What A Feeling!

di mileybest
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Road Trip ***
Capitolo 2: *** Zombie Apocalypse ***



Capitolo 1
*** Road Trip ***




Rachel emette un lungo sbadiglio per poi sbattere le palpebre in attesa che la memoria ritorni.

Ha sempre difficoltà a ricordare ciò che stava facendo prima di addormentarsi.

Avverte la familiare sensazione del corpo caldo che le preme sulla schiena.

Corpo che conosce molto ma molto bene.

Si volta verso di esso e sorride nel vedere Quinn ancora nel mondo dei sogni.

Sorride,pensando orgogliosa e anche un po' ossessiva che la bionda,bella e popolare Quinn Fabray sia sua. Completamente sua.

E si maledice come da routine nel aver ceduto ai suoi sentimenti solo alla fine del liceo quando potevano stare insieme da molto prima.

O forse,è meglio cosi.

Non dovranno nascondere la loro relazione. Sarà libera di urlare al mondo di amare Quinn più di ogni altra cosa.

Avvicina il volto a quello della ragazza cosi da sfiorare dolcemente le sue labbra in un tenero invito a svegliarsi.

Quinn mugola nel sonno e Rachel poggia di nuovo le labbra sulle sue.

-Sveglia,amore.-Le mormora per poi continuare a darle dei piccoli baci su ogni parte del suo bellissimo viso.

Fronte,occhi,naso,guancia,bocca,mento...

Quinn ancora non del tutto sveglia preme ancora di più il proprio corpo su quello di Rachel,borbottando qualcosa ad occhi chiusi.

Rachel ride,mordendole il labbro inferiore.

A questo gesto Quinn apre gli occhi. Assonnata e intontita,ma sveglia finalmente.

-Rach...-Mormora.-Che ore sono?-

-Le sette in punto,mio leone.-Risponde ridacchiando Rachel.

-Sei impazzita? Siamo andate a dormire solo tre ore fa!-Esclama Quinn.

-Incolpa te stessa,non mi sono certo fatta questo da sola.-Si difende Rachel,indicandosi il collo,sul quale una macchia bluastra fa bella sfoggia di sé.

La cantante ha perso le speranze sul fermare Quinn prima che lasci i segni del suo passaggio.

La biondina è un vero leone,appunto.

-E poi.- Continua. -Ringrazia che mi sia svegliata in tempo. Oggi si parte.-

-Di che parli?-

-Non ricordi? La nostra ultima vacanza insieme prima del college.-

Quinn sospira,girandosi dall'altra parte per dormire ancora un po'.

-Quinn! Dobbiamo presentarci in aereo porto puntuali. Andiamo in Europa. Dormirai dopo.-

La bionda sbuffa.

-Va bene,ma prima ho bisogno di bacon.-

Rachel le tira il cuscino addosso.



Le due sono nell'aereo porto in attesa che il loro volo venga chiamato.

Quinn,dopo aver salutato la madre con un abbraccio e averla rassicurata per una buona mezz'ora sul fatto che non le accadrà niente,è in attesa che Rachel finisca di parlare con i padri.

Si siede e focalizza l'attenzione sulla famiglia Berry,non ascoltando in realtà ciò di cui stanno discutendo,troppo occupata ad ammirare la piccola Berry.

Quinn pensa a quanto sia fortunata ad avere una persona come Rachel al suo fianco.

è irritante e il suo lato da artista prende il sopravvento troppo spesso.

Ma la ama.

Ama la sua voce,cosi bella e limpida,ama il modo in cui sorride quando inizia a parlare di Broadway,ama il suo essere tanto piccola e tanto grande allo stesso tempo.

Si. I suoi sentimenti sono veri. Lo sono dal primo momento che l'ha vista con un bruttissimo maglione con le renne il primo anno di liceo,anche se allora non era a conoscenza dell'amore che le univa.

Questo viaggio è la cosa giusta da fare. Per entrambe.

Hiram e Leroy stringono forte la figlia per poi abbracciare anche Quinn.

