The Perfect Gift

di ramona55
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I ***
Capitolo 2: *** Parte II ***



Capitolo 1
*** Parte I ***


Nell'ultimo giorno di festa di questo inizio anno vi propongo la mia nuova storia, un missing moment di Harry Potter e l'Ordine della Fenice di ambientazione natalizia.

Come al solito sono i piccoli gesti che mi colpiscono, e da un piccolo gesto la mia fantasia ha preso, anche in questo caso, le mosse: in quel libro, come tutti i kickers sanno benissimo, il regalo di Natale che Ron fa ad Hermione non è il solito pacco di caramelle comprato da Mielendia, ma un inaspettato profumo.


Si alzarono e si vestirono. Per la casa si sentivano varie voci che si scambiavano gli auguri. Mentre scendevano le scale incontrarono Hermione.
“Grazie per il libro, Harry” disse allegra. “Desideravo Nuova Numerologia da una vita! E quel profumo è davvero particolare, grazie, Ron”.
“Non c’è di che” rispose Ron [...]


(J. K. Rowling, Harry Potter e l'Ordine della Fenice, ediz. Italiana, p. 476)


Questa cosa mi è sembrata importante. Un regalo del genere mostra come, nella testa di Ron, qualcosa sia cambiato nel suo modo di pensare ad Hermione.
Mi è piaciuto immaginare questo combiamento nel breve racconto che vi propongo, sperando di tutto cuore che sia di vostro gradimento.

Ringraziando di cuore LaurenSmith, Jennina e Piperwyatt che hanno letto in anteprima la storia e dato una mano con titolo, quote e sicurezza, auguro a tutti buona lettura e, anche se in ritardo, buon inizio d'anno.

Vostra,
ramona55 alias patsan ^_^



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The Perfect Gift


Prima parte


Come c’era da aspettarsi, le strade di Hogsmeade erano piene di gente.

La neve dei giorni passati si era ammonticchiata ai lati della via principale e ricopriva ancora in parte i tetti dei negozi. Tirava un vento forte e gelido, ma questo non aveva scoraggiato le decine e decine di persone che percorrevano la strada selciata, tenendo ben stretto tra le mani il bavero del mantello.

Da soli, in coppia oppure in gruppetti compatti, erano tutti molto impegnati ad esaminare attentamente le vetrine sfavillanti, colorate e attraenti dei negozi.

I negozi sembravano fare a gara nel proporre “offerte imperdibili” ai passanti, perfino il negozio di animali dell'angolo prometteva “ragni giganti del Nepal e ippogrifi giapponesi a prezzi mai visti.”

Ron lesse il cartello esterrefatto. “Chi mai vorrebbe in casa un ragno gigante?” esclamò “A parte Hagrid, ovviamente.”

Hermione ridacchiò da dietro la sciarpa che le nascondeva metà del volto.

“Bè, a qualcuno potrebbero piacere, Ron, e poi è quasi Natale, la gente ama fare i regali più strani!”

Ron rabbrividì. “Merlino che follia! Spero che a nessuno venga mai in mente di regalarne uno a me!”

“Che dite se andiamo un po’ ai Tre Manici di Scopa?” propose Harry, al suo fianco.

“Prenderemo qualcosa di caldo e non rischieremo di essere travolti dallo shopping natalizio!”

“Per me va bene” rispose Hermione sfregandosi le mani coperte da grossi guanti scuri “ma prima devo fare un salto in libreria e in un altro paio di posti. Possiamo vederci dopo, magari, se non vi va di venire.”

“Hermione, non c’è bisogno che fingi per liberarti di noi, lo sappiamo che devi comprare i nostri regali di Natale!” disse Ron, senza riuscire a trattenere un sorriso. “Solo, per favore, evita di regalarmi un libro, non lo sopporterei!”

“Stai diventando un po’ troppo esigente, Ron!” rispose Hermione “Niente ragni, né libri... se continui così i tuoi migliori amici non sapranno cosa regalarti il prossimo Natale!”

Ron le fece una smorfia e lei scosse la testa, divertita.

“Comunque” riprese “fossi in te non sarei così sicuro di ricevere un regalo da parte mia quest’anno... Dipende da come ti comporterai!”

Ron stava per ribattere, ma Hermione si allontanò in fretta urlando che si sarebbero rivisti un’ora dopo ai Tre Manici di Scopa, e sparì tra la folla.

“Allora” disse Ron dopo un po’ “ci diamo allo shopping natalizio anche noi o preferisci rinunciare?”

Harry alzò le spalle. “Immagino che non avremo un’altra occasione di venire ad Hogsmeade prima di Natale, per cui penso proprio che mi darò da fare adesso.”

