Raccontami una storia!

di Lady Cheshire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il mare è l'inizio di ogni cosa ***
Capitolo 3: *** Due cameriere sadiche e due maggiordomi poco professionali ***
Capitolo 4: *** Mi piacciono gli abiti da uomo, e allora? ***
Capitolo 5: *** Una regina un po' eccentrica ***
Capitolo 6: *** In noi nasce qualcosa di nuovo ***
Capitolo 7: *** Perdersi in città ***
Capitolo 8: *** Il passato di Ikuto ***
Capitolo 9: *** A Oyuma. L'incontro con il conte e l'incidente di Ikuto ***
Capitolo 10: *** Lacrime d'amore di una ragazza sotto la pioggia ***
Capitolo 11: *** Sentimenti sotto le stelle ***
Capitolo 12: *** Ricordi e verità ***
Capitolo 13: *** La vera me ***
Capitolo 14: *** La fine della storia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Negli occhi di lui,
Confusione, imbarazzo, domande.
Lui vede,
Nel calore dell’oro un’ancora di salvezza.
 
 
Negli occhi di lei,
Smarrimento, paura ,domande.
Lei vede,
Nell’ametista un aiuto sincero.


Quando il destino
Profuma di mare...

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Capitolo 2
*** Il mare è l'inizio di ogni cosa ***


“La prego signorino, si fermi!”
 “Signorino! Torni qui!!”
    “Non ci penso neanche!”
Eccomi qui, a scappare dalla reggia per l’ennesima volta passando davanti al quadro di mio padre, così simile a me, il mio stesso viso e gli stessi occhi. Nel quadro sorride mentre stringe per la vita mia madre, quando era re il regno aveva attraversato il suo periodo d’oro, ma ora lui non c’era più. Salto giù dalla finestra e comincio a correre verso il mare. Io sono il principe di questo regno, il regno di Kikyu, ma la mia vita non mi piace. Io ho sete di libertà, di vedere il mondo, è il mio più grande desiderio. Mio padre era l’unico che mi capiva, che condivideva con me le sue passioni che poi sono diventate anche le mie, è lui ad avermi sempre detto che oltre il mare che stabilisce i confini del regno ci sono altri mondi, misteriosi e bellissimi. Pieni di gente diversa da quella del mio paese, con usanze e tradizioni da scoprire, ma io sono bloccato qua! In questo regno che amo e odio allo stesso tempo, in quella reggia che per me non è altro che una gabbia dorata dalle pareti troppo strette, da quando lui è morto o meglio è stato ucciso. Il mio patrigno ha ucciso mio padre, il precedente re, e usurpato il trono costringendo mia madre a sposarlo minacciando me e mia sorella. Da allora non posso più fare nulla, non posso nemmeno uscire dalla corte, ma io me ne infischio delle regole imposte da quell’uomo che con me non ha alcun legame. Purtroppo sarò costretto a sottostare a lui comunque, e dovrò portare avanti un’insulsa disputa con il –Regno al di là del Mare- ovvero il regno di Sora. Che schifo, perché doveva capitare a me? Almeno mia sorella è stata mandata lontano per studiare, e so che nessuno potrà farle del male.
Mentre cammino in riva al mare qualcosa attira la mia attenzione ma da lontano non mi è chiaro cosa sia. Mi avvicino, con cautela visto che non so di cosa si tratti ma rimango piacevolmente sorpreso di capire di cosa si tratti. Sulla spiaggia c’è una ragazza, priva di sensi. Devo ammettere che è molto bella. Non appena mi avvicino si risveglia e punta gli occhi sul mio viso, mi guarda con aria confusa, con lo sguardo di una bambina che si è persa.
“Tu sai chi sono?” mi chiede lei confusa mentre si porta una mano alla testa
  “No, è la prima volta che ci incontriamo…come non sai chi sei?” Le porgo una mano ma lei non accetta e si alza da sola, anche se un po’ barcollante                                                  
“Non lo so, o meglio non me lo ricordo”
  “Quindi soffri di amnesia…”
Detto questo la osservo e noto un dettaglio piuttosto imbarazzante, indossa solo una sottoveste bianca, e bagnata ,che aderisce al suo corpo.
  “…sai che non sei niente male?” dico con un filo di malizia
“Smettila cretino!” Risponde lei arrossendo vistosamente indietreggiando di colpo ,a causa del movimento brusco perde l’equilibrio e rischia di cadere. Riesco a impedire la caduta per il rotto della cuffia.
  “Ehi tutto a posto?”
“Si grazie!” Disse aprendosi in un bellissimo sorriso.
  “Vieni con me, non puoi restare bagnata o ti prenderai un malanno" Dissi prendendola per mano
“Dove mi porti?” domanda un po’ titubante
  “A casa mia…”

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Capitolo 3
*** Due cameriere sadiche e due maggiordomi poco professionali ***


“Dove mi porti?” domanda un po’ titubante
  “A casa mia…”
“C-come a casa tua?!”il suo viso aveva cambiato almeno una decina di tonalità di rosso differenti, che buffa!
  “Tranquilla, non ti farò nulla, puoi fidarti di me”
Lei rispose con un silenzio imbarazzato
Dopo poco arrivammo alla reggia e subito incontrammo Rima e Yaya, le due cameriere più giovani di corte, intente a cercarmi.
   “Signorino, finalmente!”
 “Ma dov’eravate finito?”
  “A dopo le spiegazioni, occupatevi di lei per favore. E smettetela con questo –signorino-, per voi io sono Ikuto e basta!”
 “Ma…”
  “Niente ma, e ora andate, è tutta per voi”
Le due domestiche guardarono con perplessità la ragazza che ora stava dietro di me e si guardava intorno. Alle due non pareva vero di dover vestire una ragazza così la presero brutalmente in ostaggio, nonostante le recriminazioni della vittima, e la portarono in uno dei bagni della reggia. Io mi accomodai in un salotto poche stanze più avanti, il più piccolo ma, a mio avviso, il più accogliente. Dopo poco entrarono Kukai e Nagihiko, i miei maggiordomi e i miei unici amici.
 “E’ la prima volta che porti una ragazza ha corte ma devo dire: Ottima scelta!” 
"Quanto siete poco professionali"
   “Kukai ha ragione, è davvero carina”
“Già, ma voi come lo sapete?E quando inizierete a comportarvi da veri maggiorrdomi?”
   “Abbiamo visto Rima e Yaya che la trascinavano in bagno e...mai, siamo i tuoi amici prima che essere maggiordomi”
"Devo scegliere meglio il personale"
 “Poverina, ma proprio con quelle due la dovevi lasciare?”
   “Vero, ci sono un mucchio di cameriere molto meno…sadiche”
“Avete ragione, sarà terrorizzata. Quelle due fanno paura”
 “Tu Nagi lo sai bene, Rima è la tua ragazza”
   “E smettila di sbandierarlo in giro”
Poi scoppiammo tutti e tre in una sonora risata
 “Ah, Yaya mi ha dato questi, li aveva la ragazza”
Kukai mi posò in mano un piccolo medaglione dorato, lavorato finemente e con estrema precisione, e un cammeo, anch’esso molto bello ma aveva inciso un simbolo che non avevo mai visto prima. Dentro il medaglione c’era una foto con tre persone, ma l’unico volto visibile era il volto della bambina in centro, quello dei genitori era solo una macchia sbiadita. Nel lato opposto alla foto era incisa una scritta:

                                               Alla nostra adorata Amu

“Amu…” 
 “Quindi è così che si chiama! Un bel nome non trovi Nagi?”
   “Molto!”
In quel momento la persona di qui stavamo parlando spalancò la porta e la richiuse subito alle sue spalle, era ancora bagnata e col fiatone, e rimasi abbastanza interdetto a quella visione. Rimase molto scioccata del realizzare che si trovava in accappatoio in una stanza con tre ragazzi.
“Ah- ecco. I-io no, cioè…”
    “Signorina, venga il vestito è pronto” Nella voce di Yaya si percepiva una nota di sadismo puro ma la cosa più divertente era la faccia di Amu, era terrorizzata!
“Aiutatemi! Quelle due mi fanno paura!”
    “Ahah va bene, vieni con me. Nagi ,Kukai aprite il passaggio per favore”
  “Subito capo!” Dissero per poi aprire una porta nel muro, ecco pronta una via di fuga istantanea.

