I'm your fault.

di Koteichan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia storia-Prologo- ***
Capitolo 2: *** Esorcisti ***
Capitolo 3: *** Non sei un mostro! ***



Capitolo 1
*** La mia storia-Prologo- ***


Ricordo ancora molto ben quel giorno,anche se la mia mente ha stanamente cancellato la parte più importante.Strano a dirsi ma Londra quel giorno ci aveva regalato un bel sole.
Avevo quattro anni e mia madre mi stava preparando la colazione,era stranamente taciturna quel giorno,col tempo mi sono convinta che già conoscesse in qualche modo la sua sorte.
Ricordo che mi stava portando il piatto della mia colazione e che mio padre ci aveva raggiunti sedendosi a tavola di fronte a me.Il mio ricordo successivo è quello di mio padre che mi guarda con disprezzo e quelle parole che mi hanno segnata per la vita : TU SEI UN MOSTRO.
Avevo appena ucciso mia madre.E non sapevo neanche come.
Mio padre mi cacciò fuori di casa urlando per tutto il villaggio che io fossi posseduta da Satana e che dovevo essere eliminata.Non sembrava nemmeno più mio padre. Gli abitanti del villaggio mi diedero la caccia per giorni,alla fine si convinsero che qualche animale mi avesse ammazzata prima di loro.
Sono cresciuta così,da sola.Tra un villaggio e l'altro.Ero una bambina eppure sono riuscita a sopravvivere fino ad oggi.Sono passati 11 anni d'allora.

Nota:
La storia è ambientata intorno all'episodio trenta dell'anime.Durante gli svolgimenti però,avanzerà anche l'ambientazione! :D 
Grazie mille e buona lettura.
ps.: vi avverto che questo è solo il prologo! ;-) 

 

 

Ricordo ancora molto ben quel giorno,anche se la mia mente ha stanamente cancellato la parte più importante.Strano a dirsi ma Londra quel giorno ci aveva regalato un bel sole.
Avevo quattro anni e mia madre mi stava preparando la colazione,era stranamente taciturna quel giorno,col tempo mi sono convinta che già conoscesse in qualche modo la sua sorte.Ricordo che mi stava portando il piatto della mia colazione e che mio padre ci aveva raggiunti sedendosi a tavola di fronte a me.
Il mio ricordo successivo è quello di mio padre che mi guarda con disprezzo e quelle parole che mi hanno segnata per la vita : TU SEI UN MOSTRO.
Avevo appena ucciso mia madre.E non sapevo neanche come.
Mio padre mi cacciò fuori di casa urlando per tutto il villaggio che io fossi posseduta da Satana e che dovevo essere eliminata.Non sembrava nemmeno più mio padre.
Gli abitanti del villaggio mi diedero la caccia per giorni,alla fine si convinsero che qualche animale mi avesse ammazzata prima di loro.
Sono cresciuta così,da sola.Tra un villaggio e l'altro.Ero una bambina eppure sono riuscita a sopravvivere fino ad oggi.

Sono passati 11 anni d'allora.
Vivo in un piccolo villaggio dove la gente mi conosce come Rose,la bambina orfana.E non come Rose il mostro.
Adesso ho solo quindici anni ma riesco a vivere da sola,mantenermi da sola facendo da domestica in un famiglia del villaggio.La mia vita cominciava a sembrare normale,o ci si avvicinava.
Poi sono arrivati due ragazzi al villaggio.Stavo andando a fare compere quando mi sono imbattuta in loro.Portavano un capotto nero con una strana spilla.Uno di loro stringeva nella mano destra un martello,capelli rossi e una benda su un occhio.L'altro aveva dei capelli bianchi,eppure sembrava giovane. 


-Fine prologo- 

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Capitolo 2
*** Esorcisti ***


Ho già notato parecchie volte quei due strani ragazzi farsi largo tra la folla del mio paese.
Ogni volta che li vedevo camminavano e parlavano fitto fitto, quasi come se nascondessero un segreto. Anche adesso mi sono passati accanto, vorrei fermarli e chiedergli chi sono ,ma non lo faccio. Eppure non riesco a togliergli gli occhi di dosso, tanto che credo che il ragazzo con i capelli rossi ad un certo punto se ne sia accorto, ha fatto cenno con il volto verso di me all'altro suo amico sorridendo, il suo amico però sembrava abbastanza imbarazzato.
Appena me ne accorgo abbasso la testa e continuo a camminare senza neanche guardare cosa abbia intorno.
"ATTENTA!” sento improvvisamente la voce di un ragazzo. Quando apro gli occhi davanti a me c'è un mostro enorme, ha una forma sferica e diverse cannoni sul corpo. Comincia a sparare e io sono paralizzata dalla paura. Penso che la mia ora sia giunta. Un "mostro" verrà uccisa da un altro mostro. Ma prima che io me ne accorga un grosso artiglio para tutti i colpi mentre sento due braccia afferrarmi e portami lontana. Mentre mi allontano vedo chiaramente il ragazzo con i capelli bianchi usare il suo braccio-artiglio per attaccare quel mostro. Lo divide letteralmente in due parti.