“D’accordo” sospirò Ron, ma senza troppo entusiasmo. “E shopping sia. Ci vediamo dopo.”

Harry lo salutò e si allontanò.

Rimasto solo Ron diede un’occhiata in giro.

A pochi metri da lui una signora grassottella sbuffò esasperata di fronte a quello che evidentemente giudicava un prezzo eccessivo per un calderone in oro.

“Sarà anche oro, mio caro Randall” stava dicendo al commesso, un ometto dal naso adunco, “ma serve pur sempre per mescolare pozioni!”

“Mi creda, signora Dipity, non troverà da nessuna parte un prezzo più vantaggioso del nostro per un regalo del genere!”

Ron si incamminò chiedendosi chi mai avrebbe speso venticinque galeoni (questo era il prezzo che strillava a ripetizione il cartello giallo e rosso affisso fuori dal negozio) per un calderone in oro.

Decise di fare un salto da Mielandia e poi da Zonko, sicuro che lì avrebbe trovato qualcosa da regalare ad Harry ed Hermione. Arrivato da Mielandia, però, si rese conto che ci sarebbe voluto molto più tempo del previsto, vista la lunga coda di gente che si era formata davanti alle casse.

Stava già pensando di andarsene quando sentì qualcuno che lo chiamava.

“Ginny!” esclamò e la raggiunse. “Cosa ci fai qui da sola?” le chiese mettendosi ad osservare gli scaffali davanti a cui sua sorella si era fermata.

“Lo stesso che fai tu, immagino. Cerco qualche regalo di Natale. Ecco, che ne dici di questo?”

domandò porgendogli un enorme pacco di Cioccorane. “Potrei regalartelo per Natale.”

“O potrei regalarlo io a te” rispose Ron, prendendo il sacchetto colorato in mano. “Oppure ad Harry. No, credo di averglielo già regalato...”

Ginny gli mostrò un altro sacchetto pieno di strane caramelle bluastre che si contorcevano.

Ron fece una faccia schifata. “Quello per chi sarebbe?”

Caramelle Rivoltabudella, Fred e George apprezzeranno!” rispose Ginny con un sorrisino furbo.

“Già, non ne dubito” disse Ron accigliato. “Ti ho mai detto che stai diventando tremendamente simile a loro?”

Ginny alzò le spalle con noncuranza, mentre lui afferrava una confezione gigante di Api Frizzole.

“Queste almeno non sono pericolose, credo che le prenderò.

“A chi le regalerai?” chiese Ginny.

“Non so, magari ad Hermione, so che le piacciono.”

Ginny fece un verso non ben definibile.

Ron la guardò.

“Cosa vuol dire ‘Mm-mh’?”

“Oh, niente. Pensavo.”

Ron le fece un cenno del capo, in attesa che proseguisse, ma Ginny non parlò.

“Ginny, devo ricorrere alla Legilimantia?”

“Come se ne fossi capace!” sbuffò lei.

“Non è questo il punto” disse Ron, piccato. “Cos’è che volevi dire?”

“Bè, non dovrei essere io a dirtelo veramente...” iniziò. “Dovresti pensarci tu, ecco.”

“Ginny, non prendere tempo!” la interruppe Ron. “Dovrei pensare io a cosa?”

“Oh, dannazione, Ron! Hermione!”

Ron la guardò confuso. “Hermione?” ripeté.

“Già, Hermione, Hermione. Le vuoi regalare un pacco di Api Frizzole!” esclamò Ginny, come se fosse una cosa di pessimo gusto.

“E allora? Cosa c’è di male?” le chiese Ron con un’alzata di spalle. “Ci siamo sempre fatti regali del genere a Natale: caramelle, dolci di vario tipo, e anche con Harry. Loro lo sanno che io... che noi... insomma, lo sanno che non possiamo permetterci cose più costose” concluse con le orecchie leggermente arrossate.

“Questo non c’entra, Ron. Non ti sto dicendo che non devi regalare delle caramelle ad Hermione perché costano poco.”

“Non sono semplici caramelle. E comunque so che le piacciono. A Natale bisogna regalare qualcosa che piace, no?”

“Sì, d’accordo, ma, insomma... sono sempre dolci di poco conto! E come hai detto tu, ve li siete sempre regalati. Voi fare alla tua migliore amica lo stesso genere di regalo che le hai fatto quando aveva undici anni?”

Ron era ancora più confuso. Con tutta la buona volontà non riusciva proprio a capire dove Ginny volesse andare a parare. Hermione era la sua migliore amica e lui le avrebbe regalato un palazzo intero se avesse potuto, ma non poteva, e ad ogni modo a lei probabilmente non sarebbe importato.