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Capitolo 4
*** Mi piacciono gli abiti da uomo, e allora? ***


  “Subito capo!” Dissero per poi aprire una porta nel muro, ecco pronta una via di fuga istantanea.
    “Prima le signore!”
“Dove porta questo cunicolo?” mi chiese mentre entravamo
    “Nella mia stanza, devo dedurre che non ami i vestiti da donna?”
“Come l’hai capito?”
    “Vedi quelle due smaniano dalla voglia di essere le cameriere di una ragazza per una volta, visto che si occupano quasi sempre di me. Sono sicuro che volevano appiopparti un vestito esageratamente vistoso, ho indovinato?”
“Esatto! Non li sopporto, sono scomodi e ingombranti! Preferisco gli abiti da maschio”
    “Ahah sei la prima donna che sento parlare così, mia sorella stravedeva per quegli abiti e credevo che tutte le donne la pensassero come lei”
“Io sono l’eccezione che conferma la regola” dice sorridendo orgogliosa delle sue parole.
Arrivati nella mia stanza gli diedi una mia camicia e un paio di pantaloni che mia sorella teneva nel mio armadio ,anche se non mai capito perché non li tenesse nel suo, ne tantomeno perché li avesse ma ora tornavano utili quindi va bene.
“Scusa non è che hai anche una cintura?”
    “Si certo, ma a cosa ti serve?”
“Ad accorciare un po’ la camicia”
    “Allora io esco, dimmi quando posso rientrare” e la lasciai sola. Cavoli sembrava uno di quei romanzi rosa che piacevano tanto ad Utau ,a quante persone capita di trovare una bella ragazza svenuta sulla spiaggia?
“Ho finito se vuoi rientrare”
    “Wow, sei veloce a vestirti”
“Mai stata una di quelle che passa ore davanti allo specchio, o almeno credo”
    “Ti stanno bene gli abiti maschili”                                                                                                                                                     Usava la mia camicia come una casacca, viste le dimensioni più che differenti, stretta in vita dalla cintura che mi aveva chiesto. I pantaloni le fasciavano perfettamente le gambe affusolate e snelle.
“E’ per questo che li indosso, con quelli da donna sono ridicola” rispose per poi scoppiare in un’allegra risata.
    “Io non ne sono convinto… per me staresti benissimo”
“E piantala!”
    “Senti prima mi hanno dato questi. Sono tuoi?” gli mostrai medaglione e cammeo
“Si li avevo quando mi sono svegliata sulla spiaggia, ah a proposito, grazie per avermi aiutata”
    “Di nulla, dovere. Senti qui c’è scritto che ti chiami Amu ti dice niente”
Lei si limitò a scuotere la testa però poi sorrise
“Bhe, almeno so di avere un nome no?”
    “Già almeno è un passo avanti…Io sono Ikuto piacere”
“Piacere mio, Ikuto. Io sono Amu a quanto pare” Aveva davvero un bel sorriso, luminoso e sincero. Poche ragazze mi sorridevano così naturalmente. Molte ,anzi tutte, erano solo oche che mi sbavavano dietro.
Poi mi accorsi che ,standole larga, la chiusura della camicia non le arrivava fino al collo ,così non mi trattenni dallo stuzzicarla un po’
“Posso dirti una cosa?” dissi prendendole il viso tra le mani e avvicinandomi a lei
 
  “C-cosa…?”                                                                                                                                                                                             Mi avvicinai al suo orecchio e…
“Ti si vede il seno!”
  “CRETINO!!” disse per stringendosi le braccia intorno al petto
“Devo dire che sei messa bene” quanto mi diverto a infastidirla
  “SMETTILA” disse dandomi un pugno sul torace ,al che io le afferrai il polso e l’attirai verso di me. Purtroppo quel gesto la fece barcollare e cademmo insieme sul mio letto, in una posizione piuttosto equivoca se vista da chi non era presente fino a pochi secondi prima.
Lei era sdraiata su di me ,sul suo viso era comparso un colore di certo non esistente in natura mentre io sorridevo con un misto tra il divertito e il compiaciuto.

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Capitolo 5
*** Una regina un po' eccentrica ***


Qualcuno mi spiega per quale assurda ragione sono stesa sul petto di un ragazzo che ho conosciuto si e no due ore fa? Qualcuno lassù mi odia per caso? La cosa più irritante è che lui si diverte in questa imbarazzante situazione. Solo di una cosa non mi capacito, perché non riesco a distogliere lo sguardo  dai suoi occhi? In quel momento entra dalla porta una donna, bellissima dai lunghi capelli biondi. Indossava vestito semplice, color albicocca con dei nastrini sul corpetto e le maniche a sbuffo. Sulla testa aveva un diadema argentato…la regina! L’unica cosa che avevo capito dal rapimento di quelle due era che questa era la casa della famiglia reale.
    “Ho interrotto qualcosa?” chiese ingenuamente la donna al che mi accorsi che eravamo ancora in quella imbarazzate posizione. Scattai in piedi come una molla e divenni rossa come un peperone.
  “No mamma ,non ho fatto in tempo” disse lui con fare malizioso
“Zitto, idiota!” Sibilai a bassa voce
   “Finalmente hai trovato una ragazza ,eh Ikuto?” domando per poi osservarmi con i suoi grandi occhi color malva, così simili a quelli del figlio eppure così diversi.
   “E’ molto carina…come ti chiami?”
“Amu, maestà”
   “Via non essere così formale ,chiamami Souko”
  “Mamma smettila, la metti in imbarazzo”
“Perché tu no?”
  “Io sono il tuo ragazzo, posso farlo”
“Ma non è vero, smettila di sparare cavolate”
   “Che tu sia o meno la ragazza di mio figlio non importa, è un piacere conoscerti” disse porgendomi la mano, io la strinsi un po’ titubante.
-Un tipo particolare la regina!-
   “Allora dimmi, da dove vieni?”
“Non lo so”
  “Soffre di amnesia” Spiegò Ikuto
   “Oh povera cara ,mi spiace”
“Fa nulla, l’unica cosa che ricordo è che stavo viaggiando in nave, poi la nave è stata assalita e sono caduta in mare. Poi il buio e quando mi sono svegliata c’era lui” dissi indicando il ragazzo al mio fianco.
   “Bhe, finché non recuperi la memoria sei ospite di corte”
“Non dovete disturbarvi”
   “Tranquilla lo faccio con piacere, e poi questo posto è talmente grande che fa piacere avere una persona in più con qui fare due parole ogni tanto”
“In tal caso vi ringrazio”
  “Mamma dovevi dirmi qualcosa?”
   “Si, volevo ricordarti che stasera c’è una festa a corte e tu devi essere accompagnato da una ragazza.”
  “Ma io non ci voglio venire! Non mi va di essere circondato da persone false come Lui”
   “Devo partecipare per forza tesoro” Disse accarezzando il viso del figlio, quel gesto mi sorprese non poco. Gli occhi della regina erano velati di una tristezza della quale non mi capacitavo, ma credo che mai avrei osato profanare il dolore di quello sguardo. Non pensavo che anche nelle famiglie reali si percepisse il concetto di amore per la famiglia, io sapevo che per i reali i figli erano solo uno strumento per mandare avanti la discendenza. Ma ,a quanto a pare ,non è sempre così.
  “Allora mi accompagnerà Amu”

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Capitolo 6
*** In noi nasce qualcosa di nuovo ***


