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Tuoni e fulmini agitavano la tempesta che riempiva il mondo, la fuori
Allora,
lo so che avrei ancora una storia da portare a termine, ma questo mi è venuta così, ho molte idee e quindi...per ora abbandono
Scherzi del Destino, anche se, lo prometto, la continuerò. Ma
non ora. Non ho l’ispirazione giusta per quella storia e non voglio cadere nel
banale! Quindi ecco a voi la mia nuova storia,
sperando vi possa piacere! E’ ambientata al sesto anno, ma ovviamente non tiene
conto degli avvenimenti del sesto libro.
Buona
Lettura!
Erin.
šsšt›s›
Era
appena il 17 settembre, il giorno dopo tutti i ragazzi del sesto anno sarebbero
dovuti partire per un gita scolastica, ma tuoni e
fulmini agitavano la tempesta che riempiva il mondo, la fuori. I finestroni delle sale comuni e dei dormitori di ogni casa, riflettevano quello spettacolo rischiarando le
stanze a intermittenze, quasi ogni lampo facesse giorno. A smentire quest’ultima affermazione era messa in discussione dai
rumorosi tuoni che facevano, a volte, tremare addirittura le suppellettili.
Come di consueto, in ogni notte piovosa e fredda, per il troppo rumore o
semplicemente per la bellezza di una tempesta che ha sempre suscitato nell’uomo
emozioni e brividi unici, nessuno dorme.
Nell’altissima
torre di Grifondoro, ad esempio, il dormitorio dei
ragazzi era vuoto così come quello delle ragazze. Tutti i Griffyndor
erano riversati nella loro sala comune, chi abbracciato, chi mezzo assopito,
chi seduto in ginocchio, chi sul divano, chi sulla poltrona, chi immerso tra i
cuscini. Tutti davanti al fuoco, tutti attorno a quell’unica
figura che adesso, gesticolando e con voce cupa, raccontava una storia di
paura.
HermioneJaneGranger, seduta a
gambe incrociate sul tappeto cremisi ed oro, dinanzi al divano scarlatto, stava
raccontando un storia che parlava di pericolosi
assassini babbani, in cui pistole e altri oggetti
sconosciuti alla maggior parte, dominavano il racconto.
Avvolta nel suo pigiama appena rosato a pantaloncini e canottiera, i
boccoli tenuti debolmente da un fermaglio a farfalla dietro la testa, stringeva
un cuscino in grembo, mentre con l’altra mano mimava le varie pericolose e
paurose situazioni.
Tutti la seguivano sbalorditi, impauriti e curiosi
allo stesso tempo, col fiato sospeso. Ogni tanto qualche mano veniva stretta fin troppo, qualcuno si mordeva il labbro,
qualcuno soffocava un gemito di paura. La cerchia man mano si restringeva
attorno a lei, mentre Ron, interessato ed impaurito
da quegli aggeggi babbani di cui il padre non aveva
parlato, stringeva convulsamente la manica del pigiama di Harry,
che sorrideva per le facce buffe dei compagni di casa.
“ Quando d’improvviso, Jack spinse in avanti la porta
cigolante e un rumore simile ad un urlo strozzato si diffuse nella stanza. La
luce dei tuoni e dei lampi irradiò l’interno, facendo
scorgere a Jack una figura minuta in un angolo, raggomitolata, con le mani
sulla testa. Si passò la lingua sulle labbra, assaporando le gocce di sangue
della sua vittima precedente, avanzò e rise: una risata aspra e malvagia. Sei qui, piccola...sibilò nel buio,
quando un lampo lo illuminò di nuovo, rivelando un coltello che Jack teneva stretto nella mano destra!” disse Hermione con enfasi, qualcuno emise un urlo soffocato,
qualcun altro strisciò ancora più vicino all’amico. La colonna sonora di quel
racconto, intanto, infuriava fuori dal castello.
“ Jack mosse dei passi e gocce d’acqua provenienti dal suo
corpo si mischiarono a gocce di sangue, che distillavano dal coltello. La
piccola cercò di assottigliarsi contro la parete, ma lui rise. Vano tentativo. Morirai, come sono morti loro prima di te...biascicò debolmente, indicando
dei cadaveri al suo fianco. La ragazza s’irrigidì, quando Jack le fu vicino e
levò in alto il coltello, la cui lama scintillò sotto la luna...”raccontò tetra Hermione, levando anche lei la mano a mezz’aria, come se
stesse impugnando un finto coltello, mentre una spallina della canottiera
cadeva dall’altra spalla, lasciandola scoperta.
Il panico
si diffuse negli occhi dei presenti, che si stringevano ancora di più,
ascoltando le parole dell’amica.
Quando
delle ombre ed un rumore sordo echeggiò nella sala
comune dei grinfondoro.
“ Cosa succede?!” urlò, una ragazza spaventata. Un vocio si
diffuse per la sala, un altro rumore sordo. Un rumore di passi, di acqua che gocciola sul pavimento. Tutti avevano il fiato sospeso, si guardavano intorno impauriti,
in cerca di qualcosa.
Hermione,
ancora con la mano levata a mezz’aria, con la bocca leggermente aperta, non
capiva cosa stesse succedendo. Abbassò la mano e vide
che tutti erano impauriti e sconvolti, ma erano tutti presenti.
Chi
poteva essere, allora?
Ron
ed Harry, a pochi passi da lei, tranquillizzavano
alcuni primini, Ginny
infondo alla sala, era accovacciata vicino a Lavanda
che era bianca dalla paura. Altri ragazzi erano riuniti in gruppo attorno al
camino, impauriti anche loro.
Un altro
rumore, il buio della sala comune fu rischiarato dal un
lampo e si levarono delle ombre incappucciate dal basso, afferrando dei
ragazzi. Molti urlarono, molti tentarono di scappare.
Hermionesi immobilizzò quando sentì un respiro caldo sulla
spalla scoperta. Delle dita gelide le afferrarono alcuni boccoli che ricadevano
dall’alta pettinatura e glieli spostarono, lasciando visibile il collo e
l’orecchio.
“
Diventerai una di noi, mezzosangue...” bisbigliò una
voce languida e sensuale al suo orecchio, prima di affondare un morso nella
carne, ma non sentì dolore. Solo una bocca calda poggiarsi sul suo collo
latteo.
Hermione
soffocò un gemito voltandosi improvvisamente, la mano premuta sul morso, si
trovò a pochi millimetri dal suo aggressore, tant’è
che i nasi riuscivano a sfiorasi.
Due occhi
glaciali le perforarono lo sguardo, prima che un altro lampo rischiarasse il
tutto, rivelando l’identità del ‘lupo mannaro’.
Alcune
risate si levarono dalla sala, mentre i grifondoro
smettevano di urlare e, invece, iniziavano ad insultare qualcun altro. Molti vaffanculo e Ma porca troia! Echeggiarono nella stanza, facendo distrarre Hermione per un secondo. Quando
tornò a guardare davanti a lei, un biondo platinato rideva di gusto.
Imperiosa
si alzò, guardandolo dal basso e lo riconobbe.
“ Malfoy!” esclamò con rabbia, mettendosi le mani sui
fianchi.
Il serpeverde si alzò, mettendosi davanti a lei, passandosi
una mano tra i biondissimi capelli, ghignando. La mano diafana e fredda del
Principe Slytherin le aggiustò la spallina della
canottiera.
“ Attenta
mezzosangue, domani c’è la luna piena. Ora sei un lupo mannaro a tutti gli
effetti...”la prese in giro
sottovoce, guadagnandosi uno schiaffo da Hermione,
incavolata nera.
Ma Malfoy le bloccò il polso ad un centimetro dalla sua
faccia, tirandola verso di sé, tanto che per non finirgli addosso, Hermionedovette mettergli la mano
libera a fare pressione sul petto.
Furono
così vicini per l’ennesima volta, che Hermione, con
tutta la rabbia che provava dentro di sé, si trovò spaesata, incredula e stupita
di quando Draco fosse bello.
Il cuore prese a martellarle forte nel petto, mentre i loro due
respiri ansanti si fondevano e i nasi si sfioravano.
“ Che idioti! Avete abboccato in pieno!” disse un voce alle loro spalle, rivolta a dei ragazzini che
corsero verso i dormitori. Alcuni, invece, sbuffarono
infastiditi, ma seguendo gli altri, salirono anch’essi verso i
rispettivi dormitori.
Draco
lasciò la presa al polso di Hermione e si allontanò
di qualche centimetro, senza dire una parola. Si fissarono per qualche secondo.
“
Sei...sei...sei uno stupido!” sbottò Hermione, irritata.
“ Sporca
Mezzosangue, non osare rivolgerti a me in quel modo!” urlò lui, di rimando.
“ Vaffanculo!”
esclamò la riccia voltandosi e trovandosi di fronte gli altri serpeverde mentre si toglievano il cappuccio, rivelando di essere BlaiseZabini, TheodorNott, Tiger e Goyle,
ridendo sguaiatamente.
“ Come
diavolo avete fatto ad entrare?” sbottò ancora.
“ Dalle
finestre! Vedi che siamo tutti bagnati?” feceBlaise, il più cordiale.
“ E con cosa...”
“ Con le
scope...” continuò lui, aggiustandosi il mantello.
“ Lo sapete che non è permesso introdursi nei
dormitori di un’altra casa?” fece Hermione, retorica,
con quell’aria da so-tutto-io.
“
Mezzosangue, da quando ti risulta che noi rispettiamo
le regole?” fece la voce odiosa di Malfoy alle sue
spalle, suscitando le risate dei suoi amici serpeverde.
“ Infatti, non le rispettate” disse Harry,
seguito da Ron, che appena ebbe sistemato alcuni
ragazzini, affiancò Hermione.
“ Ma
forse incomincerete quando domani la McGranitt
sarà messa al corrente di questo...” continuòRon.
“ Non
oseresti, donnola” disse tagliente Malfoy.
“ E perché mai?” ribatté Hermione, mettendosi
davanti agli amici, come per proteggerli.
“ Perché è troppo stupido e nessuno gli crederebbe. E poi, con
San Potter al seguito, che fa sempre la vittima,
farebbero una scena patetica informando la McGranitt che...”fece, poi schiarendosi la voce e
assumendone una da donnicciola indifesa. “ Un gruppo di serpeverdi
si è intrufolato nella nostra sala comune spaventandoci! ” concluse Malfoy, ridendo.
“ Ma come ti permetti!” s’infuriò Hermione
avvicinandosi a lui, le mani sui fianchi, a fronteggiarlo.
Draco
si sporse verso l’orecchio della ragazza, mettendole una mano gelida sulla
spalla, facendola trasalire.
“ Sei
molto sexy con questi pantaloncini corti...”le sussurrò all’orecchio, con voce sensuale, in modo che
solo lei potesse sentire.
Hermionearrossì di botto, si allontanò da lui biascicando
qualche passo all’indietro, facendolo sorridere.
Noncurante
degli sguardi confusi degli amici slytherin ed
infuriati dei nemici griffyndor, guardò compiaciuto Hermione.
“ Sortito
l’effetto desiderato...” rise, squadrandola. “Basta poco, vedo, per ammutolirti. Le parole giuste,
infondo” disse, prima di sparire con gli amici, oltre
i finestroni dove la tempesta sembrava essersi
calmata.
Harry
e Ron corsero a chiudere le finestre, prima che il
vento gelido irrompesse nella sala comune.
Hermione
rimase al centro della stanza, cadendo in gnocchio su
un mucchio di cuscini, ancora sconvolta.
“ Herm! Cosa ti ha detto? Avanti
dimmelo, se ti ha minacciato giuro che...”masticò furente Ron.
“ No no, niente di importante” si
limitò a dire, scuotendo la testa, mentre prendeva il cuscino del suo letto,
che aveva portato fino alla sala comune.
Harry
e Ron si scambiarono un’occhiata interrogativa, senza
capire.
“ Io vado
a dormire, è tardi” disse e come un automa salì le scale.
Sembrava in trans.
“ Ma cose
le prende?” fece Ron, quando Hermione
chiuse la porta del dormitorio alle sue spalle.
Harry
scosse la testa, pensieroso.
“ Saliamo
anche noi, io almeno devo finire di sistemare il baule per la gita” sospirò Harry, salendo le scale del suo dormitorio.
“ Io no,
l’ho sistemato oggi pomeriggio. E dobbiamo anche
svegliarci presto domani, ora che ci penso!” aggiunse Ron,
rassegnato.
“ Si,
alle 7.00 abbiamo radunata in Sala Grande. E adesso sono le 3.20. Buonanotte
amico!” disse ridendo, prima di aprire le porta del
dormitorio maschile.
QuandoHermione rientrò nel dormitorio si chiuse la porta
alle spalle, appoggiandovisi. Sospirò, poi buttò il cuscino sul suo letto e si
ficcò sotto le coperte. Mille pensieri le affollavano la mente, così che prese
sonno solamente dopo un’ora. Ma un pensiero la confondeva particolarmente e la
faceva infuriare contro sé stessa.
Perché diavolo sono
arrossita?
šsšt›s›
Ed ora un
bacio stramegagigantesco a tutti quelli che hanno recensito “Tutta colpa di un pò
di gel”, sono davvero contenta che vi sia piaciuto!
Ringrazio:
UCB: Un piccolo capolavoro?
Davvero*_______* Non esageriamo! Sono felicissima che ti sia piaciuta!^^
GreyLady: stai
iniziando ad apprezzare la coppia Hermione/Draco? Davvero, sono commossa! Neanche a me piaceva,
sinceramente ero una forte sostenitrice di Hermione/Ron, ma poi...me ne sono
innamorata!
Arwel e Mavi: Vi ringrazio dei complimenti! Grazie graziegrazie!!^^
white_tifa: Anche
io sono morta dalle risate ad immaginarmi draco che
cerca di ingellarsi i capelli con la schiuma da
barba!! Ihihihihih! Sono contenta
ti sia piaciuta!
Yle:
Grazie! E come ho detto nella prefazione, aggiornerò prima o
poi Scherzi del Destino, ma non ora! Ma non
demordere! -__^
Krinolampra: Grazie
dei complimenti!!!! E’ vero che per essere a casa
senza nulla da fare, ero proprio di buon umore!!^_______^
Gemellina: *____________*
Proprio tu mi parli di capolavori! Le tue ff sono
stupende!!!!! Anche tutto quello che esce dalla tua
testolina è meraviglioso!!!
Valemione: Grazie
anche a te! Tutti questi complimenti! So che non sono nella posizione di dire
una cosa del genere (perché scherzi del destino è rimasta in sospeso)
ma...perchè Una missione veryimportantè rimasta incompiuta?? Uffi...mi piaceva davvero!! Spero
tu posterai, non prendere esempio da me! Scherzo! -__^
@ngel, Roby,RoryVentimiglia_86920: Grazie, sono contentissima che vi
sia piaciuta!! Spero di non deludervi caso mai doveste leggere questa!^____^
Kit_05: Grazie per i complimenti, e anche
per le critiche! Sono sempre ben’accette! Quando sono
andata a rileggerla, mi sono accorta che davvero suonavamo male tutti quei ragazza/ragazzo! Hai ragione!^^
Usciti dai finestroni della torre Griffyndor, i serpeverde, a cavallo
delle loro scope, planarono sul Lago Nero, scendendo fino alla base del
castello, sotto la tempesta che ormai si andava calmando
Eccomi con il secondo capitolo!! Spero di
non avervi fatto aspettare molto. Questo capitolo sarà descrittivo e di
passaggio, perché era necessario scriverlo, per
spiegare alcune cose.
Spero vi piaccia!
šsšt›s›
Usciti
dai finestroni della torre Griffyndor a cavallo delle loro scope, i serpeverde
planarono sul Lago Nero, scendendo fino alla base del castello, sotto la
tempesta che ormai si andava calmando.
Avvolti
nei loro mantelli, passarono oltre le finestre della loro sala comune, nei
sotterranei, atterrando. Per fortuna Draco aveva dato a Theodore Nott il
compito di lasciare aperte le finestre con i ganci, affinché non sbattessero,
perché se l’avesse detto a Tiger o a Goyle, a quest’ora avrebbero
fissato le finestre chiuse sotto il vento impetuoso e la pioggia scrosciante.
Posarono
le scope in un angolo affianco al camino e sulle sedie
poggiarono i mantelli, per farli asciugare. Se non
fosse stato per l’immenso camino della sala comune, quella stanza sarebbe stata
umida e fredda, come d’altronde sono i sotterranei di un castello. Ma a differenza dei normali sotterranei, la sala comune di
serpeverde risplendeva nella sua magnificenza. Era la casata che splendeva di
maggiore eleganza e, anzi, ostentava un lusso peccaminoso: a differenze delle
altre case, i serpeverde vivevano nelle comodità più sfrenate. E un po’ di freddo, infondo, non ha mai ucciso nessuno,
tanto meno delle serpi avvezze a quel clima.
“ Ma avete visto le facce di quei deficienti? Oddio, che
ridicoli...” esordì Blaise ridendo, percorrendo a
grandi falcate l’atrio della sala comune, per sprofondare sul divano in pelle
nera, dinanzi al fuoco.
“ Ma si, proprio ridicoli. Si sono spaventati come dei
bambinetti!” rise Theodore, stendendosi sul divano di
fronte.
Tyger e
Goyle, ridendo come due trogloditi, si avviarono nella loro stanza, borbottando
qualcosa di incomprensibile.
Draco,
intanto, era nell’angolo affianco al camino ad
asciugarsi. Ti tolse il maglioncino di cotone nero, rimanendo a torso nudo,
passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli, in modo da far cadere
qualche goccia d’acqua. Silenzioso, non aveva riso né parlato da quando era
entrato nella sala comune. Era lì, a fissare il fuoco, con le braccia stese in
avanti per riscaldarsi le mani, che qualche volta si passava tra i capelli.
Theodore
e Blaise si lanciarono un’occhiata interrogativa, non vedendo appoggio da parte
dell’amico sulle offese che continuavano a lanciare ai Griffyndor.
“
Draco...tutto okay?” fece d’improvviso Theodore,
guardando nella sua direzione, stravaccato sul divano.
Ma
Malfoy non sembrò accorgersene. Mille idee gli balenavano nella mente, ed era
confuso, molto confuso. Aveva in testa l’inebriante profumo della Granger e non
riusciva a dimenticarlo. Quel profumo, quelmaledetto profumo...
Scosse la
testa come per cacciarlo via dai suoi pensieri, facendo preoccupare i suoi due amici.
“
Draco...” mormorò Blaise, alzandosi dal divano.
Il
Principe Slytherin si voltò di scattò, colto
soprappensiero, fissando l’amico. Il busto scoperto colorato leggermente della
rossa luce proveniente dal fuoco, gli occhi ghiaccio scrutavano
l’amico, velati da un alone di tristezza ben mascherato.
“ Cosa...” riprovò l’amico, ma fu
bruscamente interrotto da Draco.
“ La Mezzosangue aveva lo
stesso profumo di mia madre, ecco cosa c’è che non
va...” disse aspro, percorrendo a grandi falcate la
sala comune per poi sparire oltre la nera porta della sua stanza, sbattendola
furente.
Theodore
e Blaise si guardarono comprensivi. Da quando il padre era ad Azkaban, la madre
non era più presente, anche se infondo, non lo era mai realmente stata. Non era
mai a casa, si diceva frequentasse certi individui che
facevano parte della Schiera Oscura e non stava bene, non stava bene per
niente. Prendeva pozioni e intrugli ogni giorno, quelli che babbanamente si
potrebbero chiamare calmanti o sedativi, che non la facevano più nemmeno
ragionare. E quando quelle poche volte il figlio
tornava a Malfoy Manor, nelle vacanze, e la trovava in quello stato pietoso
stentava a riconoscerla come d’altronde lei non riconosceva il figlio,
trattandolo come se non fosse minimamente presente, come se fosse un estraneo.
E dopo
che aveva considerato fin da piccolo la madre unico appiglio, unica salvezza
nella vita orribile che era costretto a vivere sotto
l’ombra di suo padre, si sentiva spaesato. Non perché non sentisse più il
calore di una famiglia, non l’aveva mai nemmeno avuta una vera famiglia. E il
calore, l’amore, nemmeno sapeva cosa significassero. Certo, la madre era
lì, che gli leccava le ferite quando il padre gli infliggeva le peggiori
punizioni, ma non era amorevole con lui, solo benevola.
Ed
era cresciuto duro, aspro, vendicativo, malvagio, freddo, anzi glaciale. Solo
con Theodore e Blaise a volte si sfogava davvero, come se li considerasse
realmente fratelli, i fratelli che non aveva mai
avuto.
šsšt›s›
Il sole
sorgeva alle 6.00, filtrando attraverso i finestroni delle Sale Comuni.
Quel
tepore roseo sfiorò prima i sotterranei, impregnandosi sulle lenzuola di seta
verde di Draco Malfoy, facendolo svegliare.
Poi salì,
arrampicandosi sulle mura centenarie di quel castello, intrufolandosi nella
Sala Comune della Torre Gryffindor, accarezzando il visino assopito della dolce
Hermione Granger, facendola ridestare.
La bella
grinfondoro stiracchiò dopo aver sbadigliato, e scese assonnata dal letto,
dirigendosi ad occhi semichiusi in bagno, per una doccia ristoratrice. Nel suo
dormitorio ancora regnava il silenzio, segno che le ragazze erano ancora tra le
braccia di Morfeo.
Si
avvicinò alla porta del bagno, passando prima per il letto di Ginny, dove la
piccola rossa ancora dormiva. Anche se lei non sarebbe
potuta venire in gita, voleva salutarla prima di lasciare il castello per una
settimana, ma volle lasciarla stare. Le 6.00 erano un orario assurdo per tutti.
Fu Harry a svegliare Ron, che borbottando qualcosa nel sonno, si voltò dall’altra parte, senza
calcolarlo.
Harry
rise divertito, finendo di sistemare il suo baule. Avrebbero fatto un viaggio
molto lungo, fino in Nuova Zelanda. Anche
se per loro era una sciocchezza, potendo usare le passaporte: al solo pensiero
di spostarsi come un comune babbano, facendo 29 ore di volo in aereo, gli
veniva un collasso.
Chiuse il
suo baule e vedendo Ron ancora assopito, prese un cuscino, pronto a
sferrarglielo.
“ Ron! E’ tardi, sono le sette meno un quarto. Tra un quarto d’ora
c’è adunata in Sala Grande!” esclamò, vedendolo
mugugnare.
Sbuffò,
costretto a fare quello che avrebbe voluto fare fin
dal principio.
“ Ahia!”
disse il rosso mettendosi a sedere di scatto, massaggiandosi la testa.
“ Te la
sei cercata! Ed ora fila sotto la doccia e vestiti, veloce!” ordinò Harry,
spingendolo fuori dal letto. In quel momento sembrava
Molly Weasley.
“ Okay mamma...” si lamentò Ron,
vedendo ovviamente la somiglianza, prima di venire scaraventato dentro il
bagno.
Harry
s’infilò un maglioncino, si aggiustò gli occhiali e
salutò Edvige, dicendole che sarebbe tornato presto.
Hermione
prese il suo baule e scese le scale fino alla Sala Grande, varcando il portone
d’ingresso, seguita da Ron e Harry.
Poggiò il
baule in angolo, guardandolo scomparire grazie agli abili servigi degli elfi
domestici, che l’avrebbero fatto recapitare direttamente in
Nuova Zelanda.
Sbuffò,
trattenendosi dalla voglia di fermare quegli elfi, ma furono così veloci che
non poté fare nulla, anche perché Harry le strattonò debolmente la felpa verde,
riportandola all’attenzione del preside, che salendo sul palchetto, stava
schiarendosi la voce.
“ Bene,
credo ci siamo tutti...” disse
Albus Silente, passando visivamente in rassegna le varie case.
“ Minerva McGranitt per Grifondoro?” chiese, scorrendo lo sguardo su
un foglietto levato a mezz’aria.
“ Albus,
sono qui. Ho fatto l’appello dei ragazzi che dovevano partecipare. Sono tutti
presenti. Di Grinfondoro vengono in tutto 25 ragazzi, solo del sesto anno,
ovviamente” disse la professoressa, alzando una mano.
Il
preside annuì. Chiese agli altri professori le presenze della
loro casa. Il professor Vitious accompagnava i Corvonero, di cui ne erano presenti 20. Le professoressa
Sprite accompagnava i Tassorosso, di cui ne erano presenti 23. Il professore Piton accompagnava i Serpeverde, di cui ne erano
presenti 17.
“ Bene,
credo che a questo punto qualche delucidazione in più sia utile. Prima di
tutto, buona fortuna per questa splendida gita! Come vi sarà spiegato dai
vostri professori, lì seguirete dei corsi, informandovi e sperimentando su
piante...”disse guardando la Sprite, che annuì “...non
presenti in Inghilterra. Da cui poi potrete preparare le vostre pozioni...”disse guardando Piton, che annuì
“...esercitarvi con i vostri incantesimi..” disse
guardando Vitious, che annuì “...e provare a trasfigurare oggetti di cui non
conoscete la consistenza” concluse, guardando la McGranitt, che annuì.
“ Bene,
allora, le lezioni verranno organizzate al meglio.
Sarà una vacanza istruttiva, ma che non influenzerà sui vostri voti. Sarà come
un laboratorio e, certo, i vari professori terranno in considerazioni i vostri
progressi a contatto con elementi sconosciuti, ma sarà prima di
tutto una gita: quindi, ogni giorno ci sarà solo una lezione di una
singola materia, che vi occuperà massimo due ore. Poi sarete liberi di girare
nel castello o di conoscere il luogo. Raccomando in ogni situazione serietà,
dato che io non potrò presenziare, non potendo abbandonare
la scuola.
Ora, per tutte le case e il loro rispettivo professore c’è una
passaporta fuori dei cancelli di Hogwarts, che vi farà atterrare direttamente a
Wellington, la capitale. Ora, potete andare...buona gita!” esclamò
Albus Silente, salutando elegantemente i ragazzi.
I ragazzi
si guardarono confusi, alcuni sbuffando anche per solo due ore al giorno di lezione, mentre pochissimi ‘eletti’, di cui a
capo c’era Hermione Granger, non vedevano l’ora di approdare a Wellington per
sperimentare e conoscere più cose.
La
riccia, sorridente, si strinse nella sua felpa verde, per gli spifferi che
provenivano ingresso della scuola.
Insieme ad Harry e Ron, si avviò ai cancelli, seguendo gli altri
Griffyndor, in fila per due o tre dietro la McGranitt.
“ Sarà
una gita grandiosa! Ma vi rendete conto? Potremo
provare tantissime cose, conoscere e sperimentare nuovi incantesimi e pozioni.
Ci sarebbe servito molto per i G.U.F.O, sapete? Ho
letto che tutti gli studenti del sesto anno vanno in Nuova
Zelanda, all’inizio dell’anno” esclamò, entusiasta.
Harry e
Ron si guardarono sbuffando: per fortuna era solo una materia al giorno e delle durata massima di due ore.
“ E invece l’anno prossimo ci porteranno in Africa, per
studiare i vari virus e veleni per i M.A.G.O!” aggiunse, sorridente.
“ Guarda
la nostra secchiona so-tutto-io com’è felice: non vede
l’ora di mettersi a studiare! Patetica...” disse una
voce al fianco di Hermione, facendola voltare.
Era Draco
Malfoy, che camminava dietro il gruppo dei Serpeverde, affianco
a lei, leggermente distaccato dalla massa, con affianco Blaise e Theodore, che
sogghignavano.
Le mani
in tasca e il pullover con lo scollo a V che ricadeva sui pantaloni neri
classici, camminava svogliatamente.
“ Ma guarda guarda, il nostro Malferret che partecipa alla gita
scolastica? E cosa dobbiamo questo onore?” disse
ironica, alzando un sopracciglio.
“ Hai
detto bene mezzosangue, onore. E non sono di certo
tenuto a dirti perché partecipo alla gita, non sono cazzi tuoi, d’altronde”
disse, passandosi una mano tra i capelli, guardando avanti noncurante.
“ Basta
che non romperai l’anima a noi, ti eclisserai e non fiaterai nella mia
direzione, allora non saranno cazzi miei. Ma se dovessi rovinarmi la gita, allora lo diventerebbero”
“ Non
credere di essere così importante, mezzosangue” concluse
atono, allontanandosi con il gruppo Slytherin verso la loro passaporta.
Hermione
sbuffò, andando nella direzione opposta, verso la passaporta Gryffindor.
“ Se quel
furetto mi darà fastidio anche in gita, giuro che...che...”
digrignò, a denti stretti, facendo annuire Harry e
Ron.
“
Ragazzi, tutti qui attorno, avanti!” disse la McGranitt facendoli
disporre in cerchio, ognuno con una mano sulla passaporta che nel loro caso era
capello logoro.
In pochi
secondi furono sballottati e caddero di peso sull’erba umida. Furono subito
investiti da un’ondata di calore: decisamente un clima
molto caldo, rispetto a quello lasciato in Inghilterra.
Hermione
si alzò, spazzolandosi i pantaloni e aprendosi la cerniera della felpa,
togliendosela e rimanendo in maglietta a mezze maniche.
Si guardò
intorno, vedendo un’immensa vallata circondata da boschi stupendi, quasi fosse un mondo incontaminato: era tutto così meraviglioso.
A poche
centinaia di metri da loro, sorgeva un bel castello, coperto da una vivace
edera fiorita, circondato da un lago e dei giardini dal classico stile inglese,
impeccabili.
I quattro
professori si schierarono di fronte ai ragazzi delle quattro case,
squadrandoli.
Parlano tra loro per qualche secondo, poi iniziarono a camminare, facendo cenno agli
alunni di segurli.
“ Bene, quello
che vedete davanti a voi è il Castello di Ronferret, una bellissima
fortificazione ultracentenaria che ha ospitato la nostra scuola, precisamente
il nostro sesto anno, ogni anno da quasi settant’anni...”iniziò la professoressa McGranitt, camminando verso il
castello.
“ Visto?
L’avevo detto io...” sussurrò Hermione ad Harry, che
sorrise.
“ Alla
vostra sinistra si staglia la vasta pianura adibita a parco del castello, come
vedete. Insomma, viali, giardini, fontane...per le vostre passeggiate...”dissela Sprite, indicando alla sua
sinistra.
“ E
quella è una foresta molto pericolosa, data la presenza di animali
ancora a voi sconosciuti ed essendo molto fitta: ci si potrebbe perdersi...” mormorò freddo Piton, indicando alla sua destra.
“ E ragazzi, quello è il Lago del Castello, protetto da
incantesimi simili agli incantesimi che proteggono Hogwarts, proprio affinché
visitatori indesiderati vengano a conoscenza di questo posto” rise Vitious,
trotterellando verso il cancello.
Con un
colpo di bacchetta, la
McGranitt aprì il cancello, iniziando a camminare lungo il
viale coperto di ghiaia.
Arbusti e
piccoli alberelli incorniciavano il vialetto che portava fino all’immenso
portone in legno scuro.
“ Sono
cespugli di rose, un comune fiore babbano...”disse Hermione ad un Neville particolarmente emozionato.
Arrivarono
all’ingresso e Piton salì i tre scalini fino al portone dove, preso il disco
cilindrico, lo sbatté più volte contro la porta, poi allontanandosi e
attendendo.
Dopo
qualche secondo uscì una donna grassoccia, molto anziana,
dall’aria però cordiale e con un grembiule pieno di fiocchi a quadri.
“ Ma che bello, i miei studenti preferiti di nuovo qui!”
disse, correndo ad abbracciare i professori, stritolando un Piton che cercava
di mantenere le distanze.
“ Dovete
sapere che prima di voi, al sesto anno, i vostri professori vennero in gita qui
e da allora me ne innamorai! Erano tra i ragazzi più intelligenti ed in gamba
della scuola! E tornano da me, adesso, ad accompagnare
altri studenti!” sussurrò, rivolta ai ragazzi, sorridendo.
Hermione
sorrise all’idea di un Piton ragazzino, che parlava con una giovane McGrannitt mentre un piccolo Vitious lanciava incantesimi
dappertutto e una egocentrica Sprite esaminava tutte le piante che ancora non
conosceva.
Draco,
dal canto suo, sbuffò, vedendo quella signora dall’aria invadente che sostava
sulla soglia dell’immenso portone, aspettando il passaggio di
ogni alunno a cui regalava un sorriso radioso, a volte anche un
abbraccio.
“ E tu
sei...?” disse poi, al passaggio della riccia.
“
Hermione Granger, Madame” disse, sorridendole.
“ Oh
piccola, sembri proprio Minerva McGranitt alla tua età, con quel cipiglio fiero
e quell’aria da ragazza studiosa” disse, compiacendosi.
“ Oh si,
proprio una vecchia zitella acida, come la McGranitt!” esordì una voce alle spalle di
Hermione, facendola sbuffare. Stava per rispondere male a quel Malfuretto quando la voce della donna la precedette.
“ E sei vediamo...un Malfoy no? Tu mi ricordi molto Severus
Piton, quando aveva la tua età!” disse radiosa, non
facendosi scalfire dallo sbuffo di Malfoy che spintonò Hermione affinché
passasse, per farlo a sua volta.
Una volta nell’atrio, rimasero tutti a bocca aperta, tutti tranne
qualche slytherin di cui capo era Draco Malfoy. Già, perché Dtraco era abituato
al lusso, a tutto quell’immenso lusso che ostentava
quel castello.
L’atrio
era immenso, finestroni giganteschi sormontati da rosoni adornavano le pareti,
contornati da tende nere e argentee che scendevano morbide sul pavimento. Il
pavimento marmoreo era riempito di tappeti molto eleganti; a ridosso delle
pareti piante e fiaccole murarie rivestite da coperture deliziose lo rendevano
ancora più bello.
Un
grandissimo lampadario, illuminato con grosse candele, cadeva al centro della
sala, fatto di cristallo e argento.
L’atrio era rettangolare, orizzontalmente più grande che verticalmente.
“ Bene
ragazzi, prima di tutto benvenuti. Per qualsiasi
delucidazione, venite da me, mi troverete qui, al piano terra. Vedete queste
scale?” disse poi, indicando le scalinate che
sorgevano a 100 metri
alle sue spalle. Le due scalinate si univano in cima, dove tramite
tre gradino si accedeva ad un corridoio sormontato da archi.
“ Bene,
io alloggio in quella porta in legno massiccio che
vedete al centro della sue scale. Ora, salendo le due scalinate è possibile accedere al corridoio che vi porterà a sinistra al terzo
piano e a destra al secondo. Corvonero e Tassorosso alloggeranno al secondo piano, mentre Serpeverde e Grifondoro al terzo. Invece a sinistra, su questo piano, si può arrivare alle stanze
dove alloggeranno i vostri prof e alle cucine. A destra, invece, si
arriverà alle aule e alla Biblioteca del castello, che dovrete esaminare con
cura perché i volumi riposti in essa sono
ultracentenari.
Ecco, detto questo credo che ognuno possa andare nelle rispettive
camere. I
vostri professori mi hanno già comunicato le stanze che dovete avere e con chi dovete dividerle. Ma dato che siete
pochi, meno di un centinaio, avrete una stanza a testa. Ora dirigetevi ai
rispettivi piani, troverete i vostri bagagli davanti alla vostra
camera, che sarà contrassegnata anche da un dischetto con sopra inciso il
vostro nome. Il pranzo sarà servito alle 12.00 e stamani, come mi hanno
comunicato i prof, niente lezioni. A dopo” disse, allontanandosi e sparendo
oltre la porta che aveva indicato prima ai ragazzi.
I
professori raccomandarono di nuovo serietà e si
diressero verso le loro camere, mentre da entrambe le scalinate salivano i
ragazzi, diretti ai loro piani.
“
Insomma, questo castello è grandioso. Ho letto che è il più bello dopo
Hogwarts. Ed è davvero così...”disse
Hermione guardandosi intorno, mentre saliva le scale insieme a Ron ed Harry.
“ Già,
mio padre me ne aveva parlato una volta” disse
distrattamente Ron, accecato da tutto quel lusso.
“
Sperando che le nostre camere siano vicine...”sospirò Harry, che aveva creduto di dividere la camera
almeno con Ron.
I due
amici annuirono, arrivando in cima alla rampa delle scale.
“ Noi
siamo a sinistra, al terzo piano dunque” ragionò Hermione, voltando l’angolo.
Salirono
un’altra rampa di scale, ampiamente illuminata dalla luce esterna, ed
arrivarono al terzo piano.
Bagagli,
bauli, borse varie erano ammassati davanti ad ogni
porta, su cui era inciso il nome di ogni rispettivo proprietario.
“ Ah, noi
siamo qui” disse Harry fermando Ron, dato che aveva visto i loro bagagli e
aveva notato i loro nomi scrittisu due porte adiacenti.
“ Per
fortuna siamo vicini!” esclamò Ron, spostando e prendendo i loro bagagli,
aprendo la porta.
I due si
girarono insieme aspettandosi di vedere Hermione entrare nella stanza affianco
alle loro, ma la ragazza stava passando a rassegna tutti
le porte, senza trovare il suo nome.
“ Herm?”
fece Harry, sul ciglio della sua porta.
“ Non
riesco a trovare la mia porta...” rispose una voce
lontana una trentina di metri, dalla fine del corridoio.
Harry e
Ron si guardarono pensierosi, quando la ricca di colpo si fermò.
“ Eccola,
finalmente!” dissero due voci in coro.
Hermione
si voltò, trovandosi affianco Draco Malfoy che
contemplava una porta affianco alla sua. I nomi Draco Malfoy e Hermione Granger
sbrilluccicavano sulle due porti quasi adiacenti,
separate solo da un quadro di media dimensione.
Hermione
rimase in silenzio a fissare ad intermittenze la sua porta e Malfoy.
“ Non è
possibile...” disse poi, esasperata.
“ Oddio,
vicino alla mezzosangue babbana zannuta no!” si lamentò il biondino, sedendosi
sulla sua valigia.
Hermione
si girò verso la serpe, incavolata nera.
“ Sarà un
disastro questa gita, un vero disastro!” disse tra sé
e sé ad alta voce, entrando nella stanza, sbattendo la porta alle sue spalle.
Draco
Malfoy sbuffò prima di entrare nella sua.
Buttò la
valigia in un angolo, ammirando il lusso della sua stanza. Letto
a due piazze a baldacchino nero, tappeto circolare ai piedi due divanetti posti
davanti al camino, una scrivania a ridosso del muro ed una porta che doveva
condurre al bagno. Tutto molto elegante.
Ti tolse
il maglione rimanendo in canottiera e fece cadere il suo sguardo sulla porta
finestra circondata da tende scure. Si diresse verso quello che era un balcone,
aprendo la porta.
E con
grande orrore scoprì che il balcone era collegato a quello della stanza
affianco, la stanza della Granger.
šsšt›s›
Eccoci
qui, alla fine del secondo capitolo! Sperando lo troviate almeno carino, ringrazio tutti quelli che hanno recensito il capitolo
precedente! Un grosso bacio a tutti!^_________^
Ciaaaaao! Eccomi qui, a postare un altro capitolo!
Sono stata contentissima delle recensioni che mi avete lasciato!
Davvero la mia storia vi intriga, vi piace?*__________*
Ora passiamo al terzo capitolo, in cui s’inizieranno a capire
alcune cose. Spero vi piaccia!
Ps. Ho modificato il carattere, perché Missmalfoy mi aveva detto che era
troppo piccolo, e non si leggeva bene.
Alla fine
credo abbia ragione, scusatemi!
Anche i
capitoli di prima li porterò ad un carattere uguale a
questo.
šsšt›s›
Hermione
entrò sbuffando nella sua stanza, dopo aver chiuso la porta violentemente. Ci
si appoggiò contro, scivolando fin a terra, mettendosi sopra al baule.
Stava
ancora pensando alla sfiga di avere Malfoy affianco per una settimana intera, che non si
accorse neanche dello splendore della sua camera.
Guardandosi
intorno, poi, notò il suo ampio letto a baldacchino, l’armadio di legno
intarsiato, una scrivania bellissima con numerose pergamene vuote e boccettine
d’inchiostro, un divanetto e una poltroncina davanti al camino, divisi da un
tappeto in pelliccia d’orso. Una porta alla sua sinistra conduceva sicuramente
al bagno, mentre dinanzi a lei era situata una portafinestra, molto antica ma ben mantenuta, di quelle con l’apertura a
conchiglia che scorrono lungo un pilastro.
Si alzò
lentamente, stanca e contrariata, trascinando il baule con sé fino ai piedi del
letto. Si avvicinò alla finestra, poggiandoci entrambe le mani, con il naso
schiacciato contro il vetro umido.
Sembrava
proprio un balcone, fatto di pietre miliari, antico, come tutto il castello.
Strano...Hogwarts non aveva balconi! Era strano vedere un castello
di quelle dimensioni pieno di balconi e archi ogivali.
Fece
scorrere l’antica portafinestra lungo il pilastro, uscendo fuori. L’aria
tiepida dell’esterno le fece chiudere gli occhi, facendo si
che la brezza le passasse tra i capelli.
Aprendo
gli occhi fece qualche passo avanti e si trovò subito appoggiata al davanzale,
non essendo molto ampio, ma invece piuttosto lungo.
Infatti
la riccia si voltò verso sinistra, vedendo la fine del balcone a pochi
centimetri da lei, ma alla sua destra continuava, lungo e serpentino,
avvolgendo un’altra portafinestra da cui usciva della luce, per poi voltare
l’angolo e forse correre lungo altre finestre.
Ma, se
quel balcone collegava la stanza affianco, vuol dire
che...che...
