' uscio della porta.
-Zayn?- chiese sorpresa e sorridente.
-Buonasera signorina ha ordinato lei una fantastica coppa gelato formato gigante con cioccolato nocciola crema fiordilatte con correzione di panna e nutella?- chiese serio il moro entrando nella camera con una busta bianca in mano.
La ragazza finse di pensarci, -Si! Grazie mille!- rispose felice prendendo la busta, spinse il ragazzo fuori dalla stanza e chiuse la porta.
-Ma che caz?-  Zayn si trovò nel corridoio davanti alla stanza della ragazza.
Premette sulla maniglia ed entrò di nuovo, Abbie era sul letto a gambe incrociate, la coppa di gelato era appoggiata al suo fianco, con una mano cercava di prendere una bella cucchiaiata di cioccolato mentre l'altra teneva un secondo cucchiaino che porgeva al ragazzo.
Il giovane rise sedendosi affianco a lei e le diede un dolce bacio sulla bocca -Sei sempre la solita- disse ridendo contagiando anche la ragazza.
-Come mai qui?- gli chiese curiosa.
-Ma... niente passavo di qui...- disse vago.
-Con una coppa enorme di gelato?- domandò confusa mentre rideva.
-Ok.. la scusa non regge- affermò sorridendo -Mio padre mi ha lasciato in centro, così sono entrato in una gelateria e sono venuto qui!- esclamò.
-Ah si? E che sei andato a fare in una gelateria eh?- continuò la ragazza facendo finta di essere arrabbiata.
-Beh Amore mio sono andato a comprare delle carote nella gelateria!- 
Scherzarono ancora fino a quando il gelato non finì e i due si stesero sul letto.
-Com'è andata con tuo padre?- chiese Abbie accarezzando la morbida pelle della guancia del giovane.
Zayn le raccontò tutto per filo e per segno fino a quando non si addormentarono abbracciati.


-Secondo me questa è perfetta!- annunciò il moro sottolineando l'annuncio sul giornale.
Si trovavano in cucina, erano ora che sfogliavano diversi giornali degli annunci ma ancora non avevano trovato la casa perfetta per andare ad abitare tutti insieme come una vera famiglia.
-No Zayn- disse Abbie.
-Uffa ma perché?- il giovane mise il broncio.
-Non abbiamo cosi tanti soldi, abbiamo i nostri pochi risparmi in banca e un piccolo aiuto dei genitori, una casa del genere non ce la possiamo permettere- gli spiegò la ragazza.


-Ok questa è la lista delle case che ci interessano, dobbiamo solo andare a visitarle!-
-La prima?- chiese Zayn partendo con la macchina.
-Marylebone, Rosemont Road 45- Abbie lesse sul foglio che aveva in mano.
Non era distante dal quartiere dei loro genitori, solo quindici minuti di macchina.
-Fermo dovrebbe essere questa!- annunciò la ragazza.
Il moro si fermò e accostò la macchina al primo parcheggio che trovò.
Si trovarono davanti ad un edificio a due piani.
-Beh- Abbie tentò di trovare le parole giuste -Si caratterizza dalle altre case, è alternativa...- la giovane si girò verso il ragazzo.
-Amore... è rosa! Mi sembra la casa delle barbie di mia sorella!- urlò sconcertato -Io non ci vivo qui! Sembreremo Barbie e Ken! E io non voglio essere Ken... lui non ha gli attributi!-
-Zayn non fare il bambino, dobbiamo solo visitarla non è detto che dobbiamo comprarla per forza!-
Salirono le scale e si trovarono davanti ad una porta bianca. Suonarono il campanello e aspettarono che qualcuno andasse ad aprire.
Dal grande portone spuntarono dei capelli color biondo platino cotonati, una signora magra e sorridente sulla cinquantina li fece accomodare dentro.
Se fuori la casa era orribile agli occhi di Zayn, l'interno era anche peggio. La carta da parati tutta colorata, il divano (naturalmente rosa) era occupato da quattro gatti che dormivano beati mentre la padrona li accarezzava.
-Bene vi faccio fare il giro della casa!- strillo con voce da oca la signora.
Il moro fissò Abbie sconcertato mimando un "AIUTO" con la bocca e facendola ridere.

