New girl in Beacon Hills

di Hazel92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm Kaylee Bates ***
Capitolo 2: *** Una nuova amica? ***
Capitolo 3: *** Ricerche, scatoloni e strane telefonate... ***
Capitolo 4: *** La scuola di notte...fa ancora più paura! ***
Capitolo 5: *** L'arte di sgattaiolare... ***
Capitolo 6: *** Insieme? ***
Capitolo 7: *** Punti interrogativi... ***
Capitolo 8: *** Indecisione... ***
Capitolo 9: *** Rosso ! ***
Capitolo 10: *** Il ballo! ***
Capitolo 11: *** Kanima ***
Capitolo 12: *** Occasioni sprecate... ***
Capitolo 13: *** Nuove scoperte ***
Capitolo 14: *** Passi avanti ***
Capitolo 15: *** Senza via di fuga ***
Capitolo 16: *** Non c'è tempo... ***
Capitolo 17: *** Who controls the Kanima? ***
Capitolo 18: *** Fiducia... ***
Capitolo 19: *** Stiles ***
Capitolo 20: *** Io sto con te ***
Capitolo 21: *** Chiacchierate Illuminanti ***
Capitolo 22: *** La partita ***
Capitolo 23: *** I'm not an hero... ***
Capitolo 24: *** This is the end? ***
Capitolo 25: *** Kaylee and Stiles ***



Capitolo 1
*** I'm Kaylee Bates ***


Kaylee
 
Trasferirsi in una nuova scuola a metà semestre non era certo il massimo. Anzi, era veramente uno schifo. Mia madre dopo che aveva rotto con l’ennesimo fidanzato aveva ottenuto un lavoro alla clinica di Beacon Hills e quindi in quattro e quattr’otto ci eravamo trasferite in questa cittadina. Non era la prima volta che cambiavo scuola e forse proprio per questo iniziavo a stufarmi. Mia madre avrebbe cominciato il lavoro domani perciò oggi avevo il nostro Pick-up rosso tutto per me. Beacon Hills di certo non era molto grande, ma nel tragitto casa-scuola mi ero persa già due volte. Ero appena entrata nel parcheggio della Beacon Hills High School e proprio davanti a me c’era un posto favoloso. Non avrei dovuto fare manovre così non avrei rischiato di fare figuracce. Camminavo piano per cercare di non mettere sotto gli studenti che mi passavano davanti, quando un pazzo con una Porsche mi tagliò la strada rischiando di fare una strage di adolescenti. E per di più si era tranquillamente parcheggiato al mio posto. Mi affacciai dal finestrino per farmi sentire da quell’idiota che era appena uscito dalla macchina.
-          Ehm, scusa…se permetti mi stavo parcheggiando io lì… - in genere non ero un tipo litigioso e non prendevo di petto la gente, ma quel tipo mi aveva fatta imbestialire. Si girò a guardarmi con finta aria sorpresa. Ok, era un fico. Era assolutamente perfetto, ma non mi sarei lasciata abbindolare.
-          Devi essere nuova, quindi per oggi sei giustificata, ma d’ora in poi ricordati che questo posto è riservato a Jackson Whittemore. –

Dio che presuntuoso! Questa giornata era iniziata proprio bene! Andai a parcheggiare altrove il mio Pick-up, ma Jackson Quicomandoio non l’avrebbe passata liscia. Tenni le chiavi della mia macchina strette in mano e mentre passavo accanto alla sua Porsche con finta nonchalance graffiai il lucido cofano grigio. Ora mi sentivo soddisfatta. Speravo solo che non mi avesse vista nessuno.
Andai in segreteria a prendere il mio orario delle lezioni. In prima ora avevo chimica. Fantastico. Entrai in classe piuttosto disorientata e direi alquanto imbarazzata. L’unico posto libero era al primo banco quindi fui costretta a sedermi li. Il professor Harris, che stando a quanto diceva il mio orario era il professore di chimica, ancora non era arrivato.  Non sapevo che fare e mi guardavo intorno con aria spaesata. Poi la ragazza seduta accanto a me mi rivolse la parola.
-          Ciao! Sei nuova vero? Piacere, io sono Allison… - allungai la mano per stringere la sua.
-          Si, piacere, io sono Kaylee… -
-          Signorina Argent, vedo che ha già avuto modo di conoscere la sua nuova compagna… - il professor Harris era arrivato ed io non me ne ero assolutamente resa conto.  – Ragazzi, lei è Kaylee Bates… - tutti mi salutarono con dei  “ciao” decisamente svogliati.
Harris iniziò la lezione e fui felice di constatare che si trovavano leggermente indietro rispetto al programma che avevo seguito alla mia vecchia scuola, così non avrei dovuto rimettermi in paro.
Al suono della campanella feci per raccogliere le mie cose e per andarmene ma il professor Harris mi fermò.
-          Signorina Bates, aspetti… e anche lei signor Stilinski… -  osservai il ragazzo che come me era stato richiamato all’ordine mentre si avvicinava svogliatamente alla cattedra.
-          Oggi non ho combinato niente, quindi non può mettermi in punizione e per di più avrei anche delle cose piuttosto importanti da f…-
-          Stilinski! Stia zitto una volta tanto….stranamente oggi non voglio metterla in punizione. – udii il ragazzo fare un sospiro di sollievo. – In compenso però voglio che aiuti la signorina Bates nella ricerca che vi ho assegnato qualche giorno fa e che dovrete consegnare tra due settimane…. Lavorerete in coppia se ancora non vi è chiaro .- stavo per protestare, perché non volevo costringere nessuno a farmi da tutor, e poi non ne avevo bisogno, ma Harris ci salutò e sparì fuori dall’aula.
-          Mi dispiace, insomma…non devi per forza aiutarmi…posso farla anche da sola se mi spieghi di cosa si tratta…poi io questi argomenti li ho già fatti alla mia vecchia scuola, quindi… -
-          Oh beh, allora vuol dire che sarai tu ad aiutare me! – mi sorrise. Era carino e sicuramente non era stronzo come Jackson Quicomandoio. – Comunque io sono Stiles… - stavo per chiedergli che razza di genitori avesse  per chiamarlo Stiles Stilinski, ma non me ne diede il tempo. – Ah, dimenticavo! Sta mattina sei stata grande quando hai graffiato la macchina di Jackson! – mi prese un colpo.
-          Oddio! Mi hai vista? Speriamo non se ne sia accorto nessun altro! –
-          Oh no, solo io, il mio amico Scott e un altro centinaio di persone… - rimasi con la bocca spalancata. Questo non era certo rassicurante. – Tranquilla, lo odiano  tutti…non faranno la spia. Anzi, penso che se continui così diventerai l’eroina della scuola! –
-          Comunque, tanto per la cronaca…in genere non faccio queste cose, anzi, è stata la prima volta che facevo una cosa simile! -
-          Tranquilla! Tanto sul mio catorcio un graffio in più non si noterebbe…nel caso dovessi farti incavolare! –

Mi recai alle successive lezioni che scoprii avere quasi tutte in comune con Stiles e i suoi amici che erano la ragazza che mi si era presentata prima, Allison, e il suo ragazzo nonché miglior amico di Stiles, Scott McAll. Purtroppo ad alcune di queste lezioni avrei dovuto sopportare la presenza anche di Jackson l’odioso, che fra l’altro continuava a lanciarmi strane occhiate. Molto probabilmente dovevano essere sguardi sexy, ma il risultato non era un gran che. Soprattutto perché sembrava come…malato. Era pallido da morire, ma erano fatti suoi.
A pranzo mi sedetti con i miei nuovi amici. Ok, magari “amici” era ancora una parola un po’ grossa, ma per ora erano la cosa che più gli si avvicinava. A noi si era aggiunta però una certa Lydia Martin, una ragazza con dei capelli biondo ramati, una bocca decisamente enorme e una vocina abbastanza odiosa. Si, decisamente non mi aveva fatto una buona impressione. D'altronde quasi non mi si era presentata e aveva continuato ad ignorarmi per il resto del pranzo. Io però non avevo potuto fare a meno di notare le continue occhiate che le rivolgeva Stiles. Così quando Lydia si congedò da noi non mi lasciai scappare l’occasione.
-          Allora, da quanto tempo le sbavi dietro? – Scott ed Allison scoppiarono a ridere. Stiles invece mi guardava con gli occhi sbarrati.
-          Io non le sbavo dietro! – gli rivolsi un’occhiata come per dire “Ma davvero? Si nota lontano un miglio!” – Ok, ok…beh…più o meno dalla terza elementare… - ora era veramente in imbarazzo, e in fin dei conti anch’io mi sarei sentita così al posto suo.
-          E lei lo sa? –
-          Oh, si che lo sa! È stata una dichiarazione d’amore alquanto particolare! – a rispondere era stato Scott che era ancora piuttosto divertito da questa conversazione. Decisi di non chiedere altri particolari, ma almeno dovevo sapere cosa era successo dopo la dichiarazione.
-          In realtà, credo che stia facendo finta di niente. Anche se, ha avuto qualche problema ultimamente… - tutti e tre rimasero un attimo in silenzio e l’ilarità sparì improvvisamente dai loro volti. Poi Stiles si riprese. – Tuttavia, credo che il problema principale sia che pensa ancora al suo ex….- stavo per chiedere chi fosse, ma Allison mi fornì da sola la risposta.
-          Che, guarda un po’, è il proprietario della macchina che hai graffiato sta mattina… - non potevo crederci.
-          Stava con quell’idiota? – Stiles annuì – Beh,  io se fossi in te lascerei perdere…se stava con uno come Jackson, non apprezzerà mai uno come te… - solo dopo aver parlato mi resi conto di quello che avevo detto. La frase “non apprezzerà mai uno come te” poteva avere due interpretazioni: la prima era “non apprezzerà mai un mezzo-sfigato come te che guida un rottame invece che una porche”, oppure “non apprezzerà mai un ragazzo carino, intelligente e simpatico come te se stava con un celebroleso”. E tra le due, non sapevo proprio quale mi spaventasse di più. Perciò usai la prima scusa che mi era venuta in mente, ovvero :
-          Devo andare in bagno! – e mi dileguai il più in fretta possibile.
 
 

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Capitolo 2
*** Una nuova amica? ***


Stiles

-          Secondo te che avrà voluto dire con quella frase? – chiesi al mio migliore amico Scott.
-          Ehm, non ne ho idea… -
-          Ma tu sei un lupo mannaro! Dovresti capirle certe cose! –
-          Posso sentire i battiti che aumentano, percepire le emozioni, ma non posso mica leggerle nel pensiero! –
-          Sai, io sarei un lupo mannaro migliore di te! –
-          Ok, adesso smettetela di bisticciare! C’è un problema più grosso che dobbiamo risolvere riguardo a Kaylee… - io e Scott guardammo Allison con aria interrogativa, e lei dopo un lungo sospiro probabilmente di esasperazione si decise a darci altre spiegazioni – Se iniziamo a frequentarla, se diventiamo suoi amici, inizierà a notare qualcosa di strano. Capirà sicuramente qualcosa, è una ragazza intelligente e sveglia…ma non voglio coinvolgere nessun altro in questa faccenda… -
-          Stai suggerendo di non parlarle più? Di non filarcela più? –
-          No, io…. – Allison si mise le mani tra i capelli. Era stanca, come tutti noi in fin dei conti. – Sentite, non lo so, okay? Non lo so che dovremmo fare, non so come dovremo comportarci…non so più niente! – sembrava che la ragazza del mio migliore amico stesse per avere un specie di crisi isterica, e per di più a mensa. Scott le afferrò la mano sotto al tavolo. Beh, anche se mangiavano insieme non potevano ancora scambiarsi effusioni in pubblico…i genitori di Allison li avrebbero ammazzati entrambi se avessero saputo qualcosa. Fortunatamente suonò la campanella e purtroppo era arrivato il momento di tornare a lezione.
-          Comunque, io non posso ignorarla. Dobbiamo fare una ricerca insieme, quindi per ora suggerirei di comportarci normalmente, o almeno il meno-strano possibile…e non ci resta che incrociare le dita!-


Io e Scott iniziammo a dirigerci a lezione, mentre Allison ci camminava avanti. Non potevano neanche passeggiare insieme per i corridoi. All’improvviso Scott mi diede una gomitata.
-          Ahi! Amico, di tanto in tanto rispuntano fuori i tuoi problemi con il gestire la forza… -
-          Si, scusami. Comunque Kaylee è davvero carina. E, non so cosa intendesse con quella frase, ma non ha tutti i torti sullo “lasciar perdere” Lydia. Insomma, le hai detto che hai una cotta per lei dalla terza elementare e continua a far finta di niente. Capisco che per lei sia un periodo complicato…tra la storia dell’Alpha, Jackson, l’andare in giro nuda per i boschi…ma tu sei sempre stato li per lei e continua a fregarsene… -
-          Dovrei essere io quello che dispensa perle di saggezza…non puoi toglirmi anche questo compito! –
-          Quindi pensi che quello che ho detto sia saggio? –
-          Si, anzi no…non lo so! Insomma, si, Kaylee è carina, simpatica, intelligente…ma Lydia…è Lydia! –
Scott decise di non torturarmi ulteriormente per oggi con la sua nuova vena filosofica, e io feci di tutto per non pensare a quello che aveva detto. Alle ultime lezioni Kaylee non era in classe con noi. Probabilmente aveva un orario diverso. All’uscita però l’aspettai accanto al suo Pick-up rosso per metterci d’accordo sulla ricerca. Quando mi vide divenne immediatamente rossa. Aveva la carnagione chiarissima e quindi quei rossi risaltavano incredibilmente.
-          S- Stiles…ciao… - continuava ad armeggiare con la borsa probabilmente alla ricerca delle chiavi.
-          Ciao! Volevo chiederti quando potevamo vederci per la ricerca e dove…se vuoi puoi venire a casa mia, o io posso venire da te, o possiamo anche andare tipo in una biblioteca… - finalmente aveva trovato le chiavi ed ora mi guardava…
-           Oh…ehm…se per te va bene potresti venire anche domani a casa mia. Insomma, è ancora un po’ un casino. Ci sarà ancora qualche scatolone pieno di roba da sistemare in giro…però se non ti scandalizzi… -
-          No, va benissimo. Va bene subito dopo scuola? Se tu vieni in macchina i posso seguirti… -
-          Non credo che domani avrò la macchina…non è mia in realtà. È di mia madre. Oggi ho potuto usarla perché era a casa ma domani le servirà per andare a lavoro. Quindi al ritorno posso venire in macchina con te. –
-          Ok perfetto! Allora a domani! –
-          A domani… - 

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Capitolo 3
*** Ricerche, scatoloni e strane telefonate... ***


Kaylee


Il mio secondo giorno alla Bacon Hills High School era stato decisamente meno traumatico del primo. Avevo deciso di non farmi più inutili problemi sulla frase dell’altro giorno, anche perché Stiles non sembrava dargli peso. Jackson Quicomandoio era piuttosto nervoso, ma non avevo sentito niente a proposito del graffio sulla sua auto, perciò potevo ritenermi tranquilla. Allison e Scott erano davvero carini. Sapevo che erano fidanzati, ma per qualche strana ragione non si comportavano come tali. O almeno non troppo. La mattina ero venuta in autobus, mentre al ritorno sarei tornata insieme a Stiles e il suo catorcio. Beh, avrei pagato per avere anch’io un catorcio tutto mio. Sempre meglio dell’autobus! Stiles da vero gentiluomo mi aprì la portiera del catorcio per farmi salire.
-          Grazie, troppo gentile… -
-          Per lei questo ed altro signorina Bates… - mi sorrise. Mi piaceva il suo sorriso. Beh, in realtà mi piaceva un po’ tutto di lui, e non era una cosa positiva. Che cavolo, io non ero una di quelle ragazzine che si prende una cotta per il primo ragazzo che le da un po’ di confidenza, che le sorride e che le apre lo sportello della macchina. No, proprio no. Dovevo farmi passare questa cosa…qualsiasi cosa fosse, soprattutto perché Stiles era innamorato di un’altra, che con me aveva ben poco in comune. Perciò, se il suo tipo era Lydia Martin, di certo non potevo esserlo anch’io.


Nel frattempo eravamo arrivati davanti casa mia. Aprii la porta, ma stranamente le luci erano accese.
-          Mamma? –
-          Kaylee! Sono di qua! – chiusi la porta e feci cenno a Stiles di seguirmi.
-          Che ci fai a casa? Non dovevi essere a lavoro? –
-          Si, ma ho finito un po’ prima… - poi si accorse di Stiles – Chi è quel giovanotto? – ok, mia madre mi avrebbe sicuramente messa in imbarazzo.
-          Salve signora, sono Stiles… - mia madre invece di stringergli la mano come una qualsiasi altra persona sana di mente, lo abbracciò.
-          Oh, ti prego…non chiamarmi signora! Chiamami Erin ! –
-          Ehm, ok…come vuole! –
-          Allora Stiles, che ci fai qui? Stai già facendo il filo alla mia bellissima figlia? –
-          Mamma!-
-          Ehm…no…sono qui perché… - Oddio dovevo salvarlo, e dovevo salvare anche me stessa.
-          È qui perché dobbiamo fare una ricerca di chimica, e infatti ora se permetti andiamo di sopra a studiare! – afferrai Stiles per un braccio e iniziai a trascinarlo per le scale in camera mia, ma la voce di mia madre ci raggiunse fin li.
-          Stiiiiles! Quando avete finito, non è che ci aiuteresti con gli scatoloni? –
-          Non darle retta… - bisbigliai a Stiles.
-          Certo Erin, non c’è problema! – gli lanciai un’occhiataccia. 
-          Grazie, sei un tesoro!  -
Forse venire a studiare qui non era stata una splendida idea. Entrammo in camera mia e mi chiusi con un sospiro di sollievo la porta alle spalle.
-          Scusala…mia mamma è un po’ invadente, fuori di testa, sfacciata… -
-          Ma no, è simpatica! –
-          Si, è anche simpatica, ma è anche tutte le altre cose che ti ho elencato prima… -  ci fu attimo di silenzio, poi aggiunsi – Bene, mettiamoci al lavoro! –
Erano circa due ore che lavoravamo senza sosta a questa dannata ricerca e il mio cervello chiedeva disperatamente una pausa.
-          Non ce la faccio più! Credo che per oggi potremmo anche finire qui… - dissi allungando le braccia verso l’alto per stiracchiarmi.
-          Si, sono d’accordo … sono esausto anch’io … –
-          Ti va uno spuntino prima di andartene? –
-          Si, perché no … -
-          Vieni allora, andiamo in cucina … -


Preparai delle crepes alla nutella. Erano la mia specialità. Stiles sembrò apprezzarle perché le divorò in un secondo. Di mia madre per ora non c’era ombra.
-          Allora…raccontami qualcosa di te Kaylee Bates… - la sua richiesta mi sorprese leggermente. Non sapevo che raccontargli. Non ero una persona così interessante.
-          Mmmm…vediamo…Ci siamo trasferite qui perché mia madre ha ottenuto un nuovo lavoro qui alla clinica proprio nel momento in cui aveva rotto con il suo fidanzato, così per non vederlo più ci siamo trasferite qui. Non è la prima volta però che cambio scuola. –
-          E ti stanno bene questi continui traslochi? –
-          A dir la verità…inizialmente si. Insomma, spostarsi da uno stato all’altro, vedere nuovi posti…ha qualcosa di affascinante, ma dopo un po’ ci si stanca a stare sempre con la valigia in mano… -  calò uno strano silenzio, ma non di quelli imbarazzanti. Era un silenzio che esprimeva comprensione, complicità. Poi ovviamente arrivò mia madre a rovinare tutto.
-          Avete finito di studiare? –
-          Si, per oggi si…quindi posso darle una mano con gli scatoloni! – in quell’istante credo che mia madre si innamorò di Stiles. Ne io ne lei ci aspettavamo che fosse lui a ricordarle che doveva aiutarla.
Mia madre  e io lo accompagnammo nel garage dove avevamo depositato temporaneamente la roba più pesante. Con l’aiuto di Stiles in una ventina di minuti finimmo di portare tutto dentro.
-          Devo ammetterlo… - disse Erin Bates – a volte farebbe davvero comodo avere un uomo in casa! –
-          Beh, per qualsiasi cosa sono a vostra disposizione! –
-          Vuoi rimanere a cena da noi Stiles? – mia madre mi spiazzò. Non saremmo sembrate un po’ invadenti? Stiles stava per rispondere quando gli squillò il cellulare.
-          Scusatemi… - si allontanò per rispondere. Parlava sottovoce ma riuscii comunque a captare qualcosa.
-          Scott?... sono a casa di Kaylee … - poi mia madre si mise a farneticare qualcosa perciò mi persi gran parte della conversazione. Prima che riattaccasse riuscii a capire solo  – Ne sei sicuro? …. Ok,ok….arrivo! -  Stiles tornò fra di noi.
-          Ehm, scusate, ma stavolta devo rifiutare l’invito. Era mio padre e devo tornare a casa perché ci sono…dei parenti… - Suo padre? Perché si era inventato quella scusa quando era Scott ad averlo chiamato? Però decisi di far finta di niente. Insomma, mica potevo dirgli che avevo origliato la sua conversazione.
-          Oh,tranquillo! Sarà per la prossima volta! – mia madre lo salutò con un abbraccio. Io però ero ancora infastidita dal suo comportamento, così lo salutai agitando una mano, come se fossimo due perfetti sconosciuti – A domani Stiles… -
-          A domani… - non ne ero sicura ma mi sembrava un po’…deluso. Forse si aspettava che lo salutassi calorosamente come mia madre. Gli diedi le spalle e me ne tornai in camera mia con la consapevolezza che avrei continuato ad essere infastidita ancora per un bel po’.
 


 
Allora? Che ne pensate? So che questi capitoli sono stati un po’…noiosi forse…ma tra un po’ le cose si faranno più interessanti! Vi piace il personaggio di Kaylee? Se vi va lasciate un recensione…mi farebbe davvero piacere! ^^
Xoxo Hazel92
 

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Capitolo 4
*** La scuola di notte...fa ancora più paura! ***


Stiles


Raggiunsi la scuola il più in fretta possibile. Scott mi aspettava li con Allison. Avevano rubato al nonno di quest’ultima, nonché nuovo preside della nostra scuola, le chiavi per entrare, ma soprattutto quelle del suo ufficio. Credevano che li dentro avremmo trovato il bestiario, ovvero una sorta di enciclopedia su strane creature e mutaforma. Speravamo di capire che cosa fosse quella specie di lucertolona gigante che se ne andava in giro ad uccidere la gente. Mi fermai nel parcheggio e raggiunsi quei due che mi aspettavano davanti al portone d’ingresso.
-          Finalmente sei arrivato! –
-          Ho fatto più in fretta che potevo, Scott. Allora…entriamo? - 

La scuola di notte era ancora più terrificante di quanto non lo fosse di giorno. I corridoi completamente al buio e quel silenzio … mettevano davvero i brividi.
-          Comunque, non ho ancora capito quale sia la mia utilità in questa storia…non potevate entrare da soli? –
-          Ma tu sei quello intelligente, Stiles. – disse Allison.
-          Sai, l’ultima volta che me lo sono sentito dire…è stato da parte dell’Alpha –
-          Non possiamo portarlo via  il bestiario, quindi ci devi aiutare a capirci qualcosa… -
-          Siete sicuri che sia qui? –
-          Beh, a casa ho controllato e non c’era…quindi per esclusione… -
Entrammo nell’ufficio del preside. Scott ed Allison si erano armati di torce e iniziammo a cercare in ogni angolo, in ogni cassetto…ma di questo dannato bestiario nemmeno l’ombra.
-          Ragazzi, secondo me qui non c’è niente…inizio a pensare che il tuo caro nonnino se lo porti dietro…o che lo custodisca in qualche posto più sicuro del suo ufficio –
-          Ok, diamo un’ultima occhiata e poi ce ne andiamo… - sospirai. Stavo morendo di sonno e l’unica cosa che volevo era farmi una bella dormita. Queste uscite notturne iniziavano a stancarmi. Stavamo per andarcene come aveva suggerito Scott, quando sentimmo un rumore.
-          Che cos’è? – chiese Allison decisamente impaurita.
-          Magari è il custode… -
-          Scott, l’ultimo custode se l’è mangiato l’Alpha, e non l’hanno più sostiuito… - il mio amico ci guardò. Prima me, poi Allison.
-          Ok, restate qui, io vado a vedere che succede… -  la trovavo davvero una pessima idea, ma quando Scott voleva fare il supereroe non c’era verso di fermarlo. E non c’era verso di fermare nemmeno la sua ragazza armata di arco e frecce.
-          No, vengo con te… -
-          Va bene! Allora vengo anch’io! – che cavolo, perché non potevamo semplicemente tornarcene a casa?