“ Oddio!
Ma cosa ho fatto di male?” fece esasperata, portandosi
le mani nei capelli, lo sguardo verso il cielo.
Rientrò
borbottando, senza chiudere la finestra, buttandosi a pancia in giù sul letto,
sbattendo i piedi.
“Non è
possibile!! Ma che sfiga!! Il
balcone comunicante con il Malfuretto!” continuava a
ripetere.
Poi si
voltò a pancia in su, fissando le tende che coprivano
il baldacchino all’altezza del soffitto, prendendo un libro nello zaino accanto
al baule, che iniziò a leggere per calmarsi.
šsšt›s›
Hermione
posò il libro sul letto dopo qualche ora, sospirando. Scese dal letto e si
diresse verso il baule per sistemare i suoi abiti nell’armadio. Ordinatamente
sistemò quello che aveva portato con sé, poi degli oggetti e dei libri, che
pose sulla scrivania.
Dopo, dal
piccolo baule affianco, estrasse saponi e alcuni oggetti prettamente femminili
che andò a collocare nel bagno, anch’esso molto ampio, con una grande vasca dall’aria antica e numerosi candelabri sui
davanzali dei finestroni ogivali.
“ Herm! Siamo noi!” sentì una voce
urlare oltre la sua porta, mentre una mano sbatteva le nocche sul legno ruvido.
“
Arrivo!” esclamò, dirigendosi ad aprire facendo entrare i suoi migliori amici.
Ron e
Harry si fecero largo oltre la porta, facendo notare adHermione il trambusto e la
confusione che aleggiava nel corridoio fuori la sua porta, dove ragazzi
girovagano, si lanciavano oggetti da una stanza all’altra, bussavano alle porte
di altri. Giurò di aver visto anche dei Tassorosso
entrare nella stanza di un Grifondoro, probabilmente SeamusFinnigan.
“ Sapete
qui è proprio bello, la Nuova Zelanda è stupenda! Insomma, solo
guardando fuori si nota che la natura è completamente diversa! Ci sono piante e
fiori che non avevo mai visto prima e...”
“ Hermione! Davvero t’interessa tutta questa roba? Piuttosto,
per inaugurare questo posto, io e Harrysappiamo che c’è un festino organizzato su, al quarto
piano...”
“ Coosa? Un festino? Già?? E poi...oddio, c’è un quarto piano?!” chiese Hermione, sconvolta.
Harry
annuì.
“ Si, l’hanno scoperto Seamus e Dean, girovagando per il castello stamattina. Si accede tramite una piccola scala a chiocciola...” mormorò il moro.
Hermione
li fissò esterrefatta.
“
Insomma, potrebbero scoprirci! Non è una stanza delle necessità
– anche se neanche il quel caso sarebbe giusto – che potremmo nascondere
ai professori, quindi la cosa mi sembra assurda!” esclamò, impuntandosi.
“ Molti
incantesimi saranno fatti anche dai Corvonero per
isolare la stanza. EddaiHerm,
io e Harryandiamo. Poi vedi
tu...” aggiunse poi, con fare disinteressato.
“ Ragazzi
è mezzogiorno, dovremmo quasi andare...” s’intromise Harry, alzandosi dal
letto, non permettendo all’amica di controbattere pungente all’affermazione di Ron.
šsšt›s›
Verso
mezzogiorno un’orda di ragazzi, educatamente, si riversò nell’atrio, dove i
professori li aspettavano. Dalla stanza sotto le scalinate, uscì la signora che
aveva in custodia il castello.
Sembrava
tutta indaffarata, infatti si sistemò i capelli e
ostentando un sorriso tirato, condusse i ragazzi verso destra, dove dopo le
cucine, era situata una sala adibita al pranzo e alla cena.
Hermione
giurò di aver visto una vena di nervosismo in quella donna, che
però seppe ben mascherarlo. Non facendoci molto caso, seguì insieme a Harry e Ron gli altri, fino ad
una sala dove era disposto un tavolo lunghissimo, grande come una tavolata di
una casa, adHogwarts,
apparecchiato di tutto punto. Numerosi candelabri giganteschi come lampadari
cadevano dal soffitto, illuminando la tavolata. La stanza era composta da questo lungo tavolo centrale, circondato da molto spazio.
Infondo
un altro tavolo, perpendicolare a quello dei ragazzi, avrebbe
ospitato “la Signora
del Castello”, che stranamente ancora non aveva rivelato il suo nome, insieme
ai quattro professori.
Piante coloravano la sala, riempita, alle pareti, da lampade murarie
illuminate da candele e grandi finestre con archi ogivali con i vetri colorati,
come un collage, richiamando i rosoni che invece, erano posti sopra gli
archi.
Infatti
la luce che attraversava le finestre creava una luce tenue e colorata che si
diffondeva a mo di arcobaleno in tutta la sala.
Quando i
ragazzi presero posto, così come i professori e la Signora del Castello, moltissimi
elfi domestici arrivarono a riempire con succulenti vassoi la tavolata.
Hermione
fece per discutere quando arrivarono, ma Harry le diede un gomitata facendola zittire, quindi prese
a mangiare e servirsi le pietanze, scocciata.
Abilmente,
notò la riccia, i Serpeverde si erano confinati
all’estremità nord del tavolo, mentre gli altri ragazzi si erano riuniti tra
loro: infatti, anche se Hermione era seduta insieme adHarry e Ron,
aveva di fronte Susan Bones di Tassorosso e PadmaPatil di Corvonero insieme alla gemella CalìPatil, di Grinfodoro.
Hermione
mangiò in silenzio, notando a scatti la Signora del Castello. Quella donna la
incuriosiva...
Accanto a
lei i ragazzi discutevano del festino di quella sera, parlando così a bassa
voce, o addirittura solo con il labiale, che Hermione
capì ben poco.
A fine
pranzo si congedò, percorse le scalinate velocemente
ed arrivò al terzo piano.
Entrò
nella sua camera, pensando bene di darsi una rinfrescata, cambiarsi per poi
andare in biblioteca a leggere qualcosa.
Non
poteva di certo non visitare quella biblioteca così antica!
Andò in
bagno, poi uscendo afferrò un bermuda marroncino, una
camicia a tre quarti verde a quadri e si legò i capelli con il suo fermaglio a
farfalla.
Andò
verso la portafinestra, aprendola, e uscendo fuori al balcone dove fu
illuminata dal tiepido sole pomeridiano.
Vide
degli uccelli molto singolari planare su Lago e poi scendere e posarsi sulle
cime degli alberi della foresta.
Così si
lasciò la finestra alle spalle e scese, diretta alla biblioteca.
šsšt›s›
Arrivata davanti alla porta della biblioteca, imponente e
maestosa, ebbe per un attimo il timore d’entrare.
Era come varcare la soglia di una chiesa particolarmente bella, ma abbandonata da tempo, quasi per rispetto non si
volesse neanche sfiorare un oggetto.
E così fece. Entrò silenziosamente, spingendo un’anta della
grossa porta e richiudendosela alle spalle.
Accese le fiaccole lungo le pareti con un colpo di bacchetta e
ammirò l’interno.
Era veramente meravigliosa, quasi da far venire i brividi.
Si diresse verso il primo scaffale e notò subito, scorrendo le
piccole dita sui tomi impolverati, un volume dal titolo Storia di Ronferrete curiosa
più che mai di saperne di più su quel castello, lo prese, andando a sedersi su
una poltroncina vicino ad un camino.
Accese il
camino con la bacchetta ed un lieve tepore si diffuse intorno a lei, facendola
accoccolare sulla poltrona.
[...]Mentre Hogwarts fu fondata nel 1000 d.C., da GodricGrifondoro, Tosca Tassorosso,
Priscilla Corvonero e SalazarSerpeverde, il Castello di Ronferret, situato nel mezzo di un anello di montagne, (infatti ci può arrivare
solo smaterializzandosi o usando una passaporta) fu
costruito intorno al 1400per volere del
noto mago scozzese MaloneyMoon:
è considerato il più bel castello avendo mantenuto i suoi caratteri medievali
ma essendo ancora eretto in tutta la sua integrità, grazie anche ad opere di
magia.
Moon lo protesse con una serie di incantesimi
dagli occhi indiscreti di babbani troppo curiosi.
Ne oscurò la presenza affinché fosse invisibile ai babbani che al suo
posto riuscivano a vedere solo un’immensa vallata, circondata da molte
montagne.
MaloneyMoon aveva l’intenzione di fondare una
scuola di Magia e Stregoneria come Hogwarts, Durmstrang e Beauxbatons ma non riuscì nel suo intendo, venendo ucciso, anche se da chi è rimasto sempre un mistero.
Il Castello, protetto da magie
potentissime, rimase intatto ed inabitato fino al1960 circa, quando
iniziò il periodo di terrore dovuto a Lord Voldemort.
Infatti, da informazioni trapelate
successivamente, si narra che dal 1960-70 fu adibito
alla riunione annuale di un consiglio, composto dai maghi più potenti di tutto
il mondo.
Ecco perché presenta circa un
centinaio di stanze, che anni prima furono destinate ai maghi che annualmente o
anche più volte durante l’anno, riunivano un consiglio per discutere dei
problemi legati al mondo magico: il castello, infatti, ostenta un lusso,
soprattutto presente nelle stanze, quasi a sembrare uno sfarzoso Hotel babbano dai caratteri medievali.
In quel
libro veniva riportato anche il nome di Albus Silente, dicendo che era stato anche il presidente
del consiglio, anni orsono.
Poi, per problemi di cui non si
conosce l’origine, quell’usanza di riunire il
consiglio venne abolita e così il castello venne
mantenuto in ottimo stato affinché un domani gli alunni delle scuole di Magia e
Stregoneria di tutto il mondo potessero andarlo a visitare, in onore del mago MaloneyMoon[...].
Tutte
quelle informazioni la incuriosivano parecchio. Per sapere di più sicuramente
avrebbe dovuto trovare qualche altro libro.
Ma,
notando l’orologio a pendolo, si accorse di aver superato le 17.00 quindi a
malincuore si alzò, spense il fuoco del camino e delle fiaccole murarie e
lasciò la biblioteca.
šsšt›s›
Harry
e Ron bussarono alla camera di Hermione
verso le 17.30.
“ Ciao!”
salutò, facendoli entrare. I due raccontarono del CFI ovvero Comitato Festini
Illegali che si era tenuto quel pomeriggio, dove avevano discusso dei possibili
festini e anche del dove e del quando farli. Erano arrivati alla conclusione
che avrebbero fatto il primo festino al quarto piano,
in una sala ampia poco meno della metà della Sala Grande di Hogwarts,
quindi che avrebbe contenuto un centinaio di ragazzi tranquillamente ma mantenendo
la bellezza di una non dispersività.
Due erano
stati inviati a controllare il luogo, proteggendolo con potenti incantesimi di occultazione, altri si erano organizzati a spargere la
voce tra i ragazzi, altri ancora a stabilire la data dei festini successivi.
“ Ce ne
saranno altri, almeno un giorno si ed uno no. Insomma, si parte alle 22.00 e dura finché si vuole...”
spiegòRon, entusiasta.
“ Se tutta l’energia che infondete nel CFI la impiegasse a
studiare, a quest’ora sareste i primi della scuola”
rise lei, ammonendoli con tono affettuoso.
I due
risero, chiedendole nuovamente di partecipare, ma Hermione
scosse la testa, concedendo un “ Ci penserò”.
“ Bella
la tua stanza, anche le nostre sono così. Tutto questo lusso...da cosa dipende
secondo te? Anche il fatto che ogni stanza è singola e
ognuna ha il suo bagno personale!” disse poi un affascinato Ron,
buttandosi sul letto della ragazza, seguito da Harry.
Hermione
gli spiegò tutto quello che voleva sapere, avendolo letto sul
libro poco prima. Raccontò della storia del castello, anche di
MaloneyMoon e del consiglio.
“ Non mi
sembra dica altro, ma queste mura devono sapere molto di più di quanto riporta
il libro. Andrò a documentarmi ancora...”disse come tra sé e sé, facendo si che i due amici si
scoccassero un’occhiata esasperata.
“ Herm dai...sei in gita!” sbuffò Ron,
lasciandosi andare all’indietro sul letto. Hermione
mise il broncio.
“ Quello
che mi fa pensare è che non chiariscono chi sia l’assassino di MaloneyMoon, tanto meno perché
l’avrebbero ucciso se lui tentava di mettere in piedi solo una scuola di Magia!
Insomma...e poi chi è questa Signora del Castello che ancora
non ci ha detto il suo nome e che vive qui?” chiese, sperando di suscitare
curiosità nei compagni.
I due si
guardarono, sbuffando nuovamente.
“ Adesso
sono le 18.00, che ne dite se andiamo a fare un giro nei giardini del
castello?” disse un Harry ignorando le parole di Hermione.
“ Ecco,
siete i soliti! Solo perché è allestito un campo di Quiddich
e si possono anche prendere in prestito delle scope...”mormoròHermione, sedendosi
sconfitta sul letto.
“ Cosa?? Campo di Quiddich??” gli fecero eco Ron e Harry, balzando in piedi.
“
Si...insomma, non lo sapevate?” fece Hermione,
maledicendosi.
Ma i
due non risposero neanche se si precipitarono fuori della stanza, lasciando Hermione a bocca aperta seduta sul bordo del letto.
šsšt›s›
Un bacio
a tutti quelli che hanno recensito questa storia!
Forse vi
sembrerà un po’ noioso come inizio, ma non voglio
risultare banale scrivendo subito determinate cose. Certo, sicuramente non sarà
lunga questa parte introduttiva, ma questo capitolo,
come anche un po’ del prossimo, mi servirà per chiarire e porre le basi per la
storia.
Hola!!
Ecco a voi il quarto capitolo! Tra una cosa ed un’altra non riesco
ad aggiornare molto velocemente, ma cerco comunque di fare il possibile.
Questo
capitolo è un po’ più lungo, spero non sia un
problema. E’ che non volevo spezzarlo, altrimenti risultava
difficile da leggere.
Bene!
Detto questo vi lascio, buona lettura!!
šsšt›s›
Erano le 19.30 quandoHermione intravide Ron ed Harry da lontano,
all’inizio del viale.
Aspettò
che la raggiungessero, varcando il portone del castello, per andare insieme a
cena.
“
Insomma, quel campo di Quiddich è spettacolare! Ma
visto Harry quando è
grande?” fece Ron entusiasta, camminando al fianco
degli amici per la sala.
Harry
annuì.
“
Grandioso...e poi sono favolose anche le scope che hanno messo a disposizione!”
esclamò il moro, continuando per tutto il tragitto a parlare di come virava la
scopa o di come erano riusciti a prendere il boccino
ad altri ragazzi, facendo sbuffare Hermione.
Cenarono
lentamente, tra una chiacchiera ed un’altra, parlando del festino che si
sarebbe tenuto quella sera.
“ Allora Granger, sei dei nostri stasera?”
parlò un Corvonero rivolto alla ragazza che si stava
estraniando.
“ Oh...” feceHermione, come accorgendosi
solo in quel momento di MarcusBelby. “ Io ecco...”
“ HermioneGranger? Ma avete capito di chi state parlando? Insomma, non verrà
mai...” ridacchiò un’altezzosa Lavanda Brown, prendendosi una gomitata dal suo ragazzo, Ron, avendo visto la sua migliore amica sul punto d’innervosirsi.
“ Ehm...Lav non voleva dire quello che...”
“ Ron” lo interruppe la riccia “ io vengo stasera, non vedo
perché non dovrei” disse poi pacata all’amico, mentre
dentro di sé non vedeva l’ora di avere la sua rivalsa su quell’oca
bionda, che davvero in ogni occasione possibile cercava di deriderla o metterla
in ridicolo.
Lavanda
sbiancò, mentre MarcusBelby le
disse un “ Hai visto? Viene!” alquanto compiaciuto.
Harry
osservò la scena cercando di non scoppiare a ridere. Aveva capito la
situazione, aveva capito quanto Hermioneodiasse Lavanda e quanto non voleva farsi prendere in giro
da lei. Ragion per cui aveva accettato di partecipare a quel
festino, anche contro la sua volontà.
“ Bene!
Io vado a prepararmi!” gracchiò stizzita la Brown,
alzandosi.
Hermione
si alzò a sua volta.
“ Certo! Anche io!” ribatté, lasciando la sala a tutta velocità,
maledicendosi per quello a cui si era sottoposta.
Come ho potuto dire
che avrei partecipato al festino? Quando non ne ho la
minima intenzione...pensò,
salendo le scale di gran fretta.
Entrata
in camera si chiuse la porta alle spalle, sospirando.
Bene,
ormai c’era dentro. Aveva voluto la bici ed ora doveva pedalare!
Quindi
sarebbe stata davvero bellissima, facendo smentire l’opinione che avevano di
lei.
Insomma,
anche lei era una ragazza! E non era per nulla brutta,
pensò, guardandosi allo specchio dentro l’anta dell’armadio.
Certo i
suoi capelli erano crespi, ma li avrebbe sistemati a
dovere.
E si era
magra, non sifilitica come la Brown ad esempio, ma
magra.
Non si era
mai truccata, questo era vero, ma sapeva come fare, d’altronde era pur sempre HermioneGranger.
L’unico
punto a suo favore era uno splendido vestito, seguito da alcuni abiti eleganti
che aveva comprato insieme a Ginny in una giornata
dedicata allo shopping. Spinta dalla stessa rossa, li
aveva portati con lei: e mai come in quel frangente avrebbe pensato di dire “
Che fortuna!”.
Corse
prima in bagno per una doccia veloce.
Appena
ebbe finito, rientrò in camera, tirò dalla stampella un abito grigio perla, non
molto elegante ma davvero bello e lo poggiò sul letto.
Aveva le
maniche corte leggermente a palloncino, uno scollo a barca e sotto il seno un nastro di raso grigio, sottile. Era lungo fin sopra
alle ginocchia, così prese delle ballerine nere basse con un fiocchetto
laterale.
Andò in
bagno dove si tolse l’asciugamano dai capelli, fissandosi allo specchio.
“ Perfectus!” pronunciò, asciugandosi in pochi secondi i
capelli con la bacchetta, rendendoli dei dolci boccoli lucenti.
Soddisfatta,
si truccò leggermente, mettendo in risalto in suo
meravigliosi occhi color nocciola.
In camera
finì di prepararsi, indossando il vestito, le ballerine, e mettendo un
fermaglio a lato, tra i capelli.
Compì
qualche giravolta su se stessa, davanti allo specchio, soddisfatta.
Erano le 21.45, avrebbe aspettato fino alle 22.00 almeno prima di salire al
quarto piano.
Quindi
si lasciò cadere sul letto, guardandosi intorno.
Impulsivamente,
decise di prendere una boccata d’aria, quindi uscì in balcone ispirando l’aria
fresca della sera.
Fuori era
tutto immerso nel buio più totale. Il castello era circondato dai bellissimi
giardini illuminati dalla fievole luce delle lucciole, mentre le stelle nel
cielo donavano l’unica luce a quello splendido paesaggio.
A tentoni
cercò di raggiungere la ringhiera di pietra del balcone, appoggiandosi poi con
le braccia sul cornicione. Poi chiuse gli occhi, facendosi
cullare dalla dolce melodia di alcuni grilli.
Quando
dei passi la fecero ridestare, qualche metro distante da lei.
Tornò a
guardare davanti, sperando con tutta se stessa che lui non la notasse, e che
non iniziasse a torturarla con i suoi insulti.
Ma
invano.
“ Granger, anche tu qui! Che brutte
coincidenze...” disse il biondino sogghignando, mentre
lasciava la stanza immersa nella luce notandola in penombra, e diventando anche
lui una sagoma nella semioscurità.
“ Già,
bruttissime coincidenze, Malfuretto...”sbuffò lei guardando davanti,
apparentemente disinteressata.
Sentì dei
leggeri passi nella sua direzione, ma non riuscì a vedere per bene.
“ Mi
hanno detto che stasera verrai al festino su, al
quarto piano. Assurdo...una mezzosangue zannuta come te
non dovrebbe farsi vedere in circolazione” fece, divertito.
Hermione
non si voltò verso la voce che aveva appena parlato, pur sentendolo a pochi
centimetri da lei.
“ Neanche
un furetto biancastro e spelacchiato dovrebbe andare ad un festino, se è per
questo” rispose, con voce calma e tranquilla.
Draco
tacque per qualche secondo. Non si era aspettato una simile risposta da lei.
“
Mezzosangue, non osare rivolgerti a me in questo modo, già ti avevo avvisata” disse poi duro “ E non mi sembra tu abbia fatto
diversamente questa volta...”
Hermione
si voltò, mettendosi una mano sul fianco, l’altra mantenuta salda sul balcone,
perdendo la calma.
“
Insomma, idiota di un Serpeverde, borioso, viziato,
stupido di un furetto! Io parlo come mi va, okay?”
disse perentoria.
Malfoy
avanzò di un passo, mettendo la sua mano su quella della ragazza sul balcone,
facendo una lieve pressione, decisa e ferma.
“ Ho
detto di non rivolgerti a me con quel tono, sporca mezzosangue” disse, a pochi
centimetri del suo viso.
Hermione
poteva sentire il respiro caldo di lui sfiorarle la pelle del viso.
La riccia
tolse violentemente la mano sotto quella di Draco, facendo qualche passo indietro, furibonda.
“ Non
osare più chiamarmi così!” disse, con voce febbrile.
Draco
la seguì, facendola arretrare ancora.
“ Io ti
chiamo come voglio...” mormorò, continuando ad
avanzare, facendola urtare contro la fine del balcone.
La
ragazza fu illuminata dalla luce della sua stanza e Draco
non poté fare a meno di stupirsi.
Stupirsi
di quanto era bella quella ragazza...pensiero che non avrebbe mai confessato ad
anima viva.
La luce,
leggera e soffusa, le accarezzava le gambe sottili salendo su per lo splendido
vestito, sfiorandole la vita e arrampicandosi lungo le sue forme fino al collo
che da una parte, lateralmente, era scoperto perché i capelli erano mantenuti
da un fermaglio.
Il viso,
dolce e delicato, era messo in risalto da un leggerissimo trucco. E i suoi occhi poi, erano meravigliosi.
La bocca
di Hermione si aprì leggermente, forse per dire
qualcosa, ma restò in silenzio.
Draco,
ad occhi estranei, sembrava non aver mai pronunciato le parole “ Quanto vorrei
essere in quella persona!”, mai. Sembrava sempre così altezzoso e fiero di sé
che non sembrava avesse mai desiderato essere qualcun
altro. Ma in quel momento era chiaro quanto avrebbe
voluto essere quella luce.
“ Ci
vediamo stasera, mezzosangue...” sussurrò lascivo
rompendo il silenzio, mentre si allontanava nel buio del balcone.
šsšt›s›
“ Hermione!” chiamò più volte una voce oltre la porta, così
che la Grifondoro fu costretta ad aprire, leggermente
nervosa.
Davanti a
lei c’erano Ron e Harry
vestiti di tutto punto, che la fissavano stupiti.
“ Ehm...scusa, c’èHermione? Sai la nostra
amica tutta libri e studio? Quella con l’aria sempre indaffarata e che a
volte...”
“ Ron! Non fare lo stupido!” fece
l’amica, mettendosi le mani sui fianchi, stizzosamente.
“ Herm, per Merlino sei davvero tu?”
diede manforte Harry al rosso.
“ Davvero
sei stupenda! Non pensavo tu fossi così bella...” aggiunse
ridendo.
“Ah!
Grazie Harry, che bel complimento!” fece lei
fintamente offesa, ma i suoi migliori amici fecero crollare il suo nervosismo di poco prima.
Harry
scoppiò a ridere, seguito a ruota da Ron.
“ E’ che
la maggior parte del tempo ti vediamo china sui libri, il viso coperto dai tuoi
capelli arruffati e crespi, la tua aria sempre
impegnata e a volte da so-tutto-io!” cercò di dire Ron, tra una risata ed un’altra.
Hermione
alzò un sopracciglio, ma poi dovette ammettere che realmente era
così.
Si chiuse
la porta alle spalle e si avviò con gli amici verso il quarto piano, passando
per l’ampio corridoio e poi salendo la scala a chiocciola.
Il quarto
piano era composto da stanze con porte molto più
grandi, tutte chiuse con enormi serrature e lucchetti, ma, le spiegò Harry, la stanza del festino era stranamente chiusa con un
semplice incantesimo, forse perché adibita solo a ripostiglio delle scope.
“ E che ripostiglio delle scope!” gli fece eco Hermione, una volta sulla soglia della porta della sala.
Era molto
grande, infondo era allestito un buffet costituito per gran parte di alcolici, tutto intorno divani circondavano la sala e al
centro qualcuno già ballava con un bicchiere tra le mani. Infatti,
una musica simile all’house babbana, si diffondeva
per la stanza, anche se da dove provenisse rimase un mistero.
La sala
era già gremita di gente ed in pochi secondi si riversarono altri ragazzi,
riempiendo la stanza. Erano circa un centinaio, costatò Hermione,
notando con un leggero disappunto che proprio tutti avevano preso parte a quel
festino: sarebbe stata l’unica a rimanere nella sua camera, a questo punto.
Ron
si congedò velocemente dai due, correndo dalla sua LavLav,
mentre Harry, fedelissimo alla piccola Ginny, stette tutta la sera a parlare e bere qualcosa con
degli amici, su un divanetto.
Hermione
si guardò intorno, venendo urtata più volte da
qualcuno già troppo brillo. Facendosi largo tra la folla sorpasso
le gemelle Patil mentre davano sfoggio della
loro danza del ventre, un gruppo di Tassorosso che
ballavano come dei forsennati continuando a bere
sostanze
ignote, dei Serpeverde che già s’intrattenevano con
ragazze alquanto facili, ma riuscì ad arrivare incolume al buffet.
“ Speravo saresti venuta...” sussurrò
una voce alle sue spalle, rivelando MarcusBelby che le porgeva un bicchiere di firewhisky.
Hermione sorrise
nervosamente prendendo il bicchiere da cui bevve solo un sorso, essendo
completamente astemia, e posandolo di nuovo sul buffet li
accanto.
“ Sei bellissima” sussurrò Marcus
al suo orecchio, cercando di sovrastare la musica.
“ Gra-grazie” cercò di articolare Hermione rossa in
viso, guardando altrove in cerca di un spunto per sfuggire a quella situazione.
“ Mi concedi questo bal...”
“ Davvero vorresti ballare con una mezzosangue
zannuta come la Granger?” lo interruppe una voce
sardonica alla sua destra, facendolo girare.
Hermione si
voltò, le mani sui fianchi, imperiosa più che mai.
“ Qualcuno ha chiesto il tuo parere Malfuretto?” fece nervosa, anche se in realtà non aveva la
minima intenzione di ballare con quel Belby.
“ Infatti, non vedo il motivo del tuo interessamento
Malfoy...”ragionò sprezzante Marcus, verso
il biondino.
Draco lo raggelò con lo
sguardo, facendolo visibilmente tremare.
“ Nessun interessamento, Belby.
Sappi solo che noi purosangue dovremmo preservarci dal sangue sporco. Ma se intendi avvicinarti a lei, fai pure. Anche se trovo
sia una cosa disgustosa...”spiegò,
come se stesse esponendo una lezione di pozioni.
Hermione sentì
le lacrime puntellarle gli occhi, ma non cedette.
Ignorando Belby, che
sembrava sul punto di rispondere, anche se visibilmente intimorito dal
biondino, diede le spalle ai due, facendosi largo tra la folla e lasciando la
stanza.
Si chiuse la porta alle spalle, passandosi un dito
sotto gli occhi per fermare le lacrime, senza rovinarsi il trucco e rischiar di
sembrare un panda.
Idiota! Ma cosa gli ho fatto? Perchè cerca in tutti i modi di farmi
piangere? Pensò asciugando delicatamente l’ultima lacrima che
solcava il suo volto.
Ripresa la calma, sospirò. Tanto quella festa neanche mi stava divertendo...pensò,
scostandosi dalla porta.
Prese poi a camminare lentamente lungo il corridoio,
posando di tanto in tanto lo sguardo sulle porte incatenate al muro, polverose
e scure.
“ Mezzosangue” chiamò una voce odiosa alle sue
spalle, facendo risuonare i suoi eleganti mocassini
sul pavimento marmoreo del corridoio.
“ Vattene, Malfoy” disse
scocciata, senza voltarsi, continuando a camminare ma senza accelerare il
passo: non voleva dargli la soddisfazione di capire che in realtà voleva solo
fuggire.
Anche lui continuò a camminare
lentamente, mantenendo sempre la stessa distanza da lei.
“ Stai scappando in camera? Piccola babbanofila, sei rimasta traumatizzata da quello che ti ho
detto alla festa...”disse
sogghignando.
Hermione sbuffò,
cercando di mantenere un po’ di autocontrollo,
continuando a camminare.
“ Insomma, pensavo di divertirmi stasera a vederti
diventare ridicola alla festa ma, ahimè,
sarà per la prossima volta” aggiunse ridendo.
Hermione si
fermò, i pungi stretti lungo i fianchi, voltandosi.
Fece qualche passò per raggiungerlo, mentre lui,
sprezzante, con le mani in tasca, se la rideva di gusto.
“ Malfoy, sei un...” cominciò carica di rabbia, ma s’interruppe al suono di due
voci poco lontane, apparentemente appartenenti a due persone adulte.
“ Non è sicuro, lasciamo
stare...” disse la voce femminile, sconsolata.
“ Non preoccuparti, non ci vedrà nessuno.
Seguimi...” la rassicurò la voce maschile, più vicina.
I due ragazzi continuarono a fissarsi, per capire di
chi fossero quelle voci. Sembravano di due professori,
esattamente di...ma no, non era possibile!
“ E’ qui, al quarto piano” sussurrò la voce
dell’uomo, proveniente dalla scala a chiocciola.
Non erano al sicuro. I Corvonero
aveva fatto così tanti incantesimi alla sala del festino che non li avrebbero mai trovati. Ma loro, al
centro del corridoio, erano esposti e vulnerabili.
Hermione smise
di fissare gli occhi argentei di lui, guardandosi intorno, vedendo lui che
faceva lo stesso.
Istintivamente corsero dalla parte apposta, verso la
fine del corridoio.
“ Di là” sussurrò Hermione
poi, indicando una porta.
“ Non prendo ordini da una mezzosangue come te!”
disse, fermandosi d’improvviso.
L’istinto Gryffindor
prevalse, facendo prendere adHermione
il biondino per mano e trascinarlo con sé dietro un angolo dove c’era un
minuscola porta, socchiusa.
Draco cercò di protestare, ma Hermione lo condusse dentro chiudendo la porta.
Era minuscola, tant’è che
stavano praticamente premuti l’uno contro l’altra.
“ Insomma, ma che diavolo...”
“ Zitto Malfoy! Vuoi che
ci scoprano?” lo freddò Hermione, cercando di
scostarsi da lui, ma la stanza non permetteva alcun spostamento.
L’unico rumore erano i
passi che echeggiavano nel corridoio fuori, cadenzati e frettolosi, e i respiri
affannati dei ragazzi che invece rimanevano nelle mura di quel piccolo stanzino.
Hermione
arrossì, ma per fortuna l’oscurità in cui giacevano la
nascose. Si trovò a pensare che il profumo di lui le
invadeva la mente, la sua vicinanza le faceva palpitare il cuore, ma non lo
avrebbe mai rivelato a nessuno. Non avrebbe mai rivelato ad anima viva che in
realtà era attratta da DracoMalfoy.
E, a sua insaputa, il biondino stava pensando lo stesso, ringraziando il cielo
che lei non fosse una legilimens.
Quando il suono dei passi smise
di echeggiare nel corridoio, Hermione aprì di un
centimetro la porta, sbirciando all’esterno e Malfoy,
essendo più alto, spiava da sopra alla sua testa.
Due figure in penombra, leggermente di spalle,
avevano un mazzo di chiavi in mano e stavano aprendo una delle porte chiuse.
Quando l’uomo si voltò, aperta
la porta, a fissare la donna dietro di lui, la luce fioca delle fiaccole gli
illuminò il viso.
“ Piton!” dissero
all’unisono Draco e Hermione,
maledicendosi a vicenda per aver alzato troppo la voce.
Piton trascinò la donna
all’interno, che si guardò un attimo intorno, come per verificare che non ci fosse nessuno.
Appena si voltò verso le fiaccole murarie, i ragazzi
scoprirono anche la sua identità.
Tornarono
dentro, chiudendo la porta, e si appoggiarono sbalorditi al muro alle loro
spalle.
“ Cosa
diamine ci fanno Piton e la McGranitt
in giro per il castello a quest’ora, intrufolandosi
in una stanza chiusa da decenni, così...così...”stava per dire amorevolmente,
ma disgustato si trattenne dal pronunciarlo.
“ Non lo
so Malfoy...e non voglio neanche saperlo”
aggiunse con un punto di nausea Hermione.
šsšt›s›
Eccoci
alla fine di questo capitolo! Allora, vi è piaciuto? Un bacione
e un ringraziamento enorme a tutti quelli che recensiscono questa storia,
perché mi spronano a continuare anche quando penso “Oddio! Ho un sacco di cosa
da fare! Non riesco ad impegnarmi a scrivere un’altra storia!”. Infatti sono decisamente impegnata in questo periodo, con la
scuola, lo sport, i corsi extrascolastici e cose così. Ma riuscirò a continuare
e terminare questa ff!!
Capitolo 5 *** Questo castello è un labirinto! ***
šsšt›s›
Maciaoooo! Prima di tutto vorrei
scusarmi per il mio irragionevole ritardo, che poi di tanto irragionevole
non ha: mi sono successe più di quelle cose in questi pochi giorni, anche a
livello di salute! Sono stata impegnatissima, anche
con la scuola. Ma adesso eccomi qui, sperando che il
capitolo sia di vostro gradimento.
Buona Lettura!!
šsšt›s›
Era
qualche minuto che tra loro, stranamente, regnava il silenzio.
Qualche
sbuffo, ogni tanto, distraeva la loro attenzione dai rispettivi pensieri,
mentre cercavano di tenersi a debita distanza.
Hermionefece un passo silenzioso in avanti
aprendo di poco la porta per sbirciare la porta chiusa affianco a loro, quella
in cui precedentemente erano entrati Piton e la McGrannit.
Sembrava tutto tranquillo...forse ora potevano uscire.
“ Certo
che...” mormoròDraco come
tra sé e sé “...un ex Slytherin con un’ex Griffyndor...che schifo” aggiunse, disgustato.
“ Si,
infatti! Povera McGranitt” borbottò Hermione, ancora intenta a spiare oltre la piccola fessura
che aveva aperto.
“ Povera McGranitt?? Povero Piton! Insomma, con una vecchia acida e bisbetica come lei,
dedita solo allo studio...”asserì,
mettendosi la mani nelle tasche.
“ Non è
una vecchia acida e bisbetica! E’ una donna intelligente e piena di charme! Al contrario non so come abbia potuto innamorarsi di
Piton, quello schifoso di unpseudo-insegnante!” gli rinfacciò, voltandosi e
mettendo le mani suoi fianchi.
“ Cosa, osi difendere quella vecchiaccia? Forse al povero Piton avrà fatto pena...un uomo dotato di quel carisma e di
quell’aria austera e severa.
Freddo ed impassibile, geniale e distante da sciocche situazioni. Un uomo tutto
d’un pezzo!” disse, come se stesse parlando di sé.
“ Sisi, continua a difendere quel
viscido. Intanto deve ringraziare il cielo che una donna come la McGranitt
gli abbia permesso di avvicinarsi a lei! Non è un’oca come
le altre donne, è una persona in gamba e seria!” la difese,
come se in realtà stesse parlando di lei.
“ Certo, una vecchia frigida...” ghignò
lui, passandosi una mano tra i capelli.
Hermione
stava per rispondere infervorata, quando sentì delle voci poco distanti da
loro.
“ Severus, a me non sembra...”
“ Si Minerva, ti dico che sono le voci squillanti di due
ragazzi...e cosa ci facciano in giro a quest’ora lo
scopriremo presto” sibilò severo il professor Piton,
mentre dei passi cadenzati si avvicinavano al loro nascondiglio.
Hermione
si portò le mani alla bocca, soffocando un gemito di paura.
“ Per
Merlino, cosa facciamo?” sussurrò a voce bassissima.
“
Mezzosangue, cosa potremmo fare? Siamo in uno sgabuzzino
senza vie d’uscita, siamo fregati!” imprecò flebilmente.
“ Oddio,
ODDIO!!” imprecò a denti stretti, camminando avanti e
dietro per quel minuscolo stanzino, in cerca di un’idea.
“
Insomma, ci dev’essere una soluzione! C’è sempre!”
“
Mezzosangue, adesso non c’è nessuna soluzione. L’unica cosa di cui ho paura è
che quei due ci vedano insieme in uno sgabuzzino, potrebbero pensare male...”disse sogghignando.
“ Ma che
schifo!” mentì Hermione bloccando la sua furente
camminata, raggiungendoMalfoy
che stava comodamente appoggiato contro il muro.
“ Sai che
c’è?” disse, premendo una mano contro il muro, affianco alla vita del biondino “
Sei un...”ma non riuscì a
terminare la frase che la parete sotto il peso della sua mano sparì come d’improvviso
e si ritrovò a pressare la mano nel vuoto. Il secondo dopo le braccia di Malfoy le afferrarono la vita, trascinandola con loro in
avanti e poi giù, sul corpo del biondino disteso per terra.
La parete dietro di loro si richiuse immediatamente, come se non si
fosse mai aperta.
Infatti, quando Piton e la McGranitt
aprirono la porta di quello stanzino lo trovarono
vuoto, con qualche utensile poggiato in giro e dei mobiletti a ridosso delle
pareti, ignari che uno di quelli copriva proprio il passaggio da cui,
involontariamente, erano fuggiti due dei loro allievi migliori.
šsšt›s›
Mentre Hermioneveniva trascinata giù da Malfoy un istinto protettivo prevalse, facendole mettere le
mani dietro la testa del ragazzo, cosicché non la sbattesse al suolo.
Un tonfo,
si ritrovarono a terra, schiacciati l’uno contro l’altra.
“ Ahia!”
si lamentò lei abbracciata al corpo di Draco, mentre lui
ancora le cingeva la vita.
Alzò lo
sguardo e si ritrovò a fissare due splendidi occhi argentei.
Erano a
pochi centimetri l’uno dall’altra ma nessuno dei due
dava segno di volersi smuovere da quella posizione.
Nelle mente di Draco passarono tantissimi pensieri sul
perché lei avesse attutito la sua caduta, ma non riuscì a darsi una risposta. AncheHermione ebbe gli stessi
crucci e non trovare una risposta per lei era inammissibile.
Si
guardarono per alcuni minuti: le labbra vicine, i battiti risuonavano
all’unisono.
Quando
poi sembrarono prendere coscienza delle loro posizioni, si alzarono in fretta,
seccati.
“
Insomma, perché diavolo mi hai trascinato giù con te!” iniziò Hermione mentre
si spazzolava con le mani il vestito grigio perla.
“ Stavo
cadendo, mi sono aggrappato alla prima cosa che avevo a portata di mano!”
disse, sistemandosi la camicia.
Hermione
sbuffò e con un colpo di bacchetta accese le fiaccole murarie, aiutando la luna
nel suo lavoro d’illuminazione.
Poi voltò
lo sguardo intorno, interdetta.
Erano in
una stanza grandissima, dal soffitto alto come quello di una cattedrale, le
finestre tutto intorno agli archi che sovrastavano l’intero perimetro
circolare. Scaffali erano disposti ordinatamente, ma anche se era tutto
conservato alla perfezione, quella sala aveva l’aria di essere
molto vecchia.
“ Una
Biblioteca...” biascicò affascinata la ragazza.
“ Ti
sbagli. Secondo me è un ufficio, un immenso ufficio
annesso a Biblioteca. Guarda li infondo, c’è una
scrivania con delle pergamene” disse austero il biondino.
“ Quindi
abbiamo azionato un passaggio, la parete si è spostata
e siamo finiti in questo posto...” ragionò lei,
facendo qualche passò lento mentre i suoi occhi facevano un rapido esame
dell’ambiente.
Malfoy
intanto, continuando a guardarsi intorno, arrivò alla scrivania, prese alcune delle
pergamene poggiatevi e le srotolò velocemente.
“ Che
diamine stai facendo?!” lo raggiunse Hermione, sconvolta.
“ Sbircio
queste pergamene, Granger” fece lui in tutta la sua
naturalezza, con un alzata di spalle.
Hermione,
come sempre ligia al dovere, trovò quell’azione così
irrispettosa che non volle neanche guardare. Scorse l’orologio a pendolo,
addossato alla parete infondo.
“
Diamine, è l’una di notte!” esclamò, camminando verso l’orologio, in mezzo a
due file di alti scaffali.
Malfoy
era distante, quindi forse non era riuscito a sentire le sue parole. Hermione accarezzò con le dita le copertine dei volumi,
continuando a camminare lentamente, estasiata.
Tutti
quei libri, si sentiva così felice!
“ Granger, secchionaso-tutto-io, chi è MaloneyMoon?” chiese Malfoy di punto in
bianco, facendo echeggiare la sua voce fino alle orecchie della ragazza.
“ Il
fondatore di questo castello, stupido!” esclamò lei di rimando, leggendo
qualche pagina di un vecchio volume appena trovato.
“ Qui ci
sono delle pergamene che ne parlano” asserì dall’altra parte il biondino.
Ma certo! Forse diranno qualcosa in più...pensò la ragazza curiosa, mentre a passo
svelto si avvicinava al posto in cui si trovava il biondino.