-Elimina dalla lista questa dannata casa!- ordinò alla giovane che rideva sotto i baffi.
-Non era tanto male!-
Eliminò anche la seconda casa, erano rimasti terrificati dal racconto del padrone di casa, gli raccontò di tutte le persone che erano morte di malattia in quella vecchia casa, dei rumori che si sentivano la notte e delle ombre che intravedeva al chiaro di luna.
-Non avrai mica paura dei fantasmi Zayn!- lo pizzicò Abbie.
-Ma secondo te Amore Mio! Io sono un uomo vero, ho pensato a nostro figlio o figlia, non può crescere in una casa infestata!-
-Gira, la prossima casa è dietro l'angolo-
-Speriamo che questa volta ci sia qualcuno di normale...-
La casa non era molto grande ma aveva due piani e un piccolo giardino sul retro.
All'interno era molto illuminata grazie alle ampie finestre, al pian terreno c'era il piccolo ingresso, la cucina il salotto e le scale che portavano al piano superiore con due stanze da letto e un bagno.
C'era un terrazzo, con due entrate una in una stanza e una in un'altra, dal quale si vedeva benissimo il piccolo giardino, perfetto per controllare i bambini che giocano.
Quella casa era perfetta per loro era accogliette ma elegante allo stesso momento.
C'era un unico problema avevano avuto altre offerte per quella casa cosi il prezzo si era alzato e purtroppo era troppo alto per loro, non di molto... ma non se lo potevano permettere.
Partirono con la macchina dirigendosi verso casa dei genitori di Abbie.
Durante il viaggio la ragazza era triste e guardava con aria delusa fuori dal finestrino.
Il moro le appoggiò una mano sul ginocchio.
-Amore che succede?- le chiese rompendo il silenzio.
-Mi piaceva quella casa- affermò triste.
-Ne troveremo un' altra più bella- cercò di rassicurarla ma anche lui era triste, la casa aveva colpito molto anche lui.
Visitando la cucina aveva visto l'immagine di Abbie che cucinava la cena mentre lui apparecchiava, nel salotto aveva pensato a loro due abbracciati mentre guardavano un film alla televisione e poi aveva immaginato loro nel letto mentre si coccolavano prima di addormentarsi quando erano nella camera.


-Com'è andata la visita delle case?- chiese sua madre a cena.
-Un disastro- affermò Zayn raccontando tutti i dettagli ai genitori.
Finì di mangiare e andò in camera sua, mentre era steso a rilassarsi entrò suo padre.
-Voglio aiutarti!- urlò l'uomo.
Il ragazzo lo guardò sconcertato.
-Papà, hai bevuto qualche bicchiere in più di birra oggi?-
-Cretino!- esclamò ridendo Yaser e colpendolo sul braccio -Dunque, ti offro un posto nella mio azienda Zayn, intanto ti anticipo due mesi di stipendio cosi potete comprare quella casa, inizierai domani, i primi mesi saranno difficili per voi però potrai fare degli straordinari così da poter pagare bollette cibo e altre cose, poi quando a settembre inizierai il college verrai a lavorare solo di pomeriggio cosi da poter seguire le lezioni che ne dici?-
-Scherzi?-
-No-
-Davvero?-
-Si-
-Dicevi che ero un pigrone-
-Mi sono ricreduto-
-Dicevi che ero stupido-
-Beh... da piccolo hai sbattuto la testa molto forte però...-
-Papà!-lo ammonì il ragazzo.
-No Zayn non scherzo, penso che hai molte capacità, sei bravo e sei adatto a fare molte cose dal lavoro in ufficio alle consegne! Allora?-
Il moro ci pensò un po' su.
-A domani capo!- rispose scherzoso dando il cinque al padre che rise, lo abbracciò e scese le scale per andare a vedere un po' di televisione.
Zayn rimase solo, era felice, prese il cellulare per dire tutto ad Abbie ma alcuni dettagli non li raccontò alla ragazza, voleva farle una sorpresa.
Se la sua fidanzata, la mamma di suo figlio o sua figlia , voleva quella casa allora avrebbe avuto quella casa, nessuno l'avrebbe fermato.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Ospedale ***