  “Allora mi accompagnerà Amu”
“Scusa ma perché io?”
  “Perché preferisco te a una gallina fastidiosa! Almeno quando sorridi sei sincera, e non ti avvicini a me perché sei un’arrampicatrice sociale”
“Voleva essere un complimento?”
  “Si, credo…”
   “Si vede che mio figlio non è abituato a trattare con le ragazze eh?”
“Un pochino…”
   “Starai nella stanza di Utau. E’ qui a fianco quindi per ogni cosa puoi rivolgerti a una domestica o a Ikuto d’accordo? A stasera ragazzi, e non combinate niente mi raccomando”
Detto questo se ne andò facendo sprofondare me e Ikuto in un imbarazzo abissale, o almeno io ci sprofondai fino al collo.
  “Scusala mia madre è una donna un po’ particolare”
“Fa nulla, è molto simpatica”
Continuammo a chiacchierare seduti sul letto.
Quando non si comporta da maniaco è molto simpatico, è piacevole parlare con lui.
Più tardi gli stessi 4 ragazzi che avevo conosciuto oggi vennero nella stanza di Ikuto.
Le due domestiche mi presero di nuovo in ostaggio e io mi arresi perché sapevo che ad una festa galante dovevo indossare un vestito consono all’occasione. I due maggiordomi si occuparono di Ikuto.               
Così tra un vestito e l’altro arrivò l’ora della festa e io mi ritrovavo ad indossare uno scomodissimo vestito da donna.
Era color notte e il corpetto mi fasciava il busto fino ai fianchi, dove poi si apriva in una voluminosa campana, anche se non era esagerato come glia altri che mi hanno fatto provare. 
In vita aveva un nastro di raso blu e tutto l’abito era decorato con ricami argento simili a fiocchi di neve.
Persino io trovavo bello quel vestito…ma non lo indosserò mai più dopo questa serata!
Al centro del corpetto avevo appuntato il cammeo e al collo portavo il medaglione, sentivo di doverlo fare.
(http://www.google.it/imgres?q=abito+da+ballo&start=186&hl=it&gbv=2&addh=36&tbm=isch&tbnid=M4KH9yp6IkK9TM:&imgrefurl=http://www.weddingdressesgo.com/it/quinceanera-abito-da-ballo-sweet-sixteen-style-dress-designer-mbd8243-p1733250&docid=aRoZxAOWJMxWhM&imgurl=http://67.21.94.34/gaolinimages/g1//product/2/6730.jpg&w=600&h=736&ei=oePlT_HYN8Pe4QSz-LyqAQ&zoom=1&iact=hc&vpx=1122&vpy=258&dur=553&hovh=249&hovw=203&tx=131&ty=113&sig=106943458918519150371&page=7&tbnh=151&tbnw=122&ndsp=32&ved=1t:429,r:31,s:186,i:101&biw=1366&bih=667)
Rima e Yaya, come le quali ormai avevo fatto amicizia nei due rapimenti, mi accompagnarono fino alla sala dove si sarebbe tenuto il ricevimento.
Un enorme salone che sembrava fatto di cristalli da quanto era splendente e il profumo dei gigli che decoravano la sala era intensissimo, faceva girare la testa.
Era pieno di persone  fasciate da vestiti eleganti e sul viso dei falsi sorrisi. Mi sentii immediatamente fuori luogo,
ma a calmarmi ci pensò Ikuto che mi prese sotto braccio. Quel gesto mi tranquillizzò molto nonostante
quel ragazzo in due ore mi abbia fatto saltare i nervi almeno una dozzina di volte.
   “Sei bellissima!”
“Anche tu stai bene” Lui indossava un abito dello stesso blu del mio, semplice e senza troppi fronzoli
inutili e con dei ricami argentati sulla camicia bianca che si vedeva sotto la giacca, lunga  come se incorporasse
anche il mantello, che infatti non portava.
Poi una voce disse una frase che mi fece gelare il sangue nelle vene:
    “Ora il principe e la sua accompagnatrice  raggiungeranno il centro della sala e apriranno le danze”
Come cavolo pretende che io sappia ballare? Guardai Ikuto e lo vidi scioccato quanto me.
- - Dimmi che è uno scherzo!- -
  - - Non posso accontentarti, di solito è mia sorella che apre le danze perché io salto questi eventi- -
- - Sei uno scemo- -
  - - Scusa- -
Mentre scendevamo le scale mi sentivo  addosso gli sguardi di tutta la sala, al che arrossii in maniera piuttosto vistosa. Dovevano trovarmi ridicola e del tutto priva di grazia, ma in fondo cosa si poteva pretendere
da una ragazza che ha appena scoperto il suo nome? Che balli il walzer come una donna di mondo?
A quanto pare avrei dovuto imparare sul campo…spero solo di non fare brutte e figure!
Ikuto invece sembrava abituato agli sguardi svenevoli delle ragazze che lo fissavano aveva ragione…sono tutte oche! Ma sopratutto...perchè quegli scguardi mi infastidiscono?
***
Era terribilmente irritante che tutti i ragazzi della sala la fissassero come pesci bolliti!
E lei arrossiva pure! Bhe magari lei era solo in imbarazzo per la situazione in cui l’avevo cacciata, come potevo essermi dimenticato dell’apertura delle danze? Sono un cretino!
Non volevo metterla nei guai. Arrivammo al centro della sala sotto gli occhi di tutti, cosa che agitava visibilmente Amu che stingeva nervosamente il vestito.
Ma visto che ormai eravamo in gioco bisognava giocare. Presi la sua mano e la misi sulla mia spalla poi le
strinsi la vita e le sussurrai all’orecchio:
 --Segui i miei passi- -
- - Va bene- -
Ed era partita la musica dell’ orchestra non appena avevamo iniziato a muoverci.
Lei aveva cominciato  in maniera insicura, con piccoli passi ma pochi secondi dopo iniziò a muoversi con maestria e eleganza, sembrava un’altra persona ma era bellissima.
In quel momento tutto il resto era sparito, c’eravamo solo io e lei. Maledissi  l’orchestra in tutte le
lingue possibili quando la musica terminò tra gli applausi degli invitati, avrei voluto tenerla ancora stretta a me,
Amu aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se con la testa fosse da un’altra parte.
  --Tutto bene?- -
--Si, è solo che mi veniva così naturale ballare. Mi fa strano, non credevo di saperlo fare- -
  - - Forse hai imparato a ballare prima dell’incidente- -
--Può darsi- -
 Dopo siamo andati a salutare i sovrani, o almeno lei doveva farlo ma non appena il mio patrigno la vide sbiancò di colpo…
*** 
Non può essere, quel simbolo sulla spilla, non può essere lei. Avevamo fatto attaccare la nave apposta per ucciderla, non poteva essere ancora viva.
Eppure su quel cammeo si stagliava inconfondibile il disegno dell’angelo con la spiga e la lancia…il simbolo del regno di Sora. Ma forse non era lei, magari era solo una ragazza imparentata con la corte che ha conosciuto Ikuto in una delle sue fughe quotidiane.
Già non poteva essere la principessa del –Regno al di là del Mare-  lei era morta quando abbiamo attaccato la nave, lei era un’altra ragazza, doveva esserlo!
***
   “Piacere di rivedervi madre, padre” Sputò l’ultima parola con un risentimento incredibile,
che Ikuto non abbia un buon rapporto con suo padre?
     “Piacere mio figliolo! Chi è la tua graziosa compagna?”
     chiese volgendosi verso di me ,bianco come un cadavere.
“Mi chiamo Amu, altezza”
Dissi io con una riverenza, quell’uomo mi metteva soggezione, quasi paura. Come se con lo sguardo volesse farmi del male.
***
Dopo l’incontro, saluto i miei genitori e la serata passa velocemente.
Molte persone volevano parlare con Amu, in fondo era la prima ragazza che mi accompagnava ad una evento a corte, era una rarità, io solitamente le ragazze le tenevo lontane. Sembrava nata per intrattenere le persone, parlava di ogni argomento con ogni persona, era molto elegante nei gesti, nei movimenti anche la risata era elegante.
Non sembrava la ragazza di questo pomeriggio. La serata era trascorsa così tra chiacchiericci
e sguardi, soprattutto miei rivolti a quei ragazzi che guardavano Amu con fare lascivo
mentre parlava con delle ragazze. Ascoltai per sbaglio una loro discussione e loro erano
veramente acide, le rivolgevano solo delle offese, seppur in modo educato e sottile, stavo per intervenire ma
Amu rispose a tono, ogni volta che le venivano rivolte parole di scherno lei rispondeva educatamente,
ma in modo altrettanto sottile e un po’ velenosa…si stava trattenendo per non fare brutta figura!
Una volta terminata la festa se ne andò in camera sua accompagnata da Rima e Yaya mentre io rimasi a salutare
la moltitudine di ospiti che finalmente sloggiava da casa mia!
Il mio patrigno sembrava malato tanto era pallido ed era così da quando aveva conosciuto Amu…che sapesse qualcosa di lei? Prima di andare a dormire volevo andare a salutarla così sono andato da lei, ma non ricevevo risposta e entrai senza permesso
“Amu? E’ tutto a posto?”
La trova distesa sul letto con un braccio sugli occhi, si era addormentata! Faceva tenerezza.
Appena mi avvicinai cambiò posizione per girarsi su un fianco, sembrava una bambina.
Mi sono chinato per guardarla in viso, il viso rilassato, il respiro regolare del sonno , le labbra leggermente dischiuse…
“Certo che è carina…”
dissi sorridendo delle mie stesse parole, non mi ero mai interessato alle ragazze, erano tutte uguali
ma lei no era…diversa anche se non riuscivo a capire perché, ma sentivo che era così!       
Prima di uscire le lasciai un bacio sulla fronte, non ho idea del perché l’ho fatto, mi è venuto d’istinto.
“Buonanotte Amu”
Detto questo me ne andai, senza accorgermi che per tutto il tempo qualcuno mi aveva osservato nell’ombra…

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Capitolo 7
*** Perdersi in città ***


Mi sveglio con i primi raggi del sole, come al solito, non mi è mai piaciuto dormire fino a tardi. E’ già una settimana che Amu è alla reggia e ormai si è ambientata alla perfezione e va d’accordissimo con mia madre. Dopo poco scesi in cucina a salutare Kukai e Nagihiko che erano già svegli da un pezzo.
“Buongiorno ragazzi!”
  “Buongiorno a te Ikuto”
 “…”
“Kukai stai male? Hai una faccia…”
   “Ha solo sonno lascialo perdere”
 “Z -Z -Z “
“Non sta dormendo vero?”
   “Non mi pronuncio.”
    “Buongiorno a tutti!!”
     “ ’Giorno”
 “Ah Yaya ,la solita casinista vero?”
    “Ovvio principe!”
     “Cos’à Kukai?”
“Dorme”
     “Davvero? Da in piedi?”
“A quanto pare… sentite ragazze Amu è già sveglia?”
    “Com’è che ti interessa tanto??”
     “Zitta Yaya! Si è svegliata almeno mezz’ora fa ed è uscita pressoché subito”
“Voi sapete dove potrebbe essere andata?”
     “Mi pare avesse parlato della spiaggia, ma non sono sicura. Potresti iniziare da li”
“D’accordo, grazie ragazze. Ci vediamo dopo” detto questo sono andato subito alla spiaggia. Ma era matta? Andare in giro da sola in un posto che non conosce? Fortuna ha voluto che l’avevo trovata subito. Era seduta in riva al mare e guardava l’orizzonte, lo sguardo perso nel vuoto.
“Tutto bene?”
  “IKUTO! Ma sei matto? Mi hai fatto prendere un colpo!”
“Scusa scusa…siamo nervosette?”
  “No è che stavo cercando di ricordare qualcosa e non ci riesco, la cosa mi irrita molto”
“Non devi sforzarti! Vedrai che i ricordi torneranno da soli, dai tempo al tempo”
  “Forse hai ragione, è che quello che è successo l’altra sera… mi veniva così spontaneo muovermi in mezzo ai nobili di quella sala anche se non capivo perché”
“Forse sei di famiglia nobile e ci sei abituata”
  “Non credo, e poi non mi interessa. Sono dell’idea che i ranghi sociali siano destinati a decadere molto presto, e li trovo anche alquanto inutili a essere sincera”
“Anche io la penso come te. In fondo siamo tutti essere umani no? Perché dovremmo essere classificati in base alla dinastia o ai soldi?”
  “Viviamo in una società ipocrita Ikuto, non possiamo farci nulla se qualcuno più grande di noi, in passato, ha deciso di organizzare la politica mondiale in modo tanto assurdo”
“Hai ragione, cambiamo discorso va che è meglio. Se no ci deprimiamo tutti e due…ti va di vedere la città?”
  “Si, mi piacerebbe molto” Ora ne sono convinto fermamente, il suo sorriso è il più bello che abbia mai visto! Ricambio il suo sorriso e ci incamminiamo verso il centro città.
***
Perché vederlo sorridere mi fa tanto piacere? Forse perché i suoi occhi sono sempre velati di malinconia? Non capisco, è dall’altra sera, quando abbiamo ballato insieme, che sentirlo vicino mi fa uno strano effetto. Adesso ,per esempio, mi sta camminando accanto ,la sua mano sfiora la mia e il cuore prende a battermi più velocemente, perché?  Sono una ragazzina senza passato, che diritto ho di sentirmi così nei confronti di un principe? Nessuno! Dopo una ventina di minuti, che a me erano sembrati interminabili, siamo arrivati in città. Era bellissima, frenetica e piena di gente che camminava indaffarata tra le vie, o che si fermava a chiacchierare davanti alle vetrine dei negozi.
  “E’ una bella città, molto attiva”
“Si, è vero. Forse un po’ piccola ma è un bel posto”
  “Sei fortunato, governerai un paese molto bello ,un giorno”
“Già, anche se non è nei miei primi interessi diventare re, prima vorrei vedere cosa c’è oltre i confini, scoprire il mondo e tornare qui cosciente che nessun posto è bello come casa propria”
  “Ammirevole, chissà se anche io la penserei come te se fossi una futura governante. Però condivido i tuoi ideali, visto che li sto sperimentando. Ho visto cosa c’è oltre casa mia e, visto che non me la ricordo, penso che nessun posto sia bello come quello”
“Come siamo filosofiche…abbiamo scelto un brutto orario però”
  “Perché”
“Perché c’è il flusso di persone che deve...”
***
Non avevo fatto in tempo a finire di dirlo che era stata trascinata via da un fiume di persone, facendomela perdere di vista.
“Appunto… e adesso dove la cerco?” così iniziai la ricerca, poteva essere ovunque. Più la cercavo, più mi saliva l’ansia…e non capivo il perché! Poteva succedergli qualunque cosa! Poteva anche essere piccola come città ma non per questo non era pericolosa.

