You're annoying. That's why I love you.

di highfivekeats
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Okay, okay, I like her! ***
Capitolo 3: *** Fucking high heels. ***
Capitolo 4: *** That sucks! ***
Capitolo 5: *** What you were dreaming about? ***
Capitolo 6: *** Who are you? ***
Capitolo 7: *** I fell into his trap. Again. ***
Capitolo 8: *** He stares strangely at you. ***
Capitolo 9: *** I felt his heartbeat. ***
Capitolo 10: *** Kisses. ***
Capitolo 11: *** Idea. ***
Capitolo 12: *** It was damn fantastic. ***
Capitolo 13: *** Would you like to go out with me? ***
Capitolo 14: *** Fine, I believe you. Come in now. ***
Capitolo 15: *** It doesn't matter... or yes? ***
Capitolo 16: *** Kiss-cam. ***
Capitolo 17: *** How could you? ***
Capitolo 18: *** Because I love you. ***
Capitolo 19: *** You're an idiot. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


«Savannah, prepara le valige. Ci trasferiamo a Los Angeles!»
 
Bello schifo.
Molti pensano, quando sentono nominare Los Angeles, che in quella città ci siano solo aspetti positivi. Si sbagliano? Direi molto.
Non che Los Angeles non sia bella. È una città meravigliosa. Ma vi pare adatta a una ragazza come me? Cioè… volgare, un maschiaccio, che non indosserebbe un paio di tacchi neanche se fosse l’ultima cosa da fare per salvare l’intera umanità, che ha più amici maschi che femmine? Certo che no.
Ma le cose non le decido io, ho solo diciassette anni. È stato mio fratello maggiore Chester, dopo la morte dei miei, a pensare di lasciare Atlanta e trasferirci a Los Angeles.
Nonostante non amassi l’idea del trasferimento, mi sono ambientata subito e ho stretto molte amicizie.
Però è stato mio fratello Niall quello a conoscere più persone. Anche molto importanti. Tipo… avete presente Justin Bieber? Ecco, lui è diventato il migliore amico di Niall e sta quasi sempre a casa nostra. Qualsiasi ragazza sarebbe gasatissima al fatto di avere Justin Bieber praticamente installato in casa, ma non me. Odio quel ragazzo. È antipatico, scorbutico e il peggio? Crede che tutte le ragazze – compresa me – cadano ai suoi piedi. Poco montato mi dicono.
 
--
 
«Io ti piaccio, ammettilo. Mi trovi sexy vero?»
Mi disse, attirandomi a se’ per i fianchi.
Gli tirai una ginocchiata nelle parti basse, facendolo cadere a terra. Mi gustai la scena di lui che si contorceva dal dolore e mi malediceva in Arabo, per poi dirgli:
«Io trovarti sexy? Ma che ti fumi?»
 
--

Da quel giorno non perde occasione per farmi ogni genere di dispetto, tipo mettermi una lucertola nel letto, nascondermi i vestiti quando faccio la doccia (e stupida me che non chiudo la porta di camera mia a chiave, cosa che adesso faccio sempre quando so che c’è lui in casa), e tirarmi qualsiasi oggetto freddo o bagnato addosso.
Ci odiamo a vicenda, ed è meglio così.




«Can I steal you one minute?
Hola (?) *non sa cosa scrivere* questo, da come si capisce, è il prologo della mia storia. Non è la mia prima storia, solo che è la prima che scrivo su Justin.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :3
A pressto.

 

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Capitolo 2
*** Okay, okay, I like her! ***


La cosa più rilassante di questo mondo?
Suonare la chitarra in veranda, mentre fuori piove. Il rumore della pioggia si confonde con la melodia prodotta dalle corde; sembra di essere su un altro pianeta per quanta calma c’è e non c’è niente di fastidioso o rumoroso. Almeno nel mio quartiere un po’ fuori Los Angeles. In città c’è sempre caos.
«Dovresti entrare, ti ammalerai così.»
Mi girai.
Ah, Chester. Sempre a preoccuparsi per me, manco avessi due anni.
«Se non l’avessi notato, sono in veranda. Non in mezzo alla pioggia.»
«Allora fa come vuoi. Se ti ammali poi, non venire a lamentarti con me.»
Gli alzai un dito medio, Chester si allontanò ridendo.
Ripresi a suonare, ciò mi aiutò ad esternarmi dal mondo… finchè una cascata d’acqua non mi colpì in pieno.
Mi alzai, pronta ad uccidere il conducente della Range Rover nera parcheggiata davanti casa mia.
«Tu, brutto bastardo, esci se ne hai il coraggio.»
Imprecai, facendo dei passi in avanti.
Mi accorsi di essere fin troppo vicina all’auto, ma tanto ero già bagnata… che differenza fanno altre due gocce?
Lo sportello dell’auto si aprì, facendo sbucare fuori la testa incappucciata dell’essere più irritante di questo mondo.
«Bieber.»
Justin si tolse gli occhiali, mi fissò divertito.
«Ciao Savannah. Ti dona il look alla pulcino bagnato.»
Disse, trattenendo un ghigno soddisfatto.
«Che cazzo ci fai qui?»
«Mi ha invitato Niall. Tuo fratello, hai presente?»
Disse, superandomi per entrare in casa.
Presi la mia chitarra ed entrai anch’io.
Appena entrai, Chester mi guardò con un mega punto interrogativo stampato in faccia.
«Non. Chiedermi. Niente. Ok?»
«Ok… però va a cambiarti. E asciugati.»
Lo guardai con un’espressione alla “ma secondo te non lo so?”, poi salii di sopra.
Entrai in camera mia, mi spogliai.
Presi il necessario per farmi la doccia, quando la porta si aprii.
«Oddio! Me lo volevi dire che eri nuda?»
Imprecò Niall, coprendosi gli occhi.
«Non sono nuda. E sei entrato come se niente fosse, manco fosse camera tua! Bussa prima no? Cambiamo discorso. Perché sei qui?»
«Sabato e Justin andiamo a una festa. Ci sarà molta gente famosa… quindi ho pensato di chiederti se volessi venire anche tu.»
«Una festa? Con tanta gente famosa hai detto?»
Niall annuì.
«Ok, vengo. Ma ora vattene, devo farmi la doccia.»
Dissi, spingendo Niall fuori da camera mia.
 

˜
Justin’s POV.


La porta di camera di Niall si spalanca, il biondo entra e la richiude alle sue spalle.
«L’ho invitata. Ha detto si.»
«Uhm, bene.»
Dissi io, rigirandomi l’Iphone tra le mani.
«Non potevi chiederglielo tu?»
«Secondo te avrebbe accettato se gliel’avessi chiesto io?»
«Almeno ci avresti provato. Se continuiamo così sarò io, al posto tuo, a dirle che ti piace.»
«Ma a me non piace.»
Mi difesi io, inutilmente.
Savannah mi piace da… da quando l’ho conosciuta. Però io a lei non sono mai andato a genio. Chissà perché.
Prima pensavo che nessuna ragazza mi avrebbe rifiutato. Poi è arrivata lei a buttare giù le mie convinzioni come si butta giù un castello di carte.
«Puoi farlo credere a chiunque, anche a te stesso, ma a me non puoi darla a bere Bieber. Ho visto come la guardi.»
«E sentiamo, dottor Stranamore, come la guardo?»
«Te la mangi con gli occhi.»
Non potevo negare l’evidenza davanti a Niall, se n’era accorto.
«E va bene, mi piace. Ma lei mi odia.»
«È logico che ti odia. La irriti in ogni modo possibile e immaginabile.»
«Lo faccio per attirare la sua attenzione! Altrimenti non mi noterebbe proprio.»
«Potresti provare a comportarti in maniera più gentile con lei, non credi?»
«E come?»
«Questo devi saperlo tu. Allora, ti va una partita a Call Of Duty
«Certo. Vedrai che ti straccerò.»
 

˜
Savannah’s POV.
 

Fissai il mio bicchiere di coca cola, completamente persa nei miei pensieri.
«Allora, mi vuoi dire che succede?»
Mi chiese Hannah, distraendomi dai miei pensieri.
«Niente di che, davvero.»
«A me non sembra niente di che. Andiamo, puoi dirmelo se qualcosa ti turba. Siamo amiche, no?»
Feci un respiro profondo.
«Pensavo a… Harry
Dissi, rabbuiandomi.
Io e Harry eravamo stati insieme fino a qualche settimana fa, quando mi aveva tradito con una troia più falsa di lui. Dovevo aspettarmelo, da uno che pare che abbia ‘scopami’ tatuato in fronte e il cui padre ha un night club pieno di spogliarelliste, la maggior parte di queste troie.
«Non pensarci. Anzi, secondo me sia che dovresti fare? Dovresti cominciare a guardarti attorno. Che ne sai, magari trovi il ragazzo perfetto.»
«Ho smesso di pensare ai ragazzi in quel senso. Fanno tutti schifo.»
«Che ne sai! Magari lì fuori c’è il ragazzo che fa al caso tuo, con i tuoi stessi interessi… magari che sta aspettando solo te.»
«Ma posso sapere perché ti stai preoccupando così tanto della mia situazione sentimentale?»
Dissi, affondando una patatina nella maionese.
«Sono tua amica. È normale che mi preoccupi per te.»
«Beh, non devi. Io ho chiuso con queste cose. Capito?»
«Ok, se questa è la tua decisione…»



«Can I steal you one minute?
Ho postato presto ewe avevo il capitolo già pronto e ho pensato che solo con un prologo non andava bene (non fate caso ai miei discorsi, mi capisco da sola lol)
Con questo capitolo stiamo già entrando per bene nella storia, e ci sono già i due protagonisti -
Justin e Savannah. #CapitanOvvio
Poi ci sono
Chester, Niall, Hannah e un 'Harry' accennato. Quel Harry farà non pochi guai, ve lo dico già ee
Mi piacerebbe sapere che ne pensate :3
A pressto. 

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Capitolo 3
*** Fucking high heels. ***


«Te l’ho detto, i tacchi non li voglio!»
Gridai a Niall, mentre camminavamo per il centro.
Niall si girò, fece dietrofront verso di me.
«Vuoi fare brutta figura?»
«Smettila di parlarmi come se avessi due anni. e poi, chissà dove dobbiamo andare di tanto importante… dopotutto è solo una festa.»
«Fallo per me almeno.»
Mi fece gli occhioni dolci, sbuffai.
«Uffa, va bene! Ma la tattica degli occhi dolci non vale. Sai che cedo subito!»
Dissi, facendomi trascinare da Niall in un negozio di scarpe.
 
Tornammo a casa.
Avevo comprato un paio di tacchi neri, borchiati. Mi si addicevano. Adesso dovevo solo imparare a camminare con quei cosi ai piedi… mission impossible.
Mi sedetti sul divano, indossai le scarpe.
«Come ha fatto Niall a convincerti?»
Mi chiese Chester.
«Le persone fanno sempre ciò che dico. È una mia abilità.»
Fissai male Niall, poi il mio sguardo tornò su Chester.
«Mi ha fatto gli occhi dolci. E tutti sanno che io non posso resistere agli occhi dolci.»
Mi alzai, ero ancora in piedi. Però, appena feci un passo in avanti, vacillai un po’ e caddi. Mi sembrava di essere tornata piccola, come quando mamma e papà provavano a farmi camminare ma io cadevo sul tappeto, mi rialzavo e continuavo a provare fino a piangere.
«Sarà difficile.»
Constatai, rialzandomi.
Sentimmo bussare alla porta, Niall andò ad aprire.
«Alla buon’ora eh! Ti sto aspettando da un sacco.»
Si lamentò Niall, entrando in casa con... ancora Justin? Ma che cavolo! Non ha una casa da pulire, una ragazza da scopare o qualcos’altro da fare? Perché deve stare sempre qua a rompere?
«C’era traffico. Ma… Savannah coi tacchi? Sicura di stare bene?»
Disse, fissando le mie gambe e scendendo con gli occhi fino alle armi di distruzione di massa che avevo ai piedi, più comunemente conosciuti come tacchi a spillo.
«Sto benissimo. Piuttosto, che ci fai tu qui? Di nuovo?»
«Io e Niall dobbiamo andare a fare una partita di basket. Vuoi venire anche tu? Potresti fare la mia cheerleader personale, e...»
Lo interruppi.
«Preferisco nuotare con le meduse.»
«Sicura di essere una ragazza? Di solito nessuna mi rifiuta.»
«Beh, forse sono diversa dalle altre? Sai, al mondo non siamo tutti uguali.»
Dissi, sfilandomi i tacchi.
«E poi, da quando ti interessa se mi piaci o no?»
Vidi Justin diventare nervoso.
«Ehm… puro egocentrismo. Lo dici sempre anche tu, no?»
«Giusto.»
Niall scese, i due si avviarono fuori.
«Sicura di non voler venire?»
Mi chiese Niall, rientrando.
«No, te l’ho detto già.»
Chester si sedette accanto a me.
«Secondo me, al ragazzo piaci.»
Fissai male il moro.
«Si, certo. E tu sei Obama.»
«Hai notato come ti guarda?»
«No… e non mi interessa.»
«Ti mangia con gli occhi.»
«Non è vero.»
«Dì ciò che vuoi, lui ti guarda davvero così. Puoi anche non credermi.»
Scossi la testa.
Dovevo ammettere, però, che lui mi guardava in un modo strano a volte. Un po’… come mi guardava Harry. No, non pensiamoci. Altrimenti mi deprimo.
«Sai che faccio Chester? Ora esco anch’io.»
Mandai un messaggio ad Hannah, dicendole di andare al parco tra un’ora.
 
«Non potevamo andare a fare shopping?»
Si lamentò Hannah, sedendosi su un muretto.
«Dopo che Niall mi ha costretto a girare ore per trovare un paio di scarpe che non voglio mettere? Neanche per sogno.»
Dissi, sedendomi per terra.
«Andavamo in spiaggia almeno. Ci sono ragazzi più… appetibili.»
«La smetti di fare la morta di cazzo?»
«Scusa, che ci posso fare se voglio divertirmi un po’?»
«Sei una puttana.»
«E tu sei una suora.»
Io e Hannah ci prendiamo sempre a parole così.
È stata la prima – e unica – ragazza conosciuta a Los Angeles che mi è stata simpatica da subito. Siamo diversissime, e forse è questo che ci ha fatto unire.
«Ehi… guarda quello.»
Disse, indicando un gruppetto di ragazzi.
«Chi?»
«Quello moro con lo sguardo magnetico. Minchia, se è figo. Io ora vado là.»
Disse, alzandosi.
«Aspetta, ti sottovaluterà di sicuro se stai vestita così. Cioè, guardati! Sembri uscita da Gossip Girl. Ti pare un tipo da Gossip Girl quello lì?»
«Decisamente… no. Che ne dici di scambiarci i vestiti? Così fai pratica coi tacchi!»
«Oh, non lo so…»
«Dai, ti prego…»
«Uffa, ok!»
 
Uscimmo dall’auto di Hannah.
Avevo i suoi vestiti addosso, lei aveva i miei.
«Ora va e conquista il tuo moretto figo.»
Dissi, spingendola via.
Restai ferma, per paura di cadere e di sporcare i suoi abiti super griffati e costossissimi. Roba che solo gente ricca sfondata può permettersi, cosa che lei era.
All’improvviso, vidi un ragazzo venire verso di me. Portava un cappello che gli copriva i capelli, eccezion fatta per dei ciuffetti ricci che spuntavano dalle estremità. Il suo viso l’avrei riconosciuto anche da miglia di distanza.
Era Harry.
«Savannah. Da quanto tempo eh?»
«Tantissimo, Harry.»
Ok, Savannah, mantieni la calma e soprattutto non scappare. Oltre a cadere e fare una figura di merda, lui crederà che stai scappando da lui – che poi è anche vero – e ti seguirà. E tu vuoi farti seguire? No.
«Sei cambiata tantissimo… e hai dei tacchi? Non li hai mai messi prima!»
«Sai com’è, Harry, le persone cambiano. Ho deciso di lasciarmi alle spalle la ragazzina che ero.»
Ma cosa cazzo dici, Savannah?
«Io preferivo il tuo vecchio look… era più aggressivo.»
Si avvicinò ancora di più a me, premette una mano sulla mia guancia.
«Perché mi hai lasciato?»
«Dovresti chiederlo a te. O a quella puttanella, aspetta, come si chiamava? Ah si, Charlie.»
«Dovresti saperlo che è stato un malinteso. Ti prego, Savannah, dammi un’altra chance. Mi manchi tantissimo.»
«Dovevi pensarci prima di tradirmi.»
Dissi, scostando la sua mano e allontanandomi.
Ma mi ricordai presto delle scarpe che avevo ai piedi, e caddi sul prato facendo non solo una figura di merda, ma sporcando i vestiti di Hannah e sbucciandomi un ginocchio.
«Hai bisogno di una mano?»
«No, vattene Harry.»
«Se ti dico che non mi chiamo Harry te la posso dare una mano?»
Mi girai.
«Che vuoi Bieber? E perché sei qui?»
«Passavo.»
Justin mi aiutò ad alzarmi, mi prese per un braccio.
«Dove cavolo mi porti?»
«In un vicolo buio, così posso stuprarti. Secondo te dove cavolo ti sto portando? A casa tua.»
Disse, sarcastico.
 