-Sveglia- gridò Zayn entrando nella stanza della ragazza.
Abbie si sveglio spaventata, guardò stranita il moro che si trovava ai piedi del letto e poi si girò verso la sveglia che segnava le otto in punto.
-Zayn fammi dormire-disse nascondendosi completamente sotto il lenzuolo.
Il giovane si avvicinò piano, prese delicatamente la coperta e con un colpo solo l'alzò in aria scoprendo la ragazza ancora assonnata.
-Zayn!- urlò arrabbiata lei, squadrò il moro dalla testa ai piedi, aveva in mano un benda nera.
Aggrottò la fronte cercando di capire a cosa potesse servire -E quella?- chiese.
Sul viso del giovane comparve un sorriso malizioso -Lo scoprirai presto- ammiccò alla ragazza che a quella risposta spalancò gli  
occhi.
-Che vuoi fare?- domandò con una nota acuta della voce a causa dello spavento -Io sono incinta!- gridò.
-Ma dai! Dopo sette mesi non l'avevo capito- Zayn iniziò a ridere -Abbie non è come pensi-
-E allora a che serve quel coso?- chiese incrociando le braccia davanti al petto.
Il moro scrollo le spalle -Una sorpresa -Dai vestiti ti aspetto in sala-


Abbie si fermò davanti allo specchio, il pancione nell'ultima settimana era cresciuto di un altro centimetro, le nausee erano diminuite  
ma il mal di schiena si presentava spesso.
Infilò la maglietta e scese sotto.
-Ci fermiamo a fare colazione?- domandò mettendo un piede sull'ultimo scalino.
-Si Amori Miei!- rispose raggiungendo la ragazza.
Uscirono di casa, salirono in macchina e partirono.
-Dove andiamo?- chiese curiosa.
-In un posto-
-Quale posto?-
-Un bel posto-
-Mi piace questo posto?-
-Si lo adori-
-Sicuro?-
-Si-
-Mi dai un indizio?-
-No-
-Dai...Dai...Dai-
-Abbie basta!- urlò esasperato Zayn mentre accostava a destra.
-Aspetta qui- disse scendendo, si girò verso la ragazza e sorrise vedendo che aveva messo il broncio.
Tornò con un sacchetto bianco, Abbie lo aprì e iniziò a mangiare il bignè al cioccolato che il giovane le aveva comprato.
Abbie pensò che quel quartiere le fosse familiare, cercava di ricollegare quando ci fosse stata ma si ditrasse.
Erano ad un incrocio, una macchina che veniva da destra e si immetteva nella loro corsia non gli diede la precedenza, Zayn inchiodò  
cercando di evitare l'incidente e suonò il clacson borbottando qualche imprecazione verso l'altro guidatore che se ne stava andando  
come se niente fosse.
Zayn era infuriato e preoccupato, Abbie era incinta e non le faceva bene spaventarsi in quel modo.
-Tutto be...- il moro si girò verso la ragazza ma non riuscì a finire la frase che iniziò a ridere.
Il giovane aveva frenato forte e lei non era preparata ad un inchiodata del genere, il corpo a causa della frenata era andato in avanti ma fortunatamente era stato bloccato dalla cintura di sicurezza però la testa di Abbie andò a finire dritta sul bignè al cioccolato che stava  
mangiando.
La ragazza si girò verso Zayn, aveva le labbra e la guancia destra interamente sporca di cioccolato.
-Hai finito di ridere?- chiese seccata la ragazza mentre cercava nella borse i fazzoletti.
-No- rispose il ragazzo continuando a ridere mentre guidava.
Dopo una decina di minuti parcheggiò e scesero dalla macchina.
-Allora Cioccolatino- disse ridendo, Abbie lo fulminò con lo sguardo -Chiudi gli occhi-
Lei obbedì senza fare storie, il moro le poggiò la benda nera sul viso e fermò la stoffa con un nodo stretto.
-Perfetto- prese la mano della giovane e iniziarono a camminare.
-Ci siamo sei pronta?- le chiese abbracciandola da dietro, accarezzando il pancione.
Zayn sciolse piano il nodo e la stoffa cadde al collo della ragazza che aprì gli occhì. Si trovò davant alla casa che avevano visitato  
settimane prima, era la stessa.
-Perchè mi ha portato qui?- chiese confusa.
-Per viverci- rispose ovvio.
La ragazza si voltò verso il moro.
-Sei impazzito?-
-No- annunciò felice tirando fuori dalla tasca del giacchino un paio di chiavi.
-E' uno scherzo?- domandò.
Zayn si avvicinò e la cinse le braccia dietro la schiena -No Amore qui cresceremo nostro figlio o nostra figlia e vivremo come una  
famiglia-.
Gli occhi della ragazza brillarono di gioia e allo stesso tempo si riempirono di lacrime di felicità.
-Ti Amo Zayn- sussurrò al giovane che la strinse forte a se.


