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di Elhrion
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un sogno troppo realistico ***
Capitolo 2: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 3: *** Il 'primo' approccio... ***
Capitolo 4: *** Di male in peggio? ***



Capitolo 1
*** Un sogno troppo realistico ***


Penso sempre che la mattina sia una delle parti più difficili della giornata.
Doversi alzare tutto ad un tratto, con il suono fastidioso ed assordante della sveglia, magari interrompendo anche il sogno idilliaco che stavi facendo.
Guarda caso sono sempre i sogni migliori a venire troncati in modo brusco.
Gli incubi, invece, fanno la loro bella vita notturna, con calma, mentre a te tocca contorcerti dalla paura.
Chi l’avrebbe detto che quella mattina, non sarebbero stati questi, i soliti ‘problemi’?
Ahimè, né un sogno… né un incubo.
- - -
*suona la sveglia*
- Uffa…   ..ancora un po’ ..è Sabato …voglio dormire..
Dopo essermi stiracchiata, cercai di svegliarmi, ma le palpebre non volevano saperne di provare tutta quella fatica..
- “Come al solito…”
*..uh?... questa voce*
- “..dai, vedi di alzarti, mi raccomando. Sai che io devo andare a lavoro..”
- ..mmh?… yawn… (sbadiglia)
- “Ciao piccola, buona giornata”
*che!?...mah .. che strani sogni faccio …*

Restai a dormire ancora per 2 ore… o almeno credo.
Quando mi svegliai, non feci nemmeno caso all’orario e andai direttamente in bagno, ancora con le pupille mezze appannate..      
*STONK*
“Agghio!! Che maleee!”
… Infatti sbattei contro al piedistallo in marmo bianco del lavandino.
“D-dannazione, sto coso qua in mezzo…”
Questo “coso”, già… - pensai.
Un piedistallo.
Perché chiamarlo “coso”, quando dovresti sapere benissimo di cosa si tratti esattamente, soprattutto se è tuo.
Strofinai bene gli occhi con le dita.
“E questo quando l’abbiamo comprato!?” – dissi, un po’ con stupore e un po’ con disappunto, visto che non mi piaceva per niente.
Lasciai perdere (solo perché in seguito avrei chiesto spiegazioni ai miei) e mi guardai allo specchio, decisa a darmi una sistemata, quando vidi nel riflesso un sacco di cose che non mi sembrava di aver mai avuto; anzi, l’intera stanza era ...diversa.
Mi guardai intorno senza capirci più niente, andai nel presunto corridoio che avevo precedentemente attraversato e realizzai che, non solo il bagno, ma l’intera casa era cambiata.
“Okkey, perfetto” – sospirai; “Sto ancora dormendo come un’ebete”
Non so voi, ma io faccio spesso sogni del tipo che mi sto preparando per andare a scuola, sono pronta per uscire mentre poi scopro era solo un sogno.. e sono ancora stravaccata sul letto, abbracciandomi il cuscino.
Questo era sicuramente uno di quelli, non poteva essere altro.
“Ora mi do un pizzicotto bello forte così mi svegl-… aaaspetta ..prima in bagno mi sono fatta male… uhn, che strano sogno, molto realistico!” – dissi ridacchiando come un’idiota, quasi cercando di autoconvincermi.
Così iniziai a darmi pizzicotti, schiaffoni e quant’altro, quasi fossi masochista.
“Ahi!! Questo si che faceva male!... Eddai me! Svegliati!!!”

Avrete già capito da soli che non sono tanto normale, ma se qualcuno fosse entrato in quel momento, avrebbe categoricamente pensato io fossi pazza…

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Capitolo 2
*** L'inizio della fine ***


Aprii la porta e, appena entrai, vidi un pesce palla.
O almeno era quel che sembrava a prima vista…
Sam, per qualche motivo, si stava tirando le guance in modo assurdo.
“Si può sapere cosa diamine stai facendo?” – dissi alzando un sopracciglio e trattenendo una risata.
Appena si voltò verso di me si bloccò bruscamente. Cosa le era preso? Mi stava guardando come se non mi avesse mai visto in vita sua. Ah..sarà uno dei suoi soliti scherzi.
“Perché sei ancora mezza nuda a quest’ora? Haha pigrona! Non dirmi che ti sei svegliata ades..”
“AAAARGH! Chi cavolo sei?! Come ti permetti!!!” – urlò coprendosi con le braccia, benché avesse biancheria e canottiera indosso.
“Ma che..”
Non finii la frase che scappò a nascondersi dietro al divano.
“Al ladro!!! Vattene subito!”


