I love you, it's a promise.

di OneDee Swaggy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Bailey Williams ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Il NOSTRO posto ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Casa ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Niall ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Amicizia ***
Capitolo 7: *** Hey. ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


“Tu mi piaci.” Le confessò il bimbo. “Io ti piaccio?” Chiese subito dopo. Lei si guardò intorno, come per assicurarsi che si stesse riferendo proprio a lei, poi gli si avvicinò e gli sussurrò all’orecchio: “Sì, ma non dirlo a nessuno.” Lui sorrise e annuì. “Dovremmo scriverlo. Mamma dice che se si scrivono, le cose sono vere.” Disse osservandole manine di lei, appoggiate al suo ginocchio. “Nai, domani me ne vado.” Lei aveva le lacrime agli occhi. Nai gliele asciugò delicatamente. “Lo so, Bay.” Fu l’unica cosa che riuscì a dire. Bay prese un foglio e una penna, e scrisse con la sua calligrafia di bimba di sei anni: ‘Nai e Bay per sempre’. Il bimbo sorrise e firmò, per così dire, la carta. Fu il turno di Bay. Nai osservò i capelli castani con riflessi rossicci di lei mossi dal vento. “Ecco fatto.” Disse la bambina. “Tienilo tu.” Fece lui. Le porse il mignolo e assunse un’aria solenne. “Quando avremo diciotto anni ci ritroveremo.” Bay lo guardò. “Perché proprio diciotto?” “Saremmo maggiorenni a quel punto, e potrai venire anche senza tua mamma.” Rispose come se fosse la cosa più semplice del mondo. Bay corrugò ancora le sopracciglia. “Ma un anno è lungo, ci ritroveremo?” Nai ci pensò un attimo e rispose: “Quando tu compirai diciotto anni ci ritroveremo qui, va bene?” Lei annuì e lo abbracciò. Lui la strinse forte. Maura chiamò Nai da una panchina lontana. “Quando ci rivedremo mi porterai del cibo italiano, ok?” Chiese prima di voltarsi verso sua madre. Bay annuì. Sentiva già la mancanza del suo Nai. “A presto Bay!” Urlò il bambino castano. “Ciao Nai!” Rispose la bambina dagli occhi verde acqua.


Spazio dell'autrice:
Eccomi qua, trullalero trullallà! Spero che abbiate già capito chi è il bambino... Lasciatemi delle recensioni, perchè sono indecisa se continuare questa storia o meno. Spero che questa introduzione corta corta vi sia piaciuta! A presto,
                                                                                                                                       -OneDee Swaggy Xx
NB: A quell'epoca era ancora castano, poi si è tinto! ;)