-Prenditi cura di lei,Quinnie.-Le sussurra nell'orecchio Hiram.

Rachel le prende la mano mentre con l'altra saluta i suoi genitori.

Insieme si incamminano verso il mezzo che le porterà dall'altra parte del mondo.

-Sai,anche se ne abbiamo parlato continuamente negli ultimi sei mesi,non ho ben capito come mai hai scelto Parigi.-

Quinn affonda la mano libera nella tasca nascosta della giacca,toccando la scatolina contenente il motivo per il quale porterà Rachel nella città dell'amore.

-Cosi.-Risponde,scuotendo le spalle.



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Capitolo 2
*** Zombie Apocalypse ***


Quinn trattiene il fiato.

I suoi polmoni sono sul punto di scoppiare,ma non le importa.

Un solo passo falso ed è morta.

Un solo passo falso e non potrà mai più vendicarsi.

Sbatte le palpebre più volte per evitare che dagli occhi escano lacrime.

Non ha tempo per piangere.

Stringe forte il fucile,suo unico alleato per il momento,al proprio petto.

Come se bastasse abbracciarlo,pensa sarcastica.

Gli ormai soliti vagiti e gemiti orripilanti si fanno via via più forti.

Si avvicinano sempre più al suo nascondiglio.

Bhè,non è certo venuta qui per giocare a nascondino.

Ancora pochi minuti e sarà costretta a rivelarsi agli esseri che stanno annientando la razza umana ritenuta tale fino a pochi mesi fa.

Erano umani anche loro,una volta,mormora una vocina identica a quella di Rachel.

Quinn scuote la testa.

Certo che lo erano. Ma non significa che debbano sottomettere il pianeta alla loro nuova natura.

E poi,quale umano sbranerebbe la propria famiglia?

Era la conversazione tipo che le due hanno iniziato ad avere da quando il virus si è manifestato in tutta la sua mostruosa bellezza nelle varie città del mondo.

Si è esteso a macchia d'olio per tutto il globo.

Nessuno ha potuto fare niente per fermarlo.

C'è chi dice sia stata opera dei Giapponesi.

Altri lo ritengono il danno collaterale di qualche medicina.

Alcuni farneticano su una specie di punizione divina.

A Quinn non interessava la causa scatenante.

Non appena il virus è arrivato in Ohio,ha pensato solo a fuggire e a difendere le persone amate.

Si morde le labbra.

Non è bastato.

Ed ora paga per i suoi errori.

Con una mano tasta il freddo argento della suo ciondolo dove all' interno sono presenti foto in miniatura delle persone più importanti della sua vita.

Sua madre,sua sorella,sua figlia,la sua ragazza...

Rachel.

Avrebbe dovuto darle ascolto.

Quando sono arrivate a Washington lei aveva proposto di rimanere a dare una mano per cercare una cura.

Hanno litigato.

La lite si è conclusa con una una Quinn furiosa che prima di andarsene ha borbottato non esiste una cura.

Il giorno seguente,alcuni infetti sono stati trasportati nella Casa Bianca: Hiram e Leroy. I padri di Rachel erano fra questi.

I medici presenti hanno tentato una terapia diversa.

Farli rinsavire senza pozioni magiche,a detta di Brittany.

Li hanno fatti parlare con Rachel.

Hanno commesso un errore.

Come gli umani,anche quei cosi si sono evoluti.

In maniera differente.

Le catene non erano più sufficienti per trattenerli.

Rachel è stata morsa.

Rachel diventerà uno zombie.

Quinn dovrà uccidere la donna che ama.

Sempre che,non si riesca a trovare un antidoto.

Sarà per questo che Quinn ha deciso di prendere parte a questa missione suicida.

Lei avrebbe dovuto proteggerla!

E ora rischia di perderla.

Se non fosse stata tanto nervosa a causa dell'insensata teoria di Rachel sul fatto che c'è speranza per salvare il mondo e si fosse accorta che le catene stavano per cedere,i tentativi di tenere in vita la ragazza non sarebbero stati vani.

Adesso,però,le parole di Rachel sono la sua unica consolazione.

