Quinn
trattiene il fiato.
I
suoi polmoni sono sul punto di scoppiare,ma non le importa.
Un
solo passo falso ed è morta.
Un
solo passo falso e non potrà mai più vendicarsi.
Sbatte
le palpebre più volte per evitare che dagli occhi escano
lacrime.
Non
ha tempo per piangere.
Stringe
forte il fucile,suo unico alleato per il momento,al proprio petto.
Come
se bastasse abbracciarlo,pensa sarcastica.
Gli
ormai soliti vagiti e gemiti orripilanti si fanno via via più
forti.
Si
avvicinano sempre più al suo nascondiglio.
Bhè,non
è certo venuta qui per giocare a nascondino.
Ancora
pochi minuti e sarà costretta a rivelarsi agli esseri che
stanno annientando la razza umana ritenuta tale fino a pochi mesi fa.
Erano
umani anche loro,una volta,mormora
una vocina identica a quella di Rachel.
Quinn
scuote la testa.
Certo
che lo erano. Ma non significa che debbano sottomettere il pianeta
alla loro nuova natura.
E
poi,quale umano sbranerebbe la propria famiglia?
Era
la conversazione tipo che le due hanno iniziato ad avere da quando il
virus si è manifestato in tutta la sua mostruosa bellezza
nelle varie città del mondo.
Si
è esteso a macchia d'olio per tutto il globo.
Nessuno
ha potuto fare niente per fermarlo.
C'è
chi dice sia stata opera dei Giapponesi.
Altri
lo ritengono il danno collaterale di qualche medicina.
Alcuni
farneticano su una specie di punizione divina.
A
Quinn non interessava la causa scatenante.
Non
appena il virus è arrivato in Ohio,ha pensato solo a fuggire e
a difendere le persone amate.
Si
morde le labbra.
Non
è bastato.
Ed
ora paga per i suoi errori.
Con
una mano tasta il freddo argento della suo ciondolo dove all' interno
sono presenti foto in miniatura delle persone più importanti
della sua vita.
Sua
madre,sua sorella,sua figlia,la sua ragazza...
Rachel.
Avrebbe
dovuto darle ascolto.
Quando
sono arrivate a Washington lei aveva proposto di rimanere a dare una
mano per cercare una cura.
Hanno
litigato.
La
lite si è conclusa con una una Quinn furiosa che prima di
andarsene ha borbottato non esiste una cura.
Il
giorno seguente,alcuni infetti sono stati trasportati nella Casa
Bianca: Hiram e Leroy. I padri di Rachel erano fra questi.
I
medici presenti hanno tentato una terapia diversa.
Farli
rinsavire senza pozioni magiche,a detta di Brittany.
Li
hanno fatti parlare con Rachel.
Hanno
commesso un errore.
Come
gli umani,anche quei cosi si sono evoluti.
In
maniera differente.
Le
catene non erano più sufficienti per trattenerli.
Rachel
è stata morsa.
Rachel
diventerà uno zombie.
Quinn
dovrà uccidere la donna che ama.
Sempre
che,non si riesca a trovare un antidoto.
Sarà
per questo che Quinn ha deciso di prendere parte a questa missione
suicida.
Lei
avrebbe dovuto proteggerla!
E
ora rischia di perderla.
Se
non fosse stata tanto nervosa a causa dell'insensata teoria di Rachel
sul fatto che c'è speranza per salvare il mondo e si fosse
accorta che le catene stavano per cedere,i tentativi di tenere in
vita la ragazza non sarebbero stati vani.
Adesso,però,le
parole di Rachel sono la sua unica consolazione.
C'è
sempre una via d'uscita,Quinn. Non possiamo perdere la speranza.
E
Quinn non ha intenzione di arrendersi.
Farà
il possibile per salvare Rachel.
Se
fallirà,non la ucciderà. Piuttosto,si sparerà in
testa e morirà da umana.
Non
sopporterebbe di vedere Rachel in forma di morto vivente.