Arrivammo davanti a casa mia, non avevo le chiavi dato che avevo scambiato la mia borsa con quella di Hannah. Bussai.
Nessuno aprì. Bussai di nuovo.
Ancora niente. Ribussai.
«Cazzo Chester, apri!»
Urlai, dando un calcio alla porta.
«Magari non è in casa? Chiamalo.»
«Non posso! Non ho il mio cellulare e non ricordo il suo numero. Maledetta Hannah.»
«Allora vieni con me.»
Disse, prendendomi per mano.
«No.»
«Non ti uccido! Dai, vieni. Ti compro dei vestiti… adatti a te.»
«Ti ho detto no.»
«Ok, allora raddoppio: ti porto da Mc Donald’s e pago io. Passaggio in auto, vestiti e cibo gratis. Ci stai?»
«Proposta allettante… ma no.»
«Uffa. Allora rimani qui, da sola, al buio. Chissà chi potresti incontrare…»
«Ok, va bene, vengo con te! Però la musica in macchina la scelgo io.»



«Can I steal you one minute?
Buenos dias :3
Premetto che questo capitolo non mi piace. Per niente. Ma è importante... poi capirete perchè ee
Allora, Harry ha fatto la sua apparizione figa ee già ho detto che combinerà non pochi guai.
E ora, Justin e Savannah passeranno una giornata insieme... cosa potrebbe succedere? eheh.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate del capitolo :3
A pressto.
 

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Capitolo 4
*** That sucks! ***


Salimmo in auto, rovistai fra i vari cd che aveva Justin.
Alla fine la scelta si ridusse a F.A.M.E. di Chris Brown e Thank me later di Drake. Vada per Chris.
«Finalmente ti sei decisa. Mi stavi scocciando.»
Disse, facendo un ghigno.
«Quindi… per oggi sarai il mio autista personale?»
Justin annuì.
«E puoi portarmi dove voglio io,giusto?»
«Si.»
«E posso farti fare tutto quello che voglio io, per quanto stupido e umiliante sia?»
«Oddio.»
«Sarà una bella giornata.»
Dissi, sghignazzando malignamente.
 
«Andiamo Justin, non essere così lento!»
Mi girai, Justin era fermo sul marciapiede. Portava buste su buste.
«Non pensi di aver comprato troppo?»
«Non è mai abbastanza.»
Dissi vaga, prendendo qualche busta.
«Ma quello è… ODDIO! PRENDIAMOLO!»
Urlarono delle ragazze, notando Justin sul ciglio del marciapiede.
Justin si alzò, mi prese per mano e iniziammo a correre.
Un inseguimento… non male.
Ci nascondemmo in un vicolo, era strettissimo e stavamo attaccati. Non si respirava; avvertii il respiro pesante di Justin sul mio collo.
«Justin… che cazzo hai?»
«Non… non respiro.»
«Beh, nemmeno io respiro. Non è poi così grave dai! È come stare in apnea ma... sulla terra ferma.»
«Tu… tu non capisci! Io sono… claustrofobico.»
«Ah. Allora usciamo.»
«Ma…»
«Niente ma! Non voglio portarti all’ospedale. Anche perché io le Range Rover non le so guidare e farei un casino.»
«Mi scuoieranno vivo.»
«Nah… alla meno peggio ti stracceranno i vestiti di dosso.»
Justin puntò i suoi occhi nocciola sulle mie labbra, si avvicinò pericolosamente fino a che i nostri nasi non si sfiorarono.
«Justin…?!»
«Eh?»
«Che ti prende?»
«Oh niente. Mi era sembrato di vedere un insetto sulle tue labbra…»
«Si ok. Ora usciamo, sta iniziando a fare caldo.»
E la situazione è piuttosto scomoda.
 
«Ora che facciamo?»
Mi chiese Justin, salendo in macchina.
«Giriamo a vuoto.»
«Come desideri.»
Mentre Justin guidavasenza meta, mi ammazzavo per trovare qualcosa da dire ma la voce di Chris Brown mi entrava in testa impedendomi di pensare.
«Sai, prima… ho creduto che volessi baciarmi.»
Guardai Justin, era nervoso.
«Uhm… no, mi era solo sembrato di vedere un insetto sulle tue labbra. Te l’ho detto già.»
«A me sembrava che volessi baciarmi.»
«Ti ho detto già il perché!»
«Ehi, ehi, non scaldarti!»
«Ho tutto il diritto di scaldarmi, tu credi che io volessi baciarti quando poi non è così!»
«Se non fosse stato vero non ti saresti incazzato così! Ammettilo… tu volevi baciarmi.»
«Ma che schifo! No!»
«Va bene, ok, non volevi baciarmi.»
Tornò il silenzio.
Il cellulare di Hannah squillò.
«Pronto?»
«Dove cavolo sei?»
«Ehi, Hannah. È successo un casino, te lo racconto più tardi magari… com’è andata col ragazzo?»
«Male. Ho scoperto che è fidanzato. E la sua ragazza… era proprio con lui. Ho fatto una figuraccia, Dio. Comunque, i tuoi vestiti fanno schifo.»
«I tuoi di più.»
«Tornando a noi, miss camicia a quadri 2012, dove sei?»
«In auto, sto andando… da qualche parte.»
«EH?»
«Te l’ho detto, è una lunga storia. Puoi chiamare Chester e dirgli che sarò a casa entro stasera?»
«Ok. Però stasera mi racconti tutto, che tu lo voglia o no.»
Hannah staccò.
 
«Justin, è dalle sei che stiamo in macchina. Non credi che dovremmo tornare indietro? O andare ad una pompa di benzina magari.»
«Ma se ho fatto il pieno stamattina.»
«A che ora l’avresti fatto ‘sto pieno? Alle otto? Justin, sono le due del mattino. Come minimo ora saremo in riserva.»
«Ma non ti preoccupare… porca puttana. Siamo in riserva.»
«Che ti avevo detto?»
Justin fermò la macchina.
«Allora, sono le due del mattino, e noi siamo bloccati in una campagna sperduta nel bel mezzo della California. Direi che è un bel guaio.»
«Ma no, guarda.»
«L’unica cosa da fare è… dormire in auto e aspettare domattina.»
«Cosa?! Io non dormirò in quest’auto! Soprattutto con te! Chiama qualcuno idiota, sei Justin Bieber qualcuno dovrà pur venire a salvarti.»
«Sai dove siamo?!»
«Touchè. Quindi… dobbiamo dormire qui dentro?»
«Si.»
«Insieme?»
«Si… che c’è? Hai paura di non riuscire a contenerti e di saltarmi addosso?»
Mi chiese, poggiando una mano sulla mia coscia. Ciò mi irritò parecchio.
«Si, ho paura di non riuscire a reprimere la mia voglia incontenibile di scuoiarti vivo e darti in pasto agli avvoltoi. E ora togli quella mano, se non vuoi trovartela in culo.»
«Oddio, e ora chi dorme?»
«Allora, facciamo così: io dormo nei sedili posteriori e tu qui. Ok?»
«Mh… è meglio se dormo io lì.»
«No, ci dormo io. Chiaro?»
«Ok…»
Mi sistemai sui sedili posteriori della Range Rover, erano davvero comodi.
«Credo che tu non voglia sapere cosa ho fatto lì, giusto?»
Disse, sghignazzando.
«CHE SCHIFO! Ora come faccio a dormire senza pensare alle porcherie che posso esserci qui sopra? Che schifo.»
«Zitta e dormi. Hai deciso tu di dormire là, giusto? Io ti avevo avvertito.»
«Uffa. Buonanotte puttana.»
«Come mi hai chiamato?»
«Lascia stare.»



«Can I steal you one minute?
Hola (?)
Inizio dicendo che volevo postare oggi pomeriggio, ma vari imprevisti - tipo il capitolo che era uscito fuori una merda, come se questo poi non fosse da meno - mi hanno fatto postare il capitolo alle 22:47 #TelecronacaModeOn  (a proposito di telecronache, avete visto Italia - Inghilterra? bkdasbfjdksbf *-*)
Sto ascoltando Believe cgvfgfdhgh *--* devo dire che "Right Here" mi è servita come ispirazione per l'ultima parte lol (?)
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di 'sta schifezza u.u
A pressssto.
PS: Su twitter sono @xStillHere_, se volete seguirmi :3

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Capitolo 5
*** What you were dreaming about? ***


Dovevano essere le tre, o le quattro.
Non riuscivo a dormire; avevo paura di ciò che poteva esserci fuori.
«Justin… stai dormendo?»
«Mmh… mmh… si…»
«Ma che cazzo?! Justin, svegliati!»
Justin sobbalzò, poi mi guardò e arrossì.
«Uh… che c’è?»
«Mi sto cagando sotto.»
«Esci, non voglio che mi sporchi i sedili.»
«Non dico letteralmente idiota! Ho paura… mi pentirò di chiederti ciò che ti sto chiedendo, ma mi faresti compagnia per favore?»
Justin affilò lo sguardo.
«Ok…»
Si sedette accanto a me.
«Di cosa hai paura?»
«Degli animali che potrebbero essere lì fuori. Avvoltoi, iene…»
«Credi che siamo nella Savana? Sei davvero scema.»
Disse, cominciando a ridere.
«Detto da te è un complimento.»
Mi distesi, poggiando le mie gambe sulle sue.
«Sei pesante.»
«Sta zitto.»
Ci furono minuti interi di silenzio, leggermente inquietanti.
Non ho mai avuto la necessità di riempire il silenzio con chiacchiere superflue, ma con Justin… mi sentivo in imbarazzo a stare zitta. Chissà perché.
«Che stavi sognando?»
Justin strabuzzò gli occhi, si fece tutto rosso.
«Uh… io? proprio niente.»
«Niente? Allora perché mormoravi… cose strane?»
«Quanto strane?»
«Facevi versi di apprezzamento… piuttosto inquietanti. Cosa cazzo stavi sognando?»
«Non voglio dirtelo. È imbarazzante.»
«Stavi sognando di fare sesso con qualcuna. Ok. Sei davvero un maniaco Bieber.»
«Ma che dici? Non è vero, pft. Non sono un maniaco, non penso mica sempre al sesso.»
Lo guardai accigliata.
«Allora perché sembri sempre pronto a farlo, in qualsiasi luogo, situazione e con qualsiasi ragazza ti capiti a tiro?»
«Perché io… basta. Dormi.»
Liquidò il discorso, andando di nuovo nei sedili davanti.
«No, tu ora mi rispondi.»
«Ho detto dormi.»
«Uffa, va bene. Ma domani mi risponderai.»
«Come no.»
 
«Svegliati, scema.»
Aprii gli occhi, Justin era praticamente a cavalcioni su di me.
«Levati!»
Dissi, scaraventandolo a terra.
«Ahi! Ma che ti prende?»
«Mi stavi addosso, come dovevo reagire?»
«Oh, sappi che un sacco di ragazze pagherebbero oro per farmi stare addosso a loro…»
«Ma sta zitto. Comunque, perché mi hai svegliato?»
«Hanno riparato la macchina, sei davanti a casa tua.»
«Oh… davvero?»
Guardai fuori dal finestrino, c’erano Niall, Chester e Hannah con un’espressione super mega perplessa stampata in faccia.
Uscii dalla macchina.
«Non mi dici niente?»
Disse Justin, sorridendo.
«Uffa… grazie. Contento ora?»
«Molto.»
Justin sfrecciò via.
«Dove cavolo sei stata?»
Mi rimproverarono.
«Non voglio parlarne.»
Feci per entrare in casa, ma i tre mi si piazzarono davanti a me impedendomi di muovermi.
«Dobbiamo saperlo.»
«Sono stata… con Justin.»
Dissi, senza però specificare cosa avevamo fatto. Ora Chester penserà sicuramente male.
«Una giornata intera? E cosa avete fatto?»
«Niente di quello che pensi tu. Non sapevo dove andare, perché quell’idiota di Hannah s’era presa i miei vestiti – e la mia borsa, con le chiavi e il cellulare – e io quando sono venuta qua non c’eri… a proposito, si può sapere dov’eri? Hai… qualche ragazza nascosta?»
Chiesi, maliziosa.
«Ero da Mike, scema.»
«Ah va beh. Ora se non vi dispiace, vorrei andare a farmi una doccia.»
Entrai in casa, salii di sopra.
Mi chiusi nella doccia, ricordando all’improvviso la domanda a cui Justin doveva ancora rispondermi.
 

“Perché sembri sempre pronto a farlo, in qualsiasi luogo, situazione e con qualsiasi ragazza ti capiti a tiro?”
 

La risposta mi sembrava ovvia: è un ragazzo, i ragazzi sono tutti così.
Ma lui… lui è strano per davvero. Fino a due giorni fa avrei giurato che mi odiasse, invece ora… è strano. Non so spiegarmi il perchè.




«Can I steal you one minute?
Buonasera. E' il primo di luglio, è come se non postassi da un mese lol 
Comunque, che ne pensate di questo papocchio? (?)
A me non piace tanto, ma è tutto ciò che sono riuscita a scrivere çwç sorry
Mi piacerebbe comunque sapere la vostra opinione però ewe
A presssto. :3

PS: ditemi che non sono l'unica sfigata che non ha ancora Believe. çç

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Capitolo 6
*** Who are you? ***


 «Tu vuoi dirmi che sei stata una giornata intera con quell’adorabile ragazzo che trasuda sesso da tutti i pori e non gli sei saltata addosso?»
Scossi la testa esasperata, girando il ghiaccio nel mio bicchiere con la cannuccia.
«No. Ma è possibile che pensi solo a quello? Potreste mettervi insieme, siete due arrapati di prima categoria.»
«Mh, di certo non mi lascerei scappare l’occasione. Però non è me che vuole… lui vuole te
Sobbalzai, facendo tremare il the freddo nel bicchiere.
«Eh?»
«Hai visto come ti guarda? Ti mangia con gli occhi.»
«Non è vero.»
«Invece si. Fidati, sono un’esperta in certe cose. Allora, oggi è sabato giusto?»
Annuii.
«Quindi c’è la festa da Justin… direi che è un’ottima occasione per fare colpo.»
«Aspetta… cosa?»
«Vedrai, sarai stupenda.»
Mi trascinò di sopra, in camera sua, e mi fece sedere davanti alla scrivania.
Hannah aprì la sua trousse piena di trucchi di qualsiasi colore, dai più tenui a quelli che nemmeno Lady Gaga avrebbe il coraggio di mettere. Prese pennelli di varie dimensioni, spugnette, qualsiasi cosa insomma. Mi sembrava di essere in un salone di bellezza.
La madre di Hannah fa la truccatrice, quindi lei è piuttosto esperta. E ha una marea di trucchi, al contrario di me.
«Allora, come ti vestirai stasera?»
«Non lo so, forse metterò dei pantaloncini e una maglia.»
Hannah fece una risata malefica.
«Ehm, no. È una festa importante, non puoi andarci coi tuoi soliti vestiti! Dopo te ne presto uno mio.»
«Non lo voglio un tuo vestito.»
«Perché?»
«Perché quando vai alle feste ti vesti da puttana.»
«Oh andiamo! Non mi vesto da puttana.»
La guardai con eloquenza.
«Ok, forse i miei vestiti sono un po’ spinti, ma… non sono da puttana.»


˜
Justin’s POV.