Le cose tra loro non andavano sempre bene e ultimamente litigavano più del solito, ma Ron sapeva lei gli voleva bene e per quanto l’anno prima fossero successe delle cose che lo avevano fatto molto riflettere sul loro rapporto e sul tipo di affetto che lo legava alla ragazza, Ron sapeva che si trattava di un affetto profondo.

C’era forse bisogno di un regalo costoso per dimostrarlo?

“Ginny, non ti capisco” ammise infine. “Davvero. Non credo che sia il prezzo del regalo che faccio ai miei amici a dimostrare il mio affetto per loro” aggiunse, cercando di non sbilanciarsi.

“Lo so e sono d’accordo. E’ solo che... oh, come diavolo te lo spiego?” esclamò Ginny torturandosi la sciarpa che indossava. Per un po’ non parlò, guardandosi in giro, poi d’un tratto si illuminò e afferrò Ron per un braccio, costringendolo a voltarsi alla sua destra.

“Guarda” disse con un cenno della testa.

Ron osservò le due ragazze che Ginny gli stava indicando. Le conosceva, erano di Corvonero, dello stesso anno di sua sorella.

“La bionda è Girardine Skandall e l’altra è Sophia Mac Taylor, di Corvonero, IV anno. Seguono alcuni corsi con me” spiegò Ginny.

Ron annuì.

“Qualche giorno fa Girardine è arrivata in aula tutta contenta con indosso gli orecchini che porta adesso. Li vedi?”

Ron guardò con più attenzione e li vide. Non erano molto vistosi, due piccole roselline colorate attaccate ai lobi grazie ad un sottile filo di metallo.

“E allora?”

“Allora li aveva ricevuti in dono quella mattina per il suo compleanno, da parte del suo ragazzo. E dovevi vedere come era eccitata, li ha tenuti per tutto il giorno e da allora li porta sempre. Non ti sembra molto felice?”

Ron guardò di nuovo la ragazza con gli orecchini. Aveva effettivamente un’aria felice.

Sembrava essere perfettamente in pace col mondo.

“Sì” rispose “ma cosa c’entra questo con-”

“Mio caro fratellino” lo interruppe Ginny “questo cosa vuol dire secondo te?”

Ron spostò lo sguardo dalle due ragazze (che li avevano notati e si stavano allontanando) a sua sorella.

“Che vuol dire? Non so, che le piacciono molto i suoi orecchini nuovi?”

“Risposta sbagliata!” esclamò Ginny. “Ma c’era da aspettarselo! No, il motivo per cui indossa sempre quegli orecchini è perché la fanno sentire speciale!”

Ginny rimase zitta, per accentuare l’effetto di quello che aveva appena detto e Ron alzò un sopracciglio.

“Mi stai dicendo che dovrei fare ad Hermione un regalo che la faccia sentire speciale?” chiese.

“Esatto!” confermò Ginny con un sorriso enorme. “Sapevo che ci saresti arrivato, dopotutto sei pur sempre mio fratello!”

“Ma... Ginny... Insomma, non è mica la stessa cosa! Hermione ed io siamo amici, che motivo avrei per-” ma si interruppe, perché Ginny aveva assunto un cipiglio che la faceva somigliare molto a sua madre quando iniziava ad arrabbiarsi.

“Il fatto che siate... amici, come tu dici” riprese Ginny sottolineando la parola ‘amici’, “non ti impedisce di farle un regalo che non sia il classico buon vecchio pacchetto di dolci, apprezzabile, certo, ma anche molto comodo, no?”

“Comodo?” ridacchiò Ron “Come sarebbe a dire comodo?”

“Sarebbe a dire che non è compromettente, fratellino.”

Ron smise di ridere. Aprì un paio di volte la bocca per dire qualcosa, ma di fronte al sorriso trionfante di sua sorella decise che era meglio rimanersene zitto.

Per un po’ nessuno dei due disse altro. Ron posò la confezione di Api Frizzole che aveva in mano, ne prese una bella grossa di Gelatine Tuttigusti + 1 da regalare ad Harry e fecero la fila alla cassa. Ognuno pagò i suoi dolci e infine uscirono in strada. Ron fece un cenno di saluto a Ginny, dicendole che si sarebbero rivisti ad Hogwarts, ma lei parlò di nuovo prima di allontanarsi.

“Non c’è bisogno che tu sia il suo ragazzo per farla sentire speciale, sai? E poi nel vostro caso non fa praticamente differenza. Devi solo rischiare un po’ di più, Ron.”

La faceva facile lei. Cosa ne poteva sapere? E poi rischiare... per cosa? Non era nemmeno sicuro di cosa lo legasse ad Hermione...

Iniziò a camminare cercando di non finire in mezzo a qualche ingorgo da cui sarebbe difficilmente uscito. Controllò l’orologio. Mezz’ora all’appuntamento con Harry ed Hermione.