-Qui Metteremo la TV, che ne dici? le chiese.
-Si e al centro della sala il divano-
-Il colore delle pareti Amore?-
-Bianco candido e verde brillante in cucina-
Zayn annui e annotò tutto sul foglio che avrebbe portato agli imbianchini -E la camera nostra?- le domandò.
-Rosa!- squittì felice lei.
-Cosa?- urlò sconcertato -Non è meglio un azzurrino chiaro?- suggerì il giovane.
-Zayn, la camera del bambino o della bambina?-
-La faremo pitturare dopo la nascita, per ora rimarrà bianca che ne dici?-
-Perfetto che ore sono?-
-Le tre vuoi partire ora?-
-Si andiamo-
Salirono in macchina e si avviarono verso la zona industriale, li c'erano molte fabbriche e grandi magazzini, non avrebbero faticato  
molto per trovare dei mobili a un buon prezzo.
-E' qui a sinistra- annunciò Abbie facendo cenno con la mano.
Parcheggiarono ed entrarono.
-Voglio un materasso come quelli che sono negli hotel!- annunciò felice Zayn.
-Perchè?- chiese confusa.
-Sono comodi e tu lo sai bene vero Amore?- i due si guardarono con sguardo di sfida, un sorriso malizioso allo stesso tempo di  
felicità comparve sui loro visi ripensando alla loro prima volta in quell'hotel di Verona durante la gita in Italia.
-Ok, un materasso come quelli degli hotel amore Mio- affermò la ragazza ridendo.
Avevano messo sulla lista sia il letto che l'armadio, due comodini, un divano bianco e un tavolino dello stesso colore dei ripiani che  
già avevano nella cucina.
Il bagno era già finito mancava solo un grande specchio che la nonna di Abbie le aveva regalato alla notizia del loro trasferimento, il  
salotto era decorato con delle mensole e una grande libreria trovata nel garage di Zayn, doveva appartenere a un suo zio.
L'ultima stanza da allestire era quella del bambino o della bambina.
-Direi di prendere dei colori che vadano bene sia per i maschi che per le femmine, tipo il blu!-
-Il blu è da maschi-
-Secondo me nasce maschio quindi prendiamo la culla blu-
-No nascerà femmina-
Iniziarono a discutere fino a quando non trovarono la soluzione ideale, prendere una culla in legno chiaro che si abbinava  
perfettamente con il parquet che avevano in casa.
Finirono di prendere tutto e Zayn andò a concordarsi per il prezzo e il trasporto.