 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Bailey Williams ***


Quella mattina Bailey Williams si svegliò con gli occhi lucidi. Aveva sognato di nuovo il suo ultimo incontro con Nai. A dire il vero quel sogno non era molto frequente, ma era apparso (dapprima una nuvola sfuocata, poi piena di dettagli) con l’avvicinarsi del suo compleanno. Ebbene sì, quel giorno compiva diciotto anni. A quel pensiero sgranò gli occhioni verde acqua e balzò in piedi. Corse da sua madre, che era in cucina a fare colazione, e urlò: “Quando si parte?” Lei la guardò e, con la massima calma, bevve un sorso di the. Bailey stette lì impaziente a fissarla con insistenza, quando finalmente Kylie rispose: “Credi veramente che se ne ricordi? È diventato famoso, ormai, e…” Prima che potesse finire la frase Bailey aveva già scosso la testa e detto: “Non importa, sono sicura che si ricorderà di me.” Sua madre la guardò impassibile. “Ok, se non vuoi venire farò da sola.” Disse la ragazza, precipitandosi in cantina. Cercò una valigia, ma non la trovò. Urlò a sua madre: “Dov’è la mia valigia?” Ma Kylie non rispose. Bailey sbuffò e tornò in cucina. “Mamma?” Chiese non trovandola. Sentì dei tumori nell’ingresso, ci andò e vide due grandi valigie azzurre. Sua madre era in piedi e sorrideva. Bay le corse incontro e l’abbracciò forte. “Sapevo che non te ne eri dimenticata!” Le disse. Per tutta risposta Kylie le rispose: “Vai a vestirti che rischiamo di perdere l’aereo.” Lei annuì e tornò in camera sua. Indossò una maglietta verde a maniche corte, mise degli shorts di jeans blu e ai piedi tenne delle converse verdi. Lasciò i lunghi capelli castani con riflessi rossicci mossi e sciolti. Mentre scendeva le scale le suonò il cellulare: era la sua migliore amica Eleonora. Le scrisse un veloce messaggio: ‘Els, scusa ma non posso parlare ora. Sto andando da Nai! Un bacione, Bay bay Xx’
Mentre si dirigevano all’aeroporto prese una loro foto da piccoli. Lui era così cambiato da quando aveva sei anni, e Bailey temeva che lui non l’avrebbe riconosciuta. Girò la foto e le cadde di mano un pezzo di carta. Lo raccolse e lesse ad alta voce: “Bay e Nai per sempre.” Osservò la calligrafia sconnessa del suo primo vero amore e sorrise. Si imbarcarono con largo anticipo, il che diede tempo a Bailey di connettersi a Twitter. Non andava molto d’accordo con i social network, ma si era creata l’account Twitter per poter stare in contatto con i suoi idoli. Controllò le menzioni: aveva 400 follower, tra cui Demi Lovato, una delle sue ispirazioni maggiori. Vide un tweet di Eleonora, che le aveva scritto: ‘Scusami, ma non ho più soldi. Comunque divertiti da lui, e fatti fare un autografo per me! Els Xx’
Sorrise fra sé e sé e osservò il suolo di Roma allontanarsi man mano che l’aereo prendeva quota. Si addormentò mentre sorvolavano le Alpi, cullata dall’euforia per l’imminente incontro. “Bay.” La chiamò una voce. Improvvisamente un bambino castano le si materializzò davanti. “Nai.” Mormorò ancora nel mondo dei sogni. “Non sono Nai! Svegliati che siamo arrivate.” Rispose sua madre. Bailey sbuffò, poi si alzò e uscì. L’aria fresca subito le fece ricordare le giornate della sua infanzia. Aspettò sua madre e andarono a prendere le valigie. Chiamarono un taxi e si fecero portare alla loro vecchia cittadina. Alla ragazza sembrava di non avere mai lasciato Mullingar. Anzi, le sembrava quasi di essere tornata bambina. C’era lo stesso negozio che vendeva di tutto all’inizio della strada principale, lo stesso negozio di dolciumi della signora Backer, lo stesso parco giochi (ormai abbandonato) che era stato teatro di tante avventure vissute con il suo migliore amico. Kylie si fermò davanti ad un piccolo hotel. Bailey scese e disse a sua madre: “Dici che posso…” E indicò lontano. Kylie annuì e rispose: “Fai come ti pare.” La ragazza sorrise e iniziò a correre, corse al di là della piazza, attraversò il prato di una vecchia villa abbandonata, più lontano dell’ultima casa della cittadina fino ad arrivare ad un torrente. Lo saltò senza esitare e si fermò ansimando in un campo immenso, dorato dal grano.

Commento dell'autrice:
Ecco qua il primo capitolo! Spero che vi sia piaciuto, e gradirei che recensiste per farmi sapere cosa ne pensate oppure darmi consigli per quello che non vi è piaciuto. Grazie a tutti, 
                                   -OneDee Swaggy