C'è sempre una via d'uscita,Quinn. Non possiamo perdere la speranza.

E Quinn non ha intenzione di arrendersi.

Farà il possibile per salvare Rachel.

Se fallirà,non la ucciderà. Piuttosto,si sparerà in testa e morirà da umana.

Non sopporterebbe di vedere Rachel in forma di morto vivente.

La penserebbe diversamente,se al posto degli zombie ci fosse stata un invasione di vampiri.

I vampiri,almeno,conservano l'aspetto umano.

E si limitano a succhiare il sangue invece che sbudellare qualsiasi animale o uomo si trovi sul proprio cammino.

Ogni tanto ha anche immaginato come sarebbe stata Rachel vampira.

Quinn si dà mentalmente della stupida.

L'unica cosa buona che ha portato questa apocalisse zombie,è stato farle smettere di guardare i film.

Si concede un unico e potente respiro per poi voltarsi verso la porta,controllare che le munizioni siano sufficienti e iniziare a sparare non appena la porta cede al peso dell'ammasso di corpi vivi solo per modo di dire che spingono su di essa.

La mira di Quinn è notevolmente migliorata e riesce a colpire la fronte dei mostri al primo colpo.

Gli unici modi per ucciderli senza che si risveglino pochi istanti dopo è sparargli al cervello o dargli fuoco.

Grazie agli allenamenti da cheerleader salta su una scrivania a pochi passi da lei,nascondendo ciò per cui è venuta a rischiare la morte nella tasca della camicia sotto l'armatura,e raggiunge la finestra facilmente.

Le forze dell'ordine le hanno permesso di partecipare alla missione solo dopo che ha dimostrato le sue abilità speciali.

È bastato fare qualche acrobazia e mettere K.O un paio di soldati sbattendogli il fucile sulla tempia.

Dopo di che,si è girata verso il generale e ha chiesto in un chiaro segno di minaccia se volesse assaggiare anche lui la sua arma,l'hanno presa.

Puck e Santana hanno passato l'intera giornata ad imitare la sua espressione.

Quinn si getta dalla finestra,ringraziando chiunque abbia deciso di mettere a qualche metro più sotto delle tende,cosi da rallentare la caduta.

Comunque,con una mano occupata a tenere il fucile,non riesce ad afferrare bene le tende e cade violentemente al suolo.

Le sfugge un gemito di dolore e capisce di essersi fratturata un piede.

Il viso di Rachel le appare prepotentemente in mente ed è abbastanza per permetterle di alzarsi e correre.

Controlla che il dischetto sia ancora nella sua camicia mentre la voce familiare e sollevata di Puck le giunge nell'orecchio dall'auricolare.

-Quinn? Quinn,ci sei?-

-Dove diavolo siete?- Esclama la bionda per poi colpire allo stomaco uno zombie,maledicendosi per la distrazione. Giustificata,però.

Non è più sola.

-A pochi metri da te. Sei da sola?-

-Si.-Risponde Quinn,stringendo i denti per non lamentarsi del piede malandato.

-Dove sono gli altri?- Chiede Puck.

Quinn sa che prima di lei avranno tentato di mettersi in contatto con il resto degli addetti alla missione. La domanda di Puck è solo un ultima speranza.

Speranza. Quinn comincia ad odiare questa parola.

Incredibile che lei,che non è nemmeno un vero soldato,sia l'unica sopravvissuta.

-Gli ho appena fracassato il cranio.-

Sente il sospiro del ragazzo.

Continua a correre fino a quando il rumore causato dal motore e dalle eliche dell'elicottero che l'ha portata qui non le fa alzare lo sguardo.

Le lanciano una scaletta per arrampicarsi e i soldati al suo interno le danno il tempo di poggiare il fucile alla presa dietro la schiena,colpendo gli zombie vicini a lei.

Quinn si aggrappa con entrambe le mani alla scala e ignorando il dolore al piede inizia la salita verso l'apertura dell'elicottero.