Avevo sempre sperato di non ritrovarmi mai in una situazione del genere. Un ladro in casa.
O meglio, uno sfacciato sconosciuto che si permette di dialogare tranquillamente in casa d’altri.
Ho una fifa tremenda! E se è un maniaco?! Wuaaah! Devo prendere qualcosa!
Afferrai quello che mi era capitato a tiro e lo puntai.
“Stai i-indietro… se te ne vai subito non chiamerò la polizia..”
“Dai, ormai non reggo più il gioco” – disse inclinando la testa; “E poi… mi minacci col telecomando?”
Guardai cos’avevo in mano… come sono idiota. Vabbè…
“Beh.. P-potrei tirartelo in testa, ecco”
“Tsk, sempre se mi becchi” – rise.

Ride?! Ride. Certo è divertente prendere in giro chi stai per derubare.
“Senti…” - dissi non sapendo più cosa fare “Prendi quel che vuoi ma basta che non ti fai più vedere.”
Si avvicinò senza che me ne accorgessi e mi prese il polso.
“Che bel modo per dirmi che mi vuoi lasciare” – serrò la mandibola.
“Lasciare chi?! Non ti conosco nemmeno!”
Alzò la mano libera e indicò una cornice sopra il tavolino.
La guardai meglio. Era la foto di due persone felici e abbracciate…
“AAAH! Ma quella ..sono io!”
Lui mi guardò con un velo negli occhi, pieni di..sconforto, credo.
“Io con..?! .. non...capisco”
“Sam” – pronunciò con tono basso. “Sai chi sono? Ti… ricordi di me?”
“No e… Perché mi hai chiamata così? Nessuno lo fa.”
“..Siamo fidanzati, Samantha. E… per la cronaca” – cercò di sdrammatizzare “questa è casa mia.” – sorrise affabile.

Restai a guardarlo incredula.
COSA?!?!

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Capitolo 3
*** Il 'primo' approccio... ***


[Spazio 'autrice'(se così mi posso definire): ehm.. ^^''' scusatemi tanto ma da qui in poi ho corretto un po' i capitoli.. ho 'scoperto' che mi sono saltata dei pezzi di storia (..sigh), ma quanto sono idiota?! D': ...detto questo..buona lettura, *cofcof spero*]


Non ci posso credere.
“Mi stai prendendo in giro, eh? Ti diverti, EH?! Io non ci casco, carino.”
“Oh grazie, ti piaccio, in divisa da lavoro?” – disse ammiccando, lasciandomi il polso per indicarsi.
“IIH Brutto..sei un.. un maniaco!”
“Ma se hai appena detto ‘carino’.. mah, valla a capire, la mia Sam.”
“AH! Guai a te se mi chiami così! Non me la bevo, hai capito?!” – dissi infuriata, al limite della sopportazione, afferrandolo per il collo della maglietta.
“Ora sputa il rospo! Perché diamine sono qui?! Mi son svegliata in quel razza di letto scomodo! Che cav-..”
Mi guardò inarcando un sopracciglio. “Certo che non ti ricordi proprio niente, eh”
“o_o ..non dirmi che… WAAAH!!!” – lasciai la presa, sclerando letteralmente.
“Ehi! Ehi! Tranquilla che non ti ho fatto niente, ahahah!” – mi appoggiò le mani sulle spalle.
“E non potrei mai farti nulla di male.” – mi guardò sereno. “..però non sapevo ti fosse scomodo, vorrà dire che scambierò i materassi” – disse pensieroso.
Scambiare i materassi? Ma è pazzo?!
“Per quale assurdo motivo mi trovo qui!!!!!” – mi presi la testa per le mani in preda al panico.
“Te l’ho già detto, ma se non vuoi crederci, puoi chiedere conferma agli altri che erano qui ieri sera.”
“Gli altri?”
“I nostri amici. Possibile che reggi così poco l’alcool?”
“Alcolici?! Io non bevo! C-che razza di storia è questa” - barcollai un po’ in avanti e lui mi fece sedere sul divano.
“Ascolta…capisco che adesso non puoi accettarlo, ma.."
"Aaah basta, non posso continuare così! Non ci sto capendo più niente!"