Mi volto e riesco finalmente a vedere il volto di chi mi ha trascinato via, avrei dovuto immaginarlo. È quel ragazzo con i capelli rossi di prima.
“Tu…chi sei? Cosa vuoi da me? Cos’era quello?” dico spaventata allontanandomi dal ragazzo che mi teneva ancora stretta a lui fino a pochi secondi prima.
“Hey…hey…calmati!” dice il ragazzo agitando le braccia.
“Calmarmi? Ho appena visto un mostro e come se non bastasse tu mi afferri come un maniaco!”
“Non c’è bisogno di ringraziarmi per averti salvata,sul serio” dice sarcastico il ragazzo.
“Chi siete voi?” dico d’improvviso. La faccia del ragazzo diventa seria.
“Noi, noi chi?”
“Voi, tu e il ragazzo coi capelli bianchi. Insomma siete vestiti in un modo tanto bizzarro e siete strani. Come se nascondeste un segreto”
“Noi, siamo esorcisti…”
“Esorcisti?” la mia faccia assume la forma di un punto interrogativo.
“Lavi!” qualcuno dietro di noi urla questo nome. È il ragazzo con i capelli bianchi. Il suo braccio ha ripreso sembianze umane.
“Il tuo braccio, un minuto fa era…e adesso è…è questo che sono gli esorcisti?” sputo fuori questa frase insensata farfugliandola.
“Come fai a sapere che siamo esorcisti?” domanda il ragazzo dai capelli bianchi.
“Questo ragazzo me l’ha detto.” dico indicando il ragazzo che suppongo si chiami Lavi.
“LAVI!” urla Capelli Bianchi rimproverando Lavi.
“Che c’è?” dice lui portando le mani dietro la nuca.
“Cos’è esattamente un esorcista?” domando a Capelli Bianchi.
“Quando una persona cade in una profonda depressione successiva ad un lutto, il nostro nemico che si fa chiamare il Conte del Millennio sfrutta il dolore della persona. Li convince di essere capace di far tornare in vita i propri cari. In realtà una volta richiamato in vita l’anima della persona,quest’ultima è costretta ad uccidere chi l’ha richiamato e a vestirsi della sua pelle. Perde la sua libertà e diventa un giocattolo nelle mani del Conte del Millennio. Quello che ne nasce è un Akuma, quel mostro che hai visto tu prima. Gli esorcisti distruggono gli Akuma ridando libertà alle anime. Ogni esorcista possiede un Innocence.” Il ragazzo dice tutto questo d’un fiato.
“Innocence?” dico perplessa.
“Circa cento anni fa venne scoperto un cubo di cristallo. Questo cubo nascondeva una profezia, ed era formato da un materiale chiamato “cristallo divino” .Noi lo chiamiamo Innocence. Ogni esorcista ne possiede un frammento che costituisce l’arma Anti-Akuma la mia è il braccio,quella di Lavi il martello. Tuttavia ci sono molti altri frammenti di innocence e noi esorcisti ne siamo continuamente a caccia.”
“Cosa ve ne fate dell’innocence che trovate?” domando.
“Viene custodita finché non si trova una persona compatibile.” risponde sorridendo Capelli Bianchi.
“Capisco…” replico “Beh…allora…grazie per avermi salvata.” dico sorridendo.
“Aspetta!” sento la voce di Capelli Bianchi quando ormai mi ero voltata.
“Sì?” dico voltandomi di nuovo verso i ragazzi.
“Non ci siamo neanche presentati!” risponde Capelli Bianchi
“Piacere Rose” dico sorridendo e salutando con la mano. Poi mi volto e mi incammino verso casa.
Lo ammetto. Quel ragazzo mi ha fatto paura. Non riesco a dimenticare di come fossi classificata da tutti un “mostro” e se fossi anche io un Akuma? Se fossi un Akuma e non lo sapessi? Infondo che differenza c’era tra quel Akuma e me? Siamo uguali io e lui. Due mostri a cui danno la caccia. 

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Capitolo 3
*** Non sei un mostro! ***


Nota: Due asterischi (**) al centro della pagina significa che è passato del tempo.