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Il NOSTRO posto ***


Bailey si poggiò le mani sulle ginocchia e strinse gli occhi. Non correva così da anni. Alzò gli occhi al sole splendente e si fermò per un paio di secondi. Le spighe dorate le solleticavano le gambe. Si fermò ad accarezzare quelle piante, che in luglio erano sempre così alte, e mosse qualche passo. Non udì alcuna voce chiamarla. Non sentì alcun suono provenire dal loro posto. Esitò ancora un attimo, poi guardò davanti a sé. La testolina bionda che si aspettava non c’era, ma Bailey non si rassegnò. Andò sotto al grande tasso ombroso e lo osservò per un paio di minuti. Appesi ad un ramo c’erano i residui di una vecchia altalena, sicuramente costruita dopo la sua partenza. Ci si sedette e si fermò, assaporando ogni cosa: l’aria fresca che le accarezzava il volto, il sole generoso che rendeva tutto più limpido e il ronzio di alcuni laboriosi insetti che svolazzavano qua e là. Bailey notò che, legato ad uno dei rami più bassi, c’era un nastro di seta bianca. Lo prese con delicatezza. Aveva stampata sopra una parola, una singola parola che fece tremare di rabbia la ragazza. ‘Holly’. Questa era la parola. Bailey rimase attonita a fissare quelle cinque lettere. La Scally, quella stronzetta che stava con Nai. Scosse la testa e gettò via il nastro. ‘Calma Bay.’ Pensò fra sé e sé. ‘Forse ha segnato l’albero con le donne più importanti della sua vita.’ Si alzò e fece il giro del tronco. Il suo cuore fece un piccolo sussulto quando trovò un altro nastro, questa volta blu. Si dovette arrampicare sull’albero per prenderlo, ma, dopo sei anni della sua vita passati a saltare torrenti e a scalare rocce non se ne fece un problema. Ci arrivò con facilità, e per leggere si mise a cavalcioni su uno dei rami più grandi, appena sopra all’altalena. Non l’avesse mai fatto. Appena lo aprì e lesse il nome, si sbilanciò e cadde a terra. Si ritrovò distesa sulle spighe, appiattitesi per il suo peso, imprecante e tutta un dolore. Si alzò gemendo con ancora il nastro in mano. Neanche questa volta il nome era il suo. ‘Ali’, c’era scritto. Bailey sapeva bene che si riferiva alla sua migliore amica, Ali McGinley. La castana decise di allontanarsi dal tasso, e per la prima volta in dodici anni la sua certezza che il suo ex migliore amico si ricordasse di lei vacillò. Prese il cellulare: in quel campo non prendeva. Sbuffò e si stese fra il grano, in pieno sole. “Verrà, ne sono sicura.” Continuava a ripetersi. Ogni volta che sentiva un rumore alzava il busto speranzosa, per poi accorgersi che era solo un animale, un contadino di passaggio oppure anche solo una folata di vento. Ormai erano ore che Bailey stava in quel campo, e nonostante non avesse fatto niente per buona parte della giornata si sentiva sfinita. Era seduta a gambe incrociate intenta ad osservare il sole che tramontava insieme alla sua speranza, quando sentì dei passi dietro di lei. Non si girò nemmeno, convinta fosse un animale. Si limitò a dire a mezza voce: “Che schifo di compleanno.” Il rumore si fece più vicino. La ragazza riconobbe immediatamente i passi e l’ansimare dietro di lei. “Certo che un posto più lontano non lo potevate trovare eh?” Disse con tono sarcastico. Bailey si voltò e osservò per un paio di secondi la donna dietro di lei. Aveva i capelli biondo sporco, con la frangia (di solito ordinatissima) tutta scompigliata. Gli occhi erano azzurro ghiaccio, e illuminati da una strana luce che Bailey non vedeva più da molto tempo ormai. La ragazza sapeva che tornare i Irlanda avrebbe fatto bene a tutte e due, anche se non avrebbe ritrovato il suo migliore amico. Ne sarebbe valsa la pena comunque. Kylie aveva sicuramente già fatto il giro della città per dire a tutti che era tornata, e ciò le aveva fatto ritrovare quella scintilla che si era spenta da quando il padre di Bailey era rimasto ucciso in un incidente automobilistico. “Eravamo piccoli, ci piaceva correre.” Rispose Bay tornando a fissare il tramonto. “Non è venuto.” La ragazza non annuì nemmeno. Stette ferma a guardare l’orizzonte fino a farsi bruciare gli occhi. Forse non era il sole che le faceva bruciare gli occhi, ma le lacrime incandescenti che le zampillavano dagli occhi. Sentì due braccia stringere forte il suo corpo. “Non piangere piccola. Forse c’è ancora una speranza.”