La
penserebbe diversamente,se al posto degli zombie ci fosse stata un
invasione di vampiri.
I
vampiri,almeno,conservano l'aspetto umano.
E
si limitano a succhiare il sangue invece che sbudellare qualsiasi
animale o uomo si trovi sul proprio cammino.
Ogni
tanto ha anche immaginato come sarebbe stata Rachel vampira.
Quinn
si dà mentalmente della stupida.
L'unica
cosa buona che ha portato questa apocalisse zombie,è stato
farle smettere di guardare i film.
Si
concede un unico e potente respiro per poi voltarsi verso la
porta,controllare che le munizioni siano sufficienti e iniziare a
sparare non appena la porta cede al peso dell'ammasso di corpi vivi
solo per modo di dire che spingono su di essa.
La
mira di Quinn è notevolmente migliorata e riesce a colpire la
fronte dei mostri al primo colpo.
Gli
unici modi per ucciderli senza che si risveglino pochi istanti dopo è
sparargli al cervello o dargli fuoco.
Grazie
agli allenamenti da cheerleader salta su una scrivania a pochi passi
da lei,nascondendo ciò per cui è venuta a rischiare la
morte nella tasca della camicia sotto l'armatura,e raggiunge la
finestra facilmente.
Le
forze dell'ordine le hanno permesso di partecipare alla missione solo
dopo che ha dimostrato le sue abilità speciali.
È
bastato fare qualche acrobazia e mettere K.O un paio di soldati
sbattendogli il fucile sulla tempia.
Dopo
di che,si è girata verso il generale e ha chiesto in un chiaro
segno di minaccia se volesse assaggiare anche lui la sua arma,l'hanno
presa.
Puck
e Santana hanno passato l'intera giornata ad imitare la sua
espressione.
Quinn
si getta dalla finestra,ringraziando chiunque abbia deciso di mettere
a qualche metro più sotto delle tende,cosi da rallentare la
caduta.
Comunque,con
una mano occupata a tenere il fucile,non riesce ad afferrare bene le
tende e cade violentemente al suolo.
Le
sfugge un gemito di dolore e capisce di essersi fratturata un piede.
Il
viso di Rachel le appare prepotentemente in mente ed è
abbastanza per permetterle di alzarsi e correre.
Controlla
che il dischetto sia ancora nella sua camicia mentre la voce
familiare e sollevata di Puck le giunge nell'orecchio
dall'auricolare.
-Quinn?
Quinn,ci sei?-
-Dove
diavolo siete?- Esclama la bionda per poi colpire allo stomaco uno
zombie,maledicendosi per la distrazione. Giustificata,però.
Non
è più sola.
-A
pochi metri da te. Sei da sola?-
-Si.-Risponde
Quinn,stringendo i denti per non lamentarsi del piede malandato.
-Dove
sono gli altri?- Chiede Puck.
Quinn
sa che prima di lei avranno tentato di mettersi in contatto con il
resto degli addetti alla missione. La domanda di Puck è solo
un ultima speranza.
Speranza.
Quinn comincia ad odiare questa parola.
Incredibile
che lei,che non è nemmeno un vero soldato,sia l'unica
sopravvissuta.
-Gli
ho appena fracassato il cranio.-
Sente
il sospiro del ragazzo.
Continua
a correre fino a quando il rumore causato dal motore e dalle eliche
dell'elicottero che l'ha portata qui non le fa alzare lo sguardo.
Le
lanciano una scaletta per arrampicarsi e i soldati al suo interno le
danno il tempo di poggiare il fucile alla presa dietro la
schiena,colpendo gli zombie vicini a lei.
Quinn
si aggrappa con entrambe le mani alla scala e ignorando il dolore al
piede inizia la salita verso l'apertura dell'elicottero.
Quasi
alla fine la mano forte e rassicurante di Puck si allunga fuori da
esso e Quinn la afferra con tutta la forza che le rimane.
-Ti
ho sempre detto che sei più forte di quanto pensi.-Le sussurra
quando la bionda si butta letteralmente tra le sue braccia.