“ Fa
vedere...” disse, vedendolo con delle pergamene tra le
mani, appena ebbe svoltato l’angolo.
Malfoy
con un’alzata di spalle le mostrò alcune pergamene che Hermionesbirciò in pochi minuti.
Questo spiega
molte cose...dovrò documentarmi di più. Pensò poi, finendo di leggere
alcune righe.
“ Doveva
essere il suo rifugio segreto” disse, tra sé e sé, sognante.
Le porterò con me...ragionò poi, arrotolandole al meglio
mettendole in una borsa vecchia a tracolla appoggiata sulla scrivania, che
indossò.
“ Ma che diamine fai?”
“ Mi
servono...e poi a te cosa interessa?!” sbottò Hermione, voltandogli le spalle.
“ Ad ogni
modo dobbiamo trovare un uscita da questo posto, non
possiamo passare la notte qui!” aggiunse, guardandosi in giro mentre riponeva
le pergamene.
“ E perché no? Questo posto è così interessante...e poi
immagini la storia: due ragazzi che si odiano scappano, finiscono tramite un
passaggio segreto in una vecchia Biblioteca, poi lui, bello e affascinante
seduce la ragazzina brutta ed antipatica che alla fine viene
uccisa da MaloneyMoon, che
ritorna in vita dalla tomba...” raccontò con enfasi,
gesticolando a mezz’aria.
Hermione
si voltò, lo squadrò e poi alzò gli occhi al cielo.
“ Deficiente...”
mormorò fra sé e sé.
L’ora
dopo la passarono a setacciare tutti gli angoli della
sala, dietro un’imponente statua, accanto a dei quadri molto grandi, dietro gli
scaffali, vicino al muro.
“ Ma questo castello è un labirinto!” esclamò esasperata Hermione, lasciandosi cadere per terra e portandosi le
gambe in grembo, la tracolla ancora infilata.
Malfoy
la raggiunse, portando notizie negative.
Poi
iniziò a fissarla con un misto di stupore e derisione.
“ Cosa diavolo hai da guardare?” fece lei, alzando un
sopracciglio.
“ Niente,
se in genere giri con la gonna alzata per il castello, mettendo in bella mostra
tutto quanto” sogghignò mentreHermione
si accorgeva della gonna che si era pericolosamente alzata fino alla vita e che
le aveva scoperto tutto.
Si alzò
sbuffando, superandolo, mentre lui se la rideva soddisfatto, facendo un altro
giro di perlustrazione. Ogni tanto sbirciava le pergamene che aveva nella
borsa, curiosa.
“ Malfoy! Vieni di qua, ho scoperto
qualcosa...” disse poi, dubbiosa.
“ Infatti, proprio come pensavo!” aggiunse, mentre il ragazzo
le appariva alle spalle e lei premeva una pietra più sporgente del muro accanto
all’orologio a pendolo, facendo aprire una porticina.
Si voltò
con aria altezzosa, scoccandogli un’occhiata della serie Hai visto?!prima
di sparire oltre la porticina.
“ Granger, non ti vantare, l’avrei trovata anche io” disse
avanzando con le mani in tasca e sparendo anche lui oltre la porticina, che si
chiuse immediatamente dietro di loro.
šsšt›s›
Dopo aver
attraversato vari corridoi strettissimi, tenendo la testa abbassata, a volte
camminando anche a quattro zampe, chiedendosi se era veramente quella la strada
giusta, si fermarono davanti ad un muro, dove da uno spiraglio filtravano della
luce.
Hermione
si alzò di poco, tenendo la testa bassa, e sbirciò oltre la fessura: l’immagine
del corridoio del terzo piano, ai sui lati erano
disposte le camere, le risollevò l’animo.
Ma come
diavolo facevano ad uscire adesso?
“ Siamo
al terzo piano” annunciò lei, scrutando.
“ Fa
vedere!” esclamò lui, spostandola e guardando oltre il buco.
“ Ehi!
Con più delicatezza la prossima volta!” si lamentò, guadagnandosi uno sbuffo da
parte del biondino.
Draco
appoggiò le mani al muro, per vedere meglio, ritrovandosi a toccare qualcosa di
morbido.
“ Ma questa non è una parete, è una tela...un quadro!” asserì
poi, mettendo entrambi le mani sulla superficie e facendola scorrere.
In pochi
secondi la luce invase lo stretto corridoio dove si trovavano, mentre il quadro
veniva spostato.
“ Su
mezzosangue, passa” disse sbuffando, mentre manteneva il quadro.
Hermione
lo guardò un attimo interdetta, poi si aggiustò la
tracolla prima di uscire dal buco del ritratto. Dopo alcuni secondi fece lo
stesso Malfoy, chiudendoselo alle spalle. Il buchetto
da cui avevano sbirciato era un foro posto nell’occhio
sinistro di un conte ritratto sul quadro.
“ Grazie”
mormorò con voce appena udibile Hermione, guardando
dinanzi a lei.
“ Sono
sempre un gentiluomo, infondo” rispose lui, le mani in tasca con fare indifferente.
Hermione
sorrise, inevitabilmente, ma non riuscì a spiegarsi il motivo.
“ Perché...sei così arrogante con me come alla festa, con Marcus, mentre in alcuni momenti mi rispondi civilmente?”
chiese di punto in bianco, quando furono davanti alle rispettive camere.
Draco
si girò a guardarla, quegli occhi color nocciola lo facevano
quasi rabbrividire.
Avrebbe
potuto dirgli che alla festa di quella sera si era
sentito ribollire dentro quando quel Belbi le aveva
chiesto di ballare facendole delle avances e che pur
di allontanarlo da lei l’aveva trattata così male. Forse era solo possessivo...forse.
Forse perché aveva notato lui stesso la Granger,
fuori al balcone delle loro camere, prima di quello stupido. Eppure
lei lo aveva sempre attratto, in un certo qual modo: la sua intelligenza, il
suo coraggio, la sua argutezza, la sua intraprendenza, il suo carisma.
E poi era
una bella ragazza, semplice, da definire acqua e sapone, ma
bella. Avvolta in quel vestitino poi, così delicato e soffice, con quella
tracolla abbandonata lungo la spalla che s’intrecciava con la vita.
Avrebbe
voluto dirle tante cose, ma dalla sua bocca non uscì
alcun suono.
Solo dopo
un minuto di silenzio, in cui si fissarono intensamente lui distolse lo guardo, mettendo una mano sul pomello della sua porta.
“ Mi
piace il grigio perla” mormorò solo, prima di sparire.
QuandoHermione entrò nella sua camera e si richiuse la
porta alle spalle, fece uscire dalle sue labbra l’aria trattenuta così a lungo.
Pian
piano anche le sue guance tornarono del colorito originario.
Si fermò
a pensare alle sue ultime parole, a quello sguardo così intenso.
Mi piace il grigio perla continuava a pensare, mentre si toglieva la
tracolla, appoggiandola sulla scrivania e mentre appoggiava con delicatezza insolita
il vestitino del medesimo colore, ad una stampella.
Si andò a
dare una ripulita in bagno, indossò il pigiama e si sedette sul letto a gambe
incrociate, con il cuscino stretto in grembo, ripensando. Il suo sguardo vagò
verso la portafinestra, notando una luce proveniente da destra che illuminava
un pezzo del balcone.
Quando
sparì, forse perché Malfoy dalla camera affianco aveva
spento le luci, si distese ancora pensierosa.
Erano le
tre e mezza di notte, ma non accennava a prendere sonno.
Ripensava
al grigio perla, quel colore così bello e particolare.
Nell’altra
stanza un Draco confuso aveva gli stessi pensieri.
E forse
entrambi, prima di cadere tra le braccia di Morfeo, erano
giunti alla stessa conclusione:
Infondo il grigio perla è colore dalle mille sfaccettature. E’ l’unione di due mondi: del
grigio, colore per sé scuro e tetro, con la lucentezza di una perla, una perla rara.
La perla ravviva
il grigio, così come il grigio rende colorata la purezza di una perla.
Ecco perché adoro il grigio perla...
šsšt›s›
Fine V
Capitolo! Piaciuto? Insomma, non so se si è capito il fatto del grigio perla...ihihih!^^ Ad ogni modo, un ringraziamento speciale come
sempre va a tutti quelli che mi recensiscono ogni volta! Grazie, mi fate venire
voglia di continuare, anche tra i mille impegni!*________________*
Salve a tutti! Chiedo perdono per il mio immenso ritardo, ma
veramente impegnata con la scuola, lo sport e dei “incidenti di percorso”,
diciamo, di salute e altro. Ma eccomi qui! Meglio
tardi che mai, vero? Quindi ecco a voi il VI capitolo,
sperando sia di vostro gradimento. E’ decisamente più
lungo dei precedenti, ma non volevo spezzarlo tanto da renderlo poco
scorrevole.
Bacioni,
Erin.
šsšt›s›
Il sole
avvolgeva la stanza con luce pacata e calda, filtrava
nel vetro delle portafinestra per poi diradarsi a ricoprire e disegnare i
contorni dei mobili, risalire su per il letto e accarezzarle il corpo ancora
assopito.
Con uno
sbadiglio si voltò dall’altro lato mentre un occhio
faceva capolino da sotto le coperte, ammirando la splendida giornata di fine
settembre.
Mise
svogliatamente un piede fuori dal letto, avvolta nel
sua pigiama rosa a pantaloncini e canottiera, fino a dirigersi nel bagno dove
si lavò riprendendo conoscenza.
Uscita
infilò dei jeans ed una maglietta a tre quarti color
porpora, i ricci semplicemente liberi sulle spalle, prese una tracolla e mise
alcuni libri all’interno: quel giorno sarebbero iniziate le lezioni. Non sapeva
che materia avrebbe avuto quella mattina, quindi decise di portarsi tutti i
libri per evenienza. La borsa, dopo qualche minuto, divenne pesantissima. Hermione la guardò con occhio scettico, prima di metterla
in spalla e uscire fuori dalla stanza.
Prima di
uscire rivolse un’ultima occhiata alle pergamene appoggiate sulla scrivania.
Tutto nella sua mente scorse come una sequenza d’immagini: lo stanzino, il
passaggio segreto, l’ “involontario” abbraccio,
l’antica Biblioteca, le pergamene, i bui corridoi...fino ad arrivare al loro
saluto prima di entrare nelle rispettive camere. Un sorriso inevitabilmente
tinse di rosso le sue guance, poi scrollando la testa come per scacciare via
quel pensiero uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Stava per
imboccare le scale quando il pensiero di Harry e Ron sicuramente ancora assopiti le fece fare
retro-front.
Arrivò
alle due porte affianco e busso contemporaneamente.
“ Su
poltroni! Svegliatevi!” gridò da fuori al centro tra le due porte.
Arrivarono
solo mugugni in risposta, così continuò a bussare
nervosamente.
“
Insomma, svegliatevi!!” esclamò ancora, mentre dei
passi dall’interno la fecero smettere di bussare.
La porta
di destra, quella di Harry, si aprì di poco, seguita
dopo alcuni minuti da quella di Ron, a sinistra.
“ Lo
sapete che sono le 8.00?” gridò, facendo capolino prima
da Harry.
“ Le
lezioni cominciano tra dieci minuti!” esclamò poi esasperata da Ron, infilando solo la testa nella porta, mentre un piede
batteva frenetico e le braccia erano incrociate al petto.
Aspettò
qualche minuto fuori, dopo che i due le ebbero detto
che andavano a lavarsi e vestirsi.
Era
osservata: la tracolla pesante incrociata al busto e le guance rossastre come
la bocca, per la temperatura settembrina.
Sentì dei
passi alla sua sinistra venire verso di lei. Non ci
fece subito caso, pensava fosse una qualsiasi persona
che stava attraversando il corridoio per arrivare alle scale e scendere giù,
per le lezioni.
Infatti
era una persona. Ma non una qualsiasi.
“
Mezzosangue” si sentì chiamare, prima di voltarsi verso un biondino avvolto in una camicia bianca, con una cravatta allentata verde scuro.
“ Malfoy” disse solo, mentre lo guardava avvicinarsi
lentamente, prima di fermarsi a pochi centimetri da lei.
Draco
si avvicinò pericolosamente alla sua figura, senza toccarla, ma avvicinando le
labbra al suo orecchio.
“ Devo
parlarti...” le sussurrò. Poi così come si era avvicinato si allontanò, privandola del suo calore,
privandola della sua presenza.
Fece
qualche passo verso le scale, dandole la schiena, le mani in tasca. Poi si
fermò e alzò la testa sopra la spalla destra.
“ Verrò
io, dopo le lezioni. Resta al castello” disse solo, poi tornò
a guardare davanti a sé e a camminare.
Con la
sua solita aria indifferente e disinteressata, poi, sparì oltre le scale.
Hermione
stupita seguì la sua figura finché non sparì, persa nei suoi pensieri. Cos’era preso a DracoMalfoy? Ma soprattutto...cosa
c’era di così importante di cui lui voleva parlare proprio con lei?
šsšt›s›
Incuriosita
e pensierosa non si accorse che i due amici erano appena usciti dalle
rispettive stanze.
“ Terra
chiama Herm, qui generale Ronald”
disse improvvisamente una voce di fronte a lei, facendola voltare verso
l’amico.
Harry
scoppiò a ridere, mentre Hermione sbuffando si accodò
a loro. Per fortuna non avevano capito chi fosse il
protagonista dei suoi pensieri! Insieme, poi, arrivarono nell’atrio, dove molti
studenti avevano formato dei gruppetti per chiacchierare.
Prima
passarono per la Sala
Grande per fare colazione.
Mangiato
qualcosa velocemente, uscirono per andare a seguire la lezione del giorno.
Per tutto
il tragitto Hermione ripensò a quella frase: chissà
cosa aveva da dirle. E poi era sinceramente stupita
che Malfoy si fosse rivolto in modo normale nei suoi confronti. Certo, non amichevole,
ma nemmeno ostile. Era così cambiato solo dopo una notte passata insieme?
Si portò
una mano alla bocca...una notte passata
insieme. Sembrava una frase a doppio senso!
Rise tra
sé e sé attirando l’attenzione di Harry.
“ Anche tu l’hai notato?” chiese il moro divertito.
Notato?! Notato cosa??
Harry
continuava a ridere di gusto, seguito da Ron. Così Hermione si ritrovò ad alzare lo sguardo ed a notare un
folletto canterino dall’aria molto simpatica.
Si calmò notevolmente quando capì che l’attenzione di Harry era rapita dalla quella figura, perché forse aveva
pensato che anche lei rideva per quello.
Il
folletto, vestito di verde e porpora, era a mezz’aria e canticchiava ed
indicava la via da prendere per l’aula delle lezioni.
Essendo infatti un centinaio e dovendo seguire un’unica lezione al
giorno di due ore, tutti i ragazzi furono mandati verso il corridoio destro,
oltre la Biblioteca,
in un’ Aula Magna, con poco più di cento posti.
Entrando,
i tre notarono che già molti avevano preso posto e
chiacchieravano. Borse, libri, calderoni, bacchette e fiale era
sparsi sui banchetti. L’intera aula era strutturata su livelli, così che tutti
potessero vedere bene: come una scalinata fatte di
mezze lune, ed erano posti dei banchi singoli su ogni scalone arcuato.
Giù, al
centro, c’era una cattedra con una lavagna alle spalle, una libreria, una
dispensa e un proiettore.
Grandi finestrone ad archi ogivali circondavano il perimetro,
illuminando l’ambiente mattutino, mentre qualche ultimo ritardatario prendeva posto. Ovviamente Hermioneprese posto ai primi banchi seguita di controvoglia da
Harry e Ron che avrebbero
preferito stare più lontani possibile, soprattutto dopo l’ingresso di una
professore a loro particolarmente antipatico.
SeverusPiton, infatti, fece il suo ingresso dal basso, da
una porticina di legno scuro intarsiata, avvolto in un mantello nero che si
tolse, sistemandolo su un appendiabiti, rivelando di essere vestito
completamente di nero, come il suo solito.
Si
aggiustò una ciocca di capelli e con aria severa e perfida si posizionò davanti la cattedra, scrutando l’aula ed i ragazzi
con sguardo arcigno.
Hermione
scrutò la figura del professore, pensando alla sera
trascorsa e a quanto ardore e amore sprizzava quel corpo, ora arcigno e cupo.
Pensava alla sua figura, avviluppata alla McGranitt e
un moto di disgusto le salì immediatamente in gola.
Si voltò
verso sinistra dove Harry e, di seguito, Ron stavano prendendo i libri dalle rispettive borse. Avrebbe
dovuto dirglielo ma non voleva...il perché non
riusciva a spiegarselo neanche lei. Forse il motivo era DracoMalfoy. Era con lui che aveva visto i due professori,
era con lui che aveva trascorso quella sera da “fuggiaschi”, era con lui
che...insomma! Non voleva condividere questa scoperta con nessuno! Sembravano
pensieri assurdi, a cui non riusciva a dare una spiegazione.
Distolse
lo sguardo dai suoi migliori amici, tornando a fissare avanti a lei. Più in la, notò, era seduto anche il biondino, attorniato da molti Slytherin come Zabini e Nott. Svogliatamente aveva la camicia bianca aperta di
qualche bottone, la cravatta allentata e i capelli in disordine sulla
fronte...ma anche con quell’aria “trasandata” era
l’emblema dell’eleganza.
“
Stamattina seguirete due ore intense di Pozioni” risuonò la voce di Piton, zittendo qualche ultimo chiacchierone.
“ Qui, in Nuova Zelanda, come vi è stato detto, esistono, nella
fauna e nella flora, specie mai viste da voi comuni mortali” iniziò presuntuoso,
camminando lentamente verso la dispensa.
“ Quest’oggi studieremo una Pozione molto complicata, che
dubito riuscirete a produrre; distillata dal Mulehiro,
questa Pozione implica l’aggiunta di altre sostanze
minerarie molto rare...” disse, prendendo degli
ingredienti dalla dispensa.
“ La
dispensa è a vostra disposizione. Vedete di non combinare nessun disastro” alluse, notando Neville che si era alzato per andare verso
la dispensa.
I ragazzi
presero appunti sulla preparazione della Pozione, andando a rifornirsi di calderoni
e d’ingredienti.
Hermione,
emozionata e volenterosa come sempre, esaminò bene la lista d’ingredienti da
prendere e si catapultò verso la dispensa. Scendendo le scale fino all’atrio
circolare, notò anche Malfoy che svogliatamente
scendeva, con un biglietto scarabocchiato tra le mani.
Lo sto fissando troppo, basta! Si disse, mentalmente.
Arrivata
davanti la dispensa, prese a consultare la lista. Immersa com’era nella lettura
e nella scelta delle varie fiale, non notò la presenza del professore al suo
fianco.
“
Signorina Granger” sibilò,
malvagiamente “ credevo stamani non avrebbe preso parte alla mia
lezione. Dopo che la notte scorsa ha fatto le ore
piccole, s’intende...”
Hermione
alzò lo sguardo, tremante, con una fiala tra le mani, puntando i suoi occhi
dorati in quelli neri del suo professore di Pozioni.
“ La
notte scorsa? Fatto le ore piccole in che modo, poi? ” fece fingendosi
contrariata, mantenendo la calma.
Piton
sogghignò.
“ Ma certo” asserì, alzando un sopracciglio, mentre un sorriso
malevolo era dipinto sulla sua faccia.
“ Quindi lei non sa nulla di un festino a notte fonda al
quarto piano?”
“ Non
vedo perché dovrei” rispose solo, continuando distrattamente a prendere delle
fiale dalla dispensa.
Hermione
si rilassò mentalmente capendo che intendeva alludere al festino e non alla sua
avventura con DracoMalfoy.
Piton
sembrò deluso, ma non si risparmiò dall’aggiungere “ Lei mi nasconde
qualcosa. La terrò d’occhio.”
“
Professore, ma perché proprio io? Le giuro che...”
“ Mi era
sembrato di scorgere una chioma bruna come la sua, ieri
sera...sul tardi. Al quarto piano.” aggiunse infine,
allusivo. Poi si allontanò dalla ragazza, silenzioso.
Hermione
sprofondò nell’angoscia, mantenendo all’esterno quell’insolita
calma. Davvero l’aveva notata? Alla sua sinistra vide Malfoy
fissarla di nascosto, come se avesse capito cosa Piton
aveva insinuato alla grifondoro.
Silenziosamente,
tornando verso il banco, iniziò a mettere, spezzettare e girare gli ingredienti
con la lista affianco. La preparazione era lunga, infatti lei fu la prima a finire, dopo un’ora e mezza,
mentre altri finirono proprio allo scoccare della fine della seconda ora.
QuandoPiton passò tra i banchi, non poté esimersi
ovviamente dal darle il voto più alto. Anche se poi i voti non venivano presi in considerazione davvero, anche se influivano
molto sui M.A.G.O. che si sarebbero tenuti quell’anno.
šsšt›s›
Quando il
professore li congedò, un’orda di ragazzi uscì dall’Aula Magna, chi dirigendosi
verso i giardino, chi verso i dormitori, chi verso la
Sala Grande, chi in giro per il castello:
avevano la giornata libera.
Arrivò la McGranitt
velocemente nell’atrio, dicendo ai ragazzi che quel giorno avrebbero potuto
fare un giro all’esterno del castello o nella città vicina, se volevano. In tal
caso, le carrozze, dopo quattro schiocchi di dita, sarebbero apparse davanti al
portone principale.
“ Per chi
volesse, bastano perciò quattro schiocchi delle dita
della mano destra e una carrozza apparirò per i vostri spostamenti. Voglio che
solo le carrozze siano usate come mezzo di trasporto, perché sicure e
controllate. E così ogni giorno. Le carrozze si possono
chiamare in ogni momento ed a qualunque ora. Certo, oltre le 20.00 è severamente vietato lasciare il castello ed infatti, per
quelli che usciranno, il coprifuoco sarà proprio alle 20.00. E’
tutto, potete andare” spiegò la McGranitt, congedandosi
e fermandosi a parlare con alcuni ragazzi di Corvonero.
Anche in questa occasione Hermione non poté
trattenersi dall’immaginarsi nuovamente la scena della McGranitt
avviluppata al corpo di Piton...che orrore.
Harry
e Ron, quando la McGrannitt
si liquidò, pensarono subito fosse un’idea splendida, maHermione, con una scusa, disse che proprio quel
giorno aveva un leggero mal di testa, e che non le andava di visitare la città.
Doveva
trovare una scusa per restare al castello e parlare con Malfoy,
dopotutto. E poi ci saranno state altre occasioni per
visitare il paese.
“ Ma voi andate, insomma, vi annoiereste. Io devo ripetere alcune cose, voglio fare delle ricerche.
Tranquilli, vi aspetto qui.”
“ MaHermione!” protestò Ron, seguito da Harry.
“ E poi è
vero che ho un forte mal di testa” aggiunse lei, speranzosa che i due abboccassero.
“ Allora
mi prometti che riposerai?” fece Harry, minacciandola
amorevolmente.
Hermione
rise. “ Ma si, tranquillo.”
E così
sparì dalla vista dei due diretta al dormitorio.
Malfoy
aveva detto che sarebbe stato lui a trovarla, quindi
non vide perché rendergli il compito più facile gironzolando passivamente per
il castello. Insomma, non si sarebbe spinta fino a questo punto per farsi
parlare. Se voleva, sapeva dove trovarla.
E poi la
voglia di esaminare al meglio quelle pergamene che aveva
trovato la scorsa notte era troppa. Salendo a due a due i gradini delle scale,
arrivò al terzo piano aprendo velocemente la porta della sua camera.
Buttò la
tracolla sul letto, prese una fermaglio a farfalla per
fermare i capelli e andò ad aprire la portafinestra, per fare passare un po’
d’aria in quella stanza vuota.
Il letto era stato fatto, tutto era sistemato alla perfezione. Le
pergamene erano ancora nascoste sotto un piano dell’armadio: per fortuna non
aveva cambiato posizione, segno che nessuno aveva scoperto quel nascondiglio.
Le prese
e si sistemò comodamente sul letto, distesa. Erano una diecina, arrotolate con nastri verde-scuro o neri, bruciacchiate talvolta,
consumate, ma per fortuna leggibili.
Come se
stesse profanando una chiesa, con timore reverenziale, srotolò la prima
pergamena.
Un folata
di vento tiepido le solleticò il collo scoperto, ma per fortuna indossava
ancora la maglietta a V porpora e i jeans che la
tenevano calda: l’aria, talvolta, tendeva a raffreddarsi.
“ Carina
questa stanza, anche se la mia è decisamente
migliore...” fece una voce proveniente dalla soglia
della portafinestra, facendo voltare Hermione verso
quella voce ormai familiare.
“ Malfoy!” disse, sorpresa, mettendosi a sedere a gambe
incrociate sul letto, mentre lui avanzava e si guardava intorno.
All’
improvviso i suoi occhi argentei si posarono su di lei, poi sulle pergamene che
aveva davanti.
Le scrutò per qualche secondo, poi tornò a fissare la figura di
Hermione.
“ Piton sa qualcosa?” fece, rompendo il silenzio.
Hermione
si mise a sedere verso di lui a gambe incrociate, mentre giocava con un
ricciolo ribelle.
“ Spero
di no. Hai sentito quello che mi ha detto stamattina,
in Aula Magna?” chiese poi, mentre il biondino prendeva
posto su una poltrona proprio di fronte a lei.
“ Si.
Credo volesse solo prendersela un po’ con te. Non può averci visto” ragionò, guardandosi intorno.
“
Stamattina mi sono alzato alquanto presto...”continuò, sempre guardando altrove, senza preamboli. Non era
nel suo stile.
Hermione,
capendo che stava per parlare su quello che doveva dirgli, si distese a pancia
in giù, le mani a reggere il mento, come chi ascolta
la storia di un’anziana signora davanti allo scoppiettare della legna di un
camino acceso.
MaDraco non sortiva proprio lo stesso effetto: era freddo e
glaciale. Anche quando sembrava stesse facendo una
conversazione piuttosto normale con te, cercava di mantenere sempre una certa
distanza. Era però ammaliante, anche quando ti guardava soltanto, con quegli
occhi penetranti che sembrava ti stessero scavando fin
dentro l’anima. E le sue parole, con quel timbro di
voce, ti rapivano: come un incantatore.
Qualche
secondo di silenzio, poi riprese a parlare.
“ Sono
salito al quarto piano. Ieri sera correndo avevo notato una cosa, ma nella
fretta non ho avuto il tempo di appurare i miei
sospetti” spiegò, poi si alzò e si diresse verso la porta.
La aprì e
si voltò sulla soglia. “ Vieni con me” disse, poi sparì
dalla vista di Hermione.
Qualche
secondo dopo la ragazza si era infilata le scarpe, delle AllStar color porpora, come la maglia, ed era già fuori.
Guardò
prima a destra, poi a sinistra e lo vide, dirigersi verso la scala a
chiocciola, con il suo solito passo elegante e austero.
Con una
piccola corsetta lo affiancò guardandolo, ma lui continuò a camminare
imperterrito, fino all’imbocco delle scale.
Salirono
al quarto piano, che anche con la luce del giorno era in penombra, avendo una
sola grande finestra dai vetri oscurati dirimpetto a
loro, alla fine del largo corridoio.
Svoltato
un angolo, presero un piccolo corridoio secondario, sorpassando la stanzino protagonista delle loro avventure nella scorsa
notte. Le solite porte serrate con lucchetti e strani marchingegni rapirono l’attenzione
di Hermione, che per poco non finì addosso al
biondino che si era fermato davanti ad un muro apparentemente normale.
La
ragazza lo guardò con aria interrogativa, poi lui riprese a parlare. Era uno
squarcio di muro più largo degli altri spazi tra una porta e l’altra. Sulle
pietre miliari c’erano cinque fiaccole murarie della medesima grandezza.
“ Vedi questi fiaccole?” chiese lui, prendendo la bacchetta dalla
tasca dei jeans scuri.
Hermione
annuì.
“ Sono
solo un’ illusione” disse, mentre alzava la bacchetta
e pronunciava “ Revelio!” facendo scomparire le
fiaccole, che si dissolsero come nel nulla, mentre appariva una sola fiaccola
serpentina di media grandezza, non illuminata.
“ Che diavolo significa?” chiese Hermione,
mentre si avvicinava e sfiorava con le esili dita il contorno di bronzo della
struttura.
“ Un
passaggio segreto Granger. Ti credevo più sveglia”
sogghignò, mentre dopo uno sbuffo da parte della ragazza, abbassò la sporgenza
a forma di serpente e il muro si aprì, come una porta scorrevole.
Hermione
rimase pietrificata vedendo il muro aprirsi, mentre venivano
rivelate delle scale che portavano verso il basso, e si perdevano
nell’oscurità.
“ Come
hai fatto a scoprirlo? Insomma, a prima vista sembravano solo semplice fiaccole!” chiese, mentre con qualche passo si
portava alla cima di quelle piccole scale, cercando di guardare attraverso
l’oscurità dove portassero.
“ L’ho
scoperto e basta. Cosa diavolo te ne frega?!” sbottò,
come se Hermione avesse detto una cosa orribile.
La ragazza
si voltò verso di lui, qualche passo dietro di lei.
“ Scusa!”
fece, offesa. “ Certo che con te non si possa proprio avere una conversazione
normale! Anche quando c’è un barlume di speranza, si
finisce sempre per litigare. Se un...”
“ Insomma
Granger! Parli troppo, lo sai vero?”
chiese scocciato, mentre la superava e si apprestava a scendere le scale.
Hermione
guardò le sue spalle muoversi e sparire nell’ombra, con le mani sui fianchi e
con aria imperiosa.
Ma chi crede di essere??Pensò, indispettita. Poi si guardò intorno, pensandoci su qualche
minuto e fece un passo verso le scale.
Erano
visibili solo i primi scalini, poi tutto buio.
“ Malfoy?” chiamò nelle scale, la voce
incrinata dall’ansia risuonò come un eco. Ma
non arrivò nessuna risposta.
Così
ripensò a tutte le avventure affrontate con i suoi due migliori amici e si fece coraggio dicendosi che delle semplici scale non
dovevano essere così pericolose.
Fece un
passo sul primo scalino, ma all’iniziò esitò. Poi
risoluta prese a scenderli con la dovuta accortezza, sparendo nel buio dopo
qualche secondo.
Un rumore
di pesante macigno riecheggiò in quel passaggio, quando la porta si richiuse
alle sue spalle.
Spaventata
si voltò: ora era completamente immersa nel buio.
Non vedeva nulla, non sentiva nulla. Aveva paura di muoversi
perché avrebbe potuto farsi male.
Ma chi me l’ha fatto fare??!Continuava a maledirsi mentalmente, mentre qualche gemito di protesta
risuonava nelle scale.
Prese la
bacchetta e pronunciò “ Lumos!” così che si sprigionò
una fievole luce proveniente dalla sua bacchetta.
Arrivò al
termine delle scale, trovandosi in una stanza circolare, con sei porte
incastonate nella parete. Con la mano sinistra si spazzolò i vestiti, mentre
con la bacchetta ancora alzata che emanava luce, si guardava intorno alla
ricerca di Draco.
“ Malfoy?” lo chiamò, nervosamente, ma per l’ennesima volta
non ebbe risposta.
“ Non è
divertente Malferret! Dove sei? Perché
mi hai portato qui? Cosa dovevi mostrarmi?” gridò,
parlando alla sala, mentre continuava a guardarsi intorno.
“ Malfoy, insomma!!” esclamò,
infastidita.
Un
brivido gelido le sfiorò il collo scoperto dal fermaglio, mentre una mano
andava a posarsi sulla sua esile vita.
Hermione
cacciò un urlo voltandosi d’improvviso, impaurita, mentre un DracoMalfoy leggermente
accigliato la fissava senza capire.
“ Cosa hai?” chiese, alzando un sopracciglio, mentre accendeva
le fiaccole murarie con la bacchetta.
Hermione
quindi mise fine all’incantesimo di Lumos, mettendo la sua bacchetta in tasca.
“ Avuto
paura, Granger?” chiese dopo, sogghignando, mentre
lei riprendeva fiato e si allontanava da lui.
“ No, per
niente” mentì, mettendo le mani sui fianchi. “ Ma ti
stavo chiamando, e mi stavo innervosendo non trovandoti!”
Draco
rise divertito, mentre la osservava guardarsi in giro
incuriosita.
“ Ero
sceso per esplorare il luogo stamattina ed ho trovato
delle cose. Seguimi” disse poi, incamminandosi verso una porta.
“ Alohomora” mormorò poi, mentre un rumore metallico interno
dava segno che il chiavistello si era aperto.
Hemione
lo seguì, entrando in quella stanza, stando vicina a lui
mentre si guardava intorno. Si sentì osservata, quindi voltandosi si
trovò davanti a due occhi d’argento maliziosamente provocanti.
“ Non mi
stare troppo vicinoGranger,
potrei pensare che ti piaccio” fece lui prendendola in giro, beccandosi uno
sbuffo e una linguaccia dalla ragazza.
La stanza
era piuttosto piccola, il soffitto però era alto da
dove pendeva un grande lampadario ricoperto di polvere.
Addossati
alle pareti vi erano dei mobili in legno scuro,
anch’essi ricoperti da un fitto strato di polvere, i vetri delle dispense
s’erano scuriti, gli oggetti per la maggior parte rotti che riempivano questi
scaffali erano attraversati da ragnatele e liquido incrostato.
Il pavimento
distrutto in più punti sembrava recare segni di bruciato, come anche il tavolo
addossato alla parete di fronte ai due ragazzi. Sul tavolo c’era una pergamena
aperta fermata con un pugnale, che attirò subito l’attenzione di Hermione.
“ Ma cos’è questo posto?” chiese, mentre si allontanava dal
Principe delle Serpi, rapita.
“ Ricordi
la Biblioteca
della notte scorsa? Non era quello il nascondiglio di MaloneyMoon, ma questo” disse, mentre la affiancava
scrutando la pergamena. Era una mappa del castello, minuziosamente descrittiva.
“ Qui c’è
tutto. Insomma, potremo sapere e conoscere tutti i passaggi segreti di questo
luogo. Fantastico...” sussurròHermione
fissando la mappa, riprendendo poi a camminare lentamente per il perimetro,
evitando oggetti rotti, sedie rovesciate e buchi nel pavimento.
“ Perché secondo te questo posto riporta segni evidenti di
colluttazioni, di un incendio? E’ poi è rimasto tutto così sospeso come se poi nessuno ci avesse mai messo più piede qui.
Forse è in questa occasione che il povero fondatore di
questo castello è morto...” ragionò, passando a
rassegna tutti i dettagli.
“ Io una
risposta ce l’ho” esordì Draco,
facendo voltare incuriosita Hermione verso di lui,
scorgendolo nella sua solita postura mani-in-tasca-e-camicia-sbottonata.
Ma, per merlino, quant’era bello...
Si
ridestò velocemente da quel pensiero, chiedendogli spiegazioni.
“ Era una
mezzacreatura. Perseguitata e costretta a
nascondersi. Qualcuno non ha voluto che aprisse e gestisse una scuola e così l’hanno tolto di mezzo” spiegò chiaramente.
Hermione
analizzò l’ipotesi.
“ Si,
possibile. Ora credo sia meglio andare, è quasi ora di pranzo, ed Harry e Ronsaranno
già tornati al castello. Tanto ormai so dove venire. Cioè,
sappiamo. Faremo delle ricerche e
scopriremo tutto quello che c’è da sapere su MaloneyMoon” disse, tornando verso la
soglia della porta.
“
Sappiamo? Faremo? Scopriremo? No Granger, non m’interessa” asserì lui, dandogli le spalle e andando verso
l’atrio per imboccare nuovamente le scale.
Hermione
rimase un attimo contrariata, poi con una piccola
corsa lo raggiunse, affiancandolo.
“ E perché mi hai mostrato questo posto allora?” chiese,
alzando un sopracciglio.
“ Perché ti avevo visto molto interessata, tutto qui. Conduci le tue ricerche da sola, io ho altro di meglio da
fare” spiegò, imboccando le scale.
Hermione
imperterrita lo fermò prendendogli per un braccio. Draco si voltò, a metà tra l’incredulo e l’arrabbiato,
fissandola.
“ Non ti incuriosisce questa storia?” chiese lei.
“ Potremo
scoprire delle cose insieme...e poi, può darsi che
centri qualcosa la Signora
del Castello! Sai, quella figura misteriosa di cui ancora non ho capito il nome...” aggiunse,
sperando di convincerlo.
Draco
la fissò per un po’, con i suoi occhi grigi come lame d’argento, che sembravano fare male davvero quando si posavano su di te.
“ Perché mi stai chiedendo questo?” chiese con voce
stranamente dolce.
Hermione
sembrò pensarci un attimo su.
“ Perché non devi essere tanto male. Si
da peso molto spesso solo alle apparenze, senza guardare la vera natura delle
persone. E tu sei così freddo e distante che mi sproni
a guardarti dentro e a scoprire solo uno sconfinato bisogno di qualcuno di cui
poterti realmente fidare e a cui donare parte di te. Un amico sincero, ecco...”
disse, abbozzando un semplice sorriso mentre Draco la fissava privo di emozioni, come sempre.
MaHermione forse non sapeva quanto aveva centrato il punto,
con DracoMalfoy. E forse questo averlo reso vulnerabile, lo fece chiudere
ancora di più in se stesso.
“ Non sai
quello dici” mormorò solo, prima di salire le scale e lasciare Hermione stupita. Cerco di raggiungerlo, ma lo vide sparire nel buio. Arrivò in cima alle scale dove con la
luce delle fiaccole, ora, riuscì a vedere una leva che Malfoy
stava per abbassare. Aperto il passaggio uscì senza fermarsi alla voce di Hermione, che chiamava il suo nome.
“ Draco!” esclamò ancora, ora chiamandolo per nome.
Il
ragazzo si fermò, d’improvviso. AncheHermione arrestò la sua corsa, ad un metro scarso dalle sue
spalle.
“ Non
potremo mai essere amici io e te, Mezzosangue...”disse, senza voltarsi. L’aveva chiamata Mezzosangue, ma non
c’era presa in giro, rigidità o crudeltà in quella voce. Solo
rassegnazione.
“ Perché
no?” chiese ingenuamente, come una bambina che chiede
il perché della guerra nel mondo.
“ Perché è così” asserì, voltandosi e trovandosela di faccia a
scrutarlo con i suoi dolci occhi da cerbiatta.
“ Non ho
mai accettato le regole o le imposizioni, per quando possa
sembrare il contrario. E non posso accettare neanche
di non poterti essere amica ‘perchè è così’. E’ da codardi...”.
Draco
la fissò, sgomento dalla sua caparbietà.
“ Non ti
arrendi mai, Granger?” chiese, con un pizzico
d’ilarità nella voce.
“ No,
mai.”
“
Perfetto” disse, voltandosi ed incamminandosi verso la scala a chiocciola.
“
Perfetto cosa? E...quindi? Amici?” esclamò senza
muoversi dal centro del corridoio.
Draco
alzò una mano, sventolandola a mezz’aria, mentre una frase echeggiava nel
corridoio.
“ Si, Granger.
Amici ”
šsšt›s›
Nota
dell’Autrice: Draco in questa ff
non ha veri amici. Non c’è il solito Blaise o l’amico
che riesco a capirlo e comprenderlo. Non c’è realmente
una persona con cui si confida e con cui riesce ad essere amico. Ad ogni modo Hermione sta tentando di farlo sciogliere. Ci riuscirà?
Ma
passiamo ai ringraziamenti per “Ho bisogno di te”
che sul serio ho scritto in due minuti. Sono rimasta lusingata da tutte le
bellissime recensioni che mi avete lasciato, alcune di voi mi hanno detto che sono rimaste addirittura “senza parole” o “senza
fiato”. Sono felicissima di essere riuscita a trasmettervi le mie emozioni.
Un bacione a tutti quelli che hanno recensito quella one-shot, grazie davvero.
Credo ne
scriverò un’altra, al più presto: le one-shot mi
piacciono particolarmente! -__^
Eccomi a
voi con un nuovo capitolo!!! Mi dispiace così tanto di
non aver scritto per tutto questo periodo, ma sono stata molto impegnata anche
con un racconto che ho dovuto scrivere per un concorso scolastico! Ho dovuto
dividere questo capitolo in due parti, altrimenti sarebbe
stato troppo pesante. Ma dato che l’altro pezzo
è già scritto, lo pubblico tra qualche giorno.
Buona
Lettura
šsšt›s›
Dei passi
affrettati riecheggiarono nei corridoi di quell’immenso
castello. Una chioma castana fece capolino nella Sala Grande ad ora di pranzo,
trovando i suoi migliori amici, Harry e Ron, seduti, mentre chiacchieravano animatamente tra loro.
Attraversando
la sala vide Draco che furtivamente si portava due
dita alla fronte, a mo’ di saluto militare, sorridendole. Hermione
scosse la testa, ridendo sommessamente, mentre prendeva
posto dall’altro capo, vicino ai Griffyndor.
“ Allora,
com’era la città?”
Non
l’avesse mai chiesto! Per l’ora successiva fu tanto se riuscì a mangiare
l’hamburger che si era servita, vedendo assalita dai commenti delle
fantasmagoriche cose che avevano visto, di come viveva la gente in quel posto,
di come non fosse urbanizzato, di quanti negozi strani erano presenti e della
gente di com’era vestita. Hermione rideva solamente,
mentre Ron cercava di parlare e di aggiungere
informazioni al racconto di Harry, o viceversa.
“ Beh!