Erano le cinque di pomeriggio e ancora gli addetti dovevano scaricare metà furgone, Zayn aiutava quei due ragazzi mentre Abbie  
cercava di trovare la collocazione migliore ai mobili.
Sentì la porta chiudersi, avevano finito a scaricare le cose e Zayn era rientrato a casa, era sudato e la maglietta bianca a maniche corte bagnata sul torace lasciando intravedere la pelle ambrata.
-Vuoi spostare il divano?- le chiese sorridendo.
La ragazza annuì e insieme lo spostarono fino al centro della stanza davanti alla televisione.
La casa era finita, tutte le stanze erano complete, loro si erano dedicati ai mobili mentre le mamme erano andate a scegliere piatti,  
bicchieri posate e pentole, gli asciugamani e gli accappatoi per il bagno, le lenzuola e le coperte per l'inverno e l'estate.
Mentre i loro padri avevano comprato gli attrezzi da lavoro per ogni evenienza e si erano preoccupati di montare le lampadine nuove e i lampadari nuovi.
-Vado a farmi una doccia- annunciò Zayn salendo le scale.
Abbie annuì e si diresse verso la cucina, era quasi ora di cena. Avevano mangiato poco a pranzo perchè erano  stati occupati con il  
trasloco cosi decise di fare un po' di pasta.
Zayn scese con indosso solo i pantaloni del pigiama.
-La maglietta dove l'hai lasciata scusa?- chiese divertita la giovane.
-Forse nell'altra casa- rispose ridendo mentre si sedeva a tavola.
Mangiarono e pulirono tutto, salirono sopra e si accoccolarono nel letto.
-Mi dispiace- ruppe il silenzio uno Zayn sconsolato.
-Di cosa Amore?- chiese curiosa.
-Volevo venire all'ultima visita- disse triste.
Abbie accarezzò con una mano i capelli del moro e gli sorrise -Devi lavorare, non ti preoccupare appena ho finito ti chiamo subito, Ti Amo-
-Ti Amo-
Zayn le sorrise prima di addormentarsi.


-Tutto bene!- annunciò la dottoressa osservando il foglio delle analisi -Mancano solo cinque settimane, se dovessi sentirti male o  
svenire non esitare a chiamarmi-
Ringraziò la dottoressa e si avviò verso l'uscita dell'ospedale. Tentò di contattare Zayn, ma invano il telefono squillava ma nessuno  
rispondeva.
Si rassegnò e buttò il cellulare in borsa, sali in macchina e partì.
Si fermò davanti a un parco, prese un gelato e si sedette sulla panchina. Guardò i bambini giocare e divertirsi  pensando che  
mancavano solo cinque settimane e poi avrebbe potuto stringere sua figlia o suo figlio.
Mancava poco al pranzo e doveva ancora cucinare, salì in macchina e parti.
Inserì la chiave nella toppa, girò e aprì la porta.
-Dove diamine sei stata!- ad attenderla c'era uno Zayn impaziente che per la preoccupazione camminava avanti e indietro per il  
corridoio da ore.
Era stato preoccupato per tutta la mattinata, non  aveva sentito il telefono squillare, e aveva provato più volte a contattarla ma lei non  
rispondeva.
-Ero al parco calmati- disse tranquilla.
-Non è una scusa per non rispondere più al telefono!- sbraitò lui.
Abbie prese il cellulare dalla borsa, distrattamente l'aveva lasciata in macchina tutto il tempo, 8 chiamate senza risposta e 11 messaggi.
-L'avevo lasciato in macchina scusa- disse con non curanza.
-Sono stato in pensiero tutta la mattinata e tu te ne freghi- gridò infuriato, superò la ragazza e uscì sbattendo la porta, decise di andare dai suoi genitori.
Si trovò improvvisamente sola in quella casa, la fame passò e anche la voglia di cucinare andò via sali in camera e si stese sul letto  
aveva le vertigini.
Provò a chiamare Zayn ma non rispondeva, era in macchina e non sentiva o non volva rispondere... comprensibile per come l'aveva  
trattato.
Premette il tasto della chiamata e attese che la ragazza dall'altra parte del telefono rispose.
-Pronto?-
-Ginnie!- 
-Abbie tutto bene?-
-Si...no beh Zayn se ne è andato e io... sto male- disse con l'ultimo filo di voce, prima di chiudere la chiamata la informò sulla  
posizione della nuova casa e con le ultime forze scese le scale e andò ad aprire all'amica che suonava dall'altra parte del portone.
Vide Abbie dopo un lungo periodo, il pancione era cresciuto ma non si soffermò a guardare quello, l'amica era pallida in viso e aveva un espressione stanca.
Prese l'amica sottobraccio e l'accompagnò verso il divano facendola stendere, corse in cucina e iniziò a cercare un bicchiere e  
preparò acqua e zucchero.
Abbie bevve tutto sperando di sentirsi meglio ma non funzionava iniziò a farle male la pancia.
-Vuoi che chiami la dottoressa?- le chiese prendendo il cellulare dell'amica e scorrendo la rubrica cercando il nome della donna.
La ragazza annuì prima di urlare a causa di un dolore ancora più forte.
Ginnie camminava su e giù per la piccola sala ascoltando e rispondendo alle domande della dottoressa.
L'ultima cosa che Abbie sentì da quella telefonata fu la voce della donna che disse "portala qui".
Dopodiché sentì Ginnie che la prese di forza e l'aiutò a camminare, uscirono di casa chiudendo la porta e salirono nella macchina  
dell'amica.
Arrivarono in poco tempo all'ospedale, segno che Ginnie aveva corso abbastanza con la macchina, per tutto il viaggio Abbie era stata con gli occhi chiusi concentrata per prevenire il forte dolore che a distranza i minuti si ripresentava.
Ginnie scese dalla macchina ed entrò nell'ospedale, subito dopo uscì seguita da due infermieri che avevano una carrozzella sula quale Abbie si sedette per essere trasportata fino alla sua stanza.