-Non
potevo permettere che fossi solo tu ad occuparti di Beth.-
Quinn
può finalmente lasciarsi andare in un pianto liberatorio.
Quinn,tentando
di non zoppicare troppo,rigira fra le mani il ciondolo mentre
raggiunge la camera dove è ricoverata -trattenuta -Rachel.
Il
visus necessita di qualche giorno per manifestarsi.
Per
ora,Rachel è la solita Rachel.
Se
non si contano le improvvise voglie di carne cruda delle quali è
stata aggiornata da Santana.
Quinn
viene accompagnata da un medico fino alla stanza,questo le mostra un
sorriso di incoraggiamento per poi allontanarsi.
La
bionda respira forte ed apre piano la porta.
Rachel
si volta immediatamente verso di lei e le regala un sorriso enorme.
-Sei
tornata.-Le dice felice.
-Avevi
forse dei dubbi?- Le domanda ironica Quinn,avvicinandosi piano a
lei,scrutandola bene.
Non
appena è abbastanza vicina al letto,Rachel le prende la mano e
Quinn intreccia le dita alle sue,aggiungendo anche l'altra mano per
accarezzarne una ad una.
-Mi
sei mancata.-
-Santana
e Brittany ti hanno tenuta compagnia.-
Rachel
non è a conoscenza dell'uccisione dei suoi genitori
infetti,pensa Quinn.
Non
sarebbe cosi allegra se lo fosse.
Probabilmente
nessuno glielo ha detto per evitare che impazzisca prima del
previsto.
-Non
posso passare il tempo a baciare loro. O meglio potrei,ma non sarebbe
lo stesso.-Ribatte Rachel.
Quinn
sorride e poggia le labbra sulla fronte della cantante.
Ancora
calda. Ancora viva.
-Se
sei qui significa che...-
-No,Rach.
Non parlare. Anzi,parla. Di qualsiasi cosa. Tranne che di questo.
Voglio un momento solo nostro.-
-Perchè
potrebbe essere l'ultimo?- Si lascia sfuggire Rachel.
Quinn
trattiene un singhiozzo,cosa che la più bassa non riesce a
fare.
-No,no,ehi...-Le
alza il mento con due dita cosi da poterla guardare negli occhi.
-Diventerò
una di loro. Tu mi odierai.-
-Io
non potrei mai odiarti. Umana,zombie,hobbit.-L'allusione al
soprannome datole da Santana fa sorridere entrambe. -Qualunque cosa
tu sia,io ti amo. E non mi sono intrufolata in una missione approvata
da Obama in persona per niente. L'ho fatto per te.-
-Quante
possibilità ho di guarire?-
-Ho
recuperato quello che serve. Per adesso,è la nostra
unica...speranza.-
Rachel
poggia il capo sul petto di Quinn.
Restano
in silenzio. Due mani ancora unite.
La
mano libera della bionda gioca con le ciocche dei capelli della mora.
-Q...-Mormora
Rachel dopo minuti.
-Si?-
-Se
tutto questo non fosse mai accaduto,se...se...-
-Cosa?-
-Sarebbe
stato un onore mettere su famiglia con te. Pensa. Io e te,dopo il
college,prendere casa a New York,tu come fotografa e io come stella
di Broadway. Sarei andata tutte le mattine da Tiffany con Kurt e
avremmo avuto Santana e Brittany come vicine e...tutto sarebbe stato
perfetto.-
Quinn
cinge le spalle di Rachel,sforzandosi di non piangere di nuovo.
-Lo
sarà,Rach. Te lo prometto. -La rassicura. -Tu vivrai.-
-E
staremo insieme?-
-Sempre.-
-E
vivremo a New York?-
-Certamente.-
Rachel
nasconde il volto tra i capelli di Quinn.
-Capisco
quando menti,sai?-
Quinn
stringe Rachel a sé. Una lacrima sfugge al suo controllo.
La
cantante sospira.
-Chissà,magari
diventerò uno zombie vegetariano.-
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