Seguimmo quegli strani rumori, che mi sembravano sempre di più dei sibili. Dei sibili davvero terrificanti e seguendoli  finimmo in piscina. Sugli spalti quell’orribile lucertola gigante ci stava aspettando. Allison le tirò subito una delle sue frecce ma la schivò.
-          Ricordatemi di non venire mai più dentro questa scuola di notte! -
-          Nascondetevi! – urlò Scott – Ci penso io! – io e Allison iniziammo a scappare mentre Scott che si era trasformato in lupo le ringhiava contro.

Purtroppo però la sua attenzione era rivolta ad Allison che l’aveva attaccata per prima. Iniziò a rincorrerci. Non sapevo dove andare, non c’erano molti posti per nascondersi in piscina, così feci la prima cosa che mi venne in mente. Spinsi Allison nell’acqua e mi ci tuffai anch’io. La lucertolona raggiunse il bordo piscina, ma non si tuffò. Evidentemente aveva paura dell’acqua. Bene, ogni tanto un po’ di fortuna. Scott la raggiunse e le ringhiò di nuovo contro per attirare la sua attenzione. Ora che non poteva arrivare ad  Allison poteva dedicarsi al mio amico. Iniziarono ad azzuffarsi, ma la lucertola sembrava avere la meglio. Allison era pietrificata dalla paura. La lucertola spinse Scott contro una bacheca di vetro che andò in mille pezzi. Dopo essersi ripreso, afferrò uno dei frantumi per utilizzarlo come arma. La lucertola gigante stava per tornare all’attacco ma successe qualcosa di strano. Non appena i suoi occhi gialli si posarono sul vetro/specchio che teneva in mano Scott, si dileguò.


Ce l’eravamo vista davvero brutta. Uscimmo dalla scuola. Io ed Allison tremavamo entrambi per il freddo. Speravo che mio padre fosse andato già a dormire perché non avrei davvero saputo come spiegargli perché ero completamente fradicio. In più la mattina si sarebbero accorti che qualcuno era entrato a scuola, e avrei sicuramente destato dei sospetti.
-          Sentite, odio doverlo dire, ma ci serve l’aiuto di Derek. –
-          Non ci aiuterà mai, non si fida di noi! –
-          E noi non ci fidiamo di lui Scott, ma contro quella cosa dobbiamo combattere insieme. – feci una pausa, poi aggiunsi –l’avete detto voi che sono quello intelligente! Datemi retta, ci aiuterà . –
-          Va bene, domani andremo a parlargli. –  salutammo Allison mentre Scott venne in macchina con me. – Comunque, io non l’ho mai detto che sei intelligente. –
-          No, ma lo pensi! -  restammo per un po’ in silenzio.
-          Allora, eri a casa di Kaylee oggi…come è andata? –
-          Bene…abbiamo studiato… -
-          E non è successo nient’altro? – mi chiese con aria maliziosa.
-          No, Scott, non è successo nient’altro. Che cavolo la conosco da due giorni, mica posso saltarle addosso! –
-          Ma lo vorresti fare non è vero? –
-          No! Non sono un pervertito come te! –
-          Si, come no… -
-          Ok, beh…è …attraente, affascinante… Avevo una strana voglia di toccarle i capelli. Sono così neri, lucidi…e poi i suoi occhi…sono talmente chiari, sembrano di ghiaccio… - che cavolo mi saltava in mente a raccontare quelle cose a Scott! Si, era il mio migliore amico, ma erano così sdolcinate…
-          Ti piace! –
-          Io…non lo so… - e invece lo sapevo eccome.
 
 

Vi è piaciuto questo capito? Ho preso spunto da quello che era successo nella quarta puntata della seconda serie, ma l’ho riadattato a modo mio. J
Xoxo Hazel92

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Capitolo 5
*** L'arte di sgattaiolare... ***


Kaylee


Non avevo voglia di andare a scuola. Non mi andava di incontrare Stiles e fare finta di niente. Magari era una reazione esagerata la mia, però questa storia non mi andava proprio giù. Mia madre però non mi avrebbe lasciata a casa e in realtà non mi andava poi più di tanto di fare un giorno d’assenza dopo  solo tre giorni che ero li. Così mi preparai il più svogliatamente possibile e andai a prendere quello stramaledettissimo autobus. Arrivai leggermente in ritardo, il che non era un male perché così avrei evitato le chiacchiere pre inizio lezioni. Entrai in classe e l’insegnante di inglese era già li. Mi scusai per il ritardo e mi sedetti a quello che ormai era diventato il mio banco. Accennai un sorriso in direzione di Allison e beh anche di Stiles e Scott. Non potevo di certo ignorarlo completamente. Dovevo però trovare una scusa per sgattaiolare via alla fine della lezione. Quando, come previsto, al suono della campanella si avvicinarono per salutarmi, li salutai a mia volta molto  gentilmente, ma senza guardare mai direttamente negli occhi Stiles.
-          Scusatemi, ho dimenticato una cosa nell’armadietto…ci vediamo a lezione! – e fuggii. Mi diressi davvero verso il mio armadietto, ma nella fretta andai a sbattere contro qualcuno. Ma che fortuna! Fra i più di mille studenti che c’erano dovevo andare addosso proprio a quello che mi stava sul cavolo?
-          Ehi, attenta… -il suo tono però non era antipatico o minaccioso, ricordava più un gatto che fa le fusa… accennai un mezzo sorriso e feci per andarmene ma Jackson Quicomando io mi afferrò per un braccio.
-          Che c’è? – io invece sembravo più un gatto che soffia prima di sfregiare qualcuno.
-          Beh, dopo il nostro incontro dell’altro giorno non abbiamo più avuto modo di parlare, e tu non ti sei nemmeno presentata… -
-          Non mi sembravi così bendisposto a fare conversazione… -
-          Beh, nemmeno tu… -
-          Direi di no visto che uno stronzo mi aveva appena fregato il posto… - ok, magari stavo un po’ esagerando, ma quello mi urtava proprio il sistema nervoso.  Tuttavia non sembrò prenderla male, anzi tutt’altro visto che scoppiò a ridere.
-          Ok, senti…forse siamo partiti con il piede sbagliato…ricominciamo daccapo. – allungò la mano verso di me – Piacere, Jackson Whittemore – quello di presentarmi a mia volta sembrava l’unico modo per liberarsi di lui, così gli strinsi la mano.
-          Kaylee Bates…e ora scusami, ma devo proprio andare. –

Arrivai tardi a tutte le altre lezioni del giorno, e all’ora di pranzo trovai un’altra scusa per dileguarmi. Non li raggiunsi a mensa e mi misi  in un angoletto a mangiare da sola. Beh, in realtà non ero completamente sola, con me c’era il libro che stavo leggendo in quei giorni, ovvero Frankenstein di Mary Shelly. Ero un’accanita lettrice, in particolare di libri fantasy. Beh, ovviamente non che Frankenstein rientri nei libri fantasy (almeno non per come li si intende adesso) …Mary Shelly si rivolterebbe nella tomba.
Alla fine delle lezioni però mi intercettarono e per forza di cose dovetti chiacchierare un po’ con loro.
-          Ehi, dove eri finita a pranzo? –
-          Oh, dovevo fare delle cose… - per fortuna Allison non mi fece altre domande. Però intervenne Stiles così fui  costretta a guardarlo davvero in faccia.
-          Senti, oggi ho da fare…possiamo vederci domani per la ricerca di chimica? –
-          Certo, non ti preoccupare… - più falsa di così non avrei potuto esserlo. Mi ero arrabbiata perché Stiles mi aveva detto una bugia, ma io in un solo giorno ne avevo raccontate abbastanza per un intero mese. Ci salutammo e io andai a prendere il mio amato autobus.


Guardavo fuori dal finestrino mentre ascoltavo la musica con il mio ipod, quando l’autobus fece uno strano rumore e poi si fermò. Mi tolsi le cuffiette per capire cosa stesse succedendo. Gli studenti si erano subito alzati in piedi e c’era un gran casino. L’autista provava a far ripartire il mezzo ma senza risultati. Alla fine ci disse che molto probabilmente l’autobus era rotto. Fantastico. Scendemmo tutti, e visto che non avevo voglia di aspettare li in eterno decisi di andare a piedi. Non doveva essere così distante la mia casa. L’autobus si era fermato in prossimità del bosco, e anche se probabilmente non era così sicuro addentrarsi per i boschi da sola, passando di li sarei arrivata molto prima. Speravo solo di non perdermi. Per terra era pieno di foglie secche, che rendevano davvero scomodo camminarci sopra. C’era un silenzio strano. Metteva un po’ i brividi. Ma avevo deciso per conto mio di passeggiare nel bosco perciò era inutile che mi lamentassi. All’improvviso sentii un rumore, e poi qualcosa iniziò a muoversi velocemente. Probabilmente a correre. Istintivamente iniziai a correre anch’io. Scelta davvero poco saggia perché mentre correvo cercavo di guardarmi indietro per vedere chi o cosa mi stesse seguendo, così non mi accorsi minimamente del burrone in cui precipitai. Lanciai un urlo acutissimo durante la caduta, e lo sentii rimbombare per tutto il bosco.   

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Capitolo 6
*** Insieme? ***


Stiles


All’uscita di scuola io Scott come avevamo deciso ci recammo nel bosco alla ricerca di Derek e i suoi lupacchiotti. Allison non l’avevamo portata con noi. Non sarebbe stato molto prudente. Lasciammo la macchina in prossimità del bosco e proseguimmo a piedi.
-          Secondo te mi sta evitando? – chiesi al mio migliore amico
-          Chi? Kaylee? – annuii – Si, credo di si… -
-          Ma perché? Che le ho fatto? –
-          Non ne ho idea…magari si è offesa perché non sei rimasto a cena… -
-          No, non è il tipo da offendersi per queste cose… - nel frattempo arrivammo davanti alla casa degli Hale. Beh, dell’unico Hale rimasto.

Entrammo lentamente. La porta cigolava, e il resto della casa sembrava sempre più instabile. Per quanto ne sapevo avrebbe potuto crollarci addosso da un momento all’altro. Scott chiamò il nome di Derek. Non ero troppo sicuro che ce ne fosse davvero bisogno. Insomma, tra lupi si…”percepivano” in ben altri modi. All’improvviso qualcuno balzò sopra Scott, rischiando di farlo cadere a terra. Era Erica, la lupacchiotta femmina che sembrava avere una cotta per il mio amico.
-          Ciao, Scott… - gli si strusciava addosso come una gatta in calore. – Dove hai lasciato la tua fidanzatina? – vidi Scott irrigidirsi.
-          Lo sai che non stiamo più insieme… -
-          Naaaa, questo è quello che volete far credere…ma lo sappiamo tutti benissimo che ve la spassate ancora voi  due… - Scott non le rispondeva. – Con me potresti spassartela in ogni momento…non ci dovremmo mai nascondere… - A quel punto Scott reagì e la scansò piuttosto violentemente, mandola a sbattere contro una parete.
-          Dov’è Derek? Devo parlargli… - Quando Scott si impegnava, metteva davvero paura, ma mai quanto Derek.
-          È di sotto…seguitemi… - Erica ci fece strada, mentre ci camminava davanti sculettando allegramente. Beh, dovevo ammettere che la trasformazione in licantropo le aveva fatto davvero bene. Scendemmo nello scantinato, che era ancora più lugubre del resto della casa. Da un punto in ombra uscì fuori Derek con gli  altri due beta, Isaac e Boyd.
-          Che vuoi Scott? –
-          Dobbiamo parlare…-
-          Non ho niente di cui parlare con te…-
-          Beh, io si quindi mi starai a sentire. – fece una breve pausa decisamente ad effetto e poi riprese a parlare – Ieri sera abbiamo avuto uno scontro ravvicinato con quel lucertolone… - adesso Derek sembrava molto più interessato.
-          Dove?- chiese
-          A scuola…più precisamente in piscina. – decisi di intervenire.
-          E abbiamo scoperto così che ha paura dell’acqua e a quanto pare anche degli specchi… - Derek mi si avvicinò e mi afferrò per il collo della maglietta. Ok, forse avrei fatto meglio a stare zitto.
-          Hai detto che ha paura degli specchi? –
-          Mettilo giù ,Derek! – questo mantenne la presa ancora per qualche secondo e poi mi lasciò andare così come aveva detto Scott.
-          Avevamo iniziato a combattere…poi sono finito contro una bacheca di vetro. Si è rotta ed ho afferrato un pezzo di vetro da usare come arma, ma appena si è accorta del vetro, che poi in realtà era uno specchio…è scappata via. –
-          Credo di sapere cos’è … - io e Scott ci guardammo esterrefatti. Beh, non speravamo di certo che Derek fosse così d’aiuto. – E’ un Kanima. È un mutaforma come noi. Ne ho sentito parlare una volta. Purtroppo non so dirvi altro. – Beh, quantomeno ora sapevamo cosa cercare sul bestiario. Ovviamente se lo avessimo trovato.
-          Senti, è forte, veloce e furbo o furba…dobbiamo combattere insieme. – Derek ci pensò su un secondo poi rispose.
-          D’accordo, ma chiunque sia…se lo trovo lo uccido. – io e Scott stavamo per replicare quando sentimmo un urlo.

Per averlo sentito anch’io la ragazza che aveva urlato, doveva averlo fatto davvero forte, o forse semplicemente si trovava qui vicino. Subito, io e Scott, seguiti dagli altri ci precipitammo fuori dalla casa.  
Restai in snervante attesa mentre i lupi cercavano di capire cosa fosse successo e dove si trovasse la ragazza.
-          E’ qui vicino… - disse Isaac.
-          Si, e credo anche di sapere chi sia. – Scott mi guardò. – E’ Kaylee. Si sta lamentando tra se e se. – fece una breve pausa come per ascoltare cos’altro stesse dicendo. –Oh, ora si sta dando della stupida. E adesso… -
-          Ok,ok, basta! Vogliamo rimanere qui in eterno ad ascoltarla mentre si auto insulta oppure le diamo una mano? –
-          Si,si scusa. Andiamo. – Scott si girò verso Derek. – Allora…siamo d’accordo? Insieme? – Derek che non era mai stato uno loquace annuì.


La trovammo dentro a un fossato. Non era molto profondo ma era ripido e per finire li dentro doveva aver fatto comunque un bel volo.
-          Kaylee? – lei guardò verso l’alto con aria spaesata.
-          Scott? –
-          E Stiles… - aggiungi io. Non ero troppo sicuro ma all’udire il mio nome doveva aver fatto una specie di grugnito.
-          Che ci fate qui? –
-          Potremmo farti la stessa domanda… -replicai.
-          È una lunga storia….adesso tiratemi fuori di qui! –
-          Ce la fai ad alzarti ? – le chiesi
-          No…credo di essermi slogata una caviglia… -
-          Ok, allora scendo io a prenderti… - aggiunse Scott.  Avrei voluto fare io la parte dell’eroe ma non avrei fatto una bella figura. Probabilmente Scott sarebbe dovuto scendere per riportarci su entrambi. I superpoteri da licantropo in questi casi mi avrebbero fatto comodo.
Scott scese con grande agilità nel fossato. Afferrò Kaylee e l’allungò verso di me. La presi per le braccia e la tirai su. 
-          Tutto ok? –
-          No! – quasi mi ringhiò contro.  Scott con un balzo ci raggiunse in superficie.
-          Ce la fai a portarla in braccio fino alla macchina? – mi chiese
-          Posso camminare da sola! –
-          Ma se hai appena detto si esserti slogata una caviglia! – replicai. Lei in risposta sbuffò. 
-          Comunque si, ce la faccio…ma tu non vieni? –
-          Ehm, no…devo fare una cosa. Ci vediamo domani! – avevo la strana sensazione che Scott si fosse inventato quella scusa per lasciarmi da solo con Kaylee...che tuttavia non sembrava gradire la cosa.

La presi in braccio nonostante le sue proteste e giunto alla macchina la depositai sul sedile del passeggero. Avevo cercato di fare conversazione ma lei non mi rispondeva.
-          Vuoi andare in ospedale? Per vedere se è grave opp…-
-          No, voglio andare a casa. Basterà lasciarla a riposo… - teneva il broncio e guardava fuori dal finestrino.
-          Ok…come vuoi… -  stavo per lasciar perdere, ma poi mi decisi a chiederle che cosa avesse. – perché ce l’hai con  me? –
-          Non ce l’ho con te… -
-          A me sembra di si… -
-          Ti ho detto che non ce l’ho con te… -
-          E allora perché a scuola mi hai evitato e ora continui a non parlarmi? –
-          Ti sto parlando… - le lanciai un’occhiata molto eloquente che la convinse a dirmi davvero che cosa le passava per la testa.
-          Perché mi hai detto una cavolata ieri sera? –
-          Quale cavolata? Te l’ho detto…non potevo rimanere a cena perché mio padre … -
-          Tuo padre si chiama Scott? – mi interruppe. Ora era tutto chiaro. Aveva sentito la mia conversazione ed era incavolata perché mi ero inventato una scusa davvero patetica.
-          Senti…mi dispiace. Non so perché ho inventato quella scusa… -
-          Io invece credo di si… - volevo dirglielo. Volevo davvero dirle perché avevo mentito. Volevo raccontarle tutta la verità, ma non potevo. Mi passai una mano tra i capelli esasperato.
-          Senti, io….non posso dirtelo. Mi dispiace….vorrei, ma non posso. Davvero. Puoi…semplicemente fidarti di me e lasciar perdere? – la guardai speranzoso. Non mi aspettavo che mi dicesse di si, e invece mi sorprese.
-          Va bene… -
-          Grazie… - le sorrisi e lei finalmente mi sorrise a sua volta.

L’accompagnai a casa e la portai in braccio fin nella sua camera. La poggiai delicatamente sul letto. Non sapevo se rimanere o andarmene. Indugiavo in piedi accanto a lei come un’idiota. Poi finalmente riuscii a farfugliare qualcosa di sensato.
-          Ha-hai una crema da mettere sulla caviglia…e-e magari anche un fasciatura… -
-          Ehm, si…dovrebbero essere in bagno. Nello sportello accanto allo specchio. – andai a prenderle. Una volta tornato continuai ad indugiare. Poi però mi decisi. Mi sedetti ai piedi del letto, aprii la pomata e iniziai a spalmargliela sulla caviglia. Lei al contatto sobbalzò.
-          Sc-scusa…ti ho fatto male?-
-          N-no…tranquillo…è solo che è un po’ fredda… - sembrava alquanto imbarazzata. Forse ci misi un po’ più del necessario a spalmare quella crema, ma…toccare la sua pelle mi provocava una strana sensazione. Possibile che sentissi le famose farfalle nello stomaco? Una volta finito, le fasciai la caviglia e poi mi sedetti sul letto accanto a lei.
-          Allora…adesso vuoi spiegarmi che ci facevi nel bosco? –
-          Oh…ecco…stavo tornando a casa in autobus, ma si è rotto e così ho deciso di tornare a casa a piedi…passando per il bosco… -
-          E in quel fossato come ci sei finita? –
-          Ho senito dei rumori…come se qualcuno mi stesse inseguendo…così mi sono spaventata, ho iniziato a correre e nella fretta non ho fatto caso a dove andassi così sono precipitata li dentro… - e se quel qualcuno che la stava inseguendo fosse stato il Kanima?
-          Non devi mai più andare nel bosco da sola, ok? È pericoloso… -
-          Tranquillo. Questa esperienza mi è bastata! –
 
 
Ed ecco un altro capitolo! Vi è piaciuto?^^ Lasciate una recensione se vi va…anche per farmi sapere cosa ne pensate dell’identità del Kanima che è stata svelata nella 2x05. Avete visto la puntata? Io sinceramente sono rimasta un po’ delusa. Non aggiungo altro nel caso ci fosse qualcuno che ancora non l’avesse vista. A presto con un altro capitolo.
Xoxo Hazel92

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Capitolo 7
*** Punti interrogativi... ***


Chiedo umilmente perdono per il mio ritardo clamoroso. Purtroppo sono incasinatissima con gli esami e non trovavo mai il tempo per aggiornare. Per farmi perdonare cercherò di aggiornare domani o dopodomani. Bene, non mi resta che augurarvi una buona lettura! ^^

 
Kaylee


Mi svegliai all’improvviso. Non mi ricordavo nemmeno di essermi addormentata, così mi guardai intorno spaesata. Oddio. Accanto a me. Sul mio letto. C’era Stiles. E…io gli dormivo praticamente addosso. Oddio. Quando mi ero addormentata? Che stupida! Magari gli avevo pure sbavato sulla maglietta. Dio che figura! Non sapevo che fare. Se mi fossi alzata l’avrei svegliato. E non volevo disturbarlo. Ma chi volevo prendere in giro? Il motivo non era certo quello. Non volevo svegliarlo perché così sarei potuta stare ancora un altro po’ fra le sue braccia. Le mia testa poggiava sulla sua spalla, e i nostri visi erano incredibilmente vicini. Sentivo il suo respiro, il suo odore, il suo calore, e soprattutto sentivo il mio cuore che batteva all’impazzata. Stavo rischiando l’infarto. Spostai delicatamente la testa per poterlo osservare. Dio quanto era carino! Anzi, era bellissimo, non carino. Che cavolo mi succedeva? Non mi ero mai sentita così…beh…almeno non con un ragazzo che conoscevo così poco. Continuai ad osservarlo e ripensai a quello che era successo. Di tutta la giornata, le uniche cose che mi sembravano importanti erano i momenti in cui era presente Stiles. Solo quelli dopo la mia caduta però. Ripensai alla nostra conversazione in macchina. Aveva detto che non poteva dirmi cosa era successo davvero, ma che avrebbe voluto e io gli avevo creduto senza esitazioni. Perché lo avevo fatto? Non riuscivo a trovare una risposta. Sapevo solo che per qualche assurdo motivo mi fidavo ciecamente di lui. Ripensai poi anche a quando mi aveva spalmato la crema sulla caviglia. Si era accorto che avevo trasalito e probabilmente si era bevuto la storia della crema troppo fredda. In realtà era stato il contatto con le sue mani a farmi trasalire. Avevo sentito un formicolio per tutto il corpo, una strana sensazione allo stomaco, e si…lo ammetto un tremenda voglia di saltargli addosso. Oddio, solo a ripensarci mi stava rivenendo quella voglia… avevo le sue bellissime labbra davanti a me…ed erano così allettanti… Stavo per cedere alle mie tentazioni, quando iniziò a muoversi. Non so perché lo feci ma richiusi istintivamente gli occhi. Ok, non era corretto fare finta di dormire, ma non sapevo che altro inventarmi. Lo sentii stiracchiarsi leggermente. Sicuramente stava cercando di non svegliarmi. Dio che imbarazzo. Che dovevo fare? Dormire o non dormire? Questo è il problema. Ci mancava solo che mi mettessi a citare in maniera rivisitata Shakespeare.