Il telefono squillava, era la ventesima chiamata nel giro di trenta minuti.
-Rispondi Zayn- disse Yaser mentre tagliava la carne che aveva nel piatto.
-No è Abbie di sicuro-
-Almeno controlla, potrebbe essere importante- si intromise nel discorso la madre.
Safaa si alzò dalla sedia e andò in sala a prendere il telefono del fratello.
-Guarda che non è Abbie, è Harry-
Si alzò anche il moro e prese il cellulare rispondendo al volo.
-Pronto?-
-Dove cazzo sei!- sbraitò il ragazzo dall'altra parte del telefono.
-Sei impazzito?- domandò confuso.
-E' da mezz'ora che cerchiamo di telefonarti noi siamo tutti qui!-
-Ma qui dove Harry!- dalla voce preoccupata dell'amico si rese conto che fosse qualcosa di serio.
-All'ospedale!-
Zayn non rispose, non perse tempo a chiudere la chiamata, lanciò il cellulare sul divano e usci di casa prendendo la macchina.
In sala d'attesa c'erano tutti, tutti il loro amici i genitori di Abbie.
-Dov'è?- chiese con il fiatone a causa delle scale fatte di corsa.
-Li- Louis indicò la terza porta -Noi non possiamo entrare, non vuole nessuno la dentro-
Zayn annuì, aprì delicatamente la porta e la trovò lì, sul letto bianco, con le varie flebo.
Nella stanza rimbombava un suono solo, il suo pianto.


Scusate il ritardo <3 Spero vi sia piaciuto il capitolo se vi va fatemi sapere cosa ne pensate :) vorrei tanto sapere cosa vi ha colpito di più o se ci sono delle scene noiose o scritte male!! 
Baciii Fraaa <3