Quindi vi siete divertiti...la prossima volta voglio venire anche io” annunciò,
mentre gli amici si smanicavanodicendo
che le avrebbero fatto vedere questo e quell’altro.
Insieme salirono al terzo piano, fino alle loro stanze. Prima di
separarsi, Ron ed Harry le
annunciarono del festino di quella sera.
“ Un
altro?” chiese Hermione, alzando un sopracciglio.
Harry
annuì.
“ Ma certo!” fece Ron. “ Dimentichi
che il CFI – Comitato Festini Illegali – si è riunito proprio prima di pranzo,
decidendo l’orario ed il tema di questa sera” esclamò entusiasta.
“ Il tema?!” gli fece eco Hermione, sgranando
gli occhi.
“ Si, Herm!” annuì Harry. “ Hanno
deciso che anche per le sere successive sarà obbligatorio un tema. Stasera è a
sfondo ottocentesco...sai, grandi vestitoni e
decorazioni sfarzose...”spiegò
il ragazzo.
“ Sulle
decorazioni ancora posso arrivarci ma...per i vestiti? Come facciamo a
procurarceli?” chiese, incuriosita.
Ron
si avvicinò di qualche passo, si guardò intorno per non farsi sentire e poi
sussurrò adHermione: “ C’è
una stanza al quarto piano, una di quelle sigillate. Dentro c’è un immenso
armadio che ‘crea’ vestiti adatti al richiedente. Insomma, se tu vuoi un
vestito, devi pronunciare Vestit Mea pensando
ad un abito – in questo caso in stile ottocentesco – e l’armadio si aprirà dopo
poco, mostrandoti un abito perfetto in misura e forma. L’hanno scoperto i Corvonero...ecco perché d’ora in poi le feste saranno a
tema!” esclamò in fine, soddisfatto.
Hermione
rimase sorpresa da quello che l’amico le disse. Non tanto per il fatto di quell’armadio ma perché...come mai le non sapeva niente di
questa storia? Insomma, le stavano sfuggendo troppo cose! MaloneyMoon, la
Signora del Castello, i sotterranei, le stanze chiuse a
chiave ed ora anche quest’armadio...che i Corvoneroavevano scoperto per
caso, ma forse non sapevano quanto c’entrasse con la storia che Hermione stava ricostruendo.
Harry
lanciò un’ultima occhiata all’amica, tacito accordo di tenere la bocca chiusa,
mentre Ron le ripeteva per l’ennesima volta “ Allora,
vieni?” ottenendo un forse come risposta.
“ Comunque, questa è la chiave” disse Ron,
porgendole una copia di una pesante chiave intarsiata.
“ Come
avrai visto, quelle stanze non si aprono con la magia, e questa chiave l’hanno forgiata i Corvonero
prendendo lo stampo della serratura con la PozioneAssumi-Forma. Geniali...” fu il commento di Harry.
Poi i due
ridendo soddisfatti, sparirono oltre le loro stanze. Hermione
rimase qualche secondo nel corridoio, venendo superata
da molti ragazzi che tornavano nelle rispettive stanze, finché si decise a
tornare nella sua camera.
Avrebbe
pensato dopo a quello strano armadio.
šsšt›s›
Draco entrò nella stanza congedando Blaise e Nott sulla porta. Non
gli servì una scusa o una qualsiasi parola di troppo. Nessuno si sarebbe mai sognato di violare la sua privacy, nessuno di sarebbe
mai permesso di cercare di entrare nella sua vita senza il suo consenso. EDracoMalfoy
il consenso non l’aveva mai concesso a nessuno.
Si tolse la cravatta e la camicia, rimanendo con degli eleganti
pantaloni neri e cintura verde scuro. Passò davanti allo specchio, cercando di
aggiustarsi i capelli scompigliati con un pettine d’avorio. Si scompigliò poi
nuovamente i capelli con la mano destra, facendo ricadere i crini dorati su
quegli occhi d’argento.
Si distese sul letto e chiuse gli occhi, appoggiando un braccio
sopra gli occhi, mentre si perdeva tra i suoi
pensieri...
“ No, mi spiace. E’ decisamente migliore
la mia” esordì una voce, facendolo ridestare e aprire gli occhi d’improvviso,
mentre un venticello leggero gli carezzava l’addome.
Hermione, resasi conto della sua ‘nudità’ si voltò,
sospirando.
“ Copriti Draco, sei
indecente”
Il ragazzo si mise a sedere, guardando la figura di Hermione di spalle, mentre abbozzava un sorriso beffardo.
“ Indecente? Oh andiamo Granger, non
diciamo eresie...”ridacchiò
alzandosi e prendendo la camicia che abbottonò approssimativamente.
La ragazza si voltò, mettendo le mani suoi fianchi, alzando un
sopracciglio.
“ Credi davvero di essere così bello?” chiese, scettica.
Draco la guardò come se avesse chiesto la cosa più
ovvia del mondo.
“ Devo anche risponderti?” fece, scuotendo il capo con finta
rassegnazione.
Hermione sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
“ Che caso perso...” mormorò,
guardando lo Slytherin aggiustarsi la camicia.
Draco alzò lo sguardo, mentre si avvicinava verso
di lei.
“ In tutto questo...perchè sei in camera mia?” domandò, fermandosi quando le punte dei loro piedi si sfiorarono.
Forse arrossì di brutto, perché lui le sorrise.
“ Oh io...niente, siamo amici ora, no? Volevo
solo parlare un po’ con te...del festino di stasera ad esempio” disse, abbassando
lo sguardo. “ Ci vieni?”
“ Granger...”
“ Hermione, prego...”
“ Giusto, Hermione. Perché me lo chiedi?” domandò ancora. La stava mettendo in difficoltà.
Lei sembrò pensarci un po’ su.
“ Niente, solo per sapere. Ho scoperto di un armadio assurdo al
quarto piano che crea vestiti su misura per il richiedente” disse, spiegandogli
le cose che aveva detto Ron.
“ Credo c’entri abbastanza con la storia che abbiamo
scoperto...con le riunioni che si tenevano prima che fosse abbandonato. Non
ricordo di avertene parlato, ma su un libro diceva appunto che il castello ostenta
un lusso, soprattutto presente nelle stanze – come vedi – quasi a sembrare uno
sfarzoso Hotel babbano dai caratteri medievali. E questo solo perché ospitava i più grandi maghi del mondo. Ma chissà se quest’armadio risale a MaloneyMoon oppure fu creato
dopo. Perché se risale a MaloneyMoon...”
“ Ehi ehi, Granger
frena!”
“ Hermione!” lo corresse di nuovo
lei.
“ Devo
abituarmi al tuo nome...” ragionò, come tra sé e sé.
“ Frena Hermione!” ripeté poi. “ Per questa sera puoi evitare di
preoccuparti di questa storia? Va su e da quell’armadio
pretendi solo un vestito. Poi, nel caso, otterremo anche delle
risposte”.
Hermione
rise. “ Hai ragione, scusa. A volte sono così...”
“ ...così
dannatamente Hermione-so-tutto-io-Granger”
finì lui per lei, alzando le spalle.
Hermione
lo guardò stupita, poi aprì la bocca per dire qualcosa ma
non riuscì a dire nulla.
“ Sei un...un...” disse, cercando il modo di
definirlo adeguatamente.
Intanto Draco rideva, a pochi centimetri da lei.
“ Accio cuscino!” esclamò Hermione.
“ Ehi, ma cosa...” non finì neanche
la frase che fu colpito da un cuscino sulla testa, mentre una risata
cristallina si diffondeva per la stanza.
Draco
fece qualche passo indietro, correndo al fianco del letto dove prese un cuscino
a sua volta.
“ Vuoi la
guerra, Granger?” disse, minacciandola
scherzosamente.
Hermione
si passò una mano tra i capelli, legandosi con un elastico.
“ Viene
avanti, furetto pauroso” disse, invitandolo ad avanzare.
Fu una
lotta senza mezzi termini. La stanza fu sotto sopra dopo pochissimo, piena di
piume, con oggetti rovesciati e altre cose sparse dappertutto che si erano
tirati durante la “battaglia”.
Hermione
fece una linguaccia provocatoria al ragazzo che aveva di fronte, arretrando e esclamando quando fosse incapace.
Dopo
qualche secondo le sue gambe toccarono qualcosa, così voltandosi capì di aver
sbattuto contro il letto, ma quando si voltò nuovamente davanti a lei, fu
troppo tardi: Draco l’aveva spinta
sul letto ed Hermione si era ritrovata distesa sotto
il corpo dello Slytherin.
In pochi
secondi fu riempita di cuscinate, senza alcuna pietà,
mentre cercava di rispondere anche se la scomoda
posizione non glielo permetteva. Draco riuscì a
sfilarle il cuscino dopo un “Non vale!!” gridato dalla
Griffyndor e dopo alcune risate vittoriose da parte
del Principe delle Serpi.
Hermione
cercò di dimenarsi, ma inutilmente: Draco la teneva
bloccata per i polsi dichiarandola sconfitta.
“ Ti
arrendi, allora?” fece beffardo, mentre la camicia era praticamente
tutta sbottonata, i capelli biondi spettinati gli ricadevano davanti agli occhi
e respirava affannosamente.
Hermione
cercò di pensare ad un modo per uscirne comunque
vincitrice, ma non trovò niente di adeguato.
Sbuffando,
si arrese, alzando il busto e trovandosi Draco a
qualche centimetro dalle sue labbra, a gattoni sopra
di lei.
Guardò
prima alla sua sinistra, poi alla sua destra,
trovandosi intrappolata dalle forti braccia del ragazzo.
Alzò gli
occhi, puntandoli di nuovo nei suoi e perdendosi in quel mare ghiacciato.
Si
fissarono per qualche istante, senza distogliere mai lo sguardo, consapevoli
entrambi di quanto stavano rischiando.
Lentamente
la mano destra di Draco si poggiò sulla guancia di Hermione, facendo risalire le dita affusolate lungo la
bocca leggermente aperta ed arrossata. Le carezzò le labbra con il pollice, poi
scese di qualche centimetro sul mento, poi lungo il collo e le spalle, poi
lungo la vita guardando il suo abbigliamento ormai sgualcito. Alzò lo sguardo
verso di lei, trovandola incredibilmente bella. Si avvicinò e le baciò la
guancia, poi l’altra; poi lentamente le baciò la fronte, la punta del naso e il
mento. Scese sul collo, facendola sospirare e facendole battere ancora di più
il cuore, quasi fosse impazzito. Hermione
era completamente incapace di qualsiasi movimento, restando immobile sotto i
suoi baci e le sue carezze.
Dal collo
risalì verso l’orecchio che baciò, poi di nuovo sulla guancia, lasciando una
scia di baci che si avvicinavano sempre di più alla bocca.
Ma poi,
improvvisamente, abbassò lo sguardo, solleticandole il naso con i suoi crini
biondi.
“
Scusa...questo complicherebbe ancora di più le cose” disse solo, prima di
scendere dal letto e dargli le spalle, di sistemandosi la camicia.
Hermione
rimase basita, forse più di prima, osservando le spalle muscolose di Draco mentre
venivano coperte meglio dalla camicia bianca.
Scese dal
letto e si sistemò i vestiti. Annuì, anche se lui non la stava guardando.
“ Hermione, non sei una delle tante. Non voglio rovinare
tutto tra noi così...”mormorò,
voltandosi e scrutandola da sotto i crini biondissimi.
Hermione
annuì ancora, incapace di parlare. Ma la mente aveva
tante risposte e frasi da pronunciare in quel momento, del tipo: inventane un’altra! oppurestupido
idiota!
Perché lei davvero avrebbe voluto quel bacio che Draco
gli aveva negato.
Perché quando aveva capito che la situazione stava degenerando
non era scappata via, era rimasta. Perché sotto il tocco dei
suoi baci aveva provato delle emozioni incredibili. Perché aveva capito
di provare qualcosa per DracoMalfoy...scosse la testa all’ultimo pensiero.
“ Si, va
bene. Non sono una delle tante...non so neanche se
prenderlo come un complimento. Forse non sono una delle tante... belle ragazze...che
ti porti a letto ogni notte” disse solo, sciogliendosi
la coda ormai disfatta mentre i capelli le ricadevano dolcemente sulle spalle.
Fece qualche passo indietro, guardandolo, poi si voltò e sparì oltre la
portafinestra.
Draco
si passò una mano tra i capelli, nervosamente. Non aveva capito niente, Hermione. Non aveva capito un bel niente!
šsšt›s›
Bene!!
Cosa ne pensate??? Com’è venuto?? Nel prossimo saranno
spiegate delle cose molto importanti...spero di continuare ad appassionarvi con
questa storia!!
Salve care lettrici!!(dato
che ho notato solo ”presenze femminili” su questo sito, scusatemi se ho fatto
una gaffe^^)
Ecco l’ottavo capitolo, come promesso, dopo solo 4 giorni...che
per me è un tempo record! -__^
Alla fine ho lasciato i ringraziamenti delle persone che hanno
commentato lo scorso capitolo e che dopo 2 mesi mi hanno lasciato tanti belle
recensioni!
Buona Lettura.
šsšt›s›
Nel
pomeriggio inoltrato Hermione si svegliò, di
soprassalto, come fosse successo qualcosa. Mettendosi a sedere e passandosi una
mano tra i capelli, scoprì con sgomento che erano le 19.00 e che aveva dormito
tantissimo. Scese dal letto e si diresse in bagno per una doccia rinfrescante.
Uscita si asciugò i capelli alla meglio, decidendo che più tardi li avrebbe
sistemati per bene: perché ci sarebbe andata al quel festino! Non era la tipa
da ritirarsi nella sua stanza ed isolarsi. Certo, forse per un attimo ci aveva
anche pensato...ma non era la cosa giusta da fare. Draco
non vedendola avrebbe capito che si stava nascondendo da lui, o peggio, che ci era rimasta malissimo e che adesso non le andava neanche
più di divertirsi. No no ed ancora no! Sarebbe stata
bellissima e avrebbe fatto vedere a quello Slytherin
che la cosa non l’aveva minimamente toccata, e che era d’accordo che non
fossero andati oltre.
Risoluta
si vestì, uscì dalla stanza verso le 19.45 con le chiavi di quello strano
armadio e si diresse al quarto piano, seguendo le indicazioni di Ron.
Arrivò
davanti ad una porta chiusa da un singolare catenaccio, inserì le chiavi nella
toppa e girò tre volte a destra, poi una volta a
sinistra ed entrò.
La stanza
era cupa, non ben visibile, ma ad intuito molto grande. Levò la bacchetta ed
esclamò un incantesimo affinché tutte le fiaccole murarie si accendessero.
E quello
che le si parò davanti agli occhi la fece rimanere a
bocca aperta: era una grandissima stanza a pianta circolare con moltissimi ritratti
di persone con abiti bellissimi; ma la cosa che la stupì fu il fatto che i
protagonisti di questi quadri erano tutte donne. O
meglio, le protagoniste. Girò la sala, ammirando ogni ritratto nei minimi
dettagli ed accorgendosi della somiglianza incredibile che scorreva tra tutte
queste donne. Ma una le era particolarmente
familiare...giurò di averla vista da qualche parte, ma le suonò subito
impossibile.
Incuriosita
si voltò poi verso l’armadio, ammirandone la grandezza e le rifiniture. La
stanza era intarsiata e rivestita nei minimi dettagli, ma l’unico
mobile presente era proprio l’imponente armadio.
Si
avvicinò cauta e lo sfiorò con le dita sottili, lanciando occhiate attente ai
quadri sopra di lei.
Come si usa questo coso? Pensò poi, guardandolo da ogni
inquadratura. Le avevano detto di pensare ad un
vestito in particolare e di pronunciare Vestis
Mea...che avrebbe funzionato.
Provò a
pensare ad un vestito ottocentesco, ma non in uno in particolare. Solo ad un
modello ottocentesco che le stesse benissimo...pensò anche così bello da far sciogliere DracoMalfoy ad un solo sguardo rivolto verso di me.
“ Un Malfoy...audace come impresa, ragazzina” risuonò una voce
nella stanza, facendo voltare Hermione in
continuazione non capendo da che parte provenisse. Poi
da un quadro si levò una figura, un fantasma per l’esattezza, che fluttuò fino
al fianco dell’armadio, di fronte a lei.
“ Sono Lady Marion, protettrice di questa stanza e delle sue mura.
Con chi ho il piacere di parlare?” chiese, con riverenza.
“ HermioneGranger, signora. Mi
scusi, forse non dovevo entrare qui...”disse, facendo qualche passo indietro.
“ Ma no...scegli pure il vestito che vuoi. Prima di te molte
persone sono venute, ma tu sei proprio la prima a cui mi rivelo.
Non mi piace farmi vedere, non succedeva da almeno qualche centinaio di anni” aggiunse, sorridente.
Hermione
fece un breve inchino con la testa, sorridendole di rimando.
“ Ma cos’è questa stanza, in realtà? Chi la costruì? E tutti questi ritratti a chi appartengono?” chiese,
guardandosi in giro.
“ Che ragazzina curiosa...” osservò
la donna.
“ Oh”
mormorò Hermione, portandosi una mano alla bocca. “
Mi scusi, faccio troppe domande a volte. E’ un mio
difetto...”
“
Tranquilla, mi piace la tua intraprendenza. Bene...come vedi questa stanza è
moto antica, quasi quando il castello. Fu fatta costruire da MaloneyMoon in persona, dopo
alcuni anni la fondazione dell’intero maschio...”
Lo sapevo! Risale a MaloneyMoon!
“ Si, so chi è MaloneyMoon: mi sono documentata” disse Hermione,
guadagnandosi un altro sorriso da parte della donna.
“ Fu costruita per noi...le sue figlie” spiegò, aprendo le
mani come per contenere tutta la stanza.
Hermione
alzò gli occhi ai ritratti, contandone almeno una decina.
“ MaloneyMoon
era suo padre?” chiese, alzando un sopracciglio.
La donna annuì.
“ Ed ebbe 10 figlie? Neanche un
maschio?” chiese ancora, più scettica di prima.
La donna annuì ancora. “ Le coincidenze della vita...”
“ E, domanda sicuramente impertinente e sgarbata,
ma...come...come è morto vostro padre?” chiese poi,
tutto d’un fiato.
La donna abbassò lo sguardo, intristendosi.
“ Non lo so...” disse, mentre le
luci della stanza si abbassavano e si andava a creare una sorta di densa nebbia
che avvolgeva tutto pian piano.
“ Che...che cosa sta succedendo?”
chiese Hermione, impaurita.
“ Voglio farti rivivere quel momento insieme a me...lo rivivo spesso da sola, ma non riesco a venirne a
capo” mormorò, avvicinandosi ad Hermione e
poggiandole una mano sulla spalla che da incorporea divenne reale, mentre la
stanza si rischiarò e divenne più “fresca” e “viva”, come se non fosse
trascorso molto tempo dalla sua costruzione.
Hermione si guardò intorno, spaesata, poggiando una mano sul muro affianco
ma toccando come il vuoto.
Si guardò la mano e si accorse della sua strana
trasparenza, allarmandosi.
“ Sei un fantasma come me ora. Siamo nel passato,
esattamente la notte dell’uccisione di mio padre. Ma non spaventarti, è solo un
breve viaggio: al ritorno sarai di nuovo normale” disse, prendendola per mano e
fluttuando insieme a lei fuori dalla stanza.
Hermione si
accorse subito che quel tocco che aveva sentito sulla spalla non era voluto dal fatto che Lady Marion fosse tornata in vita,
ma che anche lei stessa fosse diventata un fantasma.
Attraversarono un corridoio e le prima
urla si fecero sentire.
“ Non so dove trovare mio padre. Io ero nella mia camera,
allora. Fui uccisa li, insieme alle mie sorelle. Una per una. Proprio questa notte...ma noi fummo uccise a ‘distanza’ per
così dire. Ci lanciarono un incantesimo e non vedemmo mai gli esecutori di tale
magia. Ma nostro padre...nostro padre era altrove. Ma non riesco a capire dove!” esclamò poi, nervosamente.
“ Aspetta...” disseHermione, ancora sconvolta.
Stette un minuto a sentire le voci, capendo da dove provenissero.
“ Seguimi” aggiunse poi,
arrivando davanti al passaggio segreto che le aveva fatto
vedere Draco.
“ Sapevi di questo?” chiese Hermione
alla donna, indicando il muro sovrastato dalle 4 fiaccole.
Lady
Marion scosse la testa.
Così Hermione cercò la bacchetta
nella tasca, ma fu fermata dalla donna al suo fianco.
“ Puoi passarci attraverso” spiegò, quasi con
rassegnazione.
Hermione
annuì e titubante fluttuò poco più avanti, chiuse gli occhi e provò. In due
secondi era dall’altra parte con la figlia di Moon al
suo fianco. Urla si diffusero per il sotterraneo, mentre luci multicolori si
schiantavano dalle pareti davanti ai loro occhi.
Scesero le scale e arrivarono davanti alla porta
dell’ufficio del padre, dove le grida s’intensificarono maggiormente.
“ Quello era il nascondiglio di tuo padre. L’ho scoperto oggi, con un mio...amico” aggiunse infine,
scettica sulla parola amico.
Lady Marion annuì, avanzando verso la porta
semiaperta, dove le voci si fecero sempre più chiare.
“...non avete diritto di entrare così nel mio castello! Lasciate
questo posto, è un ordine!” intimò una voce, che probabilmente doveva essere diMaloneyMoon.
“ Moon, ormai il gioco è fatto. Sei
stato scoperto, tutti qui sanno cosa
sei...”ridacchiò un’altra
voce, minacciosa.
Hermione e Lady Marion si avvicinarono
alla porta, ci passarono attraverso non potendola aprire e si ritrovarono nella
stanza dove stava avvenendo lo scontro, la stessa che aveva visto con DracoMalfoy.
La figlia del signor Moon si portò le
mani alla bocca vedendo il padre con un rivolo di sangue scendere lungo la
tempia, la bacchetta stretta tra le mani ed il respiro affannoso.
“ E’ arrivata la tua ora, Maloney”
sibilò uno dei cinque uomini incappucciati che gli stavano davanti che
cercavano di bloccarlo o quanto meno di circondarlo.
“ E dopo ci occuperemo di uccidere le tue figlie...”ridacchiò un altro, avanzando.
Forse Marion era abituata a non essere vista, maHermione era li che tremava quasi avesse paura di
essere scoperta. Quando uno di loro levò ancora la
bacchetta, la Gryffindor cercò di pararsi, ma
l’incantesimo le passò attraverso.
D’improvviso, però, la luna fece capolino dalle vetrate, apparendo
visibile. Era piena.
“ Per Merlino, la
Luna! Artemis, tira la tenda! Per
la miseria, TIRA LA TENDA!!” urlò quello che doveva essere il capo.
Ma fu troppo tardi.
MaloneyMoon iniziò a
contrarsi ed urlare, contorcesi e muoversi con versi striduli e allo stesso
tempo grotteschi, finché la trasformazione non fu completata.
Hermione si voltò, pensando a quanto Dracoavesse avuto ragione facendo
le sue affrettate supposizioni.
Lady Marion aveva le mani premute sulla bocca ed
uno sguardo di pura incredulità dipinto sul viso.
“ Mio padre...mio padre...”
Hermione annuì, visibilmente scossa.
“ ...era un Lupo Mannaro, Marion” finì Hermione
per lei, guardandola con rispetto, mentre lacrime senza
alcune consistenza rotolavano giù dalle guance della dama fantasma.
I cinque uomini cercarono di bloccarlo, ma fu tutto inutile. Vennero scaraventati contro la parete e uccisi di colpo.
Il Lupo Mannaro si guardò intorno e scoppiò in un ululato pieno di
disperazione, che fece tremare la stessa Hermione.
Altri uomini arrivarono alle spalle di dei due fantasmi, passando attraverso i
loro corpi.
“ FERMATELO!!” gridò un uomo, mentre
un’altra decina di uomini cercava di bloccarlo.
Il mobile vicino al muro fu rovesciato, nello stesso modo in cui Hermione l’aveva trovato insieme a Draco,
nel presente.
Maledizioni ed incantesimi furono lanciati al Lupo Mannaro, che
riusciva a schivarle abilmente. Degli uomini arrivarono davanti alle finestre,
tirando le tende cosicché la luna non fosse più visibile.
Il Lupo ululò, mentre cadeva in ginocchio senza forze e mentre
contorcendosi riprendeva le sue sembianze.
Molti uomini lo circondarono, puntando le bacchette al collo di un
MaloneyMoon ormai tornato
normale.
Altri stesero una mappa sul tavolo e ci conficcarono un pugnale
per mantenerla aperta.
“ Le stanze si trovano al terzo ed al secondo
piano, appena usciti da questo passaggio. Andate e se incontrate le figlie nel
castello uccidetele. Altrimenti
andate ad ucciderle nelle loro stanze: ma non entrate, lanciate incantesimi a
distanza. Non voglio che soffrino e che sappiano...ho fatto tanto per isolare le grida con
l’incantesimo silenzio, che
dovrebbero dormire beate senza essersi accorte di nulla...” spiegò
un uomo, mentre gli scagnozzi annuivano e uscivano dalla stanza, trapassando ancora
i corpi delle due ragazze fantasma.
L’uomo che aveva appena parlato si abbassò il cappuccio,
dirigendosi verso Maloney che in fin di vita giaceva
circondato da vari uomini.
“ No, non è possibile...” disse con voce
strozzata Marion, mentre altre lacrime le rotolavano giù dalle guance.
Hermione si voltò per capire cosa stava succedendo.
“ Quello è...è...” provò a dire ancora
Marion, ma non ci riuscì.
“ Maloney...” disse
l’uomo senza cappuccio, avanzando verso di lui.
Moon alzò lo sguardo verso l’uomo, chiamandolo Munerius.
“...proprio tu, PROPRIO TU MI HA TRADITO!
E STAI PER UCCIDERE LE TUE NIPOTI!!” urlò Maloney, con l’ultimo fiato che riuscì ad emettere dalle
labbra spaccate.
“ E’...è...mio zio, Munerius”
disse Marion, guardando la scena ad occhi sbarrati.
Hermione rimase in silenzio, maledicendosi di averle fatto vedere quel nascondiglio. La cosa stava
degenerando.
Munerius abbassò il capo.
“ Tu per me sei più di un fratello...sei parte
di me. E con te stanotte morrò anche io, Maloney.
Ma un Lupo Mannaro pericoloso come te non poteva
pretendere di vivere senza restrizioni...e tanto meno pensare di aprire una
scuola. Maloney, mi dispiace...” mormorò
ancora, a capo chino.
Poi si allontanò, facendo segno agli uomini di seguirlo, mentre Moon giaceva per terra, esanime.
“ Prima di uscire bruciate tutto...” ordinò,
prima di trapassare i due fantasmi e lasciare la stanza.
“ Ho capito, ho capito tutto adesso...” mormorò Marion, abbassando la testa.
Hermione annuì, sconvolta da tante informazioni su
quella strana notte.
“ Ora possiamo andare” disse Marion, fluttuando insieme adHermione fuori dalla stanza,
mentre un grido si diffuse per il sotterraneo e poi tutto divenne così
abbagliante che Hermione dovette chiudere gli occhi.
Sentì una voce prima che tutto fu
completamente bianco; la voce di Marion che diceva “ E comunque, Hermione, sta attenta: se il tuo amico sapeva come aprire
quel passaggio dev’essere a conoscenza di molte più
cose di quanto credi sulla magia oscura...”
Poi un dolore l’attraversò nel petto, mentre cadde di peso su unpavimento duro di
marmo, freddo e consistente.
Era tornata normale.
Si guardò intorno, capendo di trovarsi di nuovo nella stanza
circolare dell’armadio.
Alzò lo sguardo davanti a lei, trovando una fluttuante e
sorridente Lady Marion.
“ Quello che mi hai mostrato è stata per me la cosa più importante
che tu abbia mai potuto fare. Un atto di altruismo e coraggio. HermioneGranger, accetta questo dono da parte mia e delle mie
sorelle...perchè ora grazie a te siamo di nuovo
libere” disse, mentre altri fantasmi si liberarono dai quadri, avvolti nei loro
bellissimi vestiti, circondandola.
Hermione si alzò, girando su se stessa, ricevendo dei
bellissimi sorrisi dalle dieci splendide dame che ora alzavano le loro braccia
e cantando una melodia sconosciuta, fluttuavano intorno a lei.
Un senso di benessere la invase, mentre il suo corpo stava
mutando, inispiegabilmente.
I ricci disfatti stavano diventando boccoli morbidi, la pelle morbida
non aveva più nessuna imperfezione mentre alle unghie
delle dita delle mani uno smalto perlaceo risaltava luccicante. La bocca fu
colorata di un rosso così naturale da sembrare un bocciolo di rosa, il viso
acquisì il colore di una pesca, gli occhi divennero ancora più profondi, e i
riflessi dorati si accentuarono. Apparve un vestito al suo fianco, che le dame
le porsero dicendo di indossarlo quella sera.
Bellissimi gioielli stavano poi in uno scrigno donato da Lady
Marion.
“ Questi sono i nostri doni per te, Hermione.
Che tu possa essere felice per sempre, piccola” disse
Marion, mentre le altre s’inchinavano alla ragazza che stringeva il vestito tra
le braccia.
Hermione non seppe subito cosa dire, ma s’inchinò a
sua volta, commossa ed emozionata.
Guardandosi allo specchio che torreggiava dietro l’armadio, si
vide così bella che non poté fare a meno di sorridere.
“ Ti abbiamo donato il colore della pesca...”disse una dama, sfiorandole una guancia con il suo
tocco incorporeo.
“ Il colore della rosa rossa...” disse
un’altra, sfiorandole le labbra.
“ La luce del sole...” disse ancora
un’altra, poggiando un dito trasparente sui suoi occhi quasi dorati.
“ La bellezza della primavera” disse infine un’altra, sfiorandole
i capelli dai boccoli perfetti.
“ Così come la morbidezza e la purezza di una perla” disse una più
piccola, alludendo alla sua nuova pelle.
“ Questi doni saranno per sempre, Hermione.
Non svaniranno mai. Abbiamo solo risaltato la tua naturale
bellezza, non ti abbiamo cambiato” disse Marion.
Hermione fece un giro davanti allo specchio. Era la
stessa Hermione di sempre, solo più...più bella, più solare.
“ Non cosa dire...grazie. Grazie davvero...” mormorò,
rivolta alle dieci fanciulle.
Le dame s’inchinarono e scomparirono, mentre nell’aria rimase una
dolce melodia ed un “ Grazie a te. Ora siamo finalmente libere”.
šsšt›s›
Bene,
adesso spero di ricevere commenti per sapere cosa ne pensate, se ho saputo ben descrivere le scene nel passato e se qualche
volta ho saputo creare suspance. Alla fine non mi
piace dire: “commentateeeeeeee”
la trovo una forzatura, ma gradirei sapere cosa ne pensate...vedo che
moltissime persone leggono questa ff, quindi...
Un
ringraziamento in particolare va:
gemellina: sono proprio contenta che la mia ff continui ad
appassionarti! E mi fa piacere sentire il parere di una scrittrice brava come
te!*__*
camyxpink: Ciao! Come vedi
ho postato dopo 4 giorni! Non è subitissimo ma...cerco di fare del mio meglio!^^
Cobwy23: L'attesa è valsa?? Ma grazie!!*___* Anche a me è piaciuta tantissimo la battaglia con i
cuscini, è un tema che ho sempre adorato...forse perché l’ho vissuto in prima
persona! Ma non parliamo di me: sono proprio contenta che ti sia piaciuto il
capitolo, spero che anche questo non ti deluda!
white_tifa: “se questo tempo ti serve per sfornare capitoli
così belli, allora prenditi tutto il tempo del mondo”....ma GRAZIE!!!*_______*
Davvero ti è piaciuto?? Cmq penso di riuscire a
scrivere più velocemente d’ora in poi...o almeno spero!:P
@ngel: Ciao!! Mi fa piacere ti sia
piaciuto il cap! E’ vero, c’era stato il “quasi bacio”, ma spero si sia capito che non è Malfoy
lo stronzo. Alla fine, quello che ha fatto è molto bello secondo me...lo capisce anche Hermione
ma è come se non vuole ammetterlo con sé stessa: lei dice “non so neanche se
devo prenderlo come un complimento”, perché sa che un “sei diversa dalle altre”
è una cosa molto bella detta da Malfoy che frequenta
solo sciacquette.
Ciobar:
Anche io adoro Hermione e Draco!!*___* E sono proprio contenta tu abbia letto e recensito
la mia ff!! Spero questo cap
ti piaccia!!
lunachan62: grazie per la bella recensione!
Spero si sia capito che però i nostri protagonisti non si sono ancora
baciati!^^ Spero che l’avventura che seguirà non ti deluda,
come questo capitolo sove si capiscono molte cose...e
alcune ancora restano tutte da scoprire!!
Mentre
il buio impregnava le mura del castello, Hermione
scendeva silenziosamente i gradini della scala a chiocciola, con il vestito
stretto in grembo e un cofanetto in avorio chiuso da un prezioso sigillo d’oro.
A quell’ora, per fortuna, nessuno girava per il castello.
Arrivò al terzo piano senza incontrare anima viva, passando davanti alla porta
di DracoMalfoy.
La fissò
un attimo, poi scrollò la testa ed entrò in camera.
Chiudendosi
la porta alle spalle, ci si appoggiò contro, sospirando di sollievo e
guardandosi intorno.
Diede uno
sguardo all’orologio, notando che non era passato tempo. Erano appena le 20.00.
Il tempo che aveva trascorso nel passato era come se non fosse mai esistito.
Appoggiò
delicatamente l’abito sul letto così come il cofanetto.
Si passò
una mano tra i capelli, ammirando il vestito che pigramente se ne stava disteso
davanti a lei.
“ Questo
vestito è...semplicemente stupendo” mormorò tra sé e sé.
Facendo
una lieve pressione sul letto, si sedette, sfiorando la stoffa del vestito e
ammirandone le fattezze: non aveva mai visto niente di cosi
bello in vita sua.
Accanto
all’abito, stava il cofanetto d’avorio. Lo fissò per qualche istante, poi
allungò una mano e lo sfiorò con le dita, prendendolo tra le mani.
Era piuttosto pesante, prima non lo aveva notato. Era perfetto in ogni
rifinitura, avorio ed oro combinati insieme davano
quel tocco di assoluta eleganza.
Sollevò
la chiusura in oro, facendo scattare un piccolo meccanismo. Lentamente
lo aprì, mentre una luce inondò la stanza per poi sparire immediatamente.
Istintivamente si guardò intorno, poi fissò ancora una
volta il cofanetto; o meglio, il suo contenuto.
Sulla
seta color panna era adagiata una preziosissima collana di perle, due orecchini
e un bracciale della stessa fattura.
Hermione
si portò una mano alla bocca, stupita dai quei doni così inaspettati. Erano
perle nere, in perfetta armonia con i colori dell’abito che avrebbe indossato.
Chiuse lo
scrigno, distendendosi sul letto, pensierosa. Il suo sguardo cadde su uno
specchio accanto al comodino. A gattoni arrivò fino al
comodino e, esitante, prese lo specchio tra le mani e si guardò.
Era così
diversa...eppure così lei. Si ammirò da ogni lato, notando quanto le piccole
imperfezioni fossero sparite: qualche brufoletto, qualche piccola cicatrice, qualsiasi imperfezione avesse
avuto prima ora era scomparsa. Aveva davvero una pelle perfetta.
Le
labbra, che in genere per nervosismo o per altro, tendeva a mordicchiarsi e
screpolarsi, ora erano piene e rosse, ma un rosso naturale, non come se avesse avuto
un rossetto o non so ché. Gli occhi erano più
luminosi, le ciglia più lunghe e nere.
Si lasciò
cadere all’indietro, mentre qualche ciocca di capelli le sfiorava il viso:
adesso aveva anche dei bellissimi boccoli naturali, non doveva più passare ore
ed ore davanti ad uno specchio cercando di renderli
decenti con qualche pozione.
Chiuse
gli occhi, rilassandosi, mentre le venne in mente l’ultima scena vissuta nel
passato, mentre delle parole le risuonarono tra i ricordi, quasi prima non ci
avesse dato così tanto peso.
Hermione, sta attenta: se il tuo amico sapeva come aprire quel
passaggio dev’essere a conoscenza di molte più cose di quanto credi sulla magia oscura...
Si alzò e si mise a sedere.
“ Giusto! Come faceva Draco a sapere di
quel passaggio? Quando gliel’ho chiesto mi ha risposto in modo così
scorbutico...avevo toccato un tasto dolente” disse,
battendo un pugno sul letto in segno di vittoria.
Pensò subito che avrebbe appurato questa cosa al più presto,
mentre sentì bussare alla porta.
Scese dal letto per andare ad aprire, trovandosi dei sorridenti Harry e Ron davanti alla porta.
“ Ragazzi! Entrate” disse, spostandosi dalla porta per farli
passare.
Dietro di loro vide Draco parlare con Blaise e sorridere, un sorriso così bello che pensò di
perdersi. Per fortuna che il ragazzo in questione non si era
accorto di essere fissato...
“ Hermione?” fece Harry,
alzando un sopracciglio.
La
ragazza tornò subito in sé stessa, chiudendo
velocemente la porta alle spalle dei due.
Harry
e Ron si guardarono a vicenda, prima di osservare Hermione e borbottare qualcosa tra loro.
“ Che c’è?” chiese, stizzita.
“ No,
niente...” disseHarry,
mentre Ron lo seguiva silenzioso, fissando a sua
volta l’amica.
Hermione
mise le mani sui fianchi, indispettita, mentre i due continuavano a squadrarla.
“ Mi dite
cos c’è che non va?” sbottò poi, mentre Ronprendeva posto sul letto, accanto al vestito.
“ Sei
diversa...che hai fatto al viso? Ed
hai capelli...” osservòHarry,
facendo un giro intorno all’amica per guardarla meglio.
“
Io...niente Harry. I capelli sono solo più boccolosi, il viso più pulito. Mi sto solo curando di più,
che c’è di male?” rispose Hermione, non potendo dire la verità. Infondo avrebbe dovuto
parlargli di troppe cose che aveva taciuto fino a quel momento.
Ron
annuì.
“ Ha
ragione Harry” disse, poi squadrò
a sua volta Hermione, prima di parlare. “ Sei diversa
nel complesso...stai crescendo, piccolaHermione. Ora si che sei una vera
donna!” disse, alzandosi e fingendo le lacrime agli occhi come una mamma che fa
i complimenti ad una figlia diventata signorina.
“ Ma smettetela!” rise Hermione,
lanciandogli un cuscino. Ma poi s’incupì, collegando
il cuscino a Draco. Che
idiota! Tutto gli ricordava quel pezzo di stronzo!!
“ Comunque eravamo venuti per il festino di stasera: sai che Ron ha trovato un’accompagnatrice?” fece Harry, guardando verso l’amico.
“ Se per questo anche tu, Harry!”
fece di rimando Ron.
Erano due
ragazze di Corvonero, due amiche che avevano conosciuto quando erano usciti per andare in città.
“ Ma bene ragazzi, sono fiera di voi!” disse Hermione, strizzando un occhio.
“ Ma vedo
che hai deciso di venire anche tu a quanto sembra...”osservòHarry, sfiorando l’abito
adagiato sul letto.
Hermione
annuì.
“ E vieni con qualcuno?” chiese poi Ron,
con un tono di voce diverso dal solito.
Chissà
perché il quel momento le venne di nuovo in mente Draco, ma scosse la testa per cacciarlo via dalla sua
mente.
“ No, con
nessuno” rispose Hermione, quasi non facendo caso a Ron.
“ Sentite,
dovrei farmi una doccia ed iniziare a prepararmi...ci vediamo alla festa?” fece
poi Hermione, volendo restare un po’ da sola con i
suoi pensieri.
Harry
e Ron si guardarono.
“ Già
inizi a prepararti? Beh, voi ragazze...” feceRon, alzando gli occhi al cielo.
Hermione
fece una linguaccia a Ron.
“ E non passiamo a chiamarti? Per cena, almeno” domandò Harry.
Hermione
fissò un attimo il moro, come capendo solo in quel momento. Quella storia
l’aveva così scombussolata che si era dimenticata anche della cena!
“ Oh si,
per cena. Sisi, certo”
aggiunse poi, frettolosamente.
“ Si,
avviatevi giù. Vi raggiungo” disse solo, lasciando che
uscissero dalla sua camera.
Poi, di nuovo sola, si buttò sul letto sospirando, mentre mille
pensieri le fluttuavano per la testa.
“ Draco...ma che palle! Che razza di cotta mi sono presa?” chiese quasi a se stessa, sbuffando.
šsšt›s›
Quando scese nella Sala Grande del castello, si andò
a sedere al fianco di Harry e Ron,
passando prima per la metà di tavolo in cui erano seduti i Serpeverde.
Non si voltò a guardare Draco, ma
percepì chiaramente due occhi trapassarla come lame d’argento.
Harry e Ron le chiesero
più volte il perché del suo strano silenzio o semplicemente il perché della sua
assenza nelle loro conversazioni.
Ma il problema era che Hermione
non riusciva a non pensarci: non riusciva a smettere di pensare la stronzata che aveva fatto quel pomeriggio in camera di Draco. Si era lasciata prendere, fin troppo, ed ora aveva
solo voglia di dimenticare tutto.
E qui arrivava il difficile.
Dimenticare Draco e invaghirsi di Draco, per lei, erano proporzionali. Tanto era difficile
per HermioneGranger
pensare solo di poter provare dei sentimenti per l’algido erede dei Malfoy, Principe Slytherin,
bastardo e stronzod’un
purosangue...beh, dimenticarlo era forse ancora
più difficile.