Poi avvertii quella sensazione, quasi di solletico, quando qualcosa ti sta avvicinando. Stiles aveva avvicinato una mano al mio viso e mi aveva spostato una ciocca di capelli che mi ricadeva davanti alla faccia. Ecco che tornavano i brividi. Avevo cercato di rimanere il più immobile possibile, e mi auguravo vivamente che avesse funzionato. Rimase un altro po’  a giocare con la mia ciocca di capelli, poi lo sentii spostarsi. Se ne stava andando? Non potevo farlo andare via così. Iniziaii a stiracchiarmi e poi aprii gli occhi.
-          Ehi, mi dispiace…ti ho svegliata? –
-          Mmmmm….no tranquillo. – simulai anche uno sbadiglio. Potevo fare l’attrice. – che ore sono?- gli chiesi. Non lo sapevo davvero. Lui guardò il cellulare e mi rispose.
-          Sono le 7e30. Abbiamo dormito quasi tre ore… - sorrise. Oddio così tanto? Beh, effettivamente fuori era tutto buio. Restammo per un po’ in silenzio. – come va la caviglia? – ah, la caviglia. Me l’ero quasi scordata. Provai a muoverla e provai un leggera fitta di dolore.
-          Un po’ meglio… -
-          Però ancora non puoi camminare…quindi domani passo a prenderti io per andare a scuola…ok? – beh, come potevo rifiutare?
-          Ehm, ok…grazie…se non è un problema… -
-          Figurati, è un piacere… - che voleva dire? Poteva essere che un po’ gli piacessi anch’io? D'altronde non gliel’aveva chiesto nessuno di spostarmi una ciocca di capelli dal viso e di offrirsi per farmi da autista. Non sapendo che rispondere gli sorrisi.  –Ora scusa, ma devo proprio andare…ho tipo 5 chiamate perse di mio padre. – gli lanciai un’occhiata interrogativa, così si affrettò ad aggiungere.     – Tranquilla, sta volta è davvero lui! -  poi si chinò verso di me, mi stampò un bacio in fronte e se ne andò.
Sentii venire dal piano di sotto la voce di mia madre che lo salutava.  Oddio, quando era arrivata? Non che avrebbe avuto qualcosa da ridire…mia madre in quanto ai ragazzi era piuttosto aperta, ma mi sarei sentita in imbarazzo io. La sentii salire le scale.


-          Allora? Avete dormito bene piccioncini? – le lanciai un’occhiataccia. Cercai di spiegarle tutto quello che mi era capitato oggi e le spiegai che io e Stiles ci eravamo semplicemente addormentati. Tuttavia, ad Erin Bates non sembrava importa niente neanche della mia caviglia infortunata. Voleva solo dei dettagli piccanti che riguardassero me e Stiles. Non voleva capire che non ce n’erano.
Per non lasciarmi da sola, io e mia madre mangiammo sedute sul mio letto la pizza che aveva ordinato. Era stato divertente. Forse avere una caviglia infortunata poteva rivelarsi positivo. Andai a dormire piuttosto tardi a causa di quel sonnellino pomeridiano.


La mattina prepararsi fu alquanto complicato. Infilarsi i jeans mentre si zampettava su un piede non era decisamente il massimo. Rischiai di cadere non so quante volte. Mia madre non era stata per niente d’aiuto. Mi aveva solo aiutata a scendere le scale una volta pronta. Feci colazione e poi uscii fuori ad aspettare Stiles. Ritardò leggermente e iniziavo a pensare che non sarebbe venuto, invece eccolo li. Raggiante come al solito. Era solo. Che avesse cacciato Scott per stare con me? Dovevo smetterla di farmi tutte quelle fantasie. Ci salutammo con un impacciato bacio sulla guancia. Fortunatamente per il resto del tragitto trascorse tutto normalmente. Una volta parcheggiato a scuola, mi aiutò a scendere dalla macchina. Si offrì addirittura di portarmi in braccio insieme al mio zaino. Accettai solo la seconda parte. Non potevo mica entrare a scuola in braccio a lui. Ci avrebbero guardati tutti.


Non appena varcammo il portone d’ingresso ci raggiunse una irritante Lydia. Ci appioppò due…volantini. Io e Stiles iniziammo a leggerlo. Wow. C’era scritto che stavano organizzando un ballo di beneficenza. L’intero ammontare del biglietto sarebbe stato destinato alla costruzione di scuole nel sud america. Beh, l’idea era carina. Peccato che servisse un accompagnatore per andarci. Io e Stiles ci scambiammo un’occhiata nervosa. Forse stavamo pensando entrambi la stessa cosa. Chi avrebbe invitato Stiles?
 

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Capitolo 8
*** Indecisione... ***


Mi scuso ancora per la mia assenza, ma sono partita una settimana e quindi non ho potuto aggiornare. Ecco un altro se pur breve capitolo. Conto di postarne un altro in giornata. Buona lettura a tutti! ^^
 

Stiles


Avevo accompagnato Kaylee in classe, ed ora ero alla disperata ricerca del mio migliore amico. Dove cavolo si era cacciato? Probabilmente stava pomiciando in qualche aula ancora vuota con Allison. Peccato che anche tra amici non esistesse una sorta di radar per captarsi a vicenda. Rassegnato entrai in classe e lo trovai li.
-          Che cavolo ci fai qui? Ti ho cercato in tutta la scuola!-
-          Evidentemente in tutta la scuola tranne che qui… -
-          Ti devo parlare…ho un grosso problema! –
-          Il tuo problema si chiama Kaylee? –
-          No! –
-          Allora Lydia? –
-          No! Il mio problema si chiama ballo di beneficenza e si, comprende gli altri due problemi che hai citato… - Scott assunse una posizione da pensatore. Così visto che non sembrava prendermi sul serio continuai. – Non so chi invitare. Sarei tentato ad invitare Lydia che però probabilmente rifiuterà, considerando poi cosa è successo all’unico ballo in cui siamo andati insieme, e invitare Kaylee dopo il rifiuto di Lydia non sarebbe giusto. Quindi potrei invitare direttamente Kaylee, ma così perderei quella minuscola possibilità che Lydia mi dica di si… - mi misi le mani nei capelli – Aiutami tu! – Scott aprì la bocca per rispondermi ma fummo interrotti dall’entrata del professore.


Aspettai con ansia la fine delle lezioni e quando finalmente la campanella suonò io e Scott ci precipitammo fuori dall’aula. Speravo di parlare da solo con lui, ma prima ci raggiunse una zoppicante Kaylee, e poi una radiosa Lydia. Non feci in tempo a dileguarmi con il mio amico perché Lydia mi si parò davanti.
-          Allora…per il ballo passi a prendermi per le 8? – davvero Lydia Martin stava invitando me ad andare a un ballo con lei? Ero rimasto senza parole, cosa che mi succedeva alquanto di rado, così Lydia dovette prendere il mio silenzio per un si.
-          Perfetto! Ah, mi vestirò di verde, quindi cerca di trovare una cravatta abbinata… -  rimasi immobile per un secondo con una faccia da perfetto idiota, poi mi girai verso Scott. Non ebbi il coraggio di guardare Kaylee. Il mio amico mi mise un braccio intorno alle spalle e mi disse all’orecchio
-          Problema risolto! -  poi lanciò una rapida occhiata a Kaylee… - o forse no… -
Scott ci lasciò li, da soli. A volte poteva essere davvero un pessimo migliore amico. Non sapevo come comportarmi con Kaylee. Avevo paura che ci fosse rimasta male, ma in fin dei conti erano solo supposizioni. Magari non le fregava assolutamente di venire al ballo con me. Lei per un attimo mi era sembrata imbronciata, ma poi si riprese e ricominciò a comportarsi con naturalezza.
-          Allora, sei stato invitato da Lydia! Sarai al settimo cielo… - lo ero? Avrei dovuto esserlo, ma no, decisamente non lo ero. Continuavo ad avere dei rimorsi di coscienza nei confronti di Kaylee. O forse era che in realtà volevo andarci con lei? Oddio che casino! Non sapevo che risponderle così mi limitai a sorriderle. Lei tuttavia non sembrava così disperata.  – Oggi ci vediamo per chimica? – mi chiese.
-          Certo! –
-          Ok, allora a dopo…ora devo fare una cosa… -   non ne ero troppo sicuro ma una volta allontanata da me tornò ad essere imbronciata…e triste? 

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Capitolo 9
*** Rosso ! ***


Kaylee


Che stupida che ero! E pensare che per un attimo ci avevo quasi creduto che Stiles avrebbe invitato me a quello stramaledettissimo ballo! Fortunatamente però non avrei fatto la parte della sfigata, anzi, la maggior parte delle ragazze avrebbe pagato per essere al posto mio. Ero stata invitata qualche minuto prima di incontrare Stiles da….Jackson Whittemore.  Gli avevo chiesto di pensarci però, perché speravo di ricevere l’invito da qualcun altro. Invito che non era arrivato. Speravo solo di essere ancora in tempo. Lo trovai al suo armadietto.
-          Ehi… - lo salutai
-          Ciao…hai già pensato al mio invito? –
-          Si, ecco…ti stavo cercando proprio per questo. – feci una breve pausa nella quale assunsi un’espressione il più possibilmente felice. – Sarei davvero contenta di venire al ballo con te. –
-          Magnifico! – Jackson sembrava davvero contento della mia risposta. Magari non era così male come pensavo.
-          Bene,ti farò sapere il colore del mio vestito domani e ti darò anche il mio indirizzo per venirmi a prendere….-
-          Non vedo l’ora… -  lo salutai e mi recai a lezione.


C’erano anche Scott, Allison e Stiles. Entrai con una faccia compiaciuta e la mantenni per tutto il resto della giornata. Nessuno menzionò il  ballo e non sapevo se esserne contenta o meno. Da una parte era meglio così, sembrava essere un argomento imbarazzante per tutti. Dall’altra però avrei voluto parlarne per fargli sapere chi sarebbe stato il mio accompagnatore. Sarebbero rimasti scioccati. Beh, io stessa stentavo ancora a crederlo. Sarei andata al ballo con il ragazzo che finora avevo sempre definito insopportabile.
All’uscita di scuola, io e Stiles ci recammo a casa mia per studiare come avevamo deciso. Io mi comportai nella maniera più naturale possibile. Ero anche più amichevole del solito. Lui invece sembrava imbarazzato. Ed ero sicura che ci fosse di mezzo il ballo. La nostra ricerca di chimica nonostante tutto procedeva alla grande. Eravamo a buon punto e sicuramente ne avremmo ricavato un bel voto. Stiles era davvero intelligente e beh, non per vantarmi ma lo ero anche io. Quando ritenemmo di aver studiato abbastanza ci salutammo e rimanemmo d’accordo che Stiles mi sarebbe venuto a prendere la mattina seguente per andare a scuola.


Quando se andò andai da mia madre e le raccontai del ballo. Era più eccitata di me e allo stesso tempo anche più delusa di me che non ci andassi con Stiles. Era convinta che stessimo insieme o comunque quasi. Si consolò subito però quando le spiegai chi era Jackson. Ispezionammo i miei vestiti nell’armadio e decidemmo che non c’era niente di adatto per un ballo. Soprattutto se vi si andava con il ragazzo più desiderato della scuola. Mi avrebbero osservata tutte le ragazze e quindi dovevo essere perfetta, o quantomeno avvicinarmici il più possibile.


Uscimmo e ci recammo da Macy’s. Li si poteva essere sicuri di trovare l’abito adatto. La caviglia stava già migliorando e quindi dopodomani sarei dovuta essere in grado di mettermi dei tacchi. Provai un numero infinito di vestiti perché non sapevo decidermi se andare sul romantico, stile bambolina, oppure su un qualcosa di sexy e provocante. Ero sicura che il vestito di Lydia sarebbe stato come quello di una bambola di porcellana, così optai per il sexy-provocante. Alla fine trovai l’abito perfetto. Era rosso accesso, e si abbinava perfettamente alla mia pelle chiara e ai capelli nerissimi. Era a tubino e decisamente corto. Era completamente in pizzo e all’interno era foderato da una stoffa color carne così che sembrasse che fossi praticamente nuda. Inoltre aveva una spalla sola, mentre l’altra veniva lasciata scoperta. Ci avrei abbinato delle semplici scarpe nere con il doppio fondo, un rossetto dello stesso rosso accesso dei vestito, e per quanto riguardava i capelli li avrei lasciati sciolti, ma creandovi delle morbide onde con il ferro.
A casa feci una prova generale, indossando le scarpe e la borsa, in tinta con esse. Decisamente mi avvicinavo alla perfezione. Jackson sarebbe rimasto a bocca aperta, e speravo anche Stiles.


Il giorno seguente aspettai di trovarmi insieme a Stiles e gli altri e chiamai Jackson.
-          Il colore è il rosso… - gli dissi semplicemente.
-          Mmmm…mi piace… ottima scelta Bates… -
-          Molte grazie… - quando Jackson si allontanò osservai gli altri. Erano rimasti sconcertati. Fu Stiles il primo a parlare.
-          Cos’è questa storia? –
-          Quale storia? –
-          Vai al ballo con Jackson? Ma sei impazzita? Non ti stava antipatico? – scrollai le spalle. – Non puoi andare al ballo con lui! – oh oh…misà proprio che qualcuno era geloso. Fantastico.
-          Ci vado con chi mi pare al ballo! Mi ha invitata ed ho accettato…visto che non lo ha fatto nessun altro… - Stiles sembrò cogliere la mia frecciatina perché si ammutolì.
-          Io credo che Kaylee abbia fatto bene ad accettare… - aggiunse Allison sorridendomi. – E poi Jackson non è così male come sembra…ti divertirai! –
Speravo avesse ragione. 

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Capitolo 10
*** Il ballo! ***


Stiles


Il giorno del ballo era arrivato più in fretta di quanto mi aspettassi e anche con molte meno complicazioni. Tra me e Kaylee sembrava essere tutto apposto e io sarei andato al ballo con la ragazza per cui avevo una cotta fin dalla terza elementare, e per di più mi aveva invitato lei. Andai a prendere Lydia e da vero gentiluomo le aprii lo sportello della mia auto per farla salire. Era bellissima. Come sempre. Io avevo comprato la cravatta verde come mi aveva chiesto e quindi eravamo perfettamente abbinati.
-          Sei stupenda… -
-          Grazie… -

Arrivammo al ballo e li trovammo Allison che sempre per la storia del dover far finta di non stare più con Scott, era venuta con Matt, un nostro compagno di scuola fissato con la fotografia. Mi dava sui nervi solo vederlo. Scott invece aveva convinto Erica a venire con lui, ma solo per poter controllare Allison, o meglio, per controllare Matt. Ancora non erano arrivati però.
-          Allison stai davvero benissimo! –
-          Anche tu Stiles. Sei uno schianto! – stavo per risponderle con una delle mie battute sarcastiche, quando sentii il rombo di una macchina. Non potevano esserci dubbi. Era sicuramente Jackson.

Scese dalla macchina e andò dal lato del passeggero per aprire la portiera a Kaylee. Non lo facevo così galante. Kaylee afferrò la sua mano e poi uscì dall’auto. Era…perfetta. Avevo sempre pensato che fosse bellissima, ma con quel vestito rosso era davvero uno spettacolo. Ci raggiunsero e dopo poco arrivarono anche Scott ed Erica. Entrammo tutti insieme e non feci a meno di notare che gli sguardi di quasi tutti gli studenti erano puntati sul nostro gruppo. Beh, le quattro ragazze erano decisamente tra le più ambite della scuola, e in più con noi c’era Jackson. Kaylee si sarebbe fatta parecchie nemiche.


La palestra era stata allestita a sala da ballo. Era semplice ma molto carina. Ci accomodammo tutti ad un tavolo e per un po’ calò il silenzio. Mi sentii in dovere di rompere il ghiaccio.
-          Alloooora…nessuno vuole ballare? – non mi risposero. Mi girai verso la mia accompagnatrice. – Lydia? Vuoi che ti rifaccia un invito di classe come quello dell’altra volta? Ho pensato a diversi modi per… -
-          No grazie! Verrò a ballare, ma per favore risparmiami i tuoi strambi inviti… -  io e Lydia ci alzammo. Non era ancora ora dei lenti, così ci saremmo potuti scatenare un po’ tutti insieme.
-          Oh, avanti! Alzatevi! Che cavolo ci siete venuti a fare se state qui immobili? -  Erica si alzò e trascinò Scott con se. Kaylee fece più o meno la stessa cosa con Jackson ma in maniera meno…provocante. Poi fecero per alzarsi anche Allison e Matt. – Matt, tu puoi anche rimanere…non sentiremo la tua mancanza! –
-          Stiles! – Allison mi aveva dato una gomitata.
-          Scherzavo, scherzavo…forzaaaaa tutti in pista! –
Iniziammo a ballare tutti insieme. Jack si strusciava addosso a Kaylee in maniera decisamente disgustosa. Lei cercava di scansarlo un po’, ma lui era peggio di una piovra. Scott ed Allison erano impegnati con i rispettivi accompagnatori, ma di nascosto si mandavano delle eloquenti occhiate. Mi sembrava anche che il mio amico le avesse mimato un “Sei bellissima…”. Lydia invece rideva delle mie mosse.
-          Che c’è? –
-          Oddio Stiles, ti prego… sei ridicolo! – io però continuai a fare il deficiente e lei continuò a ridere. Beh, almeno la divertivo.


Continuammo a ballare per parecchio tempo, ma prima dei lenti ci concedemmo tutti una pausa. Fatta eccezione per Jackson che invece si era fermato già parecchio prima a causa di un forte mal di testa. Almeno così aveva detto. Kaylee rimase a ballare con noi. Non sembrava troppo preoccupata per il suo accompagnatore e questo in qualche modo mi rendeva contento. Quando anche noi tornammo al nostro tavolo Jackson non c’era.
-          Sarà andato in bagno…- ipotizzai. Kaylee annuì, ma visto che dopo dieci minuti di Jackson ancora non c’era traccia, iniziò a guardarsi intorno preoccupata. Alla fine decise, visto che da li a poco sarebbero iniziati i lenti, di andarlo a cercare. Mi offrii di accompagnarla, ma mi rispose –No, tranquillo. Rimani qui con Lydia. Torno subito. –

Per un po’ rimasi fermo sulla mia sedia ad osservare gli altri ballare, poi però iniziai a sentirmi inquieto. Mi sembrava una scena già vista. Lydia che al ballo andava a cercare Jackson e veniva morsa da Peter Hale, con il risultato che ancora adesso aveva strani comportamenti. Lanciai un’occhiata a Scott, e vidi che guardava nervosamente la porta da cui era uscita Kaylee. Poi i nostri sguardi si incrociarono e capimmo cosa dovevamo fare. Ci alzammo in contemporanea e inventammo una banale scusa per dileguarci.
Raggiungemmo il corridoio, quasi completamente al buio.
-          Stai pensando quello che sto pensando io? –
-          Scena già vista… - mi rispose Scott. Esatto, e non mi piaceva per niente. Iniziammo a dirigerci verso i bagni, dove probabilmente si era recata Kaylee. Poi sentimmo un urlo.
-          È Kaylee! – esclamai. E iniziammo a correre. Non doveva succederle niente. Non me lo sarei perdonato.
 

 
Allora, piaciuto il capitolo? Su,su…lasciate qualche recensione! Ne ho bisogno! Ho bisogno di sapere cosa pensate della mia fan fiction! ^^
Al prossimo chapter!
Xoxo Hazel92

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Capitolo 11
*** Kanima ***



Kaylee


Mi ero sentita in dovere di andare a cercare Jackson, anche perché in fondo non era così male. Non aveva fatto l’arrogante come al solito, almeno non con me. Ormai era un po’ che era sparito e iniziavo a preoccuparmi. Andai in direzione dei bagni come mi aveva suggerito Stiles. Mi ritrovai a sorridere da sola pensando a lui e a quanto era affascinante sta sera con lo smoking. Peccato che fosse con un’altra.  I corridoi erano completamente bui e non c’era nessuno in giro. Raggiunsi il bagno dei maschi e aprii leggermente la porta.
-          Jackson? Sei qui? – non mi rispose nessuno ma decisi di riprovare.  – Sono Kaylee…volevo sapere come stai…va tutto bene? – ancora nessuna risposta. Stavo per tornare indietro quando sentii uno strano rumore. D’istinto spalancai la porta ed entrai. Jackson era appoggiato con entrambe le mani al lavandino, aveva la testa piegata verso il basso e il suo corpo sembrava mosso da strani spasmi. Mi avvicinai, adesso davvero preoccupata. Allungai una mano per toccarlo ma la respinse bruscamente.
-          V-vai…via…vattene! – la sua voce aveva qualcosa di strano. Era come se si stesse sforzando per parlare. Stava decisamente male. Non potevo lasciarlo li. Mi avvicinai di nuovo, ma questa volta alzò la testa di scatto verso di me.


Rimasi pietrificata. Davanti a me c’era Jacskson, ma il suo viso…non era più il suo. Gli occhi azzurri erano gialli e terrificanti e la faccia stava diventando completamente verde e…a squame. Quando mi ripresi lanciai un urlo. Magari qualcuno mi avrebbe salvata da quella…non sapevo come definirlo. Iniziai ad indietreggiare, mentre quello che prima era Jackson, ma che adesso sembrava sempre più una lucertolona gigante mi fissava. In preda al panico iniziai anche a piangere e persi il senso dell’orientamento, cosa alquanto difficile dentro a un bagno. La lucertolona aveva iniziato a muoversi e veniva nella mia direzione. Io ormai ero spiaccicata contro il muro e non avevo nemmeno niente per difendermi.
-          Che…che cosa…sei? – riuscii a mormorare tra un singhiozzo e l’altro. Quella in risposta continuò ad avanzare verso di me iniziando anche a sbavare. Cominciai a piangere ancora più forte. Dovevo essere nel pieno di una sorta di crisi isterica. Di nuovo non riuscivo più a muovermi e ormai mi consideravo spacciata.

Poi qualcuno fece irruzione nella stanza.
-          Kaylee! – non mi girai a guardare chi fosse. Mi bastò sentire la sua voce e rientrai in possesso delle mie facoltà motorie. Al diavolo Jackson e al diavolo il lucertolone. Mi staccai dal muro e mi precipitai nelle braccia di Stiles. Io continuavo a piangere come una cretina,ma man mano che lui mi accarezzava i capelli e continuava a ripetermi che andava tutto bene, iniziai a tranquillizzarmi.
-          Stiles, portala fuori da qui e già che ci sei trova un modo per far uscire tutti da scuola. A lui ci penso io. – mi girai giusto un attimo a guardare Scott, e mi bastò per vedere le sue orecchie che diventavano a punta, le basette che si allungavano fin quasi al mento e gli occhi che gli diventavano gialli. Mi ritrassi di nuovo in direzione di Stiles. Lui mi girò delicatamente verso di se.
-          Ti spiegherò tutto, ma adesso dobbiamo andarcene…ok? – annuii. Ancora non riuscivo a parlare.

Stiles mi prese per mano e il più in fretta possibile ci allontanammo dal bagno, dal quale provenivano strani versi animali. Ci fermammo giusto un attimo in cui Stiles in qualche modo riuscì a far scattare l’allarme incendio. Mandò poi un rapido sms a non so chi e poi insieme ricominciammo a correre verso l’uscita. Arrivammo alla macchina di Stiles, ma li fummo fermati da un tizio che non avevo mai visto. Ci prese di sorpresa entrambi e anche Stiles sobbalzò come me.
-          Derek! Accidenti! –
-          Che sta succedendo? –
-          Scott è dentro…nel bagno dei maschi. Credo abbia bisogno di una mano. – Stiles fece una breve pausa e entrambi si girarono verso di me come per decidere se continuare il loro discorso in mia presenza o no. Poi Stiles decise di continuare. – Jackson è il Kanima… - non appena finì la frase, di cui fra l’altro ignoravo il significato, Derek si precipitò dentro la scuola e…non vorrei sbagliarmi, ma subì più o meno la stessa trasformazione di Scott. Non ci capivo più niente. Speravo che Stiles avrebbe mantenuto la sua promessa di spiegarmi tutto.


Salimmo in macchina e rimanemmo durante tutto il  tragitto in silenzio, cosa alquanto strana per Stiles. Quando arrivammo davanti casa mia, fermò la macchina, fece un grande sospiro  e poi si girò verso di me.
-          Stai bene? –
-          Sono…solo un po’…confusa…- si, avevo riacquistato la voce.
-          Beh, mi sarei preoccupato se fosse stato il contrario… - abbozzai un sorriso e poi, visto che non volevo che ci perdessimo in inutili chiacchiere, arrivai dritta al punto.
-          Che cosa è successo? Jackson è diventato una specie di lucertola gigante e Scott…e anche quel tizio…Derek… - non riuscivo a formulare una frase meglio di così…ero ancora scioccata e ripensare a quello che avevo visto mi creava un’enorme confusione in testa. Guardai speranzosa Stiles e sentii gli occhi che ricominciavano a riempirsi di lacrime. Che cavolo! Io non piangevo quasi mai! Stiles mi avrebbe preso per una ragazzina!