 
«Hai sognato di farti fare un pompino da mia sorella?»
Mi chiese Niall, mentre giocherellava con il suo cellulare.
«Si...»
Ammisi, imbarazzato.
«Ma che schifo. Sei ripugnante.»
«Ehi, è una cosa normale! No, ok, non lo è. Ma il peggio è che lei se n’è accorta, perché ho parlato nel sonno… ha detto che facevo ‘versi di apprezzamento piuttosto inquietanti’. Fortuna che non ho detto altro! Mi avrebbe strappato i testicoli e li avrebbe dati in pasto agli avvoltoi.»
«Puoi dirlo forte. »
Mi squillò il cellulare, lo presi. Era un messaggio.
 
-Amore! Stasera torno in tempo per la tua festa. Ti amo e mi manchi tanto.
 
«Chi è?»
«Chi, secondo te? Selena.»
«Ah, la tua ragazza gnocca.»
Lo fissai male. In fondo, anche se non l’amavo più, era comunque la mia ragazza.
«Perché mi guardi così? Neanche ci vuoi stare più con lei.»
«È comunque la mia ragazza, Niall. Anche se la sto illudendo… dovrei lasciarla. Non se lo merita.»
«Fallo con tatto però. Selena è sensibile.»
Notai i suoi occhi brillare.
«Niall… non è che ti piace Sel?»
«Un po’. È una bella ragazza. Magari ci potrei provare… se tu la lasciassi.»
«Allora la lascerò. Ma quando? Non stasera, di certo. Dovrò aspettare.»

 
˜
Savannah’s POV.
 

«Ed ecco fatto. Ora puoi guardarti allo specchio.»
Andai davanti allo specchio a figura intera della camera di Hannah. Mi aveva piastrato i capelli, ora mi arrivavano al fondoschiena coprendo l’enorme scollatura del vestito nero, che mi scopriva interamente la schiena. Ai piedi avevo i tacchi che avevo comprato con Niall, non facevano per niente male ed ero riuscita ad imparare a camminarci sopra – come ho fatto, non lo so neanch’io. Mi aveva truccato gli occhi con un trucco nero, che risaltava le mie iridi azzurre. Non sembravo io.
«Che hai combinato? Non sembro me!»
«Meglio, farai conquiste.»
«Con tutto questo trabusto hai dimenticato di prepararti.»
«Io? Io non devo venire!»
«Cosa?»
«Non devo venire. Ora, chiama Niall e fatti venire a prendere, bellezza.»
 
Arrivammo alla festa, era… stracolmo di gente fighisssima. Hannah avrebbe dovuto esserci.
Niall si avvicinò a Justin, andai con lui dato che non sapevo con chi stare. Justin era… stupendo. Aveva addosso una camicia e dei jeans, vestiti semplici, ma lui li portava una meraviglia. Per quanto lo odio, devo ammettere che è bello come il sole.
C’era una ragazza con lui, Selena Gomez. Per un’istante mi ricordai del fatto che lui era fidanzato con quella ragazza che sembrava una bambolina, sia nei modi di essere che nell’aspetto. Troppo perfetta per essere reale.
«Ehi, Justin. Selena…»
Li salutò Niall.
«Ciao Niall… e questa bellissima ragazza? Chi è?»
«Sono Savannah, idiota.»
Dissi, a denti stretti.
Justin mi fissò con gli occhi sgranati, sembravano due palle da baseball per quanto erano enormi.
«Savannah? Cos’hai fatto? Sei… uno schianto, dannazione.»
Selena guardò male Justin.
«Che c’è? Si deve sempre dire la verità.»
La mora mi guardò con atteggiamento superiore.
«Uhm, si, sei carina. Andiamo Justin.»
Disse, portandosi via Justin.
«Ma quant’è simpatica.»
Dissi io, sarcastica.
«Ehi, ha avuto ragione a comportarsi così. Tu e Justin… stavate flirtando.»
«Ma non dire cazzate.»
Mi allontanai.



«Can I steal you one minute?
Yo, girls. 
Questa è la prima di due parti - mi piace dividere i capitoli in due :3 - nella seconda parte credo ce ne saranno delle belle uwu
So, let's talk about this. (?) Personalmente mi piace *miracolo* mi è piaciuto scriverlo, soprattutto la parte narrata da Justin AHAHAHAHAAHAH
La descrizione di Selena... diciamo che è un po' come la vedo io. Fin troppo perfetta ç_ç quella ragazza mi abbassa l'autostima in un modo assurdo D: 
Vorrei sapere che ne pensate :3
A prestto. 

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Capitolo 7
*** I fell into his trap. Again. ***


˜
Justin’s Pov.

 
«…E poi c’era… Justin, mi stai ascoltando?»
Mi voltai, Selena mi guardava scocciata.
«Oh, si, ti ascolto.»
«No, non mi stavi ascoltando. Guardavi… la bionda.»
«Si chiama Savannah. E non la stavo guardando.»
Certo, come no.
Savannah è uno schianto stasera. Quel vestito nero le sta a pennello, sembra cucito addosso a lei. Sembra un’altra stasera.
«La stai guardando. Non negare l’evidenza. E non mi dai attenzioni… non ti interesso più per caso?»
Selena mi guardò, aveva gli occhi lucidi e si mordeva nervosamente un labbro.
La abbracciai.
«No, certo che mi interessi…»
«E allora perché guardavi quella?»
«Te lo ripeto, non la stavo guardando. Vieni con me.»
Dissi, prendendola per mano.
 

˜
Savannah’s POV.

 
«Ehi, bellezza.»
Mi voltai, mi si bloccò il respiro in gola.
«Savannah?»
«Harry? Che ci fai qui?»
«Conosco Justin. Tu?»
Certo. Quell’arrapato di Justin era sicuramente stato al night club del padre di Harry.
«Niall è un amico di Justin.»
«Sei bellissima stasera. Non ti si riconosce.»
«Mi stai dicendo che sono bella solo ora?»
Harry rise.
«No, tu sei bella sempre…»
Disse, avvicinandosi a me.
Tutto questo mi ricordò la scena del parco.
«Non avrei dovuto farti scappare.»
Mi stampò un piccolo bacio sulle labbra.
Avrei dovuto respingerlo, dargli un calcio nelle palle o altro, ma ero bloccata. Mi aveva preso in contropiede con quel bacio.
Non so perché, ma mi lasciai trascinare da quel bacio… fino a trovarmi chiusa in uno sgabuzzino con Harry, che mi baciava il collo.
No. Non devo cedere. Savannah, non cedere…
«Mi manchi.»
Sussurrò Harry, sulla mia pelle.
Sorrisi incoscientemente, attirandolo ancora di più a me. Ero come paralizzata, come se i pochi neuroni che mi funzionavano ancora fossero morti. Dovevo respingerlo, ma facevo l’esatto contrario.
 
Avevo perso. Non l’avevo respinto. E mi ero ritrovata a fare sesso in uno sgabuzzino con il ragazzo che mi aveva trattato come una pezza da piedi. Idiota. Sei un’idiota Savannah. Perché ti fai abbindolare dalla gente?
«Mi era mancato tutto questo.»
Disse Harry, cercando un contatto con le mie labbra. Girai la testa.
«Vattene. Non voglio vederti.»
«Ma…»
«Ho detto vattene. Rispetta almeno questa mia decisione.»
Sentii la porta chiudersi delicatamente, dopo un po’ uscii anch’io.
Decisi che una passeggiata fuori non mi avrebbe fatto male, così uscii da quella casa gremita di gente.
Camminavo lentamente in quell’immenso giardino, quando due ragazzi attirarono la mia attenzione.  Erano un ragazzo e una ragazza, si baciavano. Il ragazzo teneva le mani sui fianchi della ragazza; la ragazza invece nei capelli del ragazzo. Guardandoli meglio capii che erano Justin e Selena. Erano davvero belli insieme. Da quel bacio si capiva quanto amore provassero l’una per l’altro. Io e Harry non eravamo così… il nostro rapporto era completamente diverso. Solo sesso. Io invece ero convinta che fosse qualcosa di più; ma non lo era. Io amavo lui, – cioè, la persona che credevo che era – ma lui amava solo il mio corpo.
Senza accorgermene le lacrime rigarono il mio volto.
No. Savannah Horan sta piangendo? Per di più per un ragazzo? No.
Corsi dentro, mi fiondai in bagno e mi guardai allo specchio.
Il trucco ormai era sbavato, sembravo una che si era truccata al buio. Oppure una copia mal riuscita di Joker. Era la prima volta che indossavo un vestito cortissimo, che mi truccavo e che avevo un paio di tacchi. E per di più, ero stata di nuovo con Harry. Non era troppo per una serata sola?
Presi un po’ di carta igienica, mi pulii il viso senza però non riuscire ad eliminare il trucco. Uscii da quel bagno cercando di sorridere, ma consapevole che quel sorriso era uno dei più falsi che avessi mai fatto in vita mia.
Uscii di nuovo fuori, andai a camminare sul bordo della piscina. Non bene.
Presi una scivolata, e caddi rovinosamente in piscina. Ok, ora Hannah sarebbe stata furiosa con me. Ma chi se ne frega di Hannah.
Riemersi dall’acqua, mi trovai una mano davanti. La presi e risalii. Mi ritrovai Justin davanti, mi guardava con un ghigno divertito.
«Come ti dissi l’altra volta, ti dona il look alla pulcino bagnato.»
«Sta zitto. Dimmi dove posso asciugarmi.»
«Mh, sei poco acida. Comunque, in bagno dovrebbero esserci degli asciugamani.»
«Ok, grazie.»
Dissi, allontanandomi.
«Ah, i vestiti aderenti ti stanno bene. ti risaltano il culo.»
«Va a farti fottere.»
Stavo per entrare, però pensai fosse una figura di merda entrare in casa tutta bagnata, e con tutta quella gente super famosa. Così restai fuori, al freddo, per tutta la serata. Poco mi importava se mi fossi ammalata.
«Ancora qui?»
Mi chiese Justin, seduto su una delle sdraio.
Mi sedetti su quella di fronte alla sua.
«Non voglio entrare. Farei solo una figuraccia.»
«Di solito non ti importa fare figuracce.»
«Sai com’è, si cresce. E si cambia.»
«Ma tu… non puoi cambiare. Sei fantastica così come sei.»
«Come hai detto?»
«Oh, io? Niente, pensavo ad altro.»
«Va beh dai. Prima ti ho visto con Selena… trattala bene. Non merita di soffrire.»
«Lo farò.»
Mi soffermai un attimo sulle sue parole.
Nessuno me l’aveva mai dette cose del genere, o almeno, nessun ragazzo che non facesse parte della mia famiglia.
 
«Non ti ho visto più. Dov’eri?»
Mi chiese Niall, mentre salivamo in macchina.
«Non voglio parlarne. Allora, com’è andata la serata?»
«Bene, anzi, una meraviglia! Ah, ho visto…»
«Harry? L’ho visto anch’io.»
«Davvero? E cosa hai fatto?»
«Si… diciamo che abbiamo avuto un incontro ravvicinato.»
Niall arricciò il naso, segno che aveva capito di cosa parlavo.
Non ero mai stata in imbarazzo a parlare di queste cose con lui, era mio fratello, che senso ha essere imbarazzati?
«Oh… come stai?»
Fissai lo sguardo fuori dal finestrino per non incrociare gli occhi di Niall.
«Ci sto una merda. Perché l’ho lasciato fare. Non mi sono opposta. Era come se lo volessi anch’io! Mi faccio leggermente schifo, sai?»
«Domattina ti passerà, vedrai.»
«Ne sei sicuro?»
«Fidati di me.»
Niall mi fece un sorriso, che contagiò anche me.



«Can I steal you one minute?
Hello babes :3 ecco il capitolo u.u
La mia povera Savannah ç___ç devo dire che non so perchè ho messo la parte con Harry, solo volevo mettercela u.u volevo mostrare il lato fragile di Savannah.
Nel prossimo capitolo non so cosa succederà, insomma ho una mezza idea ma non so come impostarla. D:
A pressto.

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Capitolo 8
*** He stares strangely at you. ***


«Dovevi venire, c’era un sacco di gente!»
Dissi a Hannah, mentre guardavo la pioggia scorrere sulla finestra. In questi giorni pioveva molto, ed era una cosa inisuale per essere fine giugno e per il luogo in cui ci trovavamo.
«Oh, io me la sono spassata comunque. Sono uscita con Louis e ho conosciuto un ragazzo… davvero carino.»
«Puttana.»
«Ehi, quel tipo era davvero bello, non potevo farmelo scappare. Comunque, Niall mi ha detto che hai incontrato Harry.»
«Non voglio pensarci.»
«Non avresti dovuto cedere.»
«Lo so!»
«Savannah, sbrigati che dobbiamo andare!»
Mi chiamò Chester, dalla cucina.
«Oh, devo andare. Ti chiamo dopo ok?»
«Ok. Divertiti da tua zia.»
«Certo, divertiti. Se consideri che mia zia ha due figli che sono dei mocciosi esagerati, e un’altra che tartassa me e Niall di domande su Bieber…»
Ma Hannah aveva già staccato.
Presi i vestiti, accesi lo stereo.
 
“Far, far away… in a land that time can’t change”.
 
Sorrisi. I Thirty Seconds To Mars riuscivano sempre a farmi tornare di buon’umore. Mi sono stati molto d’aiuto, quando morirono i miei… ripensare ai miei genitori, nonostante fossero passati cinque anni, era sempre doloroso. Decisi di passarci sopra, e andai in bagno.
 
Dopo mezz’ora, forse meno, ero pronta. Scesi di sotto, trovai Niall e Chester ad aspettarmi.
C’era anche… BIEBER?! COSA? SIETE SERI?
Bieber se ne stava stravaccato sul divano, armeggiava con il suo cellulare. La sua presenza mi irritò e non poco, ma cercai di mantenere la calma davanti a Chester.
«Uhm… che ci fai lui qui?»
Chiesi, cercando di sembrare calma e tranquilla. Credo fu inutile, perché Niall fece una risatina.
«Ricordi che Annabeth voleva vederlo, l’altra volta che andammo dalla zia? Ho pensato di farlo venire con noi.»
Disse, indicando il suo amico. Ma fucilati, Niall.
«Che bella cosa…»
Bella quanto svegliarsi la mattina di Natale e ricevere come regalo un libro sull’economia aziendale.
«Non potevi mettere un vestito?»
Mi chiese Chester, notando il mio solito abbigliamento.
«Stai scherzando spero.»
Uscimmo di casa, entrammo in auto.
Mi sedetti avanti, non volevo vedere né Justin né Niall. Accesi la radio, presi Some Nights dei Fun dalla borsa e lo feci partire. I Fun mi avevano preso davvero tanto in quel periodo...
«Ma che palle, metti qualche cd che piace a tutti no?»
Si lamentò Niall.
«Io voglio sentire Some Nights, va bene?»
«Savannah, Niall ha ragione.»
Fissai male Chester.
«Ma…»
«Niente ma. Togli il cd.»
Spensi la radio con uno scatto secco, poggiai la testa sul finestrino. Niall e Justin litigarono per quale cd ascoltare per tutto il tragitto, e conclusi che se avessi portato il mio Ipod mi sarei almeno risparmiata un mal di testa.
Scendemmo dalla macchina, il più piccolo dei miei cugini, Jonah, mi saltò in braccio. È l’unico che sopporto, dato che gli altri due hanno dieci anni e litigano persino per chi deve camminare. Annabeth, invece, ha sedici anni ed è innamorata follemente di Justin. Ha centinaia di poster e giornali dove ci sono articoli dedicati a lui, e ogni volta che veniamo dalla zia mi dice sempre che dovrei mettermi con lui perché così lei avrebbe una cugina famosa, e bla bla bla. È semplicemente irritante.
«Savannah!»
Disse Jonah, stringendosi a me. Lo abbracciai.
«Jonah, piccolo mio.»
Sentimmo un urlo dall’interno della casa.
«JUSTIN! JUSTIN! OH DIO IO TI AMO!»
«Tua sorella ha trovato la sorpresa nell’uovo di pasqua, a quanto pare.»
«Ma pasqua non è già passata?»
Risi, ed entrai in casa.
Annabeth era in lacrime, tra le braccia di Justin. Un po’ esagerato, no?
Feci scendere Jonah, salutai mia zia.
«Savannah, è incredibile come ti sei fatta bella!»
«Io non sono bella.»
Mia zia fece una sonora risata.
«Tu sei bellissima, nipotina mia. Tua mamma sarebbe fiera di come sei.»
Disse, malinconicamente.
«Mamma, hai visto chi m’ha portato Niall?»
Le disse Annabeth, asciugandosi le lacrime. A Justin brillavano gli occhi in un modo assurdo, sorrideva a trentadue denti. Era felice quanto Annabeth, si vedeva.
Ci sedemmo a tavola, cominciammo a mangiare.
 