Si alzò da tavola, salutando gli amici.
“ Ti passiamo a chiamare tra un po’?” chiese Ron,
alzandosi in piedi come per seguirla.
“ No, ci
vediamo direttamente alla festa” rispose solo, abbozzando un sorriso, mentre Ron si risiedeva lentamente.
šsšt›s›
Quando
anche Draco finì di cenare, si alzò congedandosi da Blaise e Nott, dandosi
appuntamento per le 22.30 nella sala adibita al festino.
Salì le
scale che portavano al terzo piano, mentre con le mani in tasca camminava
tranquillamente. Ma in realtà, l’animo dello Slytherin era confuso e tormentato come mai era stato prima
d’ora.
Un unico
nome galleggiava tra i suoi pensieri, infilandosi prepotentemente in posti a
cui a molti aveva negato l’accesso.
HermioneGranger.
Che
diavolo gli era preso? No, non si stava maledicendo per aver tentato di
baciarla...ma per essersi ritratto. Ma infondo sapeva perché: lei era...era...era HermioneGranger, diamine! Era perfetta, pura, semplice,
intelligente. Non era una come tante,
e non gli andava di trattarla come tale. Lei meritava di più di uno stronzo bastardo come lui. Lei non meritava neanche un
bacio dalle sue labbra peccaminose...era come se così la infangasse.
Si passò
nervosamente una mano tra i serici capelli, mentre a metà corridoio prese a
dirigersi verso la sua porta.
Doveva
dimenticarla, doveva pensare ad altro, doveva
riuscirci...
Mettendo
la mano sul pomello della sua porta, guardò la porta
affianco, dove la scritta HermioneGranger brillava in oro giallo.
Forse
stette a fissarla per troppo, troppo tempo, perché i
corridoi furono invasi da ragazzi provenienti dalla Sala Grande.
Così,
scrollando il capo, entrò in camera per una doccia rigenerante.
šsšt›s›
Ore 22.40, camera numero 918, stanza di HermioneGranger.
La stanza era così buia che sembrava non ci fosse
nessuno. I raggi lunari illuminavano il letto in orizzontale,
dove una figura raggomitolata con le gambe al petto, stava pensierosa.
Avvolta in un lungo abito senza maniche, le spalle e le braccia
restavano scoperte sotto la lieve brezza settembrina, mentre il corpetto
dell’abito le copriva il busto, per poi finire in una meravigliosa gonna
gonfia, tipica degli abiti ottocenteschi.
Molti boccoli castani erano raccolti debolmente in una crocchia
elegante, mentre altre ciocche ricadevano sulla nuda e morbida pelle.
Pensava, pensava in continuazione. Pensava se uscire da quella
porta, se andare a quella festa, se vederlo era la
cosa giusta da fare. Che poi l’avrebbe visto il giorno dopo,
sicuramente, a lezione. Ma se poteva evitare
almeno per quella sera, l’avrebbe fatto.
Scosse la testa, come per scacciare via quei pensieri. Ma cosa le stava prendendo? Lei, una coraggiosa Griffyndor, che aveva paura? Assolutamente no. Non avrebbe avuto questa soddisfazione, quel maledetto Slytherin.
Così, risoluta, si alzò dal letto, si sistemò per l’ultima volta
davanti allo specchio e lasciò la stanza.
Camminando, aprì un ventaglio in piume di pavone,
obbligatorio per le dame che avrebbero preso parte al party. Sventolandosi per il
troppo caldo, salì al quarto piano: anche se la temperatura esterna non è che fosse così alta.
šsšt›s›
La stanza allestita per la festa era davvero stupenda. Molte
persone presenti pensarono davvero che i Corvonero,
questa volta, avevano superato se stessi.
Colonne in marmo nero erano disposte
lungo il perimetro rettangolare, sormontate da archi ogivali ricoperti da edera
fiorita.
Il pavimento prima scuro, adesso era diventato di marmo bianco, in
contrasto con il nero delle colonne, ma in sintonia con gli intarsi delle
stesse e con gli arazzi ottocenteschi e i quadri disposti ordinatamente sui
muri in marmo, appunto, bianco.
Un tavolo lunghissimo era posto orizzontalmente
infondo all’immensa sala, con candelabri e pietanze di tutti i tipi.
Musica come il lento valzer aleggiava già
nell’atmosfera, mentre dame in abiti bellissimi con i loro ventagli, con
pettinature alte e piene di fermagli, con strascichi e gioielli, riempivano
la sala.
In quel momento fecero ingresso anche Ron
e Harry – insieme alle loro dame –avvolti in splendidi smoking neri dal
taglio ottocentesco, simili ad altri presenti in sala.
Anche DracoMalfoy,
avvolto in un completo nero – seppur di gran lunga più
bello degli altri – stava appoggiato vicino una colonna, mentre con un
bicchiere di Whisky Incendiario parlava con Blaise e Nott, entrambi provvisti
anche di cilindro.
Quando dopo qualche istante la porta si aprì, nessuno sembrò farci caso: chi impegnato a parlare e guardare qualche bel
ragazzo o ragazza, chia ballare il
valzer a centro sala, chi solamente a guardare altrove.
Hermione entrò nella sala, inizialmente, quasi
passando inosservata.
Poi fu come un riflesso a catena – o forse il suo splendore
abbagliò tutta la sala – e tutti i presenti si voltarono per vedere chi era
arrivato alla festa così tardi.
Il rossore delle guance di Hermione era
a dire poco indescrivibile quando si sentì quasi 100
paia di occhi puntati su di lei.
Un mormorio si diffuse per la sala, dopo il repentino silenzio
precedente, mentre qualcuno tornava a guardare altrove visibilmente sconvolto e
qualche complimento invece, detto a voce alta, risuonava evidente alle orecchie
delle Griffindor.
Harry e Ron la
raggiunsero, alquanto sconvolti.
Mentre il rosso ingoiava rumorosamente, la mascella
di Harry sembrava stesse sfiorando il pavimento.
“ Hermione...” disse
solo, dando una gomitata all’amico che sembrava aver perso il lume della
ragione.
“ Ehm...sono troppo appariscente? Eppure mi sembra un abito
abbastanza semplice nella sua vistosità” chiese Hermione,
guardandosi intorno per vedere altri vestiti, di gran lunga
più scollati e più audaci del suo. E allora perché
aveva tutti gli occhi della fauna maschile puntati su di se? E perché anche al ragazze la guardavano a bocca aperta?
“ No no” si affrettò a dire Harry “ ...solo sei davvero bellissima stasera” aggiunse
poi, mentre Ron annuiva senza parole.
Hermionearrossì per la seconda
volta, mentre prendendo un lembo del vestito con la mano destra, sorreggeva
il ventaglio con la sinistra, scomparendo tra la folla.
Ma qualcuno in particolare l’aveva vista benissimo. E non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
“ Dra...” chiamò
l’amico per l’ennesima volta, ma nessuna risposta arrivò.
“ Draco...DracoLuciusMalfoy?!” sbottò Nott, mentre Blaise lo guardava senza capire.
“ Dra!” fece il moro, prendendolo per le
spalle e attirando la sua attenzione.
“ Eh?” fece il biondo, come ridestato da un sogno.
“ Che diavolo ti era preso? Guardavi un
punto da mezz’ora, sembravi in trance...” asserìBlaise, guardando stranito
l’amico, che si passò una mano tra i capelli.
“ No niente, mi ero distratto” disse solo tornando a guardare
davanti a sé. Merlino se si era distratto...possibile
che potesse essere così bella?
“ Parlando di altro...avete visto la Granger?
E’ appena entrata” chiese Nott, spostando i suoi
occhi lascivi sulla figura di Hermione accanto adHarry e Ron.
“ E come non potevo notarla? Ma hai visto quant’è bella?
Merlino, è la più bella ragazza della sala...”feceBlaise, come se la cosa fosse
più che ovvia.
“ Hai proprio ragione Blaise” asserì Nott, annuendo. “ La Granger è davvero
bellissima. Peccato solo che è una mezzosangue...e pure Griffyndor”
concluse Nott, tornando a guardare gli amici.
“ A me non importa. Per me resta una bella ragazza, punto. La mia
famiglia non è come la tua Theodore. Non c’è quest’avversione per i
mezzosangue...tanto meno per i Griffyndor” spiegòBlaise, mandando giù un ultimo sorso di Whisky.
“ E tu Dra? Che ne pensi?” chiese Theodore,
vedendo l’amico perso nei suoi pensieri.
“ Esattamente come la pensate voi. Se volete
scusarmi...” disse vago, dileguandosi tra i due
e sparendo tra la folla.
“ D’accordo con noi? Ma se ognuno di noi
due ha detto la cosa opposta?” fece poi un Nott
alquanto perplesso.
šsšt›s›
Hermione stava chiacchierando con le due ragazze di corvonero che avevano conosciuto Harry
e Ron, mentre sorseggiava del vino bianco elfico.
Da lontano sentì un sguardo che di più di
tutti le era incollato sulla schiena seminuda. La fece quasi rabbrividire, ma
pensò che tutta quella situazione era solo
suggestione: infondo, praticamente tutti la stavano mangiando con gli occhi!
Ma invece uno sguardo più penetrante degli altri c’era.
Uno sguardo di ghiaccio, uno sguardo d’argento, uno sguardo
consapevole eppure colpevole. Consapevole di quanto fosse
bella avvolta in quell’abito nero, dove al centro
della gonna, del merletto bianco decorava il tutto triangolarmente. Delle
rifiniture d’orate, poi, donavano alla gonna ampia uno splendore mai visto prima.
Il corpetto, invece, l’abbracciava dall’esile vita fino all’incavo dei seni,
dove parte della scollatura era ben visibile. Dietro, un intreccio di nastri
neri e dorati le chiudeva il corpetto, impreziosito da bellissime perle nere,
così come quelle che aveva al collo e uguali a quelle
che formavano gli orecchini e il bracciale alla mano sinistra.
Consapevole eppure colpevole.
Colpevole di quello che avrebbe fatto, di quello che sentiva per
lei, di quello che si era ripromesso di non provare.
Sorrideva lei e per Merlino, quant’era bella. Bella, certo. Ed
era davvero riduttivo. Era li, mentre dolci boccoli le incorniciavano il viso,
mentre le labbra rosse si aprivano ancora una volta, parlando con altre due
ragazze, mentre una luce diversa brillava nei suoi occhi, quasi magica.
Quegli occhi dorati che lo stesso pomeriggio l’avevano fatto
capitolare, quella sera sembravano addirittura più belli.
Mosse un piede in avanti, cercando di inoltrarsi tra la folla per
raggiungerla, quando finalmente si era allontanata dalle due ragazze di Corvonero.
Ora stava li, da sola, seduta su una poltrona infondo
alla sala, accanto ad una portafinestra che dava su un balcone, mentre si
torturava le mani.
Sembrava in ansia per qualcosa, guardava fuori
dalla finestra il cielo stellato, come se così potesse calmarsi.
Draco passò accanto al buffet, voltando l’angolo
della sala, dove era adibita questa piccola sala – ancora vuota – composta da un divano e due poltrone, poi più in la ancora un divano
e due poltrone, e così via, per quattro o cinque raggruppamenti.
Li la musica del dolce valzer si sentiva di meno, li dove la
bella Griffyndor stava silenziosa e pensierosa.
Nel momento in cui Draco svoltò l’angolo
e si trovò in quella parte della sala, MarcusBelbi gli passò affianco,
dirigendosi con due calici di vino bianco elfico
verso Hermione.
Draco si fermò all’istante, facendo qualche passo
indietro e trovandosi nuovamente al di qua dell’angolo,
fuori dalla vista di Hermione.
Ma attraverso il riflesso della portafinestra poteva vedere tutto:
Marcus che si sedeva accanto adHermione che, come svegliata d’improvviso, rivolgeva
la sua attenzione al nuovo arrivato e non più al cielo stellato della notte li
fuori.
La vide sorridere imbarazzata, mentre Marcus
tentava di avvicinarsi di più e di poggiarle una mano sulla sua.
Draco stava per fare un passo e fregarsene di
tutto, stava per andare li e spaccare il muso a quel Belbi, quando Hermione ritrasse
la mano, scuotendo la testa.
La Griffyndor gli disse poi qualcosa, di cui Draco riuscì a capire solo “ ...scusa” e vide Marcus alzarsi distrutto e andare via, lasciando quella
saletta ‘privata’.
Belbi gli passò davanti, alquanto triste, mentre Draco fissava Hermione tornare
alla sua posa originaria, guardando al di là della portafinestra.
Si passò una mano tra i capelli, tornando a guardare davanti a sé,
nervosamente.
Sospirò più volte, prima di entrare in quella saletta e camminare
silenziosamente verso di lei.
šsšt›s›
Hermione, persa ancora nei suoi pensieri, non si
accorse di chi era appena entrato nella sala.
L’aveva visto prima, eccome se l’aveva
visto. Chissà se lui
l’aveva vista...
Sentiva uno strano bisogno di lui e si diede della stupida per
questo. Si diede della stupida per il fatto di stare ancora pensando a DracoMalfoy.
“ Che belle le stelle stasera...” disse una voce profonda, ormai familiare, facendo ridestare Hermione dai suoi pensieri.
La Griffyndor si voltò di scatto davanti a lei,
mentre un groppo le saliva alla gola vedendo quel
bellissimo ragazzo davanti a sé: era in piedi, le mani nelle tasche dei
raffinati pantaloni neri, lo sguardo rivolto al di là della portafinestra. Dopo
qualche secondo di silenzio, Draco si voltò verso Hermione sedendosi sulla poltrona di fronte a lei.
“ Ciao Draco” disse lei con un sorriso,
celando tutte le emozioni che provava in quel momento. Fu un ciao così naturale che si meravigliò lei stessa della voce con la quale lo aveva
pronunciato. Si era ripromessa, infatti, che nulla avrebbe più compromesso il
loro rapporto: già era difficile pensare di essere amica
di DracoMalfoy, poi
arrivare a desiderare di baciarlo, abbracciarlo, sentirlo...era troppo per lei.
E poi lui le aveva fatto capire che la voleva solo
come amica. E un’amica sarebbe stata.
“ Ciao Mezzosangue” disse lui, quasi scherzosamente. Aveva avuto
un attimo di sbandamento perdendosi nei suoi occhi, ma quando lei lo aveva
salutato in modo così...amichevole, ecco, si era sentito strano. Non che non
gli facesse piacere vederla così sollevata, così
sorridente...ma Hermione non provava niente? Insomma,
quel pomeriggio c’era stato un ‘quasi bacio’ e lei gli era sembrata alquanto dispiaciuta che non
fossero andati oltre. E invece adesso sembrava così
tranquilla, come se non le importasse di nulla. Doveva capirlo primo, povero
illuso. Per lui Hermione era troppo e non poteva
permettersi altri errori con lei. Voleva essere solo un amica?
Ebbene, l’avrebbe accontentata.
“ Cosa ci fai qui? Perché
non sei nel vivo della festa?” chiese Hermione
alzandosi in piedi, seguita da Draco.
“ Potrei chiederti la stessa cosa. Siamo amici adesso...” disse il biondo, calcando
sulla parola amici “...e vedendoti
qui, tutta sola, sono venuto a vedere cosa avevi”.
Che bugiardo! si disse Draco. Si, era venuto per vedere cosa aveva, perché si era
isolata...ma per stare con lei. Gli piaceva passare tempo con lei.
Hermione annuì.
“ Si ecco, avevo degli strani pensieri
per la testa, ma ora è tutto a posto” chiarì con un sorriso, prendendo un lembo
dell’abito e iniziando a camminare verso la portafinestra. Poggiò entrambe le
mani sul vetro guardando fuori.
Draco abbozzò un sorriso guardandola da dietro:
quel corpo così esile ma allo stesso tempo formoso, sembrava così delicato
eppure così forte, avvolto in quel bellissimo abito nero in contrasto con la
sua pelle appena dorata. Quei boccoli poi, sembravano riccioli di cioccolato.
Fece qualche passo, arrivando al suo fianco.
“ Usciamo?” chiese, guardando fuori.
Hermione si voltò, mentre un brivido
le percorse tutta la schiena. Diamine!
si disse mentalmente.
“ Oh, si certo. Usciamo”
Draco aprì la portafinestra, mentre una brezza
fresca iniziò a scivolargli sulla pelle. Una volta fuori, la brezza si fece più
forte, ma comunque sopportabile anche per Hermione con le spalle, il decoltè e gran parte della
schiena scoperti.
“ E’ così bello da quassù. AdHogwarts non ci sono terrazze così belle per poter ammirare
le stelle...ed alla fine sarebbero i posti perfetti per guardare il cielo,
senza le luci delle città babbane, intendo” mormorò Hermione, portandosi le braccia incrociate sotto il seno.
“ No, ti sbagli. AdHogwarts
c’è un bellissima terrazza, ma è alquanto nascosta. Appena
torniamo, ti porterò a vederla” spiegò Draco, mentre,
notando Hermione scossa da qualche brivido di freddo,
si tolse la giacca e gliela poggiò sulle spalle.
Hermione, leggermente rossa in viso, gli mormorò un
“grazie”, sorridendogli.
“ Vorrei parlare di oggi pomeriggio, Hermione” fu come un lampo a ciel
sereno. Mai la Griffyndor si sarebbe aspettata una
simile richiesta. Deglutì, in preda al panico, non sapendo come prendere la
situazione.
“ Parlare? E di cosa esattamente?” chiese
poi, fingendosi ingenua.
“ Di me, di te...di quello che sta succedendo tra noi. O meglio,
di quello che non è successo” chiarì Draco, puntando il suo sguardo in quello di Hermione che non riuscì a reggere il confronto, e si volse
a guardare davanti a lei.
“ Appunto, di quello che non è successo. E’ stato un errore, no?
L’hai detto tu stesso. Un semplice errore che non verrà
mai più ripetuto” disse Hermione, come se le parole
gli scivolassero di bocca senza controllo. Ma nelle sue parole c’era più
malinconia e tristezza di quanto lui pensasse, di
quanto lui era riuscito a cogliere. Draco, infatti,
sentendo Un semplice errore che non verrà mai più ripetuto provò una morsa allo stomaco,
quasi quelle parole fossero più taglienti della lama più affilata. Ma c’era solo rassegnazione nelle parole di Hermione, una rassegnazione ben celata.
Draco restò in silenzio, continuando a guadare le
stelle, quando dopo un po’ non decisero di rientrare.
La festa durò per ancora tutta l’ora successiva,
poi qualcuno più stanco già iniziava ad andarsene. Draco
e Hermione riuscivano ad intrecciare i loro sguardi
poche volte durante il resto della serata, lei occupata con Harry,
Ron e altre persone, lui occupato con altriSlytherin come Zabini e Nott. Non avevano ancora
“reso pubblica” la loro amicizia, e per ora, preferivano
avere un po’ di privacy.
Anche perché i sentimenti erano nuovi e troppo contrastanti per essere esposti alla mercè di tutti.
šsšt›s›
Salve a tutti! Ecco la fine del nono capitolo. C’è chi mi sta già
uccidendo non è così? Ma purtroppo ho deciso di non accelerare i tempi: il quasi-bacio aveva scottato entrambi e i sentimenti nati
erano troppo forti per potergli dare subito un nome.
Ma il capitolo dove avverrà il loro avvicinamento non
è lontano, l’ho anche già scritto!
Ma passiamo ai ringraziamenti:
VIO_SMILE: Ciao! Prima di tutto non sei stata per
niente cattiva, scherzi? Anzi, sono andata a rivedere i capitoli e mi
sono accorta degli errori, spero di non averne fatti in questo. Passando alla
storia, qualcosa di speciale arriverà ma come detto non voglio accelerare i
tempi!
lunachan62: Sono contenta che la mia storia ti stia piacendo!
Sperando che questo capitolo -dove molti credevano sarebbe successo
qualcosa – ti sia piaciuto lo stesso!^^
fanny: Grazie per i complimenti! Piaciuta la faccia di Draco?^__^
camyxpink: Beh, senza dubbio l’abito era bellissimo, spero di aver
reso bene l’idea! Le cose da scoprire sono ancora molte cmq,
e la storia tra i due protagonisti si sta evolvendo pian piano...
tery91: Grazie anche a te per i complimenti! Spero di non averti
fatto aspettare tanto!-_^
Lady Cassandra: non sopporti Ginny?
Beh, direi che invece a me non dispiace, basta che non
combini casini e si metta in mezzo alla nostra coppia!*___* E cmq spero tu abbia trovato bello anche questo cap! Alla prossima!
Cobwy23: Ciao! Come vedi Hermione è un po’ restia nei suoi confronti...ha travisato le sue intenzione e di rimando Draco
ora sta travisando le sue: ma tutto si sistemerà al + presto! Mi fa piacere che
tu trovi belle le mie idee, anche a me la storia incuriosisce dato che molti
punti ancora io stessa devo chiarirli!^^
stellina-malfoy: Ciao! Tutta d’un fiato? Beh,
sarà stata una faticaccia! XD Sono contenta che ti piaccia, e grazie per i
complimenti!^^
white_tifa: Ciao carissima! Davvero ti è piaciuto così
tanto questo cap?? Ma grazie!!!*__________*
Spero di non averti deluso con questo!! Bacioni!
crici_82: alone di mistero alla Rowling??
Ma tu solo mettendomi nella stessa sua frase mi fai
commuovere!!*____* Cmq, a parte questo, sono davvero
contenta ti piaccia la mia storia! Che ne dici di questo capitolo??^^
Ehm ehm, strano ma vero, sto postando dopo solo due giorni. E’ che la scuola ci ha
graziato con i compiti – almeno per ora – e soprattutto con il ponte di: domani
assemblea, domenica, lunedì ponte e martedì primo
maggio, ho avuto il tempo di dedicarmi alla scrittura. Ma voi starete dicendo:
si vabbè, ma a noi che ce ne
importa? :P
Buona Lettura
šsšt›s›
Il terzo
giorno di quella lunga settimana si fece sentire presto, con una lezione di Erbologia della durata di due
ore.
Molti dei
ragazzi seduti nell’Aula Magna erano leggermente assonnati, se non proprio addormentati.
C’era anche chi, come HermioneGranger,
non aveva chiuso occhio per tutta la notte ed ora era lì che sembrava in preda
ad una crisi di nervi.
Già
perché prima, in Sala Grande, aveva bevuto due succhi di zucca e tre caffé per
cercare di riprendersi, seguiti da tre fette biscottate con la marmellata di
mirtilli.
Ed
ora era arzilla e vispa, anche se un letto le avrebbe fatto molto comodo. Era
lì che prendeva appunti meticolosamente per la prima ora della lezione, sempre
attenta, poi quando la professoressa comunicò di dover
lasciare il castello per raggiungere le serre del parco, sembrò vacillare, per
poi riacquistare subito un po’ di autocontrollo.
Anzi,
dovette occuparsi lei stessa di tenere svegliHarry e Ron che avevano fatto
tardi molto più di lei alla festa. Ron dormiva
letteralmente, infondo alla serra mentreHarry fingeva almeno di stare attento quando la Sprite
cercava di spiegare le proprietà di alcune piante carnivore rarissime da cui
poi avrebbero dovuto distillare un veleno per il professor Piton,
la cui seconda lezione si sarebbe tenuta da li a qualche giorno.
DracoMalfoy, dal canto suo, sembrava tranquillissimo,
ordinato come sempre, anche se stranamente attento e taciturno. Hermione incontrò più volte il suo sguardo, sorridendogli,
mentre riceveva un accennò del capo in risposta.
Finite le
due ore di Erbologia, mentre
qualcuno ringraziava a voce alta Merlino per poter andare a dormire, il caffé
aveva fatto più che effetto su Hemione, che di
dormire proprio non aveva voglia.
Con la
tracolla al seguito, contenente il libro di Erbologia e degli appunti sparsi, si diresse verso il parco
del castello, che non aveva avuto ancora il piacere di visitare.
Era un
parco molto grande, formato prima da sentieri in pietra grezza bianca, dove
panchine, lampioni e cespugli gli davano l’aria di un bellissimo parco inglese,
poi alle spalle si stagliava un boschetto più fitto – che
nulla aveva però a che vedere con la
Foresta a cui loro era negato l’accesso – molto
caratteristico e solitario, dove chiunque poteva avere un po’ di privacy e
passeggiare indisturbato. Dei lampioni delimitavano anche il sentiero di pietra
che s’infilava nel bosco, rendendolo più accessibile.
Harry
e Ron la raggiunsero sotto il sole delle 10.30,
trovandola distesa su una panchina al limite del
boschetto, intenta a leggere un libro, mentre il suo vestitino verde scuro a
mezze maniche oscillava sotto la brezza calda di quella mattina.
“ Hermione, stiamo andando al campo di Quiddich...vieni
con noi?” chiese Ron, con la divisa in dosso e la
scopa stretta nella mano sinistra.
Hermione
alzò lo sguardo dal libro, mettendosi a sedere meglio, con gli occhi socchiusi
per il sole che prepotente cercava di entrare.
“ Al
campo di Quiddich?” ripeté, schermandosi gli occhi
con una mano.
Harry
annuì, mentre la riccia prese la tracolla rimettendoci il libro dentro e con un
“ Si okay, tanto non ho niente da fare oggi” si avviò
con gli amici verso il campo da gioco.
Li salutò
poi, salendo sugli spalti quasi vuoti, mentre si sistemava alla meglio.
La fila
che aveva scelto era praticamente vuota, così si
sedette comodamente per guardarli iniziare, mentre si godeva anche il sole
delicato di quella mattina.
Dal
basso, dei ragazzi rosso-oro fecero il loro ingresso, mentre gli spalti venivano leggermente riempiti.: il campo era molto grande e
quindi dispersivo per la cinquantina di ragazzi che erano venuti ad assistere
alla partita.
La
partita? Ma contro chi giocavano allora i Griffyndor?
Slytherin
ovviamente. Slytherin che ora stavano uscendo dalla porta sinistra del campo, avvolti
nelle loro divise verde-argento. Slytherin il cui unico obiettivo era metterli in ridicolo. Ma i Griffyndor non si sarebbero
arresi tanto facilmente.
Un brezza leggera iniziò a soffiare nuovamente, facendo ondeggiare l’abito
di Hermione e i suoi lunghi boccoli, mentre un Slytherin in particolare la guardava estasiato mentre
faceva il suo ingresso in campo come cercatore.
Durante
la partita, tenacemente vinta dai Griffyndor – anche
se per poco – Draco sembrava
più concentrato su altro che sul boccino, che più volte gli passò davanti senza
che lui muovesse un muscolo.
Volò
spesso sopra gli spalti, insieme adHarry, in un avverso inseguimento per il boccino, venendo
stregato dalla bellezza che Hermione sprigionava
incoscientemente. Gli spalti era occupati si da altre
persone, da altre ragazze, ma lei riluceva come se avesse un aurea intorno a
sé, come se staccarla gli occhi di dosso fosse diventato incredibilmente
difficile.
Quando
tornò negli spogliatoi, maledisse più volte se stesso per la perduta lucidità.
Si trattenne di più, sotto la doccia, cercando di trovare risposte a domande
che credeva non gli appartenessero: come dimenticare HermioneGranger? E l’unica risposta che gli veniva in mente era: impossibile.
Non riuscirò mai
a togliermela dalla testa... pensava stranito.
“ Ti ho
visto parecchio distratto oggi...successo qualcosa?” chiese una voce femminile
che lo fece sobbalzare, ancora sotto la doccia.
Era lontana però, quasi si fosse trattenuta sulla soglia dei
spogliatoi, senza entrare.
Era Hermione, come non riconoscere la sua voce. Era lei,
rimasta davvero sul ciglio della porta, per non entrare negli spogliatoi di Quiddich. Che poi non erano
prettamente maschili, se non infondo, dove due porte dividevano il bagno
maschile da quello femminile, con relative docce.
“
Mezzosangue?” chiese una voce proveniente dal bagno maschile, prima che la
porta venisse aperta ed un biondo gocciolante uscisse,
coperto solo da un asciugamano bianco stretto in vita.
Hermione
non era entrata anche se sapeva che solo Draco era rimasto negli spogliatoi, vedendo uscire tutta la
squadra. Non era entrata per non rischiare di vederlo nudo o qualcosa di
simile. Ed ora cosa faceva quello scemo? Usciva dal
bagno praticamente
nudo, mentre solo un piccolo asciugamano gli copriva le parti più intime e metà
coscia, mentre goccioline cadevano dei suoi capelli biondissimi, scompigliati
sulla fronte, per poi ricadere lungo tutto il corpo.
“ Draco!” esclamò lei indignata, voltandosi di spalle, ancora
sulla porta dello spogliatoio. Lo sentì ridere, così
sbuffando incrociò le braccia sotto il seno.
“ No dico, un po’ più decente non potevi uscire da quel
bagno?” esclamò ancora, dandogli le spalle.
“ Suvvia
Mezzosangue! Sono a torso nudo, niente di così assurdo...e poi tutto questo
pudore fa male sai? Si più sciolta!” mormorò lo Slytherin, ridendo ancora.
Hermione
visibilmente innervosita per l’ultima critica, si voltò immediatamente, vedendo
Draco che si stava frizionando i capelli con un altro
asciugamano.
“ Io sono sciolta!” asserì, forse leggermente
rossa in viso, perché Draco puntualmente glielo fece
notare.
“ Oh si certo, è per questo che sei arrossita” mormorò solo,
buttando l’asciugamano sulla panca di legno.
Hermione
indignata fece per aprire bocca, poi la richiuse.
“ E non dire che non sei come la McGrannit,
che sarebbe proprio il colmo” fu la frecciatina di Draco, che di spalle cercava qualcosa nella sua borsa.
COOOOSA??
CHE COSA??? Questo era troppo! Lei come la McGrannit??
“ Solo
perché non sono come...PansyParkinson”
aggiunse, mentre il nome della Slytherin le sembrava
il paragone più indicato “ solo perchè non sono una delle tante, questo non vuol dire che
io sia come la McGrannit!” sbottò poi, facendolo
voltare.
Draco
la fissò da sotto i crini biondissimi, ancora umidi, soppesando le sue parole.
A lui Hermionepiaceva così,
non l’avrebbe cambiata per nulla al mondo...gli piaceva proprio perché non era una delle tante, ma lei sembrava averla
presa davvero come un’offesa quella frase. E poi, ci
stava ancora pensando? Allora forse...
“ Hermione ma che diavolo...?” provò
a dire, ma la ragazza sbuffando, aveva fatto un passo indietro.
“ Niente,
lascia perdere” mormorò tranquillamente, alzando lo
sguardo verso di lui che, immobile la stava fissando.
“ Lascia perdere” ripeté ancora, uscendo dallo spogliatoio.
šsšt›s›
A pranzo,
nella Sala Grande, vennero servite pietanze più
succulenti del solito. Hermione mangiò lentamente,
mentre la metà tavolata di Griffyndor esultava felice
per la vittoria.
Quando
risalì in camera per riposare un po’, trovò la portafinestra spalancata, così
andò subito a chiuderla per far riscaldare la stanza.
Tornò
nella stanza, pensierosa, mentre ragionava sul fatto del perché la
portafinestra era rimasta aperta. O meglio, lei ricordava benissimo di averla chiusa.
Un
biglietto di pergamena bianca poggiato sul cuscino del letto attirò
la sua attenzione, così andò subito a leggerlo curiosa.
Non mi sembra che il nostro
rapporto stia andando a gonfie vele. Non riusciamo neanche ad
essere amici, o almeno da parte tua c’è qualcosa che non riesco a
capire. Se qualcosa non va, vorrei esserne reso
partecipe.
Vieni in camera mia, ti sto aspettando.
DracoMalfoy
Hermione
rilesse quel biglietto un sacco di volte, prima di appallottolarlo e gettarlo
in un angolo.
Lei? Cosa c’era che non andava in lei? Ma stava scherzando?! Voleva esserne
anche reso partecipe? E cosa gli avrebbe dovuto dire?
Si legò
qualche ciocca di capelli dietro la testa con un fermaglio di
argento e stoffa verde scura come l’abito, lasciando gli altri boccoli
liberi sulle spalle. Poi con un sospiro uscì dalla porta, e
vedendo il corridoio vuoto, bussò alla porta di DracoLuciusMalfoy.
šsšt›s›
Dopo
qualche secondo il biondo in questione aprì, vestito con una camicia grigio
perla e dei pantaloni classici neri.
“ Hermione” disse, come costatando la sua presenza.
“ Già,
sono io. Mi fai entrare?” chiese, guardando altrove, mentre Draco
si spostava e richiudeva la porta alla spalle della
ragazza.
Seguì
qualche secondo di silenzio, mentre Hermione si
guardava intorno e Draco con le mani in tasca la
squadrava attento.
“ Che
hai, Hermione?” chiese Draco,
andando dritto al sodo, come al solito.
Hermione
si voltò, come colta di sorpresa. Non si doveva far sfuggire niente, o si sarebbe sentita davvero una stupida. Già se la vedeva la
scena: rifiutata da DracoMalfoy,
ma neanche morta!
“ Oh,
niente Draco. Sono un po’ nervosa per problemi miei.
Non c’entri niente tu tanto meno il nostro rapporto” rispose,
sorridendogli in maniera abbastanza convincente.
Draco
non ne sembrò molto convinto, ma parve accontentarsi.
“ Come
vuoi” disse con un’alzata di spalle, per poi voltarsi e buttarsi sul letto,
visibilmente stanco.
Hermione,
leggermente in soggezione, non sapeva bene cosa fare ne
come comportarsi.
Draco
alzò gli occhi, facendole cenno di andare a sedersi sul letto.
La Griffyndor, titubante, si avvicinò ai piedi
del letto e vi ci salì sopra, sedendosi compostamente, per evitare di lasciar
intravedere “lembi di pelle” dal vestito corto.
“
Scoperto niente su quel Moon?” chiese Draco, mettendosi a sedere.
Giusto!
Quasi se ne stava dimenticando! Come aveva potuto
sfuggirgli una cosa così importante? Quel ragazzo la confondeva troppo.
Con un sospiro, Hermione gli raccontò della
sera prima, quando era salita al quarto piano ed era entrata nella stanza
dell’armadio.
Gli raccontò delle dame, del salto nel passato, delle cose che aveva scoperto
su Moon.
“
Caspita! E quando avevi intenzione di dirmelo?”
domandò un Draco piuttosto incuriosito.
“ Oh beh,
è successo solo la sera scorsa. Non ne ho avuto il tempo”
mentì, mordendosi il labbro inferiore.
“ E così era una mezzacreatura...comprensibile
e prevedibile. A questo punto la storia mi sembra alquanto chiara: che c’è più
da sapere?” chiese, alzando gli occhi verso Hermione.
“ Da una
parte hai ragione. Ma vedi, la Signora del Castello
m’incuriosisce abbastanza. E poi vorrei tornare in
quel sotterraneo...ho visto delle cose nel passato, che vorrei appurare nel
presente” spiegò la Griffyndor, mentre Draco
annuiva.
“ E,
visto che ci siamo...” tergiversòHermione, stendendosi a pancia in giù sul grande
letto matrimoniale, accogliendo il mento tra le mani “...non ti ho chiesto – o
meglio, non mi hai risposto – come facevi a sapere di quel passaggio. Insomma,
all’apparenza sembravano solo semplici fiaccole. Come hai fatto a capire che in
realtà non lo erano? Che portavano ad un passaggio
segreto?” domandò curiosa, inclinando leggermente il capo verso un Draco seduto a gambe incrociate, corrucciato.
“ Cosa t’importa, scusa?” fece tagliente.
“
M’importa”
“ E se non volessi dirtelo?”
“ Suvvia Draco, perché no?”
“ Per
diamine, Granger! Sempre a ficcare il naso negli
affari altrui, eh? Non sono cose che t’interessano” borbottò,
scendendo dal letto e dandole le spalle.
Hermione
ancora distesa guardò per qualche secondo le sue spalle, alzando un
sopracciglio.
“ Tu mi
nascondi qualcosa” disse solo, facendolo voltare.
“ Sono
cose mie, personali. Capito? Non sono
tenuto a dirti cose che non ti riguardano” fece, con
un tono molto brusco.
Hermione
avvertì il suo repentino cambiamento e non disse niente, mettendosi a sedere mentre si aggiustava il vestitino verde bosco,
passandosi una mano dietro l’orecchio ad aggiustare una ciocca sfuggita dal
fermaglio.
“ Devo
andarmene?” mormorò con voce flebile, guardando le lenzuola scure del letto.
Draco
si voltò totalmente verso di lei, colpito dalle sue parole.
“ No ”
rispose, stupito. “ No no, non voglio che tu te ne
vada” si affrettò a dire, ma con tono più deciso.
“ Ah, mi
sembrava” mormorò ancora, fissando l’arazzo sopra la testata del letto.
Draco
fece qualche passo, avvicinandosi al letto per poi sedersi sul bordo. Hermione alzò lo sguardo verso di lui, uno sguardo decisamente dolce, disorientandolo.
“ Posso
abbracciarti, o rischio di essere morsa?” chiese ironica,
abbozzando un sorriso.
Draco
fu disorientato maggiormente, quasi non riuscì a risponderle qualcosa di
convincente, di sensato. Si limitò a fissarla, scuotendo la testa. Ma che
diavolo gli succedeva quando stava con lei?
La
piccola Hermione gattonò sul letto fino a lui; quando
gli fu vicina gli passò le braccia intorno alla vita e lo strinse a sé,
sentendo il suo respiro caldo sulla sua testa. Poteva
sentire anche il suo cuore, adesso battere furiosamente. Sorrise a quel
pensiero, inebriandosi del suo profumo. Dopo qualche secondo anche Draco fece salire le sue mani eleganti lungo i fianchi di Hermione, fermandosi alla vita e stringendola ancora di più
a sé. Poggiò il mento sulla sua testa, chiudendo gli occhi
mentre si lasciava coccolare dal suo dolce profumo. Riuscivano a sentire
il calore l’uno dell’altro e quell’emozioni che non provavano da tempo erano così belle da non
voler mai finire di provarle.
Entrambi
non seppero mai dire per quanto restarono abbracciati,
ma fu così tanto che staccarsi diventò quasi impossibile solo da pensare.
šsšt›s›
Il
pomeriggio passò tranquillamente, qualcuno andò con la carrozza a visitare la
città, qualcuno rimase al castello, qualcuno ancora restò a parlare in camera,
felice, mentre stava abbracciando una persona che mai prima d’ora avrebbe
considerato speciale.
Hermione
scese dal letto, con un sorriso, mentre Draco si
aggiustava la camicia fino a poco prima stretta tra le braccia della Griffyndor.
Arrivarono
insieme nella Sala Grande, attraversando la porta non curanti
degli sguardi che qualcuno gli rivolgeva. Altri, come Harry
e Ron – per fortuna – troppo impegnati a mangiare,
non si accorsero della loro vicinanza.
La cena,
infatti, fu servita prima del solito. Verso le 20.00, tutti i ragazzi erano
presenti e stavano mangiando, più taciturni e stanchi di quanto erano mai
stati.
Quella
sera, perciò, nessuno festino fu organizzato, sicuramente
perché i componenti del sesto anno delle quattro case erano visibilmente
distrutti dal festino precedente.
“ Meglio
fare una sera si ed una no, questi benedetti festini!”
aveva suggerito un Corvonero, dopo un grosso
sbadiglio.
Ecco
perché ci fu chi andò a dormire presto e chi girò per il castello fino a tardi,
soffrendo di insonnia.
Ma ci
fu anche chi rimase a parlare per ore ed ore in una stanza, dove nessuna
persona sana di mente – che non fosse qualche eletto Slytherin
– avrebbe mai sognato di metter piede.
La stanza
di DracoMalfoy, per
l’appunto. E chi ci aveva messo piede non per niente un
eletto Slytherin. Beh, forse Slytherin no, ma eletto, a quanto pare, si.
šsšt›s›
Salve mie dolci fanciulle!
Capitolo decisamente più corto, spero non me ne
vogliate. Ho postato in fretta, però. Vero? Spero che questo
capitolo vi sia piaciuto, perché io ho rivissuto delle emozioni molto forti
scrivendolo. La scena dell’abbraccio, non so voi, credo sia molto
importante: certo, un bacio è un bacio, ma un
abbraccio è così bello, come se si riuscisse a sentire la persona dentro di sé,
il suo profumo, il battere del suo cuore. Chiudere gli occhi
e sentire il suo calore, sentire la sua pelle sotto la tua, anche sotto un
milione di vestiti. Sarò anche un inguaribile
romantica, ma a volte gli abbracci tra due persone che provano di più di
una semplice amicizia, sono davvero tra le cose più belle.
Ma passiamo hai ringraziamenti:
Lala: Ciao!
Mi fa molto piacere che ti piaccia la mia storia! E mi
fa molto piacere che tu abbia recensito per darmi il
tuo parere!^___^ Che ne dici di questo capitolo? Come vedi la storia tra i
nostri due protagonisti si sta evolvendo, e l’agognato
bacio non tarderà ad arrivare!