Stiles fece un enorme sospiro. Di nuovo. E poi iniziò a raccontarmi tutto. Scott e Derek erano dei licantropi. Incredibile. Non riuscivo a crederci. Derek era un alpha e aveva il suo piccolo branco di lupi adolescenti, che frequentavano tutti la nostra scuola. Jackson invece aveva ricevuto il morso, ma per qualche strana ragione invece di trasformarsi anche lui in un licantropo si era trasformato nel Kanima, che era la lucertolona gigante. Lydia pure aveva ricevuto il morso, dallo zio psicopatico di Derek, che adesso però era morto. A lei però non era successo niente e ancora non riuscivano a spiegarsi perché. Allison invece, come tutta la sua famiglia, gli Argent, era una cacciatrice di licantropi. Beh, o almeno avrebbe dovuto esserlo, visto che il suo amore per Scott complicava un po’ le cose. Non si facevano vedere insieme perché i genitori di lei probabilmente li avrebbero uccisi entrambi se avessero saputo che la loro figliola se la faceva con un licantropo. Erano una sorta di Romeo e Giulietta. E poi c’era Stiles. L’amico perfetto, che metteva a repentaglio se stesso e pure i suoi rapporti con il padre per aiutare Scott. Iniziai ad apprezzarlo ancora più di quanto non facessi già.

-          Scott è davvero fortunato ad avere un amico come te… - dissi.
-          Già lo penso anch’io! – era incredibile come non perdesse il senso dell’umorismo in qualsiasi occasione. Rimanemmo un po’ in silenzio poi mi sentii in dovere di dire qualcosa.
-          Fortunatamente mia madre non è in casa…aveva il turno di notte…così non dovrò far finte che sia andato tutto alla perfezione… -
-          Quindi sarai a casa da sola? –
-          Già…in casa da sola in una cittadina popolata da licantropi e lucertoloni giganti…misà tanto che da sta sera dormirò con un coltello sotto al cuscino…anche se non penso sarebbe molto d’aiuto… -
-          Vuoi che ti faccia compagnia? – la sua domanda mi sorprese leggermente.
-          Sta sera non devi aiutare i tuoi amici a combattere il male? –
-          Naaaa…non sarei d’aiuto neanche io contro un lucertolone gigante… - sorrisi di nuovo. Mi sentivo già meglio.
-          Beh allora in questo caso…si, mi farebbe davvero piacere la tua compagnia… -



Allooora….che ne pensate? Vi piace il modo in cui ho svelato l’identità del Kanima?  
Xoxo Hazel92

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Capitolo 12
*** Occasioni sprecate... ***


  Stiles


Parcheggiai la macchina nel vialetto di casa Bates e poi entrammo in casa. Non avevo doppi fini. Volevo davvero farle compagnia. Dopo quello che le era successo a scuola e tutto quello che le avevo raccontato chiunque sarebbe stato frastornato, confuso…e anzi mi stupiva la calma con cui aveva appreso tutto ciò. Kaylee prese qualcosa da bere e poi salimmo in camera sua.
-          Non te l’ho ancora detto…ma sta sera sei davvero bellissima… -
-          Grazie… - arrossì leggermente. Più la guardavo e più il cuore accelerava i battiti. Possibile che mi bastasse così poco? Mi avvicinai a lei e le spostai un ciocca dei lunghi capelli che le era ricaduta sul viso dietro le orecchie.
-          Ce ne siamo andati prima dei lenti… - dissi – ti va quindi di concedermi un ballo? – lei si mise a ridere e poi accettò.

Le cinsi i fianchi con le mie braccia e lei invece le mise intorno al mio collo. All’inizio eravamo impacciati, rigidi…forse quel contatto faceva sentire strani entrambi, non solo me. Poi lei si rilassò leggermente e posò la testa sulla mia spalla. Io a mia volta appoggiai il viso sui suoi capelli. Aveva un buon odore. Sarei potuto rimanere così per sempre ed effettivamente rimanemmo così per un tempo indeterminato, poi lei si staccò. Stavo per chiederle che cosa non andasse ma lei mi precedette.
-          Ehm…vado a togliermi queste scarpe…i miei piedi stanno chiedendo pietà… - ero sicuro che non fosse questo il vero motivo però feci finta di niente.
-          Ok…ti aspetto qui…- mi sedetti sul letto ad aspettarla. Nel frattempo diedi un’occhiata alla sua camara. Era decisamente spoglia, priva di qualsiasi cosa che potesse rappresentare la sua vita, i suoi interessi…fatta eccezione per una libreria decisamente piena. Forse ancora non aveva sistemato tutte le sue cose.
Quando tornò notai con disappunto che si era anche cambiata. Adesso indossava dei pantaloncini corti a tuta e una canottiera. Però era decisamente bella anche così. Si accomodò a gambe incrociate sul letto .

-          Se vuoi puoi levarti le scarpe e la giacca e sdraiarti anche tu… - non me lo feci ripetere due volte. Stavo veramente scomodo con quella roba. Rimanemmo per un po’ in silenzio. Era una di quelle situazioni in cui nemmeno io sapevo cosa dire. Poi lei mi sorprese con la sua domanda. – come è andata questa sera con Lydia? –
-          Bene…almeno credo… - non sapevo come altro risponderle. Insomma, che dovevo dirle, che per tutta la serata avevo avuto come la sensazione di essere andato a quello stramaledettissimo ballo con la persona sbagliata? Che stavano per saltarmi i nervi quando avevo visto Jackson che le si strusciava addosso. Si, forse avrei dovuto. Ma non lo feci. Risposi con una domanda altrettanto…stupida? – E a te con Jackson? –
-          Beh…finchè non ho scoperto che si trasforma in una lucertolona gigante…abbastanza bene…pensavo peggio… - nessuno dei due sembrava troppo convinto della risposta che aveva dato. Calò di nuovo il silenzio ma questa fui io a romperlo.
-          Sei ancora confusa su tutta la storia dei licantropi, kanima…? –
-          Diciamo che piano piano mi ci sto abituando… - fece una breve pausa e poi aggiunse – Ho preso una decisione però… -
-          Che decisione? –
-          Voglio aiutarvi! –
-          Non se ne parla! –
-          Oh, avanti! Perché no? –
-          Perché non voglio che rischi la tua vita! –
-          Non voglio aiutarvi a combattere o cose del genere! Ci sarà qualcosa di più teorico da fare… -
-          Non mi interessa, non voglio coinvolgerti! –
-          Ma sono già coinvolta, Stiles! –
-          E non devi esserlo più di così! –
-          Oh ti prego…sei praticamente l’unico umano…avrai bisogno di una mano e non solo di una zampa!-
-          Ok, questa battuta faceva pena… -
-          Si effettivamente… -
-          Quella è la mia specialità –
-          Si, beh però ho ragione! Per favore! –
-          Gli occhi da gatto con gli stivali di Shrek non valgono! –
-          Devo ricorrere a qualsiasi cosa per convincerti… -
-          Eh va bene…ma dobbiamo prima parlarne con Scott! –
-          Siiii ! Grazieee ! – si sporse in avanti e mi buttò le braccia al collo. Io colto alla sprovvista persi l’equilibrio e caddi all’indietro, con il risultato che ora eravamo uno sopra l’altro. Su un letto. Ed eravamo soli. Questo non giovava di certo al mio autocontrollo.

Quando anche lei si accorse in che posizione ci trovavamo arrossì però non si spostò. Rimanemmo a guardarci e così trovai il coraggio che finora mi era mancato. Volevo baciarla. Iniziai ad avvicinarmi lentamente ma…
-          Kayleeeee ! – lei saltò su di scatto e anch’io. – C’è Stiles a casa? – doveva aver visto la macchina nel vialetto.
-          S-si mamma…siamo di sopra! – Kaylee sembrava decisamente nervosa. Erin Bates ci raggiunse.
-          Ciao ragazzi! Che ci fate già qui? E soprattutto non mi avevi detto che il tuo accompagnatore era un certo..Jason? –
-          Jackson mamma… -
-          Ah si giusto! Beh, allora perché sei con Stiles? Non che tu non mi piaccia Stiles – disse rivolgendosi a me – anzi, ero la prima a pensare che sareste dovuti andare insieme… -
-          Mamma! Per favore… - Kaylee lanciava occhiate nervose da me a sua madre. Io invece trovavo la situazione piuttosto divertente. Tralasciando il fatto che eravamo stati interrotti sul più bello.
-          Che c’è? – Kaylee fece un sospiro esasperato.
-          Jackson non si è sentito molto bene e il ballo era un po’ un mortorio, così Stiles si è offerto di accompagnarmi a casa… -
-          Oh, ho sempre pensato che fossi un gentiluomo. –
-          Grazie signor…ehm Erin!-
-          Bene, io ora vi lascio. Vado a dormire…e fareste meglio ad andare anche voi. Domani c’è scuola… -  la signora Bates ci salutò e io e Kaylee rimanemmo di nuovo da soli.
-          Forse è meglio che vada…- dissi. Lei si alzò in piedi annuendo.
-          Ti accompagno giù… - ci salutammo con un impacciato abbraccio e le promisi che il giorno dopo sarai andato a prenderla per portarla a scuola. La caviglia era guarita ma non mi importava. Era un modo per passare più tempo con lei.

Salito in macchina ricevetti una chiamata da mio padre.
-          Stiles, dove diavolo sei? –
-          Ero a casa di Kaylee…ora sto tornando a casa…perché che succede? – sapevo benissimo cosa era successo ma non potevo dirlo a mio padre, nonché sceriffo della città.
-          C’è stata una specie di rissa a scuola…ma non ha importanza. L’importante è che per una volta ti trovavi nel posto giusto al momento giusto. Ora va a casa. Ci vediamo sta sera o più probabilmente domani.- riattaccammo. Una rissa. Bene, Scott e gli altri dovevano essere riusciti a camuffare tutto. Chissà come era andata a finire con Jackson.
Provai a chiamare il mio amico ma non mi rispose. Beh, avremmo parlato sicuramente domani. Ora avrei fatto meglio ad andare a casa come mi aveva suggerito mio padre.

 
Bene, ecco un altro capitolo. Mi assenterò per una settimana almeno così prima mi sono sbrigata ad aggiungere un nuovo capitolo. Vi è piaicuto? ^^

p.s. Andate a dare un’occhiata anche alla mia one-shot che ho scritto su Stiles e Lydia. Si intitola “Sei sempre stato tu…” .
Xoxo Hazel92

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Capitolo 13
*** Nuove scoperte ***


Kaylee


Appena Stiles varcò la porta di casa mia, mi buttai sul letto. Dio che serata! Avevo scoperto di vivere in una cittadina popolata da strane creature e gli amici che mi ero fatta erano  proprio quelli più coinvolti. Fantastico! Leggendo libri, mi ritrovavo spesso a fantasticare sul vivere qualcosa di diverso, una vita che non fosse banale come la mia…ma farlo davvero era un’altra cosa. E poi…c’era stato quel mancato bacio. Insomma, non me l’ero immaginato, no? Stiles stava davvero per baciarmi se mia madre non ci avesse interrotti. Oddio, e se mi avesse baciata poi che sarebbe successo? Come ci saremmo comportati? Forse è stato meglio così. Niente bacio, niente ulteriori complicazioni.


La mattina mi svegliai con un gran mal di testa dovuto al fatto che non avevo quasi chiuso occhio. Avevo delle occhiaie terribili. Mi spalmai in faccia un quintale di fondotinta per mascherarle, con il risultato che ora sembravo un trans, come gentilmente mi aveva fatto notare mia madre.
Andai a scuola con Stiles come ogni mattina, ma questa volta in macchina con noi c’era anche Scott. Ne io ne Stiles accennammo niente al fatto che volessi aiutarli e decidemmo di rimandare la conversazione all’ora di pranzo così avrebbe presenziato anche Allison.  A scuola non c’era Jackson e nonostante sapevo del Kanima, ero comunque in pensiero per lui. Probabilmente neanche aveva idea di quello che gli stava succedendo. Scott e Derek non erano riuscito a fermarlo e lui era scappato chissà dove.


In mensa fortunatamente Lydia non si sedette con noi, visto che stranamente non era a conoscenza di nulla. Così potemmo parlare tranquillamente. Sfortunatamente neanche Scott sembrava essere troppo disposto a lasciarmi partecipare.
-          Perché no? Non capisco…vi giuro che non mi esporrò. La famiglia di Allison non verrà a conoscenza di niente e nemmeno Derek e il suo branco. –
-          Probabilmente loro già lo sanno. – disse Scott – sono a due tavoli di distanza da noi e sicuramente stanno origliando… -
-          Ok, pazienza. Non vi creerò nessun problema. Resterò nell’ombra. –
-          Scott, non guardarla negli occhi. Con me ha usato la tecnica del gatto con gli stivali di Shrek e non ho saputo resistergli… -
-          Che sarebbe la tecnica del gatto con gli stivali di Shrek? –
-          Questa ! – dissi. E ricominciai a fare gli occhioni. – ti pregoooo! Se causerò qualsiasi tipo di problema, anche una cosa stupidissima mi tirerò indietro. – Sembrava che Scott iniziasse a convincersi. Era titubante così mi affrettai a rafforzare la mia tesi. – E poi Stiles avrà bisogno di una mano nel fare cose…da umano…no?  -
-          No, me la cavo benissimo da solo. –
-          Non ci credo… tu Allison che dici? – chiesi.
-          Beh…se davvero ti occuperai solo di cose “teoriche”…allora non credo ci siano problemi… -
-          E va bene! Ma dovrai stare molto attenta! Non hai idea del casino in cui ti sei messa! –
-          Si! Grazie! Non vi deluderò…anzi, c’è qualcosa in cui posso aiutarvi da subito? – chiesi speranzosa
-          Beh, forse si… - disse Allison. La guardammo tutti con aria interrogativa. Evidentemente non ero l’unica a non sapere a cosa si stesse riferendo.
-          Ho trovato il bestiario… -
-          Cosa? –
-          Quando? – esclamarono insieme Stiles e Scott.
-          Perché non me l’hai detto subito? – chiese quest’ultimo.
-          Non potevo parlartene per i corridoi! –
-          Scusate…che cos’è il bestiario? –
-          È una specie di enciclopedia su animali strani, mitologici, mutaforma…ci serve per sapere qualcosa sul Kanima… - mi spiegò Stiles
-          Ok, e dove l’hai trovato? – chiesi ad Allison.
-          Ce l’aveva mio nonno. E…non è un antico libro come pensavamo. Ma una pennetta USB. –
-          Una pennetta USB? – chiese Stiles.
-          Già… a quanto pare mio nonno è più moderno di quanto sembri. Però non ho ancora avuto modo di aprirla. A casa mia di certo non posso e nemmeno a scuola. Inoltre devo sbrigarmi altrimenti mio nonno se ne accorgerà. Non posso nemmeno passarvela qui perché ci sono telecamere dappertutto. Già si staranno insospettendo perché sono al tavolo con voi… - mi venne un’idea.
-          Non ci sono telecamere però nei bagni. – mi guardarono con aria interrogativa. – Allison, andremo in bagno insieme, cosa per niente strana perché si sa, le ragazze vanno sempre al bagno insieme, e li mi passerai la pennetta. Poi potresti dire di venire a studiare da me oppure possono venire anche solo Stiles e Scott o posso farlo anche da sola e appena avrò salvato tutto sul computer ti restituirò la pennetta. –
-          Si, mi sembra perfetto. Allora appena finiamo di pranzare andiamo in bagno insieme. Solo che non so se posso oggi pomeriggio…dovrei incontrarmi con mio padre per delle cose…da cacciatori… - Allison non sembrava affatto contenta.
-          Ed io devo vedere Derek…dobbiamo parlare di queste novità… - disse Scott. Mi girai verso Stiles.
-          Ok, andiamo da te subito dopo la scuola. Inizieremo con le nostre cose da umani…sei contenta? –
-          Si, credo di si! –
-          Bene. Kaylee passerò da te a riprendere la pennetta verso le 5…ok? –
-          Ok…sei sicura che non desterai sospetti? –
-          No, mi inventerò una scusa. E poi tu sei qui da poco…non penseranno che sei già coinvolta in queste cose… -

Procedemmo secondo i piani. Io ed Allison andammo in bagno e mi passò l’USB. Poi all’uscita di scuola io e Stiles andammo a casa mia.
Dopo un piccolo spuntino ci mettemmo al lavoro. Per prima cosa inserii l’USB e salvai tutto sul computer. Poi finalmente l’aprimmo. Era una raccolta di scansioni di un vecchio libro scritto in una lingua assurda.
-          Sembra latino… - disse Stiles
-          Si, ma non è latino classico…quello l’ho un po’ studiato…è latino arcaico… -
-          E non c’è niente che riesci a tradurre? –
-          Mmmm…no, direi di no. –
-          Perfetto! E ora come facciamo? –
-          Non lo so. Dovremo trovare qualcuno che sappia il latino arcaico. –
-          Aspetta! Forse conosco qualcuno che lo sa! – lo guardai sconcertata.
-          E chi sarebbe? –
-          Lydia! –
-          Lydia? –
-          Si, mi sembra che tempo fa avesse frequentato il corso che c’era a scuola. –
-          Ne sei sicuro? – insomma, Lydia non sembra esattamente un genio.
-          Si, fidati! Lydia è una delle persone più intelligenti che conosca, solo che probabilmente sono l’unico a saperlo. Si atteggia ad oca perché crede che altrimenti non sarebbe altrettanto popolare…-
-          Eh va bene, anche se non avrei mai detto che Lydia fosse intelligente, mi fido. Intanto però troviamo la pagina che riguarda il Kanima. -  scorremmo rapidamente le numerose pagine del bestiario, poi finalmente la trovammo.
-          Ferma,ferma! È questa…quello è sicuramente il disegno di un lucertolone! –
-          Si, e c’è anche scritto “Kanima”. Ok, ora la stampo e domani parleremo con Lydia. –
-          Dovresti parlarle tu comunque… -
-          Perché? – non avevo voglia di chiacchierare con Lydia.
-          Perché se lo facessi io, o Scott si insospettirebbe…tu sei nuova…non si farà domande… -
-          E va bene…ci parlerò io… -
Alle cinque in punto arrivò Allison. Gli consegnammo la pennetta e l’aggiornammo sulla nostra piccola scoperta e sul nostro proseguimento del piano. Era deciso…il giorno dopo avrei parlato con Lydia.


La mattina seguente, la prima cosa che feci appena messo piede dentro scuola, fu andare a cercare la rossa. La trovai al suo armadietto. Non mi ero fatta un piano su come approcciare…così seguii il mio istinto.
-          Ciao, Lydia! – lei mi guardò perplessa.
-          Ciao… - beh non aveva tutti i torti a guardarmi così. Non avevamo quasi mai parlato e ora mi presentavo tutta raggiante al suo armadietto.
-          Senti, dovrei chiederti un favore… -
-          Di che tipo? –
-          Ecco…tu per caso conosci il latino arcaico? Dovrei tradurre una cosa che mi ha inviato un mio amico della mia vecchia scuola…e Stiles mi ha detto che tu hai frequentato un corso…quindi mi chiedevo se potevi darmi una mano… -
-          Beh, si lo conosco. Ma sono molto impegnata questi giorni. Forse però posso oggi pomeriggio. Ti aspetto all’uscita di scuola. Andiamo a casa mia. –
-          Ok, perfetto. Ti ringrazio. –
-          Prego. Non ho molto tempo da dedicarti però. –
-          Ok,ok…ci vorrà poco… -

Bene, le cose erano andate alla perfezione. Lydia si era dimostrata piuttosto gentile ed ero curiosa di vedere casa sua. All’uscita l’aspettai come promesso e insieme andammo a casa sua. Guidava come una pazza e per tutto il tragitto mi ero aggrappata alla maniglia sopra la mia testa. Quando finalmente arrivammo tirai un sospiro di sollievo. La casa di Lydia era veramente grande e bellissima, con tanto di piscina. I genitori non erano in casa e noi salimmo direttamente in camera sua. Era proprio come me l’ero immaginata. Una perfetta camera da principessa sulle tonalità del lilla.
-          Allora, fammi vedere cosa devo tradurre… - tirai fuori la fotocopia che mi ero fatta del bestiario. Era una paginetta quindi Lydia non avrebbe dovuto avere problemi. Me la sfilò dalle mani e si mise a leggerla. Poi prese una matita ed iniziò ad annotare qualcosa sui bordi. Ero davvero curiosa di sapere cosa c’era scritto.  – Il tuo amico è un tipo strano… - mi disse. Per un attimo rimasi perplessa, poi mi ricordai la scusa che avevo usato.
-          Beh, si…un po’… si diverte a mandarmi tutte queste cose. È un po’ fissato con…il sovrannaturale… - certo che una scusa migliore non potevo inventarla. – Che cosa dice? –
-          Allora…si parla di un certo Kanima. – annuii. Questo lo sapevo già. – E’ un mutaforma simile a una lucertola. Che schifo. – aggiunse -  Spesso i mutaforma sono legati alla personalità dell’umano e in genere il kanima è una persona sola ed è legato a un padrone . –
-          Un padrone? –
-          Si, nel senso che qualcuno lo controlla. È una specie di burattino. –
-          Ne sei sicura? –
-          Si, certo! – mi rispose scocciata.
-          Ok,ok. E non dice altro? –
-          Mmmm… - diede un’ultima occhiata alla fotocopia – no, mi dispiace…è tutto qui… -
-          Ok, beh grazie…  - feci per andarmene ma lei mi fermò .
-          Kaylee…aspetta. – mi girai a guardarla. Che voleva adesso? – Sappi che in genere non faccio queste cose…ma, non dovresti vedermi come una rivale… –
-          Come scusa? –
-          Oh, non fare la finta tonta! Sei quasi più intelligente di me quindi hai capito benissimo a cosa mi riferisco…anzi, a chi… - era impazzita? Come se ne usciva con queste cose?
-          Non so di cosa stai parlando… - sentii le guance che mi diventavano rosse.
-          Ok, beh…anche se sono convinta che tu l’abbia già capito visto il colore delle tue guance, sto parlando di Stiles. – fece una breve pausa in cui probabilmente si aspettava una mia risposta che però non arrivò. Non sapevo che dire. – Mi dispiace avertelo rubato per il ballo, ma..anche se detto così sembra brutto…non sapevo con chi altro andare. Stiles è un ragazzo adorabile e so che sembra che io lo sfrutti o che semplicemente lo tratti male, ma in un certo senso è per il suo bene… - la guardai con aria perplessa. – Se il mio cuore non fosse già occupato da qualcun altro…lui sarebbe il candidato ideale… -
-          Ti riferisci a Jackson? – annuì. – Beh, in questo caso…sappi che anche io sono andata al ballo con lui perché non sapevo con chi altro andare… -
-          Beh, allora…abbiamo chiarito tutto, no? –
-          Si…grazie Lydia. –
-          Di niente…ma non parlare troppo in giro della mia intelligenza e bontà d’animo… - sorrisi. Iniziava a piacermi.
-          Tranquilla, terrò la bocca chiusa. –
Me ne andai da casa sua e mi recai alla fermata dell’autobus. Speravo arrivasse presto. Nel frattempo inviai un sms a Stiles e Scott. Non ero sicura che mandarlo ad Allison fosse una buona idea. Qualcuno della sua famiglia avrebbe potuto leggerlo. Scrissi solo una frase : “Qualcuno controlla il Kanima.”