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Capitolo 8
*** Il passato di Ikuto ***


Bene, e adesso? Sono da sola, non so dove sia Ikuto, e non so come tornare alla reggia! Ma come sono fortunata! Bhe la cosa più semplice da fare mi sembra chiedere indicazioni e tornare alla reggia dove, in qualche modo, rintraccerò Ikuto. Si certo, è più facile a dirsi che a farsi, ma comunque provare non costa nulla no? Ma prima cerchiamo di tornare sulla strada di prima ripercorrendo il percorso della fiumana che mi ha trascinato via poco fa… dannazione sembrano tutte uguali! Dopo aver percorso un paio di traverse mi trovo davanti due uomini, con una faccia non molto raccomandabile a dire il vero, che stanno parlando. Mi nascondo dietro al muro e faccio per andarmene ma:
“E così sono già passato 7 mesi da quando il re è morto”
  “Già, da quando l’hanno ucciso il paese sta andando a pezzi”
“Vero, il re Aruto sapeva governare molto bene. L’unica cosa che sa fare questo tipo è solo spremerci di tasse”
  “Concordo, ah non vedo l’ora che salga al trono il principe. Governerà certamente come suo padre, confidando che non venga assassinato pure lui”
“Lo spero anche io, il principe è la nostra unica speranza. Mi auguro che quel bastardo non stia facendo del male alla regina e alla principessa”
  “No, la principessa è stata mandata a studiare lontano dalla madre mentre della regina non si hanno più notizie da quando he sposato l’assassino di suo marito. Povera donna, costretta a sposare l’uomo che l’ha distrutta per proteggere il regno e i figli”
 -Quindi è così che stanno le cose a corte! Ecco perché Souko è sempre malinconica anche quando ride! Devo trovare Ikuto e parlare con lui-
Mi sono messa a correre alla cieca, cercando in qualche modo di non pensare alle parole di quell’uomo. Non mi potevo nemmeno immaginare Ikuto steso a terra in una rosa di sangue scarlatto. Dopo pochi minuti di corsa andai a sbattere contro una persona:
“Ah, mi scusi , non l’avevo vista”
  “Tranquilla, ti stavo cercando”
“Ikuto?! Meno male che ti ho trovato, non sapevo dove andare” le lacrime iniziavano a pungermi gli occhi
  “Va tutto bene, stai tranquilla è tutto a posto… mi sono preoccupato da morire” e mi aveva abbracciato di slancio, facendomi diventare rossa come un pomodoro. Che imbarazzo! Ma adesso veniva il momento di essere seri…
“Senti Ikuto dovrei parlarti di una cosa che mi sentito. Non so fino a che punto arrivi la verità ma te ne voglio parlare comunque”
   “Dimmi, che cosa c’è?”
“Ho sentito dire da due uomini che tuo padre è stato assassinato dal re…è vero?”
  “…si Amu, è tutto vero! L’hanno ucciso davanti ai miei occhi…”
***
Flashback
Stavo andando da mio padre, mi aveva promesso che oggi saremmo andati nel bosco con Utau e la mamma. Ultimamente i miei genitori avevano avuto molti impegni governativi e quindi oggi avevano deciso di passarlo con noi e con la famiglia del conte Hotori, suo grande amico da anni. Con me c’era anche Tadase, figlio del conte, che ormai viveva solo col padre visto che la madre era morta per malattia quando era ancora piccolo, ma non appena svoltammo il corridoio fummo costretti a nasconderci dietro ad un muro. Il pavimento di marmo bianco ora era diventato una sola e densa macchia di sangue rosso, rose scarlatte decoravano i muri e i quadri. A terra giaceva il corpo del conte con un lungo taglio slabbrato che gli attraversava il petto dalla spalla destra all’anca sinistra; al centro del corridoio mio padre stava combattendo a colpi di spada con il loro aggressore : Il primo ministro! Era sempre stato avido di potere ma non avrei mai pensato che avrebbe potuto addirittura cercare di uccidere mio padre pur di avere soldi e fama. A un certo punto mio padre si piegò a causa di una ferita alla gamba e l’assassino  ne approfittò trapassando il petto di mio padre con la spada, da parte a parte, poi scappò dalla finestra. Tadase tornò a casa, non dicemmo nulla di quel che era successo tanto nessuno ci avrebbe creduto, e ereditò il titolo del padre e io dovetti sopportare il matrimonio di mia madre con il primo ministro…l’assassino di mio padre.
Fine Flashback
Lacrime calde sgorgavano dai suoi occhi color miele
“Come fanno i cittadini a conoscere la verità?”
  “Pare che anche delle cameriere abbiano assistito alla scena e abbiano divulgato la voce”
“Mi spiace Ikuto, non avrei dovuto parlarti di questa storia”
  “Non preoccuparti, te ne avrei parlato lo stesso prima o poi. E’ solo che è triste ripensarci, fa male…” e per la prima volta, piansi, abbracciato a quella ragazzina così piccola eppure così forte.
“Allora faremo così! Andremo da questo tuo amico e ci faremo fare uno scritto dove racconta la verità e appoggia la tua versione.”
  “Tanto a cosa servirebbe?”
“A farci amici i sovrani di un altro regno e farlo rinchiudere per assassinio”
  “Non ti facevo così calcolatrice”
“Nemmeno io francamente…quando partiamo?”
  “Domani”
E così il giorno dopo eravamo già a cavallo verso la provincia di Oyuma.

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Capitolo 9
*** A Oyuma. L'incontro con il conte e l'incidente di Ikuto ***


 Andavamo a tutta velocità e, infatti, arrivammo ad Oyuma dopo tre giorni di viaggio. Era una cittadina molto tradizionale, davvero pittoresca.
“Dove sarà casa Hotori?”
  “Direi che provare dal gigantesco villone laggiù è un buon punto di partenza”
Infatti davanti alla porta della villa c’era scritto – Casa Hotori –
“E’ stato più facile del previsto”
  “Trovi?”
Una volta bussato la risposta non si era fatta attendere e aveva aperto la porta un ragazzino, dai capelli biondissimi e gli occhi vermigli. Non appena realizzò che chi aveva davanti gli si gonfiarono gli occhi di lacrime.
   “Ikuto…”
  “Ciao Tadase, è bello rivederti dopo tanto tempo”
   “Anche per me, allora? Cosa ti spinge così lontano dalla tua gabbia?”
  “Lei, che mi ha dato la forza di svelare il segreto che vela la mia nuova famiglia” dissi presentando Amu al mio amico.
“Piacere, conte…”
   “CONTE? Io non sono un conte, io sono un principe anzi, un RE!!” (si l’ho messa un po’ in OOC, lo so ne sono cosciente)
“Questo non dovresti dirlo tu?”
  “Sshhh…finché si diverte lascialo fare tanto dopo un po’ si calma”
“Come vuoi…senti ,ehm ,Tadase giusto? Vorremmo parlare con te in privato, possiamo?”
   “Uh? Si certo, entrate pure”
E siamo entrati in uno splendido giardino, curatissimo, fin nei minimi dettagli. Siamo entrati in casa e una cameriera in yukata ci ha portato del tè. Quindi ci siamo messi a parlare del piano, e Tadase sembrava più che d’accordo e non esitò un momento a scrivere, firmare e sigillare il foglio di testimonianza.
   “Mi dispiace solo non poter fare di più per vedere quel mostro alla ghigliottina”
  “Tadase non ti facevo così brutale”
   “Mmmmhhh sono più sadico di pensassi”
“Bene ora possiamo partire dato che dovremmo utilizzare la strada più lunga”
  “Già Lui si sarà accorto che sono sparito da tre giorni e quindi la strada principale sarà battuta dalle guardie reali. Dobbiamo attraversare il bosco e ci vorranno almeno cinque giorni a cavallo, dobbiamo partire il prima possibile. Tadase grazie di tutto, veramente”
   “Figurati, quel maledetto pagherà salato per i suoi errori. E’ stato un piacere conoscerti Amu anche se avrei preferito incontrarti in circostanze meno problematiche”
“Anche per me è stato un piacere Con- cioè Tadase”
   “Spero che ci incontreremo ancora in futuro, magari quando sarai la ragazza di Ikuto”
  “Non dire sciocchezze Tadase, la metti in imbarazzo”
“B-beh è ora di partire Ikuto, forza! In marcia!” mentre montava a cavallo mi dava le spalle, ma vedevo chiaramente che era arrossita. Le dava così fastidio immaginarsi al mio fianco? Proprio ora che avevo capito che in me era nato qualcosa di nuovo, che batteva per lei.
I primi tre giorni di viaggio sono andati bene, nonostante lo scorpione che mi era caduto in testa, ma il quarto giorno siamo stati colti da una violenta tempesta.
“Ikuto dobbiamo trovare un riparo, rischiamo di ferire i cavalli!”
  “Lo so ma la pioggia è troppo fitta, non vedo niente!” In quel momento un fulmine aveva colpito un albero che aveva sbarrato la strada di colpo spaventando il mio cavallo, che impennò bruscamente disarcionandomi. Dopo essere caduto da cavallo l’ultima cosa che avevo percepito era stata la voce di Amu che urlava il mio nome, poi il buio.