SweetChocolate: Ehi
ciao! Da quanto tempo!-_^ Come vedi ho aggiornato presto...la mia storia ti
piace? Ma Grazie!!*_____* Tranquilla, l’avvicinamento
tra i due sta avvenendo ed avverrà presto...
lunachan62: hai
proprio ragione, perciò non ho voluto affrettare i tempi. Devono prima chiarire
per bene i loro nuovi sentimenti. Anche io ho trovato
dolcissima la scena della terrazza. Che ne dici di questa dell’abbraccio??^^
Cobwy23: Tutto si risolverà per il meglio, sisi,
tranquilla!^^ Anche io mi sono divertita a scrivere la
scena di Nott, Blaise e Draco. Grazie per il “bellissimo capitolo”!
white_tifa: Ma tu mi commuovi!*___________* Sto piangendo di gioia in
questo momento, sono proprio contenta che tu continui a recensire la mie storia!
Che te ne pare di questo capitolo?? Un bacio
crici_82: ehi,
tranquilla! Funzionerà tutto! Solo che trattandosi di una coppia come la loro,
tutto subito era troppo banale. Ma davvero, non disperare: già in questi capitolo le cose stanno cambiando, e non
tarderanno ad evolversi!
tery91: Ma
grazie!! Ho aggiornata prestissimo, per i miei canoni.
Hai visto?^____^
gemellina: E’ vero, entrare nella testa di Draco
è sempre emozionante. Quindi piaciuto il capitolo
precedente? E di questo che ne pensi? Un bacione
fanny: Ehm...mi avevi letto nel pensiero? Ihihh,
Hermione è entrata nella camera di Draco sotto suo invito...di la
verità, avevi parlato con loro in precedenza?? E
quindi questo capitolo ti ha soddisfatto?
Un mormorio, seguito da un gemito di un risveglio di primo mattino
Un mormorio, seguito da un gemito di un risveglio di primo mattino.
Strizzò
gli occhi, prima di iniziare ad aprirli piano, lasciando che la
forte luce delle 7:30 della mattina del quarto giorno di gita le
rimpicciolisse le pupille. Poi li richiuse subito,
voltandosi verso il centro del letto, mugugnando qualcosa del tipo “ Voglio
dormire ancora...” lasciando che un braccio le cadesse
di peso sul materasso. Ma non toccò niente che sembrasse
realmente un materasso, né delle lenzuola od un cuscino.
Ritrasse immediatamente
la mano, mettendosi a sedere di scatto e guardandosi intorno. Hermione non era nella sua stanza, proprio no. E quello non era il suo letto. Quel letto, all’infuori
di lei, non era vuoto.
DracoLuciusMalfoy dormiva a
pancia su, con il viso voltato verso la porta. Gli occhi chiusi, come se stesse dormendo profondamente, vestito
con una camicia grigia ed un pantalone nero. La camicia, ormai, era
quasi completamente aperta ed i capelli scompigliati gli coprivano gli occhi
chiusi beatamente.
Hermione
realizzò subito, portandosi una mano alla bocca, di essere rimasta più del
previsto in quella stanza la sera precedente e di essersi addormentata lì. Si
guardò le gambe, completamente scoperte, mentre il vestitino verde bosco del
giorno precedente le arrivava appena a coprire l’inguine. Si abbassò
prontamente la gonna dell’abito, aggiustandosi ancora una manica che le era
scesa lungo la spalla. Si passò una mano tra i capelli, continuando a guardarsi
intorno.
Inevitabilmente
si trovò a guardare Draco, il cui petto muscoloso si
alzava e si abbassava al ritmo del suo respiro, il cui viso era disteso e
tranquillo. Si alzò sulle ginocchia, sistemandosi alla meglio l’abito
spiegazzato, poi a gattoni gli fu vicina in un passo e
gli poggiò una mano sulla spalla.
“ Draco” sussurrò, carezzandogli la spalla.
Aspettò un po’, ma nulla, il bell’addormentato
sembrava
impassibile.
Forse
avrebbe dovuto svegliarlo con manieri meno dolci.
“ Draco” ripeté ancora, a voce più alta, scuotendolo per la
spalla in questione.
Il
Principe Slytherinmugugno
qualcosa, prima di voltare il capo verso il centro del letto, verso di lei,
così come tutto il suo corpo. Ma non si svegliò,
continuò a dormire pesantemente.
Hermione
sbuffò, pensando a quanto avesse il sonno pesante quel
ragazzo.
“ Draco? Draco, avanti svegliati”
mormorò tentando di mantenere un tono di voce alquanto dolce, mentre lo
scuoteva per la spalla sinistra.
Il biondo
strizzò gli occhi, stiracchiandosi, cosicché Hermione
fece un mezzo passo indietro, tornando a sedersi sulle ginocchia, mentre lo
guardava svegliarsi.
QuandoDraco aprì gli occhi argentei, li puntò
immediatamente sulla figura a pochi centimetri da lui, seduta come una bambina
sul letto matrimoniale, i boccoli folti sulle spalle, il vestitino stropicciato.
“ Ehi...ma
sei rimasta a dormire? Abbiamo dormito insieme?” chiese ancora assonnato,
mentre si alzava a sedere, passandosi una mano dietro la nuca.
Hermione
arrossì inevitabilmente alle parole ‘abbiamo
dormito insieme’ e si maledisse
per questo.
“ A
quanto pare si. Ieri avrò perso la concezione del tempo e dello spazio...come
ho potuto addormentarmi qui?” aggiunse, inarcando un
sopracciglio e poi scuotendo la testa.
Diede le
spalle al ragazzo, sedendosi sul bordo del letto, mentre cercava le scarpe con
lo sguardo.
Draco
abbozzò un sorriso, mentre si richiudeva qualche bottone della camicia.
“ Perché, ti è forse dispiaciuto dormire con me?” alluse,
facendo voltare Hermione verso di lui, che aveva
trovato le scarpe e ancora seduta sul bordo, se le stava infilando.
“ A dire
il vero si, moltissimo” asserì senza voltarsi, continuando a dargli le spalle.
Poi rise
mentalmente, pesando a quanto l’avesse detta grossa quella volta, mentre
infilava la scarpa al piede destro, completamente ignara che qualcuno stava
gattonando sul letto e le stava arrivando
silenziosamente alle spalle.
“ Non sei
brava a dire bugie, Hermione”
le sussurrò il ragazzo all’orecchio, facendola trasalire. La sua voce era più
sensuale che mai, s’insinuò così prepotentemente nella sua testa e le carezzò
così audacemente l’orecchio che la Griffyndor temette di
svenire seduta stante. Sentì un sentì un brivido salire lungo la schiena e le
guance andare in fiamme, per fortuna che Draco in
quel momento non poteva vederla.
Invece
rise, per “smorzare” la tensione.
“ Sei tu
che sei troppo esaltato per ammettere la verità, e cioè
che non ho provato niente dormendo con te” concluse, mentre finiva di
allacciarsi le scarpe.
Draco
rise al suo orecchio, mettendole le mani in vita e attraendola a sé.
Le mani
di Hermione furono improvvisamente lontane dai lacci
delle scarpe, anzi, si ritrovarono poggiate sopra quelle
di Draco, che intanto continuavano ad abbracciarla da
dietro.
“ Che-che stai facendo?” farfugliò, mentre il biondo
s’inebriava dei profumo dei suoi capelli.
“ Ti
dimostro che con me non puoi mentire, e che io ho sempre ragione: stai
tremando” asserì, stringendola ancora di più.
Hermione
tentò di dire qualcosa, ma non ci riuscì. Aprì la bocca più volte per
rispondere, mentre sentiva la presenza di Draco
dietro di lei, il suo corpo stretto al suo.
In quel
momento Draco la lasciò, facendola vacillare, prima
di gattonare dall’altro lato, scendere la letto e camminare
lentamente fino al bagno.
Hermione
non seppe ancora cosa dire, ma si sentì incredibilmente vuota.
Mordendosi
il labbro inferiore, cercava un modo di uscire da quella situazione. PerchéDraco non aveva sbagliato:
lei stava davvero tremando.
“ Beh,
sai cosa c’è? Ti-tisbagli di
grosso!” farfugliò ancora, scendendo dal letto e andando verso la portafinestra.
Ma che stupida! Una risposta più decente no?
Draco
rise, fermo sulla porta del bagno.
“ Esiste
una porta, Mezzosangue” disse sorridendo, mentre la guardava sbuffare.
“ Si e secondo te io esco dalla porta della tua stanza a quest’ora, quando più di metà castello è riversato nei
corridoi e un centinaio di ragazzi potrebbe vedermi? Ma sei impazzito?!” sbottò, mettendo le mani sui fianchi.
Draco
rise ancora, passandosi una mano tra i capelli.
“ Ci
vediamo giù” la salutò, sparendo oltre la porta del bagno, mentre Hermione, imprecando tra sé e sé, usciva dalla
portafinestra, sbuffando.
šsšt›s›
A
colazione in Sala Grande sia Hermione che Dracoarrivarono in ritardo, e
qualche sguardo più attento sembrava iniziare a vedere coincidenze in quei
ritardi, o semplicemente nelle occhiate che durate i pasti o le lezioni si
rivolgevano.
Harry
e Ron, seduti a loro posto mentre accuratamente si strafogavano, non sembrarono rendersi conto di quelle
coincidenze – forse perché il loro cervello non poteva neanche arrivare a
pensare che Hermione e Draco
potessero, ecco, avere qualcosa in comune,
come gli orari – rivolgendo un
sorriso alla loro Hermione.
“ Oh,
buongiorno Herm!” fece il rosso, con un sorriso più
grande del normale, sporgendosi per darle un bacio sulla guancia, cosa che non
aveva mai fatto prima.
Hermione
si portò una mano alla guancia, mentre, alzando un
sopracciglio, diceva qualcosa come “ Ehm, buongiorno anche a te, Ron”.
Qualcuno
intanto, dalla parte Slytherin del tavolo, sembrava
aver notato benissimo quel gesto.
“ Sai per
l’ultima sera cosa stanno organizzando?” intervenne poi Harry,
sporgendosi verso i due.
Hermione
chiese spiegazioni, mentre s’imburrava una fetta di pane tostato.
“ Un
festino grandioso”
“ Toh! Ma guarda, non l’avrei mai detto” disse Hermione,
fingendo un’aria sorpresa.
“ Nono, Herm, non hai capito! E’ l’ultima sera della gita, ovvero fra tre giorni” intervenne il rosso, sporco di latte
sul contorno delle labbra.
Hermione
ridacchiò, mentre chiedeva se gentilmente le potevano spiegare cosa aveva di
grandioso questo festino.
“ Allora”
fece una voce davanti a lei, facendole distogliere lo
sguardo da Harry.
PadmaPatil, seduta di
fronte a lei dall’altra parte del tavolo, aveva alzato una mano, aspettando di
ricevere la giusta attenzione.
“ Si, Padma?” fece Hermione, alzando un
sopracciglio.
“ Vedi, l’ultima
sera della gita, ovvero il settimo giorno della nostra
permanenza qui, ovvero tra tre giorni...noi Corvonero
organizzeremo un festino specialissimo!” esclamò entusiasta, mentre congiungeva
le mani e guardava Hermione come un’esaltata.
Hermione
strabuzzò gli occhi, prima di tirare un sospiro e tornare a guardare Padma.
“ E fino
a qui ci ero arrivata, se mi dite anche perché questo festino sarà così specialissimo” disse, imitando la voce
stridula di Padma sulla parola specialissimo, la quale però non sembrò offendersi.
“ Vedi, Hermione” iniziò CalìPatil al fianco della
gemella, attirando l’accessissimo
interesse della compagna Griffyndor.
“ Per
l’ultima sera il tema del festino sarà...”disse, alzando le mani come per disegnare a mezz’aria le
parole che quasi non fecero svenire Hermione “ Casinò
di Las Vegas!” annunciò infine, mentre lei e la gemella si stringevano le mani
e urlacchiavano esaltate.
Hermionesbattè gli occhi, aprendo la bocca per lo sgomento, sgomento che le Patil
interpretarono come sorpresa e felicità.
“ Hai
capito bene, Hermione!” esclamò Padma,
sorridendo a trentadue denti.
“ Abiti
aderenti, scollati e provocanti” fece l’altra, mentre la mascella di Hermione cadeva sempre più in basso.
“ Tacchi
vertiginosi” disse la gemella, più contenta che mai, mentre Hermione
passava da una ragazza all’altra sgomenta più che mai.
“ Trucco
esagerato” fece l’altra, facendole un occhiolino,
mentre Hermione rabbrividiva.
“ Bevande
alcoliche, musica stile MoulinRouge
e al contempo tanghi e danze accattivanti” disse l’ultima parola con un ‘Grrr’ accompagnato dal gesto della
mano destra simile ad una zampata felina.
“ E
ovviamente dato che siamo molto impegnate per rendere l’ULTIMO festino
grandioso, ce ne sarà solo un altro nel frattempo, cioè
domani sera. Il tema vi verrà comunicato domani dopo
le lezioni” aggiunse soddisfatta la gemella.
Hermione
più pallida che mai si alzò da tavola, farfugliando qualcosa come “ Ho
dimenticato una cosa in camera...”mentre
soddisfatte le gemelle Patil discutevano delle ultime
cose da sistemare.
La riccia
a passo incerto si passò una mano tra i folti boccoli, ripensando alle stronzate che erano riuscite a dire quelle due in soli due minuti.
Passando
davanti al metà tavolo Slytherin,
vide un biondo ridere e guardarla in sottecchi, prima di congedarsi dai suoi
amici e uscire anche lui dalla Sala Grande.
Qualcuno,
i più pettegoli e curiosi, continuava a pensare che una Griffyndor
ed uno Slytherin - anzi la Griffyndor
e lo Slytherin per eccellenza - proprio non potevanoavere
qualcosa in comune.
šsšt›s›
Camminando
a passo più svelto si stava dirigendo con la tracolla in spalla, verso la Biblioteca.
Le
lezioni sarebbero iniziate da li a 20 minuti, quindi
volle usare quel tempo per appurare delle cose che gli erano tornate in mente
riguardo gli ultimi avvenimenti.
Mentre
camminava, un po’ di tranquillità l’aveva riacquistava, stando decisamente meglio. Ma quelle due gemelle erano evase da
qualche manicomio magico di sui ignorava l’esistenza?
“ Ehi,
Mezzosangue” la chiamò una voce alla sue spalle, poco
distante da lei.
Hermione
non si fermò, continuando a camminare sebbene a passo più lento.
“ Malfoy” appurò solo, alzando una mano a mezz’aria e
sventolandola a mo di saluto.
Il biondo
Slytherin, perennemente con le mani in tasca, rise
divertito, prima di raggiungerla in qualche passo.
“ Vuoi
davvero farti vedere con una Mezzosangue camminare per i corridoi del castello?
E poi sto andando in Biblioteca” aggiunse, voltandosi
alla sua sinistra per squadrarlo.
“ Che ci vedano pure insieme, non m’importa” disse Draco, guardando davanti a sé.
Hermione
lo guardò per qualche secondo, prima di sorridere compiaciuta. Sembrava una
frase senza molto significato la sua, ma per lei era bellissima.
“ In
Biblioteca hai detto?” domandò poi, voltandosi verso di lei.
“ Vengo con te, non ho niente di meglio da fare. E poi devo
cercare anche io una cosa” aggiunse infine, inventando
una delle tante balle più grandi di tutta la sua vita.
šsšt›s›
Una volta
in Biblioteca, Draco dovette inventarsi qualcosa da
cercare, con scarsi risultati. Così Hermione, mentre
lo vedeva trafficare con libri senza alcun collegamento, scosse la testa, prima
di tornare alle sue pergamene.
Aveva un
libro tra le mani di Rune Antiche e stava provando a tradurre le scritte su
quelle pergamene bruciacchiate che aveva trovato nella sua prima avventura. Se n’era quasi dimenticata, o meglio, le aveva
sottovalutate, ma adesso traducendo – anche se con molta fatica, data
l’illegibilità del testo – stavano venendo fuori molte notizie interessanti.
Una frase
però proprio non riusciva a tradurla. C’ era qualcosa come rosa e ancora altre parole sconnesse come trasformarsi, tramutarsi in qualcos’altro che non riusciva a
tradurre.
“ Sono quelle pergamene?” fece una voce
affianco a lei, mentre Draco prendeva posto accanto adHermione.
“ Si,
stavo cercando di tradurle. Sai, c’è qualcosa che mi sfugge” mormorò,
mentre scorreva veloce un dito affusolato su una riga di testo.
Draco
sorrise.
“ Sempre
la solita. Insomma, perché lo fai? Non è mica un compito da consegnare o
qualcosa di simile: perché perdi tempo così?” domandò, aspettando la sua
risposta.
“ Perché mi piace” disse la mora, alzando lo sguardo verso di
lui.
“ Mi
piace sapere. Cosa c’è di male?” aggiunse, alzando un sopracciglio.
“ Niente,
era proprio quello che volevo sentirti dire” mormorò il biondo, mentre Hermione lo guardava confusa.
“ La mia
piccola Mezzosangue so-tutto-io”
aggiunse poi Draco, ridendo, mentre le scoccava un
pizzicotto sulla guancia.
Hermione
inspiegabilmente non reagì male ma, invece, rise. Rise
perché in quella frase l’unica parola che le aveva imporporato
le guance era ‘mia’.
Assurdo, io non sto proprio bene... si disse
mentalmente, mentre scuotendo la testa stava alzandosi e rimettendo le
pergamene e il libro in borsa.
Infatti,
da li a qualche secondo, la voce di uno squillante
folletto, lo stesso che avevano visto il primo giorno Harry,
Ron ed Hermione, stava
richiamando i ragazzi a lezione, così la mora si mise la tracolla in spalla e
uscì, seguita da un Draco che, con un cenno del capo
nella sua direzione e le mani in tasca, per andare nell’Aula Magna prese la
strada opposta alla sua.
šsšt›s›
“ Buon
giorno ragazzi” disse la McGranitt facendo una panoramica della grande aula, dove i ragazzi sedevano compostamente, fatta
eccezione di un gruppo di Slytherin, nella parte
opposta di quella dei Griffyndor, irrimediabilmente
seduta sfacciatamente.
“ Oggi
parleremo della trasfigurazione di alcuni oggetti di
cui molti di voi ignorano l’esistenza o semplicemente, con cui mai hanno avuto
a che fare”spiegò la professoressa,
mentre un centinaio di sacchetti fluttuavano per l’aula, andandosi a posare su
ogni singolo banco.
“ Se volete aprire i sacchetti...” disse,
facendo un gesto della mano rivolta alla classe.
I ragazzi
incuriositi iniziarono ad aprire il nastro che richiudeva quei sacchetti, e sui
volti apparve qualche espressione di sufficienza e qualche “ e cosa sarebbero?”
oppure “ Eh si, e quindi? Non vedo cosa dovrebbero essere questi cosi!”
Così la McGranitt
richiamò il silenzio, e quando nessuno più fiatò, riprese a parlare.
“ Per
chiarire le cose ad ognuno di voi, quelli che vedete nel sacchetto sono dei
dardi. Ovviamente, quei dardi – ovvero oggetti simili a frecce ma molto più
piccoli – sono stati avvelenati. Il vostro epidermide,
solo venendo a contatto con uno di questi, potrebbe infiammarsi e ammalarsi, o
peggio, se vi capitasse di ferirvi passerebbe solo mezz’ora prima che la morte
riempia tutti i canali del vostro corpo...” spiegò,
attirando l’attenzione anche dei ragazzi più distratti.
“ ...ragion per cui non dovete assolutamente toccarli. Lasciate
il sacchetto aperto davanti a voi, così da poter vedere il contenuto, e provate
a trasfigurare questi dardi in petali di rosa. Ovviamente qualcuno potrebbe avere
da ridire sull’utilità di questo esercizio, ma vi
assicuro che chi non usa un incantesimo per attaccarvi, ma invece delle armi
magiche, userà sicuramente dardi avvelenati. E non
esiste modo di fermare questi dardi avvelenati, essendo stregati. L’unico modo
è di lanciargli contro un incantesimo di trasfigurazione, rendendoli più
innocui possibili. Dei petali di rosa, ad esempio” ultimòla McGranitt,
mentre con un gesto della mano dava segno di procedere singolarmente ad ogni
alunno.
Hermione,
che era stata ad ascoltare tutto il tempo, aveva in testa mille pensieri che
sembrarono ricucirsi tra loro all’istante. Ma certo, dardi. Ecco la parola che non riusciva a
capire da quelle pergamene.
Senza
farsi vedere, avendo due ore a disposizione per finire quell’esercizio,
prese le pergamene dalla borsa ed il libro, mentre mettendoli a confronto,
riusciva ora a tradurre.
Dardi Avvelenati Possono
Tramutarsi in Soffici Petali di Rosa
Ma
cosa significava? Quelle pergamene – almeno per quello che aveva tradotto – riportavano
la vita di MaloneyMoon
fino a poco prima di diventare un Lupo Mannaro, e poi fino a trattare del morso
ricevuto da un altro Licantropo...ed ora cosa c’entrava quella frase? Sembrava
quasi il titolo della pergamena che sarebbe venuta
dopo.
“ Signorina
Granger, cosa sta vedendo sotto il banco?” fece una voce squillante appartenente ad una donna in piedi,
affianco al suo banco.
Hermione
chiuse gli occhi maledicendosi, mentre la McGranitt le afferrava
le pergamene dandoci un’occhiata profonda, cambiando
espressione da un confuso ad uno stupito.
“
Signorina Granger, dove le ha prese?” chiese
sbarrando gli occhi, mentre tornava a guardare la ragazza.
“ Oh, beh
io...” farfugliò, ma le parole le morirono in bocca.
Intanto
quasi mezza classe si era voltata verso di lei, per capire cosa
stesse succedendo, compreso un biodo Slytherin
alquanto accigliato.
In quel
momento la prima ora passò, annunciata da un orologio a pendolo.
“ Questa
lezione finisce qui, ragazzi. Potete andare” mormorò la donna, mentre con le
pergamene ancora tra le mani, stava in piedi davanti adHermione.
Harry
e Ron le scoccarono un’occhiata furtiva, come per
chiedere spiegazioni, maHermione
gli riuscì a dire qualcosa del tipo “ Mi sta elogiando per una pergamena che ho
fatto facoltativamente per questa lezione” parlando solo con il labiale.
I due
sembrarono abboccare, e non fecero altre domande.
Tutti i
ragazzi uscirono in pochissimo tempo, lasciando la classe vuota dove la piccola
Hermione si torturava le mani, agitata, ed una stupita
Minerva McGranitt continuava a leggere quelle
pergamene senza l’uso del vocabolario.
Un biondo
sul ciglio della porta attirò la sua attenzione, mentre la fissava corrucciato
con le mani in tasca.
Hermione
con un incantesimo non verbale, mentre la McGranitt era impegnata
a leggere il testo, gli scrisse a distanza sul palmo della mano Non preoccuparti, così il ragazzo
leggendo abbozzò un sorriso sparendo oltre la porta.
“ Bene bene. Allora, ha ritrovato la memoria? Dove ha trovato queste pergamene, signorina Granger?”
domandò imperiosa la professoressa, avendo probabilmente finito di leggere il
testo.
La
verità, a quel punto, le sembrò la strada più facile. O
almeno, una mezza verità, omettendo qualche particolare.
“ Vede
professoressa, mi sono ritrovata per caso
in un corridoio del quarto piano una volta, e credendo di essermi persa, ho
camminato senza meta per qualche minuto, fino a ritrovarmi davanti una piccola
porta. Da lì, entrando, ho cercato un passaggio che si è aperto da solo,
portandomi in una biblioteca. Li ho trovato le pergamene e incuriosita ho
provato a tradurle. Ma mi crede professoressa, non credevo di fare qualcosa di
sbagliato, io, insomma...”
“
Signorina Granger, non si preoccupi. Non ha infranto
nessuna legge, tanto meno fatto qualcosa di sconveniente. Solo vorrei farle
aprire gli occhi su alcune cose che sono riportate in queste pergamene. Forse
non le ha tradotte interamente, ma parlano di Magia Oscura” disse la McGranitt,
mentre Hermione rimase in silenzio ad ascoltarla, decisamente più sollevata.
“ Sa di
chi sono? A chi appartenevano?” domandò poi, scrutandola dall’alto.
Hermione
annuì.
“ Si mi sono documentata, credo di sapere abbastanza...” iniziò,
raccontandogli tutto quello che aveva scoperto su MaloneyMoon, dall’inizio alla fine. Omise, come al solito, la parte delle Lady dei ritratti.
“ Bene,
non mi sarei aspettata sicuramente di trovarla impreparata, anche se si
trattava di un argomento non scolastico” ammise la donna, piegando le
pergamene.
Hermione
abbozzò un sorriso.
“ Dato
che so di poter trovare una persona consapevole di fronte a me, che sicuramente
saprà ben guardarsi dai consigli di Magia Oscura contenuti in queste pergamene,
le dico di cosa trattano le pagine che non ha tradotto. Vede, signorina Granger, lei era rimasta a
contemplare questa scritta poco prima” disse, indicando le rune che in sequenza
formavano la frase Dardi Avvelenati
Possono Tramutarsi in Soffici Petali di Rosa. “ Bene, MaloneyMoon aveva riportato questa frase come incipit a ciò che stava andando a trattare. Ciò che, ancora
non si sa come, essendo queste pergamene una novità per me, è riuscito ad
arrivare fino ad giorni nostri e che noi insegnanti di
trasfigurazione siamo soliti insegnare agli alunni più esperti, o come in
questo caso, nei laboratori e negli approfondimenti: la trasfigurazione dei
dardi avvelenati e stregati” continuò la professoressa, alzando le
sopracciglia.
“ PerchéMaloneyMoon
era tanto interessato a questi dardi? Perché voleva
trovare un modo per neutralizzarli?” chiese di getto Hermione,
più curiosa che mai.
“ Vede,
Messer Moonaveva affrontato
il tema dei dardi avvelenati e stregati perché solo con quegli oggetti si può
sconfiggere un Lupo Mannaro. E, ovviamente, doveva
trovare il modo di respingerli, renderli innocui, trasformandoli in petali di
rosa. Il signor Moon era un mago potentissimo, non
sconfiggibile con gli incantesimi, sebbene fossero di
Magia Oscura. L’unica parte vulnerabile costituiva il suo essere Lupo Mannaro, si fortissimo, ma se preso a distanza da un dardo avvelenato
e stregato, vulnerabile. Sono stata chiara?” fecela McGrannitt,
riponendo le pergamene in una tasca del mantello.
Hermione
annuì, mentre soddisfatta non reclamò le pergamene che le erano state
sottratte.
“ Queste
le tengo io. Potrebbero finire in mani sbagliate, e poi ho
letto di un altro rarissimo incantesimo di trasfigurazione scomparso nei
secoli” asserì, facendo segno alla Griffyndor che la
discussione era terminata.
“ Grazie
professoressa” disse solo Hermione, mettendo la tracolla
sulla spalla, dopo aver sistemato tutto.
“ Per
cosa, signorina?” domandò voltandosi, mentre scendeva le scale verso la
cattedra.
“ Per
tutto quello che mi ha detto. Non che fosse importante, ma
odio non sapere, soprattutto quando
qualcosa mi è giusto sotto il naso. E lei mi ha reso
partecipe come se fossi una strega adulta. Ecco perché la ringrazio, significa
molto per me” spiegò, sorridendo all’anziana donna.
La professoressa le sorrise di rimando, sparendo poi giù per le
scale, oltre la porta dell’aula.
Hermione
uscì dall’Aula Magna, passando nei corridoi caotici, vedendo persone che si
organizzavano per la partita di Quiddich o chi
aspettava le carrozze per il giro in città.
Salì al
terzo piano, mentre calma e soddisfatta, camminava lentamente, respirando a
pieni polmoni l’aria di quella splendida mattina.
Avrebbe fatto un giro nel parco, e poi forse, dopo pranzo, sarebbe andata anche in città. Ormai
tutto quello che voleva sapere l’aveva scoperto, o almeno tutto. C’era solo la Signora del Castello, che
a dire il vero sembrava sparita da un paio di giorni, a suscitare ancora
qualche curiosità in lei. Ma tutto sommato poteva
aspettare.
Perciò,
più propositiva che mai, pensò di posare la borsa e scendere nei giardini con Harry e Ron.
Arrivò
davanti alla sua porta, notando un biondo appoggiato sul muro tra le loro
stanze.
“ Draco” appurò, mettendo le mani sulla maniglia, mentre si
ravvivava una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“ Hermione” costatò anche lui, staccando la schiena dal muro.
“ Tutto okay con quella vecchiaccia della McGranitt?”
domandò, ridendo.
“ Oh si,
più che bene. Entri da me cosi ti racconto?” fece Hermione, aspettando con la mano ancora premuta sulla
maniglia.
Draco
abbozzò un sorriso, scuotendo la testa.
“ Ma
certo, adesso si usa la scusa ti racconto
cos’è successo con la professoressa per invitare qualcuno nella proprio camera” mormorò, con aria maliziosa.
“ Ma smettila!” fece Hermione
ridendo, mentre con una linguaccia, gli teneva aperta la porta per farlo
entrare.
šsšt›s›
Salve mi dolci fanciulle! Scusate per il ritardo, ma ho postato un capitolo
più lungo. E poi sono stata davvero impegnata con la
scuola, essendo sotto pagella. Compiti, interrogazioni e tutto il resto. In
questo capitolo ho chiarito la storia del castello, anche se qualche altra
curiosità non tarderà ad arrivare. Non succede moltissimo tra i nostri
protagonisti, ma se pazientate qualche altro capitolo, avrete
ciò che volete.
Un bax!
Erin
PS: sono di fretta,
devo studiare un sacco! Scusate se non vi saluto di persona ragazze, un
grandissimo bacio a tutte e un ringraziamento speciale per tutti i vostri
commenti! Mi fate commuovere!!!*___________________*
Avevano
parlato tutto il pomeriggio della McGranitt e dei
nuovi risvolti di quella strana storia che riguardava
la fondazione del castello annessa alla personale vicenda di MaloneyMoon.
Il sole,
ormai più debole di fine settembre, rendeva ovattata
la camera personale di HermioneGranger,
che stava distesa sul letto a pancia su, mentre un biondo del calibro di DracoMalfoy le stava accanto
ugualmente disteso. Entrambi guardavano il soffitto e
la fine del letto a baldacchino, dove le tende s’intrecciavano con il legno
scuro della struttura.
Draco,
scomposto ma pur sempre elegante, aveva una mano sollevata a mezz’aria,
impugnante la bacchetta, mentre un disegnino astratto
rappresentante Lavanda Brown si componeva davanti ai
loro occhi. Un disegnino di Lavanda Brown, Calì e PadmaPatil
che erano vestite in modo così goffo per il festino
stile “Casinò di Las Vegas”, tanto da far scoppiare a ridere i due ragazzi.
“ Ma dai...sei proprio cattivo! Certo, non che a me siano
simpatiche, ma non credo si vestiranno con un...” poiHermione sembrò analizzarlo
“...abitino rosa succinto che di abito non ha proprio niente” concluse,
voltandosi verso il suo interlocutore.
“ No ti sbagli, vestiranno anche peggio. Ti giuro, avrei schiantato Blaise e Theo che mi parlavano di quanto fosse grande questa idea...orribile. E pensare che dovrò sorbirmi
la vista di quelle invasate per tutte la festa” disse
infine disgustato, mentre faceva evanescere il
disegno.
“
Potresti anche non venire, così non dovresti sorbirti la loro vista” ridacchiò Hermione,
continuando a guardare il soffitto.
Draco
restò in silenzio per un po’, senza rispondere. Poi parlò.
“ Tu
andrai?”
Una
domanda, una semplice domanda.
Una
domanda che fece sbandare HermioneJaneGranger.
Una
domanda che ebbe il potere di farla tremare, quasi.
Avrebbe
potuto rispondere con un’altra domanda, con un Perché me lo chiedi? tanto da sviare
l’argomento. Tanto da confonderlo.
Ma
non lo fece.
“
Dipende...” disse, mentre si picchiettava le dita sullo
stomaco.
“ Dipende
da cosa?” fece lui, voltandosi verso di lei, alzando un sopracciglio.
A questo
punto c’era un bel: dipende dal fatto che tu venga o meno.
“
Bah...da tante cose” disse invece, mordendosi la lingua per il suo orgoglio
troppo Griffyndor misto a codardia per niente Griffyndor.
“ Quali
sarebbero queste tante cose, Granger?” disse, leggermente innervosito.
“ Siamo
ritornati all’uso del cognome, Malfoy?” chiese ironica la ragazza.
“ Non
sviare l’argomento” disse lui, freddo.
Hermione
si voltò verso di lui, stendendosi di lato per poter ammirare la sua figura che
ora era seduta a fissarla.
“ Ma che ti prende?” fece, mettendosi a sedere anche lei.
“ Cos’hai
di meglio da fare che venire alla
festa?” sibilò lui, fissandola impassibile.
Hermione
rimase interdetta per un secondo. Lui pensava che lei non andasse alla festa
perché, forse, aveva qualcosa di meglio
da fare?
“ Niente.
Il mio dipende non riguardava
il fatto che ero in dubbio sul venire o meno perché avevo qualcosa di meglio da fare!” esclamò lei,
guardandolo scettica.
Avrebbe
giurato di aver notato una punta di gelosia da parte di DracoMalfoy.
Infatti
il biondo aveva collegato le parole, facendosi una specie di schema mentale...
Dipende ---> Altro da fare ---> altro di meglio da fare ---> si vede con un ragazzo.
Draco,
perciò, rimase in silenzio, soppesando le parole della Griffyndor.
“ E,
quindi, se il tuo dipende non riguardava il fatto che avessi un qualche impegno...a cosa
alludeva, di grazia?” domandò, mantenendo un po’ di freddezza.
Hermionesi inalberò.
“ E’ un
terzo grado, forse?” fece, piantando la mani sul
materasso, e sporgendosi verso di lui.
“
Pretendo che tu me lo dica” sibilò lui, mentre gli tornava alla mente la
possibilità che lei avesse chissà quale storia segreta che nascondeva
abilmente.
“ Non
credo lo farò” sibilò lei a sua volta, mentre si fissavano ardenti di risposte,
a pochi centimetri l’uno dall’altra.
Si poteva
dire che la camera era diventata incandescente.
“ Io
credo proprio che lo farai” fece a voce serpentina
l’altro, mentre continuava a fronteggiarla.
“ Se tu mi dici il perché di tanto interessamento, e quali
strane congetture ti sei fatto sulle parole altro
di meglio da fare - che tra parentesi io non ho mai pronunciato - io ti
dirò a cosa alludeva il mio dipende”
concluse lei, mentre sentiva il sapore della vittoria sulle papille gustative. DracoMalfoy era in trappola
adesso...
Infatti,
il biondo Slytherin, la guardava ancora con sguardo
furente, ancora più furente per il suo sorrisino. Lui doveva sapere se lei aveva qualche relazione nascosta, così
nascosta da non sapere neanche se la sera della festa avrebbe presenziato o meno.
“ Bah...la mia era solo curiosità” iniziò, cercando di
rimanere disinteressato come se la cosa non lo toccasse. “ Volevo solo sapere
da cosa dipendeva il tuo fatto di non venire. E quando mi hai detto che dipendeva da tante
cose ho pensato di voler indagare su quali fossero queste cose. Chessò...l’impegno serale con un libro, con uno strano rito woodoo
che progetti di fare per le squilibrate del festino...”poi si fermò, mentre Hermione
lo guardava a metà tra lo scandalizzata e l’offesa “...conun ragazzo” concesse
infine, mentre sulle labbra di Hermione si dipingeva
uno splendido sorriso.
“ Così
pensavi che io avessi un impegno serale con un ragazzo?” domandò, cercando di
non ridere.
“ Tra le
altre cose...” rispose lui, guardando altrove,
mantenendosi vago.
Hermione
represse una risata: era davvero gelosia quella che aveva intravisto nei suoi
occhi!
“ Perchéridi? Ho forse indovinato?
Hai un impegno serale con un ragazzo?” domandò lui,
mentre la dove s’incrinava impercettibilmente.
Hermione
pensò di giocare un po’, di prenderlo un po’ in giro.
“ Ebbene si, hai proprio ragione. Il mio dipendealludeva ad un impegno serale con
un ragazzo...sai, dipende se ci
vediamo quella sera o un’altra sera. Se l’appuntamento è proprio la sera del
festino, allora beh, non potrò venire” concluse, facendo spallucce, mentre
dentro di sé rideva come una pazza.
Dracoimpallidì, come Hermione non l’aveva
mai visto. Divenne così pallido che era veramente evidente il contrasto con la
sua carnagione naturale, pur essendo essa già bianchissima.
“ E chi sarebbe questo ragazzo?” chiese dopo, cercando di
celare le sue emozioni.
“
Bah...un ragazzo”
“ Senti Granger, mi danno sui nervi le tue risposte vaghe” tagliò
corto lui.
Hermione
scoppiò a ridere, facendo inarcare un sopracciglio al biondo.
“ Ti fa
tanto ridere?!” sbottò lui, offeso.
Hermione
parve riacquistare un po’ di lucidità, prendendo un cuscino e tirandoglielo
dritto in faccia.
Il
cuscino ricadde sulle sue gambe, mentre la guardava tra lo scioccato ed il
furioso.
“ Non
esiste nessun ragazzo...non ho nessun appuntamento! Ho inventato tutto” esclamò lei, tra una risata ed un’altra.
“ Ma quanto sei scemo!”
“ Che co...Mi stavi prendendo in giro?!”
fece lui, tirandole il cuscino di rimando.
Hermione
annuì, mentre continuava a ridere.
“ E
perché l’hai fatto?!”
“ Volevo
vedere la tua faccia farsi sempre più buffa!” disse lei, mentre calmava le
risate.
Draco
si accigliò.
“ La mia
faccia non sarà mai buffa” asserì, convinto.
“ Oh,
questo lo dici tu”
“ Si, lo dico io. E’ per questo che
conta” rispose lui perentorio. La fissò per qualche secondo,
poi si stese sul letto tornando a guardare il soffitto.
Hermione
lo guardò, visibilmente accigliato: forse doveva dirgli
la verità fino in fondo.
Così si
stese accanto a lui, guardando anch’ella il soffitto.
“
Sai...veramente il mio dipende alludeva
al fatto che tu ci fossi stato o meno alla festa” mormorò
semplicemente, senza accennare a voltarsi.
Draco
rimase in silenzio per qualche secondo, mentre sentiva il respiro di Hermione diminuire d’intensità, mentre riprendeva fiato
dopo le risate.
Si voltò
verso di lei, guardandola di sbieco, mentre lei continuava a guardare il
soffitto.
La
osservò per molto, molto tempo, come a volersi imprimere i suoi lineamenti
nella mente. I suoi boccoli sul materasso, lo sbattere delle sue ciglia, le sue labbra rosse alle volte quasi infantili, stirate in
ingenui sorrisi. E si accorse di provare davvero
qualcosa per lei. E se prima era solo un’attrazione fisica
che era sfociata in un quasi bacio...adesso sapeva davvero di sentirla sua, in
qualche modo. Non aveva tentato di baciarla in tutti quei giorni non
perché non lo volesse, ma perché voleva imparare a
conoscerla. Lei non era come le altre, quelle che avrebbe
salutato il giorno dopo senza ricordarsene neanche il nome: lei era HermioneGranger. E la suaHermioneGranger meritava qualcosa di più, di molto di più di uno come lui. Un ragazzo diverso da un purosangue viziato e
presuntuoso, un ragazzo disposto a concedergli sé
stesso, ad essere sincero sempre e comunque...un ragazzo che lui mai era stato
in tutto questo tempo. Ma adesso si sentiva diverso:
quando stava con lei desiderava poterla abbracciare e poterla carezzare, non
prettamente di spingersi oltre. Forse lei lo stava cambiando...ed lui la sentiva sua, dentro di sé, ormai un parte inscindibile
del suo essere...
“ Io ci
sarò” disse lentamente, dopo quella che sembrò essere
un infinità di minuti.
Hermione
sussultò impercettibilmente alle sue parole. Erano suonate strane e forse,
anche dolci. Ci sarebbe stato alla festa, si, ma con quel Io ci sarònon aveva voluto alludere solo
alla festa: lui ci sarebbe stato. Hermione sentì la
sua mano sfiorare il dorso di un’altra, abbandonata come la sua sul materasso. Un incontro casuale.Ma
non si voltò, restando a guadare il soffitto, sorridendo davanti a sé.
šsšt›s›
La
mattina del quinto giorno si fece sentire squillante da parte del folletto
verde e porpora, quel giorno piuttosto allegro.
Parapappapa ParapappapaParapappapaParapappapa
Era
salito in ogni piano a canticchiare e suonare con una strana trombetta, facendo
svegliare di colpo tutti i ragazzi, metà dei quali
avevano già riacquistato il dono della parola e iniziavano ad imprecare, anche
se con la bocca ancora impastata di sonno.
ParapappapaParapappapaParapappapaParapappapa
Un urlo
disumano provenne dalla camera infondo al corridoio,
dove l’etichetta “ DracoMalfoy”
riluceva in tutta la sua brillantezza.
Mai far
arrabbiare il Principe Slytherin.
Ma forse
il folletto canterino ancora non ne era a conoscenza.
ParapappapaParapappapaParapappapaParapappapa
Tempo un
secondo, dopo l’urlo disumano una porta si aprì di
botto, rivelando un DracoMalfoy
con indosso solo il pantalone del pigiama, torso nudo e capelli biondissimi
scompigliati sulla fronte. Occhi glaciali scrutavano il folletto che si era,
stranamente, ammutolito.
“ Tu,
lurida creatura, forse non conosci il nome DracoMalfoy! Perché se lo conoscessi,
inizieresti a tremare! Se non la finisci di rompere i coglioni
a prima mattina, giuro che quella trombetta te la ficco...”