 
Eccomi con un nuovo capitolo! Che ne pensate? Vi piace l’idea che Lydia e Kaylee possano diventare amiche?
Xoxo Hazel92
 
 
 

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Capitolo 14
*** Passi avanti ***


Stiles

Il messaggio di Kaylee ci aveva fatto agitare tutti. Qualcuno controllava il Kanima. Qualcuno sicuramente fuori di testa e senza un minimo d’umanità. Qualcuno controllava Jackson e lo costringeva ad uccidere persone innocenti. Ero sicuro però che non scegliesse le sue vittime a caso. No, c’era per forza uno schema. Avevo già notato che, a parte il padre di Isaach, tutte le altre vittime avevano ventiquattro anni. Per capirci qualcosa in più però mi serviva l’annuario dell’anno in cui c’erano tutte le vittime. Mio padre sicuramente ce l’aveva. Lo teneva anche in ufficio, ma si era fatto delle copie che tenevamo in casa. In fondo racchiudevano i volti di tutti coloro che abitavano o abitano tutt’ora a Beacon Hills. Fortunatamente era a lavoro, così andai nella sua camera a cercare. Dopo qualche minuto lo trovai. Me lo portai in camera ed iniziai ad analizzarlo. Avevano tutti la stessa età ed erano nella stessa classe del professor Harris. Ma ancora non riuscivo a collegare la figura del padre di Isaach. Alla fine decisi di arrendermi e di ricominciare le miei ricerche il giorno dopo. Iniziavano a chiudermisi gli occhi.
La mattina andai a prendere Kaylee come al solito e poi passammo anche da Scott. Durante il tragitto discutemmo della questione Kanima, ma decidemmo di non parlarne a scuola per non farci ascoltare da Isaach, Erica e Boyd. Scott preferiva parlarne direttamente con Derek. All’ingresso incontrammo Lydia e non potei fare a meno di notare il modo fin troppo amichevole con cui si salutarono.
-          Adesso siete amiche? – Kaylee alzò le spalle e non mi rispose. – Vi è bastato un pomeriggio insieme per capire che siete anime gemelle? –
-          Smettila Stilinski! Non siamo amiche…siamo più…complici… -
-          Non so cosa sia peggio… -
-          Perché cosa ci sarebbe di male se fossimo amiche? –
-          Oh, niente, niente… - invece stranamente la cosa mi dava alquanto fastidio. Forse mi aspettavo che Kaylee fosse gelosa di Lydia e che di conseguenza non potesse essere sua amica. Invece, questo mi faceva pensare che allora Kaylee non era minimamente interessata a me…

Come d’accordo evitammo tutto il giorno l’argomento Kanima, ma decidemmo di incontrarci nel pomeriggio per capire lo schema dell’assassino. Saremmo andati a casa mia, perché non potevo rischiare di portare in giro l’annuario di mio padre. All’ultimo però Scott ci diede buca, e così ci ritrovammo come al solito solo io e Kaylee. Ne avremmo approfittato anche per fare quella famosa ricerca di chimica che ultimamente stavamo decisamente trascurando. Mio padre era a casa, così fui costretto a presentargli Kaylee.
-          Buon giorno sceriffo, sono Kaylee… -
-          Buon giorno cara, è davvero un piacere fare la tua conoscenza. –
-          La ringrazio, anche per me… -
-          E poi è così raro avere una presenza femminile in casa… -
-          Ooook, noi andiamo a studiare! A dopo papà! – mentre salivamo le scale per raggiungere il piano di sopra Kaylee se la rideva sotto i baffi. – Che c’è di così di divertente? –
-          Oh, niente…pensavo solo che non è solo mia madre a mettermi in imbarazzo… -
-          No, purtroppo!- nel frattempo eravamo arrivati in camera mia.
-          E così non porti mai ragazze qui? –
-          No… -
-          Mmmm…nessuna ha mai visto la tua camera ? –
-          No, sei la prima… -
-          Wow, allora mi sento onorata…  -
-          E fai bene ! – le dissi con un sorrisetto malizioso. – Allora, hai intenzione di restare seduta sul mio letto oppure iniziamo il nostro lavoro? –
-          Mmmm…veramente sono piuttosto stanca…che ne dici se io dormo qui sul tuo letto e tu lavori per tutti e due? – si sdraiò sul letto a pancia in giù abbracciando il mio cuscino. Di nuovo sentivo il mio autocontrollo vacillare. Mi avvicinai al bordo del letto ed iniziai a farle il solletico. Cercava di resistere, ma poi iniziò a ridere a cercare di liberarsi dalla mia presa.
-          Ok, ok, mi arrendo! Ora mi alzo e ti aiuto! – disse facendomi la linguaccia come una bambina.
-          Ottima scelta Bates! –
Ci sedemmo alla scrivania e iniziammo a sfogliare l’annuario cercando di capirci qualcosa. Ci appuntammo tutto quello che ci sembrava utile, ma ancora non arrivavamo a capo di niente. Poi, mentre lo sfogliavamo per l’ennesima volta, Kaylee notò qualcosa.
-          Aspetta! Guarda la squadra di nuoto…ci sono tutte le vittime… - era vero, c’erano tutti. Poi il tassello più importante comparve ai miei occhi.
-          Guarda! – sotto la foto della squadra compariva quella dell’allenatore. – E’ il padre di Isaach! –
-          Ok, quindi chi controlla il Kanima ha qualcosa contro la squadra di nuoto… -
-          Il Kanima ha anche paura dell’acqua, quindi potrebbe essere che le paure di chi lo controlla, si riflettano su di lui… -
-          Si, potrebbe essere…ora dobbiamo capire chi e perché potrebbe avercela con la squadra di nuoto e con il loro allenatore… -
-          Ok, intanto però segnamoci i nomi di tutti i componenti…potremmo provare a salvarli… - iniziammo a scrivere i loro nomi e nel frattempo cercavamo notizie su di loro. Fortunatamente la maggior parte non viveva più a Beacon Hills. Si erano trasferiti dopo il diploma probabilmente, così rimanevano solo altre tre persone. L’unica ragazza tra i tre faceva la PR in una discoteca qui vicino.
-          C’è una serata questa sera! – disse Kaylee.
-          È, vero…e sarebbe perfetto per compiere un omicidio. Tanta gente, caos… -
-          Dobbiamo andarci!
-          Cosa? –
-          Stiles, avverti Scott e andiamo li…dobbiamo salvarla! –
-          Ok, ma tu  non vieni! È troppo pericoloso…e avevi promesso che non ti saresti esposta… -
-          Lo so, ma tu puoi rischiare la vita e io no? – sospirai. Era davvero cocciuta.
-          Ok, ora chiamo Scott. – gli riferii tutto e visto che avevamo ancora un po’ di tempo decidemmo di raggiungerlo alla clinica veterinaria. Probabilmente il veterinario che comunque sembrava essere molto di più, ci avrebbe dato una mano.

Scott gli aveva già spiegato tutto, così al nostro arrivo il piano era già pronto e prevedeva che io distribuissi, con l’aiuto di Kaylee, una polverina nera intorno al perimetro della discoteca, in modo da intrappolare Jackson. Beh, non sembrava troppo difficile.
Ci recammo alla discoteca insieme a Isaach, Erica e Boyd, che erano stati inviati li da Derek. A me e Kaylee venne dato il compito di controllare l’arrivo di Jackson, sempre se fosse arrivato. Una volta dentro avremmo iniziato a spargere quella polvere. Parcheggiammo piuttosto in lontananza e in un punto nascosto. Spensi i fari della macchina per non dare nell’occhio e rimanemmo li in silenzio ad aspettare. Di Jackson non c’era traccia, ma ad un certo punto intravidi i genitori di Allison.
-          Cavolo, non devono vederci o sospetteranno qualcosa! Scott mi aveva detto di inventarmi una scusa ma non mi viene in mente niente! –
-          Fai finta di baciarmi…- disse Kaylee. Rimasi un attimo spiazzato.
-          Come scusa? –
-          Su, muoviti! Penseranno che siamo venuti ad appartarci! –
-          Ma riconosceranno la macchina sicuramente… -
-          Se si avvicinano gli diremo che siamo venuti ad appartarci! –
-          Ma… -
-          Stilinski muoviti! -  avvicinai il viso a quello di Kaylee. Inclinai la testa di lato in modo che i signori Argent non si accorgessero che le nostre labbra non si toccavano davvero. Kaylee aveva chiuso gli occhi, mentre io no riuscivo a non guardarla. Soprattutto non riuscivo a non guardare le sue labbra. All’improvviso persi definitivamente l’auto controllo che già da tempo vacillava ogni volta che ero con lei e le baciai davvero. Lei per un attimo mi sembro sorpresa, ma poi ricambiò. Questo era il mio primo vero bacio. Si, mi era capitato di baciare delle ragazze, magari durante quegli stupidi giochi che si facevano alle feste, ma non avevo mai preso l’iniziativa con nessuna. Tantomeno con qualcuna che mi piaceva. Le sue labbra erano morbide e sapevano di lucidalabbra alla fragola. In quel momento mi scordai di tutto. Del kanima, dei licantropi, degli Argent che probabilmente ci stavano guardando. Le posai una mano sul collo e entrambi ci avvicinammo di più. Ci staccammo solo qualche secondo e neanche del tutto mentre lei con le labbra ancora vicine alle mie e un mezzo sorriso mi diceva – Avevo detto per finta, Stilinski… -
-          Così però siamo più credibili… - dissi anch’io sorridendo.
-          Anche questo è vero… - e ricominciammo a baciarci. Sta volta con più…passione. Dio, sarei potuto rimanere così in eterno. Magari però in un posto più comodo. Venimmo interrotti da qualcuno che bussava al finestrino della mia auto. Mi staccai malvolentieri da Kaylee e mi girai a guardare chi fosse anche se già lo immaginavo. Era Chris Argent. Abbassai il finestrino.
-          Signore… - dissi.
-          Mi dispiace interrompervi ma…posso sapere che ci fate qui…oltre beh…quello che può sembrare? –
-          Beh, scusi la franchezza ma siamo qui proprio a fare quello che sembra… - risposi con un sorrisetto compiaciuto. Magari fosse stato vero. Adesso non avevo nemmeno idea di come comportarmi.
-          Oh, allora…scusatemi… - e se ne andò. Mi girai verso Kaylee. Non feci in tempo a dirle niente che arrivò un sms sul mio telefono.  Era di Scott. “Jackson è dentro. Sbrigatevi!” Cavolo, Chris Argent ci aveva distratti. O forse Jackson non era passato di qui. In ogni caso dovevamo davvero sbrigarci. Kaylee mi precedetto.
-          Andiamo! – disse. Afferrai il sacchetto con la polvere nera e ne diedi un po’ anche a lei. Prima che se ne andasse le afferrai il polso e le dissi – Stai attenta… -
-          Anche tu… -

 
Ed ecco il tanto sospirato bacio! ^^ Che ve ne pare? Voglio tante recensioni! ^^ Anzi, a proposito, ringrazio tutti coloro che hanno lasciato una recensione, che hanno messo la mia fan fiction tra le “seguite”, ma ovviamente anche chi semplicemente la sta seguendo!
Ho in testa un’idea per una nuova fan fiction ambientata dopo la fine della seconda stagione…ma non so se riuscirei a mandarne avanti due contemporaneamente! Mmmm…si vedrà! ^^
Xoxo Hazel92
 

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Capitolo 15
*** Senza via di fuga ***


Angolo dell’autrice: è un po’ che non aggiorno, ma sono stata leggermente impegnata e poi mi stavo dedicando anche ad un’altra ff che ho iniziato. Per chi ancora non l’avesse vista, passi a dare un’occhiata. Il titolo è “L’era degli Alpha”. Non mi resta che augurarvi una buona lettura! E…come sempre, lasciate qualche recensione! ^^
 

Kaylee

Non avevo fatto in tempo. Non ero riuscita a disporre tutta la polvere fino ad arrivare a ricongiungermi con Stiles. Che stupida che sono! Anzi, stupida e inutile! Se mi fossi sbrigata, adesso non mi ritroverei immobilizzata dal collo in giù tra le braccia di una lucertola gigante. Chissà dove mi sta portando. Sicuramente in qualche posto isolato per uccidermi. Le sue mani, o zampe…erano sporche di sangue, il che significava che questa sera aveva già fatto delle vittime. Non eravamo riusciti ad impedirglielo. In più mi ci ero messa io che mi ero fatta cogliere di sorpresa, e adesso per salvarmi qualcun altro avrebbe rischiato la sua vita. Perché sarebbero venuti a salvarmi, vero?  Non vedevo dove stavamo andando, ma ero sicura che non stessimo camminando per strada. Era come se saltasse. Probabilmente ci trovavamo a parecchi metri d’altezza. Fantastico.  Ad un certo punto il Kanima arrestò la sua corsa. Entrò in una casa. O meglio, nel garage di una casa. Qualcuno accese la luce. Ero sicura che non fosse stato il Kanima perché le sue braccia erano intente a tenermi. Poi sentii una voce.
-          Bene Jackson, a lei ci penso io. Ora vai a fare il tuo dovere. –  l’avevo già sentita. Ne ero sicura. Ero finita nel covo del padrone del Kanima. Non poteva andarmi peggio. In fondo il vero assassino era lui. La lucertolona mi posò a terra con la faccia rivolta verso l’alto finalmente, così vidi tutto. La voce che avevo riconosciuto era quella di Matt. Non avevamo mai avuto grandi rapporti, però avevamo alcune lezioni insieme. Ero ancora immobilizzata, però riacquistai l’uso della parola.
-          Sei tu che controlli Jackson… - 
-          Sei perspicace… - mi rispose in tono ironico.
-          Non era una domanda… -
-          Ahah, capisco perché Stilinski si sia preso una cotta per te…avete lo stesso temperamento… -  odiavo trovarmi in quella situazione. Ero completamente indifesa. Avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa e io non avrei potuto difendermi in alcun modo. Il mio telefono iniziò a squillare. Probabilmente era Stiles che mi cercava. Se solo avessi potuto muovermi…sarebbe stata la mia occasione per chiedere aiuto. Matt mi infilò la mano in tasca per prendere il mio telefono e ci impiegò molto più del dovuto. Fantastico era pure maniaco. Riattaccò .
-          Cosa vuoi fare? – gli chiesi
-          Intendi di te…o in generale? – non gli risposi così continuò da solo. – Tranquilla, a te non voglio fare niente, se non tenerti in ostaggio per un po…e non voglio uccidere nemmeno i tuoi amichetti…a meno che non intralcino i miei piani… -
-          E quali sarebbero? –
-          Adesso vuoi sapere un po’ troppo Kaylee… - poi mi si avvicinò. Mi mise a sedere e mi trascinò vero una trave di legno. Prese del nastro biadesivo e mi legò i polsi. Poi invece legò il mio torace alla trave con una corda. Successivamente mi immobilizzò anche i piedi.
-          Che stai facendo? Non posso muovermi se non l’avessi notato… -
-          Per ora no, ma tra un po’ il veleno smetterà di fare effetto e non posso rischiare di perderti…sei la mia esca… -  il telefono ricominciò a squillare e Matt attaccò di nuovo. Poi mi fece una foto.
-          Che cavolo fai? –
-          Questa la mando al tuo amichetto…voglio vedere come si  comporteranno. Ora devo andare da un'altra parte. Il tuo telefono ovviamente lo porto con me. Torno presto tranquilla… -
-          Fai pure con comodo… -
-          Forse è meglio che ti chiuda la bocca… - mi mise del nastro adesivo anche sulla bocca per impedirmi di parlare. Era svanita anche la mia ultima speranza di chiedere aiuto. Matt si allontanò con aria soddisfatta. Spense la luce del garage, chiuse la porta e mi lasciò li. Solo allora iniziai a piangere.
 
 
 Lo so, questo capitolo è molto corto, ma volevo creare un po' di suspance per il prossimo! :-)
Xoxo Hazel92
 

 

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Capitolo 16
*** Non c'è tempo... ***


 Stiles


Era passato parecchio tempo da quando io e Kaylee c’eravamo divisi. Troppo. Iniziavo a preoccuparmi. Feci il giro dell’edificio ma di lei non c’era traccia. Provai a chiamare Scott.
-          Accidenti, rispondi! – niente. Dopo svariati squilli partì la segreteria telefonica. Non sapevo che fare.

Dentro la discoteca dovevano esserci Isaach e Erica, così mi avvicinai all’entrata, ma un tizio enorme mi spinse via dicendo che non c’era più possibilità di entrare. Provai a chiamare Kaylee, ma dopo pochi squilli cadde la linea. Riprovai con Scott. Niente neanche con lui, così mi ritrovai costretto a chiamare Derek.
-          Che c’è Stilinski? – mi rispose dopo pochi squilli con il suo solito tono amichevole.
-          Devi venire subito qui…non riesco a rintracciare Scott e nemmeno Kaylee…ho un brutto presentimento…-
-          Ero già per strada. Arrivo. – nell’attesa provai a richiamare Kaylee. Niente. Di nuovo cadde la linea. Feci per infilare il telefono in tasca, quando mi arrivò un sms. Era di Kaylee. Lo aprii sperando di leggere buone notizie, invece mi apparve una foto, e mi si fermò il cuore. Poco dopo arrivò Derek e non persi tempo a mostrargli la foto che avevo ricevuto.
-          Questa non ci voleva! – esclamò digrignando i denti. – Potrebbe averla presa il Kanima…o meglio, il suo padrone… -
-          Dobbiamo trovarla… -
-          Prima ci serve un piano e soprattutto ci servono Isaach, Erica e Scott. –
-          Ok, tu vai a cercarli. Io vado a casa. Ho bisogno del computer per cercare di localizzare il telefono di Kaylee. Se trovi Scott digli di venire a casa mia. –  io e l’Alpha ci dividemmo e io mi precipitai a casa.


Entrai di corsa, e quasi non mi accorsi di mio padre che era seduto in cucina con aria assente. Nonostante andassi di fretta, mi accorsi che qualcosa non andava. Mi avvicinai.
-          Papà, tutto bene? – lui dopo un po’ alzò lo sguardo. Mi guardava in maniera confusa, quasi non si ricordasse chi fossi.
-          Si, tutto bene… -
-          Sei sicuro ? –
-          Mi hanno licenziato… - per un po’ non dissi niente. Quella frase mi aveva scioccato. Mio padre licenziato? Perché? Metteva tutto se stesso in quel lavoro.
-          Come? Perché? – riuscii a chiedere. Ma avrei preferito non averlo fatto.
-          A quanto pare non è visto molto di buon occhio uno sceriffo il quale figlio si ritrova spesso su scene del crimine…e inoltre hanno scoperto che ti ho raccontato qualcosa di troppo… -
-          Mi dispiace… - non sapevo che altro dire. Mi sentivo uno schifo.  –Perché non sei arrabbiato? –
-          Sono troppo stanco per arrabbiarmi con te… -  poi si alzò e mi lasciò da solo, a odiarmi. Non potevo nemmeno permettermi di odiarmi in quel momento però, perché dovevo trovare Kaylee.

Corsi in camera e accesi il computer. Quel rottame era lentissimo. Gli diedi qualche botta sperando che migliorasse la situazione, ma niente. Quando finalmente iniziò a funzionare, inserii tutti i dati per localizzare il telefono. Chiunque avesse il telefono, di certo non era Kaylee perché legata com’era non avrebbe potuto muoversi. Chi controllava il kanima l’aveva portato con se. Cercai di capire dove si stesse dirigendo. Stava andando verso la centrale di polizia. Poi mi squillò di nuovo il cellulare. Un altro sms. Sempre da parte di Kaylee.

“ Se vuoi rivedere la tua amichetta, vieni con McAll alla centrale di Polizia. Porta anche tuo padre.”

Dannazione. Ci mancava solo questa. Con che coraggio sarei andato da mio padre a chiedermi di aiutarmi? Per di più mettendolo in pericolo. Ma non avevo scelta. Entrai nella sua camera. Era sdraiato sul letto. Con la luce spenta.
-          Papà…- lo chiamai.
-          Che c’è Stiles? – feci un respiro profondo e finalmente trovai il coraggio di parlare.
-          So che non è il momento adatto e che molto probabilmente non ti fidi di me, ma…hai presente tutti quegli omicidi a cui stai lavorando? –
-          Stavo… -mi corresse. E al mio cuore mancò di nuovo un battito. Era davvero una sensazione orribile sentirsi in colpa.
-          Si, beh…credo che potremmo trovare l’assassino. –
-          Non prendermi in giro Stiles. Non sono dell’umore adatto.  –
-          Non sto scherzando. – sapevo che così non mi avrebbe dato ascolto, così afferrai il cellulare e gli mostrai prima la foto di Kaylee e poi l’sms. Catturai definitivamente la sua attenzione.
-          Dov’è Scott? – mi chiese. Stavo per rispondere che non avevo idea, ma una voce mi precedette.
-          Eccomi! – mi girai e mi ritrovai il mio migliore amico alle spalle. Gli spiegai brevemente cosa era successo e cosa dovevamo fare. Poi mentre mio padre prendeva la macchina gli chiesi cosa fosse successo a lui. Non aveva una bella cera.
-          La madre di Allison ha cercato di uccidermi. – splancai gli occhi. – per fortuna è arrivato Derek. Mi ha salvato, ma…ha morso lei… -
-          Morso nel senso che ora è….-
-          Si… -
-          Wow…- fummo interrotti da mio padre. Salimmo in macchina e ci precipitammo alla centrale. Speravo solo che non fosse troppo tardi.