“Spiegami cos'altro potrei fare” – disse dolcemente Alexander, riguardo la situazione.
Ci pensai un att… AH! “Comincia col dirmi dove sono i miei vestiti!!!” Non mi ero resa conto di essere ancora a quel modo di fronte a lui.
“Sicura? Stai bene anche così per i miei gusti” – ammiccò.

AAAAARGH! Vuole farmi imbestialire come non mai? Ci sta riuscendo!
“F-finiscila e.. non mi guardare!”
“Va bene, va bene. Ieri li hai lasciati sulla poltrona, te li vado a prendere” – sorrise e s’incamminò verso il corridoio.

Mi lasciai letteralmente cadere sul divano e premetti la fronte contro lo schienale.
Mi staccai… e la sbattei di nuovo contro lo schienale.
E la ri-sbattei una seconda volta.
Ed una terza..
E ancora.
E anc-… “Stai cercando di ritrovare la memoria o sei semplicemente masochista?” – mi interruppe lui.
Mi girai a scatti come un robot. Gli presi i miei vestiti di mano e mi coprii d’istinto. “Vuoi fare il comico in tv o cosa? Ti avverto che se è così non sei abbastanza spiritoso, anzi per niente.”
“Uh dai continua! ogni volta che ti prendo un po’ in giro poi finisce tutto con un bacio” - si appoggiò con il gomito e la mano sullo schienale.. “Ma che razza di-?! ..IIIH! Sei troppo vicino!” – mi infossai tra le due parti dello schienale, mettendomi le mani avanti, come un gatto quando si alza sulle zampe posteriori.
“Umh potrei provare una cosa.. adesso..."
“…GAAH!”

Prese di scatto quei poveri vestiti come se fossero una preda e se li mise in fretta e furia.. o meglio..
stava ancora cercando di metterseli..
“Ehm.. vuoi una mano?” – cercai di trattenere una risata.
“CERTO..” – spuntò un’occhiataccia da sotto la manica destra della t-shirt “…CHE NO!”
“S-sicura…?” – sta volta lo chiesi seriamente.. ..ma.. come c-?
“Come caspio si mette sta magliettaaa?!” “Ecco..”
“Si puo’ sapere da dove diamine l’hai presa?! Praticamente è a brandelli, questa non puo’ essere mia!”
“Veramente te l’ha regalata ieri Erika… dovresti chiedere a lei! Ahaha”
“Perché me l'hanno regalata?” – chiese confusa. “Non era mica il mio compleanno!”
Bene, come glie lo posso dire? Vediamo…
“Girati..” “Cosa?! Perché?” “Dai, ti aiuto a sistemarti, non c’è motivo di reagire così” – dissi cercando di non farla innervosire di nuovo.
“…mh..uffa” Le sistemai bene le maniche e tirai dalla schiena la parte ‘a brandelli’ che aveva messo al contrario.
Poi se la sistemò meglio lei per spostarla davanti. “Che senso ha mettersi una maglietta a brandelli?”
“Beh infatti questa te la dovresti mettere con una maglia lunga sotto..”
“E perché ce l’avevo allora?” – rispose seccata.
“Beh ‘Si provano sempre dei regali del genere, così vediamo se è il caso di cambiarla o no’, hai detto”
“Mh..in effetti ho ragione” – fece un segno di approvazione. “Eh.. grazie, l’hai detto tu..”
“Oh senti, non mi ricordavo!... comunque ancora non mi hai detto perché mi han fatto un regalo”
“Ah è vero..” – la presi per le spalle e le feci segno di spostarsi.
“Che fai? Lasciam-” “Ecco, vieni un altro po’ più avanti..” “..Uno specchio.. e allora?”
“Guarda ‘i brandelli’..” “Uh? forma.. un cuore!”
“Esatto..” – disse stringendomi per le spalle “Ieri abbiamo fatto un anno di fidanzamento” – disse, guardandomi dallo specchio.
. . .
“Cosa..?!” – rispose incredula Sam.