«Allora, Vans, come stai messa?»
Mi chiese Annabeth, mentre giocavo con un cubo di rubick che avevo trovato sulla sua scrivania.
«In che senso?»
«Ce l’hai il ragazzo?»
Feci una risata.
«Ho smesso di pensare ai ragazzi in quel senso.»
«Quindi… sei lesbica?»
«Ma che dici? No, certo che no… è solo che…»
«Ah, Harry. Passerà, non preoccuparti.»
«Tu dici?»
«Certo! E… secondo me a Justin piaci.»
Ci risiamo.
«Invece no. Non gli piaccio.»
«Hai visto come ti guarda? Ti spoglia con gli occhi. Almeno scopatelo.»
«Ma chi te l’ha insegnate ‘ste cose?»
«Credi che abbia ancora dieci anni e creda che i bambini arrivino con una cicogna?»
Giusto.
«Comunque, lui non mi spoglia con gli occhi e io non voglio scoparmelo.»
Beth rise.
«Ma l’hai visto almeno il modo in cui ti guarda? Inquieta. Chissà cosa gli passa per la testa.»
«È tutto nella tua testa, Beth. Solo nella tua testa di adolescente innamorata di quel coso.»
«Se fossero solo i pensieri di un’adolescente innamorata avrei detto che guardava me.»
«Uffa, ora sai che faccio? Vado di là.»
Mi recai in salotto, i ragazzi stavano guardando una partita di basket dell’NBA. Gli LA Lakers contro i Chicago Bulls.
«Chi vince?»
Chiesi, prendendo posto accanto a Niall.
«Lakers.»
Disse Justin, volgendo il suo sguardo su di me.
Fissai bene i suoi occhi nocciola, mi guardavano con un’espressione intensa. Come se cercassero di farmi una radiografia. Strabuzzai gli occhi e tornai in camera di Beth.
«Hai ragione.»
«Che ti avevo detto?»

 

«Can I steal you one minute?
Yo babes. (?) Ecco il mio 'bellissimo' capitolo. Non so cosa mi abbia spinto a scrivere un capitolo così, solo mi serviva un personaggio che facesse capire a Savannah che Giustino la guarda come se le volesse fare una radiografia e... ho pensato di inserirci la cugina Beth. Beth diciamo che è molto simile a me, cioè mi faccio film mentali di ogni genere e colleziono poster del Giasten lol
Nel prossimo capitolo, non so cosa potrebbe succedere... u.u
A pressto.
Ps: ne approfitto per ringraziare le 17 persone che seguono questa storia *w* vi voglio bene, anche se non vi conosco ewe 

 
 

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Capitolo 9
*** I felt his heartbeat. ***


“Ma l’hai visto almeno il modo in cui ti guarda? Inquieta. Chissà cosa gli passa per la testa.”
 
Quelle parole mi ronzavano in testa da giorni, impedendomi di dormire. Per di più Justin da qualche giorno stava da noi, causa invasione di tarme da lui. Non potevo fissarlo per più di un secondo che impazzivo. Tentavo di sondare la sua mente, volevo capire cosa cavolo pensava quando mi guardava. Era una missione persa in partenza.
Andai in bagno, per lavarmi. Restai sconvolta appena aprii la porta. C’era Justin, nudo, nel mio bagno. Mi guardava sorridendo, come se trovarlo nudo nel mio bagno fosse la cosa più normale di questo mondo. Non si preoccupava nemmeno di coprire i suoi… gingilli.
Chiusi gli occhi disgustata.
«Ehi, puoi guardare se vuoi. Tocca pure.»
Disse malizioso. Immaginai il suo sorrisetto irritante e mi salì il sangue alla testa.
«MA STA ZITTO! Che ci fai nel mio bagno?!»
«Ho dormito qui ieri sera, ricordi?»
Ah giusto. Fottute tarme. Ma poi, lui non poteva stare dalla sua dolce fidanzatina? Si sarebbe anche divertito di più.
«Comunque, non potevi usare il bagno di Niall?»
«Lo sta usando Niall.»
Niall, ti fucilerò un giorno.
«Potevi chiudere la porta a chiave. Avremmo evitato incidenti.»
«Pensavo stessi dormendo, scusa. Comunque, io stavo per farmi una doccia… vuoi farla con me?»
«Preferisco nuotare con le meduse.»
«Come vuoi… tanto lo so che sotto sotto ti piacerebbe.»
Sbuffai, uscii dal bagno irritata.
Tarme del cazzo. Proprio casa sua dovevano infestare?
 
Scesi a fare colazione, dopo aver usato il bagno di Chester. Niall era seduto a tavola, masticava voracemente un muffin.
«Sei disgustoso quando mangi.»
Mi lamentai, sedendomi a tavola.
«Ma i muffin sono così… buoni.»
«Perché invece di sbavare sui muffin non ti trovi una ragazza, sfigato?»
«Ma sta zitta.»
«Ti posso chiedere solo un’ultima cosa?»
«Certo.»
«Perché hai mandato Justin nel mio bagno?»
«Io avrei fatto cosa?»
«Justin stamattina mi ha detto che tu… ORA LO UCCIDO!»
Salii di sopra, entrai in bagno.
Justin si stava asciugando i capelli col mio phon, aveva addosso un mio asciugamano – che avrei sicuramente bruciato o sciolto nell’acido più tardi – aveva usato la mia doccia, il mio bagnoschiuma e il mio shampoo. Questo è troppo.
Quando mi vide si interruppe.
«Ehi…»
«Niente ehi. Chi cazzo ti ha dato il permesso di usare il mio bagno?! E non scaricare la responsabilità su Niall!»
«Che c’è, ti da fastidio che abbia toccato le tue cose?»
«SI!»
«Wow, calmati tesoro… sembri tesa. Vuoi che allenti la tensione?»
Disse, facendomi indietreggiare. Finii contro il muro, il corpo di Justin era schiacciato contro il mio.
Oh merda, levatemelo di dosso adesso, non voglio finire in galera!
«Levati da dosso a me. E non chiamarmi tesoro.»
Justin sembrò non ascoltarmi, premeva le labbra sul mio collo. Era talmente vicino a me che sentivo il battito del suo cuore, era irregolare. Mi accorsi che anche il mio battito era irregolare. La rabbia. Unica spiegazione plausibile.
«Andiamo, divertiamoci un po’.»
Sapevo dove voleva arrivare, in fondo pensava solo a quello. Tutti i ragazzi con cui ho avuto a che fare finora pensano solo a quello. Diciamo che me li scelgo con il lanternino, si.
Trovai la forza di respingerlo, lo allontanai bruscamente da me.
«Manco morta.»
Uscii dal bagno, portai una mano sul mio petto. Il mio cuore batteva fortissimo, quasi volesse uscire dalla cassa toracica. Entrai in camera mia,
mi sdraiai sul letto e fissai il soffitto.
Passarono secondi, minuti, ore. Il mio cuore si calmò, ma potevo ancora sentire le mani di Justin sui miei fianchi e le sue labbra sul mio collo.
Sentii bussare.
«Avanti.»
Hannah entrò in camera mia, si sedette accanto a me.
«Non hai risposto al cellulare, mi hai fatto preoccupare. Pensavo fossi impegnata con Justin…»
Le tirai uno schiaffo sul braccio.
«Non ti ho risposto per colpa di Justin, si. Ma non per ciò che pensi tu. Certo, ci siamo andati vicino…»
«Lo sai che quel succhiotto ti tradisce?»
Scattai sul letto.
«Quale succhiotto?»
Hannah indicò un punto sul mio collo.
«Questo qui.»
Corsi allo specchio, guardai la macchiolina rossa sul mio collo. La coprii con del correttore.
«Allora, com’è Justin a letto?»
Mi girai verso Hannah.
«Ma fottiti! Quel dannato bastardo mi ha fatto un succhiotto. È la volta buona che lo faccio fuori.»
Corsi in camera di Niall, trovai Justin disteso sul materasso. Fissava il soffitto.
«TU. Come ti è venuto in mente di farmi un succhiotto?!»
«Ehi, ehi calmati. È solo un succhiotto.»
«NO CHE NON MI CALMO! E poi tu sei fidanzato. Ti avevo detto di trattarla bene a quella povera ragazza o no?!»
«Io e Selena ci siamo lasciati.»
«Eh?»
 

˜
Justin’s POV.

 
Savannah si sedette sul letto di Niall, mi fissò.
«Perché?»
«Non eravamo più in sintonia. Eravamo… su due onde diverse.»
«Strano, non sembri per niente triste.»
«Non l’amavo più da un po’. E quando l’ho lasciata… ha fatto i salti di gioia. Bastarda.»
«Beh la capisco… s’è liberata di te, anch’io avrei fatto così!»
Le tirai uno schiaffetto sulla gamba.
«Non dire così! Mi abbassi l’autostima.»
«Meglio. Hai un ego enorme tu.»
«Non è vero… sono solo consapevole di essere sexy.»
«Sta zitto.»
Restammo in silenzio per un po’.
«Senti, riguardo a stamattina…»
«Non voglio sapere niente di stamattina.»
«Mi dispiace. Non volevo infastidirti, mi sono fatto prendere dal momento.»
«Scuse accettate.»
Disse, senza guardarmi. Si alzò e si allontanò.




«Can I steal you one minute?
E dopo ben quattro giorni, il capitolo E' QUI! *musichetta di Carramba che sorpresa*
Finalmente quei due si sono avvicinati C': ci saranno altri momenti così nel corso della storia u.u 
Comunque, devo dire che la reazione di Savannah è stata troppo esagerata. Ma Savannah è esagerata di natura ewe
I'd like to know whay do ya think about it. (?) - non so manco se sta scritto correttamente, lol. - 
A presssto. :3

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Capitolo 10
*** Kisses. ***


Quella mattina mi svegliai calma e tranquilla. Certo, Justin era ancora sotto il mio stesso tetto e me lo ritrovavo tra i coglioni ogni cinque minuti, ma se la prendevo con ottimismo, la giornata poteva andare decentemente.
Ovviamente non quella giornata.
Dieci giugno. Il mio compleanno. Avevo diciotto anni ora. Era una giornata come le altre per me… ma per Chester e Niall no.
«Buon compleanno sorellina!»
Mi gridarono, quando scesi di sotto.
«Ehm… grazie.»
«Abbiamo un regalo per te.»
«Uccidete Justin?»
Chiesi, con occhi sognanti.
«Ah, ah. Sei divertente quanto una mazza chiodata in culo.»
Mi rispose lui, stravaccato sul divano come suo solito. Gli feci un’occhiataccia.
«Dov’è il mio regalo?»
«Oh, qui.»
Niall mi porse una scatola impacchettata.
La  scartai.
Era… oddio. Mi avevano regalato un Iphone.
Non sapevo se morire, mettermi a ballare la conga, saltare o abbracciare Chester e Niall. Nel dubbio scelsi l’ultima.
«Grazie, cavolo grazie!»
«Non devi ringraziare solo noi… anche Hannah ha contribuito.»
«Davvero?»
«Si!»
Annunciò Hannah, entrando in cucina. Abbracciai anche lei.
«Come posso sdebitarmi?»
«Ehi, è un regalo. Anche se c’è qualcosa che potresti fare…»
Conoscevo quell’espressione, non prometteva niente di buono.
«No, dimmi che scherzi.»
 
Così mi costrinse ad organizzare una festa a casa mia. Con un sacco di gente, forse tutti i nostri compagni di scuola; suo fratello Louis… e gli amici di Niall. E per amici di Niall Justin è compreso nel pacchetto. Che palle. Oltretutto c’era anche Harry, perfetto. Due persone che odio in casa mia. Perché non ho scelto io gli invitati?!
«Ma perché mi faccio sempre convincere da te?»
Chiesi a Hannah, ormai sbronzissima. S’era scolata non so quanta vodka. Se non ci fossi stata io si sarebbe cacciata nei guai, come suo solito.
«Ah, sta zitta e divertiti. Uh, c’è Justin… ammazza quant’è figo. Ma perché non te lo scopi?»
La fissai male.
«Perché mi dite tutti la stessa cosa e mai nessuno mi appoggia?!»
«Semplice: perché tu hai torto, cara Savannah. Justin è… un gran bel pezzo di ragazzo, e tu te lo stai facendo scappare come una scema.»
Scossi la testa. Mi allontanai un attimo, sperando che non si cacciasse nei guai, e mentre salivo di sopra mi scontrai con una ragazza mora. La guardai in viso, era Selena. Ok, ora voi mi spiegate che ci fa Selena Gomez in casa mia, alla mia festa di compleanno.
«Selena?»
«Ciao Savannah. Buon compleanno.»
Mi disse, come se fosse una cosa normale. Certo, è una cosa normale, ma… io e Selena al massimo ci conosciamo di vista.
«Che ci fai qui?»
«Sono con Justin… sai dirmi dov’è tuo fratello?»
«Niall? Oh… non lo so. Forse è fuori.»
«Ok, grazie. E… Savannah?»
«Dimmi.»
«Fossi in te non me lo lacerei scappare Justin.»
Si allontanò.
ANCHE SELENA? Ma siete tutti contro di me?!
«Giochiamo a obbligo o verità qui! Chi vuole giocare?»
Gridò Hannah, dal piano di sotto.
Scesi di nuovo, adoravo giochi del genere. Si creano sempre situazioni imbarazzanti.
Ci sedemmo in cerchio sul divano.
«Inizio io! – disse Niall, poi si rivolse a me – obbligo, giudizio o verità?»
«Obbligo.»
Dissi, pronta a pentirmene.
«Uhm… devi baciare Justin. Con la lingua. Per dieci minuti.»
EH?! Va beh, tanto è un gioco. Ma dieci minuti… NO! Non va bene! Niall, ti ucciderò un giorno.
Justin, accanto a me, si avvicinò alle mie labbra e ci premette sopra le sue. La sua lingua si fece spazio nella mia bocca, cominciò a danzare con la mia.
Uhm, devo ammettere che bacia niente male… e il suo alito ha un buon profumo. E le sue labbra… sanno di fragola. Deve averle mangiate prima.
I dieci minuti passarono lenti, quasi a farlo apposta. Si staccò, si leccò le labbra compiaciuto.
«Però, baci bene.»
Commentò, ridendo.
«Fottiti.»
 
La festa era finita, per fortuna. Avrei pulito l’indomani, ora volevo solo dormire.
Salii di sopra, sentii dei rumori strani nella camera di Niall. Aprii, restai leggermente sconvolta.
«Niall… Selena…»
Selena era a cavalcioni su Niall, mezza nuda. Niall era… molto felice di questo.
«Posso spiegare.»
Disse Niall, alzandosi.
«Ma non preoccuparti, non sono mica tua moglie… ehm divertitevi ok? Ma non fate troppo rumore e state attenti, non vorrei essere zia così presto.»
Dissi, uscendo e chiudendo la porta alle mie spalle. Scoppiai a ridere per l’imbarazzo. Però in fondo ero felice che Niall avesse trovato – almeno spero – una brava ragazza come Selena. Vidi Justin uscire dal bagno, e avvicinarsi alla porta di camera di Niall. Lo bloccai.
«Ti consiglio di non farlo.»
«Perché?»
«Niall è occupato in questo momento, se capisci di cosa parlo.»
«Oh… con chi?»
«Selena. Come mai hai portato anche lei?»
«Non lo so, solo… credo che a Niall piaccia.»
«Beh, si. Le piace.»
«E ora io dove dormo?»
«Non lo so… dormi con me.»
«Uhm.»
«Hai capito male scemo?! Ho detto DORMIRE!»
«Ma potremmo fare anche qualcos’altro…»
«Sta zitto. O dormi con me senza mettermi le mani addosso o vai a dormire sul divano. E il mio divano è scomodissimo per dormire.»
«Uffa, ok. Non ti metterò le mani addosso. Anche se vorrei…»
«Ficcati un palo in culo.»
Entrai in camera mia, mi distesi sul letto. Justin si distese accanto a me.
«Beh… allora buonanotte.»
«’Notte. Ah, Justin?»
«Si?»
«Davvero bacio bene?»
«Non lo so… dovrei confermare la mia teoria.»
Premette le sue labbra sulle mie, di nuovo. Non mi opposi, perché non ne avevo la forza. Justin si mise di peso su di me, mi accarezzò il busto. Rabbrividii inconsapevolmente. Il bacio durò ancora per una decina di minuti, poi si staccò da me.
«E… si, baci davvero bene.»
Disse, distendendosi di nuovo accanto a me.
«’Notte.»
Dissi io, fredda come sempre, girandomi dall’altro lato per non fargli vedere che ero arrossita. Quel bacio… era stato strano. Avevo provato una strana sensazione.
Mi convinsi che era solo la stanchezza, e mi addormentai.