 
Salve a tutti! ^^ Piaciuto il capitolo? Ho deciso di saltare tutta la parte del compleanno di Lydia e andare direttamente al sodo, anche se così la mia storia sarà un po’ più breve. Credo mi manchino circa quattro capitoli alla conclusione. Un po’ mi dispiace…e spero dispiaccia anche a voi…^^ Ringrazio tutti coloro che la stanno seguendo e in particolare chi mi ha lasciato qualche recensione. Grazie mille, davvero.
Xoxo Hazel92

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Capitolo 17
*** Who controls the Kanima? ***


Angolo dell’autrice:Mi scuso tantissimo per il ritardo. Spero possiate perdonarmi! Per la prima volta i capitoli non saranno a punti di vista alternati, il che significa che anche questo sarà raccontato da Stiles, perché Kaylee trovandosi in un garage non avrebbe molto da raccontarci XD Non mi resta che augurarvi una buona lettura…^^
 
Stiles


Raggiungemmo la centrale il più in fretta possibile. Guidavo io, e in una sola sera dovevo aver violato parecchi codici stradali, a cominciare dai limiti di velocità, ma non mi importava, e stranamente nemmeno a mio padre. Una volta arrivati, scendemmo di corsa e ci precipitammo all’interno. Rimasi un attimo perplesso nel non vedere nessuno all’entrata, ma facendo qualche passo in avanti mi accorsi perché. La poliziotta che avrebbe dovuto riceverci era stesa a terra, in un bagno di sangue. Indietreggiai inorridito e finii addosso a mio padre. Lo guardai e vidi i suoi occhi lucidi.  Ci spostammo poi tutti e tre, e lo spettacolo divenne sempre più raccapricciante man mano che percorrevamo i corridoi della centrale. Il pavimento era ricoperto da corpi senza vita e dal loro sangue. Probabilmente avremmo fatto anche noi la stessa fine da li a poco tempo, e dopo di  noi sarebbe toccato anche Kaylee se non fossi riuscito a salvarla. Mi girai a guardare il mio amico, e anche nei suoi occhi vidi solo disperazione. Poi sentii una voce…una voce conosciuta…che diceva il mio nome.
-          E bravo Stiles, vedo che quando ti pare esegui bene gli ordini… - ci girammo tutti verso il disgustoso proprietario di quella disgustosa voce. 
-          Matt!- esclamammo insieme io e Scott. Aveva una pistola in mano…puntata verso di noi, ma in quel momento non mi importava. Volevo saltargli addosso e ridurlo in mille pezzi, come aveva fatto con tutta questa gente. Matt controllava il Kanima. Ne ero sicuro. Non mi era mai piaciuto, ma non l’avrei creduto capace di tutto questo. Mi faceva ribrezzo.
-          Dov’è lei? -  lo dissi con tutta la rabbia che avevo in corpo.
-          Con calma, Stilinski. Prima dovete fare delle cose per me. –
-          Perché non abbassi la pistola intanto? – intervenne mio padre.
-          Perché non chiude la bocca e non fa come le dico? – mio padre esitò un attimo, poi rispose.
-          Va bene, faremo quello che vuoi. – Matt ci costrinse ad entrare nell’ufficio di mio padre. Voleva che cancellassimo tutto ciò che poteva ricondurre a lui. I patti erano che ci avrebbe lasciato vivere, se non avessimo detto niente sul suo conto. Accettammo, anche se tutti e tre sapevamo bene che non avremmo mai rispettato il patto.
-          Bene, adesso chiama tua madre e dille di venire qui… - disse rivolto a Scott.
-          Che cosa? No, non se ne parla! –
-          Posso sempre cancellare il patto McAll…-  Scott era esitante. Lo capivo, non voleva mettere a repentaglio la vita della madre. Rivolse uno sguardo prima a me e poi a mio padre, e poi si decise a chiamarla.
-          E adesso? Abbiamo fatto quello che volevi…puoi lasciarci stare o quantomeno abbassare quella pistola…– dissi.
-          Vai troppo di fretta Stilinski…non abbiamo ancora finito. – ci costrinse di nuovo, con la pistola puntata alla schiena, ad andare dove voleva lui. Ci portò in una delle celle,e li ammanettò mio padre. Cercai di protestare, ma mio padre mi disse di lasciar perdere e fare quello che diceva. Forse aveva ragione…così era meno pericoloso. Io e Scott accompagnati dallo psicopatico risalimmo sopra. Immaginai stessimo aspettando l’arrivo della madre di Scott. Dopo poco tempo, sentimmo bussare. Scott andò ad aprire parecchio esitante, anche se mi sembrava strano che Melissa fosse già arrivata. Infatti avevo ragione. Alla porta c’era Derek. Per la prima volta ero davvero felice di vederlo. Purtroppo però la mia felicità venne interrotta dall’arrivo del Kanima, che con il suo solito taglio dietro al collo fece cadere Derek al suolo…paralizzato.  Fantastico. Così non ci sarebbe stato affatto d’aiuto. Matt sorrideva al suo animaletto. Poi si rivolse a me.
-          Ogni luna piena è come un fottutissimo Halloween….tranne per te Stiles…in cosa ti trasformi? –
-          Nell’abominevole uomo delle nevi…ma è più una cosa…stagionale… - evidentemente Matt non apprezzava il mio sarcasmo, perché ordinò a Jackson di riservarmi lo stesso trattamento di Derek. Precipitai accanto a lui…completamente immobile. Dio, odiavo quella sensazione di impotenza. Dopo poco arrivò Melissa. Scott, era già piuttosto scosso alla vista di me e Derek a terra. Questa non ci voleva. Melissa era terrorizzata. Scott le si avvicinò cercando di calmarla e convincendola a fare quello che le chiedeva Matt. Scott poi si chinò su di me.
-          Dopo torno a darti una mano… -
-          Lo spero amico… -  sia lui che Melissa sparirono seguiti da Matt. Dopo poco sentii uno sparo e l’urlo di Melissa. Dio, speravo non le fosse successo niente. Nel frattempo Derek aveva iniziato a far uscire il veleno del Kanima dalla sua gamba, ferendosi con le sue stesse unghie. Era una cosa disgustosa. Avrei potuto farlo anche io se non fossi stato un umano, perché probabilmente con una ferita del genere sarei morto dissanguato. L’Alpha dopo poco si riprese. In quel momento però successe di tutto. Sentii delle voci, degli spari, dei vetri rotti…e poi Scott mi raggiunse. Mi tirò su. Nel frattempo avevo iniziato anche io a sentirmi meglio. Guardò Derek non sapendo cosa fare.
-          Aiuta lui…agli altri penso io…- Scott annuì e mi portò in una stanzetta.
-          Che succede? – gli chiesi
-          Sono arrivati gli Argent…c’è anche Allison con loro… -
-          Cosa? Allison? –
-          Già…senti, resta qui ok? – anuii. Scott mi fece adagiare su una sedia, ma anche se ero mezzo paralizzato, non ce la facevo proprio a rimanere con le mani in mano. Volevo sapere come stava mio padre, se era ancora vivo…e da dove mi trovavo non doveva essere troppo lontano. Mi buttai a terra e iniziai a strisciare aiutandomi solo con le braccia e la testa. Era davvero faticoso, ma la forza data dal terrore di perdere qualcuno era davvero tanta. Raggiunsi la cella, ma mio padre non fece in tempo ad accorgersi di me. Scott era li, e sua madre chiusa in una cella. L’aveva sicuramente visto in faccia, visto trasformato in licantropo, perché era terrorizzata. Poi arrivarono il kanima e Derek e poi anche Matt, che colpì mio padre alla testa con una pistola. Chiusi gli occhi istintivamente. Non volevo guardare. Non potevo guardare. Non so come o perché mi ignorarono, fatto sta che mi lasciarono in vita. Questa volta aspettai saggiamente di essermi ripreso del tutto. Mi alzai in piedi. Raggiunsi Melissa e cercai di tranquillizzarla. Afferrai il cellulare che fortunatamente avevo ancora in tasca e chiamai la polizia per chiedere aiuto. Qualche poliziotto ancora vivo doveva pure esserci . Controllai che mio padre stesse bene e poi tornai al piano di sopra. Non c’era più nessuno. Beh, a parte i cadaveri dei poliziotti. Poi mi corse incontro Scott.
-          Stiles! Stai bene? –
-          Si…tu? Che succede qui? –
-          Ho perso Matt…non so che fine ha fatto…però ci sono Gerard, Allison e Chris…stanno combattendo contro di noi e il kanima…non so perché… -
-          Mi dispiace… - gli dissi. Sapevo che l’incubo peggiore per il mio amico era quello di vedere la ragazza che amava lottare contro di lui. Tentare di ucciderlo. Io però adesso dovevo salvare la ragazza che io amavo. Si,mi ero innamorato di Kaylee Bates. Ci eravamo scambiati un solo bacio, e per giunta poche ore fa, anche se mi sembrava essere passata una vita, e…nel frattempo mi ero accorto, in qualche assurdo modo che ancora non mi spiegavo, di essermi innamorato di lei. Forse era successo dal primo giorno in cui è arrivata qui, eppure me ne accorgevo solo ora. Mi era venuta una mezza idea di dove potesse essere ora, così salutai il mio amico, augurandogli buona fortuna. Salii in macchina e mi precipitai più in fretta che potevo verso casa si Matt.
 

Piaciuto il capitolo? È anche abbastanza lungo…quindi spero di essermi fatta perdonare della lunga attesa. Lasciatemi qualche recensione. *.*
Xoxo Hazel92

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Capitolo 18
*** Fiducia... ***


Angolo dell’autrice:Hola! Mi scuso per l’assenza, ma ero sotto esami e ora che me ne sono liberata posso dedicarmi finalmente alle mie ff. Questo capitolo mi piace molto…non so, credo che mi sia venuto piuttosto bene. Quindi mi piacerebbe davvero avere le vostre opinioni. Buona lettura. ^^

 
Kaylee


Non avevo idea di quanto tempo fosse passato. Non era facile calcolare i minuti che scorrevano chiusa dentro un garage e completamente al buio. Mi faceva malissimo la schiena e i polsi erano doloranti. Avevo cercato di liberarmi, ma senza risultati. Dopo il crollo iniziale, mi ero ripresa e constatato che da sola non sarei riuscita ad andarmene da li, decisi di aspettare che Stiles venisse a salvarmi. La fiducia che riponevo il quel ragazzo era incredibile, stupiva anche me stessa. Non mi ero mai affidata completamente a qualcuno, nemmeno a mia madre. Con lui era diverso. Saperlo vicino mi faceva sentire al sicuro, come se fossi rinchiusa in una stanza di cemento armato impenetrabile a chiunque. Con lui nessuno poteva farmi del male, e anche se fosse successo sarebbe stato tutto meno doloroso. Adesso non era con me, ma ero sicura che appena avesse potuto sarebbe venuto a cercarmi. Mi ritrovai a pensare al bacio che ci eravamo scambiati qualche ora fa…era stato…perfetto. Un dubbio però continuava a perseguitarmi. E se l’avesse davvero fatto solo per mandare fuori strada il padre di Allison? Scossi la testa, e per una volta decisi di essere fiduciosa. Non era stato un bacio normale. Ed ero sicura che se ne fosse accorto anche lui.


Non riuscii a portare a termine i miei pensieri, perché sentii dei rumori. Qualcuno…stava cercando di aprire la porta. Era Stiles. Doveva essere lui. Matt aveva le chiavi. O forse era il Kanima…o… La porta si spalancò. Me ne accorsi perché sentii entrare una ventata di aria gelida oltre all’assordante rumore. Poi sentii la sua voce. La voce più bella del mondo.
-          Kaylee? – mugugnai qualcosa, perché lo scotch che avevo davanti alla bocca mi impediva di parlare. Poi accese la luce. Mi corse in contro e si inginocchiò ai miei piedi. Le sue mani cercarono immediatamente il mio viso. E poi anche la sua bocca. Mi strappò il nastro adesivo dalla faccia e mi baciò delicatamente, mentre le sue mani continuavano a scorrere frenetiche su tutto il mio viso e fra i capelli. Continuava a ripetere il mio nome Kaylee, Kaylee, Kaylee… ed ero assolutamente convinta che nessuno l’avesse mai pronunciato così bene. Le sue mani seguitavano ad accarezzarmi e le sue labbra calde e morbide mi ricoprivano di baci. Aveva detto qualcos’altro oltre al mio nome. Qualcosa del tipo “Ho avuto paura di perderti” ma non gli prestai troppa attenzione. Ero completamente presa dall’assaporare ogni perfetto istante in cui le sue mani e le sue labbra entravano in contatto con la mia pelle. Poi si staccò da me per slegarmi braccia e gambe e tornai in me stessa. Più o meno. Mi aiutò ad alzarmi in piedi e mi accolse subito tra le sue braccia. Si, sarei decisamente potuta rimanere così per sempre. Poi mi decisi a dire qualcosa.
-          Sapevo saresti venuto a salvarmi… - non riuscivo a vederlo in faccia, perché il mio viso era completamente spiaccicato contro il suo petto, ma ero sicura che avesse sorriso.
-          Non riesco ancora a capire perché riponi tutta questa fiducia in me… - alzai la testa per guardarlo bene in faccia. Non volevo che dubitasse di se stesso.
-          Tu sei il mio eroe… - gli dissi. Non so da dove mi fossero uscite quelle parole, ma sembrarono avere l’effetto desiderato. Sorrise di nuovo, e di nuovo mi strinse contro il suo petto. Appoggiò la bocca sulla mia testa e lo sentii inspirare profondamente. Sperai di avere un buon odore, anche se ne dubitavo fortemente.
-          Kaylee Bates…- lo sentii mormorare con le labbra poggiate sulla mia nuca. Mmmm…era davvero sexy quando pronunciava il mio nome. – Sai una cosa? – scossi impercettibilmente la testa. No, non sapevo niente, tantomeno in questo momento. – Credo proprio di essermi innamorato di te… - il mio cuore mancò un battito. Non potevo credere che l’avesse detto davvero. Percepii la sua tensione dovuta al fatto che io non reagivo. In alcun modo. Ero innamorata di lui anche io, certo. Come potevo non esserlo? Ma non riuscivo a parlare, così feci l’unica cosa che in quel momento mi sembrava sensata. Alzai la testa e incontrai i suoi bellissimi occhi nocciola. Gli misi le braccia intorno al collo e avvicinai le mie labbra alle sue. Era incredibile come ogni bacio con lui continuasse a darmi sempre le stesse sensazioni, anzi forse più forti. Stiles riacquistò quella sicurezza che aveva perso a causa del mio mutismo, e mi circondò con le sue braccia. Fu un bacio dolce, appassionato, disperato, sexy…e…non so, era il bacio migliore che avessi mai dato in vita mia. Rimanemmo così per diversi minuti, poi fu lui a staccarsi. Feci una sorta di mugugnio lamentoso come protesta, ma me ne pentii subito. Lui mi sorrise e mi costrinse a guardarlo negli occhi .

-          Resterei qui a baciarti per l’eternità, ma dobbiamo avvertire la polizia che ti ho ritrovata e che sei tutta intera. – annuii. Mi sentivo così stupida. Perché non riuscivo più a parlare?
Stiles chiamò la polizia o suo padre…o entrambi. E purtroppo avvertì anche mia madre. Uscimmo dal garage ed aspettammo abbracciati l’arrivo di tutta questa gente. Mia madre mi corse in contro e mi strinse un abbraccio disperato. Io ricambiai e lei scoppiò a piangere. Buttai un occhio verso Stiles e mi accorsi che anche lui era immerso nell’abbraccio di suo padre.
Fu una nottata davvero lunga. Nonostante le proteste di mia madre, che voleva portarmi a casa, fui costretta ad andare in centrale per lasciare la mia deposizione su quello che era successo. Stiles rimase sempre al mio fianco ovviamente. Non entrammo dalla porta principale, ma scendemmo in una sorta di scantinato, perché mi dissero che c’era qualcosa che sarebbe stato meglio non vedere. Non feci domande e li seguii. Mi dissero che Matt non era stato ancora trovato, ma che una squadra era sulle sue tracce. Finito l’interrogatorio tornai a casa con mia madre. Non volevo lasciare Stiles, ma ero davvero troppo esausta per poter protestare. Ci salutammo con un abbraccio e lieve bacio sulle labbra, poi mi lascai trascinare a casa da mia madre. Salii subito in camera mia e mi buttai sul letto senza nemmeno togliermi i vestiti. Mia madre fece altrettanto e mi accoccolai tra le sue braccia. Dopo poco ci addormentammo entrambe…e stranamente furono dei sogni tranquilli.

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Capitolo 19
*** Stiles ***


Angolo dell’autrice:Innanzi tutto mi scuso per l’enorme ritardo! Pardon! Il fatto è che non ero particolarmente ispirata e se devo essere sincera dipendeva molto dal fatto che mi ero convinta che questa storia non fosse un gran che e che nessuno l’apprezzasse più di tanto. Tuttavia l’avete inserita davvero in molti tra le seguite/ricordate/preferite e non posso che ringraziarvi! Però non ricevevo più recensioni e quindi mi ero un po’ demoralizzata. Comunque non l’avrei mai lasciata incompleta. ^^

Ora sono tornata, ancora non completamente ispirata, ma spero che questo capitolo sia decente. Se vi va lasciatemi anche una minuscola recensione…mi farebbe davvero piacere. ^^
Un’ultima cosa e poi vi lascio al capitolo. 
Questo è il link di un’altra mia ff su Teen Wolf
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1218033&i=1

Mentre questa è una fan fiction che sto scrivendo su Josh Hutcherson XD Lo amo, non posso farci niente e amo la saga di Hunger Games…quindi se c’è tra voi qualche Hutchers…passate a dare un’occhiata. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1333003&i=1

Bene, ho finito di rompere. Buona lettura! Xoxo Hazel92
 
Kaylee

La mattina venni svegliata dalla suoneria dei messaggi del mio cellulare. Aprii gli occhi faticosamente, e fui felice di notare che mia madre era ancora li accanto a me. Aveva il sonno pesante perciò non si era svegliata. Afferrai il telefono. Il messaggio era da parte di Stiles. “Buongiorno piccola, come stai? Ho delle buone notizie da darti, ma vorrei farlo di persona. Dimmi tu quando posso passare a trovarti. –S “ Non potei fare a meno di sorridere. Era decisamente un buon risveglio dopo una serata così movimentata. Prima di rispondere a Stiles però decisi di svegliare mia madre. Dopo diversi tentativi, finalmente si decise ad aprire gli occhi.

Le dissi del messaggio di Stiles e dopo un po’ riuscii finalmente a convincerla ad andare a lavoro perché tanto mi avrebbe tenuto compagnia Stiles. Era ancora piuttosto in ansia dopo la serata di ieri, ed era comprensibile, ma stavo bene…e l’importante era quello.
Decisi di darmi una sistemata, perché avevo ancora addosso i vestiti della sera precedente, il trucco mi era colato e iniziavo a puzzare. Farmi una doccia era decisamente la cosa migliore.

Quando sentii suonare il campanello, mi precipitai giù dalle scale. Ero davvero felice di rivedere Stiles. Non avevo la minima idea di come comportarmi però, così quando aprii la porta  e me lo ritrovai davanti sorridente e bellissimo come al solito, decisi di buttargli le braccia al collo e stringermi fra le sue braccia.
Lo presi per mano e lo trascinai verso il divano nella sala da pranzo. Una volta seduti mi accoccolai a lui, poggiandogli la testa su una spalla. Stiles invece mi circondò con entrambe le sue braccia riuscendo a diffondermi come sempre quella sensazione di sicurezza che solo lui sapeva darmi. Restammo per un po’ così, in silenzio…poi mi sentii in dovere di dire qualcosa.
-          Come stai? – gli chiesi. Lo sentii accennare una risata prima di rispondermi.
-          Dovrei chiedertelo io visto quello che hai passato ieri sera… - decisi di girarmi per vederlo in faccia. Come era possibile che pensasse sempre prima agli altri e poi forse…a se stesso? Non avevo mai conosciuto una persona come lui.
-          Io sto bene. – feci una piccola pausa – Soprattutto adesso che sei qui con me. – L’avevo fatto sorridere e non potevo che esserne felice. – Adesso però rispondimi tu… -
-          Sto bene anche io… - ma non me la raccontava giusta.
-          Hai detto che c’erano delle buone notizie, ma dalla tua faccia non mi sembra. Che è successo? –
-          Niente Kaylee…davvero. Ci sono solo buone notizie…-
-          Stiles….- non gli credevo. Si vedeva che c’era qualcosa che non andava.
-          E va bene…ieri…mio padre è stato licenziato. –
-          Cosa? – non me lo aspettavo proprio. – Perché? – continuai.
-          Per colpa mia… -
-          Ma che stai dicendo, Stiles!?! –
-          A quanto pare non va bene che il figlio dello sceriffo si ritrovi più e più volte su una scena del crimine… se solo potessi dirgli la verità! –
-          Stiles… - gli dissi dolcemente iniziando ad accarezzargli una guancia – Mi dispiace davvero molto. Ma non devi sentirti in colpa…se tuo padre sapesse che rischi ogni giorno la tua vita per aiutare i tuoi amici, sarebbe fiero di te. Anzi…sono sicura che lo è comunque. –
-          Beh…io no, per niente. Sento che le cose tra noi sono cambiate…e quello che è successo ieri è stato solo il culmine. –
-          Sono sicura che si risolverà tutto. E per la cronaca…io sono fiera di te. Fierissima. -  mi sorrise. Di nuovo.
-          Grazie… adesso però passiamo alle buone notizie. – annuii. – Beh, forse non sono completamente delle buone notizie, ma…più o meno… - lo guardai con aria interrogativa. – Hanno trovato Matt…ma…è morto. –
-          Morto? –
-          Si….l’hanno trovato dentro al fiume. – mi coprii la bocca con una mano.
-          Credi che l’abbiano ucciso? –
-          Penso proprio di si…. Comunque…visto che mio padre li ha aiutati sia ieri sera che a ritrovare il corpo…potrebbero ridargli il distintivo… -
-          È fantastico! –
-          Si…ma…credo comunque che le cose non torneranno come prima….-
-          No infatti…le cose diventeranno migliori di prima… - Questa volta sorridemmo entrambi. Restammo per un po’ in silenzio…poi feci il tremendo errore di posare lo sguardo sulle sue labbra. Tremendo, si…perché ora avevo una tremenda voglia di baciarlo…ma non sapevo se fosse il caso. Infondo non avevamo definito cosa ci fosse tra di noi…ma dovevo saperlo.
-          Stiles…posso…uhm…chiederti una cosa? – stavo arrossendo, lo sentivo. In genere tocca ai ragazzi questa parte, ma non potevo aspettare che fosse lui a chiedermelo.
-          Si, certo… -
-          Ecco…so che forse non dovrei essere io a dirlo…e so che ci siamo baciati e tutto ma…ecco…io e te…stiamo insieme? –
-          No… - aveva detto no. Oddio. Questa volta ero quasi sicura al cento per cento di non essermi sognata tutto…ma avevo frainteso. – Non ancora… - non ancora? Quindi non era un no… lo guardai con aria interrogativa. Mi stava facendo impazzire. – Diciamo che con questa domanda mi hai un po’ smontato…ma…Kaylee, vorresti essere la mia ragazza? – sentii un sorriso a trentadue denti allargarmisi per tutto il viso.
-          Assolutamente si… -
-          Bene, perché non vedevo l’ora di baciarti… - scoppiai a ridere, e poi le nostre labbra si incontrarono di nuovo.

Questo in un certo senso era il nostro primo vero bacio. Senza Chris Argent, senza Matt, senza Kanima…c’eravamo solo io e lui. Il cuore mi batteva a mille, la pelle mi bruciava, lo stomaco si contorceva. Non mi ero mai sentita così. All’inizio fu un bacio dolce, ma poi entrambi iniziammo a desiderare di più, e di certo trovarsi su un divano non facilitava le cose.
Mi misi sopra di lui, con le ginocchia intorno ai suoi fianchi. Le mie mani scorrevano sulla sua schiena, sul suo collo, sui suoi capelli. E lui faceva altrettanto con me. Stiles era perfetto. In tutti i sensi. Mi piaceva da morire. Non mi ero mai sentita in questo modo. Sapevo che ormai non avrei più potuto fare a meno di lui. Era diventato una parte di me fondamentale. Avrei continuato a baciarlo in eterno, ma fu lui a staccarsi. Avevamo entrambi il fiatone.
-          Kaylee…credo sia meglio fermarci. Non credo riuscirei più a controllarmi… - ero dispiaciuta che ci fossimo interrotti, ma ero contenta di quello che aveva appena detto.
-          Addirittura? – gli chiesi con un sorriso malizioso
-          Oh, tu non hai idea dell’effetto che mi fai… - questa volta gli sorrisi dolcemente, e prima di alzrmi gi stampai un ultimo dolce bacio sulle labbra.
-          Avanti! Abbiamo ancora una ricerca di finire! – era ciò che ci aveva fatti conoscere, ma ultimamente l’avevamo trascurata del tutto e anche se era quasi terminata dovevamo sbrigarci perché avremmo dovuto consegnarla dopodomani.

La mia vita è completamente cambiata, e anche se sono stata attaccata da un lucertolone e un pazzo mi ha rapita, venire qui è stata la cosa migliore che mi sia mai successa in tutta la mia vita…perché ho trovato Stiles.  

 

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Capitolo 20
*** Io sto con te ***


Stiles


Andai a prendere Kaylee come le avevo promesso. Ero ansioso di vederla ed ero arrivato davanti casa sua una decina di minuti prima. Mi piaceva da morire. Era fantastica. Non avrei potuto desiderare niente di meglio. Però era giusto coinvolgerla nell’enorme casino che era diventata ormai da un anno la mia vita? Probabilmente no, ma in fin dei conti era già stata coinvolta. Più di una volta. Adesso non avrei più dovuto preoccuparmi solo di me stesso, ma anche di lei. Non potevo rischiare che le accadesse qualcosa. Non potevo perderla. Avevo già persone troppe persone importanti nella mia vita.

Vidi aprirsi la porta, così misi via il mio sguardo triste e le riservai un enorme sorriso. Lei era bellissima come sempre. Forse io non ero del tutto obiettivo, ma diversi ragazzi a scuola le andavano dietro. Ancora non riuscivo a spiegarmi perché volesse stare con me. Kaylee era una di quelle ragazze che avrebbe potuto avere chiunque. Aveva tutte le qualità possibili ed immaginabili, perciò poteva davvero aspirare a chiunque. Tuttavia ero felice che avesse scelto me, perché sapevo che io l’avrei trattata come merita di essere trattata.
Mi raggiunse e io mi staccai dalla macchina su cui ero appoggiato.
-          Ciao… - le dissi. Lei mi circondò il collo con le braccia e annullando la distanza tra le nostre labbra. Ogni volta che la baciavo rischiavo di impazzire.
-          Ciao… - mi rispose dopo esserci staccati. Sorridemmo entrambi. Solo con lei riuscivo a sentirmi felice.  – Avanti Stilinski…Sali in macchina, altrimenti faremo tardi! –
-          Oh, non sono io quello che ti è saltato addosso … - le dissi prendendola in giro. In risposta mi diede una gomitata.