Commento dell'autrice:
Su questo capitolo non ho niente da dire. Solo: spero che vi piaccia, e recensite! Love you,
-OneDee Swaggy

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Casa ***


La donna bionda bussò energicamente ad una porta. Avevano camminato a lungo per arrivare di fronte a quella casa, il che aveva dato tempo a Bailey di calmarsi. Non aveva chiesto niente alla madre, sapeva che non le avrebbe risposto. Improvvisamente la pesante porta di mogano si spalancò, aperta da una donna di mezz’età, bionda e con gli occhi scuri. “Non ci credo.” Disse alla vista della ragazza. “Come sei cresciuta!” Esclamò poi abbracciandola. Bailey si lasciò stritolare ben bene, inerme. Non riusciva a ricordare chi fosse. Pensò si trattasse di una vecchia amica di sua madre, poi sentì queste esatte parole pronunciate da Kylie: “Maura! Quanto tempo!” Metabolizzò la frase, osservando le due donne abbracciarsi. “Maura?” Balbettò incredula. La mamma di Nai si girò, la guardò con espressione dolce e disse: “Sì tesoro?” Bailey sgranò gli occhi e sorrise. Non riusciva a crederci. Dopo dodici anni, era tornata in quella casa. Entrò. Non era cambiato quasi niente, a parte il fatto che le foto sugli scaffali erano cambiate, e su una mensola troneggiava fiero il BRIT award vinto poco tempo prima. Si spostò in salotto, accompagnata dalle voci di sua madre e della sua madrina. L’enorme divano era ancora lì, al suo posto, come se aspettasse che Bay e Nai tornassero a saltargli sopra. Su di esso c’era una ragazzo, completamente assorto in un giornale sportivo. La ragazza gli si avvicinò. Era incredibile come fosse rimasto uguale al ragazzino che conosceva. “Greg?” Disse esitante. Il figlio di Maura scattò in piedi spaventato, cosa che fece ridere di gusto la castana. Lui rise a sua volta, poi si avvicinò e disse: “Sì, sono io. Uhm… tu invece sei…?” Bailey lo fissò: aveva gli stessi occhi di suo fratello. Ci si immerse e rimase lì imbambolata, persa in quell’oceano azzurro. Greg si schiarì la voce e lei scosse la testa per riprendersi. “Oh… io sono Bailey, Bailey Williams” Concluse sorridendo. Il ragazzo non ebbe alcuna reazione per qualche secondo, poi i suoi occhi azzurro cielo si illuminarono e urlò: “Bay bay!” E l’abbracciò, sollevandola da terra. Quando la mise giù la guardò, scrutò ogni centimetro del suo corpo, come se non credesse che fosse veramente lì. “Come sei cambiata. Ti