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Nathan ***


-Abbie- la chiamò piano il moro, sentendo la sua voce la ragazza smise di piangere ma non si girò, restò girata verso la finestra a  
guardare il cielo.
Erano ore che stava stesa su quel lettino, sopportando i vari dolori che si alternavano ma che si stavano presentando sempre più  
frequentemente, ma il pianto era provocato dall'assenza di Zayn, si sentiva sola e non voleva esserlo in un momento così importante.
Il giovane si avvicinò al letto, e poggiò una mano sui capelli di Abbie, accarezzandoli.
-Mi dispiace- cercò di rimediare al danno fatto quel giorno, aveva esagerato, certo si era preoccupato molto però non avrebbe  
dovuto andarsene di casa, non avrebbe dovuto lasciarla sola e avrebbe dovuto rispondere almeno alle telefonate. Era stato stupido,  
non doveva trattarla così perchè era la ragazza che amava e per di più era incinta.
Ora si trovavano in una stanza di ospedale, lei era dolorante sul letto e lui non poteva fare niente per far terminare quel dolore, si  
sentiva in colpa, se non avesse esagerato forse non si sarebbe sentita male.
Abbie non rispose, non aveva le forze, non sapeva che dire e voleva sentire come continuava il discorso del moro.
Non era la prima volta che litigavano così, c'erano sempre delle discussioni fra loro, ma di solito non finivano in ospedale...
-Abbie, ti prego almeno guardami- la supplicò il moro, delicatamente la ragazza cercò di girarsi, ci riuscì con molta fatica a causa del  
pancione, del dolore e delle flebo.
Il viso era pallido e gli occhi gonfi, un po’ di trucco le era colato sporcando la pelle di nero, lo sgaurdo trasmetteva tristezza ma ogni  
tanto una smorfia nasceva sul suo viso a causa delle contrazioni.
Zayn si abbassò e le diede un leggero bacio sulla guancia fredda.
Rimase lì a guardarla, poi sorrise. Gli occhi pieni di lacrime gli ricordarono di quando la trovò disperata nel bagno della scuola, aveva  
appena scoperto di essere incinta. Non gliel'avrebbe mai detto ma quello fu il giorno più bello della sua vita, certo non era nei suoi  
piani diventare subito padre però aveva capito che lei era la ragazza che amava e voleva che lei fosse la madre di suo figlio.
Le accarezzò la mano e prontamente lei la strinse, voleva averlo al suo fianco aveva paura, non voleva affrontare tutto quello da sola  
le serviva l'aiuto di Zayn, voleva solo lui.
-Ti Amo- le disse piano prima di baciarla delicatamente sulle labbra.
Abbie avrebbe voluto rispondere ma una contrazione più forte delle altre la fece gridare, chiuse gli occhi e aspettò che passasse.
Non aveva più le forze, non poteva sopportare altro, era stanca non aveva mangiato e si sentiva svenire, la presenza di Zayn però  
l'aiutava.
-Zayn- disse finito il momento di dolore.
Il moro la guardò intensamente puntando gli occhi nocciola su di lei, era uno sguardo nuovo, Abbie non l'aveva mai visto, forse  
aveva paura anche lui, per entrambi era una situazione nuova.
-Abbie- il moro provò a sorriderle -calmati passerà tutto- cercò di tranquillizzarla.
La porta della stanza si spalanco ed entrò l'infermiera, dopo un breve controllo disse che mancava pochissimo per iniziare a spingere.


Le urla nella stanza erano forti, ma il dolore ancora di più. Abbie aveva deciso che avrebbe continuato a spingere fino a quando non  
avrebbe sentito il pianto di suo figlio o di sua figlia. Ogni volta era sempre più dolorosa, Zayn le stringeva la mano come per darle la  
forza di continuare, però cercava anche di capire cosa stesse succedendo al di là del lenzuolo bianco.
Molte volte aveva visto partorire delle donne... solo nei film però. Di solito era diverso.
C'erano minimo cinque più una che entrava e usciva velocemente.
La dottoressa che aveva seguito Abbie durante la gravidanza era molto più preoccupata del solito, dettava ordini che tutti dovevano  
seguire perfettamente.
Le infermiere si muovevano velocemente prendendo e portando strumenti sempre diversi.
Dopo molto tempo un fievole pianto si sentì en entrambi si guardarono felici, ma durò poco, Abbie non poté vedere niente ma Zayn  
si.
Appena nato portarono subito via il bambino e Zayn gli corse dietro non capendo cosa succedesse.
La dottoressa lo fermò subito spiegandogli per filo e per segno tutto quello che bisognava fare e cosa fosse successo.