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Capitolo 4
*** Di male in peggio? ***


“M-mi sa che devo ri-sedermi un attimo…”
“Torniamo in soggiorno, ti porto un bicchiere d’acqua – la rassicurai – e poi andiamo subito dal dottore.”
“Eh?! Nono! Niente dottore, non voglio!”
“Vuoi dire che ti sei già ripresa? Bene!”
“No! È solo che non ci voglio andare! Io odio le visite”
“Questo lo sapevo di già, ahhah. Ora dai però, scherzi a parte, dobbiamo scoprire perché non hai ricordi”
“Beh il dottore non è che potrebbe fare chissà cosa con una semplice visita” – disse Sam incrociando le braccia.
“Hai ragione, andiamo direttamente all’ospedale!”
“AAAAH! Peggioooooo!” – scappò agitando le mani in aria come una forsennata.
La presi per una manica: “Su, forza, non fare storie.”

“E smettila di trascinarmi!”
Provai ad attaccarmi alla maniglia della porta e cercai di resistere il più possibile alla forza motrice di questo pazzo-sconosciuto-maniaco-ladro-presuntuoso che non è altro!
“Lasciami andare, non ci vado all’ospedale ti dico!!”
“Ok, allora vuoi proprio che racconti in giro quella figuraccia che facesti al nostro primo appuntamento, che mi hai sempre pregato di non dire ad anima viva.. oppure, uhm, parlando di una cosa che puoi ricordare.. potrei dire ai tuoi di quella volta in cui mentisti su quell’assurdo fat-“Andiamo all’ospedale.”
“Così va meglio” – sorrise inarcando le sopracciglia, con fare vittorioso.
“Brutto ricattatore, questa me la paghi, eh!”
Con malavoglia mi toccò salire in macchina e accettare il mio triste destino all’ospedale della città.

“Allacciati la cintura, te la scordi sempre.”
Mi fulminò con lo sguardo e tirò la cintura così forte che- “Aglio il braccioo”
Ti pareva. Misi in moto e ingranai la marcia.
“Cosa credi che diranno i medici?”
“Non sei mica una cavia da laboratorio e poi è normale se rimani un po’ ‘confusa’ dopo aver bevuto”
“Va che non è possibile, non bevo e non berrò mai alcolici, mi danno alla testa”
“Eh, si vede! Comunque.. non dovresti non saperlo visto che, come dici, ‘non hai mai bevuto’, o sbaglio?”
“Tsk, spiritoso. Lo so solo perché una volta mi hanno convinto a bere un goccio di vino, visto che era festa, e in poche parole, arrivato il dessert, ho finito col soffiarlo, come si fa con la minestra bollente..”
“E beh? Che c’è di strano..”
“Era una torta gelato”


Se non la finisce di ridere e prendermi in giro non so cosa gli faccio a sto qui fra poco, anzi un’idea ce l’ho, lo scaravento fuori dal finestrino, ecco.
“Perché mi stai guardando così intensamente?”
“Eh, sapessi..” – ovviamente prendo le misure per vedere se ci passi dal finestrino, bwahahah!
“Aspetta, lo so già perché. Stai rivalutando l’idea di stare con me anche senza riconoscermi perché sono bravo e bello, eh già, non può che essere così! Sta tranquilla, ti capisco, anch’io mi amerei d'altronde.”
“ARGH! Sei un.. un brutto idiota narcisista! E comunque se la metti così, allora saresti dell’altra sponda! AHAHAHA ti sei fregato da solo, ti sta bene!”
“Nah, stavo scherzando, lo ammetto: amo sooolo te.. certo, dopo i videogiochi... e dopo l’auto. Ah e dopo il cibo ovviamente!”
“Vediamo, come posso dirtelo… NON TI SOPPORTO!”
“Allora sei gelooosa!”
“IIIH Sta zitto e guarda la strada!”

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