ricordavo con l’apparecchio ai denti e i codini e…” “Quegli orribili vestitini.” Conclusero all’unisono, poi scoppiarono a ridere. “Beh cosa ti aspettavi? Sono passati dodici anni. Sono cambiate molte cose.” Greg sospirò e annuì. In quel momento Maura e Kylie uscirono dalla cucina, entrambe sorridenti. “Buone notizie.” Disse la seconda. “Nai arriverà a casa domani.” Continuò la prima. Bailey riusciva a stento a reggersi in piedi. “Oddio.” Disse. Erano passati dodici anni, e finalmente poteva rivedere il suo biondino. Una strana paura la pervase. ‘E se non si ricorda di me?’ Pensò sedendosi sulle scale che portavano al piano di sopra. Come se le avesse letto nel pensiero, Greg le si avvicinò, si sedette di fianco a lei e le sussurrò: “Non preoccuparti, sono sicuro che andrà tutto bene.” Bay lo guardò, annuì e premette forte la fronte contro il suo collo. Maura e Kylie sorrisero a quella scena, poi la signora Gallagher disse: “Ora basta con tutta questa malinconia. Dobbiamo sistemare Bailey e Kylie.” Le due Williams si guardarono. “Ma… ecco… noi abbiamo trovato un hotel non molto distante.” Disse la madre. “Non c’è bisogno che vi scomodiate.” Concluse la figlia. “Non dite sciocchezze! Voi rimarrete qui. Allora… abbiamo una stanza degli ospiti, ma è singola. Quindi, se Kylie dorme in quella stanza…” Maura andò a passo di carica al piano di sopra, continuando a parlare da sola. I tre rimasti in salotto si misero a ridere. “Volete qualcosa da bere?” Propose il ragazzo dirigendosi in cucina. Bailey accettò volentieri, mentre Kylie andò all’hotel a prendere le valigie. Dopo dieci minuti Maura era di nuovo in salotto, che chiamava tutti a gran voce. “Ho trovato la posizione a tutti.” Annunciò con un sorrisone stampato in faccia. “Kylie dormirà nella stanza degli ospiti e Bailey nella stanza di Greg.” “E io?” Protestò il più grande dei suoi figli. “Tu dormi sul divano.” “Non se ne parla.” Si intromise la ragazza. “Ci dormo io sul divano.” “Non dire sciocchezze cara. Tu sei un’ospite.” La rassicurò la donna. Bailey insistette. “Non voglio privare Greg della sua stanza. Ci dormo io sul divano.” Concluse sorridendo. Maura sorrise a sua volta e acconsentì. Quella sera per cena cucinò una delle sue specialità, il cosiddetto coddle (salsicce di maiale bollite), e Bailey andò a letto finalmente felice di essere tornata a casa.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Niall ***