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Capitolo 10
*** Lacrime d'amore di una ragazza sotto la pioggia ***


“IKUTO!!”
Non avevo fatto in tempo a fermare il cavallo perché Ikuto era già steso inerte a terra sotto la pioggia battente, in quel momento mi sono sentita veramente persa. Non mi ero sentita così neanche quando avevo realizzato di essere sola e senza ricordi perché…con me c’era Ikuto.
- Solo ora che lui non c’è mi accorgo di quanto sia dipesa da lui nelle due settimane passate insieme.-
 Sempre, sempre, lui era stato li in ogni momento. Quando mi sono svegliata, quando ero nel panico alla festa, quando ero depressa perché non riuscivo a ricordare, quando mi ero ferita durante il viaggio per Oyuma lui c’era stato e ora che stava a terra, pallido come un cencio, il mondo mi è crollato addosso. Ma non per la consapevolezza che ormai non potevo fare affidamento su di lui era perché…avevo paura che non aprisse più gli occhi. Si era quello, avevo paura di non vedere più il suoi occhi color ametista, la malizia nella sua voce, la sua ironia quando mi prendeva in giro…il suo sorriso che mi piaceva tanto e che mi faceva battere il cuore. Mi feci coraggio e mi asciugai le lacrime, non era il momento di piangere, ora potevo fare affidamento solo sulle mie forze. Mi caricai Ikuto sulle spalle, e sembrava inaspettatamente leggero e lo avevo legato al cavallo con la corda che aveva deciso di portare.
“Potrebbe esserci un’emergenza che richiede la presenza di una corda. Meglio essere previdenti”
  -Dio benedica la tua previdenza Ikuto, ecco l’emergenza che richiede la corda.-
 Sono montata sul mio cavallo e avevo preso le briglie anche del cavallo di Ikuto e avevo iniziato a muovermi verso l’interno del bosco alla ricerca di una caverna, o qualcosa di simile. Mi dovetti sforzare tantissimo per riuscire a vedere attraverso la pioggia ma ad un certo punto iniziai a vedere molto meglio attraverso la pioggia, quasi perfettamente. Doveva aver iniziato a spiovere, però la sensazione della pioggia battente sulla pelle rimaneva la stessa, così forte che quasi faceva male, ma non ci avevo fatto troppo caso visto che, grazie a chissà quale divinità che mi protegge, avevo trovato una casa nel bosco. Evidentemente era la casa vacanza di una qualche nobile del posto ma non mi importava, era un luogo coperto e quindi andava bene.
Entrata in casa avevo subito posato Ikuto per terra. Avevo il fiatone ed ero stanca ma non potevo fermarmi, dovevo scaldare la stanza così corsi nella stanza accanto dove c’erano un letto e un’ armadio. Nel mobile, fortuna aveva voluto, c’era una coperta di lana e l’avevo immediatamente messa addosso a Ikuto .
“E’ freddo.”
Vicino al camino, unica cosa presente nella stanza c’era della legna, ma era gonfia d’umidità.
“Questa non ci voleva…”
Ma avevo cominciato lo stesso a darle fuoco con i fiammiferi e la carta.
“Ti prego accenditi, ti supplico!” Poi ,senza capire come, la legna esplose in una fiammata, avvolgendo anche le mani. All’inizio mi ero spaventata, ma mi ero calmata non appena mi ero accorta che non mi bruciava, il fuoco non mi feriva. Avevo avvicinato la mano al viso e le fiamme danzavano e accarezzavano la mia pelle senza bruciarla, le punte delle mie dita erano rosse come il metallo fuso, dopo poco la mano si spense e torno normale, senza la minima traccia di bruciatura o ustione.
“Questa non l’ho capita, ma ora non ho tempo per pensarci” avevo avvicinato Ikuto al camino ,che emanava già un piacevole tepore, ma il suo corpo era ancora freddo.
“Chissà se funziona…” mi era venuta in mente un idea, anche se poteva essere rischiosa ci avevo provato lo stesso. Mi ero concentrata come poco prima per accendere il camino e ,stranamente, le mie mani presero di nuovo fuoco senza farmi provare dolore. E ora iniziava il rischio, avevo cominciato a passare le mani vicino alla pelle di Ikuto, senza toccarla, e dopo svariati tentativi, finalmente, aveva ripreso colore sul viso nonostante restasse un po’ pallido. Quando mi sono accorta che non era più freddo , avevo spento subito il fuoco, rimaneva comunque rischioso un tremore della mia mano e gli avrei potuto fare del male. E l’ultima cosa che volevo era vederlo ridotto peggio di quanto lo era in quel momento, così  mi sono seduta accanto a lui a osservare le fiamme. Quella situazione aveva un non so che di familiare, si… ci era già passata…
Flashback
“Mamma starà bene, vero sorellona?”
 “Si Ami, non ti preoccupare, ha solo bisogno di riposo” mamma era caduta da cavallo ,sbattendo la testa e cadendo nel laghetto ghiacciato, poi era svenuta. Erano già passate due ore ma non si svegliava.
“Il viso della mamma è tanto freddo”
 “…Ami stai indietro, userò il fuoco sulla mamma”
“No Amu, così le farai male!”
 “Starò attenta” Risposi con le mani ,già avvolte dalle fiamme, vicine al volto bianco di mia madre.
“Smettila, così brucerai la mamma, le farai male…” disse la mia sorellina tra i singhiozzi e con le lacrime che gli sgorgavano copiose dagli occhi.
 “LO VUOI CAPIRE CHE SE NON LO FACCIO MAMMA RISCHIA DI MORIRE?!”
“Va bene…ma fai piano”
Fine Flashback
Mi sono svegliata dai miei ricordi quando sono scoppiata in un pianto silenzioso immerso nel dolore. Ricordavo quel giorno come se fosse stato ieri, il mio primo ricordo , è stato quello di quando mia madre ha rischiato di morire. Tutto si ripeteva, come in un cerchio senza fine. Ogni cosa era come allora e Ikuto, come mia madre, rischiava di morire, e proprio in questi minuti che lo separano dalla morte io mi sono accorta di quanto sia stata cieca nei confronti dei miei sentimenti.
“ E’ proprio vero che ti accorgi di quanto sia importante per te una persona solo quando rischi di perderla…Ikuto…non voglio perderti! Ti prego non morire…non lasciarmi”
Quelle che stavo piangendo non erano lacrime di dolore per il ricordo di mia madre, ma erano lacrime d’amore, un amore appena nato e che rischiava già di morire.
  “Io non ti lascerò mai sola…”
“I-Ikuto…IKUTO!”  
Lo abbracciai come se dovesse svanire da un momento all’altro, come un sogno bellissimo se evapora alle prime luci dell’alba. Lui prese ad accarezzarmi i capelli per calmarmi, non mi ero mai sentita più al sicuro che in quel momento ,tra le sue braccia.
“Sei vivo, avevo paura di averti perso… non farmi prendere mai più uno spavento del genere chiaro?”
  “E’ un modo per dirmi che tieni a me?” ecco la sua solita malizia.
“Certo che a te ci tengo idiota! Senza di te io sono persa!”
  “Amu…”
In quel momento non ero lucida, non mi ero resa conto di quanto erano imbarazzanti quelle frasi, ero semplicemente felice che Ikuto fosse ancora vivo.
  “Cosa ti è successo?” e come al solito capiva tutto al volo.
“Ho ricordato una cosa…mia madre era nella tua stessa situazione e, come te, ha rischiato di morire per un colpo alla testa. Hai rischiato di morire per ipotermia, fortuna che mi sono ricordata di saper fare una cosa”
  “Cosa?”
“Questo…” e avevo dato di nuovo fuoco alla mia mano, lasciando Ikuto non male, di più!
  “Tu prendi fuoco?”
“Già, non è una cosa tanto umana o sbaglio?”
  “Questo non lo so, ma tanto normale di sicuro non è…”
“Ti faccio paura?”
  “Perché dovresti? Mi hai salvato, non posso avere paura di te!”
“Grazie Ikuto, per essermi stato accanto in queste due settimane. Solo oggi che sono rimasta sola per la prima volta mi sono accorta di quanto io dipenda da te”
  “Non ti preoccupare, potrai sempre aggrapparti a me se ne avrai bisogno. E non credere, anche io dipendo da te più di quanto non tu non creda”
“Cosa intendi?”
  “Se non fosse stato per te io non sarei andato fino a Oyuma per incastrare il mio patrigno, ad esempio”
“Per così poco…” Perché stava avvicinando il viso al mio?
  “Senza di te ora io sarei morto” avvicinava sempre di più il suo viso al mio, sempre di più. I nostri nasi si sfioravano e ci guardavamo negli occhi, ambra e ametista, un abbinamento tanto strano quanto bello.
Le mie guance erano già color porpora, il mio sguardo rimaneva incatenato ai suoi occhi, mentre lui osservava le mie labbra come se ne fosse affamato, e indeciso se colmare i pochi centimetri che le separavano dalle sue.
  “Amu io…” sempre più vicino, fino a che…