Hermione.

Qualcosa che la facesse sentire speciale. Questo escludeva i dolci, gli scherzi di Zonko (che comunque lei non avrebbe apprezzato) e anche i libri a ben pensarci.

Cosa allora? Orecchini? Per carità, non voleva mica copiare il ragazzo di quella Girardine come si chiamava! E poi quello era un regalo da fidanzati. E lui ed Hermione non erano fidanzati. Però...


Ad un tratto la sua attenzione fu attratta da un enorme cartello pubblicitario illuminato. “Fate sentire la vostra donna una dea” recitava la scritta intermittente. Ron guardò meglio. Era un negozio di profumi e articoli simili.

Stranamente gli tornò alla mente un episodio accaduto l’anno prima, più o meno nello stesso periodo. Si trovavano nella loro Sala Comune. Lui ed Harry avevano un disperato bisogno di trovare una compagna per il Ballo del Ceppo, ma nessuno dei due era stato fortunato. Poi era arrivata Hermione. Bè, non ci aveva mai pensato prima, ma all’improvviso realizzò che anche lei era una ragazza e che quindi poteva accompagnare uno dei due al ballo. Glielo aveva detto e, ovviamente, lei si era infuriata.


Solo perché tu ci hai messo tre anni per accorgertene, Ron, non vuol dire che nessun altro ha capito che sono una ragazza!*


L’aveva capito, in realtà. L’aveva sempre tenuto presente, non è che fosse cieco, dopotutto. Semplicemente per lui, fino a quel momento, Hermione non era stata una ragazza in quel senso. Era la sua migliore amica, non una con cui si poteva andare ad un ballo. O uscire insieme. O regalare un profumo.

Sospirò.

A quanto pare molte cose erano cambiate...



Continua...



* Tratto da J. K. Rowling, Harry Potter e il Calice di Fuoco, ediz. Italiana, p. 343.


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Capitolo 2
*** Parte II ***


Pubblico oggi la seconda e ultima parte di The Perfect Gift.
Sono davvero felice che la ff sia piaciuta. Fa sempre piacere ricevere complimenti per qualcosa a cui si è dedicato tempo ed energia.

Non lo faccio mai di solito, visto che raramente trovo il tempo, ma questa volta i vostri commenti pieni di entusiasmo, di attestazioni di stima e anche di utili suggerimenti meritano davvero una breve risposta, per cui mi ritaglio un piccolo spazio in fondo per rispondere a tutti.

Ringraziando anche tutti quelli che hanno letto e apprezzato la ff anche senza commentare, vi auguro buona lettura e vi do appuntamento alla prossima storia.

Vostra ramona55 alias patsan.


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The Perfect Gift


Seconda parte


Ron entrò nel negozio di profumi. Per un po’ vagò incerto tra gli scaffali, chiedendosi se davvero voleva regalare un profumo ad Hermione.

Poi una commessa giovane e piuttosto carina gli venne incontro.

“Posso aiutarti?” disse gentile.

Ron sorrise un po’ imbarazzato.

“Bè... ehm... sto cercando un profumo... è per un regalo.”

“Hai già un’idea precisa?” fece lei.

“Veramente... ehm, no...” Ron si schiarì la voce. “A dire la verità è la prima volta che entro in un negozio di profumi!”

La commessa gli sorrise con calore e lo rassicurò. “Non preoccuparti, troveremo la cosa giusta.

“E’ per la tua ragazza?”

Ron se ne uscì con una risatina nervosa. “Oh, no... cioè... è per una ragazza, ma non è la mia ragazza!”

“Va bene” disse la commessa, senza indagare oltre.

Ron gliene fu grato.

Seguì la commessa fino ad uno scaffale su cui erano posate tantissime bottigliette colorate, dalle forme più strane.

“Questa è la nostra miglior collezione di profumi per ragazza” disse lei con un enorme sorriso (ma non la smetteva mai di sorridere quella?). “Dimmi... Lei che tipo è?”

“Come scusa?” chiese Ron. Tutta questa storia stava diventando assurda e lui cominciava a sentire caldo.

Si tolse la sciarpa.

“Devi dirmi che tipo è la ragazza a cui vuoi regalare il profumo, così possiamo trovarne uno adatto a lei!” esclamò la commessa.

“Oh, va bene” fece Ron, e poi pensò che era meglio precisare subito una cosa. “Però, sai... io... ehm... non vorrei spendere troppo... è... è solo un pensiero!” riuscì a concludere piuttosto imbarazzato. Ma poi, visto che la commessa non faceva una piega e gli rivolse invece un ulteriore grande sorriso, come a dire che non c’era problema, si tranquillizzò e pensò a rispondere alla domanda.