Le sembrava di non avere dormito ancora abbastanza, quando sentì delle voci. Non riuscì bene a distinguere le parole, ma le sembrava di aver già sentito da qualche parte quei suoni. Aprì cautamente un occhio. Non vide nient’altro che buio totale. ‘Forse sto ancora sognando.’ Pensò girandosi dall’altra parte e tornando a dormire. Aveva iniziato un bellissimo sogno, quando improvvisamente sentì un urlo. “Greg!” Aveva detto la voce, chiara e profonda. Dei tonfi. Qualcuno che scendeva dalle scale e una voce, questa volta sussurrante: “Shhh o la sveglierai.” Bailey ringraziò mentalmente quel ragazzo. “Tanto prima o poi si dovrà svegliare.” Rispose una voce giocherellona. La ragazza corrugò le sopracciglia e, cautamente, aprì tutte e due gli occhi. Marrone. Non un marrone chiaro, ma un marrone più scuro, caldo. Era questo il colore degli occhi del ragazzo che la scrutava con curiosità. Appena vide che era sveglia si schiarì la voce e disse: “Mi scuso a nome dei ragazzi per averti svegliata.” Bailey sapeva esattamente chi era. Sollevò appena il busto e appoggiò la schiena ad un bracciolo del divano. “Greg!” Ripeté quella voce. Apparteneva ad un ragazzo magro, riccioluto e dagli occhi verdi. Inutile dire che Bailey sapeva anche chi era lui. “Come va, bella addormentata?” Disse il ragazzo dalla voce giocherellona e gli occhi azzurro mare. Come a salvarla, Greg corse giù dalle scale, ancora in boxer. Si diresse subito verso la ragazza e la salutò con un: “Buongiorno.” E un bacio sulla guancia. Salutò anche gli altri. Harry Styles fece un passo avanti e disse: “Finalmente ti sei svegliato.” Greg sbuffò. Harry fece una pausa, guardò Bailey e disse: “Te la sei scelta bene, questa volta.” La ragazza guardò Greg, poi Harry e poi di nuovo Greg, sbattendo gli occhi. ‘Mi sono appena svegliata, non riesco a metabolizzare tutto!’ Voleva urlare. Si limitò a osservarsi la maglia dei Metallica che indossava come pigiama, mentre ascoltava Greg pronunciare queste parole: “Cosa? Non è la mia ragazza. È un’amica di mio fratello. A proposito, dov’è quel coglione?” Bailey si guardò intorno. In effetti, mancava solo lui. A rispondere alla domanda ci pensò Louis. “Oh, Niall…” Non sentì più niente dopo quel nome. Scattò in piedi come una molla dopo aver captato le parole “A disfare i bagagli” e corse di sopra. Si fermò appena davanti alla porta bianca con dipinto sopra il nome Niall e scostò appena la porta. Un ragazzo magro sui diciotto anni stava prendendo una maglia da una valigia appoggiata sul letto, i capelli biondo tinto spettinati in maniera quasi maniacale. Bailey si schiarì appena la voce, e gli occhi azzurro cielo del ragazzo immediatamente si posarono su di lei, spalancati. Nessuno dei due si mosse. Rimasero a bearsi l’uno dell’altro, immobili, poi Niall fece un passo indietro. La ragazza sorrise, prese fiato e disse: “Quanto tempo, eh?” Ma lui non le rispose. Sentì dei passi dietro di lei, e due braccia l’afferrarono. “Bay, forse è meglio andare di sotto.” Disse Greg. Lo guardò confusa, guardò di nuovo il fratello e disse: “Perché? Nai, dobbiamo parlare di tante cose…” “Non chiamarmi Nai. Odio quel soprannome. Ora vattene.” La interruppe il biondo. Bailey rimase stordita da quelle parole. Gli occhi le si velarono di lacrime e si lasciò trasportare via da Greg. Una volta arrivati in salotto si accasciò sul divano. Non pianse. Non ce la faceva. Era sconvolta. Non capiva il perché del comportamento di Niall. Dopotutto, avevano fatto un patto, no? Sentì un braccio sulle spalle. Si girò: era Liam. “Tutto bene?” Chiese. La ragazza annuì piano. In quel momento entrò nella stanza Zayn, che mangiava una mela. “Che hai, Bailor?” Disse a bocca piena. La ragazza lo guardò e disse: “Bailey.” Zayn si guardò intorno e rispose “Chi?” Bay gli rivolse un’occhiata omicida, per poi rispondere: “Mi chiamo Bailey.” Il ragazzo dal ciuffo alla Elvis fece spallucce e se ne andò. Maura portò del caffè a Liam, che rifiutò cortesemente. Guardò la sua figlioccia e si rivolse al ragazzo: “L’ha visto?” Bailey alzò lo sguardo. “Ora mi spiegate tutto. Perché voi sapete e io no? Cosa è successo?” “Tu vuoi sapere cosa è successo? Non lo intuisci da sola?” Disse sarcastico un ragazzo che li guardava dalle scale. Bay si girò di scatto. “Cosa ho fatto?” “Lascia stare.” Rispose. Infilò la porta e se ne andò. Maura si sedette fra lei e Liam, le accarezzò amorevolmente i capelli e disse: “Ti spiego tutto io, cara.”
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Amicizia ***