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Capitolo 11
*** Sentimenti sotto le stelle ***


Mi sono allontanata di botto, lasciando Ikuto con un misto tra il sorpreso e il deluso.
“Sono felice che ora tu stia meglio, io esco a fare due passi va bene? A dopo” e sono corsa fuori dalla casa. All’aria fresca della sera mi sono calmata e cercavo di fare ordine nella mia testa, sotto il cielo sereno dopo la pioggia si vedevano le stelle.
  “Si può sapere che ti è preso?”
“Niente Ikuto, sto bene”
  “E allora perché sei scappata?”
“Non voglio fare la figura dell’illusa”
  “Illusa? Cosa intendi?”
“Si illusa! Illusa perché un principe non guarderà mai una ragazza senza passato come me”
  “Sai bene che io non sono un principe come gli altri”
“Lo so bene Ikuto, ma è una questione di logica. Io non vado bene per te…”
  “Se tu non andassi bene farei questo?”
Mi aveva già messo una mano dietro la nuca e mi aveva attirato a se, non avevo fatto in tempo a replicare e che già aveva premuto le sue labbra sulle mie. Morbide, calde come il fuoco. Era una sensazione bellissima, un bacio, il mio primo bacio, mi sembrava di poter toccare il cielo con un dito. Alla fine ho ceduto al cuore e ho messo le mani dietro la testa di Ikuto, immergendo le mani nei suoi capelli color notte, dischiudendo le labbra e dando inizio a una danza. Era una sensazione dolcissima. Un bacio dolce, gentile e senza pretese, la malizia che era solita accompagnare Ikuto sembrava sparita.  Purtroppo dovevamo prendere fiato, e quindi ci siamo staccati per respirare, ma senza allontanarci troppo per paura che l’altro potesse sparire da un momento all’altro. Il suo respiro mi sfiorava ancora le labbra.
“Ikuto…”
  “Amu io ti amo, e non mi interessa se tu non mi ricambi. Non voglio nessuna risposta da te qui…”
Lo avevo baciato di nuovo, e stavolta avevo preso io l’iniziativa, dando inizio a un’altra danza, ma stavolta era più carica di passione, di desiderio. Non aveva più nulla del bacio casto di poco fa, era diverso ,ma estremamente più bello. Ci siamo dovuti staccare di nuovo per prendere fiato e ci siamo guardati di nuovo negli occhi, i respiri affannati dalla passione crescente. Poi ci siamo sorrisi.
“Devo prenderlo per un si?”
  “Direi…” ora che mi ero ripresa…Che vergogna! Ero in imbarazzo come non mai, non avevo mai preso l’iniziativa, o almeno non credo.
  “Allora voglio sentirtelo dire dalle tue labbra”
“C-cosa?”
  “Dimmi cosa provi! Forza, sono tutt’orecchi”
“I-io…io…ti…” Cavoli perché sono riuscita a baciarlo ma non riesco a dirgli che lo amo? Che lo amo più della mia stessa vita! 
  “E’ così complesso? Forza 5 lettere, due parole”
“Io ti amo…”
  “Anche io, più di ogni altra cosa”
Poi l’ho abbracciato con forza, mentre lui mi stringeva con dolcezza e protezione, mentre mi accarezzava i capelli.
  “Dai rientriamo, dobbiamo riposare prima di tornare a casa”
“Si”
Lo accompagnai nella stanza dove c’era il letto, tra le sue proteste.
  “Scusa mi spieghi perché tu devi dormire per terra e io sul letto?”
“Perché sei tu quello che ha messo un piede nella fossa, non io”
  “Ma …”
“Smettila di fare il cavaliere! Io sto bene di la davanti al caminetto, tu pensa solo a riposare così domani possiamo tornare a casa e portare a termine il nostro obbiettivo. Io vado di la, se hai bisogno di me chiamami”
  “Amu…”
“Si?”
  “Ho bisogno di te adesso” rispose prendendomi il polso e trascinandomi insieme a lui sul letto.
“Ma Ikuto! Che fai?”
  “Vado a dormire, ma voglio accanto la mia ragazza”
“Non riuscirò ad andarmene vero?”
  “Ma che perspicacia”
“Ahhh va bene, ho capito. Buonanotte Ikuto”
  “Ah ,aspetta… devo fare una cosa”
“Cosa?” e mentre mi giravo verso di lui mi aveva posato un bacio a stampo sulle labbra, cogliendomi di sorpresa.
  “Volevo  il bacio della buonanotte” aveva risposto cinguettante come un uccellino.
“Che bambino che sei!”
  “Lo so ma ti piaccio così, vero?”
“Tantissimo” e ci siamo addormentati abbracciati. E’ proprio vero che accanto alla persona che ami ti senti sempre al sicuro.
Ci siamo svegliati all’alba, ancora stretti l’uno all’altra.
“Buongiorno Ikuto”
  “Giorno amore”
“Come?”
  “Amore. Perché, ti da fastidio?”
“No, non è questo è che…è strano. Mi devo abituare” sentivo il calore sul mio viso crescere fino alla punta delle orecchie
  “Va bene, ho capito. Allora ,dobbiamo partire subito?”
“Si, prima è meglio è”
Dopo pochi minuti eravamo già a cavallo, il mio visto che quello di Ikuto era scappato nella notte e, al tramonto, eravamo  alla reggia. Però la sorpresa che ci aspettava non era decisamente tra le migliori.

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Capitolo 12
*** Ricordi e verità ***


Davanti alla reggia era schierata una legione di soldati, sugli scudi era ritratto lo stesso simbolo del cammeo di Amu…cosa volevano?
   “Eccolo, è lui! E’ l’uomo che ha rapito la nostra principessa, prendetelo!”
 “Ma cosa?!” In meno di due minuti ero bloccato tra due soldati, due armadi. Amu era stata allontanata da un altro ragazzo dai capelli scuri, sul naso un paio di occhiali. Sembrava molto preoccupato per la ragazza che cercava di portare via. Che diritto aveva di portarmela via?
“Lasciatelo, non mia ha fatto nulla! Lasciami! E poi chi siete voi?”
    “Principessa, si calmi! Parla così perché ha paura, venga i sovrani la aspettano”
“Principessa?! Ma che state dicendo? Ti ho detto di lasciarmi andare! IKUTO!” Si divincolava, terrorizzata, mentre quel ragazzo la portava via di peso. Che cosa volevano da me? E perché avevano chiamato Amu principessa? La questione diventava sempre meno chiara, ma non mi andava di infastidire i due bestioni che mi avevano preso in custodia, quindi cercai di divincolarmi il meno possibile… mi portarono nelle prigioni sotterranee. Dopo pochi minuti arrivò il mio patrigno, che mi guardava con un sorriso soddisfatto.
 “Ikuto, non pensavo che potessi arrivare a rapire la principessa, pur di darmi grane”
“Principessa?”
 “Si Ikuto ,la tua amichetta è la principessa del regno di Sora. Doveva morire quando ho fatto assaltare la nave ma a quanto pare è riuscita a salvarsi quella bastardella”
“Che cosa vuoi fare maledetto?”
 “Abbassa i toni moccioso! Prima ti farò giustiziare per tradimento alla corona, e poi farò assassinare la bastardella e la sua famiglia, mettendo in ginocchio il loro regno che cadrà alle nostre dipendenze”
“Sei un mostro…uccidimi pure ma non farle del male”
 “Ma guarda, ti sei innamorato della mezzo-sangue? Bhe avrei dovuto intuirlo mentre ti tenevo d’occhio, e da come ti comportavi con lei”
“Quindi eri tu, era la tua la presenza che percepivo! E cosa sono tutti questi aggettivi? Bastardella, mezzo-sangue che significa?”
 “Ma come, non lo sai? Tutta la gente di Sora discende da una dinastia di angeli, e ha poteri soprannaturali. Possono essere poteri di tutti i tipi ma la famiglia reale si distingue perché sono gli unici a controllare la natura, tutti i suoi elementi. Ma la principessa maggiore, è tra tutti la più potente visto che è l’unica a poter controllare tutti gli elementi, per questo va eliminata per prima. Lei ,da sola, può mettere a ferro e fuoco il nostro paese, e la sua famiglia va eliminata in seguito alla figlia.”
“Ecco perché è riuscita a controllare il fuoco”
“Ottimo esempio, bene ci vediamo alla tua esecuzione, domattina all’alba” detto questo mi aveva lasciato solo, non poteva essere vero. Proprio adesso che ci eravamo chiariti, ma soprattutto come avrebbe reagito Amu scoprendo la verità?
***
Il ragazzo di prima mi aveva accompagnata ,per così dire, in una stanza dove ad attendermi c’erano due persone a me molto familiari. Non appena entrata nella stanza la donna aveva cominciato a piangere, mentre l’uomo mi aveva abbracciato con forza.
“Si può sapere chi siete voi due? E perché Ikuto è stato portato via?”
 “Amu, stai scherzando vero?”
  “Stai dicendo che non sai chi siamo?”
“Vorrei ,ma non posso! Soffro di amnesia…voi sapete chi sono?”
   “Certo che lo sappiamo, tu sei nostra figlia”
“Vostra…figlia?”
  “Si esatto, sei stata rapita da quel ragazzo di prima”
“Semmai  è il contrario, Ikuto mi ha…” Tutto era diventato buio all’improvviso, poi mi tronarono in mente tutti i momenti della mia vita.
Flashback
“Mamma! Papà! Guardate mi sono spuntate le ali!”
  “Congratulazioni tesoro, stai diventando grande eh?”
“Già!”
   “Ciò significa che presto comincerai anche a controllare i tuoi poteri in maniera completa, stai crescendo così in fretta, hai già 8 anni”
Fine Flashback
 