“Allora... Devo dirti com’è la mia amica?” chiese più per prendere tempo che per altro.

La commessa annuì.

“Bè, sai, è... lei è piuttosto permalosa...” disse Ron aggrottando un po’ le sopraciglia. “Anzi, a dire il vero certe volte è davvero insopportabile, e poi muore dalla voglia di fare la maestrina, quando la lasci fare! E’ anche autoritaria ed è una grandissima secchiona. Veramente secchiona, se sai cosa intendo! Riesce a difendere anche il professore più carogna che c’è, te l’assicuro!” esclamò con fervore ricordando alcuni episodi avvenuti negli anni precedenti.

La commessa ridacchiò con lui e gli fece cenno di continuare.

Ron rimase un po’ in silenzio a pensare. Gli venne in mente che Hermione non girava mai senza portare almeno una decina di grossi libri appesi sulla schiena e che amava starsene in biblioteca e leggere volumi immensi a cui nessuno mai si sarebbe avvicinato, a meno che non fosse costretto sotto minaccia di un Crucio.

Sorrise.

“In realtà poi non è davvero una cosa negativa, l’essere secchiona, intendo. E’ che a lei piace studiare e le piacciono molto i libri. Adora praticamente tutti i libri, dovresti vederla, è peggio di Madama Pince! Madama Pince è la bibliotecaria di Hogwarts” aggiunse a mo’ di spiegazione.

La commessa annuì, facendogli capire che sapeva a chi si riferiva.

“Lei, sai, si appassiona tantissimo a quello che fa” riprese Ron “e cerca sempre di farlo nel migliore dei modi. E quando si mette in testa una cosa, anche la cosa più stupida del mondo, che poi lei non è che sia stupida, ma certe volte ha delle idee balzane che proprio non sai da dove le sono venute fuori, ma se crede di fare la cosa giusta, non c’è niente e nessuno che possa farle cambiare idea!”

La commessa rise un po’ a questa affermazione, ma non lo interruppe. Ron cercò di ricordare com’era Hermione durante le lezioni, mentre prendeva appunti o quando studiavano, in Sala Comune. Non ci aveva mai pensato prima, ma gli piaceva guardarla mentre se ne stava tutta concentrata a risolvere qualche complicatissimo problema che lui non avrebbe mai capito.

“E’... forte” disse. Non gli veniva in mente un termine più adatto. Forte. Sotto tutti i punti di vista.

“Forte” ripeté la commessa. “E’ molto intelligente, vero?”

“E’ un vero piccolo genio!” esclamò Ron con un moto di orgoglio “E’ davvero in gamba e sarebbe capace di mettere nel sacco chiunque. Credimi, è meglio non averla come nemica!” ridacchiò pensando a come la sua amica era riuscita a tenere a bada Rita Skeeter l’anno precedente.

“Bene, ok, questo restringe di parecchio il campo” disse la commessa guardando le bottigliette di profumo come se riuscisse a vedervi qualcosa che lui invece non era in grado di distinguere. “E’ bella?” chiese ancora la ragazza senza guardarlo.

Senza sapere perché, Ron si ritrovò ad arrossire.

Certo che era bella, anche se lei, forse, non se ne rendeva neppure conto.

Ron ricordava bene come tutti erano rimasti a bocca aperta al Ballo del Ceppo dell’anno precedente. Lui stesso era rimasto senza fiato. Anzi, ad essere sinceri, ultimamente gli succedeva piuttosto spesso di rimanere senza fiato quando aveva Hermione vicina, e per di più nei momenti più assurdi.

Non ci aveva mai fatto caso.

Ron annuì. “Sì, è bella” disse grattandosi la testa per l’imbarazzo. “E se proprio vuole sa essere anche molto dolce...” sussurrò quasi più a se stesso che alla commessa.

La ragazza sembrò soddisfatta e dopo aver cercato qualcosa con gli occhi e una mano alzata allungò il braccio e prese una boccetta azzurra dalla forma allungata.

La svitò e gliela porse.

“Penso che questo sia il profumo che stai cercando” disse.

Ron prese in mano la boccetta, un po’ incerto e se la portò al naso.

Aspirò.

Un aroma molto piacevole lo avvolse. Era fruttato, anche se non avrebbe saputo dire che tipo di frutto fosse. Ed era dolce, ma senza esagerare.

“E’ un profumo deciso, vero?” chiese ad un tratto la commessa.

Ron la guardò. Era evidente che quella ragazza sapeva fare bene il suo lavoro.

“Sì, lo è” rispose Ron.

Fece per restituire il profumo alla commessa, ma lei lo fermò con un gesto della mano.

“No, annusa ancora, prova a pensare se le starebbe bene addosso.”