Appena iniziato a guidare però i pensieri di prima tornano a tormentarmi. Se Scott non fosse diventato un licantropo, la nostra vita forse sarebbe stata normale. Ma sarebbe stato davvero meglio? Forse essere all’oscuro di tutto sarebbe stato ancora più pericoloso.
-          Stiles? Stiles! – Kaylee mi sta chiamando. Forse già da un po’, ma io non l’ho sentita. Mi giro a guardarla.
-          Ma che ti prende? Stai bene? – mi chiede preoccupata.
-          Si, scusami. Ero sovrappensiero. – cerco di essere il più convincente possibile, ma lei non ci casca.
-          Accosta…. –
-          Cosa? –
-          Accosta. Devo dirti una cosa. – la guardo interrogativamente, ma faccio come mi dice. Quando mi fermo al ciglio della strada, lei si slaccia la cintura e si gira verso di me. Poi mi afferra le mani.
-          Stiles… - inizia. – Non voglio costringerti a dirmi tutto quello che ti passa per la testa, ma voglio che tu sappia una cosa. Con me puoi parlare di tutto, puoi dirmi tutto. Puoi chiamarmi a qualsiasi ora del giorno o della notte se hai bisogno di me. Se hai bisogno di qualcuno con cui parlare. Io sto con te Stiles. Per qualsiasi cosa. Io sto con te. Ci sarò sempre. Me ne andrò solo se sarai tu a non volermi più al tuo fianco. Ma fino ad allora io ci sarò sempre. Affronteremo tutto insieme, te lo prometto. – rimango per un attimo senza parole, perché non so davvero cosa dire. Insomma, cosa si risponde a una cosa del genere? Poi mi viene in mente la risposta perfetta.
-          Kaylee… - le dico accarezzandole con la mano libera il viso – Credo proprio di essermi innamorato di te… - il suo sguardo passa dal meravigliato al felice. Poi mi butta le braccia al collo e poggia la testa sulla mi spalla.
-          Ti amo, Stiles Stilinski… - mi sussurra all’orecchio. Il mio cuore perde un battito.
-          Ti amo anch’io Kaylee… - rimaniamo un altro po’ abbracciati, poi lei si tira su e mi guarda seria negli occhi.
-          Non me l’hai detto solo per quello che ti ho detto io, vero? Perché non devi sentirti obbligato…io.. –la zittisco posando le mie labbra sulle sue.
-          L’ho detto perché lo penso. –
-          Ok… -
-          E comunque, non vorrei mai averti lontana da me. Quindi, misà che dovrai sopportarmi per un bel po’… -  riprendo a guidare, ma quando arrivo a scuola e parcheggio, mi ricordo di dirle un’altra cosa.
-          Grazie. Grazie di stare con me. – non intendo come mia ragazza, ma lei lo sa. È riferito al suo discorso di prima. Lei mi sorride e poi mi risponde.
-          Lo faccio perché lo voglio…e anche perché ne ho bisogno. –
Scendiamo dalla macchina, e mano nella mano entriamo a scuola sotto gli sguardi curiosi, meravigliati e anche un po’ invidiosi di centinaia di studenti. Per una volta riesco a sentirmi tutto fuorché uno sfigato.

 
Angolo dell’autrice :Salve! Innanzi tutto vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno lasciato una recensione. Mi avete fatto capire che tenete alla mia storia e soprattutto a Kaylee…il personaggio da me creato, e mi avete resa davvero felice ^^ Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Non sapevo se fosse troppo presto far scambiare le paroline magiche ai nostri innamorati, però alla fine ho deciso di farlo perché mi sembrava il momento giusto. Lo so, il capitolo è un po’ corto, ma credo che questo momento meriti un capitolo tutto per se. ^^
Xoxo Hazel92
 
 
 
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Farai felici milioni di scrittori.



(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

Questa invece è l'altra mia fanfiction su Teen Wolf. Passate a dare un'occhiata e magari anche a lasciare una recensione. :) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1218033&i=1

p.s. Sono anche su Twitter se vi va di seguirmi. Sono @MsRenziV

 

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Capitolo 21
*** Chiacchierate Illuminanti ***


Stiles 

Sono talmente felice mentre cammino per i corridoi mano nella mano con…la mia ragazza che quasi sto per scordarmi dell’incontro con la psicologa che mio padre ha riservato sia a me che a Kaylee. Anche lei pare essersene completamente dimenticata quando glielo ricordo.
-          Oh, è vero. Menomale che ci sei tu. – mi dice stampandomi un bacio sulla guancia. – Avanti, andiamo… - raggiungiamo lo studio della signorina Morrell e Kaylee decide di entrare per prima. Mi sembrano momenti interminabili quelli che passo di fuori ad aspettarla. Poi finalmente esce. Mi sorride.
-          Come è andata? – le chiedo. Lei alza le spalle.
-          Meglio del previsto… - nel frattempo esce la signorina Morrell e mi invita a entrare.  –Ti aspetto qui… - mi dice Kaylee. Annuisco ed entro.
La psicologa inizia a parlare di Matt….ed io senza rendermene conto inizio a parlare a mia volta.
-          Sai, quando stai annegando non inali realmente finchè non svieni. È chiamata apnea volontaria. È come se, non importa quanto stia avendo paura, l’istinto di non far entrare l’acqua è così forte che…non apri la bocca fin quando non senti che…la testa stia esplodendo.  Ma poi, quando finalmente inspiri, ecco quando smette di far male. Non fa più paura. È una sorta di pace in realtà. –
-          Stai dicendo che speri che Matt abbia avuto un po’ di pace nei suoi ultimi momenti? –  sospiro
-          Non mi dispiace per lui. –
-          Riesci a dispiacerti per il Matt di 9 anni che è affogato? –
-          Il fatto che un gruppo di idioti l’abbia trascinato in una piscina dove non sapeva nuotare non gli da affatto il diritto di andare ad ammazzarli uno per uno. – sono tentato di tornare a concentrarmi sulla mia mazza da lacrosse, ma poi continuo a parlare guardando in facci la Morrell. – E comunque mio padre mi ha detto che hanno trovato un sacco di foto di Allison sul computer di Matt. E non solo sue. Cioè…lui si è inserito con Photoshop nelle foto. Cose come loro che si tengono per mano e si baciano.  Come se avesse costruito un’intera relazione finta.  Allora si, forse affogare quando aveva 9 anni è stato ciò che l’ha mandato fuori giri, ma quel ragazzo era già decisamente fuori di testa. – la psicologa mi sorride, e sinceramente non capisco il perché. Sembra quasi divertita.
-          Una cosa positiva però, è uscita fuori… Giusto?  -
-          Si, si ma sento ancora che c’è qualcosa di strano tra noi.  – dico pensando a mio padre. – Non so…tipo la tensione quando parliamo. La stessa cosa succede con Scott. –
-          Gli hai parlato di quella sera? –
-          No, quasi per niente. Cioè, lui ha già i suoi problemi da affrontare.- faccio una pausa e torno ad intrecciare le corde della mia racchetta da Lacrosse. – Non credo abbia parlato nemmeno con Allison. Ma questa potrebbe essere stata più una sua scelta. La morte della madre l’ha scossa molto. Ma credo l’abbia fatta avvicinare al padre. – poi mi chiede di Jackson. –Jackson non è stato molto se stesso ultimamente.  In realtà la cosa divertente è che adesso Lydia è quella che sembra più normale. –
-          E cosa mi dici di Kaylee? – per la prima volta da quando sono qui dentro sorrido.
-          Lei…lei è la mia ancora di salvezza. –
-          Sembra che ti renda felice…. – non è una domanda, ma rispondo comunque.
-          Si…decisamente. Ma sono terrorizzato dal non riuscire a rendere felice lei… - mi aspetto un’altra domanda su questo argomento, ma la Morrell mi spiazza.
-          E tu Stiles? Hai un po’ di ansia per la partita di campionato di domani sera?  - è come se fossi stato in trance per tutto questo tempo. Solo adesso che chiede di me mi risveglio e per la prima volta mi trovo in difficoltà a rispondere.
-          Perché me lo sta chiedendo? – lei non mi risponde e mi guarda divertita. Così continuo. – No, io non gioco mai veramente. Ma dal momento che uno dei miei compagni è morto e l’altro è scomparso…chi lo sa, giusto? –
-          Intendi Isaach.  Uno dei tre fuggitivi.  Non hai più sentito nessuno dei tre, no? – non mi va di rispondere e svio il discorso chiedendole perché non appunta nulla. Ma lei non ci casca.
-          Perché non torniamo a parlare di te. – faccio una faccia scocciata.  – Stiles? – capisco che non c’è modo di scamparla. Così rispondo.
-          Sto bene. Si, a parte che non dormo, salto per ogni cosa, la paura costante, irrefrenabile, schiacciante che qualcosa di terribile stia per accadere. –
-          È chiamata ipervigilanza. La sensazione persistente di essere in pericolo. –
-          Ma non è solo una sensazione. È come un attacco di panico. Come se non riuscissi neanche a respirare. – ed io li conosco bene.
-          Come se stessi affogando? –
-          Si…-
-          Allora, se stai affogando e provi a tenere la bocca chiusa fino all’ultimo momento, cosa accadrebbe se scegliessi di non aprire la bocca? Per non far entrare l’acqua?  –
-          Beh, si fa comunque.  È un riflesso. –
-          Ma se tieni duro fino a quando il riflesso si manifesta, hai più tempo no? –
-          Non molto tempo. -
-          Ma più tempo di combattere e andare in superficie… -
-          Credo di si… -
-          Più tempo per essere salvato? –
-          Più  tempo per stare in agonia! Si e' dimenticata della parte in cui senti come se la tua testa stia esplodendo? –
-           Se è per sopravvivere, non vale la pena soffrire un po'?
-          E se peggiora e basta? E se è sofferenza adesso e poi....e poi solo l'inferno dopo?
-          Allora pensa a quello che Winston Churchill disse una volta: "Se stai attraversando l'inferno, continua a camminare". –
Esco dall’ufficio piuttosto disorientato, ma mi riprendo quando vedo Kaylee.
-          Ehi…tutto bene? – nonostante tutto deve aver notato che qualcosa non va in me.  Tuttavia annuisco. Non voglio caricarla con i miei problemi, le mie ansie e le mie paure. Nonostante quello che mi ha detto questa mattina. Non voglio…così annuisco.
-          Come è andato l’incontro? –
-          Diciamo che…è stato illuminante… - le rispondo. Lei mi sorride.
-          Beh…è positivo, no? –
-          Si, credo di si. È decisamente positivo. – in realtà c’è ben poco di positivo in tutto ciò, ma una delle poche cose positive è qui accanto a me, così l’attiro a me e la stringo in un abbraccio. Lei ricambia. Poso le labbra sui suoi capelli e le stampo un bacio. Poi ci stacchiamo e mi sembra di essere tornato di buon umore. Beh…più o meno.
-          Forza, andiamo in classe. Non vorrei dare altri motivi ad Harris per mettermi in punizione. –
 
Kaylee
Stiles è  strano. È tutto il giorno che è così. Credevo con il mio discorso di averlo convinto finalmente a confidassi con me, ma forse non è abbastanza. O forse semplicemente non si sente ancora pronto. Un po’ mi fa male il fatto che non voglia aprirsi con me, ma so che se lo fa avrà un motivo più che valido e sicuramente altruista. Così decido di non chiedergli più niente. Quando sarà pronto mi parlerà.
Forse sarò pazza, ma nonostante tutto…io sono felice. Insomma, forse non dovrei esserlo. Allison ha perso la madre. Matt è morto. La madre di Scott si rifiuta di parlargli perché ha visto cosa è il figlio. Il padre di Stiles è stato licenziato anche se quasi sicuramente verrà riassunto. Lydia è sempre più spaesata. Jackson è un lucertolone gigante. Stiles è depresso  ed io sono stata rapita da uno psicopatico. Insomma, credo che non potrebbe andare a peggio. O forse si. In fondo ormai mi aspetto di tutto. Però riesco ad essere felice lo stesso. Ed è tutto merito di Stiles. Lui ancora non riesce a capirlo tuttavia. Mi dispiace. Gli ho anche detto di amarlo. E anche lui mi ama. Ma non ha fiducia in se stesso. Devo trovare un modo per aiutarlo. Voglio vederlo di nuovo sorridere.

 Mi ritorna in mente una parte della mia chiacchierata con la signorina Morrell.
-          Come ti sei sentita quando Matt ti ha rinchiusa li dentro? –
-          Spaventata. Anzi…terrorizzata. Mi sono sentita in trappola. Non sapevo che fare. E anche volendo non avrei potuto fare niente. –
-          Sembra che Matt ti abbia usata come esca… -
-          Già. Per attirare Stiles e gli altri alla centrale di polizia… -
-          Lo avevi capito? –
-          In un certo senso si... Ho sperato con tutta me stessa che non facesse del male a nessun altro. Non per causa mia. –
-          Non sarebbe stata colpa tua… -
-          Beh…non proprio, ma…avrebbero rischiato la loro vita per la mia…e se fosse successo qualcosa di male a uno di loro…non me lo sarei mai perdonato. –
-          Ti ha trovata Stiles, vero? –
-          Si. Sapevo che mi avrebbe trovata. –
-          È così forte il vostro legame? –
-          Io…non lo so. Anzi…si. Credo di si. Non ho mai dubitato un solo momento di lui. -
-          E lui lo sa? –
-          Si. Ma non ha di se stesso la stessa opinione che io ho di lui. –
-          Immagino che Stiles stia attraversando un momento difficile. –
-          Si, lui ha un po’ di problemi. Ma io gli starò vicino. Gli starò sempre accanto. Nel bene e nel male –
-          Vedrai che prima o poi capirà anche lui quanto vale. –
-          Si, ne sono sicura anche io… - 


Angolo dell’autrice:Salve a tutti! Vorrei per prima cosa scusarmi per il ritardo. Spero almeno che il capitolo vi piaccia. Lo so, ho inserito praticamente tutta la chiacchierata di Stiles con la Morrell, ma amo quel pezzo e non potevo non scriverlo tutto. Lo so, in un certo senso ho imbrogliato perché il capitolo  è quasi completamente occupato da quello ma…non uccidetemi! In fondo a Natale siamo tutti più buoni no? ^^
Ringrazio poi tutti coloro che seguono la mia storia. Grazie davvero. Ovviamente i ringraziamenti vanno sia a chi la segue silenziosamente, sia a chi ha lasciato un segno del proprio passaggio. La storia sta quasi per finire e credetemi mi dispiace molto, ma devo. ^^ Spero che continuerete a seguirla fino alla fine. Per chi volesse consolarsi, può leggere l’altra mia fan fiction “L’era degli Alpha”. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1218033&i=1
Beh, che dire. Vi auguro un bellissimo e felicissimo Natale! ^^
Se vi va potreste rendere migliore il mio con una piccola recensione :)
XoXo Hazel92

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Capitolo 22
*** La partita ***


Angolo dell’autrice:Si, lo so. Sono imperdonabile. Sono in super ritardo! Beh spero di farmi perdonare con questo capitolo. Come sempre vi chiedo, se vi va di lasciarmi una piccola recensione.

XoXo Hazel92

Kaylee

Questa sera ci sarà la partita di campionato e Stile è tutto il giorno che è in preda all’ansia. Alterna momenti di euforia a momenti di depressione e ci sono persino dei momenti in cui mi risponde male. Tuttavia per oggi cerco di non prendermela perché capisco come si sente. L’ansia non deriva solo dalla partita, ma anche da tutta la storia del Kanima. Adesso è Gerard a controllarlo e dio solo sa che cosa potrà fare quel vecchiaccio. Come se non bastasse poco fa ha chiamato Scott per dirci che sembra che Gerard voglia fare qualcosa proprio questa sera. Stiles adesso è un fascio di nervi. Cerco di rassicurarlo come posso, ma non riesco molto nel mio intento.

Io e Stiles ci rechiamo insieme a scuola e prima di lasciarlo entrare negli spogliatoi lo rassicuro un’ultima volta.
-          Ehi, non essere troppo in ansia per la partita. So che vorresti giocare ma che allo stesso tempo sei terrorizzato che ciò accada sul serio, ma sappi che in qualunque modo vada…io ti amo… - gli sorrido e lo bacio prima che possa rispondermi. È un bacio lento, caldo e pieno di emozioni. Ci mettiamo dentro tutto quello che proviamo. Amore, ansia, paura, passione. Poi ci stacchiamo. Stiles posa la sua fronte sulla mia e mi sussura –Grazie… - poi raggiunge i suoi compagni nello spogliatoio.
Io raggiungo gli spalti. C’è già parecchia gente. So che ci sarà anche Lydia, così mi siedo e le prendo un posto. Siamo diventate abbastanza amiche. Mi dispiace continuare a tenerla all’oscuro di tutto ciò, ma è per il suo bene. O almeno questo è quello che ci raccontiamo tutti noi. Lydia ancora non è arrivata, ma in compenso vedo arrivare il padre di Stiles. Ci siamo già visti, e so che sa della nostra relazione, ma Stiles non ha mai fatto le presentazioni ufficiali. Non ne abbiamo avuto modo. Ci guardiamo imbarazzati, poi mi decido e alzo la mano per salutarlo. Accanto a me c’è un altro posto libero e lo sceriffo vi si siede.
-          Ciao, Kaylee… - mi dice. Mi piace il padre di Stiles.
-          Salve signor Stilinski… - sono piuttosto imbarazzata.
-          Oh, ti prego…chiamami Jhon… -
-          Va bene…Jhon… - non ci riesco a chiamarlo così.
-          Allora…sei venuta a vedere il nostro ragazzo? – mi chiede. Io sorrido.
-          Già…speravo di dargli un po’ di sostegno… -
-          È in preda al panico, vero? –
-          Si, assolutamente! – rispondo e poi ci mettiamo entrambi a ridere.
-          Credi che lo faranno giocare? – alzo le spalle.
-          È probabile… e lo spero sinceramente. Ne sarebbe davvero felice. – lo sceriffo..ehm…Jhon mi osserva, e mi chiedo se non ho detto qualcosa di male.
-          Kayle…volevo ringraziarti… - lo guardo interrogativamente. –Volevo ringraziarti per stargli vicino. Non voglio metterti pressione, ma…era da tanto che non vedevo Stiles felice. – il cuore mi batte. Wow. Non me l’aspettavo.
-          Non deve ringraziarmi. Io… - mi giro verso il campo e poso lo sguardo su Stiles che è seduto in panchina vicino a Scott. – Io farei di tutto per lui… - torno a guardare Jhon e lui mi sorride.
-          È davvero fortunato ad averti… - sorrido imbarazzata. Abbasso la testa e poi torno a concentrarmi sul campo. Fortunatamente in quel momento arriva Lydia, e subito dopo la madre di Scott che si siede accanto a Jhon.
La partita sta per iniziare. Stiles si è girato solo una volta verso di noi per salutarci con la mano. Poi è sempre stato fermo su quella panchina. Ad un certo punto vedo il coach avvicinarsi a lui e subito dopo lui si alza ed entra in campo.
-          Oddio… - dico – lo fa giocare? -  lo sceriffo (basta non ce la faccio  a chiamarlo Jhon) è stupito quanto me.
-          Pare di si… - capisco quanto sia contento e so anche che Stiles ha sempre desiderato giocare una vera partita anche per rendere orgoglioso suo padre. Adesso finalmente ha la sua occasione e ciò che lo terrorizza è sprecarla.
La partita inizia e…mi dispiace dirlo, ma Stiles combina un casino dopo l’altro. Poverino. Però sta succedendo qualcosa di strano. So che Scott questa sera non può giocare, ma credo ci sia un piano in atto per cambiare la situazione perché Isaach sta distruggendo tutti i loro compagni di squadra così che il coach sarà costretto a far entrare Scott. Ed è proprio quello che succede.

Ad un certo punto però Scott e Isaach spariscono. Stiles invece ha l’occasione di segnare in porta, ma è bloccato. Non so che gli prende, così senza pensarci due volte mi alzo in piedi e grido – Tiraaaa! – lui mi guarda e finalmente si decide a tirare. Si! Ha segnato!  Da quel momento Stiles inizia a giocare davvero. Cavolo è bravo. Io e suo padre ci alziamo in piedi ed iniziamo ad urlare. Sono così orgogliosa di lui!
La partita va avanti e grazie a Stiles stiamo vincendo. Ormai manca poco alla fine della partita. Mi guardo intorno e vedo rispuntare Scott. Ha una faccia preoccupata e guarda il tabellone.  Lo guardo anch’io. La partita sta ufficialmente finendo. Mancano trenta secondi. Scott ha una faccia preoccupata e capisco che qualcosa di brutto sta per accadere. La smetto di applaudire e cerco Stiles con lo sguardo. Si sta godendo gli applausi. Torno a guardare Scott e il suo sguardo si posa su Jackson. Ma certo, centra il Kanima e Gerard. Per forza. L’arbitro fischia e la partita è ufficialmente finita. Abbiamo ufficialmente vinto e qualcosa di orribile sta ufficialmente per accadere. Le luci si spengono e la gente in preda al panico inizia ad urlare e correre da una parte all’altra. Lydia si aggrappa al mio braccio ed io poso una mano sulle sue per rassicurarla. È il minimo che possa fare. Poi mi giro verso Jhon. Ci guardiamo e poi prendiamo la stessa decisione. Scendiamo nel campo. Trascino Lydia con me perché non posso lasciarla sola e anche Melissa viene con noi.  Qualcuno urla –C’è qualcuno a terra! È ferito! – egoisticamente mi ritrovo a pensare Fa che non sia Stiles, fa che non sia Stiles.
Melissa da brava infermiera corre verso il corpo a terra. La raggiungiamo anche noi. Non è Stiles è Jackson. Mi giro immediatamente verso Lydia e tento di sorreggerla mentre si accascia a  terra urlando.
-          Jackson! Jackson! Che cosa è successo! –
-          Tienigli la testa! – gli ordina Melissa. Vedo Scott e vado verso di lui.
-          Si è ferito da solo ? – gli dico dopo aver visto le mani insanguinate. Lui annuisce. Solo in quel momento me ne rendo conto. Dov’è Stiles?
-          Stiles? – mi ritrovo a urlare. – Dov’è Stiles? – mi giro disperata verso Scott. Sento gli occhi diventarmi umidi. Lo afferro per le spalle.
-          Non lo so Kaylee! Ma lo troveremo! – annuisco e scoppio a piangere. So che posso fidarmi di Scott. Lo sceriffo mi raggiunge. Mi guarda. E il suo grido rimbomba per tutto il campo.
-          DOVE DIAVOLO E’ MIO FIGLIO? – vorrei tanto saperlo. Ho detto che mi fido di Scott e mi fido dello sceriffo e della polizia. Ma non posso restare con le mani in mano. Me ne vado da li e raggiungo il parcheggio. La macchina di Stile è ancora li. So che potrei depistare le indagini in questo modo, ma non mi importa e so che Stiles non si arrabbierà. Afferrò un sasso che trovo per terra e rompo il vetro. Trovo le chiavi di riserva che Stiles tiene sempre nella sua Jeep e parto. Devo trovarlo. Devo trovarlo prima che sia troppo tardi.
 
p.s. Il nome dello sceriffo ovviamente è inventato.
 
 

 
 
 

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Capitolo 23
*** I'm not an hero... ***


Angolo dell’autrice:Nuovo capitolo! Non mi convince particolarmente ma…non sono riuscita a fare di meglio. Fatemi sapere che ne pensate :)
p.s. Se ci fosse qualcuno che ancora non l’ha fatto…può passare a dare un’occhiata all’altra mia ff “L’era degli Alpha”.
XoXo Hazel92
p.p.s Penso che ci saranno massimo altri due capitoli e poi la storia si concluderà qui…vi mancherà un po? ^^


Kaylee

Guido per un po’ senza una meta precisa. Il mio cervello  è completamente partito. Black-out. Non riesco a ragionare. Ho ricevuto anche dei messaggi da parte di Scott che mi chiede dove sono, che fine ho fatto e di non fare stupidaggini. Ma non gli rispondo. Invece di perdere tempo a mandare messaggi a me dovrebbe mettersi seriamente a cercare il suo migliore amico. Gli farò una ramanzina prima o poi.
All’improvviso mi si accende una lampadina e mi sento veramente stupida per non averci pensato prima. E’ stato Gerard. È l’unica spiegazione. Ha preso lui Stiles. Per un attimo mi sento sollevata pensando che non l’abbia preso un licantropo o qualche altra creatura sovrannaturale, ma poi ci ripenso e mi dico che forse Gerard è molto peggio.
Sto andando nella direzione sbagliata. Freno bruscamente e faccio inversione. Devo sbrigarmi. Non ho un piano, non ho idea di quello che farò una volta li, ma devo andarci.
 