«Can I steal you one minute?
Holaaaaaaaa! 
Perdonatemi se fa schifo, l'ho scritto alle tre di stanotte... non avevo sonno e ho avuto un'ispirazione dall'alto (?)
Detto questo, mi congedo. Hope you like it.
A presssto.


 

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Capitolo 11
*** Idea. ***


Sentivo delle labbra premere sul mio corpo, pensai fosse solo una mia sensazione quindi non ci feci caso. Quando sentii dei denti mordermi, aprii gli occhi scioccata.
«JUSTIN!»
Justin teneva la testa china sul mio fianco destro, le labbra poggiate sopra di esso. Mi aveva morso.
«Oh… ehi, buongiorno.»
«Sei pazzo?!»
«Mamma mia, calmati, ti stavo solo mordendo! Volevo sapere la tua pelle di che sapeva… ha un buon profumo.»
Scossi la testa e mi alzai.
«Tu sei pazzo. Sei pazzo.»
Scesi di sotto.
«Ehm… buongiorno piccioncini.»
Dissi, facendo arrossire Selena e Niall che prima erano impegnati a pomiciare sul divano.
«Buongiorno.»
Mi dissero, all’unisono. Accipicchia se erano carini insieme. Dureranno, so che dureranno.
«Avete già pulito voi a quanto vedo.»
«In realtà era già tutto pulito quando siamo scesi, deve aver pulito Chester. Come mai hai urlato prima?»
Mi chiese Niall, alzandosi per andare a preparare la colazione. Selena lo seguì.
«Quel cretino di Justin mi ha morso.»
Dissi, senza riuscire a trattenere una risata. Era una cosa divertente in fondo, anche se molto irritante.
Mi sedetti a tavola, accanto a Selena. Notai un luccichio nei suoi occhi scuri, le sue guance arrossate.
«Ehm… Savannah posso chiederti una cosa?»
«Certo Sel.»
«Tu… tu non mi odi, vero?»
Feci una risata.
«Certo che no! Perché me lo chiedi?»
«È che… a me Niall piace davvero tanto, e ho pensato che se non fossi andata d’accordo con te Niall non…»
La interruppi.
«Non devi proprio preoccuparti di questo. Niall e io riguardo alle relazioni ce ne infischiamo dei pareri altrui… perciò avrei anche potuto odiarti a morte, saresti stata con Niall lo stesso.»
Conclusi il discorso con un sorriso, ricambiato dalla mora.
«La mia bellissima ex che ora presumo sta con il mio migliore amico e la mia futura ragazza nella stessa casa… quant’è piccolo il mondo?»
Disse Justin, entrando in cucina.
«Io non sarò mai la tua ragazza!»
Protestai, tirandogli un pugno sulla spalla.
«Questo lo dici tu tesoro.»
 
Guardavo la pioggia scrosciare lenta, non avendo niente di meglio da fare. Pioveva talmente forte quel pomeriggio che avevano chiuso le strade.
«Che fai?»
Mi voltai, Justin mi guardava.
«Mi annoio.»
«Posso annoiarmi con te?»
Scossi la testa.
«Ho le caramelle.»
«Uffa, va bene.»
Justin si sedette di fronte a me, mi porse il pacchetto. Cominciai a masticare le caramelle lentamente.
«Secondo te Niall e Selena dureranno come coppia?»
Mi chiese, mentre fissava fuori alla finestra.
«Spero di si. Niall ha avuto tutte poco di buono come ragazze. Selena è una tipa a posto.»
«Già… ricordi Ellie?»
Risi.
«Certo! Ci provò con Harry. e credo volesse provarci anche con me… strana. Strana davvero.»
«Beh, se fossi una ragazza anch’io ci proverei con te.»
Lo guardai storto, per poi allungare la mano verso il pacchetto di caramelle. Le mie dita sfiorarono quelle di Justin per un nanosecondo, rabbrividii. Justin lo notò, sorrise.
«Perché quando ci tocchiamo tremi?»
«Ehm… perché mi fa schifo toccarti.»
Justin fece una risata, si avvicinò a me. Mi ritrovai le sue labbra a pochi centimetri dalle mie.
«Credi che me la beva?»
Il suo respiro caldo solleticava le mie labbra, facendomi tremare. Passò la lingua sul mio labbro inferiore, prima di baciarmi.
No, no, no! Mi sta baciando. Mi sto lasciando baciare senza protestare. E mi piace pure.
Qui c’è senza dubbio qualcosa che non va.
«Aspettavo un pugno in faccia e invece niente. Wow.»
Disse con voce roca, staccandosi da me. Mi alzai e mi sedetti sul letto. Sentii qualcosa posarsi sul letto, di sicuro era Justin. Mi accarezzò le spalle.
«Quando ci baciamo mi allontani sempre.»
«Non voglio che succeda. No. Non voglio baciarti e non capisco perché lo faccio lo stesso.»
«Forse perché… ti piaccio?»
Mi chiese, sarcastico.
«Tu non mi piaci!»
«Sicura?»
«Sicurissima.»
«Allora fatti baciare di nuovo.»
«Posso sapere che hai? Da quando vuoi baciarmi sempre?»
Justin mi immobilizzò sul letto.
«Che cazzo fai?!»
«Altrimenti te ne vai di nuovo. Io voglio sempre baciarti perché mi piaci. Si, mi piaci. E non solo fisicamente. Mi piace tutto di te. Non te ne sei mai accorta?»
«Oh. Da quando…?»
«Boh, credo da un anno.»
«E me lo dici solo adesso?!»
«Credevo non ti avrebbe fatto piacere…»
«Credi che io sia così insensibile? Certo, non mi piaci, ma… non sono talmente stronza dai.»
Beh, sapere che almeno piacevo a qualcuno che non fosse Harry mi faceva piacere. Per di più Justin è un bel ragazzo… uhm.
«Justin ho un’idea.»
«Sarebbe?»
«Siccome ho Harry che mi ronza ancora attorno, se fossi impegnata credo si stuferebbe…»
«E fammi indovinare, io dovrei far finta di essere il tuo ragazzo.»
«Affermativo.»
«Va bene… ma dovrai darmi qualcosa in cambio.»
«Se vuoi soldi, no. Non ne ho nemmeno per comprarmi le gomme!»
Justin rise.
«Non voglio soldi! Solo… qualche bacio.»
«Oh, ok.»
«E anche qualcos’altro…»
Alluse, malizioso. Gli diedi uno schiaffo sulla nuca.
«Accontentati dei baci, maniaco.»
«Ma se conoscessi il tuo corpo sarebbe molto più facile.»
Scossi la testa, mentre lui rideva.


«Can I steal you one minute?
Good afternoon :3
Sono tornata lol e questo capitolo mi piace molto *w* forse perchè si baciano eheh *love is in the air*
Ora i due devono far finta di stare insieme... e chi può dirlo, magari la finzione diverrà realtà ewe
E magari Savannah cederà alle avances perverse del Giasten. lol.
A presssto. :3

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Capitolo 12
*** It was damn fantastic. ***


You left the sweetest taste in my mouth.
{Coldplay – The Hardest Part}

 
«Ma come cavolo hai fatto a convincermi?»
Chiesi a Niall, urlando per la musica troppo alta. Odio le discoteche. Ma se non ci fossi andata sarei rimasta a casa da sola… e odio ancora di più stare a casa da sola.
«Sei stata tu a dirmi di si quando ti ho chiesto di venire. Quindi, beviti qualcosa, balla con qualcuno, e non lamentarti che mi stai sfracellando i coglioni.»
Si allontanò, lasciandomi sola al bancone.
Decisi di andare a casa, così cercai Niall in pista evitando la massa informe e sudaticcia che stava ‘ballando’ sulle note di una canzone remixata all’ennesima potenza.
«Niall, io vado a casa.»
«Salutami Justin.»
Disse, tornando concentrato a Selena che si strusciava su di lui.
«Justin? Non è venuto?»
«No… ma c’eri in macchina prima?»
Cominciò a ridere. Lo mandai a fanculo in tutte le lingue del mondo, mentre uscivo dal locale. Decisi di chiamare Justin, dato che era a casa non credo si sarebbe fatto molti problemi a venirmi a prendere.
«Pronto?»
«Justin… sono Savannah.»
«Oh, ciao… che vuoi?»
«Voglio tornare a casa e quel deficiente di Niall non mi accompagna, impegnato com’è a ballare con la sua ragazza… mi verresti a prendere?»
«Oh, ok… sarò lì tra qualche minuto.»
Dieci minuti dopo arrivò, con la sua Range Rover nera. Mi fece segno di salire in macchina.
«Sapevo saresti tornata a casa… non sei decisamente il tipo da discoteca. Mi sorprende che tu abbia chiamato me, però…»
«Chester è via per lavoro, Hannah sarà impegnata con qualcuno… chi potevo chiamare? Il Bianconiglio?»
«Ma tu mi odi. Almeno, così mi dici sempre.»
Disse, tenendo gli occhi fissi sulla strada.
«Mi serviva un passaggio a casa.»
Risposi semplicemente, facendo spallucce. Justin schioccò la lingua contro al palato.
Dopo qualche minuto, arrivammo a casa.
Vidi un ragazzo riccio nei dintorni, nella mia testa si accese una lampadina.
«Justin…»
«Che c’è?»
«C’è Harry, ecco che c’è. Vieni con me.»
Uscimmo dall’auto, lo presi per mano. Mi avvicinai al suo orecchio.
«Fa finta che ti stia dicendo qualcosa di… boh, ridi e basta.»
Gli morsi il lobo dell’orecchio, pungendomi con la punta dell’orecchino. Ma perché cazzo un ragazzo deve mettersi gli orecchini? Però quelli di Justin erano carini. Teschi. Molto… punk. Peccato che Justin di punk non abbia un bel niente, perché sarebbe proprio il mio tipo… oh Savannah, ma cosa vai a pensare?
Justin rise, il suono della sua risata mi fece rabbrividire. Avvolse i miei fianchi con le mani, mi fece indietreggiare fino a farmi finire contro al muretto.
«E se ora ti baciassi?»
«Fa pure. Harry sta passando proprio... ora.»
Justin mi guardò un secondo, per poi avvicinare le sue labbra alle mie e baciarle delicatamente. Portai una mano sui suoi capelli, li scompigliai un po’. Gli accarezzai il viso, sentivo le sue guance caldissime contro le mie mani fredde. Ci staccammo dopo un po’.
«Credi che ha funzionato?»
«Boh, non lo so… entriamo, ho freddo.»
Entrammo in casa, restammo avvolti in un imbarazzante silenzio finchè non dissi: «Beh, buonanotte Justin. E… grazie per essermi venuto a prendere.»
Stavo per salire le scale, ma Justin mi bloccò per un polso e mi fece indietreggiare verso il muro. Premette con forza le sue labbra sulle mie. Mi lasciai andare un po’ troppo a quel contatto, Justin si staccò imbarazzato da me.
«Ehm… hai finito?»
«Direi di sì. ‘Notte Savannah.»
Salii di sopra, restai imbambolata nel bel mezzo del salotto. Portai un dito sulle mie labbra, ancora intrise del sapore dolce delle labbra di Justin. Sentivo il cuore che batteva ancora a mille.
No, calmati Savannah. Calmati cazzo. Era solo un bacio. Non puoi stare così per un bacio! Soprattutto per un bacio di Justin inutile e insignificante… ma a chi prendo in giro. Era dannatamente fantastico.



«Can I steal you one minute?
Ehilà :D (?)
So... here's the chapter. A dir la verità non è che mi piaccia un granchè, ma è il meglio che mi è uscito D:
E... credo non posterò per un po' di tempo *sospira tristemente* questa settimana parto, e sono indietro con fisica per il debito ç_ç odio fisica, non serve nel mio indirizzo cavolo! çç
Quindi, a presssto. (spero çç).



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Capitolo 13
*** Would you like to go out with me? ***


Sono passati dieci giorni esatti dalla sera della discoteca. Justin è tornato a casa sua. Ho smesso di pensare al bacio? Certo che no.
Il cuore mi è esploso in mille piccoli pezzettini che ora non riesco più a riattaccare. Lo odio, eppure… quando penso a Justin le farfalle invadono il mio stomaco.
Il bussare insistente che proveniva dal piano di sotto interruppe i miei pensieri; andai ad aprire.
Oh, parli del diavolo e spuntano le corna.
Justin era davanti a me, sorrideva.
«Sei stato qui una settimana e non ti sei ancora scocciato di venire?»
Chiesi, fingendo irritazione.
«E tu mi hai baciato cinque volte e mi odi ancora.»
Ha contato quante volte ci siamo baciati?
«Touchè. Niall è di sopra.»
«In verità… io non cercavo Niall. Cercavo te.»
Sgranai gli occhi, il mio cuore prese a battere irregolare e le farfalle invasero per l’ennesima volta il mio stomaco.
«Me…?»
«Volevo chiederti se… ti andasse di uscire con me.»
Cosa? Vuole uscire con me?
«Oh… va bene. quando?»
«Che ne dici di stasera?»
«Stasera? Non…»
«Ho già prenotato.»
«Dove?»
«Da Straits. Allora, vieni?»
«Ok.»
Justin mi baciò la guancia.
«Alle otto da Straits.»
Disse, allontanandosi.
 
Arrivai da Straits alle otto in punto, con un mega sorriso in faccia, un dannatissimo vestito e dei dannatissimi tacchi di Hannah e il cuore che voleva sfondarmi la cassa toracica.
«Savannah Horan?»
Mi voltai, un uomo basso e cicciottello mi fissava.
«Uh… si, sono io.»
«Vieni, ti accompagno al tavolo. Justin sarà qui a momenti…»
Mi sedetti, aspettai Justin.
Passarono cinque minuti, manco l’ombra. Dieci minuti, ancora niente. Venti minuti, idem.
Mezz’ora, non era ancora arrivato.
«Da dove deve arrivare, la luna?»
«Sono certo che arriverà a momenti, Savannah. Avrà avuto un contrattempo.»
 

˜
Justin’s POV.

 
Guardai l’orologio, erano le otto e mezza. Adesso dovrei essere con Savannah, invece sono qui con Scooter che si improvvisa sarto e cerca di trovare un buco microscopico in una maglia.
«Lo vedi?»
«No… Scooter sono in ritardo, Savannah mi aspetta…»
«Ma dobbiamo tappare ‘sto buco.»
«Fatti aiutare da qualcun altro! Sono in un ritardo assurdo, Savannah mi ucciderà!»
Corsi fuori, saltai in macchina.
Guidavo a tutta velocità, quando… trovai TRAFFICO. NO.
«Cazzo no!»
Guardai dietro di me, non c’era nessuna macchina che arrivava. Potevo fare inversione a U e prendere l’altra strada… quella più lunga. Ma devo arrivare da Savannah.
Feci inversione, guidai più veloce che potevo.
Ora niente e nessuno poteva fermarmi… niente e nessuno apparte la polizia.
«Accosti, patente e libretto.»
Accostai, porsi la patente all’agente.
«Faccia in fretta, per favore.»

 
˜
Savannah’s POV.