Questa era una richiesta davvero strana, pensò Ron, che si limitò a fare come diceva la ragazza.

Portò di nuovo la bottiglietta al naso e aspirò. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio sul profumo e, senza sapere come, immagini di Hermione presero a formarsi nella sua mente.


Hermione in biblioteca a studiare, mentre sgridava lui ed Harry che non facevano altro che bisbigliare e ridacchiare tra loro.


Hermione che alzava la mano durante le lezioni per rispondere alle domande del professore.


Hermione che gli urlava contro in Sala Comune, tutta rossa in viso.


Hermione che gli sorrideva per chissà che un motivo.


Hermione che rideva senza ritegno seduta al tavolo dei Grifondoro in Sala Grande.


Hermione in lacrime buttata su un vecchio divano consunto.


Rivide Hermione al Ballo del Ceppo, bellissima nel suo vestito color pervica e stranamente non era Krum quello di cui stringeva il braccio, ma lui.


L’immagine mutò, il vestito di Hermione era scuro e lei danzava con Ron in una grande sala affollata, ridendo per qualcosa che lui doveva averle detto.


Ron aprì gli occhi e guardò la commessa, stupito.

Lei si limitò a sorridere a prendere in mano la bottiglietta che Ron le porgeva.

“Hai visto qualcosa, immagino.”

Ron annuì. “Cos’era? Il futuro? O il passato? Oppure...”

“Nulla di tutto ciò” lo interruppe la commessa. “E’ soltanto un profumo, ma come ogni altra cosa nel nostro mondo contiene magia e se tu sei riuscito a vedere la ragazza a cui stavi pensando, allora vuol dire che è davvero il profumo adatto a lei.”

La commessa mise la bottiglietta che aveva in mano in una piccola scatolina azzurra e riprese a parlare. “Vedi, chi crea il profumo lo fa immaginando un certo tipo di persona, con delle caratteristiche molto particolari, per cui difficilmente uno stesso profumo andrà bene per molte persone. Ce ne sono certi che si adattano ad una persona soltanto anche se non sono stati creati appositamente per lei. Succede quando il mago che lo crea pensa ad una persona davvero speciale.”

Ron non aveva mai sentito parlare di una cosa del genere... “E se uno compra un profumo che non va bene?”

“Bè, lo può fare, ma non gli starà mai bene addosso, non sarò mai davvero il suo profumo, quello con cui gli altri lo riconosceranno” rispose la ragazza. “Ogni persona è speciale a suo modo, anche se a volte non riesce a capirlo lei stessa. Il profumo giusto ha la capacità di sottolineare le sue doti e perciò riesce a renderla più sicura di sé. Ed è un po’ come se quella persona diventasse più attraente anche per gli altri... Capisci cosa intendo?”


Il motivo per cui indossa sempre quegli orecchini è perché la fanno sentire speciale!

Non ti sembra molto felice?


“Credo di sì” annuì Ron.

Stavolta fu lui a sorridere.

Era il regalo giusto.


**************************


Quella sera in Sala Comune, Ron si trattenne più del solito a giocare a scacchi magici con Harry.

Hermione per un po’ fece loro compagnia, appollaiata sul divano a leggere un libro dal titolo molto difficile, poi li salutò dicendo che era stanca e andò a dormire.

Ron la seguì con lo sguardo fin quando non scomparve dietro la porta che portava ai dormitori femminili. In quel momento il re di Harry fece un verso di giubilo mentre il suo si accasciava sulla scacchiera e Ron riportò la sua attenzione sul gioco.

“Me l’hai fatta, eh?” disse guardando il suo amico.

“Ti sei distratto. Ne ho solo approfittato” disse Harry alzando le spalle con noncuranza, ma con un piccolo sorriso. “Senti, sono piuttosto stanco anch’io, la giornata è stata lunga. Che ne dici se ce andiamo a nanna?”

Ron annuì ed iniziò a raccogliere i pezzi degli scacchi, pensando che quella giornata era stata davvero molto lunga. Ma anche stranamente soddisfacente, in qualche modo, si disse ricordando quello che gli era successo in profumeria.

Mentre Harry iniziava a salire in dormitorio, gettò uno sguardo alla poltrona su cui sedeva Ginny, impegnata in una fitta conversazione con due compagne di corso.

“Non dovresti andare a dormire, tu?” le chiese Ron.

Ginny abbandonò la conversazione con le sue amiche per rivolgergli uno sguardo davvero poco amichevole, ma poi si alzò e lo raggiunse.

Per un momento Ron temette che volesse dirgli di farsi gli affaracci suoi, come capitava spesso, ma quando Ginny parlò il suo tono non era affatto arrabbiato.