“
MALFOY!” lo rimproverò una voce appartenente ad una ragazza
nella camera affianco alla sua. Una HermioneGranger dai boccoli
disfatti ed un pigiamino a pantaloncini corti e
canottiera di un blu elettrico, troneggiava sulla soglia della sua porta,
fissando il biondo in questione che fulminava con lo sguardo il folletto.
“ Non mi dire che non posso ficcargli quella trombetta dove so io,
solo perché fa parte di quel branco di idioti difesi e protetti dal C.R.E.P.A!” sbottò Draco,
guardando in tralice Hermione.
“ Ma che idiota che sei, certo che no! Ti ho
bloccato perchè non devi dire termini scurrili in mezzo ad un corridoio
davanti a tutti! E poi il folletto già si è impaurito abbastanza, lascialo
stare...”concluse, mentre il
folletto tremante, stava sparendo oltre un anfratto della parete.
Intanto,
tutti i ragazzi del corridoio del terzo piano e qualcuno salito dal secondo –
dopo l’urlo disumano di Draco – erano intenti a
fissare la scena di un Hermione alquanto adirata per
la scurrilità di DracoMalfoy,
che intanto con le braccia incrociate al petto si stava difendendo dicendo che “ non è colpa mia se quell’idiota
mi rompe i coglioni a prima mattina!”.
Anche Harry e Ron, con
faccia mezze addormentate e da pesci lessi, guardavano – avvolti nei
loro pigiama ad orsetti – la scena per così dire insolita che si presentava loro davanti agli occhi.
Certo,
stavano litigando, ma non erano i soliti litigi: c’era lei che amichevolmente
ed affettuosamente lo stava rimproverando, mentre lui si difendeva come un
bimbo accusato di aver fatto una cosa che, ovviamente, ha fatto.
“ Avanti Draco, ci sono modi e modi!” stava
dicendo Hermione con le mani sui fianchi, mentre il
biondo si passava una mano tra i capelli, infastidito.
Per
l’appunto...
“ L’ha
chiamato per nome...” disseRon
come un automa, guardando la coppia.
Harry
al suo fianco annuì.
“
Bah...ma questo-questo non vuol dire niente! Giusto Harry, GIUSTO?”
“ Oh, ma
certo che no...” risposeHarry,
non troppo convinto.
Solo
quando Hermione sentì due sguardi come trapassarle la
schiena, smise di battibbeccare con Draco, facendo cadere le braccia lungo il corpo.
AncheDraco smise di parlare, notando due sguardi poco
distanti da lui.
Il
silenzio regnò sovrano. Neanche un battito d’ali s’udì in quel corridoio.
“ Dimmi che non c’è tutto il corridoio a guardaci...” dissero in coro, a bassa voce.
“ Dimmi che non ci sono Harry e Ron a guardarmi...”
“ Dimmi che non ci sono Blaise e
Theo a guardarmi...”
Entrambi
si voltarono verso i rispettivi amici, e appurati i
loro sospetti, si diedero uno spintone.
“ Stupida
Mezzosangue, osi anche parlarmi, adesso?!” sbottò Draco, per salvare la situazione.
“ E tu, idiota d’un furetto, hai una voce così stridula che
hai svegliato tutto il castello! Tappa quella fogna!”
“ Senti
chi parla...Zannuta!”
“ Furetto!”
Si
guardarono irati, poi entrambi entrarono nelle
rispettive camere, sbattendo la porta furiosamente.
Harry
e Ron si guardarono prima senza capire, poi
scoppiando a ridere.
“ Hai
visto? Avevo ragione! Quei due non nascondono proprio niente! Abbiamo visto
cose che non c’erano...forse è stato solo il brusco risveglio” disseRon ridendo, mentre entrava
nella sua stanza.
“ Ma si, hai ragione! Figurati se, tra l’altro, Hermione ha chiamato Malfoy
volontariamente per nome...le sarà scappato! Ci preoccupiamo per niente!” fece l’altro, sparendo anche lui
oltre la porta della sua stanza.
Mentre
i ragazzi, dopo il brusco risveglio, si stavano lavando e vestendo per la
lezione di quella mattina, sul balcone di due stanze adiacenti qualcuno stava
stranamente ridacchiando.
“ Sono
un’ottima attrice...” si elogiò Hermione,
appoggiata al balcone della portafinestra.
“ Se non fosse stato per me, che ho saputo riprendere la situazione
in mano, al tuo Weasleyuccio gli sarebbe venuto un
collasso...” chiarì invece Draco,
mentre la brezza mattiniera gli agitava ancor di più i capelli.
Hermione
ridacchiò, guardando oltre i giardini del castello.
“ Sul
serio, ho visto che ti guarda con occhi strani nell’ultimo periodo. Quel bacio
sulla guancia di qualche giorno fa, poi...”aggiunse il biondo, ancora a torso nudo.
“ Ma che fai, ci spii?” chiese Hermione,
ridendo di sottecchi.
“ Ma se
la sua chioma rossa mi ha quasi accecato quando si è
sporto verso di te, quella mattina in Sala Grande! E’ normale che io l’abbia
notato...quel ragazzo è un attentato alla mia quiete mattutina”.
“ Ma smettila! E poi io e Ronsiamo solo amici...lui non prova proprio niente per me.
Figurati se...” ma si fermò, ripensando agli
atteggiamenti di Ron. Fermandosi a riflettere su
alcune cose, capì che forse Draco non aveva travisato
tutto...ma non ci volle pensare.
“ E comunque, quelle cose che ti ho detto poco fa, in corridoio...”
iniziòDraco, quasi a
volersi scusare se le aveva dato della Zannuta o chessò.
Hermione
si voltò verso di lui, appoggiata con gli avambracci sul balcone. Stava per
parlare, quando lui la precedette.
“...le
pensavo sul serio. Insomma, tutte cose vere” terminò,
socchiudendo gli occhi mentre una folata di vento li attraversava.
Hermione
si mise dritta, le mani sui fianchi, mentre i suoi occhi lampeggiavano.
“ CHE COSA?” urlò quasi, mentre Draco
scoppiava a ridere. Mai vista una risata così semplice e spontanea.
“ Tu hai
voluto giocare con me ieri, adesso ti ho preso in giro io” osservò divertito.
Hermione
gli rivolse un sorriso.
“ Chissà
perché poi ci è venuto così spontaneo fingere di
litigare...potremmo anche smetterla con queste messe in scena. Ormai siamo
amici, non vedo perché nasconderlo...”mormorò lei.
Lui la
fissò per qualche attimo, mentre i suoi boccoli svolazzavano al vento.
“ Come
sei ingenua, Hermione” le sussurrò, avvicinando il
suo viso a quello di lei. Le passo un dito affusolato sul naso, facendolo
salire lungo la fronte, fino a scompigliarle i capelli con la mano.
“ Ehi!”
lo rimproverò lei, cercando di sistemare i capelli.
Lui
scosse la testa, allontanandosi da lei.
“ A dopo”
mormorò, lasciandola da sola con i suoi pensieri.
šsšt›s›
Quella
mattina, dopo una sostanziosa colazione, i ragazzi dovettero affrontare due ore
di Incantesimi. Il professor Vitious
spiegò alcuni incantesimi d’appello, secondo lui molto importanti. Incantesimi
che differivano dai soliti incanti d’appello, perché gli oggetti da richiamare
erano delle più svariate forme e dimensioni,
reperibili solo in Nuova Zelanda, come strane rocce e spugne marine.
“ Ma dico
io, che diamine me ne faccio di un incantesimo d’appello per richiamare un
riccio biforcuto della costa settentrionale della Nuova
Zelanda?” chiese uno scocciato Ron,
incrociando le braccia la petto.
Herry
scoppiò a ridere, cercando comunque di contenersi, data
la presenza vigile del professore.
Hermione,
d’altro canto, sbuffò, pensando a quanto quei due non capissero
un bel niente.
Finita la
lezione, vero le 11:30, Harry
e Ron le proposero di andare in città con le
carrozze. Hermione valutò affondo l’idea, pensando
che da lì a due giorni sarebbe tornata in Inghilterra, facendosi sfuggire quell’occasione.
“ Ehm...okay. Vado sopra a posare la borsa, prendere i galeoni e
altre cose” disse, mentre Harry e Ron
– senza borse e libri –l’aspettavano al primo piano, mentre l’immenso portone aperto
mostrava loro i giardini e le carrozze che continuamente passavano, prendendo
alcuni ragazzi a portandoli in città.
Hermione
prese una piccola tracolla dove mise un borsellino con i soldi che le sarebbero potuti servire in città, poi scese e raggiunse i
suoi amici.
Vide Draco parlare con Zaini e Nott al
primo piano, vicino alla bacheca, poi uscì con Ron,
mentre Harry chiamava la carrozza con i quattro
schiocchi delle dita.
Una
carrozza nera, trainata da un cavallo bianco, apparve davanti
a loro, mentre un cocchiere vestito dal taglio ottocentesco, faceva loro
un inchino.
“ Ci può
portare in città?” chiese Harry, mentre gli altri due
salivano a bordo.
Il
cocchiere annuì, silenzioso. Con un sorriso spronò il cavallo, che iniziò a
correre velocissimo.
“ Ehi ma,
i babbani non vedono questa cosa?” chiese Ron, mentre il paesaggio
sfrecciava rapido sotto i loro occhi.
“ Prima
di tutto, noi siamo diretti alla parte magica della città, non in quella babbana...”
“ Questo
lo so! Siamo già andati qualche giorno fa, Harry!” chiarì Ron, offeso da
come l’amico lo stava trattando, manco avesse 2 anni.
“ E poi, come il Nottetempo, i babbani
non vedono queste carrozze” finì Harry, mentre Hermione, stranamente silenziosa, guardavano dalla
finestrella della carrozza.
“ Ehi Herm, cos’hai?” le chiese Ron,
avvicinandosi premurosamente a lei, mentre le prendeva
una mano tra le sue.
Hermione
sussultò, notando la sua mano tra quelle di Ron.
“ Ehm...noni-niente” farfuglio, mentre
delicatamente toglieva la sua mano dalle grinfie dell’amico.
“ Comunque saremo di ritorno per pranzo. Staremo
qualche ora e...oh, guardate. Siamo arrivati” feceHarry, mentre la carrozza si fermava in uno spiazzale
dove molte altre stavano sostando.
Scendendo
dalla carrozza, Hermione rimase estasiata dalla Wellington
magica, diversissima dalla Londra Magica o di
qualsiasi altra città, seppur babbana.
Era
immersa nel verde, nelle foreste, dove queste casette, villette o semplici
capanne, fungevano da case o da negozi.
La ghiaia della strada vene schiacciata dai molti visitatori
proveniente dal castello, come il Trio in procinto di fare un giro per quelle viuzze circondate da alberi
secolari.
Una
capanna da cui usciva del fumo, produceva strane pozioni che colpirono un
gruppo di ragazzi di Corvonero. Alcuni Tassorosso di fermarono a delle casette di
marzapane, dove si potevano acquistare specialità magiche neozelandesi. Altri
ragazzi ancora si fermarono a guardare alcune scope prodotte solo in quel
paese, dall’aria veloce e dinamiche.
Molte
persone del posto, con abiti caratteristici, ci aggirava per le stradine di
quella città-foresta.
Hermione,
Ron e Harry passarono la
giornata in gir per negozi, comprando alcune cose molto
particolari, che di sicuro non avrebbero mai potuto trovare a Londra.
Acquistarono anche dei dolcetti alla cannella e artiglio di drago, davvero
ottimi.
Hermione
notò anche una piccola casetta di abiti del luogo, ed
andò dritta al suo interno per curiosare. La signora fu così gentile e gli abiti
erano così belli, che non poté fare meno di acquistarne qualcuno.
Soddisfatti,
verso l’una tornarono al castello, mentre la maggior parte dei ragazzi,
affamati a stanchi per il risveglio brusco di quella mattina, si riversavano
nella Sala Grande.
Hermione
riscese dopo qualche secondo, perché andata a posare le buste degli acuisti in camera, notando una figura avvolta in un mantello
entrare nella stanza in mezzo alla scale. Ma non era
quella la dimora della Signora del
Castello?
Infatti,
la donna anziana, stava entrando nella porta con una valigetta, abbassando il
cappuccio del mantello, mentre la sua crocchia grigia riluceva scompigliata.
Hermione
stette a fissarla per un po’. Ecco perché in quegli
ultimi giorni non l’aveva vista...ma dov’era stata?
La
curiosità subito s’impossessò di lei, mentre Hermione
si riprometteva di scoprire cosa nascondeva quella donna.
Entrando
in Sala Grande, prese posto accanto agli amici. Sentì un’improvvisa voglia di
voltarsi e guadare Draco, quasi le mancasse, così lo
fece. E lo trovò intento a fissarla, cosa che mai si
sarebbe aspettata. Abbozzò un sorriso, ricambiato appena in tempo, prima che
un’isterica PadmaPatilzittisse tutti con cenni eloquenti della mano, mentre nei
piatti d’ognuno il cibo s’andava componendo per formare la seguente frase:
Festino di stasera, Quarto piano,
Ore 22.00, tema: supereroi babbani di film famosi
Tutti i
ragazzi rimirarono i loro piatti, confrontandosi tra loro, temendo che il
proprio fosse scritto male. Perché non poteva aver scelto
quel tema...
Sguardi
omicidi, scioccati, increduli e pochi (pochissimi) felici, si levarono verso
una Padma piuttosto compiaciuta.
“
Bellissima idea, no?” ridacchiò, mentre il cibo ritornava normale nei loro
piatti.
Hermione
aveva ancora gli occhi sbarrati e la faccia da pesce lesse, quando Harry le diede uno spintone.
“ Padma ma cos’hai in quella testa?!
Se possibile è ancora peggio dell’idea stile Casinò di Las Vegas!”
sbottò Hermione, mentre Padma
offesa borbottava.
“ Io ho
SEMPRE bellissime idee, siamo intesi?” farfugliò inviperita.
Hermione
alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa. Ma chi
capitava tra gli “intelligenti” Corvonero?
šsšt›s›
“ Oh dai, starai benissimo! Non fare
storie” disse una voce alle nove e mezza di sera, nella camera di DracoMalfoy.
“ Se starò benissimo, perché non la smetti di guardarmi e
ridere come un’invasata?” domandò lui a denti stretti, mentre Hemione gli sistemava il lembo di un mantello nero.
Con un
po’ di magia e grazie all’aiuto dell’armadio sforna-vestiti,
i ragazzi del sesto anno si stavano ingegnando per
ricreare costumi assurdi.
“ Abiti
di supereroi idioti dai costumi ridicoli!” stava borbottando ancora Draco, mentre Hermione
ridacchiava, passando la bacchetta sul suo torace, dove appariva un pipistrello.
Lei si ricordava tutti i supereroi dai poteri magici che aveva letto e visto
nei cartoni fin da piccola. E adesso aiutava Draco a ricreare il suo.
“ Ma dai, quanto la fai lunga! I supereroi hanno tutti la maschera, quanti stai tranquillo che nessuno ti
riconosce! Toh...indossa la tua” spiegòHermione, porgendogliela.
“ E tu, che fai tanto la sbruffona, da cosa ti vestirai?”
chiese lui, alzando un sopracciglio e afferrando la maschera.
Hermione
fece spallucce, sorridendo.
“
Segreto! Vediamo se mi riconosci alla festa...” gli
sussurrò, sparendo oltre la portafinestra.
Draco
rimase a guardarla per un po’, estasiato, poi si volse al suo specchio,
ammirando il costume di un tipo che Hermione aveva
chiamato B-qualcosa-man:
forse Botman o Butman.
šsšt›s›
La Sala del festino, verso le 22.30, era
gremita di gente. Meglio, di supereroi. I più disparati colori guizzavano agli
occhi dei presenti, dove qualcuno nato da famiglia babbana,
riconosceva qualche Superman, qualcheSpiderman, due o tre The Mask, molti
Robin, un gruppo che si faceva chiamare I FANTASTICI
4, qualche ragazza vestita da spia segreta, qualcuna da cartoni animati più
famosi come SailorMoon e
molti altri.
Un
bellissimo Batman, verso le 23.00, fece il suo
ingresso nella Sala, venendo squadrato da molte
ragazze, che cercavano di capire chi fosse. Ovviamente,
l’unica a conoscere la sua identità era HermioneGranger, che ancora in realtà non si era vista entrare.
Anche Blaise e Theo non sapevano
da cosa Draco si fosse vestito, restando in silenzio
anche su quali costumi avrebbero indossato loro stessi.
Quindi,
un bellissimo Batman si aggirava per la sala, mentre
molte supereroinefacevano
occhi dolci e qualche ragazzo cercava di capire chi fosse. Draco,
alquanto compiaciuto per non essere stato riconosciuto, andò a servirsi del ponch.
Dopo una
decina di minuti, qualcuno entrò nella sala.
Avvolta
in un completo aderente di pelle nera, una sensuale ed accattivante Catwoman fece il suo ingresso scortata
da Hulk e dall’Uomo Torcia. Ovviamente, nessuno
sarebbe riuscito a capire chi fossero quei tre appena entrati. Lei era di sicuro stupenda: mentre camminava i ragazzi svenivano
sotto le sue curve trattenute dalla pelle nera del tessuto. Stringhe e cerniere
lampo la rendevano ancora più sexy, mentre ancheggiava
su degli assurdi tacchi alti. Ovviamente, data la maschera, nessuno riusciva a
capire chi fosse.
Qualcuno,
invece, fu informato della vera identità di Hulk e
dell’Uomo Torcia, dagli stessi che si nascondevano sotto quei costumi: Harry e Ron. Anche
se nessuno si spiegava come Harry fosse diventato
così muscoloso: forse qualche strana pozione. Ma
queste considerazioni provenivano solo da chi sapeva chi si nascondeva sotto i
costumi, perché i suddetti li avevano avvisati dicendo “ vedi che sono io, Harry, vestito da Hulk!”
altrimenti davvero nessuno sarebbe riuscito a capire chi fosse chi.
Erano
tutti irriconoscibili.
Lo
sguardo lascivo di un Batman particolarmente
affascinante, cadde su un’altrettanto provocante Catwoman.
Quella ragazza, chiunque fosse, aveva delle curve davvero fantastiche. Ma chi diamine era? Domanda che, notò, la maggior parte dei
presenti si stava chiedendo.
MaDraco stava cercando con lo sguardo un’altra persona, la
sua Mezzosangue, che ancora non aveva capito da cosa si era travestita in quel
trambusto. Aveva notato una chioma riccia, ma voltandola,
aveva rivelato una ragazzetta vestita da Donna Riccio.
Catwoman
gli passò davanti, ancheggiando sui suoi tacchi a spillo, mentre uno strano
profumo riusciva a giungergli fin dentro al testa.
HermioneGranger?
Corse,
attraversando al folla, vedendola disperdesi in essa.
Spintonò qualcuno per raggiungerla, ma la vide sparire tra un’altra massa di
persone. Più in la, la bellissima ragazza usciva dalla
portafinestra, scomparendo dalla sala.
L’abile e seducente Batman corse scavalcando più persone e non che
poteva, trovandosi davanti alla portafinestra.
Lentamente
l’aprì, mentre la brezza serale gli solleticava le narici, insieme al suo profumo.
“ Oddio,
sei tu...” soffiò, chiudendosi la portafinestra alle
spalle, mentre usciva in balcone.
Catwoman
si voltò, mentre lui poteva finalmente intravedere i suoi occhi scuri sotto la
maschera.
“ Io?
Certo che sono me stessa. Ma tu chi pensi
che io sia?” rispose enigmatica, riconoscendo i suoi occhi argentei sotto la
nera maschera.
“ Una
bellissima Catwoman!” esclamò lui, raggiungendola.
Lei rise,
un sorriso che ebbe il potere di scioglierlo.
“ Come
hai fatto a riconoscermi?” chiese lei d’un tratto.
“ Il tuo
profumo, quando mi sei passata accanto” sussurrò lui. “ La tua scelta è caduta
su Catwoman...per completarmi, forse?” disse un Batman malizioso.
Lei
rimase in silenzio. Si l’aveva fatto per lui, perché
capisse che lei si sentiva parte di lui, e viceversa. Che,
ormai, erano da considerarsi una cosa sola.
“ Modo
buffo di vedere la cosa”
“ Modo
giusto di vedere la cosa, direi” la corresse lui,
mentre Catwoman si toglieva la maschera, e dei
bellissimi boccoli di cioccolato le cadevano sulle spalle.
“ Sei
incredibile...” mormorò lui, guardandola estasiato.
Hermione
si voltò, non capendo.
“
Incredibile?”
Draco
annuì, togliendosi anche lui la maschera, mentre i suoi crini biondi ricadevano
scomposti sulla fronte.
“ Si,
incredibile...e riesci sempre a sorprendermi”.
šsšt›s›
Ma salve!!
Eccomi qui un po’ in ritardo. A dire il vero questo capitolo l’ho scritto in
fretta, e non ne sono per niente soddisfatta.Vedete voi cosa ne pensate...ovviamente, il
prossimo capitolo sarà IL CAPITOLO. Ma non vi accenno
più niente! -_^
Ma passiamo ai ringraziamenti:
lunachan62: il loro rapporto si sta
evolvendo, in maniera sottile ma lo sta facendo. E,
come ho detto prima, il prossimo capitolo sarà IL CAPITOLO. -_^
gemellina: Ciao! Mi fa piacere che il
precedente cap ti sia piaciuto!
Le interrogazioni di fine anno stanno andando al meglio, ma sono cmq occupatissima!^^ Che ne pensi di questo? E’
accettabile?
SweetChocolate: l’incantesimo ritornerà, certo, e
non tarderà ad arrivare. Questa volta ho postato un po’ tarduccio...che
ne pensi di questo cap?
Cobwy23: Ciao!!Ma grazie! *_* Si, la signora del castello è una tipa un po’ strana, le cui
intenzioni si scopriranno presto. D’altronde la settimana volge al
termine.
crici_82: Grazie! Sono contenta che ti
piaccia! Spero questo non vi abbia deluso poi tanto...è
che a me non convince proprio!
Lala: grazie per l’imbocca
a lupo! Sta andando benissimo! A parte la scuola, grazie della recensione!^^
Che ne dici di questo?
camyxpink: Ciao!!^^ riguardo Harry e Ron, l’ho detto, sono
così pesci lessi che...
Harry e Ron, seduti a loro posto mentre
accuratamente si strafogavano, non sembrarono
rendersi conto di quelle coincidenze – forse perché il loro cervello non poteva
neanche arrivare a pensare che Hermione e Draco potessero, ecco, avere qualcosa in comune, come gli
orari – rivolgendo un sorriso alla loro Hermione.
(cap 11)
E poi anche in questo, non arriverebbero mai a pensarlo. Ma alla fine, la loro storia verrà a galla...
vio_smile: è vero, ho aggiornato un po’
tardi! Mi fa davvero piacer che la mia storia ti abbia preso,
grazie! Quindi, l’attesa è valsa?
white_tifa: Ciao!! Che bello sentire una tua recensione!
*__* Mi fa davvero un immenso piacere che la mia ff
ti piaccia, che tu segue con interesse questa storia. E questo cap? come
ho detto a me non piace proprio...
Capitolo 13 *** Ho bisogno di sentirti sulla mia pelle, Hermione ***
šsšt›s›
E’ finita. Oggi è
ufficialmente finita. Non la mia storia, ma la scuola! Oggi ho fatto l’ultima
interrogazione, e sono L-I-B-E-R-Afinalmente. Così mi sono messa a
scrivere questo capitolo e mi scuso moltissimo per il mio ritardo. Spero ne sia
valsa la pena di aspettare.
Bacioni!
Erin
šsšt›s›
Un
tiepido sole dei primi d’ottobre fece capolino oltre la finestra della
penultima stanza infondo al corridoio, annunciando il
sesto giorno di gita. Una ragazza riccia si stiracchiò, scendendo dal letto e
dirigendosi assonnata in bagno.
Quella mattina
passò tranquillamente, con un’ora di Pozioni in cui cercarono di distillare dei
sonniferi dagli estratti ricavati dalle lezioni di Erbologia, ed un’ora di Trasfigurazione, dove la
professoressa McGranitt fece testare alcune
metamorfosi di alcuni strani animali, annunciando poi che quello sarebbe stato
l’ultimo giorno di lezione. Il penultimo giorno della gita e
l’ultimo di quelle lezioni supplementari.
“ Bene
ragazzi, confido nel vostro buon senso. Tra cinque minuti terminerà l’ultima
lezione di questa lunga gita. Domani lasceremo il castello verso le 10.00 in punto, a tal fine
vi chiedo di svegliarvi in tempo, non ammetterò ritardi. Visiteremo la Wellington magica, dove
è stata organizzata una parata in onore del mago fondatore di questa città. Ovviamente, pranzeremo in un ristorante molto caratteristico
gestito dalla sorella di Madama Rosmerta, che molti
di voi conoscono di persona. Resteremo fino a sera, quando la parata sulla terra ferma finirà per dare inizio
ad una manifestazione notturna ed aerea. Fuochi d’artificio magici e altro occuperanno il cielo fino alle 23.00, ora in cui le passaporte ci aspetteranno per tornare in Inghilterra. Tutto questo per essere nel nostro paese esattamente alle undici di
mattina. Sapete, il fuso orario...” spiegòla McGranitt,
mentre il suono dello strumento del folletto risuonava nell’aria, e i ragazzi
nell’ Aula Magna si alzavano con le loro borse, chi sorridente, chi davvero
entusiasta.
“ Ma ci pensate? Quella parata sarà stupenda...” osservò allegra Hermione, mentre
lei, Harry e Ron stavano
uscendo dall’Aula, incamminandosi nella calca e nel vociare dei corridoi.
“ Si, decisamente. Ma piuttosto preoccupati del festino di
stasera...l’ultimo festino, ovvero quello in tema
Casinò di Las Vegas!” esclamò Harry ridacchiando,
mentre Ron stava decisamente fissando troppo
intensamente Hermione.
“ Ma non doveva essere domani sera? Oh ma...”
“ Si,
appunto Herm. Ho incontrato le gemelle Patil completamente fuse che strillazzavano
che avrebbero dovuto accelerare i tempi, perché non si poteva fare domani.
Insomma, noi credevamo che saremmo rimasti anche domani sera, per partire
l’ottavo giorno. Ti lascio immaginare com’erano esagitate: ‘
Ed ora come faremo!!’ ” le prese in giro Harry,
mentre Ron rideva come un pazzo.
Hermione
guardò oltre le vetrate dei corridoi, notando moltissima gente in giro per i
prati e i giardini, tutti sorridenti ed allegri. Il giorno dopo sarebbero
tornati adHogwarts...
Non era
sicura che le facesse davvero piacere. Per un motivo ed un altro, quel posto lo
sentiva suo ormai. Era come lontana
da tutti e tutto, eppure così vicina. Hogwarts,
insomma, avrebbe comportato molte, molte più preoccupazioni e limitazioni. In
primis il vedere Draco, quello
si che sarebbe diventato impossibile. E chissà, si chiese, come si sarebbe
comportato lui una volta tornatia casa. Per i corridoi di Hogwarts,
durante le lezioni, nella vita quotidiana. Cosa
sarebbe successo?
Con
questi pensieri uscì dal castello, sistemando la tracolla
poco pesante, mente la gonnellina bianca a pieghe svolazzava al vento
tiepido delle undici e mezzo. Harry e Ron insistettero affinché Hermione
seguisse la partita di Quiddich, così la loro
migliore amica li assecondò controvoglia, ma esibendo uno dei suoi migliori
sorrisi.
“ E va bene...”
“ Oh Herm, sei meravigliosa!” esclamò eccitato Ron, saltellando come un pazzo, mentre la stringeva forte a
sé e la baciava sulla guancia.
La
ragazza volse lo sguardo verso Harry, che alzò un
sopracciglio e scosse le spalle. Ma cosa diavolo
prendeva a Ron?
“ Ronald...così m-mi stritoli!!”balbettò cercando di respirare, perciò un Ron rosso in viso le si allontanò.
“
Oh...ehm...si scusa” farfugliò imbarazzato, prima di avviarsi con Harry verso il campo.
Hermione
rimase a contemplare le due figure allontanarsi, perdendosi nei suoi pensieri. Ron era da un po’ che si comportava in modo strano...anche Draco glielo aveva fatto notare.
Scrollò
le spalle.
“ Ma no! Me lo sto immaginando...” disse
tra sé e sé un po’ troppo ad alta voce.
“ Che fai, parli anche da sola adesso?” una voce tagliente e
particolarmente stuzzicante la fece voltare con una linguaccia servita su un
piatto d’argento.
“
Stupido!” fece scherzosamente.
“ Stai
andando al campo?” le chiese, arrivato al suo fianco. Aveva una camicia bianca leggermente
sbottonata, dei pantaloni neri e i capelli a coprigli
gli occhi. D’istinto Hermione sollevò titubante una
mano, che andò a sfiorargli il naso, fino a scostarli le ciocche seriche che
rivelarono bellissimi occhi color ghiaccio.
“ Non
vedevo i tuoi occhi” costatò lei, con voce estremamente
dolce.
Draco
la fissò socchiudendo le ciglia, per il sole che prepotente cercava di
perforarle. Abbozzò un sorriso, non spiegandosi il mancato battito che aveva
avuto il suo cuore.
Anche Hermionegli sorrise, voltandogli
le spalle e andando verso il campo da Quiddich.
“ Non
puoi sederti sugli spalti con me...vero?” chiese come distrattamente, accortasi
di averlo di nuovo al fianco.
Draco
non rispose, continuando a camminare.
“ Mi
rispondi o no?” chiese, voltandosi a guardarlo.
“ E’ una
domanda così stupida. Lo sai che non posso...” disse
tranquillamente Draco, mettendo le mani in tasca.
Hermione
fissò davanti a sé, evidentemente ferita da quelle parole che, non sapeva come,
non avrebbe voluto sentirgli dire.
“ Non
puoi...o non vuoi?”
“ Andiamo
Hermione...”
“ NoDraco. Volere è potere. Tu non
vuoi farti vedere con me, tu non vuoi...”
“ Ma insomma, Granger!” la fermò lui
per un braccio, arrestando la camminata di entrambi. E
l’aveva chiamata anche per cognome.
“ Non
capisci che non si può? Veniamo da
due mondi diversi, per diamine! Non sarà mai possibile, mai! Io sono un
purosangue, faccio una determinata vita, frequento certe persone...è già tanto
che passi il mio tempo con te” sbottò, lasciando Hermione basita.
Draco
aprì leggermente la bocca, come per aggiungere altro. Ma
che diavolo aveva detto? L’espressione del suo viso si fece sofferente. Non
avrebbe voluto dire quelle cose adHermione,
ma aveva dovuto farlo. E ci stava male, davvero male. Ma meglio passare per uno stronzo
bastardo: almeno, si sarebbe arresa. Loro non potevano...
E’ già tanto che passi il mio
tempo con te
MaHermione aveva solo quella frase nella mente.
Il suo
ragionamento di Draco, infondo, non faceva una piega...
Allora perchè
si sentiva così male, in quel momento? Non poteva davvero essersi illusa che
tra loro sarebbe potuto nascere qualcosa...anche solo dell’innocente amicizia.
Abbassò
gli occhi.
“ Ho
capito” mormorò, mentre Draco stranamente silenzioso
le lasciava andare il braccio. “ Hai ragione...non puoi certo mischiarti con una mezzosangue come me.
Pensavo che almeno valessi qualcosa per te...ma a
quanto sembra non abbastanza” disse ancora con voce flebile; poi alzò gli
occhi. “ Non abbastanza da farti desiderare di starmi vicino,
anche contro idee e pregiudizi, anche contro tutti e tutto. Ma forse hai ragione tu, ancora una volta. Io sono così
ingenua...”
E
così, in un battito d’ali, Hermione si allontanò. Un figura leggiadra e solitaria avvolta in una completo
bianco e celeste, una persona che sarebbe uscita per sempre dalla sua vita. Era
pronto a lasciarla andare, ora che l’aveva trovata? Ma
la domanda che lo attanagliava era: sarebbe mai stato pronto a lasciarla andare?
šsšt›s›
Quando Harry e Ron, in Sala Grande, le
chiesero spiegazioni sul perché non fosse venuta ad assistere alla partita, Hermione inventò una banalissima scusa che sembrarono bersi.
Dopo il
pranzo, Hermione annunciò di essere
stanca, e per non farli preoccupare, disse con un sorriso a 32 denti che
avrebbe riposato per il festino di quella sera, a cui doveva prendere parte
pimpante più che mai.
Ma
faceva male lì, proprio all’altezza del petto. Faceva male
mentre si allontanava e lasciava la sala, per salire nella sua camera.
Faceva male entrare a far parte, seppur brevemente,
della vita di DracoLuciusMalfoy. Faceva male illudersi, pensando di potervici prendere davvero parte, alla sua vita. Di contare
qualcosa per lui, di poter contare su di lui. Faceva male perché lui era diverso,
imprevedibile, misterioso e irraggiungibile. Viveva in un altro mondo, in cui
solo una stupida poteva pensare di essere inclusa. Ecco, si stava dando della
stupida. E gli occhi le si stavano inumidendo.
Faceva
davvero male avvicinarsi troppo a DracoLuciusMalfoy. Ci si poteva
scottare. E lei si era appena fatta una grossa
scottatura, di quelle che difficilmente avrebbe dimenticato. Di quelle che
quando provi a stiracchiarti ti tirano, ti fanno male, si
fanno sentire. Precisamente, lui si sarebbe sempre fatto sentire su di
lei.
Maledetto
e bellissimo Draco.
Aprì la
porta, andando a sprofondare sul letto, chiudendo gli occhi. Voleva solo
dormire e riposarsi. Aveva vissuto 15 anni senza di lui, ben 5 anni adHogwarts passati ad
odiarlo...ed adesso non poteva dimenticarlo dopo appena 5 giorni trascorsi
insieme?
Erano le 15.00 quando si addormentò, accoccolata ed abbracciata al
suo cuscino.
šsšt›s›
Era in
giro per la stanza da qualche ora, mentre l’orologio a pendolo scandiva le
22.00. Aveva letto qualche libro, fatto una doccia rinfrescante. Era perfino
andata a prendere un meraviglioso abito in pailettes
tipico ed adatto a quella serata con quel tema che
ancora la faceva sorridere. Le Patil erano così
stupide...
Stava
davanti alla specchiera, i capelli raccolti all’indietro, intenta a truccarsi. Ron ed Harry sarebbero arrivati
da li a 15 minuti. E sarebbe
stata tutta la sera attaccata a loro, senza mai voltarsi o fare altro: non
voleva incontrare il suo sguardo, che
sicuramente l’avrebbe fatta vacillare.
Si chinò,
indossando le decoltè blu notte. Si alzò verso la specchiera, andando ad
ammirarsi. Aveva scelto un abito lungo di pailettes
blu notte, un scollo morbido che le andava a scoprire
anche l’incavo dei seni, non risultando però volgare. Uno scollo decisamente generoso, invece, le scoprire la schiena, fino
ai buchi di Venere. Sistemò meglio l’acconciatura con un fermaglio d’argento,
mentre qualche morbido boccolo le solleticava le nude spalle. Il trucco
risaltava perfettamente i suoi lineamenti, rendendola davvero bellissima. Gli
orecchini pendenti, con degli zaffiri, le incorniciavano il viso. Due bracciali
al polso sinistro dello stesso tipo, ed un anello di ugual
modello alla mano destra.
Le scarpe
piuttosto alte, le conferivano una figura ancora più slanciata.
Qualcuno
bussò alla porta. Harry e Ron
in smoking nero, il primo perfino a doppio petto, entrarono facendo i
complimenti alla bellissima Hermione.
Ma Ron era decisamente più colpito.
“ Dio
Mio, Herm...non ho parole” riuscì a dire mentre salivano al quarto piano, facendola arrossire.
Infatti,
quando fecero il loro ingresso nella Sala, moltissimi sguardi si posarono su di
lei. Sentì distintamente delle voci dire “ La Granger
è stupenda...ogni volta è una sorpresa. Ma come
stasera, mai prima d’ora”.
Non osò
neanche guardarsi intorno, per paura di scorgerlo. Voleva divertirsi, non
pensare a niente...anche se faceva davvero male.
Perché c’era qualcosa di più a cui non riusciva a dare
un nome...
Hermione
si ridestò, entrando nella folla di quella sala. Un
bellissima musica Jazz, che lei conosceva benissimo – essendo usata
anche come sottofondo di un famoso film, in cui era cantata da Jessica Rabbit. La canzone era appunto “ WhyDon'tYou Do Right?”.
La sala,
quella sera, aveva dato prova di quanto, si, fossero
stupide le Patil, ma anche di come in quell’ambiente si fossero ritrovate perfettamente. Insomma,
avevano ricreato perfettamente un casino, dove uomini in smoking e donne
vestite con abiti succinti – decisamente più del suo –
si aggiravano con bicchieri di Champagne, Vino Elfico
e Whisky Incendiario.
Tavoli
con roulette, con tanto di tavola verde, erano posti al centro dell’immensa
sala, al cui perimetro serpeggiava il lungo bancone della zona rinfresco.
La sera
passò tra un cocktail ed un altro, mentre rideva e scherzava senza perdere mai Harry
e Ron, il quale le stette più vicino del solito.
Per un
attimo sembrò anche dimenticare Draco, se non ché il biondo in questione fece il suo ingresso con Blaise e Theodore.
Ed
era davvero bellissimo.
Hermione
voltò lo sguardo verso Harry e Ron,
costringendosi a non guardarlo, e continuando a parlare con i due e Neville Paciock.
Non
sapeva cosa passasse nella mente di quel ragazzo, che ora stava parlando con i
suoi amichetti purosangue. Forse
stava ridendo di lei, di quanto era stata stupida ed ingenua, in tutto quel
tempo.
Scuotendo
la testa, capì davvero di stare dando i numeri. Voleva andarsene, cambiare
aria, fare qualcosa che l’avrebbe fatta distrarre. Harry, però, era impegnato in un’accesissima conversazione
con Neville, tanto che preseRon
per il braccio affinché l’accompagnasse da qualche altra parte.
Ron
acconsentì subito, con un grandissimo sorriso. Le porse un bicchiere, le
circondò la vita con il braccio, le diede un altro bacio sulla guancia. Ma che
diamine...?
“
Possiamo uscire di qui? Devo dirti una cosa, ma c’è
troppa confusione in questa sala...”disseRon posando il suo
bicchiere, diventando paonazzo e trascinando praticamente Hermione
fuori dalla sala, che fece uno sforzo immane per farlo desistere, dall’altro
dei suoi 8 cm
di tacco.
Lontani
dal caos del festino, furono sulla porta, la varcarono, ed uscirono nel
corridoio del quarto piano. Nulla si sentiva, come se la stanza appena chiusa
non esistesse. D’altronde mille incantesimi insonorizzanti e tant’altro l’avevano resa inscopribile.
Il
corridoio in penombra era illuminato solo dalle fiaccole murarie, che con la
calda luce delle candele illuminavano i loro corpi, fasciandoli di una luce
tenue.
Il
fruscio delle pailettes e delle dita di Ron che si contorcevano sulla stoffa della camicia, erano
gli unici rumori udibili.
“ Ecco
io...” mormorò il rosso, mentre Hermione
lo guardava senza capire. Che stesse per...?
“ Ecco
io...” ritentò “...io...tu...” deglutì
“ ...tu mi piaci, mi piaci tantissimo” concluse frettolosamente, senza mai
guardarla.
Hermione
fece un passo all’indietro nella penombra del corridoio. Una serata di un
tranquillo ottobre faceva a pugni con il suo stato d’animo agitato. Gli occhi
sgranati, la bocca aperta.
No Ron,
non avresti dovuto dirlo...
Un altro
passo, poi iniziò a correre. Correva disperatamente per sfuggire da quella voce
che da lei voleva solo una risposta. Ovviamente positiva.
“ Hermione!” le urlò dietro, ma ormai era fin troppo lontana.
Perché?
Perché diamine ora ci si metteva anche Ron?
Si fermò
appena svoltato l’angolo. Si tolse le scarpe per correre meglio, e sospirò. Le
tenne strette nella mano sinistra, mentre prendeva la bacchetta che aveva
infilato sotto il vestitino.
La prese
e la strinse, ricominciando a correre, spegnendo al suo passaggio le fiaccole
murarie, dileguandosi nel buio profondo.
La voce
di Ron risuonò per la seconda volta, lontana, ma per
fortuna nessun suono di passi si aggiunse ai quelli di
Hermione. Non avrebbe sopportato di
essere rincorsa, non avrebbe saputo dargli una spiegazione valida.
Perché
stava correndo? Perché stava scappando? Le piaceva? No, certo che no.
Era solo un amico per lei? Si, un amico a cui voleva un mondo
di bene. Lo amava, si, ma come un fratello. Non avrebbe potuto mai
pensare di poter diventare la ragazza di RonaldWeasley.
Impossibile.
Si stava
maledicendo per essersi allontanata con lui, averlo preso sottobraccio, per
colpa della sua voglia di svariare.
Forse, se sarebbe rimasta con Harry e Neville, non
sarebbe successo niente. E adesso stava capendo quanto
madornale era stato il suo errore.
Continuava
a correre, perdendosi nell’oscurità, voltando in continuazione gli angoli del
castello, trovandosi in corridoi sempre diversi, mentre continuava a spegnere
fiaccole dietro di lei.
Distrutta,
si trovò al centro di un ignoto corridoio.
Alzò la
bacchetta per spegnere anche quelle fiaccole ma...decise di fermarsi.