Quasi alla fine la mano forte e rassicurante di Puck si allunga fuori da esso e Quinn la afferra con tutta la forza che le rimane.

-Ti ho sempre detto che sei più forte di quanto pensi.-Le sussurra quando la bionda si butta letteralmente tra le sue braccia.

-Non potevo permettere che fossi solo tu ad occuparti di Beth.-

Quinn può finalmente lasciarsi andare in un pianto liberatorio.



Quinn,tentando di non zoppicare troppo,rigira fra le mani il ciondolo mentre raggiunge la camera dove è ricoverata -trattenuta -Rachel.

Il visus necessita di qualche giorno per manifestarsi.

Per ora,Rachel è la solita Rachel.

Se non si contano le improvvise voglie di carne cruda delle quali è stata aggiornata da Santana.

Quinn viene accompagnata da un medico fino alla stanza,questo le mostra un sorriso di incoraggiamento per poi allontanarsi.

La bionda respira forte ed apre piano la porta.

Rachel si volta immediatamente verso di lei e le regala un sorriso enorme.

-Sei tornata.-Le dice felice.

-Avevi forse dei dubbi?- Le domanda ironica Quinn,avvicinandosi piano a lei,scrutandola bene.

Non appena è abbastanza vicina al letto,Rachel le prende la mano e Quinn intreccia le dita alle sue,aggiungendo anche l'altra mano per accarezzarne una ad una.

-Mi sei mancata.-

-Santana e Brittany ti hanno tenuta compagnia.-

Rachel non è a conoscenza dell'uccisione dei suoi genitori infetti,pensa Quinn.

Non sarebbe cosi allegra se lo fosse.

Probabilmente nessuno glielo ha detto per evitare che impazzisca prima del previsto.

-Non posso passare il tempo a baciare loro. O meglio potrei,ma non sarebbe lo stesso.-Ribatte Rachel.

Quinn sorride e poggia le labbra sulla fronte della cantante.

Ancora calda. Ancora viva.

-Se sei qui significa che...-

-No,Rach. Non parlare. Anzi,parla. Di qualsiasi cosa. Tranne che di questo. Voglio un momento solo nostro.-

-Perchè potrebbe essere l'ultimo?- Si lascia sfuggire Rachel.

Quinn trattiene un singhiozzo,cosa che la più bassa non riesce a fare.

-No,no,ehi...-Le alza il mento con due dita cosi da poterla guardare negli occhi.

-Diventerò una di loro. Tu mi odierai.-

-Io non potrei mai odiarti. Umana,zombie,hobbit.-L'allusione al soprannome datole da Santana fa sorridere entrambe. -Qualunque cosa tu sia,io ti amo. E non mi sono intrufolata in una missione approvata da Obama in persona per niente. L'ho fatto per te.-

-Quante possibilità ho di guarire?-

-Ho recuperato quello che serve. Per adesso,è la nostra unica...speranza.-

Rachel poggia il capo sul petto di Quinn.

Restano in silenzio. Due mani ancora unite.

La mano libera della bionda gioca con le ciocche dei capelli della mora.

-Q...-Mormora Rachel dopo minuti.

-Si?-

-Se tutto questo non fosse mai accaduto,se...se...-

-Cosa?-

-Sarebbe stato un onore mettere su famiglia con te. Pensa. Io e te,dopo il college,prendere casa a New York,tu come fotografa e io come stella di Broadway. Sarei andata tutte le mattine da Tiffany con Kurt e avremmo avuto Santana e Brittany come vicine e...tutto sarebbe stato perfetto.-

Quinn cinge le spalle di Rachel,sforzandosi di non piangere di nuovo.

-Lo sarà,Rach. Te lo prometto. -La rassicura. -Tu vivrai.-

-E staremo insieme?-

-Sempre.-

-E vivremo a New York?-

-Certamente.-

Rachel nasconde il volto tra i capelli di Quinn.

-Capisco quando menti,sai?-

Quinn stringe Rachel a sé. Una lacrima sfugge al suo controllo.

La cantante sospira.

-Chissà,magari diventerò uno zombie vegetariano.-

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