“Hai fatto spese, alla fine oggi?” chiese.

“Oh” fece Ron e stranamente si sentì piuttosto in imbarazzo. “Bè, sì, ho comprato qualcosa.”

Ginny gli rivolse uno sguardo eloquente. Era chiaro che moriva dalla voglia di sapere cosa aveva regalato ad Hermione.

Ron alzò un sopracciglio e sorrise.

Ovviamente, non le avrebbe detto niente.

“Devo dire che la chiacchierata con te mi è stata di grande aiuto” disse. “Sono riuscito a trovare il regalo giusto da fare ad Hermione e non ho nemmeno speso un mucchio di soldi, anche se... bè, devo ammettere che le Api Frizzole mi sarebbero costate di meno!”

Ginny annuì.

“Comunque, sono davvero soddisfatto, sai? Grazie mille sorellina” e le scoccò un sonoro bacio sulla fronte. Poi si avviò verso la porta del suo dormitorio.

“Ehi!” fece Ginny seguendolo. “Non mi dici nient’altro?”

“No. Perché, cos’altro dovrei dirti?” chiese Ron con sguardo interrogativo.

“Ron! Non fare lo stupido! Lo sai cosa voglio sapere!” sbottò Ginny, per niente contenta.

“No, ti sbagli. Cos’è che vuoi sapere?” fece lui con aria fintamente ingenua.

Ginny strinse gli occhi. “Il regalo” sibilò. “Il regalo di Hermione. Cosa le hai preso?”

“Oh quello!” esclamò Ron, come se avesse capito solo in quel momento. Fece una piccola risatina, portandosi la mano sul cuore, come faceva spesso sua madre quando parlava con qualcuno.

Ormai erano arrivati alla porta del suo dormitorio.

Posò una mano sulla maniglia.

“Per quello” disse sorridendo con cattiveria, “penso proprio che dovrai aspettare Natale per saperlo!”

Ginny spalancò la bocca, poi lo guardò arrabbiata.

“Non puoi farlo!” sibilò, ma Ron aprì la porta del dormitorio e con un gran sorriso entrò e se la richiuse alla spalle.

Oh sì che posso...

Mentre cominciava a salire i gradini sentì sua sorella chiamarlo con un epiteto non troppo affettuoso dall’altra parte della porta. Ron ridacchiò e si ritrovò a pensare che sì, quella giornata era stata lunga e stancante, ma a suo modo fruttuosa.

Sotto tutti i punti di vista.



FINE


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Ringraziamenti:


Come promesso ecco i miei dovuti GRAZIE...