Una ragazza dai capelli ramati sfrecciò fuori dalla porta di un’anonima casetta. Doveva assolutamente chiarire con lui prima di prendere il volo già prenotato dalla madre per la sera stessa. Infilò un paio di pantaloncini sotto la maglia del pigiama e partì. Era sicura di trovarlo. In fondo, era stato il suo migliore amico, no? Tornò in quel maledetto campo di grano e si guardò attorno, ansimante. Girò attorno al tasso, aspettandosi di ritrovarlo sull’altalena, ma non fu così. Scoraggiata, diede un’altra occhiata lì intorno. Evidentemente si era sbagliata, quel posto non aveva più alcuna importanza per lui. Fece per andarsene, quando sentì un fruscio. Si girò di scatto. “Niall?” Chiamò. Silenzio. Bailey annuì a se stessa e si appoggiò al tronco. “Sei arrabbiato con me perché non ti ho chiamato, giusto?” Chiese al nulla. “Beh, ho una spiegazione plausibile. Tu non avevi il cellulare a sei anni, è ovvio che non ti abbia chiamato.” Disse guardandosi i piedi. Un rumore di foglie e rami che si spezzavano e un ragazzo biondo le si materializzò davanti. “Avevi comunque il mio numero di casa.” Rispose scrollandosi di dosso i residui della sua discesa dall’albero. “Pensi che se potessi non avrei chiamato?” Chiese Bailey guardandolo per la prima volta dopo dodici anni negli occhi. Niall sbuffò. “Senti, ogni volta che volevo chiamare mia mamma me lo impediva.” Un altro sbuffo. Bailey iniziava sul serio a spazientirti. “Pensaci Niall.” Non aveva mai pronunciato il suo nome per intero. Lo aveva sempre chiamato Nai. Se ne accorse anche il ragazzo, che la guardò stupefatto. Si era dimenticato della bellezza dei suoi occhi. “In effetti quando ti cercavo mia mamma mi diceva…” Iniziò a ricordare. “Non puoi! Ormai ti avrà già dimenticato, sarà meglio che faccia la stessa cosa anche tu.” Continuò Bailey imitando malamente la madrina, cosa che fece ridere Niall. “Beh, sappi che non ti ho mai dimenticato.” Finì arrossendo. Il biondo la osservò per alcuni istanti. Era veramente cambiata. Nei suoi ricordi Bailey era una bambina pacioccona con l’apparecchio ai denti e improbabili vestiti puntualmente strappati dalle loro scampagnate. Ora invece era una giovane donna che vestiva bene, e i capelli ramati lasciati mossi al sole erano più belli che mai. Niall doveva ammettere che la piccola Bay era diventata… bella. “Bay…” Iniziò. La ragazza si voltò verso di lui. Il suo nome pronunciato da quel ragazzo era musica per le sue orecchie. “Dimmi.” Rispose accennando un sorriso. “Mi dispiace.” Concluse Niall dopo un lungo sospiro. La ragazza quasi non ci credeva. Si stava scusando per qualcosa che non aveva fatto. Le labbra della ragazza si aprirono in un grande sorriso. “Oh, Nai.” Disse, poi gli gettò le braccia al collo. Niall la strinse forte a sé, come se da quel corpo dipendesse tutta la sua esistenza. Chiuse gli occhi un istante e i momenti passati con lei gli tornarono alla mente. Dopotutto, Bailey era ancora la sua migliore amica, la persona che lo capiva meglio di chiunque altro. La ragazza sciolse delicatamente l’abbraccio e gli diede un piccolo bacio sulla guancia. Finalmente, dopo dodici anni, aveva di nuovo il suo migliore amico. Prima di incamminarsi verso casa si guardarono: verde acqua dentro azzurro cielo. Si sorrisero, felici come non mai.



Commento dell'autrice:
Questo capitolo non mi convince per niente. Lo so, è più corto degli altri, ma se lo facevo più lungo si perdeva quell'emozione che spero sia venuta a voi leggendolo quanto a me scrivendolo. Vado a nascondermi dopo aver scritto questa robaccia. Ciao ciao,
-OneDee Swaggy


 

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Capitolo 7
*** Hey. ***


Hey.
Volevo avvertirvi che per il momento non continuerò questa storia.
Non la cancellerò, è solo che mi mancano le idee.
Tornerò appena ne avrò un po'.
Mi dispiace tantissimo, ma Bailey e Niall aspetteranno...
Scusatemi,
                  -OneDee Swaggy

 


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