Flashback
“Mamma, è bellissima, è la mia sorellina?”
  “Si Amu, lei è Ami. Da oggi sarai una sorella maggiore, sei contenta?”
“Si!”
Fine Flashback
 
Flashback
“Amu, ho  paura!”
  “Stai tranquilla Ami, andrà tutto bene”
“Perché mi escono i fulmini dalle mani?”
  “Non ti spaventare, per noi è normale, vedrai che presto ti nasceranno anche le ali”
“Perché noi siamo così?”
  “Perché siamo angeli, creature non umane e molto più potenti di qualsiasi altro essere umano”
“Capito”
Fine Flashback
 
Flashback
“Principessa salga sulla scialuppa, presto!”
  “No non voglio lasciare nessun soldato a bordo, se ne rimane uno io resto con lui”
“Sono costretto a dissentire maestà, la vostra vita vale molto più di tutte le nostre messe insieme”
  “Non dire sciocchezze Kairi”
“Non lo sono, e ora salga, presto”
  “No, fermo!”
“Calate, ci sono tutti!”
  “KAIRI!”
“Verrò a riprendervi principessa, ve lo prometto”
Fine Flashback
Quando avevo riaperto gli occhi tutto mi era sembrato così chiaro, ora sapevo che ero e da dove venivo. Su di me erano chini i miei genitori.
“Mamma…papà” non appena avevo finito di pronunciare quelle due parole mi ero messa a piangere.
  “Tesoro, calmati. Tra poco sarà tutto finito e quell’uomo che ti ha rapito verrà giustiziato” In quel momento mi era sembrato di morire.
“Ikuto sarà…giustiziato?”
   “Si piccola, poi noi torneremo a casa, e tutto sarà come prima”
“Ma non è giusto…Ikuto non merita, non deve morire. E’ il re che deve essere giustiziato!”
  “Amu!”
    “Non dire sciocchezze, Amu! E’ un re, non devi essere così irrispettosa”
“Se non credete a me, forse crederete a questo” E mostrai loro il foglio di Tadase, mio padre si mise a leggerlo ad alta voce.
   “Io, conte Tadase Hotori, conte di Oyuma, testimonio che il primo ministro della famiglia reale di Kikyu ha assassinato il precedente re, Aruto Tsukiyomi, e il mio predecessore, Yui Hotori , per assecondare la sua sete di potere. Mi avvalgo della facoltà di testimonianza in quanto testimone oculare dell’avvenimento insieme al principe Ikuto Tsukiyomi.”
  “Che significa Amu? Ha falsificato il documento?”
   “No Midori, è autentico. Potrebbe aver falsificato sia la firma che la grafia, ma non il sigillo in ceralacca”
“Visto? Ci abbiamo messo 8 giorni per avere quel foglio. Per far giustiziare quell’uomo Ikuto ha rischiato la vita! Ha avuto lo stesso incidente di mamma”
  “Tsugumu dobbiamo impedire che quel ragazzo muoia”
   “Si andiamo, tu resta qui Amu”
“No io vengo con voi”
  “Non se ne parla”
“Lui per me troppo importante, non permetterò di perderlo dopo che sono riuscita a salvarlo”
  “Tanto non di dissuaderemo vero?”
“No!”
   “E allora andiamo”

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Capitolo 13
*** La vera me ***


L’esecuzione si sarebbe tenuta nel cortile del palazzo, quindi correvamo a colpo sicuro. Davanti al portone, la signora Souko, piangeva disperata abbracciata ad una ragazza dai biondissimi capelli raccolti in due code.
“Amu! Perché mio figlio sta andando a morire?”
  “Perché il vostro secondo marito è un bastardo”
 “Come se non lo sapessimo, sono la sorella di Ikuto. Tu chi sei?”
“Sono la ragazza di tuo fratello” e poi mi misi a correre, a percorrere il cortile in mezzo a quel fiume di gente che era accorsa per salutare il suo amato principe, la loro ultima speranza. Ikuto era già li, in mezzo ad un palco allestito apposta, neanche fosse uno spettacolo.
“Fermate l’esecuzione! Vi prego!” ma nessuno sembrava ascoltare, nemmeno sentire la mia voce. Per quanto urlassi, gridassi nessuno mi sentiva, nemmeno Ikuto.
“FERMI!!” e tutto si fermò, l’aria ,l’acqua il tempo stesso. Poi tutto venne avvolto da una luce accecante e un’interminabile istante dopo mi ritrovavo sospesa in aria, dalle mie spalle nascevano ali di candide piume, talmente bianche da essere luminose e brillanti. Non indossavo più gli abiti di prima bensì una tunica rosa chiaro lunga fino a metà coscia, appuntata solo sulla spalla destra dal mio cammeo. Ai piedi portavo delle ballerine con dei nastri che si legavano sopra il ginocchio.
  “Amu…”
“Fermate tutto! Il principe non mi ha torto un solo capello, anzi mi ha salvato la vita”
 “Smettetela principessa”
“Tu…tu! Sei tu l’unico a dover morire adesso! Tu ti sei macchiato del sangue del re, il padre del principe”
 “E’ impazzita…Guardie!”
“No ,non si fa così con una creatura che può ucciderti con una mano sola” e al mio comando la terra si spaccò sotto i piedi delle guardie, facendoli cadere in una fossa profonda. Tirai fuori il foglio del conte e mi misi a leggerlo, ad alta voce ,davanti a tutti il popolo, il corpo di guardia, Ikuto, il re…tutti ascoltavano il trattato di Tadase. Poi ,dopo aver lasciato il tempo al popolo di immagazzinare le informazioni cominciai a parlare
“Bene, caro il mio re da quattro soldi, direi di parlare al nome tutti i presenti quando dico… ARRESTATELO, HA TRADITO LA CORONA UCCIDENDO IL RE!”
  “Maledetta!” Era già stato sommerso dalle guardie.
   “Se io faccio questa fine, tu verrai con me bastardella” e poi  mi lanciò un coltello, ultimo atto disperato per uccidermi ma il coltello si era fuso ancora  prima di avvicinarsi al mio corpo.
“Hai già dimenticato chi sono?”
E così il primo ministro venne arrestato ed esiliato. Ikuto non volle giustiziarlo, diceva di non volersi abbassare il suo livello. 

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Capitolo 14
*** La fine della storia ***


Dopo quel giorno il paese stava tornando velocemente al suo splendore. Ikuto e Utau governavano saggiamente il loro regno ,ma la sorella aveva capito che il fratello non era felice come dovrebbe. Anche io mi sono chiesta il perché della sua tristezza , ma non trovavo una spiegazione. Li osservavo dall’alto, dal regno di Sora, che non si trovava - Al di la del Mare – come tutti credevano bensì era sospesa, in aria. In fondo era popolate de creature semi-angeliche no? Erano trascorsi 5 mesi da quel giorno, io me ne ero andata per tornare a casa mia ma non c’era giorno in ci non andassi a vedere Ikuto, cosa faceva ,come stava…poi un giorno mi era arrivata lettera da Rima, dove mi avvisava che la principessa si sarebbe sposata con Kukai. Appena finito di leggere scoppiai a ridere come una matta, Kukai sposato? Chi se lo sarebbe mai immaginato? Non esitai un attimo a chiamare Kairi e a partire, il matrimonio si sarebbe tenuto il giorno dopo quindi dovevamo partire subito. Ah, dimenticavo, Kairi è la mia guardia personale e il mio amico di infanzia, siamo cresciuti assieme e lui è stato addestrato appositamente per proteggere me.
Quando arrivammo alla reggia la prima persona che mi era venuta a salutare era stata la regina.
“Ciao Amu, sei venuta per Kukai?”
  “Si mi hanno avvertito Yaya e Rima. E così quello scapestrato si sposa eh?”
“Non solo diventerà anche principe ereditario, ah ci aspettano tempi duri”
  “Non dica così Souko, anche lui sa essere saggio a volte”
“Se lo dici tu, vieni tu e il tuo amico sarete stanchi dal viaggio no?”
   “Si fidi maestà ,volare è molto meno stancante che camminare”
  “Non lo metto in dubbio però… ecco qua ragazzo, la tua stanza è questa qui”
   “Ecco io…”
“Stai tranquillo Kairi, qui non corro alcun pericolo ,non è necessario che tu stia con me…cerca di capirlo io e lui viviamo praticamente in simbiosi”
  “E perché, se posso?”
   “Perché io ho un solo scopo: proteggerla. Sono stato reclutato apposta”
“E’ stato adottato dalla mia famiglia quando era solo un bambino, poi io l’ho scelto come guardia”
  “Siete praticamente fratelli”
“Già, Kairi sei stanco, vai a riposare.”
   “Ma principessa…”
“Veloce!”
   “Si Amu” e si era addormentato pressoché subito, lo conoscevo come le mie tasche.
  “Vieni cara, hai la stessa stanza dell’altra volta”
“Ma la principessa?”
  “E chi la stacca dal suo fidanzato?”
“Ah, che carina”
  “Molto, eccola qua…Ikuto non c’è però”
“Mi faccia indovinare…è scappato di nuovo?”
  “Si vede che lo conosci bene, le nozze sono domattina ,mi spiace che tu debba indossare un vestito”
“Non preoccuparti, mi sto riabituando per via delle feste per il mio ritorno. In 5 mesi ho girato tutto lo stato, è stato stancante”
  “Lo so, da quando hanno ereditato il trono i ragazzi sono andati praticamente ovunque”
“Mi ricordo quando avevo parlato con Ikuto del suo compito, ora so come si sente. E condivido pienamente le sue idee “
  “Io le ho sempre condiviso le sue idee. Ikuto è uno spirito libero, come suo padre”
“Già, immagino lei abbia da fare per le nozze di Utau”
  “Infatti, ah se trovi Ikuto mandalo da me va bene? Vorrei parlargli di una cosa”
“Certo, ma non credo che andare a cercarlo sia la cosa migliore”
  "Come vuoi"                                                                        