verohp4ever: Grazie dei complimenti. Eccoti la seconda parte. ^_^
karmygranger: Wow, addirittura una genialata! Di certo è un momento ancora non approfondito a dovere. E sono contenta che i personaggi ti sembrino IC... Cerco sempre di non ‘sporcarli’ con del mio. Non sempre è possibile, ma è interessante anche solo provarci.
maria_chan: Innanzittutto grazie per l’immediata correzione, che svista pazzesca!! XD. Nella mia testa avevo fuso i due posti senza nemmeno rendermene conto! Ti ringrazio tantissimo. Come vedi ho tempestivamente corretto.
E Ron, è vero, fa quasi tenerezza in questa storia, perché si trova ad affrontare quello che succede a chi, poco per volta, prende coscienza dei propri sentimenti più profondi: si cerca di non pensarci e di mettere da parte questa stranezza finchè qualcosa (o a volte qualcuno) non ci porta a rifletterci su...
rupertmania: Grazie mille dell’entusiasmo, sono felice che tu abbia trovato Ron ed Hermione IC. ^_^
Giuly Weasley: Eccoti l’aggiornamento. E’ vero, non è semplice scrivere un missing moment, soprattutto perché si è molto più legati alla storia originale, ma io li amo tantissimo, soprattutto se comprendono Ron o Hermione (o tutti e due ^_- )! Grazie!
roberta: XD Mi hai fatto morir dal ridere con i tuoi PS! Spero che adesso la febbre sia passata e grazie dei complimenti.
Evan88: Le tue parole mi hanno davvero colpita, soprattutto il commento alle mie, chiamiamole, scelte narrative. Non so se si sia capito, ma per me la scrittura è soprattutto divertimento personale. Scrivere su HP, su R/Hr è anche un modo per leggere quello che i libri non raccontano, ma lasciano percepire, ed io li trovo personaggi talmente ben caratterizzati, talmente ‘reali’ che non ho difficoltà a raccontarli (o almeno, a provare a raccontarli). Ma la scrittura è anche sperimentazione, possibilità di vedere il mondo con altri occhi. E allora mi diverto ad adottare di volta in volta questo o quel punto di vista, questo o quel tempo narrativo, questo o quel genere.
I missing moment, per esempio, sono un ‘genere’ che mi intriga molto e in cui è possibile riportare l’atmosfera e la magia che si respira leggendo i libri (sono felice che tu abbia ‘visto’ Hogsmeade e la sua folla vociante ^_^ ). Al contrario non credo di esser tagliata per le storie a capitoli anche se ne ho una che mi solletica da un po’, ma su un’altra coppia...
Grazie davvero e per i minatori in Alaska... ci penserò XD
SiJay: Eh eh. Ovvio che quel pezzo, come spesso succede nei libri della Rowling significa molto di più di quello che vorrebbe far credere. E’ un semplice regalo, è vero, ma mostra che c’è qualcosa di diverso nel modo in cui Ron guarda Hermione in questo libro. La furia della gelosia è passata (mi riferisco al Calice) e Ron in qualche modo ha dovuto farci i conti, chiedersi cosa significasse il turbine che aveva provato, o magari non chiederselo, ma comunque esser costretto a conviverci con quel punto interrogativo rimasto in sospeso. Il profumo è un po’ un sintomo di questo, ma anche un messaggio chiaro per Hermione e forse anche un modo per scusarsi molto in ritardo, come a dirle ‘Ehi, guarda che lo so che sei una ragazza’.
Infine sono contenta che tu abbia trovato la mia Ginny credibile. ^_^
NancyGrangerWeasley: Wow, davvero un bel complimento. Il realismo è una delle cose più difficili da raggiungere in un racconto e sono felice che la mia storia ti abbia convinta da quel punto di vista.
Tabita: Grazie! Sono felice che anche tu abbia ritrovato un po’ dell’atmosfera magica di HP nella mia storia. E Ron, bè, ho già detto che amo da impazzire il suo personaggio?
Joannadelleparterie: Eccoti il seguito! Buona lettura ^_-
Nunki: Ma guarda un po’ chi si vede! Ultimamente, tra ff e forum mi stai riempiendo di complimenti! Se fossi Ron arrossirei come un bel pomodoro maturo!
Eh sì, il nostro Ronnino non è né tonto, né stupido, una visione che si deve decisamente ai film e non ai libri della Rowling che ce lo descrivono insicuro, testardo, passionale, infantile, magari suscettibile, timido ma anche sfrontato in certe occasioni, irascibile, leale, prudente e pratico, e ben poco sensibile a volte, ma mai stupido. Come sai è il personaggio che amo di più nella saga e mi piace proprio perché, piano piano, riesce a fare i conti con le sue debolezze, e lo fa soprattutto per le persone che ama...
Rik Bisini: Ehi, il mio amico sostenitore del Canon (non Colin XD)! Che Ginny ti convincesse non avevo dubbi. Ron a quanto pare ti ha convinto di meno, ma l’ho raccontato dall’interno, cercando di portare in luce sfaccettature che si percepiscono sottili nel romanzo originale (ma che spero non siano troppo calcate...).
L’ambientazione. Bè, ti confesso che il dubbio l’ho avuto anch’io, ma OotP, triste ma vero, è l’unico romanzo della saga che manca alla mia collezione. Non è detto che l’episodio che metto in scena non sia potuto avvenire in quell’uscita novembrina di cui parli, ma ripensandoci mi sembra effettivamente più credibile un ordine via gufo. Questo cambierebbe la situazione del mio racconto, anche se non andrebbe a toccare il ragionamento di fondo, ma non mi avrebbe permesso di concepire la scena che stai per leggere... E, per quanto non sia la cosa più originale del mondo, un po’ mi dispiacerebbe, perché mi consente di giocare ancora una volta con le emozioni del mio rosso preferito...
Aspetto il tuo commento anche a questa seconda parte. ^_-
Nico: Grazie dei complimenti, Nico, mi fanno davvero piacere.
Sai, io non penso che in questo V libro i momenti kicker siano così rari. Anzi, ti dirò, è un libro senza grossi eventi da quel punto di vista, ma in cui, in più di ogni altro, si percepisce ad ogni pagina quanto i nostri due siano ormai scivolati l’uno nel cuore dell’altro (frase non mia, ma ‘mutuata’ da un bellissimo post di Encia) senza nemmeno accorgersene. Ti consiglio di dare un’occhiata al lavoro che proprio Encia sta facendo sulle quote del V libro nel thread dei sidekicks di FreeFans, vedrai anche tu se non è vero che ‘ogni libro è la loro Bibbia’. ^_-
alicesil: Niente dimenticatoio, ecco qui la seconda parte. E ammettò che anch'io ho un debole per il Ron PoV (punto di vista)...


E adesso è davvero tutto, grazie ancora e alla prossima storia...


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