Zayn era immobile davanti al vetro, il suo bambino era chiuso nell'incubatrice, circondato da infermieri che gli facevano le varie visite.  
Erano passati tre giorni e ancora non aveva potuto abbracciarlo e tenerlo in braccio.
Tornò da Abbie, era distesa sul lettino mentre lo guardava entrare, era distrutta aveva tenuto in braccio il suo bambino per soli cinque  
minti giusto i tempo di allattarlo per poi vedere che rimetteva tutto quanto.
Era nato prematuro, era pigro nell'alimentazione, tutto ciò che beveva veniva rimesso, pesava 2,910 Kg ed era chiuso  
nell'incubatrice, con tutti piccoli tubicini per riscaldarlo circondato sempre da infermieri.
Zayn si stese affianco a lei sul letto, l'abbracciò e la strinse a se. Avrebbero sopportato tutto insieme.
Entrambi sognavano di tornare a casa con il proprio bambino, ma ciò non gli era concesso.
Dicevano che avrebbero dovuto aspettare che il bambino crescesse, che si stabilizzasse ma ogni minuto era sempre più lungo.
-Solo le sei- annunciò Zayn poco dopo. Doveva tornare a casa, mangiare e andare a lavorare. Era davvero brutto tutto quello che  
stavano passando.
Baciò la ragazza sulle labbra, prese il giacchino e uscì dalla stanza.
Abbie rimase sola, si alzò e anche lei uscì dalla stanza.
Il corridoio era vuoto, piano si avviò verso il reparto dove era il suo bambino.
Bussò alla porta e Tamara le aprì. Era un'infermiera con cui aveva fatto amicizia, anche lei aveva avuto una figlia nata prematura e  
sapeva cosa si provava, perciò ogni giorno alla stessa ora anche per soli dieci minuti Abbie poteva stare con il suo bambino grazie a  
lei.
-Vi lascio soli- annunciò Tamara uscendo.
Abbie si avvicino all' incubatrice e sorrise vedendo che il figlio agitava le braccia come se volesse essere preso in braccio, purtroppo  
però non poteva.
-Ciao Nathan- disse dolce Abbie poggiando un dito sul vetro proprio dove era la mano del suo bambino.
Nathan girò piano la piccola testolina per guardare la suo mamma ed emise un piccolo verso di felicità.



La sveglia segnava le due di notte e il pianto del bambino sovrastava il silenzio della casa.
Abbie si alzò piano, era la terza volta quella notte, come al solito attraversò il piccolo corridoio ed entrò nella stanza di Nathan.
Il bambino era nella culla, piangeva e agitava le braccia e le gambe, la copertina azzurra era finita in fondo alla culla e non copriva più  
il suo corpicino.
Lo prese in braccio e lo cullò un po', si sedette sulla poltrona bianca posizionata affianco alla culla e iniziò ad allattarlo.
Sorrise e accarezzò la guancia dolce e morbida.
Zayn si svegliò a causa della luce che proveniva dall'altra stanza e sbirciò dalla porta aperta.
Abbie stava rimboccando le coperte al bambino mentre gli cantava una dolce ninna nanna.
Entrò piano nella stanza e l'abbracciò da dietro.
Le braccia ambrate la strinsero e lei abbandonò la testa all'indietro poggiandola sulla spalla del moro che gli diede un dolce bacio  
sulla guancia.
-Non è bellissimo?- gli chiese tornando a guardare il figlio che socchiudeva piano gli occhi.
-Ti Amo-
-Anche io-
Tornarono a letto abbracciati, avevano la loro casa, la loro famiglia.
Erano finalmente felici.
Nathan aveva pochi mesi ma stava benissimo, era dolcissimo.
Aveva duo occhioni nocciola e si intravedevano i capelli scuri ripresi dal padre.
Ogni sorriso procurava gioia nei cuori di Abbie e Zayn.
Erano felici, ne avevano passate tante e finalmente erano sereni.
Zayn lavorava dal padre ma presto avrebbe iniziato il college.
Mentre Abbie avrebbe badato al bambino e avrebbe iniziato anche lei il college, ma più tardi.
Nathan si addormentò e con lui anche i suoi genitori, nella casa tornò a regnare il silenzio.


Ragazze, siamo arrivati all'ultimo capitolo <3
La storia si è conclusa, ed ecco qui  il finale :(
Fatemi sapere con ne pensate, mi rivolgo anche a tutte le lettrici silenzioseee :D
Ringrazio chi ha lasciato delle recenzioni, mi avete dato uno stimolo per continuare a scrivere <3
Ringrazio anche chi ha messo la storia tra le seguite le ricordate e le preferite ** mi ha fatto molto piacere! 
Alla prossima storia, GRAZIE DI TUTTO <3
Bacii Fraaa <3
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1118259