 
Erano cinquanta minuti di ritardo, ormai s’era capito che mi aveva dato buca.
Mi alzai, lasciai dei soldi sul tavolo e mi allontanai. L’uomo cicciottello di prima mi fermò.
«Te ne vai?»
«Ormai… Justin mi ha bidonato. Si capisce.»
«Sono certo che arriverà… teneva molto a quest’appuntamento, sai?»
«Non posso crederci. Oh, se viene… può dirgli che non voglio parlargli mai più?»
«Va bene.»
Uscii dal ristorante, salii in macchina e misi in moto, ignorando le lacrime che stavano rigando le mie guance.
 

˜
Justin’s POV.

 
Bene, sono in ritardo di un’ora e mezza ma… ce l’ho fatta. Entrai nel ristorante, non c’era traccia di Savannah.
«Justin?»
Mi voltai; il mètre mi guardava dispiaciuto.
«Se n’è andata, vero?»
«Si. Era piuttosto scossa.»
Abbassai lo sguardo.
«Posso capirla.»
«E… mi ha detto che non vuole parlarti più.»
«Eh?»
«Te l’ho detto Justin, era piuttosto scossa. Piangeva.»
Ho fatto piangere Savannah?
«L’ho fatta grossa.»
Uscii dal ristorante, mi chiusi in macchina. Uno strano senso di nausea invase il mio stomaco, erano i sensi di colpa.
Decisi che bere qualcosa non mi avrebbe fatto male.



«Can I steal you one minute?
Sono tornata, shawties. (?)
Volevo postare prima ma... sono stata occupata con lo studio (debito di fisica, faccio l'esame l'otto çç)
E quindi... ecco il capitolo.
Inizialmente non avevo pensato di farlo finire così, però mi si è accesa una lampadina (?)
Voi che ne pensate? C:
A pressto.

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Capitolo 14
*** Fine, I believe you. Come in now. ***


I don’t mind spending everyday
Out on your corner in the pouring rain
{She Will Be Loved – Maroon 5}

 
«Sei già tornata?»
Mi chiese Niall, quando mi vide rientrare. Ricacciai indietro il groppo in gola che avevo, cercai di avere un tono di voce normale.
«Justin… mi ha dato buca.»
Era inutile nascondere che mi aveva deluso profondamente, tirandomi un bidone.
«Sei triste?»
Feci segno di no con la testa, salii di sopra. Mi addormentai subito.
 
Aprii gli occhi di scatto, tormentata da un rumore agghiacciante, tipo uno stridio. Quando finalmente cessò, chiusi di nuovo gli occhi. Appena li richiusi, il rumore ricominciò. Mi alzai, aprii la finestra. C’erano dei sassolini sul balconcino.
«Giulietta!»
Riconoscevo quella voce, nonostante fosse stravolta dall’alcool.
«Justin?! Che cazzo ci fai qui?»
Justin aveva una bottiglia in mano, probabilmente vodka. Guardava verso di me, ma il suo sguardo era vuoto.
«Io non sono Justin… io sono Romeo. E tu sei la mia Giulietta.»
«Oltre alla vodka ti sei fatto una bella dose di erba?»
Justin rise.
«No. Solo vodka. Tanta, tanta, tanta, vodka. Ho una bottiglia intera nello stomaco!»
Esclamò, ridendo come un totale coglione.
«Perché…?»
«Perché non sono venuto all’appuntamento o perché mi sono scolato una bottiglia intera di vodka?»
«Entrambi.»
«Non sono venuto all’appuntamento perché Scooter voleva giocare alla sarta e c’era traffico e la polizia mi ha fermato… e sono ubriaco perché… perché…»
Si interruppe, la sua voce era scossa dai singhiozzi. Dio, gli sbalzi d’umore no.
«Mi dispiace averti lasciato da sola… perdonami amore mio. Non volevo.»
Mi ha chiamato amore mio?
Il mio cuore fece dieci capriole, sentii le mie guance colorarsi di rosso.
«Potevi avvertire!»
«Non avevo il cellulare con me… non ce l’ho nemmeno ora a dire il vero.»
«Non ti credo.»
«Allora resterò qui sotto finchè non mi crederai.»
«Puoi restare lì anche per sempre.»
Conclusi, sbattendo la finestra.
Cercai di dormire, ma le parole di Justin ronzavano nella mia testa, senza lasciarmi via di scampo.
 
La mattina dopo, andai alla finestra per vedere se Justin era ancora lì.
Ed era ancora lì. Stava dormendo. Niall gli aveva dato un sacco a pelo e un cuscino; forse gli ha anche chiesto di entrare ma lui avrà rifiutato, cazzuto com’è.
Scesi di sotto, Niall era intento a fare colazione.
«È ancora fuori?»
«Si. Gli hai chiesto se voleva dormire dentro, vero?»
«Certo che gliel’ho chiesto. Lui ha rifiutato dicendo che doveva restare lì finchè tu non gli avresti creduto. È cocciuto.»
«Finirà per ammalarsi.»
«Tu digli che gli credi, se ti preoccupi così tanto per la sua salute.»
«Ma… lui mi ha dato buca.»
«E che sarà mai?»
«Per una ragazza è brutto!»
«Per una ragazza innamorata è brutto.»
«Eh? No, io non sono innamorata.»
«Se non lo fossi stata non te sarebbe importato affatto…»
«E che ne sai? Sei una ragazza per caso?»
«No, ma ti conosco, Vans. Tu ci rimani male solo se ci tieni davvero.»
«Forse sono cambiata?»
Sbottai, alzandomi. Salii di sopra, notando che aveva inziato a piovere e Justin era sotto il gazebo inutilizzato di Chester.
Aprii la finestra.
«Dovresti andartene, ti ammalerai.»
Di tutta risposta, Justin prese a cantare il ritornello di She Will Be Loved dei Maroon 5.
«Dico sul serio.»
«Finchè non dirai di credermi, io da qui non me ne vado. Ok?»
«Ma Justin…»
«Niente ma.»
Riprese a cantare, chiusi la finestra.
«Va bene, rimani lì. Chi se ne frega.»
 
«And she wiiiiiiill be loooveeed!»
Era da stamattina che andava avanti così. La pioggia scendeva sempre più fitta e lui cantava sempre più forte.
«Dovresti entrare.»
«Finchè non dirai le due paroline magiche no.»
«Uffa… ti credo. Ora vorresti entrare?»
«Oh beh, se vuoi… ok.»
Mi gettai a peso morto sul letto, cinque minuti dopo vidi la porta aprirsi e Justin entrare in camera mia, bagnato fradicio.
«Posso usare il tuo bagno?»
«Come vuoi.»
Justin mi sorrise, entrò in bagno.
Dovevo sapere la verità, non potevo fidarmi delle confessioni di un ragazzo ubriaco.
Entrai in bagno, Justin stava asciugando i vestiti nell’asciugatrice.
«Ehm… che ci fai qui?»
«Davvero non sei venuto all’appuntamento perché Scooter ti ha trattenuto e la polizia ti ha fermato?»
«Io sono venuto all’appuntamento. Solo che tu non c’eri più…»
«Era passata un’ora, secondo te sarei rimasta ancora?»
«Potevi aspettare.»
«Non sono una persona paziente, lo sai.»
Sospirai, appoggiandomi con la schiena al muro.
Justin si piazzò davanti a me, mise le mani sul muro.
«Mi hai ferito, andandotene.»
«Beh, tu hai ferito me non presentandoti.»
«Ci siamo feriti a vicenda quindi.»
«Direi proprio di si.»
Fu una questione di secondo che mi ritrovai a baciare Justin. Le sue labbra si muovevano dolcemente sulle mie, senza alcuna esitazione.
Ad un tratto mi ritrovai sul mio letto, con le labbra di Justin ancora sulle mie.
Sapevo cosa stava per succedere, e non avrei fatto niente per fermarlo.




«Can I steal you one minute?
Sono stata veloooce u_u non avendo niente da fare oggi, ho deciso di finire questo benedetto capitolo. Yeah.
E boh, ne succedono di cose, eheh. 
Non so cosa potrebbe succedere nel prossimo, magari Savannah si pentirà delle sue decisioni affrettate (anche se non dovrebbe, andiamo! ee)
Beh, vi lascio.
A pressssto.


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Capitolo 15
*** It doesn't matter... or yes? ***


La debole luce del sole costrinse i miei occhi ad aprirsi. Mi voltai, sperando che tutto quello che era successo stanotte fosse stato solo frutto della mia mente.
Invece era tutto reale.
Justin dormiva, avvolto nel lenzuolo. Sul suo volto c’era un piccolo sorriso.
Gli accarezzai flebilmente una guancia, sospirando. Mi alzai dal letto, presi la biancheria intima dal pavimento e la indossai. Camminai lentamente per la stanza in cerca dei miei vestiti; all’improvviso sentii due mani sui miei fianchi.
«Vuoi scappare da casa tua?»
Mi chiese Justin, poggiando le labbra sul mio collo. Mi irrigidii.
«Sto cercando i miei vestiti. Non posso stare nuda tutto il giorno, non credi?»
Dissi, sarcastica. Il mio tono di voce però non lasciava trasparire alcuna emozione.
«A me non dispiacerebbe, lo sai.»
Disse malizioso, salendo con le labbra fino alla mia mascella. Lo allontanai da me e mi chiusi in bagno; mi sedetti per terra.
«Non resterai lì dentro per sempre.»
«Invece resterò qui per sempre. O almeno finchè non te ne andrai.»
«E se avrai fame?»
«Mi arrangerò.»
«Andiamo, Vans. Esci.»
«Non chiamarmi Vans!»
«Stanotte non obiettavi quando ti chiamavo Vans.»
Le mie guance si colorarono di rosso.
«Stanotte non conta, ok?»
Mi accorsi solo dopo di aver detto una grande cazzata. Contava eccome.
«Quindi non conta, eh?»
«No…»
«Va bene, non conta.»
Sentii i suoi passi farsi sempre più lontani.
L’avevo ferito sicuramente. Idiota, idiota, idiota. Idiota!
Uscii dal bagno esitante, notai che i vestiti di Justin erano spariti. Sperai fosse di sotto.
Ma di sotto c’erano solo Chester e Niall.
«Justin è andato via.»
Mi disse Chester, come se mi avesse letto nel pensiero.
«Era triste. Il che mi sembra strano, dato che aspettava una cosa così da… molto.»
Aggiunse Niall, a bocca piena.
I sensi di colpa invasero il mio stomaco; mi sedetti sul divano.
«Che hai combinato?»
«Non voglio parlarne.»
 
«Sei una stupida.»
Mi rimproverò Hannah, mentre si intrecciava i capelli.
«Grazie, non lo sapevo.»
Replicai sarcastica, affondando la testa nel cuscino. Quel cuscino aveva ancora l’odore di Justin impresso sopra; più lo annusavo più stavo male.
«Non avrei mai pensato di stare così male per aver trattato male Justin.»
«Prima non eri innamorata di lui.»
Alzai la testa dal cuscino, fissai male Hannah.
«Io non sono innamorata di lui.»
Hannah rise sonoramente.
«Vans, non negarlo. Sai benissimo di essere innamorata di Justin. Altrimenti non ci avresti mai fatto sesso.»
«Quello che è successo stanotte non conta! Ero… dispiaciuta per lui e ho deciso di dargli ciò che voleva. Ecco.»
«Allora, se non conta, perché stai male dopo averlo detto a lui?!»
«Perché so che lui ci tiene a me.»
«Si, certo. Smettila di cercare di pararti il culo e ammetti che sei innamorata di lui.»
«Ma io non lo sono!»
Hannah si alzò, si avvicinò alla porta.
«Ti consiglio di farti un esame di coscienza.»
Se ne andò sbattendo la porta; tirai un cuscino al muro.
Scesi di sotto, trovai Selena in cucina.
«Ehi Sel. Non ti si vede da secoli.»
Dissi, abbracciandola.
«Sono stata un po’ impegnata… ho visto Hannah che se ne andava prima, sembrava incazzata. È successo qualcosa?»
«Niente di che…»
«A me puoi dirlo.»
Deglutii.
«Io e Justin… va beh, è successa una cosa tra me e lui. E Hannah sostiene che io sia innamorata di lui, mentre io no… che ne dici tu?»
«Mi dispiace, ma devo dare ragione ad Hannah. A meno che tu non sia una troia, se sei stata con lui un motivo deve esserci, no?»
«Mi faceva pena…»
«E sicuramente non perché ti faceva pena.»
Guardai male Selena, che mi fece una linguaccia.
 
Arrivai al molo, Niall mi aveva detto che Justin era lì.
Era seduto all’estremità della passerella di legno. Lo raggiunsi, mi sedetti accanto a lui.
«Sei qui da stamattina?»
Non mi rispose; fissava il vuoto avanti a lui.
«Hai fame? Ti ho portato dei Nuggets, Niall dice che li adori.»
Gli porsi la confezione di Nuggets, Justin la prese e la aprì. Cominciò a mangiare, senza spiccicare parola.
«Nemmeno un grazie per averti portato i Nuggets?»
Niente. A quanto pare vuole tenermi il muso.
«Dai, Justin, dì qualcosa… anche un ‘vaffanculo’. Beh, in fondo me lo merito… non avrei dovuto trattarti così. È che… fino ad ora ti ho sempre trattato male, volevo portare avanti la tradizione… e non penso mai due volte a ciò che dico, lo ammetto. E poi non te la sei cavata male…»
Justin fece una risatina. Va beh, almeno questo.
«Ok. Ti ho chiesto scusa, ti ho spiegato perché, ti ho fatto anche i complimenti - cosa che non ti farei mai, del resto - e mi tieni ancora il muso?! Poi dite che noi ragazze siamo complicate!»
«Dopo quello che mi hai detto stamattina potrei tenerti il muso per sempre.»
«Ah, finalmente parli!»
Dissi, poggiandogli un braccio sulla spalla. Justin mi fece un’occhiataccia.
«La prossima volta conta fino a dieci prima di parlare, ok?»
«Certo. Ora dammi un Nugget che ho fame.»
Justin mi passò la scatola, presi un Nugget.
Restammo in silenzio per molto, l’unico rumore che si sentiva era quello delle onde che si infrangevano sugli scogli.
«Posso chiederti una cosa?»
Mi chiese Justin, fissando il vuoto.
«Certo.»
«Perché ti chiamano Vans?»
Sorrisi.
«Beh… mio padre mi chiamò così la prima volta. Lui avrebbe voluto darmi questo nome, ma mia madre insistette per Savannah. Lo trovo un po’ stupido come soprannome, ma tutto sommato mi piace.»
«Piace anche a me... posso chiederti un'altra cosa?»
«Chiedi pure.»
«Perché ti hanno chiamata Savannah?»
«Mia mamma amava la Georgia, tutto qui. Pensa che quando era ragazza aveva un gatto che si chiamava Columbus.»
«Mi dispiace che tu abbia perso i genitori.»
«Sono passati cinque anni… ormai ho imparato a conviverci.»
«Come… come sono morti?»
«Incidente stradale. Niall non te l’ha mai detto?»
«No, non gli ho mai chiesto una cosa del genere…»
Justin mi fissò, le sue labbra si fecero sempre più vicine alle mie. Sentivo il suo respiro affannato.
Annullai la distanza fra di noi, premendo le mie labbra sulle sue.
«Ora non dirai che non conta, vero?»
Mi chiese Justin, staccandosi lentamente da me. Parlava a bassa voce.
Non risposi e ripresi a baciarlo.
Non sapevo neanche io se contava o no.


«Can I steal you one minute?
Sono tornata, bitches ☉‿⊙
Scusate se non ho aggiornato per un mese çç (è il ritardo più lungo che abbia mai avuto lol).
Beh... questo capitolo mi piace, dai. Non è tremendo. Almeno c'è un bacio. lol
Adesso... ho qualche idea per il prossimo capitolo, quindi credo non dovrete aspettare molto c:
A pressto.


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Capitolo 16
*** Kiss-cam. ***


«Hannah, io... credo di essermi innamorata di Justin.»
Hannah alzò lo sguardo, mi guardò male. «Te l’avevo detto.» disse poi, tornando con lo sguardo alla rivista che stava leggendo.
«Andiamo Hannah, smettila di tenermi il muso. È da una settimana che non ci parliamo.» dissi, avvicinandomi a lei.
Hannah mi guardò un’altra volta, prima di parlare. «Mi ha dato fastidio il fatto che tu non abbia cercato neanche di ascoltarmi. Insomma, so di non essere la più indicata coi consigli d’amore, ma… sono tua amica, voglio che tu sia felice. E Justin… potrebbe renderti felice, lo sai?»
«Non ne sono ancora sicura.» ammisi. Nonostante provassi a fare la dura, la delusione avuta da Harry mi aveva segnato nel profondo.
«Justin non è come Harry, dovresti saperlo.» disse Hannah, come se mi avesse letto nel pensiero.
«Lo so, ma… ho bisogno di tempo per fidarmi pienamente di lui.»
 