Si guardò
intorno più volte: nessun rumore le stava facendo compagnia, solo la luce delle
fiaccole fiocamente accese proiettava ombre sulle pareti davanti. Qualche porta
in legno scuro, intarsiato, era incastonata nel muro.
Attraverso i grandi finestroni poteva vedere la
bellissima serata che riempiva il mondo, la fuori.
Si
accasciò al suolo, mentre le sue gambe cedevano come se la stanchezza morale
fosse anche fisica. Ormai quello che rimaneva della bellissima ragazza della festa era ben poco: l’abito blu era spiegazzato, ma per
fortuna ancora integro. I capelli, che aveva alzato in una crocchia elegante,
ricadevano a ciocche scomposte sulle spalle, mentre alcuni restavano mantenuti
dal fermaglio d’argento che aveva messo.
Stese le
gambe davanti a lei, rimettendo le decoltè, e facendo dondolare i piedi sul
pavimento marmoreo, dove l’orlo dell’abito di pailettes
blu scintillava sotto la luce di quelle poche fiaccole che aveva deciso di non
spegnere.
I suoi
pensieri erano sgombri, ormai non sentiva più niente.
Per
qualche istante, solo emozioni confuse.
Ma
poi...con che faccia avrebbe rivisto Ron l’indomani?
Come poteva affrontarlo? Sperò con tutta sé stessa che
lui avesse capito il suo stato d’animo e che avesse inteso quale sarebbe stata
la sua risposta. Cioè, sicuro l’aveva capita, ma
almeno sperò intensamente che l’indomani non le avrebbe chiesto ulteriori spiegazioni.
RonaldWeasley...il suo migliore amico, insieme adHarry. Perché
doveva rovinare tutto dicendole una cosa tanto...seria? Perché?!
Sbuffò,
portandosi le gambe al petto, poggiando il mento sulle ginocchia, mentre
sentiva il solleticare dei suoi boccoli sulla nuda pelle. La gonna, infatti, praticamente era arrivata fin sotto la vita, senza ritegno
alcuno. Ma d’altronde non c’era nessuno nei paraggi
che avrebbe potuto vederla.
Si guardò
intorno, solo in quel momento, cercando di trovare una soluzione. Si era forse
persa? Insomma, ma che corridoio era quello?
Bene, epilogo di una serata
perfetta...
Dei passi
echeggiarono nel silenzio del corridoio, così affrettatamente
si ricompose. Aggiustò il vestito che ricadde almeno fino sopra le
ginocchia, e si guardò intorno.
Dopo un
secondo dall’angolo a destra, Hermione vide un figura nella penombra vestita in smoking, ma senza
giaccia. Anzi, la camicia bianca era anche arrotolata a tre quarti sulle
braccia. E i suoi capelli erano biondi, biondo platino
per l’esattezza. E i suoi occhi grigi, meglio
d’argento forse.
Camminava
a passo lento e calibrato, le mani in tasca, mentre lo sguardo vagava fuori
attraverso le finestre.
Poi,
notando la figura boccolosa accovacciata su degli scalini
davanti ad una porta, si fermò.
Posò il
suo sguardo d’argento su di lei e un sorriso si dipinse sulle sue bellissime labbra.
“ Ecco
chi ha spento le fiaccole di metà castello. Mi è bastato seguire il buio che ti
sei lasciata alle spalle” mormorò lui, appoggiando la
schiena sul muro della parete di fronte.
Hermione
ebbe un sussulto, mentre il cuore le prese a battere a
mille. Perchélui
era lì? Perché quella serata doveva finire proprio
così male?
Hermione
rimase in silenzio, cercando di guardare altrove. Aveva fatto tanto per
evitarlo e adesso...
Il
corridoio li divideva, ma lei poteva sentire la sua presenza in ogni particella
del suo essere. Una sensazione che non seppe mai
descrivere.
Abbassò
lo sguardo, fissando il pavimento ed i suoi piedi vicini dove le decoltè lucide
continuavano a scintillare.
“ Stai
fuggendo da qualcuno?” le chiese lui d’improvviso, rompendo il silenzio.
“ Come
diamine...”
“ ...lo
so?” la precedette. “ Stavo uscendo dalla festa e ti ho visto correre via. Da Weasley, precisamente” spiegò, fissandola dall’alto della
sua posizione.
“ E
perché mi hai seguito, di grazia?” disse ancora scossa, cercando di no guardarlo.
“ Perché mi andava. Sono molto curioso” rispose
semplicemente, mentre Hermione si mise a sedere per
bene, puntando finalmente il suo sguardo in quello di Draco.
Poi si
alzò, mentre l’abito le ricadeva lungo le gambe affusolate, ondeggiando e
lasciando intravedere la morbida pelle al di là del
vertiginoso spacco.
“ Beh,
non avresti dovuto. Voglio stare da sola” disse a voce
bassa e apparentemente calma, distante.
Fece
qualche passo, prima che la sua voce la fermò.
“ Perchè
ti comporti in questo modo?” le chiese Draco, mentre Hermione restava di spalle.
La
ragazza sentì la rabbia montarle dentro. Perchè si comportava in quel modo? Ma
si sentiva quando parlava?! Perchè lei si comportava in quel modo?
“ Perchè io mi comporto in questo modo?” chiese
voltandosi, mentre metteva le mani suoi fianchi.
Draco
mise le mani in tasca, avvicinandosi a passi lenti verso di lei.
“ Già.
Non capisco il perché...” mormorò calmo, arrivandole a
qualche metro di distanza.
Hermione
scosse la testa, divertita.
“ Si, ora
sei tu quello che non capisci. E cosa dovrei dire io?
Abbiamo passato gli ultimi giorni da persone civili, anzi, come amici che si
conoscono da una vita. Abbiamo scherzato e riso, insieme. Ci siamo, seppur
poco, aperti l’uno con l’altro. Ed ora cosa dovrei
dirti? Che sono frustrata e confusa perché ho scoperto
di provare dei sentimenti per te che non posso assolutamente provare, quindi non riesco neanche a starti vicino e
le tue parole, anche se veritiere, mi fanno ancora più male di prima?” sbottò,
rendendosi conto solo dopo di ciò che aveva detto.
Sbatte le
ciglia di merletto nero, portandosi una mano sulle labbra.
Cosa ho detto? Per Merlino, cosa ho detto?!
Draco
dischiuse le sue labbra, ma non riuscì a dire nulla. Hermione
lasciò cadere la sua mano lungo la vita, dove il frusciò
delle pailettes risuonò dolcemente.
Fece un
passo indietro, voltandosi e dandogli le spalle.
Ma come aveva potuto dirgli quelle cose?
“
Dimentica ciò che ho detto” mormorò lei, dandogli ancora le spalle. Era un
ordine, che aveva in sé una specie di supplica. MaDraco non lo colse.
“ Non
potrei mai” disse semplicemente, e prima che Hermione
si potesse voltare, le cinse la vita con le braccia, portandosi le sue spalle
al petto e poggiando il suo mento sulla sua spalla.
“ Draco io...”
“ Sono un
idiota. Ti basti sapere questo...” sussurrò lui, al suo orecchio. “ ...e che tu hai perfettamente ragione. Mi sei
entrata nell’anima, anzi, con te hoscoperto
di avere un’anima. Sei divenuta parte di me...una parte a cui non riesco più a rinunciare. E se questo significa andare contro
tutti e tutto, il gioco vale la candela” aggiunse, ed Hermione lo sentì sorridere.
Il cuore
della ragazza, però batteva così velocemente da non riuscire a respirare con
regolarità. Sentiva le sue braccia stringerla possessivamente in vita, il suo
profumo, le sue labbra sul suo orecchio, il suo corpo
incollato al suo.
Si girò,
restando tra le sue braccia, trovandosi a poggiare il naso su quello di Draco. Abbozzò un sorriso imbarazzato, non riuscendo a dire
nulla.
Le
braccia di Draco la tenevano stretta a sé, mentre le
loro labbra erano a qualche millimetro di distanza.
“ Io...” mormoròHermione, perdendosi
nell’intensità del suo sguardo.
“ Shhh...” sussurrò lui, toccandole
le labbra con un dito. “ Ti ho già detto che stasera
sei bellissima?”
“ No,
veramente n...” ma non rivelò mai ciò che stava per
dire. Perché le sue labbra furono catturate da quelle
di Draco, prima dolcemente, poi con sempre più
passione.
Non aveva
mai baciato nessuno così. Non aveva mai provato quelle emozioni così forti.
Forse stavano anche per cederle le ginocchia, perché si sentì mancare, avvertendo
la stretta di Draco farsi più forte. Continuarono a
baciarsi, a desiderarsi, a cercarsi, a sfiorarsi. La pelle sembrava rovente
sotto i tocchi dell’altro.
Draco
la portò con sé, continuando a baciarla, oltre un angolo, per un corridoio, e
per un altro ancora, ritrovandosi al terzo piano.
Intrecciò
le sue dita da pianista con quelle di Hermione,
rubandole un altro bacio, poi aprì la porta della sua camera e si chiuse la
porta alle spalle, trascinando la bella Griffyndor
dentro con sé.
La stanza
era avvolta nella penombra, silenziosa e accogliente. Il letto illuminato dalla
romantica luce della luna.
Draco
le iniziò a baciare il collo, facendole chiudere gli occhi, salendole fino
all’orecchio che iniziò a stuzzicare.
La
camicia bianca leggermente spiegazzata, le labbra gonfie e i capelli biondi
scompigliati sulla fronte: Hermione non riusciva a
darsi un contegno.
Le passò
una mano intorno alla vita, un’altra dietro le ginocchia, sollevandola da
terra.
Hermione
scoppiò a ridere, rossa in viso, mentre Draco l’adagiava
delicatamente sul letto.
“ Non sai
quanto io ti desideri in questo momento...” le mormorò, una volta sopra di lei.
Riprese a
baciarla con passione, carezzandola e attraendola a sé.
“ Ma ho una mezza idea che tu mi fermeresti” continuò lui,
contro le sue labbra.
Hermione
sbatté le ciglia, passando le mani titubanti sulla sua schiena.
“ Io...è perché...” mormorò, fissandolo
negli occhi. “ ...io sono vergine, Draco”
Lui si
fermò, rimanendo con il naso poggiato su quello di Hermione.
“ Non...non lo sapevo” sussurrò, e per la prima volta lei poté
sentire incertezza nella voce di DracoMalfoy.
Draco
si mise in ginocchio, davanti a lei. Si tolse la camicia, rimanendo a torso
nudo. La prese per la vita, facendola mettere in ginocchio davanti a lui. Le
passò una mano sulla spalla, lungo il collo, dietro la nuca, e dolcemente si
avvicinò, baciandola.
“ Vuoi
restare qui, stanotte?” le chiese con voce roca, bassa a profonda, incontrando
di nuovo le sue labbra.
Hermione
si allontanò dalla sua bocca impercettibilmente, ma lui l’avvertì.
“ Voglio
solo dormire con te, sentire il tuo corpo contro il mio. Il
tuo respiro, i tuoi boccoli, le tue labbra, le tue carezze. Le tue
parole sussurrate” fece una pausa, mentre le carezzava
la guancia e posava nuovamente le proprie labbra sulle sue.
“ Ho
bisogno di sentirti sulla mia pelle, Hermione” le
sussurrò, baciandola ancora, con passione e desiderio.
Hermione
sussultò a quelle parole, ed portò le braccia dietro
il suo collo, mentre le loro ginocchia erano intrecciate. Draco
le passò una mano sotto la spallina dell’abito, facendogliela ricadere lungo la
spalla. Lentamente le tolse il vestito, facendola rimanere in intimo.
Un intimo nero, semplice, ma che risaltava sulla sua pelle chiara e
morbida. Draco si ritrovò a pensare che profumasse di pesca,
saggiandone ogni angolo, ricoprendole di baci tutto il
corpo.
Erano
baci dolci, teneri, ma anche passionali. Si coccolarono, l’uno nelle braccia
dell’altro, restando insieme ogni secondo.
Draco
si ritrovò a pensare che mai in vita sua aveva provato
simili sentimenti, simili emozioni. Che mai si era
comportato così con una ragazza, che mai gli era capitato di riuscire a sentire
il suo stesso cuore, oltre a quello di Hermione.
šsšt›s›
Ho scritto fino alle 23.00! Uh-uh...e sto anche morendo di sonno. Che
ne pensate di questo capitolo? Mi fa davvero piacere che abbiate
apprezzato il precedente, anche se io lo ritenevo non convincente.
GRAZIE! Macmq siate sincere
se qualcosa o un capitolo non vi piace. Come diceva Vio_Smile, forse il nomignolo Theo lo fa troppo
bambino. Infatti, quando lo nominerò userò il nome per
intero.
Per quando riguarda le altre, una saluto a tutte e un bacio grandissimo!
Grazie a:
baby Emma: Ciao! Felicissima che tu legga la
mia storia! “quando leggo la storia riesco ad immaginarla cm se la vivessi in
prima persona”...questa frase mi ha colpito. E’ davvero importante per chi
scrive, riuscire a far immergere i propri lettori nella storia. E grazie per i complimenti! Bacioni!
RoryFelton: Davvero ti faccio
provare delle emozioni! *___* Ma come sei gentile!!E poi sono davvero contenta che
ti piaccia la mia storia. Baci!!
Camyxpink: Ciao!!!^^
E si, Ron ed Harry sono
proprio tardi. E poi in questo capitolo Ron...beh, insomma, che ne pensi? Bacioni!
lunachan62: Allora, vediamo...come ti è
sembrato IL CAPITOLO? Spero sia ben riuscito...grazie per la bella recensione!!^^
crici_82: Grazie!!!^^
SweetChocolate: Ciao! E
si...la loro relazione presto salirà a galla. Intanto restano nell’oscuro. Ma si sa, a Hogwarts nulla può
restare nascosto! -_^
sweet_puffola_pigmea: Ma grazie!! Davvero ti piace così tanto? E che ne pensi di questo cap?? Grazie davvero!!Bacioni!
vio_smile: Grazie per i complimenti! Per il
nome di Nott, l’ho scritto su...alla fine ho un amico
che si chiama Teo, quindi non mi sembrava tanto
infantile. Però, effettivamente, può stonare. Bacioni!!^^
Hanon: Ciao!!E Grazie per la recensione! ^^ E si, Ron
ed Harry proprio non ci arrivano...ma
poi capiranno, stanne certa. Baci!!
Cobwy23: Davvero era un cap stupendo?? Tu mi fai commuovere!!*___* Che te ne pare di questo? Ben riuscito??
white_tifa: Grazie GrazieGrazie!!
E tu sei sempre meravigliosa a lasciarmi recensioni
tanto splendide! Felicissima che ti sia piaciuto lo scorso cap...e
questo?? Che ne dici??Bacioni!!!^^
Salve a tutte!!
Ecco un altro capitolo di questa storia. Sono estremamente
felice che vi stia piacendo e di conseguenza, anche un po’ tarduccio,
posto il quattordicesimo capitolo.
Ci vediamo alla fine!!
šsšt›s›
Un
uccellino dal canto melodioso si era appena posato sulle
fronte dei salici, fuori il castello di Ronferret.
Era la
mattina di uno splendido ultimo giorno di gita, e c’era chi era ancora assopito
e non accennava minimamente a svegliarsi.
In una
camera inondata dal sole, sotto un baldacchino con le tende tirate, ad esempio,
regnava il silenzio più assoluto.
Boccoli
castano chiaro erano riversati sul torace color avorio di un ragazzo. Delle braccia esili cingevano questo torace, mentre la
ragazza dai morbidi boccoli dormiva serena.
Le coperte
scure del letto erano intrecciate attorno ai corpi dei due
diciassettenni e, a prima vista, sarebbe sembrato piuttosto normale. In
una gita scolastica, per di più di sette giorni, era più che ovvio che
nascessero coppie o qualcosa di simile. Insomma, non era una cosa dell’altro mondo se due ragazzi sgattaiolavano in una stanza
e...passavano la notte insieme. Molti dicono che a quell’età si è grandi e vaccinati.
Peccato che per quel caso si doveva fare un’eccezione. Erano si
due ragazzi, ma TUTTI avrebbero trovato assurdo vederli insieme.
DracoLuciusMalfoy ed HermioneJaneGranger.
Più assurdo se avessero saputo che, chiusi in camera, avevano passato
la nottata a farsi le coccole, abbracciati e sereni. Cioè,
qui non si parlava di sesso. E mai nella stessa frase
c’era stato DracoMalfoy,
una ragazza e non hanno fatto sesso.
“ Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!”
un urlo proveniente da un’altra stanza squarciò il terzo piano, e degli occhi
argentei si aprirono di scatto, seguiti da occhi dorati, dove ciglia di
merletto scuro sbatterono confuse.
šsšt›s›
Nella
terza stanza, appunto, ad inizio corridoio, qualcuno aveva avuto un risveglio
piuttosto...bagnato.
Poco
prima, un ragazzo dormiva beato nel suo letto, unica fonte di disturbo lo
starnazzare degli uccelli.
“
Insomma, perché starnazzano? Dico io, voglio
dormire...” biascicò nel sonno il ragazzo dai capelli
rossi fuoco, girandosi nel letto, quando dopo poco la sua porta venne buttata
giù.
“ Ron! Ron! Sono le dieci meno un
quarto, tra meno di un quarto d’ora abbiamo adunata nell’atrio del castello!”
urlò un ragazzo dai capelli neri, degli occhiali estremamente
tondi ed una cicatrice a forma si saetta sulla fronte.
“ No Ginny, di a mamma che voglio
dormire...” mormorò, mettendosi un cuscino sulla testa.
Ma un
bacile d’acqua gelata si riversò sulla sua figura, facendolo scattare a sedere come
scioccato. Ma l’amico non poteva fare altro, sapeva
che se non avesse svegliato Ron in quel modo, avrebbe
passato un’ora lì dentro a cercare di buttarlo giù dal letto.
“ Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!”
un urlo fortissimo. “ Cos’è successo? Dove mi trovo?! ....Harry?” aggiunse, rivolto
all’amico.
“ Eggià, non sono mica Ginny...ah,
la mia Ginny. Domani la rivedo,
finalmente!” iniziò a sognare ad occhi aperti Harry.
“ E comunque” aggiunse il moretto “ vedi di muoverti. La McGranitt
sarà su tutte le furie!”
“ Sisi, vado a prepararmi. Però un’altra volta l’acqua gelata è stato un colpo basso,
un colpo basso” borbottò, scocciato.
šsšt›s›
“ Mmm...cos’è stato?” mormorò Hermione, stringendosi di più al corpo che aveva accanto,
socchiudendo di nuovo gli occhi.
Una mano
scese ad accarezzargli i boccoli, poi la guancia e due dita s’insinuarono sotto
il suo mento, portandola al cospetto di due occhi glaciali.
“ Un urlo”
rispose lui semplicemente, prima di catturare le sue labbra in un bacio decisamente passionale.
La prese tra le braccia e l’adagiò sopra di sé, continuando a
baciarla. Si staccarono, restando a fior di labbra.
“
Buongiorno”
“
Buongiorno, Draco”
E si
baciarono ancora. Le mani possessive del biondo scivolarono lungo la sua
schiena, lungo il suo corpo rivestito solo dalla
biancheria intima.
“ Ma poi...” iniziò, staccandosi da
lui “...se hanno gridato qualche motivo ci sarà. Che ore sono?”
chiese, ancora sopra di lui, poi si sporse verso il comodino e afferrò
l’orologio.
“ Per
Merlino, sono le dieci meno dieci!” esclamò, ma prima di riuscire ad alzarsi
due braccia forti s’impossessarono della sua vita, riportandola nella posizione
iniziale e poi intrappolandola sul materasso. Ora Draco
era sopra di lei.
“ Draco, ma è tardissimo!”
“ Shhh...” le sussurro a fior di
labbra, prima di baciarla ancora e ancora.
Hermione
rimase inerme sotto quelle labbra, baciandolo poi di rimando, non sapendo
opporre la dovuta resistenza. Ma poi, da studentessa ligia al dovere qual era,
pensò bene che era ora di vestirsi e scendere di
sotto.
Con un
gesto fulmineo, mentre lui era intento a carezzarle la guancia, scivolò di lato
e con una linguaccia alla sua faccia stupita esclamò “ E’
tardi, vestiti anche tu!” e Draco mise il
broncio e scese dal letto.
Hermione
raccolse il suo abito, le scarpe e si rivestì. Si stava avviando verso la
portafinestra, quando due braccia la cinsero da dietro.
“ Mmm...non andare” le mormorò all’orecchio, baciandole il
collo.
Hermione
arrossì e si voltò, restando naso e naso con il
suo...ragazzo? Boh, non lo sapeva neanche lei.
“ La McGranitt
s’infurierà” spiegò, mentre Draco ad occhi chiusi la
baciava sotto l’orecchio.
“ E che s’infuri...non ti lascio andare via” sussurrò,
catturando le sue labbra.
Hermione
gli buttò le braccia al collo e lo baciò con passione, una passione
che lasciò lui stesso leggermente basito. Prendendo a volo l’occasione, con un
piccolo balzo fu lontano da lui e gli sorrise, anzi
rise proprio di gusto per averlo raggirato.
“ Ci
vediamo giù!” esclamò, uscendo dalla porta finestra.
Draco
restò a guardarla, sorridendo di rimando. Lei poi sparì e lui si diresse in
bagno per una doccia veloce. Ma cosa gli stava facendo
quella ragazza?
šsšt›s›
“ Vedo
che, come al solito, i ritardatari ci sono sempre!
Nessuno riesce ad essere puntuale, insomma?!” stava strillazzando la professoressa McGranitt,
mentre verso le dieci e un quarto orde di ragazzi ancora si riversavano giù per
le scale. Sbadigli e bauli accompagnavano gli allievi del sesto anno, che si
facevano però piccoli piccoli
sotto le esclamazioni della professoressa, od anche del gelido professore Piton che minacciava di togliere punti a loro ritorno.
Hermione
stava appunto sulle scale, intenta a scenderle per arrivare al piano terra,
quando una melodia canticchiata, anzi, appena sussurrata, colpì la sua
attenzione.
Voltandosi,
vide la Signora
del Castello aggiustare un quadro, pensierosa. Ora, se se
ne fosse andata in quel momento, addio curiosità su quella donna. Se invece le si fosse avvicinata, magari...
“
Signora?” la chiamò poggiando il suo baule e dirigendosi verso la donna.
La Signora del Castello si voltò, sorpresa
di essere stata chiamata.
“ Oh,
cara. HermioneGranger,
vero?” le chiese, bonariamente.
Hermione
annuì.
“ La
volevo...la volevo salutare, perché stiamo partendo”
provò a dire, mentre pensava a qualcosa da chiederle, qualcosa che le avrebbe
tolto molti dubbi.
“ Oh che
dolce...anche la McGranitt mi venne a salutare l’ultimo
giorno di permanenza qui. Ti ho già detto che somiglia
molto a te quand’era giovane? Davvero tanto. Era una
ragazzina brillante, faceva parte di Grifondoro
e...proprio in questo castello, quando tornò da professoressa e quando da poco
aveva preso la cattedra il professor Piton, ho visto
fiorire il loro amore. Un ex Serpeverde con un’ex Grinfondoro...strano, vero?” aggiunse, scrutandola con aria
di la sa lunga. Hermione
ripensò a quella volta che li aveva visti baciarsi, ed un moto di disgusto le
salì fino in gola. Ma la donna aveva fatto
un’allusione. Che sapesse di lei e Draco?
“
Ehm...strano si. Ma forse, è solo una limitazione di appartenere a casa diverse. Insomma, se non ci fossero state le varie
case, si sarebbe eliminata la competizione e...molte più coppie sarebbero nate,
senza problemi” spiegò leggermente imbarazzata, pensando al Principe Slytherin.
“ Sicuro.
Hai decisamente ragione...anche io sono stata giovane,
sai? Ma non ho studiato adHogwarts.
Conobbi il professor Silente e...beh, me ne innamorai. E dall’ora mi sono
rinchiusa in questa castello perché beh...le pene
d’amore di una vecchia donna, infondo” mormorò, passandosi una mano sugli occhi
e voltandosi a sistemare il quadro.
“ Ma adesso vai...non devi fare tardi. I professori ti staranno aspettando” le disse, senza guardarla. Forse stava
pensando perché si era aperta così tanto ad una
ragazzina, forse era solo tornata cupa e triste.
“ Mi...mi
dispiace. Ma potrebbe parlare con il professor
Silente” provò a dire, sporgendosi verso di lei.
La donna
scosse la testa.
“ Ormai siamo vecchi, è ridicolo alla nostra età. Mio padre, MaloneyMoon, non avrebbe voluto
che io...”
“ Suo
padre era MaloneyMoon?!” domandò sbalordita Hermione.
“ Si,
sono la sua ultima figlia. E so cosa ti stai chiedendo
adesso. Io so, so del tuo viaggio nel passato, so
tutto. Sono una veggente ed un’abile Legilimens. Io
ero la più piccola, ancora in fasce. Mi sono salvata per puro
miracolo” spiegò, asciugandosi gli occhi.
Hermione
rimase a fissarla, senza parlare. Quella donna doveva avere molti, molti anni. Secoli,
anzi. Doveva portarsi quel dolore da moltissimo tempo, come anche l’amore che
aveva tenuto nascosto per Silente. Era solo una vita tormentata la sua.
Hermione
fece qualche passo e le sue esili braccia circondarono
le vesti della donna.
“
Arrivederci” mormorò, abbracciandola. Sentì una lacrima sul suo volto, poi
anche la donna l’abbracciò.
Quando
si allontanò per andare a prendere il baule e scendere di sotto, la donna era
sparita.
šsšt›s›
Si prese
una bella sgridata dalla McGranitt, che poi aggiunse
bonariamente che poteva chiudere un occhio per la sua studentessa modello.
Vide Draco, qualche metro più in la, parlare
con BlaiseZabini e TheodoreNott. La McGranitt
stava facendo evanescere i loro bauli, dicendo che sarebbero andati dritti dritti
al castello di Hogwarts, così non avrebbero avuto
pesi inutili. Hermione aveva indosso una maglietta a
maniche lunghe arancione, un jeans ed una tracolla
molto piccola, giusto per tenervici dentro i galeoni
per la mattinata.
Come
deciso, salirono sulle carrozze per andare a visitare la Wellington magica. Hermione salì insieme adHarry e Ron, che iniziarono a
litigare per il risveglio di quella mattina.
“ Si,
insomma, potevi essere più delicato!” stava dicendo Ron,
ad un Harry sbuffante.
Intanto Hermione aveva lo sguardo perso fuori
dalla carrozza, vedeva le altre vetture sfrecciarle affianco e pensava a
DracoMalfoy. Ormai la gita
era finita, chissà come sarebbe stato tra loro adHogwarts.
La
mattinata trascorse tranquillamente, mentre i professori avevano creato un
programma tale da fare vedere ai loro studenti le cattedrali e i monumenti
magici della città. Poco prima dell’una, fu concesso un giro veloce per la Wellington magica, per
poi recarsi al ristorante “ Mille Cuori Di Drago” aperto da secoli dalla
sorella di Madama Rosmerta. Proprio in quell’istante era iniziata anche la famosa parata autunnale
dove folletti, danzatori e maghi d’ogni sorta cantavano e ballavano, sfilando
per le strade della città. Migliaia di colori, festoni, luci e risate si
diffusero nell’aria, mentre i ragazzi venivano
scortati tra la folla dentro il ristorante.
Mille Cuori Di Drago, era un ristorante molto caratteristico, dove
tavoli e sedie erano rivestiti da pelle di drago e dove l’atmosfera richiamava
incredibilmente un ambiente medievale. Furono servite loro pietanze alquanto strane, che molti
guardarono solo di sbieco, senza osare toccare.
“ Ma che diavolo è questa melma violacea?” fece disgustata CalìPatil, seduta con la gemella
Padma e con due ragazze di tassorosso.
Altri
commenti si diffusero, e volarono richieste su qualcosa di più commestibile mentre
scorgevano i professori mangiare di gusto, facendo anche evidenti
apprezzamenti.
MentreHarry e Ron trangugiavano
senza guardare, parlocchiando tra loro, Hermione stava tastando con la forchetta quello che
sembrava intestino di Barbicello, con il naso tappato
per l’odore che emanava.
Sentì
qualcuno ridere dietro di lei, così voltandosi, vide Draco
seduto e alquanto schifato, prendere in giro Theodore
e Blaise che stavano mangiando proprio come Harry e Ron, anche se più
civilmente.
“ Mia
nonna è Neozelandese. Sono abituato a questi cibi” stava
dicendo Zabini, mentre tagliava le ali del suo Pristillo arrostito.
“
Ehm...non si potrebbe avere qualcosa di diverso?” aveva appena detto Draco, mentre Madama Resberta (la
sorella di Rosmerta) si avvicinava.
“
Giovanotto, cosa vuole che le porto?” chiese, in tono affabile. Tanto fece, che
alla fine riuscì a mangiare qualcosa che assomigliava ad una frittella. Hermione intercettò la donna e le chiese se poteva portare
la stessa cosa anche a lei.
A pranzo
finito, Harry e Ron la
trascinarono fuori dal ristorante, quando i professori
li congedarono per assistere alla parata, e riuscirono a passare tra l’orda
ululante di gente, tra i coriandoli, i festoni, le ghirlande giganti di fiori,
i balli, o semplicemente il corpo musicale che con grossissimi strumenti
sfilava in strada.
Harrydisse che voleva andare ad un negozio di caramelle e Ron accettò di buon grado. Hermione,
seppur di controvoglia, li seguì e acquistò delle caramelle.
Erano le
sei di pomeriggio quando li perse. Avevano fatto un
giro per i negozi e la gente era addirittura aumentata, così da non riuscire più
a muoversi per le strade.
Stava
seduta su un muretto accanto al negozio di dolci a mangiare delle caramelle,
quando vide la McGranitt e Piton
scambiarsi un bacio. Voltò la faccia disgustata, non capendo cosa ci trovasse una donna come lei in quell’uomo
così viscido. Magari con lei era diverso...
Una mano
lattea si alzò dalla folla, salutandola, e lei infilandosi in bocca una
caramella, riconobbe - dalla sua postazione leggermente sopraelevata - DracoMalfoy.
Scese ed
andò a raggiungerlo. Nella folla credette di averlo
perso, ma una mano l’afferrò, portandosela al petto.
“ Sono in
astinenza di HermioneGranger.
Tu dici che è molto grave come malattia?” le disse,
prima di baciarla. Hermione rise sulle sue labbra e
lo abbracciò, baciandolo ancora.
“ Che fine hanno fatto i tuoi amici?” chiese la ragazza,
riuscendo a sgattaiolare in un posto meno affollato e anche nascosto.
“ Li ho
persi”
“ Eh si,
anche io. Con tutta questa gente” fece Hermione,
offrendogli delle caramelle.
Si
scambiarono altri baci, guardinghi e nascosti, prima di ritornare sulla strada
principale.
Il sole
tramontò in breve tempo e le strade furono sgombrate dopo un’ora, quando il
buio iniziò a riversarsi per le strade. Le luci dei negozi e i lampioni della
città ci accesero, dando alla Wellington magica un’aria decisamente
romantica. Il caos era scemato lentamente, ora la gente
camminava lentamente per le strade, tenendosi per mani e aspettando le
manifestazioni aeree.
La McGranitt era riuscita, con l’aiuto del suo
uomo (Piton) e con qualche incantesimo del professoreVitious, a richiamare i
ragazzi in un’adunata nella piazza principale, dov’erano arrivati la mattina con
le carrozze.
Verso le
nove, perciò, mangiarono qualcosa in un ristorantino
suggerito dalla professoressa Sprite, che per fortuna
non li avvelenò.
Alle
dieci, alcuni spari non molto forti, annunciarono l’inizio della parata
notturna.
I
ragazzi, come maggior parte degli abitanti di Wellington, si riversarono nelle
strade, abbracciati tra loro, seduti su qualche muretto, chi addirittura sporto
dai tetti, tutti con gli sguardi rivolti su, al cielo
stellato, dove un carro stava passando nella notte.
Harry
e Ron guardarono il cielo in
attesa di qualcosa, così come tutti, mentre Hermione
aveva lo sguardo rivolto alla coppietta di fronte a loro, pensando a quanto
fosse stato bello vedere i fuochi d’artificio abbracciata a DracoMalfoy. Lui, però, stava poco più in là e aveva le
mani in tasca, i capelli spettinati sulla fronte e sorrideva con i suoi amici.
Un lampo
nel cielo seguito da una cascata di petali fluorescenti accompagnati da molti “
Ooooh!” e da sorrisi, fece riscuotere tutti.
Tre
stelle grandi quanto una casa si accesero
contemporaneamente in cielo, iniziando a rotare, da cui fuoriuscirono dei
folletti sbriluccicosi che iniziarono una Mazurca
facendo piovere scintille. Altri fuochi d’artificio, dall’aspetto di grossi
fiori colorati, esplodevano in cielo per poi ricomporsi e riaccendersi ancora.
Il cielo,
dopo pochi minuti, fu illuminato quasi a giorno,
mentre urla ed esclamazioni si levarono dalla folla. I folletti iniziarono a
moltiplicarsi e altri fuochi accompagnarono le loro danze. Carri sfrecciarono
nel cielo, disperdendo scie luminose e piogge di quella che poteva benissimo
essere polvere di stelle.
Una musica
si diffuse nell’aria, ritmata ed allegra, mentre le lucciole volteggiavano tra
loro, posandosi sui loro abiti. Hermioneridacchiò quando una di queste le si posò sul naso,
facendole il solletico.
Altri
fuochi d’artificio, centomila volte più eclatanti di quelli visti alla coppa
del mondo diQuiddich,
riempirono ancora una volta il cielo; spirali, razzi che vagavano per la notte,
girandole luminose. I volti degli abitanti erano colorati a spruzzi da luci
diverse, come flash, mentre la parata aerea imperversava nel cielo.
Harry
e Ron, accanto e lei, le indicavano questo e quello,
sbalordendosi per quando stavano vedendo. Iniziarono a saltellare ed ululare
quando un gruppo di unicorni fece la sua comparsa in
cielo, intervento che lasciò Hermione a bocca aperta.
Quando
si voltò verso sinistra, non vide più Draco. C’erano
solo Blaise e Theodore che
parlava tra loro, uno di loro alzava le spalle e l’altro scuoteva il capo.
Nella confusione generale, mentre tutti erano impegnati a guardale
la parata aerea, Hermione sentì la sua mano
intrecciarsi con un’altra, prima di essere strascinata qualche fila più dietro.
“ Draco!” lo rimproverò, sorpresa.
“ Shhh...chi vuoi che ci veda? Volevo solo guardare i fuochi con te” le sussurrò
nell’orecchio. L’abbracciò da dietro, poi la fece adagiare al suo petto e
poggiò il suo mento sulla sua testa boccolosa.
Certo,
pensò Hermione, che i fuochi
d’artificio visti con lui sono davvero tutta un’altra cosa.
Sentì le
sue labbra baciarle il collo e stringerla di più. Lei stessa si strinse tra le
braccia di Draco e stette a
guardare lo spettacolo con lui.
Proprio
in quel momento, la McGranittsorrideva
verso il cielo, felice, ed un Piton piuttosto galante
la stringeva a sé, baciandole la guancia.
“ Oh Severus, potrebbe vederci qualcuno” esclamò la professoressa mentre, appunto, Draco
li aveva visti benissimo.
“
Minerva, ma su, non è che...” ma
mentre dolcemente la rassicurava, il suo sguardo cadde poco più in là,
accorgendosi di essere stato visto da niente di meno che DracoMalfoy, il suo pupillo. Ma,
chi stringeva Draco? Chi era quella ragazza?
Piton
e Draco stettero a fissarsi
per qualche secondo, senza dire nulla, immobili, forse boccheggiando, mentre Hermione distrattamente stava dicendo qualcosa rivolta al
cielo stellato, così come la
McGranitt.
Le due,
poi, si voltarono verso i rispettivi compagni, trovandoli distratti.
All’unisono chiesero spiegazioni, poi guardarono nella stessa direzione in cui Piton e Draco stavano osservando.
Gli
sguardi della McGranitt e di Hermione
si fusero, mentre le due aprirono la bocca per dire qualcosa.
“ Merda!” disse a denti stretti Hermione.
“ Porca
Puzzola!” esclamò la McGranitt, mentre entrambe si
allontanavano di qualche passo dai loro compagni e si aggiustavano gli abiti.
Piton
e Draco restarono a guardarsi per un po’, a giusto
due metri di distanza, senza riuscire a parlare.
Si erano
scoperti a vicenda. Non che i due ragazzi non sapessero
della storia tra i due professori, ma erano più che scioccati per il fatto che
avessero scoperto loro.
“ Ehm...”
iniziòla
McGranitt, ormai lontana di qualche
passo da Piton.
“
Professoressa io...” tentò di dire Hermione,
rossa in viso.
In quel
momento il professor Vitious e la professoressa Sprite passarono davanti a loro abbracciati e ridacchianti.
“ Ma si! Viva l’unione tra le case! Uscite allo scoperto, miei
piccioncini” disse, battendo delle pacche affettuose
sulla spalla di Piton. La McGranitt
era viola.
“ E voi, oh cari ragazzi” stava esclamando la Sprite
“ che bello, uno Slytherin ed una Griffyndor!
Alleluia!” e poi i due sparirono come arrivati.
Regnò il
silenzio e la paura per qualche secondo.
“
Ehm...signorina Granger, mi rivolgo a lei perchè so,
insomma...che...se questa storia rimanesse fra noi le sarei molto grata”
farfugliò la McGranitt, avvicinandosi alla ragazza.
Ma Hermione la spiazzò, con un grande
sorriso. “ Non si preoccupi, non avevo intenzione di dirlo a nessuno” le
rispose, e la professoressa tornò di nuovo felice.
“ Quando a voi...” Draco sembrò
tremare “...complimenti. Davvero complimenti. I nostri alunni più brillanti,
simbolo di unione tra le case...ma, ovviamente, se non
volete che in giro si sappia, noi insomma...”
“ Ecco
si” intervenne Draco “ vorrei
un po’ di privacy. Quando saremo pronti lo diremo noi”
e quella frase fece davvero molto effetto su Hermione.
Se Draco aveva detto quando saremo pronti
lo diremo noi questo voleva dire che la loro non era solo un’avventura di
passaggio ma qualcosa di più...impegnativo. Sorrise e si strinse a Draco, senza importarsene di niente. La McGranitt
guardandoli cacciò un gridolino, allegra, mentre Piton lanciava un piccolo guardo
forse di “benedizione” verso i due ragazzi. Poi, i professori sparirono.
“ Per
Merlino!” esclamò Hermione, iniziando a ridere di
gusto.
AncheDraco rise, iniziando a prendere in giro i due
professori, e come di consueto, prendendo parti contrastanti da Hermione.
“ Povero Severus!” stava dicendo, scuotendo la testa.
“ Macchè,
povera McGranitt!” ma questa volta, invece di
continuare a litigare, si baciarono nuovamente. Draco
le prese il viso tra le mani, riempiendola di baci e carezze.
Un ultimo
fuoco d’artificio e la parata aerea finì. Le passaporte erano state poste ai limiti della piazza, così i
professori vi condussero i ragazzi alle 23.00 per tornare adHogwarts.
Minerva McGranittera piuttosto agitata ed Hermione le sfiorò un braccio, sorridendole. La
professoressa sembrò calmarsi e sembrò serena per il
resto del tempo.
Infondo,
vide i Serpeverde intorno ad una passaporta,
e Draco che parlava con il professor Piton. Chissà, magari il professore più odiato da loro
sarebbe diventato più umano. E poi, la parte cattiva
di Hermione, la trovò un’ottima scoperta per
ricattarlo.
Sorrise
tra sé, poi alzò lo sguardo verso Draco che,
stupendola, le mandò un bacio.
In pochi
minuti, l’erba fresca di Hogwarts li accolse insieme ad una splendida mattinata.
Erano
tornati a casa.
šsšt›s›
Salve carissime! Allora,
premettendo che questo capitolo l’ho scritto in fretta e furia, perché non ho
molto tempo, sarà l’ultima cosa che scriverò fino a settembre. I’msorry, ma sono tutta l’estate fuori, in viaggio, in giro, e
non riesco a mettermi al pc. Quindi,
anche per quanto riguarda il seguito della ffProieRouge (che ho deciso di
scrivere) se ne parlerà dopo l’estate. Mi rincresce moltissimo, ma non posso
fare altrimenti.
Il venticinque parto e non so (ma
sicuro a settembre) quando potrò postare altri capitoli.
Ma passiamo ai ringraziamenti per il capitolo scorso: un bacio a tutte,
siete magnifiche! Ho preferito non far sì che facessero
subito sesso, voglio che in questa ff la loro storia
sia più dolce.
Per quanto riguarda il ProieRouge, a cui mi dedicherò
di più, il seguito sarà un’altra ff, in cui voglio impegarmi davvero molto. Sarà più matura,
più passionale e più drammatica (a volte) anche se, lo sapete, io amo i
lieti fine.
E non posso che inginocchiarmi
davanti a voi per i meravigliosi commenti che mi avete lasciato a “ProieRouge” perchè
davvero non so cosa dire. *____________________* Mi sto commuvendo,
c’è addirittura chi mi ha detto “Grazie!”. Io non merito tutto questooooo! Voi, siete Fantastiche!!
Grazie a voi, che mi fate sempre sorridere e mi rendete felice!!
A dopo l’estate, allora! Cercherò cmq di seguire e leggere le altre
ff, almeno fin quando non
parto.