 

 

“Sono a casa, signora Scott!” annuncio appena varcata la soglia della casa che servo. Una signora fa capolino dalla porta che da nella cucina sorridendomi.
“Rose cara, quante volte ti devo ripetere che puoi chiamarmi Marie?” dice facendomi cenno di entrare.
“Sei stata fuori parecchio, cos’hai fatto?” mi domanda curiosa ma con il suo solito fare pacato e tranquillo.
“Oh mi scusi!” dico unendo le mani e facendo un inchino
“Oh non serve che tu ti scusi! Volevo solo sapere se eri stata fermata da qualche bel ragazzo, su confessa!”
“Ma…signora..” dico alzandomi sorpresa mentre lei assume la faccia di chi non vede l’ora di ascoltare pettegolezzi.
“Oh andiamo, non fare la timida”
“Mi dispiace deluderla, ma nessun ragazzo mi ha fermata…” dico alquanto imbarazzata. Forse in un certo senso mento, ma se le raccontassi degli Akuma forse investigando scoprirebbero che anche io lo sono. Forse questo “Conte del Millennio” mi ha obbligato ad uccidere mia madre, ma allora perché non lo ricordo?
“Sicura che non hai fatto nessuno incontro interessante? Sei tanto pensierosa ragazza!” dice la signora Scott improvvisamente disturbando i miei pensieri. In effetti mi ci ero persa dentro.
“Ah, no. Piuttosto, ci sono altre commissioni che devo svolgere?” domando cercando di cambiare discorso.
“Oh sì, dovresti andare a prendere del pane non ne abbiamo più in dispensa.”
“D’accordo!” dico io accennando un sorriso mentre lei mi da dei soldi.
“Mi raccomando incontra tanti bei ragazzi lungo il tragitto”
“Mmmh,ok ci proverò. A dopo signora Scott!” dico riaprendo la porta di casa.
“Marie!” mi corregge lei. Continua a correggermi da quando ci siamo conosciute ormai, ma io continuo a chiamarla signora Scott. Non voglio che tra noi si stabilisca un legame affettivo. Non sono una persona affidabile.

Le stradine del mio piccolo villaggio sono tutte in pietra, camminando con le mie scarpe con la suola dura si sente un ticchettio ad ogni passo. Agli altri potrà dare fastidio, a me diverte!
Presa dal ritmo comincio a saltellare come una bambina fino a quando non scorgo in lontananza i due ragazzi di prima, gli esorcisti. Piuttosto appariscenti. Fermo i miei passi sperando che non mi notino ma vedo Lavi salutarmi agitando la mano e sorridendo. MALEDIZIONE!
“Roseeeeeeeee” urla quest’ultimo correndo verso di me.
“Ci…ciao.” dico rassegnata.
“Io e Allen stavamo andando a mangiare un boccone che ne dici di venire con noi?” Ah, e così Capelli Bianchi si chiama Allen!
“Em…mi piacerebbe ma devo andare a fare una commissione e tornare a casa.”
“Ooh, dai ti aiutiamo noi! Che problema c’è? Cosa devi fare? Dai dai!” Lavi sembra euforico. Così tanto da stranirmi, non ho mai visto una persona del genere.
“Dovrei andare a comperare del pane.”
“Ti accompagniamo così poi vieni con noi!”
“Ma, non vorrei arrecare nessun fastidio…”
“Oh quale fastidio! Dai offriamo noi. Sei d’accordo Allen, vero?”
“Certo che sì!” afferma Allen sorridendo.
Sono fregata, f-r-e-g-a-t-a.

                                                                                                       **
“Quindi non vivi con i tuoi genitori eh?” mi domanda Allen tra un boccone e l’altro. Ha un appetito fuori dal comunque. Ma d’altronde anche io sono una buona forchetta.
“No.”
“Come mai?” m’incalza Lavi curioso.
“Oh, una lunga storia. Ma non mi va di raccontarla.” Forse la mia risposta è un po’ acida.
“Oh” è l’unico verso che riesce a fare Lavi.
“Allora, come si riconosce un Akuma?” domando improvvisamente.
“Sono capaci di mascherarsi da umani per mischiarsi tra la folla. Quindi praticamente siamo sempre in guardia. Tutti potrebbero essere Akuma, anche tu!” replica Lavi.
“E allora perché con me tenete la guardia bassa? Insomma chi vi dice che io non sia un … mostro?”
“Non mi sembri un ‘Mostro’ ” risponde Lavi.
“Sbagli.” Dico giocherellando con un bicchiere vuoto. “ Lo sono” concludo.
“Perché lo pensi?” interviene Allen.
“Perché io ho ucciso mia madre, io sono un mostro.” Dico alzandomi e avviandomi verso l’uscita della locanda dove ci eravamo fermati a mangiare.
“Rose.” Qualcuno mi ferma afferrandomi per un braccio, la voce sembra quella di Allen.
“Non sei un mostro.” Dice lasciando la presa.
Neanche mi volto a guardarlo e scappo via. Tornando a tutta velocità a casa dei Scott.
Perché sono così sicuri che io non sia un Akuma se neanch’io ne sono tanto sicura?


 

 

 

 

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Chiedo umilmente perdono! *si inginocchia* lo so che ci ho messo anni per postare e che il capitolo non è lunghissimo ma ma...ma...ma chiedo perdono, vi prego non lanciatemi i pomodori contro! :O 
Approfitto per ringraziare chi ha recensito il prologo e il primo capitolo. Grazie, grazie, grazie. Spero lasciate anche qui una recensione.
Alla prossima gente! :* 

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