Stiles

Mi sono fatto trascinare via e picchiare da un novantenne! Grandioso Stiles! Sei sempre più inutile! Non sono riuscito a fare neanche niente per Boyd ed Erica. Spero che staranno bene. Fortunatamente in quella famiglia c’è ancora qualcuno con un po’ di buon senso, Chris. Sono sicuro che è stato lui che ha fatto in modo di lasciarmi andare. Ho la parte sinistra del viso completamente indolenzita. Adesso mi toccherà anche tornare a casa a piedi. Fantastico! Chissà se mi stanno cercando…
Non faccio quasi in tempo a pensarlo che sento un clacson e una macchina che mi si avvicina.
Un momento..ma quella è la mia macchina! E…al volante c’è Kaylee.
Sto per dire qualcosa, ma la mia bellissima ragazza scende dalla macchina e mi abbraccia con una tale forza che mi fa perfino un po’ male. Però non dico niente perché è bello poterla stringere a mia volta. La abbraccio e poso la testa sulla sua. Solo in quel momento mi accorgo dei movimenti della sua schiena. Sta piangendo.
 
Kaylee

Quasi non credo ai miei occhi quando lo vedo li…per strada con ancora la divisa da Lacrosse addosso. Spengo la macchina e mi butto fra le sue braccia. Lo stringo con tutta la forza che ho per assicurarmi che sia tutto vero. Che si reale. Che lui sia li…davanti a me. Sano e salvo. Quando anche lui mi abbraccia scoppio a piangere. Gli sto inzuppando tutta la maglietta, ma a dir la verità non mi importa molto.
Mi stacco da lui e lo guardo in faccia. Solo adesso mi accorgo che ha il labbro spaccato e un livido enorme sulla guancia.
-          Che…che ti è successo? Chi è stato? È stato quel vecchiaccio di Gerard, vero? Io lo ammazzo! – faccio per dirigermi verso casa Argent ma lui mi ferma.
-          Ehi, ehi. Sto bene ok…possiamo solo andare a casa mia ? Per favore… - lo guardo e annuisco. Mi metto al volante della jeep e guido verso casa Stilinski. Nel frattempo mando un messaggio a Scott e a Jhon per dirgli che l’ho trovato e che sta bene.
-          Puoi spiegarmi perché hai la mia macchina e soprattutto perché non c’è più il vetro? – Lo odio! Perché deve sempre sdrammatizzare? Ma se è quello che vuole…
-          L’ho rotto io…mi serviva per venirti a cercare. Te lo ripago… -
-          Non voglio che me lo ripaghi Kaylee…figurati… -
-          Che cosa dirai a tuo padre? –
-          Che sono stati i ragazzi dell’altra squadra…e tu sosterrai la mia tesi… - annuisco. Credo che dovrebbe dirgli la verità, ma è suo padre e deve scegliere lui come gestire la cosa.
Arriviamo davanti casa sua. Parcheggio e scendiamo entrambi dalla macchina. Stiles è il primo ad entrare e subito viene accolto dalle braccia dello sceriffo. Sorrido alle loro spalle.
Lo sceriffo fa il mio stesso movimento. Si allontana da lui e lo osserva. Come era prevedibile inizia a chiedere cosa sia successo. Stiles gli da la sua versione e dopo qualche protesta di Jhon che vuole denunciarli, Stiles lo convince a lasciar perdere. Poi guarda me.
-          Grazie di averlo trovato…- annuisco perché non so che dire.

 
Con il permesso delle sceriffo io e Stiles saliamo in camera sua. Un po’ mi sento in colpa. Magari dovrei lasciarli da soli, ma non voglio neanche andarmene. Ho bisogno di stare con Stiles.
Ci sediamo sul suo letto e io mi accoccolo tra le sue braccia. Per un po’ rimaniamo così. Nessuno dei due parla. Lui ha la testa poggiata sulla mia mentre io stringo con le mani le sue braccia e vi ci immergo la testa inspirando a fondo il suo odore. Amo il suo odore. Amo tutto di lui. Questa sera…pensare che avrei potuto perderlo…no…non voglio neanche pensarci.
Dopo un po’ mi stacco da lui e lo guardo in faccia. Non riesco a vederlo conciato così e gli occhi mi si riempiono di lacrime.
-          Ehi…ti prego, non piangere… - mi dice dolcemente e l’effetto è quello opposto. Scoppio in lacrime e mi fiondo tra le sue braccia. Lui comincia ad accarezzarmi i capelli per cercare di tranquillizzarmi, per farmi capire che è qui accanto a me…e dopo un po’ ci riesce.
-          Sc-scusa…è che ho avuto così paura di perderti… - Lui mi afferra il viso tra le mani e con i pollici asciuga le lacrime sul mio viso.
-          Lo so…è la stessa cosa che ho provato anch’io quando Matt ti ha rapita…- annuisco, poi allungo la mano e gli accarezzo dolcemente la guancia ammaccata e il labbro. Decido che è finito il momento di piangermi addosso per qualcosa che fortunatamente non è accaduto e mi ritrovo a sorridere.
-          Però…devo ammettere che conciato così sei piuttosto sexy… - non so come mi sia venuto in mente, ma è vero. Se solo non rischiassi di fargli male gli salterei addosso. Lui sembra un attimo sorpreso e al tempo stesso divertito dalla mia affermazione. Sorride e mi punta un dito sulla fronte.
-          Questa testolina sta facendo pensieri perversi su di me? Su un povero ragazzo martoriato? Devo sospettare che tu abbia qualche perversione…? – metto il finto broncio e gli tolgo il dito dalla mia testa. Poi torno a sorridergli con aria ammiccante mentre mi avvicino al suo viso.
-          Nessuna perversione particolare Stilinski…ma si…diversi pensieri perversi… - mi avvicino pericolosamente alle sue labbra per fargli credere che sto per baciarlo e lo sento trattenere il respiro. Sorrido soddisfatta tra me e me, poi abbasso la testa e inizio a baciargli lentamente il collo in corrispondenza della parte sana del viso. Lo sento mugolare. Incoraggiata continuo e salgo fino ad arrivare in prossimità della bocca. Gli do un ultimo bacio all’angolo di questa e poi mi allontano definitivamente con aria divertita. Lui ha ancora gli occhi chiusi. Poi li riapre e mi lancia un’occhiataccia notando la mi aria divertita.
-          Ti odio… - mi dice. Io mi metto a ridere.
-          Avanti…vai a farti una doccia e togliti la divisa da lacrosse. – svogliatamente si alza e segue il mio consiglio. Io rimango in camera sua. Afferro il cellulare e vedo diverse chiamate e messaggi di Scott. Ma non gli rispondo. In un certo senso ce l’ho ancora con lui. Mi sdraio per stare più comoda e dopo un po’ senza accorgermene mi addormento.
Mi risveglio sentendo delle voci. Apro lentamente gli occhi e vedo che seduti davanti alla scrivania di Stiles ci sono lui e suo padre. Stanno parlando a bassa voce per cercare di non disturbarmi. Noto anche di avere una coperta addosso. Chissà chi dei due è stato a mettermela. Man mano che riprendo conoscenza riesco ad afferrare sempre più parole di quello che dicono ed intuisco che stanno parlando della partita.
Ah già…la partita. Me l’ero completamente dimenticata. Jhon si sta complimentando con lui. Sorrido e nel frattempo mi tiro su a sedere cercando di non farmi sentire.
-          Questa sera sei stato un eroe… - gli dice Jhon. Annuisco soddisfatta, ma rimango contrariata da quello che risponde Stiles…
-          Non sono un eroe papà… - senza pensarci due volte intervengo.
-          Mi permetto di dissentire… - dico mentre mi alzo dal letto e loro due si girano sorpresi a guardarmi. Arrivo alle spalle di Stiles e gli poso le mani sopra. –Sono d’accordo con tuo…con Jhon… - mi correggo sorridendogli – Tu sei un eroe, Stiles… - Sta per controbattere ma viene interrotto dallo sceriffo.
-          Mi piace questa ragazza, figliolo! Hai ottimi gusti! – dice mentre mi fa l’occhiolino. Io gli sorrido imbarazzata mentre Stiles accenna una risata.
-          Lo so papà…la miglior ragazza del mondo… Certo…se non fosse per certe sue strane perversioni… -sbarro gli occhi prima di reagire e dargli un botta sulla spalla.
-          Idiota! – Stiles scoppia a ridere e così Jhon…
-          Ok,ok…immagino tu stia scherzando…ma non voglio sapere altro… - Jhon ci lascia soli e io prendo il suo posto sulla sedia accanto a Stiles.
-          Scemo! Chissà che avrà pensato… -
-          Oh, avanti! Non ci ha mica creduto! – metto di nuovo il broncio e rimaniamo così a scherzare e ridere. Come se non fosse successo niente. Vorrei che adesso entrambi ci potessimo rilassare, ma purtroppo ancora non possiamo.
 

 
 
 

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Capitolo 24
*** This is the end? ***


Angolo dell’autrice:Mi dispiace tantissimo aver aggiornato così tardi! Perdonatemi! E così…siamo arrivati all’ultimo capitolo. (tranquilli, ci sarà l’epilogo XD) Spero di non avervi delusi. Mi dispiace da morire essere arrivata al termine di questa storia. È stata la prima fan fiction che scrivevo dopo tanto tempo, quindi Kaylee mi rimarrà sempre nel cuore. Ma adesso basta con le frasi strappalacrime XD Quelle ve le riservo nell’epilogo XD
Buona lettura…e come sempre se vi va lasciate una recensione ^^ Almeno negli ultimi due capitoli potreste lasciarmene no? XD Fatemi arrivare a 40 recensioni, su XD
Baci Hazel92
 

Stiles

Io e Kaylee rimaniamo nella mia camera, a ridere, scherzare, e scambiarci effusioni. Talvolta mi sembra di essere sul punto di perdere il controllo, i mio ormoni di adolescente non sono facili da gestire in certe situazioni, e lei mi fa completamente impazzire. Non so se sarei riuscito ad affrontare tutto questo senza di lei. Kaylee è la mia forza, la mia ragione di vita e non riesco a immaginarmi senza di lei.
Dopo un po’ la nostra quiete viene spezzata da qualcuno che bussa la porta. Penso sia mio padre e quindi lo invito ad entrare non appena io e Kaylee ci siamo dati una sistemata ai vestiti e i capelli, stropicciati e scompigliati per essere stati sul mio letto a baciarci. Invece, quando la porta si apre davanti a me compare Lydia. Rimango con la bocca aperta nel vederla li, nella mia stanza. È distrutta. Glielo leggo in volto. E solo in quel momento mi rendo conto di essermi comportato da vero egoista. Lei crede ancora che Jackson sia morto, ed io non mi sono neanche preoccupato di chiamarla o di controllare il cellulare per vedere se mi avesse cercato.
-          Lydia… - mormoro. Mi alzo dal letto, seguito a ruota da Kaylee.
-          Mi…mi dispiace, disturbarvi… io… - davvero si sta scusando? Fa addirittura fatica a parlare perché le lacrime minacciano di uscirle dagli occhi. Faccio un passo in avanti pronto ad accoglierla fra le mie bracci, ma vengo preceduto dalla mia ragazza. Kaylee le va incontro e con trasposto l’avvolge in un abbraccio. Lydia si lascia andare ed inizia a piangere. Kaylee le accarezza i capelli e cerca di tranquillizzarla. Mi avvicino anche io e le abbraccio entrambe. Rimaniamo così per un tempo che sembra interminabile poi ci stacchiamo. Lydia si asciuga le lacrime prima di riprovare a parlare.
-          Non me lo lasciano vedere… - dice.
-          Dobbiamo dirglielo… - afferma Kaylee guardandomi con decisione. Io spalanco gli occhi per la sorpresa. Che cosa ha intenzione di dirle? Poco prima che arrivasse ci siamo decisi a leggere i messaggi di Scott, e a quanto pare Jackson non è  affatto morto. O quantomeno…il kanima non lo è. Ma come possiamo dirglielo?
-          Dirmi cosa? – chiede Lydia.
-          La verità… - risponde Kaylee risoluta.
-          Kaylee…non so se … -
-          Deve sapere Stiles! Non capisco perché ancora non le abbiate detto niente… - Lo sguardo di Lydia passa confuso da me a Kaylee. Sospiro. Ancora una volta credo che la mia ragazza abbia ragione.
-          E va bene… quanto sai di questa storia? – chiedo rivolto alla rossa.
-          Poco…e…mi sembra come un sogno… -
-          Beh, indovina….l’altra metà è un incubo! – sbotto rimediandomi un’occhiataccia da parte di Kaylee. – Mi dispiace… - mi affretto ad aggiungere. Kaylee la prende per mano e la guida verso il mio letto, facendola sedere. A volte ancora mi stupisco dell’amicizia tra queste due.
-          Stiles, vai a prendere dei fazzoletti… - mi chiede, anche se sembra più un ordine. Faccio come mi ha detto e mi aspetto che nel frattempo lei inizi la spiegazione. Cerco questi dannatissimi fazzoletti, ma non ne trovo. Alla fine opto per la carta igienica. Torno in camera con quella e la consegno a Lydia.
-          Mi dispiace, ho trovato solo questa…-
-          Va bene, grazie… - mormora. Non so cosa Kaylee le abbia detto fin ora, ma in quel momento arriva un messaggio sul mio cellulare. Lo afferro e lo apro. È Scott, di nuovo, ma quello che c’è scritto mi lascia senza parole. Kaylee se ne accorge.
-          Che succede? – mi chiede allarmata.
-          Ecco…a che punto sei arrivata del racconto? Perché credo che ci sia bisogno di Lydia… - entrambe mi guardano interrogativamente, poi Kaylee si alza, e mi sfila il telefono di mano per leggere il contenuto. Sbarra gli occhi.
-          Ok….abbiamo una possibilità di salvare Jackson…te la senti? – le chiede.
-          Davvero? Si, certo! Qualunque cosa ! – vedo la speranza accendersi nei suoi occhi, ma non apprezzo quello che sta facendo Kaylee.
-          È pericoloso! Non possiamo andare! O almeno…non voi due! – non si tratta di codardia, ma non voglio che corrano pericoli.
-          Stiles, io posso salvarlo e devo farlo! –
-          Lydia, tu non capisci… c’è gente fuori di testa li fuori! Non gli importa che tu sia umana ed abbia una vita davanti a te…ti ucciderebbero senza problemi! –
-          Non mi importa! – mi risponde secca.
-          È questo il problema! Vedi questo… - dico indicando il livido sulla mia faccia. – pensi l’abbiano fatto per fare del male a me? No! Lo hanno fatto per fare del male a chi mi vuole bene. Se tu muori, saranno gli altri a soffrire. La morte non colpisce te, ma chi ti sta intorno! –
-          Stiles, il tuo discorso è giustissimo…ma non puoi chiederle di rimanere con le mani in mano, di seguire i tuoi consigli quando nemmeno tu lo fai! – guardo Kaylee sorpreso. Sembra arrabbiata. –Quando sei venuto a salvarmi da Matt, hai pensato razionalmente? No! Hai pensato che saresti potuto morire e che io ne sarei stata devastata? No! Ma lo hai fatto lo stesso. E cosa pensi abbia fatto io, prima quando sono venuta a cercarti? Non mi importava affatto di poter morire, pensavo solo a salvare te… quindi…adesso prenderai la tua jeep e raggiungeremo Scott e gli altri. Dobbiamo salvare Jackson. – due a zero per Kaylee. Con questa ragazza non posso averla vinta. Ha ragione. Non posso impedire a Lydia di andare, soprattutto perché io avrei reagito al suo stesso modo.
 

Kaylee è nel sedile del passeggero accanto me, mentre Lydia è dietro di noi. Durante il tragitto, la mia bellissima e coraggiosa ragazza finisce di spiegare a Lydia tutto quello che c’è da sapere, mentre io guido come un pazzo. Arrivo al magazzino in cui si trovano Scott e gli altri e sfondo il muro con la mia fedele Jeep. Prima o poi mi lascerà a piedi se continuo a trattarla così. Non appena riesco ad avere una visuale migliore, mi accorgo di aver investito…il Kanima! Accidenti!  Urliamo tutti e tre in contemporanea alla vista di quel mostro che ci ringhia…(si può dire ringhia?) contro. Ci precipitiamo fuori dalla macchina e ci affianchiamo a Scott. Sono tutti li. Licantropi e cacciatori. Perfino quel vecchio bastardo!
-          Io lo ammazzo… - sento dire a Kaylee.
-          Tieni a freno i tuoi istinti omicidi tesoro… - le rispondo. Mi guardo intorno alla ricerca di Lydia, e solo allora mi accorgo che sta andando verso il kanima. Ma è impazzita? Faccio per raggiungerla, ma vengo bloccato da Kaylee e Scott.
Succede tutto velocemente. Lydia tira fuori una chiave, non so cosa significhi per lei, per loro…ma il Kanima la afferra e guardandola, diventa Jackson. Ma in quel momento Peter e Derek lo perforano con i loro artigli. Sia io che Kaylee sussultiamo. Jackson cade a terra, ma Lydia è subito pronta a sorreggerlo. In quel momento assisto alla scena più commovente che abbia mai visto in vita mia e i miei occhi si riempiono di lacrime pronte ad uscire. In contemporanea io e Kayle ci prendiamo per mano, stringendola con forza.

Che cosa è successo? Jackson è morto? Non riesco a capire. Lydia piange e sembra essersi rassegnata. Lo lascia li, per terra, ma poi qualcosa di ancora più straordinario succede. Jackson si alza in piedi, i suoi occhi sono blu…e si trasforma in licantropo. Lydia nota le nostre facce sconvolte e capisce che dietro di lei sta accadendo qualcosa. Si volta di nuovo in direzione di Jackson e gli corre incontro abbracciandolo.  Sorrido perché forse finalmente hanno trovato un po’ di felicità. Kaylee mi lascia la mano e mi abbraccia a sua volta. La stringo a me affondando la testa nei suoi capelli ed inspirando il suo odore.
-          Ti amo… - le sussurro prima di baciarle la fronte e tornare ad abbracciarla.

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Capitolo 25
*** Kaylee and Stiles ***


Angolo dell’autrice:Ebbene si…questa è la fine. Per adesso non voglio aggiungere altro… spero solo di non avervi deluso in qualche modo. ^^ Questo è un epilogo e quindi sarà molto breve. Serviva giusto a dare una vera conclusione alla storia.
See you later XD

Kaylee

È passato qualche giorno da quando tutto è…finito. Mi sembra ancora impossibile che sia così. Da quando sono arrivata in questa cittadina, è successo praticamente di tutto. Non mi aspettavo niente da questo posto. Per me sarebbe stato solo l’ennesimo trasferimento in cui avrei fatto la conoscenza di persone simpatiche, ma niente di più. Invece questo posto mi aveva dato molto più di quanto potessi immaginare. Beacon Hills, una cittadina sperduta della California, mi aveva cambiato completamente la vita…e si, forse aveva cambiato anche un po’ me.
Avevo scoperto l’esistenza di un mondo che credevo esistesse solo nella fantasia, nei miti, nelle leggende. Avevo trovato degli amici anche nelle persone più impensabili, come Lydia. Ma soprattutto…avevo trovato Stiles, avevo trovato l’amore della mia vita. Si, vorse può sembrare prematuro dire una cosa del genere. Ma ora come ora…non riuscivo ad immaginare la mia vita senza di lui, senza i suoi grandi occhi nocciola, senza le sue labbra carnose, senza il suo sarcasmo.
Stiles Stilinski mi aveva ammaliata. Era entrato nella mia vita in maniera inaspettata, e adesso almeno per quanto mi riguardava, non ne sarebbe più uscito. Perfino mia madre aveva capito quanto fosse forte il nostro legame, ed aveva anche capito che, cascasse il mondo, non mi avrebbe mai convinta ad andarmene da li.
Gerard era scomparso. Non si sapeva se fosse vivo o morto, ma l’importante per ora era che non c’erano tracce di lui. Allison e Scott nonostante si fossero chiariti, avevano comunque deciso di non rimettersi insieme. E nonostante si vedeva lontano un miglio che soffrissero per quella decisione, era stata la cosa giusta da fare. Lydia e Jackson avevano avuto il loro momento di felicità, ma poi il neo licantropo se ne era andato. In fondo tutta Beacon Hills lo credeva morto.
Per quanto riguardava me e Stiles, avevamo deciso di goderci quei giorni da normali adolescenti. Avevamo avuto il nostro primo vero appuntamento, perché con tutto quello che era successo non avevamo mai fatto una vera uscita come ogni coppia. Era stato un normalissimo appuntamento, fatto di cena fuori e cinema. Eppure per me era stato perfetto. Talmente perfetto che…quella stessa sera io e Stiles avevamo avuto la nostra prima volta. Si, eravamo entrambi vergini e quindi era stato tutto ancora più meraviglioso perché lui era soltanto mio, ed io ero soltanto sua. All’inizio eravamo entrambi talmente agitati e imbranati, ma poi…era stato assolutamente fantastico. Stiles era stato dolcissimo e come sempre premuroso. Aveva continuato a ripetermi che mi amava e c’era stato un momento, in cui mi aveva guardata e mi aveva scostato dolcemente una ciocca di capelli che mi si era appiccicata sul viso in cui ho pensato che non avrei mai potuto amarlo più di così.
Perciò, con alti e bassi, licantropi, cacciatori e kanima, potevo comunque dire che la mia vita adesso era perfetta, e solo grazie al mio umano dagli occhi nocciola e la battuta sempre pronta.
 
Ok, adesso inizio con il mio sproloquio. Prima di passare ai ringraziamenti, vorrei dire qualcosa su questa fan fiction. Sono consapevole che non è esattamente bellissima, la storia è stata quasi banale, ma le sono comunque affezionata perché è stata la prima fan fiction che scrivevo dopo tantissimo tempo, e di questo forse devo ringraziare Teen Wolf. Era tanto che non mi appassionavo così ad un telefilm : )
Kaylee rimarrà sempre nel mio cuore…e spero un po’ anche nei vostri.
Ma adesso passiamo ai ringraziamenti.
Innanzi tutto grazie a tutti coloro che hanno recensito la mia storia. In particolare grazie a : pestifero19 ; desperatesoul ; rekla992 ; EmmeEnne ; strawberryfield_JI ; taranana .
Un grazie alle 28 persone che l’hanno inserita tra le seguite . <3
1 - AleFeLove 
2 - ALLY98 
3 - AmbroseGirl 
4 - anna_alto 
5 - AundreaMalfoy 
6 - broken_doll92 
7 - cinereaspoison 
8 - desperatesoul
9 - dree07 
10 - elifreedom 
11 - eri07 
12 - ERISd 
13 - EvelineG 
14 - fefy92 
15 - Isabelleeee 
16 - justcallmecharlie 
17 - KatherinePayne 
18 - Keshia 
19 - lifelovesme 
20 - MilaSykes 
21 - Nyx_Selene 
22 - pestifero19 
23 - rekla992 
24 - Ren92 
25 - sbeaz95 
26 - smgrossello 
27 - taranana 
28 - TeacherElsie 

Grazi a chi l’ha inserita nelle ricordate.
1 - amentuccia 
2 - lunatica365 
3 - Nightingale_Ocean Soul 
4 - wjlliamsfaith 

Ed infine grazie a chi l’ha inserita nelle preferite.
1 - anna_alto 
2 - broken_doll92
3 - clumpsy_35 
4 - Effeeffe 
5 - EmmeEnne 
6 - fefy92 
7 - HelloNialler 
8 - i am like blair 
9 - Isabelleeee 
10 - marikamigliavacca 
11 - rekla992 
12 - VeryBaby88 
13 - xalebelieber 


Grazie insomma a chiunque abbia letto di Kaylee e Stiles. <3
Se qualcuno non l’ha già fatto…per compensare l’assenza di questa fan fiction può andare a leggere l’altra mia ff “L’era degli Alpha”. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1218033&i=1
Beh…non sono brava in queste cose, quindi…vi saluto! Ma questo non è un addio, perché sarò sempre presente a scrivere nuove storie (ne ho già un’altra in cantiere). Non scriverò un seguito di questa ff perché credo sia giusto si concluda così.
Baci mie lupetti :)
Aspetto una vostra recensione ^^

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