«Vans! Scendi un attimo!»
Mi chiamò Niall, dal piano di sotto. Sbuffai; decisi di ignorarlo. Infilai le cuffie nelle orecchie e continuai a leggere.
Sicuramente non voleva niente di particolare, voleva rompere come faceva sempre.
Sentii la porta di camera mia sbattersi, sobbalzai.
«Niall! Che cazzo vuoi?!»
Niall aveva dei biglietti in mano, li scuoteva allegramente.
«Indovina chi va a vedere i Lakers domani!»
«Tu e Justin?»
«Io, Justin, Selena e… te.»
«Me?! Ma io odio le partite di basket!» protestai, sedendomi sul letto.
«Dai, fallo per me! Ti prego, ti prego, ti prego.» disse, facendomi gli occhi dolci.
«Portati Chester. Sarebbe felice di venire, lui adora i Lakers.» dissi, dubbiosa. Non ero sicura che Chester tifasse per i Lakers…
«Lui non tifa per i Lakers. Dai, vieni con noi, ti divertirai!»
«Devo andare con Hannah a…»
«Hannah domani non c’è, le ho chiesto se voleva venire.»
Poteva includermi nei suoi piani, stronza di una migliore amica.
«Non lo so, Niall. Non ci capisco niente di basket. Finirei solo per dare fastidio.»
«Selena secondo te ci capisce qualcosa? È per passare del tempo insieme, dai.»
Non resistetti più alla sua espressione da cane bastonato, e mi trovai costretta ad accettare.
«Ok, vengo. Ma… voglio stare seduta il più lontano possibile da Justin.»
Niall si sedette accanto a me.
«Pensavo che ormai avessi accettato il fatto di essere innamorata di lui.»
«Non l’ho nemmeno capito.»
 
Qualcuno aveva segnato. Si alzarono tutti in piedi, Niall agitava la manona di gommapiuma che aveva addosso.
«Vans, su, esulta con noi!» mi esortò Justin, prendendomi per un polso. Mi alzai, di malavoglia.
Avevo chiesto a Niall di farmi sedere lontana da Justin, e lui aveva fatto l’esatto contrario, da bravo fratello maggiore rompiscatole qual’era. Poi Chester mi rimproverava quando dicevo di voler annegare Niall nell’acido…
Ci sedemmo; ci fu l’intervallo. Vidi Selena e Niall alzarsi.
«Dove andate?!» sbottai, sconvolta.
«A prendere da bere.» disse Niall, allontanandosi mano nella mano con la sua ragazza.
Che bello, dovevo restare da sola con Justin…
Da quando era successo tutto il casino della settimana scorsa, mi imbarazzava da morire restare da sola con lui. avevo paura di dire qualcosa di sbagliato, di fare qualcosa di sbagliato e addirittura di pensare qualcosa di sbagliato. E Justin che mi guardava come se mi stessi spogliando davanti a lui non aiutava per niente.
«Chi sta vincendo?» chiesi, spontaneamente.
Justin rise. «I Lakers. Non sei molto interessata, a quanto vedo.»
«Si vede così tanto? – chiesi. Justin annuì - Non mi piace il basket.»
All’improvviso, vidi tutti i presenti voltarsi verso me e Justin. Cos’avevano da guardare, tutti quanti?
«Guarda, siamo sullo schermo!» rise Justin, indicando il megaschermo. Guardai anch’io, temendo il peggio. La kiss-cam. Tutto, ma non la kiss-cam, per favore!
Praticamente, la kiss-cam consiste nell’inquadrare una coppia per farli baciare sul megaschermo. E avevano inquadrato me e Justin. Dovevo baciare Justin davanti a qualche migliaio di persone.
«No, ti prego.»
Implorai Justin, prima che posasse le sue labbra sulle mie. Sentii un brivido percorrermi la spina dorsale, quando la lingua di Justin si impossessò della mia. Doveva essere solo un bacio a stampo, dannazione! Eppure mi piace così tanto…
Ci staccammo, Justin si passò la lingua sul labbro inferiore.
«Ti porterò più spesso alle partite di basket.» ridacchiò, mentre le mie guance si coloravano di rosso.
 
La partita era finita, i Lakers avevano vinto. Avevo avuto la lucidità nessaria per vedere il secondo tempo. Non riuscivo a non pensare al bacio. Era stato così… strano. In senso positivo, ovvio.
«Savannah – mi chiamò Justin, prima che entrassi nella macchina di Niall – Posso parlarti un attimo?»
Mi voltai, Justin mi guardava speranzoso.
«Certo.»
Mi appoggiai con la schiena all’auto. Justin mi prese la mano, facendomi rabbrividire.
«So che già lo sai, ma… tu a me piaci davvero molto.»
«Me l’hai detto già.»
«Potresti non interrompermi? – mi chiese, seccato. Annuii, incitandolo a continuare – Cosa stavo dicendo? Ah. Mi piaci davvero molto, e vorrei… sapere se ho almeno una chance.»
Gli posai un piccolo bacio sulle labbra.
«Sì – dissi, sorridendo – Una chance ce l’hai di sicuro.»
«Fantastico.» disse lui, sorridendo a sua volta.
Entrai in macchina, lo salutai con un cenno della mano.
«Non lo illuderai, vero?» mi chiese Niall, preoccupato.
«No.» risposi io, guardando Justin allontanarsi.



«Can I steal you one minute?
No, non sono morta (putroppo per voi, direi ewe).
Scusate se non ho postato più, ma tra la scuola, il doposcuola, la scuola di canto, mia sorella che monopolizzava il portatile e la poca voglia di scrivere, ci sono stata davvero poco (?).
Beh, che dire di questo capitolo? Non mi convince (come sempre, del resto ç_ç). La cosa del megaschermo l'ho vista in un film, non ricordo quale, se non mi sbaglio Come Farsi Lasciare In Dieci Giorni. Non so se si chiama davvero kiss-cam, ma nei Simpson la chiamano così AHAHAHA
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
A presssto. :3

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Capitolo 17
*** How could you? ***


Mi svegliai, quella mattina, con la sensazione che la mia vta stesse andando per il verso giusto, dopo tanto tempo. Forse era perché avevo deciso di dare una possibilità ai miei sentimenti di evolversi? Chi può saperlo.
«Buongiorno! – salutai Chester, allegra – Dov’è Niall?» chiesi, dopo essermi seduta. Afferrai un muffin ai mirtilli e lo addentai.
Era strano che i muffin ai mirtilli ci fossero ancora a tavola, visto e considerato che Niall ne faceva piazza pulita prima che io scendessi a fare colazione.
«È uscito presto, credo con Selena…» mi rispose Chester, guardandomi stupito.
«Sputa il rospo. Perché mi guardi così?» gli chiesi, affilando lo sguardo.
«Mi sembri contenta. Di solito la mattina a stento mi saluti, ora sorridi pure.»
«Oggi sono felice. Credo sia Justin a farmi quest’effetto… Oh, volevo dire, il sole, sì. Il sole.» risposi, pentendomi subito di non aver pesato le parole prima di parlare.
«Justin, eh?» mi chiese Chester malizioso, dandomi una debole gomitata sul braccio.
Lo guardai male. «Io non ho detto nessun Justin.»
«Savannah, ti ho sentito.»
«E va bene! Ho detto Justin. Sì, forse mi sto innamorando di quel coglione coi capelli sparati in aria e non mi sono mai sentita così bene in vita mia grazie ad un ragazzo, ma a te che importa?»
Chester soffocò una risata. «Però, non pensavo potessi innamorarti di Justin.»
«Non lo pensavo neanche io, fino a qualche giorno fa.» ammisi.
Sentii il mio cellulare squillare, salii di sopra. Avrei dovuto abbassare il volume della suoneria, dato che si sentiva persino a chilometri di distanza, ma a mie piaceva così.
«Pronto?»
«Ehi Vans, sono Justin.»
Le mie guance diventarono rosse come dei pomodori, ringraziai Dio del fatto che era solo una telefonata.
«Justin, ehi. Chi ti ha dato il mio numero?»
«Niall – ammise, ridendo. Immaginai il suo sorriso e sorrisi a mia volta – Comunque… stasera hai impegni?»
Sussultai. «No.»
Voleva uscire di nuovo con me? Chissà. Sicuramente sarebbe andata meglio dell’altra volta.
«Mi chiedevo se ti andasse di venire a cena da me.»
Il mio cuore prese a battere frenetico; ebbi seriamente paura di morire di infarto.
«Certo che mi va. A che ora?»
«Oh, verso le otto e mezza… ci vediamo stasera, allora?»
«A stasera.» dissi, prima di staccare.
Le farfalle invasero il mio stomaco, appena ci pensai più a fondo.
Io. Justin. Cena a casa sua. Forse da soli.
Non poteva andare meglio di così.
 
«Quindi, tu vorresti che io ti aiuti a trovare qualche vestito adatto per andare a casa di Justin? – esclamò Hannah, sorpresa, mentre abbassava il volume dello stereo. Annuii – Questo è un miracolo! Devo segnarmi questo giorno sull’agenda.»
«Dai, non dire stronzate e aiutami, che se no non ci arrivo neanche a casa di Justin.» la implorai, inginocchiandomi davanti a lei.
Prima avevo lo schifo di chiedere qualcosa ad Hannah, ora la sto implorando addirittura. Ah, l’amore… fa fare le cose più impensabili.
«Oh, tesoro mio, ti aiuto anche se non ti inginocchi. Sai da quanto aspetto questo momento epico?»
«Ma che ne so io! Ora zitta, e aiutami.»
Hannah rise, poi si diresse al suo armadio. Ne tirò fuori un vestito blu notte, elegante ma comunque poco eccessivo. Lo lanciò sul letto, poi aprì uno scomparto sempre dell’armadio e prese un paio di ballerine dello stesso colore del vestito.
«So che stai pensando che è strano che ti abbia dato un paio di ballerine – disse sovrappensiero, mentre cercava qualcosa – Ma sei già alta abbastanza, non voglio che quel povero ragazzo debba alzarsi sulle punte per doverti baciare.» concluse, lanciandomi una pochette blu.
«Chi ti ha detto che ci baceremo?» contestai, arrossendo.
Hannah mi guardò, rise. «Per come la vedo io, ti ritirerai a casa domattina.»
Sgranai gli occhi, mentre il rossore sulle mie guance si intensificava. «Hannah! Non faremo niente. Solo… ceneremo, come due buoni amici.»
«Questo lo dici tu, Savannah Elle Horan.» disse, porgendomi il vestito.
Decisi di non ribattere, per evitare discussioni imbarazzanti. Mi vestii, e dopo aver infilato le scarpe, mi sedetti alla scrivania di Hannah.
Hannah mi arricciò i capelli, li legò in una coda alta. Il trucco impiegò più tempo dell’acconciatura, dato che Hannah continuava a mettermi ombretti di vario colore per poi toglierli, facendo cenni di dissenso. Volevo darle qualche cazzotto per quanto trucco mi stesse mettendo in faccia, ma decisi di non fare niente per impedirgli di usarmi come una tavolozza per ombretti. Dopo un po’ si decise – finalmente – e finì con la sua opera.
«Sei meravigliosa – commentò, fissandomi allo specchio – Tutto merito mio, ovviamente.»
«Smettila di fare l’esaltata.» mi lamentai, alzando gli occhi al cielo.
Mi alzai, e, dopo aver salutato Hannah, mi fiondai a casa di Justin.
 
Arrivai a casa di Justin con dieci minuti di ritardo. Va beh, una donna deve saper farsi desiderare, no?
Bussai; quando la porta si aprì, però, non trovai il sorriso caloroso di Justin ad accogliermi, ma una persona che mai avrei pensato di trovare a casa sua.
«Harry?» chiesi, incredula.
Harry sorrise. «Ciao Vans. Entra.»
Entrai, incerta se farlo per davvero o battere la ritirata e scappare via a gambe levate.
«Che ci fai a casa di Justin?» chiesi, con un tono quasi di minaccia.
«Oh, passavo… io e Justin siamo amici, ma questo mi pareva di avertelo già detto, o sbaglio?»
Sorrisi amaramente. Come potevo dimenticare quella serata di merda?
«Si, certo che me lo ricordo.» dissi, tamburellando con le dita sulla pochette.
«Justin mi aveva detto che aspettava una ragazza… ma non pensavo fossi tu.» disse, avvicinandosi pericolosamente a me.
Perché Hannah non mi ha fatto mettere i tacchi? Avrei potuto spillarglieli nei piedi.
«Noi abbiamo fatto sesso in questa casa. Ricordi? Nello sgabuzzino sotto le scale. – disse, bloccandomi al muro – È stato così bello… come sempre, del resto.»
«Io non ho provato niente.» dissi fredda, mentre le mani di Harry si posavano sui miei fianchi, facendomi rabbrividire di disgusto.
«Questo lo dici tu.» disse, posando le labbra sulle mie.
Strabuzzai gli occhi, mentre cercavo con tutte le mie forze di scrollarmelo di dosso. Harry premeva con forza le labbra sulle mie, cercava di schiuderle con la sua lingua. Non so come, cedetti e lui fece un sorriso vittorioso, insinuando la lingua nella mia bocca.
Avevo perso un’altra volta contro Harry. E mi ritrovai a pensare che Justin poteva scendere da un momento all’altro e vederci… pregai tutti i santi che fosse rimasto chiuso in bagno, o cose simili, e fosse sceso solo quando sarei risucita ad allontanare Harry da me e prenderlo a calci in culo.
Un finto colpo di tosse fece staccare Harry da me.
Ovviamente, Dio decise di non ascoltare le mie preghiere.
«No, fate pure. Continuate a slinguazzare come se io non ci fossi, eh.»
Sbottò Justin, offeso, mentre spariva di nuovo di sopra.
Guardai Harry, incazzata più che mai.
«Come hai potuto?! Sapevi che Justin ci stava guardando, ammettilo!» esclamai, con la poca voce che avevo.
Harry fece un ghigno maligno, si passò la lingua sul labbro inferiore. «Se non posso averti io, non deve averti nessuno.»
Ebbi la forza di tirargli uno schiaffo.
Uscii da casa di Justin, mi accasciai a terra e le lacrime rigarono il mio volto.
Cosa cazzo avevo combinato?!



«Can I steal you one minute?
Hello. Sono tornata, e questa volta sono stata abbastanza veloce u.u
Comunque, non mi dilungherò molto, dato che sono le 0.47 e mio padre è già venuto a sgridarmi due volte perché non spengo il pc (ç__ç), quindi... niente, vorrei sapere che ne pensate di questo merdossissimo capitolo lol
Io ve l'avevo detto che Harry avrebbe fatto casino. E so che ora mi odierete, ma a me piace fare penare i protagonisti fino all'ultimo AHAHAH
A proposito, credo che il prossimo capitolo sarà l'ultimo. Eh sì, l'ultimo. Credo che mi mancherà Savannah T.T
Va beh, meglio andare a dormire. Avevo detto che non mi sarei dilungata troppo AHAHAHAHA
A pressssto. (?)