Così mi sono messa sul letto e mi sono addormentata. Quando mi sono svegliata era notte fonda, dalla finestra si vedevano le stelle e la luna, piena e bellissima. Come per istinto mi voltai verso il muro che separava la mia stanza da quella di Ikuto, era così vicino che mi sembrava di sentire il suo respiro. Sono entrata nella sua stanza in punta di piedi. Era nel suo letto ,il petto che si abbassava ad un ritmo regolare, il viso rilassato come non lo avevo mai visto prima di allora, era felice. Finalmente sereno, senza più nessuna preoccupazione per la madre e per il regno. Mentre riflettevo lui si svegliò, fissandomi con i suoi occhi che mi piacevano tanto, uno sguardo così profondo da sembrare che ti guardi dentro.
“Sei tornata da me…”
  “Sono qui per tua sorella e per Kukai, sono felice che si sposino”
“Ah…” sembrava deluso
  “Ma sono felice di rivederti Ikuto”
“Così va meglio…vieni qua!” disse tirandomi verso di se, come l’altra volta. L’emozione saliva, mi sentivo tremendamente in imbarazzo ,era così tanto tempo che non sentivo Ikuto così vicino, che il solo respiro sulla mia pelle mi faceva morire di imbarazzo.
  “Ma cosa fai? Lasciami!”
“Nemmeno per idea, tu resti la mia ragazza visto che non abbiamo rotto. E poi ,se non sbaglio, l’ultima volta non ti era dispiaciuto dormire accanto a me”
  “Bhe, quella volta stavi male e-e poi… hai ragione”
“Molto meglio” continuava con quella malizia che mi irritava e mi piaceva da morire. Mi abbracciava in maniera possessiva. Dopo mi fece girare verso di lui, mi prese il mento tra le dita e mi avvicinò a lui.
  “Sai che io ti amo ancora vero?”
“Sai che io continuo a pensare di non essere adatta?”
  “Ma perché? Io ti amo e questo basta, ora sappiamo che sei una principessa e anche le pratiche sociali sono a posto, di che ti preoccupi?”
“Che tu sei perfetto e devo cercare di essere al tuo livello” risposi semplicemente per poi baciarlo a tradimento, cogliendolo di sorpresa. Prima rimase interdetto, ma non si fece pregare per rispondere al bacio. Le nostre lingue si intrecciavano in una danza passionale e bellissima.
***
E quella notte passò così, tra baci e carezze, per poi consumare la passione e l’amore  che si erano accumulati in una sola notte. In quei 5 mesi il loro amore era cresciuto tantissimo, era diventato più forte tanto che per entrambi la distanza era insostenibile, quasi dolorosa.
 ***
Ci siamo risvegliati all’alba, abbracciati e soddisfatti. Ora era venuto il mio momento, lei dormiva accoccolata a me, era bellissima.
“Svegliati amore, tra un po’ inizia la cerimonia”
  “Ti ho già detto di non chiamarmi amore, mi fa strano” rispose mugugnando mentre si voltava dall’altra parte, dandomi le spalle. Cominciai a lasciare una scia di baci sul suo collo, sentivo i suoi muscoli farsi rigidi e il corpo scaldarsi,
“Sei in imbarazzo se faccio così?”
  “Un po’”
“Allora è meglio evitare, non farei mai nulla che possa metterti troppo a disagio”
  “Grazie Ikuto”
“Tieni, oggi è il tuo compleanno vero?” e le diedi una scatoletta rettangolare, lunga e sottile.
  “Come lo sapevi?”
“Me lo aveva detto tu, prima di tornare a casa tua” prese un po’ titubante la scatoletta, poi quando vide il contenuto sorrise e mi abbracciò.
  “Ikuto, grazie è bellissimo!” Era un braccialetto d’argento, con un’ametista  e un’ambra incastonati al centro.
“Volevo prenderti un’ anello, ma per quello c’è tempo” e le lasciai un bacio a stampo sulle labbra.
“Ora andiamo, la cerimonia inizierà tra un’ora al massimo”
  “Si, vado a prepararmi”
“ A dopo”
Quando la rividi era in giardino, a chiacchierare con lo sposo. Indossava un vestito lilla con le maniche a sbuffo, in vita un nastro spesso ,viola, legato in un morbido fiocco sul fianco. Il corpetto era decorato da dei nastrini. Mi avvicinai di soppiatto e l’abbracciai da dietro, facendola arrossire.
“Sei bellissima sai?”
  “E piantala, sai bene quanto me che odio questi vestiti”
“Lo so, ma è un dato di fatto che ti stiano bene”
   “Ikuto ha ragione, beh io devo andare all’altare. Mamma quanto sono nervoso!”
  “Vai tranquillo, al massimo sbagli a dire le promesse o a infilarle l’anello”
   “Molto incoraggiante…”
E la cerimonia cominciò, mia sorella era bellissima fasciata nel suo largo, vaporoso, appariscente abito bianco. Amu aveva una in volto un’espressione scioccata della serie: Come fa a camminare con quel coso addosso?
Utau era raggiante, dopo la cerimonia , non sembrava nemmeno lei. Durante il rinfresco avevo visto Amu parlare con il ragazzo che l’aveva accompagnata qui, Kairi se non sbaglio. Si era rabbuiata di colpo…
“Che succede?”
  “Devo tornare a casa”
“Perché?!” non era possibile, ora che era finalmente mia me la portavano via di nuovo?
  “Devo tornare ,i miei genitori…”
“No, non lasciarmi…” non volevo che se ne andasse.
  “Sai meglio di me quali sono i doveri di un principe, nemmeno io vorrei credimi”
“Allora sposami!”
  “Come?!”
“Sposami, diventa mia fino in fondo! Almeno non potranno più separarci…allora? Accetti?”
  “Si…” poi mi abbracciò tra le lacrime.
FLAHFORWARD
Dopo l’annuncio del fidanzamento ,i miei genitori mi hanno permesso di vivere nel regno di Kikyu senza recriminare, tranne il pianto isterico di mio padre che aveva accettato solo se Kairi fosse venuto con me. Lui era stato ben felice di venire, visto che aveva molta simpatia per Yaya. Ikuto aveva passato la corona alla sorella che, con Kukai ,governava con saggezza e determinazione. Nagihiko e Rima erano andati a vivere in una casa a parte, già pronti per le nozze, in quanto a me e Ikuto beh che dire…abbiamo viaggiato, e tanto anche. Poi ci siamo stabiliti in un palazzo, piccolo e accogliente, non lontano dalla corte, è arroccato su un promontorio e il balcone della nostra stanza si affaccia sul mare. Il matrimonio doveva essere il mese scorso, ma abbiamo dovuto rimandare visto che sono in dolce attesa! Eh si ,sono incinta, diciamo che abbiamo fatto la luna di miele prima delle nozze! A Ikuto non sembrava vero, era felicissimo, certo prima era rimasto un po’ interdetto ma poi…si era da subito mostrato entusiasta di diventare padre. Ma era anche troppo apprensivo, aveva paura che stessi male, che tenero!
Quando era nato il bambino, Ikuto era senza parole, era uguale a lui. Gli stessi occhi color ametista, gli stessi capelli color notte.
“Tutto tuo padre eh piccolo?” e il mio bimbo sorrise
   “Sarà, ma il sorriso è tutto tuo”
“Grazie Rima”
Rima era diventata la mia migliore amica, quindi era stata lei, insieme a Yaya ,ad essere al mio fianco durante il parto.
   “Come si chiamerà il bambino?”
“Haru, perché oggi è il 21 Marzo ”
   “Ottima scelta”
  “Posso entrare o Rima mi stacca la testa?”
“Vieni Ikuto! Guarda tuo figlio”
A Ikuto tremavano le mani mentre prendeva in braccio Haru
  “E’ bellissimo”
“Già”
   “Ora possiamo celebrare le nozze?”
   “Certo che hai proprio paura che se la possano riprendere eh?”
  “Yaya!”
“Si, ma fammi riprendere. Appena mi sarò riposata un po’ potremo celebrare la cerimonia.”
Due settimane dopo ci siamo sposati, e la vita è proseguita felicemente fino ad ora e così continuerà, fino a festeggiare tanti altri anniversari come questo, visto che ogni volta che ripenso alle mie nozze, mi viene in mente la nostra, particolare e splendida storia.

E’ proprio vero che ogni storia ha il suo lieto fine!

Minori: E così la mia storia è finita, spero che vi sia piaciuta :)
Ikuto: Certo che è piaciuta, hanno recensito
Amu: Questo non vuol dire che sia piaciuta, potrebbero averlo fatto per pietà
Minori: Ehi, questo è il mio spazio dei saluti! Che ci fate qui?!
Rima: Noi siamo i personaggi della storia, dobbiamo salutare anche noi
Yaya: Verissimo!!!
Minori: Bhe in tal caso...
TUTTI: Ciao a tutti, e grazie!!
Minori: Probabilmente farò una raccolta di 4 one-shot dove racconto la vita di tutte e 4 le coppie...
Kukai: Quindi ci saranno tutte le mie gaffe mentre cercavo di capire come si fa a regnare!?
Nagi: O le mie litigate con Rima?
Minori: Ovvio, sono troppo buffe ,e parlerò anche di Yaya e Kairi che sono tenerissimi :3
Kairi: Prevedo che sarà alquanto imbarazzante...
Utau: Io credo che sarà divertente!
Minori: A presto amici!!

Tadase: E io?
Minori: Tu sei single! Ma comparirai in quella di Amu e Ikuto, stai tranquillo
Tadase: Ok, a presto!

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