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Capitolo 18
*** Because I love you. ***


«Allora, mi racconti o no cos’è successo a casa di Justin? Non ti ho mai visto così… straziata.» mi disse Hannah, accarezzandomi la testa.
Mi passai il dorso della mano sotto agli occhi e scossi la testa. «Se te lo raccontassi peggiorerei.»
Era passato quanto, da quel giorno? Due settimane? Ecco, erano due settimane che piangevo come una fontana, la mia camera era diventata un deposito di fazzoletti usati e mangiavo come un maiale per stare meglio – tanto non ingrassavo.
Era una cosa nuova per me, piangere per il mal d’amore, e non pensavo che fosse così distruttivo. E soprattutto, insopportabile.
Un po’ come Justin, insopportabile, ma a cui non riesci a fare a meno.
«Me lo faccio dire da Niall?»
«Non c’è – singhiozzai, coprendomi la faccia con le mani – E comunque non lo sa neanche lui.»
«Justin gliel’avrà detto di sicuro. E forse lo sa anche Selena, e forse anche Chester… perché non lo dici anche a me?»
«Perché non ce la faccio! Sto cercando di convincermi che non è successo per davvero e raccontartelo non mi aiuterebbe affatto.»
«Qualsiasi cosa sia successa – disse Hannah, asciugandomi alcune lacrime dalla guancia – È successa per davvero, ed è inutile che cerchi di dimenticarla per far finta che non sia successa. E poi, sfogarsi fa sempre bene.»
«Grazie per il supporto, sigorina Dale.» dissi, sarcasticamente.
«Di niente, signorina Horan – rise Hannah – Ora mi racconti quello che è successo?»
Mi arresi, e raccontai per filo e per segno ciò che era successo a casa di Justin, facendo crescere la mia già altissima rabbia nei confronti di Harry.
«Ma… ma è un vero stronzo!» esclamò Hannah, quando ebbi finito.
«Credimi, lo so.»
«E tu sei un’idiota. Perché cedere?! Così gliela dai vinta!»
«Non ho avuto la forza di reagire! E poi, avresti dovuto darmi un paio di tacchi. Così l’avrei steso per bene. E comunque, grazie per avermi confortato, sei un’amica.» dissi, sarcasticamente.
«Oh, prego, di niente – disse, alzandosi – Che ne dici di andare a fare una passeggiata?»
Scossi la testa. «No. E se... incontrassi Justin?»
«Non credo succederà.»
 
Uscimmo, andammo al parco come nostro solito. L’aria mi pizzicava gli occhi ancora umidi; avevo la paura matta di incontrare Justin, magari in compagnia di qualche ragazza, e scoppiare a piangere. Oppure, di incontrare Harry e di finire in galera per omicidio.
«Mi sembri tesa – disse Hannah, accarezzandomi la testa – Così non farai colpo su nessuno.»
«Io non voglio fare colpo su nessuno – sbottai, appollaiandomi su una panchina – Voglio solo Justin.»
Avrei mai pensato, quanche mese fa, di dire queste parole? Probabilmente, se qualcuno me l’avesse detto che avrei passato tutto questo a causa sua, mi sarei messa a ridere.
“Savannah Horan che si innamora di Justin credo-di-essere-un-Dio-sceso-in-terra Bieber? Che piange per lui? No, sei fuori strada proprio”, avrei detto. Forse avrei riso.
E invece, come tutti mi avevano detto e ripetuto fino alla nausea, mi ero innamorata di lui. E lui sembrava ricambiare. Ma quale sembrava? Lui ricambiava, si vedeva lontano un miglio. E ora crede sicuramente che io l’abbia usato… mi faccio schifo.
«Non mi piace per niente quella faccia – commentò Hannah, sedendosi accanto a me – Non ti starai mica autocommiserando?»
«Cos’altro potrei fare?» mi lamentai, portando le mani sulla faccia.
«Potresti cercare di reagire, e sistemare tutto, come farebbe di solito la Savannah Horan che conosco io. Da quando sei così arrendevole? E poi, non è neanche stata colpa tua! È stata tutta colpa di Harry, lui ti ha baciata. E non potevi mica prevederlo, a meno che tu non sia un’indovina.»
Guardai Hannah, confusa. «Credi che Justin voglia ancora rivolgermi la parola?»
«Quel ragazzo è cotto di te, ti rivolgerebbe la parola anche se gli dessi fuoco alla casa – ridacchiò – Ok, forse no… però credo che sia disposto ad ascoltarti.»
Le parole di Hannah mi convinsero; mi alzai e le sorrisi. «Allora, credo di aver bisogno di un passaggio a casa di Justin.»
 
˜
Justin’s POV.
 
«Mi ha soltanto usato – continuavo a ripetere, con la testa affondata nel cuscino – Mi ha soltanto usato!»
«Non credo che ti abbia usato – mugungnò Niall, seduto accanto a me – Insomma, conosco mia sorella e non credo farebbe una cosa del genere. E poi, usarti per cosa? A lei Harry non sta neanche un po’ simpatico, dopo quello che le ha fatto…»
Voltai la testa verso Niall, lo guardai male. «Non le sta neanche un po’ simpatico, ma la lingua in bocca gliel’ha infilata comunque.»
«Non credo che Vans abbia baciato Harry per prima – mi rassicurò – Secondo me, è stato lui a prendere l’iniziativa.»
«Io non so a chi credere. I miei occhi hanno visto Savannah contro al muro, che baciava appassionatamente quel bastardo coi ricci, che mi ha detto che è stata lei ad attaccarsi a lui, che lui aveva cercato di respingerla ma che il suo fascino gli ha impedito di staccarsi, poi arrivi tu e mi dici che Savannah non lo farebbe mai, perché odia Harry e non sono cose che farebbe di solito. A chi cazzo devo credere?» mugugnai, affondando nuovamente la testa nel cuscino.
Niall rise. «Non ad Harry, di sicuro.»
«Devi credere a me, Justin.»
Alzai lo sguardo, incrociando quello della ragazza che volevo vedere in quel momento, ma che avrei preso volentieri a calci.
Savannah mi guardava implorante, con gli occhi lucidi. Sulle sue labbra c’era un sorriso.
«Ehm… meglio che io vada. Immagino vogliate stare un po’ da soli.» disse Niall, sparendo.
«Come hai fatto ad entrare?» le chiesi subito, senza dargli un attimo per parlare.
«Dalla finestra della cucina – disse, ridendo – Se avessi bussato mi avresti chiuso la porta in faccia di sicuro.»
«Astuta – commentai, rivolgendole uno sguardo d’ammirazione – Comunque, non so se ho molta voglia di ascoltarti.»
«Perché?» mi chiese, trattenendo le lacrime.
«Perché ho deciso di credere a ciò che ho visto. Hai baciato Harry, non mi importa chi sia stato a prendere l’iniziativa, l’hai baciato comunque.»
Vidi Savannah sbuffare. «Justin Drew Bieber, ti rendi conto di quanto cazzo sei idiota e masochista?! Facendo così Harry otterrà ciò che vuole! E vuoi sapere chi soffrirà? Io, e te. Proprio come vuole lui. Perché io, a quanto pare, non posso essere felice senza di lui… ma questo è un altro discorso. Justin, io… credo di provare qualcosa di davvero forte per te, e… sì, l’ho capito dopo troppo tempo. Ma credimi, quando Harry mi ha baciata, non ho provato niente di quello che provo quando tu baci me. Non ho provato quello che provo con te con nessun altro ragazzo, a dire il vero, e credo che non lo proverò mai… perché io… io… io…»
«Tu?» la incitai, inarcando un sopracciglio.
«Perché io… ti amo, Justin Drew Bieber – disse, arrossendo – Ecco, l’ho detto! Ti amo. Per quanto credi sia impossibile che Savannah Horan ti possa dire una cosa del genere, ti amo. E… vorrei che tu passassi sopra a questa cazzata e mi perdoni, anche se, in realtà, non c’è una beata minchia da perdonare perché…»
La interruppi, prendendo il suo volto fra le mie mani e stampandole un bacio sulle labbra, che Savannah ricambiò dopo un’istante.
«E questo cosa vuol dire?» mi chiese, meravigliata.
Sorrisi, e le stampai un altro bacio sulle labbra. «Che ti amo anch’io, Savannah Elle Horan, e ti perdono, anche se, in realtà, non c’è una beata minchia da perdonare.» dissi, riprendendo a baciarla.



«Can I steal you one minute?
Buonsalve *agita la manina in segno di saluto*
Non posso credere che questo è... è... il penultimo capitolo. *si strappa i capelli da testa*
Eh, si, ragazze, questa storia sta per finire. Manca solo un epilogo, che posterò a breve.
E niente, non mi dilungo perchè è l'una di notte e devo andare a dormire lol
A presssto. :3

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Capitolo 19
*** You're an idiot. ***


Dicembre.
 
Sentii bussare alla porta, lasciai la tv sul canale dello sport e andai ad aprire.
«Indovina chi è tornato?» disse Justin, sorridendo.
Un sorriso a trentadue denti si fece spazio sul mio volto, mentre mi fiondavo tra le sue braccia.
Justin, a settembre, era partito per il suo tour, e, anche se l’avevo visto ad ottobre, lui mi telefonava spesso e ci mandavamo messaggi su messaggi, vederlo di persona era tutt’altra cosa. Solo in quel momento mi accorsi di quanto mi era mancato quel coglione coi capelli sparati in aria – capelli che oggi mi sembravano più sparati in aria del solito.
«Idiota – dissi, affondando la testa nel suo petto – Mi sei mancato.»
«Mi sei mancata anche tu, rompipalle – disse lui, trascinandomi dentro – C’è Niall?» mi chiese poi, quando sciogliemmo l’abraccio.
«No, è da Selena. Aspetta, aspetta, tu sei venuto qui, dopo tre mesi che non ci vediamo, e mi chiedi se c’è Niall?» gli chiesi, incrociando le braccia al petto.
Justin rise. «Volevo salutarlo. Sai, Vans, la mia vita non gira tutta intorno a te.» soffiò nel mio orecchio, con voce maliziosa.
Gli feci un’occhiataccia, che lo fece ridere ancora di più. «Non ridere.» lo minacciai, pizzicandogli il braccio.
Justin si ricompose. «Scusa, scherzavo. C’è Chester, almeno?»
«No, in verità sono da sola...» dissi vaga, sistemandomi i capelli.
Lo sguardo di Justin si fece malizioso. «Sola, sola?»
«A meno che non abbia altri fratelli o questa casa sia infestata dai fantasmi, sì. Sono sola.»
Justin si avvicinò a me, mi baciò con foga. «Allora, stavo pensando... io e te abbiamo molto tempo da recuperare.» disse, fra un bacio e l’altro.
«Mh, da cosa vuoi iniziare?» gli chiesi, sapendo ovviamente dove voleva andare a parare.
In fondo, Justin pensava solo a quello. Ma che possiamo farci? È un ragazzo, i ragazzi sono tutti così. Anche se, Justin s’era dimostrato molto dolce come ragazzo.
Justin mi prese in braccio, cominciò a salire le scale lentamente.
«Avrei un’idea.»
 
«Come ho detto prima – dissi, stampando un bacio sul petto di Justin – Mi sei mancato.»
Justin rise, prese ad accarezzarmi i capelli. «Ti sono mancato io, o Jerry?» mi chiese, ridacchiando.
Alzai gli occhi al cielo, mi appoggiai su un gomito per guardarlo. «Posso sapere perché hai dato un nomignolo al tuo... salsicciotto?»
«Non lo so. Volevo dargli un nome.»
Scossi la testa, per poi ridere e stampargli un bacio sulle labbra.
«Sai di essere bellissimo?» sbottai all’improvviso, dopo alcuni minuti di silenzio.
«Certo che lo so, piccola. Grazie per avermelo ricordato.» disse lui, sorridendo.
«Sempre il solito fastidiosissimo carattere.» mugugnai io, sarcastica.
«Dovevo dirti che non lo sapevo solo per farti piacere? – si difese lui, alzando le braccia – Comunque, anche tu sei bellissima.»
Ignorai il suo complimento, e presi il suo cellulare dalla tasca dei jeans, che giacevano accanto al letto. «Mi faccio un po’ i fatti tuoi, ok?» gli dissi, notando la sua occhiata interrogativa.
Aprii la cartella dei messaggi.
Dovevo ammetterlo, ero gelosa. Molto. Anche se, la mia gelosia può essere giustificata da due fattori: l’ultimo fidanzato che ho avuto mi ha tradita e Justin è bellissimo e famoso e può avere tutte le ragazze che vuole. In più, la mia autostima sotto lo zero mi fa dubitare di tutto.
«Perché sei così gelosa?» si lamentò Justin. Lo vidi alzare gli occhi al cielo con la coda dell’occhio.
«Sta zitto – dissi, con lo sguardo concentrato sui messaggi, che erano in prevalenza miei e dei suoi amici che non mi aveva ancora presentato – Se tu fossi me, faresti lo stesso.»
Mi fermai ad un messaggio di Alfredo, che mi fece raggelare il sangue nelle vene.
“Allora, alla fine te la sei fatta... come si chiama? Ah, si, Barbara”, diceva.
Mi alzai, dando le spalle a Justin, e tenni gli occhi fissi sul messaggio.
«Amore, che c’è?» mi chiese, circondando il mio ventre con le braccia.
Mi venne voglia di staccargli le mani a morsi. «Non chiamarmi amore! – esclamai, togliendomelo di dosso – Chi cazzo è Barbara?!»
Vidi Justin diventare pensieroso, prese a grattarsi il mento.
«Rispondi!» lo esortai, puntandogli un dito sul petto.
«Barbara è una modella.» disse, alzando le spalle.
Lo guardai male. «E me lo dici così, come se fosse una cosa normale?!»
«Ehi, ehi, calmati! Cosa pensi che abbia fatto con Barbara?»
«Oh, credimi, è meglio se non te lo dico – sbuffai, a braccia conserte. Justin prese il cellulare, lesse il messaggio e fece una risata – E non ridere!»
«Sei gelosa.» disse Justin, tra le risate.
«Cosa c’entra questo?» chiesi, sentendomi gli occhi pizzicare.
Non avrei sopportato di essere stata tradita un’altra volta.
«Sei gelosa!» ripeté, continuando a ridere.
«Dio, non ti sopporto.» sbuffai, mentre una lacrima mi rigava la guancia.
Ok, ora perché sto piangendo?
Justin si ricompose, mi guardò per poi asciugare la scia creata dalla lacrima. «Io e Barbara non abbiamo fatto niente.»
«Non ti credo!»
«Allora leggi gli altri messaggi.» disse, porgendomi il cellulare.
Lo presi, e lessi tutta la conversazione. «Oh.» riuscii a dire soltanto, mentre Justin mi accarezzava la testa.
«Visto? Non devi dubitare di me.»
«È solo che... io sono insicura, lo sai. E tu sei...»
«Io sono Justin – disse, interrompendomi – Il tuo ragazzo, che ti ama e non ti tradirebbe neanche se Beyoncé gli si presentasse nuda davanti. Ok, forse no... ma il punto è che ti amo. E basta.»
«Ma tu...»
«Ma io niente! Credi che farei sesso con chiunque mi capiti avanti?»
«Beh... tu mi hai fatto capire che... sì, lo faresti.»
Justin scoppiò a ridere. «Tu sei proprio scema.»
«Cosa c’entro io ora?»
«Non hai ancora capito che dicevo quelle cose per farmi bello davanti a te? Insomma, io sono uno che certe cose non le prende mica alla leggera.»
Lo guardai confusa, per poi tirargli una sberla sul braccio. «Ma... Justin! E io in tutto questo tempo ho pensato che eri chissà quale puttaniere... sei un idiota!»
«Perché?» mi chiese, confuso davanti alle mie parole sconnesse.
«Perché se non ti fossi atteggiato così forse io e te staremmo insieme da più tempo!»
Justin si batté una mano sulla fronte. «Dimmi che scherzi.»
«Non scherzo.»
«Allora hai ragione, sono un idiota – disse, baciandomi – È per questo che mi ami?»
Sorrisi, e ricambiai il bacio. «Sì. Sei irritante, idiota, montato e, soprattutto, fastidioso. È proprio per questo che ti amo.»



«Can I steal you one minute?
Ebbene sì, è finita per davvero.
Non posso credere di averla finita (ç___ç), soprattutto perché, quando la iniziai, non avevo la più pallida idea di come continuarla, e pensavo l'avrei cancellata dopo poco per mancanza di idee, e invece... l'ho finita.
E, ovviamente, vi ringrazio. Grazie per aver seguito la mia storia (e per avermi sopportata lol), grazie a chi ha recensito e anche a chi ha letto in silenzio. Davvero, grazie.
E adesso, un annuncio *rullo di tamburi* Ho postato un'altra storia :3
Se vi va di pasare, vi lascio il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1533693&i=1
Spero che questa storia vi sia piaciuta.
Baci, Teresa.

Ah, mi scuso per gli orrori ortografici che avrò sicuramente commesso nei vari capitoli. lol.

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